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di Asiel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 ***
Capitolo 2: *** Cap.2 ***



Capitolo 1
*** Cap.1 ***


Il passato torna sempre

 

Cap. 1

 

 

 

Un dolore improvviso la colpì dietro alla nuca. Il suo corpo si accasciò a terra e la sua mente si chiese cosa diavolo stesse succedendo. Alzò lo sguardo e vide che c’era né un altro. Sbuffando stizzita, scattò in piedi con un colpo di reni. Fece girare il paletto nella sua mano destra, per poi ficcarlo nello sterno del suo avversario. Quello divenne cenere.

“Buffy”.

Il sussurro di Giles la fece sorridere. Lo sapeva che né gliene mancava ancora uno. Sentì un rumore impercettibile e saltò verso quella direzione.

Il vampiro, anche se era appena uscito dalla tomba, era molto forte. Sorrise, era meglio così. Doveva sfogare il nervosismo che si era accumulato in quei giorni, e cosa c’era di meglio di una bella scazzottata?

I pugni lo centrarono esattamente in pieno volto, facendolo barcollare, ma Buffy non era ancora soddisfatta.  Aveva appena cominciato a scaldarsi.

“Buffy, qui non siamo a Sunnydale. Inizia a far freddo” balbettò Xander, soffiando sulle proprie mani per scaldarsele.

Buffy ridacchiò.

“Lo sistemo subito!” gli disse con tono sicuro.

Il vampiro, con cui stava combattendo, ringhiò il suo disappunto.

“Ma chi ti credi di essere? Nessuna ragazzina può battere un vampiro” e detto questo, si lanciò sopra di lei.

Buffy sorrise. Estrasse il paletto d’emergenza dalla tasca del jeans, e mentre il suo avversario volava su di lei, disse:

“Una ragazzina no, ma la Cacciatrice sì!”.

Il paletto andò a segno e il vampiro si tramutò in polvere.

Xander e Giles si scambiarono un sorriso e si avvicinarono alla ragazza, la quale stava guardando la sua giacca di pelle. La sua faccia era una maschera di terrore.

“Dawn mi ucciderà!” borbottò Buffy, quando vide la manica mezza staccata.

“Meglio nascondere le armi, allora” ribatté Xander seriamente.

Conosceva Dawn e poteva immaginare che reazione avrebbe avuto la sorella di Buffy quando avrebbe visto la sua giacca preferita ridotta in quel modo.

“E se chiedessi a Willow, di ripararla con la magia?” propose la Cacciatrice.

“Willow deve usare i suoi poteri solo in caso d’emergenza” disse Giles, togliendosi gli occhiali per pulirli.

“Ma questa è un’emergenza!”.

Il suo ex Osservatore alzò a malapena gli occhi su di lei, limitandosi a rimanere in silenzio.

“Ok, forse non è proprio un’emergenza, ma ci si avvicina molto” mormorò la cacciatrice a bassa voce.

Xander le cinse le spalle con un braccio e la tirò verso di sé delicatamente.

“Appena G-man va a dormire, noi andremo da Willow”.

Buffy si limitò ad annuire con un sorriso.

Si avviarono verso l’uscita del cimitero, sussurrandosi piani, mentre Giles camminava impettito davanti a loro.

Una volta raggiunta la macchina, l’ex Osservatore si fermò e si voltò verso di loro, cogliendoli sul fatto.

“Anche se sto invecchiando, non vuol dire che io stia diventando sordo o stia perdendo le mie capacità mentali. Quindi, niente incantesimi! Buffy, tu spiegherai a Dawn cosa è successo e se tua sorella tenterà di ucciderti, credo che il fatto che tu sia una Cacciatrice potrà rivelarsi utile per la tua sopravvivenza! Adesso, salite in macchina!”.

Xander e Buffy si guardarono e, con un sospiro, seguirono in macchina l’uomo che era diventato un padre per tutti loro.

L’auto scivolava per le vie buie di Cleveland, mentre una leggera pioggia scendeva da un cielo buio e senza stelle.

Buffy stava osservando il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino. Tutti quei palazzi alti e anonimi le procuravano una fitta al cuore. Sapeva che cos’era. Sentiva terribilmente la mancanza di Sunnydale.

Dove adesso c’era quel cratere profondo, un tempo sorgeva casa sua.

Lì aveva trascorso i migliori anni della sua vita e conosciuto persone che erano entrate a far parte del suo destino. Molti erano sopravvissuti a quel disastro, ma i pochi che erano morti durante quei sette anni, pesavano sulla sua anima come macigni.

Sua madre, Anya, Tara e Spike.

Al pensiero del vampiro biondo, Buffy boccheggiò. Erano passati due anni dalla sua morte e lei non era ancora riuscita a farsene una ragione.

Si chiese dov’era in quel momento. Sapeva che non poteva trovarsi in quella sorta di paradiso, dove un tempo lei era stata. Ma immaginarlo in una dimensione infernale, la faceva sentire colpevole di non averlo amato prima della sua morte.

Quando gli aveva detto che lo amava, era chiaro che gli stesse mentendo, tanto che lui se ne era reso conto. Non avrebbe mai dimenticato lo sguardo che aveva, mentre lei correva per mettersi in salvo.

I giorni successivi alla sua morte erano passati lenti e inesorabili.
Se non fosse stato per Willow, lei e Xander, distrutto per la morte di Anya, non avrebbero mai potuto farcela.

Era stata la strega a spronarli ad andare avanti.

“Se non lo volete fare per voi stessi, fatelo per loro” aveva detto una volta, quando li aveva visti particolarmente addolorati.

“Tu vai avanti per Tara?” le aveva chiesto Buffy, pentendosene quasi subito.  La morte di Tara era ancora un tabù per la strega.

“Io vado avanti solo per lei” aveva sussurrato la sua migliore amica, prima di lasciarli.

Con il passare dei mesi, erano riusciti a risollevarsi ma la loro mancanza si sentiva sempre di più.

Adesso vivevano a Cleveland, a guardia della nuova Bocca dell’Inferno, mentre le altre Cacciatrici erano distribuite per il mondo a combattere il male.

La loro casa si trovava in periferia. Era una villetta antica, ma molto comoda e spaziosa e se c’era qualche problema, Xander indossava il suo elmetto giallo e li risolveva in un attimo.

Vivevano tutti insieme: lei, Xander, Dawn, Willow con Kennedy e Giles; e si mantenevano soprattutto grazie alla strega, che aveva sviluppato un nuovo software per il quale tutte le aziende informatiche pagavano fior di dollari pur di averlo.

Sembrava che la loro vita procedesse bene, a parte uccidere vampiri e demoni e sventare qualche apocalisse ogni tanto, ma ai tre Scoobies mancava qualcosa e quel qualcosa era impossibile raggiungerlo.

Quando Giles parcheggiò nel vialetto, i sensi di Buffy percepirono del pericolo.

Aprì con violenza la portiera, sradicandola, e si lanciò verso la porta d’ingresso.

“Buffy!” la chiamò Xander, mentre Giles guardava desolato la sua auto.

La Cacciatrice non li aspettò e si fiondò dentro casa, dirigendosi sulla sua sinistra, verso il soggiorno.

A separare Dawn e Kennedy, c’era un tavolino sul quale erano appoggiati recipienti pieni di patatine e popcorn. Le due ragazze urlavano così forte, che non si erano accorte della Cacciatrice ferma sulla soglia che le fissava.

“Dov’è andata?” gridò Kennedy, con tono minaccioso.

“Ti ho detto che non lo so!”.

“Non dire cazzate, Dawn. So che giorno è oggi!”.

“Allora se lo sai, perché me lo chiedi?” ribatté Dawn, ritornando per un istante a essere la ragazzina pestifera che era stata un tempo.

Kennedy sbuffò sonoramente e gettò indietro i suoi lunghi capelli neri, per vedere meglio la ragazza di fronte a lei.

“è andata ancora da quella?” domandò freddamente.

Dawn s’irrigidì.

“Ha un nome”.

“Non ho nessuna intenzione di pronunciare il nome che mi ha perseguitato da quando ho conosciuto Willow!”.

“Perseguitato? Ma cosa ti aspettavi, eh? Tara è stata l’amore della sua vita. È ovvio che sia andata da lei, oggi” urlò Dawn, rossa in viso.

“è morta!” esclamò Kennedy. “Il suo corpo non esisterà neanche più. È solamente polvere!”.

La faccia di Dawn si contorse e la ragazza cercò in un tutte le maniere di non piangere.

Quando Buffy sentì le parole di Kennedy e vide sua sorella scoppiare in lacrime, decise d’intervenire.

“Kennedy” disse, annunciando la sua presenza.

Le due ragazze brune si voltarono verso di lei.

“Buffy” la salutò la Cacciatrice più giovane.

“Chiedi scusa a mia sorella e a me…”
“E a me”.

Xander entrò anche lui in salotto e si affiancò a Dawn, prendendola tra le sue braccia e confortandola.

“Ci sono anch’io” aggiunse Giles, facendo il suo ingresso.

Kennedy guardò ciascuno di loro, per poi assumere un atteggiamento strafottente.

“Chiedere scusa di cosa?” domandò con finto tono innocente.

Buffy strinse le mani a pugno e tentò di calmarsi facendo lunghi e profondi respiri.

Un silenzio carico di tensione calò su di loro, in attesa che qualcuno dicesse o facesse qualcosa.

A un tratto sentirono un tintinnare di chiavi e il cigolio della porta d’ingresso che si apriva.

“C’è nessuno?”.

La voce di Willow giunse fino a loro.

“Willow, siamo qui in soggiorno” gridò Buffy.

La strega li raggiunse. Era molto pallida e i suoi strabilianti occhi verdi erano spenti e arrossati. Non ci voleva molto a capire che aveva da poco finito di piangere.

“Ma siete impazziti a lasciare la porta aperta? Ho immaginato le cose più orribili! Demoni che sono entrati e che vi hanno ucciso. Cioè, non sto dicendo, Buffy, che tu non riusciresti a tenerli a bada. Anzi, sicuramente li avresti abbattuti tutti in due secondi. Con una mano legata dietro alla schiena… e anche con gli occhi bendati… e…”Willow s’interruppe.

Il suo sguardo si spostò da Buffy a Kennedy, per poi puntarlo su Giles e infine su Xander, che teneva ancora stretta Dawn tra le sue braccia.

“Che cosa sta succedendo?” domandò con voce tremante, rimanendo a debita distanza da loro.

“Stiamo avendo un piccolo diverbio…”iniziò a dire Giles.

“Oh, chiuda il becco” sbottò Kennedy, muovendo qualche passo verso la sua ragazza. “Dove sei stata?”.

Gli occhi di Willow si spalancarono . “A un incontro di lavoro…”.

“Adesso, portare i fiori su quello che è rimasto della tomba della tua ragazza defunta, è andare a un incontro di lavoro?”

“Kennedy, io…”
“Basta, Willow! Non ne posso più di combattere sempre contro un fantasma. Sarebbe stato meglio che non l’avessi mai incontrata. Ti ha rovinato la vita! È stata la cosa peggiore che ti sia mai capita…”.

Lo schiaffo che la colpì in viso, la azzittì all’istante.

Willow respirava velocemente, mentre tentava in tutti i modi di non perdere il controllo. Buffy, notando la battaglia che infuriava dentro la sua migliore amica, si avvicinò a lei. Le abbassò delicatamente il braccio, per poi rivolgersi a Kennedy.

“è meglio se te ne vai, prima che non risponda delle mie azioni!”.

“Non mi fai paura, Buffy. E non sei tu che mi stai cacciando, sono io che me ne vado! Non posso continuare a vivere in un mausoleo”.

“In che cosa?” domandò Xander.

Kennedy si voltò verso lui. “Willow non è l’unica che vive nel passato, pure tu e Buffy siete ancora legati a esso. Voi tre siete ancora innamorati di gente che non potrà mai, e dico mai tornare. Dovete ficcarvi in testa, che Tara, Anya e Spike sono morti. Tenete le loro cose, convinti che ritorneranno, ma non sarà così! Siete patetici!”.

Kennedy rivolse a loro un sorrisetto, per poi rivolgersi a Willow.

“Sai dove trovarmi, ma sono sicura che non ti rivedrò. Continua pure a stare insieme a una persona morta, se questo ti rende felice…”.

La Cacciatrice più giovane superò Buffy e Willow, dirigendosi verso le scale.

Nessuno mosse un muscolo, anche se si potevano udire ancora i singhiozzi di Dawn. I tre Scoobies evitavarono di guardarsi. Le parole di Kennedy erano vere. Erano ancora innamorati del passato.

Giles, sapendo perfettamente cosa stava succedendo ai suoi ragazzi, decise di prendere in mano la situazione.

“Perché non andate in cucina, mentre io mi assicuro che Kennedy abbia tutto l’aiuto di cui ha bisogno”.

Xander si riscosse. “Sarà Giles ad aiutarla o Ripper?”.

L’ex Osservatore nascose un sorriso mentre saliva le scale.

I ragazzi si diressero in cucina. Willow, Xander e Dawn si sedettero al piccolo tavolo, mentre Buffy si avvicinava ai fornelli per mettere su un po’ di the. Scosse la testa, notando quanto le abitudini di Giles si erano radicate in lei.

Una volta servito, i quattro presero tempo soffiando sulle loro tazze bollenti.

“Sapevo che sarebbe andata a finire così” disse tutto a un tratto Willow.

“Willow... ”.

“No, Xander. Ha ragione Kennedy. Se fossi stata veramente innamorata di lei, oggi non sarei andata a Sunnydale”.

“A proposito, come hai fatto ad andare e a venire così presto?” domandò Dawn, aggrottando la fronte.

Willow sorrise maliziosamente. “Magia…”.

I quattro ridacchiarono, per poi interrompersi di colpo quando sentirono dei passi scendere le scale. Quando udirono il tonfo della porta richiudersi, rilasciarono tutti un sospiro di sollievo.

“Non so cosa mi abbia trattenuto dal saltarle addosso” borbottò la Cacciatrice.

“Il fatto che lei abbia centrato il punto”.

Giles era appena entrato in cucina, rispondendo alla sua domanda. “E anche…” aggiunse, una volta preso del tè e seduto di fianco a Dawn, “ che tu sei la Cacciatrice in capo”.

“Non mi sembrano ancora dei motivi validi”.

Giles decise di sorvolare sull’ultimo commento della sua protetta, per focalizzare la sua attenzione su Willow.

“Le hai fatto gli auguri anche da parte nostra?”.

Gli occhi della strega divennero lucidi, ma non una sola lacrima riuscì a rompere i loro argini.

“Sì, e tanto che c’ero, ho salutato anche gli altri…”.

“Grazie” le sussurrò Xander.

Willow sorrise e gli strinse una mano.

“Mi dispiace per Kennedy” le disse Dawn.

“Non ti preoccupare. Non sarebbe durata ancora a lungo. Se non fosse stata lei, sarei stata io tra non molto…”.

“A me, invece, non dispiace per niente” sbottò Buffy, ancora arrabbiata per via della discussione avvenuta prima. “Ma chi si crede di essere quella ragazzina? Non ha nemmeno vent’anni!”.

“E con questo, cosa vorresti dire?” indagò Dawn, fulminando sua sorella.

“Oh, andiamo. Non avete la maturità necessaria per permettervi di giudicare gli altri. E le cose che ha detto, poi…”.

“Perché che cosa ha detto, mentre io non c’ero?” chiese con un sussurro Willow, ma la risposta non arrivò mai, perché Dawn si era alzata in piedi, furiosa.

“Buffy Anne Summers, come puoi dire una cosa del genere, quando tu a vent’anni hai combattuto contro Glory, sacrificandoti per salvarmi!”.

“Ma quello è stato diverso!” si difese Buffy.

“Diverso?”

“Will, prepara i popcorn. Stiamo per assistere a un litigio in pieno stile Summers” mormorò Xander a Giles e a Willow, entrambi imbarazzati.

All’improvviso, qualcuno bussò alla porta d’ingresso. Immediatamente, le due sorelle si fecero silenziose.

Il bussare continuava, diventando sempre più insistente.

Buffy gettò un’occhiata verso l’orologio e vide che erano le tre del mattino.

“Chi può essere?” sussurrò Dawn.

“Niente di buono” rispose Buffy, dirigendosi verso l’ingresso.

Prima di aprire la porta, afferrò la spada appoggiata alla parete e dopo aver fatto un cenno agli altri, che l’avevano seguita, aprì la porta.

Una ragazza con lunghi capelli neri e grandi occhi castani si reggeva a malapena in piedi.

Aveva tagli ed escoriazioni su tutto il corpo e un’enorme ferita era ricamata sul lato sinistro dello stomaco.

“Ciao, B. Posso entrare? Giuro che cercherò di non sporcarti il tappeto” disse Faith, cercando di sorriderle.

Buffy agì d’istino, la prese tra le braccia e la portò subito in soggiorno. La fece stendere sul divano e poteva sentire i membri della sua famiglia darsi da fare per aiutare la ragazza.

“Chi ti ha ridotto così, Faith?” chiese Buffy.

Faith si limitò a sorridere. “ Se te lo raccontassi”, disse” non ci crederesti!”.

“Buffy, spostati. Devo fare un incantesimo di guarigione”.

La Cacciatrice si volse verso la strega.

“Sei sicura? Te la senti?”.

“Se non lo faccio, morirà” sussurrò Willow, posizionando le sue mani sulle ferite di Faith.

La strega tentò un paio d’incantesimi e con molta lentezza, le ferite smisero di sanguinare, ma Buffy e gli altri si accorsero della sua espressione accigliata e confusa.

“La maggior parte di queste ferite sono magiche” disse Willow, guardando la Cacciatrice bruna.

“Esatto, Red”.

“Ma l’energia che sento non può essere reale”.

“Certo che lo è. È esattamente quello che la tua testolina rossa sta pensando”.

“A che cosa stai pensando, Willow?” domandò Dawn, divorata dalla curiosità.

La strega scosse la testa e alzò lo sguardo verso di lei.

“A una cosa impossibile, Dawnie”.

“Cioè?” insistette Xander.

Ma Willow non rispose e tornò a fissare Faith.

“Chi è stato?”.

La Cacciatrice bruna sorrise nuovamente, alzò il bracco e indicò una foto appesa sopra il baule delle armi.

La foto era stata scattata tanto tempo fa, a Sunnydale. Mostrava due ragazze e un ragazzo, biondi tutti e tre, anche se di sfumature diverse. La ragazza più piccola sorrideva apertamente verso la fotocamera, mentre l’altra tentava di nascondere il viso sorridente coprendolo con i suoi lunghi capelli.  Il ragazzo, invece, aveva un’espressione infastidita, anche se si poteva notare il sorriso che aleggiava sulle sue labbra.

Quella era l’unica foto che avevano scattato insieme, dopo molte insistenze da parte di Dawn, ed era stata battezzata con il nome “ Nuovi Scoobies”.

Mentre Faith la indicava, Tara, Spike e Anya continuavano a sorridere dalla foto che li aveva immortalati.

 

 

 

 

Buongiorno a tutti.

Spero che vi sia piaciuta e che commenterete (anche per dirmi che non vi piace).

Nel corso della FF farò dei riferimenti all’ottava stagione, ma il nemico sarà diverso.

Non ci saranno accenni di Angel, perché lo ammetto, lo spin off non l’ho mai visto, a parte qualche puntata. ^_^

Grazie a tutti,

Asiel

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Capitolo 2
*** Cap.2 ***


Cap. 2

 

 

“Non ti sembra di aver esagerato?” disse, accendendosi una sigaretta.

La ragazza mosse appena la testa verso di lui. “Era il mio compleanno”.

“Ah, già. Auguri. Quanti avrebbero dovuto essere?”.
“Venticinque”.

I due rimasero in silenzio, con lo sguardo puntato sotto di loro. Il cratere era molto profondo e il vento sollevava la polvere del deserto che si era depositata durante quegli anni.

“Be’, non c’è che dire. La Bocca dell’Inferno ha fatto una chiusura col botto!”.

Una ragazza bassa, magra e bionda era appena apparsa al loro fianco.

I due si voltarono verso di lei, con un mezzo sorriso sulle labbra.

“Sei sempre la solita, Anya…” mormorò la ragazza dai capelli lunghi.

“Anyanka” la corresse l’altra, con cipiglio infastidito.

“Giusto. Adesso, sei a capo dei demoni della vendetta” disse il ragazzo.

“Geloso, Spike?” lo stuzzicò Anya.

“Di te? No, grazie. Mi limiterò a essere solamente il vampiro più temuto al mondo”.

“Sono in ritardo”.

“Potrebbe mai essere il contrario? Tara, lo sai come sono fatti. Amano le entrate a effetto” rispose Spike, sedendosi sul ciglio del cratere.

“Guarda che rischi di cadere” disse Tara, freddamente.

Spike rise talmente forte che la sigaretta rischiò di cadergli dalle labbra.

“Sono tornato dalla morte, esattamente come voi due. E per di più, io era già morto prima di morire…”.

Anya e Tara sorrisero sentendo quel gioco di parole, visto che Spike aveva assunto un’espressione confusa.

I tre attesero l’arrivo dei loro compagni, ognuno perso nei loro pensieri e, anche se non lo sapevano, stavano pensando alla stessa identica cosa.

All’improvviso, un bagliore d’energia apparve alle loro spalle, costringendoli a voltarsi per vedere chi si stava materializzando. Quando la luce si spense, due figure apparvero davanti a loro.

Una di queste era una ragazza dai capelli castani e dagli occhi crudeli, ma lei non era la più terrificante dei due. L’altra figura era abominevole.

Era un uomo, o almeno quello che ne rimaneva visto che non aveva più la pelle. Si potevano vedere i muscoli contrarsi mentre lui camminava verso di loro, con gli occhi scuri sbarrati.

Era nauseante, ma i tre ragazzi non potevano mostrare il ribrezzo che suscitava in loro quella vista.

“Ehi, auguri Tara!” disse il mostro, mostrando i denti in quello che secondo lui era un sorriso.

“Warren” lo salutò Tara.

“Sai, dovresti ringraziarmi. Grazie a me, rimarrai sempre giovane e bellissima”.

Tara s’irrigidì, e invece di seguire il suo istinto, fece finta di niente e si rivolse alla ragazza al suo fianco.

“Ciao, Amy”.

“Tara. Spike. Anya” disse la strega. “ Ho saputo del vostro lavoretto con Faith. Devo farvi i miei complimenti, nemmeno io e il mio amore avremmo saputo fare di meglio”.

“Non ne sarei così sicuro. Te ed io avremmo potuto torturarla per ore e ore” ribatté Warren circondando con un braccio la vita della sua ragazza.

Tara e Anya distolsero lo sguardo dai due, invece Spike li fissò intensamente.

“Posso farti una domanda, nerd?”.

“Il mio nome è Warren” strepitò il mostro.

“Come vuoi…” sogghignò il vampiro. “Come fate?”.

“Fare cosa?”.

“A stare insieme. Tu sei senza pelle e Amy potrebbe avere di meglio. Tanto per cominciare, uno che possa mostrare in giro…”.

Tara e Anya nascosero subito i sorrisi che erano saliti alle loro labbra, ma Warren non se ne accorse. Il suo sguardo era puntato sul vampiro.

“Non sono affari che ti riguardano. Amy ed io stiamo più che bene insieme”.

“Sei sicuro? Perché non lo chiediamo alla diretta interessata”.

Amy si limitò a sorridere al vampiro, per poi stringere la mano al suo ragazzo per tranquillizzarlo.

“Almeno, a differenza tua, Warren ha me. Tu chi hai, Spike?”.

Spike alzò le mani in segno di resa.

“E poi non è stata colpa mia! È per colpa di quella sfigata e psicopatica rossa se vado in giro in tuta totalbody. Non vedo l’ora di averla tra le mani per scuoiarla personalmente”.

Ci fu una violenta raffica di vento e Warren si ritrovò a galleggiare per aria, tenuto per il collo. Invano tentava di staccare quelle mani invisibili dalla sua gola, ma la presa si stringeva sempre di più.

“Tara!” la chiamò Anya, avvicinandosi alla strega bionda.

Tara aveva il braccio destro alzato e la sua mano si chiudeva inesorabilmente. I suoi occhi erano diventati neri e i capelli biondi si stavano inscurendo.

“Lascialo immediatamente!” urlò Amy e, notando che Tara non aveva nessuna intenzione di farlo, le lanciò addosso una palla di fuoco. Solo la prontezza di riflessi di Spike, la salvò.

Warren precipitò a terra e tossì pesantemente, mentre tentava di riprendere fiato.

“Te la farò pagare” biascicò.

Tara si limitò a fissarlo con blando interesse, ancora stretta tra le braccia di Spike.

“No, Warren. Dovresti essere grato alla Dea che io non abbia ancora finito il lavoro di Willow”.

Spike e Anya si scambiarono uno sguardo e decisero d’intervenire.

“Tra quanto arriva il grande capo?” domandò il vampiro, tentando di stemperare gli animi.

“A momenti” rispose Amy, che non aveva nessuna voglia di far cadere il discorso. “ Come mai questa reazione, Tara? Vuoi avere tu l’onore di ucciderla?”.

Tara le rivolse il suo famoso sorriso storto, quel sorriso che di solito rivolgeva solo alla sua Willow.

“Ucciderla? No, ci serve”.

“E anche la sua amica…” continuò Spike, accendendosi un’altra sigaretta.

“Per non dimenticare poi del loro cavaliere” concluse Anya.

“Lui può anche morire, Anya. E chi meglio del capo dei demoni della vendetta può farlo” disse una voce femminile, attirando l’attenzione dei cinque che si trovavano sul ciglio del cratere che un tempo era Sunnydale.

“Anzi, dopo averle usate, possono morire anche la strega e la Cacciatrice!”.

 

 

 

Il sole era appena sorto e, con i suoi raggi, illuminava la villetta nella periferia di Cleveland.

Faith stava dormendo sul divano, avvolta in bende di fortuna e vegliata da Buffy, che continuava a inumidirgli la fronte.

Dopo la rivelazione shock, la Cacciatrice bruna era svenuta e una febbre violenta l’aveva colpita, peggiorando non di poco le sue già precarie condizioni.

Buffy aveva anche passato, la maggior parte della notte, a ripetere nella sua mente le parole che Faith aveva pronunciato poco prima di perdere i sensi.

“Ero a Los Angeles, perché Andrew aveva sentito strane voci a proposito di un nuovo potere demoniaco. Così, ho deciso di andare lì. Mi sembrava inutile coinvolgere Angel. Solo che quando sono arrivata in quella parte della fognatura e ho visto chi c’era, ho pensato di essere impazzita”.

“Chi hai visto?” aveva chiesto Buffy, con tono cauto. Era vero che avevano combattuto insieme, ma non riusciva ancora a fidarsi del tutto di Faith.

“Andiamo, B! Te l’ho già detto! Loro tre!” e detto questo, Faith aveva indicato nuovamente la foto appesa al muro, quella che rappresentava Tara, Spike e Anya.

“Questo è impossibile” aveva sibilato Willow.

“Ti dico che erano loro! È vero che Tara l’ho vista al massimo una o due volte, ma con Spike e Anya ci ho trascorso dei mesi insieme! Ricordi? Il Primo? Un sacco di ragazzine in giro per casa? A proposito, dov’è Kennedy?”.

Nessuno aveva risposto alla domanda e la Cacciatrice bruna aveva deciso di sorvolare. Avevano questioni più urgenti da risolvere.

“Mi stavano aspettando” aveva detto, stringendo le mani a pugno.

“Ti stavano aspettando?” aveva ripetuto Xander, che nel frattempo si era seduto sulla poltrona di fronte a lei.

“Sì, e poi…”.

“E poi?” aveva domandato Dawn.

“Non riesco a ricordarmi. È successo tutto così in fretta! L’unica cosa che mi è rimasta impressa nella mente, è la loro risata poco prima di attaccarmi!” aveva esclamato Faith con tono furioso.

Gli Scoobies si erano scambiati uno sguardo fra loro, non pronunciando una sola parola per paura di scatenare una reazione esagerata da parte della Cacciatrice bruna, perché era chiaro che la sua storia era inverosimile.

Fu in quel momento che Fatih aveva perso i sensi.

Buffy guardò l’orologio appeso sopra al caminetto e, vedendo che ora era, decise di prepararsi una tazza di caffè. Odiava quando doveva stare in piedi tutta la notte, ma chi meglio di lei avrebbe potuto sorvegliare Faith?

Si erano offerti tutti, ma solo una persona avrebbe potuto sostituirla, ma Buffy aveva paura che Willow, in caso di scontro con la Cacciatrice, avrebbe perso il controllo e con tutto quello che stava succedendo, quella era una cosa da evitare assolutamente.

Stava per alzarsi quando vide spuntare da sotto il naso, una tazza fumante di caffè.

“Grazie, Willow” disse riconoscente alla strega, la quale si stava sedendo sul bracciolo della poltrona.

“Di niente, Buffy” rispose la rossa, sorseggiando il caffè dalla sua tazza e tenendo gli occhi puntati su Faith. “é ancora svenuta” constatò con tono distaccato.

Buffy ghignò e anche lei bevve.

Rimasero in silenzio per parecchi minuti, entrambe fissando la Cacciatrice bruna, e fu così che Xander le trovò.

Il carpentiere sospirò quando notò le espressioni scettiche e, allo stesso tempo, furiose impresse sui loro volti.

“Rivalità femminile” borbottò ad alta voce per farsi sentire dalle sue migliori amiche.

Le ragazze si voltarono verso di lui e lo fulminarono con gli occhi.

“Non dire sciocchezze, Xander” sbottò Buffy.

“Sì, infatti….” rincarò la strega.

“Sarà… Ma la guardate come se avesse ucciso qualcuno!”. Xander si rese conto di quello che aveva appena detto e si corresse all’istante. “Ok, sì. L’ha fatto, ma è successo un sacco di tempo fa… Sta pagando per il suo crimine”.

“è evasa…” gli ricordò Willow.

“Per venire ad aiutarci”.

“Solo per il senso di colpa. Non perché voleva sul serio” precisò Buffy, stiracchiandosi.

“Questo non lo puoi sapere” disse Xander testardamente. “ Io so che, in tutti questi anni, ci ha aiutato, e credo nel suo cambiamento”.

“Quindi, credi anche a quello che ci ha detto ieri sera?” gli chiese Buffy.

Questa era la domanda che girava nella testa di tutti gli Scoobies. Crederle oppure no? E se fosse stata una bugia, perché raccontarla? Ma se fosse stata la verità? Se veramente Spike, Tara e Anya fossero ritornati in qualche modo nel mondo dei vivi? Chi era stato a richiamarli? E perché avrebbero dovuto aggredire Faith?

“è assurdo” disse Willow. “ Nessuno avrebbe tutto questo potere”.

“A parte te…” fece Buffy, sorridendole.

Willow sbuffò, per poi assumere un’espressione sofferente.

“Non ci sono riuscita, ricordi? Non mi è stato permesso”.

Buffy le strinse la  mano per confortarla e chiederle allo stesso tempo di perdonarla. Alle volte, pensò, avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa.

“Non ti è stato permesso perché è stata una morte naturale, come quella di Anya… L’unico che poteva risorgere era Blondie!” rifletté Xander, rubando del caffè a Buffy.

“Appunto! Chi mai potrebbe possedere tutto quel potere e, soprattutto, saperlo gestire?” esclamò Willow, con un pizzico d’invidia nella voce.

“Non vorrei ripetermi, ma sei sempre tu! Quando hai fatto quell’incantesimo per risvegliare lo spirito della Cacciatrice in tutte le Potenziali, sei diventata un Dea!” affermò Buffy.

La strega arrossì. “ Solo per due minuti”.

Xander e Buffy ridacchiarono, mentre Willow cercava di non mostrarsi troppo compiaciuta.

“Ma perché allora raccontarci questa storia assurda? Perché dire che sono stati loro tre?” chiese Buffy guardando la sua collega, ancora svenuta.

“Non è detto che menta. Forse il demone che ha incontrato, può assumere le sembianze di gente morta”.

“Xander, quello è il Primo e l’abbiamo sconfitto. Per di più, lui era incorporeo. Qualunque cosa abbia ridotto Faith in questo mondo, sicuramente possedeva un corpo” disse Willow, indicando la ragazza sul divano.

“Un corpo che cammina e che può uccidere, se non lo fermiamo.” fece Buffy, alzandosi. “Ci serve Giles”.

Buffy stava per uscire dalla sala, quando la mano di Xander si appoggiò sulla sua spalla per fermarla.

La Cacciatrice si voltò verso di lui, inarcando un sopracciglio. “Che c’è, Xander?”

Il ragazzo deglutì e si guardò intorno, come se stesse cercando una risposta adeguata da dare a Buffy.

“Che ne dici di riposarti? Alla fine, Faith è ancora svenuta e finché la Bella Addormentata rimarrà ancora… be’, addormentata, non possiamo fare niente”.

Buffy guardò prima il suo migliore amico, per poi scambiare un’occhiata con Willow. Era palese che Xander stesse nascondendo qualcosa.

“Che succede, Xander?” domandò Willow, avvicinandosi a loro.

“Niente. Penso solo che Buffy debba riposarsi un po’”.

“E se Faith dovesse risvegliarsi mentre io sto dormendo?” lo sfidò la Cacciatrice.

“Be’, ci saremmo io, Willow e Dawnie. In tre, dovremmo gestirla…”.

“Ci sarà anche Giles, no?” fece la strega.

“Quando tornerà”, disse senza riflettere il carpentiere. “ Merda!”.

Buffy sgranò gli occhi e cominciò a provare la familiare sensazione di pericolo incombente.

“Dov’è andato?”.

Xander fissò le due ragazze e poi tentò la fuga, ma purtroppo per lui non sarebbe mai riuscito a fuggire dalla Cacciatrice e dalla strega più potente del mondo occidentale.

Non fece neanche in tempo a raggiungere la cucina, che davanti alla porta gli si parò Willow. Tentò di tornare sui suoi passi, ma a bloccarlo c’era già Buffy.

“Forza, Xan. Dov’è andato?” ripeté la strega.

“Però così non è giusto! Io non ho superpoteri, per non parlare della magia. L’unica cosa che ho, è una benda su un occhio che mi fa assomigliare a un pirata”.

Buffy e Willow si trattennero dal ridere e si limitarono a fissarlo.

“Ok. Va bene. Giles è partito per l’Italia. È andato da Andrew!” si arrese Xander, dirigendosi verso l’altro divanetto, quello non occupato da Faith.

“è andato a Roma? Ma doveva portamici. Me l’aveva promesso” disse Willow scioccata. “ Mi ha detto che se continuavo così, mi avrebbe permesso di andare con lui. Oh, ma gliela faccio pagare. Gli nascondi tutti i fazzoletti, anzi no… Gli nascondo tutti i tipi di tè che abbiamo in casa... Sì, farò questo! Così vedrà cosa vuol dire mettersi contro…”.

Willow, notando le facce divertite dei suoi amici, s’interruppe. “Quindi, è in Italia. Perché?”.

“Già, perché è andato da Andrew?” chiese Buffy.

Xander fece un respiro profondo e si accomodò meglio sul divano.

“Stanotte, dopo che Faith ci ha raccontato quello che le è successo…”.

“Quello che crede le sia successo” corresse la strega a denti stretti. “Scusa, vai avanti”.

“Grazie. Allora, dopo che è svenuta, Giles ha chiamato Andrew per sapere se la storia era vera. Non so perché non gli abbia telefonato davanti a noi, ma da quello che sono riuscito a origliare, Andrew ha confermato la storia di Faith. Giles gli ha spiegato quello che era successo e poi... è diventato pallido e ha iniziato a pulirsi gli occhiali. Lo sapete che non è mai un buon segno. Gli ha chiesto se ne era sicuro e, a quanto pare, la risposta è stata affermativa. Poi ha messo giù ed io non ho fatto in tempo a nascondermi. Mi ha visto e mi ha fatto giurare di non dire niente, a patto però che mi raccontasse cose gli avesse detto Andrew”.

“E che cosa gli ha detto Andrew?” domandò Buffy, certa che altre brutte notizie erano in arrivo.

Xander sospirò. “ Vi ricordate di D’Hoffryn?”.

“Il capo dei demoni della vendetta? E adesso, lui che c’entra?” chiese Willow, confusa.

“Be’, diciamo, che non è più il loro capo”.
“C’è qualcuno più potente di lui?”.

“Sì, Buffy, visto che l’ha ucciso”.

Buffy e Willow spalancarono la bocca all’unisono. Non potevano crederci.

“è la stessa faccia che ho fatto io quando Giles me l’ha detto, almeno credo. E non è ancora finita”.

“C’è altro?” squittì Willow.

“Sì. Tra i demoni gira il nome di chi l’abbia ucciso e sostituito”. Xander si prese un momento, per lui dire il suo nome era ancora fonte di enorme sofferenza. “Il nome è quello di Anya. Cioè, Anyanka. Si dice che a uccidere D’Hoffryn sia stata Anyanka”.

Willow era l’immagine dello stupore, mentre Buffy tentava di mantenere la calma. Ma che cosa diavolo stava succedendo?

“E Giles è andato a Roma…” iniziò a dire Buffy, ignorando l’occhiataccia che Xander le rivolse.

“è andato a Roma perché è lì che i demoni della vendetta si ritrovano! È partito subito e mi ha chiesto di coprirlo, perché era sicuro che tu saresti andata immediatamente!”.

“Certo, non ho nessun motivo per rimanere qui!”.

“Il motivo per rimanere, ce l’hai steso su quel divano” disse Xander, indicando Faith. “ Se veramente Anya, Spike e Tara l’hanno aggredita, dobbiamo scoprire il perché!”.

“Allora le credi?” ribatté Buffy, iniziando ad arrabbiarsi.

“Non lo so! Buffy, io non lo so! Ma se loro fossero …”.

“Perché non lo ammetti? Tu hai paura che io vada a Roma, perché se questa storia di Anya fosse vera, io dovrò ucciderla!”.

Durante il litigio, i due non si erano accorti di essere a pochi centimetri l’uno dall’altra e costrinsero Willow a intervenire. Si frappose fra loro e cercò di allontanarli, ma erano troppo pesanti per lei.

“Ragazzi, diamoci una calmata. Xander, quello che dice Faith non è ancora sicuro e tu non puoi credere a tutto quello che i demoni dicono. E Buffy, tu non puoi andartene. Dobbiamo risolvere questa situazione. Le scaramucce tra esseri demoniaci, lasciale affrontare a Giles e alle Cacciatrici che si trovano in Italia. Non sei più sola. Inizia a fidarti di loro!”.

Buffy e Xander abbassarono lo sguardo, imbarazzati.

“Adesso, stringetevi la mano” ordinò Willow, divertita.

La Cacciatrice alzò la mano, ma il carpentiere la colse di sorpresa. Invece di stringergliela, la abbracciò, coinvolgendo anche Willow.

“Vi voglio bene, ragazze”.

“Anche noi, Xan, ma abbiamo bisogno di quella cosa chiamata ossigeno” bofonchiò Buffy tra le sue braccia.

I tre si separarono ridendo e in quel momento, dalle scale, scese Dawn.

“Ehi, che sta succedendo?” chiese allegra, ma poi leggendo i loro volti, il sorriso le scivolò dalle labbra. “Oh Dio. Che è successo?”.

Buffy si avvicinò alla sorella e la abbracciò.

“Guai come al solito, ma nessuna Apocalisse per ora”.

“Meno male. Non mi piacciono le Apocalissi” borbottò Dawn.

“Vuoi fare colazione?”.

“Sì. Frittelle!” esclamò Dawnie. “ Per le brutte notizie, ho bisogno delle mie frittelle”.

“Ok. Willow ci pensi tu? Credo che seguirò il consiglio di Xander… Un pisolino mi ci vuole…”.

“Va bene, Buffy” fece la strega. “ Forza, Dawnie, in cucina”.

Mentre le due ragazze andavano in cucina, Xander rimase a fissare Buffy.

“Non ho intenzione di scappare” gli disse Buffy con finto tono esasperato. “Anche perché Willow mi terrà d’occhio sicuramente”:

Xander sorrise, ma il sorriso non salì agli occhi.

“No, non è quello. È solo che… Buffy, ci crederesti se ti dicessi che io spero, con tutte le mie forze, che la storia di Faith sia vera?”.

La Cacciatrice lo guardò. Avrebbe tanto voluto rispondere di sì, che anche lei lo sperava con tutto il cuore ma se lo avesse detto, sarebbe stato troppo per lei.

“Xander, noi non possediamo quel lusso che gli altri chiamano speranza” e detto questo, gli voltò le spalle per salire le scale.

Quando giunse in camera sua e si chiuse la porta alle spalle, Buffy crollò sul pavimento. Le lacrime cominciarono a scorrere dai suoi occhi verdi, e lei soffocava i singhiozzi, mordendosi il polso.

Era successo così tanto in una sola notte, e lei non era sicura di poter reggere tutto questo.

Si trascinò verso il letto, si gettò sopra e, appena chiuse gli occhi, si addormentò all’istante.

Capì subito che stava sognando.

Dall’odore e dalle pareti di pietra, si rese conto di trovarsi nelle fogne, ma non sembravano quelle di Sunnydale.

Erano diverse, più grandi e più rovinate.

Si guardò intorno, in cerca di un’uscita, e mentre stava per svoltare l’angolo, vide Faith sopraggiungere verso di lei.

Camminava svelta e sembrava concentrata. Buffy alzò una mano per salutarla, ma la Cacciatrice bruna la sorpassò senza vederla. Anche se era un sogno, la bionda si offese e decise di seguirla. Percorsero quelle vie sotterranee per un tempo indefinito. Ogni volta che svoltavano un angolo, Buffy pregò che fossero arrivate, ma Faith continuava ad avanzare. A un tratto, la bruna si fermò.

Delle voci provenivano da dietro l’angolo, e il cuore di Buffy ebbe un sussulto. Quella risata l’avrebbe riconosciuta ovunque.

Dimenticandosi di Faith, Buffy corse verso quel suono meraviglioso e lì li vide.

Tutti e tre erano esattamente come l’ultima volta che li aveva visti. Indossavano addirittura gli stessi abiti: Tara con la maglia blu macchiata di sangue; Anya con la ferita in mezzo al petto; e Spike con il suo immancabile chiodo nero sporco di cenere.

Una gioia selvaggia la invase. Il primo istinto che ebbe, fu quello di correre verso di loro, ma poi si accorse che c’era qualcosa che non andava.

I loro occhi erano freddi e distanti e sulle labbra avevano un ghigno che, solo a guardarlo, metteva paura.

Erano loro, ma allo stesso tempo no.

Dov’era finita l’aria tormentata di Spike? La dolcezza di Tara? E la sincerità disarmante di Anya?

“Sta arrivando”.

Buffy trasalì quando sentì la voce di Tara.

“Ha fatto presto. Lo sapevo. Faith, è sempre stata una che non si tira indietro”, disse Anya, alzandosi da quella specie di trono, dove era rimasta seduta fino a quel momento.

“Be’, la tua uccisione di D’Hoffryn è già sulla bocca di tutti. é normale che Andrew l’abbia scoperta subito. Non capisco, però, per quale motivo non abbia mandato Buffy” si chiese Spike ad alta voce.

La cacciatrice sentendo quelle parole dovette combattere contro l’impulso di correre verso di lui. Per fortuna, non la vedevano, anche perché non era sicura che l’avrebbero accolta a braccia aperte.

Ma vederlo lì, a pochi passi di distanza da lei, era una sofferenza terribile. Il suo cuore si stava lacerando e non poteva fare niente per impedirlo.

“è semplice. Lei deve tener d’occhio la Bocca dell’Inferno di Cleveland. Il lavoro secondario lo lascia alle altre Cacciatrici” spiegò Anya.

“C’è una cosa che non riesco ad accettare” esordì Tara, accomodandosi sul trono e piegando le gambe sotto di sé.

“Che cosa, biondina?” s’informò Spike.

“Andrew non faceva parte di quel gruppetto che voleva uccidere Buffy? No, perché mi sembra strano che voi l’abbiate accolto quando lui, in qualche modo, c’entra con la mia morte”.

Anya e Spike sogghignarono, scatenando dei brividi in Buffy.

“Non dircelo. L’abbiamo dovuto sopportare per mesi” disse il vampiro, accedendosi una sigaretta.

“Ed io sono morta per salvarlo. Quindi, quella che ha un conto in sospeso con lui, sono io!” esclamò Anya.

I tre risero di gusto e Buffy si sentì in colpa. Avrebbe voluto che anche i suoi amici fossero lì con lei per udire le loro risate.

All’improvviso, Tara si azzittì e Spike e Anya la guardarono incuriositi.

“Si è decisa a venir fuori. Allora, chi inizia?”.

“Puoi iniziare tu, se vuoi. Alla fine, non ci sei mai andata d’accordo” disse con tono pratico Anya.

Tara fece il suo sorriso storto, mentre gli occhi chiari e lunghi capelli biondi iniziavano a inscurirsi.

“Io dico tutti e tre” propose Spike, buttando la sigaretta. “Dobbiamo solo stare attenti a non ucciderla”.

“Giusto, deve riferire il messaggio…” sussurrò Tara.

“Deve riferire che siamo tornati ai nostri cari amanti!” precisò Anya.

Buffy sapeva quello che sarebbe successo. Si voltò e vide Faith camminare verso di loro.

La Cacciatrice bruna era sotto shock, ma un sorriso enorme si stava formando sulle sue labbra.

“Faith, no!” gridò Buffy, quando la vide avanzare verso di loro, ma lei non la sentì.

Tentò di fermarla, ma le sue mani attraversarono il suo corpo.

“Ciao, ragazzi. Vi vedo in gran forma, anche se siete morti” disse Faith con tono divertito.

“Peccato, che non potremmo dire lo stesso di te tra non molto” fece Anya, tramutandosi in Anyanka. Intanto, Spike mostrava il suo lato da vampiro e Tara era completamente immersa nella magia nera.

Il sorriso di Faith si congelò.

I quattro si guardarono per pochi secondi.

Mentre Faith correva verso di loro armata solo di una spada e di un paletto, i suoi tre avversari iniziarono a ridere e si lanciarono su di lei.

Buffy si svegliò, gridando. Aveva sperimentato il dolore che aveva provato Faith, quando Tara le aveva procurato quei tagli stregati; aveva percepito i calci e i pugni da parte di Anya; e soprattutto, aveva sentito i denti di Spike affondare dentro di lei.

“Buffy! Buffy! Calmati!”.

La voce di Xander la stava riportando alla realtà. Aprì gli occhi e si ritrovò circondata dalle persone che amava di più.

Willow, Xander e Dawn la stavano guardando spaventati.

“Buffy! Che cosa hai sognato?” domandò Dawn.

La Cacciatrice cercò di fissarli negli occhi e prese un respiro profondo.

“Sono tornati!”.

“Tornati?” ripeté sua sorella ma Buffy non le rispose. Stava guardando i suoi due migliori amici. “Vuoi dire…” iniziò a dire Willow con fatica.

“Sì, Willow. Faith ha ragione! Tara, Spike e Anya sono tornati…”.

E il loro messaggio era arrivato forte e chiaro.

 

 

 

 

 

 

Ecco a voi, il secondo capitolo.

Spero che vi piaccia e che abbia destato la vostra curiosità.

Grazie a ella93 per la sua recensione.

Alla prossima.

Asiel

 

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