Chronicles of Donë, the Shadow Planet

di NicknameNonNoioso
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: L'inizio ha avuto inizio ***
Capitolo 2: *** Un lincepardo e una fata in una locanda ***
Capitolo 3: *** Un assassino assai gioviale ***



Capitolo 1
*** Prologo: L'inizio ha avuto inizio ***


Allora... provo con questa storia, ma non vi garantisco niente... era un’idea che mi gironzolava in testa ultimamente... ci sono nomi delle specie delle fate, quindi consiglio di conoscerli, almeno. E conviene anche avere voglia di leggerlo, perché potrebbe essere assai deludente... io ci provo, ma mi fa molto piacere se mi lasciate un commentino... anche negativo, ditemi dove sbaglio... se posso migliorare... ma le recensioni mi tireranno su il morale!

Prologo: L’inizio ha avuto inizio

Donë è il Pianeta Ombra della Terra. Questi sono invisibili ai nostri occhi, qualcosa di parallelo, qualcosa di molto strano per noi...E di Donë leggerete, di ciò che ne accadrà. A voi la lettura...

1230 d.G.A

Leley si appostò dietro ad una colonna, pronta a spiare l’assassino appena inviato in missione dalle Eteree. Quella spregevole specie aveva bisogno di qualcun altro per agire... non erano in grado di operare da sole, quelle odiose fate inconsistenti!

Si destò dai suoi pensieri, cercando di osservare meglio il predatore. Era vestito come un arciere e un grande cappuccio scuro era calato sul suo viso. Non indossava alcuna armatura, le protezioni erano in cuoio. Teneva un piccolo arco nella mano, senza decorazioni, che dava l’idea di essere fatto apposta per i viaggi e il lancio di frecce veloce.

I passi dello sconosciuto erano felpati, nessun rumore avvertiva della sua presenza. Leley si abbassò per osservare meglio il particolare, e si accorse che infatti non indossava scarpe o stivali.

Delle zampe da felino sbucavano dai pantaloni, i grossi artigli in risalto tra il pelo brunastro e chiaro. Un lincepardo! Quale segno del destino era quello...

I lincepardi erano molto rari! L'appartenenza dell'assassino la scocciò, perché erano anche una delle stirpi alleata con la sua. Non poteva colpirlo. Sarebbe stato un delitto.

Si spostò veloce e agile come un ragno, per poi nascondersi dietro un’altra colonna. Il lincepardo si voltò in quella direzione, stranito. Leley si immobilizzò. La porta si faceva sempre più vicina, qualche minuto dopo avrebbe dovuto trovare un modo per uscire senza farsi sentire.

Il marmo bianco era gelido sulla sua pelle, la faceva rabbrividire, cosa che rischiava di farla sentire. Non poteva fallire, non quella volta. Doveva indurre in qualche modo il lincepardo a non uccidere la Deva.

Il lincepardo spalancò i portoni, gettando all’interno della stanza un fiotto di luce chiara. Si guardò intorno un’ultima volta, poi varcò la soglia in legno. Leley vide la coda sparire anch’essa, poi si precipitò al grosso battente, per uscire prima che si chiudesse.

Appena fu fuori si nascose, non voleva che il lincepardo la vedesse. Era appena uscita da una specie di monastero in marmo bianco. Il paesaggio riuscì a meravigliarla ancora; non era una bellezza di tutti i giorni. Si trovava sopra ad una collina, sormontante un vastissimo spazio di pianura incolta e abitata solo da mucche e piccoli villaggi. Accanto c’era un sentiero, l’unico posto dove la natura fosse rigogliosa, che si dirigeva verso le montagne, di cui si vedevano solo le cime aguzze e bianche di neve, mentre il resto era coperto dagli arbusti che crescevano senza freno sul fianco del sentiero.

Leley posò la mano sulla schiena e tirò giù la cerniera della camicia troppo scollata. Due grandi ali, con tutte le sfumature possibili dei blu si liberarono, mentre lei ritirava su la cerniera, ma con le ali negli appositi spazi. Quando doveva nascondersi era sempre un problema, per non farsi vedere le ritirava... e dopo erano tutte stropicciate. Leley le mosse leggermente, chiudendo gli occhi e godendosi il venticello che passava.

Si svegliò da quell’attimo di riflessione, dicendosi di cominciare ad agire. Il lincepardo era sicuro di essere solo, infatti camminava deciso sul sentiero.

Leley entrò nella boscaglia, pronta a seguirlo. Per non fare rumore doveva liberare il suo istinto da fata... i posti in cui vivevano le sue antenate erano simili. Questo le fu d’aiuto, perché non si sentì alcun rumore.

E qui finisce il prologo! Se voi volete sapere il resto... be’, accetto ogni tipo di recensione! Come sono malvagia... comunque... forse anche senza recensioni vado avanti... però le gradisco e mi spingono! Alla prossima ;)

Elessary

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Capitolo 2
*** Un lincepardo e una fata in una locanda ***


Un enorme GRAZIEEE!! a Elyse Brunt che, dopo una settimana forse che non aggiornavo, mi ha dato la spinta ideale! Ne approfitto anche per ringraziare Valery_23, che mi ha recensito nella one-shot The Last Battle... grazie, è stato molto bello ricevere la tua recensione :3! Spero ora di interessarvi con la lettura del secondo capitolo... leggete pure!

Capitolo secondo: Un lincepardo e una fata in una locanda

1230 d.G.A., 2 Novembre

Leley aveva seguito il lincepardo per un’intera giornata, trovando sempre un modo per nascondersi o fare silenzio. Verso il pomeriggio erano giunti nel presso di una locanda, dove il felinide aveva deciso di fermarsi.

Leley constatò che sarebbe dovuta entrare qualche ora dopo, per studiare meglio le abitudini del lincepardo.

Per il momento si arrampicò fino alla finestra che dava sulla stanza dell’assassino, pronta a spiarlo. Lui non fece nulla di altamente interessante: sistemò le sue poche cose, si tolse il cappuccio e si stese sulla branda incrociando le gambe.

La fata iniziò ad ispezionarlo, per riconoscerlo meglio caso lo avesse perso. Sul capo sembrava avere una corta criniera, di cui disordinati ciuffi ricadevano sul muso felino. Le tonalità variavano dal bianco, all’oro e al castano scuro, ma i colori erano maggiormente in contrasto, poche erano le tonalità di mezzo. Sembrava giovane ed inesperto, Leley iniziò a chiedersi come mai le Eteree avessero mandato in missione uno così al posto di un maestro nell’arte dell’assassinio. Consideravano forse una preda facile, la vittima ricercata?

Il lincepardo si rialzò presto con uno scatto veloce, si calò nuovamente il copricapo sul volto e scese le scale.

Leley si affrettò a cambiare posizione: sarebbe stato inutile rimanere lì in quella maniera e le sembrava anche un po’ ridicolo. Appena ne ebbe la possibilità saltò giù, atterrando con un tonfo leggero. Avrebbe voluto usare le ali, ma le aveva nascoste ancora.

La fata aprì la porta con sonoro cigolio aggiunto al tintinnio di uno strumentino appeso sopra la porta. Anche lei ora era coperta da un mantello. Si avvicinò al locandiere e si schiarì la voce. – Scusi, potrebbe dirmi un tavolo libero? E se mi procura una piccola cena mi farebbe un gran piacere... Grazie.-

Si sedette al tavolo indicatole dall’oste, ma dovette purtroppo notare che era lontano dal lincepardo. Doveva trovare un altro modo per interagire. Mangiò velocemente un pasto frugale, poi si alzò e pagò. Uscì all’aria aperta, chiedendosi come fare a incontrare l’assassino. Doveva rientrare e parlargli? Oppure aspettarlo davanti alla sua camera?

Leley si arrampicò di nuovo fino alla finestra, poi si accomodò ad aspettarlo. Poco tempo dopo sentì la porta che si apriva e lui che entrava. Bussò alla finestra impaziente. Il lincepardo venne pacificamente ad aprire. Pacificamente finché non vide chi aveva davanti. Gli scattarono le orecchie in avanti e gli si rizzò il pelo.

– Accidenti a te! Non mi sembra il momento, Andyl!- esclamò nervosamente il lincepardo.

– Andyl? Io non mi chiamo Andyl! Sono Leley, degli spiriti cobalto!- sussurrò indignata Leley.

– Leley... oh, mi dispiace, davvero... devo avervi scambiata per una vostra parente... perdonatemi.- rispose timidamente lui, arrossendo.

Leley si stupì del fatto che i lincepardi potessero arrossire e di quanto questa reazione fosse visibile. Si sentì un po’ sciocca, e si scusò.

– Emh... non ti preoccupare, non è successo nulla!- esclamò lei.

Subito impallidì: che cosa stava facendo? Quello era il suo nemico, non doveva farsi intenerire così facilmente!

- Ah, be’, allora, salve Leley, io sono Kyros!- esclamò il lincepardo divenendo subito più gioviale.

– Oh... piacere...- disse lei, imbarazzatissima, mentre si rimproverava nella mente.

Aveva fallito maledettamente! Adesso doveva cercare un modo per tirarsi fuori dai guai! Fantastico...

 

E qui finisce anche il primo capitolo! Recensite please! Caso qualcuno volesse chiarimenti su Donë me lo dica, posso anche parlarne più approfonditamente... voi prendetelo circa come un altro pianeta, con le stesse… stagioni, giorni e cose così... solo gli abitanti cambiano... e cambiano eccome!

Al prossimo capitolo ;)

Elessary

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Capitolo 3
*** Un assassino assai gioviale ***


Uhuh! Evvai, la mia storia ha interessato qualcuno! E, come credo abbiate notato, sono le prime storie che faccio, è una graande gioia! Grazie, grazie grazie e ancora grazie a Elyse Brunt! Non ti preoccupare, ogni tempo ha le sue risposte, se ti dicessi tutto non avrebbe senso ;D! Che voi possiate divertirvi leggendo la storia!

Capitolo terzo: Un giovane assassino assai gioviale

1230 d.G.A. 2 Novembre

Leley aveva frettolosamente salutato Kyros, mentre le domande le martellavano in testa. Le Eteree avevano davvero esagerato. Poteva anche essere un lincepardo, ma era davvero esagerato mandare qualcuno di così... così... infantile! Come aveva reagito alla sua presenza? Aveva sorriso e si era subito presentato!

Forse invece le Eteree erano più furbe di quanto pensasse, avevano scelto un brav’attore, capace di mascherare con successo la missione. Non aveva abbastanza informazioni per capire cosa tramavano le sue nemiche, doveva conoscere meglio Kyros.

Nello stesso momento, Kyros, nella sua camera, rimuginava anche lui sull’incontro fatto.

– Certo che però ci somigliava davvero ad Andyl, quella Leley...- borbottava pensieroso.

– Già... Andyl... da quanto tempo non la vedo... chissà, dove sarà mai ora? Forse anche lei è inviata in missione contro le Deva...- diceva ancora. Non che gli fosse passato per la mente che anche Leley, se lo aveva incontrato sulla finestra, aveva qualcosa da dire o da fare. Non pensò che magari era in missione o cose del genere... no, pensò ad altro.

Più tardi, entrambi si addormentarono, anche perché sapevano entrambi che avrebbero avuto una giornata difficile, l’indomani.

3 Novembre

Leley si alzò il più presto possibile, pronta a seguire Kyros, aspettandolo nascosta vicino all’osteria. Purtroppo per lei svegliarsi presto fu inutile. Dovette aspettare delle ore per vedere uscire il lincepardo.

La vita era appena ripresa, la gente iniziava la sua giornata, quando Kyros uscì dalla locanda. Aveva un’aria dispersa, non aveva il sorriso della sera precedente. Guardò i cartelli che indicavano il sentiero, poi, arco nella mano, s’incamminò deciso.

Leley, che aveva previsto tutto, si era già messa sulla strada, fingendo di andare per le sue. Non passò molto tempo quando sentì esclamare Kyros:

- Oh, salve Missis Leley!-

- Salve mister Kyros... cosa la porta su questo sentiero?- rispose la fata, che già intendeva iniziare ad indagare.

- Uhm... sono in viaggio... esperienza personale... Però, mi perdoni se risulto maleducato, mi potrebbe spiegare il motivo della sua misteriosa apparizione sulla finestra della camera? Sa, non sono abituato a vedere la gente che comunica dalle finestre, perlomeno non con me!- continuò il giovane lincepardo.

Leley non rispose: non aveva pensato al fatto che potesse sembrare strano quel modo di comunicare. Si limitò ad avvampare, senza dare risposta a Kyros.

– Certo, nelle storie spesso "gli eroi" si trovano o si parlano così... ma la vita non è una storia, purtroppo. Prima o poi bisogna rassegnarsi. Missis Leley? Perché quell’espressione? – chiese nuovamente il felinide.

Lei non rispose, rimase a guardare per terra, senza rialzare lo sguardo, ancora imbarazzata.

Giunsero poco dopo ad un secondo cartello in silenzio, il lincepardo che ancora aspettava la risposta." Paludi Bianche, 1 giorno di cammino", diceva il cartello.

- Uhm... Credo di dover andare di lì!- esclamò il lincepardo.

Leley decise di seguirlo; da quale parte si andava, dopo le Paludi Bianche?

 

Ok... ora è finito il capitolo! Aspettatevi il prossimo... e gradisco bene bene le recensioni!

Donate un po’ del vostro tempo per recensire, farete felici molti scrittori XD!

Elessary

P.s. L’ultima frase del 2 novembre... è giusta la ripetizione, l’ho fatta apposta!

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