Professione caro, PROFESSIONE!

di Huntres
(/viewuser.php?uid=96402)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E ancora... ***
Capitolo 2: *** Che la commedìa abbia inizio! ***
Capitolo 3: *** Il giorno del debutto ***



Capitolo 1
*** E ancora... ***


E ancora qua mi ritrovo a scrivere, e ancora qua mi ritrovo a viverla.
Ti avevo dimenticato sai?
Ti avevo cancellato dal mio cuore e dalla mia mente, e come ogni CD ripete sempre le stesse traccie,
ogni volta che ti vedo mi tornano gli stessi sentimenti di 3 anni fa.
Quando parlavo con te,
quando mi confidavo con te e quando tu mi abbracciavi dicendomi
“va tutto bene…”
Adesso mi sembrano lontani ricordi, lontani ma più presenti e attivi che mai, adesso che ti ho rivisto, adesso che ti sei mostrato di nuovo ai miei occhi in quella tua semplicità,
in quel tuo sorriso e in quell’atteggiamento che hai sempre avuto, torno a pensarti continuamente…

Ti amo,
ti amo e ti ho sempre amato,
caro amore,
carissimo fiore,
io ti amo come la prima volta che ti incontrai…



“Ciao!Io sono Ilaria, benvenuto, saresti?
Luca.

La tua aria timida all’interno del cortile della scuola mi fece sorridere,
da quel momento non ti ho mai abbandonato, qualcosa in te mi spingeva a darti una mano per integrarti nell’istituto e per spiegarti tutte le materie,
e poi tutti i giorni in classe ti osservavo, e con il tempo ho imparato a capire che ti amavo…”



Così dopo quel giorno che durante l’orario di studio finimmo nella mia camera sei cambiato,
non mi parli più e sembra che tu ti vergogni di me.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Che la commedìa abbia inizio! ***


Non pensavo di trovarti qua,
la lezione extra scolastica di teatro non pensavo potesse fare per te,
e poi ormai eravamo agli sgoccioli.
Rimango comunque nel mio,
anche perché so il fastidio che posso crearti, perciò rimango qua a fissare il vuoto e ad ascoltare gli altri ragazzi provare dandoti ogni tanto un’occhiata.
La tua faccia seria e concentrata,
il professore ti si avvicina e per non disturbare la scena in corso ti sussurra qualcosa all’orecchio,
improvvisamente vedo i tuoi occhi sbarrarsi, ti volti verso di me ed io volto subito lo sguardo,
non potrei mai reggere il confronto…
Finita la scena il prof chiamò Luca al centro della stanza…
“Tu farai Otello e Desdemona… Tu Ilaria, vieni qua!”
“Prof io non sono qua per recitare, io devo stare dietro le quinte, devo coordi…”
“Poche chiacchere, tieni… la scena la sai meglio di chiunque altro.”
Se ne andò a sedere dietro di noi,
guardai Luca più spaventato di me, scena in cui avremmo dovuto toccarci,
niente di peggio.

Professionale Ilaria,
professionale,
è solo una scena…
Mi ripetevo…

Iniziai io…
Come state mio signore?
Luca: Bene. Tu come stai, Desdemona?
Io: Bene.
Luca: Dammi la mano. Com'è morbida!

Quando gli porsi la mano, la afferrò al volo, probabilmente anche lui si era messo la parola professionale in testa,
ma al contatto entrambe le nostri menti volarono altrove…

Iniziai a ricordarmi quella volta…
iniziai a ricordarmi lui e il suo corpo sul mio…
Cercai di concentrarmi…

Finita la scena in mezzo all’applauso mi divincolai e tornai al mio posto,
non riuscivo più a tornare in me e decisi di uscire…

Quando chiusi la porta andai all’unica finestra nel corridoio, l’aprii e presi un po’ d’aria, chiusi gli occhi, attorno a me silenzio.

Decisi di tornare in classe,
mi sentivo molto più tranquilla.
Quando mi girai mi trovai qualcuno davanti, deviai e mi incamminai ma mi sentii prendere per un braccio,
così mi voltai,
non avrei mai voluto farlo.

“Posso… parlarti?” mi chiese a occhi bassi…
Non sapevo cosa rispondere, decisi di prendere la via più dura.
“Che vuoi da me?” dissi abbassando lo sguardo a terra e divincolandomi per farmi lasciare il braccio.
“Devo dirti delle cose che non ho mai avuto il coraggio di dirti prima…”
“Beh, cosa riguardano?” fece un respiro profondo
“Noi…” quando pronunciò quelle parole il mio cuore si fermò,
noi,
non c’era nessun noi,
e secondo lui non c’era mai stato.
“Noi? Non c’è nessun noi, tu l’hai distrutto poche ore dopo averlo creato!” abbassai ancora una volta gli occhi per nascondere una lacrima.
Quando alzai gli occhi lo vidi piangere,
non l’avevo mai visto così distrutto,
forse avevo esagerato…
Comunque ripresi il discorso tirando fuori e buttandogli in faccia tutto ciò che avevo sempre voluto dirgli.
“Quando te ne andasti quel giorno rimasi a pensare sai?
Pensavo se mai ci potesse essere un futuro, pensavo a te e a ciò che era appena successo, al perché, al se anche tu lo volevi o se lo avessi fatto solo per acc…” non mi lasciò finire,
e mi baciò.
Stava piangendo e le sue lacrime si unirono alle mie,
mi staccai bruscamente spingendolo via con tutta la forza che avevo.
“Io ti odio!! Lo vuoi capire? Mi abbandoni e ora pensi di poter tornare qua come se niente fosse?
Ti odio, sei un bastardo, non voglio più passare neanche un secondo qua con te.”
“Ma la scena…Come faremo?”
“Quelle sono cose extra, fuori da me e te,

professione caro,

PROFESSIONE!”

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il giorno del debutto ***


Dopo quella parte passarono due mesetti e la fine della scuola arrivò,
naturalmente gia da un mese avevamo saputo i ruoli,
beh ci era andata male direi, lui era Otello ed io Desdemona,
tutto questo spettacolo senza dividere le parti, ognuno le sue complete.
Disperata gia nel dover imparare il tutto, mi disperai al pensiero di dover passare 2 ore a recitare di essere sua moglie.


_______________________*


Il giorno dello spettacolo la platea era gremita di gente,
guardavo attraverso un palchetto al buio appena prima del palco e del retroscena,
lo spettacolo stava per incominciare e di lui ancora niente,
se si fosse ammalato la parte sarebbe passata a un altro, lo speravo con tutta me stessa.

Purtroppo pochi minuti prima dello spettacolo arrivò di corsa,
entrambi vestiti con abiti medievali ci guardammo ed entrammo sul palco.

Con la convinzione dell’essere professionale e di essere li solo per passione riuscii a non pensare a chi avevo davanti,
lo spettacolo andò alla grande e arrivò troppo presto il momento dei saluti finali.

In fila accanto a lui inchini e ringraziamenti, inchini e ancora inchini, poi, il tendone si chiuse,
ci fu un applauso fra noi e Luca mi fece un inchino per ringraziarmi, mi prese la mano e fingendo un “baciamano” mi strinse e mi trascinò dietro di lui.

Iniziò a camminare sempre più velocemente attraverso il corridoio dei palchetti.
“Fermati, fermati!! Dove mi stai portando?? Lasciami subito! Ti prego, fermati, mi fai male! Lucca cazzo fermati!!” iniziai a urlargli dietro, il teatro in poco tempo sembrava essersi svuotato…

Mi lasciò poco prima dell’entrata della platea,
poi entrò,
rimasi li a contemplare la mia mano dolorante poi uscì e mi strattonò di nuovo,
entrai anche io con lui in platea.

“Ma che c’è?Che vu..” quando alzai gli occhi il tendone del palco era illuminato solo in parte, lasciando tutto il resto della stanza buia,
e in quel pezzo di tendone illuminato spiccava uno striscione con su scritto:
“Perdonami, ti amo e ti ho sempre amato…”

E lui si avvicinò a me quasi pregandomi:
“Ila… io ti ho sempre amato, ma ho sempre avuto paura della tua reazione, quella giornata fu splendida, per la prima volta era vero amore ciò che stavo facendo, ciò che sento e che sentivo è un’emozione indescrivibile, che mai nessuno può capirla se non la si prova, e spero che tu provi la stessa cosa per me, io ti amo, e qui te lo prometto”
si inginocchiò
“ti amo e ti rispetterò per sempre… E ora lo so che sono un disgraziato, che mi vorresti morto, che mi odi e tutto il resto… ma ti prego, vuoi stare con me, ora e per sempre?”

Rimasi sbalordita con i miei occhi inchiodati sui suoi,
ero senza parole,
cosa dovevo dirgli? Io lo amavo, è vero, non avrei mai potuto odiarlo,
e anche mentre quella volta gli avevo urlato contro tutte quelle cose non le pensavo veramnete, e l’avevo gia perdonato prima di prendere fiato…
Cosa fare? Decisi per il mio bene.









“Si, ti amo”







Si alzò e mi baciò.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=588748