Neighbours. di itsbrie (/viewuser.php?uid=78116)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 1 *** I ***
Neighbours
Salva a tutti!
Ebbene si, sono io! Torno con una mini mini long che avevo iniziato questa estate, ma mai pubblicata.
Saranno credo due capitoli (massimo 3) quindi abbastanza breve :)
Ho preso spunto dalla storia di una mia amica, ma ho cambiato un pò tutto diciamo :D
Come trama è abbastanza semplice, non c'è bisogno di puntualizzarvi qualcosa.
Vi invito solo a farmi sapere se vi piace, se fa schifo o se dovrei fare tutt'altro nella vita.
Vi aspetto!
Un bacione grande a tutte voi! <3
Leti.
Dedico questa storia a Francesca, perchè è tutta sua :)
Neighbours
<< Juliet, cara, potresti per favore portarmi un
po’ di the? >> il tono di nonna Herrietta era pacifico, ma alle orecchie
della giovane risuonavano come l’ennesimo ordine.
“Juliet cara, Juliet tesoro, non è che potresti..?”
Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto doveva sentirsi urlare quell’enunciato così
fastidioso e petulante.
Ma nonna Herrietta era troppo dolce e premurosa per dirle di no, e poi, se non
fosse stato per lei, Juliet non avrebbe mai potuto realizzare la villeggiatura
a mare con tutti i suoi amici.
Purtroppo i suoi genitori non potevano mai portarla al mare a causa del lavoro
a tempo pieno che occupava loro anche l’estate, e anche quei venti giorni
disponibili, preferivano passarli fuori, anziché rinchiudersi in una polverosa
casa al mare inutilizzata da una vita.
Ma tra i giovani andava la moda del mare, specie tra gli universitari, che
facevano ritorno dalle famiglie e si godevano la libertà che gli era concessa.
Così, anche Juliet, intraprendente ventunenne e studentessa d’architettura,
decise di tornare dalla propria nonna e regalarsi, seppure con sacrificio,
qualche periodo di riposo.
Poteva uscire dalle due alle cinque del pomeriggio, poi dalle undici fino alla
mattina seguente.
Nonna Herrietta non le aveva dato degli orari, ma la nipote non voleva
lasciarla sola, così, negli orari più smorti della giornata, restava con lei a
godersi la terrazza della loro casa sull’oceano.
Quella villetta l’avevano comprato suo nonno George ed Herrietta per il loro
terzo anno di matrimonio.
Era affiancata solo da altre quattro villette che si ponevano a schiera tutte
sull’oceano.
Andava di moda sia negli anni cinquanta, sia negli anni duemila, quindi,
Juliet, si trovava piuttosto avvantaggiata, seppure la posizione della villetta
fosse piuttosto scomoda, essendo leggermente isolata.
Ma per fortuna, possedendo una macchina, Juliet non aveva di che preoccuparsi.
Juliet aveva passato lì tutta la sua infanzia, poi seguì i suoi genitori nelle
loro mete estive, quali erano città europee oppure piccoli paesini del Nevada o
dell’Ontario.
Era il trentuno Luglio, e ancora arrivava
gente pronta per la villeggiatura.
La casa di fianco quella di Juliet, non era stata ancora aperta, mentre quelle
successive, erano tutte abitate da famiglie con figli piccoli.
Una vera e propria tortura.
Ma le due donne, non avevano nulla di cui preoccuparsi.
<< Vuoi qualcos’altro? >> chiese la giovane, non appena la nonna
finì il suo the.
<< Non grazie tesoro, ma ora voglio rientrare a guardare un po’ di
televisione. Tu esci, poi se vuoi ritornare a cena, altrimenti riscaldo un po’
di carne di oggi a pranzo >> rispose Herrietta, alzandosi dal dondolo
posto sulla grande terrazza.
Pur essendo una ultra settantenne, nonna Jenckins, se la cavava egregiamente, e
non sempre aveva bisogno della nipote, al contrario di quello che la giovane
potesse pensare.
<< Va bene nonna, allora finisco di fare delle cose qui ed esco >>
fece la ragazza tranquilla.
La nonna non le rispose, si limitò a sorriderle, per poi entrare in casa e
accendere la tv.
Juliet sospirò, sciogliendo la coda che aveva legato prima a causa
dell’eccessivo caldo.
Era davvero una ragazza incantevole, Juliet Sanders: occhi verdi, capelli
biondi ramati ed un sorriso bianchissimo.
In tutta la sua vita, era riuscita ad avere sette fidanzati, circa una trentina
di pretendenti, e una ventina di cuori spezzati.
Tutti in lei, notavano qualcosa di magnetico, assolutamente affascinante e
impossibile da respingere.
Ma da qualche tempo, aveva deciso di lasciare da parte gli uomini per dedicarsi
più a sé stessa e agli studi.
Si sarebbe laureata tra due anni, e voleva già che tutto fosse perfetto.
Era circondata da una miriade di amici, seppure lei si riducesse a stare sempre
con il solito gruppo ristretto.
Anche se seguiva il consiglio di suo padre “Conoscenti tanti, amici pochi”.
Così, riusciva a non rimanere mai sola.
Tutto sommato, una vita normale.
Nonostante lei pensasse che le mancasse qualcosa.
Con questi pensieri per la testa, Juliet iniziò a rientrare i vestiti che aveva
lasciato ad asciugare quella mattina.
Non appena mise piede fuori casa, un gran fracasso, proveniente dalla casa di
fianco, iniziò a disturbare la sua quiete.
Incuriosita, si sedette sul dondolo che si affacciava proprio di fronte l’altra
villetta, e aspettò che si facesse vivo qualcuno.
Udì diverse voci, tutte maschili, poi dal porticato, spiccò la figura di un
giovane alto e riccio che colpì l’attenzione di Juliet.
Doveva essere poco più grande di lei, indossava una camicia celeste con dei
bermuda di jeans, un paio di converse blu e aveva legato sulle spalle un
pullover dello stesso colore delle scarpe.
Indubbiamente, anche il giovane notò Juliet, infatti iniziò a fissarla
insistentemente.
Poi, fu raggiunto da altri due ragazzi, che iniziarono ad urlargli che finalmente
erano in vacanza.
Questi ultimi due, lo trascinarono in giardino ed iniziarono a schizzarlo con
dell’acqua.
Inevitabilmente, Juliet iniziò a ridere, cercando di nascondersi dietro una
vecchia rivista.
<< Siete due idioti! >> esclamò quel giovane, tra le risate.
<< Per un po’ d’acqua! >> rispose a gran voce uno dei due, che la
ragazza pensò essere il fratello, data la fortissima somiglianza.
<< Siamo in vacanza! Siamo in vacanza! >> fece il terzo, levandosi
la maglietta.
Se Juliet e la nonna erano riuscite a stare in pace i giorni precedenti, anche
con bambini quali l’età massima era cinque anni, adesso di certo, avrebbero
avuto qualcosa da ridire, sul loro soggiorno al mare.
<> continuò il ricciolo, con aria
preoccupata.
Quello che doveva essere il fratello gli si avvicinò, posandogli una mano sulla
spalla << Avanti! Ci sono quattro gatti qui intorno! Se avessimo dato
tutto questo fastidio si sarebbero già lamentati >>
La sua teoria non faceva una piega, tant’è che il giovane fu costretto ad
alzare le spalle in segno di resa.
Una cosa da dire sul carattere di Juliet, è che un tipo di ragazza che non si
fa problemi con nessuno.
Pronta a parlare con chiunque, senza aver alcun tipo di timore.
Era piuttosto spigliata e dalla risposta pronta.
<< Non vi preoccupate, se dovessero esserci problemi con voi, sarò io a
crearveli >> intervenne lei, alzandosi dal dondolo e lasciando cadere lì
la rivista in maniera goffa.
Il giovane in camicia sorrise sghembo, e si avvicinò al muretto che divideva le
due case << Ti ringrazio, perché sai, questi due non sono esattamente due
stinchi di santo >>
Il modo in cui la guardava, lasciava trapelare un vivo interesse nei confronti
di Juliet e lei, non tardò a ricambiare la sua attenzione, aggiustandosi i
capelli più volte i capelli.
Aveva letto da qualche parte che agli uomini piace.
<< Beh, sia io, sia mia nonna vi daremo del filo da torcere se
combinerete qualcosa >> ribattè lei incrociando le braccia << Ad
ogni modo, io sono Juliet >> fece poi, porgendo la mano.
L’altro esibì un’espressione colpita e maliziosa allo stesso tempo: non aveva
mai incontrato una ragazza così.
<< Io Nicholas, mentre quello con la maglia verde è Greg, e l’altro è mio
fratello Joseph >> rispose, aggiungendo alla sua voce, un tocco ancora
più affascinante.
Lei annuì, guardando oltre il viso del giovane << Credo che ci vedremo
spesso >> constatò poi, ritornando a fissarlo.
<< Ti dispiace forse? >> la provocò appena lui.
Juliet rise, allungando una mano verso la spalla del giovane << Oh ma no!
Era solo una semplicissima osservazione >>
<< Bene >> disse Nicholas, poi si sedette sul muretto, e iniziò ad
osservare Juliet con occhi ancora più indagatori << Possiamo invitarti
stasera a cena? >>
Che fosse troppo?
Nicholas non seppe perché azzardò una tale richiesta, ma gli risultò naturale,
in presenza di una tale ragazza.
La giovane si fece pensierosa <<
Vorrei dirti di sì, ma non sono sicura di esserci >>
Il ragazzo ridacchiò leggermente << Sei parecchio impegnata? >>
<< Beh, è estate, e ho qui tutti i miei amici, e stasera dovrei restare
con loro >> rispose, togliendo a Nicholas ogni tipo di dubbio sull’esito
della sua domanda.
<< Non è che ti serve un passaggio fino in centro? Tanto dovrei uscire
>> osò poi, speranzoso.
<< Mi spiace deluderti, ma l’auto della nonna mi aspetta >> Juliet
rise, indicando verso il suo giardino, dov’era parcheggiata l’auto.
<< Peccato, mi sono illuso, beh, sarà per la prossima volta >> azzardò
Nicholas, con uno sguardo ammiccante.
<< Per la prossima volta, e guarda che io me lo aspetto >> ripetè
lei, salutando con una mano i due giovani dietro,e Nicholas con un bacio sulla guancia.
<< E’ impossibile tenere un segreto con voi, però! >> protestò
Juliet spalancando le braccia.
Rebecca schioccò le dita << Tesoro, pensavo ci avessi fatto l’abitudine!
>>
<< Ma ora non è questo che ci interessa, avanti racconta >>
proseguì Tom interessato.
La castana sbuffò, e prima di iniziare a parlare, si guardò intorno, per
evitare che qualcuno potesse sentirla.
<< Ecco.. Avete presente il mortorio di casa dove sto stando con mia
nonna? >> fece lentamente.
I due annuirono, roteando gli occhi.
<< Non è tanto mortorio come credevo – prese un respiro, poi continuò-
Oggi sono arrivati i miei nuovi vicini >> concluse infine, con un mezzo
sorriso.
<< Vicini? >> intervenne il ragazzo interdetto << Tutto ciò
solo per dei vicini? >>
Juliet rise, scuotendo il capo << Non ho ancora finito! Diciamo che sono
arrivati tre ragazzi veramente, veramente molto interessanti. Ma specie uno..
Dio, Reb, dovresti vederlo >> rise, coprendosi la bocca con una mano.
<< Avanti! Spara tutto! >> la incitò l’amica entusiasta.
<< Frena! So solo il suo nome, nient’altro! >> ribattè Juliet.
<< Fa niente! >>
<< Allora.. Si chiama Nicholas, è alto, capelli ricci e scuri, occhi
castani, un sorriso perfetto e.. Credetemi, è uno dei ragazzi più belli che io
abbia mia visto >> si affrettò a dire la giovane.
Rebecca si fece pensierosa << Nicholas? Mmmmh.. Questo nome non mi giunge
nuovo.. >>
<< Ma dai! Sai quanti ce ne sono in giro! >> esclamò Tom.
<< Non è che ha un fratello che gli somiglia da morire? >> domandò
Rebecca, dopo un’attenta pensata.
Juliet annuì << Si, mi ha detto che si chiama Joe >>
L’amica spalancò la bocca, passandosi una mano tra i capelli << Tu mi
stai dicendo che come vicini hai i Jonas! I JONAS! Dio Juls, sono i ragazzi più
corteggiati e fighi che Los Angeles e dintorni abbia mai visto! Sono quegli
amici di Finn e Haileigh! >>
Improvvisamente, nella mente di Juliet, si focalizzarono delle immagini di due
bambini che si rincorrevano nel vialetto della casa al mare di nonna Herrietta.
Scosse il capo con violenza, prima di dire << Ma sono grandi! Hanno più
di vent’anni! >>
<< Oh si! Nicholas ne ha ventisei e mezzo, e Joe trenta da compiere se
non sbaglio >> rispose Rebecca << O almeno così so >>
<< Sempre così informata >> la schernì Tom con una risata.
<< Oh, bene.. >> mormorò
Juliet, leggermente smontata.
Non che sperasse in una magica love story tra lei e il suo affascinante vicino,
ma l’età che lui aveva di certo la preoccupava un po’, nel caso succedesse
qualcosa.
<< Ma comunque – continuò Rebecca elettrizzata – Ti ha detto qualcosa?
>>
Juliet annuì, iniziando a giocare nervosamente con un fazzoletto << Ehm.. Diciamo che mi ha invitata a
cena, ma visto che dovevo venire con voi, ho declinato.. Poi, mi ha chiesto se
volessi un passaggio, ma ho declinato anche quello >>
Tom battè le mani soddisfatto << Ottimo cara, così lo terrai di più sulle
spine, è chiaro che è interessato >>
<< Ma sei pazzo! Doveva dire si, si, si e mille volte sì! >>
Rebecca quasi urlò.
<< Stai zitta! >> la richiamò preoccupata Juliet.
Intanto, intorno a loro, si era concentrata la solita folla di ragazzi che,
come sempre, si riuniva in quel bar sul mare per stare insieme e godersi un
aperitivo con della buona musica.
Alcuni non si sedevano nel bar, preferivano restare sul lungomare e fermarsi a
chiacchierare con chiunque arrivasse.
In quella miriade di ragazzi, Juliet notò un cespuglio di capelli ricci
avanzare verso la sua parte.
Sentì il cuore iniziare a battere veloce.
Poi, distinse chiaramente il suo viso, e abbassò lo sguardo.
Nick, Joe e Greg, si erano seduti al tavolo dietro il loro, e Juliet era sicura
che lui l’avesse notata, e infatti, così fu.
<< Juliet! Anche tu qui! >> le disse Nicholas, costringendola a
voltarsi dalla sua parte.
Con riluttanza, la giovane si voltò e sorrise beffarda << Te l’ho detto,
ho i miei amici >>
Lui le si avvicinò un attimo << Anche io ho i miei >>
<< Bene, mi fa piacere >> rispose lei.
<< Anche a me. Non è che dopo ti serve un passaggio? >> continuò
Nick, con sul volto una espressione indecifrabile.
<< Andiamo a mangiare fuori, mi spiace >> disse lei con un tono
ironico.
<< Ed è già la seconda volta che rifiuti.. Alla terza potrei ripensarci
>> Nicholas le sfiorò appena i capelli, sorridendo sicuro.
<< Starò attenta >> ribattè Juliet, deglutendo.
Dannazione al mio vicino di casa! – pensò, girandosi verso Rebecca e Tom.
<< Non una parola, non una parola >> disse categorica, mentre le
loro risate divertite, le riempivano le orecchie.
Dopo aver trascorso la serata a cena fuori, e poi in un delizioso after, Juliet
si ritirò a casa verso le cinque e mezza del mattino, senza alcuna intenzione
di mettersi a letto.
Non aveva per niente sonno, si era svegliata alle due del pomeriggio dopo
essere andata a dormire a mezzanotte del giorno precedente.
Così, appena rientrata, si infilò un costume e scese al mare dagli scogli che
separavano casa sua dall’oceano.
Lasciò il telo sul muretto dell’ingresso e iniziò a nuotare lentamente,
lasciando che la corrente la trasportasse leggermente.
Era una mattinata particolarmente afosa, e ancora doveva sorgere l’alba.
Decise di aspettarla in acqua, cullata dalle onde e dal ritmico rumore
dell’acqua che si infrangeva sugli scogli.
Era uno spettacolo meraviglioso: il sole sorgeva a poco a poco, colorando il
pezzo di cielo intorno a sé di diversi colori.
Tutto iniziava a splendere, e con il sole, si risvegliava anche il nuovo
giorno, la natura, e tutto intorno a sé.
Juliet rimase a galla solo con il viso, mantenendo tutto il resto del corpo
sott’acqua.
Non le faceva freddo, ma intorno a lei si muovevano milioni di correnti gelide,
per questo decise di uscire e andare direttamente a dormire.
Nuotando verso gli scogli, notò come un puntino rosso illuminato che, molto
probabilmente era una sigaretta.
Non capendo chi potesse essere, e data l’ora, decise di nuotare facendo un
altro giro per evitare di scontrasi con quella qualunque persona ci fosse lì.
Arrivata agli scogli, si arrampicò abilmente fino ad arrivare su, vicino dove
aveva lasciato le sue ciabatte.
Le infilò in fretta, mentre faceva sgocciolare i capelli pieni d’acqua.
Li legò in una coda improvvisata, e si avviò verso casa.
Ma quella persona che stava fumando, alzò un braccio e le fece cenno di
avvicinarsi.
Juliet mosse qualche passo, mantenendosi pur sempre distante.
Quando capì che si trattava di Nicholas, scosse il capo sconsolata.
Non che le desse fastidio, ma aveva già il suoi pensieri per la testa, ci
mancava solo il ventiseienne vicino di casa.
Prima però, si avvolse nel suo telo, e subito dopo lo raggiunse.
<< Buongiorno >> sussurrò lui, tirando un po’ della sua sigaretta.
<< Ma scusami, tu fumi? >> domandò lei immediatamente, senza
neanche rispondere al suo saluto.
Nick scosse il capo sorridendo << Quasi mai, questa l’ho fregata a Greg
senza che lui se ne accorgesse >>
Lei annuì << Oh, bene >>
<< Sei una di quelle estremiste anti fumo, droga, sesso e rock’n’roll?
>> fece lui ironico, alzandosi dal masso per avvicinarsi alla giovane.
<< Assolutamente no, era solo una mia curiosità >> rispose
prontamente lei.
<< O magari sei una di quelle che fuma, si droga, fa sesso, e ascolta
rock’n’roll a palla >> ribattè lui per stuzzicarla.
L’espressione di Juliet s’irritò << E anche se fosse? >>
<< E’ tutta salute >> disse lui tranquillo.
<< Anche la droga è salute? >> continuò Juliet stizzita.
<< Forse quello no >> osservò Nick con una risata << Dai,
scherzavo, anche a me non piace la droga, il fumo il più delle volte mi irrita,
per le altre due cose.. Beh, fatti miei >>
Juliet rise sonoramente << Non preoccuparti, anche se non sembra, sono
molto perspicace >>
Lui annuì compiaciuto << Ottimo >>
Poi lei, realizzando che ora potesse essere, spalancò la bocca dicendo <<
Ora devo andare.. Mia nonna potrebbe essere già sveglia >>
<< Vai già via? >> domandò lui serio.
<< Si.. Non voglio sentire mia nonna che mi fa un predicozzo >>
mormorò lei roteando gli occhi.
Nick rise << Non può essere così noiosa >>
Juliet scosse il capo << Scommetto che tu non saresti in grado di
sopportarla >>
<< Vuoi vedere che ci riesco? >> ribattè lui beffardo.
<< Allora ti sfido >> fece lei decisa << Appena ti svegli
vieni a casa mia, e te la farò conoscere. Vedrai che inizierà a parlare così
tanto che non riuscirai a sopportarla >>
Lui le sorrise enigmatico << Se vincessi? >>
<< Pago pegno, scegli tu >> disse lei, non sapendo a cosa stesse
andando incontro << In caso contrario, scelgo io >>
Nick le si avvicinò, afferrandola dal polso, l’attirò a sé << Vedrai
>> le sussurrò solo.
Quando Juliet si svegliò, guardò subito verso la sveglia di fianco a sé, che
lampeggiava le tre meno un quarto.
Nonostante si fosse imposta fin dall’inizio dell’estate di svegliarsi ad orari
decenti, data la stanchezza che iniziava ad accumularsi, e l’orario della
mattina, stabilì che alla fine si era svegliata relativamente presto.
Infilò il costume ed un caftano bianco, poi scese di sotto, attirata dal
piacevole odore di caffè che proveniva dalla cucina. Sentì la voce di sua nonna
come un eco, e si stupì di come ancora non dormisse.
Poi però, di sottofondo a quella di sua nonna, ne sentì un’altra di voce.
<< .. Come sei cresciuto! Mi ricordo ancora di quando tu e i tuoi
fratelli vi inseguivate per il giardino schizzandovi con l’acqua >>
rammentò nonna Herrietta con un sorriso.
Nicholas ridacchiò << Non si preoccupi di questo, cose di questo genere
ancora succedono! >>
<< Ma davvero non ti ricordi di mia nipote Juliet? Festeggiavamo sempre
il suo compleanno qui, e siete stati sempre presenti con la famiglia! Mi sembra
ancora di sentire il sapore della torta alle mandorle di tua madre..! >>
continuò a dire la signora nostalgica.
<< Oh, di quelle ne abbiamo a cataste, se vuole gliene porterò un pezzo..
E comunque, no, non ricordo di sua nipote >> sorrise, poi alzò lo
sguardo, e la vide osservare la scena attonita << Solo un vago e lontano
ricordo >> aggiunse poi, annuendo.
<< E’ un peccato che stia ancora dormendo! Altrimenti te l’avrei
presentata.. Magari potrei svegliarla.. >>
<< No nonna, non c’è bisogno, sono già in piedi >> intervenne
Juliet, avvicinandosi alla donna e sedendosi di fianco a lei.
<< Eccola qui! Vedi che non mi sbagliavo? Non è bellissima? >>
domandò a Nick, sorridendo entusiasta.
<< Non si sbaglia, è davvero incantevole >> ribattè lui, con occhi
smaliziati.
<< Lui è Nicholas Jonas, tesoro, il figlio del reverendo e di Denise,
l’amica di tua madre >> precisò nonna Herrietta rivolta alla nipote
<< Non ti ricordi di lui? Giocavate sempre insieme >>
Juliet sbarrò gli occhi << No, non mi ricordo proprio >>
<< Si vede che eri troppo piccola! E si, dopotutto vi passate qualche
annetto.. Tu eri troppo piccolina per ricordarti di lui >> continuò la
nonna.
<< Un vero peccato >> sottolineò la ragazza.
<< Anche se io mi ricordo di te sai? >> proseguì Nicholas beffardo
<< Forse di una volta, sulla spiaggia.. Che facevi il bagno a largo,
sola.. >>
Era chiaro che alludesse a quella mattina, i suoi occhi parlavano chiaro.
Juliet si irrigidì, scuotendo il capo.
<< Oh è probabile! Lei ha sempre avuto il debole per il mare e i lunghi
bagni a largo >> fece la nonna sorridendo.
<< Anche io sa? Una cosa in comune >> fece Nick schioccando le
dita.
Forse era la presenza di nonna Herrietta, forse era il caldo pungente, forse
era perché dannatamente attraente, ma restava il fatto che quel ragazzo seduto
di fronte a lei, era una delle persone più irritanti e inopportune dell’intero
universo.
Dopo diversi tentativi da parte di nonna Herrietta di far ricordare ai due
ragazzi l’uno dell’altra e fare notare a Nicholas quanto fosse bella, brava ed
in gamba sua nipote, l’anziana iniziò ad accusare un forte dolore alla schiena
e alle spalle, pregando la nipote di aiutarla e farla stendere sul divano e
prenderle le sue pillole.
Incredibilmente però, Nicholas si alzò di scatto dalla sua sedia, assistendo
Juliet nell’accudire sua nonna.
Sembrava una persona diversa, premurosa, gentile.
Non appena la donna gli chiese di prenderle un bicchiere d’acqua, Nicholas si
precipitò in cucina, portando con sé un bicchiere e l’intera bottiglia.
Aiutò Juliet a disinfettare la siringa per farle la puntura.
La nonna insistette affinchè fosse Juliet a farlo, ma Nicholas, studente di
medicina laureato con il massimo dei voti, si occupò della questione,
preoccupandosi di ogni cosa riguardasse quel campo.
Dopo le pratiche mediche, nonna Herrietta si addormentò nella sua stanza da
letto, posta al piano terra.
Non appena si accertò che dormisse profondamente, Juliet uscì dal balcone per
prendere un po’ d’aria e lasciare che una lacrima sola, le rigasse il viso.
Da quando erano andate al mare, era stata male solo una volta, e non c’era
stato bisogno di punture o altro.
Ma ogni volta che le veniva qualche acciacco, Juliet aveva sempre paura di non
essere abbastanza brava e all’altezza per aiutarla come doveva.
Sospirò sonoramente, per poi sedersi sul dondolo e lasciarsi trasportare dal
suo movimento lento.
Nicholas la raggiunse in silenzio, sedendosi di fianco a lei << E’ forte,
non me la facevo così. Vedrai che si riprenderà alla grande >>
Lei annuì, senza dare troppo peso alle sue parole.
Non voleva parlare di sua nonna, il solo pensiero la faceva stare male e
scoppiare a piangere << Hai vinto
la scommessa >> gli disse, alzando lo sguardo.
Nick rise, cingendole le spalle con il braccio << Devo scegliere
qualcosa? >> domandò.
<< Se vuoi >> rispose lei alzando le spalle.
<< Allora voglio che.. Tu ti lasci aiutare da me, e che appena puoi, tu
venga a cena con me, anche se sei così piccola >> le disse sorridendo.
<< Quanti anni hai, signor cavaliere? >> fece Juliet, incrociando
le braccia.
<< Quasi ventisette >> rispose lui, con un mezzo sorriso.
<< Ah >> fu la risposta secca della giovane.
<< In confronto, sei una ragazzina >> notò lui.
<< E allora cosa ci fai, a casa di una ragazzina? >> ribattè
Juliet.
Nick ci pensò su << Una semplice visita di cortesia alle mie due vicine
>>
<< Certo >> disse lei << Allora, penso tu ne abbia avuto
abbastanza >>
<< Sono io a decidere quando ne ho abbastanza, non tu >> affermò
sicuro il giovane.
<< Ma sei ospite nella mia casa, se io non ti volessi più? >>
continuò la ragazza.
<< Tu non vuoi >> fu la semplice risposta di Nick.
<< Allora te lo dico con garbo, vattene >> Juliet lo guardò
nuovamente con aria di sfida.
Lui sorrise, si alzò e diede uno sguardo all’orologio << I miei amici mi
stanno aspettando, comunque >>
<< Bene, a mai più rivederci >> fece lei spalancando le braccia.
Ma Nick la bloccò dai polsi << Non dimenticare la scommessa >> le
ricordò.
Juliet lo guardò aspra << Ciao caro >> gli disse infine.
La verità, era che sia Juliet, sia Nicholas, erano attratti l’uno dall’altra,
in una maniera così forte e trascinante che entrambi, non sapevano come
comportarsi.
Nicholas in gran parte, era frenato dalla differenza di età che li separava in
modo così contrastante.
Aveva quasi paura di sfiorarla, di farle male.
La vedeva così bella e fresca come un fiore che si chiedeva come facesse ad
avere quel carattere così diverso, colorito e vivace.
E più la guardava, più sentiva l’istinto incontrollabile di sentirla sua, di
poter baciare le sue labbra, accarezzarle il viso, entrare in contatto con il
suo corpo.
Era veramente, per lui, un’attrazione che andava oltre la fisicità.
Desiderava conoscerla, sapere chi fosse veramente, chi si nascondesse dietro
quelle espressioni acidi e indifferenti.
Per Juliet invece, c’era stato quel classico colpo di fulmine, quell’attrazione
fortissima che si prova non appena conosci qualcuno.
E così era stato per lei, si era sentita percorrere da un brivido dietro la
schiena appena lo vide.
Ma era così irraggiungibile, con i suoi quasi ventisette anni..
Le sembrava di essere capitata in una di quelle classiche situazioni da
adolescente quando provi qualcosa per il migliore amico di tuo fratello
maggiore, e lo vedi così bello, ma allo stesso tempo così lontano.
Ma dopotutto, lei aveva ventun’anni e lui ventisei e mezzo, dov’era il
problema?
Erano solo sei anni..
Quante coppie esistevano in giro, che si passavano un sacco di anni?
Insomma, erano entrambi adulti, problemi di questo genere, non dovevano
sussistere in alcun modo.
E Juliet, il pensarci ogni volta, era un colpo al cuore.
Perché sentiva davvero qualcosa di speciale per quel ragazzo, e sapeva che, a
lungo andare, il suo sentimento per lui sarebbe aumentato, portandola a
soffrire in maniera esagerata.
Ma aveva troppa paura di venir rifiutata da quel giovane così affascinante che
abitava alla porta affianco.
E Nicholas, però, un modo voleva trovarlo.
Assolutamente.
Perché non era come al solito, non era il solito interesse fisico, e quando poi
ottenuto ciò che gli interessava all’inizio, poi lasciava perdere, o si
comportava da stronzo, no, stavolta era diverso.
Perché ogni volta che guardava Juliet sentiva il desiderio impellente di averla
affianco, parlare con lei per ore, oppure stare solo in silenzio ad osservarla.
Ma l’età, l’età..
Doveva trovare un modo.
E più passavano i giorni, più se ne rendeva conto.
Ormai, erano passati dieci giorni dal loro primo incontro, e i due giovani si
vedevano ogni giorno in spiaggia, parlando appena, più che altro per
stuzzicarsi.
Poi, la sera, si incontravano sempre in compagnia dei rispettivi amici,
scambiandosi battutine ironiche.
Molte volte invece, Nicholas, uscendo tardi, passava da casa di Juliet per
trovare la nonna, ma i suoi orari, alla fine erano sempre mirati anche per
trovare la giovane.
Così, passavano giornate intere ad ascoltare le storie di nonna Herrietta o a
guardare vecchie foto e film.
Ed era tutto così strano.
Sembravano due persone diverse.
Due persone completamente perse l’uno per l’altra.
<< Ti fanno comodo i miei passaggi, dì la verità >> fece Tom
ridendo, mentre Juliet lo raggiungeva nella sua decappottabile.
<< Se tu sei così disponibile! >> ribattè lei, sedendosi di fianco
a lui.
<< Anche il tuo vicino di casa lo è >> le fece osservare l’amico,
alzando le spalle.
<< Taci brutta bestia, è il mio vicino, e tu stai ancora girando l’auto,
se ti avesse sentito? >> disse Juliet velocemente.
<< Calmati Juls, non ci ha sentiti, possiamo andare in pace >> la
tranquillizzò lui, lasciando definitivamente la villetta di Juliet.
<< Bene.. Hai sentito Reb? Chissà quella cosa ci combina in Spagna..
>> mormorò sconsolata la castana.
<< Di sicuro si diverte più di noi, che facciamo sempre le stesse cose!
>> protestò Tom.
<< Vero >> acconsentì subito lei.
Dopo dieci minuti circa, giunsero al solito bar che dava sul mare, ormai già
pieno di persone.
Juliet e Tom si accomodarono per un aperitivo, e quando poi ebbero terminato,
lui si offrì per portarla con sé ad una cena sul mare con alcuni suoi amici.
Ma molto probabilmente, Juliet non sarebbe potuta andare.
<< Ehi Juls! >> la richiamò una voce fin troppo familiare.
La giovane si girò, ritrovandosi davanti il volto sorridente di Nicholas
<< Ehi >> rispose.
<< Hai per caso da fare stasera, o posso invitarti a cena? Sempre che tu
possa >> disse lui subito, riferendosi a Tom.
Quest’ultimo scosse il capo divertito << Oh, no, veramente Juliet è
liberissima >>
<< Ma.. >> provò a dire lei, tirando un’occhiata glaciale a Tom.
<< Allora perfetto, verrai con me >> concluse Nick entusiasta
<< E non voglio scuse >> aggiunse serio.
Lei sospirò, alzando le spalle << E va bene >>
Si congedarono da Tom, il quale raggiunse altri suoi amici, e si diressero
verso la Mustang di Nicholas.
<< Dov’è che andiamo? >>
domandò, mentre lui l’aiutava a salire.
<< Non lontano, sta tranquilla, ma non ti dico dove, vorrei fosse una
sorpresa >>si affrettò a dire, prima che lei potesse fargli altre domande.
<< Proverò a fidarmi >> convenne lei sbuffando.
<< Ottimo >> disse lui, guardandola fisso per qualche attimo.
Aveva decisamente perso la testa.
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Capitolo 2 *** II ***
Neighbours2
Eccomi qua con l'aggiornamento!
Scusate il ritardo, ma tra una settimana termina il trimestre, e sono sommersa di compiti e verifiche praticamente ogni giorno.
Ma adesso ho trovato un attimo per aggiornare, quindi ne approfitto subito :)
Sono felice che la storia vi sia piaciuta, o che perlomeno l'abbiate trovata interessante, per me significa tanto!
In questo capitolo avremo modo di vedere Juliet e Nick più da
vicino, ma non solo come singoli, in particolare come coppia.
Il prossimo capitolo sarà l'ultimo, quindi, fatemi sapere!
Ora passo a ringraziarvi singolarmente:
liz14: grazie mille! Spero che questo capitolo ti piaccia! Fammi sapere eh! ;)
josiehaveanidea: Ahahah ho ben
inteso i tuoi pensieri su Nick e ne sono felice, visto che era il mio
intento! Beh, continua a seguirmi! Un bacione!
LadyBird27: oh Giuliaa! E'
dalle due e mezza che sto studiando, ora sono nelle mani di letteratura
inglese, quindi pensa come sto! Comunque, ti ringrazio per la splendida
recensione e per la pazienza che hai avuto a rileggere la storia (che
non è cosa da niente!) Il tuo commento mi ha reso davvero
soddisfatta perchè significa che almeno un pò, sono stata
in grado di trasmettere qualcosa. Vedremo in questo cosa succede (anche
se già lo sai, e vabbè ci arrangiamo!)
Ci sentiamo dopo credo! Un bacione.
Nickless_: beh grazie! Fammi sapere di questo capitolo ;)
Grazie a tutte coloro che hnno solo letto, inserito tra preferite e seguite!
Siete la mia forza!
Un grande abbraccio,
Letizia.
Dopo circa un quarto d’ora di auto, Nicholas arrestò il motore e invitò Juliet a scendere.
Si trovavano proprio di fronte il porto, che in quel momento era tutto illuminato da tante piccole luci messe sulle passerelle.
Lo spettacolo era semplicemente mozzafiato: nonostante non fosse ancore
del tutto buio, la luna illuminava leggermente il mare, e le luci si
riflettevano sul mare, facendo sembrare quasi che ci fossero scintille.
Juliet restò ad osservarlo per qualche secondo, poi Nicholas le
si avvicinò sorridendo << Dai andiamo >> le disse,
cingendole le spalle con un braccio.
Lei annuì appena, ma rimase ancora lì a fissare il mare.
In quel momento Nicholas, a vederla così, semplice, bella e ai
suoi occhi, perfetta, le posò un delicato bacio su una tempia,
stringendola forte a sé.
Il battito cardiaco di Juliet andò leggermente fuori norma, facendola sussultare.
Non ebbe la forza di muoversi, perché non voleva interrompere quel momento così intenso.
Si girò appena verso di lui e gli sorrise << Sto morendo di fame >>
Nick rise, annuendo con forza << Vieni >>
Le passò una mano sul braccio scoperto facendola rabbrividire.
La condusse fin dentro una barca di almeno cinquanta metri, dove
campeggiava l’insegna di un ristorante cosiddetto
“galleggiante”.
Una volta saliti a bordo, presero posto ed ordinarono secondo un menù fisso a base di pesce.
Rimasti nuovamente soli, entrambi sentirono l’imbarazzo fin sopra
le proprie teste, specie Juliet, perché Nicholas la osservava
insistentemente, con sul volto una espressione enigmatica.
Avrebbe voluto prendere la parola, ma lui la precedette <<
Allora, cara ragazza della porta accanto, dimmi un po’ chi sei
>>
Quelle parole spiazzarono di parecchio la giovane, che, nonostante
avesse capito in che tono e riguardo cosa fossero state dette, si
ritrovò disarmata.
Tossicchiò, poi iniziò a dire << Vorrei dirti che
sono veramente negata a parlare di me, ma comunque ci proverò..
Ho venutn’anni, studio architettura, vivo con alcuni miei amici e
nonostante io sia mantenuta dai miei genitori, per sentirmi più
indipendente, lavoro per un architetto come segretaria.. Sono figlia
unica e il mio colore preferito è il blu, il mio film preferito
è il mago di Oz con Judy Garland e odio l’egoismo e la
falsità, insieme ai ragni e i cavolfiori >> dopo queste
ultime affermazioni, Juliet rise, alzando gli occhi al cielo <<
Bene, eccoti accontentato >>
Nick sorrise, avvicinandosi verso di lei << Io credevo che tu
fossi come tutte le tue amiche ventenni che studiano giurisprudenza,
che hanno fratelli maggiori in Europa, che non lavorano e hanno jet
privati, che non hanno un colore preferito e seguono la moda, che il
loro film preferito è Titanic e che sono false ed egoiste,
odiano gli insetti e mangiano i cavolfiori per la dieta >>
Juliet scoppiò a ridere, passandosi una mano tra i capelli
<< Mi spiace deluderti, magari mi aspettavi diversa e adesso ne
sarai deluso >>
A pronunciare quella frase, Juliet quasi si sentì male.
E se fosse davvero così?
Ma Nicholas scosse il capo convinto << Sono così felice che tu non sia come loro, e non sai neanche quanto >>
Lei sospirò << Mi fa piacere >> disse, mentre intanto, venivano serviti di una magnifica cena.
Dopo i primi minuti, che entrambi passarono a mangiare silenziosamente,
Juliet si sistemò meglio sulla sedia, e rivolse i suoi occhi a
Nicholas << Posso farti una domanda? >>
Lui si pulì le labbra sporche di salsa e rispose << Sarebbe il tuo turno, tecnicamente >>
La giovane annuì, poi iniziò a dire << Qualche
giorno fa, abbiamo parlato di tutti i miei vecchi fidanzati con mia
nonna, e tu hai voluto sapere quanti ne avessi avuto, come fosse
andata, perché ci fossimo lasciati, chi fossero costoro.. Beh,
signor Casanova, che tipo di rapporto hai con le donne? >>
Nick alzò le spalle, passandosi una mano tra i ricci << Io
con le donne ho chiuso, Juliet, non riesco a capire cosa vogliate.
C’è sempre qualcosa che non va, e siete sempre altezzose e
pretenziose nei nostri confronti, volete la luna, ma non volevate
niente. Allora sai cosa? Ho deciso di diventare uno di quelli che si
adatta, se c’è qualcuna che mi interessa – detto
ciò, si avvicinò ancora di più alla giovane,
allungando una mano verso il suo viso – cerco di attirarla a me,
ottengo ciò che mi interessa, e poi, aspetto che vada via,
dicendomi che sono uno stronzo >> sorseggiò un po’
del suo champagne << Ma c’è una cosa di me che non
capisco >>
Nel sentire quella parole, Juliet si irrigidì notevolmente,
deglutendo ogni volta che l’espressione di Nick si faceva
più maliziosa.
Era chiaro che gli interessasse solo portarla a letto.
Dopotutto, l’età non mentiva.
<< Co- cosa? >> domandò lei con un sussurro.
Nick si alzò dalla sua sedia, e la sistemò proprio di fianco alla giovane.
Le sorrise, prendendo il suo viso tra le mani << Non capisco
perché con te è tutto diverso, perché non voglio
fare lo stronzo, perché non voglio vederti andare via mentre mi
mandi a fanculo, perché voglio vederti restare e passare con te
ore e ore, mentre tua nonna ci parla del suo amore eterno per tuo nonno
e osservare te, mentre la guardi sognante, sperando che ti capiti lo
stesso >>
Non appena udì quelle parole, Juliet si sentì morire, letteralmente.
Per qualche attimo dimenticò di respirare, il cuore non lo
sentiva più, e un po’ di cibo le era rimasto incastrato in
gola.
Lo guardò paralizzata per un paio di secondi, poi decise di bere un d’acqua, per cercarsi di calmarsi.
Non seppe perché reagì così, certo, sapeva che Nicholas fosse interessato a lei, ma non fino a quel punto.
Credeva che fosse una cosa puramente fisica, mirata ad un unico scopo,
ma quella parole la fecero ricredere totalmente, e a tal punto, che
mancò poco che non si alzasse dal posto e iniziasse a baciarlo
come avrebbe tanto voluto fare.
Ma non lo fece, rimase lì composta a guardarlo sottecchi.
Capendo che doveva comunque rispondere alle parole del giovane, gli si
avvicinò ulteriormente, respirò a fondo e sussurrò
<< E allora vedi di comportarti bene, perché.. Anche io
voglio vedere cosa succederà tra noi, e mi dispiacerebbe
mandarti a quel paese >>
Nick rise, baciandole dolcemente il capo << Vedrai che non succederà >>
Juliet sorrise << Altrimenti dovrò far intervenire la nonna, e non so quanto ti convenga >>
Lui ridacchiò, iniziando a giocare con una ciocca dei suoi
capelli << Non ce ne sarà bisogno, vedrai.. >>
girò il viso dei lei dalla sua parte, poi continuò a dire
serio << Sarà tutto diverso >>
Dopo cena, Nick portò Juliet alla scogliera poco distante dalle loro case.
Lì, rimasero per diverse ore, stesi sulla spiaggia, a
raccontarsi di loro, di chi fossero in realtà, di chi volessero
diventare, di cosa volessero fare della propria vita.
In Nick, Juliet ritrovava tutte le caratteristiche del suo “ragazzo perfetto”, o almeno un piccolo ideale.
Lo aveva sempre desiderato abbastanza bello, con un sorriso smagliante,
gli occhi non chiari, il fisico da non palestrato e per quanto
riguardava il carattere, voleva che l’ascoltasse, che si facesse
partecipe della propria vita, che l’accudisse, che fosse dolce,
ma non eccessivamente, che fosse romantico al punto giusto, che fosse
per lei, un solido supporto.
Ed in Nicholas, aveva ritrovato buona parte di questi punti.
Mentre per il giovane, Juliet era semplicemente perfetta.
Non solo fisicamente, ma anche mentalmente.
Perché non era come tutte quelle che aveva conosciuto, non era
sciocca, era decisa e determinata, era timida, ma sapeva essere stronza
e tosta, non aveva interessi banali e comuni, e aveva il potere di
mandargli la testa in tilt anche solo con un sorriso, uno sguardo.
E non solo perché lei fosse così incredibilmente bella,
ma perché nei suoi occhi, Nick riusciva a vedere qualcosa, a
scorgere un’immensità che mai in nessuno, aveva anche solo
intravisto.
Erano solo quei fottutissimi sei anni.
<< Credi che una volta tornati a Los Angeles ci rivedremo ancora?
>> domandò Juliet, lanciando un sassolino in mare.
Nick alzò le spalle, guardando verso il cielo, in cerca di una
risposta sincera << Se noi vogliamo.. Certo, volere è
potere >> le ricordò con un mezzo sorriso.
<< Ma non è che mi verrai a dire che sono una ragazzina, e
scoprirò che te la fai con la segretaria dello studio? >>
ribattè lei, alzandosi in piedi.
<< Magari sarà la segretaria dello studio del signor
Queens, l’architetto >> le rispose lui, alzandosi di sua
volta.
<< Beh, ma io non vado in cerca del ragazzo di turno, ho bisogno
di qualcuno che resti >> disse Juliet decisa, con occhi convinti.
<< Anche io ne ho bisogno >> concluse Nick, e subito dopo,
attirò a se Juliet, iniziando a baciarla, rapito da una foga
inaspettata.
Lasciò che la giovane si abituasse al bacio, poi cinse i suoi fianchi, carezzando leggermente la sua schiena.
Non osò andare oltre, perché non voleva.
Juliet invece, si aggrappò alle sue spalle, passando una mano tra i suoi folti ricci.
I loro respiri si fecero affannosi, e furono costretti ad interrompere
il bacio per qualche secondo, ma appena ebbero fiato, ripreso a
baciarsi ancora più intensamente di prima.
<< Andiamo via >> sussurrò Nicholas, mentre le baciava l’incavo del collo.
Lei annuì, lasciando che lui la conducesse fino all’auto.
Non appena arrivarono, Nick si precipitò alla portiera di Juliet per aiutarla a scendere e iniziare a baciarla.
Non si interessò del cancello che lasciò aperto, e neppure della porta che rimase socchiusa appena.
In quel momento, era con Juliet, il mondo poteva aspettare.
Aveva avuto tante ragazze, e quella non sarebbe stata la sua prima volta.
Ma quella giovane, così diversa, così sfacciata, bella, e dannatamente stronza, faceva sembrare tutto nuovo.
Ogni cosa intorno a lui prendeva una forma diversa quando erano insieme.
E li separavano solo sei anni e mezzo.
Anni che però sembravano essere un abisso per entrambi.
La loro relazione gli appariva sbagliata, impossibile, e del tutto fuori norma.
E perché?
Dopotutto le loro età non erano poi così distanti..
Solo sei anni.
E lei era poco più di una ventenne.
In vacanza con la propria nonna, per giunta.
Eppure per ora, nessuno dei due voleva pensare a quello che sarebbe successo dopo.
<< Non mi sono mai sentito come adesso >> disse lui, in un sussurro.
<< Così come? >> domandò lei, attirandolo a sé in un colpo.
<< Così preso, e totalmente perso >> rispose lui, circondando il suo collo con le braccia.
<< Anche io.. E, beh, non mi dispiace >> sussurrò Juliet al suo orecchio.
Nicholas, sorpreso, le sorrise felice.
<< Ho perso la testa per una ragazzina >>
Juliet rise, stringendolo forte << Puoi lasciarmi andare quando vuoi, se dici così >>
Ma lui le alzò il viso, baciandola dolcemente << Non voglio >>
<< Non farlo, non lasciarmi >> si affrettò a dire lei, guardandolo seria.
<< No, no, no.. >> continuò a dire, mentre la baciava.
Comunque sarebbe andata dopo, di certo quella notte non l’avrebbero scordata.
E non solo per quello.
Ma perché entrambi sentirono qualcosa di speciale, elettrico.
E l’avevano provato solo in quei giorni insieme.
Non era solo attrazione fisica.
Era molto, molto di più.
Solo che dovevano ancora capirlo.
<< E’ successo, ti si legge in faccia >> fece Joseph,
mentre di fretta, Nicholas, raccoglieva le sue scarpe, lasciate
all’ingresso.
<< Ma cosa diamine ti salta in testa! >> esclamò lui spalancando le braccia.
L’altro rise << Ti conosco troppo bene, sei mio fratello.
E’ solo che stavolta non capisco cosa ti prende.. Di solito se
succedeva, te ne venivi tutto orgoglioso >>
Nicholas sorrise amaramente << Sai cosa? E’ che penso d’essermi innamorato, e questo non va bene >>
<< E perché!? Magari è quella giusta >> continuò Joe risoluto.
<< E’ che.. L’età.. La vedo così
piccola e fragile che ho paura di poterla ferire.. E non voglio
>> rispose Nick serio.
Ed era così dannatamente vero.
Mai avrebbe voluto vederla soffrire, e a maggior ragione a causa sua.
Joe alzò le spalle, bevendo un po’ del suo succo <<
Ehi fratello, siete entrambi grandi e maggiorenni, qual è il
problema? Me lo spieghi? >>
L’altro grugnì esasperato, buttandosi sul divano.
Qual era il problema?
In verità, c’era davvero questo problema?
Cosa c’era di sbagliato?
<< Ventun anni.. Io lavoro da due anni.. Lei ancora deve finire
l’università.. E’ così difficile da
spiegare.. >>
<< Ma ci sei andato a letto >> constatò Joe <<
E se la lasci dopo stanotte, sarà ancora peggio, lo sai vero?
Avanti, non fare il cretino, lei ti piace, è una cosa diversa
dalle altre, è evidente. Di solito te ne sbatti di quelle con
cui stai. Stavolta no. Allora basta con queste cretinate
sull’età. Incontratevi oggi, vedrai che sarà tutto
diverso >>
<< E se qualcosa andasse storto? Se per una ragione qualunque
tutto andasse all’aria? E se fosse colpa mia? >> Nicholas
sembrava disperato, le parole sembravano uscirgli senza controllo.
La verità è che aveva un paura matta di ferirla, di tradire il loro rapporto.
E mai come questa volta non voleva perdere quello che aveva.
Perché si, si stava innamorando di Juliet, e non voleva perderla.
Voleva tenersela stretta quella giovane, che nonostante tutto, iniziava ad adorare con tutto sé stesso.
Per l’età, i dubbi, e le paranoie, ci sarebbe stato tempo dopo.
Ora voleva provare a viverla.
<< Quindi tua nonna è voluta andare con i tuoi genitori i
montagna? >> domandò Tom, sedendosi su una sdraio di casa
di Juliet.
Lei annuì, prendendo posto di fianco a lui << Direi di sì. La sono venuti a prendere stamattina >>
Il ragazzo annuì << E quindi credi che potrei disturbarti a tal punto che vorrai cacciarmi via a calci? >>
<< Tom, tu sei come un fratello per me, e certo che puoi, ma
dillo a Vanessa che stai qui, non vorrei che si arrabbiasse >>
gli raccomandò la giovane.
<< Non preoccuparti, appena posso la chiamo. Sai
com’è, sta in quella Thailandia del cavolo >>
sbuffò lui, incrociando le braccia.
<< Per ora, sarai il mio coinquilino gay >> propose Juliet con una risata.
<< Oh, tesoro! Quelle scarpe non si possono vedere! >> ribattè lui, atteggiandosi come un omosessuale.
<< Non è che dopo potresti aiutarmi a fare le unghie?
>> continuò Juliet, alzandosi dal tavolo per andare in
cucina e prendere due limonate.
<< Quando vuoi! Ma senti! Tu dovresti raccontarmi un paio di cose! >> esclamò lui, agitando le braccia.
Juliet rise, ritornando da lui con due enormi bicchieri.
Dopo aver dato un paio di sorsi alla sua limonata, guardò verso
la casa di fianco, per accertarsi che non ci fosse nessuno, poi
iniziò a dire << Siamo andati a cena al porto, abbiamo
parlato un po’.. Mi ha detto che lui vuole stare con me, che non
vuole fare più lo stronzo, ma che vorrebbe che io restassi con
lui.. Insomma, cose di questo tipo >>
Tom la guardò scandalizzato << Quel Nicholas Jonas ti ha
detto queste cose? Dio, Nel 2012 il mondo finisce sul serio.. >>
<< E dai! Non scherzare! >> lo richiamò Juliet, poi
continuò a raccontare << Comunque.. Dopo, siamo andati in
spiaggia qui vicino, e dopo aver parlato ancora ci.. Siamo baciati e
poi.. Siamo andati via.. E.. >>
Non finì la frase, che subito Tom si affrettò a dire
<< Si, ho capito tutto, e Dio, è incredibile! >>
Juliet aggrottò la fronte << In che senso? >>
<< Beh, per com’era, questo tipo era il classico “una
botta e via”, ed è incredibile tutto ciò. Quello
che ti ha detto, dopo quanto vi conoscete, e quello è successo
dopo un bel po’. Si vede che è davvero serio, altrimenti,
lo sai che ti avrebbe già usata e scaricata già da un
pezzo, vero? >>
Lei alzò le spalle, sospirando << Lo so.. E me lo ha anche
detto.. Ma vedi, ho paura che a lui la differenza d’età
che c’è tra di noi, lo spaventa. A me non cambia tanto,
cioè, un po’ si, ma.. Lui mi piace veramente, e non riesco
a pensare fino a che punto l’età possa dividerci.. Ma so
che per lui è diverso >>
Pronunciò quelle ultime parole con una certa tristezza, quasi
come se temesse che quello che stesse profetizzando, potesse avverarsi
sul serio.
E non voleva, non voleva assolutamente.
Ma non poteva pretendere che Nicholas potesse adeguarsi a lei nonostante quello che le avesse detto.
Certo, frequentavano le stesse persone, vivevano nella stessa città, ma chi le garantiva che fosse realmente sincero?
Come faceva lei a fidarsi dei suoi occhi?
E se stesse mentendo?
Ne avrebbe sofferto solo lei.
Tom alzò le spalle << Senti Juls, io non lo conosco,
e non so distinguere se certe cose le senta o meno, ma un uomo non va
dicendo ad una donna quelle cose perché gli va, ma perché
le pensa sul serio. Tu cerca solo di capire se ti vuole davvero, se
è disposto a superare il confine che vi divide.. E poi, saprai
capire se ne vale la pena o meno >>
<< C’è solo un problema >> convenne lei gravemente.
<< E quale? >> domandò subito l’amico.
<< E se io mi stessi innamorando davvero? >> disse quelle
parole così velocemente che quasi non si capì.
<< Quello potrebbe essere un problema >>
Appena Tom uscì per andare a fare la spesa, Juliet iniziò
a fare un po’ di ordine in giro, giusto per rendere casa un
po’ più accettabile.
Far restare da lei Tom era l’ideale, non solo perché con
una presenza maschile in casa si sentiva più sicura, ma
perché le faceva bene.
Una volta finito tutto, iniziò a spruzzare l’insetticida
per la terrazza, con la speranza che nessuna di quelle odiose mosche le
facessero visita come al solito.
Era nervosa. Troppo forse.
Possibile che dopo quel tipo di serata Nick non si fosse fatto vivo?
Insomma, non era mica una cosa niente.
Evidentemente non gli importava poi più di tanto come aveva detto.
<< Credevo che il tuo fidanzato non andasse più via
>> fece quella voce dall’altra parte del
muretto.
Juliet si voltò di scatto, ridendo << Tornerà. E’ andato solo a fare la spesa >>
Nicholas alzò le spalle, scavalcando il muretto con disinvoltura
<< Pensi si ingelosisca se vengo a farti visita? >>
Le si avvicinò pericolosamente, cingendole i fianchi.
<< Credo sia abbastanza tollerante >> mormorò, lasciando cadere la bomboletta ai suoi piedi.
<< Allora non credo gli dispiaccia se ti bacio giusto un
po’.. >> mormorò Nicholas, prima di attirare a
sé la giovane, ed unire le loro bocche in un lento bacio.
Juliet non rispose, inutile continuare quella simpatica commediola,
dopotutto, Nick sapeva che Tom non era realmente il suo fidanzato, non
ci sarebbe stato da preoccuparsi.
Piuttosto lei, che ancora non riusciva a capire quali fossero le loro intenzioni.
Perché sì, non sapeva neanche lei cosa fare.
Era consapevole di provare qualcosa di inevitabile verso il giovane, ma
era comunque frenata dalla sua età, da quei sei anni che fin da
subito, le avevano precluso serenità.
Non avrebbe mai creduto di arrivare fino a quel punto, sperava che
l’attrazione per Nicholas si potesse risolvere nella
fisicità, in modo da non avere problemi successivamente, ma
qualcuno doveva avercela con lei. Forse era sbagliato
l’allineamento dei pianeti, forse il fato voleva così, o
più semplicemente, non voleva ammettere che tutta quella
situazione la intrigasse, e il fatto di piacere a qualcuno più
grande, la rendeva ancora più presa da tutto.
Se Nicholas avesse avuto la sua età, molto probabilmente la
faccenda dopo un po’ non le sarebbe più interessante;
invece Nicholas di anni ne aveva quasi ventisette, ed era lo scapolo
più affascinante che tutta Los Angeles avesse mai visto, e per
ora, così sembrava, era interessato a lei.
Perché fare tante storie?
Appoggiò le mani sulle guance di lui, lasciando che la sorreggesse.
Dischiuse le labbra in un sorriso e disse << Pensavo che volessi
fare lo stronzo, con qualche bigliettino la mattina dopo.. Ma poi ho
pensato che non te ne potevi andare da casa tua >> rise
<< E ho pensato anche che io abito alla casa di fianco alla
tua >>
Lui scoppiò a ridere, frenandosi solo per baciarla << Non mi credi ancora? >>
Juliet scrollò le spalle << Non mi fraintendere, non
è questo.. E’ che ancora mi suona tutto un po’
strano >> ammise.
Nick le tirò uno scappellotto affettuoso, sorrise << Dammi
solo un po’ di tempo, e vedrai che ti passerà qualsiasi
tipo di dubbio >>
<< Non ho dubbi >> lo corresse lei << Ma sai,
c’è in ballo una questione più grande >>
Ci fu improvvisamente silenzio.
Gli occhi di Nicholas si fecero consapevoli << L’età >> mormorò flebilmente.
Juliet si morse il labbro << L’età >>
Il giovane sospirò gravemente, passandosi una mano tra i
capelli, cosa che gli costò il distacco dalla pelle della
ragazza.
La verità è che lui ci aveva pensato più di
Juliet, e non solo, si era crogiolato nelle ipotesi, nelle soluzioni,
nella convinzione che l’età fosse solo un numero, che
dopotutto, se l’amava, non potevano esserci problemi.
Gli piaceva pensare di poter vedere Juliet maturare con lui, poterla
vedere festeggiare la sua laurea insieme, i suoi venticinque anni, la
macchina nuova, l’appartamento da sola in centro.
Forse tutto ciò non sarebbe mai successo, ma a Nicholas non era mai capitato di vivere così.
Non aveva mai provato le emozioni forti e trascinanti che avvertiva con lei.
Non aveva mai guardato una persona come se fosse sempre la prima volta,
non aveva mai sentito una sensazione di gelosia, protezione verso una
persona.
E ora, a dividere il suo cuore, c’era il tempo.
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Capitolo 3 *** III ***
ultimo
Lo so che sono in un ritardo mostruoso e magari vi siete pure dimenticate!
Beh fate bene se ora magari neanche vedete questo misero ed ultimo aggiornamento a questo storia..
L'ho scritto spinta soprattutto da Giulia, perchè voleva sapere
come andasse a finire e visto che ora ho capito come doveva terminare,
ho completato.
Scusate se non ci sono arrivata prima, ma mi mancavano le idee, l'ispirazione.
Spero che almeno questo ritardo sia stato fruttuoso e che questo finale, non sia deludente.
Intanto vi ringrazio, perchè ho visto che c'è stato un piccolo interesse, e la cosa mi fa piacere.
Grazie a chi mi ha inserito tra preferiti, seguiti e da ricordare.
Ringrazio ora chi ha recensito:
LadyBird27: ormai non so se
vale la pena commentare ciò che avevi scritto, perchè
ahimè, non è andato tutto esattamente bene. Spero davvero
che questo finale non ti deluda, perchè tuo quanto mio, davvero.
Goditelo e fammi sapere :)
josiehaveanidea: ti ringrazio
per i complimenti, le tue recensioni mi fanno sempre un sacco piacere!
Speriamo che anche questa conclusione sia degna! Un grande bacio!
Ancora grazie a tutti.
Mi spiace un pò che questa storia sia finita, l'ho scritta durante l'estate e adesso che si conclude se ne va una parte di quei giorni sole e spiaggia.
Sappiate che in questo capitolo c'è un pò di me, di un piccolo evento personale, ed è per questo che ci tengo un sacco.
COme ho scritto nel primo capitolo, questa storia l'ho dedicata ad una mia amica, che con le sue pazze pazze idee mi ha dato l'imput per scrivere di questi due magnifici vicini. Non è detto che questo sia davvero l'ultimo pezzo su Juliet e Nick, perchè ho una piccola idea per un sequel (anch'esso piccolo eh x3)
Beh, ora vi lascio alla lettura.
Grazie a chi commenterà e/o leggerà.
Sappiate che mi renderete immensamente felice.
MLetizia.
[...]
<< Così mi vorresti dire che per
noi non c’è un futuro? >> Juliet strinse i pugni, guardando verso terra.
Conosceva la risposta, ma preferì chiedere, magari
si sarebbe ricreduta.
Nicholas alzò le spalle << Non lo so
>> disse, avvicinandosi a lei.
Aveva ventisette anni diamine, avrebbe dovuto sapere a cosa andava incontro,
avrebbe dovuto sapere come comportarsi davanti ad un discorso del genere,
invece era lì, fermo come un idiota.
Un idiota che si rigira in mano la propria vita e la guarda senza capire cosa
doverne fare.
Ma la ragazza si scansò, infuriata << Come
sarebbe a dire che non lo sai! O sì o no, Nicholas, non è tanto difficile!
>> i suoi occhi si riaccesero, ma di rabbia.
Non lo so non era una risposta, era solo una
vigliaccheria.
Non lo so significava che Nicholas non ci aveva
capito niente.
Non lo so era semplicemente un modo carino per
dire no.
E Juliet non riusciva ad aprire gli occhi di fronte una prospettiva così
drastica.
Magari si sarebbe sbagliata.
<< E’ così difficile capire quello che vuoi,
Nick? Non hai la minima idea di cosa farai della tua vita? Non lo sai? >>
il suo tono provocatorio e aspro inibì il giovane, che subito scosse il capo.
La sua era solo una amara constatazione, era vero
che non lo sapeva, perché sentiva che avrebbe potuto amare Juliet come non mai
nella sua vita, ma non sapeva se tutti quegli anni di differenza avrebbero
influito sul loro rapporto.
<< Diamoci un taglio >> convenne lui,
allargando le braccia << Mi pare che siamo tutti d’accordo >>
Non seppe neanche lui perché rispose in quel modo, ma sentiva ribollire dentro
di sé la tensione, che gli attanagliava lo stomaco tanto da farlo stare male.
Non capiva dove stesse andando, cosa stesse succedendo.
Che stava succedendo?
Che cosa significava, adesso, tutta quella discussione? Dov’era finita la
passione travolgente, la premurosa gentilezza dei gesti, le parole dolci, i
bagni di mezzanotte, i baci rubati?
Dov’erano quei bei giorni di spensieratezza, dov’era andata a finire la
speranza di un amore che poteva anche scavalcare le barriere del tempo?
La giovane scoppiò a ridere << E’ questo
forse un modo più carino per defilarti ed evitare di fare la figura dello
stronzo? Con me non attacca >> alzò gli occhi al cielo << Fai come
meglio credi, io non sono d’accordo, sei solo un vigliacco. Non sei neanche
stronzo, sei vigliacco e codardo >> si avvicinò a lui, posando una mano
sulla sua guancia << Vai a fare il trentenne da un’altra parte, vai a
scopare una verginella quindicenne lontano da qui >> gli indicò il
cancelletto d’uscita << Non vedo perché continuare a perdere il tempo
così inutilmente >>
Nicholas avrebbe voluto fermarla, avrebbe voluto
dirle che lui sarebbe stato pronto a recuperare tutto, ma l’asprezza di quelle
parole, dei suoi occhi lo disarmarono.
<< Juliet, smettila! >> urlò scansandola << Vedi che non c’è
possibilità? Non sei neanche capace di affrontare questo discorso senza
sentirti attaccata per qualunque cosa! >>
La castana spalancò la bocca << Io? Tu stai accusando me di questo? Sei
davvero ridicolo! Pensavo di averti conosciuto, di aver capito ma sbagliavo
>> sospirò << Mentirei se ti dicessi che queste parole mi stanno
facendo male, ma non riesco a capire cosa tu voglia >>
Abbassò lo sguardo più delusa che amareggiata.
Quel giovane di ventisette anni le aveva fatto credere di essere maturo,
sincero, pronto ad amare.
Ma la verità era che aveva paura di quello che avrebbe comportato una relazione
come la loro.
In fondo anche lei un po’ la temeva, ma aveva passato con lui del tempo che non
avrebbe mai cambiato con niente, e tutto ciò le sembrava immensamente assurdo, non
riusciva a concepire che proprio ora tutto si stesse sgretolando.
Possibile che Nicholas non avesse mai pensato prima a tutto ciò?
<< Perché? >> l’attaccò lui << Tu sai cosa vuoi? Tu sai sempre
tutto? >>
Sperò con tutto il suo cuore che dicesse di no, che almeno gli mentisse.
<< Sì che lo so, e mi pare di avertelo dimostrato >> invece rispose
Juliet, mentre sentiva le lacrime scorrerle per il viso amare.
Si morse il labbro inferiore e si augurò con tutta sé stessa che quella
discussione terminasse presto.
Ormai la fine dell’estate era alle porte , e voleva trascorrere in tranquillità
quel po’ di libertà che le restava.
E intanto Nicholas iniziò a pensare a quelle settimane trascorse insieme, a
tutte le volte che aveva pensato di amarla e che non gli importava di niente,
neanche della fine dell’estate che magari, avrebbe potuto mettere fine al loro
rapporto.
In realtà, ancora non capiva quale fosse
il motivo di fondo di quella discussione, ma di una cosa era certo, era che,
comunque sarebbe andata, lui l’amava.
Non se ne sarebbe scordato.
Perché quello che fin da subito li aveva rapiti, Nicholas non avrebbe potuto
scordarlo neanche se avesse voluto, neanche se fosse stato costretto a farlo.
Entrambi avevano vissuto sulle loro pelli l’emozione di qualcosa che suonava
proibito, di un amore che forse non sarebbe mai stato grande come tutti gli
altri, ma meritevole di essere vissuto.
Poi, suo fratello Kevin, dall’altra parte del muretto lo chiamò.
Si voltò verso Juliet e le regalò un ultimo triste sorriso << Forse
doveva andare così >>
<< Nick ma io devo dirti una cosa >> gli disse poi, abbandonandosi
completamente al pianto.
Il giovane si fermò, piegando leggermente la testa, come se volesse invitarla a
parlare.
Sapeva quello che le avrebbe detto, ne era certo.
<< Avrei voluto che le cose andassero diversamente solo perché.. Mi sono
innamorata di te, e mi sarebbe piaciuto vedere come andava a finire >> si
morse un labbro, pregando con tutta sé stessa di non aver commesso un errore a
dirgli quelle cose.
Nicholas scattò, raggiungendola.
La guardò, la baciò .
Ne aveva bisogno, doveva farlo, forse ci avrebbe dovuto pensare prima.
<< Io.. >> iniziò a mugugnare << Io.. Anche mi sono..
>>
Ma lei lo zittì, scuotendo il capo.
Non voleva che lui lo dicesse, perché altrimenti non avrebbe avuto la forza di
lasciarlo andare.
Poi Juliet si asciugò una lacrima << Dimmi solo un’altra cosa >>
In realtà avrebbe chiedergli di restare, se non le aveva mentito, se non
l’aveva ingannata, se magari si sarebbero rivisti un altro giorno per poterne
parlare meglio.
Ma quelle parole la stavano uccidendo, e lei non poteva rendere quella storia
una tragedia, perché per lei era stata una fiaba, un bellissimo risveglio.
Tante cose che avrebbe voluto fargli sapere, tanti muri che avrebbe voluto
buttare giù, ma di certo da sola non ci sarebbe riuscita.
Perché Nicholas stava cercando di mantenere alto il suo orgoglio comportandosi
così, stava provando a non guardarla nel profondo degli occhi, perché sapeva
che tutto sarebbe diventato più complicato.
Si stavano uccidendo a vicenda, e ormai.. “non c’era più niente da fare.”
Il giovane annuì, mentre stava già avviandosi verso il cancelletto dopo essere
separato da lei.
<< Ti sei pentito di essere stato con me? >> gli domandò tutto d’un
fiato.
Nicholas sorrise << Neanche un attimo Juliet, neanche un attimo >>
“O almeno non ora.”
*
Juliet era sicura di aver messo tutto
in valigia, persino il piattino di conchiglie che le aveva regalato la nipote
di sua cugina.
Prima di tornare a Los Angeles sarebbe passata da New York per trascorrere
qualche giorno con la sua amica Keira, poi sarebbe davvero ritornata a casa.
Dopo la separazione con Nick, Juliet si era dedicata al riposo più assoluto, si
svegliava ogni mattina presto per fare una nuotata e poi, usciva con la
macchina per tornare solo dopo cena.
Il più delle volte andava a trovare alcuni amici, oppure sceglieva dei posti
isolati per concludere i suoi progetti per la sessione di Settembre.
Amava passare le giornate anche solo sdraiata all’ombra di un grande albero al
parco comunale.
Dal momento che nessuna cosa le andava per il verso giusto, preferiva restare
ferma per evitare anche solo di scottarsi al sole o mangiare cibo avariato.
Più o meno ci era riuscita.
Qualche giorno prima della partenza, aveva ripulito la casa da cima a fondo e,
aveva fatto visita agli altri vicini che per tutta l’estate non aveva
minimamente calcolato
<< Chissà perché >> pensò ad alta voce.
Aveva rivisto Nicholas solo un paio di volte e sempre di sfuggita infatti
entrambi evitavano di stare a casa per non vedersi, e aveva quasi sempre
funzionato.
Solo un’altra volta si parlarono, e fu quando Nick, le disse che sarebbe
ripartito e le chiese se poteva prendere le chiavi della loro casa e lasciarle
al custode del villaggio.
Dopo allora Juliet non ne ebbe più la minima notizia, non venne fatto il suo
nome neanche dalle pettegole di turno, tantomeno dai suoi amici che avevano
sempre accuratamente evitato l’argomento.
Dopo allora della vita di Juliet non aveva saputo più niente, perché era sicura
di averla lasciata da qualche parte nel fondo del mare, in uno di quei momenti
infiniti trascorsi insieme a quel giovane.
Si interrogò sul perché ogni volta che le capitava qualcosa di bello, alla
fine, un fattore si tirava sempre indietro, non capiva perché alla fine doveva
sempre venire meno qualcosa.
Che fosse colpa sua o meno, questo non lo aveva ancora capito.
Persone, cose, l’abbandonavano in continuazione durante il suo percorso, e
sperò con tutto il suo cuore di poter trovare un po’ di pace, di avere la
possibilità di riscattarsi.
Perché non poteva tutto finire sempre in quel modo.
Scosse il capo, imponendosi di non pensarci per trascorrere un
viaggio sereno.
Chiuse la valigia a fatica e poi, la portò in macchina.
Diede un’ultima occhiata alla casa, si accurò di controllare nuovamente ogni
angolo, di non aver lasciato niente fuori, di aver nascosto possibili oggetti
preziosi e poi, abbassò tutte le persiane, lasciando cadere su quelle stanze,
teatro di tante emozioni, un buio profondo.
Tutte le estati finiscono, e Juliet stava terminando la sua a grande fatica,
con la speranza di potersi riprendere presto.
Perché in fondo sapeva che quel ragazzo le sarebbe rimasto nel cuore, ma per
ora, preferiva archiviarlo nei ricordi, continuare a reputarla una bella
esperienza e basta.
Metteva da parte l’amore, perché iniziava a pensare che forse, tra lei e
Nicholas non c’entrava niente.
Chiuse anche l’ultimo cancello e, dopo aver dato un ultimo sguardo, si avviò
verso la sua auto.
Controllò che la cassetta delle lettere fosse chiusa a dovere e che il prato
fosse in condizioni decenti.
Rise di sé stessa e poi, salì in macchina sprofondando nel sedile.
<< Magari il prossimo anno andrà meglio >> si disse, mentre metteva
in moto.
E questo Juliet lo sperava davvero.
*
Cara Juliet,
non so se leggerai mai questo biglietto, io non credo, ma mi piace pensare che
magari, tra un po’ di tempo lo farai. So che ho sbagliato, so che sono stato un
perfetto codardo ma..
Io non sono mai stato bravo in queste cose, ho sempre lasciato che arrivasse il
mattino dopo, così io potevo tagliare la corda e non prendermi nessuna
responsabilità.
Sai perché con te non è successo?
Perché io mi ero innamorato subito, mi ero innamorato quando ti domandavo se
volessi un passaggio, se volessi venire con me a cena.
Mi ero innamorato quando litigavamo, quando facevamo il bagno e ci schizzavamo
in continuazione.
Ho iniziato ad amarti, invece, quando siamo usciti insieme per la prima volta,
quando mi sono perso nei tuoi occhi per quelli che credo siano stati anni.
Buffo non credi?
Ci è voluto così poco..
Io invece ho lasciato che tutto andasse male come al solito, perché io sono una
frana con l’amore, non lo so come si ama, ed io aveva paura di ferirti.
Perché ti vedevo così bella, fresca, indifesa.
Io non volevo farti del male, non volevo neanche che tu ti innamorassi di me,
perché non sapevo se sarei riuscito a combinare qualcosa di buono con te e per
te.
La mia età inganna, non sono così maturo da rendermi conto di essere un totale
cretino, non sono neanche così maturo da amarti come avrei dovuto fin da
subito.
Avrei dovuto amarti punto e basta, perché tu te lo meritavi, perché io in fondo
ci volevo provare con te.
Volevo davvero vedere come andava a finire.
Scusami se non ci sono riuscito, scusami se non l’ho fatta ad amarti per bene.
Perché magari avremmo potuto imparare insieme, eravamo così pronti a tutto che
ho avuto paura.
E lo sai, la paura rovina tante cose, anche me, che sono un pazzo.
Un pazzo perché tu non saprai mai quello che provo veramente, un pazzo perché
non saprai mai che ti amo, che ti ho amata, che t’amerò ancora.
Sarai sempre una parte di me, perché sei l’unica parte di me che conosco.
Sei l’unica che sa chi sono veramente.
Sei l’unica che io abbia mai amato.
Ma forse non basta.
Ti chiedo solo di non innamorarti della persona sbagliata.
Sono felice di averti conosciuta, di averti conosciuta, Juliet, perché mi hai
dato ed insegnato tante cose.
Scusami Juliet, ci sarà sicuramente qualcuno più bravo di me.
Scusami Juliet, se ti ho amata e non ce l’ho fatta a dirtelo.
Scusami Juliet, se ti amo e non riesco a rincorrerti per prenderti.
Scusami Juliet, se ti ho fatto perdere tempo.
Scusami Juliet, se mi sono innamorato di te.
Magari la prossima volta andrà meglio.
Con tanto affetto.
Nicholas.
L’unica cosa che Juliet si dimenticò di controllare, quel
giorno, fu l’interno della cassetta
delle lettere.
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