Where dreams are made of

di Dream__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** prologo ***






 
 















Questa storia è puramente inventata e niente di questo è reale(magari lo fosse!), i caratteri dei personaggi probabilmente non rispecchiano la realtà e i riferimenti sono puramente casuali. 
Buona lettura!!!
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-Mamma, non voglio, per favore! dissi con tono lagnoso
-Cami, no! Sei stata tu a decidere, sei tu che l'hai voluto!
-Per favore!
-Te l'ho già detto: NO!
-Sei capace di dire solo questo? brontolai
-A quanto pare sì e tu smettila di fare quegli occhi da cucciolo, sai che non funzionano! Adesso vai...
-Un'ultima cosa! dissi sedendomi sulla valigia
-Cosa?! domandò mia mamma esasperata
-Un abbraccio!
-Prima spostati, dai fastidio con quella valigia!
Mi alzai e spostai il bagaglio in un angolo, poi, abbracciai mia mamma
-Mi mancherai...
-Cami, non parti per la guerra e nemmeno per una spedizione al polo nord! vai solo negli Stati Uniti a studiare!
-Però è lontano.
"I passeggeri del volo AN 1609 per Los Angeles sono attesi all'imbarco!" gracchiò una voce.
-Ti voglio bene Cami! disse mamma stringendomi forte
-Anche io. Ti chiamo quando arrivo, va bene? Mi mancherai tantissimo...
-Tu mancherai molto a noi, vorrei sapere con chi discuterà tuo fratello per i prossimi 9 mesi!
-Ahaha, salutamelo. Ciao mamy.
Afferrai la valigia e mi incamminai verso l'area degli imbarchi ma, quando mi voltai mia mamma era ormai un piccolo puntino in mezzo alla folla; mostrai i miei documenti e mi avvia al pulmino che ci avrebbe portati all'aereo.
"Wow, la prima volta che viaggio da sola e soprattutto sarò sola per i prossimi 9 mesi, sarò una semi-orfana" pensai.
Arrivammo all'aereo e ognuno si sedette nei posti scritti sui biglietti, guardai il mio: A16, bene, almeno era vicino al finestrino! Sistemai la borsa sotto al sedile per averla a portata di mano e aspettai di vedere i "miei compagni di viaggio".
Qualche minuto dopo arrivò un ragazzo, probabilmente aveva qualche anno in più di me. Non mi salutò e io non lo salutai, avrei avuto modo di parlarci durante il viaggio. Sentii i portelloni chiudersi e le hostess iniziarono i soliti discorsi su come allacciare le cinture e cose varie, era così monotono però il viaggio in aereo...erano 16 anni che viaggiavo, dall'Australia al Nord America eppure le cose erano sempre le stesse!!
Finalmente si decollò e, dopo una ventina di minuti iniziai già ad annoiarmi; presi un libro da leggere ma, dopo una trentina di pagine lo richiusi, allora ascoltai l'ipod e, casualmente iniziò When you look me in the eyes, pensai a quella canzone che mi portò indietro nel tempo, a 2 anni prima...

Era il 3 novembre e aspettavo con ansia l'inizio del loro concerto, ero fuori dal palasport con Benedetta, la mia migliore amica, e, a un certo punto vediamo saltar fuori quei 3 angeli! Subito mi sembra un sogno ma, appena Joe si avvicina gli chiedo un autografo e subito dopo anche a Nick e Kevin, Benny prende la macchina fotografica e ci scatta una foto:Kevin, Nick, Io e Joe! Purtroppo o per fortuna erano cambiate molte cose, ad esempio andai ad un altro loro concerto ma, dopo qualche mese inizia a capire che dovevo smetterla di assillare tutti con questa storia, i Jonas Brothers erano sempre nei miei pensieri, in 9 discorsi su 10 loro erano i protagonisti e, su consiglio di mio fratello e mia mamma, lasciai quel mondo. Tolsi i poster, ritirai i loro libri in uno degli scaffali più alti del mio armadio ed eliminai centinaia di loro foto dal computer, l'unica rimasta era quella del concerto.
Certo, non era stato facile però ero felice del risultato...quando ascoltavo una loro canzone non mi veniva più da piangere o fantasticare, la ascoltavo e basta. Caspita, non mi facevo così saggia!
Non ero mai stata una persona con i piedi per terra, ero Camilla! Il mio nome veniva usato dai miei amici come aggettivo, loro dicevo a una persona che era una Camilla solo perchè viveva nel suo mondo, viveva di sogni!
Guardai l'orologio: erano passate solo 3 ore da quando era iniziato il decollo?
-Noioso vero?
Mi girai, era stato il ragazzo vicino a me.
-Già, molto! risposi
-Ormai ci sono abituato, studio a Los Angeles da 3 anni e almeno 1 volta ogni 3 mesi torno a Milano dai miei genitori!
-Wow, cosa studi?
-Regia, è sempre stato il mio sogno! E tu?
-Io vado a L.A per migliorare il mio inglese!
-Ah, ma non è più vicina l'Inghilterra?
-Certo, ma frequento un liceo linguistico e a Londra o dintorni ci sono stata già parecchie volte. Rimango qui 9 mesi.
-All'inizio non è facile, la prima settimana vorresti suicidarti, la seconda inizia a ragionare se non impazzisci prima, la terza vedi l'aspetto positivo: sei nella città degli angeli dove i sogni diventano realtà!
-Molto incoraggiante. Risposi con tono sarcastico
-Guarda, lo scorso anno ho fatto un film sulla storia di L.A...se vuoi puoi guardarlo. Disse porgendomi il computer portatile
-Grazie, molto volentieri! Io sono Camilla!
-Piacere, Marco!
Dopo questa breve presentazione guardammo il film e mi tenne impegnata per un'altra ora e poi iniziammo a chiacchierare! Il tempo, fortunatamente, volò e a un certo punto una ragazza annunciò la fase di atterraggio.
Le ruote dell'aereo toccarono terra e Marco mi disse:
-Benvenuta a El Pueblo de la Iglesia de Nuestra Señora la Reina de Los Angeles de Porciúncola.
Lo guardai e sorrisi, Los Angeles era molto più corto!
Qualche minuto dopo tutti i passeggeri scesero e salutai il mio compagno di viaggio.
-Ciao Marco, grazie di tutto!
-Figurati Camilla, è stato un piacere! Se hai bisogno, chiamami pure al numero che ti ho dato prima!
Bene, da che parte dovevo andare? Dove ritiravo la mia valigia? Oddio, come avrei fatto a trovare la mia "famiglia" americana? Non sapevo che faccia avevano e quindi? Povera me...adesso cosa faccio! Mi avviai subito verso il banco informazioni e inizia a parlare, il mio inglese non era perfetto, ma me la cavai abbastanza bene, la ragazza oltre il banco mi sorrise e mi accompagnò al nastro dei bagagli in arrivo da Milano e mi disse che la famiglia mi avrebbe aspettata fuori, se avevo bisogno di chiamarla. Tutta orgogliosa di me stessa aspettai la valigia...10 minuti, 20 minuti, 30 minuti...magari l'avevano persa! Ormai non c
'era più nessuno, solo io. Questa è veramente sfortuna!!!! Non arrivavano più valigie, così andai nel nastro vicino...eccola lì!! Mi fiondai in avanti e l'afferrai per il manico, al volo! La trascinai dietro di me e uscii dalle porte scorrevoli. E adesso?


L'angolo di Dream__
Ciao a tutti, questa è la mia prima FF, e spero proprio che vi piaccia.
L'inizio non è perfetto a mio avviso, ma sto lavorando e perfezionando i capitoli successivi. 
Spero di riuscire a postare una volta a settimana ma non ve lo garantisco!!
Sappiate che le recensioni sono sempre ben accettate e vi risponderò, non preoccupatevi!
Con affetto
Dream__


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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***





Mi guardai attorno spaesata.
C’era chi abbracciava e salutava amici e parenti e io ferma ad osservarli.
Notai una signora sulla quarantina che cercava qualcuno con lo sguardo e si avvicinò ad una ragazza.
-Mandy, chissà chi è!
-chi vuoi che sia mamma, una ragazza italiana e terribilmente odiosa! Non capisco ancora adesso perché hai accettato di ospitarla a casa nostra per 9 mesi, hai capito?
-Amanda, smettila! Sono settimane che non ripeti altro, basta! Tu parti per boston tra 2 giorni, che problemi ti fai? Sbottò la donna spazientita
Mi avvicinai timidamente e sorrisi.
-Buongiorno, sono Camilla!
La ragazza alzò gli occhi al cielo e prese le chiavi dell’auto dalle mani della madre, lasciandoci sole.
-Camilla!! Hai sentito la nostra conversazione, vero?
-Già, è grazie a quella che ho capito chi eravate!! Risposi imbarazzata
-Non preoccuparti, non sarà quasi mai a casa mia figlia. Piacere, io sono Emily. Disse abbracciandomi
-Camilla!
-devi essere molto stanca, non è vero?
-Un po’ ma anche molto emozionata!
-Dammi la valigia, la porto io in auto.
Attraversammo il parcheggio e ci ritrovammo davanti alla macchina: un Suv nero imponente.
Rimasi scioccata sia dall’auto ma anche dalla figlia che ascoltava la radio a tutto volume e ruminava annoiata una caramella alla fragola.
Appena mi vide sbuffò in modo sonoro mettendomi in soggezione, nemmeno mi conosceva e iniziava ad avere pregiudizi…iniziavamo bene!
Salii in macchina ed Emily iniziò a farmi una serie di domande!
-sì, certo! Ho un fratello più grande ha 25 anni. Risposi
-come Mandy!
-uhm. Grugnì lei
-ci mettiamo un po’ più del solito ad arrivare a casa, c’è traffico! Non abitiamo in centro Los Angeles o periferia, siamo in uno di quei quartieri residenziali, dove prevalgono le persone famose…non so se lo conosci, Toluca Lake. Mi informò Emily
Rimasi sbigottita e non fiatai, cosa? Non era possibile!! Ma il marito cos’era? Brad Pitt, un regista o qualcuno di famoso?
-tutto bene cara? Chiese “mamma”
-ehm, sì! Un po’ stupita, ecco tutto!
-come mai?
-beh, il quartiere…ma non è uno scherzo?
Amanda scoppiò a ridere, commentando a bassa voce ciò che aveva appena chiesto e la madre la fulminò con lo sguardo.
-no! Mio marito, John è chirurgo e sono 5 anni che viviamo lì.
-ah, wow!
Nessuna di noi parlò per il resto del viaggio e a un certo punto notai un cartello con scritto Toluca Lake, mi guardai attorno incuriosita: ville enormi, siepi fitte in modo da impedire di vedere all’interno, lussuosi cancelli…altro che le fiabe!
Qualche minuto dopo Emily si fermò davanti a una casa stupenda.
-Bene, siamo arrivati. Disse parcheggiando l’auto davanti al cancello
Scesi e presi la valigia per poi trascinarmela dietro mentre mi avviavo verso l’ingresso.
Emily si avvicinò alla porta e l’aprii…
Un immenso ingresso fu la prima cosa che vidi; la mia nuova e temporanea mamma mi fece strada verso la cucina, passando davanti al salotto, poi mi portò al piano di sopra…avrei dovuto fare una mappa della casa per orientarmi!
-Bene, questa sarà la tua camera.
Rimasi senza parole, cosa che succedeva raramente.
Entrai e mi guardai intorno: le pareti lilla chiare, un letto matrimoniale addossato alla parete tutto ricoperto dai cuscini, una cabina armadio e una scrivania vicina all’immensa vetrata che si affacciava sul giardino.
-Spero che ti piaccia.
-Certo! È bellissima, molto simile alla mia camera ma non ho un giardino così grande!
Sorrise e andò al piano di sotto.
Mi buttai sul letto, per ora era tutto perfetto!
Quella sera a cena conobbi John, il marito di Emily.
Lui e la figlia erano gli opposti, nessuno poteva immaginare che fossero anche solo lontanamente parenti.
John aveva i capelli biondo-rossi a spazzola e occhi verdi, Amanda lunghi capelli neri e occhi turchesi, lui aveva un innato senso dell’umorismo, lei era già tanto se sorrideva, lui ti faceva sentire a tuo agio, scherzava e tentava di capirmi anche se dicevo una fesseria, lei a cena non parlò e, l’unica cosa che disse fu:”non so cosa ci fai tu qui, non capisco niente quando parli; dovresti startene a casa e rimanere sui libri”
A quella frase non risposi, colsi la palla al balzo e, un po’ di minuti dopo,la corressi!
Lo so, già mi odiava ma almeno volevo avere una piccola soddisfazione, invece di mettere un verbo al congiuntivo lo disse al condizionale, John rise, Emily sorrise e mi guardò compiaciuta e Mandy se ne andò in camera sua sbattendo la porta.
Quella settimana passò veramente in fretta, l’unico problema era solo il fuso orario.
Al mattino mi svegliavo e aiutavo Emily con le solite faccende domestiche, al pomeriggio uscivo in cerca di qualche faccia nota ma tutte le persone famose erano rintanate in casa, piccola delusione, nel weekend rimasi con John. Doveva dipingere la staccionata, lui sverniciava il vecchio colore e io ridipingevo di bianco i paletti in legno.
Rimasero tutti e 2 stupiti, non si immaginavo che potessi essere così collaborativa, Mandy non faceva altro che lamentarsi, creare problemi ma, per loro fortuna studiava a Boston e solo 1 volta ogni due o tre settimane tornava a casa.
Era lunedì mattina, forse il più bello dell’ultimo anno perché, solitamente in quelle prime ore mattutine mi ritrovavo incollata al banco di scuola con il libro di latino o tedesco incollato davanti al naso!
Emily era andata ad accompagnare Amanda all’aeroporto, forse era uno dei motivi della mia felicità, ma non sapevo cosa mi aspettava fuori dalla porta!
Uscii di casa per andare a fare un giro e iniziai a camminare; dopo una decina di minuti sentii qualcuno urlare.
Mi girai. Un cane stava allegramente correndo nella mia direzione e un ragazzo fermo in mezzo alla strada lo chiamò, probabilmente per la millesima volta.
Senza sapere il perché, appena il cane arrivò vicino a me, inizia a rincorrerlo ma l’animale non si fermava.
Se Amanda mi avesse vista avrebbe iniziato a ridere: il cane correva, io lo inseguivo e il ragazzo di prima correva dietro di me.
Il cane si sedette stremato in mezzo alla strada e io mi avvicinai senza fare rumore.
-Preso! Esclamai afferrando il guinzaglio
Il cane si girò, era un golden retriver color miele, mi guardava con occhi dolci.
Iniziò a leccarmi tutta la faccia e lo accarezzai.
-Come si fa a dire basta a un cane bello come te?
Alzò il muso e mi diede la zampa, che dolce!
-Eccoti! Quante volte devo venire a rincorrerti per tutto il quartiere? È la terza volta nell’ultimo mese. Era una voce maschile, era il ragazzo di prima
Il cane si allontanò da me e si sedette vicino al padrone.
-Grazie, non so come sdebitarmi! Ultimamente appena mi distraggo un attimo, ne approfitta per andare a farsi un giro per conto suo.
Mi girai ma avevo il sole in faccia e non riconobbi il ragazzo.
-Di niente, fai più attenzione! Risposi
Avevo gli occhi socchiusi e non vedevo nitidamente chi avevo davanti.
-Non ti ho mai vista nel quartiere, ti sei trasferita da poco?
-No, sono qui per una vacanza-studio! Sono italiana, abito a Milano. Sono arrivata qui da una settimana ma non conosco ancora nessuno. Piacere, Camilla.
Sorrisi e allungai la mano.
-Piacere mio, Nicholas. Lui è Elvis. Appena pronunciò quei nomi, il cane abbaiò e io rimasi senza parole.
Nicholas? Elvis? Quei 2 nomi erano troppo famigliari, se non ci fosse stato quel bellissimo ma, al momento maledettissimo sole californiano, o io avessi avuto un paio di occhiali da sole, avrei fatto chiarezza ai miei dubbi.
-Nicholas ed Elvis? Domandai
-sì. Rispose il ragazzo

 
L'angolo di Dream__
Ciao a tutti!
Ho postato il secondo capitolo, so che non è bellissimo ma spero vi piaccia lo stesso!
Aspetto le vostre recensioni, sono molto utili per me!! Grazie a tutti, anche delle piccole critiche vanno benissimo, servono per migliore d’altronde!
 
Ladyme  Grazie mille, sono felice che ti piaccia il mio modo di scrivere, sei una delle poche persone che lo ha detto fin’ora! :)
 
Ila96    No,questa volta ho deciso di non mettere me stessa come protagonista e cambiarne solo il nome. Camilla e io non siamo la stessa persona, abbiamo solo alcuni
         tratti del carattere molto simili! L’altra domanda che mi hai fatto avrà una risposta solo in questo capitolo e in quelli successivi con più dettagli!
         Grazie mille per la recensione!
 
_Wendy Non preoccuparti, è stato un piacere recensire la tua storia, la trovo davvero molto carina!!
         La domanda finale mi è venuta in mente così, senza doverci pensarci, probabilmente perché è una di quelle cose che mi chiedo sovente anche io:”e adesso?”
 
Peace,Love & Jonas

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 3

Fissai il ragazzo davanti a me imbambolata, sembrava tutto così strano, forse stavo solo sognando!
-Tutto bene? Domandò lui osservandomi meglio
Aveva dei capelli semplicemente fantastici,un corpo perfetto e occhi color mogano.
-Ehm….sì, penso vada tutto bene! Risposi distrattamente
-Ne sei sicura? Chiese appoggiandomi una mano sulla spalla.
Seguii il movimento del braccio con lo sguardo e, appena venne a contatto con la mia pelle, una scossa percorse il mio corpo e io arrossii, sentivo le guance in fiamma.
-Sì, scusa! Non so cosa mi sia preso…
-Non ti preoccupare, capita a tutti una reazione così.
-Come? A tutti chi?
Questa volta la mia intelligenza era veramente andata a farsi friggere, era giù tanto se riuscivo a spiaccicare due parole messe in croce!
-Le ragazze…quando incontrano me o i miei fratelli!
Mi guardava confuso, come se fossi un esperimento da laboratorio, ma non capivo cosa ci trovasse in me.
-Certo, ho capito! Nel mio caso è diverso.
-Ovvero?
Sarà stato anche tanto carino, sarà stato anche il ragazzo che avevo sognato per anni ma non mi mettevo a dirgli tutto quello che riguardava la mia vita, anche se sembrava interessargli davvero.
Abbassai lo sguardo e trovai molto interessanti le mie All Star nere, in particolar modo un vecchio smile e la scritta “4 ever” della mia migliore amica.
-Ti starò facendo perdere un sacco di tempo!
Ti prego, salutai e torna da dove sei venuto, non dirmi che hai tutto il tempo del mondo, ti prego! Sei famoso, avrai degli impegni? Un’intervista, un servizio fotografico, dovrai far pubblicità a un canile, di tutto ma non rispondermi che non hai niente da fare se non ascoltare la noiosa di vita di una semplice ragazza italiana! Gira sui tacchi e vai!
-Sai, non ho nessun impegno, ho tutto il tempo del mondo!
Sbuffai innervosita, bingo! Mai sperare quello che vuoi, sempre l’opposto!
-Se insisti tanto…beh, parlando chiaramente e senza molti giri di parole, non ci vuole tanto a fare tutti i collegamenti. Vivi a Toluca Lake, hai un cane che si chiama Elvis, tu ti chiami Nicholas, nonché Nick, assomigli molto a un cantante…sei proprio tu! Non prendermi per pazza ma avevo bisogno di pensarci su un attimo, sembra così stupido averti visto mentre rincorrevi il tuo cane!
-Non fa niente, sfogati pure! A quanto pare è destino.
-Comunque, ero una vostra grande fan, senza di te e i tuoi fratelli non vivevo, la vostra musica era tutto per me, nelle vostre parole mi rispecchiavo come non mai.
Inizia a parlare, non era mia abitudine essere così loquace con gli altri ma con lui era diverso, era come se…era come se fosse una parte di me o fosse davvero destino che lo incontrassi.
-Quindi, dopo aver realizzato il tuo sogno, hai deciso di darci un taglio?
-Già, adesso sto molto meglio, ho ripreso possesso della mia vita.
-Capisco…
-Scusa, non volevo annoiarti! Dissi mortificata
-Annoiarmi? E’ stato piacevole, sei diversa dagli altri, sai?
Abbassai lo sguardo imbarazzata, di nuovo.
-In senso buono! Sorrise
Che tenero quando sorrideva!
-Grazie.
-Ascolta, mi farebbe piacere poter rivederti!
-Che? Sul serio o mi prendi in giro?
Fermi, alt…che il mondo smetta di girare all’istante! Era quello che avevo appena sentito? Voleva rivedermi?
-Sembra tanto strano?
-No, sì, boh…forse è solo… già, è strano!
-Non credevo di complicarti tanto la vita. Sei una persona molto carina, solitamente tutte le fan iniziano a urlare per un autografo anche se sono a decine di metri da noi, tu eri a pochi centimetri e non sei svenuta, direi che va bene!
Ci mettemmo entrambi a ridere
-Quindi sei italiana, parli perfettamente in inglese!
-Grazie, sono parecchi anni che passo le estati in qualche famiglia in Irlanda o in Inghilterra!
-Me lo racconti la prossima volta?
-Meglio!
-Quando? Martedì potrebbe andar bene?
-Certamente, dove?
Anche a mezzanotte mi andava bene, che domande!
-Dove? Sì, ho in mente un posto… da nessuna parte di preciso!
-Scu-scusa? In che senso?
Proprio scema non sono.
-Allora, ci sarà un posto qui vicino dove ci incontreremo, no? Sarà il cuore a portarci.
Lo guardai confusa, che romantico! Seguirò il mio cuore.
-Capito, quindi a martedì!
Si avvicinò e mi abbracciò, un abbraccio caldo e protettivo, carico di affetto.
Sorrisi e lo ringraziai, poi con un sorriso ebete stampato in faccia trotterellai fino a casa.
Quando giunsi davanti al cancello della villa suonai, avevo dimenticato le chiavi, come sempre!
-Arrivo! Urlò qualcuno scendendo le scale.
La porta si spalancò e tentai di camuffare quella strana espressione che avevo sul viso.
-Siamo felici oggi, non è vero?
-Mandy è partita? Domandai per cambiare argomento
-Sì, ma non è per quello che sei tanto felice! Sei qui da poco ma ti conosco bene, sputa il rospo.
-Da dove inizio?
Ero tutta elettrizzata, sarebbe stata la prima persona a saperlo!!
Entrammo in casa e uscimmo nel giardino posteriore e ci sedemmo nel tavolo sotto il portico e iniziai a raccontarle tutto.
-Mandy avrebbe dato di tutto e di più per poter essere al tuo posto! Ricordati, diglielo quando è di buon umore, altrimenti non so cosa succede!
-Ahaha, certo! Pensi che abbia fatto bene ad accettare?
-Certo che sì ma non illuderti troppo! È famoso e Los Angeles è una cosa temporanea per te.
-Hai ragione, hai ragione! Non ti preoccupare, starò attenta…non ci posso ancora credere!
Stavo ormai saltellando sulla sedia, potevano dirmi qualsiasi cosa, sia piacevole che triste ma adesso non mi importava di niente, avevo solo Nick in testa; avevo fatto tanta fatica per vivere senza pensare a lui e adesso eccoci qui, come prima! Questa volta era un’eccezione, potevo dire di conoscerlo sul serio.
Niente mi avrebbe fatta più felice.
-Dai Milla, vieni! Sarai anche tutta felice ma mi devi aiutare a cucinare!
-Certo, arrivo!
Mi alzai e corsi in cucina e quel giorno fu veramente magico.

 
L’angolo di Dream__
Lo so, lo so!! È quasi un mese che non posto niente, solo che ho avuto una serie di verifiche e pochissimo tempo a casa, scusatemi! Non penso abbiate sentito molto la mia mancanza!
Non è un gran capitolo però la storia, secondo me, inizia a incuriosire adesso, aspettate qualche capitolo e ne vedremo davvero delle belle!
Continuo a ringraziare chi recensisce i capitoli, siete davvero molto gentili e soprattutto mi aiutate a scrivere altre parti, sono felice che apprezzate la storia.
_Wendy Grazie mille!! Purtroppo sì, il capitolo finiva cosìma non preoccuparti! Elvis è dolce, come sempre e Mandy…beh all’inizio è così ma sappi che nel corso della storia le cose probabilmente cambieranno tra lei e Camilla! Grazie ancora (ma per caso, sei iscritta a Twitter con questo nome?)
serious sam 96   Grazie anche a te! Già, è la mia prima storia online, se vai a vedere in un cassetto trovi scartoffie di tutti i tipi! J
Stellina     Ahah, ho centrato in pieno i tuoi interessi: Jonas e cani! Non preoccuparti, se non commenti subito non ha importanza! In ogni caso, sappi che anche io non inserisco recensioni da te, non so mai cosa scrivere! Continuerò a leggere “ricominciare a vivere”, ormai è più di un anno! Ti voglio bene

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