I said i love you, Caroline. di CareNJ (/viewuser.php?uid=114377)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pensaci bene, piccola Forbes. ***
Capitolo 2: *** Tutto ha un inizio. ***
Capitolo 3: *** Un mezzo passo, verso la verità. ***
Capitolo 4: *** Sentiva il dolore, in ogni sua parte. ***
Capitolo 5: *** Look ahead. ***
Capitolo 6: *** Era giusto così, li per te. ***
Capitolo 7: *** That night was so black. ***
Capitolo 8: *** Even vampires have feelings instead. ***
Capitolo 9: *** He will return. ***
Capitolo 10: *** All away. ***
Capitolo 11: *** Afraid. ***
Capitolo 12: *** Revenge Hurts. ***
Capitolo 13: *** Fight for you. ***
Capitolo 14: *** Only sex. ***
Capitolo 15: *** Every rose has his thorns. ***
Capitolo 16: *** People. ***
Capitolo 17: *** Epilogo. ***
Capitolo 1 *** Pensaci bene, piccola Forbes. ***
Primo capitolo.- Pensaci
bene, piccola Forbes.
Diario di Caroline
Forbes.
I giorni
passano
lentamente, da quando ho un’eternità da vivere.
Passa tutto lentamente senza
Matt. E’ come se stessi scivolando in una voragine e non
avessi nessuno pronto
a tendermi la mano mentre cado. Elena e Bonnie sono sparite, anzi Elena
c’è. Ma
Bonnie, mi guarda con quello sguardo mh da strega. –Caroline
sorrise mentre
lo scriveva. –Oh ma dimenticavo lei
è una
strega . Io sto cercando di fare del mio meglio, l’ho finita
come Stefan a
mangiare piccoli animaletti indifesi. Io pensavo che uccidere animali,
fosse il
primo passo per diventare un killer, ma lui sostiene di no. E poi
c’è Damon,
che mi gira intorno sena darmi tregua. Prima apprezzavo tutto questo
interessamento, almeno prima di ricordarmi cosa mi aveva fatto prima
della mia
trasformazione, ora gli infilerei un paletto nel cuore. Così
semplicemente. Eppure
c’era quel suo fascino da perfetto stronzo, che continuava ad
intrigarmi. Ma
cazzo, non Damon Salvatore. Preferirei finire con Tyler Lockwood.
***
Caroline ripose il suo diario sulla
mensola più bassa dello
scaffale a destra della sua camera. Era come se le vivesse da sola,
quindi non
c’era da preoccuparsi, se qualcuno voleva leggergli il
diario. Lei non se ne
preoccupava.
“ Hey. “ Disse
Damon saltando nella sua camera, era passato
attraverso la finestra. Sapeva che gli dava un fastidio indefinibile,
ma lui lo
faceva lo stesso. Quasi apposta.
“ Damon, non dalla
finestra, puoi entrare benissimo dalla
porta di casa. “ Disse seccata guardandolo. Tanto ormai, la
mamma l’aveva
invitato ad entrare ed era fatta.
“ Ma così
è più da.. mh..”
“ Seccatore, che non si sa
fare gli affari suoi, Damon? Mi
spii per caso? Vai via. Dai. “
Disse Caroline finendo la frase di
Damon. Lui la guardò e
inarcò un sopracciglio, facendo quel suo solito sorriso da
stronzo. Lo uccido
adesso. Pensò Caroline. Ma non lo poteva fare,
c’era sempre qualcosa che glielo
impediva. Era forse risentimento per quel ragazzo che diceva poi di
odiare?
Oppure, era solo iniziare a volergli bene? Caroline
rabbrividì a questo
pensiero. Lo scacciò via, come fosse
un
corvo che la osservava.
“ Ma come sei egocentrica.
“ Disse facendo un ghigno
divertito. “ Dove devi andare, ho visto che mettevi apposto
il tuo diario. “
Damon si mosse talmente veloce che Caroline non fece in tempo a
raggiungerlo. “
Caro diario sono un vampiro. Amo Damon Salvatore, anzi no. Preferirei
stare con
Tyler Lockwood, Oh bella questa. “
Sorrise, come se fosse un vincente.
“ Dai Damon, mollalo.
“ Disse attaccandolo al muro. Damon
fece cadere il diario e si lasciò trasportare al muro.
“ Tutto quello che vuoi,
Forbes. “
Disse sorridendo. Caroline lo
mollò all’istante. E cos’era
quella scossa che aveva provato mentre lo attaccava al muro? Si
sistemò i
capelli mente Damon la guardava.
“ Prima ti ho chiesto dove
dovevi andare. “ Richiese Damon.
C’era una nota seccata nella sua voce.
“ Ma Matt.. devo fare anzi,
dobbiamo parlare. “ Disse, anzi
ammettè. Voleva lasciare Matt. Era troppo pericoloso, per
lui. Nonostante le
avesse appena detto che la amava. Gli avrebbe infranto il cuore
sì, ma almeno
non gli avrebbe squarciato la gola, e non avrebbe dovuto mentire a
lungo.
“ Puoi controllarti,
piccola Forbes. “
Non lo sopportava proprio,
c’era qualcosa di sbagliato in
lui. Piccola Forbes. Se non fosse stato qualcosa come un suo amico, gli
avrebbe
dato un ceffone. Ma era la cosa sbagliata.
“ No, Damon non posso. Quel
profumo di sangue si
impadronisce di me ogni volta che mi sta vicino, distrugge ogni
speranza ogni
briciola di speranza che c’è in me, di controllo.
Mi fa a pezzi. “ Disse
Caroline. Si guardò le unghie, una cosa che era solita fare
da viva era
morderle, fino alla pellicina, ma ora da morta non ne
sentiva il bisogno.
“ Come sei melodrammatica.
“ Rispose Damon, solo questo. Le
voltò le spalle, e fece per andarsene. “ Damon.
“ Lo richiamò. Aspettava solo
quello il ragazzo, si girò orgoglioso.
“Dimmi Caroline.
“
Lei lo guardò
così intensamente che lui si spaventò di cose
le volesse dire.
“ Evita di entrare dalla
mia finestra, la prossima volta.
Potrei essere nuda, o qualsiasi altra cosa. Per favore, la porta.
“
Disse sorridendo.
“ Ma è proprio
questo il bello “ Si sbattè le mani sopra le
gambe e sorrise.
“ Tu, devi smetterla.
“ disse Caroline, con autorità. Con Damon si
sentiva a proprio agio, con Damon stava bene, quasi quanto stava bene,
con il suo ragazzo, quasi ex Matt Donovan. Questo pensiero le fece
male, ma non tanto da dimenticarsi che era in ritardo.
“ Davvero, Damon devo
scappare. “ Disse guardandosi intorno,
cercò di capire se avesse dimenticato qualcosa, ma niente la
sua borsa alla
Mary Poppins conteneva tutto.
“ Forbes, credi davvero di
poter andare via, senza avermi
dato un bacino sulla guancia? “
Lei lo guardò seccata, si
avvicinò poi amorevolmente di
disse “ Pezzo di un’idiota sono in ritardo.
“
Mise poi un piede sulla finestra e
Damon disse “ avevi detto
niente finestre” Caroline fece una mezza risata. Quasi quasi
trovava gradevole
il suono della sua risata, poi si ricompose. “
Sai controllarti Caroline, pensaci bene.
Pensaci bene piccola Forbes. Evita di fare casini inutili, non mi va,
come sempre di mettere apposto i casini altrui." Disse Damon infine.
Dopo di ciò, lei sorrire nuovamente, e scappò
dalla finestra, quasi fosse una fuggitiva.
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Capitolo 2 *** Tutto ha un inizio. ***
Capitolo secondo. L’inizio
della fine.
Matt stava seduto ad un tavolo del
Grill, il posto dove lui
stesso lavorava, perché aveva bisogno di soldi, la sua
famiglia non era ricca
come quella di Elena o Caroline, lui viveva completamente solo, senza
qualcuno
che preparasse la colazione della mattina, Caroline
rabbrividì, quando Matt le
disse che la amava, aveva iniziato a farsi tantissimi film mentali, di
lei che
gli preparava la colazione e che lo svegliava la mattina presto
perché lui
doveva andare a lavoro, e che curava i loro figli, ma adesso che lei
era un..
vampiro e non poteva avere quei sacrosanti figli che desiderava, adesso
che non
poteva più amare quel ragazzi tutto era così
dannatamente triste. Cercò di
ricacciare su quelle lacrime che le opprimevano la gola,
cercò di evitare il
bruciore agli occhi, e quella sete così invadente. Mise un
sorriso sul suo bel
faccino, mise bene i suoi capelli biondi e andò da Matt.
“Hey Matt” Disse
semplicemente, non si chinò per baciarlo,
per abbracciarlo, non lo toccò nemmeno, aveva semplicemente
paura. Forse quel
contatto l’avrebbe spinta a bere il suo sangue, ma lei non
voleva. Si ricordò
le parole di Damon Puoi controllarti
piccola Forbes. No, non ce la faceva, odiava quella dannata
sete, si
impadroniva del suo essere, della sua volontà. La odiava,
quasi quanto essere
vampiro e non poter esaudire i suoi desideri. Maledetta
Katherine. Pensò a quel punto. Lei aveva rovinato
tutto.
“Care, come
stai?” Rispose lui, guardando. Pensava a quanto
fosse dannatamente bella. “ Ti trovo mh cambiata.” Forse era la
trasformazione in vampiro che
l’aveva modificata.
“Grazie, sto benone Matt.
Devo dirti una cosa” La sua voce
si incrinò, e Matt in quel frangente capì tutto.
“E’
finita?” Chiese debolmente, non poteva capire il suo dolore
perché lei ne provava uno tutto suo, un dolore
così lancinante che la
distruggeva, peggio della Verbena, la bruciava, dentro. Matt sentiva
semplicemente la rabbia, sentì le sue guancie diventare
paonazze, era
arrabbiato e soffriva. Soffriva. “E’
colpa di Damon Salvatore?” Chiese, era
diventato completamente rosso odiando i Salvatore. “Prima
Elena, adesso tu!”
Era troppo anche per Matt Donovan, avrebbe voluto trovarli entrambi e
riempirli
di colpi fino ad ucciderli. “No.” Rispose
brevemente Caroline, non aveva
preparato una risposta, ma voleva proteggere Damon. “
E’ solo che non funziona
Matt, io non ti amo” Queste parole, Dio, le bruciarono
dentro. Fu come se la
sua anima fu bruciata da quella bugia. Ma lei non aveva più
un’anima. “
Guardami negli occhi, Caroline. Dimmi che non mi ami
più” Non era un problema
mentire ormai. Non era un problema. Sapeva mentire benissimo a tutti.
Lo stava
facendo. Sì. Lo guardò debolmente negli occhi e
si convinse mentalmente di non
amarlo più. Poi pronunciò quelle dure parole
“ Non ti amo più, Matt” . Matt si
alzò e andò via, si trovò davanti
Tyler. “Hey amico, che..” Non fece in tempo a
finire la sua frase, Matt volò fuori dal locale. Tyler
guardò per un istante
che pareva immenso Caroline, poi alzò il braccio e
salutò, lei rispose con un
sorriso, così finto che aveva paura che se ne fosse accorto.
***
“Che è successo
con Matt?” Chiese Tyler sedensosi al tavolo
con Caroline. Lei lo guardò e provò una stretta
al cuore, adesso doveva mentire
pure a Tyler.
“Ci siamo
lasciati.” Disse poi brevemente. Il dolore era
come sparito, era come se fosse stato rimpiazzato dalla certezza che
senza di
lei, la vita di Matt sarebbe stata completamente migliore.
“Perché?”
Continuò Tyler. Come se sospettasse che ci fosse
qualcosa che non andava. “Non andava Tyler, voglio solo il
suo bene. Davvero.” Gli
occhi di Caroline iniziarono a riempirsi di lacrime, odiava piangere
davanti a
tutti, ma cazzo, aveva appena rotto con Matt, era lecito in qualche
modo, no?!
Ricacciò le lacrime dentro, non si era concessa il
privilegio di piangere, non
davanti a Lockwood. Non davanti a Matt, non davanti a Damon. Davanti
allo
specchio. Lei da sola. Tyler, vide quella stupidissima voglia di piangere, si
alzò dal tavolo e se ne andò, lasciandola
sola. Brutto stronzo. Pensò
Caroline. Lo era, qualunque altro ragazzo non l’avrebbe
lasciata sola, ma
Lockwood sì. Tyler, l’aveva fatto. Aveva mandato
ogni affetto per Caroline a
farsi fottere, era sola. Senza un’amica. Era una vampira
sola, una vampira
ferita e dolorante.
***
“Uccidere è
lecito quando si sta male, Damon.” Disse,
Caroline, guardandosi alle spalle. Damon l’osservava, da
lontano. Forse nemmeno
lui si sarebbe avvicinato a lei, era come se fosse una lebbrosa,
nessuno osava
avvicinarsi a lei. Lui scuoteva da una parte e l’altra la
testa, come se fosse
contrariato. Ma quella non era la natura di Damon, amava il sangue
umano, e
amava andare contro le regole, perciò annui.
“E’ sbagliato, Forbes, non c’è
bisogno che uccidi, puoi bere il loro sangue e lasciarli
intatti” Disse, era
controproducente.
“E’
finita” Disse Caroline. Damon sorrise amaramente,
già lo
sapeva. “ Forbes non sono il tuo migliore amico, puoi anche
evitare di parlare
con me, di questioni che ho già visto. Perché non
parli con Lockwood.? Mi
sembrate.. mh affiatati.” Maledettissimo
Damon Salvatore. E a quella risata che mi risuonava nelle
stramaledettissime
orecchie. Stai zitto avrebbe voluto urlargli, doveva stare zitto. Lei
stava
male. Lo voleva capire? “ Damon, stai zitto. Chiudi quella
stramaledettissima
bocca, cazzo!” Odio. Odio solo quello provava,
l’odio la stava accecando. L’odio
la stava consumando, avrebbe voluto davvero infilargli un paletto nel
cuore,
adesso. Sì l’avrebbe fatto con tutta la sua forza.
Damon si lasciò andare sulla
sedia, forse aveva esagerato, ma non gliene importava niente. Adesso
sarebbe
andato a cercare sangue umano, e a ridurre in brandelli qualche gola,
lui era
Damon Salvatore, cosa si aspettava, Caroline?
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Capitolo 3 *** Un mezzo passo, verso la verità. ***
Caroline
si buttò nel letto,
stanca veramente stanca, di tutto quello che le stava capitando. Una
volta
Damon le disse, che venivano trasformate in vampiro quelle persone che
erano
insoddisfatte della propria vita. Allora, perché lei era
stata trasformata?
Solo per portare quello stupido messaggio di Katherine ai Salvatore? Game
On. Semplicemente. Avrebbe potuto dirglielo
benissimo anche da umana,
questo, non c’era bisogno di ucciderla. Aprii lentamente un
occhio, per
guardasi intorno.
“Stai
male, Caroline?”
Caroline sbuffò. Era così difficile da capire che
voleva stare sola? Non era
tutto perfetto, andava tutto male, e voleva solo stare sola.
“ Si mamma, sono
solo stanca” Rispose. Ciò che Caroline odiava
più di tutto era, quando la mamma
si esponeva ad un dialogo con lei. “ Caroline,
c’è qualcosa che non va?” Adesso
voleva fare la mamma? Adesso che era pienamente maggiorenne,
consapevole della
sua vita. ADESSO? Avrebbe voluto sbottare, con un paio
d’urla, ma non appena
vide l’ombra di Damon nella finestra, sbuffò e
chiuse velocemente la
conversazione. “No, non ho niente da raccontarti!”
Disse, la madre sembrava
sempre essere trafitta da un pugnale quando parlava con la figlia,
l’unica
figlia che aveva. Lasciò la stanza di Caroline,
così come c’era entrata. “Dovresti
smetterla di trattarla così.” Disse Damon,
sedendosi sul bordo della finestra.
“ E tu, dovresti smetterla di entrare dalla finestra, della
mia camera. Eppure
non lo fai, perché io dovrei cambiare le mie
abitudini?” Nella voce di Caroline
si respirava solo gelo, e questo gelo l’aveva scatenato lui
stesso. “ Non è che
se sei arrabbiata con Lockwood, te la devi prendere con me.”
Disse Damon
alzando le spalle. Caroline si girò a guardarlo, ma aveva
perso tutta la
pazienza che gli era rimasta, prese Damon al collo e lo
attaccò nuovamente al
muro, prese un pezzo di legno, che vagamente girava in camera sua, e
glielo
puntò addosso. “ Sei un fottuto stronzo, ma se
vuoi giocare a questo gioco,
Damon, ci gioco anche io. Sono stronza anche io, sono dannatamente
stronza,
Damon. Non giocare col fuoco”
Scandì
perfettamente le ultime parole, e poi buttò dalla finestra
quel pezzo di legno,
mollò Damon, prese la sua borsa e riuscì,
lasciandosi alle spalle il ragazzo,
che aveva appena minacciato, di morte. Morte.
***
Era
possibile, prendere un
paletto, da soli e conficcarselo nel cuore? Da soli, trovando il
sacrosanto
coraggio di impalettarsi? No, non era fattibile, avrebbe dovuto
scatenare l’ira
di qualcuno per farsi impalettare. Cazzo.
Pensò. Troppo difficile, Damon non glielo avrebbe mai
permesso. E aveva troppo
da perdere. Tamburellava le dita sul volante della sua auto, mentre
andava al
Grill, magari avrebbe trovato Elena, Bonnie.. Ma l’unica cosa
che vide fu
Tyler, nuovamente Tyler. Ancora schifosamente quel ragazzo.
Provò un’ondata di
odio, nei suoi confronti, che a mala pena riuscì a
trattenersi dal esternare un
ringhio di rabbia nei suoi confronti. “Hey,
Caroline” Disse Elena, a quel
punto. Non l’aveva proprio
notata, era
riuscita a vedere solo Tyler. Caroline tirò a forza Elena
verso di lei, e
l’abbracciò, aveva solo bisogno di sentirsi
compresa da qualcuno che in fondo
la conoscesse. Elena ricambiò l’abbraccio, Dio
quanto la preoccupava Caroline,
quando faceva così. “Che succede?”
Chiese Elena. “ Ho rotto con Matt” Disse
Caroline, guardando Stefan. Stefan annuì, come se capisse
ciò che Caroline
stava tenendo nascosto. Elena si strinse a Caroline, ancora di
più, era dura,
lo sapeva c’era già passata. “Era
Necessario, Care.” Caroline si era persa nel
vuoto. Non vedeva più niente, tranne che Tyler, nuovamente.
“Care? Caroline?
Che c’è?” Chiedeva Elena a vuoto.
Caroline si girò a guardare Stefan e poi
lasciò Elena, così senza una spiegazione. Una
ragione. Vedeva solo Tyler
Lockwood. Si diresse verso il bagno, o almeno fece finta di farlo,
camminando
lentamente, per osservare meglio Tyler, che cosa era quella stranissima
voglia
di prendere a pugni Tyler? “ No, nono vieni qui
principessa” Disse Damon,
mentre mi teneva un braccio. “ Non stavo facendo
niente” Ribadì Caroline. Certo
non stava mica andando ad ammazzare di colpi Tyler, no stava andando in
bagno
come qualunque ragazza. “ Non è vero che stavi
andando in bagno, Forbes, menti
a Stefan non a Damon” Disse il ragazzo al suo fianco. Idiota
di un Stefan,
pensò Damon. Non riusciva a controllare nemmeno una vampira
in erba. Damon
portò Caroline al tavolo, e poco dopo stavano parlando.
Forse di questi strani
sentimenti verso Tyler. Perché la rabbia, era troppa, e
Tyler, non aveva fatto
molto per guadagnarsi tutta quella ostilità.
***
“Spara,
Stefan. Cosa sai?”
Chiese Elena al ragazzo che aveva affianco. Stefan fece spallucce,
nemmeno lui
sapeva molto. Non sapeva di questo rapporto tra l’amica di
Elena e suo
fratello, ne di tutta quella ostilità per Tyler.
“Voglio dire, Damon è amico di
Caroline?” Chiese quasi conferma. “ Non lo so
Elena, voglio dire, non sembra
nemmeno Damon, guardalo, come si preoccupa. O forse sta facendo finta,
ci
parlerò.” Disse Stefan a quel punto. Elena non era
sicura a quel punto che
Caroline ricordasse ciò che Damon le aveva fatto prima della
trasformazione.
“secondo te, è possibile, che Damon abbia
soggiogato Caroline, ancora?” Chiese
a quel punto. Stefan sorrise, guardando la sua ragazza. “ No,
non è possibile,
come non è possibile che Caroline non ricordi ciò
che le ha fatto Damon in
precedenza. E’ solo che Damon sa qualcosa, che noi non
sappiamo Ovviamente di
Caroline, che magari Caroline ignora.” Disse Stefan guardando
attentamente il
fratello. Ne osservava il viso, in ogni minimo particolare, anche come
muoveva
la bocca, e cercava di capire di cosa stesse parlando.
L’unica cosa che
riusciva ad intravedere era il nome di Tyler. “ Secondo te,
cosa ci può essere
tra Tyler e Caroline, adesso come adesso?” Elena lo
guardò stranita, come non
sapesse rispondere, e in realtà non sapeva rispondere, non
è che ci potesse
essere molto tra i due, erano solo grandi amici, a adesso con la
situazione di
Matt e Caroline, Tyler non si sarebbe esposto così tanto.
“ Non lo so Stefan,
credo niente, si conoscono da troppo tempo, per stare
assieme.” Come
ragionamento faceva acqua. Anche lei e Matt si conoscevano tantissimo,
eppure
erano stati assieme. E anche Caroline e Matt si conoscevano tanto,
eppure. “
Non capisco, allora perché è così
ossessionata da Tyler?” Domandò tra sé,
Stefan. Elena lo guardava, non aveva una risposta. L’unica
cosa da fare era
aspettare Damon.
***
“Io
leggo nella mente degli
altri, compresa nella tua, Forbes.” Disse Damon, guardando
Caroline negli
occhi. “Per esempio, Stefan ed Elena adesso stanno cercando
in tutti i modi di
capire cosa ci sia tra noi due.” Alzò lo sguardo
verso i due, che subito
iniziarono a parlare tra di loro, Caroline si girò a
guardarli e sorrise a Damon.
“ Ma non capisco cosa c’entra che leggi nella mente
con me?” Domandò la ragazza
a quel punto. “ Io di te so tantissime cose, per esempio che
sei attratta da
me.” Disse sfoderando quel sorriso da perfetto stronzo,
quello che lo rendeva
unico nel suo genere. “Damon, dai. Dimmi chi non è
attratto da te, certo
apparte Elena.” Caroline rise, e in un certo senso fece
sorridere pure Damon,
che le diede ragione. “ Ho una verità da
svelarti.” Disse a quel punto Damon.
Suscitò una certa curiosità in Caroline e lui la
notò, ottimo modo di farla
svagare dal suo invaghimento per Tyler. Perché questo era,
un invaghimento per
Tyler Lockwood e lui non lo sopportava. Ma perché? Cosa
nascondeva Salvatore? “
Lo sappiamo tutti che ti piace Elena.” Disse Caroline,
amaramente, sapeva che
Elena amava Stefan e a meno che non fosse stata costretta non
l’avrebbe
lasciato. La faceva stare male, in realtà questo. Ma non
perché provasse
qualcosa per Damon, solo perché gli voleva bene.
“
Tu mi ami!” Disse Damon
sbottando dal nulla. Caroline, ingoiò la
saliva, poi iniziò a ridergli in faccia. “ Stai
scherzando, vero?” Lui sorrise.
“ Sì, le verità sono altre,
Forbes” lei stette zitta ad ascoltarlo. Lei non
amava Damon, ma adorava il suo sorriso. Era la cosa più
stupida che avesse mai
pensato, ma era così tristemente vero. “ Sei cotta
di Lockwood” Sbottò
nuovamente. Questa volta la saliva le andò di traverso.
“Tyler?” Quasi urlò.
Tyler la guardò e sorrise. Tyler Lockwood? Damon era fuori
di testa, per caso?
Caroline Forbes è cotta di Tyler Lockwood. “
Guardati, facevi così anche con
me. Un giorno mi odiavi, l’altro mi amavi, eri patetica,
principessa. Adesso
vuoi sotterrarlo ci colpi, domani troverai che sia così
misteriosamente bello. Sei
un libro aperto per me, Forbes.” Lei
lo
guardò e non poté fare a meno di ridere ancora.
“ E’ uno scherzo, vero? Un
altro scherzo?” Chiese con una nota
d’acidità in più questa volta. No,
Forbes,
non lo è. Pensò Damon. Gli dava un dannato
fastidio però. Poi annuì “
Sì lo è. Ma
almeno ti ho fatto passare il mal’umore, no?” Disse
sorridente, Damon.
Vittorioso. Caroline annuì.
***
“
Che cosa nascondete tu e
Caroline?” Chiese Stefan, non appena Damon mise piede dentro
la pensione. “Sembri
una femminuccia, muori dalla curiosità.” Rispose
Damon. Stefan fece spallucce e
sperò che in qualche modo, il fratello gli dicesse qualcosa.
“ Oh, così è
implorare, fratellino” Stefan rise, così forte che
la sua risata riecheggiò per
tutta la pensione. “ E’ arrivato, Damon?”
Chiese Elena, poi trovandoselo
davanti. “ Si, principessa, sono a casa. Curiosa di sapere
anche tu?” Elena
annuì sorridente. “Sono innamorato di
Caroline” Disse poi col sorriso sulla
faccia. Elena guardò per un secondo Stefan. “
Sputa il rospo Damon.” Disse
infine la ragazza. “Che palle, con voi, non fa nemmeno a
scherzare. Penso sia
cotta di Tyler.” Elena sbiancò, Stefan dipinse sul
volto un ghigno vittorioso. “
Te l’avevo detto, Elena.”
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Capitolo 4 *** Sentiva il dolore, in ogni sua parte. ***
“Festa a casa Lockwood,
Tyler ha detto di spargere la voce,
Sabato festa a casa Lockwood.” Continuava a ripetere una
ragazza urlando,
nessuno si sarebbe giocato una festa a casa Lockwood, quella cosa era
la terra,
il sogno proibito di ogni singolo studente di quella scuola. Il paese
dei
balocchi era la figura adatta per descrivere la gioia dei ragazzi
quando
varcavano la soglia della porta. Morale della favola infine, la signora
Lockwood si sarebbe trovata con duecento ragazzi ubriachi e arrapati
che avrebbero
cercato rissa, per contendersi un’altra ragazza troppo
ubriaca per capire che
putiferio stava creando. “Io non ci
andrò.” Disse Caroline a quel punto, aveva
le braccia conserte e guardava dall’altro le sue due amiche,
Bonnie ed Elena.
Le due si guardarono esasperate.
“Perché?” Chiese Bonnie a quel punto,
quasi
implorante. “ Ci saranno tutti, Care. Matt, Tyler, Stefan e
Damon, Jeremy,
tutta la scuola. E’ la festa del secolo, non puoi perdertela.
Zero” Concluse
Elena, sperando di essere abbastanza convincente. Bonnie sorrise
speranzosa. Ma
era proprio per questo che Caroline non ci andava, vedere Matt le
avrebbe solo
fatto male, Damon avrebbe fatto di tutto per metterla in imbarazzo e
Tyler, era
una palla al piede. Le cose andavano di male in peggio con lui.
“Sputa il rospo
Care. Il problema non è il dolore per Matt, non è
la situazione con Damon. E’
il rapporto, anzi il tuo strano odio per Tyler” Disse Elena
convinta, guardando
l’amica bionda. Non c’era niente tra Caroline
e Tyler. “Che ti salta in mente, tra me e Tyler
non c’è niente, Elena.”
Disse guardandosi intorno, non riusciva nemmeno a guardarla in faccia,
era come
condannarsi a morte. “ Perché ci dovrebbe essere
qualcosa tra lei e Tyler?”
Chiese Bonnie a quel punto, lei era rimasta indietro da tutto, non
sapeva
niente. “ Niente Bonnie, sono stupidaggini che si inventa
Damon e che a quanto
vedo, Elena prende per vere.” Disse scoccando
un’occhiataccia a Elena. Ma
infondo Elena conosceva Caroline, così come Bonnie.
“ Chissà se questa volta
Damon si sbaglia.” Concluse infatti la ragazza.
“Tyler Lockwood ed io, siamo
solo amici, anche se in questo momento non andiamo molto
d’accordo, ecco il
tutto.” Disse Caroline liquidando il tutto con un sorriso,
Elena odiava quando
le mentivano, soprattutto se si trattava delle sue migliori amiche.
“Ci vediamo
alla festa, ok?” Disse semplicemente Caroline, guardando le
amiche e facendo
per andarsene. “ A stasera Care.” Disse Elena,
vittoriosa.
***
Si infilava quel
vestito, che si
impadroniva di quel corpo così snello e perfetto, quel corpo
che sembrava
appena uscito da una rivista di moda. Ed era lì davanti allo
specchio della sua
camera, mentre si malediceva per aver acconsentito ad andare a quella
maledettissima festa. Indossava un sorriso così bello,
povero della magia
necessaria per farlo sembrare vero, però. Magia che era
scomparsa da un po’ di
tempo a questa parte. Era tutto così spento. Anche i suoi
capelli biondi erano
spenti quella notte, i suoi occhioni blu che in genere davano al viso
una
decorazione in più erano spenti. Caroline non aveva bisogno
di trucco, lei era
perfetto così, era splendida quanto una principessa,
così come la chiamava suo
padre, prima di cambiare vita e abbandonarla. “Fai attenzione
Caroline”
Caroline sorrise sentendo la voce di Damon, ma non alzò lo
sguardo dallo
specchio. “Tyler ti salterà addosso come un lupo
affamato.” Disse a quel punto,
voleva farla parlare, sennò non avrebbe di certo messo in
mezzo Tyler. A
quest’ultima affermazione Caroline scoccò nella
direzione di Damon un’occhiata
supplicante, quasi chiedesse una tregua, come se fosse stanca di
combattere
contro Damon. Era troppo anche per lei, scesero lentamente, lacrime
salate, che
avevano qualcosa di amaro, aveva anche lo stomaco attorcigliato, ma
quello era
il fastidio che provava nel piangere di fronte a Damon. Caroline si
accasciò a
terra tenendosi le gambe, in quel momento Damon ebbe una stretta al
cuore,
voleva bene a Caroline alla fine, e vederla così lo faceva
stare male. Era
vampira da poco ed ogni sua emozione era amplificata, quindi anche la
più
piccola cosa la faceva stare male. Era così piccola e
indifesa adesso, così
grande, ma teneramente piccola. “Principessa, non fare il
melodramma, ti
proteggerò io dal lupo cattivo.” Disse Damon a
quel punto, cercando di strapparle
un sorriso, lei lo guardò e iniziò a ridere,
quasi non lo facesse da anni, e le
ultime lacrime che si erano accumulate negli occhi caddero via, sulle
sue mani
poggiate nelle ginocchia. Per un momento gli occhi di Caroline,
tornarono ad
illuminarsi, e il cuore di Damon a riscaldarsi. “Che succede
Care?” Disse Liz
entrando in camera della figlia, era sbucata dal nulla e ciò
fece trasalire la
figlia. Damon stava ancora appollaiato sul bordo della finestra, e la
figlia
che piangeva seduta per terra, per una volta Liz perse il suo sangue
freddo e
si fece prendere dagli avvenimenti. “ Giuro che se le hai
fato del male,
Salvatore, ti spingo già da questa finestra e poi mi butto
in galera da sola.”
Disse guardandolo. Liz voleva bene a Damon,
molto spesso l’aveva aiutata con dei casi di
vampiri a Mystic Falls, ma
questa volta, secondo lei ne andava della sicurezza della figlia.
“Tranquilla
Liz, le ho solo detto che è troppo magra.” Si
discolpò Damon, guardando per un
secondo Caroline, lei nel mentre si era rialzata e si stava
ricomponendo, Liz
scrutò Damon, come era solita fare con tutti, ma non
riusciva mai a capirlo o a
intercettare qualche sentimento da parte sua, ma niente, falliva ogni
volta. “
Damon smettila di giocare sporco e accompagnami alla festa”
Disse Caroline
irritata, era tornata la Caroline uscita dalla
rivista di Vogue.
“Caroline non tornare troppo tardi.” Disse Liz, lei
fece un
cenno con la mano e scomparve. Liz rimase sola con Damon, e rimase
circa due
secondi a guardarlo. “Tienila d’occhio, Damon. Per
favore. Riportala a casa.”
Disse Liz mentre Caroline richiamò Damon dal
soggiorno.” Va bene Sceriffo
Forbes.” Rispose Damon col massimo di rispetto che potesse
dare. Poi scomparve
anche lui e Liz restò sola, nella stanza della sua unica
figlia, a pensare
proprio a lei. Damon era un ottimo partito per la figlia, ed anche un
bel
ragazzo. Ma non era vero, Liz non conosceva la vera natura di Damon
Salvatore.
A poco a poco, ogni giorno Damon cambiava Caroline, trasformandola in
qualcosa
di più simile a lui, e anche se Liz non se ne accorgeva lo
facevano gli altri.
Caroline, in fondo era una brava attrice, riusciva a mentire alla donna
che
l’aveva messa al mondo. Ma infondo anche se faceva finta di
credere alla messa
in scena di Caroline, lo sapeva benissimo quanto sua figlia si
sentisse, spesso
sola e incompresa. E di quanto si appigliasse a Damon per sentirvi
più viva, e
sapeva benissimo che era solo colpa sua. Lei non le aveva dato
l’affetto
necessario e non era stata affianco a lei, nei momenti critici.
Caroline era
sempre cresciuta da sola, eppure da brava ragazza che era, aveva sempre
assorbito la sua solitudine e aveva piazzato un sorriso, evitando di
far stare
la madre per questo. Non era abituata a vederla piangere, forse
perché non
l’aveva mia vista piangere, ed ora che anche questo era stato
visto, si sentiva
morire dentro. Era una cosa che mai più avrebbe voluto
vedere. Era un dolore
troppo forte, che una madre non dovrebbe mai provare. E in quel
momento, per la
prima volta, Liz Forbes odiò il suo lavoro che la portava
che l’aveva
allontanata da Caroline, separandole definitivamente. Ecco
perché Caroline mi
odia. Pensò Liz. Ma quello di Caroline non era odio, era
semplicemente
risentimento verso una persona che diceva di amarla ma che non lo
faceva mai
costantemente.
***
“Sei
troppo gelida con tua
madre, Caroline. Smettila” Disse Damon mentre accendeva il
motore della
macchina di Caroline. “Perché non usiamo mai la
tua macchina?” Chiese Caroline
per sviare il discorso. “Stefan ne ha una, io no. E poi
conoscendomi
sicuramente non avrei benzina.”Disse sorridendo leggermente.
Sì è vero, questo
è Damon. Pensò Caroline. Il silenzio regnava
nella macchina, dopo il pietoso
spettacolo che Caroline aveva dato di se prima non aveva niente da dire. “ Ma vieni anche
tu alla festa?” Chiese
Caroline a quel punto, Tyler odiava Damon, quindi non capiva il
perché. “Sì
principessa, devo controllare che non ti salti in mente di azzannare
nessuno
questa sera, e ti devo proteggere dal lupo cattivo.” Caroline
scosse la testa,
ancora continuava con questa storia di Tyler. “ Damon
ficcatelo in quella
stupida testolina vuota, che Tyler Lockwood ed io non abbiamo niente a
che
fare. Tyler è solo un ragazzo egocentrico, pieno di
sé, incapace di amare, se
non se stesso. Convinto che quella maschera da grande testa di cazzo
incanti
tutti, ma tutti stanno con Tyler solo per convenienza e io Damon
Salvatore non
sarò la prossima” Disse Caroline, adesso
estremamente vuota, fece un respiro
profondo e si adagiò nuovamente allo schienale. “
Sto facendo progressi come
bravo ragazzo.” Disse Damon, era riuscita a farla sfogare
finalmente. Caroline
sorrise, erano arrivati. Scesero poco dopo dalla macchina. “
Il primo incontro
ravvicinato col tuo alter ego, principessa” Disse Damon
sussurrando. “Tyler
bella festa.” Disse poi entrando. Alla faccia del ti proteggo dal lupo cattivo. Caroline
respirò a fondo e ingoiò
quella poca saliva
che le era rimasta.
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Capitolo 5 *** Look ahead. ***
Caroline guardò a lungo
Tyler prima di avvicinarsi, iniziava
a prepararsi un discorso molto semplice e coinciso, da finire subito,
per poter
entrare a quella festa a svagarsi almeno un pò. Solo un
po’, si promise. Tyler
allargò le braccia come se fosse impaziente di vederla o di
sentire la sua
voce, si decise ad avvicinarsi. “Sapevo che saresti
venuta.”Disse lui iniziando
il discorso, non si aspettava tale considerazione Caroline, infatti ci
mise un
po’ per elaborare una risposta. “Certo chi sarebbe
potuto mancare ad una festa
a casa Lockwood” Continuò Tyler, di tutta
risposta. Caroline seppe cosa dire a
quel punto, ma si trattenne, sarebbe stata poco educata.
“Ciao Tyler.” Piego in
avanti la testa e sorrise. “ eh già, chi sarebbe
mancato ad una festa di questo
livello? Dico pieno di gente che fuma e beve, voglio dire che eleganza,
Tyler.”
Disse sarcastica. Lui sentiva il gelo nella sua voce, e una certa
intolleranza
nei suoi confronti, che non riusciva a spiegarsi dato che non le aveva
fatto
niente, almeno senza farlo apposta. “Come stai?”
Chiese, l’ultima volta che
l’aveva vista tremava per la voglia assurda che aveva di
piangere, mentre
adesso era racchiusa in quel vestitino nero, che ne delineava tutti i
lineamenti, di quel corpo così perfetto. Era distratto,
chiaramente distratto.
Anche Caroline poco prima si era fermata ad osservare i lineamenti
perfetti di
Tyler, anche quel sorriso che poteva sembrare così sadico.
La maglietta nera
che gli stava a pennello e che disegnava perfettamente ogni suo
muscolo. Se non
fosse stata così tanto presa ad odiarlo, avrebbe potuto
farci un pensierino.
“la vita va avanti, Tyler. Non posso stare sempre a piangere,
per cose che non
torneranno più, la mia vita va avanti e spero che anche la
sua vada avanti.”
Disse sorridendo infine, con un’ombra di rammarico per quella
scelta. “ Ed ora
se posso andare.” Disse cercando di essere il più
cordiale possibile,
nonostante lo stesse liquidando in tronco. Non ce la faceva
più ad ascoltarlo,
non sopportava più la sua voce. Doveva scappare dal suo
sguardo che la
divorava. “ Certo Caroline.” Disse a quel punto.
Mentre le passava davanti
Caroline lo urtò senza farlo apposta. Il ragazzo
sentì una stretta allo
stomaco, sentì che i sentimenti per Caroline cambiarono.
Ormai non erano più
solo amici, lui doveva averla. Doveva averla nella sua immensa
collezioni, di
splendide ragazze. E se Caroline non si fosse svegliata avrebbe fato
veramente
quella fine. “Forse questa festa, non è del tutto
inutile.” Mugugnò tra sé e
sorrise sarcastico.
***
Caroline era distesa nel divanetto
del soggiorno da almeno
un’oretta. Almeno a lei sembrava passato così
tanto, si annoiava a morte.
Stefan ed Elena, probabilmente si erano dati alla pazza gioia,
probabilmente
tra una nota e l’altra l’avevano finita a ballare
in qualche bel lettino di
casa Lockwood. Mentre Bonnie era sparita con Jeremy qualche minuto
prima. Finalmente anche lei si dà
da fare.
Pensò. Matt non era andato alla festa. Forse non si era
ancora abituato. Che egocentrica che sono.
Pensò a quel
punto. Matt quella sera lavorava come sempre, per quello non
c’era. Dio che mal
di testa, aveva. La musica era dannatamente alta. “Ciao
bellezza.” Disse un
ragazzo, gli puzzava l’alito di birra o vodka o entrambe.
“Lontano da me.”
Rispose Caroline. “Vedo che sei annoiata, facciamo due
salti?” Chiese. Che
strafottenza. “Se non te ne vai, due salti gli faccio fare al
tuo cervello.”
Replicò Caroline. Il ragazzo girò i tacchi e se
ne andò. “ E tu tieni le tue
luride mani, da ubriaco lontano da me.” Disse ad un ragazzo
che a breve avrebbe
vomitato, visto il colore che aveva. Infatti poco dopo mentre riusciva
a
girarsi dall’altro lato, vomitò. Caroline
sentì una voglia di vomitare
mischiata a quella di fare la pipì. Quindi si
alzò lasciandosi il tipo alle sue
spalle. “scusa il bagno?” Domandò ad un
ragazzo. Non aveva riconosciuto che
fosse Damon, le sembrava strano vederlo ballare. Oh
tutti si danno alla pazza gioia e io no. Pensò
ancora. “
Principessa, bella festa.” Disse Damon scuotendo la sua
chioma di capelli neri.
“ Anche tu sei ubriaco, Damon.” Disse sprezzante
d’odio. “Sì, e sto una
meraviglia.” Disse ridendo. “ lasciati andare,
Forbes.” Disse guardando la
ragazza. “preferivo lo stronzo egocentrico.” Disse
disprezzando Damon. Lui
sorrise e riprese a ballare con la ragazza bionda che aveva davanti. Pensavo non gli piacessero le bionde.
Pensò lasciandoselo alle spalle. Non le aveva detto dove
fosse il bagno, però.
Cercò qualcuno dall’aria lucida, ma non vide
nessuno. “Maledettissima villa
Lockwood. Maledettissima serata, festa. Maledettissima
Caroline.” Disse
imprecando contro se stessa. Sarebbe stata meglio a casa sua, a
guardare un
film in solitudine il sabato sera, anzi che vagare per una casa a
cercare un
bagno. “scusami, sai dove è il bagno?”
Chiese ad un ragazzo coi capelli rossi,
che beveva dalla bottiglia, qualcosa che sicuramente non era acqua.
“Non ti
sento.” Rispose urlando. La musica le rimbombava nelle
tempie, le distruggeva
la lucidità che aveva conservato per tutta la serata.
“Il bagno.” Urlò questa
volta. “ Non ti capisco biondina.” Disse a quel
punto il ragazzo. “ Il cesso,
maledizione.” Lui spalancò gli occhi come avesse
finalmente capito, un arcano
mistero. “ Su questo piano, l’ultima porta a
desta.” Lei ringraziò con un cenno
della mano, e il ragazzo tornò a bere. Ultima
porta destra. Perché tutti conoscevano quella
casa, e lei no? Quando
spalancò la porta e vide una camera da letto,
pensò stupido pel di carota. Vide
due ragazzi nudi l’uno sopra l’altro.
Riconobbe Leasly, una delle sue patetiche leccapiedi.
“Leasly. Vestiti.
Immediatamente.” Era verde di rabbia, questo gesto le sarebbe
costato per tutta
la durata del liceo, ogni sua possibile entrata nella gerarchia della
scuola.
“scusami” Disse il ragazzo girandosi verso colei
che stava disturbando i suoi
atti con la giovane Leasly. Caroline sperò con tutto il
cuore, che quella voce
non fosse la sua. E quando il ragazzo si gelò,
sentì il suo sangue pulsare
violentemente nelle vene, sentì il cuore battere con una
velocità
impressionante. Avrebbe voluto privare, Leasly del suo sangue fino
all’ultima
goccia. Avrebbe voluto prendere quel dannato ragazzo e renderli privo
di ogni
organo. Si sentiva vuota, tremendamente vuota. Come quando aveva
lasciato Matt,
fece un respiro profondo e si calmò, almeno ci
provò. “Tyler.”
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Capitolo 6 *** Era giusto così, li per te. ***
Spazio per l’autrice, se tale
mi si può definire uù
: I capitoli vanno a rilento, lo so. Anche se ho tutto in testa, ogni
scena,
fatico a raccontarla perciò, scusate. J
Ho tantissime
visualizzazioni, ringrazio di cuore chi passa dieci minuti del suo
tempo a
leggere, quello che scrivo.
Rispostine.
Dark_witch : Anche io ho dovuto
lottare molto per scegliere
il ragazzo di questa FF, ma alla fine ha prevalso uno. J
Infine, ringraziamenti.
Grazie a Dark_witch
perché non mi fa sentire sola, e mi recensisce, sono sempre
molto gradite,
grazie.
Mia cugina che
mi
ha dato l’ispirazione per scrivere su questo amabile
telefilm e per avermelo fatto conoscere.
Grazie alla mia
compagna di banco, che mi aiuta ogni giorno per scriverla.
Grazie a Fragola
che mi da la forza, ogni giorno. Anche per scrivere.
Capitolo sei.-Era
giusto così.
Ogni muscolo che aveva lo sentiva
paralizzato, era come se
da un momento all’altro potesse cadere, perché un
istante dopo tutti quei
muscoli non gli sentiva affatto. L’aveva svuotata anche da
ogni muscolo, non
bastavano le emozioni, adesso anche i muscoli non c’erano
più. Aveva gli occhi
colmi di lacrime, che non si decideva a scendere e che le appannavano
la vista
ed era estremamente intollerabile. Ormai non vedeva nemmeno
più Lealsy, l’unico
pensiero fisso era Tyler, a petto nudo nel letto. Odiava, odiava. Cazzo
se lo
stava odiando. Sentiva il suo stomaco così pesate.
“Cazzo, Caroline, non lo
sapevo.” Disse urlando Leasly. Sapere cosa? Cosa non sapeva?
Caroline girò
vagamente lo sguardo verso la ragazza che si era dimenticata, la
ragazza che
era stata cancellata dall’odio. “ Cosa non sapevi,
Leasly?” Quando Leasly si
slegò i capelli, un’ondata di buon’odore
arrivo a Caroline, che storse il naso.
“Cazzo slegati subito i capelli, Leasly.” Stava
lentamente perdendo il
controllo. Sentiva solo l’odore del suo sangue, aveva voglia
di strapparle la
gola e bere direttamente da li. Ossì, l’avrebbe
fatto. “Non sapevo che tu e
Tyler.. foste assieme. Scusami, Caroline.. Ho fatto un errore. Cazzo se
sono
dispiaciuta.” Diventò rossa e Tyler
scoppiò in una fragorosa risata. “Cosa? Io
e Forbes?” Rideva ancora. Caroline, non riusciva
più a tenere la lacrime
dentro, sentiva che stava per scoppiare. Maledizione.
Pensò. “Leasly, mettiti la gonna, senza fare
storie e vattene. Svuota il tuo,
quello di quando eri popolare e spostati dove stanno i perdenti. Tu hai
chiuso.” Punire Lealsy per colpa di Tyler? Non poteva fare
niente, non poteva
farle del male. Leasly rimase lì immobile, non riusciva a
muoversi, il suo
sogno di diventare la prossima Caroline Forbes si era appena infranto,
e tutto
per colpa di una scopata con Tyler. “Forbes, vuoi giocare tu
adesso? Tanto ho
finito con Leasly.” Disse ridendo, Tyler. Era un incubo, ero
uno stupido
incubo. Le guancie di Caroline, diventarono di un rosso acceso in
quell’istante. E Leasly, fece cadere una lacrime. Caroline
provò tenerezza per
quella ragazza, nonostante l’avesse appena vista con Tyler.
“Quanti anni hai,
Leasly? Voglio dire ti conosco da tanto, ma non so quanti anni hai.
E’ la prima
volta, vero?” Chiese Caroline, mostrandosi calma. Tyler
riniziò a ridere a quel
punto. In quella stanza tutti sembravano sapere, tranne lei.
“Tyler.” Disse
Caroline. Solo il suo nome riusciva a dire, era come se il suo corpo
rifiutasse
quel cognome. “Lockwood.” Disse mostrando un
sorriso “Tyler Lockwood” Concluse.
“C’è qualcosa che vuoi dirmi? Qualcosa
che non ti va bene?” Chiese ancora
Tyler. Sapeva che stava tirando troppo la corda eppure, continuava,
quello era
il suo divertimento più grande. Infastidire tutti.
“Io e Tyler siamo già stati
assieme..più di una volta, Caroline. Mi ha detto che mi
amava, e ho
continuato.” Caroline, guardò Tyler mettersi bene
nel letto, per un istante
smise di sentire tutto. Aveva solo voglia di scattare verso il ragazzo.
“Piccola pu..” Quella sarebbe stata la fine di
Leasly Janes. La sua sete si
fece più viva, le bruciava in gola, quasi fosse un carbone
ardente che non
poteva controllare, non ci vedeva più dalla rabbia,
l’avrebbe presa, attaccata
al muro e le avrebbe squarciato la gola, questo avrebbe fatto. Il suo
viso
cambiò fisionomia e si contrasse, attorno agli occhi si
formò un alone rosso
sangue. Si mosse
per andare verso la
ragazza quando si sentì affetta per un polso.
“Uccidere perché stai male, non è
lecito.” Ricordava queste parole, appartenevano ad una
conversazione che aveva
avuto poco tempo prima con Damon. “Sì che lo
è.” Rispose Caroline. Tyler
guardava Damon e Stefan spostando lo sguardo poi velocemente su
Caroline. In quel frangente si assomigliavano
tutti
così tanto. Pensò il ragazzo.
“Che succede?” Chiese Tyler quasi impaurito.
“Leasly vattene via.” Disse Stefan, calmo.
“all’istante” Finì dopo.
Nessuno
osava rispondere, anzi nessuno riusciva a trovare una risposta alla
domanda di
Tyler. “Stef, fallo vestire. Porto Forbes via da
qui.” Disse Damon. Un secondo
dopo non c’erano più. Leasly era scappata al suono
della voce di Stefan. “Che è
successo, dici?” Tyler annuì. “Vestiti
Lockwood.” Disse andando verso il
ragazzo e porgendogli i suoi vestiti. “Hai fatto incazzare
Forbes. Ecco cosa è
successo. Maledettamente incazzata.” Stefan sorrise. Un
vampiro incazzato era
un casino da gestire, si chiedeva solo se Damon ne fosse stato
all’altezza. “Campione,
bella festa, comunque.” Disse poi lasciandoselo alle spalle.
***
Leasly lo faceva sempre sentire bene,
eppure perché quella
sera non aveva funzionato? Si sentiva così strano. E
continuava a rivedere la
delusione negli occhi di Caroline, quando lo vide entrare in quella
stanza, non
avrebbe mai voluto deluderla. Mai in nessun senso. Per lui era
importante Caroline,
erano amici sin dai tempi dell’asilo. Si conoscevano bene, e
lui l’aveva
delusa. Si sentiva così male. Perché aveva lo
stomaco attorcigliato su se
stesso? Perché voleva mandare via tutti, da casa sua, per
restare da solo?
C’erano troppe cose che non gli tornavano, il viso di
Caroline e quella fottuta
situazione che gli arrovellava il cervello. Si alzò
lentamente dal letto,
vestendosi, eppure si sentiva così sporco, anche i vestiti
erano così sporchi.
“ Maledetta Forbes, dovevi venire a rovinarmi la
festa?” Si guardò intorno e
andò a cercare nell’armadio qualsiasi altra cosa
da mettersi addosso. Dopo che
ebbe finito richiamò Stefan, che stava fuori ad aspettarlo.
“Lockwood, dobbiamo
parlare di alcune cose.” Disse a quel punto mettendosi al
sedere su una cassapanca
verde. “ E’ il caso di annullare la festa, mandare
tutti a casa e stare
tranquilli.” Tyler fece una mezza risata e lo
guardò come se si chiedesse se
stesse scherzando. “ Stai scherzando vero? Mi sta chiedendo
di cancellare la
mia epica festa, perché voi
avete dei
problemi, perché voi e
ripeto voi avete un’amica
che non si sa
trattenere? No Stefan, non lo sarò.” Stefan si
sentiva uno stupido, un povero
stupido. Si diresse verso di lui a grandi passi, non usò la
sua velocità
caratteristica di un vampiro, ma si diresse verso di lui e lo
attaccò al muro.
Tyler si sentì piano piano sollevato da terra “Uno
: Caroline si sa
controllare, ma se tu non ti accorgi dell’evidenza non
è colpa sua. Due : Hai
visto qualcosa che vale la pena di discutere.” Stefan era
molto forte, ma Tyler
non ci badò, aveva la sua forza che bastò a
liberarsi dalla forte presa del
ragazzo. Ne rimase molto meravigliato, lui era un vampiro, ed era
forte, ma
come poteva essere così forte.. una persona normale?
Sempre se lo fosse. “Tyler dobbiamo parlare.” Lo
guardò attentamente
studiandone ogni espressione. “Parlerò solo con
Caroline.” Disse Tyler.
“Caroline in questo momento sarebbe capace solo di staccarti
la testa, lo sai.
Parliamo chiaro, tu sai cosa hai visto?” Tyler non sapeva
cosa dire. “ Caroline
è cambiata in questo periodo, è diversa.. non
è la maniaca del controllo e
dell’ordine che tutti conoscevano. E’
più.. vedi Stefan è più..”
Non riusciva a
completare la frase. “..più bella
forse?” Completò la frase Damon, che
entrò
dalla finestra. Si guardò per un istante intorno e sorrise.
“ E’ ovvio che
Caroline si è incazzata, vi siete proprio dati alla pazza
gioia.” Disse
trattenendo una risata. Tyler lo assecondò per un secondo e
poi tornò a Stefan.
“ Io non so cosa stia succedendo, è un brutto
momento anche per me, Salvatore.
Ma..” Stefan alzò una mano per bloccarlo e si
avvicinò a Damon. “ Dam, c’è
qualcosa che no quadra, è forte quanto me.” Disse
a bassa voce. “Prova a
smetterla con gli scoiattoli, Stefan.” Disse Damon scoppiando
in una fragorosa
risata. Stefan gli scoccò
un’occhiataccia..”scusa fratello.” Stefan
annuì
serio. “Campione ci si vede in giro. Vado a far tornare il
buon umore a
Caroline, nella mia maniera.” Disse ridendo. Tyler lo
osservò di traverso. Nella
sua maniera? Pensò. “Con quale maniera,
Damon?” Chiese a quel punto. “Le
stesse cose, che fate tu e Leasly. Un bicchiere di brandy e poco dopo
siamo a
letto, assieme. Ed ecco che a Forbes torna il sorriso. Si
accontenta di poco” Scoccò uno sei suoi
soliti sorrisi, da stronzo.
Sapeva dove andava a parare, per l’ennesima volta aveva
capito tutto. Al
ragazzo seduto sul letto si avvamparono le guancie, il sangue aveva
smesso di
circolare, faticava a tenere la sua forza sotto controllo, e Damon lo
notò. Era
la stessa scintilla di gelosia
che era scoccata il Caroline.
Tyler si alzò di scatto, stringendo i pugni, era in collera,
in quel momento
odiava terribilmente il ragazzo moro davanti a sé.
“ Non toccarla mai più,
Damon” Disse Tyler puntandogli
l’indice all’altezza del petto. Detto
ciò se ne andò come se nulla fosse.
Quando i ragazzi furono soli, Stefan sorrise. “Complimenti
fratello, ci hai
preso.” Damon ridacchiò facendo spallucce.
“ Ti dirò, c’è qualche altro
segreto
a Mystic Fall, oltre l’amore di Tyler nei confronti di
Caroline.”
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Capitolo 7 *** That night was so black. ***
Capitolo
sette. – That night
was so
black.
“Allora Forbes, cosa
è successo, dentro quella stanza?”
Caroline guardava davanti a se, ignorava completamente il ragazzo che
le
parlava. Era infastidita e avvilita, delusa. Così tanto
delusa. Ma non da
Tyler, non da Damon –che l’aveva salvata ancora-
non da Stefan, da sé. Delusa
da se stessa. Non era stata capace di controllarsi, il sangue aveva
preso il
sopravento, le aveva inebriato il cervello, l’aveva resa
immune, senza poteri,
e questo, oh questo la faceva incazzare.
Per questo motivo stava piangendo, perché era incazzata,
con se stessa. “Forbes, smettila. Basta piangere.
Lo
vuoi capire che non ti serve ad un emerito cazzo? Espelli quelle
lacrime prive
di fondamenta, fallo sì. E dopo che l’avrai fatto,
ti sentirai meglio? No,
Caroline, non ti sentirai meglio. Lo sai perché?
Perché niente, e te lo dico
per esperienza, ti farà dimenticare di aver provato il
desiderio di uccidere
qualcuno. Questo sconvolgente fatto ti perseguiterà per sempre. E prima accetti la
realtà, ovvero quella in
cui capisci che siamo assassini, e
prima puoi provare a fare
qualcosa per rimediare. Ma la vi sapere la verità? Non
è per questo che piangi.
Piangi perché per l’ennesima volta ti sei sentita
una seconda scelta. Guarda in
faccia la realtà, Caroline. Anche Tyler ti ha dimostrato di
essere la sua
seconda scelta, e l’hai capito vedendolo a letto con la
rossa, Leasly. Sei
stata la seconda scelta di Tyler, la mia, e di Matt. Sei sempre
la seconda scelta. Ti senti invisibile, spesso. Te lo leggo
negli occhi. Vuoi Tyler, ti conosco. Ma non ha le palle per ammetterlo,
quando
imparerai? Quando voi qualcosa, vattela a prendere – oh
questo già lo dissero –
comunque sei una delle migliori vampire che nel mio secolo e qualcosa
ho visto,
sei bionda e sexy, se vuoi Lockwood, vattelo a prendere
Care.” Damon si adagiò
sul divano, felice del suo discorso, un po’ duro, ma giusto.
Caroline era in
piedi, sul lato destro della stanca e fissava il pavimento immobile. Si
sentiva
dannatamente sola e incompresa, anche da Damon. Era stata nuovamente
isolata proprio come diceva Damon.
Non sapeva
cosa fare, sapeva che l’odio smisurato per Tyler era troppo,
ma non ci aveva
mai pensato che fosse amore. Cazzata.
In realtà se l’era immaginato che fosse qualcosa
di più questo odio. Cazzata anche
questa. Lo sapeva benissimo ,
si conosceva. Sapeva che
questo per Tyler era propriamente amore. Era la verità,
l’unica verità, la
dolce e stupida verità. Ora il vero, dilemma o dramma, era
poteva mentire a
Damon? Poteva evitare di dire la verità ad uno come lui?
Damon avrebbe lasciato
a Caroline la facoltà di mentire? “Damon, hai
sbagliato completamente.” Disse
sorridendo Caroline. Dentro di se, sperava con tutto il cuore che Damon
per una
volta, una volta soltanto, l’assecondasse. Una
volta sola. Damon inarcò un sopracciglio e la
lasciò continuare. Lei inghiottì
la salive, nella sua testa non circolava alcuna frase che le potesse
essere d’aiuto.
Essere la migliore della classe, sì, ma per cosa? Non sapeva
cosa dire, non
sapeva cosa fare. Senza idee. “Cavolo Damon, allora non hai
proprio capito
nulla?” Chiese lei, finalmente capendo dove andare a parare. Patetico, ma efficace. Pensò
a quel
punto. Lui scosse la testa, guardandosi intorno e tornando a lei.
Caroline si
mosse velocemente, fino a finire sopra le sue gambe, e si
accovacciò per bene
sopra di esse. “ Sei sempre stato tu. E sarai sempre
tu.” Disse. PATETICA, l’unica
cosa che uscì dalla
sua testa, fu quella. Damon sorrise compiaciuto, in quel momento
Caroline,
pensò di averla fatta franca, di non dover ammettere la
pungente verità davanti
a Damon, riusciva a gioire anche solo mentalmente, senza farsi
minimamente
notare da Damon. “ Vedi Caroline, c’è un
concetto che forse non ti è chiaro, e
mi dispiace ammetterlo, ma tra me e te, non ci sarà mai
niente. Io sono.. cazzo
è difficile da dire.. ma sono innamorato di Elena, come
Stefan. Noi saremo
sempre con Elena, come Katherine starà sempre fissata con
Stefan e tu, piccola,
dolce e ingenua Forbes, credevi davvero che con questo patetico
tentativo, ti
avrei creduto? Perché non ammetti questa fottuta
verità, Forbes? Cosa c’è di
male?” Chiese Damon. Le ultime parole di Damon si diradarono
tra i suoi
pensieri, ed una tenera fitta di dolore si fece largo in Damon, era
stato
troppo duro, lo sapeva, ma se così non fosse stato, Caroline
si sarebbe negata
a vita la verità, come fa sempre.
La
ragazza ancora seduta sopra le gambe di Damon, si adagiò
sopra quest’ultimo,
trasformando il suo gelo in qualcosa di simile al calore, trasformando
il
ragazzo nella sua unica fonte di felicità. E ciò
fece sentire Damon, quasi
completo. Come se per una volta la sua presenza fosse essenziale. E se
l’era
stretta al petto, anche lui. “
Prima o
poi, dovrai parlarne, e siccome vista la confidenza che ormai
c’è tra noi, gradirei
che ne parlassi con me.” Lei lo guardò, era
dannatamente bello anche sotto
quella luce, anche con gli occhi velati dal pianto. “
E’ difficile da spiegare,
Dam. Provo due sentimenti diversi nello stesso tempo. Un giorno
è solo
ucciderlo, un altro è sbatterlo e farlo completamente mio.
E’ una cosa
complicata da spiegare, Dio solo sa, cosa provo. O forse lo so anche
io. Oggi
sento solo il suo sangue biascicare nelle sue vene, sento la mia voglia
di
attaccarlo al muro e domani sento una voglia irrefrenabile di
ucciderlo. E lui,
si rende così cazzone, così stronzo,
così.. bello! Damon, io non posso, ok? Ho
mollato Matt, perché ero io sono quello che sono e lui
è normale, e ci sono
ricaduta, con Tyler Lockwood tra l’altro che oltre ad essere
normale, è il
migliore amico di Matt.” Damon studiò ogni singola
espressione di Caroline,
cercò di capire tutto; da quei sorrisi falsi e stupidi fino
a quel dolore
lancinante che si impadroniva del suo cuore. “Sempre che sia
normale.. Tyler.”
Disse Damon con un sorriso stampato in faccia.” Cosa
intendi?” Chiese Caroline
passandosi una mano sul viso, per cancellare i segni del pianto.
Infatti
rimasero solo gli occhi gonfi e poco poco rossi. “Ci sono
state due razze a Mystic. I
licantropi e i
vampiri. Ora noi siamo vampiri e conosciamo bene la nostra cerchia :
Katherine,
Stefan, io e te. Ma Non possiamo escludere che ci siano anche
licantropi.”
Caroline sembrava non capire a ciò che alludeva Damon, o
forse evitava di
capire. “Forbes ragiona. Allora, Stefan ha testato la forza
di Lockwood prima,
scoprendo che è forte quanto
lui, o
almeno tanto forte da potersi liberare dalla sua stretta.”
Caroline alzò gli
occhi al cielo. “ Damon, Stefan si nutre di scoiattoli, penso
sia normale ciò. E
Tyler si allena tutti i giorni.” Damon sogghignò
un secondo poi tornò serio. “Per
quanto possa mangiare scoiattoli, è per sempre un vampiro e
ciò le conferisce
molta più forza.” Damon guardò
Caroline, sperava che il discorso avesse
funzionato. “ Quindi stai cercando di dirmi, che Tyler
è un licantropo?” Damon
guardò soddisfatto Caroline. “ Din din
din.” Imitò il suono di una campana che
suonava e sorrise. “E’ comunque un licantropo, io
conobbi suo zio Mason tempo
fa, e me lo disse spudoratamente. Ora poverino, giace da qualche
parte..
lontano dal suo cuore. “ Azzardò una risatina
composta. Gli aveva strappato il
cuore? Caroline rabbrividì. Damon guardò il suo
orologio e poi Caroline. Erano
le cinque del mattino passate. “ Sta arrivando Tyler.” Co-cosa? Tyler, a quest’ora?
Pensò la
ragazza, che guardò Damon con are
speranzoso, affinché ci parlasse lui. “
Scordatelo, Forbes. Questa la
tua guerra, non la mia.” Poco dopo suonò
il campanello. “ Questa me la paghi, Salvatore.”
Disse sorridente la ragazza.
***
“Dobbiamo
parlare.” Disse Tyler alla porta, bloccandola
prima che Caroline potesse chiuderla. “ Non abbiamo niente da
dirci, quella è
la tua vita, che non ha niente a che fare con la mia, non mi devi dare
alcuna
spiegazione, Tyler.” Voleva dire altro, tipo che sarebbe
tornato tutto come
prima, ma quelle parole non le uscivano, perciò stette
zitta, semplicemente. “
Stai male? Ti ho fatta stare male.” Disse rammaricato. Lei
sorrise inclinando
lievemente la testa. “ Ho avuto una discussione con Damon,
per quello sto così.”
Non avrebbe voluto mettere in mezzo Damon, ma era l’unica
cosa, per far andare
via, Tyler. “ SALVATORE.” Tuonò Tyler,
le pareti vibrarono. Damon non aspettò
che lo richiamasse e si avvicinò a Caroline.
“Tyler Lockwood. Dimmi.” Disse
guardando di traverso Caroline. “ Ti avevo detto di starle
lontano..”
…
***
Si divincolò da quella
strettissima situazione, da quei
ragazzi che erano capaci di farla sentire uno schifo solo con uno
sguardo. Adesso
era sola, senza nessuno.
***
Il vento freddo le congelava il viso,
ma le dava una gran
capacità di pensare, con lucidità. Senza ironia,
e senza frecciatine da parte
di Damon. E così le piaceva Tyler Lockwood! Era strano da
pensare, non ci
avrebbe mai pensato un po’ di tempo fa. Eppure adesso era
così. E in più era un
licantropo, un licantropo.. amico del suo ex ragazzo, Matt Donovan. Perfetto Caroline Forbes. Complicati la
vita, ogni tanto. Pensò. Aveva gli occhi chiusi,
essendo un vampiro non
aveva bisogno di guardare, riusciva a sentire. Il suo udito le
permetteva anche
ciò. Perciò non badava a dove andasse, anche
perché alle cinque del mattino e
chi andava in giro alle cinque del mattino. Un secondo dopo,
andò a sbattere
contro qualcuno.. “ Scusami.” Disse riaprendo gli
occhi azzurri. “ Scusami tu”
Disse il ragazzo, raggiante. “ Caroline.” Disse
porgendogli la mano. “ Elijah.”
Sorrise cordialmente. Caroline non si rese conto di quello a cui andava
in
contro. Si era firmata una condanna a morte, senza neanche saperlo.
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Capitolo 8 *** Even vampires have feelings instead. ***
Note : Questo capitolo non so
come mi è venuto, so solo che ci ho messo quattro ore per
scriverlo. Quattro lunghe ore, concludendolo a mezzanotte meno un
quarto. Ero esusta. Perciò mi scuso. E ringrazio Valentina per avermi aiutato
tanto, per avermi correto questo capitolo.
E ringrazio chi mi ha recensito
l'altro capitolo. :)
Capitolo
otto. - Yes, vampires
have feelings instead.
"Elijha." Ripeté Caroline,
come se lo stesse
mettendo a mente, fissandolo in qualche angolo del suo cervello per non
dimenticarlo."Curioso come nome." Fece una risatina composta alla
fine. Non volava assolutamente mancare di rispetto al nuovo conosciuto,
ma era
davvero curioso come nome. Lei non sa chi sono io. Pensò il
ragazzo davanti a
lei. “Chissà a cosa pensavano i miei genitori
mentre lo sceglievano.” Sorrise
ironicamente, della sua battuta. Caroline era contenta che il suo
umorismo non
lo avesse ferito. Aveva percepito subito che era un vampiro, sia dal
portamento, sia di tratti caratteristici del ragazzo. Aveva gli stessi
lineamenti, finissimi di Damon. Non certo quelli rozzi di Tyler.
Nuovamente a
pensare a Tyler. Scosse
la testa, quasi
a cacciare via quel pensiero che la fece sorridere. “ Sono le
cinque del
mattino passate, non riuscivi a dormire?” Chiese la ragazza
curiosa, lo era
sempre stata fin da bambina, quando era solita domandare ai suoi
genitori il
perché di tutte le cose. “Ho un po’ di
cose per la testa. Problemi famigliari
da risolvere e ho pensato che una passeggiata a Falls non mi avrebbe
fatto di
certo male.” Caroline scosse la testa al sentire quelle
parole, usava le stesse
parole che usava Stefan. “ Caroline, che
c’è?” Chiese lui. “ Niente
pensavo ad
un mio amico, parlate nello stesso modo, voglio dire le stesse parole,
stessa
educazione, magari provenite dalla stessa epoca.” Sorrise
cordiale. Anche lei
aveva una buona educazione, almeno quella Liz non gliela fece mancare.
“ Come
si chiama questo vostro amico?” E le dava del lei. La cosa la
affascinava
tantissimo. Era totalmente presa da quel ragazzo, quasi
l’avesse assorbita. “
Stefan, Stefan Salvatore.” Disse orgogliosa. Sapeva che
Stefan era molto
popolare come ragazzo, o come vampiro e conoscerlo la faceva stare
nettamente
meglio, come se avesse una protezione alle spalle. “ Oh, il
fratello del
giovane Damon?” Chiese a quel punto. Gli conosceva e
ciò voleva dire che sapeva
chi erano. “ Non tanto giovane.. ormai.. ma sì
proprio lui. Damon Salvatore.”
Proprio lui. Gli occhi dell’uomo davanti a lei si
illuminarono. Forse aveva
fatto male a parlare dei Salvatore con chi non conosceva.
“Perché non mi parli
un po’ dei Salvatore?” Disse curioso. “Ho
freddo e sonno, è meglio se torno a
casa, va bene?” Elijha la guardò negli occhi e
disse. “ No non va bene, ho
detto che andiamo a parlare dei Salvatore. Subito” La ragazza
rinvenne poco
dopo sorridente, il freddo le era passato del tutto. “Se vuoi
andiamo al Grill,
così ti parlo un po’ di loro.” Lui
sorrise vittorioso.
***
“ Sono le persone
più forti del mondo, voglio dire come
ragazzi, ma anche con vampiri. Sono popolarissimi nel mondo dei
vampiri, che
ormai è anche il mio. A quanto mi ha detto Damon.”
Lui non voleva queste
informazioni, ma stette zitto e a ascoltò. “ Tu e
i Salvatore da quando siete
amici?” Decise di porre lui le domande, così
magari sarebbe arrivato a ciò che
voleva sapere. “ Con Stefan subito, è il ragazzo
della mia migliore amica,
Elena. Mentre con Damon ci sono stati dei problemi.
All’inizio io e lui, mh..
stavamo insieme. Mettiamola così, lui abusava di me, o
meglio del mio sangue
umano. Poi da quando Katherine mi ha ucciso, e fatto diventare un
vampiro, mi
ha preso sotto la sua ala, e quando gli salta in testa mi protegge.. da
situazioni spiacevoli.” Lo disse con così tanto
orgoglio che, le luccicarono
gli occhi. “Katherine eh? Ci sono stati strani avvenimenti in
questo periodo,
qui a Falls?” Chiese con un leggero luccichio a gli occhi.
Era come se gli si
stesse aprendo un mondo davanti. “ Non che io
ricordi.” Disse Caroline,
guardandolo. L’effetto della soggiogazione era terminato, da
un po’, eppure
Caroline continuava a parlare dei Salvatore. Avrebbe voluto che Damon
arrivasse
in quel momento e la portasse via. Si stava finalmente accorgendo
dell’ipotetica
persona che aveva davanti. “ Continua Caroline.”
Caroline lo guardò spiazzata,
non sapendo cosa dire, inventò qualcosa. “ Sono
molto stanca.” Il ragazzo batté
le dita sul tavolino in cui erano seduti. Non gliene importava un
emerito cazzo
se lei fosse stanca o meno, voleva sapere di Elena e Katherine, di
Damon e
Stefan e di tutto quello che stava accadendo, voleva sapere se era vero
che i
Petrova non si erano conclusi con Katherine, voleva sapere se Falls era
rimasta
davvero, la
Falls
che conosceva lui, quella che alla fine gli era mancata, quella
straripante di
sangue umano, innocente, quella colma di licantropi e vampiri, la Falls
che amava, dopo tutto.
“ Caroline, voglio sapere un po’ di cose,
perché non mi porti direttamente da
Elena?” Chiese guardandola intensamente negli occhi,
un’altra soggiogazione,
cazzo. E lei.. lei non si accorgeva di nulla, e come una cretina lo
assecondava. “ Certo, ti porto a casa Gilbert.”
Casa Gilbert? Rifletté bene su
questo cognome, perché gli era tanto familiare? Cosa gli
ricordava? Si stava
innervosendo, in una maniera incredibile, non si ricordava niente di Mystic Falls,
era passato davvero
troppo tempo. “ Casa Gilbert dici? E cosa dirai di me? Voglio
dire e si
chiedessero chi sono, tu cosa risponderesti?” Chiese Elijha.
Lei sembrò
pensarci su. Cosa poteva dire, l’aveva conosciuto poco fa, e
già lo presentava
ai suoi amici, il prossimo passo? Presentarlo a sua madre? “
Dirò che sei un
amico, certo non dirò che sei un vampiro, sarebbe un
omicidio, dirò questo,
semplicemente un amico.” Lei sorrise guardandolo, lui
ricambiò il sorriso e
spostò lo sguardo altrove.
***
“Non ti arrabbiare se
Elena, non ti accoglie subito, è un
po’.. mh .. strana coi vampiri. Si fida solo di Stefan e
me.” Disse Caroline
con un accenno d’orgoglio. Era contenta di ciò,
prima della sua transizione,
lei e Elena non andavano molto d’accordo. Aveva sempre
preferito Bonnie a lei,
e in realtà anche lei, preferiva Bonnie ad Elena.
Cioè non la giudicava la sua
migliore amica, ma erano amiche. Buone amiche. Tutto poi era cambiato
quando fu
trasformata in vampiro, si sentiva in debito con Elena, per qualche
motivo, che
nemmeno lei sapeva. Ma la doveva proteggere, in un modo o
nell’altro. “ E
Damon?” Domando il ragazzo. Damon, come potergliela spiegare
questa? Non poteva
dire, certo che Damon era innamorato di lei, insomma era una cosa che
Damon le
aveva confidato in segreto, e non poteva sputtanarlo, così,
soprattutto con
qualcuno che aveva appena conosciuto. “ Damon ed Elena hanno
avuto vari
problemi!” Chiese così, e sperava che Elijha non
le chiedesse nulla di più, non
voleva dire nulla di più, chiuderla così. Infatti
lui annuì, senza chiedere
nient’altro. “Credi che mi accetteranno?”
Chiese a quel punto facendo un po’ di
vittimismo, cercava in tutti i modi di apparire innocuo agli occhi di
Caroline,
averla dalla sua parte era un grande passo avanti. Lei fece spallucce,.
“ Non
lo so, forse sì, forse no. Sicuramente non ti inviteranno ad
entrare. C’è
Stefan a quest’ora.” Stefan era un problema, per
Elijha. Non doveva esserci se
la sua missione doveva essere portata a termine. No.
Stefan gli avrebbe proibito di avvicinarsi ad
Elena, in tutte le maniere possibili, chiamando Damon e schierandogli
Caroline
contro. Non gli importava assolutamente di Caroline. Voleva solo la sua
vendetta, personale. Cazzo! “Perché ti preoccupa
tanto essere accettato dai
miei amici?” Buona domanda. Perché gli importava
tanto dei suoi amici, di
Elena, della storia dei Salvatore? “Sono una persona che si
basa molto sui
giudizi degli altri.” Rispose semplicemente. Caroline fece
finta di crederci
una volta tanto. Lui fremeva, non vedeva l’ora di prendere la
sua macchina e
farsi accompagnare a casa Gilbert. “Conosci i
Lockwood?” Chiese Caroline sul
momento, si pentì subito di quella sua domanda, non doveva
mettere in mezzo la
famiglia di Tyler. “Mason Lockwood è uno di
loro?” Domandò, guardandosi
intorno, non si soffermava mai sullo sguardo di Caroline, era come se
non ci
riuscisse. Come mai tutti conoscevano Mason? Damon gli aveva strappato
il
cuore, alla domanda sulla famiglia Lockwood, Elijha aveva pronunciato
il suo
nome. Ha avuto un sacco di amici, il buon zio Mason. Pensò
Caroline in quel
momento. “Andiamo?” Chiese ancora Elijha. Era
totalmente impaziente. In genere
i vampiri non sono così impazienti. Pensò
Caroline, questo la fece riflettere
per un secondo. Ma niente di più, niente soluzioni. Vedendo
la ragazza annuire,
prese le chiavi della macchina e si alzò facendo strada a
Caroline.
***
“Ripassiamo il
piano.” Disse Elijha. “ Ciao, questo è
un mio
amico, l’ho conosciuto tempo fa ad una festa, ed e’
terribilmente bello, voglio
che lo conosciate. Poi ficchi un paletto nel cuore di Stefan”
Disse porgendogli
un grosso paletto di legno. Cos se lo sarebbe tolto da mezzo.
“ Non farò questo
a Stefan, io gli voglio bene.” Si pronunciò
Caroline. “ I vampiri, non provano
sentimenti, non più ormai, i vampiri sono soli, proprio come
gli essere umani,
quando sono feriti da qualcuno. Noi siamo diversi e una volta che
diventiamo
vampiri o affoghiamo il nostro dolore con qualcosa che ci piace fare o
ci
lasciamo andare, e noto che tu non sei una che si lascia andare e tanto
meno
una persona ce fa ciò che le piace fare, perciò
non dire che gli vuoi bene,
perché Caroline i vampiri non hanno sentimenti. Non gli si
riscalda il cuore
quando vedono un cucciolo, non provano tenerezza davanti ad un bambino
appena
nato, riescono solo a sentire il suo dolce sapore di sangue. Quindi per
favore,
prendi questo paletto, e ficcalo nel cuore si Stefan
Salvatore.” I vampiri non
avevano sentimenti? Questo fu l’unica cosa che
colpì realmente Caroline. E se
fosse davvero così? Cosa era quello che provava per Tyler?
L’affetto per Damon?
Era tutto una fottuta invenzione della sua mente? Stava vivendo con i
suoi
ricordi? No, non era vero. Era stanca di Elijha, davvero stanca, quel
paletto
avrebbe voluto conficcaglielo lei stessa nel cuore. Ucciderlo.
“Fermati qui, oh
guarda c’è la luna piena.” Disse
soffermandosi a guardare il cielo. Cazzo
Tyler. Pensò un secondo dopo. Pericolo. Riuscì a
pensare solo quello.
***
“El, sono Caroline, sono
con un amico.” Caroline era
nuovamente soggiogata da quando, Elijha le aveva dato il paletto. Era
rimasta
tutta la notte soggiogandola. Non sapeva affatto con poteva essere,
ancora
sveglia Elena, ma sperava che lo fosse. Nessuno le aprì la
porta, ed Elijha
ringhiò visibilmente, conducendosi verso Caroline. La prese
al collo e la
sollevò da terra : “ Adesso tu, mi porti da Elena,
visto che lo sapevi
benissimo che non era a casa.” Disse ringhiando e lasciandola
cadere a terra.
Lei si rialzò subito dopo, guardandolo di traverso. Si
sentiva così traditrice,
anche se non sapeva cosa stesse facendo. “Sono nel
bosco.” Disse concludendo
infine la ragazza. Sorridendo. Come poteva continuare ad essere
infatuata di
quel ragazzo? Perché infatuata era la parola più
giusta. Amava il suono della
sua voce, le sue labbra e i suoi sorrisi. Adorava quella sua sfrontata
educazione e tutto quello che comprendeva. Non riusciva a contenersi
dal
sorridere, anche se le faceva del male.
***
Dio, nuovamente l’aveva
tradita. La tradiva sempre. Elena e
Stefan erano andati a parlare con Katherine, che era rinchiusa nella
cripta.
Merda! Si malediceva così tanto. Eppure, era così
felice di farlo contento,
nonostante i mille pensieri.
***
“ Sono qui. “
Disse Caroline guardando la cripta. “Elena,
sono Care, puoi uscire un secondo?” Elena sentì la
sua voce da sotto. Lei e
Katherine non riuscivano a concludere niente, era un continuo
stuzzicarla. E la
presenza di Stefan non aiutava, anzi peggiorava la situazione, per
quello
decise di salire da Caroline, per prendere un po’
d’aria, e liberarsi per un
secondo dal pensiero di Katherine.
“Care?” Chiese
titubante quando le si presentò il ragazzo
Elijha alle sue spalle. “ C-chi sei?”
Domandò Elena, improvvisamente
spaventata. Stefan salì velocemente.
“Elijha?” L’ultimo nominato sorrise
ironicamente. “ Stefan Salvatore, quanto tempo! Adesso ti dai
alla protezione
dei Petrova?” Chiese. Elena lo guardò
improvvisamente. Anche lui sapeva dei Petrova?
Stefan fece spallucce non riusciva a rispondere. Era bloccato ed Elena
non lo
capiva. Stefan svegliati! Pensava Caroline, si sentiva uno schifo.
Quando
Elijha si scagliò contro Stefan mettendolo a terra, senza
una via d’uscita,
Caroline si sentì gelare, il sangue si freddò del
tutto, quasi scomparve. La
sua prossima vittima era Elena. Dio quanto era bella la vendetta,
pesò Elijha.
Un passo lo divideva da Elena.
“No,
no, no
Tyler, no!” Supplicò Caroline,
vedendo il lupo arrivare da dietro e
azzannare l’uomo. Tyler scosse la sua grande testa, sembrava
così rammaricato
da ciò che aveva fatto a Caroline, ma quello era il suo
dovere, era azzannare e
uccidere i vampiri. Un secondo dopo, Elijha giaceva al suolo, senza
testa!
Elena fece un profondo sospiro e riuscì per un secondo a
sorridere, mentre
guardava con aria infastidita, Stefan. Giaceva ancora al suolo, ma era
sicura,
che non era morto! Tyler Lockwood l’aveva salvata, non se lo
sarebbe mai
aspettata. Si sentiva però così male nei
confronti della sua amica. Caroline
invece si sentiva smembrata, vuota ancora, vuota. Cazzo, conosceva
quello stato
d’animo così bene, e si sentiva sempre
più schifosamente patetica a sperare che
Tyler cambiasse, anche se.. quella era la sua natura e niente ci poteva
fare. Ma adesso,
che Elijha giaceva al
suolo, appena ucciso da Tyler, l’odio aveva invaso il suo
corpo, l’aveva
trasformata nella vampira che non avrebbe mai voluto essere, era colma
d’odio. Elijha
aveva sbagliato, i vampiri provano i sentimenti, qualunque tipo di
sentimento.
Marti.
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Capitolo 9 *** He will return. ***
Marti : Dopo sei giorni, sono
riuscita ad aggiornare :) Sorry for the late. D:
Comunque spero che piaccia
questo capitolo. Tant per dire, io sono una Stelena! :)
Marti.
Capitolo
nono. – He will return.
Sola, sola
sì.
Era come se l’avesse lasciata sola.
Sola a combattere una guerra contro
un
vampiro millenario, uno di quelli fondatori, un antico. Sola,
con un’amica, la sua migliore amica, infatuata da
quel
vampiro. Le aveva firmato la condanna a morte forse, l’aveva
uccisa. I problemi
con Stefan continuavano ad aumentare ogni giorno, ogni ora. Ogni minuto
che
passava c’era un nuovo problema da risolvere. Elena era
davvero molto stanca. Il
suo esile corpicino stava cedendo, i problemi la sommergevano fino a
ché non l’avrebbero
schiacciata e resa immune da tutto quel fracasso. La cosa
più terribile di
tutto questo era ammettere che la colpa era solo sua e di Stefan,
ammettere che
on poteva più stare assieme. Era quasi odioso ammetterlo, ma
lei e Stefan doveva lasciarsi. Non
pensava che fosse così difficile anche solo da pensare, era
come portarle via
un pezzo della sua vita, era portarle via, la sua vita. Stefan
era la sua vita. Era terribile anche riuscire a guardare
Stefan dopo che aveva pensato ciò, ne aveva davvero preso
coscienza, e non
appena avesse avuto un po’ di tempo libero gliene avrebbe
parlato. Quando il
ragazzo riuscì ad alzarsi, e a spolverare via tutta la
povere che aveva preso
quando era caduto, guardo innocentemente Elena, quasi ad essersi
accorto del
ragionamento che la ragazza faceva. Elena come lo vide in piedi
provò una
stretta al cuore, era salvo. La felicità non le
bloccò il magone che si era
creato in lei però, e anche se cercava di sorridere non
poteva non fare caso
alla solitudine che Caroline provava in quel momento. Lanciò
un’occhiata grave
al giovane Stefan che stava di fianco a lei, era l’occhiata
che nessun ragazzo
avrebbe mai voluto vedere, l’occhiata che introduceva quella
frase che faceva
paura a tutti : Dobbiamo parlare. L’unica
frase che fa paura a tutti. Non introduce mai belle notizie solo la
rottura di
qualcosa, che mai più andrà a ricrearsi. Era la
rottura di una complicità che
accresceva, giorno dopo giorno. Era questo. Una semplicissima
rottura. Stefan
non ci mise molto a capire cosa Elena gli volesse dire, lui la
conosceva alla
perfezione, quasi quanto Bonnie più di Caroline. Ma non era
colpa sua, non
aveva nemmeno avuto il tempo di girarsi che lo avevano già
messo a terra,
avrebbe giurato, se solo Elena gli avesse concesso il tempo d farlo.
Non poteva
fare niente, in quel frangente era lui quello solo. Né
Caroline, né Damon ce l’avrebbero
fatta. Oh Damon. Gli stava portando via anche Elena, lentamente, gli
infliggeva
il colpo di grazia, la ragazza che gli aveva permesso di andare avanti,
la
vedeva sempre di più allontanarsi, spingersi nelle immense
braccia di Damon. Prima
Katherine poi Elena. Era una lacerante solitudine che lo aveva
maledetto tempo
fa, e c’era ricaduto. Elena però non gli avrebbe
fatto questo, l’avrebbe
lasciato solo per una questione di sicurezza, avrebbe voluto svegliarsi
una
mattina e capire che tutte le persone che amava erano al sicuro, che
Caroline
non sarebbe più stata soggiogata da nessun originale, Jeremy
non doveva essere
più vittima di nessuno. E quando tutto si sarebbe sistemato,
allora il suo
amore, l’amore per Stefan avrebbe potuto trionfare. Guardava
Caroline spossata,
rabbiosa, nervosa. Guardava il lupo davanti a lei, e ringhiava. Un secondo un lupo? Elena ci
pensò su.
Nessuno le aveva detto che c’erano lupi a Mystic Falls.
Pensava e ripensava, ma
niente, non capiva da dove fosse uscito quel lupo. “ Care,
chi è?” Guardò per
un secondo interminabile Caroline, che per mezzo secondo si ricompose.
“Tyler
Lockwood.” Elena ebbe paura, per come lo disse. Era
stranamente indifesa,
eppure avrebbe fatto paura a chiunque. Stefan si posizionò
davanti a Caroline,
le teneva le spalle. “ Forbes guardami, è tutto
apposto. Elijah è un’originale,
è venuto qui per uccidere te, Elena tutti. Se Tyler non lo
avesse ucciso, non
oso immaginare dove saremo.” Dio come si sentiva inutile
Stefan. Non riusciva a
calmarla. Anche a lei, serviva Damon. “ Caroline Forbes e
Tyler Lockwood.”
Rombò la tenera voce di Katherine da sopra un albero. Il
cuore di Stefan per un
secondo sussultò, la voce della ragazza era sempre un caro
ricordo della sua umanità.
“..e nelle nuove vesti. Caroline, suvvia non è
meglio essere un vampiro complessata
piuttosto che solo complessata?” Sogghignò alla
sua stessa battuta. Le sfiorò
la guancia con le sue gelide mani. Il freddo entrò dentro di
lei. Un secondo
dopo si stava avvicinando a Tyler. Quello la congelò del
tutto. “ Non
funzionerà.” Cantilenò Damon andando a
mettersi proprio davanti a Caroline. Elena
fece piombare lo sguardo sul ragazzo moro. Piombò
soprattutto sul gesto che
fece. Si era posizionato davanti a Caroline, col solo intento di
proteggerla. Le
aveva quasi dato fastidio. Davanti a lei c’era Stefan
però. “Cosa non
funzionerà?” Chiese Stefan osservando Damon.
“ Stef, mi stupisci. Appena
abbiamo un po’ di tempo, alcune lezioni di perspicacia non ve
le toglie
nessuno, carissimi. Ha dell’argento in mano, in genere serve
per uccidere i
licantropi, ma è una fottuta leggenda che hanno creato per
proteggersi. L’ho
scoperto mentre cercavo di uccidere Mason.” Fece una smorfia
con viso e sorrise
infine. Caroline per un secondo sorrise, poi tornò a Tyler. Perché non si muoveva, o attaccava?
Anche Elena era curiosa, il suo viso corrugato fece capire a Stefan la
domanda,
e sorrise. “ Non attacca perché non sente
pericolo. Quando è corso qui,
Caroline era in pericolo, ora no. Per questo.” Caroline ne
percepì debolmente
le parole, quasi in un sussurro. Si mosse velocemente, o almeno
tentò di farlo.
“ Non provare a muoverti, Forbes.” Disse ringhiando
Damon. “ Non gli farà
assolutamente niente. Il problema è un altro.”
Tenne il fiato sospeso per un po’,
e quando tutti lo guardarono indicò il corpo di Elijah.
“ KATHERINE ATTENTA!”
Urlò Stefan un secondo prima che la ragazza
nominata potesse girarsi. “Katerina Petrova.”
Sibilò debolmente Elijah. Aveva
perso molto del suo potere. “Nemmeno col morso di lupo,
muori. Eh?!” Katherine
fece un sorriso, ciò concedette a Stefan la
possibilità di far sussultare
nuovamente il suo cuore. Ebbe solo un secondo per preoccuparsi. Solo
uno. Poi
si ritrovò sospesa per aria. Elijah la teneva al collo,
sospesa. “Caroline
portami quella specie di paletto. Petrova morirà oggi
stesso.” Era colmo di
rabbia. Damon si strinse a Caroline, guardandola negli occhi. Sapeva
dove
andare a parare. “ Vorresti che Tyler morisse,
Caroline?” Scosse lentamente la
testa. Fece cenno di no. L’incapacità di risposta
che si era creata in lei era
patetica. Non era più soggiogata. Damon era stato capace di
farla ritornare in
se. Solo lui, come sempre era capace di farla ragionare.
“Bene, allora nessun
paletto. Nessuno. Tieni gli occhi
bassi.” Ordinò guardandola. Vibrò per
una volata di vento che le era arrivata. “Tieni”
Disse Damon passandole la sua giacca di pelle nera. Con un movimento
veloce
Caroline se la mise sulle spalle, dandogli una pacca sul fianco, a mo
di
ringraziamento. Elijah osservava Elena, e vedendo che Caroline non lo ascoltava
mollò Katherine andò verso di
lei, inchinandosi a prendere quel paletto, che prima aveva chiesto.
“Ti avevo
chiesto un paletto.” Disse spintonando Damon
dall’altra parte. “Vivrai solo perché
più avanti mi sarai utile. “ Lasciala
Elijah.” Sibilò tra i canini Damon.
“Nobile
da parte tua, difendere i più deboli, Damon.”
Sghignazzò, e lasciò cadere
Caroline. Damon si posizionò nuovamente davanti alla
ragazza. “ Scusa.” Caroline
sorrise. “ E’ tutto apposto.” Tyler
ringhiò lanciando uno sguardo a Damon, che
portò in alto le mani. “Ed ora, Pierce
conficcatelo nel cuore.” Anche Katherine
su soggiogata da Elijah. Prese lentamente quel paletto, e lo
portò al petto. “
Così morirò.” Disse innocentemente.
“Perfetto.” Finì Elijah. Il dolore di
Stefan era inudibile alle orecchie di Elena, tutto la portava a pensare
che
fosse davvero finita. “Katherine, no, per favore.”
Come faceva Katherine ad
ignorare quella supplichevole chiamata? Era la conferma che Katherine
aspettava
da un secolo. La amava ancora, o forse non aveva mai smesso di farlo.
La gioia
spezzava la soggiogazione di un vampiro? L’amore per qualcun
altro, oltre che
per stessi, liberava da ogni limite. Guardò per un secondo
il pelo lucido di
Tyler, sembrava pensare intensamente a qualcosa, quasi riuscisse poi a
sentirla. Sorrise debolmente a Stefan e guardò il paletto.
“ Muori bastardo!”
Imprecò ad alta voce, infilando il paletto nel cuore di
Elijah. Il quale
sorrideva, ancora non avevano capito che un paletto non bastava? Mezz’oretta di sonno.
Pensò Elijah
guardando prima Katherine e poi Elena. Era sopravissuto anche al morso
di un licantropo.
Non era niente un paletto. Avrebbe
voluto vedere lo sguardo della piccola Elena in quel momento, il suo
tenero
visino. Katherine sarebbe morta. Tyler ringhiò pesante mere,
rabbiosamente e si
scagliò contro Elijah. Un paletto nel cuore più
un morso di licantropo era : GAME OVER.
Lo morse con tutta la forza
che aveva, con tutta la rabbia che provava. Dentro quel morso
c’erano tante
ragioni, le scaramucce con Caroline, l’essere licantropo,
quello che Caroline
aveva passato per colpa sua. Era tutto li dentro. Morse fino a che il
corpo si
staccò dalla testa, e la buttò altrove. Lontana.
Cazzo, quanto si sentiva
felice adesso. Riusciva a comportarsi da cazzone anche quando era un
lupo. Elijah
cadde a terra, esanime, senza testa. Morto. Died. Damon lo
guardò dall’altro,
prendendo la mano a Caroline, avrebbe voluto sputarlo, ma non era
così tanto
stronzo, ormai era morto. Elena fece un sospiro di sollievo.
“ Stefan.”
Sussurrò debolmente, si avvinghiò al collo del
suo ragazzo, e fece scendere due
lacrime. Stefan le sollevò il viso e le stampò un
bacio sulle labbra. Katherine
in quel momento si sentì morire, morire, e ancora morire.
Eppure sapeva bene
che quel bacio era la sola felicità che non fosse morta, ma
era comunque
difficile vederli. Elena si rammaricò guardando il viso
contorto di Stefan,
sapeva bene che la bolla che avvolgeva dolcemente lei e Stefan stava
per
scoppiare. Il loro perfetto e splendido amore, stava andando alla
deriva, era
arrivato al capolinea. Damon si caricò Caroline sulle
spalle, quello spettacolo
faceva male anche a lui, e sparì, in mezzo agli alberi,
seguito da Tyler. “Elena,
andiamo a casa, dai.” Disse Stefan, sussurrando, mentre
osservava Katherine. Lei
sorrise e si girò di spalle. Elena guardò
Katherine per un secondo, sapeva che
se non era morta era grazie a lei, si sentì stranamente in
debito. Ti ridarò la
felicità, Katherine. A costo
della mia. Promise a se stessa, prima di lasciare il posto in
cui si
trovava.
***
Katherine rimase sola, a fissare il
corpo sgozzato di Elijah.
Si sentiva così buona in quel momento che se lo
caricò sulle spalle e lo portò
al centro della foresta, per bruciarne il cadavere. Riusciva a pensare
solo a
quanto fosse bello Stefan. Al suo dolce viso. Lo vedeva ancora mentre
baciava
Elena. Eppure poco prima avesse disperato per lei, aveva avuto paura.
Le aveva
riacceso le speranze. Le aveva dato nuovamente quella voglia di amare,
e senza
dire una parola le aveva dato sicurezza. Era questo l’amore?
Questo sentire la
persona che ami lontana per un secolo intero, quel continuo soffrire
per una
stupida speranza, quella di vederlo tornare? Anche questo era amare. Ma
significava anche, sentirsi a casa osservando un sorriso, il sorriso
della
persona che ami, anche se quel sorriso appartiene ad
un’altra. Ma infondo,
aveva aspettato per un secolo intero, cosa sarebbero stati un anno in
più, uno
in meno? Ormai sapeva che Stefan stava tornando. Katherine si
toccò leggermente
il labbro inferiore, in memoria dei tempi andati. Stefan
stava tornando.
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Capitolo 10 *** All away. ***
Capitolo dieci. – All
away.
Un padre si sarebbe comportato in
modo meno ossessivo. La
seguiva in bagno, in cucina, si assicurava che fosse sotto le coperte.
Era
così. Questo era Stefan, la persona più
rassicurante che Elena avesse mai
conosciuto, e se ne compiaceva, da quando lei lo aveva incontrato lui
le
proteggeva i sogni, la proteggeva da tutto e tutti. Si sentiva
protetta. Però,
tutto finisce, e lo sapeva. Ci pensava in ogni singolo momento. Era la
sua
croce più grande, il loro bellissimo momento stava finendo.
Prese una ciocca
dei sui capelli castani nelle dita.
“ Ti ricordi, quando
Caroline all’inizio ci aveva definiti
Stelena, perché ormai eravamo diventati una persona unica,
inseparabili?” Chiese
Elena, senza guardarlo. Stelena strana
concordanza di nomi, solo Caroline avrebbe potuto definirli
così.
“ Sì, eravamo
una forza delle natura.” Rispose Stefan. Una
forza della natura. Un po’ povera
come risposta. Un po’, fredda.
Lei cercò di sorridere, si
obbligò a sorridere. Per un
secondo cercò di non pensare a Katherine, ma ormai la
domanda era ovvia, Stefan
la conosceva, aspettava solo che gli fosse posta.
“Ho bisogno, per un solo
secondo della verità.” Un secondo
solo? Lei avrebbe voluto un’eternità si
verità.
“Dimmi
Elena.”
Rispose lui, il freddo della sua voce, le fece accapponare la pelle.
“Ami ancora
Katherine?” La domanda, l’unica domanda che in
quel momento si potesse fare. La domanda un 50.000 dollari. La domanda. Sapeva che ogni risposta
negativa che lui avesse dato sarebbe stata una cazzata, non riusciva ad
odiarlo, comunque, lo amava più di quanto amasse se stessa.
Nello stesso tempo,
se lui avesse dato la risposta corretta, la verità, la sua
voragine si sarebbe
riaperta, ogni lurido cerotto che Stefan dolcemente le aveva adagiato
sulla
ferita, si sarebbe strappato.
“Mi vuoi lasciare
perché ami Damon? O almeno provi qualcosa
per lui?” La domanda di Stefan parve inverosimile ad Elena,
non ci credeva che
in quel momento le stesse facendo una contro domanda, non credeva
affatto che
quella fosse la sua contro domanda.
“ Stefan, io ti lascio
perché più di quanto ami me, amo le
persone che ho al mio fianco, gli amici che mi circondano. Caroline,
Bonnie.
Amo la mia famiglia, e preferisco preservare la mia
felicità, preferisco
limitarla, se questo significa far stare bene loro. Non amo Damon, la
verità,
gli voglio bene, è tuo fratello, un mio amico, ma amo te,
più di tutto. Fai le
cose per bene, per una volta. Dimmi che provi qualcosa per Katherine,
dimmelo
qui, adesso in faccia. L’amore, Stefan è uno dei
sentimenti più difficili che
ci siano da spiegare, l’amore ti
succhia
l’anima. L’amore non si nasconde Stefan.
Un giorno ami il suo ricordo, l’altro
ami lei, fra tre giorni succederà che non puoi fare a meno
di lei, e tra
quattro mi odierai perché ti sentirai costretto a stare con
me. Per questo ti
lascio, Stefan. Ma dimmi che non sto sbagliando, dimmelo.”
Elena prese fiato,
ingoiò quelle lacrime che le solcavano gli occhi e
alzò il viso verso Stefan.
Il ragazzo inarcò un sopraciglio, non faceva una piega il
ragionamento di
Elena.
“ Sai cosa Elena? Amo
Katherine, cioè la amo da sempre, ne
amo il ricordo, vivo il ricordo che ho di lei, lei era la mia
umanità. E tu, me
la ricordi così tanto.”
La lacrime che tratteneva a quel
punto, scesero calde, le
bloccarono il respiro, quasi ad affogarla, erano lacrime che la
strozzavano. Incubo?
No pura realtà. Morire, scivolare giù, e non
arrivare mai. Era una vita che
aspettava Stefan, ed ora andava via. La cosa peggiore era che lei lo
stava
mandando via. Ma non perché non lo amasse più.
Lui non la amava più.
“Vattene Stefan.
All’istante.” Sibilò Elena, non
riuscì ad
essere perfettamente chiara, le lacrime le interrompevano le parole.
“Fuori da
casa mia.” Continuò imperterrita. Lui aveva scelto
un’altra, lui non ci sarebbe
più stato per lei.
***
Aveva solo fatto finta di andare via,
era rimasto li, ad
osservarla. A proteggerla, ancora una notte. Sperava ardentemente che i
suoi
sogni, fossero migliori della realtà, che lui gli stava
facendo vivere. La realtà.
Lei che la sua realtà l’aveva
migliorata. Gli aveva detto che lo amava, lo aveva reso
‘vivo’m gli aveva
permesso di nutrirsi col suo sangue. Il loro era amore. Erano lacrime
amare le
sue, lacrime dura da far scendere. Si sentiva così solo,
così inutile.
“Devi proteggerla Damon,
devi far sì che non soffra più di
tanto, devi amarla più di quanto ho fatto io.”
Disse debolmente vedendo il
fratello sbucare dalla finestra. Damon gli si avvicinò,
mettendo la sua mano
sulla spalla. Un contatto, dopo tanto tempo, uno in buona fede.
“Ci proverò
Stefan. Farò del mio meglio.”
Non era abbastanza, lui voleva una
promessa.
“Promettimelo.”
“Promesso.”
Era una promessa, e per quanto Stefan
fosse certo di aver
commesso uno degli errori più grandi della sua vita da
vampiro, lo fece lo
stesso, lasciò andare quella convinzione.
***
Un bruttissimo sogno, era solo
quello. Portò una mano alla
testa, per controllare che fosse davvero, stato solo un brutto sogno.
Si guardò
intorno, la sua camera, casa sua. Stava bene. Alla sua sinistra stava
un
ragazzo, Tyler. Aveva indosso una maglietta di Matt, l’aveva
sicuramente
trovata nel suo armadio, ricordi di quando Matt passava la notte a casa
sua,
sorrise malinconica. Sorrise anche per il fatto che Tyler Lockwood
avesse
badato a lei, durante il tempo in cui era svenuta, addormentata. La
maglietta
gli stava decisamente stretta.
“Perché sei
qui?” Chiese Caroline, il ragazzo che guardava
altrove, spostò leggermente lo sguardo su di lei.
“Non potevo mica lasciarti
sola.” Disse brevemente, sembrava
non avesse voglia di parlare, solo andarsene, doveva essere stanco
anche lui.
“ Va a casa, Tyler.
Riposati, io sto bene.” Sorrise cercando
di farsi passare per credibile.
“ Non sono qui per te,
Damon mi ha detto di rimanerci. Di
controllarti.” Quanto poteva essere stronzo? Per
l’ennesima volta si maledisse
per essere così tanto presa da lui.
“ Bene allora vattene via,
non ho bisogno che nessuno mi
faccia da balia.” Si girò dall’altra
parte portandosi le coperte sopra la
testa. Non voleva più che il suo sguardo la seguisse, era
pesante.
“Forbes.” La
richiamò, era sempre seduto nella stessa
posizione in cui l’aveva lasciato. “Caroline,
girati.” Lei non ne aveva la
minima intenzione, voleva riaddormentarsi, voleva che Tyler scomparisse
da
camera sua, rimanere da sola. “ Caroline, maledizione, non
farmi perdere la
pazienza, ho detto di girarti.” Disse infine. Sapeva che
quella sarebbe stata
la sua ultima frase. Caroline si girò lentamente,
scoprendosi a poco a poco.
“Cosa
c’è Tyler?” Chiese freddamente. Per la
prima volta,
Tyler, capì che era solo colpa sua. Colpa sua se Caroline
era fredda nei suoi
confronti. Si rese conto, che Caroline ce l’aveva con lui,
per qualcosa che lui
le aveva fatto.
“Niente. Voglio parlare con
te.” Disse infine, azzardando un
sorriso, che Caroline trovò dannatamente tenero.
Angoletto : Credo che
finalmente si sia capito di chi parlo in questa storia, uù
Niente ci tengo molto a questi due personaggi, tantissimo. Secondo me
sono i migliori, sopratutto gli attori. Tra l'altro, volevo solo dirvi,
anzi ribardire che sono Stelena e che mi muoverò per questo.
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Capitolo 11 *** Afraid. ***
Capitolo 11.- Afraid.
“Parlare di
cosa?” Chiese la ragazza. Il panico le invase il
cervello, non voleva che Tyler scoprisse cose lei era veramente, non
voleva
perché aveva paura che lo ridicesse a Matt, si stava
comportando da bambina.
“Cazzo Forbes,
girati.” Tyler odiava quando qualcuno gli
dava le spalle. Il problema è che Caroline non reggeva il
suo sguardo, reggeva
tutto, anche dirgli una bugia, ma non il suo sguardo, perciò
scosse la testa
facendo un cenno di no. Tyler viveva di istinti e qualunque tipo di
istinto,
lui lo seguiva, giusto o sbagliato che fosse. Era
nella sua natura.
“ Ho detto che dobbiamo
parlare.” Alzò il volume della sua
voce di una sola tacchetta, non lo fece per farle paura, solo
perché stava
perdendo la pazienza, e quella che gli era rimasta non era sufficiente
per
sopportarla.
“Non abbiamo niente di cui
parlare” Mormorò Caroline col
cuore in gola. Tyler scosse la testa e saltò sul letto
bloccandole i polsi, era
poggiato sulle ginocchia ma il suo corpo era perfettamente su quello di
Caroline. La ragazza rilasciava il suo profumo e Tyler lo respirava a
pieni
polmoni facendosi inebriare il cervello e mandando in su di giri
quell’unico
neurone che gli era rimasto.
“Non ho molta scelta
adesso, Tyler” Disse Caroline faticando
per trovare qualcosa di dire successivamente, in realtà non
era vero, avrebbe
potuto spostarlo come niente, in quel momento lei era più
forte, ma la verità è
che le andava perfetta quella situazione. “ Liz alle sette va
a lavoro.” Disse
poi guardandolo.
“Abbiamo ancora venticinque
minuti.” Disse Tyler guardando
di sfuggita l’orologio da polso che Mason aveva dimenticato a
casa sua. “Bando
a cazzatine varie, Forbes. Io sono un lupo.” Disse
guardandola, per un secondo
si perdette negli occhi azzurri della ragazza. Un po’ tardo
il ragazzo, ma non
era li che voleva arrivare, e Caroline lo sapeva bene. “ Il
tuo segreto quale
è?” Eccolo, era quella il punto dove voleva
arrivare, la sua identità. Stava
immagazzinando ogni piccola variazione del suo viso, la dolce bambina
che era
Caroline aveva lasciato posto ad una donna completa. Caroline Forbes,
la
ragazza che aveva sempre definito un’oca bionda, fastidiosa,
maniaca del
controllo, l’ex del suo migliore amico. Non gli
lasciò il tempo di dare una
risposta. “Dimmi cosa cazzo nascondi Forbes. Non farmi
incazzare, è un’esperienza
che non ti consiglio di vivere.” Disse quasi con un mezzo
sorriso.
“Oh insomma Tyler. Non mi
fai paura.” Disse Caroline
totalmente seria.
“Non ti faccio paura,
eh?” Tyler soffiò al suo orecchio,
Caroline involontariamente tremò sotto la corazza del lupo.
Tyler non si perse
questo movimento, soprattutto quando vive le guance di Caroline
avvamparsi di
un rosso acceso. A quel punto perse la testa, e velocemente
poggiò le suo
labbra su quelle della bionda, che non aspettava altro che quello. Al
contatto
lei schiuse le sue e diede il via ad un bacio passionale. Lo
sfioramento e il
gioco di lingue, fece accrescere l’eccitazione nei due. Tyler
si stese
completamente sopra la ragazza mettendo peso sui gomiti per non pesarle
addosso. Questa nuova posizione, fece avvicinare ulteriormente la loro
intimità, finchè non vennero a contatto
attraverso i vestiti. Il fugace
sfioramento fece perdere del tutto la testa a Tyler che
strappò la maglietta a
Caroline, facendo fare la stessa fine al reggiseno viola. Si
alzò sui gomiti e
rimase per un secondo immenso a guardarla, coi capelli sparsi nel
cuscino e gli
occhi socchiusi, mai quella bellezza era uscita fuori da Caroline, e
solo ora
Tyler se ne rendeva conto. Sei bellissima
pensò. Aveva una mano poggiata sul ventre della
ragazza ed l’altra la stava
usando per slacciare il bottone sei jeans della ragazza, in meno di due
minuti
era completamente nuda, a quel punto si rese conto di essere
decisamente troppo
svestito in confronto a lei. Si alzò sulle ginocchia e si
levò la maglietta di
Matt, facendola fine dall’altra parte della stanza,
così i jeans. Era nudo,
completamente svestito su di lei. Aveva perso la testa, e lei no gli
dava
nessun motivo per ricomporsi. Erano il gelo e il calore che si
amalgamavano.
Poco dopo lui entrò dentro di lei, lasciando a Caroline la
possibilità di
urlare di piacere, si sentiva una stupida, era in preda ad un piacere,
che solo
Tyler le faceva provare, la completava, la riempiva. Il ragazzo le
tappò
prontamente la bocca, con una mano mentre con un colpo di reni
ribaltava le
posizioni. Caroline da li a poco alzò il volume dei gemiti,
così come lui
aumentò la velocità delle spinte. Quando lei fu
prossima, nuovamente all’orgasmo
Tyler ribaltò le situazioni, nuovamente.
“Che cosa sei?”
Era questo il colpo di grazia.
“Un vampiro.”
Disse lei, incosciente.
***
Diario di
Caroline
Forbes.
E’ andato via. Sono sola
finalmente. Non smetterà mai di
deludermi quel ragazzo, ed io.. Io sto sempre così
maledettamente in ansia.
|
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Capitolo 12 *** Revenge Hurts. ***
Capitolo Dodici.- Revenge hurts.
Diario di
Caroline
Forbes.
Perché
continuo a
scriverlo? Ah maledizione, devo smetterla di darmi malata, sono passati
due
mesi da quella notte. Stupida notte! Riesco ad incrociare il suo
sguardo ancora
adesso, mi capita di rivivere spesso quell’emozione, quella
pienezza che mi
aveva dato. Per un
momento, in quel
momento; lo ‘scivolare senza qualcuno’ era
diventato il ‘dolce’ scivolare,
perché lui, era con me. Due mesi. Io sono Caroline Forbes!
Questo vorrà pur dir
qualcosa?! Ce la posso fare. No maledizione, continuo ad avere pensieri
controproducenti, nulla ha senso! Tyler Lockwood alloggia nella mia
testa da
due mesi, e di lasciami libera non ne vuole proprio sapere.
“Alzati.” Erano
due mesi che non sentiva quella voce,per un
momento la trovò pure carica di significato. “
Lockwood non ti chiamerà, non vi
sposerete e non farete tutte quelle cose che tu, da ragazza romantica
vuoi
fare, e se non ti sveglierai, la finirai zitella a vita studiando da
privatista.” Continuò Damon, la visione celestiale
che aveva avuto del ragazzo
poco prima, sparì. Quelle sue parole le fecero venire una
voglia assurda di
piangere. “ Non sento nessun odore cattivo, quindi ho perso
la scommessa.”
Disse guardandola, Caroline lo guardò interrogativa, non
capiva a cosa si
riferisse.
“ Come scusa?”
Chiese infine.
“ Avevo scommesso con
Stefan che non ti saresti nemmeno
lavata.” Disse Damon sorridente, lo disse un po’,
per noia, un po’ per dire la
verità, e un altro po’ per farla ridere, ma
nessuna delle tre funzionò. Era
tramortita dal dolore, e qualunque alta emozioni diversa non le
arrivava.
“Quante persone lo sanno,
sai di cosa sto parlando.” Disse
evitando di pensarci. Damon la guardò e stampò un
sorriso sulla faccia.
“Tutta la
scuola.” Disse ridendo. Caroline si lasciò cadere
sul letto, fece qualche rumore, ma non pianse. A dire la
verità non pianse mai,
da quella volta.
“Damon Salvatore, fuori da
quella stanza.” Rombò Elena dal
piano terra.
Damon alzò gli occhi al
cielo e rise. “ Principessa, deve
scappare ora.”
***
“Lo sai che non ti
chiamerà.” Disse Elena, poi arrivando in
camera della bionda, appresso c’era Bonnie. Tutti non
facevano che
ripeterglielo, ero snervante.
“Lasciala perdere,
è così da quando si è lasciata con
Stefan, non fa altro che rovinare l’umore di chi la
circonda.” Disse Bonnie.
Caroline la guardò per un secondo. Si stava perdendo un
sacco di cose, soprattutto
questa.
“ Ti sei lasciata con
Stefan?” Chiese facendo un lungo
respiro.
“Sì, adesso sono
una ragazza molto cinica.” Disse facendo un
sorriso. Caroline si coprì la faccia con un cuscino.
“ Sono passati due mesi, mi
sento sempre così stanca, sola,
illusa, usata, senza ragione.. usata.” Finì di
dire, togliendosi il cuscino.
“Ripetitiva.”
Disse Elena guardandosi le unghie.
Caroline in quel momento rise di e
stessa. “ E’ ora di
tornare a scuola, secondo voi?” Chiese dubbiosa.
“Secondo me, è
sempre ora.” Disse Bonnie, Elena annuì.
“ E’
anche ora di far vedere a Luka, Tyler e Stefan che siamo
tornate!” Disse Bonnie
ispirata.
“Luka?” Chiese
Caroline.
“ Ci sei mancata tanto,
Caroline.” Rise fragorosamente
Elena.
***
Per il corridoio sentiva su se
stessa, tutti gli sguardi su
se stessa. ‘l’ennesimo trofeo di Tyler
Lockwood’ Dicevano alcuni. ‘ Tutte a lui
le fortune migliori.’ Dicevano altri, si sentiva nuda in quel
momento.
“ Caroline sei
tornata!” Disse Leasley piombando davanti a
lei. Caroline sbuffò ed Elena la trattenne per un braccio.
“Già sono
tornata. Come sto? Bene, grazie. Ora che ho
risposto alle tue stupide domande togliti.” Ma Leasley non si
diede per vinta,
era convinta che il tempo avesse sistemato tutto.
“Senti, Leasley, hai
spostato tutto dall’armadietto di
fianco al mio?” Lentamente le speranze di Leasley andarono
alla deriva,
lasciando solo un luccichio negli occhi. “ A questo punto,
avvicinati a Tyler
Lockwood un’altra volta, parlaci, pensalo soltanto, e giuro
che ti distruggo. Ciao
Janes.” Alzò la manina e andò avanti.
Sorridendo.
“Caroline Forbes
è tornata.” Esultò Bonnie.
“Bonnie, io on esulterei
tanto, fossi in te, guarda chi c’è!”
Caroline si voltò a
guardare verso Bonnie e vide il ragazzo,
poi sentì l’odore di Stefan. “ Io sento
l’odore del Salvatore più piccolo.
Guarda l’ho trovato!” Disse Caroline guardando
Elena, che rise, la sua risata
fu un misto tra il nervosismo e la felicità.
***
La prossima ora, Caroline
l’avrebbe passata a spagnolo. Una
delle sue materie preferite, fino a quel giorno, poi si rese conto di
essere in
classe con Tyler. Sprofondò nuovamente nella più
totale depressione, si rese
conto, che la classe avrebbe riso di lei, tante volte quel giorno.
Entrò in
classe silenziosa.
“Tyler quello è
il mio banco.” Protestò senza guardarlo.
“ Non
c’è scritto il tuo nome, splendore.”
Rispose.
La classe scoppiò a
ridere. “ perché non ti siedi con me?”
Chiese
Tyler. Caroline in quel momento avrebbe voluto diventare invisibile, ma
si
sedette dando le spalle a quel continuo schiamazzare dietro di lei.
“Lockwood e Forbes, in
banco insieme. Il giorno delle
sorprese.” Disse sbalordito il professore.
Caroline sorrise imbarazzata.
Guardò dietro e notò la
piccola Janes. Un momento però
–pensò
Caroline.-Janes è fidanzata con
Larry
Clarcksson. Quella era la chiave di tutto. Era un colosso
enorme, l’ex
quoterback della squadra, prima dell’arrivo di Stefan.
“ Guarda questo
Lockwood.” Disse Caroline sorridendo
apertamente. Poi si alzò e andò alla cattedra.
“Un momento solo professore. Vorrei
dire una cosa.” Il professore annuì e Caroline
riprese a parlare. “ Larry sei
ancora con la piccola Janes?” Chiese guardandolo. Larry
annuì, Tyler si sbiancò,
non poteva metterle contro un colosso del genere. “Sai quella
festa a casa
Lockwood? Tu non eri venuto, perché tua nonna era ammalata e
dovevi badare a
tua sorellina, la tua piccola Leasly, scopava apertamente con Tyler
Lockwood. Sai
com’è, è uno che ha bisogno di molti
trofei.” Sorrise guardandolo. “Posso
andare in bagno adesso?” Chiese cordialmente. Il professore
annuì poi prese a spiegare.
***
Stava per riuscire nella sua impresa,
eppure.. odiava i rimorsi
soprattutto in quel
momento, con quel ragazzo, lui non ne aveva provato con lei.
Maledizione! Si
lasciò cadere in bagno e pianse, lacrime amare.
***
Al suono della campanella, si
alzò si sistemò il trucco e
tornò in classe a prendere i suoi libri. Rimase immobile, a
guardare la scena
che ne seguì, Tyler stava seduto e Larry gli urlava contro.
“ La mia piccola
Leasley” Rombò Larry. La
tua piccola puttanella. Pensò Caroline, in quel
frangente. Tyler
si alzò e fece per andaresene. “Dove stai andando
Lockwood?” Urlò. Tyler si
girò a guardarlo e sorrise. “ Via.”
Commentò brevemente. Larry perse la
pazienza e lo colpì. Il dolore fisico che Caroline
sentì quella volta, non lo
provò mai più, mai una seconda volta.
“Caroline svegliati,
spostati” Urlò Matt, da dietro,
scansandola.
“Larry, amico bello, non
è successo niente, insomma.” Poco
dopo Caroline sparì, nel silenzio di quella baraonda.
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Capitolo 13 *** Fight for you. ***
Dedico
questo capitolo,
quesyto intero capitolo agli One Direction. E’ stato scritto
sotto la loro
voce, ed è loro. Grazie di essere totale soddisfazione per
me. Niall, Louis,
Zayn, Harry e Liam.
Grazie
a color che la seguono
e la commentano. J
Capitolo tredici.- Fight
for you.
E
quella maledetta scena,
continuava a tornarle in mente, vedeva di continuo il corpo di
accasciarsi al
suolo. Le urla di Matt, in preda ad un’apparente
disperazione, mentre cercava di
salvare il suo amico. Ora? Ora che avrebbe fatto? Dove sarebbe andata?
Come
avrebbe fatto a guardare in faccia Tyler? In quel momento,
c’era solo un poto
dove voleva andare. La fortuna per un secondo era stata dalla sua
parte, Tyler
l’aveva già invitata ad entrare, perciò
si catapultò dalla finestra in casa
Lockwood. Si lasciò cadere in un angolo, della camera di
Tyler, e si strinse
forte. Ora, da sola, lasciò che le lacrime potessero rigarle
il dolce visino di
un bianco scarlatto. Era riuscita a dare a Tyler ciò che
meritava, ma no, non
stava affatto bene. Affatto. Moriva un’atra volta, lei dentro
stava morendo
lentamente, ancora. Lui le aveva fatto del male, senza ripensamenti,
senza che
la sua coscienza gli torturasse il cervello, eppure l’unica
cosa che lei
riusciva a pensare era ‘ avrà avuto un motivo
valido abbastanza per farlo’. Ma
questo buon motivo non c’era. Non c’è
mai, quando qualcuno soffre. Dov’era il
fantomatico amore? Quello di cui tutti parlavano? Quello che ti donava
la
felicità eterna? Quello che tutti desideravano? Solo lei non
riusciva ad
ottenerlo, a vederlo. Evidentemente, in casa Forbes l’amore
era un taboo. Perché,
lei sentiva il suo
cuore cadere, lo
sentiva spaccarsi in mille pezzi, ogni giorno registrava un battito o
due in
meno, lo sentiva gelare. Il suo cuore faceva tanto la teoria della
tettonica a
zolle, era un continente alla deriva. Il suo cuore, si allontanava ogni
giorno
da lei .. o forse l’aveva già fatto. Avrebbe dato
qualsiasi cosa per stare
bene, qualsiasi per sentirsi nuovamente viva. Quello non era amore. Ed
ora,
solo ora col viso rigato dalle lacrime, o il respiro interrotto dai
singhiozzi
o dai lunghi sospiri capiva che a Tyler Lockwood non affiancava la
parola odio,
bensì la parola amore.
“Finalmente.”
Anche Damon fu
fortunato quella sera, anche lui era stato precedentemente invitato ad
entrare.
Eccolo comparire con gran stile dalla finestra, con i suoi immensi
occhi blu,
col sorriso da idiota e il giubbotto nero in pelle. Damon Salvatore.
“Sono ore
che ti cerco.” Piagnuccolò un po’. Poi
si guardò intorno. “Perché
qui?”
Caroline
aveva il volto
coperto. Non mostrare un'altra debolezza
a Damon Salvatore. Si ripeteva. Damon bettè un
piede sul pavimento, in
attesa di una risposta, così lei si scoprì gli
occhi, infinitamente gonfi e
calmò il suo respiro.
“L’amore
non corrisposto è
uno schifo principessa. Te lo ripeterò
all’infinito. Non ascolti le canzoni? Tutti
piangono, hanno il cuore infranto.” Disse titubante, non
reagiva, non lo faceva
da due mesi. Questo lo irritava, in quel momento avrebbe solo voluto
prendere
Lockwood e sbatterlo un’infinità di volte al muro.
Fargli male, male fisico.
Anche se lui sapeva che il male fisico, dopo un paio di giorni sarebbe
terminato. Ma il male che provava Caroline? Dopo quanto sarebbe
terminato? Per una
volta, Damon, smise di pensare a se stesso, e pensò alla
principessa che aveva
al suo fianco.
“Andiamo
Caroline Forbes,
oltre a Katherine, sei la vampira più forte in
giro.” Disse sollevando leggermente
gli angoli superiori della bocca.
“
Ci sono solo io oltre
Katherine, Damon.” Lo guardò sconsolata.
“ Apprezzo che tu sia qui, però.” Disse
tirando sul col naso.
“Perché
casa Lockwood? Non mi
hai ancora risposto..” Disse guardandola. Lui sapeva
già la risposta. Era lo
stesso motivo per cui, lui la notte andava a casa Gilbert. Per stare
vicino ad
Elena, per due ore, mentre Stefan non c’era.
L’unico motivo, l’unico momento in
cui la sentiva realmente sua.
“
Mi si sta scoppiando il
cuore, Damon.” Disse Caroline, dando il via libera,
nuovamente alle lacrime.
“Tu
non hai un cuore.” Disse
lui. “ Il tuo cuore ha cessato di battere quando il mio
sangue è entrato in
circolo nel tuo. A meno che ..” Disse guardandola.
“
A meno che?” Domandò lei.
“
A meno che, il tu cuore non
batta, quando stai con lui.” Disse Damon inarcando un
sopracciglio. Questo cosa
voleva dire? Essere innamorata? Essere follemente
innamorata.
“
Non sono mai stata
innamorata Damon, non so cosa si prova.” Disse guardandolo.
“Cosa
si prova, eh? Si
provano una miriadi d’emozioni. Amare, è la
capacità di mettere se stessi in
secondo piano, per la felicità dell’altra persona.
Quando ami, stai bene. Quando
ami, stai male. Quando ami, il tuo cuore scoppia.”
Caroline
guardò il ragazzo.
Era lo stesso Damon Salvatore, che conosceva? Sembrava così
aperto in quel
momento.
Lui
sorrise, guardando la
ragazza. Sorrise di cuore. Sorrise perché era giusto
sorridere, era giusto dare
un po’ del suo amore a Caroline. No quello non era Damon
Salvatore.
“Tu
ama Damon?” Chiese
Caroline, alzandosi in piedi.
“L’amore
mi fa schifo.” Disse
scettico. “ Andiamo via da qui, non ci fai niente, accentui
solo il tuo dolore.”
Era
vero, quella stanza
accentuava solo il suo dolore.
“Non
posso tornare a casa, in
camera mia, Damon. Non posso. C’è
troppo.” Disse sconsolata.
“
Ti accompagno da Elena.”
Disse facendo spallucce.
***
Dopo
che ebbe lasciato
Caroline, con Jeremy, Damon chiamò Elena.
“Abbi
cura di lei, fai si,
che non sia mai sola.Fai si, che scordi un po’ di tutto
questo male.”
Disse
guardandola negli
occhi, non la stava soggiogando. Non stava facendo niente, stava solo
chiedendo
ad Elena, un favore. Un favore per la sua amica Caroline.
“
Te lo prometto, Damon. Avrò
cura di Caroline.” Disse sorridendo e mettendole una mano
sopra la spalla.
Damon
non ebbe il tempo di
godersi il sorriso di Elena. Scappò prima, che tutte le
miriadi d’emozioni, che
lui provava per Elena scoppiassero.
Anche Damon Salvatore amava. Amava costantemente, una ragazza
lontana da lui anni
luce.
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Capitolo 14 *** Only sex. ***
Capitolo
quattordici.- Only sex.
“Elena,
quanto ancora deve
rimanere a casa nostra?” Chiese Jenna guardando la ragazza.
“Ti
ricordi quando Logan
Fell, ti aveva lasciata? Eri distrutta. Ogni parte di te, piangeva. Ora
zia
Jenna, Tyler l’ha usata, e lei sta male. Non
puoi chiedermi di mandarla via. Perché non lo
farò.” Disse Elena
prendendo una posizione. Jenna sorrise, non c’era molto da
fare.
“Va
bene tesoro, lascia che
Caroline viva qui, mangi di nostra tasca e ti rovini la vita.”
“La
carta del ‘sentiti in
colpa’ non funziona con me, zia Jenna. Però puoi
provare ad usarla con Jeremy,
sta di sopra a disegnare, lo trovi li.” Disse sorridendo
Elena.
“Come
vuoi Elena.” Poi sparì in
cucina.
“Forse
hanno ragione loro,
Elena.” Disse Caroline scendendo le scale. “Sai, lo
pensa pure Jeremy.” Poi si
sedette sul divano. “Voglio andare a parlare con Tyler. Ho
bisogno di chiarire
certe cose, con lui.”
Elena
la guardò. “Care, io
non voglio che tu te ne vada. Prima che tu te ne vada, prima che tu
possa
parlare con Tyler devo essere sicura che ti senti bene. Non
è passato molto.
Non voglio che vai in giro eh ..”
Elena
lasciò cadere la frase silenziosa,
mentre Caroline rise. “Uccidendo la gente per mancanza
d’affetto?” Continuò a
ridere poggiandosi su Elena. “Non lo farò, te lo
prometto. Al massimo potreste
avere un lupo in meno a Mystic Falls.” Disse seria.
“Caroline.”
Disse severa
Elena.
“D’accordo
d’accordo. Niente
omicidi, ne umani ne di licantropi.” Sorrise.
“Ti
voglio bene.” Disse Elena
seria.
“Elena?!
Vado a parlare con
Tyler, mica a farmi uccidere.” Sorrise ancora.
“Lo
so, ma in questo momento
ti vedo così piccola e fragile. Non voglio averti ancora col
cuore spezzato.” Disse
la mora, guardandola, il suo sguardo era grave, era davvero
preoccupata.
“Allora,
eviterò di farmelo
spezzare inutilmente.” Disse guardandosi le unghie.
“ Adesso vado da Tyler.” Disse
serena.
“Io
lo so, che non sei così
serena, Caroline. Lo so, che stai male.” Disse Elena,
fermandola per un
braccio. La bionda si risedette e aspettò. “So
anche che non vuoi andare a
parlare con Tyler, perciò non farlo.” Caroline
storse il naso e sorrise
amaramente.
“No,
non sto bene. Non voglio
andare a parlare con Tyler. Ma non voglio stare chiusa in casa Gilbert,
voglio
combattere contro questo malessere. Andrò a parlare con
Tyler, e gli dirò che ho
smesso di stare male per lui, che ho smesso di provare qualsiasi
sentimento per
lui.” Disse provando un retrogusto vittorioso.
“E
cosa farai quando cercherà
di baciarti?” Elena, dava per scontato che lo avrebbe fatto.
Conosceva Tyler.
“Non
lo farà. O sarò un
vampiro arrabbiato.” Rise Caroline. “ Davvero Elena
non preoccuparti. Starò
bene.”
Disse
sfiorando la guancia
della amica e sparendo. Elena prese il cellulare e chiamò
Damon.
***
“Caroline
sta andando da
Tyler. E’ possibile che possa ucciderlo?” Disse
senza nemmeno salutare.
“Ciao
Elena, che bello che mi
hai chiamato. Sto bene, tu? Il tempo dici? Mah, non è gran
chè.” Disse ironico
Damon.
“Damon.”
“Sì,
potrebbe. Lui non sta
nella fase della trasformazione. Lei è più
forte.”
“E
se fosse stato nella fase
della trasformazione?”
“Un
morso e via. Orta la tua
Caroline.” Disse Damon serio.
Elena
lasciò cadere la
conversazione e poi chiuse. Non voleva che succedesse qualcosa a
Caroline,
tanto meno ora, che non era in sé. Ma forse il problema non
esisteva più di
tanto. Tyler non era nella fase lunare.
***
Non
sapeva cosa dirgli in
realtà. Non aveva dimenticato niente di niente. Nemmeno il
suo forte
sentimento. Niente. Era seduta nella sua macchina, aspettava qualcosa.
Un segno
dal cielo, forse.
“Forbes.
Scendi dalla
macchina.” Disse Damon battendo sul vetro. Caroline fece come
gli aveva detto.
“Cosa
c’è?”
“
A un isolato da qui, c’è
Villa Lockwood. Dimmi che non ci vuoi andare.” Disse serio.
“Elena
non è mai stata capace
di mantenere i segreti.” Disse guardando il ragazzo.
“Senti Damon, se vuoi
stare in disparte a soffrire per amore, accomodati. Se vuoi lasciare
che il tuo
cuore smetta di battere, solo per una questione di orgoglio, fallo
pure. Non te
lo impedisco. Se non vuoi che io dica ad Elena che tu la ami, lo
eviterò. Se
vuoi nasconderti sempre dietro quella tua imperfetta corazza, fallo. Ma
io
Damon, io non mi nascondo. Io non voglio nascondere il fatto che amo
una persona,
indipendentemente da quanto stronza sia. Ok? Perciò se
adesso senti il bisogno
di dirmi qualcosa, di fermarmi, vai via.” Disse girandosi di
spalle e lasciando
il ragazzo lì immobile.
“Stupida
masochista.” Disse
tra sé. Lasciandola andare. Lui ci aveva messo tutto
l’impegno possibile.
***
“Tyler”
Urlava bussando alla
porta. “Lo so che si sei. Voglio solo parlare. Mi
dispiace.” Disse
continuando a bussare.
“Mi
butti giù la porta così,
Forbes.” Disse aprendo la porta e trovandosela davanti.
“Non
voglio entrare, voglio
solo parlare con te.” Disse guardando, non c’era
più segno di lividi, adesso
stava bene, si era rimesso in completa salute, e ne era contenta.
“Dimmi
allora.”
“Mi
dispiace per .. per l’accaduto.
Sai di Larry, sembrava l’unica occasione per farti del male.
E quando ho visto
che ti avevo fatto del male, giuro me ne sono pentita.” Disse
portandosi le
mani sul viso.
“Fai
proprio bene a dispiacertene.
Sei sparita, lo sai? Sono stato male.” Disse lui arrabbiato.
“Lo
so.” Disse lei.
“Lo
sai? Che cosa ti ho fatto
io Caroline? Perché non mi
lasci in
pace?” Domandò Tyler a quel punto.
“Perché
io non ci riesco a
buttare via tutto.” Disse lei sinceramente.
Tyler
rise. “Tutto cosa?”
“Quando
sei stato con me, sei
stato bene.” Disse lei guardandosi le scarpe.
“Caroline,
era solo sesso. Eri
l’ennesima ragazza della mia collezione. Una come Caroline
Forbes ci mancava da
tempo. Ecco il mio tutto.” Disse lui, stampando un sorriso
sulla faccia.
Caroline indietreggiò, barcollando.
“Solo
sesso.” Ripeté. Poi
sorrise. “ Solo sesso. Ok. Ciao Tyler, eh? Ci vediamo a
scuola.” Poi scomparve
dietro il cespuglio di rose, nell’immensa villa Lockwood.
“Solo
sesso. Sono un
coglione.” Disse Tyler rientrando in casa e guardandosi allo
specchio.
“Chi
era, Ty?” Chiese Carol
uscendo dalla cucina.
“Matt,
voleva andare a
giocare a football.”
“Perché
non vai? Sei sempre a
casa in questo periodo, figlio mio. Non ti riconosco
più.” Disse la donna
preoccupata. “ vuoi per caso dire qualcosa alla tua
mamma?” Disse scherzandoci su.
“Cosa?”
Chiese Tyler,
ridendo.
“Qualche
bella ragazza ha
fatto breccia nel tuo cuore, eh?” Disse seria, conosceva suo
figlio.
“
Non immagini quanto, mamma.”
Disse, scomparendo in camera sua.
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Capitolo 15 *** Every rose has his thorns. ***
Capitolo
quindici.- Every rose
has his thorns.
“Solo
sesso? Io odio il
sesso.” Disse dirigendosi nuovamente verso la sua macchina.
Ci trovò Damon
poggiato. “Cosa c’è, cosa vuoi ancora da
me? Vuoi farmi un’altra paternale?
Vuoi dirmi che avevi ragione? O vuoi che te lo dica io
direttamente?” Chiese
tutto d’un fiato. Damon aprì la portiera e
salì in macchina, senza dire una
parola, senza mettere il dito nella piaga.
“Ti porto a bere.” Disse
brevemente, quando anche Caroline fu in macchina. Era furiosa, con
Tyler, con
Damon, con Elena. Con se stessa, più di tutti. Era una
stupida credulona,
credeva all’amore. Ci credeva ancora. Solo perché
alla fine Ariel butta via la
sua coda di pesce per due gambe non voleva dire che lei sarebbe stata
felice.
“Non bevo alcolici.” Disse
facendo segno a Damon di guidare al suo posto.
“Questo lo dici alla mamma.”
Rispose l’uomo contrariato. Beveva, beveva eccome, non poco.
Certo nelle
occasioni speciali, come feste o altro.. ma beveva. L’ultima
volta che si era
presa una sbronza.. nemmeno se la ricordava! Caroline annuì,
lo diceva alla
mamma, come diceva che sarebbe tornata prima dell’alba.. e
l’unica cosa che
vedeva era mezzogiorno sull’orologio quando rientrava. Damon
parcheggiò la
macchina a caso, facendosi spazio tra le altre auto.
“La mia assicurazione non
pagherà tutto questo!” Disse esterrefatta.
“Sei un vampiro. Dissangua
chiunque ti si metta contro.”
“Prospettiva allettante.”
Rispose scendendo dall’auto. Maledizione il suo umore
cambiava notevolmente
quando era con Damon, nonostante serbasse ancora rancore non riusciva a
non
ridere. Una volta ci aveva pensato a come sarebbe stata la vita..con
Damon.. passare
da uno stronzo ad un altro. Non ci sarebbe stato nulla di
più tra loro. Peccato.
“Forbes, mi stai ascoltando?”
Domandò Damon dandole un colpo.
“No, se te ne sei accorto,
cosa me lo chiedi a fare?” Rispose guardandolo, e toccandosi
il punto in cui l’aveva
colpita.
“So che sei vegetariana, o
almeno davanti a Stefan fai finta di esserlo.. ma benvenuta nella mia
‘rovina’.”
Disse sorridendole. Però il suo sorriso era decisamente
meglio di quello di
Tyler. Sgranò gli occhi, vedendo tutto quel sangue.
“Benvenuta in paradiso..
vorrai dire.” Quant’era bello quel posto,
assuefazione. Ne sarebbe uscita
assuefatta.
“Datti da fare. Muori dalla
voglia.” Caroline lo guardò, le stava offrendo la
sua scorta di sangue per
uscire dalla depressione. Gli rivolse un mezzo sorriso e si
gettò a capofitto
su una sacca di sangue. Le mancava quel sapore, oh se le mancava! Al
primo
sorso la gola si infiammò, ma continuò a ingoiare
quella sostanza, che la
faceva sentire così maledettamente viva.
“Mi ha detto che per lui sono
stata solo sesso.” Disse mentre cacciava giù le
ultime goccioline si sangue. Damon
annuì. “Caroline Forbes.. solo sesso.”
Ripeté. Sembrava si stesse convincendo del
fatto che l’avesse davvero detto.
“L’ennesimo trofeo. Perché insomma io
sono un
trofeo.” Disse soddisfatta di se stessa. “Io non
sono una puttanella, io ero
difficile da conquistare.” Damon la squadrò.
“Ti ha conquistato?” Chiese
incerto.
“No, in realtà ero
arrabbiata, avevo il cuore spezzato per quello che avevo appena visto.
Sai
quella sensazione..quando Stefan bacia Elena..?” Damon
annuì. “Avevo provato
quella. Mi si era spezzato il cuore. In mille piccoli pezzi.”
Aprì un’altra
sacca di sangue, senza badare a Damon. “Dopotutto
è colpa mia, sono stata
stupida.” Si guardò intorno.
“C’è Stefan?” Chiese
inclinando la testa su un
lato. Damon scosse la testa. “Bene, non vorrei che mi
vedesse..Bere il sangue..
Sai è convinto che io sia
‘vegetariana’.” Che stupida, cosa gli
importava di
Stefan? Era grande, era forte.. poteva fare quello che voleva,
perché doveva
rendere conto ad un vampiro decrepito di cervello?
“Fregatene di lui. Predica e
poi fa una cazzata dietro l’altra.” Disse
rispondendola. Caroline lo guardò interrogativa.
“Non lo sai? Si nutre.. per ‘abituarsi’
del sangue di Elena.” Disse schifato.
“Che cosa tenera!” Damon le
rivolse uno sguardo accigliato. “scusa.” Poi rise.
Troppo sangue e le stava
dando alla testa! Rise di gusto! Damon le si avvicinò e le
tolse dalla mani la
sacca a metà. Ne aveva bevuto abbastanza.
“Andiamo principessa, alzati.”
Disse caricandosela sulle spalle.
“Vorrei dare dello strozza
lupo a Tyler.” Disse stendendosi su Damon.
“Lo uccideresti così.”
“Lui uccide me, e non gliene
importa niente.” Disse seria lei. Damon le diede una pacca
sul sedere, e la
coricò sopra il divano.
“Non voglio dormire.” Disse
lamentandosi.
“Prova a chiudere gli occhi. Il
sangue è come la pappa reale, un cucchiaio e dormi proprio
come una bambina.” Disse
guardandola, si sedette ai piedi del divano e le diede un colpetto.
“Dovresti essere più spesso
così, Elena avrebbe scelto te..” Poi chiuse gli
occhi e si lasciò andare. Come
la pappa reale, entrò in uno stato profondo di sonno, con
Damon al suo fianco.
***
Quando
la ragazza fu
addormentata, quando non dava più segni di vita, si
alzò mettendosi apposto i
capelli e infilandosi la giacca e uscì di casa. Elena non
avrebbe mai scelto
lui, nemmeno se avesse adottato quel comportamento sempre. Lei era
stata creata
per stare con Stefan, non doveva negarlo, non poteva. Erano perfetti..
più di
quanto lo fossero Tyler e Caroline. Lui si sarebbe dato al sangue, si
sarebbe
gustato ogni nuova preda, brancolando nel buio da solo.
“Dov’è Caroline?” Damon tolse
le mani dalle tasche del giubbotto nero di pelle e sorrise.
“Lockwood.” Disse
semplicemente cingendolo per il collo e portando al muro.
“Dorme.”
Tyler mosse i piedi per
liberarsi, c’era riuscito con Stefan ma non con Damon.
“Non c’è confronto, Lockwood.”
Disse lasciandolo cadere, era solo l’assaggio di quello che
Damon Salvatore
avrebbe potuto fargli se Caroline glielo avesse premesso.
“Ci devo parlare.” Disse
Tyler, guardandolo.
“Non credo. Non adesso.”
Scosse la testa.
“Damon, per favore.” Per
favore? Era una cosa seria allora, Damon ci pensò su, un
secondo. Era giusto
parlare di quello che Caroline provava? Se non era giusto, lo avrebbe
ucciso.
“Siediti.” Disse autoritario.
“Dove? Non c’è posto per
sederci, c’è solo erba.”
“Ecco. Al posto di fumartela,
siediti.” Disse Damon arrabbiato. Tyler si sedette vicino al
muro e Damon lo assecondò
sedendosi anche lui.
“Quello che prova Caroline
per te, a mio parere è troppo forte. Tu la potresti uccidere
con un morso, e
lei prima mi ha detto che ti darebbe volentieri dello strozza lupo. Ma
questo
non lo farebbe mai lei.. e sai perché?” Chiese
guardandolo. Tyler scosse la
testa. “Perché è innamorata di te. E
l’unica cosa che tu le hai saputo dire è
che è stata solo sesso, solo un trofeo.” Damon si
guardò le mani accennando un
sorriso. “Mettiamo in chiaro una cosa, Lockwood. Se devi
continuare a farle
male, lotterò per farla stare con Donovan.” Tyler
si girò a guardarlo. Ma che
ne sapevano di quello che lui provava per Caroline? Non erano dentro la
sua
testa, non lo sapevano.
“Non ce ne sarà bisogno,
Damon.” Disse voltandosi verso di lui. Damon lo
guardò interrogativo. “Tutti
partite dal presupposto che sono uno stronzo, che non so
amare.”
“E’ quello che fai vedere.”
Lo interruppe Damon.
“Qualcuno che si è mai
chiesto cosa ci sia dietro?” Continuò senza dare
ascolto al moro di fianco a
lui. “Infanzia difficile, un padre che per ogni cosa ti
ammazzava di colpi. Oh
son dovuto crescere da solo, scusatemi tanto se non riesco a dare la
quantità d’amore
necessaria.” Disse mettendo le mani in avanti. Damon
sbuffò, odiava il
vittimismo.
“Quindi?!” Chiese.
“Cosa ne sapete voi, se
ricambio o meno il sentimento di Caroline?” Chiese
d’un fiato.
“Lo ricambi?”
Caroline si mosse leggermente
per non farsi sentire da Damon, che sicuramente già
l’aveva sentita. Davvero
credeva che si bevesse quella storia della pappa reale? Si
appostò dietro un
muro e aspettò la risposta di Tyler.
"Sì.”
Caroline si accasciò al
suolo, non sapeva se essere felice, o provare qualsiasi altro
sentimento.
#Marti’s
corner.
Pure
questa FF sta volgendo
al termine. Probabilmente non ci sarà un seguito. In tal
caso dovessi scriverne
un’altra cambierò coppia, prima di affezionarmi ad
una coppia del tutto le
voglio sperimentare tutte. Probabilmente il prossimo sarà
l’ultimo o il penultimo.
J Vedremo..
Ringrazio
tutti, davvero tutti. In un modo o
nell’altro mi avete
spinto a continuare, a migliorare a scrivere. Ringrazio ogni singola
persona
che ha recensito.. J
See
ya. J
|
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Capitolo 16 *** People. ***
Capitolo
sedici.- People.
Non era poi così tanto
brutta
come situazione. Certo le si erano rivelate cose che ancora non apeva o
che
ignorava. Non tanto il fatto che Tyler ci tenesse a lei, come lei
teneva a lui,
bensì che Damon le aveva sempre coperto le spalle,
perché le voleva bene. Dopotutto..
dopo che l’aveva soggiogata, dopo che l’aveva usata
per avvicinarsi a Stefan,
dopo che l’aveva morsa per nutrirsi del suo sangue. Dopotutto. E dopo tutto ci aveva messo un
bel po’ a capirlo, forse
troppo tempo. Ecco perché le aveva dato il sangue della sua
scorta.. voleva
parlare con Tyler. Era rientrata a casa, dopo aver sentito quella
conversazione
e sperava che Damon non l’avesse sentita. Aveva abbracciato
la madre ed era
entrata in doccia. L’unica cosa che il Sceriffo Forbes
pensò fu : Damon sta facendo il
suo dovere. Anche
se non immaginava minimamente che la figlia fosse stracotta del figlio
del
Sindaco Lockwood. Dopo la morte del signor Lockwood, Carol divenne
sindaco,
almeno fino alle prossime elezioni. Fino a quel momento il rapporto tra
lei e
il sindaco era esemplare. Amiche. Qualcosa poi si ruppe. Il fatto che
Carol
sapesse che suo figlio era un lupo, o che lo sceriffo faceva arte dei
vampiri
involontariamente. Caroline sciacquava i capelli biondi, liberandosi di
tutte
le preoccupazioni che si erano affollate in quella sua piccola
testolina. Le
lavò via. Forse troppo in fretta. Si era dimenticata di un
particolare toppo
importante : Matt.
***
“Fratello, ti devo
parlare.”
Tyler si fece largo a scuola, quella mattina verso l’amico.
Era da un pezzo che
non si parlavano. Il loro rapporto si era freddato, ma Caroline non
c’entrava
niente.
“Fratelli? Noi siamo
semplici
conoscenti, in questo momento.” Matt lo ferì in
quel frangente. Ma non si
poteva evitare. Quella discussione doveva avvenire, prima o poi.
“Matt non complicare le
cose.”
Matt rise, dopo queste parole.
“Dopo che ti sei portato
a
letto la mia ragazza ti stai rammollendo.” In quella scuola
le notizie
volavano.
“E’ stato un
errore.”
“Irrimediabile.”
Concluse
Matt tenendo gli occhi fissi su Tyler.
“Cosa vuoi sentirti dire,
Donovan?” Sapeva che delle scuse sarebbero state opportune,
ma perché se non se
n’era pentito alla fine?
“Delle scuse, voglio che
tu
mi dica che Caroline per te non è niente.” Tyler
sorrise, era proprio l’unica
domanda che voleva sviare.
“Sei sempre stato il mio
migliore amico, Matt. Per questo ho deciso di non mentire ne a te, ne a
Caroline.” Matt scoppiò a ridere.
“Ti sei rammollito del
tutto!”
poi si fermò un secondo a pensare.
“Dov’è finita la maniaca del controllo?
La
ragazza frivola?” Poi rincominciò a ridere.
“Sei così patetico, Lockwood.”
Tyler si tirò indietro.
“Non voglio
litigare.” Disse
il ragazzo moro.
“E perché sei
qui? Sentiamo.”
Tyler non aveva nessun motivo per sbattergli in faccia che aveva scelto
lui e
non Matt.
“Non vuoi che stia con
Caroline? E’ parecchio brutto sentirtelo dire, dal momento
che dicevi di
amarla.” Disse con tutto il fiato che aveva in corpo. Matt
fermò quelle risate
isteriche nervose e si bloccò in un sorriso.
“La ami?” Non
poteva fargli
anche questa domanda, qualunque risposta avesse dato
l’avrebbe segnato.
“Non la amo. Almeno non
ancora.” Matt divenne serio. “Credo che lei ricambi
questo sentimento, Donovan.”
Disse infine distaccato.
“Immaginavo.”
Disse fremente.
Poi lo colpì in pieno viso. Cogliendolo di sorpresa.
“Stai lontano da Caroline.”
Tyler si tirò su, quando Matt gli aveva già
voltato le spalle. La tecnica del :
Vado a parlarci, il mio vecchio amico di
data capirà, non aveva funzionato. Quindi adesso
che avrebbe fatto? Avrebbe
lasciato tutto stare? Tyler Lockwood non mollava. Almeno
così si diceva in
giro. Alla prima ora cosa avrebbe avuto? Spagnolo. Si
precipitò in aula, lei
aveva lezione con lui.
***
“Forbes, complimenti la
tua C
e diventata una B+.” Disse il professore congratulandosi con
lei. Lo spagnolo
non era il suo forte, ma si era messa a studiare e ce l’aveva
fatta. “Ma.. la
prossima settimana c’è un altro compito. Daily
Routine.” Disse lui, come a
volersi scusare con i suoi alunni. Poco dopo la campanella
suonò e Caroline
raccolse tutti i libri su un braccio e uscì verso il suo
armadietto.
“Forbes.” Disse
Tyler
spostandosi al lato.
“Lockwood.”
Disse lei con
altrettanta indifferenza. Non doveva lasciar trasparire nessuna
emozione. Niente
che potesse fargli capire che lei già sapeva.
“Passavo di
qui.” Disse lui.
“Non è vero,
dato che il tuo
armadietto è vicino a quello di Matt, infondo al
corridoio.” Disse sorridendo
ironicamente.
“Hai da fare
stasera?” Chiese
lui.
“Elena,
Bonnie.” Disse lei,
lasciandolo sulle spine. Il piano non era quello, comunque. Il piano
era : Caroline fai l’indifferente.
E non
rifiuta un invito a cena da Tyler Lockwood.
“Adesso?” Disse
facendo
spallucce.
“Trigonometria.”
“Sei indietro anche con
quella?” Chiese Tyler.
“Sono apposto in tutte le
materie io. Tu?” Domandò scettica. Tyler rise.
“Ti porto fuori, poggia
tutto
e andiamo.” Disse prendendola per la mano.
“Tyler.” Il suo
cervello
continuava a dirle Caroline, non è
il
momento. Goditi tutto questo. Lei però fece di
testa sua. “C’è qualcosa che
mi devi dire?”
Tyler la guardò, avendo
per
un secondo l’impressione che lei sapesse tutto,
così la baciò.
“Sai come concetto non
è
molto chiaro. Cioè fossi stato un altro ragazzo avrei
capito.. ma sei Tyler
Lockwood. Non godi di una buona reputazione.” Tyler rise e la
portò con se.
Trascinandola quasi.
***
“Elena. Dove
sei?” Damon
entrò dalla finestra. Elena non era in casa, voleva
assolutamente parlare con
lei. Adesso che aveva visto Forbes e Lockwood, iniziava a pensare che
una
speranza avrebbe potuto averla anche lui. Elena uscì dal
bagno, con i capelli
avvolti in un asciugamano.
“Damon, non
dalla…”
“Finestra. Ripetete tutte
la
stessa cosa. Stavi uscendo?” Chiese d’un fiato.
“Sì, Stefan.
Abbiamo deciso
di riprovarci.” Disse lei mostrando uno dei suoi sorrisi
migliori, uno di
quelli che Damon amava. In un secondo le si catapultò
dietro, togliendole la
collana piena di verbena.
“Potrei amarti come ti
ama
lui, se tu volessi. Anche di più. Non me ne importerebbe
più niente delle
altre, io non sarei fissato con Katherine. Tutto questo, se tu lo
vorresti
Elena. Sono convinto, che in fondo tu lo vuoi, e dopo aver visto quello
che è
successo tra Forbes e Lockwood sono sicuro che ci sia ancora spazio per
noi. Un
giorno, per ora, come uno stupido non intendo fare un torto a mio
fratello.” Lui merita molto
più di me. Pensò in
silenzio. Poi la soggiogò e le ricordò che tutto
questo non era mai accaduto,
rimettendole la collana al collo e sparendo. Si sentiva così
umano quando era
con lei. E questa umanità non le piaceva affatto.
Un altro
Marti’s corner.
Non immaginate quanto
sarà
triste scrivere l’epilogo. L’ultimo capitolo.
Voglio chiedervi di non
aspettarvi niente. Ne da Caroline e Tyler, ne da Damon, Stefan ed
Elena. Cercherò
di concluderla nel migliore del modi, prometto. (: _M.
|
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Capitolo 17 *** Epilogo. ***
Epilogo.
“Tre mesi, Caroline.
Tre mesi Tyler.
Tre mesi di Caroline e Tyler.
Tre mesi di voi.”
Caroline
aveva il biglietto di Elena in mano, quella
mattina. Il cielo buio, il cielo scuro, le nuvole. A Mystic Falls stava
succedendo qualcosa. Il cielo non era mai così tempestoso,
se non in inverno,
ma erano in estate. A sentire l’odore che aveva
l’aria, c’era qualcosa, lo
aveva imparato col tempo.
Sperava
che non arrivasse l’ennesimo scontro con
Damon.
Lui
aveva fatto così tanto per lei, e ora non capiva
cosa stava succedendo. Le impediva sempre di vedere Tyler, e ormai
passava il
suo tempo a ‘sponsorizzare’ Matt. Voleva che stesse
con lui. Stanno arrivando. La voce
di Damon si
materializzò per tutta la stanza, come nei film, quando
nelle pareti di
materializzava il viso delle persone. Chi stava arrivando? Principessa ti faranno del male. Chi mi
farebbe del male? E Lockwood non
farà niente, per proteggerti.
Non ci credeva a quelle parole, ma da due mesi a questa parte era
quello che le
ripeteva continuamente. Era sicura che Tyler per lei avrebbe fatto
qualsiasi
cosa, proprio come quella volta, la volta che aveva sentito il pericolo
e
l’aveva protetta. No, Caroline non
lo
farà. Caroline si girò per controllare
che Damon non fosse in camera sua,
per precauzione. Non c’era davvero. Mi vuoi spiegare dove
sei? Non posso. Cosa vuol dire che
non puoi? Non voglio, non posso. Ma
io ho bisogno
di te. Non fare la sentimentalista. Dove
sei? Non vicino a te, fa attenzione a
Jules, piccola. Damon?
Non
ricevette risposta, quando lo chiamò. Dove era
Damon? Chi è Jules? Tyler? Merda.
Doveva
semplicemente fidarsi di Damon? Senza chiedere
ci stesse arrivando a Tyler? Damon le aveva detto che non avrebbe mosso
un dito
per aiutarla, per toglierla da quella situazione.
“La felicità non
è di casa Forbes.”
***
Erano
passati due mesi. Lei e
Tyler avevano rotto. Se non avesse ascoltato Damon quella mattina, ci
avrebbe
lasciato le penne. Jules, era un lupo.
Jules era la cattiveria in persona. Jules le aveva portato via, la sua
felicità. Jules. Non stavano più assieme, da due
mesi. Era inconcepibile come
cosa, ma ci aveva fatto l’abitudine. Aveva anche smesso di
stare male. Aveva
iniziato ad essere masochista però.
Sempre di più. Ogni giorno. Uscivano assieme,
parlavano, si sentivano.
Erano amici. Per stare bene non dovevano esserlo. Perché lei
doveva
dimenticarlo. Lui la chiamava quando stava male, e lei gli stava
vicino, più
che poteva come poteva. Senza chiedergli mai niente in cambio,
perché la sua
ricompensa era il sorriso a fine chiacchierata. Era stupida..masochista
e
innamorata. Ancora. Dopo due mesi.
“Caroline.”
Damon entrò senza
bussare in camera sua. Il suo sguardo era ancora appeso al vuoto. Il
suo
sguardo era velato dalla tristezza, che solo le persone che amano
potranno mai
capire. Lui poteva capirla.
“Vai
via per favore.” Disse
piegando leggermente la testa verso destra.
“Hai
bisogno di stare sola? Ancora,
Caroline?” Disse lui guardandola.
“Lascio
Mystic Falls.” Le
lacrime dure, iniziarono a rigarle il volto, era la decisione
più dura che
avesse mai preso. Stava abbandonando tutto : Elena, Stefan, Tyler,
Bonnie..
Damon.
“No,
non puoi andare via.”
Disse lui sedendosi vicino a lei.
“Oh,
non fare il
sentimentalista. Non starò via per sempre, e noi abbiamo un
per sempre davanti.”
Damon sorrise controvoglia. “Ce la farai.” Disse
lei, poggiandosi sopra la sua
spalla.
“Lo
so, che ce la farò. Tu ce
la farai?”
“Ce
la farò.” Rispose
guardandolo. “Grazie Damon. Grazie di tutto quello che mi hai
insegnato, grazie
per avermi portato davanti a quella che è stata una favola,
per avermi protetta
e per avermi asciugato le lacrime.” Damon storse il naso.
C’era l’odore di
Lockwood. Avrebbe voluto dirle che le voleva bene, ma non era da Damon,
perciò
sorrise semplicemente, poggiando il mento sopra la testa della ragazza.
Era la
prima volta che Damon si sentiva così, così
vuoto.
“Tyler?”
Chiese lei, tastando
l’aria, lui annuì. “Mi
renderà tutto più difficile. Rimani con me, per
favore.”
E’ un lamento continuo di vortici all’interno del
suo stomaco quel sentirlo
vicino. Fanculo.
“Caroline,
ciao.” Disse
entrando nella camera della ragazza, che si mise automaticamente dietro
Damon.
“Tyler,
non credo sia molto
propensa a parlarti in questo momento.” Disse Damon
schiarendosi la voce.
“Lo
so, ma Caroline non è mai
propensa a parlarmi.” Poi si rivolse a Caroline stessa.
“ho sentito che vuoi
andare via da Mystic Falls.” La ragazza annuì.
“Perché?”
Caroline
rise, guardandolo.
“Perché
non ti sopporto più,
voglio dire tutto questo esserti amica, io non lo sopporto. Io ti ho
amato
Tyler.” Disse mettendosi davanti a Damon che andò
a sedersi. “E l’ho fatto
sempre al massimo di me, ti ho amato ogni mese, quando c’era
la luna piena,
quando mi accollavo i tuoi problemi, quando eri lupo, e ti vedevo stare
male. Io
non me ne sono mai andata, io per te avrei rischiato la pelle,
più e più volte.”
Disse guardandolo.
“L’hai
fatto principessa.”
Disse Damon mettendosi in mezzo.
“Sì,
ha ragione, l’ho già
fatto. Quando un solo morso di licantropo avrebbe potuto uccidermi, io
ero con
te. Ci sono sempre stata, e non sono qui a rinfacciartelo,
perché come ti ho
già detto ti ho amato. Non me ne pento nemmeno. Ma non ho
mai ricevuto un
grazie. Non avevo che te. Te ne sei andato.” Disse poi
ridendo, era più una
risata nervosa. “Quindi, cerca di capirmi se me ne voglio
andare. E non farmi
una tragedia.” Tyler annuì, aveva un groppo in
gola.
“Guardami
negli occhi e dimmi
cosa pensi.” Disse Tyler serio. Damon provò un
leggero senso di sbandamento, come
se avesse un leggero conato di vomito, ma rimase li come Caroline gli
aveva
chiesto.
“Adesso
più niente.” Mentì
spudoratamente. Ma era così che doveva finire.
“Ora devo fare le valige e
preparare una scusa
adeguata per
lasciare casa senza che mamma mi assilli.” Disse facendo
spallucce e dipingendo
un sorriso sul volto.
“Ti
amo Caroline.” Disse
semplicemente, facendo per andarsene.
“Cosa?”
chiese incredula.
“Ho
detto che ti amo.”
Lei
si avvicinò cautamente al
lupo e sorrise. “Anche io, è per questo che vado
via. Per favore, non rendere
tutto più difficile.” Caroline sorrise toccandogli
la guancia.
***
Diario di Caroline Forbes.
Ci ho preso l’abitudine a
sentirmi male, a stare male
per lui. L’unica cosa che mi consola è che sono io
ad averlo scelto. Consola.
Non è vero, mi fa tutto schifo. Odio tutto. Damon ha deciso
di volersi
allontanare da Elena. Siamo in una piccola cittadina della Spagna, a
significare quanto ci siamo voluti allontanare, da quella che era la
nostra
vita. Stiamo progettando un ritorno, così per salutare
mamma, e lui per stare
con Stefan. Non lo dice, ma gli manca. E gli manca anche Elena. A me
Tyler non
manca più di tanto, come ho già detto ci ho fatto
l’abitudine. L’unica cosa che
mi dispiace è averlo lasciato solo, proprio dopo che mi
aveva detto che mi
amava. Ho sentito Matt di recente, dice che manco anche a lui.
E’ incredibile,
sono passata dall’essere invisibile per tutti a questo, come
se ci volesse la
Spagna per farmi
apprezzare. Mi dispiace tanto, aver lasciato tutto. MA ora sto
dannatamente
meglio..forse.
Titoli di coda:
ahahah.
Ho
portato a termine la mia prima ff sul diario del vampiro. Yay me.
Vi
ringrazio sempre come al solito, per avermi seguito.
Avete
reso questa ff fattibile.
Voglio
un gran bene a tutti, alla fine. :)
-Martina-
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