Finalmente amici

di Stellalontana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Punishment ***
Capitolo 2: *** I won't do that! ***
Capitolo 3: *** The day before... ***
Capitolo 4: *** Shame ***
Capitolo 5: *** The end ***



Capitolo 1
*** Punishment ***


Questa ff l’ho realizzata con la febbre, quindi i vari errori di ortografia saranno degli orrori, ma per favore siate clementi

Questa ff l’ho realizzata con la febbre, quindi i vari errori di ortografia saranno degli orrori, ma per favore siate clementi!

 

 

Novembre, mese in cui tutti starebbero volentieri nel proprio dormitorio a sognare di essere già a Natale. Questo non accade ai nostri beniamini, ossia Ron, Harry, Hermione e anche, e soprattutto, Draco Malfoy. Come tutti sanno il nostro terzetto per eccellenza e Draco sono in ‘concorrenza’ da ben sette lunghi anni (sì, i miei protagonisti sono all’ultimo anno!), ma si potranno mai avvicinare? Succederà qualcosa che li farà diventare meno nemici, almeno per i maschi? Leggete e saprete!

 

Punishment

 

Harry Potter stava ancora dormendo quando il suo migliore amico Ronald Weasly gli gridò nelle orecchie un buongiorno frastornante. Harry si alzò di scatto urlando per lo spavento, mentre Ron si rotolava nel suo letto per le risate.

“Dovresti guardarti Harry! Sei sbiancato!” rise Dean Thomas infilandosi a fatica i pantaloni della divisa. Harry si passò una mano tra i capelli e fece una linguaccia a Ron.

“Stavo sognando!” ringhiò al suo indirizzo mentre prendeva la camicia. Ron sghignazzò ancora per un paio di minuti, poi si vestì in fretta e uscì dal dormitorio insieme a Harry, Dean, Seamus e Neville. Hermione li stava aspettando impaziente sulle scale del dormitorio. “Alla buon’ora, ci avete messo un’eternità a vestirvi! Andiamo, che alla prima ora abbiamo Piton!” sbottò irata la ragazza mentre prendeva per le braccia i due amici.

“Ma Herm, non abbiamo nemmeno fatto colazione!” protestò Ron. Harry si aggiustò la sacca in spalla e li seguì divertito. Quei due un giorno si sarebbero sposati, se lo sentiva. Ma per il momento non facevano altro che litigare continuamente.

“Non è colpa mia se siete più lenti delle lumache!” li rimproverò Hermione. Arrivarono nel sotterraneo che già i Serpeverde e gli altri Grifoni erano ammassati alla porta. Draco Malfoy li vide immediatamente e decise che quel giorno doveva assolutamente starsene buono se non voleva che Piton gli affibbiasse una punizione. Gli ignorò completamente e non guardò Harry nemmeno per un momento. Di questo il moretto si stupì non poco, ma decise che era meglio così. Quando tutti si furono sistemati intorno ai propri calderoni Piton iniziò la sua lunga e petulante lezione. Dopo circa un quarto d’ora sulla lavagna apparvero magicamente le istruzioni per una pozione Svegliante.

Fuoco basso e girare in senso orario.

Ad Harry fischiavano le orecchie. Si prese la testa fra le mani e il fastidioso ronzio finì.

Spezzettare il bruco e la lumaca nera in piccoli parti uguali e gettarli nel calderone.

Malfoy riuscì a fare quanto richiesto solo dopo tre tentativi. Decisamente quella non era la sua giornata. Si guardò intorno, in cerca di Potter, Weasly e Granger. Erano intenti nelle loro pozioni. Harry era chinato sul tavolo da lavoro, attento a sfogliare con cura la lattuga viola. Sfogliare a poco a poco la lattuga viola e ridurla in polvere, poi gettarla nel calderone e continuare a mescolare.

Harry gettò la polverina violetta nel calderone. Dalla pozione si levò un lieve fumo color oro che gli andò negli occhi appannandogli le lenti. Harry si tolse gli occhiali, pulendoli nella divisa, poi continuò imperterrito il suo lavoro.

Mescolare tre volte in senso antiorario e far cuocere per tre minuti, poi gettare nel calderone la bile di armadillo e il concentrato di linfa blu. Mescolare in senso orario finché la pozione prenderà un bel color verde scuro.

Harry continuò a girare la pozione. Dopo un po’ questa prese a fumare e a cambiare colore, dall’azzurro intenso al blu cobalto, a un lieve color mosto e infine un bel verde scuro. Il Grifondoro sorrise compiaciuto. Prese una boccetta dalla sacca e vi versò dentro la pozione, poi ne prese un’altra e ve ne versò ancora un po’, poi se la mise in tasca. Con la boccetta in mano si avviò verso la cattedra, dove svettava già quella di Hermione. Prima di arrivare però qualcuno lo spinse da dietro le spalle, facendolo cadere in ginocchio. La boccetta che stringeva in mano gli scivolò e cadde, frantumandosi in piccoli pezzi. La pozione andò persa. Harry ridacchiò tra sé e sé. Si alzò spolverandosi i vestiti, e sentì una risata dietro di lui. Goyle, uno dei due tirapiedi di Malfoy, si era alzato da suo posto e lo aveva spinto. Malfoy era rosso di rabbia. ‘È mai possibile che uno di quei due deve sempre combinare qualche pasticcio?’ pensò Malfoy passandosi una mano sul viso. Harry fece un sorrisetto nella sua direzione. “Ti è andata male Dray! Vedi, non sono più sprovveduto come una volta!” così dicendo Harry tolse dalla tasca l’altra fiasca piena della pozione e la mise al sicuro sopra la cattedra.

“Smettetela di giocare voi, e pulite i calderoni!” ordinò mellifluo Piton. Harry tornò al suo posto, sempre con quel sorrisetto compiaciuto sulla faccia. Ron gli fece un gran sorriso, portando la sua fiaschetta alla cattedra. La sua pozione aveva preso un buffo color ramarro. “Beh, come colore ci siamo, è la sfumatura che non va” annuì scherzosamente, mentre puliva il suo calderone. Malfoy sogghignò tra sé e sé, nel vedere la pozione ramarro di Ron. Si avvicinò lentamente ad Harry, ancora chino sul pentolone.

“Non sono stato io Potter” dichiarò tutto d’un fiato. Harry si scosse e batté la testa nel bordo del calderone. Massaggiandosi la nuca guardò negli occhi Malfoy. “E pensi che io possa crederti, Malfoy?” chiese gettando lo straccio in fondo al calderone. Malfoy alzò le spalle. “Non ti chiedo di credermi, ma sappi che non c’entro niente stavolta. Avevo deciso di starmene buono, almeno per ora!” rispose maligno arcuando le sopracciglia. Harry si svolse le maniche arrotolate della camicia e si rimise il pastrano nero. “Credo che dalle menzogne non si possa mai sfuggire Malfoy” affermò rimettendo una pergamena e la penna dentro la sacca. Il Serpeverde rosso in viso disse fremente: “Che ne sai tu, Potter?”

“Oh, Malfoy, tu sei nato nella menzogna. Guarda la tua famiglia, tuo padre, tua madre. Tutto di voi è affogato nelle frottole, penso che tu ne sap…” ma un pugno nello stomaco lo fece smettere di parlare. “Bada a come parli, Potter!” urlò Malfoy da sopra di lui. Harry si rialzò boccheggiante. Malfoy lo guardò con disprezzo. Un pugno da sinistra gli fece andare in mille pezzi il sorrisetto sardonico. “Così impari, serpe!” urlò a sua volta Ron. “Smettetela” strillò Hermione prendendo Ron per un braccio.

“Non ho ancora finito con te, serpente!” sibilò Harry. Un pugno arrivò nello stomaco di Draco che stava massaggiandosi la guancia. Questa volta fu lui a doversi accasciare sul pavimento.

“Basta! Finitela!” un urlo disumano proveniente da Piton fermò tutti come in una fotografia. “Vi sembra questo il modo di comportarvi nella mia aula?” la voce sorprendentemente forte di Piton valse a farli tornar tranquilli. Malfoy si rialzò con l’aiuto di Tiger e Goyle. Piton si avvicinò ai tre contendenti. “Tutti gli altri possono uscire, voi tre invece verrete con me!” ordinò perentorio. Harry, Ron e Draco lo seguirono nel suo ufficio.

“Avete diciotto anni. Siete stati ammessi per pura fortuna al mio corso per i M.A.G.O, siete stati graziati da Silente, che cosa volete di più? Sosterrete una punizione esemplare!” Piton scrisse un biglietto che poi diede a Malfoy da consegnare alla McGranitt. I tre ragazzi, senza parlare né guardarsi in faccia raggiunsero l’ufficio della vicepreside. Quando entrarono trovarono la McGranitt furibonda. Malfoy consegnò il foglio alla professoressa che lo prese senza una parola.

“Credevo di essere stata abbastanza chiara con voi, ragazzi” disse togliendosi gli occhiali e poi rimettendoseli sospirando. “Un’altra rissa e avreste pagato una punizione alquanto esemplare. Ecco, di solito non mi trovo d’accordo con il prof. Piton, ma devo ammettere che un po’ di vergogna non vi farà altro che bene. Da oggi stesso, alle nove in punto vi ritroverete nell’ufficio del Professor Vitious, con un insegnante che vi illustrerà la vostra punizione. È tutto” e li scacciò dall’ufficio con impazienza.

 

Lungo? Noooo. Allora, vi è piaciuto il primo capitolo di questa ff? il prossimo sarà intitolato Non lo faro! Leggete e RECENSITE, vi prego!!!

 

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Capitolo 2
*** I won't do that! ***


I won’t do that

I won’t do that!

 

Che cosa?” l’urlo di Malfoy si propagò per la stanza. Dentro l’ufficio di Vitious non c’era più niente, solo un grande tappeto. Davanti ai tre ragazzi stava un giovane mago, alto e dalla figura longilinea che sorrideva loro con indulgenza. Aveva tratti mediterranei, i capelli neri e lucidi di brillantina tirati all’indietro e legati in una coda, penetranti occhi neri ed era conosciuto come Dorian, lo spogliarellista per eccellenza. Harry e Ron erano rimasti a bocca aperta, fulminati dalla notizia appena appresa dal giovane Dorian. Il mago ridacchiò.

“Spiacente per voi, ragazzi, ma per tre settimane dovrete affrontare le lezioni di ballo. Il quindici di dicembre ci sarà lo, ehm, spettacolo. Nella stanza accanto alla sala Grande. Vi esibirete insieme davanti alle vostre compagne. Tutte riunite. Avanti, dobbiamo lavorare” li spronò con un sorriso seducente. Harry scosse forte la testa. “Io non ci sto, spiacente  Dorian” disse il moretto risoluto. Ron si strinse nelle spalle. “Vale anche per me”

“Per una volta ci troviamo tutti e tre d’accordo” concluse Draco. Dorian sorrise, condiscendente. “Davvero, ragazzi, sono desolato, ma non credo sia meglio per voi farvi espellere” li minacciò con voce suadente. I tre ragazzi sbiancarono.

“Allora, quando cominciamo?” chiese ansioso Harry. Ron lo guardò vagamente sorpreso. “Meglio l’espulsione che… che… uno spettacolo davanti a… alle ragazze” balbettò ottusamente, piccato, incrociando le braccia. Draco scosse la testa, affranto. Il poco colore che di solito si trovava sul suo volto se ne era andato al discorso di Dorian. Quando sollevò lo sguardo verso Harry gli occhi color argento erano furibondi. “Se tu mi avessi creduto a quest’ora saremmo nelle nostre sale comuni!” lo rimproverò. Harry gli lanciò un’occhiata sprezzante. “Se il tuo amichetto Goyle fosse rimasto seduto al suo posto io non avrei rovesciato la boccetta e non me la sarei presa con te, Malfoy!” sbottò contrariato. Dorian batté le mani per richiamare l’attenzione dei tre ragazzi. “Basta!” intimò risoluto arcuando le sopracciglia. “Siete qui per scontare una punizione, ed è quello che farete. Forza!” così dicendo li invitò a togliere le scarpe e a salire sul tappeto.

 

Alle dieci e mezzo in punto i tre ragazzi sedettero sfiniti sul tappeto. Dorian li guardava compiaciuto. “Bravi, vedo che avete capito lo spirito. Bene, ci vediamo di nuovo tra due giorni. Potete andare” li congedò con un gesto della mano. “Non tu Harry, devo parlarti” lo trattenne con uno sguardo penetrante. Il moretto, che si era alzato e velocissimo si era rimesso le scarpe si bloccò di colpo, emettendo una specie di grugnito. “Ti aspetto fuori Harry” gli disse Ron uscendo a grandi passi dallo studio. Il bel Grifondoro si voltò verso Dorian che gli stava di fronte. “Che c’è?” chiese esasperato. Il giovane mago sorrise. “Sei bravo, Harry. Avevo sentito della, ehm, fama di attirare guai e del tuo coraggio, ma credo che nessuno sapesse che sei anche bravo a ballare…” commentò spostando il peso da un piede all’altro. Harry lo guardò meravigliato. “Dici sul serio? A me sembra di essere un manico di scopa” replicò poco convinto delle parole del mago. Dorian ridacchiò. “Per fare il mio lavoro ci vuole una certa verve, lo ammetto, ma diciamo che sei sulla buona strada. Mai pensato di diventare ballerino?” chiese guardandolo divertito. Harry fece una smorfia.

Ma nemmeno per sogno! Altrimenti non avrei bisogno di quel pazzo di Piton che mi insegna Pozioni!”

“Bada a come parli Harry, lo sai che potrei andarglielo a riferire”

“Tanto. Lo sa cosa penso di lui. Ce lo siamo detti parecchie volte” si schernì Harry; il suo sguardo però era molto meno sicuro e convinto. Dorian notò l’imbarazzo del ragazzo.

“Sai Harry, il mio è un lavoro come un altro” disse il mago allargando le braccia.

“Ah, sì? Beh, forse perché tu non ti vergogni, Dorian, ma sappi che un conto è farlo quando sei un mago, tra virgolette, qualunque, e un altro conto è farlo quando sei ‘il bambino sopravvisuto’” sbottò Harry irato.

“Ti comprendo Harry, ma vedi, questa è una punizione per farvi capire che… “

Che cosa? Per farci vergognare davanti a tutta la scuola? O comunque davanti alla metà della scuola? Io già mi vergogno con la mia ragazza!” ringhiò il Grifondoro diventando di un bel vermiglio. Dorian sorrise. “Servirà la prossima volta a farti prendere la decisione giusta, Harry. Ora è meglio che tu vada. Buonanotte!” lo congedò con un gesto svogliato.

Harry mugugnò un buonanotte e uscì a passo di marcia dall’ufficio. Fuori trovò Ron appoggiato al muro ad aspettarlo. I due amici si scambiarono un’occhiata d’intesa e andarono dritti filati nella sala comune dei Grifoni. Decisero strada facendo che non avrebbero detto niente a Hermione a Ginny o a chiunque altro. La Signora Grassa stava già dormendo e Harry dovette ripetere più volte la parola d’ordine (Merlino) per farsi aprire. Borbottando scontenti i due ragazzi entrarono nella sala quasi deserta. Ginny ed Hermione sonnecchiavano sprofondate nelle poltrone accanto al caminetto. Harry sorrise e si chinò su Ginny, baciandola sulla fronte. Questa emise un lungo sospiro e aprì lentamente le palpebre. I grandi occhi acquamarina si fissarono in quelli smeraldo di Harry. Sorrise, sfiorandogli il naso con un dito. “Allora, com’è andata la punizione?” chiese mettendosi a sedere sulla poltrona. Harry si sedette sul bracciolo. “Malissimo!” borbottò amareggiato sbagliando. Ginny ridacchiò. Il ragazzo le fece una linguaccia e si lasciò scivolare accanto a lei, mettendole un braccio intorno al corpo. Ginny gli appoggiò la testa sul petto, salendo sulle sue gambe. “Cosa dovete fare?” chiese grattando leggermente la felpa del ragazzo. Harry arrossì violentemente. Guardò Ron che era impegnato in una battaglia di sguardi con Hermione, intenta a convincerlo a dirle tutto. Harry scosse forte la testa. “Niente di che, Gin, solo un… solo… niente di che” mormorò balbettando. Ginny si voltò verso di lui, negli occhi un’espressione contrariata. “Harry, dimmelo!” gli ordinò molleggiandosi sulle braccia e portando il volto ad un centimetro da quello di Harry. Il Grifondoro deglutì rumorosamente, prima di posare un leggero bacio sulle labbra della ragazza. “Sei sleale, Harry!” lo rimproverò Ginny battendogli un pugno sul petto. Harry accusò il colpo con una smorfia, poi la baciò di nuovo. Questa volta il bacio fu decisamente più appassionato.

“Dai, Harry, dimmelo” mormorò Ginny sulle labbra del Grifondoro. Harry scosse la testa, strofinando il naso sulla fronte della ragazza. “Credo che lo scoprirai abbastanza presto” disse avvilito lui. “Vorrei venirlo a sapere da te. Altrimenti, scordati i miei baci!” lo minacciò Ginny con aria grave. “Non puoi farmi questo!” protestò Harry corrucciato. Ginny fece un sorrisetto maligno. “Certo che posso. Allora?”. Harry sbuffò, poi si passò una mano tra i capelli, infine evitando lo sguardo della bella Grifondoro disse: ”Si tratta di lezioni di ballo”. Ginny rimase per un attimo stupita, poi si sciolse in una risata. Harry aspettò che smettesse di ridere. “Non mi dire, tu, Ron e Malfoy che ballate? Ohi, ohi, ohi, che mal i pancia, che ridere!” Ginny affondò la fronte nella felpa di Harry. “E chi vi fa lezioni?” chiese ancora curiosa.

“Dorian” rispose solamente Harry con un filo di voce.

“Lo spogliarellista?”

“Proprio lui… e tra tre settimane dovremo…”

“Spogliarvi davanti a noi? Ma è fantastico! Finalmente vedrò il mio ragazzo in boxer!” Ginny rise saltando giù dalla poltrona. Harry la guardava stupito. “Ma stai bene, Ginny?”

“Mai stata meglio, Harry!” rispose la ragazzina sfoderando un sorriso raggiante. Il Grifondoro continuava a non capire. “Mi dici perché sei così euforica, Ginny? Io non ci trovo niente di fantastico… ma ti rendi conto che vergogna?” chiese contrariato. Ginny smise di saltare sul tappeto e lo guardò negli occhi.

“Forse per voi sarà, ehm, vergognoso, ma per gli occhi di noi ragazze no di certo! Tu e Malfoy, ricordalo, siete stati bollati come i più belli della scuola!”

“Wow, ne sono fiero!” annuì sarcastico Harry. Ginny ridacchiò.

“Avanti, cucciolo, togliti quel muso adorabile e andiamo a letto!” lo invitò la ragazza prendendolo per un braccio. Harry la guardò malizioso. “Se vieni con me…” replicò attirandola in un abbraccio. Ginny arrossì violentemente. “Sei più bella con le guance così rosse” commentò Harry avvicinando il volto a quello della ragazza. Ginny scosse la testa. “Andiamo Harry, dobbiamo alzarci presto domani. Smettila di fare il buffone e lasciami!” gli ordinò perentoria. Questa volta fu Harry a ridacchiare. “D’accordo, d’accordo. Finita la scuola rifaremo un bel discorsetto noi due, eh?!” le fece l’occhiolino, prima di darle il bacio della buonanotte. Ginny strinse le labbra. “Ti amo Harry” gli disse mentre lui la lasciava. Il bel Grifondoro fissò gli occhi nei suoi e sorrise, complice. “Lo so, Ginny. Anche io ti amo” le strinse forte la mano e poi si incamminò verso il dormitorio. Ginny sorrise. Finalmente aveva trovato il coraggio di dirgli quelle semplicissime parole.

 

Carino vero? Ho voluto dare alla fine un tono un po’ romantico, ma cosa ne dite della punizione? Ganza eh? Il prossimo capitolo sarà intitolato Il giorno prima. Beh, che devo dirvi, ReCeNsItE!

 

 

 

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Capitolo 3
*** The day before... ***


The day before

The day before

 

Tre settimane, purtroppo, passano in fretta. Il quindici dicembre per i nostri tre ‘amici’ arrivò anche troppo in fretta. La sera del quattordici Draco, Harry e Ron si ritrovarono per l’ultima volta nello studio di Vitious. Dorian aveva portato loro ciò che lui definiva ‘vestiti di scena’. Con un colpo di bacchetta fece apparire sul tappeto dove erano seduti tre pacchi di abiti piegati alla perfezione. Harry svolse il suo pacco. Dentro trovò una camicia verde oliva a righe, una cravatta color senape, un paio di jeans verde bottiglia e una giacca ramarro. Ron aveva le stesse cose, azzurre e Draco grigie.

“Domani sera indosserete questi ragazzi” Dorian fece un sorrisetto “Per la gioia degli occhi delle vostre compagne. Questa sera proviamo un’ultima volta, poi siete liberi di andare”. scoraggiati i tre ragazzi si misero in posizione, con delle facce da funerali. Con uno svolazzo della bacchetta Dorian fece apparire un giradischi e un dico, come ormai faceva dalla prima sera. Una musica accattivante si diffuse per l’aula.

Circa mezz’ora dopo i tre ragazzi uscirono a testa bassa, cercando di non guardarsi. Ron ed Harry si congedarono da Malfoy davanti al dipinto di Sir Cadogan. I due Grifondoro fecero il tragitto cercando di non esprimere le proprie paure. Harry continuava a fissare il pavimento che scorreva con estrema lentezza sotto i suoi passi assonnati, mentre Ron aveva lo sguardo vacuo fisso davanti a sé, cercando di comprendere quanto gli era accaduto in un solo giorno, tre settimane prima. Quando Harry e Ron arrivarono davanti al ritratto della Signora Grassa la trovarono a far comunella con una vecchissima strega del settecento, intenta fare al calza; cioè, a far fare ai ferri la calza. I due quadri si raccontavano le proprie conquiste ed Harry fu costretto ad urlare la parola d’ordine per farsi ascoltare. Alla fine la Signora Grassa li fece passare, alquanto contrariata. La sala comune dei Grifoni era deserta. Ron sprofondò in una poltrona accanto al camino. Harry fece altrettanto. “Credo che domani mi darò malato!” borbottò Ron socchiudendo gli occhi. Harry fece una smorfia. “La McGranitt ci ucciderebbe. Anzi, ci farebbe espellere; per la gioia di Piton” sbuffò tirando un filo che pendeva dalla tasca dei jeans. I vestiti che i due ragazzi avrebbero dovuto indossare l’indomani, giacevano piegati sopra un tavolo. Harry chiuse gli occhi, assonnato, e dopo pochi minuti era già caduto in un sonno profondo.

“Sai cosa Harry, forse così le ragazze si accorgeranno di me… eh?” non ricevendo risposta Ron si alzò dalla poltrona e vide che il suo amico stava dormendo beatamente. Sorrise. In fondo quello che si era stancato più di tutti era proprio Harry. Quella sera c’aveva messo più energia del dovuto e secondo Dorian avrebbe fatto meglio a conservare le energie per l’indomani. Guardò per un attimo il suo migliore amico. Harry Potter, il bambino sopravvissuto, l’eroe di Hogwarts. In quel momento gli sembrava soltanto un ragazzo di diciotto anni che dormiva profondamente, i lineamenti del volto distesi, le labbra dischiuse e le palpebre calate sui suoi immensi occhi verdi. Quanto teneva a lui? Più della vita stessa. Voleva la sua amicizia. Ne aveva bisogno più di qualsiasi altra cosa. Mmm, qualsiasi? Forse aveva bisogno dell’amore di Hermione… ma l’amicizia di Harry era comunque il dono più prezioso. Ma cosa sarebbe successo loro l’indomani? A quel pensiero a Ron diventarono rosse le orecchie. Che figura avrebbe fatto davanti ad Hermione? Non voleva pensarci. Chissà, forse dopo quello spettacolo lei lo avrebbe guardato diversamente. Decise che era meglio non svegliare Harry e, presa una coperta gliela distese sopra, poi si volse verso il dormitorio. Si ricordò dei vestiti appena in tempo. Li prese e si avviò a letto. Con un ultimo sguardo al suo migliore amico sorrise, scuotendo la testa. “Buonanotte Harry”.

 

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E Draco? Draco… lui voleva che niente fosse mai accaduto. Davanti al dipinto di Sir Cadogan fissava il muro e si chiedeva se qualcuno fosse più cretino di lui. Prima Goyle e il suo scherzetto, poi la propria fantastica idea di andare a chiedere scusa a quello sfregiato. Draco si passò una mano sul volto, cercando di immaginare la vergogna del giorno dopo. Le sue guance diventarono di un leggero color rosato. Gli occhi di ghiaccio si fecero tristi. Che cosa avrebbe pensato di lui la gente? Lui che si era sempre vantato di tutto e con tutti, cosa sarebbe successo alla sua reputazione? Scosse la testa, cercando di scacciare i brutti pensieri. “Fatti avanti, vile traditore!” urlò Sir Cadogan puntandogli la spada contro. Il biondino si voltò verso il quadro e fulminò il cavaliere con un’occhiataccia. “Ma fatti gli affari tuoi ritratto dei miei stivali!” borbottò prima di incamminarsi verso la sala comune dei Serpeverde.  Durante il tragitto strusciò la mano sulla parete umida dei sotterranei, chiedendosi ancora una volta che cosa ne sarebbe stato di lui l’indomani. Voleva rimanere solo quella sera, ragionare a mente fredda tutti gli avvenimenti che lo avevano travolto. Si fermò davanti al dipinto della sala comune. “Viae Mali” disse svogliato. Il quadro si spostò con un sordo cigolio.

Con sua somma delusione Blaise Zabini e Pansy Parkinson si trovavano ancora dentro la sala. Blaise lo guardò entrare con occhi vuoti e assonnati, prima di sorridergli ottusamente. “Allora? Pronto per il giorno fatidico?” chiese sbadigliando.

Draco arricciò il naso. “Pronto una bella…”

“Draco! Non sono parole da dire!” lo interruppe Pansy indignata. Draco le lanciò uno sguardo infuocato intimandole di stare zitta. La ragazza, punta nell’orgoglio se andò scuotendo la testa e borbottando sulla maleducazione di certe persone. Draco si accasciò su una poltrona sospirando. Blaise si sedette sul bracciolo accanto a lui, gli occhi cobalto fissi in quelli ghiacciati. Draco fece una smorfia. “Smettila di guardarmi con quella faccia, Blaise! Non sei tu quello che deve farmi la predica!” sbuffò acido. Blaise ridacchiò, spostando l’attenzione sulle braci del fuoco. “Certo che no, Dray, ma potevi stare attento a non…”

”Senti, Blaise, perché non ti fai un po' gli affaracci tuoi? Non sei tu quello che domani perderà la faccia davanti a tutte le ragazza di Hogwarts, perciò per favore risparmiati!"

"D'accordo, d'accordo, Dray, ma fammi dire una cosa..."

"E non chiamarmi DRAY!" sbraitò Malfoy alzandosi di scatto e mettendosi a passeggiare davanti al camino. Blaise lo guardò sconcertato. “Draco, che cosa cavolo ti prende?”

“Niente!” replicò il ragazzo facendo un gesto seccato con la mano.

“Niente? Ceeeerto! Senti, non so se seguirai il mio consiglio, ma ti prego, fregatene di quello che diranno gli altri e soprattutto le ragazze, non ne vale la pena…” lo pregò Blaise alzandosi. Draco lo guardò con un misto di compassione e incredulità. “Non sei tu quello che domani si esibirà davanti a cinquecento ragazze” sibilò fermandosi. Blaise sorrise accomodante.

“Allora non hai capito testa di legno! Sto solo cercando di dirti che…”

“Ho capito, Blaise, ho capito! E adesso per favore, lasciami tranquillo eh? A domani!” lo rimbeccò Draco. Blaise lo guardò irato, poi, senza che Draco lo avesse previsto minimamente gli mollò un ceffone in pieno viso, si voltò e sparì su per le scale del dormitorio. Draco stette a fissare il vuoto poco prima occupato dal suo amico Blaise con occhi vacui. Si portò una mano alla guancia. ‘Accidenti come brucia!’ pensò appoggiando i polpastrelli sulla pelle rossa del viso. Draco guardò con attenzione le braci ormai spente del fuoco, poi decise di raggiungere Blaise nel dormitorio. S’infilò il pigiama verde pastello e si sdraiò nel suo letto, tirando le tende. ‘Manca poco alla fine della mia reputazione’ pensò guardando il soffitto del suo letto a baldacchino. In quel momento Draco Malfoy non era l’unico erede maschio della famiglia purosangue dei Malfoy, ma solo un ragazzo normale e tragicamente solo. Perché questo Draco era. Un ragazzo. Un ragazzo estremamente solo e infelice.

For Angi: Grazie mille per la tua recensione

For Angi: Grazie mille per la tua recensione! In questo chap ho aggiunto una parte dedicata a Draco, come mi avevi suggerito. Non preoccuparti, continuerò a scrivere anche se non tutti recensiscono, stanne certa! Continua a leggermi!!!

 

For UnicaRaptor: Grazie anche a te, amica mia, per il tuo sostegno e semplicemente per la tua amicizia!

 

Stellalontana

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Capitolo 4
*** Shame ***


Shame

Shame

 

“Harry, Harry, svegliati!!!” la voce potente di Ginny Weasley riscosse Harry dal suo torpore. Si grattò la nuca e poi guardò l’orologio. Le sette in punto. Distrattamente guardò la sua ragazza, ferma davanti a lui in pigiama. “Che c’è Gin? È domenica!” protestò il ragazzo, rendendosi conto solo allora che si era addormentato su una poltrona della sala comune. Fuori dalle finestre si scorgeva la luce grigia che precede l’alba. “Lo so che è domenica, Harry, ma è il quindici, oggi, te ne sei dimenticato?” chiese la ragazzina guardandolo negli occhi e sorridendo. Harry arrossì violentemente, togliendosi gli occhiali e pulendoli sulla maglia. D’un tratto non aveva più sonno. “Oggi?” chiese sospirando. Ginny annuì. Il ragazzo si tolse la coperta dalle gambe e l’appoggiò a terra, poi tese le braccia verso Ginny, arcuando le spalle. “Vieni qui, piccola, ho bisogno di un sostegno morale”. La rossa lo guardò per un attimo facendo una piccola smorfia, poi annuì. “D’accordo, ti offrirò il mio sostegno” acconsentì. Piano si mise a sedere sulle gambe del ragazzo, gli cinse il collo con le braccia e lo baciò su una guancia. “Andrà tutto bene, vedrai” lo tranquillizzò accarezzandogli la nuca. Harry sospirò, mettendo le braccia intorno al corpo della ragazza e attirandola di più a sé. “Certo, come no. Io non mi preoccupo molto per stasera, ma per domani, dopodomani e poi ancora i giorni seguenti. Che fine farà la mia reputazione? E quella di Ron? Per non parlare di quella di quel serpente di Malfoy!” protestò irato. Ginny scosse la testa. “Non devi preoccuparti così, Harry. In fondo ve la siete voluta” disse scostandosi da lui per guardarlo negli occhi. Il ragazzo la guardò scettico. Per un momento non la guardò negli occhi. Il suo sguardo era stato fermato da un’ombra scura sotto il pigiama azzurro chiaro della ragazza. Ginny, forse notando lo sguardo di lui si posò una mano sopra il petto. “È nero se proprio vuoi saperlo. Ed è una terza” sogghignò la ragazza. Harry si riscosse, poi sorrise. “Era il colore che mi importava” replicò posando una mano sulla gamba di Ginny. “Ed è un completino?” chiese curioso. Ginny arrossì, poi annuì lievemente. “Me l’ha comprato mamma” rispose imbarazzata. Harry sorrise malizioso. “Un giorno o l’altro dovrai farmelo vedere, lo sai vero?”

“Avevi detto alla fine della scuola”

“Lo so, ma giugno è lontano…”

“Harry, per favore… come fai a non pensare ad altro?” Ginny lo guardò confusa e un po’ contrariata. Harry fece una smorfia.

“Non penso solo a quello, Gin, anzi. Non ci penso mai, tranne quando siamo così vicini. E mi sento a disagio. Sei così bella. Vorrei averti tutta per me!” le confessò abbassò lo sguardo.

“Ma mi hai tutta per te, Harry!” affermò Ginny sollevandogli il mento. Harry sorrise.

“Non ancora, ma non importa. Andiamo, devo sciacquarmi la faccia e cambiarmi i vestiti, questi sanno di cenere!” scherzò il ragazzo annusando la manica della felpa. Ginny ridacchiò, poi si alzò dalle gambe di Harry e corse nel suo dormitorio, mandandogli un bacio. Harry si grattò la nuca, sbuffando. Quella sera sarebbe morto di vergogna, ne era sicuro.

 

Le nove del quindici dicembre arrivarono anche troppo presto per i gusti di Harry, Ron e Draco. Quella sera i due amici non mangiarono. Hermione li guardava, lo sguardo pungente tipo 'Se – mi – aveste – ascoltato – tutto – questo – non – sarebbe – successo', mangiando spezzatino al sugo e patate arrosto. Harry osservò il piatto di Ron, vuoto some il suo. "Anche tu con una stretta allo stomaco, eh amico?" commentò sorridendo nervosamente. Ron, bianco come un cencio annuì.

"Vedo che anche voi non riuscite a buttare giù un boccone, vero?" una voce triste e malinconica li sorprese. I due si voltarono lentamente. Un Draco dal volto pallido e stanco apparve loro. Harry annuì. "Anche tu, eh?" chiese socievole. Draco annuì a sua volta. "Che ne dite se andiamo un po' da qualche altra parte prima delle nove? Odio avere tutti gli occhi della sala puntati contro" propose Draco con una smorfia. Harry e Ron si alzarono. Per circa due ore stettero rintanati in biblioteca, cercando di non pensare alla vergogna che avrebbero provato nell'esibirsi sul quel palco.

"Sentite, facciamo un patto: io non vi stuzzicherò più e voi non accuserete me di ogni vostro incidente, ci state?" chiese affranto Draco prendendosi la testa fra le mani. Harry lo guardò, poi sorrise. "Sai Draco, credo che tu abbia ragione. Sei cambiato e non sei più così detestabile come una volta. Diciamo che per me va bene. E per te Ron?"

"Sì, va bene. Diciamo che possiamo provare ad essere amici, eh?" disse Ron guardando gli occhi argentati di Draco. Il ragazzo si sciolse in un sorriso, sospirando. "Okey, proviamoci" i tre ragazzi si strinsero la mano in segno di pace. Quella storia del balletto li aveva avvicinati molto, in fondo erano solo tre ragazzi. Harry guardò teso l'orologio. Segnava un quarto alle nove. Deglutì nervosamente facendo presente agli altri l'ora. Ron e Draco sbiancarono ancora di più. In silenzio si avviarono nella Sala Grande. I ragazzi che erano rimasti nella sala li accompagnarono con urla di scherno e risate. Harry, Ron e Draco fecero finta di non sentire, le guance improvvisamente accaldate. Entrarono nella sala adiacente e vi trovarono Dorian. Il giovane mago sorrise loro, compiacente e li guardò con occhio critico. I vestiti li aveva scelti lui, d'accordo, ma l'azzurro su Ron ci stava come un cazzotto in un occhio. "Ron, usa un incantesimo per cambiare colore al tuo vestito!" chiese con una smorfia. Ron lo guardò stupito. "Che?"

"Va bene, va bene, ci penso io" sbuffò il mago. Con uno svolazzo di bacchetta cambiò il colore da azzurro a blu cobalto. "Ecco, lo scuro ti sta meglio" disse sorridendo. Ron lo guardò in cagnesco.

La sala si andava riempiendo e dietro il pannello di legno sopra il palco i tre ragazzi stavano quasi piangendo dalla vergogna. "Aiuto, non voglio andare là fuori!" piagnucolò Draco. "Nemmeno io, ma dobbiamo farlo, purtroppo. D'accordo, sentite, qualunque cosa accada... in bocca al lupo!" disse Harry con un cipiglio fiero nella faccia bianca tipo luna piena. Ron annuì senza parlare.

Dorian li risvegliò dal torpore spegnendo con un colpo di bacchetta tutte le candele. Harry Ron e Draco, favoriti dall'oscurità completa si posizionarono sul palco di fronte a tutte le ragazze della scuola. Anche nel buio Harry riconobbe le figure di Hermione, Ginny e Luna Lovegood, sedute in prima fila. il ragazzo si maledisse. respirò profondamente, mentre tutti e tre giravano le spalle alla platea. Harry divaricò le gambe e credette di svenire. 'Aiuto!' pensò chiudendo gli occhi. "Harry?" lo chiamò Draco. Il ragazzo si voltò verso il Serpeverde. "In bocca al lupo... amico!" disse Draco facendogli l'occhiolino. 'Almeno questa cavolata è servita ad avvicinarsi' pensò Harry ricambiando l'augurio. Dopo un po' la musica partì ed Harry si sentì gelare il sangue. Le luci si riaccesero e i tre ragazzi non furono più invisibili. Mentre cominciavano a muoversi dalla platea provenivano urla e strepiti. Draco si sentì morire mentre si allentava la cravatta e si sfilava la giacca. 'Aiuto... voglio sprofondare!' pregò Ron avvistando Hermione che lo guardava contrariata.

alla fine i Draco, Ron ed Harry si sedettero sconfortati sul palco, i vestiti sul legno scuro. Draco era diventato color vermiglio e guardava la platea con occhi vuoti. Ci furono quindici minuti di applausi e gridolino mentre i tre raccoglievano gli abiti e si rifugiavano dietro le quinte. Harry si accasciò a terra.

"Aiutooooooooooo!!!!!" urlò affondando la faccia negli abiti.

"Aiutooooooooooo!!!!!" dopo Harry, Ron e poi Draco, con le spalle appoggiate al paravento. Quell'esperienza avrebbe cambiato la loro amicizia!

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Capitolo 5
*** The end ***


Ringraziamenti:

Ringraziamenti:

 

UnicaRaptor: grazie chicca, per avermi recensito!

 

Lady Loris: grazie mille anche a te, per aver riso così di gusto alla mia prima ff!

 

E ringrazio tutti gli altri che mi hanno letto e hanno lasciato un commentino! Questo è l’ultimo capitolo della storia “Finalmente amici”. Mi ci è voluto parecchio per completarlo, perché ho dovuto affrontare un periodo non troppo roseo, comunque spero vi piaccia!! E adesso vi lascio all’ultima mia fatica, che ho scritto un po’ diversa dagli altri capitoli…!

 

The end

 

Beh, devo dire che non è stato male… Io, Draco e Ron stiamo parecchio insieme adesso. Dopo il nostro, ehm, spettacolo c’è stato un attimo di defiance (si scriverà così? Boh, se qualcuno lo sa corregga!!), da parte nei nostri compagni di casa, ma poi tutto è tornato alla normalità. Diciamo che questo periodo è durato dalla sera del 15 dicembre fino a… beh, non è ancora finito del tutto! Diciamo che adesso ci prendono sempre meno in giro per quello che ci è toccato fare… posso dire che questa storia non ha fatto altro che rendermi ancora, se possibile, più famoso. Insomma, ma nemmeno un attimo di privacy… non che mi dispiaccia essere apprezzato dalle ragazze, anzi, molte di loro sono parecchio carine… tipo quella ragazzina di Corvonero, come si chiama?......

 

Priscilla Stuart, Potty. Che c’è, non ti ricordi nemmeno il nome delle tue ammiratrici?

 

Ma lascialo stare un attimo, Furetto, non vedi che sta parlando?????

 

Non venirmi a dire cosa devo fare, colabrodo! Intanto se Potty ha avuto questo spicchio di fama (come se già non ce avesse abbastanza) è anche merito mio!

 

Merito tuo? Proprio non direi!!!!

 

Ok, ragazzi, smettetela di litigare. La colpa (e non il merito) è ti tutti  e tre, ok?

 

Non venire a dirlo a me, Harry… è Malfoy che non è d’accordo!

 

Certo, sono sempre io il bastian contrario, vero? Come ieri che voi due vi siete chiusi dentro a quel bagno… se non c’ero a tirarvi fuori succedeva un bel casino con Silente e Granitica!

 

Non chiamare Granitica, la McGranitt, Malfoy! Se ti sentisse sarebbero guai!

 

Come se già non fossimo parecchio incasinati così!

 

Che cavolo vai blaterando Furetto?

 

Niente, colabrodo! Comunque, credo che quelli che ci stanno ascoltando si siano già stancati dei nostri bisticci… te che dici, colabrodo? Continua Harry.

 

Ah, adesso sarebbe colpa mia? Sei stato tu ad interrompere Harry per primo, non scordarlo, Furetto, e poi, non sono io che attacco sempre briga con quelli che mi stanno intorno! Lo sai benissimo che cosa ne penso di quelli come te! E come se non bastasse sei diventato così irritante da risultare insopportabile più di prima lo sai?

 

 

Malfoy? Cos’è, non rispondi? Troppa paura?

 

Ehm, ragazzi? Non sarebbe ora di smetterla?

 

 

Malfoy?

 

 

 

Io ti ammazzo Weasly!!!

 

Harryyyyyyyyy!!!!!!!!!

 

Finalmente un po’ di pace… Malfoy e Ron si stanno ammazzando per benino e io ho il tempo per finirvi di raccontare… Dunque, il giorno dopo…

 

FLASH BACK

 

Harry, Ron e Hermione scesero per la colazione prima del solito quella mattina. I due amici, certo non volevano incontrare nessuno. Era la mattina piovigginosa del 16 dicembre, subito dopo lo spettacolo di Harry, Ron e Draco. I tavoli di Serpeverde e Corvonero erano deserti. Quello di Tassorosso ospitava alcuni assonnati ragazzi del primo anno e quello di Grifondoro soltanto Ginny Weasly. Harry si accasciò accanto alla ragazza, con un gemito. Ginny alzò la testa dal suo porridge e lo guardò, alzando un sopracciglio.

“Eri troppo carino ieri sera! Tutto rosso, rosso!” lo schernì appoggiandogli la testa sulla spalla. Il ragazzo sbuffò, prendendo una fetta di pane tostato e spalmandola con una dose oscena di marmellata che in breve tempo gli colò sulle mani. Lui scosse un dito, infastidito, spruzzando marmellata sui capelli di Hermione. La ragazza lo guardò irata. Lui sorrise ebetamente. “Scusa Herm!” disse mordendo la fetta di pane. Ron, con la bocca piena non riusciva quasi a respirare, poi inghiottì un boccone enorme e spalancò gli occhi. puntò un dito per indicare qualcosa dietro Harry e balbettò: “Qu… qu… que… quello… co… co…cos’è???”. Harry si girò di scatto e gli andò di traverso il pane. Sopra la scalinata era stato appeso uno striscione con su scritto: W POTTER, WEASLY E MALFOY! PER UNA SERA FICHI AL MASSIMO!!!! Dalla folla radunata sulle scale si alzarono le voci di centinaia di ragazze che urlavano i loro nomi. Ad un tratto tutti si zittirono. Un Malfoy stranamente calmo e rilassato stava entrando nella sala, vestito con la sua impeccabile divisa scolastica. Quando alzò gli occhi sulla scalinata ora silenziosa, fece un passo indietro, mentre le sue guance si coloravano. Poi la folla esplose in altre grida di giubilo. Il biondo Serpeverde si lasciò sfuggire un gemito. Voltò piano la testa verso il tavolo rosso dorato e cercò con lo sguardo Harry e Ron. I due amici lo salutarono con un timido cenno della mano e Malfoy rispose loro con un altrettanto timido sorriso. Camminando lentamente si sedette al suo tavolo e si versò una tazza di latte.

Harry lo stette a guardare per un po’, poi, quando la folla sulle scale si fu diretta ai rispettivi tavoli si alzò e andò verso di lui. Malfoy inghiottì un biscotto al burro con difficoltà tanto era grosso il groppo in gola che l’opprimeva. Dopo un po’ sentì una mano picchiettare sulla spalla. Si girò e si ritrovò davanti Harry, in jeans e golf.

Che ne dici se ci togliamo da qui? Ron ci raggiunge nella sala comune” gli propose con un mezzo sorriso. Malfoy, un po’ rincuorato annuì e si alzò, spolverandosi le vesti dalle briciole. Ron fece un segno ad Harry e riprese a parlare vigorosamente con Ginny. La ragazzina mandò un bacio a Harry, il quale le fece l’occhiolino rispondendo al bacio. Harry e Draco si avviarono in silenzio verso la sala comune dei Grifondoro. “Merlino” borbottò Harry davanti al quadro della Signora Grassa. Draco si lasciò sfuggire un gemito di sorpresa, entrando nella sala comune rosso dorata. Il bel Grifondoro lo guardò sorpreso. Le guance di Draco si colorarono appena.

“Beh, la nostra sala comune non eguaglia certo la vostra…” spiegò allargando le braccia. Harry rise, gettando la testa indietro.

“Già, lo so!” gli scappò detto. Draco lo guardò incuriosito. “Come sarebbe a dire ‘lo so’?” chiese. Gli zigomi di Harry divennero color vermiglio, mentre lui si girava e si sedeva su una poltrona. “Niente!” sbottò. Draco si sedette su un'altra poltrona, davanti al moretto.

“Niente, eh? Come hai fatto a vedere la nostra sala comune, Sfregiato?”

“Non chiamarmi Sfregiato, Furetto!”

Draco, grazie”

Harry, altrettanto!” ringhiò il grifone artigliando i braccioli della poltrona. Trovarsi il suo nemico numero uno di fronte e avere una gran voglia di strangolarlo non contribuiva a rendere la conversazione un minimo cordiale. Draco rise. Una risata parecchio diversa da quelle a cui aveva abituato Harry. Una risata senza malizia, ironia o cattiveria. Semplicemente, una risata.

“D’accordo… Harry,” disse il biondino annuendo “d’accordo. Vuol dire che mi toccherà scoprirlo da solo…”

“Al secondo anno” grugnì Harry. Draco lo stette a guardare per un momento, poi sulla sua faccia apparve un espressione di comprensione mista a sorpresa.

“Eri convinto che l’erede di Serpeverde fossi io, vero Po… Harry?” chiese alzando la voce.

“Stai calmo Ma… Draco. Calmo. Lo pensavo, ma non ne ero del tutto convinto. E ti spiego anche il perché. Tu eri troppo scontato. Odi i mezzosangue, i babbani, questa scuola e me… insomma, usa un po’ di fantasia. Tutti pensavano che fossi tu!”

“Veramente pensavano che fossi tu, l’erede. Sei un rettilofono!” si negò Malfoy scuotendo la testa con decisione. Harry sbuffò.

“Su questo non hai tutti i torti,… Draco. Comunque tu eri il mio primo indiziato!” sostenne il ragazzo. Draco ridacchiò.

“E comunque, Harry, io non odio i mezzosangue, almeno non tutti……” sussurrò mentre le sue guance si coloravano. Harry lo guardò stupito. Poi la sua bocca si contorse in un ghigno. “Vuoi dire che esiste una mezzosangue che fa battere il tuo cuore di pietra, Dracuccio?”

lo schernì ridacchiando. Draco arrossì ancora di più. In quel momento le sue guance erano rosa acceso.

E chi è, Dracuccio?” chiese Harry sporgendosi sulla poltrona. Draco scosse la testa.

“Non ti riguarda…” sussurrò.

“Davveeeeero? Io credo di sì. Vediamo un po’… deve essere parecchio tendente al serpente per farti innamorare Dracuccio!” sostenne il bel Grifondoro alzandosi. Malfoy sbuffò.

“La conosci” si arrese. Harry si voltò di scatto. I suoi occhi divennero fessure. “Davvero?” chiese. Draco annuì.

“Descrivila!” lo pregò. Draco sbuffò ancora.

Alta, capelli castano chiaro lunghi e ricci, occhi cioccolato… e stava con Krum… contento???” urlò Draco alzandosi di scatto. Harry fece un passo indietro. Analizzò con attenzione ciò che aveva detto Draco e poi scoppiò a ridere. Il biondo Serpeverde aspettò che avesse finito di ridere. “La cosa ti diverte, Sfregiato?” chiese quando le risate del moretto furono terminate. Harry si asciugò gli occhi con il dorso della mano, togliendosi gli occhiali. Se li rimise e guardò la faccia accesa di Draco.

“Hermione? Ti sei innamorato di Hermione? Ma dico, la mia migliore amica! Non ti filerà mai! Tu sei un Serpeverde!” lo schernì. Per un attimo gli occhi di Draco si rabbuiarono, distolse lo sguardo dagli occhi smeraldini di Harry e si sedette di nuovo sulla poltrona. Harry lo guardò stupito. “Draco?” lo chiamò. Il biondino non rispose. Harry si avvicinò alla poltrona e si inginocchiò davanti a Draco, fissandolo negli occhi. quello che vide non gli piacque affatto. Draco piangeva. Piangeva in silenzio, senza singhiozzi, senza strilli. Solamente due solchi salati gli rigavano le guance. Gli occhi color ghiaccio si fissarono in quelli verdi del Grifondoro, provocandogli dei brividi di freddo lungo la spina dorsale. “Non sai quanto vorrei essere come te, Harry” la voce di Draco era poco più di un sussurro, impregnato dal pianto. Harry lo guardò stupito. “Tutti ti amano, Harry. Non solo perché sei il bambino sopravvissuto, ma perché sei una persona splendida. Sai… mi ci è voluto parecchio per capirlo… troppo, forse. Sette anni di ingiurie e sberleffi. Non trovi che sia venuta ora che giochi a carte scoperte?”

Harry annuì, incredulo per ciò che Malfoy gli stava rivelando. Con un sospiro rantolante Draco continuò, mentre le lacrime scorrevano lungo le sue guance: “Mio padre mi ha sempre allevato in una sorta di caserma. Regole, regole, sempre e solo regole. Mio madre è completamente succube di mio padre. Completamente. Che cosa dovrei fare io, se non obbedire ciecamente a lui? Non posso fare altrimenti. Mi accuserebbe di essere un rammollito, un perdente. Sai, Harry, tutti mi rispettano, ma non perché sono Draco, perché sono un Malfoy, perché sono crudele e spietato, perché sono la fotocopia di mio padre. Non mi amano, Harry, mi odiano. Odiano la mia famiglia, odiano tutto quello che ha a che fare con me. Tutto.

Sai, un giorno, l’anno scorso, Hermione mi venne a cercare in Biblioteca. Avevo preso in prestito un libro che le serviva. Ancora non avevo capito quanto la volessi. Per fartela breve non prese mai quel libro, ma io mi beccai una sonora sberla in pieno viso. Mi lasciò l’impronta della mano per un giorno interno” Draco fece un buffo verso, a metà fra un singhiozzo e un sorriso. Harry lo stava ad ascoltare a bocca aperta. ‘Confessioni di un Serpeverde… e di Malfoy, poi… chi l’avrebbe detto. Anche lui ha un cuore… e che cuore…’ pensò il moretto.

Sai, Harry, mi sono accorto di provare qualcosa per lei solo l’anno scorso. La vidi litigare ancora con Weasly… sai credo che ancora lui non abbia capito di volerle bene… beh, meglio per me no?” aggiunse Draco tirando su col naso e appoggiando la testa sullo schienale della poltrona.

“Draco?” lo chiamò Harry. Lui aprì gli occhi fissandoli in quelli verdi. “Credo che sarai un grande amico, per noi…”

 

 

 

Ecco, più o meno questo è quello che è successo il sedici… insomma, abbiamo scoperto che il nostro serpente ha un cuore…

 

Potevi almeno non sbandierarlo ai quattro venti, Potter!

 

Ti vergogni, ahia, Furetto????

 

Tu non parlare colabrodo, potresti farti di nuovo molto male!!!!

 

Sempre ad attaccar briga voi due vero?????

 

Hermione………!!!!

 

Ecco, ora fa, ahia, l’innamorato perso…

 

Almeno lui ha capito che io sono una ragazza prima che diventassi troppo vecchia!!! Draco! Mi fai il solletico! Smettila!

 

Ah, ah! Sei mia, Granger, lo sai ormai!!!!!

 

Certo come no?! Smettila di fare lo scemo Furetto, dovete ancora completare il discorso.

 

Sì padrona, faremo quello che vuole.

 

Harry!!!! Mi ci è voluta un’ ora per trovarti… ma che state facendo? Ah, Herm e Draco si stanno baciando… Ron… Ron cosa hai fatto alla faccia?????

 

Oh, ciao Ginny!!!

 

Ecco, un altro Weasly!

 

Taci Furetto!!

 

Vedi, Ginny, un Furetto mi ha graffiato!!!!!!!!

 

Ha iniziato quel colabrodo di tuo fratello, Weasly. Io non c’entro niente… o almeno, poco.

 

Va bene, Malfoy, va bene. Comunque, credo di essere stato abbastanza esauriente. Di sicuro avrete capito che Draco ed Hermione si sono messi insieme… ma la volete smettere di pomiciare in questo modo?? Ma non vi vergognate?

 

Nemmeno un po’ sai Potty!!! Anzi, sai che ti dico??? CIAO!!!
Draco Malfoy e
Hermione Granger

 

Tu intanto pensa a raccontare Harry… che poi devo darti una cosa…

 

Cosa?????

 

Va’ avanti… sennò niente!!

 

Sei crudele Ginny! Comunque, io e Ginny stiamo ancora insieme, Ron si è messo con Calì Patil e vanno d’amore e d’accordo e la ehm, punizione pesa ancora sulle nostre teste anche se è stata quasi dimenticata dai prof. Ehm, non tutti… Piton continua a rinfacciarmi quella rissa e naturalmente minaccia di non ammettermi ai M.A.G.O. È crudele da parte sua… ma, non posso dargli torto. Allora Ginny? Ho finito di raccontare!!!!

 

Farò finta che vada tutto bene e che quelli che ci ascoltano abbiamo capito quello che è successo… andiamo Harry? Devo darti quella cosa…

 

Ti seguo ben volentieri Ginny… ah, ciao a tutti, eh?!

Harry Potter e Ginny Weasly

 

Ecco, se ne sono andati tutti…

 

Roooon!!!

 

Calì! Ciao! Beh, allora, dove andiamo?

 

Boh, fa tu, a me va bene tutto…

 

Ok… ehm, ciao a tutti e… divertitevi!!!!

Ron Weasly e Calì Patil

 

 

Com’era? Carino vero? Che ne pensate? Mi lasciate un commentino piccolo piccolo????

Stellalontana

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