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Lista capitoli: Capitolo 1: *** come un cielo senza nubi *** Capitolo 2: *** Dracula *** Capitolo 3: *** nuovo shinigami: Hisoka Kurosaki ***
GENERE:
What if… (e se…),Romantico, Malinconico, Dark,
Erotico (non so quando e non è programmato, ma mi conosco e so che NON riuscirei
a NON metterlo)…>
PARTE: 1 di ? (ma non troppi capitoli…)
PAIRING: Tsuzuki X…
???
RATING:
YAOI, ATTENZIONE YAOI… sicuramente UOMO X UOMO. Prevedo NC17.
DISCLAIMER: Tsuzuki, Hisoka, Tatsumi,
Muraki, Watari e tutti i personaggi di questa fanfiction, PULTROPPO, non sono
miei ma di una bravissima MANGAKA giapponese: Yoko Matsushita. Questa fic non è
scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento.
RINGRAZIAMENTI:
a chiunque passerà e mi lascerà un commentino… NOTE: Questa è la mia prima fanfiction sullo splendido manga di YNM, non
sarà una storia troppo lunga.Nasce principalmente dalla mia
curiosità di sapere che sarebbe successo, se Tatsumi fosse ancora il compagno di
Tsuzuki all’arrivo di Hisoka.Bhe… ECCOVI IL RISULTATO! Specifico che dell’anime
ho visto i primi 3 DVD, sono in attesa del 4 (*_*), quanto al amnga, ovviamente
prendo libera ispirazione dal primo volume, perché le cose saranno… U_U… non ve
lo dico :-P
DEDICHE: Questa ficcy è un omaggio alla mia compagna di banco, che come
me adora Yami no Matsuei, solo che lei è una fan accanita di Hisoka pucci pucci,
mentre io… hehe. Dony… questa ficcy è per te! Goditela!
1] Come un cielo senza nubi
“he?… Tatsumi… che hai detto?”
“mi dispiace Tsuzuki… Questa volta non posso venire con te…”
Il ragazzo si fermò un istante, sollevando la testa per osservare intensamente
gli occhi azzurri del proprio partner, nascosti dietro le sottili lenti degli
occhiali, ma quest’ultimo distolse rapidamente lo sguardo.
Uno strano, infelice sospetto si fece strada in lui, ma lo scacciò
prepotentemente. No… non poteva accadergli ancora…
“ah… ho capito… non è un problema. È un lavoro facile. Allora la prossima volta
lo faremo insieme…” incominciò a dire, anche se la sua voce suonava già spenta.
“non posso venire. Né la prossima, né quella dopo…”
Un senso di vuoto totale, una leggera vertigine, lo colse per un istante. Stava
succedendo. Ancora.
E questa volta proprio da Tatsumi…
“ha… d’accordo.” Fu l’unica cosa che riuscì a dire il più durevole dipendente
dell’Enma-Cho, ancora immobile sul posto, come incapace di spostarsi e accettare
le conseguenze di quella conversazione
“Tsuzuki…”
“Non devi dire niente! Ho già capito… Non preoccuparti per me. Sono abituato… a
questa cosa.”
Si girò. Doveva andarsene da lì, prima di scoppiare nuovamente a piangere.
Tatsumi non lo sopportava e lui voleva evitare di dargli ancora dispiaceri.
Cercò di dare un’intonazione calma alla voce, rassicurante, per non far sentire
in colpa l’ormai ex-partner.
Per la prima volta, gli occhi azzurri si fissarono sull’espressione del viso di
Tsuzuki. L’uomo rimase un attimo spiazzato, notando la tristezza espressa da
quello sguardo violaceo.
“allora perché…”provò a dire, ma le
parole gli morirono in gola, facendo uscire semplicemente un leggero sospiro.
“scusami per averti dato fastidio…” Continuò il ragazzo dagli occhi viola,
girandosi ed incamminandosi senza voltarsi. Ma la sua voce era come rotta.
“perché quella faccia addolorata…?” finì la sua domanda, mentalmente, Tatsumi,
mentre il senso di colpa iniziava a farsi sentire prepotentemente.
“grazie per ciò che hai fatto fin ora…” concluse Tsuzuki, trattenendo un
singhiozzo e aumentando leggermente il passo.
Quelle parole ferirono il partner più di mille lame.
Lo stava ringraziando… dannazione! Tsuzuki lo stava ringraziando, e lui lo aveva
appena abbandonato. Lasciato. Come i due precedenti partner avevano
precedentemente fatto.
“Tsuzuki…” lo chiamò con un intonazione urgente, mentre un senso di panico
prendeva possesso del suo animo.
Come sarebbe stata la sua vita senza Tsuzuki? Era effettivamente un bene per lui
lasciare quello sbadato shinigami?E, soprattutto, era
realmente sicuro di voler vedere quel giovane uscire dalla propria vita?
Nel riflesso di uno specchio nel lungo corridoio, osservò impotente la figura di
Tsuzuki allontanarsi.
I capelli castani, leggermente scompigliati, gli ricadevano sulle spalle e sul
viso, oscurandolo in parte alla vista.
Le labbra erano innaturalmente rosse, perché il giovane le stava mordendo, nel
confuso tentativo di non scoppiare in singhiozzi.
Ma furono gli occhi a dare a Tatsumi la forza di fare qualcosa.
Quegli occhi splendidi, di un soprannaturale color viola, così simili a un
ametista e così espressivi, in quel momento trattenevano a stento le lacrime.
Come leggere gocce di pioggia che bramano di poter scatenare un temporale, così
invisibili gocce d’acqua saltata si stavano riunendo negli occhi tristi del
giovane, in attesa di poter essere liberate.
Tatsumi non ci vide più, e con uno scatto provò ad afferrare la mano di Tsuzuki,
ma questa gli scivolò immancabilmente via.
Avrebbe lasciato perdere, se non avesse intravisto attraverso lo specchio lo
sguardo di totale disperazione impresso in quelle iridi. Con un altro passo
afferrò fermamente la mano del giovane, intrecciando le dita con quelle dello
shinigami.
“Tsuzuki…” disse a bassa voce, invitandolo a girarsi.
Tsuzuki non si mosse. Era già fin troppo difficile accettare di essere
abbandonati per la terza volta, ma se si aggiungeva l’insensata preoccupazione
dell’ex-partner la cosa diventava insopportabile.
Cosa voleva ancora Tatsumi? Aveva fatto la sua scelta, che lo lasciasse in pace.
Al momento, l’unica cosa di cui aveva veramente bisogno era di chiudersi in
camera sua e scoppiare in un pianto liberatorio. Non di stare li, trattenuto
dall’uomo che era la causa di tutta quella sofferenza.
“Tsuzuki” lo richiamo, più dolcemente l’uomo con gli occhiali, tirando
leggermente la mano verso di se.
Dopo qualche altro secondo teso, il ragazzo dagli occhi viola si girò,
osservando fermamente l’uomo più alto di fronte a lui. Non si curava più di
trattenere le lacrime, che ormai arroganti rigavano le sue guance, ma non un
suono uscì dalla sua bocca. Non seppe perché, certo non era orgoglio, ma
qualcosa gli impediva di mostrarsi così debole difronte a
Tatsumi. Forse prima d'ora l’aveva fatto troppe volte.
“Tsuzuki…” ripetè per la terza volta il suo ex-partner, con voce sempre più
dolce che, senza un preciso motivo, fece sentire Tsuzuki ancora più male.
“Ti prego… Tatsumi” singhiozzo il giovane, senza riuscire più a trattenersi
“lasciami andare… ora basta…”
Tatsumi lo guardò a lungo coi suoi freddi occhi azzurri, che a Tsuzuki parvero
assomigliare come mai al ghiaccio più freddo.
In ogni modo la richiesta di Tsuzuki fu ignorata dall’uomo che, anzi, afferrò
anche l’altra mano, intrecciando le dita anche con quella.
“no…” sussurro piano la voce calda del collega, direttamente nell’orecchio di
Tsuzuki, che sobbalzo di scatto. Non si era reso conto di essersi avvicinato
così tanto.
“c-cosa?” balbetto Tsuzuki, che, scosso da un altro singhiozzo, si appoggiò
quasi inconsciamente al petto dell’ex-partner, che era a pochi millimetri dal
suo viso, bagnandone la camicia con le sue lacrime.
“Non ti lascerò andare… non ti lascerò…” sussurrò deciso Tatsumi, fissando ora
il proprio riflesso nello specchio. Vedeva il proprio viso leggermente coperto
dai folti capelli scuri del giovane più basso, il suo corpo sovrastare
dolcemente quello dell’altro e le loro mani intrecciate.
Senza un motivo particolare, quella vista gli scaldò il cuore.
“Tsuzuki… perché?… Perché piangi?” continuò a sussurrare, cercando di dare un
intonazione calma al timbro vocale, in maniera da tranquillizzare l’ex-parnter.
O il partner?
Tsuzuki scoppiò ancora più in singhiozzi, sentendo quella voce così dolce.
Tirando su col naso, senza badare di star completamente inzuppando la camicia
del futuro segretario, rispose con voce tremante
“mi spiace… Tatsumi perdonami… sigh… sono un debole.. lo so” strinse la presa
nelle mani, come in cerca di un appoggio “ma io ci… ci tenevo a noi due” finì,
staccandosi leggermente, ignaro dell’effetto di quelle parole sull’altro.
Tatsumi boccheggiò mentalmente, scioccato da quelle parole. Sapeva che il
giovane non intendeva niente di più che il rapporto di partner con quel “noi
due”, ma qualcosa si accese nel suo cuore. Una fiammella di speranza di un
qualcosa a cui ancora non sapeva dare un nome, ma per cui, ne era certo, in
futuro avrebbe combattuto. E non si sarebbe arreso. No. Mai.
La mano dell’alto uomo lasciò quella di Tsuzuki, ma mentre questo credeva fosse
arrivato il momento dell’addio, la stessa mano si poggiò dolcemente sul suo
mento, tirando il viso del giovane verso quello del proprietario.
Tsuzuki spalancò gli occhi sorpreso, trovandosi occhi negli occhi con l’altro,
ad una distanza davvero limitata.
“Ta... Tatsumi?” balbettò, ma venne subito interrotto da un dito del futuro
segretario, che dolcemente si era posato sulle sue labbra e, dopo avergli
intimato di tacere, aveva iniziato ad asciugargli le lacrime.
“non sei un debole Tsuzuki. Non lo sei mai stato” disse calmo. “quello lo sono
io, per aver pensato di abbandonarti” pensò Tatsumi, ma non ebbe il coraggio di
estraniare quel giudizio.
“dimmi cosa vuoi… se credi così tanto in noi… nella nostra coppia di shinigami,
dillo. Possiamo riprovarci. Sono ancora in tempo. Posso ancora… tornare dal capo
e ritirare la richiesta. Ma devi dirmelo. Ora!” disse con voce pacata il futuro
segretario, mascherando abilmente il nervosismo che si era impadronito di lui.
Tsuzuki rimase silente per molti, interminabili istanti.
Era rimasto completamente senza parole, mentre nel suo cuore una fiamma di
speranza si era riaccesa. Forse Tatsumi non era come gli altri. Forse finalmente
aveva trovato qualcuno in grado di capirlo. Nessun altro era mai tornato sui
suoi passi.
“Sì!” esclamò deciso, parlando velocemente “sì. Credo in noi. So che saremo in
grado di andare avanti. Non piangerò mai più se è quello che desideri, ma te ne
prego… Tatsumi.. fallo. Non abbandonarmi anche tu…” ristoppiò in silenziose
lacrime, mentre l’uomo lo avvolgeva in un caldo e confortante abbraccio.
Rimasero a lungo così, immobili.
Tsuzuki con il viso affondato nella camicia bagnata dell’uomo più alto, mentre
quello manteneva un immagine più austera, ma stringeva con forza il corpo del
giovane a se, aspettando che si calmasse.
“Tsuzuki…” sorrise leggermente Tatsumi, incrociando con lo sguardo una ciocca
ribelle dell’altro, che si affrettò a lisciare con un fluido movimento della
mano.
“lo farò. Ma devo andare ora. Non piangere più adesso. Io vado da Konoe, e
domani ci occuperemo con calma del caso di cui mi hai parlato” poi, più
affettuosamente aggiunse “ora vai a riposarti. Ne hai bisogno”
il giovane annuì leggermente, e regalando un sorriso radioso al ritrovato
partner si separò finalmente dal suo abbraccio.
“grazie…” sussurrò solamente, mentre il futuro segretario, regalandogli un
ultima, pacifica occhiata, si incamminava verso l’ufficio del direttore.
Tsuzuki rimase fermo a osservare mentre l’altro se ne andava, ripensando
all’ultimo sguardo dell’uomo.
In quel momento, fu certo che il colore degli occhi di Tatsumi non fosse simile
al giaccio, ma ad un romantico cielo senza nubi.
Un commentino me lo lasciate… Vero??? ç_ç se no, come faccio ad andare avanti?
U_U
Che posso dure, ecco
finalmente il nuovo capitolo, PERDONO PER IL RITARDO!!! (Rowan si
inchina umilmente… -.-) Credetemi, sono stata malata, ho saltato 2 settimane di
scuola e veramente con la febbre e la nausea la voglia di scrivere è andata a
quel paese…
Bhe, non importa, no? ^_^
Alla fine sono qui con il
nuovo capitolo, fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando!
Ve ne sarò immensamente
grata… ^^!!!
Colgo l’occasione per
ringraziare: Meeme (anch’io adoro Tsuzuki/Muraki… ho appena scritto una
shot su di loro, fra poco la pubblicherò! Grazie dei commenti, fammi sapere se
il seguito ti piace!), Yu (Grazie mille! ^^), Lily (grazie mille
anche a te! Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo), Kristima (NC17…
U_U… vedrò… non ti garantisco niente, ma… mi conisci, he? ^_-), Franca (tu
sei una maniaca… hai una sessualità repressa per me cara, lo sai? Grazie per il
commento ^_^), Dondy (Hisoka, il tuo grande amore, è arrivato… ma alla
fine! Dai, che nel prossimo capitolo c’è anche lui al tempo pieno. In questo…
GODITI MURAKI! ^_-),Heymi (ma
sei un angelo.. mi commenti sempre! Grazie di cuore, fammi sapere su questo
cap, he? 1 bacione)
In ogni modo, questo
capitolo è stato particolarmente difficile da scrivere, essendo un po’ di
transazione, non siamo ancora catapultati nell’avventura…
Godetevelo, 1 bacione a
tutti!
Rowan MayFair
PS= TSUZUKI TI AMO!!!
^^
2]
Dracula
Fiori di pesco. Un viale alberato. Ecco la prima cosa che un
visitatore, se mai un visitatore fosse riuscito a raggiungere quel lontano
luogo, avrebbe notato.
E, se fosse stato pieno inverno, si sarebbe meravigliato nel
constatare che, quei fiori, fossero ancora lì, perfetti nella propria bellezza,
immutabili nel tempo, fissi nel susseguirsi delle stagioni.
Se potesse, questo qualcuno si sarebbe crogiolato nel
camminare sotto quegli splendidi alberi, nell’irreale atmosfera che creavano i
dolci petali rosa cadendo leggeri, prima di arrivare ad un immenso palazzo.
Lì, questo misterioso turista, si fermerebbe ad ammirare
l’innaturale candore dell’antico edificio giapponese, prima di provare ad
entrarci per visitarne le fini e ordinate stanze.
Ma purtroppo, per sfortuna di tutti i turisti del mondo,
questo fiabesco scenario pur esistendo non potrà mai essere visitato da loro, e
anche ne avessero la possibilità, nessuno la sceglierebbe.
Perché per entrare in questo territorio, non solo
bisognerebbe essere defunti, ma essere morti in maniera dolorosa e struggente,
con un rimpianto così inimmaginabile da non permettere di lasciare definitivamente
la terra per accedere agli inferi, ma rimanere a meta strada.
Perché questo luogo, altro non è che il Meifù, il regno dei
morti, e quell’antico e curioso palazzo è la sede dei dieci uffici giudiziari,
dove vengono giudicati i peccati commessi in vita dagli uomini.
Ognuno di questi uffici ha un compito indubbiamente
particolare, ma solo uno di questi risponde direttamente al grande re Emma,
l’ultimo di questi uffici, quello riservato ai casi insoliti e quello da cui
provieneil rabbioso urlo che segna l’inizio della nostra avventura:
la sezione evocazioni.
“TSUZUKIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!” un grido squarciò l’apparente
calma nell’antico palazzo, facendo scorrere brividi di terrore a tutti i
dipendenti “TSUZUKIIIIIIIIIIII… TI LICENZIOOOOOO!!!”
“capo… io credo che lei dovrebbe calm…”
“Zitto tu” il capo Konoe interruppe secco un giovane uomo
biondo che gli aveva rivolto la parola, bloccandolo all’istante.
Quest’uomo, Yutaka Watari, sospirò esasperato giocando
distrattamente con una ciocca dei suoi lunghi capelli, preparandosi al peggio.
Erano alle solite, un nuovo incarico nella zona di competenza di Tsuzuki, e
questo non c’era, sparito ad acquistare dolci chissà dove, mentre il suo
partner sedeva silenziosamente di fronte al capoufficio.
Il biondo posò i propri occhi nocciola sulla figura dello
shinigami, nonché segretario dell’ufficio: Seichiro Tatsumi.
Questo, con aria indifferente sedeva compostamente sulla
sedia, i gomiti poggiati sul lungo tavolo di legno scuro, le mani intrecciate e
l’immancabile completo perfettamente a posto, competo di giacca e cravatta.
Watari sorrise interiormente, nonostante non lo
manifestasse, conosceva abbastanza bene Tatsumi da essere certo che in realtà
fosse seriamente preoccupato, non che arrabbiato, per Tsuzuki.
Nel corso dei lunghi anni aveva osservato i propri colleghi,
notandone poco a poco diversi atteggiamenti che cercavano di nascondere, e tra
questi, non gli era di certo sfuggita la continua attenzione che Tatsumi
riservava a Tsuzuki. Pareva non avere occhi che per lui, e questo, se
inizialmente l’aveva gettato nello sconforto, era ormai cosa accettata.
Anche se a volte ripensandoci lo prendeva una malinconia…
“capo, non è come pensa!” un urlo riscosse Watari dai suoi
pensieri, mentre tutti nell’ufficio si voltarono di scatto verso la porta
appena spalancata. Sulla soglia, con un’espressione colpevole e il respiro
affannato, sostava Tsuzuki.
“NON E’ COME PENSO, EH???” iniziò ad urlare il capo,
guardandolo con un odio crescente.
“io… io ero in appostamento per.. sì…” farfugliò il più
durevole dipendente della sezione, guardandosi in giro con i grandi occhini
viola ed un aria da cucciolo smarrito…
Ad interrompere le urla furiose del capo e gli sproloqui del
ragazzo dagli occhi color ametista intervenne il segretario che, con
un’indecifrabile espressione, si alzò dalla sedia e in pochi passi raggiunse
Tsuzuki.
A questa mossa, perfino il capo tacque un istante, tutti
nell’ufficio conoscevano una delle regole per avere una non-vita tranquilla: mai
far arrabbiare Tatsumi.
Questo, lentamente si chinò verso il viso del ritardatario e
alzò una mano, avvicinandola al suo viso.
Tsuzuki chiuse istintivamente gli occhi di scatto… lo
sapeva, aveva fatto nuovamente arrabbiare il partner, e questa volta non
l’avrebbe scampata. Riaprì leggermente gli occhi, stupito, quando anziché una
sberla o quanto di più terribile si era immaginato, sentì una leggera carezza
sulla bocca;
sollevando leggermente lo sguardo vide Tatsumi avvicinare
quelle stesse dita alla sua bocca e baciarle ad occhi chiusi.
Tutti i presenti erano come gelati. Il capo pareva una
statua di ghiaccio, disgustato da quella vista, Watari aveva gli occhi
spalancati dalla sorpresa e da qualcos’altro… mentre Tsuzuki era immobile, lo
sguardo fisso sulla mano del partner e un tenue rossore sulle guance.
Ad interrompere quello sguardo imbarazzante fu la causa di
quello stesso, difatti Tatsumi, dopo un breve istante, riaprì gli occhi e li
puntò in quelli di Tsuzuki.
“Tu…” sussurrò leggermente, chinandosi verso il suo viso e
portando la mano incriminata nei capelli dello shinigami, accarezzandoli e
tenendogli ferma la testa.
“i-io…” balbettò in risposta il giovane, sempre più
imbarazzato , puntando il violaceo sguardo in quello azzurro dell’altro,
dimentico della presenza degli altri due uomini.
“hai mangiato qualche dolce al caramello vero?” ringhiò il
segretario, prima di tiragli i capelli edincominciare furibondo “siamo stati qui un’ora ad aspettarti, ci hai
fatti preoccupare per un semplice dolce al caramello? Ma ti strozzo…”
E sotto lo sguardo allibito del capo e di Watari, i due
partner cominciarono a discutere…
°*°*°*°*°*°*°*°*°*
“ma… dovevi proprio farmi così male?” piagnucolò Tsuzuki,
mentre atterrava a Nagasaki con il partner, Watari e Gushoshin.
“ovviamente, sei un’idiota” rispose secco Tatsumi, troncando
la discussione con un gelido sguardo.
Watari, osservando i due, sospirò esasperato.
“in ogni modo, cosa ne pensate del caso?” domandò, toccando
finalmente un argomento di comune interesse, non che di vitale importanza…
“mmm…” pensò un attimo Tsuzuki, prima di fissare le violacee
iridi, serie, in quelle nocciola dell’amico “un vampiro che succhia il sangue
delle vittime… dobbiamo scoprire se questo misterioso Dracula è uno solo o sono
un gruppo”
“signor Tsuzuki, si pensa sia solo uno, perché il numero
delle vittime non è eccessivo, si aggira sull’una al giorno” intervenne
Gushoshin “ora seguitemi, dobbiamo incontrarci con il nuovo partner del signor
Watari”
I tre uomini annuirono, incamminandosi e continuando a
discutere del caso e dove fosse meglio iniziare le ricerche…
“Ahhhhhhhhhhhhh” un urlo, il secondo della giornata, attirò
l’attenzione dei tre, am questo ebbe il potere di gettarli nel panico molto più
di quello di Konoe.
“E se fosse…” domandò incerto Watari
“ma no, è giorno…” rispose Tatsumi, innervosito, ma non fece
tempo a completare la frase che Tsuzuki era già corso verso il luogo.
“Tsuzuki!” urlo immediatamente Tatsumi, correndogli dietro
senza pensarci due volte, al seguito immediatamente si affrettò anche Watari
con Gushoshin.
Lo shinigami dagli occhi viola, affannato, andò a sbattere
in pieno contro una ragazza.
“Oh mi scusi…” si fermò a metà frase, osservandola.
Era davvero particolare, quasi inquietante: lunghi capelli
bianchi, occhi e labbra color del sangue che ne risaltavano il pallore
innaturale.
“sta bene…?” non fece in tempo a concludere la domanda che
questa si liberò della sua presa e scappo via. Dopo un attimo di smarrimento,
un secondo, più debole, urlo lo riscosse, e si mosse di poco, notando in un
vicolo una ragazzina dall’aria terrorizzata che indicava qualcosa.
“Hei! che succ…” un cadavere. Un nuovo cadavere.
Con uno scatto, lo Shinigami fu sulla vittima e ne spostò
delicatamente il collo…
Due buchi.
“dannazione, il vampiro ha preso il sangue di un’altra
vittima…” pensò nervosamente, prima che un’idea lo fulminasse.
“Sangue. Dannazione, è quella ragazza il vampiro. Le sue
labbra… erano di quel colore per questo!”
Velocemente, dimentico che gli altri due shinigami lo
stavano cercando, si lanciò all’inseguimento della ragazza dai capelli bianchi.
“Tsuzuki. Diavolo, dove sei finito? Tsuzuki!” lo chiamò per
la milionesima volta Tatsumi, mentre la paura iniziava a prendere il dominio
delle sue emozioni.
Dove poteva essere andato quel disgraziato? E se gli fosse
successo qualcosa?
No, non poteva sopportarne neanche l’idea.
Ma nonostante le cacciasse, continue immagini di Tsuzuki
morso dal vampiro sostavano nella sua mente. Non doveva essere così. No. E lo
aveva appena trattato male. No. Doveva ritrovarlo. E in frettissima.
Un pianto lo distrasse dai suoi pensieri, e si trovò di
fronte ad il cadavere della ragazza. Notò subito i morsi.
“Tsuzuki” sussurrò ghiacciato, mentre il terrore era ormai
padrone della sua mente.
“anf… anf…” Tsuzuki si fermò un attimo, stremato, trovandosi
nel pressi di una chiesa. Ci entrò, sperando di trovare il vampiro, ignaro che
con quella mossa, stava irrimediabilmente condannando il suo destino, dandogli
una svolta inaspettata e fatalmente pericolosa.
Silenzio. Un’irreale silenzio regnava in quel luogo. Una
sorta di pace perfetta. Qualcosa di quasi inesistente, fu questo il primo
pensiero dello shinigami, mentre con passo calmo entrava nel luogo sacro.
Le vetrate, di tanti colori, dipingevano la luce dandole
svariate tonalità che rendevano l’ambiente più caldo. Socchiuse un attimo le
violacee iridi, per permettergli di abituarsi a quella luce, mentre con la mano
slacciava il primo bottone della camicia.
Realmente, in quel posto l’afa era sconvolgente.
Appena le riaprì, notò una figura bianca, inginocchiata di
fronte al lavorato altare, che indubbiamente pregava.
Lentamente, Tsuzuki si avvicinò ad essa, facendo attenzione
a non fare rumore. Nonostante ciò, questa parve udire il fruscio
dell’impermeabile nero, perché si alzo, voltandosi appena verso di lui,
restando in silenzio.
“mi scusi…” la chiamò appena Tsuzuki, quasi timoroso di
rovinare la silenziosa pace del luogo.
La figura misteriosa si alzò, voltandosi finalmente verso di
lui.
La prima impressione di Tsuzuki, u che quest’uomo fosse
incredibilmente bello.
Corti capelli argentati scendevano lungo il viso, fermandosi
all’inizio del mento.
Una lunga frangia copriva completamente l’occhio destro,
mentre il sinistro, puntato sullo shinigami, era di un intenso argento, ancora
più bello dei capelli.
Labbra sottili e lineamenti decisi. L’intera figura emanava
uno strano candore, forse l’insieme tra l’argento del viso e il grande
impermeabile bianco, e forse la sottile scia argentata che gli percorreva il
viso, una sottile lacrima che brillava in quella calda luce.
“desiderava?” interruppe quella silenziosa ammirazione
l’altro uomo, asciugandosi velocemente la lacrima. “perdonatemi.. non volevo
farmi vedere piangere…”
“no… si figuri…” scosse la testa Tsuzuki, mentre e violacee
iridi osservavano ancora il punto in cui fino a pochi secondi prima era scesa
la lacrima.
Notando poi il silenzio creatosi, si riprese leggermente da
quell’atmosfera ovattata e da quello strano intontimento.
“volevo solo sapere… se aveva per caso visto entrare una
ragazza con dei lunghi capelli…” si spiegò lo shinigami, fissando finalmente
negli occhi l’uomo.
“no” rispose semplicemente il misterioso individuo,
regalandogli un sorriso triste.
Tsuzuki sentì l’impellente bisogno di uscire a prendere una
boccata d’aria, l’afa era ormai insopportabile.
“capisco… grazie lo stesso” detto questo, si incamminò
velocemente verso l’uscita, senza più girarsi, così non notò lo stano lampo
crudele che passo negli occhi dell’uomo guardandolo uscire.
“signor Watari, dove pensa siano finiti il signor Tsuzuki e
il signor Tatsumi?” domandò Gushoshin, innervosito dalla situazione.
“non lo so” pensò Watari, senza dar voce alla riflessione
“ma di certo dobbiamo trovarli in fretta. Spero solo che Tatsumi abbia trovato
Tsuzuki, o ormai sarà nel panico totale…”
Riprendendo la corsa, ancora leggermente confuso, Tsuzuki
arrivò in una piazza, si guardò intorno, ma non fece in tempo a fare un passo
che sentì distintamente qualcosa puntato sulla sua schiena.
Qualcosa di molto simile ad una pistola. Troppo simile.
“non muoverti!”
UN COMMENTINO ME LO
LACIATE, PLEASEEEEEEEEEEE!!! ^^
Capitolo 3 *** nuovo shinigami: Hisoka Kurosaki ***
2] Nuovo Shinigami: Hisoka Kurosaki
BUON NATALEEEEEEEEEEE!!!
Tanti auguri a tutti!!!
E così c’è l’ho fatta, ho
aggiornato prima del 25, anzi, per esattezza il 24 sera…
Mettiamola così, per
chiunque legga il nuovo capitolo, questo è il mio regalo per voi.
E nell’ultimo pezzo, è stata
davvero l’atmosfera natalizia a rendermi così smielosa!!! ^_^
Ringrazio infinitamente
tutti quelli che hanno letto, in particolare chi ha recensito.
Ve ne prego, recensite se
passate di qua. Così mi date la forza di continuare!
1 bacione a tutte, buona
lettura
Row
3]
Nuovo Shinigami: Hisoka Kurosaki
“non muoverti”
Una voce fredda e determinata impartì l’ordine, direttamente
dietro le spalle dello shinigami.
“ma che diamine…” fu il primo pensiero di Tsuzuki, che venne
bruscamente interrotto da un altro secco ordine: “girati lentamente”.
Sospirando, non senza provare uno strano timore, il giovane
si girò lentamente, trovandosi faccia a faccia con il suo assalitore, o almeno
quelle che credeva essere il suo assalitore.
Rimase sinceramente stupito.
Di fronte a lui c’era un ragazzino, di massimo diciassette
anni.
Aveva fini capelli castano chiaro, tendenti al biondo, che
portava a caschetto con una corta frangia che gli ricadeva sulla fronte, non
nascondendo per nulla gli intensi occhi color smeraldo, in quel momento
decisamente gelidi.
L’intera struttura fisica pareva fragile, più adatta ad una
ragazzina che ad un ragazzo, come anche i lineamenti del viso, molto dolci
anche se tesi in quella fredda espressione.
E, particolare non indifferente, le piccole mani reggevano
una pistola puntata direttamente sul suo petto…
Tsuzuki spalancò gli occhi, e fece per dire qualcosa, ma il
suo unico pensiero fu quello di trovarsi davanti ad un ragazzino.
“un ragazzino che ti ha fregato” rispose secco
l’adolescente, sorridendo leggermente, senza esprimere tuttavia alcuna gioia,
solo una malcelata soddisfazione.
Tsuzuki lo fissò un istante, non sapendo dove stesse andando
a parare l’altro, indi provò a dire “mi sa che stai sbagliando persona…”
“oh no. Ti ho osservato. È troppo tempo che corri avanti e
indietro, Vampiro!” disse questo, il tono così gelido da far
rabbrividire lo shinigami.
“he? Cosa? No guarda, ti stai sbagliando.. non sono io…”
intervenne, sinceramente sorpreso che anche il ragazzino sapesse della presenza
di un vampiro.
“non ho alcuna voglia di giocare con te. Ti sparerò dritto
al cuore con una pallottola d’oro. Sparirai in fretta…” lo secco l’adolescente,
spingendogli la pistola direttamente sul petto, e fissando il verde sguardo in
quello del presunto vampiro.
Restò un istante in silenzio. Quel vampiro… aveva davvero
dei begli occhi…
Il medio sfiorò deciso il grilletto…
“TSUZUKIIIIIIIII” lo stesso urlo provenne da due differenti
parti della piazza, ma quello che accadde subito dopo fu difficile registrarlo.
Da una parte, di corsa e decisamente affannato, Tatsumi era
giunto nella piazza giusto in tempo per vedere quel misterioso ragazzino
puntare l’arma da fuoco contro Tsuzuki.
Dall’altra, sbucando direttamente da dietro la chiesa,
Watari e Gushoshinavevano visto la medesima
scena di Tatsumi, solo che avevano riconosciuto il ragazzino, da una precedente
foto mostratagli da Konoe: il nuovo partner di Watari!
Ma non fecero in tempo a gridarlo a Tatsumi e cercare di
capire cosa stava succedendo, che questo invocò il proprio potere, scagliandolo
direttamente contro la nuova figura.
Proprio sul premere del grilletto, il ragazzo sentì
improvvisamente scivolargli l’arma di mano, ed un improvviso freddo
trafiggerlo. Perché tutto era diventato improvvisamente più scuro? Perché il
vampiro si stava sporgendo verso di lui, come a volerlo afferrare? Perché
sentiva le forze mancargli? E, soprattutto, perché l’abbraccio di quel gelido
essere era così caldo?
Ma non fece in tempo a trovare nessuna risposta alle
numerose domande che gli vorticarono nella testa, prima di cadere privo di
sensi fra le braccia dello shinigami.
*°*°*°*°*°*°*
Rumore. Un leggero rumore, come di bicchieri spostati e di
acqua che gocciola entrò nel subconscio del ragazzino, che ancora nel mondo di
Morfeo, si agitò lentamente, girandosi dall’altra parte nel letto. Letto?
Nel dormiveglia, tese le orecchie, cercando di svegliarsi e
al contempo di capire che cosa stava succedendo. Aveva fatto uno strano sogno,
non ricordava cosa, ma non gli pareva di esser andato a letto. Schiuse piano
gli occhi, lasciando intravedere i due smeraldi nascosti dalle palpebre.
Azzurro. Le lenzuola su cui era adagiato erano azzurre.
Decisamente, non era nel suo di letto.
Provò a tirarsi su, ma un dolore lancinante gli trafisse le
membra, come se del ghiaccio lo stesse scottando. Un leggero gemito gli sfuggì
dalle labbra.
Immediatamente, sentì il rumore dei bicchieri fermarsi,
mentre dei passi si avvicinavano al letto.
Che stupido… Come catapultato in un flusso di ricordi non
suoi, rivide due intense ametiste fissarlo, e si ricordò tutt’a un tratto del
vampiro. Era forse in casa sua?
Non era da escludere. Forse l’aveva morso, e, una volta
capito di non aver di fronte un banale essere umano, l’aveva tenuto lì per
chissà quale motivo, immobilizzandolo.
Un inspiegabile brivido lo percorse. Paura?
Mentalmente, il ragazzino si convinse che fosse così, anche
se si sentiva strano… l’idea di essere in balia di un vampiro era orribile… ma
di quel vampiro…
“Stai meglio?”
Il giovane trasalì, ridestandosi di scatto dalle proprie
riflessioni e sollevando lo sguardo.
Un vago senso di delusione lo attraversò.
Non aveva di fronte il moro vampiro, bensì un uomo con dei
lunghi capelli biondi e due occhi castani.
“stai meglio?” ripetè Watari, maledicendo mentalmente il
collega per la sua avventatezza.
“mmm…” gemette il ragazzino, girandosi dall’altra parte. E
chi era questo? Forse un vampirizzato?
“Hisoka… stai tranquillo. Non voglio farti nulla” cercò di
tranquillizzarlo Watari.
Ormai da anni frequentava le stesse identiche persone ed era
abituato a conoscere ogni minima reazione dei propri interlocutori, questa
nuova situazione lo spiazzava leggermente, in più quel ragazzino non sembrava
una persona molto socievole …
Il loro prossimo rapporto non prometteva essere facile.
“Come sai il mio nome” si rigirò il suddetto ragazzo,
fissandolo.
Il biondo sorrise “Piacere. Sono Watari Yutaka, Shinigami
della sezione Evocazioni e tuo nuovo partner, lieto di fare la tua conoscenza”
“ha” gemette Hisoka, riprovando ad alzarsi per poter meglio
osservare il nuovo partner, anche se non provava un particolare interesse.
Qualcos’altro aveva la sua completa attenzione.
“il vampiro? Dov’è il vampiro? È riuscito a scappare?”
Watari sospirò, poi continuò con il solito tono allegro che
lo caratterizzava “ecco, un argomento scottante. Il ragazzo che hai preso per
un vampiro, non lo è affatto!”
Hisoka cercò di parlare, ma Watari non glie lo permise,
continuando divertito a parlare. Non sapeva perché, ma l’idea di quel
bonaccione di Tsuzuki vampiro lo faceva scompisciare “è anche lui uno shinigami
come noi, e lavorerà conme,te e il suo partner al caso. Anzi, per
l’esattezza saremo noi a lavorare con loro, visto che quest’area è di loro
competenza.In ogni modo, si chiama
Asato Tsuzuki, e credimi, ha ben poco del vampiro” concluse fissando il nuovo
partner.
Hisoka assimilò le notizie in silenzio, senza dare a vedere
quanto queste lo stavano sorprendendo.
Avrebbe lavorato con quell’uomo? Non sapeva spiegarsi il
motivo, ma una strana aspettativa lo attraversò da capo a piedi.
“ma… ha gli occhi viola…” ribattè poco dopo, ricordandosi
cosa lo aveva colpito.
Il biondo annuì “sì, non so bene il motivo. So che è strano,
ma in poco tempo ti ci abituerai” affermò sicuro.
“ma… allora cosa mi è successo? Perché sono svenuto?” chiese
sospettoso, osservando gelidamente l’altro.
“ecco, qui arriva la presentazione dell’ultimo shinigami.
Seiichiro Tatsumi, il partner di Ttsuzuki.
Quando ti ha visto attaccarlo, si è preoccupato e ha
utilizzato il proprio potere contro di te. Lui governa le ombre, può muoverle a
suo piacimento e ti assicuro che non è affatto piacevole il loro tocco. Mi
sorprendo che ti sia svegliato così presto infatti… neanche un paio d’ore…
Comunque, incontrerai questi due stasera a cena, avevamo in
programma una cena per conoscerci meglio…”
Hisoka raggelò ancora di più lo sguardo. Non aveva nessuna
voglia di conoscere qualcuno, ma certo voleva vedere in faccia il proprietario
di un potere così distruttivo come quello che gli era stato scagliato contro.
In contemporanea a questi discorsi, in un piccolo parco
anche gli altri due shinigami stavano avendo un colloquio. Il verde dell’erba
era rigoglioso e la temperatura, sempre afosa, stava diminuendo sul tramonto,
donando una romantica sfumatura rosa alle poche nubi in cielo e dipingendo
d’arancione l’orizzonte, mentre le poche persone rimaste nel parco, dopo aver
dato una sfuggevole occhiata al paesaggio, pigramente si avviavano verso casa.
Ma, quasi a ripicca di tutta questa tranquillità, tra i due
shinigami l’aria era gelida.
Una leggera tensione, quasi palpabile, sostava nell’aria e
nello sguardo azzurro del segretario del Meifu, mentre osservava senza parlare
il proprio partner.
Tsuzuki sedeva su un’altalena, ondeggiando lentamente, con
lo sguardo ostinatamente rivolto al terreno, e i capelli sciolti a coprirgli il
viso.
Non pensava di aver fatto una cretinata così grande. Come
suo solito si era comportato da stupido, aveva messo in pericolo il nuovo
shinigami e aveva fatto preoccupare inutilmente l’unica persona che riuscisse a
sopportarlo. Sentì i proprio occhi inumidirsi, e scosse il capo, vincendo la
propria voglia di piangere.
Dopo quel giorno, molti anni prima, in cui aveva promesso a
Tatsumi che non avrebbe più pianto, si era impegnato al massimo. Aveva ridotto
notevolmente le lacrime e, le poche volte che se le era concesse, non si era
mai fatto vedere dal partner, per non deluderlo ancora.
E ora, ancora una volta, aveva disilluso le aspettative di
Tatsumi verso di lui. Come sempre, riusciva a farlo soffrire inutilmente…
Tatsumi, severo, fissava il partner dondolarsi, frustrato
come non mai.
Aveva attaccato il nuovo shinigami, ma il sangue gli era
andato alla testa appena si era reso conto che avrebbe potuto fare del male a
Tsuzuki. Il SUO Tsuzuki.
Sospirando, si avvicinò all’altalena di un passo, cercando
in intercettare lo sguardo schivo dell’altro.
“Tsuzuki…” lo chiamò dolcemente, ma Tsuzuki non si girò
affatto. Non era certo che i suoi occhi non fossero ancora lucidi.
“Tsuzuki…?” lo richiamò incerto Tatsumi, poi, come intuendo
qualcosa, si avvicinò di scatto all’altalena afferrando il mento di Tsuzuki e
voltandolo verso di se.
Un vago panico riprese possesso, per l’ennesima volta nella
giornata, di lui.
I bellissimi occhi viola lo stavano fissando, mentre delle
minuscole gocce salate si stavano radunando ai lati di essi, rendendoli lucidi.
Pareva un cagnolino abbandonato.
Velocemente, quasi senza rendersene conto, stremato dalla
giornata stressante, abbracciò Tsuzuki, stringendolo forte a se.
Tsuzuki spalancò gli occhi, sorpreso e turbato assieme.
Era stretto nel caldo abbraccio di Tatsumi,ne sentiva il leggero profumo e il respiro
accelerato contro l’orecchio. Il corpo tremò leggermente, prima di crollare in
lacrime, aggrappandosi disperatamente all’amico, chiedendogli scusa tra i
singhiozzi e continuando a ripetere il nome del partner come una nenia.
“shhhhhhh” Sussurrò Tatsumi, celando abilmente il proprio
stato d’animo “non piangere… non c’è né motivo… “ lo rassicurò, stringendolo
ancor più forte.
Tsuzuki annuì e si staccò leggermente, tenendosi comunque
alla camicia dell’uomo.
“mi spiace Tatsumi…” si asciugò le lacrime con una manica
del nero impermeabile, che era diventato ormai insopportabile per colpa
dell’afa.
“shhhhhhhhh” lo zittì nuovamente Tatsumi “perché piangi ora?
Va tutto bene”
“perché ti ho fatto preoccupare…” rispose sincero Tsuzuki,
fissandolo con le ametiste ancora lucide
“ti rendo sempre triste… quando ti vorrei felice… più di
chiunque altro”
Tatsumi boccheggiò mentalmente un attimo, sentendo le
viscere dello stomaco quasi contrarsi e un lieve rossore iniziare a farsi
strada nel viso.
Strinse più forte il partner a se, come quel giorno di tanti
anni prima, e gli sussurrò, in un tono dolce a lui non consono “va tutto bene.
Ora sei qui, tra le mie braccia. E questa, è la cosa che più di tutte mi rende
felice…”
In risposta, Tsuzuki si strinse ancora di più a Tatsumi,
chiudendo gli occhi e strofinando il viso sulla sua spalla.
Stava incredibilmente bene, si sentiva al sicuro.
Pochi istanti dopo riaprì gli occhi, rimanendo silente.
Tatsumi lo stava fissando, come perso in propri pensieri,
l’azzurro immerso nel viola, uno scuro abisso in cui ormai, ne era certo, si
stava perdendo.
Tsuzuki arrossì leggermente, non movendosi e quasi smise di
respirare, nulla doveva turbare quel momento…
“AHHHHHHHHH” un urlo svegliò entrambi dalla quasi
trance, facendoli girare di scatto verso gli alberi del parco…
COMMENTINO ME LO LASCIATE??? ^_^
Dimenticavo, un ultimo
avviso, dal prossimo la storia inizierà a staccarsi dall’anime, perché
ovviamente ci sono molte differenze.