Piegato dal destino

di holmes88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un doloroso evento ***
Capitolo 2: *** Urla in ginocchio ***
Capitolo 3: *** Ran ***
Capitolo 4: *** Kudo ***
Capitolo 5: *** Haibara ***
Capitolo 6: *** Emozioni represse ***
Capitolo 7: *** Hattori ***



Capitolo 1
*** Un doloroso evento ***


Era bellissima.

Non la vedevo così felice da una decina di anni, era da quel mio ultimo appuntamento al luna park che il suo sorriso non era così insopportabile.

Ma che dico. Sto mentendo a me stesso. È da 2 anni che le cose sono cambiate, che quella luce non risplende più su di me.

La sua espressione da ventisettenne radiosa non mi ha mai ucciso come adesso; gli occhi azzurri le luccicano di gioia, una gioia riacquistata a fatica dopo che il suo cuore si è spezzato più volte a causa mia
.
L’ho vista crescere, senza poter fare nulla se non mordermi le labbra fino a che le gocce di sangue non cadevano sulle mattonelle, completamente impotente, per sempre fuori dalla sua vita. Ho visto il mio corpo crescere, gli anni passare, rabbioso, raggelato e disperato, maledicendo questo maledetto destino e quel fatidico giorno.

Sono un incapace per non essere riuscito a rovesciare quei bastardi finchè ero in tempo, finchè avevo una scopo, e a riprendermi la mia vita. Altro che detective liceale.

Ora, dopo 10 anni, vuole mostrarmi quel bel vestito.

Una lacrima amara. Io posso vederla.

Perché dopotutto non sono lo sposo.

Mentre si veste i miei occhi blu come l’oceano  lanciano fiamme di dolore, di odio e solo il kami sa che altro; le mie nocche si sbiancano per la rabbia mentre le unghie mi bucano i palmi; l’angoscia nel mio petto è tale che non posso respirare, non posso mangiare, non posso pensare.

Un grido si trattiene nella mia uniforme blu del liceo Teitan, tanto agonata.

Ma non così.

Faccio a mala pena a tempo a mutare la mia espressione nell’eterno, falso sorriso che evidentemente porterò per tutta la vita quando sento la sua voce e quel terribile nome che vorrei distruggere con tutta la mia anima, che vorrei non fosse mai esistito.

<Conan!! Sono pronta!!>

Ancora una volta rimango pietrificato, non mi abituerò mai.

Vorrei fosse tutto un incubo.

Vorrei morire mentre la osservo non più dal basso ma dalla mia statura originaria.

Vorrei svegliarmi e scoprire che 10 anni non sono mai passati.

Perché non sono ancora riuscito ad accettare che ho 17 anni e mi chiamo Conan Edogawa.

Shinichi non è più tornato.

E lei sta per sposarsi. 

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Capitolo 2
*** Urla in ginocchio ***


La cerimonia è finita.

Nel suo abito bianco Ran viene da me per ballare. La abbraccio e la vista mi si sfoca mentre intravedo Agasa ,che mi guarda dalle spalle di lei, e Haibara nella sua solita fredda espressione. C’è lui, ormai ventisettenne e celebre investigatore di Osaka.

Solo loro possono capire il vero motivo della goccia salata che mi riga il viso, l’unica che non sono riuscito a trattenere.

Shinichi Kudo sta guardando il matrimonio dell’unica persona che abbia mai amato.

Ran improvvisamente capisce che c’è qualcosa che non va e cerca i miei occhi ma per una volta ringrazio questa frangia castana che me li copre.



Che posso dirti, amore mio? Che sono Shinichi e che da 2 anni sono precipitato in un labirinto di vuoto?

Che non provo più nulla? Che voglio morire?

No di certo. Non capiresti.



Vado in giardino. La brezza spira tra gli alti alberi che circondano quel prato enorme, rinfrescandomi il viso ormai tirato e privo di quella luce che un normale diciassettenne dovrebbe avere. Dietro di me sento le presenze di quelli che conoscono la verità.


Silenzio.


Solo il vento. Un petto che ansima.

Non ce la faccio più. Il mio urlo di dolore si libera nell’aria con il vento mentre le mie unghie distruggono l’erba che sotto di me mi macchia le ginocchia, per la prima volta piango, piango come non ho mai fatto in 27 anni, senza curarmi di quello che gli altri potrebbero dire.

Poi mi rialzo senza guardare nessuno.

Hattori mi guarda sconvolto poiché per una volta vede cadere quella maschera di durezza e di cinismo costruita in tanti anni di caccia agli assassini, alla ricerca di quell’emozione omicida che mai sono riuscito a capire, quel lavoro che mi ha rovinato la vita. Eppure non smetterò mai di essere un Detective.

Ma in quell’urlo, in tutta quella preoccupazione che so di dare agli altri mi sento un egoista.

Non l’avevo sempre detto? La sua felicità è sempre stata la cosa più importante anche se significava annullare per sempre la mia esistenza per lei; l’ho sempre  voluta protetta dall’Organizzazione; ho sacrificato la mia felicità perché potesse vivere tranquilla, senza incubi e senza la paura di non risvegliarsi alla mattina, al contrario di me.

E allora perché adesso non riesco a essere felice per lei, maledizione!?

È successo tutto ciò che speravo:mi ha dimenticato e si è sposata.

È allora perché non riesco a rimettermi la maschera?

Perché non pensavo facesse così male. 

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Capitolo 3
*** Ran ***


Il mio cuore batte così forte mentre mi accorgo di aver fatto da poco il famoso grande passo.

Eppure c’è qualcosa che non va. Un peso terribile mi strazia il cuore, a volte ho l’impressione che il mio subconscio sia avvolto da uno strato di angoscia che non mi lascia respirare.

Ripenso agli ultimi 10 anni: io quel bambino non l’ho mai capito, ne a 7 anni ne ora. C’è un mistero che avvolge la sua vita, uno specchio che nessuno è mai riuscito a infrangere
.

Non è più lo stesso da 3 anni.

A volte lo osservo di nascosto mentre guarda il cielo nero nella notte: sempre serio, non sorride mai, la mani sono strette a pugno, gli occhi blu, come i suoi,sono circondati da ombre di notti insonni e sembrano di cartapesta.

Quando era piccolo i suoi occhi fiammeggiavano, come se avesse un unico obbiettivo in cui impegnava tutto se stesso, ma da quando è iniziato a crescere ed io mi sono innamorata di nuovo è un'altra persona.
È una statua. La sua aura mi fa davvero paura: esprime solamente dolore, tormento e tanti altri sentimenti che non riesco nemmeno e esprimere.

Mi chiedo cosa posso provocare un fenomeno del genere in un adolescente, quel espressione seria e straziata che non riesce a cancellare  per quanto sia bravo, tra l’altro ammirato da tutti per il suo intuito.

Per non parlare poi di tutte quelle stranezze che lo circondano da quando è arrivato qui: quella mania per Sherlock Holmes, quelle osservazioni che lasciano di stucco l’intero corpo poliziesco, quel sorriso astuto e affascinante che tenta sempre di nascondere al mondo..in quelle occasioni è davvero uguale a lui.

Sempre a proteggermi quello strano bambino troppo maturo, quella volta ad Osaka si è preso una pugnalata al mio posto; cosa può spingere un bambino a proteggermi così ossessivamente?

Ma no, non è possibile..questo non è un film di fantascienza. 

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Capitolo 4
*** Kudo ***


Vuoto. Non provo altro.

Ho deciso.

C’è un’ unica cosa che posso, anzi devo,  fare.

E solo una persona che può accompagnarmi in questa scelta. 



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Capitolo 5
*** Haibara ***



Eppure so bene che non è una bugia: la determinazione nei suoi occhi oceanici è inequivocabile e la sua decisione inequivocabile.

Capisco anche le sue ragioni ma non lo ammiro, non come in quel caso durante il quale mi ha spiegato il motivo del suo silenzio con Ran.

Non è da lui un gesto come questo, lui che è sempre stato così coraggioso contro quei maledetti uomini..può davvero la perdita del suo amore annientarlo 10 volte più di quello che avrebbero potuto fare loro, a tal punto da fargli rinnegare se stesso?

E la cosa che più mi sconvolge è che vuole che ci sia io con lui.

< Perché io, Kudo-kun?

< Non ci arrivi, Haibara? Io non riesco ad avere un rapporto normale con il mondo; c’è un abisso tra me e gli altri esseri umani. Tu sei l’unica con cui posso parlare, noi siamo uguali. Sei la sola ragazza con cui posso sopportare questa finta esistenza. Non prometto di amarti, sai che non potrei, ma ti proteggerò sempre come ho fatto in tutti questi anni; in cambio ti chiedo solo di venire con me.
< Come vuoi. 



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Capitolo 6
*** Emozioni represse ***



attenzione: questo pezzo é EROTICO-LEMON.
chi non volesse leggerlo può tranquillamente passare al prossimo in quanto questo è stato scritto alla fine come aggiunta per interrompere "lo strappa-lacrime". NON altera il rapporto tra i personaggi ne altera il finale



-Professore, vorrei dormire qui stanotte. Non ce la faccio ad andare a casa.

-ma certo, Shinichi, non c’è problema.

Subito mi prepara qualcosa di caldo mentre le mie occhiaie scure sono ancora più visibili alla luce al neon della cucina; vedendomi riflesso nello specchio mi rendo conto di sembrare un fantasma.

Ho bisogno di stare solo. Scappo in camera: non accendo neanche la luce lasciando che la stanza venga illuminata dal pallido chiarore della luna, che si riflette nei miei occhi, ormai sempre più scuri e dolenti.

Improvvisamente un abbraccio mi stringe le spalle, un abbraccio impacciato di qualcuno che non ha mai provato a dare sicurezza ad un altro; eppure per quanto sia maldestro riesce a far esplodere tutta la mia frustrazione.

E poi senza neanche sapere come mi ritrovo ad osservare i suoi occhi color ghiaccio, ad accarezzare i suoi capelli rossicci,  a sfiorare le sue labbra con le mie.

Il suo corpo sussulta in ogni sua parte.

E quel movimento distrugge completamente il mio autocontrollo, come se tutto il mio dolore e la mia rabbia esplodessero in una bolla di energia pura. In un attimo la spingo con violenza sul letto mentre le nostre labbra si mordono furiose,  due minuscole gocce scarlatte ne colano e le nostre lingue calde si fanno spazio con forza nelle nostre bocche; le mie mani finiscono sui suoi fianchi, stringendoli con una forza inaudita,  mentre le sue mani  mi afferrano le spalle muscolose , completamente tese per non pesarle addosso.

Non riesco ad essere delicato.

Le strappo  la camicia immacolata: i bottoni finiscono dappertutto mentre lei sospira al contatto dei miei denti con i suoi seni candidi. I  capezzoli le si inturgidiscono sotto le mie labbra e sento il mio eccitamento aumentare ad ogni secondo che passa.  Mentre il sudore inizia a imperlarle la pelle avverto una spasmodico desiderio di baciarla ancora: alzo il viso e capisco che lei non aspettava altro.

Le sue mani si infilano tra i miei capelli ormai umidi, la lingua delicata di lei mi cerca furiosamente mentre  un verso roco mi esce dalla gola al contatto tra i nostri bacini; i nostri vestiti sono per terra in pochi secondi.

La mia lingua scorre ormai su tutto il suo pallido corpo, scosso da mille brividi di piacere; apre le cosce di scatto, forse involontariamente, completamente dominata dagli istinti, quando sente la presenza delle mie labbra proprio lì.  La sua schiena si inarca per il piacere, senza vergognarsi, mentre lecco lentamente la sua parte più sensibile; poi mi alzo da lei ormai completamente bagnata.

- Shin..ichi! Quasi non riesce a pronunciare il mio nome.

Mi siedo a gambe larghe e prendendola per il bacino, entro prepotentemente dentro di lei.

Un lamento  si diffonde nella stanza.

La mia presa è talmente decisa che per quanto dolore provi non potrebbe mai spostarsi. Allora inizio a spingere con tutte le mia forze, sempre più velocemente: ogni volta che esco e rientro in lei si lascia sfuggire un urlo piuttosto debole ma perfettamente udibile dalla stanza poco lontana del dottore.  Le sue unghie sono conficcate nella mia pelle mentre butta la testa all’indietro e socchiude gli occhi, completamente assuefatta da me. La sento ansimare sempre più forte mentre il mio fiato caldo asciuga le gocce di sudore che le scendono lungo il collo.

La schiena le cede improvvisamente per il piacere mentre con un ultimo verso roco vengo.

Non so più neanche come sono arrivato ad un tale trasporto.

Lei non ha ancora finito: mi fa sdraiare sotto di lei ,premendo sui miei addominali, e rimango affascinato dalla sua audacia,  dal suo bacino che si soddisfa da solo finché con un ultimo gemito non cade di peso sopra di me. Le mie braccia muscolose circondano le sue piccole spalle.

Rimaniamo così,  abbracciati e sudati senza sapere ne come ne perché.

Mi sento in dovere di dire qualcosa.

-Haibara, io..

-Kudo-kun..shhh..lo so. Non ti devi scusare.

Quando mi sveglio vedo solo il caro vecchio che ci guarda sconvolto e disgustato.

-Ma che diavolo..Beh potevi anche farla urlare meno, Shinichi. Non ho chiuso occhio!

E scomparve dalla mia vista sbattendo la porta. 

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Capitolo 7
*** Hattori ***


questo è l'ultimo! mi dispiace la brevità ma questa FF è di effetto solo se corta!
ringrazio tutti quelli che mi hanno fatto i complimenti!

chiarimento : é sempre heiji che parla. le frasi che hanno un nome tra parentesi all'inizio è quello che sta pensando quel particolare personaggio in quel momento.
" il luogo del mistero dove si sono incontrati la prima volta " è preso dall' ep 490 ( gara di deduzioni nei campi da sci: kudo vs hattori)

PS. sono una ragazza anche se mi chiamo HOLMES88 e ho 18 anni:)


SULLE NOTE DI "HOW TO SAVE A LIFE"


Nel grande aeroporto di Tokyo lo guardo nel suo completo blu, elegante come sempre, accompagnato da lei, in un mini abito rosso.

Sono stato chiamato di punto in bianco da Osaka ma non pensavo di certo per salutarlo definitivamente.

Scherzo finchè ci riesco, poi un espressione indecifrabile mi copre il volto. Kudo se ne accorge e mi dà le spalle per nascondere il suo stesso dispiacere.

Stanno per partire per l’America, poi magari andranno in Europa, chi lo sa: solo lontano da qui, lontano da lei, che con tanta ansia aspetta di abbracciare il suo fratellino.

Ci sono i suoi genitori, senza tradire la loro parentela.
In particolare Yusaku pensa: Vai via da qui figliolo, vattene! Creati una nuova vita, per  quanto ti sia possibile.

-Conan, vieni qui! Abbracciami!

Lui va da lei mestamente, lo vedo stringerla e annusarle i capelli per l’ultima volta; quasi piango per lui, so cosa sta pensando, lo conosco troppo bene.

(KUDO)Addio Ran..non ci vedremo mai più. Tu invecchierai con tanti bambini, non ti preoccupare per me, io sopravviverò. Non vivrò mai più ma sopravviverò.

Un cuore spezzato per l’ennesima volta dal dolore.

(RAN) Mi sento come se un macigno mi stesse schiacciando. Cos’è questa sensazione? Perché la sua stretta mi sembra così calda, così sofferente? Forse perché alla fine mi sembra di dire addio a lui..

Haibara è già al check-in.

-Edogawa-kun!

Kudo viene verso di me.

Le nostre mani si stringono e in un istante i nostri occhi si incontrano, blu oceano e verde smeraldo;  entrambi siamo seri, le nostre emozioni sono fortissime, lo sappiamo anche se non lo diamo a vedere.

Non lo chiamo per non rovinare quel momento. Le parole non servono.

Penso solo:
Kudo, un giorno ci rivedremo, ci puoi giurare. Potremmo avere anche 50 anni, se mai ci arriveremo. Ci rivedremo di nuovo sul velo del mistero, dove ci siamo confrontati la prima volta, come sempre perché..

Quel sorriso astuto che lo aveva sempre caratterizzato gli compare sul viso e completa ad alta voce il mio pensiero -..perchè siamo i migliori detective  al mondo.

Il suo stesso sorriso risplende sul mio volto. Poi si allontana senza voltarsi. Le gambe gli tremano mentre sparisce dalla mia vista.

Kudo, sarai eternamente il mio migliore amico. Non esisterà mai un altro come te.

(KUDO) Anche tu, Hattori. Siamo i due lati della stessa medaglia. Sarai sempre l’Unico.  

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