Il linguaggio della resa: Il grigio della vita di iosnio90 (/viewuser.php?uid=98446)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo primo ***
Capitolo 3: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 4: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 5: *** Capitolo quarto ***
Capitolo 6: *** Capitolo quinto ***
Capitolo 7: *** Capitolo sesto ***
Capitolo 8: *** Capitolo settimo ***
Capitolo 9: *** Capitolo ottavo ***
Capitolo 10: *** Capitolo nono ***
Capitolo 11: *** AVVISO IMPORTANTE ***
Capitolo 12: *** Capitolo decimo ***
Capitolo 13: *** Capitolo undicesimo ***
Capitolo 14: *** Capitolo dodicesimo ***
Capitolo 15: *** Capitolo tredicesimo ***
Capitolo 16: *** Capitolo quattordicesimo ***
Capitolo 17: *** Capitolo quindicesimo ***
Capitolo 18: *** Capitolo sedicesimo ***
Capitolo 19: *** Capitolo diciassettesimo ***
Capitolo 20: *** Capitolo diciottesimo ***
Capitolo 21: *** Capitolo diciannovesimo ***
Capitolo 22: *** Capitolo ventesimo ***
Capitolo 23: *** Capitolo ventunesimo ***
Capitolo 24: *** Capitolo ventiduesimo ***
Capitolo 25: *** Capitolo ventitreesimo ***
Capitolo 26: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
Per
la maggior parte delle persone uccidere è un atto
riprovevole.
Sia che lo si faccia per difendere qualcuno o per salvarlo, sia che lo
si faccia per legittima difesa, sia che lo si faccia perché
si sta combattendo una guerra, uccidere è sbagliato,
uccidere è un peccato.
Ma ci sono altri tipi di persone che credono il contrario, che credono
che uccidere sia giusto, che solo uccidendo si può fare del
bene.
Queste persone vivono nella profonda convinzione che il mondo sia
malato e che bisogna estirpare la malattia alla radice, che bisogna
uccidere la malattia perché solo così si
troverà la pace, solo così il bene
trionferà.
E al diavolo tutti coloro che dicono che il bene deriva dal bene.
Il bene non porta altro bene e non porta neppure il male, il bene
semplicemente non porta nulla.
Se si fa del bene a qualcuno come si fa, poi, a sapere che quel
qualcuno farà a sua volta altro bene?
Nessuno può saperlo!
Quel qualcuno può semplicemente continuare per la sua strada
senza degnarsi di fare nulla per il prossimo nonostante tu gli abbia
dato dimostrazione che si può aiutare glia altri.
L’unico modo che resta per fare del bene è
cominciare partendo da un qualcosa che sembra male, che sembra
sbagliato, come uccidere.
Bisogna uccidere ciò che è sbagliato per fare del
bene.
La domanda che c’è da porsi a questo punto
è: chi decide cosa è giusto e cosa è
sbagliato? Chi decide se una persona è buona e
un’altra è cattiva? Chi decide chi deve morire e
chi no?
Quella maggioranza di persone che vede l’uccidere come un
peccato nel rispondere a questa domanda si affiderebbe ad una Forza
Superiore, qualsiasi essa sia e con qualsiasi nome la si voglia
chiamare.
Ma le altre persone, le persone che credono che sia giusto uccidere,
non lo farebbero ed è questo il loro più grande
difetto: la superbia.
Ne mostrano così tanta, di superbia, da erigere se stessi a
giudici degli uomini e delle loro azioni credendosi immuni dal giudizio
di tutti.
Credono di poter puntare il dito verso qualsiasi persona senza che
nessuno possa fare nulla per impedirlo.
Uccidono chiunque sia diverso da loro soltanto perché,
appunto, è diverso e non vive secondo le loro regole, non
pensa secondo i loro parametri, non si comporta secondo la loro morale.
I diversi, quindi, vengono visti come il nemico, come esseri malvagi
che vogliono corrompere il mondo, come esseri oscuri.
I diversi vengono visti come il nero che stritola gli uomini in una
stretta mortale, che annebbia le loro menti, che corrode le loro anime.
E così queste persone, i non diversi, coloro che devono
combattere il nero, decidono che sono loro i salvatori
dell’umanità, che sono loro che devono annientare
il nero, che sono esseri luminosi.
I non diversi si eleggono come il bianco del mondo.
E cominciano ad uccidere e a macchiarsi di rosso, il rosso del sangue
di tutti coloro che loro ritengono neri, il rosso del sangue di tutti
coloro che secondo loro sono i combutta con i neri, il rosso del sangue
dei traditori.
La loro mente non riesce neppure a concepirla l’idea che al
mondo possa esserci un grigio, che non tutto è bianco o nero.
Non lo accettano, non lo credono possibile e reputano chiunque lo creda
un pericolo da eliminare, un nemico da uccidere.
Si convincono che l’idea di un mondo grigio sia
un’idea dei neri, la loro ennesima arma, la loro mossa con la
quale vogliono farli cedere, con la quale sperano di salvarsi.
Ma non possono e non devono salvarsi altrimenti il mondo non vedrebbe
il bene.
Samuel era tra queste persone, lo era sempre stato. Ma Samia non era
del suo stesso avviso e lui aveva dovuto ucciderla.
Aveva ucciso sua sorella, ma non sentiva nessun rimorso: era
ciò che doveva essere fatto…per il bene.
Samia era una traditrice, aveva abbracciato l’idea che
potesse esistere un mondo grigio nell’esatto momento in cui
aveva lasciato che le due streghe e i due dannati lasciassero il Regno
Magico.
Samia meritava la morte e lui era fiero di avergliela inferta con le
sue stesse mani.
Uccidere sua sorella era stato strano, differente da qualsiasi morte
avesse mai inflitto.
Forse perché non aveva mai ucciso un traditore prima di
allora, mentre quel giorno ne aveva dovuti eliminare addirittura due se
si contava anche Hugh.
Forse perché erano gemelli, erano nati insieme e aveva
sempre creduto che se ne sarebbero andati insieme.
Forse perché lei aveva tenuto gli occhi fissi nei suoi
mentre moriva.
Ma qualunque fosse il perché a Samuel non importava, era
felice di ciò che aveva fatto e se si fosse ritrovato nella
stessa situazione lo avrebbe rifatto altre cento volte.
Il problema era arrivato dopo.
Samia non aveva mai dato motivo di dubitare della sua lealtà
cosicché Samuel non aveva nessuna prova per dimostrare che
sua sorella aveva tradito: c’era solo la sua parola.
Ma lui stesso aveva insegnato agli altri Consiglieri a non fidarsi mai
di nessuno a meno che non ci fossero prove evidenti di ciò
che diceva.
Quindi aveva dovuto inventarsi qualcosa per evitare sedute del
Consiglio su sedute del Consiglio. Samuel aveva altro da fare, aveva un
esercito da organizzare, aveva una guerra da vincere, non poteva
perdersi in simili stupidaggini.
Mentre se ne stava seduto sul suo trono nella Sala delle Udienze,
sovrappensiero, ascoltando solo distrattamente gli altri membri del
Consiglio che ripercorrevano i fatti così come lui glieli
aveva raccontati, Samuel ripensò a Samia.
Rivide sua sorella sforzarsi al massimo per proteggere i vampiri e le
streghe, la risentì chiedere perdono a Bonnie, la vide
scagliarsi contro di lui per aiutare le creature oscure e le
traditrici, la sentì gridare, la vide accasciarsi a terra,
la vide morire.
E un sorriso compiaciuto gli increspò le labbra secche.
Samia se l’era meritata la sua sorte, eccome se se
l’era meritata!
“Quindi i vampiri hanno ucciso tutte le guardie, Samia e poi
sono fuggiti?” - chiese una voce poco distante da lui.
Samuel si riscosse dai suoi pensieri scuotendo lievemente testa e
raddrizzandosi su trono.
“E’ stata una dura lotta, ve l’ho detto!
E i vampiri erano aiutati dalle streghe Bonnie McCullough e Katie Price
che a loro volta erano in possesso di oggetti magici molto potenti dati
loro dal Consigliere Hugh che, come ho già detto, era
schierato dalla loro parte contro il nostro Regno! E’ stato
un massacro e potete ben capire quanto mi costi parlarne dopo aver
visto morire mia sorella sotto uno dei loro attacchi! Mi rammarico solo
di non aver potuto fare nulla!” - rispose Samuel fingendosi
straziato dal dolore.
“E Hugh? E’ stato giustiziato senza un
processo?” - chiese una voce diversa dalla prima che gli
aveva parlato.
“Hugh ha ammesso il suo tradimento e ha cercato di uccidermi!
Le mie guardie, addestrate a proteggermi da chiunque, lo hanno ucciso
prima che lui uccidesse me!”.
“Io continuo a non capire come due vampiri soli e indeboliti,
insieme a due streghe inesperte possano aver ucciso tutte quelle
guardie magiche addestrate a dovere! Oggetti di Hugh o non, io continuo
a non farmene una ragione!” - commentò la voce che
aveva parlato per prima.
“Signori! Dobbiamo ricordare con chi abbiamo a che fare!
Questi sono vampiri, sono esseri oscuri, esseri crudeli! Uccidono per
divertimento! Con la copertura data loro dalle streghe hanno potuto
sfruttare al massimo i loro Poteri demoniaci! Oh vi
assicuro….quanto avrei voluto poter fare
qualcosa!” - Samuel terminò la frase portandosi
una mano alla fronte e piegandosi in avanti con aria disperata.
Un brusio di voci si levò tutto intorno a lui.
C’era chi era ancora un tantino perplesso, chi aveva le idee
chiare, chi aveva ascoltato il tutto con un’indifferenza
indignata, chi con una partecipazione accesa.
Ma in generale erano tutti d’accordo su una cosa: bisognava
agire!
Samuel si alzò e guardò dritto davanti a
sé.
“Consiglieri! Credo che tutti sappiamo che ciò che
è successo debba essere vendicato! Inoltre non possiamo
lasciare che i due vampiri vivano dopo essersi presi gioco di noi! E le
due streghe vanno punite per aver tramato alle nostre
spalle!” - disse.
“Sì! Ma cosa facciamo?” - una voce.
“Chi possiamo mandare contro di loro?” -
un’altra voce.
“Quale incantesimo potremmo usare?” -
un’altra voce ancora.
“Se permettete, vorrei andarci io di persona!” -
annunciò Samuel.
“Tu?” - un coro di voci.
“Sì io! Questa per me non è solo una
battaglia da combattere per il Regno, ma anche una battaglia personale
visto che hanno ucciso mia sorella! Inoltre mi sento responsabile visto
che l’idea del Sigillo è stata mia! Vorrei guidare
io stesso la battaglia magica!” - rispose Samuel.
Un silenzio di tomba calò nella sala. Samuel
osservò ad un ad uno i vari Consiglieri che si voltavano a
guardarsi l’un l’altro, poi uno di loro
parlò.
“Per noi va bene, Consigliere Superiore Samuel! Fai pure come
meglio credi! Noi ci fidiamo del tuo giudizio!”.
Samuel annuì e lasciò la Sala con passo sicuro e
con la testa alta.
No, il grigio non esisteva!
Samuel era il bianco.
Bonnie, Damon e tutti loro alleati erano il nero.
E il bianco avrebbe ucciso il nero.
NOTE:
Ciao a tutti! Buon Halloween!
Benvenuti nell'ultima parte della mia serie "Il linguaggio della resa"!
Grazie a tutti coloro che hanno recensito l'epilogo del Sigillo e a
tutti coloro che lo hanno letto!
Grazie anche a tutti coloro che, giorno dopo giorno, scoprono la mia
serie e la leggono.
Grazie a tutti coloro che hanno continuato ad inserire tra le seguite,
le preferite e le ricordate, le scorse parti del Linguaggio della resa,
nonostante le avessi già finite.
Un grazie particolare a tutti quelli che, dall'epilogo del Sigillo ad
oggi, mi hanno fatto l'onore di inserirmi tra i loro autori preferiti!
Un saluto speciale a Ila_ D che è tornata dopo
tanto tempo!
Spero che il prologo vi sia piaciuto e che vi abbia aiutato a capire
meglio che razza di persona ignobile è Samuel e
perchè la mia storia si chiama "Il grigio della vita!".
Come per il Sigillo posterò due volte alla settimana: il
giovedì sera e la domenica sera!
Adesso vi
lascio....Recensite...recensite...recensite...BACIONI..IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo primo ***
Capitolo
primo
Nel sogno, la stanza era piccola
e scarsamente illuminata. Fuori era buio e l’unica fonte di
luce era una lampada alta posta in un angolo che lasciava che ogni cosa
venisse sommersa da una luce soffusa, sui toni poco accesi
dell’arancione.
Al centro della piccola
stanzetta c’era una culla in ferro battuto con delle tendine
azzurre tutt’intorno che alla luce della lampada sembravano
quasi grigie.
Accanto alla culla
c’era una bambina.
Era di profilo e se ne
stava in punta di piedi con la testa china all’interno della
culla. Aveva la pelle chiara e lunghi capelli ricci e rossi. Indossava
dei pantaloncini corti e una maglietta lunga simile a quelle delle
squadre di calcio con su scritto il suo nome: Raily! I suoi piedi erano
nudi e sporchi di fango.
La bambina cantava,
cantava una melodia dolce e trascinante: una ninna nanna.
Al suono della ninna
nanna una risata cristallina venne fuori dalla culla.
All’interno,
avvolto in una copertina di un bianco candido, c’era un
bambino adorabile, che guardava la sorella sorridendo felice
succhiandosi il piccolo dito indice della mano destra. Aveva grandi
occhi svegli, di un castano molto scuro e la testolina ricoperta di una
massa informe di capelli neri e lucenti.
Sulla copertina del
bambino c’era ricamato, con un filo rosso, il suo nome: Jason!
“Bonnie? Bonnie? Streghetta, svegliati! Non avrai mica
intenzione di passare la vita a dormire!”.
Bonnie si sentì strappare via dal suo sogno in una maniera
tanto repentina che quasi la irritò.
Si girò e rigirò tra le coperte cercando di
riaddormentarsi, ma all’improvviso ebbe un flash e, senza
capirne bene il motivo, le ritornarono in mente le parole di un
giornalista che aveva sentito alla tv qualche mese prima e che diceva
che una volta che ci si è svegliati era del tutto inutile
restare a letto, bisognava alzarsi.
Controvoglia, Bonnie si girò verso il lato da cui aveva
sentito la voce poco prima e, lentamente, aprì gli occhi.
Le ci volle qualche minuto per mettere tutto bene a fuoco, ma quando
ogni contorno e ogni linea nella sua visuale tornò al suo
posto, si ritrovò davanti il proprietario della voce.
Damon se ne stava inginocchiato con i gomiti appoggiati al letto e la
guardava divertito e con la testa leggermente inclinata di lato.
“Ben tornata! Stavo cominciando a preoccuparmi sul serio! Hai
dormito per due giorni interi!” - le disse sorridendo.
“C-cosa? Davvero?” - chiese con la voce ancora
impastata dal sonno.
Damon annuì: “All’inizio ho pensato che
fossi morta, ma non poteva essere perché sentivo il tuo
cuore battere. Allora ho pensato che fossi finita in coma e ho
cominciato a scuoterti tenendoti per le spalle, ma mi sono reso conto
che sbagliavo di nuovo nell’esatto momento in cui ti sei
ribellata e mi hai dato un pugno nello stomaco mentre ancora dormivi.
Poi sono passato all’opzione successiva e ho ipotizzato che
fossi finita in letargo, ma Meredith l’Inquietante mi ha
fatto presente che non siamo in inverno e che tu non sei un animale.
Alla fine mi sono messo qui e ho cominciato a chiamarti fino a che non
ti sei svegliata. Il resto lo sai!”.
“Ti ho dato un pugno?”.
“Già! Quindi non preoccuparti se dovessero venirti
dei lividi sulle mani!”.
Bonnie si tirò su a sedere e si stiracchiò.
Si sentiva tutta indolenzita e sentiva di avere gli occhi gonfi come
due mongolfiere.
Si passò una mano tra i capelli, ma quello che si
ritrovò in testa fu solo una massa crespa di roba
aggrovigliata.
“Devo darmi una ripulita!” - disse.
“Forse è meglio! Sei orribile!” - il
tono di Damon era del tutto naturale, come se avesse detto la cosa
più ovvia del mondo.
“Grazie tante!” - il tono di Bonnie, invece, era
offeso e astioso.
“Streghetta, non l’ho detto per offenderti,
è la verità! E sono fermamente convinto che
chiunque sarebbe orribile dopo una dormita di quasi 48 ore! Ma non
preoccuparti….ti amo lo stesso!” -
spiegò Damon allungando una mano per accarezzarle il viso.
Ma Bonnie si scostò.
“Guarda che io non mi preoccupo per me! Piuttosto adesso sto
pensando a te e a cosa farai nell’esatto momento in cui ti
mollerò!” - disse.
“No! Non lo farai!”.
“Sicuro?”.
“Mi ami troppo per lasciarmi!” - disse Damon deciso.
“Tu credi? Ho l’impressione che tu ti stia
sopravvalutando, Damon!” - rispose Bonnie facendo per alzarsi.
Ma Damon la bloccò per un braccio e la tirò
indietro. Bonnie si ritrovò di nuovo stesa sul letto, ma
stavolta era tra le braccia del vampiro.
“Non credo proprio!” - le disse lui, poi la
baciò.
Bonnie sorrise inconsapevolmente contro le labbra di Damon. Si
guardarono negli occhi.
“Buongiorno!” - le sussurrò Damon.
Bonnie rise e si accoccolò tra le sue braccia.
“Cosa hai sognato?” - le chiese Damon,
all’improvviso.
“Cosa? Come fai a sapere che stavo sognando?” -
chiese Bonnie.
“Perché mentre dormivi sorridevi beata e
farfugliavi qualcosa su un certo Jason e su quanto fosse bello. Quindi
la domanda è questa: chi diavolo è
Jason?” - fece Damon alzando la voce di un paio di toni e
stringendo i pugni.
“Non sarai mica geloso!?!”.
“Certo che sono geloso! Sono geloso di qualsiasi cosa di
sesso maschile che ti si avvicini e anche di alcuni esseri di sesso
femminile con strani gusti! Quindi dimmi chi è Jason e dove
posso trovarlo così lo ammazzo!” -
replicò pronto Damon.
“E cosa faresti se, invece, fossi io che mi prendessi una
cotta per qualcun altro? Quando ero nel Regno Magico, prima che tu
arrivassi, mi piaceva Sean!” - lo provocò Bonnie.
“Ti piaceva perché Samuel te lo aveva imposto con
il suo dannato Sigillo e la falsa vita che ti aveva messo nella
testa!” - rispose Damon.
“Io non credo, sai? Anzi…secondo me Samuel ha
cancellato i miei ricordi di te, mi ha dato una vita senza te! Quindi
presuppongo che se non ci fossi tu probabilmente io adesso starei con
Sean!” - continuò Bonnie divertita.
“Allora meno male che ci sono io! Altrimenti staresti con
quell’insulso stregone oppure con un cretino come
Mutt!”.
“Numero uno: Si chiama Matt! Numero due: Non è un
cretino, anzi! Numero tre: sono convinta che lui mi amerebbe
molto!” - disse Bonnie.
“Non come faccio io! Comunque sia…non cercare di
cambiare discorso, streghetta, e dimmi chi è
Jason!”.
“Ah, giusto, Jason! Jason è inventato,
è un sogno!” - rispose Bonnie.
“Spiegati!” - fece Damon.
“Prima che tu mi svegliassi io stavo sognando! Ho sognato una
stanza e dentro questa stanza c’erano due bambini adorabili!
Credo che fossero fratello e sorella! La bambina doveva avere
più o meno sei o sette anni e aveva i capelli ricci e rossi.
Secondo me era una specie di maschiaccio, un tipino tutto pepe. Era
sporca di fango e addosso aveva un uniforme da calcio. Si chiamava
Raily…ce l’aveva scritto sulla maglia! Invece il
bambino aveva pochi mesi ed era in una culla. Era bellissimo con gli
occhi scuri e i capelli neri e si chiamava Jason, il suo nome era
scritto sulla copertina dentro la quale era avvolto! Ecco chi
è Jason…non c’è nulla da
temere!” - disse e si sollevò un po’ per
poter guardare bene Damon.
Il vampiro sembrava assorto.
“Non me lo avevi mai detto!” - disse.
“Cosa? Del sogno? Ovvio che non te ne avevo mai parlato:
l’ho appena sognato!” - disse Bonnie.
Damon sciolse l’abbraccio dentro la quale l’aveva
stretta fino a quel momento e si tirò su a sedere. Bonnie lo
imitò.
“Non del sogno! Non mi avevi mai parlato della tua voglia di
maternità!” - spiegò Damon.
“COSA? Della mia voglia di cosa?”.
“Di maternità!” - ribadì
Damon sicuro.
“Ma sei impazzito? Damon il fatto che io abbia sognato dei
bambini non vuol dire che voglia avere dei figli!”.
“Beh, vorrà pure significare qualcosa il fatto che
hai sognato due bambini che potrebbero benissimo essere figli nostri!
Lei con i capelli rossi e ricci e lui con gli occhi scuri e i capelli
neri….non ti ricordano nessuno?” - fece Damon.
“Ma non significa niente! Ti sbagli di grosso, Damon, io non
voglio diventare mamma! Non ancora, almeno! Caspita, ho solo
vent’anni!” - rispose Bonnie.
“Ma devi tenere presente che sei una strega!”.
“E questo che significa?”.
“Che quello che hai fatto poteva essere un sogno
premonitore!” - spiegò Damon con
un’alzata di spalle.
“Io non sono incinta!” - E Bonnie ne era super
convinta.
“Sì! Ma potresti esserlo presto! Forse
è questo che significa il sogno, che presto diventeremo
genitori!” - rispose Damon e anche lui sembrava super
convinto.
“Con tutto quello che sta succedendo e che
succederà una volta che Samuel tornerà
all’attacco?”.
“Forse il sogno è un segno di speranza! Forse
significa che andrà tutto bene perché abbiamo un
futuro che ci aspetta, un futuro con dei figli!…. Raily e
Jason….mi piacciono i nomi!”.
“Siamo sicuri che, invece, non sia tu ad aver sviluppato la
voglia di paternità, Damon?” - chiese Bonnie.
“No, che dici? Queste cose succedono solo alle
donne!” - rispose Damon.
“Sicuro? Guarda che non ci sarebbe nulla di male se a 500
anni e passa tu abbia deciso di mettere la testa a posto e diventare
padre di famiglia!” - fece Bonnie, ironica.
“Guarda che le mie erano solo supposizioni!” -
rispose il vampiro, messo alle strette.
“Supposizione che portavano tutte ad un unico finale: io e te
con due figli!”.
Damon tentò di ribattere, ma ogni volta si interrompeva
prima di cominciare.
Bonnie vedeva chiaramente che non sapeva cosa dire, il che per lei
rappresentava una vera e propria vittoria: Damon non restava mai senza
parole.
Bonnie gli sorrise e si allungò per dargli un bacio sulle
labbra.
“Comunque credo che tu saresti un grande
papà!” - disse, poi raccolse le sue cose e si
fiondò in bagno.
Erano passate quasi due ore da quando si era chiusa in bagno e
finalmente aveva finito.
Si diede un’ultima occhiata allo specchio: era una bella
giornata d’estate e faceva caldo così aveva
lasciato perdere i jeans e aveva optato per un paio di shorts neri e
bombati abbinati ad una camicetta di seta verde smeraldo con le maniche
corte e leggermente a sbuffo. Ai piedi aveva delle semplici ballerine
nere. I capelli non somigliavano più ad una cosa dalla forma
imprecisata, ma i ricci rosso fragola le ricadevano leggeri sulle
spalle, lasciati liberi tranne per il piccolo fermaglio, sul lato
destro detta testa, a forma di rosa nera.
Quando tornò nella stanza del pensionato dove aveva passato
gli ultimi giorni a dormire, vi ritrovò Damon seduto ai
piedi del letto.
Quando la vide si alzò e le andò incontro.
“Sei bellissima!” - le disse.
“Grazie! Ma è inutile che ci provi, tanto non me
lo dimentico che prima mi hai detto che ero orribile!” -
rispose Bonnie guardandolo ironica.
La loro piccola schermaglia di sguardi venne, però,
interrotta da un rumore basso proveniente dallo stomaco di Bonnie.
“Mi sa che ho fame!” - disse.
“Sfido io! Credo che sia normale dopo aver digiunato per due
giorni perché stavi dormendo! Anche se bisogna ammettere che
quello di dormire e digiunare è un ottimo sistema per chi
vuole perdere qualche chilo! Devo consigliarlo a Mutt!” -
fece Damon portandosi una mano al mento con fare pensoso.
“Damon…” - lo richiamò Bonnie.
“Cosa?” - chiese lui con aria innocente.
“Non prendere in giro Matt!”.
“E perché non dovrei farlo? E’
divertente!”.
Bonnie scosse la testa e si incamminò verso il piano di
sotto.
Appena arrivati in fondo alle scale, però, sentirono delle
urla provenire dalla cucina.
Bonnie guardò Damon, ma lui scrollò le spalle
come per dire che non ne sapeva nulla.
Quando entrarono in cucina si ritrovarono davanti ad una scena che per
Bonnie aveva del surreale. Nella stanza c’erano Meredith,
Matt, Elena e Stefan, e Matt stava inveendo contro Elena che a sua
volta urlava contro l’amico.
- Che sta succedendo? -
pensò Bonnie.
“Tu non sei il capo di nessuno, Elena! E non mi dici cosa
posso o non posso fare!” - urlava Matt.
“Io sto solo dicendo che non dovresti farlo visto che non
sappiamo cosa può succedere e dovremmo restare tutti
uniti!” - rispondeva Elena.
“Quindi io non posso chiedere a Katie di uscire
perché dobbiamo restare tutti uniti, mentre va bene quando
tu e Stefan ve ne andate da soli in giro per il bosco,
giusto?” - Matt.
- Matt vuole uscire con
Katie? -
“Non è la stessa cosa! Stefan è un
vampiro, sa difendersi!” - Elena.
“Non dagli stregoni e dalle loro magie, mentre Katie
è una strega forte e sa farlo!” - Matt.
“E poi non sai nemmeno se tu le piaci!” - Elena.
“E non posso neppure avere l’opportunità
di chiederglielo? Cosa devo fare? Restare qui a venerare la bellissima
Elena?” - Matt.
“Adesso stai dicendo delle stupidaggini!” - Elena.
“Davvero? Come se non sapessimo che ti piace da matti avere
tutti i ragazzi ai tuoi piedi!” - Matt.
“E’ meglio se stai attento a ciò che
dici!” - Elena.
“Altrimenti? Guarda che lo sappiamo tutti che ci sei rimasta
da schifo quando ti sei resa conto che Damon non ti voleva
più e che forse non ti ha mai voluto davvero e che
si è innamorato di Bonnie e la ama come non ha mai amato
nessun’altra! E sappiamo tutti il guaio che hai combinato
facendoli soffrire entrambi, quando ancora non stavano insieme, solo
perché non potevi concepire neppure minimamente che Damon
potesse amare qualcuno che non fosse Elena Gilbert.” - Matt.
- Aspetta! Matt che
difende me e Damon? -
“E già che ci penso chissà che effetto
ti ha fatto sapere che Alaric ha chiesto a Meredith di sposarlo.
Sicuramente avrai pensato che lo ha chiesto a lei solo
perché tu non ci hai mai avuto a che fare più di
tanto altrimenti avrebbe strusciato ai tuoi piedi!” - Matt.
- Alaric ha chiesto a
Meredith di sposarlo? -
Elena stava per ribattere, ma Bonnie la bloccò.
“State zitti un attimo, non ci capisco più
nulla!” - urlò.
Matt tacque all’istante, ma dalla faccia si capiva che ne
aveva ancora parecchie da dire e Elena face di si con la testa.
“Allora…che sta succedendo qui? Prima domanda: A
Matt piace Katie? E da quando?! Seconda domanda: l’universo
sta per esplodere? La terra ha cominciato a girare al contrario? Se non
è così, come è possibile che Matt
difenda Damon?! Terza domanda: Meredith si sposa? E perché
diamine io non ne sapevo nulla? Rispondetemi!” -
ordinò Bonnie e un insieme confuso di voci le si
riversò addosso.
Bonnie alzò una mano e tutti si zittirono.
Damon nel frattempo sogghignava.
“Uno alla volta!” - disse Bonnie, poi si rivolse a
Matt: “Cominciamo da te! Ti piace Katie e vuoi chiederle di
uscire?” - chiese.
Il ragazzo annuì: “Sì, ma Elena dice
che non posso perché dobbiamo rimanere tutti insieme visto
che dobbiamo affrontare chissà che cosa!”.
“E pensi davvero quelle cose su Damon?” - Bonnie lo
chiese più per curiosità che per altro.
“Che ti ama come non avrei mai creduto possibile?
Sì, lo penso! Potrà anche non piacermi, ma devo
ammettere che con te si comporta come si deve!” - rispose
Matt.
Bonnie si voltò verso Damon e anche lui sembrava sorpreso,
poi guardò Meredith.
“E tu che hai da dire?” - chiese.
“Diciamo che io e Alaric ne abbiamo parlato! Fra un paio di
settimane arriva qui e, se usciamo vivi da qualsiasi cosa debba
accadere, è probabile che mi sposi,
sì!” - rispose la ragazza.
“E io non lo sapevo perché…?”
- fece Bonnie con le braccia incrociate.
“Perché stavi dormendo!” - rispose
Meredith.
- Maledetto sonno!
- pensò Bonnie.
“Ok, allora! Ma dobbiamo parlarne….devi
raccontarmi tutto! Ora: dov’è Katie?” -
chiese.
“E’ sul retro con la signora Flowers!” -
rispose Stefan.
“E a proposito di Katie! Tu cosa pensi del fatto che dobbiamo
restare tutti insieme e che io non posso chiederle di uscire con me,
Bonnie?” - intervenne Matt.
Bonnie ci pensò su un attimo, ma non sapeva bene cosa dire.
Fu Damon a prendere la parola: “Io sono d’accordo
con Mutt!” - disse.
Bonnie ci rimase di sasso, mai aveva creduto possibile che parole del
genere potessero venire fuori da Damon.
Matt che difendeva Damon era incredibile, ma Damon che dava ragione a
Matt era miracoloso.
Bonnie si voltò a guardare il vampiro con gli occhi sgranati
e, voltandosi, notò che anche tutti gli altri stavano
guardando Damon sorpresi.
“Che c’è? Che ho detto?” -
chiese Damon.
“Sicuro di stare bene?” - gli chiese Bonnie
apprensiva.
“Cioè?”.
“Non è che ti sei ammalato?”.
“I vampiri non si ammalano!”.
“E allora come è possibile che tu abbia dato
ragione a Matt?” - chiese Bonnie.
“Perché ha ragione! Non sappiamo a cosa sta
pensando quel cretino di Samuel e non sappiamo cosa ci aspetta! Nei
prossimi giorni potremmo morire tutti o, come minimo, buona parte di
noi! Quindi credo che sia inutile restarcene qui, tutti insieme, a
cercare di rispondere a domande alle quali non sappiamo rispondere!
Meglio goderci questi giorni che potrebbero essere gli ultimi! Quindi
se lui vuole chiedere un appuntamento a Katie…che lo faccia
pure, anche se non penso proprio che Katie sia così
disperata da uscire con lui!”.
- Ecco tornato il
solito Damon! Anche se… - pensò
Bonnie.
“Cosa ne dite?” - chiese tornando a guardare tutti
gli altri.
“Io penso che mi chiuderò in una delle camere di
sopra e passerò tutto il tempo che posso al telefono con
Alaric!” - disse Meredith.
“Io vado da Katie!” - fece Matt.
“Beh, credo che anche noi potremmo stare un po’ da
soli! Cosa ne pensi amore mio?” - chiese Stefan ad Elena.
Elena annuì: “Hai ragione! Avete ragione tutti! E
scusa tanto, Matt, per quello che ti ho detto prima!” - disse
sorridendo imbarazzata.
“Non preoccuparti! Piuttosto scusami tu!” - rispose
Matt passandosi una mano tra i capelli, poi i due amici si
abbracciarono.
Ma il momento fu interrotto da Damon, naturalmente.
“Bene, bene! E adesso che è tornata la pace tra
Dawson e Joey, noi ci vediamo direttamente domani! E che nessuno osi
cercare la mia streghetta altrimenti morirà di una morte
lenta e dolorosa! A presto!” - disse e, presa in braccio
Bonnie, si lanciò fuori dalla porta a velocità
incredibile, diretto verso chissà dove.
“Dove mi porti?” - chiese Bonnie.
“E’ una sorpresa!” - rispose Damon.
Bonnie rise.
NOTE:
Ciao a tutti!
Un enorme grazie ai
recensori e ai lettori del prologo: sono proprio contenta di essermi
riuscita a spiegare abbastanza bene con tutta quella storia del bianco,
del nero e del grigio! XDXDXDXDXD
Ecco il nuovo capitolo:
Abbiamo un attimo perso
di vista Samuel, ma ritornerà nel prossimo capitolo...al
momento è impegnato a fare le audizioni per i componenti
della sua squadra!
In cambio,
però, abbiamo ritrovato Damon e Bonnie che, come ha
giustamente supposto Ila_D, si stanno godendo i loro ultimi attimi
tranquilli prima del ritorno di Samuel il Cattivo.
La calma
durerà ancora qualche altro capitolo visto che Samuel
è impegnato ad organizzarsi, quindi gadetevi questi capitoli
perchè presto la battaglia avrà inizio e le cose
saranno parecchio complicate e dolorose per Damon, Bonnie e tutti gli
altri, naturalmente!
Adesso vi lascio....ma
fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo.....vi è
piaciuto il sogno di Bonnie?
A domenica
sera....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo secondo ***
Capitolo
secondo
La
giornata di Samuel era stata orrenda e Samuel era arrabbiato.
In mattinata si era svolto il funerale di Samia e lui era dovuto
restare impalato lì a stringere mani, a ricevere
condoglianze, a ricambiare abbracci e a fingere di essere triste quando
l’unica cosa che avrebbe voluto fare era gridare a tutti di
smetterla, che si stavano prodigando tanto per il funerale di una
miserabile, di una traditrice.
Ma non poteva.
Samuel aveva ben chiaro che doveva fare buon viso a cattivo gioco.
Non poteva dire come stavano realmente le cose altrimenti anche lui ci
sarebbe andato a finire di mezzo.
Insomma, che figura ci avrebbe fatto se si fosse venuto a sapere che
lui, il grande Consigliere superiore, non si era accorto di avere una
traditrice per sorella, almeno non fino all’ultimo istante!?!
Come avrebbe convinto i restanti Consiglieri a lasciarlo uscire dal
Regno per poter uccidere i vampiri e le streghe?
Non poteva agire senza il loro permesso e questo lo sapeva bene
perché, pur essendo il capo, per azioni del genere che
prevedevano la disfatta di nemici del Regno e che potevano mettere a
rischio la sicurezza di tutti, persino lui doveva avere il consenso
dell’intero Consiglio altrimenti correva il rischio di essere
cacciato via dalle sfere alte del potere e non poteva permetterlo:
Samuel amava troppo il potere.
Così aveva cercato di distrarsi pensando ad altro, per
esempio si era dato da fare per risolvere l’enorme enigma che
lo tartassava da giorni: doveva portare con sè un esercito o
solo pochi eletti?
Alla fine aveva optato per la seconda scelta, l’unica cosa
che restava da fare era controllare per bene con chi avrebbe avuto a
che fare, perché sapeva che coloro a cui dava la caccia
avevano degli alleati nel mondo esterno, e poi doveva scegliere con
cura gli stregoni da ingaggiare.
Non appena la farsa del funerale era terminata, aveva lasciato tutti
dicendo che era troppo sconvolto per stare in mezzo alla gente e si era
ritirato nel Palazzo del Consiglio.
Aveva afferrato al volo una delle tante sfere magiche che sbucavano da
ogni angolo e se l’era portata dietro fin nella biblioteca
segreta dei Consiglieri superiori.
E adesso se ne stava immerso tra libri e scaffali, seduto ad una
scrivania, con la sfera poggiata davanti a lui a spiare con attenzione
i suoi nemici.
Erano quasi tutti riuniti in una stanza e due di loro sembravano
litigare.
Un lieve sorriso compiaciuto increspò le labbra di Samuel.
Ma a lui non interessava ciò che facevano, lui doveva solo
capire chi e cosa erano.
Il vampiro Damon e suo fratello, il vampiro Stefan, erano nella stanza.
Samuel fece scorrere veloce le immagini che gli mostravano tutte le
altre stanze delle casa e tutte le varie vie e case della cittadina di
Fell’s Church per scoprire se c’erano altri vampiri
nei paraggi, ma non ne incontrò nessun altro.
- Quindi i vampiri sono
solo in due! - pensò e nello stesso instante
appuntò la stessa frase su un foglio che teneva
lì di fianco.
Ritornò alla stanza dove erano i nemici e fece il conto di
chi altro c’era visto che, presumibilmente, se non
c’era nessun altro nei paraggi, erano tutti radunati
all’interno della stessa casa.
Gli ci volle poco per finire la sua ispezione. Appena finito spinse via
da sè la sfera magica lasciando che cadesse a terra e
andasse in frantumi e uscì fuori dalla parte segreta delle
biblioteca con il foglio su cui aveva preso appunti stretto in una mano
e gridando: “Victor! Victor vieni subito qui!”.
Pochi istanti dopo, un ragazzino sui sedici anni piuttosto basso per la
sua età e con spessi occhiali appoggiati sul naso lungo e
sproporzionato, corse verso di lui e si fermò, incespicando,
giusto un attimo prima di finirgli addosso.
“Mi- mi dica….Consigliere!
Mi…ha…c-chiamato?” - disse in preda
all’affanno.
“Sì! Portami della carta da lettere con il mio
marchio! Devo convocare degli stregoni!” - ordinò
Samuel.
“Subito!” - e in un attimo il ragazzo corse via.
Tornò pochi minuti dopo portando con sé una pila
enorme di fogli che, ad ogni passo, rischiava di scivolargli via di
mano.
“Non sapevo quanta ve ne serviva così
l’ho portata tutta!” - si giustificò.
Samuel gli badò poco, ma prese una manciata di fogli, si
accomodò ad un tavolo e gli ordinò di andarsene.
Il Consigliere, rimasto solo, si diede da fare con le lettere. Decise
di inviare a tutti coloro che aveva scelto una lettera con lo stesso
testo facendo un riassunto di ciò che era accaduto, dicendo
cosa aveva intenzione di fare, chiedendo il loro supporto, elogiando le
loro strabilianti capacità e dando loro appuntamento per
l’indomani nella Sala delle Udienze per discutere dei
dettagli dell’operazione.
Solo una volta stilate le lettere cominciò a riflettere sui
nomi ai quali doveva inviarli.
Prese il foglio che aveva ancora con sè e se lo
aprì davanti agli occhi.
C’era scritto: 2 Vampiri, 3 Umani e 3 Streghe di
cui 1 anziana e dall’indole pacifista.
Una volta deciso che si sarebbe occupato lui stesso di Bonnie e del
vampiro Damon, scegliere chi portare con sè fu abbastanza
semplice.
Decise che per i tre umani bastava portare un paio di stregoni non
molto forti e neppure molto intelligenti, ma capaci di tenerli a bada
con incantesimi non esageratamente potenti, in grado di stordirli senza
ucciderli e, naturalmente, chi poteva essere più adatto di
quei due incompetenti di Maddy e Sean!?!
Per l’altro vampiro, Stefan, scelse uno stregone, un
Cacciatore molto forte, un vero specialista della guerra agli esseri
oscuri, ma soprattutto un specialista della tortura e della caccia ai
vampiri: lo stregone Richard.
Per quanto riguardava le altre due streghe…
Contro Katie, che si era dimostrata più forte e
più sveglia di quanto si aspettava, avrebbe mandato uno
stregone altrettanto forte e sveglio, specializzato negli incantesimi
con i 4 elementi: nulla era più forte dei quattro elementi
neppure i cristalli, che si erano dimostrati l’arma vincente
di Katie.
La scelta quindi era ricaduta sullo stregone Timothy.
Contro la strega anziana avrebbe inviato una sua buona alleata da anni,
molto capace con le arti psichiche, la sua cara amica Susan.
Effettuata la scelta non gli rimase altro da fare che scrivere i nomi
dei vari mittenti, inviare le lettere, che vennero consegnate a mano
dal povero Victor, e aspettare, pazientemente, il giorno dopo.
Non appena Bonnie e Damon sparirono, Meredith lanciò un
sorriso ad Elena e se ne andò al piano di sopra del
pensionato, rifugiandosi nella stanza di Stefan.
Non era mai stata il tipo di ragazza molto propensa a smancerie in
pubblico, come Bonnie, e neppure il tipo a cui piacevano tutti quei
nomignoli assurdi da innamorati, di cui, invece, Elena e Stefan
sembravano non poterne fare a meno.
Lei era più controllata e riservata, non amava parlare molto
di ciò che provava e già sapeva che nel momento
in cui Bonnie l’avrebbe tartassata di domande per la faccenda
del matrimonio si sarebbe imbarazzata tantissimo.
In effetti si stupiva ancora di come aveva fatto a raccontare subito
tutto ad Elena, forse era talmente sconvolta che non era riuscita
neppure ad elaborarlo il concetto di < non sono brava a parlare
dei miei sentimenti, preferisco parlare di quelli degli altri >.
E dopotutto era normale che fosse sotto shock. Lei e Alaric si
conoscevano da un po’, ma poi lui era partito e avevano
ufficializzato le cose tra loro da poco più di un anno, anno
durante il quale si erano visti una volta sola quando Bonnie era in
giro con Damon per l’Europa. Non si sarebbe mai aspettata una
proposta di matrimonio.
Ma Alaric l’aveva fatta eccome, la proposta.
Certo non era stata una proposta classica in stile < lui si
inginocchia e le porge l’anello > , ma il tono del suo
fidanzato al telefono era stato così deciso che proprio non
ci era riuscita a non prenderlo sul serio.
Col senno di poi si rese conto che non c’era alcun bisogno di
agitarsi tanto visto che stava per succedere chissà cosa e
forse non l’avrebbe mai neppure visto il giorno del suo
matrimonio, ma non ce la faceva proprio a fermare il battito frenetico
del suo cuore ogni volta che ci pensava.
Una volta essersi assicurata di aver chiuso a chiave la porta,
andò alla finestra, estrasse il cellulare dalla tasca dei
jeans e compose velocemente il numero di Alaric.
Dopo appena due squilli ci fu una risposta.
“Meredith!”.
“Ciao! Ti disturbo?” - fece lei un po’
preoccupata: non aveva proprio pensato al fatto che magari lui era
impegnato in quel momento.
“No! Figurati! Sono in viaggio adesso, sono appena partito
dalla Russia!” - rispose Alaric.
“Stai tornando qui?”.
“Sì, ma prima dovrò fare due brevi
fermate, una in Francia e l’altra in Canada! Credo che dovrei
arrivare lì tra una settimana, circa!”.
“Ah…ok!”.
“Meredith, stai bene? E’ successo qualcosa? Ti
sento strana!” - la voce del ragazzo era carica di
apprensione.
“No! Non preoccuparti, non è successo nulla! Sono
solo preoccupata per quello che potrebbe accadere da un momento
all’altro per via di tutta quella faccenda di Bonnie e degli
stregoni che ti ho già raccontato!” -
spiegò Meredith sedendosi sul davanzale della finestra.
“Capisco! E’ normale che tu sia preoccupata e,
sinceramente, non so proprio cosa dirti per tirarti su di morale visto
che di streghe e stregoni non ne ho quasi mai visto nessuno a parte
Bonnie e non ho mai sentito parlare del Regno Magico! Ma ti vorrei
ricordare che siete forti, Meredith, e che avete sconfitto addirittura
vampiri Antichi e demoni, in passato!”
“Sì! Hai ragione! Ma adesso basta parlare di
queste cose!” - fece la ragazza accentuando un po’
il suo tono di voce.
“Ok! E di cosa vuoi parlare?” - fece la voce
dall’altro capo del telefono.
“Non saprei! Del più e del meno! Prova a fare tu
delle domande!”.
“Ok! Come sta Bonnie? Si è svegliata?
L’ultima volta che ti ho parlato eri preoccupata per
lei!”.
“Sta bene! Si è svegliata oggi, credo che fosse
terribilmente stanca! Adesso è fuori!” - rispose
Meredith.
“Con Damon?” - chiese Alaric.
“Già!”.
“E gli altri? Sono con te?”.
“No, ci siamo divisi! Damon ha avuto un’idea che
è piaciuta a tutti e così ognuno di noi ha preso
la sua strada!” - spiegò Meredith.
“Che idea? Non sarebbe meglio che steste tutti
insieme?” - chiese Alaric con una nota di preoccupazione
nella voce.
“Lui ha pensato che dato che non sappiamo cosa può
succederci da un momento all’altro è meglio
godersi quelli che potrebbero essere i nostri ultimi istanti, e io sono
d’accordo con lui, quindi ti ho chiamato!” -
rispose Meredith.
“Beh! Se la metti così allora sono felice che tu
mi abbia chiamato! Ma, ti prego, Meredith, qualsiasi cosa accada, non
metterti inutilmente in pericolo….ti ricordo che dobbiamo
sposarci noi due!”.
“Aspetta! Quindi è vero? Non era uno scherzo
questa cosa del matrimonio?” - lo interruppe Meredith.
“No! Per niente! Sono terribilmente serio quando ti dico che
voglio sposarti, e lo farò al più
presto…sempre che lo voglia anche tu!” - rispose
Alaric con una nota esitante nell’ultima parte della frase.
Un sorriso illuminò Meredith.
“Certo che lo voglio….al più
presto!” - disse e una lacrima di gioia le rigò il
viso.
Da quando era arrivata nel mondo umano Katie aveva dovuto imparare un
bel po’ di cose come: abituarsi alla luce
dell’unico sole in cielo che già per lei era
fioca, ma che Damon continuava a oscurare ancora di più;
vestirsi come era di moda tra gli umani, quindi senza tuniche e roba
troppo colorata; non usare la magia in presenza di persone che non
conoscevi perché non tutti conoscevano la magia; eccetera,
eccetera, eccetera.
Ma doveva ammettere che gli amici di Bonnie l’avevano accolta
nel migliore dei modi e le avevano dato una mano in tutto.
La signora Flowers le aveva dato una camera al pensionato offrendole,
così, un posto in cui vivere.
Meredith le aveva procurato vestiti e scarpe e si era dimostrata una
persona aperta e sempre pronta al dialogo.
Stefan le aveva spiegato come fare a confondersi tra gli umani senza
destare sospetti e a controllare i suoi poteri.
Elena…beh, con lei ci aveva avuto poco a che fare, ma si era
sempre dimostrata gentile ed educata, anche se Katie doveva ammettere
che preferiva molto di più la compagnia degli altri che la
sua.
E Matt…..Matt le piaceva e lui le dedicava un sacco di
attenzioni. All’inizio aveva creduto che lui lo facesse solo
perché era abitudine normale dei ragazzi umani, ma lei non
aveva mai incontrato ragazzi umani e solo grazie ad un’acuta
osservazione di Meredith ed ad un commento della signora Flowers aveva
capito che Matt si comportata così con lei perché
lei gli piaceva.
Inutile dire che, dal momento in cui aveva capito, ogni volta che era
da sola con il ragazzo finiva con l’andare in preda al panico
visto che lei era forte e sicura di sé in battaglia o quando
c’era da organizzare piani strategici, ma quando si trattata
di sentimenti e roba simile era una vera incapace.
Fortunatamente Matt sembrava ancora più incapace di lei in
quelle situazioni.
Improvvisamente venne strappata ai suoi pensieri da un colpo leggero
dato alla porta della sua camera, dove era andata dopo aver passato
l’intera mattinata con la signora Flowers.
“Avanti!” - disse.
La porta si aprì ed un Matt abbastanza imbarazzato
entrò.
“Ciao!” - la salutò.
“Ciao! Accomodati!” - rispose e gli fece segno di
sedersi su una poltrona al centro della stanza proprio accanto a quella
sulla quale era seduta lei, con un libro tra le mani.
Matt si fece avanti e si sedette.
Un silenzio imbarazzante calò nella stanza.
“Bonnie si è svegliata?” - fece Katie
rossa in viso.
“Sì! Adesso Damon l’ha trascinata non so
dove!” - rispose prontamente Matt, poi il silenzio
calò di nuovo.
Katie era tesa e per niente a proprio agio, stava per dire qualcosa
quando Matt, come un fiume in piena, la travolse con l’ultima
domanda che si aspettava.
“Katie ti va di uscire con me?” - le chiese e lei
rimase per qualche minuto buono a fissarlo a bocca aperta.
- E adesso cosa gli
dico? - si chiedeva.
Poi altri colpi alla porta della sua stanza arrivarono a salvarla da
quella situazione.
“Aspetta un secondo qui!” - disse a Matt in quello
che era quasi un sussurro.
Il ragazzo annuì e le sorrise debolmente.
Una volta aperta la porta Katie si ritrovò davanti Stefan.
“Ciao! Disturbo? Volevo chiederti un favore!” - le
chiese.
“No! Chiedi pure!” - rispose Katie.
Stefan si avvicinò e le sussurrò cosa aveva in
mente poi : “Puoi aiutarmi?” - le disse.
“Certo! Lo faccio subito!” - la richiesta di Stefan
era di semplice attuazione e Katie era felice di poterla esaudire,
Katie era sempre felice quando si trattava di usare la magia.
Si portò le mani alle tempie e si concentrò
chiudendo gli occhi.
Visualizzò il punto del bosco in cui si era aperto il
portale che dal Regno Magico li aveva portati nel mondo umano e poi
immaginò ciò che Stefan le aveva chiesto di
creare magicamente. Schioccò le dita e aprì gli
occhi.
“Fatto! E’ nel punto esatto in cui si è
aperto il portale! L’ho dovuta mettere lì
perché è l’unico punto del bosco che
conosco e dovevo visualizzare il luogo prima di creare
l’oggetto!” - spiegò al vampiro.
“Grazie Katie! Adesso…se posso intromettermi in
quello che sta succedendo qui dentro…dovresti dire di si a
Matt!” - le disse Stefan abbassando la voce per far si che
solo lei lo sentisse.
“E tu come fai a…?”.
“Vi ho sentiti mentre salivo le scale!” - la
interrupe Stefan indicandosi l’orecchio.
“Ah! Ok!”.
“No, Katie, davvero! Dico sul serio! Tu piaci molto a Matt e
so che anche lui ti piace! Lui è un mio caro amico e ti
assicuro che è una persona eccezionale e considero anche te
un’ottima persona e un’amica a cui tengo molto!
Secondo me siete fatti per stare insieme e poi so che muori dalla
voglia di uscirci, quindi vai e fatti valere! Nella vita non ci sono
solo le battaglie e la magia!” - la incoraggiò
Stefan prima di sparire.
Katie ripensò velocemente a ciò che le aveva
detto il vampiro, poi chiuse la porta, cercò di rilassarsi e
si voltò verso Matt.
“Cosa voleva Stefan?” - le chiese il ragazzo.
“Nulla! Solo che lo aiutassi con una sorpresa che vuole fare
ad Elena! Tornado a noi…credo che non dobbiamo
uscire…” - disse.
“Ah! Ok…allora io vado!” - la interruppe
in fretta Matt e fece per andarsene, ma Katie lo bloccò
parandoglisi davanti prima che lui raggiungesse la porta.
“Dicevo…credo che non dobbiamo
uscire….dal pensionato per trovare un posto adatto in cui
stare insieme! Se mi permetti vorrei sceglierlo io il posto per il
nostro primo appuntamento, Matt!” - disse.
“C-Cioè?” - balbettò Matt.
“Il giardino sul retro, mi piace il giardino!” -
propose la strega.
“Ok! Vada per il giardino!” - sorrise il ragazzo
offrendole il braccio.
Katie ci si aggrappò e si avviarono insieme verso il piano
di sotto.
Passarono tutta la notte svegli, a guardare le stelle stesi sul prato e
a parlare di tutto.
E guardano il sorriso di Matt e le loro mani intrecciate, Katie si rese
conto che Stefan aveva ragione, che non esisteva solo la magia e che
mai, prima di quel momento, era stata più felice.
“Allora, mi spieghi dove mi stai portando?” - fece
Elena per l’ennesima volta cercando si togliersi la benda che
Stefan le aveva legato intorno agli occhi.
“No! Ma siamo quasi arrivati e non toglierti la
benda!” - rispose Stefan afferrandole le braccia prima che
lei potesse riuscire a scoprirsi gli occhi.
“Allora spiegami perché sei andato da Katie prima
di uscire con me!” - continuò Elena arrendendosi e
lasciandosi trasportare.
“No, non te lo dico! Ma lo scoprirai tra poco!” -
fece Stefan.
“Non è giusto! Potresti anche far finta di
rispondere a qualcosa!” - fece Elena.
“Si, potrei, ma non ho intenzione di farlo!” -
rispose Stefan divertito.
Elena sbuffò e si lasciò andare tra le braccia di
Stefan senza più protestare.
L’idea gli era venuta all’improvviso e
l’aiuto di Katie era stato prezioso, adesso Stefan sperava
solo che la sua sorpresa piacesse alla ragazza che stava portando con
sé, l’amore della sua vita.
Non ci misero molto ad arrivare nell’Old Wood e da
lì, trovare il luogo preciso fu relativamente semplice.
Appena arrivati, lasciò andare Elena, ma la tenne stretta
fino a che lei non si stabilizzò sulle gambe, poi diede
un’occhiata in giro e quello che vide lo colpì
profondamente: Katie era stata formidabile e ciò che aveva
davanti era bellissimo.
“Siamo arrivati?” - gli chiese Elena.
“Si!”.
“Quindi adesso posso togliermi la benda?” - chiese
lei.
“Faccio io!” - rispose Stefan.
Andò alle spalle della ragazza e le liberò gli
occhi.
Elena li battè velocemente un paio di volte per far si che
si riabituassero di nuovo alla luce, poi la sua espressione
cambiò e da confusa divenne sorpresa.
“Stefan…Oddio Stefan che cosa ci fa una
mongolfiera enorme nel bel mezzo dell’Old Wood?” -
gli chiese con gli occhi sgranati e fissi sull’enorme pallone
blu e dorato al centro della piccola radura nel bosco.
“Sorpresa!” - le sussurrò lui
all’orecchio.
“Ce l’hai messa tu? E come hai fatto?”.
“Katie! Ha fatto tutto lei!”.
“E quando?”.
“Più o meno una decina di minuti fa! Ha usato la
magia!” - spiegò Stefan.
“E’ per questo che sei andato da lei in tutta
fretta….per farmi una sorpresa!” - disse Elena.
“Già! Ti piace?” - chiese Stefan.
“Scherzi? E’ bellissima!” -
esclamò Elena prima saltargli al collo e stringerlo forte.
“Ok! Allora sono felice!”.
“Ma perché proprio una mongolfiera?” -
chiese Elena prendendogli la mano e spingendolo a seguirla verso la sua
sorpresa.
“Per ricordare i vecchi tempi!” - rispose Stefan.
“Cioè?”.
“Per tornare a volare insieme sul bosco e sulla
città come facevamo quando tu eri un
quasi-angelo!” - spiegò il vampiro.
Elena si voltò e gli sorrise dolcemente e con lo sguardo
carico di gioia.
Non appena arrivarono accanto all’oggetto magico Stefan la
prese in braccio e con un salto si ritrovarono all’interno
della mongolfiera, mongolfiera che di magico non aveva solo il modo in
cui era stata creata, infatti, non appena vi misero piede dentro,
cominciò a salire verso l’alto senza che ci fosse
nessuno a guidarla o a sganciare i vari pesi.
“Sta salendo da sola!” - commentò
sorpresa Elena affacciandosi ad una delle fiancate e guardando verso il
basso.
“E’ magica!” - disse Stefan.
La ragazza si voltò verso di lui e gli volò tra
le braccia.
“Grazie!” - gli sussurrò prima di
poggiare le labbra sulle sue in un bacio che sapeva d’amore e
serenità.
NOTE:
Ciao a tutti!
Grazie a tutti coloro che hanno letto e recensito lo scorso capitolo e
a tutti coloro che non mancano mai di farmi i
complimenti...garzie...siete troppo buoni con me!
Come promesso in questo capitolo è tornato Samuel e si
è cominciato a capire un pò quello che intende
fare, come si sta organizzando e chi vuole portarsi dietro.
Per quanto riguarda Damon e la sua sorpresa per Bonnie dovrete
aspettare il prossimo capitolo che ho deciso di dedicare interamente a
loro, mentre qui ho descritto brevemente tutto quello che fanno gli
altri.
Spero di non avervi deluso troppo!
Ma vi ripeto: Bonnie e Damon sono i protagonisti e hanno bisogno di
più spazio soprattutto adesso che sta per arrivare Samuel e
di certo non avranno molti momenti per restare da soli e in santa pace,
quindi non uccidetemi e pazientate un pochino, in cambio vi prometto di
prepararvi un bel capitolo sulla nostra coppia preferita.
Adesso vi lascio...fatemi sapere cosa ne pensate.... A
giovedì...BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo terzo ***
Capitolo
terzo
“Damon?
Va bene se non vuoi dirmi dove mi stai portando, ma ti vorrei informare
che ho tutto lo stomaco sottosopra! E tu sai bene cosa succede a chi ha
lo stomaco sottosopra, quindi se rallentasi sarebbe
l’ideale!”.
Bonnie aveva passato gli ultimi dieci minuti in braccio a Damon, con
gli occhi chiusi, mentre lui correva a velocità folle verso
chissà dove.
La testa aveva cominciato a girarle, la fronte le sudava e lo stomaco
faceva le capriole: tutti sintomi del fatto che se non si fosse fermata
al più presto e non avesse preso una bella boccata
d’aria come si deve, allora sarebbe successo
l’irreparabile e lei si sarebbe trasformata in Bonnie
versione esorcista.
Già si vedeva seduta a terra con una strana roba verde
appiccicata dappertutto.
“Ok, siamo arrivati! In effetti quella che hai appena
immaginato non è un’immagine molto
romantica!” - dal tono di voce Bonnie sentiva chiaramente che
Damon la stava prendendo in giro, ma decise di lasciar correre per il
momento.
Preferì lasciare che lui l’appoggiasse a terra e
che la voltasse nella direzione giusta in cui guardare.
Bonnie sentiva che Damon era dietro di lei e sentiva le sue mani sulle
spalle.
“Adesso puoi aprire gli occhi!” - le
sussurrò.
Bonnie sorrise e fece come le era stato detto aspettandosi di
ritrovarsi davanti a chissà cosa e invece quello che vedeva
erano solo alberi.
Un espressione dubbiosa le si dipinse sul volto.
“L’Old Wood? Non ti sembra di essere un
po’ ripetitivo, Damon?” - fece.
“Ho dovuto portarti qui per forza visto che era
l’unico posto isolato in cui potevamo fare ciò che
ho in mente di fare!” - si giustificò il vampiro.
“Ah davvero? E cos’è che avresti in
mente di fare? E all’aperto?” - Bonnie non si
preoccupò per niente di nascondere la vena maliziosa nella
sua voce.
Damon la fissò per qualche istante: “Streghetta
maniaca e malpensante! Per chi mi hai preso? Per un adolescente
pervertito con gli ormoni che ballano la macarena?”.
“Potrebbe darsi, anche se….Aspetta un attimo! Che
hai detto? Gli ormoni che ballano la macarena? Ma da dove ti
è uscita?”.
“Da una sitcom, credo!” - rispose Damon con una
scrollata di spalle.
“E da quando tu guardi le sitcom?” - chiese Bonnie
scettica.
“Da quando tu dormi per giorni interi lasciandomi solo nel
paese dei cretini!”.
“Non dirmi che ti sei annoiato perché non ci
credo! Di sicuro avrai passato il tuo tempo a rendere la vita
impossibile a Stefan e a Matt!” - disse Bonnie parandoglisi
davanti e portandosi le mani sui fianchi.
“A dire il vero no! Cioè…ci ho provato,
ma Mutt era troppo impegnato a correre dietro alla strega e Stefan
l’ho tenuto alla larga, pensa che ho addirittura pregato
Elena di tenermelo lontano!”.
“E perché?”.
“Perché dopo la nostra recente gita di famiglia
nel Regno Magico, il mio caro fratellino si è convinto che
noi due siamo diventati una specie di cip e ciop in versione vampiri e
non mi molla un attimo! Dice che dovremmo parlare e approfondire il
rapporto che per troppo tempo abbiamo lasciato perdere per poter
finalmente creare l’armonia familiare che dovrebbe esistere
tra fratelli! Dopo un paio d’ore passate con lui che faceva
questi discorsi ho creduto veramente che cominciasse a tirare fuori
smalto e limette per propormi una seduta intensiva di manicure e
pettegolezzi, così sono corso ai ripari e ho chiamato
Elena!” - rispose Damon.
Bonnie cominciò a ridere: “Secondo
me…ha ragione…riguardo al fatto di approfondire
il vostro rapporto, intendo!”.
“Passo con lui ogni giorno da un po’ di anni ormai!
Ti assicuro che è molto più di quello che ho
fatto in cinque secoli!” - rispose Damon.
“OK! Va bene! Però ho un’altra domanda!
Perché siamo qui? E perché ci hai messo
così tanto ad arrivarci?”.
“Non è una domanda! Sono due!”.
“Fa lo stesso! Rispondi!”.
“Ok! Allora…ci ho messo così tanto
perché ho fatto il giro del bosco per tre volte di
fila…così…tanto per confonderti un
po’! Volevo fermarmi prima, più o meno dove si
è aperto il portale che ci ha riportato dal Regno Magico, ma
all’improvviso è comparsa dal nulla una
mongolfiera e ho dovuto cercare un altro posto!” - rispose
Damon.
“Dal nulla? Vuoi dire che la mongolfiera è
comparsa…magicamente? Damon e se Samuel è
arrivato?” - la voce di Bonnie era preoccupata.
“Non era lui…ho controllato! E poi credi davvero
che arrivi in mongolfiera?” - Damon le accarezzò
una guancia per tranquillizzarla.
“E allora chi era?”.
“Ho fatto un giro tra le menti qui intorno e ho scoperto che
è stata Katie per fare un favore a Stefan che voleva fare
una sorpresa ad Elena portandola in mongolfiera!” -
spiegò il vampiro.
“Oh che romantico! Perché non hai fatto la stessa
cosa anche con me?” - chiese Bonnie mettendo il broncio e
sfoggiando la sua espressione da Gatto con gli stivali in Shrek.
“Perché io non sono un pivellino senza fantasia!
Ma essendo, come ben sai, perfetto ho fatto di meglio…ho
fatto questa!” - rispose Damon e tirò fuori dalla
tasca dei pantaloni una piccola sfera lucida e brillante.
Bonnie la guardò incuriosita: “E quella
cos’è?” - chiese.
“Guarda e stupisci!” - fece Damon sorridendo, poi
gettò a terra la sfera che andò in frantumi ai
piedi di Bonnie.
All’improvviso una luce accecante li sommerse entrambi e
Bonnie si sentì tremendamente leggera. Un vento forte
sembrò travolgerli e imprigionarli in un turbine luminoso.
Bonnie si aggrappò a Damon, ma lui le sorrideva tranquillo e
anche un po’ compiaciuto.
Quando la luce scemò Bonnie vide un qualcosa molto simile ad
una grande onda che si alzava da un punto imprecisato alle spalle di
Damon e volava sopra le loro teste rinchiudendoli in una specie di
cupola trasparente.
Quando Bonnie tornò a guardarsi intorno niente era
più come poco prima.
Gli alberi c’erano ancora, ma erano più grandi e
più verdi e i loro rami si muovevano, crescevano e si
intrecciavano: a Bonnie diedero l’impressione di volersi
abbracciare tra loro.
L’aria era profumata e fresca e mille lucciole e farfalle
volavano tutt’intorno a lei rendendo il posto pieno di luce e
incanto.
“Dove siamo?” - chiese quasi sussurrando.
“Nella sfera!” - rispose Damon.
Bonnie si voltò a guardarlo.
Damon, leggendole la confusione e la meraviglia negli occhi, si
affrettò a spiegarle: “La sfera è
magica! Sin dal primo momento che siamo tornati ho pensato a farti una
sorpresa e dopo averci riflettuto mi è venuta
l’idea di creare un posto solo nostro, dove tutto fosse
possibile! Anche se l’idea è stata mia, ho chiesto
a Katie di aiutarmi e lei lo ha fatto creando la sfera con
l’aiuto teorico della signora Flowers!”
“Quindi siamo nella sfera…ma come faremo poi ad
uscire?” - chiese Bonnie.
“Con quest’altra sfera!” - rispose Damon
mostrandole una sfera piccola e identica alla prima, ma completamente
rossa.
Bonnie tornò a guardarsi intorno.
In alto sugli alberi sentiva gli uccelli cantare anche se non riusciva
a vederli e poco lontano c’era un piccolo laghetto, uno
stagno dall’acqua cristallina e disseminata dei petali dei
fiori trasportati fin lì dal leggero venticello che le
accarezzava i capelli.
“E’ bellissimo qui!” - disse.
“Più della mongolfiera?” - le chiese
Damon che si era avvicinato alle sue spalle e l’aveva
abbracciata allacciandole le mani sul ventre.
“Decisamente! Ma quando hai organizzato tutto?”.
“Mentre dormivi! Te l’ho detto…ci
pensavo da un po’ quindi anche se Mutt non avesse avuto
l’unica idea decente di tutta la sua vita poco fa, io ti
avrei comunque trascinato qui!” - rispose Damon.
“Ed io che già pensavo a che regalo fargli per
ringraziarlo!”.
“Non ce né sarà bisogno! Adesso cosa ne
dici di fare il bagno?”.
“Fare il bagno? Nello stagno? L’acqua
sarà gelata!” - protestò Bonnie.
“Streghetta, ti ricordo che il posto l’hanno creato
in base a ciò che io volevo ed io ho fatto tutto alla
perfezione, sono stato attento ad ogni dettaglio, anche
all’acqua dello stagno che non è né
troppo calda, né troppo fredda, ma tiepida e rinfrescante
come piace a te! Adesso vai ai cambiarti!” - rispose Damon.
“E potrei sapere dove dovrei cambiarmi?” - chiese
Bonnie sorridendo.
“Dietro quella roccia! Ci troverai anche il costume
lì!” - rispose Damon indicandole un ammasso di
rosse grandi, solide e levigate.
“Vado?” - fece lei esitante.
“Vai! Io ti aspetto qui!” - la esortò
Damon.
Bonnie si sciolse dall’abbraccio del vampiro e corse,
ridendo, verso le rocce.
Bonnie era nascosta da un quarto d’ora circa, ma Damon non si
stupiva.
Sapeva che aveva bisogno di un po’ di tempo visto che dietro
le rocce non c’era uno specchio e lei doveva auto convincersi
che quello che aveva addosso le stava bene.
Damon aveva sempre trovato l’insicurezza di Bonnie un tantino
eccessiva, ma lei, ogni volta che glielo faceva notare, gli ripeteva
che lui non aveva i capelli rossi e le lentiggini e che non aveva
dovuto competere tutta la vita con Elena, con Meredith e persino con
Caroline per farsi notare.
Ogni volta che ripensava a quelle parole a Damon veniva un gran ridere.
Lui non aveva dovuto competere con nessuno? Ma se non aveva fatto altro?
All’inizio era in competizione con Stefan per Katherine prima
e per Elena poi.
In seguito aveva aperto gli occhi e aveva capito di amare lei, la sua
streghetta. E allora aveva dovuto cominciare una competizione dietro
l’altra: prima Mutt, poi Lucas, Ted, Sean…mancava
solo che pure Stefan cominciasse a farle il filo ed era apposto.
Tutte quelle competizioni erano estenuanti persino per lui.
Mentre era perso nei suoi pensieri, Damon si era spogliato e aveva
recuperato e indossato il suo costume che aveva fatto strategicamente
nascondere alla base di un albero nei pressi dello stagno.
E adesso era lì, nell’acqua, ad aspettare che
Bonnie si decidesse a venire fuori.
I minuti passarono e passarono. Damon cominciava a preoccuparsi.
Nuotò fino alla riva e stava quasi per uscire, quando Bonnie
lasciò il suo nascondiglio e apparve.
Damon si bloccò dov’era, all’ in piedi
vicino alla riva, immerso nell’acqua fino alla vita e la
guardò.
Era bellissima.
Le guancie di Bonnie erano arrossate e gli occhi timidi. Damon sentiva
il suo cuore battere frenetico e vide un sorriso imbarazzato
incresparle le labbra rosse. I capelli le ricadevano sulle spalle,
indomabili, e il bikini semplice e nero faceva da contrasto con la sua
pelle naturalmente pallida e luminosa.
Bonnie fece un passo in avanti, verso di lui, e poi un altro ancora
fino a che non si ritrovò sul bordo dello stagno, proprio
davanti a Damon, con gli occhi incatenati nei suoi.
Damon continuò a fissarla, ma le tese la mano invitandola a
raggiungerlo.
Lei l’afferrò e si lasciò accompagnare
in acqua.
Si ritrovarono a pochi centimetri di distanza, ancora occhi negli
occhi, ma poi Bonnie distolse improvvisamente lo sguardo, imbarazzata,
e Damon non resistette oltre: le afferrò il mento e la
baciò.
Bonnie si lasciò andare al bacio intrecciandogli le mani tra
i capelli.
Damon la tenne stretta a se, la stringeva forte come a volersi fondere
con lei.
Quando si staccarono Bonnie era ancora più imbarazzata di
prima e aveva il viso in fiamme.
“Cosa c’è?” - le chiese Damon.
Bonnie scosse la testa: “Nulla!
Piuttosto…nuotiamo!” - disse e si
allontanò da lui immergendosi nell’acqua fresca.
Damon la seguì divertito e il tempo trascorse veloce,
sembrò volare.
Si ritrovarono a ridere insieme spensierati come non facevano da tempo
e si divertirono giocando a rincorrersi, a prendersi e poi a lasciarsi
di nuovo, solo per poter ricominciare tutto dall’inizio.
Dopo l’ennesima nuotata con lei che fuggiva da lui e dopo
l’ennesima volta in cui lui la prendeva e la imprigionava tra
le sue braccia, Damon decise che era arrivato il momento di tenerla con
se e non lasciarla andare e Bonnie sembrò gradire
l’idea.
Gli intrecciò le mani alla base della nuca e
cominciò a lasciargli lievi baci e piccoli morsi sulle
labbra e sul collo.
Damon la spinse più in là e la
incastrò tra lui e la riva dello stagno.
I capelli di Bonnie erano resi più scuri
dall’acqua e, se possibile, la rendevano ancora
più bella.
Bonnie tornò a stringersi a lui e a baciarlo, allacciandogli
le gambe all’altezza del bacino.
Damon si rese tragicamente conto che la streghetta stava giocando
sporco e che lui non era proprio in grado di resisterle….ma
doveva farlo….il momento più importante non era
ancora arrivato e lui non poteva cedere.
Al bacio successivo, Damon si staccò leggermente.
Bonnie si accigliò e tentò di riavvicinarsi, ma
lui non glielo permise.
“Che succede?” - chiese giustamente lei.
“Ho un’altra sorpresa!” - rispose Damon.
“Proprio adesso?” - chiese Bonnie e fece per
riavvicinarsi.
“Sì! Adesso! Ma riprenderemo il discorso appena
interrotto, dopo!”.
“E chi ti dice che io dopo voglia riprendere il
discorso?”.
“Mi sa, allora, che dovrò correre il
rischio!” - replicò Damon, scostandosi e uscendo
velocemente dell’acqua aggrappandosi alla riva.
“Bene! A quanto pare non mi dai scelta,
quindi…” - fece Bonnie e si aggrappò
alla mano che Damon le offriva per uscire dallo stagno.
“Allora….dov’è questa
sorpresa?” - chiese Bonnie una volta fuori
dall’acqua.
“Non vuoi asciugarti prima?”.
“Ok! Ma dove?”
“Qui!” - disse Damon e battè la mano
aperta sul tronco di un enorme quercia poco distante.
“Sull’albero?” - chiese Bonnie dubbiosa.
“Non sull’albero…NELL’albero!
Guarda!” - rispose Damon.
Voltò le spalle a Bonnie e si avvicinò di
più al tronco della quercia: “Ok, amico! La mia
adorabile streghetta Bonnie ha bisogno di un bagno, quindi vedi di
darti da fare!” - disse e l’albero si diede da
fare, come previsto.
Quando Damon si allontanò, il tronco della quercia crebbe,
diventando enorme e uno squarcio si aprì giusto nel mezzo.
Non appena la magia terminò una porta era comparsa
sull’albero, aprendola Damon vi scorse, all’interno
dell’albero stesso, un enorme bagno.
Si voltò a guardare Bonnie sorridendole soddisfatto.
“Su, coraggio!” - le disse.
Questa volta Bonnie non se lo fece ripetere due volte ed
entrò chiudendosi la porta alle spalle.
Il bagno era enorme, pulitissimo, lussuoso e si trovava
all’interno di un albero.
Bonnie non riusciva ancora a crederci, ma Damon le aveva spiegato che
in quel posto poteva succedere di tutto, quindi chi era lei per
lamentarsi.
Si infilò velocemente sotto la doccia e in meno di dieci
minuti aveva già afferrato un accappatoio e ci si era
avvolta e aveva cominciato ad asciugarsi i capelli con il phon: voleva
tornare da Damon il più in fretta possibile.
Solo dopo aver sistemato i capelli si rese conto che non aveva i suoi
vestiti lì con lei.
Stava per tornare alla porta e chiedere a Damon di portarglieli, quando
una scatola appoggiata sul pavimento le catturò lo sguardo.
Aprendola Bonnie vi trovò un vestito stupendo.
Era beige, molto semplice, con spalline larghe e la scollatura dritta e
squadrata. Portava una fascia marrone in vita e scendeva libero e
leggero fino all’altezza del ginocchio: sembrava uno di quei
vestiti delicati e fluttuanti da ballerina classica.
Abbinate al vestito c’era un paio di sandali aperti e dorati,
con rifiniture e strass marroni.
Bonnie lo indossò in preda all’emozione.
Quando uscì dal bagno nell’albero si
ritrovò davanti una lunga passerella illuminata da centinaia
di lucciole.
Seguendola, Bonnie arrivò su una piattaforma quadrata, in
mezzo al verde, sul quale la aspettava Damon, elegante e bellissimo nel
suo completo scuro con giacca e cravatta, all’in piedi
accanto ad un tavolo apparecchiato con ogni ben di Dio, tutta roba che
avrebbe mangiato da sola, ovviamente.
“Benvenuta!” - le sorrise Damon offrendole la mano.
Bonnie l’afferrò e gli si avvicinò
baciandolo dolcemente sulle labbra.
“E’ tutto perfetto!” - gli
sussurrò.
“E non è ancora finita! Ma ora siediti e
mangia!” - le rispose Damon.
La cena passò tranquilla, tra risate e chiacchiere, con
Bonnie che mangiava e Damon e che non smetteva di riempirle il piatto
di roba dicendo che aveva digiunato per due giorni e questo non era un
bene.
Quando Bonnie gli aveva chiesto come faceva a sapere se era un bene o
no visto che lui non era umano e non mangiava cibo umano, lui aveva
risposto che sapeva bene che i vampiri non resistono a lungo senza bere
sangue e loro, o almeno lui, ne beveva soltanto una volta al giorno,
quindi figuriamoci come era possibile che gli umani, che mangiavano tre
e più volte in una sola giornata e che erano più
deboli dei vampiri, potessero resistere senza cibo per molto tempo.
Così Bonnie aveva continuato a mangiare fino a che non ne
potè più e dichiarò che era
completamente piena.
A quel punto Damon si fermò e tornò a sedersi.
Bonnie sentì il bisogno urgente di ringraziarlo, di dirgli
quanto lo amava per tutto quello che aveva fatto per lei...e stava per
farlo, ma Damon la fermò.
Si alzò e le si avvicinò inginocchiandosi al suo
fianco e porgendole una piccola scatolina si velluto rosso.
Bonnie cominciò a tremare.
Prese la scatola e l’aprì: al suo interno vi
trovò uno stupendo anello d’oro bianco, semplice
ed elegante con una pietra di lapislazzuli incastonata nel mezzo.
Bonnie guardò Damon senza sapere cosa dire, ma con gli occhi
che le pizzicavano.
Fu Damon a parlare: “E’ un promemoria!” -
disse.
“Un promemoria?” - chiese Bonnie.
“Sì! Non so cosa succederà
d’ora in poi! Non ho idea di cosa stia tramando Samuel, ma di
sicuro seguirà la sua idea di sempre e tenterà di
dividerci e di metterci l'uno contro l’altro.
L’anello servirà a farti ricordare che sono con
te, che io ci sarò sempre. Inoltre è una
promessa, la promessa che, se usciremo vivi da questa storia, staremo
insieme per sempre o almeno finchè lo vorrai visto che nel
mio caso < per sempre > non è un modo di
dire!” - le spiegò Damon prendendo
l’anello dalla scatola e infilandoglielo
all’anulare sinistro.
Le lacrime trattenute cominciarono a scivolare sul viso di Bonnie.
“Ti amo!” - disse e si tuffò tra le
braccia di Damon, baciandolo e lasciando che lui la sollevasse e la
portasse su quello che, solo in seguito, Bonnie si accorse essere un
letto fatto interamente di fiori rossi e foglie verdi, dove si
abbandonarono ancora a quell’amore tanto forte che li aveva
travolti senza permettere loro di opporsi.
NOTE:
Ciao a tutti!
Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo, il capitolo dedicato ai nostri
piccioncini, quello che in molti stavano aspettando.
Beh...eccolo qui fresco fresco di stesura....spero che vi piaccia e che
non vi abbia deluso!
Come vi avevo detto questo capitolo è tutto di Damon e
Bonnie....in quanto agli altri e a Samuel torneranno nel prossimo
capitolo che sarà l'ultimo tranquillo! Poi si
scatenerà la lotta!
Adesso vi lascio...un grazie enorme a chi ha letto e commentato lo
scorso capitolo!
A domenica sera....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo quarto ***
Capitolo
quarto
“Streghe
e stregoni, vi do il benvenuto e vi ringrazio per aver accettato il mio
invito a venire qui oggi, garantendomi anche il vostro aiuto e supporto
nella terribile, ma necessaria missione che abbiamo da compiere per il
bene dei nostri cari e del Regno!” - Samuel fece una breve
pausa guardandosi intorno.
Era nella Sala delle Udienze completamente al buio tranne per qualche
fiaccola sparsa in giro. Davanti a lui c’era il suo piccolo,
ma fortissimo esercito: i 5 stregoni a cui aveva inviato le sue lettere
e che si erano presentati all’appuntamento.
“Alcuni di voi conoscono da molto tempo la storia che ci ha
portati fino a questo punto, mentre altri l’hanno appresa
tramite il resoconto che ho fatto in ciascuna delle lettere che vi ho
fatto recapitare. Come sapete, tutto è cominciato in modo
casuale quando uno dei nostri più temerari stregoni, Ted
Widson, ha incontrato per caso colei che è diventata la
causa di molti guai, la strega Bonnie McCullough! Questa strega ha
sangue nobile nelle vene, sangue di druido, quindi tutto il Consiglio,
ma io in primis, abbiamo ritenuto opportuno darci da fare per
riportarla qui e per fare, così, il primo passo che ci
avrebbe portato a scovare e a riportare nel Regno i discendenti di
tutte quelle famiglie che, come è scritto nella tradizione,
lasciarono il nostro Regno e fecero guerra al Consiglio
perché avevano sviluppato la malsana idea di poter convivere
pacificamente con le creature oscure pensando che anche loro avessero
un cuore!” - sussurri di disapprovazione si levarono dagli
stregoni in riga di fronte al trono di Samuel.
Il Consigliere sorrise compiaciuto e andò avanti.
“Capisco come vi sentite, ma lasciate che continui!
Allora…quando lo stregone Ted incontrò la strega
Bonnie per la prima volta lei non era sola, con lei c’era un
vampiro, la peggiore tra le creature oscure. Fin da subito ci
è stato chiaro che l’idea malsana di cui vi
parlavo prima non era più solo un’idea, ma con il
tempo si era trasformata, si era evoluta, fino ad arrivare alla strega
di cui vi sto parlando che ha più volte proclamato a voce
alta e senza nessuna remora l’amore che prova per questo
vampiro, il cui nome è Damon Salvatore!” - a
quest’ultima osservazione di Samuel i sussurri diventarono
vere e proprie proteste fatte a voce alta, che esprimevano tutto il
disgusto degli stregoni e delle streghe riuniti nella Sala delle
Udienze. Prima di poter ricominciare a parlare, Samuel dovette
aspettare qualche minuto e dar loro il tempo di calmarsi.
Quando, intorno a lui, tutto tacque, riprese il suo discorso.
“Il Consiglio istruì lo stregone Ted sui vari
segreti di quello che noi conosciamo come il Labirinto, ma fu inutile
perché il vampiro uccise Ted senza che noi potessimo fare
nulla per impedirlo e senza che la strega muovesse un dito nonostante
sapesse che quella che aveva davanti era una creatura magica, sua
simile. Io e la mia povera sorella Samia arrivammo troppo tardi, ma
riuscimmo a prendere la strega e a trascinarla nel Regno dove, con il
consenso dell’intero Consiglio, operammo su di lei
l’incantesimo chiamato Sigillo, con il quale la strega perse
i tutti i suoi ricordi, e poi le creammo una nuova vita, la vita che
avrebbe dovuto vivere da sempre qui nel Regno. Le cose andarono bene
per un po’, ma poi il vampiro si fece vivo riuscendo a farsi
arrestare e farsi portare qui insieme ad un altro vampiro. Qualcuno
aveva parlato loro del Diritto del Condannato così noi non
potemmo fare altro che assecondare la loro richiesta, ma questo lo
sapete! Da quel momento in poi le cose precipitarono ed il tradimento
si diffuse nel nostro Regno. Per prima la strega Katie Price ci
voltò le spalle e aiutò i vampiri, poi fu il
turno del Consigliere inferiore Hugh. Furono abili a nascondere le loro
tracce, ma io e Samia riuscimmo a scovarli. Vi lascio immaginare lo
shock quando abbiamo scoperto l’identità dei
traditori, ma ci demmo subito da fare e facemmo ciò che
andava fatto. Il Consigliere Hugh fu ucciso da una mia guardia dopo che
aveva cercato di uccidermi, da traditore qual era. I vampiri, la strega
Katie e la strega Bonnie che, nonostante il Sigillo, si era schierata
con loro, furono catturati, ma si ribellarono e riuscirono a fuggire
via dal Regno, ma prima uccisero tutte le mie guardie, stregoni che
avevano mogli e figli, mogli e figli che non potranno più
riabbracciare i loro padri e i loro mariti. Infine, come ben sapete,
uccisero anche mia sorella, la mia adorata Samia! Adesso sono
là fuori e hanno degli alleati, tre umani e una strega
anziana che non è mai stata nel nostro Regno anche se ne
conosce l’esistenza. Se vi ho convocato e vi ho raccontato
questa incresciosa storia è perché desidero che
veniate con me e che mi aiutate ad estirpare questa minaccia. Adesso
non si tratta più di riportare la strega nel Regno, adesso
vogliamo che tutti paghino per l’affronto e per il dolore che
ci hanno causato. E voi siete coloro che ho scelto, coloro che
più di chiunque altro ha le capacità giuste per
affiancarmi e per riuscire nell’impresa. Volete diventare
degli eroi? Volete estirpare sul nascere l’alleanza tra
creature magiche traditrici e creature oscure? Volete che tutto ritorni
alla normalità, normalità in cui esistevamo solo
due fazioni, il bianco e il nero, e noi eravamo il bianco e vincevamo
sul nero? Volete aiutarmi a vendicare tutti i nostri fratelli e sorelle
caduti?” - Samuel si alzò in piedi e scese i pochi
gradini che aveva davanti fino a ritrovarsi faccia a faccia con il suo
pubblico.
Un silenzio carico d’aspettativa scese nella Sala e avvolse
ogni cosa.
Samuel sentiva che le sue parole, il suo racconto distorto della
verità, avevano fatto effetto. Nel silenzio, sentiva i loro
cuori arrabbiati battere frenetici, vedeva le fiamme della furia
incendiare i loro occhi, percepiva sulla propria pelle la loro sete di
vendetta come se i loro corpi la emanassero ad ondate.
Poi il silenzio si ruppe.
“Ho vissuto per così tanto tempo in questo Regno,
eppure mai nulla mi è sembrato più orribile di
quello che questa strega e questo vampiro ci hanno fatto!
Sarà un onore essere una di coloro che impartirà
giustizia!” - fu la strega Susan a parlare.
Samuel le si avvicinò e le prese una mano, stringendola tra
le sue: “Grazie Susan! Te ne sarò debitore finche
avrò vita!” - disse.
“Potete contare anche su di me, Consigliere! Farò
ciò che mi direte di fare!” - lo stregone Timothy.
“Voglio che la paghino, tutti, ma in particolare voglio
vedere Katie cadere!” - Maddy.
“Eseguiremo ogni vostro ordine! Voglio vendetta per
ciò che hanno fatto a me e a Maddy l’ultima
volta!” - Sean.
“Sapete bene che quando si tratta di sterminare vampiri io
sono il migliore…non ne lascerò vivo nessuno,
vedrete!” - la voce dello stregone Richard fu
l’ultima a risuonare nella Sala.
“Bene! Allora seguitemi, sapete già cosa fare!
Buona fortuna a tutti!” - e detto questo Samuel si
portò al centro della stanza e, con un semplice incantesimo
seguito da un gesto secco della mano destra, aprì un portale.
Poi si voltò a fare un cenno agli stregoni e alle streghe
che lo seguirono, a passo di marcia, verso Fell’s Church.
“Katie? Katie? Matt, sveglia! Coraggio ragazzi
svegliatemi!” - una voce lontana continuava ripetutamente a
chiamare e a disturbare il sonno più tranquillo di tutta la
sua vita.
“Non mi sembra che abbiano voglia di starti a sentire,
Elena!” - un’altra voce.
Le voci cominciavano a diventare decisamente un po’ troppe
per i gusti di Katie.
“Stefan smettila di ridertela tanto e aiutami! Non possiamo
lasciarli ancora qui fuori, sotto il sole!” - di nuovo la
prima voce.
A Katie stava venendo una gran voglia di trasformare chiunque parlasse
in piccoli sassi, così la smettevano di chiacchierare tanto.
“Ehi….mmh…ragazzi…che
succede?” - chiese un’altra voce, una voce
più vicina a lei e decisamente assonnata.
“Matt, finalmente, ti sei svegliato! Aiutaci a svegliare
Katie! E’ mattina e il sole è già
alto!”.
- Matt? Matt
è qui? -
“Ok Elena, lascia fare a me!….Katie? Katie
svegliati!” - le sussurrò la voce vicina.
- Sembra davvero la
voce di Matt - pensò Katie.
“Katie! Katie? E’ mattina, sveglia
dormigliona!”.
- Aspetta un attimo!
Questa E’ la voce di Matt -
Katie si rigirò piano sull’erba e, lentamente,
aprì gli occhi.
Si ritrovò davanti due occhi di un blu intenso che la
guardavano divertiti: ripensando alla sera prima non potè
fare a meno di sorridere.
“Buongiorno!” - le disse Matt.
“Buongiorno!” - rispose Katie tirandosi a sedere e
sbadigliando profondamente.
“Che ore sono?” - gli chiese.
“Quasi le dieci!” - rispose qualcuno alle sue
spalle.
Quando Katie si voltò notò che dietro di loro
c’erano Elena e Stefan.
- Oddio erano le loro
voci quelle che sentivo poco fa. Erano loro due che volevo trasformare
in…. - e le si formò chiaramente in
mente l’immagine di Stefan ed Elena che si rimpicciolivano e
diventavano piccole pietre tonde.
“Interessante, Katie! Credi di poterlo fare per davvero?
Magari includendo anche Mutt nel pacchetto?” - la voce di
Damon arrivò all’improvviso e, voltandosi verso il
pensionato, lo vide appoggiato allo stipite della porta sul retro con
Bonnie di fianco.
“Ehi! Quando siete tornati?” - chiese Stefan.
“Poco fa! Piuttosto….cosa ci fate qui
fuori?” - disse Bonnie curiosa come al solito.
“Noi siamo venuti a svegliare Matt e Katie che hanno passato
la notte addormentati in giardino! Cosa ci facessero loro due in
giardino…non lo so!” - rispose Elena.
“Noi abbiamo passato qui il nostro primo e, si spera, non
ultimo appuntamento,a guardare le stelle!… E’
stato romantico!” - spiegò Matt e Katie
avvampò per l’imbarazzo.
“Oh…siete così teneri!” -
fece Elena guardandoli con occhi sognati.
“Katie ti avverto che mi hai deluso…io avevo
puntato su di te! Non ti facevo davvero così disperata da
uscire con Mutt!” - si intromise Damon facendo un’
espressione da finto offeso.
Katie lo guardò come per dire < Ma che cavolo stai
dicendo? >.
Matt, al suo fianco, non si limitò a pensarlo, ma disse
proprio: “Ma che cavolo stai dicendo?”.
“Oh per tutti i demoni
dell’inferno….Incredibile! Una lo pensa e
l’altro lo dice….siamo già piuttosto
avanti nel rapporto! Dovete aver chiacchierato parecchio
stanotte!” - commentò Damon.
“Damon, perché non te ne vai
dritto….” - cominciò Matt, ma Bonnie lo
interruppe.
“Ok! Perché non entriamo e facciamo colazione? La
signora Flowers ha già preparato tutto!” - disse .
“Bonnie ha ragione!”- si accodò Elena.
Katie si limitò ad annuire e, aiutata da Matt, si rimise in
piedi e andò dritta nella piccola sala da pranzo dove il
tavolo era già apparecchiato e Meredith era già
seduta a capotavola e beveva quello che doveva essere caffè,
a giudicare dall’odore.
“Buongiorno a tutti!” - disse sorridendo non appena
li vide entrare.
“Buongiorno a te!” - rispose cortese Katie.
“Ciao Meredith!” - rispose Elena, mentre Bonnie
corse a baciare una guancia dell’amica.
“Sentite, io arrivo tra un po’, preferisco fare una
doccia prima di mangiare!” - annunciò Matt.
Katie gli sorrise e si lasciò baciare su una guancia prima
di lasciarlo andare di sopra.
“Anch’io ho un po’ di fame quindi torno
nel bosco. Tu vieni con me, Damon?” - chiese Stefan.
“E perché mai dovrei? Io sono sazio!” -
rispose Damon guardando Bonnie e sorridendole in un modo che la fece
diventare più o meno della stessa tonalità dei
suoi capelli.
“Perché noi donne dobbiamo spettegolare,
Damon….anche su di te! Quindi vattene!” -
intervenne Elena.
“Vedi di moderare i termini, Elena! < Vattene >
non lo vieni a dire a me! Ma…va bene…vado via con
il mio caro e petulante fratellino, tanto so già che la mia
streghetta non potrà raccontare nulla di male di me visto
che sono stato perfetto!” - e detto questo, baciò
Bonnie sulle labbra e in pochi secondi scomparve insieme a Stefan.
Elena e Bonnie si sedettero ai lati di Meredith e Katie prese posto
accanto a Bonnie.
“Ok! Adesso che siamo rimaste sole…chi vuole
cominciare?” - fece Elena spalmando della marmellate alle
fragole su una fetta di pane imburrato.
“Io lascerei cominciare Meredith…visto che
è lei quella che si sposa!” - fece Bonnie
sorseggiando un bicchiere di succo d’arancia.
“Va bene! Ho passato tutta la notte al telefono con Alaric
e…beh…sì, se usciamo vivi da
ciò che deve succedere, è
confermato….mi sposo!” - annunciò
Meredith.
“Oddio, Meredith! Diventerai la signora Alaric!” -
fece Bonnie battendo le mani.
“Bonnie….lo sai vero che Alaric è il
nome e non il cognome!?!” - le chiese Elena.
“Certo che lo so, ma il futuro marito di Meredith ha un
cognome troppo complicato perché io possa anche solo
ricordarmelo….figuriamoci se imparo a dirlo!” - si
giustificò Bonnie mettendo il broncio e facendo scoppiare
l’ilarità delle altre due ragazze.
Da quando era arrivata nel mondo umano e aveva conosciuto Elena e
Meredith, a Katie era capitato spesso di assistere a scene del genere e
ogni volta sentiva un moto di invidia invaderle il cuore.
Lei non aveva mai avuto delle amiche così, non aveva mai
avuto nessuno con cui spettegolare o a cui raccontare ogni cosa le
passasse nella testa.
Lei si era sempre limitata a tenersi tutto dentro, a considerare le
altre streghe del Regno come delle rivali, delle persone da battere in
fatto di magia e di conoscenza perché era questo che le era
stato insegnato.
Adesso invece si trovava in un mondo diverso, un mondo che le piaceva
ma in cui non sapeva bene come integrarsi.
“Katie? Ehi Katie ci sei?” - le stava chiedendo
Bonnie.
Katie si riscosse subito dai suoi pensieri.
“Si! Scusa, ero solo distratta! Mi hai chiesto
qualcosa?” - chiese.
“Sì! Volevamo sapere tu cosa ne pensi delle
novità di Meredith! Ma mi sembri un po’ strana,
Katie…te ne stai lì a
fissarci….c’è qualcosa che non
và?” - disse Bonnie.
“No, non preoccuparti, io…” -
cominciò.
“Katie, non provare nemmeno a dire che non hai nulla,
perché non ce la beviamo! Avanti, dicci tutto…con
noi puoi parlare!” - la interruppe Meredith.
Katie fece un respiro profondo e provò a spiegare
ciò che pensava.
“Ok! Vedete, ragazze, io sto qui e vi guardo e
penso…penso che io non ho mai avuto con nessuno un rapporto
come quello che c’è tra voi! Nel Regno Magico
l’amicizia non è molto importante…prima
di ogni altra cosa c’è il Potere, la magia, e
tutto il resto passa in secondo piano!” - disse.
“Beh anche nel nostro mondo ci sono persone che la vedono
così!” - disse Meredith.
“Sì, ma non voi! Voi vi volete bene, vi raccontate
tutto, vi considerate una famiglia ed io non so se sarò mai
capace di essere come voi…di far parte della vostra
famiglia!” - confessò.
Un breve silenzio calò nella stanza e Katie
abbassò lo sguardo.
Ma improvvisamente si sentì stringere in un forte abbraccio
da Bonnie e percepì che qualcun altro, Elena, le stava
stringendo una mano.
“Tu fai già parte a pieno titolo del nostro
gruppo, Katie! E’ solo grazie a te se Stefan, Bonnie e Damon
sono qui, sani e salvi! Senza di te non ce l’avrebbero
fatta!” - le disse teneramente Elena.
“E noi ti vogliamo già bene!” - aggiunse
Bonnie.
“E poi non dimentichiamo che grazie a te Matt è
tornato a sorridere! Non lo vedevo così felice da un
pezzo!” - disse Meredith sorridendole rassicurante.
“E a proposito di Matt…racconta un po’
alle tue amiche come è andata con lui!” - fece
Elena.
- ALLE TUE
AMICHE….mi piace - pensò Katie
ritrovando il sorriso.
“Beh principalmente è stato grazie a Stefan che ho
accettato di uscire con lui! Non fraintendetemi, Matt mi piace sin
dall’inizio, ma non trovavo il coraggio di fare un passo
verso di lui, ecco! Ma le parole d incoraggiamento di Stefan sono
arrivate giusto in tempo!” - raccontò.
“Beh, si, bisogna ammetterlo, il mio Stefan è il
migliore!” - commentò Elena con occhi sognanti.
“Ah…non darle retta e continua, Katie! Aggiungo
solo che qui se c‘è qualcuno che è
perfetto è Damon!” - fece Bonnie.
“Beh…dicevo…dopo aver parlato con
Stefan ho accettato di uscire con Matt, ma sono stata io a proporgli si
restare in giardino, mi piace quel posto e da lì si possono
vedere le stelle, che poi è quello che abbiamo fatto,
abbiamo guardato le stelle e poi lui ha voluto che gli raccontassi
tutto di me e della mia vita….è stato molto dolce
e mi sono divertita un sacco…mi sono sentita al
sicuro!” - concluse rossa d’imbarazzo.
“Incredibile, Katie, ma guardati…sei tutta rossa!
Ed io che ti credevo una tipa tosta…invece adesso sembri una
ragazzina alla prima cotta!” - commentò Bonnie
facendole scoppiare tutte a ridere.
“Ok, ok! Adesso perché non ci raccontate voi cosa
hanno fatto Stefan il Migliore e Damon il Perfetto?” - chiese
Meredith.
“Katie lo sa già cosa ha fatto Stefan!”
- disse Elena.
“E Katie sa pure cosa ha fatto Damon!” - aggiunse
Bonnie.
“Sì, ma Meredith non sa un bel niente, quindi
sputate il rospo!” - ordinò Meredith.
“Stefan è stato carinissimo…ha chiesto
a Katie di creare una mongolfiera enorme e con quella abbiamo volato
sull’intera città…ed è stato
stupendo, mi sembrava di poter toccare il cielo, di poter giocare con
le nuvole, di poter afferrare le stelle…è stato
fantastico…magico, direi!” - raccontò
Elena.
“Beh…davvero una sorpresa magnifica! Ma, aspetta
un secondo…Katie, tu hai davvero fatto venir fuori dal nulla
una mongolfiera?” - chiese Meredith.
“Così mi ha chiesto Stefan,
quindi…l’ho accontentato!” - rispose
Katie con una scrollata di spalle afferrando un bignè alla
crema dal tavolo.
“Ma questo non è niente in confronto a quello che
ha creato per me su richiesta di Damon!” - si
pavoneggiò Bonnie.
“E sarebbe? Racconta!” - Elena.
“Allora! Mentre io ero in letargo ha chiesto a Katie di
dargli una mano perché voleva organizzarmi una sorpresa per
quando mi sarei svegliata…voleva creare un posto che fosse
solo nostro!” - cominciò Bonnie.
“Già! Così io, con il supporto della
signora Flowers, ho creato una sfera magica che, se rotta creava
intorno a te un posto nuovo, un posto magico in cui tutto
può succedere! Per creare il posto ho seguito le indicazioni
di Damon…aveva le idee piuttosto chiare, devo
dire!” - continuò Katie.
“Sì! E così è
stato….ha rotto la sfera è
all’improvviso ci siamo ritrovati in un altro posto ed era
tutto magnifico, pieno di luce e di farfalle e di
alberi…c’era un laghetto dove abbiamo passato il
pomeriggio e mi sono divertita un sacco….poi ha fatto
comparire un bagno enorme in un albero…” -
proseguì Bonnie.
“In un albero?” - chiese Elena.
“Si! E’ comparsa una porta sulla corteccia e quando
l’ho aperta mi sono ritrovata in un bagno enorme e
con ogni genere di lusso! All’interno ho anche
trovato un vestito che ho messo per la cena che mi ha preparato e che
era squisita, ma ancora non vi ho fatto vedere la cosa più
bella di tutta la sorpresa…” - disse Bonnie e
infilò una mano in una tasca e ne tirò fuori un
piccolo anello che infilò all’anulare sinistro
poggiando poi la mano sul tavolo.
Elena e Meredith si sporsero in avanti per vedere l’oggetto,
così come fece Katie.
“E’ un anello!” - fece Elena.
“Già! Vi piace? Me lo ha regalato
Damon!” - disse orgogliosa Bonnie.
“Bonnie!?! E’ un anello!”
-ribadì Elena.
“Sì, lo so! Lo vedo che è un anello! E
allora?” - chiese Bonnie confusa.
“Come sarebbe < e allora >? Ti ha regalato un
anello….secondo te cosa dovremmo pensare?” -
continuò Elena.
“Ed è un anello di lapislazzuli, Bonnie! Di solito
gli umani usano i diamanti, i lapislazzuli li usano i vampiri quando
intendono chiedere a qualcuno di passare
l’eternità con loro! O almeno così
sembra essere di moda nella famiglia Salvatore!” -
commentò Meredith.
“Aspettate! Non crederete mica che…” -
cominciò Bonnie.
“Che Damon ti abbia fatto la proposta? Sì, Bonnie,
lo crediamo! Perché non ci hai detto subito che ti
sposi?” - chiese Elena.
“E perché non ci hai detto che diventi una
vampira?” - chiese Meredith.
“Perché non divento un bel niente, io! Anche
se…beh suppongo che se vorrò continuare a restare
con Damon, sempre ammesso che usciamo vivi da ciò che si
scatenerà una volta che Samuel sarà qui, prima o
poi dovrà succeedere…diventare una vampira,
intendo! Per la questione della proposta….Damon non mi ha
fatto nessuna proposta, mi ha dato l’anello perché
mi ricordassi che lui è sempre con me e per promettermi che
ci sarà in eterno, che passeremo la vita insieme!”
- rispose Bonnie.
“E questa secondo te non è una
proposta!?!” - fece Meredith.
“Beh…io
non…cioè…perché tu
credi…si insomma..che…” -
Katie pensò che Bonnie sembrava alquanto confusa.
“Sveglia, Bonnie! Quella era una proposta!” - le
fece notare, non proprio delicatamente, Elena.
“Forse dovresti chiarire la cosa con Damon!” - le
suggerì Meredith.
Bonnie si limitò ad annuire guardandosi l’anello
al dito.
In quello stesso istante la porta del pensionato si aprì.
“Stupido pivello, io continuo a dire che sei un cretino! Ma
dimmi…non ti fa sentire un tantino in
colpa…insomma, i conigli sono così carini! Ma
vedrai…un giorno lo troverai un coniglietto che ti
terrà testa tipo Bugs Bunny…mi piace Bugs Bunny,
è un tipo divertente e anche un po’ sadico, non
trovi?” - fece Damon entrando insieme a Stefan, per poi
fermarsi sulla porta e guardarsi intorno.
“Che c’è? Che è successo?
Streghetta, sembri sconvolta…cos’hai? Cosa le
avete fatto?” - chiese il vampiro avvicinandosi a Bonnie.
“Noi? Tu, piuttosto!” - fece Elena.
“Io? Cosa ho fatto io se neppure c’ero? Bonnie,
parlami! Spiegami cos’hai!” - disse Damon
inginocchiandosi di fianco alla sedia di Bonnie.
Bonnie tirò su la mano e gli indicò
l’anello.
“L’anello? Cos’ha
l’anello?”.
“Nulla è che….Damon tutta quella
faccenda del promemoria e della promessa….era una specie
di…beh…di proposta?” - chiese cauta
Bonnie.
“Certo, mi pare ovvio! Perché tu che
credevi?”.
“Ah! Quindi tu vuoi….si insomma
vuoi….?” - lasciò in sospeso Bonnie.
“Passare il resto della mia vita con te? Sì! E poi
dove la trovo un’altra come te e che mi sopporta, per giunta!
Ma perchè me lo chiedi? Non avevi capito? Eppure mi era
sembrato di essere stato abbastanza chiaro!” - disse Damon.
“Beh, si…è solo che…non
è da te, ecco! Non me lo sarei mai aspettato! Insomma,
l’ anello, tutto il discorso….” -
rispose Bonnie.
“Streghetta, lo sai che io se devo fare una cosa la faccio
come si deve! Non come quel pivello laggiù che anche solo
per uccidere un coniglio si macchia tutta la camicia! Anche se non
c’era da aspettarsi di meglio visto che
è…”.
Ma non seppero mai cos’altro era Stefan a detta di Damon,
visto che il vampiro si interruppe all’improvviso e si
voltò allarmato verso il fratello.
“Damon cosa succede?” - chiese Bonnie ansiosa.
“Stefan, l’hai sentito?” - chiese Damon.
“Sì, ma…” -
cominciò Stefan, ma venne interrotto da un tuono improvviso
e da una scossa di terremoto che scosse tutto.
“Ok! Adesso l’abbiamo sentito anche noi!
Cos’era?” - chiese Elena, spaventata.
Un rumore di passi arrivò dal piano di sopra e pochi secondi
dopo Matt entrò nella stanza.
“Ehi, l’avete visto anche voi?” - chiese.
“Visto? Noi non abbiamo visto nulla, abbiamo solo sentito?
Perché tu hai visto qualcosa?” - chiese Meredith.
Ma Matt non fece in tempo a rispondere perché
arrivò la signora Flowers dalla cucina a svelare il mistero.
“Ragazzi cari, un fulmine ha squarciato il cielo e si
è abbattuto all’inizio del bosco, alle spalle
della casa!” - disse.
“Un fulmine? Ma se c’è un sole
accecante!” - disse Elena.
Ma Katie aveva cominciato a tremare…sapeva che il fulmine
era un avvertimento.
“Katie? Katie, che succede?” - Matt apprensivo le
era andato vicino.
Katie guardò prima lui, poi tutti gli altri, infine
tornò a fissare un punto imprecisato del tavolo e disse:
“Sono loro! Sono arrivati!”.
NOTE:
Ciao a tutti!
Ecco un nuovo capitolo....capitolo di passaggio, questo.
Non succede molto, ma sapete bene che, di tanto in tanto, questi
capitoli servono soprattutto per legare tutte le varie parti di una
storia e per chiarire meglio le cose.
In questo caso mi è servito per dare il tempo a Samuel di
arrivare e per raccontare la tutta la faccenda dal suo punto di vista,
che come vedete è piuttosto distorto e pieno di bugie!
Chissà se arriverà il momento in cui tutte queste
menzogne verranno a galla!?!
Ma il capitolo mi è servito anche per creare un piccolo e
sano raduno di ragazze che spettegolano! XDXDXDXDXD
Inoltre ho dato modo a Katie di parlare e di esprimere il suo punto di
vista, cosa che non ho fatto nel Sigillo, me che farò spesso
qui.
Infine ho usato il capitolo per chiarire un pò le idee a
Bonnie che come avete visto era un pò confusa....XDXDXDXDXD
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e commentato lo scorso
capitolo...vi adoro!
E adesso vi lascio....ci "vediamo" giovedì
sera....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo quinto ***
Capitolo
quinto
“Sono
loro! Sono arrivati!”
Due frasi, due piccole frasi di due sole parole, ma in grado di farti
gelare il sangue nelle vene.
La vita di Bonnie era stata segnata da tantissime frasi di due parole,
frasi piccolissime, ma che ogni volta erano arrivate a cambiarle la
vita.
Quando era molto piccola sua nonna le raccontava sempre che, mentre sua
madre era rinchiusa in una stanza d’ospedale e la stava
mettendo al mondo, fuori a quella stanza suo padre stava per esplodere
tanta era l’ansia, ogni secondo guardava l’orologio
e si chiedeva quando sarebbe finita, ad ogni grido di sua madre si
chiedeva se era tutto normale o se qualcosa stesse andando storto,
neppure quando sentì il suo pianto da neonata provenire
dalla stanza si tranquillizzò.
L’unica cosa che riuscì a calmarlo fu una frase,
la prima che sua madre gli rivolse quando lui entrò nella
stanza e la trovò con quel piccolo fagottino tra le braccia
che era la loro figlia, una frase di sole due parole: “Sta
bene!”.
Quella era stata la prima volta che Bonnie aveva sentito una frase
così piccola ma così importante….in
seguito ne sentì tante.
Quando era appena una ragazzina era così timida e impacciata
da non avere neppure un’amica e si nascondeva dietro agli
alberi ad osservare due ragazzine come lei, ma decisamente
più belle, che ogni giorno si ritrovavano fuori scuola e
chiacchieravano fino a che la campanella non suonava.
Un giorno, però, una delle due ragazzine, quella bellissima
e con i capelli come oro filato, le si avvicinò e,
sorridendole, le fece cenno di uscire fuori dal suo nascondiglio.
Quando Bonnie trovò il coraggio di venire fuori, la
ragazzina le disse: “Sono Elena!”. Due parole e si
catapultò nel suo mondo.
Subito dopo la campanella suonò e allora anche
l’altra ragazzina le si avvicinò, le tese una mano
e le disse: “Andiamo, Bonnie!”. Altre due parole.
Da quel giorno la sua vita cambiò e da chè non
aveva nessun’amica si ritrovò ad avere addirittura
due sorelle: Elena e Meredith.
Poi la vita era andata avanti e di frasi da due parole ce ne erano
state sempre di più e sempre più spesso le
avevano sconvolto l’esistenza.
Prima era lì e stava per sposarsi, poi era arrivato Damon e
con due parole era riuscito a rendere perfetto il momento
dell’imminente morte per mano del vampiro Chen. Quella volta
Damon le aveva detto: “Ti amo!”.
E a quel punto Bonnie aveva detto addio al matrimonio e alla vita
tranquilla che si stava preparando a vivere con un altro.
Ed erano arrivati i problemi, i rischi, i pericoli, ma a Bonnie non
importava, per quelle due parole di Damon aveva dato tutto…e
non si era mai sentita più felice e in pace con se stessa.
E adesso ecco arrivare un’altra frase del genere e Bonnie
sapeva che tutto stava per cambiare di nuovo, che quelle due parole
erano arrivate a minare la felicità che altre due parole le
avevano donato, a meno che non avesse lottato e vinto.
Bonnie non sapeva se sarebbe arrivata la vittoria oppure la sconfitta,
ma una cosa le era chiara: avrebbe lottato con tutta se stessa.
“Usciamo e andiamogli incontro!” - la sua voce
risuonò decisa nella stanza silenziosa.
“Sei sicura?” - il tono di Elena era premuroso.
“Sì! Non possiamo scappare perché ci
ritroverebbero comunque, l’unica scelta è uscire
fuori e combattere!” - ribadì Bonnie.
Con un cenno della testa Elena annuì, Damon
annuì, Stefan annuì, tutti annuirono e tutti la
seguirono verso la porta sul retro che dava sul giardino, la stessa
porta che poco prima li aveva visti rientrare felici e spensierati e
che adesso li vedeva uscire decisi e attenti, ma con gli occhi
strabordanti di tristezza e la morte nel cuore.
In giardino il vento soffiava gelido e scuoteva furiosamente li alberi.
Katie non riconosceva più il luogo da sogno in cui aveva
passato la notte con Matt a guardare il cielo. Quello stesso posto si
era trasformato in un qualcosa di surreale e profondamente terrificante.
“Sono davvero felice di incontrarvi tutti,
finalmente!” - la voce di Samuel arrivò un istante
prima che Samuel stesso si materializzasse a diversi metri da loro,
circondato da altre cinque figure che Katie non fece fatica a
riconoscere.
Si irrigidì all’istante.
“Scusaci tanto per la cattiva accoglienza, Samuel, ma, sai
com’è!?!, non siamo soliti offrire tè e
pasticcini a chi viene per ucciderci!” - disse sarcastico
Damon tenendo Bonnie stretta a sé.
“E chi dice che siamo qui per uccidervi?” - chiese
Samuel con un sorriso storto.
“Non credo che siate venuti fin qui per giocare a
briscola!” - fece Damon.
“Devo confessare che ho sempre apprezzato la tua vena
sarcastica, vampiro, nonostante tu mi abbia procurato non pochi
guai!” - rispose Samuel.
“Non potete ucciderci o almeno non tutti! Non potete uccidere
gli esseri umani! Voi gli umani li proteggete!” - intervenne
Stefan.
“Giusto, ma converrai con me che, essendo vostri alleati, gli
umani qui presenti tenteranno di ostacolarci per potervi salvare,
quindi noi, per forza di cose, dobbiamo tenerli occupati in qualche
modo! Questo però non vale per le streghe…loro
sono delle traditrici e in quanto tali meritano la morte!” -
rispose Samuel.
“Come il Consigliere Hugh? O come Samia?” -
gridò Bonnie.
L’espressione di Samuel cambiò, divenne crudele e
spietata.
“Adesso basta! Questa non è una riunione pacifica,
questa è una guerra! E questi sono i miei
guerrieri!” - disse invitando gli altri stregoni a farsi
avanti.
La schiena di Katie venne percorsa da un brivido che non
sfuggì a Samuel.
“Vedo che Katie li ha riconosciuti!” -
esclamò - “Non mi metterò qui a
presentarveli, ci penseranno loro, lasciate solo che vi dica che contro
di loro non avrete nessuna possibilità! E adesso, giusto per
cominciare….” - Samuel si spostò di
lato e fece un lieve cenno del capo a colei che Katie conosceva come la
strega Susan.
La strega si fece avanti e si limitò a guardare dritto di
fronte a se, stringendo gli occhi e corrugando la fronte,
concentrandosi.
Pochi secondi dopo la signora Flowers era caduta a terra, svenuta.
“Cosa le avete fatto?” - gridò Matt
inginocchiandosi accanto al corpo della donna.
“La sto solo tenendo sotto controllo! Lei è affare
mio!” - rispose Susan.
“Lasciatela stare! Lei non c’entra niente con
voi!” - disse Stefan, ma non appena finì di
parlare Katie vide lo stregone Richard scattare in avanti e poi una
luce accecante ingoiò il vampiro e lo stregone che svanirono
nel nulla.
Elena scoppiò in lacrime e Meredith le si
avvicinò.
“Cosa è successo a mio fratello? Parla!”
- ordinò Damon fuori di sé.
“Nulla…per ora! E’ stato solo
teletrasportato in un altro posto in cui possa battersi tranquillamente
con il più grande cacciatore di vampiri mai
esistito!” - sorrise Samuel.
“Samuel tutto questo è una follia!” -
intervenne Katie.
“Tu taci! Una traditrice come te non ha il diritto di
parlarmi!” - rispose duro il Consigliere superiore.
Elena continuava a piangere disperatamente.
Bonnie tentò di farsi avanti, ma una barriera eretta da
Maddy le impedì di proseguire.
“Cosa vuoi tu?” - gridò Bonnie, ma Maddy
la ignorò e fece un passo avanti affiancata da Sean.
I due stregoni unirono le mani e chiusero gli occhi. In un attimo un
vortice di vento, polvere e luce avvolse Elena e Meredith e
staccò Matt dalla figura priva di sensi della signora
Flowers.
I tre ragazzi e i due stregoni si sollevarono da terra e volarono sul
tetto del pensionato dove Maddy e Sean avevano eretto una gabbia magica
che impediva ai tre umani di uscire e anche di poter comunicare con
l’esterno visto che continuavano a gridare e a parlare, ma
lei non riusciva a sentire nulla.
“E rimasero in tre! Ma voi siete in due! Sai
Samuel….credo che tu abbia sbagliato i calcoli! Avresti
dovuto portare un altro stregone per poterci dividere tutti!”
- disse Damon.
“Ed è qui che ti sbagli, Damon! Non voglio
dividervi tutti! Tu e Bonnie siete sempre stati insieme, quindi
perché non farvi continuare insieme? Quella che
sarà da sola sarà Katie!” - rispose
Samuel.
Il Consigliere e l’ultimo stregone rimasto, Timothy, tesero
in avanti il braccio destro nello stesso momento e dalle loro mani
uscirono dei fasci di luce rossa. Quello di Samuel colpì
Damon e Bonnie e li teletrasportò chissà dove,
mentre quello di Timothy colpì Katie che si sentì
trascinata via come se fosse nell’occhio di un ciclone.
La luce bianca che lo aveva accecato svanì di colpo e Stefan
si ritrovò a diversi metri da terra, ma riuscì a
non cadere e ad atterrare agilmente come solo un vampiro può
fare.
Guardandosi intorno non vide altro che il nulla. Si trovava su una
strada isolata, probabilmente la statale abbandonata alle spalle del
cimitero di Fell’s Church, e intorno a lui non
c’era niente e nessuno fatta eccezione per lo stregone che
gli si era scagliato contro all’improvviso e lo aveva portato
fin lì.
“Chi sei?” - chiese Stefan.
“Il mio nome è Richard e sono l’incubo
di quelli come te!” - rispose l’altro.
“Quelli come me?”.
“I vampiri! Io sono uno stregone cacciatore e sono
specializzato in voi vampiri! Adoro uccidervi e adoro torturarvi! Oggi
mi divertirò con te!”.
“E credi che sarà facile?” - chiese
Stefan.
“Ho preso informazioni su di te! So che nonostante la tua
età non sei molto forte, quindi sì, credo che
sarà facile!” - rispose sorridendo lo stregone.
“Perché siamo qui?” - chiese Stefan
guardandosi intorno.
“Perché è isolato e perché
è il posto ideale per combattere contro quelli come te! Non
c’è assolutamente nulla qui, quindi tu non potrai
nasconderti da nessuna parte. Deve essere triste per
te…nemmeno un albero su cui andarti a ficcare!” -
rispose lo stregone.
“Ma questo è un problema anche per te: se non hai
alberi da dove lo prendi il legno per uccidermi?”.
“Lo creo! Ti ricordo che sono uno stregone, io!” -
fece Richard schioccando le dita e facendo comparire da nulla un
paletto di legno lungo e affilato.
“E ti ricordo che io sono un vampiro!” - fece
Stefan estraendo al massimo i canini.
“Da quello che ho sentito, a volte sembri
dimenticarlo!”.
“Non ora!” - e detto questo si
scagliò contro lo stregone.
“Sono spariti tutti!” - disse Matt in preda
all’agitazione.
“Li avranno portati chissà dove per combattere
come hanno fatto con Stefan poco fa!” - ragionò
Meredith.
“Spero che tutto vada per il meglio!” - disse Matt.
“Lo speriamo tutti, ma dobbiamo trovare un modo per uscire da
questa specie di gabbia! Non ho intenzione di lasciarli nei guai senza
fare niente!” - intervenne Elena che aveva smesso di piangere.
“Sì, ma cosa ci inventiamo?” - chiese
Matt.
La decisione negli occhi di Elena sembrò vacillare e la
ragazza si voltò a guardare Meredith in cerca di aiuto, ma
l’amica si strinse nelle spalle e scosse la testa.
“Non lo so!” - disse.
Quando il ciclone la lasciò andare, Katie si
ritrovò distesa a terra tra due lapidi.
Si rimise lentamente in piedi e intorno a lei vide lapidi, mausolei e
piccole cappelle ovunque e tutte erano terribilmente corrose dal tempo
e rovi pieni di spine sembravano abbracciarle e stringerle in una presa
mortale.
Era nel cimitero, nella parte vecchia del cimitero, al di là
del ponte di cui Elena le aveva parlato quando le aveva raccontato dei
suoi primi giorni con Stefan quando non sapeva ancora che era un
vampiro.
Non sembrava esserci nessun altro tranne lei, ma Katie sapeva che era
così che Timothy agiva, nascondendosi nell’ombra e
lasciando che fossero gli elementi guidati dal suo Potere a parlare per
lui.
Si preparò al peggio.
Tirò fuori dalla tasca il cristallo bianco e luminoso che
portava con se da qualche giorno in attesa del momento opportuno
in cui usarlo.
Quello era una delle sue pietre più potenti: Katie sapeva
che, nella magia, solo poche cose erano più potenti dei
cristalli perché questi erano i canalizzatori
dell’energia che proveniva direttamente dalla natura, ma
sapeva anche che Timothy poteva batterli visto che era un esperto negli
elementi naturali.
E cosa erano dei semplici cristalli, che funzionavano solo se gli
elementi naturali decidevano di dare loro energia, contro i veri
elementi che naturalmente non le avrebbero dato un bel niente essendo
contrapposti a lei dal Potere di Timothy?
“Vieni fuori, Timothy!” - gridò.
“Perché dovrei?” - le rispose la voce
dello stregone nascosto chissà dove giusto un attimo prima
che un muro di fuoco le crollasse addosso.
“Credo che questo posto lo conosciate!” - disse
Samuel guardandosi intorno.
La luce era sparita e loro si trovavano nel bosco, nella parte
dell’Old Wood più lontana da tutto e da tutti, al
centro di una piccola radura naturale.
“Cosa succederà, Damon?” - gli chiese
Bonnie aggrappata al suo braccio destro.
Damon si voltò a guardarla: aveva gli occhi lucidi e
impauriti.
Damon odiava vederla spaventata e odiava chiunque e qualunque cosa la
spaventasse. In quel preciso istante odiava Samuel.
“Non preoccuparti, streghetta! Ricordati della
promessa…e del promemoria!” - le disse.
“Non voglio che ci divida!” - disse Bonnie.
“Neanch’io!” - rispose Damon e si
chinò a darle un lieve bacio sulle labbra rosse.
“Lo sapete che siete carini insieme? Se tu non fossi un
mostro, un abominio, un cadavere ambulante, formereste davvero una
bellissima coppia!” - si intromise Samuel.
“Scommetto che ti rode il fatto che questo cadavere ambulante
sia molto meglio di un vecchio imbecille come te!” - rispose
a tono Damon.
Non sarebbe mai arrivato il momento in cui qualcuno gli avrebbe offerto
su un piatto d’argento la possibilità di uscirsene
con una bella frase offensiva e lui non l’avrebbe colta.
Infondo restava pur sempre Damon Salvatore, braccato da uno stregone
psicopatico, sì, ma pur sempre Damon Salvatore.
“Le tue battute cominciano a stufarmi!” - disse
Samuel.
“Sbaglio o avevi detto che ti piaceva il mio lato
divertente?” - fece Damon.
“Adesso non più!”.
“Peccato! Cominciavi a piacermi! Avremmo anche potuto
diventare amichetti del cuore, sai?” - rispose Damon
prendendolo palesemente in giro.
A Bonnie scappò un risolino.
- Come ho
già detto: io non perderò mai
l’occasione di fare una bella battuta, ma anche lei non mi
toglierà mai la soddisfazione di sentirla ridere alle mie
battute - pensò Damon compiaciuto.
“Adesso smettiamola e passiamo alle cose serie!” -
disse Samuel.
“Cosa intendi?” - chiese Bonnie.
“Già, cosa intendi per cose serie?
Perché nei piani degli assassini folli
c’è anche qualcosa di serio?” - aggiunse
Damon.
“Intendo, Bonnie” - rispose Samuel ignorando
bellamente l’ultima affermazione di Damon - “ Che
adesso vi farò una proposta!”.
“Che proposta?”.
“Vi propongo un patto! Se voi lo rispettate io richiamo tutti
i miei stregoni e lascio stare i vostri amici, tutti quanti!”
- disse Samuel.
“L’ultima volta che ho fatto un patto con uno di
voi è stato con Ted: lui mi aveva promesso che se fossimo
arrivati alla fine del Labirinto ci avrebbe lasciati liberi di
andarcene, e invece sei arrivato tu e mi hai portato via Bonnie! Quindi
perché adesso dovrei starti a sentire?” - chiese
Damon.
“Perché è la vostra unica chance!
Prendere o lasciare!” - fece Samuel.
“Va bene! Parla!” - intervenne Bonnie.
Damon si voltò verso di lei.
“Bonnie io non mi fido!” - disse.
“Neppure io! Ma ha ragione lui: è la nostra unica
chance!” - rispose lei.
“Possiamo combattere e toglierlo di mezzo!” -
protestò Damon.
“Sì, ma chi ci assicura che nel frattempo i suoi
alleati non abbiano ucciso Katie, l’hai vista anche
tu…era spaventata, oppure Stefan, sai meglio di chiunque
altro che è più debole di come dovrebbe essere un
vampiro vecchio come lui a causa dal sangue di animale. E se facessero
del male a Meredith, Matt ed Elena? Matt ha appena trovato un briciolo
di felicità, accidenti, e Meredith deve sposarsi tra breve.
Per non parlare della signora Flowers: non le hanno dato neppure la
possibilità di difendersi. E se quella donna tentasse di
ucciderla mentre è priva di sensi? Lo so che è
folle accettare le sue condizioni, Damon, ma dobbiamo
farlo….per gli altri! Li abbiamo trascinati noi in questo
incubo…glielo dobbiamo! Fallo per loro, Damon! Fallo per
me!” - ribattè Bonnie.
Dopo quelle parole ,< Fallo per me >, Damon fu costretto
a cedere.
“Cosa dobbiamo fare?” - chiese voltandosi verso
Samuel.
Lo stregone sorrise.
“E’ semplice!” - disse -
“Dovete solo superare tre prove a cui vi
sottoporrò!”.
“E scommetto che non ci dirai in anticipo di cosa si tratta,
giusto?” - fece Damon.
“Esatto! O si fa l’accordo a scatola chiusa o
niente! E in quel caso….chissà cosa
può succedere ai vostri amici!” - li
minacciò Samuel.
Damon guardò Bonnie. Lei si voltò a guardare lo
stregone e annuì.
“Bene allora! Diamo inizio ai giochi!” - disse
Samuel.
NOTE:
Ciao a tutti!
Chiedo umilmente perdono per la lunga attesa, ma, giuro che ho una
scusa valida! Almeno credo...
Sono stata impegnatissima con l'università e il lavoro
nell'ultimo mese, per non parlare poi del casino che ho a casa a causa
della ristrutturazione generale che mia madre ha deciso di fare di
punto in bianco!
Il mio tempo si era così azzerato e non riuscivo a trovare
neppure un'oretta libera per scrivere, senza parlare del fatto che,
comunque, con tutte le cose che sono successe, l'ispirazione
è mancata un pochino, ma adesso è
tornata, per fortuna, e spero che non vi deluda con il proseguo della
storia.
Torniamo a noi...
Sono arrivati i cattivi, finalmente, e le cose cominciano a scaldarsi!
Li hanno divisi tutti e ognuno avrà il suo bel da fare, ma,
naturalmete Damon e Bonnie saranno quelli più nei casini
visto la vena sadica che Samuel tirerà fuori nelle sue prove.
Ma vi anticipo che presto qualcuno arriverà a dare una
mano...e NON sto parlando di Alaric!
Adesso vi lascio...spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non mi
insultiate troppo nei commenti a causa del mostruoso ritardo.
Vi assicuro che giovedì tornerò con il sesto
capitolo......Abbiate pietà di me...*-* *-*
A presto...BACIONI..IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo sesto ***
Capitolo
sesto
“Sapete?
Non dovete aver paura! Le prove che state per affrontare sono molto
semplici! L’unica cosa che dovete fare è
impegnarvi per raggiungere l’obiettivo da me prefissato
affinchè la prova termini!” - Samuel era
così tranquillo che a Bonnie sembrava stesse leggendo le
istruzioni del Monopoli.
“E quale sarebbe questo obiettivo?” - chiese
irritato Damon.
Bonnie sapeva bene che Damon odiava essere trattato come stava facendo
Samuel in quel momento ossia come un bambino di cinque anni.
“Ovviamente ci saranno tre prove quindi anche tre obiettivi
diversi!” - puntualizzò Samuel facendo avanti e
indietro con una mano sotto il mento.
“Ovviamente….” - l’umore di
Damon peggiorava sempre di più ad ogni secondo che passava.
“Per quanto riguarda la prima prova….vi
darò delle piccole istruzioni! Tu, vampiro, non dovrai fare
un granchè, anzi…tu non dovrai fare proprio
niente, in effetti! Devi solo dormire!” - spiegò
lo stregone.
“E tu credi che io mi metta a dormire in un momento del
genere?”.
“Esattamente!” - disse Samuel ribadendo la sua
convinzione con un cenno deciso della testa.
Un istante dopo Samuel gridò qualcosa di incomprensibile e
dalle sue mani aperte venne fuori quello che aveva tutto
l’aspetto di un proiettile di luce.
Il proiettile fu così veloce che neppure Damon
riuscì a scansarsi e venne colpito alla testa. Poi cadde a
terra.
Bonnie riuscì a realizzare solo qualche istante dopo
ciò che era successo: in quel momento vedeva solo Damon a
terra e si sentiva svenire.
Si inginocchiò accanto al corpo del vampiro e
cominciò a scuoterlo e a chiamarlo per nome, ma non
succedeva nulla.
Con le lacrime agli occhi si voltò verso Samuel.
“Cosa gli hai fatto?” - gridò.
“L’ho solo addormentato! Ve lo avevo detto che lui
doveva solo dormire!” - rispose Samuel.
“Ma…ma sta bene?”
“Non che mi importi, ma sì, per il momento sta
bene! Adesso tutto dipende da te!” - rispose Samuel
tranquillo.
“Cosa devo fare?” - chiese Bonnie impaurita.
“Devi fare in modo che lui ti riconosca! Se ci riesci avete
superato la prima prova e si va avanti…..se non ci
riesci….beh, in quel caso il tuo cervello
esploderà e tu morirai, mentre Damon smetterà
semplicemente di esistere diventando polvere!” -
spiegò lo stregone.
“Se non superiamo le prove tu ci uccidi?” - chiese
Bonnie.
“Ovvio! Mi sembrava di essere stato chiaro! Anche se, in
questo caso, non sarò proprio io a uccidervi, ma
l’incantesimo che ho appena usato sul vampiro…che
poi è lo stesso che sto per usare su di te!” -
rispose Samuel.
“Vuoi far addormentare anche me?”.
“Sì! Per poi portarti nel posto in cui
è ora Damon! Mettiamola così
Bonnie….Damon adesso sta facendo un viaggio mentale! Tu lo
stai per raggiungere in questo viaggio, ma tra voi due ci
sarà un differenza: tu ricorderai perfettamente chi sei, da
dove vieni e cosa sta succedendo…sarai perfettamente conscia
della situazione in cui ti trovi! Damon no, lui non ricorda nulla, non
si rende neppure conto che quella in cui è adesso non
è la realtà! Il tuo obiettivo è fare
in modi che lui ricordi, nello specifico devi fare in modo che lui ti
riconosca! Tutto chiaro? Guarda che puoi anche arrenderti adesso! In
quel caso la prova non comincia, io e te combattiamo, tu probabilmente
morirai insieme a tutti i tuoi amici e Damon resterà per
sempre qui, addormentato e perso in chissà quale viaggio
mentale senza poter fare ritorno! A te la scelta, Bonnie!” -
spiegò Samuel.
Bonnie si voltò a guardare Damon accarezzandogli il viso.
Prese un bel respiro profondo e, consapevole del fatto che tutto
dipendeva da lei, si alzò e si voltò verso Samuel
spalancando le braccia.
“Colpiscimi!” - disse.
Samuel non se lo fece ripetere due volte e Bonnie venne colpita alla
testa da un altro proiettile di luce che le entrò nel
cervello e la catapultò in un abisso nero di dolore e urla
strazianti.
Quando il dolore si attenuò e Bonnie riaprì gli
occhi la prima cosa che la sorprese fu il fatto di essere in piedi.
Poi avvertì un prurito atroce in tutto il corpo, soprattutto
sulle gambe.
Ma non fece in tempo a capire cosa fosse a provocarlo che una donna
bassa, robusta e piuttosto arrabbiata le corse incontro gridando in una
lingua che Bonnie non conosceva, ma che le ricordava tanto
l’italiano che aveva parlato Damon durante la loro tappa a
Firenze alla fine del loro viaggio in giro per l’Europa.
La donna continuava a parlare e a gridare indicando lei e una cesta in
vimini piena zeppa di lenzuola.
Più Bonnie la sentiva parlare più si convinceva
del fatto che anche se quella lingua era l’italiano di certo
non era quello moderno…..sì, doveva essere un
italiano piuttosto antico.
All’improvviso la donna le afferrò bruscamente un
braccio e Bonnie sentì qualcosa dentro di lei cambiare.
Un istante dopo la donna era ancora lì, e aveva lasciato il
braccio e continuava a parlare solo che adesso Bonnie capiva ogni
singola parola.
La donna diceva: “Benedetta! Quante volte ti devo dire che la
devi smettere di andartene in giro come se questa fosse casa tua! Qui
tu sei una serva e quando ti dico di muoverti e di provvedere subito al
bucato, tu provvedi! I signori stanno per tornare dalla loro
passeggiata quotidiana e tu non hai ancora fatto nulla, quindi
muoviti!”.
- Benedetta? Chi
è Benedetta? Perché questa qui mi chiama
Benedetta? E perché io capisco quello che dice se non so
un’ acca dell’italiano moderno, figurarsi di quello
antico? E dove mi trovo? E come faccio a farle capire che non sono chi
crede che io sia se non posso comunicare? - mille e
più domande tartassavano la mente di Bonnie.
“Allora? Ti ho detto di muoverti?” -
ribadì la donna.
Bonnie allora si fece coraggio intenzionata a farsi capire
già immaginandosi una dura lotta tra lingue diverse, ma
quando aprì bocca la sorpresa fu ancora maggiore.
“Mi scusi, ma io…” - si fermò
a metà frase tanto era lo sconcerto: senza sapere come,
aveva parlato esattamente la stessa lingua di quella donna.
“Ma tu…cosa?” - chiese la donna
avvicinandosi minacciosamente.
Bonnie stava per ribattere quando un rumore la interruppe.
La donna si agitò.
“Sono rientrati!” - disse e diede una
calcio al cesto di vimini che andò a finire sotto un tavolo
lì vicino - “Non importa il bucato, adesso! Ci
penseremo dopo! Ora vieni come con me ad accogliere i
padroni!” - disse e corse via uscendo da un porta in legno
piuttosto malandata che si trovava alle sue spalle.
Dando uno sguardo in giro Bonnie si rese conto che tutto lì
dentro era piuttosto malandato e decisamente povero.
Si guardò ad uno specchio lì vicino e nonostante
la polvere riuscì a scorgere la sua figura: solo in quel
momento si rese conto che la situazione era grave per davvero e
capì anche perché le prudeva tutto.
Indossava una gonna lunga e logora, era marrone e di un tessuto pesante
simile alla tela. Le scarpe erano bruttissime, tutte sporche e con la
suola consumata e Bonnie riusciva a sentire chiaramente che i calzini
dovevano essere bucati.
Sulla gonna portava allacciato un grembiule bianco e indossava una
camicetta beige di quello che sembrava essere il cugino vecchio e
decisamente poco comodo del lino. I capelli erano legati da una
striscia di stoffa nera e le sue mani erano in condizioni catastrofiche.
“Benedetta! Ti ho detto di seguirmi!” -la donna era
tornata indietro e si era affacciata nella stanza dalla porta di legno
da cui era uscita prima.
- Benedetta sono io!
- pensò Bonnie e corse dietro alla donna.
Le stanze che attraversarono dopo essere uscite da quella specie di
catapecchia in legno scuro, erano lussuosissime e arredate in modo
stupendo con tappeti enormi, divani in velluto, quadri bellissimi e
lampadari di cristallo.
Bonnie era scioccata.
Si fermarono in una enorme sala con una scalinata lunghissima e una
porta gigante a doppio battente e con il pomello in oro.
La porta era tenuta aperta da quello che doveva essere il maggiordomo,
un uomo elegante, piuttosto vecchio, con una leggera barba bianca e
l’espressione attenta.
Dalla porta si sentì il rumore di zoccoli di cavallo che
correvano via a dopo qualche attimo fecero il loro ingresso tre uomini
e una donna.
Bonnie tremò e le si gelò il sangue.
Le parole e il divertimento di Samuel tornarono a risuonarle nelle
orecchie.
< Viaggio mentale > aveva detto, ma quello che non aveva
specificato era che si trattava di un viaggio a ritroso nel tempo, un
viaggio nel passato, il passato di Damon.
Il primo ad entrare fu un uomo elegantissimo, in completo marrone.
Entrò sfilandosi i guanti e senza degnarsi di guardare
nessuno se ne andò via.
La donna al suo fianco e tutti gli altri domestici lo salutarono
chiamandolo < Signor Salvatore >.
Bonnie realizzò che quello doveva essere Giuseppe Salvatore
il padre di Stefan e Damon.
Subito dopo furono proprio loro ad entrare, Damon e Stefan, o meglio il
signorino Stefan e il signor Damon, come li chiamarono i domestici.
Fecero il loro ingresso tenendo a braccetto una ragazza che Bonnie non
aveva mai conosciuto di persona, ma della quale aveva guardato per anni
ogni singolo tratto del viso grazie ad Elena: la signorina Katherine.
I tre, esattamente come aveva fatto il padrone di casa poco prima,
andarono via senza degnare nessuno dei presenti di un solo sguardo.
Bonnie si sentiva male, sapeva, in base a ciò che aveva
detto Samuel, che Damon non la ricordava, che non ricordava nulla di
ciò che era successo, che credeva che quella era la
realtà. Ma sapeva anche che doveva trovare il modo di
tirarlo fuori di lì, di costringerlo a ricordare, altrimenti
sarebbero morti.
Solo…non aveva la più pallida idea di come fare.
Bonnie conosceva il passato di Damon, sapeva cosa Katherine era stata
in grado di fare sia a lui che a Stefan.
Come poteva riuscire ad avvicinarlo abbastanza? Come poteva riuscire a
convincerlo che era tutto finto, che quelle cose erano il passato, che
adesso amava lei, se lui era sotto l’influenza di Katherine?
E poi non doveva dimenticare che all’epoca Katherine era
già una vampira e che Damon lo sapeva e che, proprio per
questo, era ancora più attratto da lei.
Il dolore di Bonnie crebbe e lei cominciò a sentire una
strana morsa alla gola che la soffocava.
Tra pensieri e ancora altri pensieri le ore passarono velocemente e
arrivò il momento di andare a letto.
Bonnie non aveva trovato né una soluzione al suo problema,
né il coraggio di buttarsi e di provare ad avvicinarlo e
fortunatamente era riuscita ad evitare chiunque per tutto il resto del
giorno.
Ma la sua fortuna non durò a lungo e, proprio mentre era
immersa in questi pensieri, girò un angolo e quasi
andò a sbattere contro Katherine.
Bonnie la fissò ad occhi sbarrati. Non riusciva a dire
nulla, né a staccare gli occhi da lei, nonostante Damon e
Stefan le fossero proprio alle spalle.
“Sei maleducata!” - disse la vampira -
“Non lo sai che quando mi vedi ti devi inchinare e
salutarmi?”.
Bonnie si riprese subito e fece come le era stato detto.
Si inchinò leggermente abbassando il capo e disse:
“Signorina Katherine!”.
Quando si tirò su lei era ancora lì e la stava
fissando con gli occhi socchiusi.
“Questa serva non mi piace per niente! Dovreste farla
licenziare! E’ irrispettosa!” - disse non rivolta a
lei, ma continuando a fissarla.
“Non credo che sia così! E’ solo nuova,
è appena arrivata!” - intervenne Stefan in sua
difesa - “Tu sei Benedetta, vero?” - le chiese.
Bonnie annuì pensando che Stefan era sempre Stefan, gentile
e buono con tutti anche a quei tempi.
“Sono convinta che non farà che creare
problemi!” - ribattè Katherine.
Questa volta fu Damon a rispondere, ma ciò che disse non fu
per niente ciò che Bonnie si aspettava. Per un attimo,
vedendolo lì a fissarla, aveva pensato che lui sarebbe stato
improvvisamente colto da un flash e l’avrebbe riconosciuta
portandoli via entrambi da quella situazione, ma non fu così.
“Io dico che non creerà nessun problema! Insomma,
Katherine, guardala: è solo una stupida, piccola serva e con
dei capelli orribili, a dirla tutta!” - disse.
Bonnie dovette sforzarsi per trattenere le lacrime.
Katherine scoppiò a ridere seguita da Damon, poi i tre se ne
andarono via e Bonnie potè finalmente correre in quel buco
di legno che era la sua stanza e dare sfogo alle lacrime.
Il mattino dopo Bonnie si alzò più agguerrita che
mai.
Non aveva dormito per niente quella notte ed aveva continuato a pensare
e a ripensare a ciò che era successo, alle parole di Samuel,
alla prova che stava affrontando ed era arrivata alla conclusione che
doveva farcela per forza, che Samuel stava facendo tutto solo per
demoralizzarla e per separarli per poi ucciderli, ma lei non
lo avrebbe permesso.
Il giorno prima si era fatta sopraffare dallo stupore e dalla paura per
la difficile sfida da affrontare e per la situazione impossibile in cui
si trovava, ma era arrivato un nuovo giorno e Bonnie doveva guardare
avanti e combattere.
Si lavò nel piccolo catino che aveva con lei.
L’acqua era gelida, ma non ci badò.
Si rivestì con gli stessi abiti del giorno prima e si
preparò ad un nuovo round.
Passò l’intera mattinata lavando cose e
asciugandone altre, sempre costretta ad assistere alla ridicola lotta
tra Stefan e Damon per la conquista del cuore di Katherine, ignari di
ciò che avrebbe significato.
Più volte aveva dovuto trattenersi dal mettersi ad urlare a
quei due che erano degli idioti totali e che Katherine avrebbe portato
solo dolore e morte nella loro vita. Ma poi ricordava che il suo scopo
era un altro e si tranquillizzava.
Inutile dire che dopo l’incontro della sera prima, Katherine
non perse nessuna occasione di insultarla o prenderla in giro con,
ovviamente, il totale appoggio di quel cretino che lei stava cercando
si salvare.
Era il primo pomeriggio e Bonnie era furiosa, furiosa con tutti, ma
soprattutto con quella ridicola vampira che non faceva altro che
mandarla avanti e indietro per prepararle pietanze che lei poi non
avrebbe neppure toccato, il tutto sotto il sorriso divertito da ebete
di Damon.
Quella volta Bonnie era in cucina perché la signorina voleva
un mela, ovviamente sbucciate e fatta a fette.
La donna che aveva incontrato il giorno prima era lì con
lei. Bonnie aveva scoperto che si chiamava Teresa e che quando non era
arrabbiata sapeva essere persino simpatica.
All’ennesimo trillo della piccola campana che Katherine usava
per chiamarla, Bonnie esplose e senza accorgersene si tagliò
il palmo della mano destra. Subito tamponò il sangue con un
pezzo di stoffa bianca che era lì sul tavolo e durante
l’operazione afferrò uno spicchio di mela e lo
mangiò.
“Quelli sono per la signorina Katherine!” - la
rimbeccò Teresa.
“Me ne frego!” - rispose Bonnie.
Vide Teresa sbiancare e guardare qualcosa alle sue spalle, impaurita.
Quando Bonnie si voltò si ritrovò davanti un
Damon piuttosto arrabbiato.
“La signorina Katherine vuole la sua mela, subito! E ti
ricordo che tu non sei niente e nessuno per fregartene di un ordine!
Non sei altro che una serva, quindi muoviti e fa il tuo
dovere!” - le sibilò minaccioso.
Bonnie non riuscì più a trattenersi.
“Ah, davvero? La signorina Katherine vuole la sua
mela?” - esordì facendogli il verso -
“Sia tu che io sappiamo bene che alla signorina Katherine non
piacciono né le mele, né nessun altro alimento
solido! Ma che, piuttosto, preferisce la roba rossa, calda e
liquida!” - continuò sbattendogli davanti agli
occhi il palmo insanguinato - “Quindi adesso me ne vado a
disinfettarmi il taglio prima di correre il rischio di morire
dissanguata!” - aggiunse facendo chiaramente riferimento a
Katherine e andando via.
“Come ti permetti!?!” - ribattè, poco
convinto, Damon
Bonnie si fermò sotto l’arco della porta della
cucina e si voltò di nuovo.
“Sai che c’è? Adesso ti sbatto la
verità in faccia così forse la smetti di fare il
cretino! Tutto quello che vedi intorno a te, stupido pezzo di idiota,
non è reale! Io e te siamo reali, il resto non lo
è! Quindi….pensaci e poi vieni a
parlarmene!” - disse e fece per andarsene, ma si
bloccò ancora una volta e lo guardò solo per
aggiungere: “E non ti azzardare mai più a dire che
i miei capelli sono orribili, perché lo so benissimo che tu
adori i miei capelli esattamente come adori ogni singolo pezzo di
me!” - detto questo se ne andò sbattendo la porta.
Trascorsero esattamente nove ore, nove ore durante le quali Bonnie si
andò a nascondere all’interno
dell’enorme giardino che circondava la villa.
Se ne stava seduta sull’erba verde, con le spalle contro il
tronco di un grosso e maestoso salice, quando dei passi alle sue spalle
la riscossero dai suoi pensieri e la costrinsero a voltarsi.
“Perché hai detto quelle cose? Perché
hai detto che nulla è reale?” - le chiese Damon
uscendo dal fitto della vegetazione e avvicinandosi a lei.
“Perché è così! Tutto questo
è già successo! E’ il
passato!” - ribattè Bonnie.
“E come ci saremmo finiti, io e te, nel passato?” -
le chiese ironico Damon.
Bonnie lo conosceva quel tono e sentirlo rivolto a lei la irritava
terribilmente.
“Per via di uno stregone!” - rispose.
“Uno stregone? E tu vuoi farmi credere che esistono gli
stregoni?” - chiese lui con lo stesso tono di poco prima.
Bonnie si alzò e lo affrontò.
“E tu vuoi farmi credere che esistono i vampiri?” -
disse.
Damon sembrò agitarsi.
“Come fai a conoscere il segreto di Katherine?” -
le chiese.
“Perché siamo nel passato, te l’ho
detto! E questa storia la conosco!” - rispose Bonnie.
“E cosa ci facciamo nel passato?”.
“Non ci facciamo nulla visto che se non ti risvegli lo
stregone ci ucciderà presto!”.
Damon rimase in silenzio a fissarla per diversi istanti, poi Bonnie
decise che era giunto il momento di rischiare.
Gli si avvicinò ancora di più, quasi facendo
aderire i loro corpi, ma Damon non si tirò indietro.
“Ascoltami bene! Lo so che ti sembra una follia, ma
è tutto vero! Lo stregone esiste e vuole ucciderci e lo
farà se non superiamo la prova!” -
cominciò Bonnie.
“E quale sarebbe esattamente questa prova?” -
chiese Damon.
“Questo, il viaggio nel passato è la prova e per
superarla tu devi ricordare o almeno devi riconoscermi e capire chi
sono in realtà e cosa provi per me! Fai uno sforzo, Damon!
Aiutami! Devi riconoscermi!” - disse Bonnie.
“Ma io ti conosco…tu sei Benedetta, la
serva!” - rispose Damon.
“No! Il mio nome non è Benedetta e non sono una
serva! Mettitelo in testa!” - rispose dura Bonnie.
Non aveva idea di cosa fare, di come portarlo a ricordare.
Fece l’unica cosa che le venne in mente.
Si sporse in avanti, lo afferrò per le spalle costringendolo
a piegarsi e lo baciò.
Damon tentò, in un primo momento, di resisterle, poi Bonnie
lo sentì rilassarsi, lo sentì cedere,
sentì le mani di Damon arrivare alla sua vita e stringerla,
sentì il bacio crescere d’intensità.
Quando si staccarono, Bonnie lo guardò dritto negli occhi,
incoraggiandolo con lo sguardo.
Damon sembrava confuso, ma poi qualcosa in lui sembrò
cambiare e sfiorandole il viso sussurrò:
“Bonnie?” - come se fosse una domanda, come se non
fosse del tutto sicuro di quello che aveva appena detto.
Lei annuì: “Sì, Bonnie!” -
confermò e vide l’incertezza negli occhi di Damon
trasformarsi in sicurezza.
Lui le sorrise e tornò a baciarla con più ardore
di prima.
Una lacrima di gioia scese lungo il viso di Bonnie che solo
lontanamente si rese conto che il paesaggio intorno a lei cambiava e si
trasformava in una specie di vortice dove tutto assumeva una forma
indistinta.
Solo quando il bacio finì Bonnie capì che ce
l’avevano fatta, che avevano superato la prova.
Un secondo prima erano nel passato e un secondo dopo
l’incantesimo era stato rotto ed erano ritornati nel
presente. E adesso erano lì, abbracciati, vivi e non
indossavano più i ridicoli vestiti di poco prima.
“Eri davvero cretino a quell’epoca! Sembravi un
cagnolino al servizio di Katherine!” - lo prese in giro
Bonnie.
“Non parliamone più che è meglio! Credo
che in questo momento sto provando qualcosa di molto simile alla
vergogna!” - rispose Damon.
“Faresti bene a vergognarti visto il tuo comportamento! Altro
che grande vampiro super potente!” - continuò
Bonnie.
“Streghetta?”.
“Sì?”.
“Smettila!” - fece Damon.
“Io direi che dovreste smetterla entrambi!” -
intervenne Samuel a qualche metro da loro.
Bonnie si voltò verso lo stregone.
“Ce l’abbiamo fatta!” - disse sorridente.
“Già! Ma vi ricordo che era solo la prima prova!
Adesso passiamo alla prossima!” - rispose Samuel
evidentemente irritato dal loro successo.
Poi lo stregone alzò una mano verso il cielo e
gridò qualcosa.
Un fascio di luce azzurra comparve dal nulla e scese verso il suolo
alla spalle di Bonnie e Damon.
La luce crebbe d’intensità fino a diventare
impossibile da guardare.
Bonnie chiuse gli occhi.
Quando li riaprì la luce era svanita, ma al suo posto era
comparso uno specchio.
NOTE:
Ciao a tutti!
Come promesso...oggi è giovedì e questo
è il nuovo capitolo, spero vi piaccia!
Voglio cominciare questa nota facendo una cosa che non ho mai
fatto...cioè una dedica: voglio dedicare questo capitolo a
Cristina che è stata così gentile da contattarmi
per passarmi l'idea del viaggio nel tempo in modo che potessi usarla
nella mia fan fiction. Ovviamente ho dovuto modificare l'idea originale
per adattarla ai piani di quello sconsiderato di Samuel, ma spero che
le piacerà il modo in cui l'ho usata.
Tornando a noi....
In questo capitolo ho deciso di tenere un attimo da parte tutti gli
altri e le loro sorti per concentrarmi su Bonnie, Damon e le prove da
affrontare.
Lo schema che seguirò nei prossimi capitoli sarà
semplice: un capitolo sarà dedicato ad una prova di Bonnie e
Damon, il successivo a ciò che avviene a tutti gli altri,
poi di nuovo Bonnie e Damon, poi di nuovo gli altri e così
via fino al decimo capitolo in cui i nostri due eroi affronteranno la
loro ultima prova!
Dopo la storia continuerà regolarmente coinvolgendo tutti in
tutti i capitoli.
Quindi per chi voleva sapere degli altri e per chi, da come ho letto
nei commenti, era in pena per il povero Stefan tutto solo contro il
più grande cacciatore di vampiri della storia della magia,
dovrà aspettare domenica per saperne di più.
Per il momento spero che questo capitolo vi sia piaciuto e via anticipo
già da adesso che lo specchio sarà
importantissimo per la seconda prova.
Grazie a tutti coloro che hanno letto e/o commentato lo scorso capitolo.
A domenica.....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo settimo ***
Capitolo
settimo
Lo
stregone era potente….ed era allenato.
Stefan faceva fatica a tenerlo a bada.
In più di cinquecento anni di vita, le volte in cui si era
ritrovato a desiderare di essere un po’ più come
la stragrande maggioranza dei vampiri, un po’ più
come Damon, si contavano sulle dita di una mano.
Ma Stefan dovette francamente ammettere con sé stesso che
quello era proprio uno di quei rari momenti in cui rimpiangeva la sua
scelta di fare il bravo vampiro e bere sangue di animale.
Se solo fosse stato potente quanto la sua età richiedeva che
fosse adesso non avrebbe avuto problemi a combattere contro lo stregone
Richard e, forse, lo avrebbe già sconfitto e avrebbe
già salvato Elena.
Elena….l’amava così tanto.
Ultimamente quando pensava a lui e ad Elena si era paragonato spesso a
Damon e Bonnie. Non perché fosse invidioso o non approvasse
la loro coppia o, ancora peggio, perché provasse qualcosa
per Bonnie, no.
A dire il vero più che un paragone tra le due coppie era un
paragone tra se stesso e suo fratello all’interno delle
coppie.
Nel giro dell’ultimo mese si era ritrovato più
volte a guardare Damon che faceva di tutto per salvare Bonnie....e ci
era sempre riuscito.
Era lì che scattava il paragone e Stefan si chiedeva cosa
sarebbe successo se al posto di Damon e Bonnie ci fossero stati lui ed
Elena: sarebbe riuscito a salvarla senza l’aiuto di nessuno?
Perché era questo che Damon aveva fatto.
Nel Labirinto lui e Bonnie erano completamente soli, ma lui era
riuscito a ritrovarla.
Nel Regno Magico Stefan era con Damon, ma non aveva fatto
granchè. Era stato Damon a riavvicinare Bonnie, era stato
lui a fare di tutto per riportarla a casa rischiando anche la vita.
Persino un anno prima, contro Chen, Damon era quello che era quasi
morto per salvarla.
Non sapeva davvero se lui avrebbe potuto fare lo stesso per Elena,
nonostante l’immenso amore che lo legava a lei.
E di solito era a questo punto del ragionamento che scattava la rabbia,
rabbia perché lui tutte quelle cose che faceva Damon non era
in grado di farle.
La rabbia, però, non era rivolta verso suo fratello e non
nasceva da nessuna gelosia nei suoi confronti.
Semplicemente, Stefan si arrabbiava con se stesso.
Sì, perché era solo colpa sua e delle sue scelte
se non poteva difendere la donna che amava come lei meritava.
E questa era una di quelle occasioni.
Nonostante la rabbia, i rimpianti e i sensi di colpa, Stefan era
consapevole che doveva lottare, lottare e vincere e doveva farlo per
tutti gli altri, ma specialmente per Elena.
Così all’ennesimo attacco dello stregone, Stefan
cercò di canalizzarla tutta quella rabbia per poi poterla
usare a suo favore.
Richard gli si lanciò contro, di nuovo, e Stefan fece lo
stesso, di nuovo.
Si scontrarono a metà strada. La sua spalla sinistra e
quella destra dello stregone urtarono violentemente e fu come se un
intera montagna si fosse improvvisamente spaccata in due e stesse
franando.
Lo stregone indietreggiò di pochi passi, solo per recuperare
il paletto di legno che gli era sfuggito nell’urto.
Adesso Richard sogghignava e più lui sogghignava
più Stefan metteva in allerta tutti i sensi.
Un attimo dopo lo scontro ricominciò.
Stefan schivò, saltando, un paio di attacchi dello stregone
che affondava il paletto tentando di trafiggerlo.
Dal cimitero provenivano bagliori improvvisi e grida che lo
innervosivano, ma non poteva lasciarsi distrarre.
“E’ la strega traditrice quella lì
dentro!” - disse Richard facendo un cenno della testa in
direzione del cimitero, ma senza togliergli mai gli occhi di dosso.
Stefan tentò di non ascoltarlo perché sapeva che
se cominciava a pensare agli altri per lui era finita.
“Zitto e combatti!” - rispose e un secondo dopo era
a pochi centimetri dalla schiena dello stregone e lo aveva afferrato
torcendogli la mano sinistra all’indietro e tenendogli
bloccato il collo.
“Potrei morderti in questo istante e ucciderti!” -
gli sibilò all’orecchio.
“No, non lo farai, perché sei il vampiro buono che
non uccide le persone!” - lo schernì Richard.
“Tu non sei una persona! Tu e tutti quelli dalla parte di
Samuel siete solo dei vermi e i vermi, fino a prova contraria, sono
classificati sotto la voce Animali!” - ripose Stefan
estraendo i canini, ma la voce gli morì in gola quando un
dolore atroce lo colpì allo stomaco costringendolo a
lasciare la presa.
Richard aveva usato la mano sinistra, quella che Stefan teneva
bloccata, per creare una fera di fuoco che era stata la causa del
dolore provato dal vampiro: lo stregone lo strava bruciando.
Stefan era ancora piegato in due e si teneva una mano sulla ferita
mentre sentiva la sua pelle che, molto lentamente, si rigenerava.
“Se tu fossi un vampiro decente, a quest’ora
saresti già tornato come nuovo!
Invece…” - lo prese in giro Richard subito prima
di ripartire all’attacco.
Stefan non era ancora in condizioni di muoversi e questo lo stregone,
che sembrava aver ritrovato tutte le energie, lo sapeva bene.
Gli si scagliò contro con rinnovata potenza e Stefan aveva a
mala pena la forza per difendersi o per indietreggiare per schivare
qualche colpo.
Lo stregone cominciò ad utilizzare la magia e raffiche di
fuoco e luce gli si abbatterono contro sprigionando tutta loro energia
e consumando la sua.
Stefan si sentiva sempre più debole e Richard ne
approfittava per sferrargli calci e pugni con una forza pari a quella
di un qualunque vampiro nel pieno della forma.
Ma Stefan non si arrendeva, lui doveva lottare e vincere, non poteva
lasciarsi andare.
Mentre formulava questi pensieri Stefan voltò di scatto la
testa per evitare che l’ennesima scaglia di luce e fuoco gli
colpisse l’occhio sinistro, ma fu un tremendo errore
perché esattamente in quel frangente non riuscì a
schivare un altro colpo di Richard.
Il dolore più atroce che avesse mai sentito gli si
propagò per l’intero corpo e lo
paralizzò.
Con gli occhi fuori dalle orbite, Stefan abbassò lo sguardo
per vedere dove fosse stato colpito: Richard era ancora sopra di lui,
aveva usato la scheggia di fuoco per distrarlo e poi gli aveva
conficcato il paletto giusto al centro del petto.
Non appena vide il muro di fuoco abbattersi su di lei, Katie
formulò il primo incantesimo difensivo che le era venuto in
mente sperando che, con l’aiuto del cristallo che teneva
stretto nella mano destra, la potenza dell’incantesimo
crescesse in modo da riuscire a non farsi ammazzare subito.
Fortunatamente fu così: la barriera protettiva che le si era
creata intorno resistette all’attacco di Timothy anche se
andò distrutta subito dopo.
“Bel trucchetto, ma è tutto inutile!” -
ancora una volta la voce di Timothy risuonò tra le lapidi e
si diffuse nell’aria, ma dello stregone nessuna traccia.
“Ti ho detto di venire fuori!” - urlò
Katie.
“E a me sembra di averti risposto, no? Perché
dovrei?” - rispose la voce di Timothy e un istante dopo un
vento gelido si alzò all’improvviso e
sembrò essere risucchiato in un unico punto.
Solo poco dopo Katie capì cos’era successo:
Timothy aveva creato un mini-tornado apposta per lei e glielo aveva
messo alle costole.
La strega ebbe appena il tempo di voltarsi e cominciare a correre.
Saltava da una tomba all’altra evitando solo di poco il
tornado che passava subito dopo di lei e distruggeva ogni cosa.
Katie cercava di ragionare, di ricordare incantesimi utili, ma era
un’impresa quasi impossibile con l’uragano alle
spalle e il vento che la spingeva all’indietro.
All’ennesimo salto un fulmine sbucato dal nulla
squarciò il cielo e si abbattè sul tronco
dell’albero verso cui Katie si stava dirigendo costringendola
a fermarsi per un breve secondo, ma un secondo fu sufficiente: il vento
le fece perdere l’equilibrio e Katie cadde, ma non
toccò mai il suolo perché il tornado
arrivò subito e la imprigionò
all’interno del suo vortice.
Katie non riusciva ad avere il controllo del proprio corpo e
così perse il cristallo. Veniva sballottata da un lato
all’altro, sopra e sotto, senza nessuna
possibilità di fermarsi. Il vento le mozzava il fiato e a
mala pena riusciva a respirare. Sentiva le forze che
l’abbandonavano.
Poi tutto si fermò e lei cadde al suolo battendo la testa.
Un rivolo di sangue rosso scarlatto le rigò la fronte e un
mal di testa atroce la fece urlare.
“Non è saggio mettersi contro di me!” -
disse la voce di Timothy, voce tremendamente vicina.
Quando Katie si voltò lui era lì, a pochi passi,
con la sua tunica arancione e la sua postura eretta da soldato.
“Non hai possibilità contro di me, Katie! Quindi
arrenditi e accetta serenamente la tua meritata morte!” -
continuò.
“Meritata? E cosa avrei fatto per meritare la morte? Stare
dalla parte del giusto? Pensare con la mia testa? Cosa?” -
urlò Katie esasperata con la vista che le si annebbiava.
“Tu hai tradito il Regno Magico! Tu hai tradito la
magia!” - sentenziò lo stregone.
“Io non ho tradito la magia! Io ho tradito Samuel e lui non
è la magia, ma solo una sporco dittatore e un lurido
assassino! Ve lo ha detto che ha ucciso Samia? La sua stessa sorella?
Sangue del suo sangue?” - replicò Katie.
Lo stregone sgranò gli occhi, infuriato, mostrando per la
prima volta una qualche emozione, poi disse: “Come osi
parlare così di Samuel? Come osi incolparlo di un assassinio
commesso da te e dai vampiri? Pagherai per questo!”.
Katie non ebbe neppure il tempo di capire che Samuel aveva raccontato
una versione parecchio modificata dei fatti di qualche giorno prima,
che si ritrovò a fare i conti con lance d’acqua
taglienti come rasoi.
Radunando ogni conoscenza magica che aveva e ogni energia che le era
rimasta riuscì a creare intorno a se una barriera di fuoco
abbastanza potente da fermare le lance d’acqua.
Riuscì a reggere la barriera a lungo o almeno quanto
servì a Timothy per stancarsi e fermare le lance, poi Katie
ritirò la barriera preferendo conservare le forze.
Restarono a fissarsi per diversi minuti completamente immobili con solo
il vento a scompigliare i capelli di lei e la tunica di lui.
Katie si sentiva esausta: l’esperienza nel tornado
l’aveva privata di quasi tutta la sua energia e la barriera
di fuoco era sempre stata uno di quegli incantesimi difficili che poche
volte si era arrischiata a fare.
Inoltre la botta alla testa aveva probabilmente causato un lieve trauma
che non le permetteva di essere completamente lucida.
Ormai l’unica cosa che la teneva in piedi era la forza di
volontà.
La volontà di vivere, la volontà di combattere
per qualcosa che riteneva profondamente giusto, la voglia di giustizia,
il desiderio di vendetta, la volontà di salvare quelli che,
per la prima volta in vita sua, poteva davvero considerare amici, la
volontà di salvare Matt, quel ragazzo tanto dolce e
impacciato che le era entrato nel cuore come mai nessun altro aveva
fatto e che l’aveva capita nonostante non fosse una creatura
magica, il ragazzo che l’aveva fatta sorridere e divertire,
il ragazzo che l’aveva fatta sentire più una
ragazza che una strega.
Katie doveva trovare un modo per sconfiggere il suo nemico, se era
necessario doveva ucciderlo, ma non doveva lasciarsi uccidere.
Fece due bei respiri profondi e cercò di concentrarsi per
quanto il mal di testa glielo permettesse.
Pochi istanti dopo vide Timothy alzare le braccia al cielo e gridare
una formula a lei sconosciuta, ma che aveva a che fare con
l’acqua, l’aria e il fuoco messi insieme.
Katie ci capì molto poco, ma già solo il fatto
che Timothy stava per usare contro di lei tre dei quattro elementi
naturali tutti in una volta la spaventava da morire.
Ma si sforzò di restare calma: permise solo alle sue mani di
tremare leggermente.
Decise che, non sapendo cosa aspettarsi, era meglio fermarsi qualche
attimo, vedere cosa combinava lo stregone e pregare che dopo non fosse
troppo tardi per agire e soprattutto che, qualsiasi cosa stesse per
accadere, lei poi SAPESSE come agire.
Così aspettò.
Le nuvole si addensarono sull’antico cimitero e divennero
scure, minacciose e cariche di fulmini pronti a scatenarsi.
Cominciò a piovere, ma solo in un punto a metà
strada tra lei e lo stregone e la pioggia era fittissima.
Il vento gridò e a scosse gli alberi, poi, come se fosse una
fitta nebbia, strisciò sul suolo, si diresse verso quella
che sembrava una colonna d’acqua e l’avvolse.
Infine un fulmine colpì il terreno e le foglie secche cadute
dagli alberi presero fuoco e cominciarono a levitare e, come un
serpente lunghissimo, si attorcigliarono attorno alla colonna
d’acqua e vento.
Katie era sbalordita e impietrita.
Timothy si avvicinò alla colonna, tese una mano e dopo
averle rivolto un ultimo sguardo carico di disapprovazione e di odio,
disse qualcosa che Katie non riuscì a sentire tanto erano
forti le urla del vento. Ma questo aveva poca importanza,
perché un istante dopo che Timothy aveva parlato la colonna
aveva cominciato lentamente a cadere su di lei.
Katie si ritrovò a urlare in preda al panico, non sapendo
cosa fare.
Cominciò ad indietreggiare, ma al secondo passo qualcosa la
bloccò.
Quando Katie si voltò vide che era una lapide e come un
flash ricordò uno degli ultimi incantesimi che le era stato
insegnato all’Accademia Magica, un incantesimo difficile e
rischioso, ma che le sembrava l’unica possibilità
che aveva per riuscire ad ottenere un qualche aiuto.
La colonna gigante continuava la sua discesa, inesorabile.
Allora Katie abbandonò tutti i suoi dubbi e
pronunciò l’incantesimo consapevole che disturbare
i morti nel loro eterno riposo non era mai una cosa né
semplice né sicura.
Un istante dopo il tempo rallentò e si fermò.
La colonna era quasi su di lei, immobile.
Poi una luce comparve dal nulla, all’improvviso, e una figura
si materializzò dalla luce.
Katie si fece avanti e, quando la luce svanì,
guardò in faccia il fantasma a cui aveva deciso di affidare
la sua vita.
Matt sferrò un altro calcio alla gabbia in cui erano
rinchiusi da quella che sembrava un’eternità.
Era nervoso ed Elena lo capiva: là fuori oltre a Stefan
c’era anche Katie, sola, a combattere chissà dove.
Meredith gli si avvicinò, cauta, e gli posò una
mano su una spalla.
“Calmati, Matt!” - disse.
“Guardali, Meredith! Se ne stanno là fuori a
guardarci e a ridere come due idioti e io non posso fare nulla, mentre
Katie….” - rispose Matt indicando i due stregoni e
poi accasciandosi al suolo.
“Lo sappiamo, Matt! Elena è nella tua stessa
situazione, per via di Stefan! Lo sappiamo e ti capiamo, ma dobbiamo
mantenere la calma!” - ribadì Meredith.
“Ascolta Matt! Anch’io, come te,
sono….” - le parole di Elena vennero stroncate da
un urlo terrificante seguito subito da un rumore sordo.
“Che succede?” - chiese Matt guardandosi intorno.
“Non lo so! E neppure gli stregoni visto che sono
terrorizzati!” - rispose Elena.
“Io lo so! E’ stata la strega che era con la
signora Flowers a gridare! Adesso è a terra e la signora
Flowers è sparita!” - si affrettò a
spiegare Meredith.
“Cosa? Come sarebbe che è sparita?” -
Matt si alzò è guardò verso il basso.
“Sarebbe che non c’è!” -
rispose Meredith.
Un attimo dopo i tre si voltarono in seguito ad un altro rumore, questa
volta molto più vicino, e si trovarono davanti il tronco di
un albero appena sradicato che era, misteriosamente, volato sul tetto
costringendo gli stregoni a dividersi.
“Che sta succedendo?” - chiesero in coro Matt ed
Elena.
Meredith si limitò a scuotere piano la testa, poi
indicò un qualcosa che Elena aveva già notato:
una forma nera, indistinta e velocissima.
“Cos’era quello?” - chiese Matt.
“O forse dovremmo chiederci CHI era?” - corresse
Meredith.
“Credete fosse Stefan? O Damon?” - chiese Matt.
“Possibile!” - rispose Elena con gli occhi attenti.
Gli stregoni sembravano furibondi e si urlavano contro a vicenda sotto
gli occhi attoniti dei tre ragazzi.
Un secondo dopo la macchia nera ritornò, passò
veloce accanto allo stregone che subito cadde a terra, morto, con
l’osso del collo spezzato.
La gabbia tremò e sembrò diventare più
sottile tanto che Elena riuscì anche a sentire qualche
parola tra le innumerevoli grida della strega rimasta.
La forma nera continuò il suo attacco e cominciò
a girare intorno alla strega, disorientandola.
La strega lanciò qualche incantesimo, ma andarono tutti a
vuoto: la macchia nera era troppo veloce.
Poi tutto si fermò.
La forma nera afferrò la strega, le piegò
indietro la testa e le affondò i denti nel collo,
uccidendola.
Elena, Meredith e Matt erano sorpresi.
L’incantesimo si dissolse definitivamente con la morte della
strega e loro furono finalmente liberi.
Il nuovo vampiro arrivato si avvicinò a loro sorridendo.
“Ciao ragazzi! Non preoccupatevi per la signora Flowers:
l’ho portata all’interno del pensionato!”
- li rassicurò.
Elena fece un passo avanti: “Lucas! Sei tu? Sei venuto ad
aiutarci?” - disse.
Il sorriso di Lucas crebbe: “Già!”.
NOTE:
Ciao a tutti!
Mezzonotte è passata da circa un'ora quindi devo dirvi buon
lunedì e buon inizio settimana a tutti!
Vorrei cominciare ringraziando tutti quelli che hanno racensito e letto
lo scorso capitolo: sono proprio felice che il viaggio nel tempo vi sia
piaciuto!!! XDXDXDXDXD
In questo capitolo, come vi avevo già detto, Damon e Bonnie
sono assenti e lasciano il passo a tutti gli altri.
Stefan...beh....chi si preoccupava per lui ha fatto bene a preoccuparsi.
Richard lo ha colpito proprio dove e come un vampiro non dovrebbe
essere mai colpito!
Ora bisogna solo sperare che lo stregone non abbia preso bene la
mira.....voi che dite? Stefan morirà? Vivrà?
Francamente non lo so perchè quel capitolo non l'ho ancora
terminato quindi vi lascio un pò sulle spine care le mie
lettrici affezionate al povero Stefan.
Katie invece...beh anche lei ha a che fare con un osso duro a giudicare
dagli incantesimi di Timothy e, come si suol dire < a mali
estremi, estremi rimedi >, quindi ha deciso di chiamare la
cavalleria e ha chiamato qualcuno che è già morto
che le si presenta come fantasma...chi sarà? Provate a fare
qualche ipotesi!
Infine.....se ricordate bene un paio di capitoli fa, nelle note, vi
avevo detto che sarebbe arrivato qualcuno per aiutare il gruppo,
beh....l'arcano è stato svelato.....è tornato
Lucas!
Per chi non lo sapesse e avesse cominciato a leggere la serie a partire
dal Labirinto: nella prima storia de 'Il linguaggio della resa', Bonnie
all'inizio, prima del ritorno di Damon, stava per sposarsi con un altro
vampiro, Lucas appunto, che alla fine della storia è andato
via lasciando Bonnie libera.
Lucas mi è sempre piaciuto come personaggio...è
un bravo vampiro, è buono, ma più forte di
Stefan, perchè, come fa Damon ora, beve sangue umano preso
dalla banca del sangue, senza uccidere nessuno.
Comunque sia mi piaceva l'idea di farlo ritornare per l'ultima parte e
quindi eccolo qua.
Se, ovviamente, tutta questa spiegazione su Lucas è stata
inutile perchè già sapevate chi era
allora...beh...mi ritengo proprio fortunata perchè significa
che ho delle lettrici molto affezionate che mi seguono dall'inizio o
che, comunque, anche se mi hanno scoperto dopo, hanno letto tutta la
mia storia.
E dopo questa immensa nota....vi lascio...a giovedì con
Damon, Bonnie, Samuel e lo specchio....chissà cosa
succederà?!
Vi adoro tutti....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitolo ottavo ***
Capitolo
ottavo
Era
uno specchio alto e rettangolare.
Sembrava uno di quegli specchi innocui, ad altezza d’uomo che
si trovavano nei camerini dei negozi di abbigliamento.
Ma trattandosi di una creazione di Samuel, Bonnie dubitava sinceramente
che fosse innocuo.
L’unica cosa che rendeva quello specchio prezioso era la
cornice. Era completamente nera, ma liscia e luminosa, e ai quattro
angoli vi erano incastonati 4 pietre rosse e brillanti: Bonnie
pensò che dovessero essere rubini, rubini enormi.
In qualsiasi altra situazione le sarebbe piaciuto quello specchio
perché era grande come piacevano a lei e perché
era rosso e nero….i due colori che erano diventati i segni
distintivi suoi e di Damon.
Ma la situazione non era….come dire?….ottimale e
Bonnie non sentiva di avere né la forza né le
sventatezza di mettersi a lodare le meraviglie di quello specchio
perché sapeva che proprio lo specchio sarebbe stato il loro
secondo mostro da combattere.
Si strinse a Damon più che poteva con la paura nel cuore e
la strana sensazione che stesse per succederle qualcosa di molto peggio.
Damon sembrava nervoso.
“Allora….vi piace lo specchio?” - chiese
Samuel e Bonnie potè sentire il rumore dei suoi passi che si
avvicinavano.
Damon voltò appena la testa per rispondere: “Per
niente!”.
Samuel emise un lieve suono che doveva essere una risata e si
posizionò alla destra dello specchio con una mano appoggiata
sulla cornice nera e levigata.
“E’ un vero peccato, Damon! Io lo trovo
stupendo!” - affermò lo stregone.
“Smettila, Samuel! E dicci che diavolo sta per succedere
adesso!” - sibilò Damon.
Samuel si aprì in un sorriso poco convincente che mise in
risalto i denti bianchi e le rughe del viso.
“Siete di fretta a quanto
vedo…..beh…non credo che siate così
stupidi da non capire che la seconda prova avrà a che fare
con questo meraviglioso specchio, così mi
limiterò a dirvi ciò che dovrete
fare….vi darò le istruzioni del gioco, per
così dire!” - rispose Samuel.
Bonnie sospirò e le mani le tremarono.
Damon la strinse con più forza.
“Cosa dobbiamo fare adesso?” - chiese tremante
Bonnie.
“Beh….le cose sono semplici! Tu, Bonnie,
dovrai….mmh…correre, per così dire!
Mentre tu, vampiro, dovrai raggiungerla e riportarla qui! Piuttosto
semplice, no?” - spiegò Samuel.
“E cosa c’entra lo specchio?” - chiese
Damon.
“Oh, beh….dovrà pur correre da qualche
parte Bonnie!”.
“Devo correre verso lo specchio?” - chiese Bonnie.
Samuel scosse la testa.
“Ok, allora devo correre intorno…allo
specchio!” - continuò Bonnie, confusa.
“Ancora no, Bonnie!”.
“E allora cosa….”.
“Tu devi
correre…all’interno…dello specchio!
Spero ti divertirai!” - disse Samuel.
Appena un attimo dopo, quando Bonnie non aveva ancora completamente
realizzato ciò che lo stregone aveva detto, una lama di luce
rossa, simile ad un laser, uscì fuori dallo specchio e si
abbattè su lei e Damon, costringendoli a dividersi per
salvarsi.
Erano ancora distratti per ciò che era appena successo,
quando un rumore stridulo li richiamò
all’attenzione e li fece voltare verso lo specchio: un lungo
squarcio aveva intaccato la superficie riflettente e crebbe velocemente
fino ad aprirsi e a creare una voragine nera nello specchio da cui
proveniva un vento furioso.
Il vento si abbattè gelido su Bonnie e le mozzò
il fiato.
Solo lontanamente sentiva la voce di Damon, ma il boato del vento era
assordante e la sua forza era grande e violenta.
Bonnie lottò, ma non riuscì a resistere e le cose
si susseguirono velocemente: il vento sembrava trascinarla verso la
voragine, poi la sollevò da terra e Bonnie cadde,
inghiottita dallo squarcio.
Il vento si calmò subito dopo e, velocemente, pezzo dopo
pezzo, la superficie dello specchio tornò intatta nel giro
di un minuto.
Damon era disorientato e questo lo mandava in bestia perché
lui non era mai disorientato, né confuso,
né…qualsiasi altro assurdo sinonimo che
significhi la stessa cosa.
La rabbia lo aiutò a recuperare subito la
lucidità.
Si voltò verso Samuel che, divertito, lo fissava.
“Cosa le hai fatto? Dov’è
Bonnie?” - sibilò.
“Ve l’ho detto….è nello
specchio!” - rispose Samuel.
“Allora ti conviene farla uscire se non vuoi che ti uccida
qui e subito!”.
“Non puoi uccidermi, Damon…per due motivi! Primo:
perché questa è la vostra seconda prova e sia tu
che Bonnie avete accettato di fare ciò che io avessi voluto,
hai dato la tua parola, Damon, e da quello che so tu sei uno di parola!
Secondo: se io muoio tutti i miei stregoni lo sentiranno, sai
com’è….mi sono legato a loro, e a quel
punto non si limiteranno più a tenere i tuoi amici in
ostaggio, ma li uccideranno. E per quanto tuo fratello e Katie possano
riuscire a combattere, gli umani non possono perché non
né hanno le capacità e morirebbero
subito!” - spiegò Samuel.
“Tu non uccidi gli umani!” - gli ricordò
Damon.
“Se fosse necessario lo farei!”- e con questo
Samuel chiuse il discorso su una sua vicinissima morte.
Ma con suo profondo disappunto Damon dovette ammettere che lo stregone
aveva ragione: lui manteneva sempre la parola data e non poteva
permettere che gli umani morissero….lo doveva alla
streghetta.
“Fai uscire Bonnie da lì dentro!” -
ripetè.
“No! Devi farlo tu, ricordi? Bonnie corre nello specchio, tu
devi riportarla qui!” - rispose Samuel.
“Perché Bonnie dovrebbe correre? Non
può starsene ferma e aspettare di uscire?” -
chiese.
“Certo, può farlo! Ma a suo rischio e pericolo!
Lì dentro non è da sola e se vuole
salvarsi…deve correre!” - rispose lo stregone.
“Non avevi parlato di ALTRI da cui Bonnie dovesse
fuggire!” - ribattè furioso Damon.
“Dettagli! Vi ho detto le cose importanti: lei corre, tu la
riporti indietro! Devi salvarla, Damon! Ma adesso dimmi:
perché sei così scuro in viso, vampiro? Io
credevo di farti piacere con questa prova! Dopotutto salvare
Bonnie è il tuo gioco preferito, no? Fino ad adesso sei
stato bravo…..continua ad esserlo e supererete la
prova!” - rispose Samuel sogghignando.
“Ti odio, Samuel” - ringhiò Damon.
“Anch’io! Se così non fosse, non saremmo
qui! Ma adesso ti conviene farti venire un’idea, Damon!
Bonnie è in pericolo!” - Samuel sfiorò
appena la superficie dello specchio spostandosi dal lato destro al
sinistro.
Lo specchio cambiò: prima rifletteva l’immagine
degli alberi dell’Old Wood, subito dopo era come guardare da
un portale su un altro posto, un posto buio, immerso nella notte, un
posto in cui Bonnie correva inseguita da un branco di lupi mannari.
Non era più nell’Old Wood, era nello specchio,
come aveva detto Samuel, ed era un posto profondamente più
spaventoso.
Quando la voragine l’aveva inghiottita, Bonnie aveva preso a
galleggiare in un mare nero per quella che era sembrata
un’eternità, poi il mare nero l’aveva
sputata fuori e la ragazza era caduta su una strada malamente asfaltata.
Si era rialzata difficilmente a causa di una ferita superficiale, ma
dolorosa, al braccio sinistro, e si era ritrovata su una strada lunga e
larga circondata da alberi.
Era tutto buio e quello strano posto era illuminato solo dai lampioni
ai lati della strada che emanavano una luce debole e traballante.
Faceva freddo, terribilmente freddo e il sesto senso di Bonnie era
diventato una specie di sirena assordante che urlava e strepitava nella
sua testa e le accapponava la pelle.
Dei passi vicini, tra le foglie, la bloccarono sul posto.
Qualcuno era alle sue spalle.
Bonnie inspirò ed espirò diverse volte, poi,
lentamente, si voltò.
La paura crebbe e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Grossi uomini lupo le si erano schierati contro e ringhiavano mostrando
le zanne.
Uno di loro si fece avanti e Bonnie, istintivamente,
indietreggiò.
Il mostro si mise alla testa del gruppo e con quella che era un
miscuglio tra una voce umana e un ululato le disse una sola parola, ma
che fu sufficiente a chiarirle molte cose: “Corri!”.
Le parole ingannevoli di Samuel le riempirono la mente: < tu
devi correre > aveva detto, omettendo, però, il
piccolo particolare che doveva correre per scappare da un branco di
mostri che voleva mangiarla per cena.
Ma Bonnie ricordò che Samuel aveva anche detto a Damon che
doveva riportarla indietro, quindi probabilmente Damon era
chissà dove e doveva trovare il modo per farla uscire dallo
specchio.
Bonnie doveva resistere, solo resistere finchè Damon non
l’avesse tirata fuori.
Silenziosamente, pregò che Damon riuscisse presto in
qualsiasi cosa dovesse fare per far riaprire lo specchio e
cominciò a correre.
I licantropi erano velocissimi ed erano tanti, Bonnie dovette dare
fondo a tutte le sue riserve d’energia per riuscire a
fuggire, ma sapeva che correndo in bella vista su quella strada si
sarebbe presto stancata e sarebbe diventata un bersaglio facile:
l’unica sua possibilità era il bosco circostante
anche se era scuro, minaccioso e decisamente terrificante.
Bonnie scattò velocemente di lato e, sfuggendo a mala pena
ad uno dei licantropi che correvano sui lati e non aveva visto,
radunò tutto il suo coraggio e si inoltrò tra gli
alberi.
La luce scomparve subito e Bonnie corse alla ceca per qualche attimo
prima che i suoi occhi si abituassero e la luce della luna arrivasse ad
aiutarla nella difficile fuga.
Riuscì a malapena a vedere e ad infilarsi in una stretta
fenditura tra due rocce enormi, che dava sull’interno di un
lungo tunnel di cui vedeva la fine come un punto di luce lontano.
I lupi non riuscirono ad entrare e Bonnie li seminò, ma la
paura per il buio pesto del tunnel e per il fatto che qualcosa potesse
guardarla dall’ombra la spinse a non arrestare le gambe e
continuò a correre fino ad arrivare alla fine del tunnel.
Bonnie si fermò e si piegò in avanti, con i palmi
sulle ginocchia, per riprendere fiato.
Quando si tirò su era davanti ad un imponente castello
diroccato.
Damon aveva guardato Bonnie fuggire dai lupi, ma il castello verso cui
lei si stava dirigendo non gli piaceva per niente, aveva un aria
macabra.
Doveva tirarla fuori e alla svelta.
“Non startene lì impalato e dammi un
indizio….come faccio a tirarla fuori da
lì?” - ringhiò verso Samuel, fermo come
una statua accanto allo specchio.
“Non ti rivoltare contro di me, vampiro! Non sono io che
tengo Bonnie in ostaggio, ma lo specchio!” - rispose Samuel.
“Sì, ma sei tu ad averlo creato!” -
ribattè Samuel.
“No, ti sbagli! Io non l’ho creato, l’ho
solo invocato! Lo specchio è un essere magico a
sé, è lui che decide cosa fare a chi viene
risucchiato, non io! Quindi devi vedertela con lui…sappi
solo che per sconfiggere lo specchio bisogna usare lo specchio
stesso!” - spiegò lo stregone.
“Che significa?” - chiese il vampiro.
Samuel si limitò a sorridere.
Damon capì che non avrebbe avuto alcun aiuto da lui,
l’unica cosa che poteva fare era pensare.
- Allora…come
faccio a sconfiggere lo specchio con lo specchio? O
meglio…cosa significa < sconfiggere lo specchio con
lo specchio >? Forse che bisogna distruggerlo….no,
non posso distruggerlo, non so cosa succederebbe a Bonnie se lo
facessi, potrebbe anche rimanere lì dentro per sempre! -
ragionò Damon tenendo lo sguardo fisso al suolo.
Un rumore proveniente dallo specchio lo portò ad alzare lo
sguardo: Bonnie aveva aperto il portone del castello ed era entrata.
Proprio mentre guardava lo specchio si accorse di una cosa: quando lo
specchio era comparso lui aveva usato gran parte della sua attenzione
per tenere sotto controllo Samuel e non aveva studiato lo specchio a
dovere.
Era grosso, ma probabilmente serviva solo ad intimidire.
La cornice era nera….decisamente carina…il nero
era il suo colore preferito.
E aveva dei rubini rossi incastonati.
Fu sui rubini che l’attenzione di Damon si
focalizzò: erano grandi quanto un pugno e c’erano
delle parole incise, parole che solo uno con una buona vista poteva
vedere e la sua vista era perfetta.
Ma quello che lo incuriosiva era il potere che quelle pietre
sprigionavano e, fissandole, gli ritornarono in mente le parole di
Katie sul potere immenso delle pietre e il fatto che nel Regno Magico
aveva visto accadere cose piuttosto eccezionali grazie a delle semplici
pietre luminose.
Damon si avvicinò allo specchio e allungò una
mano verso il rubino in alto a destra.
Lo sfiorò appena, ma fu sufficiente a sentire una forte
scarica di Potere pervadergli il corpo.
Damon afferrò la pietra e tirò: il rubino venne
estratto senza alcuna difficoltà.
Damon se lo rigirò tra le mani, continuando a fissare
l’immagine di Bonnie che vagava attenta tra le rovine del
castello.
Si calò ed estrasse anche le due pietre in basso, poi
afferrò quella in alto a sinistra.
Tornò a studiarle e questa volta si concentrò
sulle parole incise sulle pietre.
Su ogni pietra c’era una parola: < Uscita, passaggio,
resistenza, forza >.
Tornando a studiare lo specchio, Damon notò una cosa che non
aveva visto prima: sulla superficie riflettente, al centro dello
specchio, vi era una specie di increspatura perfettamente quadrata,
invisibile all’occhio umano e poco visibile per un
vampiro…sembrava fatta apposta per le pietre.
Come un flash improvviso tutto gli fu chiaro: doveva usare le pietre
che erano una parte dello specchio per sconfiggere lo specchio stesso e
riportare indietro Bonnie.
Guardando le 4 pietre Damon decise che per far uscire Bonnie dallo
specchio la più promettente era quella con la scritta
< Uscita >, quindi avvicinò la pietra allo
specchio e la infilò nell’increspatura sperando
che si aprisse subito una voragine come quella di prima che riportasse
Bonnie indietro, ma non fu così.
La scena all’interno dello specchio cambiò, o
meglio si spostò velocemente lontano da Bonnie, alle spalle
del castello, dove comparve un altro specchio uguale a quello che lui
aveva di fronte.
“Non è così semplice, Damon! Nonostante
tu abbia fatto dei passi avanti, non è così
semplice!” - intervenne Samuel.
Lo stregone, poi, schioccò le dite e l’immagine
nello specchio cambiò di nuovo e ritornò su
Bonnie, all’interno delle mura del castello che vagava tra le
rovine e si arrestava di colpo: davanti a lei era comparsa una figura.
Bonnie era riuscita ad entrare, tremante, all’interno del
castello.
Guardandolo dal di fuori aveva immaginato che, una volta
all’interno, si sarebbe ritrovata all’interno di
stanze dal soffitto alto e piene di polvere, ma aveva trovato solo una
marea di rovine: del castello originale erano rimaste solo le mura
esterne e parte del soffitto.
Bonnie vagò tra le rovine attenta a qualsiasi rumore e stava
ancora vagando quando aveva visto una luce illuminare il cielo e cadere
in picchiata alle spalle del castello.
Bonnie la guardò confusa, poi pensò che una luce
così bianca all’interno di un mondo completamente
buio doveva essere per forza qualcosa di positivo, quindi
cominciò a correre verso la luce, ma,
all’improvviso, un’ombra scura le si
parò davanti arrestando la sua corsa.
Bonnie tremò impercettibilmente.
La figura scura ringhiò e fece un passo avanti. La luce
della luna la colpì e la prima cosa che Bonnie vide furono i
canini sporgenti e affilati pronti a morderla.
Il tremore e la paura aumentarono.
Il vampiro aveva i capelli biondi e gli occhi chiari e impazziti.
Bonnie corse, ma il vampiro le si parò di fronte in un
attimo.
Si ritrovarono faccia a faccia.
Ruotarono sulla loro posizione, occhi negli occhi, fino a ritrovarsi a
posti invertiti: ora Bonnie aveva la luce alle spalle.
Guardando ciò che stava succedendo, Damon capì
per cosa doveva usare le altre pietre: doveva usarle per raggiungere
Bonnie ed aiutarla ad arrivare all’uscita.
Prese la pietra con su scritto < Forza > e la
infilò nell’increspatura.
All’improvviso un’altra luce squarciò il
cielo, ma questa era rossa come il fuoco e la centrò in
pieno, sul cuore.
Bonnie sentì una forza immane pervaderle il corpo e in un
attimo capì che poteva allontanare il vampiro
perché ci sarebbe riuscita.
Sferrò un calcio al vampiro che aveva di fronte e questi
fece un volo all’indietro di almeno dieci metri.
Bonnie restò qualche secondo a guardare se stessa e il
vampiro prima di cominciare a correre.
Nell’euforia del momento Bonnie pensò che era
stata la luce a darle la forza, che tutte quelle luci che stavano
arrivando erano inviate lì per aiutarla e l’unica
persona che sapeva cosa stava succedendo e poteva aiutarla era Damon.
Bonnie corse sempre di più nelle convinzione che la fine
della prova era vicina.
Bonnie aveva cominciato a correre più che poteva ed era
già abbastanza lontana, ma il vampiro si era già
ripreso e aveva cominciato la caccia aiutato dall’odore del
sangue che Bonnie perdeva dal braccio.
Pur essendo lontana il vampiro era decisamente in forma ed era
veloce…Bonnie stava perdendo terreno.
Damon decise che era giunto il momento per un’altra
pietra.
Afferrò quella con la scritta < Resistenza > e
l’attivò.
Bonnie correva a più non posso, ma sentiva che il vampiro
era ormai vicino e lei stava perdendo velocemente le forze.
Un’altra luce, questa volta azzurra, piombò
giù dal cielo e cadde, posandosi più avanti.
Bonnie si affrettò fino a raggiungerla.
Nell’esatto momento in cui aveva toccato il suolo colpito
dalla luce azzurra i suoi piedi avevano cominciato a correre
più veloci e più forti, il suo intero corpo era
diventato più forte e il fiatone era scomparso.
Bonnie si affrettò, ma presto fu costretta a fermarsi: era
finita in un vicolo cieco e il vampiro stava arrivando.
La strada di Bonnie era bloccata e il suo inseguitore era vicino.
Damon aveva capito che le pietre usate poi erano inservibili dal fatto
che diventavano nere, quindi non poteva darle nuova forza per abbattere
il muro.
L’unica pietra che era rimasta era quella con su scritto
< Passaggio >.
Damon la utilizzò sperando vivamente che la pietra avesse un
significato letterale.
Il vampiro arrivò poco dopo e si fermò a
distanza, sorridendo: ormai lei era in trappola.
Il freddo le gelò le ossa e il sangue. Bonnie non sapeva
cosa fare.
Cercò di dare calci e pugni alla pietra dietro di lei, ma a
quanto pareva la forza straordinaria era svanita.
Una lacrima le solcò il viso, ma anche lei, come tutto il
resto, era fredda.
Il vampiro fece un passo avanti e poi un altro….si
avvicinava lentamente, ma inesorabilmente.
Era a meno di un metro da lei, quando un’altra luce,
arancione, arrivò dal nulla e colpì la pietra
dietro Bonnie.
Il vampiro scattò all’indietro.
Bonnie si voltò e appena in tempo riuscì ad
accovacciarsi e a proteggersi la testa, poi il muro di pietra che le
bloccava l’uscita esplose andando in frantumi.
Il potere dell’ultimo rubino aveva creato un passaggio e
adesso Damon non poteva fare altro che guardare Bonnie correre verso
l’altro specchio.
A pochi passi da lui Samuel aveva perso il sorriso.
Bonnie si lanciò nel passaggio e corse a più non
posso verso la luce bianca che era arrivata per prima.
Attraversò una schiera di alberi scuri prima di arrivare a
destinazione, poi si fermò.
Quello che aveva davanti era un altro specchio e il dubbio che fosse
ancora opera di Samuel le si insinuò nella mente.
- Io non mi avvicino a
quel coso, di nuovo - pensò.
Bonnie si era fermata non appena aveva visto lo specchio e Damon poteva
ben capirla visto dove l’aveva portata il primo specchio del
genere che aveva visto, ma adesso Bonnie doveva avvicinarsi.
Samuel aveva ripreso a sogghignare.
Damon non sapeva cosa fare, vedeva Bonnie ferma e vedeva il vampiro che
si avvicinava.
“Avanti, streghetta! Sono io! Vieni fuori!” -
ringhiò avvicinandosi allo specchio e sfiorandolo
accidentalmente con una mano.
Ciò che vide riflesso lo stupì: nel momento in
cui aveva sfiorato lo specchio era apparso un segno luminoso sullo
specchio di fronte a Bonnie.
“Ho capito!” - disse e questa volta fu Samuel a
ringhiare.
Un segno luminoso era apparso sullo specchio ed era scomparso
velocemente, ma Bonnie non aveva tempo per chiedersi cosa fosse
perché il vampiro era ritornato e sembrava arrabbiato.
Avanzò verso di lei a grandi falcate, ma venne accecato da
una luce abbagliante comparsa dalla specchio.
Bonnie si voltò e vide chiaramente la scritta:
“Fidati, uccellino!”.
“Damon!” - disse e corse verso lo specchio.
Ogni dubbio che potesse essere Samuel era scomparso non appena aveva
visto la parola < uccellino >, perché solo
poche persone conoscevano l’altro nomignolo che Damon usava
con lei e tra queste persone non c’era Samuel.
Bonnie corse a più non posso verso lo specchio con il
vampiro alle costole.
Un’altra voragine si aprì nello specchio e di
nuovo il vento freddo la sollevò, ma Bonnie era immensamente
felice che ricapitasse.
Bonnie venne inghiottita dallo specchio nell’istante esatto
in cui il vampiro biondo scattava per afferrarla.
Un’altra voragine si aprì nello specchio e Damon
fu sbalzato all’indietro dopo essere stato colpito da
qualcosa.
Poco dopo lo specchio andò in frantumi e lui si
ritrovò a terra con Bonnie sopra di lui.
“Streghetta!” - esclamò.
Bonnie alzò il viso e incontrò il suo sguardo.
Sorrise.
“Eri tu!” - gridò e gli gettò
le braccia al collo, stringendolo forte.
“E tu non ci credevi!”.
“Credevo fosse di nuovo Samuel!” - rispose Bonnie
alzandosi.
“Allora avevi ragione a dubitare, ma ci siamo riusciti!
Abbiamo vinto…di nuovo!” - rispose Damon
rimettendosi in piedi e accarezzando il braccio di Bonnie.
“Sei ferita!” - disse.
“Tu stai bene?” - chiese lei.
“Dovrei chiedertelo io, non tu! Comunque si!” -
rispose Damon.
“Sicuro che non vuoi ucciderla? Ha una ferita
esposta!” - si intromise Samuel.
“Non c’è pericolo, Samuel! Ho una certa
resistenza, io! Non sono un vampiro comune!” - rispose Damon,
orgoglioso.
“Questo è certo!” - sibilò
Samuel.
NOTE:
Ciao a tutti!
Ecco il nuovo capitolo che come vi aveva preannunciato è
solo di Damon e Bonnie e riguarda la loro seconda prova.
E' stata dura...povera Bonnie, Samuel è stato cattivo con
lei a mandarla lì dentro con tutti quei mostri, ma
sapete...se ci mandava Damon in quanto credete che li avrebbe uccisi i
lupi e il vampiro? In due, tre minuti? Forse pure meno.
Però Damon ha dovuto spremersi le meningi e risolvere
l'enigma su come tirare Bonnie fuori di lì prima che forse
troppo tardi!
So che probabilmente questa prova non è stata
così bella come il viaggio nel tempo, ma spero che vi
piaccia comunque!
In ogni caso...sapete che accetto anche critiche e non solo complimenti.
Per quanto riguarda i complimenti...ringrazio tutti quelli che hanno
letto e recensito lo scorso capitolo....nel prossimo saprete che fine
ha fatto Stefan e cosa succederà a Katie!
Vi adoro...a domenica sera....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Capitolo nono ***
Capitolo
nono
Intorno
a lei tutto era fermo, tutto taceva.
Era come se una patina grigia fosse calata sull’intero mondo,
su tutto e su tutti tranne che su di lei.
Katie provò all’istante un’inspiegabile
senso di pace: dopo tanti giorni e tanti momenti passati nel dubbio,
nella paura e nel rischio, poteva finalmente tirare un sospiro
consapevole del fatto che fino alla fine della magia nulla si sarebbe
mosso e nulla sarebbe arrivato a rovinare il suo momento di
tranquillità, forse addirittura l’ultimo.
Si voltò verso la figura luminosa e semitrasparente che era
apparsa alla sua destra, a poco più di un metro di distanza.
Sorrise.
“Ciao Ted!” - disse.
Il fantasma la guardò per un attimo.
Katie notò che era rimasto esattamente come se lo ricordava,
come l’aveva visto quell’ultima volta, prima che
lui partisse per Fell’s Church. Soltanto una cosa lo rendeva
diverso: sul lato sinistro del collo era ben visibile il segno del
morso con cui Damon lo aveva ucciso. A Katie era stato spiegato che
quando si evocava un fantasma questo di solito appariva come era un
istante esatto prima di morire così, qualsiasi cosa lo
avesse ucciso, ne avrebbe portato per sempre il marchio….ed
era vero: anche Ted aveva il suo marchio.
“Ciao Katie! Cosa vuoi? Perché mi hai evocato? Lo
sai che è un incantesimo rischioso!” - le disse
Ted.
“Lo so, ma ho bisogno del tuo aiuto, Ted! Devi aiutarmi! Sono
in pericolo e questa era la mia unica
possibilità!” - rispose Katie.
Ted si guardò intorno, per la prima volta, soffermando il
suo sguardo su Timothy.
“Dove siamo?” - chiese.
“A Fell’s Church!” - rispose Katie.
Ted annuì.
“E perché sei qui, Katie?”.
“Per vendicarti!”.
Ted sorrise, poi tornò a guardare Timothy.
“E lo stregone Timothy? Perché ti sta
attaccando?” - chiese.
“Perché lui, Samuel ed altri stregoni sono venuti
qui per uccidere Bonnie, Damon e tutti quelli che li aiutano.
Anch’io sono tra quelli che li aiutano, per questo Samuel mi
ha accusata di tradimento e adesso mi vuole morta!” -
spiegò Katie.
“Damon…Bonnie….li chiami per nome con
una tale naturalezza….come se fossero tuoi amici!”
- riflettè Ted.
“Perché lo sono, loro sono miei amici, Ted!
E’ per loro che sto combattendo!” - rispose Katie.
Ted la fissò insistentemente per pochi secondi: sembrava
arrabbiato.
“E tu questo lo chiami < vendicarmi >? Il
vampiro Damon mi ha ucciso, Katie! E’ contro di lui che
dovresti combattere, non contro Samuel!” - le
rinfacciò Ted.
“Lo so che tecnicamente ti ha ucciso Damon, ma il tuo vero
assassino non è lui. E’ Samuel!” -
ribattè la strega, ma Ted non sembrava d’accordo.
Il fantasma scosse la testa, amareggiato, e Katie percepì
uno spostamento d’aria intorno a lei.
Si voltò verso la colonna magica di Timothy e si accorse che
si muoveva, anche se impercettibilmente. Questo significava solo una
cosa: Ted aveva deciso di non aiutarla e stava scomparendo.
Katie tornò a guardare la figura del cugino che diventava
sempre più invisibile. Gli andò incontro,
fermandosi a pochi passi da lui, con una mano tesa come a volerlo
toccare.
“Ascoltami, Ted! Ti prego! Ascolta solo questo e poi potrai
anche andartene se vorrai!” - implorò.
Ted tornò a guardarla, riacquistando la stessa
luminosità di prima. Tutto si bloccò di nuovo.
“Parla!” - le ordinò.
Katie sospirò: “Ok! Ascoltami! Quando ti dico che
il tuo vero assassino è Samuel è
perché ho le mie ragioni, Ted! Tu sei morto per un motivo
che nemmeno conosci! L’unica cosa che hai fatto è
stato comunicare il nome di un’altra strega perduta a Samuel
e poi guarda cosa è successo. Ti sei mai chiesto
perché abbia mandato te a Fell’s Church per primo
e abbia perso tempo ad insegnarti come usare il Labirinto? Lo so che tu
credi che l’ha fatto perché ti stimava, ma la
realtà è un’altra: tu eri
sacrificabile, Ted!” - cominciò, cercando si
essere il più convincente possibile, ma Ted scuoteva la
testa - “Insomma, Ted, guarda Timothy! Lui è molto
più forte sia di te che di me, è uno degli
stregoni più forti dell’intero Regno e conosce il
Labirinto da molti anni! Perché non hanno mandato lui? Se
qualcosa fosse andato storto, Timothy forse sarebbe anche riuscito ad
uccide Damon! E allora perché mandare te? Perché
non lui? O Richard? E’ un cacciatore di vampiri, è
questo che fa, o sbaglio?….Ted lo so che per te è
difficile accettarlo, ma è questa la verità:
Samuel ha mandato te per…testare….Damon e Bonnie,
e se tu morivi…..beh….non era di certo un suo
problema! Infatti, se non sbaglio, quando Damon ti stava uccidendo, lui
e Samia sono arrivati nel Labirinto e, nonostante tu gli chiedessi
aiuto, loro sono rimasti immobili….si sono rifiutati di
aiutarti e ti hanno lasciato morire quando, invece, potevano fermare
Damon e salvarti! Pensaci, Ted! Lo sai che ho ragione!” -
terminò Katie.
Ted abbassò lo sguardo, ricordando.
“Tu non c’eri! Come fai a sapere tutte queste
cose?” - le chiese.
“E’ stato lo stesso Samuel a raccontarle! Ha
raccontato di te e di quanto eri ingenuo da credere che lui si fidasse!
Ha raccontato anche di quando Damon ti stava uccidendo e tu lo
imploravi di aiutarti! E tutto questo lo ha raccontato
ridendo…come se fosse una barzelletta divertente! Adesso
capisci? Lui poteva evitarti la morte, ma ha scelto di non
farlo….è lui il tuo assassino, Ted! Per questo ti
sto chiedendo aiuto….aiutami ad uscire viva da questa
situazione! Solo così potrò affrontare Samuel e
vendicarti per davvero! Mi aiuterai?” - chiese Katie.
Ted alzò lo sguardo e la luce intorno a lui
sembrò risplendere di nuova forza.
Le rispose con un unico movimento del capo….su e
giù: Ted annuì, deciso.
“Grazie!” - sorrise Katie.
“Ascoltami tu, adesso! Se vuoi liberarti di Timothy devi
conoscere un suo segreto, un segreto che ho appreso mentre mi allenavo
con il Labirinto!” - esordì Ted.
Katie si fece subito attenta: “Continua!”
- disse.
Ted guardò la colonna di Timothy e sorrise:
“Scommetto che fino ad adesso ha usato soltanto tre elementi,
vero? E scommetto che questi tre elementi sono l’acqua,
l’aria e il fuoco….giusto?” - le chiese.
Riflettendoci, Katie si rese conto che era così.
“Sì! Ma come fai a saperlo? Nemmeno io me ne ero
accorta!”.
“E’ semplice! E’ il segreto di Timothy!
Tutti dicono che lui è il padrone dei quattro elementi, ma
in realtà non è proprio così:
c’ è un elemento che Timothy non riesce a
padroneggiare come fa con gli altri tre…l’elemento
più potente!” - rispose Ted.
“La terra! Timothy non riesce a domare la terra?” -
chiese incredula la strega.
“Diciamo che si sta ancora allenando! Madre Natura non lo
trova molto simpatico!” - rispose Ted sorridendo.
“Cosa suggerisci di fare?” - chiese Katie.
“Hai una buona memoria: Usala! Sei brava con gli incantesimi
e sei una grande strega! Usa la terra, Katie! Sono sicuro che ti
aiuterà!” - disse Ted.
“Ma non sono abbastanza potente per quel genere di
incantesimi!” - ribattè Katie.
“Neanch’io lo sono, ma in due ce la possiamo fare!
Io ti darò tutti i miei poteri magici….dopotutto
adesso non mi servono un granchè! Tu usali per richiamare a
te la terra e poi usa la terra per soffiare via il vento, per asciugare
l’acqua e per sopprimere il fuoco! Timothy non
saprà come rispondere e non avrà
scampo!” - rispose Ted.
Katie lo guardò e sorrise: “Grazie Ted!”
- disse.
“Addio Katie! Sii felice!” - rispose Ted
sorridendo…poi scomparve.
La sua figura svanì nel nulla, ma la sua luce rimase e
divenne un’unica sfera bianca e splendente che si
librò in aria e si depositò sulle mani aperte di
Katie, che l’assorbirono.
Katie sentì la nuova forza e il nuovo potere mettere radici
in lei e sentì la sua stessa aura rimbombare e crescere.
La strega sorrise per l’ultimo regalo di Ted, mentre il
mondo, intorno a lei, tornava alla normalità e la colonna
ricominciava a scendere.
Katie chiuse gli occhi e si concentrò, canalizzando tutto il
suo potere verso i palmi della sue mani, rivolti verso la terra ai suoi
piedi.
Le ritornarono alla mente ricordi vaghi, di quando era bambina e stava
ore a guardare sua nonna che pasticciava in giardino mentre le spiegava
i vari incantesimi in cui usare la terra e le faceva imparare a
memoria, come fossero filastrocche, tutte le varie formule.
Ne ricordò una che le piaceva particolarmente per il suono
delle parole e cominciò a recitarla.
In breve la terra sotto di lei tremò e ci fu un gran boato.
Katie sentiva sulla pelle il calore del fuoco della colonna che
scendeva.
Fece un passo indietro e urlò la sua formula sempre
più forte fino a che non ci fu una vera e propria esplosione
di potere.
Un muro di terra si levò davanti a lei e si
abbattè furioso sulla colonna di Timothy e sullo stesso
stregone.
Poi tutto scomparve e tornò il silenzio.
Katie si guardò intorno e una lacrima le scappò
dagli occhi e le rigò una guancia.
Lontano da lei sentì dei gemiti: doveva essere Timothy.
Katie corse e trovò lo stregone ricoperto di terra che
faceva fatica a respirare.
“Mi hai battuto! Come hai fatto?” - le chiese con
le ultime forze rimastegli.
“I segreti uccidono, Timothy!” - rispose Katie.
Pochi attimi dopo Timothy morì.
Katie si allontanò da lui, lentamente, avviandosi verso il
pensionato.
Era ferita, era esausta ed era completamente ricoperta di polvere, ma
non le importava…perché era viva.
“Grazie per il tuo aiuto, Lucas! Sei arrivato al momento
giusto!” - disse Matt, seduto su una sedia tenendo la mano
alla signora Flowers che giaceva, ancora svenuta, sul divano
lì di fianco.
Erano tornati all’interno del pensionato e adesso erano tutti
nella piccola sala da pranzo.
“Si, grazie Lucas! Ma scommetto che il tuo ritorno, proprio
in questo momento, non è stato provvidenziale!” -
suppose Meredith.
Lucas sorrise: “Giusto come sempre, Meredith!” -
disse - “Diciamo che nel mio mondo, il mondo degli esseri non
proprio umani, le voci corrono in fretta! Ero a New York quando ho
sentito due vampiri che parlavano di Fell’s Church,
così mi sono messo ad ascoltare ed ho sentito che dicevano
che c’era una coppia, un vampiro e una strega, che erano in
guai grossi con gli stregoni del Regno Magico! Non appena ho sentito
< un vampiro e una strega > ho pensato subito a Bonnie e
a Damon, poi ho sentito che parlavano di < guai > e a
quel punto ho avuto la conferma che erano proprio loro! Così
sono partito subito e più mi avvicinavo più
sentivo cose strane. Poi quando sono arrivato al pensionato ho visto
cosa stava succedendo e sono intervenuto!” -
raccontò Lucas.
“E allora ti ringraziamo ancora di più visto che
sei venuto apposta per controllare che tutto andasse
bene…anche se non eri obbligato!” - intervenne
Elena.
“Non ero obbligato? Ragazzi ho vissuto qui per più
di anno e durante quel periodo voi siete stati la mia famiglia e io mi
sono legato molto ad ognuno di voi! Un giorno sarei sicuramente
tornato, indipendentemente dal fatto che foste in pericolo o meno,
perché vi considero miei buoni amici! E il fatto che tra me
e Bonnie sia finita non vuol dire che non tenga molto anche a lei!
Quindi sì, era mio obbligo, da vostro amico, tornare e
aiutarvi!” - rispose Lucas.
“Allora bentornato, amico!” - sorrise Matt,
alzandosi e abbracciando Lucas.
A turno, anche Elena e Meredith lo abbracciarono.
“Ok! Adesso mi dite voi cosa succede, esattamente?”
- chiese Lucas non appena finita la sessione di abbracci.
“Prima non dovremmo occuparci dell’altra strega?
Quella che era con la signora Flowers? Oppure è morta
già anche lei?” - chiese Meredith.
Lucas si riscosse subito: “Giusto! Hai ragione! Vado a
prenderla!”.
Svanì in un attimo e in un attimo era già
ritornato con la strega anziana, svenuta, caricata in spalla.
La mise su una sedia e poi con una corda, presa da chissà
dove, la legò.
“Potrebbe sciogliersi subito o teletrasportarsi non appena si
sveglia! Portatela in cantina!” - intervenne una voce flebile
alle loro spalle.
La signora Flowers si era svegliata e si stava mettendo a sedere.
“Signora Flowers stia giù!” - Matt corse
da lei.
“No, caro Matt! Piuttosto aiutami ad alzarmi! Tu, caro Lucas,
porta la strega Susan in cantina!” - rispose la signora
Flowers.
Matt annuì e l’aiutò ad alzarsi e ad
arrivare sulla porta della cantina.
Lucas prese l’altra strega, ancora legata, e la
portò giù.
“E adesso?” - chiese Lucas.
“Allontanatevi un po’!” - disse la
signora Flowers.
Tutti fecero un passo indietro. Matt la lasciò e si
unì agli altri.
La signora Flowers afferrò delle candele da una mensola
lì vicino, le accese e le posizionò in fila
davanti alla porta. Poi chiuse gli occhi e disse delle strane parole.
“Bene! Fatto! Adesso non può andare da nessuna
parte!” - disse, poi, rivolta all’intero gruppo,
che la fissava confuso.
“Signora Flowers, cosa….cosa ha fatto?”
- chiese Elena.
“Un incantesimo…adesso non può uscire
da lì! Neppure con la magia!” rispose
l’anziana signora.
“Ah! Bene!” - fece Elena: era la prima volta che
vedeva la signora Flowers fare un incantesimo.
“Adesso, ragazzi miei, dobbiamo occuparci degli altri, non
dimenticate che stanno combattendo ancora fuori di qui!” -
disse la signora Flowers tornando a sedersi sul divano.
“Lei come fa a saperlo? Era svenuta!” - chiese
Meredith.
“Non ero svenuta! Ero cosciente…ho sentito tutto!
La strega mi aveva solo immobilizzato!” - spiegò
la signora Flowers.
“Ok! Adesso, tornando a noi…..qualcuno mi spiega
cosa sta succedendo?” - chiese Lucas.
“Si! Bonnie e Damon incontrarono, circa un mese fa, uno
stregone, per puro caso! Questo stregone riconobbe la loro natura e
cominciò a farneticare cose strane su creature magiche e
creature oscure che non potevano stare insieme! Così
raccontò tutto al suo…capo,
diciamo…Samuel, il Consigliere superiore del Regno Magico,
che lo mandò qui! Questo stregone mise noi fuori gioco e poi
intrappolò Damon e Bonnie in una specie di Labirinto magico
facendogli passare di tutto! Alla fine lo stregone fu ucciso da Damon,
ma Samuel tornò e rapì Bonnie….la
portò nel Regno Magico e le bloccò tutti i suoi
ricordi facendole credere che lei era una di loro. Damon e Stefan si
fecero prendere dagli stregoni e riuscirono a rimanere vivi, nel Regno,
per sette giorni durante i quali trovarono degli alleati che li
aiutarono e Damon riuscì a far recuperare la memoria a
Bonnie! Poi tornarono qui, circa tre giorni fa….e adesso
sono arrivati anche gli stregoni e vogliono ucciderci tutti!
L‘ho raccontata un po’ di fretta, ma il succo
è questo!” - spiegò Meredith.
“Wow! Certo che voi i guai ve li scegliete belli
complicati!” - commentò Lucas.
Poi sentirono un rumore: erano dei passi che si avvicinavano.
“Chi sarà?” - chiese Elena.
“Non lo so! Ma nascondetevi dietro di me!” -
rispose Lucas, attento, con lo sguardo fisso sulla porta.
Pochi secondi dopo la porta del pensionato si aprì,
lentamente, e comparve una figura.
Elena e Meredith fecero un sospiro di sollievo.
Matt sorrise e corse ad abbracciare Katie: “Sei tornata! E
stai bene!” - disse.
Katie ricambiò l’abbraccio: “Si!
Timothy…lo stregone che era con me…è
morto!” - disse rivolta a tutti.
“Lei chi è?” - chiese Lucas facendosi
avanti.
“TU chi sei?” - chiese Katie in risposta.
“Lui è Lucas! E’ un vampiro ed
è un nostro amico!” - rispose Meredith.
“E lei è Katie! E’ una strega del Regno
ed ha aiutato Damon, Bonnie e Stefan quando erano
lì….adesso sta aiutando noi! E’
eccezionale!” - disse Matt continuando a guardare Katie che
sorrideva imbarazzata.
“Ah! Mi sa di aver capito!” - commentò
Lucas guardandoli.
“Katie…e Stefan?” - chiese Elena.
“Non l’ho visto…mi dispiace! Ma credo
che fosse vicino a dove ero io!” - rispose la strega.
“E tu dov’eri?” - chiese Lucas.
“Nel cimitero…la parte antica! Credo che Stefan
fosse da qualche parte alle mie spalle…mi sembra di averlo
sentito mentre tornavo qui!” - rispose Katie.
“Ok! Io vado a cercarlo…poi ci occuperemo di Damon
e Bonnie! Loro sono in due e Damon è molto forte! Stefan
è da solo!” - disse Lucas.
“Sta attento! Quello contro cui combatte Stefan è
una dei migliori stregoni del Regno…ed è uno
specialista nella caccia ai vampiri!” - lo avvertì
Katie.
“Ok! Voi restate qui…tornerò
presto!” - disse Lucas, poi si lanciò fuori dalla
porta.
Corse velocissimo fino alla parte antica del cimitero dove
trovò ogni cosa distrutta e un corpo che giaceva a terra
privo di vita: erano i segni delle lotta di Katie.
Si concentrò e dopo qualche minuto sentì un lieve
barlume di Potere provenire da lì vicino. Quel Potere era
familiare anche se molto flebile….doveva essere Stefan e
doveva stare parecchio male.
Lucas cominciò a correre tra i boschi alle spalle del
cimitero, fino a che non si ritrovò su una vecchia strana
abbandonata.
Stefan era sempre più vicino: lo sentiva.
Corse verso ovest, sempre più veloce e sempre più
preoccupato.
Quando all’improvviso si bloccò.
Davanti a lui Stefan giaceva a terra, in fin di vita: lo stregone che
era con lui gli aveva trafitto il petto, ma non aveva colpito dritto al
cuore.
Lucas pensò che se quello stregone era davvero uno dei
migliori cacciatori di vampiri del Regno Magico, allora non aveva
sbagliato a colpire Stefan, ma semplicemente, i suoi piani erano altri
e per poterli realizzare doveva portare Stefan ad un passo dalla morte,
ma non doveva ucciderlo.
Lo stregone si avvicinò a Stefan, e lo caricò in
spalla cominciando a dire parole in una lingua che Lucas non conosceva.
Una specie di porta luminosa si aprì.
Lucas decise di intervenire.
“Fermati!” - disse a pochi metri dallo stregone.
Stefan, al suono della sua voce, si agitò.
“Chi sei tu?” - chiese lo stregone.
“Non importa! L’importante è che tu
lasci subito andare Stefan!” - disse estraendo i canini.
Lo stregone lo fissò alzando un sopracciglio.
“Interessante….un vampiro non previsto! Mi
dispiace non poterti dedicare tutta l’attenzione che meriti
al fine di ucciderti, ma ho degli ordini da seguire e il tuo amico
viene con me, nel mio Regno!” - rispose.
“Te lo scordi!” - disse Lucas e, velocissimo, si
frappose tra lo stregone e il portale.
Lo stregone si voltò verso di lui e depositò
Stefan ai suoi piedi.
Stefan aprì gli occhi e lo guardò:
“L-Lucas?” - balbettò.
“Sì! Sono venuto per aiutarvi!” - disse
inginocchiandosi accanto al corpo dell’amico.
“E-Elena…d-devi salva-are E-Elena!” -
disse Stefan.
“L’ho già fatto! Sta bene!” -
rispose Lucas e Stefan sorrise.
“Bene! Adesso, se avete finito…. Con
permesso!” - s’intromise lo stregone.
“Ti ho detto che tu non lo porti da n…”
- ma le parole di Lucas gli morirono in gola non appena si
ritrovò ad essere completamente immobile.
“Piccolo incantesimo!” - commentò lo
stregone afferrandolo per le braccia, sollevandolo di peso e
depositandolo alle sue spalle.
Poi si abbassò e risollevò Stefan, che lo
guardava incapace di combattere.
E Lucas fu costretto a guardare impotente tutta la scena dello stregone
che attraversava il portale per il Regno Magico, portando Stefan via
con sè.
Quando il portale sparì anche l’incantesimo
scomparve e Lucas tornò a muoversi liberamente.
Ma era arrabbiato…arrabbiato e abbattuto: aveva detto a
tutti che era tornato per aiutarli, ma non ci era riuscito e adesso
Stefan era scomparso.
NOTE:
Ciao a tutti! Questa domenica sera sono in anticipo rispetto al solito!
Come è potuto mai succedere? Vi starete
chiedendo........beh....non lo so neppure io! XDXDXDXDXD
Un bacio enorme e un grandissimo ringraziamento a chi ha letto e
recensito lo scorso capitolo: sono strafelice che la prova dello
specchio vi sia piaciuta.
Stesera hanno avuto risposta tutti quelli che si preoccupavano per
Katie e Stefan e che volevano saperne di più di Lucas.
Beh.....Katie se l'è cavata alla grande grazie all'aiuto del
suo fantasma....Ted....Chi l'avrebbe mai detto che in questa serie
avrebbe mai fatto qualcosa di buono? XDXDXDXDXD
Qualcuno aveva già ipotizzato che sarebbe stato lui il
fantasma.....per tutti gli altri spero che sia stata una sorpresa
gradita: vedete....da quando ho inserito Katie e tutta la faccenda del
complotto contro Ted che lei vuole vendicare, ho cominciato a pensare a
Ted con maggiore simpatia....dopotutto lui era solo una pedina
manovrata da Samuel! Così ho pensato ad un modo per fargli
avere un suo riscatto: spero che la soluzione che ho trovato vi sia
piaciuta!!!
Per quanto riguarda Stefan....beh...lui è messo male e
nonostante gli sforzi di Lucas è stato portato nel Regno
Magico e, il tutto, per ordine di Samuel!
Mi dispiace un sacco per le sostenitrici di Stefan, ma tutto quello che
sta passando mi serviva, insieme a ciò che
succederà nel prossimo capitolo, per portare avanti la
storia e per spostare l'azione in modo da far proseguire il tutto e
arrivare al finale della serie!
Ma almeno Stefan non è morto!!!
E non pensiate che gli sto facendo passare tutto questo
perchè lo detesto, perchè non è
così, ve lo assicuro. Anzi, mi piace come personaggio e
adoro i pov Stefan, perchè nonostante non siano divertenti
da fare come i pov Damon, capirete anche voi che con Stefan posso
più spaziare a livello di riflessioni......Damon non me lo
permette tanto, è più un uomo d'azione, lui!
XDXDXDXDXD
Quindi non preoccupatevi troppo per Stefan!!!
Detto questo....vi lascio....vi aspetto giovedì con la terza
prova di Damon e Bonnie....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** AVVISO IMPORTANTE ***
AVVISO
Ciao
a tutte!!!
Lo so che vi apettavate il nuovo capitolo, ma proprio non sono riuscita
a finirlo in tempo a causa di impegni....per così
dire...natalizi!
Il Natale è una festa che mi prende molto e alla fine mi
ritrovo sempre ad addobbare, a comprare regali, a parlare del
menù natalizio con mia madre...ecc!
Quindi ho deciso che la storia si fermerà per una breve
periodo!
Salterò sia oggi (23 dicembre), sia domenica (26 dicembre),
sia il prossimo giovedì (30 dicembre)!!!
Invece tornerò a postare l'altra domenica (02 gennaio
2011)!!!
Detto questo...auguro a tutte voi di trascorrere un Natale fantastico
insieme alla vostra famiglia e ai vostri amici!
E visto che mancherò fino al prossimo anno....vi faccio
anche tanti auguri per un felice e sereno 2011....e. mi raccomando....a
Capodanno scatenatevi!!! XDXDXDXDXD
Il linguaggio della resa: Il grigio della vita torna, quindi, DOMENICA
02 GENNAIO 2011 con il decimo capitolo!!!
Vi aspetto....ancora auguri.....BACIONI....IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Capitolo decimo ***
Capitolo
decimo
Avevano
superato due prove.
Era stato sfiancante, era stato estenuante, era stato difficile e
terrificante, ma ce l’avevano fatta.
Bonnie sentì il cuore gonfiarlesi nel petto a quel pensiero
e, per la prima volta da quando Samuel era riapparso, si concesse un
breve istante, un unico e piccolissimo istante in cui sperare.
Bonnie strinse nella sua la mano di Damon e sperò.
Sperò di riuscire a superare l’ultima prova,
sperò di ritornare felice, sperò per Stefan e per
Katie che stavano combattendo la loro battaglia contro nemici
più forti, sperò per la signora Flowers
affinchè non le succedesse nulla e si risvegliasse,
sperò per Matt, Meredith e Elena, sperò per lei,
sperò per Damon.
La speranza le inondò il cuore e lo sanò.
Poi, come le aveva permesso di arrivare, Bonnie la ricacciò
indietro: sapeva che stava per affrontare qualcosa di infinitamente
peggiore rispetto alle altre due prove e, per questo motivo, non poteva
lasciarsi troppo andare ai sentimentalismi.
Con tutto quello che aveva passato a causa del Regno Magico, Bonnie era
cresciuta, era stata costretta a crescere e se c’era una cosa
che aveva imparato era che in caso di pericolo non bisognava farsi
sopraffare dalle emozioni, ma si doveva restare freddi e fare di tutto
per raggiungere il proprio obiettivo. Il suo obiettivo adesso era:
liberarsi di Samuel.
Non lasciarsi prendere dal panico era un’impresa quasi
impossibile per Bonnie, che sentiva le gambe tremare, ma con Damon a
sorreggerla sapeva che ci sarebbe riuscita…doveva solo farsi
forza! Dopotutto….la Bonnie di qualche tempo prima non
sarebbe mai riuscita ad affrontare un branco di licantropi ed un
vampiro affamato tutto da sola!
E il merito era solo di Damon.
Bonnie, continuando a fissare Samuel, pensò un : - Grazie -
indirizzato a Damon, consapevole del fatto che, molto probabilmente,
lui la stava tenendo d’occhio e aveva ascoltato ogni suo
pensiero.
-Di niente, streghetta!
Ma se vuoi puoi anche continuare….lo sai che adoro essere
adulato!!! - la voce di Damon le suonò nella
mente forte, chiara e…divertita.
Bonnie abbozzò un sorriso.
- Certo che adori essere
adulato…..tu sei uno sbruffone montato!!! -
pensò Bonnie in risposta.
- Un anno fa non ti
saresti mai sognata di dirmi una cosa del genere e, per di
più, con quel tono da piccola saccente! -
rispose Damon.
- Già! Ma io
sono cambiata, ricordi? E’ tutto merito tuo! No? -
- Sto pensando che
questa faccenda del merito a volte può essere
controproducente! - riflettè Damon.
- Perché?
Preferivi che IO avessi paura di te? - chiese Bonnie.
- Certo che no! Mi
piace litigare con te…è divertente! E adoro
quando fai la voce grossa….sei terribilmente sensuale e
accattivante quando mi insulti! -
- Tu sei veramente
strano… - lo interruppe Bonnie - Ma allora perché dici
che il mio cambiamento è controproducente per te? -
- Non parlavo del tuo
cambiamento, ma dei miei meriti! Insomma…se tu, stando per
un anno intero a stretto contatto con me, sei cambiata al punto di
affrontare mostri sanguinari e me senza alcun problema, questo potrebbe
anche significare che persino il mio caro fratello potrebbe cominciare
ad alzare la cresta….e, adesso che ci penso, anche Mutt!
Ecco…questo è controproducente: se loro
cominciano a fare i galletti e a non aver più paura di me,
mi spieghi con chi mi diverto io? Chi vado a massacrare ogni volta che
ne ho vaglia? - rispose Damon.
Bonnie restò esterrefatta: era incredibile come, anche in
una situazione del genere, con Samuel a pochi passi da loro, Damon
fosse completamente a suo agio e avesse addirittura le forze per
pensare ai futuri litigi con Stefan e Matt.
“Non penso che tu debba farti tutti questi problemi, vampiro!
Perché non appena avremo finito….di te non
resterà nulla!” - intervenne Samuel.
“Ehi, stupido vecchio, non ti hanno insegnato le buone
maniere? Non si origliano le conversazioni private degli
altri!….Beh…in questo caso sarebbe meglio dire
< non si leggono telepaticamente >….ma,
comunque sia, la nostra era una conversazione privata e tu sei stato
profondamente maleducato ed incivile!” - lo
rimproverò Damon.
Samuel inclinò leggermente la testa di lato e
fissò Damon con aria incuriosita ed un lieve sorriso sulle
labbra.
“Sai Damon? Hai ragione a definirti un vampiro fuori dal
comune….io stesso non ne ho mai incontrati come te!
Insomma…in una situazione come questa tu dovresti solo
pensare a come fare per sconfiggermi ed evitare la morte tua e di tutti
quelli che ti stanno intorno….non dovresti avercelo neppure
il tempo per pensare alle buone maniere!” - disse.
“Che vuoi farci? Educazione italiana vecchio stampo: penso
sempre alle buone maniere…le buone maniere prima di
tutto!” - rispose Damon sorridendo apertamente.
“Beh…adesso che abbiamo ribadito che sei un
abominio che dovrebbe essere morto da secoli, ormai…direi di
passare alla vostra terza ed ultima prova, che ne dite?”
- chiese lo stregone.
Bonnie si voltò a guardare Damon.
Lui le strinse maggiormente la mano, continuando a fissare Samuel: il
sorriso di poco prima era scomparso lasciando il posto ad uno sguardo
serio e minaccioso.
“Cosa farai stavolta? Ci mandi nello spazio a combattere
E.T.?” - chiese, ironico, Damon.
“E perché mai? Il povero E.T. è una
creatura tanto dolce…..Per voi ho in serbo qualcosa di
peggio, qualcosa che aspettavo da tempo!” - rispose Samuel.
“Ok, vecchio rincretinito, poche chiacchiere e dicci cosa
dobbiamo fare adesso! E…se posso darti un
consiglio…smettila di fare il fighetto lasciando pause qua e
là con lo scopo di creare suspance, perché non ti
riesce!” - ribattè Damon.
Samuel sorrise: “Allora andrò subito al
sodo!” - disse.
“Era ora!” - sbuffò Damon.
“Voi due combatterete con me in una lotta senza nessuna
esclusione di colpi!” - la voce di Samuel era decisa.
Damon si zittì e lo guardò socchiudendo gli occhi
e con uno strano sorriso.
“Combattere contro di te? Ma potresti farti male!”
- disse.
“Correrò il rischio!” -
ribattè lo stregone.
“Beh, allora….” - fece Damon estraendo i
canini e spostandosi davanti a Bonnie per farle scudo -
“…cominciamo!”.
Come aveva detto Samuel: era una lotta senza esclusione di colpi.
Damon e Samuel andavano avanti da un bel po’ senza mai
fermarsi.
Bonnie, che all’inizio era dietro Damon, era finita con il
doversi nascondere dietro il tronco di un grosso albero: Samuel aveva
più volte provato a lanciarle contro incantesimi offensivi e
Damon li aveva sempre parati, ma all’ennesimo attacco contro
di lei Damon l’aveva presa di peso e portata dietro
l’albero per poi scagliarsi contro Samuel.
Da quel momento la lotta tra i due era stata un continuo <
Samuel che cercava di arrivare a lei e Damon che faceva di tutto per
non permetterglielo >.
Bonnie era in ansia.
Sapeva che Damon era forte, ma i Poteri di Samuel sembravano
inesauribili.
Ad ogni istante lo stregone sprigionava dalle mani luce bianca e
accecante oppure fulmini o, peggio ancora, fuoco. Ma neppure i quei
casi Damon si faceva da parte e lo faceva per lei: se lui si fosse
distratto anche solo per un attimo, Samuel ne avrebbe approfittato per
colpire lei e Bonnie non era in grado di contrastarlo.
E lei si sentiva così inutile: era una strega,
sì, ma una strega che non ci capiva nulla di magia e che
nonostante fosse stata nel Regno Magico non aveva imparato nulla di
abbastanza efficace….lei non era come Katie, non conosceva
incantesimi e formule magiche e non ci capiva nulla di cristalli e
pietre magiche!
Non poteva fare nulla, ma ogni volta che Damon veniva colpito da un
incantesimo indirizzato a lei, le piangeva il cuore e gli occhi le si
riempivano di lacrime.
All’improvviso gli incantesimi cessarono.
Samuel si era fermato e fissava Damon che era frapposto tra lei e lo
stregone.
“Non mi fermerò, vampiro! Spostati!
Perché continui a proteggerla? Prima o poi
arriverò comunque a lei!” - sibilò lo
stregone.
“Prima devi togliere me di mezzo!” - rispose Damon,
con la mano sinistra sulla spalla destra a comprimere una ferita che
Samuel gli aveva inferto poco prima con una saetta di luce infuocata.
“Non ti preoccupare, lo farò presto! Quindi
perché non ti riposi….lascia combattere
lei!” - fece Samuel alzando un braccio in direzione di Bonnie
e aprendo la mano con il palmo rivolto verso di lei.
Scintille luminose gli avvolsero la mano fino all’altezza del
polso.
Damon le fu subito di fianco.
“Non ti azzardare a colpirla! Prenditela con qualcuno della
tua stazza!” - sibilò.
Samuel parve rifletterci su un attimo, poi: “Ok! Come
vuoi!” - disse e, con un’alzata di spalle,
puntò la mano contro Damon ed emanò un fulmine
che colpì il vampiro in pieno petto, scaraventandolo
all’indietro di alcuni metri.
Bonnie non lo sopportò più e, senza pensarci,
corse verso Damon e si accasciò accanto a lui.
Il vampiro era messo male e il colpo appena subito gli aveva lasciato
una ferita aperta sull’addome che….faceva fatica a
rimarginarsi, si rese conto Bonnie con un colpo al cuore mentre lacrime
amare le offuscarono gli occhi.
Sapeva che doveva essere forte, ma proprio non ci riusciva, non con
Damon davanti a lei e in quelle condizioni.
“Damon…Damon, per favore, svegliati!” -
lo chiamò accarezzandogli il viso.
“E’ estremamente egoista da parte tua, Bonnie! Vuoi
che il vampiro si svegli solo perché così
potrà ancora difenderti! Ma forse….forse
è questo il motivo per cui stai con lui, giusto? Per
favore…dimmi che è così!
Perché se così fosse potrei
capirti…insomma il tuo attaccamento nei suoi confronti
sarebbe come…beh…una specie di sfruttamento dei
vampiri…ed in quel caso io potrei anche decidere di non
ucciderti!” - intervenne Samuel.
“Allora mi sa che
morirò…perché il mio non è
nessuno sfruttamento, il mio è amore! Ma tu non puoi capire
perché tu sei un essere orribile che non conosce
l’amore….hai addirittura ucciso tua
sorella!” - rispose Bonnie cercando di fermare i singhiozzi
nella voce.
“Io l’ho uccisa perché se lo
meritava….si è schierata con
voi…contro di me, contro la magia! E non venirmi a dire che
sono io l’essere orribile che non conosce i sentimenti,
perché qui se c’è un mostro quello
è il vampiro! Non ti rendi conto che il suo è
solo un imbroglio? Che lui non ti ama veramente? I vampiri non possono
amare, sono incapaci di farlo! Mettitelo in testa!” -
gridò, furioso, Samuel.
“E tu…mettiti in testa…che..io non sono
un vampiro comune!” - Damon si era ripreso e si stava tirando
su a sedere.
Bonnie si voltò verso di lui e sorrise, poi gli
afferrò la mano.
“Incredibile! A quanto pare l’unica soluzione qui
è uccidervi, allora! Ma non dimenticarti, Bonnie, che io una
via d’uscita te l’ho data!” - disse lo
stregone.
“Quale? Rinnegare ciò che provo? Questa non
è una via d’uscita…non è
assolutamente nulla! Niente di ciò che potrai dire o fare mi
terrà lontano da Damon!” - rispose Bonnie
asciugandosi le lacrime dal viso e alzandosi, sorreggendo il vampiro.
“Davvero? Niente di ciò che potrò
fare?” - fece Samuel e si concentrò chiudendo gli
occhi e tendendo le braccia verso il suolo.
All’improvviso un vento fortissimo cominciò a
scuotere ogni cosa.
Damon strinse Bonnie a se.
“Sta tranquilla!” - le sussurrò, ma non
sembrava molto sicuro.
Il vento aumentò e più il vento aumentava
più Samuel alzava lentamente le braccia verso il cielo.
La polvere salì dal suolo e cominciò a ruotare
intorno a loro due.
Gli alberi vennero spogliati di tutte le loro foglie e le foglie
vennero portate dal vento a creare una colonna verde intorno a Bonnie e
Damon.
“Che sta succedendo?” - chiese Bonnie che dovette
urlare per via delle urla altissime del vento.
“Non lo so! Ma mi sono rotto di muri verdi! Tutti questi
stregoni sembrano avere una passione per i muri verdi!” -
rispose Damon.
L’ululato del vento crebbe e la sua ferocia
aumentò.
Bonnie e Damon si sollevarono da terra.
“Damon, che succede? Sei tu?” - chiese lei.
“No! E’ il vento! Ci sto provando a ritornare
giù, ma non ci riesco!” - Damon era arrabbiato e
Bonnie capiva il perché: Damon si sentiva impotente e questo
non poteva sopportarlo.
Il vento li portò sempre più in alto verso
l’apice della colonna di foglie e polvere.
Bonnie faceva fatica a tenere gli occhi aperti e i capelli le
sferzavano il viso facendole quasi male.
Quando il vento ululò di nuovo, un fulmine
squarciò il cielo e Bonnie, per lo spavento, fece
l’errore di staccarsi da Damon.
Lui riuscì a riafferrarla appena in tempo, ma ormai erano
distanti e si tenevano solo grazie ad una mano di lui che teneva una
mano di lei.
Bonnie si sentiva trascinare via e si sentiva soffocare se provava ad
aprire bocca anche solo per gridare.
Aveva gli occhi pieni di lacrime, ma non riusciva neppure a piangere
perché non appena le piccole gocce d’acqua salata
tentavano di lasciare i suoi occhi venivano subito asciugate dal vento.
Tentava di guardare Damon, ma le era quasi impossibile. In cambio,
sentì la mano di lui scivolare sulla sua: ormai Damon la
teneva solo per le dita.
La paura le attanagliò l’anima.
Bonnie riuscì a vedere Damon e ciò che vide la
spaventò ancora di più: Damon aveva paura.
All’improvviso qualcosa cambiò.
Il vento cominciò a calare e Bonnie e Damon cominciarono a
scendere.
Bonnie pensò che forse Samuel si stava indebolendo, ma
presto si rese conto che si sbagliava di grosso.
Erano arrivati a circa due metri e mezzo da terra, a tenerli uniti
erano ancora soltanto le loro mani, quando dall’alto una
saetta scese dal cielo e si abbattè sulle loro mani unite:
Bonnie e Damon furono costretti a dividersi.
In seguito fu solo un attimo e la colonna crollò, il vento
li travolse con la sua ultima e violenta folata e li portò
ai due lati opposti della radura.
Bonnie riuscì a non battere la testa coprendosela con le
braccia, ma si ritrovò ad avere dolori in tutto il corpo
dopo la terribile caduta.
Una risata la portò a voltarsi.
Lei e Damon erano esattamente l’uno di fronte
all’altra, ma molti metri li separavano.
In mezzo a loro Samuel, nel pieno delle forze, rideva sguaiatamente.
“Scusate…se rido così! Ma
quest’incantesimo è stato troppo
divertente!” - disse.
“Tornatene da dove sei venuto, Samuel!” -
gridò Damon.
“Ok! Ma tu verrai con me!” - rispose lo stregone.
Damon stava per rispondere, ma qualcosa glielo impedì.
Sotto di lui il terreno aveva cominciato a muoversi e due lunghi rami
di quercia lo tenevano bloccato sul posto.
Samuel gli si avvicinò e gli si posizionò di
fianco con il sorriso sulle labbra.
Bonnie tremò, ma riuscì a rialzarsi e,
zoppicando, tentò di correre loro incontro.
Ma fu tutto inutile: un muro di luce si alzò alle spalle di
Damon e dello stregone.
Il terreno sotto Damon si mosse all’indietro e lo
trascinò attraverso la luce.
Lo stregone lo seguì e l’ultima cosa che Bonnie
vide fu Samuel che le sorrideva e la salutava agitando la mano.
Poi tutto sparì: la luce sparì, Samuel
sparì e Damon sparì inghiottito dalla luce che lo
aveva portato chissà dove.
Bonnie era sola, dolorante ed impaurita.
Si avvicinò lentamente al posto dove prima era Damon e, dopo
aver versato solo una lacrima, si voltò e si mise a correre
disperata verso il pensionato…con il cuore a pezzi.
NOTE:
Ciao a tutti amatissimi lettori!!!
Spero che abbiate passato delle feste belle almeno quanto le mie e
colgo l'occasine per augurarvi ancora un fantastico 2011!!!
Finalmente sono tornata a postare...non vedevo l'ora di liberermi un
pò per rimettermi al computer!
In cambio, in questo periodo di pausa, ho buttato giù delle
idee per i prossimi capitoli e ne ho scritti un paio....adesso devo
solo revisionarli e correggerli!!!
Tornando a noi....
Aspettavate tutti la terza prova...beh...eccola: lo scontro con Samuel!
Questa volta non è andata molto bene, ma, naturalmente,
potete benissimamente immaginare che questo non sarà il loro
unico scontro.
Comunque annuncio ufficialmente che Samuel è una carogna!!!
Insomma....si è inventato tutta questa cosa delle prove solo
per stancarli e dividerli perchè in realtà il suo
piano è un altro...e lo scoprirete nei prossimi capitoli!
Inoltre si è portato via Damon e, se ricordate bene, nello
scorso capitolo era stato preso Stefan.
Perchè? Cosa ha in mente? Che succederà adesso?
Beh...ovviamente non posso rispondervi adesso altrimenti vi rovino la
lettura dei capitoli che posterò
successivamente...però posso dirvi che non sarà
nulla di buono!!! E che Samuel è pazzo!!!
Adesso che le prove sono finite, dal prossimo capitolo la narrazione
riprenderà normalmente con tutti i personaggi insieme!!
In particolare, nel capitolo di giovedì vedremo come Bonnie
ha preso la scomparsa di Damon, come scoprirà anche del
rapimento di Stefan e....so che in molti lo aspettavano....finalmente
rincontrerà Lucas e si faranno una bella chiacchierata!!!
Quindi alla prossima...ci "vediamo" giovedì
sera....BACIONI....IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Capitolo undicesimo ***
Capitolo
undicesimo
Quando
arrivò alla porta del pensionato era completamente distrutta.
Aveva corso a perdifiato per tutto il bosco, con le ossa a pezzi e le
lacrime che le offuscavano la vista…e non era stata una cosa
semplice.
Non si era permessa neppure per un secondo di pensare a Damon durante
la corsa perché sapeva che se avesse pensato a lui non ci
sarebbe mai arrivata al pensionato.
Invece aveva pensato ai suoi amici…erano gli unici che
potevano aiutarla, ma non sapeva in che condizioni erano e se tutto
fosse filato liscio…almeno per loro.
All’esterno del pensionato non si vedeva nessuno e non
c’erano rumori.
Aprì la porta di scatto e ciò che vide la
sorprese: erano tutti lì, sani e salvi!
Elena le corse incontro piangendo e la strinse forte. Poco dopo si
unì anche Meredith al loro abbraccio: erano di nuovo insieme.
Quando sciolsero l’abbraccio, dopo quella che le era sembrata
un’eternità, Elena le accarezzò il
viso…ma continuava a piangere.
Bonnie si asciugò le lacrime frettolosamente prima di
parlare.
“Elena…che succede?” - chiese.
Elena sembrò sul punto di avere un’altra crisi di
pianto, ma si trattenne…non senza sforzo.
“L’hanno preso, Bonnie! L’hanno
preso!” - disse disperata.
“Cosa? Chi? Che è successo?” - chiese
allarmata Bonnie.
“Hanno preso Stefan!” - disse Meredith.
“Ed è stata solo colpa mia!” -
continuò una voce che a Bonnie sembrava tremendamente
familiare.
Si guardò intorno e alle spalle di Meredith lo vide.
“L-Lucas? Sei tu?” - chiese.
Il vampiro annuì, facendosi avanti e accennando un sorriso
che non riuscì a contagiare gli occhi.
“Lucas è venuto per aiutarci! Gli stregoni e tutta
la magia che c’è stata qui negli ultimi tempi
hanno attirato l’attenzione di altre creature e la voce che
qui stava succedendo qualcosa si è sparsa in fretta fino ad
arrivare a lui…così è venuto a dare
una mano! E’ solo grazie a lui se io, Matt, Elena e la
signora Flowers siamo vivi!” - spiegò Meredith.
“Sì, ma è anche vero che è
solo colpa mia se Stefan è stato preso! Ero andato ad
aiutarlo, ma lo stregone è stato furbo…..e
l’ha portato via con se!” - continuò
Lucas.
“No, Lucas! La colpa non è tua…non
potevi fare nulla! Lo stregone ti ha fatto un incantesimo e ti ha
immobilizzato….non potevi intervenire!” -
cercò di consolarlo Matt.
“Aspetta! Che significa? Dove hanno portato
Stefan?” - chiese Bonnie.
“Nel Regno Magico!” - rispose Elena desolata.
Un brivido percorse tutta la spina dorsale di Bonnie.
“Allora…allora è di nuovo lì
che hanno portato anche….” - disse, ma un magone
le bloccò la gola impedendole di finire la frase.
Bonnie si portò una mano al cuore.
“Hanno portato anche…?” - chiese Elena,
poi cominciò a guardare alle spalle di Bonnie, verso la
porta - “Oddio! Bonnie…dov’è
Damon?” - chiese.
Bonnie non riuscì a trattenere le lacrime e
scoppiò a piangere.
Elena capì all’istante e
l’abbracciò forte.
“Ce li riprenderemo…sta tranquilla!” -
le sussurrò tra i capelli.
“Ok! Facciamo il punto della situazione! Hanno preso Damon e
Stefan e li hanno portati nel loro Regno…ma
perché? Perché non ucciderli qui? E
perché non hanno preso anche Katie e Bonnie visto che vi
vogliono tutti e quattro?” - intervenì Meredith,
lucida come sempre.
“Perché è sempre stato questo il loro
piano…ci hanno preso in giro!” - rispose Katie,
seduta su una sedia vicino Matt con i gomiti sul tavolo.
“Spiegati!” - disse Bonnie asciugandosi le lacrime
e cominciando a bere una tazza di tè caldo che le aveva
appena portato la signora Flowers.
“Loro non volevano ucciderci qui…Samuel vuole
finire quello che ha cominciato! Voleva dividerci per tenere gli umani
lontani! Poi voleva uccidere me qui e portare Damon e Stefan nel Regno
per ucciderli lì!” - disse Katie.
“Continuo a non capire perché, se li voleva morti
comunque, non li ha uccisi qui!” - disse Lucas.
“Esistono pochi modi per creare un portale che colleghi
questo mondo con il Regno magico! Uno è un incantesimo
comune, come quello che conosco io, ma mi ci vorrebbero settimane
perché il portale si apra! Poi ci sono le pietre stella,
come quella che ci diede Hugh e che io, Bonnie, Damon e Stefan abbiamo
usato per fuggire dal Regno…ma di queste pietre ormai non ne
esistono quasi più! Poi c’è un altro
incantesimo, un incantesimo che solo i Consiglieri e gli stregoni
più forti conoscono…è un incantesimo
immediato e funziona all’istante e, quasi sicuramente,
è quello che hanno usato Samuel e Richard per portare con
loro Damon e Stefan! Ora….se ho capito
bene….l’obiettivo di Samuel è
distruggere Bonnie per poi prendere anche lei! Ha portato via Stefan e
Damon perché conta sul fatto che Bonnie non riesca a trovare
nessun modo per arrivare nel Regno prima che lui li abbia
uccisi….così Damon morirà e
morirà per Bonnie perché tutta questa storia
è cominciata per Bonnie e lei non potrà fare
nulla per impedire che lui muoia e allora cadrà a pezzi, si
sentirà in colpa e lui potrà
prenderla!” - rispose Katie.
“Ma se vuole uccidere anche Bonnie perché non ha
portato via anche lei?” - chiese Meredith.
“Non ho detto che vuole ucciderla……ho
detto che vuole prenderla: è diverso! Adesso vi
racconterò una storia così capirete
perché si è scatenato tutto questo. Bonnie
discende dai druidi…, e questo lo sapete, ma non sapete che
i druidi furono i capostipiti della nostra razza, furono loro a portare
la magia nel mondo e a creare il Regno Magico. I discendenti dei druidi
sono come…la nostra nobiltà!
Ora….circa un centinaio di anni fa, nel Regno ci fu una
sorta di guerra civile! Le famiglie druide si unirono contro il
Consiglio perché loro volevano la pace con gli esseri
oscuri. Queste famiglie credevano che non tutti gli esseri oscuri erano
cattivi e non tutti dovevano essere uccisi. Proposero di giudicare
coloro che erano sospettati di crimini e uccisioni tramite un processo
a cui seguiva una condanna che non doveva essere necessariamente la
morte….e di lasciare liberi tutti gli esseri oscuri che non
nuocevano a nessuno! Il Consiglio non lo accettò, ma il
pensiero delle famiglie druide si era esteso a molte altre famiglie e
si erano cominciate a diffondere idee di uguaglianza tra noi e gli
esseri oscuri. Si scatenò la guerra e ci furono molti morti!
Le famiglie druide e i loro affiliati riuscirono a fuggire e si
nascosero tra gli umani, annullando le loro aure e celando i loro
Poteri! Il Consiglio li cercò a lungo, ma non
riuscì mai a trovarli! Decine di anni dopo la ferita
bruciava ancora e il Consiglio continuava a cercare. Un giorno
trovarono qualcosa: un elenco di parole e nomi….una specie
di pagina di un qualche libro antico dove c’erano scritte
brevi formule e alcuni nomi e cognomi che venivano fuori da anagrammi
di altri nomi e cognomi! Ma questa pagina scritta era troppo poco per
ricominciare a cercare quindi con il tempo le ricerche si fermarono, ma
il desiderio di vendetta si è tramandato da Consigliere a
Consigliere fino a Samuel.
Quando Ted ha fatto il tuo nome, Bonnie, Samuel si
è….illuminato e sai perché?
Perché McCullough era uno dei nomi scritti sulla pagina e ha
collegato te ai druidi! Quindi ha mandato il Labirinto, poi ti ha
rapita e ora questo! Lui non ti vuole uccidere, Bonnie! Tu gli servi
per avere la vendetta che il Consiglio aspetta da anni! Se tu entrerai
nelle sue schiere, lui riconfermerà la supremazia assoluta
del Consiglio su tutti gli stregoni, perfino sui druidi!
E…naturalmente….lui sarà quello che
verrà ricordato, sarà colui che avrà
maggior prestigio perché sarà lui a riportare i
druidi nel Regno!” - raccontò Katie.
“E se dovesse uccidere Damon…..ci
riuscirà a prendermi! Perché non avrei
più la forza per fare nulla!” - disse Bonnie,
distrutta e con la voce rotta dal pianto.
“Ma questo non succederà, mai! Perché
noi riusciremo ad entrare nel Regno e riusciremo a salvare sia Damon
che Stefan!” - disse Meredith, sicura.
“Stefan….cosa c’entra Stefan?
Perché ha preso anche lui?” - chiese Elena.
“Perché Stefan era stato condannato nel Regno e
nel Regno deve morire…è la legge! In quanto a
me….io ho tradito il Regno, ma non ho mai avuto una condanna
pubblica e per lui sarebbe stato molto meglio che io morissi qui
così da non dovermi più rincontrare!” -
rispose Katie.
“Ma tu sei viva!” - disse, sorridendo, Matt.
Katie rispose al sorriso.
“Allora, da come ho capito, dobbiamo trovare un modo
alternativo per entrare in questo Regno, giusto?” - chiese
Lucas.
“Giusto! Ma non è semplice! Katie, non conosci
nessun altro modo oltre quelli che ci hai detto?” - chiese
Meredith.
“Non ce ne sono di altri modi!” - rispose, secca,
la strega.
“E allora cosa facciamo?” - chiese Elena con la
voce rotta dal pianto.
Katie sospirò: “Io andrò a parlare con
la strega Susan in cantina! Mi farò dire
l‘incantesimo che hanno usato loro!”
“Non sarà pericoloso?” - chiese Matt.
“Non credo! Per quello che so di lei….è
una strega brava con gli incantesimi mentali, ma non con gli attacchi
fisici! E per fare incantesimi mentali abbastanza potenti deve essere
in buona forma….cosa che non è visto che
è stata tramortita da un vampiro! Forse sarà
sveglia, ma starà male e sicuramente non sarà
riuscita a sciogliere le corde che la tengono legata!” -
riflettè Katie.
“Di quale strega parlate?” - chiese Bonnie.
“La strega Susan è quella che teneva la signora
Flowers sotto incantesimo! Lucas l’ha colpita e
l’abbiamo segregata in cantina con un incantesimo della
signora Flowers!” - spiegò Meredith.
“La signora Flowers ha fatto un incantesimo?” -
chiese Bonnie.
“Bisogna restituire pan per focaccia a certa
gente!” - intervenne l’anziana donna.
Bonnie sorrise: “Ma gli altri stregoni?” - chiese.
“Maddy e Sean sono morti per mano del vampiro….io
ho ucciso Timothy, quello che era con me!” - rispose Katie.
Bonnie annuì.
“Bene! Adesso credo sia il caso di darci una mossa se
vogliamo salvare Stefan e Damon!” - disse Lucas.
Katie annuì e si voltò verso Matt:
“Perdonami per quello che sto per fare! Tu sei buono e
capirò se dopo tu non voglia più avere a che fare
con me!” - gli disse, poi si voltò verso gli
altri: “Dopo che sarò entrata in
cantina….non vi spaventate se sentirete delle urla e non
aprite quella porta….quando dovrò uscire
sarò io stessa a farlo!” - continuò.
“Urla? Katie, cosa vuoi fare?” - chiese Elena.
“E’ una seguace fedele di Samuel! Se non
parlerà con le buone….dovrò
obbligarla!” - disse e si alzò avviandosi verso la
cantina.
Quando Katie raggiunse la porta, la aprì ed
oltrepassò la soglia buia….prima di richiuderla
si voltò di nuovo verso Matt e sussurrò:
“Mi dispiace!”.
Dopo un quarto d’ora di assoluto silenzio, cominciarono a
risuonare in tutto il pensionato le urla strazianti della povera strega
torturata.
Le urla continuavano e diventavano sempre più forti e
cariche di dolore.
Lucas guardava Matt che, impaziente, faceva su e giù davanti
alla porta della cantina.
Si avvicinò all’amico.
“Stai bene?” - gli chiese.
“Sono solo preoccupato per lei!” - rispose Matt.
Lucas lo capiva…dopotutto quella situazione era diventata
difficile per tutti, perfino per lui che era appena arrivato.
Si guardò intorno e vide che erano rimasti da soli.
Elena e Meredith erano salite nella camera di Stefan e la signora
Flowers era in cucina.
Decise di uscire sul terrazzo: gli era sempre piaciuto quel posto.
Lì trovò Bonnie.
Se ne stava seduta su una panca in legno, con la schiena appoggiata al
muro e gli occhi tristi, rivolti alla luna.
La sua bellezza era straziante per il povero cuore ancora sanguinante
del vampiro.
Le si avvicinò e si sedette di fianco a lei.
Gli faceva male vederla stare male, vederla stare male per un altro. Ma
non riusciva a lasciarla sola in quel momento: l’amava ancora
troppo per poterle negare il suo aiuto.
“Come stai?” - le chiese.
“Non bene!” - rispose lei scuotendo la testa.
Tacquero per qualche minuto, poi Bonnie si voltò vero di lui.
“Scusami, Lucas! Perdonami se ci riesci!” - gli
disse.
“Perché mi chiedi scusa?”.
“Per quello che ti ho fatto…per come ti ho
abbandonato!”.
“Bonnie non voglio le tue scuse…non le ho volute
allora e non le voglio adesso!” - le disse sincero.
“Lo so! Ma ti devo almeno una spiegazione chiara!”
- ribattè lei.
Lucas si arrese: “Se proprio non puoi farne a
meno…”.
Bonnie sorrise: “Ti racconterò la storia
dall’inizio….da quando ho conosciuto Damon e
Stefan per la prima volta! Vedi…all’inizio Damon
mi faceva paura e devo dire che lui ne ha approfittato spesso della mia
paura….era come se si divertisse a terrorizzarmi! Ma io ho
sempre sentito, anche allora, una specie di legame tra noi! Sicuramente
lo sentivo solo io….lui
all’epoca….beh…la conosci anche tu
tutta la storia con Elena, no?” - chiese.
Lucas annuì.
“Beh…lui era innamorato di Elena e io
ero….no, io non ero niente! Nonostante questo,
però, Damon mi ha mostrato lati di sé che non
mostrava a nessuno. Lo ha fatto involontariamente, ma l’ha
fatto e questo ha fatto si che quello che mi legava a Damon crescesse,
maturasse e diventasse amore: mi innamorai di Damon! Lui non lo sapeva
o faceva finta di non saperlo….esisteva solo Elena!
Però poi successe qualcosa: lui mi salvò la
vita…più volte! Una volta ero in fin di vita e
lui mi diede addirittura il suo sangue pur di riportarmi indietro! Da
quell’episodio…ogni volta che io ero in pericolo,
lui mi proteggeva…ogni volta che lo chiamavo, lui accorreva!
Non importava cosa stesse facendo o dove fosse….quando io ne
avevo bisogno lui era sempre lì! Inutile dire che il mio
amore per lui crebbe e insieme a quello crebbe la
sofferenza…perché lui non mi
amava…perché amava la mia migliore amica e io ero
costretta a guardarlo ogni giorno mentre le diceva e faceva per lei
cose che volevo fossero rivolte a me! Poi sconfiggemmo i demoni, Elena
scelse Stefan e Damon se ne andò! Ci rimasi
malissimo…soffrivo, ma non potevo darlo a vedere! Dopo un
po’, arrivasti tu e mi riportasti in vita sanando le ferite
che Damon mi aveva inferto! Per la prima volta in tutta la mia vita mi
sentii speciale! Fino a quel momento ero sempre stata la seconda, il
rimpiazzo di Elena o di Meredith…a seconda dei casi! Tu
invece scegliesti me…senza pensarci! Non credere che io ti
abbia preso in giro, perchè non è
così! Io ti amavo per davvero! Ma Damon tornò e
tutti quei sentimenti che avevo represso, tutte quelle ferite che tu
avevi curato…tornarono all’improvviso e
più forti di prima! All’inizio lo odiai
perché mi stava facendo male…di nuovo, poi,
però, lui mi disse che mi amava e me lo dimostrò
e io lo sentii….per la prima volta io lo sentii per davvero
e capii che ciò che diceva era vero, che i suoi sentimenti
per me erano reali e che quelli per Elena erano scomparsi del tutto! Lo
avevo aspettato così tanto…e nonostante io ti
amassi, sentivo che potevo vivere solo con lui accanto a me!!! Durante
quest’anno sono stata…felice, veramente felice! Ma
poi è arrivata la magia, sono arrivati gli stregoni,
è arrivato Samuel e me lo ha portato via!” -
finì nascondendo il viso tra le mani e scoppiando in lacrime.
Lucas l’abbracciò stretta.
Era doloroso sentirla dire che era felice con Damon, ma
ricacciò indietro i suoi sentimenti: lui voleva che Bonnie
fosse felice e se Damon la rendeva tale allora avrebbe fatto di tutto
per ritrovarlo.
Si staccò da lei e le asciugò le lacrime.
“Ascolta….Damon non mi piace molto! Un
po’ perché mi ha battuto nella lotta per il tuo
cuore, un po’ per quello stupido nomignolo che usa per
chiamarmi e che spero abbia dimenticato < inglesino >! Ma
so che ti fa felice e che ti ama, anche perché se
così non fosse stato io non ti avrei mai lasciata andare,
quindi ti prometto che lo troverò! Troverò
Damon…per te! E troverò Stefan, per Elena e
perché lui sì che mi
piace…è un buon amico!” - le disse.
Bonnie sorrise: “Si! Stefan è un buon amico!
Grazie Lucas!” - disse.
“Di niente! Adesso sorridi!” - rispose il vampiro,
rilassandosi e sorridendo a sua volta.
All’improvviso il rumore di una porta attirò la
loro attenzione e subito sentirono la voce di Matt.
“Venite tutti! Katie ha scoperto qualcosa!” -
gridò.
Lucas e Bonnie si guardarono e tornarono insieme in salotto.
Contemporaneamente anche Meredith ed Elena scesero di corsa al piano di
sotto e la signora Flowers si affacciò dalla porta della
cucina.
Katie e Matt erano davanti alla porta chiusa della cantina.
Matt sorrideva raggiante e sollevato e teneva Katie per la vita.
“Allora?” - chiese Elena.
“So come fare ad entrare nel Regno!” -
annunciò Katie.
NOTE:
Ciaoooooo!!! Buona Epifania....spero che la Befana vi abbia portato
tante cose buone! Per quanto riguarda me....mi sa che
continuerò a mettere chili...ma, pazienza....come dico
sempre: "Si vive una volta sola, quindi meglio approfittarne!"
XDXDXDXDXD
Allora....Katie sa come entrare nel Regno.....bella notizia, no? Lei lo
sa....e anch'io lo so....ma per quanto riguarda voi dovrete aspettare
domenica!!!
Sono un tantino cattiva, lo so! Ma mi piace un sacco finire i capitoli
così.....!
Vediamo un pò come si sono messe le cose...
Beh, questo era ovviamente un capitolo di passaggio, ma, come ho
già spiegato nella nota dello scorso capitolo, mi
è servito per fare un pò di cose...tipo: Lucas e
Bonnie che si rincontrano e Katie che svela il piano di Samuel!
Samuel anche quando non c'è ci ricorda quanto sia crudele e
malefico. Insomma, si è portato via Damon perchè
vuole ucciderlo lontano da Bonnie in modo che lei non possa fare niente
e cada a pezzi.....è sadico!
Stefan...beh, lui si è ritrovato di mezzo per via della
legge magica: quando qualcuno viene condannato nel Regno è
lì che deve morire!
Per questo Katie poteva anche morire subito perchè, se
ricordate bene, nel Sigillo Damon e Stefan hanno avuto un vero processo
e una vera condanna, mentre Katie no perchè è
scappata prima!
Lucas e Bonnie...beh mi sembra ovvio che lei non faccia che parlare di
Damon visto lo stato d'animo in cui è, ma Lucas è
un grande e la capisce anche se ne è ancora innamorato!
Per adesso ancora niente dal versante Damon/ Stefan, ma nel prossimo
torneranno e Damon scoprirà un pò di cose che
faranno tornare a galla la sua proverbiale gelosia!!!XDXDXDXDXD
Adesso vi lascio...a domenica sera....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Capitolo dodicesimo ***
Capitolo
dodicesimo
Aveva
perso i sensi per non sapeva esattamente quanto tempo.
L’ultima cosa che ricordava era Lucas, immobilizzato, che
guardava sofferente lui che veniva portato via dallo stregone Richard
senza nessuna possibilità di ribellione.
Ma quando si risvegliò non c’era più
nessun Lucas e nessuno stregone….non c’era
più nulla.
Stefan era completamente al buio.
Dei colpi risuonavano da un punto vicinissimo a lui, ma non ci
badò.
Non aveva idea di dove fosse finito. L’unica cosa che poteva
dire con certezza era che si trovava in un posto piccolo, senza luce ed
era disteso su una fredda lastra di pietra.
Portò cautamente una mano sul petto, laddove era stato
colpito. Il dolore che gli aveva fatto perdere i sensi era sparito e
non riusciva a capire perché.
Toccandosi, però, non trovò nulla.
Niente ferita, niente sangue, niente di niente.
- E’
impossibile! - pensò - Non posso essere guarito
così in fretta…..quanto tempo è
passato? Quanto sono rimasto privo di sensi? - Stefan era
preoccupato.
In quel preciso momento i colpi che aveva ignorato si fermarono e
Stefan, che si stava mettendo a sedere, riuscì a scorgere
una figura attraverso il buio.
La figura si voltò verso di lui e, pian piano, Stefan la
mise a fuoco.
“Damon?” - chiese.
“Ah! Noto con piacere che ti sei svegliato!” -
rispose Damon, distogliendo la sua attenzione dalla parete che, fino a
poco prima, stava prendendo a pugni.
“Dove siamo?” - chiese Stefan guardandosi intorno.
“Mi sembra ovvio, genio! Siamo nella nostra cara, vecchia
cella nel Regno Magico!” - rispose Damon, sarcastico.
“Cosa è successo?” - Stefan era
confuso….non capiva cosa ci facesse lì Damon.
“E che vuoi che ne sappia io di quello che ti è
successo! Io so solo che ero nel bosco e quel brutto verme viscido di
Samuel ha fatto una delle sue diavolerie separando me e la streghetta.
Poi mi ha….preso e mi ha portato qui dove tu già
dormivi come il bell’addormentato!” - rispose Damon
irritato.
Stefan si toccò di nuovo il petto.
“E tutto questo quando è successo? Quanto tempo ho
dormito?” - chiese.
“Non lo so! Io sono arrivato da circa
un’ora…tu poco prima di me!” - rispose
Damon.
“Ma…la ferita? Io ero ferito!” - disse
Stefan.
“Lo so! L’ho notato! E c’è da
dire che ti ho dovuto dare parecchio sangue per rimetterti in
sesto!” - rispose Damon.
Stefan era sconcertato. Non riusciva a credere a quello che aveva
appena sentito.
“Tu…tu mi hai dato il tuo sangue?” -
chiese.
“Si!” - rispose Damon, poi notando
l’espressione allibita ed emozionata di Stefan si
affrettò ad aggiungere - “Ti ho dato il mio
sangue, ma non ti montare la testa! L’ho fatto solo
perché se voglio andarmene da qui….tu mi servi! E
poi non ho nessuna intenzione di subirmi la scena madre di Elena
depressa e furiosa se mai dovessi tornare lasciandoti qui!”.
Il pensiero di Elena lo fece sorridere: lei era al
sicuro….Lucas glielo aveva detto e lui si fidava del suo
amico!
“Non mi sembri molto preoccupato per Elena!” -
osservò Damon scrutandolo in viso.
“Perchè non ho motivo di esserlo! Elena
è al sicuro!” - rispose Stefan.
“Ah si? E come fai ad esserne così sicuro? Ti
è apparsa in sogno?” - chiese ironico Damon
incrociando le braccia e guardandolo, divertito, con un sopracciglio
alzato.
Stefan evitò la provocazione di Damon e rispose sinceramente.
“Lo so perché me lo ha detto Lucas prima che fossi
portato qui! Era venuto per aiutarmi, ma lo stregone che era con me gli
ha fatto un incantesimo per immobilizzarlo! Comunque è
riuscito a dirmi che aveva salvato Elena e questo significa che ha
salvato anche Matt e Meredith e anche la signora Flowers, visto che era
lì! Di Katie non so nulla….ma sicuramente anche
Bonnie sarà al sicuro con Lucas, adesso, visto che Samuel ha
lasciato perdere lei ed è tornato nel Regno con
te!” - spiegò.
Durante la sua spiegazione Stefan aveva notato che Damon aveva perso il
suo sorrisino ironico.
“Aspetta un attimo, fratellino! Lucas? Che Lucas?”
- chiese Damon.
A Stefan sembrava vagamente irritato.
“Non so tu, ma io devo ammettere che nonostante la mia
veneranda età conosco un solo Lucas! Inglese,
vampiro….ex quasi marito di….” -
cominciò, ma venne interrotto da un ringhio di Damon.
Stefan si sorprese.
- Mi correggo: non
è VAGAMENTE arrabbiato….è DECISAMENTE
MOLTO arrabbiato - pensò
“L’inglesino! E’ tornato!” -
sibilò Damon stringendo i pugni.
“S-sì! Ma non capisco perché ti arrabbi
tanto! Dovresti essere contento del fatto che è venuto ad
aiutarci e che adesso è con Bonnie e la tiene al
sicuro!” - disse Stefan.
“Contento? Dovrei essere contento del fatto che quello
lì stia insieme alla mia streghetta e che possa approfittare
del fatto che è fragile e provata per via di tutta questa
storia?” - gridò Damon fuori di sé.
“Damon, calmati! Ti ricordo che Lucas non è il
tipo di persona che approfitta delle ragazze tristi e depresse. TU sei
quel tipo di persona! Oppure ti sei dimenticato di quando hai fatto di
tutto pur di avere Elena mentre lei era disperata per il fatto che io
fossi tenuto prigioniero nello Shi no Shi?!?” - rispose
Stefan.
Damon lo fissò per qualche istante prima di replicare.
“Mi sembrava che avessimo chiarito quella faccenda e che
adesso fosse tutto apposto, no? Comunque sia la situazione è
molto diversa. Io non sono mai stato il quasi marito di Elena e tra noi
non c’è mai stata una vera e propria relazione!
Tra l’inglesino e la streghetta invece sì! Lui
potrebbe approfittare di questo momento per ricordarle di quando
stavano insieme!” - disse.
Stefan lo fissò esasperato e perplesso.
“Come fai?” - chiese.
“A fare che?”.
“Noi siamo rinchiusi qui dentro senza poter fare nulla.
Samuel è sicuramente là fuori a fomentare tutti
gli altri stregoni. Probabilmente ci uccideranno presto e tutti e due
sappiamo che ne hanno la capacità. Inoltre ogni singola
persona che potrebbe esserci d’aiuto o è morta
oppure non è in questo mondo, ma in quello umano. Eppure tu
non te ne preoccupi affatto e stai lì a dire frasi insensate
pensando soltanto alla tua ossessiva e alquanto stupida gelosia nei
confronti di Bonnie. Come fai? Spiegamelo!” - rispose Stefan.
“La mia gelosia non è né stupida
né ossessiva! Al contrario…è molto
sensata! E poi non c’è molto che possiamo fare,
questa cella è a prova di vampiro! Quindi è
inutile stare qui a deprimerci!” - rispose Damon mettendosi a
sedere sul pavimento con la schiena appoggiata al muro e lo sguardo
dritto davanti a sè.
Nella cella cadde il silenzio.
Stefan tornò a stendersi sulla panca di pietra su cui si
trovava e provò a < non deprimersi >, come
aveva detto Damon.
Piuttosto immaginò Elena.
La vide sorridere felice, con i capelli d’oro mossi dal vento
mentre correva spensierata sull’erba verde.
Era così bella la sua Elena….
“Credi davvero che non dovrei preoccuparmi? Per
l’inglesino intendo!” - la voce pacata di Damon lo
riportò alla realtà.
“Insomma….Bonnie…..Ecco lei ha sofferto
per anni a causa mia e della mia stupidissima ossessione per Elena,
prima che stessimo insieme! E poi dopo sono riuscito a tenerla al
sicuro per appena un anno prima che cominciasse tutta questa storia! E
solo perché uno stregone la vide con me! Una strega e un
vampiro….impossibile, inammissibile, contro ogni
legge!” - continuò Damon.
“Appunto…lo hai detto! Una strega e UN VAMPIRO.
Non una strega e Damon! Tutta questa storia non è cominciata
a causa tua. Bonnie non è stata presa di mira
perché era con te in quanto Damon Salvatore. Bonnie
è stata presa di mira perché era con te in quanto
vampiro! Sarebbe successo lo stesso se l’avessero scoperta
con Lucas! E sarebbe successo lo stesso anche se fossero venuti a
sapere che io e lei siamo amici! Questo non riguarda te personalmente,
Damon! Riguarda loro. Samuel e tutti quelli che sono con lui non
riescono neppure a concepirla l’idea che possa esserci una
qualsiasi sorta di legame affettivo tra una creatura magica e una
creatura oscura. Per loro l’unico legame che possiamo avere
è quello tra cacciatori e prede….in cui i
cacciatori sono loro e noi siamo le prede! Inoltre, come hai detto tu,
Bonnie ha sofferto molto per te! Io, personalmente, posso dirti che se
c’è una cosa che ho imparato vivendo tra gli umani
è che più si tiene a qualcuno e più si
soffre. Vedi…per come la vedo io….possiamo dire
di amare una persona tutte le volte che vogliamo! Ma se, quando questa
persona si allontana, noi non soffriamo…allora significa che
non ce n’è mai importato per davvero. Quindi se
Bonnie ha sofferto tanto per te e ha continuato a soffrire anche quando
tu sei tornato e lei stava con Lucas, questo significa che ti ama per
davvero e che non averti vicino le logora l’anima!”
- rispose Stefan continuando a restare sdraiato.
“Quindi dici che non devo preoccuparmi! Che non ha mai amato
Lucas!” - disse Damon.
“Non sto dicendo che non ha mai amato Lucas! Secondo me
Bonnie ha amato davvero Lucas e forse con lui si era anche illusa di
averti dimenticato. Ma quando sei tornato si è resa conto
che non era così! Io penso che lei abbia amato Lucas, ma non
come ha sempre amato te! E proprio per questo non devi preoccuparti
perché lei ti ama come non potrà mai amare
nessuno. E, ironia della sorte, è stato proprio il
sentimento che provava per Lucas a farglielo capire!!! Anche se sono io
che non capirò mai come sia possibile che una persona tanto
buona e sensibile come Bonnie possa amare tanto un tipo come
te!” - rispose Stefan.
“Gli opposti si attraggono! Mai sentito dire?” -
fece Damon.
“Certo! Ma non credo sia questo il caso!!! Forse il fatto che
Bonnie si sia innamorata di te significa che c’è
ancora speranza!” - rispose Stefan.
“Speranza per cosa?”.
“Speranza per te! Forse lei, creatura pura e gentile, ha
visto in te un qualcosa che l’ha conquistata….un
tuo lato buono e puro che non mostri a nessuno!” -
ipotizzò Stefan.
Damon non rispose. Si limitò ad emettere un suono che era
una via di mezzo tra ringhio e un lamento.
“Questa cella mi fa male!” - disse,
all’improvviso, Damon.
“Perché?” - chiese Stefan.
“Perché ogni volta che sono qui dentro mi metto a
fare conversazioni civili con te! E la cosa è rivoltante e
altamente preoccupante!” - rispose Damon.
Stefan sorrise.
“Hai ragione! Però mi domando: adesso che non
c’è più nulla a dividerci,
perché non possiamo essere civili anche fuori da questa
cella e, magari, smetterla di farci la guerra?” - chiese.
“E’ divertente farti la guerra! E poi…le
vecchie abitudini sono dure a morire!” - rispose Damon.
“Hai deciso di parlare per proverbi e modi di dire, oggi? E
io che credevo che li detestassi!” - disse Stefan.
“E’ vero! Ma so che tu li odi più di
me…quindi io li uso! Così ti irrito!” -
rispose schietto Damon.
Stefan si ritrovò a ridere involontariamente.
Poco dopo uno spostamento d’aria nella cella lo
incuriosì.
Quando si mise a sedere sentì la mano di Damon che gli
afferrava la gola e lo ributtava giù.
“Ascoltami bene, fratellino! Se solo ti azzardi a parlare con
qualcuno di queste nostre…conversazioni
civili….io ti ammazzo!” - lo minacciò
prima di sorridergli e lasciarlo libero per tornarsi a sedere dove era
poco prima.
Stefan si massaggiò la gola.
“Credevo che non volessi essere costretto a subirti la scena
madre di Elena depressa e furiosa se mi succede qualcosa?!?”
- disse Stefan.
“Infatti! Ma una cosa è se ti succede qualcosa per
colpa di qualcun altro e una cosa molto diversa è se ti
succede qualcosa per mano mia!” - rispose Damon.
“Cioè?”.
“Se ti uccide qualcuno altro io sarò costretto a
subirmi la sua sfuriata senza la minima cosa a cui aggrapparmi per
pensare ad altro. Invece…se ti faccio fuori io, con le mie
mani, allora l’euforia che proverò sarà
talmente tanta che Elena potrà fare tutte le scene che
vorrà senza guastare minimamente il mio umore che,
sicuramente, sarà alle stelle!!!” -
spiegò Damon, tranquillo.
Stefan sorrise: ormai, dopo tutti quegli anni, trovava addirittura
divertenti tutte le minacce di morte del fratello.
“Capito!” - disse con tono accondiscendente -
“Come vuoi tu, Damon!”.
“Quindi stai dicendo che l’unica cosa che dobbiamo
fare affinchè si apra un portale per arrivare nel Regno
Magico è procurarci una pietra azzurra proveniente
direttamente dai fondali dell’Oceano Pacifico, poi ridurre
questa pietra in polvere, mischiare la polvere con del comune sale da
cucina, cospargerci il capo con questo miscuglio e infine pensare il
nome del posto in cui si vuole andare cioè…Kemet,
Regno Magico?” - chiese Elena, scettica.
“Si, è così!” - rispose Katie
annuendo per l’ennesima volta alla stessa domanda che tutti,
a turno, le avevano rivolto.
“Anche la parte del cospargersi il capo con la polvere
magica? Sei sicura?” - chiese Elena.
Katie annuì di nuovo.
“Proprio sicura? Insomma…in stile: Peter Pan che
scuote Trilli sulla testa di Wendy per…cospargerle il
capo…di polvere fatata in modo che lei possa
volare?” - chiese, ancora, Elena.
“Si! Dobbiamo fare così!” - rispose
esasperata Katie.
“Ok! Ma possiamo fidarci? Come fai ad essere proprio sicura
del fatto che la strega non ti abbia mentito per farci perdere
tempo?” - chiese Meredith.
“Ho fatto un incantesimo! Ho scritto la mia richiesta e la
sua risposta su un foglio e glielo fatto firmare! Una specie
di…contratto magico, se così si può
dire! Se la sua risposta alla mia domanda è vera allora lei
vivrà….invece se ha
mentito…morirà!” - rispose Katie.
“Morirà…per via
dell’incantesimo che le hai fatto?” - chiese Bonnie.
“Non proprio! Se lei ha mentito l’incantesimo le
toglierà i suoi poteri e la ridurrà in fin di
vita in modo che poi la si possa uccidere senza che lei possa
difendersi!” - spiegò Katie.
“Ah! Ma tu hai detto che è una fedele seguace di
Samuel…non credi che potrebbe persino sacrificarsi per
lui?” - chiese Matt.
“Sì! E’ per questo che le ho detto che
l’avrebbe uccisa Lucas!” - rispose Katie.
“Io?” - chiese sorpreso il vampiro.
“Si, tu! Se le avessi detto che ad ucciderla sarei stata
io…lei non si sarebbe fatta scrupoli a sacrificarsi per la
causa di Samuel! Ma Susan è una donna profondamente razzista
e orgogliosa: non permetterebbe mai che una creatura oscura le
togliesse la vita! Piuttosto tradirebbe Samuel consegnandoci le chiavi
del Regno!... E poi è convinta che non ce la
faremo!” - rispose la strega.
“Ma noi ce la faremo! Dobbiamo farcela!” - disse
Elena - “Detto questo…mi
chiedevo…..vada per il sale da cucina e il cospargersi il
capo: ma da dove la prendiamo una pietra azzurra proveniente
direttamente dai fondali dell’Oceano Pacifico? Capisco che le
cose siano diverse nel Regno Magico, ma qui non si trovano facilmente
certe cose!” - continuò.
“Giusto! Ed è questo il problema! Nel Regno Magico
ogni negozio è pieno di pietre del genere perché
sono poco costose, carine e sono considerate poco importanti! Io stessa
ne ho molte, ma non le ho portate in quanto non sapevo che fossero
così indispensabili!” - rispose Katie.
“Ragazzi miei…per questo posso aiutarvi
io!” - intervenne la signora Flowers sbucando dalla sua
stanza dove era andata poco prima, subito dopo la spiegazione di Katie
su come fare ad aprire il portale.
“Cosa intende, signora Flowers?” - chiese Matt
sorridente.
La donna rispose al sorriso e posò sul tavolo quello che
sembrava essere un bracciale molto antico, completamente in oro e con
attaccata una luminosa pietra azzurra a forma di goccia.
Si avvicinarono tutti al tavolo con il capo chino sul bracciale.
“Quella non sarà mica…?” -
chiese Bonnie.
“E’ la pietra che ci serve!” -
esclamò Katie stupita.
“Signora Flowers… da dove l’ha tirata
fuori?” - chiese Matt.
“Ce l’ho da tanto…è un
regalo! Ero giovane e innamorata di uno stregone davvero molto
affascinante che mi diede quel bracciale, un giorno…sulla
spiaggia, dicendomi che se mai fossimo stati lontani avrei dovuto usare
quello per arrivare da lui! Purtroppo non fece in tempo a dirmi come
usarlo perchè lo riportarono nel suo mondo!” -
raccontò la donna.
Katie sorrise e un lacrima solcò il viso di Bonnie.
“Hugh!” - esclamarono all’unisono.
“Ancora una volta è lui a darci una via
d’uscita!” - continuò Bonnie.
La signora Flowers sorrise.
“Coraggio, Katie! Prendilo e fai quello che bisogna fare per
prepararsi! Io vi porto qualcosa da mangiare…avrete bisogno
di forze! E vi consiglio di partire domani, dopo un buon
riposo!” - disse la donna sparendo in cucina.
“Domani? Non possiamo partire domani! Sarà troppo
tardi!” - disse Elena.
“No! Dimentichi che il tempo qui scorre in modo diverso! Un
giorno lì equivale ad una settimana qui, quindi se anche
partiamo domattina per noi sarà passato un giorno intero, ma
per loro appena poche ore! E a Samuel serviranno più di
poche ore per organizzarsi!” - intervenne Katie.
Elena si calmò.
“Ah! Si, giusto! Hai ragione….scusate!”
- disse.
“Non devi scusarti! Ti capisco…sei
preoccupata!” - la confortò Katie.
“Ok! Adesso che sappiamo come arrivare nel
Regno….cosa faremo una volta dentro?” - chiese
Lucas.
“Prendiamo Stefan e Damon e fuggiamo!” - rispose
Elena.
“No!” - disse Katie.
“Perché no?” - chiese Bonnie.
“Perché si ripeterebbe ciò che
è già successo! Tutta la faccenda della battaglia
è cominciata quando io e te abbiamo preso Stefan e Damon e
siamo fuggite!” - rispose Katie.
Si ritrovarono tutti ad ammettere che la strega aveva ragione.
“Allora cosa hai in mente di fare?” - chiese Bonnie.
“Uccidiamo Samuel e ribaltiamo il Consiglio!” - la
voce di Katie era dura e decisa.
“Vuoi dare battaglia al Consiglio del Regno
Magico….nel Regno Magico?” - chiese, stupito,
Lucas.
“L’idea è quella ed è
l’unica se vogliamo che questa storia finisca una volta per
tutte!” - rispose pragmatica Katie.
“Avremo bisogno di un piano!” - riflettè
Bonnie.
“Ho già qualche idea, ma adesso dobbiamo dormire!
Ne riparliamo domattina!” - rispose Katie.
Tutti annuirono e si avviarono per lasciare la stanza, ognuno immerso
nei suoi pensieri.
Matt, Meredith ed Elena andarono dalla signora Flowers in cucina per
mettere qualcosa nello stomaco.
Lucas uscì dicendo che anche lui doveva rimettersi in forze
e che quindi doveva tornare a recuperare la sua scorta di sangue da
dove l’aveva lasciata.
Bonnie e Katie rimasero sole per un attimo.
Bonnie ne approfittò per avvicinarsi all’altra
strega.
Le prese una mano e gliela strinse forte.
“Grazie Katie! Non credo di avertelo mai detto, ma grazie per
tutto quello che hai fatto, che fai e che continui a fare! Non credo di
essere mai stata in debito con una persona come lo sono con
te!” - disse.
“Non devi ringraziarmi, Bonnie! Ormai questa lotta non
è solo tua e di Damon, ma è di tutti!
E’ lo scontro tra modi diversi di vivere e vedere il mondo! E
come ho già detto una volta a Stefan: non credo
più che sia tutto bianco o nero, ma credo che ci sia una via
di mezzo, un grigio…a dire il vero credo che quasi tutto sia
grigio nella vita e credo che bisogna battersi per quel grigio
perché rappresenta la libertà, la
possibilità di scelta, il libero arbitrio! E vale sempre la
pena combattere per il libero arbitrio!” - rispose Katie.
Bonnie scacciò via con una mano le nuove lacrime che le
avevano offuscato gli occhi e abbracciò quella nuova amica
che tanto aveva fatto per lei.
NOTE:
Ciao a tutti!!!!
Volevo cominciare ringraziando chi ha letto e recensito lo scorso
capitolo!
Sinceramente....dato che il capitolo 11 era un capitolo di passaggio,
non pensavo che riscuotesse così tanto successo e, invece,
è diventato, in breve tepo, adirittura uno dei
più letti!!! *-*
Mi sa che eravate parecchi ad aspettare che Bonnie e Lucas si
rivedessero!!!
Tornando a noi.....
Era mancato un pò a tutti, a adesso è tornato:
parlo di Damon, ovviamente!
Sappiamo che sia lui che Stefan stanno bene e sappiamo dove si
trovano....quello che non si sa è cosa
accadrà!!!XDXDXDXDXD
Non so perchè, ma la situazione in cui si trovano mi ha
portato a crivere uno dei loro rari momenti da fratello a fratello e,
chi mi conosce, sa che adoro metterli insieme e analizzare il loro
rapporto perchè sono dell'idea che, anche se litigano tutto
il tempo, il loro sia uno dei legami più forti e belli di
tutta la serie de Il diario del vampiro e che, anche se non lo
ammetteranno mai, in realtà farebbero di tutto l'uno per
l'altro....e questo Damon ce lo ha già dimostrato un paio di
volte! Vedi nello scontro contro Klaus, ad esempio: il momento in cui
Damon cerca di salvare Stefan e Stefan lo prega di lasciarlo andare
è, secondo me, uno di più belli di tutta la
saga!!!
Quindi mi è sempre piaciuta l'idea di creare dei
momenti solo per loro anche nella mia storia.....spero che vi
piacciano!!!
Inoltre sappiamo cosa farà il resto del gruppo per entrare
nel Regno e, a grande richiesta, è tornato Hugh a dare una
mano, anche se solo indirettamente!!!
Ormai è deciso.....Samuel deve morire e mi sembra chiaro che
stiamo entrando nella fase finale di questa storia e, in generale,
dell'intera serie....manca poco oramai!!!
Adesso vi saluto.....a giovedì....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Capitolo tredicesimo ***
Capitolo
tredicesimo
Era
mattino presto e il sole aveva appena cominciato a sorgere, eppure nel
pensionato c’era già grande fermento.
Avevano tutti mangiato e riposato, come d’accordo, e adesso
era pronti per il Regno Magico.
Katie aveva preparato tutto con estrema cura, dividendo la polvere
magica in otto sacchetti di cuoio chiusi da delle cordicelle di spago.
Non appena si radunarono tutti in salotto distribuì i vari
sacchetti.
“Allora…lì dentro
c’è la polvere magica! Ho fatto dei sacchetti
diversi per ogni persona perchè non sappiamo cosa
succederà e potrebbe anche accadere che verremo divisi e
allora ognuno dovrà cercare di ritornare qui con le proprie
forze, quindi dividere la polvere renderà almeno questo
più semplice in quanto tutti potranno tornare senza
l’aiuto di nessun altro! Ovviamente a Bonnie e ad Elena ne ho
dati due a testa perché ho dato loro anche quelli di Damon e
Stefan….penserete voi a spiegare loro come
funzionano!” - disse.
“Ok! Quindi…partiamo adesso?” - chiese
impaziente Elena.
“Si, ma prima è bene che vi dica cosa troveremo e
cosa dovremo fare appena arrivati!” - rispose Katie.
“Giusto! Dì pure!” - fece Meredith.
“Allora….quando partiremo, al momento di pensare
il luogo in cui andare, pensate < Regno Magico, Kemet, Lago
Iuris > è un piccolo laghetto fuori città!
Quando ero piccola trovai lì vicino un nascondiglio segreto
che non conosce nessun altro e che è perfetto per
noi…quindi andremo lì! Per il cibo e
l’acqua ci ha pensato la signora Flowers che ci ha
già preparato tutto nell’unico zaino che porteremo
con noi e ho chiesto a Lucas di procurarci anche del sangue per Damon e
Stefan visto che dubito che lì gliene diano!” -
Katie si fermò lanciando un’occhiata al vampiro.
“Sì! Ce l’ho! La signora Flowers
l’ha già sistemato nello zaino che ci porteremo
dietro!” - rispose Lucas.
“Ok! Benissimo! Andando avanti….Ogni sacchettino
con la polvere ha una tasca esterna in cui ho messo delle mappe del
Regno Magico! Sono mappe incantate….basta che dite ad alta
voce dove siete e dove volete andare, poi vi ci portano
loro!” - spiegò la strega.
“Certo! Così eviteremo di spostarci in
gruppo!” - intervenne Elena.
Katie annuì.
“E Stefan e Damon? Dove credi che siano?” - chiese
Matt.
“Sicuramente nelle prigioni sotto il Palazzo del
Consiglio…probabilmente nella stessa cella in cui li
tenevano prima visto che è l’unica a prova di
vampiro!” - rispose Katie.
“E come faremo a prenderli?” - chiese Bonnie.
“A questo ci penseremo dopo anche perché non
sappiamo come stanno esattamente le cose lì, quindi
è inutile fare piani troppo dettagliati! Per il momento
dobbiamo pensare ad arrivare nel Regno…..faremo tutto con
calma, passo dopo passo!” - rispose Katie.
Bonnie annuì, poi si diressero tutti fuori.
Katie era alla testa del gruppo.
“Signora Flowers, lei non viene?” - chiese Matt.
“No, caro! Io resterò qui con la nostra amica
della cantina!” - rispose la donna sorridendo.
Si spostarono al centro del giardino e formarono un cerchio.
“Ok! E’ il momento! Ricordate cosa vi ho detto di
pensare e quando arriveremo…..beh…tenete presente
che è un mondo diverso!” - disse Katie.
Lei fu la prima ad estrarre una manciata di polvere dal suo sacchetto.
Alzò la mano destra sulla testa e lasciò che la
polvere le cadesse tra i capelli.
Con la coda dell’occhio vide che anche tutti gli altri
avevano fatto lo stesso seguendo il suo esempio e tutti tenevano gli
occhi chiusi.
“Bene, ragazzi! Facciamolo!” - disse sicura, poi
anche lei serrò gli occhi.
- Regno Magico, Kemet,
Lago Iuris - pensò e nella sua mente rivide
anche l’immagine perfetta del posto.
Un attimo dopo una brezza leggera le accarezzò la pelle e un
caldo tepore le riscaldò il corpo. Aprì gli occhi
e si ritrovò davanti ad una luce accecante dalla quale si
lasciò avvolgere e portare via.
La strega Susan aveva detto la verità.
Erano passate due ore dalla sua chiacchierata con Damon e, facendo un
paio di calcoli, circa quattro da quando era ritornato a forza nel
Regno.
Stefan stava cominciando ad innervosirsi.
Si era avvicinato un paio di volte alle sbarre che tenevano prigionieri
lui e Damon, ma non appena le toccava un dolore atroce, simile a quello
provocato dal fuoco, gli avvolgeva il braccio in una morsa
insopportabile.
Così aveva rinunciato e si era accasciato al suolo con la
schiena e la testa contro la parete fredda: si sentiva un leone in
gabbia.
“Che siamo in gabbia è evidente! Ma sul fatto che
tu sia un leone ho i miei dubbi! Piuttosto ti definirei….un
panda….un panda in gabbia!” - disse Damon.
“Un panda? Non credevo di essere così
grosso!” - rispose Stefan.
“Infatti non lo sei! Ma sei in via di
estinzione…come i panda!” - fece Damon.
“In che senso?”.
“Nel senso che di poveri idioti dementi e inutili quanto te
ne esistono davvero pochi esemplari al giorno
d’oggi!” - rispose Damon.
Stefan scosse la testa e non ci badò più di
tanto.
Tornò a rilassarsi contro la parete con tutta
l’intenzione di tornare ad immergersi nei suoi pensieri. Ma
dei rumori improvvisi di passi sempre più vicini, lo misero
sull’attenti.
“Hai sentito?” - bisbigliò al fratello.
“Come facevo a non sentire visto tutto il casino che stanno
combinando!” - rispose Damon.
Un secondo dopo erano entrambi in piedi, di fronte
all’entrata della loro cella.
Prima li raggiunse la luce di una fiaccola, poi tutto il corridoio
esterno si illuminò di una luce gialla e calda.
Una serie di guardie sfilò davanti ai loro occhi fermandosi
di fronte a loro, ma al di là delle sbarre.
Tra le guardie e le sbarre arrivò, quasi di corsa, un
ragazzo decisamente imbranato con degli occhiali troppo grandi per il
suo viso e che ad ogni passo gli cadevano dal naso. Il ragazzo reggeva
una serie di fogli e si spostò di lato per lasciare spazio
ad una figura anziana e con una lunga tunica grigia.
Era Samuel.
“Che cosa vuoi adesso?” - Damon aveva parlato con
un tono tagliente quanto la lama di un coltello affilato.
Stefan conosceva quel tono, lo aveva già sentito un paio di
volte e non gli piaceva per niente.
Quando Damon usava quel tono Stefan si spaventava per davvero.
“Suvvia, Damon! Come mai sei così scontroso? Sono
soltanto venuto a fare due chiacchiere!” - rispose Samuel
abbozzando un sorriso che di cordiale aveva ben poco.
“E chi ti fa credere che io voglia parlare con te?”
- fece Damon con i pugni serrati e le braccia tese.
“E chi ti fa credere che IO voglia parlare con te? Non sei
solo in quella cella!” - rispose lo stregone lanciando una
fugace occhiata a Stefan.
“Cosa vuoi da me?” - chiese Stefan.
Lo stregone gli badò poco e continuò a guardare
divertito Damon.
Stefan lo trovava irritante: quello stregone voleva ucciderlo e non si
degnava neppure di dargli delle spiegazioni.
Samuel pose improvvisamente fine alla sua battaglia di sguardi con
Damon per voltarsi verso una guardia.
“Prendete quello con gli occhi più
chiari!” - disse.
Stefan si voltò verso Damon, nel panico.
Le guardie gli si avvicinarono rapidamente.
Damon tentò di mettersi di mezzo, ma una delle guardie
afferrò un bastone lungo e dorato e glielo puntò
al petto. Non appena Damon tentò di muoversi un laser di
luce rossa si sprigionò dal bastone e Damon venne sbalzato
in aria e spedito dall’altro lato della cella.
Nel frattempo altre due guardie lo avevano bloccato alle braccia e gli
avevano legato i polsi con delle manette di legno spinato.
Cercò di ribellarsi, ma fu tutto inutile. La guardia che
aveva colpito Damon si voltò nella sua direzione e lo
colpì alla testa con un forte raggio di luce di un blu
intenso.
Stefan perse i sensi e venne trascinato via.
Questa volta il viaggio attraverso il portale fu
più…agevole.
E la caduta non fu così disastrosa.
Infatti, Bonnie si ritrovò distesa dolcemente su un prato di
un verde abbagliante.
Quando si tirò su vide che, fortunatamente, erano tutti
lì e stavano bene e tutti, nessuno escluso, si guardavano
intorno con una mano a ripararsi gli occhi.
“Q-Questo è il Regno magico?” -
balbettò Matt.
“Ma è bellissimo….insomma, io mi
aspettavo di peggio!” - disse Elena.
“Anch’io…qualcosa tipo Dimensione
Oscura!” - si accodò Meredith.
“Il fatto che Samuel sia un mostro non vuol dire che questo
è un posto orribile pieno di altri mostri!” -
rispose Katie.
“Katie ha ragione! Fondamentalmente gli stregoni sono
pacifici….sì, insomma…vogliono la pace
e vogliono liberare il mondo dai cattivi che per loro sono le creature
oscure! Questo è un bel posto e il centro di Kemet
è ancora più bello! Non è colpa del
Regno se a guidarli hanno uno psicopatico con le idee
ristrette!” - disse Bonnie.
Meredith la guardò con occhi pieni di orgoglio ed Elena le
sorrise amorevolmente.
Le guance di Bonnie andarono in fiamme.
“Ok! Adesso andiamo….dobbiamo parlare di come
entrare nel Palazzo per far evadere Damon e Stefan!” - disse
Katie, poi si incamminò attraverso un sentiero lì
vicino nascosto dall’erba.
Tutti si mossero cominciando a seguirla.
Meredith la affiancò.
“Sono fiera di te!” - le disse poggiandole una mano
delicata sul braccio.
“Grazie, Meredith!” - rispose Bonnie.
“Guarda che dico sul serio! Sei cresciuta tantissimo Bonnie e
stai affrontando questa situazione davvero bene!” -
ribadì l’amica.
Bonnie poggiò la sua mano su quella di Meredith e le
sorrise: aspettava da così tanto che Meredith le dicesse
quelle cose….quelle parole erano importanti per lei,
soprattutto in un momento del genere.
Camminarono in silenzio per un po’, poi Meredith
parlò di nuovo.
“Dovresti parlare con Lucas!” - le
suggerì.
“L’ho fatto! Ho già parlato con lui
spiegandogli come sono andate davvero le cose un anno fa e chiedendogli
scusa per quello che gli ho fatto e lui sembra avermi perdonato! Adesso
è tutto apposto!” - rispose, confusa, Bonnie.
“Non intendevo quello! Lui ti avrà anche
perdonato, Bonnie, ma non credo che ti abbia ancora dimenticato! Ti
ricordo che lui ti promise di tornare solo quando avrebbe smesso di
amarti, ma invece è ritornato perché eravamo nei
guai! Se la situazione fosse stata diversa sono sicura che non lo
avremmo visto ancora per molto tempo! Lui è forte e
generoso, ma secondo me sta soffrendo! Insomma…sta
rischiando la vita per rimetterti tra le braccia della stessa persona
che ti ha portata via da lui! Deve essere difficile!” -
spiegò Meredith.
Bonnie si rattristò.
“Oddio, Meredith! Come ho potuto essere così
insensibile da non pensare che per lui potrebbe essere
doloroso?” - disse.
“Sei preoccupata per Damon….è normale!
Adesso vai a parlargli!” - rispose Meredith e prese a
camminare più veloce per raggiungere Elena.
Bonnie si fermò e aspettò che il vampiro le fosse
vicino prima di riprendere a camminare.
Camminarono fianco a fianco per un po’, in silenzio: Bonnie
non sapeva da dove cominciare.
“Lucas…io…” -
cominciò titubante, ma lui la interruppe.
“So quello che vuoi dirmi, Bonnie! Ho sentito qualcosa di
quello che dicevate tu e Meredith, poco fa! Non
c’è bisogno che ti preoccupi, davvero! Io sto
bene!” - disse Lucas.
“Non ti credo!” - disse Bonnie.
“E fai bene! Ma eviterai di fare domande, vero?” -
chiese Lucas.
“Una domanda vorrei fartela!” - il tono di Bonnie
era basso e imbarazzato.
“Una sola!” - fece Lucas.
“Ok! E’…è vero quello che ha
detto Meredith,
cioè…mmmh….che…che
tu….sì, insomma, che tu
sei….” - cominciò Bonnie.
“Ancora innamorato di te?” - finì per
lei Lucas.
Bonnie annuì a testa bassa, imbarazzata, senza guardarlo
negli occhi.
Lucas si fermò e la bloccò tenendola per il polso
destro.
La costrinse a guardarlo.
“Sì, Bonnie! Io sono ancora innamorato di te! E
come potrei non esserlo? Hai la minima idea di quanto tu sia speciale?
A parte il fatto che sei bellissima, sei anche sensibile, generosa,
sincera, altruista ed hai una purezza d’animo che non
è comune! Sarei un pazzo se non ti amassi! Per come la vedo
io chiunque abbia un po’ di sale in zucca dovrebbe amarti! Ma
come ti ho già detto…non devi preoccuparti per
me! Io sono qui perchè voglio vederti felice, quindi devo
ridarti Damon perché è lui che ti fa felice!
Adesso bisogna vedere se Damon sarà felice di
vedermi!” - disse Lucas.
Bonnie assimilò piano le parole del ragazzo e, in quel
momento, ricordò qual era il motivo per il quale si era
innamorata di Lucas in passato: lui l’aveva sempre fatta
sentire apprezzata…anche quando era lei stessa a non
apprezzarsi!
E poi il pensiero di Damon che rivedeva Lucas…..
“Oddio! Non penso proprio che la prenderà
bene!” - rispose sorridendo.
“E’ geloso, eh?”.
“Parecchio!” - rispose Bonnie.
“Ehi, ragazzi! Ci siamo!” - Matt urlava e si
sbracciava.
Si affrettarono tutti e quando arrivarono dove erano lui e Katie
videro….beh…niente.
“Katie? Qui non dovrebbe esserci tipo un nascondiglio
segreto?” - chiese Elena mentre Katie era china sul prato
verde e cercava qualcosa tra l’erba.
“Infatti!” - rispose Katie e tirò su dal
prato una corda che nessuno aveva visto con la quale aprì
una botola segreta nella terra.
“Dobbiamo scendere lì sotto?” - chiese
Bonnie guardando la scalinata in pietra che scendeva sottoterra.
“Già! Andiamo!” - rispose Katie che
creò una sfera di luce magica e cominciò a
scendere.
Bonnie trasse un respiro profondo e la seguì.
Il nascondiglio sotterraneo era spazioso e, grazie alle numerose
fiaccole, anche parecchio luminoso.
C’erano tre stanze, tutte con lo stesso arredamento: un letto
enorme, una scrivania impolverata e un piccolo armadietto in legno.
Tutto il resto dello spazio era occupato da scaffali e scaffali di
libri magici e cristalli di ogni genere.
“Adesso cosa si fa?” - chiese Matt.
Katie prese una grossa mappa da uno degli scaffali, le
soffiò sopra per liberarla dalla polvere e la
aprì su un tavolo.
“Noi adesso siamo qui!” - disse, indicando un punto
imprecisato appena fuori le porte di Kemet.
“Questo qui è il Palazzo del Consiglio, dove
tengono Damon e Stefan!” - disse e indicò il
disegno di un lussuoso palazzo al centro esatto della città.
“Per arrivarci non possiamo, ovviamente, prendere le strade
principali! Quindi dobbiamo usare dei passaggi nascosti!” -
continuò.
Tutti annuirono, attenti.
“Ok! Tutti sanno che esiste una via di collegamento tra
l’Accademia e il Palazzo! Ma in pochi conoscono il passaggio
che collega il Palazzo e il Lago Iuris! E’ un passaggio
subacqueo che veniva usato, secoli fa, per far uscire i prigionieri
quando il Palazzo diventava....inagibile o cose
così!” - spiegò la strega.
“Quindi questo passaggio ci porta dritti nelle segrete,
giusto?” - chiese Lucas.
Katie annuì.
“E poi, dopo, come ci muoviamo?” - chiese Lucas.
“Una volta entrati userò un cristallo per
incantare tutti coloro che dovremmo incontrare! Se ho fatto bene i
conti, la cella a prova di vampiro si trova al lato opposto rispetto
alla porta da dove entreremo e per arrivare da loro dovremmo solo
percorrere un corridoio! Poi, una volta trovata la cella giusta, ci
basterà togliere velocemente di mezzo le guardie e prendere
loro le chiavi!” - rispose Katie.
“Delle guardie posso occuparmi io!” - fece il
vampiro.
“Ma siamo sicuri che nessuno sarà lì ad
aspettarci?” - intervenne Meredith.
“Non c‘è da preoccuparsi! Nessuno sa che
siamo qui! Samuel crede che io sia morta e che Bonnie, da sola, non
riuscirebbe mai a tornare! Sicuramente adesso, montato
com’è, se ne starà contento a riposare
sugli allori!” - rispose Katie.
“Fantastico! Allora andiamo?” - fece Elena.
“Andiamo!” - rispose Katie.
“Aaaaaaaaaaah!” - Damon era furioso.
Se ne andava su e giù per la piccola cella buia con i pugni
serrati e i canini estratti al massimo.
Già era stato abbastanza allontanarlo dalla streghetta e
riportarlo in quel dannato posto, adesso si era pure messo a rapirgli
il fratello.
Quello stregone del cavolo lo aveva davvero fatto infuriare.
I suoi pensieri erano tutti concentrati su Samuel e su i vari metodi di
tortura che avrebbe tanto voluto sperimentare su di lui,
così, quando si accorse di uno strano rumore come di acqua
gocciolante, il rumore era già piuttosto vicino.
Damon si avvicinò alle sbarre, ma non vide niente di
insolito.
Poi un altro rumore…un tonfo e poi un altro ancora.
Damon si stava innervosendo ancora di più.
- E’ di nuovo
quel vecchio verme immondo! Vuole farmi impazzire, ma a sbagliato
soggetto! Questa volta lo ammazzo per davvero! -
pensò.
Si allontanò dalle sbarre e si mise appostato
nell’ombra con gli occhi fissi sull’entrata della
cella.
All’improvviso una forma nera e indistinta passò,
velocissima, davanti alla cella e Damon sentì distintamente
il rumore della serratuira che scattava.
Si preparò ad attaccare.
Le sbarre si aprirono e dei passi leggeri misti a gocce
d’acqua che cadevano sul pavimento di pietra, riempirono la
cella.
Quando i passi si fermarono, Damon scattò lanciandosi in
avanti.
Un grido di terrore riecheggiò tra le mura delle segrete.
Damon si bloccò sul posto, increulo.
“B-Bonnie?” - disse.
Lei alzò il viso e lo guardò: era bagnata da capo
a piedi, ma era comunque bellissima e il suo profumo naturale era
decisamente accentuato dall’ acqua.
“Damon! Damon ti ho trovato!” - disse lei con le
lacrime che le rigavano il viso.
Damon la strinse istintivamente a sé, quasi con forza.
Le ricambiò la stretta: era come se volesse annientarsi in
lui ed era fantastico.
Si baciarono con violenza.
Damon sentiva le mani di Bonnie che gli accarezzavano i capelli e gli
toccavano il viso convulsamente.
Si staccarono solo quando i commenti e le tossi finte degli altri
presenti erano diventate decisamente insopportabili.
Ansimavano entrambi.
“Damon? Dov’è Stefan?” -
chiese Elena guardandosi intorno.
“Non lo so! Samuel è venuto a prenderlo poco
fa!” - le rispose.
Elena crollò in ginocchio a terra e scoppiò in un
pianto disperato.
NOTE:
Ciao a tutti!
Lo so....questo capitolo fa un pò schifo, ma non prenetevela
troppo.
E chissà cosa succedereà a Stefan, adesso!
Scusate per la breve nota, a adesso ho troppo sonno!!!
A domenica.....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Capitolo quattordicesimo ***
Capitolo
quattordicesimo
Ultimamente
il risvegliarsi in stanze sconosciute era diventata quasi
un’abitudine per Stefan, abitudine di cui avrebbe volentieri
fatto a meno.
La testa gli faceva un male atroce e non riusciva a muovere neppure un
muscolo.
Guardandosi intorno notò poco e niente. La nuova stanza in
cui si trovava era piccola e grigia, col soffitto molto alto e una
semplice sedia posta di fronte a quella su cui lui era prigioniero.
Aveva la mente offuscata. L’ultima cosa che ricordava era
Damon a terra e due persone che gli tenevano le braccia.
All’improvviso la porta d’accesso alla stanza, una
porta in ferro e arruginita, si aprì lasciando entrare la
figura altezzosa di Samuel.
“Adesso che ti sei svegliato direi che possiamo
tranquillamente parlare d’affari!” -
esordì lo stregone.
“Affari? Quali affari? Cosa vuoi da me?” - Stefan
si sentiva sempre più confuso.
“La questione è
semplice…..Stefan…! Io ti propongo una cosa, tu
la fai ed io ti lascio in pace!” - rispose Samuel sedendosi
di fronte a Stefan.
“Io non farò nulla per te! Scordatelo!”
- disse Stefan, deciso.
“Mmmmh…beh….mi dispiace molto sentirti
dire questo! Tu hai una ragazza, vero? Quella bionda, giusto?
E’ molto bella!!!” - disse lo stregone.
Stefan scattò sull’attenti.
“Cosa hai fatto ad Elena?”.
“Oh….Elena….allora è
così che si chiama! Beh….non ho fatto nulla ad
Elena e non le farò niente…..ovviamente a meno
che tu non faccia ciò che ti chiederò di
fare!” - sorrise Samuel.
“Cosa dovrei fare?”.
“E’ semplice! Io ti darò una lista di
nomi di alcuni stregoni del Regno. Tu dovrai soltanto dare questa lista
a Damon e dirgli che questi stregoni hanno….ucciso
Bonnie!” - spiegò Samuel.
“Bonnie è morta?” - chiese, spaventato,
Stefan.
“Ohhh, avanti, non dire sciocchezze! Certo che no!”
- rispose Samuel.
“Allora perché vuoi che dica questo a Damon? Lui
ucciderà tutti quegli stregoni senza pensarci
troppo!” - chiese Stefan.
“Ed è proprio questo il punto! Vedi…gli
altri Consiglieri stanno cominciando a dubitare di me! Dicono che
questa cosa mi sta sfuggendo di mano, che sono ossessionato da Damon e
Bonnie e che questa mia ossessione manderà in rovina il
Regno. Dicono che devo lasciar perdere, che già sono morti
due Consiglieri a causa di tutta questa storia e che non vogliono
più questa guerra! Figurati che non credono nemmeno
più alla balla che devo vendicare la morte di Samia!!! Devo
riguadagnare punti, Stefan!” - spiegò Samuel.
Il quadro cominciava a essere più chiaro.
“Certo!!! E se Damon impazzisce e comincia ad uccidere
stregoni a destra e a sinitra….” -
cominciò Stefan.
“Il Consiglio capirà che ho ragione, che lui
è una minaccia per tutti noi e allora mi ridaranno fiducia!
Vedo che hai capito!” - finì Samuel.
“Sì, ma….a cosa ti servo io? Non puoi
raccontare tu stesso la tua bugia a Damon?” - chiese Stefan.
“Ovvio che no! Gli ho già teso troppe trappole per
dividerlo da Bonnie….non mi crederebbe neppure se gli
dicessi che è morta! Invece, se sarai tu a dirglielo, se gli
dirai che ti ho portato qui per…non
so….torturarti…e poi tu mi avessi sentito parlare
con qualcuno o avessi trovato un documento, una nota che diceva che
Bonnie era morta e diceva anche i nomi di coloro che
l’avevano uccisa….beh…allora lui a te
crederebbe! Puoi inventarti qualsiasi cosa, Stefan,
l’importante è che tu gli dia quella lista di nomi
e gli dia a bere tutta la storia della falsa morte di Bonnie! In
cambio…ti lascerò libero!” - rispose
Samuel.
“E se non lo facessi?” - chiese Stefan.
“In quel caso qualcuno morirebbe di sicuro e non sarebbe
Bonnie…ma la tua cara Elena!” - lo
minacciò lo stregone.
“Aspetta! Mi stai chiedendo di scegliere tra mio fratello e
la ragazza che amo?” - chiese Stefan.
“Esattamente, Stefan! Ti do un’ora…al
mio ritorno voglio una risposta: Elena o Damon! Scegli!”.
Avevano lasciato la prigione di corsa, prima che qualcuno si accorgesse
della fuga di Damon.
Lucas era stato costretto a sollevare Elena di peso per portarla via di
lì.
Quando era partiti avevano pensato che avrebbero fatto la strada al
ritroso contenti per aver salvato Stefan e Damon, invece la tristezza e
la disperazione non erano andati via dal volto e dal cuore di nessuno.
Ma, anche se si sentiva in colpa, Bonnie doveva ammettere che, pur
dispiacendole per Stefan, era immensamente felice di poter stringere di
nuovo a se Damon.
Era stata terribilmente in pena per lui.
Anche se da quando erano ritornati nel nascondiglio Bonnie aveva notato
che Damon si comportava in modo strano con lei: era freddo e distaccato.
“Allora non lo sai dove lo hanno portato?” - chiese
Matt, per l’ennesima volta.
“No, Mutt! Quante volte devo dirtelo? Non lo so!” -
rispose Damon.
“E allora che facciamo?” - chiese Elena disperata.
Nessuno riusciva a risponderle.
“Aspetta!” - fece Katie rompendo il silenzio -
“ Samuel era da solo?” - chiese a Damon.
“C’erano le guardie con lui!” - rispose
il vampiro.
“Soltanto le guardie? Non si è portato dietro una
specie di…stregone nerd?” - chiese la strega.
“Se ti riferisci a quello sfigato che lo seguiva inciampando
ad ogni passo, allora sì…c’era anche
quello lì!”.
“Perfetto! Quello lì si chiama Victor!
E’ una specie di bibliotecario tuttofare di Samuel. Si dice
che conosca ogni cosa di quello che avviene nel Palazzo del
Consiglio!” - spiegò Katie.
“Quindi?” - chiese, singhiozzando, Elena.
“Quindi Victor abita in una casetta all’inizio del
bosco, a qualche kilometro da qui! Noi lo prendiamo, ci facciamo dire
dove tengono Stefan e poi gli cancello la memoria! Che ne
dite?” - fece Katie.
“Dico che non c’è tempo da
perdere!” - rispose Damon.
L’azione, il rapimento dello stregone e il salvataggio di
Stefan gli tenevano la mente occupata e lo distrevano.
Damon correva per i boschi seguito dagli altri, facendo molta
attenzione a stare alla larga da Bonnie.
Si sentiva una bomba ad orologeria e odiava l’inglesino.
Al diavolo tutte le belle parole di Stefan, quello stupidissimo vampiro
da quattro soldi la voleva eccome la sua streghetta.
E il bello era che a lei non dispiacevano per niente le attenzioni
dell’ameba e si comportava come se nulla fosse.
Certo, come se lui non avesse visto come quel viscido la guardava, come
lei gli sorrideva raggiante, come lo ringraziava per quello che faceva
oppure come lui le aveva afferrato il braccio nemtre nuotavano nel
canale che li aveva portati fuori di prigione oppure come la cercava e
stava sempre lì a parlarle e chiederle cose sul Regno.
Insomma…c’era Katie….lei nel Regno
c’era nata e cresciuta, perché non si rivolgeva a
lei tutte le volte che voleva sapere qualcosa? Perché
Bonnie? Non aveva ancora capito che Bonnie era sua?
A Damon quel concetto sembrava piuttosto semplice, perché
l’inglesino non riusciva proprio ad afferrarlo?
Possibile che fosse così stupido?
“Damon? E’ lì!” - la voce di
Katie lo riportò alla realtà.
Si trovavano ad una decina di metri da una piccola casetta rustica, in
legno, piuttosto carina con le sue tendine azzurre.
“Sono le cinque e un quarto! Sarà qui tra pochi
secondi!” - li avvertì Katie guarandosi
l’orologio al polso.
E dopo appena qualche secondo ecco apparire da lontano la figura
instabile dello stregone che veniva dritto verso di loro.
“Ok! Io direi di aspettare che ci abbia superato e poi
piombargli alle spalle!” - disse l’inetto inglese
che adesso dimostrava di essere pure codardo.
“Sono d’accordo con Lucas!” - disse
Bonnie.
- Eh, no! Questo
è troppo! - pensò Damon.
“Allora restatene nascosta con l’inglesino mentre
Stefan è chissa dove! Bell’amica sei!” -
disse, acido.
Un attimo dopo si era già fiondato fuori dal loro
nascondiglio e, tenendolo per la gola, portava lo stregone Victor
all’interno della casa.
- Così fanno
i veri vampiri - pensò compiaciuto.
Victor tentava di liberersi e scalciava, ma Damon lo legò
stretto ad una sedia e, con una sola occhiata, lo zittì.
Tutti gli altri lo raggiunsero subito, tutti tranne Bonnie e Lucas.
Katie prese subito in mano la situazione.
“Victor, so che mi conosci e so che sei abbastanza
intelligente da capire chi siamo, cosa siamo in grado di fare e che
cosa vogliamo! Quindi, poche chiacchiere e dimmi dove Samuel tiene
l’altro vampiro!” - disse, decisa.
“Già! Altrimenti dovrai vedertela con questo
vampiro!” - intervenì Damon, indicandosi -
“E ti assicuro che non ho un bel carattere e non sono in uno
dei miei momenti migliori!” - finì.
- Dove cavolo sono quei
due? - pensò.
Un ringhio gli scappò involontariamente dal petto e, a quel
suono, lo stregone si spaventò e cominciò a
sudare freddo.
Katie ne approfittò.
“Parla, Victor!” - sibilò, minacciosa,
allo stregone.
Damon non resistette più e uscì fuori per cercare
la streghetta: forse era stato troppo duro con lei.
Aguzzò le orecchie e la sentì: stava parlando con
l’inglese, probabilmente.
Si diresse nella direzione da cui sentiva provenire la sua voce e la
trovò nascosta dietro ad un cespuglio che singhiozzava tra
le braccia di Lucas.
Damon si fece avanti senza tanti complimenti.
“Ops, scusate se vi disturbo, ma, giusto per ricordarvelo,
lì dentro c’è uno stregone
che…” - si interruppe per ascoltare ciò
che avveniva all’interno della casa -
“…ecco, che ha appena detto a Katie dove trovare
Stefan che, se non sbaglio, è vostro amico, no? Quindi direi
che potreste anche lasciare le vostre faccende private a quando avremo
liberato mio fratello, lo stesso fratello che rischia la vita per
salvare te…” - disse indicando Bonnie -
“ E che è finito nelle grinfie del nemico per
colpa tua…” - continuò indicando Lucas
- “Quindi…muovetevi! Dobbiamo decidere il piano di
salvataggio!” - finì e andò via subito
dopo aver lanciato un’ultima occhiata di puro disprezzo a
Bonnie.
Bonnie si lasciò andare e scoppiò di nuovo in
lacrime.
Le parole che le aveva rivolto Damon poco prima di attaccare lo
stregone le avevano fatto male.
Aveva tentato di trattenere le lacrime, ma alla fine aveva ceduto e
Lucas, che l’aveva sentita, le era corso accanto per
consolarla.
Ma adesso Bonnie capiva che non era stata una grande idea.
“Bonnie….?” - Lucas tentò di
avvicinarsi, ma lei si ritrasse.
“Bonnie, andiamo, non fare così!” - le
disse il vampiro.
“No, Lucas! Scusami…io ti ringrazio per quello che
fai per me, ma…”.
“Vuoi che ti stia lontano?” - chiese lui.
“Devo chiarire questa faccenda con Damon, devo fargli capire
che io e te siamo solo amici! Sapevo che l’avrebbe presa
male, ma…mi aspettavo che ti prendesse in giro e mi
proibisse di avvicinarmi a te, non questo….non mi aspettavo
che mi trattasse così male e con così tanta
indifferenza! Io non lo sopporto, Lucas…non ci riesco! So
che ti fa male tutto questo e che io ti dica certe cose, ma io lo amo e
non voglio perderlo per una sciocchezza simile!” - rispose
Bonnie.
“Allora parlaci!” - disse Lucas.
Bonnie annuì asciugandosi le lacrime.
Si avviarono dentro casa.
Quando entrarono non trovarono più lo stregone.
“Gli ho cancellato la memoria e l’ho rispedito in
biblioteca!” - disse Katie interpretando la loro muta domanda.
“Ok! Quindi? Sai dov’è
Stefan?” - chiese Lucas.
“Sì! Samuel lo tiene in biblioteca, al piano
superiore, in una stanzetta che di solito viene usata dagli studenti
per esercitarsi con gli incantesimi minori!” - rispose Katie.
“E sai come arrivarci?” - chiese Lucas.
“Sì! Ma dobbiamo muoverci! Victor ha detto che
Samuel ha dato a Stefan un’ora di tempo per decidere non so
cosa…..e l’ora di tempo scardrà tra
venti minuti esatti! Dobbiamo andare!” - rispose la strega.
“Perfetto, allora che cosa aspettiamo?” - fece
Elena affrettandosi ad aprire la porta.
Si avviarono tutti verso l’uscita senza dire una parola,
anche Damon.
“Aspettate!” - li fermò Lucas.
“Cosa c’è adesso?” - chiese
Elena.
“Sarebbe meglio se Damon restasse qui! Sì,
insomma….Katie ci serve per arrivare nel posto giusto, ma
sarebbe inutile rischiare portando anche Damon! Questa è una
missione di salvataggio, nessuno deve vederci! Ma qui tutti conoscono
Damon e a quanto pare non si sono ancora accorti che è
evaso! Quindi…” - spiegò Lucas e
lanciò un’occhiata a Bonnie.
Poco prima, riguardo a Damon, le aveva detto < Allora parlaci
> e adesso le stava fornendo l’occasione giusta per
farlo.
Bonnie non poteva non considerarlo una persona eccezionale.
“Si, Lucas ha ragione! Quindi, per lo stesso motivo non vengo
neppure io! Voi state attenti, trovate Stefan e tornate sani e salvi!
Noi vi aspetteremo qui!” - si affrettò a dire
Bonnie.
“Aspettate…io non sono
d’accordo!” - protestò Damon.
“Non mi importa!” - fece Bonnie afferrandolo per un
braccio per trattenerlo.
“Beh….forse Lucas e Bonnie hanno
ragione!” - intervenne Matt.
Meredith, lanciò un’occhiata a Bonnie,
capì la situazione ed intervenì.
“Togli pure il forse, Matt! Hanno ragione! Damon e Bonnie
restano qui! Noi andremo a prendere Stefan e lo riporteremo al nostro
nascondiglio! Voi due raggiungeteci lì!” - disse.
Gli altri annuirono: nessuno aveva il coraggio di disubbidire ad un
ordine di Meredith.
Pochi istanti dopo Damon e Bonnie rimasero soli.
- Ok! Adesso tocca a te
- pensò Bonnie tentando si incoraggiarsi da sola.
Ma Damon non sembrava volerla aiutare.
“Allora…l’hai sentita, no?
Andiamo!” - disse avvicinandosi alla porta.
“Aspetta, Damon! Per favore! Devo parlarti!” - lo
fermò lei.
Damon si bloccò e si voltò nella sua direzione:
la sua espressione non era per niente rassicurante.
“E di cosa vorresti parlarmi?” - chiese ironico.
Bonnie fece un bel respiro profondo.
“Di Lucas!” - disse.
Damon rise.
“Solo questo mancava! E così tu vorresti parlare
con ME di Lucas? Oh, andiamo, Bonnie!” - fece Damon scuotendo
la testa - “ Anzi, sai che c’è? Hai
ragione! Parliamo dell’inglesino! Prima, però,
avrei io delle cose da chiederti!” - finì il
vampiro.
Bonnie annuì invitandolo a continuare.
“Se…Lucas…ti piace così
tanto, perché stai con me? Perché non sei andata
a cercarlo già da tempo? Anzi…perché
hai iniziato con me? Perché non ti sei sposata con lui?
Scommetto che ti sei pentita da tanto di averlo lasciato andare, ma con
tutta questa storia degli stregoni ti conveniva stare con me visto che
lui è un cretino codardo che non sarebbe riuscito a fare
neppure la metà delle cose che io ho fatto per
te!” - il tono di Damon era crudele e spietato.
Nuove lacrime offuscarono la vista di Bonnie, ma lei le
ricacciò indietro.
“Ho capito! Tu vuoi litigare, no? Beh…sappi che io
non ne ho voglia! Quindi insultami quanto ti pare, trattami male,
picchiami pure se ne hai voglia! Io non risponderò a nulla e
neppure mi lamenterò!” - disse sicura.
Damon la fissò per qualche istante.
A Bonnie sembrò che le sua parole gli avessero fatto effetto.
“Io non ti farei mai del male!” - le disse.
“E allora perché mi tratti così?
Perché dici tutte queste stupidaggini sul mio conto quando
sai che non sono vere?” - gli chiese.
Damon non rispose e si voltò, facendo per uscire di casa.
Bonnie corse e si mise tra lui e la porta.
“Guaradami, Damon!” - gli disse, sollevandogli il
mento e facendo scontrare i loro occhi.
“Io non mi sono pentita di niente…e lo sai! Sono
venuta qui per te e lo farei altre mille volte se fosse
necessario!” - disse accarezzandogli il viso per poi scendere
con le mani sul torace, spingendolo all’indietro.
“Io e Lucas siamo solo amici! Lui mi ha confessato di essere
ancora innamorato di me, è vero, ma io gli ho detto
chiaramente che non lo amo!” - continuò
afferrandolo per le spalle e obbigandolo a sedersi sul bordo del
divano, dall’altro lato della stanza.
“E sai cos’altro gli ho detto?” - gli
chiese con voce bassa e suadente, continuando a guardarlo negli occhi e
sedendosi a cavalcioni su di lui.
Damon scosse la testa.
“Gli ho detto che amo te!” - gli
sussurrò all’orecchio, accarezzandogli i capelli.
“E gli ho detto anche un’altra
cosa…” - disse tornando a guardarlo
negli occhi.
“Cosa?” - bisbigliò Damon.
“Un piccolo particolare che sembra che tu abbia
dimenticato….” - Bonnie gli prese le mani e se le
portò sui fianchi, poi si sfilò, lentamente, il
maglioncino panna che indossava.
Gli occhi del vampiro si incendiarono.
“E cioè….che io sono tua!” -
disse lei.
A quelle parole Damon scattò.
Una mano si spostò sulla schiena di Bonnie, avvicinando i
loro corpi ancora di più, mentre l’altra si fece
strada tra i suoi capelli portando le loro labbra a sfiorarsi
pericolosamente.
“Mia e di nessun altro? Per sempre?” - le chiese.
“Per sempre!” - rispose lei.
Restarono così per un tempo che sembrò infinito,
coi loro respiri che si mischiavano e uno strano calore che cresceva
sempre di più.
“Stai cercando di sedurmi, streghetta?” - le chiese
Damon.
“Dipende!” - rispose Bonnie.
“Da cosa?”.
“Ci sto riuscendo?” - chiese lei.
“Direi….alla perferzione!” - rispose
Damon annullando, finalmente, ogni distanza tra loro.
NOTE:
Ciao a tutti, cari lettori!
Grazie per tutti i complimenti ricevuti per lo scorso capitolo anche se
non convinceva per niente.
Questo, in cambio, mi piace di più.
Sono successe un pò di cose, anche se non proprio tutto.
Capirete, ovviamente, che le cose devono succedere passo per passo, non
posso scrivere male proprio l'ultima storia solo per affrettare le
cose, giusto?
Comunque...
Abbiamo scoperto cosa vuole Samuel da Stefan! Inutile dire che Samuel
sembra che stia diventando sempre più pazzo e paranoico.
Ora, però....ricordate che Stefan non sa che Elena e gli
altri sono nel Regno e che hanno già salvato Damon,
quindi...cosa deciderà? Riusciranno a salvarlo prima che lui
sia costretto a prendere una decisione? Ovviamente, fosse per me, farei
morire volentieri Elena, ma non è di me che stiamo parlando,
purtroppo, ma di Stefan!
In molti aspettavano di vedere la reazione di Damon al ritorno di
Lucas...beh...eccola!
Diciamo pure che non si è comportato un granchè
bene con Bonnie, ma, capiamolo...era geloso marcio!!!
Però, anche se sembra che Bonnie abbia trovato il metodo
giusto per farsi ascoltare, non vi aspetterete mica che finisca tutto
così, vero?
Ok, Damon ha chiarito con Bonnie, ma questo non significa che tolleri
Lucas!
E poi sono sicura che converrete con me sul fatto che Damon non sarebbe
Damon se non rendesse la vita un inferno al povero Lucas! XDXDXDXDXD
Bene...detto questo...vi lascio!
A giovedì....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Capitolo quindicesimo ***
Capitolo
quindicesimo
Essere
il capo del Regno Magico con un bel piano per togliere di mezzo un paio
di streghe troppo invandenti e un paio di vampiri era davvero stancante.
E diventava ancora più stancante nel momento in cui tutto il
resto del Regno cominciava a porsi domande sulla natura del tuo
accanimento.
Se il resto del Consiglio perdeva fiducia in lui allora le cose si
mettevano male visto che, per legge, pur essendo il Consigliere
superiore se non aveva l’appoggio di tutto il Consiglio non
poteva fare un bel niente.
Aveva seriamente pensato che vedendolo tornare nel Regno con i due
vampiri avrebbe reso gli altri Consiglieri estremamente felici e fieri
di lui, ma le cose erano andate diversamente e tutti avevano cominciato
a farlgi strani discorsi sul benessere del Regno, sulla sicurezza degli
stregoni, bla bla bla……erano così
noiosi!
Ma Samuel aveva bisogno di averli dalla sua parte, così
aveva pensato al suo piano fantastico e aveva dato un ultimatum al
vampiro Stefan.
Dalle ricerche che aveva fatto tra i due fratelli non scorreva buon
sangue e Stefan aveva più volte rischiato la vita per quella
sua specie di fidanzata, quindi era ovvio che alla fine avrebbe scelto
lei.
In caso contrario….sarebbe stato estremamente facile
rintracciare la ragazza nel mondo umano e ucciderla!
Un sorriso affiorò sulle labbra di Samuel a quel pensiero.
Era in biblioteca, da solo. Aveva lasciato Stefan rinchiuso al piano di
sopra, a riflettere su ciò che gli aveva detto.
Mancavano soltanto dieci minuti allo scadere dell’ora
concessa al vampiro.
Samuel era euforico e impaziente.
- Potrei andare adesso?
Insomma, dieci minuti in più o dieci minuti in
meno….che differenza fa? - pensò,
ma poi si disse che lui era prima di tutto un uomo di
parola…..quindi avrebbe rispettato l’accordo.
Un tonfo sordo proveniente dal piano superiore gli fece scattare la
testa all’insù.
- Mah….sarà
il vampiro che prende a calci il pavimento!
Poverino….è indeciso! - si disse
Samuel, sogghignando.
In quel preciso istante, però, sentì una porta
aprirsi.
Andò nell’immenso atrio della biblioteca e si
sorprese trovandovi Victor che armeggiava tra alcuni cataloghi.
“Victor! Che ci fai qui? Mi era sembrato di essere stato
abbastanza chiaro, no? Dovevi andartene e non tornare fino a
domani!” - Samuel si era innervosito parecchio.
Si innervosiva sempre quando non ubbidivano ai suoi ordini.
L’altro stregone si voltò verso di lui con
un’espressione strana: era come se lo vedesse per la prima
volta da giorni.
“Consigliere….è un piacere vederla!
Come sta?” - gli chiese entusiasta.
“E’, per caso, uno scherzo, Victor? Ti avevo detto
di restartene a casa, cosa ci fai qui?” - gli urlò
contro.
Victor sembrò non dare peso alle sue urla e tornò
a ficcare la testa tra le sue scartoffie.
“Victor! Rispondi!” - gli ordinò Samuel,
fuori di se.
“Oh…certo! Io devo stare qui! Non posso stare a
casa mia!” - rispose lo stregone come se fosse la cosa
più ovvia del mondo.
“E si può sapere perché?” - a
Samuel sembrava di avere a che fare con un bambino di tre anni.
- Stare tutto il tempo
chiuso qui dentro gli ha provocato danni al cervello! -
pensò.
“Perché? Perché non
devo….non devo stare a casa!” - rispose Victor.
“Cosa significa che non devi stare a casa? Io ti ho ordinato
di andarci, quindi è lì che devi
stare!” - disse Samuel.
“No, non devo stare a casa….non devo stare a
casa….non devo stare a casa….non devo stare a
casa…non devo stare a casa!” - continuò
a ripetere Victor.
A Samuel quel comportamento sembrava familiare: era come se qualcuno
glielo avesse imposto con la magia, ma chi avrebbe fatto una cosa del
genere? E perché?
Ma prima che potesse andare più a fondo nella vicenda venne
raggiunto da un gruppo di guardie decisamente allarmate.
“Consigliere Samuel!” - lo chiamarono.
Samuel si allarmò.
“Che succede?” - chiese.
“Il vampiro…..quello nelle segrete!” -
disse una guardia con il fiato corto.
“Damon? Cosa ha fatto?” - chiese Samuel.
“E’ scomparso!” - rispose una guardia.
Samuel si bloccò.
“Come sarebbe < è scomparso
>?” - urlò.
“Non c’è! Siamo andati a controllare
come lei ci aveva detto e abbiamo trovato le altre guardie morte e lui
era scomparso!” - si affrettarono a spiegare.
Samuel non riusciva a credere a ciò che aveva sentito.
Poi, una strana idea legata al ricordo del rumore proveniente dal piano
di sopra che aveva sentito poco fa, gli si affacciò alla
mente.
“Tutti al piano superiore! Muoversi!” -
ordinò.
Fece le scale di corsa, seguito dalle guardie.
Spalancò la porta e rimase di stucco: Stefan era stato
liberato e lì con lui c’erano gli umani, Katie e
un altro vampiro che non conosceva.
“Come diamine….” - cominciò a
dire, ma la rabbia era troppo forte.
“Ho fatto a liberarmi di Timothy? Semplice: l’ho
ucciso! Come diamine hanno fatto loro a liberarsi di Maddy e Sean?
Semplice: l’altro vampiro che è con noi li ha
uccisi! Cosa è successo a Susan? Semplice:
l’abbiamo fatta prigioniera e….giusto
perché tu lo sappia….ti ha tradito dicendoci come
arrivare nel Regno! E non preoccuparti troppo per Damon: abbiamo
liberato anche lui e adesso è con Bonnie! Ma questa volta
non scapperemo…..se vuoi la guerra allora l’avrai
e sta pur certo che tu, Samuel, avrai vita breve!” - gli
disse Katie.
Un attimo dopo saltarono tutti fuori dalla finestra e, grazie ad un
incantesimo di Katie, atterrarono sani e salvi.
Samuel si riprese subito e si voltò verso le guardie.
“Che aspettate?” - gridò - “
Inseguiteli e date l’allarme: ci sono tre vampiri liberi nel
Regno, due streghe traditrici e hanno con loro tre umani pronti a
sacrificarsi pur di distruggere il nostro Regno! Andate e
prendeteli!” - ordinò.
Katie non sapeva se aver lasciato Damon e Bonnie fuori dal salvataggio
di Stefan fosse stata una buona idea. Insomma….Damon sarebbe
potuto essere d’aiuto.
Ma Merdith era stata perentoria e le era sembrata piuttosto sicura
della sua decisione.
Doveva averlo fatto per lasciarli da soli….chissa!
A dire il vero, anche se non ne capiva molto di relazioni sentimentali
e problemi di cuore, anche a Katie era sembrato che avessero un
po’ di cose di cui parlare…ad esempio dovevano
parlare di Lucas.
Da quello che aveva capito e che Matt le aveva spiegato, Lucas era un
ex di Bonnie che lei aveva lasciato a pochi passi dall’altare
per stare con Damon.
Katie doveva ammettere che Bonnie, anche se sembrava timida e
impacciata, di decisioni belle pesanti riguardanti la sua vita ne aveva
prese, eccome.
Ma la cosa che l’aveva sorpresa di più di tutta la
faccenda era il fatto che il vampiri si sposassero. Insomma, con
l’educazione che aveva avuto, le era già difficile
accettare il fatto che i vampiri si innamorassero e tutto il resto, ma
di certo non immaginava che volessero anche sposarsi.
- Beh…forse
vogliono solo sposare Bonnie! Stefan ed Elena stanno insieme da tanto e
non mi sembra che si voglino sposare, invece Lucas voleva sposare
Bonnie e adesso, da quello che ho capito, pure Damon la vuole sposare!
Forse è una cosa di Bonnie…una specie di istinto
che i vampiri avvertono a voler fare qualcosa per impegnarsi con lei in
maniera decisamente seria….potrebbe essere! -
riflettè, mentre continuava a correre e a dirigere gli altri
verso Kemet.
“Si, può darsi! Anche se non mi è mai
capitato di vederla in questo modo!” - le disse Lucas, al suo
fianco, sorridendo.
Katie si voltò, sorpresa, verso di lui.
“Come scusa?” - gli chiese.
Lucas si toccò la tempia per farle capire che le aveva letto
nel pensiero.
“Anche tu leggi i pensieri? Credevo la facesse solo
Damon!” - disse.
“No, tutti i vampiri possono farlo!” - le rispose.
“Ma Stefan non lo fa!” - ribattè lei.
“Tutti i vampiri abbastanza potenti possono farlo!”
- si corresse Lucas.
“Quindi tu sei più forte di Stefan! Sei potente
quanto Damon?” - gli chiese.
Lucas scosse la testa: “No! Lui è più
vecchio, quindi più forte!”.
“Ma anche Stefan è più vecchio di
te!” - gli fece notare.
“Sì, ma il Potere dipende dal tipo di dieta! Io e
Damon, anche se non uccidiamo nessuno, beviamo e abbiamo sempre bevuto
sangue umano, quindi la faccenda del < più vecchio,
quindi più forte > regge! Con Stefan è
diverso! Lui beve prevalentemente sangue animale da tanto tempo, fatta
eccezione per le volte in cui è Elena a lasciarsi mordere,
quindi i suoi poteri sono ridotti. Insomma, anche lui può
legere la mente, ma gli costa più sforzo e non gli viene
naturale come a me e a Damon!” - spiegò il vampiro.
Katie annuì: adesso era tutto più chiaro.
Poi ricordò come era cominciata le loro conversazione.
“Sono stata troppo dura?” - gli chiese.
Lucas la guardò confuso.
“Come, scusa?” - le chiese.
“Si, insomma…prima…qundo ho pensato
quella cosa dello sposare Bonnie! Forse non lo sapevi
della…proposta di Damon!” - spiegò.
“Se stai cercando di dire che non sai se qualcuno me ne ha
parlato….beh…no, nessuno me lo ha detto, neppure
Bonnie! Ma io non sono cieco e ho visto l’anello! Un anello
di lapislazzuli…. e sapendo che sta con Damon non mi ci
è voluto molto per fare due più due!” -
rispose il vampiro.
“Anche tu gliene avevi regalato uno di anello?” -
Katie doveva ammettere che quella storia l’affascinava
parecchio.
“Si, ma non di lapislazzuli! Il mio era di rubini! Mettiamola
così: i lapislazzuli sono….prerogativa del
fratelli Salvatore!” - rispose Lucas.
“Perché dici questo? So che quegli anelli servono
a loro per stare alla luce del sole, ma mi sembra che anche tu ci stia
benissimo! Ergo…anche tu hai una di quelle
pietre!” - disse Katie.
“Ed hai ragione! Quando diventammo amici Stefan me ne diede
una! Ma sono pochissimi i vampiri che sanno il segreto delle pietre e
ancora meno sono quelli che ne hanno una! Loro invece ne hanno
parecchie e sanno dove procurarsele! E’ da prima che
diventassero vampiri che conoscono questo segreto, quindi quelle pietre
sono…una specie di loro simbolo, capici? E il fatto che
Damon ne avesse regalato uno a Bonnie poteva avere un solo significato!
Quindi non proccuparti….avevo già intuito
tutto!” - la rassicurò.
Katie sorrise e tornò a focalizzare la sua attenzione sul
come liberare Stefan.
A pochi passi dalle mura di Kemet si fermò.
“Ok! Siamo arrivati! Davanti a noi c’è
il giardino posteriore della biblioteca. Stefan è al piano
superiore! Noi entreremo dalla scala secondaria, quella
all’esterno dell’edificio! Lucas…tu
dovrai occuparti delle guardie in giro! Io aprirò la porta e
libererò Stefan, ma poi dovremo uscire dalla finestra e per
farlo devo creare un incantesimo in grado di trasportarci tutti! Quindi
Elena, Matt e Meredith dovrete essere voi a prendere Stefan e a
trascinarlo fuori! Avete tutti le mappe che vi ho preparato?”
- chiese.
Gli altri annuirono, attenti.
“Bene! Se qualcosa dovesse andare storto sarà
meglio dividerci! Usate le mappe e cercate di arrivare al nascondiglio
senza farvi seguire da nessuno! Ci rimangono solo tredici minuti!
Adesso…seguitemi!” - disse.
Scavalcarono delle mura basse che li portarono alle spalle della
biblioteca. Dopo aver controllato che non ci fossero guardie in giro e
non ci fosero occhi indiscreti da nessuna parte, corsero attraverso il
girdino fino al lato ovest dell’edificio devo
c’erano le scale che avrebbero usato.
Le salirono di corsa, facendo attenzione a non fare rumore.
Katie teneva sempre l’orologio sotto controllo: mancavano
dieci minuti.
Lucas era davanti a lei e, appena arrivarono in cima, una guardia
sbucata fuori dal nulla gli si avventò contro.
Lucas la uccise spezzandole il collo e lasciandola cadere a terra.
“Shhhhhh! Attenti a non fare rumore!” -
bisbigliò Katie.
Dopo aver controllato che non ci fosse più nessuno, Lucas
fece loro segno di seguirlo all’interno
dell’edificio.
Katie li guidò fino alla stanza dove era tenuto Stefan e con
una leggera pressione magica sulla maniglia bloccata, la porta si
spalancò da sola.
Damon o Elena…come poteva scegliere?
Elena era la sua anima gemella, l’amore della sua esistenza,
avebbe fatto di tutto per lei.
Damon era suo fratello, sangue del suo sangue e, nonostante non
andassero esattamente d’amore e d’accordo e
nonostante avesse spesso e volentieri ammesso che una vita senza Damon
sarebbe stata più facile…beh…lui non
la voleva una vita senza Damon…non riusciva nemmeno a
concepirla una vita senza suo fratello.
Stefan non poteva scegliere, erano le due persone più
importanti della sua vita e Stefan non poteva scegliere.
Piuttosto…sarebbe morto lui per salvare entrambi.
Ma Samuel sarebbe tornato presto, troppo presto, e avrebbe preteso una
risposta.
Ma cosa dire? Come poteva rispondere?
Tum….un rumore sordo e molto vicino catturò la
sua attenzione.
- Non può
essere già qui? Ha detto che mi dava un’ora e
l’ora non è ancora passata! - Stefan
era nel panico.
Ma la porta si stava già aprendo e Stefan non aveva una
risposta, non riusciva a pensare, non riusciva neppure ad immaginarla
una risposta.
Serrò gli occhi.
“Stefan!” - lo chiamò una voce che
sembrava quella della sua Elena, ma non poteva essere perché
Elena non era lì, era a Fell’s Church. Doveva
essere un trucco si Samuel per farlo cedere.
Stefan serrò ancora più forte gli occhi.
“Stefan, cos’hai? Rispondimi, ti prego! Apri gli
occhi!” - gli diceva la voce.
Cercò di resistere a tutte le suppliche e non si
lasciò convincere neppure quando la voce venne rotta dal
pianto, ma quando due braccia calde e delicate lo avvolsero cedette e
spalancò gli occhi.
L’unica cosa che vide fu un ammasso di capelli biondi che gli
copriva tutta la visuale e sentì un profumo di vaniglia
così familiare…
“Elena?” - disse.
La ragazza lo lasciò andare e lo guardò in viso,
sorridendogli e asciugandosi le lacrime.
“Sei tu! Non ci credo! Come hai fatto ad arrivare
qui?” - le chiese.
“Opera di Katie!” - le disse spostandosi.
Erano tutti lì, per lui.
Katie stava armeggiando alle sue spalle, sulle catene di legno che lo
tenevano legato.
“Damon! Lui è di sotto…dobbiamo
liberarlo!” - disse.
“Già fatto! Adesso è al
sicuro…con Bonnie!” - rispose Lucas.
Stefan lo fissò per qualche istante.
“Lucas….Hai mantenuto la
promessa….Elena sta bene!” - gli disse.
Lucas gli sorrise.
Un attimo dopo Stefan sentì una forte pressione sulle mani e
le catene si sciolsero cadendo sul pavimento.
Stefan si alzò.
“Stai bene?” - gli chiese Elena accarezzandogli il
viso.
“Si! Sono solo un po’ debole!” - la
rassicurò.
Ma l’espressione di Lucas lo preoccupò.
“Che succede?” - chiese.
“Gli stregoni! Stanno salendo…di corsa!”
- disse.
“E allora noi fuggiremo…di corsa! Katie sei
pronta?” - chiese Matt.
Katie, seduta sul davanzale della finestra, si voltò verso
di loro.
“Sì, andiamo!” - disse.
Si affrettarono tutti verso la strega.
Stefan provò a muoversi, ma quasi si accasciò a
terra.
Matt, Meredith ed Elena lo sorressero e lo trascinarono verso la
finestra, dove lo presero di peso e lo depositarono su quella che
sembrava una specie di nuvola di fumo grigio.
Un attimo dopo Samuel spalancò la porta della stanza e, dopo
una chiara maniaccia di Katie ai danni del Consigliere, la nuvola
cominciò a scendere.
Appena misero piede a terra, Lucas gli si avvicinò e diede
una mano ad Elena per sorreggerlo.
“Ci inseguono! Dobbiamo correre!” -
gridò Matt.
Cominciarono a scappare.
Stefan era con Elena, Meredith e Lucas davanti, mantre Katie e Matt
erano alle loro spalle.
Il suono di numerose sirene si diffuse per l’intero Regno.
Stefan era stanco e provato.
“Coraggio, Stefan! Un ultimo sforzo!” - gli disse
Lucas, ma in quel preciso istante, una saetta luminosa volò
sulla loro testa.
“E’ stata una guardia!” -
gridò Katie.
Lucas lo aiutò a saltare il muro di cinta e cominciarono a
correre tra i boschi, evitando sempre più colpi.
Ma un grido di dolore li costrinse a voltarsi.
Matt era stato colpito e adesso era a terra e si reggeva un fianco.
Katie era con lui.
“Katie! Matt!” - gridò Lucas.
“Andate! Portate Stefan in salvo, vi raggiungeremo dopo! Non
cercateci!” - urlò Katie in risposta.
“Non possiamo lasciarli qui!” - disse Stefan non
appena si accorse che Lucas aveva annuito alla strega e avevano ripreso
a muoversi.
“Dobbiamo!” - rispose Elena.
Stefan lanciò un’ultima occhiata dietro di se e
vide Matt, sorretto da Katie, che svaniva all’interno dal
bosco e alcune guardie che li seguivano.
Corsero ancora per molto, tra gli alberi, andando a destra, poi a
sinistra, poi di nuovo destra….probabilmente per seminare
gli inseguitori.
Si fermarono dietro un enorme ammasso di pietre.
“Ci stanno ancora inseguendo?” - chiese Meredith,
con il respiro spezzato dall’affanno.
“Li abbiamo quasi seminati! Dobbiamo essere sicuri che se ne
siano andati prima di correre verso il nascondiglio!” -
rispose Lucas.
“Nascondiglio che si trova…? Era Katie la nostra
guida!” - fece notare Elena.
“Abbiamo le mappe! E’ arrivato il momento di vedere
come funzionano!” - disse Meredith prendendo dalla cintura
una sacchetto di cuoio e estraendone da una sacca esterna una foglio di
carta ripiegato.
“Katie ha detto che basta dire alla mappa dove siamo e dove
dobbiamo andare, poi la mappa farà il resto!” -
disse.
Stefan la guardò con attenzione.
Meredith aprì il foglio ripiegato e lo fissò per
qualche attimo, poi disse:“Bosco di Kemet, Regno Magico!
Regno Magico, Kemet, Lago Iuris!”.
Un attimo dopo un fascio di luce si sprigionò dalla mappa e
salì versò il cielo, poi si piegò su
se stesso e cominciò a ruotare come l’ago di una
bussola impazzita, fino a fermarsi puntando alla loro destra.
“Credo che dobbiamo andare di là!” -
disse Elena.
“E questo sarebbe il momento ideale visto che non sento
più le guardie!” - commentò Lucas.
Si rimisero in piedi e ripresero a muoversi seguendo le indicazioni
della mappa.
“Ma siamo sicuri che abbiamo fatto bene a lasciare Matt e
Katie da soli?” - chiese preoccupato Stefan.
“E’ stata Katie a dircelo e poi avevamo
già previsto che potevamo anche essere costretti a
dividerci!” - rispose Meredith.
“Fidati di lei, Stefan! Katie sa quello che fa!” -
disse Lucas.
“Lo so, Lucas! Lo so!” - rispose Stefan.
Pochi minuti dopo avevano sorpassato un lago ed erano arrivati in un
campo, dove Lucas aprì una botola segreta nella quale
entrarono, dopo una breve ricognizione in giro.
Finalmente si erano messi in salvo.
NOTE:
Ciao a tutti!!!
Grazie a chi ha letto e a chi ha recensito lo scorso capitolo!!!
Per chi aspettava un confronto tra Damon e
Lucas...beh...dovrà aspettare ancora!!! XDXDXDXDXD Ma
arriverà presto! Promesso!!!
In questo capitolo Damon e Bonnie sono stati un pò messi da
parte.....capitemi...si stanno riconciliando!!! XDXDXDXDXD
Invece ho dato spazio a Stefan e al suo salvataggio.
C'è stato un POV Samuel...beh era da tanto che non ne facevo
uno e mi sembrava d'obbligo a questo punto!!! In seguito ce ne sarenno
altri, quando la lotta entrerà nel vivo, per mostrare lo
scontro da tutti i punti di vista.
Come avete visto Stefan non è stato costretto a
scegliere....è stato fortunato, non ci sarebbe riuscito a
fare una scelta!!!
Finalmete adesso è al sicuro, ma Matt e Katie sono rimasti
fuori!
Nel prossimo capitolo scopriremo cosa è successo a loro
due!!!
Spero, come sempre, di non avervi annoiato!
A domenica sera....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Capitolo sedicesimo ***
Capitolo
sedicesimo
Bonnie
si sentiva talmente bene che quella vocina insistenete nella sua testa
la stava letteralmente mandando su tutte le furie.
Incredibile che arrivassero sempre ad interrompere momenti del genere.
Era passata soltanto mezz’ora da quando lei e Damon erano
rimasti da soli e si erano rinchiusi in un mondo tutto loro
estraniandosi da tutto e da tutti, ed ecco che la realtà era
di nuovo di ritorno e reclamava a pieni polmoni la loro attenzione.
Se Bonnie era irritata, poteva chiaramente sentire che Damon era
furioso.
-
Bonnie….Damon…dove siete? Rispondete!
- urlò di nuovo la voce nelle loro menti.
Con un lamento smorzato Bonnie si staccò da Damon.
“Forse dovremo rispondere!” - disse scocciata.
“Io, invece, dico che dovremmo lasciarli perdere!”
- rispose Damon attirandola di nuovo a sè.
Bonnie era in paradiso. Le piaceva così tanto perdersi tra i
baci e le carezze di Damon che proprio non riusciva a staccarsene.
- Avanti, ragazzi,
rispondete! - di nuovo la voce.
Bonnie tentò di divincolarsi dalla presa di Damon.
“Lasciali perdere!” - le sussurrò lui
all’orecchio tenendola stretta.
Scese a baciale il collo e Bonnie sentì il desiderio
devatante di lasciarsi mordere per diventare, ancora un volta, parte di
lui.
Gettò la testa all’indietro, con un gemito.
- Ok! Adesso basta!
Continuerò a chiamare finchè non vi farete vivi,
intesi? - minacciò la voce.
Damon si staccò da lei con un ringhio.
“Ripeto: dovremmo rispondere!” - disse Bonnie.
Damon si arrese sbuffando.
“Ok! Rispondiamo! Ma ricordami di uccidere Elena appena la
vedo!” - rispose Damon.
Bonnie si concentrò e tentò di sforzarsi allo
stesso modo di quando parlava telepaticamente con Damon.
- Elena? Elena, mi
senti? Sono Bonnie! - disse.
- Oh, Bonnie!
Finalmente! State bene? - chiese Elena.
- Non proprio! Fino a
tre secondi fa stavamo benissimo, poi sei arrivata tu a rompere le
scatole e adesso non sono per niente contento! - si
intromise Damon.
- Oh!
Beh…scusate….! Ma noi ci siamo preoccupati!
Abbiamo preso Stefan e siamo ritornati al nascondiglio, ma Samuel ci ha
visto e ci ha scateneto dietro un esercito e abbiamo perso Katie e Matt
- raccontò Elena.
Bonnie si allarmò.
- Perso? In che senso
< perso >? Stanno bene? - chiese.
- Si, si! Almeno
credo!< Perso > nel senso che ci siamo dovuti separare e
adesso non sono con noi, ma Katie ci ha detto di aspettarla qui!
Piuttosto…dovreste venire anche voi! Se non ricordate la
strada potete usare le mappe…sono staordinarie!
- rispose Elena.
- Ok! Allora arriviamo
subito! - rispose Bonnie chiudendo la comunicazione
telepatica.
Si voltò verso Damon.
“Dobbiamo andare!” - disse, prendendo il suo
maglioncino dal pavimento e rinfilandoselo.
“Potremmo aspettare ancora un po’!” -
rispose Damon.
“Ricomincerebbe a chiamare! Lo sai com’è
fatta!” - rispose Bonnie alzando gli occhi al cielo.
“Ma a me piaceva un sacco quello che stavamo facendo poco
fa” - si oppose Damon.
Bonnie sorrise, imbarazzata.
“Sì, ma forse questo non è esattamente
il momento migliore!” - rispose - “Avremo tutto il
tempo del mondo dopo che avremo sconfitto Samuel!”.
“All’inizio sembrava più
facile!” - commentò Damon.
“All’inizio sembra tutto più
facile!” - rispose Bonnie accarezzandgli una guancia.
“Ma ce la faremo! Potrà anche essere difficile, ma
non sarà mai TROPPO difficile! Niente è troppo
difficile per me. Soprattutto quando si tratta di salvarti la
vita…..sono diventato un campione in questo
gioco!” - fece Damon sorridendo fiero.
Bonnie scoppiò a ridere e si tirò su.
“Allora andiamo, campione! La mia vita ha bisogno di essere
salvata!” - disse Bonnie, sorridendo e tendendogli una mano.
- Damon! Bonnie! Mi
sembrava di avervi sentito dire che sareste tornati subito! Dove siete?
- di nuovo Elena.
Damon afferò la mano di Bonnie e si alzò.
“La tua vita avrà anche bisogno di essere salvata,
streghetta, ma quella di Elena ha decisamente bisogno di essere
soppressa!” - commentò il vampiro.
“Matt, stai bene?” - la voce di Katie era carica di
preoccupazione.
Matt, al suo fianco, annuì trattenendo un gemito di dolore.
Correvano per i boschi senza una meta precisa, inseguiti dalla guardie
di Samuel.
Matt era ferito e si aggrappava a lei.
“Dovremo fermarci e guarire quella ferita!” - disse
la strega.
“Ci stanno inseguendo!” - bisbigliò Matt.
- Sta tentando si
resistere, ma il dolore è troppo -
pensò Katie.
Non si era mai sentita così in pensiero per qualcun altro
come lo era per Matt in quel momento.
Sapeva che Matt aveva ragione e che dovevano continuare a scappare se
non volevano essere catturati, ma DOVEVANO fermarsi: Katie doveva
assolutamente guarire Matt.
Si mise a scrutare il paesaggio davanti a se cercando non sapeva bene
cosa, quando all’improvviso la vide.
Era una fenditura tra due enormi rocce coperte dagli alberi,
probabilmete si trattava di una piccola grotta.
Katie si spostò di lato e guidò Matt in quella
direzione.
Prima di entrare nella grotta si accertò che nessuno li
stesse spiando, poi adagiò Matt a terra e uscì di
nuovo fuori tornando al punto in cui aveva cambiato strada: doveva
confondere le tracce.
Lanciò un incantesimo veloce facendo materializzare davanti
a lei una scia lunghissima di false tracce, poi tornò da
Matt e, con un altro incantesimo, cancellò tutte le tracce
che conducevano alla grotta.
Si nascose nel buio e, da lontano, vide le guardie che li superavano
seguendo la falsa pista.
“C-cosa f-fai? Dob-biamo an-andare!” - disse Matt
con un enorme sforzo.
“Shhh! Non preoccuparti, siamo la sicuro! Le guardie
ci hanno superato senza accorgersi di noi! Ora sta calmo e fammi dare
un’occhiata!” - rispose Katie.
Con un incantesimo semplice accese un piccolo falò lontano
dall’entrata della grotta in modo da illuminarne
l’interno, ma senza che nulla cambiasse all’esterno.
Costrinse Matt a stendersi sulla roccia fredda e si
inginocchiò accanto a lui.
Gli scostò la mano con la quale il ragazzo si comprimeva la
ferita e gli sfilò la maglietta.
Un accenno di imbarazzo le colorò la guance, ma si
concentrò su ciò che doveva fare: accertarsi
della condizioni di Matt e poi intervenire.
Matt era stato colpito al fianco, probabilmente da una saetta di fuoco
che gli aveva lasciato una ferita lunga e sanguinante con tutti i
contorni bruciati.
Se al suo posto ci fosse stato qualcuno debole di stomaco non avrebbe
retto un secondo a quella vista.
“Matt! Mi senti?” - disse.
Il volto di Matt era pallido e sudato, sembrava febbricitante e questo
significava che la ferita si stava infettando: doveva sbrigarsi.
“Matt, ascoltami! So che adesso ti fa male, ma quello che sto
per farti ti farà stare ancora peggio! Mi dispiace, ma
è l’unico modo che ho per guarirti e in fretta! Mi
ci vorrà poco, quindi…resisti e fidati di me,
ok?” - gli disse accarezzandogli la fronte.
“Mi fido sempre di te!” - rispose Matt in un
sussurro.
Katie sorrise e, dopo un bel respiro, portò una mano sul suo
cuore e l’altra sulla ferita di Matt.
Si concentrò.
Passarono pochi minuti in cui non successe nulla, poi la
sentì.
Sentì una fitta atroce al cuore, come se qualcuno lo stesse
tagliando in due, poi avvertì un specie di calore luminoso
che le sgorgava dal cuore e le si riversava nella mano, poi percorreva
tutto il braccio, attraversava le spalle, arrivava all’altro
braccio e, dall’altra mano, un fascio di luce dorata
investì la ferita di Matt.
Il ragazzo gridò e inarcò la schiena dal dolore,
poi si portò la mano al petto.
Katie sapeva cosa stava sentendo: lo stesso dolore che lei aveva
avvertito poco prima, il dolore insopportabile al cuore. Solo che per
lui era diverso…lei sapeva cosa aspettarsi, Matt no.
Matt continuò a gridare per diversi minuti, poi Katie
avvertì la stanchezza impossessarsi di lei e il fascio di
luce scomparve dalla sua mano.
Matt si rilassò immediatamente.
Katie si accasciò a terra con il fiato corto.
Matt si toccò l’addome: la ferita era scomparsa.
Katie lo vide tirarsi su a sedere e cercare, entusiasta, il suo
sguardo. Ma, non appena la vide, Matt si rabbuiò.
“Che succede? Cos’hai Katie?” - le chiese
apprensivo.
Katie scosse la testa: “Non preoccuparti! Sono solo stanca!
Tu, piuttosto, come stai?” - gli chiese.
Matt tornò a guardarsi il puntò in cui fino a
poco prima c’era la ferita.
“Io….beh…alla grande, direi! Mi hai
guarito!” - rispose.
“Già! Così pare!” - fece
Katie.
“Come hai fatto?” - le chiese Matt.
“Ti ho trasferito un po’ della mia forza
magica!” - rispose Katie appoggiandosi con la schiena alla
parete fredda della grotta.
“Allora era quello quel dolore al cuore, giusto?” -
chiese Matt.
Katie annuì.
“Non mi sembra che ti abbia fatto molto bene guarirmi! Adesso
stai male tu!” - commentò Matt.
“No, è che…. Vedi, ogni strega ha la
sua fetta di energia magica racchiusa dentro di sé. Ogni
volta che fa un incantesimo ne spreca un
po’….più l’incantesimo
è potente e più energia magica spreca! E questo
incantesimo è molto potente perché non solo si
spreca l’energia che serve per attivarlo, come per tutti gli
altri incantesimi, ma se ne spreca ancora di più visto che
è come una specie di donazione volontaria di forza magica
che una strega fa a favore di qualcun altro per guarirlo!” -
spiegò Katie.
“E questa energia può essere
recuperata?” - le chiese il ragazzo.
“Certo! Più una strega sta a riposo senza usare
incantesimi più la forza magica cresce! Quindi devo solo
riposare un po’!” - rispose Katie.
“E…beh…mettiamo il caso che una strega
finisca tutta la sua forza magica...Che succede?” -
chiese Matt.
Katie esitò, abbassando lo sguardo.
“Cosa succede in quel caso, Katie?” - insistette
Matt.
“Muore, la strega muore!” - si arrese.
Matt la fissò per qualche attimo.
“Tu oggi hai usato tantissimo la tua forza magica! Hai fatto
incantesimi per farci arrivare qui, per salvare Damon, per salvare
Stefan, per farci scappare…..e adesso hai fatto questo
incantesimo per guarirmi. Hai corso un rischio enorme solo per guarire
me!” - disse Matt.
“Ero in ansia per te!” - rispose Katie.
“Avresti dovuto lasciarmi stare! Potevi morire,
Katie!” - disse Matt, afferrandola per le spalle.
Katie lo guardò negli occhi, quegli occhi così
azzurri da farle venire voglia di annegarci dentro.
“Non importa! Ero in ansia per te!” - rispose
sinceramente.
Matt non rispose. La guardò negli occhi e le
accarezzò una guancia, lentamente.
Katie piegò il viso di lato godendosi quelle sensazioni che
non aveva mai provato per nessuno prima di Matt.
Poi tutto cambiò.
Matt la baciò di slancio.
Katie rimase immobile per un attimo: quello era il suo primo, vero
bacio e non sapeva cosa fare.
Poi si ricordò che quello con lei era Matt e si
lasciò andare, chiudendo gli occhi, e fu la cosa
più bella mai capitatale prima.
Era come se tutto fosse scomparso, come se non esistesse più
niente e nessuno apparte loro due.
Quando Matt si staccò da lei aveva gli occhi felici.
Le si sedette di fianco e l’attirò a se facendola
stendere e appoggiare la testa sulle sue gambe.
“Adesso sarò io a vegliare su di te! Sta qui e
dormi tranquilla!” - le disse sorridendo.
Katie chiuse gli occhi e, stanca e felice, si addormentò
cullata dal tocco delicato di Matt che le accarezzava i capelli.
Gli era diventato quasi impossibile ricordare da quanto tempo era che
non se ne stava tranquillamente disteso su un letto.
In realtà sapeva che non era stato molto tempo prima, ma a
Stefan sembrava comunque un’eternità.
Erano arrivati nel nascondiglio da circa un’ora. Damon e
Bonnie li avevano raggiunti una decina di minuti dopo, ma di Katie e
Matt ancora nessuna notizia.
Stefan era preoccupato e, anche se tutti dicevano che avevano solo
fatto quello che gli aveva chiesto Katie, sapeva benissimo che il
sentimento più diffuso nel nascondiglio, in quel momento,
era il senso di colpa.
Adesso erano in attesa….in attesa di tutto.
Aspettavano che le guardie sparisssero dai dintorni.
Aspettavano che lui si riprendesse.
Aspettavano notizie di Katie e Matt.
Aspettavano di scomprire la nuova mossa di Samuel.
Attesa, attesa, attesa…..era snervante l’attesa.
“Mi hai mentito!” - esordì una voce al
suo fianco.
Stefan aprì gli occhi e guardò Damon, comodamente
seduto su una poltrona accanto al letto.
Non lo aveva sentito arrivare.
Si mise a sedere anche lui.
“Su cosa ti avrei mentito?” - chiese.
“L’inglesino!” - rispose Damon
rigirandosi i pollici.
“Lucas? Ti ho mentito su Lucas?” - Stefan era
confuso.
“Già! Hai detto che non dovevo preoccuparmi e
invece sai cosa mi ha detto la streghetta? Che il tuo caro amichetto le
ha confessato di amarla ancora! Mi hai mentito! Io devo preoccuparmi,
eccome!”- chiarì Damon.
Stefan sorrise.
“Avanti, Damon! Non venirmi a dire che non lo sapevi, che non
sapevi che Lucas l’amava ancora! Era ovvio, scusa! Davvero
credevi che se la fosse dimenticata nel giro di un anno? Lui era
follemente innamorato di Bonnie…stravedeva per lei! Tu al
suo posto te la saresti dimenticata così
facilmente?” - gli chiese.
“E’ diverso!” - rispose Damon.
“Cioè? In che cosa è
diverso?”.
“Quello che lega me e Bonnie è un milione di volte
più forte rispetto a quello che legava l’inglesino
e Bonnie! Quindi è ovvio che io non potrei mai dimenticarla!
Invece lui avrebbe dovuto! Comunque sia…sta di fatto che mi
hai mentito!” - ribadì Damon.
Stefan alzò gli occhi al cielo.
“Io non ti ho mentito! Infatti….che Lucas la ami
oppure no, tu non hai motivi per preoccuparti! Tu stai troppo a pensare
a cosa prova Lucas per Bonnie, quando dovresti pensare a cosa prova
Bonnie…per Lucas!” - rispose Stefan.
“La streghetta non prova niente per lui! Lei è
mia…ama me!” - fece Damon.
“Bene! Quindi…non devi preoccuparti! Visto che non
ti ho mentito?” - rispose Stefan sorridendo.
Damon lo fissò per alcuni secondi, poi girò il
viso dall’altro lato e prese a fissare un orrendo quadro
troppo colorato appeso alla parete di fronte al letto.
“Questo stupido Regno Magico!!! Mi rammolisce!” -
sbuffò Damon.
Stefan lo guardò socchiudendo gli occhi.
“Di nuovo con quella storia delle
nostre…conversazioni civili?” - chiese.
“Già! Deve esserci qualcosa in questo
posto….insomma, spiegami tu perché mai ho sentito
il bisogno di venirti a parlare se non fosse come dico io!?!”
- fece Damon.
“Beh…forse hai ragione! Anche se è
carino!” - disse Stefan.
“Cosa?” - chiese Damon continuando a scrutare il
quadro.
“Il fatto che parliamo dei tuoi sentimenti…e
sottolineo TUOI!” - rispose Stefan.
“E tu definisci < carino > me che parlo dei mei
sentimenti? E’ una sciagura…io non parlo dei miei
sentimenti!” - rispose Damon.
“Nemmeno con Bonnie?” - chiese Stefan.
“Rettifico: io non parlo dei miei sentimenti…con
nessuno che non sia la mia streghetta!” - si corresse Damon.
“Beh, allora io devo essere davvero fortunato!” -
disse, ironico, Stefan.
“Smettila! E’ soltanto colpa di
questo…” - cominciò Damon.
“…stupido Regno Magico!” -
finì Stefan - “Me lo hai già detto,
Damon!”.
“Bene…allora ricordatelo! E’ tutta colpa
di questo posto, dopotutto…cosa ti aspettavi da gente con
così scadenti capacità artistiche!” -
disse Damon tornando a guardare Stefan.
Tacquero per qualche istante, poi Stefan percepì dei lievi
rumori dal corridoio: passi silenziosi, i passi di un vampiro.
“Vai a parlarci!” - disse.
“E perché mai dovrei?” - chiese Damon
con l’aria da finto innocente.
“Perché stai morendo dalla voglia di marcare il
territorio!” - rispose Stefan tornando a stendersi.
“Beh, fratellino! Se insisti tanto…” -
fece Damon.
Un secondo e mezzo dopo Stefan sentì la porta della sua
stanza che veniva chiusa.
“Non esagerare!” - disse.
- Non esagerare? Oh,
andiamo, per chi mi ha preso? - pensò Damon
sogghignando.
Si mosse lungo il corridoio a velocità da vampiro e si
parò di fronte a Lucas.
“Quindi sei venuto a…marcare il territorio,
giusto?” - chiese Lucas.
Damon si accigliò.
“Lo sai che è segno di profonda maleducazione
origliare le conversazioni private altrui?” - chiese e, come
un flash, gli tornò in mente il momento in cui aveva detto
una cosa simile anche a quel viscide verme strisciante di Samuel.
- Sono circondato da
esseri senza la minima idea di cosa sia l’educazione!
- pensò.
“Ma tu lo fai! Tu ti metti ad ascoltare le conversazioni
altrui senza farti nessun problema!” - replicò
Lucas.
- Non solo è
privo di educazione, ma è anche privo di intelligenza!
- pensò guardando Lucas e piegando la testa di lato.
“Sì, ma tra me e te c’è una
profonda differenza! Tu sei uno stupido inglesino senza nessun valore,
mentre io sono Damon Salvatore e posso permettermi di fare qualsiasi
cosa mi passi per la mia geniale testa!” -
puntualizzò sorridendo.
“Credo che la modestia non sia il tuo forte!” -
disse Lucas.
“Ed è qui che ti sbagli! Ti assicuro che sono
stato molto modesto un attimo fa!” - rispose Damon.
Cadde il silenzio e continuarono a fissarsi, occhi negli occhi, per
diversi minuti senza muovere un muscolo.
“Non abbiamo mai parlato seriamente noi due!” -
disse Damon, serio in volto.
“Parlato seriamente di cosa?” - chiese Lucas.
“Del fatto che Bonnie è…come
dire?…mmmh…mia!” - rispose Damon.
“Ti posso assicurare che, anche se non ne abbiamo mai
discusso, la cosa mi è molto chiara!” - disse
Lucas.
“Bene! Allora spero…per il tuo bene,
ovviamente….che tu non sia tornato per cercare di
riprendertela. Perché, se così fosse,
già che devo uccidere Samuel non mi farei nessuno scrupolo a
togliere di mezzo anche te!” - lo minacciò Damon.
Lucas abbassò lo sguardo.
Quando tornò a guardare Damon c’era una nuova
espressione sul suo viso: resa.
“Sono tornato solo per aiutarvi! Questo è tutto!
Non farei mai del male a Bonnie e so che cercare di dividerla da te
equivale a qualcosa di molto simile ad ucciderla! L’ho vista
quando Samuel ti ha portato qui…quando vi ha diviso. Quando
la guardavo vedevo la morte nei suoi occhi! Non riuscirei mai a
sopportare che tornasse ad avere quello sguardo e causa
mia…neppure per rendere felice me stesso! Quindi non
preoccuparti! Vi darò un mano e poi, se sarò
ancora vivo, me ne andrò via!” - rispose Lucas.
Damon si spostò di lato, invitandolo a passare.
“La prendo come una promessa!” - disse.
Lucas annuì e scompareve, velocemente, nell’ombra.
NOTE:
Ciao a tutti!!!
Come è andata la vostra settimana?
La mia è stata uno schifo....e tutto a causa di una
stupidissima influenza che mi ha steso per tre giorni! Non ero neppure
sicura di riuscire a postare oggi, ma alla fine ce l'ho fatta!
XDXDXDXDXD
Allora...
Capitolo di passaggio, ma che mi è piaciuto molto scrivere.
Elena...beh...era da troppo che non la fecevo passare per la
rompico***ni della situazione e non ho resistito più.
La odio troppo per non parlarne male!!! Poveri Bonnie e Damon!
In cambio...tra Matt e Katie c'è stato un notevole passo
avanti....spero sarete contenti.
Ho inserito anche un'altro momento tra fratelli. Mi piacciono un sacco
le loro...conversazioni civili...e so che piacciono anche a molti di
voi, quindi li inserisco ogni volta che ne ho l'occasione.
Infine....Damon e Lucas si sono parlati, finalmente!!!
Per chi si aspettava sangue e violenza....beh..mi dispiace di avervi
deluso (sangue e violenza li sto tenendo da parte per Samuel), ma mi
è piaciuto di più così....con Damon
che prende in giro e minaccia e Lucas che non può fare altro
che arrendersi all'evidenza delle cose!!
Spero vi sia piaciuto il capitolo anche se non c'è molta
azione!!!
Grazie a chi ha letto e recensito lo scorso capitolo.....a
giovedì....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** Capitolo diciassettesimo ***
Capitolo
diciassettesimo
Il
brusio di voci persisteva da un’ora e Samuel, seduto sul suo
trono, aveva cominciato ad averne abbastanza.
Battè con forza un pugno sul braccio destro del trono.
L’Assembla si zittì.
“Daremo l’allarme! E’ deciso!”
- disse, risoluto.
Il terzo Consigliere a partire dalla sua sinistra prese la parola.
“Ma così scateneremo il panico tra la
gente!” - disse.
“E allora? Cosa volete fare? I nostri nemici sono nel Regno e
non hanno intenzione di andarsene! Sin dall’inizio vi ho
detto che dovevamo combatterli e abbatterli, ma voi non volevate darmi
retta…e adesso ecco il risultato: Katie e Bonnie e i loro
alleati sono venuti nel Regno e hanno liberato i due vampiri! In
più, come se non bastasse, ci hanno chiaramente confessato
di aver ucciso altri tre dei nostri più forti stregoni e di
averne inprigionata un’altra. Ci hanno dichiarato guerra, mi
hanno minacciato di morte e hanno portato con loro anche un altro
vampiro! Ditemi voi se non è il momento di dare
l’allarme!” - rispose Samuel.
L’altro Consigliere si zittì e il silenzio ricadde.
L’unica cosa che Samuel aveva davanti erano le facce
sconvolte di tutto il Consiglio.
Non perse la sua occasione e continuò.
“Adesso sono lì fuori e si preparano ad
attaccarci! Volete davvero aspettare senza fare nulla? Volete davvero
condannare il nostro amato Regno senza dare a nessuno dei nostri
sudditi la possibilità di difendersi? Ci sono donne e
bambini là fuori. E quelli che affrontiamo sono
vampiri….davvero credete che non faranno loro del male? Non
sto inventando niente…lo sapete! C’erano delle
guardie con me quando Katie mi ha minacciato e avete ascoltato la loro
testimonianza! E’ tutto vero, signori! Il pericolo esiste ed
è terribilmente vicino! E io dico che dobbiamo combatterlo e
sconfiggerlo, che dobbiamo essere noi a farci avanti per primi,
dobbiamo essere noi a dettare le regole, a dire dove e quando ci
sarà la lotta finale, dobbiamo farlo noi altrimenti ci
prenderanno alla sprovvista e saremo noi a soccombere!” -
Samuel parlò di getto, in modo accorato e,
all’apparenza, sincero.
“Ma-ma come faccimo a sapere che loro rispetteranno gli
accordi? Come faccimo ad essere sicuri che non si muoveranno
prima?” - chiese il Consigliere alla sua destra.
Samuel si era preparato a quella domanda.
“Loro vogliono uccidere me prima di chiunque altro! E adorano
le sfide!….Verranno, ve lo assicuro, e faranno come diremo
noi senza fare sorprese perché sanno che se gli comunichiamo
una cosa del genere è prechè noi siamo pronti e
questo è il nostro territorio….devono prepararsi
bene prima di attaccare!” - rispose.
I Consiglieri si guardarono l’un l’altro. Samuel
sapeva che ognuno di loro stava cercando conferma e fiducia nel volto
dell’altro.
“Va bene, Samuel! Combattiamo….per il Regno
Magico!” - disse lo stregone seduto direttamente di fronte a
lui.
Tutti gli altri presenti all’assemblea si alzarono ed
annuirono con il capo ripetendo, uno dopo l’altro:
“Per il Regno Magico!”.
Anche Samuel si alzò e sorridendo: “Per il Regno
Magico!” - disse - …E
per la mia gloria - pensò.
Erano passate quattro ore e Katie aveva recuperato abbastanza forza da
permettere a lei e a Matt di ritornare dal resto del gruppo che,
sicuramente, li stava aspettando.
“Ti senti meglio?” - le chiese Matt.
Katie annuì, sorridendo.
Avevano lasciato da poco la loro grotta e adesso stavano camminando
lungo un sentiero tra gli alberi fitti poco distante dal lago Iuris.
Matt le cingeva, protettivo, le spalle.
“Dici che gli altri sono preoccupati? Sono passate ore da
quando ci siamo divisi!” - disse la strega.
“Certo che sono preoccupati! Loro si preoccupano sempre!
Beh…ovviamente, tutti tranne Damon…lui non si
preoccupa mai!” - rispose Matt.
“Non dire così, Matt! La prima cosa che ho notato
in Damon quando l’ho conosciuto è stata proprio la
preoccupazione per Bonnie!” - disse Katie.
“Sì, devo ammettre che con lei si comporta
decentemente!” - rispose Matt.
“Non ti piace molto, eh?” - chiese Katie.
“Chi? Damon? Ma che dici….se io lo
adoro!” - rispose Matt con una nota bella pesante di sarcasmo
nella voce.
Katie rise.
“Devo ammettere che non ha un carattere facile, ma in fondo
non è così male!” - commentò.
“In fondo….moooooooolto in fondo!” -
fece Matt.
“Avanti….dimmi che ti ha fatto!” - disse
Katie.
Matt sospirò pesantemente.
“Matt? Su, dimmelo! Raccontami tutti!” - lo
incalzò la strega.
“Non mi ha fatto niente, personalmente! E non è
che non lo sopporto perché è un vampiro! Mi
piacciono i vampiri….da quando l’ho conosciuto
Stefan è sempre stato il mio migliore amico e
così anche Lucas! E’ proprio Damon che non
sopporto, proprio lui come persona! Direi che è una
questione di pelle! La prima cosa che mi dissero di lui fu che era una
vampiro e che aveva ucciso un sacco di persone! Poi cominciò
la sua stupida guerra con Stefan per Elena! Ci ha messo spesso nei guai
per via di questa cosa e poi lo sai com’è:
è arrogante, saccente, superbo e non sa cosa sia la
modestia! E poi lo hai sentito come mi chiama? Mutt! E guarda che sa
benissimo che il mio nome è Matt, ma lui lo fa apposta
perché odio quel ridicolo soprannome!” - disse
Matt.
“Ma inventa soprannomi per chiunque…non devi
prendertela!” - disse Katie.
“Sì, ma…non è solo questo!
Lo hai visto come mi tratta? Non mi prende neppure in considerazione,
pensa che io sia inutile e ti lascio solo immaginare quante volte mi ha
minacciato di una morte lenta e crudele!” -
continuò il ragazzo.
“Ma minaccia sempre anche Stefan!” -
commentò la strega.
“Sì, ma Stefan è suo fratello! Ha avuto
cinque secoli per ucciderlo e se non lo ha ancora fatto allora non lo
farà mai! Io, invece, sono a rischio!” - rispose
Matt.
“Non ti farebbe mai del male perché se lo facesse
ferirebbe Bonnie!” - disse Katie.
“Già….Bonnie!” -
sospirò Matt, alzando lo sguardo al cielo - “Sai
per quanto tempo Bonnie ha sofferto per Damon? Perché lui
voleva Elena e la vedeva soltanto come un passatempo? Bonnie crede che
nessuno si sia accorto del suo dolore, ma io l’ho visto e ti
assicuro che mi si spezzava il cuore a vederla ridotta in quelle
condizioni per via di quel miserabile!”.
“Ma adesso è tutto apposto! Lui la ama e non credo
che avrebbe fatto tutto quello che ha fatto se il suo amore non fosse
sincero!” - disse Katie.
“Si, ma io preferisco restare in guardia! Voglio bene a
Bonnie e di Damon non mi fido!” - rispose Matt.
Katie abbassò lo sguardo e arrossì per la domanda
che le era passata nel cervello e che stava per fare.
“Matt….tu…mmmh…ecco..tu hai
detto che vuoi bene a Bonnie, ma…non hai mai provato
nient’altro per lei?” - gli chise.
Matt si voltò a guardarla, sorpreso, poi tornò a
fissare il sentiero di fronte a se.
“Ti dirò la verità! Una volta ero
innamorato cotto di Elena e siamo anche usciti insieme per un breve
periodo! Quando lei si mise con Stefan…non lo
so…mi fece male, ma sapevo che erano fatti per stare
insieme! Bonnie….beh per molto tempo l’ho vista
come un’amica, poi ti confesso che cominciai a vederla con
occhi diversi, ma lei era innamorata di Damon! Poi arrivò
Lucas e fu in quel periodo che capì che lei non era
destinata a me, che c’era un’altra persona,
là fuori, da qualche parte, che mi aspettava! Bonnie ed io
siamo amici e spero che lo saremo per sempre, ma nulla di
più!” - disse Matt, poi si fermò e la
costrinse a voltarsi verso di lui afferrandola per le spalle.
“Poi ho incontrato te!” - le disse, guardandola
negli occhi - “Ed ho capito!”.
Katie era emozionata e sentiva le guance in fiamme: “Cosa hai
capito?” - gli chiese.
“Che eri tu quella persona che era chissà dove ad
aspettarmi!” - disse, sicuro, Matt.
Gli occhi di Katie si illuminarono e il cuore cominciò a
batterle forte per l’emozione.
“Non ho mai provato niente del genere!” - gli
sussurrò.
“E’ bello o è brutto quello che
provi?” - le chiese Matt.
“Bello! Ma è forte e mi spaventa!” -
rispose Katie, sincera.
Matt le sorrise, annuendo: “Bene!” - fu
l’unica cosa che disse prima di chinarsi a baciarla di nuovo.
Questa volta Katie non fu colta alla sprovvista e sapeva cosa fare.
Chiuse gli occhi e si rilassò, immediatamente, tra le
braccia si Matt.
Il bacio fu tenero e adorante e lei si sentiva così al
sicuro…
Lei era la strega, lei aveva i poteri, eppure si sentiva davvero
protetta solo quando si affidava completamente a Matt,
l’umano senza alcuna abilità magica.
Era strano, ma bellissimo.
Il momento, però, fu interrotto bruscamente da qualcuno alle
loro spalle che si schiariva la gola.
Katie e Matt si staccarono e si voltarono….molto lentamente.
- Come ho fatto a non
accorgermene? - si chiese, spaventata, Katie.
Afferrò una mano di Matt ed era già pronta a
scappare, quando una delle tre guardie magiche che si trovava di fronte
a loro li bloccò.
“Aspettate! Non vogliamo farvi nulla! Dobbiamo solo
consegnarvi una cosa!” - disse.
Katie si fermò e guardò Matt.
“Può essere una trappola?” - le chiese
lui.
“Non è una trappola! Ho davvero un biglietto da
recapitarvi…da parte del Consiglio magico!” -
disse la guardia.
Katie si voltò verso i loro nemici e fece un
passò in avanti.
“E cosa c’è scritto?” - chiese.
“Il mio compito è soltanto quello di consegnare il
biglietto!” - disse la guardia.
“Ok! Allora datemi il biglietto e andatevene!” -
disse la strega.
Una delle guardie si fece avanti e le diede un foglio di carta
ripiegato.
“E’ tutto? Possiamo andarcene senza che ci seguiate
o ci attacchiate?” - chiese Katie.
“E’ tutto!” - disse la guardia prima di
pronunciare un incantesimo e di svanire nel nulla insieme alle altre
guardie.
“Dove sono finiti?” - chiese Matt.
“Si sono teletrasportati!” - rispose Katie
continuando a guardare il biglietto.
Matt le si avvicinò: “Cosa
c’è scritto?” - le chiese.
“Non lo so, ma questo cambio di rotta da parte di Samuel non
mi fa pensare a niente di buono!” - rispose Katie aprendo il
biglietto.
Lei e Matt lo lessero in silenzio, poi si guardarono…confusi.
“Che significa?” - le chiese Matt.
Katie non sapeva cosa dire: si strinse nelle spalle.
“E’ una trappola!” - disse Stefan.
“Wow, fratellino, tu sì che sei un
genio!” - commentò, sarcastico, Damon.
Stefan fece finta di niente e continuò.
“Non possiamo andarci!….Anzi…non
DOBBIAMO…andarci!” - disse.
“E, invece, io dico che dobbiamo uscire di qui e fare
esattamente quello che c’è scritto in quel
biglietto!” - fece Damon.
“COSA? Damon sei impazzito? Ho capito che non vedi
l’ora di batterti contro Samuel, ma lo hai letto il
biglietto?” - intervenne Elena.
“Certo che l’ho letto e se vuoi te lo ripeto anche
a memoria….” - fece Damon, poi prese posto al
centro della stanza e, con una mano sul petto, cominciò a
recitare: “ Streghe, Vampiri e Umani nemici del Regno Magico,
è il Consiglio di suddetto Regno il mittente di questo
biglietto, un biglietto che non vuole essere un pezzo di carta
qualsiasi, ma un vero e proprio invito, un guanto di sfida, una
dichiarazione di guerra! Voi avete invaso il nostro Regno e avete
ucciso molti dei nostri stregoni e, inoltre, ci avete dichiarato
guerra! Beh….noi accettiamo la sfida e daremo inizio a
questa battaglia che da troppo tempo abbiamo lasciato in sospeso! Vi
aspetteremo nella grande piazza centrale di Kemet alle 8 in punto di
domattina, se non ci sarete allora vi daremo la caccia e vi uccideremo!
Ma, essendo uomini d’onore, avremmo maggiore soddisfazione a
batterci con voi faccia a faccia e con il consenso di
tutti…come è giusto che sia in una guerra! Le
cose devono tornare al loro posto!” - Damon finì e
si ritirò di nuovo nel suo angolino di fianco a Bonnie.
“E tu sei d’accordo? Vuoi presentarti e
combattere?” - gli chiese Elena.
“Esatto!” - rispose Damon.
“E potresti essere così gentile da spiegarci il
perché?” - fece Elena, irritata.
Damon la guardò, sorridendo: “Chiedilo a
Katie!” - disse.
Le teste di tutti scattarono in direzione della strega, seduta sul
vecchio divano di fianco a Matt.
“Damon ha ragione!” - disse Katie -
“Dobbiamo andare e combattere! Io conosco il Regno, ma voi no
e saremmo in svantaggio se decidessimo di fare un’azione a
sorpresa! Questa è la nostra unica possibilità!
E’ rischioso, lo so, e abbiamo poco tempo per
prepararci….ma dobbiamo andare! In più
sarà presente tutto il Regno e, se abbiamo un po’
di fortuna, possiamo anche riuscire a smascherare la sua follia davanti
a tutti”.
“Quindi Damon e Katie dicono di andare, mentre Stefan ed
Elena non sono dello stesso parere! Mettiamolo ai voti e
decidiamo!” - propose Lucas.
Annuirono tutti.
“Io sono venuto qui aspettandomi di combattere, quindi
combatterò!” - disse Lucas.
“Io appoggio Katie! Se lei dice di andare…allora
andiamo!” - fece Matt, sorridendo alla strega.
“Presentarsi all’appunrtamento è una
cosa del tutto irrazionale…ma se serve a liberare Bonnie da
tutto questo una volta per tutte allora contate su di me!” -
disse Meredith.
Bonnie era l’ultima rimasta.
Guardò tutti i presenti, uno ad uno, poi si voltò
verso Damon.
“Ho paura!” - disse con un sospiro - “Ma
mi fido di Damon! Sono già successe troppe cose orrende e io
non ce la faccio più! Questa guerra doveva essere combattuta
prima o poi, quindi meglio conoscere il dove e il quando!”.
“Bene! Quindi…andiamo!” - concluse Lucas.
“Sì, ma…naturalmente…se
Stefan ed Elena non sono d’accordo sono liberi di ritornare a
Fell’s Church!” - disse Bonnie.
Elena le sorrise.
“E lasciarti qui?” - disse - “No, Bonnie,
non lo farei mai! Sei una delle mie migliori amiche e mi hai sempre
aiutato senza mai tirarti indietro! Quindi anch’io ti
aiuterò!”.
“Io continuo a pensare che è una
follia…ma va bene! Ci sto!” - si accodò
Stefan.
Bonnie ricambiò sorridendo con le lacrime agli occhi.
“Ok, ma…come ci presentiamo? Senza nessun piano?
Niente di niente? Andiamo lì, tiriamo fuori le zanne e ci
buttiamo nella mischia? Quelli sono stregoni, sono tanti e sono
forti…ci metteranno un secondo ad immobilizzarci e ad
ucciderci! Dobbiamo prepararci in qualche modo!” - disse
Stefan.
“Per me possiamo fare come vi pare! Ricordate solo che Samuel
è mio!” - disse Damon.
“In una notte non si può fare molto, ma, se Bonnie
mi aiuta, posso prepararvi delle pietre piene di magia che potrete
usare con delle parole a comando! Naturalmente ne daremo di
più a chi non ha poteri di nessun tipo, quindi ad Elena, a
Meredith e a Matt! Per Damon, Stefan e Lucas ne farò solo
alcune di difesa, mentre per l’attacco dovrete pensarci voi!
Bonnie…tu..beh…credo sia giunta l’ora
di tirare fuori la strega che c’è in
te!” - disse Katie.
“Sì, ma….io non sono come te! Non ne
conosco di incantesimi potenti!” - fece Bonnie.
“Sì, ma conosci il tuo potere…sai che
è dentro di te! Devi farlo venire a galla e lasciare che si
impossessi di te! Io ti aiuterò e poi nel Regno hai imparato
a gestire i cristalli…eri brava! Abbi fede! Tu dovrai
soltanto stare nelle retrovie e restare viva senza farti
catturare…non dimenticare che l’obiettivo di
Samuel resti sempre tu!” - rispose Katie.
Bonnie sospirò e annuì.
Damon la strinse a sé.
“Ce la faremo!” - le sussurrò.
Bonnie gli sorrise in risposta.
“Bene..allora…prepariamoci!” - disse
Stefan.
Era notte fonda e, dopo lunghe ore di duro lavoro, Katie aveva detto a
Bonnie di andare a riposare visto che le pietre erano pronte.
Era sola e stava sistemando le ultime cose quando venne raggiunta da
Stefan.
“Ehi!” - la salutò.
Katie sorrise.
“E’ tutto pronto?” - le chiese lui.
“Sì, domani spiegherò agli altri come
usarle e quali parole vanno usate!” - rispose Katie.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti, minuti durante i quali Katie
ripensò ai momenti trascorsi nella grotta con Matt e non
potè evitare di farsi assalire da un profonda mix di
angoscia e malinconia.
“Sei preoccupata!” - disse Stefan, sedendosi di
fronte a lei.
“Lo siamo tutti!” - rispose Katie.
Stefan la fissò insistentemente per alcuni attimi.
“Non mentirmi, Katie! Dimmi cos’hai!” -
le disse.
Katie alzò lo sguatrdo e lo guardò negli occhi.
Con un sospiro, si arrese.
“Ho paura, Stefan! Per la prima volta in vita mia ho
veramente paura!” - confessò.
“Forse perché questa volta sai di avere molto da
perdere!….Mi riferisco a Matt!” - fece il vampiro.
Katie annuì: “Ma non è solo per Matt!
Io ho avuto una bella infanzia, Stefan, ma poi è cominciata
l’Accademia e la mia famiglia era una famiglia di Cacciatori,
sempre seri e ligi al dovere! Ero sempre da sola e via via li ho persi
tutti, ma non mi ha mai fatto molto male perché, in fondo,
non avevo un vero rapporto con nessuno di loro, nemmeno con i miei
genitori! Adesso è diverso….voi mi avete accolto
e, per la prima volta, sento di poter contare su qualcun altro oltre me
stessa! Ho paura di perdere tutto questo!” - disse.
Stefan si sporse in avanti e le prese una mano.
“Ti capisco! Prima di incontrare Elena e gli altri, io ho
vissuto da solo per secoli! Io e Damon ci odiavamo per davvero! Poi
sono arrivato a Fell’s Church e ho riscoperto cosa fosse la
famiglia e cosa fossero gli amici!” - disse il vampiro -
“ Io non posso dirti cosa succederà domani, ma
posso dirti che sarà diverso da tutte le altre battaglie che
hai combattuto! Perché…mentre prima non avevi
niente da perdere, adesso hai molte cose e molte persone e,
paradossalmente, sarà proprio la voglia di non perderle a
spingerti a combattere con maggiore forza e con più impeto!
E poi…per quanto può valere…io ti
copro le spalle!”.
Katie sorrise.
“Grazie!” - disse.
“Di cosa?”.
“Di essere venuto a parlare con me e a
rassicurarmi!” - rispose Katie.
“A dire il vero ero venuto per chiederti un’altra
cosa, poi ti ho visto triste e allora…” - disse
Stefan.
“Un’altra cosa? E che cosa volevi
sapere?” - chiese, curiosa, Katie.
“Come stanno le cosa tra te e Matt! Sono stato io a
convincerti ad uscire con lui, la prima volta, quindi mi interessa! E
poi si vede lontano un miglio che è successo
qualcosa!” - rispose Stefan.
“Mi sorprendi, Stefan! Non ti facevo il tipo che si
interessava a queste cose!” - fece Katie, ridendo.
“Sì, sì….ok!
Allora?” - la incalzò lui.
Katie arrossì violentemente.
“Quindi avevo ragione io! E’ successo qualcosa! E
cosa siete adesso? Fidanzati o cosa?” - chiese Stefan.
“Non ne abbiamo mai parlato…ma
credo…beh..qualcosa del genere, sì!” -
rispose Katie totalmente in imbarazzo.
Stefan si sistemò più comodamente sulla sua sedia.
“Beh…sono felice per tutti e due! Ve lo
meritate!” - disse.
“Mmmmh grazie! Ma…sono confusa!
Né con Bonnie né con Meredith ti ho mai sentito
fare discorsi del genere!” - disse Katie.
Stefan ci pensò su un attimo.
“E’ vero!” - disse.
“E perché con me li fai?” - chiese Katie.
“Non saprei! Bonnie e Meredith sono mie amiche e voglio loro
un gran bene, ma con te…non lo so…ho sentito una
connessine fin dal primo momento! Mi trovo a mio agio con te! Penso che
tu sia la mia migliore amica!” - rispose Stefan.
Katie lo guardò, raggiante.
“Wow! Non sono mai stata la migliore amica di
nessuno!….E’ bello!” - disse la strega.
“Già! Hai proprio ragione!” - fece
Stefan.
NOTE:
Ciao a
tutti!!!
Grazie, come sempre, per tutti i commenti al capitolo precendente e
grazie anche ai lettori silenziosi che sono, per fortuna, molti.
Allora...
Questo capitolo fa da preludio alla lotta finale che
comincerà dal prossimo capitolo!
Facendo i calcoli la storia dovrebbe terminare tra altri tre o quattro
capitoli.....che tristezza :-( !!!
Vabbè...non pensiamoci troppo adesso sennò mi
viene da piangere!!!!
Nel capitolo succede poco e niente....C'è Samuel che
convince il Consiglio a combattere......( quanto lo odio).
Poi ci sono Katie e Matt...sono sani e salvi e hanno raggiunto gli
altri!
Infone ci si prepara per la guerra!!!
Vi è piaciuta la lettera di Samuel? A me, sinceramente, mi
è piaciuta di più l'immagine di Damon che faceva
l'imitazione di quel pazzoide di uno stregone!!XDXDXDXDXD
Che dire....l'ultima parte con Katie e Stefan l'ho pensata e scritta in
dieci minuti.....non lo so, ma mi piace il loro rapporto...li vedo
molto simili per certi versi!!!
Spero che anche a voi sia piaciuta!!!
Detto questo, vi lascio....a domenica sera....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Capitolo diciottesimo ***
Capitolo
diciottesimo
La
mattina della battaglia la trovò impaurita e preoccupata.
Il biglietto di Samuel era arrivato come un secchio d’acqua
gelata dritto sulla testa e, anche se sapeva che prima o poi sarebbe
dovuto succedere, Bonnie era terribilmente in ansia per tutto quello
che stava per accadere.
Era seduta su un sedia e guardava tutti i suoi amici che si davano da
fare intorno a lei senza poter fare a meno di soffermarsi su ognuno di
loro e chiedersi se a fine giornata sarebbe stato ancora lì
con lei.
Le lacrime le pizzicavano gli occhi e Bonnie abbassò lo
sguardo.
Cercò di resistere all’impulso di piangere, ma una
lacrima solitaria sfuggì al suo controllo e le
rigò una guancia.
All’istante una mano gelida le si posò sul viso e
raccolse la piccola goccia d’acqua salata.
Quando Bonnie alzò lo sguardo, Damon era inginocchiato di
fronte a lei.
Bonnie sorrise debolmente mentre lui le accarezzava il viso.
“E’ colpa mia!” - le parole che da tanto
pensava le uscirono irrefrenabili alle labbra.
Damon assottigliò lo sguardo invitandola a continuare.
“Se non fosse per causa mia nessuno di voi sarebbe qui,
adesso, a rischiare la vita! Forse….forse avrei
dovuto….” - continuò.
“Non pensarlo nemmeno!” - la interruppe Damon.
“E invece ho ragione a pensarlo!” -
ribattè Bonnie - “Se io avessi seguito Ted nel
momento in cui è tornato a cercarci e ci ha detto chi era e
cosa voleva…..allora non sarebbe successo niente! Non ci
sarebbe stato nessun Labirinto, nessuna perdita di memoria, nessun
Sigillo da rompere e nessuna condanna per te o per Stefan! Dovevo
seguire Ted fin dall’inizio!”
“E lasciarmi? E lasciare la tua vita, i tuoi amici e la tua
città? Tu non hai colpa di niente! Se siamo tutti qui
è per nostra scelta! Sì, lo facciamo per
aiutarti, ma tu non ci hai mai messo una pistola alla tempia
ordinandoci di darti una mano….ci hai sempre dato una scelta
e noi abbiamo deciso di venire qui e di aiutarti!
Quindi…niente sensi di colpa!” - rispose il
vampiro afferrandola per le spalle e guardandola negli occhi.
“Niente sensi di colpa?” - fece Bonnie.
“No, niente sensi di colpa! La colpa non ci porta da nessuna
parte, fattelo dire da un esperto! Adesso l’unica cosa a cui
dobbiamo pensare è vincere!” - rispose Damon.
“E se non vinciamo?”.
“Vinceremo! Io farò in modo che accada
perché non ho nessuna intenzione né di morire
né di perdere te! Intesi?”.
Bonnie annuì, abbozzando un sorriso.
“Manca mezz’ora alle 8.…dobbiamo
andare!” - annunciò Katie, accanto alla porta
spalancata.
Si guardarono l’un l’altro per un istante infinito,
poi tutti cominciarono a lasciare il nascondiglio.
Bonnie si alzò riluttante e ancora più riluttante
si avviò verso la porta.
Damon le afferrò un polso, trattenendola.
“Aspetta!” - le disse.
Bonnie si sentì tirare all’indietro e avvolgere
dalle braccia del vampiro.
Pochi secondi dopo lui la baciò.
Fu un bacio carico d’amore, ma anche di
disperazione…Bonnie lo sentiva e capì che, come
lei, anche Damon aveva paura.
Si staccarono contro la loro volontà, ma rimasero vicini,
fronte contro fronte.
“Ho paura!” - disse Bonnie.
“Lo so!” - rispose Damon.
Poi si guardarono negli occhi, fecero un bel respiro e, tenendosi per
mano, seguirono gli altri andando incontro al loro destino.
Camminavano verso Kemet in silenzio, a due a due.
Elena era con Stefan e seguivano da vicino Matt e Katie che erano in
testa al gruppo.
La paura e la tensione erano palpabili.
Stefan le cinse la vita con un braccio, attirandola a sé.
“Sono preoccupata, Stefan!” - disse Elena.
“Lo sono anch’io, ma dobbiamo farlo!” -
rispose lui.
“E’ che…Katie ci ha spiegato
tutte qulle cose su tutte quelle pietre da usare, ma…se non
fossi in grado? Se qualcosa andasse storto e qualcuno si facesse male
perché mi sono dimenticata come usare una pietra? Io voglio
che vada tutto bene! Voglio che ce ne andiamo di qui tutti insieme e
non voglio che ti facciano del male!” - disse Elena.
Stefan riflettè un attimo prima di rispondere.
“Se mi succede qualcosa….se mi
catturano…tu devi prendere la polvere magica e
andartene…tornare a Fell’s Church!” -
disse il vampiro tenendo lo sguardo dritto davanti a sé.
Elena si voltò di scatto nella sua direzione.
“Come puoi chiedermi questo? Non ti ho mai lasciato e non ho
intenzione di farlo adesso!” - disse - “E la mia
è una decisione definitiva!” - aggiunse quando
vide che Stefan stava per ribattere.
Il vampiro si zittì e le sorrise.
“Non cambierai mai! Quando ti metti in testa una cosa nessuno
può farti cambiare idea!” - disse.
“Sì, esatto! Noi resteremo
insieme…sempre!” - rispose Elena appoggiando le
testa sulla spalla di Stefan.
Lui alzò una mano e le accarezzò il viso.
“Sempre!” - promise.
“Sei così triste solo per la battaglia o
c’è qualcos’altro?” - chiese
Lucas a Meredith vedendola persa nei suoi pensieri.
Meredith sorrise.
“Mi hai letto la mente?” - chiese lei.
“No! Ti ho letto il viso!” - rispose Lucas.
“E dove hai imparato a capire così bene le persone
soltanto guardandole?” - chiese Meredith.
“Quando vivevo a Fell’s Church ho passato molto
tempo ad osservare te e Bonnie! Tu sei in grado di capire cosa pensa
soltanto guardandola di sfuggita…è
impressionante!” - rispose Lucas.
Meredith sorrise.
“Alaric mi ha chiesto di sposarlo!” - disse.
Lucas sobbalzò alla notizia.
“Davvero? Quando?” - le chiese.
“Poco prima che arrivassero gli stregoni! Adesso è
in viaggio per Fell’s Church!” - rispose la ragazza.
“E tu sei in ansia perché hai paura di non
rivederlo e ti senti in colpa perché, nonostante tu sia qui
per Bonnie, vorresti stare con lui ed avere la certezza che il futuro
felice che sogni da tanto arriverà presto!” -
disse Lucas per lei.
Meredith si voltò a guardarlo.
“Ti deve sembrare orribile da parte mia, eh?” -
chiese lei.
Lucas scosse la testa: “No, per niente! Se innamorata di
qualcuno che non è con te adesso e tu stai andando incontro
ad un grande pericolo di tua spontanea
volontà….è normale che pensi a lui in
questo momento! E’ l’amore….è
così….ti assicuro che lo capisco!” -
disse.
Merdith annuì sovrappensiero.
“Dovresti dimenticare, Lucas….per il tuo
bene!” - disse lei.
“Lo so! Ci provo….ma Bonnie è difficile
da dimenticare!” - rispose Lucas.
“Ma devi farlo! Se le cose sono andate così ci
deve essere una ragione! Per lei la ragione è ovviamente
Damon, loro due dovevano finire insieme! Per
te…beh…da qualche parte ci deve essere anche la
tua di ragione, ma se non dimentichi il passato può anche
capitare che quando incontrerai la ragazza giusta sarai ancora troppo
preso a pensare a Bonnie per rendertene conto! E sarebbe un vero
peccato perché meriti la felicità!” -
ribattè Meredith.
Lucas la guardò e le sorrise riconoscente.
“Ti prometto che quando usciremo di qui mi metterò
d’impegno a dimenticare!” - disse.
"Sembri così ottimista...." - commentò Meredith.
"Dici? Allora i miei sforzi sono serviti allo scopo!" - rispose Lucas.
Alla testa del gruppo Katie e Matt si tenevano per mano.
Quando erano usciti fuori dal nascondiglio lui le aveva preso la mano
destra senza pensarci, come se fosse un gesto del tutto naturale, e da
quel momento avevano camminato così.
Katie era in ansia, ma qual gesto così spontaneo le aveva
fatto immensamente piacere.
Ricordò, come un flash, la conversazione con Stefan della
sera prima.
“Matt?” - chiamò.
Il ragazzo si voltò verso di lei.
“Cosa c’è? Siamo arrivati?” -
le chiese lui guardandosi intorno.
“No, non ancora! Manca poco! Prima di arrivare vorrei
chiederti una cosa, però!” - rispose lei,
imbarazzata.
Matt si incuriosì.
“Cosa?” - le chiese sorridendo.
“Ieri sera ho parlato un po’ con Stefan e lui mi ha
fatto una domanda a cui non ho saputo dare una risposta
precisa!” - cominciò Katie.
“Stefan? Ti ha fatto una domanda su cosa?” - chiese
il ragazzo.
“Su….beh su di noi!” -
bisbigliò Katie.
“Davvero? E cosa ti ha chiesto?”.
“Beh…lui voleva…ecco…voleva
sapere…sì, insomma…cosa siamo noi due
di preciso!” - riuscì a dire la strega.
“Cosa siamo noi due? Nel senso che voleva sapere se noi
siamo….una..mmh..una coppia?” - fece Matt.
Katie si morse una labbro.
“Sì! E…se devo essere
sincera….vorrei saperlo anch’io!” -
disse.
“Ah! Beh…non saprei…per te va
bene?…Dico…tu vorresti…” -
balbettò Matt.
Katie prese un bel respiro.
“Io penso di essermi innamorata di te!” - lo
interuppe.
Matt spalancò gli occhi per la sorpresa.
“D-davvero?” - le chiese.
“Credo di sì! Cioè…non mi
sono mai innamorata prima quindi non ho nessun metro di paragone,
ma…in base a quello che so, che sento quando sono con
te…beh penso proprio di sì…che mi sono
innamorata di te!” - rispose Katie.
Matt si bloccò sul posto costringendo anche Katie a fermarsi
di colpo.
La strega lo guardò: “E’ così
brutto quello che ho detto? Se vuoi me lo rimangio!” - disse.
Matt sorrise: “Che? No! Non è per niente
brutto…è…è meraviglioso! E
non devi rimangiarti niente, anzi….devi continuare a
dirmelo!” - disse accarezzandole, incredulo, le braccia e
attirandola a se.
“Anch’io mi sono innamorato di te!” - le
disse.
Katie sorrise felice e l’emozione era così tanta
che non riuscì a trattenersi: gli gettò le
braccia al collo e lo baciò.
Intorno a loro sembrò scomparire tutto e, per un attimo,
credettero di essere soli.
Purtroppo quell’attimo finì presto.
“Oddio…che schifo! E’ lo spettacolo
più ripugnate a cui sono stato costretto ad assistere in
cinque secoli di vita!” - la voce di Damon li
riportò alla realtà.
Quando si staccarono e si guardarono intorno videro che gli altri erano
tutti lì….e li fissavano.
“Beh…direi che questo risponde alla mia
domanda!” - commentò Stefan, soddisfatto.
“Io non ci sto capendo niente, ma continuo a dire che
è uno schifo! Accidenti Katie….Mutt? Ma fai sul
serio? Ti sei innamorata di quello lì?” - fece
Damon.
Katie sorrise stringendosi nelle spalle come a dire che ormai la
frittata era fatta.
Damon scosse la testa.
“Beh, Damon… direi che è giunto il
momento di smetterla di prendermi in giro visto che adesso ho dalla mia
parte una strega a dir poco potentissima!” - disse Matt.
Damon lo guardò assottigliando lo sguardo.
“Mutt, Mutt, Mutt…” - disse con estrema
nonchalance il vampiro - “Quand’è che la
finirai di dire cavolate?”.
Per un attimo l’aria nel gruppo si alleggerì, ma
il momento finì quando Katie disse: “Dietro quelle
siepi c’è Kemet! Siamo arrivati!”.
La capitale del Regno Magico era molto diversa da come la ricordava
Bonnie.
Cioè…i palazzi e le casette colorate erano ancora
tutti lì, ma mancava il via vai continuo di persone, i
bambini che correvano per le strade e il brusio di voci che non scemava
nemmeno di notte.
Adesso quel brusio era stato sostituito da un silenzio spettrale che
sembrava ancora più assordante.
L’ansia dentro Bonnie crebbe.
“Dove sono finiti tutti?” - chiese.
“Saranno ad aspettarci tutti in piazza!” - rispose
Katie.
“Cioè….noi otto dobbiamo combattere
contro ogni singolo abitante del Regno?” - chiese, incredula
e preoccupata, Elena.
“Lo scopriremo presto! Ecco la piazza e lì
c’è Samuel!” - rispose la strega
indicando dinanzi a sè.
L’ora era giunta finalmente e da un momento
all’altro Bonnie e tutti i suoi amichetti umani e vampiri
sarebbero arrivati per farsi uccidere.
Il piano di Samuel era semplice, ma lo stregone era sicuro della sua
riuscita: avrebbe distratto tutti gli altri combattendo e avrebbe
catturato Bonnie per tenerla per sempre nel Regno.
“Siamo pronti, Consigliere!” - disse il capo delle
guardie magiche schierate dietro di lui.
Avevano deciso che tutti i sudditi e gli altri Consiglieri si sarebbero
limitati ad assistere, mentre Samuel e le guardie avrebbero combattuto.
Se le cose fossero andate male allora sarebbero intervenuti anche altri
stregoni, ma nessuno era stato obbligato a combattere.
“Bene, perché stanno arrivando!” -
rispose Samuel indicando un fila di persone sbucata dal lato est della
piazza.
“Tutti in formazione!” - gridò la
guardia rivolta al suo piccolo esercito.
Samuel sentì i passi pesanti delle guardie che si
preparavano alla battaglia.
Damon e Bonnie erano in testa al gruppo.
Si fermarono ad una decina di metri da lui.
Le voci degli altri Consiglieri e del popolo, riunito alle spalle di
Samuel, si spensero.
“Ben arrivati! Non preoccupatevi troppo…gli unici
contro cui combatterete siamo io e le guardie! Gli altri sono solo
spettatori!” - li salutò il Consigliere.
“Mi stupisci ogni giorno di più, Samuel! Non
credevo che ci tenessi così tanto a morire in
pubblico!” - rispose Damon.
Samuel sentì la rabbia crescergli dentro, ma si trattenne e,
a stento, riuscì a sorridere.
“Quelli in minoranza siete voi! Due streghe delle quali una
non è in grado di usare neppure gli incantesimi
più semplici! Tre vampiri che non possono nulla contro la
nostra magia e tre umani che di potere non ne hanno affatto! Non ti
sembra di essere un po’ troppo sicuro di te vista la
situazione tragica in cui ti trovi?” - chiese Samuel.
“E tu non hai paura che tutti i tuoi adorati sudditi
guardandoti e ascoltandoti capiscano che se si trovano in pericolo
è solo colpa tua e della tua follia visto che sei stato tu
stesso a portarci qui e che noi, prima di conoscere te, nemmeno
sapevamo che esisteva un Regno Magico?” - fece il vampiro.
Tutto intorno a loro il brusio delle voci del popolo
ricominciò più forte di prima.
“E non hai paura che capiscano che tutto quello che hai
raccontato è solo una sporca bugia e che il Consigliere Hugh
l’hai fatto uccidere tu a sangue freddo, che hai ucciso tu
stesso anche tutte le guardie contro cui stavamo combattendo
l’ultima volta e che persino la tua stessa sorella Samia
è morta per mano tua? Oppure hai dimenticato che lei aveva
capito che razza di persona orribile sei, si era schierata dalla nostra
parte e tu, proprio per questo, l’hai uccisa? Hai ucciso tua
sorella, sangue del tuo sangue….non ti vergogni nemmeno un
po’?” - continuò il vampiro.
Il brusio di voci crebbe e crebbe anche la rabbia del Consigliere.
“Proprio tu parli di vergogna? Tu hai passato tutta la tua
esistenza minacciando di morte tuo fratello!!!” - esplose
Samuel.
“E ti sembra che sia morto?” - fece Damon, poi si
voltò verso l’altro vampiro -
“Stefan…sei morto?” - gli chiese.
“Sto a meraviglia!” - rispose Stefan.
“Bene! Quindi io non ho ucciso proprio nessun parente al
contrario di te!” - disse Damon tornando a guardarlo.
“Non significa niente! Hai, comunque, passato la vita a
minacciarlo…non puoi permetterti di biasimare
nessuno!” - urlò Samuel, ormai fuori controllo.
Damon sorrise.
“Quindi lo ammetti? Ammetti di essere stato tu ad uccidere
Samia?” - gli chiese.
Samuel non rispose.
I muscoli gli si contrassero per la rabbia.
“Forza! Attaccate!” - gridò alle guardie.
L’esercito si mosse all’istante.
Le grida, tutt’intorno, crebbero per potenza e volume.
E Samuel si scagliò contro Damon.
La guerra era cominciata.
NOTE:
Ciao a tutti! Ho postato tardi stasera....Sorry....mea culpa!!
Il fatto è che, anche se avevo il capitolo pronto, mi sono
dimenticata di postarlo nel pomeriggio perchè mio fratello
oggi ha deciso di iniziarmi all'arte della PSP e, che ci crediate o no,
ho passato ben 4 ore attaccata a quell'aggeggio stando dietro ad un
Avatar che cercava di salvare Pandora (o come cavolo si
dice)....incredibile!!!
Comunque.....la guerra è cominciata!!!
Beh...non proprio...diciamo che questo capitolo è stato un
pò il preludio alla battaglia.
Ci sono stati i vari momenti di coppia...d'obbligo, oserei dire.
Dal prossimo capitolo ci sarà lo scontro vero e proprio!!!
Mamma mia....la fine è così vicina......sono
triste!!!
Grazie a tutti per aver letto lo scorso capitolo e grazie per le
recensioni... e a proposito di recensioni....
Volevo rispondere ad una domanda di Amy in Wonderland che mi ha chiesto
come faccio a scrivere dal punto di vista di un personaggio che odio
tanto come Samuel.
Beh...che dire....lo devo fare per forza, cerco di evitarlo, ma a volte
è d'obbligo per raccontare alcune cose che avvengono sul
fronte nemico quando non c'è nessuno del nostro gruppo.
Ovviamente mi costa un bel pò....e confesso che la stessa
cosa mi capita quando scrivo i rari POV Elena che inserisco.....ma
almeno, quando scrivo i POV Samuel, mi consolo pensando che lui lo
farò morire presto, mentre Elena deve vivere altrimenti come
faccio a fare un lieto fine degno di questo nome se mi si deprime
Stefan? XDXDXDXDXD
Detto questo.....vi saluto...a giovedì
sera...BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** Capitolo diciannovesimo ***
Capitolo
diciannovesimo
Se
prima il silenzio era spaventoso, non era nulla a confronto della grida
che le scoppiarono all’improvviso tutto intorno.
Bonnie, spaventata, si coprì istintivamente le orecchie e si
guardò intorno.
Nell’attimo stesso in cui Samuel si era scagliato contro
Damon, il vampiro l’aveva sospinta all’indietro e
lo stesso avevano fatto tutti gli altri.
Adesso Bonnie era alle spalle di tutti e guardava la battaglia con gli
occhi sgranati e carichi di preoccupazione.
Al centro della piazza, distante a lei, c’erano Damon e
Samuel impegnati in un corpo a corpo senza esclusione di colpi.
Stefan, Lucas e Katie stavano tenendo a bada quasi tutte le guardie,
mentre Elena, Matt e Meredith erano schierati davanti a lei e
toglievano di mezzo tutte le guardie che riuscivano ad arrivarle vicino.
Bonnie si sentiva così inutile da star male, ma ogni volta
che provava ad intervenire c’era sempre qualcuno che le
ricordava che gli stregoni volevano lei e quindi doveva rimanere
indietro e stare al sicuro per quanto era possibile.
Ma Bonnie non ci riusciva.
Come poteva stare a guardare mentre tutti si sacrificavano per lei?
Mentre lo scontro procedeva e la sua ansia cresceva a dismisura, Bonnie
osservare trpidante i vari scenari che le si presentavano.
Per il momento lo scontro era cominciato in parità.
Stefan e Lucas si aiutavano a vicenda e mentre l’uno
usava le pietre difensive create da lei e da Katie, l’altro
pensava all’attacco affonando i canini in quanti
più colli era possibile.
Katie creava vortici, fulmini e terremoti dal nulla rispondendo agli
attacchi delle varie streghe che sembravano avercela personalmente con
lei.
Elena, Matt e Meredith restavano sull’attenti, utilizzando le
pietre quando era necessario e impedendo a lei una qualsiasi mossa che
potesse portarla lontano dall’oasi di protezione che le
avevano creato intorno.
Damon e Samuel si attaccavano l’un l’altro
spietatamente.
Il Consigliere non aveva occhi che per Damon e vietava a chiunque di
aiutarlo nello scontro contro il vampiro.
Damon, dal canto suo, era ben felice di avere tutte per se le
attenzioni dello stregone e continuava ad alternare attacchi e
provocazioni atte a far venir fuori pubblicamente il vero volto di
Samuel che loro conoscevano ma che era ignoto a tutti gli abitanti del
Regno Magico.
Bonnie sentiva il cuore batterle forte nel petto e avvertiva che dentro
di lei una forza enorme e inespressa le correva nelle vene.
Bonnie sapeva cos’era: era la sua forza magica, la stessa che
non aveva mai tirato fuori se non in poche occasioni e del tutto contro
la sua volontà, la stessa che la spaventava…..la
stessa che in quel momento le scalpitava nel cuore chiedendo a gran
voce di essere liberata.
Ma Bonnie non era pronta, non se la sentiva di lasciarla libera.
Così continuò a guardare impotente ciò
che aveva davanti.
Lo scontro era appena iniziato, ma già si presentava
più difficile del previsto.
Praticamente ogni singola strega dell’esercito magico di
Samuel le si era scagliata addosso e Katie stava tentando di tenerle a
bada da sola.
Stava dando fondo a tutte le sue conoscenze magiche e, fortunatamente,
la sua mente la stava aiutando parecchio facendole tornare alla mente
incantesimi imparati molto tempo prima e formule magiche che aveva
sentito pronunciare nell’infanzia, ma che non aveva mai
sperimentato lei stessa.
Molti incantesimi erano potenti, ma altri si rivelavano un vero
fallimento e la lasciavano scoperta. Per fortuna, in quei casi, entrava
in azione la pietra che quella mattina si era premurata di allacciarsi
al collo e che le creava un barriera difensiva tutt’intorno
che le permetteva di pensare velocemente ad un nuovo incantesimo e
passare al contrattacco.
Fino a quel momento aveva ucciso all’incirca dieci streghe:
tre attaccandole singolarmente e le altre sette prendendole alla
sprovvista con un vortice magico che le aveva risucchiate e lasciate
prive di forza portandole, così, alla morte.
Katie cominciava ad avvertire la stanchezza, ma sapeva che non poteva
fermarsi e non poteva chiedere aiuto perché ognuno di loro
aveva un compito da portare a termine e non sarebbe stata di certo lei
a mandare tutto a monte.
Avvertiva intorno a se le grida della folla e si chiedeva come fosse
possibile che delle persone che professavano la pace e
l’armonia potessero trovare tanto divertente uno spettacolo
di guerra come quello.
Con la morte nel cuore per il Regno che tanto aveva amato si
preparò ad un nuovo attacco.
Una strega di fronte a lei, dall’aspetto giovane e
l’espressione acida le corse incontro brandendo
un’asta fatta di fulmini e gridandole contro.
Katie agitò la mano e fece comparire una spada di fuoco che
impugnò saldamente. Cominciò a correre incontro
alla sua avversaria rispolverando, nella sua mente, le lezioni di
scherma che aveva preso da ragazzina…..le potevano essere
d’aiuto.
L’asta e la spada si scontrarono a mezz’aria
producendo uno stridore acuto che rimbombò nelle orecchie di
Katie.
Le due streghe si fissavano occhi negli occhi, girando in tondo con le
armi ancora accostate.
Katie vedeva la ferocia e l’ostilità
nell’espressione della sua avversaria.
“Perché? Perché fate tutto questo?
Perché vi accanite su di noi?” - chiese.
“Tu sei una traditrice, loro sono vampiri e l’altra
strega è sbagliata…..deve essere
corretta!” - rispose la sua nemica con voce piatta e priva di
intonazione…quasi fosse un automa.
“E gli umani? Ci sono tre umani! Ma questo sembra non avere
peso per voi! E gli stregoni non dovrebbero proteggere gli
umani?” - gridò Katie.
“Quegli umani sono abomini…..sono dalla vostra
parte! Anche loro sono traditori…traditori della loro stessa
razza!” - rispose l’altra strega.
“E chi siete voi per decidere chi è un traditore e
chi no? Chi è Samuel per decidere chi deve morire e chi
no?” - urlò Katie al limite
dell’esasperazione.
L’altra strega non rispose, ma la fulminò con lo
sgurado e le si scagliò contro con nuova furia.
Katie rispose all’attacco e, dopo vari colpi schivati alla
perfezione, la spada di Katie affondò nel cuore della sua
nemica.
Katie si abbassò verso il viso della strega e proprio mentre
lei tirava il suo ultimo sospiro, Katie sussurrò:
“Nessuno! Voi e Samuel non siete nessuno!”.
“BARRIERA!” - urlò Stefan impugnando una
pietra tonda di un arancione spento.
La pietra si illuminò nelle sue mani e da essa si
sprigionò un fascio di luce gialla che puntò
dritto verso l’alto e poi si aprì a formare un
specie di cupola che lo teneva rinchiuso insieme a Lucas e allo
stregone che aveva davanti.
Appena la barriera protettiva si attivò, Stefan
lasciò cadere la pietra e Lucas si avventò alle
spalle dello stregone prendendolo alla sprovvista e spezzandogli il
collo.
La guardia cadde al suolo, lo stesso suolo su cui giacevano i corpi
privi di vita di altri stregoni che avevano subito la stessa sorte
provocata dall’azione combinata dei due vampiri.
“Avanti il prossimo!” - disse Lucas.
La barriera sparì all’istante e Stefan si
ritrovò a combattere contro un altro stregone e un altro
ancora e un altro ancora.
Quelli che non riusciva a fermare venivano presi da Lucas oppure da uno
degli incantesimi offensivi che Elena lanciava allle sue spalle
utilizzano una delle tante pietre di cui era provvista.
Le cose stavano andando piuttosto bene, ma Stefan sapeva per esperienza
diretta che non bisognava cantare vittoria troppo presto.
E un urlo strozzato gli diede ragione.
Si voltò di scatto e vide Lucas accasciato al suolo, che si
stringeva come a volersi abbracciare da solo.
“Che succede, Lucas?” - gridò, ma non
fece in tepo a finire la frase che un dolore intenso lo
colpì in tutto il corpo.
Era come se puro fuoco gli stesse scorrendo nelle vene ad una
velocità impressionante, bruciandolo da
dentro…..era inopportabile.
Stefan si accasciò al suolo e cominciò a
sfregarsi le braccia nel vano tentativo di spegnere
l’incendio che qualcuno gli aveva appiccato dentro.
Intorno a lui le urla lo confondevano e lo disorientavano, ma solo una
voce, un suono catturò la sua attenzione: una risata, una
risata che stonava con tutto quel rumore che sentiva.
“Guarda, Stefan!” - gridò a stento Lucas
indicando davanti a se.
Stefan alzò lo sguardo ritrovandosi davanti ad una figura
che già conosceva: lo stregone Richard, il torturatore di
vampiri e adesso riuscì a capire il perchè di
quell’appellativo.
“Salve vampiri!” - li salutò Richard -
“Spero che non vi stia facendo troppo male! Sarebbe un
peccato perché prima di uccidervi vorrei fare con voi altri
simpatici giochetti come questo!”.
“Fallo smettere e combatti lealmente!” -
urlò Lucas.
Lo stregone si voltò nella sua direzione.
“Mi ricordo di te! Ma non mi sembra di conoscere il tuo
nome!” - disse lo stregone.
“Fallo smettere e combatti lealmente, ti ho detto!”
- ripetè Lucas tentando di alzarsi ma senza risultato e con
un tonfo sordo ricade in ginocchio.
“Lucas…” - urlò Stefan.
“Lucas? Quindi è questo il tuo nome!” -
disse lo stregone sorridendo.
“Smettila!” - urlò Stefan -
“Combatti lealmente!”.
“Mmmmh…” - fece lo stregone facendo
finta di pensarci.
“Allora?” - urlò Stefan.
“Ci ho pensato, vampiro, e la mia risposta
è….no!” - rispose lo stregone.
Nello stesso istante Stefan sentì il fuoco nelle sue vene
accellerare la sua corsa e, sotto il peso del dolore, cadde al suolo
privo di sensi.
La lotta con Samuel era a dir poco fantastica.
Damon l’aveva aspettata così a lungo che non
poteva fare altro che sentirsi euforico ed entusiasta come Bart in
quell’episodio dei Simpson in cui veniva rinchiuso insieme al
suo amico idiota in un centro commerciale pieno zeppo di giochi a loro
disposizione.
Damon schivava colpi e ne infliggeva con un tale buonumore da far
più paura del solito.
Certo…la preoccupazione per la streghetta era tanta, ma
Damon la teneva costantemente sotto controllo e sapeva con certezza
che, anche se impaurita, era al sicuro nelle retrovie e che ogni
singolo stregone prima di arrivare a lei doveva sconfiggere ben 7
persone pronte a tutto pur di salvarla.
Non era mai stato facile per Damon fidarsi di qualcun altro che non
fosse lui, ma in quel caso aveva dovuto fare un’ eccezione
compartendo con gli altri la responsabilità di tenere Bonnie
al sicuro.
< Gioco di squadra > lo chiamava Stefan e allora, pur di
difendere Bonnie, che gioco di squadra fosse.
Samuel gli si lanciava contro con una furia e
un’agilità che Damon non credeva possibile in un
uomo della sua età, così il vampiro si
sentì in dovere di congratularsi con lo stregone.
“Ehi, Samuel, di un po’: fai palestra? Non lo avrei
mai detto che eri così scattante…sembri
un’agile gazzella! Forse dovrei chiamare Stefan….a
lui piacciono le gazzelle! Sai
com’è….dieta speciale!” -
disse sorridendo.
Il viso di Samuel diventò di un colore simile ai pomodori
maturi.
“Samuel, Samuel, Samuel..” - fece Damon in tono
canzonatorio - “Potrai anche essere un vecchietto allenato,
ma sei sempre un vecchietto! Questo significa che non ti fa bene alla
pressione arrabbiarti tanto! Guardati…..sei
paonazzo!” - disse.
Gli occhi di Samuel si incendiarono.
“Adesso la pagherai, Damon!” - disse.
Lo stregone alzò le braccia al cielo e, dal nulla, comparve
una luce accecante che illuminava Damon dall’alto.
Non appena il vampiro entrava in quella luce, fulmini, saette, frecce
di fuoco e chi più ne ha più ne metta gli
piombavano dritti addosso.
Damon cominciò a schivare quella specie di faro gigante
spostandosi continuamente con scatti veloci e precisi.
I primi minuti furono estenuanti.
“Sentiamo, Consigliere: non riesci più a starmi
dietro e allora usi questi trucchetti?” - disse.
Samuel non rispose, ma Damon si accorse che adesso dal raggio di luce
scendevano molte più cose potenzialmente nocive per lui.
Sorrise.
“Che c’è? Hai paura che ti
morda?” - disse materializzandosi alle spalle dello stregone.
Samuel non ebbe neppure il tempo di capire cosa stesse succedendo, che
il raggio li raggiunse e comiciò a lanciare loro tutto il
suo arsenale.
Damon si spostò appena in tempo, ma Samuel non fu
altrettanto fortunato e restò ferito prima che riuscisse a
revocare il suo incantesimo.
Elena era intenta ad usare una delle delle sue pietre
d’attacco quando successe, così non se ne accorse
subito.
Ma, non appena la guardia che l’aveva sfidata era finita
k.o., Elena aveva visto Stefan cadere a terra, svenuto.
“No! Stefan!” - gridò, facendo un passo
avanti.
Le era stato detto di non muoversi, di restare in formazione, ma non
poteva lasciare che Stefan rischiasse di morire senza fare
nulla.
Semplicemente…non poteva.
Elena fece un altro passo e poi cominciò a correre.
“Elena, Elena, no! Elena torna indietro!” -
gridò Meredith.
“Elena, hai sentito Katie prima…dobbiamo restare
qui! Elena!” - si accodò Matt.
Ma Elena non rispose.
Loro avrebbero capito, Bonnie avrebbe capito: lei doveva aiutare Stefan.
Damon si voltò di scatto e una furia cieca gli
annebbiò la vista.
Elena aveva lasciato la sua posizione, aveva lasciato Bonnie scoperta e
correva verso Stefan pur sapendo che non poteva fare nulla per
aiutarlo, almeno non prima che qualcuno togliesse di mezzo lo stregone
che minacciava suo fratello.
“Elena! Torna subito indietro!” - gridò,
ma la ragazza non lo sentì o fece finta di non sentirlo.
Un rumore lo costrinse a voltarsi: Samuel si era rialzato e aveva di
nuovo le braccia al cielo.
Un attimo dopo la luce di prima era ricomparsa, ma questa volta non era
lui il bersaglio, ma qualcosa alle sue spalle.
Damon si voltò e capì.
Il raggio di luce scendeva e scendeva: Samuel stava approfittando del
vuoto lasciato da Elena per colpire direttamente Bonnie.
“Sterghetta! Bonnie…sta giù!”
- gridò.
Elena aveva sentito Damon che le diceva di tornare indietro, ma non
poteva prima di essersi accertata che Stefan stesse bene.
Mentre correva vide Lucas alzarsi e scagliarsi contro lo stregone che
aveva ridotto Stefan in quello stato.
Lo ringraziò mentalmente per aver distolto
l’attenzione dello stregone e si inginocchiò di
fianco a Stefan.
Si stava riprendendo. Stefan aveva aperto gli occhi e l’aveva
guardata mettendosi a sedere.
“Stefan…cosa è successo? Tutto
bene?” - gli chiese.
Stefan sembrava confuso: “Si….sto bene,
ma…” - disse, poi si voltò verso Lucas
e lo stregone che combattevano ed Elena vide lo stupore farsi strada
sul viso del vampiro.
“Ma certo….Lucas l’ha distratto e
Richard non ha potuto continuare con l’incantesimo che mi
aveva fatto!” - disse Stefan parlando più a se
stesso che a lei.
“Allora stai bene?” - tornò a chiedergli.
Stefan alzò il viso verso di lei: “Cosa ci fai
qui? Dovresti essere alle mie spalle!” - le disse preoccupato.
“Sì, lo so e mi dispiace per essermi mossa, ma
dovevo sapere cosa ti era successo, io non….” -
cominciò a dire, ma non finì la frase
perché il grido di Damon la interruppe.
“Streghetta! Bonnie…sta giù!”
- stava gridando Damon.
Elena guardò Samuel e la luce che stava arrivando a Bonnie
approfittando delle spazio dove prima era lei e dove ancora avrebbe
dovuto essere.
Una lacrima le rigò il viso e il senso di colpa le
crollò addosso.
“Streghetta! Bonnie..sta giù!”.
Katie aveva sentito subito le parole di Damon e si era velocemente
girata verso la sua amica, poi aveva guardato verso Stefan e aveva
visto Elena lì con lui.
Katie capì all’istante: Elena aveva lasciato la
sua posizione e adesso Bonnie rischiava di essere colpita da Samuel.
Doveva intervenire.
Lanciò un incantesimo contro le sue avversarie
immobilizzandole temporaneamente sul posto e cominciò a
correre.
- Damon, distrai Samuel
e rimanda indietro Elena! Ci penso io a Bonnie! -
pensò a favore del vampiro.
Da lontano, lo vide annuire e scattare in direzione dello stregone.
Katie arrivò velocemente da Bonnie e le si parò
davanti.
Alzò i palmi delle mani davanti a se, in direzione della
luce di Samuel e creò uno scudo prottetivo che
parò il colpo disperdendo la luce tutt’intorno.
Si voltò verso Bonnie.
“Stai bene?” - le chiese.
Bonnie annuì, impaurita: “Si! Grazie,
Katie!” - disse.
“Bene! Resta qui!” - rispose Katie poi
tornò verso il posto dove le sue nemiche si stavano
lentamente sbloccando.
- Sta bene!
- pensò prima di ritornare all’attacco.
Non appena aveva ascoltato il messaggio di Katie, Damon si era
avventato su Samuel.
Lo stregone era così fuori di sé e
così preso dall’attaccare la sua streghetta, che
non si accorse che lui si era mosso e che gli era arrivato alle spalle.
Damon lo afferrò per le spalle, lo voltò e gli
diede un pugno in pieno viso che lo spedì al tappeto.
Aveva una voglia matta di continuare e di non dargli la
possibità di riprendersi, ma veniva prima la sicurezza della
streghetta.
Si voltò verso Elena e in un attimo le era arrivato di
fianco.
- Sta bene
- la voce di Katie arrivò a rassicurarlo, ma Damon era
furioso.
Afferrò Elena per le spalle e la costrinse a voltarsi verso
di lui.
La ragazza abbassò lo sguardo: “E’colpa
mia!” - sussurrò.
Stefan si alzò e le appoggiò una mano su una
spalla.
“Non devi sentirti in colpa!” - le disse.
Damon non ci vide più.
“Non deve sentirsi in colpa? Ma ti senti quando parli? Certo
che deve sentirsi in colpa!” - urlò al fratello,
poi si voltò verso Elena: “Bonnie è
salva solo grazie al fatto che Katie è un’amica
migliore di te! Adesso tu te ne torni lì e vedi di fare come
ti è stato detto altrimenti prendi la tua dannata polvere
magica e te ne ritorni a casa! Non so se te ne sei accorta, ma questa
è una lotta…stiamo combattendo! I nostri
avversari vogliono la mia Bonnie e ti assicuro che sono disposto a fare
di tutto per tenerla al sicuro..anche ad eliminare le palle al piede
come te! Stefan è un vampiro, mettitelo in
testa…sa come difendersi!” - le disse, poi la
prese per un braccio e la spinse verso Bonnie.
Elena gli lanciò un ultimo sguardo colpevole e
cominciò a correre.
Pochi attimi dopo era tornata al suo posto.
“Sei stato crudele!” - gli disse Stefan.
“Al diavolo!” - rispose Damon - “Ha
accettato di aiutarci e di fare come le veniva detto, quindi deve
smetterla di fare quello che le pare! < Gioco di squadra
>, Stefan, ricordi? E’ora che lo impari anche
lei!”.
Detto questo tornò da Samuel e lo scontro riprese
più feroce di prima.
NOTE:
Ciao a tutti!!!
Ecco il nuovo capitolo!
Lo scontro è cominciato e fino ad adesso sembra andare tutto
per il meglio fatta eccezione per il ritorno di Richard e
per....beh...Elena che, come al solito, deve farsi sempre riconoscere.
Bonnie non compare molto in questo capitolo...per il momento
è sotto scorta, ma presto farà qualcosa che
lascerà tutti spiazzati e darà l'occasione di
mostrare la vera faccia di Samuel.
Grazie a tutti per i commenti allo scorso capitolo....spero che questo
vi piaccia!!!! Fatemi sapere, anche perchè non mi sono mai
sentita molto portata per descrivere le scene di lotta!!!
Detto questo....alla prossima....ci "vediamo"
domenica.....BACIONI...IOSNIO90!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Capitolo ventesimo ***
Capitolo
ventesimo
Ormai
era chiaro, Stefan lo aveva capito nello stesso istante in cui Lucas
aveva attaccato Richard e l’incantesimo che gli mandava a
fuoco le vene era stato interrotto: per battere il torturatore di
vampiri dovevano combatterlo in due e contemporaneamente, senza dargli
tempo di usare incantesimi vari.
- Lucas…
- pensò con l’intento di dirgli ciò che
pensava.
Ma l’altro vampiro lo interruppe : - Me ne sono accorto
anch’io e la penso allo stesso modo! Diamoci da fare!
-
Stefan si lasciò scappare un sorriso e raggiunse velocemente
Lucas e Richard posizionandosi alle spalle dello stregone.
Richard li guardò entrambi.
“E così sperate di configgermi attaccandomi
insieme, eh?…..Illusi!” - disse, sprezzante.
“Comincia a combattere e poi vedremo chi è
l’illuso!” - rispose Lucas.
Richard si voltò verso Stefan: “E tu? Non hai
niente da dire?” - gli chiese.
“Sì! Dico che stai cercando di perdere un
po’ troppo tempo in chiacchiere per essere così
sicuro di te stesso!” - rispose Stefan.
Lo stregone si infuriò.
“Mi stai forse dando del codardo, vampiro?” -
urlò.
Stefan sorrise.
“In modo velato e carino…è esattamente
quello che sto facendo” - rispose.
Un attimo dopo una sfera di fuoco lanciata dalla mano destra di Richard
lo raggiunse, ma Stefan la schivò senza troppi problemi.
“Io non sono un codardo!” - urlò lo
stregone.
- Credo di aver colpito
il suo punto debole - pensò Stefan.
“Non sei codardo, ma di sicuro sei decisamente
distratto!” - rispose Lucas materializzandosi
all’improvviso alle spalle dello stregone.
Richard cercò di muoversi, ma Lucas lo bloccò con
una presa ferrea all’altezza delle spalle.
Stefan si avvicinò al suo amico e allo stregone scalpitante.
“Cosa hai intenzione di fare vampiro buono?” - lo
sfidò Richard.
Stefan avanzò ancora e si fermò ad un passo dal
viso dello stregone.
“Posso ucciderti soltanto guardandoti!” - gli
sibilò contro Richard.
Stefan inarcò un sopracciglio:
“Davvero?” - disse - “Grazie per
l’informazione!”.
Si calò e strappò velocemete un lungo lembo della
tunica dello stregone con il quale, poi, gli bendò gli occhi.
Lucas, dal canto suo, non se ne restò con le mani in mano e,
lasciato andare lo stregone, lo buttò al tappeto, gli
strappò un altro lembo di tunica e gli legò i
polsi dietro la schiena.
Stefan annuì al suo amico e afferrò lo stregone
tirandolo su.
“E adesso come farai ad ucciderci?” - chiese Lucas
e Richard.
“Credete davvero che non mi sia mai ritrovato in una
situazione del genere?” - fece lo stregone.
“Fai troppo affidamento sui tuoi poteri e adesso, con
gli occhi bendati e le mani legate, non puoi
utilizzarli!” - riflettè Stefan.
“Sono molto bravo nel combattimento e, poi, ve l’ho
già detto: mi sono già ritrovato in situazioni
simili!” - rispose lo stregone ostentando sicurezza.
A Stefan, però, non sfuggì la nota sottile di
panico nella sua voce e allora: “Non ci credo!” -
disse e poi gli diede una spinta.
Lo stregone riuscì a mantenere a fatica
l’equilibrio e, nel frattempo, cercava in ogni modo di
riuscire a sciogliere il nodo che gli teneva legate le mani.
“Non ci riuscirai a liberarti…quindi dì
addio al mondo!” - disse Lucas.
“Certo! E naturalmente a parlare è stato quello
che mi pregava di essere leale, no?” - fece lo stregone.
“Ma tu non lo sei stato, quindi non lo saremo noi!”
- rispose Stefan continuando a fissare da lontano lo stregone bendato.
“E mi ucciderai? Tu? Il vampiro che non farebbe del male ad
una mosca?…Andiamo, non essere ridicolo!” - lo
prese in giro Richard.
Stefan e Lucas si guardarono.
- E’ tutto
tuo! - pensò Lucas.
Stefan annuì.
Si avvicinò allo stregone e cominciò a girargli
intorno spingendolo via ogni volta che tentava di fare anche solo un
passo avanti.
Dopo l’ennesima spinta, Stefan si fermò di fronte
stregone.
“Ok! Quindi abbiamo finito di giocare, vampiro
buono?” - fece Richard.
Stefan gli afferrò le spalle e lo tenne fermò.
“E’ vero: non mi piacciono le uccisioni! Ma questo
non significa che non sia un vampiro o che adori le ingiustizie! Tu e
il tuo amato Samuel non siete persone…siete mostri e
uccidere voi equivale a fare un favore al mondo…a fare una
buona azione, quindi….in quanto vampiro buono…non
posso non fare buone azioni, ti pare?” - gli
sussurrò.
Lo stregone non rispose.
Stefan gli afferrò la testa e gliela spinse di lato,
mettentogli in mostra il collo.
“Non ne hai il coraggio!” - lo
sfidò lo stregone.
“Tu dici?” - fece Stefan estraendo i canini.
Si avvicinò lentamente al collo dello stregone e vi
poggiò sopra i denti affilati.
Allungò una mano e gli sciolse la benda che aveva sugli
occhi.
“Questa sarà l’ultima cosa che vedrai:
il tuo caro Regno nel caos a causa dei vampiri!” - disse un
attimo prima di affondare i canini nelle vene del collo di Richard e
berne avidamente il sangue.
Quando lo lasciò il torturatore di vampiri era
definitivamente morto.
Stefan si voltò verso Lucas che lo guardava da lontano.
“Andiamo a dare una mano a Katie con tutte quelle
guardie!” - disse.
Lucas annuì.
Con Stefan e Lucas occupati a combattere contro lo stregone Richard,
Bonnie vedeva chiaramente che le cose per tutti gli altri stavano
degenerando.
Ogni singola guardia del Regno si era scagliata, dietro ordine di
Richard, su Katie che, avendo già il suo bel da fare, non
riusciva a tenere a bada da sola anche tutte le guardie di cui
avrebbero dovuto occuparsi i due vampiri.
Così in molti riuscivano a sfuggirle e a raggiungere Matt,
Meredith ed Elena che, per quanto si fossero dimostrati molto bravi con
le pietre, non erano né vampiri né stregoni e per
questo rischiavano ancora di più.
Bonnie stava male.
I suoi amici erano umani eppure combattevano, mentre lei che era una
strega se ne restava al sicuro con le mani in mano.
La forza che avvertiva dentro di lei continuava a correre e a correre e
a correre sempre più veloce.
La ragazza se la sentiva scoppiare nel petto.
In passato era stata più volte esclusa dalle varie battaglie
perché lei era quella impaurita, quella da difendere e
questo non le era mai andato bene, l’aveva sempre rattristata.
Ma adesso, ora che doveva scendere in campo e combattere quella che era
la sua lotta, proprio non riusciva a trovare il coraggio necessario di
abbattere quella barriera che teneva a bada il suo vero io, la strega
che era in lei.
Si ritrovò a riflettere sul fatto che, forse, se non
riusciva a mettere da parte le sue paure e la sua codardia era
perché, ormai, ci era così abituata, era
così abituata ad essere protetta e salvata che proprio non
riusciva a salvarsi da sola.
E più ci pensava più capiva che era vero, che era
così che stavano le cose.
Ma era anche vero che le cose dovevano cambiare e alla svelta.
Bonnie si sentiva crudele ed egoista a lasciare che altri combattessero
al posto suo solo perché le volevano bene.
Insomma….ogni volta che Elena era stata in pericolo lei non
si era mai massa da parte contando sul fatto che tutti i suoi amici
l’avrebbero salvata, anzi…aveva combattuto, era
sempre stata in prima fila.
Perché lei, Bonnie, non poteva fare lo stesso?
Era una strega, la magia era parte di lei….perché
ne aveva così paura?
Perché non la lasciava libera di prendere il sopravvento,
come le aveva detto Katie?
Le cose dovevano cambiare.
Con queste parole stampate nella mente, Bonnie chiuse gli occhi e, per
una volta, si concentrò solo su se stessa.
Il pericolo era enorme e i nemici erano sempre di più.
Nonostante Stefan e Lucas fossero accorsi ad aiutarla, Katie sapeva che
le cose stavano precipitando.
Ogni volta che uno stregone moriva, altri cinque si facevano avanti.
Ad ogni battito di ciglia altri dieci guardie si materializzavano dal
nulla.
Le urla, tutt’intorno, erano sempre più alte e la
mandavano in confusione.
Katie si sentiva stanca e angosciata.
Non era mai stata il tipo da avere paura in battaglia, ma non si era
mai neppure trovata così nettamente in svantaggio.
“Stai bene, Katie?” - le urlò Stefan
dopo aver messo al tappeto una guardia.
Katie assestò un calcio nello stomaco alla strega contro la
quale combatteva e rispose: “Più o
meno!”.
“Non mi piace come si mettono le cose!” - disse
Lucas indicando un gruppo di guardie che, con un fascio di luce, si
stavano teletrasportando sul campo di battaglia da chissà
dove.
Katie annuì lanciando una saetta di luce viola contro uno
stregone.
“Se continua di questo passo…” - Stefan
si fermò e ruppe il collo ad una guardia -
“…questo scontro non finirà
mai!” - proseguì.
“Se continua di questo passo…moriremo
tutti!” - lo corresse Lucas allontanando uno stregone con un
calcio nello sterno.
“Dovevamo combattere…dovevamo farlo!” -
disse Katie.
“Sì, lo so, ma…” -
cominciò Lucas, ma si bloccò guardando
un’ondata di nuovi stregoni che si stavano riversando nella
piazza da ogni singola via che c’era nei dintorni.
“Che sta succedendo?” - chiese, allarmato, Stefan.
Katie si bloccò, impaurita.
“Come facciamo a sconfiggerli tutti? E’ un
esercito!” - fece Lucas.
Le cose andavano di male in peggio.
Katie si voltò e guardò Matt.
Anche lui, Meredith ed Elena stavano guardando l’orda di
nuovi stregoni che arrivava, con gli occhi sbarrati dalla paura.
Ma, ciò che catturò la sua attenzione, fu Bonnie.
Bonnie se ne stava ferma, con gli occhi chiusi, a testa bassa e con lo
sguardo fiero e concentrato.
Ma non fu questo che la stupì.
Ciò che la lasciò senza fiato fu la luce.
Bonnie era completamente circondata da una luminescenza rossa che le
partiva dal cuore e l’avvolgeva tutta.
“Katie? Katie, che succ..” -
cominciò Stefan, ma si bloccò guardando anche lui
Bonnie.
“Oddio!” - si unì Lucas -
“Che le succede? Che succede a Bonnie?”.
Katie sorrise e lo zittì con una mano.
“E‘ la sua forza magica! State fermi!” -
rispose, usando la pietra che aveva al collo per creare una barriera
che respingesse i loro nemici, poi urlò - “Matt,
Meredith, Elena, state fermi! Potrebbe farvi male!” - e
indicò Bonnie.
I tre ragazzi si girarono verso Bonnie e rimasero a bocca aperta.
Elena cercò di avvicinarsi.
“Elena, sta ferma!” - urlò Stefan e la
ragazza, memore del guaio che aveva combinato l'ultima volta che si era
mossa, fece come le era stato detto.
Katie guardava Bonnie e sapeva che ormai era giunta
l’ora…che il su potere stava per esplodere.
Si voltò verso Damon che stava lottando contro Samuel e non
si era accorto di niente.
- Damon! Fermati! Sta
fermo! - pensò, ma il vampiro non le diede
ascolto.
Katie lanciò un altro sguardo rapido a Bonnie e
ritornò a concentrarsi su Damon.
- Damon, ascoltami!
Devi stare fermo! Damon…guarda Bonnie! - disse
e, come se avesse detto una parolina magica, Damon afferrò
Samuel e si bloccò con lo sguardo rivolto verso Bonnie.
- Katie…che
le sta succedendo? - le chiese mentalmente.
Katie sorrise: avvertiva che Bonnie era pronta.
- Guarda cosa
è in grado di fare la tua streghetta! - rispose.
La lotta con il Consigliere diventava sempre più feroce di
minuto in minuto.
Damon si sentiva raggiante.
Era bello poter finalmente sfogare su quell’essere ignobile
tutto il rancore che stava covando da un bel po’.
Una saetta di luce gli sfiorò il braccio destro,
provocandogli un piccolo taglio.
La ferita si rimarginò in pochi millesimi di secondo
lasciando, come unica traccia della sua esistenza, un taglio nella
maglietta di Damon.
“Era la mia maglietta preferita!” - si
lamentò con Samuel.
“Ma se da quando ti conosco non ti ho visto un solo giorno
vestito diversamente!?! Ne avrai a centinaia di magliette nere uguali a
quella!” - rispose lo stregone.
“Mi stai forse dicendo che mi sto lamentando inutilmente?
Potrò anche averne molte simile a questa, ma ti posso
assicurare che ogni maglietta ha qualcosa di diverso
dall’altra! E questa….era la mia
preferita!” - ribattè Damon incrociando le braccia
al petto con un broncio da finto offeso.
Samuel scosse la testa e nella sua mano comparve una sfera di fuoco
rotante.
“Smettila di dire cavolate, Damon!” - gli disse.
“E chi ha detto che sono cavolate?” - rispose Damon
tornando in posizione d’attacco - “Io ci tengo
molto al mio stile!”.
“Ma adesso puoi anche non tenerci così tanto visto
che stai per morire!” - commentò Samuel.
“Davvero?” - fece Damon.
“Già!” - rispose il Consigliere.
Un attimo dopo Damon si ritrovò a dover schivare la sfera si
fuoco di Samuel.
Il corpo a corpo ricominciò, ma proprio mentre era nel bel
mezzo della lotta, la voce di Katie gli arrivò nella mente.
-Damon! Fermati! Sta
fermo - gli disse la strega.
Damon non le badò affatto.
Lui doveva stare fermo? E perché mai? Katie doveva essere
impazzita.
Ma la voce tornò: - Damon,
ascoltami! Devi stare fermo! Damon…guarda Bonnie! -
gli disse.
Se la metteva così Damon non poteva fare altro che darle
ascolto.
Si avventò su Samuel e, passandogli velocemente alle spalle,
lo bloccò sussurrandogli: “Aspetta un secondo,
stregone!”.
Guardò Bonnie e sbarrò gli occhi dalla sorpresa.
La sua streghetta se ne stava in piedi, completamente avvolta da una
specie di fuoco rosso che sembrava non scalfirla affatto e, adesso che
ci faceva caso, Damon sentiva provenire da lei un Potere enorme che
cresceva sempre di più.
- Katie…che
le sta succedendo? - chiese alla strega.
“Ah, Bonnie….questa si che è una
sorpresa!” - commentò Samuel che guardava anche
lui la ragazza.
Damon non gli presto ascolto.
- Guarda cosa
è in grado di fare la tua streghetta - rispose
Katie con una strana nota di sollievo nella voce.
Samuel gli si dibattè tra le braccia, ma Damon non lo
lasciò.
Allora lo stregone, con uno dei suoi incantesimi,
materializzò una specie di scudo che lo avvolse, respingendo
Damon lontano da lui.
Ma, preoccupato com’era, Damon non badò neppure a
questo e, immobile, continuò a fissare Bonnie.
Tutto successe in un attimo.
Bonnie volse lo sguardo al cielo e gridò.
Il fuoco intorno a lei crebbe e la luce si intensificò.
Poi, dal suo cuore, nacque un’ondata di potere immensa che si
staccò da lei e investì chiunque si trovasse nel
Regno Magico.
Damon, quando fu colpito, provò un leggero fastidio, nulla
di più.
Ma, intorno a lui, tutte le guardie, che adesso erano un vero esercito,
cominciarono a cadere a terra, morte.
Fu letteralmente impressionante.
Ci era riuscita! Ce l’aveva fatta!
Bonnie era riuscita a far venir fuori il suo Potere, la sua forza
magica.
E, nonostante, aveva gli occhi chiusi, sapeva che era stato un qualcosa
di eccezionale e devastante.
Aprì lentamente gli occhi e si guardò intorno.
Tutti i suoi amici erano fermi e la guardavano.
Damon era fermo e la guardava.
Samuel era di fianco Damon e, anche lui, era fermo e la guardava.
Tutti gli altri Consiglieri erano fermi e la guardavano.
Tutti i sudditi del Regno avevano bloccato le loro urla e adesso erano
fermi, in silenzio, e la guardavano.
Tutte le guardie erano ferme e….erano morte, erano tutte
morte, tutto quell’enorme esercito che si era riversato in
piazza era morto e Bonnie sapeva che era stata lei a farlo.
“Sono stata io!” - disse, più a se
stessa che a qualcun altro.
Elena annuì e Katie, da lontano, le sorrise.
Le sembrava tutto così irreale da non riuscire a crederci.
I vari sudditi del Regno stavano cominciando a riprendersi e avevano
iniziato a bisbigliare tra loro, additandola.
Bonnie non si era mai sentita più al centro
dell’attenzione come in quel momento, neppure quando era una
bambina e sua nonna se la portava in giro per tutto il vicinato solo
con il pannolino e un cappello a punta, da strega, sulla testa.
Bonnie si sentiva strana, ma strana in senso buono.
Avvertiva che dentro di lei qualcosa era cambiato e non le sembrava per
niente brutto….finalmente era una strega, una vera strega.
Ma la felicità per quella nuova consapevolezza
durò poco.
Intorno a lei nuove guardie stavano comparendo per combattere contro i
suoi amici.
Ma fu un urlo di dolore proveniente dalla sua sinistra a
riportarla alla realtà della guerra: Samuel, approfittando
del fatto che Damon fosse distratto per guardare lei, aveva colto di
sorpresa il vampiro che adesso giaceva a terra con lo stregone sopra di
lui che gli teneva un paletto di legno di quercia conficcato nello
stomaco.
NOTE:
Ciao a tutti! Spero abbiate passato una bella settimana!!!
Grazie di cuore per tutti i commenti positivi e gli incoraggiamenti!
Sono felice che stia riuscendo a descrivere bene anche questa parte di
guerra....spero di continuare ad andare bene!
Allora....fondamentalmente questo capitolo è tutto
incentrato, in un certo qual modo, su Bonnie.
Finalmente ha trovato la strega che c'è in lei e, dopo aver
riportato le cose in parità, adesso può entrare
in battaglia.
Capitemi...non potevo farla combattere, così...da un momento
all'altro, senza darle almeno un pò di tempo e un motivo per
mettersi d'impegno e liberare il suo Potere! Non penso che sarebbe
stato molto coerente e soprattutto, credo che sarebbe stato molto
affrettato e sapete bene che odio affrettare le cose.
Quindi ho deciso di darle tutto un capitolo per tirare fuori il meglio
che c'era in lei.
Ma adesso.....Damon? E' stato aggredito a tradimento da Samuel....cosa
gli succederà? E Bonnie come reagirà?
Già vi avevo detto che Bonnie farà qualcosa che
farà venire fuori il vero Samuel e che ci portarà
alla fine dello stregone...beh, questa cosa che farà Bonnie,
o meglio, che ACCADRA' a Bonnie, succederà nel prossimo
capitolo e, già da adesso vi dico che non vi
piacerà....
Beh.....adesso vi lascio....BACIONI..IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** Capitolo ventunesimo ***
Capitolo
ventunesimo
In
seguito alla sua ondata di Potere un vento freddo si era abbattuto su
Kemet.
Bonnie sentiva i suoi boccoli rossi che, scompigliati, le sferzavano
violentemente il viso.
Ma la sua attenzione era rivolta altrove, era rivolta allo stregone che
stava facendo del male al suo vampiro.
Samuel, dopo il primo affondo che aveva portato Damon a perdere i
sensi, aveva estratto il paletto dallo stomaco del vampiro e aveva
alzato il braccio verso il cielo: Bonnie era convinta che questa volta
avrebbe colpito direttamente il cuore di Damon.
Fu un attimo.
Bonnie fece un passo avanti, ma prima di proseguire lanciò
uno sguardo ai suoi amici: dovevano capire e lasciarla andare.
Meredith le sorrise, Matt le fece un cenno col capo ed Elena si fece da
parte e le disse: “Vai!”.
Bonnie cominciò a correre e, nello stesso istante, Samuel
cominciò ad abbassare il paletto.
Pensieri non suoi la raggiunsero.
- Più in
fretta, Bonnie! - le disse Lucas e lei spinse al massino
le sue gambe.
-Non preoccuparti delle
guardie, a quelle ci pensiamo noi! Tu pensa solo a Damon! Ce la puoi
fare, Bonnie! - la incoraggiò Katie.
Quella di Stefan non fu né un incoraggiamento né
un avvertiento, fu una preghiera: - Salva mio fratello!
-.
L’ultimo scatto fu rapido e preciso e Bonnie si
ritrovò ad una spanna da Samuel.
Il paletto era a mezzo millimetro di distanza dal suo obiettivo.
Bonnie, non ssapendo cosa fare, seguì l’istinto.
Puntò il palmo della mano destra contro Samuel e subito
alzò di scatto il braccio verso l’alto. Il corpo
di Samuel reagì alzandosi in aria e volando a parecchi metri
di distanza.
Lo stregone battè la testa contro un muro e cadde privo di
sensi.
Bonnie si inginocchiò di fianco al corpo di Damon.
Il vampiro teneva gli occhi chiusi e la ferita allo stomaco era
profonda e sanguinante.
Bonnie capì all’istante che il corpo di Damon,
essendo stato ferito dal legno di quercia cioè
l’unico che poteva fargli davvero male, non stava reagendo
come avrebbe fatto di solito rimarginandosi all’istante e
senza problemi.
Damon aveva bisogno di aiuto, aveva bisogno di sangue, sangue e Potere.
Bonnie si piegò di lato e, senza pensarci,
afferrò il paletto appuntito e, esercitando forza e
pressione, si tagliò il palmo della mano sinistra.
Sentì il dolore, ma non ci badò.
Gettò via il paletto e strinse la mano a pugno sulla ferita
di Damon lasciando cadere poche goccie del suo sangue.
Furono sufficienti: la ferita cominciò a guarire.
Di solito ci sarebbe voluta una quantità di sangue parecchio
superiore, ma in quel momento, con tutta la forza magica che le
scorreva nelle vene a pieno regime, le cose andarono diversamente.
Pochi istanti dopo Damon aprì gli occhi e si tirò
a sedere di scatto.
La guardò.
“Stai bene?” - gli chiese Bonnie.
Damon annuì incerto e si tastò il punto in cui
poco prima c’era la ferita.
“Samuel mi ha ferito!” - disse Damon.
“Già!” - rispose Bonnie.
“Era quercia!” - disse Damon.
Bonnie annuì.
“Come ho fatto a guarire così in
fretta?” - le chiese.
“Iniezione di forza magica!” - rispose Bonnie
mostrandogli il palmo ferito.
Damon le prese la mano e gliela strinse.
“Dov’è Samuel, adesso?” - le
chiese.
Bonnie indicò davanti a se: “Diciamo che
è temporaneamente fuori uso!” - disse.
Damon guardò lo stregone e poi si voltò a
sorriderle orgoglioso e soddisfatto.
“Prima sei stata incredibile….assolutamente
favolosa, streghetta!” - le disse.
Bonnie arrossì, ma Damon cambiò presto
espressione.
“Tu non dovresti essere qui! Prima ne ho dette di tutti i
colori ad Elena perché non aveva fatto come le era stato
detto ed era corsa da Stefan, e adesso tu hai fatto lo
stesso!” - le disse.
Bonnie si incuriosì: aveva visto Damon parlare con Elena
poco prima, ma non sapeva cosa le aveva detto.
“Cosa hai detto ad Elena?” - gli chiese.
“Beh…che era inutile, che non era una buona amica
e che l’avrei tolta di mezzo se faceva di nuovo di testa
sua!” - confessò Damon.
“Damon Salvatore…sei stato crudele!” -
lo rimproverò Bonnie.
“Ti aveva lasciata scoperta e Samuel ne aveva
approfittato!” - si giustificò Damon.
“Rispondi: Cosa avresti fatto se al posto di Stefan ci fossi
stata io e se tu ti fossi trovato al posto di Elena con tutti che ti
dicevano che non ti potevi avvicinare a me? Saresti rimasto al tuo
posto?” - gli chiese Bonnie.
Quando vide che Damon non accennava a rispondere aggiunse:
“Prova a metterti nei suoi panni! Anzi….pensa a
me! Se tu avessi avuto davvero ragione allora anch’io sarei
inutile e dovresti togliere di mezzo anche me visto che ho disubbidito
per venire ad aiutarti!”.
Damon sospirò.
“Ok, Ok, Ok!” - fece, alzandosi - “Ho
capito, streghetta! Adesso che facciamo? Perché presuppongo
che tu non voglia tornartene da dove sei venuta, giusto?” -
le chiese.
Bonnie sorrise: “Infatti!” - disse -
“Adesso…beh…adesso combattiamo
Samuel….insieme!”.
“Capirai… uniti a da soli...non è che
ci sia poi molta differenza!” - tuonò una voce
distante.
Samuel si era ripreso e adesso si stava riavvicinando a loro con un
sorriso cattivo sulle labbra.
“Immagino proprio che debba farti i miei complimenti, Bonnie!
Era ora che accettassi quello che sei!” - disse Samuel.
“Grazie mille, Samuel!” - rispose ironica Bonnie.
Lo stregone sembrò non badare alla nota sarcastica nella sua
voce.
“Quindi….in qualità di Consigliere
superiore del Regno Magico sono tenuto a chiederti se, vista la tua
nuova condizione, vuoi unirti alla tua gente di tua spontanea
volontà!” - le disse Samuel.
“La mia gente? Voi non siete la mia gente!” - si
infuriò Bonnie.
“E’ magia quella che ti scorre nelle vene! E questo
è il Regno Magico! Tu appartieni a noi!” -
urlò lo stregone.
“Lei appartiene a me!” - si intromise Damon.
Samuel lanciò un gridò di frustazione al cielo e
disse: “Adesso mi sono stancato! Combattiamo!”.
“Bene!” - fece Damon.
“Bene!” - si accodò Bonnie con una
fermezza nella voce che non aveva mai avuto.
Prese una bella boccata d’aria e si concentrò sul
fiume straripante di Potere che le scorreva dentro.
Avere la streghetta di fianco era da una parte rassicurante e
dall’altra terrificante.
Rassicurante perché poteva difenderla lui stesso e, come
Damon sosteneva sempre < se volevi una cosa ben fatta allora
dovevi fartela da solo >, rassicurante perché con
tutto il Potere che le scorreva nelle vene avevano di sicuro maggiori
chance di farcela, rassicurante perché se qualcosa fosse
andato storto era lei l’ultima persona che voleva vedere.
D’altro canto, però, era terrificante
perché bastava una sua sola distrazione e Samuel poteva
colpirla più facilmente, terrificante perché non
voleva che lei combattesse….nonostante tutto il Potere che
aveva adesso….non voleva che lei corresse ulteriori pericoli
combattendo, terrificante perché se qualcosa fosse andato
storto non era lui l’unica persona che correva il rischio di
morire.
Si affiancò a Bonnie e le strinse la mano.
Vederla così decisa e concentrata rappresentava una
novità sorprendente, per non parlare della luce che
l’avvolgeva.
Damon, da che aveva preso atto che l’amava, aveva sempre
pensato a lei come alla sua dea personale, ma sapeva che in quel
momento chiunque, osservando il bagliore luminoso e caldo che emanava
la sua pelle, l’arebbe scambiata per una vera dea scesa dal
cielo.
Era difficile non guardarla, ma Samuel aspettava.
Lo stregone era davanti a loro a non più di cinque metri di
distanza e sembrava furioso.
Damon sentiva chiaramente i battiti furiosi del cuore di Samuel e
ghignava: aveva sempre trovato divertente la sua straordinaria
capacità di far arrabbiare chiunque.
“Allora…combattiamo oppure vuoi restare qui a
fissarci, stregone?” - chiese Damon.
Samuel in risposta chiuse gli occhi e distese le braccia davanti a se
puntanto i palmi verso Bonnie.
L’aria tutt’intorno si smosse e la polvere si
sollevò dalla strada.
Damon sentiva chiaramente il Potere dello stregone aumentare e
concentrarsi in un unico punto.
Pochi attimi dopo dalle mani di Samuel si sprigionò energia
pura che si concentrò a formare un’unica sfera
luiminosa.
“Penso che voglia lanciarcela contro!” - disse
Bonnie.
“Lo penso anch’io!” - concordò
tranquillamente Damon.
“Devo fermarlo…” - disse Bonnie.
“Sarebbe d’aiuto, sì!” - fece
Damon.
“Ma come faccio?” - la voce di Bonnie non sembrava
più tanto ferma, anzi….adesso la streghetta
sembrava in preda al panico - “Damon io non ne conosco di
incantesimi, capisci? Non sono come Katie! Ho questo Potere che mi
scorre dentro, ma come lo uso?” - gli chiese.
“Cosa hai fatto prima per mettere al tappeto Samuel? Non
credo che tu gli abbia dato un pugno, quindi….cosa hai fatto
di preciso?” - le chiese Damon passandole una mano intorno
alle spalle per tranquillizzarla, ma senza togliere gli occhi di dosso
a Samuel.
“Ho….beh…non lo so di preciso! Ho
immaginato di scaraventare via Samuel e ho….scaraventato via
Samuel!” - tentò di spiegare Bonnie.
“Hai seguito l’intuito! Ti sei lasciata trasportare
dal Potere!” - ragionò Damon - “Forse
sei diversa, forse il fatto che discendi dai capostipiti della magia ti
permette di….non usare incantesimi e formule varie, ma
semplicemante di fare quello che ti pare! Potrebbe essere una
spiegazione!” - disse.
“Sì, forse, ma…” -
tentò Bonnie, ma Damon la interruppe.
“Ma niente!” - fece il vampiro e le
indicò Samuel - “Sta per lanciarla, Bonnie! Sta
per attaccare!” - disse.
Bonnie si mise in allerta e osservò Samuel.
Un attimo dopo lo stregone aveva lanciato la sua sfera di Potere.
Bonnie scattò all’istante:
“Ok…istinto!” - disse e Damon vide una
valanga di immagini che le attraversò la mente, ma tutte
finivano allo stesso modo: con Samuel lanciato in orbita.
- Mi piace!
- pensò Damon e già si preparò per la
sua mossa.
Bastò un istante e le fantasie di Bonnie cominciarono a
diventare realtà.
La sfera di Potere le arrivò addosso. Damon si
scostò di lato, lasciando gestire la cosa a Bonnie. Bonnie
protese le mani in avanti e spinse. La sfera le colpì le
mani, ma Bonnie non si ferì grazie ad una luminescenza rossa
che le aveva avvolto le mani come una bolla di sapone e aveva attutito
l’urto facendo sì che la sfera venisse rispedita
al mittente.
Samuel non si lasciò cogliere alla sprovvista e con un gesto
brusco del braccio scagliò lontano la sfera che esplose nel
cielo.
Ciò che non previde Samuel fu la contromossa istantanea di
Bonnie.
La streghetta, infatti, dopo aver respinto la sfera aveva trasformato
la luce rossa che le avvolgeva le mani in una specie di lancia di
Potere che colpì Samuel in pieno petto.
Samuel perse l’equilibrio.
Con un ulteriore gesto della mano Bonnie approfittò dell
distrazione di Samuel per sollevarlo da terra e lanciarlo verso
l’alto.
- E adesso tocca a me
- pensò Damon.
“Grande, streghetta!” - le disse facendole
l’occhiolino.
Corse a tutta velocità verso il punto su cui il povero
Samuel svolazzava e saltò.
Con un unico balzo superò il corpo dello stregone. Damon si
lasciò cadere e appena arrivato alla stessa altezza di
Samuel unì le mani e alzò le braccia al cielo,
poi le abbassò di scatto andando a colpire
l’addome dello stregone.
Samuel piombò a terra.
Damon si affrettò a ritornare da Bonnie e la prese tra le
braccia.
“Lavoro di squadra, streghetta! Lo adoro!” - le
disse sorridendo.
Bonnie rispose debolmente al suo sorriso.
“Credevo lo odiassi!” - gli disse.
“A volte si cambia!” - esclamò Damon
battendosi un pugno sul petto.
“Si cambia? Io adesso ti cambio i connotati,
vampiro!” - tuonò Samuel che si era rialzato
reggendosi l’addome e sputando sangue.
Damon sogghignò.
“Tutto quel sangue non dovrebbe andare sprecato! Se vuoi me
ne occupo io!” - disse Damon estraendo i canini.
Samuel gridò e gli si scagliò contro nuovamente.
Dopo il primo attacco lo scontro continuò tra alti e bassi.
Anche se era in inferiorità numerica Samuel aveva dalla sua
una grande abilità magica e una tenacia che sembrava non
avere nessun limite: era pronto a tutto pur di ucciderli.
Bonnie, dal canto suo, sentiva che, di attacco in attacco, riusciva a
gestire sempre meglio il suo appena riscoperto Potere e Damon la stava
aiutando moltissimo occupandosi della
parte….mmmh…fisica…della faccenda.
Ma non poteva dire di avere la vittoria in tasca perché non
era così.
Pur avendo un controllo migliore sul suo Potere, Bonnie aveva imparato
una cosa: doveva rimanere concentrata e decisa per usarlo
correttamente, perché altrimenti non funzionava.
Questo l’aveva scoperto quando Samuel le aveva colpito un
braccio e Damon aveva reagito. Lo stregone aveva risposto con una
lancia di fuoco che aveva colpito Damon al petto mandandolo a terra per
via del dolore.
Bonnie aveva cercato di fare qualcosa, qualsiasi cosa, ma era troppo
sconvolta e i suoi Poteri non rispondevano.
Da quel momento aveva cercato di rimanere sempre concentrata, ma era
difficile, molto difficile.
Un laser viola le piombò addosso, ma Bonnie lo
schivò scansandosi.
Contrattaccò facendo tremare la terra sotto i piedi del
Consigliere, ma Samuel puntò i palmi delle mani verso il
suolo e levitò.
Bonnie lo guardò incredula per qualche istante, poi si
accorse di Damon.
Era arrivato di soppiatto alle spalle di Samuel e aveva bisogno che lei
lo distraesse per poterlo attaccare.
Bonnie si concentrò e richiamò a se il Potere.
Poi lo spinse fuori creando una lunga lingua di fuoco che si
abbattè su Samuel avvolgendosi attorno alla barriera
difensiva che lo stregone aveva creato per difendersi.
Nel momento in cui Bonnie ritirò il fuoco e Samuel
disattivò la barriera preparandosi ad attaccarla, Damon
entrò in azione e sferrò un calcio nella schiena
di Samuel che cadde a terra battendo la testa.
Ma Damon non si arrese e cominciò a prendere a pugni e calci
il corpo dello stregone.
Bonnie cercò di non provare compassione per Samuel, ma
nonostante tutto quello che lo stregone le aveva fatto non ci riusciva
a vedere Damon che colpiva così violentemente quel corpo
anziano che non si difendeva.
“Damon!” - chiamò.
Il vampiro distolse lo sguardo dallo stregone e, dopo essersi
assicurato che Samuel non stesse per riprendersi, la raggiunse.
“Bonnie…dobbiamo ucciderlo! E’
l’unica soluzione e se lo merita!” - le disse.
Bonnie sapeva che aveva ragione, ma le risultava sempre difficile avere
a che fare con la morte.
“Io sono morto!” - disse Damon.
Bonnie era confusa: “Cosa?” - chiese.
“Pensi che non ti piace la morte, ma io sono
morto!” - spiegò Damon riuscendole a strappare un
sorriso anche se debole.
Bonnie tornò seria all’istante.
“Hai ragione!” - gli disse.
Damon annuì e si voltò verso Samuel, ma lo
stregone era scomparso.
“Cosa? Dov’è andato?” - fece
Damon.
Bonnie era spaventata: “Non lo so!” - disse.
“Deve essersi teletrasportato! Se si fosse mosso
l’avrei sentito!” - disse Damon e si
allontanò da lei per tornare al posto in cui poco prima
c’era Samuel.
Damon si guardava intorno, circospetto.
Bonnie tremava di paura e si guardava continuamente alle spalle.
“Damon….Damon ho…uno strano
presentimento! Torna qui!” - sussurrò consapevole
che il vampiro potesse tranquillamente sentirla.
Bonnie si sentiva inquieta.
La sparizione improvvisa di Samuel non la convinceva per niente. Voleva
solo che Damon tornasse da lei.
Il vampiro diede un ultimo sguardo intorno e fu allora che accadde
tutto.
Bonnie era ferma e guardava Damon, di profilo rispetto a lei, che a sua
volta guardava verso Stefan e gli altri.
Improvvisamente l’aria alle spalle di Damon si
colorò di giallo e la figura di Samuel si
materializzò dal nulla.
Damon non lo avvertì.
La strega si fece prendere dal panico e il Potere cominciò a
non rispondere.
Decise di fare l'unica cosa che poteva: Bonnie cominciò a
correre verso il vampiro e a gridare -
“Damon…dietro di te!”.
Ma Samuel si era già materializzato e aveva già
pronto un bel paletto lungo e appuntito…a pochi centimetri
dal cuore di Damon.
Damon si voltò di scatto, ma era troppo tardi e Bonnie lo
sapeva.
Senza pensarci un attimo si frappose tra Damon e Samuel, guardando
verso il vampiro.
All’inizio fu un pizzico, poi Bonnie sentì una
specie di fastidioso solletico che si diffondeva in tutto il corpo.
Strabuzzò gli occhi guardando confusa Damon che, a sua
volta, la guardava stupito.
Solo quando Samuel le estrasse il paletto dalla schiena Bonnie
sentì arrivare il dolore.
Era un dolore atroce che cresceva d’intensità ad
ogni secondo.
Si ritrovò a tossire e a sputare sengue.
Damon l’afferrò mentre cadeva e si
accasciò al suolo tenedola stretta.
Bonnie si sentiva debole e..strana…..cominciava a non
sentire più varie parti del corpo.
Stava morendo? Bonnie non riusciva nemmeno a pensare.
L’unica cosa che sapeva era che doveva dire qualcosa
d’importante a Damon, qualcosa che facesse sì che
lui la ricordasse.
Nei film d’amore con finale tragico quando l’eroina
è in punto di morte, prima di morire fa un lungo discorso al
suo amato cercando di rassicurarlo e di fargli capire che lei avrebbe
continuato ad amarlo anche dopo la morte. Ed era questo che Bonnie
voleva fare, voleva rassicurare Damon e fargli un lungo discorso
d’addio, ma le uniche parole che le affiorarono alle labbra
furono: “Ti…amo!” - due parole brevi, ma
in grado di dire tutto.
Subito dopo Bonnie chiuse gli occhi.
Il corpo di Bonnie tra le braccia di Damon era sporco di sangue e la
sua pelle cominciava a diventare pallida e fredda.
Il cuore di Bonnie ebbe una brusca accelerata e tutta la luce e il
Potere che l’avevano avvolta fino a pochi istanti prima si
concentrarono al centro esatto del petto della strega e abbandonarono
il suo corpo volando verso l’alto.
Il cuore di Bonnie rallentò e lentamente arrivò
al suo ultimo e sonoro battito < BU-BUM >.
Bonnie era morta.
NOTE:
*iosnio90 entra in punta di piedi*
Ok...Ok...Ok.....vi prego....non linciatemi....ricordate che NON
è l'ultimo capitolo questo, ne mancano altri 2 + l'epilogo,
quindi...per favore...abbiate compassione!!!
Lo so che non ve lo aspettavate....che eravate più
preoccupate per Damon che per Bonnie, ma.....almeno la buona notizia
è che Damon non si è fatto niente!!!
E poi ve l'avevo detto che a Bonnie sarebbe successo qualcosa che
avrebbe smascherato Samuel davanti a tutti!!!
E non preoccupatevi.....per Samuel ho in mente un finale con i
controfiocchi...vedrete!!!
Per quanto riguarda Bonnie......ricordate che siamo nel Regno Magico e
che con la magia si può tutto!!!
Beh...spero che non mi maledirete troppo e non mi insulterete troppo
nei commenti!!!
Con questa speranza...mi ritiro...mi sa che per oggi ho già
fatto abbastanza......ricordate che vi adoro, eh?
E ricordate che adoro il lieto fine, io!!
Detto questo....a domenica....se sarò ancora
viva....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** Capitolo ventiduesimo ***
Capitolo
ventiduesimo
Un
attimo è un arco di tempo incredibilmente breve costituito
da millesimi di secondo o forse meno.
Ma nei suoi lunghi anni di vita Stefan aveva imparato che, spesso, sono
proprio gli attimi a cambiarti la vita, è durante un attimo
che accadono le cose più belle o più brutte che
tu avresti mai potuto immaginare.
Basta un attimo per dire “Ti amo”.
Basta un attimo per dire “Ti odio”.
Basta un attimo per il primo bacio.
Basta un attimo per il primo schiaffo.
Basta un attimo per cominciare a ridere.
Basta un attimo per cominciare a piangere.
Basta un attimo per venire al mondo.
Basta un attimo per lasciarlo il mondo.
Un attimo è vita.
Un attimo è morte.
Un attimo aveva segnato, per Bonnie, il passaggio dalla vita alla morte.
Tutto taceva e tutti erano immobili.
Alleati e avversari avevano interrotto la loro ridicola guerra e
tenevano gli occhi puntati sul cadavere della strega stretto tra le
braccia del vampiro.
Stefan non riuciva a credere a quello che era appena successo.
Lasciò lo stregone contro cui stava combattendo e si
avvicinò lentamente a suo fratello, seguito a tutti gli
altri del loro gruppo.
Elena gli si aggrappò al braccio, distrutta.
Matt era caduto in ginocchio e piangeva cullato da Katie.
Meredith era disperata e continuava a sussurrare il nome di
quell’amica che aveva sempre considerato una sorella.
Lucas teneva la testa bassa e gli occi chiusi.
Ma quello per cui Stefan era davvero in pena era Damon.
Suo fratello era immobile e continuava a fissare il viso di Bonnie.
Stefan non sentiva provevire niente da lui, né ondate
micidiali di Potere né pensieri omicidi diretti a
Samuel…..solo il silenzio, il nulla.
Stefan lo capiva.
Ricordava ancora cosa aveva provato quando Elena era morta per uccidere
Katherine….era stato devastante per lui.
Ma sentiva anche che Damon, in quel momento, si sentiva molto peggio
rispetto a come si era sentito lui in passato e questo
perché erano diversi.
Prima di Elena, Stefan aveva già conosciuto
l’amore, l’amore ricambiato e poi aveva conociuto
la perdita così, quando Elena morì, lui
già sapeva a cosa andava incontro e aveva saputo andare
avanti in un modo o nell’altro.
Per Damon era diverso.
Damon aveva conosciuto soltanto la perdita, l’abbandono e
questo lo avava reso freddo e spietato, sì, ma anche
bisognoso d’amore.
Nonostante Damon non lo avesse mai ammesso, Stefan aveva capito da
tempo che l’ossessione di Damon di dargli la caccia e
rovinargli la vita era solo un tentativo di sfuggire alla solitudine
nella quale sentiva di essere stato relegato da qualsiasi persona
avesse mai avuto una qualche importanza nella sua vita.
Ma con Bonnie lui aveva scoperto, dopo secoli di ricerche, cosa volesse
significare amare ed essere amati. Aveva creduto che questo amore non
sarebbe mai finito, invece….
Invece Samuel gliela aveva portata via, improvvisamente, laciandolo di
nuovo solo.
Stefan consegnò Elena alle braccia di Meredith e
andò ad inginocchiarsi di fianco a Damon, mettendogli una
mano sulla spalla.
Damon non si mosse….continuava a fissare Bonnie.
Intorno a loro il silenzio persisteva.
“Cosa le è successo Stefan? Perché
è fredda? Perché è immobile?
Perché non mi parla?” - il sussurro di Damon gli
si conficcò dritto nel cuore.
Suo fratello gli stava chiedendo una spiegazione, una spiegazione
alternativa, un qualcosa che gli spiegasse per quale motivo Bonnie
sembrava morta, voleva che gli dicesse che in realtà Bonnie
non era morta, che le era successo qualcosa che sembrava la morte , ma
che non era la morte.
Come poteva deludere la sue aspettative?
Come poteva dirgli chiaramente che non c’erano altre
spiegazioni e che Bonnie era morta per davvero?
Stefan abbassò lo sguardo e tacque…troppo codardo
per dire una simile verità al fratello.
“Perché non mi rispondi, Stefan? Tu devi saperlo!
Tu sai sempre tutto!” - gli disse Damon, la voce priva di
qualsiasi intonazione.
“Vuoi sapere cosa le è successo?” - una
voce ruppe il silenzio e tuonò, divertita, davanti a loro.
Stefan e Damon alzarono lo sguardo ad incontrare i folli occhi di
Samuel.
Damon annuì.
“E’ morta, vampiro! Io l’ho uccisa!
Uccisa, capito? E’ morta!” - fece Samuel, scandendo
perfettamente ogni parola.
Subito dopo lanciò la testa all’indietro e
proruppe in una risata crudele e spietata che lasciò basita
tutta la piazza.
Stefan lanciò uno sguardo di biasimo allo stregone e si
voltò verso il fratello.
Damon aveva abbassato di nuovo gli occhi su Bonnie e…stava
piangendo.
Stefan non ricordava neppure più quando era stata
l’ultima volta che l’aveva visto
piangere….forse da bambini, ma non ne era certo.
Quello che sapeva era che per i vampiri era tremendamente difficile
piangere, neppure lui ci era riuscito quano Elena era morta.
Questo significava che tutti i suoi timori sugli attuali sentimenti di
Damon erano più che fondati.
- Cosa succede quando
una strega perde tutta la sua forza magica? -
- Muore…la
strega muore! -
Katie ricordava così chiaramente la conversazione avuta con
Matt nella grotta…
Non avrebbe mai immaginato che presto Matt avrebbe avuto una
dimostrazione delle sue parole.
Soprattutto non avrebbe mai immaginato che sarebbe stata Bonnie a
morire.
Bonnie…
Quando aveva visto la luce lasciare il suo cuore era stato tremendo, un
dolore atroce.
Lei era scomparsa così
rapidamente…..lei…era la sua migliore amica.
Katie non aveva mai creduto possibile che un giorno si sarebbe
legata così tanto ad un’altra persona, eppure era
successo e adesso Samuel l’aveva uccisa.
La risata di Samuel era insopportabile e, in generale, tutto il suo
comportamento era insopportabile.
Lo stregone se ne stava lì, con gli occhi fuori dalle
orbite, a ridere come un pazzo del loro dolore.
Come poteva trovare la morte così divertente?
Katie sentiva le guancie bagnate dalle lacrime.
In quel momento tutti stavano piangendo davanti alla folla di stregoni
ammutolita, ma fu quando la prima lacrima lasciò gli occhi
di Damon che qualcosa cambiò.
Un brusio di voci si levò dalla folla e tutti cominciarono
ad additare Damon.
Dapprima Katie non riuscì a capire cosa dicessero, poi,
piano piano, le voci diventarono più forti e lei
capì.
C’era chi gridava: “Guardate il vampiro!”.
Chi diceva: “E’ impossibile!”.
Altri ancora urlavano: “Non dovrebbe farlo….lui
non può provare niente!”.
Ma fu quando una donna disse: “Eppure sta
piangendo!” - che tutto le divenne chiaro e, spostando li
occhi su Samuel, seppe come fare per smascherarlo.
Lasciò andare Matt e si alzò, andando ad
affiancare Damon e Stefan.
Stefan alzò lo sguardo su di lei.
“Lasciami fare, per favore! E‘ giunta
l’ora che tutti vedano Samuel per quello che
è!” - disse.
Stefan annuì, ma continuò a guardarla.
Katie si schiarì la voce.
“Avete ragione!” - esordì -
“Guardatelo! E’ un vampiro eppure sta
piangendo!” - fece una breve pausa durante la quale tutta la
piazza si zittì.
“Voi mi conoscete, sapete che tipo di persona sono e sapete
che tipo di persona era il Consigliere Hugh! Possibile che nussuno si
sia mai chiesto perché ci siamo schierati con dei
vampiri?” - un’altra pausa - “Voglio
darvela io la risposta!” - e indicò Damon -
“E’ questa! Lui è un vampiro e
nonostante questo prova dei
sentimenti…piange!” - si
fermò guardandosi intorno con aria di sfida -
“All’Accademia ci hanno sempre insegnato che i
vampiri non provano nulla e non possono vivere senza uccidere!
Beh…vi dirò una cosa: vivo con loro
già da un po’ e non li ho mai visti uccidere
nessun innocente e, per quanto riguarda i sentimenti…..lo
vedete da soli….Damon sta soffrendo!” - altra
pausa - “Se c’è una cosa che ho imparato
da tutta questa storia è che quelli sbagliati siamo noi, gli
stregoni! Noi viviamo in un mondo appartato senza mai andare in quello
umano che poi è il mondo dove vivono le creature oscure,
quelle stesse creature per le quali ci preoccupiamo tanto! Detto
questo, voglio farvi una domanda: Come può uno stregone che
non ha mai visto un vampiro in vita sua insegnare ad altri stregoni
cos’è un vampiro? Ve lo dico io: non
può, non può insegnare qualcosa che non
sa!” - l’attenzione di tutti era focalizzata su di
lei - “Quello che spesso tendiamo a dimenticare è
che i vampiri non sono nati così! Prima erano umani, umani a
cui è toccata in sorte questa crudele condizione! Sono
esseri con dei sentimenti e sono esseri pensanti e intelligenti anzi,
con tutto il tempo che hanno a disposizione, sono tra le creature
più intelligenti di qualsiasi mondo o dimensione e, proprio
per questo, sono loro a scegliere come condurre la loro vita! Damon e
Stefan hanno scelto di condurre una vita che sia la più
normale possibile….la più buona possibile! E
questo io posso affermarlo con certezza perché li conosco,
so come vivono e sono cosa fanno! Io non sono come voi che li
condannate senza neppure conoscerli, che li condannate soltanto
perché sono dei vampiri! Questo è ingiusto!
Quella dei vampiri è soltanto una razza esattamente come
è una razza quella degli stregoni, ma non mi sembra che loro
vi condannino per questo! Una persona non è crudele a
prescindere….deve scegliere di essere crudele! E voi non
potete uccidere qualcuno soltanto perché è un
vampiro perché non sono tutti malvagi esattamente come non
hanno tutti gli occhi azzurri! E non credete che voi siete
perfetti….” - disse con una lieve risata -
“Anche tra di voi ci sono persone cattive e una di queste
è la persona dalla quale vi lasciate
comandare….Samuel…..il Consigliere
Samuel….il Consigliere che invece di pensare al bene del suo
popolo li manda a morire….il Consigliere a cui piace la
morte, a cui piace uccidere! L’avete visto e sentito: ha
ucciso una strega, l’ha ammesso ed è scoppiato a
ridere come se fosse una bella barzelletta! Vi sembra giusto? Vi sembra
una cosa…buona? Per colpa sua sono morti stregoni su
stregoni…..” - disse indicando Samuel -
“Mio cugino Ted è morto perché lui
l’ha mandato a morire consapevole che Ted non ce lavrebbe mai
fatta! Altre guardie e stregoni molto forti sono morti
perché lui li ha mandati a morire! Il Consigliere
Hugh…..andiamo…voi tutti lo conoscevate! In
decenni e decenni non ha mai ucciso nessuno, persino quando era un
Cacciatore si faceva grossi scrupoli e lo sapete! Credete davvero che
una persona così si sia scagliata contro Samuel senza
motivo? Che abbia tentato di ucciderlo?” - Katie scosse
involontariamente la testa - “Lo sapete bene quanto lo so io
che non è possibile….che Samuel ha mentito! E poi
c’è stata Samia….vi ha raccontato che
siamo stati noi ad ucciderla e voi gli avete creduto,
ma…andiamo…lo avete visto il cadavere al funerale
e qualcuno deve averlo analizzato…..avete trovato segni di
morsi? Ve lo dico io: No, perché né Stefan
né Damon l’hanno morsa! Le avete trovato il collo
spezzato? No, perché nessuno dei due le ha spezzato il
collo! Le avete trovato un buco nel petto? No, perché
nessuno dei due vampiri le ha strappato il cuore! E’ morta
per via della magia! Certo, è possibile che siamo state o io
o Bonnie, sapete che non è così! Io non ero
abbastanza forte, non lo sono tutt’ora e
Bonnie…beh..lo avete visto…ha accettato i suoi
Poteri soltanto poco prima di morire! L’unico stregone in
grado di ucciderla era Samuel….è stato lui e
l’ha fatto perché Samia si era schierata con noi
dopo aver capito che suo fratello era solo un pazzo
esaltato!” - disse alzando la voce - “Samuel ha
appena ucciso una strega! E, cosa ancora più grave, vi ha
dato l’ordine di uccidere degli umani! Se non sbaglio gli
stregoni dovrebbero difenderli gli umani…qualsiasi
sia la loro vita e qualsiasi siano le loro amicizie! Eppure lui era
disposto a fare anche questo soltanto per la gloria!
Sinceramente….io ho sempre amato questo Regno, ma
adesso….adesso mi avete deluso così tanto che
provo vergona al solo pensiero di essere nata qui!” -
finì, scuotendo la testa e con l’amaro nella voce.
Katie sospirò e tornò di fianco a Damon, si
inginocchiò, prese delicatamente la testa di Bonnie, se
l’appoggiò sulle gambe e cominciò ad
accarezzarle i capelli.
Stefan la guardò con gratitudine, ma Katie lo vedeva che era
in ansia per Damon che continuava a piangere e che non staccava mai gli
occhi da Bonnie.
Un rumore di passi le fece alzare lo sguardo.
“No, piccola mia, vieni qui!” - stava dicendo una
strega a quella che doveva essere sua figlia: una bambina di circa sei
o sette anni, con i capelli castani raccolti in due trecce ai lati
della testa che si stava avvicinando a loro.
La bambina si fermò davanti a Damon e guardò
Bonnie.
“E’ così bella!” - disse con
la sua voce infantile - “ Sembra una fata
addormentata!”.
Katie e Stefan la fissavano increduli e un po’ inquieti.
Damon alzò lo sguardo e guardò la bambina.
Lei sorrise e estrasse un fazzoletto di cotone rosa da una tasca del
suo vestitino e lo appoggiò sul viso di Damon asciugandogli
le lacrime.
“Io non ho più il papà! Mamma dice
sempre che prima o poi la tristezza passa, ma io non le credo! Volevo
così bene al mio papà che credo che
sarò triste per sempre!” - disse, poi
abbassò di nuovo lo sguardo su Bonnie - “Tu le
volevi bene?” - gli chiese.
“Sì!” - sussurrò Damon.
La bambina annuì: “Allora, se vuoi, possiamo
dividerci la tristezza!” - disse, poi fece qualcosa che
sbalordì tutti.
La bambina si sbilanciò in avanti e abbracciò
Damon.
Il vampiro ricambiò titubante l’abbraccio.
Restarono così diversi minuti, durante i quali non successe
nulla, ma poi…
Sempre più persone cominciarono a farsi avanti dalla folla,
i bambini prima di chiunque altro, si avvicinavano a loro e li
abbracciavano per cercare di portare conforto.
Katie sorrise e con le lacrime agli occhi pensò che era
quello il vero Regno Magico, erano quelli i veri stregoni e le vere
streghe e lei ne andava incredibilmente fiera.
Che stava succedendo?
Dove andavano tutti?
Perché si avvicinavano all’abominio e lo
abbracciavano?
Samuel doveva ammettere che il discorso della traditrice era stato
toccante, ma non credeva che il suo popolo le desse ascolto.
Questo era un affronto.
“Tornate subito qui! Vi ucciderò tutti se non lo
fate….vi ucciderò per tradimento!” -
gridò fuori di sé.
“Così come hai ucciso Samia?” - gli
chiese una voce alle sue spalle.
“Sì, esattamente!” - rispose Samuel,
prima di rendersi conto di ciò che aveva appena confessato.
Lentamente si voltò.
Davanti a lui l’intero Consiglio e Victor lo guardavano
sbalorditi, come se vedessero un mostro.
Samuel alzò le mani come per giustificarsi.
“No…no…no…no..aspettate! Non
è vero, io non volevo dire….si, insomma, guardate
cosa sta succedendo…io sono fuori di me…non so
cosa stavo dicendo..io…” - tentò, ma
invano.
“Tu sei colpevole…Katie ha ragione!” -
disse Victor.
“Victor…come puoi crederlo? Come puoi parlarmi
così? Dovresti portarmi rispetto!” - disse
incredulo.
“Tu non ti meriti il rispetto, Samuel! Ti abbiamo affidato il
Regno fidandoci di te e invece…..ci hai costretti ad una
guerra senza significato! All’inizio sembrava una buona idea
riportare la strega druida nel Regno, ma adesso tu l’hai
uccisa….ciò significa che non te ne è
mai importato nulla! Sei tu il traditore, Samuel! Per colpa tua e per
mano tua sono morti molti stregoni alcuni dei quali indispensabili al
Regno!” - disse uno dei Consiglieri più anziani.
“E cosa volete fare, adesso? Bandirmi?” - li
sfidò Samuel.
Il Consigliere scosse la testa: “No, Samuel! Tu sei
condannato a morte immediata!” - tuonò.
Samuel fece un passo indietro: “Cosa? Voi non
potete!” - disse.
“Certo che possiamo!” - risposero i Consiglieri in
coro.
“Prendiamolo!” - gridò Victor.
Samuel cominciò a correre, ma la sua fuga durò
poco.
Il vampiro Damon si era ripreso dal suo letargo e gli si era parato
davanti.
“Lasciami passare!” - gli sibilò.
“Chi viene condannato nel Regno muore nel Regno!” -
disse Damon - “Sei stato condannato, Samuel!”.
Samuel fece un passo indietro, ma Victor lo bloccò.
Samuel era stato accerchiato.
“L’unica cosa che non capisco è
perché Bonnie è dovuta morire perché
tutti capissero!” - disse Damon - “Ma almeno adesso
ti ucciderò senza nessun intralcio!”.
Damon gli afferrò violentemente le spalle e estrasse i
canini.
Stava per piombargli sul collo, quando qualcuno lo fermò.
Samuel sorrise.
“Aspetta, vampiro!” - disse Victor.
Damon lo guardò furioso: “Cosa vuoi?” -
ringhiò.
Victor fece un passo indietro.
“Beh….pensavo che…si, insomma, se i
Coniglieri sono d’accordo potremmo fare lo
Scambio!” - balbettò il bibliotecario.
Il sorrise di Samuel si spense e cominciò ad agitarsi:
“No, per favore, no!” - si lamentò.
Damon, vista la sua reazione, chiese:
“Cos’è lo Scambio?”.
Katie si fece avanti sorridendo.
“Ma certo! E’ un’idea fantastica
Victor!” - disse la strega.
Damon la guardò: “Cos’è lo
Scambio?” - ripetè.
“Lo Scambio è un incantesimo con il quale
è possibile dare la vita di uno stregone per poterne
resuscitare un altro!” - spiegò Victor.
“Cioè?” - fece Damon.
“Damon…una creatura magica muore quando perde
tutta la sua forza magica…” - spiegò
Katie.
“La luce che è uscita da Bonnie prima che
lei…” - disse il vampiro.
“Esatto! Ora…lo Scambio è un
incantesimo che permette di traferire la forza magica di uno stregone
in un altro stregone che ha già perso la sua! In poche
parole….è possibile prendere la forza magica di
Samuel e darla a Bonnie! Così facendo Bonnie, riavendo una
forza magica dentro di se, tornerà in vita e Samuel,
perdendo la sua forza magica, morirà!” -
spiegò Katie.
“Bonnie tornerà a vivere? Tornerà da
me?” - fece Damon.
La strega annuì.
Damon guardò Victor: “Fallo!” - disse.
Victor sospirò: “Vorrei, ma…non
posso!” - disse.
“Come hai detto, scusa?” - chiese Damon, infuriato.
“Damon…l’incantesimo dello Scambio
è troppo Potente per dei semplici stregoni come me, Victor e
la maggior parte di quelli che vedi qui! Gli unici che possono
farlo…che sono in grado di farlo….sono i
Consiglieri! Sono gli unici ad avere abbastanza forza ed esperienza per
fare un incantesimo del genere senza correre il rischio di
morire!” - spiegò Katie.
Damon guardò la strega, poi si voltò verso i
Consiglieri.
“Potete farlo?” - chiese.
Samuel sperava che dicesse di no, invece..
“Possiamo farlo e lo faremo!” - disse uno dei
Consiglieri.
“Preparate Samuel e Bonnie!” - ordinò un
altro Consigliere alle guardie.
Damon lasciò Samuel nelle mani di quattro guardie magiche
che lo sollevarono e lo incatenarono ad una delle due lastre di pietra
appena create dai Consiglieri.
Altre due guardie avevano sollevato il corpo morto di Bonnie e lo
avevano disteso sull’altra lastra di fianco alla sua.
Samuel si agitava cercando di liberarsi, ma quelle erano catene magiche
e gli era impossibile.
“No, non fatelo!” - gridava.
“Te lo sei meritato!” - tuonò Damon.
Un attimo dopo i Consiglieri si riunirono a cerchiò intorno
alle due lastre e, prendendosi per mano, cominciarono la loro litania.
Una lancia di energia si materializzò dal nulla e si
conficcò prima nel cuore di Samuel per poi piegarsi di lato,
come se fosse un ponte di energia, e posarsi sul petto di Bonnie.
Le voci dei Consiglieri si levarono alte e un vento fortissimo
arrivò ululando dal cielo a scuotere ogni cosa.
Un dolore atroce si diffuse in tutto il corpo di Samuel nel momento in
cui il ponte di energia cominciava a risucchiare la sua forza magica
per trasferirla a Bonnie.
Furono attimi atroci in cui le voci e i volti di tutti coloro che erano
morti a causa sua gli si riaffacciarono alla memoria e gli tormentarono
la coscienza.
Quando Samuel chiuse gli occhi sapeva che era per l’ultima
volta.
Bonnie camminava in un corridoio lungo e buio, ma che, stranamente, non
le faceva paura.
Vedeva una luce dorata da lontano e le camminava incontro.
Era morta? Molto probabile.
C’era il tunnel, la luce dorata, la forza che la spingeva ad
andare avanti, il senso di pace e di appagamento…tutto
faceva presumere che fosse morta.
Chissà se sua nonna era lì ad
aspettarla…
Chissà se dall’alto avrebbe rivisto Damon e
vegliato su di lui…
Damon…lo amava così tanto ed era riuscita a
dirglielo prima di andarsene, di questo era certa anche se le sembrava
tutto un po’ sfocato.
Continuava a camminare e a camminare, ripensando a sua nonna.
< Sarai giovane e bella nella tua bara > le aveva detto.
Da quando stava con Damon aveva cominciato seriamente a credere che
quella frase avesse, per lei, un altro significato, ma a quanto pareva
no.
Lei sarebbe stata DAVVERO giovane e bella nella sua bara, ma almeno si
consolava dicendosi che non era morta invano…era morta per
salvare Damon….e questo era bello…ed era giusto.
La luce si avvicinava sempre di più.
Bonnie sorrise e si affrettò improvvisando una corsa.
Ma, tutt'a un tratto, tutto comiciò a tremare e la forza che
la spingeva ad andare avanti si trasfomò e
cominciò a trascinarla all’indietro.
Bonnie tentò di ribellarsi….cosa stava succedendo?
Un improvviso lampo di luce bianca la accecò e
sentì un grido.
Mentre veniva trascinata riuscì ad aprire gli occhi solo un
attimo, ma le bastò: vide Samuel che le passava di fianco,
era terrorizzato e anche lui veniva trascinato ma nella
direzione opposta alla sua, nella direzione verso la quale lei stava
andando pochi istanti prima.
L’ultima cosa che Bonnie vide fu Samuel che veniva
inghiottito dalla luce, ma la luce non era più
dorata…si era trasformata, si era trasformata ed era
diventata rosso sangue.
Bonnie aprì gli occhi di scatto e trasse un lungo respiro.
Aveva la vista appannata ed era confusa.
Una mano gelida le si posò sulla fronte e mille grida le
esplosero intorno.
Damon si chinò su di lei: “Sei viva!” -
le disse.
“Samuel è morto!” - disse Bonnie con
l’assoluta certezza che ciò che aveva appena visto
le era successo per davvero.
“E tu sei viva!” - ripetè Damon.
Per la prima volta da quando aveva riaperto gli occhi, Bonnie
guardò Damon.
Sorrise, felice.
“L’hai fatto tu?” - gli chiese incredula.
Damon sorrise e le rispose soltanto: “Ti amo
anch’io, streghetta!”.
NOTE:
Ciao a tutti!!!
Un grazie infinito per gli splendidi complimeti che mi avete fatto per
lo scorso capitolo e per avermi evitato il linciaggio!!!
Ma mi serviva qualcosa di veramente forte per far svegliere l'intero
Regno e quindi....la morte di Bonnie!!!
Comunque è davvero bello sapere che sono riuscita persino a
commuovere qualcuna di voi, per questo...grazie!!!
Allora....spero che questo capitolo vi sia piaciuto!!!
Samuel è morto!!!
Lo so che vi aspettavate che lo uccidesse Damon, ma per un grande
cattivo come lui che ci rompe le scatole da tre storie ho pensato che
ci volesse una morte in grande stile così l'ho fatto
praticamente uccidere dai suoi stessi alleati per aiutare proprio
coloro che odiava più di qualsiasi altra cosa....mi
è sembrato più giusto così e spero che
vi piaccia!!!
Vi confesso che scrivere la morte di Samuel è stato triste,
ma non fraintendetemi, non è stato triste perchè
mi dispiaceva per lui, anzi....è stato triste
perchè ho realizzato che la serie è davvero
giunta alla fine.
Quando in una storia muore il cattivo si è sempre arrivati
alla fine!!!
Vabbè...manca ancora un capitolo + l'epilogo!
Capirete che adesso le cose nel Regno sono parecchio disastrate quindi
mi servirà un pò di spazio per mettere un
pò d'ordine e poi credo che, dopo il discorso di Katie,
anche Bonnie voglia dire la sua!!!
A giovedì....BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** Capitolo ventitreesimo ***
Capitolo
ventitreesimo
I
sette soli svettavano alti nel cielo limpido di Kemet e brillavano come
mai avevano fatto.
Bonnie li guardava assorta dalla finestra della camera che le era stata
assegnata per la notte all’interno del Palazzo del Consiglio.
Stava ripensando a quello che le era accaduto.
Era morta e poi era tornata….ancora non riusciva a crederci
nonostante ricordasse perfettamente il dolore, il tunnel, la luce e poi
Samuel che veniva trascinato via.
Le avevano sommariamente spiegato cosa era successo dopo che Samuel
l’aveva colpita, le avevano raccontato del discorso di Katie
e di come tutti gli altri Consiglieri e tutti gli altri stregoni del
Regno si fossero arresi davanti all’evidenza delle cose e si
fossero ribellati a Samuel.
Certo, da parte degli stregoni tutta quella cortesia e tutte quelle
facce sorridenti che le avevano mostrato da quando era
“ritornata” erano strane, ma a Bonnie sembravano
sincere…..era come se tutti stesero sercando di
farsi perdonare per quello che avevano fatto e sostenuto per colpa di
Samuel.
Ma era anche vero che le cose non potevano cambiare da un momento
all’altro, per questo adesso Bonnie era in attesa che la
riunione del Consiglio cominciasse.
La riunione era stata fissata il giorno prima e, da quanto aveva
capito, si sarebbe discusso degli ultimi avvenimenti.
Una cosa era certa: agli stregoni piaceva parlare.
“Puoi dirlo forte, streghetta!” - Damon era appena
sbucato fuori dal nulla e se ne stava seduto ai piedi del letto con un
sorriso soddisfatto sulle labbra.
“Hai avuto una bella mattinata o sbaglio?” - gli
chiese curiosa, voltanosi verso di lui e appoggiandosi con le mani al
bordo della finestra.
“Direi proprio di sì! Me ne sono andato in giro
per il Regno, completamente indisturbato, e ad ogni passo
c’era sempre qualcuno che mi salutava dicendo <
Buongiono, vampiro Damon > e facendo un mezzo inchino davvero
molto elegante!” - raccontò Damon.
“Si inchinavano?” - chiese incredula Bonnie.
“Ehi, guarda che sono una celebrità adesso,
anzi…..SIAMO delle celebrità! Pensa che si
inchinavano anche con l’inglesino! Certo non lo chiamavano
per nome, ma come puoi biasimarli? < Lucas > è
un nome piuttosto insignificante!” - rispose Damon.
L’incredulità di Bonnie crebbe.
“Lucas? Che c’entra Lucas con la
tua….mmmh…passeggiata?” - chiese Bonnie.
“E’ venuto con me!” - rispose Damon con
un’alzata di spalle.
“E’ venuto con te?” - fece Bonnie.
“Sì! L’ho chiesto anche a Stefan di
venire, ma ha detto che voleva passare un po’ di tempo con
Elena visto che adesso devono separarsi, così l’ho
lasciato dov’era!” - rispose il vampiro.
Bonnie si staccò dalla finestra e si avvicinò a
Damon, parandoglisi davanti.
Damon alzò lo sguardo per incontrare i suoi occhi che lo
fissavano insistentemente.
“Che c’è?” - le chiese.
“Che c’è?!?” - disse Bonnie -
“Damon….tu questa mattina sei andato da Lucas e da
Stefan e hai chiesto loro di uscire con te!”.
“Stefan non è venuto!” -
ribattè Damon.
“Sì, ho capito! Ma l’importante non
è chi di loro due è venuto!
L’importante è che tu, Damon, sei andato di tua
spontanea volontà e chiedere a loro due di venire con
te!” - spiegò Bonnie - “Adesso manca
soltanto che tu mi venga a dire che hai invitato anche Matt e siamo
apposto!”.
“Mutt? Io non inviterei mai Mutt a venire con me!”
- fece Damon.
“Mai dire mai!” - disse Bonnie - “Chi
l’avrebbe mai detto che tu te ne saresti andato in giro con
Lucas!?!”.
“Beh…adesso non parlarne come se fossimo diventati
amici! Io e l’inglesino non saremo mai amici!” -
disse Damon.
Bonnie sorrise.
“Mai dire mai!” - disse.
Damon la guardò divertito e l’attirò a
se afferrandole i fianchi.
“Smettila con questo < Mai dire mai
>!” - le disse.
Questa volta Bonnie rise apertamente e si chinò a lasciargli
un leggero bacio a fior di labbra.
Bussarono alla porta.
“Vado io!” - disse, precipitandosi ad aprire.
Katie e Stefan entrarono salutando.
“E’ giunta l’ora!” -
annunciò Katie - “Sta per cominciare la riunione!
Ci sono già tutti, manchiamo soltanto noi!”.
“Gli altri?” - chiese Bonnie.
“Lucas, Elena, Matt e Meredith sono tornati al pensionato
poco fa, come avevamo stabilito! Prenderanno l’altra strega e
la rimanderanno qui!” - rispose Stefan.
“Bene! Allora andiamo! Non vorrete mica far aspettare i miei
fan?” - fece Damon raggiungendoli all’entrata.
“I tuoi fan?” - chiese Katie.
“Già! Damon si è montato la testa da
quando è nel Regno!” - disse Bonnie.
“Damon si è montato la testa da quando
è nato!” - la corresse Stefan.
A Katie scappò un risolino.
“Fratellino caro, il fatto che oggi sono di buonumore non ti
autorizza a prendermi in giro perché il buonumore potrebbe
anche passare e allora sai bene cosa ti succederebbe!” - fece
Damon.
“Sì, sì, si…..mi ficcherai
un paletto dritto nel cuore e mi infliggerai una morte lenta e dolorosa
bla, bla, bla! Lo conosco a memoria il copione!” - rispose
Stefan avviandosi verso la Sala del Consiglio.
Damon sembrava sconvolto.
“Ma l’hai sentito?” - chiese a Bonnie.
Bonnie trattenne a stento una risata e rispose con una semplice alzata
di spalle.
Il ritorno nel mondo umano fu strano.
Più in generale, tutta la mattinata di Lucas fu strana a
cominciare dalla sua uscita con Damon.
In fondo non era andata per niente male e Lucas, quando in seguito si
era messo a ricordare le intere due ore trascorse con l’altro
vampiro, aveva capito che per lui il segreto per andare, in un certo
senso, d’accordo con Damon era non fare caso a tutte le sue
prese in giro e non parlare di Bonnie nemmeno sotto tortura.
Per tutta la mattinata, infatti, Lucas aveva evitato accuratamente
l’argomento e Damon aveva fatto lo stesso, garantendo ad
entrambi una piacevole passeggiata per il Regno Magico.
Ma, come già detto, era stato strano…veramente
strano, soprattutto se si considerava il fatto che l’ultima
volta che aveva avuto un faccia a faccia con Damon era stato prima
della battaglia contro Samuel e, in quell’occasione, Damon
non si era di certo risparmiato in quanto a minacce.
“Oddio, quanto mi è mancato il
pensionato!” - esclamò Elena afferrando la mano di
Meredith per poi cominciare a correre verso la porta
dell’edificio poco distante.
“Spero che vada tutto bene nel Regno!” - Matt lo
sorprese con la sua frase.
“Certo che andrà tutto bene, perché non
dovrebbe? Adesso che Samuel è morto non
c’è più pericolo per Bonnie!”
- rispose Lucas.
Matt non disse nulla, guradava in basso.
Fu solo ad un passo dall’entrata, quando Matt alzò
gli occhi nella sua direzione che Lucas capì.
“Tu intendevi dire che speri che, adesso che nel Regno
è tutto sistemato, non costringano Katie a restare
lì per sempre, vero?” - disse Lucas.
Matt sospirò abbassando lo sguardo.
Lucas gli mise una mano sulla spalla: “Vedrai che lei
tornerà! Ne sono sicuro!” - gli disse.
“Grazie!” - sussurrò Matt.
“Adesso andiamo! Abbiamo una strega da rimandare a
casa!” - disse Lucas.
Matt aprì la porta del pensionato e si ritrovarono la strada
bloccata da Elena e Meredith che stringevano la povera signora Flowers
in un abbraccio stritolatore.
“Lasciatela, così le fate male!” - disse
premuroso Matt.
“Oh, cari ragazzi!” - disse la signora Flowers.
Matt sorrise e abbracciò l’anziana donna.
“E’ un piacere rivederla signora
Flowers!” - la salutò Lucas.
La donna gli sorrise e gli sfiorò il viso in una carezza
gentile.
“Vi vedo felici, quindi suppongo che sia andato tutto per il
meglio!” - disse la signora Flowers mentre si accomodavano in
salotto.
“Sì, è andato tutto apposto!”
- la rassicurò Matt.
“Adesso, però, noi dovremmo…”
- disse Elena indicando la porta della cantina.
La signora Flowers battè le mani.
“Certo, certo! Andate pure!” - disse loro.
Lucas scese a velocità di vampiro in cantina e
trovò la strega Susan ancora legata alla sua vecchia sedia.
Quando lo vide strabuzzò gli occhi.
Lucas ricordò la minaccia che Katie aveva fatto alla strega
e si affrettò a dire: “Non preoccuparti, non sono
venuto per ucciderti! Sono venuto per rispedirti nel Regno!”
- la afferrò e la riportò velocemente
di sopra.
La strega si dibatteva.
Lucas la mise giù e la lasciò libera.
La strega Susan si portò velocemente all’altro
lato della stanza.
“Samuel vi ucciderà per quello che mi avete
fatto!” - disse.
“Samuel è già morto!” -
rispose Elena.
La strega impallidì.
Lucas le lanciò il suo sacchetto con altra polvere magica.
“Prendi!” - le disse - “Tornatene a casa!
Non spaventarti troppo se ci saranno dei cambiamenti!”.
La strega non se lo fece ripetere due volte e, continuando a fissarli,
aprì velocemente il portale che la riportò nel
Regno Magico.
“Beh…adesso dobbiamo soltanto aspettare che
rientrino gli altri!” - disse Elena.
“Già, adesso però sarà
meglio che…” - cominciò Lucas, ma un
rumore nell’altra stanza lo interruppe.
“Cos’è stato?” - chiese Matt.
Lucas sentiva distintamente il battito di un altro cuore provenire
dall’ingresso.
“C’è qualcuno di
là!” - rispose.
Si avviarono lentamente e silenziosamente verso la porta principale.
Appena arrivati, Lucas fece appena in tempo a vedere il nuovo arrivato
che Meredith lanciò un urlo e si precipitò ad
abbracciarlo.
Lucas era confuso.
“Chi è?” - chiese.
“Tu non lo hai mai incontrato di persona, ma ne hai sentito
parlare!” - disse Matt sorridendo.
“Aspetta! Quindi quello è…” -
fece Lucas.
“Alaric è tornato, finalmente!” -
confermò Elena.
Fino a quel momento avevano partecipato a numerose riunioni del
Consiglio, ma non si erano mai trovati sul palco d’onore.
Era una bella sensazione.
La Sala era illuminata come non lo era mai stata, numerosi fiori
disposti tutt’intorno profumavano l’aria e la gente
che vi era ammassata era allegra e divertita.
A Bonnie sembrava un mondo completamente diverso.
Loro si trovavano sul palchetto dove, fino a poco tempo prima,
c’erano i troni di Samul e di Samia.
Per l’occasione erano state montate quattro poltrone
comodissime, una per ognuno di loro.
Davanti a loro, invece, c’erano i troni su cui sedevano i 7
Consiglieri rimasti e il bibliotecario Victor sedeva su di una
poltroncina appartata a metà strada tra loro e i Consiglieri.
Quando uno dei Consiglieri si alzò, il brusio allegro della
folla circostante si zittì.
“Salve! Io sono il Consigliere Paul! Sono il portavoce del
Regno Magico in questa Assemblea!” - si presentò.
“Salve Consigliere!” - rispose Katie per tutti loro.
L’uomo sorrise.
“Vorrei cominciare chiedendovi scusa…in
particolare a te, strega Bonnie, e a te, vampiro Damon, per tutto
quello che avete dovuto passare per via di Samuel!” -
cominciò - “Capisco se voi non avete
più fiducia nel nostro amato Regno, ma vorrei farvi presente
che non tutti siamo come Samuel! Il discorso che la giovane Katie ha
fatto ieri ci ha aperto gli occhi non solo riguardo Samuel, ma anche
riguardo noi stessi e la nostra chiusura verso quel mondo che diciamo
di proteggere! Non ci siamo mai resi conto di questo controsenso fino a
che voi non ce lo avete mostrato!” - disse.
“Noi accettiamo le vostre scuse e vi assicuro che sappiamo
che non siete tutti come Samuel!” - disse Bonnie.
“Sì, voi avete dimostrato di comprendere le cose
della vita molto più di noi!” - rispose il
Consigliere Paul.
“Non si tratta di comprendere la vita, ma di vivere la vita!
E’ diverso!” - lo corresse Bonnie - “Se
non conoscete di persona il mondo umano e tutti gli esseri viventi e
non che ci vivono non potete dire di capirli e tantomeno potete
giudicarli e condannarli perché, come voi, anche loro non
sono tutti uguali!” - continuò -
“Vedete….durante tutta questa storia io ho provato
un sacco di confusione perché non riuscivo a capire che
motivo avevate per avercela con me o con Damon. Ma poi ho capito!
Samuel continuava a ripetere quella storia dei druidi, ma io ho capito
che la ragione per la quale ci perseguitava non era questa! E quando
lui mi ha…beh..uccisa…ho avuto la conferma di
quello che già pensavo: lui non voleva me….non ha
mai voluto me…..lui voleva uccidere Damon e poi voleva
uccidere Stefan perché sono vampiri e voleva uccidere me e
poi anche Katie e tutti i miei amici perché noi eravamo
dalla parte dei vampiri! E non faceva nessuna differenza il fatto che
sia Stefan che Damon avessero dimostrato spesso che tutte le vostre
teorie sui vampiri fossero sbagliate…a lui non importava,
come non importava a voi, perché loro sono
vampiri!” - continuò Bonnie, alzandosi -
“Voi avete vissuto per secoli nella vostra convinzione che
noi siete le creature magiche e che dovete uccidere a priori tutte le
creature oscure senza nemmeno conoscerle solo perché alcuni
di loro non si fanno scupoli ad uccidere! E’
vero…alcune creature oscure uccidono per puro divertimento
senza curarsi di chi sia la persona che muore, ma questo non significa
che anche voi dobbiate fare lo stesso...soprattutto da momento che voi
vi proclamate come i buoni della situazione! Se siete davvero i
buoni…allora dovete comportarvi diversamente, dovete
comportarvi con lealtà e bontà! Dovete capire e
conoscere prima di fare qualsiasi altra cosa!” - prese una
pausa - “Durante gli ultimi anni ne ho viste di cose
terribili...demoni, fantasmi, vampiri antichi...ed ogni volta loro
hanno ucciso persone su persone, ma questo non mi ha cambiata e non ha
cambiato il fatto che prima di condannare qualcuno io mi fermo a
riflettere su chi sia quel qualcuno…e sapete
perché lo faccio? Perché, fin da bambina, mia
nonna mi ha insegnato qualcosa che le famiglie druide del Regno Magico
capirono molto tempo fa….cioè che non tutte le
creature oscure sono cattive così come non tutti gli
stregoni sono buoni! Lo so che può sembrare una frase fatta,
ma < non tutto è bianco o nero > esiste il
grigio nella vita e vi assicuro che basta che passiate un solo giorno
nel mio mondo per capire che di assolutamente bianco e di assolutamente
nero non esite quasi nulla…..è quasi tutto grigio
là fuori e vi dico che è quasi tutto grigio anche
qui dentro, solo che voi non riuscite ancora a vederlo
perché non avete idea di cosa sia il grigio!” -
altra pausa - “Voglio dirvi cosa rappresenta il grigio per
me! Per me il grigio è la libertà di scelta!
Perché essere assolutamente bianchi o essere assolutamente
neri significa essere assolutamente buoni e non sbagliare mia o essere
assolutamente cattivi e non fare mai nulla di buono e quasto non
è naturale per nessuno! Essere grigi, invece, significa che
abbiamo dentro di noi una parte bianca e una nera e che sta a noi
scegliere quale delle due far prevalere!Io ho scelto di far prevale
quella bianca e anche voi dovreste farlo! Ma prima dovete capire e
accettare il grigio, dovete combattere per il grigio! Siate
forti….combattete per il grigio! Vi assicuro che ne
varrà la pena!” - concluse.
Damon si alzò e le si avvicinò stringendole la
mano.
Stefan li raggiunse sorridendole e Katie le sussurrò:
“Sono fiera di te!”.
E anche Bonnie si sentiva fiera di se stessa.
Il silenzio che era calato nella Sala continuò per ancora
qualche tempo, poi il Consigliere Paul si fece avanti e
gridò: “Combattiamo per il grigio!”.
La folla esplose in mille applausi e grida.
Bonnie sorrise e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Circa un’ora dopo erano riuniti nel cortile del Palazzo,
pronti per tornare a casa.
Il Consigliere Paul era con loro.
“Adesso cosa succederà nel Regno?” -
chiese Katie.
“Adesso dobbiamo riassestarci! Ci saranno dei
cambiamenti!” - disse il Consigliere.
“Avete già scelto che rimpiazzerà
Samuel come Consigliere superiore?” - chiese Stefan.
“Sì!” - sopraggiunse Victor -
“Il Consigliere Paul ha avuto una promozione!” -
disse.
Il nuovo Consigliere superiore sorrise imbarazzato.
Katie si congratulò con lui: “Sono molto felice
per lei!” - disse.
“Sì, si, ma non sono il solo che è
stato promosso! Anche Victor è entrato nel Consiglio al
posto di Hugh!” - disse il Consigliere Paul.
“Avete deciso un bel po’ di cose in una sola
mattina!” - commentò Damon.
“Già, e non è finita qui!” -
disse Victor - “Il discorso di Katie ci ha ispirato
così abbiamo deciso di rivoluzionare completamente il
Regno!”.
“Sì, abbiamo deciso di liberare dalle guardie
tutte le stazioni magiche che collegano questo mondo con il vostro in
modo che qualsiasi stregone possa venire nel mondo umano senza
problemi! Potranno anche vivere lì se vorranno! Gli
insegnanti dell’Accademia che parleranno di creature oscure
dovranno prima avere un’educazione adeguata vivendo nel
vostro mando a contatto con le vere creature oscure! E, ovviamente,
parleremo di tutta questa storia e del grigio!” - disse il
Consigliere Paul.
“E non esisteranno più Sedentari e Cacciatori! Da
oggi in poi tutti potranno scegliere di essere ciò che
vogliono essere e di vivere secondo la loro
volontà!” - aggiunse Victor.
Bonnie stava per piangere di nuovo.
“E’ magnifico!” - disse.
“E ovviamente voi sarete i benvenuti ogni volta che lo
vorrete!” - disse Victor.
“Scusate, allora, se non torneremo molto presto! Ma,
sapete….i ricordi non sono fantastici!” - disse
Damon.
“Certo, vi capiamo! Ma sappiamo anche che con voi vampiri
tutto può accadere…dopotutto che siete eterni
è vero!” - rispose Victor.
“Per quanto riguarda te, Katie….ovviamente anche
tu potrai tornare qui, se lo vorrai!” - disse il Consigliere
Paul.
“Grazie, ma…ecco…preferirei essere la
prima strega che si trasferisce fuori dal Regno di sua spontanea
volontà!” - rispose Katie.
I due Consiglieri annuirono, comprensivi.
“Bene…allora…andiamo! Ci
aspettano!” - disse Stefan.
“Sì! Tra poco tornerà la
strega Susan!” - disse Katie.
“Ce ne occuperemo noi!” - rispose Victor sorridendo.
Questa volta non ci fu bisogno della polvere magica perché
Victor e Paul aprirono uno dei loro portali.
Quando lo attraversarono Bonnie, guardando i due Consiglieri che li
salutavano, avvertì un moto di speranza nascerle nel cuore.
“E’ davvero successo tutto questo?” -
esclamò, sconvolto, Alaric -
“Insomma…Stefan e Damon sono stati fatti
prigionieri, sono stati condannati, avete lottato, Bonnie
è…morta e poi è tornata?
Davvero?”.
Meredith annuì.
“Sembra così assurdo!” -
commentò Alaric.
“Eppure non lo è!” - rispose Meredith.
Erano in salotto, seduti sul divano e Meredith gli aveva appena
raccontato tutto quello che era successo sotto lo sguardo attento di
tutti gli altri.
Alaric si voltò verso di lei e le prese le mani.
“Anche se non sapevo cosa stava succedendo ero in ansia per
te!” - le disse.
“Ma adesso è tutto finito!” - disse
Meredith.
“Beh…adesso potete sposarvi!” -
intervenne Matt guadagnandosi una gomitata da Elena e imbarazzando sia
Meredith che Alaric.
Ma Alaric si riprese presto e disse: “Matt ha
ragione!”.
Meredith sorrise: “Quindi ci sposiamo?”.
“Ci sposiamo!” - confermò Alaric.
Il portale si aprì direttamente nel giardino posteriore del
pensionato.
Fortunatamente Stefan la aiutò a non cadere precipitosamente
a terra.
“Bentornati a casa!” - cantilenò Damon.
Katie si ritrovò a sorridere guardando il giardino e
pensò a Matt.
Stefan le si avvicinò: “Perché non
corri dentro?” - le sussurrò.
Katie non se lo fece ripetere due volte e corse.
Pochi secondi dopo spalancò la porta e volò tra
le braccia di Matt.
“Siete tornati!” - disse Elena correndo incontro a
Stefan.
“Sei tornata!” - le disse Matt.
Katie si sorprese.
“Perché? Ne dubitavi?” - gli chiese.
Matt, timidamente, annuì: “Adesso che le cose
vanno bene nel Regno…” - disse.
“Beh, loro mi hanno offerto di tornare a vivere
lì, ma io ho rifiutato! Vedi…ho
pensato…mmmh…che, se per te va
bene…potrei stabilirmi qui!” - rispose Katie.
Matt si illuminò e sorrisse.
“Certo che va bene! E’ perfetto!” - le
disse poi la strinse a se e la baciò.
“Oddio, che schifo! Guardate…anche i Mutt danno i
baci!” - fece Damon.
“Ne parli come se fosse una cosa e non una
persona…i Mutt!” - disse Bonnie.
“Perché tu Mutt lo ritieni una persona?”
- rispose Damon.
Bonnie scosse la testa.
Meredith si avvicinò sorridendo.
“E’ tornato Alaric!” - disse.
Bonnie sorrise: “Lo vedo!”.
“Ci sposiamo!” - fece Merdith.
“Sai che novità!” - intervenne Damon.
NOTE:
Ciao a tutti!!!
Grazie tante per tutti i bellissimi complimenti al capitolo
precedente....vi giuro che ho pianto anch'io leggendo quello che avete
scritto!
E' una sensazione meravigliosa sapere di riuscire a far provare a chi
legge esattamente la stessa emozione che provi tu nello
scrivere...quindi...GRAZIE!!!
Ormai siamo giunti alla fine.....domenica sera posterò
l'epilogo!!
In questo capitolo, come vi avevo già detto, non succede
nulla, c'è solo una specie di chiarimento tra il Regno
Magico e il nostro gruppo!!!
Mi è sembrato giusto far risolvere la cosa soltanto a
Bonnie, Damon, Stefan e Katie visto che sono loro quelli che l'hanno
cominciata!!!
Beh...spero vi sia piaciuto.....vi aspetto domenica con l'epilogo
dell'intera serie....BACIONI....IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** Epilogo ***
Epilogo
Un anno dopo….
La vita a Fell’s Church era stranamente tranquilla da circa
dodici mesi.
Fatta eccezione per qualche vampiro in vena di scherzi che arrivava con
la pretesa di mandare tutto a rotoli, ovviamente.
Ma, in quei casi, di solito si risolveva tutto o con Damon, Stefan e un
paio di morsi oppure ci pensavano Bonnie e Katie con qualche
incantesimo.
Fatto sta che ogni cosa sembrava essere tornata a posto.
Il Regno Magico, sotto la guida del Consigliere superiore Paul, era
tornato ad essere un posto pacifico e sereno in cui Bonnie tornava
volentieri di tanto in tanto per imparare qualche incantesimo, anche
se, visti i suoi poteri, non ne aveva bisogno.
L’ex bibliotecario Victor le aveva spiegato che la teoria
formulata da Damon circa i suoi poteri magici era esatta e che era
proprio grazie alla sua discendenza che poteva piegare la magia al suo
volere senza nessuno sforzo.
Infatti, a detta di Victor, nessuno stregone aveva il pieno controllo
sulla magia, ma era la magia a controllare loro. Quindi gli esseri
magici, utilizzavano gli incantesimi come se fossero una sorta di
preghiere per chiedere alla magia di fare qualcosa per loro. Ma per
Bonnie le cose erano diverse in quanto discendeva dai veri capostipiti
della razza magica, cioè da coloro che, secoli addietro,
erano riusciti a piegare la forza magica alla loro volontà,
controllandola completamente.
Bonnie non ricordava di aver mai vissuto un periodo così
tranquillo e felice in tutta la sua vita.
Era una ragazza giovane e in salute, una strega potentissima e aveva un
gruppo di amici fidati che le volevano bene, per non parlare di
Damon….dal quale si sentiva amata ogni giorno di
più.
La vita le sorrideva e lei sorrideva alla vita e, se c’era
una cosa che aveva imparato dalla lotta contro Samuel era proprio
valorizzare ogni giorno e ogni cosa.
Così si ritrovava a sorridere per ogni minima sciocchezza e,
persino quando le persone intorno a lei perdevano le staffe, Bonnie
cercava di essere ottimista.
Inoltre, doveva ammettere che la nuova allenaza tra loro e il Regno
Magico aveva anche giovato al turismo di Fell’s Church.
Circa una volta al mese, infatti, un gruppo di stregoni si presentava
alla sua porta per conoscere lei e per parlare con Katie e vedere di
persona com’era la sua nuova vita con amici vampiri.
Ma la vera attrazione era Damon….
Tutti venivano per conoscere quello che, ormai, era diventato per loro
‘il vampiro piangente’.
Damon lo detestava e si lamentava in continuazione arrivando anche a
minacciare gli ospiti, ma loro non si scoraggiavano e, memori di
ciò che avevano visto con i loro occhi nella piazza di
Kemet, continuavano a tornare e a ritornare.
Bonnie trovava la cosa piuttosto comica.
Rise tra se, scuotendo la testa e tornando a guardarsi allo specchio,
concentrandosi sulla difficile sfida che stava affrontando: chiudere la
chiusura lampo del suo vestito da damigella.
Era un mattino d’estate.
Quel giorno Meredith sarebbe convolata a nozze con Alaric,
così, dietro richiesta di Bonnie, Damon aveva messo da parte
la sua avversione per il sole lasciandolo libero di brillare alto nel
cielo azzurro.
Mancava poco più di un’ora alla cerimonia a Bonnie
stava facendo di tutto per affrettarsi.
C’era voluto così tanto tempo e impegno per
organizzare quel matrimonio…. Conciliare gli impegni di
tutti gli invitati, ma soprattutto quelli di Alaric, non era stata cosa
facile, ma alla fine ci erano riusciti e lei non aveva nessuna
intenzione di perderselo per via del suo stupidissimo vestito.
“Ahhh…Cavoli!” - esclamò dopo
l’ennesimo tentativo andato a vuoto.
Diede un’ultima occhiata al trucco e ai capelli e decise di
andare a cercare Damon.
Dopotutto….che cosa ce l’aveva a fare la sua
superforza da vampiro se non poteva aiutare la sua fidanzata?
Uscì dal bagno e scese le scale per il piano di sotto.
Trovò Damon in salotto, accanto al camino spento che
mugugnava qualcosa rivolto ad un pezzo di carta che stava leggendo.
Bonnie si fermò a guardarlo.
Aveva indossato il completo elegante che Meredith aveva imposto a lui a
Stefan e a Matt, ma non senza una piccola variante ovviamente.
Era stato così insistente e così sfiancante che
alla fine anche la sua imperturbabile amica si era arresa e gli aveva
permesso di sostituire la camicia bianca con una nera.
Certo…si era lamentata che sarebbe stato l’unico
invitato ad un matrimonio che si vestiva come un becchino, ma Damon era
Damon e le aveva risposto che non doveva preoccuparsi di nulla
perché tanto sarebbe stato bello lo stesso e le aveva
caldamente consigliato di occuparsi del suo futuro maritino se non
voleva farlo sfigurare mettendolo a confronto con lui.
Bonnie in quel momento aveva scosso la testa, ma adesso doveva
ammettere che il suo vampiro aveva perfettamente ragione.
“Non riesco a crederci…questo tizio è
fissato!” - esclamò Damon ad alta voce.
“Di chi stai parlando?” - chiese lei.
Damon si voltò a guardarla e, dopo un attimo di silenzio,
ammiccò.
“Streghetta, vuoi far sfiguare la sposa oggi?” - le
chiese.
Bonnie gli andò incontro, con le guance rosse.
“Beh…è strano….poco fa
pensavo la stessa cosa di te!” - disse
-“Riferita allo sposo, ovviamente!” - aggiunse.
“Ovviamente!” - fece Damon continuando a fissarla
dritta negli occhi.
Bonnie sorrise a disagio: era incredibile che dopo tutto quel tempo le
facesse ancora quall’effetto.
Si voltò di spalle e si alzò i capelli su una
spalla.
“Mi aiuti? Non ci riesco da sola!” - disse
riferendosi alla chiusura lampo.
Damon non rispose, ma Bonnie sentì le sue mani fredde che le
accarezzavano la schiena, chiudendo il vestito.
Quando la chiusura lampo fu a posto, Damon le poggiò le mani
sulle spalle e le lasciò un bacio alla base del collo.
Bonnie lasciò andare i capelli e tornò a
guardarlo.
“Grazie!” - disse.
“Perché non usi la magia per fare queste
cose?” - le chiese Damon.
“Perché se uso i miei poteri per fare tutto alla
fine non sarò più in grado di fare
niente!” - rispose Bonnie.
Damon ci pensò su un attimo: “Ha senso!”
- sentenziò alla fine.
Bonnie tornò a spostare l’attenzione sul pezzo di
carta che Damon teneva in mano poco prima.
“Cos’è?” - gli chiese.
Damon riprese il foglio in mano.
“Ah, già….questo! E’
incredibile…..è fissato!” - disse.
“Fissato? Chi è fissato con cosa?” - gli
chiese curiosa.
Damon le diede il foglio.
“Guarda tu stessa!” - le disse.
Bonnie si rigirò il foglio tra le mani per alcuni secondi.
Era pesante per essere un semplice foglio di carta ed era ruvido.
Bonnie lesse ciò che c’era scritto:
Lucas
Peterson e Kyla Livingstone
Sono lieti di invitarvi al loro
matrimonio
Il giorno 10 Ottobre di questo stesso
anno
Presso il Palazzo del
Consiglio della città di Kemet, Regno Magico.
Si prega di confermare la presenza.
“Wow!” - esclamò.
“Già….wow! Questo tizio è
fissato con i matrimoni!” - fece Damon scuotendo la testa.
Bonnie continuava a guardare l’invito che aveva tra le mani.
Damon le si avvicinò e, prendendole il mento tra le dita, le
alzò la testa prendendo a guardarla insistentemente, con
occhi sospettosi.
“Che c’è?” - chiese Bonnie.
“Non hai nulla da dirmi?” - fece lui.
Bonnie era confusa.
“Tipo?” - chiese.
“Tipo che leggendo l’invito al matrimonio
dell’inglesino ti sei pentita di non averlo sposato e che
solo adesso ti stai rendendo conto che, infondo, tu non avresti mai
voluto concellare il vostro matrimonio!”- disse Damon.
“Ooooh certo! E, naturalmente, adesso sto anche pianificando
il modo migliore per far saltare il suo matrimonio!” - fece
Bonnie, ironica.
“Beh, potresti farlo! Tu sei una delle streghe più
potenti esistenti sulla faccia della terra, mentre Kyla è
sola una strega mediocre, nata e cresciuta nel Regno magico, che non
conosce nulla della vita, che è sempre vissuta nella
bambagia e che lui ha conosciuto poco meno di un anno fa mentre lei era
in visita al pensionato!” - disse Damon continuando a
fissarla ad occhi socchiusi.
Bonnie scosse la testa.
“Lo sai che sei paranoico, vero?” - fece, per poi
scoppiare a ridere.
Damon si allontanò di scatto e incrociò le
braccia al petto.
“Io, paranoico?” - fece.
Bonnie annuì: “Sì…insomma,
capisco che in passato tu non abbia avuto una vita sentimentale proprio
felice, ma andiamo….ormai avresti dovuto capirlo da un pezzo
che io sono innamorata solo ed esclusivamente di te!” - disse
allacciandogli le braccia al collo: “Oppure ti piace di
più quando devi contenderti le attenzioni della ragazza con
qualcun altro? Se vuoi posso trovarmi un altro bel ragazzo di cui
prendermi una cotta! Oppure…potrei innamorarmi di Stefan,
che ne dici?” - aggiunse.
“Potrei sbagliarmi, ma mi sembra di aver colto una
frecciatina nei confronti della nostra amica bionda!” - disse
Damon stringendole i fianchi.
“Elena sa che penso che il suo comportamento in passato non
è stato esattamente lodevole!” - rispose Bonnie.
“Stai dicendo che pensi che abbia sbagliato a lasciarmi
andare?” - fece Damon.
“No! Sto dicendo che penso che abbia sbagliato a giocare con
i sentimenti degli altri per così tanto tempo tenendo i
piedi in due staffe!” - rispose Bonnie - “Per
quanto riguarda te…sono decisamente felice del fatto che ti
abbia respinto…almeno così ti ho potuto avere
tutto per me!” - aggiunse.
Damon sorrise: “La mia streghetta egoista!” - disse.
“Andando con lo zoppo si impara a zoppicare!” -
rispose Bonnie a pochi centimentri dalle labbra del vampiro.
“Sbaglio o mi stai dando velatamente
dell’egoista!?!” - fece Damon.
“Togli pure il < velatamente >!” -
rispose Bonnie.
Un secondo dopo erano completamente persi in uno di quei baci che a
Bonnie toglievano completamente il respiro e che le facevano mancare la
terra sotto i piedi facendola sentire in paradiso.
La cerimonia era stata commevente.
Bonnie, prevedibilmente, aveva pianto come una fontata tutto il
tempo….meno male che aveva deciso di non mettere troppo
trucco.
Per la festa Damon aveva, sempre sotto richiesta di Bonnie,
generosamente concesso a Meredith e ad Alaric di portare tutti gli
invitati nel fitto del bosco dove lui avrebbe usato la sfera magica che
Katie aveva creato per far si che lui e Bonnie potessero avere un posto
segreto che solo loro potessero raggiungere.
Bonnie gli era veramente grata e lo guardava con orgoglio e
soddifazione.
Damon si limitava a scuotere la testa e a tenere tutto sotto controllo
per evitare che, come continuava a ripetere ogni tre secondi, qualcuno
perdesse la testa per mano sua per aver rovinato anche solo una pianta.
Erano sulla riva del piccolo lago quando vennero raggiunti da Elena,
Stefan, Matt e Katie.
“Avete ricevuto anche voi l’invito di
Lucas?” - esordì Elena.
“Sì, certo! Sono molto felice per lui!”
- rispose Bonnie.
“Anch’io!” - intervenne Matt -
“Adesso spero solo che non arrivi un terzo incomodo a
rovinargli il matrimonio!” - aggiunse guadagnandosi una
gomitata da parte di Katie.
Damon si voltò a fissarlo negli occhi.
“Allora…Mutt! Io non ho rovinato il matrimonio di
Lucas e Bonnie! Quel matrimonio era già rovinatao in
partenza! Anzi…sai che
c’è?…ho fatto un favore a tutti
intervenendo prima che si sposassero altrimenti ti assicuro che la
streghetta non ci avrebbe messo poi molto a tradirlo con il
sottoscritto!” - disse il vampiro.
Bonnie strabuzzò gli occhi.
“Damon!” - lo richiamò - “Mi
stai dando della traditrice!”.
Damon si voltò a guardarla.
“Streghetta lo hai detto tu stessa che quello che provavi per
Lucas non era niente in confrono a quello che provi per me!”
- le disse - “E poi devo forse ricordarti quello che
è successo tra me e te prima che tu e l’inglesino
rompeste!?!” - aggiunse.
“Cosa? Bonnie!” - fece Matt.
Bonnie stava per difendersi, ma Damon la interruppe.
“Una sola parola, Bonnie: Bosco!” - fece.
“Bosco? Che è successo nel bosco quando eri ancora
fidanzata con Lucas?” - chiese curiosa Katie.
“Ok, si…ci siamo baciati! Ma è stato
solo quello….un bacio…soltanto un
bacio!” - rispose Bonnie.
“Soltanto un bacio?” - ammiccò Damon -
“Allora mi sa che devo ricordarti anche quello che
è successo, o meglio, che stava per succedere la sera in cui
Chen ci attaccò cioè la sera del tuo addio al
nubilato! Se quel cretino di un cinese non fosse arrivato tra noi due
sarebbe successo qualcosa di infinitamente più eccitante di
un bacio!”
Bonnie aprì a vuoto la bocca, senza emettere alcun suono.
La richiuse un istante dopo, abbassando lo sguardo, imbarazzatissima.
“Me la pagherai, Damon!” - disse.
“Non vedo l’ora! Adoro le tue punizioni!”
- rispose il vampiro.
Bonnie scosse la testa mentre Damon tornava a concentrarsi su Matt.
“Tornando a noi, Mutt…” - gli disse -
“La colpa della cancellazione del matrimonio non è
stata mia, ma del tuo caro amichetto Lucas! Se avesse imparato prima a
stare alla larga dalle ragazze che non gli appartengono, di sicuro non
sarebbe successo nulla e non avrebbe sofferto come un
cane….non che la cosa mi importi, ovviamente!” -
continuò.
“Parli di Bonnie come se fosse una
proprietà!” - fece Matt.
“Infatti! Lei è mia, Mutt!” - rispose
Damon.
Matt guardò Bonnie.
“E tu non dici niente?” - le chiese.
Bonnie alzò le spalle, si avvicinò a Damon e lo
baciò.
Le piaceva appartenere a lui.
“Prma di andare via Katie mi ha raccontato una storia che le
ha raccontato Victor qualche giorno fa!” - disse Bonnie.
La festa era finita e tutti gli invitati erano andati via, lasciando
lei e Damon da soli.
Adesso erano sdraiati sull’erba, abbracciati, tra margherite
bianche e papaveri rossi.
“Vuoi raccontarmela?” - fece Damon.
Bonnie si sistemò meglio, girandosi e tirandosi su con i
gomiti per guardare Damon dritto negli occhi.
Si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Allora….i Consiglieri, vista i cambiamenti che ci
sono adesso nel Regno, hanno deciso di mettersi a spulciare ogni
singolo libro della biblioteca di Kemet, anche quelli
segreti!” - cominciò - “Proprio pochi
giorni fa, Victor ha trovato un libro proibito davvero molto
interessante! Era stato scritto molti secoli fa, da una strega di una
famiglia druida durante la guerra civile nel Regno! Questo libro
è una specie di diario in cui lei, che era una Cacciatrice,
racconta che una giorno incontrò un vampiro
dall’animo buono e se ne innamorò
perdutamente!”.
“Una strega e un vampiro, eh? Mi sembra familiare!”
- la interruppe Damon.
“Beh…la strega e il vampiro si amavano
così tanto che desideravano stare sempre insieme e lasciare
le loro vite per creare una famiglia tutta loro!” -
continuò Bonnie.
Damon assottigliò lo sguardo.
Bonnie sorrise: “La strega e il vampiro ebbero un figlio
loro….biologicamente loro!” - disse.
“Cosa?” - Damon aveva strabuzzato gli
occhi, sorpreso - “Ma i vampiri non possono avere figli!
Noi…siamo morti!”.
“Qunado c’è di mezzo la
magia…si può fare di tutto, Damon!” -
disse Bonnie.
“Che vuoi dire?” - le chiese lui.
“Per la strega e il vampiro il desiderio di avere un figlio
era diventato un’ossessione, ma sapevano che non potevano
concepirlo vista la natura di lui. Così lei ricorse
all’unica cosa che, forse, poteva
aiutarla…..” - fece Bonnie.
“La magia!” - finì Damon per lei.
“Esatto….la magia! La strega creò un
incantesimo sfruttando la forza delle stelle e, in particolar modo,
della stella polare!” - disse Bonnie - “Una notte
sussurrò l’incantesimo all’orecchio del
vampiro mentre loro due stavano…..hai capito, no?”
- continuò Bonnie - “Beh….nove mesi
dopo nacque un piccolo mezzo-vampiro!” - finì.
“E questa storia è vera?” - le chiese
Damon.
“Victor ha fatto delle ricerche e ha trovato conferma in
molti documenti della biblioteca! In
più….c’era scritto
l’incantesimo nel diario, incantesimo che Victor mi ha
inviato tramite Katie pensando che, forse, poteva esserci
utile!” - rispose Bonnie.
“E cosa è successo a quei tre?” - le
chiese lui.
“Beh…il bambino è cresciuto normalmente
come se fosse umano, poi, raggiunti i 18 anni si è
trasformato automaticamente in un vampiro! Il padre lo ha cresciuto
tenedolo con se…invece, la
madre….beh…lei è morta poco dopo aver
partorito!” - spiegò Bonnie.
“Che? Morta?” - fece Damon.
“Si..morta! Il Consiglio aveva intuito cosa stava facendo e
la perseguitava! Il vampiro capì che l‘unico modo
di rimanere insieme e fuggire era trasformarla!” -
raccontò Bonnie.
“E lo fece?”.
“Stava per farlo, ma il Consiglio Magico la trovò!
La strega capì che non ce l’avrebbero mai fatta a
fuggire insieme così si sacrificò per permettere
alla sua famiglia di salvarsi! Il Consiglio la uccise sul
posto ma il vampiro riuscì a scappare con il loro bambino e,
così, il Consiglio scoprì cosa realmente aveva
fatto solo molti anni dopo e quando cominciò ad indagare
ormai era troppo tardi perché il bambino era cresciuto ed
era diventato un vampiro a tutti gli effetti!” -
spiegò Bonnie.
“E’ terribile!” - commentò
Damon accarezzandole la schiena.
Bonnie annuì.
“Come si chiamavano il vampiro e la strega?” - le
chiese Damon.
Bonnie sorrise: “Non lo immagini?” - gli chiese.
Damon restò a fissarla per qualche istante poi la confusione
sparì dal suo sguardo e i suoi occhi si illuminarono.
“Raily e Jason! Come i bambini del tuo sogno!” - le
disse.
Bonnie sorrise: “Forse avevi ragione a dire che era una
premonizione!”.
Damon le accarezzò una guancia.
“Quindi noi due potremmo….rendere il sogno
realtà?” - le sussurrò.
“Ad una sola condizione!” - disse - “
Vedi…la data dellla notte in cui lei pronunciò
l’incantesimo è rimasta…come
dire….vincolata all’incantesimo stesso!
Quindi…soltanto una notte all’anno è
possibile…rendere il sogno realtà!”.
“Ok….e quale sarebbe questa data?” - le
chiese Damon.
“Il 25 Giugno!” - rispose Bonnie.
“Cioè questa notte!” - fece Damon
sorridendo.
Bonnie cominciò a disegnare con le dita strani ghirigori
sulla camicia di Damon.
Prese un profondo respiro.
“Allora…che ne dici? Saresti disposto a mettere la
testa a posto e a diventare papà?” - gli chiese.
Lui in risposta le afferrò i fianchi e capovolse le
posizioni, portandola sotto di se.
“E sentiamo….mia cara streghetta tu non avevi
detto che avevi un incantesimo da sussurrarmi
all’orecchio?” - le sussurrò sulle
labbra.
Bonnie sorrise e lo attirò a se.
La magia nell’aria era palpabile.
Continuarono a baciarsi dolcemente per un tempo che sembrò
infinito.
Quando Bonnie aprì gli occhi e guardò il cielo,
vide la stella polare svettare luminosa su di loro.
Passò una mano dietro la nuca del vampiro e gli
avvicinò le labbra all’orecchio.
Sussurrò lentamente l’incantesimo, godendosi le
carezze di Damon.
I fiori intorno a loro lasciarono il prato ed esplosero riempiendo
l’aria di un dolce profumo.
Una volta terminato l’incantesimo, Damon si voltò
a guardarla negli occhi.
“Ti amo, Bonnie!” - le disse.
E, in quel momento, nessun incantesimo, nessuna storia e nussun sogno
le sembrò più dolce e importante di quelle tre
semplici parole.
“Ti amo, Damon!” - rispose.
FINE
NOTE:
Care lettrici,
Circa un anno fa, curiosando su Internet, ho scoperto per caso questo
fantastico sito!
Ho comicniato a leggere storie su storie, passando qui ore ed ore delle
mie giornate.
Un giono, circa due mesi dopo, mi si formò in mente la pazza
idea di scrivere qualcosa di mio e pubblicarlo qui!
Vedete....io ho sempre adorato scrivere fin da quando la mia maestra
all'asilo mi mise una penna in mano, ma, essendo una persona
profondamente timida e introversa, sono sempre stata restia all'idea di
permettere al altre persone di leggere quello che scrivevo.
Ci ho messo un pò per decidermi a pubblicare qui e credo
che, alla fine, ciò che mi ha convinta è stato il
fatto che non conosco di persona nessuna di voi!
Questo ha aiutato enormemente all'inizio e, in un certo senso, continua
ad aiutare ancora adesso.
Devo dire che ho cominciato questa storia senza aspettarmi troppo e
senza troppe pretese, con l'idea di farla durare si e no una decina di
capitoli e invece....guardate come è andata a finire....ci
ho preso gusto e le idee hanno cominciato ad arrivare a raffica
portandomi verso cose a cui non avevo per niente pensato all'inizio.
In questo voi siete state fondamentali....insomma...con i vostri
fantastici commenti mi avete spronata a continuare e a non lasciar
perdere.
Ho adorato scrivere questa serie e so che mi mancherà
incredibilmente, ma una volta che è finita è
finita e, almeno per adesso, credo che non ci sia niente da aggiungere
al Linguaggio della resa!!!
Vorrei ringraziarvi infinitamente perchè, se questa storia
è esisitita, è stato grazie a voi e al vostro
supporto.
Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno aggiunta tra le seguite,
le preferite e le ricordate.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno fatto l'onore di aggiungermi tra i
loro autori preferiti.
Ringrazio coloro che mi hanno seguita fin dall'inizio senza mai
stancarsi di me.
Ringrazio coloro che mi hanno scoperto in seguito, ma che si sono presi
la briga di andarsi a leggere tutto.
Ringrazio ogni singolo lettore silenzioso che è passato per
di qua.
Ringrazio tutti coloro che hanno commentato capitolo dopo capitolo,
facendomi ridere ed emozionare e regalandomi tanti consigli utilissimi.
GRAZIE INFINITE A TUTTI!
Ma...come si dice...morto un Papa se ne fa un altro
così.....sorpresa: sto lavorando ad una nuova storia,
diversa dal Linguaggio della resa e molto più breve (In
tutto saranno 6 capitoli più o meno e questo è
sicuro perchè li ho già scritti), ma
avrà sempre come protagonisti i miei amati Bonnie e
Damon....scusate ma non posso fare a meno di scrivere di loro....forse
per compensare alla tremenda delusione che sta per arrivare con
Midnight probabilmente...XDXDXDXDXD
Comunque....ho deciso di lasciarvi come spoiler il titolo e la
descrizione della nuova storia:
Se io, se lei! Se io, se lui!
Nonostante i demoni siano stati sconfitti, le cose a Fell's Church non
sono mai tranquille e un giorno al pensionato si scatena una furiosa
lite. Elena, confusa sui sentimenti che prova per Stefan e Damon,
decide di lascire Stefan e dare un chance a Damon. Stefan la prende
malissimo e, furioso, inveisce contro Elena e Damon. L'unica che riesce
a placarlo è Bonnie. Stefan e Bonnie cominciano a passare
sempre più tempo insieme finendo, addirittura, col diventare
indifferenti alla relazione tra Damon ed Elena. E se Stefan, deluso e
arrabbiato a causa di Elena, scambiasse per amore il sentimento di
grande affetto che lo lega a Bonnie? E se tra Elena e Damon le cose
cominciassero a non essere più tutte rosa e fiori?
Riusciranno a riportare le cose alla normalità? Oppure
arriveranno tardi e Stefan e Bonnie finiranno con l'innamorarsi per
davvero? Damon riuscirebbe a sopportare una cosa del genere se
succedesse? Qui non ci saranno mostri da combattere, niente vampiri,
demoni o stregoni....ci saranno solo loro e i loro sentimenti.
Naturalmente da Donnie convinta non può che essere una
storia su di loro e, chi mi conosce, sa che adoro il lieto fine.....ma
se avessi combiato idea?
Allora...cosa ve ne pare?
Beh...può anche essere una cavolata, me ne rendo
conto...comunque...
Mi prenderò un mesetto di pausa e dovrei cominciare a
pubblicare la nuova storia verso la fine di marzo, quindi.....spero che
mi seguirete anche in questa nuova avventura.....Ancora grazie a
tutti.....A presto...BACIONI...IOSNIO90!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=591509
|