Bliss

di Lady Of The Flowers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


I personaggi citati non mi appartengono (purtroppo ç__ç) e non mi pagano per scrivere.

Vorrei ringraziare una persona prima di tutto, la mia stellina:
Laurette.
Senza di lei non avrei mai trovato il coraggio di pubblicare questa storia. Grazie mille per tutto, davvero. <3
Comunque mi vergogno ancora da morire.
Vi prego abbiate pietà!

Ringrazio da subito chi avrà il coraggio di leggerla e anche chi solo le darà un’occhiata.
E’ solo un “esperimento”. Se vedrò che non piace non lo continuerò nemmeno.

Ed ora, bando alle ciance.
Buona lettura.




~ Bliss.

    
Everything about you is how I wanna be
          Your freedom comes naturally
    Everything about you resonates happiness
   Now I won’t settle for less

Give me all the peace and joy in your mind

Everything about you pains my envying
Your soul can’t hate anything
Everything about you is so easy to love
They’re watching you from above

Give me all the peace and joy in your mind
I want the peace and joy in your mind.



Capitolo 1.

Sei triste. Sei spento. Sei vuoto.

Il nulla in te.
E quando ti senti così hai bisogno di riempire, di colmare quello spazio, quella voragine che ti si creata dentro con qualcosa, qualsiasi cosa.
E a volte quella cosa diventa qualcuno.
E a volte quel qualcuno è il tuo migliore amico.
Quell’amico che ti tende la mano quando sei in difficoltà, anche se forse lui in quel momento lo è più di te ma tu sei un’egoista, e non t’importa. Almeno finché non ti rendi conto di che cosa sei veramente.
Un essere miserabile.
E hai paura.
Sì, hai paura. Nonostante quella mano abbia già afferrato la tua evitandoti di cadere in un baratro buio e opprimente, nonostante quel corpo caldo ti stia stringendo tra le sue braccia evitandoti di congelare.
E sei un egoista.
E quegli occhi stanno rassicurando i tuoi come solo loro sanno fare.
Ma li vedi.
Li vedi anche tu che sono tristi, come te. Spenti, come te.
Ma tu vuoi solo stare bene e non t’importa degli altri.
E sei un’egoista.
Vuoi solo che quelle braccia stringano ancora di più. Che quella mano non ti lasci, che quegli occhi non ti abbandonino. Perché hai paura.
E sei un egoista, e lo sai.
Vuoi solo che tutto finisca.
Ma lo sai che dovrai soffrire ancora, e poi ancora e ancora.
Quando finalmente crederai di stare bene, di aver ritrovato la felicità e te stesso, ti accorgerai.
Sì, ti accorgerai di quanto egoista sei stato.
Quando vedrai quella mano, immobile. Quel corpo non più caldo e quelle braccia lasciate cadere inermi, e quegli occhi…ormai vuoti e privi di vita.
Capirai, allora si che capirai.
Ti renderai conto di aver risucchiato, di aver fatto uso e di aver rubato tutta quella che era la linfa vitale di quel corpo, hai preso tutta la sua Pace, la sua Gioia. Tutto quello che era l’Amore che aveva riservato per te e che ora ha riempito finalmente il tuo essere.
E tu non sai più cosa fartene.
Forse lo sai.
Si, lo sai.
Quell’amore è per lui, ma lui ormai non c’è più.
E tu? 
E tu adesso stai meglio?

                                                            
                                                                             *

 

La porta si aprì di colpo. Matthew alzò la testa e sbuffò. Posò sul tavolo di fronte a lui il cucchiaino argento con cui aveva mescolato la calda bevanda color ambra che teneva in mano, per almeno cinque minuti.
Dominic attraversò la stanza a grandi falcate fino ad arrivare a sedersi proprio di fronte a lui.
“Che c’è ancora?” chiese il moro irritato dopo aver soffiato sulla tazza tra le sue dita e aver guardato il suo amico con aria di sufficienza.
Quel mattino Dominic l’aveva stressato parecchio. Lo aveva tartassato di domande, ininterrottamente su qualunque cosa. E tutto ciò che voleva Matt quel giorno, era rimanere solo, solo coi suoi pensieri.

Alla fine l’ho invitato io. Gli ho detto io di venire da me, che avevo bisogno di lui. Forse sta solo cercando di farmi pensare ad altro.
“Ho trovato questo!” urlò Dominic sventolandogli davanti alla faccia un biglietto aereo.
Matt lo guardò un po’.
“E quindi?” disse infine sorseggiando il suo tè e tralasciando il fatto che Dom aveva frugato tra le sue cose.
“E quindi?!” strabuzzò gli occhi l’altro. “Matt, vuoi partire?”

Non ricordo nemmeno quando l’ho comprato quel biglietto per New York.
“No, per adesso no.”
“Ma scusa, e allora cosa te ne fai? Fra poco scade. La partenza è fissata per dopodomani.” Puntualizzò Dom mentre torturava quel biglietto con le dita.
“Vedrò.”
Il biondo sospirò e sorrise amaramente.
“Fammi sapere cosa hai intenzione di fare.” Disse e si alzò, ripercorrendo la stanza.
“Guarda che se parto tu vieni con me, stupido.” Intervenne Matt, bloccando Dom sulla soglia della porta, che si voltò e trasformo la sua espressione imbronciata di prima in uno dei suoi sorrisi perfetti.
Matt gli sorrise di rimando.
“C’è un altro biglietto da qualche parte. Guarda in camera mia, nella cassettiera; dovrebbe essere lì.” Continuò il cantante.
Li aveva presi per lui e Gaia. Per un viaggio insieme, per sistemare un po’ le cose, cercare di stare meglio.
“Oh, grazie!” Disse Dom sgambettando verso Matt.
Si avvicinò e gli diede un bacio sulla testa.
“Grazie a te, Dom.” Sospirò il moro. “E scusami se stamattina sono un po’ duro, ma mi stai facendo diventare matto.” Sghignazzò.
Dom si grattò il mento ruvido, ricoperto da dei piccoli pungiglioni chiari. Poi si passò un mano tra i capelli lasciati un po’ lunghi, confuso.
“Sei davvero insopportabile oggi.” Disse Matt cercando di chiarire le idee al suo amico. “Non hai fatto altro che parlare, parlare e parlare.”
“Ops! Mi spiace, scusa. Ti lascio un po’ solo ora.” Rispose il biondo, anche se in verità non molto dispiaciuto. Lui si era divertito. Aveva ottenuto risposta a qualsiasi cosa gli aveva chiesto, anche se un po’ in malo modo, ma aveva comunque saputo ciò che voleva sapere.
Matt sorrise, riconoscente.
Dom fece per andarsene per la seconda volta, ma si fermò di nuovo.
“Cosa vuoi mangiare dopo?” Chiese al suo cantante che gli lanciò uno sguardo inceneritore.
Dom abbozzò un sorriso imbarazzato, capendo di aver disturbato Matt per la seicentesima volta in quella mattina.
“Un piatto di pasta va benissimo.” Rispose Matt.
“E mangiamo verso la una e mezza.” Continuò secco anticipando Dom, quasi leggendogli la prossima domanda nel pensiero, dopo che aveva visto le sue labbra dischiudersi quel tanto per parlare di nuovo.
Dom capendo di non essere gradito al momento, si limitò ad alzare un pollice all’insù, a mimare con le labbra un ‘Ok’ e ad andarsene in silenzio, togliendo il disturbo.
Chiuse la porta e sentì Matt tirare un sospiro di sollievo.

Caspita, devo proprio averlo distrutto.

 

                                                                             *

 

Il sole si stava pian piano dissolvendo, lasciando nel cielo quella sfumatura di arancio misto rosso che rischiarava ancora un poco le case.
Il lago era silenzioso, come la maggior parte dei giorni di Gennaio.
Una figura esile e fragile guardava dalla finestra della sua camera come tutto tornava alla quiete, come il paesaggio lentamente lasciava spazio al buio della notte.
Ad un tratto un urlo la fece sobbalzare. Aspettò ancora un attimo, intento sul da farsi.
Un altro urlo.
Fece scorrere la tenda bianca e la sua ombra sparì dietro di essa. Uscì dalla stanza.
Il corridoio era lungo, fin troppo. Cercava da dove provenissero quegli urli.
Eccone un altro. Veniva da sotto.
Corse giù dall’imponente scala di legno scuro, che accompagnava ogni suo passo con uno scricchiolio.
Attraversò il salotto e scese altri scalini che lo portarono in cantina.
La porta era socchiusa, infilò la testa e non vedendo nessuno di fronte a lui la aprì del tutto.
Dom stava in piedi su una seggiola con una scopa in mano e un viso terrorizzato. Appena vide Matt, i suoi occhi terrorizzati divennero colmi d’ira.
“Come si fa ad avere una cantina piena di topi? Come cazzo si fa?” urlò in preda al panico.
Matt che tentava di trattenersi dal ridere, seppur con una faccia da ebete, scoppiò non appena Dom saltò giù dalla sedia e corse verso di lui lanciando dei gridolini acuti da donnetta schizzinosa, alla vista di un piccolo ratto che aveva attraversato la stanza velocemente.
Lo spinse fuori e chiuse la porta alle sue spalle.
Il biondo inspirava ed espirava profondamente, quasi come se stesse cercando di calmarsi dopo un attacco d’asma.
Matt rideva ancora, piegato in due.
“Che cazzo ridi? Devi vergognarti! Fa schifo quella cantina!” Urlò Dominic dandogli uno scappellotto.
“Che cosa ci facevi lì giù, eh?” Riuscì a dire Matt tra una risata e l’altra.
“Niente, stavo curiosando.” Ammise il biondo.
“Quelli sono i miei topi da guardia, e devo dire che sono serviti per una volta.” Sghignazzò il cantante sotto lo sguardo irritato di Dom.
Dominic che si era ripreso quel tanto da riuscire a respirare normalmente, si scostò dalla porta e lanciando un’occhiataccia a Matt se ne tornò in salotto.
Il moro lo seguì subito dopo.
Dom si era sdraiato sul divano, si era levato le scarpe e aveva appoggiato i piedi sul tavolino.
“Certo, fai pure come se fossi a casa tua…” Ironizzò Matthew che fece lo stesso.
Dominic si voltò e percorse con lo sguardo quel corpo steso al suo fianco per tutta la sua lunghezza. Partì dalle gambe così fragili e corte, il bacino ossuto che si intravedeva al di sotto della maglietta bianca, il torace magro, il collo bianco e venoso con quel pomo d’Adamo sporgente, il mento con quella fossetta adorabile, la bocca piccola e rosea e quel naso strano e malfatto. E poi, e poi… Quegli oceani blu che erano i suoi occhi, due calamite azzurre. E infine i capelli, scompigliati e neri.
“Che hai da fissarmi?” Disse Matt interrompendo la visione di Dom, che si ricompose e dopo un colpo di tosse nervosa cercò di giustificarsi in qualche modo.
“Niente, guardavo com’eri vestito.”
Il moro alzò un sopracciglio e storse il naso, poi scoppiò a ridere.
“Sì, certo Dom, come no.” Ridacchiò. “Stavi ammirando il mio fisico scolpito, dì la verità!” continuò mentre Dom sperava di sprofondare nel divano.
“Sì, stavo ammirando quei fantastici pettorali che… Umh, mi spiace Matt ma non si vedono. E ops! Neanche gli addominali, ma caspita neppure…” Iniziò a dire Dom reggendo il gioco, fino a quando Matt non lo interruppe dandogli una manata sulla coscia e accompagnando il tutto con un ‘Ehi! Ok, ho capito che non sono un fusto.’
Dom alzò lo sguardo infuocato, incrociando gli occhi di Matt che capì al volo di avergli fatto un po’ troppo male.
“Chiedimi scusa!” Urlò Dom sovrastandolo.
“Se no?” Rispose Matthew strafottente.
“Sei morto.” Disse il biondo sfoggiando ghigno beffardo degno del Joker.
Matt alzò le mani in segno di arresa.
Poi…
Fu un attimo, un lampo, un fulmine a ciel sereno. Matthew spinse Dom giù dal divano, facendolo rovinosamente atterrare con la testa sotto il tavolino e le gambe all’aria. Gli sghignazzò davanti alla faccia e poi corse via, saltellando e fischiettando chissà quale stupido motivetto.
“Fregato!” Urlò quando ormai era dall’altra parte della stanza e stava entrando in cucina.
Dom sbuffò infuriato e dopo essersi alzato e risistemato corse verso l’amico. Entrò in cucina e lo vide intento a prepararsi una camomilla.
Avevano cenato presto quella sera, verso le sette. Perché, alla fine, a pranzo non avevano mangiato. Dom si era scordato di preparare visto che era rimasto affascinato dal film ‘Harry Potter e il calice di fuoco’ nonostante l’avesse visto un miliardo di volte e Matthew si era addormentato mentre leggeva uno dei suoi libri da cervelloni.
“Tu sei un bastardo. Lo sai, vero?” Disse Dom avvicinandosi pericolosamente a Matt.
“Sì, modestamente.” Articolò il moro con un mezzo inchino.
“Me la pagherai questa.” Lo minacciò Dominic mentre si sedeva al tavolo deciso a risparmiarlo dalla sua furia omicida e massaggiandosi la coscia che probabilmente era ancora arrossata sotto quei pantaloni neri attillati.
Ad un tratto Matt dopo aver vuotato l’acqua bollente in una tazza e averci messo a mollo la bustina di camomilla, si voltò un attimo verso il biondo, ma non con il sorriso che sfoggiava poco prima bensì con una faccia da funerale.
Dom lo guardò stranito.
“Che c’è, Matt?” Chiese mettendosi al suo fianco mentre rigirava la bustina nell’acqua.
“Niente, niente.” Si affrettò a dire l’altro.
Poi gli rivolse un sorriso. Dom ricambiò.
“Ehi, non è che posso mangiarmi qualcosa? Non so, ce li hai i biscotti?” Saltò su il batterista.
“Sì, cercali, sono in qualche credenza.” Rispose Matthew mentre mescolava lo zucchero nella camomilla.
Dom incominciò a cercare. Apriva qualsiasi armadietto, cassetto che trovasse davanti a sé.
Quella cucina era enorme.
“Senti ma...” Disse confuso e stanco di cercare invano.
“Oh, Dom, tranquillo. Seguì il tuo istinto. Poi, però, fai il contrario.” Disse Matt sorseggiando la bevanda bollente che fumava tra le sue mani.
Dom rise, di gusto. Non se l’era presa, anzi fece come aveva detto Matt: il suo istinto diceva di aprire la credenzina a destra, ma lui andò a sinistra.
“Trovati!” Urlò contento. “Ho fatto come hai detto tu.”
Matt schioccò la lingua. “Sono o non sono un genietto?”
“Diciamo che sei un nanetto.” Ridacchiò Dominic deglutendo il primo biscotto al cioccolato.
Matt gli rivolse uno sguardo minaccioso.
“Io sono depresso, non dovresti insultare, sai?” Disse il moro.
Dom alzò una mano in segno di scuse.
“Pardon, Sir Bellamy.”
Matt sorrise e gli fece segno di seguirlo in sala.
Si sedettero di nuovo sul divano e Dom accese la tv. Rimasero in silenzio per un po’, solo lo sgranocchiare dei biscotti e il sorseggiare della camomilla come sottofondo.
Dominic continuava a cambiare canale.
“No.” Diceva. “Schifo.” “Programma inutile.” “Spazzatura!” “Oooh, carino questo film.”
“E’ finito, non vedi?” Interveniva Matt ormai sulla soglia di una crisi di nervi.
E Dom ci rimaneva malissimo, così continuava imperterrito a distruggere il telecomando e a mandare in tilt la tv e Matt.
“Fermo! Lascia qui, per favore.” Disse il cantante riuscendo a levare dalle mani del biondo il telecomando.
Si era fermato su un programma di psicologia, su un canale sconosciuto, si intitolava ‘Come sopravvivere dopo la fine di una lunga storia’.
Era quello che faceva per lui.
Gaia l’aveva mollato dopo nove anni. Nove stupendi anni in cui lui le aveva affidato il suo cuore.
L’ultimo periodo non era stato dei migliori, per niente. Continui litigi e insulti che volavano quasi ogni giorno, ma nonostante tutto lui credeva che avrebbero superato quel periodo, che l’amore sarebbe rinato e che li avrebbe uniti una seconda volta.
Ormai era un mese che lui era ritornato single e in quelle settimane era riuscito a non togliersi la vita solo grazie all’aiuto del suo migliore amico, Dom, che era accorso da lui appena avuta la notizia.
“Spero tu stia scherzando.” Disse Dom lanciandogli un’occhiataccia.
“No, mi interessa.”
“Ti prego, Matt! Risparmiami questo programma!” Sbottò cercando di riprendersi il telecomando ma senza successo, essendosi Matt sedutocisi sopra. “Che merda è?” Continuò il biondo. “Dai, Matt! Sii obbiettivo, fa cagare 'sto programma! Preferisco uno di quei cosi sugli alieni e i loro amici!”
Matt lo incenerì con lo sguardo. Mai toccare il tasto ‘alieni e i loro amici’.
“Zitto.” Disse piano.
“Ma Matt!” Protestò ancora Dominic.
“Se non ti interessa vai da qualche altra parte, se non stai qui e taci!” Urlò il moro mentre si copriva con un plaid a appoggiava la tazza ormai vuota sul tavolino.
Dom mise il muso, ma alla fine rimase lì e poté constatare che le sue previsioni erano esatte: quel programma era veramente orrendo.

 

                                                                                          *

La stanza era illuminata solamente da una fioca luce proveniente dall’abat-jour sul comodino al fianco sinistro del letto matrimoniale.
Due corpi erano seduti sopra di esso, appoggiati alla testiera.
Erano abbracciati.
Dominic teneva un braccio attorno alle spalle di Matthew il quale, con la testa affondata nel petto del suo amico, piangeva a dirotto da almeno un’ora.
“Matt, ti prego…” Sussurrò Dom.
I singhiozzi non sembravano placarsi e Dominic pensava che entro poco, se Matt non si fosse calmato, i suoi occhi sarebbero esplosi, talmente erano rossi e stanchi.
La mano del biondo accarezzava lentamente la testa dell’amico. Attorcigliava attorno all’indice un ciuffo di soffici capelli scuri, e poi delicatamente lo lisciava assieme agli altri.
“Matt, guardami.” Disse ancora prendendo la testa di Matthew tra le mani. Gliela sollevò e poté vedere ancora, come la maggior parte delle sere dopo quel fatidico giorno, un viso distrutto, stanco, invecchiato in così poco tempo. “Devi smetterla adesso.” Continuò piano.
Un’espressione confusa si fece strada sul viso di Matt.
“Io…” Singhiozzò.
“Tu non riesci, lo so. Ma devi, devi! Santo Dio! Devi riuscirci!” Sbottò Dominic.
Matt abbassò la testa, lottando tra le mani ferme del batterista.
“Guardami cazzo!” Urlò ancora.
Matt non voleva. Aveva paura, in un certo senso. Paura di affrontare il suo migliore amico, sapendo che aveva ragione.
“Ti ho detto guardami.” Ripeté Dom con un tono più calmo, ma Matt non accennava a farlo.
“Scusami, ok?” Disse il biondo. “Scusa se sono stato così brusco.”
In risposta un mugolio, poche parole farfugliate.
“Ma sono stanco, Matt. Sono stanco di vederti così, e non so come tu faccia a non esserlo. Non vedi come sei ridotto? E’ passato un mese, te ne sei accorto?”
Un minuto di silenzio in cui Dom aspettò un cenno, qualcosa. Ma niente. Il moro continuava a piangere ancora con la testa sul suo petto.
“Io non so più come fare con te. Io… Io, mi sento male a vederti così e sono stufo. Stufo! Lo vuoi capire?” Continuò con il suo soliloquio il batterista.
Finalmente il cantante sembrò in procinto di dire qualcosa.
“Sei stufo di me?” Chiese tra un singhiozzo e l’altro mentre affondava la faccia ancora di più nella maglietta ormai fradicia di Dom.
“Matt, che cazzo stai dicendo?” Chiese il biondo tristemente, prendendo i nuovo il viso di Matthew tra le mani e costringendolo a guardarlo negli occhi.

Sei un egoista, hai visto? Sai che nonostante tutto lui non se ne andrà. Che quelle braccia ti stringeranno di più, che quella mano non ti lascerà e che quegli occhi non ti abbandoneranno.
Perché sai che solo lui ti rimarrà accanto per sempre, se tu non glielo impedirai. Anzi, probabilmente anche se glielo impedirai.

 
“Quello che mi hai fatto intendere tu.” Disse il cantante con voce spezzata.
Dom sgranò gli occhi ed appoggiò la sua fronte contro quella di Matt. I loro nasi si toccavano, i loro occhi si fissavano, i loro respiri si mischiavano.
“Tu non hai capito.” Sussurrò Dominic a Matt a fior di labbra. “Io sono stufo, ma lo sono della situazione. Sono stufo di vederti così, perché tu non sei così. Matthew Bellamy non piange per mesi rinchiuso in casa, Matthew Bellamy non si arrende davanti alle difficoltà della vita così facilmente. Io non sono stufo di te, Matt. Come potrei esserlo?” Disse con un sorriso sulle labbra e gli occhi lucidi il batterista.
Dom si allontanò un poco dal viso di Matt per poterlo guardare meglio.
Aveva smesso di piangere. Il respiro non era ancora regolare ma le lacrime erano finite.
La faccia arrossata e appiccicosa del cantante fecero ridacchiare Dominic.
“Stavi per piangere anche tu?” Chiese Matt.
“Sì, ed è tutta colpa tua.” Rispose il biondo, dispettoso.
Matt accennò un sorriso.
“Hai ragione, Dom.”  Incominciò a dire Matthew. “Mi sto riducendo a un morto vivente e io non sono così. A volte posso sembrarlo però…” Ridacchiò.
“In effetti, nelle tue giornate peggiori non sei molto carino.” Sghignazzò Dom, stando allo scherzo.
“Comunque, sta di fatto che nelle mie giornate migliori non lo sono. E che cazzo, Matthew Bellamy non…” Disse bloccandosi con aria interrogativa. “Come hai detto?” Chiese a Dom che scoppiò a ridere.
“Ho detto che Matthew Bellamy non piange per mesi rinchiuso in casa e che non si arrende alle difficoltà della vita e posso aggiungere ora, che lui non si spezza facilmente.”
“Beh, è la verità. Io non sono così.”
“No che non lo sei, e finalmente l’hai capito. Si spera.” Disse Dominic appoggiando una mano sulla spalla dell’amico.
“Ho capito, davvero. Tranquillo.” Lo rassicurò Matt asciugandosi la faccia dalle ultime lacrime con il dorso della mano.
Poi si avvicinò al viso di Dom e posò le sue labbra sulla sua fronte.
Rimase così per qualche secondo, mentre una mano si attorcigliava ai capelli color grano di Dominic.
“Grazie.” Gli bisbigliò poi all’orecchio e tornò a fissarlo negli occhi. “Sei la mia salvezza, la mia luce.”
“No, ma che dici?” Scherzò Dom imbarazzato. “Sei tu che in fondo sei invincibile.”
“Con te sono invincibile.” Rispose Matt sorridendo.
“Citazione?”
“Ogni tanto serve.” Sghignazzò Matthew. “Together we are invincibile.”
Dominic si sporse un poco e lo avvolse in un abbraccio.
“Sono sempre qui, io.” Disse dolcemente.
“Lo so.” Rispose il moro lasciando un bacio sul collo dell’amico.
Dominic rimase stranito e spaventato dalla reazione del suo corpo a quel tocco leggero.
I brividi gli avevano percorso la schiena, marciando veloci e sentiva le guance avvampare.
Cercò di sviare, nonostante Matt non si fosse accorto di nulla e stesse ancora con la testa tra l’incavo del suo collo e la spalla. Lo fece per lui stesso.
“Ah, una cosa…” Disse attirando l’attenzione di Matt che alzò il capo e si sistemò di fronte a lui come poco prima. “Ti prego, non guardare più quel programma.”
Matthew scoppiò in una fragorosa risata.
“Questo è sicuro.” Rispose.
“E menomale che doveva aiutare a superare la delusione d’amore! Quel programma e quella donna rincoglionita che lo conduceva portano al suicidio!” Ridacchiò Dom mentre si alzava dal letto.
“Dove vai?” Chiese Matt.
“In camera mia, ho sonno.” Rispose veloce Dominic. “Posso, Sir Bellamy?” Scherzò.
“Se proprio deve, Sir Howard.”
“Le assicuro che potrei addormentarmi da un momento all’altro. Anche ora, qui in piedi.” Sghignazzò il batterista.
Matt sorrise.
“Dormi qui.” Disse poi.
Dom sgranò gli occhi. Meglio di no, sono particolarmente strano stasera.
“No, Matt. Vado di là, non voglio disturbarti.” Si scusò.
“Ma se ti ho chiesto io di rimanere qui, che disturbo mi dai?”
“Meglio di no, davvero.”
“Come preferisci.” Rispose un po’ offeso Matt cercando di non darlo a vedere, ma con scarso successo.
“Domani sera, magari.”
“Domani sera magari non voglio.” Disse secco Matthew.
Dom sbuffò e fece roteare gli occhi attirando l’attenzione del cantante.
“Io voglio adesso, non mi va di stare solo. Potrei avere un altro attacco!” Spiegò Matt tristemente.
“Ok.” Si arrese Dom. “Basta che la pianti!”
“Di far che?”
“Di inventarti scuse per dormire con questo bel fustacchione.” Scherzò il batterista.
Matt scoppiò a ridere.
“Tu? Bel fustacchione? Non farmi ridere!”
“Tutta invidia mio caro nanetto.” Rispose Dom andando al fianco del letto.
“Piantala di chiamarmi nanetto!” Sbottò Matt tirando un cuscino nella direzione di Dom ma mancandolo miseramente.
“Nanetto e invidioso.” Disse Dom ridendosela mentre si sfilava la maglietta mettendo in mostra un petto bianco e glabro, ma muscoloso.
Matt frustrato da quella visione di perfezione, mugugnò qualcosa di incomprensibile. Probabilmente insulti gratuiti al suo batterista.
“Dai ammettilo.” Disse Dominic. “Tu questi non ce li hai.” Continuò indicandosi i pettorali abbastanza sviluppati e i bicipiti.
“Finiscila, ok?” Ringhiò Matt mentre si sistemava sotto le coperte essendo già in pigiama.
“Ok, ok…” Rispose sghignazzando Dom.
Matt si mise a pancia in giù e infilò la testa sotto il cuscino però rivolta verso Dom, così da poter vedere senza mostrare da che parte mirassero gli occhi.
Era tanto che non vedeva Dom in mutande. Voleva vedere com’era. Dai, vediamo adesso se sei così fustacchione come credi. Pallone gonfiato che non sei altro… … …ah, però…ok…wow.
Dom si era sfilato i jeans e li aveva buttati a terra fiondandosi poi con un salto sul letto.

Perché sei così perfetto? Io sono una misera cacchetta confronto a te. Eppure il premio come uomo più sexy me lo sono beccato l’anno scorso e non tu.
Dom sentì un risolino orgoglioso provenire da sotto il cuscino.
Guardò per un attimo male in quella direzione, poi spense la luce della abat-jour e si infilò sotto il piumone.
“Notte, Matt.” Disse.
“Notte, Dom.” Biascicò l’altro sotto il cuscino.                                

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ed ecco anche il secondo capitolo, anche se non mi convince molto.

Spero di riuscire ad aggiornare almeno una volta a settimana, ma con la scuola che è iniziata (purtroppo) la vedo dura anzi, durissima. Anche perché non ho ancora le idee molto chiare su quello che succederà, quindi devo aspettare quella dannata ispirazione e spremere le mia testolina. Abbiate pazienza. 

Subito i ringraziamenti: 

Deathnotegintama: La prima recensione! :3 Ti ringrazio davvero tantissimo. Felice che ti sia piaciuta e che tu abbia apprezzato anche il discorso iniziale sull’egoismo. Non sai che piacere, spero di non deluderti con questo capitolo!

Lilla Wright: Oh Saint Jimmy! *-*(Cit. xD) Come sei stata carina! Sono contenta che ti sia piaciuta, spero continuerai a seguire. Grazie mille dei complimenti! 

 patri_lawliet: Oooh, ma grazieee! E’ bello sapere che è piaciuta anche a te! E si, quei due sono assolutamente la coppia perfetta! Pucciosi loro! Ti aspetto ancora. =)

 WhereIsMyMind: Wow! Che onore essere recensita da te! Davvero, non me l’aspettavo. Sono estremamente felice di essere riuscita a coinvolgerti, spero continuerai a leggerla e che questo capitolo non ti deluda. ^^


Ne approfitto per farvi i complimenti per quelle meraviglie che state scrivendo, Deathnotegintama e
 patri_lawliet.


Spero davvero che questo piccolo delirio continuerà a piacervi.
Baci a tutte! E ancora grazie. <3


E ora, buona lettura.

 

Capitolo 2.

 

“Matt…” Sussurrò la voce di Dom suadente mentre tendeva una mano verso il viso di Matt che in quell’istante aveva sollevato il capo. Gli occhi fissi nei suoi.
 Le dita percorsero lentamente la sua pelle chiara, sfiorandola, quasi come se Dominic riuscisse a percepire che era incandescente, proprio come la sentiva Matt a quel tocco vellutato.
“Ci crederesti se ti dicessi che mi sto innamorando di te?”

 
Un movimento brusco e un respiro affannoso e spaventato svegliarono Dom, che si voltò lentamente e aprì gli occhi appannati.
La luce mattutina proveniente dalla finestra rischiarava un poco la stanza, dandogli la possibilità di intravedere Matt seduto al suo fianco con la testa fra le mani che borbottava qualcosa a bassa voce.
Si sollevò e si sporse verso l’amico.
“Matt? Tutto bene?” Chiese preoccupato.
Matt sobbalzò. Non si era accorto che Dom si era svegliato.
“S-sì, bene.” Mentì ancora scosso. “Un brutto sogno.”
“Cos’hai sognato?”
“Non ricordo, ma mi ha spaventato.” Mentì di nuovo, ma stavolta solo per metà.
Dom lo guardò confuso poi decise di lasciar perdere. Oh, ma chi se ne frega. E’ mattina ancora, se non me lo vuole dire fatti suoi. Io torno a dormire. Buonanotte cervello! Anzi, buon mattino. Scelse così di ritornare a dormire, poiché ancora stanco, visto anche, che quella notte aveva dormito poco e niente. Aveva continuato a pensare, pensare e pensare. Matt, abbraccio, le sue labbra sul mio collo: brividi. Matt, abbraccio e le sue labbra sul mio collo: brividi. Non è una cosa normale. Era riuscito ad addormentarsi solamente verso le quattro, quando ormai gli occhi si chiudevano da soli.
“Che ore sono, Matt?” Chiese poi il batterista mentre si riaccococcolava tra le coperte color panna.
Matt si voltò verso il comodino, gli occhi puntati sulla sveglia.
“Le otto e mezza passate da poco.” Rispose alzandosi dal letto velocemente.
“No!” Urlò Dom appena Matthew tirò le tende ed aprì la finestra lasciando intravedere il Lago e facendo entrare una folata di gelo.
“C’è puzza qui dentro!” Disse in sua discolpa.
“Ma se avessi voluto dormire ancora?” Chiese stizzito il biondo mentre si copriva gli occhi dalla fastidiosa luce proveniente dalla finestra.
“Dai alzati, pigrone!” Ridacchiò Matt saltando sul letto al fianco di Dom.
“Mmm!”
“Su dai, non è presto.” 
Questo lo dici tu! E’ prestissimo! E per me presto sono le dieci.” Spiegò Dom.
“Dai, vieni a fare colazione con me…” Disse Matt facendo gli occhioni dolci. “Non vorrai farmi mangiare da solo, vero?”
“Uffa però!” Sbuffò Dominic spostando le coperte e mettendosi a sedere.
“Sì!” Esultò Matt. “Colazione qui o al bar?”
“Al bar! Mi pare ovvio. In più che mi hai fatto alzare prestissimo mi vuoi pure rifilare una colazione di merda di quelle che prepari tu? No, no per carità. Meglio il bar.” Rispose sghignazzando Dom.


                                                                            *

 

“Forse hai solo bisogno di cambiare aria, Matt.” Disse Dominic mentre sorseggiava il suo cappuccino.
“Sì, credo anche io.” Rispose il cantante disinteressato, scrutando un giornale italiano di cronaca senza capirci un’acca.
“Allora partiamo, no?”
Ecco, lo sapevo. Ci avrei scommesso che voleva andare a New York e che avrebbe trovato il modo di convincermi. Ma… Uhm… Che c’è scritto qui?
“Vuoi andare a New York, vero?” Chiese Matt scocciato senza neanche rivolgere lo sguardo a Dom, essendo ancora impegnato a ‘leggere’ il giornale e a cercare di capire qualche parola, ma più che altro a guardare le figure.
“Sì, se devo essere sincero.”
“Ci avrei messo la mano sul fuoco.”
“Lo sai che mi piace viaggiare, e poi te l’ho già detto, hai bisogno anche tu di cambiare aria ogni tanto. L’Italia è bella, ok però che palle dopo un po’.” Disse Dominic.
“L’Italia è fantastica, punto. E quella merda degli Stati Uniti non sono niente a confronto.” Rispose Matt secco.
Dom alzò le mani in segno di scuse, mentre in bocca teneva un pezzo di croissant alla marmellata che gli stava inesorabilmente colando lungo il mento.
Matt alzò gli occhi e guardò il biondo sorridergli mentre deglutiva l’ultimo pezzo di briosce, ignaro di essere completamente sporco. Il cantante scoppiò a ridere.
Dom si guardò attorno imbarazzato.
“Che c’è, Matt?” Chiese a bassa voce.
“Sei tutto sporco, scemo.” Disse fra una risata e l’altra.
Poi allungò la mano e con un tovagliolo pulì delicatamente la bocca all’amico che era ancora rosso in viso.
“Ah, umh… Grazie.” Rispose Dom sotto lo sguardo divertito di due ragazze che passavano di lì.
“In realtà avrei preferito lasciarti andare in giro così, ma sono un bravo bimbo…” Disse Matthew con un sorrisetto furbo sulle labbra.
Dom gli lanciò un’occhiataccia, poi si alzò, facendo strisciare la sedia e provocando un rumore quasi assordante.
“Che fai, Dom?”
“Vado a pagare e poi me ne torno a casa.”
“Ma aspetta un attimo, no? Cos’hai il pepe nel culo? Ti sei arrabbiato?” Disse Matt ridacchiando.
“No.” Rispose Dom facendo una smorfia. Poi si fece cadere a peso morto sulla sedia, di nuovo. Passarono alcuni minuti in silenzio.
Matt era tornato a ‘leggere’ il giornale senza guardare neanche di striscio il suo batterista che, innervosito, aveva incominciato a spezzettare un tovagliolino spargendo pezzettini di carta su tutto il tavolo.
Dominic sbuffò, cercando di attirare l’attenzione, ma in risposta niente, nemmeno un cenno del capo da parte di Matt.
“Dio, che palle.” Disse a bassa voce, ma quel tantino alta per farsi udire dal suo obbiettivo.
“Che stress che sei!” Sbottò Matthew. “Si può sapere cos’hai stamattina?”
“Nervoso, sono nervoso.”
“E perché?” Chiese il moro piegando il giornale e sistemandolo sul tavolo sotto le sue braccia, seguito da un sorrisone di Dom che non vedeva l’ora di poterlo guardare bene in faccia, senza dover vedere solamente la sua fronte.
“Voglio andare via di qui, potrei diventare più depresso di te se ci rimango ancora per molto.” Disse Dom deciso a non arrendersi ad andare a New York.
“Ripeto: sei uno stress.” Rispose Matthew roteando gli occhi. “Vuoi andare a New York? Vai a New York! I biglietti sai dove sono.”
Dom ci rimase un po’ male, un po’ troppo.
“Ma io non voglio andarci da solo, ti voglio con me.”
“Io non ho voglia di partire.”
“Oh, certo! Rimani qui ancora a deprimerti finché non ti vorrai suicidare. Continua pure a passare le tue serate a piangere e a pensare a quella… Quella… Insomma, quella cosa indefinibile che ti ha lasciato!” Ringhiò Dominic stritolando fra la mano stretta a pugno un altro tovagliolino di carta che faceva parte della miriade uccisa quella mattina. “Che grandissima stronza approfittatrice e tu a starci male...” Pensò poi ad alta voce.
Matt strabuzzò gli occhi, si massaggiò le tempie, facendo finta di non aver sentito l’ultima frase di Dom. Sapeva che non gli andava molto a genio, ma fino a quel momento non l’aveva mai insultata.

Sei un egoista! Quante volte vuoi sentirtelo dire ancora?
Lo sai che ha ragione, che probabilmente potresti lasciarti andare un po’, rilassarti e sentirti meglio. Respireresti un’aria diversa, un’aria non impregnata dal profumo di colei che ti ha svuotato la vita. 
Fidati di lui, adesso. Fallo felice anche tu, come lui fa con te.
Non farlo andare via, perché sai che lo farà stavolta.
E tu vorresti rimanere solo?
Rischiando di venire risucchiato dal vortice di quelli che sono i tuoi pensieri autodistruttivi? Un’altra volta?
Poi ti pentirai di averlo lasciato partire.
Devi uscire da questa situazione avvelenata, devi reagire. Ora. 

Dominic diede un’ultima occhiata a Matt, che stava ancora con la testa abbassata fra le mani, in cerca di qualche risposta. Poi si alzò, stando attento a non strisciare la sedia per evitare di essere guardato male da tutto il bar per la seconda volta. Andò alla cassa, pagò ed uscì, facendo il tutto senza che Matthew se ne accorgesse. O forse se n’era accorto ma aveva fatto finta di nulla, probabilmente per rimanere solo.
Si incamminò verso casa, il cappuccio tirato su e un’andatura veloce.
Il cielo si stava facendo scuro, il sole stava sparendo lasciando spazio ad un ammasso di nuvole grigie e gonfie d’acqua.
Non vuole venire? Pace. Io ci vado da solo. Che se ne stia pure qui a…
I pensieri di Dom vennero interrotti da un grido. Si voltò.
“Dom! Dom! Aspetta, cazzo!” Matt veniva verso di lui a grandi falcate, quasi correndo. Alcune persone si erano voltate a guardarli.
Il batterista si fermò dopo aver girato l’angolo, si appoggiò al muro ed aspettò che l’amico lo raggiungesse. Matt finalmente comparve e Dom lo acchiappò per il cappotto trascinandolo vicino a lui. “Dom!” Urlò di nuovo, spaventato.
“Finiscila di urlare! Vuoi farti riconoscere da tutti?! E copriti un po’! Se qui passa qualche ragazzina siamo fritti.” Disse Dom irritato mollando la presa.
Matt si risistemò, lisciando la parte della cappotto che si era stropicciata stretta nella mano di Dominic.
“Beh, che c’è?” Chiese poi il batterista scocciato.
“Partiamo. Domani mattina.”
Dom rimase di stucco. “Dici sul serio?”
“Credo di sì.” Tentennò Matthew sotto lo sguardo attento del biondo. “Anzi, si e basta.”
Dominic lo abbracciò, gli buttò le braccia al collo e strinse forte.
“Un po’ me lo sentivo che non mi avresti lasciato andare da solo. Grazie, Matthew.”
Matt sentì il fiato caldo dell’amico sul collo, i suoi capelli biondi che glielo pungevano e una voglia pazza di tenerlo ancora di più vicino a sé che lo invadeva. E così fece, intrecciando le braccia dietro la schiena di Dom e stringendo di più. Rimasero ancora per diversi secondi in quella posizione, sotto gli sguardi curiosi e pettegoli dei passanti.
“Ok, però adesso lasciami.” Farfugliò Dom mostrando un leggero sorriso imbarazzato. Matt arrossì di colpo.
“Oh, scusa…” Disse mollando la presa e indietreggiando di un passo.
Una goccia atterrò sul naso di Dominic, che subito rivolse lo sguardo verso il cielo. “Temporale in arrivo.” Cantilenò poi. “Diamoci una mossa.”
Matt ringraziò mentalmente quella goccia, che lo aveva appena salvato da un momento di puro imbarazzo, dagli occhi di Dom fissi nei suoi e dalla voglia di riabbracciarlo ancora, aveva avuto paura di lasciarselo scappare, così.
Si incamminarono verso la villa, ma non fecero in tempo a fare neanche una decina di metri che le gocce si erano intensificate cominciando a bagnarli, a inzuppargli scarpe e cappotti.
Arrivarono a casa fradici.
 

                                                                       *

Le gocce cadevano copiosamente dal cielo schiantandosi a terra e contro i muri della villa.
La finestra di una delle camere da letto era completamente puntinata da quelle piccole bollicine d’acqua che scivolavano giù lentamente, in modo quasi angosciante, rincorrendosi e sfuggendo l’una all’altra.
Una chioma bionda si intravedeva dietro di esse, fare avanti ed indietro all’interno della stanza, scomparendo e ricomparendo ad intermittenza. Ad un tratto si bloccò davanti alla finestra. La spalancò ed inspirò profondamente sporgendosi dal davanzale e lasciando che la pioggia gli bagnasse il viso. Aveva chiuso gli occhi e passava le dita da una parte all’altra del marmo di cui era composto il davanzale, giocherellando con l’acqua, divertendosi ad accarezzarla.
“Dom! Che fai?” Urlò Matt dal basso, in giardino.
Tornava dalla spesa, era andato a comprare qualcosa per cenare. L’ultima cena in Italia. Fino a quando non sarebbero ritornati a casa, ossia, una settimana dopo. Non era poi così tanto tempo, ma a lui sembrava una vita e non essendo ancora molto sicuro di quello che aveva deciso di fare, preferiva sentirsi a casa fino in fondo aspettando la partenza.
Dominic sobbalzò e spalancò gli occhi, si guardò in giro un attimo e poi finalmente lo inquadrò sotto l’ombrello nero, che gli sorrideva con in mano un sacchetto di plastica bianco.
“Eh?” Chiese il batterista invitando Matt a ripetere quello che aveva appena detto.
“Che stai facendo?” Urlò ancora scandendo le parole.
“Ah!...Emh, niente! Prendo un po’ d’aria.” Spiegò Dominic imbarazzato, colto in fragrante mentre pensava ai fatti suoi. Matt, abbraccio, brividi. Di nuovo.
“Chiudi va! Che se no entra l’acqua!” Disse poi il moro scuotendo la testa divertito e avviandosi in casa.
Dom lo guardò sparire sotto il portico, poi fece come lui gli aveva appena detto: chiuse la finestra. Subito dopo si buttò sul letto, al fianco della valigia che stava preparando.
Un braccio sugli occhi e l’altro lasciato cadere accanto al fianco sinistro, il respiro irregolare.

No, non è possibile. Non può essere. Non è vero, no che non lo è. Si passò un mano sulla pancia, sotto la felpa pesante e cominciò ad accarezzare la pelle attorno all’ombelico. Lo rilassava. Eppure è così, lo sembra sul serio. Sembra davvero che io abbia i primi sintomi di una cotta adolescenziale. Si diede un pizzicotto. Voleva assicurarsi di non sognare, di non star vivendo chissà quale strana realtà. Santo cielo, no! No! Ma cosa…
Matt aprì la porta della stanza di colpo ed entrò, mettendosi di fronte al letto dove Dom adesso stava seduto sull’attenti con il batticuore. Ok, questa ne è la prova: il batticuore appena lo vedo. Ma che mi sta succedendo?
Matthew lo guardava sorridente. “Allora? Vedo che hai già iniziato a preparare la valigia…” Incominciò a dire mentre scrutava tra i vestiti posti dentro di essa con cura maniacale dal batterista. “Come sei ordinato..., ma che voglia hai di metterli dentro tutti così bene?” Chiese poi sfiorando gli abiti sopra alla pigna.
“Se poi non vuoi metterteli stropicciati, è il minimo.” Rispose il biondo giocherellando con le dita agitato da quella situazione, che poteva apparire così normale ad un occhio esterno ma che per lui, nel profondo, non lo era.
“Umh, già.” Continuò disinteressato Matt.
Si sedette accanto a Dom che subito si spostò di qualche centimetro, ponendo una distanza di sicurezza. Il cantante lo guardò confuso poi abbozzò un sorrisetto.
“Stasera ti preparo una cenetta coi fiocchi.” Annunciò tutto orgoglioso battendo le mani.
Dominic pensò subito alla pasta. No, la pasta no. Sono tre settimane che mi fa andare avanti a carboidrati. Ti prego, ti prego, fa che non sia la pasta.
“Che cosa mi cucini?” Chiese Dom incrociando le dita dietro la schiena sperando di scampare, per almeno una volta, agli spaghetti al ragù.
“E’ una sorpresa, non te lo dico.”
Il biondo si passò una mano tra i capelli, frustrato. Sì, mi fa la pasta. Tenterà di cucinare un sugo nuovo, diverso, ma alla fine farà la pasta. Me lo sento. “Ah! E non venire in cucina finché non te lo dico io, mi raccomando!” Aggiunse il moro.
Dominic annuì e si portò una mano alla fronte, facendo il saluto militare. “Sì signore! Ai suoi ordini, signore.”
Matt ridacchiò. Allungò una mano e la passò fra i capelli dell’amico, scompigliandoglieli. “Io scendo allora, mi metto all’opera!” Esclamò poi tirandosi in piedi. “A dopo, Dom.”
Si allontanò dal letto ed aprì la porta.
“Matt!” Gridò Dominic prima che lui uscisse.
“Sì?”
“Ti prego, ti prego, ti prego! Dimmi che non fai la pasta!” Disse implorandolo con le mani giunte.
“No, sei salvo.” Ridacchiò il moro che poi mandò un bacio a Dom che lui fece finta di afferrare e posarselo sulla guancia.
“Adieu.” Salutò poi Matt chiudendo la porta.
Dominic si ributtò all’indietro, lasciandosi cadere con la testa sul cuscino. Ho ancora il batticuore. No, aspetta un secondo, non è che mi sta venendo un infarto? Sorrise, da solo. Si sentì uno stupido. Passò le braccia sopra la pancia circondandosi il busto e si strinse, abbracciandosi. Macché infarto e infarto, qui è tutta un’altra questione. Rimase a fissare il soffitto per qualche minuto. Poi per un attimo ruppe il silenzio che si creato, sbuffò e si allungo a spegnere la luce. Con un dito arrivò all’interruttore e premette.
Un click e tutto si spense: colori, luce e anche Dominic insieme ai suoi mille pensieri.

 

                                                                                                  *

 

Matthew stava seduto sul divano, con le braccia conserte, picchiettando a terra col piede a ritmo di qualche canzone. Ogni cinque secondi, con precisione quasi maniacale, guardava l’orologio Cartier che aveva al polso. Sono le sette e mezza passate, perché non scende?
Continuava a picchiettare con la punta del piede sul tappeto beige, sta volta non più a ritmo di una canzone, ma a ritmo della frustrazione che stava prendendo possesso di lui.
Dom, al piano di sopra, navigava su Internet da circa mezz’ora ormai. Passava da un sito all’altro, senza nemmeno sapere cosa cercare, giusto per passare il tempo. Ma quanto ci mette? Sono tre ore che è impegnato a preparare chissà cosa. Ho fatto in tempo a dormire, a lavarmi e a leggere praticamente tutti i commenti dell’ultimo mese sul nostro Forum.
Il batterista chiuse il portatile bianco che teneva in braccio di scatto. Si alzò, lo appoggiò e deciso a scendere, attraversò la stanza ed aprì la porta. Di fronte a lui, Matt.
“Ma allora sei vivo!” Esclamò il moro tutto contento dandogli un leggero pugno sulla spalla.

Io veramente pensavo che quello defunto e sotterrato fossi tu.” Scherzò Dominic seguendo l’amico giù dalle scale. “Quanto cazzo ci hai messo?” continuò poi una volta arrivati al piano terra.
Matt si voltò e con uno sguardo irritato fulminò Dom. “Io ti avevo detto…”
“Tu mi avevi detto che mi avresti chiamato quando saresti stato pronto!” Lo anticipò il biondo strafottente.
Matthew abbassò la testa e riprese a camminare. Che figura di merda, come ho fatto a non ricordami?
“Hai ragione, scusa.” Disse poi facendo un sorrisone a Dominic, che ricambiò.
“Beh, sei pronto?” Chiese Matt una volta davanti alla porta a vetri della sala.
“E’ una cena normalissima, per cosa dovrei essere pronto?”
“Adesso vedrai.” Rispose il moro con un ghigno.
Aprì la porta della sala e…
“Le candele?!” Domandò Dominic esterrefatto, ma anche compiaciuto.
Poi il suo cuore cominciò a battere più forte, quando si accorse di Matt che lo stava squadrando da capo a piedi. “Che c’è?”
“Scusami eh! Ti ho preparato una bella cenetta, sono tutto in tiro e tu... Tu vieni giù in tuta?”
Dominic si guardò per qualche secondo poi passò a Matt che indossava una camicia bianca e dei pantaloni di raso neri.
“E allora? E’ bellissima questa tuta!”
Matthew alzò un sopracciglio e scosse la testa. “Non hai gusto, caro mio.”
“Io non ho gusto?! No, ma sai con chi stai parlando?!” Ringhiò il biondo.
“Sì, con SpiderDom.” Ironizzò Matt, divertito.
“Lascia stare SpiderDom! Vogliamo litigare su chi si veste meglio?” Chiese Dom già pronto al conflitto.
“No, perché tanto vincerei io.” Rispose altero il cantante con le braccia conserte.
“Non è vero.”
“Sì che lo è.”
“No che non lo è.”
“Mangiamo.” Terminò la discussione Matt.
Dominic sbuffò facendo roteare gli occhi. “Ok.” Cantilenò poi.
“Si sieda, Monsieur.” Lo invitò il moro spostandogli la sedia.

Ma cos’è, una cena romantica? Oddio santo. Già ho le idee confuse per conto mio, poi se si mette pure a fare queste cose…
Dom si sedette e lanciò un’occhiata spaventata all’amico che sembrava felice come una pasqua.
“Arrivo subito, vado a prendere gli antipasti e torno.” Annunciò.
Il batterista si guardava attorno. Un piccolo candelabro al centro della tavola, i piatti disposti in modo assolutamente simmetrico, come anche posate e tovaglioli e una bottiglia di vino bianco ancora appannata, essendo stata messa in frigo, che catturò più di tutto il resto la sua attenzione. Cominciò a scrivere alcune parole al fianco dell’etichetta, passando il dito da un’estremità all’altra. Si ritrovò a scrivere un nome: quello del suo migliore amico, Matt.
Appena la porta si aprì Dominic fece presto a cancellare il tutto, ed accorse ad aiutare il cantante che pareva leggermente in difficoltà con due piatti da una parte e due dall’altra e un cucchiaio in bocca dalla parte del manico.
“Ce l’avrei fatta anche da solo.” Disse piano.
“Sì, certo come no.” Replicò Dom appoggiando i due piatti sul tavolo, seguito da Matt.
Poi focalizzò l’attenzione sul loro contenuto. 
Pesce!” Esclamò entusiasta. “Oh, grazie! Grazie! Finalmente qualcosa di diverso!” Continuò schioccando un bacio sulla guancia di Matt che arrossì contro ogni sua volontà.
Dom tornò al suo posto mentre Matthew si sedette di fronte a lui.
“Sei tutto rosso.” Esordì il biondo.
“Non è vero.”
“Invece sì.” Ridacchiò Dom. “Sei carino.” Disse poi, pentendosi all’istante. Ma che ho detto?! Chissà cosa penserà adesso.
Matt lo guardò, gli sorrise imbarazzato. “Grazie.” Sussurrò infine.
“Mangiamo ora.” Cercò poi di rompere il ghiaccio che si era formato, il batterista. 

Il tempo trascorse veloce, volò quasi. Dopo aver spezzato l’imbarazzo iniziale, ritornarono quelli di una volta, ritrovando in loro quei due ragazzini del Devon. Risero e scherzarono per tutta la durata della cena, ricordando aneddoti dei vecchi tempi e divertendosi a sparlare come due vecchiette in pensione. Per almeno due ore parlarono spensieratamente di tutto quello che loro veniva in mente, anche se Dominic stette attento a non nominare Gaia per alcun motivo al mondo. Cercò di evitare l’argomento e qualsiasi cosa potesse ricondurre Matthew a lei, e fu abbastanza difficile.
Ormai era mezzanotte inoltrata e visto che, la mattina seguente avrebbero dovuto prendere l’aereo delle nove, decisero di darsi la buonanotte. Salirono le scale insieme.
Il corridoio portava prima alla camera di Matthew, che si fermò davanti alla porta e si appoggiò di schiena sorridente.
“Buonanotte, Matt.” Disse Dominic passandogli davanti senza fermarsi.
“Dom!” Esclamò il moro afferrandolo per la manica della felpa grigia che indossava, facendolo voltare. “Dormi con me.”
“Non mi sembra una buona idea.” Rispose piano Dom.
“Perché? Io sono stato bene stanotte.”
“Anche io, ma… Non lo so, è meglio di no.”
“Come vuoi..” Disse Matthew evitando di chiedere spiegazioni. Poi si sporse verso l’amico e gli posò le labbra sulla fronte. “Grazie per la bella serata e grazie per avermi convinto a partire, buonanotte Dommeh.” Sussurrò infine.
“Buonanotte, Matt. A domani.” Rispose dolcemente Dominic, ed aspettò che l’amico chiudesse la porta della camera per dirigersi alla sua.

Se gli avessi detto ‘baciami,’ l’avrebbe presa tanto male? Il batterista sghignazzò da solo nel buio, finché non arrivò alla sua porta che aprì e dietro alla quale sparì, buttandosi sul letto e addormentandosi quasi all’istante, sognando per tutta la notte i suoi occhi azzurri.
 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ecco il terzo chap, finalmente! Spero di aggiornare al più presto, ma quest’anno al terzo anno di liceo è un macello.
Beh, prima di tutto vorrei dire una cosa:
Non sono mai stata in un aeroporto ( di conseguenza neanche a NY) ç__ç  quindi non ho la minima idea di come funzioni. Perciò spero di non aver fatto errori, anche se ho cercato di evitare tutta la procedura.
Lo so, è una cosa tristissima, ma i miei, anzi specifichiamo,
mia mamma ha paura di andarci. Quest’estate sarei dovuta andare a Parigi e invece niente. Merda! (so che non ve può fregare di meno, ma dovevo sfogarmi.)

E adesso passiamo a voi:

Deathnotegintama
: Prima di tutto, grazie. Grazie perché recensisci sempre e sei sempre la prima, e questo mi fa davvero piacere. Soprattutto perché dici le cose come stanno e mi fai notare anche alcune cose che rileggendo non piacciono neppure a me ( -> Matt che dice Madonnina mia. = orribile -.-’ , no, cioè è veramente brutto). Non mi ricordavo nemmeno di averlo scritto, e nella rilettura mi è sfuggito. Ne approfitto per ringraziarti anche della recensione a ‘My sweet prince’. Non preoccuparti non me la sono presa, anzi, mi piace anche ricevere delle critiche, e ti dico pure che hai ragione: è abbastanza frettolosa come storia, ma non ho trovato miglior maniera di terminarla.
Spero che mi farai sapere come troverai questo capitolo.
Ah! Dimenticavo. Per rispondere alla tua domanda: riguardo a Kate, non credo di farla arrivare; almeno per ora credo di no. Anche perché la odio! Hehe! Un abbraccio.
 

WhereIsMyMind: Felice, anzi, felicissima che ti sia piaciuto anche il secondo capitolo. E non potevi farmi più contenta dicendomi che è credibile! E’ un traguardo per me, davvero. E ti dirò, mi piace mantenere quella dimensione affettuosa dell’amicizia, e farli scherzare; mi fa sembrare il tutto più naturale. Continuo a sperare che mi seguirai ancora e che ti piaccia anche questo capitolo. Un bacione.

Lilla Wright: Le tue recensioni mi fanno sempre sorridere.^^ E visto che ti aspetti molto da questa gitarella a NY, spero di riuscire a soddisfarti. Magari non con questo capitolo, perché è più o meno una specie di  introduzione, ma con il prossimo penso di si. BellDom in arrivooo! <3 Kiss!

Ringrazio anche chi legge solamente, e jessy1122 per avere aggiunto ‘Bliss’ e ‘My sweet prince’ ai tuoi preferiti. 

Buona lettura.


Capitolo 3.

Boom. Boom.
Bianco.
Nero.
Boom. Boom. Boom.
Bianco. Comodino. Libro.
Nero.
Boom. Boom.
Bianco. Comodino. Libro. Tende. Finestra.
Nero.
Boom. Boom.
Bianco, di nuovo. Comodino e libro, di nuovo. La sua voce. “Matt! Porca puttana! Alza quel culo che dobbiamo partire! E apri sta cazzo di porta!”.
Comodino. Libro. E ora anche la sveglia.
Sveglia: 7.01.
“Merda!”
Matthew con uno scatto felino saltò in piedi, buttando le coperte bianche in fondo al letto.
“Sbaglio o ho sentito una voce?” Disse Dominic da dietro la porta.
“Cazzo, cazzo.” Continuava ad imprecare Matt senza sosta da qualche secondo, in preda al panico. Cosa devo fare? Cosa devo fare?! La valigia! Sì, la valigia! Incominciò a gironzolare per la stanza, ancora quasi completamente al buio se non per un poco di luce che filtrava dalla finestra.
“Matt?! Apri la porta?!”

Dov’è? Dov’è la mia valigia? Andava ancora avanti e indietro, alla ricerca di quel dannato trolley. La luce! La luce! Interruttore… Umh... Eccolo. Finalmente accese la luce e ai suoi occhi apparve di tutto: ma non quella benedetta valigia.
“Dove cazzo sta?!” Urlò frustrato con le mani fra i capelli.
“Matt! Apri, Cristo!” Strillò Dominic battendo un pugno sulla porta.

Ma chi me l’ha fatto fare di accettare di partire con quel rompiscatole? Matt non sapeva che fare: se aprire a Dom oppure continuare a cercare il dannatissimo trolley senza ‘il rompiscatole’ tra i piedi. “Apri!” Continuò imperterrito il batterista sull’orlo di una crisi di nervi.
“Merda! E piantala pure tu!” Urlò secco Matthew mentre apriva la porta, deciso ad affrontare l’ira funesta del Pelide Dominic (?).
Il biondo, che non si aspettava di vedere la porta aprirsi, per poco non tirò un pugno in faccia all’amico, il quale riuscì a schivarlo per un pelo, fulminandolo con lo sguardo subito dopo. “Vuoi uccidermi?” Chiese poi Matt.
“Sì!” Gli ringhiò in faccia Dominic. “Se non ti muovi, si! Porca…”
“Aiutami a cercare la valigia e ce ne andiamo in un batter d’occhio.” Interruppe la bestemmia cercando di rimediare, il cantante.
Dom lo oltrepassò deciso, entrando nell’enorme stanza, che pareva aver appena ricevuto una visitina da un uragano di passaggio. “No, adesso mi spieghi! Come fai a trovare qualcosa qui in mezzo?!”
Matthew si avvicinò all’amico, che guardava esterrefatto il caos attorno a sé e tentò di dare una risposta decente, farfugliando cose incomprensibili e senza arrivare ad una conclusione.
“Ti supplico Dio, se ci sei aiutaci.” Pregò Dom congiungendo le mani e lanciando un’occhiata verso l’alto.
Così iniziò a cercare, sperando di scovare la valigia di Matt. “Intanto vai a lavarti, rimbambito! Che dobbiamo essere fuori di qui almeno per le sette e mezza!” Disse.
Il cantante senza osare proferir parola, si scaraventò in bagno con in mano i primi vestiti puliti che aveva trovato e la sveglia per tenere sott’occhio l’orario.
Le 7.13.
Matthew faceva la doccia, Dom passava in rassegna ogni angolo della stanza.
Improvvisamente un flash. In salotto! Deve averla portata in salotto ieri sera! Così uscì dalla stanza di corsa, si scaraventò giù dalle scale ed arrivò in sala. “Eccola! 'Sto cretino, che neanche si ricorda dove mette le cose!”.
Dopo aver constatato che la sua ipotesi era esatta ritornò al piano di sopra più incazzato e nervoso di prima. Attraversò il corridoio a grandi falcate, a passi pesanti. Si fermò davanti alla porta del bagno e la aprì d’impulso. “Sei un co…” Incominciò a dire Dominic spingendo la porta, ma ammutolì immediatamente ritrovandosi di fronte un Matt seminudo: asciugamano bianco legato basso attorno alla vita, viso ricoperto di schiuma e rasoio in mano.
Rimase alcuni secondi immobile. Scorreva lo sguardo dall’alto verso il basso, dal basso verso l’alto. Matthew fissava il riflesso del batterista sullo specchio che aveva di fronte con aria sospettosa, intanto continuava a radersi la barba.
Dominic sembrava essersi incantato. Non parlava, sembrava non respirare neanche più e non accennava a togliere gli occhi dal corpo del cantante. “Dom?” Chiamò poi preoccupato.
Lo sbatacchiare delle ciglia del biondo fecero capire a Matt che era ancora vivo. “Terra chiama Dom, Terra chiama Dom…ci sei?” Continuò passandogli una mano davanti agli occhi.
“S-sì…” Balbettò Dominic posando lo sguardo, stavolta, sugli occhi di Matthew che lo guardava con aria interrogativa. Poi si grattò la testa e si strofinò un occhio, e questo in un certo senso sembro farlo rinsavire. “Matt…”
Uhm?”
“Sei troppo magro.” Disse infine, fingendosi convinto.
Il moro alzò un sopracciglio, posò il rasoio e storse la bocca in una strana smorfia. “Mi stai prendendo per il culo?” Chiese ridacchiando.
Dom gli lanciò un’occhiata imbarazzata. “No, cioè… Mi sembri anoressico.”
Matt scoppiò a ridere. “Mi stai dicendo che sei rimasto a fissarmi per due minuti buoni perché ti sembro anoressico?”
Dominic annuì, anche se sapeva che non era affatto così. E ciò che si trovava tra le sue gambe ne era consapevole meglio di lui. Ok, un po’ magro Matt lo era, ma per niente anoressico.
Il batterista poi, resosi conto della terribile gaf, si affrettò ad uscire di scena.
“Matt, è tardi, muoviti.” Sibilò indicandogli la sveglia che faceva le 7.23. Mentre il moro iniziava a sciacquarsi la faccia, Dominic uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Merda, merda e ancora merda. Ma sto diventando scemo o cosa? Che mi prende? Sospirò, passandosi una mano fra i capelli. Avrò una lunghissima settimana per pensarci e arrovellarmi il cervello, durante la quale spero di arrivare ad una cazzo di soluzione.
Scese le scale e andò ad aspettare Matthew in sala.
Sdraiato sul divano prese l’I-Phone dalla tasca destra dei jeans neri, sbloccò lo schermo facendo scorrere la punta del pollice sul vetro e guardò l’orario, per la millesima volta nel giro di mezz’ora. Se Matt non sarebbe sceso entro tre minuti l’avrebbe mollato lì, a casa, in preda alla depressione fregandosene per almeno una volta.
Probabilmente Bellamy al momento non si sarebbe lamentato affatto di quella decisione, se sarebbe accaduto. Anzi, per qualche giorno magari sarebbe anche stato felice all’idea di poter passare tutto il suo tempo nella sua amata Italia. Poi, però col passare del tempo avrebbe cambiato idea e si sarebbe sicuramente pentito di non essere sceso in tempo e aver lasciato partire il suo migliore amico senza nemmeno salutarlo.
Un tonfo, all’improvviso, fece sobbalzare Dominic.
“Sono pronto!” Urlò Matt dall’altra parte della stanza dopo aver saltato gli ultimi tre gradini con un balzo. Dom gli sorrise, contento di poter accantonare in un buio angolino della sua mente l’idea di lasciarlo a casa.
Si alzò di fretta, prese giubbotto e trolley ed insieme a Matt uscì in cortile. Un taxi li stava già aspettando; fortunatamente Dom aveva pensato a tutto e la sera prima era riuscito a prenotarsi un’auto per quell’ora.
“Dom, sei fin troppo organizzato.” Ridacchiò Matt mentre passavano le valigie all’autista che le chiudeva nel baule.
“Dovresti solo ringraziarmi, stupido.” Rispose Dominic dandogli un buffetto sulla spalla. “A proposito hai avvisato la donna delle pulizie?”. Matt annuì.
Entrarono in macchina e partirono diretti verso l’aeroporto di Malpensa; massimo un’oretta e sarebbero stati lì. Durante quasi tutto il viaggio non spiaccicarono parola, entrambi si sentivano troppo osservati dagli occhi dell’uomo al volante, che ogni tanto lanciava qualche occhiata curiosa allo specchietto retrovisore.
Il batterista giocherellava con l’I-Phone, invece Matthew guardava fuori dal finestrino. Guardava quasi incantato lo scorrere veloce delle macchine, quelle belle degne di essere guidate e anche quelle che sembravano dei rottami ambulanti, i loro colori accesi e quelli spenti; le campagne e gli alberi che si allungavano fiancheggiando l’autostrada, e le poche persone che riuscivano a riconoscerlo nei momenti di blocco durante gli accodamenti, le quali cercavano di salutarlo, abbassando i finestrini e urlando il suo nome a squarciagola mentre lui tentava di sprofondare nel sedile accompagnato dalle risate di Dom che ricambiava i saluti dei fan con un gesto della mano. Poi ripartivano a tutta manetta e lui poteva rimettersi comodo.
Ad un tratto quando mancavano meno di cinque minuti all’arrivo in aeroporto, il cellulare di Dom incominciò a vibrare. Sullo schermo lampeggiava il faccione sorridente del loro bassista e il nome ‘Chris’.
“Ma che vuole a quest’ora del mattino?” Chiese Matt indicando il telefono tra le mani di Dom, che fece spallucce e se lo portò svogliatamente all’orecchio.
“Pronto?” Disse.
“Dom!” Ululò Chris dall’altra parte. “Come stai? E’ un po’ che non ci si sente, eh?”
E’ soltanto una settimana che non ci sentiamo, è così tanto? Dio, che stress a volte.
Dominic fece un finto risolino felice. “Ciao, Chris! Già è vero, comunque qui tutto bene e tu?” Disse accompagnando il tutto con un giro di occhi sotto lo sguardo divertito di Matt che tentava di ascoltare la conversazione ma con scarsissimo successo.
“Oh sì, tutto bene anche qui.” Rispose l’altro.
Dom guardò Matt annoiato, mimando con la bocca un ‘Che barba’, ma che diavolo vuole?’. Matthew scosse la testa e allargò le braccia ridacchiando. “Beh, Chris che c’è?” Chiese infine già stufo della conversazione appena iniziata e di quella miriade di cose che stava blaterando il bassista dall’altra parte.
“Ah ecco, appunto mi stavo dimenticando! Siccome so che sei da Matt… A proposito, come sta?” Indugiò Chris.
“Matt sta bene! Ma ti prego muoviti che sono di fretta!” Replicò Dom agitato scuotendo il cellulare, come se quel gesto potesse far accelerare il tempo.
“Di fretta? A quest’ora?”
“Chris! Dimmi quello che mi devi dire adesso!” Urlò esasperato.
“Ok, ok! Come siamo antipatici questa mattina.”
Il batterista sbuffò e fece roteare gli occhi, di nuovo.
“Comunque, volevo solo avvisarvi che Tom ha programmato per dopodomani un’intervista con la rivista Kerrang, e quindi vi ha prenotato un aereo per stasera per Londra.” Spiegò finalmente il bassista con calma. Dom ammutolì e sgranò gli occhi.
“Non è possibile.” Sussurrò dopo qualche secondo.
“Cosa?” Chiese Chris.
“Noi non possiamo esserci.”
Stavolta il silenzio calò dall’altra parte del telefono.
“Ma che stai dicendo? Come non potete?!” Incalzò il bassista, confuso.
Nel frattempo erano arrivati davanti a Malpensa: scesero, pagarono e presero le valigie dal baule.
“Non possiamo, stiamo per prendere un aereo per New York, Chris.” Rispose Dom mentre si fiondava di corsa all’interno dell’aeroporto insieme a Matt.
“New York?! Ma che cazzo ci andate a fare?”
“Andiamo a spassarcela un po’, chissà che magari torniamo con qualche novità!” Ridacchiò Dominic.
“Mi ha costretto lui!” Urlò Matt avvicinandosi all’orecchio di Dom dove teneva l’I-Phone.
“Immaginavo…” Sussurrò Chris avendo sentito la voce dell’amico.
“Beh, Chris io devo chiudere. Ci sentiamo eh! Ciao!” Quelle ultime parole il biondo le sparò a raffica, chiudendo immediatamente la chiamata senza dare a Chris neanche la possibilità di salutare.
Arrivarono al Check-In e si misero in coda. “Ma che voleva alla fine?” Chiese Matthew voltandosi verso Dom che stava dietro di lui.
“Ma sì, ha detto che dopodomani Tom aveva organizzato una merda di intervista con la Kerrang, ma grazie a Dio partiamo e non ci andiamo.” Spiegò il biondo con un sorriso.
Matt gli sorrise di rimando ed annuì. Neanche lui aveva voglia di concedersi ad una di quelle solite, noiose e ripetitive interviste. E quella notizia fu la prima cosa che gli fece capire di aver preso la decisione giusta. Forse partire si sarebbe rivelata una bella idea col passare dei giorni. Matt tirò un sospiro mentre il suo turno al Check-In era ormai vicino.

                                                               *

Le nove ore di viaggio furono abbastanza tranquille, almeno per Matt; cosa alquanto strana dato che stava per lasciare l’Italia e abbandonare la sua ormai routine depressiva di tutti i giorni dall’ultimo mese.
Se ne era stato per quasi tutto il tempo a guardare fuori dal finestrino, a dormire o a giocherellare con l’I-Phone, che Dom gli aveva regalato, nella più totale beatitudine. Poche volte aveva rivolto la parola all’amico, che sembrava quasi caduto in uno stato comatoso e Matthew non riusciva proprio a spiegarsi il perché.
La prima volta gli aveva chiesto dove gli sarebbe piaciuto alloggiare e la risposta fu immediata, concisa e svogliata: “Non lo so”.
La seconda volta con molta calma, dato la replica ‘gentilissima’ di prima, gli chiese che cosa avesse da essere così triste, visto che alla fine stavano andando a New York come lui voleva. La risposta fu altrettanto ‘carina’ e ‘soddisfacente’ come la precedente: “Niente, Matt, niente”.
Tentò un’ultima volta di iniziare una conversazione mettendola sul ridere, ma con nessun successo. “Dom, stamattina sembravi drogato quando ti sei bloccato a fissarmi per tre minuti buoni!” Rise di gusto. “Perché l’hai fatto?”
Dominic in quel momento avrebbe voluto sotterrarsi e avrebbe anche gradito rimanere sotto terra per un bel po’, al riparo dalle domande e dagli occhi curiosi di Matt. “Te l’ho già detto”. Rispose poi sbuffando.
Matthew a quel punto si arrese e si mise comodo sul sedile, si infilò gli auricolari nelle orecchie, chiuse gli occhi e si abbandonò ai suoi pensieri rinchiudendosi nel suo mondo, cullato dalle dolci note di qualche canzone.
Atterrarono verso le cinque e quaranta di pomeriggio, recuperarono le valigie ed uscirono dall’aeroporto. Fuori il tempo non era dei migliori, il cielo era scuro e qualche fastidiosa gocciolina cadeva ogni tanto a bagnare capelli e vestiti dei passanti.
Camminarono per un tratto di strada, poi fermarono un taxi ed eccoli di nuovo seduti.
“Dove vi porto, signori?” Chiese l’autista mentre  faceva qualche manovra per infilarsi nel traffico.
Matt si voltò verso Dom in cerca di qualche risposta ma il biondo fece spallucce e prese a guardare fuori dal finestrino, fregandosene. “Al Plaza, grazie.” Rispose poi il cantante.
Proprio non riusciva a capire che cosa gli passasse per la testa a quel ragazzo, aveva cambiato umore in così pochissimo tempo. Nel giro di un quarto d’ora, tempo di attraversare tutte le procedure ed imbarcarsi sul volo, e un attimo: il sorriso di Dominic Howard era scomparso, svanito nel nulla. Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Aveva detto qualcosa di sbagliato? No. Almeno lui pensava così.
Dopo la telefonata di Chris non avevano quasi più parlato. Se non qualche battutina veloce.
Ecco, appunto: qualche battutina veloce. Il problema stava esattamente lì. In quello che Matthew aveva detto, in quello su cui aveva scherzato e che non gli era parso chissà che cosa, ma che a Dom aveva fatto scattare un allarme che ora risuonava nella sua testa senza sosta.
Una oretta dopo, a causa del traffico che aveva allungato il tempo da trascorrere in auto, arrivarono all’hotel. Di corsa, sotto l’acqua scrosciante, entrarono nella Hall. C’era poca gente, per qualche strano motivo. Solitamente quel hotel aveva la fama di essere sempre affollato.
Si avvicinarono alla reception e un ometto con un completino blu giacca e cravatta saltò fuori da sotto al bancone facendo sobbalzare i due che stavano per suonare il campanellino color oro che stava sulla scrivania.
“Buonasera, come posso esservi utile?” Chiese gentile il ragazzo occhialuto sorridente.
“Salve! Vorremmo prenotare due stanze matrimoniali.” Rispose Dominic frettoloso mentre torturava un foglietto di carta sotto la sua mano.
“Stesso piano, affiancante, comunicanti… Come le volete?” Domandò il ragazzo ridendosela sotto i baffi.
Matthew lanciò a Dom un’occhiata divertita. Poi si sporse verso il giovane di fronte a loro e alzò un sopracciglio con fare di sufficienza. “Senti bello, non penserai mica che siamo due froci che vogliono fare finta di niente, vero?” Sibilò cattivo.
Il ragazzo indietreggiò ed accennò un sorrisetto impaurito. “N-no, signori! Assolutamente no. Come avete potuto pensarlo?” Balbettò.
Dominic sorrise, anche se quell’ultima frase di Matt l’aveva fatto pensare. E quell’allarme nella sua testa aveva ripreso a suonare più forte e più fastidiosa di prima.
“Ah, ecco…” Rispose il cantante secco, senza far trasparire il suo divertimento. “Vogliamo due cazzo di camere matrimoniali, al cazzo di piano che ti pare.”
Il receptionist annuì spaventato. Probabilmente pensava fosse chissà quale boss mafioso, o delinquente che aveva appena rapinato una banca e veniva a spendere tutti i suoi soldi all’hotel più costoso di New York, a farsi la bella vita finché la polizia non lo avesse beccato.
Iniziò a scorrere velocemente la lista di tutte le camere libere in quel giorno, sul suo computer.
“Ci sono due suite matrimoniali al quinto piano, una di fronte all’altra. Va… Vanno bene?” Chiese dopo qualche minuti, ancora intimorito.
“Direi che va benissimo.” Rispose Dom con gli occhi fissati sul ragazzo mentre accarezzava con un dito il bancone di marmo.
“Perfetto, allora.” Disse voltandosi e prendendo due mazzi di chiavi. “Sono la 507 e la 509.” Glieli porse.
“Grazie.” Replicarono all’unisono.
Presero le valigie e fecero per allontanarsi quando Matt si girò di colpo verso il ragazzo, che sobbalzò spaventato. Si sentiva in dovere di rassicurarlo, visto che gli era parso fin troppo impaurito.
“Guarda che stavamo scherzando.” Ridacchiò. “Siamo i Muse, non so se hai presente…” Aggiunse vedendo il viso dell’ometto rilassarsi.
“No, scusate ma non so chi siate. Però mi sento meglio ora.” Sorrise il receptionist.
Matt sorrise di rimando insieme a Dominic. “Immaginavo. Beh, ciao ragazzino.” Disse poi allontanandosi.
“Arrivederci, signori.”

                                                                * 

“Piove ancora, Dom.” Disse Matthew mentre guardava fuori dalla finestra della camera, rompendo il silenzio che ormai regnava da troppe ore fra loro.
“Umh.” Fu l’unica risposta del biondo. L’unica che aveva dato anche per tutta la durata della cena al ristorante.
Stava sdraiato sul letto, petto nudo e sigaretta in bocca, fissava il soffitto da circa un quarto d’ora. Aveva ancora quell’atteggiamento di chi se ne frega di tutto e di tutti, e non accennava a voler parlare con l’amico che stava per aver un attacco isterico, talmente si era innervosito in quel momento. Aveva tenuto duro tutto il giorno, sperando che Dom cambiasse umore, ma ancora non aveva ottenuto dei miglioramenti perciò decise di farla finita con questo dramma una volta per tutte.
Si voltò di scatto e andò verso il letto dove Dominic era sdraiato, si mise in piedi al suo fianco. Incrociò le braccia e rimase a fissarlo per qualche secondo, poi scoppiò. “Si può sapere che cazzo c’hai? Eh?!” Ringhiò appoggiando un ginocchio sul materasso e facendo spaventare Dom che non si aspettava una sua reazione così improvvisa. Si mise a sedere e fece spallucce. “Niente, cosa dovrei avere?” Rispose tranquillo, come se niente fosse, come se lui si fosse comportato normalmente per tutto il tempo.
“Vaffanculo, Dom! Mi sono rotto le palle di vederti così! Si può sapere che c’è?” Gridò di nuovo il cantante. Poi si sedette al fianco dell’amico che aveva incrociato le gambe e continuava a fumare la sua sigaretta nella più totale armonia. Almeno, armonia poteva sembrare dall’esterno, ma all’interno di armonioso non c’era proprio nulla.
“Non ho nulla, ti ho detto.”
“Sì, certo, continua pure a fingere. Se non avevi nulla non te ne stavi zitto per tutto il giorno! Ti rendi conto che questa è l’unica conversazione che abbiamo avuto?”
“E allora?” Domandò il batterista mentre tirava una boccata alla Marlboro tra le sue dita.
“E allora?! Se c’è qualcosa che non va me lo devi dire! Subito!” Sbottò l’altro. “Se ho fatto o detto qualcosa di male dimmelo, ti prego!” Lo supplicò accarezzandogli un ginocchio.
Dom abbozzò un sorriso.
Era deciso a mettersi allo scoperto, beh, non del tutto, Era solo deciso a confessare finalmente cosa lo aveva ammutolito tutto d’un tratto quella mattina.
“E’ una cazzata.” Sussurrò imbarazzato. “Però te lo dico lo stesso.”
“Spara.” Disse Matt, curioso e felice di ascoltare le ragioni dell’amico.
Dom si allungò verso il posacenere sul comodino, ci spense la sigaretta e poi si chiarì la voce. “Ecco, stamattina, quando mi hai detto del tuo sogno…” Incominciò a spiegare il biondo.
Matt annuì, si ricordava bene di avergli raccontato del sogno della mattina precedente, quello che gli era parso quasi una strana premonizione.

“Ci crederesti se ti dicessi che mi sto innamorando di te?” Quelle parole lo avevano colto alla sprovvista nella realtà, a mente fredda ma nel sogno, se lo ricordava bene, no. Ne era rimasto estasiato e aveva provato felicità, aveva sentito il suo cuore battere, battere forte, impazzire di gioia al suono di quelle dannatissime parole. Ma la vergogna che aveva provato appena sveglio, no. Quella non c’era.
Questo non lo aveva detto a Dom, se l’era tenuto per sé, limitandosi a raccontare il tutto con nonchalance e mettendola sul ridere. Raccontandolo quasi come una barzelletta, anche se sentiva che non avrebbe dovuto farlo, perché una parte di lui non era d’accordo. A quella parte discordante era piaciuto, proprio come l’abbraccio fuori dal bar. Avrebbe voluto che non finisse mai.
Matt scosse la testa come per cercare di scacciare quei pensieri sgraditi.
“Non è una cosa così… Strana?” Chiese Dominic inclinando la testa da un lato.
“Sì, un po’ lo è.” Ammise il moro.
“Già.” Sussurrò l’altro.
Matthew si avvicinò di più a Dom, ponendosi nella sua stessa posizione a gambe incrociate, di fronte a lui. “Scusa ma questo che c’entra con il fatto che tu sia stato muto per tutto il giorno?”
Dom ridacchiò.
“Ci pensavo, ecco tutto.” Sospirò. “Ci pensavo e tentavo di capire.”
Poi si sdraiò appoggiando la testa sulle gambe di Matt. “E alla fine ho capito.” Aggiunse.
Matthew incominciò ad arricciare i capelli color grano di Dominic tra le sue dita, prima una ciocca poi l’altra, lentamente.
“E cos’hai capito?” Chiese.
“Ho capito che non è difficile innamorarsi di uno stronzo come te.” Rispose quasi bisbigliando.
Matt in un primo momento scoppiò a ridere, poi lo sguardo gli cadde sul viso di Dom, che lo fissava in silenzio con la testa sulle sue gambe e ammutolì. Il biondo era serio. Perché mi guardi così, Dom?
“Che c’è?” Domandò Matthew tirando un pizzicotto alla guancia di Dom che però non si mosse né si lamentò come suo solito.
“Non hai capito, vero?” Disse Dominic, scuotendo la testa.
Matthew fece segno di no. “Cosa devo capire?”
Sei stupido Matt, sei un’idiota totale a volte. Era stato difficile per Dom riuscire ad esternare quello che provava anche se non proprio apertamente, ma Matt era riuscito a rovinare tutto. E lui non se la sentiva di fargli capire, di ripetersi. “Niente, niente.” Rispose poi il batterista mentre tentava di tirarsi su a sedere.
“Come niente? Adesso me lo dici!” Gridò l’altro ridacchiando e bloccandolo ancora con la testa sulle sue gambe.
“Niente, davvero.” Disse Dom, scacciando le mani fredde di Matt dal suo petto che lo tenevano sdraiato.
“Ti ordino di dirmelo, immediatamente!” Continuò Matthew cominciando a torturare Dom. Si scagliò sopra di lui, in un attimo, minacciandolo di fargli il solletico, cosa che Dominic odiava dato che rischiava di soffocare ogni volta. “Dimmelo!”
Dom scosse la testa.
“Ok, cazzi tuoi adesso.” Annunciò il moro, iniziando a solleticarlo dappertutto. Cominciò dalla pancia, poi il collo dove Dom soffriva di più. Tra una risata e l’altra il biondo cominciava a soffocare e quando Matt arrivò al punto di pensare di perderlo si fermò.
Dom inspirava ed espirava profondamente. “Pensavo di morire.” Sussurrò.
“Allora me lo dici?” Disse il cantante ancora sopra di lui inarcando le sopracciglia.
“No.”
“Preparati allora!” Sghignazzo avvicinando ancora le sue mani pericolosamente al collo di Dom, che alzò le sue per bloccarlo.
“No, no basta! Ok, aspetta.”
“Ah beh, vedo che hai capito.” Sorrise Matt.
“Fammi alzare prima.”
“No, perché poi scappi.”
“Non sono un bambino di tre anni, Matt.” Replicò Dom roteando gli occhi.
Matt sbuffò. “Non ti lascio andare comunque.”
“Ok, come vuoi.” Si arrese il biondo.
Si sentiva un peso al torace, che però non dipendeva da quello di Matt che stava sopra di lui, ma bensì dalla paura. Dalla paura di confessare tutto, dalla paura di essere rifiutato, come amante, come amico, come tutto.
Prese un respiro profondo.
“Merda, mi vergogno.” Pensò poi ad alta voce, Dom.
“Ti vergogni di me?” Chiese incredulo il cantante.
Il biondo sorrise, arrossendo imbarazzato. “Sì, da morire.” 
“Dom…” Sussurrò Matthew.
“Vorrei scappare.” Perché mi sono incastrato in questa situazione? Che cosa mi passa per questo dannatissimo cervello?
“Ho fatto bene a non lasciarti andare, hai visto?” Scherzò il cantante, mentre pizzicava ancora una guancia di Dom che rimaneva impassibile e non accennava a ritornare del suo colore naturale abbandonando quel rosso accesso.
“Ok, Matt…” Si decise finalmente dopo qualche secondo di ripensamenti. Il cantante sorrise, era curioso, eccome se lo era.
“Ci crederesti se ti dicessi che mi sto innamorando di te?” Dominic pronunciò quelle parole, a raffica come una piccola mitragliatrice, che stava mirando proprio al cuore di Matt.


 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Questo capitolo è corto, anzi cortissimo.
Ma lo preferisco così.
Non so quando aggiornerò ancora, penso presto ma mi è venuta la febbre e ho bisogno di riposarmi un po’.
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate.

Passiamo ai ringraziamenti ora. Mi sembra di avervi scritto dei poemi, forse sono più lunghi del capitolo! XD
 

Deathnotegintama: Come cominciare? Forse dicendo che sei stata ancora la prima per una volta è la cosa migliore! Siii! Ormai quando pubblico gli aggiornamenti non vedo l’ora di trovare il tuo commento.
Comunque…grazie, grazie mille e milioni di volte. In quest’ultima recensione mi hai riempito di complimenti e non me l’aspettavo, proprio no. Dire che sono felice che tu abbia AMATO il terzo capitolo è poco, sul serio. Mi veniva quasi da piangere.
E poi tu sei un indovina! Cavolo, come hai fatto? Appena dopo aver letto la tua recensione al secondo capitolo mi sono detta: “Ma no, lei ha già capito tutto! E come faccio adesso?”
Poi, poi… Cosa dovevo dirti… Ah sì! La storia delle camere matrimoniali. Non so, mi ispiravano di più due matrimoniali che due singole. Giusto per farli stare più comodi quando…ecco, hai capito.
Ovviamente aspetto la tua recensione, per prima come sempre. Un bacione enorme.

patri_lawliet: L’esclamazione iniziale mi è piaciuta da morire, Oh Jesus Christ Superstar! XD
E io ti dico: Oh Saint Bellamy, quanti complimenti! Un genio? No, ma dici sul serio? *si gongola tutta contenta* Sei stata carinissima, ed io sono stracontenta che ti siano piaciuti entrambi i capitoli e che ti abbiano fatto sorridere. *si rigongola* E Matt che esce dalla doccia possiamo solo sognarcelo, purtroppo. Com’è crudele la vita a volte. ç.ç
E poi, ma cosa dici? Che la mia fiction è meglio della tua? Ma stai scherzando?!
Aspetto un’altra delle tue recensioni che mi fanno arrossire. Baci <3

Lilla Wright: Carissima! Ma solo un sorriso? Ero davanti al pc che ridevo come una deficiente! Ti giuro, mi hai fatto morire dalle risate. Il receptionist demente poi…ahahah! Rido ancora se ci penso. E adesso devo implorare il tuo perdono! Lo so sono stata crudelissima, scusami! E’ stata dura anche per me finire il capitolo così, ma un po’ di suspense ci vuole! XD
Comunque, niente trolley (temporaneamente disperso) di colore fucsia! Se proprio dovrò descrivere la valigia di quel ritardato di Matt prometto che non sarà fucsia!
Spero di rimediare con questo capitolo. Un baciooooone! *-*

WhereIsMyMind: Ed eccomi qui, a ringraziare anche te. Penso che potrei piangere se non trovassi una tua recensione. 
All’inizio anche io, devo dirti la verità, non pensavo di far confessare tutto a Dominic in questo capitolo, ma alla fine l’ispirazione mi ha portato a scrivere così.
Matt con il tipo dell’albergo è inquietante? Sì, hai ragione. Te lo immagini con la sua faccia da topolino tutto incazzato? Oh che carino.
Comunque sono contenta che sei curiosa, vuol dire che almeno un po’ la storiella ti piace, e questo mi fa gongolare di felicità. Spero di non averti fatto aspettare tantissimo. Un bacione. 

barbydowney: Ossì! Una nuova fantastica lettrice! Piacere di conoscerti! ^^
Onorata che ti siano piaciuti questi primi tre capitoli e che tu li abbia letti tutti d’un fiato ( No, ma davvero?). Spero che seguirai ancora. Un bacio 

Buona lettura. 

Capitolo 4.
 

Quando pensi che tutto è perduto, che ormai la cazzata l’hai fatta, che hai rovinato tutto e che non puoi più tornare indietro. Quando credi che tutto quello che hai costruito, che l’amicizia di una vita stia per sfuggirti, stia per scivolare via dalla tue mani come una stupida saponetta troppo bagnata. E capisci che non c’è più niente che tu possa fare è come se il mondo crollasse. Sì, è come se crollasse proprio addosso a te.

Eccoli, i proiettili di Dom.
L’avevano raggiunto, il suo cuore, ma non facevano male.
Gli occhi di Matthew fissavano quelli di Dominic impauriti.
Le loro casse toraciche erano immobili, i loro respiri si erano fermati.
Come così anche i loro cuori.
“M-Matt…” Sussurrò Dom tremante, ancora sotto il peso del moro. “Ti prego, dì qualcosa.”
Matthew scosse la testa, un movimento quasi impercettibile ma che Dominic riuscì a cogliere. Si alzò di colpo, scavalcando il corpo del batterista. Si scaraventò giù dal letto, ed ora in piedi andò verso la finestra.
Preso un respiro ma non rispose.
Guardava fuori, le luci della sera, le macchine che passavano veloci e la gente che camminava sotto agli ombrelli colorati. Intanto Dom si era sollevato e si era messo a sedere sul letto.
Si portò le ginocchia al petto e ci appoggiò la testa, le unghie conficcate nelle coperte imbottite. Fanculo. Fanculo! Sono un cretino.
Matt si voltò e lo guardò.
Chi avrebbe mai creduto che sarebbe stato possibile? Chi avrebbe mai creduto che un giorno il tuo migliore amico ti avrebbe dichiarato il suo amore? E chi avrebbe mai creduto che tu lo avresti ricambiato?
“Matt…” Disse Dom, che si era appena reso conto di aver fatto la cazzata peggiore della sua vita. “Scusa. Scusami, ti prego. Non possiamo cancellare tutto?”
Matt abbozzò un sorriso e mosse dei passi verso il letto. Era più sicuro di poco prima e sapeva quello che voleva, ora.
“Non credo, non è una cosa facile da dimenticare, Dom.” Rispose piano.
Il biondo si alzò e venne incontro a Matt, si mise le mani fra i capelli. “Io… Io non lo so perché l’ho detto.” Mormorò imbarazzato.
“Non importa.”  Disse Matt avvicinandosi a Dom. Gli accarezzò una guancia col dorso della mano. “Non sono arrabbiato, né chissà cos’altro. Non sono nemmeno scandalizzato.” Aggiunse poi stringendo il corpo del biondo tra le sue braccia.
Percepiva il calore della pelle nuda di Dom sotto alle mani fredde, lo sentiva tremare. “Sono felice, solo questo.” Gli sussurrò nell’orecchio dolcemente, facendolo rabbrividire.
Poi premette piano le sue labbra sulla pelle chiara della fronte del batterista, tra i ciuffi dei capelli biondi lasciati lunghi.
Le braccia di Dom lo avevano circondato e lo stringevano contro di lui.
Lo vide sorridere al tocco delle sue labbra e lentamente scese, lasciando dei dolci baci su tutto il suo viso. Sugli occhi, sul naso, sulle guancie arrossate. Poi… Le sfiorarono. Le labbra sottili e rosee di Matt sfiorarono quelle carnose e rosse di Dom. Il respiro sicuro di Matt si mischiò a quello spezzato e impregnato di fumo di Dom.
“Matt…” Sussurrò Dominic a fior di labbra.
“Shh…” Fu la risposta del moro.
E poi eccole.
Morbide, dolci, leggere, le sue labbra su quelle di Dom.
Le dita tra i capelli scuri, le mani fredde sulla schiena, i respiri affannati.
E la vergogna.
Ma nonostante questo si baciavano.
Si baciavano e non si fermavano.
Si baciavano e le mani percorrevano i loro corpi, curiose.
Le labbra si schiusero poco a poco, e le lingue si incontrarono timide. Si abbracciarono e si assaporano. Dom teneva ancora le mani tra i capelli di Matt quando premette ancora di più il palmo sulla sua nuca e il cantante avanzò, portandolo con sé verso il letto.
Ci caddero sopra. Matt sovrastava Dominic e le loro labbra erano ancora incollate, come gli occhi erano ancora chiusi. I battiti dei cuori sembravano fondersi al contatto dei loro toraci. Sembravano battere all’unisono, e mischiati ai loro sospiri e ai gemiti soffocati parevano creare una sinfonia.
Si baciarono per un tempo infinito. Si scoprirono lentamente. Si scoprirono sotto una nuova e più chiara luce. Quella dell’amore.
Ed era tutto così maledettamente perfetto.
Si, lo era eccome. Sentire i loro respiri mischiarsi, sentire l’odore dei loro corpi, sfiorare quelle labbra che parevano essere diventate come una colla. Non riuscivano a staccarsi ed erano diventati una dipendenza ormai, l’uno per l’altro. Una dipendenza alla quale avrebbero difficilmente rinunciato.
E si addormentarono così quella prima notte, abbracciati e silenziosi. Ancora non del tutto sicuri di non star vivendo una stupida illusione.


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ecco il quinto! Finalmente ce l’ho fatta ad aggiornare.
In questo periodo forze superiori (i miei) mi impediscono di stare al pc, di conseguenza ho meno tempo per scrivere.
Comunque ho cambiato rating alla storiella, da giallo ad arancione. Sappiate che è la prima volta che scrivo una cosa del genere, spero di non aver fatto proprio schifo. 
Fatemi sapere.

Aggiornerò il prima possibile, parola di Scout!  

Ed ora passiamo a voi, mie dolci seguaci:
 

Deathnotegintama: Devo dirti subito una cosa: ADORO l’immagine del tuo account! Santissimo Bellamy! E’ fantasticamente stupendamente splendida. *sbava*
Aspetta che riprendo possesso delle mie facoltà mentali… … … … … … …
Ecco fatto: ci sono.
Ovviamente grazie, come al solito. Felicissima che ti sia piaciuta la scena del bacio. E’ stato un parto doloroso, ma alla fine è nata! XD
Alla prossima, baci. <3

BJgirl: Ma ciao, piacere di conoscerti!
Oddio quanto mi hai fatto arrossire. Stupenda? La mia fiction?
Non so come ringraziarti, davvero. Spero solo che seguirai ancora. Un bacio.

Lilla Wright: Tesoro! Sono strafelice (e quando dico “stra” vuol dire che lo sono tanto, ma tantissimo) di non averti delusa. E poi l’hai messa tra le preferite? *si commuove*
Addirittura l’Oscar? Ma la caramella va benissimo! *-*
E menomale che la risposta era affermativa, se no mi uccidevi Matt! No, davvero…ti immagini? “Notiziario delle 20: Vocalist dei Muse ucciso da Lilla perché non voleva fare il puccioso col suo batterista, che gli aveva appena stracucciolosamente dichiarato il suo amore!”
Adesso, a parte gli scherzi, mi ha fatto davvero piacere leggere questa tua recensione. Sei stata dolcissima. Ti aspetto ancora, dolcezza! Tanti bacioni <3 

barbydowney: Sii! Sono contenta che ti è piaciuto, anche se è corto!
Gli occhi a cuoricino? Ossì, li conosco bene.
La febbre mi è passata quasi subito, anche se devo dire che stare a casa da scuola qualche giorno non è stata un brutta cosa. 
A presto! Bacioni <3 

MusicAddicted: Saaaaaaalve! Oh che bellezza! Hai commentato anche tu, non ci speravo più ormai. Io sono innamorata della tua How. *-*
Felicissima che ti sia piaciuto, e che tu lo reputi una delle scene BellDom più dolci che tu abbia mai letto. *si gongola*
Grazie mille dei complimenti, davvero. Spero seguirai ancora, compagna di febbre.

WhereIsMyMind: Grazie mille, di tutto. Aspetto sempre la tua recensione con ansia, e sapere che continuerai a seguire la mia storia è rassicurante. Felice che ti sia piaciuta la scena del bacetto. Alla prossima, un abbraccio.

patri_lawliet: Anche io ho pensato subito a Chris dopo la tua esclamazione XD
Comunque, sono contentissima che ti sia piaciuto questo capitoletto e soprattutto ho visto che avete apprezzato tutte che l’ho tenuto corto. Menomale!
Sì, tanto romanticismo… Loro sono la pucciosità fatta a coppia. <3 Kiss!

BrokenGlass: Lei, leiii! Si, proprio colei che sta scrivendo quella meraviglia e che sta facendo vivere un sogno a tutte noi che crediamo nell’amore tra quei due, ha recensito la mia schifezza! E io non potrei essere più felice! Soprattutto perché un pochino ha detto che le piace! Uiiiiiiiiiiii! 
*si riprende dallo sclero*
Devo dirti la verità, anche io preferisco il terzo capitolo agli altri, mi sono divertita di più a scriverlo. E per il quarto, mi spiace averti delusa e non averli fatti andare subito al sodo ma vedrai che combineranno qualcosa fra poco. Ossisisisì! Un bacione grande! 

dolcettina: Ti ringrazio tantissimo. ^^ Spero che continuerai a seguire! Un bacio.

Ovviamente grazie anche a chi l’ha aggiunta alle seguite e chi legge solamente. 
 

Capitolo 5.
 

The paranoia is in bloom, the PR, the transmissions will resume, they’ll try to push drugs…”
Uprising incominciò a risuonare a tutto volume nella camera illuminata solo dal chiarore del mattino, che proveniva dalla finestra.  
Dominic aprì gli occhi spaventato da quel frastuono e lo sguardo gli cadde subito sul suo petto. Dei capelli scuri e scompigliati glielo solleticavano, ed una mano bianca era appoggiata sulla pancia.
Sorrise.
Non era stato un sogno, allora.
Non aveva solamente immaginato di baciare… Matt.
Nonostante il risveglio dolce e desiderato, una cosa stava rovinando tutto.
E quella cosa, che si trovava dall’altra parte della stanza sullo scrittoio, era il cellulare di Matthew. “They will not force us, they will stop degrading us, they will not control us, we will be victorious!...”
Il possessore di quel dannatissimo telefono non dava segni di vita, perciò Dom capì che sarebbe toccato a lui alzarsi. Sperava solo che fosse la sveglia e non una chiamata di qualcuno, cosa che era decisamente più probabile dato che Matt non si sarebbe mai sognato di puntare la sveglia in vacanza.
Così il biondo, spostò delicatamente la testa del cantante e dopo averlo sistemato bene sotto alle coperte si alzò e corse verso quel maledetto cellulare.
Come immaginava: una chiamata e la faccia di Chris che lampeggiava sullo schermo.
“Non è possibile! Cos’è, una persecuzione?!” Imprecò a bassa voce Dom. Poi accettò la chiamata e si portò il cellulare all’orecchio.
“Pronto!” Ringhiò dirigendosi verso il bagno, così per non svegliare il compagno di stanza.
“Matt?” Domandò Chris dall’altra parte. “Hai cambiato voce?”
“Sono Dom, cretino!” Sbottò il biondo dopo aver chiuso la porta.
“Ah, ciao Dom! Non ti avevo mica riconosciuto, sai?” Disse il bassista. E non ricevendo nessuna risposta continuò a parlare imperterrito. “Sei appena sveglio, vero? Sembra che hai la voce da trans!” Ridacchiò divertito.
Dom digrignò i denti. “Ma la voce da trans ce l’hai tu, panzone!”
“Non insultare eh!” Disse il bassista.
“Ma se mi hai appena insultato tu!”
“Io stavo scherzando, tu no.” Chiarì la situazione Chris. “Comunque, per tua grazia, farò finta di niente questa volta.”
Dominic sbuffò. “Menomale, se no non so che avrei potuto fare per farmi perdonare.” Lo sbeffeggiò poi. “Beh, che vuoi alla fine?”
“Ma sei incazzato?”
“Te ne sei accorto allora!” Sospirò Dom.
“E perché?” Domandò curioso Chris.
“Sai, Chris… Quando uno si prende una vacanza, vorrebbe rimanere tranquillo, dormire fino a tardi e farsi i cazzi propri. Ma con te questo non è possibile! Perché ormai devo rimanere in ansia tutti i giorni per paura di una tua chiamata, non posso dormire fino a tardi perché tu chiami alle nove di mattina e in più, stando al telefono con te non ho tempo per farmi i cazzi miei! Comprendi?!” Strillò Dominic mentre stritolava l’I-Phone di Matt tra le dita della mano destra.
Dall’altra parte solo il respiro pesante di Chris.
Passarono diversi secondi e ancora niente. Dom si era seduto sul bordo della vasca e attendeva una qualsiasi risposta dal bassista, che sembrava essere ammutolito.
All’improvviso un sonoro ‘vaffanculo’ risuonò nell’orecchio di Dominic e subito dopo la linea
cadde. “Chris?” Chiamò Dom non ancora sicuro di quello che era appena accaduto. In risposta dal cellulare solamente dei tu-tu che sembravano prendersi gioco di lui. Oh beh, affaracci suoi. Speriamo che non chiami per un po’.
Poi uscì dal bagno cercando di essere il più silenzioso possibile per non svegliare Matt, ma non fece in tempo neanche a mettere fuori un piede che vide il cantante seduto sul letto a gambe incrociate fissarlo incuriosito. Appena i loro sguardi si incrociarono il nervoso che invadeva Dominic si dissolse nel nulla e sulle sue labbra si disegnò un dolce sorriso.“Già sveglio?” Chiese mettendosi a sedere affianco a Matthew.
“Con te che hai urlato fin adesso come un pescivendolo, non vedo come potrei stare ancora dormendo.” Rispose il moro con un ghigno. “A proposito con chi parlavi? Meglio, con chi litigavi?”
“Chris.”
“E perché litigavi con Chris?!” Domandò Matt. 
“Perché sì.” Replicò Dom mettendo il broncio.
“Che risposta è ‘perché si’?”
Il batterista si distese a pancia in su, con le mani dietro la testa sbuffando.
Matt si sistemò accanto a lui con le braccia conserte. “Dom?”
“Ma che c’è?!” Sbottò il biondo facendo una smorfia.
“Si può sapere che ti ha detto Chris?” Chiese Matthew alzando il tono della voce, che fino a quel momento era rimasto lieve e calmo.
“No.” Lo zittì Dom che subito girò la testa dall’altra parte, a fissare il muro.
Matt tirò un sospiro e allungo una mano verso il corpo del suo batterista, gli sfiorò la pancia. Era stranamente fin troppo calda, di un tepore che faceva venir voglia di appoggiarci il viso e addormentarsi così, proprio come aveva fatto lui la notte passata.
“Dom, ti sei offeso?” Sussurrò preoccupato il chitarrista, abbandonando la mano sul fianco di Dominic.
“No.”
“E allora che hai? Ti sei alzato col piede sbagliato stamattina?” Aggiunse Matt.
Dom si voltò di nuovo verso di lui e alzò un sopracciglio. “Non sopporto che usi nostre canzoni come suonerie, odio il tuo cellulare e di conseguenza chi l’ha fatto squillare.” Sibilò poi.
Matt sorrise amaramente. “Tu non odi Chris.”
“Lo so.” Sospirò Dom. “Solo che è assillante a volte.”
“Ci vuole bene e vuole starci vicino, tutto qui.” Rispose Matthew mentre aveva iniziato ad accarezzare l’addome dell’amico.
Dom inizialmente ebbe un fremito al tocco delicato di Matt, ma subito dopo si lasciò andare alle dolci coccole che in quel momento gli stava riservando.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, solo a fissarsi negli occhi. Solo a far si che l’azzurro si mischiasse per l’ennesima volta a quel verde, che pareva brillare ogni qualvolta essi si incontrassero.
Matt sentiva crescere una voglia dentro di sé. Una voglia che sapeva ancora di nuovo, la quale aveva potuto soddisfare solamente una volta: la notte precedente, tra le braccia di Dominic.
Così fece lui il primo passo, stavolta. Portò la sua mano tra i capelli biondi di Dom e in un attimo gli salì sopra, a cavalcioni.
“Matt?” Sussurrò Dom, incredulo di quell’azione improvvisa del chitarrista.
“Oh, stai zitto, Howard. Per una volta che prendo un’iniziativa…” Disse sorridente Matthew.
Poi appoggiò le sue labbra bramose su quelle di Dom. Le socchiuse, gliele morse, le assaporò.
Le mani di Dom ancora insicure, vagavano sulla schiena di Matt, sotto alla maglietta leggera del pigiama; la accarezzavano, la graffiavano.
Il battito del cuore era accelerato, pareva potesse esplodere da un momento all’altro frantumando le costole.
Un gemito trattenuto. Un altro.
Le labbra.
La lingua.
I bacini schiacciati l’uno contro l’altro.
Un altro gemito.
Un sospiro.
Un rumore.
Un rumore che non dipendeva da loro due.
Matt allontanò il viso da quello di Dom, che non si era accorto di nulla ed era rimasto con gli occhi chiusi ancora in estasi. A Matthew scappò un risolino divertito, e questo fece riprendere Dom dall’inebriamento.
Ancora quel rumore.
Era qualcuno che bussava alla porta e anche con insistenza.
“Chi è?” Chiese il chitarrista senza spostarsi dalla sua posizione.
“Sono il ragazzo della reception, ho bisogno urgente di parlarle, signore.” Rispose la voce fuori dalla porta.
Matt sgranò gli occhi, fissati su quelli di Dom che parevano riflettere la stessa espressione. “Bene! E adesso chi glielo spiega a quello che non siamo due froci?” Sussurrò Dominic.
“Merda.”
Il moro si alzò di fretta e fece alzare il batterista dal letto, indicandogli il bagno. “No scusa, ma vuoi che mi nasconda in bagno?” Domandò lanciandogli un’occhiataccia.
“Hai un’idea migliore?!” Disse Matt inarcando un sopracciglio.
“Signore? Mi ha sentito?” Chiese di nuovo il ragazzo che aspettava fuori dalla porta da qualche minuto.
“Sì, arrivo subito.” Rispose Matt agitato.
Dom si tirò una sberla sulla fronte proprio mentre stava per entrare in bagno. Si voltò verso l’amico e scosse la testa. “Matt!” Bisbigliò fermandolo quando era in procinto di aprire la porta al receptionist.
“Che c’è ancora?!”
“Siamo due deficienti! Questa è la mia camera!” Rispose Dom, nonostante tutto divertito dalla situazione in cui si erano cacciati.
Matt si sentì sprofondare. “Cazzo, e adesso? Ormai ha sentito la mia voce.” Continuò la conversazione sussurrando. Intanto il ragazzo bussò ancora.
“Vai tu, Dom.” Aggiunse infine allontanandosi dalla porta.
“Io?”
“E’ la tua camera!”
“Ma ormai ha sentito la tua voce.”
“Fa niente, magari non ci ha fatto caso.” Disse Matt entrando in bagno. “Mi raccomando, non farlo sospettare di nulla, se no poi sono cazzi.” Concluse chiudendo la porta.
Dom si infilò una maglietta ed andò ad aprire, finalmente.
Si ritrovò davanti quel ragazzetto occhialuto, che la sera prima li aveva presi per due gay e che in fondo non aveva tutti i torti. Anzi, neanche in fondo. Non aveva tutti i torti e basta. Io me lo sento, l’ha fatto apposta a venire qui; vuole controllare se le sue supposizioni sono esatte. E merda, sono perfette.
“Buongiorno, signore. Mi spiace averla svegliata così presto ma c’è un problema.” Annunciò l’ometto frettolosamente, mentre si grattava distrattamente il palmo di una mano.

Problema? E se ci hanno scoperti? E se è venuto a dirci che ormai lo sa già tutto il mondo e c’è un’orda di fan fuori dall’hotel che vuole metterci al rogo? Io non voglio morire proprio adesso.
“Che tipo di problema?” Chiese preoccupato Dom.
“Le camere che vi ho dato ieri sera erano state prenotate da altre due coppie, che sono qui giù che aspettano che voi le liberiate.” Replicò il receptionist. “Mi spiace, davvero. Ovviamente provvederò subito a trovare un’altra sistemazione, ma nel frattempo dovrebbe uscire da questa stanza.”
“Sì, certo.” Sospirò Dom, che si tranquillizzò all’istante.
Il ragazzo poi fece un sorriso furbetto, il solito sorriso furbetto. “Ho bussato anche alla stanza del suo amico, ma non ha aperto nessuno…mi sembrava di aver sentito la sua voce qui, poco fa. Potrebbe avvisarlo lei?”

E bum! Colpiti e affondati. Ma quanto siamo sfigati?
“Lo avviso io, ma non è qui.” Mentì il batterista.
“E allora come farà a liberare la camera?” Domandò giustamente il giovane, che non accennava a levarsi dalla faccia quello stupido sorrisetto.
“La libero io.”
“Ma come?”
“Mi ha lasciato le chiavi quando lui è uscito.” Si affrettò a rispondere Dominic. “Ma poi che cosa te ne frega a te?” Sbottò.
“Sì, ha ragione, mi scusi. Basta solo che scendiate giù fra un quarto d’ora così potrò assegnarvi le stanze nuove.” Rispose il receptionist.
“Sì, fra un quarto d’ora sarò giù. E smettila di usare la seconda persona plurale, qui sono solo! Solo, hai capito?” Ringhiò Dom.
“Scusi ancora, signore. A dopo!” Disse l’occhialuto e se la svignò.
Quando fu abbastanza lontano da Dom scoppiò a ridere, poi si voltò e vide però che il biondo lo stava ancora guardando. Meglio, lo stava incenerendo con gli occhi. Così si affrettò e voltò l’angolo sparendo dalla sua vista omicida.

                                                                  * 

Una spirale di fumo fluttuava sopra alla tazzina bianca tra le dita di Matt, contenente caffè macchiato. Le nuvolette si avvitavano, si abbracciavano l’una all’altra con dei sinuosi movimenti che furono interrotti bruscamente dal fiato del ragazzo che soffiò contro di esse.
“Io non capisco.” Disse poi, serio.
Dom alzò lo sguardo da un giornaletto di gossip che si era trovato sottomano e li rivolse immediatamente a Matt, che aveva preso a mescolare la bevanda bollente.
“Cosa?” Chiese puntando i gomiti sul tavolo e appoggiando il mento sul dorso della mano destra.
“Come è possibile che l’abbiamo fatto davvero?”
“Intendi quello che è successo ieri sera e prima?”
“Sì, Dom.” Rispose Matt portandosi alla bocca la tazzina da cui prese un sorso di caffè facendo attenzione a non scottarsi.
“La vedi come una cosa sbagliata?” Domandò Dominic.
“Io… Io, non lo so.” Balbettò il cantante coprendosi gli occhi con una mano. “Forse sì.”
Ecco. Così è come sei fatto, Matt. Così è come ti sei sempre comportato. Lanci il sasso e nascondi la mano, ogni volta. E anche adesso, solo perché quel cretino di un ragazzino crede quello che crede. E ha ragione, ma non vedo il motivo per cui devi tirarti indietro proprio ora. Proprio ora che ho capito che ho bisogno di te. Che ho capito come voglio sentirmi quando mi sei vicino. Che ho capito quale sentimento ci lega.
“E questo che significa?” Chiese il batterista allungando una mano e prendendo Matt per il mento obbligandolo a guardarlo negli occhi.
“Significa che abbiamo combinato solo un casino.” Rispose freddo, glaciale.
“Quindi è questo quello che pensi?” Sorrise amaramente, Dom.
Matthew annuì, poi riprese a bere il caffè distogliendo gli occhi da quelli di Dominic.
“Hai solo paura, ammettilo. Tu hai solo una fottuta paura che non ti permette di vivere quello che vuoi.” Ringhiò il batterista dando un pugno sul tavolo che provocò un rumore tale che fece girare alcune persone sedute vicino, curiose.
Matt scosse la testa. “Io non ho paura, penso solo che abbiamo fatto un errore.” Disse.
“Tu hai paura, stronzo.” Ripeté il biondo che fece per alzarsi prendendo il giubbotto di pelle appeso alla sedia accanto.
“E adesso dove vai?” Chiese Matthew che aveva iniziato a tremare a causa della brusca reazione del ragazzo di fronte a lui.
“Inverto i ruoli, scappo come fai sempre.” Replicò secco Dominic alzandosi. “E stavolta paghi tu.” Aggiunse prima di sparire dalla vista del cantante che fece scivolare la tazzina di caffè dalle mani, la quale cadde a terra spaccandosi in mille pezzettini taglienti.
Subito accorse una cameriera con uno straccio e la paletta. “Mi spiace.” Disse Matt con voce spezzata. “Non si preoccupi, adesso pulisco.” Rispose gentile la donna.
Poi si alzò e andò verso la cassa, pagò ed uscì.
Non sapeva cosa fare, non sapeva se rincorrere Dominic e dirgli che non era vero, che non era vero niente. Che si, aveva solo paura e che se avesse potuto riavvolgere il tempo non l’avrebbe mai ripetuto. Che aveva solo sbagliato e che si stava innamorando di lui, perdutamente.
Oppure tornare in hotel e rinchiudersi in camera, nei suoi pensieri e lasciare che il tempo scorresse rimediando da solo agli errori.
Si strinse nel cappotto scuro e scelse la seconda opzione, sempre più consapevole di essere un codardo, e sicuro che Dom non sarebbe tornato in hotel almeno fino a sera.  
Prese a camminare lentamente, gli pareva che il tempo fosse rallentato.
Guardava. Si guardava intorno, tra la folla di gente che camminava affianco a lui.
Cercava. Cercava i suoi capelli biondi, il suo giubbotto nero di pelle. Cercava lui.
Ma niente. Solo gente sconosciuta e qualche fan che lo aveva riconosciuto.
Dopo dieci minuti giunse all’hotel. Salì nella nuova stanza che gli era stata assegnata e si buttò sul letto appena fu entrato. Le mani sul viso, il mal di testa imminente e una morsa allo stomaco. Stava male, malissimo, ma non piangeva, no. Anche se avrebbe voluto farlo.

Hai ragione, Dom.
Hai ragione, cazzo..
Dio, se hai ragione.
Ho paura, è vero.
Ho paura di quello che pensano gli altri. Dovrei provare a fregarmene per una volta, ma dopo una vita che cerchi di piacere ed essere accettato, è difficile farlo.
Ho paura anche di quello che potrebbe succedere, tra noi due.
E se rovinassimo tutto? Tutto quello che abbiamo costruito? Tutto quello per cui abbiamo lottato? Ho paura.
Ho paura di non riuscire a trovare le parole. Le parole giuste per amarti, perfette come te.
Potrai mai perdonarmi per essermi preso gioco di te?

Improvvisamente la tasca di Matt cominciò a vibrare, distraendolo dai suoi pensieri.
Il cellulare.
Subito si ritrovò a sperare che fosse Dominic. Ma appena estrasse il telefono tutta la sua speranza svanì e rispose, seppur controvoglia.
“Chris.” Disse non appena si fu portato l’I-Phone all’orecchio.
“Oh, Matt! Finalmente sento la tua voce. Quel coglione di…” Iniziò a dire il bassista.
“Sì, mi ha detto che avete avuto una discussione.” Lo interruppe Matt.
“Diciamo che ha fatto tutto lui! Io ho solo risposto a dovere.”
“Ma si può sapere che è successo?” Chiese il chitarrista.
“Mi ha fatto capire che gli avevo rotto i coglioni abbastanza.”
A Matt scappò un sorriso. “Sai com’è Dom…”
“Sì, ma un po’ più di tatto non avrebbe guastato! Soprattutto perché volevo solo sapere se il viaggio era andato bene.” Replicò Chris.
“Lo so.” Sussurrò Matthew. “Comunque stiamo benino, New York è sempre New York, anche se in questo momento vorrei tornare in Italia.” Aggiunse tristemente.
“Matt? Che c’è? Non stai bene?” Domandò preoccupato l’amico dall’altra parte.

Glielo dico o non glielo dico? Un groppo alla gola cominciava a farsi sentire e le lacrime erano sempre più imminenti.
Matt sospirò e dopo qualche secondo di attesa rispose. “Ho litigato con Dom.”
“Che è successo?”
“Ho rovinato tutto.” Singhiozzò subito dopo, quando finalmente aveva trovato il coraggio per lasciarsi andare alle lacrime.
“Matt che stai dicendo? Non starai mica piangendo, vero?” Rispose sempre più agitato Chris.
“Ho rovinato tutto, ho rovinato tutto…” Ripeteva il cantante.
“Che è successo, Matt?! Mi sto preoccupando!” Gridò il bassista.
Matthew non rispondeva, aspettava solo che quel pianto finisse.
“Matt?! Rispondimi!” Continuava Chris. “Devo venire lì? Lo sai che io prendo il primo aereo e arrivo!”
A quelle parole Matt accennò a rispondere. “N-no, assolutamente no.” Disse. “Scusami se ti ho fatto agitare, ma ho combinato davvero un casino e non so più come comportarmi.”
Chris sospirò. “Con Dom non sai come comportarti? Matt, mi sembra una cosa così strana.”
“E’ successa una cosa strana.”
“Cosa?”
“Non posso dirtelo adesso.” Sussurrò Matthew che tentava di immaginare una possibile reazione di Chris nel caso in cui gli avesse raccontato tutto.
“E quando?”
“Quando sarà il momento giusto.”
“Matt, adesso sono preoccupatissimo non preoccupato, porca puttana! Tu e quell’altro deficiente di Dom mi farete diventare matto un giorno.” Rispose Chris esasperato.
“Ora devo andare, Chris.” Mentì Matt per terminare lì quella conversazione.
“Io però voglio sapere come va nei prossimi giorni, ok? Quindi fatti sentire, per favore. E dì a Dom che presto dovrà affrontarmi faccia a faccia.”
“Sì, certo. Grazie, ragazzone.” Disse il cantante sorridendo mentre un’ultima lacrima gli rigava il viso.
“Se hai bisogno di qualcosa, di qualsiasi cosa: chiama senza esitazioni.” Precisò il bassista. “Ciao, a presto.” Aggiunse infine Chris, prima di mettere giù.
“Ciao, Chris.” Mugugnò Matthew prima di risprofondare nell’abisso dei suoi pensieri. 

                                                                *

Un’ora.
Due ore.
Tre ore.
Quattro ore.
Cinque ore.
Una sigaretta.
Due sigarette.
Tre sigarette.
Quattro sigarette.
Un pacchetto di sigarette.

Dominic percorse il corridoio a passi lenti, quasi volesse rallentare il tempo.
Arrivò davanti alla porta di legno chiaro, appoggiò una mano sulla maniglia e spinse.
Chiusa.
Allora bussò, con due tocchi leggeri di nocche.
Attese.
Quell’attesa era oltremodo snervante. Il suo cuore sembrò fermarsi per qualche secondo, quando la maniglia si abbassò e il rumore di un giro di chiavi raggiunse le sue orecchie.
La porta si aprì.
Gli occhi arrossati di Matthew si illuminarono alla visione di Dom con la testa abbassata che gli aveva appena rivolto uno sguardo imbarazzato e un leggero sorriso. “Dom!” Gridò buttandogli le braccia al collo. “Sei qui.”
“Matt, ti prego, scu-” Incominciò a dire il biondo incrociando le braccia dietro alla schiena del cantante.
“No, Dom. Aspetta.” Lo interruppe Matt sciogliendo l’abbraccio e invitandolo ad entrare in camera. Quando la porta fu chiusa riprese a parlare.
“Tu non devi scusarti. Non devi perché l’unico che qui si è comportato come una grandissima merda sono io, perciò sono io a dover chiedere scusa.” Disse mettendosi in piedi di fronte a Dominic che si era seduto sul letto. “Scusami, Dom.” Sussurrò guardandolo negli occhi.
Dom sorrise e allungò una mano per afferrare quella calda di Matt. “Non ho finito però…” Annunciò il chitarrista che inspirò profondamente e riprese il discorso. “Avevi ragione stamattina. Ho paura, Dom. Ho paura di quello che potrebbero pensare gli altri di questa situazione, di quello che potrebbero fare e di quello che potremmo fare noi; magari stiamo solamente rovinando tutti questi anni di amicizia. Però, sappi che voglio provarci. Voglio provarci davvero. Ho capito che ho bisogno di starti vicino, non più solo come amico. Voglio imparare ad amarti come meriti, Dom.” Disse tutto d’un fiato.
Dominic lo guardava a bocca aperta. Sembra aver appena ascoltato un discorso di Dio in persona. E forse si, per Dom, Matt era il suo Dio. “E pensa che io ero venuto qui per dirti che rispettavo la tua decisione e che potevamo fare come se niente fosse successo, anche se sarebbe stata una cosa piuttosto complicata. Almeno per me.” Disse il batterista stringendo ancora la mano di Matt nella sua.
“Non voglio dimenticare tutto. Mi hai fatto stare bene e mi sto innamorando, Dom. Mi sto innamorando di te come una stupida ragazzina.” Rispose il moro avvicinandosi sempre di più a Dominic che lo afferrò per la maglietta larga e lo tirò verso di sé.
Premette le sue labbra soffici su quelle di Matt. Era un semplice bacio di ringraziamento e non sarebbe andato oltre quella sera, se Matthew non gli si fosse lanciato addosso come un’adolescente impazzita alle prese con il suo primo amore.
Gli salì sopra a cavalcioni affondando la lingua tra le labbra di Dom che si schiusero immediatamente. Le mani del biondo, proprio come la mattina, erano alle prese sotto la maglietta di Matt, però questa volta parevano più esperte e bramose.
Quelle del cantante invece erano incastrate tra i capelli dell’amante.
“Dom…”  Gemette Matthew quando l’altro portò le mani sul suo fondoschiena.
Poi lo spinse giù, facendolo sdraiare completamente sul letto, senza però che lui dovesse cambiare posizione. Fece scorrere la mani sotto la maglietta di Dominic, e piano gliela alzò ed aiutato dal suo possessore, la sfilò. Cominciò a baciare il petto del batterista lentamente, massaggiandolo, e senza farsi scappare neanche un centimetro di quella pelle chiara.
Mentre i loro ventri si strusciavano, l’eccitazione si faceva strada anche nel cavallo dei jeans, che diventava sempre più stretto.
Le labbra non volevano allontanarsi, e continuavano ad abbracciarsi a bagnarsi della loro saliva vogliose e affamate. Finché Matt non si alzò e tirò Dom verso di sé, che lo liberò della maglietta ed iniziò a slacciare quei pantaloni color sabbia che indossava mentre lui gli riservava lo stesso trattamento. Si liberarono anche dei pantaloni e del resto degli indumenti, e in un attimo furono di nuovo avvinghiati sul letto.
I respiri caldi ed affannati sul collo aumentarono, quando Dominic piano entrò nel corpo di Matt, che rispose con un solo gemito. Ogni sua pressione veniva ricompensata da un dolce bacio premuroso, per paura di recargli troppo dolore.
E così quella notte fecero l’amore, come fosse la loro prima volta.
Si baciarono, si accarezzarono, si coccolarono e si amarono, come solo loro sapevano fare. E si sognarono, amanti e complici di quella nuova storia che non era più un’illusione.


Abbiate pietà di me. 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Eccomi qui con il nuovo capitolo, anche se non mi piace per niente.
Spero di non deludervi e di non aver fatto errori, perché non ho avuto il tempo di rileggere.
Scusate per il ritardo comunque, ma è stata una settimana allucinante.

Passiamo subito ai ringraziamenti (perdonatemi, vi ho scritto dei poemi):

Deathnotegintama:
Ti ringrazio, di TUTTO.
Sei stata ancora una volta la prima! Si, ormai è un’abitudine per me vedere per prima la tua recensione. =)
Comunque, avevo immaginato che mi avresti detto che forse era un po’ presto per la loro prima volta, ma l’ispirazione mi ha portato a scrivere così.
E il receptionist…ahah! Quello che aveva capito tutto dall’inizio, è un GALLO. Non c’è niente da fare, io lo adoro perché li becca sempre.
Grazie anche per il “stai diventando sempre più brava”, è un complimentone enorme. Un bacione grande.

barbydowney: Grazie, cara. Sei sempre dolcissima. ^^
Ti stai innamorando di Dom? Non preoccuparti, non è una cosa insolita. Io sono innamorata di lui da una vita. xD
Felicissima che tu abbia apprezzato quello scempio che ho scritto alla fine del capitolo. (tradotto -> Matt e Dom a letto insieme). Spero di migliorare ancora un po’.
Ah, e comunque anche io ODIO Kate, non la posso vedere. ;)
Alla prossima, bacioni. 

BJgirl:Stavi per piangere? Mi dispiace! Perdonami! ç.ç
Stupenda addirittura? Non so davvero come ringraziarti, per la seconda volta.
Ne approfitto anche per ringraziarti della recensione a Escape, sei stata troppo gentile, davvero. Mi ha fatto tantissimo piacere riceverla.
Aspetto il tuo parere per questo nuovo capitolo. Kisses! <3 

BrokenGlass: Mia adorata…(no aspetta, non va bene)… mia ADORATISSIMA scrittrice!
I miei occhi brillano ogni volta che vedo una tua recensione. *-*
E sono a dir poco felice che ti sia piaciuto! Soprattutto la parte finale, la più difficile da scrivere per me. Spero di non deluderti. Con affetto, la tua fan MiusLovah! <3 

MusicAddicted: Cawissima! Grazie dei mille complimenti, troppo gentile! Spero continuerà a piacerti la mia storiella. E sappi che e’ un onore ricevere le tue recensioni.
E riguardo ad “How”: mi spiace non aver mai recensito ma quando mi sono iscritta l’avevi già finita e non avendo ancora preso un po’ di confidenza con il sito non sapevo se recensire o no.
Alla fine come puoi ben vedere ho optato per il no. Ma davvero, tu non hai idea di quanto mi piace e mi sia piaciuta quella storia. Mi hai fatto fare di quelle risate assurde. Ti giuro. Magari mio papà passava mentre stavo leggendo e vedendomi piegata in due a ridere si è chiesto più volte se fossi “mongoplettica” (oddio ma esiste questa parola? Non credo.) o cos’altro. Beh, io l’amo sul serio quella storia.
Ah! La febbre mi è passata quasi subito, comunque. Sarà durata si e no due giorni. =)
Grazie ancora. Un bacione <3 

Patri: Dolcezza! Si, dolcezza perché è questo che sei.
Tu non hai idea del complimento che mi hai fatto…tu non hai idea di come sono rimasta quando ho letto la tua recensione. Tu che ringrazi me? Sono io che devo ringraziare te! Grazie milioni di volte, Patri.
E ragazza mia, non sei l’unica pervertita qui. A volte mi ritrovo a dire certe cose sui quei due che mi spavento da sola. Con le mie amiche non ne posso parlare perché è davvero inutile, non capiscono niente e non sopportano i Muse… xD Quindi quando ho bisogno di sfogare quest’amore represso vado da mia mamma, che ultimamente mi ha proposto un po’ troppo spesso di lasciarmi ricoverare perché dice che sono malata. E ok, forse un po’ lo sono, ma è solo grazie a persone come voi che mi sento un po’ più sana. Sapere che non sono l’unica a crederci è davvero una cosa bellissima.
Beh, grazie ancora Patri. Sono così felice che ti piace! Alla prossima, bacioni. <3

WhereIsMyMind: GRAZIE, come sempre.
Ormai non faccio altro che ringraziarti, e non so più neanche come farlo. Sei sempre gentilissima, davvero. E io sono contentissima  che ti è piaciuto anche questo capitolo e l’ultima frase. =)
Spero che con gli esami all’università vada tutto bene, un in bocca al lupo!
Ovviamente aspetto la tua recensione quando puoi. Un bacio.

_DyingAtheist: Ma ciao nuova fantastica lettrice! Ti dico subito che adoro il tuo nick.
Contentissimissima che ti piaccia questo sgorbietto. Grazie mille dei complimenti, troppo gentile. ^^ E non preoccuparti per la storia della bimbaminchia, a volte io sono peggio quando penso a quei due cucciolini insieme. Quindi è normalissimo! xD
Ti aspetto ancora, un bacio.

Lilla Wright: Carissima Lilla! Probabilmente la mia lettrice preferita…
Si, devo dirti la verità, all’inizio ci sono rimasta malino e mi hai fatto prendere un colpo, ma poi andando avanti a leggere ho iniziato a ridere, come mio solito quando ricevo una tua recensione. No, davvero ragazza, tu non hai idea di quanto io ti adori. Mi fai fare di quelle risate assurde e mi rendi felicissima ogni volta. Quindi…
GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE e GRAZIE! Milioni e miliardi di volte ancora.
E riguardo a Chris, l’orsacchiottone teneroso…chi potrebbe non amarlo?
Aspetto la tua recensione con ansia, un bacione tesoro. <3

Ovviamente ringrazio anche le persone che leggono solamente e anche chi ha recensito “Escape”.
Grazie a tutti.  


Capitolo 6.
 

E’ tutto sistemato, Chris.  Stai pure tranquillo.
Ieri sera abbiamo chiarito.
Grazie ancora, amico mio.
Ci sentiamo presto. 

Matt schiacciò il tasto ‘Invia’ sullo schermo dell’I-Phone, poi lo spense e lo appoggiò sul comodino vicino al letto dove stava sdraiato, accoccolato tra le montagne di coperte imbottite per l’inverno.
Passò lo sguardo su Dom, che ancora dormiva beatamente con la testa appoggiata alla sua spalla. Sembrava un angelo. Già, un indifeso angelo tra le braccia di un diavolo.
Sorrise divertito, ripensando al messaggio appena inviato all’amico bassista. ‘Ieri sera abbiamo chiarito’…già, e come abbiamo chiarito. Gli scappò una leggera risata che fece muovere Dominic, ma non lo svegliò.
Erano le dieci passate e il sole quella mattina splendeva nel cielo. Lo si poteva vedere dalla luce chiara che proveniva dalle tapparelle abbassate illuminando la camera. Adesso lo sveglio, è tardi. Pensò dopo aver dato un’ultima occhiata alla sveglia.
Poi avvicinò il viso all’orecchio del biondo. “Dommeh…” Incominciò a chiamare dolcemente mentre gli accarezzava i capelli scompigliati. “Dommeh, svegliati…”
In risposta ottenne un lamento e un ceffone sonoro sul braccio, e subito dopo Dom si voltò dall’altra parte. “No, adesso ti alzi.” Disse Matt scuotendolo un po’, di nuovo.
Dom non sembrava volersi svegliare, teneva gli occhi serrati e non dava segni di vita.
“Dai, che cazzo, svegliati! Vuoi poltrire a letto tutto il giorno?!” Sbottò il cantante dopo essersi alzato dal letto e aver fatto il giro per poi finire dalla parte del biondo. “Sono due giorni che siamo qui a New York e ancora non abbiamo combinato niente, ti sembra normale?” Aggiunse appoggiando un ginocchio sul materasso vicino al corpo dell’amico.
Matt sembrava parlare da solo.
Aspettò qualche secondo, in attesa di una risposta.
Sbuffò. “Bene, continua pure a dormire; io vado a farmi una doccia nel frattempo, quando ho finito sappi che esco, con o senza di te.” Disse infine chiudendosi in bagno.
A quel punto Dominic aprì un occhio, poi anche l’altro lentamente, per far si che la luce non gli desse troppo fastidio. Scostò le coperte pesanti e si mise a sedere sul bordo del letto.
Non sarebbe rimasto in hotel a dormire, neanche per sogno.
Non si sarebbe mai perso una giornata con Matt, soprattutto dopo quello che era successo, dopo quello che la sera precedente si erano detti, o meglio, che Matt aveva avuto il coraggio di confessare.
No, mai e poi mai avrebbe perso quell’occasione.
Così si alzò e andò ad aprire la finestra.
L’aria era fresca, gelida forse, e condita da odori pesanti di smog e fumo che impregnavano i polmoni dei passanti. Le macchine sulla strada viaggiavano lente. Il solito traffico, il solito stressante traffico che invadeva quell’enorme città.
Si guardava in giro, spostando lo sguardo da un angolo all’altro della strada. Un autobus passò proprio sotto la finestra, sulla fiancata le loro facce. Le facce di Matt, di Chris e la sua. “Muse: The Resistance Tour dal 22 Settembre.” Lesse Dom ad alta voce.Oh Cristo, ma allora qualcuno ci conosce!” Urlò felice.
Riguardò un’altra volta la pubblicità per essere sicuro di aver visto bene e di non essersi immaginato tutto, nonostante l’immagine fosse enorme.
Ancora non ci credeva: mancavano diversi mesi alle date americane e già c’erano i cartelloni pubblicitari.
Non gli sembrava possibile. Ok, c’è davvero. Non me lo sono sognato.
Dopo aver constatato che era tutto vero, corse verso il bagno in cerca di Matt.
Aprì la porta di botto. “Maaaaaatt!” Gridò.
L’altro che stava per levarsi la t-shirt, sobbalzò non appena si ritrovò di fronte un Dom così entusiasta. “Che c’è?” Disse lanciandogli un’occhiataccia.
“Ci siamo noi! Ci siamo noi sulla fiancata dell’autobus!” Rispose il batterista indicandogli la finestra dall’altra parte della stanza.
“Ah, non lo sapevi? Guarda che Tom l’aveva detto che avrebbero fatto tanta pubblicità quest’anno.” Replicò Matt con sufficienza, fissando Dominic che era andato in iperventilazione per una cosa che ad un essere umano normale sarebbe potuta sembrare banalissima.
“Tom?!” Chiese storcendo il naso.
“Dom, ma tu dove stai con la testa quando facciamo le riunioni?”
“Pubblicità qui in America?” Continuò senza rispondere alla domanda dell’amico.
Matthew annuì abbozzando un sorrisetto di compatimento. “Sì, qui IN AMERICA!” Disse poi appoggiando le mani sulle spalle possenti del batterista e scuotendolo un po’ per farlo riprendere da quell’inutile shock.
“M-ma…” Balbettò il biondo.
“Ma è così e basta! Non mi sembra una cosa così entusiasmante, tanto qui non ci conosce praticamente nessuno lo stesso. Quindi, se anche ci vedono sulla fiancata di un autobus penseranno solamente: “Chi cazzo sono quelle tre facce da pirla?” Lo interruppe Matt scompigliandoli i capelli scherzosamente.
Dom fece finta di offendersi e mise il broncio, arricciando le labbra verso il basso.
“Non fare l’offeso perché qui l’unico che può farlo sono io, dato che non mi hai nemmeno salutato, maleducato che non sei altro.” Ridacchiò il cantante.
Dominic sorrise. “Hai ragione…scusami.” Sussurrò.
Poi si ricompose e gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia. “Buongiorno, Matt.” Aggiunse mentre l’altro lo abbracciava.
“Perdonato, allora.” Disse il cantante dopo essersi allontanato un poco per sfilarsi la maglietta.
La buttò a terra e decise di aprire l’acqua della doccia, così da farla riscaldare mentre lui si sarebbe svestito.
Dom lo guardava, appoggiato al lavandino in silenzio, spogliarsi del pigiama, lentamente.
Matt che si sentì troppo osservato, si voltò verso il batterista.
“Cos’è, vuoi uno spogliarello?” Chiese ridacchiando.
Dominic annuì, con un sorriso da ebete sul viso. “Se ti va…”
“Ma sei pazzo?” Replicò prontamente Matthew che non si aspettava una risposta affermativa. “Dai, esci va…” Aggiunse spingendo il biondo verso la porta.
“Mi stai cacciando?”
“Direi di sì, non ti pare?”
Dominic si ritrovò fuori dal bagno in qualche secondo, con Matt appoggiato allo stipite della porta in boxer che lo fissava divertito. Lo squadrò per bene poi, ammiccante, decise di fargli una proposta. “Visto che non dobbiamo perdere tempo, perché ‘sono due giorni che siamo qui a New York e ancora non abbiamo combinato niente’…” Iniziò a dire imitando l’amico prima. “…che ne dici di non sprecare neanche i dieci minuti in cui dovrei farmi io la doccia, invitandomi a farla con te?” Disse infine tutto d’un fiato sfoggiando uno sguardo dolcissimo degno dei cartoni animati.
Matt scoppiò a ridere, piegato in due. “Non ti sembra un po’… presto?” Chiese.
“Presto?”
“Sì, insomma…”
“Guarda che quello che mi è saltato addosso ieri sera sei stato tu, caro il mio Bellamy.” Lo interruppe Dominic inarcando un sopracciglio.
Matt sbuffò. “Lo so, però…”
“Basta dire di no.”
“Ma…”
“Ma allora vuoi, eh?”
“No che non voglio, cretino.”
Dominic si passò una mano fra i capelli. “Sembriamo una coppietta di ragazzini spastici.” Disse scuotendo la testa, compatendosi da solo.
“Già.” Sussurrò Matt in risposta. “Non credi che dovremmo, come dire… rallentare un po’?”
“Dai, vai a farti sta doccia e facciamola finita qua, ci penseremo dopo.” Replicò il batterista.
Matthew, in un attimo aveva chiuso la porta e si era fiondato in doccia, finalmente.     

                                                                 * 

“Comunque, quello che ha corso troppo sei stato tu, perciò non darmi la colpa, nanetto.” Ringhiò Dominic appoggiato alla parete di specchi dell’ascensore, con Matt che lo fissava scuotendo la testa a braccia conserte dall’altro lato.
“Non è vero.”
“Non è vero?! Dai Matt, piantala di dire cazzate, ammettilo no? Che cosa ti costa darmi ragione un santa volta?” Replicò il biondo mentre schiacciava il tasto che li avrebbe fatti scendere al piano terra.
Matthew non rispose, si limitò a lanciargli un’occhiataccia e a voltarsi dall’altra parte.
Dom sbuffò. “Ecco, ci siamo già rovinati la giornata.”
“Si, ed è colpa tua.” Rispose il chitarrista cattivo.
“Sei un orgoglioso del cazzo.”
Matt guardò il biondo dopo quell’affermazione.
Si sentì in colpa: Dom aveva ragione, era stato lui ad accelerare i tempi. E in fondo, non ci vedeva niente di male e non riusciva nemmeno a darsi una spiegazione per aver reagito così, per averlo trattato come una merda.
L’ascensore in quel momento si fermò e quando le porte stavano per aprirsi Matt le bloccò, schiacciando un altro tasto che le fece chiudere e che li avrebbe portati a chissà quale altro piano. Dominic lo guardò agitato. “Che fai?!” Chiese subito dopo.
“Scusami, ok?” Disse Matt avvicinandosi pericolosamente al batterista, che indietreggiò e si ritrovò schiacciato tra la parete e il corpo del moro. “Sono un orgoglioso del cazzo, è vero. E tu hai avuto ragione troppe volte in questi giorni e mi fa innervosire da morire questa cosa. Scusami, Dom.” Gli sussurrò a fior di labbra.
Dominic fece un mezzo sorriso poi, in un attimo, afferrò i capelli di Matt e spinse il viso contro il suo. Era un bacio prepotente, voleva di più quel giorno e stava cercando di farglielo capire.
Il tintinnio che risuonò nell’ascensore fece capire loro che erano arrivati al piano selezionato, ossia, il decimo. Le porte si aprirono e una signora li vide proprio mentre stavano allontanando le labbra l’uno dall’altro. Si voltarono di scatto, ed ecco ai loro occhi una anziana donna scandalizzata, che sembrava stesse per avere un infarto da un momento all’altro.
“Salve…” Dissero in coro i due amanti con un sorrisino sghembo sul viso, accompagnando il tutto con un gesto della mano.
La signora si limitò ad entrare e schiacciarsi in un angolino dell’ascensore, il più lontano possibile da Matt e Dom che stavano cercando di trattenere una delle loro risate potenti.
“Che piano, signora?” Chiese il batterista coprendosi la bocca con una mano per evitare di riderle in faccia.
“P-piano t-terra.” Rispose l’anziana stringendosi la borsa al petto, come se così potesse proteggersi..
Dominic schiacciò il tasto 0 e iniziarono la discesa.
Il tempo sembrava non passare mai.
Cercarono di evitare di guardarsi perché sapevano che anche solo con un’occhiata sarebbero scoppiati, e le loro facce erano diventate addirittura rosse per lo sforzo.
Finalmente l’ascensore arrivò al piano desiderato, le porte si aprirono, la signora sgattaiolò fuori veloce come una saetta, e loro poterono lasciarsi andare a quelle risate trattenute anche fin troppo. “Oddio, che figura!” Ridacchiò Dom.
“Abbiamo rischiato di accorciarle la vita di almeno quindici anni, poveretta.” Rispose Matt mentre si immaginava l’anziana colpita da un infarto a causa loro.
“Traumatizzata per il resto dei suoi giorni.”
“Già.”
Si diressero verso la reception, attraversando la Hall immensa, ancora ridendo e facendo imitazioni stupide, come bambini dell’asilo, della povera signora.
All’improvviso una voce familiare li fece ammutolire. “Dai, fate ridere anche a me.” Disse.
I due si voltarono in contemporanea e lo videro.
Videro Chris, proprio di fronte a loro, con il suo solito sorrisone e una valigia al suo fianco.
Le reazioni furono diverse.
Matt gli saltò praticamente addosso, avvolgendolo in un abbraccio fraterno; mentre Dominic, invece, si limitò ad alzare un braccio e a muovere la mano aperta a destra e a sinistra, senza spostarsi dalla posizione in cui era.
“Ma che ci fai qui?” Chiese Matthew ancora abbracciato al bassista, che diede un’occhiata veloce a Dom per controllare che non stesse guardando.
“Sono venuto a vedere se stavi bene.” Sussurrò nell’orecchio dell’amico.
Dominic che captò qualcosa di strano si avvicinò e tirò una pacca amichevole sulla spalla dell’amico, anche perché non vedeva l’ora che i due sciogliessero quell’abbraccio che stava durando fin troppo per i suoi gusti.
Matt si allontanò da Chris e gli fece l’occhiolino, mimando uno ‘sto bene’ con le labbra.
Il biondo sorrise amaramente, vedendo i due amici parlare di qualcosa di cui non era a conoscenza.
“Ciao Dom!” Disse poi il bassista dandogli un buffetto.
“Umh, ma come mai sei qui?” Domandò Dominic con il suo solito tatto.
Chris gli lanciò un’occhiataccia. “Sono venuto per Matt, sicuramente non per te.” Sbottò.
“L’avevo capito.” Rispose il batterista incrociando le braccia al petto. “E perché, cos’ha Matt?”
“Ma saranno anche cazzi nostri?”
“Va beh, allora tenetevi pure i vostri segreti.” Annunciò Dom evidentemente irritato.
Chris annuì, poi però si raddolcì subito, abbandonando quel fare acido e ritornando al suo carattere di sempre. Sorrise a Dominic. “Dai, poi ne parliamo anche con te. Vero, Matt?” Disse rivolgendosi anche al cantante che avrebbe preferito evitare.
“S-si, se proprio dobbiamo…” Balbettò Matthew.
“Si, dovete.” Intervenne Dom battendo le mani come un bimbo contento.
“Ok, allora.”
Si guardarono sospettosi tutti e tre per qualche secondo senza un motivo ben preciso, poi Chris decise di porre fine a quella situazione strana. “Ragazzi, adesso vado a prenotare una stanza, poi andiamo a farci un bel giretto insieme che c’è una sorpresa!” Disse in fretta e furia sparendo dalla loro vista.
Non fecero neanche in tempo ad aprire la bocca che Chris era scomparso, lasciando che loro potessero sentire solo lo spostamento d’aria provocato dalla velocità con cui si era mosso.

Fantastico. Addio giornata romantica con Matt. Dom era caduto in depressione, si era accasciato su una poltrona e si massaggiava una tempia. Ok, adesso ne ho la conferma: questa è una persecuzione.
Matt si sedette al suo fianco, sul bracciolo. “Che c’è, Dom?” Chiese.
“Niente.” Replicò l’altro storcendo la bocca in una smorfia.
“Non mi sembra…” Disse il cantante accarezzando una ciocca di capelli del biondo.
“Ma che ci fa qui?!” Sbottò poi, dando un pugno sulla poltrona.
“Chris, dici?”
“No, mia nonna.”
“Lascia stare tua nonna!”
Dom annuì con un sorrisetto.
“E’ venuto a trovarci, niente di più.” Spiegò Matt, continuando con quelle coccole ai capelli di Dominic, che sembravano farlo rilassare.
“Sì, ma che cazzo, viene sempre nei momenti meno opportuni!”
“Perché? Non mi sembra un momento inopportuno questo.”
“Beh, a me sì. E non c’è neanche bisogno che ti spieghi il motivo, dato che sforzi il tuo cervellino un po’ bacato ci puoi anche arrivare.” Rispose il batterista irritato.
Matthew non replicò. Ma com’è ‘simpatico’ questa mattina. Pensò guardando Dominic che si torturava una pellicina al lato del pollice.
Chris tornò con in mano le chiavi della camera che gli era stata assegnata.
Si sbrigò a portare su le valigie e in un attimo fu di nuovo al loro fianco.
Uscirono insieme, come da programma. 

                                                               * 

La giornata trascorse veloce, almeno per Chris e Matt.
Per Dom no, come si poteva immaginare.
Andarono in giro per la città, fecero anche un po’ di shopping e poi, finalmente fermi in un bar, poterono scoprire qual’era la sorpresa di cui Chris aveva parlato.
“Allora si può sapere cos’è questa sorpresa?” Chiese Dominic, puntando i gomiti sul tavolino di vetro, stando attento a non prendere contro alla tazzina di tè di Matthew.
“Ah giusto, giusto, mi stavo scordando.” Ripose il bassista, mordendo un pezzo del panino che aveva fra le mani.
Deglutì e poi riprese a parlare. “Più che altro è per Matt.”
“Ah, grazie.” Disse Dom mettendo il broncio.

“Per me?” Chiese Matt, che non immaginava potesse riguardare solo lui.
“Sì, per te.” Rispose Chris. “E tu, Dom, non lamentarti; se non mi trattavi così male in questi due giorni che ci siamo sentiti, sicuramente avresti avuto anche tu la tua sorpresa. Ma siccome non te la meriti, arrangianti.”
Dom gli lanciò un’occhiataccia e si voltò dall’altra parte, offeso.
“Comunque, Matt…” Continuò Chris. “Stasera arriva anche Kelly con i piccoli, e indovina chi porta con lei?”
“Kelly?!” Intervenne Dom agitato, che in quel momento avrebbe solo desiderato uccidere il bassista e tutta la sua famiglia.
“Sì, viene anche lei. Rimaniamo qui due giorni e poi ripartiamo.”
Dom tirò un sospiro di sollievo. Almeno gli ultimi tre giorni posso trascorrerli da solo con Matt. Finalmente una buona notizia.
“Con chi?” Chiese Matt curioso. “Non dirmi con G…”
“NO! Ma che, sei scemo?”
Matthew per poco non ebbe un collasso. “Allora con chi?”
“Abbiamo deciso di sollevarti un po’ il morale, visto che Dom non ne è capace…” Incominciò a dire Chris, lanciando un’occhiata al batterista che lo guardò malissimo, non capendo il perché di quell’accusa. “Facendoti conoscere un’amica di Kelly, è vera-“
“Una che?!” Sbottò Dominic.
“Un’amica di Kelly.” Ripeté il bassista, cercando di capire il motivo di quella reazione.
Matt scoppiò a ridere. “Ma io non-”
“Dai, Matt! Cosa ti costa provare a conoscerla? Magari vi trovate bene…” Disse Chris, cercando di convincere l’amico che sembrava potesse essere incenerito da un momento all’altro dallo sguardo che gli stava riservando Dom.
“Dom, ma che c’è?” Chiese Chris. “Sei geloso?”
Sì, sì, sì, sì! Sono geloso, merda. Ma perché? Perché non te ne sei stato a casa tua, Chris? Cosa ti ho fatto di male per meritarmi questo?
A Dominic ribolliva il sangue nelle vene. “Non sono geloso! Solo non capis-”
“Solo non capisci perché ho deciso di presentarla a lui e non a te.” Lo interruppe il bassista.
“Ma che me ne frega di conoscere un’amica di tua moglie! Se voglio una ragazza non ho bisogno di farmela presentare, come qualcuno…” Replicò rivolgendo l’ultima frase a Matt.
“Ma che c’entro io, scusa?” Chiese il moro, tentando di difendersi.
“Non hai ancora detto di no!” Sibilò Dom, che stava per esplodere di gelosia.
“Ma…”
“Ma niente! Tu devi conoscerla!” Intervenne Chris, mettendo fine a quella discussione. “Stasera saranno qui e ceneremo tutti insieme, ok?”
Matt annuì spaventato, avrebbe voluto sprofondare nella sedia.
Dom invece, necessitava solamente di un oggetto appuntito da conficcare in qualche parte del corpo dell’uomo di fronte a lui, per fargli capire quanto lui stesse soffrendo in quel momento.
E se la ragazza in questione fosse piaciuta davvero a Matt?
Cosa sarebbe successo?
Non osava neanche pensarci.

Christopher Anthony Wolstenholme, io ti odio.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Settimo capitolo!
Allora, prima di tutto: NIENTE KATE! No, davvero la odio talmente tanto che credo non riuscirei nemmeno a descriverla senza insultarla…quindi, niente Azzon.
E poi, vorrei dirvi che ci sono delle piccolissime parti riprese dal primo capitolo e sono quelle sottolineate.

Ringrazio subito chi ha recensito:

_DyingAtheist:
Salveeee! ^^
Siii! Piacciono anche a me le scenate di gelosia! E riguardo a Chris, mi diverto troppo a fargli rompere le palle a quei due poveri cucciolini, che come hai detto tu: RIMARRANNO SEMPRE INSIEME! Comunque grazie mille dei complimenti.  Un abbraccio. 

barbydowney: Ma ciao! Allora, prima di tutto ti ringrazio, come al solito. Mi fa tanto piacere ricevere le tue recensioni. =)
E poi, passiamo a Chris…quell’orsacchiottone  che crea solo problemi è troppo divertente da descrivere. Ma non preoccuparti, la pianterà presto. Parola di Scout! Alla prossima, bacioni. …e…W DOM! <3 

Lilla Wright: La mia Lilla! Ciao tesoro! *-*
Come sempre, ovviamente, mi hai fatto sbellicare; subito dalle prime righe.
Accipigna, abbiamo già trovato qualcuno che non  sopporta il nostro orsacchiottone teneroso e ci abbiamo messo pure poco. E’ tutta colpa di  Dom che non sa apprezzare le sue doti tenerose nel rompere le palle.
Umh, riguardo agli omicidi…se solo potessi brucerei la casa di Kate Azzon, con lei dentro OVVIAMENTE!
Io odio quella donna.  u.u
E Matt ti ha scartavetrato i maroni? Ma no, povero piccolo, indifeso...orgoglioso del c***o.
Comunque il cartellone ci sta! Dovremmo farlo. xD
Ultima cosa: ma di  chi sono quelle voci nella recensione? Ahahah! Fantastiche.  E poi, ma che bella è l’immagine del tuo account? Aspetto la tua recensione, bacioni <3

BJgirl: Sono supercontenta che ti sia piaciuto il sesto capitolo e che ti sia stato simpatico. Menomale! Temevo che ti potesse fare  schifo. ç.ç
Comunque le minacce ci stanno! Quel furbacchione di Matt deve rimanere col suo Dom e non osare neanche avvicinarsi a esseri dell’altro sesso. Potrebbe fare una brutta fine se solo osa. Grazie di tutto. Baci! <3 

Patri: Domanda azzeccatissima, qui in effetti ce lo stiamo chiedendo tutte: “Chris, ma perché non hai tenuto quelle tue chiappone a casa tua?”
Eh, già…però la cosa doveva complicarsi un po’, se no non c’era gusto.
E comunque…W le tre facce da pirla! Carri, i nostri patatoni.  Ti aspetto, dolcezza. <3

WhereIsMyMind: Si! Menomale che c’è qualcuno che vuole ancora un po’ di bene a Chris. =)
Sono davvero felice che continua a piacerti. Davvero tantissimo! Grazie.
Ovviamente aspetto il tuo parere. Un abbraccio. 

Deathnotegintama: Carissima! Oh, non preoccuparti se non sei stata la prima, l’importante è che mi hai fatto sapere cosa ne pensavi. E io come al solito, ti dico: GRAZIE!
Menomale che hai riso un po’, pensavo di aver scritto solamente una cosa obbrobriosa.
Ah! Dimenticavo…
Grazie infinite per la recensione a Escape. Onorata di essere finita tra i tuoi preferiti. Un bacione <3

BrokenGlass: Ma ciao bellezza! Subito immediatamente ti dico: PERDONATA,  Santissima Peppa!
Anche se non c’è motivo per cui tu debba scusarti e di conseguenza per cui io debba perdonarti, ma fa niente. Io ti assolvo comunque. Dato che sono tutta gasata all’idea di assolvere qualcuno…Oiea!
Beh, grazie di tutto, davvero. Aspetto il tuo parere, ovviamente.  Un abbraccio forte! <3 


Grazie anche a tutti gli altri.
 

 

Capitolo 7.
 

                                                                                 Ore 20.11, stanza di Matthew Bellamy.
 

“Piantala, ok?” Urlò Matt per la terza volta tentando di sovrastare il continuo blaterare del biondo, che ormai sembrava inarrestabile. “Cazzo, ti ho detto di piantarla!”
Dominic ammutolì di colpo, ritrovandosi le lunghe dita del chitarrista strette intorno al suo collo.
“Ti ho detto basta cinquanta volte, Dom. Ci voleva tanto a capire di startene zitto per un attimo?” Disse con tono pacato mentre lentamente mollava la presa, assicurandosi che l’amico non aprisse subito bocca un’altra volta.
Dominic si schiarì la gola non appena la mano di Matt gli fu lontana. “Tu non mi vuoi ascoltare.” Rispose a bassa voce fissandolo negli occhi.
“Io ti ho ascoltato finché non ti sei messo a ripetere sempre la stessa cosa.” Si difese il moro. “E sinceramente mi sei sembrato anche un po’ esagerato, Dom.”
“Esagerato?!” Sbottò Dominic riacquistando il tono iniziale. “Vorrei vedere te al posto mio!”
“Non mi farei certi problemi di sicuro.” Mormorò l’altro con sufficienza.
“E se poi ti piace?!” Gridò il batterista afferrando Matthew per la camicia bianca mezza sbottonata, tirandolo a sé. “Io che cazzo faccio?” Aggiunse a pochi centimetri dal suo viso.
“Non pensarlo neanche.” Cercò di tranquillizzarlo l’amico, ma senza successo.
“Sembri veramente convinto, mi sei d’aiuto, davvero.” Disse Dom scuotendo la testa e lanciando poi un’occhiata al cielo, in cerca di qualcuno che potesse veramente dargli una mano.
“Ma che avrei dovuto fare, scusa?” Replicò Matt allontanando il biondo da lui con uno spintone. “Io non lo so! Mi stai facendo diventare pazzo!”
“Magari avresti dovuto dire di no a Chris, per esempio.” Rispose Dominic secco, guardando l’amico tristemente.
Matt non sapeva che dire. Forse avrebbe davvero dovuto rifiutare dall’inizio, ma qualcosa, una minima parte di lui, forse, voleva davvero conoscere quella ragazza. Solo per pura curiosità, solo per vedere chi era che Chris voleva presentargli. E soprattutto perché aveva ritenuto quasi di vitale importanza che lui la conoscesse. Cos’era, la donna perfetta forse? Una dea?
“Non sai nemmeno cosa rispondermi, Matt. Sei patetico.” Esordì Dom rompendo il silenzio che si era creato.
Subito dopo attraversò la stanza di fretta, a grandi falcate ed aprì la porta. “Ciao.” Disse sparendo dietro di essa dopo averla sbattuta.
Matt corse verso di lui, riaprì la porta e lo vide camminare spedito lungo il corridoio.
“Ma dove vai?!” Urlò fermandosi sulla soglia.
“A fare in culo, dove dovresti andare tu!” Gridò il batterista senza fermarsi né girarsi.
Che faccio? Vado o non vado da lui?
Optò per il no dopo aver guardato l’orologio che aveva al polso, il quale segnava le 20.17.
Fra circa dieci minuti avrebbe dovuto essere di sotto, dove si sarebbe incontrato con Chris, famigliola bella e la misteriosa ragazza.
Ma… Dom, ci sarebbe stato?
Ritornò in camera, per finire di prepararsi.
Sentiva le mani tremargli nell’allacciare gli ultimi bottoni della camicia, che non aveva chiuso prima, avendo dovuto porre fine alla scenata di Dominic.
Si guardò allo specchio, ormai pronto.
Pronto? Ma pronto per che cosa, poi?
Se tutto quello di cui aveva bisogno non si sarebbe nemmeno presentato, molto probabilmente, a quella cena.

Stupido. Stupido. Stupido. Stupido. Stupido. Stupido. Stupido. Stupido.
Si ripeté Matt nella mente fino alla nausea, mentre si infilava una giacca leggera.
All’improvviso, d’impulso prese l’I-Phone ed incominciò a digitare un messaggio.

“Perché dobbiamo sempre litigare?”
Scorse la rubrica. Cercò il suo nome. Inviò.
Si sedette sul letto, in attesa della risposta.
Era agitato, si torturava le mani.
Qualche minuto in silenzio.
Una vibrazione. Un click. La risposta.

“Non devi chiederlo a me, Matt.
Il solo fatto che mi hai mandato un messaggio e non mi sei venuto a parlare, dice tutto.”

Proprio quando tutto quello che era successo poteva sembrare l’inizio di qualcosa di bello, lui, come suo solito, aveva appena rovinato ogni cosa.
“Vieni a cena?”
Fu la risposta codarda di Matthew.
“Fottiti.”
Fu quella veloce e coincisa di Dominic.
Matt guardò di nuovo lo schermo, rilesse quella parola, quelle sette lettere. 

Quando finalmente crederai di stare bene, di aver ritrovato la felicità e te stesso, ti accorgerai.
Si, ti accorgerai di quanto egoista sei stato.

Egoista.
Era ciò che si sentiva Matt in quel momento.
Ma non fece nulla per combattere quella sensazione.
Semplicemente si alzò, prese il portafoglio e le chiavi della stanza.
Due passi ed ecco che fu fuori in corridoio pronto a scendere le scale. Pronto a incontrare Chris, a incontrare Kelly, i bambini e la ragazza che era la causa di quella situazione insopportabile.
Prese l’ascensore, dove rincontrò di nuovo l’anziana signora della mattina passata, la quale si mantenne ad una distanza di sicurezza di almeno un metro.
Subito gli venne in mente il bacio.
Le labbra di Dom sulle sue.
E come un film riavvolse la pellicola nella sua testa, lentamente, assaporandosi il momento.
Ed arrivando perciò, anche a qualche minuto prima, dove rivide il viso di Dominic ferito, risentì le parole che lui stesso aveva pronunciato rimbombargli nelle orecchie.
Sì, quella mattina avevano litigato per colpa sua.
E il giorno prima? Al bar? Di nuovo, sempre per causa sua.
Solo.
Ecco, si sentiva anche così in quel momento.

Vuoi solo che quelle braccia stringano ancora di più. Che quella mano non ti lasci, che quegli occhi non ti abbandonino. Perché hai paura.
E sei un egoista, e lo sai.

L’ascensore giunse al piano terra, le porte si aprirono mostrando una salone affollato di gente che andava a cena, che ritornava stanca da un pomeriggio di shopping o da una giornata di lavoro.
Ma Matthew non uscì.
Aspettò che la donna varcasse le porte e premette il tasto che lo avrebbe portato al suo piano.
Al piano dove si trovava la camera in cui alloggiava Dominic.
Incominciò la salita verso i piani superiori, una salita che accompagnava il battito del suo cuore, che ad ogni piano aumentava, impaziente di poter ritornare a contatto con la sua metà. 

                                                                 * 

Passo veloce, una sigaretta in bocca spenta, che aspettava solo di arrivare all’uscita per poter iniziare a bruciare lenta, e rabbia.
Esatto, Dominic Howard era invaso dalla rabbia.
Improvvisamente una chioma rossa gli tagliò la strada, facendogli cadere la sigaretta e rischiando di farlo quasi inciampare.
D’istinto si fermò per guardare a chi appartenessero quei capelli lisci e lunghi, perfettamente acconciati.
La proprietaria si voltò, essendosi accorta di aver intralciato qualcuno, raccolse la sigaretta da terra.
“Mi scusi.” Disse poi imbarazzata porgendo l’oggetto al biondo.
Era una giovane ragazza, pelle chiara, puntellata da qualche lentiggine leggera sul naso.
Alta e prosperosa, portava un vestito nero da cocktail che gli stava a pennello.
Dom sorrise. “Non fa niente.” Rispose gentile, anche se, in verità, lo aveva infastidito parecchio quel gesto.
La ragazza d’un tratto sgranò gli occhi. “Oddio, ma tu sei Dominic? Dominic Howard?” Domandò portandosi le mani nei capelli.
Il batterista annuì, felice di essere stato riconosciuto almeno da qualcuno.
“In persona.” Aggiunse allungando una mano alla ragazza che la strinse prontamente nella sua bianca e piccolina. “Sei una fan?”
“Emh… In verità no.” Rispose la rossa mordendosi il labbro.
“E come fai a conoscermi, allora?” Chiese Dom curioso.
“Sono Rose.” Disse sorridente la giovane sperando che lui la riconoscesse.
“Rose?”
“L’amica di Kelly.”
“Oh, Cristo.” Scappò a Dom in un bisbiglio.
“Cosa?” Chiese Rose.
Il biondo scosse la testa, in segno che non aveva detto nulla. “Ah sì, sì ho capito.” Aggiunse. 
"Ci saremmo dovuti conoscere a cena, ma il caso ha fatto sì che ci incontrassimo adesso.” Ridacchiò la rossa, mostrando un sorriso perfetto.
“Già, guarda che fortuna…” Rispose Dom, con voce tremolante.
“Beh, possiamo raggiungere gli altri a cena insieme, no?”
Dominic fece segno di no. “Io non vengo.”
“Ah, e perché? Se posso sapere.” Chiese Rose, rimasta di stucco.
“Ho da fare.”
La ragazza annuì. “Capito. Ci vediamo presto, allora.” Disse sorridente. “Spero.”
“Sì, certo.” Rispose il batterista, falso.
“Buona serata, Dom.”
“Anche a te, Rose.” Disse il biondo allontanandosi di fretta, diretto verso l’uscita vicina.
Buttò la sigaretta che era caduta nel primo cestino che incontrò.
Attraversò le porte scorrevoli e una ventata d’aria fredda gli invase il polmoni, le ossa, gli punse gli occhi, come due aghi, facendogli cadere una lacrima.
Mentre camminava un senso di vuoto si diramò nel suo corpo.
Un’immagine gli apparve.
Era bella.
Era bellissima, era Rose.
E fra qualche minuto si sarebbero incontrati, lei e Matt.
Lei e il suo Matt.

Posso dire addio a tutto, adesso. Addio ad ogni cosa.
Si sedette su una panchina, sotto ad un lampione. Faceva freddo, ma aveva bisogno di aria fresca, voleva respirare. Voleva che quei pensieri fossero spazzati via.
D’un tratto la tasca dei pantaloni vibrò, estrasse il telefonino.
Un nuovo messaggio.
“Dove sei?”
Un suo nuovo messaggio.
Il suo cuore non batteva quasi più.
Sono qui, sono qui, Matt.

Sono qui ed ho bisogno di te.
Ho bisogno di sapere che ci sei anche tu, che sei qui con me.
Che non mi lasci e che non lo farai mai.

Rilesse dieci, cento, mille volte quelle parole, ma non rispose.
Neanche sapeva il perché.
Forse orgoglio?
No, probabilmente no.
Quello orgoglioso non era lui.
I minuti volarono, per Dom, che guardava il paesaggio da cui era circondato senza nemmeno mettere a fuoco ciò che veramente vedeva.
Chissà quanti ne erano passati.
Forse dieci, forse venti.
E se fossero passate ore?
Nemmeno lo sapeva.
Un’altra vibrazione. Un altro messaggio.

“Vengo a prenderti.” 

                                                                 *
                                                                                                         Ore 21.34, ristorante.

 
Era passata ormai un’ora dal fatidico incontro con Chris, Kelly e Rose.
Era stato praticamente un’incontro obbligatorio, visto che Matt era stato braccato dal bassista proprio mentre stava per chiamare Dom, per chiedergli dove fosse e infine raggiungerlo, deciso ormai a rinunciare alla cena. E così costretto e trascinato al ristorante tra le braccia della ragazza ancora misteriosa per lui, si era solamente limitato ad inviargli un messaggio.
Era passata perciò un’ora esatta dal momento in cui aveva mandato quel primo messaggio a Dom, quel “Dove sei?”.
“No, sapete… Credo che per crescere dei bambini al meglio biso-”
“Scusate, ma devo fare una cosa.” Disse Matt posando il tovagliolo e alzandosi dalla sedia, interrompendo il discorso di Chris che stava intrattenendo i commensali.
Tutti si voltarono a guardarlo spaesati. 
“Vai in bagno?” Chiese Chris.
“No, esco proprio.”
Il bassista strabuzzò gli occhi. “Esci?!”
“Esatto.” Rispose Matthew infilandosi il giaccone scuro e riponendo l’I-Phone, appena utilizzato per inviare quell’ultimo messaggio al biondo batterista, in tasca.
Kelly lanciò un’occhiata d’incoraggiamento a Rose e quest’ultima subito si affrettò a parlare. “Ti accompagno?” Domandò sorridente.
Il moro scosse la testa. “No, non preoccuparti. Continua pure a mangiare.”
“Sei sicuro?”
“Sicuro.” Replicò Matt secco.
“Guarda che mi fa piacere.” Aggiunse la ragazza, facendo per alzarsi.

A me no. Dio, come faccio a fartelo capire che non ti voglio con me?
“Vado da solo, devo fare una cosa. Grazie, comunque.” Si limitò a rispondere il chitarrista, mantenendo un tono gentile. “Ci vediamo, buona serata.” Continuò allontanandosi.
Fece qualche passo, attraversando la sala e stando attento a non prendere contro alle sedie degli altri clienti. D’un tratto sentì dietro di lui una presenza, si voltò.
“Che c’è?” Chiese, abbandonandosi ad un sospiro.
“Si può sapere dove stai andando?” Chris lo aveva raggiunto ma Matt non rispose, così una volta fuori dalla salone da pranzo del ristorante, lo bloccò per le spalle e lo obbligo a voltarsi. “Allora? Mi vuoi rispondere, Matt?”
Matthew sbuffò, scocciato. Gli stava solo facendo perdere tempo. Tempo prezioso, che lo stava allontanando sempre di più da Dominic.
Non rispose, sbatacchiò solamente le ciglia irritato, fissando i suoi occhi in quelli dell’amico.
“Stai andando da Dom, vero?” Chiese Chris, mollando la presa dalle spalle di Matt, che annuì abbassando la testa. “Perché non è venuto a cena?” Aggiunse.
“Abbiamo litigato.”
“Di nuovo? Senti Matt, vuoi che gli parlo io? Non mi sembra normale che continuiate a litigare! Non è da voi.” Disse il bassista corrugando la fronte.
Matthew sorrise amaramente. “Lo so, ma non devi parlarci, l’unico che deve farlo sono io.”
“Ma si può sapere cosa sta succedendo?”
Oh, quanto vorrei potertelo dire, Chris. Ma come la prenderesti?
“Niente, è un periodo un po’ così.” Mentì il cantante, cercando di tranquillizzare l’amico.
“Quindi, solo perché lui continua a comportarsi come un bambino di due anni, devi rinunciare a una serata in compagnia e alla conoscenza di una bella ragazza?” Sbottò Chris, irritato.
“Guarda che è solo colpa mia se è accaduto tutto questo.” Ammise Matt, riuscendo a prendersi, per una volta, la colpa.
Chris strabuzzò gli occhi. In fondo Matt era il suo protetto, non osava neanche pensare che i due amici potessero litigare per colpa sua, dato che solitamente era Dom ad iniziare le discussioni. “Ma tutto questo cosa?”
“Lascia stare. Ne parleremo più avanti.” Disse il moro sorridendo all’amico. “Adesso lasciami andare però, se no non lo troverò mai più quel bambino.”
“Già, un bambino capriccioso.” Rispose Chris. “Vai allora, e sistema le cose; però sappi che dovrete spiegarmi tutto, al più presto.”
Matthew annuì, ricevette una pacca amichevole sulla spalla dal bassista e riprese a camminare il più veloce possibile verso l’uscita.
“Matt!” Sentì dietro alle sue spalle, lontano.
Si voltò. Ancora Chris. “Che dico a Rose?” Chiese preoccupato.
“Che non mi interessa.” Tagliò corto il cantante e finalmente si catapultò fuori da quell’hotel.
L’aria era ancora più fredda di quando era uscito Dom. Le previsioni addirittura dicevano che nei prossimi giorni ci sarebbero state delle nevicate, leggere, ma ci sarebbero state.
Matthew camminava spedito, guardandosi in giro, in cerca di quei capelli biondi, di quel giubbotto di pelle nera, proprio come il giorno precedente.
Le strade erano affollate, come sempre d’altronde, e questo rendeva la ricerca molto più difficile, soprattutto perché Dominic non si decideva a rispondere al messaggio, non si decideva a dire dove si trovasse in quel momento.
Matt diede un’occhiata all’orologio. Erano le dieci meno cinque. Tentò di immaginare dove sarebbe potuto andare Dom a quell’ora. In un locale? A prendersi una sbronza? Al cinema? No. In qualche modo se lo sentiva che non era in nessuno di quei posti.
E la fortuna volle che proprio in quel momento, sentì le parole di una ragazza al cellulare che gli stava passando di fianco. 
“Dio, ma ti rendi conto? L’autografo di Dominic Howard! Cazzo, per poco non mi è venuto un infarto quando me lo sono ritrovato davanti su quella panchina!”
Perfetto.
Dom, panchina.
Panchina, strada.
O parco?

Merda.
Matthew rallentava il passo ad ogni panchina che incontrava, scrutava ogni angolo di quella fottuta strada. Ma niente. Niente Dom.
Attraversò la strada, prese un vicolo e sbucò in un’altra via meno affollata. Percorse qualche metro, passò davanti a diverse panchine e d’un tratto ritornò sui suoi passi, voltandosi lentamente.
Eccolo.
Ginocchia al petto, sigaretta in bocca e sguardo perso nel vuoto, spento, proprio come la miriade di Marlboro che stava nel mucchietto sotto la panchina.
Si avvicinò al batterista lentamente, il quale nemmeno si era accorto che Matt gli era passato proprio di fronte. “Dom…” Sussurrò dolcemente.
Dominic ebbe un fremito, alzò la testa di scatto. 
“Matt…” Disse poi, sconvolto da quella visione. “Che ci fai qui?” Aggiunse alzandosi e buttando a terra la sigaretta.
Matt la spense, con la punta della scarpa scamosciata. “Te l’ho detto che sarei venuto a cercarti.” Rispose.
“Non pensavo davvero.” Mormorò il biondo.
“Quando decido di fare una cosa, la faccio.” Disse Matt. “Infatti sono qui, da te.”
Dom abbozzò un sorriso, poi abbassò la testa. “L’hai conosciuta, vero?” Chiese.
“Sì, ma-”
“Hai visto quant’è bella?” Continuò Dominic interrompendo l’amico. “Dio, è splendida.”
Matthew afferrò la mano di Dom, con uno scatto fulmineo. La strinse nella sua. 
“L’ho vista e ti assicuro che non è altro che una normale ragazza.”
Il batterista sbatacchiò le ciglia, incredulo. “Non è bella?”
“Mai quanto te.” Ridacchiò Matt, imbarazzato per quello che aveva appena detto.
Dom arrossì di colpo, come una ragazzina. “Quindi non sei venuto per dirmi che tra noi è già tutto finito?” Chiese.
Matt scosse la testa. “No, Dom.” Sussurrò stringendo di più la mano del biondo nella sua, e portandolo più vicino a sé. “Non capisco neanche come hai pensato che avrei potuto farlo.” Aggiunse a fior di labbra.
Dom socchiuse gli occhi, abbandonandosi al fiato caldo e profumato di Matt sulla sua bocca.
“Mi sono innamorato, Dom, di te.” Disse infine il moro posando le labbra su quelle del batterista. 
Gli strappò un bacio veloce, ma non per questo insignificante.
Una lacrima solcò il viso di Dominic. Non era una lacrima inizio di un pianto, era semplicemente una lacrima di gioia, di gioia repressa fin troppo sino a quel momento.
Il cuore gli stava per esplodere mentre Matt non lasciava la sua mano e lo portava con lui, a passi lenti verso il vero inizio della loro storia insieme.
In quel momento non provava altro che beatitudine assoluta, tutto quello di cui aveva bisogno era al suo fianco, era con lui e ci sarebbe stato, per sempre.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Ed ecco qui sfornato anche l’ottavo! Oddio ma sono già otto?
Beh, questo è stato difficile da scrivere…però ce l’ho fatta! Ah! C’è una citazione di Soaked, se qualcuno non la conoscesse.

E adesso i ringraziamenti a voi fedelissime lettrici:

Bjgirl
: Mia adorata lettrice, ma ciao! Come al solito ti ringrazio infinitamente.
Mi fai sempre dei complimenti che mi fanno sciogliere, ogni volta.
Ti chiedo scusa per il ritardo, ma la scuola è diventata pesante e ho poco tempo per scrivere. Aspetto il tuo parere, bacioni <3

barbydowney: Ciao carissima! Grazie mille, sono felicissima che ti sia piaciuto il capitolo precedente! Spero di non deluderti con questo.
Ah! Dimenticavo, complimenti per la nuova storia in collaborazione con WhereIsMyMind. Non aspettavo altro! Baci <3 

Lilla Wright: Amore! <3
Non sai come mi si sono illuminati gli occhi quando ho visto la tua recensione! Erano tipo così *-*, anche se questa faccina non rende molto l’idea.
Ok, adesso parto con la risposta alla risposta della risposta alla tua recensione. (oddio, ma cosa ho scritto? O.O)
Comunque, la Azzon, devo dirti che non la sopportavo neanche prima che si mettesse con quel topo di Matt, ma quando ho avuto la scandalosa notizia non ho potuto fare altro che iniziare a progettare un attentato. Non la posso vedere, giuro! E’ solamente un cavallo uscito male con le orecchie a sventola. Uno sgorbio, insomma.
Il cartellone e le possibili risposte sono fantastici, in particolare “andatevene a cagare slashers del c***o.” Sarebbe bellissimo farglielo recapitare. XD
Poi, poi…ah si! Anche io voglio un pupazzo che assomiglia a Dom! Che fortuna non hai?
Beh, fai i complimenti alla tua Twin per il disegno, è troppo bello.
E adesso, passiamo ai soliti ringraziamenti: GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE e GRAZIE! <3
Ah, e povero Chrissuccio, in fondo lui voleva soltanto trovare una trombamica a Matt, perché non sa che lui un trombamico ce l’ha già...eheh, il nostro Domenico.
Ultima cosa! Sono felicissima che la scena finale ti sia piaciuta, troppo felice.
Adesso ti lascio, fra un po’ ho scritto più a te che nel capitolo. Grazie di tutto, tesoro.
Baciooooni. <3 

MusicAddicted: Grazie mille, davvero! Spero continuerai a seguire! Un bacio <3 

WhereIsMyMind: Si, Chris è impossibile non amarlo. <3
Ovviamente, contentissima che il capitolo ti sia piaciuto, e che soprattutto mi hai chiesto di continuarla presto. Poi, un’ultima cosa. Non vedevo l’ora di una tua nuova storia e con “I’ll love whatever you become” mi hai illuminato la giornata. Bacio. 

aleale00: Si! Una nuova lettrice! Sono contenta che ti piace!
Grazie mille, spero continuerai a seguire. Un bacione. 

_DyingAtheist: Oh, ma che recensione ciooccolatosa, dolcissima davvero.
Se tu adori me, io adoro te, è ovvio! <3 Grazie mille, aspetto il tuo parere. Baci! 

BrokenGlass: Ciao mia adorata! Devo dirti che con quest’ultima recensione per poco non mi commuovo; troppo gentile, davvero. Mi hai fatto diventare rossa come un peperone, santa Peppa (ormai è d’obbligo mettere questa Peppa in ogni risposta).
E i nostri piccioncini faranno la pace, vedrai. Grazie di tutto, mia Broken. Bacioni <3 

dolcettina: Uuuh! Sei tornata! Grazie mille, ovviamente! Fammi sapere… baci. 

Grazie tutti, davvero.                                                     .

Buona lettura.


Capitolo 8.

 

Le mani.
Le mani scorrevano veloci sui vestiti.
Li spogliavano di quelle protezioni inutili.

Le labbra.
Le labbra premevano leggere su ogni parte scoperta di quei corpi.
Li accarezzavano, li massaggiavano ai loro tocchi vellutati.

I sospiri.
I sospiri sembravano creare una sinfonia.
Una dolce aria che li accompagnava in quell’attimo che sarebbe diventato incancellabile.

Matthew e Dominic.
Due uomini, due persone distinte, due opposti.
Un Cuore.
Un cuore fusione di due a contatto.
Quell’organo che batteva, che batteva forte. 

Dominic era sovrastato dal peso di Matt, che in quel momento era impegnato a ricoprire di soffici baci la sua pelle, ormai nuda, del petto. Lasciava che le sue labbra si incollassero alla carne di Dominic e finché non le sentiva bruciare non si allontanava.
“Matt…” Sospirò il biondo, trasudando piacere.
“Uhm…”
“La camicia…” Disse Dom, mangiandosi quasi le parole e portando le mani sull’indumento bianco ancora quasi tutto abbottonato, che indossava il chitarrista. Ed iniziò a slacciare lentamente i bottoni rimasti chiusi per troppo tempo, sotto lo sguardo attento del suo possessore che probabilmente non vedeva l’ora di tornare a fare ciò a cui, prima di essere stato interrotto, si stava dedicando. Il biondo si godeva quel momento, e nel modo più lento possibile faceva passare ogni bottone fuori dalle asole, con cura.
“Dom!” Sussurrò Matt cercando di esortare il batterista che sembrava essersela presa piuttosto comodamente.
“Umh?”
“Veloce!” Ringhiò il cantante.
“Veloce?” Chiese Dom interrompendosi. “Ai suoi ordini!” Aggiunse brandendo di nuovo la camicia tra le mani. A quel punto dopo aver lanciato un’occhiata birichina a Matt, tirò e strappò la stoffa della costosissima camicia bianca, facendo volare via anche qualche bottone che cadde a terra con un suono quasi impercettibile. “Va bene?” Chiese poi con un sorrisetto soddisfatto sul viso.
Matt si leccò le labbra. “Perfetto, direi.” Rispose, e subito si fiondò nuovamente bramoso, sulla carne del biondo. Gli mordicchiò la pelle del collo, il lobo dell’orecchio e poi cercò le sue labbra.
E mentre i bacini spingevano l’uno contro l’altro, le bocche si incontrarono e si schiusero lasciando che i respiri si mischiassero, lasciando che le lingue si toccassero.
Dom gemette, quando Matt spinse ancora di più il ventre contro il suo.
Ormai i pantaloni si erano fatti stretti, troppo per rimanere ancora addosso. Così il batterista con uno scatto fulmineo invertì i ruoli, posò un bacio sulle labbra di Matt che era ancora scioccato da quell’inversione, e in un attimo sfilò la cintura nera di pelle avvolta attorno ai pantaloni scuri dell’amante.
Era sicuro. Era estremamente sicuro di quello che stava facendo e quando in poco tempo abbassò i pantaloni di Matt, non poté sentirsi più soddisfatto di quella visione. I boxer erano stretti, aderivano perfettamente all’erezione del moro che sembrava stesse per esplodere da un momento all’altro.
Matthew allungò le mani e, veloce, abbassò i jeans neri e attillati di Dominic che era pronto a guidare i giochi proprio come la volta precedente. Lo aiutò a buttarli a terra ed iniziò a baciare la pelle al bordo dell’elastico dei boxer di Matt.
Mentre lentamente li abbassava, lanciò un’occhiata maliziosa al cantante, che per un attimo pregò di non venire subito, solo con quello sguardo che gli aveva riservato.
Si riprese e decise proprio in quel momento che, per non rischiare, sarebbe stato meglio darsi una mossa e fare qualcos’altro. Così afferrò Dom per il mento e lo portò verso di sé. Cercò le sue labbra, gliele morse, quasi gliele fece sanguinare, gli graffiò la schiena e in un attimo cambiò la posizione, lasciando il biondo spiazzato e assetato di piacere.
“Stavolta guido io.” Sussurrò poi, passandosi il pollice sul labbro per asciugarsi dalla saliva di Dominic, che lo guardava sotto di lui eccitato.
Il batterista non se lo fece dire due volte e in un attimo incrociò le gambe attorno alla schiena di Matt che in qualche modo abbassò i suoi boxer ormai quasi completamente levati e quelli di Dom, che aveva lanciato la testa all’indietro sul cuscino e stringeva le lenzuola tra le dita, pronto a ciò che lo aspettava.
Matthew incominciò a spingere lentamente e in poco tempo fu dentro Dom, e vedendo il suo viso corrucciato in un espressione di dolore e la sua mano stringere sempre di più la coperta, allungo la sua e la coprì, fece sì che il biondo intrecciasse le dita nelle sue.
Dominic sorrise a quel gesto, seppur il dolore non fosse ancora passato.
Matt aumentò le spinte mentre Dom non lasciava la sua mano, la stringeva forte e per un momento pensò addirittura che stesse per rompergliela.
Dom venne sul ventre di Matthew.
Matthew dentro Dom.
Quando ormai fu svuotato si accasciò al fianco del biondo, esausto, vuoto e appagato.
Dom boccheggiava ancora con la mano in quella di Matt. “Dio…” rantolò girandosi verso il moro che stava al suo fianco con una mano sugli occhi. Lo vide sorridere, i suoi denti brillarono nel buio della stanza. “Preferisco così…” Disse Matthew, ridacchiando con quel poco di forza che gli rimaneva.
“Così in che senso?” Chiese Dom non avendo capito dove stava andando a parare il cantante.
“Preferisco guidare io.”
“Beh, sei stato bravo, lo ammetto.” Scherzò il batterista lasciando la mano dell’altro che si sdraiò su un fianco puntando il gomito e sistemandosi con la mano sotto la testa. “Però…si potrebbe fare un po’ per uno…non credi?” Aggiunse.
Matt annuì. “Si potrebbe fare…”
Dom sorrise. “Grazie.” Disse accarezzando il petto scarno del moro, che si morse un labbro ripensando a poco prima, ripercorrendo nella sua mente ogni singolo gesto.
“Dio, Dom…perché mi è piaciuto così tanto?” Sussurrò poi.
Il batterista si allungò su di lui e premette le labbra sulle sue, dolcemente.
Matt in quel momento sembrò dire qualcosa contro la sua bocca, ma Dom non riuscì a capire così si allontanò e lo guardò con aria interrogativa, in cerca di una risposta.
Matthew gli afferrò il mento e lo riportò vicino al suo viso. “Ti amo.” Disse, lasciando poi che Dominic si appropriasse di nuovo delle sue labbra.
“Da morire.” Aggiunse quando il biondo si allontanò. “Da morire, Dom.” Ripeté.
“Ti amo, Matt.” Rispose Dominic. “Ma io probabilmente sono già morto e adesso sono in paradiso, perché non mi sembra vero tutto questo…”
Dom si mise a sedere a gambe incrociate di fianco a Matt che rimase sdraiato, con le mani  dietro la testa. “Abbiamo iniziato questa cosa insieme e insieme la continueremo.” Disse.
“Allora non sei più insicuro?” Chiese Dom, felice.
It's not the first time, it's not the worst crime. Our souls will be okay.” Rispose Matt, canticchiando sotto voce nel buio di quella stanza, nel buio di quella notte, ma nello splendore dei loro cuori.

                                                               * 

La mattina seguente, quando Dominic si svegliò la prima cosa che fece fu tastare lo spazio al suo fianco, per controllare che lui fosse ancora lì.
Ma Matt non c’era.
Il batterista si sollevò di scatto, accese la luce per assicurarsi di non aver sbagliato.
E infatti, le sue supposizioni erano esatte: il lato destro del letto era vuoto, c’erano solamente le coperte disfatte e ancora il suo odore, il suo profumo, che era impresso anche nella pelle di Dominic. Dove sei, Matt?
Lo sguardo gli cadde sul comodino.
Un bigliettino. Lo prese ed iniziò a leggere nonostante gli occhi non si fossero ancora abituati alla luce fastidiosa.

Buongiorno Dom.
Sono tornato in camera mia stamattina presto, solo per precauzione.
Non preoccuparti, non ho cambiato idea.
Vieni a chiamarmi quando sei pronto che andiamo a fare colazione insieme.   Tuo M.

Dom saltò in piedi e si fiondò in bagno.
In un attimo fu nella doccia, sotto l’acqua scrosciante che iniziò a lavare, a sciacquare via l’odore di Matt che però rimase impresso nella sua mente.
Mentre si insaponava i capelli incominciò un viaggio a ritroso nel tempo, ripensò a come tutto quello che stava vivendo, come tutte quelle sensazioni erano iniziate. Come quel sentimento che veramente lo legava a Matt fosse emerso in così poco tempo.
Finì di farsi la doccia, si rasò la barba, si infilò un paio dei suoi jeans attillati, una camicia e in poco tempo fu fuori dalla sua stanza, diretto verso quella del suo cantante.
Voltò l’angolo e si ritrovò di fronte la famiglia Wolstenholme quasi al completo, mancava Chris per fortuna di Dominic. Appena i bambini lo videro gli corsero in braccio schiamazzando, attaccandosi a qualsiasi parte del suo corpo.
“Ciao Dom!” Disse Kelly che non aveva ancora avuto occasione di vederlo mentre si avvicinava. 
Gli schioccò due baci sonori sulle guance. “Come stai?”
“Kelly! Benissimo e tu?” Rispose Dom mentre era impegnato a riempire di baci quei piccoli teppistelli che aveva tra le braccia.
“Bene! Speravo di vederti ieri sera…”
Dom si scrollò un po’ di dosso i bambini che, come se niente fosse successo, ripresero a giocare per il corridoio, correndo da una parte all’altra. “Diciamo che non era una bella serata, poi però si è sistemato tutto, fortunatamente.” Spiegò il biondo.
“Avevi litigato con Matt, vero?”
Dom annuì. “Tutto a posto adesso, comunque.”
Kelly sorrise. “Menomale.”
Il batterista accortosi solo in quel momento dell’assenza di Chris si affrettò a chiedere dove fosse.
“Sta sistemando le ultime cose, oggi pomeriggio partiamo.” Rispose la moglie, intenta a togliere dalla mani di Ava un oggettino trovato a terra.
“Oggi?” La giornata di Dom, se ancora non era del tutto illuminata, adesso risplendeva, così come i suoi occhi a quelle parole appena pronunciate dall’amica.
“Sì, non ti ricordavi?”
“Veramente no.” Ammise. “Ma la ragazza? Cioè, Rose… O come si chiama.”
Kelly ridacchiò. “Non so cosa vuole fare. Magari rimane qui a New York, per una seconda possibilità con Matt dato che ieri sera non era molto disponibile, visto che nella sua mente c’eri solo tu e non ha avuto tempo per provare a conoscerla come si deve.”
E spero di esserci anche adesso nella mente di Matt. Dom sospirò. Ti prego, ti prego. Fa che non rimanga qui, quella zo…
“Dom?” Chiamò Kelly, interrompendo i suoi pensieri, vedendolo rivolgere occhiate eloquenti al cielo.
Subito il ragazzo si ricompose.
“Sì?”
“Non ti sta simpatica, vero?” Chiese la donna.
Dom con un sorrisetto falso sulle labbra si affrettò a balbettare qualcosa in risposta, che possibilmente non contenesse insulti verso la ragazza interessata. “M-ma no, è carina, insomma, cioè, non la conosco bene, però così di primo impatto mi da l’idea di una che se la tira parecchio.”
“Stessa cosa che mi ha detto lei riguardo a te, ieri sera, quando Matt se n’è andato.” Rispose Kelly. “Ha detto anche che se Matt non è veramente interessato, gli piacerebbe conoscerti meglio.”
Dominic strabuzzò gli occhi. “Cos’è, sono lo scarto?” Ringhiò. “Io non la voglio conoscere meglio.”
Kelly alzò le mani in segno si scuse, anche se da scusarsi non aveva proprio nulla. “Perfetto, fai come se non ti avessi detto nulla, Dom, tranquillo.”
Dom annuì. La odio. La odio. La odio. Non gli basta Matt, deve provarci anche con me quella grandissima zo…

Beh, adesso noi andiamo a fare colazione.” Disse Kelly, interrompendo per la seconda volta quell’insulto che Dom non riusciva ad affibbiare a Rose per intero. “Se ti vuoi unire a noi…”
“Adesso vado a chiamare Matt, poi magari vi raggiungiamo.” Magari…
“Ok allora, a dopo.” Disse Kelly mentre raggruppava i bambini sparsi per il corridoio.
“Ciao Kelly!” Rispose Dominic allontanandosi. “Ciao pesti!” Aggiunse subito dopo rivolgendosi ai piccoli Wolstenholme.
Arrivò in fondo al corridoio e trovò la porta della stanza di Matt semiaperta. Mi starà aspettando? Pensò Dom, anche se gli pareva piuttosto strano che il cantante lasciasse la porta aperta.
“Matt?” Chiamò a bassa voce, ma si bloccò subito sulla soglia quando sentì la voce di Rose provenire da dentro la stanza. Si ritrovò il cuore in gola in un attimo, e pensando al peggio si mise ad ascoltare ciò che la ragazza diceva.
“Lo so che hai detto a Chris che non ti interesso, ma non potremmo tentare di conoscerci un po’ meglio?” Disse la rossa.
“Io… io, non lo so, Rose. E’ un periodo un po’ strano, questo. Ho altro per la testa.” Rispose Matthew imbarazzato.
Quindi è un no?”
“Esatto.” Disse il moro. “Mi dispiace. Mi dispiace anche perché ti sei fatta un viaggio inutile.”
“Dispiace anche a me.” Replicò Rose. “Ma Dom?” Aggiunse con un filo di speranza nella voce.
“Dom, cosa?” Chiese Matthew alzando il tono della voce. “Dom, cosa?” Ripeté quasi in un ringhio, spaventando la ragazza e lasciando piacevolmente sorpreso colui che spiava quella conversazione da dietro la porta.
“Potrei piacergli, secondo te?” Domandò Rose riducendo la voce ad un sussurro.
Qualcosa cadde a terra, e probabilmente scivolò proprio dalle mani di Matt dato che lanciò una rumorosa bestemmia.
“No, non credo.” Disse poi secco.
“Si può sapere cos’ho che non va?” Urlò improvvisamente la ragazza cambiando personalità, in preda ad un attacco isterico tipico del genere femminile. “Cosa cazzo ho che non va?”
Ci fu un attimo di silenzio dove si sentì solamente il respiro pesante della rossa. Matt non rispondeva. Alla fine non sapeva neanche cosa dirle, dato che la conosceva pochissimo e solo esteriormente e da quel lato, sicuramente, non aveva nulla che non andava.
“Cos’è, siete gay?!” Gridò di nuovo squarciando quel silenzio, con un urlo assordante.
“Gay?!” Rispose finalmente Matt colto nel segno. “Esci va, vai fuori di qui! Neanche ci conosciamo e ti permetti di venire a chiedermi se sono gay! Ma per favore!” Esclamò Matt sentendosi minacciato e portandola verso la porta a spinte.
Dom non fece in tempo a spostarsi, almeno per far finta di niente, che se la ritrovò davanti, con gli occhi fuori dalle orbite e con dietro Matt che la obbligava ad andarsene.
Come una pazza isterica si fiondò addosso al biondo, puntandogli un dito davanti alla faccia.
“Sì, voi siete due froci! Ecco perché non apprezzate niente! Andatevene a fanculo! Tutti e due!” Urlò e corse via, lasciando che quell’attacco di isterismo si tramutasse in un pianto.
Matt lanciò un’occhiata a Dom. “Hai sentito tutto, vero?” Chiese.
“Eh già!” Rispose il batterista facendosi strada in camera di Matthew. “Dio mio, ma quella è fuori di testa, guarda chi voleva propinarti il tuo amicone Chris!” Ridacchiò poi.
“Beh, un po’ ha ragione.” Ammise il chitarrista chiudendosi la porta alle spalle.
“Ragione?” Esordì Dominic. “Dico, ma stai impazzendo anche tu?”
Matt scosse la testa, poi però annui. “Forse.” Disse. “Ma quella, caro mio, ha fatto centro.”
“Sì, ma chi le crederebbe? Dai.”
“Guarda che non è una cosa così difficile da concepire… Io e te insieme. Ci sono riuscito io ad accettarlo, e sappiamo che non è stata assolutamente una cosa facile, per cui non vedo perché non dovrebbero gli altri.” Rispose Matt avvicinandosi all’amico che si era seduto sul bordo del letto.
“Beh, io non mi sento frocio.” Disse secco Dominic.
“No?”
“No, a me piaci solo tu. Di uomo, intendo.”
Matt sorrise. “Allora anche io non dovrei sentirmi frocio?” Chiese.
“Esatto. Io non vedo il problema!”
“E se lo dice a Chris? Adesso lo vedi il problema?” Domandò Matthew, incrociando le braccia.
“Secondo te ci crede?”
“Potrebbe.”
“Dai, c’è una possibilità su mille che creda a quella sclerata!”
“Se lo dici tu.” Rispose il cantante.
Dom annuì. “Fidati.” Disse e lo afferrò per la manica della maglietta che indossava, tirandolo verso di sé. Matt si ritrovò a cavalcioni sulle gambe del biondo che lo fissava negli occhi in attesa di qualcosa che però sembrava non arrivare. Il chitarrista era ancora scosso ed aveva la testa piena di pensieri negativi per darsi una svegliata.
Dom gli diede uno strattone.
“Che c’è?” Chiese Matt, riprendendo coscienza.
“Baciami, scemo.” Sussurrò Dominic tirandolo verso di sé.
Matthew non se lo fece ripetere due volte e premette le sue labbra contro quelle di Dom, per l’ennesima volta.


                                                                  * 

Scesero una mezzoretta dopo e riuscirono a trovare ancora la famiglia Wolstenholme alle prese con la colazione. Kelly stava attenta ai bambini che facevano volare posate e pezzi di pane tostato da una parte all’altra del tavolo, mentre Chris beveva caffè e leggeva ‘in pace’ un giornale quotidiano.
Dominic e Matt si avvicinarono al tavolo dove gli amici sedevano.
“Buongiorno!” Disse il cantante seguito da Dom.
Tutti gli altri si voltarono.
“Ciao ragazzi!” Rispose Chris facendoli segno di sedersi vicino a lui.
Così presero due sedie e si appostarono al suo fianco. “Allora come state oggi?” Chiese.
“Bene, meglio, diciamo.” Disse Dominic con un sorriso furbetto sul viso, a cui solo Matt riuscì a dare un significato.
“Avete chiarito?” Continuò Chris con l’interrogatorio.
“Eccome.” Intervenne Matthew.
“Menomale, così adesso puoi dedicarti esclusivamente a Rose, no?” Disse il bassista.
Matt sbuffò lanciando un’occhiata a Dom che trattene a malapena un insulto. “Ti ho già detto ieri sera che non mi interessa, Chris.”
“Ah, ma allora dicevi sul serio?”
“Sì!”
“Pensavo che dopo aver sistemato tutto con Dom, avresti potuto provare a conoscerla.”
“No, davvero. Non mi piace.” Rispose Matthew giocherellando con il bordo della tovaglia.
“Allora sei proprio cieco, amico mio, lasciatelo dire.” Ridacchiò il bassista.
Kelly lanciò un’occhiataccia al marito. “Dai, Kelly è la verità. Rose è un bella ragazza, mai quanto te. Ma bisogna ammetterlo.”
Kelly alzò un sopracciglio e si voltò dall’altra parte tornando ad occuparsi del figlio al suo fianco.
“Sarò anche cieco, ma non mi piace, neanche un po’.”
Dominic sorrise, trattenendo una risata. “Se la tira.” Si intromise nella discussione.
“Anche tu te la tiri, Dom.” Replicò Chris secco.
“Ma io posso permettermelo.”
“Vanitoso del cavolo…” Disse il bassista con un sorrisetto. “Comunque sei proprio un cretino, Matt. Lasciarsi scappare via un’opportunità così è da stupidi!”
Improvvisamente la suoneria di un cellulare interruppe la conversazione. Chris si affrettò a estrarre il suo dalla tasca del giubbotto appeso allo schienale della sedia.
“Un messaggio? Ma chi è a quest’ora?” Disse curioso.
Aprì il messaggio che lampeggiava sulla schermata del suo telefonino.
 

Ciao Chris, scusami se non vi ho raggiunto a colazione ma è successo un disastro.
Adesso sono all’aeroporto, mi sto per imbarcare per il primo volo di ritorno a Londra.
Ho litigato con Matt prima, ci siamo presi a parole in camera sua e sono arrivata ad una conclusione che, adesso, a mente fredda, considero importante e anche fondata, in un certo senso. Credo che lui si frequenti con Dom.
E non sto scherzando, secondo me è proprio così.
Scusami ancora, Chris. Salutami tanto Kelly e i bambini. Un abbraccio.
 

Gli occhi di Chris erano diventati due fessure e tutti erano in attesa di sapere chi fosse stato ad averlo contattato. Matt tentò di dare un sbirciata allo schermo del cellulare ma senza successo, poiché il bassista lo spense. Poi sollevò la testa lentamente. Diede un’occhiata intorno a sé e fece segno a Kelly di andare via coi bambini per un po’.
In quattro e quattr’otto rimasero solamente lui, Matt e Dom.
Guardò prima uno e poi l’altro, prese un respiro profondo e infine si decise a parlare.
“State insieme?”

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Ecco il nuovo capitolo, anche se in ritardissimo questa volta! Potrete mai perdonarmi?
Fra poco finirà, penso nel prossimo capitolo, ma non sono ancora sicura…magari mi viene qualche altra idea.

I doverosi ringraziamenti:

MusicAddicted
: Ciao cara! Grazie mille del commento, superfelice che ti sia piaciuto il capitolo, spero che anche questo sia di tuo gradimento.  Fammi sapere! Kiss <3 

BJgirl: Oh mamma! Tu, ogni volta mi fai arrossire…
E riguardo a ciò che potrebbero mettere al mondo Dom e Matt, penso anche io che sarebbe un esemplare stupendo, assolutamente.  Grazie mille! 

barbydowney: Ossì, facciamo tutte insieme ciao-ciao con la manina a Rose!
Grazie infinite come sempre, le tue recensioni sono sempre graditissime. Baci 

_DyingAtheist: Eggià la nostra Rose è proprio una “brava ragazza”! ù.ù
Stracontenta che ti sia piaciuta la scena iniziale, faccio una fatica bestia a scrivere le scene lemon!
Grazie mille, aspetto la tua recensione. Bacioni 

Deathnotegintama: Mia adorata! Parto subito col dirti che ho amato le tue recensioni! E non preoccuparti assolutamente del ritardo, io aspetto sempre quando hai un po’ di tempo, perché il tuo parere è fondamentale per me, ormai.
Oddio, sono così felice che ti siano piaciuti questi due capitoli e soprattutto di essere finita tra i tuoi preferiti. No, cioè…forse non puoi capire che onore. Grande scrittrice io? No, grande scrittrice tu. Penso che non finirò mai di ringraziarti. Un bacione enorme e un abbraccio stritolatore <3

WhereIsMyMind:
Non potrei non seguire una tua nuova storia, adoro come scrivi. Sei tra i miei autori preferiti mica per niente! Comunque grazie infinite, davvero. <3

Lilla Wright
: Tesoro mio! Questa volta, prometto, cercherò di essere veloce.
Io ti adoro, ossìsisisi! Ti adoro anche se non mi vuoi regalare il vero Dom per Natale (cosa che sarebbe davvero, ma davvero molto gradita), e te lo vuoi tenere tutto per te.
Ti adoro perché mi fai sempre le recensioni più belle e simpatiche del mondo, compresa quella a Wrong che mi ha commossa, e…io ti adoro, punto.
Abbastanza veloce? Non  mi uccidi, vero? Bacioni, amore! <3

BrokenGlass: Verifica di letteratura otto e mezzo. Perciò, don’t worry! Anche se fosse andata male ti avrei amata comunque. <3
Ma quanti bei complimenti mi hai fatto? Ossignur, sono ancora in brodo di giuggiole. Grazie mille, le tue recensioni sono importantissime. Fammi sapere! Bacioni 

Stellina: Tu lo sai che io ti amo alla follia. E sai che non faccio altro che ringraziarti dalla mattina alla sera, quindi mi sembra doveroso farlo anche adesso, nonostante l’avessi già fatto su Fb: Grazie meraviglia mia, davvero per tutto. Pensa che se non fosse stato per te nemmeno l’avrei pubblicata questa storia! Sei importante, stellina. <3

dolcettina: Uhuh, Dom non è proprio arrabbiato con Chris, diciamo che in questo periodo non lo sopporta molto. Comunque tutto è iniziato nel terzo capitolo, dalla telefonata di Chris…
Grazie mille dei complimenti, spero continuerà a piacerti! Baci


Patri
: Non preoccuparti del ritardo! Come sempre ti ringrazio tantissimo, mi fanno tanto piacere le tue recensioni. Sei un tesoro, alla prossima! <3 


Grazie a Glitter Princess per averla aggiunta alle preferite e anche a chi l’ha aggiunta alle seguite.

 

Capitolo 9.


Quel “state insieme?” risuonò in quella sala affollata come se fosse vuota come se ci fossero solamente loro tre. Nelle menti dei due diretti interessati quelle due parole sembrarono rimbombare, rimbalzando più e più volte da una parte all’altra, ripetendosi così all’infinito.
Chris fu quasi sicuro di aver visto gli occhi di Matt rivoltarsi all’indietro, mostrando il bianco delle due sfere, mentre tentò di tenersi attaccato al bracciolo della sedia per sorreggersi.
Infatti Matthew in quel momento si sentì svenire, il suo cuore perse dei battiti e il suo viso si fece pallido, cadaverico.
Dominic aveva puntato i gomiti sul tavolo, appoggiando la testa tra la mani, tentando quasi di nascondersi dallo sguardo indagatore del bassista che, impaziente e con l’ansia che stava per fuoriuscire ad ondate, attendeva una risposta che in qualche modo sperava fosse negativa.
Da quando la conosceva, Rose, gli era sempre sembrata una persona coerente, intelligente e con la testa sulle spalle. Per sua fortuna non aveva mai assistito a uno di quelli che erano i suoi attacchi isterici, che non erano affatto sporadici anzi, tutt’altro che sporadici. E questo Kelly lo sapeva bene. Ma il marito aveva talmente insistito nel volerla presentare all’amico che alla fine decise di non azzardarsi a mettere il dito in quella questione, limitandosi ad eseguire gli ordini e a lasciare che Chris organizzasse il tutto in quello che considerava il migliore dei modi.
Non gli sembrava una persona che avrebbe potuto inventarsi una cosa del genere così, dal nulla. Eppure sperava che si fosse inventata tutto, non gli poteva sembrare vero.
Mentre Chris tentava di mantenere la calma, Matt si decise a parlare.
Proprio Matt? E chi se lo sarebbe mai aspettato…di sicuro non Dom, che appena sentì le corde vocali del moro accennare ad emettere un suono alzò il capo di volata, curioso di sapere cosa avrebbe detto, come avrebbe spiegato quella situazione al loro migliore amico. Sempre se gliel’avrebbe spiegata e non avesse deciso di inventarsi qualche stupida bugia delle sue e di scappare come suo solito. Allora sì, che Dom l’avrebbe fatta finita una volta per tutte! Era arrivato il momento, almeno per come la pensava lui. La sera precedente Matt aveva avuto il coraggio di baciarlo, di prenderlo per mano davanti a una miriade di persone, e perciò adesso avrebbe dovuto fare lo stesso. Chris sarebbe partito nel pomeriggio, avrebbe avuto tempo di pensare, di riflettere su quella situazione che sicuramente lo avrebbe scosso e non poco. Gli sembrava stupido aspettare. In fondo, avrebbero dovuto affrontarlo prima o poi, non potevano nascondersi in eterno. Via il dente, via il dolore. Pensò Dom. Dai, Matt, parla.
“M-ma chi?” Balbettò infine Matt.
Dom e Chris sgranarono gli occhi. “Come chi?” Sbottò il bassista.
Il biondo scosse la testa, lanciando un’occhiataccia a Matthew che sprofondò nella sedia diventando ancora più bianco di quello che era prima. Pareva poter morire da un momento all’altro. “Chi?” Chiese di nuovo.
No, scusa Matt, stai diventando scemo o cosa? Dom provò una voglia quasi irrefrenabile di lanciarsi dall’altra parte del tavolo e mettere le mani addosso a quel cretino che amava, che amava alla follia, per sua sfortuna.
“Secondo te con chi sto parlando?! Ci siete solo voi due seduti qui con me!” Replicò Chris alzando un filo il tono di voce, irritato.
Matt posò lo sguardo su Dom che lo guardava con le mani congiunte davanti alla bocca, scuotendo in un modo quasi impercettibile la testa. Diglielo, ti prego. Se non lo fai tu lo faccio io, codardo che non sei altro. Il chitarrista abbassò la testa un attimo poi riprese a parlare, cioè, a balbettare.
“C-come…ti è venuto in mente?” Domandò.
Dominic non riusciva a capire cosa stesse cercando di fare. Voleva dirglielo o no?
“Rose mi ha appena inviato un messaggio, mi sembra una cosa così strana…” Disse Chris. “…insomma, mi ha scritto che lei è più che sicura che voi due vi stiate frequentando, che voi due siete...” Terminò quasi in un sussurro, sembrava avesse paura di dire quella parola.
In fondo non era così, ma a Matt e Dom poteva apparire. Lui, solamente, non riusciva a crederci. Avrebbe voluto loro bene in qualsiasi caso. Alla fine erano o no i suoi migliori amici?
“Rose?” Chiese Matt. Chris annuì.

Lo sapevo che gliel’avrebbe detto, lo sapevo! Lo sapevo! Pensò Matthew, che stava per avere una crisi di panico.
Silenzio.
“Ragazzi? Io ho bisogno di una risposta.” Disse Chris tentando di indurli a parlare.
Dominic guardò Matt, gli fece capire che avrebbe parlato lui se non si fosse dato una mossa. Passarono ancora alcuni secondi. Improvvisamente Matt si voltò verso Chris.
“Si” Disse.
Dominic gli sorrise, mentre il suo cuore impazziva di gioia ma allo stesso tempo l’ansia prendeva possesso di lui. Quale sarebbe stata la reazione di Chris?
Il bassista aggrottò le sopracciglia, facendo sì che i due di fronte a lui smettessero di respirare.
“Si, cosa?” Chiese.
Dom prese a massaggiarsi una tempia. Dio, ma che cosa si sono fumati tutti questa mattina?
Matt voleva uccidersi. Cristo, devo ripeterlo un’altra volta? Guardò il batterista al suo fiancò e insieme presero un respiro profondo.
“Si, stiamo insieme.” Dissero all’unisono, come un coretto.
Chris sbiancò. E’ uno scherzo? No, perché se è uno scherzo vi è venuto proprio bene, ragazzi. Che colpo. No, ma aspetta e…e se non fosse uno scherzo? E se fosse tutto vero? Chris, respira, respira per l’amor del cielo. Dai, guardali…sono seri. Che facce che hanno. Troppo serie per essere uno scherzo. Matt, Dio mio, stai per morire? Ti prego, riprenditi. Beh, anche io non devo avere proprio una faccia carina. E tu Dom, smettila di fissarmi in quel modo. Devo connettere…devo…de…merda, voglio scappare. No, Chris, adesso rimani qui e non fare altre storie. Sono i tuoi amici, i tuoi migliori amici e non puoi permetterti di non affrontare questa situazione. E’ vero, ok? Stanno insieme…e allora? Sono sempre le stesse persone, le stesse splendide, fantastiche persone che conosci da una vita, con le quali hai affrontato di tutto. Perché non puoi affrontare anche questo? …oh Dio mio, sto parlando da solo. Che casino, che casino. Ma come cazzo hanno fatto a mettersi insieme? Io dico, non è possibile…o si? E beh, evidentemente si. Ma come? Come? Si conoscono da una vita e solo adesso si sono accorti che stanno bene insieme? Ma si ameranno poi? E…saranno già stati a letto insieme? No. Basta. Non voglio pensare certe cose. Magari no…ecco, potrebbe essere solo un amore platonico. Senti Chris…guardali bene. Dom ti sembra uno da amore platonico? …umh, no. Direi di no. Forse Matt. Si Matt potrebbe, però…Dio aiutami! Io cosa gli dico adesso? Quanto tempo sarà che me ne sto zitto a fissarli come un cretino, lasciando che un infarto gli si avvicini sempre di più? Ok, parla Chris, parla perché se no qui li perdi tutti e due. Prima Matt…probabilmente…
In effetti Matt pareva non respirare neanche più e si era addirittura messo a tremare come un piccolo bambino impaurito. Dominic sembrava una statua, però almeno era abbastanza calmo.
Chris aprì la bocca senza far uscire alcuno suono. La richiuse. Sospirò. Matt si mise le mani fra i capelli. Si, forse gli era venuta voglia di piangere, ma non lo fece. Dom non aspettava altro che una maledetta risposta. Anche un “fatevi curare” o un “andatevene a fanculo”, gli bastava solo che quell’uomo davanti a loro parlasse.
Chris finalmente si decise, prese un respiro e cercò di balbettare qualcosa. “Va bene.” Disse come prima cosa. Matt lanciò un’occhiata piena di speranza al batterista che accennò un sorriso. “Rispetto le vostre decisioni. Siete o no i miei migliori amici?” Aggiunse toccando un braccio a Dom. “Vi vorrò bene per sempre e non sarà certo questa storia a farci separare.”
Matthew si alzò di scatto e lo abbracciò, in un modo un po’ scomodo, ma lo abbracciò.
Dominic stava per esplodere di gioia. “Grazie, Chris…” Disse quando Matt era tornato a sedersi lasciandolo respirare.
Il bassista sorrise. “E’ il minimo questo…però, non vuol dire che io mi sia già abituato all’idea.” Rispose. “Non è che poi vi mettete a baciarvi davanti a me, vero?”
Scoppiarono a ridere tutti e tre insieme. “Non esagerare adesso…non siamo due arrapati.” Disse Dom guadagnandosi un’occhiataccia da Matt. “Io non sono arrapato! Tu si!” Intervenne il moro.
Il batterista roteò gli occhi e sbuffò. “Ti ho mai baciato davanti a tutti?”
“No, però adesso potresti farlo dato che Chris lo sa.”
Dom scosse la testa. “Non ci penso neanche.”
Chris tirò un sospiro di sollievo. “Ragazzi, però dovete spiegarmi una cosa…” Disse poi.
I due amici si voltarono verso di lui. “Cosa?”
“…emh…come…ecco, come avete fatto a…”
“Innamorarvi?” Lo interruppe Dom.
Chris annuì con un sorrisetto imbarazzato sul viso. Il batterista si voltò verso Matt che fece spallucce. “Boh!” Risposero poi insieme.
“Ah, beh, mi sembra un bel modo per innamorarsi…” Ironizzò Chris che ancora doveva riordinare tutti i pensieri che gli ronzavano per la testa. “Ultima cosa…” Disse ancora.
“Dicci tutto.”
“Saranno anche affari vostri però…devo saperlo, non so perché…devo e basta.”
“Tranquillo, Chris. Chiedi pure.” Rispose Dom.
Il bassista si torturò un po’ le mani poi riprese a parlare. “…s-siete già stati a letto…insieme?” Riuscì a dire finalmente dopo un po’ di indecisione sul da farsi.
Matt scoppiò in una risata isterica, Dom diventò rosso come un peperone.
Chris abbassò la testa. “Ho capito, ho capito.” Disse infine. “Adesso posso dormire tranquillo, per così dire…” Aggiunse sarcastico.
Matthew cercò di riprendersi da quel mezzo shock e gli rivolse un sorriso.
“Ma com’è?” Domandò il bassista, non ancora sazio.
Basta, adesso aveva preso di nuovo confidenza ed era deciso a sapere i particolari, proprio come una ragazzina fa con la sua amica del cuore dopo la sua prima volta.
Beh, alla fine era proprio come se fosse stata la loro prima volta. Era stato diverso.
Dominic sgranò gli occhi. “Chris!” Sbottò poi. “Ma cosa te ne frega?! Tu hai tua moglie, no? O per caso vuoi unirti?”
Matt tirò una gomitata all’amico. “Zitto! Che magari poi vuole unirsi veramente!” Disse scherzando sotto lo sguardo offeso di Chris.
“Scusate! Volevo solo sapere un pochino…” Si difese il bassista.
Dom allora si morse un labbro, e sfoderò il sorriso più sexy che poteva fare, mostrando i suoi denti perfetti e bianchissimi. “Eccitante…” Cominciò a dire.
Poi lanciò un’occhiata a Matt che, avendo capito dove voleva arrivare, continuò. “Sexy…” Sussurrò facendo l’occhiolino a Chris che li fissava storcendo la bocca da un lato. Quando vide che Dom stava per aggiungere qualcosa ancora, si affrettò ad interromperlo. “Basta! Basta, vi prego! Ho capito…vi è piaciuto.”
Matt e Dom ridacchiarono. “Adesso andrei a sistemare le ultime cose per la partenza…” Disse il bassista. “Che ne dite se pranziamo insieme, dopo?”
“Certo.” Rispose Dominic. “Ci vediamo dopo allora.”
“Grazie ancora, Chris.” Intervenne Matt.
Chris si alzò. “Di niente ragazzi, lo sapete che per voi ci sarò sempre.” Disse sorridente. “Ma…posso dirlo a Kelly? Sicuramente mi chiederà cos’è successo.”
Matt e Dom si guardarono per un attimo. “Diglielo, basta che non le fai venire un infarto.” Replicò il chitarrista, dopo il cenno d’approvazione del biondo.
“Perfetto allora, a dopo!” Disse il bassista e sparì in quattro e quattr’otto, lasciando i due amici lì da soli ancora increduli della sua reazione.
La gente intanto scorrazzava da una parte all’altra della sala portando in mano i piatti colmi di cibo presi dal buffet. Matt adocchiò una fetta di torta al cioccolato nel piattino di una bambina che passava per mano alla madre. “Umh…mi sa che vado a prendermi un pezzo di torta…” Esordì poi alzandosi e mollando Dominic al tavolo da solo.
Tornò qual minuto più tardi con il piatto pieno di dolci e un pezzettino di torta in bocca, si risedette di fronte al batterista che lo guardava disgustato.
“Vuoi?” Chiese con la bocca impastata di cioccolato.
Dom scossa la testa. “No, grazie.”
Matt fece spallucce. “Non sai cosa ti perdi…”
“Guarda ne faccio a meno, non preoccuparti.” Rispose il biondo dando un’occhiata di disgusto al piatto dell’amico. “Dio, Matt…che schifo.”
“Che schifo cosa? Vorresti lasciare lì tutto questo ben di Dio?”
“Ti avviso, se poi stai male che non ti venga in mente di venire a lamentarti da me!” Disse il batterista secco.
Matt mise il broncio. “Non mi cureresti?” Mormorò sporgendo il labbro inferiore.
“Ti farei vomitare a forza, schifoso che non sei altro.” Replicò Dom.
Matt ridacchiò. “Beh, è già qualcosa.”
Dominic gli sorrise scuotendo la testa, poi sentì qualcosa sfiorargli la gamba. Diede un’occhiata veloce sotto al tavolo. “Che fai? Mi stai facendo il piedino?”
Matt arrossì. “Forse...”
“Poi sono io quello arrapato.” Rispose Dom ridacchiano. “Vergognati” 

                                                                   *

Dopo pranzo, dove Kelly si dimostrò decisamente a suo agio come al solito, nonostante la situazione nuova, Dominic e Matthew accompagnarono la famiglia Wolstenholme all’aeroporto.
Presero due diversi taxi.
Uno dove salirono Kelly e la mandria di bambini e un altro dove salirono i tre musicisti.
Dom guardava fuori dal finestrino con le cuffie dell’ I-Pod nelle orecchie mentre canticchiava qualche canzone. Intanto Matt e Chris chiacchieravano.
“Quindi, quel giorno in cui avevi litigato con Dom che ti avevo chiamato e mi avevi detto che era successa una cosa strana…era…” Disse Chris.
“Già, proprio quello.” Rispose Matthew. “La sera prima ci eravamo baciati per la prima volta…” Aggiunse imbarazzato. “Poi, praticamente mi ero tirato indietro, come mio solito, e lui si era leggermente incazzato.”
Chris lanciò un’occhiata a Dom per vedere se stesse ascoltando o meno. Pareva di no. Era tutto preso a cantare una canzone senza però lasciare uscire alcun suono dalla bocca.
“Adesso si spiega tutto…” Commentò dopo. “Sono contento che me l’abbiate detto, davvero. E’ una cosa che ancora devo realizzare bene, ma sono felicissimo che siate riusciti a dirmelo. Penso che anche per voi sia stata una liberazione, no?”
“E che liberazione!” Rispose Matt, tirando un sospiro. “Soprattutto per me.”
“Beh, allora Rose non si era sognata tutto. Ma come ha fatto a capire?” Disse Chris.
“Non lo so...sensitiva?”
Chris ridacchiò e quando era stava per rispondere fu interrotto bruscamente da Dom che gli si fiondò addosso scuotendo la testa come un dannato e facendo finta di suonare una chitarra mentre cantava a squarciagola “Smells like teen spirits”. “
With the lights out, it's less dangerous! Here we are now, entertain us! I feel stupid and contagious! Here we are now, entertain us! A mulatto, An albino, A mosquito, My libido…yeah!
Tentava in un modo alquanto squallido di imitare Kurt Cobain sotto lo sguardo divertito di Matt che aveva iniziato a ridere a crepapelle insieme a Chris e sotto quello terrorizzato dell’autista, che sembrava in procinto di chiamare un manicomio e farli ricoverare tutti e tre.
A deniaaaaal!!!” Urlò infine Dom lasciandosi ricadere sul sedile sfinito e con le corde vocali andate a farsi benedire.
Matt aveva registrato tutto col telefonino e aveva salvato il video, che avrebbe potuto utilizzare in futuro per ricattare Dom.
Risero per almeno altri cinque minuti ininterrottamente fregandosene di quello che poteva pensare il taxista ormai traumatizzato dalla performance orripilante del batterista dei Muse.
Beh, avrebbe potuto vantarsi di aver sentito Dominic Howard in persona cantare a squarciagola e per di più male, una canzone dei Nirvana. Ma in America a chi sarebbe importato? Forse a quel punto era meglio tenerselo per sé.
Arrivarono in aeroporto, accompagnarono gli amici dentro e si salutarono.
Ava pianse. Per quella piccola vacanza non aveva degnato quasi neanche di un’occhiata né Matt né Dom, ma lei pianse senza un preciso motivo. Per farla smettere Dom dovette regalarle il suo portachiavi, un pompon leopardato, seppure non fosse troppo convinto. Ma fu obbligato da Matthew che lo aveva minacciato.
Al ritorno presero un altro taxi e Dom si trattenne dal fare un’altra delle sue fantastiche esibizioni live.
“Stasera andiamo fuori a cena.” Disse Matt rompendo il silenzio che si era creato.
“Si? Dove mi porti di bello?” Chiese Dom guadagnandosi un’occhiataccia dal taxista attraverso lo specchietto, che li aveva già classificati appena erano entrati in macchina.
“Non lo so…in un posto carino, tranquillo possibilmente.”
“Beh, pensaci tu. Basta che si mangia.”
“Ok, allora scelgo io.” Disse il moro appoggiando una mano sulla gamba di Dom.
“Oh Dio, Matt…così mi preoccupi.” Esordì Dom, sarcastico.
Matt lo guardò senza capire. “Stai diventando troppo ‘coraggioso’…” Gli spiegò indicando la sua mano che aveva sulla gamba.
“Hai visto?” Ridacchiò Matt. “Ormai sono deciso, caro mio”
“Menomale…” Commentò il biondo sorridendo.

                                                                      * 

Dominic guardò per la quinta volta nel giro di qualche minuto, l’orologio che aveva al polso, che segnava le otto e un quarto passate da poco. Perché cazzo sono agitato? Sembra che devo andare a sposarmi.…Dio, chissà come sarebbe sposare Matt, e la luna di miele poi…
I pensieri poco casti che si erano formati nella mente di Dom vennero interrotti dal bussare alla porta della sua suite. Si alzò di fretta scaraventandosi, nel vero senso della parola, dall’altra parte della camera ad aprire la porta. Fece un giro di chiavi e abbassò la maniglia, aprì.
Degli occhi azzurri come il cielo lo illuminarono. Matt indossava un completo con la giacca nero e una camicia bianca attillata, ed era assolutamente perfetto agli occhi di Dominic.
“Sei bellissimo” Sussurrò ancora con gli occhi puntati su di lui, che arrossì di colpo.
“Tu sei bellissimo, non io” Replicò Matt dando un’occhiata all’abbigliamento di Dom. Pantaloni neri stretti anzi, strettissimi, la fidata cintura leopardata e una camicia rosa. “Dai, prendi la giacca e andiamo.”
Dom si infilò la sua giacca di pelle nera e uscirono dall’hotel. Era curioso di sapere dove l’avrebbe portato Matthew. “Dove andiamo?” Chiese quando furono saliti in un taxi.
“Fra poco vedrai. Ma guarda che non è niente di che, capito?” Disse Matt. “Non aspettarti chissà cosa…”
Dom sorrise. “Basta che sono con te.”
Un venti minuti dopo arrivarono in un posticino tranquillo. Qualche coppietta stava entrando in un ristorantino proprio di fronte a loro. Si chiamava ‘Cherì’. 
Si avvicinarono all’entrata. “Francese?” Chiese Dom tutto contento.
“Aspetta un secondo, Dom! Dio mio, come sei curioso.”
“Si, si! Beccato! E’ francese!” Cantilenò il batterista schioccando un bacio veloce sulla guancia di Matthew che ridacchiò divertito.
Entrarono e subito una cameriera li accolse, prese loro le giacche e li guidò al tavolo che Matt aveva prenotato il pomeriggio.
Si sedettero e dopo qualche minuto gli fu servito dello champagne.
“Pure?” Chiese Dominic lanciando un’occhiata dolce al chitarrista che ricambiò con un sorriso.
“Stasera vuoi uccidermi” Disse il biondo quando vide arrivare il suo piatto preferito. “Se solo potessi verrei di lì e ti riempirei di baci.” Aggiunse quando il cameriere fu lontano.
“Trattieniti per dopo” Rispose Matt mentre si sistemava il tovagliolo sulle gambe.
Due ore dopo erano fuori da quel ristorante, sazi ed estremamente felici, anche se Matt con il portafoglio quasi vuoto.
“Dove vuoi andare?” Chiese il cantante sfiorando la mano di Dom che non si fece problemi e gliela chiuse nella sua.
“Non lo so, ma ho bisogno di baciarti e non scherzo, sto per andare in astinenza” Rispose il batterista.
“Vuoi tornare in hotel o preferisci imboscarti da qualche parte?” Sghignazzò Matt.
“La seconda mi eccita parecchio, ma forse è meglio la prima, non credi?”
“Molto meglio.” Rispose il moro mentre fermava un taxi.
Tornarono in hotel e in un attimo furono davanti alla camera di Dom.
Dom spinse dentro Matt, chiuse la porta alle sue spalle e lo portò fino al letto dove lo fece cadere salendogli sopra a cavalcioni. “Adesso sei mio, tesoro” Sussurrò ridacchiando dando inizio ai giochi.
E anche quella notte la passarono insieme, adesso più liberi che mai, avendo finalmente confessato tutto al loro migliore amico. La loro storia era diventata importante, troppo per essere distrutta e ora che sembrava essere andato tutto a posto, cosa sarebbe successo?

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Penultimo capitolo! Il prossimo sarà un piccolo epilogo, credo.
Non finirò mai di ringraziarvi, ragazze! *sparge amore per tutto il fanDOM*
Questo capitolo è dedicato alla mia Lilla e alla mia Stellina.

Ah! Il tour non è iniziato così tardi e soprattutto non a Parigi.

Adesso i ringraziamenti:


Glitter Princess:
Sono contentissima che tu mi abbia lasciato una recensione, ma davvero segui dal primo capitolo? Oh che bello, e poi sapere che ti piace è fantastico.
Ah, non preoccuparti, niente Rose! Grazie mille! Un bacio. 

barbydowney: Perdonami se ti ho lasciato senza scena lemon, ma tu davvero non puoi immagine la fatica che faccio per scriverle. Mi ci sarebbero voluti altri quattro giorni come minimo. Ho lasciato spazio alla vostra immaginazione così! Grazie infinite, come sempre. Bacioni 

CheNeSo_: Ma ciao! Che bello ho trovato una persona pigra come me, non immagini quanto io possa esserlo in certe cose!…comunque, ti ringrazio tantissimo. La tua recensione è stata splendida e supergradita. Sono contenta di essere riuscita a farti ridere, non immagini neanche quanto! E riguardo a Dom, non sei l’unica ad amarlo qui! <3
Se avrai voglia, lasciami pure un commentino, sarei felice. Grazie ancora. Baci! 

BJgirl: Si, hai ragione è stupendo descriverli come una coppietta felice, sono così belli! *-*
Spero ti piacerà questo capito, fammi sapere. Un bacione <3

MusicAddicted: Che bellezza! Sono contenta che ti sia piaciuto! Vedrò di farti recapitare il video che Matt ha fatto a Dom, sisi! U.U Grazie mille! A presto <3 

aleale00: Sono felice che tu mi abbia fatto sapere cosa ne pensavi. Ti ringrazio tantissimo! Baci 

Lilla Wright: Oddio! Amore finalmente ci siamo conosciute! Sono così contenta che non puoi nemmeno immaginare! Sei una persona splendida.
Anche se dici di non aver potuto dare il meglio di te nell’ultima recensione è stata stupenda comunque, l’ho adorata come tutte le altre. In particolare lo sclero con quel mix di canzoni, che era superlativo! Direi che oltre a fargli il cartellone potremmo registrargli anche quella canzone lì. Chissà come sarebbero contenti! Beh, GRAZIE Di TUTTO, sei un’amica fantastica. Ti amo <3 

_DyingAtheist: Ma salve a te, dolcezza! Grazie per la bella recensione, spero ti piacerà anche questo capitolo, sono contenta di sapere che sei curiosa. Un bacio 

dolcettina: Uuuuh, Dommeh attizza anche me! Grazie mille dei complimenti, baci. 

Stellina: Amore mio. Ripetitiva? Ma io adoro le tue recensioni! Non preoccuparti comunque, si sistemerà anche quello che succederà in questo capitolo, e già…perché qualcosa succede. I love you. <3

 

Capitolo 10.

Pioggia.
Pioggia.
E ancora pioggia.
“Che tempo del cazzo!” Disse Dominic a bassa voce, lamentandosi.
Stava parlando da solo, appoggiato al davanzale della finestra con una sigaretta fumante tra le dita. Era mattina presto, saranno state le sei e mezza circa. Matt infatti dormiva ancora e il traffico non era del tutto formato, non c’erano ancora code infinite di macchine e persone che correvano da una parte all’altra della strada rischiando di farsi tirare sotto solamente perché erano in ritardo per il lavoro. Faceva freddo, come di consuetudine ormai. Ma nonostante questo, Dom se ne stava tranquillo davanti alla finestra spalancata, vestendo solamente un paio di boxer e una maglietta intima leggera. Aveva dormito poco e niente quella notte. Sebbene avesse fatto l’amore con Matthew fino a tardi e tutte le sue forze erano andate a farsi benedire, non riuscì a chiudere occhio, anche se senza un buon motivo. Presentimenti, forse?
Chiuse le labbra intorno al filtro arancione della sigaretta. Inspirò. Il fumo gli invase la bocca, la gola, lo buttò fuori dalle narici, lasciando che si dissolvesse nell’aria umida di quella mattina, annoiata e stanca, come lui.
Prese un’ultima boccata di fumo dalla sigaretta e poi la spense, schiacciandola nel posacenere che aveva appoggiato al davanzale. Si voltò verso il letto. Un piede di Matt sbucava da sotto i montoni di coperte e sul cuscino si intravedevano i suoi capelli neri scompigliati. Si avvicinò lentamente, ma non fece in tempo a sedersi sul materasso che Matt gli si parò davanti tipo film dell’orrore, occhiaie e capelli davanti al viso. “Chiudi quella cazzo di finestra, per favore?! O vuoi farmi congelare?!” Ringhiò con la voce ancora rauca a causa del sonno e gli occhi mezzi socchiusi.
Il biondo lo guardò con aria contrariata. “Non possiamo cambiare un po’ l’aria? C’è puzza qui dentro…” Disse con tono pacato.
“Ma io sto dormendo, Dom, se non te sei accorto! Ho freddo! Non è colpa mia se tu ti svegli alle cinque di mattina! Non devo soffrire io perché tu senti puzza! O sbaglio?!” Urlò isterico Matthew.
Dominic fece un mezzo sorriso, si alzò e chiuse la finestra poi tornò a sedersi, facendo il tutto sotto lo sguardo omicida del cantante, che sembrava veramente un pazzo furioso.
“Comunque sono le sei e mezza…” Commentò Dom lanciando un’occhiata divertita all’amico che era più irritato che mai.
“Ma chi se ne frega di che ore sono! Dio!” Imprecò Matt mentre si riaccucciava sotto le coperte calde. “Buonanotte!” Aggiunse secco dopo essersi rimesso comodo.
“Ma scusa, adesso mi lasci qui sveglio ad annoiarmi tutto solo?” Chiese Dom avvicinandosi con il viso a quello del moro, che riaprì gli occhi di scatto facendo sobbalzare l’amico.
“Tu vuoi veramente morire questa mattina.” Constatò afferrando con un gesto fulmineo la maglia di Dom. Lo tirò verso di sé, ritrovandosi così occhi negli occhi a pochi centimetri l’uno dall’altro.
“Lo sai che odio essere svegliato presto, Dom.” Continuò con il tono di sfida precedente.
“Come sei antipatico…” Rispose l’altro facendo una smorfia.
Matt gli lanciò un’occhiata di fuoco e in un attimo lo atterrò sovrastandolo. “Sono antipatico?!”
“E già caro mio, sei intrattabile” Disse Dominic tirandogli un pizzicotto alla pelle bianca della pancia che fuoriusciva dalla t-shirt troppo larga del pigiama.
“Ma avrei voluto vedere te a quest’ora del mattino se ti avessi svegliato, come saresti stato simpatico!” Si difese il chitarrista dopo aver tirato uno schiaffo alla mano con cui Dom l’aveva pizzicato.
“E dai, non vorrai passare questi ultimi due giorni dormendo fino alle undici! Perdiamo solo prezioso tempo che potremmo impegnare facendo altro...” Articolò il biondo con un sorrisetto.
Matthew si tranquillizzò per un attimo e ricambiò il sorriso. “Tipo?” Chiese poi con aria maliziosa.
“Umh…non so…tipo…” Cominciò a dire Dom mentre insinuava una mano sotto la maglietta del moro accarezzandolo. “…potremmo…”
Matt stava andando in estasi. La mano di Dominic scivolava su e giù per la sua schiena e quel sorriso sensuale che aveva stampato sulla faccia lo stava facendo impazzire. “Dio, Dom, abbiamo appena finito di farlo…” Cercò di lamentarsi pur sapendo che se avesse continuato non si sarebbe fatto problemi ad assecondarlo.
“E’ stato circa quattro ore fa…” Si giustificò il batterista sollevando il viso fino ad incontrare quello del moro sopra di lui. Gli leccò un labbro, glielo morse.
“Dom…” Sussurrò contrariato Matt.
“…Dom, cazzo…” Gemette, questa volta, sentendo il bacino del biondo spingere contro il suo.
Dominic lo guardava soddisfatto, con ancora quel sorriso tentatore sul viso.
Poi lo fece di nuovo, mosse il bacino sotto il suo. A quel punto Matt non poté più opporre resistenza, l’eccitazione scorreva nel suo corpo, giù per la sua schiena.
“Sei uno stronzo…” Disse a bassa voce, mentre si avvicinava per baciarlo.
Dom ridacchiò sulle labbra di Matt e si fece trasportare da quel bacio perfetto.
Poi lo aiutò a sfilarsi la maglia, ormai diventata un inutile ostacolo. Lasciò che Matt facesse lo stesso con lui, mentre assaporava la carne che veniva poco a poco scoperta.
La mano di Dom scese lentamente, attraversando il corpo di Matt, fino ai suoi boxer, dove l’eccitazione iniziava a farsi sentire. Incominciò a massaggiare quel rigonfiamento, prima piano poi sempre più veloce mentre il moro lo baciava appassionatamente, con foga.
Improvvisamente Matt lo fermò. Non perché non gli piacesse, anzi, proprio tutto il contrario, solamente perché non vedeva l’ora di ricambiare il trattamento, anche se in modo diverso. Infatti, senza pensarci due volte abbassò i boxer del biondo, e aiutato da quest’ultimo sfilò anche i suoi. Strusciò più volte il suo ventre contro quello di Dom, tra un gemito soffocato e un altro. Piano iniziò a spingere con delicatezza e assecondato dai movimenti di Dominic, in poco tempo, entrò dentro di lui.
L’iniziale dolcezza fu presto sostituita da una naturale aggressività che prendeva possesso dei loro corpi ansimanti, sudati e vogliosi.
Matthew sentiva Dom, lo vedeva, sussurrare il suo nome, adorava vedere quelle labbra che si dischiudevano lasciando che quella parola, quel nome uscisse caldo e sensuale, quasi in un orgasmo. Lo faceva impazzire. Si, era pazzo, completamente pazzo di lui.
In seguito aumentò le spinte, sempre di più, e sentì le unghie di Dom conficcarsi nella sua schiena, lo graffiava ed era doloroso, ma nonostante questo lo trovava estremamente eccitante. Quando arrivarono all’apice del piacere, quasi nello stesso momento, le spinte diminuirono, finché non si trovarono accasciati uno sopra l’altro, ancora ansimanti.
Matt respirava pesantemente con la testa nell’incavo del collo di Dominic, che odorava di un profumo dolce, di miele, che faceva venire un’irrefrenabile voglia di leccarlo, di mangiarlo quasi. E Matthew non poté resistere oltre. Lo addentò, facendo scappare al biondo un grido soffocato di piacere inaspettato misto a dolore. Caldo lo leccò, lo morse e lo baciò, fino a consumare quella pelle liscia e profumata che pareva desiderarne ancora.
Dom lo avvolse tra le sue braccia, lo strinse forte. “Pensa come sarebbe se non ci dovessimo nascondere…” Disse quasi in un sussurro.
“Un sogno, è solo un sogno, Dom.” Rispose Matt.
“Un sogno?”
“Tu sei un sogno” Disse leggero, avvicinando il viso a quello del biondo che lo guardava sorridente. “Uno stramaledetto, stupendo sogno.” Ripeté posando le labbra sulle sue e mantenendo lo sguardo fisso in quello di Dom, azzurro nel verde, cielo nella terra, ancora una volta. 

                                                                    *

                                                                                                     Un mese dopo, tour bus.
 

“Matt!” Gridò Chris, ormai isterico, per circa la decima volta in pochi minuti. “Adesso vengo dentro e ti uccido!”
Dominic se ne stava comodamente sdraiato sul divanetto nero di pelle del bus, vicino al finestrino, e si godeva la scena in tranquillità e a debita distanza.
Chris continuava a bussare a quella dannata porta del bagno da un tempo indefinito.
Matthew era lì dentro, perciò, da un tempo indefinito. Probabilmente un’ora, ma nessuno ne era davvero sicuro. Forse le ore erano due.
Dom accennò una leggera risata quando sentì la voce di Matt provenire da dentro lo stanzino e dire di nuovo quello che aveva avuto il coraggio di rispondere per troppo volte in quell’ultima mezz’ora. “Un attimo, Chris!”
Il bassista si voltò verso l’amico, lo fulminò e poi tornò a battere contro la porta. “Giuro che adesso la sfondo!” Minacciò subito dopo.
Dom riprese a ridere. “Ma cosa vuoi sfondare!” Disse lanciandogli un’occhiata divertita che fu immediatamente interrotta da quella estremamente indiavolata del diretto interessato.
“Quanto cazzo di tempo è che sta lì dentro?!” Esordì Chris in un grido di disperazione.
Dominic fece spallucce. “E che ne so, chiedilo a lui!” Rispose. “Scusa, Chris, ma non puoi andare a pisciare fuori?”
“Fuori!? Ma sei pazzo? Con tutte le macchine che passano!” Replicò esterrefatto il bassista.
“Certo, perché sono tutti lì ad aspettare di vedere l’uccello di Christopher Wolstenholme!” Esclamò il batterista facendo una smorfia di compatimento.
E subito dopo quell’affermazione si alzò e si sporse dal finestrino. “Ehi! Si, dico a voi! Volete vedere l’uccello di Chris Wolstenholme?” Cominciò ad urlare a squarcia gola rivolto alle macchine che passavano in autostrada.
Erano ormai quasi due ore che aspettavano nell’area di sosta dell’autostrada, il bus era andato in panne e attendevano che il carro attrezzi e l’altro bus arrivassero a prenderli per riuscire ad arrivare in tempo al concerto di inizio tour che si sarebbe svolto quella sera a Milano.
Le persone che passavano in macchina e vedevano Dominic affacciato al finestrino, sbracciarsi come un dannato, indicarli e fargli segno di seguirlo, lo prendevano solamente per pazzo e forse, non avevano proprio così torto.
Chris si precipitò verso Dom e lo tirò all’interno del bus, sputando contro di lui insulti di ogni tipo. Il biondo invece era in preda ad un attacco di ridarola, sembravano quasi degli spasmi epilettici.
“Che cazzo ridi?! Ma ti pare il caso di urlarlo al mondo?!” Gridò Chris afferrandolo per la camicia attillata.
“Dai, Chris, qualsiasi persona normale non si farebbe problemi a fare pipì in autostrada! Soprattutto se te la stai facendo addosso perché c’è qualcuno che occupa il bagno del tuo bus!” Disse ridacchiando ed enfatizzando l’ultima frase, facendo sì che Matt sentisse e che rispondesse per l’ennesima volta: “Un attimo!”
Il bassista a quel punto, dopo aver udito quella frase che ormai gli usciva dalle orecchie, ritornò davanti alla porta del bagno dove riprese a picchiare più forte che poteva. “Cazzo, Matt, quando esci ti uccido!”
Finalmente la porta si aprì lentamente e la testa di Matt sbucò. “Ho finito, se vuoi puoi entrare…” Bisbigliò quasi per paura che Chris lo uccidesse davvero.
“Muoviti!” Gli gridò in faccia l’altro facendolo sgattaiolare fuori di corsa.
Quando il bassista entrò si sentì un altro urlo. “Che merda è?! Che puzza, Cristo!”
Matt ridacchiò lanciando un’occhiata a Dom che ancora rideva per conto suo.
Improvvisamente Chris uscì con un paio di pantaloni di Matt tra indice e pollice, reggendoli come se avessero la lebbra. “Ti prego, dimmi che non sei stato un’ora e mezza in bagno per fare questa minchiata! Dimmi di no.” Disse Chris implorando Matt.
Dom si alzò ed andò in contro al bassista che gli porse il pantaloni di Matt per lasciare che vedesse come gli aveva conciati. Dom li prese in mano e li stese per poterli guardare meglio.
Erano stati completamente ricoperti da uno spray argento, causa della puzza in bagno, e la parte finale era stata tagliuzzata fino a formare delle striscioline penzolanti.
Dominic squadrò quei pantaloni più e più volte, poi passò lo sguardo sul cantante che fissava i suoi amici sorridente e tutto orgoglioso, come un bimbo di quattro anni che dopo aver consegnato il suo disegno tra le mani dei genitori aspetta il verdetto, convinto di aver appena dato vita ad un’opera d’arte. “Ma…ma sono stupendi!” Disse Dom lasciando Chris di stucco.
“Ti piacciono?” Rispose orgoglioso il moro avvicinandosi tutto contento ai due amici.
Dom cambiò completamente espressione e lo guardò di sbieco un attimo, nonostante fosse divertito dalla situazione. “No.” Aggiunse poi serio facendo tornare il sorriso al bassista che credeva di essere rimasto l’unico sano di mente in quel bus, anche se consapevole di aver pure lui le sue piccole pazzie.
Matt ci rimase malissimo e impostò il broncio, lanciando occhiatacce a tutti e due i suoi compagni. “Sono belli…” Disse secco.
“Stai scherzando, vero? Come cazzo si fa a conciare un paio di pantaloni così?! Costassero poco almeno!” Sbottò Chris.
Matt incrociò le braccia e fece una smorfia. “I soldi non ci mancano.”
“Che cosa vuol dire? Non è un buon motivo per conciare dei pantaloni in questo modo!” Replicò di nuovo il bassista, innervosito.
“Ma tu non dovevi pisciare?” Intervenne Dom vedendo che l’aria che tirava non era delle migliori. “Dai vai, prima che te la fai addosso.”
“Ma-” Cercò di controbattere Chris.
“Ma niente! Hai rotto le palle fino adesso ed ora stai zitto e vai in bagno, che non mi sembra il caso di fare un dramma per un fottutissimo paio di pantaloni, che oltretutto non sono nemmeno tuoi, sono di Matt e lui è grande e vaccinato ed è libero di fare quel cazzo che gli pare! Anzi, se li vuole mettere stasera, nessuno glielo impedirà! Ok?” Rispose Dom tutto d’un fiato mettendo fine a quella stupida ed inutile discussione, guadagnandosi un’occhiata storta da Chris e un sorrisone da Matt.
Il bassista sbuffò e si rinchiuse, finalmente, in bagno.
Dom posò i pantaloni sbrindellati su un tavolino e si mise al fianco di Matt che si era andato a sedere sul divanetto di pelle. Gli mise un braccio attorno alle spalle e gli schioccò un bacio sulla testa.
“Grazie” Disse Matt a bassa voce.
“Ma grazie per cosa? Sai che Chris quando tiene troppo la pipì diventa isterico.” Ridacchiò Dom. “Poi se scopre pure che ha dovuto tenerla per due ore perché tu hai occupato il bagno per personalizzare un paio di pantaloni, è ovvio che va fuori di testa.”
Il moro scoppiò a ridere. “Quindi ho rischiato la vita.” Constatò.
“Forse…” Rispose l’altro divertito. “Beh, però un piccolo premio me lo merito comunque.”
Matt si voltò verso di lui. “Un premio? Tipo?” Chiese.
“A volte penso che tu sia ritardato…sai?”
Matt sorrise. “Vuoi un bacio?” Domandò avvicinandosi pericolosamente.
“Anche.” Disse Dom leccandosi un labbro.
“Come sei esigente…” Sussurrò il moro mettendosi a cavalcioni sul batterista che subito infilò le mani sotto alla sua maglietta. “E’ un po’ che non ci divertiamo…”
Dom sorrise, poi affondò le labbra sul collo di Matt cominciando a baciarlo, a morderlo mentre le mani accarezzavano la sua schiena scarna. Lentamente la bocca salì verso il viso, dove si posò su quella del moro che sembrava avere una calamita per attirarlo verso di sé.
Erano diversi giorni che non si concedevano un po’ di tempo, che non si baciavano. Avevano sempre tra i piedi Chris, Tom e i tecnici. Era diventata una cosa un po’ opprimente, anche se la maggior parte di loro era a conoscenza della relazione tra Matt e Dom.
Le mani di Matt scesero sulla camicia del biondo e cominciarono a slacciare i bottoni, lentamente, mentre le loro lingue si intrecciavano.
Improvvisamente la porta del bagno si aprì e un urletto da donnetta schizzinosa rimbombò nel bus, facendo scattare in piedi Matt. “Ragazzi! Per favore! Ok che siete in astinenza, però non esagerate!” Si lamentò Chris con una faccia disgustata.
Dominic sbuffò, si sistemò la camicia mezza sbottonata e dopo aver fato l’occhiolino a Matt, che lo guardava insoddisfatto, uscì nell’area di sosta raggiungendo così Tom. Si accese una sigaretta e si sedette sul guardrail a chiacchierare con l’amico.
Chris fissava ancora esterrefatto il cantante che si era accomodato sul divano e si era messo a cazzeggiare con l’iPhone, senza degnare nemmeno di uno sguardo il bassista.
A quel punto Chris, sentendosi escluso, si mise al fianco di Matt che gli lanciò un’occhiataccia di sbieco. “Che vuoi?” Chiese cattivo.
“Ehi! Volevo solo farti un po’ di compagni, scusami!” Replicò Chris offeso.
“Basta che non rompi…” Disse Matt storcendo la bocca.
“Cosa dovrei rompere?”
“I coglioni.”
“E dai Matt, sei ancora arrabbiato?” Chiese Chris dandogli un buffetto sulla spalla.
“Si! Oltre alla storia dei pantaloni, che sappi che non li metterò stasera solo per non far fare una figura di merda a Dom; anche perché…” Iniziò a dire interrompendosi di colpo.
“Perché?” Lo incitò Chris. “Non dirmi perché vi ho interrotto!”
Matt annuì. “Si, è proprio quello il motivo, caro mio.” Rispose secco.
“Bells, cerca di capire!” Disse Chris. “Se tu non fossi…” Si bloccò sul nascere della parola che stava per dire.
“Gay?” Chiese Matt. “Non mi offendo se lo dici.” Aggiunse ricambiando il timido sorriso che si era disegnato sul viso del bassista, che subito dopo riprese a parlare più sicuro.
“…beh, se tu non fossi gay…e io lo fossi, ti piacerebbe vedere me e Dom sbaciucchiarci e fra un po’ fare anche sesso davanti a te?”
Matt scosse la testa. “No, ascolta…Dom è mio, cambia partner.” Disse, ingelosendosi come una ragazzina.
“Non fare il cretino, Matt! Sai cosa importa a me di Dom, in quel senso…dico…” Rispose Chris. “Comunque, visto che proprio non ti riesce di pensare Dom con me, pensa a…che so…Tom! Ti piacerebbe?” Aggiunse dopo con un ghigno sul viso.
Matt rimase in silenzio per qualche secondo. Probabilmente cercava di immaginare Chris e Tom insieme. Anzi, senza probabilmente. Dio mio, che cosa orripilante. Pensò lasciando che la sua espressione tranquilla si tramutasse in una di disgusto, sotto lo sguardo divertito di Chris.
“Si, forse mi darebbe fastidio, anzi, più che altro mi farebbe schifo.” Sghignazzò. “…però, cerca di capirmi, è difficile stargli lontano.” Continuò sorridendo.
Chris assunse un’espressione leggermente contrariata. “Difficile? Io ce la faccio benissimo!” Esclamò.
Matthew alzò un sopracciglio. “Lo vuoi capire o no che adesso per me è diverso?” Chiese irritato.
“L’ho capito benissimo, Matt.” Rispose Chris. “Sto solo scherzando…è che, davvero, faccio fatica a farci l’abitudine. Mi dispiace, vedrai che fra un po’ di tempo non sarà più così.” Si scusò subito dopo. “…anzi, vi farò i filmini se vorrete!” Aggiunse ridacchiando.
Matt scoppiò in una fragorosa risata. “No, quelli li farà Tom! Tu invece…tu cosa potresti fare?”
“Umh…se non posso riprendervi allora…mi aggiungerò a voi e faremo una cosa a tre!” Rispose serio, fin troppo.
“Stai scherzando, vero?” Chiese Matt preoccupato per quel cambiamento.
“No.”
“Chris?”
“Si che sto scherzando, scemo! Ti pare?” Disse il bassista divertito.
“Ah menomale, non si può mai sapere…” Sospirò il cantante.
Mentre i due amici stavano ridendo insieme come non facevano da tempo, la porta del bus si aprì di colpo. Entrarono Dominic e Tom completamente agitati, attirando l’attenzione dei due che smisero immediatamente di ridere, volgendo la loro attenzione ai nuovi arrivati.
Dom si avvicinò a loro seguito da Tom.
“Matt…” Sussurrò il biondo con la voce spezzata e un velo di preoccupazione negli occhi.
Il chitarrista si alzò di scatto parandosi di fronte a lui, mentre Chris lanciava occhiate a Tom cercando qualcosa, un cenno che gli facesse capire. Ma Tom aspettava fosse Dominic a rivelare il problema.
“Che c’è, Dom?” Chiese Matt ormai invaso dallo stesso sentimento che aveva preso possesso dell’amico di fronte a lui.
“…E’ successo un casino…” Continuò il batterista.
“Che tipo di casino?”
“Cerca di capire, Matt”
Matthew sgranò gli occhi. “Non dirmi che…” Sussurrò con il cuore in gola.
Dom annuì. Matt aveva capito, se lo sentiva.
“Chi cazzo è stato?!” Sbottò il moro, con un grido isterico, sbattendo a terra l’iPhone che teneva ancora in mano, spaventando i compagni.
“Ha appena chiamato la ragazza di Tom…” Balbettò Dominic. “…su un giornale…”
“Cosa?!” Urlò Matt. “Cosa cazzo c’era su quel fottuto giornale? Cosa?!”
Noi…” Disse in un soffio Dom.
“E?”
“Un bacio.” Continuò. “Il ristorante, la mia mano nella tua…Cristo, Matt!” Gridò Dominic mettendosi le mani nei capelli.
“Merda!”
Chris e Tom si sentirono di troppo e uscirono, molto più preoccupati di quello che potevano apparire, lasciando i diretti interessati discutere da soli.
Matt si lasciò scivolare contro la parete del bus con la testa fra le mani. Non piangeva anche se avrebbe voluto farlo. Non aveva mai pensato, nemmeno Dominic l’aveva mai fatto, a cosa sarebbe potuto accadere se per caso un fottutissimo paparazzo fosse stato nel posto giusto al momento giusto.
Dom si sedette affianco a lui, gli passò un braccio dietro le spalle e lo strinse a sé.
“Cosa facciamo, Dom?” Chiese Matthew con voce spezzata, lasciandosi coccolare dal calore di Dominic.
“Non lo so…” Rispose il biondo in un sussurro.
“Ma com’erano quelle foto? Si vedeva bene?”
“Sono andato a vederle su Internet…e si, si vedeva bene, Matt.”
“Ma come cazzo hanno fatto!?” Urlò il chitarrista. “Ormai lo saprà tutto il mondo.”
“Appunto.” Disse Dominic.
“Appunto cosa?”
“Se lo sa tutto il mondo, tutti si staranno chiedendo se è vero…” Rispose il biondo dando un piccolo bacio sui capelli a Matt.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, così, senza dire niente, soli coi propri pensieri, le proprie preoccupazioni.
“…tanto vale dargli la conferma.” Disse Matt rompendo il silenzio e lasciando di stucco Dom che non si aspettava prendesse quella decisione.
Allora, l’avrebbero davvero rivelato al mondo, quel grande sentimento che li legava?

 

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Capitolo 11
*** Epilogo ***


Ultimo capitolo, finalmente! E’ stato davvero bellissimo poter condividere questo piccolo sgorbietto con voi, siete fantastiche.
Ringrazio infinitamente: Stellina (Amica mia, senza di te non so come farei, sei preziosa, sei la mia Stellina mica per niente)  Deathnotegintama (Grazie di tutto mia adorata, un abbraccio grande), Lilla Wright (L’amore mio, sappi che adesso non ti mollo più), WhereIsMyMind (Supporto indispensabile il tuo, un bacio grande), Patri (Dolcezza, sei fantastica), barbydowney (Sempre dolcissima, tanti bacioni), BJgirl (Grazie per le tue recensioni bellissime, un bacione), MusicAddicted (Carissima, è stato un piacere conoscerti), BrokenGlass (Lei che mi fa sognare, un abbraccio forte), _DyingAtheist (Paoletta cara, adoro le tue recensioni), aleale00 (Grazie mille per i tuoi commenti, un bacio) , dolcettina (Il mio sexy Dom ti saluta, un bacio), Glitter Princess (Grazie, grazie e ancora grazie, un bacio) e per ultima ma non meno importante CheNeSo_ (Sperando che il tuo corpo non sia ancora liquefatto, un bacione enorme).
Un grazie anche a chi l’ha seguita e chi l’ha aggiunta alle preferite.
Vi aspetto alla mia prossima pazzia!
 

Riguardo a questo epilogo, mi scuso per il Tom cattivissimo, lui non è così, almeno spero. Ed è un po’ più corto degli altri, alla fine è un epilogo, no? ^^

E adesso, buona lettura.

 

 

Epilogo
 

                                                                                   Prima data del tour, Milano, camerino.
 

“Siete proprio sicuri?” Chiese Chris un’ultima volta, mentre i compagni si stavano ancora preparando per l’intervista che si sarebbe svolta da lì a poco, prima del concerto.
Dominic fece spallucce e con il mento gli indicò Matt, facendogli intendere che avrebbe dovuto chiedere a lui. In fondo, lo sapevano tutti come la pensava Dom. A lui importava solamente poter vivere quella storia bene, in pace con sé stesso e con il mondo, fregandosene del parere degli altri e respirando tranquillamente alla luce del sole, senza doversi nascondere come avevano, evidentemente in un modo alquanto inutile, fatto fino a quel momento.
Perciò, quello che poteva aver cambiato idea non era sicuramente lui, ma Matthew, che se ne stava seduto su una sedia davanti ad uno specchio da ormai qualche minuto. Probabilmente nemmeno stava guardando il suo riflesso, sembrava piuttosto che il suo sguardo, perso nel vuoto, stesse cercando di vedere attraverso. Non aveva neanche dato ascolto alla domanda di Chris che infatti aspettava a braccia conserte, appoggiato allo stipite della porta, una risposta che sembrava non arrivare e che mai sarebbe arrivata se Dom non si fosse avvicinato a Matt, inchinandosi ai suoi piedi e poggiando le mani sulle sue ginocchia, distogliendolo da quella strana contemplazione dello specchio che andava avanti da troppo e aveva rischiato di farlo apparire addirittura pazzo. 
“Matt, stai bene?” Chiese dolcemente il biondo dopo aver chiuso la mano di Matthew nella sua.
Il cantante prese un respiro, poi un altro più profondo. “Credo di sì.” Bisbigliò con voce tremante.
Chris si avvicinò ai due con passo felpato, ma Matt se ne accorse comunque vedendolo riflesso nello specchio di fronte a lui. 
“Chris?” Chiamò.
“Sì?” Rispose il bassista frettolosamente.
“Cosa mi hai chiesto prima?” Disse poi.
L’aveva sentito parlare, ma non gli aveva dato ascolto. L’agitazione se lo stava divorando, centimetro per centimetro, pezzo per pezzo, ma in un modo così straziante e lento che pensava di poter impazzire da un momento all’altro. Ma quegli occhi fissi nei suoi, quegli smeraldi che brillavano ogni volta che incontravano i suoi, glielo impedivano. E quella mano non lo lasciava e mai l’avrebbe fatto.
“Niente, lascia stare.” Rispose Chris, sentendosi troppo invadente e volendo evitare di provocare altri danni interiori all’amico.
“Ripetilo.”
“Matt, ho detto che non fa niente.”
“Io voglio saperlo, adesso.” Continuò Matthew imperterrito.
Chris sospirò. “Ho chiesto se siete sicuri di volerlo fare, tutto qui.” Ripeté a malincuore, vedendo la mano di Matt stringere ancora di più quella di Dominic che lo guardava con un leggero sorriso sul viso, anche lui in attesa di quella risposta. Quella risposta che avrebbe cambiato il loro presente, il loro futuro, la loro vita insieme.
Matthew diede un’occhiata a Dom, lo vedeva che aspettava solo che la sua bocca si aprisse, che la sua voce emettesse un suono, pendeva dalle sue labbra.

Sono ancora in tempo. Sono ancora in tempo a dire no, forse. Ma tanto ormai chi mi crederebbe? Quelle dannate fotografie parlano chiaro. E anche l’espressione con cui mi sta guardando Dom ora, parla chiaro. Lo deluderei solamente se decidessi di tirarmi indietro. E poi, alla fine, mica mi ha obbligato lui a farlo. Ho deciso tutto io, senza chiedere niente a nessuno. Ma so come la pensa, so che quello codardo qui non è lui, so che se solo mi tirassi indietro adesso qualcosa cambierebbe, tra me e lui. Probabilmente la fiducia verrebbe a meno e mi farebbe male questo, farebbe male anche a lui e non posso, non devo permetterlo. Quindi, è deciso. Dirò questa cazzo di cosa davanti a tutti, terrò Dom per mano e lo dirò, porca puttana!
“Sì, lo faremo.” Disse Matt con un sorriso, dopo essersi alzato al fianco di Dom.
“Davvero?” Chiese Dominic ancora non del tutto sicuro di aver udito quel ‘sì’.
Matt annuì guardandolo negli occhi, gli circondò la vita con il braccio e lo strinse a sé.
Dom gli diede un bacio a labbra chiuse, a occhi chiusi. Non aspettava di sentire altro, era felice. “Grazie.” Gli sussurrò poi a fior di labbra.
Chris sorrise. Era preoccupato, questo non lo negava, ma allo stesso tempo non vedeva l’ora che i suoi due migliori amici stessero finalmente bene. Li guardò abbracciarsi e scambiarsi qualche piccolo ed innocente bacio. Non gli diede fastidio, stranamente. Era bello vederli felici, anche se il peggio doveva ancora arrivare. “Allora siete pronti?” Canzonò il bassista.
Dominic annuì, Matt fece un sorrisetto. “Direi di si, più o meno.” Aggiunse poi balbettando. “Ma l’intervista fra quant’è?” Non fece quasi in tempo a chiedere che Tom fece capolino dalla porta del camerino. “Ragazzi, fra dieci minuti tutti di là che è arrivata la giornalista!” Disse entrando.
Matt ebbe un momento di panico, rivolse a Dom uno sguardo pieno di tensione che subito l’altro ricambiò nel più tranquillo dei modi, sorridendogli e prendendogli la mano.
“Pronti?” Chiese Tom.
Lui ancora non sapeva della loro decisione, non sapeva che da lì a poco avrebbero rivelato al mondo ciò che li legava, quel filo speciale che li teneva legati, uniti, quella passione che bruciava dentro di loro. Credeva fosse solamente una delle solite interviste che capitavano ogni tanto prima di un concerto.
“Prontissimi!” Esclamò Dominic entusiasta, che non vedeva l’ora di togliersi quel peso opprimente.
Tom si avvicinò a loro ed iniziò a bisbigliare. “Sicuramente vi chiederanno spiegazioni per le foto. Avete già in mente cosa raccontare?”
Dom fece una smorfia. “Che vuoi raccontare, scusa?” Chiese. “La cosa ormai è palese.”
Matthew annuì, anche se ancora completamente invaso dall’ansia. Tom fece un passo indietro e li guardò un po’, poi aprì la bocca e alzò un dito verso l’alto, rimase qualche secondo così, immobile, mentre gli amici lo guardavano in attesa. Finalmente, dopo aver riordinato tutte le idee che gli frullavano per il cervello, si decise a parlare. “M-ma quindi avete deciso di dichiararvi al mondo?” Domandò agitato, probabilmente più di Matt.
Dominic lo guardò con aria di sufficienza. “C’è una possibilità migliore?” Chiese.
Tom si torturava le mani, le meningi per cercare una soluzione.
D’un tratto s’illuminò. “Non potete dire che era solamente una trovata pubblicitaria?” Chiese entusiasta di quella sua idea da quattro soldi.
Dom sbuffò. “Tom, ti pare che due, per di più uomini, per farsi pubblicità vanno a cena fuori insieme, si tengono per mano e si baciano?” Disse scontroso.
Matt accennò un sorriso divertito dalla faccia con cui Tom stava fissando Dominic. Un misto di paura, rabbia, risentimento e pareva anche che avesse una voglia matta di ridergli in faccia. Una cosa indecifrabile, in poche parole. “Quindi…” balbettò.
“Quindi lo diciamo, punto.” Intervenne Matthew dando una pacca sulla spalla a Tom per farlo ritornare in sé. “Ormai è deciso.”
Tom sbarrò gli occhi. “Cristo! Ma voi siete pazzi! Quelli vi urlano dietro, salgono sul palco e vi uccidono!” Gridò in panico.
“Tom, non credo ci uccideranno.” Sussurrò Dom ormai rassegnato all’idea che l’amico non gli avrebbe più dato tregua. “Dici che nessuno a mai pensato a me e Matt come una coppia? Sarebbe una cosa così strana? Inaspettata?” Chiese poi.
“Dio, sì che sarebbe inaspettato! Dom, io che vi sono stato vicino per tutti questi anni mai vi ho potuti pensare insieme, come una coppia!” Esclamò Tom convinto.
L’agitazione in Matt pian piano si andava dissolvendo, come se la stesse lentamente trasferendo nel corpo del loro amico che sembrava stesse per esplodere da un momento all’altro. Tom si mise le mani sui fianchi e prese un respiro profondo. “Volete rovinarvi la carriera? Volete far perdere il lavoro a Chris?” Domandò con voce tremante.
Dom e Matt si girarono verso Chris. Non sembrava preoccupato, anzi, più che altro pareva che provasse una certa compassione per Tom, che di lì a poco sicuramente avrebbe avuto un attacco di panico per cui avrebbero dovuto chiamare un ambulanza.
“Chris?” Chiamò Matt. Voleva sentire il parere dell’amico, alla fine, Tom avrebbe anche potuto avere un po’ di ragione. Se nessuno li avesse più ascoltati dopo quella dichiarazione?
Sembrava una cosa così enorme, milioni di persone avrebbero smesso di seguirli solo perché… Si amavano? Non era possibile.
“Sì?” Rispose Chris sentendosi interpellato.
“Tu cosa ne pensi?” Intervenne Tom. “Non hai paura di rimanere senza lavoro? Cosa farai se succederà quello che penso? Andrai a fare l’imbianchino?” Chiese cattivo.
Chris rimase inorridito dal comportamento di Tom, anche se si poteva capire. Aveva paura, tutto qui.
“Per me possono fare quello che preferiscono. Vogliono tenerlo segreto? Per me va bene. Vogliono dirlo al mondo? Io sarò contento che lo diranno al mondo. E non perderemo il lavoro, Tom, stanne certo.” Replicò Chris secco lasciando l’amico con un sapore amaro in bocca e gli altri due con una voglia matta di abbracciarlo.
Tom alla fine si arrese. “Come volete.” Disse guardando l’orologio che aveva al polso. “Fra meno di due minuti dovete essere pronti.” Aggiunse e sparì dietro alla porta che si chiuse alle spalle.
Dominic fece spallucce seguito da Chris, Matt era dispiaciuto, ma tanto sapeva che l’amico se ne sarebbe fatto una ragione molto prima di quanto credeva.
“Ma lo dite ora all’intervista o dopo?” Chiese Chris mentre si sistemava la giacca.
Matt lanciò un’occhiata a Dom. Non avevano pensato a come sarebbe stato dirlo durante il concerto. Poteva essere sicuramente un’idea.
“Adesso vediamo…” Rispose il cantante dirigendosi verso la porta. “Dai, andiamo che siamo già in ritardo.”
Uscirono tutti e tre dal camerino, perfetti come al solito.
“Pronti?” Chiese di nuovo Chris.
“Pronti!” Risposero all’unisono gli altri due, stringendosi la mano per un attimo.
La giornalista li aspettava seduta ad un tavolino con una tazza di caffè fumante davanti. Appena li vide entrare gli corse incontrò, li salutò e si presentò.
Qualche minuto dopo cominciarono con la solita intervista. Domande sul nuovo album, sul tour, sul concerto, sul futuro, ma si vedeva, si vedeva chiaramente che quella donna seduta di fronte a loro fremeva dalla voglia di fargli quella fatidica domanda che non tardò ad arrivare. La ragazza mora si schiarì la voce e si preparò a mettere in imbarazzo i tre musicisti, in particolare cantante e batterista che erano pronti a rispondere.
“Su diversi giornali sono apparse delle foto. Immagino ne siate al corrente…” Incominciò a dire.
Dom sorrise. “Sì, certo.” Disse.
“Ecco, tutti i vostri fan si stanno chiedendo se è vero, insomma, è stato un colpo vedere Matt Bellamy e Dom Howard baciarsi!” Esclamò l’intervistatrice con la curiosità che se la stava divorando.
I tre scoppiarono in una fragorosa risata.
La donna rimase di stucco. “Quindi, cosa avete da dire a riguardo? E’ tutta una messa in scena?” Continuò con le domande a raffica.
Matthew prese la parola. “A questa domanda non possiamo rispondere ora, mi dispiace.” Disse con un sorriso. “Ma avrai una risposta, non preoccuparti. Tieni le orecchie aperte dopo.” Aggiunse lasciando la ragazza insoddisfatta, ma ancora più vogliosa di sapere. 
I Muse la salutarono e se ne andarono, mollandola lì, carichi per il loro primo concerto del tour, sicuri che non sarebbe stato l’ultimo.
 

                                                                 * 

Un urlo.
Un boato.
I Muse sul palco.
Il concerto aveva inizio.
Chris si munì del suo basso, Dom si sedette alla batteria, Matt imbracciò la sua Glitterati.
“Buonasera Milano!” Disse il batterista al microfono, agitando una mano in aria e provocando un frastuono di gridi assurdo.
Matt si voltò verso di lui, gli sorrise e subito dopo il riff di Uprising iniziò a risuonare nell’aria.
Il pubblico andò in delirio, come sempre.
Suonarono fino allo sfinimento tutta la scaletta del concerto e alla fine, quando tutti si aspettavano solamente i ringraziamenti e la buonanotte, Matt afferrò il microfono e fece segno a Dominic di raggiungerlo. Il biondo si avvicinò e Matthew, sotto gli occhi di migliaia di persone, gli prese la mano, la strinse nella sua, lo guardo negli occhi per un attimo e poi iniziò a parlare.
“Sicuramente vi siete chiesti se quello che c’è scritto sui giornali è vero…” Disse e subito un insieme di gridi ed urla gli rispose. Molte persone in prima fila si erano munite di macchine fotografiche e di telefonini, sentivano che quello era un momento da non perdere, incancellabile.
Matt prese un respiro profondo, fece un sorriso. Aspettò ancora un attimo prima di riprendere a parlare, aveva paura, ma lo voleva fare. Improvvisamente intravide un cartellone tra le mani di due ragazze in prima fila. Lesse quello che c’era scritto. “And tonight, you can truly say, together you’re invincible! BellDom.”
Matt si sentì in qualche modo sollevato, non aveva idea di cosa la parola BellDom potesse significare, solamente, sapeva che era una strana unione del suo nome con quello di Dom, e questo voleva dire che qualcuno, allora, a loro due insieme ci aveva pensato.
“E' tutto vero.” Disse finalmente.
Lo stadio in cui si stavano esibendo sembrava diventato un cimitero, non una parola volava, neanche un segno di vita. Matt strinse più forte la mano di Dom che si avvicinò al suo orecchio. “Stai tranquillo.” Sussurrò leggero.
D’un tratto un grido di gioia si protrasse nell’aria. Una delle ragazze del cartellone lo alzò in aria, aiutata dalla vicina. Quel grido ne provocò un’altra ondata, seguita da applausi e fischi.
Sicuramente non tutti erano contenti di quello che era appena successo, ma alla fine era la loro vita e nessuno avrebbe mai dovuto intromettersi.
Un attimo dopo lo stadio intero stava cantando “Invincible”.
Dominic non poteva ancora crederci, Matt stava per impazzire di gioia. Chris li raggiunse e li abbracciò. “Felici?” Chiese sorridente.
“Di più.” Rispose Matthew.
Alla fine suonarono Invincible come non avevano mai fatto e la cantarono insieme al pubblico fino a mezzanotte inoltrata.

 
                                                                                            * 

Era andata.
Era fatta.
Erano liberi.
Il giorno dopo, sicuramente, internet sarebbe stato intasato dai video della sera precedente. Diversi giornali di gossip ne avrebbero parlato. Sul loro sito ufficiale chissà cosa li avrebbe aspettati, e Twitter poi…
Ma a loro non gliene importava più niente, ormai.
Il peggio era passato ed ora erano lì, insieme, abbracciati su quel letto troppo grande di una enorme suite d’hotel.
E non avevano più bisogno di niente, di niente…
Tutto quello di cui avevano bisogno erano loro, l’uno nelle braccia dell’altro, con le mani unite, con i cuori leggeri e con quell’amore che non li avrebbe mai fatti separare e quel senso di beatitudine, di pace che si propagava nell’aria quando le loro labbra si sfioravano lasciando che il resto del mondo scomparisse.
Solo loro due.
Loro due e nessun’altro, per sempre.

 

 

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