on the street of the destiny

di blackdeviljack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** someone can stop the apocalypse ***
Capitolo 2: *** doubts and suspicious adoptions ***
Capitolo 3: *** this is a mess ***
Capitolo 4: *** When the destiny knocks at the door ***
Capitolo 5: *** I believe you ***
Capitolo 6: *** brother and sister ***



Capitolo 1
*** someone can stop the apocalypse ***


La musica risuonava allegra in quell’area di sosta sperduta nello Utah; il locale, stranamente non affollato quella mattina, poteva contare come clienti solo tre forestieri di passaggio. Due di loro, seduti nel tavolo più discreto, parlottavano a mezza voce evitando di dare nell’occhio.

- Diamine Cass potresti almeno avvisare! – il più grande dei due sobbalzò per lo sgomento rischiando seriamente di finire a terra, quando il messaggero alato comparve al suo fianco, di fronte a lui il fratello ridacchiava soddisfatto.

-Non c’è tempo per discutere ora, ho un caso per voi – ribatté piccato l’angelo richiamando l’attenzione di entrambi;

-E di preciso cosa avrebbe di speciale questo caso per non poter aspettare che finissi la mia colazione?!- Sam lanciò uno sguardo di rimprovero al maggiore, che sospirò sconfitto, in segno di resa.

-E va bene, ho capito, di che si tratta?- l’angelo ignorò caldamente lo sguardo stupito della cameriera di turno che avrebbe giurato di non averlo visto entrare, e si guardò intorno con circospezione, quasi le parole che avrebbe dovuto pronunciare a momenti fossero un vero e proprio segreto di stato.

-Forse c’è qualcuno in grado di fermare l’Apocalisse- Dean si piegò sul tavolo, tossicchiando nel tentativo di non soffocarsi e Sam evitò per un soffio di lasciar cadere il bicchiere che aveva in mano per lo stupore.

-Stai scherzando vero? Perché se questo è uno scherzo giuro che me la paghi- lo minacciò il maggiore dei Winchester non appena ebbe superato il trauma; in risposta ricevette uno sguardo per nulla rassicurante da parte dell’angelo, che lo fece rabbrividire fino al midollo.

-Aspetta un attimo intendi dire che esiste un modo per evitare l’Apocalisse che non comprenda me e Dean utilizzati come marionette dalle due superpotenze dell’aldilà?- domandò Sam stupendosi di quanto la presenza del fratello stesse influendo sul suo modo di fare.

-Se è tutto come penso, credo proprio di sì-
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Impala, in viaggio verso l'Arizona

-Quindi di preciso staremmo cercando la reincarnazione del braccio di Dio perché ci salvi le chiappe da Lucifero?- proruppe Dean ancora scosso dalle affermazioni fatte poco prima da Castiel,

-E naturalmente questo angelo, Yeiayel, non potevi cercarlo tu e teletrasportarcelo al motel mentre noi restavamo comodamente seduti ad oziare…-

-Non è un angelo come gli altri, venne creato da mio padre ancor prima di Raphael o Michael, ha poteri al di sopra di ogni immaginazione e a quanto pare è impossibile per noi come per i demoni, rintracciarlo- spiegò nuovamente Castiel, in preda ad un improvviso attacco di loquacità.

-Nessuno ci aveva mai parlato di lui, perché?- chiese Sam richiudendo il portatile e riponendolo con cura nella custodia;

-Non ce n’è mai stato bisogno, neanche ai piani alti si è mai parlato di lui, ma a quanto pare la sua esistenza è sempre stata sotto gli occhi di tutti- continuò l’angelo additando la Bibbia che giaceva abbandonata sul cruscotto, il minore dei Winchester afferratola, la aprì, confuso.

-Capitolo 20 dell’Apocalisse- gli indicò Castiel, mentre Sam si affrettava a voltare le pagine, in preda alla curiosità; una volta raggiunto l’obiettivo scorse con voracità le prime righe, tornando a rileggerle una, due, tre volte, incredulo; divenne così pallido che ci mancò poco che Dean inchiodasse.

-Ehi Sammy, sicuro che sia tutto ok?- chiese preoccupato,

-Sì  solo che…-

-Insomma cosa può esserci di così terrificante in quel libro?-

-“Poi vidi un angelo che scendeva dal cielo e che aveva la chiave dell'abisso e una gran catena in mano. Egli prese il dragone, il serpente antico, che è il diavolo e Satana, e lo legò per mille anni, poi lo gettò nell'abisso che chiuse e sigillò sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni, dopo i quali dovrà essere sciolto per poco tempo.”- la voce di Sam tremava mentre leggeva con lentezza le stesse parole che lo avevano lasciato basito poco prima. Non appena le udì il maggiore frenò bruscamente, voltandosi verso il sedile posteriore per chiedere spiegazioni a Castiel, quando lo fece l’angelo era già svanito.

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Capitolo 2
*** doubts and suspicious adoptions ***


Allora, non voglio lasciare nessuno con l’interrogativo troppo a lungo, quindi preferisco postare immediatamente il secondo capitolo; per il resto vi aspetto alla fine del testo.
Kixx blackdeviljack

-Giuro che appena becco quella sottospecie di enigma ambulante con le ali di piccione gli tiro il collo!- sbuffò Dean picchiando con delicatezza il pugno sul volante dell’Impala, incapace di alzare un dito contro quella che amava definire . Sam alzò gli occhi al cielo, esasperato, mentre  cercava in qualche modo di auto convincersi che l’idea che si era fatto interpretando quel passo dell’Apocalisse fosse solo l’ennesimo vaneggiamento o magari un banale errore di trascrizione; ma ogni volta la stessa frase tornava a tormentarlo con maggiore intensità, e una voce che aveva un non so che di profetico e apocalittico, gli risuonava nella mente:

“Egli prese il dragone, il serpente antico, che è il diavolo e Satana”
Il fatto che Castiel si fosse volatilizzato esattamente nel momento più inopportuno in cui avrebbe potuto farlo non faceva che empirlo di dubbi; se davvero la sua fosse stata un’interpretazione dettata dall’ossessione che era divenuto per lui Lucifero, che motivo avrebbe avuto per andarsene?
Il motore dell’Impala si arrestò, annunciandogli di essere giunto a destinazione.

-Ehi Sammy, che ne diresti di fare una pausa?Tanto dovremmo comunque aspettare che il nostro amico pennuto si faccia vivo in qualche modo, visto che  stato così gentile da abbandonarci a metà strada dandoci come unica informazione il fatto che la soluzione al nostro problema si trovasse in Arizona- Sam scosse la testa, liberandosi per un attimo dei pensieri che continuavano ad assillarlo e tentando di sfoderare il miglior sorriso che aveva;

-Sam, tu non ridi mai alle mie battute- gli fece notare il fratello, il minore si abbandonò sul sedile dell’auto mormorando un “colpito e affondato”.

-Stai ancora pensando a quella frase vero?- gli chiese l’altro con serietà, imitandolo;

-Ci sono troppe coincidenze Dean – sospirò –io che sono destinato ad essere il tramite di Lucifero, Azazel che si diverte a punzecchiarmi con battutine allusive, mancava solo San Giovanni che si diverte ad alludere a Satana chiamato più comunemente Samael ai piani alti, che guarda caso ha il mio stesso identico nome!!!- proruppe isterico gesticolando convulsamente.

-Le coincidenze della vita…- sospirò Dean ricevendo in risposta uno  sguardo di fuoco da parte del fratello;

-Ok, ok Rambo, ora solevi il tuo fondoschiena dal sedile della MIA macchina, ti calmi e vieni a mangiare qualcosa. Dopodiché prendiamo una stanza al motel più vicino e aspettiamo in tutta calma che l’illuminazione ci piova dal cielo, intesi?- ribatté piccato il maggiore dei Winchester aprendo o sportello e lanciando un’occhiata piuttosto eloquente al fratello, che fece altrettanto.

-E va bene…- si arrese l’altro seguendolo verso la tavola calda.
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A volte Sam aveva il dubbio tremendo che suo padre lo avesse adottato alla nascita e non gli avesse detto nulla per chissà quale oscuro motivo; dubbio lecito, giacché il più delle volte lui e Dean sembravano provenire da due pianeti diversi, ma soprattutto viverci. In quel preciso istante ad esempio, il fratello si stava letteralmente divorando la seconda porzione di hamburger e patatine, per inciso la sua, senza staccare gli occhi di dosso dalla cameriera di turno, che si accingeva a ripulire uno dei tavoli liberati da poco, mentre lui non aveva trovato nulla di meglio da fare che fissare un punto imprecisato davanti ai suoi occhi, a disagio.

-Dean, esattamente, quando hai intenzione di distogliere lo sguardo dal fondoschiena della cameriera?- gli chiese d’un tratto, seccato, sollevando lo sguardo fino ad incontrare gli occhi verdi dell’altro.

-Insomma Sam, non è colpa mia se tutte le bombe sexy del creato capitano davanti ai miei occhi, lo dice anche Cass che bisogna apprezzare quello che la natura ci offre-

-Non penso che intendesse proprio in quel senso- l’espressione di chi dichiara la sua causa come persa – e comunque dovremmo darci da fare per trovare Yeiayel e non perdere tempo- continuò con aria saccente;

-E tu chiami tutto questo perdere tempo?- chiese Dean fischiando dietro la cameriera che si era appena voltata.

Si preannunciava una giornata difficile.
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Motel "Arizona life"- Arizona 

-Certe volte mi domando se Castiel si diverta a farci girovagare senza meta, è piuttosto seccate- Sam si voltò per rispondere e solo allora scorse la figura longilinea dell’angelo alle spalle del fratello.

-Ehm, Dean, credo dovresti voltarti- sfoderò il suo miglior sorriso mentre l’altro ridacchiava,

-Sammy non vorrai mica dirmi che Cass è alle mie spalle vero? Perché se è così preparati ad uno spettacolo molto cruento- si voltò con il solito fare sfacciato ritrovandosi faccia a faccia con il messaggero alato, che continuava a fissarlo con un sopracciglio alzato.

-E dimmi Dean, chi è che dovrebbe prepararsi a ricevere una lezione?- gli chiese quest’ultimo, assumendo un’espressione fra il determinato e l’ironico che riuscì miracolosamente a zittire Dean.

-Cavolo Cass, non sapevo che ti fossi attrezzato anche per i miracoli!- esclamò Sam di fronte alla faccia indecifrabile del fratello, un luccichio poco rassicurante accese i suoi occhi;

-Sam, giuro che questa me la paghi- sibilò a mezza voce mentre il minore dei Winchester prevedeva nel futuro molto prossimo, un brutto quarto d’ora.

ANGOLO DELL’AUTRICE
Allora innanzitutto voglio ringraziare Alchimista per la sua recensione; in effetti era mio intento lasciare qualche punto oscuro per rendere la storia più accattivante ma ad essere sincera ho scritto il primo capitolo sul momento, durante la lezione di religione( da qui la citazione) e mi sono persa nel regno della fantasia senza più badare alla lezione e scrivendo di getto. Ti ringrazio per i complimenti e spero che anche il secondo capitolo possa essere di tuo gradimento. Un saluto a tutti i lettori.
Kixx blackdeviljack

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Capitolo 3
*** this is a mess ***


Ecco qui un nuovo capitolo della mia storia. Anche stavolta vi aspetto a fine storia, voglio solo avvertirvi che il capitolo sarà un po’ più lungo del solito.
Kixx blackdeviljack
 
Il silenzio era calato nella squallida stanza di motel in cui si trovava l’insolito trio.
Dean sedeva scompostamente sul piccolo tavolo che era parte integrante dell’arredamento, costituito dai due letti e dalla sedia su cui si era abbandonato Sam poco prima, mentre Castiel era rimasto perfettamente immobile come suo solito, quasi fosse stato trasportato di peso in quel posto per un motivo che conosceva a malapena.

-Ehi Cass, hai intenzione di rimanere in quella posizione ancora per molto?-sbuffò Dean seccato, mentre l’angelo lo guardava, perplesso, con i suoi occhioni da cucciolo.

-Dean voleva dire che solitamente gli umani non rimangono fermi nella stessa posa senza batter ciglio per molto tempo, di solito preferiscono sedersi o camminare- il messaggero alato sembrò aver recepito il messaggio e si lasciò sprofondare su uno dei due letti. Il maggiore dei Winchester sollevò un sopracciglio, fra il sorpreso e lo sconvolto, mentre l’altro tratteneva a stento una risata; Dean tossicchiò, cercando di attirare l’attenzione dell’angelo.
Dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto prese un grosso respiro e con l’espressione più tranquilla che riuscisse a simulare lo chiamò per nome.

-Cass…- nessuna risposta, lo sguardo sempre più divertito di Sam saettava fra la faccia livida di rabbia del fratello e la figura immobile dell’angelo.

-Cass giuro che se non sollevi le tue regali chiappe dal MIO letto e non ti degni di spiegarmi cosa ci facciamo in una località sperduta dell’Arizona, ti strappo una ad una quelle dannatissime piume da pennuto che ti ritrovi- Mentre il diretto interessato si sollevava con calma innaturale dal letto, notando l’espressione stampata sul suo volto che non presagiva nulla di buono, Sam pregò affinché l’angelo non avesse intenzione di disintegrare il fratello sul posto e rispedirlo a calci all’Inferno.

-Dici che l’ho fatto arrabbiare?- chiese con naturalezza Dean rischiando seriamente di farlo cadere dalla sedia, in risposta il minore gli scoccò uno sguardo che sottintendeva un “perché non si vede?”.

-Ok, ok mister simpatia non c’è bisogno di sprecare la tua angelica ira per così poco, piuttosto che ne diresti di spiegarci ad esempio che fine avevi fatto? Se non l’avessi notato ci hai lasciato come due imbecilli in mezzo al deserto – ringhiò ironico Dean mentre l’angelo non accennava a cambiare espressione.

-Mi sembra di ricordare  di avervi lasciato un’indicazione- si giustificò l’altro, levando un sopracciglio;

-Se non lo avessi notato l’Arizona ha una superficie di 295.254 km²- gli fece notare Sam con la solita calma,
-Ho ricevuto una chiamata dai piani alti- l’ultima affermazione non piacque affatto ai due Winchester.
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 -Mi staresti dicendo che Yeiayel potrebbe non essere Yeiayel?- cercò di venirne a capo il maggiore dei Winchester; dopo interminabili minuti di complicata spiegazione sentiva di esser prossimo alla pazzia. 

-Quando Dio creò gli angeli decise di ripartirli in tre gerarchie o cori angelici…- ricominciò Castiel spazientito,

 -No Cass, non ti ho detto di raccontarmi la storia della creazione dal brodo primordiale, sinceramente  non mi importa molto di come vadano le cose su ai piani alti, vorrei solo capire..- 

-Lascialo finire!- ordinò perentorio Sam, zittendolo; il maggiore sbuffò rassegnato, incrociando le braccia e mettendo il broncio.

 -I primi ad essere creati furono i serafini, delle creature angeliche così potenti da essere le uniche ad essere ammesse al cospetto di Dio stesso, Yeiayel era una di queste- l’angelo fece una pausa, mentre il minore dei Winchester annuiva assorto. 

-Yeiayel era l’anello di congiunzione fra il bene e il male, i poteri che gli erano stati dati gli permettevano di essere persino al di sopra di essi, ed era inferiore soltanto a Dio; il suo ruolo nell’Apocalisse sarebbe dovuto essere quello di rinchiudere Lucifero nell’abisso della perdizione ogni mille anni-

 -Ma qualcosa andò storto- ipotizzò Sam, mentre l’angelo annuiva. 

-Il potere di Yeiayel corruppe la sua natura angelica e l’equilibrio delle forze che regolava si spezzò; Yeiayel divenne un demone malvagio e dissoluto e molti angeli, attratti dal suo potere, lo seguirono; fu a quel punto che Dio decise di precipitare tutti gli esseri corrotti sulla terra-

 -E fra di loro c’era anche Lucifero- si intromise Dean, 

-No- replicò secco Castiel –quello successe solo molto tempo più tardi, Lucifero portò con sé tutti gli angeli caduti, tutti tranne uno: Yeiayel- fece una pausa, aspettando che i due assorbissero il contenuto del suo discorso. 

-Per punirlo Dio cambiò il suo nome in Abaddon o “la perdizione” e lo condannò a vivere una vita da uomo senza che la morte gli fosse concessa fino al sopraggiungere dell’ultimo giorno, quello del giudizio, in cui avrebbe dovuto rinchiudere Lucifero e i suoi angeli nell’abisso degli Inferi- 

-E cosa ci sarebbe di strano in tutto ciò?- chiese Dean, perplesso,

 - Abaddon potrà fare questo solo quando la sua natura apparirà definita: se sceglierà di schierarsi dalla parte degli angeli avremmo qualche speranza di salvarci, se invece sceglierà di allearsi con i demoni, beh in quel caso…- 

-Balleremo tutti il tip tap sulle fiamme dell’Inferno- concluse Dean, mentre Sam fissava il vuoto, sconvolto.

 

Devo chiedervi di perdonarmi per essermi del tutto scordata di ringraziare tutti quelli che hanno messo la mia storia fra le seguite e quelli che l’hanno inserita fra le segnalate; come al solito ringrazio tutti i miei lettori silenziosi e Alchimista, che anche stavolta ha avuto il buon cuore di recensire. Mi scuso per gli errori di battitura e prometto di stare più attenta. Grazie a tutti!!!
Kixx blackdeviljack

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Capitolo 4
*** When the destiny knocks at the door ***


Allora, dato che i capitoli iniziali della storia sono serviti per permettere a chiunque legga di orientarsi(per quanto possibile) nel contorto intreccio delle mie idee, con molta probabilità la storia prenderà una piega diversa a partire dai prossimi capitoli, che avranno un ritmo più veloce e saranno sensibilmente più lunghi e densi di avvenimenti. Per il resto vi aspetto al termine del racconto.
Kixx blackdeviljack


I raggi del sole irrompevano con forza attraverso le tapparelle socchiuse, proiettando sul pavimento della stanza una fitta trama di fasci di luce e disegni dai contorni misteriosi.

Seduta nell’angolo più remoto e avvolta in una piacevole e cupa penombra, sedeva una ragazza; i tratti del volto celati in gran parte dalle tenebre sembravano brillare di luce propria e lo sguardo, perso nelle pieghe più recondite di un tempo ormai perduto, vagava senza mostrare particolare interesse per nulla di ciò che la circondava.
 Si alzò con un movimento aggraziato e repentino, così rapido da essere invisibile all’occhio umano, e in un istante si ritrovò investita da uno dei sottili raggi solari, una mano protesa verso la luce come se quest’ultima rappresentasse il coronamento della sua più grande ambizione.

Era stata un angelo un tempo, la mano di Dio l’aveva plasmata a sua immagine e le aveva donato poteri al di sopra di ogni immaginazione; un tocco così leggero e gentile da sembrare un soffio, una potenza così grande e misteriosa da incutere rispetto, e si era ritrovata ad esistere. Nel lento trascorrere di un tempo inesistente le era stato insegnato ad amare, e per millenni aveva condiviso quell’amore così grande con suo padre, che l’aveva resa partecipe di ogni suo disegno futuro e di ogni suo pensiero. Dio era un’entità gloriosa e perfetta, il connubio tra le virtù più lodevoli e la gloria della sapienza, del perdono e dell’umiltà.

Aveva amato suo padre e tutte le creature che aveva creato per lei, con cui aveva popolato i cieli e la terra perché tanta bellezza interiore non rimanesse chiusa nel loro rapporto; aveva sentito l’orgoglio scaturire in lei quando la sua mano si era chiusa a formare Raphael, poi Michael, infine Gabriel, e aveva vissuto i suoi migliori anni nell’idilliaco mondo di amore e perfezione che si trovava in cielo, senza disdegnare nulla di quello che Dio aveva posto sulla terra.

Ma rimaneva ancora qualcosa di inespresso e di stonato in quel dipinto dai contorni fiabeschi, qualcosa di estremamente necessario perché entrambi i mondi vivessero in accordo e in sintonia: l’equilibrio. Lei era lì quando il male venne creato, quando venne scritto che l’uomo avrebbe avuto bisogno degli esseri del cielo e gli esseri del cielo dell’uomo, ma inaspettatamente quell’equilibrio si era infranto, piegandola, e spezzando per sempre il sottile filo della sua esistenza.

La ragazza si spostò, rapida, fino a raggiungere la stanza attigua, con la sola forza del pensiero riuscì a sollevare le tapparelle e a scostare le tende, il tutto senza che l’atmosfera pacata del mattino mutasse. Era stata una sciocca a permettere tutto questo, a credere nell’amore di un padre lontano, che l’aveva ripudiata lasciandola sola davanti ad una scelta da cui dipendeva il futuro del creato, condannandola ad una vita di dolori e sofferenze.

Aveva visto la morte rapire ogni suo affetto terreno, privare ingiustamente della vita gli innocenti e graziare gli esseri più spregevoli; aveva spinto l’uomo a credere in un Dio lontano, di cui aveva iniziato a dubitare lei stessa, chiedendosi dove fosse suo padre quando la guerra, la fame e le malattie si abbattevano sul suo popolo; si era persino odiata ed incolpata per aver ridotto in quello stato un dono così prezioso e un mondo così bello e casto, si era pentita di aver infranto l’equilibrio fra cielo e terra e aveva implorato invano un perdono mai giunto.

Solo la sua Grazia continuava a legarla al cielo, quelle maledette ali che avrebbe ceduto volentieri per salvare la vita dei suoi cari,  continuavano a ricordarle chi era, o meglio chi era stata, e la spingevano a fuggire dai suoi stessi fratelli. Solo ora capiva che tutto ciò era stato follemente inutile; i fratelli a cui aveva guardato con tanto orgoglio l’avrebbero utilizzata come arma, allo stesso modo dei demoni che ritenevano inferiori, e gli uomini, ignari di tutto ciò, l’avrebbero guardata con disprezzo dopo aver conosciuto la verità su di lei.

Un riverbero dorato si accese nel suo sguardo troppo profondo e antico per essere umano, la sua Grazia vibrò, riversando in lei un torrente di energia viva e pulsante, trattenuta a fatica. Potè udire il suono del campanello ancor prima che qualcuno lo suonasse, subito si diresse all’ingresso, aprendo. E non ebbe bisogno che le tre persone sull’uscio si presentassero per capire che il suo destino aveva appena bussato alla porta.

angolino dell' autrice 

Allora alle solite ringrazio tutti, lettori anonimi, elargitori di recensioni (sempre bene accetti), e tutti coloro che hanno aggiunto la storia fra le seguite; mi farebbe piacere se qualcuno avesse la bontà di scrivere il suo parere quando ne ha voglia, non importa se positivo o negativo, la critica è costruttiva e anche se so che comporta un po’ di tempo in più, penso sia del tempo speso saggiamente. Un saluto a tutti!
Kixx blackdeviljack

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Capitolo 5
*** I believe you ***


Allora vi lascio direttamente al capitolo che non ho voluto postare insieme all’altro perché ritenevo più giusto separarli. Kixx blackdeviljack


Castiel aveva trascorso interi millenni della sua esistenza obbedendo agli ordini dei propri superiori; come tutti gli angeli aveva vissuto una vita da soldato, scandita da ritmi così intensi da essere insostenibili per un uomo, sotto una disciplina ferrea e incontestabile impostagli con durezza.
Non aveva mai visto Dio, ma non aveva mai avuto bisogno di prove per credere nell’esistenza di un padre creatore che si era reso autore di tale perfezione.
Non si era mai posto domande sullo scopo della propria esistenza o sulla giustizia delle sue azioni, semplicemente aveva eseguito gli ordini e creduto in ciò che gli veniva detto di credere.
Come un soldato non si era lasciato corrompere dal dubbio, aveva sempre tenuto un comportamento impeccabile, ostentando una rigidità e una sicurezza che non gli appartenevano, ma nascondendo l’immensa curiosità e attrazione che provava per gli abitanti della terra.
 
Fu forse per questo motivo che quando i suoi occhi incontrarono quelli della ragazza, perdendosi in un groviglio di emozioni e sensazioni dimenticate da tempo, si ritrovò disorientato, combattuto tra quella profonda ammirazione e quella confidenza che sentiva nascere dal passato che li legava e il timore e il rispetto riverenziale che sentiva di dover necessariamente mostrare nei suoi confronti. Non aveva mai avuto occasione di incontrare un serafino, ma l’aura di magnificenza che emanava si trasmise alla sua Grazia facendola vibrare in modo spaventoso, tanto che il suo stesso tramite sussultò, abbassando lo sguardo.
 

- Sapevo che sareste venuti –la sua voce umana lasciò spazio ad un lontano riverbero di quella angelica, un suono breve che aveva acceso l’aria con un tintinnio di mille campanelli d’argento.

La ragazza si scostò di lato con un sorriso per lasciarli entrare; Dean fu il primo a farlo e Sam lo seguì subito seppure molto scettico e a tratti intimorito dal serafino; percepiva la sua forza come qualcosa di opprimente e soffocante che incombeva su una parte di lui, togliendogli il respiro e trasmettendogli un senso di ansia e agitazione. Allo stato dei fatti era difficile per tutti credere  che in realtà quello che avevano davanti era un angelo caduto e corrotto, e non poterono fare a meno di chiedersi come le tenebre avessero potuto avvelenare in quel modo una creatura così perfetta.
 
La ragazza si scostò di lato, lasciandoli passare, e richiuse pacatamente la porta d’ingresso; quando con un frullio d’ali ricomparve davanti ai due Winchester entrambi sobbalzarono per la tensione e lo sgomento.

- Ma allora è un vizio di voi pennuti!- sbottò Dean facendo un passo indietro mentre Castiel iniziava a recitare le sue preghiere perché il serafino non lo disintegrasse. Con sua grande sorpresa la ragazza scoppiò semplicemente a ridere, e non di un riso nervoso e inquietante, ma di una risata spontanea e profondamente armonica, che distese i nervi dei tre ospiti.

- Diciamo che è un vizio molto difficile da correggere, qui sulla terra siete tutti molto più lenti- ribatté l’angelo indicando tre sedie e invitandoli ad accomodarsi.

- Immagino che tu sappia perché siamo qui- iniziò Sam cercando di ignorare il profondo senso di oppressione che lo stava schiacciando; lo sguardo luminoso del serafino si eclissò, improvvisamente fu come se il peso di tutto il dolore e il rimpianto provati in tanti anni si fosse materializzato sulle sue spalle, e quegli occhi così verdi da incutere soggezione si velarono di quella che Castiel riconobbe come tristezza e … delusione.

- Posso solo immaginarlo – la forza ritornò ad animare il tramite della creatura angelica e Sam stentò a credere che sotto quella che all’apparenza avrebbe potuto essere la sua Jessica, tanto era giovane, si nascondesse in realtà un essere così potente da avere in mano il destino dell’intero universo.

- Conosco la storia di ognuno di voi – indicò i due fratelli e l’angelo ad uno ad uno – e comprendo che dopo tutto quello che avete passato non accetterete facilmente la mia decisione – fece una pausa mentre i tre la guardavano assorti – ma io non posso aiutarvi, Dio ha smesso di interessarsi a me troppo tempo fa e io non ho più la forza di contraddire il suo volere, non posso e non voglio farlo- calcò con enfasi le due ultime parole, rivolgendo loro uno sguardo determinato.

Il maggiore dei Winchester balzò in piedi istintivamente, ancora più determinato del serafino, puntandogli un dito al petto, furibondo.

- Ascoltami, io non sarò uno di voi pennuti con l’aureola, non avrò poteri straordinari come i vostri che mi permettano di far morire d’infarto le persone comparendogli davanti all’improvviso, né un paio di ali da piccione saldamente incollate alla schiena che mi diano il diritto di passare il tempo a cantare quelle stupide canzoncine che si imparano all’asilo, fregandomene di tutto mentre il resto del mondo va in malora- continuò ad additarla con il volto livido di rabbia  - ma una cosa l’ho imparata, restare seduti in un angolo a piagnucolare perché il paparino ti ha sgridato non ti aiuterà ad attenuare il senso di colpa-

- Dean…- lo richiamò il fratello, preoccupato,

- No Sam, prima lasciami finire – lo interruppe facendogli cenno di tacere –migliaia di persone stanno morendo là fuori senza aver fatto nulla per meritarselo – indicò la porta evitando lo sguardo grave di Castiel che premeva con forza alle sue spalle – i tuoi stessi fratelli stanno morendo in una guerra che non è la loro, e io e Sam probabilmente saremmo condannati a marcire in chissà quale cazzo di posto in culo al mondo solo perché tu hai deciso di rimanere qui a frignare- l’aria vibrò mentre Dean sentiva la rabbia scemare,

- Quindi vedi di riflettere su quel che fai prima di escludere a priori l’idea- rimase lì a sostenere con audacia quello sguardo troppo intenso per essere umano, un abisso così profondo da poter inghiottire l’intero mondo; aveva appena fatto infuriare un serafino, ma non provava rimorso, almeno avrebbe avuto la certezza di aver fatto il possibile, sempre se non fosse stato disintegrato all’istante. Ma d’improvviso l’attenzione dell’angelo si spostò alle sue spalle, e la porta andò in pezzi lanciando in aria una pioggia di schegge; i due Winchester si fecero scudo con un braccio.

Il fidato coltello si materializzò nella mano destra di Castiel, era successo tutto troppo velocemente perché se ne potesse accorgere, ma d’improvviso due presenze angeliche avevano fatto la loro comparsa, e una delle due era inconfutabilmente quella di Michael.

- Yeiayel, sorella mia- l’arcangelo fece per avvicinarsi a braccia aperte, ma il serafino avvertì chiaramente la minaccia sottintesa a quel gesto e si ritrasse, con un movimento così veloce da sorprendere lo stesso Michael.

- Ho smesso di essere tua sorella molto tempo fa, Michael, temo che la persona che stai cercando non esista più- la sua risposta fu un ringhio, la grazia del serafino si agitò minacciosa, mentre gli occhi di Castiel si dilatavano per la sorpresa; i Winchester assistevano alla scena in parte inconsapevoli di ciò che stava accadendo, ma non restarono indifferenti all’improvviso cambio di pressione nell’atmosfera. Il secondo essere si fece avanti, e per la prima volta Castiel si ritrovò a fronteggiare Raphael; la necessità di allontanare Sam e Dean da quella stanza si fece largo fra i suoi pensieri con urgenza, sobbalzò quando una voce a lui sconosciuta ma allo stesso tempo familiare e autorevole risuonò nella sua mente:

portali via”
Era stato il serafino a parlare recepito l’ordine sfiorò la fronte dei due con un tocco leggerissimo, ignorando le proteste di entrambi,  spedendoli nel posto più remoto e sicuro che conoscesse. Intanto nella stanza continuava la guerriglia verbale, entrambi gli arcangeli si mostravano decisi ma Castiel non poté non cogliere il timore che incuteva Yeiayel ai loro occhi.

- Ricongiungiti a noi, aiutaci a compiere la volontà di nostro Padre e a riportare l’ordine sulla terra e nei cieli – le propose cauto Raphael,

- Per lasciarvi regnare incontrastati sul paradiso dopo aver distrutto il dono che Dio fece ad ognuno di noi, i vostri stessi fratelli?- ribatté piccata,

- Non sono nostri fratelli- la corresse con disprezzo Michael,

- Lo sono molto più di voi- sibilò a denti stretti il serafino, suscitando l’ira dell’arcangelo, Raphael tentò nuovamente di persuaderla;

- Questo Dio ha scritto e questo dovrà accadere- il volto della ragazza si contrasse in una smorfia,

 - No –

 
Una luce accecante si diffuse per tutta la stanza, le ali degli arcangeli si spiegarono fino a demolire l’intero isolato, Castiel rimase a fissare attonito le figure gloriose e fiere di Raphael e Michael emergere da quella distruzione: erano immensi e mille volti più lucenti di un qualsiasi angelo, la loro essenza emanava magnificenza ed incuteva rispetto, la loro bellezza era così tanta da stordire lui stesso. Ma fu solo allora che poté comprendere appieno la potenza di un serafino.
Ci fu un’esplosione così violenta che per un attimo temette che l’onda d’urto avesse raggiunto persino il sole,facendolo esplodere; l’aria si contrasse fino a formare dei turbini, e il bagliore si fece infinitamente più intenso ed accecante, tanto da ferire il suo essere angelico come se fosse stato un qualsiasi umano. La prima cosa che emerse da quel mare di lucentezza e splendore furono un paio di ali  spiegate, la loro sagoma si levò nel cielo plumbeo fino a diradare le pesanti nubi che si erano formate; ma non fu quello a colpire maggiormente l’angelo.
Un altro paio di ali si muovevano, armoniche, avvolgendo di tanto in tanto l’intera essenza angelica del serafino e infine un terzo paio spazzava il terreno sollevando nubi di polvere, senza che neanche una delle candide piume alari si piegasse o sminuisse il fascino mistico di quella creatura.
Castiel rimase incantato da quella visione, fissando inebetito quegli occhi verdi ed ipnotici, quella figura così perfetta da farlo sembrare al confronto un insulto all’intera razza angelica; sentì qualcosa che doveva somigliare molto al cuore iniziare a dolere e contrarsi, incapace di contenere tutte quelle emozioni nuove e potenti, e all’improvviso comprese che tutto ciò che era stato scritto su di loro non sarebbe mai bastato a racchiudere tutto quello splendore e quella gloria: non c’erano parole per farlo.
Raphael e Michael incutevano timore, rispetto, paura, Yeiayel trasmetteva solo un senso di pura pace, che lo avvolse e lo strinse in un lento abbraccio fino a quando non si calmò;

- Sono un angelo caduto, ma ho ancora tutti i miei poteri,  andatevene da qui, non ho intenzione di farvi del male- la voce grave del serafino fece vibrare l’aria e tremare la terra; l’angelo era così perso nel contemplarla che si accorse troppo tardi del cerchio di fuoco sacro che i due arcangeli avevano disegnato intorno al serafino, intrappolandolo.

- NO!!!- gridò slanciandosi nella sua direzione, Michael lo spedì a terra con forza inaudita, mentre la sua Grazia vibrava per il dolore, un dolore  dell’essere che lo spiazzò e lo confuse.

- Se vuoi uscire di lì ti conviene seguirci, altrimenti puoi dire addio al tuo angioletto- Yeiayel brillava di puro odio mentre Raphael puntava il suo coltello alla gola di Castiel,

- Non sfidare l’ira di un serafino, Michael, potresti pentirtene- ruggì dietro le fiamme chiudendo le ali come per proteggerle dal fuoco,

- Non sei nelle condizioni di dettare ordini- le ribadì l’arcangelo, il coltello si macchio del sangue del tramite angelico di Castiel e la vera essenza del messaggero ribelle gridò di dolore.

- Lasciatelo in pace!- ruggì di nuovo il serafino,

-  Dipende da te- continuò Michael, mentre la terra iniziava a vibrare. Le ali del serafino brillarono di una luce sinistra e si spalancarono giungendo oltre le fiamme, che si spensero all’istante come candeline su una torta; gli arcangeli vennero sbattuti con violenza più lontano, mentre la creatura avanzava verso di loro brandendo un coltello, negli occhi solo odio e sete di vendetta.

Castiel alzò lo sguardo, capendo l’epilogo che avrebbe avuto l’intera vicenda se non fosse intervenuto, sentiva la paura degli arcangeli e provava anche lui paura per la potenza immensa di quell’essere; ma lo aveva salvato e questo era sufficiente a fargli credere che fosse rimasto qualcosa di buono in lui, qualcosa che non fosse solo rabbia e frustrazione.

- Yeiayel, non farlo, non macchiarti di questa colpa, non distruggere quello che nostro Padre creò per te- la mano del serafino si fermò a mezz’aria e in un attimo tutti gli sguardi furono su di lui; perdendosi in quegli abissi di smeraldo gravi e contriti per un istante temette che non gli avrebbe dato ascolto, e invece il serafino abbassò l’arma e con un solo colpo d’ali spedì in chissà quale posto i due arcangeli.

Decisamente non tutto era perduto.

Ringrazio tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere fino alla fine e rinnovo l'invito a commentare qualora ne aveste voglia. Mi farebbe davvero molto piacere ricevere le vostre opinioni. Un bacio e al prossimo capitolo!

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Capitolo 6
*** brother and sister ***


Inizio ringraziando tutti quelli che hanno letto e continuano a seguire la storia; per i temerari che avranno la pazienza di leggere tutto il capitolo, do appuntamento alla fine del testo.
Kixx blackdeviljack
 
Il primo pensiero che attraversò la mente di Dean quando si ritrovò a ruzzolare per un’intera scalinata, fu quello che probabilmente quando Dio aveva creato gli angeli non si era affatto curato di dotarli di un minimo di buon senso.
Si accorse appena in tempo di essere in procinto di utilizzare l’ultimo scalino come piattaforma di lancio, per potersi scostare di lato; afferrò con tutte le sue forze la ringhiera, nel tentativo di arrestare la caduta, ma a quanto pare il destino non sembrava arridergli quel giorno e proprio in quel momento Sam decise di utilizzarlo come appiglio, trascinandolo con sé. Entrambi rovinarono rumorosamente a terra con un tonfo, seguiti da una moltitudine strepitosa di carabattole, mentre Dean faceva sfoggio del suo personale e fornitissimo vocabolario di imprecazioni.  Fece per sollevarsi puntellandosi su di un gomito, scoprendo solo più tardi che sotto al sopracitato arto c’era lo stomaco del fratello, quando il padrone di casa gli puntò la canna del fucile sulla fronte, facendolo trasalire.

-Bobby!?- esclamò sorpreso sbilanciandosi e ricadendo malamente sulla povera vittima inerme di quel macello, che stava tentando di spostarsi e che, a dirla tutta, ci era quasi riuscito; l’urto fece ricadere a terra il minore dei Winchester, che finì  schiacciato fra lo spigolo dello scalino e il corpo del fratello, costretto in una posizione alquanto scomoda.

-Dean…- si lamentò, annaspando per riprendere fiato,

-Nessuno ti ha mai detto che sei comodo?- ironizzò l’altro accomodandosi per bene sulla poltrona alias Sam Winchester, mentre Bobby si guardava intorno, perplesso.

-Come siete arrivati qui?- chiese il cacciatore abbassando l’arma,

-Colpa di quel fottuto angelo, non ha il senso dello spazio, per poco non morivo precipitando da quelle scale!- sibilò adirato il maggiore dei Winchester additando queste ultime come fossero un demone della peggior specie;

-Intendi Castiel?- Sam stava lentamente cambiando colore; avrebbe dovuto ricordare a Dean di mangiare meno porcherie da fast food: lo rendevano terribilmente pesante.

-Conosci qualcun altro così deficiente da salvarci da due arcangeli per ammazzarci con una scalinata?- ribadì il maggiore, dimentico del fatto che quello sotto di lui non fosse semplice moquette ma suo fratello;

-In effetti un paio ci sarebbero…- meditò pensieroso Bobby mentre Sam agitava una mano nel vano tentativo di farsi notare.

-Che cavolo?!- Dean si voltò di scatto verso il minore, allertato dal fatto che la terra tremasse sotto di lui, mentre il cacciatore scuoteva il capo,

-Credo ti stia dicendo di alzarti…- gli suggerì mentre con un balzo olimpionico l’interlocutore liberava la pseudo moquette del pesante fardello. Sam si rialzò tossicchiando, grato a  Bobby per la sua perspicacia.

-E ora che siete entrambi abbastanza in forze da muovervi, che ne direste di venire di là e bere qualcosa di possibilmente alcolico?- propose il cacciatore mentre Dean lo precedeva, sfacciato, come se si trovasse a casa propria; anche se in fondo, nel suo ordine mentale, quel posto era ciò che più si avvicinava al concetto di casa.
 

Un bagliore accecante, la percezione fastidiosa della dimensione temporale che si annullava progressivamente, il gesto istintivo di proteggersi da tanta luce, e poi un tonfo, sordo; i sensi umani ritornarono improvvisamente a far parte del suo essere, e d’un tratto l’odore acre di fumo e di zolfo lo investì, facendolo boccheggiare. Strinse forte nei pugni una manciata di terra, arida, che fuggì rapidamente la stretta di quelle mani, spazzata come polvere dal vento, che sferzava con forza quell’abisso di disperazione.
Tentò di spostarsi con un colpo di ali, o perlomeno di ripararsi da quella tormenta che continuava ad infastidirlo, ma un dolore acuto si sollevò in risposta dal punto esatto in cui le ali si congiungevano al corpo del suo tramite; serrò la mascella e, umiliato, fu costretto a rialzarsi da terra come un normale essere umano.  Gli occhi cerulei saettarono alla ricerca di quel tassello mancante che rendeva il paesaggio incompleto, una visione macabra si presentò al suo sguardo: c’erano cadaveri intorno a lui, migliaia di corpi senza vita che giacevano al suolo con la stessa pallida espressione inanimata, abbandonati in quella landa desolata. Il cuore sussultò nel petto mentre passava in rassegna ad uno ad uno quei volti, quei visi appartenuti ad uomini e donne innocenti, sfigurati e deformati dalla disperazione e dalle ferite.
Colonne di fumo nero si sollevavano in lontananza, lugubri, emergendo dalle profonde ed innaturali spaccature che piagavano la superficie del pianeta, il silenzio avvolgeva come una coltre quello scenario post apocalittico, annullando la normale percezione del tempo e dello spazio. Fece per muovere un passo quando urtò qualcosaai suoi piedi; si chinò a raccogliere l’oggetto che aveva inavvertitamente rischiato di calpestare: era un orsacchiotto di pezza, o almeno quel che ne restava; quegli occhi vitrei e distanti suscitarono in lui così tanta tenerezza e rimorso che una lacrima solitaria gli solcò una guancia, bagnando il terreno polveroso.
Una fitta acuta lo costrinse a raggomitolarsi su se stesso, mozzandogli in un istante il respiro, quel poco che rimaneva della sua natura angelica vibrò, avvertendolo dell’arrivo di un imminente pericolo; levò lo sguardo di fronte a sé, incontrando con diffidenza le iridi d’ebano luccicanti della creatura che aveva di fronte.

-Finalmente ci incontriamo, Castiel – un sorriso ambiguo increspò le labbra dell’uomo, un ciuffo ribelle gli ricadde sul viso, gettando ombre inquietanti sui lineamenti spigolosi che avevano il prezioso taglio del diamante; un breve lampo di smarrimento e incertezza attraverso gli occhi blu dell’angelo.

-  Chi sei e cosa vuoi da me?- una risata inquietante turbò l’aria, caricandola di tensione;

-Dovrei essere io a chiederti questo, giovane soldato- fece una pausa scrutandolo con maggiore attenzione- il mio nome è Astaroth e sono qui per aiutarti-

-Dubito che tu sia realmente qui per fare questo- ringhiò l’altro assumendo una posa difensiva, giungendo rapidamente alla conclusione che senza poter contare sulla sua Grazia le possibilità di sopravvivenza in un ipotetico duello si riducevano al minimo.

-Calma, calma- la creatura sollevò le mani a prova delle sue buone intenzioni- non sono qui per combattere contro di te, fratello, e non voglio che tu lo faccia, soprattutto perché finché ti troverai in questa dimensione ti sarà impossibile spostarti  con l’ausilio di quelle- additò le sue ali con perplessità, in risposta Castiel abbandonò le ostilità senza però smettere di guardarlo con diffidenza.

-Dove siamo?- l’uomo sorrise,

-Questo è il futuro così come sarà se tu e i tuoi amici non farete nulla per cambiarlo-

-E tu cosa avresti a che fare con tutto ciò?- la creatura sorrise nuovamente all’espressione criptica dell’angelo.

-non mi aspettavo niente di meno da uno come te, Castiel- un lungo brivido attraversò la schiena dell'angelo al tono divoce deciso dell'essere-l’unico modo che hai per fermare l’apocalisse è quello di sigillare gli spiriti delle sette creature angeliche destinante a dare inizio alla distruzione delle terre, e io sono uno di queste- l’aria si tese incredibilmente fino a divenire fosca e torbida come le rive acquitrinose di una palude; tre paia di ali nere come carbone si levarono alle spalle della creatura che sprigionò un’immensa aura ambigua e malefica, un potere corrotto che sembrò avvelenare progressivamente l’atmosfera, rendendola perfino irrespirabile.

-Non ti credo-la voce dell’angelo risuonò chiara e decisa, mentre le fastidiose catene che limitavano i suoi doni angelici iniziavano a sciogliere la loro morsa oppressiva.

- in origine venni creato per scrutare gli eventi del presente, del passato e del futuro e riportarli fedelmente a chiunque si dimostrasse degno di tale conoscenza, dovresti tenere a mente le mie parole, fratello-

-Non macchiare con il tuo spirito corrotto l’animo puro di una creatura celeste, Astaroth- la voce imperiosa quanto inaspettata di Yeiayel fece voltare di scatto entrambi, il sorriso della creatura  mutò rapidamente in una smorfia di disappunto.

-Abaddon, sorella, quale sorpresa, pensavo di non rivederti mai più dall’ultimo incontro che abbiamo avuto- Castiel spostò lo sguardo dall’uno all’altro con rapidità, sentendo finalmente la sua Grazia liberarsi dagli ultimi vincoli; Astaroth, contrariamente a Michael e Raphael, non dimostrava alcun timore nei confronti del serafino né esternava vergogna per la sua condizione; c’era una sorta di dignità e tacito accordo in tutto ciò, una forma di amore malato che tuttavia era sufficiente a suscitare invidia  fra gli abitanti dei piani alti. Poteva benissimo leggere nei loro sguardi che Yeiayel e Astaroth si sentivano fratelli nonostante tutte le differenze che li caratterizzavano, ambedue erano in grado di aiutarsi pur mantenendo ideologie diverse e non nutrivano odio per la loro diversità. In quel breve istante Castiel provò ammirazione per loro.

-Lo credevo anche io, fratello, ma a quanto pare il destino ha in serbo altro per noi- il bagliore cupo e intenso che emanava il serafino si spense e subito la dimensione tornò ad opprimerlo con i suoi divieti; come avesse percepito i suoi pensieri Yeiayel si voltò verso di lui, liberandolo dall’opprimente sensazione di limitazione che gli trasmetteva quel posto.

-Non cercare di volare finché ci troviamo qui- ribattè secca tornando ad occuparsi del fratello;

-Sai bene che è l’unica soluzione che abbiamo per impedire tutto ciò- additò l’ambiente circostante- vuoi davvero che il genere umano vada incontro a questo mondo di tristezza e desolazione?-

-Sai bene che non è questo il mio pensiero- gli occhi verdi del tramite brillarono di rabbia,

-Ho guardato nel futuro sorella e, per la prima volta dopo millenni, ho visto un bivio davanti a me…- Castiel chinò la testa da un lato, curioso, non riuscendo a cogliere il preciso avvenimento a cui il serafino si stava riferendo;  Yeiayel guardava assorta il fratello, pensierosa, senza batter ciglio, autorizzando l'altro a continuare.

-I due testimoni hanno messo piede sulla terra, è ormai questione di tempo prima che i due Winchester acconsentano a fare da tramite ai due arcangeli, non  puoi permettere che dei vecchi rancori condannino questa terra- Astaroth le si avvicinò per dare maggior enfasi al discorso che aveva preso una piega non proprio riconducibile alla definizione di “angeli caduti e corrotti”.

-gli altri?- domandò il serafino ignorando caldamente la richiesta implicita a quello sguardo,

-la situazione non è cambiata- mormorò l’altro evasivo, con espressione colpevole,

-rischieranno la vita te ne rendi conto? Se qualcosa dovesse andare storto non ho idea di dove finiremmo!!!- ruggì davanti alla sua testardaggine, Castiel le si avvicinò posandogli una mano sulla spalla.

-E tu sei consapevole del fatto che moriremo comunque? Siamo alle porte dell’apocalisse e fra poco le nostre vite non avranno più senso perché tutto sarà finito se non facciamo qualcosa- sorpresa da quella reazione Yeiayel si voltò a studiarlo, sondando quella sicurezza e quel coraggio avventato che si agitavano in quegli occhi turbolenti, poi si rivolse nuovamente al fratello.

-Vai lontano da qui, Astaroth, cerca di nasconderti dagli angeli come dai demoni, se tutto andrà bene all’alba di domani partiremo e allora avremmo bisogno del tuo aiuto- sospirò nella tenue speranza di aver combinato qualcosa di utile, Astaroth scomparve e lei tornò a scrutare l’angelo con sguardo penetrante.

-Vai dai Winchester e spiegagli quanto è stato deciso, evita per una notte che si caccino nei casini con gli inquilini dei piani bassi o con qualche stupida creatura del male dotata di cervello e in grado di riferire a Lucifero i nostri movimenti- il tono perentorio diede all’ultima richiesta il sapore di un ordine e, solo per un attimo, Castiel immaginò di trovarsi di nuovo fra i ranghi angelici, pronto alla battaglia. D’improvviso si ricordò di non poter spiccare il volo in quella dimensione e contraccambiò con lo stesso sguardo il serafino, trasmettendogli la richiesta implicita di sciogliere quel sortilegio.

-Temo di non poterlo fare Castiel, in questa dimensione solo noi siamo in grado di mantenere la totalità dei nostri poteri- fece una pausa come era tipico degli umani - è una precauzione che abbiamo preso per evitare che qualcuno da lassù ci giocasse un brutto tiro, ma  credo di poterti fare uscire comunque con i miei poteri; l'inconveniente è che quelle- additò le ali candidamente ripiegate alle sue spalle – non potrai usarle per qualche giorno- l’angelo la fissò stranito, insomma quelle erano le SUE ali, non aveva mai vissuto senza e non aveva la minima idea di come si spostassero gli umani sulla terra, o meglio non aveva alcuna intenzione di infilarsi in una di quelle trappole per topi con le ruote tanto amate da Dean.

-Capisco la tua perplessità ma temo che sia necessario- si scusò il serafino sfiorandogli la fronte con un tocco, e trasportandolo in un battito d’ali lontano da quel posto orrendo.


BAZAR DELL'AUTRICE (dove tutto è permesso, anche picchiare la stessa)

Allora innanzitutto vorrei ringraziare chiunque abbia avuto l'ardore e la pazienza di arrivare sin qui. Devo scusarmi per essere sparita per qualche giorno ma un improvviso impegno mi ha richiamato all'estero; un sentito e caloroso abbraccio e tutta la mia gratitudine ad Alchimista(che continua a recensirmi nonostante tutto), a chi ha inserito la storia fra le seguite e a tutti coloro che leggono rimanendo nell'ombra. Spero di non aver deluso le aspettative di nessuno di voi e vi do appuntamento al prossimo capitolo.
Un bacio blackdeviljack 

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