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Note di Fanny_80:Questa storia è interamente dedicata a Narcissa63,
una persona davvero speciale, no forse dire speciale è riduttivo... Lei
è un’amica, una confidente, una beta eccezionale ed è l’unica persona al mondo
con la quale potrei condividere il mio povero neurone XD. Lo sai che qualunque
cosa per te mi sembra sempre troppo poco, ma spero ti piacerà e che sentirai
quanto affetto c’ho messo, è tutta per te, per le chiacchierate al telefono a
qualsiasi ora del giorno, per la tua santa pazienza, per le partite a carte
fino a mezzanotte XD, per il meraviglioso regalo che hai deciso di farmi
quest’anno per Natale... e per tutto il resto, per augurarti un BUON
COMPLEANNO!!!! Ti voglio bene tesoro e spero di essere in grado di
dimostrartelo, beh almeno ci provo! Lo so, sono in leggero anticipo, mancano ancora
dieci giorni al compleanno di Carla, ma volevo organizzarmi per pubblicarle
l’ultimo capitolo proprio il 23, in modo che la storia sia completa e lei non
debba aspettare troppo.
Beta d’eccezione:Kaory74, che ringrazio infinitamente,
grazie, grazie, grazie!
Pairing:Draco/Harry.
Rating:NC17.
Disclaimer:Harry Potter e gli altri personaggi della
saga, sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti.
Questa storia non ha alcuno scopo di lucro e non intende infrangere nessuna
legge sui diritti di pubblicazione e copyright. Tutti i personaggi di questa
fan fiction sono immaginari e non hanno alcun legame con la realtà. Scene e
linguaggio contengono descrizioni, anche dettagliate e riferimenti ESPLICITI a
rapporti di tipo omosessuale.
Prompt:la fic è basata su un film che amo davvero
moltissimo, alla fine credo sia uno dei miei preferiti: “Harry ti presento Sally”. Ovviamente ho dovuto adattare un po’ i
personaggi alla trama, che francamente ho deciso di rispettare abbastanza,
proprio perché adoro il film ed ero curiosa di vedere Harry e Draco in certe
situazioni, ma spero comunque che non risultino troppo OOC e che la storia
possa piacervi.
Gli avvenimenti si
svolgono a due anni dalla fine della guerra, Harry, Draco e gli altri hanno
frequentato l’ultimo anno a Hogwarts ed ora si accingono a trovare il loro
posto nel mondo. L’eroe Del Mondo Magico decide così di trasferirsi in Scozia
dove intraprenderà speciali studi per poi entrare nell’Accademia Auror e si
ritrova inaspettatamente a condividere il viaggio con Draco Malfoy, su
richiesta di Cormac McLaggen, compagno di Casa di Harry, che ha avuto negli
ultimi mesi una relazione con il biondo. Dopo la guerra Malfoy e Potter non
hanno stretto alcun legame di amicizia ma hanno imparato a sopportare con
cortesia la presenza dell’altro, per questo motivo il Golden Boy accetta di
condividere il viaggio con lui ed il biondo non si fa scappare l’occasione,
perfettamente cosciente che l’utilizzo di mezzi magici per una così lunga
distanza è sconsigliabile, così l’idea di viaggiare con Potter finisce col
sembrargli la soluzione migliore...
Harry
ti presento... Draco.
Capitolo
1°
(Settembre 1999...)
Svoltando
l’angolo Harry intravide due ragazzi impegnati in una intensa lotta di lingue nel bel mezzo della
strada. Sembrava che McLaggen avesse intenzione di divorare Malfoy,
impedendogli così di partire.
Sospirò
pesantemente, mentre la sensazione che quel viaggio sarebbe stato un vero
incubo diventava sempre più una certezza, ed accostò l’auto al marciapiede
sperando che uno dei due lottatori si
accorgesse di lui.
Vana
speranza ovviamente.
Alla
fine si ritrovò a tossicchiare rumorosamente una, due, tre volte, fino a quando
Cormac non si separò dal compagno voltandosi a guardarlo con aria svampita.
“Ah
eccoti qui!” esclamò sorridendo con espressione poco sincera, non sembrava
molto felice all’idea che il suo
Draco intraprendesse un viaggio così lungo con un affascinante Harry Potter.
“Da
cinque minuti almeno...” replicò quest’ultimo, senza celare il suo fastidio
“Dietro è aperto, ma dubito sinceramente che riuscirai a ficcarci dentro
quello” ironizzò scettico, indicando il baule del Serpeverde.
Draco
lo fissò con indifferenza, mentre il suo fidanzato
apriva il cofano dell’auto, per poi lanciare un incantesimo non verbale che
permettesse al suo amore di infilarci il voluminoso bagaglio.
Una
volta chiusa la portiera, McLaggen attirò il biondo a sé “Allora aspetto tue
notizie...” mormorò prima di avventarsi di nuovo su quella bocca peccaminosa.
Il
Golden Boy cercò di non perdere la pazienza, del resto aveva davanti a sé più
di dodici ore da condividere con Malfoy... passandosi una mano sul viso,
proprio mentre il giovane purosangue prendeva posto sul sedile del passeggero, pensò:
“Che il cielo mi aiuti!”
“Vogliamo
andare?” domandò questi con impazienza ed Harry fece leva su tutto il suo
autocontrollo per non mandarlo al diavolo all’istante.
“Visto che il tragitto sarà molto lungo e che
tu non guidi, temo che ci toccherà fare qualche sosta in più, ho bisogno di
riposare almeno un paio d’ore” spiegò Harry gettando uno sguardo fugace al
ragazzo sedutogli accanto.
Malfoy
sfoggiò un’espressione da “più fermate
faremo, più lungo sarà il viaggio... più tempo dovrò trascorrere con te...”,
tuttavia si limitò a sospirare pesantemente “Se credi sia proprio
necessario...” borbottò accomodandosi meglio contro lo schienale “Potremmo
comunque darci il cambio, se solo tu fossi ragionevole.”
“Se
solo tu avessi la patente...” ironizzò il Grifondoro.
Draco
sollevò un sopracciglio con aria scettica “Figurati se io potrei mai abbassarmi
a frequentare una scuola babbana, per ottenere uno stupidissimo pezzo di carta,
invece di usare la strada più semplice” replicò acido “Siamo maghi, Potter, hai
presente? Quel bastoncino di legno che porti con te non serve ad accendere un
fuoco d’emergenza...”
Harry
rise sarcastico “Oh, dimenticavo che qui abbiamo un esperto della magia!”
sibilò scuotendo il capo “Peccato che non si possa guidare senza quello stupidissimo pezzo di carta, a meno che
tu non voglia rischiare di fare il resto del viaggio a piedi.”
Il
Serpeverde alzò gli occhi al cielo “Merlino quanto la fai difficile, sono
dodici ore di macchina, se tu avessi il buon senso di stregarla...”
“Ok!”
lo interruppe Potter “Questa è la mia auto, se non gradisci il mio modo di
viaggiare sei liberissimo di scendere e proseguire da solo!”
Malfoy
si limitò a sbuffare, piegò il viso verso il finestrino e chiuse gli occhi.
*°*°*
“E
così hai deciso di frequentare quell’Accademia a Thurso, eh?” domandò Malfoy
dopo diverse ore, mentre il cielo si tingeva di un viola appena accennato.
“Ho
intenzione di diventare davvero bravo, capisci?” replicò Harry gettandogli
un’occhiata distratta.
“Oh, beh, certo... pensi che se sarai il
miglior Auror del Mondo Magico la gente smetterà di morire?” ironizzò l’altro
senza alcuna delicatezza “La guerra è finita da più di un anno ormai, vedi di
prenderne atto finalmente.”
“Guarda
che ne sono perfettamente consapevole, dico solo che per una volta nella vita voglio
fare tutto come dico io, voglio riuscire davvero in qualcosa e...”
“Perché
sconfiggere il più grande Mago Oscuro di tutti i tempi per te è stata una
cosina da niente,vero?! Complimenti Potty!” lo derise il biondo con aria
annoiata.
“Parlare
con te è impossibile!” sbottò il Ragazzo Sopravvissuto “Riesci a comunicare col
prossimo come un essere umano normale? Senza rispondere sempre a una domanda
con un'altra domanda, per Merlino?!”
“Ok,
hai ragione, tregua, va bene?” si affrettò a dire il Serpeverde, vedendo il
moro sospirare frustrato “Io invece voglio fare il giornalista...” aggiunse
dopo diversi minuti di silenzio “è per questo motivo che vado a Thurso.”
“Tu
vuoi fare cosa?” chiese l’altro con aria incredula.
“Beh,
che c’è di strano?” asserì Malfoy guardandolo malissimo “Sono un bravo
osservatore, cosa credi?”
“Oh,
no, non intendevo... è solo che pensarti impegnato in qualcosa, tu che lavori,
insomma...”
“Hai
reso l’idea Potter, non credevo avessi una così alta opinione di me” replicò
sarcastico Draco. Quando Harry si voltò a guardarlo, però, gli concesse un
mezzo sorriso.
“Che
ne diresti di fermarci a mangiare qualcosa? Ho bisogno di una pausa, sono a
pezzi” propose quest’ultimo ricevendo in risposta un cenno d’assenso.
*°*°*
“Oh,
andiamo Potter, tu ti scandalizzi per niente, te ne rendi conto?” esclamò
Malfoy ridendo divertito, mentre prendeva posto su di una panca, all’interno di
una tavola calda.
Avevano
visto l’insegna luminosa lungo la strada e Harry si era fermato sperando così
di sfuggire alla discussione che il biondo aveva intavolato sul sesso “Non
credo che le mie esperienze in proposito siano affar tuo!” replicò infastidito.
“Questo
solo perché non hai molto da raccontare, ed evidentemente quel poco non è
neppure di grande qualità” lo stuzzicò il biondo.
Il
Golden Boy afferrò il menù e lo aprì con stizza “Tanto non lo saprai mai,
Malfoy.”
“Perché
vedi, ci sono solo due spiegazioni a questo tuo rifiuto di comunicare con me
riguardo al sesso: o è stato così scarso e deludente che te ne vergogni, oppure
non l’hai mai fatto, e sinceramente spero per te che non sia così.”
Harry
sbatté sul tavolo il libricino delle vivande e lo guardò torvo “Si da il caso
che io abbia fatto sesso ed anche il migliore che si possa immaginare, perciò
Malfoy, adesso chiudi il becco!” gli altri clienti della taverna si voltarono a
guardarlo, ma lui tentò di ignorare la cosa e, con tutta la dignità che gli fu
possibile racimolare in quel momento, riprese a consultare il menù, mentre
Malfoy sghignazzava senza ritegno.
“Uhm,
uhm...” annuì infine “posso immaginare, considerando la gente che frequentavi...”
biascicò a bassa voce.
Il
Grifondoro gli lanciò un’occhiataccia “Cosa vorresti dire?” sibilò irritato.
“Oh,
andiamo, i tuoi gusti in fatto di uomini sono assolutamente discutibili, per
non parlare del tuo esordio con
quella Corvonero, com’è che si chiamava?”
“Cho
Chang...” suggerì il moro, tutto sommato curioso di sapere dove diavolo volesse
arrivare.
“Ora
rendiamoci conto, una con un nome così cosa vuoi che possa fare nella vita?”
domandò Draco con evidente retorica spulciando la lista delle vivande “Diciamo
che forse potrebbe cavarsela con le mani,
non so se mi spiego, ma per il resto...”
Il
Salvatore del Mondo Magico spalancò gli occhi indignato “Cosa ne vuoi sapere tu
delle donne?!”
Proprio
in quel momento la cameriera si avvicinò al tavolo “Allora, cosa vi porto?”
domandò con aria scocciata, i ragazzi ordinarono velocemente e lei se ne andò,
tornando poco dopo e trovandoli ancora a studiarsi in silenzio. Posò i piatti
sul piano di legno, diede loro lo scontrino ed attese. Harry fu costretto a
pagare per entrambi visto che naturalmente il Lord Purosangue non aveva con sé soldi babbani e, quando la donna
si fu allontanata, consumarono la cena scambiandosi appena poche parole.
Alla
fine uscirono dal locale e Draco si poggiò contro la macchina accendendo una
sigaretta e scrutando il suo compagno di viaggio “Tornando al discorso lasciato
in sospeso, Potter, per comprendere fino a che punto sia ampia la mia
conoscenza sulle donne dovresti sapere che prima di ammettere quanto preferissi
il genere maschile, mi sono impegnato
con quello femminile e nessuna si è mai lamentata” alluse Malfoy.
“Ahahah!” Harry poggiò entrambe le mani sul cofano dell’auto
ridendo come un matto “Si, certo... perché credi che te l’avrebbero detto? Sai Draco, questa volta hai fatto cilecca!”
scimmiottò continuando a prenderlo in giro, ma quando indirizzò lo sguardo
smeraldino sul suo interlocutore, lo trovò tutto intento a fissarlo “Beh, che
ti prende adesso, non ti sarai mica offeso?”
“No,
figurati, neanche faccio caso a quello che dici” replicò continuando nella sua
opera di osservazione “Stavo pensando che tutto sommato non sei così male, non
me n’ero accorto, sarà forse che prima d’ora non ti avevo mai visto ridere.”
Il
Golden Boy lo scrutò allibito e boccheggiò incapace di emettere alcun un suono,
mentre il biondo sogghignava compiaciuto.
“Avanti,
non ti ho mica fatto delle avance...” ridacchiò questi divertito.
“Vorrei
ben vedere!” sbottò l’altro, con tanto d’occhi “Ti ricordo che solo poche ore
fa eri tutto intento a ficcare la tua lingua giù per la gola di un mio amico,
hai presente?”
“E
allora?” domandò il biondo sollevando un sopracciglio “Non starai pensando che
io voglia sedurti?” rise “Tu non ci staresti mai, non sono così stupido.”
“Certo
che no, puoi scommetterci!” affermò il Grifondoro con decisione.
“Ne
sei proprio sicuro?” insistette Malfoy e lì Harry perse le staffe.
“Senti,
noi non siamo neanche capaci di essere amici, figurarsi qualcos’altro! Ed ora
sali in macchina e smettila di fare questi discorsi assurdi se non vuoi che ti
molli qui, in mezzo al nulla!” lo minacciò sedendosi sul suo sedile e sbattendo
con forza lo sportello.
“Su
una cosa però hai ragione” rifletté il Serpeverde una mezz’ora dopo.
“Merlino,
mi hai appena dato ragione su qualcosa? Devo portarti al più vicino Ospedale
Magico, ne conosci qualcuno da questa parti?” domandò caustico l’altro.
Draco
fece una smorfia stizzita e poi sospirò “Mio malgrado questa volta hai visto
giusto...” ribadì scrutandolo “Noi due non potremo mai essere amici.”
“Temo
tu stia per propinarmi un’altra delle tue assurde teorie” mormorò avvilito il
moro “Avanti, sentiamo perché.”
“Tu
sei gay, Potter.”
Harry
piegò il capo, fissandolo perplesso “Sai, ho come la sensazione di non essere
l’unico” buttò lì con tono derisorio.
“Sì,
si, appunto...” confermò Malfoy.
“Mi
dispiace, ma non riesco a seguire i voli pindarici della tua mente malata,
potresti essere più chiaro?” lo pregò il Grifondoro.
“Se
c’è di mezzo il sesso, non può esistere alcuna amicizia, mi pare ovvio” ribadì
il biondo.
“Non
ricordo di essere mai stato a letto con te e posso garantirti fin da ora che
non accadrà mai” precisò l’altro ancora in alto mare.
Il
giovane Lord sospirò rassegnato “Però, ipoteticamente, potremmo essere attratti
l’uno dall’altro” spiegò “E lo stesso vale per un uomo ed una donna etero, non
capisci? Uno dei due potrebbe sentirsi tentato dell’altro, vedendolo come un
possibile partner di letto, ed in quel caso l’amicizia non sarebbe sincera, il
rapporto sarebbe compromesso comunque dal sesso.”
“Tu
sei malato, Malfoy, sul serio...” biascicò il moro con aria perplessa “Io ho un
sacco di amici gay ma non per questo penso di andare a letto con loro.”
“Però
non puoi sapere se loro abbiano delle mire su di te...” lo contraddisse Draco
“E ce l’hanno, credimi, ce l’hanno eccome, tu sei il Salvatore del Mondo
Magico!”
Potter
gli gettò un’occhiata fugace, decidendo all’istante che fosse il caso di dargli
ragione, sperando così di mettere fine a quelle assurde osservazioni “Perfetto,
allora noi non saremo mai amici” asserì convinto “Ti senti meglio adesso?”
Draco
sorrise scrollando le spalle e, quando poche ore dopo raggiunsero Thurso, i due
si separarono senza rimpianti, augurandosi cordialmente buona fortuna per il
futuro.
(Maggio 2004...)
Il
chiacchiericcio all’interno del Paiolo Magico sembrava non dar alcun fastidio
ai due ragazzi
seduti ad un tavolo nell’angolo più appartato del locale. Dalla morte del
vecchio proprietario Tom, suo figlio aveva rilevato il locale ormai quasi a
pezzi e ne aveva fatto un punto di ritrovo per Maghi. Harry Potter, dal suo
ritorno a Londra avvenuto pochi mesi prima, aveva preso l’abitudine
d’incontrarsi lì con Oliver Baston, ex compagno di Casa e famoso giocatore di
Quidditch, con il quale faceva ormai coppia fissa.
“Non senti mai
nostalgia di New York?” chiese Oliver, scostandogli una ciocca di capelli dal
viso.
“Sono rimasto
veramente pochi mesi, quindi direi di no, troppo caotica per i miei gusti”
replicò Potter sorridendogli “Certo quel corso di aggiornamento Auror è stato
uno dei migliori ch’io abbia mai fatto.”
L’altro si avvicinò a
sfiorargli le labbra “Sono davvero felice che tu sia tornato.”
A quel punto il
Golden Boy si avventò su quelle labbra mordicchiandole dolcemente, mentre la
mano del compagno scivolava dietro la sua nuca per rendere più intimo il
contatto. Solo quando si decisero a separarsi, Harry si accorse che un altro
ragazzo, in piedi davanti al bancone, continuava a fissarlo in modo strano.
Riconoscerlo e alzarsi in piedi fu quasi automatico, mentre questi, con un
sorriso allegro, si avvicinava, porgendogli la mano.
“Harry Potter!”
esclamò dandogli un’amichevole pacca sulle spalle.
“Non riesco a credere
che tu sia qui” asserì l’interpellato con tono sorpreso “Come stai?”
“Oh, tutto a
meraviglia, son qui per... motivi di cuore,
diciamo” il giovane ridacchiò “Credo mi fermerò a lungo, davvero a lungo!”
“Sono felice per te!”
asserì il Grifondoro, voltandosi poi verso il proprio fidanzato “Oliver, lui è
Gordon Davies, abbiamo frequentato il corso d’aggiornamento americano insieme,
Davies, lui è il mio compagno, Oliver Baston.”
“Per, Merlino, quel
Baston!?” domandò sorpreso il nuovo arrivato.
“Eh già” annuì questi
stringendogli la mano.
“E’ davvero un
piacere, dovremmo vederci qualche volta, magari per un’uscita a quattro”
propose Gordon, mentre due braccia lo cingevano da dietro. Si voltò a salutare
un affascinante biondo e non si accorse dell’espressione stupita di Potter
nello scoprire che il partner del suo collega fosse Draco Malfoy.
“Tesoro, sei
arrivato!” mormorò lasciandosi baciare.
“Scusa per il
ritardo” replicò il Serpeverde.
“Nessun problema, ho
casualmente incontrato un mio vecchio amico, ti presento Harry Potter!”si
affrettò a farli conoscere Davies “Harry, lui è Draco Malfoy, il mio fidanzato,
stiamo per sposarci.”
“Da... Davvero? Per
Merlino, Malfoy, hai buon occhio!” esclamò il Ragazzo Sopravvissuto, sorridendo
e stringendo la mano al suo ex compagno di scuola.
“Avevi dei dubbi?”
domandò questi con aria divertita, prima di rivolgersi Gordon “Abbiamo
frequentato Hogwarts insieme.” Gli spiegò notando la sua espressione perplessa.
“Bene, allora sarebbe
carino cenare insieme” asserì con convinzione, prima di mettersi il mantello
sulle spalle “Ora dobbiamo proprio andare, però dobbiamo proprio tenerci in contatto.”
“Certamente!” esclamò
Harry salutandolo, mentre Oliver stringeva la mano a Malfoy “Arrivederci.”
I quattro si
congedarono in modo cortese, e subito dopo Potter tornò a sedersi accanto al
proprio fidanzato, lasciandosi baciare e dimenticandosi completamente
dell’incontro appena fatto.
*°*°*
Harry
attese che le porte dell’ascensore si aprissero. Aveva appena finito il suo
turno al Ministero e non vedeva l’ora di uscire da quel posto, visto che quella
era davvero stata una giornata da incubo.
Quanto
i due battenti si aprirono, il moro pensò che per una giornata di merda serviva
proprio una degna conclusione... Malfoy infatti era in piedi ,all’interno della
cabina, che lo fissava con un sopracciglio alzato.
“Sta
diventando un’abitudine a quanto pare” asserì entrando ed un attimo dopo
l’ascensore riprese la sua discesa.
“Così
sembra” annuì il biondo “Sono stato dal Primo Ministro per un’intervista, e tu?
Finito il tuo turno?”
“Già”
confermò Potter “Ora avrei bisogno di un caffè a dire il vero, credo stia per
venirmi un’emicrania non indifferente.”
“Se
non ti scoccia troppo trascorrere qualche minuto con me, te lo offro io”
propose Draco “Avevo giusto intenzione di andare al Paiolo Magico per una
pausa.”
Il
giovane Auror si sorprese non poco quando si rese conto di aver accettato senza
nemmeno rifletterci su. Così, insieme, lasciarono il Ministero camminando per
le strade di DiagonAlley e, una volta raggiunto il locale, presero posto uno di
fronte all’altro, ordinando subito due caffè al barista.
Harry
si ritrovò a scrutare quel volto familiare eppure così diverso, probabilmente
in quegli anni anche lui doveva essere cambiato, ma Malfoy sembrava più maturo
ed affascinante.
“Allora
davvero stai per sposarti?” domandò a bruciapelo incapace di trattenersi.
Il giornalista gli sorrise “Eh, sì” confermò
con un ghignetto e davanti a quella risposta il moro non riuscì a trattenersi
dal ridere “Beh, che c’è?” chiese l’altro aggrottando la fronte.
“Tu
che ti sposi?” ridacchiò ancora il Golden Boy.
“Cosa
ci vedi di così divertente?” s’informò il biondo scuotendo il capo.
“Avanti
Malfoy, durante l’ultimo anno a Hogwarts scopavi qualunque cosa si muovesse per
il castello, per non parlare delle tue teorie sul sesso che hai avuto la
gentilezza di propinarmi per tutto il tragitto da qui a Thurso!” esclamò il
Golden Boy “Senza considerare che all’epoca c’hai persino provato con me...”
“Io
non c’ho provato con te!” protestò il Serpeverde.
“Certo
che l’hai fatto” ribadì Potter scrutandolo con rimprovero.
“Nient’affatto,
era solo... oh, d’accordo, forse un pochino, ma in ogni caso non sarei mai
andato fino in fondo” Draco sospirò alzando gli occhi al cielo “E comunque quel
che è stato è stato, ciò non significa che io non sia in grado di innamorarmi
davvero e prendere un impegno serio.”
“Beh,
è magnifico!” asserì l’Auror con sincerità sorseggiando il caffè che il
cameriere aveva appena portato “Sono davvero felice per voi due.”
“E
credo che per un po’ andremo a vivere in America, del resto il giornalista
posso farlo anche lì” raccontò Malfoy rigirandosi la tazza fra le mani.
“Ah...
così ti trasferisci?” mormorò l’altro cercando di domare quella strana
sensazione di delusione.
“Sì,
ma Gordon mi ha promesso che sarà solo per qualche anno. Del resto lo sai, non
mi piace vivere lontano da casa.” continuò il biondo “E tu hai intenzione di
sposare Baston?”
Harry
scosse il capo “Direi proprio di no!” dichiarò con enfasi “Stiamo pensando di
andare a vivere insieme e credo che per il momento possa bastare così.”
Rimasero
seduti a quel tavolo ancora per un po’, a chiacchierare sul futuro, mentre il
Salvatore del Mondo Magico si domandava come mai l’idea che Malfoy partisse
oltreoceano l’avesse tanto colpito...
*°*°*
Note
Finali:
Ringrazio tutte quelle che vorranno lasciarmi
un segno del loro passaggio!
Fanny
P.S.Per chi ancora non lo sapesse ho aperto un
profilo su Facebook, se volete richiedere la mia amicizia vi basta cercare
“Fanny NocturneAlley” o cliccare Qui
per accedere alla pagina. J
“Io
davvero non ti capisco...” Ronald Weasley si rivolse alla propria migliore
amica, mentre distrattamente posava il tovagliolo sul tavolo.
Ormai
avevano stabilito una sorta di rito: una volta ogni due settimane lui, Harry e
Hermione si incontravano, soli, per pranzare insieme senza mogli, figli e
fidanzati intorno come ai vecchi tempi.
“C’è
poco da capire, sono una stupida, lo so” sbottò la ragazza, con tono avvilito.
“Sono
mesi che te lo diciamo, devi farla finita, non vedi che non riesce ad esserti
fedele? Per la miseria Herm, non mi va giù che lui ti tratti così, ed ancor
meno mi piace essere costretto a rimanere a guardare mentre tu gli permetti di
farlo!” la rimproverò il Golden Boy per l’ennesima volta.
La
giovane donna sospirò e scosse il capo “L’idea di vivere senza di lui... non ce
la faccio, ragazzi, so che dovrei, ma proprio non posso” asserì incapace di
guardarli in faccia “Mi ha giurato che non accadrà più, voglio dargli questa
possibilità, cercate di capirmi!”
“Io
non ci riesco affatto” ribadì di nuovo Weasley “Così come non credo nemmeno per
un minuto che Lucas abbia intenzione di cambiare; tuttavia è la tua vita, sappi
solo che noi due ci saremo sempre per te e che... nel caso ci sia una prossima
ci penseremo noi a prendere quell’idiota a calci nel sedere al posto tuo!”
I
tre scoppiarono a ridere “Grazie ragazzi!” esclamò la Granger, afferrando il
calice pieno di vino “A noi tre! Al tuo matrimonio, Ron, che sembra andare alla
grande, e alla convivenza perfetta fra Harry ed Oliver. Alla fine possiamo
essere felici tutti e tre con un po’ d’impegno...”
“Specie
da parte tua!” la rimbeccò bonariamente il rosso, accorgendosi subito dopo di
come il giovane Auror avesse cambiato umore.
“Che
c’è Harry?” chiese Hermione, sorpresa dalla strana espressione comparsa
d’improvviso sul suo volto.
“La
mia storia con Oliver è finita” buttò lì con aria fin troppo tranquilla per
essere credibile “Ci siamo lasciati da una settimana.”
“Da
una settimana?!” sbraitò Weasley “E perché diavolo non ce l’hai detto?”
“Non
volevo tediarvi con i miei problemi e poi sto bene, sul serio” asserì
l’interpellato al quale non sfuggirono le smorfie scettiche degli altri due “Credo
che alla fine volessimosolo cose
diverse, tutto qui, motivo per cui me ne sono fatto una ragione e non intendo
piangermi a dosso. D’accordo, siamo stati insieme cinque anni ed ora è finita,
che sarà mai?”
Ron
lo studiò per qualche istante, poi scrollò le spalle “Gabrielle mi ripete in
continuazione che tu e quel suo amico, Dan, sareste una coppia perfetta, magari
è ora di presentartelo.”
“Io
non credo proprio, non vedi che è a pezzi?” sbottò Herm scuotendo il capo con
aria di rimprovero.
“Non
sono a pezzi, sto benissimo!” la corresse Potter, poi rivolgendosi all’amico
“In ogni caso, al momento non ho voglia di conoscere nessuno, perciò me ne
starò buono e tranquillo, voglio prendermi un po’ di tempo per me stesso, senza
impegni di sorta né relazioni.”
*°*°*
“Ma
come diavolo è successo?!” domandò un incredulo Blaise Zabini, piegando il capo
per guardare il suo migliore amico.
“E
lo chiedi a me?” replicò questi sedendosi su di una panchina, nel bel mezzo di
un parco vicino a DiagonAlley “Giuro che non ho idea di cosa sia cambiato, così
all’improvviso. Da quando ci siamo trasferiti a Londra, Gordon è diventato
strano, ma non credevo che lo fosse fino a questo punto!”
L’altro
rimase in piedi a scrutarlo, Draco era così diverso, decisamente l’età gli
donava un certo fascino, ma non era solo per quello, erano davvero li,insieme, a parlare senza alcun imbarazzo. “E
cosa ti ha detto?” domandò preoccupato.
Malfoy
scosse il capo “L’altra sera quando sono tornato a casa ha esordito con un dobbiamo parlare...” iniziò a raccontare
“Quelle due paroline vicine non promettonomai nulla di buono. Così ha iniziato a dirmi che non era più sicuro di
noi, del nostro matrimonio, che forse era stato un errore trasferirsi, che
probabilmente avremmo dovuto prenderci una pausa” rise con stizza, mentre
portava alle labbra una sigaretta per poi accenderla “Una pausa... assurdo!
Allora gli ho chiesto se avesse smesso di amarmi e lui mi ha risposto che
probabilmente il nostro non era davvero amore e che aveva bisogno di tempo per
capirlo.”
L’espressione
sconcertata di Zabini la diceva lunga “Ha per caso una relazione? No, scusami
se te lo chiedo, ma non mi sembra esattamente un atteggiamento coerente, dopo
cinque anni di matrimonio.”
“Oh,
ma non è finita, senti questa, ha tentato di raggirarmi, di prendere in giro me
come se fossi l’ultimo cretino al mondo!” Sbottò il biondo con aria furente “Ha
detto che era intenzionato a trasferirsi, che un suo collega gli aveva trovato
un buon posto e che era sicuramente la cosa più giusta da fare; si è avviato
verso la porta e solo in quel momento mi sono accorto che i suoi bagagli erano
lì! Era pronto ad andarsene, chissà da quanto tempo lo aveva pianificato, e non
è tutto, l’amico che gli ha trovato una sistemazione gliel’ha trovata nel suo letto.”
“E
come lo sai?” domandò Blaise sedendogli accanto.
“Le
voci circolano, faccio il giornalista, ricordi?” ironizzò l’interpellato
gettando via la cicca “E così mi ha mollato per un altro, uno che fa il Magiavvocato
e che lavora al Ministero a stretto contatto con lui” poi si alzò passandosi le
mani sul viso “Andiamo, ho bisogno di camminare” asserì avviandosi verso
DiagonAlley.
L’altro
lo imitò affiancandolo “Certo che, beh, non può essere successo tutto
all’improvviso, ci saranno pur statidei
segnali, no?”
“Se
ci sono stati io non li ho colti” asserì il biondo “Dovevo aspettarmelo, non
poteva essere tutto così perfetto, nei rapporti a due c’è sempre uno che alla
fine rimane scottato, ed io che non mi sono mai fidato... poi arriva Gordon e
mi rincretinisco fino a non capire più niente. Puoi star certo che non accadrà
più!” continuò, svoltando l’angolo ed immettendosi sulla via principale.
A
pochi passi da lui Harry Potter stava salutando un collega e, non appena si
separarono, il Grifondoro si voltò, trovandosi davanti i due Serpeverde. Scrutò
Malfoy come se fosse un fantasma e si ritrovò a stringergli la mano senza
nemmeno accorgersene.
“Draco,
avevo sentito che eravate rientrati a Londra, come stai?” domandò con cortesia.
“Tutto
bene, direi” replicò questi, per poi voltarsi verso il proprio accompagnatore
“Ti ricordi di Blaise Zabini, vero?”
“Certo!”
asserì il giovane Auror.
“E’
stato un vero piacere rivederti, Potter” esclamò Blaise con uno strano sorriso
“Spero non vi dispiaccia ma avrei delle faccende da sbrigare, dopotutto siete
in buona compagnia, no?”
“Ci
sentiamo stasera” lo salutò prima di rivolgersi al Golden Boy “Arrivederci
Harry!” disse svanendo fra la folla di DiagonAlley sotto lo sguardo allibito
dei due.
“Andava
proprio di fretta, eh?” affermò Potter con aria divertita.
“Non
farci caso, credo che nella sua testolina malata avesse un valido motivo per
comportarsi in quella maniera, magari più tardi me lo farò spiegare” rispose il
biondo scrollando le spalle, poi si soffermò a guardare il proprio
interlocutore con espressione curiosa “Ti va di prendere un caffè?”
Il
Salvatore del Mondo Magico rimase dapprima sorpreso da quella proposta,
tuttavia subito dopo accetto con un sorriso, avviandosi accanto al biondo lungo
la strada. Raggiunsero il Paiolo Magico e presero posto allo stesso tavolo che
avevano occupato cinque anni prima.
Il
proprietario prese nota delle ordinazioni e poco dopo portò loro due caffè neri
fumanti, lasciandoli nuovamente soli.
“Allora,
sei poi andato a vivere con Baston?” s’informò Malfoy per rompere il ghiaccio.
L’interpellato
arricciò il naso in una smorfia e scrollò le spalle “Sì, abbiamo vissuto
insieme cinque anni, poi qualche settimana fa ci siamo lasciati.”
Il
biondo rimase un po’ spiazzato da quell’informazione “Mi dispiace, non ne avevo
idea, spero di non aver toccato un tasto dolente.”
“No,
tranquillo, l’ho superata alla grande” rispose con un sorriso poco sincero.
“Sei
un vero cavaliere Potter...” ridacchiò Draco “Qualunque persona al mondo a
questo punto mi avrebbe chiesto di Gordon, ma tu avendo sentito i pettegolezzi
sul nostro divorzio e sulla sua nuova relazione hai evitato di entrare in
argomento.”
“Lavoro
al Ministero e le notizie viaggiano in fretta” si scusò il moro “Non volevo
essere indelicato, tutto qui. Da quando la mia relazione è finita, la gente non
fa altro che domandare e domandare, una cosa alquanto irritante.”
“Quindi
sarei indiscreto a chiederti cos’è successo fra di voi” constatò il giovane
reporter, sorseggiando poi il liquidi nero bollente.
“No,
affatto, ormai è passata una settimana, non m’importa più” gli assicurò Harry.
“Non
sei mai stato bravo a mentire...” gli fece notare l’altro con un ghigno
impertinente.
L’Auror
abbassòleggermente il capo, fissando i
cerchi tremolanti che si espandevano sulla superficie del proprio caffè e
sospirò “Non è poi così terribile, ci siamo solo persi,per così dire” gli spiegò un po’ pensieroso “Vedi,
quando ci siamo messi insieme era davvero tutto perfetto, volevamo le stesse
cose, convivere senza sposarci, dedicarci entrambi alla carriera, non avevamo
tempo per creare una famiglia, una di quelle vere, intendo. Poi una mattina mi
sono guardato nello specchio e non ho visto altri che un uomo di trent’anni che
non aveva costruito niente, niente di davvero concreto.” Mormorò per poi posare
lo sguardo smeraldino sul biondo “Credo di volerlo, capisci? Una famiglia, un
rapporto vero e stabile, potrei addirittura pensare di adottare un bambino,
forse anche due, con la persona giusta. Semplicemente non era Oliver, lui non
desidera queste cose, detesta persino l’idea di avere un figlio per casa, di
avere la responsabilità di un altro essere umano, perciò alla fine abbiamo
deciso che fosse meglio lasciarsi, così ha preso le sue cose e se n’è andato,
tutto qui.” Terminò il suo resoconto sorprendendosi di aver raccontato quelle
cose proprio all’arrogante Serpeverde, invece che ai suoi due migliori amici.
“E
la cosa non ti fa sentire proprio benissimo, non è così?” domandò Draco a
bruciapelo.
“Oh,
ti sbagli, io sono sereno, è questo l’assurdo” gli garantì l’altro “Ho capito
che non avrei mai potuto avere con lui ciò che desideravo, non è colpa mia, né
sua, semplicemente avevamo bisogno di cose diverse, lui non ha intenzione di
sposarsi e metter su famiglia, né con me, né con altri, perciò...”
“Sai
Potter, non sei poi così male, forse potremmo...” affermò Malfoy scrutandolo.
“Non
ci starai mica provando di nuovo con me?” esclamò Harry prendendolo in giro.
“Veramente
stavo riconsiderando l’idea di poter essere amici, ma visto che la metti
così...” ribatté indignato, vuotando la tazza in un solo sorso.
“E
potresti riconsiderarlo se ti invitassi a cena una di queste sere?” propose il
giovane Auror, con un sorriso.
Draco
si ritrovò a ricambiarlo ed annuì “E chissà che per una volta tu non possa
dimostrarmi che mi sbaglio.”
*°*°*
(Dicembre
2009...)
“Non
riesco a credere di essermi fatto convincere da te!” sbottò un affannato Draco
Malfoy, cercando di celare il suo divertimento.
“Ti
lamenti sempre, avanti aiutami a tirarlo su” lo rimbeccò Harry cercando un modo
per far stare in equilibrio l’albero di natale che aveva appena comprato.
“Ti
ricordi della magia? Quella specie di dono che ti è stato fatto, Merlino solo
sa il perché?” sbuffò la bionda Serpe cercando di non scivolare sulla neve.
“Siamo
nella Londra babbana, non credi che sarebbe strano vedere un abete fluttuare
per la strada?” ribadì il moro, ridacchiando “E poi ammettilo, ti stai
divertendo anche tu!”
“Certo,
ho sempre sognato di trascinare un tronco di venti tonnellate, su un
marciapiede innevato...”
“Merlino
quanto sei esagerato!” lo derise Potter; era davvero contento e quell’anno
l’atmosfera natalizia sembrava avergli messo addosso una strana frenesia.
L’esperimento pareva riuscito alla perfezione, lui è Malfoy erano diventati
amici, inseparabili, da nove mesi a quella parte.
Harry
gli aveva regalato un cellulare per il suo compleanno e, dopo un’iniziale
scetticismo, il biondo aveva imparato ad usarlo, così oramai si sentivano tutte
le sere prima di andare a letto. Lunghe chiacchierate a volte folli e senza
senso, ma che riuscivano a rafforzare la loro amicizia. Avevano inoltre preso
l’abitudine di cenare insieme, almeno una volta a settimana, raccontandosi l’un
l’altro delle proprie relazioni occasionali che puntualmente finivano
nell’ennesima delusione.
Una
volta raggiunto il Paiolo Magico i due ragazzi entrarono a DiagonAlley, usando
il passaggio nascosto. Lì Malfoy si sentì finalmente libero di stregare
l’albero che iniziò a fluttuare a mezz’aria.
“Ora
si che si ragiona!” esclamò sollevato.
“Attento
che ti spezzi un’unghia...” lo prese in giro Harry beccandosi una palla di neve
in viso.
“Muoviti
se vuoi una mano per sistemare quest’orrore in casa tua!” lo rimbeccò il
biondo, guidando il pesante fardello verso il palazzo in cui il giovane Auror
viveva “Senti un po’, la notte di Capodanno sei occupato?”
Il
giovane Auror scosse il capo “E tu?”
Draco
gli gettò un’occhiata fugace “Alcuni miei colleghi danno una festa, non ho
molta voglia di andarci da solo e mi chiedevo se tu fossi disposto a venire con
me.”
“Con
piacere, sempre meglio che restare a casa da solo... Ron è partito per la
Francia, festeggeranno con i familiari di Gabrielle; Herm invece è impegnata
con Lucas e francamente l’idea di passare l’ultimo dell’anno con quell’idiota
non mi fa impazzire” accettò il Golden Boy con un sorriso, fermandosi davanti
all’enorme portone di legno scuro “Adesso però mi aiuti anche a decorarlo.”
Ridacchiò infine, iniziando a salire le scale seguito dall’amico, del tutto
intenzionato a non muovere un dito.
*°*°*
Harry
e Draco erano seduti al bar del locale,mentre la pista era invasa di coppie
tutte intente a ballare e scambiarsi effusioni. Il biondo mandò giù il suo
Firewhisky esi alzò in piedi “Forza,
usciamo a prendere una boccata d’aria” propose e l’altro accettò subito
seguendolo sulla veranda.
“Merlino,
se vedo qualcun altro darsi un bacio, potrei anche vomitare!” sbottò Potter,scambiandosi un’occhiata con l’amico, poi entrambi scoppiarono a ridere.
“Tutto
sommato mi sto divertendo” ammise quest’ultimo con un’alzata di spalle.
“Si
anche io!” esclamò l’Auror, sperando che l’altro non avesse frainteso, stava
bene con Draco solo sentiva la mancanza di una relazione, di una persona con
cui scambiare il bacio alla mezzanotte.
“Forse
dovresti uscire con qualcuno...” lo spronò il biondo “Una scopata ti risolleverebbe
il morale.”
“Senti
da che pulpito, neanche tu esci con qualcuno da molto tempo” lo rimbrottò
Potter.
“Sbagliato”
preciso Malfoy “Ogni tanto mi capita di uscire e... trattenermi per la notte, per così dire.”
“Ah
beh, allora i miei complimenti per le tue avventure di letto, serie e
durature!”sbottò il moro.
“Siamo
proprio ridotti male” brontolò Malfoy scuotendo il capo “Blaise s’è messo in
testa di presentarmi un tizio, e questo rende bene l’idea di come io appaia patetico
ai suoi occhi.”
“S’è
per questo anche Hermione ha intenzione di farmi conoscere un suo amico,
insiste da un po’ di tempo e fin’ora le ho sempre detto di no.”
Il
biondo lo scrutò come se avesse appena avuto una folgorazione improvvisa “Che
ne diresti di uscire tutti insieme? Così se quei due non ci piacciono possiamo
sempre trovare una scusa per andar via” propose poi, vedendo il volto del moro
illuminarsi.
“E’
un’idea magnifica!” esclamò infatti “saremo in sei e quindi non sarà
esattamente un appuntamento al buio, solo degli amici che cenano in compagnia.”
“Esatto”
confermò il biondo, mentre dentro iniziava a gran voce il conto alla rovescia.
Tre! Due! Uno! Buon Anno!!!
Draco
guardò il Grifondoro, si avvicinò e gli sfiorò le labbra per un solo istante,
un tocco fugace che però lo lasciò del tutto spiazzato “Così non potrai dire
che nessuno ti ha baciato a mezzanotte...” mormorò la bionda serpe “Buon anno
nuovo, Harry.”
“Anche
a te” annuì questi limitandosi a sorridere “E se l’anno prossimo saremo ancora
sigle, considerati prenotato.”
“Accidenti,
non credevo che un solo bacio potesse fare un simile miracolo!” ridacchiò
Malfoy, mettendogli un braccio intorno al collo “Considerati impegnato anche tu
allora, una sorta di nostra piccola tradizione di fine anno...”
*°*°*
(Maggio
2010...)
Quel
fatidico appuntamento, avvenuto circa cinque mesi prima, era stato lo show del
ridicolo... Blaise aveva cercato in tutti i modi di spingere Draco verso un
certo Charles Durand, un francese snob e poco
loquace, trasferitosi a Londra per lavoro. Neanche a dirlo, il biondo
Serpeverde lo aveva preso subito in antipatia, ed aveva evitato per tutta la
sera di rivolgergli la parola. Dal canto suo Harry aveva tentato disperatamente
di non dare troppa retta all’amico di Hermione, d’accordo, l’aspetto fisico non
era sempre importante, ma... porca Morgana, com’era venuto in mente alla sua
migliore amica che quello potesse essere il suo tipo? In più non aveva fatto
altro che ridere tutto il tempo e guardarlo come se fosse ricoperto d’oro, e la
cosa l’aveva a dir poco fatto rabbrividire.
Sorprendentemente
però a fine serata c’era stato un colpo di scena incredibile... Blaise aveva
invitato Hermione a cena fuori per la sera successiva e da allora sembrava che
il rapporto fra i due andasse alla grande. Obbiettivamente Potter era molto
felice per lei, da quel momento Herm aveva definitivamente rotto con Lucas ed
ora, a distanza di pochi mesi lei e Zabini avevano deciso di andare a vivere
insieme.
“Allora,
hai idea di cosa regalare a quei due?” domandò Potter a Malfoy, mentre
camminavano per le vie di DiagonAlley.
“Questa
si che è una bella domanda, hanno praticamente tutto!” rise quest’ultimo,
scrollando le spalle “Qualcosa di babbano? Del resto la Granger potrebbe
persino essere in grado di farlo funzionare, se prima Blaise non lo fa saltare
in aria.”
Il
buonumore del biondo però svanì nel momento stesso in cui si ritrovò davanti l’ex
marito con il nuovo compagno. Davies non si scompose e salutò entrambi con aria
cortese.
“Come
stai, Draco?”si informò dopo scrutandolo quasi con compassione.
“Benissimo,
grazie” replicò freddamente “Ed immagino che anche tu stia bene...” alluse
gettando un’occhiata all’uomo che stringeva la mano di Gordon.
“Oh,
certo” annuì quest’ultimo “Scusatemi, non vi ho presentati, Daniel, loro sono
Harry Potter e Draco Malfoy, lui e Daniel Williams.”
I
tre si scambiarono le solite parole formali, poi Davies sorrise loro e si
congedò “Arrivederci, allora” mormorò, attese un cenno di saluto dai due ed
infine si avviò verso il lato opposto della strada con la sua nuova fiamma.
Harry
si voltò verso Draco e posò una mano sulla sua spalla “Stai bene?” domandò
cauto.
“Sicuro,
bene...” annuì l’interpellato “Doveva capitare prima o poi, giusto? Ora è
capitato, il ghiaccio è rotto e siamo tutti più felici” sbottò con un tono che
non prometteva niente nulla di buono “Senti, credo vada bene una pianta,
possiamo prenderla al vivaio qui d’avanti.” Propose poi cambiando argomento.
Il
Golden Boy decise di assecondarlo, ma questo non fu sufficiente a farlo
sbollire... una volta giunti a casa di Blaise e Hermione trovarono i due
intenti a discutere su di un quadro che la giovane donna non voleva
assolutamente appendere al muro.
“Ma
è perfetto, non vedi?” le assicurò Blaise “Draco, diglielo tu!”
“Assolutamente
perfetto...” si limitò a replicare l’interpellato.
“Ma
come fate a dirlo, è orrendo, e poi proprio qui, nel salottino, potresti
appenderlo nel tuo studio” insistette Herm vedendolo scuotere il capo “Oh,
avanti Harry, diglielo tu che è davvero orribile!”
“Effettivamente...”
mormorò l’Auror un po’ in difficoltà.
I
due ospiti rimasero in disparte, sorbendosi la stupida discussione dei due
padroni di casa, fino a che Malfoy non perse le staffe.
“Volete
smetterla una volta per tutte!?” sbraitò al limite della pazienza “E’ così che
si comincia, sapete? Ci si fa in quattro per arredare casa, mobili, quadri,
libri... o per Merlino, i libri! Ricordatevi di scrivere il vostro nome su
quelli che vi appartengono, perché alla fine si litiga persino per uno
stupidissimo tomo vecchio!”
“Draco,
penso dovresti smetterla adesso...” lo rimproverò Harry, ma l’altro non
sembrava intenzionato ad ascoltarlo.
“E
perché mai?” domandò invece “E’ giusto che io li metta in guarda, vista la mia
esperienza in fatto di divorzi! Perché sapete all’inizio sembra tutto perfetto,
ma poi senza sapere nemmeno come ci siete arrivati, cercherete di farvi a
pezzi, pur di ottenere il massimo dalla vostra separazione. È così che finisce,
litigherete per quello stupidissimo quadro, quell’assurdo, pidocchioso,
ridicolo quadro!” ringhiò prima di uscire e sbattere la porta con forza.
Potter
guardò i due fidanzati e scrollò le spalle “Dovete perdonarlo, oggi ha
incontrato Davies e... beh, credo sia un po’ sconvolto” detto questo si
precipitò fuori alla ricerca del Serpeverde, trovandolo seduto sui gradini
della veranda con la testa fra le mani.
Questi
alzò il capo sospirando “Lo so, non avrei dovuto...” ammise, prima che l’altro
potesse dire alcunché.
“Esattamente,
non avresti dovuto farlo!” confermò l’Auror “Quei due hanno deciso di
affrontare la vita insieme e non hanno bisogno che qualcuno gli dica che
falliranno, fa già abbastanza paura così!”
“D’accordo
Potter, ho capito, al dipartimento Auror vi fanno continui corsi
d’aggiornamento sulla buona educazione, la prossima volta invitami, magari mi
sarà utile!” sbottò alzandosi ed avviandosi giù per i gradini.
“Ti
rendi conto di quanto sia assurdo il tuo atteggiamento?” domandò l’altro
seguendolo “Capisco che tu sia arrabbiato, ma non puoi scaricare tutto su di
me, o sui nostri amici!”
“Noi
due siamo molto diversi, io non sono come te!” sibilò il reporter “Tu non ti
arrabbi mai, non esiste al mondo una cosa in grado di sconvolgerti o turbarti!
Nemmeno la fine del tuo rapporto con Baston ti ha smosso, non ti ho visto in
crisi nemmeno per un secondo, si può sapere come diavolo fai? Avanti,
spiegamelo!”
Harry
lo fissò con aria ferita e gli voltò le spalle “Ok, quando tornerai in te fammelo
sapere, prima di allora non ho intenzione di discutere!” sbottò avviandosi
verso le scale, ma Draco gli si parò d’avanti.
“E’
questo quello che fai, scappi!” lo attaccò frustrato “Te ne stai lì a sfoggiare
la tua aria da uomo duro, però non fai niente, non esci con nessuno, per non
parlare del sesso, da quando non ti fai una bella scopata, eh?”
“Non
vedo cosa centri questo” lo rimbeccò il moro “Credi che il sesso risolva tutto?
A me non sembra che tu stia molto meglio solo perché hai scopato con metà
popolazione magica nell’ultimo anno! Ho lasciato Oliver proprio perché volevo
più di qualcuno che mi scaldasse il letto, e se fino ad ora non ho trovato la
persona giusta non è certo colpa mia, io non uso il sesso per vendicarmi, come
se questo potesse ferire Gordon. Sai quanto gliene possa fregare a lui che
cambi partner tutte le sere?!”
“Hai
finito?” domandò Malfoy dopo un attimo di silenzio, vide l’altro annuire e
sospirò prima di avvicinarsi ed abbracciarlo “Scusami, mi dispiace...”
bisbigliò al suo orecchio, consapevole di averlo ferito.
“Non
importa” sussurrò Harry prima di sciogliere quel contatto “Va tutto bene, sul
serio.”
“Andiamo,
ti offro la cena per farmi perdonare” propose il Serpeverde sorridendogli
appena.
“Ecco
io...”
“Non
vorrai tenermi il muso?” lo schernì l’altro “Avanti, mi sono persino scusato!”
“No,
non è questo...” mormorò ancora il Golden Boy “Vedi, in realtà io avrei un
appuntamento, non volevo dirtelo perché ti ho visto così giù in questo periodo
e poi... beh, stiamo passando così tanto tempo insieme, mi sembrava di farti un
torto.”
“Ma
che diavolo dici?” esclamò il biondo sforzandosi di apparire contento “E’
magnifico, non hai motivo di sentirti in imbarazzo, sono davvero felice per
te!”
“Sarebbe
ora che anche tu trovassi qualcuno con cui uscire, magari anche per più di una
sola volta” asserì Potter, mentre insieme rientravano in casa della nuova
felice coppietta. Peccato che Draco non riuscisse proprio a scacciare quella
sensazione di divorante fastidio allo stomaco, nel pensare Harry in compagnia
di chissà chi.
*°*°*
Note
finali:
Ringrazio
tutte per i commenti e per aver letto la storia *__* mi sono accorta solo ora
che è stata inserita la possibilità di rispondere ai commenti, perciò ora
cercherò di capire come funziona XD
Per
tutte quelle interessate al Sequel di “Dolce e Amara è la Vendetta...” vi
informo che inizierò a pubblicarlo il 1° di Dicembre, si si...
di quest’anno XD.
Note
di Fanny_80:Il conto alla rovescia è finito *__* BUON
COMPLEANNO TESORO MIO!!! Ti auguro di trascorrere una giornata meravigliosa,
piena di sorprese e momenti di gioia, sai quanto bene ti voglia, più di quanto
riesca ad esprimere e dirti a parole, Auguri, Auguri e ancora Auguri alla mia Narcissa63!
Harry
ti presento... Draco.
Capitolo
3°
(Ottobre
2010...)
Draco uscì dal suo
ufficio a sera ormai inoltrata, per un po’ aveva trascurato il lavoro, forse a
causa della sua relazione con Mark: bello, disinibito e... decisamente troppo
giovane. Non che gli dispiacesse, il sesso era, beh grandioso! Il problema si
presentava dopo, quando una normale persona vuole fare conversazione, magari
davanti ad un bel caffè. Niente di niente...
Del resto cosa dire
ad un ragazzo che ha poco più della metà dei tuoi anni? Alla fine si era deciso
a mollarlo, ammettendo con se tesso che quella relazione fosse nata solo in
conseguenza alla storia che Harry aveva intrapreso poco tempo prima. Ne sentiva
la mancanza, era questa l’unica verità, anche se, sì insomma, qualche occasione
per vederlo, mentre entrambi aiutavano Blaise e Hermione con i preparativi per
il matrimonio che si sarebbe celebrato di lì ad un paio di settimane, ce
l’aveva anche avuta.
Immerso nei suoi pensieri,
gettò uno sguardo fugace oltre la vetrina di un bar sulla strada di ritorno a
casa. Fece qualche passo ancora, poi si fermò, stupendosi non poco di che
scherzi assurdi potesse fare l’immaginazione, tuttavia, per esserne certo tornò
indietro e scrutò ancora all’interno del locale.
Altro che fantasia! Un
Harry Potter in carne ed ossa era seduto,
con aria decisamente afflitta, su di uno sgabello, i gomiti poggiati sul
bancone. Senza nemmeno pensarci su un attimo, entrò e gli si avvicinò, occupando
il panchetto accanto al suo.
“Bel tipo che sei,
uscire a bere senza avvisare...” buttò lì facendo cenno al barista di servirgli
una Burrobirra.
Il giovane Auror gli
concesse un’occhiata fugace, prima di tornare a fissare il proprio bicchiere
vuoto “Lascia perdere, non sono in vena” replicò burbero.
“Vuoi dirmi che cosa
hai fatto? Pensavo fossimo amici, e di solito questo implica che in certi momenti
ci si rivolga l’uno all’altro” lo pungolò il biondo con sarcasmo “Quel Carl, o
come diavolo si chiama, ti ha mollato?”
“Si chiama Charles, e
non centra assolutamente niente con questa faccenda” lo rimbeccò l’altro senza
nemmeno degnarlo di uno sguardo.
“Allora state ancora
insieme” constatò Malfoy senza entusiasmo.
“No, ci siamo
lasciati un paio di giorni fa, ma sto benissimo, non...”
“Oh, Merlino, non
ricomincerai come con Baston! Sto
benissimo, va tutto bene, l’ho superata alla grande...” scimmiottò il Serpeverde
alzando gli occhi al cielo.
“Oliver... già, ho
sempre detto così, non è vero?”
La voce del Golden
Boy suonò bassa e addolorata, attirando l’immediata attenzione dell’amico su di
sé “D’accordo, non faccio altro che sparar cazzate, volevo solo sdrammatizzare,
ora però vuoi dirmi cosa diavolo è successo?”
“Mi ha telefonato,
sai?” raccontò il Grifondoro, scrollando le spalle.
“Charles?”
“No, Oliver...”
A quel punto Malfoy
scattò in piedi, mollò sul banco una manciata di galeoni, gli gettò il mantello
mentre si alzava dicendo “Andiamo a casa mia, faremo prima visto che è qui
dietro l’angolo.”
Potter lo fissò
confuso, ma decise di assecondarlo senza chiedere spiegazioni. Per tutto il
tragitto Draco non disse neppure una parola, ed una volta nel suo appartamento,
insonorizzò le pareti, per poi voltarsi verso il suo ospite.
“Adesso possiamo
parlare” esordì.
“Perché hai isolato
la casa?” chiese l’altro scuotendo il capo.
“Così potrai alzare
la voce quanto ti pare” replicò il biondo come se fosse ovvio “Ti sei tenuto
dentro tutto, per più di un anno.”
Harry rise aspramente
“Guarda che non c’è proprio niente da dire!” gli assicurò sedendosi sul sofà.
“Neanche dieci minuti
fa hai dichiarato di aver ricevuto una telefonata da Baston, e se questo ha il
potere di farti cadere in uno stato di tale depressione, lasciatelo dire Potter, non
l’hai superata affatto” lo stuzzicò Malfoy per spingerlo a parlare.
Il Grifondoro scosse
il capo “No, non è neanche questo, io credo di averlo dimenticato, di non
amarlo più, ma ci sono cose che mi hanno fatto riflettere.”
“Allora spiegami!”
sbottò il biondo al limite della pazienza “Cosa ti ha detto di così
illuminante?”
“D’accordo, visto che
proprio ci tieni...” mormorò il Prescelto gettandogli una fugace occhiata, poi
poggiò i gomiti sulle ginocchia, spingendosi in avanti con aria assorta “Mi ha
chiamato dopo il mio turno al Dipartimento Auror, mi ha chiesto come stavo e poi
abbiamo parlato del lavoro, del Quidditch e di tutte le sue trasferte, e mentre
lui mi raccontava di sé, io pensavo che fosse proprio finita, non provavo
niente, non ero neppure interessato alla sua stupidissima conversazione sullo
sport e quelle menate lì!” senza accorgersene il moro aveva alzato la voce
“Poi, così, d’un tratto, butta lì di avere una novità... ho pensato che dirtelo sarebbe stato meglio, visto il nostro passato”
a quel punto si tirò su dal divano, avvicinandosi al camino e poggiando nervosamente
le mani sulla mensola di marmo scuro “Ha una relazione con un certo Thomas, o
qualcosa del genere, da due mesi e, indovina un po’? Si sposano!”
Draco lo affiancò,
scrutandolo confuso “Si sposano?” domandò incerto.
“Eh, già!” confermò
Potter “Sai che per ottenere un bimbo in adozione bisogna essere sposati, no?!”
l’espressione stupita del biondo fu una replica più che sufficiente “Ora
finalmente ti è chiaro? C’è qualcosa che non va! Fino ad oggi pensavo che non
dipendesse da me, semplicemente non condividevamo i nostri piani per il futuro,
ma la verità è che lui non voleva che fossi io il suo compagno di vita, siamo
stati insieme cinque, maledettissimi anni, eppure si sente più legato ad un
tizio che conosce da appena due mesi!” ora il giovane Auror era fuori di sé,
inspirò a fondò e si voltò verso il padrone di casa, guardandolo quasi con
ansia, con paura “Perché? C’è... c’è davvero qualcosa che non va in me? Draco,
per amor di Merlino, dimmi cosa rende così difficile amarmi?!”
A quel punto il
biondo l’abbracciò stringendolo forte, sentiva il suo respiro sul collo,
affannato come se avesse corso su per venti piani di scale, e quelle braccia
forti aggrapparsi a lui come se potesse salvarlo “Non dire sciocchezze adesso,
non c’è niente che non vada in te...” mormorò accarezzandogli i capelli corvini
“Baston è solo un idiota, e stanne pur certo, quel matrimonio non durerà, su
che basi potrebbe dopo due mesi di conoscenza?”
“Questo non mi rincuora
affatto...” mormorò il Salvatore del Mondo Magico, concedendosi però un mezzo
sorriso per il bizzarro modo in cui Malfoy stava cercando di consolarlo. E poi,
stretto così contro il suo petto, sembrava che il macigno che aveva sentito
schiacciargli il cuore fino ad un attimo prima, fosse improvvisamente diventato
meno pesante.
“Sai cosa credo?”
bisbigliò il biondo strofinando la guancia contro la sua “C’è una persona
giusta per ognuno di noi, alcuni hanno la fortuna di incontrarla, ma poi sono
così stupidi da lasciarla scappare via, altri non l’hanno ancora trovata, e probabilmente
qualcuno avrà la sfortuna di non incrociarla mai sulla propria strada. Forse
non è esattamente confortante, è vero, ma poi penso che io ho te e che non mi
importa niente di incontrare o meno l’anima gemella finché posso telefonarti,
vederti e passare un po’ di tempo insieme.”
Harry sentì un tuffo
al cuore, scostò appena un po’ il viso, incrociando gli occhi di ghiaccio del
biondo che gli sorrise, chinandosi a sfiorargli amichevolmente le labbra.
Eppure quel semplice gesto innescò qualcosa, alla quale entrambi non poterono
più sottrarsi. Il moro si sospinse verso di lui, azzardando un bacio incerto,
ma, quando Draco rispose, il contatto divenne impaziente, quasi frenetico.
Potter sentì per la
prima volta il sapore di quella bocca, il tocco leggerò eppure così deciso
dell’altro, e pensò che per tutto quel tempo era stato al suo fianco senza conoscerlo davvero. Infilò le mani sotto il
pullover, accarezzando quella pelle liscia, assaporando quei sospiri, il suo
alito caldo sfiorargli l’orecchio, e senza alcuna razionalità gli levò
quell’inutile indumento, lanciandolo lontano.
In quell’istante il
biondo incrociò il suo sguardo e seppe che non sarebbe riuscito a fermarsi, chiedendosi,
inconsciamente, da quanto tempo stava davvero aspettando di poterlo avere. Si
impossessò nuovamente di quelle labbra tumide e rosse, e iniziò a sospingere il
moro verso la porta della sua camera. Si ritrovò a schiacciarlo contro il
battente chiuso, incapace di mettere fine a quel bacio famelico, mentre con una
mano cercava la maniglia. Quando finalmente la trovò, si assicurò di stringere
il compagno a sé, in modo da sostenerlo, prima di abbassarla.
Bastò l’ingresso in
quella stanza per cancellare completamente ogni pensiero lucido e razionale.
Finirono sull’enorme letto posto al centro, intenti a sfamarsi l’uno
dell’altro, a scoprirsi e godere di ogni singola sensazione. La passione
dirompente, il possesso, l’incapacità di separarsi...
E quando Harry gli si
abbandonò, quando Draco prese pieno possesso di quel corpo, marchiandolo come
suo, comprese che mai avrebbe potuto dimenticare quella notte.
*°*°*
Malfoy aprì gli occhi
molto più presto del solito ed una sottile, infima e strisciante sensazione di
panico serpeggiò nelle sue vene, costringendolo a fissare il soffitto, quasi lì
si trovassero le risposte, mentre Potter si stringeva a lui mugolando nel
sonno.
Cazzo,
cazzo, cazzo!
Era successo davvero,
un disastro, una catastrofe naturale!
Inspirò a fondo e
cercò di mettere in ordine le proprie idee... d’accordo, era stato a letto con Harry,
ed ora? Quel momento di follia aveva probabilmente rovinato per sempre la loro
amicizia, non poteva crederci, fra loro non avrebbe mai funzionato, erano
troppo diversi per poter... oh, ma che diavolo andava pensando? Entrambi alla
fine avrebbero concordato che quello non fosse stato altro che un momento di
debolezza, avrebbero dimenticato e tutto sarebbe tornato esattamente come
prima.
Sì certo... ma chi
voleva prendere in giro?
Sgattaiolò fuori dal
letto e recuperò i propri abiti sparsi sul pavimento, dannazione, che doveva
fare, mollarlo lì, per giunta in casa sua, e scappare via? Aveva bisogno di
riflettere, di parlare con Blaise, ed anche subito!
Iniziò a vestirsi,
quando la voce del moro lo fece sussultare “Dove... dove stai andando?”
biascicò sorpreso, nonostante fosse ancora assonnato.
“Avevo dimenticato di
avere un appuntamento, ho un’intervista alle otto, durante la colazione...”
mentì spudoratamente “una cosa di lavoro.”
Nessuno meglio del
Grifondoro era in grado di capire quando l’altro stesse raccontando balle,
questo bastò a farlo svegliare completamente “Allora mi vesto e torno a casa”
buttò lì, mettendosi seduto.
“No, no...
tranquillo, fai una doccia e resta quanto vuoi!” si raccomandò Malfoy,
avvicinandoglisi “Io devo andare, però ecco, a pranzo... sì! Se sei libero, ti
invito a pranzo fuori, che ne pensi?”
Potter non aveva mai
visto il Serpeverde tanto in imbarazzo, si limitò ad annuire, accettando che
l’altro lo baciasse sulla fronte, prima di uscire dalla stanza, mentre lui
rimaneva lì impalato, a chiedersi cosa diamine fosse accaduto.
Non appena fuori
casa, Draco prese il cellulare e chiamò Blaise “Dobbiamo vederci, adesso, esci
di casa, ti offro la colazione...”
Il Golden Boy, ancora
stordito dagli avvenimenti della sera prima e dal brusco risveglio, scostò le
coperte e si alzò per poi rivestirsi subito, pensando che se il biondo fosse
tornato indietro... no, nemmeno ci voleva pensare! E poi Draco era scappato,
gli aveva mentito e se l’era letteralmente data a gambe.
Non riusciva a
crederci, ma prima di poterci rimuginare sopra, prima di qualsiasi cosa aveva
bisogno di tornare a casa e bere un buon caffè, così usò la Metropolvere che
Malfoy aveva lasciato aperta nella fretta di uscire, e si ritrovò nel proprio
appartamento.
Si concesse una lunga
doccia, cercando di riflettere sul da fare, ma sembrava proprio che i pensieri
non volessero saperne di rimettersi in ordine. Com’era potuto accadere? Cosa
gli aveva detto quella testa malata che si ritrovava sul collo, andare a letto
con Malfoy... per Morgana!
Uscì dalla cabina,
infilandosi degli abiti puliti, e si avviò fuori dal bagno deciso a prepararsi
un caffè forte, molto forte, quando il campanello di casa prese a suonare
insistentemente, così andò ad aprire, trovandosi davanti la faccia sorridente
di Hermione.
“Ti ho portato la
colazione!” trillò la ragazza con uno strano entusiasmo.
“Buongiorno anche a
te...” borbottò il moro seguendola in cucina, stupito per quell’improvvisata
“Che ci fai qui? Dov’è Blaise?” mormorò mettendo su la caffettiera.
“Diciamo che
stamattina, ad un orario davvero indecente, ha ricevuto un invito a colazione
da un certo biondo di nostra conoscenza...” ironizzò l’amica sedendosi intorno
al tavolo e tirando fuori dal sacchetto qualche croissant e un paio di brioche
ancora calde.
“Porco Merlino e
tutti i maghi della terra!” imprecò Potter, in modo colorito, tirando fuori due
tazze dalla credenza.
“E’ successo
qualcosa, non è vero? Avanti raccontami!” lo spronò la Granger, saltellando
sulla sedia.
“Draco ed io... beh,
si insomma...” biascicò imbarazzato versando il caffè per entrambi.
“Ah, lo sapevo!”
esclamò l’amica “Oh, Harry non sai quanto sono felice per voi, siete perfetti
insieme, Blaise ed io ne parliamo da mesi, insomma, non vedete che...”
“Frena, Herm,
stamattina è letteralmente scappato, e pensa che eravamo a casa sua!” la
interruppe il moro sedendole accanto “E’ stato una pazzia, non so cosa diavolo immaginassimo
di fare, ed ora non so... io...”
“Mi stai dicendo che
Malfoy non ti piace neanche un po’? Che davvero vedi in lui solo un amico?”
chiese la Grifondoro, guardandolo scettica.
“Credo che questo abbia
poca importanza, vista la sua reazione di stamattina” replicò il moro scuotendo
il capo “Senti, Herm, se lui ritiene sia stato un errore, ok, cercherò di
accettare la cosa senza farne un dramma.”
Ed infatti quelle
erano le sue intenzioni, quando all’ora di pranzo raggiunse il biondo alla
tavola calda, vicino la Gringott. Vederlo però gli fece provare una strana
sensazione e quando si accorse dell’imbarazzo e dello strano atteggiamento
dell’altro, non riuscì a fare a meno di sentirsi ferito.
Si salutarono appena,
sedendosi uno di fronte all’altro, e dopo diversi minuti di pesante silenzio,
in cui Draco si stava letteralmente torturando le mani, il Golden Boy si decise
a parlare: “Senti, io penso sia stato uno sbaglio, insomma, non avremmo
dovuto...” vide l’amico sospirare di sollievo e quella ferita sembrò allargarsi
ancor di più.
“Sono d’accordo,
Harry, è stato... davvero bello, ma noi... non avremmo dovuto” asserì scuotendo
il capo “Insomma...”
“La nostra amicizia è
più importante” lo aiutò il moro, vedendolo annuire subito dopo, ma nonostante
le parole scambiatesi, il disagio e il distacco non sembrarono svanire per il
resto del pranzo, lasciando entrambi nel più totale silenzio.
(Due
settimane più tardi...)
“Sai se Draco porterà
qualcuno al matrimonio?” domandò Harry con aria distratta.
Hermione scosse il
capo rimirando allo specchio la sua bella figura in abito bianco, “Che io
sappia no” mormorò con un sospiro “Che ne pensi?” chiese poi continuando a
guardare il proprio riflesso.
“Sei splendida, davvero”
assicurò il moro con un sorriso “Blaise è davvero fortunato.”
La Granger si nascose
dietro il parapetto, levò il vestito da sposa, ritirato proprio quella mattina
in sartoria, appendendolo con cura, per poi rivestirsi e raggiungere l’amico
che stava comodamente seduto sul suo letto matrimoniale.
“Credo stiate
commettendo un grosso errore...” azzardò, vedendo l’espressione indignata del
suo ex compagno di scuola.
“Io non sto facendo
proprio un bel niente!” sbottò questi in sua difesa “Ho provato a chiamarlo e
sai quante volte si è degnato di rispondermi? DUE soltanto, pronto a trovare
una scusa plausibile per scaricarmi in fretta.”
“E’ che si sente
ancora in imbarazzo, ma gli manchi molto, me l’ha detto Blay” le sussurrò la
ragazza scrollando le spalle “Ha paura che dopo quello che è accaduto fra di
voi, qualcosa si sia spezzato, che entrambi non siate in grado di trovare un
argomento di conversazione. Dai, tu stesso mi hai detto che quel giorno a
pranzo avete fatto scena muta!”
“Questo non è un buon
motivo per mandare al diavolo la nostra amicizia”precisò il giovane Auror “Per
Merlino, Herm, se davvero gli fosse importato qualcosa, avrebbe fatto un
tentativo, invece che respingere ogni mio approccio ad una riconciliazione.”
La Granger sospirò
affranta “Non so che dire, solo... se dovesse riavvicinarsi, cerca di non
essere troppo testardo, almeno per questa volta. E poi ricorda, siete entrambi
i nostri testimoni di nozze, almeno per quel giorno...”
“Mi comporterò in
modo impeccabile” promise baciandole la fronte, e a dire il vero fu così o per
lo meno ce la mise tutta...
Certo, trovarselo
davanti durante la cerimonia, mentre i loro migliori amici si scambiavano una
promessa eterna, non aveva aiutato granché, vedere il suo viso, le sue occhiate
fugaci... dannazione, Harry era furioso e non poteva negarlo a se stesso.
Rimproverava al
biondo il modo in cui era fuggito quella mattina, il suo sollievo nel sentirgli
dire che era stato un errore ed ancor di più il suo continuo nascondersi in
quelle ultime due settimane. Ma come poteva comportarsi così? Se non gli
importava di ciò che avevano condiviso quella notte, doveva almeno importargli
qualcosa della loro amicizia, o no?
Potter continuò a
pensarci anche durante il ricevimento, ascoltando solo distrattamente i discorsi
di Ron su quanto sembrassero felici i novelli sposi e, quando l’amico si alzò,
invitando a ballare la propria moglie, quasi sospirò di sollievo. Un sollievo
che svanì immediatamente, nel vedere Malfoy dirigersi verso di lui.
“Ciao” lo salutò
questi, affiancandolo.
“Ciao...” replicò il
moro senza neanche voltarsi a guardarlo.
Draco cercò di non
maledirsi, almeno ad alta voce e gettò uno sguardo verso Blaise e Hermione che
ballavano stretti l’uno all’altra al centro della pista “Sono una bella coppia
e la cerimonia non è stata affatto male...” buttò lì, tentando di sembrare
tranquillo.
“Si, è vero” confermò
Potter “Sarà perché si rispettano e si stimano, oltre ad amarsi molto...”
replicò in una sottile accusa.
Il Serpeverde gli
sorrise, senza alcun successo, visto che l’altro si ostinava a non guardarlo
“Tu come stai?” chiese poi.
“Bene, benissimo,
grazie” fu la fredda risposta che ricevette dal Golden boy.
“Ti vedi con
qualcuno?” si informò ancora, parlando quasi senza riflettere e a quel punto
Harry si voltò a fulminarlo con espressione furente.
“Non credo sia il
caso di parlare di questo, tu che dici?!” sbottò acido.
Draco sospirò
abbassando le palpebre per un istante “Non vorrai andare avanti così? Io non ne
posso più, noi due...”
“Non esiste nessun noi
due!” gli fece notare il moro “Senti, tu...” poi sbuffò sonoramente e gli fece
cenno di seguirlo, trascinandolo letteralmente in veranda, dove nessuno potesse
sentirli “Sono due settimane che cerco di chiamarti, ma tu sei troppo impegnato
per degnarti di rispondermi!”
“D’accordo, ho
sbagliato” si affrettò a dire il biondo.
“Oh, puoi giurarci!”
sibilò l’altro “Ora ti comporti come se fra di noi non fosse successo niente e
pretendi che io faccia lo stesso?!”
“Se non ricordo male,
avevamo deciso insieme di dimenticare!” asserì Malfoy con espressione convinta.
“Certo, peccato che
dopo aver passato giorni a tentare di ricostruire la nostra amicizia, fallendo
miseramente per causa tua, io non riesca più a fingere di averlo immaginato”
gli precisò l’Auror “E diciamoci la verità, neppure tu riesci a far finta che
tutto sia come prima, visto che quella mattina ti sei alzato dal letto,
scappando letteralmente a gambe levate e lasciandomi da solo in casa TUA!”
“Avevo una colazione
di lavoro!” protestò il Reporter.
“Oh, certo, con
Blaise Zabini, e dimmi ti ha concesso un’intervista?!” ironizzò l’altro sul
puto di perdere la pazienza.
Il Giornalista si
passò nervosamente una mano dietro la nuca “Senti, mi... mi sentivo soffocare,
non lo capisci? Non ti avevo portato a casa mia con l’intenzione di saltarti
addosso, ma poi avevi quell’espressione sul viso e...”
“E pensavi che
scoparmi fosse un buon modo per consolarmi?” sibilò il Prescelto, incredulo.
“Non è stato solo una
mia idea, tu mi hai baciato, eri lì fra le mie braccia, farneticando su cosa ci
fosse di sbagliato in te e mi guardavi con quegli occhi! Cosa avrei dovuto
fare?” blaterò l’altro in sua difesa, riuscendo solo a peggiorare le cose.
Il Grifondoro infatti
non riusciva a credere alle proprie orecchie “Sei un... Merlino, non riesco a
credere a quanto tu sia meschino! Sai cosa ti dico Malfoy?! VA AL DIAVOLO!!”
ringhiò il moro, spintonandolo malamente, prima di passargli accanto e sparire
oltre le vetrate, all’interno della sala, senza rivolgergli più la parola per
il resto della serata.
(Dicembre
2010...)
Nelle settimane a
venire Draco Malfoy si spinse fino al ridicolo, pur di ricucire il rapporto con
Harry. Ogni santo giorno componeva il suo numero di telefono, senza per altro
ricevere alcuna risposta, lasciando quindi deliranti messaggi sulla segreteria
telefonica.
Dicembre era ormai a
metà e la neve continuava a cadere ricordandogli i momenti trascorsi con il
moro l’anno prima, quando avevano trascinato insieme l’albero per le vie della
Londra babbana, finendo poi entrambi a casa di Potter, a decorarlo con luci e
palline colorate. E poi si erano promessi di trascorrere l’ultimo dell’anno
insieme, quel testardo di un Grifone non poteva continuare a tenergli il
broncio, doveva perdonarlo, accidenti!
Accovacciato sul
proprio divano il biondo si rigirò fra le meni il cellulare, continuando a
darsi il tormento sul da farsi, alla fine inviò nuovamente la chiamata ed
attese...
Uno squillo, due,
tre...
“Questa
è la segreteria di Harry Potter, lasciate un messaggio e sarete richiamati!”
Il Reporter sospirò
pesantemente “Ebbene si, sono di nuovo io, sei felice? Avanti, Natale è alle
porte, ricordi cosa significa? Perdono e compassione... non ti faccio pena
neppure un po’? Sto letteralmente supplicando! Fatti vivo, io aspetto...” mise
giù e si maledisse mentalmente, del tutto ignaro che il moro stava facendo lo
stesso nel proprio appartamento.
Ok, forse la stava
tirando troppo per le lunghe, ma come poteva dimenticare le parole del
Serpeverde, durante il ricevimento di nozze di Herm e Blaise? Si era spinto
davvero troppo oltre e lui non riusciva proprio a perdonarglielo!
Però era anche vero
che...
Harry spinse un tasto
del telefono, per riascoltare tutti i messaggi che l’altro gli aveva lasciato
in quell’ultimo mese, uno degli ultimi lo aveva imparato a memoria...
“Ciao,
sono ancora io... avanti Harry, rispondimi! Mi manchi, ok? E mi dispiace di
essermi comportato come un idiota... richiamami...”
E quel genere di messaggi divennero sempre più
frequenti con l’avvicinarsi delle feste Natalizie. Qualche giorno dopo infatti,
Potter era impegnato a prepararsi per andare a lavoro, quando il cellulare
prese a squillare, poi di nuovo la voce di Malfoy...
“La
conosci la legenda magica, secondo la quale chi rifiuta il proprio perdono a Natale
diventa un orrido verme solitario? Lo sapevo che i Grifondoro erano testardi,
ma tu li batti tutti! Ed io, da bravo Serpeverde, me ne starò qui ad aspettare
che mi richiami, lo farai..? Non farmi invecchiare con il telefono in mano!”
Harry aveva pensato
di ignorarlo come al solito, ma poi, prima che l’altro mettesse giù, si era
deciso a rispondere.
“Draco, sei ancora
lì?”
Il biondo scattò a
sedere, del tutto sorpreso “Ciao, ciao Harry! Pensavo non potessi rispondermi
e...”
“Sto uscendo per
andare al Ministero” replicò freddamente “Cosa vuoi?”
Malfoy mandò giù il
boccone amaro, cercando di non spazientirsi, perché quando accadeva, di solito,
finiva per dire un mucchio di stupidaggini “Volevo solo... scusarmi, ancora...”
asserì con un mormorio incerto.
“Ok...” assentì il
Golden Boy, restando in silenzio per un po’, non sapeva cosa dirgli, i giorni
in cui erano in perfetta sintonia sembravano svaniti per sempre e questo lo
faceva stare ancora più male “Senti, ora devo... devo andare o farò tardi.”
“No, no aspetta solo
un minuto, per favore!” lo fermò il Purosangue “Ricordi l’anno scorso? Avevamo
detto che l’ultimo dell’anno lo avremmo passato insieme se fossimo stati
liberi, io... io ancora non ho deciso cosa fare e mi chiedevo se tu...”
“Non credo sia il
caso” lo zittì Harry, passandosi una mano fra i capelli in un gesto carico di
nervosismo “E’ inutile, non avrebbe alcun senso, sono cambiate troppe cose e
credo sia ora di accettarlo ed andare avanti” gli ricordò provando però una
fitta al cuore “Ora devo andare sul serio, ciao...” e mise giù senza aspettare
risposta, sicuro che se il biondo avesse insistito si sarebbe ritrovato a
dirgli di sì, per poi passare la peggiore serata della sua vita...
Senza sapere che il
realtà, quel capodanno, sarebbe comunque stato il peggiore della sua vita!
Si era lasciato
convincere da Herm e Ron ad andare con loro ad una festa organizzata da amici
e... era un vero incubo! Gabrielle aveva tentato di appioppargli quel Dan che voleva presentargli da ormai due anni, e
Harry non era riuscito a liberarsi di lui per tutta la sera, sembrava spuntare
fuori da ogni angolo! Ma come diavolo faceva a ritrovarlo sempre con tutta
quella gente?
Abbandonò la schiena
contro una colonna, sperando che fosse un buon nascondiglio e sospirò, chiudendo
gli occhi e lasciando vagare il pensiero a Malfoy, senza neanche accorgersene,
senza volerlo. Hermione gli aveva detto che sarebbe rimasto a casa per tutta la
sera, da solo. Dannazione, provava un’irrefrenabile istinto di raggiungerlo e
forse sarebbe stata la scelta più saggia, mettere da parte l’orgoglio e...
“Eccoti finalmente!”
Il giovane Auror
spalancò gli occhi, riconoscendo immediatamente quella voce e ritrovandosi la
bionda serpe davanti.
“Dra...
Draco! Che fai qui?” domandò drizzando la schiena.
“Avevo intenzione di
restarmene tranquillo. Non volevo rovinarti la festa ed ero deciso a rispettare
il fatto che tu non volessi vedermi, ma mi sono ritrovato da solo, a
passeggiare per strada e non facevo altro che pensare te” buttò fuori tutto
d’un fiato, vide il moro sul punto di protestare e gli fece cenno di tacere,
poggiandogli le mani sulle spalle “Te lo ricordi il viaggio da qui a Thurso?
Avevo ragione, ero certo di avere ragione, noi ci abbiamo provato ad essere
amici, ma non poteva funzionare...”
“Bene, e tu sei
venuto fin qui per vantarti con me della tua saggia previsione di allora?”
sibilò Potter cercando di divincolarsi, ma l’altro gli impedì di muoversi.
“Ma non lo capisci?
Uno dei due avrebbe comunque finito per innamorarsi e così è stato!” gli
assicurò “Perché io... io ti amo, l’ho capito solo adesso, come un perfetto
idiota, ma ti amo!”
Harry lo scrutò con
sconcerto, scuotendo il capo “Cosa... ed ora cosa ti aspetti da me?” domandò
con rabbia.
“Che ammetti di
amarmi anche tu, perché è così, lo sappiamo entrambi!” gli fece notare Malfoy,
scostandogli una ciocca corvina dal viso.
“Oh, certo, e questo
dovrebbe servire a rimettere le cose a posto?” domandò il Prescelto ancora
stordito “I... io non credo, non...”
“Ma non lo capisci?
Stasera, non riuscivo a pensare ad altro e mi sono accorto che amo tutto di te,
la tua folle fissazione per il Natale, con te che ti trascini un albero per
tutta Londra e pretendi il mio aiuto, e ti amo quando fingi di essere forte e
quando invece diventi fragile, amo quella tua stupida cicatrice, quegli orridi
occhiali che ti ostini a portare e adoro parlare con te prima di addormentarmi
o al mattino per darti il buongiorno!” dichiarò con veemenza “E non è perché mi
sento solo, io ho bisogno di te e se sono venuto qui in questo momento è solo
per questo, per dirtelo, perché quando ti accorgi di voler passare il
resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita, cominci il più
presto possibile!*”
Harry boccheggiò
sconcertato “Io non riesco a crederci, tu fai sempre così!” asserì incapace di
distogliere lo sguardo da quel viso “E poi pretendi che io... dannazione,
io...” senza pensare lo afferrò per il colletto della camicia e lo attirò a sé
baciandolo con impeto e godendo a pieno del calore di quell’abbraccio, di quel
corpo che si scioglieva contro il suo “Detesto darti ragione...” bisbigliò
quando furono di nuovo occhi negli occhi.
“Ma in questo caso
non puoi proprio esimerti” ghignò Malfoy “Tu mi ami Potter...”
“Credo si possa dire
così...” ammise questi con un sorrisino impertinente “Ti amo...”
“Ed ora che succede?”
bisbigliò Draco, mentre nella sala iniziava il conto alla rovescia.
Tre,
due, uno...
Harry gli si strinse
contro, baciandolo con passione, lasciando scivolare le dita fra quei capelli
biondi, morbidi come seta, poi lentamente mise fine a quel contatto, fissandolo
serio “Possiamo cercare di non rovinare tutto e augurarci che questo inizio ci
porti un po’ di fortuna... e poi chissà, magari ci ritroveremo fra trent’anni
ancora felici di trascorrere la sera di capodanno insieme e scambiarci il bacio
della mezzanotte” mormorò sorridendogli con dolcezza.
“Io lo spero”
bisbigliò l’altro baciandogli il viso.