Abyss

di shine_gr
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** LIBRO PRIMO- E se non ricambiasse? ***
Capitolo 2: *** LIBRO PRIMO-Love me ***
Capitolo 3: *** Destiny of love ***
Capitolo 4: *** Black Clouds ***
Capitolo 5: *** live without you ***
Capitolo 6: *** Sadness e Sorrow ***
Capitolo 7: *** Despair ***
Capitolo 8: *** Reason For Living: REVENGE ***
Capitolo 9: *** 1. LIBRO SECONDO- Chase Race ***
Capitolo 10: *** 2. Wardrobe ***
Capitolo 11: *** 3. Family Squabbles ***
Capitolo 12: *** 4. Shopping ***
Capitolo 13: *** 5. Indecision ***
Capitolo 14: *** 6. A true Friend ***
Capitolo 15: *** 7. Thoughts ***
Capitolo 16: *** 8. Renèe ***
Capitolo 17: *** 9. Wave of joy ***
Capitolo 18: *** 10. What I never expected ***
Capitolo 19: *** 11. Never more myself ***
Capitolo 20: *** 12. Dream... ***
Capitolo 21: *** 13. Anger, Fear, Doubt, Hate... ***
Capitolo 22: *** 14. Goodbye my lover ***
Capitolo 23: *** 15. Volterra ***
Capitolo 24: *** 16. The unique collection of Aro ***
Capitolo 25: *** 17. I don't love you... anymore ***
Capitolo 26: *** 18. Suffer ***
Capitolo 27: *** 19. The pain of a daughter ***
Capitolo 28: *** 20. Hope ***
Capitolo 29: *** 21. Escape ***
Capitolo 30: *** Special Abyss ***
Capitolo 31: *** 22. Together again ***
Capitolo 32: *** 23. A welcome visitor ***
Capitolo 33: *** 24. Waiting for answers ***
Capitolo 34: *** 25. Revelations ***



Capitolo 1
*** LIBRO PRIMO- E se non ricambiasse? ***


Salve a tutte, eccomi qui con anche su EPF con la mia prima storia sul mondo della Meyer, inutile dire che adoro questa saga, i personaggi ecc... ecc... Allora questa storia di divide in due libri: il primo sarà dal punto di vista di un mio nuovo personaggio, che adoro xD, e il secondo sarà dal punto di vista della nostra Bella e anche di qualche altro personaggio. Sperò che la storia vi piaccia, perchè essendo il mio primo racconto ci sono molto affezionata. La stò postando anche su un forum ed è ormai agli ultimi capitoli. Metto pure la nuova copertina della ff fatta da me, tempo fa ne avevo fatta un'altra ma questa è decisamente meglio >,< Be' è tutto. Buona lettura.
 

Abyss
LIBRO PRIMO

                                                                                                                             

            PROLOGO
  Vendetta. Questa è l’unica ragione della mia esistenza. Vendicare colei che avevo amato, colei che nel buio dei miei giorni, illuminò il mio cammino. Un abisso di dolore e sofferenza è parte di me senza di lei. L’ho amata e più passa il tempo più la amo, ma più passa il tempo, più odio chi l’ha allontanata da me, portandola in un luogo dove, alla fine di quest’inutile esistenza, io la raggiungerò. Ma prima, o ma prima, staccherò la testa a colui che l’ha uccisa.

        
   1° capitolo
 
Un altro giorno è passato, la luna stava occupando il posto del sole, la luce lasciava lo spazio alle tenebre. Amavo come il buio avvolgeva il mondo, la penombra rendeva tutto così misterioso ed affascinante, dava all’umanità sfumature così singolari che ne restavo, ancora oggi, stregato.
Tutti vicino a me stavano cedendo ai loro istinti primitivi, di disumani cacciatori quali eravamo.
Il letale predatore a breve avrebbe strappato la vita ad una preda innocente”.
A me non andava di cacciare questa notte, mi sentivo ancora ubriaco per tutto il sangue con cui ieri mi ero nutrito. Rimarrò qui ai margini della radura, immobile come solo una statua può fare, per ammirare colei che amo, mentre, persa nei suoi pensieri, contemplava le stelle.
“Dafne?” la chiamai imbarazzato, abbassando lo sguardo.
La sua presenza m’innervosiva. La sicurezza che la mia razza superiore dava, era completamente abbattuta, non appena mi avvicinavo a lei.
Adoravo tutto di lei: il suo corpo flessuoso, i suoi capelli neri come una notte senza stelle, la sua dolce e calda voce, i suoi profondi occhi che potevo restare a guardarli senza stancarmi mai.
“Dimmi Veive.” 
La sua voce era gentile come sempre. Lei era diversa; non era fredda come il ghiaccio, nei suoi occhi non c’era odio né morte. Lei era unica e per questo l’amavo.
“Sai, ogni notte, quando non vai a cacciare, ti perdi nei tuoi pensieri”. Parlai balbettando, ero ancora più imbarazzato, perché non volevo essere indiscreto, ma il mio desiderio di conoscerla e capirla era troppo forte. “ Ecco, insomma… vorrei capire il perché”.
Lei non si arrabbiò, anzi non mostrò nessun minimo turbamento per la mia domanda sfacciatamente curiosa.
C’era da aspettarselo. Lei era buona con tutti; aveva sempre quello stupendo sorriso scolpito sul viso. Difatti, mi sorrise affettuosamente e mi guardò con uno sguardo profondo e carico di emozioni. Rimasi sorpreso da quel contatto e impacciato rivolsi altrove il mio sguardo, ma i suoi occhi, per me, erano come delle calamite e ritornai a guardarla, sedotto dai suoni che le sue labbra generavano mentre parlava.
“Penso alla mia vita da umana. Ti sembrerà assurdo ma questa vita non mi appaga.”
Mentre mi parlava ritorno a guardare il cielo, forse per nascondere le sue emozioni. Per me era un libro aperto, mi bastava un’occhiata e capivo immediatamente se in lei c’era qualcosa che non andava.
“Io non sento di far parte di una razza superiore, al contrario, mi sento un mostro, che per vivere deve uccidere degli innocenti”.
Non sapevo cosa dire. Ero rimasto senza parole. Non mi sarei mai aspettato una risposta del genere. Ritornò a guardarmi, molto probabilmente si accorse della mia sorpresa. Mi studiò e senza aspettare che dicessi qualcosa, riprese a parlare.
“Forse non te l’ho mai detto Veive, ma io riesco a percepire il turbamento, ogni emozione di chi mi sta attorno”.
Cosa? Che stava dicendo? Era impazzita? Mi stava prendendo in giro?
Si mise a ridere un secondo dopo la sua folle rivelazione, senza motivo.
Si era davvero impazzita e il suo comportamento stava iniziando ad irritarmi.
Si rilassò e con un sorriso mi fece l’occhiolino.
“ In questo momento sei sconvolto, irritato e sorpreso. Mi sbaglio?”
Restai di stucco. Com’era possibile? Aveva ragione: ero sconvolto, sorpreso e soprattutto irritato dal suo modo di fare. Come poteva riuscirci?
Percepì, forse, la mia curiosità e rispose alla mia domanda non espressa.
“E’ un dono.” Vedendo che ancora non continuavo a capire, cercò di spiegarsi meglio. “E’ una dote, un potere che ho avuto subito dopo la mia trasformazione”.
Wow…Non potevo crederci. Lei aveva un dono? Poteva percepire ogni emozione di chi gli stava attorno? Ero ancora incerto, cercai i suoi occhi e non appena li trovai in loro vi lessi solo sincerità e verità. Adesso ero ancora più attratto da lei; oltre ad essere bella, dolce, buona aveva anche un potere. Era unica.
Chissà se pure io avevo un dono, un potere, ma non sentivo niente di diverso o strano in me.
Ancora, però, non riuscivo a capire perché si considerava un mostro, perché si rifugiava nei ricordi di quando era umana.
 Riprese il discorso di un attimo fa’.
“Ogni volta che mi ritrovo davanti alla mia vittima, percepisco la sua paura, il suo dolore e non lo sopporto.”
 Era in preda allo sconforto ed affondò il viso fra le mani.
“Non ce la faccio!”
Ora nella sua voce c’era solo dolore e con un tono disgustato ed amareggiato continuò a parlarmi.
“Che cosa posso fare, però? Più mi trattengo, più la sete brucia dentro di me e non riesco a controllarmi”.
Mi guardò con gli occhi pieni di rimorso e dolore. Non sopportavo vederla così; non riuscivo a reggere quel dolore. Ciò che faceva male a lei, faceva male me. Alzò pian piano il viso, si leggeva in volto tutta la sua malinconia.
Mi ritrovai ad osservare ogni lineamento del suo volto, la curva delle sue labbra, il profilo del suo naso e per finire i suoi incantevoli occhi.
Che creatura meravigliosa e divina!
Non appena incrociammo i nostri sguardi una scarica elettrica, invase tutto il mio corpo.
Ritirò anche lei lo sguardo, non so per quale motivo.
“ Per sfuggire, quindi, al mio dolore e all’odio verso me stessa, mi rifugio nei miei ricordi di quando ero umana, quando il mio cuore batteva, quando riuscivo a provare dei sinceri sentimenti”.
Mentre parlava il suo viso si illuminò. Era adorabile.
La riuscivo a capire perfettamente, anche io delle volte, mi rifugiavo nei miei ricordi. Non ricordavo molto, era frustante ripescare dai ricordi umani, erano avvolti da un velo trasparente che m’infastidiva. Solo una cosa non potrò, e non vorrò mai dimenticare: il suono della dolce risata della mia piccola sorellina. Quanto mi mancava quelle poche volte che il mio pensiero guardava in quel cassetto della mia vita chiuso per sempre. Noi due eravamo inseparabili; ci volevamo bene dal profondo dell’anima. Ricordavo il suo dolcissimo viso, ogni momento trascorso insieme, come quando ogni notte, dopo un bacio ed averla sistemata a letto, le canticchiavo una canzoncina che lei amava tanto.  Ricordare tutto questo, però, faceva male; al centro del mio petto nasceva un dolore che paragonato alla morte, essa sarebbe accolta a braccia aperte.
“ Veive che succede?” mi chiese Dafne preoccupata. Una miriade d’emozioni mi sommerse. Oh dio, non potevo crederci. Dafne, la mia Dafne, il mio celato amore, era preoccupata per me. Dentro il mio cuore muto nacque una scarica che fece fluire in tutto il mio duro e freddo corpo un’emozione calda e piacevole. Non avevo mai provato un’emozione simile, ma mi piaceva molto.
Era passione, voglia di stringerla tra le mie braccia, di posare le mie labbra sulle sue, di accarezzare quel volto incantevole, di amarla in ogni modo possibile.
“ Veive, parlami, mi sto preoccupando. Che hai?”.
Nel mio corpo un’altra scarica prese vita e la voglia di amarla divenne ancora più forte.
Abbassai lo sguardo per l’imbarazzo.
“Non preoccuparti cara, anche io delle volte mi ricordo la mia vita da umano”.
 I ricordi della mia dolce sorellina riaffiorarono dentro di me.
“In particolare ricordo la mia sorellina. Mi manca tanto”. Ero talmente assorto nei ricordi da non accorgermi che stavo ancora parlando, ma un nodo alla gola mi fece riemergere da tutto.
Abbassò lo sguardo e imbarazzata disse: “ Oh Veive, mi dispiace tanto, non voglio che tu soffra”.
Se avessi avuto un cuore, questo sarebbe esploso. In questo momento così perfetto volevo confidarle quanto l’amavo. Lei, per me era un raggio di sole, era la mia aria, la mia vita. Dafne amami, amami per sempre.
“Veive?”. Dal modo in cui mi chiamò rimasi pietrificato. Era insicura? Non sapeva come dirmi ciò che stava pensando? Non potevo crederci. Certo aveva capito tutto; aveva percepito l’amore che provavo per lei. Se non ricambiasse? No, non potevo pensarci. Sarei morto. E’, però, un’ipotesi da considerare. Dopotutto sono una creatura normalissima; in me non c’era niente d’unico e d’eccezionale. Lei meritava ben altro. Sì non mi amava e stava cercando le parole giuste per confermare i miei dubbi.

  

 

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Capitolo 2
*** LIBRO PRIMO-Love me ***


Be' eccomi qui col mio secondo capitolo... spero che piano piano la storia possa piacervi =) a domani col 3° capitolo... Buona lettura 

Abyss
LIBRO PRIMO


2° capitolo
 
“Veive non pensavo che tu provassi questo per me. Ti prego, guardami!”
Non riuscivo ad alzare lo sguardo, anzi non riuscivo a muovermi completamente.
Mi sentivo sconfitto, avevo paura di ciò che stava per dirmi. Non volevo che arrivasse quel momento, perché non appena lei mi avrebbe detto che non provava ciò che io provavo per lei, mi sarei sentito perso e senza nessuna ragione per vivere.
L’amore è un sentimento stupido. Il mio amore per lei è stupido.
“Ti scongiuro… VEIVE!”
Mi feci coraggio e alzai pian piano il volto. Incrociai il suo sguardo; occhi color onice mi fissavano senza lasciar trapelare alcuna emozione.
Quel contatto mi diede forza. I suoi occhi erano meravigliosi, profondi. Potevo tuffarmi dentro di loro ed ammirare la sua amabile anima. L’amavo ed avrei fatto qualsiasi cosa per lei.
Io vivevo in funzione di lei.
“Veive”. Così dicendo mi abbracciò amorosamente. Rimasi per un’insignificante frazione di secondo colto alla sprovvista. Che stupido, sciocco innamorato. Non riuscì a frenarmi, al contrario reagì istintivamente e con il palmo della mano le accarezzai il collo. Quel tocco era piacevole, il mio corpo divenne caldo e desideroso di un altro contatto; le alzai il viso e la bacia dolcemente, poi il bacio divenne più focoso e l’eccitazione ci avvolse completamente.
Il mio primo bacio con l’unico amore della mia esistenza, non potevo desiderare di meglio.
Dopo non so quanto tempo ci staccammo. Fu un bacio stupendo, pieno d’amore. Non avevo più la cognizione del tempo e dello spazio. C’era solo lei, le sue labbra, il suo corpo.
Con quell’atto d’amore capì che anche lei mi amava. Non c’erano più dubbi, né incertezze.
Nessuno me l’avrebbe portata via. Staremo insieme per sempre.
Due corpi, due esistenze in un’anima sola.
 
Sono passati sei mesi, i sei mesi più belli della mia vita ed ogni istante passato insieme con lei è stato inciso dentro di me. Guardarla mi fermava il respiro. La mia esistenza non contava più, ciò che eravamo non c’importava più. Su quest’amore io e lei avremmo vissuto per l’eternità.
Desideravo senza sosta sfiorare il suo corpo per lunghi secondi perché senza quel tocco la mia vita non avrebbe avuto più senso. Afferrare le sue mani, respirare il suo profumo erano gesti di vitale importanza per me. Io avevo bisogno di lei come il mondo ha bisogno del sole.
Noi ci appartenevamo; in mezzo alla notte, ci saremmo amati per l’eternità.
Il nostro amore era inarrestabile. Passavamo giorni senza staccarci, l’uno dentro l’altra, invasi da emozioni intense e bellissime. Non ci stancavamo mai di amarci, il nostro era un legame forte, un amore che doveva essere vissuto. Lei era la mia vita. Lei era la mia anima.
L’unico momento in cui mi separavo da lei era per andare a caccia. Dafne cercava di resistere alla sete, ma soffriva. Soffriva, quando si tratteneva e soffriva, quando cacciava.
Non sapevo cosa fare. Io non avevo nessun rimorso; non provavo alcun rimpianto o dolore per gli umani, per me erano solamente nutrimento. Quando, il predatore che è in me prendeva il sopravvento sul mio strano autocontrollo, non provavo niente, solo e soltanto la voglia di sangue; il desiderio di uccidere.
Questa notte sarei andato a caccia; per troppo tempo sono rimasto senza nutrirmi. Avevo sete, il veleno sgorgava dalle mie zanne, la gola secca mi bruciava come se fosse trafitta da mille lame infuocate.
“Dafne?” Mi avvicinai ancora di più a lei. Era splendida sdraiata su quel letto di fiori che era stato il nostro nido d’amore. Le accarezzai il viso col palmo della mano e lei appoggiò la sua guancia, quando mi fermai. Prese la mia mano e la pose tra le sue labbra. Sia io che lei provammo un brivido, la voglia di amarci, di ritrovarci insieme l’uno nell’altra, ma la mia sete era troppo forte, la mia gola bruciava sempre di più.
“Amore, sicura che non vuoi venire con me a caccia?”
Lei era da più tempo che non si nutriva. I suoi occhi erano più neri del solito, ardevano, desideravano sangue. “ No, Veive, ancora posso resistere.”
“Dafne non dire sciocchezze. Hai sete. Perché devi stare così? E’ Da più di 15 giorni che non vai a cacciare. Lo sai che se ti trattieni poi alla fine perdi il controllo.”. Tante volte era arrivata al limite ed era diventata incontrollabile. Era una furia e per giorni stese malissimo per tutti quegli umani che aveva dissanguato.
“Veive cerca di capirmi. Per me è troppo doloroso. Te lo ripeto. Ancora posso resistere”.
Inutile controbattere, era troppo testarda, non sarei mai riuscito a farle cambiare idea.
“Non preoccuparti amore, ti aspetterò qui e potremmo ricominciare da dove abbiamo finito” mi disse maliziosamente. Mi stimolava quando faceva così e lei lo sapeva bene.
Posai le mie labbra sulle sue e dopo un tenero bacio e baciandola sempre fino al lobo, le sussurrai: “ Torno presto allora. Ti amo e t’amerò per sempre, nulla potrà mai separarci”. Continuai a baciarla scesi fino al collo e risalì lentamente. “ Veive, tu mi hai ridato la vita, tu sei la mia vita”.
Mi bacio con passione e dopo non so quanto tempo mi alzai. La guardai per un’ultima volta e allontanandomi dalla mia dea iniziai a correre.
 
Sfrecciavo nel bosco senza lasciare traccia. Al mio passaggio ogni creatura intorno a me si bloccava e il cuore esplodeva per la paura. Il mio piede non toccava più il terreno tanto che mi sembrava di volare. Saettando, vedevo con precisione ogni lamina delle foglie, anche dell’albero più insignificante. Sentivo il lento fruscio dell’erba al mio tocco inesistente.
Non mi sfuggiva nessun odore, né l’aroma di muffa della terra, né la fragranza di resina di pini ed abeti.
Sete, ogni parte razionale di me si perse. Sete, voglia di uccidere, di perdere il controllo di me stesso. La mia bocca aveva bisogno d’affondare le zanne in un corpo caldo e umido. Avevo bisogno di sentire il sangue fluire nelle vene; era musica per le mie orecchie.
Il mostro s’impadronì completamente del mio corpo. A due secondi di distanza da dove mi trovavo in quell’attimo, avvertì il suono soave di un cuore che pompava vita. Il mio olfatto percepì il profumo irresistibile di sangue umano.
Ed eccola lì, la mia vittima; lei era irresistibile, il suo era l'odore più buono che avevo mai sentito.
Dalle mie zanne fuoriuscì veleno, i tendini del mio corpo si contrassero. Il predatore che era in me bramava del contatto con quel corpo caldo e umido.
Con un balzo mi ritrovai davanti alla mia deliziosa preda. Le sorrisi, un sorriso cupo e malvagio, e senza darle nemmeno il tempo di capire o di urlare in preda al panico, affondai le mie zanne nel suo collo squisito. Il sapore del suo sangue m’inondo. Il richiamo del sangue era troppo forte e mi ritrovai avvinghiato alla ragazza. Le succhiai tutta la sua vitalità; ormai la sua vita stava per spegnersi.
La mia sete stava per essere appagata, quando mi ritrovai, senza rendermene conto, nel bel mezzo del bosco e un suono di una battaglia in lontananza mi fece sussultare.
Corsi il più veloce possibile e non appena arrivai, la paura invase ogni parte del mio corpo. La scena che si presentò davanti era orribile; creature incappucciate stavano distruggendo la mia congrega, stavano smembrando ogni mio compagno. Rimasi pietrificato e con un altro cambio di scena mi trovai nel bel mezzo della battaglia, ma nessuno sembrava accorgersi di me. Un solo pensiero inondava la mia mente. Dov’era Dafne? Un urlo che mi congelò, una voce che avrei riconosciuto dappertutto. Dafne urlava. No, non Dafne. Com’era successo un attimo prima, mi ritrovai di fronte all’assassino del mio amore, mentre lui con uno schianto assordante smembrava il corpo della mia amata e lei urlando per il dolore riuscì a pronunciare le sue ultime parole: “ Veive, amore mio, Ti amo!”. 

 

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Capitolo 3
*** Destiny of love ***


Eccomi ancora oggi qui a postare il 3° capitolo di Abyss, da qui inizia la storia del nostro protagonista Veive, più avanti spiegherò tutto =) Questi primi capitoli li ho scritti con le canzoni del grandioso Yiruma, questo capitolo soprattutto con Destiny  of love, stupenda a mio avviso. Spero che vi stia incuriosendo almeno un po' XD e se vi chiedete quando arriveranno i cullen non preoccupatevi che tra qualche capitolo spunteranno XD Mi raccomando ragazzi commentatemi, non vi preoccupate, anche critiche, pomodori, insulti accetto XD Buona lettura.

Abyss
LIBRO PRIMO

vògfàmgAby 3° capitolo.
 
Di soprassalto mi trovai accanto alla mia preda senza vita, il corpo freddo e lo sguardo perso nel vuoto della morte.
Cosa era stato? Cosa avevo visto? Qualunque cosa era non potevo stare lì senza fare niente. Dovevo accertarmi che Dafne stesse bene. Per me era l’unica cosa che in quel momento contava.
Cominciai a correre come mai prima d’ora, schizzando fra gli alberi. Non riuscivo a pensare; non volevo pensare. Il mio unico desiderio era abbracciare, sfiorare il corpo di Dafne.
Mentre volavo il profumo di scie che non conoscevo non mi distraevano, nessun suono, niente poteva sottrarmi dalla mia destinazione. Ero un’ombra sbiadita nella notte, i rami e i sassi non rallentavano la mia corsa, erano una carezza morbida che mi dava la spinta per andare avanti.
Non lasciavo che certi pensieri s’impadronissero di me. Mi fissavo su ogni dettaglio della natura: i microscopici insetti che zampettavano sull’erba o ronzavano nell’aria, il suono del sangue scorrere nelle vene dei piccoli roditori, d’ogni mammifero che si riposava beato cullato dalla notte.
Rallentai appena e, quando l’odore si fece più intenso, mi arrestai di colpo. I pensieri che fino a poco fa’ cercavo di bloccare, divennero parte di me. Non sapevo cosa aspettarmi non appena, con un salto di cinquanta metri, mi sarei trovato nel luogo della battaglia.
La paura stava per avvolgermi completamente.
Mi feci forza con un briciolo di volontà. Dafne stava bene, era a cinquanta metri da me che mi aspettava con quel suo incantevole sorriso.
Non c’era bisogno di avere paura. Sicuramente ciò che avevo visto era solo e soltanto un’illusione, una chimera.
Non c’era più tempo. Stavo impazzendo. Dovevo andare ed accertarmi che Dafne stesse bene, n’andava della mia stessa vita.
Spiccai un salto e, mentre ricadevo tra gli alberi ed atterrai con un tonfo sordo, cercai di non andare nel panico, impietrito a metà respiro. Solo i miei occhi si muovevano, setacciando tutta la zona, alla ricerca di qualche segno di vita.
Un’ondata di dolore straziante m’invase alla vista di un cumulo di resti che bruciavano al centro della nostra radura.
Tutto intorno era vuoto e il silenzio era insopportabile, solo immense fiammate, così alte da toccare il cielo si opponevano al nulla. Il chiarore della luna dava al posto un alone d’oscurità e sofferenza, sofferenza che s’impadronì anche di me.
La mia mente si avvolse in una fase d’annebbiamento: il cuore versava lacrime, lo stomaco schiacciato e il respiro affannato. Solo un’ombra stesa sul mio volto era segno del tormento che vivevo.
Dafne era morta.
Avvertivo una forza invisibile che mi opprimeva.
Improvvisamente lo spazio intorno a me mutò; mi ritrovai in una strana posizione a testa in giù.
Non riuscivo ancora a rendermi conto di quello che era successo.
Dafne era morta.
 Un’altra fitta di dolore, ma più intensa e duratura mi trafisse il cuore.
L’aria intorno mi stringeva in un gelido abbraccio, il mio corpo rispondeva con spasmi e brividi. I polmoni si riempivano, creando una fitta lacerante a cui reagì urlando disperato in silenzio.
La sofferenza continuava a logorarmi, alimentando la forza distruttrice che mi finiva lentamente.
 
Un barlume di gioia in quest’oceano di disperazione m’invase. La speranza, dopotutto, è l’ultima a morire.
Dafne poteva essere viva. Poteva essere sfuggita a questa strage.
Si, Dafne poteva riuscirci. Lei era forte e in quell’inferno avrebbe trovato una soluzione, un modo per vivere e riabbracciarmi almeno un ultima volta.
Mi balenò nella mente l’urlo agghiacciante di Dafne nella mia allucinazione e le sue ultime parole.
Caddi nuovamente, stavo camminando su un fil di ferro, cadere da una parte o dall’altra era solo dolore.
No, dovevo sperare, perché senza di lei, senza la sua presenza in questo mondo d’odio e guerra, la mia vita era priva di significato. Senza di lei la mia esistenza era solo un deserto infinito di disperazione.
La speranza mi dava la forza necessaria per non frantumarmi, ma dal cumulo di macerie che bruciava incrociai lo sguardo di un volto senza vita, ormai donato alla morte. Un viso che bruciava, in cui la gioia e l’amore erano stati strappati. Un volto che riconobbi subito. Era un viso con le guance tonde, la pelle bianca come la luna, gli occhi neri spalancati e le labbra piene in una smorfia di dolore. Il viso che ho accarezzato per sei mesi, il viso che vorrei ora toccare, il volto di Dafne che bruciava in quel fuoco maledetto.
Il dolore mi strappò il cuore. Mi ritrovai davanti al viso della mia amante e la smorfia di dolore nel viso che amai, amo e avrei amato per sempre si trasformò in un sorriso di pace.
Le ombre mi sopraffecero; mi spingevano giù, giù sempre più giù.
Rimasi a guardare la mia dea che pian piano veniva consumata dal fuoco; un fuoco che stava consumando lentamente anche me.
Amore, amore mio perché?
Vita, vita mia perché?
Il dolore mi spezzava, lacerava l’anima. Dentro di me solo un tunnel tetro mi si presentata davanti, eco della mia sofferenza.
Il tempo passava, il mondo non aveva più importanza. Il dolore mi stava pian piano annientando.
Non so per quanto tempo rimasi lì, a guardare il viso della mia amata che ormai era fumo e cenere.
Non ho più un motivo per andare avanti, per vivere. Non esisto più. Ogni mio gesto, movimento non aveva più senso. Non avevo più niente, più nessuna certezza. Il mio futuro era il buio.
Ormai tutto per me era inutile, non contava. Senza il mio amore non ero niente.
Dafne era morta.
Guardavo il fumo scuro con la dannata voglia di seguirla. Il mondo non aveva più niente di così bello, non avevo più la mia ragione di vita che mi teneva allacciato all’universo.
Dafne non c’era più, me l’’hanno portata via per sempre.
Dicevo sempre che io e lei eravamo indivisibili, ma, adesso, la sentivo così lontana.
Non c’erano parole, gesti abbastanza profondi per il dolore che il cuore e l’anima mia stavano provando. Non avevo più un cuore, né un’anima. Ero solo un’ombra, che affievoliva lentamente i suoi contorni, nelle tenebre del dolore senza un’anima.
“DAFNEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE…” urlai con quanto fiato avevo in gola… La terra sotto i miei piedi tremò, mi sentì profondare, un abisso di dolore mi accolse e restai lì, immobile, con lo sguardo perso nel vuoto della mia morte. Una voragine, al centro esatto del mio petto, solo questo Dafne mi ha lasciato, solo un fossa che mi bloccava il respiro, un veleno che pian piano mi stava travolgendo.DAFNEEEEEEEEEEEEEEEEEEE…DAFNEE… Dafne…”gemetti in preda alla disperazione. Dafne, Dafne, Dafne…
All’improvviso qualcosa, o qualcuno, dietro di me si mosse. Mi risvegliai dall’oblio doloroso e la rabbia prese il posto del dolore.
Tutto intorno a me prese fuoco, la mia vista assunse una tonalità rossastra e la mia bocca s’inondò di veleno. La rabbia mi ribolliva in tutto il corpo, era una collera omicida. In quel momento l’unico desiderio era strappare le membra, ammucchiare e bruciare i resti di quell’assassino, di quel mostro che aveva ucciso la mia amata.
Volevo vendetta, volevo vendicare la morte di Dafne e solo allora mi sarei ricongiunto a lei per l’eternità.
Un ringhio basso e feroce mi uscì dalla bocca. Flettei i muscoli, sentivo la furia distruttiva fluire dentro di me.
Mi rannicchiai pronto allo scontro con il mio avversario. 


 

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Capitolo 4
*** Black Clouds ***


Eccomi di nuovo qui ragazze, allora cosa ve ne pare??? Ci sarà qualcuna che spia Veive? Saranno le persone che hanno massacrato il suo clan? E cosa succederà??? Tutte le risposte in questo capitolo XD
Io vi saluto, se la storia vi piace almeno un pochino mi lasciate un piccolo commento? *'-* Buona lettura a domani col 5° capitolo.

Abyss
LIBRO PRIMO


 

4° capitolo

L’unico scopo della mia vita adesso era uccidere.
Nessuno sarebbe sfuggito alla mia furia, alla mia sete di vendetta. Ne sentivo il sapore in bocca.
Intorno a me il silenzio e il nulla; un silenzio assordante che mi opprimeva, solo la rabbia riusciva a non ridurmi in mille pezzi. Con i miei sensi coglievo ogni battito di vita della selva, ma, oltre al rumore di un istante fa’, non avvertivo nulla.
La rabbia mi stava completamente divorando. La sentivo mentre sbranava ogni mio organo. Non sentivo più nessuna parte del mio corpo. Ero completamente svuotato. Non ero più in me, avevo del tutto perso il controllo di me stesso. Dalla gola fuoriuscì un ringhio soffocato e malvagio.
Nella mia mente già mi raffiguravo lo scontro. Ma il mio rivale forse aveva paura, si stava nascondendo.  Lui aveva paura ma io no! Non avevo più paura di morire anzi, non l’ho mai avuta. Adesso, però ci sarei andato volentieri nell’aldilà solo per poter guardare, un ultima volta, il viso angelico di Dafne. Riuscir a sfiorare il suo collo, accarezzare la sua pelle di seta, lambire ogni centimetro del suo corpo.
Il suo nome fu per me uno stimolo. Sentivo l’impulso e la voglia che mi assediavano e consumavano. Il mio corpo scattò con un movimento invisibile, feci un balzoaddentrandomi nella foresta, nel punto in cui avevo avvertito quell’impercettibile rumore. Cominciai a muovermi da un lato all’altro, in cerca di un minimo cenno del mio rivale. Preso dall’odio e dalla collera iniziai ad affondare pugni, manrovesci a vuoto, nella speranza di colpire quell’invisibile presenza che mi stava facendo impazzire.
Mi sentivo osservato. Percepivo una presenza che mi studiava. Riconoscevo, non so come, l’odore di paura, di panico e terrore nell’aria.
Era strano, troppo strano. Qualunque creatura, che sia un animale, un essere umano o un vampiro come me, produceva rumore o possedeva un suo specifico odore, ma riuscivo solo a cogliere la presenza di questo strano essere. Riuscì a udire solo quel minimo rumore di un attimo prima, forse perché fu colto alla sprovvista dal mio urlo di dolore.
Non riuscivo ad intravedere neppure la sua forma, era come se fosse invisibile.
Al volo capì chi era.  Non era un nemico. Era un sopravvissuto.
La felicità m’invase e ne rimasi sorpreso, non credevo di poter provare ancora questi sentimenti. Non mi sarei mai aspettato di rincontrare un compagno dopo quello che avevo visto. Poteva spiegarmi ciò che era successo. Poteva dirmi chi aveva ucciso la mia amata, chi aveva dilaniato il mio cuore duro e morto allontanando da me la mia unica ragione di vita.
“Nevidite”.
Appena pronunciai quel nome, dal nulla una voce stanca e impaurita mi rispose: “Veive sei proprio tu?”
Era terrorizzata. “ Si, Nevidite. Sono proprio io.” Affermai cercando di tranquillizzarla. “Nevidite cosa è successo? Dove sono tutti? Dov’è Dafne?”. Tutto il mio tormento rese quelle domande intrise di dolore. Lei sobbalzò. Ancora era invisibile, ma riuscivo, lo stesso, a percepire lo spostamento d’aria che i suoi movimenti provocavano. Nel punto in cui, ero sicuro che si trovasse Nevidite, apparve dal nulla una minuta, piccola donna. Pallida come il gesso, aveva grandi occhi cremisi e i morbidi capelli rossi le ricadevano fino alle spalle. La sua figura era elegante ed aggraziata ma, allo stesso tempo, il suo corpo era sodo e muscoloso.
Il suo sguardo triste saettava da una parte all’altra della radura, forse alla ricerca di un imminente pericolo. La sua postura era rigida. Riuscivo a vedere il pugno chiuso, i tendini tesi sotto la pelle bianca. Non riusciva a rilassare neanche quelli.
Ci avevo azzeccato. Era Nevidite, una neonata come me.
Sia io che lei, fummo trasformati nella stessa notte. Una notte che non scorderò mai.
 
Ero figlio di un contadino che lavorare nelle terre del signorotto del paese. Mia madre era morta, che io ero solo un giovanotto, dando alla luce Venusia, la mia sorellina. Dopo la morte di mia madre, con Teofane, così si chiamava mio padre, nacquero molti conflitti. Lui non era più lo stesso uomo, era stanco della vita, non si curava più della famiglia; stava andando alla deriva e solo adesso riuscivo a capirlo.
Cominciai a prendermi cura della mia piccola principessa. Divenni per lei madre, padre, fratello ed amico. Quando diventò più grande, qualche volta, con degli amici, mi lasciavo entusiasmare dalla vita, dalla giovinezza e andavo a divertirmi in una piccola taverna.
Quella notte, all’angolo dell’osteria, da cui stavo uscendo un po’ ubriaco, scoppiò una rissa.
Senza preoccuparmene e senza aspettare i miei compagni, cominciai a vagare, senza metà, nei sentieri della zona.
Poi tutto divenne così confuso che ho solo qualche flash:

Due occhi neri che mi fissavano e una voce: “ Lui voglio tenerlo, emana un immenso potere”.
Dolore, come se ogni parte del mio corpo bruciasse sul rogo, come se ogni molecola del mio corpo fosse travolta da un incendio indomabile. In quel momento gridare, invocare la morte era tutto inutile perché quella era la morte del tuo corpo, un fuoco incandescente che riduce in cenere ogni organo vitale, trasformandoti in una creatura suprema e senz’anima.
La nuova vita.

Inizialmente ero una creatura orribile, assetata di sangue. Solo questo era il mio unico pensiero, il mio unico desiderio, anche se la mia mente era molto spaziosa. Giorno e notte non facevo altro che nutrirmi, uccidere, nutrirmi e ancora uccidere. Per due mesi la mia nuova esistenza seguiva quell’orribile stile di vita. Ma una sera a caccia insieme a me, per controllarmi, venne la mia Dafne. Fu una amore a prima vista e ciò che provavo per lei mi rese più razionale, più mite. La presenza di Dafne mi placava. Anche gli anziani mi consideravano un fenomeno da baraccone, per essere un neonato avevo sviluppato troppo presto questa forma d’autocontrollo, per altri vampiri ci volevano anni o addirittura decenni.
Quella notte, come me, furono trasformati Nevidite e Laikas. Loro, come Dafne, avevano un dono: lei l’invisibilità; lui riusciva a paralizzare il suo avversario per più di qualche secondo.
La nostra congrega era composta da tre vampiri italiani: Luca, Augusto e Tito, i nostri creatori, noi li chiamavamo anziani. La prima ad essere creata fu Dafne, poi venne il turno di Josè, il vampiro più forte che ebbi mai conosciuto e Drinidide, la dea della bellezza.
Dal giorno della nostra nascita c’insegnarono a combattere, come gli anziani ci chiamavano, noi eravamo la loro arma segreta. Io ero il combattente migliore nello scontro a corpo a corpo ma con Nevidite e Laikas non avevo speranza. Più tempo passava, più affinavano le loro doti e diventavano invincibili. Chi poteva aver distrutto il mio clan?

 

Nevidite stava ancora lì, immobile, terrorizzata, mentre aspettavo che lei mi desse qualche risposta.
“Nevidite cosa è successo?”
Lei sobbalzò di nuovo, mi guardò, ma dalla sua bocca uscì solo un gemito.
Stavo cominciando ad innervosirmi. Non capiva come stavo? Non capiva che io avevo bisogno di sapere chi fosse l’assassino di Dafne, così che potevo scovarlo, staccargli la testa e vendicare il mio dolce amore.
“Nevidite dimmi cosa è successo!” Lei notò il cambiamento, la tensione del mio corpo, la rabbia che irradiavo.
“Veive… no…n...n”. Riuscì a dire solo questo. A quel punto l’ira prese il sopravvento e un sibilo ferino uscì dalle mie zanne bianche che splendevano alla lieve luce della luna.
Non importava chi lei fosse; se non mi diceva niente, l’avrei attaccata.
Ormai era difficile controllare le mie emozioni e reazioni e lei non mi facilitava le cose.
“Veive calmati.”
L’avevo spaventata ancora di più. Non so come ma riuscivo a sentire l’odore della sua paura, sapeva di ruggine; percepivo nell’aria un alone che fluttuava su di lei. Era strano. Cosa mi stava accadendo? E possibile per un vampiro perdere la ragione?
“Va bene. Ti racconterò tutto. Ti prego, però, calmati.”
Riuscì piano piano a concentrare tutta la mia rabbia ed a domarla, grazie anche alla mia improvvisa follia.  Sapevo contro chi l’avrei usata. Riuscì solo a dire: “Parla!”
“Veive…io…ancora no…n riesco a cap…ire… io….io… ho avuto p…paura… ci hanno attaccato all’improvviso… n…no…non eravamo pronti.” Ebbe un fremito ed affondò il viso tra le mani e cominciò a gemere. Avrei tanto voluto fare a pezzi qualcosa. Perchè? Perché questo è dovuto succedere proprio a noi? In tutta la mia vita io ho sempre e solo sofferto, solo adesso che avevo trovato un po’ di pace e d’amore,un destino crudele me lo porta via? Perché? Senza Dafne che senso ha la vita, la mia vita? Chi sono io? Perché non sono ancora morto?CHI? CHI VI HA ATTACCATO?” Ero accecato dalla rabbia, la mia vista divenne rosso fuoco.
Riuscivo ad immaginarmi la scena, anche se già qualcosa l’avevo visto. Nuovamente la rabbia s’impadronì di me. L’odore di ruggine si stava facendo sempre più intenso e l’alone di Nevidite da giallo pallido, stava divenendo grigio scuro. Non volevo che Nevidite si spaventasse ancora di più; doveva raccontarmi cosa era successo. “Nevidite, per favore, raccontami tutto dall’inizio.”
Lei con ancora il volto fra le mani, mi disse: “Certo Veive, hai il diritto di saperlo.”. Alzò il volto, mi fissò, ma il suo sguardo era circospetto. “Mi devi promettere che non mi attaccherai!” 

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Capitolo 5
*** live without you ***


Sera ragazze, scusatemi il ritardo clamoroso ma oggi sono stata tutto il giorno fuori casa, adesso tornata vi posto subito il quinto capitolo. A domani buona lettura =*)

Abyss
LIBRO PRIMO


5° capitolo
 
Rimasi scioccato da quella richiesta.
Perché mai avrei dovuto attaccarla? Non era stata lei a distruggere la mia vita, a portarmi via l’unica ragione della mia esistenza. Perché dovrei farle del male?
Dentro di me solo due erano le cose importanti:
 Volevo ricongiungermi con Dafne, abbracciarla, stringerla al mio petto e respirare il suo dolce profumo;
 Ero deciso a vendicarla, vendicare lei e i miei compagni.Tutto il resto, passava in secondo piano, non significava niente. Non esisteva più niente.
C’ero solo io perso nel nulla, accecato dalla rabbia, divorato dal dolore.
“Nevidite, perché mai dovrei attaccarti? Tu sei una mia compagna.”
“Promettimelo.”
“Va bene. Lo prometto, non ti attaccherò.”
Mi sentivo così fragile non appena riuscivo a tenere sotto controllo la mia rabbia. La mia gelida mente rifiutava il dolore, ma era talmente ampia che, con tutta la sua concentrazione, non aveva speranza. Una parte di essa ruba attimi dai ricordi con Dafne. Ogni ricordo provoca dolore, ma ogni attimo con lei mi dava un’immensa gioia.
Dafne se mi stai ascoltando…Sappi che se potessi vendere la mia anima, se potessi fare qualunque cosa, non so se ho più un'anima, per riaverti qui con il tuo splendido sorriso, lo farei adesso, senza nemmeno pensarci, perché tu sei l’unica cosa che conta per me.
 Anche se il tempo ci ha tradito, non infrangerò la mia promessa, nulla potrà mai separarci.
Ti raggiungerò, Dafne ti seguirò ovunque tu sia. Ti voglio qui, accanto a me. Non temere la morte non potrà separarci. Resisti mio unico amore, verrò da te. Stringerò le tue mani e ci ameremo come solo io e te siamo capaci di fare. Noi siamo due corpi, due esistenze in un anima sola.
Nevidite mi scrutava, mentre ero perso nei miei pensieri, forse anche lei persa nei suoi.
Finalmente si decise a raccontarmi tutto. Era ancora molto spaventata, sentivo la sua paura dentro di me, e tremava, forse senza nemmeno accorgersene. Cosa hanno potuto fare quelle bestie per terrorizzare a tal punto Nevidite?
“Veive, va bene ti racconterò tutto. Ti chiedo di non interrompermi, già è difficile così.”
Feci solo un cenno con la testa. Ero troppo impaziente, volevo sapere chi avevano distrutto il mio futuro, chi aveva annientavo il mio clan. Volevo capire il perché di questa strage.
“ La sera era ormai giunta, la luna era alta nel cielo e la natura silenziosa cullava ogni creatura vivente. Il gruppo che questa mattina aveva pianificato la caccia si stava organizzando. Tutti stavano partendo, tranne me.”
In quel momento mi studiò, il suo sguardo era pieno di compassione.
Odiavo quell’espressione, non volevo nessuna compassione, per me era una terribile offesa.
Lei non poteva capirmi, anche se era dispiaciuta per me. Nessuno sarebbe mai riuscito a capire il mio profondo dolore. Perché provare compassione per qualcosa che non capirai mai?
Irritato le chiesi di continuare. Un po’ mi dispiaceva trattarla così, dopotutto avevamo passato tanto tempo insieme, ma non controllavo più il mio corpo, le mie reazione. Mi sentivo una marionetta comandata dalla rabbia e dall’angoscia.
Nevidite continuava a fissarmi con quello sguardo; anche lei era testarda e presuntuosa, ma era anche tanto dolce e sensibile.
“Dal sentiero sud vidi arrivare Dafne, la raggiunsi subito e mano nella mano, ci recammo al nostro solito posto e iniziammo a parlare. Era una serata come tutte le altre. La brezza leggera scompigliava i nostri capelli e portava la scia degli odori della foresta. Le stelle alte nel cielo brillavano e il chiarore di luna illuminava i nostri volti.”
 Si fermò per prendere fiato ed un sorriso le illuminò il volto. “Dafne era felice. Si vedeva nel suo sguardo dolce e nel suo contagioso sorriso. Continuava a ripetere che incontrandoti ha iniziato a vivere e che morirà solo, quando non riuscirete più ad amarvi.”
Volevo piangere, volevo sfogare tutto il mio dolore, ma il mio corpo duro e freddo come il ghiaccio non lo permetteva. Perché è successo proprio a noi?
DAFNE IO TI AMO E TI AMERO’ PER SEMPRE. DAFNE TU SEI LA MIA VITA, SE IO VIVO, SE IO PROVO CIO CHE SENTO, LO DEVO SOLO A TE. VOGLIO MORIREEEEE. Vorrei stringere le sue mani per aver un po’ di conforto. Mi mancava tutto di lei, anche solo la sua presenza, saperla viva . Trovarmela ad aspettarmi con quel suo sorriso luminoso. Prenderle le mani, tuffarmi nel suo caldo abbraccio. Mi mancava.
Nevidite non si accorse che quel suo discorso mi avevano ferito e continuò a parlare: “Io ero felicissima per voi. Il vostro amore è” è… lei non c’è più… era… no… no… Nevidite ha ragione…è… io ancora la amo… lei, chissà dove, ancora mi ama… “Così forte e le confessai che ero un po’ invidiosa di voi, perché anche io volevo amare ed essere amata.”. Rise per l’imbarazzo. “ Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere, anche se tuttora non capisco bene il motivo. Era una scena idilliaca.”
Eccolo lì, l’inizio di tutto; gli e lo si leggeva negli occhi, ora incrociati con i miei. C’erano stampati orrore e morte. Non volevo perdere l’attenzione, ma mi fu impossibile non pensare agli ultimi istanti di vita di Dafne. Era felice, rideva spensierata.
 Ed ecco, il dolore che mi aspettavo, la voragine incandescente al centro del mio petto. Non riuscivo più a muovere un muscolo, ero precipitato nel mio abisso infernale,quell’abisso che ormai sarebbe stato mio compagno di vita. Cercai di domare il mio dolore, ormai stavo arrivando a scoprire cosa era successo e non potevo perdere il controllo di me stesso proprio adesso.
Mi concentrai nuovamente sul racconto.
“Dalla foresta a nord arrivò, maestosamente una sagoma scura, all’esterno grigia, ma il colore scuriva a mano a mano che si giungeva al cuore della formazione. Erano dei vampiri con tutti i volti coperti. Ad un segnale che non notai, o forse non lo notò nessuno, ci attaccarono.” La sua e la mia posizione s’irrigidì. Le sue mani erano strette in un pugno. Le mie si stavano stritolando a vicenda. Li hanno attaccati senza un motivo né una spiegazione.
Chi erano questi vampiri incappucciati? Per quale motivo hanno massacrato il mio clan? Perché hanno ucciso Dafne? Cosa hanno, o abbiamo fatto di tanto grave, da meritarci una punizione del genere? Una miriade di domande affollarono il mio cervello… di sicuro domande senza una risposta.
“Tutto il clan ha cercato di tenergli testa, ma era tutto inutile. Come potevamo, noi in otto e loro in cinquanta, sessanta. Avevo capito subito che non avevamo speranza.”
Non sapevo cosa dire, cosa fare… Cinquanta, sessanta vampiri… Perché? Carogne, farabutti, canaglie… Ribolliva dentro di me l’ira; sentivo una scossa elettrica in tutto il corpo… Ero furioso, scoprì i denti, mi lasciai andare ad un guaito di rabbia , completamente accecato dall’odio. Avevo di nuovo perso il controllo e fra i miei denti vibrò un ringhio terrificante. La furia cancellava ogni altra cosa.Mi raggelai. Smisi di respirare. Di fronte a me, avvertii il silenzio innaturale di Nevidite.
“ Veive calmati, controllati”.
“CALMARMI? CONTROLLARMI?  … Nevidite ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo… DAFNE E’ MORTA … la mia vita non ha più senso… E tu mi dici CONTROLLATI?… no basta… Devo fare qualcosa….”
Scattai verso la foresta, alla ricerca di qualche fresca traccia, ma una presenza invisibile mi bloccò completamente. “NEVIDITE LASCIAMI ANDARE”. In quel secondo si materializzò dietro di me. Senza pensarci due volte, mi avventai sul suo collo, accecato dalla disperazione e dalla collera.
  

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Capitolo 6
*** Sadness e Sorrow ***


Eccomi qui ragazze ** questa volta puntualissimaXD Allora ormai il primo libro sta prendendo piega tra due capitoli finirà il punto di vista del vampiretto Veive e iniziera il secondo libro sui Cullen ** Lì davvero non vedo l'ora di leggere le vostre opinioni dato che ho lasciato libero spazio alla mia fantasia. Posso capire che questi capitoli sono un po' infantili, per non dire altro -.-'' qui muovevo i primi passi nel mondo della scrittura XD
Be' non parlo più vi lascio al capitolo, buona lettura a domani =)

Abyss
LIBRO PRIMO

 

6° capitolo
Tutto accadde rapidamente, non appena mi scagliai sul suo collo, Nevidite scomparve e dal nulla qualcosa mi colpì in pieno stomaco. Mi scagliò contro una roccia. Dopo il contraccolpo, mi alzai immediatamente e seguendo la scia di paura che Nevidite emanava, in un millesimo di secondo mi ritrovai davanti a lei e senza darle il tempo di attaccarmi per prima, con un calcio la colpi in pieno petto, afferrai il suo braccio invisibile, bloccandole la schiena e tirai. Uno stridore e lo strillo lancinante di Nevidite mi fece ritornare in me. Nella mano mi ritrovai il suo braccio. Cosa avevo fatto? Nevidite si materializzò, davanti a me, le mancava un arto.
“Nevidite, scusa, scusami, non so cosa mi è preso.”
“Non preoccuparti Veive, non è successo niente.”
“ Niente? Già niente, ti ho staccato un braccio.”
“Ah… per così poco… Si può riattaccare.”
“Scusami, ho perso proprio il controllo…”
“Menomale che mi hai promesso di non attaccarmi.”
“NON DOVEVI FERMARMI!”
“Veive, vuoi morire?”
“SI!dissi convinto. Si voglio morire.
Certo… Ho sbagliato ad esporre la domanda … Vuoi o no vendicare Dafne?”
“Si… devo vendicarla.”
“Bene, quindi per attaccare un’armata di cinquanta vampiri assetati di morte, ci si deve organizzare. O mi sbaglio?”
Si aveva ragione…
“Non capisco, però, come tu sia riuscito a scovarmi” mi chiese curiosa.
Già come ho fatto a scovarla. Ricordavo solo quella scia di paura…
“Non lo so… Sapevo che eri lì…” Non volevo confessarle tutto… Mi credevo ancora pazzo.
“Mmm… Strano…”
Rimanemmo lì, in silenzio, per qualche secondo.
“Veive potresti ridarmi il mio braccio destro? Così lo rimetto a posto?”
“Oh… sì certo.” E dicendo così gli e lo lanciai. “Scusami ancora”.
Ritornò il silenzio tra noi, entrambi persi nei nostri pensieri.
Come potevo sconfiggere solo cinquanta vampiri addestrati a combattere. Non avevo possibilità. Nell’altro mondo potevo portarmi al massimo una decina di vampiri, ma per la mia sete di vendetta dieci vampiri erano troppo pochi. TUTTI…TUTTI… dovevano morire tutti… Avevo bisogno di un aiuto… Guardai Nevidite, la sua paura cresceva a vista d’occhio, la sentivo dentro di me; era letteralmente terrorizzata. L’odore di ruggine diveniva sempre più forte e l’alone divenne una nube scura che l’avvolgeva completamente. Che mi stava accadendo, come potevo percepire la paura di Nevidite, sentirne l’odore, vedere quella nube? 
Nevidite alzò il volto e incrociammo lo sguardo. Compresi dalla sua espressione che il racconto non era ancora finito e lei non sapeva com’espormelo. Aveva il dubbio che la mia reazione fosse come la precedente… o peggio…
“ Il racconto non è finito… giusto?”
 “Giusto…” riuscì solo a dire… Ha paura della tua reazione… continuava a dire una parte remota del mio cervello, la stessa parte che percepiva l’odore di paura e che vedeva quella nube.
“Nevidite… tranquilla… continua a raccontarmi quello che è successo. Cercherò di controllarmi”.
“Ne sei sicuro Veive?”
“Sì tranquilla, devi dirmi tutto, ho bisogno di saperlo Nevidite.”
Il suo sguardo si addolcì e la sua paura ritornò ad essere un alone giallino che l’abbracciava.
Ero concentrato al massimo; cercavo di mantenere sotto controllo la mia collera.
Nevidite ricominciò a parlare.
“Vedevo con i miei occhi i nostri compagni morire. Prima Josè, poi Drinidide, mentre tutti gli altri erano impegnati nella battaglia. Ho sentito le loro urla di dolore. I resti del corpo di Josè sparpagliati nel campo di battaglia. Davanti a me c’erano solo i loro corpi smembrati.”
Povero Josè, povera Drinidide. Non si meritavano questa fine, loro erano buoni. Canaglie, bestie, mostri. Non meritavano di vivere, non meritavano di esistere. L’avrebbero pagata per tutto il male che ci hanno fatto.
“Io non riuscivo a muovermi, non so cosa mi sia successo. Ero pietrificata dalla paura. Veive, non riuscivo ad utilizzare nessuna parte di me; la mia mente lavorava ininterrottamente cercando una via di fuga, ma il mio corpo non rispondeva più a nessun mio comando.”
COME’RA POSSIBILE?  Nevidite, una delle armi segrete della nostra congrega pietrificata dalla paura mentre i nostri compagni avevano bisogno di lei, mentre venivano trucidati?
Ecco perché era spaventata per la mia reazione, sapeva che questo mi avrebbe fatto andare in bestia. Ha lasciato i nostri amici, compagni, il mio amore a quel branco di belve assassine. Come hai potuto fare una cosa simile? Non ti perdonerò mai.
Venni nuovamente accecato dalla rabbia, una rabbia omicida. Già mi vedevo, mentre affondavo le mie zanne nel suo collo e le staccavo la testa. Volevo sentirle implorare perdono, ascoltare le sue urla di dolore, i suoi gemiti. Si meritava questo ed altro.
Dovevo rilassarmi e tranquillizzarmi perché dovevo conoscere tutto di quella notte, ogni minimo particolare. Dovevo scoprire chi aveva ucciso Dafne. Tutto a suo tempo.
La razionalità mi stava facendo da padrone, per fortuna.
Nevidite non si accorse del mio scontro interiore, aveva paura, ma non di me. Non vuole ricordare quei momenti, sono troppo dolorosi e spaventosi mi spiegava quella anormale parte di me.
Aveva uno sguardo morto e spento. “Avevo paura Veive. Avevo paura di morire. Non riuscivo nemmeno a rendermi invisibile, ero persa in uno dei miei incubi.”
Calma Veive, Calma… Controllati. Dopo che finisce il racconto allora potrai fargliela pagare. Aveva paura di morire? Bleah! Nevidite non la passerai liscia.
“Tre vampiri di quella spaventosa armata, con un balzo si trovarono accanto a me, nascondendomi completamente. Io non mi accorsi di niente; ero troppo spaventata. L’unica cosa che continuava a riaffiorare nella mia mente erano le urla di dolore e quegli orribili stridori metallici. Poi una voce mi fece riemergere. Era Dafne; urlava- Nevidite... no-. Lei era una furia. Aveva fatto a pezzi tutti i suoi avversari, senza nessun graffio o un capello fuori posto”.
La mia amata Dafne ha fatto tutto il possibile, non si era arresa, ha continuato a combattere.
Sarei tanto voluto starle accanto per combattere insieme, per uccidere insieme, per morire insieme.
“Mi fu subito accanto e i tre vampiri si schierarono di fronte a noi e scoprirono i loro volti. Erano bellissimi, ma allo stesso tempo terrificanti. La loro pelle era diversa dalla nostra, era trasparente, gli occhi erano rossi e lattiginosi, ardevano dalla voglia di uccidere. Due di loro avevano i capelli neri, mentre quelli del terzo erano bianchi. Dai loro sguardi e dai loro movimenti si capiva che per loro era un gioco, un divertimento vedere i nostri compagni morire uno ad uno”.
Non so chi odiavo di più… Nevidite che ha abbandonato il suo clan ad una morte certa, o i tre vampiri maniaci che si divertivano, mentre i miei compagni cadevano uno per volta.
“ Facevano delle finte e Dafne si muoveva di conseguenza. Era concentrata al massimo. Non gli sfuggiva nulla. In un decimo di secondo, Dafne mi guardò negli occhi, mi studiò, mi sorrise e voltandosi verso i nostri avversari mi disse: -Scappa Nevidite, ti guarderò io le spalle. Tu sei troppo importante per morire, e lo stesso vale per Veive. Stagli vicino e digli che l’ho sempre amato, l’amo tuttora, mentre mi avvicino alla morte e lo amerò per sempre vegliando e proteggendolo. Ora va! Diventa invisibile! Scappa,  almeno tu devi vivere!- .Mi spinse via, scagliandomi contro un albero, mentre lei si lanciò in un attacco contro i suoi futuri assassini.” 

 

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Capitolo 7
*** Despair ***


Eccomi ancora qui col settimo capitolo, ormai manca solo un capitolo per il secondo libro e quindi i capitoli dei Cullen... A domani con l'ultimo capitolo un bacio**

Abyss
LIBRO PRIMO

 

7° capitolo
Il dolore mi avvolse completamente; intorno a me c’era solo il vuoto.
Il cuore mi esplose, le ginocchia mi cedettero, un nodo alla gola non mi fece più respirare. Gli occhi piangevano senza versare una lacrima; dentro di me le immagini del dolce viso di lei erano un piacere insopportabile, il suono della sua splendida risata era una lancinante ferita.
Ogni parte del mio corpo soffriva.
Passavano i secondi, i minuti senza avere la percezione né del tempo né dello spazio. Non sapevo più chi ero, mi sentivo perso. Mi ero smarrito nella voragine, nel mio abisso, al centro del mio petto.
Dafne…
Amore mio…
DAFNE…
Perché? PERCHE L’HAI FATTO?
Né le parole, né i gesti potevano spiegare la bestia che mi stava stringendo a sé. STO MALE. TROPPO MALE. LA MORTE E’ PIU DOLCE E TRANQUILLA DI QUESTA, ORMAI, INUTILE VITA.
Nessun dolore, era lontanamente paragonabile a ciò che sentivo. Non riuscivo a riemergere; non volevo riemergere. Non avevo la forza necessaria per farlo.
Dafne perché l’hai fatto? Dafne, amore mio, mi manchi!
Vorrei abbracciarti, stringerti forte a me, respirare il tuo dolce profumo, accarezzare la tua morbida pelle.
MI MANCHI! Mi mancano le tue carezze, i tuoi sguardi, il tuo sorriso, i tuoi baci. Mi manca noi, io e te, uno dentro l’altra. Tutto mi manca di te.
Dafne, vita mia, perché mi hai fatto questo? Perché mi hai privato, di te, di me?
Si, tesoro mio, mi hai privato della mia vita.
Io, senza di te, non so chi sono.
Io, senza di te, non respirerò più, non mi nutrirò più, non vedrò più il sole; non esisterò più.
Perché io, senza di te, non sono nessuno.
Senza di te non ho più la mia aria, che era il tuo delicato profumo.
Senza di te, il mio cuore non si nutrirà più del nostro amore e si spegnerà.
Senza il te, i miei occhi non vedranno più la luce del tuo dolce sorriso.
Senza di te, non esisto più. Tu sei parte di me e andandotene ti sei portata via me stesso.
Dafne ti amo.
Dafne ti voglio.                                            
Dafne mi manchi.
In lontananza sentivo un suono, cercavo di metterlo a fuoco, ma era difficile, mi sentivo svuotato. Tentavo di decifrare il rumore che avevo nella mente, senza afferrarne il senso. “Veive… Veive”.
Mi sforzai di concentrarmi, per afferrare la voce. “Veive”. Mi sentivo instabile, molto debole. Ogni movimento per me, ora, era un grande sforzo, anche i gesti più semplici o scontati.
“Veive ti senti bene?” Nevidite continuava a chiamarmi, a farmi domande.
Non riuscivo a risponderle. Volevo stare solo, desideravo solo quello ora. Le sue parole erano ancora lì, ruvide nel mio cervello, il dolore così forte da impedirmi di respirare.
“Veive, pure io le volevo bene e sto soffrendo come te.”
Quelle parole mi diedero uno scossone. Tu pensi di capire il mio dolore? Scossi il capo e mi rialzai lentamente, non mi ero reso conto in quale strana posizione mi ero messo.
“ NO, NEVIDITE! TU NON PUOI COMPLETAMENTE CAPIRE IL MIO DOLORE. TU NON HAI AMATO NESSUNO COME IO HO AMATO DAFNE ED ORA LEI E’ MORTA… NON PUOI CAPIRE… L’hai… uccisa… tu!” pronunciai le ultime parole gemendo.
Fu come se le diedi una coltellata al centro del petto. Anche lei stava male, ma non come potevo stare male io.
“ Si.” Irrigidì la posizione, gli occhi si spensero e la sua voce divenne fredda e morta. “ Lo so Veive. Lei è morta per salvarmi ed io non ho avuto il coraggio di aiutarla, di oppormi. Dovevo morire io al posto suo. Lei non meritava la morte, io si.”
“Si… DOVEVI MORIRE TU AL SUO POSTO.” Fu come se le diedi un’altra pugnalata, ma era quello che pensavo e quello che si meritava. Provavo piacere nel vederla soffrire, nel vederla patire un minimo di quel dolore che ormai sarà il mio compagno di vita.
“Mi odi?”
La odiavo?
“SI… e No. Ti odio Nevidite, con tutto me stesso. Per colpa tua Dafne è morta”. Dissi quelle parole con talmente tanto odio che sia io che lei ne restammo sorpresi. “Dafne, però, ha cercato di proteggerti e se l’ha fatto un motivo ci deve pur essere.” Per questo sei ancora viva, stupida. Per questo e perché sei l’unica testimone. Se no a quest’ora già saresti disintegrata e carbonizzata.
“Voglio ascoltare il resto del racconto.”
“Sicuro Veive?”
“SI.”
Con un cenno con la testa ricominciò a parlare. “ Tutto accadde molto in fretta. Dafne si lanciò contro i tre vampiri, loro la scansarono e la stavano colpendo. Laikas, che era l’unico sopravvissuto, li bloccò. Come ben puoi immaginare, il suo potere non fu così potente. Più esseri bloccava, meno era il tempo che restavano bloccati.”
Grazie Laikas. Hai difeso Dafne. Ti ringrazio con tutto il mio cuore, mio buon amico. Vendicherò anche la tua morte, puoi starne certo.
“Gli occhi dei tre vampiri si accesero. Erano affascinati, forse, dal potere di Laikas. Infatti, uno di loro chiese estasiato chi era stato a bloccarli. Quell’atteggiamento sconvolse tutti. Pensai che, forse, con quel cambiamento loro gli avrebbero risparmiato la vita. Cominciarono a parlare, o per meglio dire, due di loro parlavano, il terzo restava indifferente in posizione di difesa e Dafne e Laikas continuavano a guardarli sconvolti ed ad annuire. Finalmente riuscì a diventare invisibile e mi nascosi nel folto del bosco, ma ero abbastanza vicina a loro per sentirli, o per aiutarli in caso ci fosse stato di bisogno.”
Prese fiato e continuò a parlare: “Anche se avevamo perso la battaglia, i nostri compagni fecero a pezzi più della metà dell’armata. Eravamo sempre in svantaggio, però.”
Cordiali? Dafne e Laikas sono morti. Cosa successe dopo?
“Il vampiro più amichevole, si presentò: si chiamava Aro, quell’indifferente Marcus e… il… bast… e l’altro Ciaus. Chiesero a Laikas e Dafne che fine avessi fatto e Dafne, come da brava attrice gli rispose che mi avevano uccisa e un ombra comparve nei volti dei tre vampiri. Dopo qualche tentennamento, fecero sapere che erano un clan italiano molto potente, un clan “giustiziere” per chi non rispettava il codice. Dafne a quel punto presa dalla collera gli chiese perché li avevano attaccati dato che non avevamo infranto nessuna legge del codice. Dafne era una furia; non l’avevo mai vista in quel modo. Lei si dimenava, mentre Laikas la tratteneva.”
Quando Dafne perdeva il controllo, era una furia; diveniva incontrollabile.
“Il vampiro di nome Aro scoppiò a ridere, Caius sogghignò, mentre Marcus sembrava annoiato? Aro le rispose spiegandole che in questa zona, ogni quindici o venti giorni, più di dieci esseri umani morivano inspiegabilmente in una sola notte e che gli umani stanno facendo troppe domande. Con un tono divertito gli disse che forse qualcosa l’avevamo fatta. Dafne a quel punto, perse le forze, cadde a terra singhiozzando. Continuava a dire che era colpa sua, che gli altri non c’entravano per niente. Caius all’improvviso attaccò Dafne, ma Laikas fu più veloce, bloccò Caius e gli stacco un braccio. A quel punto anche Marcus si fece avanti, Laikas stava per attaccare anche lui, ma Aro gli urlò di fermarsi. Sia Laikas che Marcus si fermarono ed Aro chiese ai fratelli di non precipitare le cose. Poi rivolgendosi a Dafne, le chiese come mai si riteneva la responsabile. Dafne stava per rispondergli, ma lui la bloccò e le prese le mani. Dopo più di un minuto, Aro ricominciò a parlare, gli propose di entrare nella loro guardia e se l’avessero fatto avrebbero avuto salva la vita. Gli disse di pensarci bene, perché per loro sarebbe stato un grande onore avere dei vampiri così in gamba come loro. Laikas e Dafne stavano per accettare. Il viso d’Aro s’illuminò e Caius fremeva per l’impazienza. Dafne ad un tratto s’irrigidì e l’espressione del suo volto faceva spaventare, presa dalla rabbia disse esattamente queste parole: - Stavate per ingannarmi, ma Caius non riesce a mascherare le sue emozioni come te e Marcus. Voi sapevate già tutto, non siete venuti per punirci, ma per assimilare me e Laikas e qualcun altro che non avete trovato, nella vostra guardia e distruggere il resto del nostro clan. Siete delle canaglie, dei vigliacchi. Non siete degni di avere me e Laikas nella vostra congrega. Preferisco morire!- Aro rimase sorpreso, forse non si aspettava che avrebbe capito tutto e le chiese se quella fosse la loro ultima parola. Li guardava con un desiderio morboso, si vedeva che non voleva ucciderli, ma non voleva nemmeno avere dei testimoni in quell’atto di crudeltà che avevano commesso. Laikas a quelle parole come risposta fra i suoi denti gli uscì un ringhio. Mentre Laikas ringhiava, l’armata lì attaccò. Mi mossi, volevo aiutarli, non ce la facevo, non volevo vederli morire, ma Dafne mi urlo di restare dov’ero. Dicendo questo, Dafne si distrasse e quattro vampiri la stavano per colpire.”. NO… DAFNE! “ Laikas gli si parò davanti e lo colpirono, in un millesimo di secondo i resti di Laikas erano sparsi nel terreno. Dafne ringhio disperata, Caius gli fu subito davanti, cominciarono a lottare, ma Dafne non era concentrata sulla battaglia. Il suo viso era spento, i suoi occhi non emanavano più alcuna emozione. C’era solo dolore e rimorso. Caius approfitto della sua scarsa concentrazione e la uccise. L’unica cosa che udì fu urlo straziante di Dafne e lo stridore metallico del suo corpo mentre la smembravano.”. Dafne, Dafne… amore mio! Cosa ti hanno fatto?
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!” Urlai con quanto fiato avevo in gola. Mi sentivo morire. Caddi a terra gemendo per la disperazione!!! “NOOOOOO, dafne, amore mio!”
CAIUS!Ecco il nome dell’assassino del mio amore. CAIUS TI UCCIDERO. SEI MIO. SEI MORTO.
In quel momento Nevidite cadde anche lei a terra col volto tra le mani. Il dolore era sempre più intenso. Mi bloccava i polmoni, mi sentivo frantumare lentamente, come se una mani invisibile si divertiva a strappare il mio cuore, ricucirlo e ristrapparlo.
“Tra le urla di dolore, sentì la sua voce, diceva: - Veive, amore mio, ti amo-. Appiccarono il fuoco, buttarono lì dentro tutti i resti e se n’andarono. Poco dopo sei arrivato tu. Questo è tutto.”
  

 

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Capitolo 8
*** Reason For Living: REVENGE ***


Buongiorno ragazze, eccomi qui pronta a postarvi l'ultimo capitolo, dopo una visita dal dentista O_O (dolore),  da domani ci saranno i Cullen in mezzo a voi. Un abbraccio **
 

Abyss
LIBRO PRIMO

 

8° capitolo.
 
Non riuscivo più a nascondere il vuoto che si era creato in me.
Nelle profondità del mio corpo, non c’era più niente. Ora ero sicuro di non avere più un'anima.
DAFNE… Chiamavo il suo nome invano con la speranza che lei potesse sentirmi e salvarmi da questo dolore prima che fossi distrutto, salvami dal nulla che sto diventando.
Cercavo inutilmente di allontanare tutto questo dolore, che mi stava lentamente succhiando tutta la mia essenza, ma n’attiravo solo dell'altro. Solo lì tra il dolore e il vuoto, in quell’abisso infernale, riuscivo a riconoscere me stesso. Quel Veive innamorato della Vita, dell’esistenza nuova e magica che il destino gli aveva riservato,ma  se esco da questa oscurità che mi culla, vedo solo un corpo morto, svuotato, un abisso senza mare.
Questo dolore era troppo reale, le ferite che mi stava affliggendo troppo profonde e non potranno mai guarire, c'era semplicemente troppo e il tempo non avrebbe potuto cancellare.
Mi sentivo solo un’ombra senza il suo corpo, perchè costretta a vivere una vita senza di lei.
Il suo volto pervadeva ogni parte della mia mente, erano lacrime di ricordi della nostra storia indimenticabile; vedevo solo la curva delle sue labbra, il profilo del suo naso, le sue dolcissime fossette, il suo splendido sorriso, i suoi occhi. Eri bellissima angelo mio, sei bellissima amore mio. Non sono così sicuro di come fare per esistere senza di te. Non sono pronto a dirti addio, dire addio a tutti ciò che eravamo. Come sarà senza di te al mio fianco? Vorrei guardare oltre il cielo per poter rivedere i tuoi occhi. Vorrei guardare oltre questa malinconia, stendere il mio braccio verso la tua mano che pian piano si affievolisce lasciando solo una pallida ombra di ciò che eri; vorrei andare più in là di questa realtà per innamorarmi di nuovo del tuo bellissimo sorriso. Io vivevo solo per amore, vivevo per lei, ed ora che non c’era, sentivo svanire tutto il calore che mi dava, la forza per sopravvivere. Ripensavo ai giorni passati, alla prima volta che la vidi, alla nostra prima chiacchierata, al nostro primo bacio, alla nostra prima volta. I momenti più belli della mia vita. Momenti che hanno lasciato una profonda impronta nel mio cuore. La rivedo ridere spensierata, il suo volto angelico illuminato da quel suo sorriso.
Ogni cosa mi parlava di lei, questa radura, questa luna… il mondo intero. Tutto è fatto di lei. Lei era il mio mondo. Vivrò in te, nei nostri ricordi, soltanto questo mi è concesso. Non ci sarà più il sole, il cielo o l’ombra. Mi guiderai tu; ci sarai soltanto tu, l’unica cosa che voglio, ma che non ho. Tu sei la mia favola, che vorrei vivere e rivivere per sempre.
 
Dentro di me non c’era solo dolore, ma una totale rabbia. La furia faceva male come un attacco fisico. Il bruciore alla gola secca avida di vendetta, la contrazione automatica dei muscoli che si preparavano a scattare, l’eccesso di veleno in bocca…
L’AMO TUTTORA, MENTRE MI AVVICINO ALLA MORTE E LO AMERO PER SEMPRE…
CAIUS APPROFITTO DELLA SUA SCARSA CONCENTRAZIONE E LA UCCISE;
URLO STRAZIANTE;  STRIDORE METALLICO;  IL SUO CORPO SMEMBRATO.
Non c’era immagine abbastanza violenta da incapsulare la forza di ciò che mi accadeva in quel momento. UCCIDERE CAIUS, UCCIDERE CAIUS, UCCIDERE CAIUS. Staccargli la testa, ogni parte del corpo, con una lenta tortura. Non era abbastanza adesso ucciderlo, non riusciva a saziare la mia vendetta. Dovevo assaporare il suo dolore, doveva implorare il mio perdono e non sarebbe stato ancora abbastanza. Desideravo ardentemente schiacciare il suo cranio tra le mie mani, stritolare le sue insulse mani, frantumare ogni parte del suo corpo duro e freddo una alla volta.
Il dolore e la rabbia mi assalirono di nuovo scompigliandomi i pensieri. Non ero più in me, il mostro si era impossessato del mio corpo. Perso quel briciolo d’autocontrollo che mi era rimasto, la mia vista divenne rosso fuoco. Volevo uccidere.
... Dopo che finisce il racconto allora potrai fargliela pagare…
Dov’era Nevidite?
Prima mi sarei occupato di lei e poi avrei fatto ciò che dovevo e ciò che volevo fare.
Era lì, per terra, ancora con il viso tra le mani. Non si accorse di me, del mio cambiamento, della mia follia. Non si accorse che non ero il Veive controllato e razionale. Sono diventato un assassino, un mostro desideroso di morte, anche della sua.
La mia mente si allargò, misuravo ogni cosa che i miei super sensi percepivano. Ogni odore, sapore, rumore, movimento erano impressi nella mia mente ed elaborati per l’imminente attacco. Ma c’era qualcosa di diverso in me. Figuravo nella mia mente un diverso combattimento. Vedevo me, in posizione eretta, immobile come solo la nostra natura è in grado di fare, mentre Nevidite distesa a terra urlava e si dimenava per il dolore. Adoravo quella scena; era piacevole per il mostro sentire le sue urla.
Non avevo bisogno di spiegazione, per me quell’immagine era perfettamente chiara. Fu come se mi fossi svegliato da un sonno profondo. Come se, qualcosa nella mia vecchia vita mancasse e solo in quel momento ne venivo a conoscenza. La parte strana e diversa di me. La parte che mi avrebbe reso speciale agli occhi di tutti. Quella parte di me, che fino a qualche secondo fa l’avevo considerata pazza, era lì al mio comando pronta a scagliare tutta la sua forza distruttrice.
Come già una volta mi era successo, fui catapultato in una visione. Questa era diversa a suo tempo, per vari motivi. Era pur sempre un’illusione, che mi spingeva a vedere cose che al resto degli esseri di questa terra era impossibile vedere. Diversamente dalla prima volta non fui completamente catapultato in quell’illusione; una parte di me percepiva ancora tutto ciò che mi era attorno. La mia mente era come se fosse divisa in due: da una parte c’era la realtà, dall’altra c’era la paura. Si, parlavo proprio di paura, quell’odore di ruggine, quell’alone prima giallino poi sempre più scuro; quella era la paura di Nevidite. Ma era una paura momentanea quella che percepivo adesso era qualcosa di diverso, di più forte. Il suo incubo, la sua fobia. Quella paura che ti paralizza, ti blocca il respiro e ti fa vivere il momento peggiore della tua esistenza.
La più spaventosa tra le sue paure. Una paura che l’avrebbe immobilizzata a terra, bloccandole il respiro, il panico l’avrebbe completamente infettata e le sue urla mi avrebbero implorato la morte. Ed io l’avrei accontentata. Scaglia il mio potere con tutta la rabbia e il dolore che avevo in mente. La sua paura fuoriuscì da me come un delicato raggio che colpì in pieno petto Nevidite. La sua espressione si perse,i suoi occhi erano a metà strada fra me e ciò che io gli stavo facendo vivere. Li teneva inchiodati, spalancati, fissi e dilatati in modo anormale. Guardarli era come guardar fuori da una tomba; era sepolta nel terrore, nel suo peggior incubo.
Un urlo straziante squarciò la notte. “No… no… NOOOOOOOOOOOOO…” Nevidite si dimenava, distesa a terra, mentre la torturavo. Che visione piacevole. Implorami di ucciderti. DILLO NEVIDITE… DILLO… DILLO
La sua schiena s'inarcò come sollevata dal dolore che provava. Un altro urlo disperato, gemiti, ed altri urli.
“Veive che mi stai facendo?”
Come poteva, in preda al dolore, parlarmi? “ Ti sto facendo quello che ti meriti Nevidite. Anzi, ringrazia la tua buona sorte, perché ancora non sei morta”.
Ciò che accadde dopo mi sorprese. Nevidite divenne invisibile e non le potevo  più scagliare il raggio. Non c’era da preoccuparsi; l’odore di ruggine, era ancora lì più forte che mai. Voleva combattere? Bene mi sarei divertito un po’ prima di farla a pezzi.
“Ah… Nevidite, Nevidite… Anche se ti rendi invisibile, io ti posso scovare, non fa più effetto su di me il tuo potere… Certo per te sarà un gran sollievo non rivivere quell’illusione… Paura eh?”
“Veive, che ti è successo? Torna in te.”
“Ma io sono in me, anzi forse lo sono adesso più di prima.  Percepisco il tuo odore di paura… Umh… che fragranza invitante. Sei dietro la quercia”. Si spostò. “Adesso impigliata su quel vecchio abete”. Mi stavo annoiando. “Adesso sono dietro di te. Buh!” Sobbalzò per lo spavento.  “Sì cara, devi avere paura di me. Io sono il tuo incubo.”.
“Veive ma che stai dicendo. Come fai?”
“Come faccio? Come fai tu a renderti invisibile? Diciamo che ho qualcosa di diverso e strano in me. Ho un potere.”. La paura di Nevidite aumentò, era spaventata dal mio potere. “Paura... riesco a sentire la tua paura, la vedo, ne sento il profumo. Ti posso infliggere il tuo peggior incubo e penso che tu l’abbia capito. Affascinante… non credi?”
“Lo sapevo che c’era qualcosa di diverso in te, di forte. Ed è finalmente emerso il tuo vero potere. Ma non mi sarei mai aspettata niente di così. Niente di così temibile e potente. Veive io lo so che mi odi, credimi mi odio anche io per quello che ho fatto. Pensa, però, a quello che io e te, insieme, potremmo fare, affinando le nostre doti. Ora, potremmo avere qualche briciolo di possibilità, ma con un po’ di preparazione, insieme, possiamo fare tutto ciò che vogliamo a chi vogliamo.”.
“Nevidite solo una cosa io voglio.”
“Penso che sia la stessa cosa che voglio anche io. So che non mi perdonerai mai per ciò che ho fatto, ma mi posso riscattare battendomi con te, per ciò che ci stava e ci sta tuttora a cuore. Ci stai?”
Anche se questo potere mi rese più forte, non potevo sperare di massacrarli tutti, avevo bisogno di lei.
“ Ci sto Nevidite!” Con una stretta di mano sigillammo il nostro patto. Il nostro destino.
La nostra ragione di vita era la vendetta.
 
Passarono anni, forse secoli, il tempo non contava più per noi. Il nostro unico pensiero anche dopo tutto quel tempo era sempre lo stesso e tra breve il nostro piano sarebbe cominciato.
Finalmente dopo aver squartato il corpo senza vita di quell’essere ignobile, mi sarei ricongiunto con il mio unico amore. Dafne ti amo. 

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Capitolo 9
*** 1. LIBRO SECONDO- Chase Race ***


Eccomi qui ragazze ** Oggi arrivano i Cullen, nei primi capitoli parlerò della loro vita quotidiana, vampiresca e tranquillla. 
Posterò anche il prologo di questo secondo libro... spero davvero che vi incuriosisca XD mi sono davvero sbizzarrita in questo libro -.-'' forse anche troppo XD Oggi ho scritto l'ultimo capitolo di Abyss, ho messo fine alla mia prima FF** e sono tristissima =(

Be' che posso dire, spero davvero che vi piaccia ** Seguitemi, commentate **

 

Atormenta: grazie sono felice che la mia storia ti piaccia, spero che continuerai a seguirla **  
 

Abyss
LIBRO SECONDO


Prologo
Son passata sei anni dall’ultimo scontro con i Volturi. Ho passato tutto quel tempo vivendo al 100% il futuro che mi son scelta amando la mia metà, la mia piccola, la mia famiglia, i miei cari. 
La morte e il dolore, però, son tornati a cercarmi. Ormai è diventata un abitudine affrontarli. La mia vita è una continua lotta con loro. Ho vinto sempre, ma loro, testardi come sono, non si arrendono mai, è tornano sempre a cercarmi. Questa volta il dolore ha avuto la meglio. E’ riuscito a strapparmi dall’unica ragione della mia vita. La bilancia da qualche tempo pendeva dalla parte sbagliata. Quando mi sarebbe toccata un po’ di felicità? Ora dovevo attendere solo la morte, ma la dovrò affrontare o dovrò rimanere qui, logorandomi nel dolore, senza lottare?
 
1°capitolo
 
Nuvoloso. Il solito tempo perfetto qui a Forks, la mia carissima città. Città che mi accolse nove anni fa e che sconvolse positivamente la mia vita.
Ricordo, come se fosse ieri, il mio primo giorno qui a Forks. Certo i miei sensi umani hanno lasciato un velo in questi ricordi, ma ricordare quei momenti è sempre un piacere. Ricordo che alla vista di questo paesaggio boschivo, la mia mente amareggiata urlava è troppo verde. Ricordo il mio primo giorno alla Forks High School; la prima volta che vidi Emm, Jazz, Rose e la dolcissima Alice. Ricordo la prima volta che i miei occhi incrociarono quelli di Edward; il suo sguardo prima curioso, pieno di odio e infine il suo sguardo caldo e innamorato.
Ogni momento trascorso con lui è parte di me, ogni sua carezza, ogni suo sorriso, ogni suo sguardo,  ogni suo bacio. Ogni mia emozione tutte le volte che le sue mani osavano più del solito stravolti da quelle sensazioni che neanche lui riusciva a domare. I magici momenti trascorsi all’isola esme, la nostra prima volta, quando i nostri corpi si intrecciarono, quando immersa in quel momento così perfetto pretendevo sempre di più e lui, dolcemente, mi accontentava. Caldo e freddo, io e lui, non più un umana ed un vampiro, ma due giovani innamorati che si godevano i piaceri della vita.
 
Come sempre mi sono distratta, uno dei tanti difetti che mi sono portata nella mia nuova vita da vampira; meno male che è migliorato il mio senso dell’equilibrio, se no sarei stata un disastro totale. Mi ero scordata il vero motivo per il quale ero lì. La famiglia Cullen ha organizzato una delle tante gare di caccia. Renesmèe e Esme facevano da arbitro e Io ed Edward, Jazz e Alice, Rose e Emm gareggiavamo in coppia. Carlisle era a lavoro e ci avrebbe raggiunti solo a tarda serata.
Io e Edward c’eravamo separati per riuscire a scovare un bel grosso branco di cervi o alci. Con la mia vista analizzavo ogni movimento catturato. A sud riconoscevo il mio enorme fratello in balia di un grizzly, mentre Rose a cinquecento metri di distanza stava dissanguando un bellissimo cervo maschio. Al confine con Olympic National Forest, Jazz stava attaccando un ghepardo, mentre Alice aveva già battuto un branco di alci.
Il prato in cui mi trovavo era molto tranquillo, non c’era niente da cacciare.Perlustrai il fianco della montagna in cerca di prede, i miei occhi saettavano lungo il crinale di quel massiccio, che si stagliava netto sul verde scuro della foresta. Misi a fuoco una scintilla dorata che attirò la mia attenzione. Era così lontana che soltanto la mia vista sarebbe riuscita a scorgerla. Era il mio vampiro e mi fissava di rimando. La sua pelle era bianca e scintillante nonostante il sole fosse coperto dalle nubi. Riconoscevo i suoi scompigliati capelli color bronzo e i suoi caldi occhi dorati. Stavo già correndo verso di lui attraversando la foresta così veloce che i miei piedi non avevano neanche il tempo di toccarla. Il suono del mio movimento era solo un leggero sussurro.
Balzai circa quattro metri e mezzo più in là e mi bilanciai sulla punta delle mie scarpe vertiginose. Mi accovacciai sulla punta di una roccia che fuoriusciva dal terreno, le mie dita toccavano quella superficie per me così morbida e fragile.
Mi lanciai in aria, la mia figura divenne un ombra sfocata. Nello stesso istante, Edward aprì le sue braccia e io mi tuffai nel suo abbraccio.
Forse avevo messo troppo potenza in quel lancio. Il suono dei nostri corpi che s’incontrarono produsse un rumore che somigliava ai suoni di un temporaleela terra tremò sotto i nostri piedi. Rotolammo per tutto il fianco della montagna, mentre i nostri corpi si lasciavano andare. Non importava più niente, vedevo solo Edward, le sue labbra, il suo collo, il suo corpo. Dalla passione che bruciava dentro di noi, cominciammo a fare l’amore. Un rantolo basso uscì dalla sua gola. Quel suono mi diede un intenso piacere. Edward mi avvicinò sempre più a lui, le sue mani forti accarezzavano il mio corpo, mentre io intrecciavo le dita nei suoi capelli e lo baciavo con passione. Ci abbandonammo a quel momento di frenesia per molto tempo ma se ci attardavamo ancora per molto avremmo rischiato di perdere la caccia. A malincuore, mi rialzai con un agile movimento, mentre Edward mi aspettava ancora, il suo corpo perfetto era lì che desiderava il mio.
“Dai Ed, perdiamo la caccia e non voglio sentire le battute di Emm se vince.”
Una risata cristallina usci dalla bocca del mio amore. “Si, si… hai ragione. Facciamogli vedere di che pasta siamo fatti tesoro. Mica siamo solo bravi a fare l’amore io e te”. Dicendo questo ricominciò a ridere ed io lo segui a ruota. Le nostre notti erano ormai udibili anche a casa Cullen, tanto che ormai Emm e Rose non si divertivano più a fare quelle fastidiose battutine; anzi tra di noi c’era una vera e propria battaglia in corso. Certo, loro erano davvero sensazionali, i ringhi di Emm mi fecero morire dalle risate per giorni interi, ma io e Ed eravamo impareggiabili. Ricordo che una volta Edward mi disse che col passare del tempo quella frenesia si placava, ma per me ogni volta che mi lasciavo andare, quella frenesia era sempre la stessa, anzi, a dirla tutta, aumentava.
Catturammo la scia di un brancoverso est. Entrambi scivolammo in una posa da caccia, rannicchiati, e lasciammo che l’odore del sangue delle nostre prede ci spingesse verso di loro. Mi muovevo così velocemente che ogni cosa era sfocata eccetto l’oggetto della nostra caccia. Inseguimmo il branco sparpagliato e terrorizzato, abbattendolo.
“Siamo a dodici…” disse Edward e leggendo nella mente dei nostri fratelli continuò. “Uhm… Emmet si sta divertendo a combattere contro gli orsi; come coppia sono a cinque orsi, sette cervi e tre alci. Jazz e Alice sono i primi, Jazz ha abbattuto due ghepardi e sei cervi, mentre alice ha abbattuto sei alci e sei cervi.” No… avevamo perso troppo tempo… Perché non riesco a controllarmi in certe circostanze?
Sghignazzando Edward continuo a farmi il resoconto. “ Alice mi sta chiedendo se mi son divertito, quando tu mi hai scambiato per una preda.” Ridendo ancora come un pazzo continuo a dire: “ Sì Alice, Bella è una gran cacciatrice.”
Se potevo diventare rossa come un peperone, era il momento giusto per farlo.
“Edward Cullen quel mostriciattolo sta cercando di distrarti. Forza continuiamo a cacciare.” Riuscimmo a scovare un branco piccolo d’alci, cinque orsi e un altro branco di cervi muli. Alice e Jazz vinsero la gara con ben quaranta animali cacciati. Almeno noi eravamo al secondo posto con trentacinque, mentre Emm e Rose al terzo posto con trentaquattro. Non gli è andata proprio giù, a loro due, la sconfitta.
 
La notte era ormai giunta. Eravamo nel salotto di casa Cullen. Edward suonava il piano, precisamente suonava la mia ninnananna, quell’unione di note che solo ascoltandole suscitavano in me ricordi, emozione, dolore ed amore. Me ne stavo seduta sul divano insieme a Nessie. Jazz ed Emm stavano programmando la prossima caccia; Rosalie e Alice erano al computer che stavano creando nuovi abiti per me e la mia figliola, Nessie non aveva preso il mio ribrezzo verso gli abiti di alta moda ed era super felice di indossare i capi delle sue ziette.  Esme e Carlisle, invece, erano andati a caccia. La voce di mia figlia non mi fece più prestare attenzione ai suoni generati dalle mani e alla voce angelica del mio amore.
“Oggi posso restare a dormire qui?” chiese Nessie.
“Certo Nessie” disse subito Rosalie. “ La stanza di tuo padre è tutta tua, quando vuoi”.
“Grazie zia Rose” Disse Nessie, mentre rivolgeva il suo meraviglioso sorriso alla zia.
Edward smise di suonare e rivolse a nostra figlia uno sguardo indagatore. “Perché vuoi restare a dormire qui?”
Sapevo che stava cercando la risposta nella mente di nostra figlia. Automaticamente, attivai il mio scudo e avvolsi mia figlia con esso, lui capendo cosa avevo fatto mi rivolse uno sguardo arrabbiato e mortificato.
Sapeva che ero in combutta con mia figlia e questo non gli piaceva.
“Così papà. Voglio stare a dormire qui.” La risposta di Nessie era poco convincente, non era brava a dire bugie. Questo difettuccio lo aveva preso dalla mamma. “Sei proprio mia figlia al 100%, non sei brava a dire bugie” dissi nell’orecchio a mia figlia, usando un tono di voce talmente basso che forse nemmeno Edward lo sentì. Mi alzai, mi sedetti accanto a mio marito prendendogli le mani. “Dai Ed andiamo a casa”.
“Sì Edwarduccio vai a casa. Dopo una giornata così intensa, hai bisogno di riposo. Mi raccomando stanotte non voglio essere disturbato” disse scherzando Emmet.
“Emmet, non mi dire che sei stanco dopo la caccia. Hai bisogno di riposo? Ti stai facendo vecchio fratello!” La frase era un tantino pesante, ma troppo divertente. Tutti i presenti, infatti, scoppiarono a ridere.
Dalle labbra d’Emmet uscì un ringhio. “ Non sono stanco Signor Cullen e stanotte te ne darò la prova.”.
Alice sibilò e minacciosamente si rivolse ai due fratelli. “Ecco ci risiamo. Siete proprio dei bambini voi due. Perchè non andata a calmare i vostri bollenti spiriti da un’altra parte? E tu Edward…” indicandolo minacciosamente “…guai se rovini la cabina armadio, ne pagherai le conseguenze fratello!”. Scoppiammo di nuovo tutti a ridere.
Dopo aver giurato che alla cabina armadio non sarebbe capitato niente, augurammo a tutti la buonanotte. Baciai nella fronte mia figlia; anche se avevo accettato la sua banale scusa, non significava che non gli avrei chiesto spiegazioni. Ci dirigemmo verso casa, pronti per un'altra notte. Questa notte sarebbe toccata alla cabina armadio fare la fine del letto, e del tavolo del salotto e della vasca idromassaggio e del divano di pelle, per non parlare di tutte quelle povere mattonelle e pareti…? Beh il pensiero non mi dispiaceva per niente. 


Abyssgraziegr gr

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Capitolo 10
*** 2. Wardrobe ***


Buongiorno ragazze ** come vi è sembrato il primo capitolo???
Come vi ho già detto questi primi capitolo sono di vita quotidiana, però tra un po' inizierà la storia vera e propria...
Spero che questi capitoli vi piacciano ** a domani col terzo...

Abyss

LIBRO SECONDO

2° capitolo

Oltrepassammo il fiume con un solo salto e ci dirigemmo verso nord.
Arrivò la pioggia, cadeva così pesantemente che m'inzuppai in un baleno.
Arrivammo nella nostra piccola radura che accoglieva la nostra casetta di pietra. Come sempre vedere il piccolo rifugio che Esme e la mia famiglia ci aveva regalato, qualche anno fa, mi riempiva di gioia. Percorremmo il piccolo sentiero lentamente per assaporare la magia del momento.
Edward era accanto a me che teneva la mia mano, anche lui inzuppato fradicio. Le gocciole scendevano lentamente, percorrendo i lineamenti del suo viso, come a voler sfiorare il volto di quella creatura dalla bellezza disumana, fino ad arrivare alle sue peccaminose labbra. Mi alzai nelle punte e lo baciai, gustando quella gocciola che aveva osato toccare le labbra del mio amore.
“Lo sai che ti amo vero?”
La sua voce avrebbe fatto andare in tilt i battiti del mio cuore. “Sì amore, ti amo anche io.”
Alzò con dolcezza il mio viso e mi ritrovai a contemplare i suoi caldi occhi dorati.
Esprimevano tutto l’amore che provavano per me e il desiderio di un'altra notte insieme.
Accarezzò delicatamente il mio viso ed io appoggiai la mia guancia nel palmo della sua mano.
Ogni giorno, ogni ora, ogni attimo il mio amore per lui cresceva e riempiva ogni parte del mio corpo, ogni cellula veniva nutrita dal mio amore per Edward, il suo profumo era la mia aria, la sua voce era la mia melodia. Presi il suo volto con le mani e lo avvicinai lentamente al mio. Posai le mie labbra sulle sue dandogli un bacio dolce e carico di tutto l’amore che provavo.
“Una scena romantica, non c’è che dire. Peccato che sia fatta da due sanguisughe!”
Era Jacob. Che ci faceva qui a quest’ora? Perché doveva sempre arrivare al momento sbagliato? Oggi non era di ronda con Sam ed Embry?
 “Jake vattene via, non eri di ronda oggi?”
Edward continuava a guardarmi; non stava dando alcun’importanza alla presenza di quel cane.
Jake mise piede nella nostra radura avvicinandosi sempre di più a noi.
 “Ho appena finito. Son passato da qui perché ho una cosa da dirvi. Molto importante!”
 “Non puoi dircela domani?”
 “E secondo te io mi sarei sopportato questa scena mielosa se avessi potuto aspettare domani?”
 “Jake sei veramente un cane e molto fastidioso oserei dire!”
 “Beh grazie succhiasangue!”
 “Jacob, cosa c’è?” Edward si volto a guardare Jacob. “Perché stai pensando alla partita di ieri così intensamente? Cosa stai cercando di nascondermi?” Adesso Ed era un po’ agitato.
Da quando Nessie aveva completamente raggiunto la maturità, per una mezza vampira, e aveva manifestato un certo interesse verso Jake, Edward o ignorava la sua presenza o lo trattava peggio di un cane, in tutti i sensi.
 “Io non sto cercando di nasconderti niente. Vorrei che tu non leggessi nella mia mente, ma che sia io a spiegarti tutto. Anzi a spiegarvi tutto.” Jake corresse quella frase, guardandomi negli occhi.
Mi bastò una sola occhiata per capire tutto. Anche se Jake era un licantropo ed io una vampira, la nostra sintonia non era cambiata affatto. Conoscevo Jake meglio di chiunque altro e lui conosceva me. Sapevo che amava mia figlia più della sua stessa vita, che l’avrebbe resa felice, che non l’avrebbe mai fatta soffrire. Aveva aspettato sei anni, era stato per la mia piccola il miglior fratello, crescendo Jake divenne il suo miglior amico ed ora lui stava per diventare qualcosa di più per lei. Io non potevo farci niente e nemmeno Edward. Ormai ero riuscita a farmene una ragione, anche se non tolleravo certe effusioni. Jake era perfetto per mia figlia, ma Edward la pensava diversamente, ancora non riusciva ad accertarlo. Per lui Renesmèe era ancora la piccola brontolona viziata che teneva in braccio, con quel visino dolce e quelle manine paffute. Ormai, però, son passati sei anni e Renesmèe ha raggiunto la maggior età. Dall’aspetto, infatti, sembrava una ragazza di vent’anni. Era alta, con un fisico mozza fiato e i boccoli bronzei le scendevano morbidi fino alle spalle. Solo la sua pelle color crema e i suoi grandi occhi color cioccolato erano rimasti intatti.
La mia piccola brontolona ormai era diventata grande.
Jake era molto spaventato. Sicuramente si aspettava una reazione esagerata da Edward, o da me. Le reazioni esagerate di Edward finivano sempre bene, perché riuscivo a calmarlo, ma quando io perdevo il controllo… il povero Jake si ritrovava sempre pieno di ossa rotte e tagli dappertutto. Sono molto impulsiva e non riesco ancora molto bene a incanalare la rabbia e anche se il mio corpo non lo fa credere, posso fare molto male, per una vampira.
 “Jake, non possiamo parlarne con calma domani?” Speravo che mi avrebbe capito.
Jake guardava fisso Edward e lui ricambiava lo sguardo. Nello stesso momento tutte e due mi guardarono, Jake annuì con la testa e trasformandosi, s’inoltro nella foresta. Edward era ancora lì che mi guardava.
 “Ricominciamo da dove ci ha interrotto quel cagnaccio?”. La cosa che desideravo adesso era fare a pezzi la cabina armadio, allontanai il mio scudo per fargli ascoltare i miei pensieri. Ormai riuscivo a comandare alla perfezione il mio scudo, era un gesto automatico che la mia mente faceva senza nessuno sforzo.
Nelle labbra del mio amore spuntò un sorrisino malizioso ma scomparve subito.
“Tu vuoi bene a Jacob?”
Quella domanda mi aveva lasciata spiazzata. Nei suoi occhi non riuscivo a leggerci niente. Era molto bravo a mascherare le sue emozioni, ma per me non era così difficile leggere dentro i suoi occhi ciò che pensava o provava. “E questo che centra? Perché questa domanda?”
 “Rispondi per piacere.”
 “Beh anche se io l’insulto e lui contraccambia, gli voglio bene. E’ pur sempre il mio migliore amico. Perchè questa domanda?”
 “Anche se tu sei una vampira e lui un licantropo vi capite perfettamente, vi basta una sola occhiata per capire i pensieri dell’altro. Secondo te cosa mi nascondeva?”
 “ Edward non pensiamoci fino a domani. Ti voglio!” Abbracciai il suo corpo, sfiorando il suo petto con la punta delle mie dite.
 “Questo…” disse appoggiando la mia mano nel suo petto “…è ciò che vuoi, mia regina?”
 “Si, mio re!”
Il completino nuovo che la mia cognata mi aveva comprato con tanto amore era stato fatto a brandelli dalle mani di Edward. Un rantolo basso uscì dalla mia gola e strappai la camicia bianca che indossava, i pantaloni fecero la stessa fine del mio completo. Mi prese in braccio e mi spinse verso il muro. Il suo incantevole viso si trovava a pochi centimetri dal mio. Attirò a sé il mio volto con ardore. Il mio corpo fu attraversato da una scarica elettrica che mi portò sull'orlo della frenesia. Fece scivolare le dita lungo il mio viso, percorrendo il profilo della mascella fino al collo e, da lì, scese fino alla vita. Mi avvinghiai ancora più stretta, lui premeva il suo corpo verso il mio, sussurrando con voce roca per l’emozione il mio nome. Con la punta del suo naso disegnava piccoli cerchi nelle mie guance e da lì cominciò a scendere lentamente; il suo respiro caldo e profumato lasciava la scia sul mio corpo. Cominciò a posarmi le labbra sul collo, scendendo sempre più giù fino al mio petto, mentre in preda all’eccitazione le mie dita s’intrecciavano nei suoi capelli. Le sue mani toccavano ogni parte del mio corpo; ogni sfioramento per me era un intenso piacere. Riprendemmo a baciarci, le nostre lingue cominciarono a giocherellare. Lentamente allontanai le mie labbra dalle sue e con la lingua percorsi il contorno delle sue labbra calde e morbide. Eravamo arrivati nella cabina armadio. Ora si poteva dare sfogo a tutta la nostra frenesia. Mi adagiò a terra e lui si posizionò sopra di me. Solo lui poteva farmi vivere queste sensazione. Solo lui, le sue mani, la sua bocca, la sua lingua, il suo corpo. Adesso eravamo uno dentro l’altra. Un tutt’uno. Le sue mani, la sua bocca percorrevano con desiderio ogni parte del mio corpo mentre io in preda all’euforia bramavo sempre di più. Con voce roca sussurravo il suo nome, volevo di più, desideravo che lui entrasse dentro di me con più forza. Così cominciammo ad amarci con più ardore, lui spingeva sul mio corpo con più vigore, mentre in preda all'eccitazione lui sussurava il mio nome ed io toccavo ogni centimetro del suo corpo perfetto. Le sue mani iniziarono a scorrere lungo tutto il mio corpo soffermandosi sul mio seno o sul mio bacino per avvinghiarmi ancora di più a lui. Le sue labbra piene o la sua lingua, allontanandosi dalla mia bocca, lambivano ogni centimetro della mia carne.
Ogni notte con lui era un piacere indescrivibile. Amandoci passò tutta la notte.
Il piccolo oceano fuori dalla finestra schiarì e un'allodola iniziò a cantare, dovevano essere quasi le sei, ma io non avevo nessuna voglia di allontanarmi da Edward e mi avvinghiai sempre di più.
Trascorse molto tempo prima che Ed iniziasse a parlare.
 “Ora è domani?”
Cosa? Voleva parlare di Jake? Questo non era il modo migliore di concludere la nostra nottata.
 “Edward…”
 “Tesoro saranno le dieci…”
 “Dieci? E’ volato il tempo…”
“In certi momenti non ti accorgi completamente di ciò che ti accade intorno. Che fine ha fatto la cabina armadio, per esempio?”
La cabina armadio? La cabina armadio? Wow… La cabina armadio non esisteva più… A dire il vero era sopravvissuto qualche abito mio e di Ed, qualche parete, ma il resto… Mi veniva da ridere al solo pensiero. “Alice ci farà a pezzi.”
“A pezzi e dir poco. Tra qualche minuto sarà qui con tutta la ciurma.”
“Tra qualche minuto? Dai vediamo cosa non abbiamo fatto a brandelli. Però mi devo dare una ripulita.” Mi passai una mano nei miei lunghi capelli. Non erano più capelli, ma un groviglio di paglia.
“Ma come mi sono ridotta?”
 “Umh… Amore sei molto sexy. Quei capelli ti donano”.
“Edward non fare il cretino.”
 “Tranquilla tesoro, Alice ti da tutto il tempo per darti una sistemata. Ci tiene che quando verrà a staccarti la testa tu sia sistemata e vestita.”.
“Gentile da parte sua. Mi dai una mano?”
 “Mano, piede, gamba… Posso darti tutto ciò che vuoi.”
Entrammo nella doccia, l’acqua calda che scorreva lentamente lungo il mio freddo corpo mi rilassava sempre. Era una sensazione molto piacevole. Osservavo le stille d’acqua che scendevano lungo tutto il corpo perfetto di Edward. Era magnifico. Era mio. Non riuscii a resistere alla tentazione di sfiorare il suo corpo e non una volta sola. Le sue braccia cinsero i miei fianchi e mi strinsero a lui. Le labbra morbide premettero sulle mie e ci ritrovammo di nuovo a fare l’amore.
I danni della doccia erano minimi, solo qualche ammaccatura. Alla fine Edward decise che per il bene della doccia e dei miei capelli, lui doveva andarsene il più lontano possibile. Così ritornai a abbandonarmi lentamente con l’acqua calda che massaggiava ogni parte del mio corpo. Dopo lo shampoo e con una bella quantità di balsamo riuscì a districare i miei capelli.
Uscì dalla doccia e asciugai i miei capelli, erano morbidi e lucenti, un raggio di luce li illuminò, il mio colore acquisto sfumature scintillanti, partendo dal castano scuro fino ad arrivare al rosso fuoco. Edward arrivò subito dietro di me, portandomi un vestito. Che razza di abito mi aveva portato? Baciandomi il collo mi disse: “Tieni tesoro, indossalo.”.
 “E’ l’unico sopravvissuto?”. No… il mio rifiuto verso certi abiti mi proibiva di indossare quel vestito, non osavo nemmeno guardarlo, già con un’occhiata avevo capito tutto.
 “Sì amore, uno dei pochi. Poi se non vogliamo veramente farci staccare la testa da Alice, dobbiamo addolcirla e non c’è modo migliore che farti indossare questo bel vestito.”
Scegliere: farmi staccare la testa da Alice o mettermi quel vestito?
“Mi farò staccare la testa.”
“Dai amore, non è così male. Anzi mi piacerebbe molto vederti con questo addosso.”
 “Edward stai scherzando vero?”
No, non stava scherzando. Mi guardava con quei occhioni così dolci. No, no è inutile che ti fa quei occhietti, non cedere Bella. Ma che occhi languidi, sono così teneri. No, non ti fare incantare. Però quegli occhioni… No Bella resisti, non farti sedurre in questo modo… Ma come si può resistere a quello sguardo… No, non arrenderti Bella…
 “Hai vinto Edward!” dissi sbuffando.
 “Grazie amore. Sarai un incanto.”
 “Si, sì certo.”
Indossai quell’abito. Con una lingerie comprata in quel negozio Shinenusia, dove regolarmente le donne Cullen compravano indumenti intimi per le nottate con i propri maritini, sarei stata più coperta, questo è certo. Era un abito Versace di chiffon con le spalline annodate dietro al collo, aderente color blu notte, piuttosto corto e scollato. Di certo con quel vestito non potevo indossare le comode classiche scarpe.
 “Ed, a scarpe come sono messa?”
 “Tesoro te ne porto un paio che puoi abbinare benissimo.”. Appena disse l’ultima parola era lì accanto a me con un paio di scarpe sicuramente adattabili all’abito.
 “Amore sei uno splendore!” e gli usci un rantolo dal fondo della gola mentre mi guardava con occhi sgranati e desiderosi.
 “E no caro. Per punizione questo…” indicando il mio corpo “…non lo avrai per molto tempo”. Mi costava tanto dirlo ma l’avrebbe pagata.
 “ Per molto tempo intendi qualche minuto o giorni?” Disse sghignazzando.
 “Si, si… ridi, ridi.”
Mi prese con una mano e mi avvinghiò a lui. “Dai amore, non fare la difficile, stai benissimo con questo vestito.”. Con molta fatica e concentrazione riuscì ad allontanarmi dal suo corpo. Cosa mi tocca fare per la mia testardaggine?
 “Eh, eh, eh… molto tempo tesoro.”
 “Sei sempre la solita testarda.”
 “Sì e ne vado fiera!”
Muovendo la testa a destra e sinistra mi prese per mano e mi portò fuori. Nel sentiero c’erano proprio tutti. Alice al centro della ciurma era veramente furiosa. Tutti gli altri se la stavano spassando. Lì con loro c’erano anche Jake e Nessie che si tenevano per mano? Oh no questa non ci voleva… Che stavano combinando quei due? Stavano sfidando la sorte? Anzi il padre…
Ecco che se ne accorto. Questa sarà una lunga giornata! 

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Capitolo 11
*** 3. Family Squabbles ***


Buongiorno ragazze come state??? Io sono influenzata -.-'' cosa normale per me, ma è scocciante. Allora che ve ne pare di questi capitoli? Mi sono davvero divertita a scriverli, soprattutto mi piacciono i battibecchi tra Bella/Jacob o Bella/Emmet XD Bene allora come vi ho già detto anche questo è un capitolo di stallo, in qualche modo spiegherà cosa è successo in questi anni, e le relazioni che si sono venute a creare. Spero che vi piaccia, buona lettura...

Abyss
LIBRO SECONDO


 


3° capitolo
 
Mi voltai verso Alice, prima volevo sistemare le cose con lei e poi mi sarei occupata di quei due, ma lei non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Edward guardava ancora con occhi spalancati e pieni di rabbia le mani legati di Nessie e Jacob. Caspita ci è rimasto davvero male.
“Alice?” la chiamai dolcemente ma lei continuò a non guardarmi. “Alice, scusami, mi dispiace.” Non mi sarei mai aspettata un comportamento simile. Era veramente arrabbiata e delusa. Mi dispiaceva tantissimo. Dopotutto le volevo bene e quello sguardo mi faceva male.
“Come hai potuto Bella? Da lui me lo sarei aspettato, ma da te no!”
La sua voce mi stupì perché non era affatto amichevole. Cercai di guardarla negli occhi, ma si voltò. Restò silenziosa aspettando una mia risposta.
“Dai Alice, io… ti voglio bene. Scusami. Mi dispiace tanto, credimi.” Detti una gomitata ad Edward che guardava ancora sconvolto Nessie. “Vero Edward che ci dispiace?”
“Cosa? Oh… sì… Alice mi dispiace.” Non stava prestando attenzione alla nostra discussione. Sembrava che fosse in un altro mondo. Fissava Nessie, ma la sua espressione era indecifrabile.
“Sì Edward si vede come ti dispiace!”
Allontanai il mio scudo in modo che Edward potesse ascoltare i miei pensieri. Edward sì più convincente, questa ci fa veramente a pezzi. Dopo aver ascoltato i miei pensieri Edward ritorno tra noi e chiese scusa alla sorella con la solita sua voce vellutata e sensuale che riusciva ad ammaliare chiunque. “Alice, ti chiedo perdono. Sono stato molto maleducato, so quanto ci tenevi. Scusami”. Io dopo queste scuse mi sarei sciolta come un cubetto di ghiaccio, ma Alice non sembrava cedere.
“Ciance!”, ruggì.
Emmet a quel punto scoppiò a ridere. “Fratello non te la caverai facilmente questa volta”.
Cosa ci trovava di divertente quello scimmione?
“Tu sta zitto!” Sia io che Alice urlammo le stesse parole contro Emmet. Lui si fece piccolo piccolo e imbronciato si mise accanto a Jasper. Beh nessuno è così pazzo da non obbedire a due vampire, una delle quali furiosa e in grado di stenderti in un sol colpo.
Mi avvicinai lentamente ad Alice e le cinsi i fianchi. “Ascoltami Alice. Sai quanto ti voglio bene, non so come farti capire quanto questa situazione mi dispiaccia.” Forse se mi gioco la carta del vestito, riesco a addolcirla? “Ti piace come mi sta questo vestito?”
SI… Avevo fatto breccia. Alice molto lentamente partendo dalle caviglie squadrò ogni centimetro del mio corpo. Arrivata al viso mi rivolse un sorriso a 32 denti. “Ah… che bello! Ti sta d’incanto questo vestito. E le scarpe! Umh, vediamo, per farti perdonare devi venire con me a fare SHOPPING!”
No, quella parola no.Shopping con Alice, quella sì che è una vera tortura. Dovevo, però, farmi perdonare in qualche modo. “Va bene Alice, vada per lo shopping.” Il tono della mia voce fece sghignazzare Emmet.
“Evviva!”, strillò battendo le mani. Sembrava pronta ballare la danza della pioggia, eccitata com'era.
“Aspetta, Alice”, dissi, alzando una mano per calmare la sua gioia. “Verrò con te, ma in cambio non mi comprerai solo vestitini corti e da lusso. Ho bisogno anche di qualcosa di comodo, dei jeans e qualche maglietta. Ti prego?” Usai lo sguardo più dolce che riuscivo a fare. Alice ci pensò un attimo ma alla fine accettò le mie condizioni.
 “Questo pomeriggio tutte a fare shopping, e voi”, disse indicando Emmet, Edward, Jasper e Jake “sistemerete la cabina armadio”. Il broncio di Emmet si fece sempre più lungo ma nessuno osò controbattere.
Bene la parte più semplice della mattinata era andata bene. Era la volta di Jake e Nessie.
Edward mi precedette.
“ Jacob, allontanati subito da Renesmèe!” La voce di Edward si incupì. Guardava Jake con disprezzo.
Nessie era molto sicura di se, fissava il padre fisso negli occhi, senza indietreggiare, con profonda irritazione. Jake invece se la stava facendo sotto.
“Papà è inutile che te la prendi con Jacob. Ho fatto la mia scelta. Lo amo e voglio stare con lui per il resto della mia vita.” Le parole di Nessie risuonavano così sincere. Era veramente innamorata di Jacob.
“Non sai quello che dici Nessie! Jacob te lo ripeto per l’ultima volta. Allontanati da mia figlia.” La voce gli ribolliva d'ira. Mi avvicinai a lui e ,per tranquillizzarlo, gli accarezzavo dolcemente il braccio.
“Edward, parliamone con calma.” Lui si voltò verso di me per un secondo e dopo ritorno a guardare i due ragazzi. Il resto della famiglia guardava la scena da lontano, immobili, pronti a placare la situazione se ne fosse stato necessario.
“Nessie tesoro, e tu Jake potreste spiegarci cos’è questa storia?”. Anch’io volevo dei chiarimenti.
Jacob e Nessie si guardarono negli occhi. Jake guardava mia figlia come se lei fosse la cosa più importante di questo mondo, come una madre quando per la prima volta tiene fra le sue braccia il suo piccolo; l’imprinting era un amore senza eguali. Fu Jacob a prender parola, era  terrorizzato, ma si avvicino a noi sicuro di sé e sicuro di ciò che stava per dire.
“ Edward, Bella sapete quanto io ami vostra figlia e per chissà quale grazia lei ricambia il mio amore. Sapete che io non l’ho mai obbligata a sceglier me, sono stato solo un amico, una persona che per lei ci sarebbe stata sempre.” Io e Edward ascoltavamo attentamente le sue parole. La sua voce tremava, era molto emozionato. Ancora una volta davanti a me non c’era Jake, l’adolescente di sedici anni; c’era un uomo maturo, sicuro di ciò che stava per fare, emanava sicurezza, potenza, qualcosa di magico.
Edward era impassibile, guardava Jake come se fosse un moscerino fastidioso da schiacciare con le sue mani. Mi faceva quasi paura la sua espressione.
“Adesso è cresciuta, ed in me sono nate certe sensazioni che non riesco nemmeno a spiegarvi. L’unica cosa che so e che amo Renesmèe. Farei di tutto per lei. Lei è la mia vita, il mio universo.”
Come non potevo essere emozionata in un momento del genere. Stavo per andare ad abbracciarli ma Edward mi  bloccò.
“No Jake, non è possibile la vostra storia.” Come non è possibile la loro storia? Che stava dicendo?
“Papà la vuoi piantare per un attimo di esser così iperprotettivo ed ascoltarmi per un secondo?> Nessie era proprio su tutte le furie.
“Ho ascoltato già fin troppo. Questa è la mia ultima parola.”
“Perché papà mi fai questo? Chi sei tu, per poter scegliere della mia vita? IO AMO JAKE, LUI AMA ME. COSA VUOI PIU’ DI QUESTO?” Nessie a quel punto scoppiò a piangere. Mi avvicinai a lei ma con uno strattone mi allontanò. Molto lentamente mi avvicinai di nuovo e le accarezzai i suoi morbidi capelli. “Tesoro tuo padre vuole solo il tuo bene.”
“ Il mio bene? Per il mio bene papà cerca di capirmi.”
Edward si avvicinò a lei, le alzò il viso per poterla guardare negli occhi. “Tesoro mio ti capisco e che non voglio che tu soffra, tutto qui.”
“Io non la farei mai soffrire come hai fatto tu con Bella.” Disse arrabbiato Jake. Stava tremando, sembrava che fosse in preda alle convulsioni. “ Io non farei mai del male a Nessie.”
Cosa c’entrava questo ora? Perché doveva farmi ricordare quei momenti senza di Edward. Quei ricordi sfocati di quegli orribili mesi. Fremetti, era ancora molto difficile ricordare quel periodo. Edward se ne accorse e mi cinse i fianchi avvicinandomi il più possibile a lui. Solo ora compresi i pensieri di mio marito.
“Hai toccato il tasto giusto Jacob. Cosa farai quando noi ce ne andremo da Forks? Non voglio più vedere mia figlia star male per te, e in quel periodo tu eri solo un amico. Tu sei un Alfa, hai il dovere di proteggere la tribù e non potrai partire con noi.”
Ricordo come se fosse ieri quel periodo. Erano passati tre anni dalla mia trasformazione ed avevamo deciso che era giunto il momento che la famiglia Cullen si trasferisse in un'altra città.
Jacob non ci seguì, come aveva detto Edward, lui aveva dei doveri verso la tribù. Renesmèe soffrì terribilmente per la mancanza del suo lupacchiotto. Non si nutriva più, non parlava più. Era un automa, mi ricordava terribilmente me, ecco perché non perdevo più le staffe sentendo o vedendo certi atteggiamenti di Jake con mia figlia. “Jacob non possiamo stare qui per sempre.”
“Edward non dico per sempre. Il tempo necessario affinché la nuova generazione di giovani sia pronta a trasformarsi.”
“Vuoi sacrificare altri giovani, ad un destino del genere? Ricordati di Brady, è morto a soli 15 anni.”
Gli occhi di Jacob si spensero. Il giovane Brady era morto a causa di una coppia di vampiri di passaggio mentre era di ronda. Nessuno era arrivato in tempo per salvarlo, solo per vendicarlo.
“Papà so che lo fai per il mio bene e te ne sono grata, ma Jake per me è veramente importante. Mi prenderò le mie responsabilità. Io lo amo, sono pronta a sfidare il mondo intero per lui. La mia vita non avrebbe senso. Voglio vivere il presente, al futuro ci penserò quando sarà presente.”
Quelle parole mi colpirono al centro del cuore, “ Bambina mia…” così dicendo l’abbracciai forte. Restammo in quel modo, abbracciate, non so per quanto tempo. L’unica cosa che a me importava era che Nessie fosse felice, e in quel momento lo era. Si distaccò da me e corse ad abbracciare suo padre. Mentre la abbracciava amorevolmente le disse “ Sei identica a tua madre.”
Sì mia figlia era molto simile a me caratterialmente, per Renesmèe Jake era il suo Edward.
Guardai Jacob anche lui era contento, il suo sguardo era carico di felicità.
Renesmèe si staccò da Edward e si tuffò nelle braccia di Jake.
“Nessie” esclamo Jake, la sua voce era così satura d'amore.
“Uhm,Uhm…” grugnì mentre Jake e Nessie si baciavano con foga. Anche se accettavo il loro amore, non gradivo certe dimostrazioni d'affetto davanti a noi. Anzi non le tolleravo per niente. Stavo per innervosirmi. “ Per favore, evitiamo certe cose in pubblico.” Tutti scoppiarono a ridere, tutti tranne ovviamente me e Edward.
Dopo qualche secondo fra i denti di Edward vibrò un ringhio terrificante. “COSA AVETE FATTO IERI NOTTE????”
“Edward cerca…”; “ Papà cerca…” bisbigliarono contemporaneamente Jacob e Nessie.
“NO!!” rantolai. Mi chinai in posizione di caccia e feci due passi lenti verso Jacob.
“Bella ascoltami”. La sua era una maschera di terrore, mentre quella di Nessie di colpa.
“Dimmi che non avete fatto ciò che penso”, gli ringhiai contro.
Lui indietreggiò a mani alzate, cercando di farmi ragionare. “Bella ti posso spiegare…”
“Stupido DEMENTE! Come hai potuto?”.
Mentre lo prendevo di mira, Nessie si fece avanti. “Mamma lo abbiamo deciso insieme, se te la devi prendere con qualcuno, prenditela con me.”
“ Nessie, allontanati, riguarda solo me e Jake.”Ero troppo furiosa.
“Vai Nessie, non c’entra quello che pensi tu, non ti preoccupare.”
“Come hai osato cane?”
“Non è come pensi Bella, lasciami spiegare!”, insistette lui, arretrando fra gli alberi.
“ Lasciarti spiegare, Jacob ha solo sei anni.”
“ Ne dimostra venti.”
 Mi raggelai. “ E questo cosa SIGNIFICA?”
“Ci risiamo, ha perso il controllo, Jasper?” sbuffò Alice.
“NO! Restate dove siete, questa situazione si deve risolvere una volta per tutte! Jacob, cosa è successo ieri notte?”
“Abbiamo dormito insieme mamma!” La voce di Nessie continuava a rimbombarmi nel cervello. Dormito insieme…. insieme. Smisi di respirare. Percepii il silenzio innaturale della reazione preoccupata degli altri.
“ Non è come pensi Bella.”
Ormai non gli davo più ascolto.
“Questa è la buona volta che mi fa fuori.” Gemette Jacob.
E mi avventai sulla sua gola. 

Allora secondo voi come si è comportato Edward nei confronti di Nessie, è troppo iperprotettivo nei suoi confronti?
E la reazione di Bella alla fine??
Aspetto i vostri pareri, mi piacerebbe tanto leggerli...
A domani col prossimo capitolo ^^

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Capitolo 12
*** 4. Shopping ***


Eccomi qui ragazze, sempre puntuale, per voi... Allora questa capitolo è un po' particolare XD comunque spero vi piaccia XD
Allora vi lascio al capitolo, buona lettura.

Abyss
LIBRO SECONDO

 


 

4° capitolo
 
Emm riuscì a bloccarmi in una morsa che non dava nessuna possibilità di muovermi. Jazz era immobile e inflessibile, guardava la scena da lontano, ma riuscivo ad avvertire il suo potere,  quel sedativo che pigramente placava la mia rabbia omicida.
< Emmet lasciami!> gli ringhiai contro.
Loro non potevano capire, mia figlia, la mia bambina, come è potuto succedere? Quel cane ha dormito con lei, insieme, nello stesso letto? Ecco cosa voleva ieri; voleva chiedere il nostro permesso? < Jacob sei un cane!>.
Adesso, nemmeno il potere di Jasper, sarebbe  riuscito a tranquillizzarmi.
.
Non doveva giocare con me. Ormai la rabbia ribolliva nelle mie vene, mi sentivo una bomba ad orologeria e il tempo stava per scadere.
disse sghignazzando.
Lui se la stava spassando, vero? Ma dopo sei anni, Emmet non aveva imparato che a furia di giocar col fuoco, si resta scottati?
Mi teneva ancora nella sua morsa con tutta la forza che possedeva, bloccandomi le mani da dietro la schiena, era come se a frenarmi ci fosse uno di quei ciclopici lottatori di sumo.
Non sarebbe bastato questo a fermarmi, per essere una vampira, oltre ad un potere e ad un autocontrollo eccezionale, ero abbastanza forte e lui non stava utilizzando tutta la sua potenza, pertanto riuscire a liberarmi, sarebbe stato un gioco da ragazzi. Concentrai tutta la forza che avevo nel corpo. L’energia fluiva nelle mie vene come un fiume in piena, pronta ad inondare le mie mani. La potenza acculata fremeva per l’impazienza, voleva scagliare tutta la sua potenza. Mi liberai dalla sua morsa, agile e feroce come una pantera strisciai dietro di lui, e lo cinsi di blocco. 
< Fermati Bella, mi fai male così!> Stavo tirando un po' troppo effettivamente.
< Allora Emmet impara a tenere la bocca chiusa!> gli ringhiai, lasciandolo.
Edward mi fu subito accanto prendendomi la mani. Non aveva più quello sguardo folle di prima, adesso sembrava divertito e affascinato. Questi vampiri non riuscivo proprio a capirli, sono troppo lunatici. Accarezzandomi il viso dolcemente disse: < Amore, mi sa che abbiamo capito male, Jacob e Nessie non hanno fatto niente!>.
Dopo quella rivelazione la mia faccia divenne impassibile. Cavolo la solita figura!
questa volta fu Alice a parlarmi, scuotendo la testa.
Lo sguardo mio e di Nessie vagava da Jacob steso a terra spaventato, pallido come un cadavere, ad Edward accanto a me e al resto della mia famiglia che ridevano. La mia solita figuraccia,  Bella sei troppo istintiva continuavo a ripetermi. Ma cosa potevo pensare quando mia figlia mi urla che lei e Jacob hanno dormito insieme? Certo potevo aspettare che Jacob o Nessie mi dessero una spiegazione, ma in quel momento la gelosia verso mia figlia aveva preso il sopravvento. Certi genitori dopo vent’anni ancora non accettano che le loro figlie abbiano già il loro cuore occupato, io ho potuto godere dell’amore di mia figlia solo per 6 anni, anche se sono stati i sei anni più belli della mia vita. Ora cosa gli dico a Nessie? Ero nel panico, non sapevo come giustificarmi. Alzai lo sguardo verso Edward, allontanando la mia bolla protettiva dalla mente per potergli far leggere questo mio pensiero. Edward come mi giustifico con Nessie ora? Non riesco proprio a trovare le parole giuste.
Lui ridacchiò e passandosi una mano nella sua chioma bronzea, si rivolse a Nessie con il solito sguardo amorevole che le dedicava.
Anche Edward era molto imbarazzato e, come lui, anche nostra figlia.
Le sue guance si colorirono di un rosso acceso, teneva lo sguardo basso e il cuore le batteva come le ali di un colibrì.
Come sempre nella famiglia Cullen i segreti non esistevano, anche se mi sia aggiunta io col mio potere. Ero felicissima che nostra figlia si confidava in quel modo con noi, e soprattutto era orgogliosa della mia bambina, della sua maturità, della sua intelligenza; lei era speciale. 
Nessie era ancora rossa come un peperone, ma non teneva più lo sguardo basso, ci guardava con amore e devozione e quello sguardo era ricambiato. < Mamma ti devi scusare con Jacob!>
Adesso era un po’ alterata. In fin dei conti questa volta Jacob non aveva fatto niente, e si era preso un bello spavento. < Scusami Jacob!>
disse rialzandosi da terra. Cinse i fianchi di Nessie molto lentamente guardandomi negli occhi. Quel gesto mi fece scoppiare a ridere, e contagiai lentamente la mia famiglia. Solo una parola poteva rovinare tutto in quel momento e quella parola era…
< SHOPPING!> grido eccitata Alice. < Maschietti mettetevi a lavoro>.
 
Me ne stavo seduta, nel sedile posteriore della porche gialla di Alice. Lei era intenta a sgattaiolare velocemente nel traffico di Seattle, ficcandosi in spiragli stretti tra un'auto e l'altra.
Io mi stavo godendo il panorama, le foreste che brulicavano di vita, un falco che volteggia nel cielo accarezzando le nubi. Mi affascinava questo predatore che stava cacciando; si gettò in picchiata sulla sua preda, uccidendola con un solo colpo della zampa. Io e lui non eravamo tanto diversi, eravamo due predatori ammalianti ma allo stesso tempo letali. Noi, la nostra razza, i vampiri, in fondo non siamo dei mostri, degli essere senza anima, ormai ne ero più che convinta. I vampiri erano una fusione tra l’essere umano e il predatore. Dio, come ha creato il falco, l’orso, il leone, l’uomo, ha creato noi. Dopotutto anche il leone, la pantera, l’orso, il ghepardo, l’uomo uccidono per nutrirsi. L’uomo, anche se è un animale dotato d’intelletto, non ci pensa due volte quando uccide un animale per sfamarsi o quando, in un momento di follia, uccide un proprio simile. Perché allora l’uomo anche se uccide può essere perdonato da Dio, mentre noi no?
Quanto mi sarebbe piaciuto scendere dall’auto e cominciare a correre, sentire l’aria accarezzarmi il viso, sentire il piacere della velocità. Invece ero sommersa da una mucchio di pacchi, sacchetti e borse.
Devo dire che il pomeriggio non è stato male, a parte quando le mie sorelle e mia figlia per punizione mi hanno obbligata a sfilare con tutti i vestiti che avevano scelto.
Ero imbarazzata e allo stesso tempo compiaciuta per tutti i mezzi complimenti e gli sguardi d’ammirazione che gli umani mi rivolgevano. Alla fine Alice aveva svaligiato un negozio di scarpe e due d’abiti d’alta moda. Come promesso, mi aveva concesso di comprarmi qualche paio di jeans e qualche maglietta, anche se sempre nel suo stile, ma non potevo certo lamentarmi.
 L’altro momento più imbarazzante è stato quando Alice mi spinse dentro il negozio “Shinenusia”. Lei  adorava quel posto e soprattutto adorava le proprietarie, erano molto dolci, in tutti i sensi e molto gentili. L’ambiente era molto raffinato ed accogliente, le pareti erano color rosa pallido, al centro della sala c’erano delle poltrone rosse di velluto, mentre alle due estremità della sala c’erano scaffali pieni di indumenti intimi, lingerie e quant’altro
< Bella hai bisogno qualcosa? Lingerie o qualche giochino? Stanotte avete distrutto anche la mia scorta per quei momenti?> Un attacco di ridarella acuta colpì Alice, mentre io imbarazzatissima sibilai irritata.
Una delle proprietarie si fece avanti sorridendo gentilmente.
< Buonasera, mi chiamo Nunzia. Posso esservi utile?>
Alice con la solita voce squillante si presentò con Nunzia. < Ciao, io sono Alice. L’atra volta ho comprato delle cosette, ma c’era altra socia Grazia, se non vado errata.>
< Oh si, adesso abbiamo cambiato turno, lei fa la mattina. Cosa ti piacerebbe comprare?>
< Nunzia danni tutto quello che vuoi.>
< Allora facciamo così, voi adesso date un’occhiata, così che possa capire i vostri gusti e poi vi mostro tutto quello che volete.> Ci consigliò Nunzia gentilmente, ci sapeva fare la ragazza.
Mi sembrò di essere alle olimpiadi d’atletica, quando rose, Alice e Nessie con un colpo di pistola si fondarono negli scaffali per “dare un’occhiata”.

Ormai l’avevo capito che Alice me la stava facendo pagare per la storia della cabina armadio, aveva preso una lingerie così… così… così…. Non sapevo definirla. Era di pizzo color nero, che lasciava trasparire praticamente tutto.
disse Alice ridendo di gusto insieme a Rosalie e Nessie.

Nessie aveva preso una lingeria fantasiosa color rosa, molto carina ma…
< E tu cosa ci devi fare con questa, posala subito. Sei troppo piccola!>

Non riuscì a bloccare il ringhio che mi fuoriuscì, adesso mi stavo davvero innervosendo, ma Nunzia ritorno da noi con un pacchetto tra le mani.
< Allora ragazze avete visto qualcosa che vi piace?>
< Oh sì qualcosina si….>
E dicendo questo ci porse il pacchetto che aveva in mano.
La curiosità era troppo forte, infatti Alice aprì il sacchetto e lì dentro ci trovammo quattro manette pelose tigrate. Questo era troppo, cominciammo a ridere e così anche la proprietaria.
Non penso che quelle cose possano bloccare Edward… o Emmet.
Alla fine, sì qualcosina ci è piaciuta era un eufemismo. Alice praticamente ha svuotato quel negozio, le lingerie che aveva comprato ci sarebbero bastate per mesi.
 
Arrivati nel garage di casa Cullen, prendemmo tutta le compere e ci dirigemmo verso la mia casetta.
Lì trovammo gli uomini che combattevano, la cabina armadio ricostruita e più GRANDE???. Il round era Emmet contro un enorme lupo dal pelo rossiccio. Edward e Jasper guardavano la scena da lontano.
< Ragazzi, siamo tornate! > Edward e Jasper scattarono subito verso di noi, cingendo i fianchi delle loro amate. Io mi voltai per guadare quei occhi color ambra che mi erano mancati terribilmente. Edward sfiorò delicatamente il mio viso. < Come è andato il pomeriggio?> mi chiese, rivolgendomi quel sorriso sghembo che tanto amavo. Quel sorriso mi fece dimenticare quello che stavo per rispondergli, il mio nome, chi ero, dove stavo… tutto. Rimasi a fissare i suoi occhi e la sua labbra piene e una voglia travolgente mi invase.
< Allora?> mi chiese preoccupato.
Mi ridestai da quella ipnosi momentanea. < Non è stato male!>.
Il mio sguardo andò di nuovo di nuovo in direzione della cabina armadio. Si, non ci sono dubbi, è più GRANDE.
< Edward ma perché la cabina armadio è più GRANDE?> Non era più grande, era enorme… Il doppio, il triplo…
< Tesoro Alice mi ha costretto, mi ha detto che se non avessi aumentato le proporzioni della cabina armadio, non ti avrebbe comprato ciò che tu volevi. Mi dispiace.>
< Non è colpa nostra Bella, Alice c’ha ricattato.> Cercarono immediatamente di scusarsi Emmet e Jake.
Adesso ero molto arrabbiata e volevo assolutamente delle spiegazioni da Alice ma in quel momento squillò il telefono di Edward.
< Tuo padre?> prese il telefono portandoselo nell’orecchio mentre mi guardava perplesso.
Mio padre che chiama Edward? Cosa voleva? Perché sta chiamando? Cosa è successo?
< Edward?> sentivo la voce di mio padre, era allarmato.
< Cosa c’è Charlie?> chiese dolcemente e confuso Edward.
< Posso venire da voi? Vi devo parlare, è urgente!> La sua voce era agitata, dalla cornetta sentivo le sue dita picchiettare sul mobiletto della cucina, nervosamente.
< Certo Charlie. Ci vediamo a casa Cullen tra 15 minuti?> gli propose Edward.
< 15 minuti, perfetto. Arrivo!> e staccò la chiamata.
< Edward che succede?> l’ansia mi invase.
Perché mio padre era agitato? Cosa doveva dirci di così urgente? Cosa era successo?
< Bella, non lo so. Stai tranquilla, tra 15 minuti tuo padre ci spiegherà tutto> mi accarezzava il braccio per tranquillizzarmi.
< Andiamo?> chiesi a lui e al resto della mia famiglia. La cabina armadio era ormai rimossa dalla mia mente.
Arrivammo a destinazione in pochissimo tempo. Io ero agitatissima, non riuscivo proprio a capire cosa mio padre doveva dirci di così urgente. Forse qualcuno l’aveva minacciato? Aveva visto strane creature aggirarsi intorno a casa sua? E se i Volturi avessero scoperto che mio padre sapeva qualcosa?
< E se i Volturi…?>  cominciai a dire, ma Alice scuotendo la testa non mi fece nemmeno finire la frase.
< Bella se il Volturi decidessero di venire a farci una visita io lo saprei.>
< Alice non controlli tutti i Volturi, e se Jane, o Alec…>, non potevo pensarci, mio padre per me sarebbe morto. Non era giusto.
< Bella, tesoro, non arrivare a conclusioni affrettate. La batosta che l’ultima volta abbiamo dato ai Volturi li farà stare tranquilli per molto ma molto tempo.> Edward riusciva sempre a tranquillizzarmi.< Vieni!>
Mi porto al suo pianoforte, si sedette e con la mano mi fece segno di sedermi accanto a lui.
< Amore,c’è ancora tempo, canta!>
Era veramente convinto di quello che mi stava dicendo? < Edward in questo momento non ho assolutamente voglia di cantare, e poi non l’ho mai fatto.> Non ne sapevo niente né di musica, né di canto, tante volte mi aveva chiesto di accompagnarlo mentre lui suonava il piano, ma la mia insicurezza mi aveva sempre costretto a rifiutare. Anche stesso come poteva il canto riuscire a calmarmi?
Fece scorrere gentilmente le sue dita lungo la tastiera, e cominciò a suonare. Era una musica dolce, piena d’amore. Le note si fondevano alla perfezione, mentre aggiungeva righe che si intrecciavano con esse. Qualcosa scattò in me, una strana voglia mi invase, un bisogno insopprimibile nacque dentro di me e cominciai a vocalizzare. La mia voce era soave, magica. Mi ricordava tanto il canto delle sirene che stregavano i marinai con la loro armoniosa voce; mi sembrava un coro d’angeli che cantava gloria a Dio in tutta la loro maestosità; era la voce di una creatura disumana, divina.L’inclinazione della mia voce sul testo era perfetta, mi sentivo avvolta e cullata da quella pace. Quella musica dolce e rassicurante riscaldava i nostri corpi duri e freddi. Salì di due ottave e la voce di Alice si unì alla mia. La fusione delle nostre voci creava una melodia così dolce e magnifica che persino io ne restai ammaliata. L’armonia, cresceva, addolcendosi sempre di più.
Questo magico momento continuò fino a quando non sentimmo il campanello suonare.
Edward aveva ragione, cantare mi aveva aiutato a incanalare la mia ansia, a rilassarmi.
< Ciao Bells come va’?> Corsi verso mio padre abbracciandolo, misurando la mia potenza. < Più passa il tempo e più sei bella e radiosa, figlia mia.> Mio padre mi rivolgeva lo stesso sguardo che Edward rivolgeva a Nessie. Uno sguardo pieno d’amore e dedizione.
Io amavo mio padre, per me lui era una delle persone più importanti della mia vita. Senza di lui, il mio passato l’avrei lasciato alle spalle per sempre e me ne sarei pentita.
< E tu non cambi mai papà.> Non era cambiato per niente a parte i suoi ricci brizzolati. Era sempre il bel uomo che aveva fatto innamorare perdutamente Sue, la mamma di due licantropi.
< Ciao Nessie tesoro, ma quanto ti sei fatta bella pure tu?> corse ad abbracciare sua nipote, l’adorava. Passava pomeriggi interi a chiacchierare con la sua nipotina senza stancarsi mai.
< Papà non ci vediamo da due giorni, non siamo cambiati per niente.> Forse mi ero lasciata scappare troppo, ma lui non se ne accorse per niente.
< Due giorni per me sono un eternità.> Sghignazzando mi sedetti nel divano accanto ad Ed e Nessie. Mio padre nella nuova poltrona comprata appositamente per lui e il resto della nostra famiglia ci stava attorno.
< Allora papà, perché in quella telefonata eri così agitato?> Mi sentivo più rilassata, ma mio padre cominciò a sudare e a diventare paonazzo.
< Papà?> perché reagiva in quel modo, cosa è successo?
< Bells tesoro, da quanto tempo è che non senti tua madre?> mi chiese agitato.
< L’ultima volta l’ho sentita la settimana scorsa!> L’avevo chiamata perché mi mancava. Lei ancora non era a conoscenza del nuovo mondo in cui sua figlia e anche il suo ex marito si sono catapultati. Lei sapeva che ancora stavo male, la malattia che avevo preso in Brasile al mio viaggio di nozze mi aveva paralizzata a letto. Carlisle era stato molto professionale quando aveva spiegato la situazione a mia madre. Lei dopo un anno mi volle vedere a tutti costi e riuscimmo a cavarcela alla perfezione, avvolgendo tutto il mio corpo come una mummia. Detta così sembra divertente, ma solo io ricordo il dolore alla vista del viso straziato e pieno di lacrime di mia madre.
Volevo andarle incontro, confortarla, ma non mi era permesso perché avrei mandato in aria tutti i nostri piani. Solo una sguardo, solo la sua mano nel mio viso mentre le lacrime solcavano il suo volto.
< Da quanto tempo non vedi tua madre?> Stavo cominciando a capire, ma non riuscivo a comprendere la sua agitazione.
< Cinque anni fa l’ho incontrata, precisamente il 10 maggio alle 15: 45> se ne andò baciandomi dolcemente la fronte, dicendomi: < Mi manchi, bambina mia.>. Quelle parole ronzano ancora nella mente come uno sciame d’api. La mia mamma mancava tanto anche a me. Mi mancavano le nostre risate, le sue cavolate, quando io prendevo il suo posto rimproverandola e lei prendeva il mio abbassando lo sguardo a mo di scuse.
< Cosa pensi di fare con lei?> Le parole di mio padre risuonavano nella mia mente, non potevo dirle il mio segreto, nemmeno mio padre lo sapeva. Lui aveva solo intuito qualcosa e poi essendo il marito di un membro capo della tribù Quileutes, riuscì a intuire ancora più cose.
< Charlie, non possiamo rivelarle il segreto, e non possiamo fare come abbiamo fatto con te, tu sei forte, sei determinato, testardo, hai lo stesso carattere di Bella; mentre Renèe non so quanto potrebbe resistere nel nostro mondo> Edward giunse in mio soccorso, era quello che pensavo, quello che pensava la mia famiglia e quello che pensava lui.
< Lo so, lo so.> ma ancora non era sicuro di una cosa, si leggeva in viso la sua preoccupazione.
< Cosa è successo Charlie?> Edward gli rivolse la testa domanda che frullava nella mia testa.
< Vedete, questa mattina Renèe mi ha chiamato e mi sembrava strana, non lo so ho un brutto presentimento.>
< In che senso, ti sembrava strana? Papà quale presentimento?>
La voce di Alice mi fece sussultare, come sempre stava avendo una visione.
 < Domani avremo una visita.> 



Allora facciamo qualche chiarimenti:
1. Il negozio ShineNusia non è un negozio così a casaccio, era un negozio virtuale di lingerie creato per gioco da me, Grazia, e una ragazza di un forum, Nunzia. Ho voluto soltanto farle una piccola sorpresina, e poi le lingerie servono sempre sono indispensabili, giusto?
2. Non sapete quanto mi sia costato distruggere la cabina armadio anche perchè è  un mio sogno quindi ho deciso di far aumentare le dimensioni, poi tutta quella roba dove la mettevano?
3. Charlie, allora in questi anni ha iniziato una relazione con Sue, la madre di Seth e Leah, quindi anche se non sa tutto nei minimi dettahli ha capito molte più cose di quante ne dovrebbe sapere, mentre Renèe, ancora non sa niente...
4. Bella in questi anni oltre al suo potere e all'autocontrollo a una forza fisica certo non superiore a quella di Emmet, però di un buon livello XD

Allora ragazzeeeee... Chi è questa visita inaspettata? Cosa accadrà nei prossimi capitoli?
Mi raccomando ditemi i vostri pareri, perchè ho bisogno di voi, come ho già detto accetto anche critiche ^^

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Capitolo 13
*** 5. Indecision ***


Buongiorno ragazze passato bene Halloween? Scusatemi se non ho postato nessun capitolo ieri ma son rimasta tutto il giorno fuori casa... Ma oggi mi farò perdonare XD
Buona Lettura.

Abyss
LIBRO SECONDO
    

5° capitolo
     
Alice, come sempre, dando queste rivelazioni mi lasciava a bocca aperta. In questo caso però, sapevamo perfettamente chi sarebbe stato il nostro visitatore.
< Mia madre sta venendo qua vero?!> Non sapevo se gioire o preoccuparmi. Una parte di me saltellava felicemente come una bambina, desiderava così ardentemente riabbracciare sua madre, voleva risentire il calore che solo una mamma ad una figlia può dare. La sentivo già più vicino a me. Mi mancava,in fondo avevo bisogno di rivederla, lei è stata l'unica persona importante per me per tanto tempo, era il mio unico punto d'appoggio e così da un momento all'altro ci siamo allontanate. L’altra parte era contraria a tutto questo. Ci sarebbe stato solo altro dolore. Io non potrò rivelarle il mio segreto e ci saremmo allontanate ancora di più. Avrei rivisto il suo viso addolorato, i suoi occhi farsi rossi e gonfi mentre le lacrime scendevano, gareggiando tra di loro. Avrebbe sofferto di più e se ne sarebbe andata con ancora più dolore di quando era arrivata. Non volevo veder nuovamente quel viso addolorato, non volevo…  Devo fare qualcosa; devo trovare una soluzione!.
< Sì amore mio, tua madre è già salita sull’aereo, domani mattina sarà davanti alla porta di casa nostra.> Edward mi guardava attentamente, sapeva cosa pensavo, il mio viso era una maschera d’angoscia e preoccupazione, le mie mani fremevano, volevano il contatto caldo del corpo di mia madre. La fronte accarezzata dal tocco dolce della mano di mia madre bruciava, la mia mente già viaggiava nei ricordi di quel giorno e di tutta la mia vita passata accanto all’unica donna importante per me. Lo sguardo di Edward era dolce e carico di preoccupazione. Non voleva vedermi soffrire e non voleva far soffrire nemmeno mia madre.
Gli occhi di Alice si persero nuovamente in una visione < Bella, se farai come abbiamo fatto in passato, non accadrà niente.> Mi nascondeva qualcosa, lo sapevo; gli e lo si leggeva negli occhi.
< Soffrirà non è vero?> Ero in preda alla disperazione. Il lato protettivo che avevo verso mia madre mi proibiva di farla soffrire di nuovo, ma cosa potevo fare? L’unica altra soluzione possibile sarebbe stata quella di rivelarle il mio segreto e non potevo…  Non potevo?
< Bella è l’unico modo> mi rispose dolcemente. Avrebbe sofferto, lo sapevo. Questa era la mia condanna. Dovevo far soffrire tutte le persone che mi stavano a cuore, dovevano soffrire per me, non lo meritavano.
< No, non posso; non ce la faccio!> Edward mi abbraccio ed io affondai il mio viso nel suo petto. Cosa potevo fare? Gli dovevo rivelare il mio segreto? O per il suo bene dovevamo nuovamente soffrire e nuovamente allontanarci?
< Bella, tesoro, cosa vorresti fare?> Era Carlisle, lui avrebbe accettato qualsiasi mia decisione, lui si fidava di me, ma io no. Anche quando prendevo una decisione per il bene degli altri, quella decisione era sbagliata e faceva soffrire tutti coloro che mi stavano a cuore. < Bella, figlia mia…> sentire Carlisle chiamarmi figlia mi riempiva sempre il cuore, quanto amavo quella famiglia, ogni membro era ormai un pezzetto di me stessa…
< Scusami Charlie se la chiamo così, ma per me Bella è come una figlia ormai.> Cercò di chiarire Carlisle con mio padre, perché quando lui mi aveva chiamato in quel modo mio padre guardò Carlisle con stupore.
 < Ma certo, certo… Non preoccuparti.> disse arrossendo. Quella ventata di sangue nelle guance mi sorprese ed una parte di me già si raffigurava la scena della figlia vampira che succhiava il sangue del padre umano. Come ho potuto pensare una cosa del genere? Come mi è passato per la testa? Jasper mi guardò ed incrociammo lo sguardo, comprese ciò che mi era successo, ma mi rivolse un sorriso incoraggiante. Per me Jasper era più di un fratello, era una figura, era il mio mentore. Mi confidavo con lui se avevo dei dubbi, dei problemi o delle perplessità e lui riusciva sempre a darmi la risposta giusta. E’ stato solo un pensiero di passaggio, niente di che, non avrei mai potuto far del male a mio padre. Questo momento fu veloce come la corsa di una piccola particella di luce, tornai nuovamente ad ascoltare Carlisle.
< Tu devi scegliere, so che questo sarà un bivio importante della tua vita. Devi scegliere se tenere tua madre ancora all’oscuro di tutto, allontanandola sempre di più dal tuo futuro; oppure imboccare la strada più difficile, provar a far intuire qualcosa a tua madre sulla tua nuova natura, senza rivelarle niente per non metterla e non metterci in pericolo. Come la prenderà? Riuscirà ad accettare la tua nuova vita?...Alice?> rivolse uno sguardo interrogatorio ad Alice, sicuramente voleva sapere cosa sarebbe successo se mia madre avesse intuito il nostro segreto.
< Non vedo niente Carlisle. Ancora è tutto molto incerto, né Bella né sua madre hanno preso una decisione certa, è tutto così confuso. L’unica cosa che vedo è: se Bella non vorrà rivelare il segreto a sua madre, lei non la rivedrà più; se invece accetterai di far conoscere a tua madre il tuo segreto, per lei sarà molto difficile accettare tutto questo. Più di questo ancora non riesco a vedere.> Alice mi guardava fissa negli occhi, ancora una volta lei mi stava nascondendo qualcosa, ma non riuscivo a capire cosa.
< Grazie Alice, bene Bella, la scelta tocca a te!> disse deciso Carlisle.
< No aspettate la scelta non riguarda solo me, ma tutti voi. Alice, Jazz, Emmet, Rose, Nessie , Jake, Carlisle, Esme, ma soprattutto tu Edward e papà, cosa ne pensate?> Anche loro dovevano scegliere, questa volta non potevo scegliere solo io, dovevamo decidere tutti insieme.
Esme si avvicinò a me, accarezzandomi i capelli. Quanto era dolce, Esme era piena d’amore, ogni suo sguardo o sorriso ti regalavano un momento così dolce. < Bella, cara… La scelta non è nostra! Qua si sta parlando del tuo futuro, io accetterò la tua scelta e come me anche Carlisle.>
< Grazie Esme per tutta questa fiducia che mi dai, ma il futuro e di tutti noi, se io dovessi rivelare il mio segreto a mia madre lei verrebbe a conoscenza anche del vostro. Ragazzi voi cosa ne pensate?> chiesi rivolgendomi soprattutto a Rose. Anche se con lei non avevo lo stesso rapporto che avevo con Alice, per me il parere di Rose era molto importante, ci eravamo avvicinate molto in questi ultimi anni, soprattutto scommettendo sulle nostre nottate.
< Bella per me dovresti rivelarle il nostro segreto. Tua madre è una figura importante per te, e anche se voi non lo credete, per me Renèe riuscirà a comprendere tutto ed ad accettarlo. Avete sofferto parecchio l’ultima volta, soprattutto tua madre. Per me devi dargli una possibilità!>
Quello che Rose disse mi sorprese, quanto era cambiata. Mi aspettavo una sfuriata da parte sua, mi aspettavo che urlando avrebbe detto che era da sciocchi rischiare il nostro segreto solo per una stupida umana. Forse l’amore che provava per la sua nipotina le ha fatto conoscere un nuovo mondo, un nuovo modo di vedere ciò che le circonda.
< Sorellina, Rose ha parlato anche a nome mio.> Emmet così simpatico ma così dolce.
< Bella, parlo a nome mio e di Jazz. Come ha detto Esme la decisione spetta a te. Ti devo ricordare che gli esseri umani prima o poi non ci saranno più in questo mondo.> Perché Alice ha uscito questo discorso sull’immortalità? Sapevo che a differenza mia, la morte avrebbe preso i miei cari  mortali. Il mio sguardo si posò su chi ancora non aveva espresso il suo parere.
La mia bambina, lei ha sempre desiderato conoscere la sua nonnina umana, ma non le è stato possibile, quando cinque anni fa mia madre venne a trovarmi, Nessie era stata tutto il giorno alla Push. Le ho tanto parlato di mia madre, di tutte le pazzie che faceva, ecco perché la chiamava la mia pazza nonna.
< Bells io non mi pronuncio già per oggi ne ho avute abbastanza> Ah… Jake… Il mio migliore amico, il mio testimone di nozze. Sapevo perché non si voleva pronunciare. Era stato lui che aveva rivelato quelle poche cose che mio padre sa,  solo perché aveva paura di una nostra partenza e quando lui venne a casa nostra per darci la notizia, non so chi sia stato a frenarmi, perché lo avrei tranquillamente fatto a pezzettini. Ora mancava solo mio padre e lui, Edward, il mio punto di riferimento, il mio faro.
< Bella amore, so che farai la scelta giusta.> Così si congedo l’amore mio, insieme ad un bacio tenero e rassicurante.
< Bells, dobbiamo dare una possibilità a tua madre. Lei soffre per la tua lontananza e ci soffri anche tu. Nella vita bisogna rischiare. Noi saremo tutti con te.>
Troppa fiducia mi danno, troppa. Non la merito. Stavo pensando e ripensando alle parole di Alice, senza capirne il senso.
Ero così concentrata che l’odore di lupo che entrò insieme ad una corrente d’aria mi urtò i sensi.
Erano Seth, il mio fratellino- lupo e Leah. Da quando mio padre si era sposato con Sue, il mio rapporto con Seth si era rafforzato sempre di più, mentre c’era una perenne indifferenza da parte di Leah verso di me. Non ho mai capito la sua avversione verso i miei confronti, dopotutto ormai con tutta la Push, la famiglia Cullen aveva un bellissimo rapporto. Grazie soprattutto a Nessie, ai Cullen era permesso fare una visitina al villaggio scortati dalle guardie del corpo, cioè o il branco di Jake o il branco di Sam. Siamo stati invitati persino al matrimonio di Sam ed Emily, Alice lo aveva addirittura organizzato. Quanto era bella Emily con quel vestito di seta color avorio che le aderiva perfettamente al corpo rendendolo aggraziato, femminile e grazie anche al trucco magico di Alice i tre graffi che sfiguravano il suo dolcissimo volto, erano completamente svaniti. Emily partorendo la sua piccolina la volle chiamare Bella, come me, quando Jake me lo disse, il mio cuore si riempì di gioia e il mio cuore si riempì ancor più di gioia quando Seth mi confidò che aveva avuto l’imprinting  con la piccola Bella. Quanto era cambiato, era ancora più buono e più generoso. Ormai era diventato un baby-sitter a tempo pieno.
< Sorellona, buonasera famiglia.> Così lui ci chiamava, la sua seconda famiglia.
gli chiesi abbracciandolo.
< Bene, bene stiamo tutti bene.> Si voltò a salutare Edward e il resto dei Cullen.
< Ciao Leah come va’?> Le chiesi con il solito sorriso cortese che le rivolgevo.
< Bene> fu solo quello che sentì pronunciare dalle sue labbra. Prima o poi questa situazione andava risolta con lei.
< Come mai siete tutti qui riuniti? E’ successo qualcosa?> chiese Seth.
Carlisle prese parola, < Niente Seth, la madre di Bella sta venendo a farci visita e stavano decidendo se rivelarle il nostro segreto o se far sempre finta che Bella stia male.>
< Capisco! Siete arrivati ad una conclusione?>
< Ancora Bells deve decidere > questa volta fu mio padre a parlare.
< Ciao papone!> mentre mio padre lo salutava con un < Ciao figliuolo.> Leah gli rivolse solo un saluto alzando lo sguardo.
< Quindi Bella, la tua decisione?>
< Ancora non lo so Seth, devo pensarci bene. Non è una scelta facile.>
< Sì Bella hai ragione. Bene ragazzi noi dobbiamo andare, siamo venuti solo a prelevare Charlie, la cena è pronta, Sue ci sta aspettando.>
< Certo ragazzi arrivo subito, Chi mi da un passaggio?> chiese mio padre ridendo, mi aveva confidato che gli piaceva da matti correre in groppa ai lupi e non perdeva occasione per farlo.
< La mia groppa è tutta tua Charlie> rispose Seth ridendo. Ci salutò ed uscì fuori.
< A domani Bells so che farai la scelta giusta, figlia mia.>
< Grazie papà ti voglio bene.>
< Te ne voglio anche io tesoro>
< Ciao Leah> ma lei non mi rispose, e no questo è troppo. < Leah, potremmo parlare, per favore?>
Si voltò e guardandomi attentamente negli occhi, disse: Edward mi stava per trattenere, ma io volevo capire perché Leah aveva tutta questa ostilità verso i miei confronti.
< Arrivo Edward e dopo vi darò la mia risposta.>
Leah trasformandosi, si addentrò nel folto della foresta. Io seguivo la sua scia. La vidi, il suo sguardo vagava nel cielo, il suono delle onde che si schiantavano negli scogli era un dolce musica di sottofondo. Le nubi scoprirono il sole e i suoi raggi colpirono la mia pelle rendendola disumanamente bellissima. Ci trovavamo nello strapiombo dove sette anni fa mi tuffai.
< Cosa vuoi Bella?> mi sputò Leah con quanto più odio poteva rivolgermi. 

Vi immaginete Charlie in groppa a Seth??? A me fa troppo ridere, però credo sia bella tutta questa unione no? Mi è sempre dispiaciuto quel piccolo allontanamento tra bella e i suoi genitori ecco perchè ho cercato qualche escamotage XD
Altra cosa che mi dava terribilmente fastidio  era l'atteggiamento che Leah aveva nei confronti di Bella. Leah è uno dei miei personaggi preferiti, bella, forte, coraggiosa, e questa distanza che si era creata con Bella non mi piaceva.
Cosa succederà nella loro discussione????
Lo saprete alla prossima puntata.
Mi raccomando seguitemi, vi garantisco che non ve ne pentirete ^^ il bello deve ancora arrivare O_O. Recensite a domani **

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Capitolo 14
*** 6. A true Friend ***


Salve ragazze, come va? Perdonatemi per il piccolo ritardo ma in questi giorni ho avuto un po' da fare e non sono riuscita ad entrare... Ma eccomi qui col 6° capitolo, non vorrei spoilerarvi niente con la mia introduzione così parlerò alla fine del capitolo ^^ adesso vi auguro una buona lettura...

    Abyss
LIBRO SECONDO        

6° capitolo

         < Cosa voglio? Leah perché sei così prevenuta nei miei confronti??>
Quel posto era pieno di ricordi e di certo non facilitava le cose. Già una volta io e lei avevamo avuto una discussione, ma in quell’occasione io ero una moribonda mentre lei era una furia. Appena parlai, Leah si voltò nuovamente a guardare il mare, il suo sguardo era freddo, non trasmetteva niente, anzi trasmetteva solo un sentimento: dolore; la sua postura, il suo viso emanavano questa eterna sofferenza. Il fato dopotutto le aveva destinato una vita piena di sofferenza. La perdita del suo amore, la perdita del padre e per finire la perdita della sua femmilità. Ma cosa c’entravo io, ancora non riuscivo a capirlo.
< Bella io non ti odio.> Il suo modo di parlare era così criptico. In una frase c'era solo soggetto, predicato e complemento, ma in quelle tre semplici parole, lei inseriva molto altro.
< Non mi odi, ma perché mi tratti in questo modo?> L’oceano si stava facendo sempre più agitato, la brezza marina colpiva il mio corpo con furia anche se per me quel contatto era una carezza molto piacevole. Le nubi stavano oscurando il sole, la mia pelle ridivenne nuovamente pallida e senza vita.
I morbidi capelli di Leah venivano scompigliati dal vento, mentre il suo profumo di lupo mi urtava terribilmente i sensi. Lentamente si voltò verso di me e incrociammo i nostri sguardi, il suo non era affatto amichevole.
< Bella tu hai tutto ciò che io desidero, che io ho sempre desiderato.> Quelle parole uscirono dalle sue labbra e trascinate dal vento arrivarono a me, mentre le guance di Leah divennero rosse per l’imbarazzo.
< Io ho tutto ciò che tu desideri? Leah non essere così superficiale.> Capì il suo ragionamento, ma lei non poteva credere che la mia vita fosse perfetta, piena di felicità senza dolore. Ad ognuno di noi la vita riserva gioie e dolori.
< Bella io non sono superficiale, ma guardiamo in faccia la realtà. La tua vita è perfetta. Hai un marito che ami, hai una famiglia che ti vuole bene, hai un padre che ti sta sempre accanto. Hai avuto una delle gioie più belle che una donna possa avere. Hai una vita immortale accanto all’uomo che ami.> Si sentiva che dentro quelle parole c’era tutta l’invidia e il rancore che da anni portava verso i miei confronti. < Mentre adesso ascolta la mia vita. L’uomo che amo ha sposato un’altra e adesso vive felicemente con lei insieme ad una bimba meravigliosa. La mia famiglia è stata distrutta dalla perdita di mio padre, mia madre non è più quella di una volta, e mio fratello nasconde il suo dolore. Non potrò mai amare ed avere una bambina a causa della mia anomalia. Cosa sono io? Non sono ne una donna ne un lupo!>
Ormai stava sfogando tutti i suoi dolori ed io dovevo lasciarla fare, ne aveva bisogno.
< Per anni ho sperato di avere l’imprinting, così tutta questa  realtà passasse in secondo piano, ma adesso me ne sono fatta una ragione. Io sono nata per soffrire, sono nata per non essere felice, per non avere ciò che voglio.>
Quello che successe in quel momento mi lascio molto sorpresa, Leah ci accasciò a terra e col volto tra le mani cominciò a piangere. Doveva soffrire parecchio.
Cercai di mantenere le distanze, anche se il mio corpo si muoveva verso di lei. Non volevo causarle altro disagio, le nostre due specie sono nemiche mortali e forse il contatto con il mio corpo le avrebbe dato fastidio.
< Ascoltami Leah, tu guardi i lati negativi della tua vita ma hai mai considerato i lati positivi? E’ vero che l’amore della tua vita si è sposato con un’altra, ma nel suo profondo ama anche te, il tuo amore non è così grande da essere felice per lui? Non posso capire il dolore della perdita di tuo padre, ma posso sentire ciò che proverei  se mio padre non ci fosse più, e questo sarebbe un dolore immenso, ma la tua famiglia piano piano sta ricucendo i pezzi. Tua madre è felice ed ama mio padre, Seth ha avuto l’imprinting ed è felice e ti ama Leah, come un fratello può amare una sorella. Non puoi sapere cosa il destino ti abbia riservato, perché esso gioca con noi e non sei una anomalia, tu sei speciale, non sei solo una donna o solo un lupo, tu sei una donna-lupo. Ti ammiro sai, con tutto quello che hai passato, tu cammini sempre a testa alta. Leah magari mi puoi disprezzare per la mia natura, per il mio carattere, ma in fondo ti voglio bene e ti considero una sorella.> Quelle parole uscirono dal mio cuore senza nessun controllo da parte mia ma erano vere.
Paino piano mi avvicinai accanto a lei e mi sedetti su una piccola roccia che spuntava dal terreno, Leah alzo lo sguardo e con la mani si asciugò le lacrime.
< Sai bella sorvolando l’invidia che provo per te, non sei tanto male.> Un piccolissimo sorriso le illuminò il volto. Non l’avevo mai vista sorridere, era davvero bella.
< Sai Leah secondo me dovresti sorridere più spesso.> Non so cosa mi abbia fatto dire questo, ma ormai ero sicura che tra me e lei molto lentamente poteva nascere un’amicizia.
Sempre sorridendo mi disse: < Già Bella, mi sa che hai ragione.>
Ci guardammo negli occhi e qualcosa scattò dentro di noi due e scoppiammo a ridere. Che bella sensazione stare accanto a Leah e ridere come due vecchie amiche. In questo momento mi sono resa conto di aver bisogno di una amica non vampira, ma che allo stesso tempo avrebbe capito ed accettato la mia natura. Improvvisamente lo sguardo di Leah si abbassò e le sue guance si colorarono di un delicato rossiccio.
< C'è  qualcosa che vorresti dirmi?>
< Beh... si... sai... c’è qualcuno... nella tribù dei ... Makà che si... cioè... è simpatico... carino... gentile... eh...eh...>
< Ti piace!>
< Non saltare a conclusioni affrettate...  mi intriga un po'.... e solo che...>
< che...>
< non voglio più soffrire.>
 < Sai Leah a volte nella vita bisogna rischiare.>
< Già, ma questo non vale anche per te.>
La guardai incuriosita non capendo a cosa si riferiva.
< Sto parlando di tua madre, secondo me dovresti rivelarle il tuo segreto.>
< La cosa è più difficile di come sembra.>

Sapevo che si stava riferendo al mio amore per Edward. Dopotutto lei aveva ragione. Noi ci siamo innamorati quando ero ancora un umana. Mi sono innamorata della sua persona, della sua gentilezza, bontà, semplicità. Avevo accettato la sua natura, anzi non mi importava per niente, avrei amato Edward anche se fosse stato un mostro. Siamo come “La Bella e La Bestia” ci siamo innamorati di ciò che siamo  dentro, e non dell’involucro che copre i nostri organi. Mia madre poteva continuare ad amarmi, anche se l’involucro era diverso? In fondo non ero tanto cambiata caratterialmente. Sono sempre la stessa Bella, anche se non inciampo dappertutto.
Leah con quelle semplici parole mi tranquillizzò ed aiutò, era davvero una bella persona.
< Chissà perché non abbiamo parlato prima io e te. In fondo siamo simili. Siamo due donne che si fanno troppi problemi.>
< Forse a influito il fatto che una è una donna-vampiro mentre l’altra è una donna-lupo?>
risposi sghignazzando.
In quel momento avevo voglia di lasciare tutto alle spalle, è di fare una cazzata, come non ne facevo da tanto. Non pensare ma godere un momento di estrema follia.
< Sai Leah, una volta per scacciare i pensieri mi buttai da questa scogliera.> Cavolo non ci ho pensato, quel giorno è stato quando il padre di Leah morì.
< Davvero? Ma quando eri ancora umana?>
Meno male, non ne sapeva niente. < Si, si… uno dei tanti sport estremi che in un periodo mi sono dilettata a fare.>  Bella vuoi tenere chiusa quella boccaccia.
< Quando Edward ti ha abbandonato vero?>  Mi guardava negli occhi con estrema dolcezza, non avrei mai pensato che parlare con Leah sarebbe stato così semplice. Lei forse poteva essere l’unica persona a questo mondo che poteva capire il dolore che in quel periodo passai. Tutte e due abbiamo perso il nostro amore, ma lui da me è ritornato e quei nuvoloni scuri lasciarono lo spazio ad un cielo azzurro e sereno, mentre lei vive tutt’oggi in quell’uragano di dolore e solitudine, del suo amore le resteranno solo cicatrici che non si rimargineranno mai.
< Si.> Non riuscivo a pronunciare parole che potessero farle capire il mio dolore di quei giorni. Quel periodo della mia vita fu chiuso dalla mia mente in una cassaforte blindata senza che io sappia il suo codice per non soffrire ancora, fare un passo verso quei ricordi era come profondare in un buco nero, in un abisso di dolore.
< Ancora ti viene difficile parlarne, hai sofferto parecchio?> Il suo viso divenne una maschera di tristezza. Non avevo bisogno del potere di Edward per capire che in quel momento anche Leah stava pensando al suo amore perduto.
< Non so se ho sofferto di più io per Edward o tu per Sam.> O forse abbiamo sofferto tutte e due allo stesso modo.
< mmm… credo che sia una battaglia ad armi pari.> Mi ha letto nella mente? O forse siamo telepatiche? Il suo sguardo si stava rattristando sempre di più. Dico Bella ma proprio di questo dovevi parlare, e che cavolo! Dovevo fare qualcosa, volevo che il sorriso di qualche minuto prima tornasse a brillare sul suo viso.
< Già… Leah ti va ti tuffarti da qui.?>
Forse una bella dose di adrenalina avrebbe fatto bene sia a me che a lei.
< Bella vuoi tuffarti con un temporale in arrivo?>
Ma che discorsi sono, ormai un temporale o un mare in tempesta non può farmi niente, anzi non può farci niente, siamo o non siamo due immortali? < Leah ma cosa potrebbe succederci?>
< Hai ragione… in fin dei conti, siamo due figure mitologiche, un temporale cosa può farci?> Ecco che di nuovo è sbocciato quel dolcissimo sorriso. Lei aveva bisogno di una amica e, adesso che sono arrivata io, sono sicura che Leah ridiventerà la ragazza dolcissima che sicuramente era un tempo.
< Vedrai sarà una bellissima esperienza.> Stavo vagando con la mia mente in quel secondo di estrema follia. L’adrenalina che inondava le mie vene come un fiume in piena, il vento freddo che si infrangeva sul mio corpo morbido e caldo.
< Poi con accanto un'amica ancora di più.> Mi disse Leah porgendomi la mano.
Amica? Quella sola parola mi riscaldò il cuore.
< Aspetta un attimo; ti piace lo shopping?> non volevo un’altra amica-Alice.
< W i jeans e le magliette rockettare!>
A quel punto era impossibile non ridere, mano nella mano ci sporgendo fino alla punta dello scoglio. Il vento era sempre più forte, e l’odore dell’oceano più intenso. Il cielo era scuro, coperto dalle nubi piene di pioggia. Le onde si infrangevano nelle rocce, l’intenso blu dell’oceano era combinato al bianco della schiuma. Era un momento più che magico, mi sentivo libera dai pensieri e dalle preoccupazioni. Ero un tutt’uno con la natura. In quel momento mi sentivo come quel falco.
< 1…2…3…> gridammo insieme.
Al tre ci lanciammo in aria. Che sensazione magnifica, il vento che si scontrava con il mio corpo freddo. Mi sembrava di volare, tutte le preoccupazioni le avevo lasciate in quello scoglio e la mia mente era vuota e assaporava quel momento così intenso.
Era un'altra cosa tuffarsi da vampira, era tutta un’altra sensazione. L’adrenalina fluiva con più vigore, analizzavo ogni singolo secondo, assaporavo l’odore dell’oceano ed ascoltavo la voce delle onde. Ci scontrammo con la superficie dell’oceano, il contatto con la sua temperatura meno gelida del mio corpo mi riscaldò, sentivo le correnti marine infrangersi nel mio corpo di pietra, mentre cercavano inutilmente di portarmi con loro per diventare un tutt’uno col mondo marino.
 Aprì gli occhi ed ammirai il fondale, era uno spettacolo senza eguali, le alghe che svolazzavano a destra e sinistra contemporaneamente, i coralli rossi, le stelle marine impigliate nelle rocce sott’acqua. Era tutto talmente bello che sembrava irreale.
Risalimmo a galla e nuotando arrivammo alla battigia.
< Un esperienza meravigliosa!> gridò eccitata Leah.
< Si bellissima, ci voleva proprio.>
< Hai ragione dovremmo farlo più spesso.>
< Contaci.>
< E dovremmo parlare più spesso Bella>


< Ok.>
< Bella ricordati la nostra chiacchierata, a volte bisogna rischiare.>
< Leah ricordati la nostra chiacchierata, a volte bisogna rischiare.>
Ci salutammo, e ridendo tutte e due, io mi inoltrai nella foresta, mentre Leah si avvio verso casa.
Avevo fatto bene, dovevo parlare molto prima con Leah. Era una ragazza meravigliosa e molto simpatica. Del resto lei ormai non aveva più nessuno, la sua amica l’aveva “ tradita” e magari lei non si fidava più. D’altronde, non poteva nemmeno confidarle ciò che pensava.
Povera Leah, spero che adesso la mia amicizia la possa aiutare a tornare la vecchia Leah e chissà se quel qualcuno non sia la sua anima gemella. Lo spero tanto per lei.
Arrivai nel giardino di casa Cullen, ancora tutti erano lì ad attendermi, magari si aspettavano una lotta all’ultimo sangue tra me e Leah e dopo tutto anche io inizialmente me l’aspettavo.
Non possiamo mai sapere cosa il destino abbia riservato per noi. Chi se lo poteva mai immagginare che io e Leah diventassimo così amiche in soli 10 minuti.
Ridendo entrai in casa. Tutti mi guardarono allibiti. Vero, ero ancora inzuppata per il tuffo.
< Bella cosa è successo? Perché sei inzuppata fradicia?> Mi chiesero insieme Alice e Edward.
Emmet, come sempre, era il solito cretino. < Io lo so cosa è successo. Bella e Leah hanno lottato, lo scontro e stato all’ultimo sangue. La nostra Bella ha avuto la meglio, ha lasciato il corpo senza vita di Leah in una radura e lei essendo piena di sangue e andata a darsi una ripulita nel fiume.>
Ma che immaginazione che ha questo scimmione!
< Bella è successo questo?> Mi chiese Carlisle mentre Esme si portò una mano alla bocca per nascondere la sua espressione.
< Si Carlisle, Emmet ha ragione. E’ successo di peggio. Non sono riuscita a controllarmi ed ho bevuto il suo sangue!>
< Bleah Bella. Hai bevuto il sangue di un cane! Che gusto ha?> Ma stava dicendo sul serio Emmet? Che bei familiari, ci stanno credendo veramente? Mi credono davvero capace di fare una cosa del genere? O forse sono diventata davvero brava a dire le bugie. 
< Capisco! Ma non preoccuparti Bella, in fondo può capitare a chiunque.> disse Carlisle in preda allo sconforto.
Gli unici che ancora non se la bevevano erano Alice, Ed e Jake.
Jacob disgustato si alzò dal divano. Mi guardò negli occhi, fece un mezzo sorriso e si rivolse ai Cullen.
< Ma per favore… Bella non farebbe mai una cosa del genere.>
Ah… Jake… Jake… come sempre lui è l’unico a conoscermi così bene.
Il resto della mia famiglia si rilassò, e l’espressione che leggevo nei loro volti era quella di scuse.
Edward venne da me e mi abbracciò. < Non ne saresti stata capace. Ma perché sei bagnata?>
< Mi sono buttata da uno scoglio.> dissi ridendo.
< Sempre la solita. Hai la possibilità di fare uno scontro epocale ed invece che fai? Ti butti da uno scoglio? Non ti capirò mai.> disse Emmet scuotendo la testa.
Mentre tutti ridevano, sicura di me, mi affrettai a dir loro la mia decisione.
< Ho preso la mia decisione, farò scegliere a mia madre!>


Beh allora cosa posso dire riguardante questo capitolo? In fondo sono già le stesse cose che ho detto in quello precedente. Leah per me è un grande personaggio e volevo "chiarire" la situazione con Bella secondo il mio punto di vista.
E poi come sempre la nostra Bella per prendere una decisione ha bisogno di una bella spinta e chi la poteva dare se non Leah???
Be' ora saremo in attesa dei capitoli con Renèe secondo voi quale sarà la sua reazione???
Andrà in groppa come Charlie o non lo accetterà?
Lo scopriremo alla prossima puntata...


PS: saluto la mia more Nusia che mi ha commentato nei primi capitoli.......
ciao more tesoro... e si finalmente mi sono decisa a postare e dato che ho tutti i capitoli posto con una certa regolarità o.O e no come ho fatto penare a voi XD
La leggi di nuovo o.o che bello!!!!!!!!!!!!!



Bene aspetto le vostre recensioni un abbraccio.
Shine_gr



 

 

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Capitolo 15
*** 7. Thoughts ***


Ciao a tutte, come va? Bene eccomi qui con un altro capitolo, molto bello e toccante a parer mio... qui ci son scritti i pensieri, i sentimenti che Bella prova verso la madre Renèe.  Mi è sempre piaciuto il loro rapporto e l'allontanamento che c'è stato nei libri non è che l'abbia gradito tanto... Bene adesso vi lascio al capitolo, spero vi piaccia... Alla prossima ^^

   Abyss
   LIBRO SECONDO

7° capitolo
 

Non potevano mai aspettarsi una mia decisione detta così su due piedi. Era, però la scelta giusta, ne ero più che sicura. Mia madre aveva il diritto di scegliere. Doveva scegliere se al suo fianco voleva una figlia vampira, o non la voleva.
Gli occhi di Alice si persero nuovamente nel vuoto, mentre io e il resto della famiglia aspettavamo il futuro intravisto da lei. Aprì lentamente gli occhi, nel suo volto non compariva nessuna emozione, sensazione, sembrava una statua di ghiaccio.
< Bene, Bella. Hai fatto la scelta giusta. Tua madre vorrà sapere la verità, e, anche se con molta difficoltà, la accetterà. Bisognerà rivelarle il nostro segreto con molta cautela.>
Perché quell’espressione priva di emozione? Cosa mi sta nascondendo Alice? Perché è così ermetica?
< Alice c’è altro? Mi stai nascondendo qualcosa?> Sapevo che, se mi nascondesse qualcosa, anche se gli e lo chiedessi, lei non mi direbbe niente. Volevo cercare di leggere nel suo viso qualche incertezza, qualche errore nella sua freddezza.
< No Bella, quello che ho detto è tutto ciò che vedo.>
Lo sapevo, nessun errore. E’ inutile, se lei non voleva dirmi ciò che stava pensando o vedendo, non sarei mai riuscita a farle cambiare idea. Dovevo aspettare.
< Come ci organizziamo quindi?> L’ansia stava nuovamente prendendo il controllo del mio corpo. Cosa sarebbe successo domani? Alice mi ha rassicurato che mia madre accetterà la mia nuova natura ma mi guarderà con lo stesso sguardo di sempre?
Oppure incrocerò il suo sguardo spaventato?
In me vedrà la sua bambina?
La sua bambina senza più gli occhi color cioccolato, ma color Ambra.
La sua bambina senza più la pelle morbida e diafana, ma dura e pallida.
La sua bambina senza più sangue e calore.
La sua bambina che non inciamperà dappertutto, non arrossirà più.
La sua bambina senza più un cuore vivo.
Edward era accanto a me che mi accarezzava il braccio, sentivo la scia che la punta del suo dito lasciava nella mia pelle. Solo quel contatto mi impediva di alzarmi ed urlare per sfogare tutto quello che provavo. La sua presenza era la mia ancora di salvezza.
Edward prese la parola, capiva che io non sarei riuscita più a proferire parola ed anche se avessi aperto bocca, l’unico suono che mi sarebbe uscito, sarebbe stato solo un urlo liberatorio. Il freddo stata invadendo tutto il mio corpo, sentivo le mie membra indurirsi, nelle mie vene vuote sentivo il freddo attraversarle come un fiume in piena, adesso mi sentivo una statua abbandonata in mezza ad una bufera di neve.
< Secondo me ci dovremmo comportare come ci siamo comportati tempo fa con Charlie. Già per lei sarà un duro colpo vedere che nessuno della famiglia Cullen in sei anni sia invecchiato. Sarebbe meglio che ad accoglierla in casa ci fosse Charlie, si potrebbe sentire più sicura vedendo un po’ di normalità in questa casa.>
“Se mia madre saprà che Charlie era a conoscenza di tutto mentre a lei l’ho tenuta lontana per cinque anni, si sentirà tradita.”
< Penso invece che la presenza di Charlie non giovi in quel momento. Renèe potrebbe ferirsi, se sapesse che Charlie è a conoscenza di tutto.> Per un momento ho pensato che Edward mi avesse letto nel pensiero, ma era impossibile. Lui l’aveva inquadrata subito a Renèe.
< Edward ha ragione. La presenza di Charlie la farà “ingelosire”, conviene che ad aprire la porta ci vada Esme, le è molto affezionata. Bella ed Edward saranno, come con Charlie, seduti sul divano, mentre tutti noi cercheremo di comportarci come degli umani. Lei noterà il cambiamento di Bella e chiederà spiegazioni. Bella tu le dovrai dire il meno possibile, conosci le nostre leggi e i Volturi aspettano solo un pretesto per attaccarci di nuovo.>
Certo le dovevo dire il meno possibile, ma con quel poco lei doveva capire tutto. Doveva capire quanto le voglio bene, che le mie menzogne erano solo a fin di bene. Doveva capire quanto la ami, ma che allo stesso tempo io ami questa nuova vita, la mia nuova famiglia e il mio amore. Deve capire che sono felice, che ho tutto quello che una donna possa desiderare.
Alice cercò di rincuorare Nessie. Sentendo l’ultima indicazione della zia, si rattristò molto.
< Certo zia. Domani mattina andrò a caccia con Jacob e al mio ritorno sperò di potermi presentare con mia nonna.> Jacob prese la mano di Nessie e la strinse forte.
< Perfetto Nessie tesoro. Bella per precauzione dovresti andare a caccia anche tu!>
Questo era scontato, non volevo avvicinarmi a mia madre senza prima aver cacciato, anche se dall’ultima caccia sono passati solo due giorni.
< Andremo a caccia questa stessa notte.> decise Edward.
Emmet riusciva sempre ad essere così ottimista e a farti venire il buonumore, ma ne io ne Edward questa notte avevamo voglia di scommettere.
< Bene allora, io ed Edward andiamo a caccia, ci si vede domani mattina. Grazie di tutto.> Volevo soprattutto ringraziare Alice e abbattere  quel muro che aveva creato. Mi avvicinai a lei e l’abbracciai, lei ricambiò il mio abbraccio. Mi accarezzava dolcemente i capelli e mi sussurrò nell’orecchio queste parole. < Bella, ci sarò sempre per te, anche se hai una nuova amica.>
Cosa? Era solo per questo che Alice era così fredda nei miei riguardi? Solo perché avevo stretto amicizia con Leah? “Non ci posso credere, ma quant’è gelosona la mia sorellina,cognata ed amica”.
< Sei gelosa di Leah? >
< Con me non ti sei mai voluta buttare dalla scogliera e poi perché non vuoi un’altra amica-Alice?>
Non ci potevo credere, sinceramente pensavo che essendo in compagnia di Leah, Alice non sarebbe riuscita a vedere  la nostra discussione. Mi sbagliavo, il potere di Alice stava diventando sempre più forte.
< Alice è perché non voglio che un’altra occupi il tuo posto. Sei o non sei la mia stilista personale?>
Questa situazione mi stava divertendo così tanto.
< Ah se è solo per questo allora va bene.> Mi rispose Alice abbracciandomi, anzi penso che sia più corretto dire stritolandomi .
< E comunque dovrei essere io quella arrabbiata. Perché hai aumentato le dimensioni della cabina armadio?> Le dissi imbronciata voltandomi dall’altro lato.
< Ahahah… Bella dove potevi mettere tutta quella lingerie che abbiamo comprato da ShineNusia se no?>
 E’ inutile fare dei discorsi con lei, tanto riusciva sempre a girare il discorso deve le piaceva.
< Ti voglio bene, Alice.>
< Te ne voglio anche io Bella.>
< Mamma io vado a casa con Jacob, va bene?>
< Si… Nessie tesoro.>
Afferrai la mano che Edward mi porse e cominciammo a correre, mi voltai un’ultima volta verso Alice e incrociando il suo sguardo sentì un brivido crescere dentro di me. Perché Alice è triste se abbiamo chiarito quel malinteso? Forse è stata solo la mia immaginazione a farmi un brutto scherzo.
 
Camminavo senza sapere dove andavo, mi lasciavo guidare da Edward, tanto ero sicura che mai e poi mai sarei sbattuta in un albero e se ,anche fosse successo, non mi sarei fatta niente.
Il mio sguardo si alzò e iniziai ad osservare il cielo. Era una serata bellissima, la luna piena era così bella, così luminosa. Il cielo era popolato da miliardi di stelle, tanto che il blu intenso della notte si vedeva ben poco. C’era una leggera brezza che scompigliava i nostri capelli e riscaldava i nostri visi.
Intorno a noi c’era il silenzio, la natura stava dormendo cullata dalla notte.
Mi bloccai, appena capì dove Edward mi aveva portato. Solo dal profumo dei fiori e dal suono scrosciante di un ruscello non troppo lontano, avevo capito  tutto.
Eravamo nella nostra radura, nel nostro luogo magico.Il campo dei fiori era più bello che mai, l’erba sfiorava le mie gambe, mentre la radura ci accoglieva.
Mi sdraiai a terra e ritornai a guardare la luna. La sentivo così vicina che alzai un dito per poterla sfiorare.
< Oggi è più bella del solito.> La luna brillò con più intensità, come a volermi ringraziare del complimento che le avevo fatto.
Edward si sdraiò accanto a me ed io lo abbracciai. Carezzava delicatamente il mio viso, pareva che invece di accarezzare il mio volto, sfiorasse una bolla di sapone fragile e delicata.
< Come ti senti adesso?>
Appoggiai la testa nel suo petto, non sentivo il suo cuore battere, ma percepivo il battito d’amore che Edward provava per me. < Adesso molto meglio, grazie per avermi portata qui.> Questa radura era piena di ricordi, era piena del nostro amore, piena di noi, riusciva sempre a rilassarmi.
< Bella, io per te farei qualsiasi cosa, ti amo troppo!>
< Edward non riesco ad immaginarmi una vita senza di te, senza di noi. Tu mi hai donato tutto ciò che potevo desiderare.>
< Anche tu, amore mio. Tu mi stai dando un motivo per vivere questa eternità.>
Sentivo la musica della natura custodire questo momento così magico, così romantico.
Alzai il mio volto e lo avvicinai lentamente al viso di Edward, chiusi gli occhi e posai le mie labbra sulle sue. Non c’era questa volta passione, frenesia; c’era amore, dolcezza, tenerezza.
Finimmo di baciarci, incrociai i suoi occhi e restammo a fissarci per non so quanto tempo.
Cosa sarebbe la mia vita senza Edward? Sarebbe un cielo senza luna, la natura senza alberi, il sole senza calore, una vita senza amore.
Appoggiai nuovamente la testa nel suo petto e rimanemmo in quella posizione, mentre la notte faceva il suo corso. Non avevo nessuna voglia di alzarmi, volevo restare in questo mondo parallelo con Edward per sempre.
< Bella dobbiamo andare a cacciare qualcosa.>
Ci alzammo con un movimento fulmineo e lasciai che i sensi del cacciatore che erano in me si ampliassero. Percepì la scia di una preda e mi fiondai verso di essa.
Non pensavo, non ragionavo, non ero più in me. Svoltai verso ovest e mi arresti alla vista di un orso.
Misurando tutto accuratamente, in meno di un secondo stavo già prosciugando la mia preda.
Non appena bevvi tutto il sangue che aveva mi voltai verso di Edward.
Non c’era! “Dove è andato?”
Cercai il suo profumo nell’aria e non appena lo trovai segui la sua scia. Aveva scovato un branco di alci e stava dissanguando il capo branco. L’odore del sangue mi offusco la mente e mi scagliai su un alce, le mie zanne morsero il collo caldo e peloso della mia preda.
Mi sentivo ubriaca, io riuscivo a stare tranquillamente per 15 giorni senza mangiare. Invece mi son ritrovata  a fare un pasto sostanzioso in soli due giorni.
Sentivo gli occhi di Edward su di me. Mi girai verso di lui, fu inutile dato che lui si lanciò verso di me, buttandoci per terra. Sentivo il suo corpo fremere, la passione accendersi, il suo amore farsi desideroso di un contatto tra di noi.
< Bella sei così sensuale quando cacci.> Dicendomi questo mi bacio con tutta la passione che aveva. Le nostre lingue si incontrarono, si volevano, si desideravano. Prese le mie cosce e spinse il mio bacino verso il suo. Sentivo l’eccitazione crescere in me, mentre le sue mani sfioravano la mia schiena ed io per il piacere iniziavo a sussurrare il suo nome. Si mise sopra di me, la sua lingua dopo aver lambito le mie labbra, scese lungo il collo fino ad arrivare al mio seno. Pressava il suo corpo sul mio, lo volevo, lo desideravo ed ora era mio.
 
Finimmo di amarci quando il raggio di sole colpirono i nostri corpi.
Il momento era arrivato, tra pochissimo tempo avrei incontrato mia madre.
< Quando arriverà mia madre?>
< Tra due ore sarà arrivata. Forza andiamo a casa dobbiamo preparare tutto.>
Non me lo feci dire due volte.
In pochissimo tempo arrivammo a casa, trovammo già tutta la famiglia in salotto.
< Come ti senti Bella?> Mi salutò Esme con un bacio.
< Sono un po’ preoccupata Esme.> Le confessai.
< Come… la notte di fuoco passata con Edward non ti è stata d’aiuto?> chi poteva dire una frase senza senso se non quello scimmione con il cervello da gallina.
< Emmet non mi sembra il caso.> Arrivò in mio soccorso Rose.
Lei non disse niente, non salutò, mi si avvicinò e cinse i miei fianchi.
< Tranquilla Bella, noi siamo tutti con te. Vedrai andrà bene.> 
Alice mano nella mano con Jasper scese in salotto. < Siete tutti pronti?>
< Alice, Nessie è già a caccia?> Le chiesi.
< Bella sta ancora dormendo. Non preoccuparti per lei.> mi rispose sorridendomi per incoraggiarmi.
< Va bene. Charlie sa già tutto?>
< Si Bella, ieri Carlisle gli ha telefonato spiegandogli il nostro piano. Ha detto che era d’accordo e se noi dovessimo aver bisogno di lui basta solo uno squillo e arriva subito.>
< Bene quindi è tutto pronto, manca solo mia madre.>
Con Edward mi sedetti nel divano e disegnando dei cerchi nella mano di Edward contavo i secondi.
Manca solo un’ora e mezza.
Un’ora.
Mezz’ora.
Dieci minuti.
Un minuto.
Ecco il rumore dei pneumatici che salivano lungo il sentiero. L’auto si ferma nel giardino, lo sportello posteriore dell’auto viene aperta.


@Fiorels: Ninaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa more ** si sono sbarcata anche io su efp *//*
auhauhauh non preoccuparti, hai tutto il tempo... anche io devo recuperare le tue e quelle di nu =( *O*
va be' burdell come sempre XD
un bacione tesoro ti adoro **


Allora ragazze che ve ne pare di questo capitolo??? Mi raccomando voglio i vostri pareri...
Shine_Gr

  

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Capitolo 16
*** 8. Renèe ***


Eccomi qua...
Scusatemi ragazze se in questi giorni non ho postato ma ho avuto qualche problemino...
Coimunque adesso eccomi qua... con l' 8° capitolo della mia ff... Finalmente Bella incontrerà Renèe, chissà cosa succederà?! Aspetto le vostre recensioni e spero che questo capitolo vi piaccia...
Alla prossima col 9° capitolo, baci =*

Abyss

LIBRO SECONDO
 


  8° capitolo
 
Sentivo i passi leggeri di mia madre mentre attraversava quei 200 metri che ci separavano. Percepivo la sua ansia, il suo passo insicuro, le sue dite mentre si torturavano, il suo respiro pian piano farsi affannoso.
La distanza tra noi diminuiva sempre di più, mentre i battiti del suo cuore aumentavano.
Nel salotto tutto era pronto. Emmet e Rose erano seduti nel divano intenti a guardare la televisione, o almeno l’occhio umano percepiva quello; Alice e Jasper erano seduti nella poltrona accanto al divano dove io e Edward, ormai da un’ora e mezza, eravamo sistemati.
Esme era di fronte la porta pronta ad aprirla non appena Renèe avesse suonato il campanello. Carlisle era dietro di lei, con quel suo sorriso così caldo ed accogliente che riservava agli ospiti ignari del nostro segreto.
Chissà come sarà cambiata mia madre in questi cinque anni. Le rughe avranno occupato la sua pelle morbida, i capelli avranno delle sfumature bianche; il suo corpo sarà cambiato mentre il mio no.
Io sarò per l’eternità bloccata nei miei 18 anni, non conoscerò le rughe del mio viso, non vedrò mai i miei capelli schiarirsi con l’età.
Non ci avevo mai pensato in questi anni di lontananza, in tutto questo tempo, mi immaginavo la mia mamma come l’ultima volta che l’avevo incontrata.
Si avvicinava lentamente sempre di più, salì i tre scalini e si fermò davanti la porta.
Cosa starà pensando? Guardai Edward mentre lui fissava attentamente l’ingresso.
< Edward, stai ascoltando i pensieri di mia madre?> Volevo sapere quali fossero i suoi pensieri, nessuno mi proibiva di cambiare il piano e nessuno mi obbligava a rivelarle il nostro segreto.
Se per lei tutto questo era troppo, io non le avrei detto assolutamente niente.
< Si.> mi rispose soltanto, senza allontanare i suoi occhi dalla porta.
Si… solo questo mi dici! Edward cosa sta pensando? Gli permisi di leggere questo mio pensiero, perché non avevo più tutta quell’energia che questa mattina sentivo.
A quel punto Edward distolse lo sguardo dalla porta e fisso i miei occhi.
Mi ci voleva quel contatto, era un toccasana per me.
< Amore tua madre è molto insicura…>
< Lo sapevo io…>
< No… aspetta non è come pensi tu. Tua madre si sta solo chiedendo se almeno questa volta riuscirà ad abbracciarti e a rivelarti quanto questa distanza a lei faccia male. In questo momento sta cercando le parole giuste…> mi spiegò rivolgendomi uno dei suoi tanti sorrisi. Questo era un sorriso d’incoraggiamento. <… vedrai amore andrà tutto bene!.> e così dicendo mi diede un bacio dolcissimo sul mento.
< Ti amo.> Lo amavo con tutta me stessa.
< Ti amo anche io. Sta entrando; preparati.>
Senti due intensi respiri mentre il suono del campanello mi giunse alle orecchie.
Il fatidico momento è finalmente arrivato.
Esme aspettò qualche secondo prima di aprire la porta a mia madre.
< Ciao Renèe.> disse Esme, con una piccola dose di stupore nel suo tono. In fin dei conti noi non dovremmo sapere della sua visita.
Mia madre corse ad abbracciarla. Provava un profondo affetto nei confronti della suocera.
Non appena si staccò e la guardò negli occhi, la faccia di mia madre era una maschera di stupore.
< Esme non sei cambiata per niente, sei sempre bellissima. Io invece sono diventata una vecchia brutta e raggrinzita.>

< Troppo gentile e troppo buona. Ciao Carlisle, tutti qui davanti alla porta sembra quasi che mi stavate aspettando. Ed io che volevo farvi una sorpresa. >
Sempre troppo perspicace.
Carlisle con un sorriso che illuminò tutto il salotto le rispose. < Ma che dici Renèe… Io e Esme stavamo andando a farci una passeggiata, quando abbiamo sentito il campanello suonare. > Sembrava una scusa così banale, ma più di questo non potevamo fare.
< Una passeggiata con questo tempo?>
Ero talmente concentrata nell’ascoltare ogni movimento, respiro, parola di mia madre da non accorgermi che fuori era scoppiato un temporale e che temporale!
< Noi  abitanti di Fork siamo abituati a questo genere di clima…Credimi, una passeggiata sotto la pioggia, non c’è niente di più romantico.>. Certo mia madre è abituata al sole, all’afosità di Jacksonville. Mia madre odia la pioggia e il freddo. Il freddo! Il mio corpo è freddo come una lastra di ghiaccio.
< Ho sempre odiato il tempo di Fork. Troppi nuvoloni, troppo freddo. > Avevo ragione, in cinque anni non era cambiata per niente.
Carlisle scoppiò in una risatina e così anche Esme che disse : < Prima o poi ci si abitua. >
< Forse. Carlisle, Bella?>
Ecco, l’inevitabile è arrivato. Cominciai a torturare le mani di Edward, mentre con l’altro braccio avvolse le mie spalle. Come la prenderà? Come reagirà? Non reggo tutto questo stress, non lo reggo più.
< E’ in salotto con Edward, Alice e Jasper. Vieni, accomodati.>
No, no, no, mamma ti prego vattene. Mamma perché vuoi soffrire, e vuoi farmi soffrire, perché?
Torna nella tua tranquilla vita? Questo mondo non è adatto a te. Per favore mamma! No non devo pensare questo, mia madre è qui per me. Vuole abbracciarmi, starmi accanto come un tempo ed anche io volevo questo.

Volevo piangere, non volevo che mia mamma entrasse in questa vita. Per un essere umano venire a contatto con il mondo sovrannaturale e come camminare su un campo minato. Un suicidio! Non è saggio vivere in questo mondo!
Scendi lacrima, perché non scendi a bagnare il mio viso, così posso sfogare un minito di preoccupazione che il mio corpo sta provando.
< Carlisle, ma pure tu! In cinque anni non sei cambiato per niente. Ah…Certo… d’altronde tu sei un dottore! >
Questa non l’avevo capita. Edward cercò di trattenersi, ma alla fine non riuscì a non ridere.
< Perché sono un dottore non invecchio? Renèe questa proprio non l’ho capita!> Si volto a guardarla con attenzione, mentre Edward continuava a ridere. Volevo chiedergli il perché di tutta questa euforia, ma non riuscivo a parlare.
 Prima di rispondere le guance di mia madre si colorirono di un rosso acceso. Fino a quel momento stavo evitando di respirare, ma quella ventata di sangue sblocco tutte le catene che avevo impostato nel  mio corpo. Aveva un odore buonissimo, il più buono che avessi mai sentito, superava di gran lunga quello di mio padre. Dovevo resistere, dovevo resistere. Lei è mia madre! Come posso pensare che il sangue di mia madre sia buono. Bella concentrati!
< Be’  Carlisle, se mi fai un prezzo accessibile, potrei farmi qualche ritocchino anche io.> Mia mamma crede che Esme  e Carlisle si siano fatti un intervento chirurgico? Solo lei può pensare queste cose.
Tutta la famiglia tranne me iniziò a ridere, anzi anche una piccolissima parte di me rideva.
< No Renèe, non faccio interventi chirurgici, vieni…>
Sembrava che tutto il mondo andasse a rilento. Tra le pause del cuore accelerato di mia madre, sembrava che passassero minuti. Percepivo qualsiasi suo rumore, le sue ciglia scontrarsi, i suoi vestiti sfiorarsi, i suoi passi pesanti, il suo respiro, il suo sangue scorrere nelle sue vene. 
Si fermò appena entrata in salotto. Il suo sguardo vago nella stanza alla ricerca di sua figlia, ma sua figlia non c’era. Al suo posto c’ero io, una vampira.
Il suo sguardo si illuminò, un sorrido spunto nelle sue labbra e corse nella mia direzione.
Arrivata di fronte a me, non mi guardo nemmeno. Si tuffò nelle mie braccia, che si aprirono con un gesto involontario. Sentivo il calore del suo corpo, sentivo la morbidezza della sua pelle, sentivo una lacrima scendere dai suoi occhi e scontrarsi con la mia spalla.
Volevo godermi questo momento, questo abbraccio con mia madre, mi mancava così tanto.
Sentì un brivido nascere lungo la sua schiena e mi allontanai subito.
Le cedettero le ginocchia, la afferrai , toccandola delicatamente, e la posi nel divano.
Mi inginocchiai davanti a lei, mentre i nostri occhi si incrociarono.
Lessi le emozioni che, come un libro aperto, le leggevo in viso, una per volta.
Stupore. Incredulità. Amarezza. Perdita. Panico. Ira. Dubbio. Dolore.
Lo sapevo, lo sapevo, questo incontro non poteva mai avvicinarci. L’avrei persa per sempre.
Non riuscì a tenere questo contatto tra di noi, così sconfitta abbassai lo sguardo.
Mia madre avvicinandosi al mio viso, cercando i miei occhi, mi disse: < Bella? Sei guarita? La malattia ti ha fatto questo?>
Era preoccupata per me, emanava un amore così caldo ed accogliente.
L'odore di mia madre era una spada infuocata conficcata nella mia gola. C'era un voglia pulsante che mi spingeva verso il collo di mia madre. Dai miei denti sgorgo veleno e i miei tendini si contrassero. Ma non potevo arrendermi così, io sono più forte del vampiro assetato di sangue che è in me. Non potrei mai fare niente a mia madre. MAI!
< Per non morire, ho fatto questo. > Queste parole uscirono dalle mie corde con furia, cercando di liberarmi da questa angoscia.
< Adesso sei diversa. Resterai fino alla morte così?>
Mamma io non morirò mai! Vedrò scorrere lentamente le ere di questo mondo, vedrò l’essere umano evolversi, cambiare e sviluppare. Vivrò in eterno come gli dei dell’olimpo, come Dio e i suoi angeli nella volta celeste. Sono un essere immortale!
< Si.> Le dissi abbassando lo sguardo.
< Sei sempre splendida e meravigliosa figlia mia.>
 Mi diede un bacio nella guancia e tornando a fissarmi negli occhi, mi regalò un meraviglioso sorriso.
Mia madre mi ha accettato? Anche se non sono la stessa Bella di sette anni fa, mia madre mi ama, mi vuole bene? Si, resterà per sempre al mio fianco.
< Poi questi occhi color ambra ti donano tesoro.>
Dicendo questo, nel suo viso potevo leggerci un dubbio che dentro di lei stava nascendo.
Guardò uno alla volta i volti dei Cullen per ritornare nuovamente nel mio.
< Avete lo stesso colore degli occhi. Cosa siete? Cosa sei diventata figlia mia?>
Cosa siamo? Cosa potevo dirgli?
Cercai l’aiuto di Edward, facendogli leggere i miei pensieri.
< Renèe, stai tranquilla. A Bella non è successo niente, a solo cambiato qualcosina. >
< Voi siete diversi da me?> chiese dubbiosa.
Cercava tutte le domande possibili, affinché potesse capire qualcosa.
Edward continuò a risponderle. < Si.>
< Più di questo non potete dirmi vero?>
< Si Renèe, hai afferrato il concetto. Entrerai, se lo vorrai, piano piano nel nostro mondo, ma sempre con molta cautela.>
< Da quanto sei così?> Tornò nuovamente a guardarmi, nei suoi occhi c’erano tantissime emozioni, pensieri, che leggerli uno alla volta sarebbe stato impossibile.
< Da un po’.> Le confessai.
< Perché non me l’hai detto prima allora?>
< Perché volevo proteggerti!> Un nodo alla gola rese la mia voce rauca e irriconoscibile.
Il viso di mia madre si addolcì e una lacrima scese lungo il suo viso.
< No mamma, non piangere.>
< Bambina mia, mi sei mancata da morire. Non ti lascerò mai più e non ti permetterò di allontanarti. Non mi importa chi tu sia diventata. Mi basta sentire la presenza della mia dolce Bella.>
Le parole di mia madre mi riscaldarono il cuore. Amavo mia madre, l’amavo più di qualsiasi altra persona. Il mio amore per lei era unico. Era diverso dall’amore che provavo per Edward; era diverso dall’amore che provavo per Nessie, o per la mia nuova famiglia o per Charlie.Mi sentivo un’altra, diversa. Mi sentivo nuovamente la Bella umana.
Avevo bisogno di mia mamma, della sua dolcezza, del suo amore verso di me: sua figlia.
Sentì il passo affrettato nella foresta di Nessie e Jacob. Nessie sicuramente non vedeva l’ora di conoscere sua nonna e non potevo darle torto perché aveva una nonna speciale.
Era meglio però informarla della presenza della sua nipotina. Non vorrei che per questa sorpresa a mia madre venisse qualche attacco.
Edward credo che dovremmo informarla prima dell’esistenza di nostra figlia.
Edward si volto verso di me e fece si con la testa. Il suo sguardo era pieno di gioia.
< Mamma c’è un’altra cosa che dovresti sapere.>
< Si, tesoro… dimmi tutto.> il suo sguardo verso di me era meraviglioso. Mia madre era felice, i suoi occhi verdi brillavano come pietre preziose. Se lei era felice, chi ero io per non esserlo.
< Ecco… mamma… vedi… io e Edward abbiamo…> ero imbarazzatissima e allo stesso tempo cercavo le parole giuste per  farle sapere di Nessie.
< Dimmi tesoro, cosa avete avuto tu e….e... AH! BELLA TESORO MIO SEI INCINTA?>
Sapevo che qualcosa l’avrebbe intuita.
< Veramente mamma, sei nonna da un po’.> Come potevo dirle che aveva una nipote di 6 anni anche se sembrava una ragazza di 20?
< SONO NONNA! Ah finalmente… Dai allora dov’è questo frugoletto?>
< Non è un frugoletto. E’ una femmina.> Andiamo per gradi, un po’ alla volta.
< Che meraviglia. Una femmina, non potevo desiderare di meglio. Niente da togliere ai maschietti, ma le femminucce… Va be lasciamo perdere. Dai Bells fammi vedere la mia nipotina.>
< Mamma non è nipot-ina.> ah finalmente ci siamo arrivate.
< Eh? Bella quanti anni ha?>
Nessie e Jake erano pronti ad entrare. Si erano dati una ripulita, nel frattempo che io informavo mia madre. Nessie entrò e si diresse nel salotto dove eravamo tutti riuniti.
Tranquillamente, si avvicinò a me ed Edward, baciandoci e salutandoci con un < Ciao mamma> e < Ciao Papà.>
Mia madre restò schioccata alla vista di Nessie. Sembrava imbambolata, la guadava senza proferire parola. Lo sguardo di Nessie si fece molto preoccupato, si avvicinò lentamente a Renèe e con un sorriso dolcissimo le disse: < ciao nonna.>
Mia madre non resse più a queste rivelazioni e svenne.
Carlisle prese subito un po’ d’acqua fredda e bagnò delicatamente il viso di mia madre. Sapevo che questo prima o poi sarebbe successo. Nessie era mortificata, continuava a scusarsi. Io continuavo a dirle che era tutto a posto, che era normale per una umana non reggere a tutto questo. Sempre addolorata si sedette nel divano accanto alla zia.
Mia madre si riprese, e un po’ spaesata si alzò da terra. Carlisle e Edward la portarono nel divano ed io le fui subito accanto. Era sconvolta e il suo sguardo vagava alla ricerca di qualcosa.
< Mamma cosa stai cercando?>
< Tua figlia. Dov’è? Quanti anni ha?>
Era giunto il momento di dirle la verità, almeno in parte.
< Mamma mia figlia è un po’ speciale. Nessie, tesoro, vieni.>
Venne lentamente verso di noi, misurando i passi, la sua posizione, il suo respiro. Cercava di essere il più possibile umana. Arrivo di fronte a Renèe mentre lei la guardava con gli occhi spalancati.
< Tu sei mia nipote?> Le disse insicura.
< Si, mi chiamo Nessie o col mio vero nome mi chiamo Renèesme.>
< Renèesme… Renèesme perdonami nipotina mia, ma è stato un grandissimo shock. Mi aspettavo una bambina di al massimo qualche anno. Ma ecco, tu sei grande!>
Sempre con quel meraviglioso sorriso le rispose. < Come ti ha detto la mamma, sono speciale.>
< Vieni ad abbracciare tua nonna. Ma quanto sei bella.>
Da quel momento diventarono inseparabili. Parlarono per ore ed ore senza mai smettere.
Mia madre alla fine volle sapere tutto di questi ultimi anni vissute lontane, e come lei anche io volevo sapere tutto della sua vita.
Viveva  sempre con Phil, era ancora innamorata, le si illuminava il viso non appena pronunciava il suo nome. Come da copione, non perdeva occasione di fare sport estremi e come sempre cambiava hobby ogni settimana. Diede una ventata di allegria nella nostra casa. A tarda serata sia Nessie che Renèe non avevano sonno, tanto che ad Alice è venuta la brillante idea di fare un pigiama party.
Ci siamo divertite tantissimo, Rose ordinò del cibo italiano, e per non sconvolgere ancora di più mia madre tutte fummo costrette a mangiarlo. Bleah! Non avevo mai mangiato cibo umano da quando ero diventata vampira e non lo mangerò mai più. Era disgustoso. Poi, dato che mia madre era invidiosa della bellezza delle signore Cullen, Alice come da perfetta estetista, ci sorprese con la sua bravura. Con un po’ di trucco e con un’acconciatura, Alice riuscì ad ringiovanire mia madre di almeno cinque anni. Lotta con i cuscini, spuntino di mezzanotte, barzellette e scherzi vari. Questa è stata una delle notti più belle della mia vita da vampira, logicamente non contando le notti con Edward.
Erano le 4.00 e mia madre e Nessie dormivano beate nella stanza dove una volta ci dormiva Edward. Io ero in salotto con il resto della mia famiglia.
< Bella vedi che tutto si è risolto per il meglio. Tua madre è fantastica.> Mi disse allegramente Rose.
< Si, Rose. E’ unica.>
L’unica che non mostrava felicità era Alice. Se ne stava in disparte, scrutando in continuazione il futuro. Lo si capiva perché ogni minuto i suoi occhi si perdevano nel vuoto per poi tornare alla realtà.
< Alice cosa vedi?> Le chiesi, ero veramente preoccupata. L’ultima volta che ho visto quello sguardo, i Volturi stavano venendo per distruggerci.
< Ah… No niente Bella… emh.... ho visto Ben... emh... Forse Benjamin e Tia verranno a farci una visita.>
Ero un po' titubante, sembrava che Alice mi avesse detto dell'arrivo di Ben e Tia solo per depistarmi, ma in quel momento non ci feci tanto caso. < Benjamin e Tia, che bello. Non vedo l’ora di rivederli.> Però sta di fatto che lo sguardo di Alice era troppo strano, non mi fidavo molto delle sue scuse.
*****************
Eravamo nella nostra casetta, io ero intenta a preparare tutto l'occorrente per farmi una doccia.
< Edward, Alice cosa ha visto?>
< Veramente non lo so e da due giorni che cerca di bloccare i suoi pensieri e ci riesce.>
Blocca i pensieri ad Edward? Questo è un brutto segno, cosa avrà visto? 


Cosa ha visto Alice? Lo scoprirete nel prossimo capitolo... A presto XD

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Capitolo 17
*** 9. Wave of joy ***


Bene bene ragazze eccomi qui, pronta per postarvi il 9° capitolo. Questo a mio parere è uno dei più divertenti,la pazzia di Renèe va alla grande e dà una ventata di freschezza a tutti i Cullen. Non vi anticipo niente, leggete leggete.
Be' spero che questo capitolo vi piaccia e soprattutto vi diverta.
Mi piacerebbe sabere le vostre opinioni, voi Renee come la immaginate? Pazza come me? Recensite mi raccomando... A domani!

Abyss
LIBRO SECONDO

9° capitolo

Erano ormai le 9.00 e sicuramente mia madre e Nessie si stavano per svegliare.

Io ero ancora con Edward nella nostra casetta, stavo dando una ripulita mentre lui era impegnato a farsi una doccia. Sarei andata volentieri a dargli una mano, però prima volevo dare un ultima ritoccata al salotto e alla camera da letto. Volevo far venire mia madre qui, per condividere con lei anche questo posto a me tanto caro.

Mi sentivo felicissima, piena di energia. Adesso si che la mia vita era perfetta, niente poteva cancellare il sorriso che mi si era stampato in faccia.

Passerò tutta la giornata con mia madre, era da tanto che non facevamo qualcosa insieme e finalmente avevo la possibilità di stare tutto il tempo che volevo con lei. Prima tappa: la nostra casetta. Seconda tappa: una gita nella foresta. C’era però una pecca nel mio programma. Non sapevo come mia madre sarebbe arrivata fin qui o come potevo farle fare una gita in questi boschi senza affaticarla. Inizialmente pensavo di portarmela sulle spalle, poi però mi son ricordata la sensazione di quando per la prima volta Edward mi portò con sé e rinunciai subito.

Avevo finito di pulire che Ed uscì dalla doccia.

< Come? Sei uscito? Ed  io che volevo venire ad aiutarti?> dissi con un sorrisetto malizioso.

< Se vuoi ritorno dentro la doccia.> non tornò da solo, prima di entrare mi prese in braccio e mi portò con se. 

Usciti, ci dirigemmo alla cabina armadio. Volevo assolutissimamente qualcosa di comodo e già sapevo cosa cercare e mettermi.  

Li trovai immediatamente; era un jeans firmato Denim e una t-shirt Versace grigia.

 Edward era a dir poco divino. Indossava un pantalone beige CK e una T-shirt col collo a V bianca che gli aderiva perfettamente al suo corpo evidenziando la muscolatura del suo fisico.

< Quei jeans ti stanno benissimo amore!> Esclamo Edward guadandomi con occhi sgranati.

Mi lanciai su di lui, buttandolo nel letto.

< Anche tu non sei così male!>

 Mettendomi a cavalcioni sopra di lui, iniziai a sbaciucchiargli il collo.

< Non sono così male?> disse con fiato smorzato…< questa me la segno!>

< Uh… che paura.>

< Ancora non hai imparato la lezioni dopo nove anni insieme?>

Dicendo queste prese i miei polsi e mi spinse verso la ringhiera del letto. 

e cosi dicendo iniziai a baciarlo.

Amoreggiamo nel letto per un poco, senza andare avanti. Ci staccammo e, dato che era passata un’altra ora, mano nella mano ci dirigemmo a casa Cullen.

 
Aveva smesso di piovere, anche se  il cielo era ancora carico di pioggia. Le scure nuvole occupavano il cielo rendendolo tetro. Sembrava che soffrisse, che trattenesse le lacrime per non mostrare il suo doloree. La natura era silenziosa, l’aria era densa e ghiacciata, la pressione era sempre più forte.

Arrivammo a destinazione, tutti erano in salotto tranne le donne. Loro erano nella camera da letto d’Esme e Carlisle.

Edward cominciò a ridere da solo.

< Perché stai ridendo?>

< Mi avevi parlato della pazzia di tua madre, ma non pensavo che fosse fino a questo punto. Adesso so da chi hai preso ed io che pensavo che assomigliassi a tuo padre>.

< Spiegati meglio.> Io che assomiglio a mia madre? Questa si che mi è nuova.

< Tua madre vuole trasformarsi in un vampiro!> mi disse Edward tranquillamente, come se parlasse della partita di ieri sera o di cosa avesse mangiato a pranzo.

Mia madre è proprio pazza, bisogna ricoverarla in un centro per malati mentali!

< Edward stai scherzando vero?> Si sicuramente Edward mi stava facendo uno dei suoi scherzi imbecilli, anche se questa volta stava esagerando. Mia madre una vampira? Ma per favore!? Lei non penserebbe mai una cosa del genere. MAI?

< No tesoro, non sono mai stato così serio. Vai ti stanno aspettando.>

Vado? Corro… Come può pensare mia madre una cosa del genere? Phil? E  La sua vita? Come gli è potuta venire un idea simile?

< Bella finalmente, ma che fine hai fatto?>

Non riuscivo a mantenere il mio controllo e Alice, Rose e Nessie si accorsero che qualcosa in me non andava, perché mi scrutavano preoccupate.

< Scusami mamma, ma con Edward non ci siamo accorti dell’orario.> Dissi con quanta più acidità potevo mettere nella mia voce.

< Ah… figlia mia non preoccuparti. Tanto ero in buona compagnia.> “Certo, in buona compagnia e con pensieri assurdi.”

< Mi immagino.> Rivolsi uno sguardo cattivo verso le altre.< Cosa avete fatto di bello?>

< Niente di che. Ho chiesto a loro di raccontarmi com’è essere ciò che siete, anche se ancora non ho capito cosa siete.>

“Meglio che non l’hai capito mamma. Molto meglio. Chissà cosa penseresti.”

< Ah. E cosa ne pensi?> Volevo vedere se aveva la faccia tosta di dirmi quello che pensava.

< Che voglio diventare come voi!>Da una parte potevo capire perfettamente il suo ragionamento,  dopotutto lei non sa la nostra vera natura. Vede solo la nostra apparenza, la nostra disumana bellezza.

< Ah! Stai scherzando vero mamma?>

Si mamma, dimmi che stai scherzando. Sto per avere una crisi isterica.

Con un po’ di incertezza nel volto mi disse: < Ma certo tesoro. Come vivrei senza Phil?>

Salvata e salvate tutte per miracolo.

< Meno male… Che dici mamma andiamo, sta per piovere di nuovo, almeno vorrei farti vedere casa nostra.>

< Ma quanto è lontana?>

< Un po’ a piedi bisogna camminare.>

< A piedi? Con la macchina non ci si può arrivare?>

< No.> mentre io dicevo questo, Nessie < mamma scusa ma non puoi portarla tu?>

Ma perché non si stava zitta Nessie? La incenerì con lo sguardo mentre lei si faceva piccola piccola dietro le sue zie. Mia madre a quel punto presa dall’euforia mi disse: < In che senso mi puoi portare tu? Se mi puoi far risparmiare una camminata a piedi io sono d’accordo.>

Ecco lo sapevo che lei avrebbe accettato, pazza com’è. Guardai Alice, in cerca di un supporto ma niente, oggi tutti erano in combutta contro di me.

< Tranquilla Bella, andrà tutto bene!>

< Perché non sei tranquilla figlia mia? Mica ti trasformi in un pipistrello? >

Come si poteva tenere il broncio a mia madre, quando poi alla fine lei se ne usciva con una battuta delle sue. Anche se in effetti è andata molto vicina alla soluzione. Nella leggende i vampiri si trasformano in pipistrelli.

< No mamma tranquilla niente trasformazioni strane.>

< Allora è deciso mi porterai tu!>

< Sei sicura mamma?>

< Sicurissima, non ti trasformi in animali raccapriccianti, non sei uno zombie, non sei un fantasma o un mostro. Aspetta… ci sono, ti sei trasformata in una donna-gatto.>

A quel punto Alice e Nessie si accasciarono a terra ridendo, sembravano in preda alle convulsioni. Rose sicuramente era scappata a riferire le teorie di mia madre a Emmet che per mesi mi tartasserà con storie del tipo Bella la donna-gatto o Pipistrella Bella che fa pure rima.

< Mamma la finisci di dire cavolate, forza andiamo che Edward ci aspetta. Nessie vieni pure tu?>

< Si… si… Mi piace passare del tempo con mia nonna, e così simpatica.>

< Perfetto> urlo estasiata mia madre, mentre io pensavo che mia madre non fosse simpatica ma completamente squilibrata.

Uscimmo nel giardino dove ad aspettarci c’era Edward. Sicuramente anche lui aveva ascoltato la discussione perché cercava inutilmente ti trattenere una risata.

< Quindi Bells, come mi porti?>

< Nelle spalle.>

< Cosa, in spalla? Tesoro sono minimo 5 chili in più di te.>

< Tranquilla mamma, il peso non è un problema, vieni ti do una mano a salire.>

Aprì le braccia  e le presi la mano per aiutarla a salire. Ma sembrava come imbambolata.

< Mamma tutto bene? Se non te la senti possiamo camminare a piedi.> Mentre saliva su di me, mi rispose. < No tesoro non è che non me la sento, mi sembra così strano essere sulle spalle di mia figlia.>

< Per così poco, reggiti mi raccomando.>

Si avvinghiò ed iniziai a correre, contenendomi per non farla andare in panico.

< Bells, sei peggio di una lumaca, anche le giostre per bambini vanno più veloce!>

Come, io stavo andando a rallentatore per lei, anche se il mio corpo mi spingeva ad aumentare la mia velocità, e lei mi dice che sono più lenta di una lumaca? Un vampiro più lento di una lumaca?

< Bene, vuoi andare più veloce mamma? Allora reggiti, questa volta niente freni.>

Così iniziai a sfrecciare tra le piante del bosco denso e scuro come un proiettile, in assoluto silenzio, come se i miei piedi non toccassero terra. Schivavo gli alberi prima che sbattessi contro di loro e l'aria fredda della foresta colpiva il mio viso con estrema gentilezza, secondo i miei sensi.

Mia madre cominciò ad urlare estasiata, non era minimamente spaventata, anzi si stava divertendo.

Stava entrando così bene nel mio mondo, senza paure, con coraggio. Lei era unica, era la madre migliore del mondo.

Iniziò a urlarmi < più veloce Bella! Più veloce!> Io cercavo sempre di contenermi, dopotutto lei aveva un’età e non era indistruttibile ed immortale. Quando, però, iniziavo a rallentare lei mi dava pugni in testa, che se anche non facessero male, mi davano molto fastidio.

Edward e Nessie erano accanto a noi e continuavano a ridere, soprattutto quando mia madre mi colpiva in testa. Non li avevo visti mai così euforici, così allegri. Non è nella natura del vampiro tutta questa giocosità ma forse questa ventata di energia positiva umana ci voleva proprio.

Arrivati nei pressi di casa nostra feci scendere mia madre e iniziamo a camminare i piedi.

Appena mia madre vide la radura, il luogo dove la nostra casa sorgeva da sembrare perfettamente incastonata nel paesaggio, il sentiero di pietre piatte, il giardinetto di rose sotto le finestre, rimase immobile, con lo sguardo fisso nella casa e la mente chissà dove.

< Allora mamma che te ne pare?>

< I sette nani sono a lavorare e qua ci siamo, ma adesso mi vedrò spuntare Biancaneve mentre si mangia una mela avvelenata?>

Non potevo darle torto, anche io la prima volta che vidi questo posto mi sentivo catapultata in una fiaba. Dopotutto la mia vita era un fiaba, io ero la principessa, Edward il mio principe azzurro ed insieme vivevamo il nostro eterno felici e contenti.

< Vuoi entrare?>

< E me lo chiedi? >

L’entusiasmo di mia madre mi rendeva sempre più felice. Forse Edward aveva ragione, assomigliavo a mia madre più di quanto credessi, aveva avuto le mie stesse reazioni alla vista del salotto, della stanza di Nessie, della nostra camera da letto. Continuava a dire: oppure < meraviglioso, meraviglioso.>

Solo alla cabina armadio se nostre reazioni furono diverse; appena mia madre aprì la cabina iniziò a saltellare come una bambina. Sembrava che fosse entrata nel paese dei balocchi; urlava, rideva, prendeva i vestiti a 10 a 10 per poi urlarmi < Posso indossarli?>

Il pomeriggio si trasformò in una sfilata di moda, arrivò pure Alice, perché non si voleva perdere mia madre con un vestito CocoChanel o Valentino.

Il pomeriggio passo così con Nessie e mia madre inghiottite da questa follia.

Fuori iniziò una temporale coi fiocchi. Ad Alice venne la brillante idea di preparare un po’ di cioccolata calda per mia madre e Nessie. Uno due pochi alimenti che Nessie mangiava era infatti la cioccolata. Mentre eravamo seduti davanti al caminetto col fuoco accesso, il telefono di Edward squillò.

Shine..gr

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Capitolo 18
*** 10. What I never expected ***


Bene ragazze eccomi anche oggi qui per postarvi il capitolo. Non vorrei davvero farlo perchè questo capitolo lo odio quanto lo amo. Non voglio introdurvi niente, proprio per farvelo assaporare a pieno. L'unica cosa che spero è quella che vi possa emozionare tanto quanto mi emoziona.  Buona lettura, a domani col 11° capitolo. 

Abyss
Libro secondo

10° capitolo

POV BELLA

 Edward mi porse il cellulare che squillava, dicendo: < E’ tuo padre.>

Sicuramente, dato che ancora non l’avevo contattato, mi voleva chiedere come stava andando con Renèe. Risposi con una voce così tranquilla e cristallina che sorprese anche Edward il quale mi rivolse il sorriso sghembo che tanto amavo.

< Ciao papà.> Mi sentivo felice, piena di vita. Mi sentivo come un campo inizialmente desolato e a poco a poco ricoperto di splendidi fiori, mi sentivo colma di quell’amore che solo i miei cari potevano donarmi, cari che adesso erano tutti vicini a me.

< Tesoro, tutto a posto quindi?>

< Si papà. Come hai fatto a capirlo?>

< Bells, solo dalla voce emani una gioia che sta contagiando anche me.>

Risi.

< Allora sa tutto?> Mi chiese con una voce incerta. Si stava riferendo alla nostra natura sicuramente, si stava chiedendo, se come lui, Renèe, avesse scoperto che la sua unica figlia in realtà fosse diventata una vampira.

< Si è avvicinata alla soluzione, ma ancora non ha capito.>

Mia madre mi guardò, cercando nei miei occhi qualche risposta, ma da me gli arrivò soltanto un sorriso caldo e affettuoso. Ancora ripensare a “Pipistrella Bella” mi faceva morire dal ridere. Mi immaginavo come un pipistrello che svolazzava felice nel cielo notturno. Sapevo che mia madre avrebbe continuato a fare congetture, anche assurde, e sapevo che prima o poi, come ho fatto io, anche lei riuscirà a scoprire la verità.

< Bene, bene… Ma dove sei?>

< Sono a casa.>

< Tua? >

< Si, siamo con Nessie, Alice e Renèe.>Sapeva che il “siamo” comprendeva Edward, difficilmente io e lui ci separavamo.

< Bene. Mi passi a Renèe tesoro?>

< Certo papà!> e così dicendo porsi il cellulare a mia madre dicendo: < Charlie vuole parlare con te.>

< Charlie?> chiamò tranquillamente mia madre.

< Heilà Renèe, sei venuta a Forks e neanche una visitina vuoi farmi?> riuscivo a sentirlo tranquillamente, come se parlassi io al telefono con lui, anzi come se io mi trovassi accanto a lui.

< Charlie sono qui da due giorni, e prima di tutto volevo vedere Bells.>

Sembravano due vecchi amici che chiacchieravano tranquillamente al telefono. La gioia mi stava invadendo sempre di più, ero felice che finalmente dopo tutti questi anni tra loro due si fosse istaurata questa sincera amicizia, nata dall’amore che loro due provavano per me.

< Dato che hai passato due giorni con loro, sicuramente non mangiando niente, ti va di venire a cena da noi? Sue sta preparando un cenetta squisita.>

< Veramente ho finito adesso di gustarmi una deliziosa tazza di cioccolata calda, ma mi farebbe molto piacere venire da voi.>

< Perfetto, però devi trovare un passaggio, la mia macchina è ancora ferma, chissà quando quel disgraziato di Jacob me l’aggiusterà.>

< Non ti preoccupare, penso che un passaggio lo troverò sicuro.> disse mia mamma guardandomi e ridendo. Le è veramente piaciuta la passeggiata sulle mie spalle, tanto che voleva fare il bis?

< Perfetto, allora ci vediamo alle 6.30?>

< 6.30 è perfetto.>

< Allora a dopo. Ciao Renèe, salutami Bella, la mia dolcissima nipotina e tutti gli altri.>

< Sarà fatto, a dopo Charlie.> e dicendo questo chiuse la telefonata a mio padre.

Il temporale si era calmato, adesso si percepiva solo l’umidità densa che avvolgeva la natura rinfrescata dalle gocciole che irruenti si scontravano con essa.

< Conviene incamminarci già da ora, se scoppia il temporale possiamo sempre accompagnarla con la macchina.> suggerì Edward. Aveva ragione, l’aria diventava sempre più gelida e mia madre poteva anche prendersi un malanno se scorrazzava insieme a noi per la foresta.

< Alice, cerca qualcosa a Renèe di più pesante. In modo che si copra bene per il ritorno.>

Altra idea geniale di Edward. Alice in meno di un minuto tornò con un bel cappotto beige, lo porse a mia madre che se lo mise senza fiatare, anche se la faccia diceva ben altro.

La presi in spalla e usciti dalla porta, ci dirigemmo a casa Cullen. L’aria come immaginavo era gelida, sentivo mia madre tremare, mentre io percepivo quel vento, che sfiorava il mio corpo, più fresco e pungente del solito. Non sapevo se correre più veloce per farla stare il meno possibile in quel congelatore naturale, oppure andare più piano possibile in modo da non far colpire il suo corpo da quella brezza tagliente così gelida da sembrare di essere al polo. Mi decisi a correre più veloce, mentre mia mamma si accucciava al cappotto che Alice le aveva preso.

Arrivati a casa Cullen, trovammo già il camino acceso e una tazza di tè bollente per mia madre. Ancora avvolta nel cappotto, si sistemò accanto al camino insieme a Nessie, l’unico corpo caldo della famiglia.

Mia madre si accorse che il resto della famiglia stava il più lontano possibile da lei e contrariata ci disse: < Potete avvicinarvi. Mica sono un’appestata?>

Ma come poteva mia madre pensare una cosa del genere, è completamente assurda.

Emmet, come al solito, scoppiò in una risata, talmente fragorosa, da far tremare persino i muri della casa. < Renèe, più tempo passa, più mi stai simpatica. Dopo Pipistrella Bella ho deciso di darmi al culto del Renèeismo.>

Ecco che parte con “Pipistrella Bella”, da adesso mi sarei dovuta subire idiote storielle prodotte dalla mente malata di Emmet, ma anche per questo io amavo il mio fratellone, per la sua allegria e semplicità, per le sue cavolate che inizialmente possono farti arrabbiare, ma che alla fine ricordandole ti fanno tornare il sorriso.

Mia madre, come il resto della mia famiglia, iniziò a ridere, ma rimise il broncio vedendoci ancora distanti da lei. < Allora volete avvicinarvi sì o no?>

< Mamma non ci avviciniamo, perché, e sicuramente te ne sarai accorta, i nostri corpi sono molto più gelidi di un corpo umano. >

< Ah va bene, ma non m’importa. Bella sono quasi le sei e adesso devo andare da Charlie e voglio stare il più possibile insieme a te.>

< Mamma, mica questa è l’ultima volta che ci vedremo?> Dicendo questo Alice sobbalzo, cosa le stava capitando il questo periodo proprio non riuscivo a capirlo. Non era Alice. Stava sempre in disparte, silenziosa, in un altro mondo, non spiaccicava più un sorriso, a parte questo pomeriggio.

< Lo so, lo so. Ma Bella mi sei mancata tantissimo…> iniziava a rattristarsi e questo non volevo. Mi avvicinai e coprì il suo corpo con una coperta che mi porse Esme. Mi sedetti accanto a lei e dopo un secondo mi sentì stritolare, per modo di dire, dalle braccia di mia madre, mentre lei cinse i corpi miei e di mia figlia. < In questi due giorni mi avete resa la donna più felice del mondo, lo sapete? >

< Sì mamma> dissi io mentre il mio cuore si contorceva per quelle parole così cariche d’amore.

< Nonna, sono così felice d’averti conosciuto!>

Non riuscì a finire la frase, perché entrò Jacob sbattendo la porta. Era più grande e più grosso che mai.

Emanava una potenza che solo quando era in modalità Alfa si percepiva e, se era in modalità Alfa era perché era successo qualcosa di grave. Si mise immediatamente accanto a Nessie, come a volerla proteggere da un pericolo, mentre io preoccupata gli chiesi: < Jacob cosa è successo?>.

< Bella, non posso dirti niente adesso. Sam ha organizzato una riunione in un punto preciso della foresta, ed ha richiesto anche la vostra presenza.>.

Sam che programma una riunione così su due piedi… Jacob così protettivo nei confronti di Nessie… Alice così strana… . Stavo iniziando a comporre tutti gli strani eventi che stavano accadendo.

Mi voltai verso mia madre. < Accompagno prima mia madre da Charlie e poi…>

Jacob mi bloccò. < Bella non c’è tempo da perdere. Prima ci organizziamo meglio è per tutti.>

< Bella non preoccuparti, sai ancora esistono i taxi!>.

Era meglio di niente. < Va bene. Chiama un taxi allora. Lo aspetto con te e vengo alla riunione.>

< Io resto con te Bella, intanto voi…> disse Edward rivolgendosi al resto della nostra famiglia <… potete iniziare ad andare e farvi spiegare cosa è successo.>

< D’accordo Edward, ci vediamo lì allora. Ragazzi?>

Si congedò così Carlisle che partì insieme a Jacob e al resto della mia famiglia, si inoltrano nella foresta. Mia madre chiamò un taxi, salì nella camera che le avevamo dato per il suo soggiorno da noi e si cambiò mettendosi qualcosa di più pesante poi scese e si sistemò in salotto con noi, chiacchierando allegramente con Edward.

Arrivò il taxi. Uscimmo fuori ed accompagnai mia madre fino al taxi.

< A dopo Bella tesoro. >

< Ti voglio bene mamma.>

< Anche io, te ne voglio più della mia stessa vita, figlia mia.>

L’abbracciai, poi lei entrò nel taxi, mentre io e Edward, mano nella mano, ci dirigemmo verso il luogo della riunione.

 POV RENEE
Finalmente rividi il meraviglioso sorriso di mia figlia. Era davvero felice insieme ad Edward, ed io non potevo che volere per la mia unica figlia una vita felice, accanto all’uomo che ama.

Anche se la vita da lei scelta, è una vita immortale. Si, sapevo tutto, ma non ho avuto il coraggio di dirlo a Bella. Me lo disse Charlie quel giorno, che lo chiamai per la centesima volta, chiedendogli di mia figlia. Ero disperata, volevo rivederla, ma sia lui, che Carlisle, che lei continuavano a dirmi che era rischioso, che era inutile ecc… Ma come può una madre stare lontano dalla figlia, quando la carne della sua carne soffre, sta male. Mi dannavo ogni giorno, lottavo contro me stessa, piangevo e mi disperavo.

In quella telefonata con Charlie non riuscì a frenare le lacrime, e mi ritrovai a piangere per l’ennesima volta. Continuavo a ripetere a Charlie che volevo vederla, non m’importava se non potevo riabbracciarla, se non potevo sfiorarla, se non potevo parlarle. Mi bastava solo la sua presenza, il suo sguardo e mi sarei sentita di nuovo mamma, di nuovo felice. Per anni Bella è stata la mia unica ragione di vita, ed anche se adesso ho Phil, Bells resta al centro del mio cuore, al centro dei miei pensieri, al centro del mio mondo. Per lei darei tutto, persino la mia vita.

Ma quando Charlie per calmarmi, per convincermi a stare dov’ero, mi raccontò la verità, io per un attimo dubitai del mio amore verso di lei. Mi sentivo vuota, sentivo che la mia bambina, la mia Bella non c’era più. Odiavo me stessa per aver permesso che questo accadesse, odiavo Charlie, odiavo Edward e odiavo anche Bella. Solo dopo essere arrivata a Forks, dopo aver capito che dopotutto mia figlia era felice, (Chi ero io per dirle cosa doveva e cosa non doveva fare? Chi ero io per strapparle via la felicità?), accettai la sua scelta, anzi iniziai anche ad apprezzarla, tanto da pensare di vivere anche io una vita immortale da vampira con lei. Ma il suo sguardo, il mio Phil, mi  fecero tornare alla vita reale, vita alla quale io ero destinata. Bella è sempre stata speciale, anche da neonata e in tutte le sue fasi evolutive. Da piccola non piangeva, dormiva quando doveva dormire, mangiava quando doveva mangiare, giocava quando doveva giocare. Perfetta, mi sembrava un piccolo alieno. Mi ricordo che quando Bella doveva compiere 10 anni io non sapevo cosa regalarle e così mi feci consigliare dalle mie compagne di yoga. Tutte < comprale una bambola>, < la barbie, le bambine le adorano>, compra questo… compra quest’altro. Alla fine mi decisi e le comprai una barbie che mi costò tantissimo. Il giorno del suo compleanno scartando il regalo, la sua faccia si fece scura. Non le piaceva il regalo. Le chiesi cos’è che non andava  e lei mi rispose < mamma pensavo che mi avresti comprato quel libro di cui abbiamo tanto parlato.> Quale altra bambina a 10 anni per il suo compleanno vuole un libro al posto della barbie?

La mia Bella, mia figlia, il mio orgoglio.

< Signora dove la porto?> Interruppe i miei ricordi il taxista.

< Alla push, accanto al medico.>

< Certo signora.>

Ancora mi sembrava difficile pensare Charlie sposato. Invece era davvero felice con Sue.

Si erano ritrovati. Avevano dei caratteri molto simili, e tutte e due, diversamente questo è certo, hanno sofferto per amore, quindi riuscivano a capirsi perfettamente.

Non mi dava nessun fastidio andare a casa loro, anche se sono l’ex moglie. Adoravo quel nome, ex!

Quante ex sono stata io: la ex fidanzata, la ex moglie, la ex maestra, la ex giocatrice di tennis, la ex libraia… e potrei stare per ore. Io sono la donna-ex, indecisa per natura. Ma questo è Renèe e chi mi ama e riuscito anche ad accettare questa parte  di me.

Iniziò di nuovo a piovere. Poi mi dicono che al tempo di Forks ci si abitua.

Continue piogge, umidità, troppo verde, no... non sarei mai riuscita ad abituarmi io.

Poi troppo pericolo in queste strade bagnate, chissà quanti morti.

< Quella è sua figlia?> mi chiese il taxista, sicuramente riferendosi a Bella.

< Si.> Dove voleva arrivare? Dopotutto questo qui era un giovanotto, poteva avere massimo 27 anni.

< E’ davvero bella! Complimenti!> Ecco, lo sapevo. Meno male che Bella ha passato questa parte dell’adolescenza con suo padre, e meno male che è già sposata con una figlia, non so quello che avrei fatto se no.

< Lo so!>

< E quel ragazzo che le stava accanto? E’ suo figlio?>

Ah! Tesoro ti sei fregato con le tue stesse mani! Trionfale e con tanto di sorriso stampato in faccia gli risposi < NO E’ SUO MARITO!> Non potevo ridergli in faccia, perché non volevo sembrare maleducata, però…

< Be' peccato per me.>

< Non so se la passavi tanto liscia, dovevi vedertela con il mio ex marito.>

< Va be' signora ho capito che non avevo speranza.>

< Infatti!>  Dopotutto questo ragazzo stava iniziando a piacermi, era così simpatico.

Si distrasse un attimo per rivolgermi un sorriso di cortesia, ma…

< ATTENTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!>

 

Non capì cosa successe. Mi vidi solo un camion davanti e la mia vita passarmi come un treno scandagliando tutti i momenti più felici della mia vita. L’assassino della mia vita, quell’enorme camion, colpì il taxi e il contraccolpo mi scagliò davanti sbattendo contro il tergicristallo con la testa, il vetro si ruppe in mille pezzi, mi sentì invadere dall’odore di sangue, chissà cosa avrebbe fatto mia figlia se fosse stata qui. Mi avrebbe salvato? O non avrebbe resistito all’istinto di attaccare sua madre?

No, mia figlia mi avrebbe salvato, mia figlia non poteva mettere fine alla mia vita perché è troppo buona.

La morte non volle finire di giocare con me. Dalla forza del contraccolpo, il mio corpo uscì dall’auto ed andai a finire nel mezzo della carreggiata, col volto rivolto al cielo che piangeva la mia morte. Sarei morta, avrei abbandonato Phil per sempre e non avrei più potuto rivedere gli occhi caldi della mia dolce Bella. Figlia mia, come potrò farti arrivare questi miei ultimi pensieri? Spero solo che il Dio mi permetta di guardare il tuo volto, o forse e meglio di no. Non potrei mai sopportare il tuo viso addolorato per la mia perdita, non me lo perdonerei mai. Sì felice bimba mia, perché sarò felice se solo tu lo sarai.

 

 La luce mi chiamava, ma ancora la mia ora non era giunta. I miei occhi non riuscivano più a vedere, il mio corpo era morto, ma il mio cuore batteva ancora perché non voleva arrendersi, non voleva mollare, sono sempre stata una donna forte dopotutto.

Sentì un urlo che squarciò il cielo, un urlo di dolore, l’urlo della mia bambina.

< MAMMA!! MAMMA! MAMMA!!>

Tesoro mio, no ti prego non piangere, non me lo perdonerei mai figlia mia.

< Mamma, mamma! Edward lasciami andare… Edward DEVO ANDARE DA LEI! MAMMAAAA!>

Figlia mia, mi dispiace, non volevo che tu soffrissi anche per me! No tu non lo meriti!

< EDWARD, CA**O, LASCIAMI… MAMMA… MAMMA ECCOMI SONO QUI… TI PREGO RISPONDIMI MAMMA... NON MI ABBANDONARE, TI PREGO, NON FARLO, HO BISOGNO DI TE.>

No bambina mia e qui che ti sbagli. Sono io ad aver bisogno di te, no tu di me e son felice di morire tra le tue braccia, perché qui mi sento sicura, qui so di stare tra le braccia di una persona che mi ama. Io ti amo bimba mia, sei stata la mia unica ragione di vita. Ti starò sempre accanto anche quando non ci sarò più su questa terra. Adesso non piangere , perché voglio portarmi con me il tuo volto felice.

< MAMMA, GRISSINO, REAGISCI! TI PREGO, TI PREGO! >                       

Devo dirle quanto la amo.. Gli e lo devo dire.

< Bimba mia sì felice. Ti amo.  Addio Bella.>

< MAMMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA… MAMMAAA… NO… NO… MAMMA….>

 

E’ buffo come la mia vita, per una disattenzione, finì. In un attimo persi tutto ciò che di più bello e di più caro avevo. Mia figlia. Non la rivedrò più perché lei è immortale.

Eccomi qua... non so davvero cosa dire in proposito, vi starete chiedendo perchè? Perchè è morta? Lo capirete più avanti... Bella dovrà fare molte altre prove come queste... Mi dispiace davvero perchè Renèe è uno dei personaggi che adoro, ma la sua morte porterà Bella ad un'altra Bella? Basta non parlo più.
Che ve ne pare del capitolo? Mi aspetto tante recensioni ^^ 

Shine_gr

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Capitolo 19
*** 11. Never more myself ***


Bene, eccomi nuovamente qui... La storia ormai sta prendendo piega, stiamo entrando nel vivo e spero davvero che i prossimi capitolo vi piacciano, perchè si ho davvero messo tutta me stessa. Comunque in questo capitolo vedremo come Bella ha vissuto la morte di sua madre, ma prima è successo qualcosa che ha sconvolto tutti i presenti... Vi starete chiedendo cosa? Be' leggete... 
Non dico altro... Vi saluto, a domani col prossimo capitolo...

Abyss

Libro secondo

11 capitolo

PRIMA DELLA MORTE DI RENEE

 Mi bloccai al limitare della foresta, per guardare il taxi e mia madre. Alzai inutilmente la mia mano agitandola.

Perché sentivo questa strana fitta al centro del mio petto? Perché?

Troppo stress pensai e la comparsa di Jacob insieme allo strano comportamento di Alice, non mi hanno facilitato di certo le cose.

Già lo strano comportamento d’Alice, cosa aveva? L’altro ieri pensavo che questo suo comportamento fosse dovuto alla gelosia, ma adesso penso che quel giorno ha cercato solo di depistarmi dal reale motivo.

Avrà visto sicuramente qualcosa, chissà cosa?

Questa riunione poi… Cos'è successo di tanto grave?

Per tutti questi anni, abbiamo vissuto così tranquillamente, che tutti questi strani eventi di questi giorni, mi stavano scombussolando.

< Eccoci tesoro siamo arrivati.>

Ci trovavamo in una piccola radura dove al centro intense nuvole di fumo volavano in cielo.

Un vampiro è stato ucciso!

Edward e io ci sistemammo accanto ai nostri familiari.

< Cos’è successo?> urlai, guardando negli occhi uno alla volta tutti i presenti radunati.

C’erano proprio tutti; tutto il branco di Sam e Jacob al completo, tranne Leah.

Emmett e Jasper senza degnarci di uno sguardo, s’inoltrarono nella foresta, mentre Rosalie, Carlisle ed Esme guardavano il falò con in viso un orribile espressione. E dov’era Alice? La trovai subito, se ne stava in disparte, al limitare della radura seduta con le braccia che abbracciavano le ginocchia, mentre la sua testa faceva su e giù.

< Qualcuno, cortesemente, potrebbe dirmi cosa sta succedendo, dato che qui sono l’unica ancora a non saperlo?>

Mi rispose Sam. < Scusaci Bella. Seth e Colin stavano finendo il turno, quando hanno trovato delle tracce fresche. Embry si era in quel momento trasformato ed ha avvertito tutti noi, mentre Quil ha raggiungo Seth e Colin. Proprio qui hanno trovato il vampiro che si stava cibando di una povera anziana. In quello scempio Quil, Seth e Colin non hanno resistito, anche perché il nostro odio verso la vostra specie è aumentato da quando quei vampiri hanno attaccato Brady, e l’hanno ucciso all’istante. Ma c’è dell’altro…> e lanciò un mantello ad Edward. No, no, non posso crederci. E’ impossibile. Quel colore di mantello, lo stemma, no, no è impossibile; non posso crederci! Che ci faceva qui uno di loro? Non staranno nuovamente… ? No, Alice lo avrebbe visto e ci avrebbe informato. Mi girai, per poter guardare Alice. Incrociai il suo sguardo, senza vita, spento. La faccia deformata, mentre si passava le mani fra i capelli e se li tirava come a volerli strappare.

mi fiondai subito verso di lei e, prendendola dai polsi, la bloccai.

< Alice, Alice cosa succede, che hai visto?>.

Alzò lo sguardo, e incrociando i suoi occhi con i miei, mi sussurrò: < Bella, tua madre è morta.>.

 

DOPO LA MORTE DI RENEE

 < Mamma… Mamma… Mamma… Mamma perché? Perché mi hai lasciato proprio adesso?>

 

4 giorni dalla morte di mia madre.

Dopo che vidi mia madre esalare l’ultimo respiro, dopo aver visto la sua meravigliosa anima abbandonare il suo corpo per andare in un luogo dove io non potrò mai raggiungerla, il mio corpo si spense. Non respiravo più, non parlavo più, non provavo più alcun’emozione. Mi sentivo persa in una foresta oscura senza alcuna luce, senza un sentiero da seguire, senza una ragione di vita.

3 giorni dopo la sua morte, portammo il corpo di mia madre a Jacksonville dove ad aspettarci, distrutto e addolorato c’era Phil. Il suo volto era una maschera di dolore; ogni suo gesto, ogni suo movimento emanava questa maledetta emozione. Appena mi vide, appena mi guardò negli occhi, scoppiò in un pianto liberatorio, buttandosi tra le mie braccia. Quanto volevo piangere anch’io, ma se anche avessi pianto, non sarebbe bastato a sfogare tutto quello che provavo.

ODIO e  RABBIA verso la mia natura, verso me stessa e verso quel destino che stava giocando con la mia vita.

Mi sentivo un macigno al posto del cuore, pesante, troppo pesante.

I funerali si svolsero il giorno dopo, per fortuna anche lì il cielo piangeva la morte di una donna troppo preziosa per questo mondo. L’ultimo saluto a mia madre, quel viso così pacifico e sereno, fu una pugnalata al cuore. Sentire i chiodi rinchiudere il corpo di mia madre in quelle 4 tavole di legno furono un olio bollente versatomi addosso. Vedere la sua bara sprofondare in quella fossa, vedere la terra coprire quel suo nuovo luogo di riposo fu annegare nell’oceano.

Mamma… mamma… mamma… continuavo a chiamarla inutilmente. Cosa potevo sperare però? Che sentendo sua figlia chiamarla,  resuscitasse dal regno dei morti e venisse da me dicendomi : “Sono qui tesoro, non preoccuparti.”

Mi volevo fare forza, volevo sforzare ogni cellula del mio corpo per non vedere ciò che in quel momento stava accadendo. Ma non volli farlo, perché sono masochista, perché mi piace soffrire e logorarmi nel dolore. Vidi il corpo di Phil accasciarsi di fronte la tomba di mia madre, sentì il suo urlo di dolore, vidi le sue labbra baciare quella pietra che da oggi avrebbe rappresentato mia madre.

Dovetti farmi forza, obbligare ogni cellula del mio corpo a fare un passo avanti per aiutare Phil ma questa volta ci riuscì.

 

1 settimana, 6 giorni, 36 minuti, 27 secondi dalla morte di mia madre.

Sono ancora a Jacksonville, con me c’è Edward, anche se è dal giorno della morte di mia madre che non lo guardo più negli occhi, come non guardo nessun’ altro a parte Phil.

Lo dovevo aiutare. Mi sentivo in dovere di farlo. Se non ci fossi stata io, lui si sarebbe lasciato andare e non volevo. Continuavo a dirgli: < Phil sei ancora giovane. So che è difficile ma devi farti forza e continuare a vivere.>

Lui alzando il suo sguardo da terra, mi rispondeva : < Bella io sono morto con tua madre.>

Non mi davo per vinta, non mi arrendevo e cercavo sempre di accendere la scintilla del suo cuore adesso spenta. Anche lui, se per questo non si arrendeva. Era una lotta all’ultimo respiro.

Se Edward fosse morto, io mi sarei comportata come Phil, come potevo aiutarlo se quello che faceva lo credevo giusto?

 

3 settimane, 2 giorni, 1 minuto, 59 secondi dalla morte di Renèe

Son tornata a Forks.

Phil sembra stare meglio adesso, se per meglio vuol dire parlare e vivere la sua vita come un’ombra.

Mi promisi di chiamarlo ogni sera, perché non volevo abbandonarlo.

Ero in salotto ad aspettare Alice perché doveva darmi una spiegazione. Son troppo arrabbiata, e appena me la ritroverò davanti, lo sarò ancora di più e non sarò in grado di pensare e ragionare razionalmente.

Eccola.

< ALICE!>

< Bella, sapevo che alla fine questo doveva avvenire.>.

<. Sapevi della morte di mia madre. LO SAPEVI! Perché è da quel maledettissimo giorno che tu sei strana. Perché? PERCHE’ NON ME L’HAI DETTO? PERCHE’ NON HAI FATTO QUALCOSA?>

< Credi veramente che non abbia fatto qualcosa? Bella come puoi pensare una cosa del genere? E’ vero. Quel giorno ho visto tua madre morire, ma ogni giorno la vedevo morire diversamente. Ho cercato una via, un modo per salvarla, ma non c’era. L’unico modo era trasformarla.>

< Perché non me l’hai detto?>

< Non ti perdonerò mai Alice.>

< Lo so.>

 

1 mese, 1 settimana, 3 giorni, 50 minuti, 30 secondi dalla morte di Renèe

E’ passato un mese, 1 settimana, 3 giorni, 50 minuti, 30 secondi ed ancora non riesco a farmi forza. Non riesco ad uscire da questo vuoto, da questo dolore. Non riesco a trovare una ragione che mi obblighi ad uscire da questa malinconia.

Giorno e notte rimango seduta nel letto a fissare la cabina armadio rimasta aperta da quel giorno.

M’immagino mia madre lì dentro. Me la vedo mentre piena di gioia si prova uno alla volta tutti i vestiti scelti. Non sono sempre sola, delle volte con me c’è Edward, altre volte Nessie.

Adesso sono sola, e mi va bene. Edward starà sicuramente parlando con Carlisle, perché lui questa situazione non la sopporta più. Vorrebbe che io tornassi a ridere, a vivere, ma a me non importa più niente, non m’importa più ne di ridere ne di vivere.

 

3 mesi, 2 settimane, 1 giorno, 59 minuti, 45 secondi dalla morte di mia madre.

Il sole è tramontato, il chiarore di luna accarezza il mio viso rendendo la mia pelle pallida come la neve. Questa notte come tutte le notti sono seduta nel letto. Edward è qui accanto a me, non so se mi guarda o se stia facendo altro. Sento soltanto la sua mano toccare la mia. Vorrebbe aprire le mie dita, chiuse in un pugno, come un bimbo che appena vede un germoglio di rosa cerca in tutti i modi d’aprirlo.

Apri la mano, lui la prese  e me la strinse forte.

Si avvicinò di più a me e con l’altra mano accarezzò il mio volto.

< Bella? >

Ti prego Edward non ho la forza per risponderti, non ce l’ho.

Non farmi soffrire ancora e non soffrire nemmeno tu.

Il mio cuore urla. Supplica un contatto tra noi. Ne ha bisogno, ma il mio dolore è ancora immenso, il mio risentimento verso ciò che siamo, ancora occupa il mio corpo, la mia mente e la mia anima o qualunque cosa io avevo al suo posto.

< Tesoro non puoi continuare a vivere così. Devi reagire. >

Reagire… che difficile parola. Potrei reagire a qualunque cosa il destino infligga a me stessa, ma non trova la forza di reagire di fronte alla sorte inflitta alla persona a me più cara, a colei che mi dato la vita, un corpo per vivere ed un cuore per amare.

< Bells, mi stai ascoltando?>

Sì, Edward ti sto ascoltando, ti ho sempre ascoltato negli ultimi mesi, ogni singola parola pronunciata dalle tue labbra, labbra che mi mancano terribilmente. Non vivo più anche per questo sai?

Il tuo profumo è la mia aria ed il tuo amore è il mio nutrimento; non mi sto più nutrendo di noi e non sto più respirando la tua essenza, non riesco più a guardare nei tuoi occhi per profondarci almeno un’ultima volta, per ammirare la tua anima pura.

< Bella, io non ce la faccio più. Non possiamo più continuare così.>

No, ti prego. Non puoi dirmi questo Edward, non adesso.

Io continuo a vivere solo per te, solo per noi, solo per Nessie. Se tu non ci fossi più accanto a me, il mio corpo si sbriciolerebbe, il mio cuore si frantumerebbe, la mia vita non avrebbe più alcun senso.

< Bella ti prego. So che soffri ancora terribilmente, ma mandami almeno un segno, guardami negli occhi e dimmi che mi ami. Insieme possiamo superare anche questo.>

Sì, il dolore è ancora molto forte. Ogni giorno i miei polmoni annegano in un abisso senza fondo; la mia pelle viene ustionata da un olio bollente ed il mio cuore viene ripetutamente pugnalato ogni giorno, ogni ora, ogni minuto e ogni secondo.

Ripensare agli ultimi giorni vissuti da mia madre, ripensare al suo viso illuminato da quel meraviglioso sorriso, ripensare alla sua voglia di vivere, alla sua energia ed allegria, mi fa odiare sempre di più questa vita, questo mondo, DIO. Dio, questa indefinibile forza che comanda tutto. Lo percepisco, la sento mentre sentenzia la morte o la vita delle persone.

Perché lei? Perché mia madre? Perché uccidere una giovane donna quando nel mondo ci sono tantissimi esseri umani che meritano la morte?

< Bella ti prego.>

Sentire quella voce così triste e malinconica, così… così terribilmente amorevole, fu come se quella voce fosse la chiave di tutto, come se quello fosse lo stimolo che cercavo in questi mesi per svegliarmi.

I miei occhi ruotarono in direzione del suo volto, del mio sole. Ritornare a perdermi in quegli occhi color ambra, così caldi e profondi, sciolsero il mio cuore congelato.

< Edward ti amo.>

Mi stupì risentire la mia voce dopo tutti questi giorni. Dovevo dirlo a Edward quanto l’amavo, quanto ogni giorno della mia vita, il mio amore per lui aumenta vertiginosamente.

< Bella amore ti amo anche io.>

Non appena disse questo le nostre labbra si ricongiunsero. Era meraviglioso risentire il sapore di Edward nella mia bocca. Risentire il contatto tra le nostre due lingue, risentire nei nostri corpi la voglia d’amarci, ancora, ancora ed ancora. Fu come se il mio cuore fosse ritornato intero, come se quei due pezzi del mio cuore fossero stati ricuciti da una mano invisibile.

Lui è sempre stata la mia chiave, la mia vita.

Come potrei vivere senza di lui?

< Ah… No mamma ti prego!>

Nessie…

Scattai verso la sua stanza e la ritrovai al centro del letto mentre tremando, piangeva. 

Cos'è successo a Nessie? E cosa ancora più importante chi è il vampiro trovato nella radura? Cosa succederà?

Shine_gr

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Capitolo 20
*** 12. Dream... ***


Bene, bene eccomi qui ragazze. Scusatemi se in questi giorni non mi sono fatta vedere ma non mi sento tanto bene... Comunque adesso sono pronta per postarvi il capitolo. E' un capitolo di stallo, anche se c'è un piccolo spoiler sui prossimi capitoli... Ho detto già troppo XD Be' vi lascio al capitolo, ringrazio a tutte quelle persone che hanno messo la mia storia tra i preferiti, seguiti e ricordati, come AtormentA, gattoncini, Luby, Rirri Cullen, vampirellamatta93 e Martogola... Grazie ragazze **

Abyss

Libro secondo

12° capitolo
 

Vedere mia figlia piangere, tremare in quel modo fu per me un dolore indescrivibile. Vedere le sue lacrime percorrere il profilo del suo volto, fino a gettarsi nelle lenzuola del suo letto, mi procuro una fitta al cuore. Corsi ad abbracciarla, stringendola con quanta più forza avevo, con tutto l’amore che nutrivo per lei.

“ Nessie, Nessie tesoro cosa è successo? Cos’hai?”

Niente… Continuavo a chiederle cosa fosse successo, ma dalle sue labbra venivano fuori solo gemiti e il suo corpo veniva ritmicamente attraversato da spasmi.

Tremava… piangeva… tremava e piangeva. Così passammo parte della notte. Mia figlia versando gocce di pianto; io cercando di rincuorarla ed Edward, con lo sguardo puntato su Nessie, cercando di leggere  i suoi pensieri, cercando di capire il perché di questa reazione.

Iniziò a quietarsi. Non piangeva più ma il suo volto era fresco e inumidito dalle lacrime, lacrime che ancora facevano a gara lungo il suo viso e il suo collo.

“Nessie… Nessie…” Lisciavo i suoi morbidi capelli e cullavo i nostri corpi. Scattò in me un impulso materno, lei stava avvolta tra le mie braccia, il suo volto poggiato sul mio petto, le sue mani ciondolavano, il suo respiro stava iniziando a regolarsi insieme al battito del suo cuore.

“ Nessie tesoro… tutto bene?” Edward si avvicinò lentamente a noi, la sua mano cominciò ad accarezzare dolcemente il braccio di nostra figlia. In viso aveva uno sguardo freddo, impenetrabile ma allo stesso tempo un’aura, di dolore e rabbia, erompeva dal suo corpo. Cosa aveva visto nei pensieri di Renèesme? Renèe… mia madre… Nessie… mia figlia… Io… sua madre.

Adesso sapevo cosa fare. In questi 3 mesi non mi ero resa conto che la vera ragione della mia vita sono mia figlia e mio marito. Il dolore per mia madre mi accompagnerà per l’eternità, ma non posso abbandonare mia figlia, non posso negarle l’affetto di sua madre.
Lei ha bisogno di me, io ho bisogno di lei.
Come ho bisogno di Edward e lui ha bisogno di me.
Come ho bisogno di tutta la mia famiglia e loro hanno bisogno di me.
Loro sono il mio nutrimento, la mia vita. Tutti insieme formiamo un corpo, ed un corpo per sopravvivere ha bisogno del cuore che pulsa la vita, ha bisogno di un cervello  che comandi e coordini l’ organismo, ed ha bisogno di ogni microscopica cellula che vive, si riproduce e muore.

“ Si.” Rispose Nessie con voce flebile. Era ancora molto scossa. Sobbalzava ogni 3 o 5 minuti. 

“ Nessie tesoro ma cosa è successo?” Le chiesi. Alzò lentamente il volto, soffermandosi su ogni parte del mio corpo, fino a giungere ai miei occhi, ambra e cioccolato fusi insieme dopo tanto tempo.

Dopo di che il suo sguardo vago cercò il contatto con gli occhi di suo padre. Lo trovò e per un microscopico attimo di quella giornata, loro due comunicarono mentalmente.

Edward scostò lentamente il suo corpo, e Nessie ritornò a guardarmi nuovamente.

“ Niente mamma. Solo un brutto sogno.”

Ero ancora confusa, come poteva un sogno ridurla in questo stato?

“ Nessie cosa hai sognato?” Lei sembrava ancora terrorizzata, non sapeva cosa dirmi e presa da un attacco d’isteria ricominciò a piangere.

“ Tesoro perché piangi adesso?” Non potevo vederla piangere, non potevo. Vederla in quel modo mi procurava un dolore violento al centro del mio petto.

“ Mi sei mancata tantissimo mamma.” In questo periodo di vuoto nella mia vita anche mia figlia aveva sofferto. Anche lei mi era mancata terribilmente.

“ Nessie tesoro mio, ti prometto che staremo insieme per sempre.”.

“ Qualunque cosa accada?”

“ Qualunque cosa accada.”

“ Ti voglio bene mamma.”

“ Più della mia stessa vita.”continuai.

Edward ci abbracciò. “ Più della nostra stessa vita.” Pronunciò con voce roca per l’emozione.

 **********************************

“ Adesso tesoro mio torna a dormire, io e tuo padre questa notte staremo qui accanto a te.” Le dissi continuando a cullarla.

“ Va bene mamma buonanotte. Buonanotte papà.” Ci diete sia a me che a Edward un buffetto nella guancia e si accoccolò nel letto.

Dopo qualche minuto il suo corpo si ritirò in se stesso, il respiro si fece più lento e la mente della mia bimba si catapultò in un altro mondo.

 “ Vuoi sapere cosa sogna?” Mi chiese Edward cingendo i miei fianchi col braccio. Andò a sedersi sulla sedia a dondolo, messa nell’angolo più remoto della stanza, e mi mise sulle sue gambe. Io posai  la testa sul suo petto e le sue mani iniziarono ad accarezzare i miei capelli.

“ Si, ma vorrei anche sapere cosa ha sognato prima.”.

“ E’ stato un incubo, nemmeno io ho capito alla perfezione cosa ha sognato, era troppo scossa. So solo che ultimamente fa stranissimi sogni.”.

“ Edward cosa sogna?”

“ Sogna te…”

“ Me? E perché piange se sogna me?”

“ Tesoro se mi fai finire di parlare…”

“ Sì Edward scusami e che…”

“ Lo so… Sogna te con gli occhi rossi!”

Cosa? Me con gli occhi rossi? Non è possibile, una cosa del genere non potrebbe mai accadere a meno che io non faccia più parte della famiglia Cullen e abbandoni il mio stile di vita e questo non accadrà mai. MAI!

“ Ma è solo un sogno giusto?”

“ Si… è solo un sogno…” Edward era insicuro ed anche spaventato. Mi guardava come se a momenti decidessi di mollarli e andarmene lontano da loro, pensava veramente che il sogno di Nessie si avverasse?

“ Edward non accadrà mai! Ti fidi di me?” dicendo questo, presi con le mie mani il suo volto e legai i nostri occhi.

“ Mi fido ti te.”

Sarei rimasta a guardare in eterno i suoi caldi e profondi occhi, in eterno.

“ Allora cosa sta sognando Nessie in questo momento. Ha un viso così luminoso che sarà sicuramente un bellissimo sogno.”.

“ In questo momento sono pensieri che si muovono senza  controllo, sono come nuvole, che si spostano nel cielo, mosse dal vento. E’ un susseguirsi continuo di mezzi pensieri della giornata trascorsa, Rosalie ed Emmet che litigano, li dovevi vedere erano così buffi; Alice che dipinge un paesaggio fantastico, sembra quasi la nostra radura; Jacob, che nei suoi pensieri ha l’aspetto un dio greco, bellissimo, altissimo, imponente, è davvero innamorata di lui. Poi ci siamo noi tre, insieme, abbracciati, ci ama come noi amiamo lei. Adesso sta sognando. Sembra che prendi spunto dai pensieri vaganti di prima. E’una fiaba, è il racconto della nostra vita, vista come nelle fiabe. E il suo"mondo interno" che lei ha dentro di sé e che continua a costruirlo vivendo.”

“E come vede la nostra vita?” Ero così affascinata dai pensieri di nostra figlia, dai suoi sogni, dal suo modo di pensare. Volevo sapere di più.

“ Oggi ha letto alcune fiabe a Bella, la figlia di Sam, è questi racconti stanno influendo nei suoi sogni.”

“ Vai avanti…”

“ E’ un intrecciarsi di fiabe, d’avvenimenti che si collegano perfettamente alla nostra storia.”.

“ Ha una grande immaginazione.”

“ Da qualcuno ne ha preso no?”

“Che cosa vorresti insinuare?”

“ Non eri tu che storpiavi le fiabe a tuo piacimento quando lei era piccola?”

“ Io non storpiavo niente!”

“ A no? E cenerentola e la gamba ingessata chi la inventata? O Biancaneve e i sette vampiri? O la Bella persa nel bosco? Posso andare avanti sai…”

“ Va bene Edward. Hai vinto tu!”

Ridemmo insieme, il nostro rapporto era ritornato bello e incantevole.

L’amore mio e di Edward vivrà in eterno.

“ Andiamo nella nostra stanza? Mi sei mancata tantissimo in questi mesi.”. E dicendo questo, iniziò a baciarmi dappertutto. In viso, nelle labbra, sul collo, sul seno. Ero attraversata da un’eccitazione che risvegliava il mio corpo, risvegliava la voglia di una notte, di un giorno, di una settimana allacciata al mio unico e vero amore.

“ Anche tu mi sei mancato, ma abbiamo promesso a Nessie che saremmo rimasti con lei tutta la notte.”

“ Capirà.”

Mi prese in braccio ed arrivati nella nostra stanza mi buttò nel letto e lui si scaraventò sopra di me, con bramosia del mio corpo. L’eccitazione crebbe, il bisogno di lui dentro di me aumentò. Dalla passione strinsi le dita sui suoi capelli. Gridavo il suo nome, lo volevo, volevo di più da lui. Volevo Edward in tutto il mio corpo.

Continuando a darmi piacere, le sue mani premettero su tutto il mio corpo.

“ Edward ti voglio.”

“ Ogni tuo desiderio è un ordine per me.”

******************************************** 

Finimmo di amarci quando i raggi del sole illuminarono i nostri corpi legati.

Iniziò a baciarmi sul collo, risaliva lentamente sul lobo e riscendeva. Erano baci così teneri e romantici, ma riuscivano lo stesso a mandarmi in estasi.

Allontanarmi da lui per me un sarebbe stato peccato mortale, un sacrilegio. Lo amo.

“ A cosa pensi?” mi chiese, mentre le sue mani mi avvinghiarono ancora di più a lui. Senza il benché minimo sforzo allontanai il mio scudo dalla mia mente per permettergli di leggere i miei pensieri.

“ Uh… Però vorrei sentirli con la tua voce.”. Mi chiese con occhi languidi e con un sorriso che mi abbagliò. “Mi è mancata tantissimo e poi ne sono innamorato.”.

“ Non cambi mai sai Edward. C’è qualcosa in me che non ti affascini? Scommetto che se fossi un mostro con un occhio solo e i piedi palmati mi ameresti lo stesso.” Dissi ridendo e baciando il petto duro e invitante di Edward.

“ Adesso non esageriamo. Anche l’occhio vuole la sua parte!” Così dicendo la sua mano partendo dal mio collo sfiorò il profilo del mio corpo, soffermandosi sul mio petto.

Quel contatto diede vita ad un fremito che inondò tutto il mio corpo come un fiume in piena.

Lo guardai sconvolta. Questa risposta non è da Edward!

“ Dai stupidina, stavo scherzando! Direi che se tu avessi un occhio solo e i piedi palmati, ti troverei ugualmente sexy.”.

Questo è Edward! “ Che scemo che sei!”

“ Tornando al discorso di prima.”

“ Quale?” Gli chiesi. Ero così confusa. Con quel sorriso, con quel corpo, con quegli occhi, avevo dei seri problemi di lucidità.

Rise e poi mi rispose. “ I tuoi pensieri!”

“ Ah… sì…” parlai balbettando cercando di riordinare i miei pensieri. “ Ti amo! Tu per me sei il mio miracolo, il mio angelo, la mia ragione di vita. Io e te siamo una sola persona, siamo due vite intrecciate per sempre.”

“ Mi sei mancata tantissimo Bella. Saremo amanti per l’eternità!”

****************************************************** 

Ci alzammo, ed io andai a farmi una doccia mentre Edward andò a svegliare Nessie. Mi sentivo di nuovo viva, l’amore che la mia famiglia provava per me era riuscito a trovarmi in quella foresta oscura e a condurmi fuori, portandomi nel mio nido, nel mio mondo.

Non dimenticherò mai mia madre, sarà impossibile che questo accada. Vivrò per lei la mia vita. Amerò mio marito, mia figlia, la mia famiglia come lei ha amato la sua vita. Sarò la sua ombra in questo mondo. Lei continuerà a vivere dentro di me.

Uscì dalla doccia e andai a scegliere i vestiti. Indossai una gonna a tubino nera e una camicia rossa fasciata da una cintura nera alla vita. Presi un paio di scarpe Gucci, forse uno delle poche paia di scarpe che mi piacevano ed andai in salotto. Lì c’era Nessie seduta in una poltrona che leggeva -Sogno di una notte di mezza estate. -. Amava particolarmente quella commedia, così come adorava l’autore, William Shakespeare.

“ Mamma… Come sei bella!”

Andai verso di lei e mi poggiai sul bracciolo della poltrona.

“ Grazie piccola. Tu sei ancora in pigiama? Dovresti sbrigarti. Oggi non dovevi uscire con Jacob?”

Guadandomi stupita mi disse: “ Te lo ricordi?”

“ Certo tesoro, anche se non sembrava, io ascoltavo tutti i vostri discorsi in quel periodo.”.

“ Anche quando ti ho detto di zia Alice?”

Mi raccontò di come Alice, dal nostro litigio, viveva. Era sempre silenziosa. Non era vivace e solare come un tempo. Neanche lo shopping riusciva a distrarla. Mi sentivo terribilmente triste per lei, ma ancora non riuscivo a perdonarla, ancora non avevo la forza di tornare a chiamarla sorella. Non so quanto mi ci vorrà per perdonarla.

“ Si.”

“ Sta male mamma, davvero male. E’ dispiaciuta per quello che è successo, ma non poteva fare altrimenti.”

“ Poteva dirmelo!”

“ Se te lo avesse detto, quei ultimi giorni trascorsi con la nonna, come li avresti vissuti? La zia ti ha voluto regalare due giorni trascorsi felici e sereni.”. Nessie aveva ragione. Se Alice mi avesse detto di mia madre, non avrei potuto vivere quei ultimi istanti della vita di mia madre così. Non mi sarei portata con me il suo sorriso, il suo amore, ma solo paura ed angoscia, mia e sua. Ancora però non riuscivo a perdonarla. “ Ci penserò tesoro.”

In quel momento arrivò Jacob. Salutò Nessie con un bacio innocente sulle labbra e a me con uno sulla guancia. “‘Giorno ragazze.”

Mi guardò con il solito sorriso splendente di Jacob, quel sorriso che mi riscaldò quando la mia vita era coperta dalle nubi. “ Bella sei ritornata tra noi?”

“ Si, continueremmo le minacce di morte, lo sai Jacob?!”

“ Non vedevo l’ora… Non c’è gusto cominciare la giornata senza te che mi spacchi le ossa.”

Sussurrai un leggerissimo “Grazie” al mio più caro amico, poi dissi : “ Forza piccioncini, andate e divertitevi.”

“ Ancora devo prepararmi io.” Esclamo Nessie fondandosi subito in camera sua.

“ Nessie aspetta. Oggi non posso uscire. Sam ha raddoppiato i turni e adesso devo andare.”. Si sentiva che Jacob era diviso in due. Voleva col tutto il cuore passare un giorno solo con Nessie, ma non poteva disobbedire, anche se era un’Alfa. C’era quell’istinto di protezione verso la sua gente che lo obbligava ad andare.

“ Non preoccuparti Jacob. Starò con la mamma.” Consolò Nessie a Jacob abbracciandolo.

“ Allora pomeriggio ci vediamo qui o a casa Cullen?”

“ Vieni qui, se non ci saremo vuol dire che siamo a casa Cullen.”

“ Ok amore mio a dopo!” salutò Jacob a Nessie con un bacio in fronte.

“ Ciao Bella.” Mi salutò Jacob mentre io e Nessie lo salutavamo.

Che dovevo fare? Andare da Alice e far ritornare tutto come prima? O prendermi ancora un po’ di tempo?

Shine_gr

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Capitolo 21
*** 13. Anger, Fear, Doubt, Hate... ***


Buongiorno ragazze eccomi qui col 13° capitolo, anch'esso un capitolo di stallo però a volte servono capitoli come questo. Anche perchè nel prossimo avrete una bella, o brutta, sorpresa... Ecco possiamo dire che nel prossimo capitolo entriamo a tutti gli effetti nel vivo della storia, la nostra Bella ne vedrà delle belle. 
Ringrazio _sari_26 per aver messo la mia storia tra i seguiti e a chicca montagna per avermi messa come autore preferito, sono felicissima.

@Martogola: ciao Mortagola  sono felice che ti piaccia la mia storia. Il ruolo di Veive lo si capirà nei prossimi capitoli, diciamo che con la tua ipotesi ti sei avvicinata un pochino XD spero che continuerai a seguirmi. Baci =*

Ed ora vi lascio al capitolo. Buona Lettura ^^

Abyss
Libro secondo

13° capitolo

Edward entrò in salotto. Indossava una camicia bianca, dei jeans scuri e sopra aveva un cappotto nero. Dire che era bello era una terribile affronto, dirgli divino, meraviglioso, splendido non compensavano tutta la sua bellezza.

“ Allora fanciulle cosa volete fare oggi?”

Avvicinatosi a me, cinse i miei fianchi mentre regalava uno dei suoi meravigliosi sorrisi alla figlia.

“ Penso che potremmo andare dai nonni e dagli zii, no mamma?”

No, non avevo la forza, avevo bisogno di più tempo. Volevo stare un po’ da sola, per capire, per riuscire ad accettare e perdonare Alice. Avevo bisogno di qualcuno al di fuori della nostra famiglia, qualcuno che riuscisse a consolarmi ed aiutarmi. Avevo bisogno di Leah. Era da tanto tempo che non parlavo con lei, anzi che non la vedevo. Mi avrebbe fatto bene parlarci, stare un po’ insieme. Si, sarei andata a fare una visitina a Leah poi… poi si vedrà.

“ Ad essere sincera vorrei andare da Leah, e da tanto che non la vedo e non ci parlo. Vorrei andare a farle una visita.”

“ Bene, allora andremo prima da Leah e poi a casa Cullen.” Suggerì Edward, ma io avevo bisogno di stare un po’ sola con lei.

“ Edward ti dispiace se vado da sola? Ne ho bisogno scusami.” Abbassai lo sguardo dicendo questo. Sapevo quanto ero mancata ad Edward e non volevo assolutissimamente sottrarre altro tempo al nostro rapporto, e lo stesso valeva per Nessie, ma avevo bisogno di riordinare le idee. Era ancora da qualche ora che mi ero risvegliata e fare tutto di corsa non mi sembrava una scelta tanto sensata. Volevo prendere i miei tempi.

“ Certo mamma. Faremo così, io e papà andremo dai Cullen mentre tu da Leah e quando ti sentirai pronta ci raggiungerai.”

Perché Nessie era così? Perché era così dolce, così buona, così limpida, così meravigliosa? Aveva preso tutto dal papà. Le loro anime erano molto simili. Erano entrambi due esseri speciali, con un anima pura e di una bellezza dentro e fuori stravolgente.

Guadai Edward che ancora non aveva parlato. Mi abbracciò fortissimo, un onda calda travolse tutto il mio corpo. L’amore mio, Edward. Tutte vorrebbero avere un uomo come lui al loro fianco e per chissà quale grazia, questo miracolo l’ho avuto io.

 “ Non preoccuparti tesoro, ti capisco e lo accetto. Ti chiedo solo di non lasciarmi senza di te per troppo tempo. Ti amo.” Ecco perché l’amavo, ecco perché ogni cellula del mio corpo ogni giorno traboccava d’amore per lui. Come posso meritarlo? Come posso meritarmi Edward?

“ Grazie amore mio, farò il prima possibile. Te lo prometto.”

Alzai il mio viso e congiunsi le nostre labbra in un bacio che voleva dimostrargli tutto ciò che provavo per lui.

“ Bene allora noi andiamo. A tra poco tesoro mio.” Un altro bacio e si avviò fuori.

“ A dopo mamma.” Mi diede un buffetto in guancia ed insieme a suo padre, sparì nel cuore della foresta.

Dopo poco tempo il mio cellulare squillò. Guardai il display per vedere chi era. Phil.

“ Ciao Phil.”

“ Ciao Bella. Come va? Tutto bene?”

“ Si Phil, mi sento molto meglio adesso.” Quanto era gentile Phil. Solo ora sono riuscita a conoscere il vero Phil.  Solo adesso son riuscita a comprendere l’amore che mia madre provava per lui.

“ Si sente dalla voce che sei molto più serena. Sono felice per te.”

Anche lui dalla voce sembrava più rilassato.

“ Tu come stai Phil?”

“ Diciamo bene. Non potrò mai dimenticare tua madre ma sto cercando di superare e convivere col mio dolore serenamente. Sono molto bravo sai? Ci sto riuscendo.”

“Complimenti allora. Ti serviva un po’ di serenità. Lo sai che sei sempre il benvenuto qui da noi, vero?”

“ Lo so Bella. Prima o poi verrò a farvi un visita. Per adesso voglio stare un po’ da solo.”

“ Certo ti capisco. Be’ la porta per te è sempre aperta.”

“ Grazie cara. Adesso io torno a lavorare, devo sistemare tutte le iscrizioni dei nuovi giocatori… Un caos.”

“ Certo Phil a presto. Stammi bene.”

“ Ciao Bella e salutami Edward.”

Chiusi la telefonata con Phil  e dopo poco uscì anche io alla luce del sole. Il cielo, stranamente, era limpido e sereno. Nessuna nuvola si fondeva con l’azzurro del cielo, ed il sole era più luminoso che mai.

I raggi del sole colpirono il mio corpo e miliardi di frammenti di cristallo si illuminarono. Dopo aver corso per un po’, con la brezza che accarezzava lievemente il mio corpo, con l’adrenalina che sorgeva in me quando il mio corpo si mise in movimento, mi venne sete.

Era da molto che non mi nutrivo e con la corsa in me scattò l’istinto primordiale della caccia.

Subito dopo aver pensato questo, una folata d’aria mi colpì trascinando con se l’odore di sangue. Mi scagliai verso ovest mentre tutto il resto del mondo si sbiadiva, perdeva forma e contorno da quanto correvo. Cucciato sotto il sole un delizioso ghepardo si stava riposando. Non gli diedi nemmeno il tempo di pensare alla sua morte che già le mie zanne avevano perforato il suo collo. Il sangue mi diede, energia e vigore. Risentire il calore di questo animale nelle vene del mio corpo fu un piacere ineffabile. Avevo ancora bisogno di sangue, non ero ancora sazia. Andai alla ricerca di un’altra preda e trovandola, un orso bruno, mi lanciai su di lui e lo prosciugai.

Ne avevo abbastanza, adesso ero pronta per andare da Leah. Cercai di sistemare i capelli un po’ arruffati, qualche goccia di sangue che gocciolava e la gonna rialzata.

Mi avviai verso la Push e ,appena varcai il confine, l’odore di lupo mi travolse e ne rimasi un po’ scossa.

Subito dopo un enorme lupo color sabbia mi corse incontro scodinzolando. Era Seth, il mio fratellino. Cavoli quanto mi era mancato. Arrivato ad un centimetro dal mio naso i nostri due occhi si incontrarono, gli sorrisi e dopo pochissimo una lingua enorme lecco la mia faccia.

“ Bleah Seth, anche io sono contenta di vederti ma queste dimostrazioni d’affetto potresti anche risparmiartele.”

Il lupacchiotto continuava a scodinzolare e a girarmi intorno. Che accoglienza.

“ Seth ancora non conosco la lingua dei lupi, potresti trasformarti, così parliamo da persone civili.”

Dalla sua bocca uscì un ululato, sembrava avesse il mal di pancia, in realtà stava ridendo. Andò verso il margine del bosco e dopo poco il mio fratellino Seth venne da me.

“ Bells da quanto tempo! Come stai?” Disse abbracciandomi forte. Che caro ragazzo che era.

“ Ciao Seth, adesso sto molto meglio.”

“ Finalmente, ci sei mancata tantissimo anche qui. Sai Bella junior chiede sempre di te, ieri infatti per calmarla Nessie le ha raccontano un’infinita di fiabe.” Quando parlava di Bella J i suoi occhi diventavano così lucidi che ogni volta mi commuovevo.

“ Allora andiamo.”

“ Perfetto. Ma perché sei venuta?”

“ Era da tanto che non vedevo tua sorella, almeno con te ci siamo visti di sfuggita quel giorno…”

“ Bells mi dispiace tantissimo per tua madre. E’ strano che i nostri cari muoiano così banalmente, ma la realtà è questa, prima o poi a tutti ci tocca la morte.” Le sue parole sapevano di un dolore antico, rimosso nel tempo ma mai rimarginato. Sicuramente parlava della morte di suo padre .

“ Grazie Seth.” Non sapevo cosa altro rispondergli.

“ E di che Bella. Per qualsiasi cosa io per te ci sarò sempre, siamo amici no. E poi posso comprendere in qualche modo il tuo dolore.”

“ Grazie Seth veramente, sei un carissimo amico.” E dicendo questo lo abbracciai forte.

“ Non sai quanto mi sia dispiaciuto non poter venire a Jacksonville, ma Leah diceva sempre – Bella adesso ha bisogno dei suoi cari non di noi, quindi Seth stai buono e a cuccia. –“ disse imitando perfettamente la voce della sorella. “ Non la sopporto quando mi deve dire stai a cuccia, mica sono un cane io.”

Risi. “ E no, tu sei un fiero lupo mutante.”

Mi guarda sconvolto. “ Preferisco essere chiamato Licantropo, mutante mi sa tanto di alieno, non mi piace.”

Adesso ero io a guardarlo sconvolto. “ Ma allora Seth sei troppo esigente.” E scoppiammo a ridere.

“ Esigente io? Ma va… tu non hai nella testa 12 ore su 24 tua sorella con i suoi pensieri da ragazza innamorata, sembra di essere tornati all’asilo.” Non ci avevo più pensato, Leah aveva un infatuazione verso quel ragazzo della tribù dei makà, chissà com’è andata.

“Quindi Leah…” Non mi diede il tempo di parlare che lui mi interruppe subito.

“ Bella ti spiegherà tutto lei, io più ci penso più mi viene il voltastomaco.”

L’avrei chiesto a lei. Mi venne un dubbio in mente.

“ Quel giorno Leah non era nella radura. Dov’era?”

“ Con lui appunto. Dopo quello che era successo l’abbiamo cercata dappertutto ma niente, non l’abbiamo trovata. Anche Sam la cercava, certo noi del nostro branco sapevamo dov’era e non ne abbiamo fatto una tragedia, Sam invece… Comunque si è procurata una bella sfuriata da Jake.”

Sicuramente era il loro primo appuntamento. La curiosità stava crescendo sempre di più.

“ Avete trovato qualche indizio?”

“ La situazione è più complicata ed allarmante di quanto credevamo. Sia i Cullen che noi siamo molto preoccupati, da quel giorno siamo tutti in allerta. Comunque abbiamo trovato qualche traccia, alcune sono molto familiari, ci conducono sempre nella stessa radura, dove troviamo sempre un vampiro che si ciba, adesso riusciamo a controllarci anche perché dobbiamo arrivare fino in fondo a questa storia, ma nessun vampiro collabora, ci attaccano e il nostro istinto di sopravvivenza e più forte e lo finiamo. Siamo in questo circolo vizioso da tre mesi. Ci siamo fatti aiutare da Emmet e Jasper, secondo loro c’è di mezzo un vampiro con qualche strano potere, perché l’odore molto spesso sembra mischiato, come se fosse un composto chimico, non so se mi son spiegato. ”

La situazione è molto di grave di quel che credevo. “ E da tre mesi che siete in allerta e non siete arrivati a capo del mistero?”

“ No Bella, mi dispiace ma credimi stiamo facendo tutto il possibile.”

“ Certo Seth, non ti devi scusare assolutamente con me, state facendo tutto il possibile.”

Dopo di che arrivammo a casa di Sam. Ad aspettarci fuori dalla porta c’erano Emily e la piccola Bella che era sempre più graziosa e più somigliante alla mamma. Aveva quei due grandi occhi scuri, così belli, così intensi; la pelle delle stesse sfumature della mamma e i boccoli castano chiaro le ricadevano fino le spalle.

“ Ciao Emily, ciao piccola quanto ti sei fatta bella.”

Fece qualche versetto alzando le braccia verso di me. La presi in braccio e passai parte della mattinata chiacchierando con Emily mentre Bella J giocherellava con una ciocca dei miei capelli e Seth la guardava imbambolato con un sorriso da ebete. Dopo un oretta salutai Emily, Bella e Seth e mi diressi a casa di Leah.

Arrivata bussai alla porta. Dopo poco tempo venne ad aprirmi Leah ma in lei c’era qualcosa di diverso. Prima di tutto era truccata, secondo era vestita con un elegantissimo abito corto fucsia, in più aveva due occhi lucidi e innamorati.

“ BELLA!” Rimase ferma, imbambolata a guardarmi, stupida e felice di vedermi.

“ Leah, scusami se son venuta senza avvisarti. Se vuoi vado via, non voglio crearti nessun disturbo.”

“ Ma che disturbo, vieni Bella accomodati. Mi stavo preparando ma ancora ho un po’ di tempo.” Le sue guance si colorirono di rosso. Era una Leah diversa, non più fredda e scontrosa ma amorevole ed allegra.

“ Prepararti? Dove devi andare conciata in questo modo?” Adesso tutta la mia curiosità stava per essere appagata.

“ Emh… Non so se ti ricordi di quel ragazzo…”

Non la feci nemmeno finire di parlare. “ Quel ragazzo che ti piaceva della tribù dei makà?”

“ Lui precisamente. Be’ stiamo insieme da qualche mese e.. oggi mi porta a cena fuori…” Adesso era imbarazzatissima.

“ Leah wow… Sono felicissima per te tesoro. Dimmi tutto. Come si chiama? Quanti anni ha? Cosa fa nella vita? Come vi siete conosciuti?” Le domande mi uscivano senza che io prendessi fiato.

“ Bella aspetta. Prendi fiato, respira. Allora si chiama Nuha, ha 24 anni, studia all’università di Seattle.”

“ Non mi hai detto la parte più importante. Dove vi siete conosciuti?”

“ Da quand’è che sei così curiosa?”

Forse stavo cercando di prendere tempo. Non sapendo cosa rispondere, feci le spalluccie.

“ Va bene. Ti ricordi quando abbiamo parlato, no? Bene il giorno dopo presa da una strana follia sono andata dai makà, sai li ci sono molti miei conoscenti. Comunque poco dopo arriva lui, non so come iniziamo a parlare e mi invita ad uscire. Usciti, mi ha portato a casa sua. Ha preparato una cenetta a lume di candela, tutto perfetto, tutto romantico e poi… beh… e poi.. eccoci qui.”

“ Finalmente un po’ di semplicità.” Quella frase mi uscì senza che io ci pensassi. Leah mi guardò negli occhi e poi scoppiammo a ridere.

“ Leah, sono davvero felicissima per te. Meriti adesso un po’ di felicità.”

“ Io devo ringraziare te Bella, se non fosse stata per te io non sarei mai andata, tu mi hai dato la forza.”

“ Grazie a te Leah.” Sono davvero felice per lei, felice che finalmente, dopo tante sofferenze, la vera Leah è riuscita a venir fuori.

“ Tu come stai Bella?”

Ecco che siamo arrivate al punto critico della discussione. “ Adesso mi sento molto meglio.”

“Scusami se sono stata poco presente ma l’esperienza mi ha fatto pensare che in quel momento accanto a te tu non volessi nessuno se non le persone più importanti per te.”

“ Non devi scusarti, hai fatto quello che credevi giusto.”

“ Sicura che stai meglio? Deve essere stato un brutto colpo per te. Noi immortali anche se non ci facciamo caso ci abituiamo all’idea della non morte e quando essa arriva ne restiamo sconvolti e soffriamo di più.”

“ Si, non avevo mai pensato alla morte di mia madre, era ancora troppo giovane per me, ma come oggi mi ha detto Seth, prima o poi tutti dobbiamo morire, ed è toccata a mia madre. Sarà molto cinico  questo discorso ma sto cercando di aggrapparmi dappertutto per cercare di non sprofondare più.”

“ Si… Edward, Nessie, Alice stanno tutti bene? So di queste strane tracce, anche io le ho trovate, è molto molto strano tutto ciò.”

“ Edward e Nessie stanno bene, adesso sono dai Cullen. Alice…” Non riuscì più a parlare.

“ Cosa è successo?” Mi chiese Leah preoccupata.

Le raccontai tutto quello che era successo.

“ Non riesco a capirla, perché non ha detto niente, si poteva evitare tutto ciò.”

“ Alice ci ha detto che non si poteva evitare, in un modo o nell’altro lei sarebbe morta, almeno che noi non la trasformavamo in una vampira.”

“ E non si poteva trasformare?” mi chiese dubbiosa.

“ No, tu faresti mai trasformare tua madre in ciò che sei?” Cercai di farglielo capire nel modo più semplice possibile.

“ No.” Mi rispose sicura. “ Però Bella se tu non volevi trasformarla che motivo hai per essere in collera con Alice. Certo poteva dirtelo ma dicendotelo tu non avresti vissuto quei giorni così sereni con tua mamma.”

“ Lo so.”

“ Non sai cosa fare vero?”

“ Si.”

“ Bella se per te può valere la mia posizione, io al posto tuo farei pace. Dopotutto Alice per te è stata come una sorella, un amica, tutto. E nell’amicizia si perdona e si comprendono le scelte dell’altro.”

Dovevo perdonarla secondo lei, ma io ne avevo la forza? Forse stavo sfogando tutta la rabbia nel nostro scontro, forse io non ce l’ho tanto con Alice quanto con me stessa, con questo destino infame e con la morte insaziabile.

“ Non lo so Leah. Sono così confusa. Vorrei stare sola, rinchiusa su me stessa, senza sentire il resto del mondo ma appena accade mi viene una dolorosa malinconia e vorrei avere qualcuno accanto a me.”

“ Bella so come ti senti. Credimi avere qualcuno accanto non potrà che farti bene.”

Il cucù sulla parete ci fece sobbalzare. Erano le 17.09. Com’era passata la giornata, adesso dovevo andare a casa Cullen e stare un po’ con mio Edward.

“ Leah, adesso io vado, così tu hai tutto il tempo per prepararti. Voglio passare un po’ di tempo con Edward.”

“Certo Bells, ci vediamo presto, così ti racconto tutto.”

“ Certo a presto.” Le diedi un buffetto nella guancia e mi diressi fuori. Il sole stava tramontando. La luce del sole si stava affievolendo mentre il cielo si impreziosiva di tanti colori, alcuni ancora da me sconosciuti. Era un panorama sublime. Rimasi immobile a contemplare quel riflesso di luce nel mare per un po’, dopo di che mi diressi a casa Cullen. Dopo aver varcato il confine dei Quileute, un odore familiare e allo stesso tempo sconosciuto invase le mie narici. Subito dopo, davanti hai miei occhi, comparve la persona che in questo momento non mi sarei mai aspettata di incontrare.

Rabbia, paura, dubbio, odio e di nuovo paura entrarono con violenza nel mio corpo.

Adesso voglio le vostre ipotesi XD

Chi ha incontrato Bella????

Shine_gr

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Capitolo 22
*** 14. Goodbye my lover ***


14° capitolo Eccomi qui ragazze... come va? Io ho un mal di denti tremendo -.-'' Allora ecco qui il 14° capitolo. Capisco che il capitolo di ieri vi abbia lasciato con l'amaro in bocca e solo che a me piace lasciare suspance a fine capitolo. Perdonatemi ok? Allora non vedo l'ora di leggere le vostre impressioni su questo capitolo, nell'altro forum c'era una valle di lacrime O_O e minacce di morte XD
@ Martogola: Eccomi qui... non preoccuparti non vi farò aspettare tanto per i capitoli, li ho tutti salvati ormai ^^ Grazie davvero, sono commossa ** Grazie davvero **

Be' non parlo più vi lascio al capitolo. A presto!

Abyss

Libro secondo

14° capitolo

 Bella.

Il mondo sembrò crollarmi addosso. Quella voce, quel corpo, quel viso, quei occhi fecero precipitare  tutto le mie sicurezze. Odio, un odio immenso incenerì le mie vene. Il mio corpo si assestò subito in posizione di difesa mentre dalla mia gola un ringhio basso e terrificante fuoriuscì.

Che calorosa accoglienza.” E dicendo questo si avvicinò con sicurezza e grazia a me. Allungò la mano per sfiorare il mio avambraccio.

Mi scostai. Non volevo che una lurida bestia toccasse il mio corpo. “ Non mi toccare.”

Adoro quando fai la dura.” Mi guardò negli occhi. Rosso e ambra, due condizioni di vita diverse, due scelte diverse, due mondi diversi. Si mise a ridere. Una risata fragorosa, una risata che fece tremare la terra sotto i nostri piedi, una risata che disturbò la quiete del bosco.

Cosa ci fai qui?” Perché il suo odore era diverso? Perché lui era qui? Cosa voleva?

Son venuto a farti una visita cara mia Bella. E da tanto che non ci si vede.”

Non mi sei mancato per niente Felix.” Risposi con tutto l’odio che avevo in corpo. Un odio che mascherava la mia paura. Paura di perdere tutto, paura di risoffrire come qualche anno fa.

Più fai così più mi provochi Bella. Edward è stato molto fortunato ad incontrarti. Ma si può sempre rimediare a tutto.” Nel suo volto così terribilmente beffardo, un ghigno era marcato nel suo viso. Un ghigno soddisfatto, un ghigno di vittoria.

Te lo ripeto. Cosa ci fai qui?” La mia mente mentre parlavo con lui lavorava interrottamente per cercare una soluzione, per cercare una via di fuga, per cercare qualcosa, un qualcosa che ancora non trovavo.

Ancora è troppo presto per rivelarti tutto.

Rivelarmi tutto? Edward… amore mio dove sei? Il mio sguardo andò in direzione della casa, mi trovavo a qualche chilometro, mi trovavo a 10 secondi di distanza dal mio amore.

Stanno tutti bene non preoccuparti, per il momento.”

Cosa vuoi dire?” Se avesse anche solo sfiorato la mia famiglia, lo avrei ucciso in questo istante.

Se tu non farai come dico io, gli altri saranno costretti a intervenire.” Quel sorriso, quella tranquillità nel suo sguardo, nel parlare in quel modo, mi mandava letteralmente in bestia.

Altri?” Altri? questo significava che non era solo lui.

Si Bella. E’ da tre mesi che giriamo da queste parti e voi non vi siete accorti per niente della nostra presenza. Anzi se devo dirla tutta ve ne siete accorti che c’era qualcuno ma non noi.

Cercavo di ricacciare tutta la rabbia che avevo in corpo perché dovevo capire. DEVO CAPIRE.

Non so dirti, in questo periodo sono stata poco presente.”

Eri sola soletta perché il tuo maritino gironzolava nei boschi in cerca di qualcuno. Ma ormai noi siamo addestrati e riusciamo perfettamente a deviare il suo potere, così come quello della tua cara cognata.”

Impossibile, Edward vi avrebbe sentiti.

E no cara. Edward ha un raggio d’azione molto limitato. Bastava distanziarci da lui per pochi chilometri.”

Edward sapeva che i Volturi ci spiavano? No, non poteva saperlo senno non mi avrebbe lasciata a vagare per questa zona senza di lui.

Chi siete?” Questa era la domanda fondamentale. Sapere quanti erano. Sapere che qualunque cosa fosse successa loro potevano superarla indenni.

Tutta la guardia al completo, più qualche nuovo acquisto, qualcuno dei soldati e qualche vampiro per depistare. Diciamo che siamo molto numerosi.”

Tutta questa gente per fare cosa? Cosa abbiamo fatto adesso? Un'altra banalissima scusa per sterminarci?”

Oh no, questa è l’ultima cosa che vuole Aro. Siete troppo preziosi per perdervi. Diciamo che vuole parlare con uno di voi.

Guai a voi se toccherete con un dito Alice.” La rabbia vinse sul mio autocontrollo ed iniziai a vedere rosso. Iniziai a sentire il sangue appena bevuto, ribollire nelle mie vene. Non dovevano permettersi di toccare, di portar via Alice. Non lo avrei mai permesso. Lì, scattò in me, anche qualcos’altro. Mancanza, mancanza del sorriso allegro della mia dolcissima sorella, mancanza di un suo abbraccio, di un suo sorriso.

Alice non ci interessa più. Il suo potere è sensazionale, ma come posso dire, abbiamo scoperto qualcosa di molto più potente, di molto più prezioso e ricercato.”

Nessie…

Scattai in avanti senza aspettare una sua risposta. Appena i nostri due corpi si scontrarono, mi afferrò per il bacino e mi chiuse in una morsa.

Che frettolosa che sei Bella, anche se non volevi di certo farmi del male perché se così fosse è stato troppo semplice. Hai un buon odore anche adesso sai Bella.” Senti il suo respiro nel mio collo.

Lasciami Felix.” Iniziai a strattonarmi, ma la sua morsa era molto simile a quella di Emmet solo un po’ più potente.

Voglio stare un altro po’ così con te. Non sai quanto desideravo un contatto tra i nostri corpi.

Felix ti ho detto di lasciarmi.” Ma non aspettai che fosse lui a lasciarmi. Con tutta la forza che avevo in corpo mi liberai dalla sua morsa, anche se con difficoltà.

Ecco la mia Bella.” Mi disse con un sorriso.

Non sono la tua Bella. Perché tu hai un odore diverso?” Era da tanto che ci pensavo ma non trovai nessuna soluzione.

Umh… non so se potrei rivelartelo… ma si… tanto, in un modo o nell’altro… La risposta è semplice: uno dei nostri nuovi acquisti.

Ma certo solo un potere poteva essere. “ Spiegami come funziona. Chi è?” Volevo sapere il più possibile.

Be’ l’incontro è stato molto inaspettato. Vedi lui stava per essere gustato dallo stesso Aro, quando in lui ha sentito qualcosa di strano. Così come ha percepito qualcosa in Jane, Alec e te. Non ci ha pensato due volte e l’ha trasformato.”

Era strano come Felix rivelasse tutte queste informazioni a me. Perché era così sicuro di sé?

Il suo potere è molto complesso ma grandioso. Riesce a manipolare  l’odore di ogni essere vivente: modificarlo, scambiarlo, ricreare un odore tutto nuovo. Questo è quello che ha fatto a noi, questo è il motivo per cui voi non avete sentito la nostra scia, perché non ci avete riconosciti.

Adesso era tutto molto chiaro, anche troppo forse. “ E gli altri?”

Pavel è il nome del manipolatore dell’odore, il resto vedrai che ci sarà l’occasione per incontrarli.

Incontrarli e quando?” Non riuscivo più a dare un senso a tutto quello che stava accadendo.

Non essere frettolosa.” Un altro dei suoi stranissimi sorrisi.

Felix ti prego, dimmi cosa vuoi e poi lasciami andare.

Posso dirti cosa voglio ma non posso lasciarti andare, mai più.

Le sue parole iniziarono a vorticarmi nella mente, come un uragano. Iniziai a capire qualcosa, anche se mi sembrava impossibile, anche se non volevo pensarci, anche se non volevo crederci. 

Non posso lasciarti andare, mai più… Non posso lasciarti andare, mai più… Non posso lasciarti andare, mai più…

Co… cosa vuoi dire con mai più.” Cercai di dirgli, anche se dalle mie labbra uscì un leggero sussurro.

Si avvicinò a me, e guardandomi dritto negli occhi, mi disse : “ Son venuto per te.

 Il suo alito fresco entrò dentro di me. Le sue parole, si scontrarono col mio corpo con ferocia.

Cosa vuoi da me?” No, no, nonon potevo crederci… No, no, no

Il destino mi stava giocando un bruttissimo scherzo. La sorte stava giocherellando con la mia vita.

Be’ io da te voglio qualcosa di più… Aro si limita a volerti nella sua guardia.”

MAI. 

Andate all’inferno. Non vi seguirò nemmeno se mi smembraste e mi portaste spezzettata con voi. Morirei piuttosto.”

Sacrificheresti la vita dei tuoi familiare con la tua?

Cosa vorresti dire?

Bella è semplicissimo. Secondo te perché mi son portato tutta la guardia di dietro. Se tu mi seguirai senza problemi ti prometto che non faremo niente alla tua famiglia, ma se tu opponi resistenza sarò costretto a dare il via al massacro. Non c’è più il tuo scudo a difenderli dagli attacchi di Alec, Jane e Afton. Allora Bella cosa vuoi fare?

Sembrò che addosso mi fosse crollato l’universo. Sentì le mie gambe cedere, sentì il mio futuro sgretolarsi, sentì già la mancanza di Edward. Del suo sorriso, di un suo bacio, di una sua carezza, di un suo Ti amo.

Maledetto il destino che si era accanito con noi, maledetto il mondo intero.

Non c’era più niente da fare. Mi toccava seguirlo per il loro bene, per la loro vita. Ma mi sto sacrificando con piacere. La loro vita è molto più preziosa della mia.

Anche se darei un ultimo sguardo a quegli occhi che amo più della mia stessa vita, una volta, un’ultima volta per sempre.

Come può la vita in un attimo cambiare? Come puoi dire addio a tutto ciò che fino a qualche ora fa era la ragione della tua vita e lo sarebbe stata per l’eternità?

Come potevo vivere senza l’amore di Edward, senza l’amore di mia figlia.

Come potevo andarmene, dopo che le avevo promesso che noi saremmo stati insieme per sempre?

Come potevo dirgli addio, dopo che avevo promesso a Edward che non me ne sarei mai andata?

Come potevo abbandonarli senza dir ad Alice quanto mi mancava e quanto le volevo bene?

Non ho mantenuto le mie promesse e li farò soffrire per la millesima volta.

Nessie… mia dolce Nessie. 

Allora Bella cosa hai deciso?” Si avvicinò a me e sfiorò il mio volto. Nei suoi occhi vidi accendersi il desiderio. Cos’altro voleva?

Non c’è speranza Bella, dovrai seguirmi. Staremo insieme nella stessa città, nello stesso castello e chissà se non nello stesso letto.

Cosa stai farneticando?”

Ti desidero Bella, così come la mia gola arsa desidera il sangue umano. Tu sei diversa, tu sei speciale, tu sei bellissima…” Mi stava sempre più avvicinando pericolosamente a me.

Sentendo quelle parole gli diedi uno schiaffo.

Cederai Bella. Abbiamo l’eternità che ci aspetta.”

Rimasi sconvolta da quelle parole. Non riuscì a formulare niente, nessuna frase, nessun pensiero, assolutissimamente niente.

Ma in questo momento non mi importava. Nella mia mente era impressa l’immagine del mio dolcissimo Edward. Era impresso il sorriso sghembo che tanto amavo, con i suoi occhi caldi e pieni d’amore per me. Come potevo fargli questo? Come potevo andarmene senza dirgli niente? Come potevo allontanarmi da lui? COME?

Posso almeno salutarli?”

No.”

Questa risposta fu una pugnalata al cuore. No, non potevo andare senza salutarli. Non potevo.

Felix, ti prego. Voglio vederli un ultima volta. Per favore.

Il tuo odore non è manipolato, lo sentiranno e capiranno che qualcosa non và. Non posso Bella.

Non posso andarmene senza almeno vederli un ultima volta.”

La mia voce era flebile, leggera coma l’aria intorno a noi. Mi sentivo senza forza, senza vita. Anche solo parlare in questo momento per me era uno sforzo sovraumano, respirare, sentire i granelli di polvere dentro la mia gola, mi procurava dolore, un dolore immaginario, fatto di fuoco e di gelo.

Non so cosa fu a convincerlo, ma dopo pochissimo tempo mi disse: “ Ci avvicineremo  in modo che tu possa vederli, ma se farai qualcosa, la qualsiasi cosa, io darò il comando agli altri di finirli. Non dobbiamo farci vedere nemmeno da loro. Va bene?

Se questa era l’unica cosa che potevo ottenere, l’avrei accettata. “ Va bene.”

Partimmo verso casa Cullen e in meno di cinque secondi ci fermammo. Eravamo distanti, ma potevo perfettamente vedere la mia famiglia. Ma volevo andare più vicino, volevo sentirli.

Felix ti prego, andiamo ancora un po’ più vicino. Verrò con te, lo prometto, ma devo vederli.

Accetterai anche me?

Ci penserò.” Riuscì solo a dire. In quel momento avrei fatto di tutto, pur di poter vederli.

Perfetto. Adesso chiamo Pavel.” Prese il cellulare, chiese a Pavel di raggiungerci, e dopo qualche secondo un vampiro mi si presentò davanti. La pelle pallida, bianca come la neve come tutti noi, gli occhi rossi e i capelli biondo chiaro da sembrare bianchi. Era di origine sicuramente polacca o russa, lo capì anche dal suo accento.

Pavel creale un nuovo odore. Modificarlo non mi sembra una buona idea, potrebbero riconoscerlo, soprattutto Edward.

Come vuole signore.”

Prese un forte respiro, si bloccò per un minuto continuando a guardarmi negli occhi dopo di che avvicinatosi al mio volto, mi soffiò in viso.

Non gli hai reso giustizia. Il suo odore è molto più buono.”

Ancora meglio.” Rispose Pavel.

Ottimo lavoro Pavel. Adesso torna al tuo posto.

Sissignore.

Pavel scomparve e dopo poco Felix si avvicinò sempre di più alla casa.

Mi fermai io stessa perché non volli andare più avanti.

Una musica dolce mi avvolse completamente e mi fece sentire terribilmente male.

Soffrivo perché non potevo tuffarmi tra le braccia del mio amore.

Non avrei mai più potuto sfiorare il suo viso, posare le mie labbra sulle sue, amarlo con tutta me stessa.

Erano le dita magiche di Edward ha produrre questa melodia. Era un addio, l’ultimo saluto, l’ultimo contatto che tra di noi era permesso. Le note che, leggere ed aggraziate volavano a me, sfioravano il mio corpo come se fossero le labbra o le mani di Edward a carezzarmi.

Questo momento era un arcobaleno grigio, un momento dolce, bello ma allo stesso tempo doloroso e triste. Sentì la dolcissima voce di Alice accompagnare la melodia. Sentì Esme chiedere a Edward a chi fosse dedicata e lui con semplicità nella voce, rispondergli: “A Bella no?!”

A Bella… la tua Bella… la tua amata… la tua rovina.

Non volli più stare un minuto di più. Se dovevo andarmene l’avrei fatto ora e subito.

Dopo un respiro profondo e soffocato accettai la mia condanna. “ Sono pronta.

Felix acconsentì e partì.

Prima di andarmene mi voltai un ultima volta e portando la mia mano sulle mie labbra mandai alla mia famiglia un bacio. Il mio addio verso loro.

*************************************************************

Me ne stavo dietro Felix, la natura incontaminata ci avvolgeva. Dopo poco ci ritrovammo in uno spaziale. Mi fermai perché sentì lo stomaco contorcersi.

Con lo sguardo vagai in questo luogo e mi accorsi che questa era la radura mia e di Edward.

Che assurdità!

In quel momento mi venne il bisogno di scrivergli qualcosa, di scriverei l’amore che io provavo per loro, confortarli con le mie poche parole. Ero sicura che qui Edward l’avrebbe trovato.

Posso scrivergli?

Bella te li ho fatti vedere adesso basta.

Felix ti prego.

Acconsentì anche se non mi rispose. Vidi l’albero dove tanti anni fa, al nostro primo appuntamento, in questo luogo magico, Edward si era nascosto. Percorsi nel giro di pochi attimi quei ricordi e gli occhi iniziarono a punzecchiarmi.

Avrei scritto lì il mio addio.

Sul tronco di quest’albero scrissi:

-Caro Edward, perdonami. Perdonami per il male che da adesso in poi ti creerò. Ma son dovuta fuggire da questa vita. Ho bisogno di stare un po’ da sola. Non cercarmi Edward, perché non ne vale la pena. Appena sarò pronta verrò io stessa da voi. Ti ho amato Edward più della mia stessa vita, ma il destino con noi sta giocando brutti scherzi. Dai un bacio a Nessie e dille che l’ho sempre amata e sempre l’amerò. Saluta tutti i Cullen, di loro che per me sono come una famiglia e che li porterò per sempre nel mio cuore. Infine di ad Alice che l’ho perdonata, che le voglio bene, che per me resterà sempre la mia sorella, la mia unica e vera amica. Ti amo Edward, dimenticami e inizia una nuova vita. Non cercarmi te ne prego.

Addio… Tua amata, Bella.-

 
Il dolore che provai nel scrivere queste semplici parole fu indescrivibile.

Fu come se venissi trafitta da mille chiodi per ogni parola che scrivevo.

Addio mio amore, spero di rivederti un giorno.

Allora non so voi ma io sono tristissima T_T Rileggere questo capitolo è stato un trauma.
Se vi va' ecco il link della melodia che stava componendo Edward. E' una composizione originale di un ragazzo bravissimo, spero vi piaccia http://www.youtube.com/watch?v=pLx1DB1XrGk.

Aspetto come sempre le vostre recensioni. Baci =*

Shine_gr

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Capitolo 23
*** 15. Volterra ***


Salve ragazze come va? Eccomi qui anche oggi col 15° capitolo. Bene possiamo dire di essere entrati nel vivo della storia con la "saga di Volterra", in questi capitoli potete immaginarvi un po' cosa leggerete: la sofferenza di Bella, e i vari intrighi e segreti dei Volturi e tanto tanto altro ancora che non vi dirò altrimenti vi svelo tutto.
@Martogola: ciao cara son contenta che il capitolo ti sia piaciuto e che ti abbia sorpresa soprattutto. Veive arriverà, mancano ancora pochi capitoli e posso assicurarti che entrerà clamorosamente XD
Ringrazio anche epril68  e Malika per aver messo la mia storia tra i seguiti ^^
Adesso vi lascio al capitolo. Buona Lettura

Abyss

Libro secondo

15° capitolo

 
Il mio cuore muto, trafitto da mille lame, mi ha abbandonato.
E’ rimasto nell’alcova del nostro amore, mio Edward.
E’ da una  settimana che i miei occhi non si intrecciano con i tuoi.
E’ da una settimana che le mie labbra cercano inutilmente le tue, nella
speranza di un ultimo bacio.
E’ da una settimana che non vivo più, una settimana che ho detto addio a Bella,
la Bella di cui  ti sei innamorato.
Adesso sono solo un’ automa, senza vita, senza te.
Mi manchi sai? Ma tu, a causa di ciò che sono o sarò, sei in rischio di vita
e non posso permettere che qualcuno, per causa mia, ti faccia male.
Perdonami se puoi amor mio. Anche se sarà impossibile.

Perché tu dovresti perdonarmi se già io non riesco a perdonare me?

 Guardavo la luna alta nel cielo così pallida e incantevole, seduta su una sedia nella mia camera.
Settima notte senza di Edward, settima notte rinchiusa in questo castello, segregata dai Volturi.

Gli occhi non fanno che pungermi, le labbra sono avvizzite, il mio respiro è irregolare o addirittura assente. Non percepisco più odori, suoni, sapori. Sto resistendo alle continue tentazioni dei Volturi così come fece Carlisle durante la sua permanenza qui. Mi nutro di sangue di pecora o il massimo che posso ottenere è il sangue di un cinghiale. Ma resisterò perché non voglio assolutamente distruggere l’ultima cosa che invisibilmente mi tiene allacciata ai Cullen: la mia umanità.

Non sento più l’adrenalina scorrermi nelle vene del mio corpo, non sento più l’amore che provo per Edward, idratare le mie membra. Non sento più niente, non sono più io.

Non voglio essere più me stessa, perché questo corpo, queste braccia vengono continuamente insudiciate da Felix. Ogni notte entra nella mia camera chiedendo ciò che non avrà mai, ed ogni notte va via sempre più infuriato e determinato. So quello che in quel giorno mi è fuoriuscito dalla bocca. Ma non potrei mai concedermi ad un altro, preferirei la morte. Ed a causa delle continue lusinghe e attenzioni di Felix, il rapporto con Jane è diventato insostenibile. Da quel che ho potuto scoprire, Jane è follemente innamorata di Felix ma lui non le presta alcuna attenzione e così l’inimicizia che c’era in noi, risiede stabilmente nelle nostre mani e nei nostri corpi, e la sfoghiamo nel combattimento e più resto qui, più mi trasformo in una macchina da guerra.

Passo giornate intere ad allenarmi con Renata per migliorare il mio scudo, passo ore ad esercitarmi con Felix per migliorare le mie tecniche nel combattimento corpo a corpo e passo il resto delle ore a vagare per i piccolissimi boschi della Toscana per perfezionare il mio fiuto.

Lavorando con Renata mi son resa conto che il mio scudo è molto più complesso e potente di quel che pensavo, ma nessuno lo sa tranne la sottoscritta. Non so quello che farebbero se sapessero quello che da adesso in poi sono in grado di fare. Cerco di allenarmi con discrezione, con padronanza del mio corpo e del mio scudo, anche se si sta risultando molto ma molto difficile.

Sto sfogando il mio dolore in questo, quando combatto con il resto della guardia, la rabbia prende il posto al dolore e posso passare qualche minuto di annebbiamento totale. 
Ma a chi voglio ingannare? A me stessa.
Passo le notti e i giorni a ricordare. Ricordare ogni frazione di secondo di quel maledettissimo giorno. Ricordo il mio dolore, ricordo l’ultima nota di Edward condurmi verso la fine dei miei giorni, ricordo la sua voce accompagnare dolcemente il mio nome, ricordo il mio ultimo bacio volare dalle mie labbra, ricordo  il mio corpo voltarsi e dire addio a ciò che ero.

******************************************** 

Percepisco l’odore inconfondibile del mio corteggiatore e mi preparo. Senza bussare, apre la porta.

“ Buonasera Felix.” Lo saluto con un po’ di acidità nella voce. Stava turbando le mie ore notturne, le ore che dedicavo al mio lontano amore.

“ Bella…” Dalla sua voce compresi che questa notte non avrebbe accettato rifiuti.

“ Cosa vuoi Felix?”

“ Quello che voglio tutte le notti, e che tu continui a negarmi.” Il suo sguardo era deciso, guardava il mio corpo con desiderio e passione. Il suo sguardo nel mio corpo mi faceva terribilmente male.

“ Non posso.” La mia voce era un leggerissimo sussurro. Ma lo percepì ugualmente perché il suo viso divenne una maschera di odio.

“ Non tornerai più dai Cullen, rassegnati.” Mi sputò in faccia queste pochissime ma verissime parole. Parole che come una ghigliottina divisero in due il mio corpo.

“ Lo so. Ma io sarò sempre legata ad Edward in un modo o nell’altro.”

“ Non provocarmi Bella. Potrei far fare una brutta fine al tuo adorato Edward.”

Presa da un attacco di isteria gli urlai contro. “ E come vorresti farlo? Andrai da Aro e dirai:- Aro Bella non si vuole concedere sessualmente a me, uccidiamo Edward.- Tu sei pazzo.”

“ Si, sono pazzo, pazzo di te. E comunque non preoccuparti. Aro non vede l’ora di sbarazzarsi dei Cullen.”

Cosa potevo dire? Cosa potevo fare?

“ Non avevi detto che Aro riteneva i Cullen troppo preziosi per ucciderli?”

“ Si. Infatti pensa proprio questo ma non fraintendermi. Vedi i Cullen sono preziosi perché tu sei preziosa.”

“ Volete smetterla. Io sono una vampira come tutti gli altri.” Non volevo più sentire cose del genere. Per quello che ero, sono e sarò ho sempre sofferto. Per una volta vorrei non essere ritenuta speciale ma normale.

“ Non sei una vampira come tutti gli altri. 1. Hai un potere strabiliante. 2. Per me sei più che speciale e 3. Nemmeno io so perché Aro e il resto dei Volturi ti ritiene così importante. So solo che dopo il ritorno dal Brasile, 6 anni fa, i Volturi non fanno che parlare di te e di quanto tu sei speciale. Per cosa? Non lo so.”

Brasile? “ Che ci siete andati a fare in Brasile?”

“ Ricordi che dopo la nostra sconfitta e dopo aver scoperto l’esistenza di Nahuel, siamo andati alla ricerca del suo creatore?”

Come posso dimenticare quel giorno? Ricordo perfettamente le parole di Nahuel e mi son sempre chiesta che fine avesse fatto suo padre, Jonathan.

“Come posso dimenticarmi quel giorno?” Gli risposi fulminandolo con gli occhi. Ancora non sapevano quanto, io e il resto della mia famiglia, abbiamo sofferto.

“ Perché quello sguardo? Quando lo abbiamo trovato Aro, Caius e Marcus non lo uccisero. Lui riuscì a catturare la loro attenzione con una leggenda locale e delle antiche rune Inca. Da quel giorno l’interesse si spostò a te Bella, e per tutti questi anni noi, la guarda reale, ci siamo allenati per controbattere i poteri dei Cullen e dopo che le nostre tecniche furono ritenute soddisfacenti, Aro creò questo piano grazie anche all’arrivo di Pavel e di altri. Questo è tutto quello che so, anzi per essere più preciso, questo è tutto quello che sa la guardia reale.”

Jonathan ancora vivo, antiche rune Inca, l’interesse dei Volturi per il mio scudo, iniziavo a sentirmi sempre più male.

Un altro odore e un fruscio di mantello percepì. Felix si ricompose subito e dopo pochissimo tempo davanti alla porta si presentò Alec sempre con la sua solita aria da 16enne.

“ Bella, Aro vorrebbe parlar con te.” Poi riferendosi a Felix. “ Tu cosa ci fai qui?” Il suo sguardo divenne cupo e minaccioso, ma Felix non si scompose e, guardando Alec con superiorità, rispose.

“ Sono libero di stare dove voglio Alec, non devo dare conto a te.” Lo guardò con aria di sfida, chissà cosa c’era tra i due? Ma non era questo il momento per pensarci, ne ci volevo pensare un altro momento. Sarei andata da Aro e poi mi sarei cercata un posticino tranquillo per pensare e per infliggermi il dolore che merito.

“ Continuate la vostra chiacchierata. Magari se vi fate a pezzi l’un l’altro, ho due persone in meno da digerire durante la mia permanenza qui.” Certo che stando qui il mio livello d’acidità è cresciuto vertiginosamente.

“ Frena quella lingua Bella.” Mi ammonì Alec.

“ Perché se no cosa vorresti farmi?” Sapevo che Aro aveva espressamente proibito a tutti di farmi alcun male. Difatti, fulminandomi col lo sguardo, Alec non mi rispose. Felix dal canto suo sghignazzò.

 ********************************************

Attraversavo i corridoi del castello, così misteriosi e affascinanti grazie alla flebile luce della luna. Avevo attraversato questo corridio la prima volta che misi piede in questa torre come un ostaggio o come mi ritenevano loro, un nuovo acquisto.

Quel giorno li cavalcavo con aria afflitta e sconfitta. Vedevo i volti di questi vampiri e desideravo ardentemente incenerirli con il solo sguardo.

Nella mia mente mi accompagnava la musica dolce del mio amore lontano. Immaginavo le sue mani così delicate toccare il mio corpo, lambirne ogni centimetro con amore.

 Maledetta… maledetta…Continuavo a ripetermi mentre mi allontanavo sempre di più a lui.

Maledetta… maledetta…  Cantilenavo noiosamente nella speranza che un fulmine colpisse il mio corpo spezzato da questa separazione e che io marcissi all’inferno.

Maledetta… maledetta… Maledetto il mio corpo, maledetta la mia anima, maledetta la terra, maledetto il destino, maledetta la vita. Maledetta io.

Ogni passo che facevo era una pallottola conficcata nel cuore, ogni respiro inutile che il mio corpo si prestava a fare rendeva il mio cuore una pianura arsa.

Passavano le nazioni, passavano i mari, passavano i confini e non mi rendevo conto di niente. Il mio sguardo era fisso nel vuoto, i miei occhi erano spenti, silenziosi. Il mio cuore era schiacciato da un macigno, la mancanza di Edward, che ogni secondo si faceva sempre più pensante, ogni secondo si faceva sempre più dolorosa, ogni secondo si faceva sempre più insopportabile.

Per ingannare questo muscolo la mia mente proiettò il viso di Edward, bello e dolce come non mai, davanti ai miei occhi. Mi intrattenni con lui come se fosse accanto a me mentre in realtà l’oceano già ci separava.  Passai il resto del viaggio con la sua visione mentre la pianura toscana risplendeva al sole. Felix restò accanto a me silenzioso fino a quando le mura di Volterra non occuparono la mia visuale.

“ Bene siamo arrivati.” Gridò trionfante, mentre arrivammo alla botola che conobbi 7 o 8 anni fa. Oltrepassammo quel piccolo corridoio in pochissimo tempo mentre ai miei occhi si raffigurava quel giorno. Sentivo ancor più vicino a me la presenza di Edward.

Arrivati nella sala, davanti a me, Aro e Caius  mi guardarono con un sorriso soddisfatto.

“ Bella, qual buon vento ti porta qui?” Esclamò Aro, alzandosi dal suo trono e avvicinandosi a me fino a toccare la mia mano e portarla alle sue labbra. “ Come sempre per me resti un mistero, un affascinante mistero.”

Odiavo quel suo modo di fare, odiavo la sua sfacciataggine e la sua falsità. Odiavo quel posto, odiavo quei mantelli, odiavo questa congrega ed adesso avrei odiato anche me.

“ Be’ Aro dovresti saperlo chi mi ha portato qui, dato che è un membro della tua guardia.”

“ Touchè mia cara. Non mi resta che dirti:- benvenuta in questa famiglia-.”

“ Famiglia? Tu questa la chiami famiglia Aro? Questo è un ammasso di fecce unite col un unico scopo.”

“ Apprezzo la tua sincerità cara e il tuo coraggio ma arrivare a chiamarci fecce mi sempre eccessivo.”

“ Eccessivo Aro? Io perdono ma non dimentico e dopo quest’accaduto la mia considerazione verso di noi è peggiorata.”

“ Prima o poi imparerai ad accettarci ed ad apprezzarci.”

“ Quando tornerò dalla mia famiglia?” Non so da dove prendevo tutta quella determinazione, perché sentivo il mio corpo tremendamente friabile come se fosse una pietra nelle mani di un vampiro.

“ Mia cara Bella non ci tornerai mai più. Noi qui abbiamo bisogno di te.” 

Non riuscì a controbattere. Tutta la determinazione che fino a un minuto fa avevo, sparì.

“ Jane ti scorterà nella tua stanza. Fai come se fossi a casa tua mia cara.” 

Accettai questa croce e con Jane davanti mi avviai verso la mia cella. Ma mentre mi giravo i miei occhi si incrociarono con quelli di Marcus. Lui sobbalzò, e guardandomi con uno sguardo comprensivo mi sussurrò: “ Mi dispiace.” Dopo di che ritornò alla sua solita aria annoiata.

Nel tragitto Jane restò silenziosa e composta con la sua solita grazia ed eleganza. Si fermò davanti all’ultima porta di un corridoio e voltandosi mi rivolse uno sguardo pieno d’odio.

“ Questa è la tua camera.” Fece per andarsene quando si bloccò e senza voltarsi mi disse: “ Anche molti di noi non sono lieti di questo tuo soggiorno da noi, Isabella. Benvenuta nel tuo inferno.” Pronunciò quella parola divertita.

“ il mio inferno è cominciato molto prima.” E dicendo questo entrai sbattendo la porta e disintegrandola completamente.

 *************************************************************

Ripercorsi quel momento mentre i miei piedi meccanicamente mi portavano allo studio di Aro.

Con Jane non era affatto un inferno, anzi godevo alla vista del suo sguardo infuriato ogni volta che notava i miei progressi.

Il mio inferno non siete voi, è la distanza e la mancanza dell’amore di Edward.

 Se la mia voce o il mio pensiero arriva a te, mio amato, sappi che io ti amo e ti amerò per sempre qualunque cosa accada.

 Arrivai alla porta e sentì la voce cristallina e soave di Aro. “ Avanti mia cara.”

Shine_gr

 

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Capitolo 24
*** 16. The unique collection of Aro ***


Perdono, perdono, perdono... vi chiedo scusa per non aver postato prima ma in questi ultimi giorni, anche domenica ho lavorato e quindi non son riuscita a postare. Oggi però eccomi qui, pronta a farmi perdonare col prossimo capitolo. Be' allora che posso dire... Siamo a Volterra e la nostra Bella riuscirà a penetrare nei segreti più intimi dei Volturi? Quei segreti che nemmeno la guardia stessa conosce? Vi ho incuriosito? Spero di si, perchè era proprio questo il mio intento XD
Comunque come ripeto da tanto tempo, ormai voi vi siete pure seccate a leggere, in questi capitoli ho messo tutta me stessa, compresi anche i miei interessi, chiamiamoli così XD Spero che il capitolo vi piaccia. 

@Martogola: Grazie cara, sono contenta che ti piaccia. Per Edward ho fatto un capitolo a parte proprio per descrivere i suoi sentimenti lontano da Bella, però sarà un po' più in là. Ciao =*

Bene buona lettura e alla prossima.

Abyss

Libro secondo


16 ° capitolo 

 

Aprì l’enorme porta in mogano ed entrai nello studio di Aro. La stanza era immensa, velata di mistero, illuminata dal delicato chiarore di luna. Grazie ad esso i tesori racchiusi in questo scrigno esteso brillavano ed attiravano i miei occhi. Opere dal valore inestimabile, statue e reperti tutt’ora sconosciuti dalla popolazione terrestre.

Una oggetto mi colpì particolarmente, venni completamente attratta da esso: una coppa in oro, rivestita di pietre preziose e di una luce propria accecante ed affascinante.

Rimasi a fissare i giochi di luce della sua superficie apparentemente morbida e soffice come ovatta nel cielo per diversi minuti, finché la voce di Aro non mi ridestò.

Bella cara, prego accomodati.” Prese le mie mani per condurmi ad un divano di velluto rosso sangue dall’altra parte della camera ma non trovavo la forza per allontanarmi da quell’oggetto così intrigante.

“ Oh vedo che hai notato forse uno degli oggetti di più valore in questa camera.” Esclamò Aro interessato e fiero. Si avvicinò a quella coppa e sfiorandola come se fosse una bolla di sapone mi disse: “ sicuramente sai cos’è.”

“ Non ne sono sicura, ne ho sentito parlare in tanti libri, soprattutto di origine anglosassone ma non pensavo che esistesse davvero.”

“ Credi e vivi nel mondo dei vampiri, dei mutaforma, dei licantropi e non credi a queste piccole meraviglie che rendono il nostro mondo sovrannaturale ancora più affascinante agli occhi degli umani?”

“ Beh anche se sono una creatura sovrannaturale mi vien difficile pensare ad un mondo fatto di magie, di misteri, di intrighi, miracoli e leggende. Esistono, ma venirne a conoscenza ti turba lo stesso.”

“ Cosa sono dunque tutti i misteri inspiegabili dell’uomo? L’arca dell’alleanza è solo una finzione? O gli dei dell’antico olimpo sono solo stupide paure dell’uomo? O gli alieni e le strane apparizioni che la terra è soggetta sono solo allucinazione o megalomani che si divertono  a far spaventare la gente? No! In tutto c’è un fondo di verità e un fondo di bugia.
Il mondo sovrannaturale si nasconde bene ma non per questo non può non essere scoperto. Ecco perché tengo tanto alla segretezza della nostra specie. Lo faccio anche per preservare questi pezzi di storia che senza di noi andrebbero perduti.”

Non prestavo molto attenzione al suo discorso anche se sicuramente era molto interessante. Quella coppa mi attirava a se e non riuscivo a opporgli resistenza. Volevo prenderla, stringerla tra le mie mani, adorarla e contemplarla in eterno.

“ Voglio saperne di può su questo.” Dissi indicando la coppa.

“ Questo è il Sacro Graal, solo i puri potrebbero toccarlo e riceverne la felicità terrena ed eterna ed esso attira a loro essi e i peccatori per punirli. Io ad esempio non posso toccarlo, mi limito a sfiorare l’aria intorno ad esso, già misteriosa ed irresistibile.
Molteplici leggende son nate intorno alla sua figura che ha affascinato i popoli della terra in ogni tempo, stimolando la fantasia dell’uomo. In alcune leggende il Santo Graal viene descritto come il calice usato da Cristo nell'Ultima Cena, mentre per altre esso rappresenta la coppa in cui Giuseppe d'Arimatea, avrebbe raccolto il sangue di Cristo crocifisso.
In un’altra leggenda sorta in Spagna e in Francia intorno al 1100, il Graal è un oggetto sacro e misterioso che viene custodito in un tempio o castello in Bretagna, e solo i puri possono toccarlo conquistando la felicità terrena e celeste. Altre versioni risalenti al IV secolo: raccontano che la Maddalena fuggita dalla terra santa portò il Santo Graal con sé a Marsiglia dove sono tuttora venerate le sue presunte reliquie.
La verità? Resta ancora sconosciuta anche al sottoscritto. E’ tutto un affascinante mistero. Che questo oggetto abbia in se un enorme potere è accertabile, si sente l’immensa potenza che scaturisce da esso ma le sue origini restano ancora sconosciute.
Presi questa meravigliosa reliquia prima che cadesse nelle mani sbagliate, nelle mani del Vaticano e del Clero. Come tutto quello che vedi in questa stanza e nel resto del castello è stato preso prima che cadessero in mani sbagliate.”

Solo adesso i miei occhi contemplavano i reperti che questa stanza accoglieva. Dai numerosi resti della magnifica e sommersa città d’Atlantide, agli scritti dei grandi filosofi greci, ai tesori dei Templari, , alle opere sconosciute di Da Vinci, a numerose formule alchemiche, a vecchie rune. Potevo stare per ore intere cercando e contemplando i numerosi oggetti che quella stanza aveva ma non era questo il momento adatto. La mia mente difatti tornò alla realtà, a quel luogo che in realtà odiavo o dovevo odiare.

“ Comunque tornando con i piedi per terra. Aro mi hai chiamato? Cosa vuoi dirmi?”

“ Come ti ho detto ti sei resa conto di uno dei soli oggetti di valore che questa stanza contiene.”

Dove voleva arrivare? “ Qual è l’altro?”

“ O gli altri? O non ce n’è più? Dopotutto tutto ciò che è in questa stanza è di enorme valore e fa parte della mia collezione privata. Ed anche tu ne fai parte.”

Lo guardai sconvolta senza capire dove volesse arrivare.

“ Vedi cara la prima volta che ti vidi notai in te subito qualcosa di diverso, di potente, di strabiliante ma non pensavo che arrivassi a tanto.”

“ Aro io sono una vampira come tutte le altre.” Cercai di ripetere per la millesima volta senza successo.

“ Eh qui che ti sbagli. Tutti noi siamo diversi gli uni dagli altri e per questo che ognuno di noi è unico e prezioso per quel poco che è. Ma tu, o cara tu sei ancora più preziosa di questo Sacro Graal, sei più preziosa di tutto ciò che c’è dentro questa stanza e ancora tu non lo sai e logicamente non puoi saperlo dato che anche io ero all’oscuro di tutto qualche anno fa.”

“ Aro potresti evitare i giri di parole o tutti questi enigmi e dirmi cosa mi devi dire?”

Mi guardò dritto negli occhi come a voler scrutare dentro la mia anima ma ciò che vide o non vide non lo sorprese.

“ E’ così difficile parlare con te Bella, anche solo starci. Capisco adesso come Edward inizialmente era affascinato da te e non riusciva a non starti accanto. Anche io vorrei farlo ma non per innamorarmi ma per capire in realtà chi è la vera Bella Swan.”

“ Cullen!”

“ Prego?”

“ Il mio cognome non è più Swan ma Cullen! Ancora dopotutto son sposata con Edward e faccio parte della sua famiglia.”

“ Ma certo certo… Il vostro amore dopotutto supera tutto.”

Lo guardai dritta negli occhi cercando il significato delle sue parole ma anche lui era un bravo occultatore e non riuscì a comprenderlo. Gli rivolsi soltanto una banalissima occhiataccia.

“ Sai non tutti erano d’accordo con me a parte Jane che non riesce a reggere ad una salutare competizione…”

Continuava a guardarmi mentre parlava quando all’improvviso si bloccò.

Con lo sguardo cercai di invogliarlo a continuare e così fece.

“ Son sempre più convinto di quello che sto facendo ma c’è chi è diverso da me, chi ha una mentalità diversa ed adesso si sta facendo sentire sempre di più e più prepotentemente. E tutto per colpa di chi? Te.”

“ Aro veramente non so di cosa tu stia parlando.” Gli rivolsi questa domanda insicura.

“ Durante tutti questi anni qualunque decisione presa dal sottoscritto veniva accettata volentieri e mai messa in discussione. Ma da quando ti abbiamo incontrata Bella ci hai disgregato. Non siamo più i Volturi ma Aro, CAius e Marcus e questo ci rende solo più deboli. Nemmeno alla morte di Didyme.” Era sovrappensiero ma riuscivo ugualmente a comprenderlo sentendo i leggeri suoni prodotti dalle sue corde e leggendo il labiale. Son gesti che inizialmente possono essere ritenuti inutili ma in questo caso chiunque si ricredeva.

“ Chi era Didyme?” Chiesi curiosa.

“ Mia sorella e la moglie di Marcus.” Mi rispose automaticamente senza pensarci.

“ E com’è morta?” Chiesi dispiaciuta.

“ Lo uccisa io, era una fonte di distrazione per Marcus e in quel periodo avevo bisogno di lui.” Continuò a parlarmi come se questa discussione in lui non suscitasse alcuna emozione.

Io non riuscivo a credere a ciò che avevo appena udito. Il mio cervello smise di pensare e ragionare per qualche minuto fin quando Aro non riprese la parola.

“ Non so cosa tu, o Edward o entrambi abbiate fatto a Marcus.”

Ancora non riuscivo a capire.

“ Col tempo capirai tutto mia cara. Ancora è troppo presto. Mi stupisce solo il comportamento del tuo adorato Edward. Me lo aspettavo già qui in tutta la sua furia a reclamare sua moglie e invece…”

Anche io ci pensavo parecchie volte. Forse ha creduto alle mie parole? Forse mi cerca chissà dove, forse mi ha veramente dimenticato, forse non mi ama più.

“ Forse il potere di… è molto più efficace e potente di quel che credevo. Il piano è riuscito meglio di quanto speravo. Comunque anche se così fosse, se il tuo caro Edward ti ama veramente non tarderà molto e avremo il piacere di fare due chiacchiere.”

Edward non doveva venire o sarebbe stata la fine mia, sua e dell’intera famiglia Cullen.

“ Di quale potere stai parlando?”

“ Ti ho già detto troppo per oggi, e lo scopo della mia chiamata è stato compiuto, adesso se vuoi mia cara puoi andare.”

“ Tu hai capito chissà quale cosa ma io resto ancora all’oscuro di tutto. Se devo stare qui, se devo soffrire, se devo sottostare alle vostre fetite richieste devo avere qualche risposta.”

“ Le risposte le avrai a suo tempo e comunque tu stai qui per dare ancora qualche giorno di vita alla tua amata famiglia. Questo secondo me, per te e un validissimo motivo, senza bisogno che tu abbia delle risposte.”

Mi alzai sconfitta, arrabbiata e malinconica e mi avviai verso l’uscita.

Non appena la mia mano tocco il pomello in ottone per aprire la porta, Aro mi chiese: “ Di notte non hai sentito niente?”

Di notte? “ Cosa dovrei sentire?”

“ Ti ho fatto una domanda e voglio una risposta.” Non si era mai rivolto a me in quel tono. Mi fece spaventare. Per la prima volta vidi il sanguinario Aro dei Volturi.

“ No non ho sentito assolutamente niente.”

“ Devo fidarmi della tua parola. A presto Bella e ricordati, fai qualunque cosa che a me possa recare dispiacere e farò fare una brutta fine al tuo caro maritino e alla tua cara famigliola.” Si congedò così.

Aprì la porta e iniziai a vagare nei corridoi del castello finche le mie gambe non ressero più il mio peso e mi ritrovai distesa a terra.

Quanto vorrei poter piangere, quanto vorrei sfogare il mio dolore in qualche modo.

Rimasi con il viso illuminato da un lieve bagliore della luna per tutta la notte, mentre con la mia mente rivisitavo i 6 anni trascorsi felici con la mia famiglia.

 ***********************************************************************

Mi alzai non appena un raggio di sole colpi il mio corpo riscaldandomi la schiena.

“ Ma bene guarda chi c’è, la preziosa Bella?”

Ecco Jane, l’unico mio svago in queste mura. “ Jane siamo di buon umore oggi?”

“ Sarò di buon umore non appena toglierò quel sorriso odioso stampato sulla tua faccia.”

“ Tesoro ma perché tutta questa rivalità nei miei confronti, vuoi Felix? E' tutto tuo.”

Resto basita per un attimo, si ricompose e divenne una furia. “Io… come… tu… cosa…. ma… COME TI PERMETTI.” Mi guardò negli occhi infuriata, stava sicuramente utilizzando il suo potere contro di me.

“ Quante volte dovrò dirtelo che il tuo potere su di me non funziona.” Sogghignai.

“ E’ impossibile, ci deve essere un punto debole nel tuo scudo e prima o poi lo troverò fidati.”

“ E io sarò qui ad aspettarti.”

Girò sui tacchi e con la sua solita grazia si allontanò.

Mi avviai verso la mia stanza per avere un po’ di tranquillità, poi sarei andata a caccia. Nutrendomi solo di sangue di capra o volpe o cinghiale la sete non passava quindi dovevo cacciare più spesso.

Sentì Demetri avvicinarsi a me.

“ Buongiorno.”

“ Buongiorno Demetri, hai bisogno di qualcosa?”

“ No, ma a quanto vedo tu hai sete e molta.”

“ Stavo andando giusto a cacciare.”

“ Heidi è tornata con un banchetto veramente squisito, perché non ti unisci a noi?”

“ Ne faccio a meno grazie…”

Si avvicinò a me e sussurrandomi nell’orecchio mi disse: “ Come fai a resistere? Come resisti alla tentazione di affondare le zanne nel corpo caldo e morbido e squisito di un umano? Come non cedi di fronte al liquido rosso, caldo, dolce, pastoso che scorre nelle vene degli umani? Come fai a non desiderare quel sangue scendere nella tua gola e idratarla col suo calore?”

Rimasi allibita e la fame crebbe. Aumentò quando l’odore del sangue umano arrivo alle mie narici.

Non cedere Bella, tu sei diversa, tu sei più forte. Io non ti farò mai commettere questo errore. Ti voglio bene bambina mia. Mia madre mi venne in soccorso.

“ Dato che il cibo ti aspetta non farlo attendere oltre.” Sorpreso, entrò nella porta alla fine del corridoio ma prima si fermò per qualche secondo senza però voltarsi. " Sei strana Isabella." Dicendo questo entrò.

Quanto volevo salvare quelle anime sacrificate per l’ingordigia di questi demoni, ma come potevo farlo?

Urli, pianti e tormenti giunsero a me e capì che ormai era troppo tardi.

Un'altra figura mi trovai davanti. Composta, fiera e bellissima. La sua camminata era elegante ed austera. Gli occhi di fuoco spiccavano nel viso bianco e cristallino, le labbra rosse e carnose, i boccoli biondi accarezzavano il viso e le spalle, il mento e le mascelle virili insieme al suo corpo sodo e muscoloso resero quel vampiro una figura celestiale e peccatrice.

Incontrò i miei occhi e restammo in silenzio a fissarci, finche non presi parola. Sapevo chi era, era il vampiro che mi affascinava in questo castello, l’unico che realmente volevo conoscere.

“ Buongiorno Afton.”

Lui continuò a guardarmi, dopo si allontanò senza degnarmi di una parola. Arrivato alla fine del corridoio disse:“ Buongiorno Bella, buon pasto." E scomparì.

 ******************************************************************

Tornata da una caccia accettabile, sentì nell’aria un odore talmente familiare e irresistibile che inizialmente non compresi ma appena la mia mente capì un grido spaventato usci dalle mie labbra.

Scappai verso la sala grande, dove tutti i volturi e lui erano riuniti.

Perché l’ha fatto? Cosa succederà adesso?

Solito momento di suspance. XD chi sarà arrivato? Lo scoprirete al prossimo capitolo. Ciaoooooooooo!

Shine_gr

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Capitolo 25
*** 17. I don't love you... anymore ***


Salve ragazze come va? Anche oggi eccovi il capitoletto. Spero tanto che vi piaccia. Non vi anticipo niente perchè questo è uno dei miei pezzi forti, posso sperare che non mi uccidiate soltanto. Ringrazio tutte le ragazze che hanno messo la mia storia tra le seguite, grazie davvero ^^

@Martogola: Sono troppo contenta che ti piacciano i miei capitoli, spero che anche quest'ultimo abbia lo stesso effetto XD

Abyss

Libro secondo

17° capitolo 

Ogni passo che compievano le mie gambe mi portavano sempre più vicino a lui, sempre più vicino alla persona che amo, alla persona che mi mancava terribilmente. Avrei fatto di tutto pur di stare con lui solo per un attimo ma allo stesso tempo quegli attimi mi sembravano talmente impossibili e lontani. Non potevo scegliere io il destino della vita sua. Non sarei di certo stata io la causa della sua morte, ne lo sarà nessuno. Darei la mia stessa vita, la vita dell’intero universo pur di salvare la sua, più preziosa e rara di qualsiasi altra cosa.

Mi sembrava di esser tornata a 6 anni fa, allo scontro con i Volturi, alla nostra falsa vittoria. E credere che son passati sei anni, sei anni della mia vita vissuti a pieno amando la mia metà, la mia piccola, la mia famiglia, i miei cari. 

Ma ora so a chi incolpare. Son sempre loro. La morte e il dolore son tornati a cercarmi. Sembra quasi un abitudine tornare ad affrontarli. La mia vita è una continua lotta con essi. Fin ora ho sempre vinto, ma, testardi come sono, non si arrendono mai e adesso son tornati a cercarmi riuscendo a strapparmi dall’unica ragione della mia vita. Questa volta il dolore ha avuto la meglio. Prima la morte di mia madre, adesso tutto questo. Sembra che la bilancia da qualche tempo penda dalla parte sbagliata. Credo proprio, che dopo quello che adesso dovrò affrontare, la felicità sia un orizzonte irraggiungibile. Ora dovevo attendere solo la morte, in un modo o nell’altro.

Quella porta mi sembrava sempre più distante, ad ogni passo lei si allontanava sempre di più.
La terra tremava sotto i miei piedi, o forse era il mio corpo a tremare ed io non me ne accorgevo neppure.

Al posto dello spazio vuoto dove una volta il mio cuore batteva all’impazzata solo percependo la presenza di Edward, mi ritrovai un macigno, un blocco di ghiaccio, talmente pesante, talmente freddo, talmente doloroso da essere impossibile a sostenere.

Il respiro divenne sempre più affannoso, la testa divenne così pesante che l’avrei staccata volentieri dal mio corpo solo per far subire un po’ di dolore a questo corpo così sfortunato.

Brusii vennero da quella porta ancora troppo distante da me, urla, imprecazioni e il rumore di oggetti rotti.

Non pensai più a niente, corsi fino alla porta e prendendo un ultimo respiro graffiandomi la gola, la aprì.
Per un attimo i miei occhi si incorniciarono con quelli del mio amato.

Finalmente il mio olfatto poteva risentire l’odore meraviglioso di mio marito, finalmente i miei occhi potevano perdersi nella visione meravigliosa del suo corpo, dei suoi occhi, del mio amore per lui, del meraviglioso sorriso che regalava a me, a me soltanto, finalmente le mie mani avrebbero potuto sfiorare il suo corpo, finalmente la mia anima era di nuovo intera.

Ma i miei occhi il quel momento mi fecero un brutto scherzo, o forse era talmente tanta la voglia vi rivedere nuovamente il sorriso di Edward da non rendermi neppure conto di quello che gli stava accadendo.

Edward, è vero mi stava guardando, ma il suo sguardo era talmente diverso, e il suo sorriso anche se meraviglioso nascondeva un dolore inimmaginabile. L’ho fatto soffrire, lo sapevo, non mi merita, dovrò marcire all’inferno per tutto il dolore che sto facendo patire alla sua anima. Ma cosa posso fare, maledizione? Non posso condannarlo a morte, ma a me si. Il problema è che qua non si decide il mio destino, se no sarei già nell’aldilà. Qui si sta parlando della sua preziosa vita. Come posso fargli questo? Sono egoista! Lo sto uccidendo pian piano lo leggo dai suoi occhi, ma… ma… non so più cosa fare, non so niente.

Rimasi a fissare i suoi occhi per leggerci dentro qualcosa, per capire come ha passato questi 7 giorni senza di me e quel che vidi fu peggio di quel che credevo. Non trovavo più quella gioia e quella vitalità che in lui risiedeva, vedevo un corpo morto, donato al dolore, senza più vita, senza più niente per vivere.

Vidi i suoi occhi diventare lucidi, ma senza che una lacrima potesse idratarli a causa della nostra natura. Vidi un sorriso dolce, innamorato farsi strada nelle sue labbra. Vidi la sua mano, alzarsi da terra e indicando me. Voleva stringere le nostre mani, voleva risentire la superficie della mia pelle, voleva risentire il contatto dei nostri corpi.

Impercettibilmente mi avvicinai a lui, presa da una voglia irrefrenabile del suo corpo, ma poi la ragione mi fermò.

Non potevo farlo, non potevo avvicinarmi a lui. Se lo avessi fatto, la morte lo avrebbe accolto all’istante. Eccola lì, che aspettava impaziente di accoglierlo fra le sue braccia: un avvoltoio, ecco cos’era. Io non lo avrei mai permesso.

Lo guardai nuovamente cercando di controllare le mie emozioni, cercando di fargli capire l’errore che venendo qui aveva commesso.

Ecco un’altra pugnalata al suo cuore. Lo sguardo addolorato e sconfitto, lo sguardo di chi capisce che aveva perso tutto.

Vorrei corrergli incontro, abbracciarlo, stringerlo forte a me per consolarlo, per dirgli che lo amavo più della mia stessa vita, per confidargli tutto, ma come sempre non potevo.

Questo era il mio inferno, questo era il fuoco che pian piano bruciava la mia pelle.

Volevo staccare un attimo il mio scudo , urlargli Edward Ti amo, ma poi Aro se avesse ascoltato i suoi pensieri e son sicura che lo farà, lo avrebbe percepito e allora sarebbe stata la fine.

Non potevo fare niente, niente. Potevo solo farlo soffrire.

Mi sembrò che lo spazio intorno a noi scomparisse e mi ritrovai nel nulla assoluto con Edward, lui accasciato a terra, senza sapere alcun motivo, dolorante con lacrima scendergli dagli occhi ed io lontana, fredda come il ghiaccio, senza più amore, senza più vita.

No, non sono così. Io Ti amo Edward, grissino, ti amo. Ti prego capiscilo. TI AMO ma… ma.. non posso… non posso…

“ Bella.” ecco, quello che mai a questo mondo avrei voluto sentire. La sua voce dolorante, supplicarmi accarezzando il mio nome come se fosse la cosa più preziosa di questo mondo.

“ Bella… Bella…” continuava a dire, mentre il mio corpo ad ogni sua parola si sgretolava.

Non si dava per vinto. Nei suoi occhi continuavo a vedere amore anche se sconfitto, nella sua voce sentivo calore anche se ghiacciato.

Dio, Edward perché sei venuto. Perché dobbiamo soffrire così? Perché?

“ Be...lla…” Disse un’ultima volta, sprofondando nella disperazione. I suoi occhi divennero scuri e vuoti come l’interno di una tomba, il suo viso divenne vecchio, grezzo e stanco, il sorriso scomparì dal suo volto e cedendogli le gambe si accasciò a terra.

Non mi importo più niente, gli andai incontro, finche qualcosa di grosso e pesante non mi fermò. Era Felix. Iniziai a strattonarmi, a urlargli contro. Volevo andare da lui, non mi importava più niente, volevo andare, dovevo andare.

“ Lasciami Felix, lasciami. LASCIAMI” Dicevo continuando a divincolarmi.

“ Bella.” Mi ammonì Aro, con uno sguardo furente. Sapevo cosa cercava di dirmi. Sapevo che se avessi anche solo detto un’altra parola o mi fossi avvicinata a lui, Aro avrebbe dato il via libera alle guardie.

Edward mi guardava, con una voglia irrefrenabile di me. Ed io guardavo lui con la stessa intensità. Dentro di lui, vidi che sorse un dubbio, che non disse ma che in lui fece scattare qualcosa.

Si alzò e trovandosi davanti al trono di Aro, sputò nei suoi piedi.

Aro rise di gusto e guardando prima me, poi Edward ed infine Afton disse: “ Bella, questo e per punizione mia cara. Afton?”

Io rimasi paralizzata, tra le braccia di Felix, mentre Afton mi rivolse uno sguardo fulmineo dove io cercai di supplicarlo. Si avvicinò ad Edward, mentre lui non muoveva un muscolo.

Lo guardò negli occhi e…

Un urlo di dolore uscì dalla bocca di Edward, un urlo che mi fece crollare l’intero universo addosso.

No… non potevo permetterlo, ma non trovavo la forza di muovermi mentre ai miei occhi si spalancò la scena di Edward, urlante accasciato a terra che si divincolava mentre Afton con nonchalance lo continuava a guardare ed ha infliggergli quel dolore.

Il mio sguardo si posò ai Volturi, Aro e Caius se la spassavano mentre Marcus proprio come me e Edward, soffriva.

Finalmente trovai la forza, sentendo le continue suppliche di Edward.

Riuscì a liberarmi dalla morsa di Felix e immediatamente avvolsi Edward nel mio scudo.

Tutti mi guardarono. Mentre io fiera mi prostravo davanti ad Aro. Sia Afton che Edward mi osservavano, anche se in maniera diversa presumo. Non volevo guardare mai più il volto di Edward, mai più mi sarei perdonata tutto ciò che oggi, ieri e domani gli farò patire.

Mi distaccai dal mio scudo, mentre avvolgevo ancora Edward. Porsi la mia mano ad Aro, che la guardò avido e stupito. Gli avrei fatto leggere soltanto alcuni miei pensieri, ormai ero capace di bloccarne alcuni e di proiettarne altri. L’unica cosa che da adesso in poi dovrò fare, sarà quella di proteggere nel mio scudo o i Volturi o Edward.

Aro prese la mia mano  avido pensando di leggere chissà che cosa. Ma non appena la prese, rimase deluso. A quel punto proiettai il mio pensiero per farglielo leggere. Mio caro Aro, ti ho dato la mia parola, non me ne andrò da qui e tu non devi torcere neppure un capello ad Edward. Se no potete dire addio sia ai Cullen che a me. In un modo o nell’altro troverò la morte non preoccuparti.

Aro rimasi per un attimo perplesso. Edward era ancora avvolto dal mio scudo, quindi non poteva leggergli nel pensiero.

“ Come vuoi Bella cara. Questa tua prova mi ha davvero affascinato.” E dicendo questo mi baciò la mano.

Edward, prendendoci alla sprovvista, prese parola. “ ALLONTANATI DA LEI, BASTARDO.”

Non so da dove prese quella forza, dopo quello che aveva subito. Mi si avvicinò subito e cingendo i miei fianchi mi portò dietro di lui per proteggermi.

Nel punto in cui i nostri corpi si sfiorarono una scarica elettrica prese vita.

Ci ritrovammo nuovamente a fissarci mentre Felix ringhiò.

Edward si girò verso di lui, fulminandolo con lo sguardo, finchè anche dalla sua bocca uscì un ringhio basso e terrificante. Mi guardò nuovamente, poi con amorevolezza e accompagnando quelle parole con una dolcezza unica mi disse: “ Bella, perché?”

Ed ora che potevo rispondergli? Ora che potevo dirgli? Ora che dovevo fare?

Amore mio, perché chiedi a me? Non lo so… Non so perché il fato stia giocando con la nostra vita. Non so perché la nostra vita sia una continua lotta tra il bene e il male, tra l’amore e l’odio, tra la felicità e il dolore.

 Non ebbi modo di trovare una soluzione, perché Felix  prese dal collo Edward, strozzandolo. Rimasi basita e non seppi nuovamente cosa fare. Edward, riuscì a liberarsi e con un calcio in faccia spedì Felix contro un muro. Jane si fece avanti, ma notò che Edward era protetto dal mio scudo perché non riuscì a torcergli un capello. Tutti compresero e tutti si misero in posizione d’attacco.

“ Basta, tutti voi. Un po’ d’ordine prego.” Urlò Aro, alzandosi dal trono e avvicinandosi ad Edward.

Aro scese quei tre gradini col lentezza e con grazia, finche non si trovo a distanza di un centimetro dal corpo di Edward.

“ Mio caro amico, vieni qui senza un invito e portando scompiglio alla mia famiglia. Non è educato Edward caro, mi deludi parecchio.” L’espressione di Aro era indecifrabile. C’era quell’aria da psicopatico, c’era falsità nel suo tono, nel suo portamento eppure percepivo altro, ma non riuscivo a capire cosa fosse.

"Sono venuto a ripredermi mia moglie. MIA moglie" sputò Edward.

"E cosa ti fa credere che lei voglia venire con te?" gli chiese Aro ridendo di gusto.

Il quel momento mi sentivo imponente, non sapevo cosa fare, non sapevo cosa dire.

Edward mi guardò nuovamente negli occhi, come se il resto del mondo non ci fosse, come se gli unici abitanti in questa terra fossimo noi due. Nel suo sguardo c’era intimità, calore, amore. Ti amo Edward, ti amo… portati nel cuore tutti i nostri ricordi, perché se non vuoi sacrificare la tua e la nostra vita, ti resteranno solo quelli.

“ Io la amo, e lei mi ama, gli e lo leggo negli occhi.” Si voltò verso di me, volgendo le spalle ad Aro, il quale, ancora ridendo gli rispose: “ Beh mio caro, anche se lei ti ama non vuol dire che torni con te. Giusto Bella cara?”

Lì son morta, lì volevo supplicare l’entità suprema che sceglie la nostra sorte di uccidermi, lì rimasi immobile, con gli occhi fissi su Edward.

Lui mi guardava invogliandomi a dire ciò che pensavo. Il suo sguardo era affettuoso e dolce, era lo sguardo che in questi sette giorni non visti negli occhi di nessuno dei Volturi.

Si, amore mio, ti amo più della mia stessa vita. Verrei con te adesso, anzi se fosse stato per me, non ti avrei mai lasciato. Ma questa è la realtà e non un sogno o un brandello di felicità che ha volte essa ci concede. Nella vita reale il male vince sul bene, nella realtà i prepotenti vincono sugli indifesi, nella realtà la felicità e vaporosa e invisibile, puoi percepirla ma non potrai mai possederla.

Guardai Aro, perché stavo per mandare al diavolo tutto e scappare con Edward, ma mi accorsi di un piccolo particolare che fino a poco fa mi era sfuggito. Caius, seduto e apparentemente indifferente a tutto questo, aveva la mano alzata e guardava con ferocia e voglia di uccidere Edward.

Senza il suo potere sembrava perso, senza il suo potere Edward non si stava accorgendo di ciò che realmente stava accadendo in questa stanza, o forse era la rabbia a dominare sulla ragione.

Aro mi guardò, il suo sguardo era indecifrabile, sembrava dolce e affettuoso, ma infondo nascondeva un avvertimento. Mi voltai nuovamente verso di Edward che assisteva alla scena in religioso silenzio. Continuava a guardarmi come se non credesse ai suoi occhi, come se tutto la messa in scena architettava brillantemente dai Volturi fosse talmente ben fatta, che stava facendo breccia nelle sue certezze e nel nostro amore.

Non riuscivo a parlare, non riuscivo a comandare le mie labbra. Sembravano incollate. Abbassai soltando la testa e allontanai il mio sguardo da Edward.

A quel punto Edward scoppiò.

“ COSA LE AVETE FATTO? COSA LE AVETE FATTO? VI DISINTEGRO, UNO A UNO… QUESTA ARO TE LA FARO’ PAGARE, E’ L’ULTIMA VOLTA CHE FARAI SOFFRIRE LA MIA FAMIGLIA.” Poi rivolgendosi a me e alzandomi il viso come faceva tutte le volte che da umana voleva guardare i miei occhi per leggerci dentro qualcosa, cercava di guardarmi negli occhi. Ma il mio sguardò si abbassava sempre sconfitto e la mia testa si abbassava anch’essa. Lui cercava ripetutamente di alzarmela finche non mi urlò: “ Bella, bella amore, ti prego dimmi cosa ti hanno fatto. Bella ti scongiuro non ce la faccio a vederti così. Bella? Bella.”

Ma niente. Io volevo soltanto piangere, volevo provare dolore, volevo castigare il mio corpo.

Lo sguardo di Edward si fece furente e voltandosi verso Aro si preparò allo scontro.

Fu un segnale. Centinaia di vampiri della guardia entrarono e si posizionarono davanti a lui in posizione d’attacco.

Ritornai in me e mettendomi davanti a lui, urlai contro ad Aro: “ Aro, Aro smettila, smettetela. TE ne prego, me l’hai promesso. Fammi parlare con lui, per favore.” La mia voce trasmetteva tutto il mio dolore, tanto che lo stesso Aro si sedette sulla sedia sfinito e guardandomi con compassione, una compassione falsa mi disse: “ E sia.” Nel suo sguardo vi lessi: Ma stai attenta a ciò che dici.

L’unica persona dispiaciuta veramente in questa stanza era Marcus. Sul suo volto si rispecchiavano le mie stesse emozioni. Il suo sguardo era vacuo come se lui non ci fosse e il suo corpo fosse vuoto.

Felix era stupito, mi guardava e nel suo sguardo vedevo dolore. Era dispiaciuto per quello che mi stava accadendo. Il resto della guardia era immobile ad aspettare un comando, qualunque esso sia.

Edward mi si avvicinò e mi prese la mano. Io senza rendere quel gesto evidente e traumatico per lui, lentamente sciolsi le nostre mani intrecciate. Se dovevo far andare Edward da qui, sano e salvo, lui doveva credere che io non lo amavo più. Ma ci sarei mai riuscita?

Per la sua vita, per nostra figlia e per i Cullen ci riuscirò.

 Entrammo in una stanzetta subordinata alla sala dove accadde tutto, dove la mia morte, il mio inferno arrivarono.

Appena entrammo, quella stanza divenne calda ed accogliente. Percepivo lo stesso profumo della mia casa, percepivo l’intimità che il corpo mio e di Edward producevano. Una forza invisibile attirava il mio corpo al suo, le mie labbra alle sue, le mie mani alle sue ma mi trattenevo, cercavo di frenare il mio irrefrenabile desiderio di baciarlo, di farmi confortare dalle sue braccia, di farmi amare come solo e soltanto lui riusciva a fare. Ma non potevo, dovevo lasciarlo, dovevo ferirlo, dovevo salvargli la vita.

Si avvicinò a me e accarezzandomi il viso mi disse: “ Bella… Non sai quanto mi sei mancata.” Mi sciolsi al suo contatto, tutti i miei pensieri, tutta la mia determinazione sparì. Senti il suo afrodisiaco respiro, entrare nelle mie narici ed eccitare il mio corpo. Senti la pelle tremare, sentì il mio amore accendersi di desiderio. Ma non era il momento, ne mai lo sarebbe stato.

“ Edward, per favore…” Dissi cercando di allontanarmi.

“ Cosa? Perché?” Perchè non capiva? Perché mi poneva queste domande stupide ed insensate? Perché era venuto? Perché non mi ha dimenticata? Perché non fa mai quello che gli dico di fare?

“ Perché cosa?” Chiesi indifferente. Mi staccai dal suo braccio e mi affacciai alla finestra. Leggevo dal suo sguardo che non capiva i miei strani comportamenti. Non riconosceva più la Bella che lui amava e che lei amava lui.

“ Perché tutto questo? Perché tu sei qui? Perché mi hai abbandonato? Perché te ne sei andata all’improvviso.” In quel momento tutto il suo dolore, tutto il suo rancore esplose. “ Pensavo che fosse tutto finito, che tu non soffrissi più, pensavo che il mio amore e l’amore di Nessie ti bastava, ma è questo il mio problema io penso sempre ma non chiedo. Scusami amore, ti prego torna da me. Qualunque cosa io abbia fatto cercherò di rimediare ma non lasciarmi, non mi abbandonare perché io senza di te sono niente, senza di te sono perso.”

Lui si credeva il responsabile? Lui mi diceva tutte quelle cose meravigliose, lui ha detto ciò che il mio cuore da ore urla, lui è la mia vita, lui è la mia aria. Da oggi Isabella Cullen è morta. Ciò che vive è un essere ignobile.

“ No… no… no…” Dissi abbracciandomi a lui, mentre le sue braccia mi avvolsero. “ Non devi assolutamente credere che la colpa sia tua Edward. Tu non centri niente. Tu sei perfetto, tu sei… tu sei… sei…” Tu sei la mia vita.

“ E allora perché tutto questo? Son stati loro vero? Amore dimmi, insieme possiamo sconfiggerli.”

Come possiamo sconfiggerli? Come? Morendo? Abbandonando finalmente questa vita dolorosa. Abbandonando nostra figlia, abbandonando la nostra famiglia? Io l’ho già fatto, ma un'altra perdita non la sopporterebbero.

“Come hai fatto a trovarmi?”

“ Quando arrivò la sera e non ti vidi tornare mi preoccupai. Andai subito da Leah che mi disse che tu te n’eri andata da un pezzo. Iniziammo le ricerche, tutti sia noi che i lupi. Sentivamo le stesse tracce che da mesi sentivamo e sentivamo il tuo odore insieme a loro. Poi a un chilometro da casa nostra il tuo odore scomparve. Ti abbiamo cercato tutta la notte, una parte di me mi diceva di andare alla nostra radura, ma non sapevo il perché. Decisi di seguire il mio istinto e lì trovai il tuo messaggio. Non potevo crederti, non potevo. Continuammo a cercarti senza fermarci un attimo. Alice non era nemmeno d’aiuto perché non aveva più tue visioni era come se fossi morta. Ma non potevo crederci e continuavo, continuammo, finchè non mi vennero in mente i Volturi. Inizialmente non potevo crederci ma solo loro gli unici vampiri talmente meschini e malvagi da fare una cosa simile. Non ho detto niente a nessuno di loro. Mi son preso l’aereo e adesso sono qui. E’ ho fatto bene a venire perché avevo ragione.”

“No, i volturi non… centrano… niente. Io, la colpa è mia… mia soltanto.”

  Abbassai lo sguardo, per non far leggere le mie incertezze ad Edward.

 Lui per un po’ rimasi basito, poi riprendendo lucidità si infuriò. “Puoi mentire a tutti ma non a me. Bella te ne prego ti supplico, dammi un indizio, dimmi qualcosa, dimmi quello che posso fare per te e lo farò senza esitare.”

Questo era il momento. Con un briciolo di forza mi preparai a lasciarlo.

“ Vattene.” Dissi fredda come il ghiaccio, guardandolo negli occhi.

Lui rimase sconcertato dalla mia richiesta. Mi guardò e pensando di non aver capito mi chiese: “ Come?”

“ Hai capito bene Edward. Hai detto che faresti qualsiasi cosa per me senza esitare. Bene, falla. Vattene, non voglio più rivederti.”

“ Ma… ma… cosa stai dicendo amore? Come… Come puoi dire certe cose.”

“ Edward devi andartene, non ti voglio vedere mai più. Vattene, vattene, vattene da qui.” Iniziai ad urlare. E dopo un po’ anche lui urlò.

“ Come puoi dirmi certe cose? Come posso lasciarti qui.?

“Vattene, perché sei venuto? Vattene” queste erano le uniche cose che riuscivo a dire.

“ Perché sono venuto? PERCHE’ TI AMO BELLA, PERCHE’ PENSAVO AVESSI BISOGNO D’AIUTO. T’HO CERCATO IN TUTTO IL MONDO IN QUESTE SETTE GIORNI, NON E’ PASSATO MINUTO CHE TI CHIAMAVO, CHE TI INVOCAVO. QUESTI GIORNI SENZA DI TE SONO STATI UN INFERNO E ORA CHE TI HO TROVATA TU MI MANDI VIA. NON TI LASCIO QUI. NO!”

“ Edward te ne prego vattene. Vattene, per favore.” La mia voce invece andava scemando.

“ Me ne vado solo ad una condizione. Devi guardarmi negli occhi e devi dirmi che non mi ami più.”

Lo guardai stupita. Come poteva chiedermi una cosa del genere. Già per me era difficilissimo dirgli di andarsene, ma arrivare al punto di guardarlo negli occhi e dirgli che non lo amavo più, era impossibile.

Ma se restava qui, lui si sarebbe fatto uccidere, non poteva stare un minuto di più.

Alzai lo sguardo e mi persi nei suoi occhi. Erano più duri, non erano liquefatti come qualche minuto fa. Avevo iniziato a ferirlo. Ma non bastava. Dillo Bella, dillo e per il suo bene.

Continuavo a guardarlo ma non riuscivo a trovare la forza di dirgli. No… Edward… non… Non riuscivo nemmeno a pensarlo.

Io lo amo, lo amo più della mia stessa vita. Non potevo dirgli una cosa del genere, non potevo.

Sconfitta abbassai lo sguardo e sussurrando gli dissi: “ Edward, per il mio e il tuo bene, vattene.”

“ PERCHE’ BELLA? COSA TI HANNO DETTO COSA TI HANNO FATTO?”

“ Niente, ti ho detto. Non mi hanno fatto niente. Ma tu devi andartene.”

“ Ti avevo promesso che me ne sarei andato solo se tu guardandomi negli occhi mi dicevi che non mi amavi più. E non l’hai fatto. Non ci sei riuscita, quindi io starò qui con te. Nel bene o nel male.”

Credimi Edward. Se solo il mio cuore potesse negare il mio amore, l’avrei fatto. Tu non sai in che guaio ti sei cacciato non lo sai.

“ Amore, amore. Io ti amo, tu mi ami. Cos’è più importante?”

La tua vita. “ Vattene, vattene, vattene…” Iniziai a genere, mentre davo pugni al suo petto.

“ Bella… Bella.. calmati.” Mi disse Edward cercando  di farmi calmare. MA qualcuno bussò la porta e l’apri senza aspettare il nostro consenso.

 Entrò Afton accompagnato da Jane e Alec.

“ Aro vi vuole.” Disse Afton.

“ Il tempo ha vostra disposizione è finito.” Questo era Alec.

“ Spero vivamente che mi dai il piacere, mio caro Edward, di farti assaggiare il mio potere se insulterai un'altra volta Aro.” Incenerì con lo sguardo Jane, la vipera.

Entrammo nella sala. Davanti c’era Afton. Io ero accanto ad Edward e dietro di noi c’erano Jane e Alec.

“ Bella cara, sei riuscita a convincerlo. Altrimenti dovremmo utilizzare le maniere forti.”

“ Vattene Edward, vattene Edward.” Continuavo a dire ma lui non prestava assolutamente attenzione a me.

“ Ho una proposta da farti Aro.” Si avvicinò Edward a lui, sicuro di quello che stava per dire.

“ Ti ascolto Edward.” Chiese Aro, interessato.

“ Voglio entrare nella guardia reale.” Quello che disse mi lascio stupita. Mi guardò. “ Se lei non vuole venire con me, allora io resterò con lei.”

Lo amavo, lo amavo. Stava sacrificando tutto, tutta la sua vita per me, ed io invece? Cosa stavo facendo per lui? Niente.

“ So che lei mi ama, ed io amo lei. Non riesco a starle lontano è più forte di me. Allora Aro, cosa mi dici?”

Aro sembrava pensieroso, ma in realtà già avevo preso la sua decisione. “ La tua offerta mi alletta molto mio caro Edward. MA vedi, il tuo potere non mi serve più e poi saresti una fonte di distrazione per la mia Isabella. Mi dispiace mio caro, non accetto la tua proposta.”

Edward divenne furente. Un ringhio basso, uscì dalla sua gola, un ringhio terrificante.

“ Edward ti faccio una proposta adesso io. Scegli la vita, andandotene adesso o la morte restando.”

Edward mi guardò negli occhi. Fu il nostro ultimo addio. Mi sentì male, terribilmente male.

“ In un modo o nell’altro morirò comunque.” Disse ad Aro, dopo di che, voltandosi a me, e aspettando la morte, mi disse: “ Bella ti amo e t’amerò per sempre.”

A quel punto non resistetti più, una rabbia incontrollabile mi scaturì dentro di me. Dovevo salvarlo, lui non doveva morire, non doveva.

“ Edward, devi andartene, te ne devi andare. Non ti voglio più mi hai capita. Basta, non ti voglio più vedere. Vattene vattene.” Lo guardavo in faccia, mentre il mio corpo diventava di ghiaccio e il mio cuore urlava e mi malediva.

Non se l’aspettava una cosa del genere lui. Mi guardò negli occhi sconvolto mentre anche il suo mondo piano piano si frantumava.

“ Non ti credo Bella, non ti credo. Sono loro, sono loro… Cosa ti hanno fatto?” Mi urlò disperato, mentre i suoi occhi divennero un buco nero, un buco di dolore, non buco che procurava anche a me dolore.

“ No, non sono loro Edward. Non sono loro. TE ne devi andare.” Poi guardandolo negli occhi: “ Non ti amo più.” Il cuore si contorse e il mio corpo fu trafitto da mille lame.

Il dolore che provai fu più intenso quando vidi il viso di Edward. Non mascherava niente. Tutte le sue emozioni, tutto ciò che provava erano li in bella mostra. Soffriva, soffriva. Stava morendo, stavamo morendo insieme.

“ Puoi ripetere Bella.” Mi disse sussurrando allo stremo delle sue forze. Si poggiò sulla sedia, mentre si teneva il petto.

Ti amo. “ Non ti amo più Edward.” Dissi nuovamente guardandolo negli occhi.

Rimasimo nuovamente soli. Lui distante da me, ma vicino al mio cuore. Dio Edward, ti amo, ti amo, perdonami.

“ Non ti credo.” Era allo stremo delle forze. Ma ormai il dubbio si era insinuato nella sua mente. Questo era solo l’ultimo barlume di speranza.

A quel punto mi venne un flash. Mi avvicinai a Felix e senza pensarci lo baciai. Tolsi lo scudo sia a me che a Edward. Non ti amo più.

Edward guardò le labbra legate mie e di FElix come se quello fosse il vero modo di ucciderlo.

Ecco lo avevo ferito e adesso se ne sarebbe andato.

Io non riuscivo a pensare, non volevo pensare perché pensare poteva solo farmi più male.

Gli occhi di Edward divennero una tomba e freddi come non mai. Si girò e senza degnarmi di un ultimo sguardo se ne andò.

Non riusci a reggere a quel distacco, a quella indifferenza. Non riuscivo a reggere tutto questo.

Perdonami. Pensai togliendomi lo scudo. Lui si fermò ma non si voltò, si mise a correre verso l’uscita e arrivato le mie orecchie sentirono il suo urlo di dolore.

Il mondo mi crollò a dosso.

Sono morta, non merito più niente, merito solo dolore e inferno dopo quello che avevo fatto.

Mi girai verso Jane. “ Adesso hai trovato il mio punto debole. Attaccami Jane.”

Lei mi guardò sconvolta.

Io chiusi gli occhi e aspettai la mia punizione.

Arrivò ed urlai. Urlai per quel dolore che provavo. Ma non era il bruciore o il dolore degli attacchi di Jane, urlavo per il dolore più grande che il mio cuore provava. Avevo fatto soffrire Edward, io lo amo, e gli ho fatto questo. Questo, questo era il mio dolore, questo era il dolore che mi bloccava il respiro che mi faceva urlare.

“Più forte Jane.” Urlavo e lei mi accontentava.

Dolore. Dolore. Dolore. Questo Isabella Swan meritava.

Allora non commento nemmeno adesso, sono davvero sconvolta. Non so' come mi sia venuta in mente una cosa del genere.
E adesso cosa succederà? Edward e Bella torneranno mai insieme? Oppure Bella diventerà a tutti gli effetti un membro dei Volturi?
Lo saprete solo continuando a seguirmi ^^

Shine_gr

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Capitolo 26
*** 18. Suffer ***


Eccomi qui ragazze, pronta a postarvi il capitolo... Come si sarà sentita Bella dopo aver allontanato Edward per salvargli la vita? Lo scoprirete in questo capitolo.

@Mortagola:  grazie  cara, sono contenta che ti piaccia, ogni volta che posto qualche capitolo mi viene un ansia pazzesca, però leggere i tuoi c commenti mi tranquillizza ^^ Capitoli positivi?? Si certo!A presto =*

Buona Lettura a tutti

Abyss

Libro secondo

18° capitolo

Cos’è la morte?

            E sentire al posto del cuore un dolore arso ed immenso…

E soffrire anche solo respirando…

E maledirsi ogni secondo e sperare che tutto questo non sia accaduto.

         E procurarsi dolore non serve a niente,

perché quel dolore non è lontanamente paragonabile

a quello che senti.

        E soffri e vorresti piangere ma non puoi…

E non sai più chi tu sia

perché non ti riconosci,

perché tu sei legata a lui da un filo invisibile e

tagliando quel filo cosa diventi?

                Niente.

Diventi solo una sagoma senza più ne contorni ne colori.

Non c’è più luce, non c’è più sole…

Non c’è più male, non c’è più bene…

              Niente, non c’è più niente!

E una macchina del tempo o un viaggio nel futuro

Non può cambiare la tua vita,

perché se la sorte ce l’ha con te…

ti farà soffrire sempre di più…

giocando con la tua vita e con i tuoi sentimenti.

 

Morire e questa la fine alla tua morte,

E morire vuol dire trovare la pace e, chi lo sa, forse anche il tuo amore.

 

Non so quanto tempo è passato, non so quanti minuti son passati dalla punizione che stavo facendo subire al mio corpo inutilmente.

Esso non soffre per quelle piccole bruciature; soffre per altro, per qualcosa di più intenso, per qualcosa che nessuno più capire tranne me stessa.

Ho rinnegato tutto, ho rinnegato il mio amore, la mia vita.

Ho rinnegato me stessa.

L’ho fatto perché pensavo che fosse la cosa giusta. Ma chi può sapere qual è la cosa giusta?

Nessuno.

Adesso io soffro e son contenta.

Adesso lui soffre e maledico me stessa per questo.

Ma tutto questo non basta per punirmi, ne il potere di Jane ne il mio dolore.

 ***************************************************************************

“ Basta così Jane.” Tuonò Aro, alzandosi dal trono. Si avvicinò a me e mi porse la mano.

Lo guardai con disprezzo e rimasi a terra aspettando Jane o chiunque altro.

“ Jane continua.” Urlai mentre lei mi guardava allibita e con compassione?

“ Bella ho detto basta.” Mi rimproverò Aro.

Qualcosa scattò in me, forse rabbia, forse angoscia, forse tutte e due, ma mi ritrovai ad urlare contro di lui.

“ E chi sei tu per decidere? Già mi hai allontanato da mia figlia, dalla mia famiglia, da Edward. Adesso me l’hai fatto soffrire, ho dovuto negare il mio amore, ho dovuto fare quel gesto orribile di cui mi punirò per il resto della mia vita. Adesso, fammi subire un po’ del dolore che merito Aro.”

“ Ma mia cara Bella, hai scelto tutto tu.” Disse Aro tranquillamente.

“ Come?”

“ Tu potevi scegliere di rimanere dai Cullen e di non abbandonarli. Tu potevi scegliere di non far soffrire Edward, di non negare il tuo amore e di non compiere quel gesto. Hai fatto tutto tu mia cara.”

“ Non fare questi giochetti con me Aro. Io potevo scegliere liberamente ma significava sacrificare delle vite innocenti, le persone a cui voglio bene e tu sai benissimo che io non lo avrei mai fatto.”

“ E’ questo il tuo punto debole mia cara Bella. E dobbiamo sistemare questo tuo difettuccio se voglio quel che voglio.”

“ Cosa vuoi? COSA VUOI DA ME ARO? PERCHE’? PERCHE’ TUTTO QUESTO E PERCHE’ PROPRIO A ME?”

“ Tutto Bella, da te voglio quel che mi aspetto. Tu sei speciale mia cara, tu hai un dono immenso ma questo dono deve essere coltivato e curato come un piccolo germoglio appena sbocciato.”

“ Non hai risposto alla mia domanda.”

“ Bella cara pensaci. Se tu fossi rimasta dai Cullen non avresti mai capito che potevi isolare i tuoi pensieri. Lì non ne avevi bisogno, ma questa occasione ti ha stimolata e ti ha fatto scoprire quest’altra meraviglia nel tuo dono.”

Non riuscivo a capire, o forse in questo momento la mia mente non voleva capire o non poteva.

Nei miei pensieri c’era ancora il volto dolorante di Edward, udivo l’urlo straziante del mio amore.

 

Amore mio… Perdonami ti prego…

Perdonami per quel che ti sto facendo patire,

perdonami per tutto il dolore che stai provando,

perdonami…

Non rinnegare il nostro amore per un gesto inutile.

Come hai potuto credere a tutto questo,

come hai potuto credere alle mie infide parole.

Come non hai potuto vedere il mio disprezzo, il mio dolore…

Perché non riusciamo più a capirci da un solo sguardo.

Mi manchi Edward,

mi manca il tuo abbraccio,

il tuo calore, il tuo amore…

Ho rinnegato tutto, ho rinnegato tutto questo

e adesso me ne pento.

Ho sbagliato tutto, ho sempre sbagliato tutto nella mia vita

e adesso ti ho perso,

adesso tu non sei qui con me.

Amore mio… Perdonami ti prego…

Torna da me…

 

Ecco che un dubbio si insinuò nella mia mente. Edward è rimasto molto tempo con loro senza la protezione del mio scudo, perché leggendo nei loro pensieri non aveva capito tutta questa falsa?

“ Perché Edward non ha capito tutto?” Chiesi ad Aro, mentre lui e Caius sghignazzavano divertiti. Marcus se ne stava seduto tenendosi la testa con le mani e accanto a lui aveva Chelsea.

“ Pavel…” Chiamò Aro il nuovo acquisto, quel vampiro che riusciva a manipolare l’odore dei vampiri.

“ Pavel non c’entra niente…” Espressi il mio pensiero ad alta voce.

“ Infatti.”

Insieme a Pavel entrarono altri due vampiri.

“ Bella ti presento Fabian…” e il vampiro alla destra di Pavel s’inchino.

Era alto e apparentemente smilzo. La chioma era di un biondo intenso e le onde dei suoi capelli scendevano morbide fino alle spalle. Il viso era tondo e i lineamenti erano molto simili al viso di un bimbo piccolo. “C'est un honneur pour moi de vous rencontrer Isabelle.”

Di francese ci capivo poco o niente ma penso che voleva dire che per lui era un onore conoscermi.

“… e questo mia cara è Italo.” Rimase solo i vampiro alla sinistra di Pavel.

I lineamenti di questo vampiro erano a dir poco affascinanti, rimasi incantata nel contemplare gli occhi a mandorla neri, le foltissime chiglia e il velo scuro nel contorno dei suoi occhi.

Gli zigomi erano leggermente pronunciati e il suo volto era di un vero e proprio uomo.

 I setosi capelli castani con riflessi dorati e il corpo muscoloso di questo vampiro mi lasciarono ancora più interdetta. “ Bella…” Si avvicinò a me e mi baciò la mano.

Non so cosa mi fece questo vampiro ma sicuramente al suo tocco mi sciolsi.

Aro ricominciò a parlare e gli e ne fui grata. “ Bella come avrai capito questi sono i tre vampiri che son entrati nella mia guardia. Sono davvero rari e preziosi.”

Odiavo Aro quando parlando considerava i vampiri come oggetti e non esseri viventi.

“ Vedi mia cara, Fabian è in grado di creare un falso pensiero e di insinuarlo nella mente di chi vuole. Edward grazie a lui non ha letto i nostri pensieri, ma i pensieri che Fabian gli trasmetteva. Bravissimo Fabian hai fatto davvero un ottimo lavoro.”

“Merci monsieur Aro.”

Quindi la colpa era sua… Il dolore che sto patendo era tutto per causa sua.

Edward non è riuscito a capire tutta la scenetta montata dai Volturi per colpa del suo potere.

Bella la colpa non è sua. No, la colpa è sua. Ma diciamo meglio: la colpa è anche di Aro.

Lui, tutti loro poteva sottrarsi a questi ordini talmente malefici.

Chiunque poteva dire no, ma nessuno l’ha fatto.

E adesso soffriamo, e adesso ogni respiro mi fa male, adesso ad ogni attimo il mio corpo è trafitto da mille chiodi che trafiggono la mia pelle esangue.

“E Italo? Qual è il suo potere?” Chiesi avida di sapere, cercando una via di fuga dal vortice di dolore che pian piano mi attira sempre di più. Ci andrei volentieri, ma non mi farò scappare l’opportunità di sapere qualcosa di più.

“ Pensaci mia cara.” Mi rispose Aro mettendomi alla prova.

 *******************************

“Come hai fatto a trovarmi?”

“ Quando arrivò la sera e non ti vidi tornare mi preoccupai. Andai subito da Leah che mi disse che tu te n’eri andata da un pezzo. Iniziammo le ricerche, tutti sia noi che i lupi. Sentivamo le stesse tracce che da mesi sentivamo e sentivamo il tuo odore insieme a loro. Poi a un chilometro da casa nostra il tuo odore è scomparso. Ci siamo divisi, ti abbiamo cercato tutta la notte, una parte di me mi diceva di andare alla nostra radura, ma non sapevo il perché. Decisi di seguire il mio istinto e lì trovai il tuo messaggio. Non potevo crederti, non potevo. Continuammo a cercarti senza fermarci un attimo. Alice non era nemmeno d’aiuto perché non aveva più tue visioni era come se fossi morta. Ma non potevo crederci e continuavo, continuammo, finche non mi vennero in mente i Volturi. Inizialmente non potevo crederci ma sono loro gli unici vampiri talmente meschini e malvagi da fare una cosa simile. Non ho detto niente a nessuno, mi son preso l’aereo e adesso sono qui. E’ ho fatto bene a venire perché avevo ragione.”

*********************************** 

Percorsi questo flash back.

E mi senti finire. Risentire la voce di Edward era un regalo troppo grande per me, anche se risentirla mi fa male.

Capì tutto.

“ E a causa del suo potere che Alice non riesce ad avere una mia visione?”

Italo sorrise e mi ammiccò. Aro batte le mani elettrizzato.

“ Si, si… E’ proprio merito suo mia cara. E’ inutile che ti spieghi il suo potere perché l’avrai sicuramente capito.”

Certo che l’avevo capito. Anche se non mi spiegavo alcune cose.

“ Vedi il suo dono è molto simile al potere dei vostri cari amici mutaforma. Da quel che ho potuto capire tempo fa la nostra cara Alice non riesce a vedere il futuro dei mutaforma. Bene lui fa la stessa cosa. In questo momento e come se tu fossi racchiusa in una bolla e Alice non riesce a superarla. A lei tu sei invisibile e così tutti noi.”

Guardai nuovamente Italo. Che strana la vita, tempo fa quando volevo scappare per andare di nascosto a trovare Jake, il potere di Italo l’avrei accolto a braccia aperte. Ma adesso lo odiavo. Odiavo lui, odiavo Fabian, odiavo tutti, odiavo anche me stessa.

Volevo urlare, volevo mandare al diavolo tutti, volevo restare sola col mio dolore, non volevo nessuno accanto a me. Volevo stritolare con le mie mani la faccia di quell’odioso vampiro che avevo davanti ai miei occhi.

“ Vedo che in questi anni ti sei dato da fare Aro. Che fortuna aver trovato questi 3 vampiri.”
“E si mia cara. Per 5 anni ho mandato la guarda in tutto il mondo alla ricerca di qualcosa che riuscisse a bloccare i poteri dei Cullen. E be’ la divina provvidenza è stata molto gentile con me. Anche se adesso non si direbbe.”

“ Ma come Aro… sei riuscito ad avermi, non ti basto?” Gli sputai queste parole con quanto più odiavo avevo.

Rise. “ O si mia cara, tu mi basti. Farei morire metà della mia guardia per te.”

Morire? Lo guardai confusa.

“ E da quando sei arrivata tu che ogni notte in questo castello vengono uccisi dei soldati. Inizialmente pensavamo ad uno dei Cullen ma non si percepisce nessun odore, niente, quindi li abbiamo esclusi subito. Non sappiamo chi sia o siano.”

Questo si che era un bel mistero per i Volturi. MA chiunque esso o essi siano avranno la mia riconoscenza in eterno. Aro riusciva bene a mascherare i suoi sentimenti e le sue sensazioni ma si vedeva che aveva paura, timore per questo giustiziere notturno.

Ero stanca, volevo andarmene, volevo sparire.

“ Posso congedarmi?” Chiesi.

“ Certo cara, dopo la prova di oggi abbiamo potuto dirti tutto questo. Adesso fai parte a tutti gli effetti della guardia reale dei Volturi. A domani.”

Mi voltai senza proferire parole. Mentre mi girai vidi Felix guardarmi negli occhi e abbassare lo sguardo. Cosa volesse dire quel gesto non lo sapevo e non mi importava.

 

Iniziai a correre. Corsi più veloce che potevo, senza fermarmi con la leggere brezza che scompigliava i miei capelli.

Cercavo di abbandonare i miei pensieri ma loro continuavano imperterriti a seguirmi.

Pensieri, troppi pensieri, troppo dolorosi.

 

Ero in un massiccio lontano da Volterra e lontano da tutto.

E lì, in quel nulla come il mio cuore, urlai.

Ed urlai per sfogare il mio dolore e la mia rabbia mentre le stelle e la luna mi confortavano.

E continuai a urlare mentre la terra ai miei piedi pian piano si sgretolava e tremava.

“ Edward… ti amo…” Dissi voltandomi e guardando la luna piena e dietro di me il mare, il mare nero, un infinito oscuro proprio come il mio futuro. Mi sentivo una nave senza il timone, un figlio senza più la sua mamma. Mi sentivo persa, abbandonata. Mi sentivo vuota.

Bella… I vampiri potevano impazzire? Perché sentì la voce di mia madre. Bella…Non m’importava, ero diventata pazza? Non ci fa niente, avevo bisogno di qualcuno e lei era la mia migliore medicina.

“Mamma, mamma ho sbagliato tutto.”

Non dire così amor mio… Hai fatto ciò che credevi giusto. Stai sacrificando te stessa.

“No mamma, sto sacrificando Edward. Sta soffrendo, non dovevo… no...” La mia voce si ruppe per il nodo alla gola.

Amore di mamma vedrai che tutto si sistemerà. Devi solo essere paziente, tornerai ad essere felice.

“Cos’è la felicità?”

Tornerai ad essere felice… fidati tesoro… Tornerai…

La sua voce andò a scemarsi finche non scomparì.

Anche lei mi ha abbandonato, adesso sono sola, sola senza più nessuno, senza più la mia ragione di vita.

Tornerai…

Tornerò ad essere felice? Per essere felice devo solo sapere che Edward è felice.

 *******************************************************

Ero nuovamente nel castello dei Volturi.

Vagavo per i corridoi riportando alla mente i meravigliosi ricordi della mia vita, vita che è iniziata con Edward. Passai dallo studio di Aro e sentì un brusio. La curiosità mi avvolse e senza fare il minimo rumore mi avvicinai per sentire la loro discussione.

“ Vedete, avevo ragione, è lei, è lei…”  Disse Aro.

“ Si è lei, adesso ci manca solo Benjamin.” Continuò Caius.

“ Ma perché dobbiamo far soffrire queste povere anime?” Marcus era diverso dai suoi fratelli, lui era buono.

“ Fratello è per un bene supremo. Con questo potere possiamo essere davvero i padroni nel mondo, niente e nessuno potrà fermarci.” Potere? Quale potere? E cosa centra Benjamin?

“ Ma ce ne mancano altri due per completare i pezzi.”

“ Li cercheremo e li troveremo fratelli. Dobbiamo solo avere pazienza.”

“ Facciamo soffrire gli altri per i nostri meschini desideri, marciremo all’inferno.”

“Fratello noi non andremo all’inferno.”

“ Aro, come puoi vivere ancora. Io non ce la faccio. Nella mia mente ho i volti di tutte le nostre vittime. Sento i legami d’amore che abbiamo spezzato, sento il dolore di Bella come se fosse il mio.”

“ Marcus ricordati, per il bene supremo qualcuno deve pur sacrificarsi.”

 

Non volli più prestare attenzione.

Troppe domande occuparono la mia mente, domande a cui non riuscivo a dare una risposta.

Allontanandomi da lì, non mi resi conto dove le mie gambe mi portarono.

Ero su una delle torri del castello. Tutta Volterra, tutto il mondo era ai miei piedi.

Il panorama era sublime.

Il cielo notturno era illuminato da pochissime stelle flebili, mentre la terra dormiva beata cullata dalla dolce luna.

Sentì un rumore e sobbalzai.

Sentì un profumo talmente familiare che pensai fosse la carne della mia carne ma appena i miei occhi videro la creatura rimasero delusi, ma dopo poco tempo la curiosità mi divorò.

Shine_gr

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Capitolo 27
*** 19. The pain of a daughter ***


Eccomi qui col capitolo ragazze... perdonatemi l'assenza, ma ho avuto qualche problemino col pc... però adesso sono nuovamente qui con voi. Allora in questo capitoletto comparirà un  altro personaggio. Chi sarà? Ma soprattutto cosa sarà? Incuriosite un po'?XD

@ Martogola: Che bello! Be' si alla fine credo che le storie tristi siano le più belle ^^ No, non ma che angoscia anzi spero che continuerai a recensirmi ^^

Abyss
Libro secondo

19° capitolo

 Il suo profumo mi inebriò i sensi e rimasi affascinata da quella adorabile creatura, metà umana e metà vampira. Quanti segreti racchiudevano ancora le mura di questo castello?

Guardare i suoi occhi mi fece pensare a Nessie, la mia adorabile Renèesme.

Emanava la stessa bontà, era come una calamita che ti attirava a lei.

Sembrava una creatura celeste con quei lunghi e lisci fili d’oro, con quei occhi verdi splendenti come lo smeraldo, con quella bocca rossa come la rosa e la pelle bianca e splendente come la neve al sole.

Con le folte ciglia, la forma degli occhi a cerbiatta, quel naso all’insù e un sorriso meraviglioso sembrava un angelo caduto dal cielo.

“ Ciao.” Il suono della sua voce era il suono delicato dello scorrere di un fiume o la melodia dolce delle onde del mare, o il canto degli uccelli in primavera.

“ Ciao.” Gli risposi. Subito scattò in me un affetto materno, mi vedevo mentre abbracciavo e consolavo questa ragazzina. Forse stavo solo trasmettendo la mancanza di mia figlia a questa fanciulla? “ Chi sei tu?”

“ Non lo sai? Ma d’altronde, io sono un essere invisibile in questo luogo.”

“ Non dire così. Io non so niente di questo posto, anzi a dirla tutta non so più niente.” Non so il perché ma mi veniva automatico confidarmi con lei.

“ Sei Bella vero?! Ho sentito tanto parlare di te da mio padre, se così si può chiamare.” Accarezzò dolcemente il mio nome mentre arrivata al suo padre la sua voce trasmetteva odio.

“ Si son Bella. Tu chi sei? E chi è tuo padre?” Chiesi avida. Volevo saperne di più di questa dolce creatura.

“ Chi sono io? Sono un mostro e mio padre è una bestia spregevole, potrei definirlo il diavolo in persona.”

Come può una creatura così dolce definirsi un mostro? “ Non credo che tu sia un mostro.”

“ E’ l’apparenza ha farti parlare. In realtà io non merito di esistere, già alla nascita ho ucciso l’unica persona che mi voleva bene, l’unica.”

Era una mezza vampira, sua madre sicuramente non ce l’ha fatta ed è morta dandola alla luce.

“ Non sei stata tu ad ucciderla, lei si è sacrificata per dare alla luce te, non un mostro ma una creatura dolcissima.”

“ Tu che ne puoi sapere?”

“ Perché lo so! Puoi dirmi il tuo nome?”

“ Maia…” Mi rispose timida.

“ Maia è un nome bellissimo. Te l’ha dato tua madre?”

“ No. Mio padre. Infatti odio questo nome.”

“ Perché odi talmente tanto tuo padre?” Sentivo nel mio cuore che Maia soffriva. Questo dolore chissà da quanto tempo lo tratteneva dentro di se. Volevo aiutarla.

“ Perché poteva salvarla, perché poteva renderla immortale, poteva lasciarmela accanto per sempre. Invece non l’ha fatto, - Non se lo meritava- mi disse. Lo odio quanto io odio me stessa.”

Con un istinto involontario mi avvicinai a lei e l’abbracciai. Mi mancava il contatto caldo con il corpo dei mezzi vampiri. Stare accanto a lei mi faceva sentire più vicino la mia piccola stella, la mia Nessie.

Forse compresi chi era suo padre, solo un essere meschino come lui poteva dire certe cose.

“ Chi è tuo padre?”

“ Penso che tu hai capito, è la stessa persona che ti sta facendo soffrire. Sai anche se son un fantasma in questo posto so molte più cose di quelle che dovrei sapere.” Disse abbassando lo sguardo e guardandomi con compassione.

“ E’ Aro vero?” Chiesi con la rabbia che ribolliva nelle mie vene.

“ Si.” Si lasciò andare e si sedette sul pavimento.

“ Ma, com’è possibile? Quando?” Mi uscirono tutte queste domande senza pensare che potessero far rivivere a Maia brutti ricordi.

Lei mi guardò, mi sorrise ed iniziò a parlare.

“ Quello che ti racconto sono i pensieri della mia dolce mamma e quel poco che capivo dalle discussioni di Aro.”

“ Mio padre mi concepì con un’umana, Gianna si chiamava mia madre.”

GIANNA? La segretaria umana dei Volturi?

“ Gianna?” Esclamai stupita.

“ LA conoscevi?”

“ L’ho vista solo in un’occasione e un po’ di tempo fa, non pensavo che, ma doveva aspettarselo stando qua… anzi ha vissuto molto a lungo con loro… o scusami non volevo.”

“ Oh non preoccuparti capisco quello che vuoi dire. Ti sarai sempre chiesta perché lei stava qui, perché voleva diventare un vampiro, uno di voi.”

In effetti in quel momento, vedendola felice dietro quella scrivania, circondata da vampiri succhiasangue, rimasi interdetta.

“ Sai mia madre rimase sola tanto tempo fa. Lei era orfana di madre giovanissima e il padre si ammalò dopo poco tempo. Lei cercò di curarlo fino alla fine ma arrivata alla maggior’età suo padre cedette. Rimase sola, senza più nessuno al mondo, la sua vita era scandita dal lavoro, 12 ore al giorno, ad una vita solitaria nelle quattro mura di casa sua. Un giorno venne licenziata dal suo datore di lavoro e per vivere cerco altro lavoro. Incontrò Aro, di cui se ne innamorò subito anche se non so com’è stato possibile, ed accettò di venire a lavorare qui. Mi disse che il periodo che trascorse qui  fu il più bello della sua vita, che finalmente si sentiva accolta, si sentiva in una piccola famiglia che non voleva abbandonare. Voleva vivere per sempre con loro, per sempre accanto ad Aro servendolo e dandogli il suo amore.”

A questo non ci avevo mai pensato. Povera Gianna, ha sofferto tanto nella sua vita e se qui è riuscita ad avere un po’ di felicità non posso condannarla.

“ Quando Aro gli chiese di mettermi alla luce, lei accettò senza pensare alle conseguenze.

Mi disse che per lei è stato meraviglioso sentire così vicino Aro, che è stato meraviglioso sentirmi crescere dentro di lei. MA non ce l’ha fatta, Aro non l’ha salvata, non meritava l’immortalità secondo lui, ma si è sbagliato.”

I suoi occhi divennero lucidi e brillanti, mentre lentamente le lacrime scendevano nel suo volto.

“ Non volevo, non volevo, ma l’istinto di sopravvivenza si fece troppo forte quando non riuscì più a stare dentro di lei. Piangevo e strappavo la sua carne a morsi. Mi odio con tutta me stessa e mi odio sempre di più rivivendo quel giorno. Uscita e vedendo il corpo insanguinato di mia madre mi etichettai come una figura infernale, un demone. Chiamò mio padre delicatamente ma lui non c’era, doveva organizzare la “missione”; mi guardò a me e disse: - Che sei bella figlia mia, la mamma ti vuole tanto bene e te ne vorrà per sempre.- . E chiuse gli occhi per non riaprirli più.”

 Si prese la testa con le mani ed inizio a piangere. Io rimasi interdetta, non sapevo cosa dire, cosa fare. Per tutti questi anni lei si era tenuto tutto dentro senza parlarne con nessuno, maledicendo se stessa, suo padre.

Mi avvicinai a lei e cercai di confortarla accarezzandole i capelli.

“ Ma perché?” Pensai a voce alta.

“ Perché cosa? Perché volle procreare una mezza vampira? Perché non salvò mia madre? Perché io sono ancora viva? Perché la mia vita è fatta da insulsi perché e da odio?”

La guardai negli occhi con tutta quel poco amore che mi restava in corpo.

I suoi occhi si illuminarono e ridivenne la dea Venere.

“ Mi volle procreare per studiarmi sai, dato che non era riuscito ad avere tua figlia, scelse di farsela lui. Ma non notò niente di particolare, lui è troppo sicuro dei suoi poteri e si lascia facilmente ingannare.”

Rimasi ancora più sconvolta. Certo che odiava Aro. Provavo compassione per questa povera fanciulla costretta a vivere così. Lei aveva bisogno d’amore, d’affetto, aveva bisogno di una vera famiglia.

“ Cosa vuoi dire?”

“ Vedi Aro si aspettava da me, chissà quale potere, ma io l’ho lasciato a bocca asciutta.” Un ghigno malefico spuntò dalle sue labbra che mi fece sorridere.

“ Ma è impossibile. Col dono che ha Aro tu avrai qualche potere.” Pensai nuovamente ad alta voce.

“ O si ce l’ho, ma lui non lo sa.”

Questa situazione cominciava a piacermi.

 “Che potere hai?” Chiesi curiosa.

“ Tanto a te posso dirtelo, con lo scudo che hai anzi poi devo chiederti una cosa.”

“ Bene tu mi parli del tuo potere e poi ti rispondo.” Mi stava davvero simpatica questa ragazza.

“ Be’ riesco a bloccare i miei pensieri, sono una tomba; dalla mia mamma ho preso un altro potere.”

“ Gianna aveva un potere?”

“ Si ma come ti ho detto Aro non se n’è accorto.”

“ Quale potere hai?”

“ Ho il controllo delle onde sonore.”

“Strabiliante e sei riuscita a tenere all’oscuro Aro per tutto questo tempo?”

“ Si… L’unica cosa di cui ne vado fiera. Mi crede un’insignificante mezza vampira, non so ancora perché mi tiene in vita dato che non ha nessun rispetto per la vita altrui proprio come me.”

“ No, ma assolutamente. Maia tu non sei paragonabile ad Aro, sei buona, sei diversa da lui.”

“ Sono un mostro.”

“ I mostri non si colpevolizzano dei loro peccati. Il tuo è stato un gesto innato, avresti fatto qualunque cosa per salvare tua madre no?”

“ Certo.”

“ Allora non sei un mostro.”

“ Aro ha ragione sei fantastica. Ma lui vede solo la tua apparenza, non vede la bontà unica racchiusa dentro di te.”

“ Bontà? Io? No… non son niente, almeno adesso.”

“ Stai male vero?”

“ Si, mi basterebbe rivederli un ultima volta, saperli felici. Della mia vita non mi importa più.”

“ Ti prometto che farò di tutto pur che il tuo sogno si avveri.”

“ Grazie Maia, sei davvero un tesoro.”

Guardò la luna alta in cielo. Poi esclamò: “ Si è fatto tardi, devo andare a dormire. Ci vediamo domani stesso luogo stessa ora?”

Ridemmo entrambe. “ Contaci.”

 

Così passarono i giorni, e i mesi. Senza che io sapessi nulla di Edward e della mia famiglia.

L’unico piccolo conforto in questa mia nuova vita era Maia, la dolcissima Maia. Iniziai a vederla come una figlia, da accudire e da proteggere.

Ogni notte, nella stessa torre passavamo ore a rimpiangere i nostri cari, a rivivere il passato, a scherzare sul futuro, a migliorare i nostri poteri.

Lei era una mezza vampira superba, i suoi poteri erano eccezionali.

Ma oltre a questi bei momenti c’erano momenti d’inferno.

Volterra iniziava a diventare un luogo d’orrore. Ogni notte inspiegabilmente un soldato della guardia periva. Senza rumori, senza niente. L’indomani ritrovavamo solo le sue ceneri.

Passavamo ore a combattere, ore a cercare questo misterioso giustiziere agli occhi miei e di Maia ma era come cercare di prendere l’aria con le mani. Non c’erano indizi, non c’erano tracce.

La guardia reale divenne sempre più ostile e tutti si incolpavano a vicenda.

A me tutto questo non mi importava, anzi più Volturi morivano meglio era per me.

L’unica cosa che non volevo era che il giustiziere mirasse a Maia, tanto che iniziavo anche a vederla di giorno.

Ritornai ad avere uno scopo, proteggere Maia e capire i misteri di Volterra.

 

Passeggiavo per i corridoi. Avevo finito gli allenamenti con Renata e adesso stavo per incontrarmi con Maia. Era notte fonda e la torre era silenziosa e a dire il vero un po’ minacciosa.

Mi aspettavo da un momento all’altro un fantasma che saltandomi addosso mi inceneriva all’istante.

Gli avrei detto grazie. Ero sempre più convinta che non sarei riuscita ad allontanarmi da Volterra, e perdendo le speranze perdo tutto quello che ho.

Stavo aprendo la porta della torre quando il suono di un fruscio di mantelli percepì.

Andai subito a vedere ma come sempre non vidi niente. Solo un ammasso di cenere.

Diedi subito l’allarme e in un secondo tutti i Volturi vennero da me.

“ Bella cosa è successo?” Chiese Aro.

“ Passeggiavo per i corridoi quando ho sentito un fruscio di mantelli, son venuta subito e ho trovato questo.” E feci segno alle ceneri.

Arrivò Alec. “ Mio signore Santiago non si trova e con lui Fabian.”

Rabbia e paura colpirono Aro mentre disse : “ Cercate il responsabile deve essere vicino. Dobbiamo vigilare sempre di più.”

 

Mi misi alla ricerca allontanandomi dal castello. Poco dopo mi raggiunse Maia.

“ Bella.” Mi salutò con un abbraccio.

“ Maia tutto a posto?”

“ Certo, quando ho sentito l’allarme ho temuto il peggio. Per fortuna che stai bene. Ho una sorpresa per te.” Mi disse elettrizzata.

“ E che cos’è?”

Dalle tasche uscì un cellulare. “ Fregato alla vipera. Sotto il suo naso. Che spasso.”

Vipera = Jane.

Ecco perché adoravo Maia. Riusciva sempre a farmi spuntare il sorriso. Quanti dispetti che faceva alla povera Jane ed io in mezzo.

“ Questa te la farà pagare, lo sai Maia?”

“ Ma a difendermi ho super Bella. Niente e nessuno potrà farmi male.”

“ Ancora con questa storia. Maia te l’ho detto ancora non riesco a controllarlo bene.” E da quando le dissi che una settimana fa riuscì a bloccare il colpo di Felix con il mio scudo che mi crede l’incredibile Hulkessa. Non so come abbia fatto, pensavo ad Edward, a quello che stava passando, al nostro dolore, a quel gesto ignobile. Non mi resi conto del manrovescio che Felix mi stava dando quando una forza immensa sentì provenire dal mio scudo e alzando lo sguardo vidi Felix scagliato contro il muro.

Come ho fatto non lo so, ma è da quel giorno che mi alleno con Renata e Maia senza successo.

Secondo Maia il mio scudo si modella alle mie esigenze ma io non credevo che fosse possibile.

“ Comunque a che mi serve un cellulare?”

“ Puoi telefonare alla tua famiglia.” Mi disse con un sorriso luminoso mentre io profondai nel dolore.

Potevo risentire… Potevo risentirli…

“ Puoi dirgli tutto, tanto nessuno sentirà la conversazione grazie a me, ed Aro non lo saprà mai grazie ai nostri poteri.”

“ Non so che dire… Non posso, non ce la faccio…”

“ Bella, qui non c’è niente da pensare. Digita il numero di Edward e chiamalo.”

Le mani mi tremavamo mentre sentivo il mio cuore morto battere all’impazzata.

Edward… Edward… La mia mente era invasa dal suo dolce profumo, dal suo caldo abbraccio, dalla sua amorevole voce, dalla sua meravigliosa persona.

“ Wow Bella sei felice finalmente.” Mi disse gioiosa.

Ero felice? Si ero felice perché potevo risentirlo, finalmente potevo.

Composi il numero ed aspettai. Ad ogni squillo mi agitavo sempre di più.

L’ansia mi invadeva come il profumo del sangue mentre il respiro divenne affannoso.

“ P..pro..pronto?” No… no… non è possibile, non può essere la sua voce. Non è la voce di Edward.

“ Edward?” Chiesi con voce flebile.

“ Si sono io, chi parla?” Non riconosceva nemmeno la mia voce?

Mi senti male, mi senti finire.

La sua voce non era dolce, non c’era più il mio Edward. Stava male, stava soffrendo e tutto per colpa mia.

Maia mi guadava senza capire cosa stava succedendo. Io non riuscì più a parlare mentre Edward richiedeva sempre chi ero.

Staccai il telefono perché non riuscì più a sopportare tale agonia.

“ Bella ma… che è successo?”

“ Sta male… sta male… sta soffrendo ed è tutta colpa mia.” E mi accasciai a terra.

“ Bella, mi dispiace.”

“ Non fa niente Maia, immaginavo tutto questo ma non lo accettavo.”

“ Chiama a qualcuno, dato che con lui non ci riesci. Fatti dire qualcosa.”

“ E cosa? Mi odieranno tutti, Edward, Nessie, Alice e tutti gli altri staranno soffrendo ed è colpa mia.”

“ Non è colpa tua. E’ di Aro e loro lo devono sapere Bella.”

“ Scoppierà la guerra.”

“ Dillo a chi può mantenere questo segreto.”

Chi può… Chi può… Chi può…

Un nome si insinuò nella mia mente: Leah.

Composi subito il suo numero ed attesi.

“ Pronto?”

“ Pronto Leah?”

“ Bella? Bella sei tu?” Disse urlando.

“ Si sono io.” La mia voce era un sussurro.

“ Bella, Bella ma che fine hai fatto? Cosa sta succedendo? Mi hanno raccontato…” Poi si fermò.

“ Cosa ti hanno raccontato?”

“ Quello che è successo a Volterra.” Disse arresa.

“ Ah.”

“ MA non ti credo Bella, non ti credo. Cosa sta succedendo?”

“ Edward?”

“ Edward è distrutto da quello che hai fatto. E’ un morto che cammina, è un orrore vederlo in quelle condizioni. Ma perché l’hai fatto Bella?”

“ Era l’unico modo.” La mia voce era sempre più bassa.

“ Perché era l’unico modo? Perché? Non ci stiamo capendo più niente, Bella fatti aiutare.”

“ Stava per morire, ma accecato da chissà quale pazzia non se n’era accorto. Ho dovuto farlo per il suo bene e non cercare di capire o di aiutarmi perché non puoi.”

“ Bella non ce la faccio a vedervi cosi, anzi a te a sentirti. Ti prego dimmi cosa posso fare.”

“ Abbraccia Edward da parte mia.”

“ Cosa?”

“ Fallo per favore?”

“ Va bene, lo farò. Ma perché non puoi dirmi niente?”

“ Secondo te?”

“ Ti tengono in pugno, sono loro vero?”

“ Si…”

“ Sono le continue tracce che sentiamo vero?”

“ Si…”

“ Bene!”

“ Non dovete fare niente, non potete fare niente. Non c’è il mio scudo a proteggervi e sono molto più forti.”

“ Capisco.”

“ Cercherò il modo di andarmene da qui. Ti prego Leah, fai capire a tutti quanto io li ami. Sto soffrendo senza di loro sto male e tutto quello che faccio lo faccio per loro e non per me.”

“ Certo Bella. Ci risentiremo?”

“ Lo spero. Ciao Leah e grazie di tutto.”

“ A presto Bella mi manchi.”

Riattaccai il telefono. Maia era lì accanto a me che piangeva.

“ Maia?”

Si tuffo nelle mie braccia e pianse. “ Bella, Bella… Mi dispiace.

Il prossimo sarà uno special, preparatevi ^^

Shine_gr

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Capitolo 28
*** 20. Hope ***


Bene ragazze, eccomi di nuovo qui! Mi scuso per tutte voi per aver bloccato per così tanto tempo la FF. Adesso è tutto risolto e finalmente posso dedicarmi ad Abyss, finendola anche su Epf. Spero torniate a seguirmi. Dove eravamo rimasti? Bella, ricattata dai Volturi, adesso fa parte della loro guardia. Edward capendo tutto ciò è andato a Volterra per salvarla ma Bella si rifuitò nonostante volesse con tutta se stessa tornare dalla sua famiglia. Come finirà? Aspetto i vostri commenti ragazze! 

Abyss

Libro secondo

20° capitolo

“Maia, tesoro, perché piangi?”

“ Mi dispiace Bella, mi dispiace. E’ tutta colpa mia, sua.”

“ La smetti di colpevolizzarti per tutto. Non è colpa tua, anzi mi stai regalando un po’ di luce in questa tempesta.”

“ Bella ti voglio bene. Sei più di un’amica per me.”

“ Lo stesso vale per me Maia.”

Passammo quasi tutta la notte abbracciate mentre Maia mi donava il suo cuore.

Le volevo bene a questa piccola creatura, come se fosse mia figlia.

“ come ti senti adesso?”

Si stava riferendo alla telefonate. Come mi sentivo?

Mi sentivo morta dentro, mi sentivo una pianura arsa, senza vita, dopo la telefonata con Edward. Stava male e soffriva, come sto male io e soffro e di questo non mi perdonerò e non perdonerò mai Aro, ma come sempre, ormai queste parole son parte di me, cosa posso fare io? Cosa posso fare io? Niente. Mi sento un pesciolino fuor d’acqua che combatte contro un’aquila. Come posso sconfiggere tutto questo?

Un modo lo troverai figlia mia. Ecco che mia madre veniva a consolarmi sempre nei momenti più giusti. Mi ritornavano in mente i momenti in cui, quando Edward mi ha lasciato, sentivo la sua voce quando compivo qualcosa di stupido ed insensato, adesso sento mia madre quando in me non c’è più un briciolo di speranza.

Ma telefonare a Leah mi ha rincuorato. Lei non credeva alla messa in scena, lei aveva capito e se lei ci è riuscita forse anche gli altri lo pensano e questo mi basta per andare avanti. Ho bisogno di loro, della loro comprensione.

Avrei bisogno del sorriso di incoraggiamento di Carlisle, avrei bisogno dell’energia illimitata di Alice, avrei bisogno del coraggio di Emmet, della forza di Jasper, dell’affetto di Esme, dell’appoggio di Rosalie e dell’amore di Edward e di mia figlia.

Adesso Leah sa tutto e con lei prima o poi tutto il resto del branco e la verità prima o poi si saprà.

E questo mi basta per far germogliare una piccola foglia nel mio arso cuore.

Le telefonerò ancora per sapere come stanno, magari per parlare con la mia piccola stella o con la mia cognatasorella alias veggente. Mi sentivo bene, finalmente. La speranza non è più un orizzonte irraggiungibile ma è a portata di mano, mi basta solo aspettare e in buona compagnia aspettare diventa piacevole.

 

Ritornammo al castello e scoprimmo che le ricerche del giustiziere fallirono miseramente anche stavolta. Aro e Caius erano sempre più intimoriti mentre Marcus sembrava che non vedesse l’ora di incontrare il giustiziere.

Ritornammo alle nostro faccende notturne ed io mi avviai verso la mia stanza contemplando un futuro prossimo con la mia famiglia.

Usai una scorciatoia che Maia mi aveva insegnato quando non ne potevo più delle continue persecuzioni di Felix. Lui aveva capito che quel bacio non aveva significato, ma non si dava per vinto e questo mi infastidiva molto. Ogni sera me lo ritrovavo appostato davanti la mia porta ed ogni sera ero nascosta in questa scorciatoia ed aspettavo che lui se ne andasse.

La scorciatoia però passava accanto allo studio di Aro ma ogni notte lui non c’era mai, ma non questa volta.

“ Aro cosa facciamo?” Questa è la voce di Caius.

“ Fratello non lo so. Dobbiamo scoprire chi c’è dietro questi attentati. E’ un vampiro sicuramente e da quel che sta facendo anche molto potente. Potrebbe entrare nella guardia.”

“ I nostri amici muoiono Aro e tu pensi sempre e solo ai tuoi scopi.”

“ Mia caro Marcus ma cosa ti è preso in questo periodo?”

“ Non ci sto più ai tuoi giochetti Aro, non sono come te io. Non lo accetto più.”

“ Fratello?” Esclamarono in coro Caius ed Aro.

“ Che c’è? State programmando la mia morte, così come avete fatto con Didyme e tutti gli altri?”

“ Capisco, ancora con questa storia fratello?”

“ Non chiamarmi fratello, questa non è una famiglia., io non voglio più farne parte.”

“ come osi dire queste cose. Ti abbiamo accolto nella nostra famiglia ti abbia considerato e tutt’ora come un fratello. Sei nostro fratello e non potremmo mai farti del male.”

“ Anche Didyme era tua sorella ma l’hai uccisa.”

“ Didyme non c’entra.”

“ Aro mi dispiace ma non ci sto più. Fai tornare Bella dai Cullen.”

“ Mai Marcus, sai cosa c’è in gioco.”

“ Sempre così. Distruggiamo le vite delle persone per i tuoi scopi. Lei non lo merita, è buona.”

“ Marcus qualunque cosa tu pensi di Isabella a me non importa. Lei ci serve, è un portatore. Possiamo vivere in eterno con lei al suo fianco.”

“Io non voglio più vivere?”

“ Marcus cosa stai dicendo?”

“ Questo è l’inferno delle antiche scritture, questi bisogni animaleschi, questa smania di potere, questi dolori, tutto questo è l’inferno. La morte è il paradiso ed io non vedo l’ora di morire.”

“ Marcus spero che prima o poi tornerai nella retta via. Comunque il caso di Bella è chiuso. Lei deve stare qui.”

“ Io non ci sto più.” E dicendo questo si è alzato e se n’è andato sbattendo la porta.

Perché dovevo sempre assistere a queste scene in cui le mie domande si facevano sempre di più?

Domande soprattutto che ancora non sono riuscita a dare una risposta.

Prima o poi dovrò ringraziare Marcus.

 

Un altro giorno era passato e come sempre passai tutta la mattinata allenandomi con Renata.

Nel nostro primo incontro non avevo capito quanto in realtà lei fosse forte ed esperta. Mi ha insegnato tante cose sul mio scudo.

Fine mattinata venne Jane e mi sfidò ad un duello.

“ Bella che dici se io e te ci sfidiamo?”

“ Ma certo Jane non vedo l’ora.”

“ Un duello corpo a corpo dato che io su di te non posso usare il mio potere.”

“ Non chiedo di meglio.”

La stanza si popolò in un secondo mentre io e Jane ci misimo in posa.

Anche se lei erano una fanciulla con un corpicino esile ed elegante possedeva una forza ed una tecnica da non sottovalutare ma passare pomeriggi interi a combattere con Felix a qualcosa era pur servito e poi questo era un buon modo per cercare di provare il mio scudo.

Si mise in posa e si scaglio subito contro di me. I nostri due corpi volarono e mi schiantai contro il muro facendogli un buco. Non mi feci male e mi rialzai senza sforzo mentre un ghigno iniziava ad apparire sul volto di JAne.

“ Ci vuole molto per mettermi K.O. JAne.”

“ Oh Bella questo è solo l’inizio te la farò pagare per tutto.”

Sentì il suo ringhio e il suo pugno arrivarmi dritto nello stomaco mentre mi piegai in due per il colpo. Alzai subito la testa con tutta la forza che avevo in corpo e scagliai Jane per aria. Con una doppio giro in aria si mise in equilibrio sul candelabro della  sala.

“ Bene, si fa più interessante.”

“ Adesso basta giocare.”

Rimasi immobile aspettando il colpo di Jane e controllando il mio scudo.

LA bolla è sempre li con me, ma dovevo dargli più spessore, dovevo renderla più dura. Mi concentrai respirando a fondo e chiudendo gli occhi, non ne avevo bisogno per sentire arrivare Jane. Sentivo il mio scudo come un corpo vivo che pulsava, aveva bisogno di più energia. Me lo modellai in corpo come una seconda pelle al momento giusto spero di attutire il colpo.

Jane partì all’attacco e vidi la traiettoria del suo calcio verso la mia anca. In quella zona concentrai tutta la mia forza.

Bloccai il colpo di Jane, scagliandola lontano.

Lei rimase interdetta per una frazione di secondo ma ritornò alla carica, questa volta era un pugno dritto in faccia. Anche questa volta concentrai la forza sul mio volto ma diminuendola in modo da non scagliare Jane troppo lontano. Così accadde riuscì ad attutire il corpo e riuscì a distrarla quel tanto che bastava in modo da infliggergli il mio colpo.

Sentì il suo lamento e il suo sguardo non divenne più beffardo ma veramente dedito allo scontro.

Continuammo così per tutto il pomeriggio, volteggiando nella sala e affinando questa nuova capacità del mio scudo. Ne restavo sempre più strabiliata.

Adesso però mi stavo stufando ed iniziavo a schivare i suoi colpi, saltellando e volteggiando per tutta la stanza mentre gli altri vampiri rimanevano strabiliati da questo incontro.

“Perché mi odi così tanto Jane?”

“ Perché tu hai tutto ed io non ho mai avuto niente e quel poco che ho tu vuoi portarmelo via.”

“ Ma cosa stai dicendo? Cosa di dovrei portare via?”

“ Felix, le attenzioni di Aro, io sono la sua perla, io, io, io e nessun altro. Quella volta che ti ha regalato la collana. Quella era un mio regalo verso di lui e lui l’ha donato a te.”

“ Ahahah stai dicendo veramente. Non mi importa niente di Felix e tanto meno delle attenzioni di Aro, anche se lui mi riterrebbe un verme, anzi ne sarei felice perché sicuramente non sarei qui.”

Si fermò e mi guardò. “ Stai male?”

“ Si sto male. Ma i nostri combattimenti mi fanno bene.”

E continuammo mettendoci più impegno.

“ Basta.” Urlò Afton che entrò nella sala.

Sia io che Jane ci fermammo anche se lo sguardo di Jane rivoltò a lui sembrava più di sfida.

“ Cosa vuoi Afton?”

“ Aro chiede di incontrare tutta la guardia reale. Gli altri tornino ai loro posti.”

Io rimasi ferma non sapendo cosa fare, mentre Afton si avviò verso l’uscita.

“ Bella cosa fai?” Mi chiese Jane guardandomi di sottecchi.

“ Devo venire pure io?”

“ Secondo Aro fai parte dalla guardia no? Quindi devi venire. Se Aro non ti voleva, Afton lo avrebbe detto.”

Sia io che lei eravamo impeccabili, era come se abbiamo passato il pomeriggio a prenderci il thè invece di combattere. Quello scontro mi aveva davvero fatto bene. Avevo scatenato tutta la mia rabbia pregressa e mi sentivo un po’ più rilassata.

Arrivammo nel salone delle riunioni e al suo interno c’erano proprio tutti.

Jane si avvicinò al suo gemello Alec porgendogli la mano. All’estrenità della sala c’erano Heidi, Chelsea, Italo più affascinante che mai, Pavel e Renata, che dopo i nostri allenamenti tornava ad avere uno sguardo addolorato a causa della morte di Santiago, suo compagna.

Al centro della sala e seduti sui troni c’erano Marcus, Caius e Aro mentre ai lati c’erano Felix e Demetri. Dietro Aro c’era Maia.

La guardai e lei guardò me, strizzandomi l’occhio. Cosa voleva dire quel gesto?

“ Siete tutti qui miei cari amici?” disse Aro aprendo le sue braccia e facendo i suoi soliti discorsi melliflui.

“ Si, signore.” Risposero tutti in coro tranne me e Maia.

“ Bene, carissimi. Vi ho convocato per parlarvi di alcune cose importanti per me e ci tengo che voi ne veniate a conoscenza.”

Rimasi tutti attenti aspettando che continuasse.

“ Innanzitutto ancora di questo strano vampiro non ne sappiamo niente, inizialmente non sembrava una minaccia dato che attaccava i soldatucci, ma dopo la morte di Santiago e Fabian, tutti noi dobbiamo stare molto attenti. Mi dispiace per la loro morte ma si sono sacrificati per un bene supremo.”

Renata si accasciò a terra tra i piedi di Aro.

“ Aro, mio signore, dammi la morte, fammi andare dal mio compagno.”

“ Mia cara non devi cercare la morte ma la vendetta.” E dicendo questo la fece alzare accarezzandole il volto.

“ Si, mio signore.” E ritornò al posto.

“ Secondo, stanno succedendo strane cose in africa, nei pressi del Clan di Amun. Felix, Jane, Alec e Demetri voi andrete a darvi un’occhiata con discrezione.”

Cosa succedeva nel Clan di Amun?

“ Ultima notizia che vi dovrò dare. In questi due giorni, io con mia figlia e scortato da Italo partiremo per l’America del Sud. Non so quando torneremo ma sarete sotto il controllo di Caius, lui mi delegherà in questa mia assenza. Per il resto i continui sopraluoghi e tutte le altre mansioni sono come sempre sotto il controllo del nostro fidato Pavel. ”

Senza Aro e con metà della guardia a Volterra. Forse questa era la volta buona per scappare.

Ma Maia? La guardai e mi sorrise raggiante.

“ Ci vediamo stasera.” Mi disse e son sicura che solo io ero riuscita a sentire queste parole.

Acconsentì abbassando la testa.

 

La riunione finì e fui la prima ad uscire. Mi diressi verso la mia stanza ed aprendo la porta, seduto su una sedia vi trovai Italo.

“ Bella…” mi salutò con la sua voce sensuale.

“ Italo che ci fai qui? Cosa vuoi?” Chiesi sconvolta e infuriata. La parola privacy a Volterra non esisteva?

“ Scusami se ti ho turbato ma volevo salutarti. Sai domani mattina partiamo e ci tenevo.”

“ Ah.” Riuscì solo ad esclamare mentre lui si avvicinava pericolosamente a me. Ma perché questo vampiro mi scuoteva di dentro? Perché emanava erotismo?

Arrivò davanti a me e prese una ciocca dei miei capelli annusando il mio profumo. “ Lo sai che hai un odore buonissimo?”

“ Me l’hanno detto in molti, sia da umana che da vampira.”

“ Me l’hanno raccontata la tua storia da umana e devo dire che mi hai affascinato molto.” Mi disse interessato mentre mi scrutava con quei occhi neri.

“ E tu? Come sei finito qui dentro?”

“ Eh la mia storia è semplice e non emozionante come la tua.” Mi disse regalandomi un sorriso lucente.

“ Beh sono curiosa.”

“ Abitavo a Firenze e per professione sono stato un modello. Anche da giovane e pieno di brufoli attiravo le ragazze e come la gente mi diceva: - Sei bello.- . Ma non avevo solo la bellezza, ero intelligente, di una bravura strabiliante e riuscivo a cambiare il corso delle cose, non so spiegartelo.

In una sfilata incontrai una giovane, bellissima. Pelle chiara, la sua pelle era lucente e incantevole come il chiarore di luna, la chioma morbida e bionda le scendeva fino alle spalle, in poche parole me ne innamorai subito. Non mi resi conto del pericolo che incorrevo ma mi trovai a fare l’amore con questa dea e mentre eravamo avvolti dalla passione lei mi morse. Si sentiva colpevole per quello che aveva fatto e mi ha lasciato nella mia stanza per 3 giorni a soffrire e a chiamare la morte. Divenni un neonato e creai un po’ di scompiglio a Firenze, i Volturi mi presero e Aro notando le mie capacità mi offri un posto nella sua guardia e non sapendo dove andare ho accettato.”

“ Capito.” Riuscì a dire solo.

“ So che tu consideri i Volturi come dei tiranni ma loro in questi anni mi hanno dato un tetto.”

“ Stai cercando di farmi cambiare idea su di loro? Italo capisco le tue scelte ma io conosco i Volturi meglio di te, fidati.”

“ Ci ho provato io.” Disse sorridendo.

“ Che ci andate a fare in America soprattutto con Maia?”

“ Non lo so. Penso che solo Aro sa cosa deve fare.”

“ Capisco. Grazie Italo.”

“ E di che Bella. Tu mi stai simpatica, mi ricorda tanto quella vampira il tuo sorriso. Spero che al mio ritorno diventeremo amici.”

Ma perché tutti a me? “ Amici lo siamo già.”

“ Si certo. A presto Bella.” E dicendo questo se ne va’.

Decisi di andare a caccia, magari allontandomi dai boschetti della toscana in modo da trovare qualcosa di più sostanzioso.

 

Tornai in tempo per farmi una doccia e poi andare all’appuntamento con Maia.

Arrivai alla torre e Maia era già li ad aspettarmi.

“ Bella.”

“ Maia.” Corsi ad abbracciarla. “ Perché parti con Aro?”

“ Lui ma l’ha chiesto anche se non so il perché. Con lui distante e con mezza guardia lontano puoi provare a scappare Bella.”

“ Lo so ma non voglio andarmene senza di te.”

“ Non essere sciocca. Tu non puoi stare qui, devi stare con la tua famiglia, con i tuoi cari. Io invece no.”

“ Tu ormai fai parte della mia famiglia.”

“ Bella, credimi vorrei tanto ma Aro non me lo permetterebbe mai. Adesso capisco tante cose, adesso so perché ancora non sono morta.”

“ Maia ma che stai dicendo?”

“ Vivi felice Bella questa vita e pensami ogni tanto, io ti penserò sempre, sei come una mamma per me.”

“ Come può una madre abbandonare una figlia?”

“ Trova prima o poi la forza. Ti voglio bene Bella, adesso vado. A presto.”

Mi abbraccio. Accarezzandole i capelli e dandole un bacio nella guancia le dissi: “ Ti voglio bene figlia mia.”

Con qui occhi pieni di lacrime se ne andò. Rimasi ancora un po’ io su quella torre, ripensando al destino che mi toglie tutto ciò a cui io voglio bene. Maia se n’è andata, perché? Cosa ha scoperto?

Sarei riuscita a portarla con me. Non potevo lasciarla qui, ma adesso era ora per me di pensare ad un piano.

 

Arrivò la mattina ed io mi sentì nuovamente sprofondare senza la presenza in questo castello di Maia. Ma dovevo sopravvivere, la libertà era vicina, o almeno spero.

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Capitolo 29
*** 21. Escape ***


Bene ragazze! Eccomi qui con un altro capitolo... ve l'avevo detto che non vi avrei abbandonato tanto facilmente. E solo che tra i corsi e gli impegni vari a casa sto poco o niente. Ma comunque...  torniamo a noi. Ricapitoliamo un po' cos'è successo fino ad oggi. Bella è stata presa dai Volturi, Edward dopo aver capito tutto va a Volterra per salvarla ma lei si rifuita perchè se sarebbe andata con lui, Edward sarebbe morto. Bella a Volterra incontra Maia, la figlia di Aro e con lei istaura un bellissimo rapporto. Un giorno, però, Maia ed Aro partono per il Sud America e nel loro addio Maia consiglia a Bella di scappare. Benissimo.... e dopo ciò.... cosa succederà a Bella? Riuscirà a scappare? Aspetto sempre i vostri commenti ^^ Piccola anteprima... Il prossimo capitolo sarà uno special XD
Abyss
     Libro secondo

21° capitolo

Vagavo per i corridoi senza sapere dove andare, cosa fare. Mi sentivo nuovamente sola, mi sentivo di nuovo quel buco nel petto. Volevo scappare, fuggire ma non sapevo come fare. Anche se mancava metà della guardia, Volterra sembrava piena di vampiri, in ogni corridoio c’era un gruppo di soldati da almeno 7 succhiasangue. Come potevo fuggire?

Maia è partita solo da stamattina e già mi manca terribilmente. Ma perché se n’è dovuta andare? Perché non è rimasta con me per fuggire insieme? Quella conversazione di ieri, adesso che ci penso, mi sembra un po’ contraddittoria. Prima mi dice che non sa perché deve partire anche lei, poi mi dice che adesso ha capito tutto e che Aro non la farà mai scappare. Ma allora sa qualcosa? Allora ha sentito qualcosa e non voleva dirmelo perché se no l’avrebbe fatto. Cosa ha scoperto Maia?

“ Bella.” Jane? Ma ancora non sono partiti loro.

“ Jane ancora non siete partiti?”

“ Stiamo partendo ora.” Ma perché aveva con me sempre quel tono acido. Mi innervosiva.

“Capisco… allora buon viaggio e guai se tocchi Benjamin con un solo dito.” Benjamin? Adesso è tutto più chiaro. Stavano facendo la stessa cosa che hanno fatto a me.

“ Non preoccuparti per il tuo amichetto. Andiamo solo a vedere com’è la situazione. Poi non sei felice? Avrai qualcuno che ti farà compagnia qui.”

La rabbia ribolliva nelle mie vene e scorreva in esse come un fiume in piena. Bastardi, ecco cosa sono.

“ Be’ mia cara, arrivederci. Tanto domani noi siamo qui.” E con un sorriso stampato in faccia se ne va’.

Maledetti, maledetta tutta Volterra.

La speranza che in questi due giorni pian piano si stava facendo strada nel mio cuore, anche grazie all’aiuto di Maia, stava scomparendo. Sembrava una soffice nuvoletta di fumo talmente leggera da confondersi col cielo cupo e grigio. Tutta la grinta, tutta la voglia di scappare da questo nulla infinito fatto solo di odio stava pian piano svanendo mentre il mio strano dolore pian piano risaliva a galla.

Come potevo io, una fallita, scappare da questa fortezza in un solo giorno? Mi sentivo tremendamente sola, mi sentivo una nullità.

Rimasi immobile, rinchiusa in gabbia con questi pensieri e non mi accorsi del tempo prezioso che stavo sprecando, ogni secondo, ogni attimo lo stavo mandando al diavolo e per cosa? Per solitudine. Sola, ero sola e dovevo farmene una ragione se volevo sfuggire a tutto questo. Non trovo la forza, non ce la faccio. Sentivo le ossa spezzarsi in due, sentivo la mia mente sempre più confusa e il centro cavo del mio petto vuoto e scuro.

“ Bella?” Mi chiamò una voce molto familiare con gentilezza. Era Marcus.

“ Marcus, buongiorno.” Salutai l’unico Volturo che provava un po’ di compassione per me, anche se non la meritavo. Come una volta lo stesso Aro mi aveva detto, tutto ciò che stava accadendo era colpa mia. Tutto, tutti i dolori e le sofferenze che sto causando alla mia famiglia, al mio amore, alla mia piccolina. Tutto è colpa mia e il dolore che patisco e che adesso pian piano si fa strada dentro di me lo merito.

“ Bella…” Stava per dirmi qualcosa ma si fermò.

“ Deve dirmi qualcosa Marcus?” Cercai di invogliarlo.

“ Mi dispiace.” Mi disse abbassando lo sguardo mentre una maschera di tristezza si impadronì del suo viso.

“ Oh…” Riuscì solo a dire. Non mi sarei mai aspettata un comportamento simile. Quell’affermazione mi ha spiazzata.

“ Credimi se ti dico che in tutta questa storia non c’entro niente. Non volevo che tu patissi tutto questo dolore Bella perché non lo meriti e se per questo nemmeno Edward. Il vostro amore non lo meritava. Stiamo distruggendo un’altra giovane vita. Stiamo mandando all’inferno un altro amore ed io non volevo e tutt’ora non voglio.”

Restavo ancora in silenzio con tutto il mio corpo paralizzato. Questo era un Marcus diverso. Non un vampiro annoiato da questa eterna vita, ma una vampiro sofferente per questa eterna vita. Come la scorsa sera aveva detto, questo è il suo inferno e adesso è visibile ai miei occhi.

“ In minima parte capisco il tuo dolore Bella anche se l’amore tuo e di Edward è molto più grande e potente di quel barlume d’amore che ho provato quando me l’hanno concesso.”

“ Grazie Marcus. Ma le tue scuse non cambiano i fatti.” Dissi quelle parole con acidità anche se non volevo.

“ Lo so e… e… Bella ormai non conto più niente qui. Non son mai contato qualcosa ma adesso e cento volte peggio. Son diventato una marionetta, non sono più padrone di me.”

“ Cosa stai dicendo Marcus? Perché mi stai dicendo queste cose?”

“ Perché è giusto che qualcuno prima o poi lo venga a sapere mia cara Bella e tu sei l’unica che riuscirà a scappare e a sconfiggere i demoni che si son impadroniti dei miei due fratellastri.”

“ Ancora non riesco a capire…”

“ Vedi mia cara, io non sono realmente fratello di Caius e Aro. Ero il figlio di una loro serva che aveva avuto una relazione con il loro padre e per non creare scandalo la moglie mi accolse nella loro famiglia. Io non sapevo niente di tutto questo, trattavo mia madre con ribrezzo da schiava mentre amavo una donna che non era mia madre. Seppi tutto questo alla morte della serva e tutta la mia vita andò in pezzi. Non sapevo più chi ero, mi sentivo perso e senza radici. Passai tutta la mia giovinezza amando i miei fratelli e ritenendoli le mie guide. Ero diverso da loro, come adesso loro erano bramosi di ricchezze e poteri ed io per sentirmi uno di loro mi comportavo come tale. Ma scoprendo tutta la verità mi ritrovai a capire molte cose. Qualche mese dopo accadde una catastrofe. La mia famiglia a caccia fu attaccata da un vampiro. Uccise i nostri genitori mentre a noi fratelli, bagnati di sangue dopo quelle scene raccapriccianti in cui abbiamo visto i nostri genitori morire, ci attacco ma non ci uccise. In tre giorni io, Aro, Caius e Didyme eravamo dei neonati vampiri. Accecati dall’odio e dalla vendetta trovammo il killer dei nostri genitori e lo uccidemmo senza pietà, uccidere per noi era un gesto innato sai? Dopo poco l’intelligenza e l’astuzia di Aro ci portarono a creare un vero Clan mentre iniziai a vedere la mia sorellina come una compagna. La smania di potere di Aro e la voglia di morte di Caius crebbe sempre di più mentre io iniziavo a vedere il mondo con i miei occhi grazie anche all’amore di Dydime. Aro non lo accettò e preso dalla furia uccise la mia amata. Da quel giorno entrai nell’annebbiamento più totale, aspettando solo la morte e compiacendo l’unica mia strana famiglia. Dopo tutte le vite e gli amori spezzati sto capendo che la mia vita è solo un inferno e voglio solo morire per avere un po’ di pace.”

Quella storia per me era una vera e proprio rivelazione. Adesso so quasi tutta la storia dei Volturi, so la storia di Marcus e non posso non sentire pena per lui. In tutta la vita ha solo sofferto e se la porta come compagna da almeno tremila anni.

“ Tu mi ricordi tanto Dydime. La sua dolcezza e gentilezza, e quello che sto facendo passare a te e come se lo facessi vivere anche a lei.”

“ No, Marcus.”

“ Si invece, parlo… parlo soltanto. Ma le parole non bastano, contano i fatti.”

“ Stai aprendo il tuo cuore a me e questo mi basta.”

“ Non meriti di stare qui Bella. Tu devi amare, non devi ridurti come me. Scappa…”

“ Come?” ho sentito bene?

“ Scappa Bella. Stanotte. Devi farlo.” Era strano, nei suoi occhi leggevo la sua sicurezza. Ma scappare non so perché mi sembrava impossibile.

“ Ma come… posso… e tu? Aro ti leggerà tutto questo?” Adesso avevo paura per lui.

“ Le soluzioni sono due mie cara… o mi lascia vivere o mi uccide. In tutti e due i casi mi riterrò soddisfatto di questa mia prima opera di bene. Vattene da qui Bella.”

“ Ma…”

“ Edward e tutta la tua famiglia ti ama ancora Bella.”

“ Ci proverò.” Dissi cercando di trasmettere fiducia.

“ Bene, adesso vado prima che la mia balia mi trovi con te.” Un sorriso amaro si stampò sul suo volto e sparì.

Un sol pensiero mi invase. Dovevo, potevo fuggire… Edward sto arrivando.

Si potevo farlo, dovevo farlo e l’avrei fatto. Dovevo solo cogliere il momento giusto e sarei riuscita a scappare da tutto questo. Sarei tornata a vivere con la mia famiglia. Potevo riabbracciare la mia amata Renèesme. La mia figlioletta, quanto mi è mancata, il suo odore, il suo calore e il suo amore. Già mi vedevo abbracciata a lei mentre le sue lacrime erano anche le mie, mentre accarezzavo i suoi riccioli bronzei mentre le sussurravo il mio amore. Vedevo il volto di Edward, i suoi meravigliosi occhi ambra, lo vedevo lì fermo mentre la l’idea di noi due di nuovo riuniti si faceva strada in lui. Potevo risentire il suo dolcissimo sapore nel mio palato, il suo odore inondarmi i sensi e il suo amore riscaldarmi.

Mi vedevo di nuovo accolta e amata dalla mia famiglia; il mio meraviglioso fratello-orso farmi volteggiare nell’aria, Rose rivolgermi il suo affettuoso sorriso, Alice la sua immancabile energia e il suo accogliente abbraccio, la stretta di mano di Jazz e l’abbraccio amorevole di Carlisle e Esme.

Mi sentivo decisamente meglio. Non volevo organizzare niente, sarei andata ad istinto.

Carpe diem. Dovevo solo cogliere l’attimo.

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E il momento è giunto. Era l’ora di scappare. Volterra si stava donando alla morte e anche se le guardie erano sempre in movimento, pensavano ad altro e non ad una fuggiasca.

Camminavo per i corridoi come avevo sempre fatto in questo mio soggiorno ma adesso una strana sensazione si impadroniva perfino delle mie ossa.

Mi sentivo nuovamente libera, felice. Mi sentivo nuovamente me stessa e non più una prigioniera costretta a vivere una vita insulsa.

Quei corridoi mi sembravano diversi e più accoglienti. Avevo una percezione diversa di tutto.

Il castello era in fermento. Tutti aspettavano un altro attentato dal giustiziere ed anche io lo aspettavo per darmi il via libera.

Le mie gambe mi stavano conducendo verso lo studio di Aro, da lì una porta secondaria mi avrebbe fatto uscire subito dal castello.

Arrivata allo studio senti un lamento e dei brusii.

“ Ti fa male vero? Ma questo è niente bastardo. Ti farò provare tutto il dolore che per più di 5 sec. Ho provato per causa tua.”

E lì un urlo di dolore. Ed una risata talmente malvagia che mi fece rabbrividire.

Cosa stava succedendo li dentro? Chi era? E se fosse Marcus? Non potevo lasciarlo lì.

“ Ti prego… ti prego… lasciami…”

Ma questo non era Marcus. Era l’essere più rivoltante di questo castello. Spregevole e meschino, assetato di sangue e potere. Meritava la morte.

“ Tu mi supplichi, tu mi chiedi di lasciarti andare? Ma quante persone di hanno pregato, supplicato, chiesto il perché delle tue azioni e tu li hai uccisi ugualmente? Perché dovrei essere io clemente con te?” Quella voce mi metteva i brividi. C’era un misto di sentimenti. C’era vendetta e il gusto dell’imminente  vittoria, c’era dolore e angoscia, c’era voglia di uccidere.

“ Ho sbagliato… non l’ha farò mai più… lo prometto lasciami…”

“ Ma guarda un po’. Il grande, il sanguinario Caius ridotto a supplicare un povero e solitario vampiro ridotti così a causa della sua sete di sangue. Che vergogna bastardo… ed io che in tutti questi anni mi aspettavo uno di quei combattimenti che restano nella storia.”

Era il momento, dovevo andarmene ma non riuscivo a muovere le gambe.

“ Che… che cosa vuoi?”

“ Cosa voglio? Per più di cinquecento anni ho desiderato la tua morte… secondo te cosa voglio?”

Sentì l’urlo spezzato di Caius, mentre un sentì il rumore di una roccia sbriciolarsi.

“ Non c’è piacere così… Io non voglio uccidere una femminuccia, avanti Caius mostrami chi sei realmente…”

Ma Caius non si mosse.

Un’altra risata. “ Paura e… Come si dice? Stai morendo dalla paura… essa pian piano sta infettando il tuo corpo come il veleno di un serpente. Il tuo corpo viene percorso da spasmi, mentre pian piano si immobilizza. Tra un po’ mi chiederai, anzi mi supplicherai di morire ed io… non ti accontenterò… ti torturerò finche non avrai la forza nemmeno di respirare…”

Il respiro di Caius diveniva sempre più affannato e spaventato.

Dovevo andarmene… Dovevo andarmene…

Ma non posso lasciarlo lì a morire… Io non sono come loro…

Devo andarmene… Devo andarmene…

In quel momento mi venne un idea. Speriamo solo che funzioni.

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Aprì la morta e in quella stanza non vidi niente, ma continuavo a sentire il fiatone di Caius e le imprecazioni di qualcuno.

Dal nulla apparve Caius. Era a terra in una strana posizione e gli mancavano una gamba e le mani sbriciolate accanto a lui. Dopo di che apparvero due vampiri, un maschio ed una femmina.

La vampira sembrava una piccola donna. Pallida come il gesso, aveva grandi occhi cremisi e i morbidi capelli rossi le ricadevano fino alle spalle. La sua figura era elegante ed aggraziata ma, allo stesso tempo, il suo corpo era sodo e muscoloso.

Il suo sguardo era triste marchiato da una grande sofferenza. Il suo sguardo saettava dal suo compagno, spaventata, a me, fulminandomi e cercando di intimorirmi.

Il vampiro dal canto suo possedeva una bellezza particolare. Era alto e muscoloso. Il petto era nudo e si poteva scorgere perfettamente gli addominali scolpiti. La sua pelle era scura anche se possedeva un certo pallore. Lo sguardo rifletteva ciò che trasmetteva nella voce. I grandi occhi neri comunicavano tutta la sofferenza patita ma allo stesso tempo quella sete di sangue assopita da troppo tempo per essere controllata. L’espressione del suo viso era contratta e incrociando il suo sguardo col mio mi sentì derubata di qualcosa.

Continuava a guardarmi mentre Caius pian piano si ricomponeva. Era come se fosse sprofondato dentro di me, come se non potesse credere a ciò che vedeva, come se io fossi solo un sogno o un’illusione.

Io d’altro canto ero attratta dal suo sguardo, ma non era un attrazione fisica era uno strano legame che ci univa, non di amore ma di sofferenza?

“ Veive cosa aspetti? Uccidiamoli e andiamocene da qui, basta adesso.” Era la piccola vampira a parlare. Guardava Caius con ribrezzo e dai suoi pugni stretti e i suoi tendini in tensione mi aspettavo che lei infierisse il colpo finale su Caius.

“ Lei non posso ucciderla.” Affermò il vampiro.

“ Come non puoi ucciderla? Abbiamo aspettato così tanto questo momento e adesso lo mandi al diavolo per una insignificante vampira?”

“ Se abbiamo aspettato cinquecento anni, possiamo aspettare ancora qualche giorno.” Disse il vampiro leggendomi nuovamente di dentro. Dopo di che si volto verso Caius e calpestando il suo braccio spezzandolo gli disse: “ E per quest’altra volta te la sei scansata feccia. Ma verrò presto a farti una visita, non sentirai troppo la mia mancanza. E ringrazia questa vampira che a quanto pare di ha salvato la vita.” Caius urlò nuovamente di dolore, anche se era un urlo soffocato. I vampiri erano già spariti, ma una folata vicino al mio corpo mi pietrificò. Senti scostarmi una ciocca di capelli da qualcosa mentre davanti a me vedevo solo le minuscole particelle di polvere che volavano.

“ Son contento che almeno tu riuscirai a ritrovare il tuo amore.”  Era lo stesso vampiro di prima.

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Arrivarono i soldati della guardia e dopo la mia breve dichiarazione andarono a cercare questi due vampiri. Caius riuscì a ricomporsi e come se non riuscisse a stare alzato si sdraiò nel divano.

Il suo sguardo era ancora terrorizzato, era come se davanti ai suoi occhi ci fosse il suo peggior incubo. La sua espressione mi metteva i brividi.

“ Bella come possiamo sdebitarci? Hai salvato la vita a mio fratello.” Questo era Marcus, aveva di nuovo l’aspetto annoiato di quanto l’ho conosciuto ma il lui c’era qualcosa di diverso.

“ Si… si… grazie Isabella… qualsiasi cosa… qualsiasi cosa per sdebitarmi…” Caius si voltò verso di me. Sembrava un'altra persona. Gli occhi erano spalancati e la bocca era aperta ed in una strana posizione.

Ecco quello che mi aspettavo.

“ Voglio tornare a casa.” Dissi sicura di me.

Come se fosse ritornato in se, Caius mi disse: “ Non posso. Tutto ma non questo.”

“ E così che ripaghi una persona che ti ha salvato la vita? Hai detto qualsiasi cosa Caius…”

“ Fratello sai anche tu che non possiamo farlo.”

“ Ma tu vuoi farlo?”

“ Bella mi ha salvato la vita e mi sento in debito…”

“ Allora fai quello che ti ha chiesto…”

“ MARCUS?”

“ Tutti i tre volturi decidono. E noi siamo la maggioranza.”

Caius mi guardava mentre una marea di emozioni trapassavano nel suo viso.

“ E sia. Ma dovrai essere sempre legata a questo Clan. Qualsiasi cosa noi ti chiederemo in futuro tu dovrai accettarla.”

“ Qualsiasi cosa, basta che non mi dividiate più dalla mia famiglia.”

“ Allora è deciso. Puoi partire anche adesso Isabella.” 

Quelle parole mi entrarono nel cuore come un fiume in piena.

Finalmente sono libera.

Non riuscì più a pensare, ne a formulare frasi sensate.

Mi voltai verso i Volturi con un sorriso talmente luminoso che mi stupì persino di me stessa.

Solo Marcus mi guardava estasiato. Sapevo che Caius non voleva che me ne andassi ma l’onore e salvare la vita a qualcuno ti porta a far qualsiasi cosa pur di ripagare il gesto. Me l’hanno insegnato loro questo!

E dopo quel sorriso le mie gambe mi portarono fuori quel castello e i miei sensi respirarono libertà.

Finalmente tutti il mondo era di nuovo davanti ai miei occhi e la luna, le stelle, il cielo non mi son mai sembrati così belli o forse in qualche occasione si.

Ma non era il tempo di pensare a queste sciocchezze. Adesso l’unica cosa che volevo era abbracciare la mia famiglia.

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Sfrecciavo per i boschi, le stradine di campagna e quelle di città mentre la notte mi oscurava alla vista dell’uomo. Arrivai all’aeroporto e comprai subito qualcosa da indossare, come sempre nello stile di Bella Cullen.

Trovai subito un posto in prima classe per un volo diretto a Seattle, non potevo trovar di meglio.

Pagai il tutto e aspettai questo benedetto aereo, quel mezzo che finalmente mi avrebbe portato a casa.

Mi immaginavo l’arrivo e non vedevo l’ora di rivivere tutto ciò.

Amore mio sto arrivando…

Atterrai all’aeroporto di Seattle e ritornai a correre.

Correvo, correvo in preda all’eccitazione mentre le foreste dello stato di Washington mi davano il benvenuto.

Finalmente ero a casa. 

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Ed arrivai a Forks, arrivai finalmente nella mia amata Cullen. Risentivo il chiacchiericcio allegro della mia famiglia. Risentivo gli odori di casa e di famiglia. Sentì l’odore di Edward più vicino che mai.

Mi diressi verso di lui, pronta a fargli una sorpresa.

Era dietro il garage e con lui c’era… TANYA?

In quel momento quello che vidi mi fece più male di tutti quei giorni trascorsi a Volterra.

Si era dimenticato di me? Non mi amava più? Adesso stava con lei? Perché si sono baciati?

Non volli stare più lì e scappai. Tutte le speranze, la gioia, la felicità e il senso di libertà che provavo erano spariti lasciando il posto alla millesima sofferenza, altrettanto dolorosa o forse la più dolorosa di tutte. Edward non mi ama più.

“BELLA…”

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Capitolo 30
*** Special Abyss ***


Come vi avevo già anticipato ieri, quello di oggi è uno special... sarà il nostro Edward ha raccontarci ciò che è successo da quando Bella è stata rapita dai Volturi. Spero vi piaccia, è stato un po' difficile immedesimarsi nei pensieri di Edward, spero di aver fatto un buon lavoro.

 @ Lisbet: certo che mi ricordo di te... come potrei dimenticarmi XD sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto... ho sempre una paura pazzesca quando metto i capitoli xD Non vi posso anticipare niente... però credo che in questo special capirete qualcosa ^^ Secondo te può essere stato Edward a baciare Tanya?

@ Ledycullen_me : ahahahah me lo immaginavo che ve la sareste presa subito con lui... Vi dico solo che per Tanya provo un odio profondo XD Ti ringrazio *-* spero che ti piaccia lo special e i prossimi capitolo XD

Vi lascio al capitolo, un abbraccio ^^


Special: Edward.

Finalmente il mio amore si era svegliato. Era bastato un semplice ma intenso pianto della nostra stella a farla tornare da noi, il suo pianto liberatorio a causa dell’incubo. Un incubo che tutti le notti la terrorizza, che non riesce a farla dormire perché ha paura che quel sogno si realizzi.

E’ un incubo in cui anche la mia mente, appena lo vede, si turba.

Il suo volto, il volto della mia dolce Bella, i suoi occhi gentili, il suo sguardo amorevole, le sue morbide labbra hanno lasciato il posto ad una vampira che ha deciso di mandare al diavolo l’ultimo briciolo di umanità. Un volto con gli occhi rossi. Rosso, il colore del sangue.

Ma tutto questo è soltanto un incubo, una chimera, non c’è niente di cui preoccuparsi. Almeno spero.

Bella non ci abbandonerà mai, non può abbandonare noi, la sua famiglia. Non può abbandonare ME come io non posso abbandonare LEI.

Il suo viso è nuovamente luminoso come l’alba del giorno, i suoi occhi son di nuovo brillanti come il più luminoso diamante e le sue labbra sono di nuovo delicate e suadenti come i petali di rosa rossa.

E’ sulle mie gambe e il suo contatto accende il mio corpo.

“ Andiamo nella nostra stanza? Mi sei mancata tantissimo in questi mesi.”. E dicendo questo, iniziai a baciarla dappertutto. In viso, nelle labbra, sul collo, sul seno. Ero attraversato da un’eccitazione che risvegliava il mio corpo, risvegliava la voglia di una notte, di un giorno, di una settimana allacciato al mio unico e vero amore.

Sento il mio cuore muto battere all’impazzata, sento nelle vene del mio corpo scorrere come un fiume in piena l’adrenalina, la voglia di una notte insieme, di una notte d’amore.

So che il suo desiderio è forte quanto il mio. La sento eccitarsi col solo tocco del mio dito che esperto e delicato percorre il suo dorso. Lentamente, sempre con la mano, salgo fino al suo delizioso collo, un collo scolpito sicuramente da mani esperte, dal miglior scultore. E’ così perfetto e maledettamente invitante.

Poso su di esso le mie labbra e la sento sussultare. Vorrebbe stare con me ma non vuole lasciare sua figlia dopo quello che e’ successo.

“ Anche tu mi sei mancato, ma abbiamo promesso a Nessie che saremo rimasti con lei tutta la notte.”

“ Capirà.”  E dicendo questo cerco di essere più insistente. Poggio le mie labbra sul suo lobo gli e lo mordicchio sensualmente e soffio leggermente per rabbrividirla. So che non riesce a resistere al mio odore come in non resisto al suo. Il nostro odore così buono ed intenso, così inebriante. L’odore di un predatore e in questo momento io ero il predatore e lei la mia preda.

Cede ai miei corteggiamenti e iniziamo ad amarci come non l’abbiamo mai fatto fino ad ora, o forse era da così tanto tempo che il mio corpo non possedeva il suo, da credere che questo momento così magico sia stato il migliore della nostra vita trascorsa insieme. Ma ogni momento vissuto con lei è marchiato nella mia mente e nel mio cuore.

Io sono, e sarò per sempre, in lei, per lei, con lei.

La nostra sintonia è perfetta. So dove e quando sfiorarla, toccarla, baciarla, lambire la sua setosa pelle per eccitarla e lei fa altrettanto con me.

Sfioro il paradiso e l’inferno e finalmente mi sento completo.

“ Edward ti voglio.”

“ Ogni tuo desiderio è un ordine per me.”

Lei è pronta, è vogliosa e lo stesso vale per me.

Affondo con passione e voracità dentro di lei e finalmente siamo una cosa sola. Siamo Eros, siamo Amore quello vero e puro. Quell’Amore elogiato dagli antichi filosofi greci, quell’Amore cantato e venerato dagli illustri poeti e scrittori di tutti i tempi, quell’Amore che chiunque in questo mondo ed oltre desidera conoscere e vivere.

Ed io ho avuto l’onore di conoscerlo e di averlo fino alla fine dei tempi ed oltre, sempre con me. Questo è il mio miracolo ed è qui davanti ai miei occhi, la più bella creatura generata dal cielo, e vuole me ed io voglio lei. Voglio donare me stesso.

Finiamo d’amarci appena il sole inizia a sorgere. Il dessert dopo una cena deliziosa, il tramonto dopo una giornata indimenticabile, la fine e l’inizio di tutto.

Mi guardava come se fosse lei la miracolata, come se lei non meritasse tutto ciò. Ancora non aveva capito che era tutto il contrario di quel che pensava? Lei è il mio miracolo, lei è la mia vita.

“ A cosa pensi?”

Le mie mani la avvinghiarono ancora di più a me. Riuscì a leggere il suo pensiero.

-Ti amo Edward, grazie per essere la mia vita, grazie per donarmi te stesso-.

Quanto la amavo e quanto il mio amore aumenterà con lo scorrere del tempo. Amavo ascoltare i suoi pensieri ma in questi mesi mi è talmente mancata che volevo gustarmi qualunque cosa di lei.

 “ Uh… Però vorrei sentirli con la tua voce.”. Feci i miei soliti occhi languidi e il mio solito sorriso che, a quanto lei mi diceva, aveva il potere di abbagliarla. “Mi è mancata tantissimo e poi ne sono innamorato.”.

“ Non cambi mai sai Edward. C’è qualcosa in me che non ti affascini? Scommetto che se fossi un mostro con un occhio solo e i piedi palmati mi ameresti lo stesso.” Mi disse questo e mi baciò il petto. Le parole mi vennero fuori senza che io riuscissi a controllarle. Volevo essere il solito sdolcinato ma qualcosa nel mio corpo voleva dire altro.

“ Adesso non esageriamo. Anche l’occhio vuole la sua parte!” Così dicendo la mia mano partendo dal suo collo sfiorò il profilo del suo corpo, soffermandosi sul suo petto, la visione angelica che abbagliava a me, il mio paradiso.

Sentì che quel contatto diede vita ad un fremito che inondò tutto il suo corpo come un fiume in piena e lo stesso accadde a me.

Mi guardò sconvolta, sicuramente stava pensando: Questa risposta non è da Edward!

“ Dai stupidina, stavo scherzando! Direi che se tu avessi un occhio solo e i piedi palmati, ti troverei ugualmente sexy.”. Ecco che l’Edward sdolcinato torna in tutto il suo splendore.

 “ Che scemo che sei!”

“ Tornando al discorso di prima.”

“ Quale?” Mi chiese confusa. Molto spesso quando parlavamo aveva problemi di lucidità. Era tutta strana la mia Bella, era unica.

Risi e poi risposi. “ I tuoi pensieri!”

“ Ah… sì…” parlò balbettando. “ Ti amo! Tu per me sei il mio miracolo, il mio angelo, la mia ragione di vita. Io e te siamo una sola persona, siamo due vite intrecciate per sempre.”

“ Mi sei mancata tantissimo Bella. Saremo amanti per l’eternità!”

 

Il sole è in alto nel cielo e il SUO corpo è radioso, sembra che questi mesi bui non fossero mai avvenuti, la mia Bella è di nuovo Bella, ed è bella come non mai. Che gioco di parole!

Quanto l’amavo? L’amavo. Per me lei non è solo la mia metà, la mia compagna o mia moglie. Per me lei è tutto, è tutta la mia vita. Lei è me stesso, se lei non esistesse io non esisterei e lo stesso, ne sono certo, vale anche per lei.

La morte di Renèe, sua madre, l’aveva veramente sconvolta. So che si riteneva responsabile, e forse tutt’ora lo pensa ma lo sta accettando e sta cercando di vivere con questo rimorso. Riuscivo a leggere tutto questo nei suoi occhi, in quei mesi spenti e senza vita ma adesso tornati a splendere come il sole.

Il suo dolore mi aveva sconvolto e come me anche Nessie e tutta la nostra famiglia, soprattutto Alice.

Alice era riuscita a tenermi all’oscuro di tutto. In quei giorni era riuscita a bloccare i suoi pensieri ed a controllarli ma adesso tutto il suo dolore, sia prima che dopo la morte di Renèe, viene sommato al mio.

Lei non sopportava l’allontanamento di Bella, si sentiva in colpa per tutto quello che era accaduto e soffriva per lo stato di Bella. Tutta la mia famiglia ne risentiva, non c’era più gioia, non c’erano più sorrisi e vivacità.

Da oggi son sicuro che tutto questo cambierà. Bella anche se ancora non accetta le azioni di Alice, son sicuro che in fondo sente la sua mancanza e appena si vedranno si salteranno a dosso come due fidanzatine.

“ Allora fanciulle cosa volete fare oggi?” chiesi a Bella ed a Nessie, tutte e due erano in salotto. Mi avvicinai a Bella, cingendogli i fianchi mentre regalai un sorriso a mia figlia.

“ Penso che potremmo andare dai nonni e dagli zii, no mamma?”

Lessi nei suoi occhi che ancora non se la sentiva di incontrarla. Sempre la solita, il mio amore, anche per questo la amo così tanto.

 “ Ad essere sincera vorrei andare da Leah, e da tanto che non la vedo e non ci parlo. Vorrei andare a farle una visita.”

L’avrei accompagnata. Non volevo lasciarla sola. In questo periodo succedevano cose strane da queste parti ed io avevo un brutto presentimento.

“ Bene, allora andremo prima da Leah e poi a casa Cullen.”

“ Edward ti dispiace se vado da sola? Ne ho bisogno scusami.”

“Certo mamma. Faremo così, io e papà andremo dai Cullen mentre tu da Leah e quando ti sentirai pronta ci raggiungerai.”

La capivo, aveva bisogno di riflettere dopo tutto quello che era successo e se fossimo andati insieme la parola riflessione era impossibile.

 

Dopotutto cosa potrebbe accadere?

 

Lei mi guardò dato che ancora non avevo parlato. Sentì il bisogno di abbracciarla e lo feci mentre un onda calda e amorevole travolse le mie membra.

 “ Non preoccuparti tesoro, ti capisco e lo accetto. Ti chiedo solo di non lasciarmi senza di te per troppo tempo. Ti amo.”

L’avremmo aspettata a casa Cullen, un  motivo in più per convincerla a far pace con Alice.

“ Grazie amore mio, farò il prima possibile. Te lo prometto.”

Mi baciò, un bacio che voleva dirmi due semplici parole. Ti Amo.

 “ Bene allora noi andiamo. A tra poco tesoro mio.” La baciai e con Nessie ci avviammo a casa Cullen.

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Guardo l’orologio, le 3.25 p.m. e di Bella ancora non c’è traccia.

Si sarà fermata a chiacchierare con Leah e Seth non c’è nulla di cui mi devo preoccupare.

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Le 6.oo p.m. e Bella ancora non è arrivata.

Sento il rintocco dei secondi vivi dentro di me. Tum…Tum…

Una strana ansia nasce dentro di me. Tum… Tum…

Devo calmarmi, va tutto bene. Non c’è niente di cui mi debba preoccupare.

Vado a suonare, forse era l’unico modo per rilassarmi.

Suonare per me è un gesto innato, e come per l’uomo respirare o sognare.

Delicatamente e sicure le mie dita carezzano i tasti del pianoforte e l’emozioni di questa notte si trasformano in musica. Amore… Dolcezza… Passione…

Questa melodia è perfetta com’è perfetto il nostro amore, com’è perfetta lei.

In questo momento Alice arriva e la sua voce accompagna le mie note. Questa è magia.

Sento Esme scendere dalle scale e dopo un attimo sento la sua presenza dietro di me. I suoi pensieri era dolci come il suo portamento lo era. “ A chi è dedicata?” mi chiese.

Che cosa ovvia! A chi potevo dedicarla se non alla mia Bella? A chi potevo dedicare tutta la mia vita?

“ A Bella no?!”

In quel momento sentì la mia anima lacerarsi, strapparsi in due. Mi sentì incompleto anche se non riuscì a capirne il motivo.

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Le 9.49 p.m. Sono preoccupato.

Mi manca Bella, la voglio qui adesso, accanto a me. Non so il perché ma la sento lontana.

Continuo a dirmi che non c’è problema. Sicuramente ancora non si sentirà di venire. Magari è ancora da Leah, o forse sta parlando con Charlie. Sto diventando ossessivo.

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Le 10.30 p.m. Non c’è la faccio più, devo andare a cercarla e con me vengono Emmet e Jasper.

Loro sono tranquilli, anzi mi sfottono. Io devo mettermi il cuore in pace, quell’ansia e quello strano presentimento si insinuano sempre di più dentro di me.

Arriviamo al confine Quileute e ad accoglierci c’è Embry.

“’Sera Embry.”

“ Edward, Emmet, Jasper, Chi vi porta da queste parti a quest’ora ? E’ successo qualcosa?”

“ Hai visto Bella oggi?”

“ Bella? Io no, ma Seth ci ha parlato questo pomeriggio. Perché?”

Mi tranquillizzo sapendo che aveva parlato con Seth questo pomeriggio. Allora sicuramente sarà con lui.

“ Non era ancora tornata ed ero un po’ preoccupato. Seth adesso dov’è?”

“ Penso che sia a casa sua. Ormai il suo turno l’ha finito.”

“ Posso andare?” Anche se il patto era stato rivisto e tra di noi era nata questa specie di armonia, chiedere era sempre meglio. Dopotutto ancora nei loro pensieri leggo pregiudizi, ma non potevo dargli torto dopo quello che era successo a Brady.

“ Certo Edward… A proposito avete scoperto qualcosa?”

“ No, ma ci sono tracce in questa zona e anche molto fresche.” Il brutto presentimento cresceva a dismisura.

“ Edward non preoccuparti, è tutto a posto, va bene?”

“ Si, si certo.”

 Arrivammo a casa di Seth in pochissimo tempo, ad aprire la porta c’era Leah.

“ Leah, Leah…” la chiamai per farmi sentire.

“ Edward ma che ci fai qui?” Come che ci faccio qui?

“ Leah, Bella è con te?” Le chiedo scandendo ogni lettera.

La vedo guardarmi stupita. “ No Edward, Bella se n’è andata prima del tramonto.”

In quel momento il mondo mi crollo addosso. Bella non è con lei, Bella non è con leiDov’è Bella? DOV’E’ BELLA?

“ Edward che succede?”

Io non riuscivo più a parlare. Il mio corpo di era trasformato in un pezzo di ghiaccio. Sentivo le mie membra gelarsi sempre di più di fronte a questa verità. La mia faccia era una maschera di puro dolore ed anche essa era solidificata a tal punto da non poter muovere un muscolo.

Al mio posto rispose Jazz anche lui, come Emmet, adesso era sgomento.

“ Bella non è ancora tornata a casa.” Disse mentre il suo tono di voce diminuiva nel momento in cui quel presentimento che sentivo si insinuava in loro.

Leah si portò le mani in bocca mentre delle lacrime scendevano intimorite sul suo volto. “ O mio Dio… ma è impossibile, lei voleva tornare a casa subito… Non può essere…”

Quelle parole non furono per me un toccasana e nemmeno i suoi pensieri e i pensieri di tutti. Cosa sarà successo a Bella? Dov’è Bella? Non è che Ecco le loro continue domande, domande che mi ponevo anche io.

Partì a razzo verso la foresta cercando una possibile traccia. Vidi Leah trasformarsi per dare a tutti l’allarme mentre Jazz e Emmet si trovavano a qualche spanna da me.

Sentì la sua traccia.

“ Edward…” Mi chiamarono sia Jazz che Emm.

“ Si lo so…” dissi solo.

Segui la traccia, che portava in quella radura dove ogni settimana troviamo un vampiro.

“ Edward, guarda una delle tracce di quei vampiri che cerchiamo.”

Bella l’aveva incontrato. Che sarà successo?

Si muovono insieme fino ad un chilometro dalla nostra casa e da lì in poi l’odore di Bella scompare, ma di lei non c’è nessuna traccia.

Non è che è morta?Il pensiero di Jazz si insinuò nella mia mente come un martello pneumatico.

Mi girai verso di lui, fulminandolo con lo sguardo.

Scusa Ed non volevo. Sapevo che non voleva dirlo. Anche lui ci teneva tanto a Bella come tutti. Era stato solo un pensiero di passaggio. Ma faceva male, perché di Bella non si sapeva niente.

“ Tranquillo Jazz.”

“ Edward qua ci sono altri due vampiri!”

Corro verso Emmet. Si aveva ragione, tre vampiri con la mia Bella… Che le avevano fatto?

Nessuno sapeva che dire ne che cercare. Non riuscivamo a dare una qualsiasi soluzione al problema.

Sapevamo soltanto che Bella era scomparsa, che aveva incontrato questi misteriosi vampiri e che il suo odore arrivata quasi a casa Cullen misteriosamente scompare. Non potevo credere che fosse morta, no, non potevo… Non potevo… NON POTEVO…

“ Edward non preoccuparti la ritroveremo.” E dicendo questo partimmo verso casa Cullen per metterci d’accordo con il resto della famiglia.

Lì trovammo tutta la mia famiglia riunita insieme al branco di Jake e Sam. Tutti avevano un espressione di terrore e di dolore nel volto e i loro pensieri erano peggiori.

Cercai di isolarli e con molta difficoltà sentivo solo leggeri brusii.

“ Edward, avete trovato qualcosa?” Mi chiese Carlisle con uno sguardo mortificato. Stava male, come tutti quelli qui dentro.

Improvvisamente mi senti pesante, come se in groppa avessi il peso dell’universo, dov’era andato Atlante? Mi sedetti sul divano e nascosi in mio volto con le mani.

Mia figlia si sedette accanto a me e toccando la mia mano mi disse Dov’è la mamma? Alzai lo sguardo con gli occhi che mi bruciavano maledettamente, quanto volevo piangere. Incrociammo i nostri sguardi e lei capì tutto. Le lacrime iniziarono a scendere nel suo viso, mentre quel gesto cercava di sfogare tutto il suo dolore. L’abbracciai con tutto l’amore che avevo per lei e rimasimo così per tutto il tempo che Emmet e Jasper spiegavano la situazione al resto della famiglia.

Ma dov’era Alice?

Non passo nemmeno un attimo che senti i suoi pensieri, anzi i suoi urli. Soffriva e soffriva tanto e si sentiva in colpa. Ma la cosa più stupefacente ed allarmante è che non riusciva a vederla. Non aveva sue visioni era scomparsa e l’unico modo per scomparire dalle visioni di Alice sono tre: agire d’istinto, diventare un muta forma e morire. Diventare un muta forma era impossibile, ed anche l’agire distinto prima o poi ci sarebbe cascata ma allora era…. NO…. NO…. NO lei non può essere morta!

Lei mi guardò ed io guardai lei.

Scusami Edward. Tornammo a parlare come tempo fa, abbassai lo sguardo e le rivolsi il miglior sorriso che riuscivo a fare.

Non dovevamo scoraggiarci, lei chissà dove era viva, e noi l’avremmo trovata.

“ Io vado a cercarla!” E mi avviai verso la porta.

“ Aspetta Edward. Siamo una famiglia e tutti andremo a cercarla. Più siamo e meglio è.”

Mi fermai davanti alla porta aspettando una loro decisione. Non c’era un minuto da perdere.

“ Bene. Io ed Esme andremo in Europa, Rosalie ed Emmet in Africa mentre Alice e Jasper in Oriente. Tu Edward la cercherai qui, in America. Nessie tu resterai qui, in caso Bella si faccia viva. E’ tutto chiaro?”

“ Vogliamo aiutarvi anche noi.” Dissero Leah e Seth.

“ Bene dividetevi voi tra di noi.”

Leah restò qui con Nessie, mentre io Jake e Seth partimmo alla volta del continente americano. In pochissimo tempo tutti eravamo nelle sue ricerche.

Bella non preoccuparti… Ti troverò amore mio, fosse l’ultima cosa che farò.

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Non so perché ma mi venne una strana sensazione nel corpo. Dovevo andare nella nostra radura.

Ma perché? Per soffrire di più? Lì c’erano troppi ricordi, troppo di NOI.

Ma non volli dare ascolto alla mia ragione. L’istinto ebbe la meglio e in 5 secondi mi ritrovai nella nostra radura. Quei vampiri avevano lasciato il loro fetido odore anche qui.

Cercai in questo posto qualsiasi suo segno, ma non c’era.

“ Edward.” Mi chiamò Jake. Andai da lui che si trovava nell’albero in cui, al primo appuntamento con Bella, io mi ero nascosto.

E lì incisa sulla corteccia c’era un messaggio, un messaggio di Bella.

 

-Caro Edward, perdonami. Perdonami per il male che da adesso in poi ti creerò. Ma son dovuta fuggire da questa vita. Ho bisogno di stare un po’ da sola. Non cercarmi Edward, perché non ne vale la pena. Appena sarò pronta verrò io stessa da voi. Ti ho amato Edward più della mia stessa vita, ma il destino con noi sta giocando brutti scherzi. Dai un bacio a Nessie e dille che l’ho sempre amata e sempre l’amerò. Saluta tutti i Cullen, di loro che per me sono come una famiglia e che li porterò per sempre nel mio cuore. Infine di ad Alice che l’ho perdonata, che le voglio bene, che per me resterà sempre la mia sorella, la mia unica e vera amica. Ti amo Edward, dimenticami e inizia una nuova vita. Non cercarmi te ne prego.

Addio… Tua amata, Bella-

 

Leggere quelle parole furono tante pugnalate nel mio cuore.

Male, si tanto dolore mi stai creando Bella ed ancora non ho capito il perché. Perché è dovuta fuggire? Cosa le è successo così all’improvviso? Stare da sola, lei non è mai voluta stare da sola, io non posso stare da solo.

La cercherò anche se lei non vuole, non mi importa. Per me è importante, devo trovarla, lo devo fare e non mi importa se lei un giorno tornerà, se lei un giorno verrà sentendosi pronta. Questo messaggio sembra intriso di bugie, non è stata mai brava a scrivere e questa è la conferma.

E cosa voleva dire -Ti ho amato Edward più della mia stessa vita, ma il destino con noi sta giocando brutti scherzi-. Perché ha usato il passato? Perché il destino gioca brutti scherzi? Chi è il destino?

Dimenticarla? Mai. Morirei piuttosto. Non posso vivere senza di lei, non posso.

Mi dispiace amore, io ti cercherò e ti troverò. Te lo prometto.

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Passavano i minuti e di lei nessuna traccia.

Passavano le ore e mi sentivo sempre più perso senza di lei.

Passavano i giorni e il tempo mi sembrava che scorresse troppo veloce. Non aveva nessuna pietà verso di me.

La cercammo, la cercavo come un pazzo, dappertutto in ogni angolo di ogni città d’america. Dal Canada all’Argentina, Bella era sparita.

Ed a ogni fallimento un pezzo di me stesso scompariva come la sue presenza.

Mi mancava come l’aria nei polmoni, mi mancava, non potevo vivere senza di lei.

Volevo sentire anche solo la sua presenza, il suo contatto con il mio corpo, la lucentezza dei suoi occhi e il calore del suo sorriso.

Non ero affatto di compagnia ma non mi poteva capitare una squadra migliore. Anche a Jake ed a Seth mancava Bella, dopotutto Jake era il suo migliore amico e Seth il suo fratellastro, ma mi lasciavano i miei spazi. Quando si trasformavano cercavano di non pensare, mettendo la loro attenzione nei contorni della natura. Io invece non ci riuscivo, non facevo che pensarla, non facevo che ricordare il suo volto.

In mente mi ritornavano le parole dell’addio scritto nella nostra radura. Mi tornavano in mente alcune parole, cercavo di dare un significato ad esse, cercavo di capire cosa le era potuto accadere.

Son dovuta fuggire… Non cercarmi… Il destino con noi sta giocando brutti scherzi…

E’ dovuta fuggire da questa vita ma perché se fino a qualche ora fa era felice con noi? Cosa le era successo?

Non cercarmi…. Perché non dovevo cercarla? Perché?

Il destino sta giocando con noi brutti scherzi… E’ contraddittoria. Lei è scappata per qualcosa che le è successo, per qualcosa che le hanno fatto… Non se ne è andata di sua spontanea volontà. Ne sono più che convinto.

Questo mi dava la forza per lottare, questo mi dava la forza per vivere. Sapere che chissà dove lei era viva ed io l’avrei trovata.

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La notte guardo la luna alta in cielo e sento che da qualche parte chissà dove anche lei la guarda. E’ da una settimana che la cerchiamo e ancora di lei non c’è traccia. Solo quel messaggio, solo quelle parole che ancora ronzano nella mia testa.

Siamo andati anche a casa di Phil sperando in una sua visita ma lui ci disse che è da quel giorno che non l’aveva sentita e che anche lui era preoccupato.

Tutti lo eravamo. Nessuno aveva trovato sue tracce, nemmeno in Italia. Carlisle era andato vicino a Volterra pensando ad un loro attacco ma niente, di lei non c’era traccia. Alice tutt’ora non riusciva a vederla e dopo che le dissi del messaggio di Bella divenne un morto vivente come me.

Non parlavo se non ero interpellato, non ero più me stesso. Bella amore mio dove sei?

Bella amore mio dove sei?

Perché, perché te ne sei andata?

Non so nemmeno io come sto resistendo senza di te.

Mi manchi Bella, mi manchi.

Scompaio ogni giorno di più senza di te.

Amore mio, torna presto da me.

 

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Stavamo ritornando a Forks. Eravamo nella foresta ma io volli deviare un attimo.

Volevo ritornare alla radura. Forse ci eravamo persi un indizio, qualcosa che potrebbe aiutarci.

Seth e Jake non mi aspettarono anche perché capirono che volevo stare un po’ da solo.

Mi sdraiai sul prato e chiudendo gli occhi mi persi nel suo viso.

Nella mente mi vorticavano le sue ultime parole, la sua lettera e gli ultimi avvenimenti.

Le strane tracce trovate qui scomparivano in Italia… Che siano stati i Volturi a rapirla?

Non ce n’è tracce di Bella in Italia. Possono aver usato qualche potere di qualche nuovo vampiro?

Possibile ma Alice non si è mai accorta di niente. Nelle sue visioni i Volturi non pensano minimamente a noi. Alice non riesce a vedere Bella, secondo me loro c’entrano in questa storia.

Volturi… Volturi… Volturi…

Partì diretto per l’Italia, alla volta dei Volturi.

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Arrivai quando il sole era alto nel cielo ma oggi era una giornata uggiosa e potevo tranquillamente camminare per le vie di Volterra.

Entrai nel castello, un castello in cui avevo giurato che mai più nella mia vita ci avrei messo piede, ma le situazioni cambiano.

Ad aspettarmi all’entrata c’erano Felix e Alec.

“ Qual buon vento ti porta qui Edward?” Mi chiese Felix arrogante.

“ Non son di certo qui per una cordiale visita di benvenuto. Devo parlare con Aro.”

Rise. “ Aro sa sempre tutto. Ti aspetta nella sala del banchetto mio caro. Abbiamo appena finito di gustare un ottimo pranzo.”

“ Siete delle bestie.”

Arrivammo davanti al cospetto di Aro. Quel viscido verme schifoso. Non volevo perdere tempo, mi sarebbe bastato leggere nei suoi pensieri e scoprire se sapessero qualcosa di Bella.

Tutto il resto della guardia era muto come se nessuno producesse pensieri. La cosa era strana davvero strana.

Buongiorno Edward, mio carissimo amico. Nei suoi pensieri non c’era niente, niente. Non è qui, mi sono solo illuso.

“ Aro questa non è una visita di cortesia.” Non riuscivo a non fargli cogliere nelle mie parole tutto il disprezzo che avevo verso di loro. Ma dovevo stare calmo.

“ Mio caro amico.” Disse mentre si avvicinava a me. “ A che devo questa tua visita allora?”

Perché non riuscivo a leggergli nel pensiero? Cosa stava succedendo? Non sapevo come comportarmi, che dire…

“ Nella penisola d’olympia abbiamo percepito delle strane tracce di vampiro, tracce che riconducono qui.”

“ Anche voi mio caro.” Mi disse sconvolto in viso ma sapevo che mentiva. “ Noi ogni notte siamo attaccati da un qualcosa, non lascia nemmeno tracce questo malfattore.”

Dovevo credergli?

“ Mi dispiace Aro. Comunque questi vampiri hanno rapito Bella.”

Niente, niente, niente non riuscivo a leggere niente, nemmeno una mossa falsa del suo corpo, dei suoi atteggiamenti… NIENTE.

“ O mio caro non sai quanto mi dispiace… Ma come rapita ne sei sicuro?”

“ Si quale altra soluzione ci può essere?”

“ Non può essere che se ne sia andata di sua spontanea volontà?”

“ E’ impossibile!”

“ Niente è impossibile mio caro.”

E non appena disse queste parole percepì il profumo di Bella. Bella, la mia Bella è qui. Lo sapevo bastardi, bastardi sono stati loro. Lo sapevo.

“ E qui, Aro. COSA  LE AVETE FATTO?” In quel momento venni attraversato da una rabbia omicida. Volevo fare a pezzi tutti questi bastardi vampiri. Nessuno meritava di vivere nessuno.

Sentivo la mia anima di nuovo integra, mi sentivo nuovamente bene. Bella era vicino a me, sarei riuscito a salvarla, la porterò con me e non ci lasceremo mai più. No fatto di tutto pur di ritrovarla,  combatterei con 100 vampiri pur di rivedere almeno un ultima volta il suo sorriso, darei tutta la mia vita per un suo ultimo sguardo.

Il mio corpo iniziò a tremare mentre il mio respiro divenne sempre più affannoso. Aveva bisogno di lei, stavo tornando a vivere. O Bella amore mio, corri da me, ti amo, ti amo, ti amo…

Aro rise. “ Bene Edward adesso sai la verità. Bella è qui, ma è venuta di sua spontanea volontà.”

Mi sentì preso in giro, ma a chi voleva darla a bere. Lo conoscevo meglio di tutti i presenti qui e anche se in questo momento non riuscivo a leggergli i pensieri sapevo che la colpa era tutta sua, lo sapevo e me l’avrebbe pagato.

BASTARDO, BASTARDO. TI UCCIDO CON LE MIE MANI.” E dicendo questi mi scagliai contro di lui. Ma non riuscì più a comandare il mio corpo. Non ci vedevo più, avevo perso tutte le capacità sensoriali. Questo era Alec. In quel momento sentì Aro. Calmati mio caro Edward è parliamo da persone civili. Alec ritirò il suo scudo e mi resi conto di esser stato scagliata da qualcuno contro il pavimento della sala. Mi rialzai a fatica e finalmente il mio angelo era lì accanto a me.

I nostri occhi per un attimo si incrociarono nei suoi e vidi la sua sofferenza, un imitazione della mia.

Finalmente potevo sentire la sua presenza vicino a me, finalmente potevo risentire il suo odore inebriante riscaldarmi il cuore, potevo perdermi nei suoi occhi ancora dorati ma freddi, freddi senza amore, come i miei. Non sorrideva più, le sue labbra avevano una posa statica e non vedere il suo sorriso creò in me rabbia e dolore.

Sta soffrendo ed anche io con lei. Lo sapevo che non se n’era andata di sua spontanea volontà lo sapevo, lo sapevo. Amore ti prometto che ti porterò in salvo, in un modo o nell’altro non ti lascerò andare.

Ritornò a guardare nei miei occhi, e i suoi occhi parlavano. Volevano sapere come stavo, come avevo passato quei giorni senza di lei. Per me erano stati un inferno, un inferno è vivere senza averla accanto, senza sapere se fosse viva. Pian piano sentivo il mio amore nutrirsi della sua presenza, ritorvano ad essere felice, a vivere. Perché non ti avvicini a me amore? Perché mantieni le distanze? Io ho bisogno di te. Amore ti amo. Gli occhi iniziarono a pungermi, volevo piangere, sfogare tutto quello che avevo dentro ma non potevo.

Lei era ancora lì davanti alla porta che mi guardava, ma non riuscivo a capire il perché di questo suo atteggiamento. Perché era ancora lontana da me?

Le sorrisi cercando di ricreare quel sorriso innamorato che a lei, e solo a lei avrei dedicato per tutta la mia vita. Alzai lievemente la mano e indicando lei le feci segno di avvicinarsi. Volevo stringerla a me, avevo bisogno del contatto del suo corpo, volevo intrecciare le nostre dita per avere un po’ di conforto.

Si avvicinò impercettibilmente a me ma poi si fermò.

Perché? Perché ti sei fermata? Amore mio vieni… Vieni da me…

Mi guardò nuovamente e il suo sguardo non mi trasmetteva niente. Persi la cognizione del tempo e dello spazio e in quella sala rimasimo solo io e lei. Mi avvicinavo, ma lei si allontanava. Preso da un dolore lancinante nel petto riusci a piangere mentre lei ancora distante e fredda da me mi guardava da lontano. Perché? Perché amore mio? Forse non mi ama più….

No, non potevo crederci… non potevo…. Avrei preferito la morte che un suo rifiuto. Lei mi ama ancora ne sono convinto. Quel pensiero di passaggio non riusci a controllarlo e continuava a ronzarmi nella mente. La guardai sconfitto e amareggiato sperando in un suo sorriso. Speravo che si tuffasse nel mio abbraccio e che baciandomi allontanasse tutti i miei pensieri con un semplice Ti amo.  Ma lei era ancora lì, immobile e lontana da me.

 “ Bella.” La chiamai, invitandola ad avvicinarsi a me. “ Bella… Bella…” Ma non si avvicinava a me. Perché, perché. Non mi volevo dare per vinto e continuavo a chiamarla, ma più io la chiamavo più la sentivo distante. Mi sentivo male, ogni secondo era una piccola pugnalata nel cuore, ogni suo sguardo distante una parte della mia anima volava chissà dove. La chiamavo, la chiamavo ma ormai anche la mia voce aveva capito, anche essa divenne fredda per quel dolore che mi stava causando.

“ Be...lla…” Dissi un’ultima volta, sprofondando nella disperazione. I miei occhi divennero scuri e vuoti come l’interno di una tomba, il mio viso divenne vecchio, grezzo e stanco,  ed il mio sorriso scomparì dal suo volto e cedendomi le gambe mi accasciò a terra.

La vidi correre incontro a me ma Felix la fermò.

Cominciò ad urlare e a divincolarsi.“ Lasciami Felix, lasciami. LASCIAMI” . Finche Aro non l’ammonì con uno sguardo furente. “ Bella.” Cosa voleva dire quello sguardo? E perché Bella si era fermata di colpo, perché obbediva ai suoi ordini. In quel momento riuscì a sentire tutti i pensieri dei vampiri. Ma non erano pensieri veri, mi sembravano falsi. Tutti dicevano la stessa cosa, tutti dicevano che Bella era venuta di sua spontanea volontà. Sempre questo pensiero trasmesso all’infinito come un disco incantato.  Un guardavo Bella e lei guardava me. La volevo, la volevo accanto a me, mi mancava terribilmente. BASTARDI, BASTARDI…. COSA LE AVETE FATTO.

Mi avvicinai ad Aro, che si era nuovamente seduto e sputai nei suoi piedi.

Aro rise di gusto e guardando prima Bella, poi me ed infine un vampiro della guarda che sapevo si chiamasse Afton, disse: “ Bella, questo e per punizione mia cara. Afton?”

Non mi preoccupai minimamente di me ma di Bella. Lei rimase paralizzata, tra le braccia di Felix, mentre Afton rivolse uno sguardo fulmineo a lei e nei occhi di Bella vedevo una supplica?

Lui si avvicinò a me, mentre io rimanevo immobile non sapendo cosa aspettarmi. 

Ci guardammo negli occhi e provai un dolore inimmaginabile. Sentivo il mio corpo che lentamente si decomponeva mentre io non riuscivo a muovere un muscolo. Venni attraversato da una scarica di paura vedendo il mio corpo che lentamente arrivava a quello stato. Iniziai a urlare terrorizzato mentre ad ogni parte del corpo decomposta mi procurava dolore, altro che il potere di Jane o Alec, questo era molto peggio.

Tutti guardavano la scena indifferenti mentre i Volturi si godevano questo spettacolo, tutti tranne Marcus, lui continuava ad avere un aria indifferente anche se nei suo occhi capivo che provava compassione per me.

Cercai di calmarmi ma non ci riscivo, volevo che questa tortura finisse e continuai a lamentarmi, urlando e supplicando sperando che tutto finisse.

Vidi Bella riuscire a liberarsi dalla presa di Felix, dopo di che il potere di Afton su di me non ebbe più effetto. Tutti la guardarono mentre lei fiera si prostrava davanti ad Aro. Sia Afton che io la guardammo ma lei anche se girava il volto non incrociava il mio sguardo.

 Porse la mano ad Aro, che la guardò avido e stupito. Non potevo credere, come poteva dargli la mano, lui non poteva leggerle il pensiro, o si? Quando non sapevo di lei?

Lui rimase perplesso, sicuramente ero avvolto dal potere di Bella perché nuovamente non riuscivo a leggere i loro pensieri.

“ Come vuoi Bella cara. Questa tua prova mi ha davvero affascinato.” E dicendo questo le baciò la mano. Quale prova? Cosa voleva Bella? Perché? Perché tutti questi misteri, perché lui può baciarle la mano ed io non posso sentire il contatto dei nostri corpi.

Altra rabbia esplose nel mio corpo e mi ritrovai ad urlare contro di lui, mentre i muri delle pareti tremavano.  ALLONTANATI DA LEI, BASTARDO.

Non mi importò più niente. Mi avvicinai a lei e cingendogli i fianchi la portai dietro di me per proteggerla.

Nel punto in cui i nostri corpi si sfiorarono una scarica elettrica prese vita.

Ci ritrovammo nuovamente a fissarci mentre Felix ringhiò.

Mi girai verso di lui, fulminandolo con lo sguardo e dalla mia bocca uscì un ringhio basso e terrificante. Guardai nuovamente Bella, poi con amorevolezza e accompagnando quelle parole con una dolcezza unica gli feci la domanda che da troppo tempo tartassa la mia mente. 

Non sapeva come rispondermi. Mi guardava ma taceva e quel silenzio rimbombava nella mia mente facendomi soffrire sempre di più.

All’improvviso sentì le dita di Felix chiudersi nel mio collo. Voleva combattere? Non chiedevo di meglio. Riuscì a liberarmi e con un calcio in pieno stomaco lo feci sbattere contro il muro disintegrandolo. Vidi Jane farsi avanti e guardarmi. Stava usando il suo potere ma non poteva perché ero protetto da Bella. Mi amava, lo sapevo che mi amava.

Tutti, assistendo a questa scena, si posizionarono in posizione d’attacco.

“ Basta, tutti voi. Un po’ d’ordine prego.” Urlò Aro, alzandosi dal trono e avvicinandosi a me.

Aro scese quei tre gradini col lentezza e con grazia, finche non si trovo a distanza di un centimetro dal mio corpo.

“ Mio caro amico, vieni qui senza un invito e portando scompiglio alla mia famiglia. Non è educato Edward caro, mi deludi parecchio.” L’espressione di Aro era indecifrabile. C’era quell’aria da psicopatico, c’era falsità nel suo tono, nel suo portamento eppure percepivo altro, ma non riuscivo a capire cosa fosse.

"Sono venuto a ripredermi mia moglie. MIA moglie" sputai con tutto l’odio che provavo verso di lui.

"E cosa ti fa credere che lei voglia venire con te?" gli chiese Aro ridendo di gusto.

Il quel momento mi sentivo imponente, non sapevo cosa fare, non sapevo cosa dire.

Guardai negli occhi il mio amore mentre il resto del mondo scompariva. C’eravamo solo io e lei. Solo noi, due anime, due corpi finalmente interi. Nel mio sguardo c’era intimità, calore, amore. Ti amo Bella, ti amo con tutto me stesso. “ Io la amo, e lei mi ama, gli e lo leggo negli occhi.” Mi voltai verso di lei, porgendo le spalle ad Aro che mi rispose ridendo: “ Beh mio caro, anche se lei ti ama non vuol dire che torni con te. Giusto Bella cara?”

Lì son morto, lì volevo supplicare l’entità suprema che sceglie la nostra sorte di uccidermi, lì rimasi immobile, con gli occhi fissi su Bella e lo stesso fece lei.

Mi sembrava una risposta ovvia, una risposta in cui io non avrei risposto subito e senza esitare, cosa che non fece lei.

Io la guardavo invogliandola a dire ciò che pensava, perché sapevo che lei si stava frenando, sapevo che non era la mia Bella. BASTARDI, BASTARDI, COSA LE HANNO FATTO?.

Guardo Aro, e i suoi occhi si spalancarono. COSA C***O STAVA SUCCEDENDO?

Senza il mio potere mi sentivo perso, non riuscivo ad accorgermi di niente, non capivo assolutamente niente di questa messa in scena anche perché la rabbia e il dolore dominavano su di me.

Aro guardò Bella, il suo sguardo era indecifrabile, sembrava dolce e affettuoso, ma infondo nascondeva un avvertimento. Si voltò nuovamente verso di me mentre io assistevo a questa scena in religioso silenzio cercando di capirci qualcosa. Continuavo a guardarla cercando di capirci qualcosa dai suoi occhi, dal suo sguardo, dal suo comportamento. Ma questa non era la mia Bella.

Abbassò lo sguardo. A quel punto esplosi.

 COSA LE AVETE FATTO? COSA LE AVETE FATTO? VI DISINTEGRO, UNO A UNO… QUESTA ARO TE LA FARO’ PAGARE, E’ L’ULTIMA VOLTA CHE FARAI SOFFRIRE LA MIA FAMIGLIA.” Poi rivolgendomi a lei e alzandole il viso come facevo tutte le volte che da umana volevo guardare i suoi  occhi per leggerci dentro qualcosa, cercavo di guardarla negli occhi. Ma il suo sguardo si abbassava sempre sconfitto e la sua testa si abbassava anch’essa. Cercavo ripetutamente di alzarla finche non le urlai: “ Bella, bella amore, ti prego dimmi cosa ti hanno fatto. Bella ti scongiuro non ce la faccio a vederti così. Bella? Bella.”

Ma niente. Non mi rispondeva, non mi guardava.

Mi sentì diverso, mi sentì un mostro. Volevo uccidere Aro, fosse l’ultima cosa che avrei fatto in vita mia. Ed infatti sarebbe stata proprio così perché la sala si riempì di vampiri pronti ad uccidermi in un attimo. Ma Bella mettendosi davanti a ma, urlò contro di Aro: “ Aro, Aro smettila, smettetela. TE ne prego, me l’hai promesso. Fammi parlare con lui, per favore.” La sua voce trasmetteva tutto il dolore che provava e li capì che tutto questo era una messa in scena, che lei era costretta. “ E sia.” Disse Aro sedendosi nel trono. 

 Mi avvicinai a lei e le presi la mano. Non so’ il perché ma appena arrivati ad una porta lasciò andare la mia mano. 

Entrammo in una stanzetta subordinata alla sala e appena entrammo, quella stanza divenne calda ed accogliente. Percepivo lo stesso profumo della nostra casa, percepivo l’intimità che il corpo mio e quello di Bella producevano. Una forza invisibile attirava il mio corpo al suo, le mie labbra alle sue, le mie mani alle sue. Mi avvicinai a lei e accarezzandole il viso le dissi: “ Bella … Non sai quanto mi sei mancata.”  Quel contatto tra di noi sciolse il mio corpo. Ritornai a sentire il suo amore, la nostra voglia di stare insieme. Inizialmente pensavo che cedesse alle mie parole ma si trattenne e mi allontanò.

“ Edward, per favore…”

“ Cosa? Perché?” Perchè? Perché continuava ad allontanarmi? Perché tutto questo?

“ Perché cosa?” Chiese indifferente. Si staccò dal mio braccio e si affacciò alla finestra. Non capivo… Non capivo…. E questo mi dannava…. Perché? Perché?

“ Perché tutto questo? Perché tu sei qui? Perché mi hai abbandonato? Perché te ne sei andata all’improvviso.” In quel momento tutto il mio dolore, tutto il mio rancore esplose. “ Pensavo che fosse tutto finito, che tu non soffrissi più, pensavo che il mio amore e l’amore di Nessie ti bastava, ma è questo il mio problema io penso sempre ma non chiedo. Scusami amore, ti prego torna da me. Qualunque cosa io abbia fatto cercherò di rimediare ma non lasciarmi, non mi abbandonare perché io senza di te sono niente, senza di te sono perso.”

Perché? Perché? Volevo che tutto tornasse alla normalità, volevo che questi giorni non fossero mai esistiti. Tante cose volevo ma non avrei ottenuto niente. “ No… no… no…” Disse abbracciandomi mentre le mie braccia la avvolsero. “ Non devi assolutamente credere che la colpa sia tua Edward. Tu non centri niente. Tu sei perfetto, tu sei… tu sei… sei…”

Bella… Bella… Io ti amo, sei la mia vita.

“ E allora perché tutto questo? Son stati loro vero? Amore dimmi, insieme possiamo sconfiggerli.”

Combatterò fino alla morte. Darei la mia vita per vederla tornare a sorridere.

 “Come hai fatto a trovarmi?”

“ Quando arrivò la sera e non ti vidi tornare mi preoccupai. Andai subito da Leah che mi disse che tu te n’eri andata da un pezzo. Iniziammo le ricerche, tutti sia noi che i lupi. Sentivamo le stesse tracce che da mesi sentivamo e insieme a loro il tuo odore. Poi a un chilometro da casa nostra il tuo odore è scomparso. Chi siamo divisi, ti abbiamo cercato tutta la notte, una parte di me mi diceva di andare alla nostra radura, ma non sapevo il perché. Decisi di seguire il mio istinto e lì trovai il tuo messaggio. Non potevo crederti, non potevo. Continuammo a cercarti senza fermarci un attimo. Alice non era nemmeno d’aiuto perché non aveva più tue visioni era come se fossi morta. Ma non potevo crederci e continuavo, continuammo, finche non mi vennero in mente i Volturi. Mi sembrava assurdo ma solo loro gli unici vampiri talmente meschini e malvagi da fare una cosa simile. Non ho detto niente a nessuno di loro. Mi son preso l’aereo e adesso sono qui. E’ ho fatto bene a venire perché avevo ragione.”

“No, i volturi non… centrano… niente. Io, la colpa è mia… mia soltanto.”

  Abbassò lo sguardo forse per non farmi capire qualcosa dal suo sguardo.

Rimasi sconvolto da queste parole, poi riprendendo lucidità mi infuriai. “Puoi mentire a tutti ma non a me. Bella te ne prego ti supplico, dammi un indizio, dimmi qualcosa, dimmi quello che posso fare per te e lo farò senza esitare.”

 “ Vattene.” Dissi fredda come il ghiaccio, guardandomi negli occhi.

 

Cosa…cosa… cosa

 

Rimasi sconcertato da questa richiesta. Forse avevo capito male- “ Come?”

“ Hai capito bene Edward. Hai detto che faresti qualsiasi cosa per me senza esitare. Bene, falla. Vattene, non voglio più rivederti.”

“ Ma… ma… cosa stai dicendo amore? Come… Come puoi dire certe cose.”

“ Edward devi andartene, non ti voglio vedere mai più. Vattene, vattene, vattene da qui.” Iniziai ad urlare. E dopo un po’ anche io iniziai ad urlare.

“ Come puoi dirmi certe cose? Come posso lasciarti qui.?

“Vattene, perché sei venuto? Vattene” queste erano le uniche cose che riuscivo a dire.

Perché sono venuto? PERCHE’ TI AMO BELLA, PERCHE’ PENSAVO AVESSI BISOGNO D’AIUTO. T’HO CERCATO IN TUTTO IL MONDO IN QUESTE SETTE GIORNI, NON E’ PASSATO MINUTO CHE TI CHIAMAVO, CHE TI INVOCAVO. QUESTI GIORNI SENZA DI TE SONO STATI UN INFERNO E ORA CHE TI HO TROVATA TU MI MANDI VIA. NON TI LASCIO QUI. NO!

“ Edward te ne prego vattene. Vattene, per favore.”

“ Me ne vado solo ad una condizione. Devi guardarmi negli occhi e devi dirmi che non mi ami più.”

Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Non potevo credere a quello che stava dicendo.

Non potevo andarmene e lasciarla lì. Non potevo, io l’amavo. E anche solo sentire quelle parole mi facevano stare male.

Sconfitta abbassò lo sguardo e sussurrando mi disse: “ Edward, per il mio e il tuo bene, vattene.”

PERCHE’ BELLA? COSA TI HANNO DETTO COSA TI HANNO FATTO?

“ Niente, ti ho detto. Non mi hanno fatto niente. Ma tu devi andartene.”

“ Ti avevo promesso che me ne sarei andato solo se tu guardandomi negli occhi mi dicevi che non mi amavi più. E non l’hai fatto. Non ci sei riuscita, quindi io starò qui con te. Nel bene o nel male.”

La mia mente non riusciva a formulare niente, ne una soluzione, ne una frase, un gesto niente. Ero completamente perso.

 “ Amore, amore. Io ti amo, tu mi ami. Cos’è più importante?”

 “ Vattene, vattene, vattene…” Iniziò a genere, mentre mi dava pugni nel petto.

“ Bella… Bella.. calmati.” Cercai di calmarla ma qualcuno bussò alla porta.

 Entrò Afton accompagnato da Jane e Alec.

“ Aro vi vuole.” Disse Afton.

“ Il tempo ha vostra disposizione è finito.” Questo era Alec.

“ Spero vivamente che mi dai il piacere, mio caro Edward, di farti assaggiare il mio potere se insulterai un'altra volta Aro.” Mi incenerì con lo sguardo Jane, la vipera.

Entrammo nella sala. Davanti c’era Afton. Io ero accanto a Bella e dietro di noi c’erano Jane e Alec.

“ Bella cara, sei riuscita a convincerlo. Altrimenti dovremmo utilizzare le maniere forti.”

“ Vattene Edward, vattene Edward.” Continuava a dire ma non le prestavo assolutamente attenzione.

In quel momento mi venne un idea.

“ Ho una proposta da farti Aro.” E mi avvicinai a lui.

“ Ti ascolto Edward.” Chiese Aro, interessato.

“ Voglio entrare nella guardia reale.”Con questa frase lasciai stupita sia Bella che il resto dei Volturi. Guardandola continuai. “ Se lei non vuole venire con me, allora io resterò con lei.”

La amavo, la amavo. Sacrificherei tutto, anche la mia vita per lei. “ So che lei mi ama, ed io amo lei. Non riesco a starle lontano è più forte di me. Allora Aro, cosa mi dici?”

Aro sembrava pensieroso, ma in realtà già aveva preso la sua decisione da un bel po’ di tempo. “ La tua offerta mi alletta molto mio caro Edward. MA vedi, il tuo potere non mi serve più e poi saresti una fonte di distrazione per la mia Isabella. Mi dispiace mio caro, non accetto la tua proposta.”

Divenni furente. Un ringhio basso, uscì dalla mia gola, un ringhio terrificante.

“ Edward ti faccio una proposta adesso io. Scegli la vita, andandotene adesso o la morte restando.”

La guardai negli occhi. Se non potevo averla avrei preferito la morte. Quello fu il nostro ultimo addio. Mi sentì male, terribilmente male ma a questo punto non c’era altra soluzione.

“ In un modo o nell’altro morirò comunque.” Dissi ad Aro, dopo di che, voltandomi verso di Bella, e aspettando la morte, le dissi: “ Bella ti amo e t’amerò per sempre.”

Lo sguardo di Bella divenne terrorizzato. “ Edward, devi andartene, te ne devi andare. Non ti voglio più mi hai capita. Basta, non ti voglio più vedere. Vattene vattene.” Mi guardava in faccia quando parlava e il mio corpo diventava di ghiaccio e il mio cuore urlava, e piangeva.

Non mi aspettavo niente del genere da lei. Riesce sempre a sorprendermi. La guardai negli occhi sconvolto mentre il mio mondo piano piano si frantumava.

“ Non ti credo Bella, non ti credo. Sono loro, sono loro… Cosa ti hanno fatto?” Gli urlai disperato, mentre mi sentivo di sprofondare in un buco nero, un buco di dolore, non buco che procurava anche a lei dolore guardandomi.

“ No, non sono loro Edward. Non sono loro. TE ne devi andare.” Mi guardò negli occhi. “ Non ti amo più.” Il cuore si contorse e il mio corpo fu trafitto da mille lame.

Son morto, quelle parole mi uccisero.

“ Puoi ripetere Bella.” Sussurrai quelle ultime parole per avere la conferma.

 Non ti amo più Edward.

 “ Non ti credo.” Ero allo stremo delle forze. Ma una parte di me mi diceva che tutto questo era vero. Ma come era possibile, come poteva non amarmi più. Mi sentivo perso, senza più vita. Mi sentivo solo tremendamente solo.

Lei si avvicinò a Felix e lo baciò mentre senti la sua voce dentro la mia testa che diceva. Non ti amo più.

Guardai le loro labbra unite insieme e una rabbia mi esplose in corpo, mentre il mio cuore smetteva di battere e il gelo si impossessava di me.

Non riuscivo a pensare, non volevo pensare perché pensare poteva solo farmi più male.

Capì tutto. Non mi amava, non mi voleva accanto a lei. Per il suo bene e la sua felicità me ne sarei andato.

Mi girai e senza degnarla di un ultimo sguardo me ne andai.

Non riuscivo a reggere a quel distacco, a quella indifferenza. Non riuscivo a reggere tutto questo. MA lei non mi amava, lei amava un altro adesso

Perdonami. Mi disse. Mi fermai sentendo la sua voce ma non mi voltai. In quel momento tutto il mio dolore esplose e per sfogarlo urlai con tutto il fiato che avevo in corpo. Dopo di che in quelle mura lasciai Bella, il mio cuore e la mia vita. Io non sono più Edward Cullen.

 **********************************************************************************

Passavano i giorni ed io non ero più me stesso. Son morto, son morto da quel maledettissimo giorno.

Non ho più vita senza di lei. Come può non amarmi, come può avermi fatto questo.

 

Bella, Bella mi manchi.

Bella, Bella ti amo.

Bella, Bella perché mi hai fatto questo.

Bella, Bella perché adesso non sei qui con me.

Bella, Bella perché mi hai cacciato.

Bella, Bella perché non mi ami più.

Io ti amo, ti amo più della mia stessa vita

E sto male non avendoti qui con me.

L’aria non entra più nei miei polmoni,

il mio cuore non batte più

l’amore non circola più nelle mie vene.

Che senso ha vivere?

A questo punto è meglio morire.

Che senso ha la vita?

Voglio morire se tu non sei qui con me.

Ti amo, amore mio e mi manchi.

Mi manchi….

Mi manchi…

 

Alice e tutti gli altri non credevano alle mie parole. Credevano in un complotto ma io non avevo più la forza di niente. Non ce l’avevo e non volevo fare niente. Mi bastava crogiolarmi nel dolore, mi bastava soffrire, rivisitare i bei momenti vissuti insieme a Bella per continuare a sopravvivere.

 

Son morto, son morto senza di lei.

 Addio vita, addio amore.

Riportatemi Bella,

la rivoglio con me.

La rivoglio con me… vi prego….

 

Tutti continuano le ricerche, tutti continuano a fare qualcosa. Cercano di fare un piano per ritornare dai volturi ma tutto questo non servirà a niente.

“Edward ti vuoi alzare.”

“ Alice lasciami stare.”

“Edward devi farti forza. Tutto quello che è successo era una messa in scena.”

“ Bella non mi ama più.”

“ Ne sei sicuro.”

“S…i…”

“Io non ci credo.”

“ Ha baciato Felix…”

“ E secondo te perché l’ha fatto?”

“ Perché non mi ama…”

“ Edward tu puoi credere a quello che vuoi, puoi restare qui a soffrire ma io non ci credo. Conosco Bella, lei ti ama e se ha fatto tutto quel che ha fatto ha avuto un buon motivo. E’ il tuo orgoglio ferito a parlare.”

“ Ma quale orgoglio…” E dicendo questo me ne andai.

 

E passavano i giorni senza di lei mentre io abbandonavo le speranze e come me piano piano tutti gli altri. Soffrivano tutti, ma soprattutto soffriva Nessie. Piangeva notte e giorno, voleva la mamma.

Anche io volevo Bella con me. Ma lei non c’era.

 

“ Tanya, Kate. Che sorpresa ma che ci fate qui?” Esclamò Carlisle un giorno come tanti.

“ Era da tanto che non ci vedevamo e siamo venute a farvi una visita.” Esclamarono entrando.

Dopo di che Carlisle spiegò tutta la situazione. Tanya venne subito da me e mi abbracciò. Io accettai il suo abbraccio perché ne avevo bisogno. Rimasimo in quel modo per tanto tempo.

 

E i giorni passavano e Tanya ritornava ad affezionarmi a me. Pensava davvero che io mi sarei dimenticato di Bella, anche se ha fatto tutto quello che ha fatto? Ci sarei mai riuscita a dimenticarmi di Bella? Se era quella la sua ultima volontà sarei mai riuscito ad accontentarla?

Shine_gr

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Capitolo 31
*** 22. Together again ***


Benissimo eccomi nuovamente qui ricontinuando con la nostra storia... Ricapitolando: Bella rapita dai Volturi dopo mesi riesce a scappare, grazie anche all'aiuto di Marcus e ad uno strano vampiro che ha attaccato Caius nel bel mezzo della notte. Tornata a casa Bella trova Edward insieme a Tanya...

@Lisbeth: grazie cara, sono contenta che ti sia piaciuto e che ti abbia emozionato *-*

Bene e adesso vi lascio al capitolo *-* alla prossima! Aspetto i vostri commenti come sempre *-*

Abyss

Libro secondo

22° capitolo


No… non potevo crederci… il destino ce l’aveva veramente con me…. Perché?

“Bella.” Mi chiamò nuovamente quella voce che tanti ricordi riportava a galla. Ricordi ormai che volevo rinchiudere in un cassetto, un periodo della mia vita da dimenticare, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto ed ogni secondo.

“ Pavel…” chiedi ormai arresa. Non ci avevo pensato prima, ma una sua comparsa era d’obbligo. Lui era qua che faceva da guardia alla mia famiglia, una famiglia che ormai mi aveva dimenticato, un amore che ormai non esisteva più. Lui adesso ha Tanya. Si sono baciati, l’ho visto con questi miei infallibili occhi. Perché? Com’ha potuto dimenticarmi? Come puoi adesso consolarsi con quella?

“ Cosa ci fai qua?”

“ Adesso non sono più prigioniera dei Volturi.”

“ Ma cosa stai dicendo? Sei scappata vero?! Questa volta non la passerai liscia.”

“ Non sono scappata! Mi hanno lasciata libera Caius e Marcus.”

“ E’ impossibile. Aro aveva espressamente detto che mai e poi mai tu ti saresti dovuta allontanare da Volterra.”

“ Se non mi credi vai a chiederlo personalmente a loro due.”

“ Oh lo farò non preoccuparti e appena saprò la verità, cioè che sei scappata, tornerò e metteremo una volta per tutte fine a questa storia.”

“ Non vedo l’ora Pavel di sbriciolare come polvere a ciascuno dei Volturi.”

“ Il sentimento penso sia reciproco Bella.”

“ Ma perché ce l’avete con me? Cos’ho fatto?” Dissi urlando e stanca di queste continue minacce di questa continua vita.

“ Non sai che tortura sia stata sentire ogni giorno il tuo nome per 6 lunghi anni, Bella è… Bella questo… Bella lì… e adesso continueranno. Mi disgusti, mi disgusta il tuo nome, il tuo potere, la tua famiglia, tutto!”

“ Bene dopo avermi chiarito la situazione, stai tranquillo che se fosse per me voi non mi vedreste mai più. E adesso addio Pavel!”

“ O Isabella in un modo o nell’altro ci rincontreremo non preoccuparti.”

“ ADDIO PAVEL!”.

Rise. “ Arrivederci Isabella.”

E dopo questa rivoltante conversazione potei crogiolarmi nel dolore. Un dolor fortissimo, che si ramificava per tutto il mio corpo, partendo dal petto dove sentivo un peso talmente opprimente da soffocarmi e da procurarmi un male  che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico.

Mi sentivo così stupida. Come potevo realmente credere che il destino mi avesse dato una via libera, un ancora di salvezza senza farmi passare un altro po’ di dolore, lui come si divertirebbe altrimenti.

Me ne stavo appoggiata ad un tronco d’albero con le ginocchia strette nel mio petto sperando che questo nuovo dolore passasse. Ma era impossibile. Esso era cento volte peggio della morte di mia madre, cento volte peggio dei mesi passati a Volterra perché lì credevo nell’amore di Edward, sapevo che mai e poi mai io e lui ci saremmo divisi. E adesso eccomi qui, a dissecarmi nel dolore, a chiedermi perché Edward mi ha fatto questo, a chiedermi se veramente lui non mi ami più.

Mi sentivo uno stupido esploratore che si avventura nel deserto senza un po’ d’acqua con il sole cocente che gli ustiona il corpo e con un’immensa distesa di sabbia davanti a lui. E all’orizzonte un oasi limpida, fresca si presenta ai suoi occhi e lui maldestro e senza riflettere si tuffa nella folle corsa sperando in un po’ di ristoro. Ma più corre, più si rende conto che qualcosa non va, più corre e più quell’oasi sembra troppo distante e appena arrivato tutto sparisce. L’oasi era solo un miraggio, come la mia libertà e la mia felicità lo era. Io ero lo stupido esploratore, mi son comportata come lui, senza riflettere, senza pensare, convinta che dopo mesi, che dopo tutto il dolore provato, tutta la mia vita fosse come l’avessi lasciata. Ma adesso mi rendo conto che non è più così. La vita cambia, tutto cambia e noi non possiamo farci niente. E adesso cosa fare? Di certo non potrò tornare dalla mia famiglia, perché non potrei mai sopportare il mio amore con un’altra davanti ai miei occhi. E di certo nemmeno a Volterra. Lì mai e poi mai avrei messo più piede. E allora cosa sarei diventata? Una insignificante nomade costretta a vivere una vita solitaria per la sua stupidità.

Ma non trovavo la forza di alzarmi, non ci riuscivo, non ce la facevo, mi sentivo troppo distrutta. Mi sentivo ogni cellula del mio corpo sbriciolata. Mi sentivo come un tronco senza più vita all’interno, un albero cavo. E che senso ha tutto, se tu dentro di te sei vuota? Niente, niente ha più senso.

La mia vita mai ha avuto senso in un modo o nell’altro. Soltanto con Edward la mia vita si coloriva di rosso, soltanto con lui mi sentivo viva e potevo vivere la mia vita a pieno.

Edward… Edward… Edward io ti amo. Perché il sentimento non è più reciproco?

 

C’e un sentimento troppo forte per essere cancellato scolpito nella mia anima,

ed è un sentimento che per tutta la mia vita ho cercato di dimostrarti,

ma adesso per colpa di uno stupido fraintendimento tu non ci credi più

e adesso io non so più cosa fare.

Mi sento fredda, mi son svegliata da quei mesi senza vita per catapultarmi in qualcosa di ancor più doloroso.

Ma io son qui e aspetto e spero. Spero che in una tua presenza qui, accanto a me.

E mi abbracci e mi ami com’è da tanto che io e te non facciamo.

Tu sei e sarai la mia unica speranza di vita.

Ti ho e ti donerò sempre tutto di me stessa:

La mia vita, il mio amore e la mia anima.

Ti prego solo di tornare da me e di amarmi perché ne ho bisogno.

 

“Mamma?”

Risentire quella voce e quell’accompagnamento del mio nome così dolce, mi riempì di calore. La mia piccolina, la mia Nessie. Finalmente poteva rivederla, potevo riabbracciarla, potevo riamarla.

“ Nessie, amore mio…” Dissi alzandomi da terra e avvicinandomi pian piano verso di lei per assaporare questo momento.

“ Mamma, sei tu? Sei davvero tu?” Disse anche lei avvicinandosi mentre un sorriso le illuminava il viso. Quant’ era bella la mia bambina. Quanto mi mancavano i suoi bronzei riccioli che le scendevano morbidi fino alle spalle, quanto mi mancavano i suoi occhi color cioccolato, così caldi e così teneri, quanto mi mancavano le sue guanciotte e le sue scocche rosse. Quanto mi mancava il suo sorriso amorevole.

“ Amore di mamma, si sono io. Son tornata e non me ne andrò più lo prometto.” Dissi ormai ad un centimetro da me.

Lei mi salto adesso e mi abbracciò più forte che poté ed io ricambiai l’abbraccio.

Volevo piangere, volevo piangere per la felicità. Mia figlia, la mia dolce figliola, era lì davanti a me. Finalmente.

“ Mamma mi sei mancata tantissimo, ti amo mamma.”

La guardai negli occhi e una lacrima percorse il suo viso. Presa dalla felicità cominciai a riempire il suo viso di baci.

“ Ti amo anche io figlia mia, ti amo più della mia stessa vita.” E dicendo questo continuai a baciarla.

“ Ma te ne sei andata?” Mi disse tornando triste.

“ Credimi amore l’ho dovuto fare.” L’angoscia si impadronì di me. L’avevo fatta soffrire, avevo fatto soffrire a questa dolce creatura, alla mia piccolina.

“ Perché non sei tornata con papà?”

“ Non potevo tesoro mio se no l’avrei fatto.”

“ Ma adesso non conta più…. È passato mamma, adesso tu sei qui e ci resterai per sempre vero?”

“ Ma ciò che è passato ha cambiato qualcosa.” Dissi ancora più triste.

“ Cosa dici mamma? Niente è cambiato…”

“ Tuo padre non mi ama più.” E dicendo questo entrai nel buoi più totale, entrai in una stanza senza luce, senza calore, fredda e scura.

 *******************************************************

“ Bella?”  E’ lui. E’ il mio amore. Alzai lentamente lo guardo e mi persi nei suoi occhi non caldi e liquefatti, ma nemmeno freddi come l’ultima volta che ci eravamo lasciati.

“ Edward.” Dissi rassegnata.

“ Che… che ci fai qui?” Mi disse sconvolto, mentre iniziò a tremare.

“ Sono scappata.” Ma che stavo facendo? Corri Bella, corri da lui. Digli quanto lo ami, digli che senza di lui tu non puoi vivere. Non ce la faccio.

“ Capisco. E Felix?”

“ Dio Edward, Felix non conta niente. Quello che ho fatto, l’ho fatto solo per salvarti la vita.”

“ Quindi adesso ritornerai da noi?” Mentre pian piano si avvicinava a me.

Nel mio petto qualcosa esplose, e anche io iniziai a tremare.

“ Sempre se voi mi volete.” Dissi abbassando lo sguardo.

Una mano mi alzò il volto dal mento. Una mano che non sentivo da tanto tempo, un contatto che mi mancava come l’aria. Alzando lo sguardo e lui era lì, la perfezione.

“ Come possiamo non volerti?” Disse mentre il suo sguardo era caldo. Quanto mi è mancato Edward!

“ tu… tu mi ami ancora?” Chiesi insicura.

“ ci ho provato a non amarti più, ma non ci sono riuscito. Anzi io ti amo più di prima.” Le sue labbra si avvicinavano a me, mentre io iniziavo a sentirmi in paradiso. L’oasi tornava a me, e non era più un miraggio, ma una realtà.

“ E Tanya?” Gli chiesi mentre una rabbia incontrollabile ribolliva dentro di me.

“ che c’entra tanya?” Mi chiese edward perplesso.

“ Vi ho visto mentre vi baciavate.”

“ Un'altra incomprensione amore. Io amo solo te.”

E finalmente le nostre labbra si unirono per non lasciarsi mai più.

Finalmente la mia anima era nuovamente integra.

Finalmente la mia vita non era più una notte senza stelle ma un crepuscolo luminoso.

In lontananza la nostra piccola piangeva e saltellava dalla gioia.

 ******************************************************

Entrai nella nostra casa e il calore che ricetti fu indescrivibile. Mi mancava la mia famiglia, l’amavo troppo.

Urli, gioia, felicità, abbracci e baci mi inghiottirono e non volli più uscire da quell’armonia.

Finalmente mi risentivo amata, finalmente ero con la mia famiglia e non volevo lasciarla mai più.

“ Bella sorellina mi sei mancata.” Disse Emmet abbracciandomi e facendomi svolazzare per tutta la stanza.

Grissino, ma perché erano tutti così tremendamente dolci. “ Anche tu Emmet, mi siete mancati tutti voi. Non sapete la mia gioia, anzi Jazz la sa.” Dissi voltandomi e trovando il caldo sorriso del mio fratellone Jazz, seguito da una piccola ombra nel suo volta, ombra causata del venticello che nella mia testa ripassava i ricordi di Volterra. Ma non avevo detto che non ci volevo pensare più?

E accanto a lui c’era la mia sorellina, la mia folletta, la mia dolce Alice.

“ Bella io…” Ma cosa stava facendo?

Le corsi incontro e l’abbracciai. “ Non mi importa Alice, ti voglio bene tesoro e… e… e niente ha più importanza.” Lei accettò il mio abbraccio e le lacrime di Nessie diventavano la cascata del Niagara.

“ Nessie amore basta piangere.” La consolò Edward.

“ Ma non ci riesco sono troppo felice.”

Ora era il momento più critico, Carlisle si avvicinò a me e mi abbracciò. Di certo non me l’aspettavo ma accettai il suo abbraccio. “ Figlia mia ti sei sacrificata per tutti noi. Come potrò mai sdebitarmi.”

Ma stava dicendo sul serio? “ Accettandomi nuovamente nella tua famiglia.”

“ Bella…” Urlarono contemporaneamente Esme e Rosalie abbracciandomi.

“ Vi amo famiglia, mi siete mancati terribilmente.”

“ Tesoro i Cullen non erano più una famiglia senza di te.” Disse Esme baciandomi mentre Rosalie continuò ad abbracciarmi.

“ Bella mi sei mancata tanto.” E dopo questa affermazione di Rosalie sarei morta di felicità.

Edward mi si avvicinò e mi strinse la mano.

“ Non ti lascerò più lo sai vero?” Mi sussurrò nell’orecchio.

“ Non chiedevo di meglio.” Dissi baciandolo.

Tutti i Cullen erano in coppia mentre si abbracciavano l’un l’altro. Mi mancava tutto quell’affetto, tutto quell’amore. Se il mio corpo esprimesse tutto quell’amore scoppierebbe.

“ Bella!” Esclamò una voce che mi sembrava quella di Kate. E’ infatti era proprio lei che era entrata dal giardino seguita da Tanya. Kate si avvicinò a me e mi abbracciò. “ Son felice che tutto si sia sistemato, Bella.”

“ si anche io.”

Tanya invece rimasi lontano da tutto. Per educazione e forse perché tutti i Cullen la guardavano male disse: “ Bentornata Bella.”

“ grazie Tanya.” Riuscì solo a dire mentre una strana rabbia cresceva nel mio corpo.

Edward capì la situazione, forse anche perché lesse i pensieri di Tanya.

“ Tanya possiamo parlare un attimo per favore.” Gli chiese Edward gentilmente.

“ Certo Edward.” Ed uscì nuovamente in giardino.

“ Andiamo amore mio.” Disse Edward spingendomi.

********************************************************* 

Eravamo tra le sponde del fiume. La sua corsa era lenta, e il suo colore rispecchiava il mio umore.

“ Tanya penso proprio che ci sia stato un fraintendimento tra di noi.” Lo credo pure io pensai mentre il viso di Tanya si contorceva.

“ Tu sai che io amo Bella, la amo più della mia stessa vita e te l’ho sempre detto. Tu sei solo un’amica per me Tanya.” Anzi se non è nemmeno quello è molto meglio!

“ Si, si scusami Edward. Scusami anche tu Bella.” Scusarti non basta. Vorrei staccargli la testa. Passare quei mesi a Volterra mi ha resa molto più combattiva e istintiva, devo calmarmi.

“ si Tanya non preoccuparti.” Dissi con un sorriso finto in realtà nella mia mente pensavo ad un modo per farla soffrire.

“ e che avevo sentito tutte quelle storie sul tuo conto e pensavo… Edward era solo… ed io… ancora…”

Ma non capisce che se più parla più io mi innervosisco? Stavo arrivando ad un punto critico della mia sopportazione.

“ Mi dispiace mia cara, ma come hai visto era tutto falso. Io amo Edward e lui ama me. Chiusa questione.”

“ Certo, certo.” Disse abbassando lo sguardo, anche se prima mi rivolse uno strano sguardo.

Edward strinse più forte la mia mano e capì cosa stava pensando.

“ Penso proprio che sia meglio per te Tanya allontanarti per un po’. Così potrai accettare la situazione.” Disse Edward sempre più calmo. Ma come faceva a restare così? Io mi sentivo un bomba ad orologeria e il tempo stava per scadere, stavo scoppiando.

“ Anche se me ne andassi la situazione non cambierebbe. Edward ho capito che ti amo e come tu non puoi dimenticarti di Bella io non posso dimenticarmi di te.”

Ecco sono scoppiata. Cominciai a tremare, mentre la mia vista, anzi Tanya divenne rossa. La mia mente elaborava ogni possibile mossa d’attacco. Tanya non conosceva la nuova Bella e ricordandomi le volte in cui 6 anni fa mi aveva allenato, sapevo che l’avrei battuta in un colpo solo. Devo ringraziare Felix quando lo vedo, soprattutto se grazie a lui riesco a staccare la testa a quella stupida!

Jazz e Carlisle capirono la situazione e si avvicinarono a me. Jazz cercò di calmarmi col suo potere, ma tutto il dolore, tutta l’angoscia provata, tutta la felicità e la frustrazione e tutto quello che in questo periodo mi era accaduto stava dentro di me e aumentava la mia rabbia e Jazz non poté più sopportare tutte quelle emozioni, soprattutto il mio dolore, difatti si accasciò a terra tenendosi il petto con la mano come se a momenti gli scappasse.

“ Jazz, che ti prende?” disse Carlisle avvicinandosi a lui, mentre Emmet mi teneva. Stupido, posso liberarmi dalla morsa in un batter d’occhio.

“ Sento tutto quello che ha provato in questo periodo e non ce la faccio a sopportarlo e controllarlo.”

Anche se ero arrabbiata e mi sentivo in quel modo non potevo far soffrire anche Jazz. Dovevo cercare un motivo per sfogare la mia rabbia e in quel momento capì cosa fare.

“ Emm allontanati per favore. Tranquillo non farò niente.”

Si allontanò e come lui anche Edward, mentre Tanya se ne stava a un metro di distanza, e mi venne un idea. Certo era una cavolata ma almeno sarebbe bastato a farmi calmare.

Tutto la rabbia che provavo la utilizzai nel mio scudo che aumentava le sue proporzioni a vista d’occhio. Arrivò a Tanya che mi guardava senza sapere cosa stessi facendo, anzi tutti se lo chiedevano tranne Alice che aveva visto tutto infatti iniziò a sghignazzare e a guardarmi incuriosita.

Aumentai la potenza del mio scudo in modo che la sua consistenza si facesse più dura. Lo avvicinai sempre di più a Tanya avvolgendola completamente e spingendola.

Lei rimaneva sconvolta mentre iniziava a sentirsi spingere da qualcosa di invisibile e continuai fin quando non cadde nel fiume. A quel punto abbandonai il mio scudo che tornò a me come un elastico e iniziai a ridere.

Tanya guardava la scena ancora sconvolta, bagnata fradicia e così il resto dei Cullen.

“ Bella ma sei stata tu?” Mi chiese Edward. Io non riuscivo a parlare, così allontanai il mio scudo e gli feci vedere i progressi che il mio scudo in questi mesi aveva fatto.

“ Sei fortissima amore mio.” Disse Edward guardandomi con un misto di orgoglio e dedizione e baciandomi ed io accettai il bacio, dimenticandomi di tutto.

Edward si distaccò da me e si voltò verso Alice. Stava avendo una visione.

Tornò tra di noi e iniziò a respirare lentamente. Mentre Edward guardava prima me e poi Nessie.

“ Alice cosa hai visto?” Gli chiese Jazz.

“ Bella… Bella era fortissima e accanto a lei c’era Nessie e altri quattro vampiri… e una battaglia… anzi… l’ultima battaglia… e… e… una strana incisione… e… e… Aro con una mezza vampira nel Sud America…”

Mezza vampira? Ma è Maia. “ Maia.” Esclamai con rimorso.

“ Chi è Maia?” Mi chiese in coro la famiglia Cullen.

“ ho tante cose da dirvi.”

“ Lo sappiamo.” Disse Edward.

 

Tanya e Kate ritornarono a Denali. Io mi scusami con Tanya e Kate ma Kate mi disse che era normale, mentre Tanya non mi guardò neppure. Soffriva e da una parte mi dispiace tanto per lei, solo da una parte. Jake e il resto del branco, insieme a Leah e Seth, venne subito dopo a salutarmi e a sentire tutte le informazioni che in questo periodo avevo accumulato sui Volturi.

La riconciliazione con il mio migliore amico, con il mio fratellino e la mia carissima amica Leah fu dolcissimo e emozionante come quello con i Cullen.

Volevo bene alla mia famiglia e a tutti i miei amici, come son riuscita a sopravvivere per tutto quel tempo senza di loro?

Adesso eravamo tutti nella sala riunioni e tutti aspettavano che parlassi.

“ Bene, inizierò a raccontarvi tutto ma vi prego di non interrompermi perché già è troppo difficile parlare. Jazz scusami in anticipo.”

“ Vai Bella non preoccuparti. Cercherò di dimezzare le tue emozioni.”

Questo è il lavoro di squadra della nostra famiglia.

Raccontai tutto. Partendo dall’incontro con felix, come mi ha costretta ad abbandonarli, come non riuscirono più a sentire la mia traccia perché Pavel mi aveva cambiato l’odore.

“ E chi è questo Pavel?” chiese Emmet.

“ E’ un nuovo acquisto dei Volturi . Insieme a lui c’era Fabian ma è stato ucciso e Italo.”

“ E qual è il loro potere e perché Fabian è stato ucciso?”

“ Emmet se aspetti ci arrivo.”

“ Ups continua non voglio farti arrabbiare.”

E dicendo questo iniziammo a ridere per poi tornare seri.

Continuai a raccontargli delle mie settimane a Volterra, passate solo ad allenarmi ed a combattere con il mio dolore. Tutte le domande che mi vennero in mente a causa degli strani comportamenti dei Volturi. Le continue affermazione sulla potenza del mio scudo, le strane frasi di Aro, la sua conoscenza con Jonathan e le antiche rune.

“ Non ne so molto della cultura del Sud- America ma mi aggiornerò molto presto.” Disse Carlisle preoccupato per lo strano interesse dei Volturi alle rune della cultura sud americana e al mio potere.

Raccontai loro delle conversazioni dei Volturi, raccontai la mia versione dell’incontro con Edward, in quel momento lui mi prese la mano e mi chiese scusa. Raccontai loro dei nuovi acquisti dei Volturi.

“ Dopo Pavel che ha il potere di modificare l’odore degli esseri viventi, c’è Italo un vampiro italiano lui è uno scudo contro i veggenti? Non so come altro definirlo. Ha la stessa capacità dei lupi. Ecco perché Alice non ha visto i Volturi progettare e avviare il mio rapimento ed è il motivo per cui voi non mi vedevate.”

“ Come ho fatto a non capirlo prima. Sono uno stupido.” Disse Edward.

“ Tutti lo siamo, figliolo.” Controbatte Carlisle.

“ Poi c’era Fabian che riusciva a creare un falso pensiero. Ecco perché Edward non hai capito tutta la messa in scena. Era Fabian che ti proiettava un falso pensiero.”

La rabbia e la frustrazione di Edward cresceva a dismisura.

“ Ma non è più un problema perché è morto.”

“ Morto e come?” Chiesero tutti insieme.

“ Volterra è sotto attacco di due vampiri. Io li ho incontrati quando stavano per uccidere Caius. Stanno decimando metà delle truppe di Volterra. Della guardia hanno ucciso Fabian e Santiago.”

“ Santiago non è il compagno di Renata? Come uccidere Caius?” Questa era Rose.

“ Son successe troppe cose che sto iniziando a confondermi persino io.” Esclamai.

“ Vai con ordine tesoro.”

“ Scusami Bella. Ma adesso alla guardia di Volterra mancano due elementi.”

“ Si ma non sottovalutateli. Stando con loro e allenandomi ho capito la loro vera forza. Jane e Alec senza i loro poteri sono facilmente battibili. Questo però non vale per Felix che è il miglior combattente corpo a corpo, Demetri e Afton, lui è proprio da non sottovalutare.”

“ Afton? Chi è?” Chiese Esme.

Lui era il fantasma dei Volturi, sconosciuto ed invisibile ma potentissimo.

“ So che non è da sottovalutare, l’ho pagato sulla mia pelle.” Disse Edward.

“ Qual è il suo potere?” Chiese avido Emmet. Ero sicura che non vedeva l’ora di combattere contro di loro.

Edward guardò me. “ Potere illusorio. Ti fa credere che il tuo corpo si sta decomponendo con il rispettivo dolore. Ma è anche abilissimo nel corpo a corpo, velocissimo e letale.”

“ Non vedo l’ora di batterlo. Tanto col tuo potere il suo è nullo.”

“ Ecco perché i Volturi ti volevano con loro.” Esclamò Esme.

“ No c’è dell’altro.” Disse convinto e preoccupato Carlisle.

Lui e Edward si scambiarono un’occhiata preoccupata. Chissà cosa stava pensando Carlisle.

Ed infine raccontai della mia dolcissima Maia.

“ Aro ha una figlia?” esclamarono in coro tutti i presenti.

“ Inizialmente non ci credevo nemmeno io ma è così. Ed è una ragazza dolcissima, mi ha fatto vivere le ultime settimane a Volterra serenamente.”

“ Povera Gianna. Non meritava quella fine.” Esclamò Alice mentre raccontavo la sua vita e il perché lei aveva deciso di vivere, per sempre, con i Volturi.

“ Son sicuro che questa mezza vampira abbia qualche potere?” Chiese Carlisle. Lui ascoltava le mie parole con attenzione, chissà cosa pensava. A fine riunione dovevo chiederglielo a lui o a Edward.

“ Si certo e son poteri molto utili. Ha il potere di bloccare i suoi pensieri, anche se come quelli di Aro è limitato solo alla sua persona, inoltre da Gianna ha avuto il potere sul controllo delle onde sonore.”

“ E’ una mezza vampira davvero strabiliante.” Esclamò Edward mentre vidi un ghigno nel volto di Nessie.

“ Amore tu sarai sempre nostra figlia e più speciale lo sai vero?” Dissi mandandole un bacio a cui rispose lei sorridendo.

“ C’è altro che dobbiamo sapere?” Chiese Carlisle.

“ In questo momento non mi viene in mente altro sempre se non volete sapere i pettegolezzi di Volterra.”

“ Magari in un altro momento ce li racconterai Bella.” Esclamò Alice mentre Emmet in realtà si stava comodamente sedendo sulla sedia per ascoltarli.

“ Perché? Li voglio sapere ora.” Esclamò Emmet.

“ Perché abbiamo visite scimmione.”

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Capitolo 32
*** 23. A welcome visitor ***


Eccomi nuovamente qui, scusatemi per il ritardo, ma non preoccupatevi che non vi sbarazzerete tanto facilmente di me ^^ Allora, ricapitoliamo come sempre, Bella rapita dai Volturi riesce a scappare ed a tornare dai Cullen, soltanto che appena arrivata trova Edward e Tanya in atteggiamenti molto intimi. Distrutta crede che tutta la famiglia Cullen si sia dimenticata di lei ma Nessie e Edward le spiegarono che era solo un malinteso. Tra Tanya e Bella c'è un po' di tempesta perchè Tanya ha confessato il suo amore a Edward e per finire, dopo che Bella ha raccontato la sua vita a Volterra alla sua famiglia, Alice ha una visione! Sta arrivando un ospite... chi sarà mai?

@ Ladycullen_me: sisi, è stato tutto un gran malinteso, anche se adesso la nostra Tanya sarà più combattiva che mai! Eheh adesso lo scoprirai... entriamo proprio nel vivo della storia O_O

Vi lascio al capitolo, sperando vi piaccia... a presto ^^

Abyss

Libro secondo

23°  capitolo

E adesso chi era? Alice saltellava raggiante per tutta la casa, cambiando la posizione delle cose, invece per lei era riordinare. Anche Edward aveva un sorriso raggiante e loro due insieme non volevano dirci chi stava venendo a farci visita. Ma se fossero state cattive visite ce l’avrebbero detto, quindi non c’era niente da preoccuparsi, a parte la curiosità che a me e a Emmet ci stava logorando. Wow stavo diventando come Emmet? C’era da preoccuparsi.

Pensai di usare l’arma seduttiva contro il mio maritino, sperando che dopo tutti i mesi che i nostri due corpi non si ritrovavano, lui avrebbe ceduto.

“ Amore…” Sussurrai piano, mentre il mio respiro carezzava il volto del mio amore.

“ Mmh…” Riuscì solo a dire, mentre già mi avvinghio stretta al suo corpo.

Cavolo non pensavo di arrivare a questo punto così presto.

“ Che c’è Bells?” Mi chiese Edward, senza prestare attenzione alle parole che diceva perché tutta la sua attenzione era focalizzata nelle mie labbra.

Feci in faccino triste, mentre le mie mani timidamente accarezzavano il suo petto marmoreo. Dio quanto mi è mancato! Gli salterei addosso anche adesso incurante degli sguardi della mia famiglia.

“ Bella non ci pensare nemmeno!” Tuonò Alice dall’altra parte della sala.

Casa dolce casa, significava anche mancanza di privacy.

Feci una lunghissima linguaccia alla mia sorellina mentre tornai a flirtare con il mio maritino.

“ Edward non cedere anche se so che sarà una lunga e difficile battaglia.” Ancora quel folletto fastidioso.

Edward in quel momento scoppio in una risata fragorosa. Quando mi mancava quel dolcissimo suono.

“ Alice, già gli e la do vinta.” Disse Ed mentre continuava a ridere. Alice dall’altra parte iniziò a mettere il musone.

“ Quando arriva quest’ospite?” Chiese Emmet ancora spaparanzato nel divano con un musone adorabile.

“ Tra qualche minuto.”

“ e in questi minuti potevo sapere qualche pettegolezzo di Volterra, invece di subirmi la vipera strisciante e il vampiro sovraeccitato.”

“ emmet mi dispiace ma si son fermati per cacciare, questo non l’avevo previsto.”

“ Amore vuoi che anche io faccia la vipera strisciante?” Gli chiese Rose avvicinandosi a lui.

Il musone diede il posto ad un sorriso sconvolgente. Come fa questo vampiro a cambiare umore da un momento all’altro proprio non lo so.

“ Ahahah, adesso non ne ho voglia.” E dicendo questo Rose si allontanò.

“ Roseeee…” Piagnucolò Emmet seguendo Rose.

In tutta quella scenetta io continuavo a guardare Ed mentre lui continuava a guardare me, nei suoi occhi c’era voglia, voglia del mio corpo, lo sentivo e non potevo non esserne felice.

“ Se proprio dovete per favore lontano da qui, grazie.” Tuonò nuovamente Alice, sembrava che fosse infastidita, ma sapevo che era felicissima per la nostra ricongiungimento come lo ero io e Ed. 

Nel frattempo il resto dei lupi erano tornati alle loro faccende tranne Jake che se ne stava seduto nel divano e nelle sue ginocchia ci guardava beata la mia figlioletta.

“ Bene, dato che i nostri ospiti tardano ad arrivare, io e Ed ci allontaniamo per qualche minuto, giusto amore?”

“ Si, si infatti. Solo qualche minuto giusto il tempo per… per… chiacchierare…”

“ Papà ormai ho vent’anni e certe cose le capisco.” Disse Nessie sghignazzando.

“ In effetti tu dovresti avere 6 anni mia cara.”

“ Lo so mamma, ma non puoi credere che una bambina cresciuta con uno zio come Emmet in 6 anni non capisca certe cose.”

“ Prima o poi a quel scimmione gli e la faccio pagare.” Esclamammo io e Ed insieme.

“ Eccoli, eccoli.” Saltellò Alice, fino alla porta.

Il loro odore mi giunse e non potevo non essere felice di incontrarli, soprattutto dopo quello che sapevo.

 

“ Benjamin, Tia… che piacere vedervi ragazzi.” Esclamò Alice appena entrarono abbracciandoli.

“ Ciao Alice.” Dissero insieme.

“ Ben tornati.” Li salutò Carlisle mentre Esme e Tia si abbracciavano.

“ Edward.”

“ Benjamin, che piacere rivederti. Ti trovo bene amico.”

“ O si più che bene.”

E continuò così finche non salutarono tutti. “Allora cosa ci fate da queste parti.”

“ Una settimana fa siamo partiti, io e Tia, per fare una visita a tutti voi, son passati 6 anni e sentivo un po’ la vostra mancanza. Così siamo andati in Irlanda da Sioban, poi siamo venuti qui.”

“ E’ un piacere avervi qui con noi. E come sta la nostra cara Sioban?” Chiese Carlisle.

“ Davvero molto bene, anche lei è stata felicissima della nostra visita. Voleva venire con noi quando ha saputo che saremmo venuti da voi ma alcuni problemi l’hanno trattenuta.”

“ Mi sarebbe piaciuto incontrare la cara vecchia Sioban.”

E finalmente riuscì a metabolizzare tutti gli avvenimenti che la mia mente aveva raccolto.

“ siete scampati dai Volturi quindi?”

“ Volturi Bella? Cosa stai dicendo?” Esclamò Benjamin guardandomi di sottecchi.

“ Si, metà guardia doveva venire da voi, per… per… per… prenderti Benjamin proprio come hanno fatto con me.”

“ Con te? Ragazzi ma cosa sta succedendo? Io non ho visto i Volturi nel nostro viaggio…” e dopo averci pensato… “ Amun…” Esclamò e in quel momento Alice ebbe una visione.

La visione di Alice durò molto, i suoi occhi spenti scrutavano un futuro difficile da leggere. Anche Edward allacciato a me era concentrato e ad ogni informazione che coglieva dalla mente di Alice il suo sguardo si incupiva.

Jasper come sempre era accanto ad Alice, tenendole la mano e aspettando che parlasse.

Passò altro tempo, ma Alice era ancora ad un passo dalla realtà alla visione.

“ Alice, Alice.” La chiamava Jazz ormai preoccupato.

“ E’ difficile questa visione e come se ci fosse un muro e non riuscisse a vedere niente. E per questo che ci sta mettendo più tempo.”

“ Ma cosa sta vedendo Edward?”

“ Amun, nel loro accampamento e dei vampiri nascosti. Sono indecifrabili, ancora Alice non riesce a capire chi sono e se per questo nemmeno io.”

“ I Vol…turi…” Esclamai ansiosa.

Alice sprofondo sempre di più nella sua visione fino a tornare con noi.

Il suo respiro era affannato e il suo sguardo spaventato e sconvolto.

“ Alice, cosa hai visto?” Esclamammo quasi tutti in coro.

“ I Volturi… Bella aveva ragione. E poi una battaglia… Amun contro qualcuno che sembra Felix ma non ne sono sicura e tutto così confuso.”

“ E’ il potere di Italo.” Esclamai furibonda. “ Ma sei riuscita a vedere lo stesso, con me non vedevi niente.”

“ Forse è la presenza di Benjamin. Ma la cosa strana è che vedo i volturi andarsene e poi lo scontro. Perché se ne vanno per poi tornare a combattere, e solo uno poi.”

“ La situazione è complicata. Si sta facendo sempre più critica e i Volturi stanno oltrepassando il limite.”

“ Devo andare!” Esclamò Benjamin.

“ NO!” Urlai fermandolo. “ Non puoi andare Benjamin, loro vogliono te e non Amun. Non gli faranno niente, anzi verranno a cercarti e quindi verranno qui.”

“ Allora devo andarmene per il vostro bene.” Continuò Benjamin.

“ No, no… Aro non sarebbe così stupido. Bella ti hanno lasciata libera ad una condizione vero?”

“ Si.”

“ Quale?”

“ Dovrò rimanere sempre fedele a Volterra.” Dissi con disprezzo.

“ Bene, se sapranno che Benjamin è qui, ti cercheranno e tu non dovrai mai e poi mai restare da sola e lo stesso vale per te Benjamin e Tia.”

“ Giusto, così se dovesse accadere nuovamente qualcosa noi saremmo testimoni.”

Ci stava sfuggendo pian piano tutto dalle mani, e questa sensazione diventava sempre più viva in me.

“ Bella ma a te cosa ti è successo?”

E così gli raccontai della mia permanenza dai Volturi, tralasciando i particolari che gli riguardavano.

“ Non meritano di vivere quelle fecce. 6 anni fa l’hanno scampata ma adesso moriranno.” Tuonò furioso Benjamin mentre uno strano vento mi svolazzava i capelli.

“ Ben NO!”

“ Come no Bella? Dopo tutto quello che ti hanno fatto tu non vuoi fargliela pagare? Mi meraviglio di te.”

“ Stando a Volterra sono maturata e riesco a valutare meglio le situazione. Se noi in questo momento avessimo uno scontro coi Volturi perderemmo Ben, hanno una forza sia fisica che psichica che voi nemmeno immaginate. Sottovalutiamo la stessa Renata che molto più in gamba di quanto sembra.”

Ero cambiata in quei mesi a Volterra e adesso me ne stavo rendendo conto. Ero più razionale e allo stesso tempo istintiva e micidiale, come tutta la guardia.

“ 6 anni fa l’abbiamo vinta solo perché loro erano impreparati, ma adesso no!” Questo era Carlisle che aveva capito tutta la situazione.

“ E c’è un'altra cosa Benjamin…” Dissi sussurrando e spaventata dalla reazione che potrebbe avere.

“ Cosa…” Disse prendendo la mano della sua compagna e stringendola forte.

“ Loro vogliono anche te!”

“ Cosa?”

“ Vogliono il tuo potere, così come vogliono il mio. Non gli importa più del potere di Edward, ne di Alice, ne di tutti gli altri. Vogliono solo i nostri due poteri.”

Il vento divenne sempre più forte, concentrandosi nella figura di Benjamin. Divenne un mini uragano che manifestava tutta la sua potenza partendo dalla sagoma di Benjamin fino ad arrivare al soffitto mentre tutti gli oggetti della stanza schizzavano da una parete all’altra.

Restai meravigliata dal suo potere, e notai una piccola somiglianza al mio.

“ Benjamin calmati adesso. Butta tutta la tua rabbia col tuo potere ma fuori questa casa.”

Mi guardò e così fece. Il vento divenne di proporzioni megalitiche che occupo tutta Forks, un vero e proprio uragano inaspettato.

“ Ti capita spesso di non riuscire a controllare il tuo potere. A parte che a quanto vedo sei notevolmente migliorato in questi anni.”

“ Tu non sai quanto Bella.” Disse mentre cercava di regolarizzare il suo respiro.

“ Ti capita che quando hai delle forti emozioni il tuo potere cresca o migliori?”

“ Si, perché?”

“ Anche il mio è così. E come se si manipolasse ai miei bisogni…”

“ I vostri poteri crescono e si migliorano sempre di più. Hanno un punto di partenza ma non hanno un punto di arrivo.” Disse Carlisle soprappensiero.

“ Forse e questo che affascina i Volturi, forse hanno capito le reali capacità di Bella e Benjamin e li vogliono nella loro armata.” Disse Esme.

“ E’ possibile, ma come son riusciti a scoprirlo?”

“ Jonathan.” Esclamammo in coro io e Alice.

“ Cosa?” ci chiese Edward.

“ Jonathan ha fatto vedere ai Volturi alcune antiche rune, forse in esse c’è qualcosa che parla dei nostri poteri.”

“ E’ possibile. Dobbiamo andare in sud america.”

“ O forse dobbiamo far venire qui qualcuno dal sud america.”

“ Di chi stai parlando?”

“ Nahuel e Huilen.”

“ Si, forse loro sanno qualcosa. Ma dobbiamo andare sempre a cercarli.” Disse Edward.

“ Andrò io e se Jake è d’accordo vorrei che venissero con me qualcuno del tuo branco.”

“ Ma certo Carlisle.”

“ Partiamo stasera stesso.”

“ Allora vado a dare la comunicazione. Seth ti andrebbe bene?”

“ Seth è perfetto.” Mentre un nodo alla gola mi fermò il respiro. Spero solo che vada tutto bene.

“ Non preoccuparti Bella.” Disse Carlisle dandomi un bacio nella guancia. “ E lo stesso vale per te Benjamin.”

“ Mi fido di te Carlisle.” Esclamammo in coro io e Ben.

Andavano in sud america dove forse ancora si trovava Maia, spero solo che non le sia accaduto niente.

Quanto vorrei un suo abbraccio, mi mancava terribilmente la mia amica.

“ Amore che succede? Vedrai che andrà tutto bene.” Disse Edward avvicinandosi a me e abbracciandomi.

Affondai la mia testa sul suo petto e mi senti al sicuro. “ Mi manca Maia.”

E appena dissi così la stretta di Edward divenne sempre più forte.

“ E cosa facciamo con Amun?” Chiese Tia intimorita forse dalla sorte che il suo creatore doveva fare.

In quel momento Alice ebbe un'altra visione, ma capì subito che questa non era la stessa della precedente.

Cosa sta succedendo?

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Capitolo 33
*** 24. Waiting for answers ***


Bene eccomi qui con un altro capitolo di questa ff, spero davvero che vi stia piacendo almeno un po' XD ormai la storia è al punto culminante... Allora ricapitolando: Bella rapita dai Volturi riesce a scappare e tornare dai Cullen, lì dopo aver raccontato loro ciò che le era accaduto, Alice ha la visione di Benjamin che si dirige verso i Cullen. Arrivato si scopre che i poteri di Bella e Benjamin hanno qualcosa in comune, testualmente "hanno un punto di partenza ma non hanno una fine". Per avere più informazioni Carlisle pensa di raggiungere Nahuel...

@Ledycullen_me: E sisi, ormai siamo nel vivo della storia. No, i Volturi inizialmente non sanno dove Ben si trova... più avanti lo capiranno.

Adesso vi lascio al capitolo baci =* alla prossima ^^

Abyss

Libro Secondo

24° capitolo

Gli occhi di Alice, ancora scuri e vuoti, osservavano la visione che davanti ai suoi occhi si era presentata e lo stesso valeva per Edward. Entrambi sembravano sconvolti e impauriti, come se qualcuno o qualcosa stesse commettendo un atto atroce che non avrebbero mai previsto.
Alice iniziò a singhiozzare, mentre Edward mi strinse più forte a se.
Tutti noi guardavamo la scena spaventati e confusi, aspettando trepidanti una spiegazione.
Lo sguardo di Carlisle era sempre più attento e cercava di cogliere dal viso di Edward e Alice qualcosa, Rosalie e Esme erano preoccupate lo stesso valeva per me e i nostri ospiti.
Finalmente Alice tornò tra noi, la visione l’aveva veramente stancata, tanto da farla barcollare. Jasper già accanto a lei, la abbracciò più forte che poté.
Erano una coppia fantastica, così come lo erano Rose e Emm e Carlisle e Esme. Tutti noi, per chissà quale grazia aveva scovato il vero amore. Ognuno di noi ama il suo compagno con tutto se stesso e non esiste l’amore perfetto o la persona perfetta, perché ognuno di noi ha i suoi difetti, in ogni rapporto ci sono difetti ma l’importante e accettare tutto dell’altro e tutto ciò che la vita ti offre e ti infligge.
E l’amore di cui sto parlando, può essere riferito al 100% ad Alice e Jasper.
Alice continuava a gemere, mentre Edward non proferiva parole.
“ edward… Ed… amore…” cercai di catturare la sua attenzione inutilmente. Lui mi guardò ma continuò a non parlarmi.
“ Ragazzi cosa succede? Per favore parlate. L’ansia mi sta uccidendo.” Esme se ne stava accanto al suo amato tenendosi il petto come se da un momento all’altro il cuore dovesse esploderle.
“ Amun… Amun…” Disse Alice gemendo, continuando ad abbracciare Jasper.
“ Amun cosa Alice?”
“ Amun è morto.”
Quel che disse Edward ci lasciò impietriti. Nessuno proferì parola, forse perché ancora dovevamo metabolizzare ciò che ci era stato detto.
Non potevo, non potevo crederci. Amun, Amun morto… Ma perché? Cosa aveva fatto? Come potevano i Volturi aver fatto una cosa del genere? E alla luce del sole, senza espedienti. Non poteva essere vero, Alice si era sicuramente sbagliata. Non c’era altra soluzione. Almeno che, Amun è veramente morto ma per mano di qualcuno o dei Volturi.
In quel momento sentì il ringhio furioso di Benjamin, mentre Tia dovette allontanarsi da lui. Lingue di fuoco scarlatte lo avvolsero completamente, il calore che emanava era incredibile, la mia pelle iniziava a bruciare ed a sgretolarsi già a quella distanza. Mi dispiaceva enormemente per Ben, non lo meritava, non lo meritava assolutamente, così come non meritava di morire Amun, certo non era una delle persone che più stimavo, ma sei anni fa si è schierato dalla nostra parte e anche se svogliatamente aveva difeso mia figlia.
“ Edward, Alice ditemi che non è vero!” Sussurrò cupamente Benjamin mentre il suo sguardo infuocato saettava da una parte all’altra.
“ Benjamin mi dispiace.” Disse Edward avvicinandosi, anche se molto lentamente. Chissà cosa leggeva nei suoi pensieri.
“ Bastardi, bastardi… Devono morire, devono morire… Non meritano di vivere. Li incenerirò con le mie stesse mani, non dovrà insozzare questo mondo nemmeno la loro cenere.”
“ Benjamin non sono stati loro.” Alice si alzò e iniziò a guardare ciascuno di noi.
“ Non sono stati i Volturi Alice?” Chiese Rose disorientata. 
“ No. I volturi sono andati a far visita ad Amun, ma hanno solo controllato se Benjamin fosse lì e poi se ne sono andati.”
“ Ma allora chi ha ucciso Amun?”
“ Kebi come sta?” Chiese Tia.
“ Kebi sta bene. Amun le ha detto di scappare prima del combattimento.”
“ Chi l’ha ucciso Alice?” Tuonò Benjamin.
“ Non lo so.” Disse abbassando il capo.
Io guardai Alice mentre lei mi rivolse il suo sguardo. Com’era possibile che non avesse visto l’assassino di Amun?
“ Come non l’hai visto Alice?”
“ Non lo visto… Solo una sagoma sfocata ma non conosco questo vampiro.”
 “ Non lo conosci è? Ma io devo trovarlo e ucciderlo.”
“ Calmati Benjamin. Vendicarsi non serve a niente.”
“ Non preoccuparti Benjamin.” Disse Alice, mentre il suo sguardo divenne indecifrabile.
“ Di cosa Alice?”
“ Sarà lui a scovare te e non ci vorrà molto..”
“ E' la verità? Non è pericoloso.” Mi intromisi nella discussione.
“ Hai ragione, è forte Bella. Amun è scomparso nel nulla per più di un minuto, nella visione di Alice sentivamo solo le sue urla e le sue imprecazioni, chiedeva la morte. E subito dopo, le sue ceneri apparvero davanti i nostri occhi.”  Mi spiegò Edward.
“ Ma chi è questo vampiro?” chiesi terrorizzata.
“ Non lo conosco nemmeno io, ma dopo la visione ci son apparsi due volti. Uno era quello di Benjamin, l’altro era il tuo. Bella, per caso tu conosci qualcuno così forte?”
“ Non lo so…” Ma in quel momento mi venne in mente, l’incontro col giustiziere. Quel vampiro talmente bello ma minaccioso da farmi nascere un brivido. Lui era forte, e scompariva sempre nel nulla, ma la sua vendetta era nei confronti di Caius che c’entra Amun o Benjamin o io? Be’ forse ce l’ha con me perché a causa mia non ha potuto torturare e infine uccidere Caius, ma se mi voleva morta l’avrebbe già fatto al nostro incontro, mentre lui aveva detto queste stesse parole: “Lei non posso ucciderla”. Non voleva uccidermi, è guardandolo negli occhi avevo percepito la sua sofferenza, la sua vendetta nei confronti dei Volturi. Lui era buono, ne ero più che sicura. Non poteva essere stato lui, non potevo crederci, no…no… no…
Son contento che almeno tu riuscirai a ritrovare il tuo amore.” Ecco cosa mi aveva detto prima di andarsene, ma come faceva a saperlo. Come sapeva che sarei stata liberata? Come sapeva che io ero innamorata? Chi era quel vampiro? Chi era Veive?
“ Bella?”
“ Si…” dissi tornando alla realtà.
“ ti è venuto in mente qualcuno?”
“ Be’ si. Il giustiziere di cui vi avevo parlato, quello che stava per uccidere Caius, ma lui ce l’aveva solo con i Volturi, Amun non centra niente. E non è stato lui!”
“ Come fai ad esserne così sicura?” Mi sputò con odio Benjamin.
“ Non lo so, lui è buono.”
“ In ciascuno di noi c’è il lato oscuro.”
“ Lo spero vivamente che non sia lui Ben, saremmo spacciati altrimenti. Lo stesso Caius era terrorizzato di fronte a lui.”
“ Ragazzi non perdiamoci. Dobbiamo cercare di arrivare a capo di tutti questi avvenimenti. Prima di tutto Alice, Kebi?” Parlò Carlisle.
“ Kebi è al sicuro. Come ho detto prima il vampiro vuole Benjamin e non Kebi. Lei è sconvolta, per un po’ vorrà stare da sola ma poi verrà da noi.”
“ Bene. Riesci a vedere se nel mio viaggio accadrà qualcosa?”
“ No Carlisle, tutto tranquillo.”
“ Perfetto. Dobbiamo scoprire cosa vogliono i Volturi da Bella e Benjamin e forse scopriremo anche il perché quel vampiro cerca Ben.”
“ Secondo te lui ha capito tutto?” Gli chiese Edward.
“ E’ un ipotesi da considerare.” E come prima, tra i due capì che c’era in atto una discussione.
“ Date le circostanze parto adesso. Devo trovare Nauhel al più presto.”
“ Vengo con te.” Si fece avanti Emmet.
“ No figliuolo. Dovete tutti stare qui. Alice?”
“ Viaggio tranquillo Carlisle, non preoccuparti. Poi non vedo niente. Quindi presumo che riuscirai a trovare Nauhel.”
“ Almeno una buona notizia.”
“ Son felice di ritrovare Nauhel, anche se la situazione non è delle migliori.” Disse Nessie saltellando mentre Jake si fece scuro in volto. Jake e Nauhel non sono mai andati d’accordo. Anzi Nauhel ha sempre cercato di instaurare tra di loro qualcosa, ma la competizione tra chi riusciva ad occupare il cuore di Nessie li aveva portati ad un punto limite di sopportazione. Dopotutto Nauhel e Nessie erano una coppia fantastica, molto spesso quando li vedevo insieme pensavo che tra loro due potesse nascere qualcosa, ma dopo la nostra partenza da Forks e la lontananza di Jake, Nessie capì che il suo amore era solo e soltanto il suo lupacchiotto.
“ Bene, parto immediatamente.”
“ Stai attento amore mio. Ti prego.” Disse Esme avvicinandosi a lui e abbracciandolo amorevolmente.
“ Tranquilla cara.” E con un dolce bacio scoccato nella fronte di sua moglie ed uno sguardo alla sua famiglia, Carlisle partì.
 
Rimanemmo in silenzio per molto tempo in quel salone. Ciascuno di noi perso nei proprio pensieri.
Io non riuscivo a capire tutto quello che in così poco tempo stava accadendo e la morte di Amun mi aveva letteralmente sconvolto.
Benjamin si era calmato e adesso soffriva. Se ne stava immobile guardando il vuoto, mentre Tia accarezzava dolcemente il suo braccio. Edward si avvicinò, aveva provato sempre un debole per Benjamin e vederlo così lo faceva stare male.
Pian piano la mia famiglia tornò alle loro faccende quotidiane, anche se il pensiero di ciascuno di noi, sicuramente era fisso su Carlisle e sullo sconosciuto vampiro. Che fosse veramente Veive?
Dopo un po’ di tempo Edward si avvicinò a me e prendendomi al mano mi condusse fuori.
In questo momento avevo bisogno di lui, anche solo uno sguardo o un sorriso.
E così fece. Entrammo nel nostro piccolo mondo magico e tutta la realtà divenne solo un punto lontano nell’orizzonte.
I miei occhi vedevano solo i suoi e le mie mani toccavano le sue. Non c’era niente in mezzo a noi, se non una luce e un calore che solo l’amore di Edward riusciva a darmi.
“ Voglio farti sentire una cosa.” Mi disse guardandomi dolcemente.
“ Cosa?”
“ L’avevo in mente durante la tua assenza. Mi ronzava in testa e in un certo senso grazie ad essa ti sentivo vicino.”
“ Che aspetti allora a farmela ascoltare.”
E prendendomi per mano mi portò nella nostra radura. Lì accanto all’albero in cui io gli avevo inciso il messaggio c’era un piccolo pianoforte.
Edward capì cosa stavo pensando e mi disse: “ E’ un piccolo pianoforte che ho trovato, il suono è particolare e qui e con questo pianoforte mi sentivo bene. Soprattutto perché quella tanya continuava ad assillarmi, quindi cercavo un posto tranquillo dove trascorrere le giornate.”
Ci avvicinammo e sedendosi sul sedile iniziò a suonare.
Malinconia, amore, tristezza e voglia, dolore e desiderio, angoscia e calore, con queste poche note, Edward mi fece comprendere tutti il dolore che provava per me.
Era una melodia in cui lui trasmise tutta la speranza che provava e lo sentivo e se potevo piangere in quel momento l’avrei fatto.
“ Me ne sono andata con te che suonavi e adesso ritorno con te che mi dedichi la centesima canzone scritta da te. Sono la donna più fortunata.”
“ Sai in quei giorni anche la speranza mi aveva abbandonato, anche se qui in queste quattro note la percepisco. Non vivevo più, ero solo un ombra, un’impronta ma niente di più. Mi sentivo perso. Inizialmente suonare per me era una tortura, ma poi ho compreso che suonare mi faceva sentire in qualche modo più vicino a te e alla fine non ho potuto fare a meno di suonare giorno e notte in questo piano.”
“ Ti amo Edward.” E mi avvinghiai a lui.
“ Tu sei tutto per me Bella. Non ti lascerò andare mai più. Tu devi stare con me Bella. Devi promettermelo.”
“ Si Edward, te lo prometto. Non ti lascerò mai più.”
“ Ci conto.”
“ Nella vita e nella morte insieme per sempre.”
“ Credevi che morendo ti saresti facilmente sbarazzato di me? E no Bella mia, mi dovrai sopportare anche in paradiso.”
“ E chi non vorrebbe sopportarti?” E dicendo questo lo baciai.
Finalmente le nostre bocche erano un tutt’uno. Finalmente i nostri due corpi pian piano si stavano ritrovando per non lasciarsi mai più.
Tutti i nostri gesti non erano famelici e passionali ma dolci e imbarazzati, come se stavamo facendo l’amore per la prima volta. Era tutto da riscoprire.
Il flebili raggi del sole accarezzavano ormai la mia pelle nuda, mentre l’amore che io e Edward provavamo stava arrivando al culmine.
E ritrovarci è stata come aver ritrovato me stessa.
 
Son passati quattro giorni è ancora Carlisle doveva arrivare.
I giorni trascorrevano lenti, tra una chiacchierata e delle risate tra di noi, tra combattimenti in cui ormai io vincevo continuamente, solo con Jasper e Benjamin trovavo qualche difficoltà.
“ Si, si sta arrivando. L’ho visto di sfuggita. E con lui c’è Nauhel. Perfetto.”
Sospirammo di sollievo e ci preparammo all’arrivo e alle notizie portate da Carlisle.
 
Arrivarono e ci furono un boato di urla e saluti. Nauhel felice e col solito meraviglioso sorriso.
Jake divenne subito una furia e si allontanò quando Nessie si avvicinò all’amico dandogli un bacio nella guancia. Ne prevedo delle belle.
Dopo tutti i saluti, ci ritrovammo nuovamente nella sala riunioni.
“ Carlisle mi ha accennato il motivo per il quale mi avete chiamato e vi porto delle buoni notizie. Almeno penso.”
“ Parla Nauhel qualunque sia la cosa.”
“ Bene…”

 

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Capitolo 34
*** 25. Revelations ***


Eccomi qui ragazze, perdonatemi se non mi sono fatta vedere per un po' ma dato che ho iniziato a lavorare ho pochissimo tempo. Vi prometto però che appena ho 5 minutini a disposizione posto qualche capitolo. Allora dove eravamo rimaste? "Bella rapita dai Volturi riesce a scappare e tornare dai Cullen, lì dopo aver raccontato loro ciò che le era accaduto, Alice ha la visione di Benjamin che si dirige verso i Cullen. Arrivato si scopre che i poteri di Bella e Benjamin hanno qualcosa in comune, testualmente "hanno un punto di partenza ma non hanno una fine". Per avere più informazioni Carlisle pensa di raggiungere Nahuel... Partito Alice ha un'altra visione Amun è morto a causa di un misterioso vampiro... chi sarà mai???

@Ledycullen_me: scusami ahah ma a me piace finire così i racconti XD un po' sadica sinceramente lo sono ù_ù
Scusami se ti ho fatto aspettare ma adesso un po' di risposte le avrai ^^
@ Sweet Cullen: Grazieeeeeeeeeeee ^^

Vi lascio al capitolo... Buona lettura!

Abyss

Libro secondo

25° capitolo

Qualunque cosa sia, dovevo sapere la verità. E cos’è questa verità? Cos’è che fino a quel momento tutti mi teneva nascosto. Cos’ero io? Ormai non ero convinta più nemmeno di me stessa. Quest’attesa, questa voglia di sapere mi stava pian piano logorando. Era una morsa al centro del mio petto mentre il mio respiro pian piano aumentava e un nodo alla gola non riusciva a farmi parlare. Era una sensazione stranissima, un sospetto che pian piano si faceva strada nel mio corpo, come se quello che stavo per scoprire fosse per me di vitale importanza, un bivio, una deviazione ed una decisione che io e soltanto io dovevo prendere. E questa decisione chissà a cosa mi avrebbe portata. Chissà cosa sarebbe accaduto, ormai non ero più certa di niente. Cosa avrei e avremmo fatto? Cosa sarebbe accaduto? Domande… Domande… sempre e solo continue domande…

 Tutto questo, però, mi attraeva in una maniera anormale, come se grazie a quella scoperta la mia vita finalmente avrebbe avuto un senso. Ma era assurdo, perché la mia vita già aveva un senso grazie al mio Edward. Ma questa strana sensazione continuava a picchiettarmi. Finalmente potevo conoscere me stessa? Mi sentivo come se la Bella che per anni aveva convissuto con me, fosse soltanto una parte di quello che c’è dentro il mio corpo, come se l’altra metà era tutta da scoprire. Ma questa sensazione era vera? O era come sempre tutto frutto della mia galoppante immaginazione. Dopotutto è risaputo che il mio cervello crea film dal nulla, un piccolo particolare lo trasformo in un dramma. Ma devo dire che la colpa non è tutta mia. La vita mi ha sempre dato tutti quegli imput e quella sceneggiatura necessaria a creare i miei drammi. Questa cos’era? Realtà o semplice e pura fantasia?

Non lo sapevo. Sta di fatto, che nel mio corpo una piccola parte saltella felice in attesa della verità.

Saprò finalmente perché tutti mi ritengono così importante. Io importante? Che assurdità!

Io non sono niente, assolutamente niente. Sono solo un piccolo e insignificante passante, una piccola particella che vaga nello spazio infinito. Cos’è la mia vita in tutto il ciclo del mondo? Niente. Ecco cosa siamo, siamo nessuno, siamo passanti insignificanti che cercano soltanto di lasciare un’impronta indelebile in questo mondo. Ed io vivrò in eterno in questo mondo. In eterno…

Durante la lontananza da Edward credevo che prima o poi il mio cuore avrebbe ceduto. Se fossi stata un’umana sarei morta, morta per amore. Ma io non potrò mai morire. Io son costretta a vivere in eterno in questo mondo, sono bloccata qui e non riuscirò mai a vedere il mondo oltre le nuvole e le stelle. Non metterò mai piede nell’aldilà, e non so se questo è un bene o un male. Ma forse un giorno ci riuscirò. Chi lo sa. Dopotutto anche i vampiri possono essere sconfitti, anche la morte passa tra di noi, solo che non moriamo di vecchiaia, o per malattie comuni e restiamo sempre giovani e belli.

La bellezza, chissà quante donne e uomini ricercano la bellezza in eterno. C’è chi addirittura stipula un patto col diavolo pur di continuare a guardare allo specchio i lineamenti perfetti del fior della sua giovinezza. Ma è sbagliato, la giovinezza è solo uno stadio, una parte della nostra vita, e siamo belli e perfetti perché ancora i mali del mondo non ci hanno colpito. Andando avanti con il tempo, una ruga dopo l’altra il nostro corpo cambia, segno della maturazione e del ciclo della vita. Una ruga? Chissà cosa si prova ad avere in viso un piccolo solco, un piccolo e bellissimo solco, una piccola parte della nostra vita.

Anche se io non ho rughe, mi sento tanti piccoli solchi nel mio corpo. In questo periodo son successe talmente tante cose, cose troppo spiacevoli per me, che hanno lasciato una ruga all’interno di me, magari al di fuori il mio aspetto è perfetto, ma di dentro sono soltanto una statua di marmo erosa dalle intemperie della vita. La scomparsa di mia madre e la mia sofferenza, l’allontanamento da Edward, il mio tradimento e il nostro addio, la mancanza della mia famiglia e adesso tutto questo… è troppo, troppo. E proprio vero che nella vita non si ha mai un attimo di pace! O forse un attimo si, e se quell’attimo è vissuto al 100% e come se il resto del mondo si bloccasse e perdi la percezione del tempo, credendo che in realtà sia passata un’eternità.

E il mio attimo è proprio lui, la persona che mi sta accanto e che in questo momento involontariamente mi da conforto con il suo tocco caldo. Il mio Edward, il mio amore.

L’amore? Quante volte ci soffermiamo su questa parola, senza saper darle significato? Quante volte pensiamo che questa parola non basti ad esprimere tutto ciò che provi.

C’è chi crede che l’amore non esiste, in effetti non si ha una vera e proprio definizione. E si crede che esso sia soltanto un modo come un altro per soffrire.

L’amore? Cos’è l’amore? Nessuno potrà mai scoprirlo, perché esso si manifesta in ognuno di noi in maniera diversa, a seconda del nostro carattere e della nostra vita o delle nostre scelte.

C’è chi si innamora perdutamente della persona sbagliata, chi si innamora del proprio migliore amico o del peggior nemico. Sta di fatto, che appena il nostro amore ci passa accanto o ci sfiora leggermente il cuore perde il controllo dei suoi battiti e non siamo più padrone di noi stesse.

Vale la pena vivere per amore ed io ne sono la prova vivente. Se non si ama, non si vive. Ed io vivo.

Vivo ogni giorno la mia perfezione che non è solo il mio Edward o solo io. Anche Edward ha i suoi difetti e io i miei, ma insieme ci completiamo a vicenda e diveniamo un corpo perfetto, la perfezione.

Avvolte mi sembra che tutto quello che faccio non sia mai abbastanza, che tutto l’amore che trabocca dal mio cuore non riesca mai ad esprimerlo del tutto. Mi sembra che ogni gesto, ogni parola, risulti banale. Ma non è così, con un semplice ti amo io esprimo tutto, tutto, dono la mia vita per lui, con una carezza o un bacio ogni giorno della mia vita decido di legarmi a Edward, e mai nella mia vita mi son pentita delle scelte fatte e mai me ne pentirò. Tutto mi ha portata a lui, ogni lacrima versata, ogni brutto momento mi ha permesso di viverne un altro bellissimo con lui e non posso non ringraziare chi mi ha donato una vita talmente felice, o almeno che mi dona attimi felici.

Non riuscirò mai a dimenticare tutti i momenti con lui, con il mio lui.

Il nostro primo incontro… Il suo sguardo, e la sua bellezza dannatamente affascinante…

La nostra prima conversazione nell’ora di biologia... e la carica che involontariamente scaturiva dai nostri due corpi troppo vicini per esseri talmente diversi…

Il mio primo salvataggio… il senso di protezione che avvertivo allacciata a lui. Lì involontariamente ho capito quanto sia importante per me… il mio angelo custode…

La nostra litigata e l’indifferenza che per mesi ci ha allontanato… come mi sentivo infelice in quei momenti… mi sentivo persa senza di lui…

E il suo meraviglioso sorriso tutte le volte che mi infuriavo, e quel giorno quando mi chiese di andare a Seattle insieme… Non sapevo se fosse un sogno o se fosse un’illusione, non avrei mai creduto, che proprio io, una ragazza qualunque fosse la persona più fortunata nella faccia della terra…

Ed invece lo sono… invece Edward ha scelto me… Anche se tutto e risultato talmente bello e difficile… Il timore di farmi del male e l’amore che cresceva a dismisura per me lo confondevano mentre io mi facevo intimorire della sua bellezza. Com’ero sciocca!

E quella magica domenica nella nostra radura… il suo contatto, la sua testa sul mio petto mentre il mio cuore andava in tilt… la sua pelle diamantata e il nostro primo bacio…

Quanto vorrei piangere… piangere di felicità…

Tutti gli altri ricordi passano velocemente donandomi un senso di pace, d’amore e di malinconia…

Strinsi più forte la mano di Edward e lui mi guardò, anzi cercò di scrutare dentro i miei occhi per leggere ciò che per tutto in questo tempo mi era passato in testa.

Edward ti amo. Pensai.

Il suo sguardo divenne talmente bello che non riuscì a non baciarlo.

Lui sarà per sempre con me… qualunque cosa accada… posso affrontare qualsiasi cosa con lui…

“Ti amo anche io Bella.” Disse regalandomi il solito sorriso che amo, poi tornò a guardare Nauhel che ci guardava incantati.

“ Scusami Nauhel…”

“ tranquilla Bella… sei sicura di voler sapere?”

“ Si Nauhel…”

“ Bene… sapete qualcosa sulle mitologie mesoamericane?”

“ Qualcosa… ma credo che tu ne sappia qualcosa di più…” Rispose Carlisle.

“ In tutte i culti mesoamericane era contemplato il ciclo dei mondi. Di solito, la nostra epoca attuale veniva considerata il quinto mondo, mentre i quattro precedenti erano stati distrutti dal diluvio, dal fuoco e via dicendo. Si racconta che Quetzalcoatl, il dio della stella del mattino,  fosse andato a Mictlan, il mondo sotterraneo, ed avesse creato il "quinto mondo-genere umano" dalle ossa delle razze che lo avevano preceduto, usando il suo stesso sangue per infondere alle ossa nuova vita.”

“Questa la conosco… E’ la profezia Maya di cui tre anni fa si è discusso molto ampliamente.”

“ Si… Be’ ce ne un’altra di cui nessuno ne è a conoscenza…”

“ Parla allora…”

“ Nella mitologia Incas, nel periodo dei Pachacuti si afferma il culto di Viracocha. Costui è il Dio che ha creato l’universo, la terra e l’uomo. Da Chasca, la dea della venere, ebbe un figlio e lo chiamò Taguapica. Venne nutrito con il sangue del padre e in poco tempo divenne bello come la madre e potente come il padre. Ma aveva un lato malvagio, ciò che il padre creava lui distruggeva e la sua malvagità andò ad aumentare. La sua malvagità crebbe finche non porto il mondo alla distruzione per ben due volte. Viracocha scoprì che il sangue del figlio per gli umani era velenoso perché trasformava anche loro in demoni, anche se la loro forza e malvagità era limitata. Decise così di distruggere il figlio e di dividere la sua anima in quattro parti e quando arriverà il momento i suoi poteri risorgeranno nei corpi dei quattro prescelti. Questa è l’origine vostra, voi siete i discendenti di Taguapica, i vampiri…”

“ Ma perché non si è mai saputo niente?”

“ vedi Carlisle, questo mito veniva custodito da una stretta cerchia di sacerdoti ma col tempo si estinsero. Rimane solo un superstite.”

“ Chi?” Chiesi. Anche se ormai sapevo la risposta.

“ Jonathan, mio padre. Lui era un sacerdote della tribù incas e trasformato in vampiro continuò a proteggere la profezia e ad aprire le strade verso i quattro discendenti.”

“ Sono tutte stupidaggini, non ci capisco più niente…” Urlai alzandomi in piedi. Tutte stupidaggini, cose si può credere a delle sciocchezze simili.

“ Anche io lo credevo Bella, ma adesso non più. E voi ne siete la prova.”

“ Cosa stai dicendo?”

“ Vedi 5 anni fa, quando son tornato in brasile, incontrai Jonathan che discuteva con i Volturi.”

“ Loro sanno di questa profezia?”

“ Si, lui si offrì di raccontare tutto a patto che gli risparmiavano la vita.”

E così anche i volturi credono a queste sciocchezze? In quel momento mi tornò in mente la discussione fatta con Aro tempo fa:

-“ Cosa sono dunque tutti i misteri inspiegabili dell’uomo? L’arca dell’alleanza è solo una finzione? O gli dei dell’antico olimpo sono solo stupide paure dell’uomo? O gli alieni e le strane apparizioni che la terra è soggetta sono solo allucinazione o megalomani che si divertono  a far spaventare la gente? No! In tutto c’è un fondo di verità e bugia.

Il mondo sovrannaturale si nasconde bene ma non per questo non può non essere scoperto. Ecco perché tengo tanto alla segretezza della nostra specie. Lo faccio anche per preservare questi pezzi di storia che senza di noi andrebbero perduti.”-

E’ tutto vero? I vampiri discendono da quel dio malvagio?

E ancora un altro ricordo:

-“ Oh vedo che hai notato forse uno degli oggetti di più valore in questa camera.”-

L’altro oggetto di valore, in quella stanza c’era talmente tanta roba e la mia attenzione era catturata da quel meraviglioso cimelio che non mi accorsi di niente… O forse si… c’era anche una antica runa in quella stanza… che c’entri qualcosa… forse quella runa ha a che fare con tutto questo…

“ Nauhel? Secondo te perché mi hanno rapito? E perché vogliono anche Benjamin?”

Abbassando il capo mi disse: “ Perché vi ritengono speciali…”

Quante volte in effetti ho sentito quella parola a Volterra… non ne potevo più…

“ Ma perché?”

Non rispose Nahuel ma Carlisle. “ Perché vi ritengono i  prescelti di Taguapica.”

 

Rimasi un po’ interdetta ma dopo scoppiai a ridere.

“ Ahahah stupidi sciocchi… davvero credono a queste stupide leggende… poi io? Certo che son caduti proprio in basso…”

Guardai edward che guardava in basso senza incrociare il mio sguardo, poi mi voltai verso Carlisle che mi guardava con il solito sguardo paterno. “ Non crederete davvero a tutto questo?”

“ Bella… il tuo potere è fortissimo…”

 “ E che vuol dire? Anche Jane è forte ma nessuno la ritiene la discendente di un… di un… andiamo sono assurdità…”

“ Hai accettato così tranquillamente la scoperta dei vampiri, e adesso non credi ad un mito? Qual è la differenza?” Mi chiese Edward.

“ Io… io… non…lo so… Dai Edward non dirmi che tu ci credi?”

“ Tutto è possibile.”

 

Tutto è possibile…

 

“ Bella? Ascoltami… c’è dell’altro. Sempre secondo il mito Taguapica possedeva alcuni dei poteri del padre, anche se questi bastavano a renderlo fortissimo. Aveva il potere di comandare i quattro elementi della natura…” e guardò Benjamin “ possedeva il dono dell’invisibilità, tanto che in molti rappresentazioni lui viene raffigurato sotto forma di camaleonte. Riusciva a terrorizzare la gente solo con lo sguardo… e possedeva uno scudo psichico e fisico…”

Scudo? No, no… è tutto uno scherzo non voglio crederci…

“ Ma perché proprio Bella?”

“ Questo non lo so Edward… Ma sempre secondo la leggenda il potere di Taguapica si alimenta di sofferenza. Più si soffre, più il potere aumenta… E Bella ha sofferto, e anche troppo…”

 

“Vuoi farmi credere che più io sto male, più divento come…”

“No, no… Per attingere il potere massimo devi…”

“ Devi?”

“ Ma non ce n’è bisogno Bella… E’ inutile… Sei forte abbastanza e per adesso non c’è nessuna battaglia epocale che ci dovrebbe portare a ricorrere al vostro potere…”

 

Volturi…

 

“ Ma se ce ne fosse di bisogno?”

“ Non lo faresti mai…”

“ Dimmi almeno di cosa si tratta…”

“ Per servirsi del potere bisogna bere il sangue di un mezzovampiro…”

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