Un giorno, per caso... di Dolcemaia (/viewuser.php?uid=57)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I : Svolte ***
Capitolo 2: *** Capitolo II : L’incontro-scontro ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 : L'ostaggio ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Bloom … come… ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 : Il professore ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Shakespeare… and Love ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: “Diversa” ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Figure e Figuracce ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Fidanzati alla ribalta! ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Maledetti telefoni!! ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Te lo prometto… ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 : Non me lo so spiegare ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 : Parrucca, lentine e locandina… ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Baci Rubati ***
Capitolo 1 *** Capitolo I : Svolte ***
Un giorno, per caso…di
Dolcemaia
Disclaimer: Ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione per Orlando Bloom, da cui ho preso in prestito solo il
personaggio
Capitolo I : Svolte
Mancava poco, ancora qualche metro e sarebbe arrivata in un posto sicuro, in cui deprimersi a dovere, e dove avrebbe trovato qualcuno che le voleva davvero bene e l’avrebbe consolata. Avrebbe risentito ancora una volta l’odore strano, eppure che le parlava di famiglia, di quell’appartamento, poi la solita voce squillante che tante volte l’aveva consolata avrebbe suggerito di < spararsi la solita cioccolata calda via endovenosa > e tutto sarebbe passato in fretta. Non che si trattasse di qualcosa di estremamente grave o che, purtroppo, evadeva al solita quotidianità, eppure stavolta aveva davvero il morale sotto i piedi e l’unica cosa che desiderava era arrivare a quella dannata porta…
Finalmente……
TOCK TOCK
….Busso, ma giusto perché il minimo di lucidità che ancora ho, mi impone di rispettare l’educazione che i miei mi hanno impartito, altrimenti non mi sarei fata troppi problemi a buttarla giù a calci…
Dopo qualche minuto la porta si aprì, lasciando entrare la ragazza, la quale con molta indifferenza si diresse decisa e poi si lasciò cadere sul divano facendo trasparire il suo totale abbattimento.
"Cos’è quella faccia, Michelle?" Le chiese colei che le aveva aperto, non particolarmente sorpresa di quella visita e di quella espressione impressa sul volto dell’amica. Era Meg, quella che molti avrebbero definito una sorta di migliore amica, eppure non era quella l’accezione che meritava, perché più che altro si era dimostrata una sorella da quando la conosceva e non era tantissimo. Esattamente da quando avevano cominciato l’università, due anni prima… Avevano subito legato, forse inizialmente era stato più per necessità che per altro, perché erano sole in un posto nuovo, per di più Meg era stata costretta a trasferirsi nella capitale per poter studiare, quindi "strappata" dalla sua famiglia, viveva praticamente sola, non considerando le varie coinquiline che andavano e venivano come il vento, in quel grande appartamento, che logicamente era diventato il luogo più frequentato da Michelle oltre l’università. Poi con il passare del tempo un’amicizia di necessità, era diventata un rapporto molto molto saldo, che in un certo senso migliorava entrambe… Niente gelosie, niente competizioni solo amicizia e conforto, cosa davvero troppo rara, in un mondo in continuo movimento e eccessivamente competitivo, in cui tutti devono essere i migliori, inarrivabili.
Insomma era proprio un pilastro, inutile dire che, assieme a Jen, era la persona di cui più si fidava, e l’unica in assoluto capace di farla ragionare, quando davvero perdeva la bussola… proprio come in quel momento.
"Che faccia??" Le disse di rimando, fingendo indifferenza, nonostante sapesse quello fosse solo il preludio ad una delle tante conversazioni senza fine che avrebbero avuto sul suo stato d’animo e soprattutto la causa dello stesso.
"Appunto!"
"Chi è?" Disse una terza ragazza entrando nel non troppo ampio salone, asciugandosi con un canovaccio, le mani…. Jen…. Probabilmente a giudicare dall’odore stava cucinando, e questo poteva significare solo una cosa…. Era una giornata nera non solo per lei….. In genere quando si riunivano sotto il tetto di Meg, il che accadeva piuttosto spesso, significava che la depressione era in agguato e non solo quella…
"Ah…" esclamò vedendo Michelle sul divano con un muso che le arrivava fin sotto i piedi, "Che è successo stavolta??? Ti è morto il gatto?"
"Non ce l’ho il gatto!" Rispose stizzita.
"Allora è il criceto?" Chiese ancora sedendosi accanto alla ragazza sul divano.
-_- << --------- SENZA PAROLE
"Senti, Jen, il teatro comico è alla fine dell’isolato!!!"
"Siamo particolarmente acidelle?"Disse Meg poggiandosi sul bracciolo del divano, in modo che Michelle fosse praticamente circondata e costretta a vuotare il sacco. Era assolutamente incomprensibile, era andata lì per confidarsi, era fin troppo evidente e poi alla fine le sue amiche erano sempre costrette a tirarle fuori le parole di bocca con una pinza. Eppure non era perché volesse rendere le sue confessioni più desiderabili o misteriose, riteneva solo sufficiente non essere da sola e sapere che qualcuno era lì per lei, sempre, soprattutto quando le situazioni diventavano un po’ troppo complesse.
"Scommettiamo che il motivo, o meglio, la causa di questo tuo umore nero è Kyle?"
"Mamma mia quanto siete ficcanaso... Ma non vi si può fare una visita che subito partite con il terzo grado....."
>>>>>>>>>>>>>>>>Occhiataccia omicida
<<<<<<<<<<<<<<<<<<
"Va bene, va bene, avete ragione......." Disse la ragazza, nascondendo il viso quasi completamente con il cuscino, che si era messa sul grembo come era solita fare.
"Ossia ha di nuovo litigato con quel burbero di Kyle!" Sottolineò Meg, rialzandosi dal bracciolo parlando con Jen,come se l’amica non fosse presente, con aria un po’ saccente.
"Non mi sembra il caso di farne un affare di stato, né tanto meno di condannarlo alla gogna pubblica.."
…Eccole all’attacco, ora ricominceranno con la tiritera che sono troppo giovane per potermi far carico di una storia importante tutta da sola, che lui è un menefreghista, che si ricorda di me solo quando vuole e per il resto sono solo un’amica, che a loro non piace e che è un grosso cafone, perché si diverte a trattarmi da stupida, soprattutto davanti ad altri.. Non che poi abbiano tutti i torti, però….. Non so, se riuscissi a spiegare con più chiarezza ciò che sento tutto sarebbe estremamente più facile… Magari riuscirei anche a farmi capire da loro…
"Questo dipende dai punti di vista, tesoro! Se si trattasse di episodi sporadici, potrei anche darti ragione, ma hai quella brutta espressione stampata in faccia da troppo tempo, e i tuoi occhi ultimamente sono sempre rossi e lucidi…. Sappiamo bene cosa significa, quindi non vedo proprio perché continuare ad insistere su un qualcosa che non va!"
…Jen… la solita estremista, le vie di mezzo per lei non esistono. O è tutto bianco o tutto nero, però vivere nel grigio, non è nemmeno uno spasso, certo la vita non è fatta solo di grandi passioni e grandi delusioni, però nemmeno accontentarsi sempre di poco, mi ha reso granché, infatti eccomi qui di nuovo a piangere per qualcosa che in effetti non funziona, eppure non riesco a farmene una ragione, non potrò subire ancora per molto ed ciò credo che sia evidente a tutti e non solo alle mie amiche, però è difficile, troppo difficile, come si fa a prendere una decisione definitiva…
"Calma non siamo precipitosi, in fondo capisco che per lei non sia uno scherzo buttare nel wc una storia di due anni e mezzo," Disse Meg, rivolgendosi a Jen, per poi immediatamente voltarsi verso Michelle e inginocchiandosi davanti a lei accarezzarle i lunghi capelli biondi, mettendoglieli dietro alle orecchie, "però, capisci vero che per noi non è bello vederti sempre così? Guardati stai diventando apatica, ormai studi e litighi con lui, litighi con lui e studi!! Per quanto tu possa cercare mille ragioni per riprovare ancora, per tentare di far decollare di nuovo la vostra storia, non saranno mai sufficienti a mutare la realtà!! Siete cambiati molto in questi anni e non riuscite più a completarvi! Non è colpa vostra, anche se io e Jen ci divertiamo a massacrare lui di frecciatine… Capita…."
…Ecco, perché non è solo un’amica…. Quelle che ho sempre avuto non hanno mai fatto così, al massimo si preoccupavano di piacere sufficientemente al mio ragazzo, tanto da avere la certezza di potermelo portare via in ogni momento, mai nessuno che si sia mai sforzato di capire e di entrare nella mia testa come ha fatto Meg, e come sta facendo Jen… Hanno ragione, hanno perfettamente ragione, eppure questi due anni e mezzo non sono facili da dimenticare, non riesco a guardare solo questi ultimi infernali mesi con distacco, senza pensare a quello che è già stato…
"Sembra tutto facile detto così, però non posso mica alzare il telefono e dire < Ciao Kyle, senti ormai non va più quindi finiamola così ed amici come prima!> e riattaccare!!"
"Bè sarebbe pur sempre un inizio!"
"Jen!! Ma che dici!! Sei incredibile quando dici queste cose!!"
"Sai che forse non ha tutti i torti? Certo dirlo per telefono non è il massimo, ma per lo meno potresti chiamarlo per dirgli che dovete parlare, perché così non va ed è arrivato il momento di chiarire per entrambi!"
"A parole siamo tutti bravi, ma poi alla fine so già che quando lo vedrò mi scioglierò, la mia buona volontà di mettere la parola fine a tutto ciò andrà a farsi benedire e tutto tornerà come prima!!"
"Esattamente e domani sarai di nuovo su questo divano a disperarti come una stupida perché non va!"
"Ho lezione domani…".. Sarcasmo… Stupido, inutile ed insensato sarcasmo…. Come mi piacerebbe essere in uno di quei film in cui tutto e così facile e i ragazzi si prendono e lasciano come se niente fosse…. Tutti qui si dimenticano che a parte le ragioni dell’orgoglio, nonché quelle della testa, vi è un piccolo muscoletto, che soffre ed anche tanto, perché Kyle è il mio ragazzo da ormai non so nemmeno più quanto tempo… Siamo cresciuti insieme, siamo maturati insieme, siamo cambiati insieme ed io non so come potrò stare senza di lui, anche se l’amore non è lo stesso di prima…..
Mi mancherebbe troppo, non potrei più guardarmi attorno senza che tutto mi ricordi lui, disabituarmi all’abitudine che ho di lui e la sua onnipresenza…
"E se poi restassi sola?" Si lasciò scappare quando ormai gli occhi lucidi rendevano palesi i suoi sentimenti.
"Ma che dici, piccoletta?? Ci siamo noi qui con te!" La rincuorò Meg, abbracciandola.
"Adesso, ma non ci sarete per sempre… Io non voglio ritrovarmi tra 60 anni completamente sola, con un misero gatto pulcioso a farmi compagnia, in un orribile appartamento polveroso con le tendine color zafferano a rimpiangere di non essermi tenuta stretta l’unico straccio di ragazzo che avevo!" Ed era seguita una lunga e rumorosa tirata di naso, mentre le lacrime scendevano copiose.
… Sei proprio una cucciola…Vuoi fare la superdonna, quella emancipata, ma poi vedi cosa mi combini?? Ho sempre avuto nei tuoi confronti un atteggiamento materno, eppure la differenza d’età tra noi è di solo qualche mese… Sei una piccola grande bambina, eppure credimi cosa non darei per essere come te, pura, piccola e dolce, hai 21 anni ma è come se ne avessi quattro, basta vederti in questo momento… E se solo tu potessi farlo, forse ti renderesti conto che con tutti i tuoi stupidi difetti sei una delle persone migliori che abbia mai conosciuto e che forse è ancora attaccata a quei valori di cui ormai più nessuno s’interessa, che ha ancora in sé una purezza tutta speciale…
"Ma come puoi pensare una cosa simile?? Dimmi ti ci sforzi la notte?? A parte che odio il color zafferano, quindi se solo ti vedessi qualcosa di simile in mano, non esiterei un attimo a stracciartela, ma poi tu a 60 anni probabilmente sarai una nonna, con frotte di nipotini e poi Meg è allergica ai gatti, come potrà mai venirti trovare se ne prendi uno con te?!"
"Aldilà di tutto ciò, Michelle, rifletti un attimo…. La decisione è senza dubbio tua, però non ti pare un po’ egoistico ed anche stupido restare con una persona per paura di restare sola?? Ti ripeto che la scelta è tua e ti consiglierei anche di pensarci e fare una bella lista dei pro e dei contro, se non fosse un qualcosa che dovrebbe nascere spontanea dal tuo cuore, senza implicazioni mentali…. E poi, tesoro, guardati…. Perché dovresti restare sola?? Solo i tuoi occhioni verdi farebbero perdere la testa a qualsiasi ragazzo…. Anzi ad essere sinceri lo fanno già, solo che tu sei sempre stata troppo presa dal tuo Kyle!"
"Basta lacrime" disse sfregandosi gli occhi, " avete ragione voi, tra me e Kyle non c’è praticamente più nulla, tolto un profondo affetto… Certo gli voglio davvero bene, abbiamo condiviso molto in questi anni, però non ho mai sentito le farfalle nello stomaco, non sono mai stata troppo eccitata e felice di vederlo, il nostro amore non ha mai superato i limiti della razionalità e se siamo rimasti insieme è buona parte merito mio, che ho sempre fatto di tutto perché funzionasse, però ora basta! E’ora di dare una svolta…. Passatemi il telefono…" Disse perentoria alle amiche , che sgranarono gli occhi all’istante sentendo il discorso.
Ogni volta che parlavano dell’argomento si diceva risoluta ed irremovibile, ma poi alla fine non aveva mai il coraggio di prendere quell’accidenti di telefono e informare Kyle che avevano un grosso qualcosa di cui parlare, invece stavolta sembrava decisa, convinta e ferma, magari era davvero la volta buona che dava un taglio a quella fastidiosa appendice che continuava a definire il < suo ragazzo >.
Il telefono è qui, nella mia mano… Il numero è sempre lo stesso… Ho cominciato a comporlo ancora prima di pensare che mai un giorno saremo stati un < noi > e adesso, non ci sarà più questo < noi >, però credo che nel bene o nel male, è una scelta da fare, per me e per lui….. Spero solo che serva a qualcosa, che mi aiuti a capire…
"Giusto per curiosità dove sarebbero tutti questi ragazzi a cui ho fatto perdere la testa??" Disse sorridendo, mentre componeva il numero, facendo letteralmente scoppiare dal ridere le due ragazze davanti a lei, in evidente trepidazione.
"Pronto, Kyle?? Sì, sono io…… Hai programmi per questo pomeriggio?? Dobbiamo parlare di una cosa importante……"
Un’altra porta, un’altra storia…..
Solito ritorno a casa… Chiavi poggiate sul tavolino il legno, con quel grosso e anche appariscente porta cioccolatini, che tutto conteneva tranne che quelli, la porta che si chiude e poi il nulla.. O meglio il consueto silenzio tombale….
Ormai vi era più che avvezzo, eppure ogni volta vedere quelle enormi finestre che davano sulla grande metropoli in continuo movimento, illuminata da infinite luci, dietro ognuna della quale si nascondeva una storia, una famiglia o un’altra anima solitaria come lui, gli metteva una gran tristezza addosso…
La dispensa era tanto per cambiare vuota, qualche cibo precotto… due minuti di microonde e la cena sarebbe stata pronta, una birra ghiacciata in mano e in attesa del famoso campanello, che avrebbe perlomeno spezzato la fame che lo attanagliava, sentire i messaggi nella segreteria l’avrebbe tenuto occupato….
Come al solito una metà erano del suo manager, continuamente indaffarato a riempirgli la vita di impegni, certo era pagato per quello, ma sembrava programmato apposta per rovinargli ogni momento dedicato a se stesso, la restante metà se la dividevano alla grande quei tre deficienti di Dominc, Elijah e Billy che si divertivano troppo a riempirgli il nastro di idiozie assolute, e poi uno di sua madre…. Uno solo, in cui ripeteva le solite cose che una madre può dire ad un figlio, le solite stupide raccomandazioni adatte ad un sedicenne e non un ventiseienne in carriera, eppure in un certo qual modo non gli dispiacevano affatto, anzi, facevano sorgere sul suo viso un leggero sorriso, uno vero, non di quelli finti da mostrare a fotografi e giornalisti, giusto per confermare che andava tutto bene, ma uno di quelli che ti nascono spontanei, dovuti a ricordi passati, a voci materne che ti ripetono cose che sai già…
Il tutto però a peggiorare la profonda malinconia che in quel periodo stava raggiungendo picchi inaspettati, per uno come lui….
Il microonde lo destò giusto in tempo da quelle intense meditazioni, che a suo parere avrebbero richiesto uno spreco di neuroni che, anche volendo, non sarebbe riuscito a soddisfare per quanto era esausto…. Fatto stava che prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con tutto ciò che aveva lasciato dall’altra parte del mondo e forse questo poi non era nemmeno troppo lontano..
Nessuno avrebbe mai creduto che proprio lui, un ormai strafamoso attore del cinema, assediato da migliaia di fan, si sentiva solo. Era strano dirlo, ma la grande mela, mai avrebbe potuto competere con la sua piovigginosa, umida e per certi versi più tranquilla Londra……
Gli mancava la sua famiglia, sua sorella, sua madre, il suo cagnolino e soprattutto una vita normale…. Fare la spesa, andare a giocare a pallone, andare a cinema o magari a mangiare una pizza…. E non si trattava di un capriccio da superstar, era diventato quasi un desiderio impellente…
…Una soluzione a tutto ciò ci sarebbe…. Ma immagino già John in preda ad una crisi isterica che mi dà del ragazzino irresponsabile, viziato e superficiale… Comunque alla fine la vita è mia e sinceramente se riesco a garantirgli la mia presenza per tutti quegli stupidi impegni che mi trova, non capisco che differenza possa fare per lui, se abito da una parte o l’altra del mondo… Ma sì, in fondo tentare non nuoce….
Schiena dritta, petto in fuori, aria altezzosa e sicura di sé, e in faccia stampato un ghigno di sfida e superiorità… Ecco l’esemplare di sesso maschile che senza troppi complimenti, e soprattutto senza farsi annunciare, era entrato in quel moderno ufficio, ammobiliato per la maggior parte probabilmente dalle sue finanze, in cui il suo manager se ne stava sprofondato in una comoda sedia di pelle intento a scartabellare, chissà cosa…
"Orlando…. Non ti aspettavo così presto…" Disse l’uomo accennando ad alzarsi, ma cambiando immediatamente idea osservandolo.
Il ragazzo, infatti, come se nulla fosse, entrò e si sedette sulla poltrona di pelle nera, incurante dell’aria non troppo bonaria dell’uomo che già sospettava che ci fosse qualcosa di non troppo vantaggioso dietro quella visita inaspettata…
"Diciamo pure che non mi aspettavi proprio! Per un attimo ho temuto di trovarti indaffarato con la tua nuova segretaria!"
"Il sarcasmo non ti manca mai, vero? Comunque, credevo che dopo le riprese ti saresti preso la tua solita settimana catartica dopo le riprese, ossia sette giorni e sette notti a ronfare della grossa…"
"Diciamo che il proposito è stato solo rimandato….."
Ancora quel ghigno, sul suo volto…..
"Allora a che devo la tua visita?"
"Parto, torno in Inghilterra!"
"Non è il momento ideale visto l’imminente montaggio della nuova pellicola, però credo che una piccola vacanza te la sia proprio meritata!" Con molta indifferenza, l’uomo riprese a sfogliare le carte che aveva sulla scrivania, mostrandosi piuttosto attento a quello che leggeva, in realtà stava solo sperando ardentemente che il ragazzo non ne stesse combinando un’altra, visto che generalmente quando tornava in Inghilterra, non si prendeva mai la briga di avvisare. Prendeva e partiva..
"Non si tratta proprio di una piccola vacanza…"
"Vorresti dire con questo?" La vena sulla fronte aveva cominciato a pulsare, mentre i piccoli occhietti sollevatisi finalmente da quegli incartamenti lo fissavano, con una tale intensità, che Orlando non si sarebbe affatto stupito se da un momento all’altro ne fossero venuti fuori dei raggi polverizzanti alla Superman style.
"Che ho deciso di stabilirmi lì almeno per un po’!"
"Ah.. ah ah…. Credimi per un attimo ci sono cascato con tutte le scarpe! Le tue capacità di attore sono migliorate notevolmente se riesci a prendermi in giro in questo modo!"
"John," Disse poggiando le mani sulla scrivania dell’uomo, alzandosi sulla sedia, e guardandolo fisso negli occhi, "non sto affatto scherzando, sto dicendo sul serio!!"
"Orlando tu devi essere completamente pazzo!! Abbiamo perso tanto di quel tempo a parlare di quanto questa tua grossa notorietà sia un grosso fuoco di paglia e che se non riuscirai a cogliere le giuste occasioni ora, tornerai ad essere nessuno e te en esci con questa cazzata??"
"Non è una cazzata, come la definisci tu!!"
"No, davvero?? Credi di essere insostituibile Orlando Bloom?? Bè ti sbagli di grosso, il ferro va battuto finché è caldo e se non lo fai hai perso il treno verso i tuoi sogni… Una volta dicevi che fare l’attore era il tuo sogno e adesso stai mandando tutto al diavolo, per cosa?? Nostalgia di casa!!"
.. Prevedibile… Ora tira in ballo la storia dei sogni, delle aspirazioni… Peccato che tra i due l’attore sia io e non mi faccia affatto impressionare da queste paternali trite e ritrite, stavolta l’avrò vinta io… Tanto per cambiare…
"A parte che non ho mai avuto la pretesa di essere insostituibile, e che nonostante la nostra amicizia e la stima che provo per te, non ti permetto di parlarmi così, la mia decisione non è definitiva! Ho solo intenzione di trasferirmi a Londra per un po’ il che non mi pare un gran reato!!"
"E cosa pensi di fare lì? Il nullafacente? Oppure andrai in giro a combinarne qualcuna delle tue?? Magari con quei tre perditempo dei tuoi amici?"
… John perdi colpi.. Era logico che avresti persino messo in mezzo loro, come se poi le nostre scorribande non ti abbiano fruttato comunque un bel mucchio di soldi…
"Loro non c’entrano niente, non sanno nemmeno nulla dei miei propositi, quindi preferirei non li tirassi in ballo! Si tratta di una cosa mia, e non ti preoccupare il fatto sia fuori la tua giurisdizione non vuol dire che mi darò completamente alla vita mondana!"
"Come se la mia presenza te l’abbia mai impedito qui…"
"Credo di avere ben diritto di fare quello che voglio a 26 ani, tu che ne pensi?"
"Penso che ti vanti tanto dei tuoi 26 anni, ma alla fine ti stai comportando come un bambino! Vuoi tornare a casa?? Bene fallo, stacci un giorno, un week-end, una settimana, un mese se proprio devi, ma non dire che hai intenzione di ristabilirti lì! E poi a fare cosa non l’ho ancora capito!!"
"Ti stai agitando troppo, e non fa affatto bene alla tua età!" Si era riseduto sulla sedia e stava giocando con i piccoli braccioli. Era evidente che niente e nessuno l’avrebbe smosso dai suoi propositi, ma proprio non riusciva a capire che quella decisione avrebbero potuto trasformare la sua ascesa, in una irrimediabile discesa verso l’anonimato.
"Piantala, Orlando stiamo parlando di una cosa seria!"
"Infatti non vedo il motivo di agitarsi tanto! Io ho già deciso, e non potrai fare proprio nulla per farmi cambiare idea… Se tu mi facessi spiegare prima di aggredirmi, forse non saresti tanto contrariato!"
"Io non sono contrariato, sono proprio incazzato nero se non l’hai capito!! E ad un passo dall’infarto, ed è tutta colpa tua!! Comunque sentiamo in cosa consiste questa tua idea geniale!"
"Tanto per iniziare non ho intenzione di stabilirmi in pianta stabile a Londra, ma solo di comprarmi una casa, come punto di appoggio e fare per lo più la spola con New York e Los Angeles! Ho parlato con un mio vecchio professore alla Guildhall e mi ha informato di alcuni corsi post lauream di specializzazione davvero molto validi che non mi farebbero affatto male, anzi avrebbero ancora più peso sull’opinione pubblica e su chi in futuro mi scritturerà, in quanto credo di dare l’opinione di un ragazzo con la testa sulle spalle e che ha voglia di imparare…."
"Magari un pò eccentrico…"
"Quello non ha niente a che fare con la mia decisione di trasferirmi, io sono così lo sono sempre stato e se non sbaglio non dispiace a nessuno, soprattutto a quelli che ci mangiano sulla mia eccentricità, come te…"
"Comunque sai che non è proprio male questa tua idea di tornare a studiare??"
.. Ti ho stupito, vero?? E’ evidente che in questi anni non hai ancora conosciuto il vero Orlando Bloom… Con questa storia della specializzazione ti ho incartato per benino, e non potrai impedirmi proprio nulla… Ha proprio ragione, mia madre… Quando voglio una cosa non c’è verso che m’impedisca di averla…Ora la stoccata finale…
"Certo che lo so, e non avevo alcun dubbio che l’avresti approvata e poi, comunque tu resteresti qui a curare i miei affari durante la mia assenza! Mi fido di te, se il migliore manager a New York e non ho alcun problema a delegarti ogni decisione!"
"Vedo che hai pianificato tutto!"
….COLPITO E AFFONDATO….
"Non proprio ma quasi! Per ora, fino all’uscita del film non ho nulla da fare, quindi a che pro restare qui?? Per riempire le pagine di gossip?? Preferisco tornare a casa, stare con la mia famiglia e studiare…"
"Studiare…. Detto da uno scapestrato come te, fa proprio ridere…"
"Devo ricordarti che sono laureato??"
"Lo so, lo so, non preoccuparti che lo so! Come pensi di fare per le interviste e tutti quegli incontri di rito e logicamente quel genere di cose che richiede espressamente la tua presenza?"
"Te l’ho già detto tornerò qui il più spesso possibile!"
"Sei consapevole che sarà uno sbattimento??"
"Lo è stato anche vivere in Nuova Zelanda per tanto tempo!"
"Non c’è proprio nulla che possa fare, per farti desistere?"
"No, direi decisamente di no!"
"Uhm…. E quando hai intenzione di partire?"
"Domani!"
"Di già?"
"Sì, i corsi iniziano la prossima settimana e avrò alcune faccende burocratiche da risolvere oltre il trasloco!"
Era fatta.. In effetti si era dimostrato leggermente meno dura di quanto aveva previsto, ma probabilmente la malleabilità del buon vecchio John non poteva che significare, che molto molto spesso avrebbe dovuto fare avanti e indietro, per partecipare agli eventi più noiosi… Pazienza, l’importante era aver raggiunto il proprio obbiettivo, e poi c’erano molte cose da organizzare per la partenza…
Continua…
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Capitolo 2 *** Capitolo II : L’incontro-scontro ***
Un giorno, per caso…di Dolcemaia
Note
dell'autrice: Vorrei ringraziare tutte le
persone che hanno letto questa fic, sperando che gli sia piaciuta, in modo
particolare Sara e JulyAneko, che sono state così gentili da lasciarmi una recensione!
Grazie di cuore!! ^__^
Disclaimer:
Ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione
per Orlando Bloom, da cui ho preso in prestito solo il personaggio.
Capitolo II : L’incontro-scontro
Quando tornò a casa, il silenzio
regnava incontrastato.
I suoi erano già andati a letto e
probabilmente l'indomani l'avrebbero aspettata solo per farle una ramanzina con
i controfiocchi... TIPICO.....
Erano i più accaniti sostenitori
della teoria secondo cui, fino a quando viveva sotto il loro tetto avrebbe
dovuto sottostare alle loro regole…. Ed, infatti, quel considerevole ritardo,
seppur dovuto ad una giusta causa, la sua sanità mentale già di per sé molto
precaria, le sarebbe costato qualcosa!
In compenso le avevano lasciato la
cena sul tavolo, quindi almeno per quella sera, la dieta era rimandata.
Cibo, doccia e pigiama.
Già pronta per infilarsi sotto le
coperte, si fermò davanti al lungo specchio ovale che aveva nella sua stanza,
prima di mettersi a letto.
Certo per avere ventidue anni non
era molto normale indossare un pigiamino rosa con i coniglietti, eppure i
completini intimi tutti pizzi, trine e merletti delle sue coetanee, non gli
andavano affatto a genio, anzi, aveva sempre sostenuto che il solo guardarli le
metteva addosso un senso di fastidio...
Al diavolo i detti sull'apparire,
che necessitava del soffrire...
In effetti della ventiduenne <
standard > non aveva proprio nulla, non a caso, un aggettivo che spesso le
appioppavano le sue amiche era ATIPICA, non perché fosse una matta completa,
anche se non era un'ipotesi da scartare completamente, ma semplicemente perché
in lei coesistevano due personalità diverse, una per certi versi matura, posata
preparata agli eventi non sempre troppo positivi della vita e l'altra infantile,
nel senso più buono della parola, nonostante spesso fosse le fosse capitato di
sbattere i piedi per terra proprio come una bambina in preda ai peggiori e
rumorosi capricci..
Come stupita dall'immagine riflessa,
sfiorò la fredda superficie dello specchio, ma ne allontanò subito la mano,
come spaventata, le aveva dato una strana sensazione... toccare la realtà...
Certamente non lo si poteva definire
così, eppure era come se per un attimo si fosse vista dal di fuori e avesse
realizzato che quella era lei.....
Si voltò appena, quel tanto che
bastava per riuscire a vedere la cornicetta decorata a forma di torta, in cui
giaceva in bella vista una sua foto assieme a Kyle. Quasi istintivamente
l'afferrò, lasciandosi cadere seduta sul letto, mentre l'osservava lentamente e
il suo dito si muoveva meccanicamente sul volto ritratto del ragazzo...
Non era delle migliori, anzi, eppure
aveva sempre adorato quella foto, perché era una posa del tutto naturale, che
gli coglieva in un momento qualunque e sempre le aveva trasmesso un certo senso
di familiarità e d’amore, guardandola, sempre….
...E' passato tanto tempo... TROPPO!
Eravamo così felici ed ora cos'è rimasto di tutto ciò? Ormai sono mesi che
litighiamo e basta, ci stiamo distruggendo a vicenda e non posso più fare finta
che non sia vero! Non riesco più a fingere che vada tutto bene, solo per farti
sentire sicuro, solo per sentirmi sicura.... Sei stato un amore, il mio più
grande amore, ma ormai non sento più niente... già mi manchi, ma non sento il
cuore in pezzi, ma solo una profonda malinconia, perché non ti avrò più al mio
fianco, ma hai smesso di essere il mio ragazzo e sei cominciato a diventare il
mio migliore amico, tanto tempo fa e l'errore di non averlo capito prima è solo
mio, però, lo sai che si sbaglia sempre in due.... Non posso dire che tu non mi
abbia amato abbastanza, l'hai semplicemente fatto a modo tuo.... che purtroppo
però non era il mio... Ed ora non resta che questa foto........
Una lacrima…. Una sola… che le aveva
rigato il viso, che era il simbolo di un qualcosa che era andato e non sarebbe
più tornato….
Rimise la cornice nuovamente dov’era
sempre stata, magari presto l’avrebbe tolta, ma certo non era né il caso, né il
momento di farlo immediatamente e si guardò ancora una volta nello specchio…
… Ci sarà davvero qualcun altro al
mondo, al di fuori di Kyle, capace di accettarmi e magari anche amarmi così
come sono?? Coniglietti e pigiamino rosa compreso??…
Era troppo presto per pensare a
questa eventualità, era necessario prima risolvere le faccende irrisolte, e
quindi Kyle e poi pensare, eventualmente ad innamorarsi ancora…. Come se
l’Amore, lo si potesse comandare….
Un’altra stanza, un’altra storia…
La solita vecchia stanzetta…
Praticamente non era cambiato assolutamente niente dall’ultima volta che
l’aveva lasciata. Probabilmente avrebbe dovuto cominciare a sospettare che sua
madre facesse pagare il biglietto per poter entrare in quella specie di museo e
guardare con sacro rispetto, o comunque quello che potevano provare delle adolescenti
in crisi ormonale nei confronti di un attore famoso, la stanza dell’allora
ragazzetto brufoloso Orlando Bloom..
Perché sebbene tutti paressero
adorare solo ciò che lui era in quel momento in passato era stato uno come
tanti altri, anzi forse anche un pò più sfigato, ad essere precisi, perché
tutte le ragazze di cui s’innamorava, non che poi fossero state molte, lo
snobbavano puntualmente uscendo con i soliti bulletti tutto muscoli e niente
cervello….
Chi lo avrebbe mai pensato…
Si scoprì con uno stupido sorrisetto
ironico, stampato in faccia, scosse la testa, come per interrompere il corso
dei sui pensieri e poggiò il borsone sul letto…
In quella stanza, ormai, non c’era
più nulla che gli appartenesse veramente, sembrava passato un secolo dall’ultima
volta che aveva dormito in quel minuscolo letto, se paragonato alle due piazze
e mezzo, cui era abituato… Per una sera, comunque si sarebbe adattato.
Il suo vecchio appartamento era
chiuso ed oltretutto troppo polveroso, addirittura per pensare di dormirvi
dentro, nella fretta di partire non aveva avvertito nessuno che potesse dargli
una ripulita, compresa sua madre che vedendoselo inaspettatamente dietro la
porta di casa, era sorpresa quanto contente. In più alla notizia del suo
trasferimento, che se non proprio definitivo, per lo meno lo avrebbe costretto
a Londra certamente più del normale, aveva cominciato a saltare felice come una
pasqua. Poco mancava che facesse una tripla capriola, con doppio salto mortale
e avvitamento finale.
Ecco da chi aveva preso la testa
matta…
Più fredda era stata sua sorella,
per non dire gelida. Non che abitualmente avesse mai avuto particolari slanci
d’affetto, però il sorriso, che gli aveva parsimoniosamente < offerto >,
era evidente fosse < tirato >, quasi di circostanza..
Possibile temesse ancora, come
quando erano bambini, la rivalità fraterna?? E che sua madre lo preferisse a
lei??
Effettivamente era sempre stato il
cocco di mamma, e la lontananza forzata, dovuto all’ascesa della sua carriera,
avevano reso più dolci, brevi ma intense e amate le attenzioni materne, ma da
qui ad avere quel genere di paure, piuttosto infantili, una volta passato il
quarto di secolo per entrambi, era davvero preoccupante!!
“Sorellina, come mai tutto questo
affetto da parte tua?”
“Non fraintendermi, non è che mi
dispiaccia che tu sia qui, è che me ne sfugge proprio il motivo..”
“Motivo?? Perché, deve essercene
necessariamente uno? Non può essere che abbia solo e semplicemente nostalgia di
casa?”
“Sinceramente ci credo molto poco…
Diciamoci la verità, Orlando, tu non fai mai niente per niente!”
“Non è molto edificante sentirsi
dire questo da una sorella, sai?”
“Sorella o no, non è questo che si
discute!!”
“E allora cosa?? No, ti prego
aiutami, perché io proprio non ci arrivo!!! Sarà che forse il successo mi abbia
annebbiato il cervello, non credi??” Era decisamente ironico e pungente. Che ci
fosse rimasto male, non era un mistero, ma che addirittura dovesse essere
colpevolizzato anche da sua sorella solo perché aveva la necessità di staccare
un po’, di vivere nel limite del possibile da persona normale, proprio non
poteva accettarlo.
“Guardiamo in faccia la verità.. Tu,
non so se per tua volontà o no, per il tuo egocentrismo, la tua esasperata
eccentricità e l’insana pazzia che alla fine ti ha portato dove sei arrivato,
sei una calamita per i guai ed io non credo sarebbe affatto giusto coinvolgere
nostra madre in quella che si prospetta, come una delle tue tante folli
avventure!!”
“Nostra madre?? Folli avventure… ma
siamo certi che tra i due quella con tutte le rotelle a posto sia tu?? Perché
io comincio ad avere qualche dubbio!! Oppure sei semplicemente una grande
ipocrita che si nasconde dietro banalissime quanto insulse scuse?? Come
cambiano le persone….. E’ incredibile!!!”
Detto ciò aveva preso il suo
borsone, accennando un gesto con la mano non appena la ragazza aveva provato a
controbattere, era salito nella sua vecchia stanza, ed ora eccolo lì a
ripensare alle parole al vetriolo che gli aveva rivolto, una delle persona più
importanti della sua vita, e allo stupore che le stesse gli avevo provocato,
mentre piccole gocce d’acqua calda gli scivolavano addosso con la speranza che
nel loro scorrere, potessero portare via con sé anche i brutti pensieri.
Il solito stridore della maniglia,
che ruotava, diede fine a quella pioggerella piacevole, mentre il vapore
continuava incessantemente a circondarlo nel piccolo box doccia azzurro.
Rapida asciugata, boxer, maglietta e
letto.
…Presto, presto, presto, devo
sbrigarmi o non farò in tempo a seguire la lezione……..
Non riuscì a terminare di formulare
il pensiero che svoltato l’angolo, la ragazza bionda dovette scontrarsi con la
dura realtà… o meglio un fisico, che se non proprio d’acciaio, vi si avvicinava
molto, che la fece rovinare, molto poco signorilmente, sul pavimento.
“Che botta!!!” Disse toccandosi il
sedere, prima parte del suo corpo ad aver subito il colpo e su cui era sicura
sarebbe comparso uno di quei lividi indimenticabili.
“Ma che è successo è scoppiata la
terza guerra mondiale senza che me ne sia accorto, oppure mi sta crollando il
palazzo sulla testa??” Domandò stranito il ragazzo, facendo umorismo su una
situazione già comica di suo, visto che Michelle era bellamente seduta per
terra, gambe all’aria.
.. Ma sentitelo, stò gran pezzo di
cretino!! Non solo mi fa cascare per terra come una pera cotta, ma si permette
pure di prendermi in giro e ridere come un’idiota!! Ma ora gliela faccio
passare io tutta questa voglia che ha di ridere!!!!…
“Fai pure lo spiritoso? Ti pare io
sia trasparente?? Ogni tanto ti guardi attorno, o perlomeno nella direzione in
cui cammini? Oppure spiani chiunque ti intralci, giusto per il gusto di
deriderlo?” Continuò, non preoccupandosi nemmeno di guardare chi o cosa le
aveva provocato quella magra figura davanti a tutti i ragazzi che affollavano
il corridoio della facoltà.
…Aggressiva la ragazzina…Oltretutto
ha un tono da generale dell’esercito, ma se crede che le darò ragione solo
perché alza la voce, si sbaglia proprio..
“Calma, calma,non ti scaldare! E poi
se proprio dobbiamo essere pignoli, io non c’entro niente, hai fatto tutto da
sola…..Sei stata tu a piombarmi addosso come una saetta, non ho nemmeno avuto
il tempo di capire cosa stesse succedendo!!”
… Giustamente… mi mancava il pignolo
della situazione stamattina, come se non avessi già sufficienti problemi da
sola…..
Alzò gli occhi dal pavimento, per
riuscire finalmente a vedere l’irritante figuro che aveva deciso di rovinarle
la mattinata, e contro ogni sua previsione restò totalmente imbambolata, non
appena incontrò gli occhi del suo interlocutore….
Castano, con leggero velo di barba
incolta e occhi magnetici, da perforazione immediata…. PRIMO PIANO DECISAMENTE
PERFETTO!!
ZOOMMATA FRONTALE … giusto per avere
un’idea complessiva dell’elemento…..
Alto…. ma non troppo…
Magro… ma non troppo…
Muscoloso… ma non troppo…
Affascinante… troppo…
Bello…. decisamente da morire….
Vestito in modo alternativo, jeans
larghi.. molto larghi.. con boxer in evidenza, camicia di dubbio gusto, ma nel
complesso appariscente quanto intrigante, con magliettina-muscolo-in-vista da
far rotolare gli occhi per terra e capelli di media lunghezza, con effetto
riccio - ribelle - selvaggio – affascinante… da infarto immediato..
…Se questo è un sogno, o meglio se
lui è un sogno, è senza dubbio il più bello della mia vita.... Se avessi saputo
prima che si trattava di un tipo così, non mi sarei limitata a sbatterci contro....Ma che cavolo, sto pensando!! Sono
una ragazza seria, io! E oltretutto impegnata.... quasi...... credo.......ancora
per poco…
Scosse il capo sperando di
distogliere dalla mente quei pensieri non molto onorevoli e tornare alla
realtà, facendo fagotto e scappando il prima possibile sperando che
l'esperienza non avrebbe segnato troppo nessuno dei due. In effetti come minimo
quel ragazzo le stava dando della pazza, maniaca sessuale per come e quanto
tempo, era rimasta lì seduta per terra, a guardarlo come se fosse la cosa più
bella che avesse mai visto.
…… Che figura da idiota che sto
facendo,... Però ti prego, tu piantala di guardarmi così, altrimenti nella
disposizione d'animo in cui sono, potrei innamorarmi perdutamente di te solo
per fare un dispetto a Kyle, o forse molto più semplicemente perché hai quegli
occhi....Sto degenerando, sto decisamente degenerando, non è possibile che mi
faccia tutti questi film mentali, mentre sono ancora vergognosamente con il
posteriore per terra, tanto più che si tratta di un completo estraneo..... In
effetti mi chiedo dove sia uscito, credevo che avessimo già fatto una stima
piuttosto disastrosa di tutti gli esponenti di sesso maschile della facoltà
degni di questo titolo………… E ora che fai?? Mi tendi la mano?? Mi aiuti ad
alzarmi e mi sorridi anche?? Sento che adesso ne combinerò una delle mie, ora
ne farò una delle mie....
…. Donne… Mi chiedo quando la
pianteranno di andarsene in giro con la pretesa di essere rispettate ed
onorate, se poi sono le prime a spogliarti con gli occhi…. Alla faccia della
parità dei sessi, se avessi guardato io una ragazza, come adesso questa sta
facendo, adesso lei con me, come minimo
mi sarei preso un sonoro ceffone e qualche bestemmia che avrebbe fatto rigirare
i miei avi nella tomba….. Per lo meno è carina, ha una bella carrozzeria,
occhioni dolci da bambina indifesa, nonostante la forza da schiacciasassi che
ha, vista la botta e poi ha una bella stretta di mano…
Vorrei solo sapere quanto ci metterà
a riconoscermi e cominciare a strillare < Orlieeee quanto seiiii
figoooo…..Me lo fai una autografo…. > e cazzate simili…
“Posso farti una domanda indiscreta?
Hai l’abitudine di travolgere tutti così?” Il tono era decisamente diverso, più
dolce, molto amichevole, eppure quella frase se la sarebbe potuta risparmiare
vista la situazione.
…. Sei bello, ma stronzo sai?? Se ti
togliessero l’audio probabilmente saresti l’uomo della mia vita…. Peccato che
le ciambelle non riescono sempre con il buco..
“E tu quella di sbucare
all’improvviso?? Ma credi davvero che il mio passatempo preferito sia riempirmi
di lividi….. Uffa!!”
… Mi sa, che mi sono proprio
sbagliato, altro che < Orlieee quanto seii figoo > questa tra un po’ mi
mena…. Però mi dispiace, ha fatto un tonfo non indifferente quando è caduta…
"Ti sei fatta molto male?"
Le domandò con molta gentilezza, lasciandole la mano, con cui l’aveva aiutata
ad alzarsi, con una delicatezza quasi inverosimile. Era evidente che con le
ragazze ci sapeva fare, era molto molto carino, in più aveva un fascino tutto
particolare, accentuato da quello sguardo assolutamente magnetico.
"Abbastanza… Ora per colpa tua
non potrò più andare a ballare… né tanto meno sedermi su una qualsiasi
superficie rigida….”
… Onestamente non so se sia
totalmente pazza, o mi stia semplicemente prendendo per i fondelli…
“Non fare quella faccia,
scherzavo…Fa un po’ male, ma nulla che con un po’ di pomata non passi!"
Tentò di dire con noncuranza Michelle, abbassando lo sguardo ancora una volta
sul suo povero posteriore. In realtà stava cercando solo una scusa per non
doverlo di nuovo guardare negli occhi e mostrare quanto l'aveva fatta arrossire
con quelle poche parole che le aveva rivolto.
… Che sensazione strana…eppure
piacevole…… La sto intimidendo senza che sappia o si sia accorta di chi sono…
Ha persino le guance rosse come una bimba timida… Sembrerà insolito, ma
comincia a piacermi davvero molto questa < normalità >…
"Come posso scusarmi per
l'inconveniente?"
…Inconveniente?? Quale
inconveniente?? Ah, dici la caduta... Bè per cominciare potresti baciarmi,
dopodiché direi che potresti rapirmi e portarmi su un isolotto esotico, sperduto
ai confini del mondo, dove nessuno ci potrà mai trovare........ Michelle
piantala, non sei una bambina con gli ormoni in tempesta, datti una regolata!
"Scusarti?? Non è, poi, tutta
colpa sua!!"
"Ah, colpa mia!!" Le disse
ironico, chiaramente facendole intendere che le sue scuse erano più una
formalità, o una forma di gentilezza, perché effettivamente lui non aveva
affatto colpa dell’accaduto, anzi..
"E va bene...E' stata tutta
colpa mia!!Correvo come una furia, perché altrimenti non sarei mai arrivata in
tempo per la lezione e …Oddio la lezione……” Disse mettendosi una mano sulla
fronte e già pronta a scappare via, se non fosse che lui l’avesse afferrata per
un braccio impedendole di muoversi…
…No, tesoro, sarai anche bello come
un Dio Greco, e forse anche qualcosina di più, però ora non ho proprio tempo di
chiacchierare con te, e perdermi in quei tuoi occhi stupendi, anche se mi
dispiace davvero da morire! Ma che sto dicendo…..
“Devo scappare, scusa ma non ho
proprio tempo!!”
“Guarda che non voglio proprio farti
perdere tempo, ma credo che quella sia roba tua!” Le disse sorridendo,
indicandole una marea di fogli sparsi sul pavimento, alcuni dei quali finiti
così lontano che la gente li pestava indisturbata convinta che si trattasse di
cartaccie.
“Nooooo…. Ci ho messo un mese e
mezzo della mai vita per abbozzare, riordinare, correggere e mettere su quegli
appunti!!” Disse disperata cominciando a raccogliere tutto, in preda ad una
crisi nervosa.
Forse era proprio il caso di
aiutarla, in fondo era anche colpa sua se era successo quel patatrac, e poi era
stata la prima persona, dopo davvero tanto tanto tempo, ad averlo trattato come
uno qualunque e non come Orlando Bloom l’attore famoso del cinema. Il compito
non si rivelò dei migliori, infatti molti dei fogli erano tutti spiegazzati e
rovinati, ma in pochi minuti furono tutti di nuovo in mano alla legittima
proprietaria, che dopo avergli sussurrato un frettoloso grazie , si rimise a
correre sparendo in un altro dei mille corridoi della facoltà.
… E’ proprio fuori come un balcone,
però mi dispiace non averle chiesto nemmeno come si chiamava, era carina ed
anche intelligente a giudicare dalle poche righe che ho letto del suo famoso
compito… Letteratura inglese…. Sembrava un tema molto appassionante ai suoi
occhi visto lo stile….Peccato… un’occasione persa… Non credo mi ricapiterà di
incontrarla…
In quel momento notò praticamente
sotto i suoi piedi, nello stesso punto in cui era caduta la ragazza, una
piccola scatolina grigia, si abbassò per raccoglierla, e si accorse che era un
cellulare e non c’era nessun dubbio sull’appartenenza dell’oggetto… Mettendo,
infatti, bene a fuoco nella sua mente l’accaduto, durante la caduta oltre i
fogli anche la borsa che lei portava a tracolla si era aperta, lasciando uscire
l’oggettino che ora aveva in mano.
… Bè direi che almeno per un’altra
volta saremo costretti ad incontrarci…
Il bar universitario era
prevedibilmente stracolmo ed i tavolini tutti occupati, per fortuna che uno dei
camerieri aveva un debole per Meg e le
teneva da parte un tavolino, sempre lo stesso, infatti eccole lì, le due amiche
infami che alla faccia sua si godevano un bel triplo gelato alla cioccolata.
Ancora trafelata, raggiunse le due,
che proprio non l’avevano notata nella calca di persone e furono piuttosto
stupite di vederla lì a quell’ora…
“E tu che ci fai qui a quest’ora?”
Le chiese Jen, mentre la ragazza, poggiava con molta poca grazia e molta
violenza borsa, libri e giacca, sulla sedia libera, accanto al posto che aveva
preso per sé.
“E’ un reato?” Chiaramente ironica,
per non dire arrabbiata nera, e il tono poco amichevole con cui l’aveva detto
non era il solo sintomo, anche la sua espressione non era un granché.
“Non prendertela così, è che a
quest’ora in genere hai le tue amate lezioni di letteratura ed è molto molto ,
e sottolineo molto, insolito, che tu le abbia saltate!”
…
Che rottura, a volte mi sembra di avere due grilli parlanti al posto di due
amiche, sempre ad analizzare, commentare e polemizzare su ogni mia espressione,
parola e pensiero… A volte temo riescano a leggere anche quello…
“Ma che bisogna fare qui per
ordinare!!”
“Tu credi che chiamare il cameriere
sia un atto disdicevole??”
“Oh, scusa dimenticavo la tua nota
confidenza con i camerieri di questo posto!!”
“Michelle, credo che adesso tu la
debba proprio piantare!!”
“Scusa..” Un sussurro… quello era il
massimo che sarebbe mai riuscita ad ottenere da quella boccuccia di rosa.
“Si può sapere che ti prende?”
“E’ che ho saltato la lezione di
letteratura…”
“Si tratta di un qualcosa di
recuperabile, non capisco il perché di tutta questa tragedia!”
“E poi il mio tanto faticato compito
è diventato uno zerbino per i corridoi della facoltà!!”
“Uno zerbino? E come è successo??”
“Sono caduta…” Frase sommessa, a cui era seguito un
fragoroso scoppio di risa.
… Giustamente mi aggiungono anche il
carico, come se non fossero bastate le occhiatacce che mi sono presa quando il
mio posteriore era ancora per terra…. Sto diventando ridicola, pare che il mi
sport preferito ultimamente sia far ridere gli altri, il che non sarebbe
nemmeno una cosa tanto terribile, se non fosse che per provocare una risata io
debba necessariamente fare una figuraccia!!!
“Aspetta… calmiamoci!” – Meg - “ Il
problema quindi sarebbe il tuo compito… Bè non mi sembra una gran cosa, avrai
il file salvato sul pc….”
Nessuna risposta, con relativo
sguardo estremamente colpevole….
“Vero??”
“No, non ce l’ho più…”
“Se un disastro… Comunque la tua
previdente amica ne ha una bella copia nella sua cartella!!”
“Davvero?? E come hai fatto?”
“Quando me l’hai mandato tramite e -
mail per leggerlo, l’ho salvato e non l’ho ancora cancellato!”
“Sei un tesoro, Meg, non so cosa
farei senza di te!!” Disse abbracciandola.
“Io credo ce per cominciare staresti
ribattendo lo stesso compito…”
“Che simpatica Jen, ultimamente, hai
notato?” Disse ancora a Meg con un tono molto ironico. Forse nella sfiga, era
stata abbastanza fortunata; il compito non era perso, la lezione saltata,
facilmente recuperabile,anzi quel piccolo incidente di percorso le aveva
permesso di prendersi un pomeriggio di sano riposo e poi…. Lui…
“Comunque visto che ti ho salvato da
un onere non indifferente, ora devi assolutamente rispondere ad una domanda….
Come diavolo hai fatto a cadere??”
“Questa, direi che è l’unica nota
positiva della giornata…”
Sguardo Soddisfatto + Sorriso a 32
Denti = Aveva incontrato qualcuno di MOOOLTO Interessante
“Figuriamoci quella negativa
com’è!!”
“Stavo correndo come una matta per
andare a lezione, visto che ero già in ritardo e distrattamente sono andata a
sbattere contro un ragazzo, precipitando come un aereo in caduta libera sul
pavimento..”
“E di grazia potresti illuminare,
noi povere stupide, sul cosa ti rende così piacevole questo ricordo??”
“Il ragazzo…… E’ il più bel ragazzo
che abbia mai visto, ma non nel senso canonico della parola!! Non è il solito
fustaccio biondo con gli occhi azzurri o moro con gli occhi verdi, nei
lineamenti forse è anche piuttosto comune, castano, capelli ricci non troppo
lunghi, ma aveva due occhi marroni e un fascino, che vi giuro avrei potuto
guardarlo estasiata per tutta la durata della mia vita…”
Ora però di occhi fissi nel vuoto
c’erano solo i suoi, corredati di un sorrisino ebete stampato in faccia e
nuvoletta rosa sotto i piedi.
“Meg?” Jen la prima ad interrompere
il momento d’idillio amoroso.
“Eh?”
“Sei consapevole che è andata?? Y
ouuuhhhh, c’è nessuno??… No, vedi l’abbiamo persa… Ha preso la tangenziale per
il Paradiso… E’ lontana da noi anni luce..”
“D’accordo Jen, abbiamo capito il
concetto… In effetti, Michelle, sembri una totale idiota, nemmeno ai tempi del
primo Kyle facevi così….”
“Si, sarà pure come dite voi, ma
intanto non lo rivedrò mai più……” Sospiro di infinita lunghezza ed espressione
da cagnolino bastonato, che ha subito la classica discesa dalle stella alle
stalle.In effetti era piuttosto improbabile rincontrarlo, tanto quanto era
stupida l’idea di piazzarsi munita di sacco a pelo e generi di prima
sopravvivenza, nello stesso punto un cui si erano scontrati, nella speranza che
lui ripassasse di lì.
“E perché?? Non mi dire che non ti
sei fatta dare il suo numero di telefono??”
“Peggio… Non so nemmeno come si
chiama! Mi ha praticamente raccolto da terra, dopo avermi fatto saltare i nervi
con il suo umorismo non proprio inglese, stessa cosa ha fatto gentilmente con i
miei fogli e poi sono scappata via sperando di fare in tempo per la lezione, ma
niente…”
“Piccola scema!! Ed ora come pensi
di ritrovarlo n un campus così grande?? Metti che non fosse nemmeno uno studente??”
“E che posso farci, sinceramente in
quel momento ero fin troppo imbarazzata anche solo per aprire bocca… E poi sono
dell’opinione che se è destino che lo rincontrerò, non sarà un numero di
telefono a cambiare tutto!”
“Un numero di telefono forse, e
sottolineo forse, no, ma almeno un nome…. Comunque non so come fai ad essere
così fatalista e tranquilla… Metti che era davvero l’uomo della tua vita??”
“Non sono fatalista, sono solo…..
disperata… Mi sono accorta dell’errore quando era fin troppo tardi e sto
cercando di autoconvincermi della balla del destino per non costringermi ad
auto-eliminarmi con l’implosione per rabbia e vergogna….”
“E’ una cosa tristissima!!”
“Infatti!!”
Continua…
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 : L'ostaggio ***
Capitolo 3
Un giorno, per caso…di Dolcemaia
Disclaimer: Ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione per Orlando Bloom, da cui ho preso in prestito solo il personaggio.
Nota dell’autore: So che potrei sembrare noiosa, ma vorrei ringraziare davvero tutte le ragazze, che mi hanno lasciato una recensione,
Lilly, Sunshine, Galadriel e Moon, siete state gentilissime e dolcissime vi dedico questo capitolo
con vero piacere!!! ^____________^
Grazie di cuore, davvero!! E’ importante, oltre che bello, sapere che ciò che si scrive piace a qualcuno!!
Nella speranza di rendere più piacevole la lettura di questa fic, da ora comincerò a < consigliarvi > delle canzoni da ascoltare come sottofondo, che spero possano piacervi!!
Non ho una vasta conoscenza musicale, né tanto meno dei testi inglesi conosco le parole ( me tapina ed ignorante), ma quello che scrivo molto spesso nasce anche da quello che ascolto e ciò che mi trasmette e spero di farvi entrare più nel mio mondo con questo espediente!!!
Atomic Kitten - The Last Gooodbye
Capitolo 3 :
L'ostaggio
Che giornata… Davvero una bella giornata del cavolo! Tutta la sua ansia di ritornare sui banchi era stata cancellata via con rudezza, nel momento stesso, in cui il < caro > professore, che l’aveva convinto ad imbarcarsi in quell’avventura, gli aveva annunciato beatamente, e probabilmente con un velo di soddisfazione sadica, che mancavano poco più di 4 settimane agli esami di fine semestre…
Ora, già di suo non era mai stato uno studente modello, ma di quelli che con il minimo sforzo tentavano ed anche spesso riuscivano ad ottenere il massimo risultato, però nel bene o nel male, qualcosa la sapeva, il libro l’aveva pur sempre aperto, anche solo per guardare le eventuali illustrazioni, ma adesso non riusciva nemmeno ad immaginare da dove cominciare, era umanamente impossibile riuscire a recuperare 6 mesi di corso di letteratura persi, in sole 4 settimane!! Soprattutto se si era perso l’allenamento allo studio.. Allenamento allo studio….. meglio cercare un’altra scusa…
Più ci pensava, più un piccolo ma significativo dubbio continuava a ballonzolargli nella scatola cranica, come una di quelle palline di gomma che una volta tirate, non si fermano più e continuano a rimbalzare fino a quando, stanco e demotivato, le mandi al diavolo….
Ma chi te lo fa fare???????
Logicamente e fisiologicamente seguito da tutta quella serie di interrogativi che un attore famoso, bello, richiesto, idolatrato e non ultimo ultramiliardario come lui, poteva porsi di fronte ad una mole di lavoro extra, corrispondente a tre tomi da 1500 pagine più altri di approfondimento, da svolgere in così poco tempo e per certi versi superflua.
Perché hai deciso di fare questa pazzia??? Soprattutto considerando che già leggere i copioni ti annoia??
Non potevi startene nel tuo appartamento con vista panoramica a New York??? Ogni sera ad una festa diversa, con diverse e carine signorine a farti compagnia?
O magari se proprio ti annoiavi, non te ne sei andato nella mega villa super accessoriata di Elijah a
goderti la bella vita???
Noooo, figuriamoci se potesse accontentarsi, di fare ciò che tutte le superstar fanno abitualmente….OZIARE!!
Era anche vero che per le sue finanze erano un collasso totale i suoi momenti di ozio, perché, inattivo, decideva di darsi allo shopping matto con i suoi amici, comprando cose tanto assurde quanto inutili e preso dall’euforia, finiva sempre con il combinare guai colossali a cui John, puntualmente, doveva porre rimedio, mentre i giornalisti e paparazzi vari, pubblicavano su tutti i rotocalchi l’ultima follia di Orlando Bloom.
Si era intestardito all’idea di tornare a Londra e riprendere a studiare, ed eccolo ora a maledirsi mentalmente, per quella assurda e stupida idea… Certo avrebbe potuto benissimo tirarsi indietro e mandare al diavolo gli esami, il professore e Londra, ma già s’immaginava le facce soddisfatte e altezzose di sua sorelle e John, il suo manager, che con aria di superiorità l’avrebbero preso in giro per tutto il resto della vita, ripetendogli l’ormai classico "Te l’avevo detto!!"
Che rabbia, quel solo pensiero era capace di mettergli addosso una tale irritazione, che quasi quasi studiare ogni riga di quei tre libracci era preferibile!! Tutto ma non dargliela vinta!!
Non che, poi, loro fossero dei nemici contro cui combattere, anzi, ma erano l’incarnazione di tutti coloro che non credevano in lui, che sostenevano fosse tanto richiesto solo per il suo bel visino e le sue ormai famose gambe, senza avere l’ardire di puntare nemmeno uno scellino sulle sue qualità d’attore, grazie, poi, alle quali era riuscito effettivamente a cominciare la sua carriera!! No, era ben deciso non avrebbe mollato, in fondo nella vita c’erano cose peggiori… aveva passato cose peggiori, perché alla fine quello che era lo doveva alle sue esperienze, non sempre troppo positive, quindi avrebbe passato quelle 4 settimane sui libri , ed anche intere notti, ma doveva mostrare a tutti che non era un attorucolo come tanti altri, che aveva un cervello, che funzionava più che bene dentro quella riccioluta testolina e tutti avrebbero dovuto riconoscerlo….
Un bel profilo, uno sguardo seducente aiutano, ma se sei un’idiota e non sai fare quello per cui sei pagato, non andrai molto avanti!!
La decisione era presa……
Orlando Vs All The World
….. una delle poche partite della storia da disputarsi a tavolino… o meglio su un banco…
Magari, però, era il caso di cominciare la battaglia il giorno seguente…. (-_-)
Per il momento aveva qualcosa da fare, infatti, mettendosi la mano in tasca aveva di nuovo preso in mano il cellulare, che aveva recuperato quella mattina nei corridoi della facoltà.
Se c’era una cosa che proprio non sopportava al mondo dopo le persone dotate di una scarsa igiene personale, era la tecnologia. Era sempre stato molto all’antica in queste cose, diceva che una lettera scritta a mano, aveva un valore talmente grande che nemmeno centinaia e centinaia di e-mail avrebbero potuto mai compensarlo… Eppure in questo caso, era stata proprio la tecnologia a correre in suo aiuto e dandogli il famoso asso nella manica…
Stava ancora giochicchiando con quel piccolo aggeggino grigio, in cui non era stato troppo difficile, persino per un reietto come lui, trovare la voce < CASA > nella rubrica, ed ora eccolo seduto davanti al telefono in attesa di prendere una decisione.. Certo sarebbe stato proprio uno spreco gettare via l’occasione, che aveva, di rivedere quella ragazza e soprattutto per lui la perdita di un cellulare poteva non costituire una gran cosa, ma magari per qualcun altro sì, magari quell’oggetto poteva anche avere un significato affettivo profondo, quindi per onor di causa, compose il numero ed attese che qualcuno gli rispondesse.
"Pronto?" La voce non era la stessa della ragazza, presumibilmente doveva essere una sorella o addirittura la madre.
"Salve, mi scusi se la disturbo, ma credo di aver ritrovato un oggetto appartenente a sua sorella o sua figlia…"
Dall’altra parte un lieve risolino… però non di quelli stupidi…. Era diverso…
"Crede bene, perché per quello stesso oggetto mi stanno smontando la casa, quindi non so come ringraziarla per aver evitato per lo meno la distruzione totale della cucina, unica stanza intatta rimastami… Se ha la gentilezza di aspettare un attimo, le chiamo subito quell’uragano
perdi-tutto di mia figlia!"
..Figlia… Quindi quella persona così cortese e dolce era sua madre… Strano a dirsi che nelle vene della ragazza, che aveva giudicato, con cognizione di causa, matta come una cavalla, potesse avere una genitrice dai modi talmente cortesi e raffinati…
"Michelle?? Vieni al telefono è per te!!"
"No, mamma non posso, chiunque sia digli che richiamerò più tardi…. E tu, Harrison, alza più in alto il materasso o non riuscirò mai a vedere se è finito lì sotto!!"
"Michelle ti prego vieni qui!!" Sentì dire alla donna con una certa rassegnazione, chissà perché aveva l’impressione che quando l’aveva definita URAGANO non stesse affatto scherzando, anzi… Per non parlare della battutina della casa distrutta, nello stralcio di conversazione che aveva udito, chiare erano state le parole ALZA, MATERASSO E SOTTO…. il che significava che davvero stava smontando la casa!
Forse non aveva affatto sbagliato a chiamare, per lo meno, la pace di un’intera famiglia era stata in parte salvaguardata!
"Ma sto cercando quel benedetto telefono!! So che è qui, lo sento, ma non riesco a trovarlo!!"
"Se tu mi facessi la cortesia di venire a rispondere, magari avresti le idee più chiare su quanto la tua testa sia fra le nuvole, ultimamente??"
"Ma si può sapere chi è di così importante?" Disse afferrando la cornetta "Pronto?"
"Bè per lo meno ho scoperto come ti chiami, oltre che il tuo numero di casa!" Era leggermente imbarazzato, aveva detto quella frase ancora divertito da quel diverbio casalingo, soprattutto riguardo le scarse doti da sensitiva che la ragazza credeva di avere, ma aveva completamente scordato il piccolo particolare, circa la sua sconosciuta identità per lei, che logicamente fu un po’ perplessa nell’udire quelle parole, soprattutto non riuscendo a collegare la telefonata, con il cellulare disperso e la caduta.
"Ma chi è? Non sarai un maniaco?"
"A parte che non credo che se lo fossi, te lo direi così liberamente…"
"Aspetta, ma io la tua voce la conosco…. Tu sei il ragazzo che mi ha steso stamattina!"
… Non ci credo, non è possibile!! Se sei tu potrei morire sul colpo, quindi vedi di non deludermi…. Vuoi vedere che stà storia del destino è vera?? Non oso immaginare la faccia di Jen quando glielo racconterò! Come minimo diventerà verde dall’invidia!!
"Detto così suona davvero male!!"
…SORRISO DA ORECCHIO AD ORECCHIO SULLA FACCIA DI MICHELLE…
"Bè, se ti può consolare, ci sono vari modi di stendere una persona ed io non ho specificato quale!! Comunque come fai ad avere il mio numero?"
… Uhmmm, ha iniziativa la ragazza…. Più va avanti questa telefonata, più mi accorgo che non ho fatto male a chiamarla, per lo meno questo giochino mi sta divertendo parecchio!
"Suppongo che la cosa che stavi ardentemente cercando prima sotto il materasso" .. cavolo,ha sentito tutto! Sto facendo una figuraccia dietro l’altra… "fosse il tuo cellulare!"
"Esattamente, ma come…. Non dirmi che ce l’hai tu…."
"Infatti! Dev’esserti caduto stamattina dopo l’impatto!" Fare battutine idiote era la cosa che gli veniva meglio ed in mancanza di altre armi, per telefono quello era il massimo che riusciva a fare.
"Non sono una meteora impazzita!" Poteva quasi vedere il broncio che poteva avere dall’altra parte del telefono, e la cosa lo incuriosiva molto. Era strano come riuscisse ad immaginare le varie espressioni dipinte sul volto di quella ragazza dopo averci trascorso appena pochi minuti assieme.
"Su questo avrei dei dubbi! Comunque pensando fosse tuo, l’ho raccolto ed eccomi qui!"
…Riconfermo la mia prima opinione… è bello, ma stronzo!… Comunque ha il mio cellulare ergo non sarebbe il caso di dirglielo apertamente…E poi diciamoci la verità, non che sia l’ultimo ritrovato della tecnologia, né ha grandi funzionalità, ma a quanti avrebbe fatto gola un nuovo telefono gratis?? E lui, invece, si è preso la briga di telefonarmi per restituirmelo!! Forse non è proprio stronzo… magari solo un po’ bastardo…
"Non so come ringraziarti!!! Non credo che qualcun altro me l’avrebbe restituito!! Avrei potuto rovistare in ogni angolo della casa e non l’avrei mai trovato…"
"In effetti credo che le tue doti da sensitiva, non siano un granché!!"
… Ma perché non gli tolgono davvero l’audio?? E’ davvero insopportabile quando fa queste battutacce!!
"Che fai ricominci ad prendermi in giro?? Se stai cercando di
battere un qualche record sul numero di cattiverie, battute, battutine, frecciatine e simili,
avvisami, almeno, non mi prendo il disturbo di offendermi!!"
"Credo che avrei già vinto tutto quello che c’è da vincere, comunque io ho un ostaggio e tu devi per forza subire ogni mia tortura, se vuoi rivederlo!"
"Questo è abuso di potere!! Ma visto che hai toccato l’argomento, quando credi potremmo contrattare la resa del prigioniero?"
"Che hai da fare stasera??"
"Dovrei controllare sulla mia agenda… Peccato sia incorporata nel
telefono!! Scherzo, non ho proprio nulla da fare! Quindi se ti va potremmo vederci al parco all’angolo tra…"
"No, se fosse possibile preferirei evitare posti così…"
..Non sarebbe affatto intelligente farsi beccare dai paparazzi già al primo pseudo - appuntamento, in più l’impressione, si è trasformata in certezza… lei non sa chi sono, quindi fino a quando potrò evitare di rivelarle chi sono perché non farlo?? Non mi sembra affatto un reato, e poi non è mia colpa mia se non va a cinema e non se ne interessa! Oltretutto indipendentemente da cosa potrà succedere, per ora nessuno sa che sono a Londra, tutti mi credono ancora a New York, perché spargere la voce fin da subito?? Tanto non ci impiegheranno troppo a trovarmi!…
"Ok, ok, per me è lo stesso, va bene per te la caffetteria del campus??"
"Quale? Ce ne sono parecchie, che io ricordi!"
"Hai ragione, scusami! Mi riferisco a quella tra il dipartimento di geologia e quello di Filosofia!!"
"Ah, sì ho capito qual’è! Ci andavo spessissimo con i miei amici prima!" Vecchi ricordi, a solleticare la memoria… Proprio non s’immaginava che quel posto esistesse ancora e che, soprattutto, per uno strano caso del destino, vi si dovesse recare proprio così presto. Non che fosse un luogo così particolare, ma praticamente tutti gli anni dell’università li aveva trascorsi lì, con i suoi amici, prima, dopo e spesso anche durante gli esami e scovare nella memoria la collocazione di quel posto gli aveva fatto tornare alla mente dei ricordi, ormai lontani secoli…
.. Allora non è uno nuovo……Si fa misteriosa la cosa…. Ma che mi frega del mistero, il pensiero di rivederlo, ma fa saltare tutti i collegamenti sinaptici…….
"Ok, allora ci vediamo lì dentro tra un’ora circa! Se arrivi prima di me, entra pure, non farti problemi cercherò di fare in fretta!"
"A dopo, allora!"
L’imperativo categorico in quel momento era VOLARE!!!!!!!
In realtà lo faceva già, visto che quella telefonata aveva risollevato le sorti di una giornata non proprio rosea, facendole toccare il cielo con un dito. Facendo un rapido calcolo, dovevano vedersi 60 minuti dopo, 5 gliene servivano per arrivare alla metro da casa sua, altri 30 per arrivare alla fermata del campus e 10 fino alla caffetteria, in sostanza aveva appena 15 minuti per lavarsi, decidere cosa indossare e farlo, truccarsi ed imbacuccarsi per benino, visto il freddo polare….
… Bene, proprio bene, se vado avanti così finirò per andarci in pigiama, ciabatte ed in ritardo, anzi ci aggiungo anche la borsa dell’acqua calda visto che ci sono!! Non ho nemmeno il tempo di telefonare a Meg, o Jen, per chiedere loro consiglio…….Non posso presentarmi all’appuntamento con il ragazzo più affascinante che abbia mai visto conciata come ogni giorno… Al diavolo, oggi ho avuto la prova che è il destino a decidere quindi che indossi un sacco di patate o un vestito all’ultima moda il risultato sarà sempre lo stesso….. o almeno spero……
Era, forse, un atteggiamento molto stupido ed infantile, in fondo si trattava pur sempre di un perfetto sconosciuto, magari solo molto gentile, che le voleva rendere un oggetto smarrito niente di più, non cercava né la donna della sua vita, né tanto meno un’amica, anzi probabilmente era anche fidanzato… Però la prospettiva di staccare per un attimo dalla quotidianità, e soprattutto da se stessa, dopo quello che era accaduto quel pomeriggio stesso con Kyle, le dava l’impressione di una boccata d’aria fresca.
Infatti con il ragazzo non era andata affatto bene, anzi… Diciamo che era parso alquanto irritato e nervoso, aveva cominciato a fare illazioni gratuite, sui suoi sentimenti, o addirittura aveva ipotizzato che ci fosse un altro, ma con tutto il rispetto per il bello sconosciuto, solo dei begli occhi non le avrebbero mai nemmeno fatto pensare, di lasciare il ragazzo, che aveva da due anni e mezzo…Poi logicamente avevano litigato furiosamente, chiudendo il tutto con un grosso schiaffo, la portiera della macchina sbattuta con tutta la forza che aveva e la porta di Meg spalancata ad accogliere una piccola cucciola spaventata e con grossi lacrimoni che scendevano dagli occhi.
Si, era proprio necessario staccare e pensare ad altro….
In fondo quel ragazzo sarebbe stato un diversivo come un altro, magari sarebbe diventato un amico o magari sarebbe sparito , così com’era apparso…. Su questo non poteva proprio esprimersi, nel frattempo indossò il cappotto ed uscì di casa.
Continua...
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Capitolo 4 *** Capitolo 4: Bloom … come… ***
Un giorno, per caso…di
Dolcemaia
Disclaimer:
Ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione per Orlando Bloom, da cui ho preso in prestito solo il personaggio.
Note dell’autore: Scusate il ritardo, ma
purtroppo le vacanze sono finite ed il tempo di riportare tutto sul pc già comincia scarseggia! Comunque volevo ringraziare anora tutte coloro che stanno seguendo questa fic, e che gentilmente mi recensiscono, in particolare Moon,che poverina si è sorbita lo sclero della mia febbre!
Robbie Williams : Sexed Up
Capitolo 4: Bloom … come…
Era già buio, l'umidità londinese era talmente densa che tutto sembrava ricoperto da una fitta nebbiolina bianca.
Strano a dirsi, ma quel clima così fastidioso se paragonato al caldo sole di Los Angeles, o alla calura estiva di New York, gli era davvero mancato tanto.
Il campus era pressoché deserto, l'unica compagnia era quella lucina rossa della sua sigaretta, fumata in totale solitudine, mentre i suoi passi risuonavano nel silenzio con una cadenza costante. Prima di entrare nella famosa caffetteria, aspirò l'ultima boccata, lasciando, poi, che il fumo uscisse lentamente dalla sua bocca, andandosi ad unire alla nebbia.
Tutta quella situazione l'aveva fatto sentire stranamente malinconico, ed anche un pò a disagio, come se si ostinasse ad indossare un maglione troppo stretto, o interpretare un ruolo che proprio non gli appartiene, cosa insolita per un attore; la verità era che, da quando era diventato una star di Hollywood, per lui non c'era più stata normalità e mai ci sarebbe stata; se inizialmente la cosa non lo aveva affatto toccato, ma anzi esaltato, con il passare del tempo era diventata una guerra insostenibile, apparentemente creata per logorargli i nervi.
Se a Los Angeles non poteva uscire a fare la spesa, cosa che, ad ogni modo, non accadeva molto spesso, a New York era diventato impossibile persino andare a comprare le sigarette, ed anche ora viveva con il terrore di essere preso di mira da un momento all'altro, e la calma, di cui stava godendo ogni momento, era solo dovuta al fatto che nessuno sapeva, ancora, che era a Londra ed era pienamente consapevole che non sarebbe durata ancora a lungo!
Tutta l'eccitazione per quell'incontro, se tale si poteva definire, visto che di ragazze anche molto più carine, poteva averne a bizzeffe, era svanita appena scorta l'insegna del locale.
In fondo perché fingere di essere un comune studente, quando poi ad ogni angolo c'era il pericolo che sbucasse un cartellone grande come un campo da calcio, con il suo primo piano in bella vista??
La storia della nostalgia familiare non avrebbe retto ancora a lungo, tanto più che si era già trasferito nel suo vecchio appartamento, quindi era solo a Londra, come lo era a New York ed il fatto che sua madre fosse a soli sei isolati di distanza, non cambiava molto le cose.
Inutile pensarci, in quel momento, non avrebbe fatto alcuna differenza e poi perché rovinarsi la serata con dei pensieri che nolente o dolente il giorno dopo sarebbero, lo stesso, rimasti lì. Gettò la cicca per terra, pestandola, ed entrò.
Faceva davvero molto freddo, si era imbacuccata a dovere, eppure continuava ad avere i brividi, i più quelli che dovevano essere dieci minuti di cammino al massimo, dalla metropolitana alla caffetteria, sembravano essere diventate ore. Certo, si sentiva un pò in colpa ad uscire un paio d'ore dopo aver mollato il suo ragazzo da sempre ed, inoltre, se qualcuno l'avesse vista, cosa molto probabile, in due secondi la voce di una presunta relazione sarebbe arrivata all'orecchio di Kyle, dopodiché avrebbe potuto dire serenamente addio alla vita..
Non che fosse mai stato violento, non era assolutamente il tipo, però era molto orgoglioso, un pò come lei, ed il fatto stesso di essere stato < scaricato > lo aveva molto irritato... come se dopo tanto tempo assieme < scaricare > fosse il termine adatto...
Preferiva pensare che fosse stata una decisione presa da entrambe le parti, perché non era materialmente possibile che lui non si fosse accorto dei loro continui disaccordi persino sulle cose più superficiali, di quell'insormontabile incompatibilità di carattere, che li aveva inesorabilmente divisi nel tempo... era come offendere la sua intelligenza e Michelle sapeva che se c'era una cosa che avevano fatto per troppo, era ignorare tutto, far finta di non vedere...
Non potevano stare insieme in memoria di un tempo che fu, e come finalmente era riuscita ad accettarlo lei, doveva farlo anche lui!
Inutile polemizzare, parlare e agire in modo più o meno giusto, non ci sarebbe stato verso di rimettere assieme e cose, anche con tutta la pazienza del mondo, tutte era cambiato ed il fatto che lei fosse lì, davanti a quella porta, ne era la prova lampante. Stava crescendo, stava cambiando e varcata quella soglia avrebbe dovuto imparare a cavarsela da sola, a camminare con la sola forza delle proprie gambe!
Il posto era piuttosto rustico, con dei tavoli rettangolari posti ai lati lungo le pareti, ognuno dei quali attorniato da due panche anch'esse in legno scuro, con al posto della spalliera un separé che dava loro quel tanto di intimità richiesta; ad una prima occhiata poteva sembrare vagamente tetro, ma in realtà era solo < appartato >.
Il ragazzo era seduto all'ultimo tavolo ad angolo, vicino alla finestra a vetri colorati, con una grossa tazza di caffè in mano, e sguardo perso nel vuoto. Sarà stato l'atteggiamento assorto, oppure l'atmosfera dl posto, ma le sembrava ancora più affascinante della prima volta in cui l'aveva visto, eppure a parte la camicia, stavolta più essenziale, tutta nera, nulla era cambiato, probabilmente si trattava più di una questione di punti di vista, visto che stavolta era in piedi e non sul pavimento....
Improvvisamente, forse sentendo l'attenzione di qualcuno su di sé, lui alzò gli occhi e la vide. Era piuttosto imbarazzante, si sentiva come una bambina scoperta a rubare le caramelle, perciò decide di fingere indifferenza, gli sorrise più dolcemente che poté, e sollevò la mano salutandolo, appellandosi a tutti i Santi che conosceva nella speranza di non essere arrossita come un pomodoro, cosa che, però, era accaduta e ad Orlando non era affatto sfuggita.
...I casi sono due.... o è molto molto furba e fingendosi timida, insicura ed ingenua, vuole fregarmi, magari sperando di riuscire a tirare su un gruzzoletto dalla mia immagine, cosa che però a pelle non mi sembra, oppure è proprio così....
Era arrivata al tavolo e dopo essersi sfilata i guanti, stava tentando di fare la stessa cosa con la sciarpa coordinata, in previsione di sedersi con < finta > disinvoltura proprio di fronte al ragazzo! Era una stupidaggine negare che con il solo guardarla la faceva sentire terribilmente in soggezione e qualche istinto primordiale le faceva sentire che non era affatto il genere di ragazza a cui era abituato e il suo modo di osservare ogni suo più piccolo movimento, con la massima attenzione, come se le stesse facendo una radiografia la faceva sentire terribilmente a disagio. E poi non era assolutamente più abituata a quel genere di situazione, certo prima di Kyle le era capitato di uscire qualche volta con dei ragazzi, anche se non erano perfetti sconosciuti come in quel caso, ma mai si era sentita così fuori luogo....
Comunque per aggravare quel suo stato d'animo, la bloccò prima che potesse sedersi.
"Prima che tu ti sieda, ho una domanda da farti!!" Aveva uno sguardo estremamente serio e questo le mise addosso un senso d'inquietudine indicibile, mai avrebbe potuto capire a cosasi riferisse, tanto più che cosa avesse da dirle di tanto importante proprio le sfuggiva. Infatti, con la faccia stupita, se ne restò lì, in piedi, imbambolata, mentre lui la fissava portandosi la tazza di caffè alle labbra e dopo averne preso un sorso, la fece dondolare tenendola con due dita.
... Dio, quant'è affascinante.....
"Credi che potrebbero accusarmi di pedofilia, se mi beccassero con te??"
La faccia di Michelle non la sciava dubbi, era un misto tra il mi-stai-prendendo-per-i-fondelli e il sei-completamente-pazzo..
"Sai com'è.... Tu sei carina ed io non sono cieco... Insomma se ci cogliessero in flagrante, vorrei essere preparato!"Sorrideva e sembrava pure parecchio divertito.
Ora che ci fosse un qualcosa di sadico in lui, si era capito fina da quando l'aveva presa in giro dopo la caduta, ma che si divertisse fino a quel punto, proprio era assurdo! Non che l'avesse terrorizzata nel vero senso della parola, però quel suo sguardo, all'inizio le aveva davvero fatto presagire ogni tipo di calamità naturale e poi se ne veniva fuori con quella cosa?? Era anche vero che le aveva detto che era carina, e ci sarebbe volentieri stato, ma era proprio il caso di esordire così?
E poi cos'era quella una proposta? Una presa in giro? Aveva deciso di giocare pesante? No, perché se credeva che si sarebbe fatta incartare, solo perché aveva accennato a qualcosa di non molto casto, senza che lei nemmeno sapesse come si chiamava, si sbagliava proprio. Poteva sembrare piccola, innocente e innocua, ma spesso le apparenze inganna e lui avrebbe dovuto saperlo.
Sfoderando il suo migliore sorriso, prese posto e si tolse il cappotto, facendo sfoggio del maglioncino rosa, per cui aveva optato, dopo aver fissato per quindici minuti in modo piuttosto ebete, il suo armadio.
"Mister battuta pronta torna all'attacco, eh?" Si limitò a rispondergli, incrociando le braccia ed accarezzandosi il braccio, da spalla a gomito. Non era un gesto particolare o premeditato.. Non era proprio niente, se non un riflesso del tutto naturale che aveva avuto, eppure era stato qualcosa che
aveva colpito molto Orlando. Forse perché si trattava di una situazione o di una persona comune, a cui non era più abituato, o forse, più probabilmente, perché le super modelle che frequentava, tutte curve e zero cervello, non avrebbero mai avuto modi tanto semplici e soprattutto spontanei, ma pur di apparire, avrebbero ignorato ogni brivido di freddo sfoggiando soddisfatte mini-abitini stile nuda-sulla-neve.
Era una stupidaggine, che però calamitò totalmente la sua attenzione…
"Hai freddo?" Era dolce, sembrava davvero quasi preoccupato, cosa che la stupì non poco, anzi credeva che non fosse quel genere di cose a cu un ragazzo poneva attenzione…. Era combattuta se imputare quell’attenzione ad una sensibilità particolare, o a semplice acuta osservazione.
"N, non preoccuparti, ero semplicemente abituata alla temperatura interna con indosso il cappotto! Comunque io sono Michelle Austen!" Gli disse tendendogli la mano.
"Come la scrittrice!" Strano scherzo del destino… Forse era proprio per quello che aveva quella passione per la letteratura, aveva il cognome di una famosa scrittrice era un’eredità da gestire bene. Annuì sorridendo, probabilmente era contenta che qualcuno avesse un minimo di spirito d’osservazione e notasse la cosa.
Doveva proprio ammetterlo.. Aveva un bel sorriso e dei begli occhi verdi; nell’incontro mattutino non aveva avuto né modo, né tempo di faci caso, ma si era trattata solo di una stupida distrazione.
…E’… è … luminosa….. ecco un aggettivo che le si adatta perfettamente!!
Ora, però, sorgeva un problema. Come dirle che lui era il famoso Orlando Bloom?? Proprio non aveva pensato al fatto che avrebbe potuto chiederle il nome, in fondo lui il suolo conosceva, quindi una presentazione dal suo punto di vista non era affatto necessaria, eppure era evidente che lei stava aspettando un nome… uno qualsiasi sarebbe andato bene…. Bastava un solo nome……
"Orlando.." Le strinse la mano, decidendosi, poi, all’ultimo, per un più sensuale baciamano, sperando di cancellare quell’espressione perplessa dal viso di Michelle che non sembrava essersi accontentata.
"Orlando e poi?? Ce l’avrai un cognome, no?" Teneva ancora quella manina bianca, tra le sue. Un contatto così, chi se lo poteva dimenticare e per fingere indifferenza si era aggrappata al primo appiglio di conversazione che le era capitata; evitare di pensare all’ondata di sensazioni che la stava sconvolgendo, era necessario, e proprio non poteva immaginare di essere andata a toccare un argomento così difficile per lui.
"Bloom!" La frittata era stata fatta, non era mai stato un amante delle bugie e cominciare in quel momento, per una cosa, o persona, che per il momento non era così importante, non gli sembrava proprio il caso. Faceva l’attore, ma solo sul posto di lavoro, nella vita doveva essere lui al 2000%, non per niente aveva deciso di scombussolare la sua vita a quel modo e tornare a Londra. Comunque nel dirlo aveva abbassato la voce, forse per rassegnazione o forse sperando che lei non capisse bene.
"Bloom…come…" era già pronto agli urletti di rito, sperava solo che non ci fosse troppa gente attorno, entrando non vi aveva fatto troppo caso, "… lo scrittore!"
Stupore sul suo viso… forse era proprio destino….tutto si stava incastrando come un puzzle per entrambi….
"Veramente era mio padre…"
BELLA FIGURA DA IDIOTA…. Potevano darle la laurea ad honorem solo per la bravura che aveva nel dire spropositi colossali.. Lui, almeno, le battutine cattive le faceva spiritose, lei, invece, con la delicatezza di un elefante in un negozio di cristalleria, gli era passata sopra distruggendolo.
"Mi dispiace… scusa!" Sembrava davvero mortificata. In effetti, in quel momento l’unica parola che continuava a venirle in mente era DEMENTE!!!
"Non importa, anzi mi ha fatto piacere!! In pochi mi associano a lui!" Vedendo già l’espressione della ragazza, immaginava già che stesse per chiedergli il perché, quindi saggiamente decise di evitare che magari il discorso si portasse su temi più pericolosi per la sua identità e si affrettò ad aggiungere "Credo sia per la scarsa attenzione della gente!" Ora stava mentendo, anche se tecnicamente, preferiva più vederla come glissare su una parte della sua vita un po’ troppo invadente, il che non gli sembrava certo un reato, e poi si trattava solo di una ragazza carina, conosciuta per caso, mica della donna della sua vita…
Era una situazione nuova eppure più i minuti passavano, più si sentivano a loro agio, o meglio Michelle lo era, perché Orlando era sempre, comunque, apparso molto spigliato e disinvolto, abituato com’era a stare in contatto con degli estranei, tanto che la ragazza dopo aver ordinato il suo abituale Irish coffee e un pezzo di dolce, lo costrinse a mangiarne una parte, arrivando addirittura ad imboccarlo, quando lui la sfidò a farlo, cosa che logicamente non dispiacque per nulla ad entrambi. Comunque si era trattato di un qualcosa di molto più scherzoso, che malizioso.
Una parola tra l’altra, la serata trascorse permettendo loro di conoscersi un po’ meglio. A dir la verità, Orlando fu molto stupito dal sapere che Michelle frequentava dei corsi di letteratura avanzata alla Guildhall, non per fare l’attrice, ma semplicemente perché li aveva scelti, seppur difficilissimi, ma a suo parere troppo interessanti per ignorarli, come complementari facoltativi del suo corso di laurea in gestione manageriale, quindi non avevano una grande importanza, al posto di due esamucoli stupidi di economia spicciola, a cui facevano capo tutti gli studenti della sua facoltà, comprese Meg e Jen.
Certo che di fegato ne doveva avere, ed anche parecchio, visto che non era affatto facile, tanto più che non vi era costretta.
Paradossalmente, si erano trovati nella stessa situazione seppur con modalità diverse. Avevano dovuto prendere una strada decisamente in salita e molto tortuosa, per riuscire ad avere prima rispetto per se stessi e per le proprie capacità ed in secondo luogo averne dagli altri!
Poi gli aveva raccontato di Meg e Jen e dell’amicizia tutta speciale che le legava, infine erano arrivati al tasto dolente Kyle. Bisogna sottolineare che un certo cruccio era dipinto sul viso di Orlando quando aveva sentito uscire dalle labbra di Michelle le parole < relazione… due anni e mezzo > tutte correlate nella stessa frase, però era immediatamente svanito, alla notizia che si trattava di una storia, con ottime probabilità,del tutto archiviata.
Tutto ciò però, non perché avesse mire ben precise, infatti aveva abbandonato l’idea che potesse trattarsi di un’avventura da una notte e via, nel preciso istante in cui l’aveva vista fissarlo, appena entrata nel locale, ma semplicemente perché aveva avuto l’immediata impressione che Michelle fosse, con tutti i suoi assurdi difetti ed isterismi, di cui aveva avuto una piccola prova, una persona molto dolce e sensibile, di quelle sempre disposte a dare tutto agli altri, nonostante la caparbietà e la forza d’animo che mostrava, e proprio era sprecata per un idiota troppo preso da se stesso e dai propri obiettivi, come in fondo, lo era anche per lui stesso.
D’altra parte, lui era stato molto avaro di parole, cosa strana visto il suo innato egocentrismo, eppure per tutta la serata aveva preferito stare ad ascoltare e farle le faccette, quando sentiva qualcosa che lo incuriosiva, costringendo la ragazza a ridere e ridere…
C’era qualcosa che lo attirava non poco, forse era il modo in cui gesticolava o quanto erano espressivi i suoi occhi, che secondo l’argomento cambiavano nella luce ed anche nelle sfumature, oppure il suo essere diversa da tutte le altre, il che non è sinonimo di perfezione, ma solo di distinzione. Non a caso, una persona che in Inghilterra non aveva la più pallida idea di chi fosse Orlando Bloom, non era proprio usuale, e non perché ormai la sua fama, fosse così diffusa, ma semplicemente perché si trattava della terra che gli aveva dato i natali.
Comunque la decisione di sorvolare sulla sua vita dipendeva anche dal timore di darsi la cosiddetta zappa sui piedi, raccontandole qualcosa che non avrebbe dovuto, perché parlare liberamente con qualcuno gli capitava troppo raramente e avendo, ora, una vaga idea di quale fosse il suo carattere, sapeva già a priori che scoprendo subito la verità sarebbe scappata via spaventata.
Insomma alla fine, Michelle non aveva scoperto molto su di lui, oltre che lavorava più o meno stabilmente negli Stati Uniti, ma su cosa facesse era stato molto vago, e si era trasferito a Londra per prendere una specializzazione e per stare un po’ in famiglia… Non molto in verità, però le bastò, visto che l’alone di mistero che lo avvolgeva era piuttosto ammaliante.
Orlando, infatti, fu ben felice della discrezione della ragazza circa la sua vita sentimentale, cosa di cui lui non si era minimamente preoccupato, domandandole di tutto su Kyle, anche perché non avrebbe saputo davvero cosa risponderle, vista la sua situazione alquanto complessa ed ambigua con Kate…
Tirando le somme era stato un incontro abbastanza interessante per entrambi….
Erano già fuori da qualche minuto e la temperatura proprio non permetteva di restare un altro po’ lì, perché avrebbero corso il serio rischio di congelarsi. Michelle si strinse i lembi del cappottino che indossava e pensò, guardando dritto negli occhi di Orlando, fermo davanti a lei, che non sarebbe stato affatto male potervisi perdere senza alcuna preoccupazione d tutto il resto..
Sarebbe stato davvero bello, ricominciare tutto da principio, navigare in un oceano del tutto sconosciuto per entrambi e scoprire che si è davvero, come l’altro sogna!
…. FOLLIE DI UNA VENTIDUENNE, APPENA TORNATA SINGLE E SOTTO IL CHIAR DI LUNA CON IL RAGAZZO PIU’ AFFASCINANTE CHE ABBIA MAI VISTO….
Peccato proprio non si potesse fare e lui restasse un estraneo, forse un po’ meno sconosciuto.
"Ho la macchina qui vicino, posso darti io uno strappo!"
"Non ce n’è bisogno, sono ad appena dieci minuti dalla metro!"
"Non era una domanda era un’affermazione!! E poi dalla metro a casa tua quanto sarebbe??"
"Bè…" l’imbarazzo era al massimo, praticamente identico a quello d’inizio serata, che era del tutto svanito, dopo cinque minuti. Non era il fatto in sé a stupirlo, quanto la velocità con cui alzava un muro per tenerlo a distanza. Certo, che non fosse un maniaco, l’aveva già capito, però era pur sempre poco raccomandabile accettare un passaggio da un ragazzo di cui sapeva davvero troppo poco, almeno quanto lo era, andare in giro per la città, a quell’ora tarda, con la metro. ".. sono circa trenta minuti fino alla mia fermata, più altri dieci a piedi fino a casa!"
"Allora ti accompagno io, non mi costa nulla!" Possibile che non avesse ancora capito, che non aveva alcuna intenzione di farle del male? Anzi, avrebbe volentieri fatto qualcosa che non poteva che farle piacere… sempre che lei lo avesse voluto logicamente.
"Orlando, davvero, vado da sola!! E poi ho con me un libro da finire assolutamente entro domani e solo sulla metro avrò tempo e modo di farlo! Comunque ti ringrazio lo stesso!" Detto ciò gli si avvicinò, lo baciò sulla guancia, arrossendo lievemente, ed andò via.
Forse era stato un po’ azzardato prendersi quella libertà, ma alla fine che male c’era? Era certa che lui non si sarebbe certamente scandalizzato per un misero ed innocente bacetto sulla guancia, infatti lui era rimasto lì, in piedi, impassibile, prendendo un’altra boccata dalla sigaretta che aveva acceso poco prima.
Eppure qualcosa era cambiato…
… Ha un profumo strano… fresco… di fragole, ma non si tratta di un qualcosa di artificiale, finto, ed anche un po’ stucchevole, come lo era quello di Kate… Sembra più l’odore di una bella giornata di primavera, dopo una nottata di pioggia, con la rugiada che bagna ancora immense praterie in fiore e quel piccolo, ma fitto, cespuglietto di fragoline selvatiche… Se mi sentisse Dominic, mi farebbe rinchiudere all’istante… Se comincio a fare questo genere di pensieri solo per un bacetto sulla guancia, sinonimo di un più classico TI-MANDO-IN-BIANCO-E-TE-LO-SBATTO-IN-FACCIA, la neuro è il posto migliore in cui posso finire… Comunque non credo appartenga a quella categoria… Mi sembra più una bambolina di porcellana con il carattere di Rambo!!
… Calmiamoci… Che io sia sempre stata una persona pudica, e forse anche troppo, è ormai cosa nota, ma è mai possibile che in bacio sulla guancia possa mandarmi in tilt in questo modo?? Cavolo ho ventidue anni, mica dieci!!! Eppure non sento quasi più il freddo, anzi temo che da un momento all’altro sarò proprio io ad andare a fuoco… Però… Bè… però.. è stato bello… La sua pelle ha un odore ed un delicatezza.. inspiegabile… Ero convinta sapesse solo ed esclusivamente di tabacco, visto quanto fuma, eppure si tratta di una nota appena percettibile, non so.. Non è nulla che riuscirei a descrivere nemmeno usando tutte le parole del mondo… E poi la sua guancia… nonostante fosse un po’ ispida, a causa di quel velo di barba incolta che aveva era…. Era lo stesso morbida…
Con gli occhi persi nel vuoto si sfiorò le labbra con una mano. Che cosa stupida! Eppure era stato come un richiamo, non avrebbe potuto anche opponendosi, farne a meno.
Dopo il bacio si era girata ed era andata via, più che altro per evitare una sua reazione, però quel contatto seppur minimo le aveva trasmesso un certo senso di euforia e voglia di ricominciare una nuova vita..
Sorrise appena e rinfilò di nuovo nella mano nella tasca del cappotto. In giro non si vedeva e sentiva proprio nessuno, a parte il rumore dei suoi passi sulla brecciolina. La strada era a malapena illuminata dai lampioni, quando improvvisamente i fari di una macchina, alle sue spalle, l’avvolsero.
Sperando che si trattasse solo di un passante, continuò per la sua strada accelerando solo appena il passo, era inutile preoccuparsi per ogni cosa vagamente sospetta, era normale che delle macchine passassero per quella strada; dopo un pò però dovette convenire che l’auto la stava proprio seguendo e logicamente cominciò a maledirsi per non aver accettato il passaggio di Orlando.
… Maledetta la mia testaccia dura!!! Sono una stupida, che sia universalmente riconosciuto!! A quest’ora potevo già essere a casa, al calduccio, o magari ancora in compagnia di Orlando, il che non mi sarebbe affatto dispiaciuto, ma io, noooooooooo, devo fare la super donna e vantarmene pure, vero!! Ed ho rifiutato!! Ed ora se vengo sgozzata e lasciata sul ciglio della strada, me lo merito pienamente!!!! Stupida, stupida e STUPIDA!!!! Oltretutto non ho nemmeno il suo numero di telefono, magari se fosse stato nei paraggi non avrebbe ritirato l’offerta!! Ed ora come faccio?? E se si tratta di un serial - killer?? Non ho nemmeno nulla per difendermi, a parte la pinza per i capelli, ma non credo che servirà a molto!! Perché ho smesso di andare al corso di autodifesa, dopo la prima lezione, perché???
Istintivamente strinse il cellulare che aveva in tasca, fino a quando questo magicamente, come se interpellato, cominciò a suonare. Michelle, senza fermarsi, lo tirò fuori e guardò lo schermo luminoso perplessa.
< ORLANDO >
"Ma come.. Pronto?" D’accordo era una risposta stupida, tanto più che il nome non lasciava molte alternative sull’identità della persona, ma era pur vero, che lei non immaginava nemmeno, che lui avesse preso il suo numero e si fosse preso la briga di memorizzare il suo.
"Credevi che non avrei colto l’occasione di prendermi il tuo numero, dopo che me l’hai servita su un piatto d’argento?"
"Speravo lo facessi"
SILENZIO DALL’ALTRA PARTE
Continuava a fare una sciocchezza dietro l’altra, collegare il cervello prima di aprire la bocca non era un’idea da scartare a priori, avrebbe dovuto ficcarselo in testa e poi non era certo il momento adatto di pensare e dire quel genere di cose, visto che la macchina che la seguiva si era fatta ancora più vicina.
"Che ne dici di fermarti e dirmelo in faccia?"
"In faccia?" Ma di chi si trattava dell’uomo del mistero?
Michelle si fermò guardandosi attorno, mentre il presunto killer fermava l’auto al suo fianco, al che notò il finestrino abbassato.
"Allora che fai sali?? O vuoi giocare ancora un po’ a Wonder Woman?" Era lui… L’aveva praticamente fatta morire di paura, aveva rivisto quasi tutta la sa vita come in un film, aveva già pensato al necrologio che le avrebbero fatto e poi pretendeva di venirsene fuori solo con un sorrisino intrigante e sexy?? Bè, forse poteva pure bastare!
Dopo averlo guardato con aria imbronciata, salì sull’auto. Non aveva decisamente più voglia di tornare con la metro…
Continua…
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 : Il professore ***
Un giorno, per caso…di Dolcemaia
Disclaimer: Ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione per Orlando Bloom, da cui ho preso in prestito solo il personaggio.
Nota dell’autore: I ringraziamenti sono dovuti, come al solito… Siete gentilissime, però questo capitolo è dedicato ad una persona a cui l’avevo promesso… Moon… Sei un tesoro!!! ^__^
Spiegazione:
Questo capitolo esige una spiegazione… Come avrete modo di leggere si parla di un’aula universitaria; sinceramente io non ho idea se differiscono e in cosa differiscono quelle inglesi da quelle italiane, ma in questo specifico caso, io ho preso spunto da quelle che sono < costretta > a frequentare io. So già che sarò poco chiara, comunque sono strutturate sullo stile degli antichi teatri greci; sono a gradoni su ognuno dei quali vi sono delle file di banchi, decisamente molto più piccoli e meno confortevoli di quelli normali, in basso c’è la cattedra e le lavagne, dove generalmente si trova il professore, e a salire ci sono appunto questi banchi fino alla sommità dove c’è l’entrata. Spero di non avervi confuso ancora di più, probabilmente questa spiegazione potrà sembrare superflua per qualcuno, ma, ad esempio, io prima di metterci piede non avevo la più pallida idea del come fossero.
Blue - Signed, Sealed, Delivered I'm Yours
Capitolo 5 : Il professore
Avevo dovuto combattere con tutte le sue forze per non farsi trattenere oltre da Meg e Jen, le quali smaniavano letteralmente per farsi raccontare ogni singolo particolare dall’uscita della sera prima con il famoso sconosciuto.
Inutile dire che secondo le sue previsioni, l’invidia per la favorevole sorte toccatale, aveva avuto picchi sensazionali quando aveva raccontato loro delle due telefonate, ma era niente in confronto alle loro facce, quando aveva letto il semplice, ma significativo sms che le aveva inviato per darle la buonanotte…
< Sogni d’oro, mia dolce principessa… Tuo, principe."
Diciamo pure che lei stessa, sul momento, leggendo una prima volta quelle poche parole, tanto innocenti quanto stupende, era rimasta pietrificata, ma anche la seconda, la terza e la quarta volta, quel testo che scorreva immutato sullo schermo luminoso, le provocò una strana sensazione.
Eccitazione… Meraviglia… Gioia… Felicità… Sorpresa…
Tutto e niente, una cosa era certa, da quel momento un sorrisino alquanto ebete le si era stampato in faccia e le era venuta una gran voglia di saltare da una parte all’altra, peccato che fosse già a letto quando l’avevo ricevuto e i suoi genitori avrebbero potuto cominciare a farle domande sul tipo di droghe che assumeva abitualmente, se l’avessero sentita…
Kyle si era ingegnato sempre decisamente di più nel dedicarle parole d’amore, forse troppo; ciò che le scriveva era l’apoteosi della letteratura, addirittura si sprecava in metafore e figure retoriche ricercate, insomma si trattava di frasi che avrebbero potuto stravincere qualsiasi concorso di poesia senza troppi indugi, ma che a lei avevano sempre detto troppo poco. Aveva sempre avuto l’impressione che gliele scrivesse, perché doveva, non perché sentiva quelle cose, che di concreto con loro non c’entravano niente, ma come può una ragazza innamorata rimuginare su un qualcosa che in teoria per lei doveva essere solo bello…
Invece Orlando…
Era pienamente consapevole del fatto che stava un tantino esagerando, perché alla fine dei conti non conosceva quasi per niente quel ragazzo, che un sms non è nulla di concreto e mai come in quel momento, dopo la batosta presa per il naufragio di una storia che reputava inattaccabile, doveva andarci piano, ma si era ripromessa di prendere la vita come veniva, senza problematizzare troppo e se 160 caratteri le davano quella scossa magica per alzarsi la mattina e dire che sarebbe stata una bella giornata solo perché fuori c’era il sole, perché non avrebbe dovuto farlo?
Ancora sorrideva a pensarci, nonostante fossero passate parecchie ore e lei era già in aula, in attesa del professore per la lezione. Probabilmente, quello che provava, era solo una leggera infatuazione, o quel senso di novità ed eccitazione di essere < preda > di qualcuno, o il benessere che le dava il fatto che un tipo come Orlando, bello, intelligente, sfrontato e terribilmente sexy, almeno un pochino era interessato a lei!!
… Basta pensare a queste romanticherie, gli esami di fine semestre sono vicini ed io devo ancora finire questo libro…
Si disse, mentre sbirciava da sopra gli occhiali da vista, che metteva solo ed esclusivamente quando studiava, il professore che dava spiegazioni ad alcuni ragazzi prima della lezione. Era sempre così, fila di zucche vuote, e galline spennacchiate ritardavano sistematicamente l’inizio delle lezioni e di conseguenza anche la fine, per fare domande di totale inutilità solo per mostrarsi agli occhi del professori attenti e studiosi, cosa che ad una sola occhiata veniva smentita, oppure per mostrarsi e basta…. Classico…
Incurante tornò al suo testo nella speranza di riuscire finalmente a terminarlo entro la giornata, o almeno quella era la sua intenzione, se non fosse stata costretta, visto il tono di voce che sfiorava il limite di decibel consentito dalla legge, ad ascoltare due ragazze, alle sue spalle che facevano dei complimenti piuttosto spinti, sulla sottile soglia dell’osceno, eufemisticamente parlando, sulle gambe ed in particolar modo sul fondoschiena da urlo di un terzo individuo, che in base alle loro chiacchiere da pettegole stava proprio in quel momento scendendo le scale.
A giudicare delle parole profuse circa la sua bellezza, Michelle per un attimo pensò che si trattasse di un vero e proprio angelo e logicamente la curiosità la spinse a girarsi; per un attimo ebbe la terribile sensazione di essere totalmente rincretinita, proprio non poteva credere ai suoi occhi… Era lui, Orlando, nonostante si nascondesse dietro un vistoso paio di occhiali da sole, nero scuro, di quelli a goccia.
La vide praticamente subito, non che per lui fosse una novità, aveva capito fin da subito che avrebbero dovuto frequentare assieme quelle lezioni, ma non gliel’aveva detto per non perdersi l’effetto sorpresa. E si complimentò con se stesso per averlo fatto, quel visino incredulo e spiazzato sarebbe stato, probabilmente, l’unica nota positiva della giornata, quindi perché privarsene. Le sorrise, la raggiunse e le diede un bacio sulla guancia, sussurrandole un < Ciao > che fece impazzire del tutto i suoi ormoni, e aggiunse con il tono di voce più sensuale che avesse.
"E’ libero questo posto?" Michelle totalmente rintronata, si limitò ad annuire, spostando da un lato la sua roba, per fargli spazio, vedendolo abbandonare una sacca, contenente presumibilmente dei quaderni e il giubbotto per poi proseguire verso il professore.
Riprendendosi dallo stato comatoso in cui era caduta, non appena aveva incontrato i suoi occhi, è inutile riferire i suoi pensieri quando l’aveva baciata, si rese conto che le due oche, che nel frattempo seguendo la scena erano letteralmente schiattate dall’invidia, non avevano affatto torto anzi….
La visione posteriore dell’intera figura di Orlando le aveva fatto immediatamente pensare solo una cosa… Avevano ragione ragione quelle due… Era stato fatto davvero bene quel ragazzo, a parte qualche rotellina che era evidente gli mancasse.
Davanti a questa visione celestiale pensò al fatto che si era mostrata ai suoi occhi in una tenuta non troppo brillante. Occhiali piazzati sul naso, che era convinta, su di lei non avessero quel fascino da intellettuale, di cui molti vantavano, capelli legati con una stupidissima penna biro, e l’abbigliamento… Meglio lasciar perdere, non si era mai curata molto di mantenere un certo standing quando andava a lezione, non per niente aveva fatto un’attenta selezione dei suoi abiti, separando quelli < da uscita >, da quelli < da facoltà >, che consistevano di fatto in jeans di vari colori, ma non eccezionali, più su uno stile comodo, e una serie di felpe, felpine, maglioni e maglioncini che non esaltavano proprio nulla.
Quante volte Jen le aveva detto di evitare quel look da secchiona maschiaccia e darsi un’aggiustatina per andare in facoltà, ma no, si era sempre rifiutata, non ne aveva mai trovato utilità, non seguiva le lezioni per trovare un ragazzo, ne aveva già uno, ma questo era allora, adesso le avrebbe fatto davvero comodo, per una volta, non avere la testa così dura, e aver ascoltato quei consigli.
…Un attimo?! Che diavolo ci fa lui con il professor Miller!!!
Il cervello non era ancora del tutto fuso, fortunatamente, e ritornando nel pieno delle sue facoltà mentali, non poté non constatare che i due si conoscevano, vista, inoltre, l’insolita cordialità con cui si erano stretti la mano e il sorriso stampato sul volto del tanto temuto professore, che era sempre stato molto avaro nell’elargire segni di un qualche sentimento positivo, o d’approvazione, tanto quanto lo era con i voti…
Che Orlando avesse compiuto il miracolo?? Poco probabile.
Nel frattempo un dubbio atroce si stava facendo largo nella sua mente… La sera prima le era capitato di parlare con lui di università e gli appellativi che aveva utilizzato per definire il suddetto professore non erano stati molto amichevoli, tutt’altro e considerando che i due uomini avevano pericolosamente cominciato a guardarla ed indicarla, dicendo qualcosa che non era riuscita a decifrare dal solo labiale, non è che Orlando aveva aperto la sua "bocca-di-rosa" per spiattellare tutta la conversazione??
Terrore puro era calato sui suoi occhi, e perdurò anche quando il ragazzo abbastanza soddisfatto, era tornato a prendere posto accanto a lei
….MALFATTORE…
"Ho una buona notizia per te!"
Davanti a lui solo uno sguardo totalmente assente.
….GIUDA… Anzi, Bruto… mi pugnali alle spalle, eh??
"Che hai? Sei bianca da far paura, sembrerebbe che tu abbia visto un fantasma!!"
"Gli hai detto tutto… Non ci posso credere!!! Tu lo conoscevi, mi hai fatto parlare ed ora gli hai detto tutto!!! Sono rovinata!!" E dicendolo con un’espressione che andava ben oltre il disperato, si poggiò la fronte sul braccio. Orlando non sapeva se ridere o no, gli sembrava tutto così assurdo, proprio non riusciva a capire a cosa o chi si stesse riferendo, che avesse proprio beccato una psicopatica?
"Ma che stai dicendo… A chi dovrei aver detto tutto?" Le prese con forza il viso costringendola a guardarlo, ma da lei non venne fuori nemmeno una parola, alzò solo l’indice indicando il professore.
"Tu sei pazza!!" Quasi le urlò, scoppiando a ridere e smorzando così la tensione che si era creata, per un attimo aveva davvero temuto di aver fatto qualcosa di male, "Comunque se ci tieni tanto faccio ancora in tempo a raccontargli tutto!" E si alzò in piedi, per darle ad intendere che era quello il suo scopo. Era chiaro che stesse scherzando, ma in Michelle, il terrore si era trasformato in irritazione, perciò non appena lui guadagnò la posizione eretta, gli afferrò il braccio, tirandolo talmente forte da farlo ripiombare sulla sua sedia.
"Tu di qui, non ti muovi affatto!"
"Mi piacciono le ragazze piene d’iniziativa!" Era assolutamente ed irrimediabilmente odioso quando faceva così, il che era accaduto due o tre volte da quando si erano incontrati, ma erano state più che sufficienti per capire che un istinto omicida avrebbe potuto coglierla in quegli istanti. Vista dall’esterno poteva anche sembrare una battuta ironica, ma con i nervi a fior di pelle, quelle parole avrebbero fatto uscir di senno anche un Santo!
Erano mesi e mesi che sgobbava come una matta per soddisfare quell’odioso figuro, che ogni volta, ogni santa volta, le restituiva i compiti che le affidava, dicendosi poco soddisfatto, cosa che con altri non faceva! No, il signore aveva un sadismo particolare, divertendosi facendole girare l’intera città alla ricerca di libri introvabili, facendole perdere la vista per decifrarli e poi rimandarla a casa con una miserissima sufficienza, se era particolarmente ispirato, e tutto ciò per cosa?? Per uno stupido complementare del cavolo, che avrebbe tranquillamente potuto evitare!!
"Hai una vaga idea di quanto io ti odi??"
"Certo… Almeno quanto io ti adoro!"
CHE FACCIA DA SCHIAFFI!!! Decisamente un attore, un gran bravo attore, l’unico inconveniente era che Michelle non sapeva che davvero quello fosse il suo lavoro. Per lo meno, però, quell’ultima battuta le aveva fatto dimenticare il motivo del suo nervosismo, giusto in tempo per l’inizio della lezione. Dopo alcuni minuti in cui il professore si era largamente esibito in una lettura piuttosto pesante della Woolf, Michelle spinta più dalla necessità di sapere, che da pura e spicciola curiosità, chiese ad Orlando perché allora la stessero indicando, se realmente lui non aveva riferito nulla della famosa conversazione.
"Ha a che fare con la buona notizia che stavo tentando di darti prima…" Esitava, strano, non era affatto il tipo ed essendo una persona particolarmente imprevedibile, se non proprio enigmatica, era impossibile riuscire a capire dove volesse andare a parare.
"Cioè?"
"A dir la verità, non so quanto sarà buona per te, ma… Sai, la fine del semestre è alle porte, idem gli esami ed io sono praticamente a zero con il programma.. Insomma il professore mi ha detto di trovarmi un valido aiuto e che tu saresti potuta esserlo…"
"Io, un valido aiuto??? E l’ha detto proprio lui??? Non ci credo proprio! Mi fa sputare sangue su ogni compito per mettermi sempre il minimo!!"
"Appunto!!"
Da quel momento non fu più proferita parola, solo la voce del professore rimbombava nell’aula, non riuscendo, però, a penetrare le mura, oltre le quali, Michelle, davanti ad un curioso Orlando, aveva deciso di barricarsi sola con i suoi pensieri. Era entrato da troppo poco nella sua vita, per riuscire a comprenderne il modo di fare, soprattutto perché da quel poco che aveva potuto vedere, aveva un cervello che andava a duemila all’ora, e dietro ogni suo più insignificante gesto, c’era qualcosa di premeditato, non in senso cattivo però, semplicemente non era una che si perdeva in parole. Avrebbe, comunque, dato più di uno scellino per capire cosa stesse frullando in quella testolina bionda, tanto più che non gli aveva ancora dato una risposta, e necessitava più dell’aria del suo aiuto, perché da solo anche con tutta la buona volontà di questa terra, non sarebbe mai riuscito a fare tutto e avrebbe potuto benissimo far fagotto da subito e tornarsene a New York, senza nemmeno tentare.
Inoltre se da quella che si prevedeva come una < convivenza forzata >, fosse nato qualcosa di più, non poteva che andare a suo vantaggio.
"Allora?" Non avrebbe resistito un attimo di più, doveva sapere, in fondo una parte del suo destino, e il suo orgoglio maschile erano in gioco.
"Allora cosa?"
"Mi aiuterai?"
"A studiare un intero programma di letteratura inglese della durata di sei mesi, in poco più di quattro settimane??"
"… Si…" Sembrava più un bambino che ha combinato una marachella ed è in attesa del rimprovero della mamma e della relativa punizione; con il viso verso il basso e l’espressione mortificata. Faceva quasi tenerezza a vederlo, così diverso da quando faceva l’ironico ed il cinico. Sarebbe stato un divertimento unico infierire su di lui, ora che sembrava così vulnerabile, anche se in senso lato, non era certo questo ad abbattere Orlando Bloom, ed una piccola vendetta se la meritava, visto lo spreco di battute non troppo carine che aveva fatto, eppure non volle cogliere l’occasione, non era nella sua indole.
"Credevo di non avere scelta!"
"Ed invece ce l’hai! Però, sappi che se ti rifiuterai l’esito disastroso dei miei esami sarà solo ed esclusivamente colpa tua!!!"
… Carino… Gioca sul senso di colpa…
"E poi diciamo la verità, se ti rifiutassi, perderesti l’occasione di passare quattro settimane con un ragazzo estremamente sexy ed affascinante come me!!" Le disse sfoderando il suo migliore sorriso e sbattendo gli occhi come una prima donna.
"Orlando Bloom e la modestia… Potrei scriverci un libro, non credi?? Parlando di cose serie, cosa ne ricaverei io da tutto ciò?? Converrai che si tratta di un compito piuttosto impegnativo!" Se giocava lui, perché non poteva farlo lei, tanto ormai i doppi sensi si sprecavano.
"Ho pensato anche a questo! Inizialmente avevo pensato di pagarti in natura, cominciando con una notte di quelle inimmaginabili, che nemmeno nei tuoi sogni più hard hai mai immaginato, poi mi sono orientato per uno scambio più equo…."
"E sarebbe questo scambio equo?"
"Tu mi fai un corso accelerato di letteratura, ed io metto a tua completa disposizione la mia arte dell’eros! E credimi, si tratta di un sapere sconfinato!! Chiaramente, sola pratica!"
.. Per fortuna che ride, perché sinceramente a volte non riesco proprio a capire se mi stia prendendo in giro, mi stia provocando o è proprio fatto così…. Assurdo… E’ completamente assurdo e non mi riferisco alla situazione, ma a lui in persona!!! Comunque a parte ciò, sarà una bella gatta da pelare per entrambi, perché prima della letteratura, dovrò imparare a non sciogliermi ogni volta che mi guarda negli occhi…
"Lasciamo perdere la notte indimenticabile e l’arte dell’eros, non voglio assolutamente nulla in cambio!!"
"Non sai che ti perdi!!"
… Credo di saperlo…. AHHHH, questo ragazzo lo conosco da poco più di un giorno e mi ha fatto sbarellare più volte di Kyle….
"Ma per chi mi hai presa!!!! Comunque devi stare alle mie regole e dovrai fare tutto ciò che ti dirò io!!"
"Allora lo vedi che sei perversa!"
"Orlando, ma è possibile??" Un attimo serio, voleva solo che fosse un attimo serio, nulla di più ed invece continuava a fare quelle battutine cretine, che non è che la infastidissero più di tanto, ma c’era momento e momento.
"Dai, scherzo, non sono mica un maniaco!"
"All’inizio lo pensavo anche io, però sto cominciando ad avere seri dubbi in proposito!" D’accordo, tutto il discorso sul momento serio era andato a farsi benedire, ma proprio non era riuscita a trattenersi dal dirlo, in più aveva fatto ridere anche lui e quando lo faceva era assolutamente irresistibile.
"Allora prometto che non ti salterò addosso mentre studiamo, prima e dopo tocca a me, durante a te, non ti farò piedino sotto il tavolo, tanto non mi è mai piaciuto e non ti farò gridare durante la controra!!""
"Mi spaventi quando fai così!!"
Avrebbe potuto darsi tranquillamente alla carriera di comico, in fondo gli veniva così naturale prendere in giro le persone ed anche farle ridere che non avrebbe avuto affatto problemi.
Infatti, se ci fu una cosa che in quei giorni di studio, non proprio massacrante, ma quasi, non mancò mai, fu proprio quell’umorismo, non tipicamente inglese, di Orlando, che alcune volte con le sue uscite, fuori luogo, irritava la povera Michelle, che, con non poca fatica, stava disperatamente tentando di infondere un po’ di sapere letterario nelle loro due teste, mentre in altre, se fosse stato diverso avrebbero seriamente meditato sulla possibilità di un duplice suicidio.
Inizialmente avevano avuto un po’ di problemi, poiché tra le famose regole di cui aveva parlato la ragazza c’era anche il non frequentare il suo appartamento, cosa che aveva controbilanciato con l’esclusione della biblioteca dalla lista dei luoghi di incontro. L’unica differenza era che, se lui l’aveva fatto per motivi di notorietà, non poteva rischiare di essere riconosciuto, gli era andata fin troppo bene a lezione, lei non aveva addotto alcuna scusa plausibile a parte qualcosa circa un certo < disagio >. Per cosa poi…
"Ho detto di NO, punto!" questa era stata la sua risposta, ogni volta che provava a chiederle perché. Alla faccia di chi di chi si fosse permesso di dire che non aveva carattere. Eppure non riusciva proprio a spiegarsi perché reagisse così, lei non poteva davvero pensare che stesse solo cercando un’occasione propizia per approfittarne, né lui credeva di avere un effetto tale, da farle dubitare delle proprie capacità di autocontrollo, dovette ad ogni modo accontentarsi del suo silenzio e cercare delle soluzioni alternative.
Raramente si era dovuto scapicollare tanto per incontrare una ragazza, a parte Kate, peccato che non si trattassero in questo caso di incontri prettamente amorosi e che da un certo punto di vista salvaguardavano la sua integrità mentale, stavolta non avrebbe fatto gli stessi errori...
Alla fine riuscirono a trovare un compromesso andando nella sua vecchia casa, doveva viveva sua madre, a cui fu piuttosto problematico far capire perché non dovesse affatto accennare alla sua carriera da star in continua ascesa.
Si sentiva davvero un sedicenne che portava la fidanzatina coetanea a casa a studiare, tentando di rubarle un bacetto tra un libro di filosofia ed uno di algebra.
A dir la verità, all’inizio la situazione l’aveva parecchio infastidito, per un po’ temette persino che Michelle non fosse che una bambina, corredata di relative paure infantili, però con un po’ di tempo riuscì ad apprezzare quella situazione di < controllato a vista dalla mamma >, perché tanto per iniziare era un modo come l’altro di restare a casa e quindi tenere fede al suo intento iniziale, quello per cui era partito principalmente da New York, e poi era un modo come l’altro per ricevere tutte le attenzioni arretrate che gli doveva la sua adorata genitrice. Inoltre non riusciva a capire, ma aveva buone ragioni per sospettare che la diffidenza della ragazza non fosse solo un capriccio o una semplice presa di posizione, ma nascondeva qualcosa di più.
Le cose, comunque, andarono per il meglio, visto che tra Michelle e sua madre fu < amore > a prima vista, tanto più che una adorava i biscottini al burro e l’altra adorava farli e gliene faceva trovare sempre, ogni volta che andavano lì, una grande scorta che, per il dispiacere della sua dieta, spazzava, letteralmente, via in un solo pomeriggio, complice quel pozzo senza fondo di Orlando.
Un po’ più difficile fu farle accettare la cagnolina di lui, Maude, non perché fosse aggressiva o altro, anzi era una dolcissima giocherellona, ma lei ne aveva paura a prescindere, anzi temeva ogni tipo di cane, indipendentemente dalla taglia o razza o qualsiasi altra cosa!! Bastava si trattasse di un essere animato a quattro zampe, che non fosse un gatto o un topo, quelli le facevano solo schifo, che le veniva la tremarella e farle passare questa paura non fu affatto facile, dovette armarsi di tutta la pazienza del mondo.
Lo studio tutto sommato procedeva bene, lei non era affatto male come insegnante ed Orlando era un allievo più che promettente, soprattutto da quando aveva capito che con lui i metodi tradizionali erano del tutto inutili, per ottenere la sua attenzione doveva stimolare la sua curiosità ed una volta capito il meccanismo, tutto fu molto più facile per entrambi, tanto che più di una volta si perdettero in discussioni suscitate dai testi che avevano da preparare, che rapportandoli alla realtà quotidiana li spingeva ad andare oltre i punti di riflessione che aveva dato loro il professore.
Anche il loro rapporto stava cambiando, da semplice conoscenza era passsata piuttosto velocemente ad amicizia, Michelle finalmente aveva smesso di guardarlo dall’alto in basso, sentendosi una mezza calzetta al suo confronto ed aveva trovato una certa libertà di parola che sembrò del tutto nuova. La timidezzza era sparita del tutto, e l’imbarazzo uguale, certo ogni tanto quando lui superava un certo limite, facendole scherzosamente proposte che non avrebbe dovuto, arrossiva ancora ed anche piuttosto vistosamente, ma la sua ironia era venuta fuori e i loro scontri verbali erano fin troppo divertenti. Peccato che in quelle prime due settimane che avevano trascorso piacevolmente assieme, Orlando avesse sempre rifiutato di incontrare le sue amiche adducendo scuse stupide, a cui non poteva controbattere, perché lui aveva smesso di farle domande sul perché non volesse andare a casa sua, quindi ben in pochi avevano avuto il piacere di assistere a quegli show.
Insoma, sostanzialmente passavano tutto il loro tempo assieme,in facoltà l’uno prendeva il posto all’altro in attesa del suo arrivo, proprio come due piccioncini, studiavano sempre assieme, ed anche nei momento di buco, in cui non avevano nulla da fare o il sabato sera, finivano nella stanza di lui, sempre rigorosamente da sua madre, a vedere qualche dvd, oppure in giro con l’auto a prendere un gelato nei posti più insoliti, oltre che isolati, ma a questo la ragazza non aveva mai posto attenzione.
Continua…
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Capitolo 6 *** Capitolo 6: Shakespeare… and Love ***
Un
giorno, per caso…di
Dolcemaia
Disclaimer:
Ogni riferimento
a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione per Orlando
Bloom, da cui ho preso in prestito solo il personaggio.
Note
dell’autore:
Aggiornamento abbastanza rapido.. In realtà il cinque ed il sei erano nati come
un capitolo unico, che poi per ragioni di revisioni e lunghezza ho dovuto
dividere. Spero che vi piaccia, anche perché c’è una svolta abbastanza
consistente!! Come al solito grazie a tutte le persone che mi spingono a
scrivere, Moon in primis… ^__^
Rimando
a fine capitolo delle spiegazioni doverose!
Aerosmith
- I Don't Want To Miss a Thing
Capitolo
6: Shakespeare… and Love
“Orlando
credi che potresti amare una sola donna per tutta la vita??”
DOMANDA
DA CENTO MILIONI DI DOLLARI
Era
assolutamente incomprensibile come quella ragazza riuscisse a sorprenderlo,
appena pochi minuti prima avevano dovuto fermarsi perché a furia di ridere, non
ce le facevano più, e per cosa poi? Perché mentre stavano leggendo, ognuno per
conto proprio, un testo, lui aveva cominciato a canticchiare, involontariamente,
la sigla di un cartone animato, che adorava quando era piccolo e da lì erano
partiti rispolverando un repertorio che nemmeno loro credevano così vasto. Ed
ora se ne veniva fuori con una domanda simile.
“Io
amo tutte le donne!”
“Cretino!!”
Come al solito evitava l’argomento o comunque faceva l’ironico. Avevano
debitamente evitato di parlare delle loro storie precedenti, in corso o finite,
in teoria non era argomento che doveva interessare, o almeno lui si era ben
guardato dal farne parola, mentre lei gli aveva raccontato tutto fin dal primo
incontro, eppure avevano parlato tante volte di argomenti affini, soprattutto
davanti a qualche dvd, ma Orlando non aveva mai espresso un’idea precisa in
proposito si era sempre mantenuto sul vago, sottolineando sempre il suo non
prendersi troppo sul serio, il che un po’ la contrariava, perché, alla fine,
con tutto quel stare insieme, all’attrazione fisica era subentrata qualcosa di
più, per lo meno da parte sua e saperlo così disinteressato, non era il
massimo.
“L’amore
è un apostrofo rosa…”
“Piantala,
volevo fare un discorso serio!!” Lo interruppe prima che concludesse quello
stupido detto. Era sempre così, doveva puntualmente prendere ironicamente
tutto, certo da una parte poteva essere divertente, però con i dovuti limiti,
anche perché non si limitava a ridere o fare battutine, no, il signore metteva
su vere e proprie scenette interpretando da solo tutti i ruoli. Roba dal morir
dal ridere.
“Cos'è
Shakespeare ti fa interrogare sull'amore eterno?”
"Non
so se sia propriamente lui, o solo frutto della mia mente....Però da te non ho
ancora avuto una risposta seria!!"
Colpito
ed affondato! Dire che l’aveva spiazzato era poco, ed anche volendo ricorrere
ancora all’umorismo, sapeva benissimo che sarebbe solo riuscito ad irritarla e
non era nelle sue intenzioni; eppure non sapeva davvero che risponderle, in
fondo in certe situazioni se non ci si trova, non le si può capire, poche volte
nella sua vita aveva creduto di essere innamorato ed era finita sempre piuttosto
male, quindi la sua esperienza non poteva corrergli in aiuto, e comunque ogni
volta non aveva mai pensato ad un < dopo >, si era sempre limitato a
vivere l’attimo, solo una volta, si era sbilanciato e aveva fatto un grande
buco nell’acqua, così grande che si era portato via un pezzetto della sua
anima, e parlarne non l’avrebbe aiutato, anzi forse sarebbe stato peggio.
“Non
so risponderti… Probabilmente succede solo a persone speciali, in situazioni
particolari, non a caso quasi tutte le grandi tragedie sono bagnate nel sangue
degli amori più ardenti… talmente intensi che nemmeno la morte può nulla e
sinceramente io non credo di essere in grado di poter provare un tale
sentimento!!” Tra le tante cose che avrebbe potuto risponderle questa era
certamente l’ultima, se l’avesse chiesto a qualcuno dei suoi amici al
massimo si sarebbe sentita rispondere le solite frasi banali, sugli assurdi
sogni romantici, tipicamente femminili, sui tempi e i modi di pensare diversi e
altre stupidaggini simili, invece lui ne era venuto fuori con un’ammissione di
colpa, aveva parlato di un suo limite, e non aveva nascosto anche una certa
ammirazione per coloro che erano capaci di tanta passione.
“Secondo
me ti sottovaluti, certo, il tuo ragionamento fila, peccato che in amore, la
ratio conti davvero poco!!” Questo indubbiamente lo sapeva, altrimenti non si
sarebbe scottato, però arrivare a dire che avrebbe potuto amare una sola donna
per tutta la vita, era un po’ esagerato, certo forse un giorno anche lui si
sarebbe sposato, e magari messo su un paio di suoi cloni, ma affermare di
credere nell’amore eterno era troppo.
“Mi
stai dicendo che ti piacerebbe fare la fine di Romeo e Giulietta?”
“A
parte che l’età di Giulietta, l’ho passata da un po’, non voglio proprio
morire giovane, né, tanto meno, fare discorsi buonisti sul preferire un
sentimento devastante di breve durata, che una vita di totale apatia, però, in
base alla mia esperienza, posso dirti che ho provato cosa voglia dire stare con
una persona solo per affetto e non è affatto bello, anzi! Si arriva
all’alienazione in un niente, le cose si fanno, perché si deve e nessun gesto
è più spinto dalla voglia di farlo, ma da semplice abitudine!! Proprio per
questo, io DEVO credere che esista, il tanto decantato < amore eterno >,
ne ho bisogno!! Certo, non mi aspetto il principe azzurro, in sella al suo
cavallo bianco, armato di spada, arco e frecce (Non vi ricorda un certo elfo??
NdA), però sapere che forse c’è una persona fuori da quella porta che
davvero mi sta aspettando, che magari non sarà né perfetta, né assolutamente
adorabile o particolarmente eccezionale, ma che mi farà provare sensazioni
nuove e con cui potrò affrontare ciò che la vita vorrà darmi nel bene o nel
male, mi spinge a rialzarmi, ogni volta che cado ed andare avanti con
determinazione! Non fare quella faccia, mi guardi come fossi un'aliena, credi
che io sia una sognatrice, forse hai ragione, ma se si abbandonano i sogni poi
cosa rimane??”
…
Come spiegarti che l’unica cosa che sto pensando, in questo momento, è se
quella persona di cui parli non è dietro quella porta, ma qui accanto a te…
“So
che può sembrarti cinico, ma non posso non considerarti un’idealista; le tue
sono belle parole, ottimi propositi e so anche che tu davvero ci credi, però
non riesci a capire che il mondo in cui viviamo non potrà mai assecondarti!!
Ormai la gente crede di essere innamorata per un solo sguardo languido, un
secondo dopo è già sposata e quello dopo divorziata, in attesa di qualcun
altro! I sogni sono importanti, io dovrei essere l’ultima persona che dovrebbe
fare questo discorso, ma non sempre possono realizzarsi!” Quest’ultima
affermazione sfuggì all’attenzione di Michelle, che troppo concentrata sul
perno della discussione, non aveva fatto domande. Non poteva certo immaginare
che lui il suo più grande sogno, cioè diventare un attore, l’avesse
realizzato.
“Hai
ragione, non sono una stupida, me ne rendo perfettamente conto, però non posso
rimetterci io, solo perché tutti vogliono tutto e subito!! L’amore non è un
qualcosa che si ottiene su richiesta, ma un sentimento che sta a noi proteggere
e far crescere; non si può sempre pretendere, bisogna anche dare, senza
correre, senza smaniare di arrivare dove non si sa, perché così la magia
svanisce nel nulla e si resta con un pugno di mosche! Non c’è niente di più
bello che scoprirsi un po’ alla volta, adorando quello che ci piace
dell’altra persona e addolcendo quelli che potrebbero sembrare dei difetti!”
Era
bellissima, non vi erano altre parole per definirla, con gli occhi un po’
lucidi, forse a causa del riscaldamento troppo alto, i capelli legati alla
meglio e quell’espressione sognante e speranzosa; se avesse continuato a
parlare così, come avrebbe potuto non crederle?? Non pensare che forse non era
solo un’utopia? E magari chissà ricominciare a credere nell’amore proprio
con lei?
E
poi era così diversa da tutte le altre, spontanea, intelligente da far paura,
eppure non presuntuosa, impulsiva, con una tale voglia di vivere e di sognare
che starle accanto era ciò che di meglio potesse immaginare in quella
circostanza. Qualsiasi fosse il suo stato d’animo era terribilmente
contagiosa, sia in positivo che in negativo; gli infondeva calma, serenità e
allegria, cose che negli ultimi tempi gli erano un po’ mancate. Forse
condividere qualcosa con lei, in questo caso lo studio, l’aveva aiutato a
tornare un po’ con i piedi per terra, ricominciare a pensare con la testa di
un ragazzo normale, e non come la star di Hollywood che era diventata, non
poteva negare, che era quasi spaventato dall’amore, non per niente dopo il suo
successo lo aveva evitato in ogni modo, cambiando ragazza ogni sera e senza
preoccuparsi delle conseguenze, e prendendo poi un’enorme cantonata, quando
credeva di essersi aperto con la persona giusta… Alla fine
quell’appartamento vuoto, che l’aveva spinto a tornare a Londra, così
silenzioso, così malinconico non rappresentava che la sua vita sentimentale…
vuota, silenziosa, malinconica…
“Sembri
uscita da un romanzo d’amore di stampo ottocentesco, sai principessa?” Le
aveva scostato uno dei ciuffi che le ricadevano sul viso, indugiando poi con il
dorso della mano sulla sua guancia, mentre la fissava dritto negli occhi, con il
capo poggiato lateralmente all’altra mano. Stranamente lei non si scansò,
cosa che in altri precedenti approcci, seppur scherzosi, aveva fatto; quel gesto
era stato così dolce e privo di malizia, che non aveva deliberatamente voluto
respingerlo.
“Credi
veramente sia tanto antica?” Era lievemente imbronciata, eppure ancora lì,
non si era mossa di un millimetro, lasciando che la sua mano continuasse ad
accarezzarla ancora, ancora ed ancora.
“Io
credo che tu sia davvero una principessa… con dei bellissimi sogni, non
antichi… da fiaba!” La stava guardando ancora, fisso negli occhi quasi a
voler entrare nella sua testa e leggerne i pensieri, in più il tocco caldo e
delicato della sua mano, assieme a quelle parole, le avevano fatto completamente
perdere ogni contatto con la realtà.
Era
un sogno, uno stupendo sogno dal quale non avrebbe voluto svegliarsi.
..
E’ questo quello che voglio? E’ lei? E’ cambiato tutto in così poco
tempo, non credo di esserne innamorato, almeno per ora, eppure la voglio, voglio
essere il motivo di tanta gioia nei suoi occhi, voglio che siano rivolti solo a
me i suoi stupendi sorrisi, voglio essere io la persona che sta aspettando,
voglio essere il padrone indiscusso del suo cuore!!
Sono
un egoista, un grande egoista, non sono affidabile, non posso darle alcuna
certezza, non so nemmeno se ne sono innamorato, in più ho una vita sbattuta,
fatta di occasioni da cogliere al volo o si è fuori, di cui non sa nemmeno
nulla, anzi lei non sa proprio niente di me, mi conosce così poco ed io voglio
rubarle l’anima, senza darle appello… Merita di più, merita qualcun altro,
eppure qui, adesso, ci sono solo io e non può essere solo un caso…
Si
stava avvicinando troppo… pericolosamente troppo, le aveva accarezzato con
l’indice il labbro inferiore, riusciva a percepire distintamente il suo
respiro sulla pelle, nonostante avesse chiuso istintivamente gli occhi già da
qualche secondo, mentre il respiro le mancava ed il cuore minacciava di uscirle
dal petto.
“No,
Orlando aspetta!” Aveva di scatto aperto gli occhi, ritrovandosi davanti uno
sguardo ben più che perplesso. Aveva chiamato in ballo in destino troppo
presto? Si era totalmente sbagliato sull’attrazione che sembrava provare anche
lei? Oppure aveva fatto qualcosa che l’aveva turbata o offesa?? Cosa, cosa,
cosa??? Esteriormente oltre un po’ di confusione non traspariva nulla, eppure
nella sua testa tutti i possibili motivi di quel rifiuto continuavano a
torturalo, mentre una certa consapevolezza continuava a farsi largo..
..
NON MI VUOLE…
Atteggiamento
piuttosto infantile, visto che non le aveva dato nemmeno il tempo di abbozzare
una spiegazione, soprattutto considerando che si stava avviando verso i 27 anni
ed una certa maturità, doveva aver preso il posto dell’avventatezza, eppure
sarà stata l’abitudine ai continui, e spesso anche non richiesti, sì, o la
sicurezza che credeva di avere circa le emozioni di lei, la sua lucidità era
andata a farsi benedire.
Se
solo lo avesse saputo la stampa, l’avrebbero come minimo spennato;
s’immaginava già i titoloni, che lo prendevano in giro, su tutti i giornali
di gossip più quotati, anche se poi si trattò solo di un pensiero effimero, in
quel momento quel che più gli premeva era davvero sentire le motivazioni che a
suo parere, lei avrebbe inventato, perché dal suo punto di vista, proprio non
riusciva a capire perché! Non poteva essersi immaginato tutto, lei era lì, non
si era spostata, si era fatta accarezzare ed aveva persino chiuso gli occhi,
quindi non era proprio possibile, che lei non lo volesse, almeno quanto lui.
“Perché
non ora.. non così!!” Sembrava davvero dispiaciuta, e non come lo si può
essere per un vaso rotto o per una cosa persa, aveva proprio gli occhi velati
dalle lacrime, ma lui si sentiva decisamente peggio ed era convinto che non
fosse solo una questione d’orgoglio maschile, anche se la sua fama di sex
simbol ne veniva fuori piuttosto male, in fondo un episodio simile non avrebbe
fatto piacere a nessun esponente del sesso maschile, e sapere che ad appena un
paio di metri ci sarebbero state centinaia di ragazze pronte a fare qualsiasi
cosa per lui, non lo consolava affatto.
Si
alzò in piedi indeciso su cosa fare; fingere tranquillità per poi mandarla al
diavolo, sparendo dalla sua vita, cosa che era assolutamente nelle sue capacità,
dato il suo lavoro e non era nemmeno la prima volta che lo faceva, con la
differenza che in genere scappava da partner troppo invadenti, oppure fregarsene
delle apparenze e dare sfogo alla sua rabbia, che poi non era nemmeno rabbia,
forse solo delusione… insomma qualsiasi cosa fosse quella che provava!!
Normalmente
si sarebbe girato e se ne sarebbe andato via,
magari in giro per locali con gli amici trovando anche il lato ironico
della cosa, ma questa volta la situazione era un po’ diversa. Tanto per
iniziare lei era a casa sua, e non l’avrebbe mai cacciata, poteva essere stato
bastardo qualche volta con le ragazze, ma mai maleducato, poi non c’erano né
Dominic, né Elijah con lui, infine era la volta buona che davanti ad una
situazione di quel genere non sarebbe scappato. L’aveva fatto tante volte,
troppe volte, lasciando storie in sospeso per tempo indeterminato, ed era ora di
metterci un punto.
“Che
vuol dire non ora, non così?”
Era
ancora lì in piedi, mani in tasca, sguardo fisso sul pavimento, non voleva
guardarla, non ancora, perché altrimenti la sua mente sarebbe tornata a qualche
minuto prima, quando erano così vicini da sfiorarsi e sarebbe stato troppo
difficile mantenere il controllo delle proprie azioni. Michelle, d’altra parte
si sentiva terribilmente in colpa, sebbene lo avrebbe fatto ancora, se fosse
stata costretta a ricominciare tutto di nuovo... Certo, non era stato gentile
dirglielo quando ormai erano le cose erano andate già così oltre il limite, ma
aveva perso il controllo, per un attimo, aveva abbandonato ogni difesa,
assaporando ogni attimo di quel contatto, non rendendosi conto di ciò che stava
per accadere.
Era
strano pensare che erano stati così vicini ed ora lui era così inesorabilmente
lontano, le aveva chiesto spiegazioni, ma era evidente che nella sua testa ci
fosse già un pensiero ben preciso, perché altrimenti l’avrebbe guardata
negli occhi, l’avrebbe offesa, o anche maltrattata, ma non avrebbe permesso
che calasse quel gelo infernale.
“Orlando,
per favore guardami!” Non si mosse, lo stava perdendo, forse l’aveva già
perso, eppure non poteva fare diversamente, provò ad avvicinarsi e spostargli
gentilmente il viso, ma lui si allontanò facendole perdere totalmente la
bussola.
“Piantala
di fare il bambino! Cosa credi che mi piaccia questa situazione? Pensi che sia
una sadica?”
“No,
credevo che tu fossi una principessa ed io potessi essere il tuo principe…”
Parole dette sottovoce, più dolorose di qualsiasi altra arma. Tutto avrebbe
potuto fare o dire, ma non quello… Non la vittima, perché la parte della
cattiva proprio non voleva farla, tanto più che lei quel bacio lo voleva, e
quanto lo voleva, e lui non poteva proprio immaginare quanto le era costato
scendere da quella nuvoletta rosa, su cui era salita e svegliare entrambi da
quel sogno.
“E
fammi capire, un bacio ha avuto il potere di farti ricredere… Non c’è che
dire, sei uno che confida fermamente nelle proprie idee, vero?? Ma pensi davvero
che non lo volessi quel maledetto bacio? Eh? Lo pensi davvero?? Pensi che io sia
così stupida e gelida da non provare niente?”
“Io
non so niente, ma giudicare dal risultato non credo che vi sia molto da dire!”
Di nuovo quel muro di gomma, dove era evidente rimbalzassero tutte le sue
parole, avrebbe potuto prendere l’ariete più efficace e resistente
dell’universo, ma non sarebbe mai riuscita ad abbatterlo.
“Sei
irritante quando fai così!”
“Questo
lo hai già detto altre volte…”
Si
era girata dall’altra parte, mettendosi una mano sulla fronte. Era davvero
impossibile fargli capire qualcosa, quando s’intestardiva sulle sue posizioni.
In quelle due settimane e mezzo che avevano trascorso assieme lo aveva capito più
che bene! Eppure non era uno stupido, nonostante si ostinasse a stare lì fermo
come uno stoccafisso, in attesa di una spiegazione che, a priori, non gli
sarebbe mai bastata, esattamente come un bambino indispettito a cui hanno tolto
il giocattolo preferito.
“Senti,
non c’è altro, direi che può bastare così, no?”
“No,
adesso ti togli quell’espressione dalla faccia e mi ascolti!” Visto che le
mezze misure non esistevano con lui, ed in quel momento la dolcezza non aveva
effetto, era meglio usare le maniere forti. Era in gioco qualcosa di molto più
importante di una parvenza di buona educazione o di femminilità da mantenere,
nolente o dolente avrebbe dovuto ascoltarla.
Orlando
fu un po’ stupito da quell’aggressività, e soprattutto dalla determinazione
che aveva, perciò si rassegnò ad ascoltarla in silenzio, tanto, dal suo punto
di vista, nulla poteva peggiorare, andandosi a stravaccare con aria estremamente
insoddisfatta ed imbronciata, su una sedia, con le braccia incrociate e le gambe
divaricate, tra le quali s’infilò con la sedia Michelle.
“Sarebbe
troppo chiederti di guardarmi?? Sei stato tu ad insegnarmi quanto sia importante
avere occhi negli occhi!”
“Così
va bene, mamma?” L’accontentò, certo non risparmiandosi quella frecciatina
avvelenata.
“Perché
vuoi far finta di non capire che è troppo presto?? Tu stesso prima mi hai detto
che le persone credono di essere innamorate per un solo sguardo languido, e poi
mi monti su questo muso, perché non ti ho baciato?? Sappiamo pochissimo l’uno
dell’altra e quel bacio non avrebbe che peggiorato le cose e lo sai bene!!”
Era
nervoso, continuava a guardarsi le mani ad intervalli regolari, girando e
rigirandosi gli anelli che portava. Michelle sapeva benissimo ciò che stava
pensando, per lui un bacio non poteva avere poi troppa importanza e da certi
punti di vista era pur comprensibile, visto e considerato che il suo fascino
doveva aver attirato parecchie ragazze, la maggior parte delle quali, non doveva
essersi fatta troppi problemi per un bacio, oltretutto in America era nota la
< maggior libertà > su questo tema, mascherata con la classica <
larghezza di vedute > di cui si vantavano, ma per lei era diverso.
Probabilmente poteva apparire un po’ bacchettona ai suoi occhi, ma certo non
avrebbe tradito i suoi valori e principi solo per due begli occhioni nocciola e
un muso lungo, seppur stupendo.
Nella
sua vita, prima di Kyle c’erano stati molti pochi ragazzi, e non perché le
mancassero i pretendenti, era semplicemente contro le avventure; a suo parere
sarebbe stato meglio essere soli che uscire ogni sera con un ragazzo diverso,
cosa che non le pareva tanto stupida. Un bacio era l’inizio di qualcosa, un
esprimere all’altra persona emozioni che le parole non riescono a descrivere e
buttarlo così, solo perché era capitata una situazione propizia, non era
giusto per entrambi.
Quelle
loro lunghe chiacchierate, i loro involontari sfiorarsi di mani, o guardarsi
negli occhi, in qualche modo le avevano dato modo di pensare che la loro non era
solo un’attrazione fisica, o una semplice amicizia, ma forse più avanti ci
sarebbe potuto essere qualcosa di più serio, più importante. Chiaramente
queste erano solo sue sensazioni, se c’era una cosa che la vita le aveva
insegnato era restare con i piedi per terra, sognare senza farsi mai troppe
illusioni, perciò mai si sarebbe sprecata per un’avventuretta da niente,
nemmeno se si fosse trattato dell’uomo più bello, avvenente e sagace
dell’universo.
E
poi con Orlando era tutt’altra storia…
Lui
le piaceva, e davvero tanto, così tanto che bruciare tutto, così solo per un
bacio, anche se desiderato, le sembrava stupido.
L’aveva
colpita inizialmente solo per il suo fascino, ma passarci assieme tutto quel
tempo, le aveva dato modo di apprezzare molte altre cose, come l’acutezza, il
suo forte senso critico, ma anche l’innata ironia che spesso lo portava a fare
il pagliaccio per il solo piacere di vederla ridere, e questa era proprio una
dote, inoltre quell’insana e sottile follia che lo contraddistingueva, la
faceva impazzire, era ciò che lo rendeva così imprevedibile, eppure,
nonostante tutto, la paura d’innamorarsi ancora le vietava categoricamente di
lasciarsi andare completamente… E come darle torto…. Non pretendeva di avere
il < per sempre >, ma nemmeno < una notte, un giorno o una settimana
> le sarebbe stato bene.
“Mettimi
alla prova!”
“Cosa?”
“Ti
ho detto mettimi alla prova!!”
“Cos’è
vuoi giocare?? Mi pare che non abbiamo più l’età!!”
“Dici
che sappiamo troppo poco l’uno dell’altra, vediamo se è vero!Domandami
quello che vuoi su di te!!”
“Non
credi sia un tantino infantile??” Sembrava ben determinato a continuare in
quella direzione, cosa volesse dimostrare poi… “ Allora sentiamo, quand’è
il mio compleanno?” Domanda stupida, su cui sarebbe cascato al primo colpo.
“Ventiquattro
Maggio!” Fregata!! Non ricordava proprio di averglielo detto, anzi era proprio
convinta che non lo immaginasse nemmeno, non per niente gliel’aveva domandato,
la cosa però la stupì non poco, e lui se ne accorse, tanto che perdurando nel
suo ruolo di offeso a morte le indicò, senza proferir parola, il libretto
universitario sul tavolo. D’accordo era stata una mancanza sua non pensarci
prima, ma non si aspettava, certo che lui andasse a sbirciare solo per sapere
quand’era nata, era un gesto…. d’interesse… o forse era stato solo un
caso….
“Il
mio?”
“Scusa??
Questo giochetto cretino hai voluto farlo tu, non io!!” L’irritazione era
palese, in effetti, come poteva pretendere di dimostrare qualcosa con quel
giochino idiota, se persino lei non capiva il perché lo stesse assecondando.
“Rispondi!”
Se avesse potuto diagrammare la sua voce, l’avrebbe rappresentata come una
bella linea retta, nessuna intonazione, nessuno sbalzo, in effetti, quella
risposta altro non era che un vero e proprio ordine e la sua espressione era
sinonimo dell’impossibilità di evitarlo.
“Tredici
Gennaio… Togliti quell’espressione compiaciuta dalla faccia, lo ricordo solo
perché è tre giorni prima di quello di mia madre!!” Inutile dire che stava
dimostrandole ciò che voleva, anche se probabilmente non sarebbe bastato per
portarla dove voleva.
“Cibo
preferito?” Domandò ancora Michelle, sbuffando, dopo che con un cenno della
testa le aveva fatto chiaramente capire che doveva continuare.
“Pizza,
in particolare se con la panna, poi il tè di qualsiasi gusto, basta che non sia
classica, e i biscottini al burro di mia madre!!” Prevedibile, non era poi così
difficile rispondere.
“Sto
aspettando…”
“Anche
tu adori la pizza, equipaggiata di qualsiasi schifezza possibile ed
immaginabile, inoltre hai un’autentica passione per ogni genere di cosa
commestibile estremamente piccante, accompagnata da una birra rossa!” Altra
faccia ironica a sottolineare il < te l’avevo detto >.
“Colore
preferito?”
“In
generale tutte le tinte sul pastello, in particolare il rosa, ma ritenendola una
cosa infantile ripieghi molto spesso sul bianco e celeste!” Se la stava
pendendo in giro non era affatto divertente, come facesse a sapere certe cose,
proprio le era ignoto, certo era un tipo che osservava molto, se n’era
accorta, ma che arrivasse a quel punto…
“Io
ripiego?!? Detto da mister colori sgargianti, che mette il giallo praticamente
ovunque, credo possa essere considerato un complimento!! Anzi questa forte
differenza di gusti denota la nostra incompatibilità caratteriale!!”
“Storie!!
Tu non volevi baciarmi e basta!! Non capisco perché ti arrampichi sugli specchi
tentando di darmi una spiegazione che non hai!!”
..
Un bambino, per giunta capriccioso…
“Orlando..”
Le parole le mancavano. Avere quegli occhi fissi nei suoi, le rendeva tutto
terribilmente difficile, non riusciva ad opporsi al vortice di sensazioni ed
emozioni che la travolgevano, ogni volta che le era così vicino.
“Che
significa < non ora, non così >? E cerca di essere convincente!!”
Nonostante tutto, non la stava mollando, aveva abbassato un po’ le difese e le
era corso in aiuto, sperando di riuscire a spingerla a spiegarsi chiaramente.
Non sapeva bene nemmeno lui cosa fare, in
quei minuti, la voglia di ascoltarla si alternava a quella di volerla fuori dal
suo campo visivo ed essere combattuto non gli piaceva affatto; era sempre stato
molto deciso sulle cose che voleva, in altri tempi questo rifiuto avrebbe
comportato l’allontanamento definitivo della persona ed invece
inaspettatamente, forse inconsciamente, voleva la risposta definitiva a tutti
quei dubbi e quelle incomprensioni, voleva un buon motivo per mettere a tacere
il suo mostruoso ed orgoglioso ego.
“Vuol
dire che non volevo negarti quel bacio… Però .. insomma dato adesso non
avrebbe avuto significato!”
“Significato?
Cerca di spiegarti meglio, perché quello che hai appena detto, per come l’ho
inteso io, mi sta facendo salire, ancora di più, il sangue al cervello!!”
“Secondo
te, cos’era se non l’evoluzione < fisiologica > di una stretta
convivenza??”
“Stai
praticamente dicendo che, indipendentemente da tutto, io avrei comunque tentato
di baciare la persona che si sarebbe trovata al tuo posto… Tu deliri,
Michelle, te ne rendi conto??” Si stava decisamente incartando con le sue
mani, se inizialmente era parso capriccioso, ma vagamente persuaso ad
ascoltarla, adesso era proprio infuriato e con pochissima voglia di sentire
chiacchiere inutili che con la verità non c’entrava niente.
“Non
sto dicendo questo!Se solo tu mi facessi spiegare!! Sei troppo impulsivo, salti
direttamente alle conclusioni senza avere alcuna base su cui formularle!
Intendevo dire che quello che c’è tra noi, e sia chiaro, non so ancora bene
cosa sia, è qualcosa di intenso, nuovo e vorrei che avesse tempo e modo di
crescere, senza forzature! Proprio perché questo qualcosa c’è, a prescindere
dal nostro studio, non voglio precorrere i tempi solo perché Shakespeare mi fa
straparlare!! Sai bene, che ho appena chiuso un capitolo importante della mia
vita sentimentale e prima di aprirne un altro ho bisogno di un po’ di tempo
per pensare, per capire!!”
“In
pratica mi stai dicendo che vuoi rimandare il tutto a dopo gli esami! Nemmeno
fossimo bambini delle elementari!”
“E’
brutto dirlo così, però in soldoni è ciò che voglio!! Non posso essere
obiettiva e serena nelle mie scelte se ti ho sempre intorno!! Spero tu abbia
capito che non sono tipo da lasciare tutto la caso, o da una notte e via!!
Voglio essere certa di quello che faccio!! E adesso non posso esserlo, on ci
riesco!”
“Non
avevo capito che un bacio fosse una promessa di matrimonio!”
“
Ma pensi che tutto il bel discorso sull’amore eterno di prima, l’abbia fatto
solo per retorica??? Io voglio essere travolta da una passione intensa, voglio
amare da morire e non ho intenzione di gettare via tutto quello che ho da dare,
per storie insignificanti o che partono già senza né capo, né coda! Certo,
non posso e non voglio programmare la mia vita sentimentale, so già che stavi
per obbiettarmelo, però voglio evitare stupidi errori, come quello di baciarti
solo perché spinti dalla situazione o sola attrazione!! Orlando, tu mi piaci, e
questo credo sia palese, però ci sono tante cose di te che ancora non so e
vorrei conoscere! Se quel bacio ci fosse stato, cosa sarebbe successo poi??
L’imbarazzo mi avrebbe impedito di restare qui un minuto di più, facendomi
scappare, e non solo per il momento, e tu certo non mi avresti potuto inseguire
per sempre!! E se poi fossi davvero tu quello che aspetto? E’ una possibilità
remota, un volo pindarico, ma se fosse così? Dovrei perderti stupidamente??”
Non
se l’aspettavano entrambi. Lei non credeva che quelle parole le uscissero
davvero dalla bocca, senza alcun timore di quello che potesse pensare, senza
interrogarsi su quanto l’avrebbe potuto spaventare un discorso del genere, in
fondo era troppo poco che si conoscevano, e Orlando, invece proprio non
immaginava che un discorso così lontano dalla sua visione della sua vita,
potesse colpirlo a tal punto! Però
non un parola uscì dalla sua bocca, sembrava essersi calmato, ma era ancora
tremendamente silenzioso, il che non presagiva nulla di buono.
“Ora
che sai come la penso, sei libero di scappare…” Questa era solo retorica,
non voleva che lui andasse via, proprio no, ma purtroppo era una possibilità
che lui girasse i tacchi e tanti saluti e doveva farvi i conti. In fondo era
comprensibile che fosse un po’ spiazzato e poi in sincerità, quale ragazzo
sarebbe rimasto in previsione di una possibile storia seria, quando poi era
talmente bello da poterne trovare mille con cui divertirsi e basta?? Non che lo
reputasse una persona superficiale, ma aveva sempre ribadito che era giovane e
fondamentale per lui era divertirsi, perché prima o poi sarebbe arrivato un
momento nella sua vita in cui avrebbe dato un taglio a tutto e avrebbe messo a
radici, ma fino ad allora il suo obiettivo principale era fare ciò che più gli
piaceva, e certo avere una ragazza al seguito, in un certo qual modo, avrebbe
limitato il suo campo d’azione.
“Non
avevo tanto torto quando dicevo che sembri uscita da una fiaba…
principessa!” Le disse tirando la sedia su cui era seduta verso di sé e
poggiando fronte contro fronte. Aveva sentito bene? L’aveva chiamata ancora
principessa!! Significava che non sarebbe scappato via a gambe levate, contento
per aver scampato un pericolo?? Avrebbe voluto chiederglielo, ma aveva paura di
essersi solo sbagliata, che quel < principessa > l’avrebbe qualificata
sempre e solo come amica e basta, però i suoi occhi sapevano parlare e questo
smarrimento fu più che evidente ad Orlando, che lentamente, ma delicatamente
l’abbracciò portando il suo capo sul suo petto.
“Non
scappo… aspetto….” Una lacrima le scese lungo la guancia, e convinta che
lui non se ne fosse accorto, l’asciugò con la manica del maglioncino,
fingendo indifferenza, ma Orlando aveva benvisto quello sbrilluccichio e non
volendo scombussolarla oltre, fece finta di non aver visto, limitandosi a
sorridere tra sé e sé, stringendola di più.
“
E poi hai ragione tu, non siamo adolescenti, non è il caso darti il < primo
bacio > fra i libri!”
“Che
fai mi prendi in giro?” Gli chiese con fare provocatorio, alzando appena il
capo per incrociare i suoi occhi, ma non spostandosi da quel caldo abbraccio.
“Un
po’!” Rideva finalmente! Le era costata una fatica del diavolo farsi
intendere, però ci era riuscita e quello stupendo sorriso che le stava
regalando ne era la prova…
Continua…
Spiegazione:
Volevo assicurare che la mia salute mentale non è a rischio… Il rifiuto del
bacio, in prima persona non mi sarebbe mai passato per la testa se mi fossi
trovata in quella situazione, ma in questa fic il mio scopo è sottolineare
quanto Orlando senta la diversità tra una vita < normale >, e quella da
star a cui si era abituato, e il bacio è una parte fondamentale, tanto più
che, se si entra nell’ottica della protagonista, lo si può capire meglio!
Michelle è appena uscita da una storia molto molto importante, con tutti gli
strascichi che ciò comporta, ed anche se la compagnia di Orlando in un certo
senso le impedisce di pensarci troppo, non si sente ancora pronta per un impegno
serio, che, comunque, vuole avere con lui, perché ha trovato un’affinità
particolare, inoltre non sa che lui è un attore affermato, quindi crede di
avere a disposizione tutto il tempo del mondo ed anche tutta la tranquillità
possibile, non sente sul collo l’alito delle migliaia di fan che spasimano per
lui, né tanto meno vede il pericolo della
misteriosa storia a cui ogni tanto Orlando si riferisce… Ho detto fin
troppo, e spero di essere stata abbastanza chiara!
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7: “Diversa” ***
Un
giorno, per caso…di
Dolcemaia
Disclaimer:
Ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione
per Orlando Bloom, da cui ho preso in prestito solo il personaggio.
Note
dell’autore:
Questo capitolo è un po’ più breve degli altri… Mi sono resa conto che se
li accorcio riesco ad aggiornare più spesso e non perdo il filo della storia!
Senza divagare con inutili parole mega special thanks to Moon, che è una delle
persone più dolci esistenti sulla faccia della terra ( e per fortuna che c’è!!!
^_^) e una piccola nota sulla colonna sonora di questo capitolo… Non è che
impazzisca per Paolo Meneguzzi, anzi, però la canzone non è male e poi si
adatta molto al contenuto..
Paolo
Meneguzzi – Lei è
Capitolo
7: “Diversa”
Mancavano
ancora tre ore al suo volo, dopodiché sarebbe stato nuovamente dall’altra
parte del mondo, con un fuso orario tutto sballato, ma per lo meno di nuovo a
casa. All’inizio l’idea di fare avanti e indietro, da un continente
all’altro, non gli era sembrata così pesante, ma era già la terza volta in
quasi tre settimane che John lo richiamava a New York per delle stupide
interviste e qualche foto, di cui avrebbe fatto volentieri a meno, ma purtroppo
la sua < libertà > di scelta era condizionata anche da quel fastidioso
manager, quindi sarebbe stato meglio sopportare in silenzio, almeno per il
momento.
Ad
ogni modo quel continuo scombussolamento d’orari non gli faceva affatto bene,
cosa che Elijah non aveva mancato di fargli notare non appena se l’era trovato
davanti alla porta, armato di borsone, nella speranza di poter perdere un po’
di tempo prima di andare in aeroporto. In realtà aveva bisogno di parlare con
qualcuno, e non perché avesse qualcosa di importante da dire, o almeno non
solo, ma per il solo piacere di ritrovarsi davanti una faccia amica con cui
poter bere qualcosa di forte e rilassarsi senza aver bisogno di troppe
spiegazioni. Da quando era a Londra non è che avesse fatto molta vita sociale,
a parte Michelle; doveva < nascondersi > quindi andarsene in giro e fare
nuove amicizie non era propriamente consigliabile, i vecchi amici, poi, non
aveva molta voglia d’incontrarli, perché si sarebbe sentito solo fuori posto,
tutti lo avrebbero trattato solo come la star che si è montata la testa e non
come la persona che era. Tuttavia non temeva la solitudine, anzi, in alcuni
momenti era la sua migliore amica e poi sosteneva che solo così era capace di
< sentire i suoi pensieri >, però ramingo nel mondo, in quell’istante,
era andato a bussare alla porta di Elijah.
Non
fu sorpreso di vederlo, era già capitato altre volte che comparisse dal nulla,
all’improvviso, ed anche in condizioni ben peggiori, ma sul suo viso si
dipinse un’espressione a metà tra lo stupito e l’idiota quando seppe, nel
breve intervallo tra la porta d’ingrasso e il soggiorno, di tutta la storia
del trasferimento e della specializzazione. Non che non credesse nelle capacità
di Orlando, ma l’aveva sempre reputato, con cognizione di causa, piuttosto
lunatico, nel senso che tanto facilmente s’infiammava per un’idea, quanto
questa dopo un po’ l’annoiava.
Era
tutto molto strano, lo vedeva lì davanti a lui, eppure qualcosa di diverso
c’era, o doveva esserci; era inspiegabile che fosse in così trepida attesa di
un aereo per niente, oltretutto la sua ansia di compiere un estenuante volo
transoceanico solo per tornare a casa era illogica. Conosceva bene Orlando,
diciotto mesi di convivenza in Nuova Zelanda e svariate settimana in giro per il
mondo per promuovere la trilogia, gli avevano insegnato che era un tipo tanto
casinista e fuori da ogni schema, quanto pigro; era capace di stare in piedi
settantadue ore ininterrottamente, saltando da un party all’altro,
folleggiando senza limite, per, poi, pretendere di non essere disturbato per il
doppio di quelle ore perché il suo sonno era, per dirla con sue parole,
“Sacro ed intoccabile”.
Quindi
quel vivo desiderio negli occhi di compiere, nonostante i lineamenti marcati
dalla stanchezza, quella che ai suoi occhi era solo un’inutile fatica, visto
che avrebbe potuto tranquillamente prendere un altro volo l’indomani, era
incomprensibile.
O
meglio un motivo c’era, e forse una vaga idea poteva anche farsela…
“Come
si chiama?” Non c’erano voluti troppi giri di parole, non appena gli aveva
dato modo di sedersi sul divano offrendogli qualcosa da bere, con molta
tranquillità gli aveva sparato quella domanda, sapendo benissimo di aver
colpito il bersaglio.
“Chi?”
“La
tua nuova fiamma, che, visto da quando sei a Londra” gli si rivolse, fingendo
di guardare l’orologio, ironicamente, “durerà ancora per molto poco! Anzi,
stando ai tuoi ritmi, dovresti già averla mollata da un pezzo!”
“Ma
per chi mi prendi? Sono un gentiluomo io!!”
“Nei
sogni!! Avanti latin lover dei miei stivali, per di più firmati,
rispondimi!!”
“Si
chiama Michelle!” Si rassegnò a dirgli, era inutile girare attorno al
discorso, in fondo era andato da Elijah per parlare un po’ e magari ricevere
qualche buon consiglio, la cosa difficile, ora, era fargli capire che non si
trattava di una delle tante.
“Visto
te l’avevo detto!!” Sorrise soddisfatto per non essersi sbagliato, almeno se
non avesse sfondato come attore avrebbe potuto darsi alla psicologia… Bè
forse stava un po’ esagerando, quando si trattava di Orlando non erano molti i
temi di discussione, e non era stato molto difficile arrivarci per esclusione,
visto che il lavoro gli stava andando alla grande, aveva tre film già belli e
girati e altri due nelle sale, quindi se si fosse lamentato, l’avrebbe
picchiato con qualcosa di molto pesante, di stare bene, stava fin troppo bene,
quegli occhietti vispi ne erano la conferma, sebbene l’aria sbattuta, ergo si
trattava necessariamente di donne.
“Non
è come credi! E’ solo un’amica… per ora… spero!” Ancora la vecchia
scusa del < è solo un’amica >, poco ci mancava che gliel’avesse
insegnata lui, e voleva fregarlo così, tanto più che la maggior parte delle
storie che aveva avuto da quando si erano conosciuti erano partite proprio così….
O era lui ad avere un idea dell’amicizia molto molto vaga, nonché poco
pudica, o voleva aggirare il discorso come se stesse parlando con la stampa.
Eppure una certa insicurezza era trapelata dalle sue parole, decisamente
inconsueta per uno come Orlando, troppo avezzo ai flirt occasionali, per
riabituarsi all’idea di essersi innamorato, tanto più, che per quanto lui lo
negasse strenuamente, la storia della sua ex, trovata a letto con il suo
migliore amico (è una notizia vera!! NdA), non gli era mai andata giù, e
sembrava aver chiuso il < sentimentale Orlando > in un compartimento a
tenuta stagna, praticamente inaccessibile.
Per
un po’ aveva avuto l’impressione che con Kate, qualcosa stesse cambiando, ma
doveva essere accaduto qualcosa che gli sfuggiva, perché dalla sera alla
mattina, aveva avuto modo di riscontrare in lui un cambiamento repentino, e si
era categoricamente rifiutato di parlargliene.
Fatto
stava che quella era la serata delle sorprese, tutto avrebbe immaginato, tranne
che quella testa matta in così poco tempo, fosse cambiato…. Forse proprio
cambiato, no, però quei piccoli segnali del tutto nuovi erano la dimostrazione
che qualcosa si stava muovendo,
anche se non gli era ancora chiaro in che modo.
“Orlando
che tentenna… Sono sinceramente spaventato, che qualche potere oscuro si sia
impossessato di te?”
“Elijah,
piantala, altrimenti me ne torno in aeroporto!! Ma guarda te, che bell’amico,
io vengo qui per parlare seriamente e tu mi prendo in giro senza ritegno!! A
saperlo prima, sarei andato direttamente da Dominic, risparmiavo strada!”
“Ma
non è che hai preso qualche strana malattia a Londra??” Al che Orlando si alzò,
mostrando l’irremovibile volontà di andare via, non immaginava di essere
considerato così superficiale dai suoi amici che il solo desiderio di parlare
seriamente, creava tutta quella ilarità. In realtà non la pensava affatto così,
ma l’atteggiamento di Elijah, lo aveva alquanto indisposto, quindi farlo
sentire in colpa era il minimo che potesse fare, e la cosa più divertente era
che ci stava riuscendo benissimo, perché immediatamente il ragazzo si frappose
tra lui e il corridoio che dava sulla porta d’ingresso, scusandosi in mille
modi diversi e pregandolo, o quasi di restare. In effetti ci era rimasto male
anche lui, era loro consuetudine prendere sempre tutto sul ridere, anche gli
affari di cuore, anzi in particolare gli affari di cuore.
“Allora
raccontami tutto di questa Michelle! Sei venuto qui per parlarmi, no? Ti
ascolto!”
Gli
avesse fatto una domanda facile, non si trattava mica di un quadro o di un
paesaggio da poter descrivere, era una persona, una persona molto particolare,
anzi precisamente nella sua normalità estremamente particolare, non riusciva
nemmeno lui a capire se ciò che gli interessasse di più fosse la sua
consuetudine o lei stessa…. Logicamente era una domanda retorica, non si
trattava certo del suo ideale di donna, o per lo meno, era totalmente fuori lo
standard a cui era stato abituato, eppure era bella…. Bella sul serio, con gli
occhialetti da vista, con i pantaloni larghi e le felpe due taglie più grandi,
con il sedere rotondo e le guance pienotte… era bella quando si truccava
appena gli occhi e si passava giusto un filo di lucidalabbra, senza quei pesanti
trucchi o mascheroni che del viso originario non facevano vedere più nulla….
Una cosa che adorava fare era abbracciarla, perché finalmente sentiva di
stringere qualcosa di caldo e
morbido, certo non era un peluche, ma non c’era paragone con le quattro ossa
ricoperte di pelle che spesso avevano avuto l’onore di trovarvisi.
“Lei…
è!”
“Non
è che tu mi abbia detto molto!”
“Allora
decidi tu, o giochiamo al gioco del silenzio o mi fai domande specifiche!”
L’ironia c’era ancora , segno che il cervello rispondeva ancora agli impulsi
e non aveva dato l’estremo addio.
“Allora
sentiamo, com’è?” La differenza non era sostanziale rispetto a quello che
gli aveva chiesto prima, ma o si decideva a dare alla conversazione la piega che
lui voleva, oppure sarebbero andati avanti in quel modo fino alla fine dei
tempi.
“Diversa!”
“Ti
prego risparmiami la solita solfa, sul < è diversa da tutte le altre >
perché sinceramente ne ho piene le tasche, a mio parere le ragazze sono tutte
delle stronze, certo c’è chi lo è di più e chi lo è di meno, ma sono tutte
uguali, il trucco sta nel trovare quelle che lo sono meno, cosa affatto
facile…. un po’ come noi, del resto…” Stava dicendo che erano tutti
degli stronzi?? Dopo un discorso simile, poteva proprio dirselo da solo, era pur
vero che Elijah era sempre stato un ragazzo fin troppo sensibile e non poche ne
avevano approfittato, senza alcuno scrupolo, costringendolo ad intraprendere la
via del cinismo e della disillusione; probabilmente quello che aveva sofferto di
più, sentimentalmente parlando, di quella popolarità era stato proprio lui,
nella sua assurdità Orlando aveva sempre visto quelle relazioni superficiali,
come un equo scambio, sul genere < io do qualcosa a te, tu dai qualcosa a me
ed insieme ci divertiamo >, e nonostante non fosse un discorso molto
edificante, per certi versi lo assicurava da certe fregature, lui invece c’era
sempre caduto con tutte le scarpe, a causa di troppa fiducia.
“Invece
la solita solfa, come dici, tu è proprio quello che avevo in mente! Quindi se
mi trovi così patetico potremmo anche cambiare discorso!” Il solito
testone… Era pur vero che quel genere di discorsi era costretto ad ascoltarli
sempre per bocca di Dominic, che s’innamorava con scadenza settimanale, sempre
di una ragazza a suo dire < diversa >…. Era tutte < diverse >
secondo lui, peccato che in una cosa si assomigliavano tutte terribilmente
troppo… regolarmente lo scaricavano, quindi sentire quelle parole da Orlando
già faceva un effetto strano, tanto più che in risposta a quella domanda si
aspettava uno dei soliti commenti non troppo pudichi, tra amici non si erano mai
risparmiati espressioni un po’ colorate per definire una ragazza, anzi il
casto e puro Legolas era quello che si era sempre ingegnato di più per trovarne
di nuove e originali che rendessero bene l’idea…
E
proprio memore di questo puntiglio, Elijah, incuriosito, gli chiese addirittura
se questa diversità fosse dovuta, magari ad un particolare estro che questa
Michelle dovesse avere in ambito privato. Per un attimo Orlando si rabbuiò
facendo temere all’amico che questa volta se ne sarebbe andato sul serio, ma
poi pian piano cominciarono a ridere senza mai smettere, involontariamente era
andato a toccare un tasto dolente. Infatti gli uscirono letteralmente gli occhi
dalle orbite quando seppe, che non solo non c’era stato alcun < ambito
privato >, ma che addirittura gli aveva negato un bacio. Elijah da persona
discreta qual’era, non commentò prendendola poco seriamente, ma sapeva bene
quanto quell’episodio fosse andato a sfiancare l’esasperato orgoglio
maschile dell’amico e cominciò a pensare che fino ad allora nessuna era mai
riuscita a resistere a Fascino Bloom, quindi questa ragazza o aveva qualche
rotella fuori posto o davvero era particolare.
Non
che ritenesse fosse tanto assurdo che qualcuna gli avesse rifiutato un bacio, ma
da quando si erano ritrovati catapultati in quella realtà da star, in vetta
alla classifica degli attori più IN di tutto il mondo, partendo da un progetto
in cui nemmeno loro avevano creduto così tanto, poche cose gli erano state
negate, soprattutto in fatto di ragazze, perché o alcune s’innamoravano della
loro popolarità, o dei soldi o li associavano irrimediabilmente ai personaggi
con cui erano diventati celebri, o venivano circondati da totali idiote, che
oltre a sorridere e controllare che il loro trucco fosse a posto non sapevano
fare altro.
Mossi
da queste riflessioni, non troppo profonde,si lasciarono andare ai ricordi di
sbiadite ragazze, o meglio manici di scopa vestite da ragazze, alle quali per
periodi, fortunatamente molto brevi, si erano accompagnati. In tutto ciò
Michelle fu completamente dimenticata, lasciando posto alle grasse risate dei
due.
“Ne
sei innamorato?”
O
era un vizio, o chi lo circondava godeva sadicamente nel coglierlo alla
sprovvista, facendogli queste domande a bruciapelo, quando persino aveva
dimenticato da cosa fosse nata tutta quella discussione. Comprensibilmente vi
furono degli attimi di silenzio, in cui l’espressione ilare di Orlando, svanì
nel nulla. Non sapeva nemmeno lui cosa rispondere precisamente… INNAMORATO….
Una parola molto molto grossa, che nella sua vita aveva usato davvero poche
volte per lo più riferendosi ad altri, per quel che lo riguardava forse gli era
capitato una volta, al massimo due, contando l’ultima, ma non era neanche
sicuro che si trattasse del termine adatto.
Elijah
era tremendamente imbarazzato, certo l’aveva visto piuttosto preso da questa
misteriosa ragazza, ma non credeva così tanto, infatti era più che sicuro che
lo avrebbe subito liquidato con un secco no, ed invece non gli aveva ancora
risposto, stava pensando. Non era la prima volta che Orlando prendesse una
cotta, ma si era sempre trattato di qualcosa di molto superficiale, che al solo
sentire quella domanda gli faceva storcere il naso, invece ora se ne stava
ancora impalato sotto i suoi occhi.
“Domanda
sbagliata…” Disse alquanto mortificato, sperando di riuscire a mettere da
parte l’argomento e non essere stato troppo invadente.
“Non
lo so… Innamorato è decisamente troppo, ma dire che non provo niente, o che
è come tutte le altre volte, sarebbe una bugia colossale! Mi piace, ci sto bene
con lei, adoro farla ridere, il suo broncio, farla arrossire, fissarla
intensamente nei suoi occhioni verdi, fino a quando non li distoglie, metterla
in imbarazzo con la mia sfrontatezza e soprattutto mi piace come mi fa sentire!
Questo non vuol dire che ne sono innamorato, ma non è nemmeno niente! Non
immagini cosa voglia dire stare bene con una persona senza andarci a letto,
senza necessariamente avere un contatto che vada oltre qualche abbraccio sincero
e qualche coccola, data per voglia di tenerezza! E credimi non credevo nemmeno
io che potesse essere così! Come spiegarti la sensazione che si prova nel stare
con una persona che si accontenta di poco, magari di un film o di una pizza
fredda, che non ti fa mille menate sulla dieta che va a rotoli solo nel sentir
odore di dolci, che non se ne frega niente di essere sempre perfetta in ogni
occasione, che si fa bella solo ed esclusivamente per me, ma non vuole fartelo
capire, che ti accarezza i capelli con una dolcezza terribile, che non ti
permette di scollarti da lei!” Di poche cose l’aveva sentito parare con
tanto ardore e si trattava sempre di cose molto importanti per lui; se da una
parte, un tale atteggiamento, per una conoscenza di così recente data, lo
spingeva a credere che si trattasse solo di un grosso fuoco di paglia,
dall’altra lo rallegrava, perché vedere Orlando così sereno e perché no,
anche felice, era molto raro.
“Lei?”
“Ad
esser sinceri non si è sbilanciata poi troppo, è uscita da poco da una storia
importante e ha bisogno di tempo per capire e per conoscermi meglio, ma credo
provi lo stesso, o almeno lo spero! Elijah, tu sai ben che non sono un tipo
particolarmente sdolcinato, che si fa mille problemi e che spreca mille parole
quando una gli piace, ma non so con lei… come farti capire, non voglio
esagerare dicendo di non aver provato certe cose e cavolate affini, che poi
resterebbero solo parole, ma con lei sto vivendo un momento magico della mia
vita; sto facendo qualcosa che per quanto complesso, mi soddisfa, mi interessa e
mi farà crescere sotto certi punti di vista, inoltre ho incontrato una ragazza
che mi sta dando tanto, a cominciare dal suo tempo, dalla sua amicizia, fin ad
arrivare alle emozioni, che nella loro semplicità sono stupende, ed il tutto
senza volere niente in cambio, se non rispetto!!”
“E
Kate?? In tutto ciò che ruolo ha? Mi sembrava tra voi fosse una cosa abbastanza
seria!”
“Preferirei
non parlarne… Da quando mi sono trasferito a Londra, ho resettato tutto, non
voglio pensare , né ricordare nulla che riguardi il passato, ho lasciato tutto
qui e prima che mi assalga, devo ritornare a casa, ecco da dove viene la mia
smania di andarmene!”
“Stai
solo scappando, i tuoi problemi di qualsiasi natura essi siano, non svaniranno
nel nulla, dovresti saperlo!”
“Lo
so, lo so, come potrei scordarmelo, non sono uno stupido, però ora sto bene,
incredibilmente bene, ho trovato una persona che mi apprezza per quello che
sono, non per quello che appaio o per il nome che porto, e nonostante brancoli
nel buio, sul futuro di questa pseudo storia, non ho intenzione di complicarmi
il tutto tirando fuori dall’armadio, scheletri che hanno meritato di essere
sbattuti lì dentro!”
“Non
ti nascondo, che mi hai stupito… Non fraintendermi, è solo che questa
versione Orlando-Peace-and-love mi è nuova, soprattutto considerando il nostro
ultimo incontro in cui sembrava ce l’avessi con il mondo intero! Ma almeno sei
certo che lei non lo stia facendo per interesse? Sai a che mi riferisco…” Nn
voleva dargli dello sprovveduto, non era il tipo, però, sapeva anche che una
volta partita la testa era difficile capire se una persona era davvero sincera e
purtroppo, nel loro mondo, all’apparenza tutto oro e lussi, non era raro che
avvoltoi senza morale facessero di tutto per raggirarli e guadagnare qualcosa
che fosse pure una sola foto su un giornale scandalistico.
“Ne
ho l’assoluta certezza, che nasce dal vero e proprio problema…” Cambiò la
suaposizione sul ivano, era un modo come l’altro per prendere tempo, in realtà
sapeva benissimo come l’avrebbe preso Elijah, il paladino della verità, ciò
che stava per dirgli, come se non lo sapesse già da solo. “… non ha la più
pallida idea di chi io sia!!”
“Scusa???
Credo di non riuscire a seguirti!”
“Fa
parte di quel terzo della popolazione mondiale che non ha seguito al cinema la
trilogia,…. Lei non immagina minimamente che io sia un attore, anche
abbastanza famoso, e forse è proprio questo che la rende così naturale e
spontanea ai miei occhi!”
“E
quanto credi che durerà?? Se è come me l’hai descritta, quando o scoprirà,
perché stai certo che accadrà, l’unica variabile a tuo favore è il tempo,
saranno guai grossi er te!! Ma come hai fatto a tenerglielo nascosto?”
“Tecnicamente
io non gli ho nascosto proprio niente, non è mica colpa mia se non frequenta i
cinema e non sa chi sia Orlando Bloom!”
“Fossi
in te non farei tanto lo spiritoso, anzi cercherei le parole più adatte per
rendergli il tutto il meno fastidioso possibile! Accetta un consiglio da un
amico, appena arrivi a Londra, parlaci a quattr’occhi! Meglio che la verità
la scopra dalle tue parole che da qualche giornale!”
Non
poteva capire… Sapeva anche lui che stava correndo un grande rischi, ma
avrebbe dovuto tenere duro ancora per un po’, era troppo presto per dirle la
verità, raccontarle tutto equivaleva a farla scappare e non lo voleva, avrebbe
aspettato che il loro legame fosse diventato più forte, se il destino lo avesse
voluto, e poi glielo avrebbe detto.
“Vuoi
costruirle delle catene d’oro?”
Catene…Pessima
parola, tanto più che non sapeva nemmeno a cosa la dovesse incatenare, proprio
lui, poi, che a sedici anni era andato via di casa, perché gli era troppo
stretta, che considerava la libertà come il bene più prezioso, incatenare
qualcuno, non era decisamente il suo caso, si trattava più di una sua scelta
molto egoistica, quella di nasconderle tutto; almeno per ora Michelle avrebbe
dovuto continuare ad ignorare chi fosse l’attore Orlando Bloom.
Elijah
nella sua buona fede tentò in vari modi di farlo desistere dal suo intento, di
convincerlo della totale stupidità della cosa, ma parve fin troppo deciso,
anche davanti alla prospettiva peggiore e forte di questa convinzione lo salutò
e salì sul suo aereo.
Continua...
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Capitolo 8 *** Capitolo 8: Figure e Figuracce ***
Un
giorno, per caso…di
Dolcemaia
Disclaimer:
Ogni riferimento
a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione per Orlando
Bloom, da cui ho preso in prestito solo il personaggio.
Note
dell’autore:
Come al solito grazie per le recensioni sono state molto gradite!! ^____^
Robbie
Williams - Angel
Capitolo
8: Figure e Figuracce
“E
questo è tutto!” Erano almeno due ore che parlava ininterrottamente, sebbene
il suo stato glielo impedisse. Meg era andata a trovarla e aveva voluto sapere
praticamente tutto, dall’inizio alla fine, soprattutto perché da quando era
comparso il < famoso > Orlando nella sua vita, Michelle aveva disertato
ogni loro incontro, non mettendo piede nell’appartamento dell’amica per
oltre una settimana di fila, cosa improponibile, visto che il precedente record
era stato di appena due giorni; inoltre nelle loro telefonate era stata più che
telegrafica, in pratica non le aveva raccontato più nulla del suo bello
sconosciuto. Le ci era voluta l’influenza per dare finalmente soddisfazione a
Meg, che di per sé non era mai stata una ficcanaso, ma vedere la sua migliore
amica camminare un metro da terra, con la testa tra le nuvole e gli occhi a
forma di cuoricino, la incuriosiva e un po’ anche la preoccupava. Michelle non
era una ragazzina da proteggere, ma era sempre stata un po’ impulsiva quando
si trattava di sentimenti, non perché si gettasse fin dal primo momento nelle
braccia di chi la interessava, anzi su quel piano era molto molto prudente, ma
in un batter di ciglia s’innamorava, investendo tutta se stessa in storie
impossibili, o peggio ancora in suoi film mentali, senza pensare alle
conseguenze che finivano sempre per piombarle in testa, come un pesantissimo
macigno, quando meno se l’aspettava… e questa poteva essere una di quelle
volte, perché seppur malata, la sua amica era una tigre quando si toccava il
tasto Orlando, quindi era più che evidentemente cotta….
Chi
fosse poi quest’Orlando restava un mistero…..
Se
a lei bastavano quelle poche notizie che aveva su di lui, per Meg non valeva lo
stesso, le sembrava tutto piuttosto assurdo, non aveva la vista appannata
dall’infatuazione, o meglio quello che di più importante nascondeva questo
termine, e l’alone di mistero che circondava questo ignoto figuro, proprio non
la convinceva.
In
amore e in guerra tutto è lecito e nulla è prevedibile, ne era consapevole, ma
la casualità di quell’incontro e di quello che ne era susseguito, la
impensieriva; non voleva rovinare l’idillio sentimentale dell’amica, anche
perché lei era degna compare di Michelle in quanto a sogni, erano sempre loro
due a proporre a Jen sempre film d’amore quando andavano a cinema o
noleggiavano una cassetta, le avevano sempre prese in giro perché erano tra le
poche ragazze che credevano ancora nell’amore ed erano fedeli alle
romanticherie da carie ai denti, però lei, per sua parte, aveva capito da un
pezzo che la vita, quella vera, non ha nulla a che fare con i film e che
l’uomo perfetto, non solo non verrà a prenderti con il cavallo bianco, ma
difficilmente ti capiterà mai d’incontrarlo nei corridoi della facoltà e
anche Michelle sembrava essersene convinta, invece ecco un pinco pallino
qualsiasi che appariva dal nulla e rimescolava tutte le carte. Non era
pessimista e sospettosa di natura, tanto più che vedere l’ammalata,
nonostante la febbre alta, così eccitata e lecitamente < persa > nel
parlare di lui, era quasi una gioia, soprattutto dopo la storia di Kyle, anzi se
quella situazione l’aveva aiutata a superare tutto, evitandole la depressione
nera in cui certamente sarebbe piombata in tempi normali, non poteva che farle
piacere, però Michelle era troppo fuori fase per farsi domande che avrebbero
potuto turbare quella spensieratezza che stava vivendo, e lei in quanto sua
amica non poteva glissare sulla cosa.
Tanto
per iniziare cominciò a dubitare della sincerità del ragazzo, in quanto
riteneva piuttosto ambiguo che dopo la loro conversazione, fosse magicamente, e
a suo parere provvidenzialmente, sparito per lavoro, e a nulla valevano le
proteste che le erano state mosse, e le scuse che le erano state date; non
voleva infierire, tanto più che Michelle stava veramente male, ma voleva
convincerla a non farsi viaggi mentali proprio in quel momento, doveva rimanere
con i piedi per terra, perché era sentimentalmente troppo vulnerabile e non
doveva permettere ad un belloccio qualsiasi di prendersi gioco di lei….
Michelle
dal canto suo, non dava troppo peso alle parole di lei, un po’ perché la
febbre le dava un senso di stordimento che le rendeva tutto ovattato, ed un
po’ perché Meg era sempre stata molto apprensiva, figuriamoci in
un’occasione simile, a suo parere se solo l’avesse conosciuto e avesse
sentito l’intensità dei momenti passati assieme, non aveva dubbi, tutte le
sue incertezze sarebbero svanite come la nebbia mattutina, lasciando il posto ad
un brillante sole.
E
poi non le aveva dato il tempo di dirle, che Orlando l’aveva chiamata più di
una volta da quando era partito; in più mentre lei riposava, ad una sua
telefonata aveva risposto sua madre, che ormai aveva acquistato un po’ di
confidenza con il ragazzo, e gli aveva detto della brutta influenza che si era
presa, e quando l’aveva sentito in un secondo momento la sua voce aveva
tradito un po’ di preoccupazione, tanto più che credeva di esserne la causa,
visto che, la sera del famoso bacio mancato, dopo aver ricevuto una <
chiamata espressa > per New York, erano andati al molo a vedere le stelle
assieme, in modo che dopo la sua partenza, guardandole sarebbero stati un po’
più vicini ed aveva cominciato a piovere, ed invece di rifugiarsi subito in
macchina, si erano esibiti in una danza della pioggia, con l’autoradio a tutto
volume, indefinibile, fino a quando completamente fradici non erano stati
costretti ad andare via.
Come
spiegarle che quando lui la chiamava principessa le ci si sentiva davvero tale,
oppure che i baci, che aveva preso il vizio di darle sulla fronte nel <
frattempo >, come diceva lui, avevano il potere di farle diventare le gambe
gelatina ed erano i più dolci che avesse mai ricevuto! Come farle capire la
sensazione di eccitazione che aveva provato quando un giorno, come accadeva
spesso, era andato a prenderla a casa, e le aveva tirato da lontano le chiavi
dell’auto non appena messo piede fuori dalla porta e guardandola con aria di
sfida, le aveva detto “Oggi guidi tu!!”, ben sapendo che, nonostante la
patente in bella vista nel portafoglio, non ricordava più nemmeno da che lato
si girasse la chiave per l’accensione! E con quanta pazienza le si era
dedicato, sacrificando, sì, un paio d’ore di studio, ma regalandole un intero
pomeriggio di risate ed anche di pratica, visto che dopo tanti tentativi e botte
di testa sul cruscotto erano riusciti a fare un po’ di strada senza mettere in
pericolo nessuno!!
Inoltre
Michelle aveva dato a quel gesto un significato molto più profondo, a cui forse
Orlando non aveva nemmeno pensato, ma che lei preferiva attribuirgli… Lui si
era fidato di lei, non aveva esitato a mettere la sua vita nelle sue mani,
dandole quelle benedette chiavi, quanti tanto per cominciare avrebbero affidato
la propria auto nelle mani di una principiante che nemmeno tale si poteva
definire, visto che non sapeva davvero da dove partire, e senza alcuna remora e
timore si sarebbero ficcati in quella stessa auto e con tanta buona volontà le
avrebbe insegnato qualcosina, tentando di correggere gli errori, in cui recidiva
cascava continuamente… Cascava… era pur vero che, ogni volta, in cui lui le
sfiorava le mani, per correggere la postura sul volante, per lei la strada si
dissolveva, oppure ogni volta in cui la rimproverava, lei si girava a guardarlo
negli occhi e perdeva totalmente il controllo dell’auto, costringendolo a
salvataggi in extremis.
Non
riusciva, e nemmeno voleva trovare le parole per definire qualcosa di tanto
inspiegabile quanto coinvolgente.
Nessuno
poteva capire, nessuno al di fuori di loro due!
“Ma
mi stai ascoltando?”
“Si,
che ti ascolto, ma non vorrei proprio farlo! Mi sento decisamente a pezzi anche
solo per pensare, figuriamoci reggere una discussione con te, circa
quest’argomento! Stai problematizzando tutto e troppo, una volta non eri così,
non interferivi mai, anzi mi dicevi sempre di vivere la mia vita al meglio, mi
facevi da angelo custode da lontano, ora invece stai facendo esattamente con
Jen! Prendi sempre le cose peggiori dalle persone!!” Aveva messo il tutto sul
tono scherzoso, sapeva che Meg s’infuriava se la si paragonava a Jen, non per
cattiveria, ma semplicemente perché troppo diverse; in quelle frasi però,
seppur dette con il sorriso sulle labbra, c’era un po’ di verità.
“Vorrà
dire che tornerò nell’ombra a vegliarti, ma mi concedi almeno il diritto di
preoccuparmi per te?”
“Io
so che lo fai in buona fede, e soprattutto per me, ma non ce n’è bisogno!
“Questo
lascialo giudicare a me! Non posso farne a meno, almeno fino a quando non lo avrò
conosciuto e mi sarò fatta un’idea di questo Ornaldo!”
In
quel preciso istante avvertì una presenza estranea nella stanza, ma non vi fece
caso più di tanto
“Orlando…
veramente!” La corresse una voce maschile, piuttosto vivace ed anche
sconosciuta, che vista la situazione non poteva che appartenere al soggetto
della loro conversazione. Sperava ardentemente che non fosse così, magari si
trattava di un cugino lontano o di un altro amico di facoltà, ma quando vide la
reazione dell’amica non ebbe dubbi. Michelle, infatti, aveva nascosto il viso,
tirandosi le coperte fin sopra il naso, ma i suoi occhi non lasciavano spazio a
molti dubbi, stava ridendo ed anche parecchio, così tanto che le lacrime le
scendevano, nonostante i suoi tentativi di ricacciarle indietro, mentre la
povera Meg sarebbe volentieri evaporata all’istante pur di non prolungare
oltre quella situazione che dire imbarazzante era poco! Non aveva nemmeno la
forza di girarsi e guardare in faccia la causa del loro contenzioso, si limitava
a fissare Michelle desiderando ardentemente di cavarle gli occhi, perché non
riuscendo più a trattenersi, era scoppiata in una fragorosa risata che aveva
coinvolto anche il ragazzo, che a quanto pare stava continuando ad infierire
facendo faccette, che dalla sua posizione, lei non poteva vedere.
“Mi
dispiace non volevo interrompere una conversazione su un così interessante
tema, se tua madre non mi avesse costretto ad entrare, mi sarei trattenuto
volentieri ancora sulla porta ad ascoltare!”
Bene
aveva anche il coraggio di fare l’ironico, non bastava la magrissima figura
che aveva fatto, no, doveva farla sentire ancora peggio, Michelle non aveva
torto quando diceva che era irritante quando faceva così, era capace di farti
sentire l’essere più inadatto della terra, come se fosse nuda come un verme
in una serata di gala. Per fortuna che i due piccioncini, come aveva deciso di
ribattezzarli, si erano presto dimenticati della sua presenza, infatti, Orlando
si era avvicinato al letto dell’ammalata, e l’aveva baciata sulla fronte
mentre lei gli stringeva, seppur per pochissimi secondi le braccia attorno al
collo.
“Ma
tu che ci fai qui? Non dovevi essere a New York?” Infatti non si aspettava
proprio una sua visita, tanto più che lo sapeva dall’altra parte della terra;
non è certo il massimo farsi vedere febbricitante, in disordine e ciliegina
sulla torta, con il pigiamino con i coniglietti dal ragazzo che ti piace.
“Ho
saputo che una principessa stava combattendo con una brutta influenza” le
disse accarezzandole la testa, come fosse una bimba “ ed ho preso il primo
aereo per darle una mano! Scherzo, sono venuto solo a verificare se è il caso
di trovarmi una nuova insegnante, magari un po’ più avvenente e
disponibile!!”
“Brutto
bastardo…” Gli disse sfilandosi il cuscino da dietro la schiena e
tirandoglielo in faccia. Per quello le forze le erano rimaste, per il resto no!
A dir la verità la storia della principessa, l’aveva fatta rimanere di sasso,
tanto più che era presente Meg, quindi per lui si trattava di una presenza
estranea e probabilmente anche imbarazzante, che avrebbe dovuto farlo desistere
dall’entrare così nel privato, però non si era fatto influenzare, ed era
stato dolce come in certe occasioni solo lui sapeva fare, peccato che poi
quell’affermazione sull’insegnante disponibile avrebbe potuto sinceramente
risparmiarsela!
Grazie
ai suoi riflessi pronti ed anche al tiro, che non era stato proprio dei
migliori, Orlando, senza smettere di ridere, riuscì a bloccare il cuscino e
rimetterglielo dietro la schiena.
“Non
preoccuparti, per ora, mi arrangerò da solo con lo studio, per quanto me lo
lasceranno fare le nostre < affettuose > compagne di corso! Comunque vedo
che sei già in buona compagnia, quindi è meglio che vada!!”
“Tu
sei tutto matto, lo sai?? E poi non sognarti nemmeno di andare via dopo appena
due minuti!! Vuoi dire che hai fatto un volo transoceanico di tante ore solo per
vedere la principessa per pochissimo??” E lo tirò per una mano costringendolo
a sedersi sul letto a fianco a lei.
Era
stata decisamente una gran bella sorpresa, vederselo comparire così, senza
nessun preavviso, oltre logicamente la situazione esilarante che la sua presenza
aveva creato. La febbre e ciò che ne conseguiva l’aveva sempre abbattuta
molto sia fisicamente che mentalmente, non reggeva per niente le malattie, in più
l’assenza del suo < compagno di giochi > le aveva reso quella permanenza
a letto forzata, assolutamente insopportabile.
La
verità era un’altra; le era mancato, in quei pochi giorni in cui era stato
via, le era mancato terribilmente tanto, già normalmente l’assenza di una
persona che sei abituato ad avere attorno, è pesante, figuriamoci se si
trattava di uno come Orlando, che ti riempie la vita, investendoti con la sua
carica e la voglia di avere il mondo in mano, senza lasciarti fiato e a nulla
erano valse le attenzioni di tutta la sua famiglia e le sue amiche, e in un
certo qual modo se ne vergognava, perché ammetterlo candidamente, sarebbe stato
come dichiarare al mondo che ne era innamorata. Eppure averlo così vicino,
sentire ancora una volta il suo profumo ed il calore del suo corpo accanto a sé,
la dolcezza del suo braccio che delicatamente la cingeva, le faceva provare
sensazioni che sembravano urlarle in modo più che chiaro di abbandonare ogni
remora della ragione e lasciarsi andare, perché quei piccoli brividi che le
correvano lungo la schiena, paralizzando ogni suo muscolo, non potevano essere
ignorati. Era lì, insperatamente ed imprevedibilmente, le sedeva proprio
accanto, e l’aereo, c’erano buone possibilità, che l’avesse preso davvero
solo per vederla e non gli avrebbe permesso di filarsela così, solo per aver
sentito uno stralcio di discorso, al diavolo Meg… Doveva restare….
“A
proposito, lei è la Meg di cui ti ho tanto parlato! In genere è più
socievole, ma immagino si senta ancora troppo in imbarazzo per la situazione…
diciamo poco consona…” Aggiunse, fingendo un po’ di perplessità, era
certa che se non avesse rotto immediatamente il ghiaccio tra quei due, la sua
amica avrebbe potuto continuare ancora per molto ad ignorare il ragazzo, e poi
non era nulla di grave. “ Meg lui è….”
“Orlando
Bloom!” L’aveva anticipata la ragazza, lasciandola un po’ di sasso; come
faceva a sapere il suo cognome, se lei era certa di non averglielo mai detto, e
che i due fossero completamente estranei? Probabilmente avrebbe continuato ad
indagare sulla verità, ponendosi domande piuttosto fondate circa
quell’episodio, soprattutto se avesse avuto il tempo di dare un’occhiata,
anche di sfuggita, al viso di Orlando che era totalmente sbiancato, se sua madre
non avesse fatto irruzione nella stanza, costringendola a seguirla nella stanza
di fianco e quindi abbandonare le sue perplessità.
Erano
rimasti soli e Meg stava ancora fissando allibita il ragazzo!
“TU
SEI ORLANDO BLOOM!!!” Non che fosse diventata cerebrolesa, ma sfido chiunque a
ritrovarsi un attore strafamoso nella stanza della propria migliore amica,
oltretutto febbricitante e reagire con assoluta calma; tanto più che facendo
una breve e rapida stima di tutti i più grandi attori di Hollywood che
< avrebbe potuto trovare > da Michelle, lui non era proprio
contemplato, visto che l’intera trilogia de “The Lord of the Ring” lei non
aveva proprio voluto guardarla per dispetto nei confronti dei a suo dire,
fenomeni di massa, e nonostante avesse tentato tante volte di trascinarla al
cinema, non era mai riuscita a farla smuovere delle posizioni. Era assurdo che
proprio lei, la scettica per eccellenza, godesse dell’attenzione del più
bell’esemplare di elfo maschio esistente, chiaramente in senso lato.
“Così
dicono!” Rispose con un leggero tono d’ironia, che era un Miracolo ci fosse
ancora. Dopo un momento di turbamento iniziale, era riuscito a riprendere
possesso delle sue facoltà mentali; conoscendo Michelle, quella di cui gli
aveva parlato come la sua migliore amica, non poteva essere una delle tante,
che, al solo vederlo, potevano strapparsi i capelli, ed, infatti, la reazione
che stava avendo era delle più normali, degne di una persona di buonsenso e non
di un’invasata qualsiasi, ma per un attimo quando l’aveva riconosciuto,
aveva sudato freddo, temendo che tutto stesse precipitando.
“Scusa
l’idiozia della frase, ma converrai con me, che non è una cosa di tutti i
giorni trovarsi faccia a faccia con Orlando Bloom…” Ecco da chi l’aveva
preso Michelle il vizio di usare il verbo < converrai >, era un
particolare del tutto insignificante, ma avere Meg davanti a lui, era come poter
toccare con mano, una parte della vita della ragazza, che aveva monopolizzato i
suoi pensieri nell’ultimo periodo.
“Sarà
che ormai ci sono abituato, dovendomi specchiare almeno una volta al giorno, da
ventisei, quasi ventisette anni a questa parte!”
Cos’era
una battuta quella?? Voleva far ridere?? Gliel’aveva detto Michelle che aveva
un senso dell’humour un po’ distorto, ma aveva anche ribadito che a lei
faceva ridere…..Michelle…. ora che ci pensava con più attenzione, lei non
poteva proprio sapere chi fosse davvero Orlando Bloom, altrimenti non gli si
sarebbe avvicinata nemmeno per sbaglio, e non per qualche stupido pregiudizio
sugli attori, o le persone famose in genere, ma per eccessiva timidezza ed il
fatto che stesse per perdere completamente la testa per lui non poteva che
significare una cosa sola….
“Perché
non le hai detto niente!” Si aspettava da un momento all’altro una domanda
simile, eppure da perfetto idiota una risposta concisa, convincete ed essenziale
non l’aveva organizzata, proprio non vi era riuscito, l’unico pensiero che
gli premeva era chiudere l’argomento prima che la ragazza tornasse nella
stanza e capisse qualcosa, sebbene quella Meg non sembrasse affatto un tipo
facile da aggirare o zittire, anzi lo aveva aggredito come una iena, quindi per
averla dalla sua parte avrebbe dovuto sfruttare tutto il suo manuale del
raggiro.
“Perché
sarebbe troppo complicato farle capire tutto adesso!! So che è la tua migliore
amica, che siete molto legate e che non vuoi che soffra e ti assicuro che io non
lo voglio tanto quanto te, ma almeno per il momento non dirle niente!” Non era
supplichevole, non era esasperato, non era finto, era solo se stesso… Nulla di
particolare lo aveva fatto intuire, ma era sembrato abbastanza sincero, certo
era nelle sue abilità di attore riuscirci, anzi per uno come lui, doveva essere
un giochetto da ragazzi, però Meg aveva un sesto senso per le persone e per
quanto potesse sembrare tutto sbagliato in quella situazione, perché negargli
una possibilità solo per il suo lavoro… Avrebbe dovuto giocarsi quella
partita tutto da solo….
“Dirglielo
io?? Sei pazzo, se mi credi capace di questo, io non sono una spia, sarai tu a
dirle tutto e adesso, per giunta!!” Ecco la dimostrazione che le classiche
ragazze della porta accanto, tutte timide ed impacciate, in realtà siano ben
decise quando vogliono qualcosa… dei Terminator vestiti da Candy Candy.
“Se
ti dessi ascolto, scapperebbe spaventata, ancora prima di lasciarci il tempo di
capire se ne vale davvero la pena!!”
“L’hai
detto tu, SCAPPEREBBE SPAVENTATA, ma se almeno tu la seguissi e provassi a
spigarle tutto, potrebbe capire, anzi sono certa che lo farebbe, forse non
subito, ma lo farebbe! Se continui così, non avrai molte speranze, se permetti
penso di conoscere Michelle, un pochettino più di te e posso assicurarti che se
c’è una cosa che detesta in assoluto sono le bugie, credo che ti
respingerebbe più perché le hai mentito, che per il tuo lavoro e tutto quello
che comporta!! Tu stesso, quanto pensi riuscirai a tenerglielo nascosto? C’è
il pericolo che venga a sapere tutto in ogni momento, non è una cosa piccola
che vuoi nasconderle, qui a Londra hai una cerchia di fan incredibile, tutti ti
conoscono, lei è una della poche che non sa niente perché snobba tutto il
cinema che non è prettamente sentimentale o comico!! Credi che nessuno mai ti
riconoscerà, magari per strada o a cinema, in un momento XY? Oppure se dovesse
vedere qualcosa che ti riguarda navigando in rete? Sai bene che è una delle sue
passioni, dubito che non te l’abbia detto!! O peggio ancora, se dovesse aprire
un giornale scandalistico e trovasse la tua bella faccia in primo piano, magari
anche in una situazione apparentemente ambigua, come supponi la prenderebbe?? Bè
te lo dico io, male, malissimo!! Ti cancellerebbe automaticamente dalla sua vita
e non parlerebbe più nemmeno con me, perché ti ho coperto!!”
“Fino
ad ora sono stato molto attento a tutto, ed in più ora ci sei tu a darmi una
mano, no? Ma in fondo, dai, ragiona, potrei avere tutte le ragazze che volessi,
se solo uscissi da quella porta, senza aver bisogno di metter su questo
teatrino, ed invece no, sto rischiando grosso, senza contare che per non
allontanarmi troppo, vado a New York il minimo necessario, facendo andare su
tutte le furie il mio manager e perdendo anche discrete occasioni di lavoro e
secondo te per cosa? Per prenderla in giro?? Ho sempre adorato gli scherzi, ma
non di questo genere!! Meg io ci tengo a Michelle, e so che anche lei tiene a
me, perché rovinare tutto, ora, così presto?? Dovrò necessariamente
dirglielo, ed anche presto, perché, come hai detto tu questo gioco non durerà
a lungo, però vorrei che lei avesse il tempo di affezionarsi abbastanza ad
Orlando il ragazzo di Canterbury, da non essere travolta da Orlando Bloom
l’attore di Hollywood, capisci?” Non aveva tutti i torti, in più stava
cercando il suo aiuto, cosa che non avrebbe fatto se fosse stato in cattiva
fede, perché a quel punto si sarebbe trovato contro due donne infuriate ed era
una prospettiva sufficientemente controproducente da farlo desistere da un
simile proposito, in più i suoi occhi, che aveva avuto modo di constatare erano
davvero espressivi, come un uccellino le aveva riferito, sembravano schietti, e
poi aveva un espressione sul genere < Non puoi dirmi di no!>….
Era
Michelle la sua priorità, e certo un pinco pallino qualsiasi non avrebbe mai
potuto convincerla a tenere per sé un segreto così importante, eppure per quel
poco che aveva potuto vedere, quei due avevano un’espressione così intensa e
dolce, che li contraddistingueva, quando parlavano l’uno dell’altra, che
come avrebbe mai potuto salire un gradino più in alto e decidere del loro
futuro, qualsiasi esso sarebbe stato??
“Orlando
non posso starle dietro ventiquattro ore, su ventiquattro, non potrò
selezionare quello che legge o quello che guarda!! Potrebbe scoprirlo in
qualunque momento, le basterebbe passare davanti una vetrina, o andare in
videoteca o accendere la tv!”
“Lo
so, ma è solo per il momento!”
“E
quanto durerebbe in termini pratici questo < momento >?” La stava
convincendo, era contro tutti i suoi valori mentire ad un’amica, però in
fondo non si trattava proprio di mentirle, diplomaticamente si ripeteva che
quello era solo < nasconderle qualcosa >, che al momento avrebbe posto una
bella croce sull’attuale felicità; Orlando non aveva torto, con il tempo, e
conoscendosi meglio, forse avrebbe potuto accettare quella situazione fuori dal
comune, non ne era certa come gli aveva fatto credere, ma era pur vero che
Michelle, se veramente innamorata, come c’erano buone basi a suo parere che lo
fosse, sarebbe passata oltre tutto e tutti.
“Tre
settimane, al massimo un mese!” I suoi occhi si erano illuminati, era chiaro
che quella domanda sottintendesse un < ti aiuterò >, ma la sua risposta
era importantissima. Un mese gli era sembrato il lasso di tempo più logico, o
per lo meno, l’unico accettabile da entrambe le parti, mancavano due settimane
agli esami, dopodiché ne avrebbe avute due intere, John e lavoro permettendo,
per capire e far capire a Michelle, se quello che avevano, davvero valeva la
pena d’essere vissuto,
buttandocisi a capo fitto e poi le avrebbe detto tutta la verità…
La
buona volontà, per dirle tutto subito, ci sarebbe anche stata, era il coraggio
a scarseggiare…
“Dici
un mese al massimo…” Aveva corrugato la fronte, non prometteva nulla di
buono “.. sarà difficile, molto difficile, ma potremmo farcela!”
“Sapevo
di avere delle grandi doti da convincitore…”
“Non
montarti la testa, questi trucchetti funzioneranno su un set cinematografico, ma
con me non attaccano, ti aiuto solo, perché voglio bene a Michelle e non voglio
toglierle l’onore di poter raccontare in giro di essere stata con un attore
famoso!!” Lo aveva decisamente stroncato, e senza troppi complimenti, era una
dote nascosta di tutte le ragazze londinesi, o aveva avuto l’onore di
imbattersi in gruppo di amazzoni, fiere, orgogliose e pro l’abbattimento degli
ardori di qualsiasi maschio rampante nel raggio di cento chilometri?
“Voi,
donne, tutte streghe!!”
“Non
tirare la corda, potrebbe rompersi… Cosa che accadrà al tuo bel faccino, se
vedo anche solo un’insignificante lacrimuccia uscire dai suoi occhi a causa
tua!! Mi sono spiegata?”
“Come
un’enciclopedia!” Pessima battuta…. Davvero pessima, la sua sottile
ironia, si era vaporizzata nel momento esatto, in cui aveva incassato il secondo
colpo, in meno di cinque secondi, da quella che supponeva la donna bionica,
passasse la solidarietà femminile, ma che lo schiacciasse così senza nemmeno
dargli il tempo di capire cosa stesse succedendo non era affatto giusto! In
compenso però aveva trovata
un’alleata, il che non era da sottovalutare.
Continua….
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Capitolo 9 *** Capitolo 9: Fidanzati alla ribalta! ***
Un
giorno, per caso…di
Dolcemaia
Disclaimer:
Ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione
per Orlando Bloom, da cui ho preso in prestito solo il personaggio.
Nota
dell’autore: Chiedo
enormemente perdono per il ritardo con cui è arrivato questo capitolo, ma
purtroppo sono in pieno periodo esami, (che oltretutto si sta rivelando un
disastro per il mio libretto universitario e per il mio già precario sistema
nervoso) e non ho potuto fare di meglio, probabilmente non si tratta nemmeno di
un capitolo molto leggero, ma abbiate pietà dei miei poveri neuroni…
Volevo
comunque ringraziare Moon ( è doveroso), mami ( altresì detta mammina),
lillyna (^_^), Pers ( alla conquista di Paride… sai di che parlo!!), Gal ( che
è stata gentilissima) e so già che sto dimenticando qualcuno, ma spero
perdonerà la mia mancanza, sono alquanto fuori fase…
Sugababes
- Too Lost in you
Capitolo
9: Fidanzati alla ribalta!
Michelle
rientrò nella stanza e fu abbastanza stupita nel notare che Orlando e Meg a
quanto pareva avevano socializzato, forse anche un po’ troppo, e non si
sarebbe fatta molti problemi a spettegolare su quell’insolità cordialità con
una serie di battutine idiote, se alle sue spalle non ci fosse stata sua madre.
Era chiaro che la donna avesse una certa confidenza con Meg, tanto che si
lasciarono andare a dei commenti poco gentili sulla < piccola peste > di
casa, che stavolta si era beccata proprio una fastidiosa influenza. Ora,
d’accordo che quelle due assieme, ogni volta non facevano che farle pesare
tutte le sue mancanze, prendendola spudoratamente per i fondelli, tanto che
ormai le chiamava mamma e vice mamma, ma che non avessero il minimo rispetto per
il suo stato e soprattutto per la presenza di Orlando….
Dio,
che pessima idea si sarebbe fatto di lei, ora…Non solo sembrava una bambina
negli atteggiamenti, ma addirittura la trattavano da tale, che poi, capire, cosa
in lei provocasse tutta quella voglia di dare
protezione, proprio non lo sapeva…. A primo impatto poteva dare
l’impressione di essere buona, angelica e fragile, ma appena cinque minuti di
conoscenza erano sufficienti per prendere atto della verità, cioè le cose nn
sono mai come sembrano…
Il
tutto, poi, cominciò a prendere una brutta piega, quando sua madre, chiese
all’amica di restare con Michelle il giorno seguente, perché l’intera
famiglia sarebbe stata impegnata per tutta la giornata e probabilmente anche
tutta la serata in una visita ad una zia, che abitava piuttosto lontano,
progettata parecchio tempo prima e quindi inderogabile, e che non se la sentiva
di lasciare la figlia da sola per tutto quel tempo, viste le precarie
condizioni.
Certo
che se volevano farla apparire ridicola ci stavano riuscendo in pieno, quanto
avrebbe voluto prenderle entrambe a calci nel sedere, e a nulla valevano le sue
proteste e le sue invettive, sembravano ben decise a non sentirla.
“Ho
ventidue anni, non due!!” Si era opposta con decisione lei, ma ancora una
volta non era stata minimamente calcolata. Davanti a quell’ostentata
indifferenza, aprì la bocca in segno di perplessità e spostò lo sguardo verso
il ragazzo che nel frattempo si era seduto su una sedia, come per dirgli <
Guardale!!! Non mi fanno dire nemmeno A >, al che lui non potè far altro che
sorridere anche abbastanza divertito… almeno lui…
Poco
dopo sua madre uscì dalla stanza.
“Io
vorrei ben sperare che tu abbia retto il gioco, perché mia madre è
notoriamente una gran rompi scatole, perché se hai intenzione di venire
realmente ti uccido!! Passi pure che lei mi veda incapace di badare a me stessa,
ormai mi ci sono abituata, credo che continuerà a pensare a me come la sua
bambina con le codine e barbie alla mano, anche quando avrò quaranta anni, ma
che anche tu adesso faccia lo
stesso proprio non l’accetto!!” Meg la guardava piuttosto preoccupata….Non
pensava fosse una bambina, per carità, la sua iperprotettività riguardava solo
ciò per cui la riteneva più vulnerabile, in quel caso si era trattato di
Orlando, sebbene fosse stata un po’ rassicurata parlandoci, ma lasciarla sola
con quella febbrona proprio era impensabile! Se si fosse sentita male, o anche
se avesse avuto bisogno di un bicchiere d’acqua come avrebbe fatto; per come
stava, reggersi in piedi sarebbe stato un miracolo!
“E
poi, mi cara, vorrei ricordarti che domani arriva dalla Spagna il tuo adorato
Luis Kosè!!” Le disse per convincerla, con tono molto malizioso. L’aveva
colta in fallo; per un attimo Meg l’aveva scordato, finalmente dopo mesi di
separazione avrebbe rivisto il suo adorato fidanzato, che aveva conosciuto
appunto in Spagna durante una vacanza studio. In realtà Michelle non aveva mai
avuto simpatia per il ragazzo, che certo era davvero molto bello, con dei colori
tipicamente latini ed il cosiddetto sangue caliente, ma cosa potesse avere a che
fare con la sua amica proprio non l’aveva mai capito. Non solo per
l’amicizia che indubbiamente le legava, aveva sempre pensato che Meg fosse una
persona molto profonda e riflessiva, a cui non piacevano le cose superficiali,
che avrebbe avuto bisogno di un compagno al suo fianco dal carattere pacato,
tranquillo, sincero e rispettoso, ed estremamente dolce, ma allo stesso tempo
non prevedibile, ed invece quel Luis Kosè non era che un bulletto muscoloso ed
anche piuttosto scemo a suo parere, con il pensiero fisso dell’aspetto fisico,
cioè esattamente l’opposto di quello che avrebbe voluto per lei.
In
tutto ciò Orlando spalancò gli occhi, non ci stava capendo più niente e
Michelle accorgendosene, gli fece un rapido riassunto a modo suo.
“Luis
Kosè..” disse ironicamente con accento perfetto spagnolo, ed indugiando
particolarmente sulle s, ottenendo l’effetto comico desiderato “ es el guapo
de Meg… In parole spicciole, il suo dolce amore, come dice lei… Che poi,
chiamare quel… coso, amore, mi fa venire la nausea solo a pensarci; è un
mastodontico esempio di maschio spagnolo, cerebralmente limitato che la
signorina ha conosciuto l’anno scorso, in uno schifo di vacanza studio, che ci
hanno fatto fare! Giusto per la cronaca, il cretino attaccò bottone prima con
me, ma probabilmente essere sbiancato trenta volte in un minuto, con frasi ogni
volta diverse, da una che lo spagnolo nemmeno sapeva dove si parlava era davvero
troppo, al che la stupida della qui presente, nonché mia migliore amica ha
deciso di consolarlo, innamorandosene!!” Era assolutamente da morir dal
ridere; certo non la situazine raccontata, perché se fosse stato possibile Meg
aveva cambiato colre passando da sfumature rosate, passando per il rosso aceso
fino al viola più intenso. Quella ragaazza avrebbe avuto un futuro nella
satira, magari coltivando un po’ la sua capacità interpretativa, magari un
giorno avrebbe anche sperato di girarci un film assieme…. Sicuramente la metà
del tempo l’avrebbe passata, piegato in due dal ridere…
“Sei
terribile, Michelle!!” Le disse Orlando non riuscendo più a trattenersi. Per
come gli era stata descritta la scena, riusciva quasi ad immaginarsela… Era
esilarante pensare a Michelle, che mandava in bianco un mega palestrato, figo
pieno di sé senza batter ciglio…ed una qualche idea poteva anche farsela,
visto che quelle poche volte che erano andati in qualche locale pubblico, anche
solo per un caffè, se per un qualche motivo si era allontanato, al suo ritorno
l’aveva sempre trovata in compagnia di qualche ragazzo. Cosa che normalmente
avrebbe fatto anche rabbia, se non fosse che lei aveva nel sangue l’arte del
prendere per i fondelli la gente... tanto che i poveri malcapitati, da
predatori, diventavano prede…. Del suo umorismo sottile e
nemmeno si accorgevano, di come, a parole, lei li lasciava praticamente
in mutande; l’unico con cui non si era mai esibita in uno di quei spettacolini
era lui… ma era un bene, un male o forse lo faceva e nemmeno lui se n’era
mai reso conto?? Sorrise a quel pensiero….
“Ti
vorrei informare che stai parlando del mio ragazzo e potrei anche menarti di
brutto se non la pianti, malattia o no!!” Le disse la ragazza dai capelli
color caffè scuro; il tono era perlopiù sullo scherzo, ma certo non aveva
potuto nascondere un po’ di disapprovazione nel sentirsi messa alla berlina
davanti ad uno sconosciuto.
“La
solita violenta!” Le disse ritirandosi sulla testa le coperte. Stavano
evidentemente giocando, però Meg era piuttosto permalosa quando si parlava di
Luis Kosè, soprattutto visto che conosceva bene l’opinione che aveva di lui.
“Mi
pare di capire che state insieme da parecchio… E’ una cosa seria allora!”
S’intromise Orlando prima di assistere ad un corpo a corpo tra quelle due.
Certo sarebbe stato il sogno erotico di ogni uomo, ma certo non era proprio il
caso di pensarvi in quel momento. E poi era rimasto piuttosto sorpreso di sapere
che Meg fosse impegnata con un simile figuro.. Le parole di Michelle non erano
da prendere come oro colato, era vero, ma già il fatto che una persona così
apparentemente razionale e matura, come aveva avuto modo di capire fosse Meg, si
fosse fatta coinvolgere in una storia a distanza e così traballante, era strano
dal suo punto di vista.
“Come
no!! Lei è qui a fargli la calza, mentre lui si sbatte tutte le ragazze tra
Barcellona, Madrid e Siviglia!!” A questo punto Orlando molto in imbarazzo non
osò aprire bocca, mentre Meg era piuttosto incavolata, e forse anche qualcosina
di più! Le facce erano più eloquenti, ma Michelle non si fece troppi problemi,
complice anche lo stordimento da febbre che in un certo senso le faceva pesare
meno la tensione accumulatasi in quella stanza. “Oh, scusate ho detto qualcosa
che non dovevo dire vero?? Bè me ne frego, mi girano se vedo la mia amica stare
male, per uno che si ricorda di lei, solo quando decide di venirsi a fare un
week end, o una settimana a Londra e non sa dove andare a dormire!! Scusatemi
tanto, se non ho voglia di vederti consumare gli anni più belli della tua vita,
e tutto l’amore che hai da dare, con una persona che non lo merita, senza
aprire bocca e facendo finta di niente!! Lui non è la persona giusta per te, e
lo sai bene, non capisco perché ti ostini tanto a stare con un tipo
simile!!!!”
“Michelle
non ti permetto di parlare così!! Cosa ne sai tu!! Facciamo frequentemente
discorsi di un certo spessore…”
“Si…
quello della carta velina!! Ma che mi vieni a raccontare!!!” Vetriolo puro!!
Orlando ebbe modo di constatare che la febbre non le aveva affatto annebbiato il
cervello, anzi se era possibile aveva anche aumentato il grado di acidità
perenne, che non si era mai
risparmiata nelle sue battute. Non c’era appunto da fare, quando voleva
colpire qualcuno lo faceva con stile, e la cosa lo preoccupò oltremodo, certo
lui non era mai stato tipo da farsi cogliere impreparato, anzi era sempre stato
lui ad utilizzare la sottile arma dell’ironia, però il pensiero che, con
buona probabilità, quel complesso meccanismo di scatole cinesi che per lui era
il cervello di Michelle, gli si sarebbe rivoltato contro davanti alla verità
sulla sua vita, e con violenza almeno cento volte superiore, lo inquietava e
parecchio. Era una mitragliatrice, quando veniva caricata, non smetteva più
fino a che non schiacciava il suo antagonista…
“Senti
non accetto paternali da una persona che ci ha messo due anni e mezzo per
decidersi a mollare un ragazzo, di cui, continuava a ripetersi, sperando di
convincersi, di essere innamorata, per una sorta di sadismo inconcepibile!!”
Silenzio…
inevitabile e pesante silenzio… Michelle distolse lo sguardo,
rivolgendolo dall’altra parte….Non era stato un riferimento dei più
felici, tanto più che c’era presente la persona che meno doveva essere
coinvolta in quel discorso. Sapeva
che di esserci andata parecchio giù pesante con Meg, ma sapeva altrettanto bene
di non avergli detto cose nuove, erano sempre le medesime che le ripeteva dal
momento stesso in cui avevano preso l’aereo per tornare a Londra da quella
vacanza. Fino a quando si trattava di un flirt estivo, o un’avventura, poteva
anche passare, ma che si bruciasse dietro ad un ragazzo che, non era solo una
sensazione, ma avevano avuto prove, a cui Meg si rifiutava di credere, la
tradiva regolarmente per poi entrare ed uscire nella sua vita, assieme alle fasi
lunari, proprio non poteva digerirlo.
Orlando
era sufficientemente imbarazzato, come poche volte era stato nella sua vita…
In genere lo era stato più per situazioni assurde o sue bravate, che comunque
non avevano l’intenzione di fare male a nessuno, invece stavolta si era
trovato nel bel mezzo di una litigata tra amiche, nemmeno eccessivamente
cattiva, ma di cui lui era parte in causa… Guardò Michelle.. certo la sua
espressione non era delle migliori, e non solo per la febbre, non aveva più
aperto bocca, cosa insolita, vista la nota lingua lunga; Meg era andata a
toccare una ferita aperta, evidentemente ancora troppo…
A
questo punto cosa pensare?? Forse era quello il motivo per cui, non aveva voluto
superare un certo limite con lui… pensava ancora a quel tipo… Kyle… Forse
davvero Michelle avrebbe avuto bisogno di tempo per lasciarsi tutta quella
storia alle spalle, tempo che lui, però, non aveva e non voleva darle…
Egoisticamente parlando, sapeva bene che quella situazione di calma piatta, in
cui doveva volare a New York al massimo una volta a settimana, il che era già
abbastanza stressante, non sarebbe durata a lungo…
“Sai
qual è la differenza?? Kyle, per quanto potesse essere stronzo, poco attento, e
scostante non ha mai tradito né me, nè la mia fiducia… E sai benissimo
quanto sia importante, cosa che non credo possa valere per Luis!”
Come definire la freddezza con cui aveva detto quelle parole... Era come
se si fosse improvvisamente allontanata, diventando quasi intoccabile; il suo
tono di voce era unicamente gelido, non trasmetteva nulla, se non quasi una
certa repulsione nei confronti di tutti.
Al
solo udire la parola fiducia, Orlando sentì un brivido salirgli su per la
schiena…Se avesse scoperto il suo segreto, come minimo l’avrebbe chius fuori
dalla sua vita, come massimo sarbbbe potuta benissimo passare alla minacce
fisiche… Anche Meg lo guardò…. Era arrabbiata anche lei e per vendicarsi
avrebbe potuto benissimo spiattellare il suo segreto in meno di un
nanosecondo…
Ma
evidentemente era la sua giornata fortunata, la ragazza non fece proprio nulla
di quello che ci si poteva aspettare, si limitò a sussurrare un “Mi
dispiace” abbastanza sentito, cosa che Michelle non ignorò.
“Comunque
io ho più gusto di te in fatto di ragazzi!!” Disse alla fine rompendo la
tensione, fissando Meg e poi facendo cenno ad Orlando. In effetti i suoi gusti
non erano affatto disprezzabili, anzi, erano condivisi da migliaia di ragazze
sparse in tutto il mondo, peccato lei non lo sapesse. Scoppiarono tutti e tre a
ridere all’istante…
…
Valle a capire le donne, poco ci mancava che si spellassero a vicenda ed ora
sono di nuovo Anima e Cuore!!
“Resta
il problema di domani! Posso restare con te, fino a tarda mattinata e magari
tornare nel pomeriggio, ma nel frattempo come si fa?”
“Ancora
con questa storia??” Stare da sola non era il massimo delle sue aspirazioni,
ma quel continuo preoccuparsi per lei, magari anche giustificato, non era che un
ripeterle incessante < BAMBINA BAMBINA BAMBINA> e certo a ventidue anni
non è nulla di edificante. Ma quando addirittura Orlando con il massimo
del candore si offrì volontario a sostituire Meg, la bussola andò a farsi
benedire. Era logico, come l’alternarsi del giorno e della notte che, anche
lui, a quel punto, si sentisse in dovere di comportarsi allo stesso modo. In
dovere di cosa, poi?? Era ignoto, non era mica il suo ragazzo, anzi, se prima da
parte sua c’erano state battute e doppi sensi che lasciavano intravedere un
qualche interesse, dopo la storia del bacio, il loro rapporto si era decisamente
raffreddato, sembrava essersi arenato su un livello di amicizia molto intima e
abbastanza affettuosa, ma niente di più…
Sotto
alcuni punti di vista poteva sembrare anche una cosa positiva, perché forse
voleva dire che Orlando la considerava diversa dalle solite oche con cui era
solito flirtare, che c’erano le basi per qualcosa di serio, ma dall’altra,
inspiegabilmente quella mancanza di interesse < fisico>, di quelle mezze
parole, di quelle frasi dette e non dette potevano anche significare, solo
AMICIZIA.
Fatto
stava che a quel punto visto che continuavano a trattarla come una poppante, lei
si sarebbe adeguata dando inizio al gioco del silenzio.
“Sapete
che vi dico, io non ho bisogno di nessuno, ma visto che non mi ascoltate nemmeno
per sbaglio, fate quello che volete, non è più affar mio!!” Disse
arrabbiatissima, nascondendosi sotto le coperte e non aprendo più bocca.
Avevano deliberatamente ingorato le sue parole?? Bè ora avrebbero dovuto
pregarla per farla parlare….
*********
Spense
la tv, allontanando da sé il telecomando, stiracchiandosi molto poco
educatamente su quel grande divano; non era a casa sua, ma tanto nessuno avrebbe
potuto vederlo e quindi criticarlo. L’Orlando casalingo… ci sarebbero stati
giornali che avrebbero pagato oro, per vederlo in quella situazione.
Il
silenzio in cui era piombata quella casa, nel momento esatto in cui aveva
cessato di funzionare il tubo catodico, era interrotto solo, ad intervalli
regolari, da un forte tossire; inizialmente si era anche preoccupato andando a
controllare l’emissaria di quel fastidioso suono praticamente ogni due minuti,
scavalcando puntualmente la spalliera di quel benedetto divano e correndo nella
stanza, nemmeno fosse un campione dei trecento metri ad ostacoli, in cui dormiva
la ragazza, ma ogni volta tornava indietro rincuorato per il falso allarme. La
sera prima, la prospettiva di quella giornata l’aveva abbastanza eccitato,
finalmente un po’ di riposo, senza aerei da prendere o libri da aprire, solo
loro due ed una grande casa vuota, peccato che i suoi sogni di gloria si erano
infranti appena varcata la porta d’ingresso e constatato lo stato reale della
situazione. Michelle stava male e anche parecchio, a quanto gli aveva riferito
Meg, aveva passato una nottata d’Inferno tra febbre e tosse e solo qualche
minuto prima era riuscita ad addormentarsi, quindi sarebbe stato meglio non
svegliarla, almeno per un po’. Inoltre soffermandosi a parlare, aveva avuto
conferma che l’umore nero con cui l’aveva lasciata la sera precedente, tanto
che non si era nemmeno voltata, quando le si era avvicinato per darle un
innocente bacio sulla fronte, se era possibile, era addirittura peggiorato…Se
c’era una cosa di assolutamente detestabile nel carattere di Michelle era,
senza dubbio, la sua capoccia dura, quanto il marmo…. Aveva deciso che doveva
mostrarsi capace di badare a se stessa?? E così avrebbe fatto, rifiutando non
solo il loro aiuto, ma persino la loro compagnia.
E
certo la frase ironica con cui Meg l’aveva lasciato non era affatto
incoraggiante…
“Orlando
credo che solo tu possa compiere il Miracolo!”
Era a cavallo se sperava davvero che quella streghetta si sarebbe fatta
condizionare da lui. Si distese più comodo sul divano, poggiando il viso sul
palmo della mano, piuttosto pensieroso…
Le
cose non stavano andando come previsto, l’impressione che aveva avuto Michelle
era esattamente uguale alla sua, se non fosse che nessuno de due era capace di
leggere i pensieri dell’altro.. Quella loro specie di rapporto stava
diventando più una tenera e dolce amicizia, in più oltre già tutte le
complicazioni che c’erano, si aggiungeva anche questa incognita che riguardava
Kyle… Combattere con i problemi, uno per volta era possibile, ma tutti quei
fantasmi, non erano affatto facili da gestire,e se non fosse cambiato qualcosa
tra loro, probabilmente tutta quella paura di rovinare di qualcosa che, forse,
, rischiava di diventare inutile, perché nulla
effettivamente ci sarebbe mai stato….
Mostrò
appena la testolina bionda oltre la porta, non sembrava esserci nessuno, perciò
con calma, prese a trascinare i piedi fino ad arrivare alla cucina; non che
stesse poi così male da ridursi ad un relitto umano, però era abbastanza
stanca per la nottata in bianco, da non capire il perché di sforzarsi
inutilmente, camminando come le persone normali.
La
mente umana… che cosa contorta!!
Si
trascinò stile zombiee, tossicchiando appena ogni tanto, fino alla cucina, che
per inciso era poco distante da dove si trovava Orlando, e cominciò a
trafficare con pentole e pentoline, solo per mettere su un po’ d’acqua a
bollire; la calma piatta che vigeva, le dava tutti i presupposti per credere che
chiunque fosse stato incaricato di farle da cane da guardia, o stesse dormendo,
o si era dato latitante, cosa che non le dispiaceva affatto, anzi; quando
improvvisamente si ritrovò incastrata da due braccia contro il ripiano dove
aveva appena poggiato una tazza.
“Ma
sei pazzo? Mi hai fatto morire di paura!” Urlò a meno di un centimetro dalla
faccia di Orlando, mentre lui rideva divertito. Le aveva fatto venire un
coccolone non indifferente; dopo qualche iniziale perplessità, si era convinta
di essere sola, dimenticando completamente l’eventualità che potesse esserci
qualcun altro in casa, quindi quando si sentì messa alle strette,
all’improvviso, da un ignoto, poco mancò che Orlando provasse la sensazione
del gelido acciaio di una pentola in pieno viso; non poteva certo avere la
razionalità necessaria per capire di chi si potesse trattare.
“Visto
come strilli, direi che stai abbastanza bene, invece!! E ti dirò di più, in
questa versione pigiamino- treccine ed aria spaventata, m’ispiri pensieri
osceni!” Le disse con aria ammiccante. Visto che bisognava movimentare
qualcosa, in quel loro strano rapporto, perché non essere il solito Orlando,
quello che faceva morire gli amici dal ridere
e che non perdeva occasione per flirtare, in maniera anche abbastanza
pesante, con le ragazze?
Michelle
lo guardò perplessa, ma erano certi che quella che stava male, tra i due era
lei?? E d’accordo che le < mancavano>, se così si poteva dire, i doppi
sensi, da un periodo a quella parte, però, lì, di senso ce n’era solo uno, e
nemmeno equivocabile!
“Orlando
che ti sei fumato prima di venire qui?” Gli disse, avvicinandosi al suo petto,
cosa non poi così difficile, visto che non si erano spostati da quella
posizione, poi tirò su con il naso, per sentire bene il suo odore e continuò
“Eppure non si sente niente!”
“Perché
non potrei dire sul serio??” Le disse guardandola incredulo, ma allo stesso
tempo anche abbastanza divertito, continuando a parlarle sempre con lo stesso
tono. La ragazza lo fissò dritto negli occhi, con un’intensità incredibile,
tacendo per un attimo, poi convinta “ NO!!” e si girò di nuovo verso la
cucina, prendendo un’altra tazza.
Orlando
non spostò le braccia, nemmeno quando il bricco dell’acqua bollente cominciò
a fischiare e la ragazza non aveva modo di raggiungerlo, se lui non si fosse
spostato. Non sapeva nemmeno lui spiegare perché, ma gli dava una bella
sensazione sentirla così vicina.
“Dai,
Orlando scollati di dosso, l’acqua bolle, e poi, se ti becchi anche tu
l’influenza, poi come fai a fare il giro del mondo ogni due giorni??” Questa
gli risultava nuova… Da quando faceva battutine sui suoi viaggi?? Un sorrisino
malefico comparve sul suo viso, nonostante Michelle fosse voltata dall’altra
parte e quindi non potesse vederlo. Era un lontano bagliore di gelosia quella
che l’aveva spinta a dire quella frase o solo una casualità? Poco probabile,
tutto ciò che usciva da quella boccuccia di rosa, era tutto ben ponderato e
mirato a qualcosa, ergo era gelosa marcia, sebbene avesse sempre fatto
l’indifferente davanti ad ogni sua partenza, anche quando lui le aveva fatto
esplicitamente capire che quell’atteggiamento, quasi < freddo>, non lo
incoraggiava molto.
Domandargli
conferma ai suoi dubbi sarebbe stata una mossa sbagliata, avrebbe negato tutto,
facendolo passare per il cretino della situazione… Come poteva una ragazza così
apparentemente innocua, avere tanta presa su di lui, questo ancora se lo
domandava, nel frattempo, spinto da uno slancio di affetto, dovuto proprio a
quella gelosia malcelata, se la caricò sulle spalle, incurante delle proteste,
e la riportò a letto, sparendo e riapparendo di nuovo nella stanza con i due
bicchieri di thè che lei stava preparando.
“Fa
attenzione che è bollente!” Le disse porgendole la tazza e sfiorandole la
mano, poco involontariamente, mente si sedeva l bordo del letto, proprio davanti
a lei. “Come stai?” Niente,
nessun accenno ad una risposta, anzi Michelle sembrava proprio persa in altro
genere di pensieri, aveva solo portato la tazza alle labbra, cosa che le
lasciava intravedere unicamente gli occhi. “Ricominci con il gioco del
silenzio?? Non mi piace quando fai la bambina!!”
“Non
ti piace, però mi ci tratti!!” Sbottò lei, l’atmosfera scherzosa di poco
prima era svanita del tutto, in effetti non è che la ragazza avesse proprio
gradito quell’essere presa in spalla improvvisamente, nemmeno fosse stata un
salame e sballottata da una parte all’altra come se quello che volesse lei non
fosse importante.
“A
me piacerebbe avere qualcuno che resti con me, quando sto male, non capisco
perché sei così indispettita!”
“Vuoi
saperlo?? Perché mi trattano, anzi a questo punto direi che, mi TRATTATE tutti
come una bambina incapace di intendere e di volere, che deve essere protetta e
tenuta lontano da ogni pericolo, a tutti i costi, senza rendervi conto che
questo starmi così addosso, mi soffoca, non mi permette di vivere la vita come
voglio io!!! Non posso e non voglio sopportare le lagne di tutti quanti perché,
non so, devo tornare presto la sera, o non devo andare in giro in metro di sera
o mi devo mettere il cappellino se vado in moto… Sono tutte una massa di
stupidaggini, frasi che magari si ripetono da tanto tempo da dover essere
diventate monotonia, ma che, in realtà, mi hanno stufato perché sono in mille
a ripetermi ogni giorno sempre le stesse cose, ottenendo da parte mia
un’ostinazione a fare tutto il contrario… Cavolo, sono grande, so cosa è
bene e cosa è male, tenermi in una campana di vetro non funzionerà! Possibile
che vi sembri così indifesa ed incapace, da non poter fare, anche un solo passo
da sola??” Aprirsi e per una volta non trovare davanti a sé il solito muro
sordo, ed invalicabile, ma semplicemente una persona che per quanto ancora,
sconosciuta, è capace di ascoltare, di dare la propria attenzione e anche
affetto…. Chiunque l’avrebbe mandata a quel paese a quel punto, eppure lui
era ancora lì, seduto vicino a lei su quel minuscolo letto, ad ascoltare il suo
sfogo, senza batter ciglio…
“Nessuno
crede che tu sia una bambina, è solo che sei talmente….. talmente speciale da
suscitare un affetto smisurato in tutte le persone che ti sono attorno e che non
possono fare a meno di volerti bene! E tu sai che, quando si vuole bene ad una
persona, si cerca in tutti i modi di non farla soffrire!! Non colpevolizzare i
tuoi o Meg solo perché vogliono il tuo bene!”
E
chi s’immaginava che Orlando avrebbe trovato in così poco tempo, le parole
giuste per farle capire tutto ciò che ostinatamente aveva sempre voluto non
vedere e non sentire, e poi era stato alment dolce mentre glielo diceva che
anche se avesse detto le più grandi fesserie esistenti sulla terra, non avrebbe
potuto fare a meno di credergli; nei suoi occhi c’era un po’ di malinconia,
da quel poco che gli aveva raccontato di sé, era andato via molto presto da
casa, e sradicato dalle sue radici aveva dovuto imparare molto presto a
cavarsela da solo, senza avere tutto ciò che adesso lei stava rifiutando, e
quindi dicendole quelle cose, voleva solo farle capire che quelle attenzioni che
per lei, magari, erano opprimenti, in realtà erano qualcosa che in molti
avrebbero desiderato, anche lui.
“Meg…..”
Ripetè sottovoce, immediatamente le balenò in testa un dubbio atroce; la sera
prima li aveva lasciati soli per del tempo, troppo tempo, tanto da permettere
all’amica di essere lasciata con delle idee non troppo positive su Orlando e
con tutta uan serie di pregiudizi assurdi, e ritrovarla con un parere totalmente
opposto, anzi, i due avevano addirittura fatto fronte comune contro di lei.
“Non ti avrà fatto la paternale, ieri, vero?” Lui non rispose, si limitò a
ridere, se avesse davvero saputo della discussione avuta con Meg, probabilmente
l’avrebbe fatto volare dalla finestra…
“Dio
che razza di amica, e aspetta questo è niente, non hai avuto ancora il piacere
di conoscere Jen…. Lì, c’è davvero da scappare!!”
Il
resto del pomeriggio trascorse più o meno allo stesso modo, se non fosse che
Michelle per evitare di mischiargli l’influenza, ebbe l’infelice idea da
farlo mettere sul letto dall’altra parte, cioè dove aveva i piedi, da quel
momento in poi, Orlando la torturò con ogni mezzo, prendendola a cuscinate in
faccia, o tirandole addosso tutti i peluches che riusciva a trovare, ed erano
davvero tanti, togliendole le coperte, al solo scopo di vederla indispettita…
Quant’era diverso dal loro primo incontro, totalmente diverso, molto più
dolce, sensibile ed anche giocherellone, ma non in modo forzato… Orlando, era
decisamente la persona di sesso maschile con cui stava meglio, la feceva ridere,
e a volte anche piangere, visto che ad ogni sua partenza, ritrovatasi sola
qualche lacrimuccia le scappava, ma niente che lui sarebbe mai venuto a sapere,
poi quella sua insolita dolcezza era inspiegabile. Doveva essere stata proprio
una cretina la sua precedente ragazza… non ne aveva mai parlato apertamente, e
se all’inizio la cosa le era dispiaciuta, con il tempo aveva capito che non si
sentiva ancora pronto a farlo, doveva averlo fatto soffrire molto, strano a
dirsi, uno come lui, bello come il sole, soffrire per una donna…
Quando
la ragazza allo stremo, delle già scarse forze, implorò pietà e lo fece
smettere di tartassarla, si stese lungo un fianco proprio accanto a lei, le
aveva passato il braccio sotto la testa e con la mano libera, le accarezzava il
viso.
…Dio,
che sensazione, ha le mani fredde che sulla mia fronte bollente, non sono che
manna dal cielo e poi ha una delicatezza unica… quanto vorrei poter stare così
per sempre…
Per
sempre non proprio, ma fino a quando non si addormentò, ci restò in quella
posizione… Al che Orlando per non rovinarle quel poco di riposo , si alzò e
cominciò a gironzolare per la stanza con il suo solito atteggiamento, mani in
tasca e spalle strette.
Era
entrato parecchie volte lì dentro ma non vi si erano ma i fermati molto, se non
per qualche minuto, perché in genere studiavano in cucina…
La
prima cos, che l’aveva colpito era la quantità abnorme di peluches, ordinati
su mensole bianche praticamente su ogni muro… Avrebbe potuto aprire
tranquillamente un museo della Disney.. aveva tutti i personaggi dei cartoni che
a lui venivano in mente. Vi si alternavano, poi, locandine di film famosi, tra
le quali logicamente non faceva figura quella del Signore degli anelli, e
pannelli di sughero su cui aveva attaccato una marea di foto la maggior parte
della sua famiglia e le sue amiche, lei non compariva spesso. Era riuscito a
farsi un’idea di tutte le persone di cui gli aveva parlato, in molti di quei
scatti, poi, ricorrevano tre ragazze, due delle quali erano appunto Michelle e
eg, ergo la terza doveva essere necessariamente Jen… Stava praticamente
curiosando nella sua vita, ma in fondo che male c’era? Poi era carino vederla
in altri momenti che lui non aveva avuto tempo, e non avrebbe avuti tempo, di
vederla. Ad esempio abbronzata era da Dio, proprio con nulla da invidiare a
tante mazze di scopa che vedeva nei frequentatissimi party a cui partecipava!
Sorrise a quel pensiero, si stava decisamente rammollendo, il mondano Orlando
dov’era finito, se l’avesse sentito Elijah, avrebbe sicuramente chiamato il
miglior ospedale psichiatrico della terra…
Era
vicino il lungo specchio ovale e sebbene la luce fosse un po’ soffusa, era pur
sempre la stanza di un’ammalata, riusciva a distinguere bene la sua sagoma e
addirittura i tratti del suo viso… decisamente diversi da quelli di un mesetto
prima, stava cambiando, era difficile ammetterlo, però forse i ventisette anni
avevano portato in lui la consapevolezza che nella vita bisogna avere qualcosa
di stabile, di serio, un porto in cui fare ritorno e sapere di essere ben
accetti… sempre…
Era
un barlume di maturità quella? No, improbabile non era mica sulla soglia della
mezza età, erano semplicemente le considerazioni di un vero ramingo, che fino a
quel momento aveva vagato da una parte all’altra vivendo il presente e non
guardandosi mai indietro…. E forse era arrivato il momento di cominciare a
farlo, magari non era Michelle la persona giusta, o forse sì, per il momento
era il suo punto d’inizio, come doveva andare, sarebbe andata, magari era solo
il caso di considerare, che lei era più fragile delle altre, perché non
cosciente di chi, o meglio cosa, davvero lui rappresentasse al di fuori di
quelle quattro mura.
Improvvisamente
mentre un portafoto a forma di torta aveva attratto la sua attenzione da
sopra una mensola, il telefono squillò… Non era affatto il caso di
rispondere, se fosse stata Meg, che aveva qualcosa di importante da dirgli,
avrebbe chiamato sul suo cellulare, di cui le aveva dato il numero proprio
quella mattina, o comunque aveva la segreteria inserita, quindi non gli restava
che ascoltare, ciò che lo preoccupava era che l’insistente trillare avrebbe
potuto svegliarla.
<
Ciao Darling…
oggi ho incontrato Jen… mi ha detto che ti sei beccata un’influenza da
manuale… sempre la solita tu, quando fai le cose sempre in grande, eh? La tua
amichetta del cuore, mi aveva caldamente sconsigliato di chiamarti, pensa che mi
ha minacciato di pene corporali, ma sinceramente è proprio per questo suo
insistente impicciarsi che non l’ho mai sopportata…Comunque non è per
parlarti di Jen che ti ho chiamato… certo se mi rispondessi, sarebbe tutto più
facile, parlare con una segreteria, non è che mi faciliti le cose, ma visto che
non c’è altro modo di rintracciarti ultimamente… Ho bisogno di parlare con
te… Sì, insomma tutta questa storia del lasciarci, non mi pare una buona
idea, insomma, siamo stati bene fino ad ora, perché rovinare tutto?? Non trovi
anche tu?? Capisco che tu abbia avuto bisogno di un periodo per capire per
chiarirti le idee, ma spero sia finito… insomma… ho saputo che ti sei vista
con un altro, le voci girano in facoltà, però, darling, io e te siamo una cosa
sola e lo sai… Bè prima che il bip della segreteria mi tagli, chiamami quando
senti questo messaggio… kiss!!>
Orlando
rimase impietrito al sentire quel messaggio, le uniche considerazioni che poteva
fare erano solo tre….
1)
Jen era diventata la persona più simpatica ed intelligente di questo mondo e se
avesse avuto bisogno di una mano per pestare quel losco individuo le si sarebbe
offerto come volontario;
2)
Ma che razza di tipo è uno che chiama la sua ragazza < Darling>?? Nemmeno
Dom, che quanto a fantasia era proprio un disastro, era mai sceso a livelli così
infimi;
3)
Sante segreterie, basta un bottone ed un ex fastidioso viene cancellato…
Quanto
sarebbe stato facile premerlo e risparmiarsi una serie di problemi inutili… In
realtà non era tanto il messaggio in sé a fargli paura, quanto il fatto di
aver visto un bel sorriso splendente sul viso di Michelle su quella foto, in cui
era con Kyle, che, appena un attimo prima della telefonata, aveva attirato la
sua attenzione, nemmeno fosse stato un segno d’avvertimento. Quella storia per
quanto ne sapeva lui era chiusa già da un po’, ma se quel tipo aveva lasciato
quel messaggio, così poco equivoco, voleva pur dire qualcosa, forse lei non era
stata chiara con lui, o magari davvero si erano dati solo una pausa di breve
durata e lui c’era semplicemente capitato in mezzo, oppure Kyle era solo uno
troppo pieno di sé per accettare che Michelle non solo l’avesse lasciato, ma
che addirittura stava uscendo con un altro… Queste erano solo sue inutili
considerazioni, che a nulla valevano, poiché quello che contava davvero,
sarebbe stata la reazione della ragazza davanti a quel messaggio… Certo che
però una pigiatina casuale avrebbe cancellato il problema Kyle definitivamente
in appena mezzo secondo…
Continua….
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Capitolo 10 *** Capitolo 10: Maledetti telefoni!! ***
Un
giorno, per caso…di
Dolcemaia
Disclaimer:
Ogni riferimento a
fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione per Orlando Bloom,
da cui ho preso in prestito solo il personaggio.
Nota
dell’autore:
Mille grazie a tutte per i commenti come al solito!! Non voglio essere
ripetitiva, ma.. GRAZIE di cuore!!!!! Siete veramente un gruppetto di persone
stupende!!! ^________^
Dovrei
aver finito gli esami, quindi spero di riuscire ad aggiornare più spesso, nel
frattempo ecco a voi un capitolo un po’ più corto del solito… in genere si
dice che nella botte piccola… ^_^
Jennifer
Lopez- Baby I love you
Capitolo
10: Maledetti telefoni!!
Non
era riuscito a resistere al richiamo dei suoi istinti e aveva afferrato quella
foto, covando la remota speranza che l’immagine di Kyle potesse svanire nel
nulla, chissà per quale recondito motivo, ma più la guardava più si faceva
largo in lui, la consapevolezza che ciò non sarebbe mai accaduto, a meno di
suoi poteri paranormali di cui non era a conoscenza, ed anzi, mai Michelle aveva
avuto un sorriso così sincero sulle labbra con lui….
“Quello
è Kyle…” Disse all’improvviso la ragazza, che evidentemente non stava più
dormendo. Orlando lì per lì, si senti, un po’ in imbarazzo per essere stato
colto in flagrante, ma poi si rese conto che non c’era alcun tono strano nella
voce che aveva udito, anzi era piuttosto incolore…
“L’avevo
immaginato..” Si limitò a risponderle.
“Direi
che quella foto è rimasta lì fin troppo, sarebbe… anzi è il caso di
toglierla!” Disse alzandosi in piedi sul letto e camminandovi sopra come se
fosse la cosa più naturale di questa terra, dopodiché prese il porta foto
dalle mani di Orlando, che alzando il capo, incontrò il sorriso più dolce che
potesse immaginare, però era ben deciso a non restituirglielo. Togliere quella
foto di lì, avrebbe avuto un significato molto importante, e lasciarglielo
fare, prima di sentire quel maledetto messaggio, non sarebbe stato onesto da
parte sua, le stava nascondendo già fin troppe cose…
“Prima
c’è una cosa che devi sentire.” Le disse indicandole la segreteria, ed
allontanandosi da Michelle nemmeno avesse improvvisamente scoperto che aveva una
malattia mortale contagiosa, in realtà il suo orgoglio maschile ne sarebbe
uscito molto male da quel confronto, ma comunque non se la sarebbe sentita di
cancellare quel nastro, perché tanto la verità sarebbe risalita a galla e
l’esperienza che stava tentando di buttarsi alle spalle gliel’aveva
insegnato. Prese una sedia e vi si sedette sopra al contrario, incrociando le
braccia sulla spalliera e poggiandovi sopra il viso… Michelle fu alquanto
perplessa di vederlo, così… Cosa poteva essere successo e cosa conteneva
quella segreteria da avergli fatto cambiare umore così rapidamente? Quando si
era addormentata, lui era allegro e spensierato come al solito, nonostante
qualche fastidio dovuto ancora al fuso orario.
Allungò
la manina verso la segreteria, facendo riavvolgere il nastro, che pochi secondi
dopo, partì in automatico, dandole il tempo di sedersi sulle coperte ancora
calde. Orlando l’osservava, non appena sentì la voce di Kyle, Michelle si
portò le ginocchia al petto diventando piccola piccola, le si vedevano
praticamente solo gli occhi, oltre la stoffa rosa con i coniglietti. Di lì fino
alla fine del nastro, la situazione non cambiò molto, non mosse un muscolo e
anche dopo seguirono lunghi momenti di silenzio, in cui Orlando fu molte volte
tentato di prendere la giacca e andarsene sbattendo forte la porta… Non sapeva
spiegarsi bene perché, ma si sentiva tanto una vittima della situazione, come
se fosse stato il capro espiatorio nella lite tra due innamorati indecisi e
questo ruolo gli andava proprio stretto. Usato… basta era capitato fin troppe
volte, chi si serviva della sua immagine, chi delle sue < follie >, e chi
delle sue parole e chi dei suoi sentimenti….
In
realtà non aveva capito proprio niente, stava lasciando carta bianca al suo
orgoglio che non gli suggeriva che cose assolutamente lontane dalla verità.
Michelle sentendo la voce di Kyle era rimasta spiazzata, ma come era logico
accadesse, in fondo era pur sempre il suo ex ragazzo, però il ragazzo era ben
lungi dal colpire il suo bersaglio…
“Allora?”
Disse Michelle guardando Orlando “Credi che questo sia un motivo sufficiente,
per non riporre via quella foto?” Il ragazzo restò un attimo interdetto, ora
sì che non ci stava capendo più niente, tanto che non riuscì nemmeno a dare
una risposta coerente. Lei dal canto suo, scese dal letto e a piedi nudi si
diresse verso di lui, togliendogli di mano il portafoto e mettendolo via in una
grossa scatola di cartone che teneva nascosta nell’armadio.
“Kyle
è un bambino viziato, che pensa di poter gestire la vita degli altri a suo
piacimento!” Disse con noncuranza, richiudendo l’anta dell’armadio e
risiedendosi sul letto con le gambe incrociate “Vedi lui è stato una parte
importante della mia vita, che non potrò mai dimenticare, anche se ci provassi
con tutte le forze….. però ormai è passata e che lui mi lasci questo genere
di messaggi smielati sulla segreteria o mi sommerga di fiori o continui con
questo atteggiamento assolutamente non da lui, questo non potrà cambiare! Certo
non ti nascondo che per vanità femminile, questo suo passo indietro mi
lusinghi, soprattutto perché per tante volte… troppe volte, sono stata ad
aspettare dietro quel telefono una sua chiamata che non è mai arrivata, ma ti
dico, in tutta franchezza, che ormai lui per me è un capitolo chiuso, se mai da
me vorrà amicizia potrei anche essere disposta a dargliela, ma altro no! La sua
occasione se l’è giocata male, e non ne avrà un’altra!! E poi vuole solo
riprendersi un giocattolo, di cui, crede, un altro si sia impossessato
abusivamente!! Niente di più infantile….” Si avvicinò lentamente ad
Orlando piano piano, poi improvvisamente gli passò le mani nei capelli
arruffandoglieli tutti “Hai capito capoccione??” e l’abbracciò…
Non
successe altro, restarono lì, così, abbracciati per un pò senza che nessuno
dei due avesse voglia di aprire bocca, era così bello avere affetto da una
persona dovendogli offrire solo se stessi, senza complicazioni, senza
costrizioni…
Il
pomeriggio proseguì piuttosto tranquillo, tra zapping in tv e coccole rubate.
L’unico evento degno di nota, fu l’arrivo di Meg, assieme al mega palestrato…
Orlando divenne fucsia, non riuscendo più a trattenersi dal ridere, mentre
Michelle molto, ma molto seccata di riavere di nuovo l’ominide tra i piedi,
biascicò un ringhioso “Era necessario portarlo qui??!!” all’amica, senza
degnare di un solo sguardo il fusto spagnolo.
Era
veramente un tipo assurdo, con i capelli nero pece, legati in un codino
ingelatinato, fino all’assurdo, totalmente fuori moda, muscolacci in vista con
camicia nera, sbottonata praticamente fino all’ombelico, con pettorali in
vista, ben depilati e lucidati, con catenella di diametro vergognosamente grande
ed un’enorme croce d’oro, pantaloni dello stesso colore, talmente attillati
da sembrare da donna, lampadato in modo incredibile, e con il tipico
atteggiamento da < sò figo, sò bello, voglio fà er fotomodello!! >.
Ora,
cosa avessero a che spartire quei due, doveva ancora capirlo, e anche Orlando
era evidentemente della stessa opinione, visto le faccette che faceva alle
spalle del tipo, quel disgraziato.. ci si metteva anche lui, già era difficile
mantenere una parvenza di serietà con quell’essere attorno, ci mancava pure
che si mettesse lui a fare l’umorista. Il tutto poi diventò ancora più
assurdo quando Meg, con il pretesto di preparare dell’altro the, sparì in
cucina, lasciando i tre da soli nella stanza in una situazione alquanto
imbarazzante, o almeno lo era agli occhi di Orlando, perché l’avvenente
madrileno non si fece affatto problemi e, continuando ad ignorarlo, si avvicinò
a Michelle e con fare, probabilmente nel suo pensiero, seducente, le passò una
mano sul viso, pronunciando parole che lui non riuscì del tutto a capire,
nonostante i mesi passati in Spagna durante le riprese di Kingdom of Heaven, ma
che nella stessa frase riuniva < io... te... movimento... letto >. Al che
alquanto incavolato, si alzò dalla sedia, su cui era seduto, e cominciò a
scroccarsi le nocche delle mani, con fare abbastanza minaccioso, non che avesse
voglia di fare a botte con un energumeno simile, soprattutto perché era
piuttosto palese, viste le dimensioni dell’altro, che le avrebbe prese di
santa ragione, ma doveva pur darsi un tono, per lo meno agli occhi della
ragazza, che però era stata più furba.
Infatti
aveva immediatamente bloccato la mano di Luis Kosè, stringendogli forte il
polso e sussurrandogli qualcosa di incomprensibile, indicando Orlando, in
posizione da < lotta dura senza paura….. e che Dio mi salvi la faccia,
altrimenti non mi fanno più lavorare >, che a quanto pare ebbe un effetto
strabiliante, perché come un coniglietto impaurito, non appena Michelle lasciò
la presa, egli si dileguò raggiungendo Meg, in meno di un nanosecondo.
Orlando
rimase di stucco… possibile che l’aveva spaventato? Le sue qualità di
attore stavano migliorando di secondo in secondo, allora….
“Ma
che volevi fare, picchiarlo?? Come minimo ti avrebbe fatto oltrepassare la
Manica solo con un pugno!” Disse lei, scotendo la testa, divertita… Era
stato carinissimo anche solo a pensare di fare un tale gesto, solo per lei, in
fondo Luis Kosè era veramente un animale in quanto a dimensioni, aveva delle
spalle abnormi. “Tipi di quel genere sono estremamente stupidi, non c’è
nemmeno gusto a prenderli per i fondelli!! Sul piano fisico possono rigirati
come un calzino, ergo meglio usare la testa!”
“Ma
che gli hai detto?”
“Io?”
Fece la gnorri, “Niente…. Bè, sì, niente, a parte che sei il mio
gelosissimo fidanzato, nonché figlio del più importante boss della mafia russa
in tutta Europa …”
Pazza,
assolutamente, inesorabilmente e completamente pazza!! Di storie assurde ne
aveva sentite ed anche raccontate, ma addirittura qualcosa di così assurdo, mai
gli era capitato… poi cosa avesse lui nei suoi lineamenti da farlo passare per
russo, proprio gli sfuggiva! Fatto stava che ancora una volta quella ragazza era
riuscita a dargli la dimostrazione di quanto potesse essere sottile ed efficace
l’arte di prendere in giro le persone.
Gli
scoppiò a ridere in faccia, facendole notare che non c’era assolutamente
niente di più lontano dalla realtà… La stava deliberatamente provocando, e
lei ben consapevole delle proprie parole lo liquidò con..
“La
vita è imprevedibile, cosa ti fa pensare che quella che oggi è stata una
bugia, domani non potrebbe essere verità?” Aveva fatto appello a tutta la sua
capacità di restare seria nel dire quelle parole… Erano un riferimento più
che esplicito, in cui lei credeva davvero, quindi d’accordo che erano in un
clima scherzoso, però erano davvero importanti per lei quelle parole.
Colpito
ed affondato.. Certo non avrebbe scoperto il giorno dopo di essere il figlio di
un boss mafioso russo, quindi a meno che non fosse rimbambito tutto in una
volta, l’unica cosa a cui poteva riferirsi, Michelle, era loro due…
Il
discorso cadde lì, perché pochi secondi dopo ricomparve Meg, combattuta tra
l’ilarità provocatale dall’assurdità che Michelle aveva propinato a Luis
Kosè e l’astio per l’ennesima presa in giro, senza ritegno, che quella
peste infliggeva al < povero > madrileno.
Continuarono
a chiacchierare in modo abbastanza vivace per un po’, ed era impressionante
come Orlando e Meg fossero in sintonia, come se si conoscessero già,
però Michelle non ci fece caso più di tanto, era abbastanza stanca, la
febbre cominciava a farsi sentire, gli occhi lacrimavano appena e dopo tutto
quel trambusto, continuare a mantenere alta la sua reputazione di < calamità
naturale > era diventato troppo difficile, però stava bene in loro
compagnia, quindi per evitare commenti,o minacce di abbandono, si limitò solo
ad osservarli mentre parlavano, e ridere alle loro battute, più che altro era
intenta ad osservare Orlando…
Le
sue solite controversie interiori, per darsi un tono da
donna-matura-et-autosufficiente poche ore prima era pronta a fare fuoco e
fiamme, ora invece, non solo era contenta della loro presenza, ma se avesse
potuto avrebbe baciato Meg, per averle dato la possibilità di stare un po’
con Orlando…
Più
lo guardava, più ne era convinta…Qualsiasi cosa facesse quel ragazzo, aveva
un po’ di magia, quel modo magnetico di gesticolare, mentre parlava, o come si
tirava indietro tutti i capelli, segno che il discorso non gli piaceva, oppure
quando la fissava dritto negli occhi, facendole tremare le gambe, per dirle
qualcosa, cosa che accadeva spessissimo visto che adottava quel modo di fare
anche quando si trattava di stupidaggini assolute, o quel suo modo di esserci
anche quando non c’era….
Sì,
aveva un qualcosa di estremamente affascinante, qualcosa che lo rendeva
estremamente bello ai suoi occhi, certo di carino era molto carino, non a caso
aveva notato le occhiate che tutte le ragazze gli riservavano, però oltre una
bella faccia, ed il fisico da gran figo, per lei era diventato un mondo,
stupendo, interessante e molto complesso per certi versi, che, ad ogni modo, non
vedeva l’ora di scoprire…
Proprio
quando era immersa in quelle meditazioni, le balenò il testa l’idea della
< festa >.
Abitualmente
dopo ogni sessione d’esame, Meg, che nella loro combriccola era una dei pochi
ad aver casa da sola e l’unica a metterla a disposizione, organizzava sempre
una piccola festa, che poi degenerava sempre in un gran casino, proprio per far
onore alla fine di un periodaccio; si partiva da un numero ristretto di
partecipanti, ma poi alla fine si ritrovava mezzo campus in quell’appartamento
che di per sé, tutto era, tranne che grande, e si divertivano parecchio,
nonostante la presenza di Kyle che era sempre stato un freno per Michelle.
Era
una tradizione, ormai, che doveva essere necessariamente onorata, soprattutto
perché era la prima volta che lei vi avrebbe partecipato da single, disse con
fare malizioso al che Orlando le riservò un’occhiata omicida. In realtà il
problema non era nemmeno questo, quando Meg si rese conto che l’amica stava
praticamente chiedendo al ragazzo di far loro compagnia in quell’occasione,
non contemplando affatto la possibilità di una risposta negativa, lo guardò
abbastanza preoccupata… Quello era più che un guaio, come nascondere la sua
identità a quel punto? Magari per la gente, poteva anche passare, sarebbero
stati così tanto che nessuno avrebbe fatto caso a lui più di tanto, dal vivo,
era più carino, ma non assomigliava troppo alle foto patinate che aveva visto,
soprattutto senza né pizzetto, né parrucca bionda e poi nella peggiore delle
ipotesi, si poteva inventare qualche frottola, o comunque spacciarlo per uno che
assomigliava molto ad Orlando Bloom, cosa complicata, ma fattibile, ma Jen,
l’altra loro amica, non ci sarebbe cascata, anzi….
“Direi
che prima necessita delle presentazioni ufficiali con Jen!!” sottolineò in
modo particolare, per far capire ad Orlando, che aveva già la soluzione del
tutto. Michelle la guardò allibita… ma cos'è avevano cominciato tutti a fare
uso di sostanze strane?? No, perché se ne stavano uscendo con cose
assolutamente ovvie e scontate… Perché Orlando avrebbe dovuto conoscere prima
Jen? Con tutto il rispetto per l’amica, mica era casa sua, che nesso c’era
tra Jen e la festa… mah…. Oltre una faccia perplessa da lei non venne più
nulla, probabilmente era una sua impressione o forse era Meg ad essere fuori
fase vista la presenza del < fidanzato > che stanco di stare ad ascoltare,
senza capirci un fico secco, cominciò a scalpitare come un bambino…
Apriti
Cielo!!! Michelle ricominciò a prenderlo di nuovo poco dignitosamente in
giro… Com’era possibile che avesse una ragazza inglese da un anno, ed ancora
non avesse imparato una sola parola della sua lingua a parte < Stop > e
< Play >??
Mentre
ancora stavano ridendo alle spalle, dell’ormai ribattezzato < Macho Man dei
poveri >, squillò il cellulare di Orlando, non era una telefonata, ma un
semplice messaggio… Avrebbe preferito di gran lunga spegnerlo e rimandare
tutto al giorno seguente, quel giorno i telefoni avevano fatto fin troppi danni,
e poi si trattava di uno dei pochi momenti che viveva da ragazzo normale, senza
preoccupazioni di vario genere, però quando si rese conto che si trattava di
Elijah non poté fare a meno di leggere… Non che, poi si fosse trattato di una
cosa lunga, era un lapidario..
<
Sei nella merda! > Che significava? Che voleva dire? Elijah era sempre stato un
tipo scherzoso, ma mai a quei livelli, le sue burle non erano mai arrivate a far
davvero paura alla vittima, anche se per pochi secondi, quello era più il suo
stile, si ritrovò a pensare, e allora che voleva dire? Non l’avrebbe mai
allarmato inutilmente! Un’espressione piuttosto contrariata comparve sul suo
viso, e quasi per confermare i suoi sospetti o timori, immediatamente arrivò
una telefonata di John…
Aveva
deciso che ne aveva fin troppo di aerei e viaggi, quindi si sarebbe rifiutato di
muoversi anche di un solo passo da Londra, e quando John chiamava, poteva solo
significare altro lavoro, quindi la scelta migliore sarebbe stata, ignorare il
trillo fastidioso e magari il giorno seguente di chiamare Elijah per avere
spiegazioni, ma il terribile dubbio che le due cose potessero essere collegate
s’insinuò prepotente nelle sue sinapsi, senza dargli tregua… Rispose, senza
far attendere oltre il manager, ma non riuscì nemmeno a dire una parola che fu
aggredito.
“Non
fiatare, che stavolta l’hai fatta grossa!!! Prendi il primo aereo e vola qui,
immediatamente!” Se quello non era parlare chiaro… Mamma, se l’era
mangiato, senza che lui avesse potuto protestare… Brutto segno, quando faceva
così, significava che era molto, ma molto arrabbiato, il che era presagio di
giorni nefasti!!
Si
allontanò dalla stanza andando nel corridoio, mentre Michelle fingendo di
essere interessata al discorso che le stava facendo l’amica, non poté non
seguirlo con lo sguardo sparire oltre la porta, e ripensare a quanto velocemente
si era rabbuiato…
Continua...
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Capitolo 11 *** Capitolo 11: Te lo prometto… ***
Un
giorno, per caso…di
Dolcemaia
Disclaimer:
Ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione
per Orlando Bloom, da cui ho preso in prestito solo il personaggio.
Nota
dell’autore:
Stavolta lo stile è
un po’ diverso, mi è sembrato il caso di dedicare un po’ di spazio a
Michelle, tanto più che per il momento ho privilegiato il punto di vista di
Orlando; giusto per farvi capire un po’ meglio i meccanismi ( per non scendere
nel triviale) mentali della stessa… Come al solito grazie a tutte, scusate se
non vi nomino una per una, ma capita sempre che dimentico qualcuna e poi mi
vengono i sensi di colpa ( me, smemorata!!) !
Evanescence
– My Immortal (Se avete la possibiltà
ascoltatela, perché è una delle canzoni più belle che abbia mai sentito!)
Capitolo
11: Te lo prometto…
DRIIIIIIIIIIIIIINNNN!!!!!!!
Dio,
no!!La mia mano si allunga e Click…. Magicamente il trillo fastidiso
smette….. Un sorriso di compiacimento, fa la sua comparsa sul mio viso e poi
di nuovo la testa sotto i cuscini…. Quanto si sta bene qui al calduccio, perché
alzarsi, non serve… mugugno qualcosa che non so nemmeno io cosa sia, sono
ancora più di là, che di qua…
Dopo
appena qualche secondo…..
DRIIIIIINNNNNNNNNNNNNNNN…….
Un suono continuato, martellante, irritante, spaccatimpani!!!
“HARRISON
SPEGNI IMMEDIATAMNTE QUELLA MALEDETTA SVEGLIA!!!!!!!!!” Urlo più forte che
posso, riconoscendo il suono della cipolla del mio assurdo fratello, che ancora
oggi mi chiedo perché sia venuto al mondo, visto che di calamità, al mondo, ce
ne sono fin troppe; prendendo, poi, il cuscino, sotto cui avevo messo la
capoccia, e tirandolo in direzione del corridoio, per motivi sconosciuti persino
a me… è normale che, quando si è arrabbiati, si compiano gesti inconsulti,
ed essere svegliata in questo modo barbaro, ha un effetto a dir poco letale sul
mio umore… E poi stavo facendo un sogno bellissimo… ero sua una spiaggia…
una grande, bella e desolata spiaggia, con un tramonto da delirio, con il sole
che s’immergeva in un mare limpido e cristallino, creando giochi di colore
incredibili, ed io su una coperta verde e azzurra, mi godevo il panorama,
comodamente stesa, con fragole e champagne che una persona aveva la premura di
farmi mangiare….. Ehm…. Cioè… volevo, solo, sapere come finiva… o
meglio lo so già, visto la piega che avevano preso le cose, però volevo
esserne certa….. d’accordo sorvoliamo, però nessuno ha il diritto di
svegliarmi, e restare impunito!!!!
Come
se non bastasse, eccoti la disgrazia della mia famiglia che raccoglie al volo
l’oggetto, non proprio contundente, da me lanciato, vestito di tutto punto ed
ingelatinato alla perfezione, già a quest’ora, che mi guarda con un sorrisino
beffardo stampato in faccia e con vocina da deficiente, quale è, o comunque si
dimostra in queste circostanze, mi si rivolge, molto poco rispettosamente visto
che sono la sorella maggiore…
“Alzati,
patata!! Il sole è alto, gli uccellini cinguettano, hai la metro tra quindici
minuti e il bagno è mio!!!” Logicamente l’ultima cosa me l’ha urlata,
dopo avermi ritirato in faccia il cuscino, e barricandosi in quel maledetto
bagno. Ho il tempo di sentire solo la porta sbattere, e la voglia di mettermi a
gridare come una forsennata da qui all’eternità si fa largo prepotente tra i
miei pensieri, più o meno di pari passo, con quello di rimettermi sotto le
coperte e dormire fino al Giudizio Universale!
Ricomincia
un’altra giornata, e già sono in
ritardo… Dio che vita sbattuta!!!
Molto,
ma molto lentamente faccio capolino fuori delle coperte, e tanto per cambiare il
freddo è siberiano, quando capirò per quale strana legge della fisica, la
mattina in casa fa più freddo che fuori, riterrò lo scopo della mia vita
raggiunto!
M’infilo
le ciabattone pelose che sono vicino al letto, fortunatamente ho avuto
l’ardire di non comprarle a forma di qualcosa, sono solo pelose… come se
fosse normale…. Rapida occhiatina allo specchio, giusto per rendermi conto che
sono in uno stato pietoso, con tutti i capelli sparati in ogni direzione, tranne
quella giusta, soprattutto i ciuffi davanti, che con questo vizio di dormire con
la testa sotto i cuscini, formano una specie di pizzetta che rimane lì tesa
tesa sulla mia fronte, sfidando ogni legge di gravità…. Ho il piacere di
constatare quanto sia una disastro di prima mattina!! Per fortuna che, a parte
qualche parente stretto, con cui condivido il DNA e Meg e Jen, nessuno ha mai
avuto l’onore di godere di cotal spettacolo…. Horror, oserei dire!!
Basta
perdere tempo, è ora di vincere la mia battaglia personale…
Corro
in bagno e come una furia mi avvento contro la porta, imprecando continuamente
contro il costruttore di casa, che non ha ritenuto necessari i doppi servizi, e
contro mio fratello….
Era
già pronto quando l’ho visto prima, vorrei sapere che bisogno ha di starsi a
rimirare ore e ore allo specchio… Spera che quei due peli che ha in faccia e
lui osa chiamare < barba > , gli diano un’aria più matura??? No, perché
non credo che oggi ci sarà qualche Miracolo!!
“Harrison
esci immediatamente di lì, o ti giuro che prendo tutti i cd della Playstation e
ci gioco a freesbie (non so come si scrive), con il cane di Jen!!”
“Fallo
tanto, poi toccherà a me ed i tuoi di cd musicali, tanto adorati, potrebbero
fare una fine ancora più infame…. Brian ha comprato una pistoletta a
piombini, sarebbe divertente provare la nostra mira con quelli, no?!!”
Bastardo… L’ho istruito bene, dovrò fare attenzione d’ora in poi o mi
mette K.O. al primo colpo, questo pezzo di fratello ingrato!
“Allora
potrei sempre far vedere ai tuoi amici, la foto di quest’estate , quando ti
sei messo quegli improbabili pantaloni hawaiiani color cacca e la maglietta
delle Spice Girls, anzi meglio ancora quella in cui ti stavi mettendo lo
smalto!!!” Gli dico minacciosa, continuando a battere la mano contro la porta,
quasi a volerla buttare giù.
“Non
era smalto, era una schifezza che mi avete costretto a mettere, tu e la mamma,
per non mangiarmi le unghie!!”
“Io
lo so, ma loro??” La serratura scatta…. Ho vinto!!!!! La porta si spalanca
ed ecco, la mia tortura da diciassette anni a questa parte, che con faccia
sull’incazzato andante, mi sibila un cattivissimo “Sei perfida!!”
Il
mio < Orgogliosa d’esserlo > non pare renderlo felice più di tanto, ma
bando alle ciance, lo spiano nel corridoio ed entro. Quando mia madre ha deciso
di mettere un orologio nel bagno, cosa le diceva la testa?? Suppongo la stessa
cosa che non l’ha persuasa dal mettere al mondo la creatura immonda che ogni
santa mattina mi costringe a quest’infinita storia…. Se solo sapesse che
quella foto non ce l’ho più….
Comunque
ho solo dieci minuti per lavarmi, vestirmi, fare uno straccio di colazione e
correre a rotta di collo fino alla metro… qualcosa mi dice che anche
stamattina non ce la farò!!
Pochi
minuti e sono pronta e linda, con i capelli ancora per i fatti loro, ma a questo
punto credo siano dotati di propria volontà e non posso costringerli a fare ciò
che non vogliono! Schizzo come un fulmine in camera mia, in accappatoio, apro
l’armadio… che mettere?? La prima cosa che trovo, è già finito il periodo
in cui mi preoccupavo di vestirmi di tutto punto, da quando Orlando non viene a
lezione, non c’è più gusto…
Orlando….
Sognarlo
non basta più, deve necessariamente monopolizzare anche i miei pensieri…..
Per
un attimo, il tempo di questa mia mattinata frenetica si è fermato… Non posso
pensare a lui adesso, vado troppo di fretta e poi mi rovinerei la giornata…. O
non proprio, insomma non…. Non devo pensarci e basta!!
Fortunatamente
mio padre, si affaccia alla porta, distogliendomi dallo stato di coma profondo
di cui piombo quando mi viene in mente lui e si offre di darmi un passaggio…
Qualcuno
con un po’ di sale in zucca in questa famiglia è rimasto! E poi è più che
giusto!! In fondo è anche un po’ colpa sua se non abbiamo due bagni in casa.
Comunque questo mi da almeno dieci minuti di respiro, infilo i jeans chiari, la
felpa rosa con il cappuccio, nonché la mia preferita, scarpe da ginnastica, ed
ora si passa alla < vestizione della sposa>, come definisce mia madre
l’ostinarmi a mettere una quantità indefinibile di chincaglieria inutile,
come braccialetti di ogni genere, anelli vari e collanine a non finire, che poi
alla fine finisco sempre per coprire, perché non mi va che la gente pensi sia
un uovo di Pasqua, la mia unica necessità è quella di sapere che ci sono….
Chissà chi me l’ha attaccata questa fissazione….Di nuovo lui…. Richiudo
il cofanetto rivestito di stoffa blu intenso, e il suo CLACK mi fa tornare alla realtà…
Mi
sta capitando troppo spesso di pensare ad Orlando e non è un bene…
Mi
avvicino allo specchio, mentre faccio entrare il bracciale rigido, uguale al
< suo> al polso sinistro, una volta arrivata mi spazzolo i capelli….
Dovrei cominciare ad usare il gel di mio fratello, averli tutti indietro, stile
< leccata di vacca>, certo, mi eviterebbe il dolore di migliaia di nodi e
nodini vari… Secondo me, quando mi addormento qualcuno viene apposta e per un
sadico piacere me li annoda tutti, nemmeno fossero corde di una nave….
Quando
l’opera è completata, butto la spazzola sul letto, cosa che mia madre si
ostina a dire che porti male, ma non è che ci creda troppo a queste cose, ed è
nel momento esatto in cui mi do un’ultima occhiata, che la vedo… è lì…
poggiata sul perno che regge lo specchio…. È in bella vista eppure prima di
adesso non l’ho notata, cosa alquanto improbabile visto il colore…..
E’
la pashimina viola che sfuma da quel colore al rosa, fino all’ultima frangia,
che ho comprato, o meglio che mi ha regalato Orlando all’aeroporto…
l’ultima volta che ci siamo visti… quando mi aveva detto che sarebbe tornato
presto ed invece… più o meno dovrebbero essere passate due settimane….. Me
lo ricordo ancora, quel giorno… Mancava già da una settimana, come al solito
per motivi che ignoro, e che iniziavano ad insospettirmi, riuscì a tornare solo
per un giorno, o meglio mezza giornata, perché arrivò a Londra sul pomeriggio
tardi, solo per dare il benedetto esame per cui ci eravamo tanto preparati e
ripartire subito dopo….
Che
fosse successo qualcosa l’avevo notato da quel giorno a casa mia, quando gli
arrivò quella telefonata misteriosa ed in seguito alla quale, sparì appunto
per un’intera settimana, senza darmi uno straccio di spiegazione… era pur
vero che durante quei giorni mi telefonò parecchie volte, agli orari più
assurdi, ma almeno la sua voce la sentivo, invece ora… il buio più totale….
Tornò, essenzialmente, per l’esame, e a me non disse assolutamente nulla, se
non prima di entrare nello studio del prof, che gli aveva gentilmente permesso
di farlo in separata sede, in quella data. Era stato molto chiaro, non voleva
che andassi da lui, perché sarebbe ripartito immediatamente, ma secondo me i
motivi erano altri, ed ora ragionandoci a mente < lucida >, ne sono ancora
più convinta, eppure io non aspettai nemmeno un secondo, chiamai Meg
avvisandola che sarei andata a dormire da lei, e che avevo bisogno che ad una
data ora mi venisse a prendere, e corsi come una disperata al campus…..
Aspettai non poco dietro quella porta, ma la sua faccia, quando mi vide, valse
tutto quel fiatone…
E’
stato dolcissimo… quando l’ho visto gli sono praticamente saltata in braccio
e lui mi ha tenuto così per buoni dieci minuti… Non che non fosse capitato di
non vederci per un po’, ma questa volta il distacco era stato parecchio più
brusco delle altre volte, decisamente poco piacevole…
Comunque
doveva realmente partire subito, inoltre era accompagnato da degli omaccioni,
che a Luis Kosè, facevano davvero un baffo… Nonostante il mio sguardo
perplesso, si limitò a dirmi che mi avrebbe spiegato tutto in seguito…
Inutile dire che quelle spiegazioni non sono mai arrivate…
Lo
accompagnai all’aerepoporto, e chiamai Meg, in attesa che lei venisse a
prendere me e che il suo volo partisse, girammo tutti i negozi che c’erano lì,
mangiando schifezze di vario genere. Era stranamente più dolce ed affettuoso
del solito, tutto baci abbracci, non che normalmente fosse freddo, ma non so, mi
era sembrato che cercasse un contatto più diretto con me, addirittura,
scherzando, girammo per un po’ i corridoi con lui che mi portava a cavalcioni
sulla schiena…. Tanto a quell’ora, non c’era anima viva lì, ma proprio
nessuno, una desolazione unica…
Sembrava
una dimensione strana, perché fare quelle cose lì, con due uomini che
studiavano ogni nostro minimo passo, quando il mondo è così grande?? Mah…
non riuscivo a capirlo e tutt’ora mi sfugge… So solo che quando il suo volo
fu chiamato, mi mise un pacchetto tra le mani, dicendomi che quella sarebbe
dovuta essere la mia < coperta di Linus>, fino al suo ritorno e che
sarebbe tornato presto, molto presto, in tempo per accompagnare me all’esame e
portarmi alla festa della mia amica…..
“Te
lo prometto!” Mi aveva sussurrato all’orecchio, mentre mi abbracciava, e
l’aveva ripetuto ancora una volta quando, allontanandosi da me, mi aveva
accarezzato una guancia.
E
mentre il suo volo si alzava, con la mente piena di domande a cui non sapevo
dare risposta ed un brutto presentimento, poggiai la fronte sulla grande
finestra a vetri ed una lacrimuccia scese giù inesorabile…
L’esame
l’ho fatto, poi, scritto però, e nonostante la mia vana speranza di vederlo
comparire da un momento all’altro, lui non è venuto… non c’era, la festa
è tra pochi giorni e so già che non ci sarà e non solo, non mi ha fatto uno
straccio di telefonata, ma addirittura non ha risposto nemmeno alle mie
chiamate… E pensare che ho consumato un’intera ricarica ad ascoltare la voce
elettronica della segreteria….. Fosse stata almeno la sua, di voce, mi sarei
cosolata, ma niente…..
esco dalla stanza….
Inutile
dire che nemmeno un nanosecondo dopo, magicamente l’oggetto del contendere tra
il mio cervello e il mio cuore è a metà strada… sul collo!
Bacio
alla mammina ( ^_^), tazza di latte, con fette biscottate con abbondante
marmellata, la cioccolata come antidepressivo fin da mattina presto mi
porterebbe all’obesità immediata e si vola in auto….
Come
al solito mio fratello, s’incavola perché non l’ho fatto sedere davanti e
mio padre brontola perché continuo a cambiare nervosamente canale alla radio
non facendo sentire a lui, in particolare, il telegiornale, e a tutti almeno uno
straccio di canzone! Fortunatamente il Campus in macchina non è molto lontano e
la lagna finisce subito, tanto più che mi scaricano due isolati prima del
cancello d’ingresso… Poco male tanto avevo bisogno di fare due passi e
mettere in ordine le idee!!
Ordinare
cosa, poi?? Cammino, nello stesso modo in cui affronto la vita… a testa
bassa… E’ normale, cavolo, non è possibile che proprio quando sento di
essermi davvero innamorata di una persona, questa svanisca nel nulla, come se
inghiottita da un improbabile buco nero, non lasciandomi che una sciarpa, il
ricordo di una promessa, un numero di telefono a cui non risponderà ma ed una
quantità spropositata di domande…
Oggi
poi, escono anche i risultati dell’esame…. Ed ho un pessimo presentimento!!
Mi
siedo sul muretto proprio accanto al cancello; Meg mi ha detto di aaspettarla
qui, ieri sera, e considerando io sia in anticipo e lei è sempre in ritardo, mi
toccherà aspettare un bel po’…
********
********
********
******** ********
“Come
vuoi che stia??? Non la chiami da due settimane, non ti sei fatto vivo nemmeno
per sbaglio e non sei venuto all’esame, come credi che stia reagendo?? Non
credo che la prima cosa che farà quando ti vedrà sarà accoglierti
affettuosamente!!! Nonostante lei lo neghi e lo negherà fino alla morte, quando
è uscita da quella benedetta aula, io l’ho osservata bene, si guardava
attorno come fosse una bambina all’uscita dell’asilo e non trova la mamma, e
ti asicuro che non era me che cercava…. E tu non sai quanto ha aspettato prima
di capire che non saresti mai arrivato!! Continuava a farfugliare qualcosa su
una promessa… non ha voluto spiegarmi niente… Ora dimmi tu come dovrebbe
stare!!”
Meg
stava camminando in direzione del campus, mentre era al cellulare evidentemente
con Orlando, stranamente lui aveva cominciato
a chiamare lei, praticamente a scadenze molto regolari, sempre per sapere di
Michelle. Era un comportamento alquanto contorto ed incoerente, visto che non
aveva più voluto sentirla deliberatamente, ignorando, a malincuore i messaggi
trovati in segreteria… Continuava a ripetere che doveva proteggerla, ma da
cosa e chi era un mistero...
D’accordo
che la sua vita privata non era poi così tanto privata, ma era pur sempre a New
York, che male avrebbe potuto fare a quella ragazza una telefonata??
Tanto più che l’averla lasciata così piena di dubbi ed incertezze,
peggiorava nettamente la situazione, perché, caso volesse, che cominciasse a
fare qualche ricerca, o molto più semplicemente inserisse il suo nome in un
qualsiasi motore di ricerca in rete, allora sì che sarebbe scoppiato il
putiferio.
“Orlando
io capisco, che tu voglia solo il suo bene e che per il momento allontanarti da
lei, ti sembra la soluzione migliore, ma indipendentemente da tutto il patatrac
che ti è caduto addosso, dovresti avere più rispetto per i suoi sentimenti e
farle capire che non l’hai abbandonata, perché non ti è mai interessato
niente di lei! Perché, credimi, in questo momento è l’ipotesi più
accreditata dal suo punto di vista e che io protesti, non serve più, più
giorni passano, peggio è!!”
“Meg
tu non capisci, come faccio a dirglielo?? Non posso alzare il telefono fare il
numero e dirle: < Ciao Michelle, sono Orlando, scusa se non ti ho chiamato
prima, ma attualmente sono barricato, nonché imprigionato, nel mio appartamento
di New York, perché quell’idiota della mia ex fidanzata, in piena crisi di
astinenza da gossip, ha deciso di presentarsi ad un programma tv, in prima
serata, visto in diretta in tutti gli Stati Uniti, e dichiararmi amore eterno,
con tanto di lacrimoni agli occhi che sgorgavano nemmeno fossero le cascate del
Niagara, dicendomi, guardando fisso la telecamera, dal suo profilo migliore, che
non importa che l’abbia tradita, e che mi aspetta a casa nostra,
come se ne avessimo mai auta una, e che vuole un bambino al più presto
da me!! Sai, com’è,cose della vita!! Senza contare poi che la nostra storia,
per inciso, è finita perché l’ho beccata a letto con l’insegnante di
tennis… > Come minimo mi sbatte il telefono in faccia al !!”
Ecco
qual’era il motivo per cui era sparito nel nulla… I dubbi di Michelle si
erano effettivamente rivelati fondati, perché la telefonata di quella famosa
sera, a casa sua, nascondeva una vera e propria bomba, che Orlando per parecchio
si ostinò a non rivelare fino a quando Meg non lo mise alle strette… Come
poteva aiutarlo, se non riusciva a capire quale fosse il problema??
Il
problema immediato era quello di smentire tutto fino alla fine, perché era
palese che quella non era che pessima pubblicità per lui, che era sì sulla
cresta dell’onda, ma in una posizione ancora troppo precaria per poter sperare
che quella brutta storia non avesse effetti collaterali sulla sua popolarità,
oltre che credibilità…. Certo che Kate, continuava a dare il meglio di sé,
in ogni occasione… Non solo era stata lei a prenderlo in giro, per non si sa
quanto tempo, mentre faceva fare a lui la parte del cornuto contento, ma
addirittura se ne usciva fuori con quella trovata assolutamente inconcepibile!!
Poi, dicono che la gente non era disposta a tutto pur di raggiungere i propri
obiettivi.
In
sostanza lui era bloccato a New York, e di lì non poteva assolutamente più
muoversi, era già stato un Miracolo, riuscire con un mezzuccio, a tornare per
fare l’esame e ripartire, dopo gli ulteriori sviluppi della storia, ossia
continue smentite da parte di Orlando e nuove affermazioni di Kate, la faccenda
era diventata di così grande interesse, che se solo si fosse azzardato a
mettere piede fuori casa, anche solo per scendere al negozio al piano terra per
comprare il latte, tutto il modo avrebbe saputo quale fosse la marca, il costo,
la data di scadenza e addirittura il codice a barre. Da questo punto di vista
era un po’ più comprensibile il suo atteggiamento, se fosse tornato a Londra,
certamente non avrebbe potuto fare a meno di vedere Michelle, e allora sì che
sarebbero stati guai per entrambi, perché, spietati giornalisti, affamati di
scoop, l’avrebbero etichettata come < la nuova fiamma di Orlando Bloom
>, quella che aveva rubato il maritino alla Bosworth, e spiegare una calca di
paparazzi e di fan inferocite sotto casa sua, ad una ragazza che non sa nemmeno
di frequentare uno degli attori più quotati in America, sarebbe stato
difficile, tanto più che la ragazza in questione era Michelle.
“Non
sto dicendo che devi dirle tutto, ma fatti almeno sentire da lei!!! Dio, Orlando
possibile che debba dirtele io certe cose?? E poi, io sto facendo già fin
troppo, ricordati che sono sempre la migliore amica di Michelle e questo
teatrino a lei so già non piacerebbe!!” Gli disse più acida. Non capiva
quell’intestardirsi nel non chiamarla, d’accordo la situazione era quello
che era, però una semplice e stupida telefonata, per lo meno, l’avrebbe
tenuta buona per un po’, l’avrebbe calmata, tranquillizzata, cosa che in
quei giorni assolutamente non era.
“Lei
sembra forte, ma non lo è!! Magari potrebbe affrontare tutto diversamente se
solo tu le facessi una mezza telefonata e le dessi uno straccio di
spiegazione… Orlando la situazione non ti è chiara forse… Non dovei dirtelo,
per correttezza nei suoi confronti, ma sta da schifo da quando te ne sei andato,
inoltre sto per accompagnarla a vedere il risultato di un esame, per cui ha
sudato tantissimo, ci si è praticamente ammazzata sopra e stai certo che non le
piacerà, perché Jen stamattina è uscita prima di noi e mi ha avvisato di
prepararmi alla catastrofe… Ha un modo orribile di affrontare i problemi, lo
so, ma che farci è fatta così?? Io non so se reggerà a tutto questo…
L’ultima volta che un esame importante le è andato male, si è colorata i
capelli nero corvino… Non so se ti rendi conto….. La tua stessa biondissima
Michelle… Se ci aggiungi la vostra situazione, questa volta temo che una tinta
non basterà….” Non che potesse compiere qualche gesto inconsulto, però
chiudersi a riccio nei confronti, non solo delle persone che la erano vicine, ma
proprio della vita era molto probabile… Soffriva di questo genere di reazioni,
poco < reattive > era capace di estraniarsi dal mondo, se voleva e farsi
scivolare tutto addosso, diventando totalmente apatica e questo preoccupava Meg
oltre ogni dire… In realtà, non era neanche tanto l’esito dell’esame in sé
a preoccuparla, quanto il fatto di
vederla triste, depressa, in attesa ancora di qualcuno che pensava a lei con la
stessa intensità, ma che per un’insieme di fattori non riuscivano a trovare
un punto di contatto…
Era
a pochi metri da lei, seduta sul muretto, con le gambe a penzoloni, che facevano
avanti e indietro, intenta a fissare i mattoncini grigi del marciapiede come se
avessero qualcosa di particolarmente attraente, ma in realtà le si leggeva in
faccia che stava pensando a qualcosa che la turbava parecchio.
“Ora
devo chiudere, potrebbe sentirmi!”
“Allora
è lì vicino a te?” Chiese il ragazzo con un tono di voce diverso,
leggermente ansioso.
“Se
ti ho detto che potrebbe sentirmi, vuol dire che è vicina, no?”
“Si,
scusa… E come sta?”
“Ricominciamo
daccapo tutto il discorso???” Era stata un pelino dura… Certo però che fare
l’intermediaria, non le piaceva, tanto più che se da una parte doveva
raccontare vita, morte e miracoli dell’una, dall’altra, doveva essere muta
come una tomba, cosa non proprio facile. “Scusa… è che è stressante anche
per me… Comunque è come al solito, sembra una macchina con le ruote
sgonfie…Te lo dico per l’ultima volta… fai qualcosa, o lascia perdere!!”
Disse
chiudendo la comunicazione, e raggiungendo l’amica…
Ora
cominciava la parte ancora più difficile….
Continua…
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 : Non me lo so spiegare ***
Un
giorno, per caso…di
Dolcemaia
Disclaimer:
Ogni riferimento a
fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione per Orlando Bloom,
da cui ho preso in prestito solo il personaggio.
Nota
dell’autore:
Se
fossi stata capace di scrivere una songfic l’avrei fatto, perché la canzone
che vi ho < consigliato > si adatta perfettamente al tono che volevo dare
a questo capitolo ed anche le parole sono bellissime, il desiderio di inserirle
nel testo è stato davvero forte, ma so già che avrei combinato un mezzo
papocchio, decisamente scadente, quindi mi sono limitata e ne ho preso solo il
titolo, però se vi capita ascoltatela perché , almeno a me, piace tanto!! ( La
canzone, non Tiziano Ferro, sia chiaro!! ^_^).
Ringrazio
di cuore Lilly, Lili e Mandy… I’ happy!! ^______^
Tiziano
Ferro – Non me lo so spiegare
Capitolo 12 : Non me
lo so spiegare
Ferma,
bloccata, direi quasi congelata, visto che ad ogni modo i miei muscoli sono tesi
come poche volte mi è successo nella mia vita. Stringo i pugni talmente forte,
da sentire bene il dolore delle unghie nel palmo della mano.
Irritazione,
rabbia, odio..
Non
so nemmeno io cosa provo, mi sento solo svuotata… svuotata di tutto. Arrivata
a questo punto cosa c’è rimasto più nella mia vita, cosa? Lo vorrei sapere
perché non mi è chiaro… No, non mi è affatto chiaro perché il destino si
sia accanito contro di me, cos’è non sono abbastanza brava, bella o altro??
Non voglio recriminare, voglio solo sapere il perché non mi pare alla fine una
richiesta così assurda, non c’è bisogno di smuovere mari e monti, voglio
solo e semplicemente un perché…
Perché
la vita fa schifo, perché è finita l’era delle favole in cui ti dicevano che
se facevi la brava, avresti avuto quello che tanto desideravi, perché devo
essere così pateticamente umana, da sentire questo buco nello stomaco, che mi
fa male, mi fa talmente male che paradossalmente non riesco a sentire più
nulla, se non il vuoto…. Un bel vuoto in cui cadere senza fine…. Ecco la prospettiva migliore, no?
Sono
un ‘orgogliosa del cavolo, un’orgogliosa di dimensioni talmente spropositate
che per un attimo, anzi diciamo più di un attimo, avevo davvero creduto di
essere speciale, qualcuno che vale la pena di < vivere > , qualcuno che
sarebbe stato capace di raggiungere i propri sogni… Strano, ero convinta,
assurdamente convinta, che tutto ciò che volessi fosse lì, talmente vicino da
averne la vista abbagliata, non dovevo che allungare la mano e scegliere la vita
che volevo, eppure eccomi di nuovo per terra… Continuo a cadere da quella
maledetta nuvoletta rosa, ogni volta che mi sembra di aver raggiunto la stabilità,
ecco lì che ruzzolo giù come una valanga di neve, e fa male… tanto male…
troppo male…. Talmente tanto da togliermi la voglia di riprovarci ancora…
troppe volte è successo… troppe ed evidentemente è ora che smetta di
provarci perché non è posto per me… Ma è difficile lo stesso…
Rassegnarsi
a non avere ciò che si vuole, che si desidera con ogni fibra del proprio corpo,
è ancora peggio di non combattere per averla, eppure le sconfitte ogni volta
sono più devastanti e di me non è rimasto più niente… nulla per cui valga
la pena rialzarsi ancora e leccare le proprie ferite….
Meg
è dietro di me e mi poggia la mano sulla spalla, lei lo sapeva, l’ho intuito
quando ci siamo avvicinate alla bacheca dove erano esposti gli esiti e non si è
voluta avvicinare… Classico, è venuta a consolare l’amica psicolabile e
vulnerabile perché lo pseudo-ragazzo, che poi non era nemmeno quello, l’ha
mollata, senza un perché o un per come e con un numerino idiota si è vista sgretolarsi
il terreno sotto i piedi… E poi dicono che la vita non fa schifo. Mi guarda,
probabilmente vuole che le dica qualcosa, ma cosa?
Non
ho parole… Non ho proprio parole, non mi sento a pezzi, non sento niente, o
forse voglio illudermi che sia così, perché al posto del < solito >
pianto liberatorio, questa volta mi sta venendo una gran voglia di mandare tutto
a quel paese, e prendere a calci e pugni qualcosa o qualcuno…. Inoltre essere
circondata da tutte le belle, si fa per dire, arpie, senza un grammo di cervello
che magicamente hanno preso voti stratosferici
e che non sono capaci nemmeno di fare una < O > con l’ausilio del
bicchiere, non è edificante… non lo è affatto...
Via,
devo scappare, non ci voglio più stare in questo posto schifoso, con queste
persone che non valgono un centesimo… non voglio vedere, sentire o parlare con
nessuno….
Senza
nemmeno rivolgerle una parola, mi giro imbucandomi, in tutto quel caos, in un
corridoio terminante con una scalinata. Meg prova a fermarmi, ma deve capire che
ho bisogno di stare un po’ per i fatti miei, ho bisogno di capire, di
metabolizzare questo schifo di sensazioni che sto provando, senza dovermi
appoggiare a nessuno.
Sono
troppo poco poetica e stupida per potermi rifugiare in un altro posto che non
sia la mia stanza, in un lampo entro in casa, e mia madre capisce al solo
sentire sbattere forte la porta, e poco dopo il rumore della serranda che cade
giù imperturbabile come fosse una ghigliottina. In tutta quella fretta di
chiudere il mondo fuori, inciampo nel filo del telefono che si fa un volo
assurdo, finendo per terra in mille pezzi e con il cavo tranciato a metà…..
Riprendo le varie parti dal pavimento e le guardo un attimo…ci ero
affezionata, aveva la stella sopra che s’illuminava quando squillava….ed ora
si è rotto…
È
la vita, cose simili capitano, sembra essere la morale di questa giornata da
annoverare come una delle peggiori della mia vita….. Con una violenza inaudita
li scaravento tutti contro il muro…
In
fondo potrebbe essere la metafora della mia vita, uno fa sempre il suo dovere,
ogni volta che gli è richiesto obbedisce ad ogni comando, facendo anche più
del dovuto a volte, poi in un attimo, una stupida distrazione, in un soffio,
finisce tutto, si rompe qualcosa che non può essere più aggiustato, e ti rendi
conto di non avere più scopo nella vita, ti senti inutile…
Fortunatamente
si tratta di plastica leggera e mia madre non si accorge dell’impatto contro
il muro… Non so nemmeno io perché l’ho fatto... non è comunque cambiato
niente, non mi sento affatto meglio… Sto perdendo il controllo, sto diventando
totalmente irrazionale, ma possibile che non me ne vada giusta una?? Non dico
tanto….Tutto assieme, tutto assieme, e devo affrontare tutto questo da sola,
da sola, perché ho deciso di far entrare nel mio mondo solo una persona, che
ora non è qui, e non ci tornerà più…. Faccio avanti e indietro, passandomi
nervosamente le mani tra i capelli…. Stupida, stupida, stupida stupida…. Ho
altro modo per definirmi??
Sono
talmente arrabbiata che non riesco nemmeno a piangere… proprio io, miss
lacrima pronta che ha gli occhi riarsi come la sabbia del deserto, eppure è la
cosa che più vorrei fare… vorrei che comparisse di nuovo quel luccichio sui
miei occhi, che ho tanto odiato, che ho tanto disprezzato come segno di troppa
vulnerabilità e che ora mi sembra l’unico modo, per riuscire a dare sfogo a
quello che sento… però non ci riesco… Non ci riesco… Non ci riesco…..
Mi
accovaccio per terra poggiando la schiena contro il letto, e stringendomi le
ginocchia, mettendovi sopra la fronte…
Io
non riesco a darmi una spiegazione.. Se credessi agli oroscopi, direi che i
pianeti mi si sono rivoltati tutti contro, non c’è altra spiegazione!! Ho
perso lui.. Perso… < L’ho mai avuto? > Forse questa è la domanda più
appropriata, però non sono visionaria, non ho visto cose che non c’erano, lui
era qui, era con me, è sempre stato con me ed adesso… Non lo so più….. Sarà
stata una breve parentesi della mia vita?? Non lo so, credo solo che se non
fosse sparito così, se mi avesse detto mezza parola sarebbe stato tutto
diverso, ci avrei provato ancora, ed ancora, ed ancora a sfondare quel muro che
hanno deciso di mettere tra me e i miei sogni…. Ma probabilmente lui è
rimasto dall’altra parte….. Assieme alle cose più belle che credevo di
avere…. Io non so perché reagisco così, non è crollato il mondo, ma io sì,
ed il pensiero che senza di me tutto continua a girare come se nulla fosse, come
se la mia presenza fosse del tutto ininfluente mi fa impazzire…. Non posso
avere tanto bisogno di lui, quando probabilmente lui mi ha già dimenticata, se
mai ha pensato a me come qualcosa di più della < bamboletta della settimana
>!!
Sto
diventando fredda e cinica, ma mi fa male la testa a furia di pensarci… Ho
dato buca ad un esame che per me era troppo importante, per cui avevo studiato
da morire, per cui avevo dato notti e giorni della mia vita, perché dovevo
dimostrare che io ero più forte di tutto e tutti, che potevo farcela, perché
non sono come gli altri, perché mi sentivo davvero invincibile, però sono
stata abbattuta al primo colpo… che fine ingrata, eh? Un sorrisino ironico,
compare sul mio viso….
Davvero
una gran bella fine, mi sono fatta di nuovo fregare dai miei mostri, eppure ciò
che più mi fa stare male è lui!! Cazzo, l’esame lo rifaccio tra tre giorni,
ma lui… E’ andato… via… e non tornerà, lo so… Non ha mantenuto la
promessa e questo non può significare altro….
Eppure
non può essere stato tutto finto, non può, non posso crederci!! Quel giorno a
casa dei suoi, tutte le volte che facevamo quelle cose sceme, quando è andato
via…Non può essere stato tutta un’illusione!! Io li ricordo i suoi occhi
mentre se ne andava e non mentivano, non potevano, me ne sarei accorta, erano
sinceri, però, lui non c’è…. Quando ne ho più bisogno….. non c’è……
Mi
fa male la schiena… Da quanto tempo sono qui… Alzo la testa dalle ginocchia,
che ho ancora strette al petto e guardo la sveglia sul comodino…. Sono passate
tre ore…. Ormai non mi accorgo nemmeno del tempo che passa….. Potevano
essere dieci minuti come dieci ore, avrebbe fatto lo stesso…. Non so nemmeno
se i mie hanno pranzato, probabilmente mia madre sarà anche passata a
controllare che non abbia fatto qualcosa di poco raccomandabile, senza che me ne
sia accorta, ma non sarei capace nemmeno di arrivare a tanto…. Non credo
sarebbe tanto contenta di sapere che il mio stato attuale non è stato causato
dall’esame… quello è stato solo l’atto finale che ha scoperchiato il vaso
di Pandora, peccato che gli spiriti maligni sono rimasti tutti qui, ad
aleggiarmi dentro senza che io riesca e abbia la forza di cacciarli via….
Mi
rialzo molto lentamente e m’infilo il pigiama.. E’ una crisi di nervi in
piena regola, non è che perdo la bussola in questo modo ogni volta che un esame
non mi va bene, o il mondo non gira nella direzione che preferisco, è solo
l’accumulo di troppe cose, troppe…. E pensare che basterebbe una lacrima..
anche una piccola piccola e mi sentirei meno devastata….
Recupero
un elastico dal piumino bianco che ho buttato sul letto e comincio a
raccogliermi i capelli, e già che ci sono lo rimetto nell’armadio, quando
comincio a sentire una vaga canzoncina metallica, la suoneria del cellulare…
Pensavo di averlo spento, e comunque non ho voglia di parlare con nessuno,
soprattutto ora, tanto sarà Meg o, peggio ancor,a Jen, che vogliono riempirmi
la testa delle loro belle parole, che, sinceramente, adesso non ho proprio
voglia di ascoltare, magari più tardi… o forse domani…
Esco,
distrattamente, l’aggeggino grigio dalla tasca, ma è un momento…solo un
maledetto momento in cui la mia attenzione si focalizza su un particolare
insignificante, come la melodia che continua imperterrita a venir fuori; una
nuova coscienza si fa largo…. Maledetta tecnologia e maledette suonerie
personalizzabili….. Solo ad una persona ho appioppato quella canzoncina
deprimente e tremendamente romantica, anzi diciamo che, più che altro, se l’è
scelta da solo!!
E’
lui….. quando vedo lo schermo luminoso, non ho più dubbi, messo e concesso
che ne avessi mai avuto qualcuno…
<
Orlando >
Non
ho proprio parole, ho voluto troppo che questo maledetto telefono squillasse e
mi ero ripromessa, dopo la storia di Kyle, che non l’avrei più rifatto, ed
invece ci sono ricascata…..
Fisso
lo schermo, imbambolata, e stupidamente gli passo un dito sopra, come se
accarezzando quelle lettere, riuscissi a sfiorare lui….
Una
lacrima…….. scende piano… lenta, amata, desiderata, bramata fino allo
spasimo, che imperterrita compie la sua discesa fino a fermarsi sulle mie
labbra…
Continua
a squillare…. Poggio il telefono sul comodino e mi metto sotto le coperte,
ficcando come al solito la testa sotto i cuscini, non dovesse essere sufficiente
la penombra in cui è ormai calata la mia stanza….
Da
un’altra parte del mondo, è un altro telefono a fare un volo assurdo… che
fortunatamente finisce sul divano.
“Orlando,
non mi pare che buttando centinaia di dollari, mandando in mille pezzi il
cellulare, la situazione cambierà molto!” Elijah… come al solito, calmo,
razionale ed estremamente snervante. Come poteva essere tranquillo in quella situazione??
Era facile parlare, mica c’erano una massa di iene fuori dalla sua porta,
pronte per sbranarlo, senza pietà!! Era anche vero che la sua presenza, lo
stava aiutando parecchio!! In pratica da quando era successo tutto quel
pasticcio, era stato costretto da John, il manager di Orlando, a stabilirsi a
casa dell’amico, perché a quanto pare, era sull’orlo di una crisi isterica
di dimensioni epiche! A suo dire, sembrava una donna in pre - menopausa,
praticamente intoccabile, continuamente irritato ed irritante; ma come
biasimarlo? Kate, gli aveva montato su un gran bel casino, perché mentre lei ne
veniva fuori come la < fidanzatina ideale >, tutta cuori e baci,
decisamente da carie; lui veniva ormai dipinto, come il brutto e cattivo
traditore, sciupafemmine, che non solo nelle sue continue scorribande,
cornificava l’angelo, che gli riscaldava il letto ogni sera, ma addirittura
era talmente infantile ed irresponsabile da intestardirsi a non mettere la testa
a posto e mettere su famiglia…
C’era
chi su una fama del genere ci costruiva intere carriere, ma non poteva
assolutamente essere il suo caso, visto che fino a quel momento era apparso sul
grande schermo, come Legolas quindi un monumento di virtù ed onore e Will
Turner, uomo di altrettanto onore e indiscutibile dolcezza e profondità di
sentimenti…. In pratica la sua credibilità era messa molto a rischio, tanto
più che di lì a qualche mese era prevista l’uscita di Kingdom of Heaven, in
cui interpretava l’ennesimo ruolo dell’eroe senza macchia, disposto a
sacrificarsi in nome dell’amore!!! Che non si dovessero confondere i
personaggi che interpretava, con lui, come persona, era vero, ma era come
imporre a Sean Connery di interpretare un Black Block tutto droga e fumo….
ASSURDO!!
“Elijah,
tu non capisci che abbiamo passato da un pezzo il colmo della misura ed io sto
davvero sclerando!!! Sono prigioniero in casa mia, ti rendi conto, in casa
mia!!! Non posso nemmeno uscire sul balcone a fumarmi una sigaretta, che ci sono
pronti paparazzi ovunque!!!” Faceva avanti e dietro davanti al divano
dov’era seduto l’amico, passandosi e ripassandosi, le mani tra i riccioli
scomposti, che gli davano quell’aria tremendamente affascinante, se solo non
fosse stato per l’isteria che si leggeva chiaramente da ogni suo minimo gesto.
“Sto
impazzendo, non ce la faccio più a restare chiuso qui dentro!! tutto per colpa
di chi?? E pensare che, quando la nostra storia è andata a farsi benedire, non
ho voluto dire nulla in proposito, perché la mia educazione inglese,
m’imponeva di non sputtanare, come meritava, una donna…. Altro che <
fidanzata d’America >, dovrebbero saperlo cosa mi
ha combinato quella!! Non ci vuole molto a farsi venire i lacrimoni davanti alla
telecamera!! E’ assurdo, assurdo, assurdo!!”
“Orlando
ora calmati, ormai la frittata è fatta, non ci puoi fare niente, vedrai che si
stancheranno prima o poi, già nell’ultima settimana, l’attenzione è
cominciata a scemare!” Macché, non era affatto vero, lui entrava ed usciva da
quell’appartamento ogni giorno, e l’attenzione on era affatto diminuita..
.L’assurdo era che mentre lui era costretto a barricarsi in casa, Kate si
girava tutti i programmi possibili ed immaginabili a dichiarare il suo <
immenso amore > e accumulando contratti su contratti, oltre che migliaia di
dollari.
“Si,
nel frattempo la mia vita resta congelata!” Affermò molto molto scocciato.
“Prendila
come una vacanza forzata dal mondo!” Provò a sdrammatizzare Elijah, ma
evidentemente era un tentativo vano; aveva ragione, aveva tremendamente ragione.
La stampa si era accanita su Orlando, già dai primi barlumi di popolarità, e
avevano fiutato una buona pista, perché quel ragazzo di strada ne aveva fatta
parecchio, e aveva dato loro molto materiale per sbizzarrirsi trovando sempre un
modo per creare scompiglio e divertimento, peccato che era
molto avaro di notizie sulla sua vita privata, prettamente amorosa… Prima di
Kate, non si era fatto mai beccare in fallo e mentre stava con lei erano
parecchio discreti, sebbene il suo amore per la ragazza era palese… poi dopo
un vociferare sulla loro rottura, di punto in bianco quella bomba…. era chiaro
rovinasse tutto!
“Vacanza
forzata, un cazzo!! Michelle non vorrà più vedermi, già non mi risponde al
telefono!!” Disse buttandosi svogliatamente sul divano, come al solito tutto
sbracato, con le gambe aperte, prendendo a giochicchiare con i fili di uno degli
strappi che aveva sugli enormi jeans. “Ci mancava pure l’esame andato
male… Io le avevo promesso che le sarei stato vicino, che sarei arrivato in
tempo, che l’avrei portata alla festa delle sue amiche ed invece non ho fatto
niente….” Disse parecchi depresso.
“Ma
che siete bambini?? Se non mantieni la promessa e non la porti alla festa si
offende a morte e non ti parla più???” Gli disse Elijah, facendogli il verso,
e prendendolo abbondantemente in giro… Era inconcepibile ai suoi occhi che Orlando
si preoccupasse di una cosa così stupida!
“Tu
non capisci!! E’ proprio per questo che mi sto prendendo una bella sbandata!
Per lei era importante che io stessi con lei, come lo è stato per me, quando me
la sono vista dietro la porta dello studio del prof, ed è stata con me tutto
quel tempo in aeroporto, senza farmi domande, che una qualsiasi persona normale
mi avrebbe fatto!! Cazzo, capisci che per me questi particolari insignificanti,
stanno ricominciando ad avere rilievo nella vita?? Non mi aveva chiesto molto…
solo che le fossi vicino, anzi precisamente non ha avuto nemmeno il coraggio di
chiedermelo, nonostante lo volesse; sono stato io a prometterglielo ed
inevitabilmente l’ho delusa…. Tanto per cambiare… Riesco sempre a fare del
male alle persone a cui tengo… Vedi Kate? L’ho amata così tanto, da non
rendermi conto che per lei, non era lo stesso, che il maestro di tennis la
rendeva più < appagata > di me!” Con quell’aria da cucciolo bastonato
era proprio impossibile non provare tenerezza per lui, la cui unica colpa era
stata di essere troppo leale nei confronti di chi non lo meritava, e la cosa più
incredibile era che nonostante tutto si colpevolizzava per la storia con Kate…
quel ragazzo diventava irrimediabilmente idiota quando si trattava di donne!!
“Direi
che non è il caso tu ti carichi delle colpe altrui, è stata lei a non capire e
stupidamente a cercare altro!! Comunque se tu avessi detto la reità a Michelle
fin dal primo momento non ti saresti trovato in questa situazione!” Aveva
ragione… Ripeterglielo era inutile, almeno quanto lo era tentare di fargli
capire che lei non sarebbe stata disposta ad aver nulla a che fare con lui, se
avesse saputo della sua reale posizione… Fatto stava che, ad ogni modo,
avrebbe dovuto spiegarle tutto, se mai l’avesse rivista…. Per un attimo rifletté
sulle parole…. Non era pensabile, non vederla più, era già stato abbastanza
complicato resistere due intere settimane senza vederla e sentirla, dopo
quell’< Addio > degno di qualsiasi grande pellicola romantica, rivolgere
la sua mente altrove quando l’unico pensiero era prendere quel dannato
telefono e chiamarla, anche senza dirle una parola, solo per sentire la sua
voce. Inutile dire, poi, che avere sue notizie tramite Meg non gli bastava più,
soprattutto vista l’evoluzione che c’era stata, gli aveva promesso che le
sarebbe stato vicino, indipendentemente dal titolo con cui l’avrebbe fatto,
anche se solo come amico non avrebbe mancato ancora a quella promessa, ed era
ben determinato. Scattò in piedi, nemmeno fosse stato folgorato da un’idea
geniale e con tono deciso, che non ammetteva repliche, decretò…
“Torno
a Londra… Non so ancora come, ma lo farò adesso e tu mi aiuterai!!!”
Continua…
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 : Parrucca, lentine e locandina… ***
Un
giorno, per caso…di
Dolcemaia
Disclaimer:
Ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione
per Orlando Bloom, da cui ho preso in prestito solo il personaggio.
Nota
dell’autore: Questo
capitolo è dedicato ad una persona speciale, talmente speciale, che non le ho
fatto gli AUGURI di buon compleanno….. Merito la lapidazione lo so, ma chedo
umilmente scusa…
MOON
MI DISPIACE!!!!
Non
lo faccio più!! ^_^
Inoltre
un ringraziamento di cuore a Mandy, che è stata un tesoro, e Pers che mi
minaccia pubblicamente ( la bastarda), ma avendole dato la nomina onoraria di
< Dea >,( sai a che mi riferisco), ora me la devo sopportare!! ^_____^
E
un sentito GRAZIE anche a tutte coloro che hanno la pazienza di leggere questa
fic!!
Nelly
Furtado - Try
Capitolo
13 : Parrucca, lentine e locandina…
Fissava
le nuvole aldilà di quel microscopico vetro, scostò appena la tendina color
crema, la cui utilità gli era ignota, sperando di riuscire a scorgere terra da
un momento all’altro, ma niente… Solo un po’ di fitta nebbiolina bianca
che volevano fargli passare per una nuvola… chissà perché ne aveva sempre
avuto un’idea leggermente più romantica....
Quante
ore erano passate da quando aveva messo piede sul quel macinino volante? Non
avrebbe saputo dirlo con sicurezza, era sempre e comunque decisamente troppo!
Era
stanco, irritato ed impaziente. I pantaloni gli cascavano, la maglietta gli
prudeva, il sedile sintentico gli faceva ribollire il sangue nelle vene, ed il
continuo muoversi, girasi e rigirarsi non l’aiutava minimamente, anzi!! Ogni
minuto passato in attesa del benedetto atterraggio si stava trasformando in una
lenta e dolorosa agonia, Londra non gli era mai sembrata così lontana!
Elijah,
invece, dormiva della grossa sul sedile accanto al suo, tranquillo come un
neonato tra le braccia della mamma… La verità era che nonostante volasse
continuamente da una parte all’altra del globo terrestre, non era ancora
riuscito a togliersi di dosso la paura dell’aereo, perciò appena allacciate
le cinture, faceva in modo di cadere in uno stato di sonno quasi comatoso.. come
facesse, proprio non lo sapeva, ma non sarebbe stato carino svegliarlo per
costringerlo ancora una volta ad ascoltare le sue paranoie!!
E sorbirsi quella specie di ballo di San Vito di cui era vittima!
Poverino,
lo stava costringendo a far fin troppe cose allucinanti, non per ultima
trascinarlo senza motivo a Londra o meglio il motivo c’era… Aveva bisogno di
lui, perché non sapeva cosa l’aspettava esattamente anche da quest’altra
parte dell’oceano, e se fosse stato peggio di quello che stava tentando di
lasciarsi alle spalle, da solo, non avrebbe saputo che fare…
Sarebbero
atterrati in tarda mattinata, orario perfetto per riprendere in mano le redini
della situazione con Michelle, che decisamente gli erano sfuggite, se non fosse
che Meg gli aveva dato notizie poco rassicuranti…
Sicuramente
anche per quella mattina, la ragazza sarebbe stata ancora inavvicinabile, oltre
che irreperibile, visto che a casa nsi faceva negare… Forse nel pomeriggio
sarebbe riuscita a trovarla e, se la fortuna avesse girato in suo favore, farla
uscire un po’. Ma, per conto proprio, era piuttosto pessimista…
Aveva
provato a chiamarla almeno un centinaio di volte, ma mai c’erano state novità,
non aveva spento nemmeno il telefono durante tutta la notte!!
Da
un lato era comprensibile che potesse avercela con lui, ma perché non dirglielo
direttamente in faccia? Perché non mandarlo a quel paese una volta per tutte?
Si grattò la testa piuttosto pensieroso, dopodiché decise di seguire
l’esempio dell’amico e riposare almeno un po’. Quel nervosismo certo non
giovava molto ai poveri nervi che, in quel periodo, stava decisamente mettendo
alla prova.
La
politica del < io qui dentro, ed il mondo lì fuori>, si era rivelata
fallimentare!
Si
era presa i suoi due giorni di pausa da se stessa e da tutti gli altri, ora era
arrivato il momento di rimettersi in piedi e ricominciare a camminare, seppur
ancora barcollando! Piangersi addosso, o fare la vittima, non gli era mai
piaciuto molto, aveva sempre preferito richiudersi a riccio, riflettendo un
po’ per i fatti proprio e poi riaffrontare la vita di petto!!
Diciamo,
poi, che l’insistenza nelle chiamate di una certa persona, se da un lato le
facevano sorgere centinaia di domande, dall’altra avevano ridato un po’ di
vitalità al suo orgoglio femminile, che era andato, abbondantemente, a farsi
benedire!!
Era
abbastanza superficiale, anche solo pensarlo, ma il fatto che Orlando stesse
continuando a chiamarla, nonostante si ostinasse a non rispondergli, le faceva
piacere, e probabilmente gliene avrebbe fatto ancora di più sentire la sua
voce, ma era combattuta sul perché la stesse cercando, dopo essere sparito per
tutto quel tempo….
Se
lo stava facendo solo perché magari aveva scordato qualcosa a casa sua??
Non
l’avrebbe retto…
Sorrise
a quel pensiero, stava pian piano rientrando nei suoi normali paramentri di
follia… Infilò le ultime cose nella borsa, si avvolse la sciarpa al collo, e
diede un breve sguardo fuori dalla finestra. Stava di nuovo piovendo!
Poco
male, quel tempaccio avrebbe fatto desistere parecchi dall’andare in
biblioteca quel pomeriggio, quindi avrebbe avuto più calma e maggiore
probabilità di non incontrare nessuno che conoscesse; in più era piacevole
camminare, ben coperta ed imbacuccata, mentre pioveva… piuttosto insolito!
Passò
dalla cucina, portando via solo un panino vuoto, e solo perché costrettavi da
sua madre, alla quale per sommi capi aveva dovuto spiegare la situazione, stando
ben attenta ad omettere della storia con Orlando, che nella sua assurda visione
delle cose, poteva passare inosservata, cosa che più lontana dalla realtà non
poteva essere e schizzò fuori come un fulmine!
Non
aveva un particolare stato d’animo, non era né felice, né depressa, ma più
che altro indifferente, non che
fosse una cosa bella, soprattutto per una persona come lei, che viveva di alti e
bassi, però alla fine rispetto ai momentacci passati, non era così male e poi
quella era una giornata uggiosa come tante altre, in cui si sarebbe rinchiusa
tra quei polverosi volumi di letteratura, con la speranza di essere lasciata
almeno ancora per un po’ in pace da tutto il resto del mondo…
D’accordo
prendere la vita di petto, ma un po’ alla volta!!
Non
era passato nemmeno da sua madre, aveva fatto tappa diretta verso casa sua, dove
sia lui che Elijah, ebbero modo di rimettersi in contatto con la vita reale, con
una bella doccia. Il viaggio era stato decisamente troppo stressante,
soprattutto se ripensava a come era riuscito a sfuggire alla calca indemoniata
di giornalisti sotto casa sua… Meglio evitare…
Aveva
ancora l’accappatoio addosso, quando tornò nella sua stanza. Sul comodino
c’erano sigarette e cellulare… Maledetto telefono aveva avuto l’impulso
irrefrenabile, di chiamare Meg, per sapere di eventuali evoluzioni, fin da
quando avevano messo piede a terra, però aveva dovuto trattenersi, farsi vedere
così impaziente non era un bene, come non lo era torturare quella poverina, che
davvero stava facendo molto per lui, senza volere nulla in cambio, se non la
felicità della sua amica…. Era decisamente sprecata per un palestrato –
zero cervello, come si era dimostrato quel Luis qualche cosa.
Prese
il pacchetto di sigarette e si avvicinò alla finestra, prendendosene una e
mettendosela in bocca. Sbirciò
fuori distrattamente. Il solito tempo londinese… imprevedibile… quando erano
scesi dall’aereo c’era il sole, ed in quell’esatto momento, l’acqua
scrosciava dal cielo a non finire, era poco più dell’ora di pranzo eppure era
buio, nemmeno fosse tardo pomeriggio! Non era mai stato meteoropatico, però
vedere quelle goccioline battere sul vetro della finestra lo rendevano
particolarmente malinconico, o forse era solo l’avvicinarsi di uno scontro
diretto da cui non sapeva, come ne sarebbe uscito!
Arrivò
giusto in tempo alla metro, era riuscita ad infilarsi, proprio mentre le porte
scorrevoli stavano per chiudersi, non che avesse fretta, però aspettare un
quarto d’ora, in quella stazione, quando fuori pioveva e necessariamente la
maggior parte dei vagabondi e senzatetto vi si rifugiava, non le andava molto a
genio, non aveva nulla contro di loro, però fidarsi è bene, non fidarsi è
meglio!
La
differenza di temperatura tra il vagone e l’esterno era considerevole, tanto
che immediatamente le guance le avvamparono… Si allentò un po’ la sciarpa,
e si sedette… Era così strano tornare alla normalità, fare finta che tutto
andasse bene, mentre il mondo continuava a girare indifferente, quando poi,
nella realtà, sentiva che un pezzo le mancava… Non che Orlando fosse
importate a tal punto da farla sentire incompleta, sarebbe stato esagerato anche
solo pensarlo, però era come lasciare una pagina a metà, nell’enorme diario
della sua vita e questo pensiero la crucciava… in un modo o nell’altro
quella faccenda era da risolvere, se con lui era finita, come se poi fosse mai
iniziata, era il caso di metterci un benedetto punto ed andare oltre, oppure
riprendere a scrivere…
A
proposito di scrivere, prese il telefono, e compose un messaggio mandandolo a
Meg; le aveva promesso che sarebbero uscite, anche solo per un caffè quel
pomeriggio, ma, alla fine, aveva optato per la biblioteca, non era ancora
dell’umore adatto per sentirsi una paternale, o comunque di vederla, aveva
bisogno di stare un altro po’ da sola… Avrebbe capito!
All’ingresso
della biblioteca, come concordato c’era Meg.
La
riconobbe subito, come non notarla d’altra parte, purtroppo però era
decisamente irrequieta, faceva avanti e indietro come fosse un giocattolino a
cui avevano dato troppa corda, tanto che fissava l’orologio ogni dieci
secondi, infatti dal momento in cui la vide, fino a quando la raggiunse, e la
distanza non era più di una ventina di metri, fece quel gesto ben cinque volte.
Non
vi aveva mai posto troppo attenzione, ma era davvero una bella ragazza, un po'
più bassa e longilinea di Michelle, lunghi capelli color caffè, leggermente
mossi, con dei colpi di luce mogano, occhi nocciola, molto profondi ed intensi,
con qualche pagliuzza dorata, e pelle ambrata che le dava un tocco quasi
esotico… Non era affatto un tipo comune, anzi, fisicamente era molto
particolare ed anche affascinante, poi nonostante la giovane età, dimostrava
dei modi e una razionalità da donna, e non da ragazza qual’era, una certa
compostezza che le dava tono, eppure, allo stesso tempo, era molto semplice come
persona ed assolutamente naturale.
Probabilmente
se non avesse avuto la testa da un’altra parte, avrebbe potuto anche fare un
pensierino di lei, ma Orlando, era, per così dire, momentaneamente impegnato in
altro, o meglio per un’altra…
Ad
Elijah, però, non sfuggì quest’attenta analisi, tanto che la fissò quasi
inebetito, spogliandola praticamente con gli occhi quando se la trovò davanti,
e addirittura il pensiero che quella fosse la famosa Michelle di Orlando, gli
provocò un lieve moto di gelosia, che immediatamente svanì, una volta che
l’amico gliela presentò. Anche Meg, d’altra parte, non fu del tutto immune
al fascino del ragazzo, tanto che per buoni cinque secondi rimase a bocca aperta
a fissarlo… Ad Orlando scappò una risata, che morì sulle sue labbra non
appena la ragazza si voltò verso di lui con espressione pressocché furente, se
lo mangiò a parole!
“Non
so, perché non sei venuto direttamente con parrucca, lentine e già che c’eri
con la locandina del Signore degli Anelli in mano?” Gli chiese con tono più
che ironico? Possibile che davvero quel benedetto ragazzo, non riuscisse a
capire quanto poteva essere < pericoloso> andarsene in giro con Elijah
Wood come se niente fosse??? Era un pazzo!!! Dopo tutta la fatica che aveva
fatto per scappare anonimamente da New York, cosa gli faceva pensare che a
Londra nessuno potesse notarlo??
“Eh?”
Le fece il verso, non capendo dove volesse andare a parare.
“Ti
ho chiesto perché non sei venuto con parrucca, lentine e locandina, visto che
muori tanto dalla voglia di farti riconoscere… Secondo te è normale portarsi
Frodo Baggins a spasso, come niente fosse??” Gli domandò ironica e molto,
molto incavolata, “Scusa, non prendertela, non è per te!” si rivolse,
rassicurandolo, al povero Elijah, che per un attimo si era sentito davvero come
uno strano animale da passeggio. Orlando restò un attimo perplesso,
stupidamente non aveva proprio pensato che Lji avrebbe potuto costituire un
problema, o almeno non quanto lo poteva essere lui stesso.
“Ragiona,
in versione nature, tu potresti anche passare inosservato, con una CONSISTENTE
botta di fortuna, e sottolineo CONSISTENTE, ma lui con quegli occhi….
è impossibile non notarlo!!” Continuò la ragazza, togliendosi gli occhiali
da sole a mascherina che aveva in testa, per reggersi i capelli e porgendoli al
ragazzo, intimandogli un molto confidenziale e poco propenso a proteste
“Mettiti questi!”, sembrava davvero un carrarmato, molto determinata e di
polso…gli piaceva!
“Credi
che Michelle, sia una stupida? Non per deluderti, Bloom, ma lui è molto più
famoso di te e non conterei troppo sulla sua ignoranza in fatto di cinema, anche
perché, i tuoi, di film, è un puro caso non li abbia visti! O dovrei dire
ANCORA visti?” D’accordo, aveva ragione su tutti i fronti, ma era il caso di
infierire così e pretendere che risolvesse tutti i problemi in una botta sola?
Una cosa alla volta avrebbe anche potuta affrontarla, ma usare l’arma della
verità, quando la sua posizione era già, più che precaria, gli sembrava un
tantino esagerato. Era facile dire < dovevi dirle la verità dall’inizio,
ora sarebbe tutto più facile!! >! Era logico sarebbe stato tutto più
facile, perché lei non ci sarebbe stata!
“Meg,
la piantiamo con le ramanzine? Me ne hai fatte troppe per i miei gusti e poi
ricorda che sono più grande di te, porta rispetto!!” Le disse ironicamente,
ridendo, ma quella che doveva essere una battuta, non si rivelò che
un’infelice trovata, perché la ragazza lo fissò con fare truce, quasi
omicida, a cui non sapeva davvero come rispondere. Quanto odiava essere messo
alle strette dalle altre persone, soprattutto se si trattava di ragazze,
oltretutto davanti ad un suo amico, ma in fondo che fare?? Quelle due erano
talmente simili da quel punto di vista, che si era rassegnato al pensiero che,
nel bene o nel male, la loro parola era incontestabile.. pena… la gogna
pubblica….
“D’accordo,
d’accordo, ora mi dici dov’è? Meno restiamo in questo posto meglio è!!”
Si risolse a concludere.
La
ragazza senza farselo ripetere due volte, indicandogli un largo corridoio alla
loro destra, si avviò e poi avvicinò ad una grande porta di legno, che dava
sulla sala lettura della biblioteca. Fortunatamente la parte superiore era a
vetri, quindi potevano sbirciare dentro senza necessariamente entrare. Orlando,
lì per lì, fu un attimo perplesso, perché nonostante tutti i tavoli fossero pressoché
vuoti, non riusciva a vedere Michelle, tanto che, per un attimo, ebbe timore che
se ne fosse andata via, durante il loro battibeccare, se non che, capendo il suo
smarrimento, Meg gliela indicò. Era in un angolino piuttosto appartato, vicino
ad un grande scaffale pieno di vecchi libri, ed un’ampia finestra che si
affacciava proprio sul cortiletto interno, dove alcuni alberi facevano bella
mostra dei loro rami spogli.
Rimase
un attimino imbambolato a fissarla, era strano osservarla da lontano, cioè
senza che lei fosse occupata solo ed esclusivamente con lui, in genere la
guardava mentre gli parlava, o studiavano o comunque mentre lei sapeva, in un
certo senso di essere < sorvegliata >, mentre in quel momento la
vedeva solo vivere la sua vita, come se fosse spettatore
di un film… un film di cui voleva assolutamente la parte del
protagonista!!!
Era
diversa…. Eppure ancora più bella di quanto la ricordasse, con i capelli in
parte alzati, con una bacchetta cinese, gli occhialetti da lettura e senza un
filo di trucco…. Talmente naturale….
Sembrava
molto intenta nella lettura di un libro, del quale ogni tanto annotava qualcosa
su di un quaderno che aveva davanti. Batteva ad intervalli regolari la penna sul
tavolo in cui erano ammucchiati in ordine sparso, borsa, cellulare, matite
colorate e sciarpa…
La
sciarpa…
Quel
particolare attirò la sua attenzione.. Se l’aveva con lei, nonostante tutto,
qualcosa doveva significare; razionale e allo stesso tempo, romanica com’era,
non l’avrebbe mai portata con sé per sola vanità femminile, o in quanto bel
monile, ma perché rappresentava qualcosa…
Proprio
mentre questa successione di pensieri, gli passava per la mente, Meg, molto
dolcemente gli posò una mano sulla spalla…
“La
porta sempre con sé e guai a chi gliela tocca” gli si rivolse a voce più
bassa intuendo cosa stesse pensando.
In
tutto ciò, Elijah molto curioso di vedere finalmente la ragazza che aveva fatto
sbarrellare Orlando fino a quel punto, si avvicinò al vetro… Bè, cominciò a
spiegarsi molte cose… Nonostante non fosse in abiti prettamente femminili, ma
molto < casalinghi >, jeans chiari larghi e una magliettina a maniche
lunghe rosa, con una stampa di un manga giapponese, era palese fosse una bella
ragazza… E già solo guardandola, riusciva a capire, a cosa si riferisse
quando l’amico, gli diceva che era diversa… La sua bellezza, non le derivava
solo da un aspetto fisico più che gradevole, ma proprio da un’armonia di
colori e forme che saltava immediatamente all’occhio.
Come
diavolo avesse fatto Orlando a trovare delle ragazze così carine e così
apparentemente interessanti, senza nemmeno avere l’intenzione di cercarle,
restava un mistero.. La sua solita fortuna sfacciata; era sempre quello che
aveva sorte migliore, che lui si ostinava a spacciare per fascino, con il genere
femminile e questa volta gli era andata proprio di lusso… Il problema vero,
oltre la riappacificazione, era trovare il modo di riuscire davvero a far
conciliare la loro vita frenetica, con quella di due ragazze così normali…
..
Parlo al plurale? Non mi sarà andato in liquefazione il cervello? No… Magari
è solo colpa del fuso… Come no…
Dopo
parecchi istanti in cui rimasero lì immobili, come statue di cera, ognuno perso
nei propri pensieri, Meg, dando una gomitata ad Orlando lo fece riprendere dallo
stato di rimbambimento totale in cui era caduto.
“Vuoi
darti una mossa? O hai attraversato l’oceano solo per guardarla?” e così
facendo lo spinse, praticamente di peso, nella grande stanza. Lei ed Elijah,
restarono fuori ad guardare cosa succedeva, o almeno quello era l’intento, per
lo meno fino a quando i due non si fossero parlati, poi avrebbero potuto
lasciarli completamente soli. Meg era molto
irrequieta, evidentemente ci teneva molto all’amica, tanto da non rendersi
conto di quanto fosse imbarazzato il giovane et < inesperto > Wood, per
essere rimasto solo con lei.
Nel
frattempo Orlando, non potendo più fare marcia indietro, decise di proseguire.
Aveva un’espressione abbastanza rassegnata, ed anche un po’ mortificata;
sapeva di aver fatto una gran bel casino, ma, certo, il giorno in cui aveva
deciso di ristabilirsi a Londra, non aveva immaginato potesse crearsi una
situazione simile, né tanto meno che al mondo potesse esistere ancora qualche
ragazza che ignorasse chi fosse… E non per superbia, ma semplicemente perché
la sua faccia aveva fatto bella mostra sui i cartelloni, di quello che era
diventato un vero e proprio colosso della storia del cinema! In fondo anche solo
per sentito dire chi non conosceva The Lord of the Rings??
In
sostanza, però, quelle erano tutti pensieri inutili, in quel preciso istante,
era solo Orlando, il ragazzo inglese che aveva tentato la sorte e gli era
capitata un’ottima mano, che non aveva mantenuto fede ad una promessa
importante, e doveva necessariamente farsi perdonare dalla ragazza gli piaceva
decisamente tanto, e a cui avrebbe dovuto dare una montagna di spiegazioni,
senza sapere nemmeno da dove cominciare, né che dire!
Elijah,
lo guardò, mostrando un sorriso molto dolce, che incuriosì parecchio Meg, che
non osò chiedergliene il motivo, però ebbe lo stesso una spiegazione più che
plausibile.
“Sembra
lo stesso…” si lasciò sfuggire a voce bassa, poi osservando il grosso punto
interrogativo, che sembrava disegnato sul viso della sua
momentanea compagna di sventure, tornando a fissare l’amico, continuò
“Sembra lo stesso ragazzo, che incontrai il primo giorno di lavoro in Nuova
Zelanda! Dio, era talmente impacciato!!” Disse mettendosi una mano sulla
fronte e ridendo, “Niente a che fare, con quello che vedi ora!! Certo ribelle
e casinista lo è sempre stato, però era al suo primo lavoro importante, in un
posto sconosciuto e talmente lontano da casa sua, con delle persone ignote con
cui per forza di cose, avrebbe dovuto condividere nelle più rosee aspettative
diciotto mesi della sua vita e, credimi, nessuno di noi si aspettava quello che
è venuto dopo!! Io avevo già più esperienza di lui, quindi era un tantino più
sciolto, sebbene adesso ti possa sembrare impossibile”, ironizzò sulla sua
apparente rigidità, in certe occasioni, ma certo la ragazza non stava
propriamente pensando a quello, visto che pendeva quasi completamente dalle sue
labbra “ma lui era proprio ingessato!! Aveva talmente paura di dire
spropositi, che tacque per tutto il tempo, mostrando un adorabile visino timido,
per cui l’abbiamo preso in giro per tanto di quel tempo! In pratica era
esattamente come lo vedi adesso!!”
Era
bello vedere due persone tanto amiche.
Molto
spesso, si sfogliano i giornali, si guardano delle foto su internet e si vedono
delle persone che si baciano e abbracciano, sembrando le persone più in
confidenza di questo mondo, poi spenti i riflettori, nemmeno si guardano in
faccia, invece l’amicizia che sembrava legare Orlando ed Elijah sembrava
essere davvero molto forte, quasi quanto la sua con Michelle, anzi probabilmente
lo era anche di più, perché condividere, davvero, qualcosa nel loro ambiente
doveva essere una cosa molto rara.
Senza
staccare gli occhi di dosso ad Orlando che procedeva piuttosto lento lungo il
corridoio tra i tavoli, con le mani infilate nelle tasche degli enormi jeans e
le spalle strette, disse al ragazzo, con estrema confidenza:
“Se
non lo manda al diavolo entro i primi cinque secondi, è fatta!!” e quasi
involontariamente incrociò le dita, sperando in meglio.
Il
silenzio era pressoché tombale in quella grande sala, nessuno lo guardava, ognuno
assorto nel proprio universo, e la cosa lo metteva stranamente un po’ a
disagio. Era praticamente ad un metro da lei, ed ora che fare? E soprattutto che
dirle??
Tirò
un sospiro, nel vano tentativo di darsi un minimo di coraggio e si sedette
proprio davanti a lei, pronto al massacro.
Michelle
non ci fece caso più di tanto, in fondo era in una biblioteca pubblica ed
ognuno poteva accomodarsi dove più gli compiaceva, inoltre non era la prima
volta che qualche ragazzo le si sedesse di fronte, giusto per attaccare bottone,
il trucco era non farsi distrarre e continuare per la propria strada, come aveva
sempre fatto e aveva intenzione di fare. E sarebbe stata una cosa abbastanza
facile, se immediatamente non fosse stata travolta da un profumo estremamente
familiare… Non riusciva a collegarlo ad un volto, o ad una persona, forse
inconsciamente non voleva farlo, però le rievocava qualcosa di tremendamente
piacevole, morbido, avvolgente….
Era
in corso una strenua battaglia tra il suo autocontrollo e la sua curiosità, ma
la tentazione di dare una sbirciatina oltre il libro fu più forte. In fondo che
male poteva farle, in ogni caso, sarebbe stata il più discreta possibile, in
modo da togliersi quel sassolino dalla scarpa e poi ritornare senza alcuna
remora sul suo libro.
Con
fintissima indifferenza, fece scivolare lo sguardo giù lungo la pagina su cui
era ferma da quando quella famosa ombra aveva fatto la sua comparsa, e poi sul
tavolo e avanti, avanti , avanti, oltre libri e quaderni… fino ad incontrare
un paio di mani, che giravano e rigiravano un accendino di acciaio opaco,
rettangolare, con gli angoli smussati…
Poteva
avere mai qualche dubbio sull’appartenenza delle stesse…. Improbabile, anzi
impossibile!
…
E ora??…
Fece
scivolare pian piano senza far rumore il libro sul tavolo, alzando gli occhi
fino ad incontrare quelli di Orlando, che probabilmente la stavano fissando fin
dall’inizio. Stranamente non ebbe nessun particolare cambiamento
d’espressione… Vederselo lì, davanti agli occhi, in carne ed ossa, dopo non
averlo sentito per tanto tempo, troppo tempo, non le aveva provocato alcuna
reazione, come se in fondo, in fondo, immaginasse che una cosa del genere
sarebbe potuta succedere, o più che altro, perché ancora non ci credeva.
“Sei
in ritardo…” Cominciò per prima, Michelle, usando un tono, non freddo, ma
incolore. Sarebbe stato meglio che avesse cominciato ad urlare o trattarlo in
malo modo, ma evidentemente per l’ennesima volta quella ragazza sfuggiva da
quelli che, lui, riteneva fossero i suoi schemi mentali.
“Lo
so, ma non per tutto…” Per lo meno non era armato di cattive intenzioni,
oltretutto sembrava sinceramente dispiaciuto, però d’altra parte, come agire
con lui? Presentarsi a qualcuno come l’astro più splendente dell’intero
universo, e poi dissolversi come inghiottiti da un buco nero! Orlando lo sapeva
bene, tanto più che era una cosa che gli era successa innumerevoli volte da
quando l’oro di Hollywood l’aveva ricoperto e non era mai stato piacevole,
ritrovarsi solo..
Lasciò
l’accendino sul tavolo ed allungò le mani per prendere tra le sue quella
della ragazza, che, permettendogli di tirare un sospiro di sollievo, non si
ritrasse davanti a quel contatto.
“Ecco,
vedi, è succes..”
“Aspetta!”
Lo bloccò lei, prima che riuscisse a spiegare tutto, fino alla fine, una volta
per tutte. “Prima devo sapere una cosa…” Stava cambiando di nuovo, ora
sembrava di più la sua Michelle, un po’ insicura, con la voce che trema, i capelli
che le scendono davanti agli occhi lucidi ed assolutamente dolce. “Succederà
ancora?”
La
domanda lo aveva spiazzato un attimo… Tutto stava andando come non si era
aspettato, era calma, decisamente molto calma, cosa insolita per una impulsiva,
come lei e poi non aveva preteso ancora centinaia e centinaia di risposte, come
una qualsiasi persona normale avrebbe fatto, e che era preparato a doverle dare.
Sembrava così piccola e vulnerabile eppure con una grande forza d’animo.
“Lo
sai…. Insomma ti ho già detto, che il mio lavoro spesso e volentieri richiede
la mia presenza a New York…..” Abbozzò non sapendo dove andare a parare.
“Non
era a questo che mi riferivo. Intendo dire sparire in questo modo, entrare ed
uscire dalla mia vita, dalla porta principale senza preoccuparti di quello che
posso pensare o peggio ancora provare io!!” Inutile sottolineargli che non
aveva avuto più notizie, una telefonata un messaggio, uno squillo, una lettere
scritta con il sangue.. una qualsiasi cosa, perché per quanto ne sapeva lei,
poteva anche essere andato a finire all’altro mondo! La rabbia le era sbollita
in quei due giorni di requisizione ce si era imposta, non per niente, era calma
nei modi, però certo si era bruciata con quella storia, ed anche parecchio e
non doveva, non poteva succedere ancora!!
Orlando
non fiatò per qualche secondo, incassò il colpo in silenzio. Aveva ragione,
certo quella situazione si era verificata per cause da lui indipendenti, ma la
colpa era dalla sua parte, tanto più che, sebbene l’avesse fatto per <
proteggerla >, era stata sua la decisione di non chiamarla.
“No,
non succederà più!”
“Bene!
Non voglio sapere altro!” Disse la ragazza, alzandosi in piedi e cominciando a
raccogliere la sua roba. Orlando non capì, e la guardò piuttosto perplesso.
“Be?
Hai deciso di mettere radici? Dobbiamo andare via, siamo troppo rumorosi per
stare qui!”
“Andare
dove?” Si rigirò sulla sedia, mentre lei aveva già cominciato a camminare
verso la porta d’ingresso.
“Tesoro,
io ho un esame da preparare in due giorni, e tu mi aiuterai!!” Gli rispose,
regalandogli uno di quei sorrisi che tanto gli erano mancati.
Continua…
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Capitolo 14 *** Capitolo 14: Baci Rubati ***
Un
giorno, per caso…di
Dolcemaia
Disclaimer:
Ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione
per Orlando Bloom, da cui ho preso in prestito solo il personaggio.
Nota
dell’autore: Le
note mi sa che è meglio non le metta più, perché non basterebbero 2000 pagine
per scusarmi del rtardo continuo con cui pubblico ogni capitolo di questa fic e
promettere di essere più continua sarebbe davvero una presa in giro da parte
mia… Mi dispiace! A mia discolpa c’è da dire, che è del tutto
involontario! ^_-
Cmq
volevo ringraziare tute le ragazze he in questo periodo mi hanno cmq spronato a
scrivere… GRAZIE!!! (Non faccio nomi, ma chi
sa….sa!! ^_^)
Il
Bagatto – Quando partivano i lenti
Capitolo
14: Baci Rubati
Era
circa la duecentesima volta che guardava quella maledetta porta, come se il
destino ci si fosse messo d’impegno a farle trattenere il fiato ad intervalli
regolari, infatti, ogni volta si apriva facendo entrare qualcuno che non le
interessava.
Portò
alla bocca il grosso bicchiere di plastica rosso, pieno di liquido dalla
sconosciuta origine, nel tentativo di sopperire alla totale mancanza di
salivazione di cui era vittima, fortunatamente quella roba si prestava molto
bene allo scopo; Jen gliel’aveva rifilata esattamente cinque secondi dopo che
era arrivata, liquidandola con un frettoloso < Assaggia, è un delirio!! >
ed in effetti quella roba di essere buona, era buona, sapeva di fragola e
profumava di ciliegie, ma di frutta doveva avere ben poco, visto quanto si
sentiva più leggera dal primo sorso!
Michelle
guardò ancora, poco distrattamente l’orologio… era in ritardo, era
maledettamente in ritardo…
In
realtà, l’appuntamento che si erano dati, non aveva un orario preciso, era
stato un vago < ci vediamo stasera alla festa >, oltretutto detta in
fretta e furia, due secondi prima di entrare nell’aula per dare quel maledetto
esame e il suo pensiero non era esattamente alla festa, quindi non si poteva
parlare di un effettivo ritardo, però Orlando sapeva che lei sarebbe stata lì
alle nove, e le dieci erano passate da un po’, ma di lui nemmeno l’ombra.
Di
cosa avesse paura, non sapeva nemmeno lei, magari che non sarebbe mai arrivato,
che l’avrebbe mollata di nuovo e stavolta sul più bello, ma quei timori erano
del tutto ingiustificati, perché a meno che non avesse cambiato idea in quelle
poche ore in cui non si erano sentiti, cosa molto improbabile, a momenti quella
porta si sarebbe aperta mostrandole finalmente la persona per cui tanto stava
penando.
..
Calma, Michelle, in fondo che fretta c’è?? Ha detto che sarebbe venuto e verrà,
quindi è inutile, che ti crei paranoie, tranquillizzati e goditi la festa…
Ma
che mi frega della festa, se sono qui, è principalmente per lui… Oddio anche
per Meg e la nostra stupida tradizione, ma è lui che voglio adesso!!
Vedrai
che entro un’ora sarà qui… L’ho detto anche un’ora fa… E in tutto ciò,
comincio a soffrire di sdoppiamento della personalità!
Sono
messa proprio male…
Si
diede di nuovo un’occhiata nello specchio all’ingresso…. I capelli erano
esattamente come li aveva visti due minuti prima,… perfetti! Logico, aveva
costretto sua madre a passarle la piastra su ogni singolo capello, come non
potevano essere dritti come spaghetti, legati in parte dietro in perfetto stile
puntaspilli, proprio come voleva. Il trucco, leggero con le varie tonalità del
rosa, reggeva alla grande e i jeans nuovi, con il mini top bianco a fascia la
rendevano bellissima, peccato fosse talmente agitata, da sentirsi a disagio,
conciata in quel modo, o comunque totalmente insicura. Se non era lo specchio,
correva da Meg o da Jen a farsi rassicurare sul come stesse; sembrava proprio
una quindicenne al primo appuntamento.
Era
facile, però, ridere di quel comportamento, come far capire agli altri che
quella sera sarebbe stata importantissima, che nulla doveva andare storto, perché
doveva assolutamente riprendere con Orlando un discorso, o meglio un bacio,
lasciato in sospeso molto tempo prima; ormai non c’erano più ostacoli, non
che mai ce ne fossero stati, però a quel punto poteva ben dirsi cotta,
stracotta e felice di esserlo, quindi non mancava che il diretto interessato
sapesse tutto… peccato che lui non accennasse ad arrivare, e una certa ansia,
ancora più pressante l’attanagliava.
“Vuoi
stare tranquilla?? Vedrai che tra un po’ arriva!” Le disse Meg,
avvicinandosi a lei, mentre era impegnata a portare piatti e bicchieri già
sporchi in cucina.
“E
se poi non viene??” Rispose Michelle, veramente agitata, battendo nervosamente
il piede per terra. Meg depositò la roba che aveva in mano nel lavandino e
poggiandosi con le braccia allo stesso la guardò perplessa.
“Mi
spiegheresti per quale arcano motivo non dovrebbe venire??” domandò, con
sguardo divertito…. In realtà lei sapeva bene del motivo di quel ritardo.
Aveva parlato con Orlando, consigliandogli di tardare il più possibile, in modo
che, quando fosse arrivato, ci sarebbe stata una confusione sufficiente da
garantirgli che nessuno lo avrebbe riconosciuto, e certo quello non avevano
potuto spiegarlo a Michelle che era letteralmente in fibrillazione. Inoltre la
presenza di Elijah, non facilitava le cose…
“Non
lo so…” Il tono con cui l’aveva detto era esattamente quello di una
bambina beccata con le caramelle in mano. In effetti la sua agitazione era quasi
esasperata, non era nulla di cui preoccuparsi, però le era già capitato di
avere la felicità a così poca distanza e l’aveva persa, e stavolta non
poteva succedere la stessa cosa, non l’avrebbe permesso.
“Sono
in preda ad una crisi di panico in piena regola… E quando viene poi che gli
dico?? Che faccio? Come mi comporto??” Gesticolava troppo, segno che era
davvero tesa, ma guardarla era uno spettacolo, quando stava con Kyle, era quasi
impossibile vederla così eccitata e contemporaneamente agitata per una cosa ed
il fatto che avesse ritrovato quel suo modo di essere così solare e pieno di
vita, non poteva che farle piacere. Inoltre Meg aveva un asso nella manica,
sapeva benissimo cosa provassero entrambi, quindi non mancava che una piccola
spintarella e finalmente quei due avrebbero cominciato a definirsi qualcosa di
più di < amici >, e lei si sarebbe felicemente goduta il lieto fine…
almeno per quella sera, visto che ben presto avrebbero dovuto dirle la verità
su Orlando e sarebbe stato davvero un compito difficile!
“Michelle,
che ne dici di calmarti un attimino? Sei tesa come una corda di violino…
Nemmeno per l’esame eri così in crisi! Ma santa ragazza, sinceramente io non
vedevano dall’inizio il motivo di tutto questo tira e molla, dato che è
evidente a chilometri di distanza che siete totalmente cotti, l’uno
dell’altra, ma non ti farai venire una crisi isterica proprio ora?!” Guardò
l’orologio che aveva al polso “A minuti saranno qui, e se non riesci a
toglierti quest’ansia di dosso, sarai rigida come un merluzzo congelato per
tutta la serata e non sarai capace nemmeno di spiaccicargli A !! Guarda che è
lo stesso Orlando con cui hai studiato quest’ultima settimana e con cui hai
parlato stamattina, non è che magicamente è diventato un altro!”
Ragionamento che a rigor di logica, filava liscio come l’olio, ma come lo si
faceva capire al cuore??
Non
è che lo facesse di proposito ad essere così apprensiva.
“Lui
è lo stesso, ma io no!! Fare l’esame, oltre che un peso meno, ed un'altra
casella piena sul libretto, ha disinserito il freno a mano, che in automatico mi
bloccava quando si trattava di Orlando, ed ora se non vado da lui e gli dico
cosa provo, cosa penso e come mi fa sentire, credo che potrei scoppiare!!”
Ecco… in fondo non era stato difficile… Le parole erano venute fuori da sole
ed aveva fatto capire esattamente quello che sentiva, peccato che non avesse
fatto quel discorso a lui, ma a Meg!
Ad
ogni modo, era certa di una cosa, con o senza ansia, era arrivato il momento di
mettere giù le carte.. Non che temesse che lui la respingesse, erano cambiate
tante cose, così in fretta in quell’ultimo periodo, che se all’inizio
poteva dirsi certa di piacergli, almeno quanto lui piaceva a lei, ora non era più
tanto sicura di tutto… Amici, non amici, conoscenti, qualcosa di più… In
realtà erano tutte sue congetture, perché come aveva detto Meg, era piuttosto
evidente cosa ci fosse tra i due, però nella sua testa non c’era una
definizione precisa per il loro rapporto, l’unica cosa di chiaro ed lampante,
era che si era innamorata e su quello proprio non aveva dubbi, ora sapere se lui
era dello stesso avviso, sarebbe stata un’impresa…
Se
avesse scoperto che quell’attrazione per lui si era fermata allo stato
iniziale, senza progredire, sarebbe stata davvero una tragedia, però doveva
dirglielo!!
“Avrei
dovuto registrarti… Almeno se ti blocchi avremmo potuto usare il playback!!”
Disse l’amica abbracciandola e ridendo di gusto.
“Cattiva!!”
Mise scherzosamente il broncio, Michelle. “Non si ride delle disgrazie
altrui!!” Si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere entrambe, era
prezioso avere al proprio fianco una persona così…
Erano
talmente prese dall’assurdità del momento, che non sentirono nemmeno il suono
del citofono, e solo pochi istanti dopo, fu percettibile l’< urlo da Jungla
> di Jen che le chiamava a gran voce in tutta quella bolgia che c’era in
casa.
Fecero
giusto in tempo ad uscire dalla cucina e trovarsi davanti la porta d’ingresso
che questa si aprì mostrando il tanto agognato SOGGETTO dei desideri.
Come
al solito era bello come il sole! Indossava dei jeans scoloriti, che però gli
stavano divinamente, una maglia bianca aderente con sopra una delle sue enormi
camicie beige e bianca a quadroni grossi e, ciliegina sulla torta, giacca di
pelle nera. Aveva quello strano gusto nel vestire, a volte le si era presentato
con degli abbinamenti assolutamente improbabili, roba da fare seriamente male
agli occhi, eppure addosso a lui qualsiasi cosa, acquistava un senso… per non
dire che era spudoratamente affascinante.
Era
appena entrato in casa assieme ad Elijah, anche lui, poco inspiegabilmente,
tirato a lucido, e si stava guardando attorno, un attimo smarrito, con
un’espressione da cucciolo abbandonato e ad ogni leggero movimento della
testa, i suoi ricci ondeggiavano in maniera ipnotica.
Michelle
e Meg restarono, per motivi diversi, impietrite davanti a quella visione
celestiale, soprattutto quando i due ancora fermi davanti alla soglia le videro
a pochi metri, proprio davanti a loro.
Orlando
si esibì in uno dei suoi enormi e splendidi sorrisi solo ed esclusivamente per
Michelle che ancora immobile come un blocco di ghiaccio, riuscì solo a
sussurrare:
“Meg?”
“Eh?”
Rispose l’altra che versava in condizioni non troppo diverse.
“Io
lo amo…”
“E
allora vai!”
Respirò
profondamente, poi si avviò decisa verso il ragazzo, che intuendo quali fossero
le sue intenzioni, spalancò le braccia, chiedendole “Allora??”
Michelle
gli saltò praticamente in braccio, incrociando le gambe dietro la schiena di
lui, che nonostante l’assurdità e la repentinità del gesto, la teneva ben
salda.
“Trenta…”
Disse, guardandolo fisso negli occhi, esitando un attimo “.. e lode!!”
Terminò, felice come mai lo era stata, abbracciandolo forte e nascondendo il
viso nel collo di lui.
Per
una sorta di assurda scaramanzia, o un sacrificio di specie non bene
identificata, quella mattina avevano concordato che il risultato del famoso
esame sarebbe rimasto segreto fino quella sera, quindi per evitare che al solo
guardarla in faccia, si capisse come fosse andato, nel bene o nel male, non si
erano né visti, né più sentiti, ed una certa apprensione a riguardo aveva
parecchio movimentato la giornata di Orlando.
“Ed
il bacio accademico, non te l’hanno dato??” Commentò Elijah, ridendo,
avvicinandosi ai due ed in particolare ad una certa ragazza, che tanto in quei
giorni aveva calamitato la sua attenzione.
Michelle
allontanò il viso da Orlando, in modo da guardarlo fisso negli occhi, senza però
accennare a mollare la presa.
“No,
quello lo voglio da qualcun altro!” Dopodiché gli diede un bacio a
fiordilabbra, sussurrandogli subito all’orecchio “E non è questo!”
A
quel punto, scoppiarono a ridere tutti e quattro. All’inizio di quella
pantomima, parecchi avevano rivolto l’attenzione verso di loro, ma
fortunatamente nessuno fece caso alla vera identità dei due ragazzi.
Stranamente quella serata era cominciata bene e prometteva molto meglio.
Jen,
a cui la verità era stata rivelata giusto qualche giorno prima, e ancora
stentava a credere che Orlando Bloom ed Elijah Wood, in carne ed ossa, fossero
davvero lì davanti a lei, si accostò a Meg, ancora intenta a ridere, perché
Michelle non accennava minimamente a staccarsi di dosso al ragazzo, nemmeno
fosse stata un koala, e per di più Elijah aveva cominciato a prenderla in giro
chiamandola < ragazza zainetto >, creando uno scompiglio generale, e con
aria piuttosto preoccupata le disse:
“Abbiamo
un problema!” Indicando con la testa, qualcosa, o meglio qualcuno alle spalle
dei due ragazzi. Michelle proprio in quel momento rivolse lo sguardo su Meg,
assistendo alla scena, e quasi con un riflesso involontario, girò anche lei la
testa per vedere di che si trattava, al che, quando capì, il sorriso sulle sue
labbra svanì immediatamente. Stessa cosa successe ad Orlando, quando lei gli
fece cenno di farla scendere, mentre allentava la presa con le gambe, insomma
l’unico che non ci capì nulla di quella situazione fu Elijah, che accortosi
del gelo calato, si guardava attorno piuttosto perplesso.
“Quello
è Kyle…” gli disse Meg facendo cenno ad un ragazzo che con un bicchiere in
mano, proprio dietro i loro amici, che piuttosto imbarazzati, si erano
allontanati l’uno dall’altra. “L’ex di Michelle… E’ una storia lunga
da spiegare, ma la loro rottura risale allo stesso periodo in cui ha conosciuto
Orlando; lui ha provato più volte a ricucire i rapporti, ma davanti ai suoi no,
ha cominciato a tormentarla dicendo che era colpa di un altro e chiaramente
questo ora avrà dato conferma ai suoi sospetti!”
“Ma
è vero che l’ha lasciato per Orlando??”
“Assolutamente
no! La loro era una storia finita già da tempo, lei in pratica gli faceva da
ruota di scorta! Si sono lasciati, prima che ci fosse qualsivoglia genere di
contatto con Orlando… Certo sarebbe stupido non ammettere che forse la sua
presenza, l’ha aiutata a mettersi molto più serenamente e facilmente quella
storia alle spalle, però non è stato a causa sua! E lo sanno bene tutti e
tre!”
Che
situazione… Dire imbarazzante era poco! Anche se poi cosa c’era di così
imbarazzante? Kyle era ormai una storia vecchia, era il passato, ed era normale
e chiaro che lei sarebbe andata avanti e avrebbe trovato qualcun altro, che
magari non era il vero Amore, ma che in quel momento molto gli si avvicinava,
quindi perché doveva sentirsi così a disagio?
La
logica era inattaccabile, eppure la presenza del ragazzo, lì, rovinava
innanzitutto il suo perfetto quadro idilliaco, ma soprattutto la metteva in una
scomoda posizione…
Orlando
da una parte… Kyle dall’altra….
Non
c’era molto da scegliere, sapeva già esattamente cosa voleva, mai ne era
stata così certa, però ora era tutto più difficile!
Orlando
d’altro canto, si sentiva come un quindicenne scoperto a casa della
fidanzatina, in atteggiamenti equivoci, dal padre geloso…. E tutto ciò senza
contare che non stavano facendo proprio niente!!
Quel
ragazzo aveva in faccia un’espressione che non prometteva niente di buono, ma
ci era voluto un po’ per far sbloccare Michelle ed ora che finalmente erano
arrivati ad una svolta, pretendeva di sbucare dal passato e mettergli i bastoni
fra le ruote?? Non aveva proprio idea di chi fosse Orlando Bloom…
Erano
tutti più o meno intenti in questo genere di meditazioni, eppure qualcosa la si
doveva pur fare, non potevano mica restare tutti così immobili come statue di
sale.
Michelle
piuttosto impacciata alzò appena la mano, spiccicando un timidissimo <
Ciao>, a cui Kyle rispose con un cenno del capo, muovendo un passo verso di
lei.
La
situazione stava ricominciando a rientrare nella < normalità >, il
ghiaccio era rotto, eppure ora arrivava il difficile… dovevano parlare,
mettere in chiaro le cose ed evitare che altre scene del genere si potessero
ripetere; e non si trattava di cosa facile.
Jen
colse al volo l’occasione. “Ragazzi perché non andiamo a mangiare
qualcosa?” In realtà aveva capito che bisognava lasciarli soli, però non
tutti erano della stessa opinione… Orlando non aveva affatto intenzione di
lasciarla lì, con quel tipo, che obiettivamente parlando era oltretutto un bel
ragazzo, e l’ascendente che aveva su di lei, era piuttosto evidente, c’erano
due anni e mezzo di storia a legarli, chi si sarebbe fidato a lasciarli soli?
Elijah,
provò a fargli cenno con la testa di seguirlo, ma proprio non volle coglierne
il significato, non si sarebbe scollato di lì nemmeno con le cannonate… a
meno che… a meno che lei non l’avesse voluto.
Michelle
capì.
“Devo
parlargli.. Non gli devo spiegazioni, ma non voglio che finisca così…”
Perché
doveva ancora finire??
Un
brivido gli salì lungo la schiena. Orlando fissò il ragazzo in cagnesco, e
senza mai smettere di tenergli occhi negli occhi, prese Michelle, un po’
bruscamente, la baciò sulle labbra, avvolgendole la vita con un braccio, poi
pian piano la lasciò libera, allontanandosi, per raggiungere gli altri poco
lontano di lì, dopodiché sempre senza mai smettere di guardarlo si poggiò ad
un tavolo, portando alle labbra la birra che gli aveva passato Elijah.
“Complimenti,
bel comportamento da troglodita testa di cazzo, stile < questa essere mia
donna e tu non toccare, se no io te staccare attributi >!!” Gli disse
l’amico in tono ironico, ma soprattutto imitando un ominide, in maniera
eccezionalmente impeccabile.
“Ha
ragione Elijah, sembravi un cane che marcava il territorio! Ti è sembra modo di
comportarsi?” Rincarò la dose Meg.
“Oh,
piantatela voi due, sempre a criticare!! Che avete fatto comunella? Sentiamo che
avrei dovuto fare?? Lasciargli il passo e dirgli < riprenditela pure
>??” Sbottò, contro i due. In effetti non aveva avuto proprio il
comportamento da vero gentleman, anzi era stato proprio da imbecille, magari un
po’ meno animale di quanto lo volessero far passare, ma sempre da imbecille!!
Che
quel tizio si fosse presentato così dal nulla e avanzasse dei diritti, anche se
poi non aveva fatto niente, solo perché un tempo era stato qualcosa di più di
un conoscente, d’accordo, era stato molto più di un conoscente, gli faceva
ribollire il sangue!
“Sinceramente
sto cominciando a stancarmi con voi due, sai??? E prima lei si fa prendere dalle
ansie, ora tu ti comporti da < marito geloso > in attesa della moglie
fedifraga… E non state ancora assieme.. Se e quando, finalmente vi deciderete
a darvi una mossa, che succederà? Andrete in giro in tre? Tu, lei ed il vostro
consulente matrimoniale?? E per lo meno vedi di prenderne uno bravo perché
starvi dietro, credimi, è davvero difficoltoso!” Orlando guardò Meg in
cagnesco, senza però perdersi una sola mossa di quello che stava accadendo ad
alcuni metri da loro.
“Lascialo
stare, fa sempre così, quando è nervoso! E cmq se ti può consolare, non sei
la sola ad aver perso intere nottate e neuroni su questa storia non ancora
cominciata!!”
“Nessuno
vi ha obbligato, ma se proprio vi sentite così vittime potete sempre pensare di
rivolgervi alla A.M.A.M. … Associazione per i Migliori Amici Maltrattati!”
Li liquidò lui, prendendo ancora un sorso della sua birra. Com’erano gentili
quei due a fare tanto gli spiritosi, quando aveva i nervi a fior di pelle e
l’unica cosa che desiderava era sapere quel Kyle dall’altra parte
dell’universo, o se proprio non si poteva, almeno guardarli in assoluto
silenzio, non con i lamenti di quei due grilli parlanti in menopausa, nelle
orecchie.
“Non
hai perso l’ironia, è già qualcosa! Dai, Orlando, piantala di fare così, io
la conosco, e so abbastanza bene quello che prova adesso, per dirti che Kyle non
è un problema, anzi non è proprio niente! Dovresti sapere com’è fatta, ha
il suo ordine mentale, non le piace avere situazioni in sospeso o poco chiare, e
posso assicurarti che se è lì, è solo per mettere una pietra sopra al
passato!!”
Nel
frattempo dall’altra parte della stanza.
“Come
stai?” Gli si era avvicinata, intrecciando nervosamente le mani. Era strano,
era estremamente strano, stare tanto tempo con una persona e riscoprirsi dopo un
po’ di tempo, quasi estranei, come se tutti i momenti d’intimità, di
complicità e di profondi sentimenti fossero stati cancellati via con una
spugna, eppure anche volendosi sforzare, non provava più niente per lui. Era
egoista pensarlo, ma questo la faceva sentire sollevata da un certo punto di
vista, era stata schiava troppo tempo dei sentimenti per quel ragazzo, il loro,
alla fine, non era mai stato un rapporto alla pari, era sempre stata lei a
piegarsi… Ormai, cmq, era un capitolo chiuso… Ora c’era altro a cui
pensare.. un altro a cui pensare… anche se si era comportato da deficiente,
però proprio perché era così, che aveva perso la testa!
“Bene…”
aveva biascicato a fatica l’altro, “Ho sentito dell’esame… Brava, sono
contento per te!” Aveva detto quelle parole con un certo imbarazzo, eppure
allo stesso tempo senza particolare slancio… Ma già il fatto che le avesse
pronunciate non era < da Kyle>.
“Grazie!”
Sorrise lei sentendosi più a suo agio. “ A dir la verità, la prima volta ho
fatto buca… ma erano successe un sacco di cose, non ero propriamente
concentrata…” aveva cominciato a parlare a macchinetta, come se stesse
tranquillamente chiacchierando con un’amica, ma non era così, almeno non per
lui, anche se poi vederla così serena, con quella luce negli occhi, e
gesticolare con tanta tranquillità gli piaceva, era come se fossero tornati ai
primi tempi. “Orlando mi avrebbe ucciso se non avessi spaccato tutto…. Dopo
che l’ho costretto a fare l’after hours sui libri… poverino!” Ops…
gaffe inimmaginabile… Pessima idea parlare del tuo, forse, futuro ragazzo, con
un’ex!
“Orlando,
eh?” Rimarcò lui, il nome.
“Sì,
Orlando… Sarebbe stupido da parte mia nascondertelo… Io sto bene adesso,
Kyle e mi piacerebbe che tu capissi, che..”
“Tu
non sai niente di cosa o chi è quello!” La interruppe con tono brusco
indicando il ragazzo che li stava ancora scrutando attentamente. La verità era
lì, servita su un piatto d’argento, eppure il momento non era ancora
arrivato.
“Invece
ne so abbastanza per rendermi conto che se ci fossi stato tu al mio posto, io
sarei stata felice per te! Kyle, io sto bene con lui, e con o senza la tua
benedizione continuerò la mia vita! Non sono qui per giustificarmi con te, o
per darti spiegazioni, ti sto solo dicendo la verità, punto!”
“Ne
sei innamorata…” Disse lui, ridendo incredulo, passandosi una mano sugli
occhi, come se non potesse essere davvero possibile. “Ti si legge negli occhi
e non puoi chiedermi di essere felice per te, perché proprio posso farlo! Non
dopo poco più di un mese che ci siamo lasciati, non quando ho ancora le nostre
foto a casa e in macchina!”
“Cos’è
ti sei ricordato solo ora che esisto, Kyle? Mi dispiace la tua opportunità te
la sei giocata, anzi ti sei giocato centinaia di opportunità, ora basta! E’
arrivato il mio turno di essere felice e con una persona che spero mi saprà
capire più di te, quindi che tu lo voglia o no, è finita…. Per sempre! Vuoi
provare ad essere mio amico? Bene! Non lo vuoi? Problemi tuoi! La nostra storia
è finita molto più di un mese fa e lo sai!” Stava cominciando a perdere la
pazienza. Conosceva abbastanza bene quel ragazzo da sapere che se si metteva una
cosa in testa, quella doveva essere! E sfortunatamente ora si era convinto di
essere ancora innamorato di lei, cosa assolutamente non vera, perché altrimenti
tutto sarebbe andato in modo molto diverso!
“Cazzate,
la nostra storia è finita quando hai conosciuto lui… E si sa come vanno certe
cose… è belloccio, di successo…” Stava decisamente parlando troppo
“Vai
al diavolo!” Gli urlò contro piuttosto alterata, girando i tacchi e
andandosene via, ma lui fu ancora più veloce, l’afferrò per un braccio e
tirandola verso di sé, la baciò…
Davanti
a tutti… davanti ad Orlando…
Continua…
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