Close your eyes.

di LenoreF
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno. ***
Capitolo 2: *** Due. ***
Capitolo 3: *** Tre. ***
Capitolo 4: *** Quattro. ***
Capitolo 5: *** Cinque. ***
Capitolo 6: *** Sei. ***
Capitolo 7: *** Sette. ***
Capitolo 8: *** Otto. ***
Capitolo 9: *** Nove. ***
Capitolo 10: *** Dieci. ***
Capitolo 11: *** Undici. ***
Capitolo 12: *** Dodici. ***
Capitolo 13: *** Tredici. ***
Capitolo 14: *** Quattordici. ***
Capitolo 15: *** Quindici. ***
Capitolo 16: *** Un secondo di pausa xD ***
Capitolo 17: *** Sedici. ***
Capitolo 18: *** Diciassette. ***
Capitolo 19: *** Diciotto ***
Capitolo 20: *** Diciannove. ***
Capitolo 21: *** Venti. ***
Capitolo 22: *** Ventuno. ***
Capitolo 23: *** Ventidue. ***
Capitolo 24: *** Ventitre. ***
Capitolo 25: *** Ventiquattro. ***
Capitolo 26: *** Venticinque. ***
Capitolo 27: *** Ventisei. ***
Capitolo 28: *** Ventisette. ***
Capitolo 29: *** Ventotto. ***
Capitolo 30: *** Ventinove. ***
Capitolo 31: *** Trenta. ***
Capitolo 32: *** Trentuno. ***
Capitolo 33: *** Trentadue. ***
Capitolo 34: *** Trentatre. ***
Capitolo 35: *** Trentaquattro. ***
Capitolo 36: *** Trentacinque. ***
Capitolo 37: *** Trentasei. ***
Capitolo 38: *** Trentasette. ***
Capitolo 39: *** Trentotto. ***
Capitolo 40: *** Trentanove. ***
Capitolo 41: *** Quaranta. ***
Capitolo 42: *** Quarantuno. ***



Capitolo 1
*** Uno. ***


Seduta su quel cuscino sotto una finestra. Avevo le cuffiette con la musica sparata nelle orecchie. Avevo scelto una canzone a caso.
Ero sola in quella casa che fino qualche mese prima condividevo con i miei genitori.
Ma ora non ho la più fottuta idea di dove si siano cacciati. Se erano ancora in California o in qualche altra parte del mondo, sempre se erano vivi.
Sono spariti all'improvviso. Ricordo solo un bigliettino, poggiato sulla vetrina vicino alla porta, In effeti era ancora lì. "Torniamo presto." Ecco cosa c'era scritto. Cosa voleva dire?

Mi alzai. A malapena riuscivo a sorreggermi sulle mie gambe. Decisi di andarmi amangiare qualcosa. Mi misi davanti allo specchio, osservando la meches rossa. Mi morsi il pearcing che avevo vicino al labbro, e mi toccai quello sul naso.
Notai anche la piccola batteria tatuata tra il collo e la scapola.
Se non ricordavo male ne avevo anche una tatuata alla fine della pancia.
E poi avevo una piccola farfalla tatuata affianco al seno. Nessuno la conosceva.
Presi la borsa, ci ficcai dentro le bacchette e qualche soldo. Uscii di casa e andai al parco.
Sono Sidney Becher, ma mi considero Sidney e basta, visto che non ho idea di dove siano i miei genitori. Ho 13 anni. Segni particolari: senza futuro.

 Presi uno Starsbuck, con i pochi spiccioli che avevo riuscivo solo a prendere quello. Lo finii in un attimo. Ero affamata.
Mentre camminavo mi guardavo intorno. Quante volte avrei potuto ancora camminare per quel parco? Quante volte ancora avrei potuto assaporare il profumo dell'autunno e vedere i colori che annunciavano la fine dell'estate, prima che il mio cuore, già debole, si addormentasse per sempre?
Buttai quell'inutile bicchiere di plastica ormai vuoto dentro un secchio, e mi buttai su una panchina.
Mi misi a canticchiare un motivetto che avevo sentito alla radio. 21 guns era il nome della canzone. Mi ricordavo anche la band: i Green Day.
Dicevano che erano dei grandi. Mi piacevano, anche se avevo sentito solo una canzone.
Notai che qualcuno si girò a guardarmi quanto cantavo.
Qualcuno che per scappare alla noiosa routine era uscito a farsi una sigaretta.
Non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Mi alzai, ma mossi due passi caddi.
Desideravo che qualcuno mi avesse uccisa subito, così da metter fine a quella sofferenza, non più vita.
Chiusi gli occhi. L'ultima cosa che vidi erano le scarpe del tipo che mi fissava mentre cantavo. Poi più nulla.

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Capitolo 2
*** Due. ***


Non ho idea di quanto dormii.
Non ho idea di cosa mi successe.
Non ero nemmeno sicura di essermi addormentata. Fose ero svenuta, forse ero morta.
No, purtroppo non ero morta.
Quando aprii gli occhi ero sdraiata su una panchina, e avevo qualcosa davanti a me. Appensa ripresi a vedere bene, riconobbi il tizio che mi fissava. Aveva capelli scuri, quasi come i miei. E due occhi grandi, e verdi.
Mi fissava.
«Che guardi? Non ho mica le caramelle» gli dissi.
Non rispose. Non mi andava di parlare, e evidentemente neache a lui.

Mi stiracchiai e guardai in alto. Avevo ancora fame.
Mi girai verso quello strano tizio. Ancora mi guardava. «Hei, che hai visto? La madonna per caso? Cazzo, sveglia!» dissi, agitandogli la mano davanti. Lui mi fissava dritto negli occhi, e raramente sbatteva le palpebre.
«Ma cosa sei, una statua?» Ancora non rispondeva. Persi la pazienzae mi alzai.
«Stà ferma, così risverrai» disse, prendendomi per il braccio e facendomi sedere sulla panchina.
«Ah, non sei una statua»
«No, non lo sono»
«E chi sei?» Sembrava incredulo.
«Forse hai sbattuto troppo forte la testa» mi disse.
«Sto benissimo. Ora, mi dici chi sei?»

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Capitolo 3
*** Tre. ***


Rimanemmo a fissarci come due idioti. Io seduta su una panchina, lui inginocchiato davanti a me.
Sbadigliai.
«Mi stai prendendo in giro per caso?» mi chiese. Lo guardai.
«Perchè dovrei?» gli risposi, alzando un sopracciglio.
Lui scoppiò a ridere.
«Qui sembra che tu prenda in giro a me» gli dissi, sbuffando.
«Ragazza, davvero non sai chi sono? Guardami» disse, alzandosi impiedi.
Lo guardai. «Ebbene? Cosa dovrei vedere?» gli chiesi, incrociando le braccia.
Stava perdendo la pazienza.

«Guardami. Vedi? La mia faccia» disse, avvicinando all'improvviso la sua faccia alla mia.
«Wow, hai una faccia» dissi ironicamente. Lui mi guardava storto.
«Sei un nano, con gli occhi verdi, i capelli neri scuri, qualche tatuaggio sparso qui e la e, a quanto credo di capire, mi vuoi far vedere che hai la faccia.» dissi.
«Come sei divertente» mi disse ironico.
«Sei tu che non vuoi dirmi chi sei» gli risposi, girando la testa di lato.
«Quanti anni hai, ragazzina?» mi chiese.
«13» risposi, notando che fissava il mio tatuaggio.
«E già hai tatuaggi sparsi per tutto il corpo?» mi chiese.
«Mio zio faceva tatuaggi. Me ne sono fatti fare alcuni. E visto che sono una batterista mi sono fatta fare una batteria. Semplice,no?»

«Non credo che si possa fare in America» mi disse, abbassandomi un po il collo della maglia per vedere meglio il tatuaggio.
«Anche mia madre mi diceva di non parlare con gli sconosciuti. Dovrei ascoltarla, no? Invece sto parlando qui con un tipo tutto montato che dovrei conoscere, ma che non conosco» dissi.
Lui mi guardò.
«Sei fottutamente astuta» mi disse, con un sorrisetto nervoso.
«Cazzo, ma chi sei? Cosa vuoi da me?» gli chiesi, cercando di alzarmi.
Ma lui mi teneva bloccata alla panchina, schiacciando le mie braccia contro lo schienale.
Sembrava si fosse convinto che non lo conoscessi.
«E va bene, ti dirò chi sono.» disse.


Ciao! Grazie per aver letto il terzo capitolo! Sono davvero felicissima! Grazie per chi mi critica, grazie per chi dice che sono brava. Fidatevi, c'è gente MOLTO più brava di me. Per ora sono un po indecisa sul futuro di questa Sidney..Ora mi chiarirò le idee durante le ore di scuola xD
Scusate se ci sono errori, ma sono le 23.14 e ho scritto questo capitolo di fretta..Scusate!
Qualcuno mi aveva fatto qualche domanda..Credo che nel testo abbia trovato la risposta xD
Ora me ne vado a dormire, notte!!
P.S: Grazie ancora per tutte le visite! :)

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Capitolo 4
*** Quattro. ***


«Sei davvero sicura di non conoscermi? Sicurissima?» mi chiese.
Sbuffai.
«Ti ho detto di no, diamine! Non ho la più minima idea di chi tu sia» gli dissi, fissandolo negli occhi. Erano davvero belli, così verdi.
Stettimo un po in silenzio. Io riflettei. La sua voce mi sembrava in qualche modo familiare. Oddio, non era mio padre vero?

«Io sono Billie Joe Armstrong» disse, sedendosi affianco a me.
Rimasi a fissarlo.
«Dovrei conoscerti?» gli chiesi.
Lui mi fissava.
«Non ti dice niente il mio nome?» mi chiese.
Rimasi a pensare.
«Si. Quel tipo che era andato sulla luna. Ma credevo fosse morto» dissi ridendo.
Lui rise.
«Non sono lui» disse.

«Hai presente la canzone che canticchiavi prima?» mi chiese.
«21 guns?» gli chiesi.
«Esatto. Sono io che la canto. Sono il cantante dei Green Day»
«Occristo» dissi, buttandomi la testa fra le mani.
«Che succede?» mi chiese.
«Niente» dissi.

«Cazzo è tardi. Devo tornare in hotel» disse lui, guardando l'orologio.
«Ciao» dissi salutandolo con la mano.
«Ciao ragazza»disse, guardandomi.
«Mi chiamo Sidney» dissi.
«Ciao Sidney» mi disse, andandosene.
E dunque avevo conosciuto il cantante di una delle migliori band al mondo. Ecco dove avevo sentito la sua voce.
Mi rimasero impresso i suoi occhi verdissimi, avrei voluto vederli ancora una volta.


«Ma non torni a casa? Sta facendo buio» mi disse, tornando verso di me.
«Nah» gli risposi.
«I tuoi genitori non sono preoccupati?» mi chiese.
«I miei genitori?» gli dissi ridendo. Lui mi guardava curioso.
«I miei genitori sono scomparsi, non so dove siano» dissi, mordendomi la manica.
«E come fai tu ora? Come hai intenzione di andare avanti, sola?» mi chiese, risedendosi accanto a me.
«Beh, posso sempre andare a morire di fame da qualche parte» gli dissi.
«Ma dove hai quel cazzo di cervello?» mi chiese.
«Non era tardi? Torna in hotel. Ho capito, me ne torno a casa» dissi alzandomi.
Ma facendo qualche passo già mi girava la testa, e mi sentivo svenire.
Billie mi prese, prima che cadessi a terra.


«Forza, vieni con me» mi disse, tenendomi per un braccio per non farmi cadere.
«Dove?» chiesi.
Ero spaesata. Mi girava la testa e avevo una fame pazzesca.
Mi bloccai.
«Sto cercando di salvarti la vita» disse, guardandomi.
«Sto bene, torno a casa» dissi.
«Non stai affatto bene. Vieni qui» disse, prendendomi sulle spalle.
«Sei leggerissima. Ma mangi?» mi chiese.
«Ultimamente no» dissi.
«Occristo, tu sei matta» disse, stringendomi stretta.
Poggiai la testa sulla spalla di Billie, e chiusi gli occhi.

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Capitolo 5
*** Cinque. ***


Toc toc.

Aprii gli occhi. Ero distesa su un letto. Non avevo idea di dove fossi.

Toc toc.

C'era qualcuno che bussava continuamente alla porta. Mi alzai, e poggiandomi al muro per non cadere arrivai all'ingresso.

Toc toc toc toc.

Iniziava a battere sempre più forte sulla porta.
«Chi è che rompe in questo modo assurdo?» dissi, aprendo la porta.
«E tu chi sei?» chiese il tipo che bussaava, fissandomi.
«TU chi sei» dissi.
«Che ci fai qui?» mi chiese.
«Non ne ho la minima idea. Mi sono svegliata sul letto»
«Dov'è Billie?»
«E che cazzo ne so» dissi. Rimase a fissarm, chiusi la porta.

Toc toc.

«Che vuoi ancora?» gli chiesi.
«Sapere chi sei, e dov'è Billie» disse.
«Oh no» dissi. Stavo per risvenire. Avevo bisogno di mangiare, cazzo.
«Prendimi» dissi. Stavo per cadere, ma riuscì a fermarmi. Mi prese, mi portò sul divano. Con un calcio chiuse la porta.
«Billie! Ma che cazzo fai? Che hai fatto a 'sta ragazzina?» urlò quel tipo.
«Che cazzo urli?» chiese Billie con solo addosso i pantaloni.
«C'è una ragazzina mezza morta sul divano» disse, indicandomi.
«Di nuovo?» disse, avvicinandosi a me.
«Tra poco si sveglierà, credo. Tu, che cosa vuoi?» chiese Billie.


«Volevo vedere se eri pronto o se stavi dormendo» disse, dirigendosi verso il frigo.
«Sono appena uscito dalla doccia» disse Billie, sgrullando la testa per far asciugare i capelli.
«Questo frigo è vuoto» disse il tipo, richiudendo il frigo.
«Quando si sveglia arrivo. Tu esci» disse Billie.
«Ma dove l'hai trovata a questa?» chiese.
«Occristo. Dopo ti dico, ora vattene» disse Bille, spingendo l'altro tipo fuori la porta e poi chiudendola.


«Sidney. Svegliati sù. Andiamo a mangiare qualcosa, immagino starai morendo di fame» disse , sgrullandomi.
«Mhh...Che c'è?» chiesi, assonnata.
«Svegliati. Devo farti conoscere qualcuno» disse.
Aprii gli occhi, mi ritrovai Billie a petto nudo davanti, con i capelli fradici. Ti faceva venire voglia di saltargli addosso.
«Cazzo, ma non hai freddo? Io sto gelando» dissi, grattandomi un occhio.
Lui rise.
«Vatti a vestire, prima che..»mi bloccai.
Avrei voluto dirgli "Prima che ti ritrovi senza pantaloni", ma non mi sembrava il caso.
Avevo 13 anni, ma avevo un cervello fottutamente perverso.
«Prima che?» mi chiese.
«Lascia perdere. E vatti a vestire che solo a vederti mi fai gelare» dissi, spingendolo.
Billie rise.
«Ora vado, calma» diceva ridendo.


gl risi
dissi, spingendolo.
Hei ragazzi :D
Sidney vi sembra strana? Bè, è identica a me. Anch'io nella vita mi comporto un po come lei. Un po acida, e soprattutto sono MOLTO perversa xD Non potete immaginare i discorsi che faccio con la mia migliore amica, parlando dei Green Day xD
Per favore, continuate a leggere e criticarmi :) Fatemi sapere se vi piace! Mi ci sto impegnando :P
Grazie, grazie e ancora GRAZIE!

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Capitolo 6
*** Sei. ***


Ero seduta sul divano, con il cantante dei Green Day nell'altra stanza, che si vestiva.
Ripercorsi velocemente cosa era successo nelle ore precedenti.
Ero andata al parco, poi ero svenuta, e quando riaprii gli occhi davanti a me c'era Billie, e mi sono svegliata nella sua stanza d'albergo.
Non ci capivo più nulla, nella mia testa c'era il caos più totale.
E se quello fosse stato solo un sogno?

«Hai freddo?» disse Billie sedendomi accanto a me, riportando la mia testa, che fino a poco fa era tra le nuvole, ben salda al mio collo.
Annuii. Stavo letteralmente gelando. Se provavo a riscaldarmi con le mani era inutile, perchè erano fredde come il ghiaccio.
Non ho mai capito perchè se il mio viso era caldo, le mani fossero tutto l'opposto.
Billie si tolse il suo giacchetto e me lo poggiò sulle spalle.
«No. Poi avrai freddo tu» dissi, togliendomelo.
«Io non ho freddo. Tienilo, non fare storie» disse, rimettendomelo.
Sbuffai. Non volevo che la gente si ammalasse o si facesse male per aiutare me. Mi dava terribilmente fastidio.
«Grazie» gli dissi.

Toc Toc.
Billie andò ad aprire.
«La bella addormentata si è svegliata?». Era il tizio di prima, quello a cui avevo aperto la porta.
Era strano anche lui. Nano, con i capelli marroncini chiari sparati in aria. Per conciarseli in quel modo avrà usato almeno una scatola di gel. Ma la cosa che mi colpì furono i suoi occhi. Azzurri e sereni, come un cielo in una giornata di sole, senza nuvole.
«Si. Ora arriviamo» disse Billie. Mi alzai. Più o meno riuscivo a tenermi in piedi, ma Billie mi reggeva lo stesso.
«Guarda che ce la faccio» dissi.
«Vedi?» gli chiesi, facendogli vedere che riuscivo a camminare perfettamente anche senza il suo aiuto.
«Fa niente, ti aiuto» diceva ridendo. Sembrava si divertisse, a farmi da stampella.

Entrammo nella stanza accanto.
«Ce l'hai fatta finalmente». Riecco il tipo strambo di prima.
«Scusa se ho una ragazzina in fin di vita con me» disse Billie.
Abbassai lo sguardo. Mi sentivo un fottuto peso. Come se tutti, per starmi dietro, perdevano tempo prezioso.
Tolsi la mano di Billie che stringeva il mio braccio.
Billie mi guardò. «Sicura di farcela?» mi chiese.
«Si. Sto benissimo» gli dissi. Sentii Billie sospirare.
«Sù, siediti sul divano» mi disse. Annuii.
Ci ritrovammo io, Billie e tipo strambo seduti su quel divano. Il tipo strambo, ormai lo avevo chiamato così perchè non sapevo il suo nome, aveva messo i piedi sul tavolino al centro di quei tre divanetti. Mi guardai intorno. L'ambiente non era molto grande, ma comunque accogliente. Una porta-finestra colorava di arancione tutto il salotto. Fuori il sole tramontava. Era un ambiente del tutto diverso da casa mia, a partire dall'illuminazione.

«E' tutto ok?» mi chiese Billie.
«Si. Ti ho detto che sto benissimo» gli dissi.
«Dalla tua faccia non sembrerebbe» disse il tipo strano.
Sospirai. In effetti avevo una faccia stanchissima. E poi avevo il morale a pezzi. Chissà da quant'è che il mio volto non assumeva un bel sorriso. Magari ridevo, ma dentro ero morta.
«Dov'è quel fottuto gigante del cazzo?» disse poi, alzandosi e uscendo dalla stanza. Io risi.
«Cazzo, ti muovi?» si sentiva urlare dal corridoio. «Sta' zitto, ora vengo. Cerca di non farci cacciare anche da questo hotel» rispose un'altra voce.
«Figo, qui son tutti fottutamente pazzi. Mi piace, cazzo» dissi. Billie rise.

Poco dopo rientrò il tizio strambo con un altro tizio. Molto diverso da Billie e tizio strambo.
Lui era alto, aveva i capelli biondissimi. Avete presente nei cartoni animati quando uno prendeva la scossa, cosa succedeva ai capelli? Si rizzavano tutti in aria. A me lui dava esattamente quell'impressione.
Appena entrato mi iniziò a fissare. Io cercai di distogliere lo sguardo. Non volevo che mi vedesse. Abbassai lo sguardo.
Perchè tutti mi fissavano come se fossi stata un'aliena? Cazzo, ero una normale ragazza di 13 anni! Forse propio normale no, ma comunque non avevo niente in più alle altre ragazze. Mi detestavo. Mi facevo schifo. Chiusi gli occhi e sospirai, cercando di togliere il nervosismo che lentamente mi assaliva. La voglia di alzarsi e andarsene era sempre più forte. Mi sentivo di troppo.
«Ok Billie, ora ci dici chi è questa ragazzina?» chiese il tizio strambo, buttandosi sul divano.




Ma ciao! Grazie per aver continuato a leggere la mia storia! Scusate se sembra troppo banale, è che non credo di aver mai scritto una sorta di "libro"..Continuate a darmi consigli, vi prego! Così che la mia storia possa sembrare più leggibile..Lo so, sono abbastanza prevedibile. Credo che tutti abbiate capito chi sono gli altri due personaggi misteriosi..hehe!
Grazie per chi mi critica. Grazie. Grazie a tutti!

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Capitolo 7
*** Sette. ***


Senti Sentivo gli sguardi dei tre fissi su di me. Mi dava un fastidio tremendo.
Ero immobile, perchè avevo paura di fare un movimento sbagliato.
Non sapevo chi guardare. Buttai un'occhiata veloce su tipo strambo e tipo coi capelli elettrizzati, poi guardai Billie.
I suoi occhi verdi risaltavanno sui capelli scuri. In un certo senso mi rasserenavano, mi facevano sentire meglio.

«Immagino che se non conoscevi me, non conosci nemmeno loro» disse Billie ridendo.
«Esatto» dissi.
«Davvero non ci conosci?» chiese tipo strambo.
Riecco quella domanda. Mi dava fastidio. Perchè volete così tante certezze? Se non vi conosco, non vi conosco cazzo!
«Immagino siate gli altri componenti della band» dissi, alzando le spalle.
«Esattamente» disse Billie.
«Io sono Trè Cool, il batterista» disse, alzandosi in piedi tipo strambo.
Lo guardai. Tipo strambo = Trè Cool, il batterista.
«Mi chiamo Sidney» dissi, alzandomi. Mi strinse la mano.
«Bel tatuaggio» mi disse.
«Grazie» dissi, guardandomelo. Anche se non bene, riuscivo a vederlo.

Tipo strambo, o meglio, Trè, si ributtò sul divano.
«Mike Dirnt, bassista» disse tipo coi capelli elettrizzati.
Era molto più alto degli altri due. Mi piacevano molto i suoi capelli, così chiari.
«Sidney» dissi, salutandolo con la mano.
«Bene. Non so voi, ma io ho fame. E questi fottuti minibar sono vuoti. Proporrei di mandare qualcuno a prenderci qualcosa da mangiare, e eventualmente da bere» disse Trè.

Mi alzai.
«Vado io?» chiesi.
«Andiamo noi due» disse Billie, reggendomi ancora il braccio.
«Lasciami, riesco a reggermi impiedi» dissi.
«E va bene» disse sbuffando.
Perchè si preoccupava così tanto per me? Mi conosceva a malapena, ma si preoccupava per me come fossi stata una sua figlia. E riecco la sensazione di essere un peso. Dopo aver mangiato me ne sarei tornata a casa, avevo deciso.
«Billie, sai già cosa devi prendere» disse Trè.
«Il solito?» chiese Billie ai due.
Annuirono.
Uscimmo dalla stanza. Non mi ero accorta che già si era fatto buio. L'aria era ancora più fredda.
La strada era illuminata dalla luce dei negozi e da quella dei lampioni. Le macchine passavano continuamente, e non c'era molta gente a piedi.
Chissà che stress, essere famoso. Non mi attirava per niente l'idea di esserlo. Se magari volevi farti una passeggiata all'aperto, tutti ti avrebbero immediatamente assalito per farsi fare un autografo o una foto. Ma Billie non sembrava esserne preoccupato.
Pensai un attimo a come mi sentivo io. Chiusi gli occhi e sospirai.
Stavo meglio. Sentivo che qualcuno, finalmente, si preoccupava per me.


Oddio, sono nel pallone. Non so come continuare. Ora mi inventerò qualcosa...Sono una frana, come scrittrice! D:


Mi alza

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Capitolo 8
*** Otto. ***


Stretta nel giacchetto di Billie Joe, camminavo affianco a lui per andare non so dove.
Probabilmente in qualche supermercato a rifornirsi di birre e cavoli vari.
Sentivo il suo profumo. Lo avevo sparso su tutto il corpo. Non so che profumo fosse, ma era buono, mi piaceva.

«Hei Sidney» disse Billie, svegliandomi dai miei pensieri.
«Si?»
«Vuoi la pizza?» mi chiese.
«Uh, pizza. Va benissimo» dissi. Lui mi sorrise.
Aveva un sorriso fantastico, cazzo. E sembrava che anche i suoi occhi sorridessero.
Dopo una decina di minuti uscimmo da quella pizzeria. Billie avrà avuto almeno quattro scatole di pizza in mano, e chissà quante bottiglie di vino in quella busta.
«Vuoi una mano?» gli chiesi, prendendo due scatoloni della pizza dalle sue mani.
«Ce la fai?» mi chiese.
Annuii. L'odore della pizza era buonissimo. Mi faceva venire ancora più fame. Sgrullai la testa, come per scacciare quel pensiero.
Che avrei fatto dopo cena, piuttosto? Non potevo di certo rimanere a dormire lì.
Me ne sarei tornata a casa, ecco la soluzione.

Rientrammo in hotel, ritornammo nellla stanza.
Toc Toc.
Ci aprì Trè.
«Finalmente» disse.
«Stà zitto e non lagnare» disse Billie.
«Datemi una birra. Non riesco più a stare senza. Da quant'è che non la bevo? Un giorno? Cazzo, ho fatto un record» disse Trè, togliendo la busta dalle mani di Billie.
Mike invece era molto più calmo. Stava seduto sul divano a guardare Trè che faceva il ragazzino.
"Finalmente ha smesso di fissarmi" pensai.
Poggiai le scatole sul tavolino.
No, rieccolo che mi fissava. Cosa ci trovava di così curioso in me?

«Ora fatemi mangiare» disse Trè, prendendo un pezzo di pizza.
Ne presi un pezzo anch'io, e mangiai.
Finalmente mangiavo qualcosa di buono. Mi sentivo già molto meglio,.
La serata passò velocemente.
Cosa avrei fatto ora? Avevo una fottuta paura, non so di cosa.
In quel momento, più che mai, desideravo che qualcuno mi avesse ucciso, almeno non avrei dato più fastidio a nessuno, e tutti di liberassero da un peso.

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Capitolo 9
*** Nove. ***


Billie guardò l'orologio sulla parete. Erano circa le due di notte.
«Credo sia meglio che ce ne andiamo tutti a dormire» disse, sbadigliando.
Mi alzai e mi stiracchiai.
Mi sentivo molto meglio, ma stavo crepando dal sonno.
«Notte» dissi, uscendo dalla stanza.
Dietro di me Billie e Mike uscivano. Ah, quella era la stanza di Trè.
«Notte Sidney» mi disse Mike.
Era stato a fissarmi per quasi tutta la serata, come fossi stata un esperimento.
«Notte» dissi sbadigliando. Mi avviai verso le scale.
«Dove stai andando?» mi urlò Billie.
«A casa» risposi.

Billie corse e mi raggiunse, alle scale.
«Ferma, rimani qui» mi disse.
«A che fare, Billie?» gli chiesi, continuando a scendere le scale.
«Rimani qui. Non voglio che muoia di fame o di qualunque altra cosa» mi disse.
Sbuffai. Lui mi strinse il braccio e mi bloccò.
«Rimani» mi disse.
«Se non volessi?»
«Rimani lo stesso»
«Fanculo» gli dissi, togliendo la sua mano.
Lui rise. «Sù, sbrigati a tornare in camera» mi disse.
Non potevo fare altrimenti. Risalii le scale e tornai in quella maledetta camera.

Mi buttai sul divano.
«Bene. Buonanotte» dissi, chiudendo gli occhi.
Billie mi lanciò qualcosa, una coperta.
«Ah, grazie» dissi.
«Notte» rispose.
Che palle. Volevo tornare a casa. Mi sentivo maledettamente a disagio.
Non potevo starmene a casa, oggi pomeriggio?
Provai ad architettare un piano di fuga.
Se duarante la notte me ne sarei andata?
No, non era possibile. Le fottute porte dell'hotel sarebbero state chiuse.
La mattina mi sarei svegliata un po prima, e sarei tornata a casa. Semplice la cosa.

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Capitolo 10
*** Dieci. ***


Non riuscivo a dormire.
Mi rigiravo continuamente sul divano.
Il pensiero che c'era Billie nell'altra stanza mi rendeva nervosa.
Cazzo, non mi avrebbe certo stuprato.
Sbuffai. Mi alzai per prendere un pò d'acqua, ma il minibar era vuoto.
Mi toccava bere l'acqua dal lavandino.
Se non mi sarei addormentata subito, il piano di fuga sarebbe andato a puttane.
Mi ributtai sul divano, mi alzai la coperta fino al collo e chiusi gli occhi.


La mattina mi risvegliai con un fascio di luce puntato dritto sugli occhi.
Mi coprii con la mano, poi mi alzai.
Andai in camera di Billie, ma non c'era nel letto.
"Cazzo, è già impiedi" pensai.
Sbuffai.
Presi la borsa e cercai di aprire la porta, ma era chiusa a chiave. E non avevo la minima idea di dove fossero le chiavi.
"Bene, a questo punto sono fottuta" pensai, ributtandomi sul divano.
«Hei Sidney, buongiorno» disse Billie, entrando in salotto.
«Ma..Cazzo, Billie, e contieniti!» dissi. Era in mutande.
Lui rise.
«Che cazzo c'è da ridere?» chiesi, cercando di distogliere lo sguardo da lì. Il mio lato perverso stava prendendo il sopravvento.
«La tua faccia» diceva, ridendo.
«Ah ah ah» dissi, improvvisando una risata ironica. Cazzo, stavo per saltargli addosso da un momento all'altro.
«Billie. Per la mia incolumità, anzi, soprattutto per la tua, vestiti» dissi ridendo.
Scoppiò a ridere.
Poi si girò, e andò a vestirsi. Non riusciva a smettere di ridere.
Io, invece, ero parecchio spaventata.



Hei ragazzi! Scusate, capitolo cortissimo!
Grazie a Inoiscool che recensiona sempre *----*






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Capitolo 11
*** Undici. ***


Toc Toc.
Billie andò ad aprire.
«Ma sei ancora in mutande!» dissi, coprendomi gli occhi. Lui rise e aprì la porta.
«Siete pronti?» era Mike, che stava per entrare nella stanza. Ma si bloccò.
Guardò Billie, ancora in mutande, e io seduta sulla poltrona con gli occhi coperti dalle mani. Si, sembrava una brutta cosa.
«Che cazzo stavate facendo?» urlò Mike. Appunto.
«Niente, che cosa vuoi che facciamo?» chiesi.
«No perchè questo qui stà in mutande..» disse.
«Stavo per andare a vestirmi» disse Billie.
«Che cazzo è tutto sto casino?» chiese Trè, entrando nella stanza. Si bloccò anche lui sulla porta. Io e Billie scoppiammo a ridere.
Mi alzai ad quella poltrona.
«Ora và a vestirti, che cazzo» dissi, spingendolo verso la sua camera.
«Vado, stà ferma» diceva Billie ridendo. Lo spinsi in camera sua e gli chiusi la porta.


«Che cosa avete fatto esattamente?» chiese Mike, chiudendo la porta.
«Niente. Io mi ero svegliata ed era in mutande» dissi.
Toc Toc.
Aprii la porta. Era Trè, Mike lo aveva chiuso fuori. Sembrava seccato.
Io risi. «Povero Trè» dissi, facendolo entrare.
Poco dopo Billie uscì dalla sua camera, vestito.
«Possiamo andare» disse. Ci ritrovammo nel corridoio.
«Bene. Io ho fame» disse Trè, chiamando l'ascensore.
«Allora andiamo a mangiare» disse Billie.
Andammo a sederci ad un tavolo dell'hotel, a fare colazione.
Ci portarono un sacco di cornetti, quelli belli caldi riempiti di cioccolato. Poi c'era il caffe-latte, dei biscotti..
Non avevo mai fatto colazione così. Addentai un cornetto. Era davvero buonissimo.
«Ti piace?» mi chiese Billie. «E' buonissimo» dissi. Lui mi sorrise.

Mi sentivo benissimo.
Non ero mai stata così felice, nemmeno quando ero con i miei genitori.
«Credo che piacciano anche a Trè» disse Mike ridendo. Guardai Trè.
Ne aveva appena mangiato uno, ne aveva un altro in mano. E tra l'altro aveva la bocca completamente sporca di cioccolato. Tutti stavamo ridendo. «Pulisciti quella bocca, Trè, che fai schifo» disse ridendo Billie, dandogli un fazzoletto.
«Sta zitto» disse Trè, pulendosi la bocca.
«Sono fottutamente buoni» disse Mike, assaggiandone uno.
Anche Billie ne mangiò alcuni.
Ok, nessuno era normale lì. Era tutto così divertente, preso alla leggera. Forse anche troppo. Ma non me ne importava niente. Volevo divertirmi, vivere dei momenti felici, prima di tornare a casa.

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Capitolo 12
*** Dodici. ***


«E ora che si fa?» chiese Trè.
Avevamo finito di mangiare.
Mi alzai.
«Grazie ragazzi, sono stata benissimo» dissi, prendendo la borsa.
«Dove vai?» mi chiese Mike.
«A casa » gli risposi.
«No, ferma » mi disse Billie, prendendomi per un braccio.
«Ma i tuoi genitori non saranno preoccupati? » chiese Trè.
Billie lo guardò male, come per dire "Tieni quella bocca chiusa". Trè lo capì, stette zitto.
 «Sù Billie, non posso rimanere qui con voi. Devo tornarmene a casa » dissi, togliendo la sua mano e cominciando ad andarmene.
Avrei voluto rimanere, però non potevo. Insomma, loro erano delle rockstar, che cazzo centravo io?
«E poi che farai? » mi chiese, seguendomi. Dietro di lui c'erano anche Mike e Trè.
«Non lo so Billien» gli risposi.



Mi bloccò di nuovo.
«Cazzo Billie, ho detto di lasciarmi stare. Te l'ho detto subitoCa  » gli urlai, iniziando a correre.
«Sidney, cazzo! Sta attenta! » mi urlò Trè.
Ero nel bel mezzo della strada, con una macchina che stava per investirmi.
Mi sembrava di aver sentito la mia mano gelida toccata da quella calda di Billie, solo per un secondo.
Cosa dovevo fare? Non lo sapevo. La macchina era troppo vicina.
 «Sidney! Sidney    » sentii urlare Billie.




Ciao! Oddio, grazie a Inoiscool perchè mi recensiona sempre! Mi rendi sempre strasuperfelicissima! Quando leggo le tue recensioni mi metto sempre a saltare e correre per tutta la casa (con mia madre che mi guarda strano xD).
Ti prego, recensiona anche questo capitolo D:
Grazie di cuore a tutti quelli che continuano a leggere, anche se non recensiscono. Se vi va però recensite :D

 Il grazie più grande va a Inoiscool! GRAZIE!

   
 
     gli r  gli urla                 
 
   
 
   
  
   
 SuvvSSSuSSu 
   
 
   
  
   

«»«»  

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Capitolo 13
*** Tredici. ***


Ero sdraiata sul marciapiede.
Qualcuno mi stringeva a sè, qualcuno che doveva essere stato un grande idiota, aveva rischiato la vita per salvarmi.
Aprii gli occhi.
Sentivo il braccio di quella persona che mi stringeva fortissimo, come se avesse paura di lasciarmi andare.
Mi misi seduta. Quel qualcuno, quello che mi aveva salvato, era Trè.
«Occazzo, Trè!» dissi, sgrullandolo. Non si svegliava.
«Trè! Svegliati! Fottuto idiota, dovevi lasciarmi lì» dicevo piangendo.
Mi guardai intorno. Già c'era quella fottuta folla.
Mike e Billie parlavano con l'autista.
«Trè, forza, svegliati. Non fare scherzi» dicevo, cercando di svegliarlo.
«Brutto idiota, idiota, idiota, idiota!» gli urlavo, tentando qualunque cosa per farlo svegliare.
«Sidney!» urlò Mike, vedendo che mi ero alzata.
«Mike, perchè Trè non si sveglia?» gli chiesi, piangendo.
«Perchè non mi ha lasciata morire? Perchè sono un danno? Perchè?» urlavo.

Poco dopo Billie ci raggiunse. La macchina se n'era andata, e la folla era diminuita.
Mike cercava di farmi calmare. Ma non ci riusciva. Mi sentivo in colpa.
«Sidney, stai bene?» mi chiese Billie.
«Chissene frega di me. Guarda Trè. Perchè non apre gli occhi?» gli chiesi.
«Su, ora si sveglierà» diceva Billie.
Mi sentivo uno schifo. Uno schifo assoluto. Una persona, Trè Cool, era stesa su un marciapiede per colpa mia. Non c'era sangue perfortuna, ma non si muoveva.
«Più che altro sembra che dorma» disse Mike.
Billie e Mike non sembravano preoccupati. Forse perchè avevano già visto Trè in quelle condizioni, magari ubriaco. Cosa molto probabile.
«Cazzo Trè,svegliati. Hai il materasso per dormire, smettila di far prendere un infarto a Sidney» disse Billie, tirando un leggero calcio sulla pancia di Trè. «Ma povero!» urlai a Billie, che intanto se la rideva.
«Te lo ricordi quando era ubriaco fradicio e non si reggeva impiedi?» chiese Mike ridendo. Billie scoppiò a ridere.
«E come scordarselo» disse ridendo.
Trè aprì gli occhi. «Sidney!» urlò.
Finalmente rivedevo i suoi occhi azzurri,si era deciso a svegliarsi. Sembrava non si fosse fatto nulla. Si era davvero addormentato, dopo avermi strappato alla morte?
«Ce l'hai fatta Trè. L'hai salvata» disse Billie, aiutando a farlo alzare.
«Trè!» urlai, abbracciandolo.
«Sei un idiota. Dovevi lasciarmi morire. Almeno c'era un peso in meno per tutti» dissi poi.
«Billie mi avrebbe ucciso. E, cazzo, ora sono un supereroe» disse ridendo.
Io risi. Ecco, come quella che poteva essere una tragedia finiva in puro cazzeggio. E perchè ogni volta sarebbe finita così non me lo spiegai mai.



HEI RAGAZZI! NO, DICO DAVVERO, VOLETE FARMI PRENDERE UN INFARTO?! GRAZIE, GRAZIE MILLE! SONO TROPPO FELICE CHE IL MIO LIBRO PIACCIA! Ok, basta scrivere in maiuscolo. Grazie, spero che questo capitolo vi piaccia ^^
Ringrazio tutte le persone che hanno recensito, e un grazie speciale va a mia cugina (che segue la storia ma non recensisce mai D: xD) che si subisce tutte le mie urla di felicità di quando leggo le vostre critiche. Ovviamente a lei non anticipo nulla è.é E' pursempre una lettrice come tutte/i voi xD Questo capitolo avrei dovuto scriverlo domani, ma non vedevo l'ora di vedere cosa avreste detto e l'ho scritto ora. Vabbè, al prossimo capitolo lettori! (E lettrici :D) Ah, volevo chiedervi una cosa. Ho catturato una mosca e l'ho chiusa in un bicchiere. Mi consigliate un nome da darle? Almeno posso parlare del libro anche con lei xD Lo so, sono strana ._. Dico davvero però! E' da stammattina che è in quel bicchiere xD

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Capitolo 14
*** Quattordici. ***


Ma..Ragazzi. Grazie, grazie di cuore per le recensioni! Davvero! Sono scoppiata a piangere xD Mi state dando sempre più voglia di scrivere, visto che vi piace. Grazie ancora ^^ Ora vi lascio alla storia :D
Ah, volevo dirvi delle cose. Sto facendo sembrare Trè ottuso non perchè lo odi, ma perchè io lo adoro, e mi piace vederlo così ragazzino xD
Per quanto riguarda Mike: si, forse lo sto lasciando un po in penombra. A volte mi fa paura, quel tipo o.ò Ma comunque stò cercando di farlo partecipare di più xD Ok, ok, ho finito di scassarvi, immagino sarete curiosi di vedere come va a finire xD Buona lettura!





Prendemmo a fare una passeggiata.
«Devo passare al negozio di musica» disse Mike.
Billie si bloccò.
«Che hai Billie?» chiesi.
Fissava dritto davanti a se, sembrava incredulo.
«Ma..Oggi..Che giorno è?» chiese.
«A quanto pare è venerdi» disse Mike, guardando il telefono.
«Occazzo, è vero!» disse Trè.
«Abbiamo le prove, oggi pomeriggio» disse Billie.
«Non ditemi che ve l'eravate scordato» chiese Mike, ridendo.
«E domani abbiamo il concerto» disse Billie.
«Figo» dissi.
Poi ripresimo a camminare.

La via era affollatissima, e tutti si erano girati a guardarci.
Ma loro non si facevano molti problemi. Camminavano come fossero stata gente normale.
Arrivammo al negozio di musica.
«Occristo» dissi, attaccandomi alla vetrina.
«Che succede, Sidney?» mi chiese Trè.
«Questa batteria. E' fantastica» dissi.
Era davvero bella. Era tutta blu, non troppo chiaro e non troppo scuro. Anche lo sgabello era dello stesso colore, e le bacchette anche. Mi piaceva molto.
Bil «Batterista?» mi chiese.
«E secondo te perchè ho una batteria tatuata sul collo? Se non sbaglio l'hai anche vista» gli dissi, senza togliere lo sguardo da quel fantastico strumento.
«Wow, bello. Bè, ti ci vedo come batterista» mi disse.
Trè era davvero ottuso. Ma lo adoravo. Era un ragazzino, in un corpo da uomo. Ok, non propio da uomo. L'unica cosa che aveva da uomo era l'età, e la sua faccia, quando si faceva crescere un po la barba. Per il resto sembrava un quindicenne.
«Hai intenzione di rimanere appiccicata a quella vetrina per tutto il giorno?» mi chiese Mike.
Lo guardai. No, non volevo. Volevo sedermi su quello sgabello e suonare.
«Sù, fammi sentire come suoni» mi disse Trè. Ero davvero felice. Abbracciai Trè, che sembrava felice anche lui.
E pensare che poco prima stavo per morire.

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Capitolo 15
*** Quindici. ***


Occristo santo. Inoiscool, davvero, mi hai fatto schiattare dal ridere! xD Perche Sidney dovrebbe avere una batteria di quel tipo tatuata sul collo? xD Bè, non è normale nemmeno una batteria strumento..Ma chissene frega xD La mosca. Bene, la mosca non ho la più fottuta idea di che fine abbia fatto. Sono tornata da scuola, ho controllato il bicchiere e non c'era più. Però nessuno lo aveva toccato, mamma non c'era stammattina a casa..ASPETTA UN MOMENTO. MIO FRATELLO! Ha liberato la mosca D: Lo ucciderò, prima o poi D: Ha già provato le mie bacchette nuove dritte sulla schiena ._.



Eccolo il mio mondo. Esatto, quello della musica.
Lì dentro mi sentivo benissimo. Come se suonando la batteria mi liberassi da tutti i problemi e dalle preoccupazioni, e trovavo un attimo di divertimento e di allegria. Trè mi fissava, mentre mi guardavo intorno. Sembrava che fosse divertito a vedermi così svagata nei miei pensieri. Perchè tutti facevano così quando ero concentrata a pensare?
«Hei Sidney» mi disse Mike. Rieccomi tornata sulla terra.
«Dimmi»
«Quindi sei una batterista?» mi chiese.
Tirai fuori dalla borsa le mie bacchette, come per dire "Si, lo sono". Erano nere, con la punta bianca. Sopra, la scritta VIC FIRTH 5A con la bandiera americana. Le adoravo, erano davvero belle. Però si stavano sverniciando, a furia di usarle per suonare.
«Belle» disse Trè, notandole. Me ne tolse una dalla mano.
«Trè, stà attento. Se le rovini ti faccio male» dissi, spingendo la bacchetta che mi era rimasta in mano nella sua pancia.

Billie era andato a vedere l'immensa fila di chitarre elettriche, Mike andò a dare un'occhiata ai bassi. Mentre io e Trè rimanemmo soli a vedere le batterie. Con la mia bacchetta suonava ogni piatto, rullante, tom o qualunque altra cosa gli capitasse davanti. Strano che non lo cacciavano ancora. Ricordo che una volta lo feci io, e iniziarono a rompermi le palle.
«Trè, la smetti? Sembri un ragazzino. Non farci sbattere fuori» dissi, prendendo la mia bacchetta. Lui rise.
«Ti posso dire un segreto?» mi chiese. Annuii.
«Divertiti, e se ti sbattono fuori fanculo» disse. Sembrava orgoglioso di aver detto quella cosa.
Lo guardai sorridendo, poi presi le mie bacchette e iniziai a suonare ogni piatto, rullante, tom o qualunque altra cosa mi capitasse davanti. E Trè fece la stessa cosa, con me.
Poco dopo arrivarono Billie e Mike.
«Che cazzo è tutto sto casino?» chiese Mike.
«Vuoi davvero saperlo, Mike?» chiese Trè. Mike annuì.
«E' divertimento» risposi io, ridendo.




chiese

Di


Bi«»«»

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Capitolo 16
*** Un secondo di pausa xD ***


Hei ragazzi, sono io. Grazie per tutte le recensioni xD non vi preoccupate, ora modifico tutti i capitoli e metto la scrittura piu grande, in modo da non farvi venire il mal di testa xD Scusate se gli ultimi capitoli non sono stati molto soddisfacenti.. E che è davvero un brutto periodo per me, forse non potrò più suonare la batteria. E propio di questo volevo parlarvi. Siccome ho questo dannatissimo problema alla schiena dovrei lasciare batteria, ma non lo farò MAI. Quindi devo stare di meno al computer per fare attività fisica e cercare di rimettermi apposto la schiena. Scusate se aggiornerò poco, mi dispiace davvero. Cercherò di stare al computer solo per le cose piu essenziali (FF compresa). Grazie per tutte le recensioni, se volete continuate a recensire, magari mi metterete allegria :) Cercherò di scrivere capitoli più leggibili (sia in senso visivo che di contenuto). Ora vedrò di scrivere il prossimo capitolo al più presto! Ora vado a farmi una passeggiata ( comincio da subito v.v) ovviamente con i Green Day come sottofondo *--* Ok, vi ho giá scocciato abbastanza xD solo un'ultima cosa: scusate se vi farò venire il mal di testa leggendo tutto sto poema, avrei voluto ingrandirlo ma sto con l'ipod e non ho tutte le opzioni che ho sul computer D: scusatemi. A presto (si spera xD)

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Capitolo 17
*** Sedici. ***


«Ragazzi, non vorrei dirvi niente, ma stiamo per essere cacciati fuori» disse Billie, notando che il propietario ci stava guardando.
La smisi, era fin troppo imbarazzante. Ma mi divertii. Invece Trè ancora suonava.
«Trè, smettila di fare il ragazzino» disse Mike. Trè sembrava non ascoltarlo.
Mi misi a fissare Billie, che stava guardando Mike. E Mike stava guardando Trè, che ancora non la smetteva. Mi misi a ridere.
Lo sguardo di Mike faceva ridere. A braccia conserte, guardava Trè, cercando di mantenere un'espressione seria. Ma si vedeva che voleva ridere, le facce di Trè facevano troppo ridere.


Trè si fermò.
«E va bene. Quanto sei palloso, però» disse Trè. Io e Billie ridemmo.
«Sidney, allora vuoi suonare?» mi chiese Trè.
«Ah..Hem..No,lascia perdere. Abbiamo già fatto abbastanza casino» dissi.
«Meglio che usciamo da qui» disse Billie, affrettandosi a raggiungere la porta d'uscita.
«Cazzo Trè, sei sempre il solito» disse Mike.
«Dai Mike,non esagerare» disse Billie.
«Si vedeva che stavi schiattando dal ridere, sai?» gli dissi io.
Mike rise. «Ok, è vero. Trè mi fa ridere quando suona. Ma non fatelo mai più» disse.
«Scusa» dissi, alzando le spalle. Poi guardai Trè, dandogli una gomitata sul fianco.
«Ahi! Ma che sei scema?» mi chiese. Feci segno con la testa verso Mike.
«Ah, hem...Scusa Mike» disse sospirando. Mike rise.

«Bene, ora che si fa?» chiese Billie.
«Io ho fame» disse Mike.
«Sinceramente anche io» dissi ridendo.
Trè sembrava svagato. Forse era dispiaciuto per quello che era successo prima. 
Un po mi dispiaceva vederlo così. Trè aveva sempre quel comportamento da ragazzino, che ti faceva sempre tornare il buonumore. Forse a volte esagerava un po, ma non gli importava. Lui voleva divertirsi. Però magari ci rimaneva male se lo sgridavi. Chissà a cosa stava pensando..
«Hei Trè» gli dissi. Lui sembrava non avermi sentito.
«Trè?» lo richiamai.
«Che c'è?» mi chiese. Ah, finalmente era tornato tra noi.
«Che hai? Mi sembri un po giù» gli dissi.
Lui rise. «Io? Giù? Ragazza, io sono l'uomo più felice del mondo. Se mi vedi "giù" è solo per un'altra cosa» disse allegramente.
Io scoppiai a ridere.
«Trè, non mi sembrava il caso» disse Mike. Billie anche rideva. Ma io non riuscivo più a smettere.
«Bel doppio senso» dissi, asciugandomi le lacrime.
«Stop. Ora prendiamo una birra» disse Trè, entrando in un bar.

Io, Mike e Billie ci sedemmo, Trè era andato a prendere le birre. Poco dopo tornò.
«Quattro? Perchè quattro birre?» chiese Billie. In effetti era vero. Perchè quattro birre? Io non potevo bere.
«E Sidney?» chiese Trè.
«Genio, ho 13 anni. Non posso bere. O, se devo propio, non bevo davanti a tutti col rischio di farvi arrestare. Credo di aver fatto abbastanza danni, per oggi» dissi.
«La berrò io, allora» disse. Poi iniziò a bere una bottiglia.
Era così ingenuo. Sembrava addirittura più piccolo di me. Oppure ero io, che mi facevo più grande? Certo, Trè aveva il suo comportamento da quindicenne ubriaco, però io..Bè, mi trovavo troppo seria. Avrei dovuto bere quella birra?





  
Hei ragazzi, ciao. Sono riuscita a scrivere solo questo misero capitoletto. Spero appreziate ^^
Riguardo le recensioni:

OrangeMochaFrappuccino: intanto volevo dirti che adoro il tuo nickname *--* E poi, per la batteria. Beh, dice il pediatra (si, a 13 anni vado ancora dal pediatra -.-) che quando diventerò "esperta" (perchè sono ancora principiante) dovrò usare tantissima forza, e sforzerò tutti i muscoli del corpo, compresa schiena ._.
Inoscool: occristo, mi dispiace. Più o meno ti capisco, perchè piango solo al pensiero che i miei mi vietino di suonare la batteria. E scusa, non riesco a scrivere capitoli più lunghi. In un certo punto mi blocco D:
 
Visto che ho ingrandito tutto? :D E' ancora troppo piccolo?
Ah, vorrei ricordarvi che domani alle 19.00 su mtv ci saranno gli EMA, e ci saranno anche i nostri tre punkettari preferiti! *--* Non vedo l'ora di vederli, chissà come saranno conciati xD
Ah, ho preso anche un cagnolino. Avevo intenzione di chiamarlo Trè per la sua grande somiglianza al nostro nano (rotoli di pancia enormi o.o) ma mamma ha detto che era assurdo, quindi si chiama Mike, anche se non hanno niente in comune. Non l'ho chiamato Billie perchè sembrava troppo classico D:
Ragazzi, ditemi se sto facendo Trè troppo ottuso D: Forse ho esagerato xD
Bene, ora torno a coccolare Mike :D (Ma io lo chiamerò sempre Trè u.ù)
Aspetto le vostre recensioni :D

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Capitolo 18
*** Diciassette. ***


Eravamo seduti a quel tavolo del bar. Trè beveva allegramente la sua birra, o meglio, le sue birre. Billie fissava la bottiglia di birra ormai vuota sorreggendosi la testa sulle mani. Mike se ne stava a braccia conserte a fissare il vuoto.
Mike mi è sempre sembrato un tipo molto riflessivo. Se ne stava sempre zitto zitto a pensare a chissà cosa. A volte avrei voluto chiederglielo, ma non mi andava di disturbarlo.
Alzai lo sguardo.
«Che c'è?» chiese Trè.
«Mi sto annoiando a morte» disse.
Sinceramente aveva ragione. Non stavamo facendo niente, apparte guardarci gli uni con gli altri.
«A che ora abbiamo le prove?» chiese Trè.
«Non lo so. Ma usciamo di qui, prima che mi addormenti» disse Billie alzandosi. Ci alzammo tutti, e uscimmo, cercando un posto in cui divertirci.


Hei ragazzi. Scusate, per oggi sono riuscita a scrivere solo questo. Fa schifo, lo so. Però volevo aggiornarvi, almeno per quel poco che riesco a scrivere. Ho poche idee(tra l'altro ho scritto questo capitolo mente mio cugino, che si è innamorato della mia migliore amica, mi tartassa dicendomi "voglio claudia"), e in più sto malissimo. Mio fratello è in ospedale, e io devo stare con l'altro mio fratello che sente la mancanza di mamma(ora è nell'altra stanza che piange. povero, ha solo 5 anni, mi fa pena) che sta all'ospedale con il fratello scassato. Spero di poter tornare a scrivere decentemente, che mi vengano un po di idee. Vorrei tanto stare seduta nella mia stanza ora, con Homecoming come sottofondo. Invece sto a casa di mio cugino con mio fratello che urla. Vabbè, ora vado da mio fratello, per questi giorni sono diventata "mamma" (eh, le responsabilità di una sorella maggiore *sospira*)

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Capitolo 19
*** Diciotto ***


Riecco che camminavamo per la strada. Ci stavamo annoiando a morte, non sapevamo cosa fare.
«Ragazzi, torniamo all'hotel?» chiese Mike.
«Vabbe» disse Billie.
In una decina di minuti tornammo all'hotel. Il tragitto sembrava non finire mai. Nessuno parlava più, stavamo tutti zitti. Già avevamo finito le cazzate da dire? Non credo. Forse era solo una pausa, per pensare a cazzate ancora più colossali.

Mi preoccupava il fatto di ritornare in camera con Billie Joe. Non volevo rivederlo in mutande. O forse si.
«Hei Sidney, che hai? Mi sembri preoccupata» mi chiese Mike.
«Hem..Niente..»
«Sicura?»
«Si..»
Mike mi guardava, senza un espressione precisa. Abbassai lo sguardo.
«Sicura?» mi richiese.
Feci "no" con la testa.
Come faceva Mike a scoprirmi? Nessuno aveva mai fatto caso a me, quando ero un po giù. Mai. Lui invece c'era riuscito. Era come me, anch'io capivo subito quando qualcuno aveva qualcosa che non andava.

«Vieni con me?» disse, inginocchiandosi davanti a me e alzandomi lo sguardo.
«Vabbe» dissi.
«Billie, Sidney viene con me» disse Mike.
«Va bene» rispose Billie, chiudendo la porta.
Entrai nella stanza di Mike. Era simile alle altre due. Però..Aveva qualcosa di diverso. C'era un'aria di tranquillità, di quiete, che nelle altre stanze non si avvertiva. Ero rimasta all'ingresso, ancora un po spaesata da quel nuovo ambiente.
«Guarda che puoi sederti» mi disse Mike, sedendosi sul divano.
«Ah..Si, scusa» dissi, avvicinandomi a lui.
«Che cosa c'è che ti turba?» mi chiese.
Ci pensai su. A volte stavo giù senza un motivo preciso. Però, quella volta, qualcosa c'era.
«Fammi indovinare. Il tuo passato» disse lui, semplicemente.
Bingo. Lui aveva già capito tutto. Era troppo astuto .Quasi da dar fastidio.
Però, che cazzo, qualcuno aveva capito perchè stavo così male. Quasi non lo sapevo nemmeno io, il perchè.
Annuii.
«Sù, racconta» mi disse.



Ciao ragazzi xD Ho dato il massimo D: Spero che vi piaccia..
Inoiscool: Ho seguito il tuo consiglio xD Grazie, credo che questa storia aveva bisogno di Mike. E finalmente eccolo xD Per il resto: grazie delle citazioni xD Per ora deve stare ancora all'ospedale, ma sta bene..credo. Non lo vedo da un po perchè rimanevo sempre fuori con Mike (Mike il cane xD) Speriamo si rimetta presto, anche perchè non ce la faccio più a stare con mia nonna che mi ingozza di cibo fino a scoppiare D:
Ci sentiamo al prossimo capitolo, intanto ditemi che ne pensate di questo xD
Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaao :D

BiBingo
 

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Capitolo 20
*** Diciannove. ***


Finalmente qualcuno era disposto ad ascoltarmi, ad aiutarmi. Avrebbe fatto male ricordare il passato, ma non mi importava. Prima o poi dovevo parlarne con qualcuno, dovevo togliermi quel peso.
«Tutto iniziò ad andare a puttane qualche anno fa..» iniziai.
«Sai,devi sapere che avevo un fratello. Più grande di cinque anni. Era sempre stato gentile con me, andavamo molto d'accordo. Si chiamava Milton.Quando tutto cambiò aveva 15 anni..» continuai, cercando di trattenere le lacrime.
Avevo lo sguardo fisso davanti a me. Mike, invece, credo che mi guardava. 
«E poi?» mi chiese.

«Avevo diec'anni, lui appunto quindici. Mi ammalai di non ricordo cosa, e dovettero ricoverarmi. I miei genitori ovviamente mi stavano dietro ignorando Milton. Aveva 15 anni, però anche lui voleva qualche attenzione. In quel periodo i miei rimanevano in ospedale con me, lui era a casa sempre solo. Però veniva ogni giorno. Che coglioni, sono stati, i miei genitori..» dissi, con la voce rotta dal pianto.
«Intanto Milton, non essendo controllato da nessuno perchè reputato abbastanza grande per stare solo, si fece nuove amicizie.Frequentava gentaccia, e dei postacci. Lo trascinarono nel mondo della droga. E quello stupido non capiva che era della gente di merda. Si era innamorato di quella ragazza che lo aveva portato lentamente alla rovina. Lui non si presentava più in ospedale. I miei genitori erano preoccupati,ma pensavano che era una delle cose che accadevano agli adolescenti, e continuavano a starmi dietro invece di andarlo a cercare. Ovviamente non sapevano che si drogava. Stupidi, stupidi. Io mi stavo rimettendo, tanto che potevo anche tornare a casa. Ma mi mancava il mio fratellone, mi mancava la sua voce, suoi capelli scuri e i suoi occhi marroni..Mi mancava tutto, e mi manca» dissi, asciugandomi le lacrime.
Mike non faceva niente. Stava zitto, ad ascoltare il mio passato.

«Tutto accadde durante quei due mesi che ero in ospedale. Ero disperata, rivolevo Milton. Mi misi a cercarlo dappertutto, una volta tornata a casa. Setacciai ogni angolo della città. Non mi sembrava il tipo da drogarsi. Era sempre stato responsabile, con la testa sulle spalle. Ma quella ragazza la testa gliela fece arrivare tra le nuvole..Un giorno, alla tv, dissero di quei quartieri, dove tutti i ragazzi fuggiti da casa, criminali o qualunque altra cosa fossero stati, si ritrovavano lì a drogarsi. Corsi subito nell'unico quartiere di quel tipo che c'era in città. Non volevo trovarlo lì, e sapevo che non l'avrei mai trovato. E invece era lì» a quel punto scoppiai a piangere intensamente, non riuscivo a smettere.
«Hei, sù. Calma. Continua» mi disse, dandomi una pacca sulla spalla.
Mi asiugai le lacrime e continuai.
«Andavo tutti i giorni lì, sperando di poterlo portare via da quel fottuto inferno. E invece ogni giorno era peggio. Finchè..» mi bloccai.
Il cuore aumentò il battito, e le lacrime scendevano sempre più velocemente. Abbassai lo sguardo.
«Finchè un giorno lo trovai morto» dissi.

Rimasi a piangere silenziosamente con lo sguardo abbassato. Mi sentivo meglio, dopo aver raccontato a qualcuno cosa era successo. Però era stato difficile. Il ricordo di Milton mi era impresso nella testa. I suoi capelli neri tutti ricci, i suoi occhi marroni e il suo sorriso perfetto. Mi ricordavo la sua voce, di quando la mattina mi faceva il solletico per farmi alzare. Quando giocavamo a rincorrerci, quando ero stesa nel giardino e lui affianco a me suonava la chitarra..
«E poi, i tuoi genitori?» chiese.
«Fino a qualche mese fa vivevo con loro, ma ora sono spariti e sono sola..Non so perchè se ne sono andati. Non so dove sono andati. Non hanno pensato a me? Io non sono come Milton. Io ho il terrore di restare sola. Ho 13 anni, non posso vivere senza loro. E invece, eccomi qui» dissi.
Ci fu un po di silenzio, Mike mi stava lasciando calmare.

«Ma ora sei con noi» disse, quando vide che non piangevo più.
«Non posso stare per sempre con voi» risposi.
«Ma per ora stai con noi» contrabbatteva.
Mike faceva di tutto per rassicurarmi.
«Ora siamo noi la tua nuova famiglia» mi disse, sorridendo.
Lo guardai. Sembrava che il suo sorriso avesse illuminato il mio animo buio e triste.
Gli sorrisi. Ma quel sorriso era diverso da tutti gli altri. Anche il mio cuore sorrideva.

«Grazie» dissi commossa. Mike mi abbracciò.
Poggiai la testa sulla sua spalla, e chiusi gli occhi, felice.




Ciao ragazzi xD Allora, che ve ne pare? Povera Sidney, che passato crudele le ho fatto D: Ma per fortuna Mike sa come farla stare meglio :D
Mio fratello è tornato dall'ospedale, e con lui è tornato anche il casino -.-
Inoiscool:  Si, ho seguito il tuo consiglio,e direi che è stata un'ottima idea! xD Hai contribuito a scrivere due capitoli in un punto in cui ero bloccata, e mi hai fatto venire un bel po di idee xD Grazie :D Quando ho letto la tua recensione Mike era sulle mie gambe che dormiva xD
Ora, siccome voglio continuare a scrivere, faccio un'altro bel capitolo :D A dopooo xD

 

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Capitolo 21
*** Venti. ***


Rimasi a dormire sulla spalla di Mike. Anche Mike si addormentò.

Toc toc.
Qualcuno bussava la porta. E a quanto pare anche da tanto, perchè batteva sempre più veloce e più forte, tanto da farmi svegliare.
«»«»««Che c'è?«» «»«»«» chie    » chiesi assonnata, aprendo la porta.
«Finalmente qualcuno si è deciso ad aprire» disse Trè, decisamente scocciato.
«Scusa, dormivamo. Non sono come qualcuno che va a rompere le palle in giro» dissi, prendendolo in giro.
Fece una risata ironica.
«Beh, ora che mi hai svegliato, cosa cazzo vuoi?» chiesi.
«Niente» rispose lui.
Stavo per picchiarlo.
«Vuoi sapere una cosa?» gli dissi.
«Cosa?»
 «Vaffanculo» dissi, richiudendogli la porta in faccia. Mike si era sveglliato.
«Oh, scusa Mike se ti ho svegliato. Ma Trè deve fare l'imbecille, sennò non è contento» dissi ridendo. Lui rise.
«Vieni, andiamo a chiamarli. Abbiamo dormito per tutto il pomeriggio» disse stiracchiandosi.

Uscii dalla porta e chiamai gli altri due.
«Che c'è?» chiese Billie, affacciandosi alla porta.
«Dobbiamo passare a casa di Sidney. Deve prendere i vestiti» disse Mike.
Billie mi guardò, poi guardò Mike.
«Ma Sidney..Casa sua..» disse, pensando che sarei stata male se tornavo a casa.
«Io sto bene, Billie» dissi, sorridendo.
Billie sembrava sorpreso nel vedermi così felice. Di sicuro stavo molto meglio di prima.
Trè invece non capiva.
«Deve venire con noi?» chiese.
Mike e Billie annuirono.
«E i suoi genitori?» chiese.
Io scoppiai a ridere. «Ancora non hai capito, Trè?» gli chiesi, ridendo.
Dal suo sguardo mi sembrava di capire che non aveva compreso un tubo.
«Trè, i miei genitori sono spariti. Sono sola» dissi, tranquilla.
«E lo dici così allegramente?» chiese.
Guardai Mike, che mi sorrise e mi fece l'occhiolino. Gli sorrisi.
«Vabbe, andiamo. Dopo dobbiamo andare alle prove» disse Billie.
«Però..Casa mia è distante da qui» dissi.
«Taxi?» chiese Trè.
«Taxi?!» dissi io.
«Si, taxi» rispose tranquillamente Mike.
Prendemmo un taxi. Mi sembrava incredibile, delle rockstar che prendevano il taxi.

Arrivammo a casa mia. Avevo le chiavi nella borsa.
Le cercai e entrammo. Era tutto buio.Cercai con la mano la luce sulla parete, e l'avevo quasi trovata.
BUM
Billie e Mike saltarono dallo spavento, io invece scoppiai a ridere. Immaginavo che sarebbe successo.
Accesi la luce. Trè ovviamente aveva sbattuto alla batteria che era in salotto, buttandomi per terra i piatti. E in più aveva sbattuto il ginocchio al bordo del tom, e si era fatto male.
Billie e Mike lo videro e scoppiarono a ridere.
«Che cazzo vi ridete?» disse Trè, raccogliendo un piatto. Andai ad aiutarlo.
«Scusa» dissi ridendo. 
Il bello era che rideva anche lui.
«Fa niente» disse.
«Vado in camera mia a cambiarmi e prendo l'altra roba» dissi, andando in camera mia.
Loro rimasero in salotto a guardare tutte le foto sulla parete. C'erano le foto di me quando ero piccola, delle foto di Milton..

Presi il borsone e praticamente ci rovesciai dentro i cassetti. E mi cambiai.
«Hei Sidney, dove sei?» chiese Trè.
«In camera mia, non entr..» Trè aprì la porta.
Avevo i jeans, ma ero in reggiseno. E mi si vedeva la farfalla tatuata. Me la coprii. Quella farfalla aveva un significato ben preciso, non era lì casualmente. La farfalla simboleggiava la libertà. E, sulla sua ala, c'era tatuata una piccola nota musicale, la croma, che simboleggiava la passione per la musica.
«Trè! Fammi almeno mettere la maglia!» gli urlai, girandomi. Mi infilai velocemente la maglia, poi presi la camicia e me la misi.
«Ah, scusa» disse avvicinandosi a me.
«Vuoi una mano?» mi chiese, notando che facevo a botte con la cerniera dei jeans, che non si chiudeva.
«Trè, stammi lontano» dissi ridendo.
Lui rise. Ovviamente non mi ascoltò, e si inginocchiò.
Sfortunatamente in quel momento passò Mike davanti la stanza, con la porta aperta che Trè non aveva chiuso.





Scusate, ma ero in vena di scrivere cazzate xD Spero vi piaccia lo stesso ._.

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Capitolo 22
*** Ventuno. ***


Mike si fermò all'ingresso della stanza.
Nemmeno lo notai, perchè facevo a botte con Trè per lasciarmi.
«Billie! Cazzo!» urlò Mike.
"Ecco, ora pensa ad una brutta cosa" pensai.
«Che vuoi?» chiese Billie.
«Trè...Trè è giù..» urlò, riferendosi al doppio senso di Trè.
«Occazzo. E con chi? O meglio, a chi? Non dirmi che è..» chiese Billie, raggiungendo di corsa Mike. Si fermò vicino a lui.
«Trè! Cazzo, lasciami! Sembra che..Insomma, lasciami!» gli urlavo, cercando di liberarmi.
«Sta ferma che ho quasi fatto» disse Trè.
Guardai Mike e Billie che ci fissavano, non sapendo se ridere, piangere o picchiare Trè.
«Che cazzo guardate? Venite a staccarlo da qui» dicevo, ridendo.
Quello era peggio di un manicomio.

Quei due idioti rimasero sulla porta, a fissarci. Finalmente Trè si era staccato dalla mia cerniera. Si girò e vide i due.
«Perchè quelle faccie? La stavo solo aiutando ad allacciare la cerniera» disse Trè.
 Io diventai rossa. «Trè, sei un coglione!» gli urlai, spingendolo.
Lçu
 
Lui rise.
«Ma che cazzo ridi? Cioè..Cioè..Mah, lascia perdere» dissi, prendendo il borsone.
Mike e Billie sembravano due statue.
Uscii dalla mia camera e andai in cucina. Mi seguirono con lo sguardo.
«Trè, ma insomma» sentivo urlare Mike, ridendo. Anche Billie rise.

Poco dopo Billie mi raggiunse in cucina. Io intanto stavo bevendo un po' d'acqua.
«E' tutto apposto?» mi chiese.
Non risposi. Ero troppo nervosa.
«Hei Sidney, alla fine non sono riuscito a chiudertela» disse Trè, andando vicino a Billie.
Staccai la bottiglia dalla bocca e sputai l'acqua, stavo per uccidere Trè.
Billie rise.
«Trè. La prossima volta che lo rifai, giuro su quel fottuto dio che ti ficco una baccetta in pancia e te la faccio uscire dalla schiena» dissi, chiudendo la bottiglia. Trè rise.
«Non stò scherzando» dissi, tornando in sala.
«Sù, maddai, stiamo giocando» disse Trè, bloccandomi da dietro e abbracciandomi.
Cercati di liberarmi, ma non ci riuscivo. Mi teneva stretta a sè. Adoravo quando qualcuno mi abbracciava.
«Dai, lasciami» dissi più calma, spingendolo via. Lui rise.
«Ragazzi, sarebbe meglio andare alle prove» disse Mike, guardando l'orologio.
«E andiamo» disse Billie, andando verso la porta.
Lasciai tutti uscire, e rimasi qualche secondo dentro casa, sola.

Buttai un'ultima occhiata veloce sulle foto attaccate sulle pareti. Mille ricordi mi tornavano alla mente. Ma non mi facevano più nulla ormai, il passato è passato.
Sorrisi.
E sorridendo, chiusi la porta, andandomene.

Quel gesto, forse, era l'inizio di una nuova vita.



Ciaoooooooooooo xD Oddio, che manicomio xD Qui Trè ha raggiunto davvero il limite! Stavo schiattando dal ridere, immaginando la scena di Trè inginocchiato davanti a me che tenta di chiudere la cerniera mentre Mike e Billie guardano con uno sguardo tipo "O.O" e "D:" e "xD" messi insieme xD
Inoiscool: Mi fa piacere che ti sei esaltata xD Mi sembra un buon segno ^^
Ci vediamo al prossimo capitolo, che credo scriverò domani, o stasera xD
 

 
Sput 

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Capitolo 23
*** Ventidue. ***


Velocemente raccolsi i capelli in due codine. Dovevo lavarli, erano un disastro.
«Sidney!» sentivo Billie che mi chiamava.
«Arrivo Billie» dissi, prendendo il borsone da terra e andando vesto Billie.
«Occazzo, hai cambiato faccia» disse Mike. Era vero. Ogni volta che mi facevo le code sembravo più piccola. Se non fosse stato per la mia altezza, mi avrebbero scambiato per una bambina di sette anni. 
«Sembri più piccola» disse Trè. 
«Vero» disse Billie.
 Io risi.
«Mi sono solo legata i capelli..» risposi. 
Prendemmo un altro fottuto taxi e andammo allo stadio, dove a quanto pare il giorno dopo dovevano fare un concerto.

Arrivati, Billie, Mike e Trè salutarono altri tre tizi. Ovviamente non avevo la più pallida idea di chi fossero.
«Chi è lei?» chiese uno dei tre, notandomi.
«Lei è Sidney» disse Trè, avvicinandosi a me e mettendomi un braccio sulle spalle.
«Jason. Jason White» disse il tipo di prima, porgendomi la mano.
«Sidney..Sidney» dissi, stringendogliela. Lui mi fissò strano.
«Che c'è? Non ho un cognome. O meglio, ce l'ho ma è perfettamente inutile» dissi.
«Approposito, qual'è il tuo cognome, Sidney?» chiese Mike.
 «Becher» dissi, scocciata.
«Sidney Becher. Suona bene» disse ridendo Mike.
«Purtroppo si. Ora, non provare a chiamarmi Becher perchè mi da fastidio» dissi, scocciata.
Mike rise.
«Io sono l'altro Jason. Jason Freese» disse un altro tipo.
«Io sono Jeff» disse un altro.
Jason, Jason e Jeff. Tutti e tre iniziavano con la J.
«Loro suonano con noi nei concerti» disse Billie.
«Ah, ora capisco. Pensavo che erano altre persone raccattate in giro come me» dissi ridendo.
Il "trio J" guardò Billie, come per chiedere una spiegazione.
«Storia lunga, poi vi dico» rispose.
Dopo aver incontrato altra gente e parlato, stavano per iniziare.
«Sbrighiamoci a fare le prove, così dopo andiamo a bere qualcosa» disse Trè, prendendo le sue bacchette. Al contrario delle mie non erano verniciate. C'era scritto solo "Zildijian" e affianco, in verde, c'era la firma di Trè.
«Sempre il solito» dissi ridendo.


Mike andò a prendere il suo basso, Billie la sua chitarra e gli altri i propri strumenti. C'era anche la batteria di Trè, ovviamente. Sulla cassa c'era la scritta "Green Day". Mi piaceva.
«Occazzo, no!» urlò Billie.
«Che è successo?» chiese Mike.
«Non trovo la scaletta delle canzoni» disse Billie.
Mi misi a cercarlo anch'io.
«Per caso è questo?» chiesi, prendendo un foglio che era per terra.
Lo lessi. «No. Qui ci sono solo nomi che mi sembrano marche di birre» dissi. Solo una persona mi venne in mente: Trè.
«Trè, credo sia tuo» dissi, portandoglielo.
«Ecco dove cazzo era finito. Non avevo niente da fare e mi sono messo a scrivere le marche che mi piacciono di più» disse, mettendosi il foglio in tasca. Scoppiai a ridere.
 «Eccola, l'ho trovata» disse Billie, alzando il foglio in aria come se fosse un trofeo. Lo sistemò sul leggio.
«Vai con American Idiot!» urlò.
Poco dopo tutti iniziarono a suonare, componendo quella che doveva essere una delle loro canzoni più famose di sempre. 





Waaaaa! Ciao xD
Inoiscool: Grazieeeeeeeeeeeeee! xD Quando ho letto la recensione mi sono messa a fare la cretina con le bacchette dalla felicità xD E mia madre, notando la mia insolta attività, mi ha chiesto che cosa mi prendesse. Da brava cretina gli ho risposto: Il mio libro piace! Mia madre mi ha risposto: quale libro? Io: eh? No, niente, lascia perde xDsere seGià, anche a me è
Anche a me è piaciuta la scena dell'abbraccio xD Ci stavo facendo caso anch'io alle ripetizioni, anche se a volte ancora ci sono xD Stò cercando di stare dritta con la schiena ma mi fa un dolore incedibile T.T E la brutta cosa è che batteria mi piace sempre di più. Devo trovare una soluzione al più presto T.T
In quanto alla "Sidney di 7 anni", volevo dirvi che anche io, andando in giro con le codine, sono stata scambiata per una ragazzina più piccola, nonostante il mio metro e 65 di altezza ._. Caspita, sono alta quasi come Trè! xD A Quanto ne so lui è alto 1,67 ._. Poveracciooo D:

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Capitolo 24
*** Ventitre. ***


Per tutto il tempo che provarono stavo seduta su un amplificatore li vicino. Erano davvero bravissimi.
Ad ogni canzone, sentivo i brividi lungo la schiena. A volte li sentivo anche sul viso, cosa abbastanza strana.
Alcune di quelle canzoni le conoscevo, perchè le avevo sentite alla radio.
Ad ogni canzone avevo una reazione diversa. Battevo il piede, la mano, muovevo la testa a ritmo..
Solo ad una, l'ultima, la reazione fu davvero insolita. Solo il nome mi faceva venire i brividi.

Rimase solo Billie a suonare, con la sua Blue. Nessun basso, chitarra elettrica o batteria suonava.
C'era solo lui, con sei corde di metallo,.
Già intonando le prime note, sentivo i brividi sulla faccia.
No, non erano brividi.
Quelle erano lacrime.
Quella canzone che tanto adoravo, che Milton mi suonava sempre.
Era una delle nostre preferite. Le parole che usava, la chitarra che le accompagnava.

Scappai via, mi nascosi da tutti per non farmi vedere piangere.
Non stavo propio piangendo, però le lacrime scendevano e mi solcavano il viso, senza che volessi.
Chiusi gli occhi e sospirai.
Davanti a me vidi una distesa verde, e due persone. Una bambina e un ragazzo.
Il ragazzo aveva una chitarra in mano, la bambina era sdraiata sul prato con gli occhi chiusi, come cullata dalle parole di quella canzone cantata dal ragazzo, la stessa che intanto stava facendo Billie.
Li riaprii. Non volevo quella immagine, no. Quello era passato. Ma perchè continuavo a paragonare il passato al dolore?
Il passato, in alcuni casi, poteva anche essere felicità. E quel ricordo doveva essere uno di quei casi.
Sorrisi, Billie suonò l'ultima nota.

«Dov'è Sidney?» chiese Billie.
«Eccomi Billie» dissi, uscendo fuori dal mio nascondiglio.
«Perchè sei scappata?» mi chiese.
 «Ah, mi hai visto» dissi ridendo.
Lui rise, e mi stropicciò i capelli.
«Troppi ricordi..» dissi.
«Conosci la canzone?» mi chiese.
«Era una delle preferite di me e Milton. Me la suonava sempre» dissi, sorridendo.
Cantai le ultime due frasi della canzone.

Milton, tu hai avuto tempo nella tua vita? Hai davvero fatto tutto quello che volevi fare?
Hei Milton, I hope you had the time of your life..

«Good Riddance, Time of your life» sussurrai. Un ultimo brivido mi percorse la schiena, un altra lacrima bagnava la mia guancia, una lacrima che si infranse sul mio sorriso.




Hei ragazzi xD Capitolo moooolto moscio ç_ç Spero vi piaccia lo stesso xD L'ho scritto mente sentivo Good Riddance, quindi ho pensato di dedicargli un piccolo spazio nella FF, visto che è una delle mie preferite. Scusate se non succede niente in questi capitoli, scusate davvero! D: Cercherò di migliorare, prometto! Ora, vi do la buonanotte *sbadiglio* :D

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Capitolo 25
*** Ventiquattro. ***


Trè intanto se l'era svignata alla ricerca di qualche birra, Mike, Billie e "Il trio J" parlavano con tutte le altre persone.
Fissai la batteria di Trè. La cassa con lo sfondo bianco, e la scritta "Green Day" in nero.
Mi sedetti dietro la batteria. Trè non si sarebbe arrabbiato, dato che alcune volte lui stesso le rompeva.
Non suonai. La osservai solo. Era circondata da piatti di ogni grandezza. C'era un solo pedale.
Poi alzai lo sguardo. Uno stadio enorme. Chissà che emozione, stare lissù davanti centinaia di persone..
L'agitazione continua, la costante paura di sbagliare. Ma al tempo stesso anche la sensazione di far divertire tutta quella gente, che viene da tutte le parti dello stato solo per sentirti suonare o cantare. E chissà cosa si provava, ad essere ammirati così tanto..

«Hei Sidney» mi disse Trè.
«Che c'è?»
«Perchè non suoni?»
«Boh. Prima volevo chiederti il permesso»
«Ok»
«Posso suonare?»
«Puoi suonare»
«Che suono?»
«Quel che cazzo ti pare»
«Non conosco nessuna canzone che si chiama "Quel che cazzo ti pare"»
«Non fai ridere, sai?»
«Lo so»
«Basta fare umorismo triste e suona qualcosa, che cazzo» disse lui stufo, bevendo una birra.
Che cazzo dovevo suonare? Ma poi, perchè dovevo suonare?

«Posso chiederti una cosa?» gli chiesi.
«Che vuoi»
«Perchè devo suonare?»
«Perchè voglio sentire quanto sei brava»
Ah, ecco, voleva sentire quanto ero brava.
«Non conosco molte vostre canzoni..»
«Conosci American Idiot? E' semplice, sù» mi rispose.
Tirai fuori le mie bacchette dalla borsa e iniziai a suonare. Quella era una delle prime canzoni che avevo imparato, e una di quelle che preferivo suonare. Immaginavo Billie e Mike davanti a me che suonavano e cantavano, e davanti a loro tutto il pubblico. La gente che esultava, cantava felice insieme alla sua band preferita. Cosa provavano le tre rockstar, vedendo tutta quella gente che era felice? Questo mi passava per la testa mentre suonavo.
«Oh, Sidney che suona» disse Mike, avvicinandosi alla batteria. Gli sorrisi.
«E' forte» disse Trè.
«Billie, senti Sidney» urlò Mike. Billie venne vicino a noi.
Mi sentivo un po imbarazzata, sotto gli sguardi dei tre.
«Stop!» urlò Billie. Mi fermai. Che avevo fatto di sbagliato?

«Mike, prendi il basso. Sidney, tu suona con noi» disse Billie, prendendo la sua chitarra.
«Cosa?!» chiesi. Dovevo davvero suonare con loro?
 «Su, non fare storie» mi disse Mike.
 Guarday Trè, che mi fece l'occhiolino e mi sorrise. Poi si sedette su un amplificatore la in giro, e finì di bere la sua birra.
Intanto Billie iniziò a suonare American Idiot con la sua chitarra.




Ciao ragazzi! Come potete ben vedere, la canzone del capitolo è American Idiot xD
Inoiscool: Oddio! Ma lo sai che mi sono emozionata quando hai detto "Ma sti cazzi xD ho la tua storia"? Occristo, mi dispiace per quello che è successo (non ho ben capito cosa..Lo so, sono ignorante D:) ma..grazie ^^ 
Voglio dedicarti questa storia, Inoiscool ^^


  dis  

 

 
 

 

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Capitolo 26
*** Venticinque. ***


Cazzo, era fantastico suonare con loro.
Mi trascinavano nella musica, e non riuscivo a smettere di suonare. Se non si sarebbero fermati loro, non mi sarei fermata nemmeno io.
Trè mi guardava entusiasta. Aveva finito la birra, e se ne stava seduto a osservarmi.
Ogni tanto Mike e Billie si giravano a guardarmi, e io gli sorridevo.
Billie finì di suonare.

Trè si alzò e venne vicino a me.
«Cazzo, è stato fantastico» dissi, ridendo.
«Hai talento, ragazza» mi disse Mike, dandomi una pacca sulla spalla. Billie mi fece il segno "ok" con il pollice, Trè chiamava il "Trio J".
«Che ve ne pare?» chiese Trè a loro.
«Molto brava, direi» disse uno dei due Jason, non ricordavo chi.
«Concordo» disse Jeff. L'altro Jason annuì.
Rimasimo lì a parlare per un oretta. Ovviamente bevendo la birra. Come poteva mai mancare?

«Ragazzi, stasera dobbiamo andare a tormire presto» disse Mike, alzandosi dall'amplificatore su cui era seduto. Ormai erano diventati delle sedie.
«A mezzogiorno ci rivediamo qui, domani» disse Billie, alzandosi anche lui.
«Su Trè, alzati» dissi, tirandolo per una mano. Era davvero pigro, quell'uomo.
«E stà calma, ora mi alzo» mi disse, alzandosi. Io risi. Mi ero affezinata in una maniera incredibile, a Trè.
«Ma che ore sono?» chiese Billie.
«Sono le dieci. Cazzo, abbiamo provato così tanto?» chiese uno dei tre amici della band.
«A quanto pare si» risposi.
Ci salutammo, e noi quattro uscimmo dallo stadio.

«A questo punto torniamo a piedi, l'hotel è qua vicino» disse Billie. Ecco, ci toccava anche tornare a piedi.
Mi strinsi nel mio giacchetto. Odiavo il freddo, e per mia sfortuna lo soffrivo in una maniera incredibile. Anche d'estate, a volte, avevo freddo. Si, ero strana.
«Uh, la piccola ha freddo» disse Mike, ridendo.
«Cosa cazzo ti ridi? Fottuto freddo..» dissi, cercando di riscaldarmi.
«Che ti devo prendere in braccio?» mi chiese Trè, scherzando.
Lo guardai male, molto male, poi gli scagliai il solito pugno in pancia che si beccava sempre, quando mi prendeva in giro.
E il bello era che invece di essere incazzato, rideva. Non lo capivo, a Trè.

«Eddai, non ti scazzare. Lo sai che ti voglio bene» disse, prendendomi per un braccio e stringendomi con il suo.
Occazzo, no. Adoravo quando mi faceva così, mi abbracciava all'improvviso. 
Poggiai la testa sulla sua spalla, lasciandomi riscaldare. Come faceva a non avere freddo?
Era caldo,lui. Quasi come fosse stato un termosifone. Ecco, Trè era un termosifone portatile.
«Guardali, i due piccioncini» disse Billie, ridendo. Mike rise.
Tentai di tirare un calcio a Billie.
«Che bastardo che sei» disse Trè ridendo.
Lo facevano apposta,a farmi incavolare. Però mi piaceva. In un certo senso, mi trasmettevano affetto. Risi, a quel pensiero.

Poco dopo arrivammo all'hotel. Per la prima volta avevo desiderato che il tragitto sarebbe stato lunghissimo. Adoravo stare tra le braccia di Trè, mi ricordava un po Milton.
«Occazzo» dissi, fermandomi.
«Che succede?» chiese Mike.
«Ora..Io..Dovrei tornare in camera con Billie Joe?» chiesi.
Ero spaventata, cazzo. Dover dormire di nuovo con Billie, oddio. Più che altro avevo paura di non riuscire a controllarmi.
Billie rise. «Si, perchè?» mi chiese.
«Mah, lascia perdere».
Tornammo alle nostre stanze.
«Allora buonanotte ragazzi» disse Mike.
«Notte» gli rispondemmo io, Billie e Trè.
«Notte Sidney» mi disse Trè, scompigliandomi i capelli.
«Notte batterista» gli risposi. Non so perchè lo chiamai batterista.
Trè rise, e chiuse la porta.

«Billie?» chiesi, rimanendo sulla porta.
«Si?»
«Posso tornare a casa?» dissi, con una vocina da bambina.
«No»
«Vaffanculo» gli dissi, con la mia voce, e chiusi la porta.




Ciaoooooo! xD
Inoiscool: Si, ti dedico la storia :D Mi dai sempre la voglia di continuare a scrivere, vedendo che ti faccio felice! Davvero passi ogni giorno? Ne sono davvero felicissima! Grazie grazie grazie grazie! Riguardo la storia: Beh, a volte quando ho molte idee scrivo capitoli più lunghi del solito xD QUindi, dipende dalla mia mente cosa riesce a elaborare. Ti piace Trè coccoloso? Io lo adoro! *w*
  
Poi dicono che non ho una mente perversa. Ho scaricato il video di Trè che dice "Orange Moka Frappuccino!", l'ho convertito in mp3 e ora, quando mi arriva un messaggio, c'è la sua voce *---* E' fantastico xD

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Capitolo 27
*** Ventisei. ***


Sconsolata entrai nel salotto.
Ma perchè avevo così paura? Infondo, stavo solo dormendo con una rockstar. Solo.
«Ti serve il bagno?» mi chiese Billie.
Annuii, dirigendomi verso di lui.
«Cazzo Sidney, ma perchè hai così tanta paura di rimanere con me? Cazzo, non ti faccio niente» disse.
«Non è paura, Billie. E'..Se lo venissero a sapere i media, per esempio, che cazzo fareste?»
«Troverei qualche soluzione, ma comunque tu non ti preoccupare, ok?» mi disse, sorridendomi.
Mi sentivo più tranquilla. Billie, anche con due semplici parole, riusciva a calmarmi.

Mi cambiai in due microsecondi. Solo il tempo di mettermi il pigiama.
«Hei Billie, ho fatto..Devi andare tu?» chiesi, cercandolo.
«Sono qui Sidney» disse Billie, dalla camera da letto.
«Ah ok..Io vado a dormire, notte» dissi, sbadigliando.
«Hai ancora intenzione di dormire sul divano?» mi chiese. Ecco, ero fottuta.
«Si» risposi.
«Non fare la ragazzina, e vieni qua. So che vuoi dormire qui. E, freddolosa come sei, sul divano ti congeli» mi disse. Ecco, mi aveva sgamato.
«Ma..Billie, poi ti do fastidio»
«Sidney, vieni in questo fottuto letto prima che mi incazzi» disse.
Sospirai, e entrai nella sua camera, sperando che almeno avesse un paio di pantaloni addosso.

«Ma come siamo belli, in pigiama» mi disse, appena entrai. Quel pigiama mi stava enorme, ed era bello caldo.
«Come sei divertente» gli dissi. Un po insicura mi sedetti sul letto, buttandomi la testa tra le mani.
«Sidney, vuoi sapere una cosa?» mi disse Billie, sedendosi vicino a me.
«Cosa?» gli risposi, guardandolo.
«Ti fai troppi problemi. Cazzo, rilassati. Va bene? Ora ci siamo noi con te, non sei più sola» mi disse.
Chusi gli occhi, e mi poggiai sul suo petto, come al solito pronto ad accogliermi. Mi ricordò quello che mi aveva detto Mike oggi.
Billie mi strinse a lui. Non capivo: perchè faceva tutto quello per me? Io ero solo una sconosciuta, che aveva salvato dalla morte al parco. Perchè mi trattava così?

Billie mi alzò il viso, mi guardò negli occhi.
«Ora dormi, dai. E' tardi, domani c'è il concerto» disse, alzandosi.
No Billie, non te ne andare. Riaccoglimi tra le tue braccia, riscaldami ancora. Torna qui..
«Va bene» dissi, alzando le coperte. Mi infilai nel letto.
«Notte Sidney» disse.
«Notte, papà» dissi. Involontariamente, lo avevo detto. Mi trattava fossi stata una figlia, lui mi sembrava un papà.
«Occazzo, volevo dire Billie..Che cogliona che sono..Scusa» dissi. Mi vergognavo un casino.
Lu
 
Lui rideva. «Dai sù, capita. E comunque, questo è un buon segno. Vuol dire che ti trovi bene, no?» disse.
Beh, in un certo senso era così.
«Si..Credo» dissi.
«Ma ora dormi. Notte» continuai.
Lui rise, poi si tirò su le coperte fino al collo.




Occazzo ragazzi, forse sto prendendo un po troppo la mano xD Bene, prometto che Sidney non chiamerà più Billie "papà" xD
OrangeMokaFrappuccino: Hei Orange xD Ciao, bentornata! Davvero mi trovi migliorata? Beh, senza dubbio la maggior parte del miglioramento è merito della mia beneamata Inoiscool *--* I genitori di Sidney. Beh, in questo momento non si sa. Sono partiti per non si sa dove. Magari, in seguito, si scoprirà..
Ora io vado ad un compleanno (aiuto, c'è anche un tipo con cui non voglio avere a che fare lì! D: Rimarrei volentieri a scrivere per voi D: Però è una delle mie più care amiche, quindi..) E scusatemi se questo capitolo è più corto del solito, ma devo propio scappare! Ciaooo :D 

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Capitolo 28
*** Ventisette. ***


Stavo sdraiata a pancia in su, con Billie che dormiva poco distante da me. Non riuscivo a dormire, come la sera prima.
Era tutto buio, c'era solo un piccolo spiraglio di luce che entrava dalla finestra.
Fissavo il soffitto. Mille pensieri mi passavano per la testa.
Pensavo a Milton, a quello che avevo raccontato a Mike, e Trè che faceva il ragazzino, Billie che mi abbracciava..

«Sidney, sei ancora sveglia?» sussurrò Billie.
«Si..Scusa se ti ho svegliato» gli risposi.
«No, non ti preoccupare. Che hai?» mi chiese.
«Niente, non riesco a dormire»
«Come mai?»
«Billie, quando ti manca la tua famiglia, che fai?»
«Penso che presto tornerò a casa da loro, a volte li chiamo»
Sospirai.
Aveva capito che mi mancava la mia famiglia.
«Hei, i tuoi genitori torneranno» mi disse
«Non me ne importa dei miei genitori, so che prima o poi torneranno..Mi manca Milton» dissi.
«Milton?»
«Purtroppo lui non può tornare più»
Billie mi guardò curioso. Gli raccontai la stessa storia che avevo raccontato a Mike. Dei pomeriggi passati insieme, della mia malattia e della morte di Milton.
«Ah, bene» fu il suo commento ironico.
«Ma ora sto con voi, giusto?» dissi, cercando di sdrammatizzare.
«Giusto ragazza»
«Quindi, ora chiudiamo gli occhi e dormiamo. Domani concerto, fuck yeah!» dissi, ridendo. Lui rise.
«Esattamente. Ora dormi» disse, girandosi.
Mi sentivo meglio, dopo aver parlato con Billie. In un certo senso mi sembrava davvero un papà, mi rassicurava.
Chiusi gli occhi, dopo un po finalmente mi addormentai.



«Sidney!» sentivo.
«Che c'è?»
«Sidney!» sentivo ancora.
«Chi sei?»
«Non riconosci la mia voce?»
«..No, forse..Non ne sono sicura»
«Pensaci bene, Sid..»
Sbarrai gli occhi. Il mio cuore iniziò a battere più veloce. Solo una persona mi chiamava così.
«Milton?!» urlai, incredula.
«Mi hai riconosciuto» disse, ridendo.
«Ma non puo essere..Tu sei morto»
«Beh, questo è vero»
«Dove sei?» chiesi, sperando di vederlo sbucare da qualche parte. Era tutto bianco, un fastidiosissimo bianco. Ero in paradiso?
«Sono qui» rispose.
«Qui dove? Io non ti vedo» dissi. Stavo per piangere. Lo volevo rivedere, lo volevo riabbracciare.
Sentii qualcosa che mi si poggiò sul petto.
«Qui, Sid» disse, toccando il punto dove c'era il cuore.
«Perchè non ti vedo?» gli chiesi piangendo.
«Perchè non ti ricordi di me»
«Certo che mi ricordo, Mil!»
«Sidney, tu mi ricordi come un drogato. Non come sono realmente»
In effetti era vero. Non mi ricordavo molto bene di lui, anche se guardavo le foto. La realtà è diversa da una foto.
«Milton, perchè ti sei ucciso così?»
Lui non rispose. Forse era pentito.
«Sidney, io ora sono solo un ricordo. Tu stai ricordando la mia voce. Non puoi sapere perchè sono entrato nel mondo della droga»
Cazzo, era vero. Era il suo ricordo che parlava, non lui. Ma ero sicura che c'era, anche se in piccolissima parte.
«Hei Sid, io devo andare. Stammi bene piccola peste» mi disse. Ricordavo quelle parole.
Quando me le disse ero in ospedale, l'ultima volta che mi venì a trovare. Ricordo che mi prese le mani, mi sorrise e mi diede un bacio sulla fronte.
"Ti aspetto domani" gli avevo detto. Ma lui non rispose, uscì dalla stanza.
«No, non te ne andare. Non di nuovo! Perfavore Mil!» gli urlavo in lacrime. Lui non rispondeva.
Qualcosa mi sfiorò la mano. Lentamente me la prese e la strinse.
«Milton..» gli dissi, piangendo. Sentii qualcosa sul viso, che mi ascigò le lacrime. Poi mi lasciò la mano.
«Milton!» urlai, aprendo gli occhi. 


Era stato tutto solo un sogno. Un fottuto, fantastico sogno.




Hei ragazzi! A quanto pare sono piaciuti i miei ultimi capitoli xD Ne sono felice! Spero piacca anche questo ;)
Inoiscool: Ti piace? xD Bene, benissimo! Il capitolo perfetto u.u Che bello *--*
OrangeMokaFrappuccino: Beh, Sidney va a momenti. Non è che vuole saltargli addosso continuamente, solo quando magari è in mutande.. xD Ora Billie la aveva trattata da figlia, diciamo, e quindi Sidney ha associato subito quel comportamento ad un comportamento da papà xD (Ups, ripertizione D:) 

 



 

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Capitolo 29
*** Ventotto. ***


«Hei hei, calma» disse qualcuno.
Mi coprii gli occhi con il braccio, la luce mi dava fastidio.
Mi misi a sedere e lentamente scostai il braccio.
«Ah Mike, sei tu» dissi assonnata.
«Eri molto agitata, sai? Che cosa è successo?»
«Avevo sognato Milton..» dissi sbadigliando.
«Però non riuscivo a vederlo. Sentivo solo la sua voce» dissi, poggiandomi una mano sul cuore.
«Stai bene ora?» mi chiese.
«Si, sto benissimo» gli risposi sorridendo.
«E poi, oggi c'è il concerto» aggiunsi ridendo.
Lui mi sorrise e mi scompigliò i capelli, già abbastanza ridotti male.
Mi alzai e mi stiracchiai.
«Ah, buongiorno» disse Billie entrando.
«Giorno» gli risposi.
«Cos'hai qui?» mi disse, alzandomi poco la maglia sul fianco. Sicuramente aveva notato l'altro tatuaggio, mentre mi stiracchiavo.
«E' un'altro tatuaggio, una batteria» risposi ridendo.
«Quanti cazzo di tatuaggi hai?» mi chiese.
«Non molti..Posso andare a farmi una doccia? Ci metto poco» dissi, avviandmi verso il bagno.
«Vai, non ti preoccupare» mi rispose. Poi si sedette a parlare con Mike.
Entrai nel bagno e chiusi la porta. Speravo che Trè non apparisse all'improvviso. Cosa che poteva essere probabile, purtroppo.

Aprii l'acqua, ovviamente caldissima, e mi infilai nella doccia. Mi ero portata dietro la piastra, qualche spazzola, il phon e lo shampoo, così mi sistemavo anche i capelli. L'acqua era bollente,scottava, però a me non dava fastidio.
Mi piaceva sentire le gocce bollenti scendere lungo la schiena, mi rilassava.
Come al solito mi misi a cantare la prima canzone che mi passò per la testa. E quella canzone era Good Riddance.
Ripensai a quando nel parco Billie mi prese e mi portò qui, salvandomi la vita. E a Trè, che stava per essere investito anche lui per colpa mia. Presi lo shampoo e mi insaponai i capelli. Nell'aria si alzò un lieve profimo di quello shampoo, era fragola.
Shampoo alla fragola. Milton lo adorava.
Pigramente mi insaponai i capelli, con gli occhi chiusi. Non volevo farmeli diventare rossi, odiavo quando mi ci andava il sapone dentro.
Dopo un po me li risciaquai, e finii di farmi la doccia.

Aprii leggermente la doccia, per controllare se qualcuno si era infiltrato in bagno. Non c'era nessuno. Uscii, e rapidamente presi un asiugamano. Me lo misi intorno al corpo, e un altro lo misi sui capelli.
Iniziai a asciugarli prima con l'ascigamano.
Sentii qualcuno che bussava alla porta d'ingresso, poi Billie andò ad aprire.
«Buongiorno ragazzi, e ragazze» disse Trè. Evidentemente mi stava cercando.
Corsi subito a chiudere la porta a chiave, sapevo sarebbe entrato.
«Giorno Trè» gli dissero Mike e Billie.
«Dov'è Sidney? Ha dormito con te? Sta ancora domendo? Voglio vederla dormire» diceva Trè, quasi sembrasse geloso. Entrò subito nella camera di Billie.
«Sidney si sta facendo la doccia, e..» disse Billie.
«E?» chiese Trè.
«Ha dormito con me» continuò Billie.
Trè non rispose. Perchè si comportava in quel modo?
«Bene, almeno non si congelava sul divano» disse Trè ridendo.
Poi ovviamente venne a bussare alla porta del bagno, e provò ad aprirla.
«Se aspetti dieci minuti esco» gli dissi.
«Vabbene, sbrigati che ho fame» disse ridendo.
Risi, poi presi il phon e iniziai ad asciugarmi i capelli.

Bene, i capelli erano asciutti. Dovevo solo stirarli con la piastra. Mi inginocchiai e frugai nel borsone.
Presi la piasta e cercai qualcosa da mettermi. Lo poggiai sul bordo del lavandino, poi attaccai la spina alla corrente.
Lasciai la piastra scaldare e mi vestii.
Mi stirai i capelli rapidamente, ma comunque erano usciti bene.
Erano lunghi, mi arrivavano poco sotto le spalle. Solo un ciuffo era più lungo, non di molto, era quello colorato di rosso.
Un rosso acceso, che risaltava sui miei capelli nero scuro.
Staccai la piastra e rimisi tutto nel mio borsone, poi mi guardai allo specchio.
Quella felpa era una delle mie preferite, tutta bianca con la scritta "Drummer".
Aprii la porta e uscii dal bagno. Un freddo mi assalì. Il bagno era caldo, si era scaldato mentre mi facevo la doccia.
Entrai nel salotto.
«Io ho fatto» dissi, infilandomi le mani nelle tasche della felpa.
«Finalmente» disse Trè, avvicinandosi a me.
Gli spinsi un dito nella pancia. Ero convinta che non gli facevo male, ma gli facevo il solletico.
«Andiamo a mangiare?» disse Billie.
«Si, anche perchè sto crepando di fame, e poi Trè rompe che ha più fame di tutti noi messi insieme» dissi ridendo. Lui mi guardò.
Gli sorrisi, poi il mio sorriso si trasformò in risata, notando il suo sguardo.
«Eddaai, andiamo che ho fame» dissi tirandolo per un braccio. Lui non si muoveva.
«Vabbe, noi andiamo» dissi, andando da Mike e Billie che intanto erano fuori. Ancora rimaneva immobile.
Chiusi la porta. Non veniva. Aspettai un po, poi la riaprii, andai da lui e l'abbracciai.
«Ti voglio bene» gli dissi. Mi piaceva abbracciare Trè. Era tutto morbido, come fosse stato un cuscino.
«Ora andiamo?» gli chiesi.






Hei ragazzuoli xD Capitolo lunghetto o.ò Vabbe, spero vi piaccia xD
Inoiscool: Oh, che bello *--* Grazie xD Per il finale: ancora non lo so bene, la storia si sta allungaaaaaando .___. ora vedo bene, già ci stavo pensando da un po xD Quella che ti ha chieso l'amicizia su facebook sono io xD
Bene, ora vado che mamma rompe -.- Spero vi piaccia anche questo capitolo xD Ciaooo

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Capitolo 30
*** Ventinove. ***


«Ti prego Trè, ho fame» dissi.
«Vabbene» sbuffò.
«Come sei permaloso» dissi, avviandomi verso la porta.
«Non sono permaloso» mi rispose.
Raggiunsi Mike e Billie che aspettavano fuori.
«Trè non sembra lui,oggi» dissi preoccupata.
«Fa sempre il coglione quando c'è un concerto. Credo sia una forma di agitazione» disse Billie.
«Ah, perfetto» sbuffai.
Scesimo in silenzio a fare colazione. Trè non mi piaceva così, era troppo..calmo.
«Trè, ti prego, spara qualche cazzata. Non sembri tu, mi preoccupi» dissi, addentando un cornetto.
Lui fissava la tazza del caffe-latte. Sospirai.
«Sidney» mi disse Mike.
«Si?»
«Non ti preoccupare, tra un po gli passa» mi disse sorridendo, cercando di tranquillizzarmi.
«Vabbè..» risposi, bevendo il latte.
Tutti facevano silenzio. Beh, credo che erano stati tutti afflitti dall'ansia pre-concerto. Quindi stetti zitta anche io.

«Occazzo» urlai all'improvviso.
«Che succede?» mi chiese Billie, sobbalzando.
«Quello..Non è un furgoncino di quelli di MTV? Tipo quelli dove ci girano i giornalisti» dissi, indicando un furgoncino bianco con la scritta "MTV" parcheggiato fuori.
«Oh no» disse Mike, sbuffando.
Non potevo farmi vedere lì, dovevo nascondermi.
Mi infilai subito sotto il tavolo.
«Che cazzo fai Sidney?» mi chiese Trè. Uh, si era rianimato.
«Mi nascondo genio, se mi vedono rompono il cazzo» sussurrai. I tre si misero a ridere.
Ma che bel nascondiglio, sotto un tavolo per non essere scoperta dai giornalisti.
Fuori era già pieno di quegli esseri che ti succhiavano anche la linfa vitale, con le loro stronzate. Qualcuno riuscì anche a infiltrarsi, e si avvicinava al tavolo.
«Oh, ma guarda chi abbiamo qui. I Green Day» disse una donna, fingendosi stupita.
Si sedette, ovviamente senza chiedere, e si mise a intervistare.
«E così oggi avete il concerto?» chiese.
«Si» rispose Billie, cercando di trattenersi dal mandarla a fanculo.
Lui non sopportava queste interviste improvvisate. O meglio, loro. Ad alcune si divertivano, però queste le odiavano. E odiavano anche MTV.
Si mise a fare domande sulla vita privata, cercando di sapere più dettagli possibile. Avrei voluto rovesciargli il tavolino addosso, a quella tizia.
«Scusi, ma noi dobbiamo propio andare, è tardi» disse Billie, alzandosi.
Occazzo. E mi lasciavano lì, sotto al tavolo?
Trè fece cadere qualcosa a terra, si abbassò a riprenderla.
«Sidney!» sussurrò.
«Cosa c'è?»
«Passa sotto l'altro tavolo e và davanti alla stanza, noi arriviamo»
«Ok» dissi.
Mi veniva da ridere. Guarda te quanti cazzo di problemi creavano, i giornalisti.
«Arrivederci» disse Mike, andando verso le scale. Mi aveva visto uscire da sotto l'altro tavolo e mi aveva fatto l'occhiolino, io corsi subito via.
I tre andarono verso le loro camere, sperando di non essere seguiti. Io intanto li aspettavo.

Appena l'ascensore si aprì e loro uscirono, ci guardammo. Poi scoppiammo tutti a ridere.
«E così oggi avete il concerto? Bla bla bla coccodè bau bau» faceva Trè, prendendo in giro quella giornalista. Ecco, si era ripreso.
«Come facciamo a uscire da qui?» chiese Billie.
«Io ho un piano» dissi.
«E sarebbe?» chiese Mike.
«Billie, dammi i tuoi occhiali da sole e il giacchetto, poi nascondetevi all'ingesso dell'hotel» dissi. Billie mi diede la sua roba, io me li misi e andai dai giornalisti. Ero buffissima, facevo ridere, però per non essere riconosciuta (in caso mi avrebbero visto con loro)andava bene.
«Hei tu» dissi ad un giornalista, cambiando un po il tono della voce.
«Che cosa vuoi? Non vedi che ho da fare?» mi rispose quello sgarbato.
«I Green Day..Escono dall'uscita sul retro» dissi. Lui sorrise, gli si illuminarono gli occhi. Subito avvisò gli altri della troupe e corsero all'uscita sul retro. Ma l'uscita sul retro non esisteva, e quegli ignoranti non lo sapevano. Sparsi la voce, e qualche minuto dopo l'atrio era vuoto.
Tornai da Trè, Mike e Billie che intanto avevano visto la scena e se la ridevano.
«Perfetto ragazzi» dissi, ridando la roba a Billie.
«Sei un genio» disse Mike, ridendo.
«Ora sbrigatevi, o tornano» dissi.
Ci avviammo verso lo stadio. Mi sentivo felice, avevo aiutato delle rockstar a scappare dai giornalisti. Che bella cosa.



Capitolo pieno di stronzate xD
OrangeMochaFrappuccino: so che ti chiami così, ma l'avevo scritto per abbreviare xD Chiedo umilmente scusa D: Il concerto credo lo sriverò più tardi, voglio fare una bella cosa xD Spero ti piacerà :D

 

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Capitolo 31
*** Trenta. ***


«Cazzo, eccovi finalmente, vi aspettavamo da secoli» disse White, appena entrammo allo stadio.
«Scusate, i giornalisti ci hanno bloccato» disse Billie, salutando gli amici.
«Per fortuna Sidney è un genio» disse Trè, danomi una pacca sulla spalla. Io sorrisi.
«Allora ragazzi. Ora, il concerto è alle 7 di stasera. E' mezzogiorno. Che cazzo facciamo qui tutto stò tempo?» chiese Freese.
«Ah, boh. Ci prepariamo» disse Mike.
«Io devo vedere una cosa. Sidney, tu vieni con me» disse Trè, afferrandomi per un braccio e trascinandomi.
«Fermo Trè, piano, mi fai male!» gli urlavo. Mi trascinò in quello che doveva essere il camerino.
«Secondo me quei due, un giorno, finiranno a letto» commentò Billie, alzando le spalle.
«Se non ci sono già finiti, o ci stanno per finire» disse Mike. I due si guardarono e scoppiarono a ridere.

«Auh, mi hai fatto male» mi lamentai, toccandomi il punto braccio dove Trè mi teneva.
«Perchè mi hai trascinata qui?» chiesi. Lui non rispose. Era sparito da qualche parte.
«Uffa Trè, così mi scocci» dissi sbuffando, buttandomi per terra.
Poco dopo tornò.
«Che cosa sono quelle cose che hai in mano?» chiesi, spaventata.
«Sono matite per colorare» disse ironico.
«Uh, che bello, che cosa coloriamo?»
«Idiota, sono per gli occhi» disse, prendendone una nera.
«No, sul serio Trè, io odio truccarmi. L'ultima volta che l'ho fatto mi sono cecata un occhio» dissi, indietreggiando.
«Infatti ti trucco io» disse.
«AIUTO!» urlai ridendo, alzandomi in piadi e scappando.
«Dai Sidney, stà ferma, è solo un po di matita» disse.
Sbuffai. Io odiavo truccarmi.
«Non chiudere gli occhi» mi disse. Avevo un occhio spalancato su quello di Trè, che sorrideva compiaciuto.
«In effetti servirebbe del rosso» disse, prendendo una matita rossa.
Rieccolo li davanti a me che mi teneva immobile.
Dopo qualche minuto quella torura finì. Vedevo Trè che sorrideva come se avesse compiuto un'opera d'arte.
«Guardati» disse, passandomi uno specchietto.
 Mi guardai. Intorno all'occhio c'era una striscia sottile di nero, un po sfumata, con una piccola striscia di rosso che si intonava alla mia meches.
«Wow» dissi.
«Ti piace eh?» mi chiese Trè, sorridendo e aspettando che dicessi "Si".
«No» risposi. Notai l'espressione di Trè che da felice diventava delusa.
«Sto scherzando, è bello» dissi ridendo. Mi sorrise e mi stropicciò i capelli.

Il pomeriggio passò lento. Ogni tanto mi affacciavo sul palco, mente tutti parlavano con dell'altra gente. I fan stavano iniziando ad arrivare, mancavano ancora quattro ore. Già sotto al palco c'era una piccola folla, felice di aver conquistato quel posto "privileggiato".
In poche ore tutto lo stadio si rimepì.
Stavano per iniziare. Sentivo le gente urlare in coro "Green Day" oppure "Hey, oh, let's go!"
«Hei ragazzi, buona fortuna» dissi, quando stavano per salire.
Mi sorrisero.
«Hei tu, sta ferma seduta qui» mi disse, mettendomi seduta su un amplificatore. Da li potevo vederli benissimo, era appena all'entrata del palco.
«Non voglio ti succeda niente, ok?» mi disse.
«Vabbene, non ti preouccupare» gli dissi. Mi fece l'occhiolino e andarono sul palco, seguiti dalle urla della folla che li acclamava.


Scusate se è corto, ma devo assolutamente vedere un film. Ciao xD

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Capitolo 32
*** Trentuno. ***


Da lì potevo osservarli.
Vedevo Trè che cazzeggiava sulla batteria, Billie che faceva il pazzo, Mike che volava.
Non saltava, Mike volava.
E poi c'erano White, Freese e Jeff che suonavano anche loro. Sembravano divertirsi un casino.
«I say eeeeehy ooooooh. Come on» urlava Billie al pubblico. Lo faceva diverse volte, poi ritornava a cantare.
Mi faceva davvero impazzire dal ridere.
Ma la cosa che più mi faceva ridere era Trè, con le sue facce, il suo comportamento.
Ogni tanto si girava verso di me, e ovviamente mi vedeva ridere a crepapelle.
Ad ogni canzone Billie faceva stare secoli e secoli Mike e Trè e il "Trio J" a suonare di continuo, mente lui cazzeggiava col pubblico.
Ma non si stancavano?
Ogni tanto anche Mike si girava a vedermi, e mi faceva l'occhilino. Billie invece era tutto preso.
A volte veniva dietro le quinte per cambiare la chitarra.
«Vai Billie!» gli dicevo. Lui mi sorrideva e tornava sul palco.

Ci fu un momento bellissimo, dove io non mi reggevo quasi impiedi dal ridere.
Billie si era messo a suonare con la chitarra dietro la testa.
Riportandola apposto, l'aveva sbattuto al microfono, che ovviamente cadde.
Tutti smisero di suonare, un po per ridere e un po perchè in quel pezzo Billie doveva cantare.
Si abbassò, prese il microfono, lo pulì e lo baciò. E poi si mise a ridere come un pazzo.
Ecco Billie, hai visto cosa succede a vantarsi tanto? Hahah.
Ogni tanto Trè urlava "One two three four" con la sua vocina monopalla. Mi faceva impazzire.

L'evento più bello della serata però doveva ancora venire. Era più o meno a metà del concerto. Io ovviamente non ne sapevo niente.
Billie parlava col pubblico, ma ad un certo punto si fermò.
«Oh, only second» disse.
Si spostò la chitarra e si infilò la mano nei pantaloni.
«Oh god» disse.
«Oh..Ooooh..»
Cazzo, ma..Non ci potevo credere.
Dopo quella volta, io non avrei dormito mai più con Billie.
Muoveva il bacino sempre più forte, anche la mano infilata lì.
Io stavo scoppiando dal ridere, mi stavano uscendo le lacrime.
I fan intanto urlavano come matti, entusiasti.
Trè si mise a guardarmi e rise.
«It's a beautiful..»continuava.
«Ah god..Aaaaah, SOMEDOBY FUCK ME!» urlò Billie.
A quel punto caddi dall'amplificatore dal ridere. Non mi reggevo impiedi, stavo per terra e quasi non riuscivo a respirare.
Quanto l'avrei sfottuto, quando tornava. Trè e Mike intanto se la ridevano, non per Billie ma per me.
Anche Billie si era girato a guardarmi, ed era scoppiato a ridere.
Cazzo però, avevo raggiunto l'orgasmo.


Dopo essermi ripresa dalla quasi morte per causa delle risate risalii sull'ampificatore.
Il concerto trascorse "normalmente" (una cosa fatta con i Green Day non è mai normale), fino a quando non ci fù un altro colpo di scena.
Che però, non so perchè, mi spezzò il cuore.
Billie aveva fatto salire una ragazza sul palco. Ma la cosa che mi fece male fu che andò anche da Trè.
Non le bastava aver baciato Billie.
Quella ragazza baciò Trè, e Trè non sembrava rifiutarsi.
Mi sentii il mondo cadere addosso, il cuore tremò. Avrei voluto andare da quella ragazza e spaccargli la faccia, e poi spaccarla a Trè.
Ma che potevo aspettarmi? Avevo 13 anni, e Trè non era il mio ragazzo. Ma ero comunque gelosa.
Trè si girò per un secondo verso di me, quando ebbe finito con la ragazza. Mi guardava, quasi dispiaciuto.
Guardava la mia faccia triste e stupita allo stesso tempo.
Cercava di dirmi "Scusa, non volevo" con lo sguardo, con i gesti, ma abbassai lo sguardo e mi asciugai una lacrima che era caduta.
Non volevo più vedere Trè, mai più. Mi allontanai per un secondo da li.
Mike mi cercava con lo sguardo, poi si girò verso Trè per fargli vedere che non c'ero. Trè chiuse gli occhi e annuì, come per dire "lo so".
Dopo poco tornai, tutti suonavano come prima. 
Un altro colpo di scena mi aspettava, forse ancor più doloroso di quello prima.

Billie e Mike si avvicinarono a Trè per parlare. Annuirono, poi tornarono ai loro posti.
«Ora, vorrei presentarvi una mia cara amica, anzi, una nostra.» disse Billie. Mike e Trè non suonavano.
Il cuore mi batteva a mille. Non volevo andare lì, non dopo quello che aveva fatto Trè.
«E' davvero una bellissima ragazza, con un passato difficile alle spalle» continuava.
Billie, ti prego, non farmi questo.
«Vorrei chiamare qui quell'amica» disse, girandosi verso di me.
Gli feci no con la testa, ma lui continuava. Mi aveva teso la mano per invitarmi a venire.
Sospirai. Billie poggiò il microfono all'asta e mi venne a prendere.
«Billie» gli dissi, quasi piangendo.
«Dai» disse, tirandomi. Cercari di rendermi un secondo l'animo felice e uscii con lui.
Davanti a me, centinaia di persone che mi fissavano.
«Ragazzi, vorrei un grande applauso per questa ragazza, Sidney, perchè è davvero grandissima» disse Billie, battendo le mani.
Mike, Trè e tutti gli altri fecero la stessa cosa.
«Grazie Billie» dissi sorridendogli. Mi abbracciò, poi scappai di nuovo sull'amplificatore.
«Sidney scusami, non volevo» sentii urlare Trè, ma nemmeno mi girai a guardarlo.
Trè mi aveva fatto male, davvero male.
 


Hei ragazzi xD
Povera Sidney, c'è rimasta malissimo..Vabbè, ora vedremo come va a finire..
Inoiscool:
 Scusami xD Ho modificato subito ._. Lo so, tutti si sarebbero aspettati una cosa un po..hem..E forse avrei dovuto mettergliela così la storia avrebbe fillato meglio. Vabbè, mi farò perdonare D: Lo so, però stavo pensando a quando si trucca in Bullet in a Bible e allora xD

Eheh, complimenti Billie, hai fatto raggiungere l'orgasmo alla piccola Sidney xD
Avrà il coraggio di ridormirci la notte? Mah.. (Non chiedetemi perchè delle parti le ho scritte in inglese..Forse perchè facevano più effetto in originale xD)

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Capitolo 33
*** Trentadue. ***


Dirò solo una cosa: muhahaha.


Il resto del concerto trascorse velocemente, troppo.
Alle presentazioni c'è stato un altro piccolo, dolce colpo di scena.
«Ladies and gentleman, Mike Dirnt!» urlò Billie. Il pubblico urlò e accamò il loro adorato bassista.
Poi Billie gli si avvicinò, gli prese il viso e lo baciò. Quella scena mi intenerì tantissimo, mi fece scappare un sorriso.
Dopo un po presentò Trè. Un'altra fitta al cuore. Lui si girò verso di me, sperando di trovarmi felice.
Ma trovò una ragazza in lacrime, con il cuore spezzato.

Non potevi che essere triste per quello che aveva combinato Trè.
Non me ne sarebbe importato niente.. Ma quello stesso pomeriggio ,nel camerino, succedè qualcosa..

Quel pomeriggio, nel camerino..
«Ripensandoci, dovrei sfumare ancora un po la matita, sai?» disse Trè avvicinandosi.
«Nono, basta Trè» dissi indietreggiando.
«Eddai, ferma» diceva Trè.
All'improviso sbattei contro qualcosa. Era il muro.
«Sono in trappola» piagnucolai. Trè rise.
Poi mi schiacciò leggermente al muro col suo corpo, abbracciandomi. L'unica cosa che mi separava dalla parete erano le mani di Trè, poggiate sui miei glutei, che mi tenevano strette a lui.
«Trè, ma che cazzo fai? Sei impazzito per caso?» chiesi, cercando di liberarmi.
«Stà ferma» disse lui. Mi fermai, e lo guardai.
«Che hai intenzione di fare?» gli chiesi. Avvicinò lentamente il suo viso al mio. Avevo capito, voleva baciarmi.
«Perchè?» gli sussurrai.
«So che lo vuoi» mi rispose.
«No, non lo voglio»
«Si invece. Lo vedo nei tuoi occhi, ogni volta che mi guardi. Anche ora» disse.
Trè aveva centrato in pieno.
«Non sei costretto a farlo» gli risposi, abbassando lo sguardo.
«Ma io voglio farlo»
«Perchè?»
«Perchè voglio che tu sia felice. E comunque, sei una bella ragazza, non fa male baciarti» disse ridendo. Risi.
«Però..Io ho 13 anni, tu 37..»
«Fottitene dell'età, la vita è una e te la devi godere. Cazzo, poi è solo un bacio» mi disse.
Lo guardai. Lui chiuse gli occhi, continuò ad avvicinare il suo viso al mio.
Li chiusi anch'io. Ero immobile. Lentamente la sua bocca si avvicinò alla mia che tremava.
Lì, inchiodata al muro e appiccicata al corpo di Trè, era tutto fantastico. Dimenticai dov'ero, quanti anni avevo. C'eravamo solo io e Trè.
Le nostre labbra si sfiorarono appena, interrotte da un rumore.
Sobbalzai. Spinsi Trè via, lontano da me. Non volevo ci vedesse nessuno.
Al rumore seguirono delle risate.
«Cazzo che botta» disse Billie ridendo. Aveva sbattuto al muro, perchè aveva inciampato sui lacci delle scarpe sciolte.
«Stai bene?» chiese Mike, che rideva come un pazzo.
«Si» disse Billie, toccandosi la testa. Corsi subito da lui.
«E' tutto apposto?» chiesi.
«Sisi» disse Mike.
Guardai Trè, sospirai.
"Continuiamo dopo" dissi, muovendo solo le labbra. Lui capì, e si buttò sul divano.


Trè si alzò dalla batteria,  stavano per rientrare.
Avevo paura. Il cuore mi batteva a mille, avrei voluto menare Trè.
Eccoli, che rientravano.
«Grandissimi» dissi, mascherando il tutto con un sorriso. Battei il cinque a Billie e Mike.
Trè cercò di avvicinarsi, ma mi scansai e andai da Billie.
«Tu! Io stasera non ci dormo con te» dissi ridendo. Billie rise.
«Come mai?» mi chiese.
«E me lo chiedi anche? Beh, mi fa schifo» dissi ridendo.
«No, aspettate, c'è qualcosa che non quadra. Decisamente, c'è qualcosa che non va» disse Mike.
«Che succede?» chiese Trè.
«Sidney, perchè non hai ancora litigato con Trè? Cioè, di solito vi mettete a fare i cretini, ora nemmeno parlate» disse Mike.
Lo aveva notato. Mike era attento, si accorgeva di tutto.
«In effetti è vero» disse Billie, prendendo una birra.
Abbassai lo sguardo.
«Che è successo?» chiese Mike.
Scappai via, da qualche parte, non sapevo nemmeno esattamente dove.
«Vado da lei» disse Trè, rincorrendomi.
Billie e Mike si guardarono, poi ripresero a bere una birra.


«Sidney, aspetta!» mi urlava Trè rincorrendomi.
«Che cosa vuoi?» gli urlai quasi piangendo.
«Mi dispiace» disse. Mi fermai.
Scoppiai a piangere. Lui mi si avvicinò, cercò di abbracciarmi, ma mi scansai.
«Sidney, era una fan..Non l'ho baciata con la voglia che ho di baciare te» disse.
«Non capisco perchè mi comporto così. Infondo non sono la tua ragazza. Non sono nessuno» dissi, asciugandomi le lacrime.
«E invece sei qualcuno. Qualcuno di molto importante» disse.
Lo guardai. Singhiozzai, poi andai tra le sue braccia. Lui mi strinse forte a se.
«Scusami» disse.
«Scusami tu» risposi.
Lentamente fece scendere le sue mani di nuovo sui miei glutei, e mi schiacciò al suo corpo.
Lo guardai.
«Dove eravamo rimasti?» mi chiese ridendo. Io risi.
Lentamente i nostri due volti si riavvicinarono. Le mie labbra tremavano ancora, sempre più forte man mano che si avvicinavno alle sue.Sentivo i brividi lungo la schiena, sulle gambe..Dappertutto. Forse amavo Trè, o forse era solo una piccola voglia. Ma, cazzo, mi stava baciando.
Finalmente si toccarono. Rimasero così immobili per quache secondo, poi Trè mosse le sue, dando inizio ad un altro bacio.



Ok, sono arrivata alla soglia dell'inverosimile o____ò
Ma chissene frega xD Sperò che non lo troverete troppo assurdo xD
Inoiscool: il fatto è che mi sono scordata di scrivere quando si eccita. Ho saltato il pezzo pensando di averlo già scritto D:
Per le porcherie: forse, chi lo sà, si vedrà tutto nel prossimo capitolo..
rara193: fa niente, meglio tardi che mai xD Sono contenta che ti piaccia la mia storia ^^
Forse è troppo piccola per certe cose, però come ha detto Trè: "Fottitene dell'età, la vita è una e goditela".
OrangeMochaFrappuccino: Bene, allora scriverò più in inglese xD Buono studio di greco ç_ç


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Capitolo 34
*** Trentatre. ***


Muhahahah.(Nota Autrice)




«E ora dove si saranno cacciati quei due?»  chiese Billie cercandoci.
Spinsi Trè lontano da me.
«Ah eccovi. Avete risolto?» chiese Billie, seguito da Mike.
Annuii.
Il bacio con Trè era stato bellissimo. Ed ero sicura che non fossero entrati Billie e Mike e non ci avessero interrotto, Trè avrebbe infilato anche la lingua.
«Possiamo andarcene?» chiese Billie.
«Vabbene» disse Trè scocciato. 
Dopo aver salutato tutta la gente ce ne tornammo in hotel velocemente, per non rischiare di essere visti dai giornalisti.
Arrivati alle stanza mi prese una leggera agitazione.
«Hei Sidney, dormi con me stanotte?» chiese Billie. Trè fece un leggero verso, come per dire "provaci e spacco il culo a tutti e due".
«Mike, posso venire da te?» chiesi.
«Vabbene» rispose.
Trè mi guardò. «Come sei cattiva» disse, poi chiuse la porta.
Risi. «Ma che era successo prima?» mi chiese Billie.
«No, niente» dissi.
«Sicura?» mi chiese Mike.
«Sicurissima. Senti, vado da Trè che quello li poi si offende» dissi bussando alla porta di Trè.
«Vabbene, notte» mi rispose Mike.
«Notte» mi disse Billie.
Trè ancora non apriva.
«Trè? Non mi far fare casino, c'è la gente che dorme» dissi, bussando un po più forte.
Niente.
«Ora sei tu il cattivo» piagniucolai, buttandomi per terra.
Ripensai al bacio. Mi vennero i brividi, sorrisi.
Dopo un po Trè finalmente mi aprì.
«Hai intenzione di dormire lì?» chiese.
«Sai, sarei tentata. E comunque, stavo aspettando che muovessi il culo e mi aprissi» dissi.
Lui rise, mi si avvicinò e si inginocchiò davanti a me.
Mi diede un altro piccolo bacio, poi mi prese sulle spalle e mi portò nella stanza.
«Mettimi giù» gli urlavo ridendo. Lui rise, poi mi mise giù e chiuse la porta.

«Trè, mi presteresti una maglia?» chiesi.
 «A che ti serve?»
«Ho lasciato il pigiama da Billie, e non voglio stropicciare la felpa» dissi.
«Puoi dormire anche senza, eh» disse ridendo.
Risi. Poi mi lanciò una sua maglia.
«Graazie» dissi.
Chiusi la porta, e mi affrettai a cambiarmi la maglia. Quella di Trè mi stava molto più grande. Era bello avere qualcosa di suo adosso.
Era bello avere il suo corpo appiccicato al mio.
«Hem..Io dove dovrei dormire?» chiesi, entrando in camera sua.
«Qui con me» disse ridendo.
«Perfetto. Io dormo per terra» dissi.
Lui rise. «Vieni qua, idiota» disse.
Mi sedetti sul letto.
«Ragazza, sai che stai tremando?» mi fece notare Trè.
«Uh, sai che novità. Non hai ancora capito che io ho sempre, costantemente, freddo?»
Lui rise.
«Vai sotto le coperte, no?» mi disse.
«No. Io con te non ci dormo»
«Perchè?»
«Perchè sono ancora arrabbiata con te»
Lui sospirò. Si venne a sedere davanti a me, sul letto.
«Come faccio a farmi perdonare?» mi chiese.
«Non lo so. Trovatelo tu un modo efficacie» dissi.
Lui ci pensò un attimo sù.
«Ho trovato» disse.
Allungò le mani verso di me e iniziò a farmi il solletico.
«Nonono Trè, il solletico no» dissi io ridendo e agitandomi.
«Siii, il solletico si» diceva lui ridendo.
Lentamente mi fece sbilanciare all'indietro.
Mi ritrovai sdraiata sul letto, con Trè sopra di me a gattoni.
«Ora mi spieghi come ci siamo finiti così?» chiesi.
«Non ne ho idea» disse lui ridendo.
Avevo la sua faccia poco distante dalla mia.  Le sue braccia, ai lati del mio viso, mi impedivano di scappare.
Le sue gambe non davano via di fuga alle mie. 
Trè aveva studiato tutto perfettamente, e io stetti al suo gioco.



Ciao xD
Ma quale sarà il gioco di Trè? Forse tutti avete capito, però vi tengo ancora in sospeso, muhahah!
Inoiscool: Oh bè, pensavo l'avresti trovata un po sdolcinata. Meglio così, che l'hai trovata fantastica *--* Si sa che Trè è un depravato, c'era d'aspettarselo xD Per quanto riguarda l'altra cosa: che ne sai che non era un concerto tipo quello di Broadway oppure un concerto con sole canzoni vecchie? Che ne sai? Eh? xD Scherzo, ho fatto poca attenzione D: Vabbe, vado a scrivere, ciao xD

 

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Capitolo 35
*** Trentaquattro. ***


Waaa, sarete tutti curiosi. E invece rimango a farvi perdere tempo. Vaabbè, non vi rompo. Sono di troppo qui D: (Nota Autrice)



Vuoi il gioco Trè? Ed eccoti il gioco. Non mi doveva sfidare.
Alzai le mani, gliele posai sui fianchi e pian piano gli tolsi la maglia, facendo sfiorare la mano sul suo corpo.
Trè mi sorrise maliziosamente e si lasciò far togliere la maglia.
Mi misi a sedere, e Trè mi tolse allo stesso modo la maglia.
Mi faceva venire i brividi, ogni volta che mi sfiorava.
Feci cadere Trè indietro, in modo che lui si ritrovasse sdraiato.
Lui prese a sbottonarmi i jeans e a sfilarmeli.
Io mi abbassai sui suoi, glieli sbottonai lentamente e mordendoli glieli tolsi, lanciandoli via.
«Oh ragazza,se mi fai aspettare un altro po e continui a farmi eccitare così mi farai crepare» disse lui.
Risi. Mi lasciai farmi sfilare la roba che mi era rimasta addosso, e io tolsi la sua.
Mi vergognavo un po, perchè non avevo idea di cosa stavo facendo.
Mi lasciavo trascinare dal'istinto, era il corpo che comandava sul cervello.
Evitai di fargli altre cose, anche perchè mi avrebbe fatto schifo. Credo che lui avrebbe capito.
Vidi tutti i tatuaggi che aveva sulle braccia. Aveva leggermente i muscoli, ma anche un po di pancetta. Mi piaceva.
Trè notò che ero in difficoltà, perchè non sapevo cosa fare. Non volevo fare niente di sbagliato.
Rise, si alzò e mi rimise sdaiata, con lui sopra di me.
Il cuore mi batteva fortissimo, quasi scoppiasse. 
I nostri due corpi si riunirono ancora. Però questa volte non si limitarono a stare attaccati.
Lui entrò in me.
Ora, apparte il fatto che stavamo scopando cazzo, ed era normale che da qualche parte il suo coso lo doveva infilare.
Ma era una bella sensazione, sapere che lui era dentro me.
Sospirai e chiusi gli occhi. Mi venne spontaneo farlo. 
 
Tremavo.
Forse dal freddo, forse dall'emozione.
I brividi mi tormentavano la schiena.
Sentivo i nostri respiri farsi lentamente più affannati.
«Trè..» chiesi.
«Che succede?»
«Sono felice» dissi ridendo.
Lui rise, poi mi diede un bacio.
Ci rigirammo un altra volta. Su c'ero di nuovo io.
Sentii il respiro di Trè farsi più veloce.
Iniziai a preoccuparmi.
Ero troppo lenta? Che cazzo dovevo fare?
Stavo iniziando ad agitarmi, e sicuramente Trè lo notò,
«Non ti preoccupare, stai andando benissimo» mi disse ridendo. Risi.
Sentii che il mio respiro diventava più veloce, e iniziavo a sentire il picere assalirmi.
Mi lasciai scappare un gemito.
«Oh, god» disse Trè, assalito dal piacere anche lui.
Mi scappò un altro gemito, e un altro ancora.
«Oh, fuckin god» urlò Trè, buttando la testa all'indietro.
I miei gemiti si facevano sempre più lunghi e intensi, come il mio respiro.
Sentii un solletico piacevole che mi assalì dal ventre in giù.
Ci ritrovammo in sintonia, il cuore batteva lo stesso ritmo, il respiro si feve veloce in tutti e due.
«Aaaaaah...» mi venne naturale gridare. E fu quello che fece venire anche Trè, subito dopo.
«Aaah, god» urlò Trè.

Sfinita, ma comunque felice, mi poggiai sul petto sudato di Trè.
Sentivo che la mia fronte era bagnata. Trè mi diede un altro bacio.
Rimanemmo a baciarci per un po, e Trè infilò anche la lingua.
Quando staccò le sue labbra dalle mie mi misi a cercare una coperta con la mano.
Quando la trovai la tirai su fino alla sua testa.
«Che fai?» mi chiese ridendo.
«Ho freddo» risposi.
«Sono perdonato?» sussurrò.
Risi. Gli diedi un bacio per  acconsentire.
Poggiai la mia testa di nuovo sul suo petto, accarezzandolo con una mano.
Trè mi accarezzava delicatamente la schiena, scendendo piano fin poco più sù del fondoschiena.
Non lo fermai, mi piaceva.
Diedi un bacio sul collo di Trè. Poi mi addormentai su di lui, cullata dalle sue carezze.





Ooooooòè! Ce l'hanno fatta! xD
La piccola Sidney è stata sverglinata da Trè xD
Direi che è uscito bene il capitolo, o sbaglio?
Cazzo, l'ho vissuto mentre lo scrivevo!
Questo sarà uno dei miei preferiti xD
E, sicuramente, il preferito della mia amata Inoiscool, vero? xD

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Capitolo 36
*** Trentacinque. ***


La mattina seguente mi svegliai come mi ero addormentata. Ero ancora sul petto di Trè.
Lui era già sveglio, mi passava in silenzio le dita tra i capelli. Mi stropicciai un occhio.
La luce era lieve, entrava leggermente dalla finestra con la serranda socchiusa.
«Ah, ti sei svegliata» mi disse.
«Si» risposi. Mi diede un bacio sulla testa.
«Dormito bene?» mi chiese.
«Benissimo. Piuttosto tu, non ti ho spaccato la schiena? Ho dormito per tutta la notte su di te» dissi.
«Non sono mai stato meglio di così» disse lui ridendo.
Sentivo un gran freddo sulla schiena.
«Trè, quando mi sono addormentata c'era la coperta sulla mia schiena..Che fine ha fatto?» chiesi.
Avevo tutta la schiena scoperta, fin poco più su del fondoschiena.
«Non ne ho idea» disse.
Lo guardai. «Sicuro?» gli chiesi.
«Ok..Quando ti sei addormentata ho approfittato..per vedere come eri» disse ridendo, poggiandomi la mano sul sedere.
«Ma..Trè!» gli dissi ridendo, affondandogli un dito nella pancia.
«Che c'è? E comunque hai un bel culo, davvero» disse.
«Tre!» urlai, dandogli un leggero pugno sul petto.
Lui rideva.
«Ho notato che hai altri tatuaggi» disse.
«Ah, si» dissi.
«Uno è sul fianco..L'altro è qui, vicino al seno» disse.
«Sai Trè, il tatuaggio che ho sul seno non lo conosce nessuno. Me lo fece mio fratello Milton, che ora è morto..»
«Ah..Davvero?»
«Si..Lo conoscete solo voi..O meglio solo tu. Ho deciso di mostrartelo perchè mi disse di mostrarlo solo ad una persona che considero importante, che so che ci sarà sempre per me.  Mi disse: Ti servirà in un momento particolare della tua vita, per essere riconosciuta..» raccontai.
«Per essere riconosciuta?» chiese Trè.
«Si, non so nemmeno io da chi, o da cosa..Però ora lo sai solo tu. Ti prego Trè, non dirlo a nessuno..Promettimelo..» dissi guardandolo.
«Te lo prometto» mi disse.
Sorrisi.


«Allora, com'è stato ieri notte?» mi chiese.
«Hem..Io..Io sono stata bene..Mi è piaciuto..E a te?» balbettavo, vergognandomi un casino. 
«Devo dire che mi è piaciuto. Sei brava» diceva ridendo.
«Occristo» dicevo ridendo. Ero sicura di essere diventata tutta rossa.
«Hei ragazza, sei diventata rossa» mi disse ridendo. Ecco, appunto.
«Lo so» dissi ridendo.
Rimanemmo per un po in silenzio.
«Ma che ore sono?» chiese Trè.
«Sono..Quasi le dieci..» dissi, guardando l'orologio.
«Cazzo, è tardissimo» rispose.
Bene, ora c'era un fottutissimo problema. Che sembrava una cazzata colossale, ma che non sapevo come risolvere.
Come cazzo scendevo da lui? Eravamo ancora nudi, io mi vergognavo.
«Trè, puoi chiudere gli occhi?» gli chiesi.
«Perchè?»
«Come perchè? Sono nuda, mi vergogno» dissi.
Lui rise. «Vabbene» disse, mettendosi le mani davanti gli occhi. Sapevo che non mi avrebbe ascoltato.
Rapidamente scesi dal suo corpo e mi misi a cercare le mutande.
Intanto Trè aveva sicuramente aperto gli occhi, perchè sghignazzava.
Trovai la maglia e me la infilai. Poi mi stiracchiai. Gli davo le spalle, e sicuramente a lui faceva un enorme piacere.
«Occazzo Sidney..se fai così però mi fai morire» diceva lui ridendo.
«Ti avevo detto di chiudere gli occhi!» gli urlai, abbassandomi la maglia il più possibile.
Trovai le mutande, raccolsi tutti i miei vestiti sparsi intorno al letto e corsi in bagno.

Mentre mi vestivo pensavo alla notte prima.
Mi era piaciuto davvero. Trè ci aveva messo passione, e sicuramente non era rimasto deluso nemmeno lui.
O almeno, non credo che ne rimase deluso, ripensando al suo orgasmo.
Un sorrisetto mi apparve sul viso, che intanto si era fatto leggermente rosso.
Poco dopo uscii, vestita. Anche lui nel frattempo si era vestito.
«Sarà meglio andare a chiamare quei due, è già abbastanza tardi» disse Trè, uscendo dalla stanza.
«Tardi per cosa?» chiesi.
«Per la colazione» sghignazzò.
Bussò alla porta di Billie.
«Cazzo Billie, ho fame, sbrigati» urlava Trè.
Billie aprì la porta. Come al solito in mutande. Mi girai dall'altra parte ridendo.
«Che cazzo vuoi?» chiese Billie, assonnato.
«Sono le dieci, non credi sia tardi?» gli disse Trè.
«Cazzo, hai ragione» disse Billie.
«Mi raccomando, fà pure con calma» disse ironico Trè.
Billie mi salutò con un cenno della testa, poi chiuse la porta.
Intanto avevo bussato alla porta di Mike. Come al solito aprì, già pronto, e soprattutto bello sveglio.
«Giorno Mike» dissi, quando aprì.
«Ah, giorno Sidney. Giorno Trè» disse.
Mike era sempre puntuale. Di sicuro era una persona su cui potevi fare affidamento.
«Dormito bene con Trè?» mi chiese.
Un lieve velo di imbarazzò mi assalì.
«Hem..Si..» risposi, cercando di nascondere l'imbarazzo.
Poco dopo arrivò anche Billie.
«Perfetto, ora a mangiare» disse Trè. Sembrava impaziente. Avevo davvero un brutto presentimento.




Ciao cari fan xD Che altre sorprese aspettano la povera Sidney? xD Ora vedremo..
A quanto pare quel depravato di Trè ha approfittato del sonno di SIdney per guardare il suo lato B...O meglio, per vedere quasi tutto di lei xD
Ma come sono depravata? :D
Sidney ovviamente era troppo timida per andare a guardare..insomma, lì, ci siamo capiti xD Il fatto è che mi sarei vergognata pure io, quindi non l'ho aggiunto xD
Vabbene, vado a scrivere xD
Oggi scriverò un po perchè domani ho una gita a Roma, e quindi non starò molto a casa..
Mi tocca girarmi mezza Roma a piedi ç_ç Molto probabilmente mi perderò se incontrerò un negozio di cd *---*
E poi c'è quella mostra di Van Gogh..Vabbe xD Ormai più o meno la conosco Roma, ci abito ad appena 60km di distanza ._.

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Capitolo 37
*** Trentasei. ***


Scendemmo a fare colazione. C'erano, come al solito, i miei adorati cornetti caldi e tutto il resto.
«Hei Sidney, hai ancora freddo?» chiese Trè.
«Cazzo Trè, se tremo c'è un motivo» dissi.
«Secondo me tu ti sei ammalata» disse Mike.
«Probabile» dissi addentando un cornetto.
«Come ci tieni alla tua salute» disse Billie, portando la tazza di latte alla bocca.
Risi.
«Stanotte ho sverginato Sidney» disse Trè all'improvviso, tranquillamente.


Mi andò il cornetto di traverso e iniziai a tossire.
Billie sputò tutto il caffe-latte che aveva in bocca e Mike alzò lo sguardo verso Trè.
«Tre!» urlai, ancora tossendo. Sentivo la faccia bruciare dal rossore.
«Che c'è?» chiese Trè, guardandomi.
Lo guardai malissimo.
Billie si asciugò la bocca, bagnata dal latte, cercando di non ridere.
Anche Mike cercava di non ridere.
«E..hem..Davvero Sidney?» chiese, cercando di mantenere un'espressione seria.
Annuii. «Guarda che potete ridere, non vi mangio» dissi.
Mike e Billie scoppiarono a ridere.
Avevo lo sguardo basso, mi vergognato davvero tantissimo.
Avrei voluto strozzare Trè, che intanto continuava a mangiare tranquillo.
«E come mai è successo?» chiese Mike, quando smise di ridere.
«Storia lunga» disse Trè.
«E come è stato?» chiese Billie, interessato.
«Ma..Billie!» dissi, ancora più rossa.
«Cazzo, è brava. Davvero, è bravissima» iniziò a raccontare Trè. Billie ascoltava con attenzione.
«E poi, ha un culo stupendo» disse Trè.
Lo diceva come se stesse parlando tranquillamente di una cosa normale.
Mi alzai. «Me ne vado in bagno» dissi, sempre con lo sguardo basso. Trè stava per morire.

Mi sciaquai la faccia. Non sapevo se ridere o piangere. Ero incazzatissima con Trè.
Lo aveva detto così apertamente, chiunque avrebbe potuto sentirlo. Speravo che non c'erano giornalisti in giro.
Sospirai. Mi poggiai al muro, aspettando che il nervosismo passasse. Tormentavo il pearcing che avevo sul labbro.
Poco dopo entrò Mike.
«Stai bene?» chiese. Lo guardai.
«Ti sembra che ho una faccia di una che sta bene?»
«No. Sembra la faccia di una ragazzina che si vergogna a morte e che è incazzata, anche molto direi» disse.
Mike indovinava sempre. Non so come facesse. Forse me lo leggeva negli occhi, forse aveva qualche potere.
«Beh, hai centrato in pieno» dissi.
«Calmati, non è successo nulla»
«Non è successo nulla? Oh si, far sapere in giro che hai appena perso la verginità a 13 anni con uno di 37, non è successo nulla»
«Perchè l'hai fatto, allora» mi chiese.
«Perchè volevo farlo»
«Su, calmati. Non è successo niente. Io e Billie non siamo arrabbiati, non ti uccideremo o faremo qualche altra cosa» disse.
«Ma io mi vergogno..»
«Di cosa? Hai perso la verginità, prima o poi tutti la perdono. E' una cosa normalissima, Sidney»
«Anche a 13 anni è normale?»
«No. Ma infondo chissene frega» disse.
Mi aveva convinto, più o meno. Tirai un lungo sospiro.
«E' tutto apposto» mi disse, mettendomi una mano sulla spalla.
Adoravo Mike. C'era sempre quando ero in difficoltà.
«Grazie Mike» gli dissi.
«Di niente» mi rispose sorridendo.
«Sai, sarebbe meglio uscire da qui. Non so se te ne sei accorto, ma questo è il bagno per le donne, e tu non sei una donna» dissi ridendo.
«Già, sarebbe meglio uscire» disse, avviandosi verso la porta. Lo seguii verso il tavolo.


«A che ora vengono gli altri?» chiese Billie.
«Passano tra un po, sbrigatevi» disse Mike.
«Voi avete le valigie pronte?» chiese Trè.
«Si» risposero gli altri due.
«Perchè? Dove andiamo?» chiesi.
«Trè, non gliel'hai detto?» chiese Billie.
«Beh..Mi sono scordato» disse.
«Cosa dovevi dirmi Trè?» chiesi.
«Che oggi partiamo per New York» rispose Mike.
«Ah, bene, potevi dirmelo quando eravamo lì, no?» dissi.
«Scusami» disse Trè.
«Fa niente» risposi.
Ero arrabbiata con Trè. Poteva almeno avvisarmi che gliel'avrebbe detto, mi sarei preparata psicologicamente..
Tornammo nelle camere.
«Billie, il mio borsone è da te» dissi.
«Lo so» rispose.
«Posso venire a prenderlo?»
Billie mi fece entrare. Lo presi e lo portai fuori.
Mi sedetti sul borsone, aspettando che anche gli altri uscissero.
E, per mia sfortuna, per primo uscì Trè.
«E' tutto ok?» mi chiese.
«Si» risposi, cercando di non sembrare scocciata.
«Volevi che non glielo dicessi?»
«Non così all'improvviso»
«Scusa» mi disse.
Non avevo intenzione di guardarlo. Dovevo aspettare che l'incazzatura passasse.
Trè si abbassò davanti a me.
Vidi i suoi occhi azzurri spuntare davanti ai miei.
Lentamente si avvicinò, per darmi un altro bacio.
Come al solito ero incapace di scappare, col suo sguardo colorato di azzurro chiaro e bellissimo riusciva ad immobilizzarmi.
«Alla fine riesci sempre a farti perdonare» dissi scocciata.
Lui rise e mi diede un bacio sulla fronte.





Perfavore ditemi quando divento troppo sdolcinata, io mi faccio prendere la mano poi D:



 

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Capitolo 38
*** Trentasette. ***


Sentii i passi dalla stanza di Billie. Spinsi via Trè, che si accappottò all'indietro.
Io e Trè non eravamo fidanzati. O forse si.
Forse era una sottospecie di "fidanzamento segreto", perchè non volevo che nessuno sapesse che ci baciavamo.
Ormai quel pollo aveva detto a tutti che avevamo scopato, e non volevo che sapessero più niente.
Non perchè non mi fidassi, forse era perchè mi vegognavo.
«Cazzo Sidney» disse ridendo, mettendosi seduto. Risi. Mi misi l'indice sulla bocca, per dirgli che doveva stare zitto su quella faccenda.
Annuì, alzando le spalle.
Billie aprì la porta.
«Gli altri sono giù, ci stanno aspettando» disse.
Trè si alzò da terra. Poco dopo anche Mike uscì dalla sua stanza.
«Possiamo andare» disse.
Tutti raccolsimo i nostri bagagli e scendemmo. Controllai che non ci fosse nessun giornalista e corremmo nella macchina.
White, Freese e Jeff ci aspettavano. Ci dirigevamo verso l'aereoporto.
Trè mi spiegò che era la terza tappa del tour. Poi avrebbero avuto una pausa di una settimana, per poi continuare.
«Buongiorno ragazzi» disse Billie entrando in macchina. Ci salutammo.
«Ormai Sidney la portate con voi, eh?» chiese Jeff, che guidava.
«Si. Lei scaccia i giornalisti» disse Billie ridendo.
«E in più ha s...» stava cercando di Billie, ma gli tirai una gomitata appena capii. Lui si bloccò e mi guardò.
«Stà zitto!» gli sussurrai.
«Ha?» chiese Freese.
«Niente» disse Billie.

Da Miami a New York.
Non avevo idea di quanto ci volesse, la mia preoccupazione più grande era quella dell'aereo. 
Per arrivare all'aereoporto ci volevano circa due ore.
(Nota Autrice: non so quanto ci si metta nella realtà xD Non so propio niente. Quindi scusate la mia ignoranza. Ma poi, questi sono dettagli irrilevanti D:)
«Maa..Quindi noi dovremmo prendere l'aereo?» chiesi.
«Esattamente» disse Mike.
«Che succede, hai paura?» chiese Billie ridendo.
«Fanculo» sbuffai.
Poggiai la testa sul finestrino, e dopo poco mi addormentai.
«Sidney, svegliati» mi diceva Mike.
«Mh? Che c'è? Siamo arrivati?» chiesi assonnata.
«No, manca ancora un po. Ma ci siamo fermati» disse.
«Ah»
«Hai fame, sete? Vuoi farti una scopata con Trè? Devi andare in bagno?» si mise a chiedermi ridendo.
«Ma come sei divertente» dissi ironica.
«Sù, scendi» mi disse, tirandomi.
«Ecco, ora scendo..Stà calmo cazzo» gli dissi.
Alla fine mi trascinò giù dalla macchina e mi portò dagli altri, che stavano bevendo una birra.
«Ma guarda chi c'è qui, buongiorno bell'addormentata» disse Billie ridendo.
Io stavo praticamente dormendo in piedi, e l'unica reazione che ebbi fu un leggero pugno nella sua pancia, e uno sbadiglio.
«Vuoi qualcosa?» mi chiese Mike.
«Si. Un cuscino, e un letto.  E se propio volete rendermi felice anche una bella coperta» dissi.
«Tu tremi. Secondo me ti sei ammalata davvero» disse Mike.
Mi stropicciai un occhio. Quando più o meno mi svegliai, riuscii a notare che mancava qualcuno.
«Dov'è Trè?» chiesi.
«Sicuramente a rifornirsi di birra, oppure è in bagno» disse Jeff.
«Bene» dissi, buttandomi su una sedia.
Volevo un suo abbraccio, sicuramente mi avrebbe riscaldato per bene.
Mi sorreggevo la testa con le braccia, sbuffando, aspettando che arrivasse Trè.
«E' tutto ok?» mi chiese Billie, sedendosi alla sedia vicino a me.
«Si, ho solo un po di sonno» risposi.


Dopo un po finalmente arrivò Trè.
«Ah, ti sei svegliata» disse. Annuii.
«Com'è quella faccia?» mi chiese.
«Mike mi ha svegliato all'improvviso, e ho un po sonno» dissi.
«Vabbe» disse lui, alzando le spalle.
«Avete fatto? Voglio sbrigarmi ad arrivare. New York è una città da sballo, c'è un sacco di roba» disse Trè.
«Ora andiamo» disse White.
Tornammo in macchina.
Avevo voglia di andare tra le braccia di Trè, di dargli un bacio. Anche lui cercava di trattenersi, e il massimo che faceva era un occhiolino.
Io gli sorridevo, e gli facevo una linguaccia.
Dopo un po arrivammo all'aereoporto. Da lì ci voleva qualche ora per arrivare a New York.
Presi il mio borsone e seguii gli altri. Facemmo il biglietto e salimmo sull'aereo.
Avevo davvero paura, non so perchè.
«Sei agitata eh?» chiese Trè ridendo.
«Si..» risposi.
Ci nascondemmo da qualche parte nell'aereo, prima che decollasse.
Trè mi sbattè leggermente al muro, con le mani poggiate sul solito posto, e mi baciò.
Mi mancavano i suoi baci, pieni di passione.
Purtroppo durò solo una decina di secondi, poi tornammo dagli altri per non farci scoprire. Mi sedetti e mi preparai a quel terribile viaggio.





Lo so, questo capitolo fa schifo xD Sto leggermente dormendo impiedi anche io xD
Ora vedo se riesco a scrivere qualcos'altro, sennò arrivederci a domani ._.

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Capitolo 39
*** Trentotto. ***


Mi sedetti su uno sei sedili e tirai un lungo sospiro.
Cercai di rilassarmi. Se magari mi addormentavo non mi sarei accorta di niente.
L'aereo decollò. Sentii una sensazione strana allo stomaco, a volte mi sembrava di star per vomitare.
Ok, soffrivo il mal d'aria, o come cazzo si chiamava la paura dell'aereo.
«Sidney, che hai fatto? Sai che sei pallida?» mi chiese Trè, sedendosi vicino a me.
«Credo sia il mal d'aria..» risposi.
«Ah..Sai, stavo pensando a una cosa» disse.
«Cosa?»
«Pensa, sarebbe figo farlo in aereo» disse ridendo.
«Trè, ti sembra il momento di parlarne?» gli chiesi.
Lui rise.
«Non sei tentata di farlo?» continò. Sospirai. Trè era un caso perso.
«Affatto. Soprattutto se sto per vomitarti addosso e ci sono gli altri in giro» risposi.
«C'è sempre il bagno» rispose ridendo.
Sospirai, mi alzai e andai vicino a Billie, che mi sembrava pensieroso.
«Che ho fatto?» chiese Trè ridendo.

Billie aveva lo sguardo basso, i gomiti poggiati sulle gambe e la testa fra le mani.
«Hei Billie» dissi, sedendomi vicino a lui.
«Hei Sidney» rispose, alzando lo sguardo. Vidi che ai suoi occhi mancava qualcosa. Non erano allegri come sempre, erano spenti.
«E' tutto apposto? Ti vedo un po pallida» disse.
«Ah, credo sia il mal d'aria, o come diavolo si chiama» dissi ridendo. Lui sorrise.
«Posso chiederti una cosa?» gli dissi.
«Dimmi»
«Tu sei già stato a New York, giusto?» chiesi.
Lui annuì.
«Com'è?» chiesi.
«Beh.. New York..E' grande. La notte è tutta colorata dalle luci. E' caotica, ed è lontana da Oakland» rispose, sospirando l'ultimo pezzo della frase.
Ecco cosa c'era che non andava, gli mancava la famiglia.
«Ti mancano, vero?» gli chiesi.
Lui mi guardò e annuì.
«Su..Pensa che presto tornerai da loro. Appena scenderemo da questo coso li chiamerai. Gli potrai che stai bene e che ti mancano, che gli vuoi bene. Sentirai la voce di tua moglie e dei tuoi figli..» dissi.
Lui alzò le spalle.
«Forse hai ragione» disse.
«E poi dobbiamo stare solo tre giorni a New York. Poi c'è la pausa e potrai tornare da loro» dissi.
Lui mi sorrise.
«Grazie» disse, stropicciandomi i capelli. Gli sorrisi.
«Ancora tremi» mi fece notare Billie.
«Ormai tremo quasi sempre, tanto che non me ne accorgo quasi più» dissi ridendo. Lui rise e mi diede il suo giacchetto.
«Grazie» gli risposi, mettendomelo.
Billie era sempre gentile. I suoi occhi riacquistarono un po di vita.

«Mike?» chiamò Billie.
«Dimmi» rispose il bassista.
«Sai un rimedio per far passare il mal d'aria?» chiese Billie.
«Chi è il malato?» disse Mike. Billie mi indicò.
«Distaiti. Senti un po di musica, dormi, parla con qualcuno» disse.
«Avevo pensato ad ascoltare la musica, ma l'ipod è scarico e il mio tele..»mi bloccai improvvisamente.
«E il tuo tele..?» chiese Billie.
«Il mio telefono. Io ho un telefono. Dovrebbe essere buttato nel borsone, da qualche parte» dissi ridendo.
«Ah, bene» disse Mike.
«Cercherò di addormentarmi» dissi, alzando le spalle.
«Allora buonanotte» disse ridendo Billie.
«Svegliatemi quando siamo arrivati» dissi.
«No guarda, ti lasciamo sull'aereo» disse ironico Trè.
Mi buttai su un sedile in un angolo tranquillo della sala, poggiai la testa allo schienale e chiusi gli occhi, sperando di addormentarmi al più presto.




Ciao ragazzi xD
Oggi la gita a Roma è stata stressante ç_ç Sono a pezzi! Ma la buona notizia è che ho trovato American Idiot nella Galleria Sordi, e scroccando i soldi alla prof me lo sono comprato *-----* Ora ho un debito di 20.90€ xD
Ma Trè lo sto facendo davvero troppo ottuso, povero piccolo pancione ç_ç
Povera Sidney, ci mancava solo il mal d'aria..
E altre sorprese stanno per arrivare, non è mica finita qui! Povera, non è stressata? Chissà come prenderà queste sorprese..
OrangeMochaFrappuccino: Hei, ciao xD E' la prima critica negativa O_O Bene, a quacuno non è piaciuto. Beh, è successo, doveva far parte della storia. Mi dispiace che non ti sia piaciuto, fattore di gusti. Non ti preoccupare, non ci stò male, è il tuo parere ed è giusto che lo esprima xD Spero che ti piacciano di più questi capitoli che pubblicherò.
rara193: ah, bene, tutti addormentati ._. Inizio a sospettare che ci sia davvero un virus xD
inoiscool: già, è così xD Non ho capito solo una cosa, quella dell' "irrilevante".  Forse perchè non so che vuol dire? D:


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Capitolo 40
*** Trentanove. ***


In effetti mi addormentai quasi subito.
Me ne stavo sdaiata sul fianco sinistro, fissando la parete grigia. Oh, che allegria.


«Hei, Sid» sentii chiamare.
«Milton?»
«Si, ciao sorella»
«Ciao fratello»
«Hai mostrato il nostro segreto a qualcuno» disse.
«Come fai a saperlo?» chiesi.
«So tutto, cara sorellina. Io vivo in te» disse.
«Ah, già» sospirai.
«Sei arrabbiato?» chiesi.
«No. Hai fatto bene»
«Perchè?»
«Poi vedrai, aspetta»
«Uffa Milton, sai che io odio aspettare!» lagnavo.
«Lo so. Però devi aspettare» rispose.
Mi rispondeva sempre così.
«Prometti che non ti arrabbierai con me?» mi chiese.
«Perchè dovrei arrabbiarmi con te?»
«Poi capirai..» mi disse.
Iniziavo a preoccuparmi.
«Milton, che succede?» chiesi. 
«Scusa per avertelo tenuto nascosto» mi disse.
«Cosa, Milton?» chiesi.
Lui non rispose. Un leggero venticello mi mosse le ciocche dei capelli, come se qualcosa si fosse spostato.
«Odio quando fai così. L'ho sempre odiato» risposi.



«Sidney?» sentivo Trè chiamarmi.
«Che cazzo vuoi?» chiesi.
«Ah, siamo pure acide. Se vuoi ti lascio dormire sull'aereo» disse.
Un altro sogno. Cosa mi aveva tenuto nascosto Milton?
«Scusami. Avevo fatto un sogno, e..Vabbè, lascia perdere» dissi mettendomi seduta.
«Che cosa hai sognato per essere così scazzata? Come salvare il mondo dalla fine imminente?» chiese.
«No. Mio fratello Milton» risposi.
«Ah» rispose lui.
«Oh ragazzi, che vi date una mossa?» chiese Billie.
«Arriviamo» dissi, alzandomi.
Milton stava cercando di mettermi in guardia da qualcosa, ne ero certa. Era solo questione di tempo.
Ma quanto tempo? Anni, mesi, settimane, giorni, minuti o addirittura secondi?
«Sidney, sveglia!» mi urlò Trè battendomi le mani vicino alle orecchie, notando che mi ero fermata.
«Eh? Ah, scusami Trè..» dissi, sospirando.
Seguii gli altri fuori dall'aereo. Presi il mio borsone e poi entrammo in un altra macchina.
Se non fosse stato per Trè che ogni tanto mi prendeva per un braccio e mi trascinava, sarei stata ancora ferma impalata fuori dall'aereo.
Ero immersa nei miei pensieri, cercando di capire cosa voleva dirmi Milton.
Le sue parole mi risuonavano nella testa.
«Sidney? Cazzo, che hai fatto?» mi chiamava Mike.
Mi tirò un braccio.
«Sidney?» mi richiese.
«Che c'è?» risposi.
«Sei praticamente in estasi» disse Billie.
«Ah..No, ho fatto un sogno strano» dissi sgrullando la testa, cercando di riprendermi.
«Sarà» disse Mike, alzando le spalle.

Arrivammo fuori l'hotel.
Trè si buttò fuori dalla macchina.
«New York, dai il benvenuto ai Green Day!» urlò Trè, spalancando le braccia.
Io lo fissavo da dentro la macchina.
Sospirai, facendo "no" con la testa.
«Hei, superstar, prenditi i bagagli» disse Billie, aprendo il cofano.
«Grazie, signor Billie Joe Armstrong» disse Trè scocciato, avvicinandosi al cofano.
«Di niente mr.Cool» rispose lui.
Io scesi dalla macchina.
«Te lo porto io? Tu ormai sei nel mondo dei sogni strani» disse Mike.
«No, vabbè, faccio io» dissi, togliendogli il borsone dalle mani.
Ci indicarono le stanze. Io seguii Trè nella sua.
«Hei hei hei hei» disse Billie, afferrandomi dal cappello della felpa.
Lo guardai.
«Tu vieni da me, con Trè non ti ci lascio» disse Billie.
Alzai le spalle e entrai nella camera del chitarrista.
«Quella ragazza è strana» disse Trè.
«Sarà una crisi adolescenziale» disse Mike.
«Ci vediamo dopo, ok?» chiese Billie.
Gli altri due annuirono, poi entrarono nelle propie stanze.



Io intanto mi ero buttata sul divano.
«Che hai sognato, Sidney?» mi chiese Billie.
«Milton» risposi.
«Eh, ecco perchè sei così vaga»
«Già..Approposito, il telefono» dissi io, ricordandomi improvisamente che lo avevo nel borsone.
Frugai nelle tasche, e dopo un po lo trovai.
«Eccolo» dissi.
Un aggeggetto nero, con un ciondolo attaccato.
«Sarà bene che te lo porti dietro, e che mi prenda il tuo numero» disse Billie.
Glielo diedi.
Poi lo accesi, Chissà da quant'è che non lo usavo.
«Io vado a chiamare Adrienne..Mia moglie» disse Billie.
«Si, va pure» gli risposi.



Scusate ragazzi, sto dormendo in piedi .____.
Inoiscool: tu ci scherzi, io a casa mia ti aspetto davvero! Voglio vedere i tuoi capelli, cribbio xD Oggi a Roma tempo di merda, eh? Via del Corso tutta sotto la pioggia, e pensa che dovevo farmi tipo Piazza Navona-Piazza di qualcos'altro-Piazza S.Pietro a piedi, ma alla fine l'abbiamo fatta col bus xD E io, invece di sentire la guida che parlava, ascoltavo i Green Day con le cuffiette. E ho picchiato anche qualche mio compagno di classe, che mi sfottono sempre e dicono che i Green Day puzzano ._. E ovviamente ho rischiato la sospensione per aver quasi lanciato uno zaino addosso alla prof, dopo che me lo avevano lanciato addosso. Insomma, i miei compagni mi adorano *--*
Always Green: Oh, una nuova recensitrice (o come si dice) *---* Chebellooo xD Quindi scrivo bene xD Grazie, spero che continui a seguirmi *w*



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Capitolo 41
*** Quaranta. ***


Billie compose frettolosamente il numero sul telefono, poi lo portò all'orecchio.
Impaziente attendeva  che quel fastidioso "tu..tu.." finisse.
«Pronto?» finalmente il fastidioso suono finì.
«Ciao Adie» disse Billie, con un tono di voce che non avevo mai sentito. Era dolce, carico d'amore.
«Oh Billie,sei tu. Ciao!» rispose Adie, felicissima.
Billie rise.
«Sono nell'hotel a New York. Siamo scesi poco fa» disse Billie, iniziando a camminare per la stanza.
«Bene. Com'è andato il concerto?» rispose Adrienne.
«Oh, benone. Voi lì come state? E' tutto apposto?» rispose Billie.
«Certo, però ci manchi»
«Anche voi mi mancate»
«Aspetta, c'è Jacob che vuole parlarti»
Un altro sorriso.
«Papà!» disse un bambino.
«Hei Jacob, ciao piccolo» disse Billie.
Vedevo in lui una felicità che gli mancava da un po.
«Papà, quando torni?»
«Presto..Come va lì? Fai ancora a botte con Joey?» chiese Billie ridendo.
«Quando mi da fastidio si» rispose Jacob.
«Non dovete fare a botte, poi mamma si arrabbia e lo sai com'è quando urla» diceva Billie ridendo.
«Guarda che ti sento» disse Adrienne. Billie rise.
«Joey dov'è?» chiese il chitarrista.
«Eccomi papà» rispose un altro ragazzo.
«Hei, Joey, ciao» disse Billie.
«Sei arrivato a New York?»chiese
«Si, sono in hotel» rispose Billie.
«Ok..Torna a casa presto!» disse Joey.
Billie rise.
«Mi mancate tutti, davvero tantissimo. Non vedo l'ora di riabbracciarvi» disse Billie.
«Anche noi papà!» rispose Jacob.
«Scusate, ora devo andare. Mi passate un attimo la mamma?» chiese Billie.
«Ok..Ciao papà!» urlò Jacob.
«Ciao piccolo, ciao Joey»
«Che c'è Billie?»
«Devo andare, ci sentiamo»
«Ok»
«Hei, ti amo» disse Billie con un tono dolcissimo.
«Anche io Billie. E non vedo l'ora che torni» disse Adie.
Billie sorrise. Finì di salutare Adrienne e riattaccò il telefono.


Io intanto mi ero messa ad esplorare il mio cellulare. C'erano delle foto di Milton e me. Altri mille ricordi ritornavano nella mente.
Sorridevo ad ogni foto che vedevo, ad alcune sospiravo.
"Quanto vorrei che tu fossi ancora qui, Mil.." pensavo.
«Hei Sidney, ho fatto» disse Billie, sedendosi vicino a me.
«Ah, già?» chiesi.
«Si, non ti volevo lasciare sola»
«Così mi fai incazzare. Resta di più con la tua famiglia, idiota, io sto bene» lo rimproverai.
«Uhuh, fai la dura» disse Billie. Gli tirai una gomitata.
«Sai che stasera giriamo New York?» disse Billie.
«Figo» risposi.
Me ne stetti un'altra mezz'ora buona a guardare le foto, poi qualcosa mi interruppe.
«Ragazzi sveglia, è ora di andare» urlava Trè, bussando alle porte.
Uscii nel corridoio.
«Potresti almeno non urlare?» gli chiesi.
«No, perchè poi non mi sentite. E voglio sbrigarmi, i pub migliori aprono ora. E se arrivi tardi ci trovi un sacco di gente» disse Trè.
Risi. Era il solito ragazzino. O ragazzaccio.
«Andiamo che sennò questo non la smette più» disse Mike, chiudendo la porta scocciato.
Billie sospirò e chiuse la porta.
Trè si era già studiato dove si trovavano i migliori pub di New York. Ci trascinò in macchina e si mise alla guida.
«Perfetto. Stasera ci diamo alla pazza gioia» disse.
Mike rise.
«Ormai tu devi darti alla pazza gioia ad ogni benedetta città in cui andiamo in tour» disse Mike.
«Esatto, e New York è una delle migliori in fatto di birra. Ma la migliore è sicuramente la Germania. Oh, amata Germania..» diceva Trè.
Io risi. Trè frenò di scatto, ci fermammo davanti ad un pub, già pieno di gente.
«Io proporrei di prendere le birre e andarcele a bere in santa pace da un'altra parte» disse Billie, notando già la folla.
«Sono d'accordo con te» disse Mike.
Trè scese e si diresse dentro il pub.
«Fa sempre così?» chiesi.
Mike annuì sconsolato.
«Oh, chissà che stress» dissi.

Dopo un po Trè tornò con un sacco di bottiglie in mano. C'era di tutto.
«Dilemma: dove andiamo?» chiese Trè.
«Boh. Vai al Central Park, è figo la notte» disse Billie.
Trè ascoltò l'amico e ci portò al Central Park. Non c'era nessuno. Billie aveva ragione: era davvero figo.
«Perfetto» disse Mike, aprendo lo sportello e scendendo. Si sedette su una panchina sotto un lampione e si mise a sorseggiare una birra.
Billie e Trè fecero la stessa cosa.
Tutta la sera passò così, a cazzeggiare. Tra una bottiglia di birra e una sigaretta.
Ad un certo punto me ne tornai in macchina, poco distante da loro, e mi misi a dormire. Ormai io dormivo sempre.


Hei ragazzi..
Sono priva di ispirazione D:
So come devo continuare, però non succede nulla di nuovo, almeno per ora.
Scusatemi se sono noiosi questi capitoli D:

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Capitolo 42
*** Quarantuno. ***


Sentii qualcuno che mi poggiò su un letto.
Billie mi aveva riportato nella sua stanza, eravamo tornati all'hotel.
Aprii gli occhi. Billie si stava spogliando.
Ma io dico, quell'idiota, propio davanti a me si doveva spogliare?
Mi girai, per non vedere.
Sentii che aveva iniziato a canticchiare qualcosa, uscendo dalla stanza.
Mi tolsi le scarpe e alzai le coperte.
Poco dopo tornò.
«Notte Sidney» disse.
«Potevi anche svegliarmi, sarei salita da sola»
«Non fa niente» disse sbadigliando.
Mi riaddormentai.


Quella giornata passò velocissima, tra un'intervista e l'altra.
Mi chiedevo come riuscissero a trattenersi dal mandare a fanculo qualche giornalista.
Non so, gli chiedevano di tutto. Ci mancava solo che gli chiedessero quante volte andavano in bagno.
E sarebbero stati capaci di chiederlo, basta che riguardasse la loro vita privata. Che faccia tosta, avevano i giornalisti.
La serata del concerto arrivò subito. Mi sembrava di aver dormito per un giorno e mezzo, ed essermi risvegliata.
Anche il concerto volò. Succedè tutto quello che successe nel precedente, salvo qualche incidente col microfono o con delle ragazze.
Billie tornò dietro le quinte.
«Tu, Sidney, devi venire a suonare» mi disse. Sobbalzai.
«Io cosa? Dove? Quando? Lassù? Non ci penso propio» dissi.
«Mi devi aiutare, Sidney. Trè deve fare una cosa con me. Tanto lo sai Hitcin' a Ride, no?» rispose.
«Si, però..»
«Ce la farai» mi disse, sorridendo.
«E se sbaglio?»
«Chissene frega se sbagli, tutti sbagliamo» disse.
«Ma ad un concerto non si deve sbagliare» dissi.
«Dai che ci stanno aspettando» disse tirandomi.
Mi trascinò con se sul palco, davanti a tutti i fan. Mi presentò, poi Trè mi portò con se alla batteria.
«Grazie Sidney, mi stai facendo un favore sai?» mi disse Trè.
Io stavo tremando.
Trè mi diede le sua bacchette e mi prese le mani.
Mi aiutò ad iniziare, vedendo che ero tesa. La canzone la conoscevo.
«Bene, ora continua da sola» disse Trè.
«Cosa? No, rimani qui!» gli dissi.
«Stò per lasciarti le mani» disse.
«Trè, se lo farai morirò. Ti rendi conto cosa cazzo mi avete chiesto di fare?»
«Uno..Due..» disse lui.
«Trè, ti prego!» gli urlai.
Lui mi lasciò le mani e corse da Billie, che gli diede la sua chitarra.
Stavo suonando. Stavo suonando con i Green Day, a New York, davanti a migliaia di persone.
Sentivo il cuore battere velocissimo.
Billie iniziò a cantare, Trè suonava la chitarra e Mike restava al basso.
E io, cazzo, stavo suonando la batteria.
Quando la canzone finì Trè mi venne a prendere, mi trascinò vicino Billie e Mike.
Mi alzò un braccio in aria e poi allargò le sue. Un grande applauso e urla partirono dai fan.
«Questo è per te, Sidney» disse Mike applaudendo. Lo guardai e gli sorrisi.
Il cuore batteva insieme alle mani dei fan, a quelle di Mike, Trè e Billie.
Poi scappai di nuovo nel backstage, incredula.
Io, Sidney Becher, avevo suonato con i Green Day davanti a migliaia di persone.


Quando il concerto finì loro mi fecero i complimenti.
«Bravissima!» mi disse Trè abbracciandomi.
«Tu, dovresti venire a suonare più spesso» disse Billie ridendo.
«Si certo, così crepo mentre suono» dissi.
«No davvero, sei brava Sidney» disse Mike.
«E poi suonare la chitarra è figo» disse Trè.
Rimanemmo a parlare un altro pò, finche qualcosa non ci interruppe.
Il mio cellulare squillò.
Guardai il display.
Il mio cuore iniziò a battere veloce, il sorriso che fino a poco prima era sul mio viso non c'era più, i miei occhi si spensero.
Quella parola scritta sul display mi fece morire, mi rubò quella felicità che mi ero riuscita a conquistare.
«Chi è,Sidney?» chiese Billie.
Alzai lo sguardo, senza un espessione precisa.

«Papà».




Papà! O.O E cosa vorrà mai ora?
Non posso nemmeno dire: lo scoprirete nel prossimo capitolo. 

Ok, spiegazioni. Ho una brutta notizia, e una bella.
Quale volete per prima? Non mi importa, prima la brutta.
La brutta è: Il libro è finito.
La bella è: la storia continua in un altro libro.
Quindi, dice "Ciao ciao" a Close your eyes e date il benvenuto a Homecoming.
Detto questo, ci vediamo nel prossimo capitolo libro! xD

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