OUR PERFECT LOVE (I was dreaming of you tonight)

di gealach
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -La dolcezza dell'inaspettato- ***
Capitolo 2: *** -Eccomi qui- ***
Capitolo 3: *** -Voglia di piangere- ***
Capitolo 4: *** - Sono con te - ***
Capitolo 5: *** - Una splendida giornata - ***
Capitolo 6: *** - Di certi amici impiccioni - ***
Capitolo 7: *** -Dolce rivincita - ***
Capitolo 8: *** - Un compleanno agitato - ***
Capitolo 9: *** - Prova d'amicizia - ***
Capitolo 10: *** - Scoperti! - ***
Capitolo 11: *** - La mortale idea dell’infame Black - ***
Capitolo 12: *** - Atti criminali, minacce ed insolite fortune - ***
Capitolo 13: *** - Una lezione di storia - ***
Capitolo 14: *** - Natale a Prince Manor - ***
Capitolo 15: *** - Una scala per il paradiso - ***
Capitolo 16: *** - Il nostro amore perfetto (…è stato tutto uno stupido sogno…) - ***



Capitolo 1
*** -La dolcezza dell'inaspettato- ***


1

-La dolcezza dell’inaspettato -






Il rumore di una posata caduta. E un’esclamazione di assoluta sorpresa.

- Santo cielo, Richard… Guarda!

Lily Evans non alzò gli occhi dal piatto alle parole della madre. Era da oltre cinque minuti che ne rimestava il contenuto. Non aveva proprio voglia di mangiare. Non riusciva a credere di averlo fatto…

Solo poche ore prima, aveva spedito la lettera a Piton!

Doveva essere impazzita. Il ragazzo non le avrebbe mai risposto, ne era certa. Probabile che avrebbe cestinato la lettera non appena avesse letto il mittente: una schifosa mezzosangue, e Grifondoro per di più.

- Cos’è? Un falco?- chiese Petunia, sua sorella.

- Ma no, Pet!- il colonnello Evans disse bonariamente,- E’ uno sparviero, si riconosce dal caratteristico piumaggio grigio a barre, lo vedi? Lily, che c’è?- aggiunse l’uomo.

Infatti, alla parola sparviero, sua figlia si era come rianimata: aveva gettato la forchetta sul piatto e si era per metà alzata dalla sedia, rivolta alla finestra, con un luccichio negli occhi.

- Lily?

- Mhm?- la ragazza non rispose e si diresse alla finestra. Non riusciva a crederci! Sembrava proprio… Sembrava proprio lo sparviero che portava le lettere a Piton ad Hogwarts!

Fece per aprire la finestra.

- Lily!- strillò Petunia,- Sei matta?! Potrebbe attaccarci e… e…

- Oh, zitta, Pet.

E aprì. L’uccello la guardò con occhi intelligenti, e ruotò un po’ la testolina. Aveva tutte le penne arruffate e al collo portava un collarino di cuoio- di solito Lily non lo notava, ma c’era da stupirsi: fino a quel momento aveva visto lo sparviero solo da lontano. Sul collare c’era scritto, in caratteri gotici dorati, Eileen Prince.

Lily trattenne il respiro. Era davvero suo! Non poteva essere vero, stava sognando!

Però un attimo, Piton non poteva averle già risposto: dopotutto lei non aveva scritto sulla lettera l’indirizzo del destinatario, non conoscendolo, perciò aveva calcolato che il gufo avrebbe recapitato la sua lettera dopo almeno un paio di giorni… Aveva aspettato apposta la fine della scuola! Proprio perché aveva paura della reazione del ragazzo!

Quindi, facendo due più due…

- Oddio!- le scappò quando lo sparviero allungò la zampa.

Poteva significare solo una cosa: anche il ragazzo le aveva scritto. Ma… perché?

Appena prese la lettera, l’uccello spalancò le ali e si alzò in volo.

- Aspetta!- urlò Lily sporgendosi dalla finestra,- Come faccio a rispondere…?

- Lily?

La ragazza richiuse la finestra e si girò. Notò che Petunia stava arricciando il naso, come sempre quando si trattava della magia.

- Che c’è, papà?

Il colonnello le fece cenno di sedersi a tavola. Stringendo la lettera, Lily eseguì senza fiatare, il pensiero rivolto al pezzo di carta che teneva in mano…

- Credevo che le lettere le portassero i gufi, Lily –disse sua madre,- Lily? Ci sei?

- Mhm? Ah, sì- la ragazza si era completamente persa nelle proprie fantasticherie,- Bè, sì, è vero, ma di solito i purosangue usano animali un po’ più appariscenti. Per fare scena.

- Ma i purosangue non erano quei maghi spaventosamente razzisti?

- Eh? Oh, bè, qualcuno sì- Lily arrossì visibilmente.

- Ma, Lily… E’ un ragazzo- chiese sua madre.

Che impicciona! La ragazza non rispose.

- E’ quel Potter?

- No!- Lily era indignatissima. Potter? E chi lo voleva, quel damerino tronfio?

- E allora chi è?

Uffa…

- Piton. Severus Piton. E’ dei Serpeverde.

- Ma i Serpeverde non sono...

- Posso andare di sopra a leggere la lettera?- interruppe Lily. Era curiosissima.

Sua madre guardò suo padre con un sorriso significativo.

- Oh, e va bene- borbottò l’uomo,- vai pure.

- Grazie, papà!

Lily l’abbracciò forte, poi si dileguò su per le scale. Si chiuse in camera, si buttò sul letto e aprì la lettera. Iniziò a leggerla.

Spalancò gli occhi sin dalla prima frase.

Oh, mio Dio…



Alla sua sinistra, qualcuno di molto basso gli tirò delicatamente la manica della veste.

- Padroncino?

Severus Piton non rispose e continuò a rimestare con aria assente il cibo che aveva davanti. Non era in vena di ascoltare i deliri del vecchio elfo domestico. A dire il vero, non era in vena di fare nulla. Si sentiva un completo idiota: aveva fatto la cosa più stupida della sua breve vita.

Soltanto poche ore prima aveva spedito la lettera ad Evans!

Doveva essere impazzito. Ed era sicuro che la ragazza non gli avrebbe mai risposto. Sicuramente avrebbe buttato la lettera non appena avesse visto il mittente: il Serpeverde Mocciosus. C’era davvero di che stare allegri.

- Brix, non vedi che stiamo mangiando?- la voce di sua madre. Stanca, come sempre. Severus era contento che suo marito se ne fosse andato, anni prima.

- Ma padrona- borbottò l’elfo,- E’ arrivata una lettera per il padroncino… Padroncino?- aggiunse, con una sfumatura di paura isterica; era abituato agli sbalzi d’umore in quella famiglia: specialmente il ragazzo tendeva ad esagerare. Ma non si aspettava che il suo “padroncino” si alterasse solo per una lettera.

Infatti Severus si era drizzato sulla sedia ed ora fissava l’elfo con una luce febbrile negli occhi.

- Una lettera, hai detto? Dai qua!- praticamente gliela strappò di mano.

- Severus!

Il ragazzo non rispose e si rigirò fra le mani la busta, studiando la calligrafia… Sembrava proprio quella di Evans. Splendido immaginare il proprio nome scritto dalle sue mani…

- Severus, mi rispondi o no?

- Eh?

Si era perso in fantasie popolate da angeli dagli occhi verdi e si guardò intorno smarrito. Sua madre lo stava guardando.

- Ah, eri tu, mamma!

- Chi altri doveva essere?

Ignorò il commento sarcastico.

- Che cosa c’è?

La donna sbuffò divertita e si ravviò i capelli. Non era affatto bella, ma suo figlio la adorava e lei ne era cosciente e grata.

- Ti stavo chiedendo chi ti avesse spedito la lettera. L’ultima volta che ti ho visto così eccitato è stata quando ti ho regalato Il manuale degli incantesimi Oscuri per Natale.

- Ah-ah.

- Avresti dovuto dire: “Tu non mi hai mai regalato un libro simile”. Avanti, chi è la fortunata?

La guance pallide del ragazzo si tinsero di rosso ed evitò accuratamente di rispondere.

Stava pensando… Lo sparviero di sua madre era veloce, ma non così tanto. Era impossibile che Evans gli avesse già risposto…Ma questo lasciava libera una sola possibilità… che lo deliziava parecchio.

- Severus?

Tornò a malincuore sulla terra,- Che cosa c’è?

- Ti ho chiesto: chi è la fortunata?

Mormorò qualcosa d’indistinto.

- Come? Non ho capito.

Sua madre sembrava divertirsi un mondo al suo imbarazzo. Probabilmente aveva aspettato un momento simile per anni.

- Ho detto che si chiama Evans. Lily Evans. E’ Grifondoro, i suoi sono entrambi Babbani, abita a Londra e…

- Ehi, calma! Non ti ho chiesto la biografia.

Il sorrisetto compiaciuto di sua madre era un po’ irritante.

- Mi chiedevo…

- Dimmi, Severus.

- Potrei andare di sopra a leggere la lettera?

Non sotto i tuoi occhi, possibilmente. E non mandarmi dietro Brix.

- Mhm… E va bene. Vai tranquillo.

- Grazie…

Severus si alzò dal tavolo e corse verso il piano superiore; si barricò in camera, si accomodò in poltrona e aprì la lettera. Iniziò a leggerla.

Spalancò gli occhi sin dalla prima frase.

Oh, ma è assurdo…



Dovette leggerla parecchie volte per convincersi che non fosse uno scherzo. Nemmeno nei suoi sogni più arditi aveva pensato ad una cosa del genere.

Quindi, Evans era innamorata di lui? Se si doveva credere alla lettera, sembrava proprio di sì. La cosa lo sconcertava parecchio. Ma gli dava anche un senso di estrema soddisfazione. Si sentiva invincibile: era letteralmente elettrizzato.

Era la reazione più ovvia dopo una lettera simile.

Ma cosa avrebbe dovuto fare adesso? Si vergognava da morire!

Sprofondò nella poltrona e si rimise a leggere. La cosa che più lo aveva più stupito, forse, era che alcune formule erano state usate da entrambi. Una strana coincidenza. Ed entrambe le lettere erano state scritte dopo la sfuriata dei G.U.F.O di Difesa contro le Arti Oscure. Anche questo, che strano…

Ritornò il dubbio: che poteva fare? Risponderle? Sicuramente, a quell’ora la ragazza doveva aver già ricevuto la sua lettera… e, a giudicare da quello che aveva scritto nella propria, già conosceva lo sparviero di sua madre.

Cosa fare?

Socchiuse gli occhi nella penombra della propria stanza. Lo consideravano tutti un po’ troppo pratico e decisamente antipatico, e non c’era da stupirsi: lui stesso aveva alimentato la cosa. Perché gli piaceva mostrarsi cattivo? Non lo era affatto.

Ed Evans aveva letto dietro la sua maschera, a quanto pareva. Anche questo lo elettrizzava. Allora forse… avrebbe potuto funzionare? Si era sentito così solo sin da quando era piccolo…- niente di strano, dopotutto: non era stata un’infanzia allegra, la sua.

Ma non trovava il coraggio di andare alla scrivania e scrivere. Non sarebbe mai riuscito a risponderle. Mai.



All’inizio sarebbe sembrata una lettera come tante, se non fosse stato per quel piccolo particolare del mittente: Piton. E pensare che quelle parole le avesse scritte lui era strano.

Piton che chiedeva scusa? Piton non chiedeva scusa! Piton che diceva buffonate? Ma quando mai? Piton che diceva di essere innamorato di lei?

Giunse a dirsi che fosse uno scherzo. Ma l’uccello era quello, ed anche la calligrafia! E poi, perché avrebbe dovuto farle uno scherzo del genere? Non aveva senso, e non era il tipo da fare scherzi del genere!

Quindi, se la lettera era vera

Lily lanciò un gridolino di felicità e improvvisò un balletto in piedi sul letto. Era troppo felice! E pensare che avessero scritto le lettere nello stesso momento, che avessero avuto gli stessi dubbi e le stesse paure, la entusiasmava parecchio.

Ora la cosa migliore da fare era rispondere, non aveva dubbi. Ma cosa poteva scrivere?

Forse poteva iniziare parlando della sua famiglia e della casa, stupidaggini del genere: meglio non affrettare le cose.

Decisione saggia.

Si sedette, prese un foglio e cominciò a scrivere.










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Capitolo 2
*** -Eccomi qui- ***


2

- Eccomi qui -










Brix stava pulendo con sollecitudine l’argenteria dei padroni. La padrona pretendeva sempre che il servizio fosse impeccabile; ma perché lo volesse, era un mistero per il vecchio elfo domestico. Dopotutto, erano anni e anni che nessuno entrava in quella casa. Esattamente da quando il marito della padrona se n’era andato…

Non che se ne fosse andato di sua volontà, anzi; era privo di conoscenza quando era stato buttato fuori di casa. Schiantato dal padroncino…

Brix ebbe un brivido e si riscosse. Il padroncino era molto potente, ma questo era ovvio, visti i suoi natali…

- Mastro Brix!

A chiamarlo era stato un altro “dipendente” dei Prince, un giovane elfo domestico di nome Salor.

Brix si asciugò le mani sul grembiule che indossava e si voltò verso Salor, pronto a fargli una ramanzina coi fiocchi.

- Che ci fai qui, ragazzo? La tua postazione è da tutt’altra parte! Le cucine non sono il tuo posto!!!

Il povero Salor si fece piccolo piccolo,- Me sa questo, mastro Brix, ma è arrivata lettera per padroncino…- nel dire questo, tolse dalle pieghe dello straccio che portava a mò di toga una lettera e la porse a Brix.

Un’altra? Il vecchio elfo domestico la prese in mano e scorse l’indirizzo: era stato scritto dalla stessa mano della lettera della sera prima.

- Hai fatto il tuo dovere, ragazzo, bravissimo. Puoi prendere da mangiare dalla cucina, se Milla ti dà il permesso. Poi torna subito al tuo posto, chiaro? Non voglio noie con la padrona!

Salor lo stava guardando a bocca aperta. La tipica reazione dei nuovi alla perfetta padronanza della lingua inglese che avevano Brix e gli altri elfi domestici della casa.

Erano almeno una dozzina. Salor avrebbe scoperto presto il terribile segreto dei Prince, ma non sarebbe stato quello il giorno.



Brix salì velocemente le scale, intuendo che al padroncino avrebbe fatto piacere ricevere quella lettera. Non ci voleva una grande intelligenza per capirlo.

Aprì con circospezione la porta della stanza: era ancora presto, ma le finestre erano già aperte e il letto era a posto, come se non ci avesse dormito nessuno.

- Padroncino?- non ottenendo risposta, Brix avanzò nella penombra della stanza. Finalmente trovò chi cercava e capì perché il letto era intatto.

Severus stava dormendo, accasciato sulla scrivania, fra pezzi di pergamena e penne di falco con la punta imbevuta d’inchiostro. Molti fogli erano pieni di cancellature.

Brix si schiarì la gola,- Padroncino!- esclamò, abbastanza forte perché Severus si riscuotesse improvvisamente dal sonno e si guardasse attorno stordito.

- Eh? Che ore sono?- mormorò con voce impastata.

- Abbastanza presto, padroncino. Sono le quattro del mattino. Avete fatto tardi ieri sera?

Severus non rispose e si alzò in piedi.

-Come mai sei entrato qui, se è così presto?

- Vi è arrivata un’altra lettera. Ho pensato che voleste leggerla subito e…- non fece in tempo a finire la frase: esattamente come la sera prima, Severus gli prese la busta di mano e lo congedò con un cenno della mano.

- Vi chiamerò per la colazione…- disse l’elfo domestico alla porta già chiusa della stanza. Alzando le spalle, tornò alle cucine: c’era lavoro da fare.



Londra, 3 Luglio 1975


Caro Severus,

poche ore fa ho ricevuto una lettera, portata da un animale stupendo e scritta da una persona meravigliosa. L’ho ricevuta all’ora di cena, quando ormai il mio iniziale entusiasmo si era esaurito e stavo iniziando a darmi dell’imbecille perché ne avevo appena mandata una io…

Il mittente, questa persona meravigliosa di cui ti parlo, eri tu.

Non puoi immaginare quant’ero agitata quando l’ho capito, né quanto mi sono stupita quando l’ho letta. O forse sì. Perché, dopotutto, sono state le stesse emozioni che hai provato leggendo la mia lettera, vero?



Quant’è vero!, pensò Severus. Quant’è vero.



E’ bello pensare che queste parole, queste stesse parole che sto scrivendo in questo istante, tu le leggerai fra qualche ora. E già attendo con ansia la tua risposta!

Volevo parlarti della mia famiglia. Siamo in cinque: io, mia sorella Petunia, mio padre, mia madre e Clarissa, la mia gatta. Papà è un colonnello- una carica babbana piuttosto importante- e la mamma sta in casa… è casalinga, insomma. Petunia ha tre anni più di me e sta in un college babbano, ma torna durante le vacanze, un po’ come noi che frequentiamo Hogwarts. Non sopporta la magia, ma io ho il sospetto che sia semplicemente gelosa. Clarissa è una grassa femmina di persiano grigio che adora quando la prendiamo in braccio e la coccoliamo. E’ così morbida!

Viviamo in una tipica casetta a due piani: soggiorno, sala da pranzo e cucina stanno al piano terra e al primo piano ci sono le nostre camere e lo studio di papà. Abbiamo anche un giardino, piuttosto piccolo in realtà, ma quand’ero piccola mi sembrava enorme!

E tu? Anche tu vivi qui a Londra? L’indirizzo che c’era sulla tua letttera non era molto chiaro, e non vorrei che questa ti arrivi in ritardo di giorni.

Vivi con tua madre? Com’è la vostra casa? Io me l’immagino enorme: corro troppo con la fantasia o è vero?

Rispondimi presto! Affettuosamente tua,

Lily



Londra, 4 Luglio 1975


Cara Lily,

sono contento che tu mi abbia scritto. Devo dirti la verità, quando ho letto la tua lettera ho provato esattamente quello che hai detto tu, ma, in aggiunta, una fifa enorme. Ansia compulsiva. Terribile. Credevo di scoppiare. Non sono fatto per queste cose… Ero certo che questa favola si sarebbe conclusa come una bolla di sapone, perché non avrei trovato la forza di risponderti. E invece… Per fortuna hai scritto tu! Come ho detto, non sono uno che prende molto l’iniziativa, già spedirti quella mia lettera con lo sparviero di mia madre mi è costato tantissimo.

Mi chiedi se vivo con mia madre… Ti ringrazio per la delicatezza con cui eviti di nominare suo marito.

Bè, la risposta è sì. Abito con mia madre, e anche una dozzina di elfi domestici, ma non preoccuparti, non li schiavizziamo. Hanno la paga e le vacanze. Mia madre sta in casa- è passato un bel po’ dall’ultima volta in cui è uscita per andare a Diagon Alley, credo. Gli elfi domestici… Se te li nominassi tutti non finiremmo più! Mi basta parlare di Brix, che è senza dubbio il più fedele fra tutti e il più lavoratore. La sua famiglia ci serve da intere generazioni. Ti spaventeresti.

Ah, ma come ho potuto dimenticarmi di Mephisto? E’ il mio gatto, un egiziano snello dal pelo nero come la pece. E’ geniale, lo adoro. Pensa, in questo preciso instante si sta stiracchiando sulla pergamena, perciò non preoccuparti se trovi impronte feline d’inchiostro.

La nostra casa è grande, sì. Parecchio, direi. Ma da fuori sembra solo una catapecchia: è stata ingrandita all’interno con la magia. Noi, scherzando, la chiamiamo Prince Manor, anche se tutto è tranne che un castello. E’… un posto difficile da definire. Se potessi vederla mi capiresti. I miei antenati l’hanno dotata di ogni comfort, è davvero molto accogliente… e piena di passaggi segreti, come Hogwarts. Anzi, di più, credo.

E questo è tutto, credo.

Niente prodigi, niente torture. Siamo normali, anche se uno si aspetta che un… purosangue abbia sempre quell’aria di superiorità addosso. E io ho assecondato quell’idea che uno si fa di un Serpeverde. Ho sbagliato? Sto iniziando a credere di sì. Grazie per avermi aperto gli occhi, Lily.

Rispondi, mi raccomando! Tuo,

Severus



Londra, 5 Luglio 1975


Caro Sevy,

…posso chiamarti così, vero? E’ un soprannome allegro! Severus è un nome quasi triste…è come se esigesse da te tanto, più di quanto puoi dargli.

Dunque, Sevy. Ho centrato in pieno il problema, immagino. Forse non ti senti all’altezza di nulla e per questo tenti in ogni modo di fare quello che gli altri si aspettano da te. I tuoi amici Serpeverde… anche tua madre, immagino. Ma è normale fare così. Tutt’altro discorso è se ti metti a fare cose che non avresti mai fatto in occasioni normali… Cose di cui ti vergogni, dopo. Come, ad esempio, quando mi hai chiamata mezzo-sangue davanti a tutti dopo quel G.U.F.O.

Ma è una cosa bellissima se ti rendi conto da solo dei tuoi sbagli. Significa che sei maturo e più intelligente di quella massa di pecore che popola Hogwarts… e il mondo, in generale.

Niente male, come mia prima consulenza. Potrei prendere in considerazione l’idea di fare la psicologa babbana, no? Nel caso non sapessi cosa vuol dire, la psicologa è una persona che analizza i problemi mentali della gente… più o meno. Senti, non è un’ottima spiegazione. Cancellala dalla tua mente, ok?

La tua descrizione di Mephisto e di Prince Manor mi fanno venire una voglia matta di venire lì a trovarti. Non sarebbe una brutta idea, vero?

Fammi sapere! Tua,

Lily



Severus scoppiò a ridere su quell’acuta analisi che Evans aveva fatto di lui, ma non era una risata allegra: perché ci si rispecchiava benissimo, e capiva che non voleva più essere così.

Ciò che Evans non poteva sapere era che lui sapeva benissimo cosa fosse una psicologa; dopo che il marito di sua madre aveva tolto il disturbo, infatti, il piccolo Severus era stato portato dritto dritto da una bravissima strega che lavorava in uno studio medico babbano e coniugava la magia al tradizionale studio dell’anima.

Sevy. Quel soprannome era geniale, più di Mocciosus e un po’ meno di Principe Mezzo-sangue. E quella ragazza era decisamente pazza.

Poggiò la lettera di Evans sulla scrivania, si stiracchiò e uscì dalla stanza. Era quasi ora di cena: le avrebbe risposto dopo aver mangiato.

Mentre scendeva le scale considerò l’idea che lei venisse a trovarlo, proprio lì, a casa sua. Che si vedessero. Elettrizzante.

Erano stati tre giorni, d’inferno, quelli: aspettare la risposta di Lily era terribile; vedersi sarebbe stato bello, bellissimo.

Scese l’ultimo scalino. E qualcuno bussò all’ingresso, turbando la serenità che era riuscito a conquistare dopo tanto tempo.










Bé, che vi è sembrato? Mi raccomando, commentate! ^_^ Un kiss, e... alla settimana prossima col terzo capitolo!

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Capitolo 3
*** -Voglia di piangere- ***


3

- Voglia di piangere -






Tre giorni. Erano passati tre giorni dall’ultima lettera che aveva scritto a Piton, e Lily stava iniziando a innervosirsi. Temeva di averlo offeso, in qualche modo che non riusciva a capire.

Forse aveva esagerato? Magari col soprannome… o forse non doveva proporre subito di vedersi? Era stata precipitosa?

Avrebbe tanto voluto chiedere consiglio a qualcuno, ma parlare con Petunia sarebbe stato inutile. E sua madre… Lily arrossì. Parlarne con sua madre era l’ultima cosa che voleva al mondo. Si vergognava troppo.

Allora cosa poteva fare, dannazione? Scrivergli un’altra lettera, magari di scuse? Sembrava decisamente l’unica cosa sensata da fare.

Sì, avrebbe fatto così.



Londra, 8 Luglio 1975


Caro Severus,

Ti chiedo scusa se ti ho offeso in qualche modo nell’ultima lettera. Non intendevo farlo, e mi dispiace. Se non vuoi che ti chiami Sevy basta dirlo! E per quanto riguarda la mia proposta di venire a casa tua, bè, se non te la senti ti capisco benissimo, è normale, dopotutto ci conosciamo da molto poco e ci scriviamo da altrettanto tempo.

Però, per favore, non farmi il muso! Scommetto che sei bellissimo quando sorridi! Aspetto la tua risposta!

Ti voglio bene,

Lily



Londra, 10 Luglio 1975


Severus,

allora lo fai apposta! Ti ho chiesto scusa, che diamine!!! Cos’è, forse il tuo orgoglio purosangue ti impedisce di abbassarti al mio livello? Ehi, se non vuoi più scrivermi basta dirlo, fare queste esasperanti scene di mutismo non è AFFATTO maturo da parte tua!

Ciao,

Lily



Londra, 12 Luglio 1975


Caro Severus,

scusami, forse sono stata troppo dura con te. Non intendevo. Però è anche colpa tua! Sono giorni che non mi scrivi! E io ti ho anche chiesto scusa, che vuoi di più? Che mi prostri ai tuoi piedi? Eh?

Scrivimi! Con affetto,

Lily



Il 15 Luglio Lily era ormai sull’orlo delle lacrime. Piton non le aveva più risposto. Perché? Perché, dannato stupido? Perché?


Londra, 16 Luglio 1975


Caro Severus,

Evidentemente dopo un lungo ragionamento hai concluso che non siamo fatti l’uno per l’altra, o che non ti merito, e hai semplicemente fatto finta di niente. Come se non fossi mai esistita, come se non ci fossimo mai scritti. Evidentemente hai deciso di ignorarmi. Va bene; rispetto la tua decisione.

Ci rivedremo a Settembre, allora. Nel frattempo ti saluto.

Lily



Lo sparviero stava volando agli estremi limiti delle proprie capacità, ma non era sicuro di riuscire ad arrivare a destinazione entro la notte. Il padrone era sembrato molto agitato.

Comprensibile.

Finalmente raggiunse la fila di villette a schiera in cui aveva già consegnato delle lettere in precedenza. Planò dolcemente sul davanzale al piano superiore e si avvicinò ad una delle finestre, dove iniziò a becchettare impaziente sul vetro.

La rossa seduta alla scrivania alzò la testa infastidita cercando la fonte del rumore. La sua espressione cambiò totalmente quando vide l’uccello che c’era fuori. Un sorriso incredibile le illuminò il volto; si alzò dalla scrivania, aprì la finestra… e strozzò il povero sparviero in un soffocante abbraccio.

Lo coccolò, lo baciò; diceva frasi senza senso e singhiozzava, incurante di poche lacrime solitarie che le rigavano il volto.

Finalmente liberò il malcapitato e prese la lettera che portava legata alla zampa. L’uccello si lisciò per bene il piumaggio, poi spalancò le ali e scappò da quella pazza scatenata

La lettera era brevissima.



Londra, 23 Luglio 1975


Cara Lily,

scusa se non ti ho risposto prima. E’ stato un periodo tremendo, mi dispiace di averlo fatto pesare anche a te. Ma ora è passata, non preoccuparti.

Comunque Sevy va benissimo, mi piace come soprannome!

A presto,

Sevy



La lettera la lasciò abbastanza stupefatta. Piton non aveva spiegato assolutamente nulla.



Londra, 23 Luglio 1975


Caro Sevy,

INVECE IO MI PREOCCUPO, BELLO MIO! PERCHE’ SEI MIO AMICO! VOGLIO SAPERE CHE TI E’ SUCCESSO, LE PERSONE NON SPARISCONO COSI’, DA UNA MOMENTO ALL’ALTRO…

Dimmi cosa ti è successo, Sevy…per favore. Ti voglio bene,

tua Lily



Londra, 24 Luglio1975


Cara Lily,

sei spaventosamente cocciuta, lo sai? Ti ho detto che non è successo nulla. Non chiedere e non sarò obbligato a mentirti, va bene?

Per quanto riguarda il tuo semi-auto-invito a casa mia… Per me si può fare, mi piacerebbe vederti qui. Credo che litigheresti con Mephisto per il possesso della mia poltrona, ma si può fare. Chiedi ai tuoi, però, non vorrei che pensassero che ti ho rapito…

Fammi sapere! Tuo,

Sevy



Londra, 25 Luglio 1975


Severus Piton,

non ti azzardare a cambiare discorso con me! Ti ho chiesto: che-ti-è-successo? Non tollererò altri sviamenti dall’argomento, e non ti scriverò più fino a quando non me lo dirai.

E sono seria, caro, non sto scherzando! Baci,

Lily



Londra, 26 Luglio 1975


Mia cocciuta e ostinata Lily,

hai vinto, mi arrendo. Chino il capo davanti alla tua squisita e selvaggia caparbietà. Ma non sarà una bella storia. Queste storie non lo sono mai.

Dunque, tu mi chiedi cos’è successo tre settimane fa.

E’ molto semplice, forse anche troppo: il marito di mia madre è tornato a casa. Ubriaco, come al solito. Devi sapere che non abita più con noi da otto anni, cioè da quando l’ho Schiantato con la bacchetta di mia madre perché la stava picchiando. Come suo solito. Lui la picchiava sempre. E lei non ha mai tentato di difendersi, perché lo amava, capisci? Come si fa ad amare un uomo che ti picchia perché ha paura di te?

Ti starai chiedendo… perché aveva paura di mia madre? Perché lei gli ha nascosto di essere una strega fino a dopo il matrimonio, e quando lui l’ha saputo è stato preso dal panico. Ha iniziato a bere, sempre di più ogni giorno, fino a quando non ha iniziato a tornare a casa ubriaco e ha preso a picchiarla ogni volta che la vedeva, così, senza motivo.

Io ero molto piccolo, non potevo fare nulla per aiutarla, ma quando sono cresciuto, bè, l’hai letto… l’ho Schiantato. E’ svenuto e Brix l’ha portato fuori di casa.

E quando tre settimane fa è tornato non ci ho visto più, ti giuro. Io… ho rivisto tutte le cose orribili che aveva fatto a mia madre e a me quand’ero piccolo, e… ho perso la calma. Sbraitava che voleva tornare a casa, che non era più l’uomo di un tempo… Con quale coraggio osava dirlo, quando si vedeva benissimo che si era ubriacato?

L’ho Schiantato di nuovo… è stato più forte di me. Non riuscivo a controllarmi.

Poi è arrivata mia madre, e mi ha urlato contro… come se avessi fatto qualcosa di male, capisci? Mi ha spedito in camera mia e ha portato suo marito da Dana, una nostra elfa domestica guaritrice…

Io mi sono rifiutato di scendere per un paio di giorni, Brix mi portava da mangiare.

Come mi ero aspettato, pochi giorni dopo luiha ricominciato a picchiarla. Brix mi ha avvertito, così sono sceso e gli ho detto di andarsene, e gli ho detto anche che se non si fosse sbrigato a farlo l’avrei ammazzato.

Non stavo scherzando, l’avrei fatto; e lui se ne è reso conto e se n’è andato.

Ecco, questa è la mia vita. Come va la tua?

Sevy

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Capitolo 4
*** - Sono con te - ***


4

- Sono con te-






Lily rilesse la lettera di Piton almeno dieci volte. Ogni volta rimaneva basita, totalmente incapace di parlare, quasi sull’orlo delle lacrime. Come faceva Piton a tenersi tutte quelle cose dentro? Come faceva a resistere senza scoppiare a piangere?

Perlomeno, lei era sicura che non sarebbe mai riuscita a trattenere dentro di sé tutte quelle emozioni.

Piton odiava il proprio padre. Non ne faceva certo mistero. E un sentimento del genere era… sconcertante, per Lily. Tuttavia lo capiva: il quadro che Piton aveva fatto del marito di sua madre giustificava pienamente quel rancore.

Ma come poteva trasmettergli tutta la sua commozione senza offenderlo? Piton era così… maledettamente introverso, dannazione!



Londra, 27 Luglio 1975


Sevy,

non ho parole per dirti quanto mi dispiace. Vorrei tanto essere lì con te per aiutarti… Hai l’aria di una persona chiusa in trappola. Mi dispiace tanto, tantissimo! E’ una cosa orribile quella che mi hai raccontato e mi dispiace tanto di averti costretto a dirmela. Non avrei dovuto, lo so: sono un’incorreggibile ficcanaso; ti chiedo di perdonarmi per questo.

Però… Sorridi, ti prego!

Ti abbraccio forte, tua

Lily



Londra, 28 Luglio 1975


Carissima Lily,

ti ringrazio per le tue parole. Ma non devi preoccuparti per avermi “costretto” a dirti tutto: ora che ho parlato mi sento meglio, sai? Grazie, mio piccolo angelo custode. Grazie.

Sempre tuo,

Sevy



Londra, 29 Luglio 1975


Caro Sevy,

Sono contenta che parlare ti sia servito!

Senti… Perdona la mia indelicatezza, ma… Ho bisogno di saperlo. Se vuoi mandarmi al diavolo fai pure. Dalla tua lettera mi è sembrato di capire…

Sevy, tu sei… Tuo padre è un Babbano?

E se è così, come mai sei… a Serpeverde?

Ti voglio tanto bene,

Lily



Londra, 30 Luglio 1975


Oh my sweet Lily,

Tranquillizzati: non ho nessuna intenzione di mandarti al diavolo. Però avevi ragione quando dicevi di essere tremendamente ficcanaso…

Sì, mio padre è Babbano. Di conseguenza, io sono mezzo-sangue. Sorpresa?

Immagino di sì, anche se avevo fatto un vago accenno alla cosa nella mia primissima lettera. Quella dopo i G.U.F.O. Ricordi?

Tu sei… la prima persona a cui lo dico. Se qualcuno dei Serpeverde lo sapesse… o Lucius… Non penso che ne sarebbero straordinariamente entusiasti.

E questo ci porta… mhm… alla tua seconda domanda, giusto? Se sono mezzo-sangue, che diamine ci faccio a Serpeverde?

Diciamo che il Cappello Parlante aveva… un’ottima ragione per mandarmi lì. Una ragione che temo proprio di non poterti spiegare, Lily. Sono… segretucci di famiglia. Tu mi capisci, vero?

Però, se ci sposiamo potrò dirtelo!

Dai, scherzavo! Ho la vaga sensazione che tua sia caduta dalla sedia, esatto?

Riprenditi! Un bacio,

Sevy



Non era proprio caduta dalla sedia, ma poco c’era mancato.

Era talmente assorta a leggere la lettera, che quando era arrivata a quel punto si era fermata, senza realmente realizzare quello che aveva appena letto. Quando l’aveva capito, un lungo, piacevole brivido aveva iniziato a scorrerle lungo la schiena.

Se ci sposiamo potrò dirtelo. Così, semplicemente. Senza malizia, probabilmente, ma era riuscito a farla andare in tachicardia con quella frase.

E adesso… Sentiva di non riuscire più a resistere. No davvero.



Londra, 31 Luglio 1975


Sevy…

... perchè non ci incontriamo?





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Bé, volevo scusarmi se questo capitolo è un pò cortino... e volevo avvisarvi che purtoppo domenica prossima non potrò postare, quindi ci vedremo fra due settimane... quando i nostri forse(?) si incontreranno... Kisses!!! =)

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Capitolo 5
*** - Una splendida giornata - ***


5

-Una splendida giornata -






Erano quasi le cinque all’Hide Park di Londra; non c’era molta gente, giusto qualche famigliola in gita e coppie sedute all’ombra degli alberi. Alcuni bambini scorrazzavano in mezzo ai prati: probabilmente stavano giocando a nascondino.

In mezzo a quel clima festoso, un ragazzo solitario stava in piedi, appoggiato al parapetto che impediva di cadere nel piccolo fiume che passava attraverso il parco.

Aveva lunghi capelli neri raccolti all’indietro in una coda, e occhi dello stesso colore. Indossava dei jeans e una maglietta nera, ma si comportava come se non fosse usuale per lui indossare un simile tipo di abbigliamento. Ogni tanto si guardava intorno e lanciava un’occhiata fugace all’orologio che portava al polso.

Dopo un po’, però, si staccò dal parapetto, si guardò un’ultima volta intorno, alzò le spalle e con aria imperturbabile si diresse verso l’uscita.

- Sevy! Aspetta!

Il ragazzo si voltò; una ragazza graziosa, coi capelli rossi un po’ mossi, correva verso di lui. Sul volto del ragazzo si dipinse un’espressione di sollievo, che lo abbandonò non appena la ragazza lo raggiunse.

- Scusa… per il ritardo…- boccheggiò la rossa col fiato corto,- Ma la mamma mi ha chiesto un favore…- sollevò una busta della spesa e sorrise a mò di scusa.

- Ma figurati. Pure io sono arrivato da poco- mentì il ragazzo: in realtà era arrivato al parco molto prima dell’ora dell’appuntamento,-Vuoi una mano, piuttosto?- esclamò prendendole la busta di mano.

La rossa annuì,- Oh… Sì, certo. Grazie mille. Non hai idea di quanto pesi!

Il ragazzo inarcò le sopraciglia, -Non mi pare proprio, Lily- disse,- E’ abbastanza leggera…

La ragazza chiamata Lily arrossì e non disse nulla.

Passeggiarono per qualche minuto all’ombra degli alberi. Nessuno dei due si decideva a parlare per primo. Era snervante: dopo aver atteso quel momento per giorni e giorni, dopo decine di lettere per mettersi d’accordo sul luogo e l’ora… E adesso erano troppo eccitati per fare cose futili come conversare.

Infine parvero prendere in mano la situazione: peccato che lo fecero contemporaneamente

- Senti, io…

- Che ne dici di…

Si guardarono e scoppiarono a ridere. Decisamente, ad un osservatore esterno la scena sarebbe parsa melensa e patetica.

- Ok, parla prima tu- disse Lily con un sorriso.

Severus si fermò,- Oh, no, davvero, prima tu…

La ragazza scosse con decisione la testa.

- E va bene, mi arrendo. Che ne dici di sederci sotto un albero?- disse Severus.

- Oh! Ok…- Lily pareva sorpresa. Forse si era aspettata qualcos’altro?

Si sedettero.

Vari e scoraggianti schiarimenti di gola.

Il nostro ipotetico osservatore esterno, nel frattempo, stava iniziando a perdere la pazienza, ad alzare gli occhi al cielo e a trattenersi dall’urlare Cretino! Baciala!Anche perché, in effetti, il cretino in questione non avrebbe potuto sentire lo spassionato consiglio.

Infine, il “cretino” parve decidersi e, in modo un po’ impacciato, circondò con il braccio le spalle della ragazza, che trattenne improvvisamente il respiro.

- Ehm.

Un ottimo tentativo di conversazione, davvero encomiabile, ma perché non spingersi un po’ più in là? Ad esempio, utilizzare frasi di senso compiuto… Dov’è, Severus, quella tua intelligenza di cui vai tanto fiero?

- Senti, Lily, volevo dirti che…

Un brusco movimento della rossa, che si era parzialmente girata verso di lui, lo interruppe. Tentò coraggiosamente di ignorare le labbra di lei- vicinissime, forse anche troppo- e di terminare il discorso.

- Dunque, sì. Volevo solo dirti che…

- Sevy?

- Eh?- pericolosamente vicine… Si ritrovò con gli occhi con gli occhi di lei ad occupare l’intero campo visivo: non vedeva più nemmeno il bianco, solo quello stupefacente verde dell’iride…

… e Lily posò un bacio leggero sulle labbra di Severus, che, sorprendendo persino se stesso, rispose…

Severus Piton, Mocciosus. Il Principe Mezzo-sangue. Futuro Mangiamorte, futuro assassino.

Un ragazzo semplice. Semplicemente innamorato.



- Sai… sarò sdolcinato, ma vorrei che quest’attimo durasse per sempre…

Erano sdraiati sull’erba, all’ombra dell’albero. La rossa non rispose subito.

- Lily?- disse Severus, esitante.

La ragazza si strinse a lui, gli occhi socchiusi, e lo baciò- No, ti ho sentito. Hai ragione, sarebbe così bello se il tempo si fermasse in questo preciso istante…

- Se lo vuoi, lo fermerò…- sussurrò il ragazzo.

Lily scoppiò a ridere.

- Ehi!- Severus si tirò su. Sembrava essersi offeso,- Dico sul serio! Chiedimelo soltanto e io…

Lily gli pose l’indice sulle labbra,- Shh, adorabile zuccone. Basta questa!

Con fare da prestigiatore, tirò fuori dalla borsa una grossa macchina fotografica.

- L’ultimo modello Babbano!- decantò le lodi dell’apparecchio,- Me l’ha prestata papà! Le foto dei maghi non hanno quel non so che di eterno di quelle fatte alla Babbana, non trovi? Si muovono, e i personaggi possono addirittura uscire dalle foto! Invece, in una foto Babbana, tutto è come infinito, indistruttibile… Fissano veramente l’istante che si è scelto di poter osservare per l’eternità…

Si riadagiarono sull’erba e Lily sollevò in aria la macchina fotografica.

- Speriamo che ci riprenda tutti e due, Sevy…- scherzò,- Un bel sorriso, musone!

Click! La macchina scattò una foto. Lily girò il caricatore e ne fece un altro paio, poi i due si alzarono.

- Mi avevi detto che potevo venire a casa tua…- disse angelica.

- Come? Adesso?

- Bè, e perché no? Sono appena le sei…

Severus alzò le spalle,- Ma dai! Vuoi davvero venire a casa del terribile Mocciosus?

- Oh, non dire così! Si, voglio venire, e…- gli diede un bacio sulla punta del naso,- Non mi fermerai! Andiamo!- risoluta, andò verso l’uscita del parco e stava per varcare il cancello quando la raggiunse una voce intrisa di divertimento.

- Si esce dalla parte opposta per casa mia, Lily…

La ragazza fece un brusco dietrofront e raggiunse Severus.

- A meno che, ovviamente, tu non voglia fare il giro largo…

- Ma che spiritoso! Prendiamo il tram?

- No, non ce n’è bisogno. Si va?- e con un gesto elegante, la prese sottobraccio e la condusse fuori dal parco, attraverso vasti viali, poi per viuzze poco frequentate e un po’ polverose e infine si fermarono davanti ad una casetta di due piani che sembrava quasi disabitata da anni.

Lily ebbe un brivido, a disagio,- Mhm… Bella casa.

Severus sorrise e tirò fuori dalla tasca dei jeans delle chiavi.

- Oh, dentro è meglio, te l’assicuro. E non preoccuparti- aggiunse,- C’è mia madre in casa, non tenterò nulla d’inopportuno.

- Ma come! Se non aspettavo altro!- scherzò Lily mentre il ragazzo apriva il portone e si scostava per farla entrare.

Si bloccò appena entrata.

- Wow- sussurrò.

Erano entrati in un vasto ingresso illuminato da lampadari enormi; sulla destra si innalzava sinuosamente una maestosa scalinata di marmo che pareva portare al piano di sopra, e sulla sinistra si apriva un corridoio molto largo di cui non si riusciva a intravedere il fondo.

- Oddio, Severus… è impressionate!

- Te l’avevo detto che è ingrandita con la magia… Oh, ecco Mephisto!

Sentendolo, Lily si girò in tempo per vedere un bel gatto nero giungere di gran carriera e saltare addosso al ragazzo, che prese ad accarezzarlo.

- Sembra affettuoso!

- Oh, sì, ma è molto, molto geloso…- Severus posò il gatto a terra, e quello schizzò su per le scale.

- Vuoi fare un giretto turistico? Ti porto in biblioteca? Mia madre dovrebbe essere lì…

Lily annuì, incuriosita. Il ragazzo la prese per mano e la guidò per il lungo corridoio, in fondo al quale finalmente, dopo aver molto camminato, si apriva una porta di legno massiccio. Severus la aprì.

Era la biblioteca più grande che Lily avesse mai visto, addirittura più di quella di Hogwarts. C’erano librerie altissime alle pareti, stipate di libri fin quasi a scoppiare. Scale e corridoi di legno correvano tutt’intorno agli scaffali; e c’erano teche di vetro con dentro libri dall’aria antica e pergamene quasi distrutte.

Al centro del vasto locale c’era un ampio tavolo, davanti al quale era seduta una donna intenta a leggere. Non era proprio una bellezza: aveva capelli mossi e castani, ribelli, e il volto pallido e allungato.

La donna alzò la testa quando i due entrarono.

- Mamma, lei è Lily…

- Incantata- la madre di Severus si alzò e si avvicinò, tendendole la mano. La ragazza la strinse.

- Allora… L’hai preso in trappola, eh?- scherzò la donna.

Severus alzò gli occhi al cielo,- Mamma! Piantala…

- Va bene, va bene! Scherzavo! Dimmi, cara, ti piace la nostra biblioteca?

Lily annuì, in soggezione. Quale famiglia di maghi poteva possedere un simile tesoro?

- Sono certa che muori dalla voglia di mettere le mani su qualche manoscritto antico. Faglieli vedere, Severus!

- Qualche libro di pozioni, magari- disse il ragazzo. Lily era una maestra in materia,- A proposito… Ti spiacerebbe darmi qualche ripetizione di pozioni, ogni tanto, Lily?

- Ma è ovvio!- esclamò la ragazza, lusingata,- Però prima fammi vedere questi manoscritti di cui parla tua madre, Sevy…

Oh, no. Oh, no, no, no… Severus arrossì parecchio. Adesso sua madre le avrebbe dato il tormento per un secolo!

Infatti sorrise e disse,- Sevy? Non lo sapevo! Che soprannome carino! Bè piccioncini, io vi lascio ora: ho da fare. Spero di rivederti, Lily cara. A dopo… Sevy- ridacchiando, la donna uscì dalla biblioteca.

- Non lo dovevi dire! E’ capace di prendermi in giro per anni e anni e anni e…

- Sai, tua madre mi piace molto- tagliò corto la ragazza,- Avanti, questi antichi manoscritti contenenti affascinanti pozioni dove sono?

- Ma… sei fissata!- Severus scoppiò a ridere, poi scuotendo la testa sollevò la bacchetta ed esclamò,- Accio manuale di pozioni egiziano!

Un vecchio libro malconcio uscì da uno scaffale alla loro destra e volò verso di loro: con un colpo di bacchetta, Severus lo fece planare dolcemente sul tavolo. Poi si girò verso Lily.

Se l’era aspettato: la ragazza lo stava fissando, stupefatta.

- Hai fatto un incantesimo- mormorò.

Severus annuì.

- In casa- aggiunse Lily.

- Sì, infatti.

- E sei ancora minorenne.

- Giustissimo.

- E non arriva nulla dal Ministero?

- Esatto.

Lily era molto, molto affascinata. Si sedette al tavolo e aprì il libro.

- Perché?- disse dopo qualche attimo.

- Perché…- Severus s’interruppe, incerto. Non poteva certo dirglielo! Sarebbe sicuramente scappata a gambe levate. Forse non l’avrebbe detto a nessuno, ma sarebbe scappata senza pensarci due volte.

- Sevy?

Il ragazzo si riscosse,- Perché i bisbisbisbisnonni eccetera eccetera di mia madre hanno riempito la casa di un’enorme quantità di gingilli magici, fra cui uno che impedisce al Ministero di… localizzare la casa.

- Eh? E perché?

- Mhm… perché non gli stava tanto simpatico il Ministero.

- Ed è una buona ragione? Come diamine hanno fatto? E’ roba grossa!

-Bè, erano molto ricchi. L’avrai notato, immagino, che questa non è un’umile casetta.

- Ma…

Severus scosse la mano per interromperla,- Senti, capisco che sia una cosa inusuale, ma non vorrai passare tutta la serata a interrogarmi sulle follie dei miei antenati, vero? Non con un interessantissimo ricettario di pozioni antiche lì davanti a te, aperto e invitante… ti conosco troppo bene…

- Giusto. Per il momento, allora, l’interrogatorio è rinviato. Sei contento?

- Molto- e rimase a guardarla mentre si voltava ed iniziava a sfogliare il manoscritto.

Non voleva mentirle così, ma che altro avrebbe potuto fare? Dirle la verità? Sarebbe stata una cosa estremamente stupida. E comunque non aveva detto così tante bugie: erano stati davvero i suoi antenati a fare tutto, e davvero non avevano tanto in simpatia il Ministero. Ma il motivo? Sarebbe stata una follia pura rivelarlo; al massimo avrebbe potuto farlo se si fossero sposati, come aveva detto in una delle ultime lettere…

Sposare Lily…. Ebbe un piacevole brivido. Non avrebbe chiesto di meglio.

- Interessante questa ricetta… Vieni a leggerla, Sevy! Tanto vale incominciare subito con le ripetizioni!

Meglio non correre, però.

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Capitolo 6
*** - Di certi amici impiccioni - ***


6

- Di certi amici impiccioni -






Continuarono a vedersi per il resto delle vacanze estive, quasi ogni giorno. Man mano che si vedevano, però, Severus prese una decisione un po’ drastica, che era certo non sarebbe piaciuta affatto a Lily.

Glielo disse l’ultimo giorno di Agosto, mentre riposavano sdraiati sotto un albero all’Hide Park, che era diventato la meta preferita dei loro appuntamenti.

E aveva ragione: lei non la prese molto bene.

- Fare… finta di niente? Perché, si può sapere?- esclamò Lily mettendosi a sedere sull’erba.

- Insomma, cerca di capire, Lily!- replicò Severus,- Sei stata abbastanza ad Hogwarts per sapere che le “unioni” fra studenti di Case diverse non sono viste bene dai compagni… Non voglio crearti problemi, e ne avresti moltissimi se ci vedessero insieme!

Lily pareva dubbiosa,- Hai ragione, però…

- “Però” niente! E’ la cosa migliore da fare. E comunque non significa che smetteremo di frequentarci. Sto solo dicendo che è meglio non dare… troppo nell’occhio.

-E allora come possiamo vederci, scusa?

- Quando ero al secondo anno ho scovato un ripostiglio delle scope in disuso, al quarto piano. Non ci va più nessuno, nemmeno Gazza. E’ perfetto, no?

Sconsolata, Lily annuì.

- E quando? Ci sono le lezioni… Avremo ore buche, è vero, ma…

- Io ho un’idea, ma non pensare male.

Incuriosita, Lily lo guardò. Sembrava un po’ imbarazzato, come se l’idea non convincesse tanto nemmeno lui che l’aveva ideata.

- Spara.

- Pensavo… di notte. Non c’è nessuno in giro, a parte i fantasmi, Gazza e Pix.

Sevy… Sono un Prefetto! Non posso andare in giro di notte! –esclamò la ragazza, stupefatta dalla proposta. Ma già mentre lo diceva, pensava a come lo si potesse fare eludendo i controlli… E’ fattibile, in effetti…

Severus la guardò, in attesa di una risposta. Vedeva bene che Lily stava riflettendo…

- Oh, e va bene…- disse infine la ragazza,- Faremo così, ci vedremo ogni… mhm… martedì notte in quel ripostiglio. Ok?

Il ragazzo annuì, visibilmente sollevato.



Il giorno dopo si rientrava a scuola; centinaia di ragazzi attraversavano il passaggio segreto a King’s Cross diretti al Binario 9 e tre quarti e salivano sull’Espresso di Hogwarts.

Come al solito, Lily fu accompagnata dai suoi genitori fino al treno. Il padre l’aiutò a trasportare il baule su una carrozza e poi la ragazza si sporse per baciare lui e sua madre.

- Dov’è il tuo ragazzo?- indagò la donna.

Lily si guardò attorno,- Non lo so, forse non è ancora arrivato.

Il treno fischiò.

- Ma state per partire!

- Allora è già arrivato. Mamma… Non lo so, ok? Non darmi il tormento!

- Va bene, va bene. Scrivi, piccola!

- Sì…- il treno iniziò a muoversi.

- E non mangiare troppi dolci…- continuò la madre iniziando a correre col treno.

- Va bene…

- E facci sapere come va la scuola!- urlò sua madre,- Arrivederci, cara! Ci vediamo a Natale!

- Ciao ciao!

Sospirando, Lily chiuse lo sportello del treno e fece per prendere il baule.

- Lily! Ciao!

La ragazza alzò la testa, e vide davanti a sé un ragazzo magrolino, dall’aspetto malconcio e i capelli castani un po’ lunghi.

- Oh, ciao, Remus! Passata una bella estate?

Il ragazzo annuì,- Abbastanza, nulla di speciale. Ti do una mano col baule, aspetta…

Tirò fuori una bacchetta con cui fece librare in aria il baule della ragazza, che si affiancò a quello di Remus. Insieme, i due si avviarono verso la carrozza dei Prefetti.

- Bè, e invece tu? Belle vacanze?

- Praticamente perfette!- disse Lily con tono entusiasta. Remus si bloccò a guardarla: la ragazza aveva gli occhi lucidi.

- Mi sono perso qualcosa? Su, aggiornami!

Lily esitò. Remus era un grande amico e sapeva certamente mantenere un segreto, ma lei non poteva rischiare che Potter venisse a sapere di Severus, perché se l’avesse saputo, c’era da scommettersi che quel prepotente avrebbe reso infernale la vita già non molto rosea del Serpeverde… Ma poteva comunque alludere senza nominarlo…

- Mi sono fidanzata! Ci crederesti?

Abbastanza prevedibilmente, Remus rimase di stucco.

- Come?- disse.

- Fidanzata!- Lily sorrise,- Oh, Remus… E’ così dolce!

- Sono contento per te, Lily- disse il ragazzo, affabilmente.Un po’ meno per James, a cui dovrò dirlo, ma… Colpa sua se non si è dato una mossa prima. Noi gliel’avevamo detto, se poi lui non segue i buoni consigli…

- Grazie! E’ meraviglioso, davvero! E’ una persona fantastica! Forse a vederlo non lo diresti, ma…

E si lanciò in un lungo e complesso discorso sull’affabilità di Severus, ovviamente senza nominarlo, e Remus ascoltava, comprensivo, annuendo di tanto in tanto.



Intanto, in un’altra carrozza completamente occupata dai Serpeverde, il “dolce e fantastico” Severus sedeva in uno scompartimento, intento a chiacchierare con il suo gruppo di amici, che al momento comprendeva le sorelle Black, Narcissa e Bellatrix, e i fratelli Lestrange, Rodoplhus e Rabastan. Lucius, infatti, era ancora nella carrozza dei Prefetti, ma sarebbe rientrato entro poco.

Avete passato delle belle vacanze?- domandò Bellatrix mentre con noncuranza poggiava il capo sulle ginocchia di Rodolphus,- Io e Cissy abbiamo avuto una visita dal Ministro… il tutto mi è sembrato abbastanza noioso, a dire il vero.

- Oh, poveretta- disse Severus, sarcastico.

Narcissa intervenne prima che sua sorella iniziasse a litigare col ragazzo,- E tu, Severus? Come hai passato l’estate?

- Bene, grazie.

Non fece alcun accenno a Lily, ma l’enfasi che mise in quel “bene” fece drizzare le orecchie a Narcissa, che si ripromise di indagare quando fossero stati soli.

- E i G.U.F.O? Avete ricevuto i risultati?- esclamò Rabastan,- Io e Doplh siamo andati abbastanza bene, nessun Eccezionale, ma ce l’aspettavamo… Voi?

- Tutto tranquillo anche per me e Bella- disse Narcissa,- E tu, Severus?

Prima che il ragazzo potesse rispondere, la porta dello scompartimento si aprì e fece il suo ingresso Lucius Malfoy, perfetto nella sua divisa Serpeverde, con la lucida spilla da Prefetto appuntata sul petto. Teneva in mano la Gazzetta del Profeta.

- I G.U.F.O di Severus? Che razza di domanda! Ottimi, ovviamente! Non è vero, amico?- aggiunse sedendosi.

Severus annuì con un cenno del capo,- Tutto Eccezionale, e un Oltre ogni previsione in Pozioni- disse,- Come va, Lucius?

- Oh, abbastanza bene… Ma sentite questa!- disse, aprendo il giornale,- Il Ministero ha rifiutato la proposta di mio padre di restringere i diritti dei Mezzosangue…

- Tuo padre dovrebbe essere più discreto, questa cosa ha fatto troppo scalpore- intervenne Severus, calmo. Come avrebbero reagito… come avrebbero reagito tutti i suoi amici, se avessero saputo…?

- Col risultato che sporchi Mezzosangue vengono a Hogwarts e si fanno i comodi loro, e diventato addirittura Prefetti? No, grazie, Severus!

- Hai ragione, Lucius!- fece Rodolphus, accarezzando i capelli di Bellatrix,- Dovrebbero mandarli a casa, tutti quegli sporchi Mezzosangue…

La discussione si fece più accesa e Severus si immerse nella lettura di Pozioni Avanzate, facendo finta di nulla. Ogni tanto sollevava la testa verso il panorama.

Chissà dov’era Lily? In quale carrozza? Sperava non fosse tormentata da Potter…



Finalmente il treno arrivò a Hogsmeade. Tutti scesero, lasciando nelle carrozze i rispettivi bauli, che sarebbero stati portati ai dormitori durante il banchetto.

Dopo essere scesa, Lily si guardò attorno, cercando Severus. Ad un certo punto credette di averlo visto- assieme ai suoi amici Serpeverde, si stava dirigendo ad una carrozza trainata da Thestral; rassicurata, si voltò ed iniziò anche lei la ricerca di una carrozza vuota.

Sfortunatamente, negli attimi che aveva impiegato a cercare “Sevy” tutte le carrozze erano state occupate. Rimase a guardare, scocciata, i bambini del primo anno che attraversavano il lago, poi diede un ultimo rapido sguardo alle carrozze, ignorò James Potter che si sbracciava per indicarle che nella loro un posto era ancora libero e si diresse senza pensarci due volte a quella occupata da Severus.

Bussò.

Ad aprirle fu Narcissa Black, che alla sua vista arricciò il naso.

- Che vuoi, Evans?

- Salve- fece Lily stoicamente,- Siccome tutte le carrozze sono occupate… Potrei…

- Sederti qui, Evans? Scordatelo!- disse un’altra voce femminile dall’interno,- Chiudi, Cissy, o la carrozza non partirà!

Narcissa diede un attimo uno sguardo fuori, notò Potter che continuava eroicamente a cercare di ottenere l’attenzione di Lily e fece uno strano sorrisetto.

- Va bene, entra.

- Cissy!- scattò irata Bellatrix mentre Lily saliva gli scalini della carrozza, guardandosi attorno titubante.

- Oh, non rompere, Bella.

Infine la ragazza scelse un posto, il più lontano possibile da Bellatrix e, curiosamente, davanti a Severus, immerso nella lettura di Pozioni avanzate.

Il ragazzo alzò un attimo la testa e le lanciò quello che sperava sembrasse un semplice sguardo distratto. Cosa diamine era preso a Lily?! Venire nella sua carrozza! Lei, una mezzosangue, andare nella tana del lupo con i peggiori razzisti della scuola…

Solo per stargli vicino? Che tenerezza. Ma una tenerezza che le avrebbe procurato molti guai, Severus se lo sentiva. Già trovava abbastanza strano che Cissy l’avesse fatta entrare… che intendesse farle qualche perfido scherzo? E se fosse accaduto, lui che avrebbe potuto fare senza tradirsi?

I suoi timori, comunque, si rivelarono vani: non accadde nulla di strano o pericoloso per l’incolumità di Lily. Semplicemente, non fu considerata o inclusa nella conversazione, come se non esistesse.

Infine la carrozza si fermò con un forte scossone ed un conseguente moto di stizza da parte di Bellatrix, che saltò su irata e scese, seguita a ruota da Rodolphus e Rabastan. Lucius si voltò verso Lily e facendo del suo meglio per dominare il disgusto fece:

- Non dovremmo andare in Sala Grande prima che inizi il banchetto?- alludeva ad un compito che era stato assegnato ai Prefetti ore prima sul treno.

- Ah… Sì, giusto- annuendo, Lily lo seguì fuori dalla carrozza e insieme si diressero al castello.

Rimanevano Severus e Narcissa: il ragazzo prese in mano il libro, diede il braccio a Narcissa e con un gesto elegante disse:

- Andiamo?

Lei accettò il braccetto e scesero insieme; mentre camminavano, Severus decise di dire qualcosa sull’episodio accaduto in carrozza, per non destare troppi sospetti. Narcissa era una ragazza intelligente, non c’era da scherzare con lei; anzi, poteva aver addirittura già capito.

- Perché hai fatto salire la Evans?- disse quindi con finto tono sprezzante.

Lei si girò un attimo a guardarlo, i grandi occhi chiari socchiusi in una strana espressione assorta.

- Stava scappando da Potter. Mi sono detta, non posso lasciarla in balia di quel bellimbusto arrogante… E’ il tipo di situazione, Severus, che capisco e cerco di evitare. Anche se stiamo parlando di una mezzo-sangue, sì…

Si voltò e continuò a camminare, non degnandolo più di uno sguardo. Non visto, Severus sorrise: forse non sarebbe stato tanto traumatico rivelare la propria vera natura, almeno non a Narcissa.



La Sala Grande era come al solito affollata. Severus e Narcissa presero posto al tavolo dei Serpeverde in silenzio, raggiungendo Bellatrix, Lucius e i fratelli Lestrange.

- Cissy, non farlo mai più…- attaccò Bellatrix non appena vide la sorella,- Che ti è saltato in mente, eh? Ti rendi conto che hai fatto salire una mezzo-sangue nella nostra carrozza? Che schifo! Chissà cosa…

Severus smise di ascoltare quelle patetiche lamentele e diede uno sguardo in giro: al tavolo dei Grifondoro, Lily chiacchierava allegra con Lupin e scansava elegantemente i tentativi d’approccio di Potter, mentre Black, cugino di Narcissa e Bellatrix, sembrava raccontare qualcosa di divertente al leccapiedi Minus.

Gli sguardi di Severus e Lily s’incrociarono un attimo: ci un fu un lieve e complice sorriso, poi distolsero contemporaneamente gli occhi prima che qualcuno potesse notarli e il ragazzo diede un’occhiata al tavolo degli insegnanti. La professoressa McGranitt era immersa in una fitta conversazione con una donna dai lunghi capelli biondi, presumibilmente la nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, mentre Silente osservava tranquillo la sala e gli studenti.

Proprio mentre lo stava osservando, il vecchio preside si alzò in piedi e nella sala scese immediatamente il silenzio.

Silente disse qualche parola di benvenuto, poi si diede inizio allo Smistamento, con nove nuovi acquisti per Serpeverde, e finalmente il banchetto cominciò: tutti i ragazzi si buttarono affamati sulle portate che apparivano magicamente sul tavolo.

Severus mangiò poco, come al solito; Lily invece, al tavolo vicino, si stava già servendo una doppia porzione di patate arrosto con salsa quando improvvisamente, voltandosi, non trovò più Remus accanto a sé, ma Potter.

Spalancando gli occhi incredula e scocciata, Lily si affacciò sul tavolo fino a vedere, accanto a Potter, gli occhi colmi di scusa di Remus.

Scuotendo la testa, la ragazza si sedette composta,- Esattamente che vuoi, Potter?- disse con apparente calma.

Potter sfoderò un sorriso accattivante,- Nulla, Evans, mi chiedevo solo se volessi uscire con me per la prima gita ad Hogsmeade dell’anno…

- No, grazie.

- Oh, andiamo, Evans…

Molto arditamente, Potter mise un braccio attorno alle spalle di Lily.

- Piantala, Potter…- replicò lei tentando di reprimere l’istinto di scagliargli una fattura.

- Ma su, che c’è di male?- continuò Potter con voce suadente,- Ci facciamo un giretto, e poi magari…

- Ehi, James, Mocciosus ti sta fissando… Gli posso fare un incantesimo?- li interruppe Minus.

Infatti, al tavolo dei Serpeverde, era da un po’ che Severus osservava le goffe manovre di Potter. Non era preoccupato, sapeva che Lily amava lui e non quel bellimbusto, ma la cosa gli dava un po’ fastidio.

- No, non preoccuparti, Peter. Non c’è bisogno…- di regola, James Potter non avrebbe mai risposto così: non disdegnava mai attaccare il suo punchingball preferito. Ma non era tanto stupido e aveva capito che non sarebbe stata una buona idea prendersela con qualcuno in presenza di Lily, paladina degli oppressi.

- Va bene, Potter, ora basta- fece Lily preoccupata dall’evolversi della situazione. Non voleva che Severus si facesse male! Svicolò dal braccio di Potter ed estrasse la bacchetta,- Ti stai solo rendendo ridicolo. Piantala, ok?

- Ehi, va bene, va bene! Che caratterino!- ridendo, Potter si alzò e scambiò nuovamente il posto con Remus, che si girò mortificato verso Lily e le chiese scusa.

- Ma figurati, non è colpa tua se quel deficiente fa certe scene…- replicò dolcemente la ragazza.

All’altro tavolo, rassicurato, Severus riprese a mangiare.

Dopo un po’ arrivò il dolce, e dopo esso, i piatti si svuotarono e dai tavoli sparì ogni portata. Si fece nuovamente silenzio in Sala Grande e Silente si alzò.

Il preside presentò la nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, Katrina O’Connor, poi congedò i ragazzi.

Nel frastuono che seguì, Lucius si alzò in piedi per indicare ai ragazzi del primo anno la strada per i dormitori nei sotterranei.

- Ci vediamo dopo- disse, poi si diresse in tutta fretta verso i nove nuovi Serpeverde, che stavano seguendo il gruppo dei Corvonero,- Ehi! Voi, ragazzini, da questa parte! I Serpeverde da questa parte, per favore!- urlò.

- Si dà da fare, eh?- Narcissa sentì accanto a sé la voce leggermente sarcastica di sua sorella. Decise di ignorare la provocazione.

- Oh, sì, è molto compreso nel suo ruolo- disse calma.

Raggiunse Severus e insieme si diressero verso l’uscita della Sala Grande, ma prima che la raggiungessero vennero bloccati da Potter e Black.

- Ehilà, Mocciosus- fece Black pigramente,- Come va? Soffiato il naso quest’estate?

Severus si bloccò. Una parte di lui voleva scagliare sui due idioti un Sectusempra, una maledizione che aveva inventato quell’estate… Però aveva promesso a Lily di tentare di ignorarli e non farsi coinvolgere… e poi usare un incantesimo come quello in Sala Grande, davanti ai professori, non era molto intelligente.

Decise di tentare di seguire i consigli di Lily.

- Oh, certo. Ora scusate ma vorrei andare in dormitorio.

Rimasero ammutoliti e persino Narcissa spalancò gli occhi: dopotutto, fino a poco tempo prima Severus avrebbe reagito con un incantesimo ad una provocazione di Potter o Black. Li scansò con eleganza e lui e Narcissa riuscirono ad allontanarsi prima che quei due potessero riprendersi dalla sorpresa.

Durante il tragitto per i sotterranei, Narcissa fissò a lungo il ragazzo accanto a lei come se lo vedesse per la prima volta. Quand’erano già quasi ai dormitori, lei lo bloccò e lo costrinse a guardarla negli occhi.

- Fidanzato- fu la sua acuta diagnosi.

- Come? In che senso?- fece Severus, non tanto stupito: si era aspettato che la ragazza intuisse qualcosa. Sperava solo non avesse capito con chi.

- Ti sei fidanzato, è lampante. Con qualcuno che odia la violenza, e…

- Ah, davvero?- disse il ragazzo divertito, riprendendo a camminare.

- Ehi ehi ehi!- lei lo inseguì,- Fermo lì! Dimmi se ho ragione!

Severus si fermò e la guardò,- Secondo te, Cissy?

Un sorriso larghissimo prese lentamente forma sul volto della ragazza.

- No, mi prendi in giro! Non ci posso credere! E’ fantastico, Sev!- gli saltò addosso e lo abbracciò forte,- Sono troppo contenta, davvero! Incredibile! Aspetta solo che lo dica agli altri…

A quest’ultima affermazione il ragazzo si irrigidì.

- Aspetta un attimo, Cissy…- disse lentamente,- Sono contento che tu sia così felice per me, ma non c’è bisogno di andarlo a sbandierare in giro…

- Oh!- fece lei un po’ delusa,- Non vuoi che lo sappiano tutti? E’ una tale notizia!

Severus scosse la testa.

- Almeno a Bella! Così la smetterà di prenderti in giro…- lo pregò lei sbattendo i begli occhi azzurri e scuotendo la chioma dorata, un atteggiamento che le avrebbe guadagnato un assenso da molti ragazzi e magari anche qualche insegnante, ma che lasciò indifferente Severus.

- No, davvero, Cissy. E’ un favore che ti chiedo. Me lo farai?

La bella ragazza mise un broncio adorabile, poi sorrise maliziosamente e lo prese a braccetto.

- Va bene, uomo del mistero! Ai tuoi ordini! Ma prima o poi dovrai dirmi chi è, va bene?

- Forse, Cissy- fece lui enigmatico,- Forse…







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Bé ce l'ho fatta ad aggioranre... Scusatemi se ci ho messo così tanto! ='(

Mi raccomando, recensite! Alla prox! ;)

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Capitolo 7
*** -Dolce rivincita - ***


7

- Dolce rivincita -






Era notte fonda a Hogwarts, quel martedì. Una figura solitaria dai lunghi capelli di fiamma camminava silenziosamente lungo il corridoio del quarto piano. Ogni volta che incontrava una porta accostava la testa al legno e bussava una volta.

- Chi c’è qui? Stuuudenti in giro di notteee? Ma no ragazzini, così non si fa…- fece improvvisamente una voce canzonatoria.

La figura si ritrasse bruscamente ed alzò la testa: un buffo ometto vestito come un clown si librava a mezz’aria proprio sopra di lei.

Stava per rassegnarsi all’imminente allarme generale del dispettoso poltergeist, quando la porta dietro di lei si aprì di scatto e una voce sussurrò un indistinguibile incantesimo all’indirizzo dell’ometto, che fu colpito da una debole luce giallastra e cadde a terra russando sonoramente.

Lily si girò per vedere il suo salvatore.

- Sevy!- esclamò quando vide il ragazzo dai capelli neri davanti a lei,- Scusa il ritardo, ho dovuto aspettare che la Sala Comune si svuotasse, e poi non trovavo la porta giusta, e…

Severus la interruppe con un gesto, la abbracciò e le diede un lungo bacio da cui la ragazza si staccò sognante.

Silenziosi, entrarono nella stanzetta e Severus chiuse la porta con un colpo di bacchetta. Poi sussurrò Lumos e si sedettero.

Lily si acciambellò con grazia a gambe incrociate e guardò Severus: il ragazzo stava armeggiando con un pacco sformato. Finalmente riuscì ad aprirlo, rivelando un vassoio ricolmo di cibo dall’aspetto squisito, e un buon odorino si spanse nella piccola stanza. Con fare da prestigiatore, Severus porse il vassoio alla ragazza.

- Oddio Sevy! Come hai fatto ad avere tutta questa roba?- esclamò Lily prendendo una fetta di crostata e addentandola estaticamente.

Il ragazzo sorrise.

- L’ho presa dalle cucine- spiegò,- C’è un sacco di cibo fantastico laggiù, e gli elfi domestici non vedono l’ora di darti tutto quello che hanno preparato…- s’interruppe un attimo per prendere anche lui una crostatina,- Devo solo stare attento quando ci vado, perché anche Potter & company ci vanno spesso.

- Davvero?- fece lei, interessata,- Non lo sapevo…

- Quelli vanno in giro quasi ogni notte, e riescono a non farsi scoprire! Devono avere una mappa o qualcosa del genere, non può esserci altra spiegazione…- pareva quasi dimentico della crostata o della presenza di Lily: aveva lo sguardo rabbuiato e perso nel vuoto.

Lily lo notò e si preoccupò: cosa stava passando per la testa di Severus? Quando si parlava di Potter faceva sempre così.

- Sevy, che avevamo detto? Devi cercare di ignorarli quando ti provocano!- a disagio, riuscì a dire solo queste fioche parole.

Il ragazzo fece un movimento con la mano.

- Hai ragione, scusa. Però…

- Non puoi continuare così… Stai male tu e basta! Lo sai che si divertono quando reagisci!- Lily fece il broncio.

Severus sorrise e con fare affettuoso le mise un ciuffo di capelli dietro le orecchie,- Dai, non fare così!- disse,- So che hai pienamente ragione, infatti il giorno del banchetto li ho totalmente ignorati. Sono rimasti stupiti e non hanno fatto nulla. Ma prima o poi si riprenderanno e ricominceranno, lo sai!

- Mhm…- la ragazza si chinò su di lui e gli diede un bacio lieve sulle labbra,- Sai, forse mi è venuta un’idea per dare una calmata a Potter…

Severus le lanciò uno sguardo incuriosito.

- Dimmi.

Lily gli espose il suo piano. E al ragazzo brillarono gli occhi.



Consultando la mappa Sirius vide che il corridoio era deserto, quindi dette il via libera. Dietro di lui spuntarono James, Remus e Peter.

- Sbrighiamoci!

Avanzarono rapidi fino a raggiungere un quadro che raffigurava della frutta; James, che era il più alto, si sporse verso una pera dipinta in una ciotola.

- Hola, “Malandrini”…- fece improvvisa una voce alle loro spalle. Si girarono di scatto.

- Che fai qui, Evans?- disse bruscamente James vedendo la ragazza appoggiata sorniona al muro, con le braccia incrociate.

Remus fece un passo in direzione della ragazza,- Ciao, Lily! Come mai da queste parti?- disse cordialmente.

Lily ricambiò il sorriso, poi guardò gli altri tre che parevano aver riposto le proprie speranze nell’amicizia che legava Lily e Remus. Invano.

-Faccio un giretto di ronda, Remus. Un uccellino mi ha passato un’informazione e ho ritenuto opportuno controllare. E… mhm… Perdona se lo dico, ma mi pare che non si possa andare in giro di notte… Giusto?

-Chi ti ha detto che eravamo qui?- sbottò Sirius sconcertato,- Non lo sa nessuno! L’ingresso per le cucine lo conosciamo solo noi!

- Evidentemente no- Lily sfoggiò un enorme sorriso.

- Non puoi togliere punti alla tua Casa, Evans!- fece James. Sembrava molto sicuro della sua trovata ed era certo che Lily avrebbe lasciato perdere… Nessuno era così ligio al dovere da punire i propri compagni, non quando c’era in mezzo il Campionato delle Case.

Ma Lily Evans era molto ligia al dovere, e, purtroppo per loro, stava agendo per interesse…

- Ma certo che posso, Potter- disse quindi la ragazza in tono palesemente soddisfatto, forse un po’ troppo,- E lo farò… Stanne certo- sorrise.

- Non puoi!- ruggì Sirius.

- Tu dici, Black? Vediamo, quanto posso togliere… Dunque, venti punti ciascuno…

- Sei impazzita?!?- Sirius parve perdere la calma e sfoderò la bacchetta, puntandola contro la ragazza.

Remus fu rapido e placcò l’amico.

- Datti una calmata, Felpato!

Sirius prese a divincolarsi.

- Non le permetto di farlo! Non può…

Lily rimase imperturbabile di fronte alla scena.

- Patetico, Black- fu il suo unico commento,- Quindi fanno… Ottanta punti tolti a Grifondoro. Datevi una regolata o sarò più cattiva. Domande?

Dato che non ce ne furono, voltò loro le spalle con eleganza, lasciandoli basiti ed increduli, e si allontanò dai sotterranei.

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Capitolo 8
*** - Un compleanno agitato - ***


8

- Un compleanno agitato -






Passarono circa tre mesi, tre mesi perfetti, completamente tranquilli e romantici. Tranquilli perché Potter e la sua banda smisero di fare i prepotenti con chiunque e Severus s’impegnò a non dare loro corda negli sporadici casi in cui veniva preso di mira; romantici perché lui e Lily passavano nottate indimenticabili. Anche anni dopo, quando lei non c’era più, quei martedì notte nel ripostiglio, fatti di risate, ripassi dell’ultimo minuto, invenzioni di incantesimi poi scritti sul libro di Pozioni, e racconti degli avvenimenti della settimana passata, scaldarono più volte il cuore di Severus.

Per le vacanze di Natale tornarono entrambi a casa e divisero i propri impegni in tre: stettero un po’ a casa di Lily, un po’ da Severus, un po’ da soli. Lily introdusse Severus nell’universo dei cantanti Babbani, costringendolo ad ascoltare decine di dischi di vinile. Genesis, Pink Floyd. E i Led Zeppelin. Adorava i Led Zeppelin, e andava in estasi per il chitarrista, un irlandese di nome Jimmy Page. Scatenata, improvvisava con un manico di scopa gli assoli di chitarra e pregava Severus di cantare. Lui acconsentiva, divertito, e interessato dalla novità: le sue conoscenze in fatto di musica si fermavano a quei pochi gruppi di maghi cantanti che sentiva qualche volta alla radio, a casa.

Un giorno le vacanze finirono, e dovettero tornare a Hogwarts, fingendo ancora una volta di non avere interesse l’uno nell’altra.

Attesero entrambi con ansia il martedì, che in effetti era il giorno successivo al ritorno a scuola, per potersi vedere. Lily si presentò all’appuntamento con mezz’ora di ritardo e con aria di scuse tirò fuori un pacco.

- Scusa, stavo cercando questo… Buon compleanno!- esclamò tendendoglielo. Aveva aspettato apposta mezz’ora per potergli dare il regalo allo scoccare della mezzanotte… Infatti il giorno dopo, 9 gennaio, sarebbe stato il compleanno di Severus.

Il ragazzo accettò commosso il pacco che Lily gli porgeva.

- Lily! Non dovevi…- esclamò aprendolo e trovandovi una cravatta da divisa Serpeverde, di seta verde e argento,- Cavolo, è bellissima! Ma quando…?- assunse un’aria assorta,- Siamo sempre stati insieme durante le vacanze!

Lily esibì un sorriso furbetto,- Ho chiesto a tua madre di andare a Diagon Alley a prendermela…

- Ma tu sei senza ritegno!- Severus scoppiò a ridere di cuore e l’abbracciò dolcemente, cullandola. Lily si abbandonò contro le spalle del ragazzo e chiuse gli occhi.

- Ti amo tanto…- mormorò dopo un po’, con la voce impastata di sonno.

- Anch’io, piccolina…- rispose Severus con dolcezza. Non voleva spaventarla, non era il momento adatto; ma il suo volto era duro e senza espressione in quell’istante. Stava pensando all’indomani…



Il giorno dopo Lucius e Narcissa gli fecero gli auguri per il compleanno, seguiti da baci e regali; poi una recalcitrante Bellatrix fece lo stesso.

Scesero a colazione, poi andarono a lezione: Difesa contro le Arti Oscure, Erbologia e Pozioni. La giornata stava passando normalmente, senza grandi intoppi: nessuno gli diede fastidio, nemmeno la banda di Potter. Ma a pranzo Severus era agitatissimo e sempre più pallido, e quasi non toccò cibo. Più volte Lucius o Narcissa gli chiesero cos’avesse, ma l’unica risposta che ebbero fu sempre e solo un laconico “nulla”. Dal proprio tavolo, Lily seguiva la situazione con preoccupazione crescente, ma non osando avvicinarsi. Che stava succedendo al suo Sevy?

Dopo le lezioni del pomeriggio Severus si rintanò in biblioteca, a studiare e preparare un tema sulle Maledizioni Senza Perdono che aveva richiesto la professoressa O’Connor. Circa un’ora dopo il suo ingresso nella biblioteca, controllando l’orologio Babbano che teneva nascosto al polso sussultò. Le sei e un quarto. Era in ritardo!

Scattò in piedi, prese i propri libri e i fogli di pergamena e si avviò rapido ai sotterranei. Quando entrò in Sala Comune, però, fu bloccato da Lucius.

- Severus! Vecchio mio! Vieni, dobbiamo festeggiare i tuoi diciassette anni! Sei maggiorenne ora! Forte no?- lo tirò per un braccio, indicandogli la zona che lui e gli altri avevano requisito per l’occasione. Le poltrone erano state accostate al fuoco, e su di un tavolo lì vicino avevano poggiato del Whisky Incendiario. E in effetti Lucius sembrava già un po’ brillo.

Severus sudò freddo. Come faceva a liberarsene?

- Oh… Fantastico, amico. Ma, mhm….- cercò di mettere rapidamente in piedi una scusa plausibile,- Devo mettere i libri in stanza. Poi torno, eh?

- Ma li puoi mettere dopo!- implorò Lucius.

- Ci metto un attimo, giuro!- Severus riuscì a divincolarsi e salì rapidamente le scale che portavano al dormitorio maschile del sesto anno. Entrò, serrò la porta e gettò i libri nel proprio baule. Sospirando, si poggiò alla porta e socchiuse gli occhi. Ce l’aveva fatta. C’era mancato davvero poco.

Mancavano pochi minuti…



Intanto in Sala Comune Lucius si stava scolando la seconda bottiglia di Whisky Incendiario sotto lo sguardo seccato di Narcissa, lamentandosi del comportamento di Severus.

- Non è stato gentile, ecco. Noi ci impegniamo tanto, abbiamo sequestrato una zona di Sala Comune per lui, abbiamo pure preso quest’ottimo liquore…- terminò la bottiglia con un sorso,-…e lui ha il coraggio di salire a mettere a posto i libri!

- Hai ragione, è un ingrato- fece Bellatrix, anche lei con una discreta quantità di alcol già in circolo,- Sempre detto che è uno stupido. Ma non mi ascoltate mai!- aveva la voce impastata ed era seduta piuttosto discintamente sulle gambe di Rodolphus.

- Ma quanto cazzo ci mette? Deve solo poggiare un paio di stupidi libri!- esclamò Lucius mettendo mano alla terza bottiglia. In quello stesso istante, dall’alto giunse un lampo di accecante luce verde e parecchi in Sala Comune strillarono.

Narcissa scattò in piedi.

- Veniva dal vostro dormitorio!- urlò.

Lucius fissò la bottiglia con aria assente,- La bevo o non la bevo? Ah, è questo il problema di fondo dell’esistenza…

- Lucius, mi hai sentito? Quella luce veniva dal vostro dormitorio!- ripeté Narcissa in preda all’isteria.

- Ecco, lo sapevo!- mugugnò Bellatrix,- Noi qui ad aspettare e quel demente si diverte a fare incantesimi nella vostra stanza!

- Ma che palle! Lucius!!!- Narcissa tirò per un braccio il fidanzato e lo costrinse ad alzarsi,- Ora tu vai a controllare cos’è successo a Severus! Muoviti!

- Ma…- Lucius barcollò due o tre volte, ma per riuscire a stare in piedi dovette aggrapparsi a Narcissa.

La ragazza alzò gli occhi al cielo,- Sì, ho capito. Ti accompagno, però andiamo!

Prese a camminare verso le scale trascinandoselo dietro. Rodolphus stette a guardarli per un attimo, incerto, poi alzò le spalle, si alzò e li seguì, lasciando Bellatrix col sedere a terra a sbraitare con una bottiglia in mano.

Riuscirono a raggiungere il piano giusto e Lucius cercò di aprire la porta, ma sembrava serrata, perciò prese a bussare forte.

- Severus! Esci subito!

Narcissa guardava preoccupata la scena: Rodolphus che tentava di aprire la porta a spallate e Lucius che continuava a bussare e bussare, ed entrambi urlavano di aprire, ma dall’interno non giungeva nessuna risposta, nessun rumore…

No, un attimo. Cos’era quel rumore?

- Silenzio!- ingiunse la ragazza scostandoli entrambi.

Sì, da lì dentro proveniva un rumore strano, ma Dio solo sa cosa fosse! Era un continuo tum etum, come di qualcosa che sbatteva…

Prese in mano la situazione.

- Dolph, corri a chiamare Lumacorno!- esclamò, poi, senza nemmeno aspettare di vedere che il ragazzo eseguisse, estrasse la bacchetta magica e colpì la porta dicendo “Alohomora!”.

La pesante porta di legno si spalancò e Narcissa entrò, seguita da Lucius. Sull’ingresso si bloccò, disgustata, portandosi una mano alla bocca.

Severus era per terra, con gli occhi spalancati e vitrei, e si dibatteva come in preda a convulsioni.

Alla vista del proprio amico in una situazione così orrenda ogni effetto dell’alcol svanì da Lucius, che scostò Narcissa e si inginocchiò accanto a Severus.

- Sev! Merda, amico, che cos’hai?- era nel panico assoluto. Non sapeva che fare per far smettere quegli spasmi violenti. Severus intanto si dibatteva tra le sue braccia, e quella specie di crisi epilettica non accennava a terminare.

Narcissa era agghiacciata, e appiattita contro lo stipite della porta fissava la scena.

Fortunatamente giunse Lumacorno, con le sue vesti svolazzanti, che si bloccò inorridito sulla porta. Dietro di lui stava Rodolphus.

- Oh, cielo!- esclamò con voce stridula,- Che sta succedendo qui?

La scena era in effetti sconcertante a prima vista.

Lucius gli indirizzò uno sguardo di puro odio mentre gli occhi iniziavano a riempirsi di lacrime che avrebbe decisamente preferito non versare di fronte alla propria ragazza e ad un amico.

- Ma che vuole che ne sappia!- esplose con voce stridula,- Lo faccia smettere, la prego!

Lumacorno si asciugò la fronte imperlata di sudore,- Ma mio caro ragazzo, cosa pensi che possa fare…?

- Lo faccia smettere!- strillò Narcissa, quando Severus inarcò improvvisamente la schiena e roteò gli occhi all’indietro,- Dio!- la ragazza arretrò sin fuori dalla stanza e si accasciò a terra.

Rabbrividendo Lumacorno estrasse la propria bacchetta. Non aveva idea di cosa fare, non sapendo cos’avesse il ragazzo… Pensò di tentare un Finite incantatem, ma non ce ne fu bisogno: Severus smise improvvisamente di dimenarsi e giacque riverso sulla schiena senza più muoversi.

- Sev… Severus?- mormorò Lucius stupefatto. Il ragazzo non parve aver sentito.

- P… professore?- disse Narcissa con voce flebile, e Lumacorno si girò verso di lei,- Non dovremmo… portarlo in infermeria…?

Lumacorno annuì. Con la bacchetta librò in aria orizzontalmente il corpo di Severus e prese a scendere le scale, portandolo di fronte a sé. Lucius diede una pacca sul braccio di Narcissa e li seguì, senza dire una parola.

In Sala Comune scese il silenzio assoluto quando il piccolo corteo attraversò la stanza. Il corpo di Severus avanzava e tutti sbiancavano e si scostavano come se fosse morto.

Quando uscirono dai sotterranei si formò un folto gruppetto ai piedi delle scale. Lily, che stava chiacchierando lì vicino con un paio di amiche, li vide e raggelò. Non osò immaginare cosa potesse essere successo, ma si ritrovò ad odiare Lucius Malfoy più di tutta quanta se stessa, convinta che fosse colpa sua se Severus era in quella condizione.

Con una scusa si allontanò dalle sue amiche e prese a seguirli su per le scale: sembravano diretti in infermeria. Lumacorno era pallido e sembrava preoccupatissimo.

Raggiunsero infine l’infermeria. Lily aspettò che Lumacorno entrasse portando con sé Severus, poi trasse un profondo respirò e avanzò di un passo nella direzione di Lucius.

- Malfoy!- chiamò forte.

Non le importava quello che stava rischiando, non le importava nulla di nulla. Sapeva solo che voleva sapere come stesse Severus… Il resto non contava.

Lucius udì la voce dietro di sé e si asciugò le lacrime dal volto con la manica della divisa, rendendosi conto che molto probabilmente tutti l’avevano visto piangere. Si voltò e di fronte a sé vide una ragazza, con folti capelli rossi e dei begli occhi verdi. La Evans?

- Che vuoi, Evans?- disse scontrosamente.

- Cos’è successo al tuo amico?- chiese Lily. Sperava di aver messo una nota dura nella voce, come se non le importasse niente.

- Che ti frega, Evans? Non sono mica affari tuoi- disse Lucius con una sfumatura odiosamente ironica. Perfetto, stava recuperando il proprio comportamento abituale.

Lily sollevò le sopracciglia, cercando di non dare a vedere la propria agitazione,- Lascia decidere a me, Malfoy. Avanti, che gli è successo?

Lucius alzò le spalle. Oh, ma in fondo che gli importava?

- Non lo so, Evans- disse semplicemente,- L’ho trovato già così, che si dimenava. Ora, se vuoi scusarmi, devo andare a vedere come sta!

Lily annuì, e senza dire nient’altro si girò per andarsene. E così non vide che Lucius rimase a fissarla con espressione assorta per parecchio tempo prima di entrare in infermeria.

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Capitolo 9
*** - Prova d'amicizia - ***


9

- Prova d’amicizia -






Silenzio. Buio e silenzio. Severus galleggiava in un luogo opaco, senza provare nulla. Ogni sensazione era ovattata ed attutita. Il buio era tutt’intorno a lui, lo circondava. E quel silenzio… Cosa gli era successo? Ricordava vagamente che qualcosa dovesse succedere, ma non ricordava bene cosa… Gli parve di udire un pianto sommesso. Non poteva essere, non c’era nessuno lì, vero? Forse Lily?

Con uno sforzo aprì gli occhi. Si trovava in infermeria, su questo non c’era dubbio. Tende candide erano tutt’intorno al suo letto. Si mise a sedere e le scostò.

Di fronte a sé non trovò nessuna leggiadra fanciulla in lacrime per lui- quello doveva averlo sognato,- ma si ritrovò a fissare una paio di limpidi occhi azzurri solcati da occhialetti a mezzaluna.

- Buongiorno, signor Piton- disse con voce cortese il vecchio Preside,- Bentornato tra noi.

- B… buongiorno, professore- balbettò Severus,- Che ci faccio qui?- domandò guardandosi attorno.

- Questo dovrei chiederglielo io, signor Piton- Silente sorrise, sedendosi su una sedia posta vicino al letto e giungendo le dita sottili,- Non ricorda cosa le è successo?

Severus si ritrovò a fissare quei disarmanti occhi azzurri, che sembravano invitare a dire la verità. Avanti, diglielo… Non ti accadrà nulla! Sarà certamente stupito, ma non ti farà nulla… Avvertì una pressione gentile nel proprio cranio. Intuì cosa il Preside stesse cercando di fare e questo gli diede un immenso fastidio. Decise immediatamente di non dir nulla al vecchio professore e respinse con un battito di ciglia l’incantesimo Legilimens di Silente.

Silente indietreggiò, sorpreso. Si aggiustò gli occhialetti sul naso senza alcun commento e disse,- Ha per caso commesso incantesimi illegali?

- No.

- Allora ha fatto uso di qualche droga?

- No!- esclamò il ragazzo, offeso.

- Allora proprio non ricorda cosa sia successo?

- Un poco- disse deciso Severus,- Ero in biblioteca, poi sono tornato in Sala Comune. Mi avevano fatto una piccola festa, perché era il mio compleanno. Sono salito di sopra… dovevo riporre alcuni libri… Stavo per scendere giù, poi non mi ricordo altro- concluse mentendo spudoratamente.

- Allora le dico cos’è successo dopo…- disse Silente,- E’ stato preso da una lunga crisi di convulsioni. Sembra sia stato terribile a vedersi. I suoi amici erano sconvolti.

Ah… Allora erano stati loro a portarlo in infermeria! Dovevano essersi insospettiti non vedendolo tornare.

- E come stanno adesso?- chiese. Ma piuttosto era preoccupato per Lily. Doveva averlo visto mentre lo portavano in infermeria, e se anche non fosse stato, la storia aveva fatto sicuramente il giro della scuola! Chissà come doveva stare, poverina!

- Stanno abbastanza bene- rispose Silente,- Sono stati a trovarla, ma se ne sono andati pochi minuti fa. La signorina Black sembrava davvero molto preoccupata.

- Cissy, immagino- disse Severus tra sé e sé,- Certo non Bella- poteva anche essere suo il pianto che aveva udito nel sonno.

Silente annuì vagamente con un sorriso,- E anche il signor Malfoy era piuttosto inquieto- disse,.- Non faceva che fissarla. Sembrava molto scioccato. Persino il professor Lumacorno è rimasto scosso. Dev’essere proprio stato un brutto spettacolo- concluse. Si alzò dalla sedia e fece per andare,- Sicuro di non dovermi dir nulla, signor Piton?

Severus annuì.



Madama Chips insistette perché rimanesse in infermeria ancora qualche giorno e Severus, anche se a malincuore, eseguì. Si perse così il solito incontro con Lily, però almeno rendeva felice la vecchia Medimaga.

Lucius e Narcissa vennero spesso a trovarlo in quei giorni. Narcissa gli portava i compiti da fare o gli leggeva ad alta voce qualche libro quando Madama Chips ingiungeva il riposo. E lui pensava a Lily. Pensava a quanto dovesse soffrire, perché magari volava andarlo a trovare, ma non poteva…

Intanto Lily si dava da fare, studiava o si struggeva in Sala Comune, provando ogni tanto l’impulso di andare in infermeria. Ma poi la ragione aveva la meglio e si bloccava giusto in tempo.

Severus uscì dieci giorni dopo l’incidente- la cui vera ragione non rivelò ad anima viva- e Lucius e Narcissa vennero a prenderlo. Insistette subito per andare in biblioteca: aveva un tema da finire.

Narcissa sorrise e sollevò gli occhi al cielo, e disse che non poteva: aveva lezione a quell’ora. Lucius però era libero, quindi si offrì di accompagnarlo.

I due ragazzi si diressero quindi in biblioteca. Occuparono un tavolo e Severus prese dal Reparto Proibito alcuni libri che potevano aiutarlo nella stesura del tema- si trattava di quello che stava scrivendo la sera dell’incidente.

Quindi prese un foglio di pergamena ed iniziò a scrivere, riproponendosi di ricopiarlo poi nel vecchio foglio.

Lucius intanto si era preso un libro e aveva iniziato a leggere. Ma ogni tanto, durante la lettura, distoglieva gli occhi dal libro e fissava l’amico intento a scrivere la ricerca con quella sua calligrafia fine ed accurata ed il naso a pochi centimetri dal foglio. Sembrava allora voler dire qualcosa, perché apriva la bocca; ma poi scuoteva la testa e riprendeva la lettura interrotta.

Fece così un bel po’ di volte, finché infine si decise e chiuse il libro con un colpo secco.

- Severus- chiamò. Il ragazzo smise di scrivere e alzò la testa.

- Cosa c’è, Lucius?- chiese. Il volto dell’amico sembrava mortalmente serio. Che stesse per chiedergli cosa il ragazzo stesse facendo in camera quand’era accaduto l’incidente?

- Severus, tu… Non devi dirmi nulla?

In quell’istante Lucius gli ricordava terribilmente il preside. Anche lui aveva insistito più e più volte per farsi dire l’accaduto…

Si finse stupito,- Mhm… No, perché?

Lucius strinse tra le mani la copertina del libro e distolse lo sguardo da Severus.

- Mentre io e Lumacorno ti portavamo in infermeria, Severus…- disse con calma,- … la Evans si è avvicinata e mi ha chiesto cosa avessi.

Lily! Dannazione, che hai fatto? fu il primo pensiero coerente di Severus. Si sforzò di non far trasparire alcuna emozione e fece un sorrisetto di scherno.

- Davvero?- disse,- Accidenti, che impicciona. Forse voleva trovare una scusa per togliere punti a Serpeverde.

Lucius lo squadrò dubbioso,- Sembrava essere preoccupata per te, però.

Ah, Lily! In che situazioni mi metti?

- Ma dai, si preoccupa per tutti. L’anno scorso, dopo il G.U.F.O di Difesa contro le Arti Oscure si era messa in testa di “salvarmi”, quando messer Potter mi ha attaccato. Ricordi?

Fa che ci creda fa che ci creda fa che ci creda…

- Mhm- fece Lucius, incerto se credergli o no.

Severus decise per un’azione risoluta,- Andiamo, non farmi perdere tempo a parlare di quella mezzosangue!- esclamò, quindi prese in mano la penna e riprese a scrivere da dove si era interrotto.

Lucius però non era per nulla convinto. E Severus stava riponendo troppa fiducia nell’amicizia incondizionata che li legava dal terzo anno.



Lucius non gli chiese più nulla, ma Severus alzò la guardia per i pochi giorni che lo separavano dal successivo appuntamento con Lily. La notte del martedì uscì con più cautela del solito e lungo i corridoi mise in azione molti più incantesimi di protezione di quanto era solito fare.

Giunse così tranquillamente al ripostiglio delle scope, dove Lily l’attendeva già. Appena lo vide cominciò a fargli l’interrogatorio sull’accaduto, ma Severus non demorse e schivò tutte le domande della ragazza.

- Oh, andiamo, Sevy!- scattò ad un certo punto Lily,- Non è possibile, dimmi che è successo, se lo sai!

- Senti, Lily, invece di preoccuparti di questo non dovevi forse evitare di farti scoprire? Non avrebbe dovuto essere quella la priorità? Eh?- esplose allora Severus.

Il primo litigio. Ma che carini.

- Che intendi dire?

- Intendo dire che con molta probabilità Lucius ha capito tutto! Ma cos’avevi in testa quando ti sei avvicinata a chiedergli di me? Lucius non è un cretino! Le capisce, le cose!

- Ah, sì? Mi chiedi cos’avevo in testa? Avevo in testa che tu stavi male ed ero preoccupata, va bene? Ma evidentemente non avrei dovuto, perché da come parli, da come stavi quel giorno, sembrava quasi che te l’aspettassi! Ma se è così, potevi anche degnarti di dirmelo, stiamo o non stiamo insieme?

- Lily…- tentò di dire Severus, ma venne interrotto.

- Quanto a Malfoy, la cui intelligenza non metto sicuramente in discussione, sbaglio o è tuo amico? E allora perché ancora non sa di noi?

Severus si inalberò.

- Ah, questo è troppo! Non avevamo deciso di non dire nulla a nessuno? Non vorrai farmi credere di aver detto tutto alle tue amiche del cuore!

A queste parole Lily si zittì.

- Bé?- incalzò il moro,- L’hai detto alle tue amiche o no?

- No- mormorò la ragazza,- No, non l’ho fatto.

- Appunto. E questo perché sapevi che farlo sarebbe stato una mossa un tantinello azzardata. O no?

- Sì.

- Ok, allora smettiamola di litigare, per favore…

Lily accennò un sorriso,- Com’è che mi convinci sempre?

- E’ il mio irresistibile fascino segreto, piccolina… Nessuno mi resiste.

Lily ridacchiò,- Ah, mio adorabile testone, tu sei tutto matto…- disse, e lo abbracciò.



Davanti al muro di pietra che faceva da porta alla Sala Comune dei Serpeverde, Severus si bloccò un attimo a raccogliere i pensieri. Bene, era andata più o meno come aveva sperato. Lily non aveva insistito troppo… Gli dispiaceva nasconderle così cose tanto importanti per lui… ma cos’altro avrebbe dovuto fare? Certo non dirle tutto! Era stato abbastanza chiaro tempo fa, avrebbe potuto rivelarle certi segreti di famiglia solo se si fossero sposati. Che poteva farci lui? Non poteva certo cambiare le regole!

Dopo aver sospirato disse la parola d’ordine ed entrò in Sala Comune.

Il fuoco era acceso. Strano, quando era sceso era tutto spento... Accantonò la questione con un’alzata di spalle e fece per salire le scale fino al dormitorio, ma una voce lo fece desistere dal suo intento.

- Non sono uno stupido, sai, Severus.

Il ragazzo raggelò e si bloccò sul primo scalino. Si voltò lentamente. Vide Lucius, in piedi accanto ad una delle poltrone che stavano vicino al fuoco. Doveva essere rimasto seduto lì ad aspettarlo tutta la notte!

- Non ho mai detto che lo fossi, Lucius- disse conciliante.

- Ma forse lo credi. Non è così?

- Che c’è? Vuoi togliermi punti perché ero in giro da solo di notte?

- Sai che non è questo che intendo- disse Lucius con voce gelida.

- No, veramente non lo so.

Lucius sbuffò sarcastico e prese ad avvicinarglisi.

- Te l’ho detto: non sono uno stupido. E’ lampante. Stai con la Evans, vero?- sussurrò quando si trovò a pochi metri da Severus.

Il ragazzo non rispose.

- Non dici niente?

Severus fece un piccolo cenno di diniego.

- Forse ti stai chiedendo come faccio a saperlo… Bè, facile. Sei tutt’a un tratto diventato un asso in Pozioni, e la Evans è un genio in quella materia. Poi hai smesso di rispondere alle provocazioni di Potter e i suoi amici, e anche questa è un’azione tipica di uno che non ama la violenza… la Evans, ad esempio. Pensavo fossero solo coincidenze, ma quando si é avvicinata tutta preoccupata a chiedermi di te, ho capito…- concluse.

Silenzio. Il cervello di Severus lavorava febbrile, ma lui non riusciva a parlare. Cosa poteva dirgli?

- Ancora non dici nulla?

- Che vuoi che ti dica?- scattò il ragazzo,- Mi hai scoperto, bravo. Comunque io ho il diritto di stare con chi voglio! E’ un delitto, adesso?

- Sì!

- E si può sapere perché?

- Hai tradito la mia fiducia di amico! E questo non mi ha certo dato una bella sensazione!

- Ma secondo te perché l’ho fatto? Non la vedi la tua reazione?

- Perché, secondo te dovrei anche essere contento? La mia è una reazione completamente giustificata! E’ una mezzosangue, cazzo! Una sporca mezzosangue che…

- Bé, lo sono anch’io!- scattò Severus.

Si rese conto di quello che aveva detto un attimo dopo, ma era troppo tardi. Si morse la lingua maledicendosi per aver perso il controllo, mentre Lucius lo guardava stupefatto e arretrava leggermente.

- Cosa hai… detto?- disse piano.

Ah, ormai era fatta. Che senso aveva negare, ora?

- Sono un mezzosangue, Lucius- mormorò Severus.

Lucius scosse rapidamente la testa, con foga,- T… Tu… Non può… non… Stai mentendo!- si aggrappò a quelle ultime parole come un annegato.

- Tieniti pure stretto alle tue piccole certezze quotidiane, Lucius, ma… non sto mentendo, è la verità. E’ così, sono un mezzosangue, e…

- Zitto! Non è vero!- disse Lucius, il volto trasformato in una maschera di profondo disgusto.

Severus alzò le spalle ostentando indifferenza, ma in realtà era profondamente ferito.

- Ti capisco, sai. Ti eri fatto una determinata idea di me ed ora scopri che era tutto falso. Ma sai, il fatto che mio… “padre” sia Babbano non ha nulla a che vedere con quello che sono io. Sono lo stesso di prima, vedi qualche differenza in me ora che sai che non sono purosangue?

Lucius non rispose.

- Va bene… Ti capisco se non vuoi più avere nulla a che fare con me. Ti chiedo solo… in nome della nostra vecchia amicizia… di avvertirmi per tempo se intendi dirlo a tutti.

Con grande dignità si voltò e fece per salire le scale, ma avvertì una leggera pressione sul braccio e si voltò.

- Che c’è?- disse, sforzandosi di rimanere calmo. Lucius si tormentò a lungo un ciuffo dei lunghi capelli biondi e parlò con lo sguardo rivolto al fuoco.

- No, aspetta. Hai ragione: tu sei… tu. Non conta chi sia tuo padre- si voltò verso Severus,- Non intendo dirlo a nessuno. E’ solo che… mi dispiace che tu non mi abbia mai detto nulla. Siamo… amici, no?

Severus sorrise.

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Capitolo 10
*** - Scoperti! - ***


10

- Scoperti! -






Lily si alzò dal letto, facendo attenzione a non fare alcun rumore.Era di nuovo martedì e, come ogni settimana, doveva prepararsi ed andare all’appuntamento con Severus.

Si tolse la camicia da notte, si lavò in fretta, si vestì e poi uscì dal proprio dormitorio. Scese rapida e silenziosa le scale, ma arrivata in Sala Comune trovò Remus seduto in poltrona, intento a studiare.

Trasalì e fece per ritornare di sopra, ma ormai era stata vista.

- Lily? Che ci fai qui a quest’ora?- sentì la voce di Remus dietro di sé.

Si girò verso di lui,- Dovrei… uscire, Remus.

Il ragazzo sollevò un sopracciglio,- A quest’ora? Appuntamento galante?

Lily annuì.

- Intendi… ehm… Dirlo a qualcuno?

Remus sorrise,- Ma certo che no, Lily! Vai pure, divertiti! E prima o poi dimmi chi è!

La ragazza lo ringraziò profusamente, poi, data un’occhiata all’orologio, uscì in tutta fretta dal buco nel ritratto della signora grassa.

In quella, dalle scale dei dormitori maschili spuntò Black.

- Ehi, Lunastorta, dove va la Evans?- disse.

Remus alzò le spalle. Non intendeva certo mettere Lily nei guai e Sirius avrebbe potuto denunciarla alla McGranitt come vendetta per i punti che la ragazza aveva tolto loro.

- Non avevi detto che si è fidanzata?

- Sì, e allora?

Remus aveva detto la cosa soltanto a Sirius: se James fosse venuto a saperlo sarebbe rimasto di sicuro distrutto e lui non voleva di certo dare questo dispiacere all’amico.

- La Evans esce spesso la notte, non dire che non te ne sei accorto- stava dicendo Sirius,- Magari proprio per incontrarsi col suo ragazzo.

- Ripeto: e allora?

Sirius sorrise malizioso tirando fuori da dietro la schiena una vecchia pergamena.

- E allora- disse impaziente,- Possiamo usare questa!

La stese sul tavolo, prese la bacchetta e picchiettando la carta con la punta di essa mormorò:- Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

Da immacolata che era, la pergamena cominciò a riempirsi di sottili segni d’inchiostro che disegnarono un’accurata mappa della scuola. Subito dopo apparvero i nomi di persona, solitamente nelle zone dei dormitori o, nel caso degli insegnanti, nei loro uffici.

Muovendo la testa avanti e indietro sul foglio, Sirius iniziò a cercare il nome di Lily, seguito con titubanza da Remus.

Infine la trovarono. E, come aveva pensato Sirius, era in compagnia di un ragazzo. Ma nemmeno nei suoi sogni più folli Sirius si sarebbe immaginato una coppia più strana. Arrivò a credere che ci fosse un errore nella mappa. Ma la mappa non faceva mai errori. No, che volesse crederci o no, i nomi lì segnati erano giusti.

Fece dissolvere la scritta mormorando “Fatto il misfatto”. E guardò Remus con occhi smarriti e rabbiosi.



Lily raggiunse il ripostiglio, bussò piano e la porta si aprì con uno scricchiolio. Entrò. Era tutto buio… Come mai Severus non c’era?

Udì uno scoppio ed improvvisamente il ripostiglio fu invaso da una luce abbagliante. Quando i suoi occhi si abituarono alla luce violenta, poté distinguere una cosa stranissima: la stanza era… più grande!

Era decisamente più larga del solito, assomigliava quasi ad un piccolo salone. Stendardi di colori tenui erano appesi alle quattro pareti, e vasi di vetro ricolmi di gigli erano ovunque. A terra, si stendeva un tappeto rosso, ricoperto anch’esso da petali di giglio.

Lily avanzò incredula, calpestandoli, e il loro dolce aroma si espanse nell’aria. In sottofondo si sentiva suonare un grammofono- sembrava un disco dei Led Zeppelin…

- Sevy?- chiamò titubante.

In risposta al suo sussurro quasi spaventato, apparve Severus. Aveva i capelli legati e indossava un elegantissimo abito da sera.

- Buon compleanno, Lily!- disse dolcemente.

La ragazza trattenne il respiro, portò le mani alla bocca e le sfuggì un singhiozzo.

- Per… me…? Come… Come… Come hai… fatto, Severus?

Lui le si avvicinò, tenendo in mano un piccolo pacchetto,- Ecco- disse leggermente impacciato,- Questo è per te…

Lily rabbrividì e tese la mano per afferrare il pacco che Severus le porgeva. Oh, questo non può essere, è un sogno… Improvvisamente rammentò le dimensioni spropositate della casa di Severus, “Prince Manor”. Lui le aveva detto che era stato un incantesimo a rendere così vasto l’interno nonostante l’aspetto esterno… Ecco, doveva aver usato quello per ingrandire il ripostiglio. Ma come mai non se n’era ancora accorto nessuno degli insegnanti? Doveva essere una magia potente!

Improvvisamente provò paura.

Scartò il regalo e soffocò un’esclamazione di sorpresa. Era un piccolo, delizioso modellino in scala del sistema solare, d’oro puro.

- Mi avevi detto di non andare tanto bene in Astronomia e allora…- udì la voce di Severus come da tanto, tanto lontano…

All'improvviso scoppiò a piangere, stringendo convulsamente al petto il piccolo modello.

- Amore! Cos’hai?- disse smarrito Severus.

- E’… è… E’ troppo!- le parole le uscirono a pezzi, intervallate dai violenti singulti,- E’ troppo per me, come fai a fare tutto questo, non riesco a capire… Severus, spiegamelo ti prego, o impazzirò…

Il ragazzo rimase a fissarla piangere, impotente. Come aveva fatto ad essere così stupido? Avrebbe dovuto prevedere una simile reazione!

Ma l’aveva fatto solo per lei, dannazione!

E adesso cosa poteva dirle?

Avanzò, impacciato, e la abbracciò, passandole le mani nei capelli e sussurrando per farla calmare.

- Sh, sh, scusami… Non lo faro mai più, Lily, te lo prometto. Non ti spaventerò più così…

A poco a poco Lily si calmò. Asciugò le lacrime contro il petto del ragazzo e si staccò da lui.

E i dubbi ricominciarono a tormentarla. Perché faceva tutto questo, magie così potenti, sapeva addirittura inventare incantesimi che poi segnava nei propri libri, e poi non li usava contro i prepotenti? Perché aveva una casa così grande e così ricca, con quella maestosa biblioteca, e a scuola usava libri e oggetti di seconda mano?

Chi era in realtà?

- Severus…

Lui la zittì con la mano: gli pareva di aver sentito un rumore, fuori. Agitò piano la bacchetta, senza parlare, e la stanza tornò alle dimensioni originarie e srofondò nel buio. Aprì piano la porta e guardò fuori. Non c’era nessuno…

Uscì del tutto dalla stanza, seguito da Lily, e la richiuse.

- Cosa c’è?- mormorò lei.

- Mi era sembrato di sentire un rumore- rispose Severus,- Ma devo essermelo inventato, qui non c’è nessuno... Almeno, nessuno che si nasconda con la magia: poco fa ho fatto un “finite incantatem”, quindi se qualcuno si fosse dato l’invisibilità con un incantesimo ora avremmo potuto vederlo… Evidentemente non c’è nessuno.

- Forse Pix?- propose la ragazza.

Severus sorrise amaramente,- No, ha imparato a evitare questa stanza ogni martedì… E’ convinto che il Barone Sanguinario abbia affari qui. Bè…- la baciò rapido sulle labbra,- Sarà meglio andare, ora. Di nuovo buon compleanno, piccolina!- disse, e poi si allontanò, dirigendosi alle scale.

Lily rimase ancora un po’ ferma davanti alla porta del ripostiglio, chiedendosi se l’ipotetico rumore udito da Severus non fosse per caso una scusa per non risponderle…

Alzò le spalle e si allontanò a piccoli passi rapidi: non voleva rischiare di incontrare Gazza.



Intanto, sotto il Mantello dell’Invisibilità, Sirius e Remus fissavano attoniti la ragazza dirigersi alla Sala Comune. Quando fu abbastanza lontana, Sirius si tolse il mantello.

- Tutto questo è assurdo!- disse con voce bassa e feroce,- Non volevo crederci, speravo la mappa si sbagliasse, ma… Come facciamo a dirlo a James? Se fosse stato un ragazzo qualsiasi si sarebbe sentito male, ma visto che è addirittura Mocciosus gli verrà un colpo apoplettico…- continuò a sbraitare e Remus lo guardò, silenzioso: non aveva mai visto l’amico così arrabbiato.

- Remus, parla! E’ terrificante! Non ti dispiace per la Evans? E’ una tua amica, no? Come puoi permettere che stia con un verme del genere? Con un Serpeverde!

Remus non rispose e cominciò ad avviarsi in Sala Comune.

- Diamine, Lunastorta! Rispondimi, almeno!- disse Sirius arrancandogli dietro.

Il ragazzo lo ignorò.

- Razza di bastardo- ringhiò Sirius,- Ma vedrai, lo ammazzo…

A questo punto Remus reagì e si girò di scatto, piantando negli occhi dell’amico i propri.

- E smettila, Felpato! Sono affari suoi, e tu non hai il diritto di intrommeterti…

- James è mio amico e lei gli sta spezzando il cuore, ho tutto il diritto di intervenire…

- Non gli sta spezzando il cuore, non sono mai stati fidanzati! Smettila di fare il drastico, Felpato!

Sirius sbuffò e smise di inveire: con Remus proprio non si poteva parlare…

Raggiunta la Sala Comune, salirono rapidi nel proprio dormitorio e si misero a letto. Remus s’addormentò quasi subito.

Ma Sirius rimase sveglio a lungo a fissare il volto rilassato di Remus e d’un tratto, quando pochi raggi di luna crescente sfiorarono il volto dell’amico, fece un sorriso terribile e gli si illuminarono gli occhi di una luce quasi sinistra.

Gli era venuta un’idea…

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Capitolo 11
*** - La mortale idea dell’infame Black - ***


11

- La mortale idea dell’infame Black -






Lily alzò per un attimo gli occhi dal proprio tema, incrociando lo sguardo di Remus. Arrossendo, il ragazzo si concentrò subito sul proprio.

Lily sospirò e si rimise anche lei al lavoro. Era una settimana che sorprendeva Remus a fissarla in modo strano. Ogni tanto l’amico faceva anche per parlare, ma poi Black spuntava dal nulla e lo portava via.

La ragazza stava iniziando a temere che sapessero qualcosa. Ma non aveva ancora detto una sola parola a Severus: non voleva allarmarlo, dopotutto erano solo suoi dubbi. E poi…

Si strinse nelle spalle. Qualcosa le diceva che anche se fosse stato così, il ragazzo non si sarebbe scomposto o spaventato più di tanto. D’altronde, era sempre così controllato

Trasalì. Sì: talmente controllato che vederlo infuriato doveva certo essere una cosa rara ma mortalmente pericolosa. Lily ricordava ancora il racconto di Severus in una delle sue prime lettere… Aveva Schiantato suo padre. A otto anni.

Una volta lei aveva chiesto alla madre di Severus di raccontarle quell’episodio. Ma Eileen non ne era sembrata entusiasta e Lily aveva lasciato perdere, preferendo chiedere la stessa cosa agli elfi domestici, certamente più malleabili. Si sbagliava. E’ vero, Brix le aveva dato un colorito riassunto della scena. Ma l’aveva anche pregata di non fare più domande in giro sul padroncino, almeno non agli elfi più giovani.

Chi era davvero Severus?

Rabbrividì, raccolse i libri ed il foglio di pergamena ed uscì dalla biblioteca. Così non vide che Remus la stava fissando di nuovo.



Quella notte non se la sentiva proprio di vedere Severus. Non dopo quello che era successo la settimana prima. Ma dato che non avevano nessun metodo per comunicare durante il giorno lei non poteva avvisarlo, e non sarebbe certo stato gentile lasciarlo ad aspettare per ore.

Così fece tutto come al solito: si preparò e poi uscì rapida dalla Sala Comune, stavolta fortunatamente senza incontrare nessuno.

Arrivata al ripostiglio bussò ed entrò velocemente. Trovò Severus seduto, schiena contro il muro, estremamente concentrato. Non sembrava essersi accorto della sua presenza.

- Sevy?

Il ragazzo trasalì, la guardò e sorrise.

- Ciao, amore- disse.

Lily aggrottò la fronte e si sedette di fronte a lui.

- Ehi? Che ti prende?- disse, dato che Severus non accennava a parlare.

- Aha… Niente.

Lily sbuffò,- Avanti, non puoi mentirmi.

Severus prese in mano una ciocca di capelli e prese ad attorcigliarli distrattamente. Schioccò le labbra.

- Mhm… Pensavo. Ho visto una cosa strana.

Lily avvicinò le ginocchia al petto e le cinse con le braccia. Lo guardò.

- Sentiamo.

Severus scosse lievemente la testa,- Bè- iniziò,- Proprio strana. Dopo cena ero in biblioteca, davanti alla finestra… che, come sai, dà sul giardino… bè, ad un certo punto ho sentito un rumore come di un sasso sul davanzale. Allora mi sono sporto per vedere chi fosse l’idiota, ma giù non c’era nessuno- s’interruppe.

Lily lo guardò inarcando le sopracciglia.

- Tutto qui?

Severus scosse la mano con fare impaziente,- No, certo che no. Dopo aver visto che chiunque fosse stato si era nascosto subito, mi son messo a guardare il prato. Non che si vedesse molto, stava tramontando il sole… E ho visto madama Chips e il tuo amico.

L’interesse di Lily si risvegliò,- Chi?

- Lupin. L’ha portato fino al Platano Picchiatore… Non so cosa sia successo, ma i rami hanno smesso di muoversi. Poi la Chips e Lupin sono spariti! Dopo qualche minuto è rispuntata solo lei.

La ragazza lo fissò,- Sevy, sei sicuro di… ehm… di quello che hai visto, vero?

Severus sbuffò,- Ah, la mia ragazza dubita della mia salute mentale. Bene. Comunque sì, sono sicuro. E’ quello che ho visto.

Riprese a tormentare il ciuffo di capelli con aria concentratissima.

Lily rimase pensierosa per qualche minuto.

- Severus- disse infine,- Stai pensando di indagare?

- Forse- borbottò lui.

- Ma Severus…- s’interruppe,- Se era accompagnato da madama Chips, non stava facendo nulla di illegale. Quindi non puoi usare un’eventuale scoperta come un’arma contro il gruppo di Potter. E poi Remus è mio amico- aggiunse.

- Mhm- grugnì il ragazzo.

Non ne parlarono più, ma quando uscì dalla stanza, Lily ebbe la sgradevole sensazione che Severus intendesse davvero dare qualcosa.



I rami si dimenavano sferzando l’aria. Stavano sballottando da una parte all’altra un piccolo serpente, creato con la magia da Severus.

Quindi avvicinarsi era impossibile. Come diamine aveva fatto la Chips a bloccare i rami?

Sentì una mano sulla spalla e si girò di scatto, trovandosi davanti l’ultima persona al mondo con cui aveva voglia di parlare al momento. O in generale.

Comunque purtroppo non sembrava avere la bacchetta in mano, quindi un Sectumsempra o uno Schiantesimo non erano giustificabili.

Si rigirò verso il Platano Picchiatore.

- Che vuoi, Black?- disse.

Il bruno non rispose subito. Gli si affiancò e rimase a guardare per un po’ l’albero.

- Che ci fai qui, Mocciosus?- disse infine.

Severus trattenne il barbaro istinto omicida e si sforzò di sorridere diplomaticamente,- Affari miei, Black- non tanto diplomatico, in effetti, ma chi se ne importava?,- Allora, che vuoi da me?

Black mise le braccia dietro la testa,- Ah, volevo solo verificare una cosa.

- Cioè?

Black si voltò di scatto verso di lui,- Ci hai visto entrare Remus, vero?- disse preoccupato.

Dunque c’era un segreto, pensò Severus. Ed io lo scoprirò, Black.

Annuì,- Sì, l’ho visto entrare qui.

Black si dette una manata sulla fronte,- Senti, amico, ti prego. Non indagare oltre.

Severus sbuffò.

- Ci fate cose illegali, vero?

Black sbiancò e Severus si concesse un sorriso.

- Ma certo, ovvio. Voi siete i “malandrini”, le regole dei comuni mortali non valgono per te e Potter, vero? E mettete in mezzo quei due poveracci… Lupin che vi vuole solo aiutare e quel piccoletto, quel Minus… che vi segue e che trattate come uno straccio...

Black gli mise un braccio attorno alle spalle,- Senti, amico, per favore, non danneggiarci più del necessario. Se ti facciamo vedere cosa facciamo lì dentro non lo dirai a Silente, vero?

Severus incrociò le braccia sul petto,- Mi credi così stupido da fidarmi di te, Black? Come faccio ad essere certo che né tu né Potter mi salterete addosso?

Black si mise la mano sul cuore,- Ti do la mia parola. Né io né James ti faremo del male.

Severus aggrottò la fronte. Ancora non si fidava.

- Se sei in buona fede, non ti dispiacerà fare il Voto Infrangibile- disse glaciale.

Black parve incerto per un attimo, poi annuì,- Ma certo. Così ti convincerai per bene che io e James non intendiamo farti del male. D’altronde questa guerra tra noi è durata anni e sincerante noi due ne siamo stanchi quanto te.

- Ok, ma per il Voto Infrangibile serve qualcuno che faccia da Suggello. Ti dispiace se chiamo un amico? Ad esempio la tua adorabile cugina Bellatrix?

Un nervo sulla guancia di Black si contrasse, ma lui si sforzò, sorrise ed annuì.

- Molto bene, Black- disse Severus.

Si allontanò in direzione del castello, trovò Bellatrix intenta a pomiciare con Rodolphus, la interruppe di malagrazia e le spiegò la situazione. Lei accettò di fare da Suggello e lo accompagnò nei pressi del Platano, dove li attendeva Black.

- Oh, salve, cuginetto- disse lei tutta mielata.

Il ragazzo sbuffò,- Vogliamo muoverci, Piton?

Severus si mise di fronte a lui e disse disgustato:- Purtroppo dovremo stringerci la mano destra, Black, ma non durerà a lungo- quando Black eseguì, si rivolse a Bellatrix,- Bella, devi tenere la punta della bacchetta sulle nostre mani giunte.

La ragazza eseguì. Severus si schiarì la gola e cominciò.

- Black, vuoi tu smettere di attaccarmi ogni volta che mi vedi?

- Lo voglio- quando le ultime sillabe uscirono dalle sue labbra, una striscia di fuoco uscì dalla bacchetta della cugina e si avvolse attorno alle loro mani intrecciate.

- E vuoi tu assicurarti che Potter non mi faccia del male stasera?

- Lo voglio.

Spuntò una seconda lingua di fiamme, che si intrecciò all’altra formando una corda sottile.

- E vuoi tu ora dirmi il modo per aprire il Platano, senza mentire?- strinse più forte la mano di Black.

- Lo voglio.

Una terza lingua di fiamma si aggiunse alle altre e la fune di fuoco così formata si strinse attorno alle loro mani intrecciate per poi esplodere in piccoli lapilli, illuminando i loro volti e quello di Bellatrix.

I due ragazzi si separarono velocemente. Severus si rivolse a Bellatrix:- Bella, ti ringrazio. Ora puoi andare.

- Non sono ai tuoi ordini!- sbuffò la ragazza, ma si allontanò.

Severus guardò Black,- Bene, ora dimmi come entrare e ricordati che se menti morirai.

Black agguantò da terra un lungo bastone e con questo indicò un nodo nel tronco del platano,- E’ semplice. Con un bastone come questo devi premere lì e i rami smetteranno di muoversi. E tu non farai la fine di quello- aggiunse, indicando il serpente creato poco prima dal ragazzo e che ora giaceva a terra immobile,- Poi entri da quella fessura tra le radici.

Severus aspettò. Dato che Black non accennava a crollare a terra morente, decise che aveva detto la verità e gli diede le spalle.

- Molto bene, Black. Allora ci vediamo stanotte- detto questo si allontanò.

Solo sulle scale del castello si ricordò di non aver incluso nell’elenco di persone cui Black doveva impedire di attaccarlo, pena la morte, Minus e Lupin. Ma Minus era un ragazzino incapace e Lupin non l’aveva mai attaccato, quindi non c’era bisogno di preoccuparsi.

Alzò le spalle e andò a cena.



La luce della luna piena illuminava completamente il prato, perciò Severus dovette rendersi invisibile con la magia per attraversarlo. Arrivato al Platano Picchiatore, raccolse da terra un lungo bastone e lo premette sul nodo nel tronco che poche ore prima gli aveva indicato Black.

I rami si bloccarono all’istante. Il ragazzo avanzò tra di loro e poi entrò dalla fessura, con la bacchetta ben stretta in mano. Dovette chinarsi per avanzare, camminando a quattro zampe per quelle che gli parvero ore. Improvvisamente il basso tunnel prese a salire, poi curvò e Severus vide davanti a sé una fioca pozza di luce proveniente dall’alto. Si arrampicò ed entrò nell’apertura da cui proveniva la luce.

Si ritrovò in una stanza vuota dalle finestre sbarrate da assi. Scuotendo la testa ed iniziando a sospettare uno scherzo, avanzò fino ad una porta. Provò ad aprirla, ma era chiusa. Mormorò Alohomora e la porta si aprì con uno rumore secco.

In quello stesso istante sentì, al piano di sopra, degli schianti e alzò di scatto la testa. Con la bacchetta ben stretta in pugno, prese a correre per le scale finchè raggiunse il pianerottolo di sopra. Che diamine facevano lì, Potter e compagni? Si dilettavano a distruggere mobili?

- Guardate che sto entrando!- urlò, e i ruomori smisero. Si avvicinò alla porta da cui li aveva sentiti provenire e abbassò la maniglia. Niente da fare, era chiusa come quella al piano inferiore. Aprì anche quella con la magia. La porta scivolò sul pavimento con un cigolio.

La stanza era immersa nell’oscurità. Avanzò lentamente, illuminando con la bacchetta l’ambiente circostante. Era un disastro, mobili rotti sparsi ovunque. Ma dei Malandrini nessuna traccia.

Sbuffò,- Avanti, Black, non è divertente. Non sono venuto qui per nulla. Fatevi vedere o andrò dritto da Silente…

Ancora nulla. Con la coda dell’occhio gli parve di notare un movimento e si girò di scatto, ma non vide niente.

Quel gioco era durato anche abbastanza per i suoi gusti.

- Ok… Io allora me ne vado- disse, e si girò verso la porta.

Sbarrò gli occhi e strinse convulsamente la bacchetta.

- Cazzo- mormorò.

Davanti a lui, nel vano della porta, stava qualcuno. Qualcuno che non era umano e gocciolava saliva dalle fauci, guardandolo parecchio interessato.



Nonostante il suo proverbiale autocontrollo non riuscì a trattenersi dall’urlare e fare alcuni passi indietro, mosse certamente poco sagge, ma quando ti trovi di fronte un lupo mannaro non ragioni certo razionalmente.

L’essere avanzò verso di lui. Severus tentò di riprendere il controllo di sé e gli puntò contro la bacchetta, illuminando la divisa da Grifondoro strappata che indossava il lupo mannaro. La luce rimbalzò negli occhi della bestia, che ringhiò.

Occhi grigi.

Lupin?

Merda.

Quando il lupo attaccò Severus scattò all’indietro e poi di lato. Tentò di guadagnare la porta ma un basso ringhio alla sua destra lo fece voltare appena in tempo per evitare una zampata sulla schiena.

Gli sparò contro uno Schiantesimo alla minima potenza, poi un Conjuntivictus negli occhi e si defilò dalla porta, serrandola magicamente. Corse velocemente giù per le scale. Raggiunto il basso chiuse la seconda porta. Stava per raggiungere la botola da cui era entrato quando sentì uno schianto di sopra. Forse era riuscito a distruggere la porta? Si fermò, la bacchetta stretta convulsamente in mano.

Sentì i pesanti tonfi sulle scale. Poi si fermarono.

La porta tremò.

Severus trasalì e si buttò rapido nel cunicolo. Prese a correre con la schiena curva, sbattendo la testa sul basso soffitto.

Dopo un po’ si fermò a riprendere fiato. Si accorse di tremare. L’aveva seminato? Si passò una mano sulla fronte madida di sudore, poi la posò alla parete e infine vi si accasciò, respirando rapido e pesantemente.

Poi li sentì. Passi nella galleria.

Riprese a correre. Ogni tanto si girava… Ad una curva vide una grossa ombra scura. Lo stava raggiungendo, era subito dietro di lui!

Scattò. Non aveva mai corso tanto in vita sua… Credeva che il cuore stesse per scoppiargli…

Davanti a sé vide finalmente una pozza di luce. Era sotto il Platano Picchiatore!

Allungò la mano libera dalla bacchetta verso la salvezza… tentò di aggrapparsi alle radici…

Un dolore lancinante alla gamba lo costrinse a mollare la presa. Urlò forte e la bacchetta volò lontano, oltre la sua portata. Si voltò.

Il lupo mannaro ricambiò selvaggiamente lo sguardo. Teneva in bocca la sua gamba e pareva gustarsela bene. Poi l’animale strinse i denti sulla carne.

- Ahaaa!- l’urlo gli uscì di bocca, senza controllo. Deglutì e allungò il braccio più che potè, tentando di raggiungere la bacchetta con la mano.

Niente. Non riusciva…

Si trovava proprio nella pozza di luce, ora. Gli parve di vedere una piccola ombra. Alzò la testa, pieno di speranza…

Niente. Un topo. Uno stupido topo che lo fissava!

Si sentì ribollire di rabbia e con uno sforzo si tese fino allo spasimo verso la bacchetta. Stavolta risucì ad afferrarla con la punta delle dita. La prese, si girò e Schiantò violentemente contro la parete della galleria il lupo mannaro.

Con le mani si aggrappò alle due estremità della fessura tra le radici. Si rizzò su e poi si accasciò sull’erba, senza fiato.

Ombre sul prato… Alzò la testa. Vide Potter… e Black. Potter lo fissava a bocca aperta. Black lo guardava sogghignando.

Black sapeva che l’amico era un lupo mannaro… l’aveva mandato apposta lì… La rabbia ribollì di nuovo in lui. Sarebbe stato così facile lasciarsi andare… Aprì la bocca, inghiottendo terra.

- Black…- sibilò. Con uno sforzo riuscì ad alzarsi in piedi, appoggiandosi al tronco. Si tenne la gamba ferita e sanguinante con una smorfia. Guardò Black e con deliberata lentezza gli puntò addosso la bacchetta.

- Io ti ammazzo, bastardo- ringhiò.

Black sbuffò sprezzante. Potter si girò verso di lui, gli occhi sgranati.

- Felpato… Gli hai detto tu come entrare?

Dal tono di voce sorpreso, Severus capì che non sapeva niente dello scherzo.

- Black…- chiamò. Il ragazzo si girò verso di lui.

Lo Schiantesimo, alla massima potenza, colpì Black alla spalla. Il ragazzo cadde a terra. Nello stesso istante, a Severus sfuggì la bacchetta dalle dita e si accasciò inerme.

Ondeggiò nel torpore… poi vide qualcuno accanto a sé.

- Piton? Tutto bene?- era la voce di Potter…- Remus, no!

Severus sbarrò gli occhi. Il lupo mannaro era riuscito ad uscire ed ora ringhiava in direzione dei due ragazzi, il pelo ritto e i denti digrignati.

Potter si mise fra l’amico e Severus.

- Diamine, Lunastorta, calmati, sono io… Il tuo amico… James… Ramoso.

Severus si chiese confusamente perché Potter lo stesse difendendo.

Il lupo latrò forte e si preparò ad un balzo.

Severus sentì Potter mormorare,- Ah, al diavolo…- pochi secondi dopo, al posto del ragazzo stava un cervo, che si erse sulle zampe posteriori per poi caricare a testa bassa contro l’amico.

Fu l’ultima immagine che Severus vide.

Poi, il nulla.

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Capitolo 12
*** - Atti criminali, minacce ed insolite fortune - ***


12

- Atti criminali, minacce ed insolite fortune -






La mamma sta piangendo.

Ma lo fa sempre… Non preoccupatevi, principino.

Ed ora urla… La sento. Brix, fai qualcosa!

Ma cosa posso farci io, padroncino?

Falla smettere, falla smettere… Si tappa le orecchie con le mani e ondeggia, appoggiato alla parete. Tiene gli occhi chiusi. Non li vuole aprire, non li vuole aprire…

Ora vi porto a letto.

Braccia calde e sicure, anche se gracili, lo cingono. Piange.

Urla… Non mi piace quando la mamma urla! Falla smettere! Falla smettere!

Apre gli occhi il principino, le iridi solitamente nere improvvisamente cerchiate di un verde brillante. Il fedele elfo domestico strilla e si ritrae, facendolo cadere…

Sbatte a terra il padroncino. Si volta e vede… Sono in cucina. La bacchetta della mamma è per terra… Le è caduta.

Ma la mamma dov’è?

Eccola lì, dietro il tavolo… è inginocchiata, e piange. Si tiene la veste contro il petto…

Oh, ma… La schiena è nuda, e brilla vermiglia!

Una cinghia. Un urlo ancora.

I cerchi verdi attorno alle iridi d’ebano si fanno pericolosi. L’aria si addensa. L’elfo strilla e si accascia contro la parete.

Calmatevi, padroncino, urla terrorizzato il gracile elfo.

La cristalleria che c’è in cucina si rompe in mille pezzi. Il calderone fumante spruzza liquido in aria.

Una cinghia. Un urlo ancora.

La bacchetta è lì, lì davanti.

La prende.

Lascia stare la mia mamma!

L’uomo si volta. Quel volto, così simile a quello che diventerà un giorno quello del bambino… quel naso adunco, quegli occhi neri, si riflettono negli occhi colmi d’odio del suo stesso figlio.

Ne vuoi anche tu, stronzetto? Sarebbe ora… Ti nascondi troppo sotto le sottane di quella puttana di tua madre!

Solo quando sarà più grande, il bambino capirà che il padre era ubriaco. Ma nemmeno allora lo perdonerà.

Lascia stare la mia mamma! ripete soltanto… Non c’è bisogno di aggiungere nulla, il pavimento trema.

Allora ne vuoi proprio…

Distoglie l’attenzione dalla moglie e avanza minaccioso verso l’esile figlioletto, che gli punta la bacchetta contro con un’espressione terribile a vedersi nel volto di un bambino di soli otto anni…

Imparerai il rispetto per tuo padre, ripugnante scherzo di natura…

La cinghia cala. La bacchetta si leva. Prima che sua madre riesca a dire “No!”, la parola letta giorni prima in biblioteca affiora spontanea alle labbra del piccolo…

Stupeficium!!!



Severus sbarrò gli occhi, madido di sudore. Era sdraiato supino in un letto, protetto da soffici coperte bianche. Tende dello stesso colore si stendevano tutt’intorno al letto.

Era la seconda volta quell’anno che si ritrovava in infermeria. Sorrise amaramente.

Fece per scostare le tende, ma si fermò quando sentì una stridula voce femminile davanti al suo letto.

- … degli irresponsabili!- stava urlando la voce,- Sono scioccata dal vostro comportamento! Pazzi! Malati! Non ho mai avuto degli studenti simili…

- Si calmi, professoressa!- intervenne un’altra voce, più posata,- Hanno bisogno di riposo, tutti quanti!

La prima voce riprese come se non fosse stata mai interrotta,- … mai avuto degli studenti simili, che fanno correre dei rischi simili ai propri compagni!

- Era solo uno scherzo- mugolò una voce maschile alla destra di Piton. Il ragazzo comprese che si trattava di Black e sentì il sangue ribollire nelle vene.

- Uno scherzo, signor Black?- scattò la voce della McGranitt,- Uno scherzo?- ripetè,- Signor Black, lei mi delude profondamente! Lei è uno sciocco pericoloso, uno stupido ragazzino convinto di essere sempre nel giusto, no? Bene, signor Black, a causa della vostra bravata…

- Un attimo, James non ne sapeva niente! Almeno non punite lui!

- Benissimo- Severus poteva quasi immaginarsela, con le narici dilatate al massimo come sempre quand’era furiosa,- Bene, signor Black, allora, a causa della sua bravata tolgo a Grifondoro tutti i punti che avete rimediato in tutto l’anno scolastico!

Black gemette,- Professoressa, ma la Coppa delle Case…

- Non mi parli della Coppa delle Case, Black, quando al suo fianco giace un compagno che per colpa sua ha rischiato di morire, se non fosse stato salvato da Potter… coraggioso, lo ammetto… e che presto si sveglierà scoprendo d’essere un Lupo Mannaro!

Severus trasalì. Sì, era stato morso da Lupin… Ma teoricamente non correva alcun pericolo. Però era bello pensare che sarebbe stato questo a togliere gloria a Black.

Black intanto si stava lamentando con la McGranitt per l’ingiustizia della cosa, finché non fu interrotto seccamente da una nuova voce maschile. Quella di Potter.

- Ora basta, Sirius, hai detto e fatto anche troppo.

Il silenzio improvviso che seguì queste parole fu rotto pochi minuti dopo, quando Severus sentì che la porta si stava aprendo.

- Professor Silente!- disse la McGranitt,- Ah…- s’interruppe, poi si schiarì la gola e riprese,- Lei è a madre del ragazzo?

Fu con un tuffo al cuore che Severus riconobbe la voce di sua madre mormorare un assenso.

La voce della McGranitt divenne titubante,- Suo figlio è… mhm… in questo letto- Severus vide l’ombra della vecchia donna avvicinarsi alle tende,- Non si è ancora svegliato.

- Allora non lo sveglierò. Come sta?

Si fece il silenzio, poi la McGranitt parlò.

- Signora, non vorrei che si facesse illusioni. Madama Chips sta analizzando il suo sangue, ma ci sono pochissime possibilità che non sia stato…- s’interruppe,- E’ stato… Non so se il professor Silente gliel’abbia detto…

- Mi sono limitato a convocarla qui, Minerva- disse tranquilla la voce di Silente,- Non ho fatto in tempo a spiegarle cosa sia successo. Non essere troppo brusca- aggiunse.

- Cos’è successo a mio figlio?- disse sua madre, la voce vibrante di preoccupazione.

- Questo ragazzo ha trovato divertente attirare suo figlio nella tana di un… Lupo Mannaro- la McGranitt esitò,- Suo figlio è stato morso ad una gamba. Crediamo sia stato infettato.

Nell’istante di silenzio che si creò dopo queste parole, si udì distintamente un rapido avvicinarsi di passi.

- Ho analizzato il sangue- annunciò la voce di Madama Chips, tremante di gioia,- Il ragazzo non è infetto.

- Sei sicura?- chiese Silente.

- Sì.

Nel letto, riparato da sguardi indiscreti, Severus sorrise. Seguì con scarsa attenzione il resto della conversazione- col racconto preciso degli avvenimenti, strappato a forza da Black- fino a che sua madre non lo riportò alla realtà con una domanda rivolta a Potter.

- Quindi sei stato tu ad impedire al tuo amico Mannaro di uccidere mio figlio?

- Sì, signora.

- Un ragazzo coraggioso. Come ti chiami?- chiese all’improvviso.

- James Potter, signora.

- Potter…- mormorò sua madre,- Ho già sentito questo cognome.

Ci fu un silenzio impacciato,- Immagino in termini… non molto lusinghieri- disse titubante Potter.

Di nuovo silenzio. Sua madre ridacchiò,- In effetti. A sentire mio figlio, sei uno scavezzacollo con la mania di lanciargli incantesimi.

Potter si schiarì la gola ,a disagio.

- Non è divertente prendersela con quelli che ti sembrano più deboli, ragazzo- disse improvvisamente sua madre, con voce seria,- Non si può mai sapere quanto il rancore potrebbe crescere. Quanto i deboli potrebbero rivelare la propria forza e ricordare chi li tormentava.

Aveva un tono di velata minaccia e Severus fece un sorrisetto, immaginando i volti stupiti di tutti i presenti.

- Ha ragione, signora- disse infine Potter.

- Direi proprio di sì, ragazzo.

Silente intervenne per salvare Potter dal disagio crescente,- Signora, intende denunciare il signor Lupin?

- No. Non intendo attirare l’attenzione- rispose altera sua madre. Severus si morse la lingua quando il clima della stanza gelò ulteriormente,- Intendo dire, su quel povero ragazzo- si affrettò ad aggiungere sua madre,- Ho letto da qualche parte che i lupi mannari non sono mai coscienti di quel che fanno. Ma- disse dopo una pausa,- Mi aspetto che questo ragazzo, Black, venga punito severamente.

- Senz’altro, signora- assicurò affabile Silente,- Ora, visto che questo increscioso incidente si chiude qui, vorrei pregare tutti voi di non dire nulla al vostro amico. Sta già abbastanza male per le trasformazioni; se sapesse di aver attaccato qualcuno si dispererebbe. E’ un ragazzo sensibile.

- Signore- azzardò Potter,- Credo che ci vorrà comunque qualche spiegazione. Per giustificare la punizione di Sirius.

- Giusto, signor Potter. Allora direte al signor Lupin dello “scherzo” del vostro degno compare, ma gli mentirete sul finale, dicendogli di aver fermato il signor Piton prima che potesse entrare.

- Per me va bene, signore. Anche per Sirius e Peter- aggiunse prima che Black potesse dire qualcosa,- Ma non sono proprio sicuro che Piton manterrebbe il segreto…- disse dubbioso.

- Non si preoccupi di questo, signor Potter- disse tranquillamente Silente,- Mi occuperò io di parlare con il signor Piton.

Severus sbuffò silenzioso. Ma sì, che ci avrebbe guadagnato a spifferare a tutti che Lupin era un Lupo Mannaro? E poi sapeva fin troppo bene come ci si sente a nascondere qualcosa agli amici. Decise che si sarebbe astenuto dal rivelare alcunché; non ne avrebbe parlato nemmeno a Lily.

- Ora suggerisco di lasciar riposare questi ragazzi- disse Silente,- Non vorrei rischiare di svegliare il signor Piton. Signora, vuole venire nel mio ufficio per una tazza di tè? Per aspettare che suo figlio si svegli?

La madre di Severus declinò gentilmente l’offerta,- Mandatemi un gufo quando si sveglia- pregò; poi Severus la sentì uscire dall’infermeria.

- Minerva, porteresti il signor Potter e il signor Minus al loro dormitorio?- disse Silente.

La McGranitt annuì. Ci fu qualche minuto di trambusto, poi finalmente l’infermeria fu immersa nel silenzio e le luci furono spente, sprofondando la stanza nell’oscurità della notte. Severus attese qualche minuto, poi tirò le tende e si alzò silenziosamente, diretto al bagno dell’infermeria.

Quando ritornò, si era appena rimesso a letto che udì la voce di Black. A quanto pare era ancora sveglio.

- Tutto a posto, Mocciosus?- disse.

Severus inspirò profondamente prima di rispondere,- Sì, Black, grazie.

Immaginava che il ragazzo intendesse chiedergli scusa per lo stupido scherzo mortale che gli aveva combinato; ma raggelò quando sentì le parole del ragazzo sdraiato accanto a lui.

- Peccato, Mocciosus. Avevo sperato che morissi. O almeno che diventassi un Lupo Mannaro, così la Evans sarebbe scappata da te. Vi ho visti, Mocciosus. Vi ho visti e lei è di James, chiaro? Perciò se vi fate vedere di nuovo insieme…

Non terminò la frase.

Seveurus vegliò a lungo prima di addormentarsi.

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Capitolo 13
*** - Una lezione di storia - ***


13

- Una lezione di storia -






Pochi anni più tardi, una Lily in lacrime gli avrebbe chiesto di salvare il suo bambino. Di proteggerlo da qualsiasi cosa. Piangendo, gli avrebbe detto che solo lui aveva il potere di farlo… una convinzione che confessò esserle stata data da una conversazione svoltasi tra lei e Severus durante l’estate tra sesto e settimo anno di scuola…



Erano da poco iniziate le vacanze e tutti gli studenti erano tornati alle rispettive case; Serpeverde aveva vinto la Coppa delle Case, grazie anche al fatto che nel giro di una notte Grifondoro aveva perso tutti i propri punti e recuperare era stato davvero impossibile. Tutta la scuola aveva saputo che i punti erano stati tolti a causa di Black e di uno scherzo che quest’ultimo aveva fatto a Severus; ma nessuno seppe mai la natura dello scherzo, nemmeno Lily, nonostante avesse interrogato il ragazzo per ore e ore.

Lily e Severus si trovavano dunque per un po’ di giorni a casa di lui, sotto la ovvia sorveglianza di madre ed elfi domestici; passata qualche settimana sarebbero andati a stare a casa di lei. Stavano facendo in modo di far gradualmente accettare ai genitori dell’uno la presenza dell’altro, anche se fino ad allora non sembravano esserci stati problemi.

Dopo un lungo pranzo con la madre di Severus, Lily aveva chiesto di andare in biblioteca a studiare e preparare qualche verifica di Pozioni per il ragazzo; Eileen gliel’aveva permesso con un sorriso. Il ragazzo invece era rimasto ancora un po’ in sala da pranzo a parlare con la propria madre del più e del meno.

Dopo mezz’ora si alzò per andare a raggiungere Lily in biblioteca. La trovò subito, immersa nella lettura di un volume piuttosto grosso e vecchio.

- Che cosa leggi?- le chiese accomodandosi di fronte a lei.

Lily alzò lo sguardo verso il ragazzo e sorrise a mò di scusa; tenendo il segno con la mano richiuse il libro per mostrargli la copertina.

La sua prima impressione era stata giusta: il libro era vecchio. Vecchissimo. Severus si sentì mancare quando riconobbe la copertina nera e viola con il titolo stampato a sgargianti lettere dorate: “Fondamenti di magia senza bacchetta”.

Lily lo riaprì e fece per riprendere la lettura.

- E’ molto interessante- si interruppe e lo guardò aggrottando le sopracciglia,- Sevy, che hai? Sei pallidissimo.

Il ragazzo tentò disperatamente di trovare qualcosa da dire. Con tutti i libri che c’erano in quella biblioteca! Come aveva potuto Lily trovarlo? Avrebbe dovuto essere ben nascosto!

Si schiarì la gola.

- Ah, sì- disse,- Ricordo quel libro. In effetti è interessante. Ma tanto non puoi usare le magie lì descritte…

Lily annuì,- Sì, l’ho visto. In prima pagina c’è un sottotitolo abbastanza chiaro in proposito: Trattato sull’uso della magia dei principi di Scozia. Quindi li possono usare solo questi fantomatici principi, ma… è interessante lo stesso!- sembrava entusiasta. Poi si bloccò,- Ah… Sevy?

- Mhm?- fece lui, sforzandosi di restare calmo.

- Chi sono i “principi di Scozia”?- chiese la ragazza,- Non li ho mai sentiti nominare…

- Non mi stupisce- disse lui, con un tono di voce quasi sprezzante. Lily arrossì.

- Bè, dai, è impossibile seguire le lezioni di Storia della Magia! Non so come tu faccia…

Severus la interruppe con un cenno della mano,- Vuoi una lezione di storia?- chiese.

- Cosa?- fece lei, confusa; poi capì cosa intendesse il ragazzo e annuì,- Ah, sì. Grazie.

Severus si raddrizzò sulla sedia e le prese delicatamente il libro di mano. Poi iniziò.

- I principi di Scozia, o Atrati Caledoniae, che in latino significherebbe “popolo vestito di nero proveniente dalla Scozia”- aggiunse rapido,- arrivarono dal loro paese natale qui in Inghilterra sul finire del quarto secolo prima della nascita di Cristo. Erano una stirpe di maghi molto potenti, e sapevano tranquillamente praticare la magia anche se privati della bacchetta. Dovrei ovviamente aggiungere che quello della bacchetta è un espediente comunque successivo alla venuta degli Atrati Caledoniae. Ma questo lo saprai già, immagino.

Lily annuì.

- Dunque- riprese Severus,- Arrivando qui, trovarono un macello: tribù senza controllo, razzie e tutto quel tipo di cose che accadono senza un capo. Dopo qualche decennio di lotte tra clan, gli Atrati Caledoniae presero posto come regnanti d’Inghilterra. I maghi britannici ebbero sin dall’inizio un capo, prima ancora dei loro vicini Babbani.

Lily aggrottò la fronte,- Tutta questa roba Rüf non l’ha mai detta- disse stupita,- Me ne ricorderei. Perché non ne ha mai parlato?

Severus chiuse gli occhi e schioccò i muscoli del collo,- Semplice: il programma ministeriale di Storia della Magia non include queste informazioni.

- Ma…- Lily era ammutolita,- Perché?- riuscì a dire dopo qualche tentativo.

- Ci arriverò in un tempo relativamente breve. Dunque, i nostri principi scozzesi governarono gli esseri magici d’Inghilterra per qualcosa come milleottocento anni. Erano giusti e non facevano distinzioni tra maghi umani e animali fantastici o creature semi-umane come ad esempio i centauri. Possedevano inoltre un’aura di enorme potere che, se sguinzagliato, poteva essere davvero pericoloso. Meglio non farli infuriare, insomma- s’interruppe e accarezzò soprappensiero la copertina del libro,- Nel 1472 ebbero l’idea di espandere i diritti dei non umani. Diedero parecchie foreste a centauri e unicorni e acromantula, senza chiedere nulla in cambio. Le specie più pericolose, però, dovettero giurare sulla propria morte che mai avrebbero attaccato i regnanti. Gli Atrati Caledoniae strinsero così una moltitudine di patti magici vincolanti con queste specie… Non era poi tanto terribile, visto i benefici che avrebbe comportato. Molte specie chiesero addirittura di essere modificate. I Dissennatori, ad esempio- prese fiato,- Non sono sempre stati come ora li vediamo. In origine erano creature misericordiose d’ombra e fuoco che uccidevano coloro che in vita avevano sofferto oltre i limiti di sopportazione. Ovviamente chiedevano il permesso, prima… C’era una specie di formula rituale, se non ricordo male.

Lily l’ascoltava, rapita, senza dare il minimo segno di volerlo interrompere. La voce di Severus stava acquistando forza man mano che il ragazzo parlava, ed il racconto prendeva quasi luce, abbagliandola.

- Bè, i Dissennatori, che prima avevano un altro nome che ora non ricordo, chiesero la facoltà di assorbire i pochi pensieri felici delle loro vittime prima di ucciderle. Insomma, erano stanchi di vedere sempre dolore e morte: volevano un po’ di felicità anche per sé. Inoltre chiesero di poter uccidere con un bacio; prima ammazzavano con una specie di coltello, il bacio gli sembrava più di classe. Ma non si può avere tutto- alzò le spalle,- Queste richieste erano parecchio difficili da accontentare, nonché un pochino empie. Perché si avverassero bisognava rinunciare a qualcosa… I Dissennatori rinunciarono a due cose: primo, alla loro forma abbacinante; e secondo, alla capacità di mutare il proprio aspetto in quello verso cui la vittima aveva provato i sentimenti più intensi. Quindi divennero quei disgustosi parassiti che conosciamo noi. Ovviamente dovettero giurare di non usare i loro poteri contro la casa regnante, ma era un prezzo equo, diciamo.

S’interruppe per un attimo e sgranchì le dita delle mani.

- Continua, ti prego- sussurrò Lily.

- Ok- Severus si passò un dito sulle labbra, pensieroso,- Ma come sai, gli esseri umani sono i più meschini e gretti di questa terra. Non sopportano di dividere il mondo con qualcosa che sia diverso da loro, anche se si tratta di esseri intelligenti quanto loro o anche molto di più. Perciò, dopo tutta questa carrellata di concessioni ai non umani, i maghi persero la pazienza ed insorsero contro gli Atrati Caledoniae. Strapparono loro il trono ed il titolo faticosamente conquistati e li spedirono in esilio in Irlanda: fuori dal regno, ma abbastanza vicini da essere tenuti d’occhio.

Smise di nuovo di parlare e tenne gli occhi chiusi, come se si sentisse male.

- Vai avanti- lo pregò la ragazza con una sfumatura quasi implorante nella voce. Era splendido come le parole di Severus prendessero corpo e la abbagliassero con la loro bellezza. Era quello che la sua insegnante Babbana di quand’era piccola avrebbe potuto chiamare un racconto fatto col cuore. Severus era totalmente immerso nella propria narrazione: si commuoveva nei punti giusti, come se si sentisse anche lui oltraggiato dall’indegno comportamento che i maghi avevano riservato ai propri sovrani.

- Vai avanti- ripetè Lily,- E’ così bello.

Severus annuì.

- Da quel giorno nacque il Ministero e tentò in ogni modo di cancellare il ricordo dei principi di Scozia dalla memoria collettiva. Laddove non poteva, li screditava. Gli Atrati Caledoniae vissero in Irlanda, costantemente sotto controllo, fino al 1834- si fermò di nuovo e stavolta sembrava proprio intenzionato a non dire più una parola.

- Cos’è successo nel 1834?- chiese famelica Lily.

Severus fece un gesto vago con la mano,- Scomparsi- disse.

Lily ridacchiò,- Come, scomparsi?- chiese. Credeva che scherzasse.

Ma Severus era serissimo,- Scomparsi, semplicemente. Un giorno c’erano, quello dopo erano svaniti. Si ipotizzò che si fossero trasferiti altrove, stanchi della sorveglianza.

Lily lo guardò.

- E...- s’interruppe, pensierosa,- E adesso dove sono? Sono stati trovati?

Severus scosse la testa,- Per niente. Nessuno ancora sa dove si trovino. Sono svaniti nel nulla.

- Ma… Potrebbero essere ovunque!- esplose Lily dopo qualche attimo di riflessioni.

- Già- commentò laconicamente Severus,- Già.

Rimasero in silenzio per parecchi minuti. D’un tratto Lily si riscosse e si alzò.

- Ah… Dovevo chiedere una cosa a tua madre…

Severus piegò la testa di lato.

- Credo che sia ancora in salone.

- Allora la raggiungo!- Lily fece per raggiungere la porta della biblioteca, poi si fermò,- Non vieni?- chiese.

- Solo un attimo.

- Ok- scuotendo la testa per lo strano comportamento del ragazzo, Lily uscì, diretta alla sala da pranzo.

Severus rimase seduto ancora qualche minuto, perso nei propri pensieri. Poi si alzò in piedi.

- Brix- chiamò piano.

Subito gli apparve di fronte il vecchio elfo domestico.

- Avete chiamato, padroncino?

Severus gli mise tra le mani il pesante tomo che stava leggendo Lily. Nel vedere il titolo, l’elfo sussultò.

- Scusate, padroncino. Non pensavo fosse in biblioteca, credevo che Salor l’avesse messo via…- disse tutto impaurito, con voce tremante.

Severus l’interruppe con un cenno della mano,- Buono, Brix. Non ti faccio niente.

- Ah- con un sospiro, l’elfo si sgonfiò come un palloncino.

Il ragazzo si accovacciò davanti a Brix, trovandosi così a guardarlo negli occhi.

L’elfo cominciò a tremare.

- Brix…- iniziò Severus, dolcemente,- Fai sparire quel libro.

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Capitolo 14
*** - Natale a Prince Manor - ***


14

- Natale a Prince Manor -






Per Natale i genitori e la sorella di Lily, Petunia, vennero invitati a trascorrere le feste a casa di Severus. Sua madre fece tutto con cura, trasformando il salone d’ingresso e le numerose sale in in un tripudio di colori.

Fu subito chiaro ai coniugi Evans che quella non era una dimora comune nemmeno tra i maghi.

La madre di Lily fu deliziata dall’ordine, dalla pulizia, dalla grandiosità della casa. Il padre rimase scioccato del fatto che la sua bambina intrattenesse relazioni con gente che pareva trasudare tanta ricchezza ed opulenza e si chiese se per caso avesse sbagliato qualcosa nella sua educazione: le aveva sempre detto che non era il denaro a rendere veramente felice una persona… Ma forse, pensò scuotendo la testa e posando il bagaglio sul pavimento, Lily era innamorata del ragazzo per altri motivi… Sperava di sì.

Petunia, quando aveva saputo dell’invito, era rimasta disgustata dal fatto di trovarsi invischiata in una gita tra gli “strani”. Era rimasta disgustata anche durante il tragitto in macchina. Anche quando vide la casa- da fuori.

Ma quando entrò, cambiò improvvisamente idea- chissà perché- e decise che almeno quella famiglia di maghi poteva starle simpatica…

Severus li accolse con un sorriso da perfetto gentiluomo e fece cenno a Brix, che aveva aperto la porta agli ospiti, di far portate le valigie nelle stanze al piano di sopra.

Quando lo strano essere si avvicinò a loro, il colonnello Evans si parò istintivamente di fronte alla famiglia.

Severus sorrise.

- Non si preoccupi, signore- disse,- Brix non le farà del male. E’ un elfo domestico: vuole solo portare di sopra i vostri bagagli.

Sentendosi un po’ stupido, il padre di Lily lasciò fare il vecchio elfo e vide sua figlia ridacchiare sotto i baffi e raggiungere il fidanzato. Lo prese a braccetto e gli stampò un piccolo bacio sulle labbra.

- Signori- riprese Severus,- Immagino siate stanchi per il viaggio. Mia madre vi ha preparato un piccolo rinfresco in salone. Se volete seguirmi…

E partì, conducendo per i vasti corridoi gli Evans che, sempre più impressionati, camminavano tutti stretti l’uno all’altro. Lily gli si era avvinghiata al braccio e incedeva sicura, dando prova, agli occhi dei genitori, di essere stata abbastanza spesso in quella casa e di conoscerla bene.

- Questo salone…- disse dopo un po’ suo padre,- Manca molto?

- No, siamo arrivati- rispose Severus. Si fermò ed aprì una delle tante porte.

Di nuovo, le dimensioni e le decorazioni della stanza riempirono di meraviglia e stupore i genitori di Lily, mentre gli occhi di sua sorella si accendevano di cupidigia.

La madre di Severus li fece accomodare, sorridente e perfettamente sicura di sé: servì loro degli aperitivi- liquore dei maghi- e li intrattenne con chiacchiere di poco conto, mentre Severus e Lily, aproffitando della disattenzione di tutti, si dileguarono silenziosamente.



L’ora di cena giunse abbastanza in fretta: gli elfi domestici apparecchiarono il tavolo più grande con una tovaglia di broccato e stoviglie sontuosamente decorate. Eileen stava proprio facendo di tutto per stupire e meravigliare i genitori di Lily e ci riusciva alla perfezione.

Vicino al tavolo stava un albero di Natale, un abete carico di addobbi luccicanti, sotto le cui fronde, nel corso della cena, gli elfi domestici presero ad accatastare a poco a poco pacchi di doni.

Le portate in tavola furono squisite, una più buona e ricercata dell’altra. Alla fine del pasto si raccolsero tutti attorno all’albero e presero a scartare i pacchetti.

Lily fu più rapida di Severus ed individuò subito il regalo che il ragazzo le aveva fatto: con piglio deciso agguantò il pacchetto, sottile e quadrato, e praticamente distrusse l’incarto.

Quando vide il contenuto le venne un colpo.

- Sevyyyyy!!!- urlò, scattando in piedi e ricoprendo di baci un Severus sempre più paonazzo.

Però non fu lui a fermarla, bensì la madre della ragazza, che con voce autoritaria ingiunse alla figlia di darsi una calmata.

Lily eseguì con una risatina e si sedette a terra, col suo regalo stretto al petto.

- Cos’è, Lily?- chiese sua sorella, malgrado tutto incuriosita.

Lily non rispose subito,- Non posso credere- disse con occhi luccicanti,- Non posso credere che tu sia andato in giro per negozi Babbani… per me! Oh, Sevy, sei stato dolcissimo…

Severus si schiarì la gola, imbarazzato.

- Dai, che cos’è?- domandò di nuovo Petunia, sempre più curiosa proprio perché la risposta tardava ad arrivare.

- Si tratta- disse Lily solennemente,- Di un disco di vinile… dei Led Zeppelin, Pet! Il quarto! Quello con…- roteò gli occhi,- Stairway to heaven! Stairway to heaven, mia cara! Renditi conto!- esclamò tutta entusiasta.

- Ehm…- fece Petunia, sbuffando. Era evidente che i Led Zeppelin non incontravano i suoi gusti. Come un mucchio di altre cose, d’altronde.

- Ma ora dai, scarta il mio!- disse Lily, e avvicinò a Severus un pacchetto minuscolo.

Il ragazzo lo scartò, rivelando una graziosa scatolina di legno con intagliato un giglio dipinto di rosso. Severus lo aprì, riverente, e scorse all’interno una treccia rossa e argento. La prese in mano.

Lily fece una smorfia buffa e una linguaccia,- Mi hanno assicurato che è un ottimo ingrediente per le pozioni… Crini di unicorno, intrecciati con…- esitò,- … ah, bè, con un ciuffo dei miei capelli.

Severus sorrise e le scompigliò i capelli con la mano,- Grazie, Lily…- mormorò.



Dopo lo scarto dei regali Eileen fece partire della musica da ballo: erano tutti lenti, alcuni dei quali accompagnati da canti malinconici.

Severus fece un buffo inchino a Lily e le chiese subito di ballare. La ragazza accettò e cominciarono a volteggiare per la vasta sala.

Severus era felice. Non si era mai sentito tanto felice in tutta la sua vita. Danzava, conducendo con sé Lily con perfetta eleganza e man mano che ballavano, prese forma nella sua mente un pensiero, una splendida idea da esporle subito, prima che fosse troppo tardi, prima che la sua naturale timidezza e riservatezza gli impedissero di dar voce al proprio desiderio…

Fermò la danza.

- Sevy? Che c’è?- fece Lily, confusa, mentre Severus s’inginocchiava di fronte a lei.

- Lily…- sussurrò il ragazzo, a fior di labbra,- Lily, mi vuoi sposare?

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Capitolo 15
*** - Una scala per il paradiso - ***


15

- Una scala per il paradiso -






Eileen scese in sala da pranzo per la colazione, non trovandovi nessuno; bè, se lo aspettava. Dopotutto, la notte precedente, dopo l’inaspettata proposta di matrimonio di suo figlio, erano rimasti tutti alzati fino a tardi per discutere ogni minimo dettaglio…

Sorrise e chiamò Brix con un sussurro. L’elfo apparve all’istante.

- Buongiorno, padrona. Vi faccio portare la colazione?

- Sì, grazie, Brix. Gli ospiti stanno ancora dormendo?

- Sissignora. Tutti dormono profondamente.

- E Severus?

- Anche lui.

Eileen lo fissò per qualche istante, assorta. Sembrava stesse per dire qualcosa. Poi alzò le spalle.

- Molto bene, Brix. Puoi portarmi la colazione, grazie- disse. E si sedette.



Severus stava dormendo, quando d’improvviso fu svegliato da voci e musica. Aprì gli occhi, confuso. Giaceva supino nel suo letto, e la musica continuava a echeggiare nella stanza. Non se l’era sognata… Gli parve di riconoscerla: l’aveva già sentita da qualche parte…

Poi non ci pensò più, perché non era solo nella stanza: seduta ad un lato del letto, intenta a fissarlo, c’era Lily.

La ragazza sorrise quando incrociò il suo sguardo.

- Buongiorno, amore- disse.

Severus si mise seduto,- Lily? Mhm… Cos’è questa musica?- domandò, quando iniziò un nuovo, scatenatissimo pezzo.

- E’ il vinile che mi hai regalato ieri, zuccone!- scherzò lei.

- Ah. E… Esattamente, che ci fai qui?

Lily si strinse nelle spalle,- Volevo solo guardarti dormire. Hai un’espressione così dolce sul volto…

Allungò una mano a portargli un ciuffo di capelli dietro le orecchie. Severus fermò quel gesto e le bloccò il braccio, avanzando lentamente a darle un bacio. Lily rispose.

Severus rabbrividì. Prima ancora che se ne rendesse conto, le mani corsero ai fianchi di Lily e la strinse a sè. Lei gli si avvinghiò più stretta e chiuse gli occhi.

Intanto il vinile aveva continuato ad avanzare, e in quel momento risuonavano le dolcissime note di Stairway to heaven.

There's a lady who's sure all that glitters is gold

And she's buying a stairway to heaven

When she gets there she knows if the stores are all closed

With a word she can get what she came for

Woe oh oh oh oh oh… And she's buying a stairway to heaven…

A Lily sfuggì un sospiro quando le mani di Severus, sempre dotate quasi di vita propria, le accarezzarono dolcemente la schiena per poi giungere giù, verso il bordo della camicia da notte che la ragazza indossava.

There's a sign on the wall but she wants to be sure

’cause you know sometimes words have two meanings

In a tree by the brook there's a songbird who sings

Sometimes all of our thoughts are misgiven

Woe oh oh oh oh oh… And it makes me wonder… And it makes me wonder…

La ragazza si scostò da lui, afferrò la camicia da notte e la sfilò dalla testa. Poi gli si riavvicinò. Severus inclinò il capo e ricominciò a carezzarle lentamente il corpo mentre Lily gli toglieva la veste e iniziava a baciargli il petto.

There's a feeling I get when I look to the west

And my spirit is crying for leaving

In my thoughts I have seen rings of smoke through the trees

And the voices of those who stand looking

Woe oh oh oh oh oh… And it makes me wonder… And it makes me wonder…

Accadde prima che se ne rendessero conto: sempre continuando a baciarsi e accarezzarsi, si sdraiarono sul letto e tentarono di sfilarsi anche gli ultimi impacci.

And it's whispered that soon, if we all call the tune

Then the piper will lead us to reason

And a new day will dawn for those who stand long

And the forests will echo with laughter

Severus si mise su di lei e poi si bloccò. Lily lo guardò, confusa.

- Che c’è?- mormorò.

If there's a bustle in your hedgerow, don't be alarmed now:

It's just a spring clean for the May Queen

Il ragazzo scosse la testa.

- Ah… Io… Ho paura di farti male- arrossì.

Yes there are two paths you can go by, but in the long run

There's still time to change the road you're on

- Non mi fai nulla, testone!

- Ma se è così mi avverti?

Lily sorrise,- Va bene…

And it makes me wonder...

- A… Allora ok…

Your head is humming and it won't go because you don't know

The piper's calling you to join him

Dear lady can't you hear the wind blow and did you know

Your stairway lies on the whispering wind

Riprese ad accarezzarla, come per abituarsi alla situazione totalmente sconosciuta, a quel corpo così diverso dal suo. Poi, grazie ad una ventata di coraggio improvviso, lo fece, strappandole un gemito sommesso.

Si fermò subito.

- Ti ho fatto male?

Lily si morse il labbro inferiore,- No, non preoccuparti.

Si mossero all’unisono.

E Robert Plant continuava a cantare…

And as we wind on down the road

Our shadows taller than our souls

There walks a lady we all know

Who shines white light and wants to show

How everything still turns to gold

And if you listen very hard

The tune will come to you at last

When all are one and one is all

To be a rock and not to roll…

Un respiro mozzato, improvviso nel silenzio convulso degli ultimi minuti. Seguito da un altro, da una fonte diversa. Pochi ansiti sommessi.

- Ti amo…- sussurrato in un soffio, a due voci.

And she's buying a stairway to heaven…



Di sotto, intanto, si erano ormai alzati tutti ed erano intenti a fare colazione.

D’un tratto la madre di Lily, guardandosi intorno, parve realizzare che la figlia non ci fosse. E nemmeno Severus.

La cosa la preoccupò.

- Dove sono i ragazzi?- chiese quindi.

- Attenda un attimo…- disse Eileen,- Brix!- chiamò.

L’elfo apparve subito.

- Sì, padrona?- disse.

- Brix, dove sono Lily e Severus?

- Il padroncino è ancora a letto. Anche la padroncina- rispose il vecchio elfo.

La madre di Lily lo guardò,- Padroncina?- ripetè.

- Sì, dato che si sposeranno, gli elfi hanno già cominciato a chiamare così sua figlia- rispose Eileen,- Grazie, Brix, puoi tornare alle tue mansioni…- agitò una mano e il vecchio elfo, dopo aver annuitò, sparì.

Ricomparve nello stesso istante davanti alla porta della camera di Severus e ascoltò in silenzio i rumori provenienti dall’interno.

Bè, lui aveva risposto più o meno correttamente alla domanda della padrona. Se poi a lei non veniva in mente di chiedere se i ragazzi fossero nello stesso letto…

Alzò le esili spalle. Bé: tanto meglio per loro.

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Capitolo 16
*** - Il nostro amore perfetto (…è stato tutto uno stupido sogno…) - ***


- Il nostro amore perfetto -

(…è stato tutto uno stupido sogno…)






Severus uscì dalla doccia e s’infilò un accappatoio verde di morbida spugna. Poi si pettinò i capelli all’indietro e li raccolse in una coda.

Spiò dal vano della porta aperta: Lily stava davanti al grande specchio a figura intera che c’era in camera del ragazzo e si stava sistemando la camicia da notte esattamente com’era un’ora prima.

La ragazza sorrise alla propria immagine riflessa. Aveva ancora le gote arrossate e un aspetto in qualche modo più maturo ed adulto.

- Sai…- iniziò, e fissò il riflesso di Severus che la guardava appoggiato alla porta, con le braccia conserte,- Se mia madre lo sapesse, credo che mi ucciderebbe!

Severus la abbracciò da dietro, stampandole un bacio sulla nuca.

- Ti dispiace?- mormorò.

Lei scosse la testa,- No, Severus- disse. Posò le mani su quelle del ragazzo, voltò il capo e lo baciò,- E poi finita la scuola ci sposeremo… E non c’è bisogno che lei sappia cos’è successo qui oggi.

- No, infatti- Severus si trovava abbastanza d’accordo con Lily, non gli sembrava il caso di andare ad informare i genitori dei più recenti sviluppi… Ma sua madre se ne sarebbe accorta. Sì, ne era certo: lei avrebbe percepito il cambiamento in lui.

Lily trasalì leggermente,- Cos’è quel libro, Severus?- chiese, sciogliendosi dall’abbraccio.

Lui la guardò, confuso. Che c’entrava in quel momento?

- Qui è pieno di libri, Lily…- disse, con una sfumatura leggermente ironica nella voce.

- Quello grosso… sulla scrivania…- la ragazza raggiunse rapidamente il punto che aveva appena indicato e prese in mano il libro nello stesso istante in cui lui, riconoscendolo, sussultava.

- E’ solo un regalo che mi hanno fatto…- minimizzò, scrutandola ansioso. Lei non gli badò e guardò il titolo. Strinse gli occhi e poi li rivolse al ragazzo.

- “Le Arti Oscure nei secoli”?- recitò torva.

- Te l’ho detto, è un regalo. Lo sai che non mi interessano queste cose, ma mica potevo renderlo!

- E chi ti ha fatto questo bel regalo? Ah, ma naturalmente- aggiunse mentre apriva il libro e leggeva la dedica,- Ovvio. Lucius Malfoy.

- E’ un regalo, sarebbe stato scortese renderglielo- ripetè Severus.

- Scortese, ma necessario- fece lei, secca. Posò il libro sulla scrivania,- Severus… Credo che dovremmo affrontare un certo discorso- incrociò le braccia, accigliata.

Lui la guardò, scettico. “affrontare un certo discorso”? Proprio ora, dopo che si erano appena amati e il letto era caldo del loro abbraccio, affrontare un discorso che la rendeva palesemente nervosa ed ostile?

Allargò le braccia.

- Dimmi pure, Lily.

Stava firmando la loro condanna.



Lily lo osservò mentre si sedeva sul letto e la guardava, perfettamente sereno. No, non doveva prenderla in modo così calmo: doveva capire la gravità della situazione, accidenti! Non vedeva il pericolo cui s’avvicinava sempre di più?

- Non mi piacciono i tuoi amici, Severus- esordì, secca,- Sono pericolosi. S’interessano delle Arti Oscure, e stanno portando anche te in quella direzione. Tu non te ne accorgi, sei così ingenuo… Ma stai correndo un pericolo ed io non te lo posso permettere!

Lui la fissò, sul volto un espressione impassibile, ma in realtà era profondamente turbato.

- E cosa vorresti che facessi?- domandò tranquillamente.

- Tu dovresti…- esitò, poi proseguì, decisa,- Dovresti lasciare i tuoi amici. Dovresti frequentare compagnie più…- s’interruppe, alla ricerca di un termine adatto.

-… rispettabili, magari?- completò Severus per lei. Lei annuì.

- Sì, esatto. Rispettabili. Malfoy, i Lestrange, le sorelle Black…- elencò,- Tu scherzi col fuoco, e finirai per bruciarti anche molto! Si dice che vogliano unirsi ai Mangiamorte!

- Sono miei amici- replicò Severus, gelido.

- Appunto! Tu dici che sono tuoi amici! Ma vedi davvero con chi hai a che fare? Sono razzisti! Prova ad immaginare che cosa farebbero se scoprissero che sei mezzosangue… Ti volterebbero le spalle! Potrebbero anche ucciderti, per quel che ne sai!- si fermò. Aveva quasi urlato le ultime parole. Ma a fermarla non fu questo: fu la consapevolezza di quanto lo sguardo di Severus in quel momento fosse pericoloso.

- Ecco- proseguì a voce bassa,- Non… Non dovresti frequentarli. Dovresti rivolgere la tua amicizia verso persone più oneste. Ad esempio, Remus…

- Lupin- la interruppe lui, una smorfia sul volto,- Vorresti che io facessi amicizia con Lupin?

- E’ una persona meravigliosa- ribattè lei, seccata. Poi, comprendendo di muoversi su un terreno minato, pronunciò più piano le parole seguenti,- E poi… Bè, anche i suoi amici non sono tanto…

Severus scattò in piedi, con occhi roventi.

- Sono simpatici- mugolò Lily,- Se non credono di essere visti dai compagni, sono davvero gentili. Hanno tutta un'altra faccia che… Severus?!?

Il ragazzo la fissava, il volto a pochi centimetri dal suo atteggiato in una smorfia di disgusto, rabbia e shock.

- Ti incontri con Black e Potter?

- Non sono tanto male…- disse lei, con voce flebile. Non l’aveva mai visto così arrabbiato, così… maestoso. Le iridi nere erano cerchiate di verde… La ragazza trasalì e arretrò.

- Ti posso dire un paio di cosine su quegli angioletti?- Severus sputò le parole,- Lucius sarà anche un apprendista Mangiamorte come dici tu, ma il tuo simpatico Black è un aspirante assassino! E ti dirò un'altra cosa…- aggiunse, prima che Lily potesse chiedere il motivo di una simile affermazione,- Lucius è mio amico, sa che sono mezzosangue e continua ad essere mio amico, sa di te e continua ad essere mio amico! Continua a confidarsi con me ed è questo che fanno gli amici! Ma evidentemente Lupin non è tuo amico, altrimenti ti avrebbe detto il suo grande segreto!- aggiunse, colto da un’ispirazione improvvisa.

- Quale segreto?- esclamò Lily.

Severus alzò le spalle,- Ora non ha importanza…

- Oh, sì che ne ha!- urlò Lily, d’improvviso arrabbiata quanto lui,- Dimmi che intendevi dire! Subito!

- Altrimenti che fai? Mi lanci un incantesimo?- commento lui, sprezzante. Si scostò dalla ragazza,- Ma sì, che me ne frega? Il tuo amico è un lupo mannaro, e stava quasi per ammazzarmi per colpa di Black! Ecco cosa fanno i tuoi angelici nuovi amici!

Lily si spostò verso l’ingresso della stanza,- Oh, tutte balle! Sei un bugiardo! Sei addirittura capace di dire menzogne simili per portarmi via a Remus?- disse.

- Non sono balle, è tutto vero! Chiedi a Potter, potrà confermarti ogni cosa…

- Adesso basta!- strillò Lily. Si aggrappò al grammofono che aveva da poco smesso di suonare,- Sono stufa, Severus! Stufa! Sei patetico, ti aggrappi in modo infantile alla tua rabbia per Potter, e non fai che inventare frottole per giustificarla! Bè, sai che ti dico, Severus Piton?- scandì,- Potter mi ha invitato ad uscire, il prossimo finesettimana ad Hogsmeade, ed io avevo rifiutato!

Tolse il disco di vinile dal giradischi e lo scagliò a terra, con rabbia,- E sai che altro ti dico, visto che sei così stupido e immaturo?- schiacciò con decisione il tacco della pantofolina sul disco, spaccandolo,- Accetterò la sua proposta! Uscirò con lui! E prova a fermarmi!- lo sfidò.

Severus non si mosse. Non distolse lo sguardo dai frammenti neri di vinile, sparsi ovunque sotto il piede di Lily. Quel disco… Aveva fatto di tutto per trovarglielo… Quella musica… quella musica dolcissima aveva fatto da accompagnamento al loro amore… E lei l’aveva distrutto…

Lo accusava di mentire… Non gli credeva. Era ingiusto, ingiusto ed insopportabile… Allora non lo amava? Il loro amore così perfetto… non era stato altro che un’illusione? Uno stupido, sciocco sogno?

- Allora?- scattò la ragazza, la mano già sulla maniglia della porta.

Severus alzò lo sguardo su di lei, perfettamente freddo e controllato, il volto spaventosamente inespressivo.

- Se esci da quella porta, Lily...- disse in un sussurro,- Non tornerai mai più.

L’espressione di Lily si irrigidì e lei strinse la maniglia.

- Bene, Severus- disse, nello stesso tono.

- Bene.

- Benissimo!- urlò la ragazza, aprendo infine la porta con uno scatto, certa di non riuscire a sopportare oltre lo sguardo tranquillo di Severus, quella sua calma serafica, odiosa…

Sbattè la porta con forza. Severus la sentì che armeggiava nella stanza accanto, buttava tutto alla rinfusa nel baule ed infine scendeva le scale col proprio bagaglio. Sentì le voci confuse al piano di sotto chiedere cosa fosse accaduto.

- Benissimo…- mormorò Severus. Sbattè piano le palpebre, una, due, tre volte. Poi si chinò e cominciò a raccogliere i frammenti di vinile da terra, lento e metodico. Li mise tutti nella mano destra. Si rimise in piedi, e si ritrovò davanti al letto. Tremò.

Strinse con forza il pugno chiuso ed un rivolo di sangue prese a scorrere lungo il polso, per terra. Strinse e strinse, e i frammenti acuminati penetrarono sempre più nella carne della mano finchè non potè far altro che fermarsi e gemere di dolore…

Per tutto ciò che aveva perso…



- Severus?- lo chiama una voce, da una grande distanza. Avverte un caldo, forte abbraccio,- Severus. Bimbo mio, cos’è successo? Tesoro… ma tu stai tremando… La tua mano! Brix, porta qui Dana…

Parole, parole. Vuote e prive di significato. Dolore. Non alla mano sanguinante, non agli occhi, sebbene brucino, o alla gola, dove un groppo gli impedisce di parlare. Gli sembra di essere tornato bambino, quando la mamma lo abbracciava e lo consolava, e metteva tutto a posto.

Sempre, sempre ha messo a posto la mamma. Ma ora è grande, non può permetterlo. Deve gestire da solo il suo dolore, non è più un bambino…

Tenta di scostarsi.

- Oh, no. Shh, shh. Va tutto bene, bambino mio, ci penso io…

No. Basta. Ormai è grande.

Si scioglie dall’abbraccio confortante e si allontana di pochi passi da sua madre. Fissa l’elfo domestico.

- Non mi serve aiuto per la mano, grazie- dice, freddo,- Brix, prendi tutte queste cose… Le foto, le lettere, questa stupida scatola. E, oh, giusto…- apre il pugno ed estrae ad una ad una le schegge, sussultando ma senza dire nulla,- E questa roba- fa cadere a terra i frammenti sporchi di sangue,- E le lenzuola- aggiunge.

Brix arraffa tutto in un istante, non vuole rischiare di indisporre il padrone, non ora che è preso da gelida rabbia e che gli occhi brillano di verde.

- Cosa… Cosa faccio, padrone?

Severus gli da le spalle, fissa il palmo insanguinato e inspira profondamente mentre le prime, calde lacrime cominciano a scorrere lungo le gote pallide.

- Bruciale, Brix- sussurra,- Brucia tutto.



§FINE§



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Ok, bè… Prima che accorriate tutte armate di ascia per tentare di uccidermi, posso dire poche parole a mia discolpa?

Semplicemente, doveva finire così.

La Rowling ci fece sapere, nel quinto libro, che Lily e James avevano cominciato ad uscire insieme al settimo anno. Di conseguenza io, anche se avrei preferito di gran lunga un finale con un matrimonio grandioso ed uno splendido “e vissero tutti felici e contenti”, ho dovuto piegare il capo di fronte alla trama di J.K. Rowling, che è la vera autrice. Ed io non posso certo mettermi a modificare eventi importanti. Certo, mi direte che avrei potuto farlo, dopotutto questa è solo una fan fiction, e di conseguenza non ha tanta importanza se va fuori trama.

Ma purtroppo per l’amore perfetto di Lily e Sevy, io prediligo in modo in effetti un po’ troppo sadico nonché masochistico i finali tristi…

Comunque chissà, forse in una nuova fan fiction si incontreranno ancora… Ricordatevi che la mia è una piccola saga, ragazze, e chissà che i nostri piccioncini non si rivedano… No?

Fidatevi di me! Kisses

gealach


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