Il linguaggio della resa: Il grigio della vita

di iosnio90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo primo ***
Capitolo 3: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 4: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 5: *** Capitolo quarto ***
Capitolo 6: *** Capitolo quinto ***
Capitolo 7: *** Capitolo sesto ***
Capitolo 8: *** Capitolo settimo ***
Capitolo 9: *** Capitolo ottavo ***
Capitolo 10: *** Capitolo nono ***
Capitolo 11: *** AVVISO IMPORTANTE ***
Capitolo 12: *** Capitolo decimo ***
Capitolo 13: *** Capitolo undicesimo ***
Capitolo 14: *** Capitolo dodicesimo ***
Capitolo 15: *** Capitolo tredicesimo ***
Capitolo 16: *** Capitolo quattordicesimo ***
Capitolo 17: *** Capitolo quindicesimo ***
Capitolo 18: *** Capitolo sedicesimo ***
Capitolo 19: *** Capitolo diciassettesimo ***
Capitolo 20: *** Capitolo diciottesimo ***
Capitolo 21: *** Capitolo diciannovesimo ***
Capitolo 22: *** Capitolo ventesimo ***
Capitolo 23: *** Capitolo ventunesimo ***
Capitolo 24: *** Capitolo ventiduesimo ***
Capitolo 25: *** Capitolo ventitreesimo ***
Capitolo 26: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Per la maggior parte delle persone uccidere è un atto riprovevole.
Sia che lo si faccia per difendere qualcuno o per salvarlo, sia che lo si faccia per legittima difesa, sia che lo si faccia perché si sta combattendo una guerra, uccidere è sbagliato, uccidere è un peccato.
Ma ci sono altri tipi di persone che credono il contrario, che credono che uccidere sia giusto, che solo uccidendo si può fare del bene.
Queste persone vivono nella profonda convinzione che il mondo sia malato e che bisogna estirpare la malattia alla radice, che bisogna uccidere la malattia perché solo così si troverà la pace, solo così il bene trionferà.
E al diavolo tutti coloro che dicono che il bene deriva dal bene.
Il bene non porta altro bene e non porta neppure il male, il bene semplicemente non porta nulla.
Se si fa del bene a qualcuno come si fa, poi, a sapere che quel qualcuno farà a sua volta altro bene?
Nessuno può saperlo!
Quel qualcuno può semplicemente continuare per la sua strada senza degnarsi di fare nulla per il prossimo nonostante tu gli abbia dato dimostrazione che si può aiutare glia altri.
L’unico modo che resta per fare del bene è cominciare partendo da un qualcosa che sembra male, che sembra sbagliato, come uccidere.
Bisogna uccidere ciò che è sbagliato per fare del bene.
La domanda che c’è da porsi a questo punto è: chi decide cosa è giusto e cosa è sbagliato? Chi decide se una persona è buona e un’altra è cattiva? Chi decide chi deve morire e chi no?
Quella maggioranza di persone che vede l’uccidere come un peccato nel rispondere a questa domanda si affiderebbe ad una Forza Superiore, qualsiasi essa sia e con qualsiasi nome la si voglia chiamare.
Ma le altre persone, le persone che credono che sia giusto uccidere, non lo farebbero ed è questo il loro più grande difetto: la superbia.
Ne mostrano così tanta, di superbia, da erigere se stessi a giudici degli uomini e delle loro azioni credendosi immuni dal giudizio di tutti.
Credono di poter puntare il dito verso qualsiasi persona senza che nessuno possa fare nulla per impedirlo.
Uccidono chiunque sia diverso da loro soltanto perché, appunto, è diverso e non vive secondo le loro regole, non pensa secondo i loro parametri, non si comporta secondo la loro morale.
I diversi, quindi, vengono visti come il nemico, come esseri malvagi che vogliono corrompere il mondo, come esseri oscuri.
I diversi vengono visti come il nero che stritola gli uomini in una stretta mortale, che annebbia le loro menti, che corrode le loro anime.
E così queste persone, i non diversi, coloro che devono combattere il nero, decidono che sono loro i salvatori dell’umanità, che sono loro che devono annientare il nero, che sono esseri luminosi.
I non diversi si eleggono come il bianco del mondo.
E cominciano ad uccidere e a macchiarsi di rosso, il rosso del sangue di tutti coloro che loro ritengono neri, il rosso del sangue di tutti coloro che secondo loro sono i combutta con i neri, il rosso del sangue dei traditori.
La loro mente non riesce neppure a concepirla l’idea che al mondo possa esserci un grigio, che non tutto è bianco o nero.
Non lo accettano, non lo credono possibile e reputano chiunque lo creda un pericolo da eliminare, un nemico da uccidere.
Si convincono che l’idea di un mondo grigio sia un’idea dei neri, la loro ennesima arma, la loro mossa con la quale vogliono farli cedere, con la quale sperano di salvarsi.
Ma non possono e non devono salvarsi altrimenti il mondo non vedrebbe il bene.
Samuel era tra queste persone, lo era sempre stato. Ma Samia non era del suo stesso avviso e lui aveva dovuto ucciderla.
Aveva ucciso sua sorella, ma non sentiva nessun rimorso: era ciò che doveva essere fatto…per il bene.
Samia era una traditrice, aveva abbracciato l’idea che potesse esistere un mondo grigio nell’esatto momento in cui aveva lasciato che le due streghe e i due dannati lasciassero il Regno Magico.
Samia meritava la morte e lui era fiero di avergliela inferta con le sue stesse mani.
Uccidere sua sorella era stato strano, differente da qualsiasi morte avesse mai inflitto.
Forse perché non aveva mai ucciso un traditore prima di allora, mentre quel giorno ne aveva dovuti eliminare addirittura due se si contava anche Hugh.
Forse perché erano gemelli, erano nati insieme e aveva sempre creduto che se ne sarebbero andati insieme.
Forse perché lei aveva tenuto gli occhi fissi nei suoi mentre moriva.
Ma qualunque fosse il perché a Samuel non importava, era felice di ciò che aveva fatto e se si fosse ritrovato nella stessa situazione lo avrebbe rifatto altre cento volte.
Il problema era arrivato dopo.
Samia non aveva mai dato motivo di dubitare della sua lealtà cosicché Samuel non aveva nessuna prova per dimostrare che sua sorella aveva tradito: c’era solo la sua parola.
Ma lui stesso aveva insegnato agli altri Consiglieri a non fidarsi mai di nessuno a meno che non ci fossero prove evidenti di ciò che diceva.
Quindi aveva dovuto inventarsi qualcosa per evitare sedute del Consiglio su sedute del Consiglio. Samuel aveva altro da fare, aveva un esercito da organizzare, aveva una guerra da vincere, non poteva perdersi in simili stupidaggini.
Mentre se ne stava seduto sul suo trono nella Sala delle Udienze, sovrappensiero, ascoltando solo distrattamente gli altri membri del Consiglio che ripercorrevano i fatti così come lui glieli aveva raccontati, Samuel ripensò a Samia.
Rivide sua sorella sforzarsi al massimo per proteggere i vampiri e le streghe, la risentì chiedere perdono a Bonnie, la vide scagliarsi contro di lui per aiutare le creature oscure e le traditrici, la sentì gridare, la vide accasciarsi a terra, la vide morire.
E un sorriso compiaciuto gli increspò le labbra secche.
Samia se l’era meritata la sua sorte, eccome se se l’era meritata!
“Quindi i vampiri hanno ucciso tutte le guardie, Samia e poi sono fuggiti?” - chiese una voce poco distante da lui.
Samuel si riscosse dai suoi pensieri scuotendo lievemente testa e raddrizzandosi su trono.
“E’ stata una dura lotta, ve l’ho detto! E i vampiri erano aiutati dalle streghe Bonnie McCullough e Katie Price che a loro volta erano in possesso di oggetti magici molto potenti dati loro dal Consigliere Hugh che, come ho già detto, era schierato dalla loro parte contro il nostro Regno! E’ stato un massacro e potete ben capire quanto mi costi parlarne dopo aver visto morire mia sorella sotto uno dei loro attacchi! Mi rammarico solo di non aver potuto fare nulla!” - rispose Samuel fingendosi straziato dal dolore.
“E Hugh? E’ stato giustiziato senza un processo?” - chiese una voce diversa dalla prima che gli aveva parlato.
“Hugh ha ammesso il suo tradimento e ha cercato di uccidermi! Le mie guardie, addestrate a proteggermi da chiunque, lo hanno ucciso prima che lui uccidesse me!”.
“Io continuo a non capire come due vampiri soli e indeboliti, insieme a due streghe inesperte possano aver ucciso tutte quelle guardie magiche addestrate a dovere! Oggetti di Hugh o non, io continuo a non farmene una ragione!” - commentò la voce che aveva parlato per prima.
“Signori! Dobbiamo ricordare con chi abbiamo a che fare! Questi sono vampiri, sono esseri oscuri, esseri crudeli! Uccidono per divertimento! Con la copertura data loro dalle streghe hanno potuto sfruttare al massimo i loro Poteri demoniaci! Oh vi assicuro….quanto avrei voluto poter fare qualcosa!” - Samuel terminò la frase portandosi una mano alla fronte e piegandosi in avanti con aria disperata.
Un brusio di voci si levò tutto intorno a lui.
C’era chi era ancora un tantino perplesso, chi aveva le idee chiare, chi aveva ascoltato il tutto con un’indifferenza indignata, chi con una partecipazione accesa.
Ma in generale erano tutti d’accordo su una cosa: bisognava agire!
Samuel si alzò e guardò dritto davanti a sé.
“Consiglieri! Credo che tutti sappiamo che ciò che è successo debba essere vendicato! Inoltre non possiamo lasciare che i due vampiri vivano dopo essersi presi gioco di noi! E le due streghe vanno punite per aver tramato alle nostre spalle!” - disse.
“Sì! Ma cosa facciamo?” - una voce.
“Chi possiamo mandare contro di loro?” - un’altra voce.
“Quale incantesimo potremmo usare?” - un’altra voce ancora.
“Se permettete, vorrei andarci io di persona!” - annunciò Samuel.
“Tu?” - un coro di voci.
“Sì io! Questa per me non è solo una battaglia da combattere per il Regno, ma anche una battaglia personale visto che hanno ucciso mia sorella! Inoltre mi sento responsabile visto che l’idea del Sigillo è stata mia! Vorrei guidare io stesso la battaglia magica!” - rispose Samuel.
Un silenzio di tomba calò nella sala. Samuel osservò ad un ad uno i vari Consiglieri che si voltavano a guardarsi l’un l’altro, poi uno di loro parlò.
“Per noi va bene, Consigliere Superiore Samuel! Fai pure come meglio credi! Noi ci fidiamo del tuo giudizio!”.
Samuel annuì e lasciò la Sala con passo sicuro e con la testa alta.
No, il grigio non esisteva!
Samuel era il bianco.
Bonnie, Damon e tutti loro alleati erano il nero.
E il bianco avrebbe ucciso il nero.




NOTE:
Ciao a tutti! Buon Halloween!
Benvenuti nell'ultima parte della mia serie "Il linguaggio della resa"!
Grazie a tutti coloro che hanno recensito l'epilogo del Sigillo e a tutti coloro che lo hanno letto!
Grazie anche a tutti coloro che, giorno dopo giorno, scoprono la mia serie e la leggono.
Grazie a tutti coloro che hanno continuato ad inserire tra le seguite, le preferite e le ricordate, le scorse parti del Linguaggio della resa, nonostante le avessi già finite.
Un grazie particolare a tutti quelli che, dall'epilogo del Sigillo ad oggi, mi hanno fatto l'onore di inserirmi tra i loro autori preferiti!
Un saluto speciale a Ila_ D  che è tornata dopo tanto tempo!
Spero che il prologo vi sia piaciuto e che vi abbia aiutato a capire meglio che razza di persona ignobile è Samuel e perchè la mia storia si chiama "Il grigio della vita!".
Come per il Sigillo posterò due volte alla settimana: il giovedì sera e la domenica sera!
Adesso vi lascio....Recensite...recensite...recensite...BACIONI..IOSNIO90!

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Capitolo 2
*** Capitolo primo ***


Capitolo primo

Nel sogno, la stanza era piccola e scarsamente illuminata. Fuori era buio e l’unica fonte di luce era una lampada alta posta in un angolo che lasciava che ogni cosa venisse sommersa da una luce soffusa, sui toni poco accesi dell’arancione.
Al centro della piccola stanzetta c’era una culla in ferro battuto con delle tendine azzurre tutt’intorno che alla luce della lampada sembravano quasi grigie.
Accanto alla culla c’era una bambina.
Era di profilo e se ne stava in punta di piedi con la testa china all’interno della culla. Aveva la pelle chiara e lunghi capelli ricci e rossi. Indossava dei pantaloncini corti e una maglietta lunga simile a quelle delle squadre di calcio con su scritto il suo nome: Raily! I suoi piedi erano nudi e sporchi di fango.
La bambina cantava, cantava una melodia dolce e trascinante: una ninna nanna.
Al suono della ninna nanna una risata cristallina venne fuori dalla culla.
All’interno, avvolto in una copertina di un bianco candido, c’era un bambino adorabile, che guardava la sorella sorridendo felice succhiandosi il piccolo dito indice della mano destra. Aveva grandi occhi svegli, di un castano molto scuro e la testolina ricoperta di una massa informe di capelli neri e lucenti.
Sulla copertina del bambino c’era ricamato, con un filo rosso, il suo nome: Jason!

“Bonnie? Bonnie? Streghetta, svegliati! Non avrai mica intenzione di passare la vita a dormire!”.
Bonnie si sentì strappare via dal suo sogno in una maniera tanto repentina che quasi la irritò.
Si girò e rigirò tra le coperte cercando di riaddormentarsi, ma all’improvviso ebbe un flash e, senza capirne bene il motivo, le ritornarono in mente le parole di un giornalista che aveva sentito alla tv qualche mese prima e che diceva che una volta che ci si è svegliati era del tutto inutile restare a letto, bisognava alzarsi.
Controvoglia, Bonnie si girò verso il lato da cui aveva sentito la voce poco prima e, lentamente, aprì gli occhi.
Le ci volle qualche minuto per mettere tutto bene a fuoco, ma quando ogni contorno e ogni linea nella sua visuale tornò al suo posto, si ritrovò davanti il proprietario della voce.
Damon se ne stava inginocchiato con i gomiti appoggiati al letto e la guardava divertito e con la testa leggermente inclinata di lato.
“Ben tornata! Stavo cominciando a preoccuparmi sul serio! Hai dormito per due giorni interi!” - le disse sorridendo.
“C-cosa? Davvero?” - chiese con la voce ancora impastata dal sonno.
Damon annuì: “All’inizio ho pensato che fossi morta, ma non poteva essere perché sentivo il tuo cuore battere. Allora ho pensato che fossi finita in coma e ho cominciato a scuoterti tenendoti per le spalle, ma mi sono reso conto che sbagliavo di nuovo nell’esatto momento in cui ti sei ribellata e mi hai dato un pugno nello stomaco mentre ancora dormivi. Poi sono passato all’opzione successiva e ho ipotizzato che fossi finita in letargo, ma Meredith l’Inquietante mi ha fatto presente che non siamo in inverno e che tu non sei un animale. Alla fine mi sono messo qui e ho cominciato a chiamarti fino a che non ti sei svegliata. Il resto lo sai!”.
“Ti ho dato un pugno?”.
“Già! Quindi non preoccuparti se dovessero venirti dei lividi sulle mani!”.
Bonnie si tirò su a sedere e si stiracchiò.
Si sentiva tutta indolenzita e sentiva di avere gli occhi gonfi come due mongolfiere.
Si passò una mano tra i capelli, ma quello che si ritrovò in testa fu solo una massa crespa di roba aggrovigliata.
“Devo darmi una ripulita!” - disse.
“Forse è meglio! Sei orribile!” - il tono di Damon era del tutto naturale, come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo.
“Grazie tante!” - il tono di Bonnie, invece, era offeso e astioso.
“Streghetta, non l’ho detto per offenderti, è la verità! E sono fermamente convinto che chiunque sarebbe orribile dopo una dormita di quasi 48 ore! Ma non preoccuparti….ti amo lo stesso!” - spiegò Damon allungando una mano per accarezzarle il viso.
Ma Bonnie si scostò.
“Guarda che io non mi preoccupo per me! Piuttosto adesso sto pensando a te e a cosa farai nell’esatto momento in cui ti mollerò!” - disse.
“No! Non lo farai!”.
“Sicuro?”.
“Mi ami troppo per lasciarmi!” - disse Damon deciso.
“Tu credi? Ho l’impressione che tu ti stia sopravvalutando, Damon!” - rispose Bonnie facendo per alzarsi.
Ma Damon la bloccò per un braccio e la tirò indietro. Bonnie si ritrovò di nuovo stesa sul letto, ma stavolta era tra le braccia del vampiro.
“Non credo proprio!” - le disse lui, poi la baciò.
Bonnie sorrise inconsapevolmente contro le labbra di Damon. Si guardarono negli occhi.
“Buongiorno!” - le sussurrò Damon.
Bonnie rise e si accoccolò tra le sue braccia.
“Cosa hai sognato?” - le chiese Damon, all’improvviso.
“Cosa? Come fai a sapere che stavo sognando?” - chiese Bonnie.
“Perché mentre dormivi sorridevi beata e farfugliavi qualcosa su un certo Jason e su quanto fosse bello. Quindi la domanda è questa: chi diavolo è Jason?” - fece Damon alzando la voce di un paio di toni e stringendo i pugni.
“Non sarai mica geloso!?!”.
“Certo che sono geloso! Sono geloso di qualsiasi cosa di sesso maschile che ti si avvicini e anche di alcuni esseri di sesso femminile con strani gusti! Quindi dimmi chi è Jason e dove posso trovarlo così lo ammazzo!” - replicò pronto Damon.
“E cosa faresti se, invece, fossi io che mi prendessi una cotta per qualcun altro? Quando ero nel Regno Magico, prima che tu arrivassi, mi piaceva Sean!” - lo provocò Bonnie.
“Ti piaceva perché Samuel te lo aveva imposto con il suo dannato Sigillo e la falsa vita che ti aveva messo nella testa!” - rispose Damon.
“Io non credo, sai? Anzi…secondo me Samuel ha cancellato i miei ricordi di te, mi ha dato una vita senza te! Quindi presuppongo che se non ci fossi tu probabilmente io adesso starei con Sean!” - continuò Bonnie divertita.
“Allora meno male che ci sono io! Altrimenti staresti con quell’insulso stregone oppure con un cretino come Mutt!”.
“Numero uno: Si chiama Matt! Numero due: Non è un cretino, anzi! Numero tre: sono convinta che lui mi amerebbe molto!” - disse Bonnie.
“Non come faccio io! Comunque sia…non cercare di cambiare discorso, streghetta, e dimmi chi è Jason!”.
“Ah, giusto, Jason! Jason è inventato, è un sogno!” - rispose Bonnie.
“Spiegati!” - fece Damon.
“Prima che tu mi svegliassi io stavo sognando! Ho sognato una stanza e dentro questa stanza c’erano due bambini adorabili! Credo che fossero fratello e sorella! La bambina doveva avere più o meno sei o sette anni e aveva i capelli ricci e rossi. Secondo me era una specie di maschiaccio, un tipino tutto pepe. Era sporca di fango e addosso aveva un uniforme da calcio. Si chiamava Raily…ce l’aveva scritto sulla maglia! Invece il bambino aveva pochi mesi ed era in una culla. Era bellissimo con gli occhi scuri e i capelli neri e si chiamava Jason, il suo nome era scritto sulla copertina dentro la quale era avvolto! Ecco chi è Jason…non c’è nulla da temere!” - disse e si sollevò un po’ per poter guardare bene Damon.
Il vampiro sembrava assorto.
“Non me lo avevi mai detto!” - disse.
“Cosa? Del sogno? Ovvio che non te ne avevo mai parlato: l’ho appena sognato!” - disse Bonnie.
Damon sciolse l’abbraccio dentro la quale l’aveva stretta fino a quel momento e si tirò su a sedere. Bonnie lo imitò.
“Non del sogno! Non mi avevi mai parlato della tua voglia di maternità!” - spiegò Damon.
“COSA? Della mia voglia di cosa?”.
“Di maternità!” - ribadì Damon sicuro.
“Ma sei impazzito? Damon il fatto che io abbia sognato dei bambini non vuol dire che voglia avere dei figli!”.
“Beh, vorrà pure significare qualcosa il fatto che hai sognato due bambini che potrebbero benissimo essere figli nostri! Lei con i capelli rossi e ricci e lui con gli occhi scuri e i capelli neri….non ti ricordano nessuno?” - fece Damon.
“Ma non significa niente! Ti sbagli di grosso, Damon, io non voglio diventare mamma! Non ancora, almeno! Caspita, ho solo vent’anni!” - rispose Bonnie.
“Ma devi tenere presente che sei una strega!”.
“E questo che significa?”.
“Che quello che hai fatto poteva essere un sogno premonitore!” - spiegò Damon con un’alzata di spalle.
“Io non sono incinta!” - E Bonnie ne era super convinta.
“Sì! Ma potresti esserlo presto! Forse è questo che significa il sogno, che presto diventeremo genitori!” - rispose Damon e anche lui sembrava super convinto.
“Con tutto quello che sta succedendo e che succederà una volta che Samuel tornerà all’attacco?”.
“Forse il sogno è un segno di speranza! Forse significa che andrà tutto bene perché abbiamo un futuro che ci aspetta, un futuro con dei figli!…. Raily e Jason….mi piacciono i nomi!”.
“Siamo sicuri che, invece, non sia tu ad aver sviluppato la voglia di paternità, Damon?” - chiese Bonnie.
“No, che dici? Queste cose succedono solo alle donne!” - rispose Damon.
“Sicuro? Guarda che non ci sarebbe nulla di male se a 500 anni e passa tu abbia deciso di mettere la testa a posto e diventare padre di famiglia!” - fece Bonnie, ironica.
“Guarda che le mie erano solo supposizioni!” - rispose il vampiro, messo alle strette.
“Supposizione che portavano tutte ad un unico finale: io e te con due figli!”.
Damon tentò di ribattere, ma ogni volta si interrompeva prima di cominciare.
Bonnie vedeva chiaramente che non sapeva cosa dire, il che per lei rappresentava una vera e propria vittoria: Damon non restava mai senza parole.
Bonnie gli sorrise e si allungò per dargli un bacio sulle labbra.
“Comunque credo che tu saresti un grande papà!” - disse, poi raccolse le sue cose e si fiondò in bagno.

Erano passate quasi due ore da quando si era chiusa in bagno e finalmente aveva finito.
Si diede un’ultima occhiata allo specchio: era una bella giornata d’estate e faceva caldo così aveva lasciato perdere i jeans e aveva optato per un paio di shorts neri e bombati abbinati ad una camicetta di seta verde smeraldo con le maniche corte e leggermente a sbuffo. Ai piedi aveva delle semplici ballerine nere. I capelli non somigliavano più ad una cosa dalla forma imprecisata, ma i ricci rosso fragola le ricadevano leggeri sulle spalle, lasciati liberi tranne per il piccolo fermaglio, sul lato destro detta testa, a forma di rosa nera.
Quando tornò nella stanza del pensionato dove aveva passato gli ultimi giorni a dormire, vi ritrovò Damon seduto ai piedi del letto.
Quando la vide si alzò e le andò incontro.
“Sei bellissima!” - le disse.
“Grazie! Ma è inutile che ci provi, tanto non me lo dimentico che prima mi hai detto che ero orribile!” - rispose Bonnie guardandolo ironica.
La loro piccola schermaglia di sguardi venne, però, interrotta da un rumore basso proveniente dallo stomaco di Bonnie.
“Mi sa che ho fame!” - disse.
“Sfido io! Credo che sia normale dopo aver digiunato per due giorni perché stavi dormendo! Anche se bisogna ammettere che quello di dormire e digiunare è un ottimo sistema per chi vuole perdere qualche chilo! Devo consigliarlo a Mutt!” - fece Damon portandosi una mano al mento con fare pensoso.
“Damon…” - lo richiamò Bonnie.
“Cosa?” - chiese lui con aria innocente.
“Non prendere in giro Matt!”.
“E perché non dovrei farlo? E’ divertente!”.
Bonnie scosse la testa e si incamminò verso il piano di sotto.

Appena arrivati in fondo alle scale, però, sentirono delle urla provenire dalla cucina.
Bonnie guardò Damon, ma lui scrollò le spalle come per dire che non ne sapeva nulla.
Quando entrarono in cucina si ritrovarono davanti ad una scena che per Bonnie aveva del surreale. Nella stanza c’erano Meredith, Matt, Elena e Stefan, e Matt stava inveendo contro Elena che a sua volta urlava contro l’amico.
- Che sta succedendo? - pensò Bonnie.
“Tu non sei il capo di nessuno, Elena! E non mi dici cosa posso o non posso fare!” - urlava Matt.
“Io sto solo dicendo che non dovresti farlo visto che non sappiamo cosa può succedere e dovremmo restare tutti uniti!” - rispondeva Elena.
“Quindi io non posso chiedere a Katie di uscire perché dobbiamo restare tutti uniti, mentre va bene quando tu e Stefan ve ne andate da soli in giro per il bosco, giusto?” - Matt.
- Matt vuole uscire con Katie? -
“Non è la stessa cosa! Stefan è un vampiro, sa difendersi!” - Elena.
“Non dagli stregoni e dalle loro magie, mentre Katie è una strega forte e sa farlo!” - Matt.
“E poi non sai nemmeno se tu le piaci!” - Elena.
“E non posso neppure avere l’opportunità di chiederglielo? Cosa devo fare? Restare qui a venerare la bellissima Elena?” - Matt.
“Adesso stai dicendo delle stupidaggini!” - Elena.
“Davvero? Come se non sapessimo che ti piace da matti avere tutti i ragazzi ai tuoi piedi!” - Matt.
“E’ meglio se stai attento a ciò che dici!” - Elena.
“Altrimenti? Guarda che lo sappiamo tutti che ci sei rimasta da schifo quando ti sei resa conto che Damon non ti voleva più  e che forse non ti ha mai voluto davvero e che si è innamorato di Bonnie e la ama come non ha mai amato nessun’altra! E sappiamo tutti il guaio che hai combinato facendoli soffrire entrambi, quando ancora non stavano insieme, solo perché non potevi concepire neppure minimamente che Damon potesse amare qualcuno che non fosse Elena Gilbert.” - Matt.
- Aspetta! Matt che difende me e Damon? -
“E già che ci penso chissà che effetto ti ha fatto sapere che Alaric ha chiesto a Meredith di sposarlo. Sicuramente avrai pensato che lo ha chiesto a lei solo perché tu non ci hai mai avuto a che fare più di tanto altrimenti avrebbe strusciato ai tuoi piedi!” - Matt.
- Alaric ha chiesto a Meredith di sposarlo? -
Elena stava per ribattere, ma Bonnie la bloccò.
“State zitti un attimo, non ci capisco più nulla!” - urlò.
Matt tacque all’istante, ma dalla faccia si capiva che ne aveva ancora parecchie da dire e Elena face di si con la testa.
“Allora…che sta succedendo qui? Prima domanda: A Matt piace Katie? E da quando?! Seconda domanda: l’universo sta per esplodere? La terra ha cominciato a girare al contrario? Se non è così, come è possibile che Matt difenda Damon?! Terza domanda: Meredith si sposa? E perché diamine io non ne sapevo nulla? Rispondetemi!”  - ordinò Bonnie e un insieme confuso di voci le si riversò addosso.
Bonnie alzò una mano e tutti si zittirono.
Damon nel frattempo sogghignava.
“Uno alla volta!” - disse Bonnie, poi si rivolse a Matt: “Cominciamo da te! Ti piace Katie e vuoi chiederle di uscire?” - chiese.
Il ragazzo annuì: “Sì, ma Elena dice che non posso perché dobbiamo rimanere tutti insieme visto che dobbiamo affrontare chissà che cosa!”.
“E pensi davvero quelle cose su Damon?” - Bonnie lo chiese più per curiosità che per altro.
“Che ti ama come non avrei mai creduto possibile? Sì, lo penso! Potrà anche non piacermi, ma devo ammettere che con te si comporta come si deve!” - rispose Matt.
Bonnie si voltò verso Damon e anche lui sembrava sorpreso, poi guardò Meredith.
“E tu che hai da dire?” - chiese.
“Diciamo che io e Alaric ne abbiamo parlato! Fra un paio di settimane arriva qui e, se usciamo vivi da qualsiasi cosa debba accadere, è probabile che mi sposi, sì!” - rispose la ragazza.
“E io non lo sapevo perché…?” - fece Bonnie con le braccia incrociate.
“Perché stavi dormendo!” - rispose Meredith.
- Maledetto sonno! - pensò Bonnie.
“Ok, allora! Ma dobbiamo parlarne….devi raccontarmi tutto! Ora: dov’è Katie?” - chiese.
“E’ sul retro con la signora Flowers!” - rispose Stefan.
“E a proposito di Katie! Tu cosa pensi del fatto che dobbiamo restare tutti insieme e che io non posso chiederle di uscire con me, Bonnie?” - intervenne Matt.
Bonnie ci pensò su un attimo, ma non sapeva bene cosa dire.
Fu Damon a prendere la parola: “Io sono d’accordo con Mutt!” - disse.
Bonnie ci rimase di sasso, mai aveva creduto possibile che parole del genere potessero venire fuori da Damon.
Matt che difendeva Damon era incredibile, ma Damon che dava ragione a Matt era miracoloso.
Bonnie si voltò a guardare il vampiro con gli occhi sgranati e, voltandosi, notò che anche tutti gli altri stavano guardando Damon sorpresi.
“Che c’è? Che ho detto?” - chiese Damon.
“Sicuro di stare bene?” - gli chiese Bonnie apprensiva.
“Cioè?”.
“Non è che ti sei ammalato?”.
“I vampiri non si ammalano!”.
“E allora come è possibile che tu abbia dato ragione a Matt?” - chiese Bonnie.
“Perché ha ragione! Non sappiamo a cosa sta pensando quel cretino di Samuel e non sappiamo cosa ci aspetta! Nei prossimi giorni potremmo morire tutti o, come minimo, buona parte di noi! Quindi credo che sia inutile restarcene qui, tutti insieme, a cercare di rispondere a domande alle quali non sappiamo rispondere! Meglio goderci questi giorni che potrebbero essere gli ultimi! Quindi se lui vuole chiedere un appuntamento a Katie…che lo faccia pure, anche se non penso proprio che Katie sia così disperata da uscire con lui!”.
- Ecco tornato il solito Damon! Anche se… - pensò Bonnie.
“Cosa ne dite?” - chiese tornando a guardare tutti gli altri.
“Io penso che mi chiuderò in una delle camere di sopra e passerò tutto il tempo che posso al telefono con Alaric!” - disse Meredith.
“Io vado da Katie!” - fece Matt.
“Beh, credo che anche noi potremmo stare un po’ da soli! Cosa ne pensi amore mio?” - chiese Stefan ad Elena.
Elena annuì: “Hai ragione! Avete ragione tutti! E scusa tanto, Matt, per quello che ti ho detto prima!” - disse sorridendo imbarazzata.
“Non preoccuparti! Piuttosto scusami tu!” - rispose Matt passandosi una mano tra i capelli, poi i due amici si abbracciarono.
Ma il  momento fu interrotto da Damon, naturalmente.
“Bene, bene! E adesso che è tornata la pace tra Dawson e Joey, noi ci vediamo direttamente domani! E che nessuno osi cercare la mia streghetta altrimenti morirà di una morte lenta e dolorosa! A presto!” - disse e, presa in braccio Bonnie, si lanciò fuori dalla porta a velocità incredibile, diretto verso chissà dove.
“Dove mi porti?” - chiese Bonnie.
“E’ una sorpresa!” - rispose Damon.
Bonnie rise.





NOTE:
Ciao a tutti!
Un enorme grazie ai recensori e ai lettori del prologo: sono proprio contenta di essermi riuscita a spiegare abbastanza bene con tutta quella storia del bianco, del nero e del grigio! XDXDXDXDXD
Ecco il nuovo capitolo:
Abbiamo un attimo perso di vista Samuel, ma ritornerà nel prossimo capitolo...al momento è impegnato a fare le audizioni per i componenti della sua squadra!
In cambio, però, abbiamo ritrovato Damon e Bonnie che, come ha giustamente supposto Ila_D, si stanno godendo i loro ultimi attimi tranquilli prima del ritorno di Samuel il Cattivo.
La calma durerà ancora qualche altro capitolo visto che Samuel è impegnato ad organizzarsi, quindi gadetevi questi capitoli perchè presto la battaglia avrà inizio e le cose saranno parecchio complicate e dolorose per Damon, Bonnie e tutti gli altri, naturalmente!
Adesso vi lascio....ma fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo.....vi è piaciuto il sogno di Bonnie?
A domenica sera....BACIONI...IOSNIO90!



 

 





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Capitolo 3
*** Capitolo secondo ***


Capitolo secondo

La giornata di Samuel era stata orrenda e Samuel era arrabbiato.
In mattinata si era svolto il funerale di Samia e lui era dovuto restare impalato lì a stringere mani, a ricevere condoglianze, a ricambiare abbracci e a fingere di essere triste quando l’unica cosa che avrebbe voluto fare era gridare a tutti di smetterla, che si stavano prodigando tanto per il funerale di una miserabile, di una traditrice.
Ma non poteva.
Samuel aveva ben chiaro che doveva fare buon viso a cattivo gioco.
Non poteva dire come stavano realmente le cose altrimenti anche lui ci sarebbe andato a finire di mezzo.
Insomma, che figura ci avrebbe fatto se si fosse venuto a sapere che lui, il grande Consigliere superiore, non si era accorto di avere una traditrice per sorella, almeno non fino all’ultimo istante!?!
Come avrebbe convinto i restanti Consiglieri a lasciarlo uscire dal Regno per poter uccidere i vampiri e le streghe?
Non poteva agire senza il loro permesso e questo lo sapeva bene perché, pur essendo il capo, per azioni del genere che prevedevano la disfatta di nemici del Regno e che potevano mettere a rischio la sicurezza di tutti, persino lui doveva avere il consenso dell’intero Consiglio altrimenti correva il rischio di essere cacciato via dalle sfere alte del potere e non poteva permetterlo: Samuel amava troppo il potere.
Così aveva cercato di distrarsi pensando ad altro, per esempio si era dato da fare per risolvere l’enorme enigma che lo tartassava da giorni: doveva portare con sè un esercito o solo pochi eletti?
Alla fine aveva optato per la seconda scelta, l’unica cosa che restava da fare era controllare per bene con chi avrebbe avuto a che fare, perché sapeva che coloro a cui dava la caccia avevano degli alleati nel mondo esterno, e poi doveva scegliere con cura gli stregoni da ingaggiare.
Non appena la farsa del funerale era terminata, aveva lasciato tutti dicendo che era troppo sconvolto per stare in mezzo alla gente e si era ritirato nel Palazzo del Consiglio.
Aveva afferrato al volo una delle tante sfere magiche che sbucavano da ogni angolo e se l’era portata dietro fin nella biblioteca segreta dei Consiglieri superiori.
E adesso se ne stava immerso tra libri e scaffali, seduto ad una scrivania, con la sfera poggiata davanti a lui a spiare con attenzione i suoi nemici.
Erano quasi tutti riuniti in una stanza e due di loro sembravano litigare.
Un lieve sorriso compiaciuto increspò le labbra di Samuel.
Ma a lui non interessava ciò che facevano, lui doveva solo capire chi e cosa erano.
Il vampiro Damon e suo fratello, il vampiro Stefan, erano nella stanza.
Samuel fece scorrere veloce le immagini che gli mostravano tutte le altre stanze delle casa e tutte le varie vie e case della cittadina di Fell’s Church per scoprire se c’erano altri vampiri nei paraggi, ma non ne incontrò nessun altro.
- Quindi i vampiri sono solo in due! - pensò e nello stesso instante appuntò la stessa frase su un foglio che teneva lì di fianco.
Ritornò alla stanza dove erano i nemici e fece il conto di chi altro c’era visto che, presumibilmente, se non c’era nessun altro nei paraggi, erano tutti radunati all’interno della stessa casa.
Gli ci volle poco per finire la sua ispezione. Appena finito spinse via da sè la sfera magica lasciando che cadesse a terra e andasse in frantumi e uscì fuori dalla parte segreta delle biblioteca con il foglio su cui aveva preso appunti stretto in una mano e gridando: “Victor! Victor vieni subito qui!”.
Pochi istanti dopo, un ragazzino sui sedici anni piuttosto basso per la sua età e con spessi occhiali appoggiati sul naso lungo e sproporzionato, corse verso di lui e si fermò, incespicando, giusto un attimo prima di finirgli addosso.
“Mi- mi dica….Consigliere! Mi…ha…c-chiamato?” - disse in preda all’affanno.
“Sì! Portami della carta da lettere con il mio marchio! Devo convocare degli stregoni!” - ordinò Samuel.
“Subito!” - e in un attimo il ragazzo corse via.
Tornò pochi minuti dopo portando con sé una pila enorme di fogli che, ad ogni passo, rischiava di scivolargli via di mano.
“Non sapevo quanta ve ne serviva così l’ho portata tutta!” - si giustificò.
Samuel gli badò poco, ma prese una manciata di fogli, si accomodò ad un tavolo e gli ordinò di andarsene.
Il Consigliere, rimasto solo, si diede da fare con le lettere. Decise di inviare a tutti coloro che aveva scelto una lettera con lo stesso testo facendo un riassunto di ciò che era accaduto, dicendo cosa aveva intenzione di fare, chiedendo il loro supporto, elogiando le loro strabilianti capacità e dando loro appuntamento per l’indomani nella Sala delle Udienze per discutere dei dettagli dell’operazione.
Solo una volta stilate le lettere cominciò a riflettere sui nomi ai quali doveva inviarli.
Prese il foglio che aveva ancora con sè e se lo aprì davanti agli occhi.
C’era scritto:  2 Vampiri, 3 Umani e 3 Streghe di cui 1 anziana e dall’indole pacifista.
Una volta deciso che si sarebbe occupato lui stesso di Bonnie e del vampiro Damon, scegliere chi portare con sè fu abbastanza semplice.
Decise che per i tre umani bastava portare un paio di stregoni non molto forti e neppure molto intelligenti, ma capaci di tenerli a bada con incantesimi non esageratamente potenti, in grado di stordirli senza ucciderli e, naturalmente, chi poteva essere più adatto di quei due incompetenti di Maddy e Sean!?!
Per l’altro vampiro, Stefan, scelse uno stregone, un Cacciatore molto forte, un vero specialista della guerra agli esseri oscuri, ma soprattutto un specialista della tortura e della caccia ai vampiri: lo stregone Richard.
Per quanto riguardava le altre due streghe…
Contro Katie, che si era dimostrata più forte e più sveglia di quanto si aspettava, avrebbe mandato uno stregone altrettanto forte e sveglio, specializzato negli incantesimi con i 4 elementi: nulla era più forte dei quattro elementi neppure i cristalli, che si erano dimostrati l’arma vincente di Katie.
La scelta quindi era ricaduta sullo stregone Timothy.
Contro la strega anziana avrebbe inviato una sua buona alleata da anni, molto capace con le arti psichiche, la sua cara amica Susan.
Effettuata la scelta non gli rimase altro da fare che scrivere i nomi dei vari mittenti, inviare le lettere, che vennero consegnate a mano dal povero Victor, e aspettare, pazientemente, il giorno dopo.

Non appena Bonnie e Damon sparirono, Meredith lanciò un sorriso ad Elena e se ne andò al piano di sopra del pensionato, rifugiandosi nella stanza di Stefan.
Non era mai stata il tipo di ragazza molto propensa a smancerie in pubblico, come Bonnie, e neppure il tipo a cui piacevano tutti quei nomignoli assurdi da innamorati, di cui, invece, Elena e Stefan sembravano non poterne fare a meno.
Lei era più controllata e riservata, non amava parlare molto di ciò che provava e già sapeva che nel momento in cui Bonnie l’avrebbe tartassata di domande per la faccenda del matrimonio si sarebbe imbarazzata tantissimo.
In effetti si stupiva ancora di come aveva fatto a raccontare subito tutto ad Elena, forse era talmente sconvolta che non era riuscita neppure ad elaborarlo il concetto di < non sono brava a parlare dei miei sentimenti, preferisco parlare di quelli degli altri >.
E dopotutto era normale che fosse sotto shock. Lei e Alaric si conoscevano da un po’, ma poi lui era partito e avevano ufficializzato le cose tra loro da poco più di un anno, anno durante il quale si erano visti una volta sola quando Bonnie era in giro con Damon per l’Europa. Non si sarebbe mai aspettata una proposta di matrimonio.
Ma Alaric l’aveva fatta eccome, la proposta.
Certo non era stata una proposta classica in stile < lui si inginocchia e le porge l’anello > , ma il tono del suo fidanzato al telefono era stato così deciso che proprio non ci era riuscita a non prenderlo sul serio.
Col senno di poi si rese conto che non c’era alcun bisogno di agitarsi tanto visto che stava per succedere chissà cosa e forse non l’avrebbe mai neppure visto il giorno del suo matrimonio, ma non ce la faceva proprio a fermare il battito frenetico del suo cuore ogni volta che ci pensava.
Una volta essersi assicurata di aver chiuso a chiave la porta, andò alla finestra, estrasse il cellulare dalla tasca dei jeans e compose velocemente il numero di Alaric.
Dopo appena due squilli ci fu una risposta.
“Meredith!”.
“Ciao! Ti disturbo?” - fece lei un po’ preoccupata: non aveva proprio pensato al fatto che magari lui era impegnato in quel momento.
“No! Figurati! Sono in viaggio adesso, sono appena partito dalla Russia!” - rispose Alaric.
“Stai tornando qui?”.
“Sì, ma prima dovrò fare due brevi fermate, una in Francia e l’altra in Canada! Credo che dovrei arrivare lì tra una settimana, circa!”.
“Ah…ok!”.
“Meredith, stai bene? E’ successo qualcosa? Ti sento strana!” - la voce del ragazzo era carica di apprensione.
“No! Non preoccuparti, non è successo nulla! Sono solo preoccupata per quello che potrebbe accadere da un momento all’altro per via di tutta quella faccenda di Bonnie e degli stregoni che ti ho già raccontato!” - spiegò Meredith sedendosi sul davanzale della finestra.
“Capisco! E’ normale che tu sia preoccupata e, sinceramente, non so proprio cosa dirti per tirarti su di morale visto che di streghe e stregoni non ne ho quasi mai visto nessuno a parte Bonnie e non ho mai sentito parlare del Regno Magico! Ma ti vorrei ricordare che siete forti, Meredith, e che avete sconfitto addirittura vampiri Antichi e demoni, in passato!”
“Sì! Hai ragione! Ma adesso basta parlare di queste cose!” - fece la ragazza accentuando un po’ il suo tono di voce.
“Ok! E di cosa vuoi parlare?” - fece la voce dall’altro capo del telefono.
“Non saprei! Del più e del meno! Prova a fare tu delle domande!”.
“Ok! Come sta Bonnie? Si è svegliata? L’ultima volta che ti ho parlato eri preoccupata per lei!”.
“Sta bene! Si è svegliata oggi, credo che fosse terribilmente stanca! Adesso è fuori!” - rispose Meredith.
“Con Damon?” - chiese Alaric.
“Già!”.
“E gli altri? Sono con te?”.
“No, ci siamo divisi! Damon ha avuto un’idea che è piaciuta a tutti e così ognuno di noi ha preso la sua strada!” - spiegò Meredith.
“Che idea? Non sarebbe meglio che steste tutti insieme?” - chiese Alaric con una nota di preoccupazione nella voce.
“Lui ha pensato che dato che non sappiamo cosa può succederci da un momento all’altro è meglio godersi quelli che potrebbero essere i nostri ultimi istanti, e io sono d’accordo con lui, quindi ti ho chiamato!” - rispose Meredith.
“Beh! Se la metti così allora sono felice che tu mi abbia chiamato! Ma, ti prego, Meredith, qualsiasi cosa accada, non metterti inutilmente in pericolo….ti ricordo che dobbiamo sposarci noi due!”.
“Aspetta! Quindi è vero? Non era uno scherzo questa cosa del matrimonio?” - lo interruppe Meredith.
“No! Per niente! Sono terribilmente serio quando ti dico che voglio sposarti, e lo farò al più presto…sempre che lo voglia anche tu!” - rispose Alaric con una nota esitante nell’ultima parte della frase.
Un sorriso illuminò Meredith.
“Certo che lo voglio….al più presto!” - disse e una lacrima di gioia le rigò il viso.

Da quando era arrivata nel mondo umano Katie aveva dovuto imparare un bel po’ di cose come: abituarsi alla luce dell’unico sole in cielo che già per lei era fioca, ma che Damon continuava a oscurare ancora di più; vestirsi come era di moda tra gli umani, quindi senza tuniche e roba troppo colorata; non usare la magia in presenza di persone che non conoscevi perché non tutti conoscevano la magia; eccetera, eccetera, eccetera.
Ma doveva ammettere che gli amici di Bonnie l’avevano accolta nel migliore dei modi e le avevano dato una mano in tutto.
La signora Flowers le aveva dato una camera al pensionato offrendole, così, un posto in cui vivere.
Meredith le aveva procurato vestiti e scarpe e si era dimostrata una persona aperta e sempre pronta al dialogo.
Stefan le aveva spiegato come fare a confondersi tra gli umani senza destare sospetti e a controllare i suoi poteri.
Elena…beh, con lei ci aveva avuto poco a che fare, ma si era sempre dimostrata gentile ed educata, anche se Katie doveva ammettere che preferiva molto di più la compagnia degli altri che la sua.
E Matt…..Matt le piaceva e lui le dedicava un sacco di attenzioni. All’inizio aveva creduto che lui lo facesse solo perché era abitudine normale dei ragazzi umani, ma lei non aveva mai incontrato ragazzi umani e solo grazie ad un’acuta osservazione di Meredith ed ad un commento della signora Flowers aveva capito che Matt si comportata così con lei perché lei gli piaceva.
Inutile dire che, dal momento in cui aveva capito, ogni volta che era da sola con il ragazzo finiva con l’andare in preda al panico visto che lei era forte e sicura di sé in battaglia o quando c’era da organizzare piani strategici, ma quando si trattata di sentimenti e roba simile era una vera incapace.
Fortunatamente Matt sembrava ancora più incapace di lei in quelle situazioni.
Improvvisamente venne strappata ai suoi pensieri da un colpo leggero dato alla porta della sua camera, dove era andata dopo aver passato l’intera mattinata con la signora Flowers.
“Avanti!” - disse.
La porta si aprì ed un Matt abbastanza imbarazzato entrò.
“Ciao!” - la salutò.
“Ciao! Accomodati!” - rispose e gli fece segno di sedersi su una poltrona al centro della stanza proprio accanto a quella sulla quale era seduta lei, con un libro tra le mani.
Matt si fece avanti e si sedette.
Un silenzio imbarazzante calò nella stanza.
“Bonnie si è svegliata?” - fece Katie rossa in viso.
“Sì! Adesso Damon l’ha trascinata non so dove!” - rispose prontamente Matt, poi il silenzio calò di nuovo.
Katie era tesa e per niente a proprio agio, stava per dire qualcosa quando Matt, come un fiume in piena, la travolse con l’ultima domanda che si aspettava.
“Katie ti va di uscire con me?” - le chiese e lei rimase per qualche minuto buono a fissarlo a bocca aperta.
- E adesso cosa gli dico? - si chiedeva.
Poi altri colpi alla porta della sua stanza arrivarono a salvarla da quella situazione.
“Aspetta un secondo qui!” - disse a Matt in quello che era quasi un sussurro.
Il ragazzo annuì e le sorrise debolmente.
Una volta aperta la porta Katie si ritrovò davanti Stefan.
“Ciao! Disturbo? Volevo chiederti un favore!” - le chiese.
“No! Chiedi pure!” - rispose Katie.
Stefan si avvicinò e le sussurrò cosa aveva in mente poi : “Puoi aiutarmi?” - le disse.
“Certo! Lo faccio subito!” - la richiesta di Stefan era di semplice attuazione e Katie era felice di poterla esaudire, Katie era sempre felice quando si trattava di usare la magia.
Si portò le mani alle tempie e si concentrò chiudendo gli occhi.
Visualizzò il punto del bosco in cui si era aperto il portale che dal Regno Magico li aveva portati nel mondo umano e poi immaginò ciò che Stefan le aveva chiesto di creare magicamente. Schioccò le dita e aprì gli occhi.
“Fatto! E’ nel punto esatto in cui si è aperto il portale! L’ho dovuta mettere lì perché è l’unico punto del bosco che conosco e dovevo visualizzare il luogo prima di creare l’oggetto!” - spiegò al vampiro.
“Grazie Katie! Adesso…se posso intromettermi in quello che sta succedendo qui dentro…dovresti dire di si a Matt!” - le disse Stefan abbassando la voce per far si che solo lei lo sentisse.
“E tu come fai a…?”.
“Vi ho sentiti mentre salivo le scale!” - la interrupe Stefan indicandosi l’orecchio.
“Ah! Ok!”.
“No, Katie, davvero! Dico sul serio! Tu piaci molto a Matt e so che anche lui ti piace! Lui è un mio caro amico e ti assicuro che è una persona eccezionale e considero anche te un’ottima persona e un’amica a cui tengo molto! Secondo me siete fatti per stare insieme e poi so che muori dalla voglia di uscirci, quindi vai e fatti valere! Nella vita non ci sono solo le battaglie e la magia!” - la incoraggiò Stefan prima di sparire.
Katie ripensò velocemente a ciò che le aveva detto il vampiro, poi chiuse la porta, cercò di rilassarsi e si voltò verso Matt.
“Cosa voleva Stefan?” - le chiese il ragazzo.
“Nulla! Solo che lo aiutassi con una sorpresa che vuole fare ad Elena! Tornado a noi…credo che non dobbiamo uscire…” - disse.
“Ah! Ok…allora io vado!” - la interruppe in fretta Matt e fece per andarsene, ma Katie lo bloccò parandoglisi davanti prima che lui raggiungesse la porta.
“Dicevo…credo che non dobbiamo uscire….dal pensionato per trovare un posto adatto in cui stare insieme! Se mi permetti vorrei sceglierlo io il posto per il nostro primo appuntamento, Matt!” - disse.
“C-Cioè?” - balbettò Matt.
“Il giardino sul retro, mi piace il giardino!” - propose la strega.
“Ok! Vada per il giardino!” - sorrise il ragazzo offrendole il braccio.
Katie ci si aggrappò e si avviarono insieme verso il piano di sotto.
Passarono tutta la notte svegli, a guardare le stelle stesi sul prato e a parlare di tutto.
E guardano il sorriso di Matt e le loro mani intrecciate, Katie si rese conto che Stefan aveva ragione, che non esisteva solo la magia e che mai, prima di quel momento, era stata più felice.

“Allora, mi spieghi dove mi stai portando?” - fece Elena per l’ennesima volta cercando si togliersi la benda che Stefan le aveva legato intorno agli occhi.
“No! Ma siamo quasi arrivati e non toglierti la benda!” - rispose Stefan afferrandole le braccia prima che lei potesse riuscire a scoprirsi gli occhi.
“Allora spiegami perché sei andato da Katie prima di uscire con me!” - continuò Elena arrendendosi e lasciandosi trasportare.
“No, non te lo dico! Ma lo scoprirai tra poco!” - fece Stefan.
“Non è giusto! Potresti anche far finta di rispondere a qualcosa!” - fece Elena.
“Si, potrei, ma non ho intenzione di farlo!” - rispose Stefan divertito.
Elena sbuffò e si lasciò andare tra le braccia di Stefan senza più protestare.
L’idea gli era venuta all’improvviso e l’aiuto di Katie era stato prezioso, adesso Stefan sperava solo che la sua sorpresa piacesse alla ragazza che stava portando con sé, l’amore della sua vita.
Non ci misero molto ad arrivare nell’Old Wood e da lì, trovare il luogo preciso fu relativamente semplice.
Appena arrivati, lasciò andare Elena, ma la tenne stretta fino a che lei non si stabilizzò sulle gambe, poi diede un’occhiata in giro e quello che vide lo colpì profondamente: Katie era stata formidabile e ciò che aveva davanti era bellissimo.
“Siamo arrivati?” - gli chiese Elena.
“Si!”.
“Quindi adesso posso togliermi la benda?” - chiese lei.
“Faccio io!” - rispose Stefan.
Andò alle spalle della ragazza e le liberò gli occhi.
Elena li battè velocemente un paio di volte per far si che si riabituassero di nuovo alla luce, poi la sua espressione cambiò e da confusa divenne sorpresa.
“Stefan…Oddio Stefan che cosa ci fa una mongolfiera enorme nel bel mezzo dell’Old Wood?” - gli chiese con gli occhi sgranati e fissi sull’enorme pallone blu e dorato al centro della piccola radura nel bosco.
“Sorpresa!” - le sussurrò lui all’orecchio.
“Ce l’hai messa tu? E come hai fatto?”.
“Katie! Ha fatto tutto lei!”.
“E quando?”.
“Più o meno una decina di minuti fa! Ha usato la magia!” - spiegò Stefan.
“E’ per questo che sei andato da lei in tutta fretta….per farmi una sorpresa!” - disse Elena.
“Già! Ti piace?” - chiese Stefan.
“Scherzi? E’ bellissima!” - esclamò Elena prima saltargli al collo e stringerlo forte.
“Ok! Allora sono felice!”.
“Ma perché proprio una mongolfiera?” - chiese Elena prendendogli la mano e spingendolo a seguirla verso la sua sorpresa.
“Per ricordare i vecchi tempi!” - rispose Stefan.
“Cioè?”.
“Per tornare a volare insieme sul bosco e sulla città come facevamo quando tu eri un quasi-angelo!” - spiegò il vampiro.
Elena si voltò e gli sorrise dolcemente e con lo sguardo carico di gioia.
Non appena arrivarono accanto all’oggetto magico Stefan la prese in braccio e con un salto si ritrovarono all’interno della mongolfiera, mongolfiera che di magico non aveva solo il modo in cui era stata creata, infatti, non appena vi misero piede dentro, cominciò a salire verso l’alto senza che ci fosse nessuno a guidarla o a sganciare i vari pesi.
“Sta salendo da sola!” - commentò sorpresa Elena affacciandosi ad una delle fiancate e guardando verso il basso.
“E’ magica!” - disse Stefan.
La ragazza si voltò verso di lui e gli volò tra le braccia.
“Grazie!” - gli sussurrò prima di poggiare le labbra sulle sue in un bacio che sapeva d’amore e serenità.






NOTE:
Ciao a tutti!
Grazie a tutti coloro che hanno letto e recensito lo scorso capitolo e a tutti coloro che non mancano mai di farmi i complimenti...garzie...siete troppo buoni con me!
Come promesso in questo capitolo è tornato Samuel e si è cominciato a capire un pò quello che intende fare, come si sta organizzando e chi vuole portarsi dietro.
Per quanto riguarda Damon e la sua sorpresa per Bonnie dovrete aspettare il prossimo capitolo che ho deciso di dedicare interamente a loro, mentre qui ho descritto brevemente tutto quello che fanno gli altri.
Spero di non avervi deluso troppo!
Ma vi ripeto: Bonnie e Damon sono i protagonisti e hanno bisogno di più spazio soprattutto adesso che sta per arrivare Samuel e di certo non avranno molti momenti per restare da soli e in santa pace, quindi non uccidetemi e pazientate un pochino, in cambio vi prometto di prepararvi un bel capitolo sulla nostra coppia preferita.
Adesso vi lascio...fatemi sapere cosa ne pensate.... A giovedì...BACIONI...IOSNIO90!

 

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Capitolo 4
*** Capitolo terzo ***


Capitolo terzo

“Damon? Va bene se non vuoi dirmi dove mi stai portando, ma ti vorrei informare che ho tutto lo stomaco sottosopra! E tu sai bene cosa succede a chi ha lo stomaco sottosopra, quindi se rallentasi sarebbe l’ideale!”.
Bonnie aveva passato gli ultimi dieci minuti in braccio a Damon, con gli occhi chiusi, mentre lui correva a velocità folle verso chissà dove.
La testa aveva cominciato a girarle, la fronte le sudava e lo stomaco faceva le capriole: tutti sintomi del fatto che se non si fosse fermata al più presto e non avesse preso una bella boccata d’aria come si deve, allora sarebbe successo l’irreparabile e lei si sarebbe trasformata in Bonnie versione esorcista.
Già si vedeva seduta a terra con una strana roba verde appiccicata dappertutto.
“Ok, siamo arrivati! In effetti quella che hai appena immaginato non è un’immagine molto romantica!” - dal tono di voce Bonnie sentiva chiaramente che Damon la stava prendendo in giro, ma decise di lasciar correre per il momento.
Preferì lasciare che lui l’appoggiasse a terra e che la voltasse nella direzione giusta in cui guardare.
Bonnie sentiva che Damon era dietro di lei e sentiva le sue mani sulle spalle.
“Adesso puoi aprire gli occhi!” - le sussurrò.
Bonnie sorrise e fece come le era stato detto aspettandosi di ritrovarsi davanti a chissà cosa e invece quello che vedeva erano solo alberi.
Un espressione dubbiosa le si dipinse sul volto.
“L’Old Wood? Non ti sembra di essere un po’ ripetitivo, Damon?” - fece.
“Ho dovuto portarti qui per forza visto che era l’unico posto isolato in cui potevamo fare ciò che ho in mente di fare!” - si giustificò il vampiro.
“Ah davvero? E cos’è che avresti in mente di fare? E all’aperto?” - Bonnie non si preoccupò per niente di nascondere la vena maliziosa nella sua voce.
Damon la fissò per qualche istante: “Streghetta maniaca e malpensante! Per chi mi hai preso? Per un adolescente pervertito con gli ormoni che ballano la macarena?”.
“Potrebbe darsi, anche se….Aspetta un attimo! Che hai detto? Gli ormoni che ballano la macarena? Ma da dove ti è uscita?”.
“Da una sitcom, credo!” - rispose Damon con una scrollata di spalle.
“E da quando tu guardi le sitcom?” - chiese Bonnie scettica.
“Da quando tu dormi per giorni interi lasciandomi solo nel paese dei cretini!”.
“Non dirmi che ti sei annoiato perché non ci credo! Di sicuro avrai passato il tuo tempo a rendere la vita impossibile a Stefan e a Matt!” - disse Bonnie parandoglisi davanti e portandosi le mani sui fianchi.
“A dire il vero no! Cioè…ci ho provato, ma Mutt era troppo impegnato a correre dietro alla strega e Stefan l’ho tenuto alla larga, pensa che ho addirittura pregato Elena di tenermelo lontano!”.
“E perché?”.
“Perché dopo la nostra recente gita di famiglia nel Regno Magico, il mio caro fratellino si è convinto che noi due siamo diventati una specie di cip e ciop in versione vampiri e non mi molla un attimo! Dice che dovremmo parlare e approfondire il rapporto che per troppo tempo abbiamo lasciato perdere per poter finalmente creare l’armonia familiare che dovrebbe esistere tra fratelli! Dopo un paio d’ore passate con lui che faceva questi discorsi ho creduto veramente che cominciasse a tirare fuori smalto e limette per propormi una seduta intensiva di manicure e pettegolezzi, così sono corso ai ripari e ho chiamato Elena!” - rispose Damon.
Bonnie cominciò a ridere: “Secondo me…ha ragione…riguardo al fatto di approfondire il vostro rapporto, intendo!”.
“Passo con lui ogni giorno da un po’ di anni ormai! Ti assicuro che è molto più di quello che ho fatto in cinque secoli!” - rispose Damon.
“OK! Va bene! Però ho un’altra domanda! Perché siamo qui? E perché ci hai messo così tanto ad arrivarci?”.
“Non è una domanda! Sono due!”.
“Fa lo stesso! Rispondi!”.
“Ok! Allora…ci ho messo così tanto perché ho fatto il giro del bosco per tre volte di fila…così…tanto per confonderti un po’! Volevo fermarmi prima, più o meno dove si è aperto il portale che ci ha riportato dal Regno Magico, ma all’improvviso è comparsa dal nulla una mongolfiera e ho dovuto cercare un altro posto!” - rispose Damon.
“Dal nulla? Vuoi dire che la mongolfiera è comparsa…magicamente? Damon e se Samuel è arrivato?” - la voce di Bonnie era preoccupata.
“Non era lui…ho controllato! E poi credi davvero che arrivi in mongolfiera?” - Damon le accarezzò una guancia per tranquillizzarla.
“E allora chi era?”.
“Ho fatto un giro tra le menti qui intorno e ho scoperto che è stata Katie per fare un favore a Stefan che voleva fare una sorpresa ad Elena portandola in mongolfiera!” - spiegò il vampiro.
“Oh che romantico! Perché non hai fatto la stessa cosa anche con me?” - chiese Bonnie mettendo il broncio e sfoggiando la sua espressione da Gatto con gli stivali in Shrek.
“Perché io non sono un pivellino senza fantasia! Ma essendo, come ben sai, perfetto ho fatto di meglio…ho fatto questa!” - rispose Damon e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una piccola sfera lucida e brillante.
Bonnie la guardò incuriosita: “E quella cos’è?” - chiese.
“Guarda e stupisci!” - fece Damon sorridendo, poi gettò a terra la sfera che andò in frantumi ai piedi di Bonnie.
All’improvviso una luce accecante li sommerse entrambi e Bonnie si sentì tremendamente leggera. Un vento forte sembrò travolgerli e imprigionarli in un turbine luminoso.
Bonnie si aggrappò a Damon, ma lui le sorrideva tranquillo e anche un po’ compiaciuto.
Quando la luce scemò Bonnie vide un qualcosa molto simile ad una grande onda che si alzava da un punto imprecisato alle spalle di Damon e volava sopra le loro teste rinchiudendoli in una specie di cupola trasparente.
Quando Bonnie tornò a guardarsi intorno niente era più come poco prima.
Gli alberi c’erano ancora, ma erano più grandi e più verdi e i loro rami si muovevano, crescevano e si intrecciavano: a Bonnie diedero l’impressione di volersi abbracciare tra loro.
L’aria era profumata e fresca e mille lucciole e farfalle volavano tutt’intorno a lei rendendo il posto pieno di luce e incanto.
“Dove siamo?” - chiese quasi sussurrando.
“Nella sfera!” - rispose Damon.
Bonnie si voltò a guardarlo.
Damon, leggendole la confusione e la meraviglia negli occhi, si affrettò a spiegarle: “La sfera è magica! Sin dal primo momento che siamo tornati ho pensato a farti una sorpresa e dopo averci riflettuto mi è venuta l’idea di creare un posto solo nostro, dove tutto fosse possibile! Anche se l’idea è stata mia, ho chiesto a Katie di aiutarmi e lei lo ha fatto creando la sfera con l’aiuto teorico della signora Flowers!”
“Quindi siamo nella sfera…ma come faremo poi ad uscire?” - chiese Bonnie.
“Con quest’altra sfera!” - rispose Damon mostrandole una sfera piccola e identica alla prima, ma completamente rossa.
Bonnie tornò a guardarsi intorno.
In alto sugli alberi sentiva gli uccelli cantare anche se non riusciva a vederli e poco lontano c’era un piccolo laghetto, uno stagno dall’acqua cristallina e disseminata dei petali dei fiori trasportati fin lì dal leggero venticello che le accarezzava i capelli.
“E’ bellissimo qui!” - disse.
“Più della mongolfiera?” - le chiese Damon che si era avvicinato alle sue spalle e l’aveva abbracciata allacciandole le mani sul ventre.
“Decisamente! Ma quando hai organizzato tutto?”.
“Mentre dormivi! Te l’ho detto…ci pensavo da un po’ quindi anche se Mutt non avesse avuto l’unica idea decente di tutta la sua vita poco fa, io ti avrei comunque trascinato qui!” - rispose Damon.
“Ed io che già pensavo a che regalo fargli per ringraziarlo!”.
“Non ce né sarà bisogno! Adesso cosa ne dici di fare il bagno?”.
“Fare il bagno? Nello stagno? L’acqua sarà gelata!” - protestò Bonnie.
“Streghetta, ti ricordo che il posto l’hanno creato in base a ciò che io volevo ed io ho fatto tutto alla perfezione, sono stato attento ad ogni dettaglio, anche all’acqua dello stagno che non è né troppo calda, né troppo fredda, ma tiepida e rinfrescante come piace a te! Adesso vai ai cambiarti!” - rispose Damon.
“E potrei sapere dove dovrei cambiarmi?” - chiese Bonnie sorridendo.
“Dietro quella roccia! Ci troverai anche il costume lì!” - rispose Damon indicandole un ammasso di rosse grandi, solide e levigate.
“Vado?” - fece lei esitante.
“Vai! Io ti aspetto qui!” - la esortò Damon.
Bonnie si sciolse dall’abbraccio del vampiro e corse, ridendo, verso le rocce.

Bonnie era nascosta da un quarto d’ora circa, ma Damon non si stupiva.
Sapeva che aveva bisogno di un po’ di tempo visto che dietro le rocce non c’era uno specchio e lei doveva auto convincersi che quello che aveva addosso le stava bene.
Damon aveva sempre trovato l’insicurezza di Bonnie un tantino eccessiva, ma lei, ogni volta che glielo faceva notare, gli ripeteva che lui non aveva i capelli rossi e le lentiggini e che non aveva dovuto competere tutta la vita con Elena, con Meredith e persino con Caroline per farsi notare.
Ogni volta che ripensava a quelle parole a Damon veniva un gran ridere.
Lui non aveva dovuto competere con nessuno? Ma se non aveva fatto altro?
All’inizio era in competizione con Stefan per Katherine prima e per Elena poi.
In seguito aveva aperto gli occhi e aveva capito di amare lei, la sua streghetta. E allora aveva dovuto cominciare una competizione dietro l’altra: prima Mutt, poi Lucas, Ted, Sean…mancava solo che pure Stefan cominciasse a farle il filo ed era apposto.
Tutte quelle competizioni erano estenuanti persino per lui.
Mentre era perso nei suoi pensieri, Damon si era spogliato e aveva recuperato e indossato il suo costume che aveva fatto strategicamente nascondere alla base di un albero nei pressi dello stagno.
E adesso era lì, nell’acqua, ad aspettare che Bonnie si decidesse a venire fuori.
I minuti passarono e passarono. Damon cominciava a preoccuparsi.
Nuotò fino alla riva e stava quasi per uscire, quando Bonnie lasciò il suo nascondiglio e apparve.
Damon si bloccò dov’era, all’ in piedi vicino alla riva, immerso nell’acqua fino alla vita e la guardò.
Era bellissima.
Le guancie di Bonnie erano arrossate e gli occhi timidi. Damon sentiva il suo cuore battere frenetico e vide un sorriso imbarazzato incresparle le labbra rosse. I capelli le ricadevano sulle spalle, indomabili, e il bikini semplice e nero faceva da contrasto con la sua pelle naturalmente pallida e luminosa.
Bonnie fece un passo in avanti, verso di lui, e poi un altro ancora fino a che non si ritrovò sul bordo dello stagno, proprio davanti a Damon, con gli occhi incatenati nei suoi.
Damon continuò a fissarla, ma le tese la mano invitandola a raggiungerlo.
Lei l’afferrò e si lasciò accompagnare in acqua.
Si ritrovarono a pochi centimetri di distanza, ancora occhi negli occhi, ma poi Bonnie distolse improvvisamente lo sguardo, imbarazzata, e Damon non resistette oltre: le afferrò il mento e la baciò.
Bonnie si lasciò andare al bacio intrecciandogli le mani tra i capelli.
Damon la tenne stretta a se, la stringeva forte come a volersi fondere con lei.
Quando si staccarono Bonnie era ancora più imbarazzata di prima e aveva il viso in fiamme.
“Cosa c’è?” - le chiese Damon.
Bonnie scosse la testa: “Nulla! Piuttosto…nuotiamo!” - disse e si allontanò da lui immergendosi nell’acqua fresca.
Damon la seguì divertito e il tempo trascorse veloce, sembrò volare.
Si ritrovarono a ridere insieme spensierati come non facevano da tempo e si divertirono giocando a rincorrersi, a prendersi e poi a lasciarsi di nuovo, solo per poter ricominciare tutto dall’inizio.
Dopo l’ennesima nuotata con lei che fuggiva da lui e dopo l’ennesima volta in cui lui la prendeva e la imprigionava tra le sue braccia, Damon decise che era arrivato il momento di tenerla con se e non lasciarla andare e Bonnie sembrò gradire l’idea.
Gli intrecciò le mani alla base della nuca e cominciò a lasciargli lievi baci e piccoli morsi sulle labbra e sul collo.
Damon la spinse più in là e la incastrò tra lui e la riva dello stagno.
I capelli di Bonnie erano resi più scuri dall’acqua e, se possibile, la rendevano ancora più bella.
Bonnie tornò a stringersi a lui e a baciarlo, allacciandogli le gambe all’altezza del bacino.
Damon si rese tragicamente conto che la streghetta stava giocando sporco e che lui non era proprio in grado di resisterle….ma doveva farlo….il momento più importante non era ancora arrivato e lui non poteva cedere.
Al bacio successivo, Damon si staccò leggermente.
Bonnie si accigliò e tentò di riavvicinarsi, ma lui non glielo permise.
“Che succede?” - chiese giustamente lei.
“Ho un’altra sorpresa!” - rispose Damon.
“Proprio adesso?” - chiese Bonnie e fece per riavvicinarsi.
“Sì! Adesso! Ma riprenderemo il discorso appena interrotto, dopo!”.
“E chi ti dice che io  dopo voglia riprendere il discorso?”.
“Mi sa, allora, che dovrò correre il rischio!” - replicò Damon, scostandosi e uscendo velocemente dell’acqua aggrappandosi alla riva.
“Bene! A quanto pare non mi dai scelta, quindi…” - fece Bonnie e si aggrappò alla mano che Damon le offriva per uscire dallo stagno.
“Allora….dov’è questa sorpresa?” - chiese Bonnie una volta fuori dall’acqua.
“Non vuoi asciugarti prima?”.
“Ok! Ma dove?”
“Qui!” - disse Damon e battè la mano aperta sul tronco di un enorme quercia poco distante.
“Sull’albero?” - chiese Bonnie dubbiosa.
“Non sull’albero…NELL’albero! Guarda!” - rispose Damon.
Voltò le spalle a Bonnie e si avvicinò di più al tronco della quercia: “Ok, amico! La mia adorabile streghetta Bonnie ha bisogno di un bagno, quindi vedi di darti da fare!” - disse e l’albero si diede da fare, come previsto.
Quando Damon si allontanò, il tronco della quercia crebbe, diventando enorme e uno squarcio si aprì giusto nel mezzo.
Non appena la magia terminò una porta era comparsa sull’albero, aprendola Damon vi scorse, all’interno dell’albero stesso, un enorme bagno.
Si voltò a guardare Bonnie sorridendole soddisfatto.
“Su, coraggio!” - le disse.
Questa volta Bonnie non se lo fece ripetere due volte ed entrò chiudendosi la porta alle spalle.

Il bagno era enorme, pulitissimo, lussuoso e si trovava all’interno di un albero.
Bonnie non riusciva ancora a crederci, ma Damon le aveva spiegato che in quel posto poteva succedere di tutto, quindi chi era lei per lamentarsi.
Si infilò velocemente sotto la doccia e in meno di dieci minuti aveva già afferrato un accappatoio e ci si era avvolta e aveva cominciato ad asciugarsi i capelli con il phon: voleva tornare da Damon il più in fretta possibile.
Solo dopo aver sistemato i capelli si rese conto che non aveva i suoi vestiti lì con lei.
Stava per tornare alla porta e chiedere a Damon di portarglieli, quando una scatola appoggiata sul pavimento le catturò lo sguardo.
Aprendola Bonnie vi trovò un vestito stupendo.
Era beige, molto semplice, con spalline larghe e la scollatura dritta e squadrata. Portava una fascia marrone in vita e scendeva libero e leggero fino all’altezza del ginocchio: sembrava uno di quei vestiti delicati e fluttuanti da ballerina classica.
Abbinate al vestito c’era un paio di sandali aperti e dorati, con rifiniture e strass marroni.
Bonnie lo indossò in preda all’emozione.
Quando uscì dal bagno nell’albero si ritrovò davanti una lunga passerella illuminata da centinaia di lucciole.
Seguendola, Bonnie arrivò su una piattaforma quadrata, in mezzo al verde, sul quale la aspettava Damon, elegante e bellissimo nel suo completo scuro con giacca e cravatta, all’in piedi accanto ad un tavolo apparecchiato con ogni ben di Dio, tutta roba che avrebbe mangiato da sola, ovviamente.
“Benvenuta!” - le sorrise Damon offrendole la mano.
Bonnie l’afferrò e gli si avvicinò baciandolo dolcemente sulle labbra.
“E’ tutto perfetto!” - gli sussurrò.
“E non è ancora finita! Ma ora siediti e mangia!” - le rispose Damon.
La cena passò tranquilla, tra risate e chiacchiere, con Bonnie che mangiava e Damon e che non smetteva di riempirle il piatto di roba dicendo che aveva digiunato per due giorni e questo non era un bene.
Quando Bonnie gli aveva chiesto come faceva a sapere se era un bene o no visto che lui non era umano e non mangiava cibo umano, lui aveva risposto che sapeva bene che i vampiri non resistono a lungo senza bere sangue e loro, o almeno lui, ne beveva soltanto una volta al giorno, quindi figuriamoci come era possibile che gli umani, che mangiavano tre e più volte in una sola giornata e che erano più deboli dei vampiri, potessero resistere senza cibo per molto tempo.
Così Bonnie aveva continuato a mangiare fino a che non ne potè più e dichiarò che era completamente piena.
A quel punto Damon si fermò e tornò a sedersi.
Bonnie sentì il bisogno urgente di ringraziarlo, di dirgli quanto lo amava per tutto quello che aveva fatto per lei...e stava per farlo, ma Damon la fermò.
Si alzò e le si avvicinò inginocchiandosi al suo fianco e porgendole una piccola scatolina si velluto rosso.
Bonnie cominciò a tremare.
Prese la scatola e l’aprì: al suo interno vi trovò uno stupendo anello d’oro bianco, semplice ed elegante con una pietra di lapislazzuli incastonata nel mezzo.
Bonnie guardò Damon senza sapere cosa dire, ma con gli occhi che le pizzicavano.
Fu Damon a parlare: “E’ un promemoria!” - disse.
“Un promemoria?” - chiese Bonnie.
“Sì! Non so cosa succederà d’ora in poi! Non ho idea di cosa stia tramando Samuel, ma di sicuro seguirà la sua idea di sempre e tenterà di dividerci e di metterci l'uno contro l’altro. L’anello servirà a farti ricordare che sono con te, che io ci sarò sempre. Inoltre è una promessa, la promessa che, se usciremo vivi da questa storia, staremo insieme per sempre o almeno finchè lo vorrai visto che nel mio caso < per sempre > non è un modo di dire!” - le spiegò Damon prendendo l’anello dalla scatola e infilandoglielo all’anulare sinistro.
Le lacrime trattenute cominciarono a scivolare sul viso di Bonnie.
“Ti amo!” - disse e si tuffò tra le braccia di Damon, baciandolo e lasciando che lui la sollevasse e la portasse su quello che, solo in seguito, Bonnie si accorse essere un letto fatto interamente di fiori rossi e foglie verdi, dove si abbandonarono ancora a quell’amore tanto forte che li aveva travolti senza permettere loro di opporsi.









NOTE:
Ciao a tutti!
Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo, il capitolo dedicato ai nostri piccioncini, quello che in molti stavano aspettando.
Beh...eccolo qui fresco fresco di stesura....spero che vi piaccia e che non vi abbia deluso!
Come vi avevo detto questo capitolo è tutto di Damon e Bonnie....in quanto agli altri e a Samuel torneranno nel prossimo capitolo che sarà l'ultimo tranquillo! Poi si scatenerà la lotta!
Adesso vi lascio...un grazie enorme a chi ha letto e commentato lo scorso capitolo!
A domenica sera....BACIONI...IOSNIO90!

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Capitolo 5
*** Capitolo quarto ***


Capitolo quarto

“Streghe e stregoni, vi do il benvenuto e vi ringrazio per aver accettato il mio invito a venire qui oggi, garantendomi anche il vostro aiuto e supporto nella terribile, ma necessaria missione che abbiamo da compiere per il bene dei nostri cari e del Regno!” - Samuel fece una breve pausa guardandosi intorno.
Era nella Sala delle Udienze completamente al buio tranne per qualche fiaccola sparsa in giro. Davanti a lui c’era il suo piccolo, ma fortissimo esercito: i 5 stregoni a cui aveva inviato le sue lettere e che si erano presentati all’appuntamento.
“Alcuni di voi conoscono da molto tempo la storia che ci ha portati fino a questo punto, mentre altri l’hanno appresa tramite il resoconto che ho fatto in ciascuna delle lettere che vi ho fatto recapitare. Come sapete, tutto è cominciato in modo casuale quando uno dei nostri più temerari stregoni, Ted Widson, ha incontrato per caso colei che è diventata la causa di molti guai, la strega Bonnie McCullough! Questa strega ha sangue nobile nelle vene, sangue di druido, quindi tutto il Consiglio, ma io in primis, abbiamo ritenuto opportuno darci da fare per riportarla qui e per fare, così, il primo passo che ci avrebbe portato a scovare e a riportare nel Regno i discendenti di tutte quelle famiglie che, come è scritto nella tradizione, lasciarono il nostro Regno e fecero guerra al Consiglio perché avevano sviluppato la malsana idea di poter convivere pacificamente con le creature oscure pensando che anche loro avessero un cuore!” - sussurri di disapprovazione si levarono dagli stregoni in riga di fronte al trono di Samuel.
Il Consigliere sorrise compiaciuto e andò avanti.
“Capisco come vi sentite, ma lasciate che continui! Allora…quando lo stregone Ted incontrò la strega Bonnie per la prima volta lei non era sola, con lei c’era un vampiro, la peggiore tra le creature oscure. Fin da subito ci è stato chiaro che l’idea malsana di cui vi parlavo prima non era più solo un’idea, ma con il tempo si era trasformata, si era evoluta, fino ad arrivare alla strega di cui vi sto parlando che ha più volte proclamato a voce alta e senza nessuna remora l’amore che prova per questo vampiro, il cui nome è Damon Salvatore!” - a quest’ultima osservazione di Samuel i sussurri diventarono vere e proprie proteste fatte a voce alta, che esprimevano tutto il disgusto degli stregoni e delle streghe riuniti nella Sala delle Udienze. Prima di poter ricominciare a parlare, Samuel dovette aspettare qualche minuto e dar loro il tempo di calmarsi.
Quando, intorno a lui, tutto tacque, riprese il suo discorso.
“Il Consiglio istruì lo stregone Ted sui vari segreti di quello che noi conosciamo come il Labirinto, ma fu inutile perché il vampiro uccise Ted senza che noi potessimo fare nulla per impedirlo e senza che la strega muovesse un dito nonostante sapesse che quella che aveva davanti era una creatura magica, sua simile. Io e la mia povera sorella Samia arrivammo troppo tardi, ma riuscimmo a prendere la strega e a trascinarla nel Regno dove, con il consenso dell’intero Consiglio, operammo su di lei l’incantesimo chiamato Sigillo, con il quale la strega perse i tutti i suoi ricordi, e poi le creammo una nuova vita, la vita che avrebbe dovuto vivere da sempre qui nel Regno. Le cose andarono bene per un po’, ma poi il vampiro si fece vivo riuscendo a farsi arrestare e farsi portare qui insieme ad un altro vampiro. Qualcuno aveva parlato loro del Diritto del Condannato così noi non potemmo fare altro che assecondare la loro richiesta, ma questo lo sapete! Da quel momento in poi le cose precipitarono ed il tradimento si diffuse nel nostro Regno. Per prima la strega Katie Price ci voltò le spalle e aiutò i vampiri, poi fu il turno del Consigliere inferiore Hugh. Furono abili a nascondere le loro tracce, ma io e Samia riuscimmo a scovarli. Vi lascio immaginare lo shock quando abbiamo scoperto l’identità dei traditori, ma ci demmo subito da fare e facemmo ciò che andava fatto. Il Consigliere Hugh fu ucciso da una mia guardia dopo che aveva cercato di uccidermi, da traditore qual era. I vampiri, la strega Katie e la strega Bonnie che, nonostante il Sigillo, si era schierata con loro, furono catturati, ma si ribellarono e riuscirono a fuggire via dal Regno, ma prima uccisero tutte le mie guardie, stregoni che avevano mogli e figli, mogli e figli che non potranno più riabbracciare i loro padri e i loro mariti. Infine, come ben sapete, uccisero anche mia sorella, la mia adorata Samia! Adesso sono là fuori e hanno degli alleati, tre umani e una strega anziana che non è mai stata nel nostro Regno anche se ne conosce l’esistenza. Se vi ho convocato e vi ho raccontato questa incresciosa storia è perché desidero che veniate con me e che mi aiutate ad estirpare questa minaccia. Adesso non si tratta più di riportare la strega nel Regno, adesso vogliamo che tutti paghino per l’affronto e per il dolore che ci hanno causato. E voi siete coloro che ho scelto, coloro che più di chiunque altro ha le capacità giuste per affiancarmi e per riuscire nell’impresa. Volete diventare degli eroi? Volete estirpare sul nascere l’alleanza tra creature magiche traditrici e creature oscure? Volete che tutto ritorni alla normalità, normalità in cui esistevamo solo due fazioni, il bianco e il nero, e noi eravamo il bianco e vincevamo sul nero? Volete aiutarmi a vendicare tutti i nostri fratelli e sorelle caduti?” - Samuel si alzò in piedi e scese i pochi gradini che aveva davanti fino a ritrovarsi faccia a faccia con il suo pubblico.
Un silenzio carico d’aspettativa scese nella Sala e avvolse ogni cosa.
Samuel sentiva che le sue parole, il suo racconto distorto della verità, avevano fatto effetto. Nel silenzio, sentiva i loro cuori arrabbiati battere frenetici, vedeva le fiamme della furia incendiare i loro occhi, percepiva sulla propria pelle la loro sete di vendetta come se i loro corpi la emanassero ad ondate.
Poi il silenzio si ruppe.
“Ho vissuto per così tanto tempo in questo Regno, eppure mai nulla mi è sembrato più orribile di quello che questa strega e questo vampiro ci hanno fatto! Sarà un onore essere una di coloro che impartirà giustizia!” - fu la strega Susan a parlare.
Samuel le si avvicinò e le prese una mano, stringendola tra le sue: “Grazie Susan! Te ne sarò debitore finche avrò vita!” - disse.
“Potete contare anche su di me, Consigliere! Farò ciò che mi direte di fare!” - lo stregone Timothy.
“Voglio che la paghino, tutti, ma in particolare voglio vedere Katie cadere!” - Maddy.
“Eseguiremo ogni vostro ordine! Voglio vendetta per ciò che hanno fatto a me e a Maddy l’ultima volta!” - Sean.
“Sapete bene che quando si tratta di sterminare vampiri io sono il migliore…non ne lascerò vivo nessuno, vedrete!” - la voce dello stregone Richard fu l’ultima a risuonare nella Sala.
“Bene! Allora seguitemi, sapete già cosa fare! Buona fortuna a tutti!” - e detto questo Samuel si portò al centro della stanza e, con un semplice incantesimo seguito da un gesto secco della mano destra, aprì un portale.
Poi si voltò a fare un cenno agli stregoni e alle streghe che lo seguirono, a passo di marcia, verso Fell’s Church.

“Katie? Katie? Matt, sveglia! Coraggio ragazzi svegliatemi!” - una voce lontana continuava ripetutamente a chiamare e a disturbare il sonno più tranquillo di tutta la sua vita.
“Non mi sembra che abbiano voglia di starti a sentire, Elena!” - un’altra voce.
Le voci cominciavano a diventare decisamente un po’ troppe per i gusti di Katie.
“Stefan smettila di ridertela tanto e aiutami! Non possiamo lasciarli ancora qui fuori, sotto il sole!” - di nuovo la prima voce.
A Katie stava venendo una gran voglia di trasformare chiunque parlasse in piccoli sassi, così la smettevano di chiacchierare tanto.
“Ehi….mmh…ragazzi…che succede?” - chiese un’altra voce, una voce più vicina a lei e decisamente assonnata.
“Matt, finalmente, ti sei svegliato! Aiutaci a svegliare Katie! E’ mattina e il sole è già alto!”.
- Matt? Matt è qui? -
“Ok Elena, lascia fare a me!….Katie? Katie svegliati!” - le sussurrò la voce vicina.
- Sembra davvero la voce di Matt - pensò Katie.
“Katie! Katie? E’ mattina, sveglia dormigliona!”.
- Aspetta un attimo! Questa E’ la voce di Matt -
Katie si rigirò piano sull’erba e, lentamente, aprì gli occhi.
Si ritrovò davanti due occhi di un blu intenso che la guardavano divertiti: ripensando alla sera prima non potè fare a meno di sorridere.
“Buongiorno!” - le disse Matt.
“Buongiorno!” - rispose Katie tirandosi a sedere e sbadigliando profondamente.
“Che ore sono?” - gli chiese.
“Quasi le dieci!” - rispose qualcuno alle sue spalle.
Quando Katie si voltò notò che dietro di loro c’erano Elena e Stefan.
- Oddio erano le loro voci quelle che sentivo poco fa. Erano loro due che volevo trasformare in…. - e le si formò chiaramente in mente l’immagine di Stefan ed Elena che si rimpicciolivano e diventavano piccole pietre tonde.
“Interessante, Katie! Credi di poterlo fare per davvero? Magari includendo anche Mutt nel pacchetto?” - la voce di Damon arrivò all’improvviso e, voltandosi verso il pensionato, lo vide appoggiato allo stipite della porta sul retro con Bonnie di fianco.
“Ehi! Quando siete tornati?” - chiese Stefan.
“Poco fa! Piuttosto….cosa ci fate qui fuori?” - disse Bonnie curiosa come al solito.
“Noi siamo venuti a svegliare Matt e Katie che hanno passato la notte addormentati in giardino! Cosa ci facessero loro due in giardino…non lo so!” - rispose Elena.
“Noi abbiamo passato qui il nostro primo e, si spera, non ultimo appuntamento,a guardare le stelle!… E’ stato romantico!” - spiegò Matt e Katie avvampò per l’imbarazzo.
“Oh…siete così teneri!” - fece Elena guardandoli con occhi sognati.
“Katie ti avverto che mi hai deluso…io avevo puntato su di te! Non ti facevo davvero così disperata da uscire con Mutt!” - si intromise Damon facendo un’ espressione da finto offeso.
Katie lo guardò come per dire < Ma che cavolo stai dicendo? >.
Matt, al suo fianco, non si limitò a pensarlo, ma disse proprio: “Ma che cavolo stai dicendo?”.
“Oh per tutti i demoni dell’inferno….Incredibile! Una lo pensa e l’altro lo dice….siamo già piuttosto avanti nel rapporto! Dovete aver chiacchierato parecchio stanotte!” - commentò Damon.
“Damon, perché non te ne vai dritto….” - cominciò Matt, ma Bonnie lo interruppe.
“Ok! Perché non entriamo e facciamo colazione? La signora Flowers ha già preparato tutto!” - disse .
“Bonnie ha ragione!”- si accodò Elena.
Katie si limitò ad annuire e, aiutata da Matt, si rimise in piedi e andò dritta nella piccola sala da pranzo dove il tavolo era già apparecchiato e Meredith era già seduta a capotavola e beveva quello che doveva essere caffè, a giudicare dall’odore.
“Buongiorno a tutti!” - disse sorridendo non appena li vide entrare.
“Buongiorno a te!” - rispose cortese Katie.
“Ciao Meredith!” - rispose Elena, mentre Bonnie corse a baciare una guancia dell’amica.
“Sentite, io arrivo tra un po’, preferisco fare una doccia prima di mangiare!” - annunciò Matt.
Katie gli sorrise e si lasciò baciare su una guancia prima di lasciarlo andare di sopra.
“Anch’io ho un po’ di fame quindi torno nel bosco. Tu vieni con me, Damon?” - chiese Stefan.
“E perché mai dovrei? Io sono sazio!” - rispose Damon guardando Bonnie e sorridendole in un modo che la fece diventare più o meno della stessa tonalità dei suoi capelli.
“Perché noi donne dobbiamo spettegolare, Damon….anche su di te! Quindi vattene!” - intervenne Elena.
“Vedi di moderare i termini, Elena! < Vattene > non lo vieni a dire a me! Ma…va bene…vado via con il mio caro e petulante fratellino, tanto so già che la mia streghetta non potrà raccontare nulla di male di me visto che sono stato perfetto!” - e detto questo, baciò Bonnie sulle labbra e in pochi secondi scomparve insieme a Stefan.
Elena e Bonnie si sedettero ai lati di Meredith e Katie prese posto accanto a Bonnie.
“Ok! Adesso che siamo rimaste sole…chi vuole cominciare?” - fece Elena spalmando della marmellate alle fragole su una fetta di pane imburrato.
“Io lascerei cominciare Meredith…visto che è lei quella che si sposa!” - fece Bonnie sorseggiando un bicchiere di succo d’arancia.
“Va bene! Ho passato tutta la notte al telefono con Alaric e…beh…sì, se usciamo vivi da ciò che deve succedere, è confermato….mi sposo!” - annunciò Meredith.
“Oddio, Meredith! Diventerai la signora Alaric!” - fece Bonnie battendo le mani.
“Bonnie….lo sai vero che Alaric è il nome e non il cognome!?!” - le chiese Elena.
“Certo che lo so, ma il futuro marito di Meredith ha un cognome troppo complicato perché io possa anche solo ricordarmelo….figuriamoci se imparo a dirlo!” - si giustificò Bonnie mettendo il broncio e facendo scoppiare l’ilarità delle altre due ragazze.
Da quando era arrivata nel mondo umano e aveva conosciuto Elena e Meredith, a Katie era capitato spesso di assistere a scene del genere e ogni volta sentiva un moto di invidia invaderle il cuore.
Lei non aveva mai avuto delle amiche così, non aveva mai avuto nessuno con cui spettegolare o a cui raccontare ogni cosa le passasse nella testa.
Lei si era sempre limitata a tenersi tutto dentro, a considerare le altre streghe del Regno come delle rivali, delle persone da battere in fatto di magia e di conoscenza perché era questo che le era stato insegnato.
Adesso invece si trovava in un mondo diverso, un mondo che le piaceva ma in cui non sapeva bene come integrarsi.
“Katie? Ehi Katie ci sei?” - le stava chiedendo Bonnie.
Katie si riscosse subito dai suoi pensieri.
“Si! Scusa, ero solo distratta! Mi hai chiesto qualcosa?” - chiese.
“Sì! Volevamo sapere tu cosa ne pensi delle novità di Meredith! Ma mi sembri un po’ strana, Katie…te ne stai lì a fissarci….c’è qualcosa che non và?” - disse Bonnie.
“No, non preoccuparti, io…” - cominciò.
“Katie, non provare nemmeno a dire che non hai nulla, perché non ce la beviamo! Avanti, dicci tutto…con noi puoi parlare!” - la interruppe Meredith.
Katie fece un respiro profondo e provò a spiegare ciò che pensava.
“Ok! Vedete, ragazze, io sto qui e vi guardo e penso…penso che io non ho mai avuto con nessuno un rapporto come quello che c’è tra voi! Nel Regno Magico l’amicizia non è molto importante…prima di ogni altra cosa c’è il Potere, la magia, e tutto il resto passa in secondo piano!” - disse.
“Beh anche nel nostro mondo ci sono persone che la vedono così!” - disse Meredith.
“Sì, ma non voi! Voi vi volete bene, vi raccontate tutto, vi considerate una famiglia ed io non so se sarò mai capace di essere come voi…di far parte della vostra famiglia!” - confessò.
Un breve silenzio calò nella stanza e Katie abbassò lo sguardo.
Ma improvvisamente si sentì stringere in un forte abbraccio da Bonnie e percepì che qualcun altro, Elena, le stava stringendo una mano.
“Tu fai già parte a pieno titolo del nostro gruppo, Katie! E’ solo grazie a te se Stefan, Bonnie e Damon sono qui, sani e salvi! Senza di te non ce l’avrebbero fatta!” - le disse teneramente Elena.
“E noi ti vogliamo già bene!” - aggiunse Bonnie.
“E poi non dimentichiamo che grazie a te Matt è tornato a sorridere! Non lo vedevo così felice da un pezzo!” - disse Meredith sorridendole rassicurante.
“E a proposito di Matt…racconta un po’ alle tue amiche come è andata con lui!” - fece Elena.
- ALLE TUE AMICHE….mi piace - pensò Katie ritrovando il sorriso.
“Beh principalmente è stato grazie a Stefan che ho accettato di uscire con lui! Non fraintendetemi, Matt mi piace sin dall’inizio, ma non trovavo il coraggio di fare un passo verso di lui, ecco! Ma le parole d incoraggiamento di Stefan sono arrivate giusto in tempo!” - raccontò.
“Beh, si, bisogna ammetterlo, il mio Stefan è il migliore!” - commentò Elena con occhi sognanti.
“Ah…non darle retta e continua, Katie! Aggiungo solo che qui se c‘è qualcuno che è perfetto è Damon!” - fece Bonnie.
“Beh…dicevo…dopo aver parlato con Stefan ho accettato di uscire con Matt, ma sono stata io a proporgli si restare in giardino, mi piace quel posto e da lì si possono vedere le stelle, che poi è quello che abbiamo fatto, abbiamo guardato le stelle e poi lui ha voluto che gli raccontassi tutto di me e della mia vita….è stato molto dolce e mi sono divertita un sacco…mi sono sentita al sicuro!” - concluse rossa d’imbarazzo.
“Incredibile, Katie, ma guardati…sei tutta rossa! Ed io che ti credevo una tipa tosta…invece adesso sembri una ragazzina alla prima cotta!” - commentò Bonnie facendole scoppiare tutte a ridere.
“Ok, ok! Adesso perché non ci raccontate voi cosa hanno fatto Stefan il Migliore e Damon il Perfetto?” - chiese Meredith.
“Katie lo sa già cosa ha fatto Stefan!” - disse Elena.
“E Katie sa pure cosa ha fatto Damon!” - aggiunse Bonnie.
“Sì, ma Meredith non sa un bel niente, quindi sputate il rospo!” - ordinò Meredith.
“Stefan è stato carinissimo…ha chiesto a Katie di creare una mongolfiera enorme e con quella abbiamo volato sull’intera città…ed è stato stupendo, mi sembrava di poter toccare il cielo, di poter giocare con le nuvole, di poter afferrare le stelle…è stato fantastico…magico, direi!” - raccontò Elena.
“Beh…davvero una sorpresa magnifica! Ma, aspetta un secondo…Katie, tu hai davvero fatto venir fuori dal nulla una mongolfiera?” - chiese Meredith.
“Così mi ha chiesto Stefan, quindi…l’ho accontentato!” - rispose Katie con una scrollata di spalle afferrando un bignè alla crema dal tavolo.
“Ma questo non è niente in confronto a quello che ha creato per me su richiesta di Damon!” - si pavoneggiò Bonnie.
“E sarebbe? Racconta!” - Elena.
“Allora! Mentre io ero in letargo ha chiesto a Katie di dargli una mano perché voleva organizzarmi una sorpresa per quando mi sarei svegliata…voleva creare un posto che fosse solo nostro!” - cominciò Bonnie.
“Già! Così io, con il supporto della signora Flowers, ho creato una sfera magica che, se rotta creava intorno a te un posto nuovo, un posto magico in cui tutto può succedere! Per creare il posto ho seguito le indicazioni di Damon…aveva le idee piuttosto chiare, devo dire!” - continuò Katie.
“Sì! E così è stato….ha rotto la sfera è all’improvviso ci siamo ritrovati in un altro posto ed era tutto magnifico, pieno di luce e di farfalle e di alberi…c’era un laghetto dove abbiamo passato il pomeriggio e mi sono divertita un sacco….poi ha fatto comparire un bagno enorme in un albero…” - proseguì Bonnie.
“In un albero?” - chiese Elena.
“Si! E’ comparsa una porta sulla corteccia e quando l’ho aperta mi sono ritrovata in un bagno enorme e con  ogni genere di lusso! All’interno ho anche trovato un vestito che ho messo per la cena che mi ha preparato e che era squisita, ma ancora non vi ho fatto vedere la cosa più bella di tutta la sorpresa…” - disse Bonnie e infilò una mano in una tasca e ne tirò fuori un piccolo anello che infilò all’anulare sinistro poggiando poi la mano sul tavolo.
Elena e Meredith si sporsero in avanti per vedere l’oggetto, così come fece Katie.
“E’ un anello!” - fece Elena.
“Già! Vi piace? Me lo ha regalato Damon!” - disse orgogliosa Bonnie.
“Bonnie!?! E’ un anello!” -ribadì Elena.
“Sì, lo so! Lo vedo che è un anello! E allora?” - chiese Bonnie confusa.
“Come sarebbe < e allora >? Ti ha regalato un anello….secondo te cosa dovremmo pensare?” - continuò Elena.
“Ed è un anello di lapislazzuli, Bonnie! Di solito gli umani usano i diamanti, i lapislazzuli li usano i vampiri quando intendono chiedere  a qualcuno di passare l’eternità con loro! O almeno così sembra essere di moda nella famiglia Salvatore!” - commentò Meredith.
“Aspettate! Non crederete mica che…” - cominciò Bonnie.
“Che Damon ti abbia fatto la proposta? Sì, Bonnie, lo crediamo! Perché non ci hai detto subito che ti sposi?” - chiese Elena.
“E perché non ci hai detto che diventi una vampira?” - chiese Meredith.
“Perché non divento un bel niente, io! Anche se…beh suppongo che se vorrò continuare a restare con Damon, sempre ammesso che usciamo vivi da ciò che si scatenerà una volta che Samuel sarà qui, prima o poi dovrà succeedere…diventare una vampira, intendo! Per la questione della proposta….Damon non mi ha fatto nessuna proposta, mi ha dato l’anello perché mi ricordassi che lui è sempre con me e per promettermi che ci sarà in eterno, che passeremo la vita insieme!” - rispose Bonnie.
“E questa secondo te non è una proposta!?!” - fece Meredith.
“Beh…io non…cioè…perché tu credi…si insomma..che…” -  Katie pensò che Bonnie sembrava alquanto confusa.
“Sveglia, Bonnie! Quella era una proposta!” - le fece notare, non proprio delicatamente, Elena.
“Forse dovresti chiarire la cosa con Damon!” - le suggerì Meredith.
Bonnie si limitò ad annuire guardandosi l’anello al dito.
In quello stesso istante la porta del pensionato si aprì.
“Stupido pivello, io continuo a dire che sei un cretino! Ma dimmi…non ti fa sentire un tantino in colpa…insomma, i conigli sono così carini! Ma vedrai…un giorno lo troverai un coniglietto che ti terrà testa tipo Bugs Bunny…mi piace Bugs Bunny, è un tipo divertente e anche un po’ sadico, non trovi?” - fece Damon entrando insieme a Stefan, per poi fermarsi sulla porta e guardarsi intorno.
“Che c’è? Che è successo? Streghetta, sembri sconvolta…cos’hai? Cosa le avete fatto?” - chiese il vampiro avvicinandosi a Bonnie.
“Noi? Tu, piuttosto!” - fece Elena.
“Io? Cosa ho fatto io se neppure c’ero? Bonnie, parlami! Spiegami cos’hai!” - disse Damon inginocchiandosi di fianco alla sedia di Bonnie.
Bonnie tirò su la mano e gli indicò l’anello.
“L’anello? Cos’ha l’anello?”.
“Nulla è che….Damon tutta quella faccenda del promemoria e della promessa….era una specie di…beh…di proposta?” - chiese cauta Bonnie.
“Certo, mi pare ovvio! Perché tu che credevi?”.
“Ah! Quindi tu vuoi….si insomma vuoi….?” - lasciò in sospeso Bonnie.
“Passare il resto della mia vita con te? Sì! E poi dove la trovo un’altra come te e che mi sopporta, per giunta! Ma perchè me lo chiedi? Non avevi capito? Eppure mi era sembrato di essere stato abbastanza chiaro!” - disse Damon.
“Beh, si…è solo che…non è da te, ecco! Non me lo sarei mai aspettato! Insomma, l’ anello, tutto il discorso….” - rispose Bonnie.
“Streghetta, lo sai che io se devo fare una cosa la faccio come si deve! Non come quel pivello laggiù che anche solo per uccidere un coniglio si macchia tutta la camicia! Anche se non c’era da aspettarsi di meglio visto che è…”.
Ma non seppero mai cos’altro era Stefan a detta di Damon, visto che il vampiro si interruppe all’improvviso e si voltò allarmato verso il fratello.
“Damon cosa succede?” - chiese Bonnie ansiosa.
“Stefan, l’hai sentito?” - chiese Damon.
“Sì, ma…” - cominciò Stefan, ma venne interrotto da un tuono improvviso e da una scossa di terremoto che scosse tutto.
“Ok! Adesso l’abbiamo sentito anche noi! Cos’era?” - chiese Elena, spaventata.
Un rumore di passi arrivò dal piano di sopra e pochi secondi dopo Matt entrò nella stanza.
“Ehi, l’avete visto anche voi?” - chiese.
“Visto? Noi non abbiamo visto nulla, abbiamo solo sentito? Perché tu hai visto qualcosa?” - chiese Meredith.
Ma Matt non fece in tempo a rispondere perché arrivò la signora Flowers dalla cucina a svelare il mistero.
“Ragazzi cari, un fulmine ha squarciato il cielo e si è abbattuto all’inizio del bosco, alle spalle della casa!” - disse.
“Un fulmine? Ma se c’è un sole accecante!” - disse Elena.
Ma Katie aveva cominciato a tremare…sapeva che il fulmine era un avvertimento.
“Katie? Katie, che succede?” - Matt apprensivo le era andato vicino.
Katie guardò prima lui, poi tutti gli altri, infine tornò a fissare un punto imprecisato del tavolo e disse: “Sono loro! Sono arrivati!”.




NOTE:
Ciao a tutti!
Ecco un nuovo capitolo....capitolo di passaggio, questo.
Non succede molto, ma sapete bene che, di tanto in tanto, questi capitoli servono soprattutto per legare tutte le varie parti di una storia e per chiarire meglio le cose.
In questo caso mi è servito per dare il tempo a Samuel di arrivare e per raccontare la tutta la faccenda dal suo punto di vista, che come vedete è piuttosto distorto e pieno di bugie!
Chissà se arriverà il momento in cui tutte queste menzogne verranno a galla!?!
Ma il capitolo mi è servito anche per creare un piccolo e sano raduno di ragazze che spettegolano! XDXDXDXDXD
Inoltre ho dato modo a Katie di parlare e di esprimere il suo punto di vista, cosa che non ho fatto nel Sigillo, me che farò spesso qui.
Infine ho usato il capitolo per chiarire un pò le idee a Bonnie che come avete visto era un pò confusa....XDXDXDXDXD
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e commentato lo scorso capitolo...vi adoro!
E adesso vi lascio....ci "vediamo" giovedì sera....BACIONI...IOSNIO90!


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Capitolo 6
*** Capitolo quinto ***


Capitolo quinto

“Sono loro! Sono arrivati!”
Due frasi, due piccole frasi di due sole parole, ma in grado di farti gelare il sangue nelle vene.
La vita di Bonnie era stata segnata da tantissime frasi di due parole, frasi piccolissime, ma che ogni volta erano arrivate a cambiarle la vita.
Quando era molto piccola sua nonna le raccontava sempre che, mentre sua madre era rinchiusa in una stanza d’ospedale e la stava mettendo al mondo, fuori a quella stanza suo padre stava per esplodere tanta era l’ansia, ogni secondo guardava l’orologio e si chiedeva quando sarebbe finita, ad ogni grido di sua madre si chiedeva se era tutto normale o se qualcosa stesse andando storto, neppure quando sentì il suo pianto da neonata provenire dalla stanza si tranquillizzò.
L’unica cosa che riuscì a calmarlo fu una frase, la prima che sua madre gli rivolse quando lui entrò nella stanza e la trovò con quel piccolo fagottino tra le braccia che era la loro figlia, una frase di sole due parole: “Sta bene!”.
Quella era stata la prima volta che Bonnie aveva sentito una frase così piccola ma così importante….in seguito ne sentì tante.
Quando era appena una ragazzina era così timida e impacciata da non avere neppure un’amica e si nascondeva dietro agli alberi ad osservare due ragazzine come lei, ma decisamente più belle, che ogni giorno si ritrovavano fuori scuola e chiacchieravano fino a che la campanella non suonava.
Un giorno, però, una delle due ragazzine, quella bellissima e con i capelli come oro filato, le si avvicinò e, sorridendole, le fece cenno di uscire fuori dal suo nascondiglio. Quando Bonnie trovò il coraggio di venire fuori, la ragazzina le disse: “Sono Elena!”. Due parole e si catapultò nel suo mondo.
Subito dopo la campanella suonò e allora anche l’altra ragazzina le si avvicinò, le tese una mano e le disse: “Andiamo, Bonnie!”. Altre due parole.
Da quel giorno la sua vita cambiò e da chè non aveva nessun’amica si ritrovò ad avere addirittura due sorelle: Elena e Meredith.
Poi la vita era andata avanti e di frasi da due parole ce ne erano state sempre di più e sempre più spesso le avevano sconvolto l’esistenza.
Prima era lì e stava per sposarsi, poi era arrivato Damon e con due parole era riuscito a rendere perfetto il momento dell’imminente morte per mano del vampiro Chen. Quella volta Damon le aveva detto: “Ti amo!”.
E a quel punto Bonnie aveva detto addio al matrimonio e alla vita tranquilla che si stava preparando a vivere con un altro.
Ed erano arrivati i problemi, i rischi, i pericoli, ma a Bonnie non importava, per quelle due parole di Damon aveva dato tutto…e non si era mai sentita più felice e in pace con se stessa.
E adesso ecco arrivare un’altra frase del genere e Bonnie sapeva che tutto stava per cambiare di nuovo, che quelle due parole erano arrivate a minare la felicità che altre due parole le avevano donato, a meno che non avesse lottato e vinto.
Bonnie non sapeva se sarebbe arrivata la vittoria oppure la sconfitta, ma una cosa le era chiara: avrebbe lottato con tutta se stessa.
“Usciamo e andiamogli incontro!” - la sua voce risuonò decisa nella stanza silenziosa.
“Sei sicura?” - il tono di Elena era premuroso.
“Sì! Non possiamo scappare perché ci ritroverebbero comunque, l’unica scelta è uscire fuori e combattere!” - ribadì Bonnie.
Con un cenno della testa Elena annuì, Damon annuì, Stefan annuì, tutti annuirono e tutti la seguirono verso la porta sul retro che dava sul giardino, la stessa porta che poco prima li aveva visti rientrare felici e spensierati e che adesso li vedeva uscire decisi e attenti, ma con gli occhi strabordanti di tristezza e la morte nel cuore.

In giardino il vento soffiava gelido e scuoteva furiosamente li alberi.
Katie non riconosceva più il luogo da sogno in cui aveva passato la notte con Matt a guardare il cielo. Quello stesso posto si era trasformato in un qualcosa di surreale e profondamente terrificante.
“Sono davvero felice di incontrarvi tutti, finalmente!” - la voce di Samuel arrivò un istante prima che Samuel stesso si materializzasse a diversi metri da loro, circondato da altre cinque figure che Katie non fece fatica a riconoscere.
Si irrigidì all’istante.
“Scusaci tanto per la cattiva accoglienza, Samuel, ma, sai com’è!?!, non siamo soliti offrire tè e pasticcini a chi viene per ucciderci!” - disse sarcastico Damon tenendo Bonnie stretta a sé.
“E chi dice che siamo qui per uccidervi?” - chiese Samuel con un sorriso storto.
“Non credo che siate venuti fin qui per giocare a briscola!” - fece Damon.
“Devo confessare che ho sempre apprezzato la tua vena sarcastica, vampiro, nonostante tu mi abbia procurato non pochi guai!” - rispose Samuel.
“Non potete ucciderci o almeno non tutti! Non potete uccidere gli esseri umani! Voi gli umani li proteggete!” - intervenne Stefan.
“Giusto, ma converrai con me che, essendo vostri alleati, gli umani qui presenti tenteranno di ostacolarci per potervi salvare, quindi noi, per forza di cose, dobbiamo tenerli occupati in qualche modo! Questo però non vale per le streghe…loro sono delle traditrici e in quanto tali meritano la morte!” - rispose Samuel.
“Come il Consigliere Hugh? O come Samia?” - gridò Bonnie.
L’espressione di Samuel cambiò, divenne crudele e spietata.
“Adesso basta! Questa non è una riunione pacifica, questa è una guerra! E questi sono i miei guerrieri!” - disse invitando gli altri stregoni a farsi avanti.
La schiena di Katie venne percorsa da un brivido che non sfuggì a Samuel.
“Vedo che Katie li ha riconosciuti!” - esclamò - “Non mi metterò qui a presentarveli, ci penseranno loro, lasciate solo che vi dica che contro di loro non avrete nessuna possibilità! E adesso, giusto per cominciare….” - Samuel si spostò di lato e fece un lieve cenno del capo a colei che Katie conosceva come la strega Susan.
La strega si fece avanti e si limitò a guardare dritto di fronte a se, stringendo gli occhi e corrugando la fronte, concentrandosi.
Pochi secondi dopo la signora Flowers era caduta a terra, svenuta.
“Cosa le avete fatto?” - gridò Matt inginocchiandosi accanto al corpo della donna.
“La sto solo tenendo sotto controllo! Lei è affare mio!” - rispose Susan.
“Lasciatela stare! Lei non c’entra niente con voi!” - disse Stefan, ma non appena finì di parlare Katie vide lo stregone Richard scattare in avanti e poi una luce accecante ingoiò il vampiro e lo stregone che svanirono nel nulla.
Elena scoppiò in lacrime e Meredith le si avvicinò.
“Cosa è successo a mio fratello? Parla!” - ordinò Damon fuori di sé.
“Nulla…per ora! E’ stato solo teletrasportato in un altro posto in cui possa battersi tranquillamente con il più grande cacciatore di vampiri mai esistito!” - sorrise Samuel.
“Samuel tutto questo è una follia!” - intervenne Katie.
“Tu taci! Una traditrice come te non ha il diritto di parlarmi!” - rispose duro il Consigliere superiore.
Elena continuava a piangere disperatamente.
Bonnie tentò di farsi avanti, ma una barriera eretta da Maddy le impedì di proseguire.
“Cosa vuoi tu?” - gridò Bonnie, ma Maddy la ignorò e fece un passo avanti affiancata da Sean.
I due stregoni unirono le mani e chiusero gli occhi. In un attimo un vortice di vento, polvere e luce avvolse Elena e Meredith e staccò Matt dalla figura priva di sensi della signora Flowers.
I tre ragazzi e i due stregoni si sollevarono da terra e volarono sul tetto del pensionato dove Maddy e Sean avevano eretto una gabbia magica che impediva ai tre umani di uscire e anche di poter comunicare con l’esterno visto che continuavano a gridare e a parlare, ma lei non riusciva a sentire nulla.
“E rimasero in tre! Ma voi siete in due! Sai Samuel….credo che tu abbia sbagliato i calcoli! Avresti dovuto portare un altro stregone per poterci dividere tutti!” - disse Damon.
“Ed è qui che ti sbagli, Damon! Non voglio dividervi tutti! Tu e Bonnie siete sempre stati insieme, quindi perché non farvi continuare insieme? Quella che sarà da sola sarà Katie!” - rispose Samuel.
Il Consigliere e l’ultimo stregone rimasto, Timothy, tesero in avanti il braccio destro nello stesso momento e dalle loro mani uscirono dei fasci di luce rossa. Quello di Samuel colpì Damon e Bonnie e li teletrasportò chissà dove, mentre quello di Timothy colpì Katie che si sentì trascinata via come se fosse nell’occhio di un ciclone.

La luce bianca che lo aveva accecato svanì di colpo e Stefan si ritrovò a diversi metri da terra, ma riuscì a non cadere e ad atterrare agilmente come solo un vampiro può fare.
Guardandosi intorno non vide altro che il nulla. Si trovava su una strada isolata, probabilmente la statale abbandonata alle spalle del cimitero di Fell’s Church, e intorno a lui non c’era niente e nessuno fatta eccezione per lo stregone che gli si era scagliato contro all’improvviso e lo aveva portato fin lì.
“Chi sei?” - chiese Stefan.
“Il mio nome è Richard e sono l’incubo di quelli come te!” - rispose l’altro.
“Quelli come me?”.
“I vampiri! Io sono uno stregone cacciatore e sono specializzato in voi vampiri! Adoro uccidervi e adoro torturarvi! Oggi mi divertirò con te!”.
“E credi che sarà facile?” - chiese Stefan.
“Ho preso informazioni su di te! So che nonostante la tua età non sei molto forte, quindi sì, credo che sarà facile!” - rispose sorridendo lo stregone.
“Perché siamo qui?” - chiese Stefan guardandosi intorno.
“Perché è isolato e perché è il posto ideale per combattere contro quelli come te! Non c’è assolutamente nulla qui, quindi tu non potrai nasconderti da nessuna parte. Deve essere triste per te…nemmeno un albero su cui andarti a ficcare!” - rispose lo stregone.
“Ma questo è un problema anche per te: se non hai alberi da dove lo prendi il legno per uccidermi?”.
“Lo creo! Ti ricordo che sono uno stregone, io!” - fece Richard schioccando le dita e facendo comparire da nulla un paletto di legno lungo e affilato.
“E ti ricordo che io sono un vampiro!” - fece Stefan estraendo al massimo i canini.
“Da quello che ho sentito, a volte sembri dimenticarlo!”.
“Non ora!” -  e detto questo si scagliò contro lo stregone.

“Sono spariti tutti!” - disse Matt in preda all’agitazione.
“Li avranno portati chissà dove per combattere come hanno fatto con Stefan poco fa!” - ragionò Meredith.
“Spero che tutto vada per il meglio!” - disse Matt.
“Lo speriamo tutti, ma dobbiamo trovare un modo per uscire da questa specie di gabbia! Non ho intenzione di lasciarli nei guai senza fare niente!” - intervenne Elena che aveva smesso di piangere.
“Sì, ma cosa ci inventiamo?” - chiese Matt.
La decisione negli occhi di Elena sembrò vacillare e la ragazza si voltò a guardare Meredith in cerca di aiuto, ma l’amica si strinse nelle spalle e scosse la testa.
“Non lo so!” - disse.

Quando il ciclone la lasciò andare, Katie si ritrovò distesa a terra tra due lapidi.
Si rimise lentamente in piedi e intorno a lei vide lapidi, mausolei e piccole cappelle ovunque e tutte erano terribilmente corrose dal tempo e rovi pieni di spine sembravano abbracciarle e stringerle in una presa mortale.
Era nel cimitero, nella parte vecchia del cimitero, al di là del ponte di cui Elena le aveva parlato quando le aveva raccontato dei suoi primi giorni con Stefan quando non sapeva ancora che era un vampiro.
Non sembrava esserci nessun altro tranne lei, ma Katie sapeva che era così che Timothy agiva, nascondendosi nell’ombra e lasciando che fossero gli elementi guidati dal suo Potere a parlare per lui.
Si preparò al peggio.
Tirò fuori dalla tasca il cristallo bianco e luminoso che portava con se da qualche giorno in attesa del momento opportuno in  cui usarlo.
Quello era una delle sue pietre più potenti: Katie sapeva che, nella magia, solo poche cose erano più potenti dei cristalli perché questi erano i canalizzatori dell’energia che proveniva direttamente dalla natura, ma sapeva anche che Timothy poteva batterli visto che era un esperto negli elementi naturali.
E cosa erano dei semplici cristalli, che funzionavano solo se gli elementi naturali decidevano di dare loro energia, contro i veri elementi che naturalmente non le avrebbero dato un bel niente essendo contrapposti a lei dal Potere di Timothy?
“Vieni fuori, Timothy!” - gridò.
“Perché dovrei?” - le rispose la voce dello stregone nascosto chissà dove giusto un attimo prima che un muro di fuoco le crollasse addosso.

“Credo che questo posto lo conosciate!” - disse Samuel guardandosi intorno.
La luce era sparita e loro si trovavano nel bosco, nella parte dell’Old Wood più lontana da tutto e da tutti, al centro di una piccola radura naturale.
“Cosa succederà, Damon?” - gli chiese Bonnie aggrappata al suo braccio destro.
Damon si voltò a guardarla: aveva gli occhi lucidi e impauriti.
Damon odiava vederla spaventata e odiava chiunque e qualunque cosa la spaventasse. In quel preciso istante odiava Samuel.
“Non preoccuparti, streghetta! Ricordati della promessa…e del promemoria!” - le disse.
“Non voglio che ci divida!” - disse Bonnie.
“Neanch’io!” - rispose Damon e si chinò a darle un lieve bacio sulle labbra rosse.
“Lo sapete che siete carini insieme? Se tu non fossi un mostro, un abominio, un cadavere ambulante, formereste davvero una bellissima coppia!” - si intromise Samuel.
“Scommetto che ti rode il fatto che questo cadavere ambulante sia molto meglio di un vecchio imbecille come te!” - rispose a tono Damon.
Non sarebbe mai arrivato il momento in cui qualcuno gli avrebbe offerto su un piatto d’argento la possibilità di uscirsene con una bella frase offensiva e lui non l’avrebbe colta.
Infondo restava pur sempre Damon Salvatore, braccato da uno stregone psicopatico, sì, ma pur sempre Damon Salvatore.
“Le tue battute cominciano a stufarmi!” - disse Samuel.
“Sbaglio o avevi detto che ti piaceva il mio lato divertente?” - fece Damon.
“Adesso non più!”.
“Peccato! Cominciavi a piacermi! Avremmo anche potuto diventare amichetti del cuore, sai?” - rispose Damon prendendolo palesemente in giro.
A Bonnie scappò un risolino.
- Come ho già detto: io non perderò mai l’occasione di fare una bella battuta, ma anche lei non mi toglierà mai la soddisfazione di sentirla ridere alle mie battute - pensò Damon compiaciuto.
“Adesso smettiamola e passiamo alle cose serie!” - disse Samuel.
“Cosa intendi?” - chiese Bonnie.
“Già, cosa intendi per cose serie? Perché nei piani degli assassini folli c’è anche qualcosa di serio?” - aggiunse Damon.
“Intendo, Bonnie” - rispose Samuel ignorando bellamente l’ultima affermazione di Damon - “ Che adesso vi farò una proposta!”.
“Che proposta?”.
“Vi propongo un patto! Se voi lo rispettate io richiamo tutti i miei stregoni e lascio stare i vostri amici, tutti quanti!” - disse Samuel.
“L’ultima volta che ho fatto un patto con uno di voi è stato con Ted: lui mi aveva promesso che se fossimo arrivati alla fine del Labirinto ci avrebbe lasciati liberi di andarcene, e invece sei arrivato tu e mi hai portato via Bonnie! Quindi perché adesso dovrei starti a sentire?” - chiese Damon.
“Perché è la vostra unica chance! Prendere o lasciare!” - fece Samuel.
“Va bene! Parla!” - intervenne Bonnie.
Damon si voltò verso di lei.
“Bonnie io non mi fido!” - disse.
“Neppure io! Ma ha ragione lui: è la nostra unica chance!” - rispose lei.
“Possiamo combattere e toglierlo di mezzo!” - protestò Damon.
“Sì, ma chi ci assicura che nel frattempo i suoi alleati non abbiano ucciso Katie, l’hai vista anche tu…era spaventata, oppure Stefan, sai meglio di chiunque altro che è più debole di come dovrebbe essere un vampiro vecchio come lui a causa dal sangue di animale. E se facessero del male a Meredith, Matt ed Elena? Matt ha appena trovato un briciolo di felicità, accidenti, e Meredith deve sposarsi tra breve. Per non parlare della signora Flowers: non le hanno dato neppure la possibilità di difendersi. E se quella donna tentasse di ucciderla mentre è priva di sensi? Lo so che è folle accettare le sue condizioni, Damon, ma dobbiamo farlo….per gli altri! Li abbiamo trascinati noi in questo incubo…glielo dobbiamo! Fallo per loro, Damon! Fallo per me!” - ribattè Bonnie.
Dopo quelle parole ,< Fallo per me >, Damon fu costretto a cedere.
“Cosa dobbiamo fare?” - chiese voltandosi verso Samuel.
Lo stregone sorrise.
“E’ semplice!” - disse - “Dovete solo superare tre prove a cui vi sottoporrò!”.
“E scommetto che non ci dirai in anticipo di cosa si tratta, giusto?” - fece Damon.
“Esatto! O si fa l’accordo a scatola chiusa o niente! E in quel caso….chissà cosa può succedere ai vostri amici!” - li minacciò Samuel.
Damon guardò Bonnie. Lei si voltò a guardare lo stregone e annuì.
“Bene allora! Diamo inizio ai giochi!” - disse Samuel.








NOTE:
Ciao a tutti!
Chiedo umilmente perdono per la lunga attesa, ma, giuro che ho una scusa valida! Almeno credo...
Sono stata impegnatissima con l'università e il lavoro nell'ultimo mese, per non parlare poi del casino che ho a casa a causa della ristrutturazione generale che mia madre ha deciso di fare di punto in bianco!
Il mio tempo si era così azzerato e non riuscivo a trovare neppure un'oretta libera per scrivere, senza parlare del fatto che, comunque, con tutte le cose che sono successe, l'ispirazione è mancata un  pochino, ma adesso è tornata, per fortuna, e spero che non vi deluda con il proseguo della storia.
Torniamo a noi...
Sono arrivati i cattivi, finalmente, e le cose cominciano a scaldarsi!
Li hanno divisi tutti e ognuno avrà il suo bel da fare, ma, naturalmete Damon e Bonnie saranno quelli più nei casini visto la vena sadica che Samuel tirerà fuori nelle sue prove.
Ma vi anticipo che presto qualcuno arriverà a dare una mano...e NON sto parlando di Alaric!
Adesso vi lascio...spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non mi insultiate troppo nei commenti a causa del mostruoso ritardo.
Vi assicuro che giovedì tornerò con il sesto capitolo......Abbiate pietà di me...*-* *-*
A presto...BACIONI..IOSNIO90!

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Capitolo 7
*** Capitolo sesto ***


Capitolo sesto

“Sapete? Non dovete aver paura! Le prove che state per affrontare sono molto semplici! L’unica cosa che dovete fare è impegnarvi per raggiungere l’obiettivo da me prefissato affinchè la prova termini!” - Samuel era così tranquillo che a Bonnie sembrava stesse leggendo le istruzioni del Monopoli.
“E quale sarebbe questo obiettivo?” - chiese irritato Damon.
Bonnie sapeva bene che Damon odiava essere trattato come stava facendo Samuel in quel momento ossia come un bambino di cinque anni.
“Ovviamente ci saranno tre prove quindi anche tre obiettivi diversi!” - puntualizzò Samuel facendo avanti e indietro con una mano sotto il mento.
“Ovviamente….” - l’umore di Damon peggiorava sempre di più ad ogni secondo che passava.
“Per quanto riguarda la prima prova….vi darò delle piccole istruzioni! Tu, vampiro, non dovrai fare un granchè, anzi…tu non dovrai fare proprio niente, in effetti! Devi solo dormire!” - spiegò lo stregone.
“E tu credi che io mi metta a dormire in un momento del genere?”.
“Esattamente!” - disse Samuel ribadendo la sua convinzione con un cenno deciso della testa.
Un istante dopo Samuel gridò qualcosa di incomprensibile e dalle sue mani aperte venne fuori quello che aveva tutto l’aspetto di un proiettile di luce.
Il proiettile fu così veloce che neppure Damon riuscì a scansarsi e venne colpito alla testa. Poi cadde a terra.
Bonnie riuscì a realizzare solo qualche istante dopo ciò che era successo: in quel momento vedeva solo Damon a terra e si sentiva svenire.
Si inginocchiò accanto al corpo del vampiro e cominciò a scuoterlo e a chiamarlo per nome, ma non succedeva nulla.
Con le lacrime agli occhi si voltò verso Samuel.
“Cosa gli hai fatto?” - gridò.
“L’ho solo addormentato! Ve lo avevo detto che lui doveva solo dormire!” - rispose Samuel.
“Ma…ma sta bene?”
“Non che mi importi, ma sì, per il momento sta bene! Adesso tutto dipende da te!” - rispose Samuel tranquillo.
“Cosa devo fare?” - chiese Bonnie impaurita.
“Devi fare in modo che lui ti riconosca! Se ci riesci avete superato la prima prova e si va avanti…..se non ci riesci….beh, in quel caso il tuo cervello esploderà e tu morirai, mentre Damon smetterà semplicemente di esistere diventando polvere!” - spiegò lo stregone.
“Se non superiamo le prove tu ci uccidi?” - chiese Bonnie.
“Ovvio! Mi sembrava di essere stato chiaro! Anche se, in questo caso, non sarò proprio io a uccidervi, ma l’incantesimo che ho appena usato sul vampiro…che poi è lo stesso che sto per usare su di te!” - rispose Samuel.
“Vuoi far addormentare anche me?”.
“Sì! Per poi portarti nel posto in cui è ora Damon! Mettiamola così Bonnie….Damon adesso sta facendo un viaggio mentale! Tu lo stai per raggiungere in questo viaggio, ma tra voi due ci sarà un differenza: tu ricorderai perfettamente chi sei, da dove vieni e cosa sta succedendo…sarai perfettamente conscia della situazione in cui ti trovi! Damon no, lui non ricorda nulla, non si rende neppure conto che quella in cui è adesso non è la realtà! Il tuo obiettivo è fare in modi che lui ricordi, nello specifico devi fare in modo che lui ti riconosca! Tutto chiaro? Guarda che puoi anche arrenderti adesso! In quel caso la prova non comincia, io e te combattiamo, tu probabilmente morirai insieme a tutti i tuoi amici e Damon resterà per sempre qui, addormentato e perso in chissà quale viaggio mentale senza poter fare ritorno! A te la scelta, Bonnie!” - spiegò Samuel.
Bonnie si voltò a guardare Damon accarezzandogli il viso.
Prese un bel respiro profondo e, consapevole del fatto che tutto dipendeva da lei, si alzò e si voltò verso Samuel spalancando le braccia.
“Colpiscimi!” - disse.
Samuel non se lo fece ripetere due volte e Bonnie venne colpita alla testa da un altro proiettile di luce che le entrò nel cervello e la catapultò in un abisso nero di dolore e urla strazianti.

Quando il dolore si attenuò e Bonnie riaprì gli occhi la prima cosa che la sorprese fu il fatto di essere in piedi.
Poi avvertì un prurito atroce in tutto il corpo, soprattutto sulle gambe.
Ma non fece in tempo a capire cosa fosse a provocarlo che una donna bassa, robusta e piuttosto arrabbiata le corse incontro gridando in una lingua che Bonnie non conosceva, ma che le ricordava tanto l’italiano che aveva parlato Damon durante la loro tappa a Firenze alla fine del loro viaggio in giro per l’Europa.
La donna continuava a parlare e a gridare indicando lei e una cesta in vimini piena zeppa di lenzuola.
Più Bonnie la sentiva parlare più si convinceva del fatto che anche se quella lingua era l’italiano di certo non era quello moderno…..sì, doveva essere un italiano piuttosto antico.
All’improvviso la donna le afferrò bruscamente un braccio e Bonnie sentì qualcosa dentro di lei cambiare.
Un istante dopo la donna era ancora lì, e aveva lasciato il braccio e continuava a parlare solo che adesso Bonnie capiva ogni singola parola.
La donna diceva: “Benedetta! Quante volte ti devo dire che la devi smettere di andartene in giro come se questa fosse casa tua! Qui tu sei una serva e quando ti dico di muoverti e di provvedere subito al bucato, tu provvedi! I signori stanno per tornare dalla loro passeggiata quotidiana e tu non hai ancora fatto nulla, quindi muoviti!”.
- Benedetta? Chi è Benedetta? Perché questa qui mi chiama Benedetta? E perché io capisco quello che dice se non so un’ acca dell’italiano moderno, figurarsi di quello antico? E dove mi trovo? E come faccio a farle capire che non sono chi crede che io sia se non posso comunicare? - mille e più domande tartassavano la mente di Bonnie.
“Allora? Ti ho detto di muoverti?” - ribadì la donna.
Bonnie allora si fece coraggio intenzionata a farsi capire già immaginandosi una dura lotta tra lingue diverse, ma quando aprì bocca la sorpresa fu ancora maggiore.
“Mi scusi, ma io…” - si fermò a metà frase tanto era lo sconcerto: senza sapere come, aveva parlato esattamente la stessa lingua di quella donna.
“Ma tu…cosa?” - chiese la donna avvicinandosi minacciosamente.
Bonnie stava per ribattere quando un rumore la interruppe.
La donna si agitò.
“Sono rientrati!” - disse  e diede una calcio al cesto di vimini che andò a finire sotto un tavolo lì vicino - “Non importa il bucato, adesso! Ci penseremo dopo! Ora vieni come con me ad accogliere i padroni!” - disse e corse via uscendo da un porta in legno piuttosto malandata che si trovava alle sue spalle.
Dando uno sguardo in giro Bonnie si rese conto che tutto lì dentro era piuttosto malandato e decisamente povero.
Si guardò ad uno specchio lì vicino e nonostante la polvere riuscì a scorgere la sua figura: solo in quel momento si rese conto che la situazione era grave per davvero e capì anche perché le prudeva tutto.
Indossava una gonna lunga e logora, era marrone e di un tessuto pesante simile alla tela. Le scarpe erano bruttissime, tutte sporche e con la suola consumata e Bonnie riusciva a sentire chiaramente che i calzini dovevano essere bucati.
Sulla gonna portava allacciato un grembiule bianco e indossava una camicetta beige di quello che sembrava essere il cugino vecchio e decisamente poco comodo del lino. I capelli erano legati da una striscia di stoffa nera e le sue mani erano in condizioni catastrofiche.
“Benedetta! Ti ho detto di seguirmi!” -la donna era tornata indietro e si era affacciata nella stanza dalla porta di legno da cui era uscita prima.
- Benedetta sono io! - pensò Bonnie e corse dietro alla donna.
Le stanze che attraversarono dopo essere uscite da quella specie di catapecchia in legno scuro, erano lussuosissime e arredate in modo stupendo con tappeti enormi, divani in velluto, quadri bellissimi e lampadari di cristallo.
Bonnie era scioccata.
Si fermarono in una enorme sala con una scalinata lunghissima e una porta gigante a doppio battente e con il pomello in oro.
La porta era tenuta aperta da quello che doveva essere il maggiordomo, un uomo elegante, piuttosto vecchio, con una leggera barba bianca e l’espressione attenta.
Dalla porta si sentì il rumore di zoccoli di cavallo che correvano via a dopo qualche attimo fecero il loro ingresso tre uomini e una donna.
Bonnie tremò e le si gelò il sangue.
Le parole e il divertimento di Samuel tornarono a risuonarle nelle orecchie.
< Viaggio mentale > aveva detto, ma quello che non aveva specificato era che si trattava di un viaggio a ritroso nel tempo, un viaggio nel passato, il passato di Damon.
Il primo ad entrare fu un uomo elegantissimo, in completo marrone.
Entrò sfilandosi i guanti e senza degnarsi di guardare nessuno se ne andò via.
La donna al suo fianco e tutti gli altri domestici lo salutarono chiamandolo < Signor Salvatore >.
Bonnie realizzò che quello doveva essere Giuseppe Salvatore il padre di Stefan e Damon.
Subito dopo furono proprio loro ad entrare, Damon e Stefan, o meglio il signorino Stefan e il signor Damon, come li chiamarono i domestici. Fecero il loro ingresso tenendo a braccetto una ragazza che Bonnie non aveva mai conosciuto di persona, ma della quale aveva guardato per anni ogni singolo tratto del viso grazie ad Elena: la signorina Katherine.
I tre, esattamente come aveva fatto il padrone di casa poco prima, andarono via senza degnare nessuno dei presenti di un solo sguardo.
Bonnie si sentiva male, sapeva, in base a ciò che aveva detto Samuel, che Damon non la ricordava, che non ricordava nulla di ciò che era successo, che credeva che quella era la realtà. Ma sapeva anche che doveva trovare il modo di tirarlo fuori di lì, di costringerlo a ricordare, altrimenti sarebbero morti.
Solo…non aveva la più pallida idea di come fare.
Bonnie conosceva il passato di Damon, sapeva cosa Katherine era stata in grado di fare sia a lui che a Stefan.
Come poteva riuscire ad avvicinarlo abbastanza? Come poteva riuscire a convincerlo che era tutto finto, che quelle cose erano il passato, che adesso amava lei, se lui era sotto l’influenza di Katherine?
E poi non doveva dimenticare che all’epoca Katherine era già una vampira e che Damon lo sapeva e che, proprio per questo, era ancora più attratto da lei.
Il dolore di Bonnie crebbe e lei cominciò a sentire una strana morsa alla gola che la soffocava.
Tra pensieri e ancora altri pensieri le ore passarono velocemente e arrivò il momento di andare a letto.
Bonnie non aveva trovato né una soluzione al suo problema, né il coraggio di buttarsi e di provare ad avvicinarlo e fortunatamente era riuscita ad evitare chiunque per tutto il resto del giorno.
Ma la sua fortuna non durò a lungo e, proprio mentre era immersa in questi pensieri, girò un angolo e quasi andò a sbattere contro Katherine.
Bonnie la fissò ad occhi sbarrati. Non riusciva a dire nulla, né a staccare gli occhi da lei, nonostante Damon e Stefan le fossero proprio alle spalle.
“Sei maleducata!” - disse la vampira - “Non lo sai che quando mi vedi ti devi inchinare e salutarmi?”.
Bonnie si riprese subito e fece come le era stato detto.
Si inchinò leggermente abbassando il capo e disse: “Signorina Katherine!”.
Quando si tirò su lei era ancora lì e la stava fissando con gli occhi socchiusi.
“Questa serva non mi piace per niente! Dovreste farla licenziare! E’ irrispettosa!” - disse non rivolta a lei, ma continuando a fissarla.
“Non credo che sia così! E’ solo nuova, è appena arrivata!” - intervenne Stefan in sua difesa - “Tu sei Benedetta, vero?” - le chiese.
Bonnie annuì pensando che Stefan era sempre Stefan, gentile e buono con tutti anche a quei tempi.
“Sono convinta che non farà che creare problemi!” - ribattè Katherine.
Questa volta fu Damon a rispondere, ma ciò che disse non fu per niente ciò che Bonnie si aspettava. Per un attimo, vedendolo lì a fissarla, aveva pensato che lui sarebbe stato improvvisamente colto da un flash e l’avrebbe riconosciuta portandoli via entrambi da quella situazione, ma non fu così.
“Io dico che non creerà nessun problema! Insomma, Katherine, guardala: è solo una stupida, piccola serva e con dei capelli orribili, a dirla tutta!” - disse.
Bonnie dovette sforzarsi per trattenere le lacrime.
Katherine scoppiò a ridere seguita da Damon, poi i tre se ne andarono via e Bonnie potè finalmente correre in quel buco di legno che era la sua stanza e dare sfogo alle lacrime.

Il mattino dopo Bonnie si alzò più agguerrita che mai.
Non aveva dormito per niente quella notte ed aveva continuato a pensare e a ripensare a ciò che era successo, alle parole di Samuel, alla prova che stava affrontando ed era arrivata alla conclusione che doveva farcela per forza, che Samuel stava facendo tutto solo per demoralizzarla e per separarli per  poi ucciderli, ma lei non lo avrebbe permesso.
Il giorno prima si era fatta sopraffare dallo stupore e dalla paura per la difficile sfida da affrontare e per la situazione impossibile in cui si trovava, ma era arrivato un nuovo giorno e Bonnie doveva guardare avanti e combattere.
Si lavò nel piccolo catino che aveva con lei. L’acqua era gelida, ma non ci badò.
Si rivestì con gli stessi abiti del giorno prima e si preparò ad un nuovo round.

Passò l’intera mattinata lavando cose e asciugandone altre, sempre costretta ad assistere alla ridicola lotta tra Stefan e Damon per la conquista del cuore di Katherine, ignari di ciò che avrebbe significato.
Più volte aveva dovuto trattenersi dal mettersi ad urlare a quei due che erano degli idioti totali e che Katherine avrebbe portato solo dolore e morte nella loro vita. Ma poi ricordava che il suo scopo era un altro e si tranquillizzava.
Inutile dire che dopo l’incontro della sera prima, Katherine non perse nessuna occasione di insultarla o prenderla in giro con, ovviamente, il totale appoggio di quel cretino che lei stava cercando si salvare.
Era il primo pomeriggio e Bonnie era furiosa, furiosa con tutti, ma soprattutto con quella ridicola vampira che non faceva altro che mandarla avanti e indietro per prepararle pietanze che lei poi non avrebbe neppure toccato, il tutto sotto il sorriso divertito da ebete di Damon.
Quella volta Bonnie era in cucina perché la signorina voleva un mela, ovviamente sbucciate e fatta a fette.
La donna che aveva incontrato il giorno prima era lì con lei. Bonnie aveva scoperto che si chiamava Teresa e che quando non era arrabbiata sapeva essere persino simpatica.
All’ennesimo trillo della piccola campana che Katherine usava per chiamarla, Bonnie esplose e senza accorgersene si tagliò il palmo della mano destra. Subito tamponò il sangue con un pezzo di stoffa bianca che era lì sul tavolo e durante l’operazione afferrò uno spicchio di mela e lo mangiò.
“Quelli sono per la signorina Katherine!” - la rimbeccò Teresa.
“Me ne frego!” - rispose Bonnie.
Vide Teresa sbiancare e guardare qualcosa alle sue spalle, impaurita.
Quando Bonnie si voltò si ritrovò davanti un Damon piuttosto arrabbiato.
“La signorina Katherine vuole la sua mela, subito! E ti ricordo che tu non sei niente e nessuno per fregartene di un ordine! Non sei altro che una serva, quindi muoviti e fa il tuo dovere!” - le sibilò minaccioso.
Bonnie non riuscì più a trattenersi.
“Ah, davvero? La signorina Katherine vuole la sua mela?” - esordì facendogli il verso - “Sia tu che io sappiamo bene che alla signorina Katherine non piacciono né le mele, né nessun altro alimento solido! Ma che, piuttosto, preferisce la roba rossa, calda e liquida!” - continuò sbattendogli davanti agli occhi il palmo insanguinato - “Quindi adesso me ne vado a disinfettarmi il taglio prima di correre il rischio di morire dissanguata!” - aggiunse facendo chiaramente riferimento a Katherine e andando via.
“Come ti permetti!?!” - ribattè, poco convinto, Damon
Bonnie si fermò sotto l’arco della porta della cucina e si voltò di nuovo.
“Sai che c’è? Adesso ti sbatto la verità in faccia così forse la smetti di fare il cretino! Tutto quello che vedi intorno a te, stupido pezzo di idiota, non è reale! Io e te siamo reali, il resto non lo è! Quindi….pensaci e poi vieni a parlarmene!” - disse e fece per andarsene, ma si bloccò ancora una volta e lo guardò solo per aggiungere: “E non ti azzardare mai più a dire che i miei capelli sono orribili, perché lo so benissimo che tu adori i miei capelli esattamente come adori ogni singolo pezzo di me!” - detto questo se ne andò sbattendo la porta.

Trascorsero esattamente nove ore, nove ore durante le quali Bonnie si andò a nascondere all’interno dell’enorme giardino che circondava la villa.
Se ne stava seduta sull’erba verde, con le spalle contro il tronco di un grosso e maestoso salice, quando dei passi alle sue spalle la riscossero dai suoi pensieri e la costrinsero a voltarsi.
“Perché hai detto quelle cose? Perché hai detto che nulla è reale?” - le chiese Damon uscendo dal fitto della vegetazione e avvicinandosi a lei.
“Perché è così! Tutto questo è già successo! E’ il passato!” - ribattè Bonnie.
“E come ci saremmo finiti, io e te, nel passato?” - le chiese ironico Damon.
Bonnie lo conosceva quel tono e sentirlo rivolto a lei la irritava terribilmente.
“Per via di uno stregone!” - rispose.
“Uno stregone? E tu vuoi farmi credere che esistono gli stregoni?” - chiese lui con lo stesso tono di poco prima.
Bonnie si alzò e lo affrontò.
“E tu vuoi farmi credere che esistono i vampiri?” - disse.
Damon sembrò agitarsi.
“Come fai a conoscere il segreto di Katherine?” - le chiese.
“Perché siamo nel passato, te l’ho detto! E questa storia la conosco!” - rispose Bonnie.
“E cosa ci facciamo nel passato?”.
“Non ci facciamo nulla visto che se non ti risvegli lo stregone ci ucciderà presto!”.
Damon rimase in silenzio a fissarla per diversi istanti, poi Bonnie decise che era giunto il momento di rischiare.
Gli si avvicinò ancora di più, quasi facendo aderire i loro corpi, ma Damon non si tirò indietro.
“Ascoltami bene! Lo so che ti sembra una follia, ma è tutto vero! Lo stregone esiste e vuole ucciderci e lo farà se non superiamo la prova!” - cominciò Bonnie.
“E quale sarebbe esattamente questa prova?” - chiese Damon.
“Questo, il viaggio nel passato è la prova e per superarla tu devi ricordare o almeno devi riconoscermi e capire chi sono in realtà e cosa provi per me! Fai uno sforzo, Damon! Aiutami! Devi riconoscermi!” - disse Bonnie.
“Ma io ti conosco…tu sei Benedetta, la serva!” - rispose Damon.
“No! Il mio nome non è Benedetta e non sono una serva! Mettitelo in testa!” - rispose dura Bonnie.
Non aveva idea di cosa fare, di come portarlo a ricordare.
Fece l’unica cosa che le venne in mente.
Si sporse in avanti, lo afferrò per le spalle costringendolo a piegarsi e lo baciò.
Damon tentò, in un primo momento, di resisterle, poi Bonnie lo sentì rilassarsi, lo sentì cedere, sentì le mani di Damon arrivare alla sua vita e stringerla, sentì il bacio crescere d’intensità.
Quando si staccarono, Bonnie lo guardò dritto negli occhi, incoraggiandolo con lo sguardo.
Damon sembrava confuso, ma poi qualcosa in lui sembrò cambiare e sfiorandole il viso sussurrò: “Bonnie?” - come se fosse una domanda, come se non fosse del tutto sicuro di quello che aveva appena detto.
Lei annuì: “Sì, Bonnie!” - confermò e vide l’incertezza negli occhi di Damon trasformarsi in sicurezza.
Lui le sorrise e tornò a baciarla con più ardore di prima.
Una lacrima di gioia scese lungo il viso di Bonnie che solo lontanamente si rese conto che il paesaggio intorno a lei cambiava e si trasformava in una specie di vortice dove tutto assumeva una forma indistinta.
Solo quando il bacio finì Bonnie capì che ce l’avevano fatta, che avevano superato la prova.
Un secondo prima erano nel passato e un secondo dopo l’incantesimo era stato rotto ed erano ritornati nel presente. E adesso erano lì, abbracciati, vivi e non indossavano più i ridicoli vestiti di poco prima.
“Eri davvero cretino a quell’epoca! Sembravi un cagnolino al servizio di Katherine!” - lo prese in giro Bonnie.
“Non parliamone più che è meglio! Credo che in questo momento sto provando qualcosa di molto simile alla vergogna!” - rispose Damon.
“Faresti bene a vergognarti visto il tuo comportamento! Altro che grande vampiro super potente!” - continuò Bonnie.
“Streghetta?”.
“Sì?”.
“Smettila!” - fece Damon.
“Io direi che dovreste smetterla entrambi!” - intervenne Samuel a qualche metro da loro.
Bonnie si voltò verso lo stregone.
“Ce l’abbiamo fatta!” - disse sorridente.
“Già! Ma vi ricordo che era solo la prima prova! Adesso passiamo alla prossima!” - rispose Samuel evidentemente irritato dal loro successo.
Poi lo stregone alzò una mano verso il cielo e gridò qualcosa.
Un fascio di luce azzurra comparve dal nulla e scese verso il suolo alla spalle di Bonnie e Damon.
La luce crebbe d’intensità fino a diventare impossibile da guardare.
Bonnie chiuse gli occhi.
Quando li riaprì la luce era svanita, ma al suo posto era comparso uno specchio.






NOTE:
Ciao a tutti!
Come promesso...oggi è giovedì e questo è il nuovo capitolo, spero vi piaccia!
Voglio cominciare questa nota facendo una cosa che non ho mai fatto...cioè una dedica: voglio dedicare questo capitolo a Cristina che è stata così gentile da contattarmi per passarmi l'idea del viaggio nel tempo in modo che potessi usarla nella mia fan fiction. Ovviamente ho dovuto modificare l'idea originale per adattarla ai piani di quello sconsiderato di Samuel, ma spero che le piacerà il modo in cui l'ho usata.
Tornando a noi....
In questo capitolo ho deciso di tenere un attimo da parte tutti gli altri e le loro sorti per concentrarmi su Bonnie, Damon e le prove da affrontare.
Lo schema che seguirò nei prossimi capitoli sarà semplice: un capitolo sarà dedicato ad una prova di Bonnie e Damon, il successivo a ciò che avviene a tutti gli altri, poi di nuovo Bonnie e Damon, poi di nuovo gli altri e così via fino al decimo capitolo in cui i nostri due eroi affronteranno la loro ultima prova!
Dopo la storia continuerà regolarmente coinvolgendo tutti in tutti i capitoli.
Quindi per chi voleva sapere degli altri e per chi, da come ho letto nei commenti, era in pena per il povero Stefan tutto solo contro il più grande cacciatore di vampiri della storia della magia, dovrà aspettare domenica per saperne di più.
Per il momento spero che questo capitolo vi sia piaciuto e via anticipo già da adesso che lo specchio sarà importantissimo per la seconda prova.
Grazie a tutti coloro che hanno letto e/o commentato lo scorso capitolo.
A domenica.....BACIONI...IOSNIO90!

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Capitolo 8
*** Capitolo settimo ***


Capitolo settimo

Lo stregone era potente….ed era allenato.
Stefan faceva fatica a tenerlo a bada.
In più di cinquecento anni di vita, le volte in cui si era ritrovato a desiderare di essere un po’ più come la stragrande maggioranza dei vampiri, un po’ più come Damon, si contavano sulle dita di una mano.
Ma Stefan dovette francamente ammettere con sé stesso che quello era proprio uno di quei rari momenti in cui rimpiangeva la sua scelta di fare il bravo vampiro e bere sangue di animale.
Se solo fosse stato potente quanto la sua età richiedeva che fosse adesso non avrebbe avuto problemi a combattere contro lo stregone Richard e, forse, lo avrebbe già sconfitto e avrebbe già salvato Elena.
Elena….l’amava così tanto.
Ultimamente quando pensava a lui e ad Elena si era paragonato spesso a Damon e Bonnie. Non perché fosse invidioso o non approvasse la loro coppia o, ancora peggio, perché provasse qualcosa per Bonnie, no.
A dire il vero più che un paragone tra le due coppie era un paragone tra se stesso e suo fratello all’interno delle coppie.
Nel giro dell’ultimo mese si era ritrovato più volte a guardare Damon che faceva di tutto per salvare Bonnie....e ci era sempre riuscito.
Era lì che scattava il paragone e Stefan si chiedeva cosa sarebbe successo se al posto di Damon e Bonnie ci fossero stati lui ed Elena: sarebbe riuscito a salvarla senza l’aiuto di nessuno?
Perché era questo che Damon aveva fatto.
Nel Labirinto lui e Bonnie erano completamente soli, ma lui era riuscito a ritrovarla.
Nel Regno Magico Stefan era con Damon, ma non aveva fatto granchè. Era stato Damon a riavvicinare Bonnie, era stato lui a fare di tutto per riportarla a casa rischiando anche la vita.
Persino un anno prima, contro Chen, Damon era quello che era quasi morto per salvarla.
Non sapeva davvero se lui avrebbe potuto fare lo stesso per Elena, nonostante l’immenso amore che lo legava a lei.
E di solito era a questo punto del ragionamento che scattava la rabbia, rabbia perché lui tutte quelle cose che faceva Damon non era in grado di farle.
La rabbia, però, non era rivolta verso suo fratello e non nasceva da nessuna gelosia nei suoi confronti.
Semplicemente, Stefan si arrabbiava con se stesso.
Sì, perché era solo colpa sua e delle sue scelte se non poteva difendere la donna che amava come lei meritava.
E questa era una di quelle occasioni.
Nonostante la rabbia, i rimpianti e i sensi di colpa, Stefan era consapevole che doveva lottare, lottare e vincere e doveva farlo per tutti gli altri, ma specialmente per Elena.
Così all’ennesimo attacco dello stregone, Stefan cercò di canalizzarla tutta quella rabbia per poi poterla usare a suo favore.
Richard gli si lanciò contro, di nuovo, e Stefan fece lo stesso, di nuovo.
Si scontrarono a metà strada. La sua spalla sinistra e quella destra dello stregone urtarono violentemente e fu come se un intera montagna si fosse improvvisamente spaccata in due e stesse franando.
Lo stregone indietreggiò di pochi passi, solo per recuperare il paletto di legno che gli era sfuggito nell’urto.
Adesso Richard sogghignava e più lui sogghignava più Stefan metteva in allerta tutti i sensi.
Un attimo dopo lo scontro ricominciò.
Stefan schivò, saltando, un paio di attacchi dello stregone che affondava il paletto tentando di trafiggerlo.
Dal cimitero provenivano bagliori improvvisi e grida che lo innervosivano, ma non poteva lasciarsi distrarre.
“E’ la strega traditrice quella lì dentro!” - disse Richard facendo un cenno della testa in direzione del cimitero, ma senza togliergli mai gli occhi di dosso.
Stefan tentò di non ascoltarlo perché sapeva che se cominciava a pensare agli altri per lui era finita.
“Zitto e combatti!” - rispose e un secondo dopo era a pochi centimetri dalla schiena dello stregone e lo aveva afferrato torcendogli la mano sinistra all’indietro e tenendogli bloccato il collo.
“Potrei morderti in questo istante e ucciderti!” - gli sibilò all’orecchio.
“No, non lo farai, perché sei il vampiro buono che non uccide le persone!” - lo schernì Richard.
“Tu non sei una persona! Tu e tutti quelli dalla parte di Samuel siete solo dei vermi e i vermi, fino a prova contraria, sono classificati sotto la voce Animali!” - ripose Stefan estraendo i canini, ma la voce gli morì in gola quando un dolore atroce lo colpì allo stomaco costringendolo a lasciare la presa.
Richard aveva usato la mano sinistra, quella che Stefan teneva bloccata, per creare una fera di fuoco che era stata la causa del dolore provato dal vampiro: lo stregone lo strava bruciando.
Stefan era ancora piegato in due e si teneva una mano sulla ferita mentre sentiva la sua pelle che, molto lentamente, si rigenerava.
“Se tu fossi un vampiro decente, a quest’ora saresti già tornato come nuovo! Invece…” - lo prese in giro Richard subito prima di ripartire all’attacco.
Stefan non era ancora in condizioni di muoversi e questo lo stregone, che sembrava aver ritrovato tutte le energie, lo sapeva bene.
Gli si scagliò contro con rinnovata potenza e Stefan aveva a mala pena la forza per difendersi o per indietreggiare per schivare qualche colpo.
Lo stregone cominciò ad utilizzare la magia e raffiche di fuoco e luce gli si abbatterono contro sprigionando tutta loro energia e consumando la sua.
Stefan si sentiva sempre più debole e Richard ne approfittava per sferrargli calci e pugni con una forza pari a quella di un qualunque vampiro nel pieno della forma.
Ma Stefan non si arrendeva, lui doveva lottare e vincere, non poteva lasciarsi andare.
Mentre formulava questi pensieri Stefan voltò di scatto la testa per evitare che l’ennesima scaglia di luce e fuoco gli colpisse l’occhio sinistro, ma fu un tremendo errore perché esattamente in quel frangente non riuscì a schivare un altro colpo di Richard.
Il dolore più atroce che avesse mai sentito gli si propagò per l’intero corpo e lo paralizzò.
Con gli occhi fuori dalle orbite, Stefan abbassò lo sguardo per vedere dove fosse stato colpito: Richard era ancora sopra di lui, aveva usato la scheggia di fuoco per distrarlo e poi gli aveva conficcato il paletto giusto al centro del petto.

Non appena vide il muro di fuoco abbattersi su di lei, Katie formulò il primo incantesimo difensivo che le era venuto in mente sperando che, con l’aiuto del cristallo che teneva stretto nella mano destra, la potenza dell’incantesimo crescesse in modo da riuscire a non farsi ammazzare subito.
Fortunatamente fu così: la barriera protettiva che le si era creata intorno resistette all’attacco di Timothy anche se andò distrutta subito dopo.
“Bel trucchetto, ma è tutto inutile!” - ancora una volta la voce di Timothy risuonò tra le lapidi e si diffuse nell’aria, ma dello stregone nessuna traccia.
“Ti ho detto di venire fuori!” - urlò Katie.
“E a me sembra di averti risposto, no? Perché dovrei?” - rispose la voce di Timothy e un istante dopo un vento gelido si alzò all’improvviso e sembrò essere risucchiato in un unico punto.
Solo poco dopo Katie capì cos’era successo: Timothy aveva creato un mini-tornado apposta per lei e glielo aveva messo alle costole.
La strega ebbe appena il tempo di voltarsi e cominciare a correre.
Saltava da una tomba all’altra evitando solo di poco il tornado che passava subito dopo di lei e distruggeva ogni cosa.
Katie cercava di ragionare, di ricordare incantesimi utili, ma era un’impresa quasi impossibile con l’uragano alle spalle e il vento che la spingeva all’indietro.
All’ennesimo salto un fulmine sbucato dal nulla squarciò il cielo e si abbattè sul tronco dell’albero verso cui Katie si stava dirigendo costringendola a fermarsi per un breve secondo, ma un secondo fu sufficiente: il vento le fece perdere l’equilibrio e Katie cadde, ma non toccò mai il suolo perché il tornado arrivò subito e la imprigionò all’interno del suo vortice.
Katie non riusciva ad avere il controllo del proprio corpo e così perse il cristallo. Veniva sballottata da un lato all’altro, sopra e sotto, senza nessuna possibilità di fermarsi. Il vento le mozzava il fiato e a mala pena riusciva a respirare. Sentiva le forze che l’abbandonavano.
Poi tutto si fermò e lei cadde al suolo battendo la testa.
Un rivolo di sangue rosso scarlatto le rigò la fronte e un mal di testa atroce la fece urlare.
“Non è saggio mettersi contro di me!” - disse la voce di Timothy, voce tremendamente vicina.
Quando Katie si voltò lui era lì, a pochi passi, con la sua tunica arancione e la sua postura eretta da soldato.
“Non hai possibilità contro di me, Katie! Quindi arrenditi e accetta serenamente la tua meritata morte!” - continuò.
“Meritata? E cosa avrei fatto per meritare la morte? Stare dalla parte del giusto? Pensare con la mia testa? Cosa?” - urlò Katie esasperata con la vista che le si annebbiava.
“Tu hai tradito il Regno Magico! Tu hai tradito la magia!” - sentenziò lo stregone.
“Io non ho tradito la magia! Io ho tradito Samuel e lui non è la magia, ma solo una sporco dittatore e un lurido assassino! Ve lo ha detto che ha ucciso Samia? La sua stessa sorella? Sangue del suo sangue?” - replicò Katie.
Lo stregone sgranò gli occhi, infuriato, mostrando per la prima volta una qualche emozione, poi disse: “Come osi parlare così di Samuel? Come osi incolparlo di un assassinio commesso da te e dai vampiri? Pagherai per questo!”.
Katie non ebbe neppure il tempo di capire che Samuel aveva raccontato una versione parecchio modificata dei fatti di qualche giorno prima, che si ritrovò a fare i conti con lance d’acqua taglienti come rasoi.
Radunando ogni conoscenza magica che aveva e ogni energia che le era rimasta riuscì a creare intorno a se una barriera di fuoco abbastanza potente da fermare le lance d’acqua.
Riuscì a reggere la barriera a lungo o almeno quanto servì a Timothy per stancarsi e fermare le lance, poi Katie ritirò la barriera preferendo conservare le forze.
Restarono a fissarsi per diversi minuti completamente immobili con solo il vento a scompigliare i capelli di lei e la tunica di lui.
Katie si sentiva esausta: l’esperienza nel tornado l’aveva privata di quasi tutta la sua energia e la barriera di fuoco era sempre stata uno di quegli incantesimi difficili che poche volte si era arrischiata a fare.
Inoltre la botta alla testa aveva probabilmente causato un lieve trauma che non le permetteva di essere completamente lucida.
Ormai l’unica cosa che la teneva in piedi era la forza di volontà.
La volontà di vivere, la volontà di combattere per qualcosa che riteneva profondamente giusto, la voglia di giustizia, il desiderio di vendetta, la volontà di salvare quelli che, per la prima volta in vita sua, poteva davvero considerare amici, la volontà di salvare Matt, quel ragazzo tanto dolce e impacciato che le era entrato nel cuore come mai nessun altro aveva fatto e che l’aveva capita nonostante non fosse una creatura magica, il ragazzo che l’aveva fatta sorridere e divertire, il ragazzo che l’aveva fatta sentire più una ragazza che una strega.
Katie doveva trovare un modo per sconfiggere il suo nemico, se era necessario doveva ucciderlo, ma non doveva lasciarsi uccidere.
Fece due bei respiri profondi e cercò di concentrarsi per quanto il mal di testa glielo permettesse.
Pochi istanti dopo vide Timothy alzare le braccia al cielo e gridare una formula a lei sconosciuta, ma che aveva a che fare con l’acqua, l’aria e il fuoco messi insieme.
Katie ci capì molto poco, ma già solo il fatto che Timothy stava per usare contro di lei tre dei quattro elementi naturali tutti in una volta la spaventava da morire.
Ma si sforzò di restare calma: permise solo alle sue mani di tremare leggermente.
Decise che, non sapendo cosa aspettarsi, era meglio fermarsi qualche attimo, vedere cosa combinava lo stregone e pregare che dopo non fosse troppo tardi per agire e soprattutto che, qualsiasi cosa stesse per accadere, lei poi SAPESSE come agire.
Così aspettò.
Le nuvole si addensarono sull’antico cimitero e divennero scure, minacciose e cariche di fulmini pronti a scatenarsi.
Cominciò a piovere, ma solo in un punto a metà strada tra lei e lo stregone e la pioggia era fittissima.
Il vento gridò e a scosse gli alberi, poi, come se fosse una fitta nebbia, strisciò sul suolo, si diresse verso quella che sembrava una colonna d’acqua e l’avvolse.
Infine un fulmine colpì il terreno e le foglie secche cadute dagli alberi presero fuoco e cominciarono a levitare e, come un serpente lunghissimo, si attorcigliarono attorno alla colonna d’acqua e vento.
Katie era sbalordita e impietrita.
Timothy si avvicinò alla colonna, tese una mano e dopo averle rivolto un ultimo sguardo carico di disapprovazione e di odio, disse qualcosa che Katie non riuscì a sentire tanto erano forti le urla del vento. Ma questo aveva poca importanza, perché un istante dopo che Timothy aveva parlato la colonna aveva cominciato lentamente a cadere su di lei.
Katie si ritrovò a urlare in preda al panico, non sapendo cosa fare.
Cominciò ad indietreggiare, ma al secondo passo qualcosa la bloccò.
Quando Katie si voltò vide che era una lapide e come un flash ricordò uno degli ultimi incantesimi che le era stato insegnato all’Accademia Magica, un incantesimo difficile e rischioso, ma che le sembrava l’unica possibilità che aveva per riuscire ad ottenere un qualche aiuto.
La colonna gigante continuava la sua discesa, inesorabile.
Allora Katie abbandonò tutti i suoi dubbi e pronunciò l’incantesimo consapevole che disturbare i morti nel loro eterno riposo non era mai una cosa né semplice né sicura.
Un istante dopo il tempo rallentò e si fermò.
La colonna era quasi su di lei, immobile.
Poi una luce comparve dal nulla, all’improvviso, e una figura si materializzò dalla luce.
Katie si fece avanti e, quando la luce svanì, guardò in faccia il fantasma a cui aveva deciso di affidare la sua vita.

Matt sferrò un altro calcio alla gabbia in cui erano rinchiusi da quella che sembrava un’eternità.
Era nervoso ed Elena lo capiva: là fuori oltre a Stefan c’era anche Katie, sola, a combattere chissà dove.
Meredith gli si avvicinò, cauta, e gli posò una mano su una spalla.
“Calmati, Matt!” - disse.
“Guardali, Meredith! Se ne stanno là fuori a guardarci e a ridere come due idioti e io non posso fare nulla, mentre Katie….” - rispose Matt indicando i due stregoni e poi accasciandosi al suolo.
“Lo sappiamo, Matt! Elena è nella tua stessa situazione, per via di Stefan! Lo sappiamo e ti capiamo, ma dobbiamo mantenere la calma!” - ribadì Meredith.
“Ascolta Matt! Anch’io, come te, sono….” - le parole di Elena vennero stroncate da un urlo terrificante seguito subito da un rumore sordo.
“Che succede?” - chiese Matt guardandosi intorno.
“Non lo so! E neppure gli stregoni visto che sono terrorizzati!” - rispose Elena.
“Io lo so! E’ stata la strega che era con la signora Flowers a gridare! Adesso è a terra e la signora Flowers è sparita!” - si affrettò a spiegare Meredith.
“Cosa? Come sarebbe che è sparita?” - Matt si alzò è guardò verso il basso.
“Sarebbe che non c’è!” - rispose Meredith.
Un attimo dopo i tre si voltarono in seguito ad un altro rumore, questa volta molto più vicino, e si trovarono davanti il tronco di un albero appena sradicato che era, misteriosamente, volato sul tetto costringendo gli stregoni a dividersi.
“Che sta succedendo?” - chiesero in coro Matt ed Elena.
Meredith si limitò a scuotere piano la testa, poi indicò un qualcosa che Elena aveva già notato: una forma nera, indistinta e velocissima.
“Cos’era quello?” - chiese Matt.
“O forse dovremmo chiederci CHI era?” - corresse Meredith.
“Credete fosse Stefan? O Damon?” - chiese Matt.
“Possibile!” - rispose Elena con gli occhi attenti.
Gli stregoni sembravano furibondi e si urlavano contro a vicenda sotto gli occhi attoniti dei tre ragazzi.
Un secondo dopo la macchia nera ritornò, passò veloce accanto allo stregone che subito cadde a terra, morto, con l’osso del collo spezzato.
La gabbia tremò e sembrò diventare più sottile tanto che Elena riuscì anche a sentire qualche parola tra le innumerevoli grida della strega rimasta.
La forma nera continuò il suo attacco e cominciò a girare intorno alla strega, disorientandola.
La strega lanciò qualche incantesimo, ma andarono tutti a vuoto: la macchia nera era troppo veloce.
Poi tutto si fermò.
La forma nera afferrò la strega, le piegò indietro la testa e le affondò i denti nel collo, uccidendola.
Elena, Meredith e Matt erano sorpresi.
L’incantesimo si dissolse definitivamente con la morte della strega e loro furono finalmente liberi.
Il nuovo vampiro arrivato si avvicinò a loro sorridendo.
“Ciao ragazzi! Non preoccupatevi per la signora Flowers: l’ho portata all’interno del pensionato!” - li rassicurò.
Elena fece un passo avanti: “Lucas! Sei tu? Sei venuto ad aiutarci?” - disse.
Il sorriso di Lucas crebbe: “Già!”.






NOTE:
Ciao a tutti!
Mezzonotte è passata da circa un'ora quindi devo dirvi buon lunedì e buon inizio settimana a tutti!
Vorrei cominciare ringraziando tutti quelli che hanno racensito e letto lo scorso capitolo: sono proprio felice che il viaggio nel tempo vi sia piaciuto!!! XDXDXDXDXD
In questo capitolo, come vi avevo già detto, Damon e Bonnie sono assenti e lasciano il passo a tutti gli altri.
Stefan...beh....chi si preoccupava per lui ha fatto bene a preoccuparsi.
Richard lo ha colpito proprio dove e come un vampiro non dovrebbe essere mai colpito!
Ora bisogna solo sperare che lo stregone non abbia preso bene la mira.....voi che dite? Stefan morirà? Vivrà? Francamente non lo so perchè quel capitolo non l'ho ancora terminato quindi vi lascio un pò sulle spine care le mie lettrici affezionate al povero Stefan.
Katie invece...beh anche lei ha a che fare con un osso duro a giudicare dagli incantesimi di Timothy e, come si suol dire < a mali estremi, estremi rimedi >, quindi ha deciso di chiamare la cavalleria e ha chiamato qualcuno che è già morto che le si presenta come fantasma...chi sarà? Provate a fare qualche ipotesi!
Infine.....se ricordate bene un paio di capitoli fa, nelle note, vi avevo detto che sarebbe arrivato qualcuno per aiutare il gruppo, beh....l'arcano è stato svelato.....è tornato Lucas!
Per chi non lo sapesse e avesse cominciato a leggere la serie a partire dal Labirinto: nella prima storia de 'Il linguaggio della resa', Bonnie all'inizio, prima del ritorno di Damon, stava per sposarsi con un altro vampiro, Lucas appunto, che alla fine della storia è andato via lasciando Bonnie libera.
Lucas mi è sempre piaciuto come personaggio...è un bravo vampiro, è buono, ma più forte di Stefan, perchè, come fa Damon ora, beve sangue umano preso dalla banca del sangue, senza uccidere nessuno.
Comunque sia mi piaceva l'idea di farlo ritornare per l'ultima parte e quindi eccolo qua.
Se, ovviamente, tutta questa spiegazione su Lucas è stata inutile perchè già sapevate chi era allora...beh...mi ritengo proprio fortunata perchè significa che ho delle lettrici molto affezionate che mi seguono dall'inizio o che, comunque, anche se mi hanno scoperto dopo, hanno letto tutta la mia storia.
E dopo questa immensa nota....vi lascio...a giovedì con Damon, Bonnie, Samuel e lo specchio....chissà cosa succederà?!
Vi adoro tutti....BACIONI...IOSNIO90!

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Capitolo 9
*** Capitolo ottavo ***


Capitolo ottavo

Era uno specchio alto e rettangolare.
Sembrava uno di quegli specchi innocui, ad altezza d’uomo che si trovavano nei camerini dei negozi di abbigliamento.
Ma trattandosi di una creazione di Samuel, Bonnie dubitava sinceramente che fosse innocuo.
L’unica cosa che rendeva quello specchio prezioso era la cornice. Era completamente nera, ma liscia e luminosa, e ai quattro angoli vi erano incastonati 4 pietre rosse e brillanti: Bonnie pensò che dovessero essere rubini, rubini enormi.
In qualsiasi altra situazione le sarebbe piaciuto quello specchio perché era grande come piacevano a lei e perché era rosso e nero….i due colori che erano diventati i segni distintivi suoi e di Damon.
Ma la situazione non era….come dire?….ottimale e Bonnie non sentiva di avere né la forza né le sventatezza di mettersi a lodare le meraviglie di quello specchio perché sapeva che proprio lo specchio sarebbe stato il loro secondo mostro da combattere.
Si strinse a Damon più che poteva con la paura nel cuore e la strana sensazione che stesse per succederle qualcosa di molto peggio.
Damon sembrava nervoso.
“Allora….vi piace lo specchio?” - chiese Samuel e Bonnie potè sentire il rumore dei suoi passi che si avvicinavano.
Damon voltò appena la testa per rispondere: “Per niente!”.
Samuel emise un lieve suono che doveva essere una risata e si posizionò alla destra dello specchio con una mano appoggiata sulla cornice nera e levigata.
“E’ un vero peccato, Damon! Io lo trovo stupendo!” - affermò lo stregone.
“Smettila, Samuel! E dicci che diavolo sta per succedere adesso!” - sibilò Damon.
Samuel si aprì in un sorriso poco convincente che mise in risalto i denti bianchi e le rughe del viso.
“Siete di fretta a quanto vedo…..beh…non credo che siate così stupidi da non capire che la seconda prova avrà a che fare con questo meraviglioso specchio, così mi limiterò a dirvi ciò che dovrete fare….vi darò le istruzioni del gioco, per così dire!” - rispose Samuel.
Bonnie sospirò e le mani le tremarono.
Damon la strinse con più forza.
“Cosa dobbiamo fare adesso?” - chiese tremante Bonnie.
“Beh….le cose sono semplici! Tu, Bonnie, dovrai….mmh…correre, per così dire! Mentre tu, vampiro, dovrai raggiungerla e riportarla qui! Piuttosto semplice, no?” - spiegò Samuel.
“E cosa c’entra lo specchio?” - chiese Damon.
“Oh, beh….dovrà pur correre da qualche parte Bonnie!”.
“Devo correre verso lo specchio?” - chiese Bonnie.
Samuel scosse la testa.
“Ok, allora devo correre intorno…allo specchio!” - continuò Bonnie, confusa.
“Ancora no, Bonnie!”.
“E allora cosa….”.
“Tu devi correre…all’interno…dello specchio! Spero ti divertirai!” - disse Samuel.
Appena un attimo dopo, quando Bonnie non aveva ancora completamente realizzato ciò che lo stregone aveva detto, una lama di luce rossa, simile ad un laser, uscì fuori dallo specchio e si abbattè su lei e Damon, costringendoli a dividersi per salvarsi.
Erano ancora distratti per ciò che era appena successo, quando un rumore stridulo li richiamò all’attenzione e li fece voltare verso lo specchio: un lungo squarcio aveva intaccato la superficie riflettente e crebbe velocemente fino ad aprirsi e a creare una voragine nera nello specchio da cui proveniva un vento furioso.
Il vento si abbattè gelido su Bonnie e le mozzò il fiato.
Solo lontanamente sentiva la voce di Damon, ma il boato del vento era assordante e la sua forza era grande e violenta.
Bonnie lottò, ma non riuscì a resistere e le cose si susseguirono velocemente: il vento sembrava trascinarla verso la voragine, poi la sollevò da terra e Bonnie cadde, inghiottita dallo squarcio.

Il vento si calmò subito dopo e, velocemente, pezzo dopo pezzo, la superficie dello specchio tornò intatta nel giro di un minuto.
Damon era disorientato e questo lo mandava in bestia perché lui non era mai disorientato, né confuso, né…qualsiasi altro assurdo sinonimo che significhi la stessa cosa.
La rabbia lo aiutò a recuperare subito la lucidità.
Si voltò verso Samuel che, divertito, lo fissava.
“Cosa le hai fatto? Dov’è Bonnie?” - sibilò.
“Ve l’ho detto….è nello specchio!” - rispose Samuel.
“Allora ti conviene farla uscire se non vuoi che ti uccida qui e subito!”.
“Non puoi uccidermi, Damon…per due motivi! Primo: perché questa è la vostra seconda prova e sia tu che Bonnie avete accettato di fare ciò che io avessi voluto, hai dato la tua parola, Damon, e da quello che so tu sei uno di parola! Secondo: se io muoio tutti i miei stregoni lo sentiranno, sai com’è….mi sono legato a loro, e a quel punto non si limiteranno più a tenere i tuoi amici in ostaggio, ma li uccideranno. E per quanto tuo fratello e Katie possano riuscire a combattere, gli umani non possono perché non né hanno le capacità e morirebbero subito!” - spiegò Samuel.
“Tu non uccidi gli umani!” - gli ricordò Damon.
“Se fosse necessario lo farei!”- e con questo Samuel chiuse il discorso su una sua vicinissima morte.
Ma con suo profondo disappunto Damon dovette ammettere che lo stregone aveva ragione: lui manteneva sempre la parola data e non poteva permettere che gli umani morissero….lo doveva alla streghetta.
“Fai uscire Bonnie da lì dentro!” - ripetè.
“No! Devi farlo tu, ricordi? Bonnie corre nello specchio, tu devi riportarla qui!” - rispose Samuel.
“Perché Bonnie dovrebbe correre? Non può starsene ferma e aspettare di uscire?” - chiese.
“Certo, può farlo! Ma a suo rischio e pericolo! Lì dentro non è da sola e se vuole salvarsi…deve correre!” - rispose lo stregone.
“Non avevi parlato di ALTRI da cui Bonnie dovesse fuggire!” - ribattè furioso Damon.
“Dettagli! Vi ho detto le cose importanti: lei corre, tu la riporti indietro! Devi salvarla, Damon! Ma adesso dimmi: perché sei così scuro in viso, vampiro? Io credevo di farti piacere con questa prova! Dopotutto salvare Bonnie è il tuo gioco preferito, no? Fino ad adesso sei stato bravo…..continua ad esserlo e supererete la prova!” - rispose Samuel sogghignando.
“Ti odio, Samuel” - ringhiò Damon.
“Anch’io! Se così non fosse, non saremmo qui! Ma adesso ti conviene farti venire un’idea, Damon! Bonnie è in pericolo!” - Samuel sfiorò appena la superficie dello specchio spostandosi dal lato destro al sinistro.
Lo specchio cambiò: prima rifletteva l’immagine degli alberi dell’Old Wood, subito dopo era come guardare da un portale su un altro posto, un posto buio, immerso nella notte, un posto in cui Bonnie correva inseguita da un branco di lupi mannari.

Non era più nell’Old Wood, era nello specchio, come aveva detto Samuel, ed era un posto profondamente più spaventoso.
Quando la voragine l’aveva inghiottita, Bonnie aveva preso a galleggiare in un mare nero per quella che era sembrata un’eternità, poi il mare nero l’aveva sputata fuori e la ragazza era caduta su una strada malamente asfaltata.
Si era rialzata difficilmente a causa di una ferita superficiale, ma dolorosa, al braccio sinistro, e si era ritrovata su una strada lunga e larga circondata da alberi.
Era tutto buio e quello strano posto era illuminato solo dai lampioni ai lati della strada che emanavano una luce debole e traballante.
Faceva freddo, terribilmente freddo e il sesto senso di Bonnie era diventato una specie di sirena assordante che urlava e strepitava nella sua testa e le accapponava la pelle.
Dei passi vicini, tra le foglie, la bloccarono sul posto.
Qualcuno era alle sue spalle.
Bonnie inspirò ed espirò diverse volte, poi, lentamente, si voltò.
La paura crebbe e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Grossi uomini lupo le si erano schierati contro e ringhiavano mostrando le zanne.
Uno di loro si fece avanti e Bonnie, istintivamente, indietreggiò.
Il mostro si mise alla testa del gruppo e con quella che era un miscuglio tra una voce umana e un ululato le disse una sola parola, ma che fu sufficiente a chiarirle molte cose: “Corri!”.
Le parole ingannevoli di Samuel le riempirono la mente: < tu devi correre > aveva detto, omettendo, però, il piccolo particolare che doveva correre per scappare da un branco di mostri che voleva mangiarla per cena.
Ma Bonnie ricordò che Samuel aveva anche detto a Damon che doveva riportarla indietro, quindi probabilmente Damon era chissà dove e doveva trovare il modo per farla uscire dallo specchio.
Bonnie doveva resistere, solo resistere finchè Damon non l’avesse tirata fuori.
Silenziosamente, pregò che Damon riuscisse presto in qualsiasi cosa dovesse fare per far riaprire lo specchio e cominciò a correre.
I licantropi erano velocissimi ed erano tanti, Bonnie dovette dare fondo a tutte le sue riserve d’energia per riuscire a fuggire, ma sapeva che correndo in bella vista su quella strada si sarebbe presto stancata e sarebbe diventata un bersaglio facile: l’unica sua possibilità era il bosco circostante anche se era scuro, minaccioso e decisamente terrificante.
Bonnie scattò velocemente di lato e, sfuggendo a mala pena ad uno dei licantropi che correvano sui lati e non aveva visto, radunò tutto il suo coraggio e si inoltrò tra gli alberi.
La luce scomparve subito e Bonnie corse alla ceca per qualche attimo prima che i suoi occhi si abituassero e la luce della luna arrivasse ad aiutarla nella difficile fuga.
Riuscì a malapena a vedere e ad infilarsi in una stretta fenditura tra due rocce enormi, che dava sull’interno di un lungo tunnel di cui vedeva la fine come un punto di luce lontano.
I lupi non riuscirono ad entrare e Bonnie li seminò, ma la paura per il buio pesto del tunnel e per il fatto che qualcosa potesse guardarla dall’ombra la spinse a non arrestare le gambe e continuò a correre fino ad arrivare alla fine del tunnel.
Bonnie si fermò e si piegò in avanti, con i palmi sulle ginocchia, per riprendere fiato.
Quando si tirò su era davanti ad un imponente castello diroccato.

Damon aveva guardato Bonnie fuggire dai lupi, ma il castello verso cui lei si stava dirigendo non gli piaceva per niente, aveva un aria macabra.
Doveva tirarla fuori e alla svelta.
“Non startene lì impalato e dammi un indizio….come faccio a tirarla fuori da lì?” - ringhiò verso Samuel, fermo come una statua accanto allo specchio.
“Non ti rivoltare contro di me, vampiro! Non sono io che tengo Bonnie in ostaggio, ma lo specchio!” - rispose Samuel.
“Sì, ma sei tu ad averlo creato!” - ribattè Samuel.
“No, ti sbagli! Io non l’ho creato, l’ho solo invocato! Lo specchio è un essere magico a sé, è lui che decide cosa fare a chi viene risucchiato, non io! Quindi devi vedertela con lui…sappi solo che per sconfiggere lo specchio bisogna usare lo specchio stesso!” - spiegò lo stregone.
“Che significa?” - chiese il vampiro.
Samuel si limitò a sorridere.
Damon capì che non avrebbe avuto alcun aiuto da lui, l’unica cosa che poteva fare era pensare.
- Allora…come faccio a sconfiggere lo specchio con lo specchio? O meglio…cosa significa < sconfiggere lo specchio con lo specchio >? Forse che bisogna distruggerlo….no, non posso distruggerlo, non so cosa succederebbe a Bonnie se lo facessi, potrebbe anche rimanere lì dentro per sempre! - ragionò Damon tenendo lo sguardo fisso al suolo.
Un rumore proveniente dallo specchio lo portò ad alzare lo sguardo: Bonnie aveva aperto il portone del castello ed era entrata.
Proprio mentre guardava lo specchio si accorse di una cosa: quando lo specchio era comparso lui aveva usato gran parte della sua attenzione per tenere sotto controllo Samuel e non aveva studiato lo specchio a dovere.
Era grosso, ma probabilmente serviva solo ad intimidire.
La cornice era nera….decisamente carina…il nero era il suo colore preferito.
E aveva dei rubini rossi incastonati.
Fu sui rubini che l’attenzione di Damon si focalizzò: erano grandi quanto un pugno e c’erano delle parole incise, parole che solo uno con una buona vista poteva vedere e la sua vista era perfetta.
Ma quello che lo incuriosiva era il potere che quelle pietre sprigionavano e, fissandole, gli ritornarono in mente le parole di Katie sul potere immenso delle pietre e il fatto che nel Regno Magico aveva visto accadere cose piuttosto eccezionali grazie a delle semplici pietre luminose.
Damon si avvicinò allo specchio e allungò una mano verso il rubino in alto a destra.
Lo sfiorò appena, ma fu sufficiente a sentire una forte scarica di Potere pervadergli il corpo.
Damon afferrò la pietra e tirò: il rubino venne estratto senza alcuna difficoltà.
Damon se lo rigirò tra le mani, continuando a fissare l’immagine di Bonnie che vagava attenta tra le rovine del castello.
Si calò ed estrasse anche le due pietre in basso, poi afferrò quella in alto a sinistra.
Tornò a studiarle e questa volta si concentrò sulle parole incise sulle pietre.
Su ogni pietra c’era una parola: < Uscita, passaggio, resistenza, forza >.
Tornando a studiare lo specchio, Damon notò una cosa che non aveva visto prima: sulla superficie riflettente, al centro dello specchio, vi era una specie di increspatura perfettamente quadrata, invisibile all’occhio umano e poco visibile per un vampiro…sembrava fatta apposta per le pietre.
Come un flash improvviso tutto gli fu chiaro: doveva usare le pietre che erano una parte dello specchio per sconfiggere lo specchio stesso e riportare indietro Bonnie.
Guardando le 4 pietre Damon decise che per far uscire Bonnie dallo specchio la più promettente era quella con la scritta < Uscita >, quindi avvicinò la pietra allo specchio e la infilò nell’increspatura sperando che si aprisse subito una voragine come quella di prima che riportasse Bonnie indietro, ma non fu così.
La scena all’interno dello specchio cambiò, o meglio si spostò velocemente lontano da Bonnie, alle spalle del castello, dove comparve un altro specchio uguale a quello che lui aveva di fronte.
“Non è così semplice, Damon! Nonostante tu abbia fatto dei passi avanti, non è così semplice!” - intervenne Samuel.
Lo stregone, poi, schioccò le dite e l’immagine nello specchio cambiò di nuovo e ritornò su Bonnie, all’interno delle mura del castello che vagava tra le rovine e si arrestava di colpo: davanti a lei era comparsa una figura.

Bonnie era riuscita ad entrare, tremante, all’interno del castello.
Guardandolo dal di fuori aveva immaginato che, una volta all’interno, si sarebbe ritrovata all’interno di stanze dal soffitto alto e piene di polvere, ma aveva trovato solo una marea di rovine: del castello originale erano rimaste solo le mura esterne e parte del soffitto.
Bonnie vagò tra le rovine attenta a qualsiasi rumore e stava ancora vagando quando aveva visto una luce illuminare il cielo e cadere in picchiata alle spalle del castello.
Bonnie la guardò confusa, poi pensò che una luce così bianca all’interno di un mondo completamente buio doveva essere per forza qualcosa di positivo, quindi cominciò a correre verso la luce, ma, all’improvviso, un’ombra scura le si parò davanti arrestando la sua corsa.
Bonnie tremò impercettibilmente.
La figura scura ringhiò e fece un passo avanti. La luce della luna la colpì e la prima cosa che Bonnie vide furono i canini sporgenti e affilati pronti a morderla.
Il tremore e la paura aumentarono.
Il vampiro aveva i capelli biondi e gli occhi chiari e impazziti.
Bonnie corse, ma il vampiro le si parò di fronte in un attimo.
Si ritrovarono faccia a faccia.
Ruotarono sulla loro posizione, occhi negli occhi, fino a ritrovarsi a posti invertiti: ora Bonnie aveva la luce alle spalle.

Guardando ciò che stava succedendo, Damon capì per cosa doveva usare le altre pietre: doveva usarle per raggiungere Bonnie ed aiutarla ad arrivare all’uscita.
Prese la pietra con su scritto < Forza > e la infilò nell’increspatura.

All’improvviso un’altra luce squarciò il cielo, ma questa era rossa come il fuoco e la centrò in pieno, sul cuore.
Bonnie sentì una forza immane pervaderle il corpo e in un attimo capì che poteva allontanare il vampiro perché ci sarebbe riuscita.
Sferrò un calcio al vampiro che aveva di fronte e questi fece un volo all’indietro di almeno dieci metri.
Bonnie restò qualche secondo a guardare se stessa e il vampiro prima di cominciare a correre.
Nell’euforia del momento Bonnie pensò che era stata la luce a darle la forza, che tutte quelle luci che stavano arrivando erano inviate lì per aiutarla e l’unica persona che sapeva cosa stava succedendo e poteva aiutarla era Damon.
Bonnie corse sempre di più nelle convinzione che la fine della prova era vicina.

Bonnie aveva cominciato a correre più che poteva ed era già abbastanza lontana, ma il vampiro si era già ripreso e aveva cominciato la caccia aiutato dall’odore del sangue che Bonnie perdeva dal braccio.
Pur essendo lontana il vampiro era decisamente in forma ed era veloce…Bonnie stava perdendo terreno.
Damon decise che era giunto il momento per un’altra pietra.
Afferrò quella con la scritta < Resistenza > e l’attivò.

Bonnie correva a più non posso, ma sentiva che il vampiro era ormai vicino e lei stava perdendo velocemente le forze.
Un’altra luce, questa volta azzurra, piombò giù dal cielo e cadde, posandosi più avanti.
Bonnie si affrettò fino a raggiungerla.
Nell’esatto momento in cui aveva toccato il suolo colpito dalla luce azzurra i suoi piedi avevano cominciato a correre più veloci e più forti, il suo intero corpo era diventato più forte e il fiatone era scomparso.
Bonnie si affrettò, ma presto fu costretta a fermarsi: era finita in un vicolo cieco e il vampiro stava arrivando.

La strada di Bonnie era bloccata e il suo inseguitore era vicino.
Damon aveva capito che le pietre usate poi erano inservibili dal fatto che diventavano nere, quindi non poteva darle nuova forza per abbattere il muro.
L’unica pietra che era rimasta era quella con su scritto < Passaggio >.
Damon la utilizzò sperando vivamente che la pietra avesse un significato letterale.

Il vampiro arrivò poco dopo e si fermò a distanza, sorridendo: ormai lei era in trappola.
Il freddo le gelò le ossa e il sangue. Bonnie non sapeva cosa fare.
Cercò di dare calci e pugni alla pietra dietro di lei, ma a quanto pareva la forza straordinaria era svanita.
Una lacrima le solcò il viso, ma anche lei, come tutto il resto, era fredda.
Il vampiro fece un passo avanti e poi un altro….si avvicinava lentamente, ma inesorabilmente.
Era a meno di un metro da lei, quando un’altra luce, arancione, arrivò dal nulla e colpì la pietra dietro Bonnie.
Il vampiro scattò all’indietro.
Bonnie si voltò e appena in tempo riuscì ad accovacciarsi e a proteggersi la testa, poi il muro di pietra che le bloccava l’uscita esplose andando in frantumi.

Il potere dell’ultimo rubino aveva creato un passaggio e adesso Damon non poteva fare altro che guardare Bonnie correre verso l’altro specchio.
A pochi passi da lui Samuel aveva perso il sorriso.

Bonnie si lanciò nel passaggio e corse a più non posso verso la luce bianca che era arrivata per prima.
Attraversò una schiera di alberi scuri prima di arrivare a destinazione, poi si fermò.
Quello che aveva davanti era un altro specchio e il dubbio che fosse ancora opera di Samuel le si insinuò nella mente.
- Io non mi avvicino a quel coso, di nuovo - pensò.

Bonnie si era fermata non appena aveva visto lo specchio e Damon poteva ben capirla visto dove l’aveva portata il primo specchio del genere che aveva visto, ma adesso Bonnie doveva avvicinarsi.
Samuel aveva ripreso a sogghignare.
Damon non sapeva cosa fare, vedeva Bonnie ferma e vedeva il vampiro che si avvicinava.
“Avanti, streghetta! Sono io! Vieni fuori!” - ringhiò avvicinandosi allo specchio e sfiorandolo accidentalmente con una mano.
Ciò che vide riflesso lo stupì: nel momento in cui aveva sfiorato lo specchio era apparso un segno luminoso sullo specchio di fronte a Bonnie.
“Ho capito!” - disse e questa volta fu Samuel a ringhiare.

Un segno luminoso era apparso sullo specchio ed era scomparso velocemente, ma Bonnie non aveva tempo per chiedersi cosa fosse perché il vampiro era ritornato e sembrava arrabbiato.
Avanzò verso di lei a grandi falcate, ma venne accecato da una luce abbagliante comparsa dalla specchio.
Bonnie si voltò e vide chiaramente la scritta: “Fidati, uccellino!”.
“Damon!” - disse e corse verso lo specchio.
Ogni dubbio che potesse essere Samuel era scomparso non appena aveva visto la parola < uccellino >, perché solo poche persone conoscevano l’altro nomignolo che Damon usava con lei e tra queste persone non c’era Samuel.
Bonnie corse a più non posso verso lo specchio con il vampiro alle costole.
Un’altra voragine si aprì nello specchio e di nuovo il vento freddo la sollevò, ma Bonnie era immensamente felice che ricapitasse.
Bonnie venne inghiottita dallo specchio nell’istante esatto in cui il vampiro biondo scattava per afferrarla.

Un’altra voragine si aprì nello specchio e Damon fu sbalzato all’indietro dopo essere stato colpito da qualcosa.
Poco dopo lo specchio andò in frantumi e lui si ritrovò a terra con Bonnie sopra di lui.
“Streghetta!” - esclamò.
Bonnie alzò il viso e incontrò il suo sguardo. Sorrise.
“Eri tu!” - gridò e gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte.
“E tu non ci credevi!”.
“Credevo fosse di nuovo Samuel!” - rispose Bonnie alzandosi.
“Allora avevi ragione a dubitare, ma ci siamo riusciti! Abbiamo vinto…di nuovo!” - rispose Damon rimettendosi in piedi e accarezzando il braccio di Bonnie.
“Sei ferita!” - disse.
“Tu stai bene?” - chiese lei.
“Dovrei chiedertelo io, non tu! Comunque si!” - rispose Damon.
“Sicuro che non vuoi ucciderla? Ha una ferita esposta!” - si intromise Samuel.
“Non c’è pericolo, Samuel! Ho una certa resistenza, io! Non sono un vampiro comune!” - rispose Damon, orgoglioso.
“Questo è certo!” - sibilò Samuel.

 








NOTE:
Ciao a tutti!
Ecco il nuovo capitolo che come vi aveva preannunciato è solo di Damon e Bonnie e riguarda la loro seconda prova.
E' stata dura...povera Bonnie, Samuel è stato cattivo con lei a mandarla lì dentro con tutti quei mostri, ma sapete...se ci mandava Damon in quanto credete che li avrebbe uccisi i lupi e il vampiro? In due, tre minuti? Forse pure meno.
Però Damon ha dovuto spremersi le meningi e risolvere l'enigma su come tirare Bonnie fuori di lì prima che forse troppo tardi!
So che probabilmente questa prova non è stata così bella come il viaggio nel tempo, ma spero che vi piaccia comunque!
In ogni caso...sapete che accetto anche critiche e non solo complimenti.
Per quanto riguarda i complimenti...ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito lo scorso capitolo....nel prossimo saprete che fine ha fatto Stefan e cosa succederà a Katie!
Vi adoro...a domenica sera....BACIONI...IOSNIO90!

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Capitolo 10
*** Capitolo nono ***


Capitolo nono

Intorno a lei tutto era fermo, tutto taceva.
Era come se una patina grigia fosse calata sull’intero mondo, su tutto e su tutti tranne che su di lei.
Katie provò all’istante un’inspiegabile senso di pace: dopo tanti giorni e tanti momenti passati nel dubbio, nella paura e nel rischio, poteva finalmente tirare un sospiro consapevole del fatto che fino alla fine della magia nulla si sarebbe mosso e nulla sarebbe arrivato a rovinare il suo momento di tranquillità, forse addirittura l’ultimo.
Si voltò verso la figura luminosa e semitrasparente che era apparsa alla sua destra, a poco più di un metro di distanza.
Sorrise.
“Ciao Ted!” - disse.
Il fantasma la guardò per un attimo.
Katie notò che era rimasto esattamente come se lo ricordava, come l’aveva visto quell’ultima volta, prima che lui partisse per Fell’s Church. Soltanto una cosa lo rendeva diverso: sul lato sinistro del collo era ben visibile il segno del morso con cui Damon lo aveva ucciso. A Katie era stato spiegato che quando si evocava un fantasma questo di solito appariva come era un istante esatto prima di morire così, qualsiasi cosa lo avesse ucciso, ne avrebbe portato per sempre il marchio….ed era vero: anche Ted aveva il suo marchio.
“Ciao Katie! Cosa vuoi? Perché mi hai evocato? Lo sai che è un incantesimo rischioso!” - le disse Ted.
“Lo so, ma ho bisogno del tuo aiuto, Ted! Devi aiutarmi! Sono in pericolo e questa era la mia unica possibilità!” - rispose Katie.
Ted si guardò intorno, per la prima volta, soffermando il suo sguardo su Timothy.
“Dove siamo?” - chiese.
“A Fell’s Church!” - rispose Katie.
Ted annuì.
“E perché sei qui, Katie?”.
“Per vendicarti!”.
Ted sorrise, poi tornò a guardare Timothy.
“E lo stregone Timothy? Perché ti sta attaccando?” - chiese.
“Perché lui, Samuel ed altri stregoni sono venuti qui per uccidere Bonnie, Damon e tutti quelli che li aiutano. Anch’io sono tra quelli che li aiutano, per questo Samuel mi ha accusata di tradimento e adesso mi vuole morta!” - spiegò Katie.
“Damon…Bonnie….li chiami per nome con una tale naturalezza….come se fossero tuoi amici!” - riflettè Ted.
“Perché lo sono, loro sono miei amici, Ted! E’ per loro che sto combattendo!” - rispose Katie.
Ted la fissò insistentemente per pochi secondi: sembrava arrabbiato.
“E tu questo lo chiami < vendicarmi >? Il vampiro Damon mi ha ucciso, Katie! E’ contro di lui che dovresti combattere, non contro Samuel!” - le rinfacciò Ted.
“Lo so che tecnicamente ti ha ucciso Damon, ma il tuo vero assassino non è lui. E’ Samuel!” - ribattè la strega, ma Ted non sembrava d’accordo.
Il fantasma scosse la testa, amareggiato, e Katie percepì uno spostamento d’aria intorno a lei.
Si voltò verso la colonna magica di Timothy e si accorse che si muoveva, anche se impercettibilmente. Questo significava solo una cosa: Ted aveva deciso di non aiutarla e stava scomparendo.
Katie tornò a guardare la figura del cugino che diventava sempre più invisibile. Gli andò incontro, fermandosi a pochi passi da lui, con una mano tesa come a volerlo toccare.
“Ascoltami, Ted! Ti prego! Ascolta solo questo e poi potrai anche andartene se vorrai!” - implorò.
Ted tornò a guardarla, riacquistando la stessa luminosità di prima. Tutto si bloccò di nuovo.
“Parla!” - le ordinò.
Katie sospirò: “Ok! Ascoltami! Quando ti dico che il tuo vero assassino è Samuel è perché ho le mie ragioni, Ted! Tu sei morto per un motivo che nemmeno conosci! L’unica cosa che hai fatto è stato comunicare il nome di un’altra strega perduta a Samuel e poi guarda cosa è successo. Ti sei mai chiesto perché abbia mandato te a Fell’s Church per primo e abbia perso tempo ad insegnarti come usare il Labirinto? Lo so che tu credi che l’ha fatto perché ti stimava, ma la realtà è un’altra: tu eri sacrificabile, Ted!” - cominciò, cercando si essere il più convincente possibile, ma Ted scuoteva la testa - “Insomma, Ted, guarda Timothy! Lui è molto più forte sia di te che di me, è uno degli stregoni più forti dell’intero Regno e conosce il Labirinto da molti anni! Perché non hanno mandato lui? Se qualcosa fosse andato storto, Timothy forse sarebbe anche riuscito ad uccide Damon! E allora perché mandare te? Perché non lui? O Richard? E’ un cacciatore di vampiri, è questo che fa, o sbaglio?….Ted lo so che per te è difficile accettarlo, ma è questa la verità: Samuel ha mandato te per…testare….Damon e Bonnie, e se tu morivi…..beh….non era di certo un suo problema! Infatti, se non sbaglio, quando Damon ti stava uccidendo, lui e Samia sono arrivati nel Labirinto e, nonostante tu gli chiedessi aiuto, loro sono rimasti immobili….si sono rifiutati di aiutarti e ti hanno lasciato morire quando, invece, potevano fermare Damon e salvarti! Pensaci, Ted! Lo sai che ho ragione!” - terminò Katie.
Ted abbassò lo sguardo, ricordando.
“Tu non c’eri! Come fai a sapere tutte queste cose?” - le chiese.
“E’ stato lo stesso Samuel a raccontarle! Ha raccontato di te e di quanto eri ingenuo da credere che lui si fidasse! Ha raccontato anche di quando Damon ti stava uccidendo e tu lo imploravi di aiutarti! E tutto questo lo ha raccontato ridendo…come se fosse una barzelletta divertente! Adesso capisci? Lui poteva evitarti la morte, ma ha scelto di non farlo….è lui il tuo assassino, Ted! Per questo ti sto chiedendo aiuto….aiutami ad uscire viva da questa situazione! Solo così potrò affrontare Samuel e vendicarti per davvero! Mi aiuterai?” - chiese Katie.
Ted alzò lo sguardo e la luce intorno a lui sembrò risplendere di nuova forza.
Le rispose con un unico movimento del capo….su e giù: Ted annuì, deciso.
“Grazie!” - sorrise Katie.
“Ascoltami tu, adesso! Se vuoi liberarti di Timothy devi conoscere un suo segreto, un segreto che ho appreso mentre mi allenavo con il Labirinto!” - esordì Ted.
Katie si fece subito attenta: “Continua!” -  disse.
Ted guardò la colonna di Timothy e sorrise: “Scommetto che fino ad adesso ha usato soltanto tre elementi, vero? E scommetto che questi tre elementi sono l’acqua, l’aria e il fuoco….giusto?” - le chiese.
Riflettendoci, Katie si rese conto che era così.
“Sì! Ma come fai a saperlo? Nemmeno io me ne ero accorta!”.
“E’ semplice! E’ il segreto di Timothy! Tutti dicono che lui è il padrone dei quattro elementi, ma in realtà non è proprio così: c’ è un elemento che Timothy non riesce a padroneggiare come fa con gli altri tre…l’elemento più potente!” - rispose Ted.
“La terra! Timothy non riesce a domare la terra?” - chiese incredula la strega.
“Diciamo che si sta ancora allenando! Madre Natura non lo trova molto simpatico!” - rispose Ted sorridendo.
“Cosa suggerisci di fare?” - chiese Katie.
“Hai una buona memoria: Usala! Sei brava con gli incantesimi e sei una grande strega! Usa la terra, Katie! Sono sicuro che ti aiuterà!” - disse Ted.
“Ma non sono abbastanza potente per quel genere di incantesimi!” - ribattè Katie.
“Neanch’io lo sono, ma in due ce la possiamo fare! Io ti darò tutti i miei poteri magici….dopotutto adesso non mi servono un granchè! Tu usali per richiamare a te la terra e poi usa la terra per soffiare via il vento, per asciugare l’acqua e per sopprimere il fuoco! Timothy non saprà come rispondere e non avrà scampo!” - rispose Ted.
Katie lo guardò e sorrise: “Grazie Ted!” - disse.
“Addio Katie! Sii felice!” - rispose Ted sorridendo…poi scomparve.
La sua figura svanì nel nulla, ma la sua luce rimase e divenne un’unica sfera bianca e splendente che si librò in aria e si depositò sulle mani aperte di Katie, che l’assorbirono.
Katie sentì la nuova forza e il nuovo potere mettere radici in lei e sentì la sua stessa aura rimbombare e crescere.
La strega sorrise per l’ultimo regalo di Ted, mentre il mondo, intorno a lei, tornava alla normalità e la colonna ricominciava a scendere.
Katie chiuse gli occhi e si concentrò, canalizzando tutto il suo potere verso i palmi della sue mani, rivolti verso la terra ai suoi piedi.
Le ritornarono alla mente ricordi vaghi, di quando era bambina e stava ore a guardare sua nonna che pasticciava in giardino mentre le spiegava i vari incantesimi in cui usare la terra e le faceva imparare a memoria, come fossero filastrocche, tutte le varie formule.
Ne ricordò una che le piaceva particolarmente per il suono delle parole e cominciò a recitarla.
In breve la terra sotto di lei tremò e ci fu un gran boato.
Katie sentiva sulla pelle il calore del fuoco della colonna che scendeva.
Fece un passo indietro e urlò la sua formula sempre più forte fino a che non ci fu una vera e propria esplosione di potere.
Un muro di terra si levò davanti a lei e si abbattè furioso sulla colonna di Timothy e sullo stesso stregone.
Poi tutto scomparve e tornò il silenzio.
Katie si guardò intorno e una lacrima le scappò dagli occhi e le rigò una guancia.
Lontano da lei sentì dei gemiti: doveva essere Timothy.
Katie corse e trovò lo stregone ricoperto di terra che faceva fatica a respirare.
“Mi hai battuto! Come hai fatto?” - le chiese con le ultime forze rimastegli.
“I segreti uccidono, Timothy!” - rispose Katie.
Pochi attimi dopo Timothy morì.
Katie si allontanò da lui, lentamente, avviandosi verso il pensionato.
Era ferita, era esausta ed era completamente ricoperta di polvere, ma non le importava…perché era viva.

“Grazie per il tuo aiuto, Lucas! Sei arrivato al momento giusto!” - disse Matt, seduto su una sedia tenendo la mano alla signora Flowers che giaceva, ancora svenuta, sul divano lì di fianco.
Erano tornati all’interno del pensionato e adesso erano tutti nella piccola sala da pranzo.
“Si, grazie Lucas! Ma scommetto che il tuo ritorno, proprio in questo momento, non è stato provvidenziale!” - suppose Meredith.
Lucas sorrise: “Giusto come sempre, Meredith!” - disse - “Diciamo che nel mio mondo, il mondo degli esseri non proprio umani, le voci corrono in fretta! Ero a New York quando ho sentito due vampiri che parlavano di Fell’s Church, così mi sono messo ad ascoltare ed ho sentito che dicevano che c’era una coppia, un vampiro e una strega, che erano in guai grossi con gli stregoni del Regno Magico! Non appena ho sentito < un vampiro e una strega > ho pensato subito a Bonnie e a Damon, poi ho sentito che parlavano di < guai > e a quel punto ho avuto la conferma che erano proprio loro! Così sono partito subito e più mi avvicinavo più sentivo cose strane. Poi quando sono arrivato al pensionato ho visto cosa stava succedendo e sono intervenuto!” - raccontò Lucas.
“E allora ti ringraziamo ancora di più visto che sei venuto apposta per controllare che tutto andasse bene…anche se non eri obbligato!” - intervenne Elena.
“Non ero obbligato? Ragazzi ho vissuto qui per più di anno e durante quel periodo voi siete stati la mia famiglia e io mi sono legato molto ad ognuno di voi! Un giorno sarei sicuramente tornato, indipendentemente dal fatto che foste in pericolo o meno, perché vi considero miei buoni amici! E il fatto che tra me e Bonnie sia finita non vuol dire che non tenga molto anche a lei! Quindi sì, era mio obbligo, da vostro amico, tornare e aiutarvi!” - rispose Lucas.
“Allora bentornato, amico!” - sorrise Matt, alzandosi e abbracciando Lucas.
A turno, anche Elena e Meredith lo abbracciarono.
“Ok! Adesso mi dite voi cosa succede, esattamente?” - chiese Lucas non appena finita la sessione di abbracci.
“Prima non dovremmo occuparci dell’altra strega? Quella che era con la signora Flowers? Oppure è morta già anche lei?” - chiese Meredith.
Lucas si riscosse subito: “Giusto! Hai ragione! Vado a prenderla!”.
Svanì in un attimo e in un attimo era già ritornato con la strega anziana, svenuta, caricata in spalla.
La mise su una sedia e poi con una corda, presa da chissà dove, la legò.
“Potrebbe sciogliersi subito o teletrasportarsi non appena si sveglia! Portatela in cantina!” - intervenne una voce flebile alle loro spalle.
La signora Flowers si era svegliata e si stava mettendo a sedere.
“Signora Flowers stia giù!” - Matt corse da lei.
“No, caro Matt! Piuttosto aiutami ad alzarmi! Tu, caro Lucas, porta la strega Susan in cantina!” - rispose la signora Flowers.
Matt annuì e l’aiutò ad alzarsi e ad arrivare sulla porta della cantina.
Lucas prese l’altra strega, ancora legata, e la portò giù.
“E adesso?” - chiese Lucas.
“Allontanatevi un po’!” - disse la signora Flowers.
Tutti fecero un passo indietro. Matt la lasciò e si unì agli altri.
La signora Flowers afferrò delle candele da una mensola lì vicino, le accese e le posizionò in fila davanti alla porta. Poi chiuse gli occhi e disse delle strane parole.
“Bene! Fatto! Adesso non può andare da nessuna parte!” - disse, poi, rivolta all’intero gruppo, che la fissava confuso.
“Signora Flowers, cosa….cosa ha fatto?” - chiese Elena.
“Un incantesimo…adesso non può uscire da lì! Neppure con la magia!” rispose l’anziana signora.
“Ah! Bene!” - fece Elena: era la prima volta che vedeva la signora Flowers fare un incantesimo.
“Adesso, ragazzi miei, dobbiamo occuparci degli altri, non dimenticate che stanno combattendo ancora fuori di qui!” - disse la signora Flowers tornando a sedersi sul divano.
“Lei come fa a saperlo? Era svenuta!” - chiese Meredith.
“Non ero svenuta! Ero cosciente…ho sentito tutto! La strega mi aveva solo immobilizzato!” - spiegò la signora Flowers.
“Ok! Adesso, tornando a noi…..qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?” - chiese Lucas.
“Si! Bonnie e Damon incontrarono, circa un mese fa, uno stregone, per puro caso! Questo stregone riconobbe la loro natura e cominciò a farneticare cose strane su creature magiche e creature oscure che non potevano stare insieme! Così raccontò tutto al suo…capo, diciamo…Samuel, il Consigliere superiore del Regno Magico, che lo mandò qui! Questo stregone mise noi fuori gioco e poi intrappolò Damon e Bonnie in una specie di Labirinto magico facendogli passare di tutto! Alla fine lo stregone fu ucciso da Damon, ma Samuel tornò e rapì Bonnie….la portò nel Regno Magico e le bloccò tutti i suoi ricordi facendole credere che lei era una di loro. Damon e Stefan si fecero prendere dagli stregoni e riuscirono a rimanere vivi, nel Regno, per sette giorni durante i quali trovarono degli alleati che li aiutarono e Damon riuscì a far recuperare la memoria a Bonnie! Poi tornarono qui, circa tre giorni fa….e adesso sono arrivati anche gli stregoni e vogliono ucciderci tutti! L‘ho raccontata un po’ di fretta, ma il succo è questo!” - spiegò Meredith.
“Wow! Certo che voi i guai ve li scegliete belli complicati!” - commentò Lucas.
Poi sentirono un rumore: erano dei passi che si avvicinavano.
“Chi sarà?” - chiese Elena.
“Non lo so! Ma nascondetevi dietro di me!” - rispose Lucas, attento, con lo sguardo fisso sulla porta.
Pochi secondi dopo la porta del pensionato si aprì, lentamente, e comparve una figura.
Elena e Meredith fecero un sospiro di sollievo.
Matt sorrise e corse ad abbracciare Katie: “Sei tornata! E stai bene!” - disse.
Katie ricambiò l’abbraccio: “Si! Timothy…lo stregone che era con me…è morto!” - disse rivolta a tutti.
“Lei chi è?” - chiese Lucas facendosi avanti.
“TU chi sei?” - chiese Katie in risposta.
“Lui è Lucas! E’ un vampiro ed è un nostro amico!” - rispose Meredith.
“E lei è Katie! E’ una strega del Regno ed ha aiutato Damon, Bonnie e Stefan quando erano lì….adesso sta aiutando noi! E’ eccezionale!” - disse Matt continuando a guardare Katie che sorrideva imbarazzata.
“Ah! Mi sa di aver capito!” - commentò Lucas guardandoli.
“Katie…e Stefan?” - chiese Elena.
“Non l’ho visto…mi dispiace! Ma credo che fosse vicino a dove ero io!” - rispose la strega.
“E tu dov’eri?” - chiese Lucas.
“Nel cimitero…la parte antica! Credo che Stefan fosse da qualche parte alle mie spalle…mi sembra di averlo sentito mentre tornavo qui!” - rispose Katie.
“Ok! Io vado a cercarlo…poi ci occuperemo di Damon e Bonnie! Loro sono in due e Damon è molto forte! Stefan è da solo!” - disse Lucas.
“Sta attento! Quello contro cui combatte Stefan è una dei migliori stregoni del Regno…ed è uno specialista nella caccia ai vampiri!” - lo avvertì Katie.
“Ok! Voi restate qui…tornerò presto!” - disse Lucas, poi si lanciò fuori dalla porta.

Corse velocissimo fino alla parte antica del cimitero dove trovò ogni cosa distrutta e un corpo che giaceva a terra privo di vita: erano i segni delle lotta di Katie.
Si concentrò e dopo qualche minuto sentì un lieve barlume di Potere provenire da lì vicino. Quel Potere era familiare anche se molto flebile….doveva essere Stefan e doveva stare parecchio male.
Lucas cominciò a correre tra i boschi alle spalle del cimitero, fino a che non si ritrovò su una vecchia strana abbandonata.
Stefan era sempre più vicino: lo sentiva.
Corse verso ovest, sempre più veloce e sempre più preoccupato.
Quando all’improvviso si bloccò.
Davanti a lui Stefan giaceva a terra, in fin di vita: lo stregone che era con lui gli aveva trafitto il petto, ma non aveva colpito dritto al cuore.
Lucas pensò che se quello stregone era davvero uno dei migliori cacciatori di vampiri del Regno Magico, allora non aveva sbagliato a colpire Stefan, ma semplicemente, i suoi piani erano altri e per poterli realizzare doveva portare Stefan ad un passo dalla morte, ma non doveva ucciderlo.
Lo stregone si avvicinò a Stefan, e lo caricò in spalla cominciando a dire parole in una lingua che Lucas non conosceva.
Una specie di porta luminosa si aprì.
Lucas decise di intervenire.
“Fermati!” - disse a pochi metri dallo stregone.
Stefan, al suono della sua voce, si agitò.
“Chi sei tu?” - chiese lo stregone.
“Non importa! L’importante è che tu lasci subito andare Stefan!” - disse estraendo i canini.
Lo stregone lo fissò alzando un sopracciglio.
“Interessante….un vampiro non previsto! Mi dispiace non poterti dedicare tutta l’attenzione che meriti al fine di ucciderti, ma ho degli ordini da seguire e il tuo amico viene con me, nel mio Regno!” - rispose.
“Te lo scordi!” - disse Lucas e, velocissimo, si frappose tra lo stregone e il portale.
Lo stregone si voltò verso di lui e depositò Stefan ai suoi piedi.
Stefan aprì gli occhi e lo guardò: “L-Lucas?” - balbettò.
“Sì! Sono venuto per aiutarvi!” - disse inginocchiandosi accanto al corpo dell’amico.
“E-Elena…d-devi salva-are E-Elena!” - disse Stefan.
“L’ho già fatto! Sta bene!” - rispose Lucas e Stefan sorrise.
“Bene! Adesso, se avete finito…. Con permesso!” - s’intromise lo stregone.
“Ti ho detto che tu non lo porti da n…” - ma le parole di Lucas gli morirono in gola non appena si ritrovò ad essere completamente immobile.
“Piccolo incantesimo!” - commentò lo stregone afferrandolo per le braccia, sollevandolo di peso e depositandolo alle sue spalle.
Poi si abbassò e risollevò Stefan, che lo guardava incapace di combattere.
E Lucas fu costretto a guardare impotente tutta la scena dello stregone che attraversava il portale per il Regno Magico, portando Stefan via con sè.
Quando il portale sparì anche l’incantesimo scomparve e Lucas tornò a muoversi liberamente.
Ma era arrabbiato…arrabbiato e abbattuto: aveva detto a tutti che era tornato per aiutarli, ma non ci era riuscito e adesso Stefan era scomparso.








NOTE:
Ciao a tutti! Questa domenica sera sono in anticipo rispetto al solito!
Come è potuto mai succedere? Vi starete chiedendo........beh....non lo so neppure io! XDXDXDXDXD
Un bacio enorme e un grandissimo ringraziamento a chi ha letto e recensito lo scorso capitolo: sono strafelice che la prova dello specchio vi sia piaciuta.
Stesera hanno avuto risposta tutti quelli che si preoccupavano per Katie e Stefan e che volevano saperne di più di Lucas.
Beh.....Katie se l'è cavata alla grande grazie all'aiuto del suo fantasma....Ted....Chi l'avrebbe mai detto che in questa serie avrebbe mai fatto qualcosa di buono? XDXDXDXDXD
Qualcuno aveva già ipotizzato che sarebbe stato lui il fantasma.....per tutti gli altri spero che sia stata una sorpresa gradita: vedete....da quando ho inserito Katie e tutta la faccenda del complotto contro Ted che lei vuole vendicare, ho cominciato a pensare a Ted con maggiore simpatia....dopotutto lui era solo una pedina manovrata da Samuel! Così ho pensato ad un modo per fargli avere un suo riscatto: spero che la soluzione che ho trovato vi sia piaciuta!!!
Per quanto riguarda Stefan....beh...lui è messo male e nonostante gli sforzi di Lucas è stato portato nel Regno Magico e, il tutto, per ordine di Samuel!
Mi dispiace un sacco per le sostenitrici di Stefan, ma tutto quello che sta passando mi serviva, insieme a ciò che succederà nel prossimo capitolo, per portare avanti la storia e per spostare l'azione in modo da far proseguire il tutto e arrivare al finale della serie!
Ma almeno Stefan non è morto!!!
E non pensiate che gli sto facendo passare tutto questo perchè lo detesto, perchè non è così, ve lo assicuro. Anzi, mi piace come personaggio e adoro i pov Stefan, perchè nonostante non siano divertenti da fare come i pov Damon, capirete anche voi che con Stefan posso più spaziare a livello di riflessioni......Damon non me lo permette tanto, è più un uomo d'azione, lui! XDXDXDXDXD
Quindi non preoccupatevi troppo per Stefan!!!
Detto questo....vi lascio....vi aspetto giovedì con la terza prova di Damon e Bonnie....BACIONI...IOSNIO90!

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Capitolo 11
*** AVVISO IMPORTANTE ***


AVVISO
Ciao a tutte!!!
Lo so che vi apettavate il nuovo capitolo, ma proprio non sono riuscita a finirlo in tempo a causa di impegni....per così dire...natalizi!
Il Natale è una festa che mi prende molto e alla fine mi ritrovo sempre ad addobbare, a comprare regali, a parlare del menù natalizio con mia madre...ecc!
Quindi ho deciso che la storia si fermerà per una breve periodo!
Salterò sia oggi (23 dicembre), sia domenica (26 dicembre), sia il prossimo giovedì (30 dicembre)!!!
Invece tornerò a postare l'altra domenica (02 gennaio 2011)!!!
Detto questo...auguro a tutte voi di trascorrere un Natale fantastico insieme alla vostra famiglia e ai vostri amici!
E visto che mancherò fino al prossimo anno....vi faccio anche tanti auguri per un felice e sereno 2011....e. mi raccomando....a Capodanno scatenatevi!!!  XDXDXDXDXD
Il linguaggio della resa: Il grigio della vita torna, quindi, DOMENICA 02 GENNAIO 2011 con il decimo capitolo!!!
Vi aspetto....ancora auguri.....BACIONI....IOSNIO90!

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Capitolo 12
*** Capitolo decimo ***


Capitolo decimo

Avevano superato due prove.
Era stato sfiancante, era stato estenuante, era stato difficile e terrificante, ma ce l’avevano fatta.
Bonnie sentì il cuore gonfiarlesi nel petto a quel pensiero e, per la prima volta da quando Samuel era riapparso, si concesse un breve istante, un unico e piccolissimo istante in cui sperare.
Bonnie strinse nella sua la mano di Damon e sperò.
Sperò di riuscire a superare l’ultima prova, sperò di ritornare felice, sperò per Stefan e per Katie che stavano combattendo la loro battaglia contro nemici più forti, sperò per la signora Flowers affinchè non le succedesse nulla e si risvegliasse, sperò per Matt, Meredith e Elena, sperò per lei, sperò per Damon.
La speranza le inondò il cuore e lo sanò.
Poi, come le aveva permesso di arrivare, Bonnie la ricacciò indietro: sapeva che stava per affrontare qualcosa di infinitamente peggiore rispetto alle altre due prove e, per questo motivo, non poteva lasciarsi troppo andare ai sentimentalismi.
Con tutto quello che aveva passato a causa del Regno Magico, Bonnie era cresciuta, era stata costretta a crescere e se c’era una cosa che aveva imparato era che in caso di pericolo non bisognava farsi sopraffare dalle emozioni, ma si doveva restare freddi e fare di tutto per raggiungere il proprio obiettivo. Il suo obiettivo adesso era: liberarsi di Samuel.
Non lasciarsi prendere dal panico era un’impresa quasi impossibile per Bonnie, che sentiva le gambe tremare, ma con Damon a sorreggerla sapeva che ci sarebbe riuscita…doveva solo farsi forza! Dopotutto….la Bonnie di qualche tempo prima non sarebbe mai riuscita ad affrontare un branco di licantropi ed un vampiro affamato tutto da sola!
E il merito era solo di Damon.
Bonnie, continuando a fissare Samuel, pensò un : - Grazie - indirizzato a Damon, consapevole del fatto che, molto probabilmente, lui la stava tenendo d’occhio e aveva ascoltato ogni suo pensiero.
-Di niente, streghetta! Ma se vuoi puoi anche continuare….lo sai che adoro essere adulato!!! - la voce di Damon le suonò nella mente forte, chiara e…divertita.
Bonnie abbozzò un sorriso.
- Certo che adori essere adulato…..tu sei uno sbruffone montato!!! - pensò Bonnie in risposta.
- Un anno fa non ti saresti mai sognata di dirmi una cosa del genere e, per di più, con quel tono da piccola saccente! - rispose Damon.
- Già! Ma io sono cambiata, ricordi? E’ tutto merito tuo! No? -
- Sto pensando che questa faccenda del merito a volte può essere controproducente! - riflettè Damon.
- Perché? Preferivi che IO avessi paura di te? - chiese Bonnie.
- Certo che no! Mi piace litigare con te…è divertente! E adoro quando fai la voce grossa….sei terribilmente sensuale e accattivante quando mi insulti! -
- Tu sei veramente strano… - lo interruppe Bonnie - Ma allora perché dici che il mio cambiamento è controproducente per te? -
- Non parlavo del tuo cambiamento, ma dei miei meriti! Insomma…se tu, stando per un anno intero a stretto contatto con me, sei cambiata al punto di affrontare mostri sanguinari e me senza alcun problema, questo potrebbe anche significare che persino il mio caro fratello potrebbe cominciare ad alzare la cresta….e, adesso che ci penso, anche Mutt! Ecco…questo è controproducente: se loro cominciano a fare i galletti e a non aver più paura di me, mi spieghi con chi mi diverto io? Chi vado a massacrare ogni volta che ne ho vaglia? - rispose Damon.
Bonnie restò esterrefatta: era incredibile come, anche in una situazione del genere, con Samuel a pochi passi da loro, Damon fosse completamente a suo agio e avesse addirittura le forze per pensare ai futuri litigi con Stefan e Matt.
“Non penso che tu debba farti tutti questi problemi, vampiro! Perché non appena avremo finito….di te non resterà nulla!” - intervenne Samuel.
“Ehi, stupido vecchio, non ti hanno insegnato le buone maniere? Non si origliano le conversazioni private degli altri!….Beh…in questo caso sarebbe meglio dire < non si leggono telepaticamente >….ma, comunque sia, la nostra era una conversazione privata e tu sei stato profondamente maleducato ed incivile!” - lo rimproverò Damon.
Samuel inclinò leggermente la testa di lato e fissò Damon con aria incuriosita ed un lieve sorriso sulle labbra.
“Sai Damon? Hai ragione a definirti un vampiro fuori dal comune….io stesso non ne ho mai incontrati come te! Insomma…in una situazione come questa tu dovresti solo pensare a come fare per sconfiggermi ed evitare la morte tua e di tutti quelli che ti stanno intorno….non dovresti avercelo neppure il tempo per pensare alle buone maniere!” - disse.
“Che vuoi farci? Educazione italiana vecchio stampo: penso sempre alle buone maniere…le buone maniere prima di tutto!” - rispose Damon sorridendo apertamente.
“Beh…adesso che abbiamo ribadito che sei un abominio che dovrebbe essere morto da secoli, ormai…direi di passare alla vostra terza ed ultima prova, che ne dite?” -  chiese lo stregone.
Bonnie si voltò a guardare Damon.
Lui le strinse maggiormente la mano, continuando a fissare Samuel: il sorriso di poco prima era scomparso lasciando il posto ad uno sguardo serio e minaccioso.
“Cosa farai stavolta? Ci mandi nello spazio a combattere E.T.?” - chiese, ironico, Damon.
“E perché mai? Il povero E.T. è una creatura tanto dolce…..Per voi ho in serbo qualcosa di peggio, qualcosa che aspettavo da tempo!” - rispose Samuel.
“Ok, vecchio rincretinito, poche chiacchiere e dicci cosa dobbiamo fare adesso! E…se posso darti un consiglio…smettila di fare il fighetto lasciando pause qua e là con lo scopo di creare suspance, perché non ti riesce!” - ribattè Damon.
Samuel sorrise: “Allora andrò subito al sodo!” - disse.
“Era ora!” - sbuffò Damon.
“Voi due combatterete con me in una lotta senza nessuna esclusione di colpi!” - la voce di Samuel era decisa.
Damon si zittì e lo guardò socchiudendo gli occhi e con uno strano sorriso.
“Combattere contro di te? Ma potresti farti male!” - disse.
“Correrò il rischio!” - ribattè lo stregone.
“Beh, allora….” - fece Damon estraendo i canini e spostandosi davanti a Bonnie per farle scudo  - “…cominciamo!”.

Come aveva detto Samuel: era una lotta senza esclusione di colpi.
Damon e Samuel andavano avanti da un bel po’ senza mai fermarsi.
Bonnie, che all’inizio era dietro Damon, era finita con il doversi nascondere dietro il tronco di un grosso albero: Samuel aveva più volte provato a lanciarle contro incantesimi offensivi e Damon li aveva sempre parati, ma all’ennesimo attacco contro di lei Damon l’aveva presa di peso e portata dietro l’albero per poi scagliarsi contro Samuel.
Da quel momento la lotta tra i due era stata un continuo < Samuel che cercava di arrivare a lei e Damon che faceva di tutto per non permetterglielo >.
Bonnie era in ansia.
Sapeva che Damon era forte, ma i Poteri di Samuel sembravano inesauribili.
Ad ogni istante lo stregone sprigionava dalle mani luce bianca e accecante oppure fulmini o, peggio ancora, fuoco. Ma neppure i quei casi Damon si faceva da parte e lo faceva per lei: se lui si fosse distratto anche solo per un attimo, Samuel ne avrebbe approfittato per colpire lei e Bonnie non era in grado di contrastarlo.
E lei si sentiva così inutile: era una strega, sì, ma una strega che non ci capiva nulla di magia e che nonostante fosse stata nel Regno Magico non aveva imparato nulla di abbastanza efficace….lei non era come Katie, non conosceva incantesimi e formule magiche e non ci capiva nulla di cristalli e pietre magiche!
Non poteva fare nulla, ma ogni volta che Damon veniva colpito da un incantesimo indirizzato a lei, le piangeva il cuore e gli occhi le si riempivano di lacrime.
All’improvviso gli incantesimi cessarono.
Samuel si era fermato e fissava Damon che era frapposto tra lei e lo stregone.
“Non mi fermerò, vampiro! Spostati! Perché continui a proteggerla? Prima o poi arriverò comunque a lei!” - sibilò lo stregone.
“Prima devi togliere me di mezzo!” - rispose Damon, con la mano sinistra sulla spalla destra a comprimere una ferita che Samuel gli aveva inferto poco prima con una saetta di luce infuocata.
“Non ti preoccupare, lo farò presto! Quindi perché non ti riposi….lascia combattere lei!” - fece Samuel alzando un braccio in direzione di Bonnie e aprendo la mano con il palmo rivolto verso di lei.
Scintille luminose gli avvolsero la mano fino all’altezza del polso.
Damon le fu subito di fianco.
“Non ti azzardare a colpirla! Prenditela con qualcuno della tua stazza!” - sibilò.
Samuel parve rifletterci su un attimo, poi: “Ok! Come vuoi!” - disse e, con un’alzata di spalle, puntò la mano contro Damon ed emanò un fulmine che colpì il vampiro in pieno petto, scaraventandolo all’indietro di alcuni metri.
Bonnie non lo sopportò più e, senza pensarci, corse verso Damon e si accasciò accanto a lui.
Il vampiro era messo male e il colpo appena subito gli aveva lasciato una ferita aperta sull’addome che….faceva fatica a rimarginarsi, si rese conto Bonnie con un colpo al cuore mentre lacrime amare le offuscarono gli occhi.
Sapeva che doveva essere forte, ma proprio non ci riusciva, non con Damon davanti a lei e in quelle condizioni.
“Damon…Damon, per favore, svegliati!” - lo chiamò accarezzandogli il viso.
“E’ estremamente egoista da parte tua, Bonnie! Vuoi che il vampiro si svegli solo perché così potrà ancora difenderti! Ma forse….forse è questo il motivo per cui stai con lui, giusto? Per favore…dimmi che è così! Perché se così fosse potrei capirti…insomma il tuo attaccamento nei suoi confronti sarebbe come…beh…una specie di sfruttamento dei vampiri…ed in quel caso io potrei anche decidere di non ucciderti!” - intervenne Samuel.
“Allora mi sa che morirò…perché il mio non è nessuno sfruttamento, il mio è amore! Ma tu non puoi capire perché tu sei un essere orribile che non conosce l’amore….hai addirittura ucciso tua sorella!” - rispose Bonnie cercando di fermare i singhiozzi nella voce.
“Io l’ho uccisa perché se lo meritava….si è schierata con voi…contro di me, contro la magia! E non venirmi a dire che sono io l’essere orribile che non conosce i sentimenti, perché qui se c’è un mostro quello è il vampiro! Non ti rendi conto che il suo è solo un imbroglio? Che lui non ti ama veramente? I vampiri non possono amare, sono incapaci di farlo! Mettitelo in testa!” - gridò, furioso, Samuel.
“E tu…mettiti in testa…che..io non sono un vampiro comune!” - Damon si era ripreso e si stava tirando su a sedere.
Bonnie si voltò verso di lui e sorrise, poi gli afferrò la mano.
“Incredibile! A quanto pare l’unica soluzione qui è uccidervi, allora! Ma non dimenticarti, Bonnie, che io una via d’uscita te l’ho data!” - disse lo stregone.
“Quale? Rinnegare ciò che provo? Questa non è una via d’uscita…non è assolutamente nulla! Niente di ciò che potrai dire o fare mi terrà lontano da Damon!” - rispose Bonnie asciugandosi le lacrime dal viso e alzandosi, sorreggendo il vampiro.
“Davvero? Niente di ciò che potrò fare?” - fece Samuel e si concentrò chiudendo gli occhi e tendendo le braccia verso il suolo.
All’improvviso un vento fortissimo cominciò a scuotere ogni cosa.
Damon strinse Bonnie a se.
“Sta tranquilla!” - le sussurrò, ma non sembrava molto sicuro.
Il vento aumentò e più il vento aumentava più Samuel alzava lentamente le braccia verso il cielo.
La polvere salì dal suolo e cominciò a ruotare intorno a loro due.
Gli alberi vennero spogliati di tutte le loro foglie e le foglie vennero portate dal vento a creare una colonna verde intorno a Bonnie e Damon.
“Che sta succedendo?” - chiese Bonnie che dovette urlare per via delle urla altissime del vento.
“Non lo so! Ma mi sono rotto di muri verdi! Tutti questi stregoni sembrano avere una passione per i muri verdi!” - rispose Damon.
L’ululato del vento crebbe e la sua ferocia aumentò.
Bonnie e Damon si sollevarono da terra.
“Damon, che succede? Sei tu?” - chiese lei.
“No! E’ il vento! Ci sto provando a ritornare giù, ma non ci riesco!” - Damon era arrabbiato e Bonnie capiva il perché: Damon si sentiva impotente e questo non poteva sopportarlo.
Il vento li portò sempre più in alto verso l’apice della colonna di foglie e polvere.
Bonnie faceva fatica a tenere gli occhi aperti e i capelli le sferzavano il viso facendole quasi male.
Quando il vento ululò di nuovo, un fulmine squarciò il cielo e Bonnie, per lo spavento, fece l’errore di staccarsi da Damon.
Lui riuscì a riafferrarla appena in tempo, ma ormai erano distanti e si tenevano solo grazie ad una mano di lui che teneva una mano di lei.
Bonnie si sentiva trascinare via e si sentiva soffocare se provava ad aprire bocca anche solo per gridare.
Aveva gli occhi pieni di lacrime, ma non riusciva neppure a piangere perché non appena le piccole gocce d’acqua salata tentavano di lasciare i suoi occhi venivano subito asciugate dal vento.
Tentava di guardare Damon, ma le era quasi impossibile. In cambio, sentì la mano di lui scivolare sulla sua: ormai Damon la teneva solo per le dita.
La paura le attanagliò l’anima.
Bonnie riuscì a vedere Damon e ciò che vide la spaventò ancora di più: Damon aveva paura.
All’improvviso qualcosa cambiò.
Il vento cominciò a calare e Bonnie e Damon cominciarono a scendere.
Bonnie pensò che forse Samuel si stava indebolendo, ma presto si rese conto che si sbagliava di grosso.
Erano arrivati a circa due metri e mezzo da terra, a tenerli uniti erano ancora soltanto le loro mani, quando dall’alto una saetta scese dal cielo e si abbattè sulle loro mani unite: Bonnie e Damon furono costretti a dividersi.
In seguito fu solo un attimo e la colonna crollò, il vento li travolse con la sua ultima e violenta folata e li portò ai due lati opposti della radura.
Bonnie riuscì a non battere la testa coprendosela con le braccia, ma si ritrovò ad avere dolori in tutto il corpo dopo la terribile caduta.
Una risata la portò a voltarsi.
Lei e Damon erano esattamente l’uno di fronte all’altra, ma molti metri li separavano.
In mezzo a loro Samuel, nel pieno delle forze, rideva sguaiatamente.
“Scusate…se rido così! Ma quest’incantesimo è stato troppo divertente!” - disse.
“Tornatene da dove sei venuto, Samuel!” - gridò Damon.
“Ok! Ma tu verrai con me!” - rispose lo stregone.
Damon stava per rispondere, ma qualcosa glielo impedì.
Sotto di lui il terreno aveva cominciato a muoversi e due lunghi rami di quercia lo tenevano bloccato sul posto.
Samuel gli si avvicinò e gli si posizionò di fianco con il sorriso sulle labbra.
Bonnie tremò, ma riuscì a rialzarsi e, zoppicando, tentò di correre loro incontro.
Ma fu tutto inutile: un muro di luce si alzò alle spalle di Damon e dello stregone.
Il terreno sotto Damon si mosse all’indietro e lo trascinò attraverso la luce.
Lo stregone lo seguì e l’ultima cosa che Bonnie vide fu Samuel che le sorrideva e la salutava agitando la mano.
Poi tutto sparì: la luce sparì, Samuel sparì e Damon sparì inghiottito dalla luce che lo aveva portato chissà dove.
Bonnie era sola, dolorante ed impaurita.
Si avvicinò lentamente al posto dove prima era Damon e, dopo aver versato solo una lacrima, si voltò e si mise a correre disperata verso il pensionato…con il cuore a pezzi.







NOTE:
Ciao a tutti amatissimi lettori!!!
Spero che abbiate passato delle feste belle almeno quanto le mie e colgo l'occasine per augurarvi ancora un fantastico 2011!!!
Finalmente sono tornata a postare...non vedevo l'ora di liberermi un pò per rimettermi al computer!
In cambio, in questo periodo di pausa, ho buttato giù delle idee per i prossimi capitoli e ne ho scritti un paio....adesso devo solo revisionarli e correggerli!!!
Tornando a noi....
Aspettavate tutti la terza prova...beh...eccola: lo scontro con Samuel!
Questa volta non è andata molto bene, ma, naturalmente, potete benissimamente immaginare che questo non sarà il loro unico scontro.
Comunque annuncio ufficialmente che Samuel è una carogna!!!
Insomma....si è inventato tutta questa cosa delle prove solo per stancarli e dividerli perchè in realtà il suo piano è un altro...e lo scoprirete nei prossimi capitoli!
Inoltre si è portato via Damon e, se ricordate bene, nello scorso capitolo era stato preso Stefan.
Perchè? Cosa ha in mente? Che succederà adesso?
Beh...ovviamente non posso rispondervi adesso altrimenti vi rovino la lettura dei capitoli che posterò successivamente...però posso dirvi che non sarà nulla di buono!!! E che Samuel è pazzo!!!
Adesso che le prove sono finite, dal prossimo capitolo la narrazione riprenderà normalmente con tutti i personaggi insieme!!
In particolare, nel capitolo di giovedì vedremo come Bonnie ha preso la scomparsa di Damon, come scoprirà anche del rapimento di Stefan e....so che in molti lo aspettavano....finalmente rincontrerà Lucas e si faranno una bella chiacchierata!!!
Quindi alla prossima...ci "vediamo" giovedì sera....BACIONI....IOSNIO90!

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Capitolo 13
*** Capitolo undicesimo ***


Capitolo undicesimo

Quando arrivò alla porta del pensionato era completamente distrutta.
Aveva corso a perdifiato per tutto il bosco, con le ossa a pezzi e le lacrime che le offuscavano la vista…e non era stata una cosa semplice.
Non si era permessa neppure per un secondo di pensare a Damon durante la corsa perché sapeva che se avesse pensato a lui non ci sarebbe mai arrivata al pensionato.
Invece aveva pensato ai suoi amici…erano gli unici che potevano aiutarla, ma non sapeva in che condizioni erano e se tutto fosse filato liscio…almeno per loro.
All’esterno del pensionato non si vedeva nessuno e non c’erano rumori.
Aprì la porta di scatto e ciò che vide la sorprese: erano tutti lì, sani e salvi!
Elena le corse incontro piangendo e la strinse forte. Poco dopo si unì anche Meredith al loro abbraccio: erano di nuovo insieme.
Quando sciolsero l’abbraccio, dopo quella che le era sembrata un’eternità, Elena le accarezzò il viso…ma continuava a piangere.
Bonnie si asciugò le lacrime frettolosamente prima di parlare.
“Elena…che succede?” - chiese.
Elena sembrò sul punto di avere un’altra crisi di pianto, ma si trattenne…non senza sforzo.
“L’hanno preso, Bonnie! L’hanno preso!” - disse disperata.
“Cosa? Chi? Che è successo?” - chiese allarmata Bonnie.
“Hanno preso Stefan!” - disse Meredith.
“Ed è stata solo colpa mia!” - continuò una voce che a Bonnie sembrava tremendamente familiare.
Si guardò intorno e alle spalle di Meredith lo vide.
“L-Lucas? Sei tu?” - chiese.
Il vampiro annuì, facendosi avanti e accennando un sorriso che non riuscì a contagiare gli occhi.
“Lucas è venuto per aiutarci! Gli stregoni e tutta la magia che c’è stata qui negli ultimi tempi hanno attirato l’attenzione di altre creature e la voce che qui stava succedendo qualcosa si è sparsa in fretta fino ad arrivare a lui…così è venuto a dare una mano! E’ solo grazie a lui se io, Matt, Elena e la signora Flowers siamo vivi!” - spiegò Meredith.
“Sì, ma è anche vero che è solo colpa mia se Stefan è stato preso! Ero andato ad aiutarlo, ma lo stregone è stato furbo…..e l’ha portato via con se!” - continuò Lucas.
“No, Lucas! La colpa non è tua…non potevi fare nulla! Lo stregone ti ha fatto un incantesimo e ti ha immobilizzato….non potevi intervenire!” - cercò di consolarlo Matt.
“Aspetta! Che significa? Dove hanno portato Stefan?” - chiese Bonnie.
“Nel Regno Magico!” - rispose Elena desolata.
Un brivido percorse tutta la spina dorsale di Bonnie.
“Allora…allora è di nuovo lì che hanno portato anche….” - disse, ma un magone le bloccò la gola impedendole di finire la frase.
Bonnie si portò una mano al cuore.
“Hanno portato anche…?” - chiese Elena, poi cominciò a guardare alle spalle di Bonnie, verso la porta - “Oddio! Bonnie…dov’è Damon?” - chiese.
Bonnie non riuscì a trattenere le lacrime e scoppiò a piangere.
Elena capì all’istante e l’abbracciò forte.
“Ce li riprenderemo…sta tranquilla!” - le sussurrò tra i capelli.
“Ok! Facciamo il punto della situazione! Hanno preso Damon e Stefan e li hanno portati nel loro Regno…ma perché? Perché non ucciderli qui? E perché non hanno preso anche Katie e Bonnie visto che vi vogliono tutti e quattro?” - intervenì Meredith, lucida come sempre.
“Perché è sempre stato questo il loro piano…ci hanno preso in giro!” - rispose Katie, seduta su una sedia vicino Matt con i gomiti sul tavolo.
“Spiegati!” - disse Bonnie asciugandosi le lacrime e cominciando a bere una tazza di tè caldo che le aveva appena portato la signora Flowers.
“Loro non volevano ucciderci qui…Samuel vuole finire quello che ha cominciato! Voleva dividerci per tenere gli umani lontani! Poi voleva uccidere me qui e portare Damon e Stefan nel Regno per ucciderli lì!” - disse Katie.
“Continuo a non capire perché, se li voleva morti comunque, non li ha uccisi qui!” - disse Lucas.
“Esistono pochi modi per creare un portale che colleghi questo mondo con il Regno magico! Uno è un incantesimo comune, come quello che conosco io, ma mi ci vorrebbero settimane perché il portale si apra! Poi ci sono le pietre stella, come quella che ci diede Hugh e che io, Bonnie, Damon e Stefan abbiamo usato per fuggire dal Regno…ma di queste pietre ormai non ne esistono quasi più! Poi c’è un altro incantesimo, un incantesimo che solo i Consiglieri e gli stregoni più forti conoscono…è un incantesimo immediato e funziona all’istante e, quasi sicuramente, è quello che hanno usato Samuel e Richard per portare con loro Damon e Stefan! Ora….se ho capito bene….l’obiettivo di Samuel è distruggere Bonnie per poi prendere anche lei! Ha portato via Stefan e Damon perché conta sul fatto che Bonnie non riesca a trovare nessun modo per arrivare nel Regno prima che lui li abbia uccisi….così Damon morirà e morirà per Bonnie perché tutta questa storia è cominciata per Bonnie e lei non potrà fare nulla per impedire che lui muoia e allora cadrà a pezzi, si sentirà in colpa e lui potrà prenderla!” - rispose Katie.
“Ma se vuole uccidere anche Bonnie perché non ha portato via anche lei?” - chiese Meredith.
“Non ho detto che vuole ucciderla……ho detto che vuole prenderla: è diverso! Adesso vi racconterò una storia così capirete perché si è scatenato tutto questo. Bonnie discende dai druidi…, e questo lo sapete, ma non sapete che i druidi furono i capostipiti della nostra razza, furono loro a portare la magia nel mondo e a creare il Regno Magico. I discendenti dei druidi sono come…la nostra nobiltà! Ora….circa un centinaio di anni fa, nel Regno ci fu una sorta di guerra civile! Le famiglie druide si unirono contro il Consiglio perché loro volevano la pace con gli esseri oscuri. Queste famiglie credevano che non tutti gli esseri oscuri erano cattivi e non tutti dovevano essere uccisi. Proposero di giudicare coloro che erano sospettati di crimini e uccisioni tramite un processo a cui seguiva una condanna che non doveva essere necessariamente la morte….e di lasciare liberi tutti gli esseri oscuri che non nuocevano a nessuno! Il Consiglio non lo accettò, ma il pensiero delle famiglie druide si era esteso a molte altre famiglie e si erano cominciate a diffondere idee di uguaglianza tra noi e gli esseri oscuri. Si scatenò la guerra e ci furono molti morti! Le famiglie druide e i loro affiliati riuscirono a fuggire e si nascosero tra gli umani, annullando le loro aure e celando i loro Poteri! Il Consiglio li cercò a lungo, ma non riuscì mai a trovarli! Decine di anni dopo la ferita bruciava ancora e il Consiglio continuava a cercare. Un giorno trovarono qualcosa: un elenco di parole e nomi….una specie di pagina di un qualche libro antico dove c’erano scritte brevi formule e alcuni nomi e cognomi che venivano fuori da anagrammi di altri nomi e cognomi! Ma questa pagina scritta era troppo poco per ricominciare a cercare quindi con il tempo le ricerche si fermarono, ma il desiderio di vendetta si è tramandato da Consigliere a Consigliere fino a Samuel.
Quando Ted ha fatto il tuo nome, Bonnie, Samuel si è….illuminato e sai perché? Perché McCullough era uno dei nomi scritti sulla pagina e ha collegato te ai druidi! Quindi ha mandato il Labirinto, poi ti ha rapita e ora questo! Lui non ti vuole uccidere, Bonnie! Tu gli servi per avere la vendetta che il Consiglio aspetta da anni! Se tu entrerai nelle sue schiere, lui riconfermerà la supremazia assoluta del Consiglio su tutti gli stregoni, perfino sui druidi! E…naturalmente….lui sarà quello che verrà ricordato, sarà colui che avrà maggior prestigio perché sarà lui a riportare i druidi nel Regno!” - raccontò Katie.
“E se dovesse uccidere Damon…..ci riuscirà a prendermi! Perché non avrei più la forza per fare nulla!” - disse Bonnie, distrutta e con la voce rotta dal pianto.
“Ma questo non succederà, mai! Perché noi riusciremo ad entrare nel Regno e riusciremo a salvare sia Damon che Stefan!” - disse Meredith, sicura.
“Stefan….cosa c’entra Stefan? Perché ha preso anche lui?” - chiese Elena.
“Perché Stefan era stato condannato nel Regno e nel Regno deve morire…è la legge! In quanto a me….io ho tradito il Regno, ma non ho mai avuto una condanna pubblica e per lui sarebbe stato molto meglio che io morissi qui così da non dovermi più rincontrare!” - rispose Katie.
“Ma tu sei viva!” - disse, sorridendo, Matt.
Katie rispose al sorriso.
“Allora, da come ho capito, dobbiamo trovare un modo alternativo per entrare in questo Regno, giusto?” - chiese Lucas.
“Giusto! Ma non è semplice! Katie, non conosci nessun altro modo oltre quelli che ci hai detto?” - chiese Meredith.
“Non ce ne sono di altri modi!” - rispose, secca, la strega.
“E allora cosa facciamo?” - chiese Elena con la voce rotta dal pianto.
Katie sospirò: “Io andrò a parlare con la strega Susan in cantina! Mi farò dire l‘incantesimo che hanno usato loro!”
“Non sarà pericoloso?” - chiese Matt.
“Non credo! Per quello che so di lei….è una strega brava con gli incantesimi mentali, ma non con gli attacchi fisici! E per fare incantesimi mentali abbastanza potenti deve essere in buona forma….cosa che non è visto che è stata tramortita da un vampiro! Forse sarà sveglia, ma starà male e sicuramente non sarà riuscita a sciogliere le corde che la tengono legata!” - riflettè Katie.
“Di quale strega parlate?” - chiese Bonnie.
“La strega Susan è quella che teneva la signora Flowers sotto incantesimo! Lucas l’ha colpita e l’abbiamo segregata in cantina con un incantesimo della signora Flowers!” - spiegò Meredith.
“La signora Flowers ha fatto un incantesimo?” - chiese Bonnie.
“Bisogna restituire pan per focaccia a certa gente!” - intervenne l’anziana donna.
Bonnie sorrise: “Ma gli altri stregoni?” - chiese.
“Maddy e Sean sono morti per mano del vampiro….io ho ucciso Timothy, quello che era con me!” - rispose Katie.
Bonnie annuì.
“Bene! Adesso credo sia il caso di darci una mossa se vogliamo salvare Stefan e Damon!” - disse Lucas.
Katie annuì e si voltò verso Matt: “Perdonami per quello che sto per fare! Tu sei buono e capirò se dopo tu non voglia più avere a che fare con me!” - gli disse, poi si voltò verso gli altri: “Dopo che sarò entrata in cantina….non vi spaventate se sentirete delle urla e non aprite quella porta….quando dovrò uscire sarò io stessa a farlo!” - continuò.
“Urla? Katie, cosa vuoi fare?” - chiese Elena.
“E’ una seguace fedele di Samuel! Se non parlerà con le buone….dovrò obbligarla!” - disse e si alzò avviandosi verso la cantina.
Quando Katie raggiunse la porta, la aprì ed oltrepassò la soglia buia….prima di richiuderla si voltò di nuovo verso Matt e sussurrò: “Mi dispiace!”.
Dopo un quarto d’ora di assoluto silenzio, cominciarono a risuonare in tutto il pensionato le urla strazianti della povera strega torturata.

Le urla continuavano e diventavano sempre più forti e cariche di dolore.
Lucas guardava Matt che, impaziente, faceva su e giù davanti alla porta della cantina.
Si avvicinò all’amico.
“Stai bene?” - gli chiese.
“Sono solo preoccupato per lei!” - rispose Matt.
Lucas lo capiva…dopotutto quella situazione era diventata difficile per tutti, perfino per lui che era appena arrivato.
Si guardò intorno e vide che erano rimasti da soli.
Elena e Meredith erano salite nella camera di Stefan e la signora Flowers era in cucina.
Decise di uscire sul terrazzo: gli era sempre piaciuto quel posto.
Lì trovò Bonnie.
Se ne stava seduta su una panca in legno, con la schiena appoggiata al muro e gli occhi tristi, rivolti alla luna.
La sua bellezza era straziante per il povero cuore ancora sanguinante del vampiro.
Le si avvicinò e si sedette di fianco a lei.
Gli faceva male vederla stare male, vederla stare male per un altro. Ma non riusciva a lasciarla sola in quel momento: l’amava ancora troppo per poterle negare il suo aiuto.
“Come stai?” - le chiese.
“Non bene!” - rispose lei scuotendo la testa.
Tacquero per qualche minuto, poi Bonnie si voltò vero di lui.
“Scusami, Lucas! Perdonami se ci riesci!” - gli disse.
“Perché mi chiedi scusa?”.
“Per quello che ti ho fatto…per come ti ho abbandonato!”.
“Bonnie non voglio le tue scuse…non le ho volute allora e non le voglio adesso!” - le disse sincero.
“Lo so! Ma ti devo almeno una spiegazione chiara!” - ribattè lei.
Lucas si arrese: “Se proprio non puoi farne a meno…”.
Bonnie sorrise: “Ti racconterò la storia dall’inizio….da quando ho conosciuto Damon e Stefan per la prima volta! Vedi…all’inizio Damon mi faceva paura e devo dire che lui ne ha approfittato spesso della mia paura….era come se si divertisse a terrorizzarmi! Ma io ho sempre sentito, anche allora, una specie di legame tra noi! Sicuramente lo sentivo solo io….lui all’epoca….beh…la conosci anche tu tutta la storia con Elena, no?” - chiese.
Lucas annuì.
“Beh…lui era innamorato di Elena e io ero….no, io non ero niente! Nonostante questo, però, Damon mi ha mostrato lati di sé che non mostrava a nessuno. Lo ha fatto involontariamente, ma l’ha fatto e questo ha fatto si che quello che mi legava a Damon crescesse, maturasse e diventasse amore: mi innamorai di Damon! Lui non lo sapeva o faceva finta di non saperlo….esisteva solo Elena! Però poi successe qualcosa: lui mi salvò la vita…più volte! Una volta ero in fin di vita e lui mi diede addirittura il suo sangue pur di riportarmi indietro! Da quell’episodio…ogni volta che io ero in pericolo, lui mi proteggeva…ogni volta che lo chiamavo, lui accorreva! Non importava cosa stesse facendo o dove fosse….quando io ne avevo bisogno lui era sempre lì! Inutile dire che il mio amore per lui crebbe e insieme a quello crebbe la sofferenza…perché lui non mi amava…perché amava la mia migliore amica e io ero costretta a guardarlo ogni giorno mentre le diceva e faceva per lei cose che volevo fossero rivolte a me! Poi sconfiggemmo i demoni, Elena scelse Stefan e Damon se ne andò! Ci rimasi malissimo…soffrivo, ma non potevo darlo a vedere! Dopo un po’, arrivasti tu e mi riportasti in vita sanando le ferite che Damon mi aveva inferto! Per la prima volta in tutta la mia vita mi sentii speciale! Fino a quel momento ero sempre stata la seconda, il rimpiazzo di Elena o di Meredith…a seconda dei casi! Tu invece scegliesti me…senza pensarci! Non credere che io ti abbia preso in giro, perchè non è così! Io ti amavo per davvero! Ma Damon tornò e tutti quei sentimenti che avevo represso, tutte quelle ferite che tu avevi curato…tornarono all’improvviso e più forti di prima! All’inizio lo odiai perché mi stava facendo male…di nuovo, poi, però, lui mi disse che mi amava e me lo dimostrò e io lo sentii….per la prima volta io lo sentii per davvero e capii che ciò che diceva era vero, che i suoi sentimenti per me erano reali e che quelli per Elena erano scomparsi del tutto! Lo avevo aspettato così tanto…e nonostante io ti amassi, sentivo che potevo vivere solo con lui accanto a me!!! Durante quest’anno sono stata…felice, veramente felice! Ma poi è arrivata la magia, sono arrivati gli stregoni, è arrivato Samuel e me lo ha portato via!” - finì nascondendo il viso tra le mani e scoppiando in lacrime.
Lucas l’abbracciò stretta.
Era doloroso sentirla dire che era felice con Damon, ma ricacciò indietro i suoi sentimenti: lui voleva che Bonnie fosse felice e se Damon la rendeva tale allora avrebbe fatto di tutto per ritrovarlo.
Si staccò da lei e le asciugò le lacrime.
“Ascolta….Damon non mi piace molto! Un po’ perché mi ha battuto nella lotta per il tuo cuore, un po’ per quello stupido nomignolo che usa per chiamarmi e che spero abbia dimenticato < inglesino >! Ma so che ti fa felice e che ti ama, anche perché se così non fosse stato io non ti avrei mai lasciata andare, quindi ti prometto che lo troverò! Troverò Damon…per te! E troverò Stefan, per Elena e perché lui sì che mi piace…è un buon amico!” - le disse.
Bonnie sorrise: “Si! Stefan è un buon amico! Grazie Lucas!” - disse.
“Di niente! Adesso sorridi!” - rispose il vampiro, rilassandosi e sorridendo a sua volta.
All’improvviso il rumore di una porta attirò la loro attenzione e subito sentirono la voce di Matt.
“Venite tutti! Katie ha scoperto qualcosa!” - gridò.
Lucas e Bonnie si guardarono e tornarono insieme in salotto.
Contemporaneamente anche Meredith ed Elena scesero di corsa al piano di sotto e la signora Flowers si affacciò dalla porta della cucina.
Katie e Matt erano davanti alla porta chiusa della cantina.
Matt sorrideva raggiante e sollevato e teneva Katie per la vita.
“Allora?” - chiese Elena.
“So come fare ad entrare nel Regno!” - annunciò Katie.







NOTE:
Ciaoooooo!!! Buona Epifania....spero che la Befana vi abbia portato tante cose buone! Per quanto riguarda me....mi sa che continuerò a mettere chili...ma, pazienza....come dico sempre: "Si vive una volta sola, quindi meglio approfittarne!" XDXDXDXDXD
Allora....Katie sa come entrare nel Regno.....bella notizia, no? Lei lo sa....e anch'io lo so....ma per quanto riguarda voi dovrete aspettare domenica!!!
Sono un tantino cattiva, lo so! Ma mi piace un sacco finire i capitoli così.....!
Vediamo un pò come si sono messe le cose...
Beh, questo era ovviamente un capitolo di passaggio, ma, come ho già spiegato nella nota dello scorso capitolo, mi è servito per fare un pò di cose...tipo: Lucas e Bonnie che si rincontrano e Katie che svela il piano di Samuel!
Samuel anche quando non c'è ci ricorda quanto sia crudele e malefico. Insomma, si è portato via Damon perchè vuole ucciderlo lontano da Bonnie in modo che lei non possa fare niente e cada a pezzi.....è sadico!
Stefan...beh, lui si è ritrovato di mezzo per via della legge magica: quando qualcuno viene condannato nel Regno è lì che deve morire!
Per questo Katie poteva anche morire subito perchè, se ricordate bene, nel Sigillo Damon e Stefan hanno avuto un vero processo e una vera condanna, mentre Katie no perchè è scappata prima!
Lucas e Bonnie...beh mi sembra ovvio che lei non faccia che parlare di Damon visto lo stato d'animo in cui è, ma Lucas è un grande e la capisce anche se ne è ancora innamorato!
Per adesso ancora niente dal versante Damon/ Stefan, ma nel prossimo torneranno e Damon scoprirà un pò di cose che faranno tornare a galla la sua proverbiale gelosia!!!XDXDXDXDXD
Adesso vi lascio...a domenica sera....BACIONI...IOSNIO90!

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Capitolo 14
*** Capitolo dodicesimo ***


Capitolo dodicesimo

Aveva perso i sensi per non sapeva esattamente quanto tempo.
L’ultima cosa che ricordava era Lucas, immobilizzato, che guardava sofferente lui che veniva portato via dallo stregone Richard senza nessuna possibilità di ribellione.
Ma quando si risvegliò non c’era più nessun Lucas e nessuno stregone….non c’era più nulla.
Stefan era completamente al buio.
Dei colpi risuonavano da un punto vicinissimo a lui, ma non ci badò.
Non aveva idea di dove fosse finito. L’unica cosa che poteva dire con certezza era che si trovava in un posto piccolo, senza luce ed era disteso su una fredda lastra di pietra.
Portò cautamente una mano sul petto, laddove era stato colpito. Il dolore che gli aveva fatto perdere i sensi era sparito e non riusciva a capire perché.
Toccandosi, però, non trovò nulla.
Niente ferita, niente sangue, niente di niente.
- E’ impossibile! - pensò - Non posso essere guarito così in fretta…..quanto tempo è passato? Quanto sono rimasto privo di sensi? - Stefan era preoccupato.
In quel preciso momento i colpi che aveva ignorato si fermarono e Stefan, che si stava mettendo a sedere, riuscì a scorgere una figura attraverso il buio.
La figura si voltò verso di lui e, pian piano, Stefan la mise a fuoco.
“Damon?” - chiese.
“Ah! Noto con piacere che ti sei svegliato!” - rispose Damon, distogliendo la sua attenzione dalla parete che, fino a poco prima, stava prendendo a pugni.
“Dove siamo?” - chiese Stefan guardandosi intorno.
“Mi sembra ovvio, genio! Siamo nella nostra cara, vecchia cella nel Regno Magico!” - rispose Damon, sarcastico.
“Cosa è successo?” - Stefan era confuso….non capiva cosa ci facesse lì Damon.
“E che vuoi che ne sappia io di quello che ti è successo! Io so solo che ero nel bosco e quel brutto verme viscido di Samuel ha fatto una delle sue diavolerie separando me e la streghetta. Poi mi ha….preso e mi ha portato qui dove tu già dormivi come il bell’addormentato!” - rispose Damon irritato.
Stefan si toccò di nuovo il petto.
“E tutto questo quando è successo? Quanto tempo ho dormito?” - chiese.
“Non lo so! Io sono arrivato da circa un’ora…tu poco prima di me!” - rispose Damon.
“Ma…la ferita? Io ero ferito!” - disse Stefan.
“Lo so! L’ho notato! E c’è da dire che ti ho dovuto dare parecchio sangue per rimetterti in sesto!” - rispose Damon.
Stefan era sconcertato. Non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito.
“Tu…tu mi hai dato il tuo sangue?” - chiese.
“Si!” - rispose Damon, poi notando l’espressione allibita ed emozionata di Stefan si affrettò ad aggiungere - “Ti ho dato il mio sangue, ma non ti montare la testa! L’ho fatto solo perché se voglio andarmene da qui….tu mi servi! E poi non ho nessuna intenzione di subirmi la scena madre di Elena depressa e furiosa se mai dovessi tornare lasciandoti qui!”.
Il pensiero di Elena lo fece sorridere: lei era al sicuro….Lucas glielo aveva detto e lui si fidava del suo amico!
“Non mi sembri molto preoccupato per Elena!” - osservò Damon scrutandolo in viso.
“Perchè non ho motivo di esserlo! Elena è al sicuro!” - rispose Stefan.
“Ah si? E come fai ad esserne così sicuro? Ti è apparsa in sogno?” - chiese ironico Damon incrociando le braccia e guardandolo, divertito, con un sopracciglio alzato.
Stefan evitò la provocazione di Damon e rispose sinceramente.
“Lo so perché me lo ha detto Lucas prima che fossi portato qui! Era venuto per aiutarmi, ma lo stregone che era con me gli ha fatto un incantesimo per immobilizzarlo! Comunque è riuscito a dirmi che aveva salvato Elena e questo significa che ha salvato anche Matt e Meredith e anche la signora Flowers, visto che era lì! Di Katie non so nulla….ma sicuramente anche Bonnie sarà al sicuro con Lucas, adesso, visto che Samuel ha lasciato perdere lei ed è tornato nel Regno con te!” - spiegò.
Durante la sua spiegazione Stefan aveva notato che Damon aveva perso il suo sorrisino ironico.
“Aspetta un attimo, fratellino! Lucas? Che Lucas?” - chiese Damon.
A Stefan sembrava vagamente irritato.
“Non so tu, ma io devo ammettere che nonostante la mia veneranda età conosco un solo Lucas! Inglese, vampiro….ex quasi marito di….” - cominciò, ma venne interrotto da un ringhio di Damon.
Stefan si sorprese.
- Mi correggo: non è VAGAMENTE arrabbiato….è DECISAMENTE MOLTO arrabbiato - pensò
“L’inglesino! E’ tornato!” - sibilò Damon stringendo i pugni.
“S-sì! Ma non capisco perché ti arrabbi tanto! Dovresti essere contento del fatto che è venuto ad aiutarci e che adesso è con Bonnie e la tiene al sicuro!” - disse Stefan.
“Contento? Dovrei essere contento del fatto che quello lì stia insieme alla mia streghetta e che possa approfittare del fatto che è fragile e provata per via di tutta questa storia?” - gridò Damon fuori di sé.
“Damon, calmati! Ti ricordo che Lucas non è il tipo di persona che approfitta delle ragazze tristi e depresse. TU sei quel tipo di persona! Oppure ti sei dimenticato di quando hai fatto di tutto pur di avere Elena mentre lei era disperata per il fatto che io fossi tenuto prigioniero nello Shi no Shi?!?” - rispose Stefan.
Damon lo fissò per qualche istante prima di replicare.
“Mi sembrava che avessimo chiarito quella faccenda e che adesso fosse tutto apposto, no? Comunque sia la situazione è molto diversa. Io non sono mai stato il quasi marito di Elena e tra noi non c’è mai stata una vera e propria relazione! Tra l’inglesino e la streghetta invece sì! Lui potrebbe approfittare di questo momento per ricordarle di quando stavano insieme!” - disse.
Stefan lo fissò esasperato e perplesso.
“Come fai?” - chiese.
“A fare che?”.
“Noi siamo rinchiusi qui dentro senza poter fare nulla. Samuel è sicuramente là fuori a fomentare tutti gli altri stregoni. Probabilmente ci uccideranno presto e tutti e due sappiamo che ne hanno la capacità. Inoltre ogni singola persona che potrebbe esserci d’aiuto o è morta oppure non è in questo mondo, ma in quello umano. Eppure tu non te ne preoccupi affatto e stai lì a dire frasi insensate pensando soltanto alla tua ossessiva e alquanto stupida gelosia nei confronti di Bonnie. Come fai? Spiegamelo!” - rispose Stefan.
“La mia gelosia non è né stupida né ossessiva! Al contrario…è molto sensata! E poi non c’è molto che possiamo fare, questa cella è a prova di vampiro! Quindi è inutile stare qui a deprimerci!” - rispose Damon mettendosi a sedere sul pavimento con la schiena appoggiata al muro e lo sguardo dritto davanti a sè.
Nella cella cadde il silenzio.
Stefan tornò a stendersi sulla panca di pietra su cui si trovava e provò a < non deprimersi >, come aveva detto Damon.
Piuttosto immaginò Elena.
La vide sorridere felice, con i capelli d’oro mossi dal vento mentre correva spensierata sull’erba verde.
Era così bella la sua Elena….
“Credi davvero che non dovrei preoccuparmi? Per l’inglesino intendo!” - la voce pacata di Damon lo riportò alla realtà.
“Insomma….Bonnie…..Ecco lei ha sofferto per anni a causa mia e della mia stupidissima ossessione per Elena, prima che stessimo insieme! E poi dopo sono riuscito a tenerla al sicuro per appena un anno prima che cominciasse tutta questa storia! E solo perché uno stregone la vide con me! Una strega e un vampiro….impossibile, inammissibile, contro ogni legge!” - continuò Damon.
“Appunto…lo hai detto! Una strega e UN VAMPIRO. Non una strega e Damon! Tutta questa storia non è cominciata a causa tua. Bonnie non è stata presa di mira perché era con te in quanto Damon Salvatore. Bonnie è stata presa di mira perché era con te in quanto vampiro! Sarebbe successo lo stesso se l’avessero scoperta con Lucas! E sarebbe successo lo stesso anche se fossero venuti a sapere che io e lei siamo amici! Questo non riguarda te personalmente, Damon! Riguarda loro. Samuel e tutti quelli che sono con lui non riescono neppure a concepirla l’idea che possa esserci una qualsiasi sorta di legame affettivo tra una creatura magica e una creatura oscura. Per loro l’unico legame che possiamo avere è quello tra cacciatori e prede….in cui i cacciatori sono loro e noi siamo le prede! Inoltre, come hai detto tu, Bonnie ha sofferto molto per te! Io, personalmente, posso dirti che se c’è una cosa che ho imparato vivendo tra gli umani è che più si tiene a qualcuno e più si soffre. Vedi…per come la vedo io….possiamo dire di amare una persona tutte le volte che vogliamo! Ma se, quando questa persona si allontana, noi non soffriamo…allora significa che non ce n’è mai importato per davvero. Quindi se Bonnie ha sofferto tanto per te e ha continuato a soffrire anche quando tu sei tornato e lei stava con Lucas, questo significa che ti ama per davvero e che non averti vicino le logora l’anima!” - rispose Stefan continuando a restare sdraiato.
“Quindi dici che non devo preoccuparmi! Che non ha mai amato Lucas!” - disse Damon.
“Non sto dicendo che non ha mai amato Lucas! Secondo me Bonnie ha amato davvero Lucas e forse con lui si era anche illusa di averti dimenticato. Ma quando sei tornato si è resa conto che non era così! Io penso che lei abbia amato Lucas, ma non come ha sempre amato te! E proprio per questo non devi preoccuparti perché lei ti ama come non potrà mai amare nessuno. E, ironia della sorte, è stato proprio il sentimento che provava per Lucas a farglielo capire!!! Anche se sono io che non capirò mai come sia possibile che una persona tanto buona e sensibile come Bonnie possa amare tanto un tipo come te!” - rispose Stefan.
“Gli opposti si attraggono! Mai sentito dire?” - fece Damon.
“Certo! Ma non credo sia questo il caso!!! Forse il fatto che Bonnie si sia innamorata di te significa che c’è ancora speranza!” - rispose Stefan.
“Speranza per cosa?”.
“Speranza per te! Forse lei, creatura pura e gentile, ha visto in te un qualcosa che l’ha conquistata….un tuo lato buono e puro che non mostri a nessuno!” - ipotizzò Stefan.
Damon non rispose. Si limitò ad emettere un suono che era una via di mezzo tra ringhio e un lamento.
“Questa cella mi fa male!” - disse, all’improvviso, Damon.
“Perché?” - chiese Stefan.
“Perché ogni volta che sono qui dentro mi metto a fare conversazioni civili con te! E la cosa è rivoltante e altamente preoccupante!” - rispose Damon.
Stefan sorrise.
“Hai ragione! Però mi domando: adesso che non c’è più nulla a dividerci, perché non possiamo essere civili anche fuori da questa cella e, magari, smetterla di farci la guerra?” - chiese.
“E’ divertente farti la guerra! E poi…le vecchie abitudini sono dure a morire!” - rispose Damon.
“Hai deciso di parlare per proverbi e modi di dire, oggi? E io che credevo che li detestassi!” - disse Stefan.
“E’ vero! Ma so che tu li odi più di me…quindi io li uso! Così ti irrito!” - rispose schietto Damon.
Stefan si ritrovò a ridere involontariamente.
Poco dopo uno spostamento d’aria nella cella lo incuriosì.
Quando si mise a sedere sentì la mano di Damon che gli afferrava la gola e lo ributtava giù.
“Ascoltami bene, fratellino! Se solo ti azzardi a parlare con qualcuno di queste nostre…conversazioni civili….io ti ammazzo!” - lo minacciò prima di sorridergli e lasciarlo libero per tornarsi a sedere dove era poco prima.
Stefan si massaggiò la gola.
“Credevo che non volessi essere costretto a subirti la scena madre di Elena depressa e furiosa se mi succede qualcosa?!?” - disse Stefan.
“Infatti! Ma una cosa è se ti succede qualcosa per colpa di qualcun altro e una cosa molto diversa è se ti succede qualcosa per mano mia!” - rispose Damon.
“Cioè?”.
“Se ti uccide qualcuno altro io sarò costretto a subirmi la sua sfuriata senza la minima cosa a cui aggrapparmi per pensare ad altro. Invece…se ti faccio fuori io, con le mie mani, allora l’euforia che proverò sarà talmente tanta che Elena potrà fare tutte le scene che vorrà senza guastare minimamente il mio umore che, sicuramente, sarà alle stelle!!!” - spiegò Damon, tranquillo.
Stefan sorrise: ormai, dopo tutti quegli anni, trovava addirittura divertenti tutte le minacce di morte del fratello.
“Capito!” - disse con tono accondiscendente - “Come vuoi tu, Damon!”.

“Quindi stai dicendo che l’unica cosa che dobbiamo fare affinchè si apra un portale per arrivare nel Regno Magico è procurarci una pietra azzurra proveniente direttamente dai fondali dell’Oceano Pacifico, poi ridurre questa pietra in polvere, mischiare la polvere con del comune sale da cucina, cospargerci il capo con questo miscuglio e infine pensare il nome del posto in cui si vuole andare cioè…Kemet, Regno Magico?” - chiese Elena, scettica.
“Si, è così!” - rispose Katie annuendo per l’ennesima volta alla stessa domanda che tutti, a turno, le avevano rivolto.
“Anche la parte del cospargersi il capo con la polvere magica? Sei sicura?” - chiese Elena.
Katie annuì di nuovo.
“Proprio sicura? Insomma…in stile: Peter Pan che scuote Trilli sulla testa di Wendy per…cospargerle il capo…di polvere fatata in modo che lei possa volare?”  - chiese, ancora, Elena.
“Si! Dobbiamo fare così!” - rispose esasperata Katie.
“Ok! Ma possiamo fidarci? Come fai ad essere proprio sicura del fatto che la strega non ti abbia mentito per farci perdere tempo?” - chiese Meredith.
“Ho fatto un incantesimo! Ho scritto la mia richiesta e la sua risposta su un foglio e glielo fatto firmare! Una specie di…contratto magico, se così si può dire! Se la sua risposta alla mia domanda è vera allora lei vivrà….invece se ha mentito…morirà!” - rispose Katie.
“Morirà…per via dell’incantesimo che le hai fatto?” - chiese Bonnie.
“Non proprio! Se lei ha mentito l’incantesimo le toglierà i suoi poteri e la ridurrà in fin di vita in modo che poi la si possa uccidere senza che lei possa difendersi!” - spiegò Katie.
“Ah! Ma tu hai detto che è una fedele seguace di Samuel…non credi che potrebbe persino sacrificarsi per lui?” - chiese Matt.
“Sì! E’ per questo che le ho detto che l’avrebbe uccisa Lucas!” - rispose Katie.
“Io?” - chiese sorpreso il vampiro.
“Si, tu! Se le avessi detto che ad ucciderla sarei stata io…lei non si sarebbe fatta scrupoli a sacrificarsi per la causa di Samuel! Ma Susan è una donna profondamente razzista e orgogliosa: non permetterebbe mai che una creatura oscura le togliesse la vita! Piuttosto tradirebbe Samuel consegnandoci le chiavi del Regno!... E poi è convinta che non ce la faremo!” - rispose la strega.
“Ma noi ce la faremo! Dobbiamo farcela!” - disse Elena - “Detto questo…mi chiedevo…..vada per il sale da cucina e il cospargersi il capo: ma da dove la prendiamo una pietra azzurra proveniente direttamente dai fondali dell’Oceano Pacifico? Capisco che le cose siano diverse nel Regno Magico, ma qui non si trovano facilmente certe cose!” - continuò.
“Giusto! Ed è questo il problema! Nel Regno Magico ogni negozio è pieno di pietre del genere perché sono poco costose, carine e sono considerate poco importanti! Io stessa ne ho molte, ma non le ho portate in quanto non sapevo che fossero così indispensabili!” - rispose Katie.
“Ragazzi miei…per questo posso aiutarvi io!” - intervenne la signora Flowers sbucando dalla sua stanza dove era andata poco prima, subito dopo la spiegazione di Katie su come fare ad aprire il portale.
“Cosa intende, signora Flowers?” - chiese Matt sorridente.
La donna rispose al sorriso e posò sul tavolo quello che sembrava essere un bracciale molto antico, completamente in oro e con attaccata una luminosa pietra azzurra a forma di goccia.
Si avvicinarono tutti al tavolo con il capo chino sul bracciale.
“Quella non sarà mica…?” - chiese Bonnie.
“E’ la pietra che ci serve!” - esclamò Katie stupita.
“Signora Flowers… da dove l’ha tirata fuori?” - chiese Matt.
“Ce l’ho da tanto…è un regalo! Ero giovane e innamorata di uno stregone davvero molto affascinante che mi diede quel bracciale, un giorno…sulla spiaggia, dicendomi che se mai fossimo stati lontani avrei dovuto usare quello per arrivare da lui! Purtroppo non fece in tempo a dirmi come usarlo perchè lo riportarono nel suo mondo!” - raccontò la donna.
Katie sorrise e un lacrima solcò il viso di Bonnie.
“Hugh!” - esclamarono all’unisono.
“Ancora una volta è lui a darci una via d’uscita!” - continuò Bonnie.
La signora Flowers sorrise.
“Coraggio, Katie! Prendilo e fai quello che bisogna fare per prepararsi! Io vi porto qualcosa da mangiare…avrete bisogno di forze! E vi consiglio di partire domani, dopo un buon riposo!” - disse la donna sparendo in cucina.
“Domani? Non possiamo partire domani! Sarà troppo tardi!” - disse Elena.
“No! Dimentichi che il tempo qui scorre in modo diverso! Un giorno lì equivale ad una settimana qui, quindi se anche partiamo domattina per noi sarà passato un giorno intero, ma per loro appena poche ore! E a Samuel serviranno più di poche ore per organizzarsi!” - intervenne Katie.
Elena si calmò.
“Ah! Si, giusto! Hai ragione….scusate!” - disse.
“Non devi scusarti! Ti capisco…sei preoccupata!” - la confortò Katie.
“Ok! Adesso che sappiamo come arrivare nel Regno….cosa faremo una volta dentro?” - chiese Lucas.
“Prendiamo Stefan e Damon e fuggiamo!” - rispose Elena.
“No!” - disse Katie.
“Perché no?” - chiese Bonnie.
“Perché si ripeterebbe ciò che è già successo! Tutta la faccenda della battaglia è cominciata quando io e te abbiamo preso Stefan e Damon e siamo fuggite!” - rispose Katie.
Si ritrovarono tutti ad ammettere che la strega aveva ragione.
“Allora cosa hai in mente di fare?” - chiese Bonnie.
“Uccidiamo Samuel e ribaltiamo il Consiglio!” - la voce di Katie era dura e decisa.
“Vuoi dare battaglia al Consiglio del Regno Magico….nel Regno Magico?” - chiese, stupito, Lucas.
“L’idea è quella ed è l’unica se vogliamo che questa storia finisca una volta per tutte!” - rispose pragmatica Katie.
“Avremo bisogno di un piano!” - riflettè Bonnie.
“Ho già qualche idea, ma adesso dobbiamo dormire! Ne riparliamo domattina!” - rispose Katie.
Tutti annuirono e si avviarono per lasciare la stanza, ognuno immerso nei suoi pensieri.
Matt, Meredith ed Elena andarono dalla signora Flowers in cucina per mettere qualcosa nello stomaco.
Lucas uscì dicendo che anche lui doveva rimettersi in forze e che quindi doveva tornare a recuperare la sua scorta di sangue da dove l’aveva lasciata.
Bonnie e Katie rimasero sole per un attimo.
Bonnie ne approfittò per avvicinarsi all’altra strega.
Le prese una mano e gliela strinse forte.
“Grazie Katie! Non credo di avertelo mai detto, ma grazie per tutto quello che hai fatto, che fai e che continui a fare! Non credo di essere mai stata in debito con una persona come lo sono con te!” - disse.
“Non devi ringraziarmi, Bonnie! Ormai questa lotta non è solo tua e di Damon, ma è di tutti! E’ lo scontro tra modi diversi di vivere e vedere il mondo! E come ho già detto una volta a Stefan: non credo più che sia tutto bianco o nero, ma credo che ci sia una via di mezzo, un grigio…a dire il vero credo che quasi tutto sia grigio nella vita e credo che bisogna battersi per quel grigio perché rappresenta la libertà, la possibilità di scelta, il libero arbitrio! E vale sempre la pena combattere per il libero arbitrio!” - rispose Katie.
Bonnie scacciò via con una mano le nuove lacrime che le avevano offuscato gli occhi e abbracciò quella nuova amica che tanto aveva fatto per lei.









NOTE:
Ciao a tutti!!!!
Volevo cominciare ringraziando chi ha letto e recensito lo scorso capitolo!
Sinceramente....dato che il capitolo 11 era un capitolo di passaggio, non pensavo che riscuotesse così tanto successo e, invece, è diventato, in breve tepo, adirittura uno dei più letti!!! *-*
Mi sa che eravate parecchi ad aspettare che Bonnie e Lucas si rivedessero!!!
Tornando a noi.....
Era mancato un pò a tutti, a adesso è tornato: parlo di Damon, ovviamente!
Sappiamo che sia lui che Stefan stanno bene e sappiamo dove si trovano....quello che non si sa è cosa accadrà!!!XDXDXDXDXD
Non so perchè, ma la situazione in cui si trovano mi ha portato a crivere uno dei loro rari momenti da fratello a fratello e, chi mi conosce, sa che adoro metterli insieme e analizzare il loro rapporto perchè sono dell'idea che, anche se litigano tutto il tempo, il loro sia uno dei legami più forti e belli di tutta la serie de Il diario del vampiro e che, anche se non lo ammetteranno mai, in realtà farebbero di tutto l'uno per l'altro....e questo Damon ce lo ha già dimostrato un paio di volte! Vedi nello scontro contro Klaus, ad esempio: il momento in cui Damon cerca di salvare Stefan e Stefan lo prega di lasciarlo andare è, secondo me, uno di più belli di tutta la saga!!!
 Quindi mi è sempre piaciuta l'idea di creare dei momenti solo per loro anche nella mia storia.....spero che vi piacciano!!!
Inoltre sappiamo cosa farà il resto del gruppo per entrare nel Regno e, a grande richiesta, è tornato Hugh a dare una mano, anche se solo indirettamente!!!
Ormai è deciso.....Samuel deve morire e mi sembra chiaro che stiamo entrando nella fase finale di questa storia e, in generale, dell'intera serie....manca poco oramai!!!
Adesso vi saluto.....a giovedì....BACIONI...IOSNIO90!

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Capitolo 15
*** Capitolo tredicesimo ***


Capitolo tredicesimo

Era mattino presto e il sole aveva appena cominciato a sorgere, eppure nel pensionato c’era già grande fermento.
Avevano tutti mangiato e riposato, come d’accordo, e adesso era pronti per il Regno Magico.
Katie aveva preparato tutto con estrema cura, dividendo la polvere magica in otto sacchetti di cuoio chiusi da delle cordicelle di spago.
Non appena si radunarono tutti in salotto distribuì i vari sacchetti.
“Allora…lì dentro c’è la polvere magica! Ho fatto dei sacchetti diversi per ogni persona perchè non sappiamo cosa succederà e potrebbe anche accadere che verremo divisi e allora ognuno dovrà cercare di ritornare qui con le proprie forze, quindi dividere la polvere renderà almeno questo più semplice in quanto tutti potranno tornare senza l’aiuto di nessun altro! Ovviamente a Bonnie e ad Elena ne ho dati due a testa perché ho dato loro anche quelli di Damon e Stefan….penserete voi a spiegare loro come funzionano!” - disse.
“Ok! Quindi…partiamo adesso?” - chiese impaziente Elena.
“Si, ma prima è bene che vi dica cosa troveremo e cosa dovremo fare appena arrivati!” - rispose Katie.
“Giusto! Dì pure!” - fece Meredith.
“Allora….quando partiremo, al momento di pensare il luogo in cui andare, pensate < Regno Magico, Kemet, Lago Iuris > è un piccolo laghetto fuori città! Quando ero piccola trovai lì vicino un nascondiglio segreto che non conosce nessun altro e che è perfetto per noi…quindi andremo lì! Per il cibo e l’acqua ci ha pensato la signora Flowers che ci ha già preparato tutto nell’unico zaino che porteremo con noi e ho chiesto a Lucas di procurarci anche del sangue per Damon e Stefan visto che dubito che lì gliene diano!” - Katie si fermò lanciando un’occhiata al vampiro.
“Sì! Ce l’ho! La signora Flowers l’ha già sistemato nello zaino che ci porteremo dietro!” - rispose Lucas.
“Ok! Benissimo! Andando avanti….Ogni sacchettino con la polvere ha una tasca esterna in cui ho messo delle mappe del Regno Magico! Sono mappe incantate….basta che dite ad alta voce dove siete e dove volete andare, poi vi ci portano loro!” - spiegò la strega.
“Certo! Così eviteremo di spostarci in gruppo!” - intervenne Elena.
Katie annuì.
“E Stefan e Damon? Dove credi che siano?” - chiese Matt.
“Sicuramente nelle prigioni sotto il Palazzo del Consiglio…probabilmente nella stessa cella in cui li tenevano prima visto che è l’unica a prova di vampiro!” - rispose Katie.
“E come faremo a prenderli?” - chiese Bonnie.
“A questo ci penseremo dopo anche perché non sappiamo come stanno esattamente le cose lì, quindi è inutile fare piani troppo dettagliati! Per il momento dobbiamo pensare ad arrivare nel Regno…..faremo tutto con calma, passo dopo passo!” - rispose Katie.
Bonnie annuì, poi si diressero tutti fuori.
Katie era alla testa del gruppo.
“Signora Flowers, lei non viene?” - chiese Matt.
“No, caro! Io resterò qui con la nostra amica della cantina!” - rispose la donna sorridendo.
Si spostarono al centro del giardino e formarono un cerchio.
“Ok! E’ il momento! Ricordate cosa vi ho detto di pensare e quando arriveremo…..beh…tenete presente che è un mondo diverso!” - disse Katie.
Lei fu la prima ad estrarre una manciata di polvere dal suo sacchetto. Alzò la mano destra sulla testa e lasciò che la polvere le cadesse tra i capelli.
Con la coda dell’occhio vide che anche tutti gli altri avevano fatto lo stesso seguendo il suo esempio e tutti tenevano gli occhi chiusi.
“Bene, ragazzi! Facciamolo!” - disse sicura, poi anche lei serrò gli occhi.
- Regno Magico, Kemet, Lago Iuris - pensò e nella sua mente rivide anche l’immagine perfetta del posto.
Un attimo dopo una brezza leggera le accarezzò la pelle e un caldo tepore le riscaldò il corpo. Aprì gli occhi e si ritrovò davanti ad una luce accecante dalla quale si lasciò avvolgere e portare via.
La strega Susan aveva detto la verità.

Erano passate due ore dalla sua chiacchierata con Damon e, facendo un paio di calcoli, circa quattro da quando era ritornato a forza nel Regno.
Stefan stava cominciando ad innervosirsi.
Si era avvicinato un paio di volte alle sbarre che tenevano prigionieri lui e Damon, ma non appena le toccava un dolore atroce, simile a quello provocato dal fuoco, gli avvolgeva il braccio in una morsa insopportabile.
Così aveva rinunciato e si era accasciato al suolo con la schiena e la testa contro la parete fredda: si sentiva un leone in gabbia.
“Che siamo in gabbia è evidente! Ma sul fatto che tu sia un leone ho i miei dubbi! Piuttosto ti definirei….un panda….un panda in gabbia!” - disse Damon.
“Un panda? Non credevo di essere così grosso!” - rispose Stefan.
“Infatti non lo sei! Ma sei in via di estinzione…come i panda!” - fece Damon.
“In che senso?”.
“Nel senso che di poveri idioti dementi e inutili quanto te ne esistono davvero pochi esemplari al giorno d’oggi!” - rispose Damon.
Stefan scosse la testa e non ci badò più di tanto.
Tornò a rilassarsi contro la parete con tutta l’intenzione di tornare ad immergersi nei suoi pensieri. Ma dei rumori improvvisi di passi sempre più vicini, lo misero sull’attenti.
“Hai sentito?” - bisbigliò al fratello.
“Come facevo a non sentire visto tutto il casino che stanno combinando!” - rispose Damon.
Un secondo dopo erano entrambi in piedi, di fronte all’entrata della loro cella.
Prima li raggiunse la luce di una fiaccola, poi tutto il corridoio esterno si illuminò di una luce gialla e calda.
Una serie di guardie sfilò davanti ai loro occhi fermandosi di fronte a loro, ma al di là delle sbarre.
Tra le guardie e le sbarre arrivò, quasi di corsa, un ragazzo decisamente imbranato con degli occhiali troppo grandi per il suo viso e che ad ogni passo gli cadevano dal naso. Il ragazzo reggeva una serie di fogli e si spostò di lato per lasciare spazio ad una figura anziana e con una lunga tunica grigia.
Era Samuel.
“Che cosa vuoi adesso?” - Damon aveva parlato con un tono tagliente quanto la lama di un coltello affilato.
Stefan conosceva quel tono, lo aveva già sentito un paio di volte e non gli piaceva per niente.
Quando Damon usava quel tono Stefan si spaventava per davvero.
“Suvvia, Damon! Come mai sei così scontroso? Sono soltanto venuto a fare due chiacchiere!” - rispose Samuel abbozzando un sorriso che di cordiale aveva ben poco.
“E chi ti fa credere che io voglia parlare con te?” - fece Damon con i pugni serrati e le braccia tese.
“E chi ti fa credere che IO voglia parlare con te? Non sei solo in quella cella!” - rispose lo stregone lanciando una fugace occhiata a Stefan.
“Cosa vuoi da me?” - chiese Stefan.
Lo stregone gli badò poco e continuò a guardare divertito Damon.
Stefan lo trovava irritante: quello stregone voleva ucciderlo e non si degnava neppure di dargli delle spiegazioni.
Samuel pose improvvisamente fine alla sua battaglia di sguardi con Damon per voltarsi verso una guardia.
“Prendete quello con gli occhi più chiari!” - disse.
Stefan si voltò verso Damon, nel panico.
Le guardie gli si avvicinarono rapidamente.
Damon tentò di mettersi di mezzo, ma una delle guardie afferrò un bastone lungo e dorato e glielo puntò al petto. Non appena Damon tentò di muoversi un laser di luce rossa si sprigionò dal bastone e Damon venne sbalzato in aria e spedito dall’altro lato della cella.
Nel frattempo altre due guardie lo avevano bloccato alle braccia e gli avevano legato i polsi con delle manette di legno spinato.
Cercò di ribellarsi, ma fu tutto inutile. La guardia che aveva colpito Damon si voltò nella sua direzione e lo colpì alla testa con un forte raggio di luce di un blu intenso.
Stefan perse i sensi e venne trascinato via.

Questa volta il viaggio attraverso il portale fu più…agevole.
E la caduta non fu così disastrosa.
Infatti, Bonnie si ritrovò distesa dolcemente su un prato di un verde abbagliante.
Quando si tirò su vide che, fortunatamente, erano tutti lì e stavano bene e tutti, nessuno escluso, si guardavano intorno con una mano a ripararsi gli occhi.
“Q-Questo è il Regno magico?” - balbettò Matt.
“Ma è bellissimo….insomma, io mi aspettavo di peggio!” - disse Elena.
“Anch’io…qualcosa tipo Dimensione Oscura!” -  si accodò Meredith.
“Il fatto che Samuel sia un mostro non vuol dire che questo è un posto orribile pieno di altri mostri!” - rispose Katie.
“Katie ha ragione! Fondamentalmente gli stregoni sono pacifici….sì, insomma…vogliono la pace e vogliono liberare il mondo dai cattivi che per loro sono le creature oscure! Questo è un bel posto e il centro di Kemet è ancora più bello! Non è colpa del Regno se a guidarli hanno uno psicopatico con le idee ristrette!” - disse Bonnie.
Meredith la guardò con occhi pieni di orgoglio ed Elena le sorrise amorevolmente.
Le guance di Bonnie andarono in fiamme.
“Ok! Adesso andiamo….dobbiamo parlare di come entrare nel Palazzo per far evadere Damon e Stefan!” - disse Katie, poi si incamminò attraverso un sentiero lì vicino nascosto dall’erba.
Tutti si mossero cominciando a seguirla.
Meredith la affiancò.
“Sono fiera di te!” - le disse poggiandole una mano delicata sul braccio.
“Grazie, Meredith!” - rispose Bonnie.
“Guarda che dico sul serio! Sei cresciuta tantissimo Bonnie e stai affrontando questa situazione davvero bene!” - ribadì l’amica.
Bonnie poggiò la sua mano su quella di Meredith e le sorrise: aspettava da così tanto che Meredith le dicesse quelle cose….quelle parole erano importanti per lei, soprattutto in un momento del genere.
Camminarono in silenzio per un po’, poi Meredith parlò di nuovo.
“Dovresti parlare con Lucas!” - le suggerì.
“L’ho fatto! Ho già parlato con lui spiegandogli come sono andate davvero le cose un anno fa e chiedendogli scusa per quello che gli ho fatto e lui sembra avermi perdonato! Adesso è tutto apposto!” - rispose, confusa, Bonnie.
“Non intendevo quello! Lui ti avrà anche perdonato, Bonnie, ma non credo che ti abbia ancora dimenticato! Ti ricordo che lui ti promise di tornare solo quando avrebbe smesso di amarti, ma invece è ritornato perché eravamo nei guai! Se la situazione fosse stata diversa sono sicura che non lo avremmo visto ancora per molto tempo! Lui è forte e generoso, ma secondo me sta soffrendo! Insomma…sta rischiando la vita per rimetterti tra le braccia della stessa persona che ti ha portata via da lui! Deve essere difficile!” - spiegò Meredith.
Bonnie si rattristò.
“Oddio, Meredith! Come ho potuto essere così insensibile da non pensare che per lui potrebbe essere doloroso?” - disse.
“Sei preoccupata per Damon….è normale! Adesso vai a parlargli!” - rispose Meredith e prese a camminare più veloce per raggiungere Elena.
Bonnie si fermò e aspettò che il vampiro le fosse vicino prima di riprendere a camminare.
Camminarono fianco a fianco per un po’, in silenzio: Bonnie non sapeva da dove cominciare.
“Lucas…io…” - cominciò titubante, ma lui la interruppe.
“So quello che vuoi dirmi, Bonnie! Ho sentito qualcosa di quello che dicevate tu e Meredith, poco fa! Non c’è bisogno che ti preoccupi, davvero! Io sto bene!” - disse Lucas.
“Non ti credo!” - disse Bonnie.
“E fai bene! Ma eviterai di fare domande, vero?” - chiese Lucas.
“Una domanda vorrei fartela!” - il tono di Bonnie era basso e imbarazzato.
“Una sola!” - fece Lucas.
“Ok! E’…è vero quello che ha detto Meredith, cioè…mmmh….che…che tu….sì, insomma, che tu sei….” - cominciò Bonnie.
“Ancora innamorato di te?” - finì per lei Lucas.
Bonnie annuì a testa bassa, imbarazzata, senza guardarlo negli occhi.
Lucas si fermò e la bloccò tenendola per il polso destro.
La costrinse a guardarlo.
“Sì, Bonnie! Io sono ancora innamorato di te! E come potrei non esserlo? Hai la minima idea di quanto tu sia speciale? A parte il fatto che sei bellissima, sei anche sensibile, generosa, sincera, altruista ed hai una purezza d’animo che non è comune! Sarei un pazzo se non ti amassi! Per come la vedo io chiunque abbia un po’ di sale in zucca dovrebbe amarti! Ma come ti ho già detto…non devi preoccuparti per me! Io sono qui perchè voglio vederti felice, quindi devo ridarti Damon perché è lui che ti fa felice! Adesso bisogna vedere se Damon sarà felice di vedermi!” - disse Lucas.
Bonnie assimilò piano le parole del ragazzo e, in quel momento, ricordò qual era il motivo per il quale si era innamorata di Lucas in passato: lui l’aveva sempre fatta sentire apprezzata…anche quando era lei stessa a non apprezzarsi!
E poi il pensiero di Damon che rivedeva Lucas…..
“Oddio! Non penso proprio che la prenderà bene!” - rispose sorridendo.
“E’ geloso, eh?”.
“Parecchio!” - rispose Bonnie.
“Ehi, ragazzi! Ci siamo!” - Matt urlava e si sbracciava.
Si affrettarono tutti e quando arrivarono dove erano lui e Katie videro….beh…niente.
“Katie? Qui non dovrebbe esserci tipo un nascondiglio segreto?” - chiese Elena mentre Katie era china sul prato verde e cercava qualcosa tra l’erba.
“Infatti!” - rispose Katie e tirò su dal prato una corda che nessuno aveva visto con la quale aprì una botola segreta nella terra.
“Dobbiamo scendere lì sotto?” - chiese Bonnie guardando la scalinata in pietra che scendeva sottoterra.
“Già! Andiamo!” - rispose Katie che creò una sfera di luce magica e cominciò a scendere.
Bonnie trasse un respiro profondo e la seguì.

Il nascondiglio sotterraneo era spazioso e, grazie alle numerose fiaccole, anche parecchio luminoso.
C’erano tre stanze, tutte con lo stesso arredamento: un letto enorme, una scrivania impolverata e un piccolo armadietto in legno.
Tutto il resto dello spazio era occupato da scaffali e scaffali di libri magici e cristalli di ogni genere.
“Adesso cosa si fa?” - chiese Matt.
Katie prese una grossa mappa da uno degli scaffali, le soffiò sopra per liberarla dalla polvere e la aprì su un tavolo.
“Noi adesso siamo qui!” - disse, indicando un punto imprecisato appena fuori le porte di Kemet.
“Questo qui è il Palazzo del Consiglio, dove tengono Damon e Stefan!” - disse e indicò il disegno di un lussuoso palazzo al centro esatto della città.
“Per arrivarci non possiamo, ovviamente, prendere le strade principali! Quindi dobbiamo usare dei passaggi nascosti!” - continuò.
Tutti annuirono, attenti.
“Ok! Tutti sanno che esiste una via di collegamento tra l’Accademia e il Palazzo! Ma in pochi conoscono il passaggio che collega il Palazzo e il Lago Iuris! E’ un passaggio subacqueo che veniva usato, secoli fa, per far uscire i prigionieri quando il Palazzo diventava....inagibile o cose così!” - spiegò la strega.
“Quindi questo passaggio ci porta dritti nelle segrete, giusto?” - chiese Lucas.
Katie annuì.
“E poi, dopo, come ci muoviamo?” - chiese Lucas.
“Una volta entrati userò un cristallo per incantare tutti coloro che dovremmo incontrare! Se ho fatto bene i conti, la cella a prova di vampiro si trova al lato opposto rispetto alla porta da dove entreremo e per arrivare da loro dovremmo solo percorrere un corridoio! Poi, una volta trovata la cella giusta, ci basterà togliere velocemente di mezzo le guardie e prendere loro le chiavi!” - rispose Katie.
“Delle guardie posso occuparmi io!” - fece il vampiro.
“Ma siamo sicuri che nessuno sarà lì ad aspettarci?” - intervenne Meredith.
“Non c‘è da preoccuparsi! Nessuno sa che siamo qui! Samuel crede che io sia morta e che Bonnie, da sola, non riuscirebbe mai a tornare! Sicuramente adesso, montato com’è, se ne starà contento a riposare sugli allori!” - rispose Katie.
“Fantastico! Allora andiamo?” - fece Elena.
“Andiamo!” - rispose Katie.

“Aaaaaaaaaaah!” - Damon era furioso.
Se ne andava su e giù per la piccola cella buia con i pugni serrati e i canini estratti al massimo.
Già era stato abbastanza allontanarlo dalla streghetta e riportarlo in quel dannato posto, adesso si era pure messo a rapirgli il fratello.
Quello stregone del cavolo lo aveva davvero fatto infuriare.
I suoi pensieri erano tutti concentrati su Samuel e su i vari metodi di tortura che avrebbe tanto voluto sperimentare su di lui, così, quando si accorse di uno strano rumore come di acqua gocciolante, il rumore era già piuttosto vicino.
Damon si avvicinò alle sbarre, ma non vide niente di insolito.
Poi un altro rumore…un tonfo e poi un altro ancora.
Damon si stava innervosendo ancora di più.
- E’ di nuovo quel vecchio verme immondo! Vuole farmi impazzire, ma a sbagliato soggetto! Questa volta lo ammazzo per davvero! - pensò.
Si allontanò dalle sbarre e si mise appostato nell’ombra con gli occhi fissi sull’entrata della cella.
All’improvviso una forma nera e indistinta passò, velocissima, davanti alla cella e Damon sentì distintamente il rumore della serratuira che scattava.
Si preparò ad attaccare.
Le sbarre si aprirono e dei passi leggeri misti a gocce d’acqua che cadevano sul pavimento di pietra, riempirono la cella.
Quando i passi si fermarono, Damon scattò lanciandosi in avanti.
Un grido di terrore riecheggiò tra le mura delle segrete.
Damon si bloccò sul posto, increulo.
“B-Bonnie?” - disse.
Lei alzò il viso e lo guardò: era bagnata da capo a piedi, ma era comunque bellissima e il suo profumo naturale era decisamente accentuato dall’ acqua.
“Damon! Damon ti ho trovato!” - disse lei con le lacrime che le rigavano il viso.
Damon la strinse istintivamente a sé, quasi con forza.
Le ricambiò la stretta: era come se volesse annientarsi in lui ed era fantastico.
Si baciarono con violenza.
Damon sentiva le mani di Bonnie che gli accarezzavano i capelli e gli toccavano il viso convulsamente.
Si staccarono solo quando i commenti e le tossi finte degli altri presenti erano diventate decisamente insopportabili.
Ansimavano entrambi.
“Damon? Dov’è Stefan?” - chiese Elena guardandosi intorno.
“Non lo so! Samuel è venuto a prenderlo poco fa!” - le rispose.
Elena crollò in ginocchio a terra e scoppiò in un pianto disperato.







NOTE:
Ciao a tutti!
Lo so....questo capitolo fa un pò schifo, ma non prenetevela troppo.
E chissà cosa succedereà a Stefan, adesso!
Scusate per la breve nota, a adesso ho troppo sonno!!!
A domenica.....BACIONI...IOSNIO90
!

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Capitolo 16
*** Capitolo quattordicesimo ***


Capitolo quattordicesimo

Ultimamente il risvegliarsi in stanze sconosciute era diventata quasi un’abitudine per Stefan, abitudine di cui avrebbe volentieri fatto a meno.
La testa gli faceva un male atroce e non riusciva a muovere neppure un muscolo.
Guardandosi intorno notò poco e niente. La nuova stanza in cui si trovava era piccola e grigia, col soffitto molto alto e una semplice sedia posta di fronte a quella su cui lui era prigioniero.
Aveva la mente offuscata. L’ultima cosa che ricordava era Damon a terra e due persone che gli tenevano le braccia.
All’improvviso la porta d’accesso alla stanza, una porta in ferro e arruginita, si aprì lasciando entrare la figura altezzosa di Samuel.
“Adesso che ti sei svegliato direi che possiamo tranquillamente parlare d’affari!” - esordì lo stregone.
“Affari? Quali affari? Cosa vuoi da me?” - Stefan si sentiva sempre più confuso.
“La questione è semplice…..Stefan…! Io ti propongo una cosa, tu la fai ed io ti lascio in pace!” - rispose Samuel sedendosi di fronte a Stefan.
“Io non farò nulla per te! Scordatelo!” - disse Stefan, deciso.
“Mmmmh…beh….mi dispiace molto sentirti dire questo! Tu hai una ragazza, vero? Quella bionda, giusto? E’ molto bella!!!” - disse lo stregone.
Stefan scattò sull’attenti.
“Cosa hai fatto ad Elena?”.
“Oh….Elena….allora è così che si chiama! Beh….non ho fatto nulla ad Elena e non le farò niente…..ovviamente a meno che tu non faccia ciò che ti chiederò di fare!” - sorrise Samuel.
“Cosa dovrei fare?”.
“E’ semplice! Io ti darò una lista di nomi di alcuni stregoni del Regno. Tu dovrai soltanto dare questa lista a Damon e dirgli che questi stregoni hanno….ucciso Bonnie!” - spiegò Samuel.
“Bonnie è morta?” - chiese, spaventato, Stefan.
“Ohhh, avanti, non dire sciocchezze! Certo che no!” - rispose Samuel.
“Allora perché vuoi che dica questo a Damon? Lui ucciderà tutti quegli stregoni senza pensarci troppo!” - chiese Stefan.
“Ed è proprio questo il punto! Vedi…gli altri Consiglieri stanno cominciando a dubitare di me! Dicono che questa cosa mi sta sfuggendo di mano, che sono ossessionato da Damon e Bonnie e che questa mia ossessione manderà in rovina il Regno. Dicono che devo lasciar perdere, che già sono morti due Consiglieri a causa di tutta questa storia e che non vogliono più questa guerra! Figurati che non credono nemmeno più alla balla che devo vendicare la morte di Samia!!! Devo riguadagnare punti, Stefan!” - spiegò Samuel.
Il quadro cominciava a essere più chiaro.
“Certo!!! E se Damon impazzisce e comincia ad uccidere stregoni a destra e a sinitra….” - cominciò Stefan.
“Il Consiglio capirà che ho ragione, che lui è una minaccia per tutti noi e allora mi ridaranno fiducia! Vedo che hai capito!” - finì Samuel.
“Sì, ma….a cosa ti servo io? Non puoi raccontare tu stesso la tua bugia a Damon?” - chiese Stefan.
“Ovvio che no! Gli ho già teso troppe trappole per dividerlo da Bonnie….non mi crederebbe neppure se gli dicessi che è morta! Invece, se sarai tu a dirglielo, se gli dirai che ti ho portato qui per…non so….torturarti…e poi tu mi avessi sentito parlare con qualcuno o avessi trovato un documento, una nota che diceva che Bonnie era morta e diceva anche i nomi di coloro che l’avevano uccisa….beh…allora lui a te crederebbe! Puoi inventarti qualsiasi cosa, Stefan, l’importante è che tu gli dia quella lista di nomi e gli dia a bere tutta la storia della falsa morte di Bonnie! In cambio…ti lascerò libero!” - rispose Samuel.
“E se non lo facessi?” - chiese Stefan.
“In quel caso qualcuno morirebbe di sicuro e non sarebbe Bonnie…ma la tua cara Elena!” - lo minacciò lo stregone.
“Aspetta! Mi stai chiedendo di scegliere tra mio fratello e la ragazza che amo?” - chiese Stefan.
“Esattamente, Stefan! Ti do un’ora…al mio ritorno voglio una risposta: Elena o Damon! Scegli!”.

Avevano lasciato la prigione di corsa, prima che qualcuno si accorgesse della fuga di Damon.
Lucas era stato costretto a sollevare Elena di peso per portarla via di lì.
Quando era partiti avevano pensato che avrebbero fatto la strada al ritroso contenti per aver salvato Stefan e Damon, invece la tristezza e la disperazione non erano andati via dal volto e dal cuore di nessuno.
Ma, anche se si sentiva in colpa, Bonnie doveva ammettere che, pur dispiacendole per Stefan, era immensamente felice di poter stringere di nuovo a se Damon.
Era stata terribilmente in pena per lui.
Anche se da quando erano ritornati nel nascondiglio Bonnie aveva notato che Damon si comportava in modo strano con lei: era freddo e distaccato.
“Allora non lo sai dove lo hanno portato?” - chiese Matt, per l’ennesima volta.
“No, Mutt! Quante volte devo dirtelo? Non lo so!” - rispose Damon.
“E allora che facciamo?” - chiese Elena disperata.
Nessuno riusciva a risponderle.
“Aspetta!” - fece Katie rompendo il silenzio - “ Samuel era da solo?” - chiese a Damon.
“C’erano le guardie con lui!” - rispose il vampiro.
“Soltanto le guardie? Non si è portato dietro una specie di…stregone nerd?” - chiese la strega.
“Se ti riferisci a quello sfigato che lo seguiva inciampando ad ogni passo, allora sì…c’era anche quello lì!”.
“Perfetto! Quello lì si chiama Victor! E’ una specie di bibliotecario tuttofare di Samuel. Si dice che conosca ogni cosa di quello che avviene nel Palazzo del Consiglio!” - spiegò Katie.
“Quindi?”  - chiese, singhiozzando, Elena.
“Quindi Victor abita in una casetta all’inizio del bosco, a qualche kilometro da qui! Noi lo prendiamo, ci facciamo dire dove tengono Stefan e poi gli cancello la memoria! Che ne dite?” - fece Katie.
“Dico che non c’è tempo da perdere!” - rispose Damon.

L’azione, il rapimento dello stregone e il salvataggio di Stefan gli tenevano la mente occupata e lo distrevano.
Damon correva per i boschi seguito dagli altri, facendo molta attenzione a stare alla larga da Bonnie.
Si sentiva una bomba ad orologeria e odiava l’inglesino.
Al diavolo tutte le belle parole di Stefan, quello stupidissimo vampiro da quattro soldi la voleva eccome la sua streghetta.
E il bello era che a lei non dispiacevano per niente le attenzioni dell’ameba e si comportava come se nulla fosse.
Certo, come se lui non avesse visto come quel viscido la guardava, come lei gli sorrideva raggiante, come lo ringraziava per quello che faceva oppure come lui le aveva afferrato il braccio nemtre nuotavano nel canale che li aveva portati fuori di prigione oppure come la cercava e stava sempre lì a parlarle e chiederle cose sul Regno.
Insomma…c’era Katie….lei nel Regno c’era nata e cresciuta, perché non si rivolgeva a lei tutte le volte che voleva sapere qualcosa? Perché Bonnie? Non aveva ancora capito che Bonnie era sua?
A Damon quel concetto sembrava piuttosto semplice, perché l’inglesino non riusciva proprio ad afferrarlo?
Possibile che fosse così stupido?
“Damon? E’ lì!” - la voce di Katie lo riportò alla realtà.
Si trovavano ad una decina di metri da una piccola casetta rustica, in legno, piuttosto carina con le sue tendine azzurre.
“Sono le cinque e un quarto! Sarà qui tra pochi secondi!” - li avvertì Katie guarandosi l’orologio al polso.
E dopo appena qualche secondo ecco apparire da lontano la figura instabile dello stregone che veniva dritto verso di loro.
“Ok! Io direi di aspettare che ci abbia superato e poi piombargli alle spalle!” - disse l’inetto inglese che adesso dimostrava di essere pure codardo.
“Sono d’accordo con Lucas!” - disse Bonnie.
- Eh, no! Questo è troppo! - pensò Damon.
“Allora restatene nascosta con l’inglesino mentre Stefan è chissa dove! Bell’amica sei!” - disse, acido.
Un attimo dopo si era già fiondato fuori dal loro nascondiglio e, tenendolo per la gola, portava lo stregone Victor all’interno della casa.
- Così fanno i veri vampiri - pensò compiaciuto.
Victor tentava di liberersi e scalciava, ma Damon lo legò stretto ad una sedia e, con una sola occhiata, lo zittì.
Tutti gli altri lo raggiunsero subito, tutti tranne Bonnie e Lucas.
Katie prese subito in mano la situazione.
“Victor, so che mi conosci e so che sei abbastanza intelligente da capire chi siamo, cosa siamo in grado di fare e che cosa vogliamo! Quindi, poche chiacchiere e dimmi dove Samuel tiene l’altro vampiro!” - disse, decisa.
“Già! Altrimenti dovrai vedertela con questo vampiro!” - intervenì Damon, indicandosi - “E ti assicuro che non ho un bel carattere e non sono in uno dei miei momenti migliori!” - finì.
- Dove cavolo sono quei due? - pensò.
Un ringhio gli scappò involontariamente dal petto e, a quel suono, lo stregone si spaventò e cominciò a sudare freddo.
Katie ne approfittò.
“Parla, Victor!” - sibilò, minacciosa, allo stregone.
Damon non resistette più e uscì fuori per cercare la streghetta: forse era stato troppo duro con lei.
Aguzzò le orecchie e la sentì: stava parlando con l’inglese, probabilmente.
Si diresse nella direzione da cui sentiva provenire la sua voce e la trovò nascosta dietro ad un cespuglio che singhiozzava tra le braccia di Lucas.
Damon si fece avanti senza tanti complimenti.
“Ops, scusate se vi disturbo, ma, giusto per ricordarvelo, lì dentro c’è uno stregone che…” - si interruppe per ascoltare ciò che avveniva all’interno della casa - “…ecco, che ha appena detto a Katie dove trovare Stefan che, se non sbaglio, è vostro amico, no? Quindi direi che potreste anche lasciare le vostre faccende private a quando avremo liberato mio fratello, lo stesso fratello che rischia la vita per salvare te…” - disse indicando Bonnie - “ E che è finito nelle grinfie del nemico per colpa tua…” - continuò indicando Lucas - “Quindi…muovetevi! Dobbiamo decidere il piano di salvataggio!” - finì e andò via subito dopo aver lanciato un’ultima occhiata di puro disprezzo a Bonnie.

Bonnie si lasciò andare e scoppiò di nuovo in lacrime.
Le parole che le aveva rivolto Damon poco prima di attaccare lo stregone le avevano fatto male.
Aveva tentato di trattenere le lacrime, ma alla fine aveva ceduto e Lucas, che l’aveva sentita, le era corso accanto per consolarla.
Ma adesso Bonnie capiva che non era stata una grande idea.
“Bonnie….?” - Lucas tentò di avvicinarsi, ma lei si ritrasse.
“Bonnie, andiamo, non fare così!” - le disse il vampiro.
“No, Lucas! Scusami…io ti ringrazio per quello che fai per me, ma…”.
“Vuoi che ti stia lontano?” - chiese lui.
“Devo chiarire questa faccenda con Damon, devo fargli capire che io e te siamo solo amici! Sapevo che l’avrebbe presa male, ma…mi aspettavo che ti prendesse in giro e mi proibisse di avvicinarmi a te, non questo….non mi aspettavo che mi trattasse così male e con così tanta indifferenza! Io non lo sopporto, Lucas…non ci riesco! So che ti fa male tutto questo e che io ti dica certe cose, ma io lo amo e non voglio perderlo per una sciocchezza simile!” - rispose Bonnie.
“Allora parlaci!” - disse Lucas.
Bonnie annuì asciugandosi le lacrime.
Si avviarono dentro casa.
Quando entrarono non trovarono più lo stregone.
“Gli ho cancellato la memoria e l’ho rispedito in biblioteca!” - disse Katie interpretando la loro muta domanda.
“Ok! Quindi? Sai dov’è Stefan?” - chiese Lucas.
“Sì! Samuel lo tiene in biblioteca, al piano superiore, in una stanzetta che di solito viene usata dagli studenti per esercitarsi con gli incantesimi minori!” - rispose Katie.
“E sai come arrivarci?” - chiese Lucas.
“Sì! Ma dobbiamo muoverci! Victor ha detto che Samuel ha dato a Stefan un’ora di tempo per decidere non so cosa…..e l’ora di tempo scardrà tra venti minuti esatti! Dobbiamo andare!” - rispose la strega.
“Perfetto, allora che cosa aspettiamo?” - fece Elena affrettandosi ad aprire la porta.
Si avviarono tutti verso l’uscita senza dire una parola, anche Damon.
“Aspettate!” - li fermò Lucas.
“Cosa c’è adesso?” - chiese Elena.
“Sarebbe meglio se Damon restasse qui! Sì, insomma….Katie ci serve per arrivare nel posto giusto, ma sarebbe inutile rischiare portando anche Damon! Questa è una missione di salvataggio, nessuno deve vederci! Ma qui tutti conoscono Damon e a quanto pare non si sono ancora accorti che è evaso! Quindi…” - spiegò Lucas e lanciò un’occhiata a Bonnie.
Poco prima, riguardo a Damon, le aveva detto < Allora parlaci > e adesso le stava fornendo l’occasione giusta per farlo.
Bonnie non poteva non considerarlo una persona eccezionale.
“Si, Lucas ha ragione! Quindi, per lo stesso motivo non vengo neppure io! Voi state attenti, trovate Stefan e tornate sani e salvi! Noi vi aspetteremo qui!” - si affrettò a dire Bonnie.
“Aspettate…io non sono d’accordo!” - protestò Damon.
“Non mi importa!” - fece Bonnie afferrandolo per un braccio per trattenerlo.
“Beh….forse Lucas e Bonnie hanno ragione!” - intervenne Matt.
Meredith, lanciò un’occhiata a Bonnie, capì la situazione ed intervenì.
“Togli pure il forse, Matt! Hanno ragione! Damon e Bonnie restano qui! Noi andremo a prendere Stefan e lo riporteremo al nostro nascondiglio! Voi due raggiungeteci lì!” - disse.
Gli altri annuirono: nessuno aveva il coraggio di disubbidire ad un ordine di Meredith.
Pochi istanti dopo Damon e Bonnie rimasero soli.
- Ok! Adesso tocca a te - pensò Bonnie tentando si incoraggiarsi da sola.
Ma Damon non sembrava volerla aiutare.
“Allora…l’hai sentita, no? Andiamo!” - disse avvicinandosi alla porta.
“Aspetta, Damon! Per favore! Devo parlarti!” - lo fermò lei.
Damon si bloccò e si voltò nella sua direzione: la sua espressione non era per niente rassicurante.
“E di cosa vorresti parlarmi?” - chiese ironico.
Bonnie fece un bel respiro profondo.
“Di Lucas!” - disse.
Damon rise.
“Solo questo mancava! E così tu vorresti parlare con ME di Lucas? Oh, andiamo, Bonnie!” - fece Damon scuotendo la testa - “ Anzi, sai che c’è? Hai ragione! Parliamo dell’inglesino! Prima, però, avrei io delle cose da chiederti!” - finì il vampiro.
Bonnie annuì invitandolo a continuare.
“Se…Lucas…ti piace così tanto, perché stai con me? Perché non sei andata a cercarlo già da tempo? Anzi…perché hai iniziato con me? Perché non ti sei sposata con lui? Scommetto che ti sei pentita da tanto di averlo lasciato andare, ma con tutta questa storia degli stregoni ti conveniva stare con me visto che lui è un cretino codardo che non sarebbe riuscito a fare neppure la metà delle cose che io ho fatto per te!” - il tono di Damon era crudele e spietato.
Nuove lacrime offuscarono la vista di Bonnie, ma lei le ricacciò indietro.
“Ho capito! Tu vuoi litigare, no? Beh…sappi che io non ne ho voglia! Quindi insultami quanto ti pare, trattami male, picchiami pure se ne hai voglia! Io non risponderò a nulla e neppure mi lamenterò!” - disse sicura.
Damon la fissò per qualche istante.
A Bonnie sembrò che le sua parole gli avessero fatto effetto.
“Io non ti farei mai del male!” - le disse.
“E allora perché mi tratti così? Perché dici tutte queste stupidaggini sul mio conto quando sai che non sono vere?” - gli chiese.
Damon non rispose e si voltò, facendo per uscire di casa.
Bonnie corse e si mise tra lui e la porta.
“Guaradami, Damon!” - gli disse, sollevandogli il mento e facendo scontrare i loro occhi.
“Io non mi sono pentita di niente…e lo sai! Sono venuta qui per te e lo farei altre mille volte se fosse necessario!” - disse accarezzandogli il viso per poi scendere con le mani sul torace, spingendolo all’indietro.
“Io e Lucas siamo solo amici! Lui mi ha confessato di essere ancora innamorato di me, è vero, ma io gli ho detto chiaramente che non lo amo!” - continuò afferrandolo per le spalle e obbigandolo a sedersi sul bordo del divano, dall’altro lato della stanza.
“E sai cos’altro gli ho detto?” - gli chiese con voce bassa e suadente, continuando a guardarlo negli occhi e sedendosi a cavalcioni su di lui.
Damon scosse la testa.
“Gli ho detto che amo te!” - gli sussurrò all’orecchio, accarezzandogli i capelli.
“E gli ho detto anche un’altra cosa…”  - disse tornando a guardarlo negli occhi.
“Cosa?” - bisbigliò Damon.
“Un piccolo particolare che sembra che tu abbia dimenticato….” - Bonnie gli prese le mani e se le portò sui fianchi, poi si sfilò, lentamente, il maglioncino panna che indossava.
Gli occhi del vampiro si incendiarono.
“E cioè….che io sono tua!” - disse lei.
A quelle parole Damon scattò.
Una mano si spostò sulla schiena di Bonnie, avvicinando i loro corpi ancora di più, mentre l’altra si fece strada tra i suoi capelli portando le loro labbra a sfiorarsi pericolosamente.
“Mia e di nessun altro? Per sempre?” - le chiese.
“Per sempre!” - rispose lei.
Restarono così per un tempo che sembrò infinito, coi loro respiri che si mischiavano e uno strano calore che cresceva sempre di più.
“Stai cercando di sedurmi, streghetta?” - le chiese Damon.
“Dipende!” - rispose Bonnie.
“Da cosa?”.
“Ci sto riuscendo?” - chiese lei.
“Direi….alla perferzione!” - rispose Damon annullando, finalmente, ogni distanza tra loro.








NOTE:
Ciao a tutti, cari lettori!
Grazie per tutti i complimenti ricevuti per lo scorso capitolo anche se non convinceva per niente.
Questo, in cambio, mi piace di più.
Sono successe un pò di cose, anche se non proprio tutto.
Capirete, ovviamente, che le cose devono succedere passo per passo, non posso scrivere male proprio l'ultima storia solo per affrettare le cose, giusto?
Comunque...
Abbiamo scoperto cosa vuole Samuel da Stefan! Inutile dire che Samuel sembra che stia diventando sempre più pazzo e paranoico.
Ora, però....ricordate che Stefan non sa che Elena e gli altri sono nel Regno e che hanno già salvato Damon, quindi...cosa deciderà? Riusciranno a salvarlo prima che lui sia costretto a prendere una decisione? Ovviamente, fosse per me, farei morire volentieri Elena, ma non è di me che stiamo parlando, purtroppo, ma di Stefan!
In molti aspettavano di vedere la reazione di Damon al ritorno di Lucas...beh...eccola!
Diciamo pure che non si è comportato un granchè bene con Bonnie, ma, capiamolo...era geloso marcio!!!
Però, anche se sembra che Bonnie abbia trovato il metodo giusto per farsi ascoltare, non vi aspetterete mica che finisca tutto così, vero?
Ok, Damon ha chiarito con Bonnie, ma questo non significa che tolleri Lucas!
E poi sono sicura che converrete con me sul fatto che Damon non sarebbe Damon se non rendesse la vita un inferno al povero Lucas! XDXDXDXDXD
Bene...detto questo...vi lascio!
A giovedì....BACIONI...IOSNIO90!

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Capitolo 17
*** Capitolo quindicesimo ***


Capitolo quindicesimo

Essere il capo del Regno Magico con un bel piano per togliere di mezzo un paio di streghe troppo invandenti e un paio di vampiri era davvero stancante.
E diventava ancora più stancante nel momento in cui tutto il resto del Regno cominciava a porsi domande sulla natura del tuo accanimento.
Se il resto del Consiglio perdeva fiducia in lui allora le cose si mettevano male visto che, per legge, pur essendo il Consigliere superiore se non aveva l’appoggio di tutto il Consiglio non poteva fare un bel niente.
Aveva seriamente pensato che vedendolo tornare nel Regno con i due vampiri avrebbe reso gli altri Consiglieri estremamente felici e fieri di lui, ma le cose erano andate diversamente e tutti avevano cominciato a farlgi strani discorsi sul benessere del Regno, sulla sicurezza degli stregoni, bla bla bla……erano così noiosi!
Ma Samuel aveva bisogno di averli dalla sua parte, così aveva pensato al suo piano fantastico e aveva dato un ultimatum al vampiro Stefan.
Dalle ricerche che aveva fatto tra i due fratelli non scorreva buon sangue e Stefan aveva più volte rischiato la vita per quella sua specie di fidanzata, quindi era ovvio che alla fine avrebbe scelto lei.
In caso contrario….sarebbe stato estremamente facile rintracciare la ragazza nel mondo umano e ucciderla!
Un sorriso affiorò sulle labbra di Samuel a quel pensiero.
Era in biblioteca, da solo. Aveva lasciato Stefan rinchiuso al piano di sopra, a riflettere su ciò che gli aveva detto.
Mancavano soltanto dieci minuti allo scadere dell’ora concessa al vampiro.
Samuel era euforico e impaziente.
- Potrei andare adesso? Insomma, dieci minuti in più o dieci minuti in meno….che differenza fa? - pensò, ma poi si disse che lui era prima di tutto un uomo di parola…..quindi avrebbe rispettato l’accordo.
Un tonfo sordo proveniente dal piano superiore gli fece scattare la testa all’insù.
- Mah….sarà il vampiro che prende a calci il pavimento! Poverino….è indeciso! - si disse Samuel, sogghignando.
In quel preciso istante, però, sentì una porta aprirsi.
Andò nell’immenso atrio della biblioteca e si sorprese trovandovi Victor che armeggiava tra alcuni cataloghi.
“Victor! Che ci fai qui? Mi era sembrato di essere stato abbastanza chiaro, no? Dovevi andartene e non tornare fino a domani!” - Samuel si era innervosito parecchio.
Si innervosiva sempre quando non ubbidivano ai suoi ordini.
L’altro stregone si voltò verso di lui con un’espressione strana: era come se lo vedesse per la prima volta da giorni.
“Consigliere….è un piacere vederla! Come sta?” - gli chiese entusiasta.
“E’, per caso, uno scherzo, Victor? Ti avevo detto di restartene a casa, cosa ci fai qui?” - gli urlò contro.
Victor sembrò non dare peso alle sue urla e tornò a ficcare la testa tra le sue scartoffie.
“Victor! Rispondi!” - gli ordinò Samuel, fuori di se.
“Oh…certo! Io devo stare qui! Non posso stare a casa mia!” - rispose lo stregone come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“E si può sapere perché?” - a Samuel sembrava di avere a che fare con un bambino di tre anni.
- Stare tutto il tempo chiuso qui dentro gli ha provocato danni al cervello! - pensò.
“Perché? Perché non devo….non devo stare a casa!” - rispose Victor.
“Cosa significa che non devi stare a casa? Io ti ho ordinato di andarci, quindi è lì che devi stare!” - disse Samuel.
“No, non devo stare a casa….non devo stare a casa….non devo stare a casa….non devo stare a casa…non devo stare a casa!” - continuò a ripetere Victor.
A Samuel quel comportamento sembrava familiare: era come se qualcuno glielo avesse imposto con la magia, ma chi avrebbe fatto una cosa del genere? E perché?
Ma prima che potesse andare più a fondo nella vicenda venne raggiunto da un gruppo di guardie decisamente allarmate.
“Consigliere Samuel!” - lo chiamarono.
Samuel si allarmò.
“Che succede?” - chiese.
“Il vampiro…..quello nelle segrete!” - disse una guardia con il fiato corto.
“Damon? Cosa ha fatto?” - chiese Samuel.
“E’ scomparso!” - rispose una guardia.
Samuel si bloccò.
“Come sarebbe < è scomparso >?” - urlò.
“Non c’è! Siamo andati a controllare come lei ci aveva detto e abbiamo trovato le altre guardie morte e lui era scomparso!” - si affrettarono a spiegare.
Samuel non riusciva a credere a ciò che aveva sentito.
Poi, una strana idea legata al ricordo del rumore proveniente dal piano di sopra che aveva sentito poco fa, gli si affacciò alla mente.
“Tutti al piano superiore! Muoversi!” - ordinò.
Fece le scale di corsa, seguito dalle guardie.
Spalancò la porta e rimase di stucco: Stefan era stato liberato e lì con lui c’erano gli umani, Katie e un altro vampiro che non conosceva.
“Come diamine….” - cominciò a dire, ma la rabbia era troppo forte.
“Ho fatto a liberarmi di Timothy? Semplice: l’ho ucciso! Come diamine hanno fatto loro a liberarsi di Maddy e Sean? Semplice: l’altro vampiro che è con noi li ha uccisi! Cosa è successo a Susan? Semplice: l’abbiamo fatta prigioniera e….giusto perché tu lo sappia….ti ha tradito dicendoci come arrivare nel Regno! E non preoccuparti troppo per Damon: abbiamo liberato anche lui e adesso è con Bonnie! Ma questa volta non scapperemo…..se vuoi la guerra allora l’avrai e sta pur certo che tu, Samuel, avrai vita breve!” - gli disse Katie.
Un attimo dopo saltarono tutti fuori dalla finestra e, grazie ad un incantesimo di Katie, atterrarono sani e salvi.
Samuel si riprese subito e si voltò verso le guardie.
“Che aspettate?” - gridò - “ Inseguiteli e date l’allarme: ci sono tre vampiri liberi nel Regno, due streghe traditrici e hanno con loro tre umani pronti a sacrificarsi pur di distruggere il nostro Regno! Andate e prendeteli!” - ordinò.

Katie non sapeva se aver lasciato Damon e Bonnie fuori dal salvataggio di Stefan fosse stata una buona idea. Insomma….Damon sarebbe potuto essere d’aiuto.
Ma Merdith era stata perentoria e le era sembrata piuttosto sicura della sua decisione.
Doveva averlo fatto per lasciarli da soli….chissa!
A dire il vero, anche se non ne capiva molto di relazioni sentimentali e problemi di cuore, anche a Katie era sembrato che avessero un po’ di cose di cui parlare…ad esempio dovevano parlare di Lucas.
Da quello che aveva capito e che Matt le aveva spiegato, Lucas era un ex di Bonnie che lei aveva lasciato a pochi passi dall’altare per stare con Damon.
Katie doveva ammettere che Bonnie, anche se sembrava timida e impacciata, di decisioni belle pesanti riguardanti la sua vita ne aveva prese, eccome.
Ma la cosa che l’aveva sorpresa di più di tutta la faccenda era il fatto che il vampiri si sposassero. Insomma, con l’educazione che aveva avuto, le era già difficile accettare il fatto che i vampiri si innamorassero e tutto il resto, ma di certo non immaginava che volessero anche sposarsi.
- Beh…forse vogliono solo sposare Bonnie! Stefan ed Elena stanno insieme da tanto e non mi sembra che si voglino sposare, invece Lucas voleva sposare Bonnie e adesso, da quello che ho capito, pure Damon la vuole sposare! Forse è una cosa di Bonnie…una specie di istinto che i vampiri avvertono a voler fare qualcosa per impegnarsi con lei in maniera decisamente seria….potrebbe essere! - riflettè, mentre continuava a correre e a dirigere gli altri verso Kemet.
“Si, può darsi! Anche se non mi è mai capitato di vederla in questo modo!” - le disse Lucas, al suo fianco, sorridendo.
Katie si voltò, sorpresa, verso di lui.
“Come scusa?” - gli chiese.
Lucas si toccò la tempia per farle capire che le aveva letto nel pensiero.
“Anche tu leggi i pensieri? Credevo la facesse solo Damon!” - disse.
“No, tutti i vampiri possono farlo!” - le rispose.
“Ma Stefan non lo fa!” - ribattè lei.
“Tutti i vampiri abbastanza potenti possono farlo!” - si corresse Lucas.
“Quindi tu sei più forte di Stefan! Sei potente quanto Damon?” - gli chiese.
Lucas scosse la testa: “No! Lui è più vecchio, quindi più forte!”.
“Ma anche Stefan è più vecchio di te!” - gli fece notare.
“Sì, ma il Potere dipende dal tipo di dieta! Io e Damon, anche se non uccidiamo nessuno, beviamo e abbiamo sempre bevuto sangue umano, quindi la faccenda del < più vecchio, quindi più forte > regge! Con Stefan è diverso! Lui beve prevalentemente sangue animale da tanto tempo, fatta eccezione per le volte in cui è Elena a lasciarsi mordere, quindi i suoi poteri sono ridotti. Insomma, anche lui può legere la mente, ma gli costa più sforzo e non gli viene naturale come a me e a Damon!” - spiegò il vampiro.
Katie annuì: adesso era tutto più chiaro.
Poi ricordò come era cominciata le loro conversazione.
“Sono stata troppo dura?” - gli chiese.
Lucas la guardò confuso.
“Come, scusa?” - le chiese.
“Si, insomma…prima…qundo ho pensato quella cosa dello sposare Bonnie! Forse non lo sapevi della…proposta di Damon!” - spiegò.
“Se stai cercando di dire che non sai se qualcuno me ne ha parlato….beh…no, nessuno me lo ha detto, neppure Bonnie! Ma io non sono cieco e ho visto l’anello! Un anello di lapislazzuli…. e sapendo che sta con Damon non mi ci è voluto molto per fare due più due!” - rispose il vampiro.
“Anche tu gliene avevi regalato uno di anello?” - Katie doveva ammettere che quella storia l’affascinava parecchio.
“Si, ma non di lapislazzuli! Il mio era di rubini! Mettiamola così: i lapislazzuli sono….prerogativa del fratelli Salvatore!” - rispose Lucas.
“Perché dici questo? So che quegli anelli servono a loro per stare alla luce del sole, ma mi sembra che anche tu ci stia benissimo! Ergo…anche tu hai una di quelle pietre!” - disse Katie.
“Ed hai ragione! Quando diventammo amici Stefan me ne diede una! Ma sono pochissimi i vampiri che sanno il segreto delle pietre e ancora meno sono quelli che ne hanno una! Loro invece ne hanno parecchie e sanno dove procurarsele! E’ da prima che diventassero vampiri che conoscono questo segreto, quindi quelle pietre sono…una specie di loro simbolo, capici? E il fatto che Damon ne avesse regalato uno a Bonnie poteva avere un solo significato! Quindi non proccuparti….avevo già intuito tutto!” - la rassicurò.
Katie sorrise e tornò a focalizzare la sua attenzione sul come liberare Stefan.
A pochi passi dalle mura di Kemet si fermò.
“Ok! Siamo arrivati! Davanti a noi c’è il giardino posteriore della biblioteca. Stefan è al piano superiore! Noi entreremo dalla scala secondaria, quella all’esterno dell’edificio! Lucas…tu dovrai occuparti delle guardie in giro! Io aprirò la porta e libererò Stefan, ma poi dovremo uscire dalla finestra e per farlo devo creare un incantesimo in grado di trasportarci tutti! Quindi Elena, Matt e Meredith dovrete essere voi a prendere Stefan e a trascinarlo fuori! Avete tutti le mappe che vi ho preparato?” - chiese.
Gli altri annuirono, attenti.
“Bene! Se qualcosa dovesse andare storto sarà meglio dividerci! Usate le mappe e cercate di arrivare al nascondiglio senza farvi seguire da nessuno! Ci rimangono solo tredici minuti! Adesso…seguitemi!” - disse.
Scavalcarono delle mura basse che li portarono alle spalle della biblioteca. Dopo aver controllato che non ci fossero guardie in giro e non ci fosero occhi indiscreti da nessuna parte, corsero attraverso il girdino fino al lato ovest dell’edificio devo c’erano le scale che avrebbero usato.
Le salirono di corsa, facendo attenzione a non fare rumore.
Katie teneva sempre l’orologio sotto controllo: mancavano dieci minuti.
Lucas era davanti a lei e, appena arrivarono in cima, una guardia sbucata fuori dal nulla gli si avventò contro.
Lucas la uccise spezzandole il collo e lasciandola cadere a terra.
“Shhhhhh! Attenti a non fare rumore!” - bisbigliò Katie.
Dopo aver controllato che non ci fosse più nessuno, Lucas fece loro segno di seguirlo all’interno dell’edificio.
Katie li guidò fino alla stanza dove era tenuto Stefan e con una leggera pressione magica sulla maniglia bloccata, la porta si spalancò da sola.

Damon o Elena…come poteva scegliere?
Elena era la sua anima gemella, l’amore della sua esistenza, avebbe fatto di tutto per lei.
Damon era suo fratello, sangue del suo sangue e, nonostante non andassero esattamente d’amore e d’accordo e nonostante avesse spesso e volentieri ammesso che una vita senza Damon sarebbe stata più facile…beh…lui non la voleva una vita senza Damon…non riusciva nemmeno a concepirla una vita senza suo fratello.
Stefan non poteva scegliere, erano le due persone più importanti della sua vita e Stefan non poteva scegliere. Piuttosto…sarebbe morto lui per salvare entrambi.
Ma Samuel sarebbe tornato presto, troppo presto, e avrebbe preteso una risposta.
Ma cosa dire? Come poteva rispondere?
Tum….un rumore sordo e molto vicino catturò la sua attenzione.
- Non può essere già qui? Ha detto che mi dava un’ora e l’ora non è ancora passata! - Stefan era nel panico.
Ma la porta si stava già aprendo e Stefan non aveva una risposta, non riusciva a pensare, non riusciva neppure ad immaginarla una risposta.
Serrò gli occhi.
“Stefan!” - lo chiamò una voce che sembrava quella della sua Elena, ma non poteva essere perché Elena non era lì, era a Fell’s Church. Doveva essere un trucco si Samuel per farlo cedere.
Stefan serrò ancora più forte gli occhi.
“Stefan, cos’hai? Rispondimi, ti prego! Apri gli occhi!”  - gli diceva la voce.
Cercò di resistere a tutte le suppliche e non si lasciò convincere neppure quando la voce venne rotta dal pianto, ma quando due braccia calde e delicate lo avvolsero cedette e spalancò gli occhi.
L’unica cosa che vide fu un ammasso di capelli biondi che gli copriva tutta la visuale e sentì un profumo di vaniglia così familiare…
“Elena?” - disse.
La ragazza lo lasciò andare e lo guardò in viso, sorridendogli e asciugandosi le lacrime.
“Sei tu! Non ci credo! Come hai fatto ad arrivare qui?” - le chiese.
“Opera di Katie!” - le disse spostandosi.
Erano tutti lì, per lui.
Katie stava armeggiando alle sue spalle, sulle catene di legno che lo tenevano legato.
“Damon! Lui è di sotto…dobbiamo liberarlo!” - disse.
“Già fatto! Adesso è al sicuro…con Bonnie!” - rispose Lucas.
Stefan lo fissò per qualche istante.
“Lucas….Hai mantenuto la promessa….Elena sta bene!” - gli disse.
Lucas gli sorrise.
Un attimo dopo Stefan sentì una forte pressione sulle mani e le catene si sciolsero cadendo sul pavimento.
Stefan si alzò.
“Stai bene?” - gli chiese Elena accarezzandogli il viso.
“Si! Sono solo un po’ debole!” - la rassicurò.
Ma l’espressione di Lucas lo preoccupò.
“Che succede?”  - chiese.
“Gli stregoni! Stanno salendo…di corsa!” - disse.
“E allora noi fuggiremo…di corsa! Katie sei pronta?” - chiese Matt.
Katie, seduta sul davanzale della finestra, si voltò verso di loro.
“Sì, andiamo!” - disse.
Si affrettarono tutti verso la strega.
Stefan provò a muoversi, ma quasi si accasciò a terra.
Matt, Meredith ed Elena lo sorressero e lo trascinarono verso la finestra, dove lo presero di peso e lo depositarono su quella che sembrava una specie di nuvola di fumo grigio.
Un attimo dopo Samuel spalancò la porta della stanza e, dopo una chiara maniaccia di Katie ai danni del Consigliere, la nuvola cominciò a scendere.
Appena misero piede a terra, Lucas gli si avvicinò e diede una mano ad Elena per sorreggerlo.
“Ci inseguono! Dobbiamo correre!” - gridò Matt.
Cominciarono a scappare.
Stefan era con Elena, Meredith e Lucas davanti, mantre Katie e Matt erano alle loro spalle.
Il suono di numerose sirene si diffuse per l’intero Regno.
Stefan era stanco e provato.
“Coraggio, Stefan! Un ultimo sforzo!” - gli disse Lucas, ma in quel preciso istante, una saetta luminosa volò sulla loro testa.
“E’ stata una guardia!” - gridò Katie.
Lucas lo aiutò a saltare il muro di cinta e cominciarono a correre tra i boschi, evitando sempre più colpi.
Ma un grido di dolore li costrinse a voltarsi.
Matt era stato colpito e adesso era a terra e si reggeva un fianco. Katie era con lui.
“Katie! Matt!” - gridò Lucas.
“Andate! Portate Stefan in salvo, vi raggiungeremo dopo! Non cercateci!” - urlò Katie in risposta.
“Non possiamo lasciarli qui!” - disse Stefan non appena si accorse che Lucas aveva annuito alla strega e avevano ripreso a muoversi.
“Dobbiamo!” - rispose Elena.
Stefan lanciò un’ultima occhiata dietro di se e vide Matt, sorretto da Katie, che svaniva all’interno dal bosco e alcune guardie che li seguivano.
Corsero ancora per molto, tra gli alberi, andando a destra, poi a sinistra, poi di nuovo destra….probabilmente per seminare gli inseguitori.
Si fermarono dietro un enorme ammasso di pietre.
“Ci stanno ancora inseguendo?” - chiese Meredith, con il respiro spezzato dall’affanno.
“Li abbiamo quasi seminati! Dobbiamo essere sicuri che se ne siano andati prima di correre verso il nascondiglio!” - rispose Lucas.
“Nascondiglio che si trova…? Era Katie la nostra guida!” - fece notare Elena.
“Abbiamo le mappe! E’ arrivato il momento di vedere come funzionano!” - disse Meredith prendendo dalla cintura una sacchetto di cuoio e estraendone da una sacca esterna una foglio di carta ripiegato.
“Katie ha detto che basta dire alla mappa dove siamo e dove dobbiamo andare, poi la mappa farà il resto!” - disse.
Stefan la guardò con attenzione.
Meredith aprì il foglio ripiegato e lo fissò per qualche attimo, poi disse:“Bosco di Kemet, Regno Magico! Regno Magico, Kemet, Lago Iuris!”.
Un attimo dopo un fascio di luce si sprigionò dalla mappa e salì versò il cielo, poi si piegò su se stesso e cominciò a ruotare come l’ago di una bussola impazzita, fino a fermarsi puntando alla loro destra.
“Credo che dobbiamo andare di là!” - disse Elena.
“E questo sarebbe il momento ideale visto che non sento più le guardie!” - commentò Lucas.
Si rimisero in piedi e ripresero a muoversi seguendo le indicazioni della mappa.
“Ma siamo sicuri che abbiamo fatto bene a lasciare Matt e Katie da soli?” - chiese preoccupato Stefan.
“E’ stata Katie a dircelo e poi avevamo già previsto che potevamo anche essere costretti a dividerci!” - rispose Meredith.
“Fidati di lei, Stefan! Katie sa quello che fa!” - disse Lucas.
“Lo so, Lucas! Lo so!” - rispose Stefan.
Pochi minuti dopo avevano sorpassato un lago ed erano arrivati in un campo, dove Lucas aprì una botola segreta nella quale entrarono, dopo una breve ricognizione in giro.
Finalmente si erano messi in salvo.






NOTE:
Ciao a tutti!!!
Grazie a chi ha letto e a chi ha recensito lo scorso capitolo!!!
Per chi aspettava un confronto tra Damon e Lucas...beh...dovrà aspettare ancora!!! XDXDXDXDXD Ma arriverà presto! Promesso!!!
In questo capitolo Damon e Bonnie sono stati un pò messi da parte.....capitemi...si stanno riconciliando!!! XDXDXDXDXD
Invece ho dato spazio a Stefan e al suo salvataggio.
C'è stato un POV Samuel...beh era da tanto che non ne facevo uno e mi sembrava d'obbligo a questo punto!!! In seguito ce ne sarenno altri, quando la lotta entrerà nel vivo, per mostrare lo scontro da tutti i punti di vista.
Come avete visto Stefan non è stato costretto a scegliere....è stato fortunato, non ci sarebbe riuscito a fare una scelta!!!
Finalmete adesso è al sicuro, ma Matt e Katie sono rimasti fuori!
Nel prossimo capitolo scopriremo cosa è successo a loro due!!!
Spero, come sempre, di non avervi annoiato!
A domenica sera....BACIONI...IOSNIO90!





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Capitolo 18
*** Capitolo sedicesimo ***


Capitolo sedicesimo

Bonnie si sentiva talmente bene che quella vocina insistenete nella sua testa la stava letteralmente mandando su tutte le furie.
Incredibile che arrivassero sempre ad interrompere momenti del genere.
Era passata soltanto mezz’ora da quando lei e Damon erano rimasti da soli e si erano rinchiusi in un mondo tutto loro estraniandosi da tutto e da tutti, ed ecco che la realtà era di nuovo di ritorno e reclamava a pieni polmoni la loro attenzione.
Se Bonnie era irritata, poteva chiaramente sentire che Damon era furioso.
- Bonnie….Damon…dove siete? Rispondete! - urlò di nuovo la voce nelle loro menti.
Con un lamento smorzato Bonnie si staccò da Damon.
“Forse dovremo rispondere!” - disse scocciata.
“Io, invece, dico che dovremmo lasciarli perdere!” - rispose Damon attirandola di nuovo a sè.
Bonnie era in paradiso. Le piaceva così tanto perdersi tra i baci e le carezze di Damon che proprio non riusciva a staccarsene.
- Avanti, ragazzi, rispondete! - di nuovo la voce.
Bonnie tentò di divincolarsi dalla presa di Damon.
“Lasciali perdere!” - le sussurrò lui all’orecchio tenendola stretta.
Scese a baciale il collo e Bonnie sentì il desiderio devatante di lasciarsi mordere per diventare, ancora un volta, parte di lui.
Gettò la testa all’indietro, con un gemito.
- Ok! Adesso basta! Continuerò a chiamare finchè non vi farete vivi, intesi? - minacciò la voce.
Damon si staccò da lei con  un ringhio.
“Ripeto: dovremmo rispondere!” - disse Bonnie.
Damon si arrese sbuffando.
“Ok! Rispondiamo! Ma ricordami di uccidere Elena appena la vedo!” - rispose Damon.
Bonnie si concentrò e tentò di sforzarsi allo stesso modo di quando parlava telepaticamente con Damon.
- Elena? Elena, mi senti? Sono Bonnie! - disse.
- Oh, Bonnie! Finalmente! State bene? - chiese Elena.
- Non proprio! Fino a tre secondi fa stavamo benissimo, poi sei arrivata tu a rompere le scatole e adesso non sono per niente contento! - si intromise Damon.
- Oh! Beh…scusate….! Ma noi ci siamo preoccupati! Abbiamo preso Stefan e siamo ritornati al nascondiglio, ma Samuel ci ha visto e ci ha scateneto dietro un esercito e abbiamo perso Katie e Matt - raccontò Elena.
Bonnie si allarmò.
- Perso? In che senso < perso >? Stanno bene? - chiese.
- Si, si! Almeno credo!< Perso > nel senso che ci siamo dovuti separare e adesso non sono con noi, ma Katie ci ha detto di aspettarla qui! Piuttosto…dovreste venire anche voi! Se non ricordate la strada potete usare le mappe…sono staordinarie! - rispose Elena.
- Ok! Allora arriviamo subito! - rispose Bonnie chiudendo la comunicazione telepatica.
Si voltò verso Damon.
“Dobbiamo andare!” - disse, prendendo il suo maglioncino dal pavimento e rinfilandoselo.
“Potremmo aspettare ancora un po’!” - rispose Damon.
“Ricomincerebbe a chiamare! Lo sai com’è fatta!” - rispose Bonnie alzando gli occhi al cielo.
“Ma a me piaceva un sacco quello che stavamo facendo poco fa” - si oppose Damon.
Bonnie sorrise, imbarazzata.
“Sì, ma forse questo non è esattamente il momento migliore!” - rispose - “Avremo tutto il tempo del mondo dopo che avremo sconfitto Samuel!”.
“All’inizio sembrava più facile!” - commentò Damon.
“All’inizio sembra tutto più facile!” - rispose Bonnie accarezzandgli una guancia.
“Ma ce la faremo! Potrà anche essere difficile, ma non sarà mai TROPPO difficile! Niente è troppo difficile per me. Soprattutto quando si tratta di salvarti la vita…..sono diventato un campione in questo gioco!” - fece Damon sorridendo fiero.
Bonnie scoppiò a ridere e si tirò su.
“Allora andiamo, campione! La mia vita ha bisogno di essere salvata!” - disse Bonnie, sorridendo e tendendogli una mano.
- Damon! Bonnie! Mi sembrava di avervi sentito dire che sareste tornati subito! Dove siete? - di nuovo Elena.
Damon afferò la mano di Bonnie e si alzò.
“La tua vita avrà anche bisogno di essere salvata, streghetta, ma quella di Elena ha decisamente bisogno di essere soppressa!” - commentò il vampiro.

“Matt, stai bene?” - la voce di Katie era carica di preoccupazione.
Matt, al suo fianco, annuì trattenendo un gemito di dolore.
Correvano per i boschi senza una meta precisa, inseguiti dalla guardie di Samuel.
Matt era ferito e si aggrappava a lei.
“Dovremo fermarci e guarire quella ferita!” - disse la strega.
“Ci stanno inseguendo!” - bisbigliò Matt.
- Sta tentando si resistere, ma il dolore è troppo - pensò Katie.
Non si era mai sentita così in pensiero per qualcun altro come lo era per Matt in quel momento.
Sapeva che Matt aveva ragione e che dovevano continuare a scappare se non volevano essere catturati, ma DOVEVANO fermarsi: Katie doveva assolutamente guarire Matt.
Si mise a scrutare il paesaggio davanti a se cercando non sapeva bene cosa, quando all’improvviso la vide.
Era una fenditura tra due enormi rocce coperte dagli alberi, probabilmete si trattava di una piccola grotta.
Katie si spostò di lato e guidò Matt in quella direzione.
Prima di entrare nella grotta si accertò che nessuno li stesse spiando, poi adagiò Matt a terra e uscì di nuovo fuori tornando al punto in cui aveva cambiato strada: doveva confondere le tracce.
Lanciò un incantesimo veloce facendo materializzare davanti a lei una scia lunghissima di false tracce, poi tornò da Matt e, con un altro incantesimo, cancellò tutte le tracce che conducevano alla grotta.
Si nascose nel buio e, da lontano, vide le guardie che li superavano seguendo la falsa pista.
“C-cosa f-fai? Dob-biamo an-andare!” - disse Matt con un enorme sforzo.
“Shhh! Non preoccuparti, siamo la sicuro! Le guardie ci hanno superato senza accorgersi di noi! Ora sta calmo e fammi dare un’occhiata!” - rispose Katie.
Con un incantesimo semplice accese un piccolo falò lontano dall’entrata della grotta in modo da illuminarne l’interno, ma senza che nulla cambiasse all’esterno.
Costrinse Matt a stendersi sulla roccia fredda e si inginocchiò accanto a lui.
Gli scostò la mano con la quale il ragazzo si comprimeva la ferita e gli sfilò la maglietta.
Un accenno di imbarazzo le colorò la guance, ma si concentrò su ciò che doveva fare: accertarsi della condizioni di Matt e poi intervenire.
Matt era stato colpito al fianco, probabilmente da una saetta di fuoco che gli aveva lasciato una ferita lunga e sanguinante con tutti i contorni bruciati.
Se al suo posto ci fosse stato qualcuno debole di stomaco non avrebbe retto un secondo a quella vista.
“Matt! Mi senti?” - disse.
Il volto di Matt era pallido e sudato, sembrava febbricitante e questo significava che la ferita si stava infettando: doveva sbrigarsi.
“Matt, ascoltami! So che adesso ti fa male, ma quello che sto per farti ti farà stare ancora peggio! Mi dispiace, ma è l’unico modo che ho per guarirti e in fretta! Mi ci vorrà poco, quindi…resisti e fidati di me, ok?” - gli disse accarezzandogli la fronte.
“Mi fido sempre di te!” - rispose Matt in un sussurro.
Katie sorrise e, dopo un bel respiro, portò una mano sul suo cuore e l’altra sulla ferita di Matt.
Si concentrò.
Passarono pochi minuti in cui non successe nulla, poi la sentì.
Sentì una fitta atroce al cuore, come se qualcuno lo stesse tagliando in due, poi avvertì un specie di calore luminoso che le sgorgava dal cuore e le si riversava nella mano, poi percorreva tutto il braccio, attraversava le spalle, arrivava all’altro braccio e, dall’altra mano, un fascio di luce dorata investì la ferita di Matt.
Il ragazzo gridò e inarcò la schiena dal dolore, poi si portò la mano al petto.
Katie sapeva cosa stava sentendo: lo stesso dolore che lei aveva avvertito poco prima, il dolore insopportabile al cuore. Solo che per lui era diverso…lei sapeva cosa aspettarsi, Matt no.
Matt continuò a gridare per diversi minuti, poi Katie avvertì la stanchezza impossessarsi di lei e il fascio di luce scomparve dalla sua mano.
Matt si rilassò immediatamente.
Katie si accasciò a terra con il fiato corto.
Matt si toccò l’addome: la ferita era scomparsa.
Katie lo vide tirarsi su a sedere e cercare, entusiasta, il suo sguardo. Ma, non appena la vide, Matt si rabbuiò.
“Che succede? Cos’hai Katie?” - le chiese apprensivo.
Katie scosse la testa: “Non preoccuparti! Sono solo stanca! Tu, piuttosto, come stai?” - gli chiese.
Matt tornò a guardarsi il puntò in cui fino a poco prima c’era la ferita.
“Io….beh…alla grande, direi! Mi hai guarito!” - rispose.
“Già! Così pare!” - fece Katie.
“Come hai fatto?”  - le chiese Matt.
“Ti ho trasferito un po’ della mia forza magica!” - rispose Katie appoggiandosi con la schiena alla parete fredda della grotta.
“Allora era quello quel dolore al cuore, giusto?” - chiese Matt.
Katie annuì.
“Non mi sembra che ti abbia fatto molto bene guarirmi! Adesso stai male tu!” - commentò Matt.
“No, è che…. Vedi, ogni strega ha la sua fetta di energia magica racchiusa dentro di sé. Ogni volta che fa un incantesimo ne spreca un po’….più l’incantesimo è potente e più energia magica spreca! E questo incantesimo è molto potente perché non solo si spreca l’energia che serve per attivarlo, come per tutti gli altri incantesimi, ma se ne spreca ancora di più visto che è come una specie di donazione volontaria di forza magica che una strega fa a favore di qualcun altro per guarirlo!” - spiegò Katie.
“E questa energia può essere recuperata?” - le chiese il ragazzo.
“Certo! Più una strega sta a riposo senza usare incantesimi più la forza magica cresce! Quindi devo solo riposare un po’!” - rispose Katie.
“E…beh…mettiamo il caso che una strega finisca tutta la sua forza magica...Che succede?” -  chiese Matt.
Katie esitò, abbassando lo sguardo.
“Cosa succede in quel caso, Katie?” - insistette Matt.
“Muore, la strega muore!” - si arrese.
Matt la fissò per qualche attimo.
“Tu oggi hai usato tantissimo la tua forza magica! Hai fatto incantesimi per farci arrivare qui, per salvare Damon, per salvare Stefan, per farci scappare…..e adesso hai fatto questo incantesimo per guarirmi. Hai corso un rischio enorme solo per guarire me!” - disse Matt.
“Ero in ansia per te!” - rispose Katie.
“Avresti dovuto lasciarmi stare! Potevi morire, Katie!” - disse Matt, afferrandola per le spalle.
Katie lo guardò negli occhi, quegli occhi così azzurri da farle venire voglia di annegarci dentro.
“Non importa! Ero in ansia per te!” - rispose sinceramente.
Matt non rispose. La guardò negli occhi e le accarezzò una guancia, lentamente.
Katie piegò il viso di lato godendosi quelle sensazioni che non aveva mai provato per nessuno prima di Matt.
Poi tutto cambiò.
Matt la baciò di slancio.
Katie rimase immobile per un attimo: quello era il suo primo, vero bacio e non sapeva cosa fare.
Poi si ricordò che quello con lei era Matt e si lasciò andare, chiudendo gli occhi, e fu la cosa più bella mai capitatale prima.
Era come se tutto fosse scomparso, come se non esistesse più niente e nessuno apparte loro due.
Quando Matt si staccò da lei aveva gli occhi felici.
Le si sedette di fianco e l’attirò a se facendola stendere e appoggiare la testa sulle sue gambe.
“Adesso sarò io a vegliare su di te! Sta qui e dormi tranquilla!” - le disse sorridendo.
Katie chiuse gli occhi e, stanca e felice, si addormentò cullata dal tocco delicato di Matt che le accarezzava i capelli.

Gli era diventato quasi impossibile ricordare da quanto tempo era che non se ne stava tranquillamente disteso su un letto.
In realtà sapeva che non era stato molto tempo prima, ma a Stefan sembrava comunque un’eternità.
Erano arrivati nel nascondiglio da circa un’ora. Damon e Bonnie li avevano raggiunti una decina di minuti dopo, ma di Katie e Matt ancora nessuna notizia.
Stefan era preoccupato e, anche se tutti dicevano che avevano solo fatto quello che gli aveva chiesto Katie, sapeva benissimo che il sentimento più diffuso nel nascondiglio, in quel momento, era il senso di colpa.
Adesso erano in attesa….in attesa di tutto.
Aspettavano che le guardie sparisssero dai dintorni.
Aspettavano che lui si riprendesse.
Aspettavano notizie di Katie e Matt.
Aspettavano di scomprire la nuova mossa di Samuel.
Attesa, attesa, attesa…..era snervante l’attesa.
“Mi hai mentito!” - esordì una voce al suo fianco.
Stefan aprì gli occhi e guardò Damon, comodamente seduto su una poltrona accanto al letto.
Non lo aveva sentito arrivare.
Si mise a sedere anche lui.
“Su cosa ti avrei mentito?” - chiese.
“L’inglesino!” - rispose Damon rigirandosi i pollici.
“Lucas? Ti ho mentito su Lucas?” - Stefan era confuso.
“Già! Hai detto che non dovevo preoccuparmi e invece sai cosa mi ha detto la streghetta? Che il tuo caro amichetto le ha confessato di amarla ancora! Mi hai mentito! Io devo preoccuparmi, eccome!”- chiarì Damon.
Stefan sorrise.
“Avanti, Damon! Non venirmi a dire che non lo sapevi, che non sapevi che Lucas l’amava ancora! Era ovvio, scusa! Davvero credevi che se la fosse dimenticata nel giro di un anno? Lui era follemente innamorato di Bonnie…stravedeva per lei! Tu al suo posto te la saresti dimenticata così facilmente?” - gli chiese.
“E’ diverso!” - rispose Damon.
“Cioè? In che cosa è diverso?”.
“Quello che lega me e Bonnie è un milione di volte più forte rispetto a quello che legava l’inglesino e Bonnie! Quindi è ovvio che io non potrei mai dimenticarla! Invece lui avrebbe dovuto! Comunque sia…sta di fatto che mi hai mentito!” - ribadì Damon.
Stefan alzò gli occhi al cielo.
“Io non ti ho mentito! Infatti….che Lucas la ami oppure no, tu non hai motivi per preoccuparti! Tu stai troppo a pensare a cosa prova Lucas per Bonnie, quando dovresti pensare a cosa prova Bonnie…per Lucas!” - rispose Stefan.
“La streghetta non prova niente per lui! Lei è mia…ama me!” - fece Damon.
“Bene! Quindi…non devi preoccuparti! Visto che non ti ho mentito?” - rispose Stefan sorridendo.
Damon lo fissò per alcuni secondi, poi girò il viso dall’altro lato e prese a fissare un orrendo quadro troppo colorato appeso alla parete di fronte al letto.
“Questo stupido Regno Magico!!! Mi rammolisce!” - sbuffò Damon.
Stefan lo guardò socchiudendo gli occhi.
“Di nuovo con quella storia delle nostre…conversazioni civili?” - chiese.
“Già! Deve esserci qualcosa in questo posto….insomma, spiegami tu perché mai ho sentito il bisogno di venirti a parlare se non fosse come dico io!?!” - fece Damon.
“Beh…forse hai ragione! Anche se è carino!” - disse Stefan.
“Cosa?” - chiese Damon continuando a scrutare il quadro.
“Il fatto che parliamo dei tuoi sentimenti…e sottolineo TUOI!” - rispose Stefan.
“E tu definisci < carino > me che parlo dei mei sentimenti? E’ una sciagura…io non parlo dei miei sentimenti!” - rispose Damon.
“Nemmeno con Bonnie?” - chiese Stefan.
“Rettifico: io non parlo dei miei sentimenti…con nessuno che non sia la mia streghetta!” - si corresse Damon.
“Beh, allora io devo essere davvero fortunato!” - disse, ironico, Stefan.
“Smettila! E’ soltanto colpa di questo…” - cominciò Damon.
“…stupido Regno Magico!” - finì Stefan - “Me lo hai già detto, Damon!”.
“Bene…allora ricordatelo! E’ tutta colpa di questo posto, dopotutto…cosa ti aspettavi da gente con così scadenti capacità artistiche!” - disse Damon tornando a guardare Stefan.
Tacquero per qualche istante, poi Stefan percepì dei lievi rumori dal corridoio: passi silenziosi, i passi di un vampiro.
“Vai a parlarci!” - disse.
“E perché mai dovrei?” - chiese Damon con l’aria da finto innocente.
“Perché stai morendo dalla voglia di marcare il territorio!”  - rispose Stefan tornando a stendersi.
“Beh, fratellino! Se insisti tanto…” - fece Damon.
Un secondo e mezzo dopo Stefan sentì la porta della sua stanza che veniva chiusa.
“Non esagerare!” - disse.

- Non esagerare? Oh, andiamo, per chi mi ha preso? - pensò Damon sogghignando.
Si mosse lungo il corridoio a velocità da vampiro e si parò di fronte a Lucas.
“Quindi sei venuto a…marcare il territorio, giusto?” - chiese Lucas.
Damon si accigliò.
“Lo sai che è segno di profonda maleducazione origliare le conversazioni private altrui?” - chiese e, come un flash, gli tornò in mente il momento in cui aveva detto una cosa simile anche a quel viscide verme strisciante di Samuel.
- Sono circondato da esseri senza la minima idea di cosa sia l’educazione! - pensò.
“Ma tu lo fai! Tu ti metti ad ascoltare le conversazioni altrui senza farti nessun problema!” - replicò Lucas.
- Non solo è privo di educazione, ma è anche privo di intelligenza! - pensò guardando Lucas e piegando la testa di lato.
“Sì, ma tra me e te c’è una profonda differenza! Tu sei uno stupido inglesino senza nessun valore, mentre io sono Damon Salvatore e posso permettermi di fare qualsiasi cosa mi passi per la mia geniale testa!” - puntualizzò sorridendo.
“Credo che la modestia non sia il tuo forte!” - disse Lucas.
“Ed è qui che ti sbagli! Ti assicuro che sono stato molto modesto un attimo fa!” - rispose Damon.
Cadde il silenzio e continuarono a fissarsi, occhi negli occhi, per diversi minuti senza muovere un muscolo.
“Non abbiamo mai parlato seriamente noi due!” - disse Damon, serio in volto.
“Parlato seriamente di cosa?” - chiese Lucas.
“Del fatto che Bonnie è…come dire?…mmmh…mia!” - rispose Damon.
“Ti posso assicurare che, anche se non ne abbiamo mai discusso, la cosa mi è molto chiara!” - disse Lucas.
“Bene! Allora spero…per il tuo bene, ovviamente….che tu non sia tornato per cercare di riprendertela. Perché, se così fosse, già che devo uccidere Samuel non mi farei nessuno scrupolo a togliere di mezzo anche te!” - lo minacciò Damon.
Lucas abbassò lo sguardo.
Quando tornò a guardare Damon c’era una nuova espressione sul suo viso: resa.
“Sono tornato solo per aiutarvi! Questo è tutto! Non farei mai del male a Bonnie e so che cercare di dividerla da te equivale a qualcosa di molto simile ad ucciderla! L’ho vista quando Samuel ti ha portato qui…quando vi ha diviso. Quando la guardavo vedevo la morte nei suoi occhi! Non riuscirei mai a sopportare che tornasse ad avere quello sguardo e causa mia…neppure per rendere felice me stesso! Quindi non preoccuparti! Vi darò un mano e poi, se sarò ancora vivo, me ne andrò via!” - rispose Lucas.
Damon si spostò di lato, invitandolo a passare.
“La prendo come una promessa!” - disse.
Lucas annuì e scompareve, velocemente, nell’ombra.







NOTE:
Ciao a tutti!!!
Come è andata la vostra settimana?
La mia è stata uno schifo....e tutto a causa di una stupidissima influenza che mi ha steso per tre giorni! Non ero neppure sicura di riuscire a postare oggi, ma alla fine ce l'ho fatta! XDXDXDXDXD
Allora...
Capitolo di passaggio, ma che mi è piaciuto molto scrivere.
Elena...beh...era da troppo che non la fecevo passare per la rompico***ni della situazione e non ho resistito più.
La odio troppo per non parlarne male!!! Poveri Bonnie e Damon!
In cambio...tra Matt e Katie c'è stato un notevole passo avanti....spero sarete contenti.
Ho inserito anche un'altro momento tra fratelli. Mi piacciono un sacco le loro...conversazioni civili...e so che piacciono anche a molti di voi, quindi li inserisco ogni volta che ne ho l'occasione.
Infine....Damon e Lucas si sono parlati, finalmente!!!
Per chi si aspettava sangue e violenza....beh..mi dispiace di avervi deluso (sangue e violenza li sto tenendo da parte per Samuel), ma mi è piaciuto di più così....con Damon che prende in giro e minaccia e Lucas che non può fare altro che arrendersi all'evidenza delle cose!!
Spero vi sia piaciuto il capitolo anche se non c'è molta azione!!!
Grazie a chi ha letto e recensito lo scorso capitolo.....a giovedì....BACIONI...IOSNIO90!

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Capitolo 19
*** Capitolo diciassettesimo ***


Capitolo diciassettesimo

Il brusio di voci persisteva da un’ora e Samuel, seduto sul suo trono, aveva cominciato ad averne abbastanza.
Battè con forza un pugno sul braccio destro del trono.
L’Assembla si zittì.
“Daremo l’allarme! E’ deciso!” - disse, risoluto.
Il terzo Consigliere a partire dalla sua sinistra prese la parola.
“Ma così scateneremo il panico tra la gente!” - disse.
“E allora? Cosa volete fare? I nostri nemici sono nel Regno e non hanno intenzione di andarsene! Sin dall’inizio vi ho detto che dovevamo combatterli e abbatterli, ma voi non volevate darmi retta…e adesso ecco il risultato: Katie e Bonnie e i loro alleati sono venuti nel Regno e hanno liberato i due vampiri! In più, come se non bastasse, ci hanno chiaramente confessato di aver ucciso altri tre dei nostri più forti stregoni e di averne inprigionata un’altra. Ci hanno dichiarato guerra, mi hanno minacciato di morte e hanno portato con loro anche un altro vampiro! Ditemi voi se non è il momento di dare l’allarme!” - rispose Samuel.
L’altro Consigliere si zittì e il silenzio ricadde.
L’unica cosa che Samuel aveva davanti erano le facce sconvolte di tutto il Consiglio.
Non perse la sua occasione e continuò.
“Adesso sono lì fuori e si preparano ad attaccarci! Volete davvero aspettare senza fare nulla? Volete davvero condannare il nostro amato Regno senza dare a nessuno dei nostri sudditi la possibilità di difendersi? Ci sono donne e bambini là fuori. E quelli che affrontiamo sono vampiri….davvero credete che non faranno loro del male? Non sto inventando niente…lo sapete! C’erano delle guardie con me quando Katie mi ha minacciato e avete ascoltato la loro testimonianza! E’ tutto vero, signori! Il pericolo esiste ed è terribilmente vicino! E io dico che dobbiamo combatterlo e sconfiggerlo, che dobbiamo essere noi a farci avanti per primi, dobbiamo essere noi a dettare le regole, a dire dove e quando ci sarà la lotta finale, dobbiamo farlo noi altrimenti ci prenderanno alla sprovvista e saremo noi a soccombere!” - Samuel parlò di getto, in modo accorato e, all’apparenza, sincero.
“Ma-ma come faccimo a sapere che loro rispetteranno gli accordi? Come faccimo ad essere sicuri che non si muoveranno prima?” - chiese il Consigliere alla sua destra.
Samuel si era preparato a quella domanda.
“Loro vogliono uccidere me prima di chiunque altro! E adorano le sfide!….Verranno, ve lo assicuro, e faranno come diremo noi senza fare sorprese perché sanno che se gli comunichiamo una cosa del genere è prechè noi siamo pronti e questo è il nostro territorio….devono prepararsi bene prima di attaccare!” - rispose.
I Consiglieri si guardarono l’un l’altro. Samuel sapeva che ognuno di loro stava cercando conferma e fiducia nel volto dell’altro.
“Va bene, Samuel! Combattiamo….per il Regno Magico!” - disse lo stregone seduto direttamente di fronte a lui.
Tutti gli altri presenti all’assemblea si alzarono ed annuirono con il capo ripetendo, uno dopo l’altro: “Per il Regno Magico!”.
Anche Samuel si alzò e sorridendo: “Per il Regno Magico!” - disse - …E per la mia gloria - pensò.

Erano passate quattro ore e Katie aveva recuperato abbastanza forza da permettere a lei e a Matt di ritornare dal resto del gruppo che, sicuramente, li stava aspettando.
“Ti senti meglio?” - le chiese Matt.
Katie annuì, sorridendo.
Avevano lasciato da poco la loro grotta e adesso stavano camminando lungo un sentiero tra gli alberi fitti poco distante dal lago Iuris.
Matt le cingeva, protettivo, le spalle.
“Dici che gli altri sono preoccupati? Sono passate ore da quando ci siamo divisi!” - disse la strega.
“Certo che sono preoccupati! Loro si preoccupano sempre! Beh…ovviamente, tutti tranne Damon…lui non si preoccupa mai!” - rispose Matt.
“Non dire così, Matt! La prima cosa che ho notato in Damon quando l’ho conosciuto è stata proprio la preoccupazione per Bonnie!” - disse Katie.
“Sì, devo ammettre che con lei si comporta decentemente!” - rispose Matt.
“Non ti piace molto, eh?” - chiese Katie.
“Chi? Damon? Ma che dici….se io lo adoro!” - rispose Matt con una nota bella pesante di sarcasmo nella voce.
Katie rise.
“Devo ammettere che non ha un carattere facile, ma in fondo non è così male!” - commentò.
“In fondo….moooooooolto in fondo!” - fece Matt.
“Avanti….dimmi che ti ha fatto!” - disse Katie.
Matt sospirò pesantemente.
“Matt? Su, dimmelo! Raccontami tutti!” - lo incalzò la strega.
“Non mi ha fatto niente, personalmente! E non è che non lo sopporto perché è un vampiro! Mi piacciono i vampiri….da quando l’ho conosciuto Stefan è sempre stato il mio migliore amico e così anche Lucas! E’ proprio Damon che non sopporto, proprio lui come persona! Direi che è una questione di pelle! La prima cosa che mi dissero di lui fu che era una vampiro e che aveva ucciso un sacco di persone! Poi cominciò la sua stupida guerra con Stefan per Elena! Ci ha messo spesso nei guai per via di questa cosa e poi lo sai com’è: è arrogante, saccente, superbo e non sa cosa sia la modestia! E poi lo hai sentito come mi chiama? Mutt! E guarda che sa benissimo che il mio nome è Matt, ma lui lo fa apposta perché odio quel ridicolo soprannome!” - disse Matt.
“Ma inventa soprannomi per chiunque…non devi prendertela!” - disse Katie.
“Sì, ma…non è solo questo! Lo hai visto come mi tratta? Non mi prende neppure in considerazione, pensa che io sia inutile e ti lascio solo immaginare quante volte mi ha minacciato di una morte lenta e crudele!” - continuò il ragazzo.
“Ma minaccia sempre anche Stefan!” - commentò la strega.
“Sì, ma Stefan è suo fratello! Ha avuto cinque secoli per ucciderlo e se non lo ha ancora fatto allora non lo farà mai! Io, invece, sono a rischio!” - rispose Matt.
“Non ti farebbe mai del male perché se lo facesse ferirebbe Bonnie!” - disse Katie.
“Già….Bonnie!” - sospirò Matt, alzando lo sguardo al cielo - “Sai per quanto tempo Bonnie ha sofferto per Damon? Perché lui voleva Elena e la vedeva soltanto come un passatempo? Bonnie crede che nessuno si sia accorto del suo dolore, ma io l’ho visto e ti assicuro che mi si spezzava il cuore a vederla ridotta in quelle condizioni per via di quel miserabile!”.
“Ma adesso è tutto apposto! Lui la ama e non credo che avrebbe fatto tutto quello che ha fatto se il suo amore non fosse sincero!” - disse Katie.
“Si, ma io preferisco restare in guardia! Voglio bene a Bonnie e di Damon non mi fido!” - rispose Matt.
Katie abbassò lo sguardo e arrossì per la domanda che le era passata nel cervello e che stava per fare.
“Matt….tu…mmmh…ecco..tu hai detto che vuoi bene a Bonnie, ma…non hai mai provato nient’altro per lei?” - gli chise.
Matt si voltò a guardarla, sorpreso, poi tornò a fissare il sentiero di fronte a se.
“Ti dirò la verità! Una volta ero innamorato cotto di Elena e siamo anche usciti insieme per un breve periodo! Quando lei si mise con Stefan…non lo so…mi fece male, ma sapevo che erano fatti per stare insieme! Bonnie….beh per molto tempo l’ho vista come un’amica, poi ti confesso che cominciai a vederla con occhi diversi, ma lei era innamorata di Damon! Poi arrivò Lucas e fu in quel periodo che capì che lei non era destinata a me, che c’era un’altra persona, là fuori, da qualche parte, che mi aspettava! Bonnie ed io siamo amici e spero che lo saremo per sempre, ma nulla di più!” - disse Matt, poi si fermò e la costrinse a voltarsi verso di lui afferrandola per le spalle.
“Poi ho incontrato te!” - le disse, guardandola negli occhi - “Ed ho capito!”.
Katie era emozionata e sentiva le guance in fiamme: “Cosa hai capito?” - gli chiese.
“Che eri tu quella persona che era chissà dove ad aspettarmi!” - disse, sicuro, Matt.
Gli occhi di Katie si illuminarono e il cuore cominciò a batterle forte per l’emozione.
“Non ho mai provato niente del genere!” - gli sussurrò.
“E’ bello o è brutto quello che provi?” - le chiese Matt.
“Bello! Ma è forte e mi spaventa!” - rispose Katie, sincera.
Matt le sorrise, annuendo: “Bene!” - fu l’unica cosa che disse prima di chinarsi a baciarla di nuovo.
Questa volta Katie non fu colta alla sprovvista e sapeva cosa fare. Chiuse gli occhi e si rilassò, immediatamente, tra le braccia si Matt.
Il bacio fu tenero e adorante e lei si sentiva così al sicuro…
Lei era la strega, lei aveva i poteri, eppure si sentiva davvero protetta solo quando si affidava completamente a Matt, l’umano senza alcuna abilità magica.
Era strano, ma bellissimo.
Il momento, però, fu interrotto bruscamente da qualcuno alle loro spalle che si schiariva la gola.
Katie e Matt si staccarono e si voltarono….molto lentamente.
- Come ho fatto a non accorgermene? - si chiese, spaventata, Katie.
Afferrò una mano di Matt ed era già pronta a scappare, quando una delle tre guardie magiche che si trovava di fronte a loro li bloccò.
“Aspettate! Non vogliamo farvi nulla! Dobbiamo solo consegnarvi una cosa!” - disse.
Katie si fermò e guardò Matt.
“Può essere una trappola?” - le chiese lui.
“Non è una trappola! Ho davvero un biglietto da recapitarvi…da parte del Consiglio magico!” - disse la guardia.
Katie si voltò verso i loro nemici e fece un passò in avanti.
“E cosa c’è scritto?” - chiese.
“Il mio compito è soltanto quello di consegnare il biglietto!” - disse la guardia.
“Ok! Allora datemi il biglietto e andatevene!” - disse la strega.
Una delle guardie si fece avanti e le diede un foglio di carta ripiegato.
“E’ tutto? Possiamo andarcene senza che ci seguiate o ci attacchiate?” - chiese Katie.
“E’ tutto!” - disse la guardia prima di pronunciare un incantesimo e di svanire nel nulla insieme alle altre guardie.
“Dove sono finiti?” - chiese Matt.
“Si sono teletrasportati!” - rispose Katie continuando a guardare il biglietto.
Matt le si avvicinò: “Cosa c’è scritto?” - le chiese.
“Non lo so, ma questo cambio di rotta da parte di Samuel non mi fa pensare a niente di buono!” - rispose Katie aprendo il biglietto.
Lei e Matt lo lessero in silenzio, poi si guardarono…confusi.
“Che significa?” - le chiese Matt.
Katie non sapeva cosa dire: si strinse nelle spalle.

“E’ una trappola!” - disse Stefan.
“Wow, fratellino, tu sì che sei un genio!” - commentò, sarcastico, Damon.
Stefan fece finta di niente e continuò.
“Non possiamo andarci!….Anzi…non DOBBIAMO…andarci!” - disse.
“E, invece, io dico che dobbiamo uscire di qui e fare esattamente quello che c’è scritto in quel biglietto!” - fece Damon.
“COSA? Damon sei impazzito? Ho capito che non vedi l’ora di batterti contro Samuel, ma lo hai letto il biglietto?” - intervenne Elena.
“Certo che l’ho letto e se vuoi te lo ripeto anche a memoria….” - fece Damon, poi prese posto al centro della stanza e, con una mano sul petto, cominciò a recitare: “ Streghe, Vampiri e Umani nemici del Regno Magico, è il Consiglio di suddetto Regno il mittente di questo biglietto, un biglietto che non vuole essere un pezzo di carta qualsiasi, ma un vero e proprio invito, un guanto di sfida, una dichiarazione di guerra! Voi avete invaso il nostro Regno e avete ucciso molti dei nostri stregoni e, inoltre, ci avete dichiarato guerra! Beh….noi accettiamo la sfida e daremo inizio a questa battaglia che da troppo tempo abbiamo lasciato in sospeso! Vi aspetteremo nella grande piazza centrale di Kemet alle 8 in punto di domattina, se non ci sarete allora vi daremo la caccia e vi uccideremo! Ma, essendo uomini d’onore, avremmo maggiore soddisfazione a batterci con voi faccia a faccia e con il consenso di tutti…come è giusto che sia in una guerra! Le cose devono tornare al loro posto!” - Damon finì e si ritirò di nuovo nel suo angolino di fianco a Bonnie.
“E tu sei d’accordo? Vuoi presentarti e combattere?” - gli chiese Elena.
“Esatto!” - rispose Damon.
“E potresti essere così gentile da spiegarci il perché?” - fece Elena, irritata.
Damon la guardò, sorridendo: “Chiedilo a Katie!” - disse.
Le teste di tutti scattarono in direzione della strega, seduta sul vecchio divano di fianco a Matt.
“Damon ha ragione!” - disse Katie - “Dobbiamo andare e combattere! Io conosco il Regno, ma voi no e saremmo in svantaggio se decidessimo di fare un’azione a sorpresa! Questa è la nostra unica possibilità! E’ rischioso, lo so, e abbiamo poco tempo per prepararci….ma dobbiamo andare! In più sarà presente tutto il Regno e, se abbiamo un po’ di fortuna, possiamo anche riuscire a smascherare la sua follia davanti a tutti”.
“Quindi Damon e Katie dicono di andare, mentre Stefan ed Elena non sono dello stesso parere! Mettiamolo ai voti e decidiamo!” - propose Lucas.
Annuirono tutti.
“Io sono venuto qui aspettandomi di combattere, quindi combatterò!” - disse Lucas.
“Io appoggio Katie! Se lei dice di andare…allora andiamo!” - fece Matt, sorridendo alla strega.
“Presentarsi all’appunrtamento è una cosa del tutto irrazionale…ma se serve a liberare Bonnie da tutto questo una volta per tutte allora contate su di me!” - disse Meredith.
Bonnie era l’ultima rimasta.
Guardò tutti i presenti, uno ad uno, poi si voltò verso Damon.
“Ho paura!” - disse con un sospiro - “Ma mi fido di Damon! Sono già successe troppe cose orrende e io non ce la faccio più! Questa guerra doveva essere combattuta prima o poi, quindi meglio conoscere il dove e il quando!”.
“Bene! Quindi…andiamo!” - concluse Lucas.
“Sì, ma…naturalmente…se Stefan ed Elena non sono d’accordo sono liberi di ritornare a Fell’s Church!” - disse Bonnie.
Elena le sorrise.
“E lasciarti qui?” - disse - “No, Bonnie, non lo farei mai! Sei una delle mie migliori amiche e mi hai sempre aiutato senza mai tirarti indietro! Quindi anch’io ti aiuterò!”.
“Io continuo a pensare che è una follia…ma va bene! Ci sto!” - si accodò Stefan.
Bonnie ricambiò sorridendo con le lacrime agli occhi.
“Ok, ma…come ci presentiamo? Senza nessun piano? Niente di niente? Andiamo lì, tiriamo fuori le zanne e ci buttiamo nella mischia? Quelli sono stregoni, sono tanti e sono forti…ci metteranno un secondo ad immobilizzarci e ad ucciderci! Dobbiamo prepararci in qualche modo!” - disse Stefan.
“Per me possiamo fare come vi pare! Ricordate solo che Samuel è mio!” - disse Damon.
“In una notte non si può fare molto, ma, se Bonnie mi aiuta, posso prepararvi delle pietre piene di magia che potrete usare con delle parole a comando! Naturalmente ne daremo di più a chi non ha poteri di nessun tipo, quindi ad Elena, a Meredith e a Matt! Per Damon, Stefan e Lucas ne farò solo alcune di difesa, mentre per l’attacco dovrete pensarci voi! Bonnie…tu..beh…credo sia giunta l’ora di tirare fuori la strega che c’è in te!” - disse Katie.
“Sì, ma….io non sono come te! Non ne conosco di incantesimi potenti!” - fece Bonnie.
“Sì, ma conosci il tuo potere…sai che è dentro di te! Devi farlo venire a galla e lasciare che si impossessi di te! Io ti aiuterò e poi nel Regno hai imparato a gestire i cristalli…eri brava! Abbi fede! Tu dovrai soltanto stare nelle retrovie e restare viva senza farti catturare…non dimenticare che l’obiettivo di Samuel resti sempre tu!” - rispose Katie.
Bonnie sospirò e annuì.
Damon la strinse a sé.
“Ce la faremo!” - le sussurrò.
Bonnie gli sorrise in risposta.
“Bene..allora…prepariamoci!” - disse Stefan.

Era notte fonda e, dopo lunghe ore di duro lavoro, Katie aveva detto a Bonnie di andare a riposare visto che le pietre erano pronte.
Era sola e stava sistemando le ultime cose quando venne raggiunta da Stefan.
“Ehi!” - la salutò.
Katie sorrise.
“E’ tutto pronto?” - le chiese lui.
“Sì, domani spiegherò agli altri come usarle e quali parole vanno usate!” - rispose Katie.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti, minuti durante i quali Katie ripensò ai momenti trascorsi nella grotta con Matt e non potè evitare di farsi assalire da un profonda mix di angoscia e malinconia.
“Sei preoccupata!” - disse Stefan, sedendosi di fronte a lei.
“Lo siamo tutti!” - rispose Katie.
Stefan la fissò insistentemente per alcuni attimi.
“Non mentirmi, Katie! Dimmi cos’hai!” - le disse.
Katie alzò lo sguatrdo e lo guardò negli occhi.
Con un sospiro, si arrese.
“Ho paura, Stefan! Per la prima volta in vita mia ho veramente paura!” - confessò.
“Forse perché questa volta sai di avere molto da perdere!….Mi riferisco a Matt!” - fece il vampiro.
Katie annuì: “Ma non è solo per Matt! Io ho avuto una bella infanzia, Stefan, ma poi è cominciata l’Accademia e la mia famiglia era una famiglia di Cacciatori, sempre seri e ligi al dovere! Ero sempre da sola e via via li ho persi tutti, ma non mi ha mai fatto molto male perché, in fondo, non avevo un vero rapporto con nessuno di loro, nemmeno con i miei genitori! Adesso è diverso….voi mi avete accolto e, per la prima volta, sento di poter contare su qualcun altro oltre me stessa! Ho paura di perdere tutto questo!” - disse.
Stefan si sporse in avanti e le prese una mano.
“Ti capisco! Prima di incontrare Elena e gli altri, io ho vissuto da solo per secoli! Io e Damon ci odiavamo per davvero! Poi sono arrivato a Fell’s Church e ho riscoperto cosa fosse la famiglia e cosa fossero gli amici!” - disse il vampiro - “ Io non posso dirti cosa succederà domani, ma posso dirti che sarà diverso da tutte le altre battaglie che hai combattuto! Perché…mentre prima non avevi niente da perdere, adesso hai molte cose e molte persone e, paradossalmente, sarà proprio la voglia di non perderle a spingerti a combattere con maggiore forza e con più impeto! E poi…per quanto può valere…io ti copro le spalle!”.
Katie sorrise.
“Grazie!” - disse.
“Di cosa?”.
“Di essere venuto a parlare con me e a rassicurarmi!” - rispose Katie.
“A dire il vero ero venuto per chiederti un’altra cosa, poi ti ho visto triste e allora…” - disse Stefan.
“Un’altra cosa? E che cosa volevi sapere?” - chiese, curiosa, Katie.
“Come stanno le cosa tra te e Matt! Sono stato io a convincerti ad uscire con lui, la prima volta, quindi mi interessa! E poi si vede lontano un miglio che è successo qualcosa!” - rispose Stefan.
“Mi sorprendi, Stefan! Non ti facevo il tipo che si interessava a queste cose!” - fece Katie, ridendo.
“Sì, sì….ok! Allora?” - la incalzò lui.
Katie arrossì violentemente.
“Quindi avevo ragione io! E’ successo qualcosa! E cosa siete adesso? Fidanzati o cosa?” - chiese Stefan.
“Non ne abbiamo mai parlato…ma credo…beh..qualcosa del genere, sì!” - rispose Katie totalmente in imbarazzo.
Stefan si sistemò più comodamente sulla sua sedia.
“Beh…sono felice per tutti e due! Ve lo meritate!” - disse.
 “Mmmmh grazie! Ma…sono confusa! Né con Bonnie né con Meredith ti ho mai sentito fare discorsi del genere!” - disse Katie.
Stefan ci pensò su un attimo.
“E’ vero!” - disse.
“E perché con me li fai?” - chiese Katie.
“Non saprei! Bonnie e Meredith sono mie amiche e voglio loro un gran bene, ma con te…non lo so…ho sentito una connessine fin dal primo momento! Mi trovo a mio agio con te! Penso che tu sia la mia migliore amica!” - rispose Stefan.
Katie lo guardò, raggiante.
“Wow! Non sono mai stata la migliore amica di nessuno!….E’ bello!” - disse la strega.
“Già! Hai proprio ragione!” - fece Stefan.







NOTE:
Ciao a tutti!!!
Grazie, come sempre, per tutti i commenti al capitolo precendente e grazie anche ai lettori silenziosi che sono, per fortuna, molti.
Allora...
Questo capitolo fa da preludio alla lotta finale che comincerà dal prossimo capitolo!
Facendo i calcoli la storia dovrebbe terminare tra altri tre o quattro capitoli.....che tristezza :-( !!!
Vabbè...non pensiamoci troppo adesso sennò mi viene da piangere!!!!
Nel capitolo succede poco e niente....C'è Samuel che convince il Consiglio a combattere......( quanto lo odio).
Poi ci sono Katie e Matt...sono sani e salvi e hanno raggiunto gli altri!
Infone ci si prepara per la guerra!!!
Vi è piaciuta la lettera di Samuel? A me, sinceramente, mi è piaciuta di più l'immagine di Damon che faceva l'imitazione di quel pazzoide di uno stregone!!XDXDXDXDXD
Che dire....l'ultima parte con Katie e Stefan l'ho pensata e scritta in dieci minuti.....non lo so, ma mi piace il loro rapporto...li vedo molto simili per certi versi!!!
Spero che anche a voi sia piaciuta!!!
Detto questo, vi lascio....a domenica sera....BACIONI...IOSNIO90!


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Capitolo 20
*** Capitolo diciottesimo ***


Capitolo diciottesimo

La mattina della battaglia la trovò impaurita e preoccupata.
Il biglietto di Samuel era arrivato come un secchio d’acqua gelata dritto sulla testa e, anche se sapeva che prima o poi sarebbe dovuto succedere, Bonnie era terribilmente in ansia per tutto quello che stava per accadere.
Era seduta su un sedia e guardava tutti i suoi amici che si davano da fare intorno a lei senza poter fare a meno di soffermarsi su ognuno di loro e chiedersi se a fine giornata sarebbe stato ancora lì con lei.
Le lacrime le pizzicavano gli occhi e Bonnie abbassò lo sguardo.
Cercò di resistere all’impulso di piangere, ma una lacrima solitaria sfuggì al suo controllo e le rigò una guancia.
All’istante una mano gelida le si posò sul viso e raccolse la piccola goccia d’acqua salata.
Quando Bonnie alzò lo sguardo, Damon era inginocchiato di fronte a lei.
Bonnie sorrise debolmente mentre lui le accarezzava il viso.
“E’ colpa mia!” - le parole che da tanto pensava le uscirono irrefrenabili alle labbra.
Damon assottigliò lo sguardo invitandola a continuare.
“Se non fosse per causa mia nessuno di voi sarebbe qui, adesso, a rischiare la vita! Forse….forse avrei dovuto….” - continuò.
“Non pensarlo nemmeno!” - la interruppe Damon.
“E invece ho ragione a pensarlo!” - ribattè Bonnie - “Se io avessi seguito Ted nel momento in cui è tornato a cercarci e ci ha detto chi era e cosa voleva…..allora non sarebbe successo niente! Non ci sarebbe stato nessun Labirinto, nessuna perdita di memoria, nessun Sigillo da rompere e nessuna condanna per te o per Stefan! Dovevo seguire Ted fin dall’inizio!”
“E lasciarmi? E lasciare la tua vita, i tuoi amici e la tua città? Tu non hai colpa di niente! Se siamo tutti qui è per nostra scelta! Sì, lo facciamo per aiutarti, ma tu non ci hai mai messo una pistola alla tempia ordinandoci di darti una mano….ci hai sempre dato una scelta e noi abbiamo deciso di venire qui e di aiutarti! Quindi…niente sensi di colpa!” - rispose il vampiro afferrandola per le spalle e guardandola negli occhi.
“Niente sensi di colpa?” - fece Bonnie.
“No, niente sensi di colpa! La colpa non ci porta da nessuna parte, fattelo dire da un esperto! Adesso l’unica cosa a cui dobbiamo pensare è vincere!” - rispose Damon.
“E se non vinciamo?”.
“Vinceremo! Io farò in modo che accada perché non ho nessuna intenzione né di morire né di perdere te! Intesi?”.
Bonnie annuì, abbozzando un sorriso.
“Manca mezz’ora alle 8.…dobbiamo andare!” - annunciò Katie, accanto alla porta spalancata.
Si guardarono l’un l’altro per un istante infinito, poi tutti cominciarono a lasciare il nascondiglio.
Bonnie si alzò riluttante e ancora più riluttante si avviò verso la porta.
Damon le afferrò un polso, trattenendola.
“Aspetta!” - le disse.
Bonnie si sentì tirare all’indietro e avvolgere dalle braccia del vampiro.
Pochi secondi dopo lui la baciò.
Fu un bacio carico d’amore, ma anche di disperazione…Bonnie lo sentiva e capì che, come lei, anche Damon aveva paura.
Si staccarono contro la loro volontà, ma rimasero vicini, fronte contro fronte.
“Ho paura!” - disse Bonnie.
“Lo so!” - rispose Damon.
Poi si guardarono negli occhi, fecero un bel respiro e, tenendosi per mano, seguirono gli altri andando incontro al loro destino.

Camminavano verso Kemet in silenzio, a due a due.
Elena era con Stefan e seguivano da vicino Matt e Katie che erano in testa al gruppo.
La paura e la tensione erano palpabili.
Stefan le cinse la vita con un braccio, attirandola a sé.
“Sono preoccupata, Stefan!” - disse Elena.
“Lo sono anch’io, ma dobbiamo farlo!” - rispose lui.
“E’ che…Katie ci  ha spiegato tutte qulle cose su tutte quelle pietre da usare, ma…se non fossi in grado? Se qualcosa andasse storto e qualcuno si facesse male perché mi sono dimenticata come usare una pietra? Io voglio che vada tutto bene! Voglio che ce ne andiamo di qui tutti insieme e non voglio che ti facciano del male!” - disse Elena.
Stefan riflettè un attimo prima di rispondere.
“Se mi succede qualcosa….se mi catturano…tu devi prendere la polvere magica e andartene…tornare a Fell’s Church!” - disse il vampiro tenendo lo sguardo dritto davanti a sé.
Elena si voltò di scatto nella sua direzione.
“Come puoi chiedermi questo? Non ti ho mai lasciato e non ho intenzione di farlo adesso!” - disse - “E la mia è una decisione definitiva!” - aggiunse quando vide che Stefan stava per ribattere.
Il vampiro si zittì e le sorrise.
“Non cambierai mai! Quando ti metti in testa una cosa nessuno può farti cambiare idea!” - disse.
“Sì, esatto! Noi resteremo insieme…sempre!” - rispose Elena appoggiando le testa sulla spalla di Stefan.
Lui alzò una mano e le accarezzò il viso.
“Sempre!” - promise.

“Sei così triste solo per la battaglia o c’è qualcos’altro?” - chiese Lucas a Meredith vedendola persa nei suoi pensieri.
Meredith sorrise.
“Mi hai letto la mente?” - chiese lei.
“No! Ti ho letto il viso!” - rispose Lucas.
“E dove hai imparato a capire così bene le persone soltanto guardandole?” - chiese Meredith.
“Quando vivevo a Fell’s Church ho passato molto tempo ad osservare te e Bonnie! Tu sei in grado di capire cosa pensa soltanto guardandola di sfuggita…è impressionante!” - rispose Lucas.
Meredith sorrise.
“Alaric mi ha chiesto di sposarlo!” - disse.
Lucas sobbalzò alla notizia.
“Davvero? Quando?” - le chiese.
“Poco prima che arrivassero gli stregoni! Adesso è in viaggio per Fell’s Church!” - rispose la ragazza.
“E tu sei in ansia perché hai paura di non rivederlo e ti senti in colpa perché, nonostante tu sia qui per Bonnie, vorresti stare con lui ed avere la certezza che il futuro felice che sogni da tanto arriverà presto!” - disse Lucas per lei.
Meredith si voltò a guardarlo.
“Ti deve sembrare orribile da parte mia, eh?” - chiese lei.
Lucas scosse la testa: “No, per niente! Se innamorata di qualcuno che non è con te adesso e tu stai andando incontro ad un grande pericolo di tua spontanea volontà….è normale che pensi a lui in questo momento! E’ l’amore….è così….ti assicuro che lo capisco!” - disse.
Merdith annuì sovrappensiero.
“Dovresti dimenticare, Lucas….per il tuo bene!” - disse lei.
“Lo so! Ci provo….ma Bonnie è difficile da dimenticare!” - rispose Lucas.
“Ma devi farlo! Se le cose sono andate così ci deve essere una ragione! Per lei la ragione è ovviamente Damon, loro due dovevano finire insieme! Per te…beh…da qualche parte ci deve essere anche la tua di ragione, ma se non dimentichi il passato può anche capitare che quando incontrerai la ragazza giusta sarai ancora troppo preso a pensare a Bonnie per rendertene conto! E sarebbe un vero peccato perché meriti la felicità!” - ribattè Meredith.
Lucas la guardò e le sorrise riconoscente.
“Ti prometto che quando usciremo di qui mi metterò d’impegno a dimenticare!” - disse.
"Sembri così ottimista...." - commentò Meredith.
"Dici? Allora i miei sforzi sono serviti allo scopo!" - rispose Lucas.

Alla testa del gruppo Katie e Matt si tenevano per mano.
Quando erano usciti fuori dal nascondiglio lui le aveva preso la mano destra senza pensarci, come se fosse un gesto del tutto naturale, e da quel momento avevano camminato così.
Katie era in ansia, ma qual gesto così spontaneo le aveva fatto immensamente piacere.
Ricordò, come un flash, la conversazione con Stefan della sera prima.
“Matt?” - chiamò.
Il ragazzo si voltò verso di lei.
“Cosa c’è? Siamo arrivati?” - le chiese lui guardandosi intorno.
“No, non ancora! Manca poco! Prima di arrivare vorrei chiederti una cosa, però!” - rispose lei, imbarazzata.
Matt si incuriosì.
“Cosa?” - le chiese sorridendo.
“Ieri sera ho parlato un po’ con Stefan e lui mi ha fatto una domanda a cui non ho saputo dare una risposta precisa!” - cominciò Katie.
“Stefan? Ti ha fatto una domanda su cosa?” - chiese il ragazzo.
“Su….beh su di noi!” - bisbigliò Katie.
“Davvero? E cosa ti ha chiesto?”.
“Beh…lui voleva…ecco…voleva sapere…sì, insomma…cosa siamo noi due di preciso!” - riuscì a dire la strega.
“Cosa siamo noi due? Nel senso che voleva sapere se noi siamo….una..mmh..una coppia?” - fece Matt.
Katie si morse una labbro.
“Sì! E…se devo essere sincera….vorrei saperlo anch’io!” - disse.
“Ah! Beh…non saprei…per te va bene?…Dico…tu vorresti…” - balbettò Matt.
Katie prese un bel respiro.
“Io penso di essermi innamorata di te!” - lo interuppe.
Matt spalancò gli occhi per la sorpresa.
“D-davvero?” - le chiese.
“Credo di sì! Cioè…non mi sono mai innamorata prima quindi non ho nessun metro di paragone, ma…in base a quello che so, che sento quando sono con te…beh penso proprio di sì…che mi sono innamorata di te!” - rispose Katie.
Matt si bloccò sul posto costringendo anche Katie a fermarsi di colpo.
La strega lo guardò: “E’ così brutto quello che ho detto? Se vuoi me lo rimangio!” - disse.
Matt sorrise: “Che? No! Non è per niente brutto…è…è meraviglioso! E non devi rimangiarti niente, anzi….devi continuare a dirmelo!” - disse accarezzandole, incredulo, le braccia e attirandola a se.
“Anch’io mi sono innamorato di te!” - le disse.
Katie sorrise felice e l’emozione era così tanta che non riuscì a trattenersi: gli gettò le braccia al collo e lo baciò.
Intorno a loro sembrò scomparire tutto e, per un attimo, credettero di essere soli.
Purtroppo quell’attimo finì presto.
“Oddio…che schifo! E’ lo spettacolo più ripugnate a cui sono stato costretto ad assistere in cinque secoli di vita!” - la voce di Damon li riportò alla realtà.
Quando si staccarono e si guardarono intorno videro che gli altri erano tutti lì….e li fissavano.
“Beh…direi che questo risponde alla mia domanda!” - commentò Stefan, soddisfatto.
“Io non ci sto capendo niente, ma continuo a dire che è uno schifo! Accidenti Katie….Mutt? Ma fai sul serio? Ti sei innamorata di quello lì?” - fece Damon.
Katie sorrise stringendosi nelle spalle come a dire che ormai la frittata era fatta.
Damon scosse la testa.
“Beh, Damon… direi che è giunto il momento di smetterla di prendermi in giro visto che adesso ho dalla mia parte una strega a dir poco potentissima!” - disse Matt.
Damon lo guardò assottigliando lo sguardo.
“Mutt, Mutt, Mutt…” - disse con estrema nonchalance il vampiro - “Quand’è che la finirai di dire cavolate?”.
Per un attimo l’aria nel gruppo si alleggerì, ma il momento finì quando Katie disse: “Dietro quelle siepi c’è Kemet! Siamo arrivati!”.

La capitale del Regno Magico era molto diversa da come la ricordava Bonnie.
Cioè…i palazzi e le casette colorate erano ancora tutti lì, ma mancava il via vai continuo di persone, i bambini che correvano per le strade e il brusio di voci che non scemava nemmeno di notte.
Adesso quel brusio era stato sostituito da un silenzio spettrale che sembrava ancora più assordante.
L’ansia dentro Bonnie crebbe.
“Dove sono finiti tutti?” - chiese.
“Saranno ad aspettarci tutti in piazza!” - rispose Katie.
“Cioè….noi otto dobbiamo combattere contro ogni singolo abitante del Regno?” - chiese, incredula e preoccupata, Elena.
“Lo scopriremo presto! Ecco la piazza e lì c’è Samuel!” - rispose la strega indicando dinanzi a sè.

L’ora era giunta finalmente e da un momento all’altro Bonnie e tutti i suoi amichetti umani e vampiri sarebbero arrivati per farsi uccidere.
Il piano di Samuel era semplice, ma lo stregone era sicuro della sua riuscita: avrebbe distratto tutti gli altri combattendo e avrebbe catturato Bonnie per tenerla per sempre nel Regno.
“Siamo pronti, Consigliere!” - disse il capo delle guardie magiche schierate dietro di lui.
Avevano deciso che tutti i sudditi e gli altri Consiglieri si sarebbero limitati ad assistere, mentre Samuel e le guardie avrebbero combattuto.
Se le cose fossero andate male allora sarebbero intervenuti anche altri stregoni, ma nessuno era stato obbligato a combattere.
“Bene, perché stanno arrivando!” - rispose Samuel indicando un fila di persone sbucata dal lato est della piazza.
“Tutti in formazione!” - gridò la guardia rivolta al suo piccolo esercito.
Samuel sentì i passi pesanti delle guardie che si preparavano alla battaglia.
Damon e Bonnie erano in testa al gruppo.
Si fermarono ad una decina di metri da lui.
Le voci degli altri Consiglieri e del popolo, riunito alle spalle di Samuel, si spensero.
“Ben arrivati! Non preoccupatevi troppo…gli unici contro cui combatterete siamo io e le guardie! Gli altri sono solo spettatori!” - li salutò il Consigliere.
“Mi stupisci ogni giorno di più, Samuel! Non credevo che ci tenessi così tanto a morire in pubblico!” - rispose Damon.
Samuel sentì la rabbia crescergli dentro, ma si trattenne e, a stento, riuscì a sorridere.
“Quelli in minoranza siete voi! Due streghe delle quali una non è in grado di usare neppure gli incantesimi più semplici! Tre vampiri che non possono nulla contro la nostra magia e tre umani che di potere non ne hanno affatto! Non ti sembra di essere un po’ troppo sicuro di te vista la situazione tragica in cui ti trovi?” - chiese Samuel.
“E tu non hai paura che tutti i tuoi adorati sudditi guardandoti e ascoltandoti capiscano che se si trovano in pericolo è solo colpa tua e della tua follia visto che sei stato tu stesso a portarci qui e che noi, prima di conoscere te, nemmeno sapevamo che esisteva un Regno Magico?” - fece il vampiro.
Tutto intorno a loro il brusio delle voci del popolo ricominciò più forte di prima.
“E non hai paura che capiscano che tutto quello che hai raccontato è solo una sporca bugia e che il Consigliere Hugh l’hai fatto uccidere tu a sangue freddo, che hai ucciso tu stesso anche tutte le guardie contro cui stavamo combattendo l’ultima volta e che persino la tua stessa sorella Samia è morta per mano tua? Oppure hai dimenticato che lei aveva capito che razza di persona orribile sei, si era schierata dalla nostra parte e tu, proprio per questo, l’hai uccisa? Hai ucciso tua sorella, sangue del tuo sangue….non ti vergogni nemmeno un po’?” - continuò il vampiro.
Il brusio di voci crebbe e crebbe anche la rabbia del Consigliere.
“Proprio tu parli di vergogna? Tu hai passato tutta la tua esistenza minacciando di morte tuo fratello!!!” - esplose Samuel.
“E ti sembra che sia morto?” - fece Damon, poi si voltò verso l’altro vampiro - “Stefan…sei morto?” - gli chiese.
“Sto a meraviglia!” - rispose Stefan.
“Bene! Quindi io non ho ucciso proprio nessun parente al contrario di te!” - disse Damon tornando a guardarlo.
“Non significa niente! Hai, comunque, passato la vita a minacciarlo…non puoi permetterti di biasimare nessuno!” - urlò Samuel, ormai fuori controllo.
Damon sorrise.
“Quindi lo ammetti? Ammetti di essere stato tu ad uccidere Samia?” - gli chiese.
Samuel non rispose.
I muscoli gli si contrassero per la rabbia.
“Forza! Attaccate!” - gridò alle guardie.
L’esercito si mosse all’istante.
Le grida, tutt’intorno, crebbero per potenza e volume.
E Samuel si scagliò contro Damon.
La guerra era cominciata.






NOTE:
Ciao a tutti! Ho postato tardi stasera....Sorry....mea culpa!!
Il fatto è che, anche se avevo il capitolo pronto, mi sono dimenticata di postarlo nel pomeriggio perchè mio fratello oggi ha deciso di iniziarmi all'arte della PSP e, che ci crediate o no, ho passato ben 4 ore attaccata a quell'aggeggio stando dietro ad un Avatar che cercava di salvare Pandora (o come cavolo si dice)....incredibile!!!
Comunque.....la guerra è cominciata!!!
Beh...non proprio...diciamo che questo capitolo è stato un pò il preludio alla battaglia.
Ci sono stati i vari momenti di coppia...d'obbligo, oserei dire.
Dal prossimo capitolo ci sarà lo scontro vero e proprio!!!
Mamma mia....la fine è così vicina......sono triste!!!
Grazie a tutti per aver letto lo scorso capitolo e grazie per le recensioni... e a proposito di recensioni....
Volevo rispondere ad una domanda di Amy in Wonderland che mi ha chiesto come faccio a scrivere dal punto di vista di un personaggio che odio tanto come Samuel.
Beh...che dire....lo devo fare per forza, cerco di evitarlo, ma a volte è d'obbligo per raccontare alcune cose che avvengono sul fronte nemico quando non c'è nessuno del nostro gruppo. Ovviamente mi costa un bel pò....e confesso che la stessa cosa mi capita quando scrivo i rari POV Elena che inserisco.....ma almeno, quando scrivo i POV Samuel, mi consolo pensando che lui lo farò morire presto, mentre Elena deve vivere altrimenti come faccio a fare un lieto fine degno di questo nome se mi si deprime Stefan? XDXDXDXDXD
Detto questo.....vi saluto...a  giovedì sera...BACIONI...IOSNIO90!

 

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Capitolo 21
*** Capitolo diciannovesimo ***


Capitolo diciannovesimo

Se prima il silenzio era spaventoso, non era nulla a confronto della grida che le scoppiarono all’improvviso tutto intorno.
Bonnie, spaventata, si coprì istintivamente le orecchie e si guardò intorno.
Nell’attimo stesso in cui Samuel si era scagliato contro Damon, il vampiro l’aveva sospinta all’indietro e lo stesso avevano fatto tutti gli altri.
Adesso Bonnie era alle spalle di tutti e guardava la battaglia con gli occhi sgranati e carichi di preoccupazione.
Al centro della piazza, distante a lei, c’erano Damon e Samuel impegnati in un corpo a corpo senza esclusione di colpi.
Stefan, Lucas e Katie stavano tenendo a bada quasi tutte le guardie, mentre Elena, Matt e Meredith erano schierati davanti a lei e toglievano di mezzo tutte le guardie che riuscivano ad arrivarle vicino.
Bonnie si sentiva così inutile da star male, ma ogni volta che provava ad intervenire c’era sempre qualcuno che le ricordava che gli stregoni volevano lei e quindi doveva rimanere indietro e stare al sicuro per quanto era possibile.
Ma Bonnie non ci riusciva.
Come poteva stare a guardare mentre tutti si sacrificavano per lei?
Mentre lo scontro procedeva e la sua ansia cresceva a dismisura, Bonnie osservare trpidante i vari scenari che le si presentavano.
Per il momento lo scontro era cominciato in parità.
Stefan e Lucas si aiutavano a vicenda e mentre l’uno usava le pietre difensive create da lei e da Katie, l’altro pensava all’attacco affonando i canini in quanti più colli era possibile.
Katie creava vortici, fulmini e terremoti dal nulla rispondendo agli attacchi delle varie streghe che sembravano avercela personalmente con lei.
Elena, Matt e Meredith restavano sull’attenti, utilizzando le pietre quando era necessario e impedendo a lei una qualsiasi mossa che potesse portarla lontano dall’oasi di protezione che le avevano creato intorno.
Damon e Samuel si attaccavano l’un l’altro spietatamente.
Il Consigliere non aveva occhi che per Damon e vietava a chiunque di aiutarlo nello scontro contro il vampiro.
Damon, dal canto suo, era ben felice di avere tutte per se le attenzioni dello stregone e continuava ad alternare attacchi e provocazioni atte a far venir fuori pubblicamente il vero volto di Samuel che loro conoscevano ma che era ignoto a tutti gli abitanti del Regno Magico.
Bonnie sentiva il cuore batterle forte nel petto e avvertiva che dentro di lei una forza enorme e inespressa le correva nelle vene.
Bonnie sapeva cos’era: era la sua forza magica, la stessa che non aveva mai tirato fuori se non in poche occasioni e del tutto contro la sua volontà, la stessa che la spaventava…..la stessa che in quel momento le scalpitava nel cuore chiedendo a gran voce di essere liberata.
Ma Bonnie non era pronta, non se la sentiva di lasciarla libera.
Così continuò a guardare impotente ciò che aveva davanti.

Lo scontro era appena iniziato, ma già si presentava più difficile del previsto.
Praticamente ogni singola strega dell’esercito magico di Samuel le si era scagliata addosso e Katie stava tentando di tenerle a bada da sola.
Stava dando fondo a tutte le sue conoscenze magiche e, fortunatamente, la sua mente la stava aiutando parecchio facendole tornare alla mente incantesimi imparati molto tempo prima e formule magiche che aveva sentito pronunciare nell’infanzia, ma che non aveva mai sperimentato lei stessa.
Molti incantesimi erano potenti, ma altri si rivelavano un vero fallimento e la lasciavano scoperta. Per fortuna, in quei casi, entrava in azione la pietra che quella mattina si era premurata di allacciarsi al collo e che le creava un barriera difensiva tutt’intorno che le permetteva di pensare velocemente ad un nuovo incantesimo e passare al contrattacco.
Fino a quel momento aveva ucciso all’incirca dieci streghe: tre attaccandole singolarmente e le altre sette prendendole alla sprovvista con un vortice magico che le aveva risucchiate e lasciate prive di forza portandole, così, alla morte.
Katie cominciava ad avvertire la stanchezza, ma sapeva che non poteva fermarsi e non poteva chiedere aiuto perché ognuno di loro aveva un compito da portare a termine e non sarebbe stata di certo lei a mandare tutto a monte.
Avvertiva intorno a se le grida della folla e si chiedeva come fosse possibile che delle persone che professavano la pace e l’armonia potessero trovare tanto divertente uno spettacolo di guerra come quello.
Con la morte nel cuore per il Regno che tanto aveva amato si preparò ad un nuovo attacco.
Una strega di fronte a lei, dall’aspetto giovane e l’espressione acida le corse incontro brandendo un’asta fatta di fulmini e gridandole contro.
Katie agitò la mano e fece comparire una spada di fuoco che impugnò saldamente. Cominciò a correre incontro alla sua avversaria rispolverando, nella sua mente, le lezioni di scherma che aveva preso da ragazzina…..le potevano essere d’aiuto.
L’asta e la spada si scontrarono a mezz’aria producendo uno stridore acuto che rimbombò nelle orecchie di Katie.
Le due streghe si fissavano occhi negli occhi, girando in tondo con le armi ancora accostate.
Katie vedeva la ferocia e l’ostilità nell’espressione della sua avversaria.
“Perché? Perché fate tutto questo? Perché vi accanite su di noi?” - chiese.
“Tu sei una traditrice, loro sono vampiri e l’altra strega è sbagliata…..deve essere corretta!” - rispose la sua nemica con voce piatta e priva di intonazione…quasi fosse un automa.
“E gli umani? Ci sono tre umani! Ma questo sembra non avere peso per voi! E gli stregoni non dovrebbero proteggere gli umani?” - gridò Katie.
“Quegli umani sono abomini…..sono dalla vostra parte! Anche loro sono traditori…traditori della loro stessa razza!” - rispose l’altra strega.
“E chi siete voi per decidere chi è un traditore e chi no? Chi è Samuel per decidere chi deve morire e chi no?” - urlò Katie al limite dell’esasperazione.
L’altra strega non rispose, ma la fulminò con lo sgurado e le si scagliò contro con nuova furia.
Katie rispose all’attacco e, dopo vari colpi schivati alla perfezione, la spada di Katie affondò nel cuore della sua nemica.
Katie si abbassò verso il viso della strega e proprio mentre lei tirava il suo ultimo sospiro, Katie sussurrò: “Nessuno! Voi e Samuel non siete nessuno!”.

“BARRIERA!” - urlò Stefan impugnando una pietra tonda di un arancione spento.
La pietra si illuminò nelle sue mani e da essa si sprigionò un fascio di luce gialla che puntò dritto verso l’alto e poi si aprì a formare un specie di cupola che lo teneva rinchiuso insieme a Lucas e allo stregone che aveva davanti.
Appena la barriera protettiva si attivò, Stefan lasciò cadere la pietra e Lucas si avventò alle spalle dello stregone prendendolo alla sprovvista e spezzandogli il collo.
La guardia cadde al suolo, lo stesso suolo su cui giacevano i corpi privi di vita di altri stregoni che avevano subito la stessa sorte provocata dall’azione combinata dei due vampiri.
“Avanti il prossimo!” - disse Lucas.
La barriera sparì all’istante e Stefan si ritrovò a combattere contro un altro stregone e un altro ancora e un altro ancora.
Quelli che non riusciva a fermare venivano presi da Lucas oppure da uno degli incantesimi offensivi che Elena lanciava allle sue spalle utilizzano una delle tante pietre di cui era provvista.
Le cose stavano andando piuttosto bene, ma Stefan sapeva per esperienza diretta che non bisognava cantare vittoria troppo presto.
E un urlo strozzato gli diede ragione.
Si voltò di scatto e vide Lucas accasciato al suolo, che si stringeva come a volersi abbracciare da solo.
“Che succede, Lucas?” - gridò, ma non fece in tepo a finire la frase che un dolore intenso lo colpì in tutto il corpo.
Era come se puro fuoco gli stesse scorrendo nelle vene ad una velocità impressionante, bruciandolo da dentro…..era inopportabile.
Stefan si accasciò al suolo e cominciò a sfregarsi le braccia nel vano tentativo di spegnere l’incendio che qualcuno gli aveva appiccato dentro.
Intorno a lui le urla lo confondevano e lo disorientavano, ma solo una voce, un suono catturò la sua attenzione: una risata, una risata che stonava con tutto quel rumore che sentiva.
“Guarda, Stefan!” - gridò a stento Lucas indicando davanti a se.
Stefan alzò lo sguardo ritrovandosi davanti ad una figura che già conosceva: lo stregone Richard, il torturatore di vampiri e adesso riuscì a capire il perchè di quell’appellativo.
“Salve vampiri!” - li salutò Richard - “Spero che non vi stia facendo troppo male! Sarebbe un peccato perché prima di uccidervi vorrei fare con voi altri simpatici giochetti come questo!”.
“Fallo smettere e combatti lealmente!” - urlò Lucas.
Lo stregone si voltò nella sua direzione.
“Mi ricordo di te! Ma non mi sembra di conoscere il tuo nome!” - disse lo stregone.
“Fallo smettere e combatti lealmente, ti ho detto!” - ripetè Lucas tentando di alzarsi ma senza risultato e con un tonfo sordo ricade in ginocchio.
“Lucas…” - urlò Stefan.
“Lucas? Quindi è questo il tuo nome!” - disse lo stregone sorridendo.
“Smettila!” - urlò Stefan - “Combatti lealmente!”.
“Mmmmh…” - fece lo stregone facendo finta di pensarci.
“Allora?” - urlò Stefan.
“Ci ho pensato, vampiro, e la mia risposta è….no!” - rispose lo stregone.
Nello stesso istante Stefan sentì il fuoco nelle sue vene accellerare la sua corsa e, sotto il peso del dolore, cadde al suolo privo di sensi.

La lotta con Samuel era a dir poco fantastica.
Damon l’aveva aspettata così a lungo che non poteva fare altro che sentirsi euforico ed entusiasta come Bart in quell’episodio dei Simpson in cui veniva rinchiuso insieme al suo amico idiota in un centro commerciale pieno zeppo di giochi a loro disposizione.
Damon schivava colpi e ne infliggeva con un tale buonumore da far più paura del solito.
Certo…la preoccupazione per la streghetta era tanta, ma Damon la teneva costantemente sotto controllo e sapeva con certezza che, anche se impaurita, era al sicuro nelle retrovie e che ogni singolo stregone prima di arrivare a lei doveva sconfiggere ben 7 persone pronte a tutto pur di salvarla.
Non era mai stato facile per Damon fidarsi di qualcun altro che non fosse lui, ma in quel caso aveva dovuto fare un’ eccezione compartendo con gli altri la responsabilità di tenere Bonnie al sicuro.
< Gioco di squadra > lo chiamava Stefan e allora, pur di difendere Bonnie, che gioco di squadra fosse.
Samuel gli si lanciava contro con una furia e un’agilità che Damon non credeva possibile in un uomo della sua età, così il vampiro si sentì in dovere di congratularsi con lo stregone.
“Ehi, Samuel, di un po’: fai palestra? Non lo avrei mai detto che eri così scattante…sembri un’agile gazzella! Forse dovrei chiamare Stefan….a lui piacciono le gazzelle! Sai com’è….dieta speciale!” - disse sorridendo.
Il viso di Samuel diventò di un colore simile ai pomodori maturi.
“Samuel, Samuel, Samuel..” - fece Damon in tono canzonatorio - “Potrai anche essere un vecchietto allenato, ma sei sempre un vecchietto! Questo significa che non ti fa bene alla pressione arrabbiarti tanto! Guardati…..sei paonazzo!” - disse.
Gli occhi di Samuel si incendiarono.
“Adesso la pagherai, Damon!” - disse.
Lo stregone alzò le braccia al cielo e, dal nulla, comparve una luce accecante che illuminava Damon dall’alto.
Non appena il vampiro entrava in quella luce, fulmini, saette, frecce di fuoco e chi più ne ha più ne metta gli piombavano dritti addosso.
Damon cominciò a schivare quella specie di faro gigante spostandosi continuamente con scatti veloci e precisi.
I primi minuti furono estenuanti.
“Sentiamo, Consigliere: non riesci più a starmi dietro e allora usi questi trucchetti?” - disse.
Samuel non rispose, ma Damon si accorse che adesso dal raggio di luce scendevano molte più cose potenzialmente nocive per lui.
Sorrise.
“Che c’è? Hai paura che ti morda?” - disse materializzandosi alle spalle dello stregone.
Samuel non ebbe neppure il tempo di capire cosa stesse succedendo, che il raggio li raggiunse e comiciò a lanciare loro tutto il suo arsenale.
Damon si spostò appena in tempo, ma Samuel non fu altrettanto fortunato e restò ferito prima che riuscisse a revocare il suo incantesimo.

Elena era intenta ad usare una delle delle sue pietre d’attacco quando successe, così non se ne accorse subito.
Ma, non appena la guardia che l’aveva sfidata era finita k.o., Elena aveva visto Stefan cadere a terra, svenuto.
“No! Stefan!” - gridò, facendo un passo avanti.
Le era stato detto di non muoversi, di restare in formazione, ma non poteva lasciare che  Stefan rischiasse di morire senza fare nulla.
Semplicemente…non poteva.
Elena fece un altro passo e poi cominciò a correre.
“Elena, Elena, no! Elena torna indietro!” - gridò Meredith.
“Elena, hai sentito Katie prima…dobbiamo restare qui! Elena!” - si accodò Matt.
Ma Elena non rispose.
Loro avrebbero capito, Bonnie avrebbe capito: lei doveva aiutare Stefan.

Damon si voltò di scatto e una furia cieca gli annebbiò la vista.
Elena aveva lasciato la sua posizione, aveva lasciato Bonnie scoperta e correva verso Stefan pur sapendo che non poteva fare nulla per aiutarlo, almeno non prima che qualcuno togliesse di mezzo lo stregone che minacciava suo fratello.
“Elena! Torna subito indietro!” - gridò, ma la ragazza non lo sentì o fece finta di non sentirlo.
Un rumore lo costrinse a voltarsi: Samuel si era rialzato e aveva di nuovo le braccia al cielo.
Un attimo dopo la luce di prima era ricomparsa, ma questa volta non era lui il bersaglio, ma qualcosa alle sue spalle.
Damon si voltò e capì.
Il raggio di luce scendeva e scendeva: Samuel stava approfittando del vuoto lasciato da Elena per colpire direttamente Bonnie.
“Sterghetta! Bonnie…sta giù!” - gridò.

Elena aveva sentito Damon che le diceva di tornare indietro, ma non poteva prima di essersi accertata che Stefan stesse bene.
Mentre correva vide Lucas alzarsi e scagliarsi contro lo stregone che aveva ridotto Stefan in quello stato.
Lo ringraziò mentalmente per aver distolto l’attenzione dello stregone e si inginocchiò di fianco a Stefan.
Si stava riprendendo. Stefan aveva aperto gli occhi e l’aveva guardata mettendosi a sedere.
“Stefan…cosa è successo? Tutto bene?” - gli chiese.
Stefan sembrava confuso: “Si….sto bene, ma…” - disse, poi si voltò verso Lucas e lo stregone che combattevano ed Elena vide lo stupore farsi strada sul viso del vampiro.
“Ma certo….Lucas l’ha distratto e Richard non ha potuto continuare con l’incantesimo che mi aveva fatto!” - disse Stefan parlando più a se stesso che a lei.
“Allora stai bene?” - tornò a chiedergli.
Stefan alzò il viso verso di lei: “Cosa ci fai qui? Dovresti essere alle mie spalle!” - le disse preoccupato.
“Sì, lo so e mi dispiace per essermi mossa, ma dovevo sapere cosa ti era successo, io non….” - cominciò a dire, ma non finì la frase perché il grido di Damon la interruppe.
“Streghetta! Bonnie…sta giù!” - stava gridando Damon.
Elena guardò Samuel e la luce che stava arrivando a Bonnie approfittando delle spazio dove prima era lei e dove ancora avrebbe dovuto essere.
Una lacrima le rigò il viso e il senso di colpa le crollò addosso.

“Streghetta! Bonnie..sta giù!”.
Katie aveva sentito subito le parole di Damon e si era velocemente girata verso la sua amica, poi aveva guardato verso Stefan e aveva visto Elena lì con lui.
Katie capì all’istante: Elena aveva lasciato la sua posizione e adesso Bonnie rischiava di essere colpita da Samuel.
Doveva intervenire.
Lanciò un incantesimo contro le sue avversarie immobilizzandole temporaneamente sul posto e cominciò a correre.
- Damon, distrai Samuel e rimanda indietro Elena! Ci penso io a Bonnie! - pensò a favore del vampiro.
Da lontano, lo vide annuire e scattare in direzione dello stregone.
Katie arrivò velocemente da Bonnie e le si parò davanti.
Alzò i palmi delle mani davanti a se, in direzione della luce di Samuel e creò uno scudo prottetivo che parò il colpo disperdendo la luce tutt’intorno.
Si voltò verso Bonnie.
“Stai bene?” - le chiese.
Bonnie annuì, impaurita: “Si! Grazie, Katie!” - disse.
“Bene! Resta qui!” - rispose Katie poi tornò verso il posto dove le sue nemiche si stavano lentamente sbloccando.
- Sta bene! - pensò prima di ritornare all’attacco.

Non appena aveva ascoltato il messaggio di Katie, Damon si era avventato su Samuel.
Lo stregone era così fuori di sé e così preso dall’attaccare la sua streghetta, che non si accorse che lui si era mosso e che gli era arrivato alle spalle.
Damon lo afferrò per le spalle, lo voltò e gli diede un pugno in pieno viso che lo spedì al tappeto.
Aveva una voglia matta di continuare e di non dargli la possibità di riprendersi, ma veniva prima la sicurezza della streghetta.
Si voltò verso Elena e in un attimo le era arrivato di fianco.
- Sta bene - la voce di Katie arrivò a rassicurarlo, ma Damon era furioso.
Afferrò Elena per le spalle e la costrinse a voltarsi verso di lui.
La ragazza abbassò lo sguardo: “E’colpa mia!” - sussurrò.
Stefan si alzò e le appoggiò una mano su una spalla.
“Non devi sentirti in colpa!” - le disse.
Damon non ci vide più.
“Non deve sentirsi in colpa? Ma ti senti quando parli? Certo che deve sentirsi in colpa!” - urlò al fratello, poi si voltò verso Elena: “Bonnie è salva solo grazie al fatto che Katie è un’amica migliore di te! Adesso tu te ne torni lì e vedi di fare come ti è stato detto altrimenti prendi la tua dannata polvere magica e te ne ritorni a casa! Non so se te ne sei accorta, ma questa è una lotta…stiamo combattendo! I nostri avversari vogliono la mia Bonnie e ti assicuro che sono disposto a fare di tutto per tenerla al sicuro..anche ad eliminare le palle al piede come te! Stefan è un vampiro, mettitelo in testa…sa come difendersi!” - le disse, poi la prese per un braccio e la spinse verso Bonnie.
Elena gli lanciò un ultimo sguardo colpevole e cominciò a correre.
Pochi attimi dopo era tornata al suo posto.
“Sei stato crudele!” - gli disse Stefan.
“Al diavolo!” - rispose Damon - “Ha accettato di aiutarci e di fare come le veniva detto, quindi deve smetterla di fare quello che le pare! < Gioco di squadra >, Stefan, ricordi? E’ora che lo impari anche lei!”.
Detto questo tornò da Samuel e lo scontro riprese più feroce di prima.







NOTE:
Ciao a tutti!!!
Ecco il nuovo capitolo!
Lo scontro è cominciato e fino ad adesso sembra andare tutto per il meglio fatta eccezione per il ritorno di Richard e per....beh...Elena che, come al solito, deve farsi sempre riconoscere.
Bonnie non compare molto in questo capitolo...per il momento è sotto scorta, ma presto farà qualcosa che lascerà tutti spiazzati e darà l'occasione di mostrare la vera faccia di Samuel.
Grazie a tutti per i commenti allo scorso capitolo....spero che questo vi piaccia!!!! Fatemi sapere, anche perchè non mi sono mai sentita molto portata per descrivere le scene di lotta!!!
Detto questo....alla prossima....ci "vediamo" domenica.....BACIONI...IOSNIO90!!!

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Capitolo 22
*** Capitolo ventesimo ***


Capitolo ventesimo

Ormai era chiaro, Stefan lo aveva capito nello stesso istante in cui Lucas aveva attaccato Richard e l’incantesimo che gli mandava a fuoco le vene era stato interrotto: per battere il torturatore di vampiri dovevano combatterlo in due e contemporaneamente, senza dargli tempo di usare incantesimi vari.
- Lucas… - pensò con l’intento di dirgli ciò che pensava.
Ma l’altro vampiro lo interruppe : - Me ne sono accorto anch’io e la penso allo stesso modo! Diamoci da fare! -
Stefan si lasciò scappare un sorriso e raggiunse velocemente Lucas e Richard posizionandosi alle spalle dello stregone.
Richard li guardò entrambi.
“E così sperate di configgermi attaccandomi insieme, eh?…..Illusi!” - disse, sprezzante.
“Comincia a combattere e poi vedremo chi è l’illuso!” - rispose Lucas.
Richard si voltò verso Stefan: “E tu? Non hai niente da dire?” - gli chiese.
“Sì! Dico che stai cercando di perdere un po’ troppo tempo in chiacchiere per essere così sicuro di te stesso!” - rispose Stefan.
Lo stregone si infuriò.
“Mi stai forse dando del codardo, vampiro?” - urlò.
Stefan sorrise.
“In modo velato e carino…è esattamente quello che sto facendo” - rispose.
Un attimo dopo una sfera di fuoco lanciata dalla mano destra di Richard lo raggiunse, ma Stefan la schivò senza troppi problemi.
“Io non sono un codardo!” - urlò lo stregone.
- Credo di aver colpito il suo punto debole - pensò Stefan.
“Non sei codardo, ma di sicuro sei decisamente distratto!” - rispose Lucas materializzandosi all’improvviso alle spalle dello stregone.
Richard cercò di muoversi, ma Lucas lo bloccò con una presa ferrea all’altezza delle spalle.
Stefan si avvicinò al suo amico e allo stregone scalpitante.
“Cosa hai intenzione di fare vampiro buono?” - lo sfidò Richard.
Stefan avanzò ancora e si fermò ad un passo dal viso dello stregone.
“Posso ucciderti soltanto guardandoti!” - gli sibilò contro Richard.
Stefan inarcò un sopracciglio: “Davvero?” - disse - “Grazie per l’informazione!”.
Si calò e strappò velocemete un lungo lembo della tunica dello stregone con il quale, poi, gli bendò gli occhi.
Lucas, dal canto suo, non se ne restò con le mani in mano e, lasciato andare lo stregone, lo buttò al tappeto, gli strappò un altro lembo di tunica e gli legò i polsi dietro la schiena.
Stefan annuì al suo amico e afferrò lo stregone tirandolo su.
“E adesso come farai ad ucciderci?” - chiese Lucas e Richard.
“Credete davvero che non mi sia mai ritrovato in una situazione del genere?” - fece lo stregone.
“Fai troppo affidamento sui tuoi poteri e adesso, con gli  occhi bendati e le mani legate, non puoi utilizzarli!” - riflettè Stefan.
“Sono molto bravo nel combattimento e, poi, ve l’ho già detto: mi sono già ritrovato in situazioni simili!” - rispose lo stregone ostentando sicurezza.
A Stefan, però, non sfuggì la nota sottile di panico nella sua voce e allora: “Non ci credo!” - disse e poi gli diede una spinta.
Lo stregone riuscì a mantenere a fatica l’equilibrio e, nel frattempo, cercava in ogni modo di riuscire a sciogliere il nodo che gli teneva legate le mani.
“Non ci riuscirai a liberarti…quindi dì addio al mondo!” - disse Lucas.
“Certo! E naturalmente a parlare è stato quello che mi pregava di essere leale, no?” - fece lo stregone.
“Ma tu non lo sei stato, quindi non lo saremo noi!” - rispose Stefan continuando a fissare da lontano lo stregone bendato.
“E mi ucciderai? Tu? Il vampiro che non farebbe del male ad una mosca?…Andiamo, non essere ridicolo!” - lo prese in giro Richard.
Stefan e Lucas si guardarono.
- E’ tutto tuo! - pensò Lucas.
Stefan annuì.
Si avvicinò allo stregone e cominciò a girargli intorno spingendolo via ogni volta che tentava di fare anche solo un passo avanti.
Dopo l’ennesima spinta, Stefan si fermò di fronte stregone.
“Ok! Quindi abbiamo finito di giocare, vampiro buono?” - fece Richard.
Stefan gli afferrò le spalle e lo tenne fermò.
“E’ vero: non mi piacciono le uccisioni! Ma questo non significa che non sia un vampiro o che adori le ingiustizie! Tu e il tuo amato Samuel non siete persone…siete mostri e uccidere voi equivale a fare un favore al mondo…a fare una buona azione, quindi….in quanto vampiro buono…non posso non fare buone azioni, ti pare?” - gli sussurrò.
Lo stregone non rispose.
Stefan gli afferrò la testa e gliela spinse di lato, mettentogli in mostra il collo.
“Non ne hai il coraggio!”  - lo sfidò lo stregone.
“Tu dici?” - fece Stefan estraendo i canini.
Si avvicinò lentamente al collo dello stregone e vi poggiò sopra i denti affilati.
Allungò una mano e gli sciolse la benda che aveva sugli occhi.
“Questa sarà l’ultima cosa che vedrai: il tuo caro Regno nel caos a causa dei vampiri!” - disse un attimo prima di affondare i canini nelle vene del collo di Richard e berne avidamente il sangue.
Quando lo lasciò il torturatore di vampiri era definitivamente morto.
Stefan si voltò verso Lucas che lo guardava da lontano.
“Andiamo a dare una mano a Katie con tutte quelle guardie!” - disse.
Lucas annuì.

Con Stefan e Lucas occupati a combattere contro lo stregone Richard, Bonnie vedeva chiaramente che le cose per tutti gli altri stavano degenerando.
Ogni singola guardia del Regno si era scagliata, dietro ordine di Richard, su Katie che, avendo già il suo bel da fare, non riusciva a tenere a bada da sola anche tutte le guardie di cui avrebbero dovuto occuparsi i due vampiri.
Così in molti riuscivano a sfuggirle e a raggiungere Matt, Meredith ed Elena che, per quanto si fossero dimostrati molto bravi con le pietre, non erano né vampiri né stregoni e per questo rischiavano ancora di più.
Bonnie stava male.
I suoi amici erano umani eppure combattevano, mentre lei che era una strega se ne restava al sicuro con le mani in mano.
La forza che avvertiva dentro di lei continuava a correre e a correre e a correre sempre più veloce.
La ragazza se la sentiva scoppiare nel petto.
In passato era stata più volte esclusa dalle varie battaglie perché lei era quella impaurita, quella da difendere e questo non le era mai andato bene, l’aveva sempre rattristata.
Ma adesso, ora che doveva scendere in campo e combattere quella che era la sua lotta, proprio non riusciva a trovare il coraggio necessario di abbattere quella barriera che teneva a bada il suo vero io, la strega che era in lei.
Si ritrovò a riflettere sul fatto che, forse, se non riusciva a mettere da parte le sue paure e la sua codardia era perché, ormai, ci era così abituata, era così abituata ad essere protetta e salvata che proprio non riusciva a salvarsi da sola.
E più ci pensava più capiva che era vero, che era così che stavano le cose.
Ma era anche vero che le cose dovevano cambiare e alla svelta.
Bonnie si sentiva crudele ed egoista a lasciare che altri combattessero al posto suo solo perché le volevano bene.
Insomma….ogni volta che Elena era stata in pericolo lei non si era mai massa da parte contando sul fatto che tutti i suoi amici l’avrebbero salvata, anzi…aveva combattuto, era sempre stata in prima fila.
Perché lei, Bonnie, non poteva fare lo stesso?
Era una strega, la magia era parte di lei….perché ne aveva così paura?
Perché non la lasciava libera di prendere il sopravvento, come le aveva detto Katie?
Le cose dovevano cambiare.
Con queste parole stampate nella mente, Bonnie chiuse gli occhi e, per una volta, si concentrò solo su se stessa.

Il pericolo era enorme e i nemici erano sempre di più.
Nonostante Stefan e Lucas fossero accorsi ad aiutarla, Katie sapeva che le cose stavano precipitando.
Ogni volta che uno stregone moriva, altri cinque si facevano avanti.
Ad ogni battito di ciglia altri dieci guardie si materializzavano dal nulla.
Le urla, tutt’intorno, erano sempre più alte e la mandavano in confusione.
Katie si sentiva stanca e angosciata.
Non era mai stata il tipo da avere paura in battaglia, ma non si era mai neppure trovata così nettamente in svantaggio.
“Stai bene, Katie?” - le urlò Stefan dopo aver messo al tappeto una guardia.
Katie assestò un calcio nello stomaco alla strega contro la quale combatteva e rispose: “Più o meno!”.
“Non mi piace come si mettono le cose!” - disse Lucas indicando un gruppo di guardie che, con un fascio di luce, si stavano teletrasportando sul campo di battaglia da chissà dove.
Katie annuì lanciando una saetta di luce viola contro uno stregone.
“Se continua di questo passo…” - Stefan si fermò e ruppe il collo ad una guardia - “…questo scontro non finirà mai!” - proseguì.
“Se continua di questo passo…moriremo tutti!” - lo corresse Lucas allontanando uno stregone con un calcio nello sterno.
“Dovevamo combattere…dovevamo farlo!” - disse Katie.
“Sì, lo so, ma…” - cominciò Lucas, ma si bloccò guardando un’ondata di nuovi stregoni che si stavano riversando nella piazza da ogni singola via che c’era nei dintorni.
“Che sta succedendo?” - chiese, allarmato, Stefan.
Katie si bloccò, impaurita.
“Come facciamo a sconfiggerli tutti? E’ un esercito!” - fece Lucas.
Le cose andavano di male in peggio.
Katie si voltò e guardò Matt.
Anche lui, Meredith ed Elena stavano guardando l’orda di nuovi stregoni che arrivava, con gli occhi sbarrati dalla paura.
Ma, ciò che catturò la sua attenzione, fu Bonnie.
Bonnie se ne stava ferma, con gli occhi chiusi, a testa bassa e con lo sguardo fiero e concentrato.
Ma non fu questo che la stupì.
Ciò che la lasciò senza fiato fu la luce.
Bonnie era completamente circondata da una luminescenza rossa che le partiva dal cuore e l’avvolgeva tutta.
“Katie? Katie, che succ..”  - cominciò Stefan, ma si bloccò guardando anche lui Bonnie.
“Oddio!”  - si unì Lucas - “Che le succede? Che succede a Bonnie?”.
Katie sorrise e lo zittì con una mano.
“E‘ la sua forza magica! State fermi!” - rispose, usando la pietra che aveva al collo per creare una barriera che respingesse i loro nemici, poi urlò - “Matt, Meredith, Elena, state fermi! Potrebbe farvi male!” - e indicò Bonnie.
I tre ragazzi si girarono verso Bonnie e rimasero a bocca aperta.
Elena cercò di avvicinarsi.
“Elena, sta ferma!” - urlò Stefan e la ragazza, memore del guaio che aveva combinato l'ultima volta che si era mossa, fece come le era stato detto.
Katie guardava Bonnie e sapeva che ormai era giunta l’ora…che il su potere stava per esplodere.
Si voltò verso Damon che stava lottando contro Samuel e non si era accorto di niente.
- Damon! Fermati! Sta fermo! - pensò, ma il vampiro non le diede ascolto.
Katie lanciò un altro sguardo rapido a Bonnie e ritornò a concentrarsi su Damon.
- Damon, ascoltami! Devi stare fermo! Damon…guarda Bonnie! - disse e, come se avesse detto una parolina magica, Damon afferrò Samuel e si bloccò con lo sguardo rivolto verso Bonnie.
- Katie…che le sta succedendo? - le chiese mentalmente.
Katie sorrise: avvertiva che Bonnie era pronta.
- Guarda cosa è in grado di fare la tua streghetta! - rispose.

La lotta con il Consigliere diventava sempre più feroce di minuto in minuto.
Damon si sentiva raggiante.
Era bello poter finalmente sfogare su quell’essere ignobile tutto il rancore che stava covando da un bel po’.
Una saetta di luce gli sfiorò il braccio destro, provocandogli un piccolo taglio.
La ferita si rimarginò in pochi millesimi di secondo lasciando, come unica traccia della sua esistenza, un taglio nella maglietta di Damon.
“Era la mia maglietta preferita!” - si lamentò con Samuel.
“Ma se da quando ti conosco non ti ho visto un solo giorno vestito diversamente!?! Ne avrai a centinaia di magliette nere uguali a quella!” - rispose lo stregone.
“Mi stai forse dicendo che mi sto lamentando inutilmente? Potrò anche averne molte simile a questa, ma ti posso assicurare che ogni maglietta ha qualcosa di diverso dall’altra! E questa….era la mia preferita!” - ribattè Damon incrociando le braccia al petto con un broncio da finto offeso.
Samuel scosse la testa e nella sua mano comparve una sfera di fuoco rotante.
“Smettila di dire cavolate, Damon!” - gli disse.
“E chi ha detto che sono cavolate?” - rispose Damon tornando in posizione d’attacco - “Io ci tengo molto al mio stile!”.
“Ma adesso puoi anche non tenerci così tanto visto che stai per morire!” - commentò Samuel.
“Davvero?” - fece Damon.
“Già!” - rispose il Consigliere.
Un attimo dopo Damon si ritrovò a dover schivare la sfera si fuoco di Samuel.
Il corpo a corpo ricominciò, ma proprio mentre era nel bel mezzo della lotta, la voce di Katie gli arrivò nella mente.
-Damon! Fermati! Sta fermo - gli disse la strega.
Damon non le badò affatto.
Lui doveva stare fermo? E perché mai? Katie doveva essere impazzita.
Ma la voce tornò: - Damon, ascoltami! Devi stare fermo! Damon…guarda Bonnie! - gli disse.
Se la metteva così Damon non poteva fare altro che darle ascolto.
Si avventò su Samuel e, passandogli velocemente alle spalle, lo bloccò sussurrandogli: “Aspetta un secondo, stregone!”.
Guardò Bonnie e sbarrò gli occhi dalla sorpresa.
La sua streghetta se ne stava in piedi, completamente avvolta da una specie di fuoco rosso che sembrava non scalfirla affatto e, adesso che ci faceva caso, Damon sentiva provenire da lei un Potere enorme che cresceva sempre di più.
- Katie…che le sta succedendo? - chiese alla strega.
“Ah, Bonnie….questa si che è una sorpresa!” - commentò Samuel che guardava anche lui la ragazza.
Damon non gli presto ascolto.
- Guarda cosa è in grado di fare la tua streghetta - rispose Katie con una strana nota di sollievo nella voce.
Samuel gli si dibattè tra le braccia, ma Damon non lo lasciò.
Allora lo stregone, con uno dei suoi incantesimi, materializzò una specie di scudo che lo avvolse, respingendo Damon lontano da lui.
Ma, preoccupato com’era, Damon non badò neppure a questo e, immobile, continuò a fissare Bonnie.
Tutto successe in un attimo.
Bonnie volse lo sguardo al cielo e gridò.
Il fuoco intorno a lei crebbe e la luce si intensificò.
Poi, dal suo cuore, nacque un’ondata di potere immensa che si staccò da lei e investì chiunque si trovasse nel Regno Magico.
Damon, quando fu colpito, provò un leggero fastidio, nulla di più.
Ma, intorno a lui, tutte le guardie, che adesso erano un vero esercito, cominciarono a cadere a terra, morte.
Fu letteralmente impressionante.

Ci era riuscita! Ce l’aveva fatta!
Bonnie era riuscita a far venir fuori il suo Potere, la sua forza magica.
E, nonostante, aveva gli occhi chiusi, sapeva che era stato un qualcosa di eccezionale e devastante.
Aprì lentamente gli occhi e si guardò intorno.
Tutti i suoi amici erano fermi e la guardavano.
Damon era fermo e la guardava.
Samuel era di fianco Damon e, anche lui, era fermo e la guardava.
Tutti gli altri Consiglieri erano fermi e la guardavano.
Tutti i sudditi del Regno avevano bloccato le loro urla e adesso erano fermi, in silenzio, e la guardavano.
Tutte le guardie erano ferme e….erano morte, erano tutte morte, tutto quell’enorme esercito che si era riversato in piazza era morto e Bonnie sapeva che era stata lei a farlo.
“Sono stata io!” - disse, più a se stessa che a qualcun altro.
Elena annuì e Katie, da lontano, le sorrise.
Le sembrava tutto così irreale da non riuscire a crederci.
I vari sudditi del Regno stavano cominciando a riprendersi e avevano iniziato a bisbigliare tra loro, additandola.
Bonnie non si era mai sentita più al centro dell’attenzione come in quel momento, neppure quando era una bambina e sua nonna se la portava in giro per tutto il vicinato solo con il pannolino e un cappello a punta, da strega, sulla testa.
Bonnie si sentiva strana, ma strana in senso buono.
Avvertiva che dentro di lei qualcosa era cambiato e non le sembrava per niente brutto….finalmente era una strega, una vera strega.
Ma la felicità per quella nuova consapevolezza durò poco.
Intorno a lei nuove guardie stavano comparendo per combattere contro i suoi amici.
 Ma fu un urlo di dolore proveniente dalla sua sinistra a riportarla alla realtà della guerra: Samuel, approfittando del fatto che Damon fosse distratto per guardare lei, aveva colto di sorpresa il vampiro che adesso giaceva a terra con lo stregone sopra di lui che gli teneva un paletto di legno di quercia conficcato nello stomaco.










NOTE:
Ciao a tutti! Spero abbiate passato una bella settimana!!!
Grazie di cuore per tutti i commenti positivi e gli incoraggiamenti! Sono felice che stia riuscendo a descrivere bene anche questa parte di guerra....spero di continuare ad andare bene!
Allora....fondamentalmente questo capitolo è tutto incentrato, in un certo qual modo, su Bonnie.
Finalmente ha trovato la strega che c'è in lei e, dopo aver riportato le cose in parità, adesso può entrare in battaglia.
Capitemi...non potevo farla combattere, così...da un momento all'altro, senza darle almeno un pò di tempo e un motivo per mettersi d'impegno e liberare il suo Potere! Non penso che sarebbe stato molto coerente e soprattutto, credo che sarebbe stato molto affrettato e sapete bene che odio affrettare le cose.
Quindi ho deciso di darle tutto un capitolo per tirare fuori il meglio che c'era in lei.
Ma adesso.....Damon? E' stato aggredito a tradimento da Samuel....cosa gli succederà? E Bonnie come reagirà?
Già vi avevo detto che Bonnie farà qualcosa che farà venire fuori il vero Samuel e che ci portarà alla fine dello stregone...beh, questa cosa che farà Bonnie, o meglio, che ACCADRA' a Bonnie, succederà nel prossimo capitolo e, già da adesso vi dico che non vi piacerà....
Beh.....adesso vi lascio....BACIONI..IOSNIO90!

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Capitolo 23
*** Capitolo ventunesimo ***


Capitolo ventunesimo

In seguito alla sua ondata di Potere un vento freddo si era abbattuto su Kemet.
Bonnie sentiva i suoi boccoli rossi che, scompigliati, le sferzavano violentemente il viso.
Ma la sua attenzione era rivolta altrove, era rivolta allo stregone che stava facendo del male al suo vampiro.
Samuel, dopo il primo affondo che aveva portato Damon a perdere i sensi, aveva estratto il paletto dallo stomaco del vampiro e aveva alzato il braccio verso il cielo: Bonnie era convinta che questa volta avrebbe colpito direttamente il cuore di Damon.
Fu un attimo.
Bonnie fece un passo avanti, ma prima di proseguire lanciò uno sguardo ai suoi amici: dovevano capire e lasciarla andare.
Meredith le sorrise, Matt le fece un cenno col capo ed Elena si fece da parte e le disse: “Vai!”.
Bonnie cominciò a correre e, nello stesso istante, Samuel cominciò ad abbassare il paletto.
Pensieri non suoi la raggiunsero.
- Più in fretta, Bonnie! - le disse Lucas e lei spinse al massino le sue gambe.
-Non preoccuparti delle guardie, a quelle ci pensiamo noi! Tu pensa solo a Damon! Ce la puoi fare, Bonnie! - la incoraggiò Katie.
Quella di Stefan non fu né un incoraggiamento né un avvertiento, fu una preghiera: - Salva mio fratello! -.
L’ultimo scatto fu rapido e preciso e Bonnie si ritrovò ad una spanna da Samuel.
Il paletto era a mezzo millimetro di distanza dal suo obiettivo.
Bonnie, non ssapendo cosa fare, seguì l’istinto. Puntò il palmo della mano destra contro Samuel e subito alzò di scatto il braccio verso l’alto. Il corpo di Samuel reagì alzandosi in aria e volando a parecchi metri di distanza.
Lo stregone battè la testa contro un muro e cadde privo di sensi.
Bonnie si inginocchiò di fianco al corpo di Damon.
Il vampiro teneva gli occhi chiusi e la ferita allo stomaco era profonda e sanguinante.
Bonnie capì all’istante che il corpo di Damon, essendo stato ferito dal legno di quercia cioè l’unico che poteva fargli davvero male, non stava reagendo come avrebbe fatto di solito rimarginandosi all’istante e senza problemi.
Damon aveva bisogno di aiuto, aveva bisogno di sangue, sangue e Potere.
Bonnie si piegò di lato e, senza pensarci, afferrò il paletto appuntito e, esercitando forza e pressione, si tagliò il palmo della mano sinistra.
Sentì il dolore, ma non ci badò.
Gettò via il paletto e strinse la mano a pugno sulla ferita di Damon lasciando cadere poche goccie del suo sangue.
Furono sufficienti: la ferita cominciò a guarire.
Di solito ci sarebbe voluta una quantità di sangue parecchio superiore, ma in quel momento, con tutta la forza magica che le scorreva nelle vene a pieno regime, le cose andarono diversamente.
Pochi istanti dopo Damon aprì gli occhi e si tirò a sedere di scatto.
La guardò.
“Stai bene?” - gli chiese Bonnie.
Damon annuì incerto e si tastò il punto in cui poco prima c’era la ferita.
“Samuel mi ha ferito!” - disse Damon.
“Già!” - rispose Bonnie.
“Era quercia!” - disse Damon.
Bonnie annuì.
“Come ho fatto a guarire così in fretta?” - le chiese.
“Iniezione di forza magica!” - rispose Bonnie mostrandogli il palmo ferito.
Damon le prese la mano e gliela strinse.
“Dov’è Samuel, adesso?” - le chiese.
Bonnie indicò davanti a se: “Diciamo che è temporaneamente fuori uso!” - disse.
Damon guardò lo stregone e poi si voltò a sorriderle orgoglioso e soddisfatto.
“Prima sei stata incredibile….assolutamente favolosa, streghetta!” - le disse.
Bonnie arrossì, ma Damon cambiò presto espressione.
“Tu non dovresti essere qui! Prima ne ho dette di tutti i colori ad Elena perché non aveva fatto come le era stato detto ed era corsa da Stefan, e adesso tu hai fatto lo stesso!” - le disse.
Bonnie si incuriosì: aveva visto Damon parlare con Elena poco prima, ma non sapeva cosa le aveva detto.
“Cosa hai detto ad Elena?” - gli chiese.
“Beh…che era inutile, che non era una buona amica e che l’avrei tolta di mezzo se faceva di nuovo di testa sua!” - confessò Damon.
“Damon Salvatore…sei stato crudele!” - lo rimproverò Bonnie.
“Ti aveva lasciata scoperta e Samuel ne aveva approfittato!” - si giustificò Damon.
“Rispondi: Cosa avresti fatto se al posto di Stefan ci fossi stata io e se tu ti fossi trovato al posto di Elena con tutti che ti dicevano che non ti potevi avvicinare a me? Saresti rimasto al tuo posto?” - gli chiese Bonnie.
Quando vide che Damon non accennava a rispondere aggiunse: “Prova a metterti nei suoi panni! Anzi….pensa a me! Se tu avessi avuto davvero ragione allora anch’io sarei inutile e dovresti togliere di mezzo anche me visto che ho disubbidito per venire ad aiutarti!”.
Damon sospirò.
“Ok, Ok, Ok!” - fece, alzandosi - “Ho capito, streghetta! Adesso che facciamo? Perché presuppongo che tu non voglia tornartene da dove sei venuta, giusto?” - le chiese.
Bonnie sorrise: “Infatti!” - disse - “Adesso…beh…adesso combattiamo Samuel….insieme!”.
“Capirai… uniti a da soli...non è che ci sia poi molta differenza!” - tuonò una voce distante.
Samuel si era ripreso e adesso si stava riavvicinando a loro con un sorriso cattivo sulle labbra.
“Immagino proprio che debba farti i miei complimenti, Bonnie! Era ora che accettassi quello che sei!” - disse Samuel.
“Grazie mille, Samuel!” - rispose ironica Bonnie.
Lo stregone sembrò non badare alla nota sarcastica nella sua voce.
“Quindi….in qualità di Consigliere superiore del Regno Magico sono tenuto a chiederti se, vista la tua nuova condizione, vuoi unirti alla tua gente di tua spontanea volontà!” - le disse Samuel.
“La mia gente? Voi non siete la mia gente!” - si infuriò Bonnie.
“E’ magia quella che ti scorre nelle vene! E questo è il Regno Magico! Tu appartieni a noi!” - urlò lo stregone.
“Lei appartiene a me!” - si intromise Damon.
Samuel lanciò un gridò di frustazione al cielo e disse: “Adesso mi sono stancato! Combattiamo!”.
“Bene!” - fece Damon.
“Bene!” - si accodò Bonnie con una fermezza nella voce che non aveva mai avuto.
Prese una bella boccata d’aria e si concentrò sul fiume straripante di Potere che le scorreva dentro.

Avere la streghetta di fianco era da una parte rassicurante e dall’altra terrificante.
Rassicurante perché poteva difenderla lui stesso e, come Damon sosteneva sempre < se volevi una cosa ben fatta allora dovevi fartela da solo >, rassicurante perché con tutto il Potere che le scorreva nelle vene avevano di sicuro maggiori chance di farcela, rassicurante perché se qualcosa fosse andato storto era lei l’ultima persona che voleva vedere.
D’altro canto, però, era terrificante perché bastava una sua sola distrazione e Samuel poteva colpirla più facilmente, terrificante perché non voleva che lei combattesse….nonostante tutto il Potere che aveva adesso….non voleva che lei corresse ulteriori pericoli combattendo, terrificante perché se qualcosa fosse andato storto non era lui l’unica persona che correva il rischio di morire.
Si affiancò a Bonnie e le strinse la mano.
Vederla così decisa e concentrata rappresentava una novità sorprendente, per non parlare della luce che l’avvolgeva.
Damon, da che aveva preso atto che l’amava, aveva sempre pensato a lei come alla sua dea personale, ma sapeva che in quel momento chiunque, osservando il bagliore luminoso e caldo che emanava la sua pelle, l’arebbe scambiata per una vera dea scesa dal cielo.
Era difficile non guardarla, ma Samuel aspettava.
Lo stregone era davanti a loro a non più di cinque metri di distanza e sembrava furioso.
Damon sentiva chiaramente i battiti furiosi del cuore di Samuel e ghignava: aveva sempre trovato divertente la sua straordinaria capacità di far arrabbiare chiunque.
“Allora…combattiamo oppure vuoi restare qui a fissarci, stregone?” - chiese Damon.
Samuel in risposta chiuse gli occhi e distese le braccia davanti a se puntanto i palmi verso Bonnie.
L’aria tutt’intorno si smosse e la polvere si sollevò dalla strada.
Damon sentiva chiaramente il Potere dello stregone aumentare e concentrarsi in un unico punto.
Pochi attimi dopo dalle mani di Samuel si sprigionò energia pura che si concentrò a formare un’unica sfera luiminosa.
“Penso che voglia lanciarcela contro!” - disse Bonnie.
“Lo penso anch’io!” - concordò tranquillamente Damon.
“Devo fermarlo…” - disse Bonnie.
“Sarebbe d’aiuto, sì!” - fece Damon.
“Ma come faccio?” - la voce di Bonnie non sembrava più tanto ferma, anzi….adesso la streghetta sembrava in preda al panico - “Damon io non ne conosco di incantesimi, capisci? Non sono come Katie! Ho questo Potere che mi scorre dentro, ma come lo uso?” - gli chiese.
“Cosa hai fatto prima per mettere al tappeto Samuel? Non credo che tu gli abbia dato un pugno, quindi….cosa hai fatto di preciso?” - le chiese Damon passandole una mano intorno alle spalle per tranquillizzarla, ma senza togliere gli occhi di dosso a Samuel.
“Ho….beh…non lo so di preciso! Ho immaginato di scaraventare via Samuel e ho….scaraventato via Samuel!” - tentò di spiegare Bonnie.
“Hai seguito l’intuito! Ti sei lasciata trasportare dal Potere!” - ragionò Damon - “Forse sei diversa, forse il fatto che discendi dai capostipiti della magia ti permette di….non usare incantesimi e formule varie, ma semplicemante di fare quello che ti pare! Potrebbe essere una spiegazione!” - disse.
“Sì, forse, ma…” - tentò Bonnie, ma Damon la interruppe.
“Ma niente!” - fece il vampiro e le indicò Samuel - “Sta per lanciarla, Bonnie! Sta per attaccare!” - disse.
Bonnie si mise in allerta e osservò Samuel.
Un attimo dopo lo stregone aveva lanciato la sua sfera di Potere.
Bonnie scattò all’istante: “Ok…istinto!” - disse e Damon vide una valanga di immagini che le attraversò la mente, ma tutte finivano allo stesso modo: con Samuel lanciato in orbita.
- Mi piace! - pensò Damon e già si preparò per la sua mossa.
Bastò un istante e le fantasie di Bonnie cominciarono a diventare realtà.
La sfera di Potere le arrivò addosso. Damon si scostò di lato, lasciando gestire la cosa a Bonnie. Bonnie protese le mani in avanti e spinse. La sfera le colpì le mani, ma Bonnie non si ferì grazie ad una luminescenza rossa che le aveva avvolto le mani come una bolla di sapone e aveva attutito l’urto facendo sì che la sfera venisse rispedita al mittente.
Samuel non si lasciò cogliere alla sprovvista e con un gesto brusco del braccio scagliò lontano la sfera che esplose nel cielo.
Ciò che non previde Samuel fu la contromossa istantanea di Bonnie.
La streghetta, infatti, dopo aver respinto la sfera aveva trasformato la luce rossa che le avvolgeva le mani in una specie di lancia di Potere che colpì Samuel in pieno petto.
Samuel perse l’equilibrio.
Con un ulteriore gesto della mano Bonnie approfittò dell distrazione di Samuel per sollevarlo da terra e lanciarlo verso l’alto.
- E adesso tocca a me - pensò Damon.
“Grande, streghetta!” - le disse facendole l’occhiolino.
Corse a tutta velocità verso il punto su cui il povero Samuel svolazzava e saltò.
Con un unico balzo superò il corpo dello stregone. Damon si lasciò cadere e appena arrivato alla stessa altezza di Samuel unì le mani e alzò le braccia al cielo, poi le abbassò di scatto andando a colpire l’addome dello stregone.
Samuel piombò a terra.
Damon si affrettò a ritornare da Bonnie e la prese tra le braccia.
“Lavoro di squadra, streghetta! Lo adoro!” - le disse sorridendo.
Bonnie rispose debolmente al suo sorriso.
“Credevo lo odiassi!” - gli disse.
“A volte si cambia!” - esclamò Damon battendosi un pugno sul petto.
“Si cambia? Io adesso ti cambio i connotati, vampiro!” - tuonò Samuel che si era rialzato reggendosi l’addome e sputando sangue.
Damon sogghignò.
“Tutto quel sangue non dovrebbe andare sprecato! Se vuoi me ne occupo io!” - disse Damon estraendo i canini.
Samuel gridò e gli si scagliò contro nuovamente.

Dopo il primo attacco lo scontro continuò tra alti e bassi.
Anche se era in inferiorità numerica Samuel aveva dalla sua una grande abilità magica e una tenacia che sembrava non avere nessun limite: era pronto a tutto pur di ucciderli.
Bonnie, dal canto suo, sentiva che, di attacco in attacco, riusciva a gestire sempre meglio il suo appena riscoperto Potere e Damon la stava aiutando moltissimo occupandosi della parte….mmmh…fisica…della faccenda.
Ma non poteva dire di avere la vittoria in tasca perché non era così.
Pur avendo un controllo migliore sul suo Potere, Bonnie aveva imparato una cosa: doveva rimanere concentrata e decisa per usarlo correttamente, perché altrimenti non funzionava.
Questo l’aveva scoperto quando Samuel le aveva colpito un braccio e Damon aveva reagito. Lo stregone aveva risposto con una lancia di fuoco che aveva colpito Damon al petto mandandolo a terra per via del dolore.
Bonnie aveva cercato di fare qualcosa, qualsiasi cosa, ma era troppo sconvolta e i suoi Poteri non rispondevano.
Da quel momento aveva cercato di rimanere sempre concentrata, ma era difficile, molto difficile.
Un laser viola le piombò addosso, ma Bonnie lo schivò scansandosi.
Contrattaccò facendo tremare la terra sotto i piedi del Consigliere, ma Samuel puntò i palmi delle mani verso il suolo e levitò.
Bonnie lo guardò incredula per qualche istante, poi si accorse di Damon.
Era arrivato di soppiatto alle spalle di Samuel e aveva bisogno che lei lo distraesse per poterlo attaccare.
Bonnie si concentrò e richiamò a se il Potere.
Poi lo spinse fuori creando una lunga lingua di fuoco che si abbattè su Samuel avvolgendosi attorno alla barriera difensiva che lo stregone aveva creato per difendersi.
Nel momento in cui Bonnie ritirò il fuoco e Samuel disattivò la barriera preparandosi ad attaccarla, Damon entrò in azione e sferrò un calcio nella schiena di Samuel che cadde a terra battendo la testa.
Ma Damon non si arrese e cominciò a prendere a pugni e calci il corpo dello stregone.
Bonnie cercò di non provare compassione per Samuel, ma nonostante tutto quello che lo stregone le aveva fatto non ci riusciva a vedere Damon che colpiva così violentemente quel corpo anziano che non si difendeva.
“Damon!” - chiamò.
Il vampiro distolse lo sguardo dallo stregone e, dopo essersi assicurato che Samuel non stesse per riprendersi, la raggiunse.
“Bonnie…dobbiamo ucciderlo! E’ l’unica soluzione e se lo merita!” - le disse.
Bonnie sapeva che aveva ragione, ma le risultava sempre difficile avere a che fare con la morte.
“Io sono morto!” - disse Damon.
Bonnie era confusa: “Cosa?” - chiese.
“Pensi che non ti piace la morte, ma io sono morto!” - spiegò Damon riuscendole a strappare un sorriso anche se debole.
Bonnie tornò seria all’istante.
“Hai ragione!” - gli disse.
Damon annuì e si voltò verso Samuel, ma lo stregone era scomparso.
“Cosa? Dov’è andato?” - fece Damon.
Bonnie era spaventata: “Non lo so!” - disse.
“Deve essersi teletrasportato! Se si fosse mosso l’avrei sentito!” - disse Damon e si allontanò da lei per tornare al posto in cui poco prima c’era Samuel.
Damon si guardava intorno, circospetto.
Bonnie tremava di paura e si guardava continuamente alle spalle.
“Damon….Damon ho…uno strano presentimento! Torna qui!” - sussurrò consapevole che il vampiro potesse tranquillamente sentirla.
Bonnie si sentiva inquieta.
La sparizione improvvisa di Samuel non la convinceva per niente. Voleva solo che Damon tornasse da lei.
Il vampiro diede un ultimo sguardo intorno e fu allora che accadde tutto.
Bonnie era ferma e guardava Damon, di profilo rispetto a lei, che a sua volta guardava verso Stefan e gli altri.
Improvvisamente l’aria alle spalle di Damon si colorò di giallo e la figura di Samuel si materializzò dal nulla.
Damon non lo avvertì.
La strega si fece prendere dal panico e il Potere cominciò a non rispondere.
Decise di fare l'unica cosa che poteva: Bonnie cominciò a correre verso il vampiro e a gridare - “Damon…dietro di te!”.
Ma Samuel si era già materializzato e aveva già pronto un bel paletto lungo e appuntito…a pochi centimetri dal cuore di Damon.
Damon si voltò di scatto, ma era troppo tardi e Bonnie lo sapeva.
Senza pensarci un attimo si frappose tra Damon e Samuel, guardando verso il vampiro.
All’inizio fu un pizzico, poi Bonnie sentì una specie di fastidioso solletico che si diffondeva in tutto il corpo.
Strabuzzò gli occhi guardando confusa Damon che, a sua volta, la guardava stupito.
Solo quando Samuel le estrasse il paletto dalla schiena Bonnie sentì arrivare il dolore.
Era un dolore atroce che cresceva d’intensità ad ogni secondo.
Si ritrovò a tossire e a sputare sengue.
Damon l’afferrò mentre cadeva e si accasciò al suolo tenedola stretta.
Bonnie si sentiva debole e..strana…..cominciava a non sentire più varie parti del corpo.
Stava morendo? Bonnie non riusciva nemmeno a pensare.
L’unica cosa che sapeva era che doveva dire qualcosa d’importante a Damon, qualcosa che facesse sì che lui la ricordasse.
Nei film d’amore con finale tragico quando l’eroina è in punto di morte, prima di morire fa un lungo discorso al suo amato cercando di rassicurarlo e di fargli capire che lei avrebbe continuato ad amarlo anche dopo la morte. Ed era questo che Bonnie voleva fare, voleva rassicurare Damon e fargli un lungo discorso d’addio, ma le uniche parole che le affiorarono alle labbra furono: “Ti…amo!” - due parole brevi, ma in grado di dire tutto.
Subito dopo Bonnie chiuse gli occhi.

Il corpo di Bonnie tra le braccia di Damon era sporco di sangue e la sua pelle cominciava a diventare pallida e fredda.
Il cuore di Bonnie ebbe una brusca accelerata e tutta la luce e il Potere che l’avevano avvolta fino a pochi istanti prima si concentrarono al centro esatto del petto della strega e abbandonarono il suo corpo volando verso l’alto.
Il cuore di Bonnie rallentò e lentamente arrivò al suo ultimo e sonoro battito < BU-BUM >.
Bonnie era morta.








NOTE:
*iosnio90 entra in punta di piedi*
Ok...Ok...Ok.....vi prego....non linciatemi....ricordate che NON è l'ultimo capitolo questo, ne mancano altri 2 + l'epilogo, quindi...per favore...abbiate compassione!!!
Lo so che non ve lo aspettavate....che eravate più preoccupate per Damon che per Bonnie, ma.....almeno la buona notizia è che Damon non si è fatto niente!!!
E poi ve l'avevo detto che a Bonnie sarebbe successo qualcosa che avrebbe smascherato Samuel davanti a tutti!!!
E non preoccupatevi.....per Samuel ho in mente un finale con i controfiocchi...vedrete!!!
Per quanto riguarda Bonnie......ricordate che siamo nel Regno Magico e che con la magia si può tutto!!!
Beh...spero che non mi maledirete troppo e non mi insulterete troppo nei commenti!!!
Con questa speranza...mi ritiro...mi sa che per oggi ho già fatto abbastanza......ricordate che vi adoro, eh?
E ricordate che adoro il lieto fine, io!!
Detto questo....a domenica....se sarò ancora viva....BACIONI...IOSNIO90!

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Capitolo 24
*** Capitolo ventiduesimo ***


Capitolo ventiduesimo

Un attimo è un arco di tempo incredibilmente breve costituito da millesimi di secondo o forse meno.
Ma nei suoi lunghi anni di vita Stefan aveva imparato che, spesso, sono proprio gli attimi a cambiarti la vita, è durante un attimo che accadono le cose più belle o più brutte che tu avresti mai potuto immaginare.
Basta un attimo per dire “Ti amo”.
Basta un attimo per dire “Ti odio”.
Basta un attimo per il primo bacio.
Basta un attimo per il primo schiaffo.
Basta un attimo per cominciare a ridere.
Basta un attimo per cominciare a piangere.
Basta un attimo per venire al mondo.
Basta un attimo per lasciarlo il mondo.
Un attimo è vita.
Un attimo è morte.
Un attimo aveva segnato, per Bonnie, il passaggio dalla vita alla morte.
Tutto taceva e tutti erano immobili.
Alleati e avversari avevano interrotto la loro ridicola guerra e tenevano gli occhi puntati sul cadavere della strega stretto tra le braccia del vampiro.
Stefan non riuciva a credere a quello che era appena successo.
Lasciò lo stregone contro cui stava combattendo e si avvicinò lentamente a suo fratello, seguito a tutti gli altri del loro gruppo.
Elena gli si aggrappò al braccio, distrutta.
Matt era caduto in ginocchio e piangeva cullato da Katie.
Meredith era disperata e continuava a sussurrare il nome di quell’amica che aveva sempre considerato una sorella.
Lucas teneva la testa bassa e gli occi chiusi.
Ma quello per cui Stefan era davvero in pena era Damon.
Suo fratello era immobile e continuava a fissare il viso di Bonnie.
Stefan non sentiva provevire niente da lui, né ondate micidiali di Potere né pensieri omicidi diretti a Samuel…..solo il silenzio, il nulla.
Stefan lo capiva.
Ricordava ancora cosa aveva provato quando Elena era morta per uccidere Katherine….era stato devastante per lui.
Ma sentiva anche che Damon, in quel momento, si sentiva molto peggio rispetto a come si era sentito lui in passato e questo perché erano diversi.
Prima di Elena, Stefan aveva già conosciuto l’amore, l’amore ricambiato e poi aveva conociuto la perdita così, quando Elena morì, lui già sapeva a cosa andava incontro e aveva saputo andare avanti in un modo o nell’altro.
Per Damon era diverso.
Damon aveva conosciuto soltanto la perdita, l’abbandono e questo lo avava reso freddo e spietato, sì, ma anche bisognoso d’amore.
Nonostante Damon non lo avesse mai ammesso, Stefan aveva capito da tempo che l’ossessione di Damon di dargli la caccia e rovinargli la vita era solo un tentativo di sfuggire alla solitudine nella quale sentiva di essere stato relegato da qualsiasi persona avesse mai avuto una qualche importanza nella sua vita.
Ma con Bonnie lui aveva scoperto, dopo secoli di ricerche, cosa volesse significare amare ed essere amati. Aveva creduto che questo amore non sarebbe mai finito, invece….
Invece Samuel gliela aveva portata via, improvvisamente, laciandolo di nuovo solo.
Stefan consegnò Elena alle braccia di Meredith e andò ad inginocchiarsi di fianco a Damon, mettendogli una mano sulla spalla.
Damon non si mosse….continuava a fissare Bonnie.
Intorno a loro il silenzio persisteva.
“Cosa le è successo Stefan? Perché è fredda? Perché è immobile? Perché non mi parla?” - il sussurro di Damon gli si conficcò dritto nel cuore.
Suo fratello gli stava chiedendo una spiegazione, una spiegazione alternativa, un qualcosa che gli spiegasse per quale motivo Bonnie sembrava morta, voleva che gli dicesse che in realtà Bonnie non era morta, che le era successo qualcosa che sembrava la morte , ma che non era la morte.
Come poteva deludere la sue aspettative?
Come poteva dirgli chiaramente che non c’erano altre spiegazioni e che Bonnie era morta per davvero?
Stefan abbassò lo sguardo e tacque…troppo codardo per dire una simile verità al fratello.
“Perché non mi rispondi, Stefan? Tu devi saperlo! Tu sai sempre tutto!” - gli disse Damon, la voce priva di qualsiasi intonazione.
“Vuoi sapere cosa le è successo?” - una voce ruppe il silenzio e tuonò, divertita, davanti a loro.
Stefan e Damon alzarono lo sguardo ad incontrare i folli occhi di Samuel.
Damon annuì.
“E’ morta, vampiro! Io l’ho uccisa! Uccisa, capito? E’ morta!” - fece Samuel, scandendo perfettamente ogni parola.
Subito dopo lanciò la testa all’indietro e proruppe in una risata crudele e spietata che lasciò basita tutta la piazza.
Stefan lanciò uno sguardo di biasimo allo stregone e si voltò verso il fratello.
Damon aveva abbassato di nuovo gli occhi su Bonnie e…stava piangendo.
Stefan non ricordava neppure più quando era stata l’ultima volta che l’aveva visto piangere….forse da bambini, ma non ne era certo.
Quello che sapeva era che per i vampiri era tremendamente difficile piangere, neppure lui ci era riuscito quano Elena era morta.
Questo significava che tutti i suoi timori sugli attuali sentimenti di Damon erano più che fondati.

- Cosa succede quando una strega perde tutta la sua forza magica? -
- Muore…la strega muore! -
Katie ricordava così chiaramente la conversazione avuta con Matt nella grotta…
Non avrebbe mai immaginato che presto Matt avrebbe avuto una dimostrazione delle sue parole.
Soprattutto non avrebbe mai immaginato che sarebbe stata Bonnie a morire.
Bonnie…
Quando aveva visto la luce lasciare il suo cuore era stato tremendo, un dolore atroce.
Lei era scomparsa così rapidamente…..lei…era la sua migliore amica.
Katie non aveva mai creduto possibile che un giorno si sarebbe legata così tanto ad un’altra persona, eppure era successo e adesso Samuel l’aveva uccisa.
La risata di Samuel era insopportabile e, in generale, tutto il suo comportamento era insopportabile.
Lo stregone se ne stava lì, con gli occhi fuori dalle orbite, a ridere come un pazzo del loro dolore.
Come poteva trovare la morte così divertente?
Katie sentiva le guancie bagnate dalle lacrime.
In quel momento tutti stavano piangendo davanti alla folla di stregoni ammutolita, ma fu quando la prima lacrima lasciò gli occhi di Damon che qualcosa cambiò.
Un brusio di voci si levò dalla folla e tutti cominciarono ad additare Damon.
Dapprima Katie non riuscì a capire cosa dicessero, poi, piano piano, le voci diventarono più forti e lei capì.
C’era chi gridava: “Guardate il vampiro!”.
Chi diceva: “E’ impossibile!”.
Altri ancora urlavano: “Non dovrebbe farlo….lui non può provare niente!”.
Ma fu quando una donna disse: “Eppure sta piangendo!” - che tutto le divenne chiaro e, spostando li occhi su Samuel, seppe come fare per smascherarlo.
Lasciò andare Matt e si alzò, andando ad affiancare Damon e Stefan.
Stefan alzò lo sguardo su di lei.
“Lasciami fare, per favore! E‘ giunta l’ora che tutti vedano Samuel per quello che è!” - disse.
Stefan annuì, ma continuò a guardarla.
Katie si schiarì la voce.
“Avete ragione!” - esordì - “Guardatelo! E’ un vampiro eppure sta piangendo!” - fece una breve pausa durante la quale tutta la piazza si zittì.
“Voi mi conoscete, sapete che tipo di persona sono e sapete che tipo di persona era il Consigliere Hugh! Possibile che nussuno si sia mai chiesto perché ci siamo schierati con dei vampiri?” - un’altra pausa - “Voglio darvela io la risposta!” - e indicò Damon - “E’ questa! Lui è un vampiro e nonostante questo prova dei sentimenti…piange!”  - si fermò guardandosi intorno con aria di sfida - “All’Accademia ci hanno sempre insegnato che i vampiri non provano nulla e non possono vivere senza uccidere! Beh…vi dirò una cosa: vivo con loro già da un po’ e non li ho mai visti uccidere nessun innocente e, per quanto riguarda i sentimenti…..lo vedete da soli….Damon sta soffrendo!” - altra pausa - “Se c’è una cosa che ho imparato da tutta questa storia è che quelli sbagliati siamo noi, gli stregoni! Noi viviamo in un mondo appartato senza mai andare in quello umano che poi è il mondo dove vivono le creature oscure, quelle stesse creature per le quali ci preoccupiamo tanto! Detto questo, voglio farvi una domanda: Come può uno stregone che non ha mai visto un vampiro in vita sua insegnare ad altri stregoni cos’è un vampiro? Ve lo dico io: non può, non può insegnare qualcosa che non sa!” - l’attenzione di tutti era focalizzata su di lei - “Quello che spesso tendiamo a dimenticare è che i vampiri non sono nati così! Prima erano umani, umani a cui è toccata in sorte questa crudele condizione! Sono esseri con dei sentimenti e sono esseri pensanti e intelligenti anzi, con tutto il tempo che hanno a disposizione, sono tra le creature più intelligenti di qualsiasi mondo o dimensione e, proprio per questo, sono loro a scegliere come condurre la loro vita! Damon e Stefan hanno scelto di condurre una vita che sia la più normale possibile….la più buona possibile! E questo io posso affermarlo con certezza perché li conosco, so come vivono e sono cosa fanno! Io non sono come voi che li condannate senza neppure conoscerli, che li condannate soltanto perché sono dei vampiri! Questo è ingiusto! Quella dei vampiri è soltanto una razza esattamente come è una razza quella degli stregoni, ma non mi sembra che loro vi condannino per questo! Una persona non è crudele a prescindere….deve scegliere di essere crudele! E voi non potete uccidere qualcuno soltanto perché è un vampiro perché non sono tutti malvagi esattamente come non hanno tutti gli occhi azzurri! E non credete che voi siete perfetti….” - disse con una lieve risata - “Anche tra di voi ci sono persone cattive e una di queste è la persona dalla quale vi lasciate comandare….Samuel…..il Consigliere Samuel….il Consigliere che invece di pensare al bene del suo popolo li manda a morire….il Consigliere a cui piace la morte, a cui piace uccidere! L’avete visto e sentito: ha ucciso una strega, l’ha ammesso ed è scoppiato a ridere come se fosse una bella barzelletta! Vi sembra giusto? Vi sembra una cosa…buona? Per colpa sua sono morti stregoni su stregoni…..” - disse indicando Samuel - “Mio cugino Ted è morto perché lui l’ha mandato a morire consapevole che Ted non ce lavrebbe mai fatta! Altre guardie e stregoni molto forti sono morti perché lui li ha mandati a morire! Il Consigliere Hugh…..andiamo…voi tutti lo conoscevate! In decenni e decenni non ha mai ucciso nessuno, persino quando era un Cacciatore si faceva grossi scrupoli e lo sapete! Credete davvero che una persona così si sia scagliata contro Samuel senza motivo? Che abbia tentato di ucciderlo?” - Katie scosse involontariamente la testa - “Lo sapete bene quanto lo so io che non è possibile….che Samuel ha mentito! E poi c’è stata Samia….vi ha raccontato che siamo stati noi ad ucciderla e voi gli avete creduto, ma…andiamo…lo avete visto il cadavere al funerale e qualcuno deve averlo analizzato…..avete trovato segni di morsi? Ve lo dico io: No, perché né Stefan né Damon l’hanno morsa! Le avete trovato il collo spezzato? No, perché nessuno dei due le ha spezzato il collo! Le avete trovato un buco nel petto? No, perché nessuno dei due vampiri le ha strappato il cuore! E’ morta per via della magia! Certo, è possibile che siamo state o io o Bonnie, sapete che non è così! Io non ero abbastanza forte, non lo sono tutt’ora e Bonnie…beh..lo avete visto…ha accettato i suoi Poteri soltanto poco prima di morire! L’unico stregone in grado di ucciderla era Samuel….è stato lui e l’ha fatto perché Samia si era schierata con noi dopo aver capito che suo fratello era solo un pazzo esaltato!” - disse alzando la voce - “Samuel ha appena ucciso una strega! E, cosa ancora più grave, vi ha dato l’ordine di uccidere degli umani! Se non sbaglio gli stregoni dovrebbero difenderli gli  umani…qualsiasi sia la loro vita e qualsiasi siano le loro amicizie! Eppure lui era disposto a fare anche questo soltanto per la gloria! Sinceramente….io ho sempre amato questo Regno, ma adesso….adesso mi avete deluso così tanto che provo vergona al solo pensiero di essere nata qui!” - finì, scuotendo la testa e con l’amaro nella voce.
Katie sospirò e tornò di fianco a Damon, si inginocchiò, prese delicatamente la testa di Bonnie, se l’appoggiò sulle gambe e cominciò ad accarezzarle i capelli.
Stefan la guardò con gratitudine, ma Katie lo vedeva che era in ansia per Damon che continuava a piangere e che non staccava mai gli occhi da Bonnie.
Un rumore di passi le fece alzare lo sguardo.
“No, piccola mia, vieni qui!” - stava dicendo una strega a quella che doveva essere sua figlia: una bambina di circa sei o sette anni, con i capelli castani raccolti in due trecce ai lati della testa che si stava avvicinando a loro.
La bambina si fermò davanti a Damon e guardò Bonnie.
“E’ così bella!” - disse con la sua voce infantile - “ Sembra una fata addormentata!”.
Katie e Stefan la fissavano increduli e un po’ inquieti.
Damon alzò lo sguardo e guardò la bambina.
Lei sorrise e estrasse un fazzoletto di cotone rosa da una tasca del suo vestitino e lo appoggiò sul viso di Damon asciugandogli le lacrime.
“Io non ho più il papà! Mamma dice sempre che prima o poi la tristezza passa, ma io non le credo! Volevo così bene al mio papà che credo che sarò triste per sempre!” - disse, poi abbassò di nuovo lo sguardo su Bonnie - “Tu le volevi bene?” - gli chiese.
“Sì!” - sussurrò Damon.
La bambina annuì: “Allora, se vuoi, possiamo dividerci la tristezza!” - disse, poi fece qualcosa che sbalordì tutti.
La bambina si sbilanciò in avanti e abbracciò Damon.
Il vampiro ricambiò titubante l’abbraccio.
Restarono così diversi minuti, durante i quali non successe nulla, ma poi…
Sempre più persone cominciarono a farsi avanti dalla folla, i bambini prima di chiunque altro, si avvicinavano a loro e li abbracciavano per cercare di portare conforto.
Katie sorrise e con le lacrime agli occhi pensò che era quello il vero Regno Magico, erano quelli i veri stregoni e le vere streghe e lei ne andava incredibilmente fiera.

Che stava succedendo?
Dove andavano tutti?
Perché si avvicinavano all’abominio e lo abbracciavano?
Samuel doveva ammettere che il discorso della traditrice era stato toccante, ma non credeva che il suo popolo le desse ascolto.
Questo era un affronto.
“Tornate subito qui! Vi ucciderò tutti se non lo fate….vi ucciderò per tradimento!” - gridò fuori di sé.
“Così come hai ucciso Samia?” - gli chiese una voce alle sue spalle.
“Sì, esattamente!” - rispose Samuel, prima di rendersi conto di ciò che aveva appena confessato.
Lentamente si voltò.
Davanti a lui l’intero Consiglio e Victor lo guardavano sbalorditi, come se vedessero un mostro.
Samuel alzò le mani come per giustificarsi.
“No…no…no…no..aspettate! Non è vero, io non volevo dire….si, insomma, guardate cosa sta succedendo…io sono fuori di me…non so cosa stavo dicendo..io…” - tentò, ma invano.
“Tu sei colpevole…Katie ha ragione!” - disse Victor.
“Victor…come puoi crederlo? Come puoi parlarmi così? Dovresti portarmi rispetto!” - disse incredulo.
“Tu non ti meriti il rispetto, Samuel! Ti abbiamo affidato il Regno fidandoci di te e invece…..ci hai costretti ad una guerra senza significato! All’inizio sembrava una buona idea riportare la strega druida nel Regno, ma adesso tu l’hai uccisa….ciò significa che non te ne è mai importato nulla! Sei tu il traditore, Samuel! Per colpa tua e per mano tua sono morti molti stregoni alcuni dei quali indispensabili al Regno!” - disse uno dei Consiglieri più anziani.
“E cosa volete fare, adesso? Bandirmi?” - li sfidò Samuel.
Il Consigliere scosse la testa: “No, Samuel! Tu sei condannato a morte immediata!” - tuonò.
Samuel fece un passo indietro: “Cosa? Voi non potete!” - disse.
“Certo che possiamo!” - risposero i Consiglieri in coro.
“Prendiamolo!” - gridò Victor.
Samuel cominciò a correre, ma la sua fuga durò poco.
Il vampiro Damon si era ripreso dal suo letargo e gli si era parato davanti.
“Lasciami passare!” - gli sibilò.
“Chi viene condannato nel Regno muore nel Regno!” - disse Damon - “Sei stato condannato, Samuel!”.
Samuel fece un passo indietro, ma Victor lo bloccò.
Samuel era stato accerchiato.
“L’unica cosa che non capisco è perché Bonnie è dovuta morire perché tutti capissero!” - disse Damon - “Ma almeno adesso ti ucciderò senza nessun intralcio!”.
Damon gli afferrò violentemente le spalle e estrasse i canini.
Stava per piombargli sul collo, quando qualcuno lo fermò.
Samuel sorrise.
“Aspetta, vampiro!” - disse Victor.
Damon lo guardò furioso: “Cosa vuoi?” - ringhiò.
Victor fece un passo indietro.
“Beh….pensavo che…si, insomma, se i Coniglieri sono d’accordo potremmo fare lo Scambio!” - balbettò il bibliotecario.
Il sorrise di Samuel si spense e cominciò ad agitarsi: “No, per favore, no!” - si lamentò.
Damon, vista la sua reazione, chiese: “Cos’è lo Scambio?”.
Katie si fece avanti sorridendo.
“Ma certo! E’ un’idea fantastica Victor!” - disse la strega.
Damon la guardò: “Cos’è lo Scambio?” - ripetè.
“Lo Scambio è un incantesimo con il quale è possibile dare la vita di uno stregone per poterne resuscitare un altro!” - spiegò Victor.
“Cioè?” - fece Damon.
“Damon…una creatura magica muore quando perde tutta la sua forza magica…” - spiegò Katie.
“La luce che è uscita da Bonnie prima che lei…” - disse il vampiro.
“Esatto! Ora…lo Scambio è un incantesimo che permette di traferire la forza magica di uno stregone in un altro stregone che ha già perso la sua! In poche parole….è possibile prendere la forza magica di Samuel e darla a Bonnie! Così facendo Bonnie, riavendo una forza magica dentro di se, tornerà in vita e Samuel, perdendo la sua forza magica, morirà!” - spiegò Katie.
“Bonnie tornerà a vivere? Tornerà da me?”  - fece Damon.
La strega annuì.
Damon guardò Victor: “Fallo!” - disse.
Victor sospirò: “Vorrei, ma…non posso!” - disse.
“Come hai detto, scusa?” - chiese Damon, infuriato.
“Damon…l’incantesimo dello Scambio è troppo Potente per dei semplici stregoni come me, Victor e la maggior parte di quelli che vedi qui! Gli unici che possono farlo…che sono in grado di farlo….sono i Consiglieri! Sono gli unici ad avere abbastanza forza ed esperienza per fare un incantesimo del genere senza correre il rischio di morire!” - spiegò Katie.
Damon guardò la strega, poi si voltò verso i Consiglieri.
“Potete farlo?” - chiese.
Samuel sperava che dicesse di no, invece..
“Possiamo farlo e lo faremo!” - disse uno dei Consiglieri.
“Preparate Samuel e Bonnie!” - ordinò un altro Consigliere alle guardie.
Damon lasciò Samuel nelle mani di quattro guardie magiche che lo sollevarono e lo incatenarono ad una delle due lastre di pietra appena create dai Consiglieri.
Altre due guardie avevano sollevato il corpo morto di Bonnie e lo avevano disteso sull’altra lastra di fianco alla sua.
Samuel si agitava cercando di liberarsi, ma quelle erano catene magiche e gli era impossibile.
“No, non fatelo!” - gridava.
“Te lo sei meritato!” - tuonò Damon.
Un attimo dopo i Consiglieri si riunirono a cerchiò intorno alle due lastre e, prendendosi per mano, cominciarono la loro litania.
Una lancia di energia si materializzò dal nulla e si conficcò prima nel cuore di Samuel per poi piegarsi di lato, come se fosse un ponte di energia, e posarsi sul petto di Bonnie.
Le voci dei Consiglieri si levarono alte e un vento fortissimo arrivò ululando dal cielo a scuotere ogni cosa.
Un dolore atroce si diffuse in tutto il corpo di Samuel nel momento in cui il ponte di energia cominciava a risucchiare la sua forza magica per trasferirla a Bonnie.
Furono attimi atroci in cui le voci e i volti di tutti coloro che erano morti a causa sua gli si riaffacciarono alla memoria e gli tormentarono la coscienza.
Quando Samuel chiuse gli occhi sapeva che era per l’ultima volta.

Bonnie camminava in un corridoio lungo e buio, ma che, stranamente, non le faceva paura.
Vedeva una luce dorata da lontano e le camminava incontro.
Era morta? Molto probabile.
C’era il tunnel, la luce dorata, la forza che la spingeva ad andare avanti, il senso di pace e di appagamento…tutto faceva presumere che fosse morta.
Chissà se sua nonna era lì ad aspettarla…
Chissà se dall’alto avrebbe rivisto Damon e vegliato su di lui…
Damon…lo amava così tanto ed era riuscita a dirglielo prima di andarsene, di questo era certa anche se le sembrava tutto un po’ sfocato.
Continuava a camminare e a camminare, ripensando a sua nonna.
< Sarai giovane e bella nella tua bara > le aveva detto.
Da quando stava con Damon aveva cominciato seriamente a credere che quella frase avesse, per lei, un altro significato, ma a quanto pareva no.
Lei sarebbe stata DAVVERO giovane e bella nella sua bara, ma almeno si consolava dicendosi che non era morta invano…era morta per salvare Damon….e questo era bello…ed era giusto.
La luce si avvicinava sempre di più.
Bonnie sorrise e si affrettò improvvisando una corsa.
Ma, tutt'a un tratto, tutto comiciò a tremare e la forza che la spingeva ad andare avanti si trasfomò e cominciò a trascinarla all’indietro.
Bonnie tentò di ribellarsi….cosa stava succedendo?
Un improvviso lampo di luce bianca la accecò e sentì un grido.
Mentre veniva trascinata riuscì ad aprire gli occhi solo un attimo, ma le bastò: vide Samuel che le passava di fianco, era terrorizzato e anche lui veniva trascinato ma nella direzione opposta alla sua, nella direzione verso la quale lei stava andando pochi istanti prima.
L’ultima cosa che Bonnie vide fu Samuel che veniva inghiottito dalla luce, ma la luce non era più dorata…si era trasformata, si era trasformata ed era diventata rosso sangue.

Bonnie aprì gli occhi di scatto e trasse un lungo respiro.
Aveva la vista appannata ed era confusa.
Una mano gelida le si posò sulla fronte e mille grida le esplosero intorno.
Damon si chinò su di lei: “Sei viva!” - le disse.
“Samuel è morto!” - disse Bonnie con l’assoluta certezza che ciò che aveva appena visto le era successo per davvero.
“E tu sei viva!” - ripetè Damon.
Per la prima volta da quando aveva riaperto gli occhi, Bonnie guardò Damon.
Sorrise, felice.
“L’hai fatto tu?” - gli chiese incredula.
Damon sorrise e le rispose soltanto: “Ti amo anch’io, streghetta!”.









NOTE:
Ciao a tutti!!!
Un grazie infinito per gli splendidi complimeti che mi avete fatto per lo scorso capitolo e per avermi evitato il linciaggio!!!
Ma mi serviva qualcosa di veramente forte per far svegliere l'intero Regno e quindi....la morte di Bonnie!!!
Comunque è davvero bello sapere che sono riuscita persino a commuovere qualcuna di voi, per questo...grazie!!!
Allora....spero che questo capitolo vi sia piaciuto!!!
Samuel è morto!!!
Lo so che vi aspettavate che lo uccidesse Damon, ma per un grande cattivo come lui che ci rompe le scatole da tre storie ho pensato che ci volesse una morte in grande stile così l'ho fatto praticamente uccidere dai suoi stessi alleati per aiutare proprio coloro che odiava più di qualsiasi altra cosa....mi è sembrato più giusto così e spero che vi piaccia!!!
Vi confesso che scrivere la morte di Samuel è stato triste, ma non fraintendetemi, non è stato triste perchè mi dispiaceva per lui, anzi....è stato triste perchè ho realizzato che la serie è davvero giunta alla fine.
Quando in una storia muore il cattivo si è sempre arrivati alla fine!!!
Vabbè...manca ancora un capitolo + l'epilogo!
Capirete che adesso le cose nel Regno sono parecchio disastrate quindi mi servirà un pò di spazio per mettere un pò d'ordine e poi credo che, dopo il discorso di Katie, anche Bonnie voglia dire la sua!!!
A giovedì....BACIONI...IOSNIO90!

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Capitolo 25
*** Capitolo ventitreesimo ***


Capitolo ventitreesimo

I sette soli svettavano alti nel cielo limpido di Kemet e brillavano come mai avevano fatto.
Bonnie li guardava assorta dalla finestra della camera che le era stata assegnata per la notte all’interno del Palazzo del Consiglio.
Stava ripensando a quello che le era accaduto.
Era morta e poi era tornata….ancora non riusciva a crederci nonostante ricordasse perfettamente il dolore, il tunnel, la luce e poi Samuel che veniva trascinato via.
Le avevano sommariamente spiegato cosa era successo dopo che Samuel l’aveva colpita, le avevano raccontato del discorso di Katie e di come tutti gli altri Consiglieri e tutti gli altri stregoni del Regno si fossero arresi davanti all’evidenza delle cose e si fossero ribellati a Samuel.
Certo, da parte degli stregoni tutta quella cortesia e tutte quelle facce sorridenti che le avevano mostrato da quando era “ritornata” erano strane, ma a Bonnie sembravano sincere…..era come se tutti stesero sercando di farsi perdonare per quello che avevano fatto e sostenuto per colpa di Samuel.
Ma era anche vero che le cose non potevano cambiare da un momento all’altro, per questo adesso Bonnie era in attesa che la riunione del Consiglio cominciasse.
La riunione era stata fissata il giorno prima e, da quanto aveva capito, si sarebbe discusso degli ultimi avvenimenti.
Una cosa era certa: agli stregoni piaceva parlare.
“Puoi dirlo forte, streghetta!” - Damon era appena sbucato fuori dal nulla e se ne stava seduto ai piedi del letto con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
“Hai avuto una bella mattinata o sbaglio?” - gli chiese curiosa, voltanosi verso di lui e appoggiandosi con le mani al bordo della finestra.
“Direi proprio di sì! Me ne sono andato in giro per il Regno, completamente indisturbato, e ad ogni passo c’era sempre qualcuno che mi salutava dicendo < Buongiono, vampiro Damon > e facendo un mezzo inchino davvero molto elegante!” - raccontò Damon.
“Si inchinavano?” - chiese incredula Bonnie.
“Ehi, guarda che sono una celebrità adesso, anzi…..SIAMO delle celebrità! Pensa che si inchinavano anche con l’inglesino! Certo non lo chiamavano per nome, ma come puoi biasimarli? < Lucas > è un nome piuttosto insignificante!” - rispose Damon.
L’incredulità di Bonnie crebbe.
“Lucas? Che c’entra Lucas con la tua….mmmh…passeggiata?” - chiese Bonnie.
“E’ venuto con me!” - rispose Damon con un’alzata di spalle.
“E’ venuto con te?” - fece Bonnie.
“Sì! L’ho chiesto anche a Stefan di venire, ma ha detto che voleva passare un po’ di tempo con Elena visto che adesso devono separarsi, così l’ho lasciato dov’era!” - rispose il vampiro.
Bonnie si staccò dalla finestra e si avvicinò a Damon, parandoglisi davanti.
Damon alzò lo sguardo per incontrare i suoi occhi che lo fissavano insistentemente.
“Che c’è?” - le chiese.
“Che c’è?!?” - disse Bonnie - “Damon….tu questa mattina sei andato da Lucas e da Stefan e hai chiesto loro di uscire con te!”.
“Stefan non è venuto!” - ribattè Damon.
“Sì, ho capito! Ma l’importante non è chi di loro due è venuto! L’importante è che tu, Damon, sei andato di tua spontanea volontà e chiedere a loro due di venire con te!” - spiegò Bonnie - “Adesso manca soltanto che tu mi venga a dire che hai invitato anche Matt e siamo apposto!”.
“Mutt? Io non inviterei mai Mutt a venire con me!” - fece Damon.
“Mai dire mai!” - disse Bonnie - “Chi l’avrebbe mai detto che tu te ne saresti andato in giro con Lucas!?!”.
“Beh…adesso non parlarne come se fossimo diventati amici! Io e l’inglesino non saremo mai amici!” - disse Damon.
Bonnie sorrise.
“Mai dire mai!” - disse.
Damon la guardò divertito e l’attirò a se afferrandole i fianchi.
“Smettila con questo < Mai dire mai >!” - le disse.
Questa volta Bonnie rise apertamente e si chinò a lasciargli un leggero bacio a fior di labbra.
Bussarono alla porta.
“Vado io!” - disse, precipitandosi ad aprire.
Katie e Stefan entrarono salutando.
“E’ giunta l’ora!” - annunciò Katie - “Sta per cominciare la riunione! Ci sono già tutti, manchiamo soltanto noi!”.
“Gli altri?” - chiese Bonnie.
“Lucas, Elena, Matt e Meredith sono tornati al pensionato poco fa, come avevamo stabilito! Prenderanno l’altra strega e la rimanderanno qui!” - rispose Stefan.
“Bene! Allora andiamo! Non vorrete mica far aspettare i miei fan?” - fece Damon raggiungendoli all’entrata.
“I tuoi fan?” - chiese Katie.
“Già! Damon si è montato la testa da quando è nel Regno!” - disse Bonnie.
“Damon si è montato la testa da quando è nato!” - la corresse Stefan.
A Katie scappò un risolino.
“Fratellino caro, il fatto che oggi sono di buonumore non ti autorizza a prendermi in giro perché il buonumore potrebbe anche passare e allora sai bene cosa ti succederebbe!” - fece Damon.
“Sì, sì, si…..mi ficcherai un paletto dritto nel cuore e mi infliggerai una morte lenta e dolorosa bla, bla, bla! Lo conosco a memoria il copione!” - rispose Stefan avviandosi verso la Sala del Consiglio.
Damon sembrava sconvolto.
“Ma l’hai sentito?” - chiese a Bonnie.
Bonnie trattenne a stento una risata e rispose con una semplice alzata di spalle.

Il ritorno nel mondo umano fu strano.
Più in generale, tutta la mattinata di Lucas fu strana a cominciare dalla sua uscita con Damon.
In fondo non era andata per niente male e Lucas, quando in seguito si era messo a ricordare le intere due ore trascorse con l’altro vampiro, aveva capito che per lui il segreto per andare, in un certo senso, d’accordo con Damon era non fare caso a tutte le sue prese in giro e non parlare di Bonnie nemmeno sotto tortura.
Per tutta la mattinata, infatti, Lucas aveva evitato accuratamente l’argomento e Damon aveva fatto lo stesso, garantendo ad entrambi una piacevole passeggiata per il Regno Magico.
Ma, come già detto, era stato strano…veramente strano, soprattutto se si considerava il fatto che l’ultima volta che aveva avuto un faccia a faccia con Damon era stato prima della battaglia contro Samuel e, in quell’occasione, Damon non si era di certo risparmiato in quanto a minacce.
“Oddio, quanto mi è mancato il pensionato!” - esclamò Elena afferrando la mano di Meredith per poi cominciare a correre verso la porta dell’edificio poco distante.
“Spero che vada tutto bene nel Regno!” - Matt lo sorprese con la sua frase.
“Certo che andrà tutto bene, perché non dovrebbe? Adesso che Samuel è morto non c’è più pericolo per Bonnie!” - rispose Lucas.
Matt non disse nulla, guradava in basso.
Fu solo ad un passo dall’entrata, quando Matt alzò gli occhi nella sua direzione che Lucas capì.
“Tu intendevi dire che speri che, adesso che nel Regno è tutto sistemato, non costringano Katie a restare lì per sempre, vero?” - disse Lucas.
Matt sospirò abbassando lo sguardo.
Lucas gli mise una mano sulla spalla: “Vedrai che lei tornerà! Ne sono sicuro!” - gli disse.
“Grazie!” - sussurrò Matt.
“Adesso andiamo! Abbiamo una strega da rimandare a casa!” - disse Lucas.
Matt aprì la porta del pensionato e si ritrovarono la strada bloccata da Elena e Meredith che stringevano la povera signora Flowers in un abbraccio stritolatore.
“Lasciatela, così le fate male!” - disse premuroso Matt.
“Oh, cari ragazzi!” - disse la signora Flowers.
Matt sorrise e abbracciò l’anziana donna.
“E’ un piacere rivederla signora Flowers!” - la salutò Lucas.
La donna gli sorrise e gli sfiorò il viso in una carezza gentile.
“Vi vedo felici, quindi suppongo che sia andato tutto per il meglio!” - disse la signora Flowers mentre si accomodavano in salotto.
“Sì, è andato tutto apposto!” - la rassicurò Matt.
“Adesso, però, noi dovremmo…” - disse Elena indicando la porta della cantina.
La signora Flowers battè le mani.
“Certo, certo! Andate pure!” - disse loro.
Lucas scese a velocità di vampiro in cantina e trovò la strega Susan ancora legata alla sua vecchia sedia.
Quando lo vide strabuzzò gli occhi.
Lucas ricordò la minaccia che Katie aveva fatto alla strega e si affrettò a dire: “Non preoccuparti, non sono venuto per ucciderti! Sono venuto per rispedirti nel Regno!” -  la afferrò e la riportò velocemente di sopra.
La strega si dibatteva.
Lucas la mise giù e la lasciò libera.
La strega Susan si portò velocemente all’altro lato della stanza.
“Samuel vi ucciderà per quello che mi avete fatto!” - disse.
“Samuel è già morto!” - rispose Elena.
La strega impallidì.
Lucas le lanciò il suo sacchetto con altra polvere magica.
“Prendi!” - le disse - “Tornatene a casa! Non spaventarti troppo se ci saranno dei cambiamenti!”.
La strega non se lo fece ripetere due volte e, continuando a fissarli, aprì velocemente il portale che la riportò nel Regno Magico.
“Beh…adesso dobbiamo soltanto aspettare che rientrino gli altri!” - disse Elena.
“Già, adesso però sarà meglio che…” - cominciò Lucas, ma un rumore nell’altra stanza lo interruppe.
“Cos’è stato?” - chiese Matt.
Lucas sentiva distintamente il battito di un altro cuore provenire dall’ingresso.
“C’è qualcuno di là!” - rispose.
Si avviarono lentamente e silenziosamente verso la porta principale.
Appena arrivati, Lucas fece appena in tempo a vedere il nuovo arrivato che Meredith lanciò un urlo e si precipitò ad abbracciarlo.
Lucas era confuso.
“Chi è?” - chiese.
“Tu non lo hai mai incontrato di persona, ma ne hai sentito parlare!” - disse Matt sorridendo.
“Aspetta! Quindi quello è…” - fece Lucas.
“Alaric è tornato, finalmente!” - confermò Elena.

Fino a quel momento avevano partecipato a numerose riunioni del Consiglio, ma non si erano mai trovati sul palco d’onore.
Era una bella sensazione.
La Sala era illuminata come non lo era mai stata, numerosi fiori disposti tutt’intorno profumavano l’aria e la gente che vi era ammassata era allegra e divertita.
A Bonnie sembrava un mondo completamente diverso.
Loro si trovavano sul palchetto dove, fino a poco tempo prima, c’erano i troni di Samul e di Samia.
Per l’occasione erano state montate quattro poltrone comodissime, una per ognuno di loro.
Davanti a loro, invece, c’erano i troni su cui sedevano i 7 Consiglieri rimasti e il bibliotecario Victor sedeva su di una poltroncina appartata a metà strada tra loro e i Consiglieri.
Quando uno dei Consiglieri si alzò, il brusio allegro della folla circostante si zittì.
“Salve! Io sono il Consigliere Paul! Sono il portavoce del Regno Magico in questa Assemblea!” - si presentò.
“Salve Consigliere!” - rispose Katie per tutti loro.
L’uomo sorrise.
“Vorrei cominciare chiedendovi scusa…in particolare a te, strega Bonnie, e a te, vampiro Damon, per tutto quello che avete dovuto passare per via di Samuel!” - cominciò - “Capisco se voi non avete più fiducia nel nostro amato Regno, ma vorrei farvi presente che non tutti siamo come Samuel! Il discorso che la giovane Katie ha fatto ieri ci ha aperto gli occhi non solo riguardo Samuel, ma anche riguardo noi stessi e la nostra chiusura verso quel mondo che diciamo di proteggere! Non ci siamo mai resi conto di questo controsenso fino a che voi non ce lo avete mostrato!”  - disse.
“Noi accettiamo le vostre scuse e vi assicuro che sappiamo che non siete tutti come Samuel!” - disse Bonnie.
“Sì, voi avete dimostrato di comprendere le cose della vita molto più di noi!” - rispose il Consigliere Paul.
“Non si tratta di comprendere la vita, ma di vivere la vita! E’ diverso!” - lo corresse Bonnie - “Se non conoscete di persona il mondo umano e tutti gli esseri viventi e non che ci vivono non potete dire di capirli e tantomeno potete giudicarli e condannarli perché, come voi, anche loro non sono tutti uguali!” - continuò - “Vedete….durante tutta questa storia io ho provato un sacco di confusione perché non riuscivo a capire che motivo avevate per avercela con me o con Damon. Ma poi ho capito! Samuel continuava a ripetere quella storia dei druidi, ma io ho capito che la ragione per la quale ci perseguitava non era questa! E quando lui mi ha…beh..uccisa…ho avuto la conferma di quello che già pensavo: lui non voleva me….non ha mai voluto me…..lui voleva uccidere Damon e poi voleva uccidere Stefan perché sono vampiri e voleva uccidere me e poi anche Katie e tutti i miei amici perché noi eravamo dalla parte dei vampiri! E non faceva nessuna differenza il fatto che sia Stefan che Damon avessero dimostrato spesso che tutte le vostre teorie sui vampiri fossero sbagliate…a lui non importava, come non importava a voi, perché loro sono vampiri!” - continuò Bonnie, alzandosi - “Voi avete vissuto per secoli nella vostra convinzione che noi siete le creature magiche e che dovete uccidere a priori tutte le creature oscure senza nemmeno conoscerle solo perché alcuni di loro non si fanno scupoli ad uccidere! E’ vero…alcune creature oscure uccidono per puro divertimento senza curarsi di chi sia la persona che muore, ma questo non significa che anche voi dobbiate fare lo stesso...soprattutto da momento che voi vi proclamate come i buoni della situazione! Se siete davvero i buoni…allora dovete comportarvi diversamente, dovete comportarvi con lealtà e bontà! Dovete capire e conoscere prima di fare qualsiasi altra cosa!” - prese una pausa - “Durante gli ultimi anni ne ho viste di cose terribili...demoni, fantasmi, vampiri antichi...ed ogni volta loro hanno ucciso persone su persone, ma questo non mi ha cambiata e non ha cambiato il fatto che prima di condannare qualcuno io mi fermo a riflettere su chi sia quel qualcuno…e sapete perché lo faccio? Perché, fin da bambina, mia nonna mi ha insegnato qualcosa che le famiglie druide del Regno Magico capirono molto tempo fa….cioè che non tutte le creature oscure sono cattive così come non tutti gli stregoni sono buoni! Lo so che può sembrare una frase fatta, ma < non tutto è bianco o nero > esiste il grigio nella vita e vi assicuro che basta che passiate un solo giorno nel mio mondo per capire che di assolutamente bianco e di assolutamente nero non esite quasi nulla…..è quasi tutto grigio là fuori e vi dico che è quasi tutto grigio anche qui dentro, solo che voi non riuscite ancora a vederlo perché non avete idea di cosa sia il grigio!” - altra pausa - “Voglio dirvi cosa rappresenta il grigio per me! Per me il grigio è la libertà di scelta! Perché essere assolutamente bianchi o essere assolutamente neri significa essere assolutamente buoni e non sbagliare mia o essere assolutamente cattivi e non fare mai nulla di buono e quasto non è naturale per nessuno! Essere grigi, invece, significa che abbiamo dentro di noi una parte bianca e una nera e che sta a noi scegliere quale delle due far prevalere!Io ho scelto di far prevale quella bianca e anche voi dovreste farlo! Ma prima dovete capire e accettare il grigio, dovete combattere per il grigio! Siate forti….combattete per il grigio! Vi assicuro che ne varrà la pena!” - concluse.
Damon si alzò e le si avvicinò stringendole la mano.
Stefan li raggiunse sorridendole e Katie le sussurrò: “Sono fiera di te!”.
E anche Bonnie si sentiva fiera di se stessa.
Il silenzio che era calato nella Sala continuò per ancora qualche tempo, poi il Consigliere Paul si fece avanti e gridò: “Combattiamo per il grigio!”.
La folla esplose in mille applausi e grida.
Bonnie sorrise e gli occhi le si riempirono di lacrime.

Circa un’ora dopo erano riuniti nel cortile del Palazzo, pronti per tornare a casa.
Il Consigliere Paul era con loro.
“Adesso cosa succederà nel Regno?” - chiese Katie.
“Adesso dobbiamo riassestarci! Ci saranno dei cambiamenti!” - disse il Consigliere.
“Avete già scelto che rimpiazzerà Samuel come Consigliere superiore?” - chiese Stefan.
“Sì!” - sopraggiunse Victor - “Il Consigliere Paul ha avuto una promozione!” - disse.
Il nuovo Consigliere superiore sorrise imbarazzato.
Katie si congratulò con lui: “Sono molto felice per lei!” - disse.
“Sì, si, ma non sono il solo che è stato promosso! Anche Victor è entrato nel Consiglio al posto di Hugh!” - disse il Consigliere Paul.
“Avete deciso un bel po’ di cose in una sola mattina!” - commentò Damon.
“Già, e non è finita qui!” - disse Victor - “Il discorso di Katie ci ha ispirato così abbiamo deciso di rivoluzionare completamente il Regno!”.
“Sì, abbiamo deciso di liberare dalle guardie tutte le stazioni magiche che collegano questo mondo con il vostro in modo che qualsiasi stregone possa venire nel mondo umano senza problemi! Potranno anche vivere lì se vorranno! Gli insegnanti dell’Accademia che parleranno di creature oscure dovranno prima avere un’educazione adeguata vivendo nel vostro mando a contatto con le vere creature oscure! E, ovviamente, parleremo di tutta questa storia e del grigio!” - disse il Consigliere Paul.
“E non esisteranno più Sedentari e Cacciatori! Da oggi in poi tutti potranno scegliere di essere ciò che vogliono essere e di vivere secondo la loro volontà!” - aggiunse Victor.
Bonnie stava per piangere di nuovo.
“E’ magnifico!” - disse.
“E ovviamente voi sarete i benvenuti ogni volta che lo vorrete!” - disse Victor.
“Scusate, allora, se non torneremo molto presto! Ma, sapete….i ricordi non sono fantastici!” - disse Damon.
“Certo, vi capiamo! Ma sappiamo anche che con voi vampiri tutto può accadere…dopotutto che siete eterni è vero!” - rispose Victor.
“Per quanto riguarda te, Katie….ovviamente anche tu potrai tornare qui, se lo vorrai!” - disse il Consigliere Paul.
“Grazie, ma…ecco…preferirei essere la prima strega che si trasferisce fuori dal Regno di sua spontanea volontà!” - rispose Katie.
I due Consiglieri annuirono, comprensivi.
“Bene…allora…andiamo! Ci aspettano!” - disse Stefan.
“Sì!  Tra poco tornerà la strega Susan!” - disse Katie.
“Ce ne occuperemo noi!” - rispose Victor sorridendo.
Questa volta non ci fu bisogno della polvere magica perché Victor e Paul aprirono uno dei loro portali.
Quando lo attraversarono Bonnie, guardando i due Consiglieri che li salutavano, avvertì un moto di speranza nascerle nel cuore.

“E’ davvero successo tutto questo?” - esclamò, sconvolto, Alaric - “Insomma…Stefan e Damon sono stati fatti prigionieri, sono stati condannati, avete lottato, Bonnie è…morta e poi è tornata? Davvero?”.
Meredith annuì.
“Sembra così assurdo!” - commentò Alaric.
“Eppure non lo è!” - rispose Meredith.
Erano in salotto, seduti sul divano e Meredith gli aveva appena raccontato tutto quello che era successo sotto lo sguardo attento di tutti gli altri.
Alaric si voltò verso di lei e le prese le mani.
“Anche se non sapevo cosa stava succedendo ero in ansia per te!” - le disse.
“Ma adesso è tutto finito!” - disse Meredith.
“Beh…adesso potete sposarvi!” - intervenne Matt guadagnandosi una gomitata da Elena e imbarazzando sia Meredith che Alaric.
Ma Alaric si riprese presto e disse: “Matt ha ragione!”.
Meredith sorrise: “Quindi ci sposiamo?”.
“Ci sposiamo!” - confermò Alaric.

Il portale si aprì direttamente nel giardino posteriore del pensionato.
Fortunatamente Stefan la aiutò a non cadere precipitosamente a terra.
“Bentornati a casa!” - cantilenò Damon.
Katie si ritrovò a sorridere guardando il giardino e pensò a Matt.
Stefan le si avvicinò: “Perché non corri dentro?” - le sussurrò.
Katie non se lo fece ripetere due volte e corse.
Pochi secondi dopo spalancò la porta e volò tra le braccia di Matt.
“Siete tornati!” - disse Elena correndo incontro a Stefan.
“Sei tornata!” - le disse Matt.
Katie si sorprese.
“Perché? Ne dubitavi?” - gli chiese.
Matt, timidamente, annuì: “Adesso che le cose vanno bene nel Regno…” - disse.
“Beh, loro mi hanno offerto di tornare a vivere lì, ma io ho rifiutato! Vedi…ho pensato…mmmh…che, se per te va bene…potrei stabilirmi qui!” - rispose Katie.
Matt si illuminò e sorrisse.
“Certo che va bene! E’ perfetto!” - le disse poi la strinse a se e la baciò.
“Oddio, che schifo! Guardate…anche i Mutt danno i baci!” - fece Damon.
“Ne parli come se fosse una cosa e non una persona…i Mutt!” - disse Bonnie.
“Perché tu Mutt lo ritieni una persona?” - rispose Damon.
Bonnie scosse la testa.
Meredith si avvicinò sorridendo.
“E’ tornato Alaric!” - disse.
Bonnie sorrise: “Lo vedo!”.
“Ci sposiamo!” - fece Merdith.
“Sai che novità!” - intervenne Damon.










NOTE:
Ciao a tutti!!!
Grazie tante per tutti i bellissimi complimenti al capitolo precedente....vi giuro che ho pianto anch'io leggendo quello che avete scritto!
E' una sensazione meravigliosa sapere di riuscire a far provare a chi legge esattamente la stessa emozione che provi tu nello scrivere...quindi...GRAZIE!!!
Ormai siamo giunti alla fine.....domenica sera posterò l'epilogo!!
In questo capitolo, come vi avevo già detto, non succede nulla, c'è solo una specie di chiarimento tra il Regno Magico e il nostro gruppo!!!
Mi è sembrato giusto far risolvere la cosa soltanto a Bonnie, Damon, Stefan e Katie visto che sono loro quelli che l'hanno cominciata!!!
Beh...spero vi sia piaciuto.....vi aspetto domenica con l'epilogo dell'intera serie....BACIONI....IOSNIO90!

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Capitolo 26
*** Epilogo ***


Epilogo

Un anno dopo….

La vita a Fell’s Church era stranamente tranquilla da circa dodici mesi.
Fatta eccezione per qualche vampiro in vena di scherzi che arrivava con la pretesa di mandare tutto a rotoli, ovviamente.
Ma, in quei casi, di solito si risolveva tutto o con Damon, Stefan e un paio di morsi oppure ci pensavano Bonnie e Katie con qualche incantesimo.
Fatto sta che ogni cosa sembrava essere tornata a posto.
Il Regno Magico, sotto la guida del Consigliere superiore Paul, era tornato ad essere un posto pacifico e sereno in cui Bonnie tornava volentieri di tanto in tanto per imparare qualche incantesimo, anche se, visti i suoi poteri, non ne aveva bisogno.
L’ex bibliotecario Victor le aveva spiegato che la teoria formulata da Damon circa i suoi poteri magici era esatta e che era proprio grazie alla sua discendenza che poteva piegare la magia al suo volere senza nessuno sforzo.
Infatti, a detta di Victor, nessuno stregone aveva il pieno controllo sulla magia, ma era la magia a controllare loro. Quindi gli esseri magici, utilizzavano gli incantesimi come se fossero una sorta di preghiere per chiedere alla magia di fare qualcosa per loro. Ma per Bonnie le cose erano diverse in quanto discendeva dai veri capostipiti della razza magica, cioè da coloro che, secoli addietro, erano riusciti a piegare la forza magica alla loro volontà, controllandola completamente.
Bonnie non ricordava di aver mai vissuto un periodo così tranquillo e felice in tutta la sua vita.
Era una ragazza giovane e in salute, una strega potentissima e aveva un gruppo di amici fidati che le volevano bene, per non parlare di Damon….dal quale si sentiva amata ogni giorno di più.
La vita le sorrideva e lei sorrideva alla vita e, se c’era una cosa che aveva imparato dalla lotta contro Samuel era proprio valorizzare ogni giorno e ogni cosa.
Così si ritrovava a sorridere per ogni minima sciocchezza e, persino quando le persone intorno a lei perdevano le staffe, Bonnie cercava di essere ottimista.
Inoltre, doveva ammettere che la nuova allenaza tra loro e il Regno Magico aveva anche giovato al turismo di Fell’s Church.
Circa una volta al mese, infatti, un gruppo di stregoni si presentava alla sua porta per conoscere lei e per parlare con Katie e vedere di persona com’era la sua nuova vita con amici vampiri.
Ma la vera attrazione era Damon….
Tutti venivano per conoscere quello che, ormai, era diventato per loro ‘il vampiro piangente’.
Damon lo detestava e si lamentava in continuazione arrivando anche a minacciare gli ospiti, ma loro non si scoraggiavano e, memori di ciò che avevano visto con i loro occhi nella piazza di Kemet, continuavano a tornare e a ritornare.
Bonnie trovava la cosa piuttosto comica.
Rise tra se, scuotendo la testa e tornando a guardarsi allo specchio, concentrandosi sulla difficile sfida che stava affrontando: chiudere la chiusura lampo del suo vestito da damigella.
Era un mattino d’estate.
Quel giorno Meredith sarebbe convolata a nozze con Alaric, così, dietro richiesta di Bonnie, Damon aveva messo da parte la sua avversione per il sole lasciandolo libero di brillare alto nel cielo azzurro.
Mancava poco più di un’ora alla cerimonia a Bonnie stava facendo di tutto per affrettarsi.
C’era voluto così tanto tempo e impegno per organizzare quel matrimonio…. Conciliare gli impegni di tutti gli invitati, ma soprattutto quelli di Alaric, non era stata cosa facile, ma alla fine ci erano riusciti e lei non aveva nessuna intenzione di perderselo per via del suo stupidissimo vestito.
“Ahhh…Cavoli!” - esclamò dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto.
Diede un’ultima occhiata al trucco e ai capelli e decise di andare a cercare Damon.
Dopotutto….che cosa ce l’aveva a fare la sua superforza da vampiro se non poteva aiutare la sua fidanzata?
Uscì dal bagno e scese le scale per il piano di sotto.
Trovò Damon in salotto, accanto al camino spento che mugugnava qualcosa rivolto ad un pezzo di carta che stava leggendo.
Bonnie si fermò a guardarlo.
Aveva indossato il completo elegante che Meredith aveva imposto a lui a Stefan e a Matt, ma non senza una piccola variante ovviamente.
Era stato così insistente e così sfiancante che alla fine anche la sua imperturbabile amica si era arresa e gli aveva permesso di sostituire la camicia bianca con una nera.
Certo…si era lamentata che sarebbe stato l’unico invitato ad un matrimonio che si vestiva come un becchino, ma Damon era Damon e le aveva risposto che non doveva preoccuparsi di nulla perché tanto sarebbe stato bello lo stesso e le aveva caldamente consigliato di occuparsi del suo futuro maritino se non voleva farlo sfigurare mettendolo a confronto con lui.
Bonnie in quel momento aveva scosso la testa, ma adesso doveva ammettere che il suo vampiro aveva perfettamente ragione.
“Non riesco a crederci…questo tizio è fissato!” - esclamò Damon ad alta voce.
“Di chi stai parlando?” - chiese lei.
Damon si voltò a guardarla e, dopo un attimo di silenzio, ammiccò.
“Streghetta, vuoi far sfiguare la sposa oggi?” - le chiese.
Bonnie gli andò incontro, con le guance rosse.
“Beh…è strano….poco fa pensavo la stessa cosa di te!” - disse  -“Riferita allo sposo, ovviamente!” - aggiunse.
“Ovviamente!” - fece Damon continuando a fissarla dritta negli occhi.
Bonnie sorrise a disagio: era incredibile che dopo tutto quel tempo le facesse ancora quall’effetto.
Si voltò di spalle e si alzò i capelli su una spalla.
“Mi aiuti? Non ci riesco da sola!” - disse riferendosi alla chiusura lampo.
Damon non rispose, ma Bonnie sentì le sue mani fredde che le accarezzavano la schiena, chiudendo il vestito.
Quando la chiusura lampo fu a posto, Damon le poggiò le mani sulle spalle e le lasciò un bacio alla base del collo.
Bonnie lasciò andare i capelli e tornò a guardarlo.
“Grazie!” - disse.
“Perché non usi la magia per fare queste cose?” - le chiese Damon.
“Perché se uso i miei poteri per fare tutto alla fine non sarò più in grado di fare niente!” - rispose Bonnie.
Damon ci pensò su un attimo: “Ha senso!” - sentenziò alla fine.
Bonnie tornò a spostare l’attenzione sul pezzo di carta che Damon teneva in mano poco prima.
“Cos’è?” - gli chiese.
Damon riprese il foglio in mano.
“Ah, già….questo! E’ incredibile…..è fissato!” - disse.
“Fissato? Chi è fissato con cosa?” - gli chiese curiosa.
Damon le diede il foglio.
“Guarda tu stessa!” - le disse.
Bonnie si rigirò il foglio tra le mani per alcuni secondi.
Era pesante per essere un semplice foglio di carta ed era ruvido.
Bonnie lesse ciò che c’era scritto:

                                                                  Lucas Peterson e Kyla Livingstone
                                                              Sono lieti di invitarvi al loro matrimonio
                                                             Il giorno 10 Ottobre di questo stesso anno
                                            Presso il Palazzo del Consiglio della città di Kemet, Regno Magico.
                                                                                                                         Si prega di confermare la presenza.

“Wow!” - esclamò.
“Già….wow! Questo tizio è fissato con i matrimoni!” - fece Damon scuotendo la testa.
Bonnie continuava a guardare l’invito che aveva tra le mani.
Damon le si avvicinò e, prendendole il mento tra le dita, le alzò la testa prendendo a guardarla insistentemente, con occhi sospettosi.
“Che c’è?” - chiese Bonnie.
“Non hai nulla da dirmi?” - fece lui.
Bonnie era confusa.
“Tipo?” - chiese.
“Tipo che leggendo l’invito al matrimonio dell’inglesino ti sei pentita di non averlo sposato e che solo adesso ti stai rendendo conto che, infondo, tu non avresti mai voluto concellare il vostro matrimonio!”- disse Damon.
“Ooooh certo! E, naturalmente, adesso sto anche pianificando il modo migliore per far saltare il suo matrimonio!” - fece Bonnie, ironica.
“Beh, potresti farlo! Tu sei una delle streghe più potenti esistenti sulla faccia della terra, mentre Kyla è sola una strega mediocre, nata e cresciuta nel Regno magico, che non conosce nulla della vita, che è sempre vissuta nella bambagia e che lui ha conosciuto poco meno di un anno fa mentre lei era in visita al pensionato!” - disse Damon continuando a fissarla ad occhi socchiusi.
Bonnie scosse la testa.
“Lo sai che sei paranoico, vero?” - fece, per poi scoppiare a ridere.
Damon si allontanò di scatto e incrociò le braccia al petto.
“Io, paranoico?” - fece.
Bonnie annuì: “Sì…insomma, capisco che in passato tu non abbia avuto una vita sentimentale proprio felice, ma andiamo….ormai avresti dovuto capirlo da un pezzo che io sono innamorata solo ed esclusivamente di te!” - disse allacciandogli le braccia al collo: “Oppure ti piace di più quando devi contenderti le attenzioni della ragazza con qualcun altro? Se vuoi posso trovarmi un altro bel ragazzo di cui prendermi una cotta! Oppure…potrei innamorarmi di Stefan, che ne dici?” - aggiunse.
“Potrei sbagliarmi, ma mi sembra di aver colto una frecciatina nei confronti della nostra amica bionda!” - disse Damon stringendole i fianchi.
“Elena sa che penso che il suo comportamento in passato non è stato esattamente lodevole!” - rispose Bonnie.
“Stai dicendo che pensi che abbia sbagliato a lasciarmi andare?” - fece Damon.
“No! Sto dicendo che penso che abbia sbagliato a giocare con i sentimenti degli altri per così tanto tempo tenendo i piedi in due staffe!” - rispose Bonnie - “Per quanto riguarda te…sono decisamente felice del fatto che ti abbia respinto…almeno così ti ho potuto avere tutto per me!” - aggiunse.
Damon sorrise: “La mia streghetta egoista!” - disse.
“Andando con lo zoppo si impara a zoppicare!” - rispose Bonnie a pochi centimentri dalle labbra del vampiro.
“Sbaglio o mi stai dando velatamente dell’egoista!?!” - fece Damon.
“Togli pure il < velatamente >!” - rispose Bonnie.
Un secondo dopo erano completamente persi in uno di quei baci che a Bonnie toglievano completamente il respiro e che le facevano mancare la terra sotto i piedi facendola sentire in paradiso.

La cerimonia era stata commevente.
Bonnie, prevedibilmente, aveva pianto come una fontata tutto il tempo….meno male che aveva deciso di non mettere troppo trucco.
Per la festa Damon aveva, sempre sotto richiesta di Bonnie, generosamente concesso a Meredith e ad Alaric di portare tutti gli invitati nel fitto del bosco dove lui avrebbe usato la sfera magica che Katie aveva creato per far si che lui e Bonnie potessero avere un posto segreto che solo loro potessero raggiungere.
Bonnie gli era veramente grata e lo guardava con orgoglio e soddifazione.
Damon si limitava a scuotere la testa e a tenere tutto sotto controllo per evitare che, come continuava a ripetere ogni tre secondi, qualcuno perdesse la testa per mano sua per aver rovinato anche solo una pianta.
Erano sulla riva del piccolo lago quando vennero raggiunti da Elena, Stefan, Matt e Katie.
“Avete ricevuto anche voi l’invito di Lucas?” - esordì Elena.
“Sì, certo! Sono molto felice per lui!” - rispose Bonnie.
“Anch’io!” - intervenne Matt - “Adesso spero solo che non arrivi un terzo incomodo a rovinargli il matrimonio!” - aggiunse guadagnandosi una gomitata da parte di Katie.
Damon si voltò a fissarlo negli occhi.
“Allora…Mutt! Io non ho rovinato il matrimonio di Lucas e Bonnie! Quel matrimonio era già rovinatao in partenza! Anzi…sai che c’è?…ho fatto un favore a tutti intervenendo prima che si sposassero altrimenti ti assicuro che la streghetta non ci avrebbe messo poi molto a tradirlo con il sottoscritto!” - disse il vampiro.
Bonnie strabuzzò gli occhi.
“Damon!” - lo richiamò - “Mi stai dando della traditrice!”.
Damon si voltò a guardarla.
“Streghetta lo hai detto tu stessa che quello che provavi per Lucas non era niente in confrono a quello che provi per me!” - le disse - “E poi devo forse ricordarti quello che è successo tra me e te prima che tu e l’inglesino rompeste!?!” - aggiunse.
“Cosa? Bonnie!” - fece Matt.
Bonnie stava per difendersi, ma Damon la interruppe.
“Una sola parola, Bonnie: Bosco!” - fece.
“Bosco? Che è successo nel bosco quando eri ancora fidanzata con Lucas?” - chiese curiosa Katie.
“Ok, si…ci siamo baciati! Ma è stato solo quello….un bacio…soltanto un bacio!” - rispose Bonnie.
“Soltanto un bacio?” - ammiccò Damon - “Allora mi sa che devo ricordarti anche quello che è successo, o meglio, che stava per succedere la sera in cui Chen ci attaccò cioè la sera del tuo addio al nubilato! Se quel cretino di un cinese non fosse arrivato tra noi due sarebbe successo qualcosa di infinitamente più eccitante di un bacio!”
Bonnie aprì a vuoto la bocca, senza emettere alcun suono.
La richiuse un istante dopo, abbassando lo sguardo, imbarazzatissima.
“Me la pagherai, Damon!” - disse.
“Non vedo l’ora! Adoro le tue punizioni!” - rispose il vampiro.
Bonnie scosse la testa mentre Damon tornava a concentrarsi su Matt.
“Tornando a noi, Mutt…” - gli disse - “La colpa della cancellazione del matrimonio non è stata mia, ma del tuo caro amichetto Lucas! Se avesse imparato prima a stare alla larga dalle ragazze che non gli appartengono, di sicuro non sarebbe successo nulla e non avrebbe sofferto come un cane….non che la cosa mi importi, ovviamente!” - continuò.
“Parli di Bonnie come se fosse una proprietà!” - fece Matt.
“Infatti! Lei è mia, Mutt!” - rispose Damon.
Matt guardò Bonnie.
“E tu non dici niente?” - le chiese.
Bonnie alzò le spalle, si avvicinò a Damon e lo baciò.
Le piaceva appartenere a lui.

“Prma di andare via Katie mi ha raccontato una storia che le ha raccontato Victor qualche giorno fa!” - disse Bonnie.
La festa era finita e tutti gli invitati erano andati via, lasciando lei e Damon da soli.
Adesso erano sdraiati sull’erba, abbracciati, tra margherite bianche e papaveri rossi.
“Vuoi raccontarmela?” - fece Damon.
Bonnie si sistemò meglio, girandosi e tirandosi su con i gomiti per guardare Damon dritto negli occhi.
Si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Allora….i Consiglieri, vista i cambiamenti che ci sono adesso nel Regno, hanno deciso di mettersi a spulciare ogni singolo libro della biblioteca di Kemet, anche quelli segreti!” - cominciò - “Proprio pochi giorni fa, Victor ha trovato un libro proibito davvero molto interessante! Era stato scritto molti secoli fa, da una strega di una famiglia druida durante la guerra civile nel Regno! Questo libro è una specie di diario in cui lei, che era una Cacciatrice, racconta che una giorno incontrò un vampiro dall’animo buono e se ne innamorò perdutamente!”.
“Una strega e un vampiro, eh? Mi sembra familiare!” - la interruppe Damon.
“Beh…la strega e il vampiro si amavano così tanto che desideravano stare sempre insieme e lasciare le loro vite per creare una famiglia tutta loro!” - continuò Bonnie.
Damon assottigliò lo sguardo.
Bonnie sorrise: “La strega e il vampiro ebbero un figlio loro….biologicamente loro!” - disse.
“Cosa?”  - Damon aveva strabuzzato gli occhi, sorpreso - “Ma i vampiri non possono avere figli! Noi…siamo morti!”.
“Qunado c’è di mezzo la magia…si può fare di tutto, Damon!” - disse Bonnie.
“Che vuoi dire?” - le chiese lui.
“Per la strega e il vampiro il desiderio di avere un figlio era diventato un’ossessione, ma sapevano che non potevano concepirlo vista la natura di lui. Così lei ricorse all’unica cosa che, forse, poteva aiutarla…..” - fece Bonnie.
“La magia!” - finì Damon per lei.
“Esatto….la magia! La strega creò un incantesimo sfruttando la forza delle stelle e, in particolar modo, della stella polare!” - disse Bonnie - “Una notte sussurrò l’incantesimo all’orecchio del vampiro mentre loro due stavano…..hai capito, no?” - continuò Bonnie - “Beh….nove mesi dopo nacque un piccolo mezzo-vampiro!” - finì.
“E questa storia è vera?” - le chiese Damon.
“Victor ha fatto delle ricerche e ha trovato conferma in molti documenti della biblioteca! In più….c’era scritto l’incantesimo nel diario, incantesimo che Victor mi ha inviato tramite Katie pensando che, forse, poteva esserci utile!” - rispose Bonnie.
“E cosa è successo a quei tre?” - le chiese lui.
“Beh…il bambino è cresciuto normalmente come se fosse umano, poi, raggiunti i 18 anni si è trasformato automaticamente in un vampiro! Il padre lo ha cresciuto tenedolo con se…invece, la madre….beh…lei è morta poco dopo aver partorito!” - spiegò Bonnie.
“Che? Morta?” - fece Damon.
“Si..morta! Il Consiglio aveva intuito cosa stava facendo e la perseguitava! Il vampiro capì che l‘unico modo di rimanere insieme e fuggire era trasformarla!” - raccontò Bonnie.
“E lo fece?”.
“Stava per farlo, ma il Consiglio Magico la trovò! La strega capì che non ce l’avrebbero mai fatta a fuggire insieme così si sacrificò per permettere alla sua famiglia di salvarsi!  Il Consiglio la uccise sul posto ma il vampiro riuscì a scappare con il loro bambino e, così, il Consiglio scoprì cosa realmente aveva fatto solo molti anni dopo e quando cominciò ad indagare ormai era troppo tardi perché il bambino era cresciuto ed era diventato un vampiro a tutti gli effetti!” - spiegò Bonnie.
“E’ terribile!” - commentò Damon accarezzandole la schiena.
Bonnie annuì.
“Come si chiamavano il vampiro e la strega?” - le chiese Damon.
Bonnie sorrise: “Non lo immagini?” - gli chiese.
Damon restò a fissarla per qualche istante poi la confusione sparì dal suo sguardo e i suoi occhi si illuminarono.
“Raily e Jason! Come i bambini del tuo sogno!” - le disse.
Bonnie sorrise: “Forse avevi ragione a dire che era una premonizione!”.
Damon le accarezzò una guancia.
“Quindi noi due potremmo….rendere il sogno realtà?” - le sussurrò.
“Ad una sola condizione!” - disse - “ Vedi…la data dellla notte in cui lei pronunciò l’incantesimo è rimasta…come dire….vincolata all’incantesimo stesso! Quindi…soltanto una notte all’anno è possibile…rendere il sogno realtà!”.
“Ok….e quale sarebbe questa data?” - le chiese Damon.
“Il 25 Giugno!” - rispose Bonnie.
“Cioè questa notte!” - fece Damon sorridendo.
Bonnie cominciò a disegnare con le dita strani ghirigori sulla camicia di Damon.
Prese un profondo respiro.
“Allora…che ne dici? Saresti disposto a mettere la testa a posto e a diventare papà?” - gli chiese.
Lui in risposta le afferrò i fianchi e capovolse le posizioni, portandola sotto di se.
“E sentiamo….mia cara streghetta tu non avevi detto che avevi un incantesimo da sussurrarmi all’orecchio?” - le sussurrò sulle labbra.
Bonnie sorrise e lo attirò a se.
La magia nell’aria era palpabile.
Continuarono a baciarsi dolcemente per un tempo che sembrò infinito.
Quando Bonnie aprì gli occhi e guardò il cielo, vide la stella polare svettare luminosa su di loro.
Passò una mano dietro la nuca del vampiro e gli avvicinò le labbra all’orecchio.
Sussurrò lentamente l’incantesimo, godendosi le carezze di Damon.
I fiori intorno a loro lasciarono il prato ed esplosero riempiendo l’aria di un dolce profumo.
Una volta terminato l’incantesimo, Damon si voltò a guardarla negli occhi.
“Ti amo, Bonnie!” - le disse.
E, in quel momento, nessun incantesimo, nessuna storia e nussun sogno le sembrò più dolce e importante di quelle tre semplici parole.
“Ti amo, Damon!” - rispose.



                                                                     FINE







NOTE:
Care lettrici,
Circa un anno fa, curiosando su Internet, ho scoperto per caso questo fantastico sito!
Ho comicniato a leggere storie su storie, passando qui ore ed ore delle mie giornate.
Un giono, circa due mesi dopo, mi si formò in mente la pazza idea di scrivere qualcosa di mio e pubblicarlo qui!
Vedete....io ho sempre adorato scrivere fin da quando la mia maestra all'asilo mi mise una penna in mano, ma, essendo una persona profondamente timida e introversa, sono sempre stata restia all'idea di permettere al altre persone di leggere quello che scrivevo.
Ci ho messo un pò per decidermi a pubblicare qui e credo che, alla fine, ciò che mi ha convinta è stato il fatto che non conosco di persona nessuna di voi!
Questo ha aiutato enormemente all'inizio e, in un certo senso, continua ad aiutare ancora adesso.
Devo dire che ho cominciato questa storia senza aspettarmi troppo e senza troppe pretese, con l'idea di farla durare si e no una decina di capitoli e invece....guardate come è andata a finire....ci ho preso gusto e le idee hanno cominciato ad arrivare a raffica portandomi verso cose a cui non avevo per niente pensato all'inizio.
In questo voi siete state fondamentali....insomma...con i vostri fantastici commenti mi avete spronata a continuare e a non lasciar perdere.
Ho adorato scrivere questa serie e so che mi mancherà incredibilmente, ma una volta che è finita è finita e, almeno per adesso, credo che non ci sia niente da aggiungere al Linguaggio della resa!!!
Vorrei ringraziarvi infinitamente perchè, se questa storia è esisitita, è stato grazie a voi e al vostro supporto.
Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno aggiunta tra le seguite, le preferite e le ricordate.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno fatto l'onore di aggiungermi tra i loro autori preferiti.
Ringrazio coloro che mi hanno seguita fin dall'inizio senza mai stancarsi di me.
Ringrazio coloro che mi hanno scoperto in seguito, ma che si sono presi la briga di andarsi a leggere tutto.
Ringrazio ogni singolo lettore silenzioso che è passato per di qua.
Ringrazio tutti coloro che hanno commentato capitolo dopo capitolo, facendomi ridere ed emozionare e regalandomi tanti consigli utilissimi.

                                      GRAZIE INFINITE A TUTTI!

Ma...come si dice...morto un Papa se ne fa un altro così.....sorpresa: sto lavorando ad una nuova storia, diversa dal Linguaggio della resa e molto più breve (In tutto saranno 6 capitoli più o meno e questo è sicuro perchè li ho già scritti), ma avrà sempre come protagonisti i miei amati Bonnie e Damon....scusate ma non posso fare a meno di scrivere di loro....forse per compensare alla tremenda delusione che sta per arrivare con Midnight probabilmente...XDXDXDXDXD
Comunque....ho deciso di lasciarvi come spoiler il titolo e la descrizione della nuova storia:

                                                     
Se io, se lei! Se io, se lui!
Nonostante i demoni siano stati sconfitti, le cose a Fell's Church non sono mai tranquille e un giorno al pensionato si scatena una furiosa lite. Elena, confusa sui sentimenti che prova per Stefan e Damon, decide di lascire Stefan e dare un chance a Damon. Stefan la prende malissimo e, furioso, inveisce contro Elena e Damon. L'unica che riesce a placarlo è Bonnie. Stefan e Bonnie cominciano a passare sempre più tempo insieme finendo, addirittura, col diventare indifferenti alla relazione tra Damon ed Elena. E se Stefan, deluso e arrabbiato a causa di Elena, scambiasse per amore il sentimento di grande affetto che lo lega a Bonnie? E se tra Elena e Damon le cose cominciassero a non essere più tutte rosa e fiori? Riusciranno a riportare le cose alla normalità? Oppure arriveranno tardi e Stefan e Bonnie finiranno con l'innamorarsi per davvero? Damon riuscirebbe a sopportare una cosa del genere se succedesse? Qui non ci saranno mostri da combattere, niente vampiri, demoni o stregoni....ci saranno solo loro e i loro sentimenti. Naturalmente da Donnie convinta non può che essere una storia su di loro e, chi mi conosce, sa che adoro il lieto fine.....ma se avessi combiato idea?


Allora...cosa ve ne pare?
Beh...può anche essere una cavolata, me ne rendo conto...comunque...
Mi prenderò un mesetto di pausa e dovrei cominciare a pubblicare la nuova storia verso la fine di marzo, quindi.....spero che mi seguirete anche in questa nuova avventura.....Ancora grazie a tutti.....A presto...BACIONI...IOSNIO90!





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