Le Nebbie della Memoria

di Kagome
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Il Fuggitivo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Non sono un Mangiamorte! ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Le Regole del Gioco ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Mi hai chiamata Marion. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Diagon Alley ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Una Camera per Draco. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Un Bacio Rubato. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Distanze. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: La Vendetta di Ginny... ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: ...e gli incubi di Draco. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Do ut Des ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Il Leone e il Serpente. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: La Confessione di Ginny ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Le Lacrime di Harry. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Scacco Matto! ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: Alla Sede del Quibbler. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: Il Ricatto di Luna ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Il Fuggitivo ***


Le Nebbie della Memoria

Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia “Kagome” kagome@tiscalinet.it. Pubblicato il 13 Aprile 2003

Beta-letto da Megabyte e da Aramis. Ringrazio Aramis ed Esus per l’enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!

Disclaimer:

Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino... però, mondo crudele, questa la vita ^^.

Un personaggio citato in questo capitolo, e soprattutto una frase pronunciata da esso sono ispirati al fumetto di Fruits Basket, edito qui in Italia dalla Dynamic Manga. Vorrei puntualizzare che questo NON è un crossover con Fruits Basket, mi piaceva particolarmente quella frase e l’ho ripresa. Chi conosce FB sa a quale frase mi riferisco.

Capitolo 1: Il Fuggitivo.

Correva. Senza meta, per vie e viottoli bui e solitari della Londra babbana. La pioggia lo schiaffeggiava e si insinuava dappertutto, sotto il collo della camicia, giù per i jeans, bagnandolo ovunque. Tremava per il freddo, e allo stesso tempo scoppiava di caldo. A destra, prendeva la prima traversa, poi subito svoltava a sinistra e continuava a correre. Si fermava un attimo, indeciso tra due viottoli. Ne prendeva uno a caso ricominciando a correre, cercando di trovare uno spiazzo, un posto dove ci fosse un po’ di gente, dove si potesse confondere nella folla.

Il suo cuore sembrava scoppiare nel petto, il respiro rimbombare ovunque nelle vie deserte. Gli abiti babbani che indossava, sporchi e completamente fradici, gli si appiccicavano addosso e gli davano fastidio; i piedi gelati nelle scarpe fradice che risuonavano a ogni passo; i pugni stretti sembravano ghiaccioli.

Quanto odiava doversi vestire come un Babbano, quanto odiava dover sempre stare a contatto con loro, quanto odiava dover dormire negli ostelli più fetidi e ricolmi di gente, spesso condividendo il letto con qualcuno. Non perché non ci fosse spazio, non perché non avesse un soldo... ma solo perché doveva.

Non ne poteva più di quella vita, perché era accaduto proprio a lui?

Proprio a lui?

*Signor Malfoy, buona sera. Mi dica signor Malfoy!* il volto sorridente di una ragazza coi capelli castani apparve, come un lampo, ai suoi occhi.

‘No, impossibile, non può essere vero. Vattene! Non devi raggiungermi!’ le sue mani si portarono alle tempie mentre continuava a correre. Scosse la testa. No, non voleva ricordare!

*Signor Malfoy, guardi, sta nevicando!*

Più veloce, presto! Doveva riuscire a trovare un riparo, un posto dove non lo scovassero, un posto dove quei ricordi non lo assalissero!

Maledizione; proprio oggi lo dovevano beccare, proprio oggi che non era riuscito a trovar posto in uno dei tanti ostelli londinesi? Proprio oggi che, dannazione, non c’era un cane per strada con il quale confondersi?

*Ho sempre amato la neve, signor Malfoy. Ma la mia famiglia si era trasferita a Miami, negli ultimi anni. Questa la prima volta che vedo nevicare!*

‘Svolta a destra, a sinis... no, vicolo cieco! Dritto. Non mi devono beccare, non mi devono beccare, non mi devono beccare!’ il cuore sembrava scandire con tumultuosi battiti i suoi pensieri, all’unisono con le tempie, che pulsavano furiosamente. Sembrava volersi stabilire nella sua gola mentre le gambe iniziavano a cedere alla fatica. Le sentiva pesanti, rigide. Vacillò.

‘NO! Devo riuscire a trovare un po’ di gente. Maledizione, perché non c’è nessuno?’ inciampò, cadde. Si rialzò, a fatica, ansimando; si guardò intorno, concedendosi il lusso di fermarsi.

Erano le undici di sera, quel giorno di fine dicembre. Pioveva a scrosci incostanti che sferzavano la sua pelle come fruste; ancora pochi gradi in meno, e quella specie di nevischio si sarebbe trasformato in una bufera. Il suo fiato era una nube, quasi solida, di fronte alla sua faccia; le ginocchia sembravano di fuoco, sotto gli abiti fradici; i piedi gli facevano male per quanto erano ghiacciati. Tossì per la fatica mentre i suoi occhi continuavano a cercare, febbrilmente. Il buio che avvolgeva le strade e i vicoli di Londra non aiutava certo a guardarsi le spalle durante una fuga. Gli parve di vedere un guizzo nell’ombra e il suo cuore divenne nuovamente un tamburo.

*Signor Malfoy, lo sa che cosa diventa la neve quando si scioglie?*

*Beh certo... acqua? Vapore?*

Aveva finito Hogwarts da quattro anni... e aveva passato gli ultimi due in questo modo. Scappando dai Dissennatori che gli davano la caccia ovunque andasse, tormentato dal risentimento, dal dolore, dal rimorso. Dall’odio.

*No, signor Malfoy. Ha sbagliato! Diventa primavera!* un sorriso luminoso gli aveva scaldato il cuore. Ricordava come fosse stato ieri quel giorno, ricordava la piccola e minuta ragazzina che aveva conosciuto al Ministero della Magia. Marion, si chiamava. Marion...

‘No, vattene... perché devo ricordarla, perché? Non voglio ricordarla, non posso...’ si guardò intorno, terrorizzato.

‘...permettermelo.’

Ogni angolo, illuminato dalle fioche, spettrali luci dei lampioni, poteva nascondere un’insidia, un Dissennatore, pronto a risucchiargli l’anima. No! Quella era una cosa che non poteva perdere. Era l’unica che avesse, in fondo.

Riprese a correre, anche se le gambe non lo reggevano più, anche se la vista gli si stava appannando, anche se il cuore gli stava scoppiando in petto e un dolore, alla base della gola, gli faceva capire che la sua resistenza era al limite. Sentiva, con cruda precisione, tutto il perimetro dei suoi polmoni. Avrebbe saputo dire esattamente dove iniziavano e dove finivano e la milza non gli aveva mai fatto così tanto notare la sua presenza. Le ginocchia gli tremavano, i piedi slittavano fin troppo spesso nelle scarpe da ginnastica, troppo bagnate per aderire al terreno scivoloso.

‘Sono un codardo... un idiota. Un egoista... ’ pensava mentre cercava disperatamente un posto dove nascondersi. Sarebbe andato bene tutto, un portone socchiuso, un pub aperto; qualunque cosa che lo togliesse dalla strada, che lo riportasse tra la gente. Dove i Dissennatori non avrebbero potuto trovarlo, dove i Dissennatori si sarebbero distratti.

‘Forse meglio se la faccio finita...’ pensò, rallentando. Morire era, probabilmente, più dignitoso che continuare a vivere in una situazione simile. Non avrebbe più resistito a lungo, in fondo. Ma qualcosa gli impediva di lasciarsi andare. L’istinto di sopravvivenza? La volontà di tenerla viva, almeno nel ricordo? O forse era solo il suo grande orgoglio?

‘Macché... la verità è che sono un codardo!’ pensò, affrettando di nuovo il passo. ‘Non ho il coraggio di morire. No.’

All’improvviso, una svolta a sinistra, senza guardare dove stesse andando, una corsa a perdifiato. Sentiva lo spiaccichìo dei suoi piedi nelle pozzanghere come se venisse da un altro mondo... un mondo lontano.

Cozzò contro una persona e balbettò una parola di scusa mentre si girava, lottando per non cadere e continuando a correre. Un’automobile gli si parò di fronte, all’improvviso. Le luci dei fari ferirono i suoi occhi, ormai abituati all’oscurità e gli diedero fastidio. Per evitarla scartò a destra e continuò dritto, gli occhi ancora abbagliati da quella luce, senza guardare dove mettesse i piedi, senza guardare dove stesse andando. In fondo... un vicolo valeva l’altro giusto?

Era un vicolo cieco.

Fece dietrofront, osservò sbattendo le palpebre la strada che si era lasciato dietro le spalle, cercando di metterla a fuoco. In fondo al viottolo, proprio di fronte alla sua unica via di fuga... eccolo.

Il Dissennatore.

Inciampò nei lacci delle sue scarpe babbane, e cadde per terra.

*Padre, che cosa state facendo?*

*Padre, lasciate andare Marion, che vi ha fatto?*

*Marion... adesso è diventata Marion. Siamo arrivati a questo?* il volto scuro e irato di Lucius comparve di fronte ai suoi occhi. Lo fissava, con sguardo carico di disprezzo... un disprezzo che lo feriva nella parte più profonda del suo spirito. Lo faceva sentire una nullità, anzi, peggio. Meno di un essere umano...

‘No, no...’

Il dissennatore si stava, lentamente, avvicinando; Draco era immobile, inginocchiato per terra, le braccia sull’asfalto fradicio, il fiato creava candide nubi mentre ansimava, nel freddo pungente della notte. Era esausto, non ne poteva più, non poteva far altro che osservare la morte avvicinarsi. Sarebbe stato peggio che morto, lo sapeva. Un vegetale, senz’anima.

Come suo padre.

E, dal profondo del cuore, ciò che l’angosciava di più era una consapevolezza. La certezza che se lo meritava.

*Crucio!*

*No, Padre! No!*

*Draco! Questa sgualdrina ti sta prendendo in giro. Non capisci che ti vuole ingannare? Non capisci che vuole solo i tuoi soldi?* i duri occhi di Lucius si erano addolciti, in un sarcasmo velato di follia. Lo guardava come se volesse convincersi anche lui della verità di quello che stava dicendo, perché era l’unica verità che ritenesse possibile.

*Non è vero!* le urla di dolore dell’unica donna che era riuscita a sciogliere il suo cuore echeggiavano nell’aria.

‘No, per favore, per favore...’ ormai era bloccato, chiuso nel ricordo. Non riusciva più a muoversi, non VOLEVA più muoversi. Il Dissennatore si avvicinava, lentamente, godendo del suo terrore, nutrendosi della sua angoscia, del suo dolore, del suo ribrezzo verso se stesso. Del suo senso di colpa. Si, si sentiva in colpa, tremendamente colpevole. Colpevole per sé, e colpevole per lei.

Non ricordava come si facesse a contrastarlo. Si maledì da solo, nell’ultimo barlume di lucidità che gli rimaneva, per non aver prestato attenzione a quelle lezioni di Difesa contro le Arti Oscure, al terzo anno. Ma ormai era troppo tardi; troppo tardi per stupidi rimpianti.

*E’ vero! Questa donna ti mente! Vuole infangare il nome dei Malfoy!* lo sguardo di Lucius avrebbe congelato un vulcano in eruzione, ma non l’aveva intimorito. No, lui voleva difendere la donna che amava.

Lucius l’aveva schiaffeggiato, pronto a colpirlo di nuovo se avesse obiettato ancora. E, in quel momento, lui aveva odiato se stesso. Per la prima volta in vita sua, dal più profondo del suo cuore. Aveva odiato il suo nome. Aveva odiato il suo casato, e tutto ciò che esso significava per lui.

Ma quel è che peggio, aveva odiato suo padre.

Il suo idolo.

Il suo modello.

Colui che riassumeva tutto quello che avrebbe voluto diventare.

L’immagine utopistica che si era forgiato nella mente fin da bambino era andata in mille pezzi in un istante e questo gli aveva fatto davvero male, ancor di più delle grida di Marion.

*NO!* aveva urlato lei, tra gli spasmi di dolore. *Signor Malfoy, io non sto mentendo! Non sto mentendo...* la sua preghiera si intendeva appena tra le grida e i singhiozzi. Lui, con la mano ancora ferma sulla guancia dolorante, si era spostato, avvicinandosi a Marion. Ci si era messo davanti, togliendola alla vista del padre e impedendogli di continuare a torturarla, i pallidi occhi grigio-azzurri fissati sull’uomo che un tempo aveva considerato un idolo, torvi.

‘No!’

*Togliti di lì, figlio degenere!*

*No! Non ti permetterò di farle ancora male!* il suo sguardo era fermo, duro e freddo, sul volto del padre. Era la prima volta in vita sua che sentiva di provare un odio così profondo verso qualcuno. Nemmeno Silente, nemmeno Potter, nemmeno... con nessun altro aveva mai provato un odio così penetrante, cupo; sarebbe stato pronto a fare qualunque cosa, in quel momento, anche ad ucciderlo.

‘NO!’

*Togliti. Se non ti togli, torturerò anche te.* lo minacciò il padre.

‘Ti prego, NO!’

*Provaci...* avrebbe voluto dire, mentre la mano correva automaticamente alla sua bacchetta, in tasca. Ma non ci riuscì, la parola gli morì in gola.

*No, signor Malfoy, non lo faccia! E’... vero! Si, vero... io... l’ho ingannato. Ho preso in giro Draco, ho fatto tutto per i soldi. La mia famiglia è coperta di debiti e io...* disse lei, con sguardo implorante. Lui si era girato, l’aveva guardata, incredulo. Non poteva essere vero. Lo leggeva nei suoi occhi che non era vero; ma quell’attimo d’incertezza era stato la sua rovina.

‘NO! NO!!!!!!!!’ si portò le mani alle tempie mentre scuoteva il capo e iniziava a mormorare lamenti sconclusionati. Si rannicchiò su se stesso, abbracciandosi le ginocchia. Sentiva le lacrime scendergli sulle guance ghiacciate, cadergli in bocca mentre singhiozzava. Ne gustò il sapore, salato e amaro al tempo stesso, ma non aveva intenzione di fermarle.

*Avada Kedavra.* il suo cuore si era fermato al suono di quelle due parole. Aveva mosso lo sguardo in direzione del padre: gli era a fianco ora... e lui non se n’era accorto. Lo guardava, un lampo di trionfo negli occhi; quegli occhi, duri, freddi, grigi come i suoi.

‘NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!! Ti prego, basta! BASTA!’

Una vampata di calore aveva infiammato il suo volto, mentre il cuore sembrava volergli straziare il petto.

‘Ti prego, qualunque cosa tu sia. Basta! Basta! Uccidimi, strappami l’anima, rendimi un vegetale... non me ne frega niente! Niente! Ma non...’

Si era girato, lentamente, verso il punto dove, fino a un attimo prima, soffriva e piangeva l’unica che veramente l’avesse amato,

‘...non...’

l’unica che lui avesse mai amato,

‘...non...’

l’unica che l’avesse fatto sentire davvero vivo,

‘...non me la far vedere, un’altra volta!’

e l’aveva vista. Distesa, sul pavimento di pietra. Le mani ancora giunte, le lacrime ancora sulle guance. Gli occhi castani spalancati in una smorfia, a metà tra la sorpresa e l’orrore. Quegli occhi, fino a poche ore prima tanto dolci, pieni di vita. Ridenti. Quegli occhi che gli avevano fatto battere il cuore, che gli avevano regalato tante emozioni e tanta gioia. Quegli occhi, ora, erano freddi, sbarrati, vuoti... e puntati su di lui.

«NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!»

Ripiegato su se stesso, ormai inconsapevole della pioggia che gli diluviava addosso, del fango che lo macchiava, del freddo che gli penetrava nelle ossa, e lo faceva tremare. Inconsapevole del fatto che entro pochi attimi sarebbe stato meno di un vegetale; il Dissennatore l’aveva ormai raggiunto, e a lui non importava più niente.

Il mostro lo prese con entrambe le mani e lo tirò su. Lui lo fissò per un lunghissimo istante. Guardò in faccia la morte, e scoprì che gli andava bene. Se lo meritava, era quello che ormai voleva anche lui. Liberarsi di quel dolore, liberarsi di quell’angoscia, di quella paura.

‘Bagnato fradicio, senza dignità, senza volontà, senza onore... vestito con abiti babbani e odiando il mio nome e anche me stesso, in un vicolo fetido e buio... come un criminale. Che bel modo di morire, per l’ultimo dei Malfoy...’

«EXPECTO PATRONUM!» il grido di un’imperiosa voce maschile squarciò l’aria, rimbombando tra gli scrosci d’acqua nel vicolo deserto.

Draco girò il viso, di scatto. Paonazzo, grondante di sudore, di pioggia, di lacrime; i pallidi occhi grigio-azzurri ancora rossi per il pianto. Non poteva credere in tanta fortuna; ma lo stava vedendo, davvero. Un bellissimo patrono in forma di cervo puntava la figura scura davanti a lui, pronta a mettere in atto la sua esecuzione.

La meravigliosa creatura li raggiunse e li avvolse, ponendosi come scudo tra il corpo del ragazzo e quello del mostro. Il Dissennatore cacciò un urlo, animalesco, così acuto e forte da far gelare il sangue, e fuggì. Draco cadde in ginocchio, imbambolato, e l’osservò correre via nell’oscurità della notte. Ancora troppo sorpreso di essere ancora vivo... di essere ancora se stesso.

«Muoviti su. Presto, prima che torni coi rinforzi!» una voce lo riportò alla realtà. Qualcuno gli tendeva la mano, e lui la prese. Era calda... non sapeva chi fosse la persona che l’aveva salvato. Non riusciva a vedere quasi niente in tutto quel buio. In ogni caso, l’avrebbe seguito in capo al mondo.

«Io...» mormorò.

«Dopo... ora corri!» il suo salvatore lo fece alzare, poi iniziò a scappare, trascinandolo. Draco non riusciva ancora a capacitarsi della situazione, ma si concentrò a mettere un piede dietro l’altro e a seguire la persona che gli aveva salvato il senno, almeno per un po’.

Corsero, a perdifiato, per le buie strade di Londra, incuranti della pioggia, che continuava a cadere mista al nevischio, delle pozzanghere, che li bagnavano fino al midollo. All’improvviso videro un portone socchiuso, e ci si infilarono dentro, chiudendolo subito dietro di loro.

Entrambi caddero in ginocchio, ansimando. Draco era ancora in uno stato di totale confusione; gli sembrava di star vivendo in un sogno. E non credeva di volersi svegliare... se mai lo fosse stato. Ma di sicuro non lo era, realizzò. Aveva un freddo cane, i denti gli battevano per il gelo, i piedi, ancora congelati, gli formicolavano dolorosamente. Non c’era una parte del suo corpo che fosse asciutta e i rivoli gelati che piovevano dai capelli rifluivano senza pietà dentro il colletto fradicio, insinuandosi giù per la schiena. Però... era vivo! Ed era ancora se stesso!

«Io...» inizio a dire, tra un respiro e l’altro. Non sapeva come attaccare discorso, sapeva solo che ora aveva un grosso debito con quella persona. Gli aveva salvato la vita e Draco conosceva bene il codice d’onore dei Maghi. Da allora in poi sarebbe stato legato a quel ragazzo da un vincolo più forte di qualunque contratto Babbano.

«Ti senti meglio?» disse quello. Draco annuì, e si guardò intorno. Il pianerottolo in cui si erano rifugiati era illuminato da una fioca luce; non così forte da fargli male agli occhi, ma abbastanza per consentirgli di vedere. Istintivamente, il suo sguardo corse verso la persona che l'aveva salvato. Il suo cuore si fermò.

I capelli neri e un po’ scarmigliati; gli occhiali, tondi e fradici, a coprire un paio di brillanti occhi verdi che lo squadravano, con un divertimento misto a preoccupazione; sulla fronte, che i capelli zuppi e un po’ sporchi di neve lasciavano scoperta, si intravedeva una cicatrice a forma di saetta.

«Probabilmente non ti fa piacere quello che stai vedendo, Malfoy,» proseguì tra un respiro e l’altro, con un sorrisetto divertito sulle labbra, mentre si toglieva gli occhiali e iniziava a pulirli con un fazzoletto asciutto, «Non mi dispiacerebbe sentirti dirmi grazie, una volta tanto, anche se so che non lo farai.»

Lo fissò per un attimo, un po’ beffardo, mentre le sue mani armeggiavano con le lenti e il fazzoletto; poi l’ironia svanì dal suo sguardo, il volto assunse un’espressione molto seria. Osservò il pavimento, rimettendosi gli occhiali ormai puliti, «Non ti ho tolto dai guai per eroismo o per prenderti in giro. E’ che... nessuno dovrebbe morire in un vicolo tanto lurido e in un modo così orribile. Nemmeno tu.» Draco rabbrividì mentre il suo interlocutore lo fissava, di nuovo.

POTTER. Si, proprio QUEL Potter. Gli aveva salvato la vita.

Nota dell’autrice:

Dunque, dunque...

Hey, no! Aspettate... Che sono quei pom... Spettate, no!

Posso spiegare...

Ecco... ehm... *cough cough* dovete sapere che a me Draco piace molto come personaggio, quasi il mio preferito della serie...

¬¬; che sono quegli sguardi feroci???????

Come? Che avrei fatto se l’avessi odiato? ^^; ehm.. dovete sapere una cosa di me: adoro torturare i personaggi che amo... già. Ebbene si ^^

Però suvvia, mica è andata così male a Dracuccio... in fondo è vivo ^^;;;;;;;;;;;;;;;

Draco... che c’è? Ehm... come? Preferivi morire?^^;;;;;;;;;;; ehm...

Beh, attendo commenti... sbrigatevi a postarli che quello sguardo truce del biondino non mi piace per niente, potrei non poterli leggere :P

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Non sono un Mangiamorte! ***


Le Nebbie della Memoria

Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia “Kagome” kagome@tiscalinet.it.

Pubblicato il  20  Aprile 2003, Buona Pasqua a tutti!

Beta-letto da Megabyte e da Aramis. Ringrazio Aramis ed Esus per l’enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!

Disclaimer:

Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

Capitolo 2: Non sono un Mangiamorte!

Ci mise diversi minuti a riprendersi dallo shock. Continuava a fissare Potter che lo squadrava, di sottecchi, mentre si  rassettava i vestiti. Lo vide togliersi il pesante mantello col cappuccio e scuoterlo per liberarlo da parte dell’acqua, strizzare le maniche della giacca e le gambe dei pantaloni che indossava. Lo osservò mentre usava il solito fazzoletto per asciugarsi i capelli e scuoterci via un po’ di ghiaccio. Poi lo vide rimettersi il mantello e tornare a osservarlo.

«L’ultima persona che pensavo di vedermi venire a sbattere addosso mentre scappa da un Dissennatore, alle undici di sera e in questa zona eri proprio tu, Malfoy. Si può sapere che t’è successo?» iniziò Harry, osservandolo con sincera curiosità. Sembrava davvero preoccupato per lui. Come poteva esserlo? Come?

«E l’ultima persona che pensavo di trovarmi davanti eri tu, Potter. Chi diavolo ti ha fatto immaginare che volessi il tuo aiuto?» le parole, velenose e acide, gli uscirono di bocca spontaneamente .

«Vorrei graziosamente ricordare a Vossignoria che, se non mi fossi trovato nei paraggi, a quest’ora la Vostra persona non sarebbe un grande spettacolo da vedere.» replicò lui, beffardo. Un sorriso duro incurvò le labbra di Draco: ma bene. Potter aveva scoperto cos’era il sarcasmo… il tempo non passava solo per lui, quindi.

«Si vede che non ti entra, in quel ridicolo cervello che ti ritrovi, l’idea che ‘Vossignoria’ non avesse alcuna intenzione di essere salvato, e soprattutto non da te.» replicò. Ed era vero. Morire era certamente più dignitoso, per lui, che ritrovarsi ad avere un debito d’onore nei confronti... di Potter! Suo padre non gliel’avrebbe mai perdonato.

Ma, in fondo, suo padre era meno che morto ormai. E lui l’odiava. Chi poteva rimproverarlo? I suoi occhi, torvi, si fissarono diritti sul suo interlocutore che ricambiò lo sguardo, ironicamente.

Harry gli tese la mano, facendolo alzare. Con estrema naturalezza  si avvicinò al portone e lo aprì. Una ventata d’aria gelida si infiltrò nel pianerottolo assieme ad alcuni fiocchi di neve che, nei pochi minuti che  avevano passato al coperto, aveva preso rapidamente il posto della pioggia. Con la mano libera gli fece segno di accomodarsi fuori.

«Prego... se ti dà così tanto fastidio essere ancora vivo, la porta è aperta. Puoi andartene.» gli disse, fissandolo. «Non penso ci metteranno molto a ritrovarti. Con questo tempaccio non c’è nessuno in giro…» Draco lo vide sorridere al suo sbigottimento.

«Che non volessi essere salvato non significa che voglia tornare là fuori.» replicò, rabbrividendo. Harry scosse la testa e chiuse il portone. Con le mani fece cadere dai capelli i fiocchi bianchi che gli si erano posati sopra in quei pochi secondi. Si avvicinò, lentamente, alle scale del palazzo e si mise seduto. Draco si appoggiò per terra, contro il muro, e abbassò lo sguardo.

«Si può sapere perché eri in giro con questo tempo?» iniziò Harry, senza fissarlo, gli occhi puntati sulle proprie scarpe. Perse un attimo a slacciarle e a riallacciarle di nuovo, badando bene a stringerle più forte di prima.

«Potrei dire la stessa cosa di te.» replicò lui, gelido. «Non è che sia facile incontrarti per le strade di Londra, soprattutto di recente.» Questo distolse l’attenzione di Harry dalle sue scarpe, e un paio di occhi verdi gli si posarono addosso. Il ‘Ragazzo Sopravvissuto’ sembrò riflettere attentamente sulle sue parole.

In effetti era vero.

Avevano finito Hogwarts da quattro anni. Al settimo avevano affrontato Voldemort utilizzando l’unica arma che potesse causare la sua morte: la  Torcia Verde. Erano riusciti a trovarla all’interno della tomba di Tom Riddle e l’avevano usata, in una battaglia memorabile. Un combattimento che li aveva quasi uccisi, e nel quale c’era stata una terribile perdita – la Professoressa McGranitt, nuova Preside dopo la scomparsa di Silente, era morta per aiutarli.

Erano diventati gli eroi, avevano finito l’anno sotto le luci della ribalta, anche se con la morte nel cuore. Per un po’, le cose erano andate molto bene. A Harry non piaceva essere al centro dell’attenzione. Avrebbe voluto potersi prendere un po’ di tempo per assorbire il colpo della terribile perdita subita, e lo stesso poteva dirsi per i suoi amici. Anche se non se n’erano mai accorti, volevano molto bene all’ex Direttrice della Casa dei Grifondoro; il vuoto che aveva lasciato nei loro cuori era incolmabile.

Ma Harry era stato molto felice di poter utilizzare la nuova ‘influenza’ che aveva ottenuto sul Ministero della Magia per scagionare Sirius dall’accusa di aver tradito i suoi genitori. Quel giorno, quando finalmente la condanna sulla testa del suo padrino venne revocata, fu uno dei più belli della sua vita. Non costretto più a tornare a Privet Drive, si era trasferito a Casa Black.

Il suo amico Ron aveva finalmente coronato il suo sogno d’amore con Hermione... si erano sposati con una cerimonia intima, alla quale avevano invitato solo pochi amici. Ron era diventato il portiere di riserva della squadra dei Chundley Cannons, quella per la quale aveva sempre tifato; Hermione aveva continuato a studiare ed era spesso in viaggio, per conto del Ministero. I due erano una bella coppia; ogni tanto litigavano, ma si riconciliavano subito.

Poi, poco più di due anni prima, il tracollo. Qualcuno aveva distrutto questa pace che avevano sudato così tanto per costruirsi. Un qualcuno di nome Voldemort.

Si, proprio lui... ancora lui.

«Non è molto facile nemmeno incontrare te, da queste parti. Ho letto sulla Gazzetta che tuo padre ha ricevuto il Bacio del Dissennatore, due anni fa. Da allora sei ricercato, mi pare.»

«Già. Sei un Auror forse? Eri sulle mie tracce? Potevi lasciare che il Dissennatore mi ammazzasse, in quel caso. L’avrei preferito, piuttosto che avere un debito con te, guarda. E sono sincero.» disse,  pronunciando a fatica  le parole mentre batteva i denti. Puntò di nuovo i pallidi occhi grigio-azzurri su Harry e continuò a tremare, convulsamente. Non poteva impedirselo.

«Macché Auror! Non stavo mica cercando te. Ero uscito a comprare qualcosa da mettere sotto i denti.» Harry osservò con rammarico un pacchetto che Draco vide per la prima volta. Lo stava stringendo nella mano opposta a quella che gli aveva teso, in mezzo alla strada. «Ma ormai sarà diventato così freddo che gli altri non saranno molto felici di mangiarlo...» sospirò.

«Che ci facevi in quel vicolo allora? Non mi pare ci fossero negozi aperti, in zona...»

«Infatti mi ero Materializzato dall’altra parte della città per fare acquisti, e mi ero appena ri-Materializzato quando mi sei venuto addosso.» Draco allargò gli occhi: quindi era lui il tipo contro il quale era andato a sbattere. Lo doveva aver seguito da quel punto, per aiutarlo. Strinse i pugni in un gesto di stizza.

«Non ti aspetterai che ti porga le mie scuse.» sibilò, ironico. Harry reclinò il capo all’indietro e rise, una risata franca e genuina, come quella di un bambino.

«Certo che no; anche se mi pare che tu l’abbia già fatto. E non pretendo neanche che mi ringrazi, perché tanto lo so che non lo farai.» Senza guardare il suo interlocutore, Harry strappò la carta dell’involto che aveva acquistato al centro di Londra. Si, si era tutto freddato... beh, non importava, tanto avrebbero sempre potuto scaldarli. Prese in mano qualcosa e la scartò, addentandola. Poi si girò verso Draco e gliene lanciò un’altra.  

«Mangia» disse. Draco osservò con stupore quello che, istintivamente, aveva acchiappato al volo: era un pezzo di cioccolata.

«Non crederai che accetti la tua elemosina, Potter.» disse, battendo i denti a ogni parola. Non era semplice cercare di mantenere un cipiglio dignitoso in quello stato...

«Malfoy, ho sempre pensato che non ci si potesse fidare di te ma ti ritenevo una persona intelligente;» Harry sorrise mentre gli occhi del suo interlocutore diventavano minuscole fessure sul suo volto, «stavi per essere baciato da un Dissennatore, non è un attacco di poco conto. Non vedi come stai tremando?»

Draco si rese conto solo in quel momento che, in effetti, Harry aveva ragione. Probabilmente i brividi che gli correvano lungo la schiena non dipendevano solo dal freddo.

«Credo che lo farei in ogni caso, comunque.» rifletté ad alta voce dandosi un’occhiata addosso, ma scartò la barretta e la addentò. Anche Harry parve notare le sue condizioni, per la prima volta, e l’osservò, stupito.

«Devo arguire che non vuoi raccontarmi che cosa ci facevi in giro senza un ombrello con questo tempaccio, eh?» replicò.

«Una volta tanto arguisci bene, Potter.» Draco osservò di nuovo il pavimento. L’unica cosa che gli era rimasta era un briciolo di orgoglio. Se Harry avesse scoperto che razza di vita stava conducendo non avrebbe più osato guardarsi allo specchio.

Sapeva benissimo di essere l’ombra di se stesso. Più pallido di quanto fosse mai stato, smunto, sporco... si faceva ribrezzo da solo. Non c’era bisogno che Potter aggiungesse un altro macigno sulla sua schiena. ‘In realtà l’ha già aggiunto...’ sorrise sarcasticamente a quel pensiero.

«Comunque, almeno in apparenza, non sembri passartela molto bene... ti ricordavo più in forma. E non pensavo ti piacessero i vestiti babbani.» lo prese in giro. Harry si stava divertendo – era ovvio che Malfoy avesse diversi problemi e voleva capire dove fosse il bandolo della matassa. Voleva aiutarlo ma lui doveva volersi far aiutare. Il che, visto che si trattava di Malfoy, era piuttosto difficile da credere, o da ottenere.

«Infatti non mi piacciono.» Draco guardò con disgusto gli abiti fradici che indossava. «Se non fossi costretto, di sicuro non li metterei.»

«I Malfoy non hanno mai avuto problemi economici. Quindi suppongo che tu viva tra i Babbani, ora. Non ti ci vedo molto;» Harry sogghignò all’occhiata truce di Draco. «ma credo tu non abbia scelta.»

«Che scelta potrei avere? Azkaban forse?» il suo sguardo sembrò indurirsi ancora, per quanto fosse possibile. Ammutolì un attimo, come per riflettere prima di continuare, «Sembra piacerti parecchio farti beffe di me. Beh, il giochino è durato troppo. Me ne vado, grazie tante.»

Si alzò, di scatto. In quei due lunghi anni aveva spesso avuto sbalzi d’umore ma non si era mai sentito così nervoso. La testa sembrava scoppiargli e i brividi che percorrevano la sua schiena, seppur diminuiti dopo la cioccolata, non erano passati. Ma in fondo i suoi vestiti erano ancora fradici e l’umidità gli stava penetrando nelle ossa, congelandolo.

«Dove vuoi andare con questo tempo? Hai un posto dove stare?» chiese Harry con preoccupazione. Per la prima volta da quando erano entrati in quel palazzo si stava rendendo davvero conto delle condizioni pietose della persona che aveva davanti. Non ci aveva fatto caso – l’aria strafottente di Draco era riuscita a camuffarle. Ma, quando si alzò, lo vide barcollare e posare una mano, rapida, sulla parete. Lo vide scuotere di nuovo la testa e sbattere gli occhi due o tre volte, prima di procedere.

«...» Draco cercò di mettere un piede avanti all’altro, appoggiandosi al muro con forza. Maledizione... non si sentiva bene per niente. E il pensiero di tornare in mezzo a quella bufera non gli sorrideva affatto.

«Che scemo che sono. Se tu avessi un posto dove stare, di sicuro non ti saresti ritrovato sotto l’acqua a scappare dai Dissennatori...» rifletté ad alta voce Harry.

«Che diavolo te ne importa?» ruggì Draco, gelido, girandosi di scatto a guardarlo mentre raggiungeva il portone.

«Non puoi andartene in giro così.» sbottò Harry, infine, per poi bisbigliare tra sé e sé, grattandosi sotto la nuca con la mano destra, «Se non fossi Draco Malfoy ti porterei dagli altri, ma non mi perdonerebbero mai se dovessi tradirci.»

«Potter...» Draco si girò di nuovo verso di lui, a fatica, mentre metteva una mano sul portone. «mi costa molto dovertelo dire, ma non vorrei che ti facessi idee sbagliate, con quel cervello bacato che ti ritrovi. Ricordati che un Malfoy non tradirebbe MAI un debito d’onore.» lo guardò, truce, prima di esercitare una pressione maggiore sull’anta del portone, per aprirla.

‘Non può farcela. Se lo lascio andare non passerà la notte.’ Pensò Harry con orrore. La temperatura era scesa parecchio, e Draco aveva ancora i vestiti bagnati. Anche i suoi erano tutt’altro che asciutti e ne sentiva già le conseguenze. Ma non erano completamente fradici... quelli di Draco si.

Non c’era tempo per pensare; Harry si costrinse a credergli. Gli costava parecchio, ma sapeva di non avere scelta. Cioè... la scelta ce l’aveva, ma non volle tenerla in considerazione. Si alzò dal gradino sul quale era seduto, prendendo in mano il pacchetto contenente le cibarie. Poi si avvicinò a grandi passi verso il portone, che Draco aveva appena aperto. Gli mise una mano dietro la spalla, sorreggendolo, e si Smaterializzò assieme a lui.

Quando si ri-Materializzarono, si trovavano a pochi passi dal portone di un grande palazzo abbandonato, qualche strada più avanti. Draco si strappò dal sostegno di Harry come se lo stesse scottando.

«Quante volte ti devo dire, Potter, che non ho bisogno del tuo aiuto?» sibilò acido, cercando di allontanarsi. La neve svolazzava, ormai, un po’ dappertutto, ricoprendo le strade con il suo bianco mantello. Il freddo era diventato ancora più pungente di prima.

«Non fare l’imbecille ora, Malfoy. Una persona con un po’ di sale in zucca dovrebbe rendersi conto di quando è al limite.» Harry lo prese per il colletto della giacca, con forza, e lo trascinò di nuovo. Arrivò davanti al portone e si guardò intorno. Lo aprì con circospezione ed entrò, portandolo dentro di peso.

Finalmente tornati al coperto, lo mollò. Draco fece il gesto di ripulirsi la giacca, con stizza, ma i fiocchi di neve non volevano saperne di cadere. Stava per replicare quando la porta interna del grande palazzo – di sicuro un vecchio albergo abbandonato, o qualcosa di simile – si aprì.

«Harry, per fortuna sei tornato. Ci stavamo preoccupando!» una giovane donna dai lunghi capelli castani, un po’ mossi, comparve sull’uscio; il suo sguardo accigliato e il suo tono di voce mostravano la sua inquietudine. Dietro di lei spuntò un ragazzo piuttosto alto e abbastanza muscoloso, dai capelli rossi e l’espressione di chi ha appena visto un mostro.

«Scusatemi ma... ho avuto un contrattempo.» bisbigliò Harry lanciando un’occhiata rapida in direzione di Draco. Gli occhi di Ron Weasley si allargarono ancora di più quando lo vide... ma mai come quelli di Hermione. Era chiaro che l’avessero riconosciuto immediatamente.

«Harry, che ti è saltato in mente di portarlo qui?»  «Sei uscito completamente fuori di testa?» sbottarono all’unisono.

«Noto che come sempre hai più cervello di Potter, Mezzosangue.» sibilò Draco, fissandola beffardo. Hermione allargò gli occhi nel sentirlo parlare; di sicuro aveva perso l’abitudine ai suoi insulti. «Vorrei puntualizzare che non sono venuto di mia spontanea volontà, mi ha trascinato lui.» gli sguardi dei due si spostarono, con orrore, sul loro compagno.

«L’ho trovato mentre stavo tornando. Lo inseguiva un Dissennatore e gli ho salvato la vita.» disse Harry guardando Draco negli occhi, molto serio.

«Salvare la vita? A Malfoy?» Ron si sconvolse ancor di più.

«Tu vedi di non intrometterti, Weasley.» sbottò Draco, infastidito. ‘Evidentemente,’ pensò, ‘gli allenamenti di Quidditch l’hanno fatto crescere di statura, ma non di cervello.’ Ma Harry non gli lasciò il tempo di accapigliarsi. Spinse Draco oltre l’uscio ed entrò a sua volta, togliendosi il mantello, appendendolo all’attaccapanni lì vicino e chiudendo la porta. Posò il pacchetto su un mobile nell’ampio ingresso.

«Hermione, Ron, non esagerate ora. Guardatelo... e ditemi se dovevo lasciarlo lì.»

«Certo che dovevi lasciarlo lì, Harry.» ribatté Hermione, cruda, osservando il nuovo arrivato con risentimento. «Sappiamo benissimo che è un lurido Mangiamorte.»

«NON SONO UN MANGIAMORTE!» Draco sentiva che la testa gli sarebbe scoppiata, ma non poté evitare di urlare. Vide Hermione zittirsi e guardarlo, contrariata. Sembrava stupita da una reazione del genere. ‘Non ha tutti i torti. In fondo, fino a qualche anno fa, sarebbe stato un complimento, per me.’ pensò. Ma subito la ragazza si riprese.

«Ah non lo sei? Davvero? Chi può garantircelo?» sibilò fissandolo con astio. Incrociò le braccia al petto e batté ritmicamente la punta del piede destro per terra continuando a squadrarlo, irritata. «Per quel che ne sappiamo potresti anche essere una spia di Tu-Sai-Chi, pronto a rivelare il nostro nascondiglio e farci catturare. Anzi, mi meraviglia che non sia ancora arrivato nessuno.» nel sentire queste parole, l’ira infiammò il volto di Draco, fino a un attimo prima più pallido di uno straccio lavato.

«Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere, Mezzosangue.» si scoprì il braccio sinistro, agitandoglielo con forza davanti agli occhi, mentre le sue parole gli bruciavano ancora di più. «Dimmi, ora mi credi? Non ho il Marchio, non sono un Mangiamorte!» Hermione non si scompose, osservò il braccio che lui gli sventolava davanti come prova e poi lo fissò, infastidita.

«Cosa vorresti dimostrare con questo? Potresti essere una spia di Tu-sai-Chi, anche senza Marchio.» ribatté senza batter ciglio. Draco sapeva che era vero... e in fondo non poteva biasimarla. Tuttavia, non ci stava a perdere un diverbio con lei e, soprattutto, ad essere scambiato per uno di quelli. Uno come suo padre.

«Granger, ora non offendere l’intelligenza di entrambi. Mio padre è stato condannato ad Azkaban e al Bacio del Dissennatore...» iniziò a dire mentre la vista gli si appannava. Maledizione, il mal di testa era aumentato, gli faceva male dappertutto. Inoltre... Barcollò mentre puntava un dito contro la sua interlocutrice. Hermione lo guardò con aria di sufficienza.

«Ad Azkaban ci sono i genitori di molti dei Mangiamorte attuali. Perché tu dovresti essere un’eccezione? In fondo tuo padre è stato condannato per aver ucciso qualcuno, se non sbaglio. Come possiamo crederti? Anche se Harry ti ha salvato, tu sei pur sempre un Malfoy…» la ragazza sibilò quel nome quasi fosse un insulto. Draco non ci vide più, il volto di Marion apparve, di nuovo, troppo vivido alla sua memoria.

«Non me ne frega niente se puoi o non puoi accettare questa realtà, Granger. Mi preme, però, che tu ti ficchi una cosa in quella testaccia da Mezzosangue. Hai detto bene. Io sono un MALFOY. Un Malfoy, hai capito? A differenza di quanto tu possa ritenere, so bene cos’è l’onore...»

*Signor Malfoy, buonasera! Guardi, signor Malfoy, sta nevicando!* Draco scosse la testa e sbatté le palpebre, cercando di togliersi dalla testa quel ricordo. Iniziò a sentire ancora più freddo, come se un gelo mortale stesse penetrando nel suo spirito. Oh no... conosceva bene quella sensazione. Sbiancò, spalancando gli occhi.

«Che ti prende, Malfoy? Se impallidisci ancora un po’ sembrerai un fantasma...» disse Hermione. A dispetto delle parole aspre, il suo tono mostrava ansia. Una sottile linea corrugava la sua fronte, mentre gli si avvicinava.

«Un Dissennatore... è nei paraggi.» mormorò Harry, vacillando a sua volta e aggrappandosi al mobile dove aveva appoggiato il pacchetto. Anche lui impallidì un po’, ma riuscì subito a riprendere il controllo. Per fortuna, questo catturò l’attenzione di Hermione e Ron.

*Signor Malfoy, guardi quanta neve! Signor Malfoy?* Draco scosse di nuovo la testa, gemendo subito dopo per il dolore. Non voleva rivederla, non voleva sentirsi male. Proprio lì. Doveva andarsene; fece per girarsi e incamminarsi verso l’uscita, ma barcollò ignobilmente. Maledì se stesso, non voleva mostrarsi debole, non davanti a Granger e a Weasley, non davanti a Potter.

*Signor Malfoy! Guardi, sta nevicando!* il sorriso di Marion gli passò davanti agli occhi, come un lampo, subito seguito dallo sguardo, torvo e irato, di suo padre. Il suo cuore si strinse in una morsa dolorosa.

*Non capisci che ti sta ingannando?*

*Non sto mentendo!*

*Non capisci che ti sta ingannando?*

*Ti sta ingannando!*

*Signor Malfoy, sa che cosa diventa la neve, quando si scioglie?*

*E’ solo una sgualdrina, vuole infangare il nome dei Malfoy!*

*Ha sbagliato, signor Malfoy…*

*E’ solo una sgualdrina... ina... ina...*

Senza accorgersene, Draco si portò le mani alle tempie, e chiuse gli occhi. I ricordi, come lampi fastidiosi, emergevano e si dissolvevano nel suo cervello, dandogli il mal di mare. Anche Harry si lamentava, le mani sulle tempie esattamente come lui. Ron e Hermione si erano accostati al loro compagno, chiedendogli preoccupati come stesse.

*Non sto mentendo Signor Malfoy!*

*Draco, ti prego... dimmi che non mi lascerai mai sola.*

*Ti sta mentendo, vuole solo i tuoi soldi!*

*Vuole infangare il nome dei Malfoy!*

*Dimmi che non mi tradirai mai. Non potrei sopportarlo.*

*Ti sta mentendo... endo... endo...*

«BASTA!!!!!!» gridò, senza rendersene conto, soffocando un gemito mentre, disperato, si abbracciava i vestiti, ancora bagnati e freddi. Sentiva la testa pesante. Non capiva più niente.

«Malfoy? Che succede?» una rapida occhiata gli fece notare che ora non solo Granger, ma addirittura Weasley lo fissava con inquietudine. Dannazione... non ce la faceva... il volto di Hermione si confuse con quello di Marion, la sua domanda con le urla di dolore della donna che aveva amato.

*Non ti permetterò di farle del male!*

*Draco guarda! Hai mai pensato a cosa ci sia dietro l’arcobaleno?*

*Togliti, figlio degenere!*

*Sono così felice, Draco!*

*NO!*

*E’ vero! E’ vero, lo stavo prendendo in giro!*

*Torturerò anche te!*

*Non sto mentendo, Signor Malfoy!*

*Non sto mentendo!*

*Avada Kedavra!*

 «NOOOOO!» cadde di nuovo in ginocchio. Non riusciva a pensare più a niente: un’altra volta, l’immagine della donna che aveva amato, distesa su quel pavimento di pietra. Un’altra volta quegli occhi, muti accusatori della sua coscienza, lo trascinavano all’inferno. Sentì che qualcuno gli si era avvicinato e cercò di spostarsi, ma non ci riuscì. Percepì una mano, gelata, sulla fronte.

«Ha la febbre alta!» qualcuno soffocò un grido.

«Eh?» disse qualcun altro.

Draco sentì che parlottavano tra di loro, poi lo afferravano sotto le ascelle e lo facevano alzare, guidandolo da qualche parte. Non aveva la forza di rendersi conto dove, né di opporre resistenza. Il tocco morbido di un cuscino dietro la nuca fu l’ultima cosa che la sua mente registrò prima che le sue forze si esaurissero del tutto e la sua coscienza scivolasse nel buio.

 

 

 

 

Nota dell’autrice:

Ed eccoci alla fine del secondo capitolo ^_^

Lo so... sono sempre più cattiva con Draco. Farlo sentir male addirittura davanti a Hermione e Ron è davvero sadico. Però è necessario, quindi purtroppo…

Grazie a tutti per i bellissimi commenti al capitolo 1 ^_____^ Sono stata così felice di leggerli :)

Rispondiamo alle vostre domande ^^

Su Fanfiction.it:

Valy-chan: sono contenta che tu abbia deciso di leggere la mia fanfic, pur non avendo mai letto fics su Harry Potter. E sono contentissima che ti piaccia ^_^ Si, Draco è un gran bel personaggio... anche se qui lo sto trattando molto male /me perfida :D Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, attendo il tuo commento ^_^

Shani: grazie *^^*

Yura: eh già ^O^ l'ho postata :D Sono contenta che ti piaccia ;)

Nimue: Beh... Marion Mary Sue... non mi sembra poi molto. Sai qual la verità? Che quando una persona è morta e vive nel ricordo di chi l'ha amata appare sempre bellissima... anche se in realtà è una persona normale. Pensa che quello che Draco vede è ciò di cui si sente in colpa e ciò che amava, non la pura verità di ciò che era. Capisco il tuo disappunto nel vedere Lucius in quello stato ^^; tuttavia sono abbastanza certa che Lucius non vorrebbe mai che Draco sposasse qualcuno che non rendesse onore al nome dei Malfoy.

Anonimo: ti ringrazio per il commento :) spero ti piacerà anche questo capitolo ^_^

Elis: non mi dilungherò molto anche io nella risposta perché già ti ho risposto :Þ. Ci tenevo, tuttavia a ringraziarti per il commento ^_^

Eneri: ed eccolo qui, il secondo capitolo ;) attendo commenti!

Anonima: ti ringrazio *^^* ehm... anche il mio uomo ideale è Sirius, ma amo tantissimo Draco ed è un personaggio che si presta parecchio alle mie mire :D. Comunque sei accontentata ^^ eccoti il capitolo 2 :) spero commenterai! :D

Anonimo: ehm... ti ringrazio per il commento. Tuttavia... temo che tu mi abbia scambiata per un'altra Kagome, quella di "unz unz" forse? Tutte le storie che io ho scritto sono drammatiche, quindi non saprei spiegarmi il tuo commento, in caso contrario ^^.

Grazie comunque!

Su Fanfiction.net:

Ever: sono contenta che la fic ti piaccia. Grazie anche per il commento sul sito di Erika *^^*. Si, sono cattiva... e lo dimostro anche in questo capitolo, che ne dici? ^_-. Il –sama è un suffisso che indica rispetto. Avevo paura che "kagome" fosse già preso qui, e non mi ero accorta che si potesse usare lo stesso nick di altri. Quindi misi il suffisso per distinguermi :)

Ryuko: uhm... dunque come spiegartelo. Non è che Draco volesse davvero morire. La speranza è l'ultima ad andarsene, e l'istinto di sopravvivenza fa miracoli. Il problema in quel momento era il Dissennatore. Draco era così scioccato da quello che il Dissennatore gli stava facendo rivivere per l'ennesima volta, si sentiva così in colpa e il mostro aveva risucchiato praticamente tutta la sua voglia di vivere. Questo non vuol dire che Draco volesse davvero morire...
Grazie per il commento, cmq ^_^

Johera et Elea: Merci beaucoup pour ta review de mon histoire. Je suis très heureuse de savoir que tu l'a aimée, et je voudrais savoir si tu va aimer même ce chapitre. Ce n'est pas un problème si tu fait des erreurs quand tu écris en Italien, comme tu peux voir, je fais des erreurs en Français aussi (je l'ai étudié à l'école pendant presque dix ans, mais je fais encore des erreurs… pauvre moi….

Je suis contente de savoir qu'il y a personnes qui parle une autre langue et qui vont lire mon travail en Italien. Merci beaucoup pour ta review, je l'ai appréciée beaucoup et j'espère que tu va écrire une review pour ce deuxième chapitre aussi.

Sul sito di Erika:

Strekon: ti ringrazio tanto per il commento. Sono felice che la storia ti intrighi :) spero che anche questo capitolo ti piacerà come il primo e che tu voglia dirmi che ne pensi!

Ci: *^^* grazie mille! Sono contenta che la mia idea del salvataggio ti sia piaciuta :) attendo un commento anche su questo capitolo! :)

Kia: *blushes* ti ringrazio tanto :) sono contenta che il primo capitolo ti abbia commossa. Dare un'emozione a chi legge è il più grande premio per qualunque scrittore... scrittore o "scrittore" che sia ^^. Grazie di cuore! Spero vorrai dirmi che te ne pare anche di questo capitolo due :)

Ever: di nuovo grazie ^_____^

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Le Regole del Gioco ***


Le Nebbie della Memoria.

Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia "Kagome" kagome@tiscalinet.it.

Pubblicato il 27 Aprile 2003

Beta-letto da Megabyte e da Aramis. Ringrazio Aramis ed Esus per l’enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!

Disclaimer:

Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa la vita ^^.

 

 

 

Capitolo 3: Le regole del gioco.

 

 Nebbia. Lo spazio attorno a lui ne era invaso.

Sapeva di trovarsi in una foresta, ma non vedeva quasi a un palmo dal naso mentre la pioggia scrosciante copriva ogni rumore. Ricordava vagamente un dolore molto intenso, una battaglia... si... uno scontro memorabile. E ora, dove si trovava? Chi era?

Con cautela fece alcuni passi avanti, cercando di mettere a fuoco in lontananza. A parte le intricate trame degli alberi, sferzati dalla pioggia battente, non riusciva a vedere nulla. Si girò indietro e inorridì: proprio nel punto dove si trovava prima, vide disteso il corpo di un giovane uomo. Gli sembrava vagamente familiare, come se avesse dovuto conoscerlo molto bene, ma non riuscì a identificarlo, di primo acchito. Era bruno, un po’ più basso della media. Non riusciva a vederlo bene in viso ma quei capelli neri, la tunica e il mantello che indossava gli ricordavano qualcuno.

Fece qualche passo all’indietro, inorridito, quando notò il sangue che si spargeva sul terreno tutt’intorno. Realizzò che quell’uomo doveva essere morto – doveva aver partecipato alla battaglia perché indossava, assieme a una tunica di foggia antica, anche una specie di armatura.

Notò che, lentamente, la nebbia cominciava a disperdersi. I contorni della foresta divennero più chiari e nitidi e finalmente poté guardarsi intorno.

La fitta boscaglia che gli sembrava così familiare, anche se spaventosa, era spezzata solo dalle acque placide e tranquille di un lago poco distante. Anche se la nebbia aveva abbandonato la foresta, non sembrava volersi disperdere del tutto e soprattutto non sembrava voler abbandonare quelle acque.

All’improvviso, in lontananza, un sordo gemito attirò la sua attenzione. Non sapeva da dove venisse precisamente, ma significava che c’era qualcuno, oltre lui, in quel bosco.

Si mosse, guardandosi intorno con circospezione, ma non dovette cercare molto. Poco più avanti rispetto al punto dove si trovava, sdraiato in riva al lago, c’era un uomo. Non era più giovanissimo, ma i suoi capelli, rossi come il sole al tramonto, erano macchiati da pochi fili bianchi. Il volto, sofferente, era imperlato di sudore; gli abiti, di foggia antica, erano coperti del suo sangue.

Accanto all’uomo, una donna bruna, piccola e minuta, stava piangendo. Le lunghe trecce completamente fradice, il volto nascosto tra le mani.

«Perché è dovuto succedere?» chiese l’uomo con un filo di voce. «C’era bisogno proprio di arrivare a questo punto?» La donna si riscosse dal suo dolore, e si chinò sull’uomo morente.

«Non preoccuparti di questo ora. Vedrai che andrà tutto bene... starai bene. In fondo sei stato perdonato.»

«Si, ma a qual prezzo...» disse lui. Sembrò voler continuare a dire qualcosa, ma la sua voce non tornò più a interrompere il sordo e regolare battere della pioggia. La donna si piegò sul corpo senza vita del cavaliere dai capelli rossi. Solo i suoi singhiozzi risuonavano nell’aria, a testimonianza che fosse, in qualche modo, ancora viva.

 

Draco aprì gli occhi, all’improvviso. Si mise istintivamente seduto e si guardò intorno, spaesato. Si trovava su una specie di divano e indossava un pigiama, in apparenza pulito.

‘Dove sono? Non sembra il solito ostello... non c’è che questo divano e normalmente non mi metto il pigiama per dormire,’ rifletté mentre i suoi sensi si accorgevano, improvvisamente, del profumo di cibo che si spandeva tutt’intorno. Il suo stomaco brontolò furiosamente – sembrava quasi che non mangiasse da giorni. Arrossì, controllando che non ci fosse nessuno in giro.

Scostò le gambe dal divano, finendo per mettersi seduto contro lo schienale. Si sentiva molto debole... ma di sicuro meglio della maggior parte delle mattine, da diverso tempo a quella parte. Il posto era caldo, e il pigiama profumava di detersivo.

D’un tratto, sentì un rumore e si girò. Vide una ragazza dai lunghi capelli ramati fissarlo, un po’ scioccata. Teneva qualcosa in mano, e se la lasciò scappare. Un panno, all’apparenza. Raccolse arrossendo ciò che le era caduto e fece per andarsene.

«Aspetta,» la fermò Draco «si può sapere chi sei? Puoi anche restare sai... ti assicuro che non mangio carne umana.» cercò di sdrammatizzare. Lei arrossì ancora di più e si fermò, guardandolo.

«Andavo ad avvisare di là che ti sei svegliato. Eravamo tutti preoccupati per te. Sei stato malissimo.» disse lei. Il suo tono di voce gli era familiare, ma non ricordava chi fosse.

«Tutti?» chiese lui accigliandosi un po’. Tutti chi?

«Si... Harry, Ron... tutti.» terminò lei.

Draco allargò gli occhi nell’udire quei nomi, i ricordi di quel che era successo prima di sentirsi male gli tornarono alla mente. Impallidì. Già era vero... Potter gli aveva salvato la vita. E aveva il vago presentimento di non doverlo solo ringraziare per quel Patrono... Maledizione!

«Quanti giorni sono stato male?» chiese, accigliandosi.

«Hai avuto la febbre altissima per quattro giorni. Hermione ha studiato un po’ di medicina babbana, e diceva che avevi la polmonite. Ha fatto una pozione per curarti, e lentamente sei stato meglio. Ma non ti svegliavi... eri svenuto da dieci giorni.» si bloccò di fronte al grugnito di stizza del ragazzo. Si avvicinò, comunque, e si mise seduta sulla sedia di fronte a lui.

«Sei Ginny Weasley, vero?» lei annuì.

Ma bene... quindi non solo doveva la vita a Potter, per ben due volte ormai, ma ora doveva anche ringraziare la Mezzosangue? Era sempre più felice della situazione... «Ora ci manca giusto che anche Weasley abbia fatto qualcosa e giuro che mi ammazzo...» ribatté ironicamente.

«Se intendi Ron, è andato dappertutto a cercare gli ingredienti per la pozione di Hermione e per poco non lo beccava un Mangiamorte. Comunque non l’ha fatto per te ma perché gliel’ha chiesto Hermione. Non preoccuparti, la tua vita non è in pericolo.» disse una voce, alla sua destra. Draco si girò e, riconosciuto Harry, sprofondò di nuovo sul divano.

«Stavo venendo a chiamarti, Harry.» disse Ginny alzandosi di fretta, come se la sedia scottasse.

«Da quanto tempo s’è svegliato, tesoro?» chiese lui, sottolineando quel 'tesoro' in un modo che non doveva piacere molto alla ragazza, suppose Draco, perché lei lo guardò un po’ infastidita.

«Pochi minuti. Sembra stare bene, finalmente.»

«Bene… fagli mettere qualcosa addosso e poi spiegagli come arrivare in biblioteca. Io torno di là.» Harry le si avvicinò e l’abbracciò da dietro, dandole un lieve bacio nell’incavo del collo. Lei sembrò apprezzare il gesto. O almeno non si ritrasse, ma sorrise piacevolmente, scompigliandogli con un gesto affettuoso i capelli.

‘Devo essermi sbagliato,’ pensò Draco scuotendo la testa. Ginny attese che Harry andasse via, poi si avvicinò a un mobile accanto al divano e prese da un cassetto quelli che avevano tutta l’aria di essere una tunica, dei pantaloni sotto-tunica, un mantello e qualche capo di maglieria intima. Li  passò a Draco e si allontanò pudicamente, entrando nella stanza di fronte.

‘Wow! Una tunica da mago… da quanto tempo non ne indossavo una...’ fu l’unico pensiero coerente del ragazzo mentre si vestiva, improvvisamente allegro. Sospirò di piacere nel sentire il familiare tessuto avvolgere la sua pelle – non aveva mai potuto soffrire gli abiti babbani che era costretto a indossare per nascondersi. Certo, il color melanzana non era esattamente il suo preferito... e immaginò subito a chi appartenesse quell'abito. Era un po’ troppo lungo per lui, ma non eccessivamente.

Quando si fu vestito, decise di vedere che cosa stesse facendo la ragazza. Scoprì, così, che la stanza nella quale lei si era allontanata era la cucina. Un ambiente ben più ampio di quello in cui era stato confinato lui, dotato di ogni tipo di comodità, rifletté Draco.

Notò, in un angolo, un buffo orologio che ritraeva i volti di Harry, Ginny, Ron, Hermione e un uomo che non riconobbe. Tutte le lancette puntavano verso la biblioteca, tranne quella di Ginny, che diceva cucina e quella di Ron, puntata su qualcosa che Draco non riuscì a leggere. Ginny stava ai fornelli, controllando che la cottura dell’arrosto fosse a buon punto.

L’improvviso odor di cibo fece ricordare allo stomaco di Draco da quanti giorni non mangiasse. Il sordo rumore che ne seguì lo fece arrossire fino alla radice dei capelli.

«Non credevo che la tua faccia potesse assumere quel colore, Malfoy...» lo prese in giro Ginny sorridendo. Draco sembrò arrossire un po’ di più, anche se subito riprese il solito colorito smunto. «Ma capisco che dopo tutti quei giorni digiuno tu non possa resistere all’odore del cibo. In fondo sei un essere umano. Mettiti seduto a tavola, che ti porto un tè con qualche biscotto.» ordinò.

Draco sorrise di nuovo notando quanto la ragazza si sentisse a suo agio, in cucina. Una cosa che aveva sempre saputo di Molly Weasley era che fosse bravissima a cucinare. Evidentemente Ginny aveva preso da lei. La ragazza arrivò con un bricco di tè e un po’ di pasticcini e solo quando ne addentò uno Draco si rese davvero conto di quanta fame avesse.

«Sembra che i miei biscotti ti piacciano... Ron dice che sono insipidi, Harry poi... non parliamone.» sbuffò. Draco non poteva rispondere, era troppo intento a mettere alla prova la capienza delle sue mascelle. Non aveva mai mangiato niente di più buono in vita sua... Potter e Weasley dovevano avere gusti alquanto strani, in fatto di cibo. Non lo meravigliava, comunque.

«Ho visto, prima, come ti ha abbracciata Potter. Devi esserne contenta, Weasley, ricordo che a Hogwarts gli morivi appresso.» disse, dopo aver inghiottito un po’ di biscotti e innaffiato il tutto con diversi sorsi di tè. La vide rabbuiarsi.

«Non è tutto oro quello che luccica.» Ginny si alzò, infastidita, e si allontanò. Dopo qualche minuto tornò con altri biscotti e un secondo bricco di tè. Era chiaro che non si fosse alzata per quello – una qualunque strega che si rispetti li avrebbe fatti comparire sul tavolo con un semplice incantesimo.

«Che vuoi dire?» la fame di Draco iniziava a spegnersi e questo accendeva il suo interesse.

«Ecco... Harry ora è il mio ragazzo.» le sue guance divennero di fuoco. «Non che mi tratti male, cioè... è affettuoso e gentile. Ma niente di più.» un sospiro malinconico scosse il petto della ragazza. Draco la guardò un po’ beffardo.

«Che pretendevi? Voglio dire... l’amore passionale è solo una stronzata da romanzetti rosa.» disse. Il volto sorridente di Marion si affacciò di nuovo alla sua mente. Lei era stata felice... finché suo padre non aveva preso l’iniziativa. O, almeno, diceva di esserlo.

«Lo so anch’io questo, Malfoy. Tuttavia...» la ragazza arrossì, come se fosse stata sul punto di dire qualcosa di cui pentirsi. Gli lanciò un’occhiata preoccupata e si alzò, sparecchiando. «Gli altri ti aspettano, in biblioteca. Esci dalla cucina e vai di nuovo nell’anticamera col divano. Poi prendi il corridoio a destra, e dopo le scale entra nella porta a vetri sulla sinistra, dalla parte interna. Non a destra, mi raccomando, o ti ritroveresti fuori.»

Draco stava pensando seriamente di 'sbagliare strada' apposta, ma poi cambiò idea. Con una tunica color melanzana e un mantello nero addosso, calzando pantofole e senza un soldo in tasca non sarebbe andato lontano.

Seguì le indicazioni di Ginny e si ritrovò in un ambiente enorme. Tutte le pareti erano costellate di libri, di ogni genere. Alcuni erano i tipici libri dei Maghi, di foggia antichissima e pieni di polvere. Altri sembravano di stampo babbano. Di sicuro Granger non era schizzinosa, si attaccava a qualunque cosa fosse di carta e avesse parole stampate sopra di essa. C’erano anche pile e pile di giornali, di ogni genere e in diverse lingue.

«Finalmente ti sei svegliato, Malfoy.» sottolineò una voce alla sua sinistra. Draco si girò in direzione del suono, e vide un paio di occhi chiari che lo squadravano. Dopo aver riflettuto un attimo su chi potesse essere, Draco si rese conto che doveva trattarsi di Black. Non l’aveva mai visto di persona, solo in qualche foto.

«Già. Pare abbia dormito parecchio.» rispose, asciutto. Si guardò intorno, un po’ intimorito dall’incredibile massa di libri che la stanza conteneva. Da una delle ali laterali della biblioteca vide comparire una persona che ne trasportava una pila più alta di lei. La persona si avvicinò, rapidamente, al lungo tavolo dove sedeva anche Sirius e posò il suo pesante carico. Quando finalmente poté vederla in faccia, Draco si accorse che era Hermione.

«Oh, finalmente il bell’addormentato sul divano ci degna della sua presenza.» disse, con stizza.

«Te l'ho detto che si è svegliato da poco.» la voce di Harry risuonò dall’alto. Draco vide che il ragazzo era in piedi su una scala, a leggere un pesante volume impolverato a diversi gradini di distanza dal pavimento.

«Che cosa intendi fare con lui? Ne hai avuto di tempo, per riflettere.» ribatté lei. Draco si schiarì la gola – non gli piaceva che parlassero di lui come se non fosse presente. E inoltre...

«Non è Potter che deve decidere per me, se permetti.» sbottò secco. Hermione lo fissò con aria di sufficienza.

«Vero. Ma è stato lui ad avere la grande idea di portarti qui, lui a salvarti... insomma, lui a fare tutto. Quindi penso che debba anche stabilire lui se puoi restare o meno.»

«Per me può restare, l’ho detto un sacco di volte.»

«E se poi fosse davvero una spia?» continuò Hermione. Harry alzò lo sguardo al soffitto, sbuffando. Probabilmente la ragazza aveva posto quest’obiezione parecchie volte, in quei giorni.

«Penso ce ne accorgeremo presto, se è una spia o meno.» disse Sirius chiudendo il libro che aveva davanti. «Ormai il gioco è fatto. Anche se lo facessimo andar via adesso, saprebbe dove trovarci. E’ inutile anche un incantesimo di memoria,» continuò vedendo che Hermione voleva ribattere, «ti ricordo che Voldemort non si lascia intimorire da questi giochetti.»

«Quindi resta solo da stabilire una cosa.» Hermione, che guardava Sirius, si volse di nuovo verso Draco. Il suo sguardo era molto serio. «Hai intenzione di rimanere qui?»

«Non mi pare di avere molta scelta.» rifletté lui. Pensandoci a freddo, non aveva alcuna intenzione di continuare la vita che aveva fatto fino a dieci giorni prima. In fondo, anche se avrebbe dovuto condividere l’abitazione con Potter, Granger, Black e i due Weasley, stare lì era meglio che passare da un ostello babbano all’altro, rischiando di essere Baciato da un Dissennatore ogni sera.

«Sei pronto a giurare di non tradirci?» disse Hermione mentre i suoi occhi diventavano piccole fessure sul suo volto. «Non so se riuscirei mai a credere a un giuramento simile ma in fondo sempre un giuramento sarebbe.» Draco sbatté una mano sul tavolo; gli occhi grigio-azzurri fiammeggianti d’ira.

«Posso giurarlo anche sul nome dei Malfoy se vuoi.» ribatté, molto infastidito. Come osava, una misera Mezzosangue come lei, dubitare ancora della sua parola? «Se può aiutarti a star meglio, intendo. Vorrei ricordarti che qualcuno mi ha salvato la vita. Mi dà molto fastidio ammetterlo, e anche rammentarlo. Ma un dato di fatto, purtroppo.» Si mise a sedere su una sedia lì vicino, e scelse una posizione comoda, incrociando una gamba sull’altra e appoggiando le mani al petto.

«Molto bene.» prese la parola Sirius. Harry comparve al fianco di Draco, posando tre libri sul tavolo e sedendosi accanto a lui. «Visto che hai deciso di rimanere penso sia il caso di stabilire qualche regola. Per prima cosa diciamo che devi comportarti come una persona decente.» a quella frase Harry ed Hermione fecero una leggera smorfia, il che diede molto fastidio a Draco.

«Che intendi dire, Black?» si rimise seduto composto, appoggiando i gomiti sul tavolo e il mento sul dorso della mano destra.

«Intendo dire che NON ti comporterai come se tutto ti fosse dovuto, farai la tua parte di lavoro e NON insulterai gli altri.» Sirius si fermò e sorrise leggermente nel notare che l’espressione del ragazzo era diventata beffarda. «Non transigo su questo punto, Malfoy. Ricordati che se qualcuno dovesse perdere la pazienza non ci metteremmo molto a ridarti la tua giacca, i tuoi vestiti e a sbatterti fuori di qui. In fondo dovremmo solo trovarci un altro nascondiglio – non è una prospettiva che ci arrida, ma non è impossibile.» gli occhi di Sirius erano corsi verso Hermione mentre sottolineava il 'qualcuno'.

«Farò del mio meglio, ma dipende dalla situazione.» notò che i suoi tre interlocutori lo fissavano un po’ increduli. «Voglio dire… non vi insulterò se voi non insulterete me. E su questo non transigo io! Mi sarà molto difficile tenere a freno la lingua, quindi gradirei che evitaste di provocare.»

«Mi sembra giusto.» Sirius squadrò molto seriamente sia Harry che Hermione, soffermandosi un po’ di più sulla ragazza. Poi puntò di nuovo gli occhi su Draco. «In secondo luogo, Malfoy, devi giurare di non tradirci.»

«Come ho detto, lo giuro anche sul nome stesso dei Malfoy se necessario. L’onore è l’unica cosa che mi rimasta, in fondo.» disse lui, molto serio.

«Bene. Cercheremo di crederti.» osservò con la coda dell’occhio Hermione. La ragazza sostenne lo sguardo a lungo, poi annuì, un po’ forzatamente. «C’è un’altra cosa, Malfoy.» continuò. Draco lo fissò, con sguardo interrogativo. «Devi imparare a difenderti dai Dissennatori. Questa casa non è schermata e se continui a star male come sei stato in questi giorni ogni volta che passano di qui, finiranno per scoprirci.»

«Non posso promettere di riuscirci, Black, ma farò del mio meglio.» Draco era molto serio. Voleva davvero imparare come difendersi da quei mostri. Non voleva più rivedersi davanti la morte di Marion. Il suo cuore sanguinava ogni volta e non poteva mostrarsi debole davanti a Potter e a Granger.

«Molto bene, mi pare che sia tutto. Se non contravverrai a queste regole sarai sempre il benvenuto qui. Ora prendi un libro e inizia a lavorare.» Draco lo guardò come se fosse impazzito. Che doveva fare?

«Sirius, dimentichi che Malfoy non ha idea di quello che facciamo,» ricordò Harry. «a meno che non abbia poteri paranormali...»

«...il che è da escludersi, vista la sua faccia un attimo fa.» sentenziò, dura, Hermione. Draco la osservò con astio, ma evitò di ribattere. ‘Bene... forse mi sto preoccupando troppo. Forse hanno ragione Harry e Sirius.’ Pensò lei, un po’ sollevata. Da quando Draco era entrato in quella casa, era sempre stata sulle spine e non era riuscita a dormire bene.

All’inizio aveva pensato fosse per le sue condizioni critiche. Anche se era Malfoy... era pur sempre un essere umano. E lei si era assunta la responsabilità di curarlo. Se fosse morto non se lo sarebbe mai perdonato. Poi, per fortuna, lui era migliorato, ma l’inquietudine non era passata. Aveva deciso che doveva trattarsi di apprensione. Non si fidava del ragazzo, qualunque cosa dicesse.

Spiegò, nel modo più conciso possibile, la situazione in cui si trovavano. Due anni e mezzo prima, la cicatrice di Harry gli aveva fatto di nuovo male. In poco tempo si era venuti a scoprire che Voldemort non era stato distrutto nel combattimento che aveva causato la morte della Preside McGranitt. I Mangiamorte erano tornati più potenti di prima e la paura aveva ricominciato a insinuarsi nel Mondo dei Maghi. Draco annuì – era una storia che già conosceva, in fondo.

Il primo a essere condannato nuovamente come Mangiamorte era stato proprio Lucius Malfoy. Subito dopo la sua esecuzione e il confinamento di Narcissa ad Azkaban, il panico era scoppiato dappertutto. Nuove morti avevano ricominciato ad aggiungersi alla collezione del Signore Oscuro, che sembrava ritornato, più forte che mai. Loro erano stati costretti a nascondersi. Non perché l’opinione pubblica, o il Ministero, gli fossero contro. Ma perché i Mangiamorte li cercavano e non potevano pretendere che il Ministero li proteggesse per sempre.

Erano stati per mesi nascosti tra una cantina e una grotta, lei aveva dovuto rinunciare ai suoi studi e al suo nuovo incarico, Ron alla sua carriera... il che non li aveva resi molto felici. Ma non potevano evitarlo, preferivano nascondersi che morire.

Quando avevano trovato quell’albergo, abbandonato perché pericolante, erano riusciti a rimetterlo a posto con alcuni incantesimi e ci si erano stabiliti. Ritrovata la tranquillità e una parvenza di privacy, avevano deciso di iniziare delle ricerche.

«Ricerche di che genere?» la interruppe Malfoy.

«Stiamo cercando di capire perché la Torcia Verde non ha funzionato. O per meglio dire perché non ha funzionato del tutto. Quell’oggetto doveva distruggere Voldemort, non metterlo al tappeto per qualche anno.» gli rispose Harry. «Tutti i libri che vedi qui dentro ci sono stati forniti dal Ministero e da varie biblioteche. I giornali che sono ammassati lì sono quelli che sono stati pubblicati negli ultimi anni, non abbiamo buttato nulla.» spiegò.

«E in due anni a che conclusione siete arrivati?»

«Non siamo venuti a capo di niente, purtroppo.» sospirò Harry aprendo uno dei libri, mestamente, e girandone a vuoto le pagine. «Sembra che da nessuna parte sia spiegato addirittura CHE COSA sia la Torcia Verde. L’unica persona che avrebbe potuto aiutarci davvero è morta.»

‘Si riferisce a Silente, ovviamente.’ Pensò Draco. Il vecchio Preside di Hogwarts non aveva mai riscontrato la sua simpatia ma il ragazzo sapeva benissimo che, in merito alla Magia Antica, egli era il migliore. Perfino Voldemort aveva paura di lui – la sua morte era stata una vittoria per il Signore Oscuro, e un sollievo per suo padre.

Suo padre... c’era qualcosa che non quadrava. Qualcosa che Draco sentiva di dover ricordare... ma che, quantunque si sforzasse, non sembrava voler uscire allo scoperto.

«E io che dovrei fare?» chiese, cercando di dimenticare l’orribile sensazione di avere una cosa importantissima da dire e non riuscire a ricordarla.

«Cercare assieme a noi.» Hermione gli passò un po’ di libri, da una parte all’altra del tavolo. «Cerca di trovare anche tu qualche informazione sulla Torcia Verde.»

«Non sono un topo di biblioteca come te, Mezz... Granger.» si corresse Draco schiarendosi la voce. Hermione lo guardò malissimo, ma fece finta di non aver sentito il suo accenno d’insulto. In fondo si era corretto, era un passo avanti.

«Pensi che stare qui a sprecare i giorni su questi libri sia la mia massima aspirazione?» ribatté lei, seccata. «Avevo una carriera, sai? Mi occupavo del Dipartimento per la Cooperazione Magica Internazionale e ti assicuro che era molto più edificante che spaccarmi la schiena in questa biblioteca tutti i giorni.» vide che il ragazzo la osservava scettico e fece spallucce. «Mi piace ancora studiare. Solo che mi mancano i viaggi e le Relazioni Internazionali... ma forse questo è troppo arduo da comprendere per uno come te.»

Draco la fissò per un lungo istante, poi prese in mano uno dei libri e iniziò a leggere.

 

 

 

Nota dell’autrice:

Ed eccoci alla fine del terzo capitolo ^_^

Spero caldamente che vi stia interessando la storia ^^ Come vedete pian piano sta venendo fuori quello che successo (nella mia testa, mica nei libri di JKR! Quelli non sono ancora usciti!) e per quale motivo si trovino in questa situazione. Secondo voi riusciranno a trovare qualche informazione sulla Torcia Verde in un libro? Mah...

E secondo voi l'inizio di questo cap che cosa rappresenta? Che cos'è? E' solo un incubo come un altro? ;)chi l'uomo morto, e chi quello morente? E la donna che piange? Dove si trovano? Rifletteteci ^^

Passiamo a rispondere ai miei commentucci *_* grazie!!!!! Me ne avete scritti tanti *_* continuate così e io continuerò ad aggiornare ogni settimana! Promesso!

Su Fanfiction.it:

Youki-chan: grazie *^^* sono contenta che la mia storia ti stia facendo riconsiderare il personaggio di Draco. Penso che la Rowling non gli dia lo spazio che si merita, ma in fondo la storia è dal punto di vista di Harry sui libri, qui da quello del narratore, e di Draco principalmente. Quindi è normale...

Yura: :D beh si, tratto così male i personaggi che mi piacciono. Di personaggi che detesto ce ne sono davvero pochi... uhm... in realtà io non detesto praticamente nessuno. Mi piace come vengono caratterizzati sia i cattivi che i buoni. Forse il personaggio che trovo + irritante in questa serie è proprio il protagonista =P ma in fondo voglio bene anche a lui... se ne accorgerà... :D

Djibril: LOL! Si, si, soffri Draco ^^ (hey! Nd Draco)

Nimue: mi dispiace non ti sia piaciuto questo capitolo. Non capisco in che senso lo ritieni banale... banale perché i personaggi interagiscono come pensavi che avrebbero interagito o per quale altra ragione? Comunque spero che il cap 3 ti sia piaciuto. Se non ti piace non fa niente, ci convivrò ^^

Hari: un po' entrambi. Io inizio con l'avere un'idea. In questo caso ho VISTO davanti ai miei occhi la scena in cui Draco correva per le strade di Londra inseguito dal Dissennatore e Harry che lo salvava. Non sono pazza, non chiamate la neuro ^^. Da lì inizio a pensare per quale motivo si è ritrovato in quella situazione e come posso sfruttarla... e quindi inizio a stabilire la trama. Mentre stabilisco il plot, raccolgo informazioni e così via metto anche insieme la caratterizzazione dei personaggi. Per me non è un processo separato, ma un tutt'uno. Anche perché i personaggi di HP sono già caratterizzati da JKR, io li prendo solo in prestito. Quindi devo solo ri-caratterizzarli per la mia storia, cercando di mantenerli In Character anche con le dovute modifiche, visto che hanno avuto altre esperienze.

Edelarge: Lucius è un personaggio che mi intriga molto (ecco perché il mio sadismo l'ha ucciso ^^;;;;;;; sono cattiva, vero, avete ragione) ma mi serviva che facesse quella fine per liberare Draco. Il ragazzo sta avendo un terribile calvario, ma si sa... fin dalla favola di Amore e Psiche era chiaro che per ottenere qualcosa l'anima dovesse soffrire...

Kagura84: Harry e gli altri abitano in un albergo abbandonato che hanno rimesso a posto con la magia. Ma credo tu l'abbia capito da questo capitolo. Non sei rimasta indietro coi libri, questa mia pura speculazione e fantasia, non c'entra niente coi libri della Rowling. In questa fic Harry e compagnia hanno 22 anni e Ginny ne ha 21... nell'ultimo libro pubblicato ne hanno 14 e 13 e nel quinto che sta uscendo ne hanno 15 ^^ qualcosa in tutti questi anni doveva essere successa, no? :)

Ever: LOL! ^_^ tartassarmi? Ma io adoro ricevere commenti ^_^;;;;;;;;; grazie per i tre commenti li ho apprezzati davvero tanto!

Laurie: il secondo cap ti ha fatto tanto schifo? Perché hai detto che andavi a leggerlo e non l'hai commentato ^^;;;;;;; vabbè... cmq capisco che da come l'ha caratterizzato la Rowling Draco non ti piaccia. In fondo lei lo odia... Ma io sono profondamente convinta che nei libri le sue azioni sono esagerate dal punto di vista di Harry. Cioè... Harry è un ragazzo che cerca di essere obiettivo (oddio, non che gli riesca molto bene, nel 99,9999999999% dei casi) però non è mai riuscito a soffrire Draco. Draco ha conquistato il suo odio senza volerlo, secondo me. Quando si sono conosciuti Draco non sapeva che Harry era nuovo del mondo della Magia, e gli ha fatto fare la figura dell'idiota. Ma che ne sapeva lui? Gli ha solo fatto qualche domanda! Poi non sapeva che Harry fosse in compagnia di Hagrid e non immaginava che cosa Hagrid rappresentasse per Harry. Quindi ha insultato Hagrid ripetendo quello che diceva suo padre.

Quando l'ha rivisto sul treno Draco ha cercato davvero di riparare, a modo suo, alla figuraccia già fatta in precedenza. Solo, di nuovo, non gli passava per l'anticamera del cervello che Harry e Ron avessero stretto amicizia. Quindi ha insultato il nuovo amico di Harry, il che l'ha reso assolutamente out dal punto di vista del ragazzo. Draco si esprime male ma secondo me non *voleva* inimicarsi Harry. Però Harry ha RIFIUTATO la sua amicizia. Guardalo dal punto di vista di Draco: ok, io ho fatto del mio meglio per farmelo amico. Lui non vuole la mia amicizia? 'sti cavoli, tanti saluti e renderò la sua vita un inferno! Ci sarebbe molto da parlare da questo punto di vista.

Comunque visto che Harry mal sopporta Draco, tutto quello che fa è visto in luce cattiva. Ovviamente Draco non è un santo... è un ragazzino viziato e arrogante che vuole sempre aver ragione e far vedere che LUI intelligente e gli altri no. E ci rimane male quando esce fuori il contrario. Ma è anche un RAGAZZINO. Cioè... ha quattordici anni, nel prossimo libro quindici. E non ha avuto esperienze traumatiche come quelle di Harry. L'unica cosa che io temo è che Lucius non gli dia l'affetto che lui meriterebbe. Se guardi bene Draco cerca l'affetto del padre in prima istanza, poi non solo l'affetto ma anche la stima, l'orgoglio. Vuole comportarsi in modo tale che il padre sia soddisfatto di lui, ma Lucius sembra divertirsi a NON apprezzarlo per niente. Secondo te Lucius l'avrebbe tanto maltrattato davanti al signor Sinister nel secondo libro se non fosse _abituato_ a trattarlo così?

Vabbè ma basta parlare di questo oppure scrivo un altro capitolo di fanfiction solo in risposta al tuo commento ^_^;;;;;;;; io e la mia grafomania...

Fortress: LOL ^^ ok, ti avviserò se troverò un personaggio da odiare :D

Mony: ciao :) si, anche io leggo Fruits Basket e come ho detto nell'introduzione al capitolo 1 della fic quella frase una specie di omaggio a quel manga. Ti ringrazio per i complimenti e sono contenta di non essere l'unica a torturare Dracuccio nelle mie fic! :D mi sarei sentita sola :P

Eneri: già, visto che i capitoli pronti già li hai letti, corri a leggerti i libri =P che vale la pena leggerli, sul serio!

Vale@: oddio... se lasciassi parlare Draco ti spiegherebbe che hai una strana concezione della fortuna =P però si, concordo con te, è stato fortunato nella iella (è qualcosa che mi riesce bene da descrivere visto che capita sempre a me =)). Non preoccuparti, ti avviserò dei prossimi capitoli ^_^ cmq ne pubblicherò uno ogni domenica, quindi se vieni la domenica sera ne trovi uno nuovo di sicuro :)

Anonima: *________________________* ti prego firmati la prossima volta, voglio un nome da ringraziare!!!!!!! Un commento del genere è ciò che ti spinge a continuare a scrivere *_* ti ringrazio sono onorata di un commento come questo!

Scoprirai, andando avanti nella serie, che le nebbie hanno un significato ben più complesso, ma mi piace anche il significato che tu gli hai dato. Come ti sarai accorta dalla prima parte di questo capitolo 3, però, la fic nasconde molti altri misteri che devono essere svelati. Misteri sempre avvolti dalle nebbie... spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Mi è piaciuta molto la frase che hai detto dei nemici del passato che diventano gli amici del presente ^_^

Sito di Erika:

Hey! Quanti commenti ^_______^ /me donna felice! Spero che commenterete anche questo capitolo ^_________^

Strekon: grazie per il commento, sono contenta che l'attacco del dissennatore ti sia piaciuto, ci ho messo molto a pensare a come impostarlo, volevo rendere un'idea cinematografica di flash che compaiono nella mente, spero di esserci riuscita ^_^

Maichy: ti ringrazio, si sono sadica ^^

Anonima: ti ringrazio :) come ho già detto Draco è anche il mio preferito assieme a Sirius. Farlo trionfare? Uhm... vedremo...¬¬

Keijei: sono contenta che ti piaccia la storia, che ne dici di questo capitolo? Si, sono la Kagome di Inuyasha.it. Il quale tornerà quando la NIC deciderà di consentirmelo...

Kia: sono contenta che questo cap ti sia piaciuto ^_______^ ebbene si, spuntano come funghi eh? E in questo capitolo compaiono anche Sirius e Ginny, visto? :) spero ti sia piaciuto!

Ever: @_@ vado a scrivere il secondo cap.... hey, aspetta un attimo! L'ho già scritto.... ehm...

Ti ringrazio per i tuoi commenti, non puoi immaginare quanto piacere mi faccia sapere che la storia ti sta interessando :)

Ci: spero che questo capitolo ti sia piaciuto :) forse Harry è un po' meno sarcastico qui, ma più vicino a se stesso, e non potevo sempre farlo sarcastico o non sarebbe più stato lui ;)

Fanfiction.net:

ever: rieccoci pure qui ^_^ beh si, anche secondo me la Rowling mette in disparte troppo Draco che è un personaggio stupendo. Non capisco come si fa a creare un personaggio così bello odiandolo ^^;;;;;;;;; solo lei ne capace! E' una grande anche per questo, no? Cmq la fanfic non è molto a punti di vista soggettivi quanto a punto di vista del narratore che spazia tra i vari personaggi. E' vero che comunque in questo modo di denotano i punti di vista di tutti ed più complesso da gestire. Ma più obbiettivo. IMHO.

Ryuko: sono contenta che questo cap ti sia piaciuto ^___^ beh si Dracuccio lo maltratto... ma dai, qui in questo cap 3 riesce a fare una figura migliore (anche se gli ho appioppato i vestiti di Ron il che non gli fa piacere :D)

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Mi hai chiamata Marion. ***


Le Nebbie della Memoria

Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia “Kagome” kagome@tiscalinet.it.

Pubblicato il 4 Maggio 2003

Beta-letto da Megabyte e da Aramis. Ringrazio Aramis ed Esus per l'enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!

Disclaimer:

Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

 

 

 

Capitolo 4: Mi hai chiamata Marion.

Passarono tutta la mattinata sui libri. Draco ne lesse con attenzione tre, e scorse il sommario di altri cinque cercando di trovare qualche nota interessante. Iniziava a capire lo sconforto del gruppo.

«Dannazione, possibile che non ci sia neanche il minimo accenno?» sbottò chiudendo l'ennesimo volume di 'Oggetti magici: dove trovarli.' e buttandolo di mala grazia sul tavolo. Si appoggiò con forza contro lo schienale della sedia, stirandosi le braccia verso il basso e nascondendo uno sbadiglio.

«In realtà su un paio di libri la Torcia Verde è accennata, ma solo come arma che ha usato Harry per distruggere Tu-sai-Chi.» disse Ginny entrando nell'ampio locale e prendendo posto accanto a Harry. Il ragazzo le passò un paio di libri, e lei si mise diligentemente a sfogliarli.

«Peccato che non sia servito a niente...» puntualizzò Draco, asciutto, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi a un settore dell'ampia libreria. Harry sospirò, un po' a disagio.

«Almeno per un po' è servito.» ribatté Ginny mettendo una mano sulla sua spalla. Il ragazzo poggiò la mano destra su quella di lei e la strinse.

«Ma valeva la pena, per pochi anni d'illusione?» nessuno rispose. Probabilmente Draco aveva posto una di quelle domande alle quali nessuno avrebbe potuto dare una risposta, senza ferire i sentimenti di Harry.

Hermione chiuse il libro che stava leggendo e si stiracchiò, stancamente. Ginny sembrò accigliarsi un attimo, e tutti gli occhi furono puntati su di lei.

«Guardate qui... parla di una specie di Torcia.» disse, un po' eccitata. Ma subito il suo interesse si spense. «Ah no... è solo un giochino da prestigiatori!» sbuffarono in cinque. Hermione si alzò.

«Vado a controllare l'arrosto.» annunciò.

«L'ho girato cinque minuti fa e la cottura è lenta.» rispose Ginny. «Dobbiamo aspettare che torni Ron; a quanto ho visto dall'Orologio è ancora piuttosto lontano. E durante il giorno, con mille occhi babbani puntati su ogni cosa anormale, è impossibile Materializzarsi.»

«Gli avevo detto che era una pessima idea andare a trovare gli altri. Ma in fondo è passato da poco il primo dell'Anno e qualcuno doveva pur andare a fare gli auguri a tutti. Speriamo di non dovercene pentire.» sentenziò Hermione guardando di malavoglia la sedia. Si incamminò, comunque, verso l'ingresso. «Vado a vedere dove sta Ron. Chissà che non si sia avvicinato, nel frattempo.»

Draco osservava, con attenzione, la lunghissima fila di libri che si stendeva sulle pareti. Mentre i suoi occhi si posavano su un volume che sembrava avere un qualche interesse, vide all'improvviso i contorni della libreria sfumarsi. Batté un paio di volte le palpebre, finché la visuale non tornò nitida. Si accorse che era stato aggiunto uno scaffale.

«Pare che il Ministero abbia trovato altro materiale per noi; come se non bastasse tutta la robaccia che ci ha rifilato, libri inutili sui quali stiamo perdendo la vista tutti i giorni...» commentò Harry notando altri due scaffali comparire dal niente.

Draco lo osservò, scettico, e ricominciò a cercare. C'erano addirittura libri di magia nera e alcuni volumi che aveva intravisto nella sezione proibita della biblioteca di Hogwarts.

«Ma questo nascondiglio non doveva essere segreto?»

«E' segretissimo, infatti.» rispose Sirius. «Solo Remus è a conoscenza di dove ci troviamo. Ora 'lavora' al Ministero, proprio per farci pervenire questi volumi. E, Harry, non sono robaccia.»

«Non saranno robaccia, forse, ma è vero che sono inutili. Da due anni continuiamo a sfogliarli, giorno dopo giorno. Mai che si trovi qualcosa in più di un accenno riguardante la Battaglia del settimo anno... o qualche giochetto di prestigio.» lanciò un'occhiata a Ginny, lei sospirò.

«Probabilmente stiamo cercando male.» rifletté Draco mentre esaminava il contenuto della biblioteca.

«Di grazia, come dovremmo cercare secondo Vossignoria?» ruggì Harry. Sirius gli scoccò un'occhiata severa. «Volevo dire... come pensi che dovremmo cercare, allora?» arrossì e abbassò lo sguardo.

«Nervosetto eh?» Draco sogghignò, ironico. Iniziava a divertirsi – in fondo evitare di insultarli aveva i suoi vantaggi. «Si dà il caso che io non abbia passato gli ultimi due anni a 'spaccarmi la schiena' in questo luogo, come qualcun altro ha giustamente puntualizzato prima. Quindi non so che tipo di ricerche avete effettuato. Qui vedo che c'è un po' di tutto... addirittura volumi proibiti. Probabilmente non avete cercato dove avreste dovuto.» finì il suo discorso. Harry si alzò, un po' seccato, e gli si avvicinò. Lo tirò di forza per la spalla, costringendolo a girarsi.

«Guarda lì.» gli indicò, dal lato opposto della biblioteca, un'enorme libreria piena di centinaia di altri volumi. «Sai che cosa sono quelli? Sono i libri che ci siamo dovuti sorbire in questi due anni. Tantini eh?» lo mollò andandosi a rimettere seduto. Draco si massaggiò la spalla, guardandolo beffardo. Cercò di apparire strafottente, ma in realtà gli era venuta una morsa allo stomaco nell'osservare ciò che Harry gli aveva indicato. Quella libreria si allungava per diversi metri sulla parete, e in altezza raggiungeva il soffitto, alto il triplo di un soffitto normale.

Si allontanò dalla parte opposta della parete, cercando di trovare qualcosa di più interessante da leggere. Alla fine si mise seduto a gambe incrociate per terra e prese in mano alcuni libri che, ricordava, si trovavano a Hogwarts nella sezione proibita.

'Maledizione. C'è qualcosa che devo ricordarmi... perché quest'orribile sensazione non se ne va mai?' pensava mentre sfogliava il volume. Per quanto si sforzasse non riusciva a perdere quell'impressione. I libri che sfogliava erano dedicati a tutt'altro rispetto a quello che stava cercando e li rimise a posto. Si alzò e, pulendosi la tunica dalla polvere, si spostò.

«Vado a girare l'arrosto.» disse Ginny a un certo punto, alzandosi dalla tavola e incamminandosi verso la cucina. Harry la guardò andar via, chiudendo uno dei libri che stava controllando e prendendone un altro in mano.

«Ci sono addirittura testi didattici per imparare a usare i tarocchi.» si stupì Draco. «Si può sapere per quale motivo il Ministero li ha ritenuti importanti?»

«Non ne ho idea.» rispose Sirius osservandolo di sfuggita mentre passava in rivista un altro volume, di stampo babbano. «L'unico modo per rendersene conto è controllarne il contenuto.» concluse. Draco sospirò e iniziò a leggerlo: non che contenesse nozioni diverse da quelle che aveva appreso a Hogwarts... in una delle lezioni più noiose che avesse mai seguito. No, non parlava di Torce.

Continuò a sfogliare altri due o tre libri, finché non vide tornare verso la biblioteca Hermione. La ragazza si legò i capelli con un nastro e gli passò vicino, per prendere altri libri. Ne fece un'altra pila più alta di lei e ritornò al suo posto.

Le ore sembravano non passare mai quel giorno. Abituato a guardarsi sempre alle spalle e ad essere in costante movimento, Draco non riusciva a concentrarsi su quello che stava facendo e si annoiava a morte. A un certo punto si udì un rumore di passi in ingresso e qualcuno entrò nell'ampio locale.

«Ron, finalmente!» disse Hermione posando il libro che stava leggendo e alzandosi per corrergli incontro. Lo abbracciò e gli diede un lieve bacio sulle labbra. «Com'è andato il viaggio?»

«Sarei tornato prima se avessi potuto Materializzarmi, ma ho visto troppi babbani in giro e non mi è sembrato il caso.» disse lui stringendola un po' più forte e ricambiando il bacio con evidente piacere. Hermione gli aveva pulito il naso da un segno di fuliggine e gli stava togliendo la cenere dal mantello. Era ovvio che metodo avesse utilizzato per spostarsi... probabilmente era spuntato fuori da un camino collegato con tutti gli altri in una casa lì vicino. «Fred e George dicono che preferiscono rimanere alla Tana per un po'. Mamma non sta bene e ha bisogno d'aiuto. Quindi... oh, si è svegliato.» disse infine notando Draco avvicinarsi, dalla parte più esterna della biblioteca, con qualche libro in mano.

«Già. Ha promesso di comportarsi come una persona decente e Sirius gli ha consentito di rimanere.» rispose lei e aggiunse qualcosa nel suo orecchio, cercando di non farsi notare.

«Malfoy...» Draco si era finalmente portato a una distanza dalla quale potesse vederlo bene e si era seduto. Ron lo osservava come se avesse visto un pagliaccio e questo lo infastidì parecchio.

«Che vuoi?» ribatté, secco, mentre apriva l'ennesimo libro.

«Devo dire che il color melanzana sta molto meglio a te che a me.» sbottò, mentre sia Hermione che Harry non poterono impedirsi di sorridere.

«Sai che novità.» ribatté lui, non scomponendosi affatto e fissando il suo interlocutore con sarcasmo. Ron lo guardò inorridito e arrossì sulle orecchie. «Sono fin troppe le cose che stanno meglio a me che a te.»

«Malfoy!» Ron sembrò voler scattare verso Draco e Sirius sbatté un libro sul tavolo.

«Ron, smettila. L'hai provocato tu.» replicò l'uomo.

«Non era una provocazione. Cioè, forse lo era...» ammise Ron cercando di calmarsi. «E' che arrivare a casa e vedere Malfoy coi miei vestiti addosso mi ha dato una strana sensazione.»

«Glieli ho dati io quei vestiti, Ron.» disse una voce che arrivava dall'ingresso. Ginny entrò portando un vassoio, con un po' di tè. «I suoi abiti babbani erano troppo rovinati per sistemarli. A proposito, bentornato. Come sta mamma?» la ragazza lo abbracciò, con un solo braccio, poi andò a mettersi seduta, appoggiando il vassoio sul tavolo.

«Non bene... da quando papà è morto non è più riuscita a riprendersi. E' come se avesse preso cent'anni di colpo.» Ron sospirò e Ginny lo guardò preoccupata. «Fred e George sono rimasti con lei per aiutarla. Non sembravano nemmeno in vena di scherzi, oggi, e questo mi dà da pensare.»

«Forse dovrei andare alla Tana ad aiutarli.» rifletté Ginny.

«Metteresti solo la Tana gli altri in pericolo.» disse Harry guardandola con tristezza. «Molly è stata quasi una madre per me, ci soffro anche io che non stia bene e vorrei andarla a trovare. Ma sai che è impossibile.»

«Maledetti Mangiamorte!» gridò lei tirando su col naso. Si sentiva così orribilmente impotente...

§§§

Ginny sospirò stancamente mentre sbottonava il pezzo davanti della sua tunica. Come sempre, avevano passato tutto il giorno sui libri, cercando di trovare qualcosa che sembrava un enigma inspiegabile. Ormai c'era abituata – erano due anni, in fondo, che continuavano le ricerche. Tuttavia...

«Tutto bene tesoro?» chiese Harry mentre si abbottonava il pigiama. Lei lo guardò male prima di annuire.

'Dannazione, se non puoi dare a quella parola il suo vero significato, non la usare!' pensò, irritata. Un altro dei motivi per il quale si sentiva così sfinita era proprio quello. Era stanca... stanca di aspettare. Un tempo sarebbe stata felice di una situazione del genere. E in realtà all'inizio lo era stata... fino a quel giorno, l'anno precedente.

«Sei preoccupata per Molly? So che vorresti andare da lei, lo vorrei anch'io.» Harry le si avvicinò da dietro mentre la tunica, slacciata, le cadeva di dosso. L'abbracciò dolcemente, dandole un lieve bacio nell'incavo del collo. Lei si puntellò coi piedi, appoggiandosi con forza al suo petto e lui accolse l'invito. Le mani iniziarono a correre su, dalla vita, raggiungendo il seno mentre con le labbra iniziava a disegnare una sottile fila di baci fino al collo.

Ginny si lasciò sfuggire un piccolo grido quando lui le prese in bocca il lobo dell'orecchio destro. Si, era quello che le ci voleva per non pensare a niente. Si girò dall'altra parte, affondando le mani nei suoi capelli e sorridendogli dolcemente. Vedeva il desiderio nei suoi occhi verdi... in fondo questo poteva ancora bastarle.

Con una leggera spinta, Harry la fece adagiare sul letto e le fu subito sopra. Le piaceva il peso del corpo del ragazzo sul suo, la faceva sentire appagata, felice, mentre la toccava e la baciava dappertutto. Le consentiva di cullarsi, per un attimo, nell'illusione di essere il solo oggetto dei suoi pensieri. Sentì un fremito mentre lui le solleticava la pianta del piede, e le venne da ridere. Con una spinta lo rigirò e gli si sistemò addosso.

«Stanotte lascia fare a me.» gli sussurrò in un orecchio mentre lo baciava.

«Va bene...» fu l'ultima cosa coerente che lui riuscì a dire.

§§§

Si svegliò con l'orribile sensazione che ci fosse qualcosa di strano. Stiracchiò pigramente le braccia e le gambe, poi iniziò a osservare la stanza, cercando di capire di che si trattasse. Nell'oscurità della notte solo la fioca luce dei lampioni e della luna, all'esterno, rischiarava in qualche modo i contorni bui degli oggetti e dell'ambiente che la circondava, dandole modo di orientarsi. Subito notò quale fosse il problema – Harry si stava lamentando. La abbracciava nel sonno e gemeva, convulsamente.

«Harry? Harry, che c'è?» Cercò di scuoterlo, ma non sembrava aiutarlo. «Harry? Che ti prende? Mi senti? Svegliati!» lo scosse così tanto che alla fine lo vide aprire gli occhi, di soprassalto. La guardò, non guardandola, gli occhi spalancati non la stavano vedendo. Lottando per mantenere la calma, lo schiaffeggiò, una, due volte. All'improvviso Harry riprese il controllo.

«Uh...» commentò, mettendosi la mano sul viso e tirandosi su.

«E' l'unica cosa che sai dire?» fece lei, ancora scossa.

«I tuoi schiaffi fanno male.» sorrise e la guardò, cercando gli occhiali sul comodino e mettendoseli sul naso. «Grazie comunque. C'è un Dissennatore in giro e dormendo non sono riuscito a proteggermi.»

«Mi hai fatto prendere un colpo.» commentò lei, il cuore le batteva ancora a mille nel petto, il respiro era ancora affannato. Le tremavano le mani e sentiva un gelo terribile sulle dita.

«Scusa... non volevo.» lui l'abbracciò e Ginny dimenticò il freddo. Si rituffarono sul letto e rimasero legati assieme per un po'. Poi lei lo sentì tremare e si sciolse malvolentieri dall'abbraccio, mettendosi seduta. Indossò la veste da camera e fece per andarsene.

«Dove vai?»

«A prendere un po' di cioccolata per te e un po' d'acqua per me.» Gli accarezzò il braccio prima di alzarsi, cercando di trasmettergli tranquillità. «Torno subito.»

A tentoni trovò la porta della stanza, che ormai conosceva praticamente a memoria. Uscì nel corridoio e girò a sinistra, iniziando a scendere il piano di scale che la separava dalla cucina. Continuò a sinistra nell'ampia hall del palazzo, finché non sentì un rumore, prima di entrare nell'anticamera. Qualcuno si stava lamentando, esattamente come aveva fatto prima Harry.

Ci mise un attimo per ricordarsi che Draco dormiva ancora sul divano. 'Di sicuro il Dissennatore sta dando problemi anche a lui. Maledizione...' pensò. Entrò di corsa nell'anticamera e si avvicinò al divano. Tirò fuori dalla tasca della veste da camera la sua bacchetta.

«Lumos!» disse. La punta della bacchetta si illuminò. La poggiò sul mobiletto accanto al divano, cercando di rischiarare l'ambiente. Draco gemeva e si rigirava nel sonno, stava sudando e tremava fortissimo.

«Malfoy? Malfoy?» iniziò a scuoterlo, ma sembrava non servire a niente. «Svegliati, Malfoy!» continuò a scuoterlo per un po', senza ottenere nessun effetto. Lo schiaffeggiò, come aveva fatto con Harry, ma nemmeno in quel modo sembrò funzionare. Cercò di metterci anche più forza... ma si fece solo male alla mano.

«MALFOY! MI SENTI? SVEGLIATI!» gridò. Draco aprì gli occhi.

«Marion...» mormorò, abbracciandola fortissimo. Ginny si sentì soffocare, doveva fare qualcosa o l'avrebbe stritolata.

«MALFOY! Mi fai male lasciami...» cercò di divincolarsi dall'abbraccio ma, lo sapeva, era molto difficile riuscirvi. Cercò di non farsi prendere dal panico e pensare a qualcosa. Una volta, molto tempo prima, anche Harry si era trovato in una situazione simile. Ne aveva portato i segni per una settimana.

«Marion... NO!»

«MALFOY, IO NON SONO MARION! VUOI SVEGLIARTI?» gli urlò nelle orecchie. Si divincolò ancora e, all'improvviso, Draco si calmò. Sussultò come se qualcuno lo avesse sorpreso a fare qualcosa di sbagliato e sciolse l'abbraccio, mantenendo però le mani sulle sue spalle. Si guardò intorno – i suoi occhi, che normalmente erano pallidi, grigio-azzurri, sembravano liquidi, quasi scuri nella penombra.

«Che cosa...» farfugliò. Poi si girò verso di lei e aggrottò le sopracciglia, sorpreso. «Weasley, che ci fai qui?» tolse istantaneamente le mani dalle sue spalle, come se scottassero.

«Ero venuta a prendere un po' d'acqua e un pezzo di cioccolata,» disse lei massaggiandosi dove Draco l'aveva stretta e alzandosi. «Un Dissennatore è nei paraggi. Anche Harry è stato male. Ho visto che ti lamentavi e ho cercato di svegliarti.» qualcosa di simile al rossore affiorò sul volto di Draco. Ginny sorrise.

«Che ho detto?» chiese lui osservandola, diffidente. Sembrava quasi aver paura di quali potessero essere state le sue parole. Ginny pensò di capirne la ragione.

«Mi hai chiamata Marion.» Draco impallidì ancora più del solito e allargò gli occhi. Si mise una mano sulla fronte e scosse la testa, tristemente.

«Maledizione...» mormorò ancora con la voce impastata. La mano appoggiata sulla gamba stava tremando.

«Chi è Marion?» gli chiese. Lui la guardò, un po' sconcertato. Prese fiato per parlare, poi sembrò ripensarci.

«Non sono affari che ti riguardino, Weasley.» si rimise sdraiato e si girò verso la spalliera del divano, ignorandola volutamente. Ginny attese un attimo, per vedere se cambiava idea, ma alla fine capì che sarebbe stato inutile e si alzò.

«Nox!» disse prendendo la bacchetta in mano. La luce che si propagava dalla punta si spense istantaneamente e la ragazza si avviò in cucina.

'Dannazione... devo assolutamente riuscire a controllarmi quando passa un Dissennatore. Loro non devono sapere...' pensava Draco, tristemente. Non poteva mostrarsi debole, non davanti a quelli che aveva insultato e preso in giro per sette anni.

Appena sentì che i passi della ragazza si allontanavano verso la cucina si girò dalla parte opposta. Mise un braccio sotto il cuscino e cercò di trovare una posizione comoda. Non era molto semplice, visto che stava ancora battendo i denti, ma non gli andava di alzarsi per cercare del cioccolato in una cucina che non conosceva. Si impose di smettere di tremare – non che gli fosse facile, ma doveva tentare. All'improvviso vide un'ombra accostarglisi e sedersi sul bordo del divano. Sussultò; era così preso dai suoi pensieri che non se n'era accorto.

«Prendi.» era di nuovo Ginny. Draco allungò la mano verso quello che la ragazza gli porgeva. Un pezzo di cioccolata, ovviamente. Si mise di nuovo seduto e scartò la barretta, addentandola.

«Grazie...» Ginny allargò gli occhi a quella parola. Il ragazzo sembrò meditare molto attentamente mentre finiva la barretta e la guardava negli occhi. Abituati ormai all'oscurità, riuscivano a vedersi anche col barlume di luce che si infiltrava dalla finestra, attraverso le persiane quasi serrate. «... e... scusami, per prima.» abbassò lo sguardo e si affrettò a sdraiarsi e rigirarsi di nuovo.

Ginny era sconvolta. Draco Malfoy che... le chiedeva SCUSA? Valeva la pena vivere per un'esperienza simile!

«Chi è Marion?» chiese. Forse il ragazzo aveva deciso di sciogliersi un po' e lei era sinceramente curiosa.

«Anche se mi sono scusato questo non vuol dire che abbia voglia di parlarne.» ribatté lui, gelido. Ginny si alzò, sospirando, e fece per allontanarsi.

«Weasley?» mormorò Draco dal divano. Lei si fermò e si girò, in attesa che continuasse. «Questa notte tu non mi hai visto.» disse, senza voltarsi. Lei rifletté un attimo, ponderando sulla situazione.

«Forse.» disse, uscendo definitivamente dall'anticamera per tornare nella stanza che divideva con Harry.

Nota dell’autrice:

Ed eccoci alla fine del quarto capitolo ^_^

Spero caldamente che vi stia interessando la storia ^^ Hehe... scommetto che ora siete curiosi di sapere che cosa è successo a Ginny l'anno precedente... ovviamente lo scoprirete. PIU' AVANTI!

E continuerò solo se riceverò tanti bei commentini ^_^

Quindi che aspettate?

Passiamo a rispondere alle mie adorate reviews ^_^

Fanfiction.it:

Eneri: sono contenta che la FF ti piaccia così tanto, e sono contenta che tu stia leggendo i libri di HP! Si, così si fa ^_^ leggi, che ne vale la pena!

Elis: certo che continuo il crossover! Appena mi viene l'ispirazione finisco di scrivere il cap 5. E' bloccato a metà... Cmq abbi fiducia che l'ispirazione verrà ^^. Per quanto riguarda Draco non so... non sono sicura che JKR lo "redimirà" prima della fine della serie. Ha detto spesso nelle interviste che non lo sopporta (in fondo lei e Harry sono nati lo stesso giorno, odiano le stesse cose :D) e mi sembrerebbe strano (anche se geniale) che vada a redimere un personaggio che non apprezza. Se dovesse farlo, tuttavia, ne sarei felice! In fondo questa storia potrà restare "in canon" solo fino all'uscita de "l'ordine della fenice". Quindi...

Marty: grazie *^^* sono contenta che la FF ti piaccia. Devo ancora leggere quella tua... potrai mai perdonarmi? il tempo è tiranno... Per quanto riguarda la torcia dovrai attendere un po' prima di scoprire perché non ha funzionato. La pazienza è la virtù dei forti...

Laurie: mi trovi pienamente d'accordo questa volta. Sono contenta che Draco potrebbe migliorare nella tua stima grazie alla mia FF (*/me sventola bandierina del DFC*). Per quanto riguarda i sentimenti dei personaggi... uhm... mi sa che questo capitolo inizi a mostrare qualche traccia di quello che si svilupperà in seguito. Non dico di più perché ho già detto troppo, dovrete attendere ancora parecchio prima che la situazione diventi completamente chiara. Ma pare che molti di voi abbiano già mangiato la foglia dal capitolo 3! Caspita che lettori intelligenti che ho ^_^ *orgogliosa*

Solitaire: Dunque... i Dissennatori sono dei personaggi che compaiono nel terzo libro di Harry Potter (il più bello IMO *sventola bandierina del PoAFC*), "Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban". Se non l'hai letto te lo consiglio, COMPRALO, è meraviglioso ^^ è il libro che mi ha fatto amare la serie perché compare il mio personaggio preferito (Sirius Black), compare anche uno dei miei personaggi preferiti in assoluto, Remus Lupin, e la trama è affascinante e molto coinvolgente, soprattutto con il colpo di scena finale e la scoperta del patrono di Harry. Un libro davvero bellissimo... ok, ok, la smetto, torno al commento ^_^;;;;;;. I Dissennatori sono degli esseri che si nutrono della gioia e della felicità delle persone lasciando solo dolore, risentimento, senso di colpa. Quando ti si avvicinano ricordi i momenti più brutti della tua vita. Se non hai molto di cui rimproverarti non ne vieni intaccato granché, ma se ti è successo qualcosa di molto brutto, il Dissennatore ti ha in pugno. Harry, nel terzo libro, quando un Dissennatore era nei paraggi sbiancava e si sentiva male perché rivedeva la scena della morte dei suoi genitori. Sentiva le urla di sua madre e l'Avada Kedavra di Voldemort. Per poco non si ammazzava durante una partita di Quidditch perché svenne mentre era in volo. I dissennatori poi hanno un'arma chiamata "il bacio del Dissennatore". Praticamente in quel modo risucchiano l'anima di chi hanno davanti e lasciano il corpo come un guscio senza contenuto, un vegetale che si lascia morire perché non ha volontà. L'unico modo per contrastarli, come hai visto nel cap. 1, è l'"Expecto Patronum", un incantesimo nel quale la persona deve pensare all'avvenimento più bello della sua vita. In quel modo si forma una specie di essere luminoso che può assumere varie forme (nel caso di Harry è un cervo) e che contrasta il Dissennatore facendolo fuggire. I Dissennatori sono le guardie della prigione del Maghi, Azkaban.

Ever: ciao! Dunque... 1) hihi ^^ 2) fuochino 3) hihihi ^^ /me molto perfida... chissà mh... /me si cuce la boccuccia 4) l'età aiuta a calmarsi. Harry non vede Draco da molto tempo e in questo momento le parti sono invertite. Harry sa che Draco ha un debito con lui, sa bene che cosa significa avere un debito di vita con qualcuno nel mondo dei Maghi (ricorda Piton...) e, anche se a fatica, sta cercando di fidarsi. 5) *LOL* Beh, ogni tanto devo pure farlo riposare, così poi c'è più gusto a tormentarlo (tipo in questo capitolo ehe!). Sirius è anche il MIO personaggio preferito assieme a Draco ^^ ovvio che ci fosse!

Hari: già... c'è bisogno ogni tanto di scaricare la tensione. Troppi colpi di scena non sarebbero verosimili e il ritmo dell narrazione ne risentirebbe parecchio. Per quanto riguarda gli errori penso che avessi letto la storia appena l'ho pubblicata. Gli errori li ho corretti subito dopo accorgendomene rileggendo. Stavolta ho controllato e riletto tutto prima di pubblicare quindi non dovrebbero esserci errori o è e « vari mancanti.

Evan: meno male che ti sei corretta... no, perché io non trovo assolutamente niente di simile tra questo Draco e il figlio di Crouch. In fondo Barty Crouch Junior è un emerito b&$£%&$o... mh... Kagome non parlare... Sono contenta cmq che la storia ti piaccia ^_^ spero che anche questo cap sia di tuo gradimento, attendo commenti!

EDeLarge: esattamente, questo è pane per tante belle discussioncine e per tante belle fanficcucce... che brava donna la Rowling, quanto pane lascia per i nostri dentini affamati :). Comunque per quanto riguarda quello che Ginny ha detto a Draco come vedi in questo capitolo rincalco la dose :D ci vorrà ancora tanto prima che si scoprano le carte da quel punto di vista ^^ mi spiace!

Emi-chan: già, Draco è un personaggio molto enigmatico. Anche perchè è ovvio che la Rowling non possa mostrare il suo cuore: i libri sono scritti dal punto di vista di Harry, quindi se conosciamo benissimo Harry e abbastanza bene Ron e Hermione (anche se non possiamo vedere i loro pensieri) conosciamo pochissimo le persone che Harry non sopporta, in primis Draco. Anche per questo scrivere una ff con lui come protagonista è complicato e si rischia di cadere nell'OOC. Però non posso farci niente, Draco mi piace troppo e le sfide, come ben sa chi mi conosce, mi piacciono ancor di più ^^. Cmq... leggi il terzo libro, leggi il terzo libro (messaggio subliminale)

Darsch: CHE terribile sospetto hai? ^^ Grazie per i complimenti!

Esus: hehe :D lo so, lo so cara Kohai ^^ (ma Senpai per quelle informazioni che mi hai dato, non so che avrei fatto senza di te! Di sicuro non sarebbe venuta fuori così malignamente complessa questa storia :D) sei un tesoro, mi fai arrossire fino alla radice dei capelli con questi commenti, sei troppo buona! Sono contenta che la storia ti piaccia. Anche se tu sai esattamente come continua e come finisce so che muori dalla voglia di leggere perché, si sa, una cosa è raccontare una trama una cosa è LEGGERE la storia :). Sto scrivendo il più in fretta possibile!

Yura: non avevo pensato al fatto che Draco stesse dettando le SUE regole. UHM... /me inizia a chiedersi se Dracuccio non abbia iniziato a prender vita propria in quel punto... sarà meglio rimetterlo a cuccia ¬¬ si sta prendendo troppe libertà quel ragazzo! Cmq sono contenta che la storia ti piaccia. So che ti piacerà anche questo, chissà perché mi sento un profeta :D

cri72: ehm... *coughs* /me glissa elegantemente sul sogno. Dunque ^_^;;;;;; caaaaaaaara Cri :D sono felice che tu stia apprezzando la storia. E da quello che dici sono SICURA che ti piacerà ancora di più ehe ^^ soprattutto quando si arriverà al primo "twist" della trama, forse nel capitolo 9 o 10, non saprei bene ancora. Il titolo si riferisce sia a Draco che agli altri, ti ho spiegato meglio in messaggio privato :)

Nimue: sono contenta che la storia ti sia piaciuta in questo capitolo. Ero molto nervosa perché temevo tu potessi considerarlo scialbo. Non preoccuparti, non ce l'avrei avuta assolutamente con te. So bene che in tutte le storie ci sono punti che ai lettori piacciono di più o di meno. Sono contenta comunque che tu continui a leggere la fic ^_^ spero che questo cap ti sia piaciuto :) come vedi la dolce Ginny continua a spadroneggiare sul nostro caro Harry ;) prende anche le iniziative, e brava la ragazza ;D

Erika's Fanfiction Page:

Che bello quanti commenti ^O^ quando ho visto 22 mi è preso un colpo, ero così felice! Sono contenta che la storia vi stia piacendo! Se la leggete, commentatela! Non ho grandi pretese, anche un "mi piace" o "fa schifo" va bene. Certo, un bel commento con recensione e domande è *_* pane *_* per la mia brama di feedback. Ma in OGNI caso commentate!

Maichy: ^_^ Sono contenta che ti piaccia come sto intepretando (non so perchè ma "stravolgere" mi suona male ^^) il povero Dracuccio. Povero perché beh... gliene sto facendo passare di tutti i colori. Si, le Nebbie della Memoria sono legate a quello che Draco deve ricordre. Sono legate al twist che avrà la storia verso il capitolo 9 o 10, non so bene. Quando si scoprirà perché la Torcia Verde non ha funzionato...

iceygaze: ^^ trovi che questo Draco sia figo?^^ wow! (suppongo ch crasto significhi figo, ti giuro che è la prima volta che sento questa parola...). Cmq... azzo... complimenti... non ti dico perché ^^ ma solo che leggendo il tuo commento ho avuto l'impressione che mi leggessi nel pensiero. Per la seconda parte del commento... hihihi ^^ chi lo sa...

Kia: gli indovinelli non sono il tuo forte eh? Beh, dovrai aspettare parecchio per sapere se il personaggio che sta morendo è Ron. Chi lo sa, potrebbe effettivamente essere lui, in fondo nessuno è eterno. O potrebbe essere anche qualcun altro... mah! Chi vivrà vedrà ;P

Fredryck: grazie! *^^* Chi lo sa perché il sistema non ha registrato il tuo nick, al commento precedente!

Strekon: sono contenta che la storia ti piaccia. scusami se non ho avuto ancora tempo di finire di leggere la tua stupenda fanfic. Appena avrò un attimo per finire di leggere troverai un altro mare di nuovi commenti alla tua fic ;). Per quanto riguarda le tue domande penso tu abbia visto da solo dov'era Ron. I professori... beh Silente e la McGranitt sono morti. Piton... beh Piton lo scoprirai più in là :) cmq ti preannuncio che non è morto. Avrai letto anche dov'è Lupin ;) spero che anche questo cap ti sia piaciuto!

Alexis il fratello della webmistress: ciao :) ti ringrazio per il commento, spero ti piacerà anche questo capitolo :)

Keijei: O.O ehm... si, mi rendo conto... ehm... perdono ^^;;;;;;;; oddio, ma di che mi scuso? ^^;;;;;;; ti ringrazio per i complimenti! Sono contenta che la fic ti piaccia. Per scoprire chi sono i personaggi all'inizio dovrai aspettare un bel po' ;P nel frattempo continua a pensarci. Per Draco, Harry e Ginny... *coughs* dopo aver letto questo capitolo penso che molti dubbi si siano dissipati...

ever: bwhahahahaha che bello, un'altra recensione ^O^ /me felice

Mony-chan: ecco il quarto cap :) ebbene si, Ron e Hermione stanno insieme, Dracuccio bello ha un bel po' di problemi esistenziali, ma non è l'unico, come puoi vedere in questo capitolo. Spero ti sia piaciuto ;).

Fanfiction.net:

Uh... cioè solo due ;_; speravo che qualcun altro commentasse! /me ha fame di commentiiiiiiiiiiiiiiii ;_;

Ryuko: già :D i vestiti di Ron non farebbero piacere a molti, e soprattutto non a qualcuno che è cinque buoni centimetri più basso e un po' più smilzo di lui. Oddio, in fondo gli vanno solo un po' lunghetti... di poco ;) gli è andata bene, no? Sono contenta che la storia ti stia interessando, spero che anche questo capitolo ti piaccia :)

Ever: dunque... si, la convivenza è un po' difficile, ma come vedi forse è possibile. L'importante è seguire le regole ;) e Sirius fa buona guardia :D in fondo è un cane no? (haha, rido solo io...). Se vuoi mandarmi un'e-mail mi fa piacere, prego! Sono felice di chiacchierare :) per quanto riguarda "A summer at the Weasleys" la tradurrò appena avrò il tempo. devo anche continuarla... è un'idea che m'intriga parecchio vedere che cosa può combinare il povero Draco per un'estate alla Tana. E soprattutto che cosa i Weasley possono combinare a lui (hihi, non ci sono Tiger e Goyle... ma ci sono i GEMELLI LOL!). Appena avrò il tempo tradurrò il cap 1 e scriverò il 2 :) intanto se hai dimestichezza con l'inglese leggila in quella lingua ^^

 

Alla prossima :) attendo fiduciosa commenti, critiche, opinioni, elogi (fan tanto bene al cuoricino) e tutto quello che vorrete scrivermi! :) che aspettate?

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Diagon Alley ***


Le Nebbie della Memoria

Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia “Kagome” kagome@tiscalinet.it.

Pubblicato l'11 Maggio 2003

Beta-letto da Megabyte e da Aramis. Ringrazio Aramis ed Esus per l’enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!

Ringrazio di nuovo Aramis per la S-T-U-P-E-N-D-A idea che mi ha dato ^_^ sei SA quale :-*

Disclaimer:

Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

Capitolo 5: Diagon Alley.

Si svegliò con il profumo del cibo che solleticava le sue narici. Si stiracchiò, pigramente, e si guardò intorno. Nulla era diverso dal giorno prima... tuttavia...

Si alzò e si cambiò d'abito. I vestiti di Ron gli davano un po' fastidio, non tanto fisicamente quanto moralmente. Decise che avrebbe dovuto andare a comprarne altri. Il solo pensiero di rimettere piede a Diagon Alley gli dava i brividi, ma durante il giorno chi avrebbe potuto riconoscerlo? Riconoscerlo, poi, così conciato?

Si mise il caldo maglione color melanzana e i calzoni neri sottotunica. Coprì il tutto con la tunica, sempre color melanzana, 'Ma che fantasia, Weasley...' pensò disgustato mentre finiva di allacciare le scarpe; poi si diresse verso la cucina, aggiustandosi i capelli con le mani. Era passato il tempo in cui li teneva impeccabili e ben pettinati. Tuttavia, sebbene fosse sempre suo desiderio cercare di essere in ordine, in questo momento aveva esigenze più impellenti. Non ci vedeva più dalla fame e di sicuro il fatto di dormire a due passi dal cibo non lo aiutava.

«Buongiorno, Malfoy. Mattiniero, eh?» l'allegra voce di Ginny lo salutò, da lontano. La ragazza stava pesando la farina e non lo degnava di uno sguardo.

«Mai quanto te, Weasley. L'odore di quello che cucini mi ha svegliato.» disse, cercando di essere educato. Il ricordo di come si era comportato quella notte lo bruciava ancora. Si era mostrato debole... davanti a una Weasley. Non se lo sarebbe mai perdonato.

«Oh, se hai fame le uova e il bacon sono lì, sui fornelli. C'è anche un po' di Porridge se lo vuoi. Prendi la tua parte e apparecchiati la tavola.» ordinò Ginny continuando a pesare la farina e parlando con lui senza guardarlo. Draco decise che preferiva fare da solo Se avesse atteso che lei si liberasse avrebbe avuto i crampi allo stomaco. Si accostò ai fornelli e prese un paio d'uova e un po' di bacon.

«Niente Elfi Domestici eh?» brontolò seccato. Ginny finalmente distolse lo sguardo dalla sua farina e lo osservò, sorpresa.

«Non qui, Malfoy. Prima di tutto non possiamo permetterceli.» vide Draco sospirare e si affrettò a ribattere, «Inoltre Hermione non sarebbe mai d'accordo.» a quel punto il ragazzo alzò gli occhi al cielo e lei sorrise. Lo vide mettersi le uova e il bacon in un piatto e avvicinarsi alla tavola. Dato che aveva finito di pesare la farina, si affrettò a fargli una spremuta d'arancia e a portargliela. Poi si asciugò le mani vicino al grembiule e sospirò.

«Mi sa che devo andare a fare la spesa oggi... Inoltre la mia bacchetta è un bel po' sporca e ha bisogno di essere ripulita. Farò anche un salto a Diagon Alley.» rifletté tra sé e sé Ginny. L'interesse di Draco aumentò quando sentì l'ultima parte del discorso.

«Ti accompagno.» disse, perentorio. Sembrava più un ordine che una richiesta e questo la infastidì.

«Chi lo dice?» sbottò, guardandolo male.

«Lo dico io.» fu la secca risposta. Si guardarono un attimo negli occhi, in una muta lotta di sguardi. Ginny dovette abbassare gli occhi per prima e Draco sorrise. «Non che mi piaccia accompagnarti, Weasley, ma devo andarmi a comprare qualche vestito e devo passare alla Gringott per prendere un po' di soldi. Inoltre...» si bloccò un attimo per bere il succo d'arancia ma non sembrava voler continuare.

«...inoltre?» incalzò lei.

«Devo passare anche da un'altra parte.» si affrettò a concludere lui, tornando a prestare attenzione alle sue uova.

«Allora se permetti ti seguo.» disse lei, mentre con la sua bacchetta ordinava ai piatti di lavarsi. «Ricordati che sei ricercato.»

«Appunto per questo se vado in giro da solo è meglio. Non c'è nulla di più riconoscibile di una Weasley che fa acquisti.»

«Non possiamo fidarci di farti andare a Diagon Alley da solo.» una voce risuonò alle loro spalle. Draco si girò e riconobbe Harry, un po' insonnolito e coi capelli più in disordine del solito. Indossava una tunica blu scuro con decorazioni porpora e sotto di essa si intravedevano un paio di scarpe, anch'esse scure. «Non perché non crediamo al tuo giuramento. Sono sicurissimo che non diresti mai niente di tua volontà, sto *cercando* di fidarmi. Tuttavia...» mentre parlava il ragazzo si era avvicinato ai fornelli e aveva preso la sua parte di colazione. Si era avvicinato al tavolo e gli si era seduto accanto. «Tuttavia Voldemort saprebbe bene come strapparti le risposte che cerca e non possiamo rischiare.»

«E che volete fare, accompagnarmi tutti insieme?» Draco trattenne una risata. «Scusami se te lo faccio notare, Potter, ma non credo che Weasley abbia quella grandissima capacità di fronteggiare il Signore Oscuro, se dovesse capitarci tra i piedi. Oppure conti di tenermi al guinzaglio tu?» lo osservò con astio e Harry non si fece di certo intimidire. Si fronteggiarono, in silenzio, per diversi minuti, mentre la tensione avrebbe potuto essere tagliata col coltello. Alla fine Ginny si schiarì la voce.

«Qualunque cosa tu possa pensare, Malfoy, io verrò con te. E questo è quanto.» si tolse il grembiule e sbatté le mani per ripulirle, poi si affrettò verso la porta. «Se vuoi venire vedi di essere pronto tra mezz'ora. Bisogna uscire presto per evitare la massa di babbani che attraversa queste strade durante il giorno.»

§§§

«Anche se volesse, dubito che qualcuno potrebbe riconoscermi così combinato.» si lamentò Draco ripulendosi i vestiti dalla fuliggine. Ginny gli pulì la faccia e gli diede una scombinata ai capelli che lui cercò di rimettersi in ordine, con scarsi risultati. Gli mise in mano il cappuccio che avrebbe dovuto indossare per nascondersi un po'. Stava ancora pulendosi i vestiti quando Tom, il locandiere, comparve dal suo bancone, osservando con curiosità accanto al camino.

«Oh, mi sembrava di aver sentito delle voci...» disse dando un'occhiata ai suoi nuovi clienti. «Vediamo un po'... buongiorno signorina Weasley. Chi è il suo comp...» Tom bloccò la parola sul nascere quando Draco lo guardò, fisso. Allargò gli occhi e si affrettò a togliersi il fazzoletto dalla tasca e asciugarsi il sudore. Aprì la porta laterale del bancone e scese accanto a loro.

«Per la barba di Merlino... pensavo fosse morto. O che un Dissennatore l'avesse baciato...» disse, sottovoce, visibilmente agitato.

«Mi dispiace deluderla.» puntualizzò Draco. Quindi c'era ancora gente che lo riconosceva... anche conciato così. Dannazione, questa non ci voleva proprio. Ci sono andato vicino, comunque, se questo può farla sentir meglio.»

«Ragazzo mio, non posso dire che suo padre mi fosse particolarmente simpatico. Ma in fondo, lei non è suo padre, non è vero, signorino Malfoy?» un lampo di odio cieco passò per gli occhi di Draco. Questo fece impallidire ancora di più il povero Tom, «oh... mi dispiace signorino Malfoy... cioè io... non volevo offendere...» l'uomo smise di balbettare quando Ginny gli posò una mano sulla spalla e gli fece cenno di far silenzio.

«Tom, non vorremmo che qualcun altro notasse la sua presenza qui. Sai, è ricercato... quindi non è che potresti farci andare, senza fare troppo rumore? Avremmo una certa fretta.» lei lo guardò molto seriamente mentre parlava. Tom si rimise una mano in tasca e prese di nuovo il fazzoletto, pulendo qualche goccia di sudore che imperlava la sua fronte. «Ovviamente, Tom... capirai anche tu che...»

«M-ma certo, signorina Weasley. Ovviamente... io h-ho visto un... TOPO e sto cercando di ucciderlo. Si...» disse Tom cercando di non guardare Draco e prendendo da vicino al camino uno scopettone. Il ragazzo sorrise, un po' beffardo e si mise il cappello in testa, squadrando Tom con un cipiglio che lo fece congelare – somigliava in maniera incredibile a quello di Lucius.

Prese sottobraccio Ginny e si incamminò, con noncuranza, verso la porta che dava sul retro. La ragazza fece giusto in tempo a coprirsi la testa anche lei e a guardarlo male che avevano attraversato la locanda e si trovavano davanti al muro. Ancora pochi istanti e si immersero nella folla di maghi e streghe che popolava Diagon Alley. Solo allora Draco le lasciò il braccio – Ginny  lo osservava, ancora visibilmente scioccata dal suo modo di fare.

«Malfoy... che bisogno c'era di prendermi il braccio?» chiese, continuando a guardarlo male e affrettando il passo per stargli dietro. Qualche bambino correva tra un negozio e l'altro, lanciando gridolini sommessi a ogni vetrina. Uno le andò a sbattere addosso facendola vacillare, e dovette allungare il passo per raggiungere di nuovo Draco.

«Se non ti avessi trascinata via, chissà quando saremmo arrivati, Weasley. Inoltre smettila di chiamarmi così, è pericoloso.» rispose lui guardando male l'ennesimo ragazzino che passava di corsa e poi si fermava dal lato opposto della strada ostentando la lingua.

«Come dovrei chiamarti allora? E dove diavolo stai andando?» chiese lei, imperiosa. Faceva abbastanza fatica a seguirlo, ma cercava di non darlo troppo a notare – l'ultima cosa di cui avevano bisogno era attirare l'attenzione della gente.

«Chiamami Draco. E dove credi che stia andando? Alla Gringott, no?» rispose seccato, guardandosi attorno. «Sia ben inteso, Weasley, che ti permetto di chiamarmi per nome solo in questo frangente.»

«Va bene. Allora tu chiamami Ginny.» lo prese per il bordo del mantello e lo costrinse a fermarsi. «E vai più piano, mi stai sfiancando Mal... ehm… Draco.»

«Ok, ok...» riprese a camminare a un'andatura decente. Pochi minuti e furono davanti all'enorme, bianco edificio che, da secoli, era adibito a banca del Mondo dei Maghi.

Salirono gli ampi scalini che portavano alla prima porta, poi le oltrepassarono entrambe. Entrarono e attraversarono, affrettando un po' il passo, i bianchi pavimenti di marmo come sempre tirati a lucido. Alcuni folletti incrociarono il loro cammino e dovettero farli passare.

Draco si guardò intorno, sentendo la meravigliosa sensazione di trovarsi a casa. La Gringott era sempre conforme a se stessa – il Mondo dei Maghi cambiava, la Gringott no. Si respirava un'aria diversa, come antica, in quelle sale enormi e sempre lucenti.

Si avvicinarono a un folletto libero, e Draco si schiarì la voce.

«Buongiorno. Come posso esservi utile?» chiese quello con un tono untuoso, stropicciandosi le lunghe dita sottili.

«Dovrei fare un prelievo alla camera cinquecentotrenta.» disse lui sottovoce, guardandosi intorno sospettoso. Tirò fuori dalla tasca della tunica una chiave – l'aveva dovuta reperire tra i suoi vecchi abiti babbani, quel mattino. Il folletto l'esaminò con attenzione, poi osservò nuovamente il ragazzo e la sua accompagnatrice.

«Sembra andar bene. Doki-doki!» disse rivolto a un altro folletto, lì vicino. Scorta i signori alla camera cinquecentotrenta.» sussurrò quando il suo compagno si avvicinò abbastanza per sentirlo. Il folletto si inchinò e fece cenno alla coppia di seguirlo.

Scesero nei sotterranei segreti della banca e, giunti di fronte all'entrata della camera, il loro carrello si fermò. Il folletto li fece scendere e li scortò fin davanti alla porta, armeggiando un po' per aprirla.

Quando finalmente poterono entrare, gli occhi di Ginny si allargarono per lo stupore. Era forse la camera di sicurezza più grande che avesse mai visto e conteneva, stipati con cura e ordinatamente divisi per tipo, centinaia, anzi, migliaia di pezzi d'oro e d'argento. Non c'erano solo monete, ma anche quadri, candelabri d'oro massiccio, documenti importanti e probabilmente di inestimabile valore.

La ragazza cercò di non far notare il suo stupore – solo una minima parte di quello che conteneva la camera sarebbe bastato a far vivere tranquillamente un'intera famiglia; Draco, però, sembrò averlo recepito, perché le lanciò un sorriso beffardo mentre si riempiva le tasche. Il ragazzo si avvicinò anche ad alcuni oggetti che conteneva la stanza e ne scelse con cura tre, mettendoli nella tasca del mantello.

«Bene, possiamo andare.» disse al folletto, che li accompagnò all'uscita e chiuse la porta a chiave, restituendola al legittimo proprietario. Li fece risalire sul carrello e partì verso l'alto.

«Malfoy, che cos'erano quegli oggetti?»

«Nulla che ti riguardi, Weasley.» rispose lui piuttosto seccato. Uscirono dal sotterraneo, ancora scombussolati per il viaggio ad alta velocità, e si avviarono verso l'uscita della banca.

«Bene. Ora passiamo alla seconda tappa.» disse Draco, sottovoce. Aveva ricominciato a correre, e Ginny dovette fermarlo di nuovo per ricordargli che lei non ce la faceva a seguirlo. Lui sbuffò, ma rallentò il passo. All'improvviso, il cuore di Ginny sembrò fermarsi. Qualcuno l'aveva presa per la spalla. Si voltò, un po' spaventata, per vedere di chi si trattasse e incontrò lo sguardo sfuggente di Cornelius Caramell. Sbiancò.

«Mi sembrava di aver udito la sua voce, signorina Weasley. O dovrei dire signora Potter?» disse l'uomo, muovendo il viso in quella che, secondo le sue intenzioni, doveva essere un'espressione amichevole ma che invece sembrava il viscido ghigno di un maiale.

«Signorina Weasley, grazie.» rispose lei, molto fredda. Anche se era la ragazza di Harry da quasi due anni ormai, questo non voleva dire che chiunque potesse dar per scontate certe cose!

«Capisco. Come mai si trova da queste parti con uno sconosciuto?» chiese l'uomo, scrutando Draco di sottecchi. Ginny respirò – sembrava non averlo riconosciuto. Cercò disperatamente di trovare una scusa, un modo per uscirne indenne. Draco, dal canto suo, era immobile poco più avanti e osservava distrattamente una vetrina.

«N-no... ma che dice... io in verità...» iniziò a balbettare lei, il cuore che sembrava un tamburo nel petto. Se Caramell avesse subodorato qualche cosa non solo Malfoy avrebbe timbrato un biglietto di sola andata per Azkaban, ma anche tutti loro sarebbero stati nei guai, per aver dato asilo a un ricercato.

«... stava aspettando me.» il cuore di Ginny ricominciò a battere. Si voltò a destra e scorse la familiare figura di Remus Lupin. Il suo sorriso fu smagliante nel salutarlo. «Vi prego, signorina Weasley. Se mi sorridete a quel modo inizierò a invidiare seriamente il povero Harry.» risero entrambi di gusto alla battuta, e Caramell li osservò, diffidente.

«Mi era sembrato, però...» continuò scrutando Draco, che osservava ancora la vetrina accanto a lui.

«Chi dice signor Caramell? Q-quel signore? Gli ho solo chiesto l'ora...» disse lei, riuscendo finalmente a trovare una scusa. Caramell la fissò, sembrava un po' più convinto.

«Bene... buona giornata, signorina Weasley. Mi saluti tanto il signor Potter. Lupin, ci vediamo al Ministero.» il Ministro si tolse il cappello, salutandola educatamente, fece un cenno a Lupin e si allontanò, continuando a lanciare a Draco sguardi sospettosi. Fu solo quando ebbe abbandonato la strada, entrando nella Gringott, che tutti e tre tirarono un respiro di sollievo.

«Che vi salta in mente di andarvene a passeggio per Diagon Alley? Meno male che Harry mi ha mandato Edvige chiedendomi di tenervi d'occhio, sarebbe potuta finire MOLTO male, lo sapete?» gli disse mentre si incamminava, con disinvoltura, nella loro stessa direzione.

«Io volevo andare da solo. Avevo detto a Potter che non era il caso che andassimo insieme ma lui ha insistito.» replicò Draco, che stava ancora cercando di riprendersi dallo shock. Cornelius Caramell era il più meschino, stupido e irritante mago che avesse mai conosciuto. Finché Lucius l'aveva rabbonito con profumate donazioni al Ministero non aveva mai detto una singola parola contro i Malfoy ma appena aveva potuto incastrarli, non se l'era fatto ripetere due volte.

«Non dovevi venire comunque, ragazzo. Sei ricercato, in fondo...» disse l'uomo interrompendo il filo dei suoi pensieri. Draco lo guardò mentre si accostava all'entrata del negozio di Madama McClan, 'Abiti per ogni occasione'. Diede un'occhiata alla vetrina e decise che avrebbe potuto acquistare un paio degli abiti in esposizione. In fondo non gli sarebbe convenuto tornare indietro, la McClan poteva sempre chiamare qualche guardia nel frattempo. Quindi era meglio prendere quello che già era disponibile. L'abito verde scuro non era male, pensò... e nemmeno quello nero.

«Mi servivano vestiti decenti, e dovevo fare un giro per negozi, Lupin. Ora, per piacere, mi lasci fare i miei acquisti prima che Caramell ci ripensi...» disse lanciandogli un'occhiata truce ed entrando nel negozio assieme a Ginny.

Subito una strega tarchiata e dall'aria allegra si avvicinò salutandoli. Lanciò un'occhiata piuttosto eloquente ai loro vestiti e ai capelli rossi di Ginny, e il sorriso le morì sulle labbra.

«Buongiorno, signori. Ehm... se cercavate il negozio di abiti di seconda mano avete sbagliato, dovete uscire, andare alla vostra destra e continuare di un centinaio di metri oltre la Grin...» disse mentre Ginny arrossiva fino alla radice di capelli. In effetti non poteva biasimare Madama McClan. A parte quando erano andati a comprare gli abiti per Hogwarts e qualche rara volta in cui l'aveva portata Harry, non era mai riuscita a mettere piede nel negozio: i suoi abiti, anche se molto belli, costavano un patrimonio. Meno male che Lupin stava aspettando fuori, dubitava che avrebbe retto la figuraccia, in caso contrario.

«Non mi sono affatto sbagliato.» fu la secca risposta di Draco. Osservò Madama McClan con un severo e aristocratico cipiglio, togliendosi il cappello. La strega raggelò mentre il suo viso diventava sempre più bianco.

«Si-signorino Malfoy.. per Merlino... credevo fosse morto.» si mise seduta per riprendersi dallo shock, e pian piano il colore del suo viso tornò alla normalità.

«Pare che troppa gente mi creda morto.» rispose lui, gelido. La strega si alzò e gli si avvicinò, stropicciando le mani.

«M-mi dispiace per il terribile equivoco. Pe-però n-non sono abituata a...» iniziò a balbettare, arrossendo. Draco si avvicinò ai vestiti in vetrina, e le fece segno di tacere.

«La prego, eviti di farmi perdere tempo. Vorrei provare quei due abiti in vetrina, quello verde e quello nero.»

«Ma signorino Malfoy... non posso permetterle di acquistare abiti già pronti, io...»

«Le ripeto per l'ultima volta di non farmi perdere tempo. Sa benissimo che NON posso tornare.» lo sguardo di Draco avrebbe sciolto un ghiacciaio.

Madama McClan prese dalla tasca un fazzoletto e si asciugò il sudore, poi si avvicinò alla vetrina e gli passò i due abiti che voleva provare. In effetti erano un po' troppo lunghi, ma la strega lo convinse ad attendere qualche minuto per consentire alla sua inserviente di fargli l'orlo. Draco pretese che la ragazza gli lavorasse davanti e che la stessa McClan non abbandonasse il negozio, mentre faceva mettere nel suo conto anche alcuni maglioni di diverse sfumature di verde e nero, quattro paia di pantaloni sotto-tunica, due paia di scarpe nere e un cappello nuovo. Non poteva rischiare che qualcuno andasse a chiamare le guardie mentre attendeva.

Nel frattempo, Ginny faceva finta di essere entrata in cerca di un regalo per Ron, per informarsi dei prezzi dei cappelli a punta. Quando vide che Draco aveva quasi finito, cercò di uscire dal negozio, ma lui le impose di rimanere dentro, recitando la parte del ricercato anche con lei. Sperava caldamente che la McClan non mangiasse la foglia.

La titolare del negozio volle far attaccare sul nuovo mantello di Draco lo stemma dei Malfoy. Il ragazzo accettò, ma solo a patto che fosse double-face, così da poterlo vestire al contrario, normalmente. Quando si fu cambiato d'abito – mise il completo verde scuro per l'occasione – ed ebbe indossato il nuovo mantello, rigorosamente al contrario, salutò Madama McClan e uscì, calandosi in testa il cappello. La strega si profuse in una riverenza nel vederlo andar via, e questo lo infastidì parecchio, soprattutto notando che invece non degnava nemmeno di uno sguardo Ginny. Non che gli importasse qualcosa di lei, però...

«Dove andate ora?» si informò Lupin nel vederli uscire. La ragazza sembrò sollevata di essere fuori del negozio e, per una volta, Draco simpatizzò con lei.

«Io devo passare da Ollivander per farmi ripulire la bacchetta. Poi devo andare un attimo all'Emporio del Gufo, mi serve un po' di mangime per Edvige. Vuoi accompagnarci, Remus?» disse Ginny sorridendo al suo ex-Professore.

«Purtroppo devo andare. Voi vedete di non mettervi di nuovo nei guai, intesi?» li salutò Lupin, rimanendo a guardarli allontanarsi prima di andarsene.

Arrivati a metà strada, circa all'altezza della Gringott, Draco prese sottobraccio Ginny e la trascinò a lato. La ragazza non fece in tempo a rendersi conto di che cosa stesse succedendo, che incrociò il bieco ghigno di una strega dal naso adunco e i capelli luridi. Trattenne a stento un grido.

 

 

 

Nota dell’autrice:

Ed eccoci alla fine del quinto capitolo ^_^

Spero caldamente che vi stia interessando la storia ^^ Hehe... sono cattiva. Lo so... vi starete chiedendo se Draco è impazzito e dove ha portato Ginny (poveretta!)... per caso le sue discussioni sull'onore erano tutte frottole? Oppure dov'è che si è imboscato? Lo saprete la settimana prossima ^_^! Domenica, mi raccomando :)

Ricordatevi che continuerò solo se riceverò tanti bei commentini ^_^ Quindi che aspettate?

Eccoci alla parte più bella della nota... la risposta ai vostri commenti ^____^

Erika's Fanfiction Page:

Ebbene si ^_^ questa volta ho ricevuto più commenti sul sito di Erika che su fanfiction.it, quindi si merita la pole position nelle risposte =) Vi ringrazio infinitamente! 11 commenti per il capitolo 4! Grazie ^___^ sono commossa!

Strekon: Beh loro stanno cercando le informazioni perché è l'unico modo per poter fronteggiare Voldemort. Non lo fanno esattamente perché gli piace leggere ;). Comunque come vedi in questo capitolo finalmente fanno una sortita all'esterno. Almeno Draco e Ginny! Spero ti piaccia anche questo capitolo 5 ^_^

iceygaze: mi dispiace, Ginny ha i suoi validi motivi per guardar male Harry, lo scoprirai verso il capitolo 9, o 10. Ti ringrazio per i complimenti alla storia, spero che questo capitolo ti piaccia :)

Ci: Ginny e Draco continuano a frequentarsi... E Ginny ha anche una ragione più che valida ad assumere quel comportamento con Harry... purtroppo non posso accontentare tutti! Ma ti assicuro che, almeno dal punto di vista delle ragioni, c'è una spiegazione per tutto.

Mony-chan: non sai quanto scherzi col fuoco ^_^ io adoro scrivere tanto, se continuate a chiedere capitoli più lunghi vi ritroverete con papiri di venti pagine e più :P. Seriamente, penso che questa sia una lunghezza più che giusta per un capitolo. Ho notato che andando avanti con la storia sto tendendo a scrivere un po' di più per ogni capitolo, ma per fortuna per ora sembra che non stia superando le 9 pagine.

Maichy: eh... non sai quanto davvero dovrà sfacchiare il povero Draco! Mi sa che ti sbellicherai alla fine del prossimo capitolo ^_^. Beh ma in fondo in questo capitolo qui fa una figura abbastanza decorosa, quindi era giunto il momento di tornare a dargli fastidio, o che gusto c'era? :D. Purtroppo per scoprire perché Ginny ha avuto quella reazione e per capire che cosa Draco deve ricordare dovrete pazientare ancora un po'.

Lella: Hm... se dovessi seguire i voleri dei lettori ora mi troverei in serio imbarazzo =) Però io faccio quello che la mia mente decerebrata vuole... quindi aspettati svolte interessanti alla storia! Sono contenta che la fic ti piaccia :)

Eli: per quanto riguarda il sogno... eh... lo scoprirai ^_^ prima o poi! *evil grin* Sono contenta che la storia ti stia interessando. Eh... il covo di ricercati, bella similitudine =). Per Ginny e Draco... beh, si vedrà :D

Sorti: grazie *^^*

LadyOfShadow: certo che Marion ha detto quelle cose per evitare che padre e figlio si scontrassero. E' vero che la famiglia di Marion non navigava nell'oro, e anzi era piena di debiti. Ma lei, poverina, amava Draco sul serio. Anche per questo non voleva che si scontrasse col padre.

keijei: beh, per sapere davvero che è successo tra Harry e Ginny dovrai aspettare un bel po'. Sappi solo che Ginny ha ottime ragioni per essere così alterata con Harry

Nakoruru: prima di tutto benvenuta tra i commenti ^_^ (ehm ^^;) sono contenta che la FF ti piaccia così tanto! per quanto riguarda Harry Ginny e Draco... come ho già spiegato è presto per giudicare, ma devo ammettere che ho lettori MOLTO intelligenti =) ma che bravi che siete!

Fanfiction.it:

Yura: eh, che profeta che sono :). Ti ringrazio per il commento! Beh si, la linguaccia Draco l'ha affilata ben bene negli anni in cui è stato latitante, ma non gli serve nemmeno di utilizzarla per far perdere la pazienza a Harry... poverino, dopo che si è dovuto sorbire buona parte di quell'enorme libreria è ragionevole, penso che chiunque si farebbe saltare i cinque minuti dopo aver passato due anni a leggere e sentire l'ultimo arrivato, fresco fresco, dire che "ma magari avete cercato male". Era solo una constatazione, ma dà di sicuro fastidio! Già, meno male che c'è il nostro amato cagnone che rimette pace ^_^. E si, la scena di Draco e Ginny è venuta abbastanza bene. Lucius faceva esattamente gli affari suoi: tutelava il nome dei Malfoy da una "contaminazione" che non gli piaceva affatto. Dal suo punto di vista non aveva tutti i torti. Peccato che il suo punto di vista non coincidesse con quello che il cuore diceva a Draco. Si, domenica prossima per il prossimo capitolo ^_^, ti aspetto!

Solitaire: *_* ecco i commenti che mi fanno continuare a scrivere di gran carriera *_*. Innanzitutto grazie per il commentone. Ho già provveduto a risponderti privatamente e sul tuo sito, ma anche qui vorrei ringraziarti per la bellissima analisi. Per quanto riguarda la torcia verde si. Draco ne sa qualcosa, che per il momento non riesce a ricordare. Sarà questo che causerà il primo twist della trama, circa verso il capitolo dieci. Concordo con te per l' "effetto Spike" e te l'ho già detto. Spike era il mio personaggio preferito di Buffy. Fisicamente lo è ancora... ma da quando l'hanno trasformato in una mozzarella (hey... la mozzarella è il soprannome mio. Non mi piace un granché ma ormai mi ci sono affezionato. Nd Harry Mozzarella™) mi ha un po' delusa. Penso che si possa mostrare il cattivo abbandonare la "via del male" e cercare nuovi orizzonti anche senza snaturarlo. Spero di riuscirci con questa fic, non vorrei che Dracuccio bello finisse per sembrare un latticino (già è abbastanza bianco di per sé Nd Ron) (tieni a freno la lingua, Donnola Nd Draco) (Draco, la gente qui non sa che nella versione Inglese dei libri chiami Ron Weasel, cioè Donnola N mia) ('sti cavoli... sempre una Donnola è nd Draco). *coughs* Dicevo... spero che questo e i prossimi capitoli continuino a piacerti :)

valy-chan: beh si... vedere Draco innamorato non è comune :) Spero che tu riesca a metterti in paro quanto prima e che i nuovi capitoli ti piacciano. Sono davvero onorata che tu abbia deciso di leggere la mia ff!

Emi-chan: come vedi la prima uscita del gruppo (o almeno di due personaggi del gruppo) c'è stata in questo capitolo =). Sirius ha un effetto stabilizzatore più che altro perché è adulto... essendo davvero adulto, e non quasi-adulto come i nostri eroi (che in fondo sono ventiduenni, sono ancora 'pischelli' come se dice a Roma), e avendo dovuto soffrire moltissimo nell sua vita, ha imparato a evitare troppe discussioni e a guardare le cose con calma.

Laurie: beh si... Draco e Ginny sembrano trovare sempre più scene in cui approfondire la loro conoscenza, eh? beh effettivamente come dice Emi un tipo riflessivo come Ginny può aiutare una persona introversa come Draco, i due sono abbastanza compatibili =) per il momento stanno facendo acquisti insieme e Ginny si è appena ritrovata davanti a una megera... chissà come mai Draco l'ha trascinata proprio lì... che intenzioni avrà? :D

Anonimo/a: grazie ^_^ sono contenta che ti piacciano i primi due, spero tu abbia il tempo di leggere gli altri, prima o poi :)

Youki-chan: *_* grazie per la pubblicità *_*. Sono contenta di star riuscendo nel mio intento: far apprezzare Dracuccio bello che si merita un po' di stima =)

LadyOfShadow: beh in realtà l'idea di una ff comica m'è venuta... stavo leggendo una fic in Inglese e mi è venuto un lampo: quando finirò di scrivere questa forse perderò un po' di tempo a scrivere la fic comica =) e vi assicuro che il tutto non piacerà al povero Draco (hey!!!!!!!! Nd Draco)

Evan: hai un'idea chiara? ^_^ davvero? Che cosa pensi succederà? Forse hai un'idea chiara di che cosa può succedere fino al capitolo 10... dopo di esso mi sa tanto che è un po' difficile che riuscate a capire il futuro corso degli eventi. Ovviamente a meno che non abbiate capito che cosa c'è dietro il "sogno" dell'inizio del capitolo tre! /me si cuce la boccuccia... per quanto riguarda Arthur beh... purtroppo è toccato a lui. E' uno dei miei personaggi preferiti e mi è dispiaciuto molto. Ma era necessario, purtroppo... per Tromedlov abbi pazienza e fiducia e i capitoli nuovi arriveranno. Sto a metà del quinto e ho avuto un blocco per mancanza di ispirazione. Tornerà... Per quanto riguarda Cho ho la bocca serrata. Ma sappi che è uno dei tanti motivi per cui qualcuno ce l'ha con qualcun altro ;P. No, non nel senso che pensate voi...

Fanfiction.net:

Aereo più pazzo del mondo: beh, con un nick del genere non posso prendere seriamente quello che dici ^_^. per il punto 1) beh... non capisco che cosa intendi. Che non viene finita o che è lunghissima? per il primo caso non preoccuparti, per il secondo preoccupati pure. 2) mi spiace tanto ma Marion è il nome perfetto per lei. Smetti di guardare Happy Days, che ormai è così vecchio che ci fa muffa sulle cassette =). Scherzo, mi è sempre piaciuto quel telefilm, adoravo Fonzie *_* Pensa che non mi ricordavo che la signora Cunningham (sp?) si chiamasse Marion... è ispirato al nome di qualcun altro =) 3) beh mi spiace se ti sembra che alcuni punti sono noiosi. Nessuno è perfetto, cercherò di migliorare nei prossimi capitoli. 4) beh se tu leggi fanfics tutte uguali mica è colpa mia =P

Picchan: al r/r ho già risposto con un commento. Significa read and review, non intendo sdoppiare Ron facendo andare il clone a Juusenkyo... per Marion ho già risposto :) Sono contenta che la ff ti piaccia e complimenti per la tua fic, l'ho letta un giorno in ufficio e per poco non mi internavano per quanto ridevo =P

Ever: beh... non è che andare a trovare l'unica madre che si ha per fare gli auguri sapendo che tuo padre è morto e lei è scioccata sia una stupidagine. Ron è un ragazzo che ama la sua famiglia, non potrebbe evitare di andare a trovarli ogni tanto. Si, Sirius dorme nella stessa casa. Si tratta di un albergo di diversi piani, dove i nostri hanno ripulito solo alcune stanze. Harry e Ginny dormono al primo piano, dalla parte verso le scale sulla sinistra delle scale stesse. Sirius invece dorme sempre al primo piano ma sulla destra. Ron e Hermione, volendo più intimità, hanno sistemato una stanza al secondo piano. Al primo piano c'è anche la lavanderia. I piani sono molto grandi, come in tutti gli alberghi, e distribuendosi così i nostri hanno cercato di mantenere la loro privacy. Sai, gli Inglesi ci tengono TAAAAAAAAAAAAAAANTO alla privacy... (ci credete che ho fatto la piantina dei vari piani dell'albergo? Una cosa orribilmente grezza e impresentabile, ma serve per avere un'idea degli ambienti e poterli descrivere =))

Alla prossima settimana. Domenica 18 Maggio, vi aspetto! :)

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Una Camera per Draco. ***


Le Nebbie della Memoria.

Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia “Kagome” kagome@tiscalinet.it.

Pubblicato il 18 Maggio 2003

Beta-letto da Megabyte e da Aramis. Ringrazio Aramis ed Esus per l’enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!

Disclaimer:

Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

Capitolo 6: Una camera per Draco.

«Bella signorina, dov'è che stai andando?» le chiese la strega mostrandole, con un sorriso, una fila di denti gialli e macchiati di nero. Ginny si girò verso Draco e vide che si stava guardando intorno, senza prestarle attenzione. In pochi secondi fu circondata da altre due streghe e quattro maghi, tutti dall'aspetto poco raccomandabile.

«Bellezza che ne dici di farci un giro?» «Ti sei persa?» «Vuoi che ti aiutiamo a ritrovare la via?» le dicevano quelli sorridendole in maniera disgustosa. Lottò per non farsi prendere dal panico. La voglia di urlare era tanta mentre indietreggiava e balbettava parole di scusa e diniego.

«Ginny, andiamo.» fece Draco riprendendola sottobraccio e osservando la gente che l'aveva accerchiata, con disprezzo. Il gruppo di maghi e streghe, nel vederlo, strabuzzò gli occhi e si allontanò dalla ragazza inchinandosi con rispetto e consentendogli di andar via. Ginny non si capacitò del perché finché non poté osservare Draco – il ragazzo aveva messo il mantello alla dritta e ora lo stemma dei Malfoy campeggiava, ben in vista, sul suo petto.

«Questo è uno dei rarissimi posti dove il mio nome significa ancora qualcosa.» le disse, notando la sua occhiata.

«Ma dove siamo?» chiese lei osservandosi intorno, disgustata. Stavano passando davanti a una vetrina nella quale erano esposti, in bella vista, diversi esemplari di orribili ragni. Ginny rabbrividì pensando a quanto una scena del genere avrebbe spaventato Ron. Anche a lei non piacevano i ragni, ma mai quanto a lui.

«Notturn Alley.» rispose Draco affrettando il passo. Ginny gli corse dietro – non aveva alcuna intenzione di attardarsi, o di perderlo di vista, soprattutto.

«E che ci facciamo in un posto tanto poco raccomandabile?»

«Lo vedrai, siamo arrivati. Che vuoi fare, resti fuori o vieni dentro?» disse Draco con un sorrisetto, mostrandole un negozio. L'insegna recava scritto 'Magie Sinister' e in vetrina Ginny vedeva numerosi oggetti dall'aria poco entusiasmante. Ma un rapido sguardo alla gente che l'attorniava tolse ogni dubbio alla ragazza, che si affrettò dietro il suo compagno, oltre l'uscio.

Il locale era esattamente come Draco lo ricordava. Come sempre erano messi in bella vista veleni, oggetti di magia nera e proibita e artefatti che nessun altro negoziante avrebbe osato tenere, neanche nascosti. Teschi, ossa umane, strane ampolle contenenti bulbi oculari misti a pietre preziose e diversi manufatti di ogni nazionalità. Il tutto era avvolto nella penombra e Ginny sembrava profondamente disgustata da quello spettacolo. Draco sorrise alle sue smorfie e si avvicinò al bancone, suonando un campanello. La ragazza sobbalzò.

«Ginny, ricorda di non toccare niente.» le disse mentre, dal retro, qualcuno diceva che stava arrivando. La ragazza lo osservò schifata, come per fargli capire che, in ogni caso, non avrebbe messo un dito su qualunque oggetto di quel negozio anche se lui l'avesse costretta con la forza.

«Vediamo chi abbiamo qui... oh! Signorino Malfoy! Ma che bello rivedervi, non ho mai creduto alle dicerie che il Ministero aveva sparso in giro... ignominiose a dire il vero.» dal retrobottega comparve un mago piuttosto anziano, dai lunghi e oleosi capelli neri, ormai intervallati da diversi fili grigi. Camminava un po' curvo, e si stropicciava le mani mentre li osservava con un ghigno sadico negli occhi scuri. Il suo modo di parlare, strascicando un po' le parole, lo faceva sembrare irritante nel suo fingersi servile.

«Quelle secondo le quali sarei morto o quelle secondo le quali un Dissennatore mi avrebbe divorato l'anima?» replicò Draco, sprezzante. Ginny lo osservò mentre si rivolgeva all'uomo e le sembrò diverso. Forse, senza realmente accorgersene, il ragazzo stava imitando la gestualità e il modo di fare di Lucius.

«Esattamente, signorino Malfoy. Ma vedo con piacere che, come supponevo, erano solo dicerie. A che devo l'onore?» l'uomo puntualizzò la parola 'onore' con un tono che disgustò Ginny. Voleva andarsene di lì il prima possibile. Ma non poteva farlo senza Draco – la gente lì fuori la spaventava. Quindi si costrinse ad attendere, pazientemente.

«Sono qui per vendere. Questi.» Draco prese dalla tasca della tunica nuova i tre oggetti che Ginny gli aveva visto prelevare dalla camera di sicurezza alla Gringott. L'uomo prese in mano ciò che il ragazzo gli porgeva e lo valutò con enorme attenzione.

«Oooooh... ma che meraviglia, signorino Malfoy... suo padre non mi aveva mai portato oggetti talmente interessanti. E dire che mi ha procurato materiale di gran pregio... come anche ne ha acquistato.»

«Quanto pensa possano valere?» chiese Draco senza dare molta importanza alla domanda. In realtà non aveva alcuna intenzione di vendere gli orecchini e l'anello di sua madre, sapeva che erano molto preziosi e non se ne sarebbe mai separato. Tuttavia, aveva bisogno di sviare l'attenzione del signor Sinister.

«Non hanno prezzo. Non posso accettarli, so che suo padre non avrebbe mai voluto che li comprassi.» disse l'uomo allontanandosi dai gioielli. Draco sorrise e li rimise in tasca. «Tuttavia, padroncino... avrei tre o quattro oggetti che potrebbero interessarla, a un ottimo prezzo.» L'uomo prese da sotto il bancone un vassoio porta-veleni e glielo aprì davanti. Draco osservò il contenuto fingendo interesse.

«Penso che prenderò quest'estratto di datura,» disse mentre rimirava con cura le varie boccette. Ginny, dietro di lui, inorridì. Che voleva farci, Malfoy, con la datura? «Mi dica signor Sinister... sa niente per caso della Torcia Verde?» chiese distrattamente controllando il contenuto di un'altra boccetta. L'uomo allargò gli occhi e lo guardò, come spiritato.

«La Torcia Verde... magari potessi averla tra le mani, signorino Malfoy. E' un altro degli oggetti che non ha prezzo, come quelle pietre che mi avete portato. L'unico che possa distruggere l'Oscuro Signore.»

«Si, Potter l'ha usata con quell'intenzione... ma non è servito a niente, perché è tornato più forte di prima. Quindi... come può non aver prezzo un oggetto inutile?» si stupì Draco. L'uomo lo osservava ancora con gli occhi di fuori e si avvicinò di molto al suo viso prima di continuare, con un sibilo quasi impercettibile.

«Harry Potter non ha usato la vera Torcia, signorino Malfoy. La vera Torcia è l'oggetto di inestimabile valore, non le sue copie. Esse hanno un effetto temporaneo.» divenne cinereo mentre parlava. Ginny cercò di capire quello che diceva, ma ci rinunciò alla terza parola, Draco era l'unico che avesse sentito quello che l'uomo aveva detto ma non batté ciglio.

«Era proprio quello che volevo sapere... dunque... non c'è proprio modo di riuscire a trovarla, e a comprarla...» disse osservando il signor Sinister con sguardo interessato. Stese le mani e unì i polpastrelli delle dita, sbattendoli l'uno sull'altro, in un gesto inconscio. «Lei sa quanto piacessero a mio padre i manufatti appartenuti all'Oscuro Signore o che avessero un qualsiasi legame con lui. Vorrei fare in modo che quell'oggetto non cada, lei mi capisce, nelle mani sbagliate.» continuò a fissare il titolare del negozio mentre parlava. L'uomo sembrò raggelarsi.

«Se io avessi quell'oggetto non sarei qui a raccontarlo. L'avrei consegnato all'Oscuro Signore e ora sarei riverito e onorato per avergli fornito quello che può garantirgli l'Immortalità. Nessuno può collezionare la Torcia Verde, signorino Malfoy... nemmeno lei.»

«E' proprio per questo che la voglio. La ringrazio per l'informazione, quant'è l'estratto di datura?» il ragazzo tornò a osservare distrattamente la boccetta che teneva in mano e pagò senza batter ciglio i due galeoni e venti falci richiesti. Poi salutò il signor Sinister e uscì dal negozio, facendo un cenno a Ginny, che lo seguì. Appena usciti di lì, Draco le porse il braccio e la costrinse ad appoggiarvisi mentre se ne andavano.

«Grazie, Malfoy.» disse lei mentre attendeva che lui rigirasse il mantello, poco prima di uscire da Notturn Alley.

«Di che?» chiese lui, fingendosi stupito.

«Di aver chiesto informazioni sulla Torcia. Che ti ha detto?» Draco la guardò con uno sguardo indecifrabile mentre si calava nuovamente il cappello in testa.

«Niente di davvero interessante. Solo che quella che Potter ha usato non la vera Torcia Verde. Speravo che mi dicesse qualcosa in più, a dire il vero.» le confessò mentre si dirigevano verso il negozio di Ollivander.

«Non credevo che avresti davvero cercato di aiutarci.» fece lei osservando distrattamente una vetrina. Draco le prese il braccio e glielo strinse, costringendola a voltarsi e osservandola dritta negli occhi. Il cuore della ragazza iniziò a martellarle nel petto – non si aspettava una reazione del genere.

«Potter mi ha salvato la vita, Ginny.» continuò a fissarla per un lunghissimo istante, prima mollarla e riprendere il cammino.

La ragazza rimase muta fin davanti l'entrata della bottega di Ollivander, riflettendo sulle sue parole e sul suo comportamento. 'Non ero convinta che salvarlo fosse stata una buona idea. Quando l'ho visto ho pensato che Harry avesse commesso uno sbaglio. Ma mi sto ricredendo...' pensò la ragazza nell'aprire la porta del negozio. Il campanello ad essa collegato suonò subito e un paio di vispi occhi lucenti li squadrò, con interesse, da dietro il bancone.

«Ma guarda chi abbiamo qui.» disse il piccolo mago dopo aver puntato lo sguardo prima sulla ragazza e poi sul ragazzo, per un lungo istante. «Signorina Weasley, era da parecchio tempo che non la vedevo. E... vediamo un po'... se non erro il signor Malfoy quello. Le voci che avevo sentito erano dunque false.» il mago fece un cenno col capo a entrambi e attese che si avvicinassero. «In cosa posso esservi utile?»

«Dovrei farmi pulire la bacchetta, è passato parecchio tempo dall'ultima volta. Non amo passare per Diagon Alley, lei sa, signor Ollivander...» l'uomo annuì, e Ginny continuò «quindi ho dovuto ritardare. Ma oggi avevo altre commissioni, quindi...» la ragazza prese dalla tasca della tunica la sua bacchetta e la passò al mago. Questi scrutò il sottile bastone con occhi critici, inforcando gli occhiali per controllare meglio i dettagli. Dopo qualche istante puntò di nuovo lo sguardo su Ginny, osservandola con evidente disapprovazione.

«Signorina Weasley. La sua bacchetta è così sporca che non è quasi degna di essere considerata tale. Avrebbe dovuto venire parecchio tempo fa... è un peccato... una così bella bacchetta. Betulla, dieci pollici; come anima ha un singolo crine di unicorno. Ricordo come fosse ieri quando l'ho costruita, una bacchetta stupenda, dall'anima purissima,  perfetta per gli incantesimi. E lei me la riduce così...» l'uomo continuava a scrollare il capo e a osservare la bacchetta con tristezza. La sua voce era quasi rauca, sofferente. Come se stesse raccontando una disgrazia capitata ai suoi figli. Nel sentirlo parlare, Draco cercò di nascondersi e di guardare in tutt'altra direzione, fingendo indifferenza. Se la bacchetta di Ginny aveva bisogno di pulizia che cosa avrebbe dovuto dire della sua? Era meglio non fargliela vedere...

«Mi perdoni, signor Ollivander...» si scusò Ginny arrossendo dietro le orecchie e reclinando il capo.

«Non faccia quelle smorfie, signorina. Una persona come lei, a stretto contatto con Harry Potter, deve tenere i suoi oggetti magici in grande considerazione. Non sia mai che un Mangiamorte attacchi e la vostra bacchetta non funzioni correttamente per la sporcizia. Per quanto riguarda lei, signor Malfoy,» Draco sussultò quando Ollivander fece il suo nome. L'uomo lo fissò con i suoi brillanti occhi chiari, bianchi fanali che sembravano leggere nelle profondità del suo spirito e vedervi qualcosa di disgustoso e orribile. Il ragazzo inghiottì. «la smetta di nascondersi, la vedo lo stesso. E mi mostri la sua bacchetta. Dato che c'è, farò pulire anche la sua.» gli tese la mano, facendogli imperiosamente segno di mollare l'osso.

«Non c'è bisogno, davvero, signor Ollivander...» cercò di dire lui, ma il mago lo fissò con uno sguardo talmente severo che alla fine Draco dovette cedere. Con la morte nel cuore tirò fuori la sua bacchetta e la porse all'anziano fabbricante. Il dolore con il quale l'uomo la prese in mano avrebbe scosso un criminale. La passò in rivista, con gli occhiali ben puntati sul naso, rigirandola tra le mani e lanciando diversi sospiri mentre i suoi occhi si addolcivano. Continuò ad esaminarla per diversi minuti, poi tornò a puntare uno sguardo accusatore su Draco.

«Non me l'aspettavo, signor Malfoy. Capisco che, nelle sue condizioni, non sia molto facile venire qui per una semplice manutenzione che potrebbe costarle la cattura. Tuttavia... non ho mai visto una bacchetta di salice diventare praticamente NE-RA!» urlò quel nera allargando gli occhi come se si fosse trovato davanti a un omicidio, mentre il suo colorito diventava purpureo e si avvicinava di scatto al volto del ragazzo. Draco chiuse gli occhi e scattò a sua volta all'indietro cercando di coprirsi, come se Ollivander l'avesse colpito; sentì che il sangue gli saliva al viso, e il notare come Ginny lo stesse fissando gli diede ancora più fastidio. Arrossì e abbassò lo sguardo.

«Ma... ecco, io...» balbettò. Non sapeva che dire per discolparsi.

«Niente ma. Nella sua condizione avrebbe dovuto prendersi maggiore cura della sua unica arma, signor Malfoy! Non mi sarei assolutamente meravigliato se quest'oggetto avesse smesso di funzionare, da un giorno all'altro! E che cosa avrebbe fatto, in una situazione d'emergenza, senza poter usare la bacchetta? SI VERGOGNI!» sbatté una mano sul bancone per sottolineare le ultime parole, e l'osservò di nuovo con quei suoi micidiali occhi brillanti, come indemoniati. Ma non c'era bisogno di dirglielo, Draco non si era mai sentito più umiliato in vita sua. Neanche nel vedere chi l'avesse salvato, qualche giorno prima. Neanche quando suo padre lo guardava di traverso.

Ollivander gli lanciò ancora un'occhiata truce e andò sul retro a consegnare le bacchette ai suoi assistenti. Quando tornò, diversi minuti dopo, non aveva ancora perso il cipiglio severo nei confronti del ragazzo. Si rigirò, tuttavia, verso Ginny e riprese un'aria affabile.

«Signorina Weasley, la prego di tornare tra mezz'ora, la sua bacchetta dovrebbe essere pronta.» stropicciò le mani cercando di mettere la ragazza a suo agio. Poi si girò di nuovo verso Draco, fulminandolo con lo sguardo, il suo atteggiamento cambiò, istantaneamente, dalla cordialità all'ira. «In quanto a lei, signor Malfoy... la sua bacchetta sarà pronta tra due giorni.» Gli occhi di Draco si allargarono alla notizia. «E non accetto repliche! Ci vorranno innumerevoli fatiche per rimetterla in sesto. Non è un lavoro che possa essere svolto in pochi minuti.» detto questo, Ollivander si allontanò e tornò nel retro bottega. Draco tremava dalla rabbia, i pugni stretti e lo sguardo fisso contro la porta dove si era allontanato l'anziano mago.

§§§

Il loro viaggio di ritorno a casa fu molto silenzioso e teso. Draco non riusciva a parlare dopo la sfuriata di Ollivander, Ginny dal canto suo non sapeva che dire – spesso non dire niente è meglio che pronunciare parole che possano suonare false, come le aveva spesso detto sua madre. Inoltre... a parte il suo mutismo Malfoy sembrava perfettamente tranquillo.

Poi, un bambino ebbe la grandiosa idea di andare  sbattere contro di lui mentre mimava un incantesimo in coppia con un altro bimbo. Il ragazzo gli diede una spinta, facendolo cadere per terra. Il bambino iniziò a tirare su col naso Ginny inorridì – se si fosse messo a piangere avrebbe attirato l'attenzione; Draco perse la pazienza. Gli si avvicinò e l'acchiappò per il maglione. Lo guardò diritto in faccia, corrugando la fronte e continuando a fissarlo, gli occhi grigio-azzurri colmi di tutto il suo rancore; il piccolo si bloccò e ricambiò lo sguardo, terrorizzato.

«Chiedimi scusa.» sibilò nel suo orecchio. Il bimbo impallidì ancora di più e iniziò a balbettare quelle che sembravano somigliare a delle frasi senza senso, miste a pianto. Draco rimase a guardarlo per un lungo istante, Ginny gli si avvicinò da dietro e provò a mettergli una mano sulla spalla. Lui la scacciò e spostò lo sguardo dal bimbo a lei. La ragazza rabbrividì, le parole che avrebbe voluto dire le morirono in gola.

Poi, esattamente come si era lasciato prendere dall'ira, riuscì a calmarsi. In meno di un istante mollò il bambino con uno strattone e, lanciatagli un'altra occhiata truce, fece per allontanarsi. Il moccioso l'osservò ancora per un attimo, pallido come uno straccio lavato e tremante di paura. Poi si mise gattoni e iniziò a scappare, riuscendo ad alzarsi solo qualche passo più avanti. Ginny seguì Draco, cercando di non farsi distanziare.

«Ma sei impazzito? Perché maltrattare un bambino nel bel mezzo di Diagon Alley? Non dovevamo cercare di non farci notare?» gli chiese quando finalmente l'ebbe raggiunto. Il ragazzo diede, con stizza, un calcio a un ciottolo che gli capitò tra i piedi in quel momento. Poi si girò verso Ginny – il suo sguardo sembrava più umano di quello che l'aveva terrorizzata prima, ma era sempre spaventosamente irritato.

«Non ho fatto niente a quel moccioso. Lui mi è venuto a sbattere addosso.» disse, asciutto. Ginny alzò lo sguardo al cielo.

«Mica sei di cristallo. Neanche l'avesse fatto apposta! C'era bisogno di spaventarlo così?» il ragazzo le lanciò un'occhiata così eloquente che lei non riuscì a replicare. Poi allungò il passo finché non giunse al muro che separava Diagon Alley dal Paiolo Magico. La sua mano corse, istintivamente, alla tasca della tunica dove teneva la bacchetta, ma non ve la trovò. Strinse di nuovo i pugni e il suo sguardo si rifece duro. Ginny toccò le pietre con la sua, e il muro si aprì, consentendogli il passaggio e richiudendosi subito dietro di loro.

Ci volle poco per raggiungere di nuovo il camino, e ancor di meno per usare la Polvere Volante e ritrovarsi a uscire dal salotto di una casa abbandonata che si trovava a pochi minuti di cammino dal loro albergo. Ginny ripulì di nuovo la faccia di Draco e poi se stessa, mentre il ragazzo si scrollava di dosso la cenere.

«Malfoy, sul serio... quella bacchetta era davvero lurida.» gli fece notare mentre si affrettavano per le strade avvolte nella penombra della sera. Draco si fermò, di scatto, e si voltò a guardarla, come se volesse dirle qualcosa. Lei si fermò a sua volta e indietreggiò di un passo, ma lui riprese subito il cammino interrotto.

«Lo so.» disse guardandosi intorno mentre apriva il portone dell'albergo, assicurandosi che nessuno li stesse osservando. Attese che Ginny entrasse dietro di lui, poi lo chiuse alle sue spalle.

Furono accolti da un po' di fermento e dal disinteresse generale. Sembrava che tutti fossero molto impegnati a correre avanti e indietro per l'androne d'ingresso.

«Oh, siete tornati, finalmente.» disse Hermione mentre passava per l'ingresso con un po' d'acqua in un catino. Vide che i due la stavano fissando increduli e si fermò, posando il catino sul mobile che si trovò accanto.

«Non ho tempo di raccontarvi che è successo. Lupin è ferito.» disse, poi riprese il catino in mano e si allontanò di corsa verso l'anticamera della cucina. Sia Draco che Ginny avevano gli occhi di fuori.

«Non mi sembrava ferito, qualche ora fa...» riuscì a dire lui, ma Ginny uscì dal suo letargo per prima, e si diresse verso la cucina, curiosa. Draco la seguì.

Lupin era disteso sul divano dove, negli scorsi giorni, aveva dormito lui. Aveva una ferita al petto, inflitta da qualcosa di contundente, sembrava. Cosa poteva essergli successo in quelle ore?

«Oh siete tornati. Bene, avevamo bisogno di aiuto.» disse Sirius osservandoli distrattamente. Stava armeggiando con la bacchetta sul petto di Lupin, cercando di arginare la ferita con un incantesimo. Hermione invece stava preparando una pozione e sembrava molto affaccendata.

«Posso fare qualcosa?» chiese Ginny. Draco rimase fermo, immobile. Non sapeva come si doveva comportare. Inoltre Lupin era sdraiato sul divano dove normalmente dormiva lui, e lo stava macchiando di sangue... il che non gli faceva affatto piacere.

«Si, vieni qui... passami la carne di agnello.» disse Hermione mentre versava un po' di quello che Draco riconobbe come succo di vermicolo nel calderone. Ginny si affrettò a obbedire e Hermione la ringraziò con lo sguardo, mentre si concentrava a ridurre in pezzetti finissimi la carne di agnello e la buttava nel calderone con una lentezza esasperante. Gocce di sudore imperlavano la sua fronte e altre scendevano giù per le tempie, sulle guance. Ginny si mise ad aiutarla a girare il composto, lasciandola concentrare sulla quantità di carne da versare al minuto.

«Ma... che state combinando?» chiese, ancora confuso. Hermione non lo degnò di uno sguardo, ma gli rispose, seccamente,

«Sto preparando la pozione anti-lupo mannaro. Sai, quella che il Professor Piton preparava a Lupin quando era a Hogwarts. Domani c'è la luna piena.» disse, facendo ghiacciare il sangue di Draco.

«E noi dovremmo tenerci in casa un lupo mannaro in una notte di luna piena?» chiese, senza pensare. Hermione smise di prestare attenzione alla carne, che ormai era finita e gli lanciò un'occhiata penetrante.

«Pensa un po', ci teniamo in casa un Malfoy...» si udì una voce dietro di loro. Era Ron, che portava un pacchetto e aveva l'aria stralunata, rosso in viso e ansimante. Draco gli lanciò un'occhiata truce.

«Weasley, forse non riesci a rendertene conto, ma un lupo mannaro è una creatura pericolosa.» Ron non lo degnò di uno sguardo e si avvicinò a Hermione, passandogli il pacchetto.

«La luparia è stata difficile da trovare. Non è comune coglierla di giorno...»

«Però purtroppo ci serviva così. Colta non solo di giorno, ma in un giorno di novilunio. Te ne sei accertato, Ron?» gli chiese un po' accigliata. Lui annuì, quindi lei rivolse la sua attenzione a Draco, mentre Ginny continuava a girare il composto. «E' proprio per questo che sto preparando la pozione, Malfoy. Se Lupin non la bevesse di continuo non potrebbe rimanere con noi, sarebbe effettivamente pericoloso.» disse fissandolo, poi tornò a prestare attenzione al composto, scegliendo la quantità di luparia da versarvi dentro.

«Harry sta arrivando con i crini di unicorno. Ci siamo separati per far prima.» la rassicurò Ron e Hermione annuì. Infatti pochi attimi dopo entrò nell'anticamera Harry e portò l'ingrediente mancante. Quando ebbe aggiunto anche i crini di unicorno, Hermione respirò e si asciugò il sudore, continuando a mescolare con calma.

«Si può sapere che gli è successo?» chiese Ginny un po' preoccupata. La ferita di Lupin si era rimarginata grazie al lavoro di Sirius e ora l'uomo respirava più tranquillamente. Draco si sedette su una sedia vicino alla porta della cucina.

«Ho avuto uno scontro con McNair. Poco dopo avervi salutati. Non me l'aspettavo e sono stato colto di sorpresa.» l'uomo si mise seduto, riprendendo lentamente un po' di colore. Hermione gli si avvicinò, lasciando la pozione a bollire.

«Sarà pronta tra mezz'ora, Lupin. E' abbastanza presto? Siamo in tempo?» una sottile linea corrugava la sua fronte e si stava martoriando le dita delle mani. Sembrava nervosa, probabilmente l'obiezione di Draco preoccupava pure lei.

«Si, l'ho presa poco prima di beccare McNair, e devo prenderla una volta ogni due ore, il giorno prima. Non preoccupatevi, se sapessi che siete in pericolo sarei il primo ad andarmene.» disse guardando Draco dritto negli occhi. Il ragazzo ricambiò lo sguardo, con fermezza ma non con astio.

«Resta quindi un piccolo problema. Malfoy, Remus deve dormire qui questa notte. E anche la prossima.» Sirius si era seduto accanto a Lupin, sul divano, e osservava il ragazzo molto seriamente.

«Quindi?»

«Quindi serve questo divano. In fondo ne stavamo parlando anche ieri sera, tra di noi. Visto che devi rimanere qui è bene che tu abbia la tua camera.» Draco si sentì improvvisamente allegro. Gli si illuminò il volto a quella frase, ma Sirius non sembrava dello stesso umore.

«Una stanza? Bene, e qual è il problema?» avrebbe avuto una stanza... dopo tutto quel tempo! Una stanza, finalmente, un po' di privacy, di intimità. Quanto gli era mancata in quegli anni...

«Io devo preparare la pozione per Lupin, deve berla molto frequentemente, soprattutto domani. Gli altri devono lavorare in biblioteca. Quindi visto che la stanza è tua te la rimetti in ordine da solo.» disse Hermione continuando a girare distrattamente la pozione. Draco perse il buonumore.

«Ma...» iniziò a obiettare. Subito Ron lo interruppe,

«In fondo, Malfoy, si tratta solo di un semplice incantesimo. Anch'io lo so fare e mi pare che tu andassi meglio di me in Incantesimi a Hogwarts.» lo guardò, un po' ironico.

«Malfoy non può fare incantesimi, né oggi né domani.» confessò Ginny osservando i presenti. Un'espressione meravigliata apparve sul volto di tutti mentre un silenzio di tomba avvolgeva la stanza. Solo il sordo rumore del liquido che bolliva nel calderone scandiva il lento fluire dei secondi.

«Come mai?» chiese Harry infine, dando voce ai dubbi degli altri.

«Ollivander si è tenuto la sua bacchetta per ripulirla.» rispose lei mentre Draco la fissava, gli occhi piccole fessure sul suo volto. Evidentemente non voleva che lei raccontasse agli altri della sfuriata dell'artigiano. Ginny sorrise. «Deve andare a riprenderla tra due giorni.» concluse. Lui respirò.

«Caspita... ma l'avevi persa in una palude?» scherzò Ron; una volta tanto era lui a fare il sarcastico e Malfoy a fissarlo con astio. 'Sarebbe bello potercisi abituare...' rifletté il ragazzo, divertito.

«Tieni a freno la lingua, Weasley.» replicò Draco piuttosto seccato. Ron continuava a guardarlo ironico, il che gli dava molto fastidio. In fondo chi poteva aver paura di lui senza bacchetta? Era indifeso! Si diede dell'idiota da solo.

«Se le cose stanno così...» iniziò a dire Lupin, cercando di alzarsi, ma Sirius lo bloccò e lo costrinse a rimettersi sdraiato.

«No, Remus. Anche se ho fatto rimarginare la ferita devi assolutamente stare immobile se vuoi guarire. Non ti muoverai di qui.» l'osservò con preoccupazione, alzandosi subito dopo. «Vado a lavarmi le mani.» disse, allontanandosi. L'uomo sospirò, ma seguì il suggerimento dell'amico; si girò verso la spalliera e cercò di riposarsi.

«Beh... non è poi un problema enorme.» Hermione si allontanò dalla pozione e si incamminò, spedita, verso un angolo della stanza. Fece cenno a Draco di avvicinarsi mentre cercava qualcosa in un armadio a muro. «Vieni qui, Malfoy...» lui sbuffò e si alzò a sua volta, andandole vicino. Hermione riemerse trionfante dalla massa di cianfrusaglie contenuta nell'armadio e gli mise in mano uno spazzolone e un paio di stracci. Poi prese un secchio e glielo poggiò davanti ai piedi, girandosi per chiudere l'anta. Draco la fissò sbigottito. Non era nemmeno capace di incavolarsi per quanto era stupito. Sbatté le palpebre due o tre volte e continuò a fissarla, in silenzio.

«Un po' di sano lavoro non ha mai fatto male a nessuno, Malfoy. Dai, un po' d'olio di gomito e la stanza sarà presentabile. In fondo al massimo finisci di sistemarla tra due giorni, no? L'importante è che ci puoi dormire...» Ron trattenne a stento una risata, Harry aveva un sorriso stampato in faccia che lui gli avrebbe fatto sparire volentieri a pugni... Hermione incrociò le braccia al petto e lo fissò scocciata. Se non si contava Lupin, che era sdraiato sul divano mostrandogli la schiena, Ginny era l'unica che cercava di non guardarlo; ma questo non lo aiutava di certo.

«Che camera gli diamo?» chiese lei cercando di sviare il discorso.

«Quella al primo piano accanto alla lavanderia. L'abbiamo deciso oggi quando non c'eravate e in fondo è una di quelle nelle condizioni migliori, è più semplice da pulire.» disse Harry perdendo per un attimo il suo sorrisetto beota.

«Aspettate un attimo, fatemi capire. IO dovrei mettermi a pulire per terra come un servo? Ma vi siete bevuti il cervello?» sbottò Draco che ancora non credeva alle sue orecchie. Osservò per un momento con astio gli stracci che Hermione gli aveva messo in mano.

«Smettila di lagnarti, Malfoy, e seguimi.» ribatté Hermione mettendosi una mano sulle tempie per l'esasperazione. Fece un cenno a Ginny di rimanere a controllare la pozione per Lupin e quando la vide annuire uscì dall'anticamera e girò l'angolo, salendo poi le scale per andare al primo piano. Draco era ancora fermo al suo posto e continuava a guardare nel vuoto con nella mano destra lo scopettone e nell'altra gli stracci.

«MALFOY!! Vuoi venire si o no?» lo chiamò Hermione. Lui ruggì e pestò col piede destro per terra, lanciando un'occhiataccia in direzione della porta.

«ARRIVO!» brontolò, trascinando i piedi mentre si incamminava. Arrivato alla porta dell'anticamera, però, sentì di nuovo la voce di Hermione, dall'alto,

«E non scordarti il secchio!» disse la ragazza causando l'ennesimo ringhio. Draco si rigirò, furioso e prese il secchio, incamminandosi ad ampie falcate verso le scale. Harry e Ron si trattennero finché non lo sentirono salire ma poi non riuscirono a bloccare le risate; vedere Malfoy tiranneggiato da Hermione era uno degli spettacoli più buffi che avessero visto, probabilmente il più buffo dopo la scena del furetto, al quarto anno...

«Non è carino ridere delle disgrazie altrui.» li riproverò Lupin. Questo li zittì, ma non gli impedì di lanciarsi occhiate divertite. 'Sembrano ancora ragazzini...' rifletté Lupin nel dormiveglia.

Draco salì le scale, ancora furioso, e si avvicinò alla porta davanti alla quale si trovava Hermione. La fissò con tutto il rancore che provava mentre sbatteva per terra il secchio, ma la ragazza non si fece assolutamente intimidire e gli restituì l'occhiata, severamente.

«Capisco che ti scocci, Malfoy... ma noi non possiamo certo perdere tempo per te. Suvvia... un po' di lavoro manuale non ha mai ucciso nessuno.» cercò di consolarlo invano. Lo sguardo di Draco si indurì ancora di più.

«Io sono un Malfoy. I Malfoy non fanno lavori manuali!» disse buttando nel secchio gli stracci, posando le mani sui fianchi e continuando a fissarla.

«I Malfoy hanno due braccia e due gambe esattamente come qualunque essere umano del pianeta, mi pare.» rispose lei, acida, osservandoglieli mentre li citava. Fece comparire, con un incantesimo, un miscuglio di acqua e sapone dentro il secchio che il ragazzo aveva portato di sopra. Poi aprì la porta della stanza e lasciò che si spalancasse mentre cominciava ad avviarsi verso le scale. «Buon lavoro.» soggiunse mentre gli occhi di Draco si allargavano e il ragazzo impallidiva per la sorpresa. Quella camera era un completo disastro...

Nota dell’autrice:

Ed eccoci alla fine del sesto capitolo ^_^

Spero caldamente che vi stia interessando la storia ^^ Hehe... lo so che sono sempre più perfida... povero Dracuccio quante gliene combino ^^;;;;;;;

Per quanto riguarda la pozione contro i lupi mannari, JKR non dice, sui libri, come Piton la preparasse. Devo ringraziare una mia amica (lei sai chi) per avermi suggerito gli ingredienti. Lei è molto esperta di queste cose: gli ingredienti che mi ha suggerito sono l'esatto opposto della pozione tradizionale per rendere una persona un lupo mannaro :)

Ricordatevi di commentare! Continuerò solo se riceverò tanti bei commentini ^_^

Quindi che aspettate?

Passiamo a rispondere ai miei amatissimi commentucci =)

Fanfiction.it:

Emi-chan: Come sempre i tuoi commenti mi stupiscono. Mi mostrano lati dei personaggi che faccio muovere dei quali spesso nemmeno io mi rendo conto O.o; come fai? Comunque si, hai ragione, Draco è un bel po' più sicuro di sé all'esterno, anche perché deve MOSTRARSI sicuro se vuole che la gente sia spaventata e non chiami le guardie, sai com'è. Ginny invece non riesce a mostrare sicurezza, anche perché lo stesso comportamento di Draco, diverso da poco prima, la mette in apprensione. Spero che anche questo capitolo ti piaccia =)

EDeLarge: Beh si è vero, hai ragione =) Draco resta sempre Draco, anche se non segue più i dettami di suo padre. Io ODIO annacquare i cattivi e ti assicuro che Draco avrà i suoi cambiamenti nel corso della storia (le nuove esperienze devono influire su un personaggio, o non sarebbe realistico), ma non diventerà un pappamolle. Concordo anche con il tuo momento acidulo =) Harry è una mozzarella, lo dico, lo ripeto e lo asserisco qui seduta stante. A me le mozzarelle piacciono, in fin dei conti... Ma c'è una cosa che vorrei puntualizzare. La voce narrante dei libri guarda gli avvenimenti tramite gli occhi di Harry. Quindi è normale che quello che succede e che avvantaggia lui sia visto come buono e quello che avvantaggia i Serpeverde sia visto come cattivo. Obbiettività? Dov'è l'obiettività in un libro scritto con un punto di vista soggettivo?

Djibril: Shhhhhhh non dire 'ste cose che non ci siamo ancora arrivati, e poi la gente ti lincia =P

Ever: la stupenda idea? L'hai vista nel finale di questo capitolo =) hai presente qualcuno costretto a sgobbare? Ecco. Aramis mi ha fatto notare che qualcuno non stava bene su quel divano... Beh per l'altra obbiezione... *coughs* Silente era morto... e poi scusa, ma Ron ha detto chiaramente che era andato a trovare la madre. Forse non te n'eri accorta ^_^

Nimue: sono felice che tu sia ancora qui a seguire la storia. Pensavo seriamente che non t'interessasse più. Sono contenta che invece eri solo indietro ^_^. Si, sto cercando di far vedere che sono cresciuti, anche se non troppo. In fondo hanno ventidue anni, non sono Matusalemme ^_- ecco perché ogni tanto cerco di dipingerli anche immaturi... Sirius e Remus invece sono adulti ormai, e si comportano di conseguenza.

Cri: come hai potuto vedere in questo capitolo Draco ha ancora la sua bacchetta. Non era un gran che in buone condizioni... ma ce l'aveva. Almeno fino a quando Ollivander non gliela sequestra *hihi*. Però hai ragione, quegli oggetti gli servivano per contrattare... non con quella strega però ;) Spero ti sia piaciuto questo cap!

Youki-chan: weeeeeeeeee *sventola la bandierina del DFC* ehm... torniamo in noi... sono contenta che la mia visione di Draco stia davvero cambiando la tua. L'ho sempre detto, la realtà ha svariate facce. La Rowling ci fa vedere il punto di vista di Harry, ma in questo modo appiattisce tutto il resto. Riesce, però, a rendere i personaggi tridimensionali e a farti capire quello che sono in realtà anche in questo modo, e ciò la rende davvero grande =)

Solitarie: sono perfettamente d'accordo. Anzi, sai che ti dico? Proprio il fatto che Draco in quel negozio cerchi di fare amicizia denota quanto sia un ragazzo normale, e di certo non il mostro che subito dopo Harry pensa che sia. Non so se ti sei accorta, ma Harry all'inizio non lo guarda male. Inizia a considerarlo *out* quando Draco insulta Hagrid. Gli dà un po' fastidio il suo modo di fare, ma solo perché si sente un imbecille, si sente *sminuito* perché non sa cose che Draco considera normali. Insomma, gli dà fastidio come quando entri in una classe dove si sta facendo lezione e non sai di che la gente stia parlando. E' solo dopo, quando Draco insulta Hagrid, che Harry inizia a considerarlo male. E il brutto è che Draco non POTEVA pensare male di Hagrid sul serio: ripeteva solo quello che Lucius diceva. In fondo non conosceva ancora Hagrid, no? Per quanto riguarda i Serpeverde, ho già risposto a Edelarge: i libri sono scritti dal punto di vista di Harry. Quindi è normale che tutto quello che favorisce lui vada bene e quanto favorisce gli altri vada male. Non è un punto di vista oggettivo quello del narratore. Potrebbe esserlo solo se la Rowling si distaccasse da Harry e considerasse un punto di vista generico, ma non potrebbe mai farlo. Quindi quello che favorisce il Grifondoro è visto come normale (anche lo speaker che tifa per loro) e i Serpeverde sono visti come fallosi, come bastardi, come cattivi. Sai, se vai a vedere una partita di calcio tutto questo è normale. Quando un TUO giocatore dà un pugno in faccia a un altro pensi che sia giusto, lo scusi, senza volere. Pensi istintivamente che quell'altro abbia fatto qualcosa di male. Quando uno dei TUOI giocatori, invece, è scazzottato, o buttato già in area, urli subito perché non puoi CONCEPIRE che abbia sbagliato. In quel momento il giocatore una proiezione di te stesso, quindi finisci sempre per scusarlo. Lo stesso per quanto riguarda i "buoni" e i "cattivi" in Harry Potter. Non sono sicura che sia chiaro il concetto ma... c'ho provato =)

Erika's Fanfiction Page:

Ameliè: ti ringrazio, sono contenta che la storia ti piaccia. Per quanto riguarda Harry, Draco e Ginny... chi vivrà vedrà =)

Alexis: ebbene si, ho aggiornato. E ho aggiornato di nuovo ^_^ spero che ti piaccia anche questo cap!

Mony-chan: beh come hai visto Draco aveva le sue ragioni per spingere Ginny nell'angoletto =). Questo capitolo è più lungo (ben due pagine in più =)) sei contenta? =) beh si, lo chiama Donnola... la ragione è che Weasel somiglia molto, come lettura, a Weasley, quindi è un "soprannome" che viene bene =). In Italiano non si capirebbe...

Nakoruru: grazie *^^*

Ever: Beh per quanto riguarda la prima domanda devi aspettare parecchio ^^ Per la seconda... capitolo 8, capitolo 8 =) inizierai a capire anche se non sarà molto chiaro ancora. Per la terza... ormai mi pare chiaro =)

Lella: ciao, Lella e Dado =) sono contenta che la storia vi piaccia. E sono sicura che non avrai proprio nulla da obbiettare con i prossimi capitoli ;) quindi continua a seguirmi =) aspetto commenti!

Fanfiction.net:

Ever: eh già, proprio a Notturn Alley e proprio da Sinister =) non vi avrei mai fatto un cliffhanger come questo se non fosse stato abbastanza semplice capire dove fossero andati. In fondo in quella zona ci sono solo DUE vicoli. Il vicolo Diagonale e il vicolo Notturno (suonano strani, lo so, ma sono la traduzione di Diagon e Knocturn Alley). Dove poteva essere andato Draco se non lì ^^. L'unica possibile paura era il suo comportamento... per il resto ti ho già risposto prima =)

Ryuko: perdonami per non averti risposto nello scorso cap! Non me ne sono accorta O.o; Cmq... come hai visto era proprio Notturn Alley =) spero che questo cap ti piaccia!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Un Bacio Rubato. ***


Documento senza titolo

Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia “Kagome” kagome@tiscalinet.it.

Pubblicato il 25 Maggio 2003

Beta-letto da Megabyte e da Aramis. Ringrazio Aramis ed Esus per l’enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!

Ringrazio di nuovo Aramis per la S-T-U-P-E-N-D-A idea che mi ha dato ^_^ sei SA quale :-*

 

Disclaimer:

Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

Capitolo 7: Un bacio rubato.

Draco si asciugò il sudore e si mise seduto sul letto. Aveva passato l'ultima ora rinchiuso in quella stanza, lanciando maledizioni contro se stesso e sudando come un cammello. Non sapeva bene quello che doveva fare per rimettere in ordine – non aveva mai dovuto riordinare nulla in vita sua. Tuttavia si era messo a prendere gli oggetti ammucchiati per terra e a pulirli dalla polvere, facendone alte pile in tutta la stanza. Poi aveva anche lavato il pavimento... quello lo sapeva fare, era spesso stato costretto a pulire per terra senza magia durante le punizioni che gli venivano imposte a Hogwarts.

Senza magia... come aveva potuto essere così stupido? Pensò a quanto sarebbe stato più facile rimettere a posto la stanza avendo con sé la sua bacchetta. Sarebbe riuscito a sistemarla in pochi minuti, e sarebbe stata perfetta. Invece doveva ripulirla a mano... finché si trattava di una stanza in fondo non era un problema enorme, se non per il suo orgoglio. Che ne sarebbe stato di lui se la sua bacchetta non avesse voluto funzionare durante un combattimento? Aveva già visto la morte in faccia e non intendeva vederla di nuovo, grazie tante.

Ovviamente, Ollivander aveva ragione. Draco sospirò, 'ti accorgi di quanto siano importanti certe cose solo quando ti vengono a mancare,' pensò, malinconico. Osservò il cielo di Londra attraverso la finestra della stanza e notò che le prime stelle iniziavano a brillare tra le sfumature violette del tramonto. Maledizione, doveva sbrigarsi... non voleva di certo dormire in un magazzino.

Si stava alzando quando la porta si aprì e comparve Hermione, con in mano un vassoio.

«Ti stavi riposando, Malfoy?» gli chiese. Lui annuì e lei si guardò intorno, avvicinandosi al letto. «Ti ho portato la cena. Mangiala prima che si raffreddi.» gli appoggiò il vassoio sul letto e diede un'occhiata alla stanza. Scrollò il capo, delusa.

Draco iniziò a mangiare la sua cena, osservando Hermione girare intorno le pile di roba che lui aveva ammucchiato in diversi punti della stanza. «C'è qualche problema, Granger?» chiese tra un boccone e l'altro. Vederla andare in giro per la camera quasi a voler giudicare quello che stava facendo e disapprovandolo gli dava molto fastidio.

«Si vede che non hai mai rimesso a posto niente...» disse lei finendo la sua ispezione e guardandolo in faccia. Per poco il boccone non andò di traverso a Draco, dovette tossire e bere due bicchieri d'acqua per evitare di strozzarsi. La guardò con gli occhi di fuori.

«Che intendi dire?» disse tra un colpo di tosse e l'altro.

«Capisco quello che volevi fare con queste pile di roba, ma non è la migliore idea per rimettere in ordine.» la ragazza si avvicinò a uno dei mucchi e iniziò a scandagliarne il contenuto. «Le scatole dovrebbero essere messe da parte, poi dovresti ordinare i fogli, gli oggetti di diversa grandezza fino a raggiungere quelli più grandi che possono anche essere rimessi in sesto con la magia. In questo modo, come li hai messi tu, hanno solo una parvenza di organizzazione, che non aiuta affatto.»

Mentre Draco mangiava Hermione iniziò a spostare le pile di materiale che lui aveva ammassato, seguendo il suo filo logico. In pochi minuti nuove pile di materiale ben organizzato comparvero al posto di quelle che lui aveva faticato un'ora e più a innalzare. Poi la ragazza prese le scatole che aveva liberato e iniziò a riempirle.

«Dato che hai finito di mangiare potresti anche venire ad aiutarmi invece di guardarmi come un cretino.» sbottò lei dandogli un'occhiataccia. Lui si affrettò ad alzarsi dal letto, istintivamente, e si accorse di aver obbedito ai suoi ordini solo quando le fu vicino, a passarle una serie di fogli e quaderni vari. Si bloccò nel gesto e brontolò qualcosa d'incomprensibile, con stizza. Lei sorrise.

«Sai, Malfoy... oggi sei riuscito a stupirmi. Dovresti esserne orgoglioso, non è facile.» disse mentre prendeva i fogli che lui le aveva passato e li metteva dentro una scatola, cercando di inserirli in modo da non occupare molto spazio.

«Non capisco.» non aveva capito sul serio. Come poteva averla stupita semplicemente alzandosi quando lei gliel'aveva detto?

«Ginny prima ci ha raccontato quello che hai fatto oggi. Non mi sarei mai aspettata che tu ci aiutassi davvero.» disse lei facendogli cenno di passarle altri fogli, più distanti.

«Ah.» Draco prese altri fogli sparsi sull'ennesima pila che aveva innalzato, e glieli porse. Vide che la ragazza cercava di infilare il più fogli possibile in una scatola e sembrava piuttosto concentrata. «Sinceramente, c'è una cosa che non mi torna.» la ragazza smise di prestare attenzione ai fogli e si voltò a guardarlo.

«Che?» chiese rinunciando a infilare i fogli con la forza e rimediando con la bacchetta e un incantesimo.

«Per quale motivo abbiate fatto tante storie per farmi giurare di seguire le vostre regole. Tanto non vi aspettate che lo faccia... E' uno sforzo inutile, mi pare.» disse spostandosi per prendere altri fogli: erano gli ultimi. Hermione lo fissò per un momento, come stordita mentre lui glieli passava.

«Vedi, il problema è che non è facile crederti. In fondo è stata colpa tua.»

«Non è una cosa di cui mi penta.» ribatté lui, guardandola beffardo. «Non sto cercando di seguire le vostre regole, o di aiutarvi, per qualche stupido pentimento, ma perché sono in debito verso Potter.» arrossì leggermente '... e anche verso di te.'

«Buono a sapersi.» replicò lei, alzandosi per prendere una nuova scatola. Continuarono a riordinare assieme per un'oretta e, lentamente, la stanza assunse un aspetto decoroso. Gli ultimi oggetti e le travi mezze sfasciate furono rimesse in sesto dalla bacchetta di Hermione. La ragazza diede anche una rinfrescata al letto nello stesso modo, poi fece comparire delle lenzuola e una coperta, che lasciò sul materasso.

«Penso che a questo punto puoi fare da solo.» disse, avviandosi verso la porta.

«Perché l'hai fatto?» le chiese. Lei si girò e l'osservò a lungo, seriamente.

«Non lo so.» disse infine mentre Draco allargava gli occhi. Poi se ne andò, chiudendo la porta dietro di sé.

Draco si avvicinò al letto... avrebbe dovuto sistemare le lenzuola prima, ma non riuscì a resistere e sprofondò sul materasso. Non era mai stato più stanco in vita sua. 'Solo cinque minuti...' pensò mentre si accovacciava in una posizione più comoda.

*

«Signor Malfoy? Buongiorno. In che cosa posso esserle utile?» una ragazza dai capelli castani e gli occhi scuri gli sorrise e lo squadrò, da dietro le lenti da vista.

Draco la osservò scettico. Si chiamava Marion Winterman, era la nuova segretaria di Caramell. L'aveva incontrata altre volte e gli era sempre sembrata un tipo scialbo; timida, molto servizievole ma assolutamente poco efficiente. Sperava che non gli facesse perdere troppo tempo – era passato solo a prendere i documenti che servivano a suo padre e aveva ancora un sacco di giri da fare. Da quando aveva finito Hogwarts Lucius sembrava considerarlo buono solo a occuparsi delle commissioni più noiose. Certo, non era riuscito a prendere il massimo in tutti i M.A.G.O., però... aveva sperato in una maggiore considerazione.

«Sono venuto a prendere quegli incarti, signorina Winterman. Lei sa quali.» le disse osservandola accigliato. Lei gli sorrise e si affrettò alla scrivania. Cominciò ad alzare e abbassare innumerevoli fascicoli che erano ammucchiati sul tavolo, in ordine sparso. Cioè, ordine... che parola grossa.

«Si, subito. Ecco, dovrebbero essere qui... ma perché non ci sono? Maledizione! Eppure ero sicura di averli messi qui, erano sul tavolo. Sono pronta a...» balbettava mentre spostava le carte. Era arrossita fino alla radice dei capelli mentre una boccetta d'inchiostro, aperta, si era inclinata paurosamente, rischiando di spargersi sulla scrivania. L'aveva presa con una mano mentre con l'altra cercava di arginare i fogli, impedendogli di cadere.

Ecco, questo era ciò che lo irritava più profondamente. LEI. Era disordinatissima, disorganizzata, ci metteva sempre le ore a trovare quello che le si chiedeva. Ed era anche distratta... quante volte gli aveva chiesto di fargli avere dei fascicoli e lei, nel vederlo arrivare, era corsa a cercarli mettendo come scusa che... se n'era scordata? SCORDATA? Ma maledizione era il suo dannatissimo lavoro! Altre volte invece aveva dovuto aspettarla dieci minuti buoni perché LEI non era ancora arrivata. Ritardataria cronica... come faceva Caramell a sopportarla?

All'improvviso un enorme volume che era appoggiato sul bordo del tavolo, proprio in bilico, cadde facendo un sacco di rumore. La ragazza sobbalzò. «Oh che paura! Ma si, eccoli...» disse asciugandosi il sudore. La mano era sporca d'inchiostro e lasciò dei buffi segni sulla sua faccia. Quando si stropicciò gli occhi togliendosi gli occhiali, Draco non poté evitare di ridere.

'E' proprio stramba...' pensò. La ragazza raccolse da per terra il libro e osservò Draco, più rossa di prima. Era ancora sporchissima, sembrava che qualcuno le avesse dato un pugno in un occhio e questo non lo aiutava a tornare serio. Ma lei assunse un'aria sbarazzina e gli si avvicinò, guardandolo di sottecchi.

«Dovrebbe ridere più spesso, signor Malfoy. Sembra che ce l'abbia sempre col mondo intero, invece mi piace tanto la fossetta che le viene qui, sulla guancia, quando sorride.» gli indicò la guancia destra con una mano. Poi prese l'involto che finalmente aveva ricuperato sul tavolo e glielo porse. Era sotto il libro che era caduto, per forza non lo trovava.

«Fossetta?» lo sguardo di Draco si fece interrogativo mentre prendeva l'involto e iniziava a osservarne il contenuto.

«Si... uh, mi scusi, io non volevo è che... che sfacciata che sono, potrà mai perdonarmi?» la ragazza arrossì e si passò di nuovo la mano, sporca d'inchiostro, sulla guancia. Draco sorrise di nuovo.

«Non si preoccupi, e vada a lavarsi quella faccia, che sembra un Sioux!» le disse non riuscendo più a trattenersi. Lei osservò un attimo le mani e notò l'inchiostro; arrossì ancora di più e scappò in bagno. Draco continuava a ridacchiare mentre osservava le carte che suo padre gli aveva chiesto.

 

«Signor Malfoy, buongiorno.» Era appena entrato nell'anticamera dell'ufficio di Caramell e, come sempre, Marion gli sorrideva. Lui le sorrise a sua volta e il volto di lei si accigliò. «E' venuto a prendere quelle carte? Oddio... può aspettare cinque minuti? Le vado subito a cercare.» disse tentando di nascondere qualcosa che stava leggendo prima che lui entrasse.

Draco attese che lei si allontanasse e poi si avvicinò al tavolo. Diede un'occhiata all'enorme baraonda di pergamene e foglietti vari, scrollando il capo. Quella ragazza non sapeva nemmeno dove fosse di casa, l'ordine... come facesse ad essere una segretaria era una cosa che lui non riusciva a capire. Aveva spesso avuto a che fare con impiegate come lei, ma erano tutte molto ordinate, ed efficienti.

'Tuttavia...' tuttavia non poteva far altro che trovarla gradevole. All’inizio il suo comportamento l’aveva irritato, ma dopo la faccia da Sioux di qualche settimana prima, non era più riuscito a indispettirsi. Quel giorno sarebbe dovuto andare suo padre a ritirare le carte, ma Draco aveva insistito per andare lui. Sapeva bene che Lucius non aveva pazienza e non accettava imperfezioni – se la ragazza gli avesse fatto trovare tutto quel caos sul tavolo, suo padre ne avrebbe parlato con Caramell.

Diede un'occhiata distratta al punto dove Marion aveva nascosto – molto male a dire il vero – quello che stava leggendo. Era una specie di libricino e ritraeva in copertina un ragazzo 'o una ragazza? Boh!' vestito di blu. Sembrava un babbano... almeno ne indossava gli abiti. E la forma del libretto era di sicuro di stampo babbano. Che gusti bizzarri... lo prese in mano e iniziò a sfogliarlo. Era un fumetto; Draco ne aveva letti parecchi nella sua infanzia – quelli disegnati da maghi. Era stato un grande fan di una strana storia che parlava di un Babbano pasticcione. 'Ma la Winterman non sarà un po' troppo cresciuta per queste cose?' si chiese mentre sfogliava il volume, scettico.

«Signor Malfoy!» Draco sussultò alla voce, un po' contrariata, della ragazza. Fece per mollare il volume che teneva in mano e osservò in direzione della voce. «Capisco che l'ho fatta aspettare un po', ma... non è molto carino da parte sua...» disse lei con preoccupazione. Posò sul tavolo le carte che era andata a prendere nella stanza sul retro e gli strappò dalle mani il piccolo volume, arrossendo.

«Non mi pare che lei venga pagata per leggere quella roba.» disse lui ironicamente. «Oppure si tratta di qualche incarico speciale che le ha dato Caramell?» nel vedere il suo imbarazzo la sua irritazione diminuì. Era così buffa, rossa come un peperone, mentre cercava di trovare una scusa valida.

«Ecco... no è che... dunque...»

«Finché fa aspettare me non deve preoccuparsi, non le succederà niente. Ma badi bene che oggi sarebbe potuto venire mio padre, e non l'avrebbe passata liscia. Soprattutto contando che non ha preparato le carte che le avevo chiesto solo per... negligenza.» disse, cercando di essere serio e lanciando un'occhiata al volume che la ragazza stava torturando con le mani.

«Mi scusi, non accadrà più!» disse lei inchinandosi più volte, quasi teatralmente.

«Mi sa che legge troppi fumetti, signorina. Non c'è mica bisogno di inchinarsi in modo tanto vistoso.» ribatté ironicamente lui facendola di nuovo arrossire. Ci stava prendendo gusto a metterla in imbarazzo. In fondo sembrava quasi andarseli a cercare, i guai.

«Mi scusi...» disse di nuovo lei, contrita. Poi prese in mano l'involto che era andata a prendere nella stanza sul retro, appoggiando il fumetto sul tavolo. «Comunque ecco le carte che mi aveva chiesto, signor Malfoy. Dovrebbero essere tutte.»

«Si, pare che ci siamo. Meno male che è tornata subito, ho altri giri da fare e non vorrei beccare la tormenta.» disse dando una scorsa al contenuto della busta e osservando rapidamente la finestra. I primi fiocchi di neve iniziavano a cadere e già la ringhiera del balcone del palazzo si era ricoperta di un sottile strato di coltre bianca. Marion osservò di fuori, a sua volta, e allargò gli occhi.

«LA NEVE! Guardi, signor Malfoy, sta nevicando!» gridò come una bambina davanti a un nuovo giocattolo e corse verso la finestra, incantata, mettendosi a fissare il paesaggio al di fuori con le mani giunte.

«Non è che sia uno spettacolo inconsueto, d'inverno, qui a Londra...» obbiettò lui, ritrovando il suo solito scetticismo di fronte alla scena.

«Ho sempre amato la neve, signor Malfoy. Ma la mia famiglia si è trasferita a Miami negli ultimi anni. Sono tornata da qualche mese ed è la prima volta che vedo nevicare!» continuava a guardare fuori dalla finestra, come rapita. Sembrava davvero una bambina, e Draco non poté mantenere il suo solito cipiglio nell'osservarla. Ormai non riusciva quasi più a sembrare di "avercela col mondo intero" come lei lo aveva descritto, almeno non quando stava in sua compagnia.

«Capisco...» le disse avvicinandosi alla finestra e osservando un attimo i bianchi fiocchi cadere, placidamente, all'esterno.

«Signor Malfoy, lo sa che cosa diventa la neve quando si scioglie?» gli chiese distogliendo per un attimo lo sguardo dal paesaggio e puntandolo, diritto, sui suoi occhi. Draco si ritrovò, senza nemmeno rendersene conto, a pensarci seriamente.

«Uhm... non lo so. Acqua? Vapore?» chiese dubbioso mentre gli occhi di Marion lo osservavano, divertiti. La ragazza scrollò il capo e tornò a osservare di fuori. La neve stava lentamente aumentando e ormai si vedevano diversi tetti imbiancarsi e molti ombrelli, per le strade, sbocciare come fiori multicolori su un prato bianco e grigio.

«No, signor Malfoy, ha sbagliato. Diventa primavera.» si girò di nuovo verso di lui. Ora sorrideva, un sorriso genuino, schietto, completamente diverso da quello cortese ma un po' distaccato che gli mostrava ogni giorno. Alla luce soffusa di quella nevosa giornata di dicembre, mentre il cielo diventava sempre più cupo e la neve cadeva sempre più rapida e pesante, il volto di Marion gli era sembrato la cosa più bella che avesse mai visto.

*

«Malfoy? Malfoy?» sentì che qualcuno lo scuoteva, e tornò, di malavoglia, alla realtà. La stanza in cui si trovava era avvolta nell'oscurità, solo la tenue luce che spuntava dalla punta di una bacchetta rischiarava leggermente l'ambiente.

«Uh?» fece mettendosi seduto. Sentiva male dappertutto, aveva un freddo cane e i vestiti gli davano fastidio. Si guardò intorno e vide, di fronte a lui, il volto preoccupato di Ginny Weasley. Sospirò.

«Dovevi essere proprio stanco... ti sei addormentato sul letto senza nemmeno rifarlo.» lo costrinse ad alzarsi poi, con la bacchetta, fece in modo che le lenzuola e le coperte si sistemassero da sole. In pochi attimi il letto fu pronto. Gli mise in mano un vassoio con una tazza piena di cereali e un po' di latte, in un bricco. «Tieni, ti ho portato uno spuntino serale1

Draco poggiò il vassoio sulla scrivania che Hermione aveva rimesso a posto qualche ora prima. Era ancora stordito e non riusciva a ragionare bene. E, il che era ancora peggio, aveva i brividi. Conosceva bene quella sensazione... sentì che la vista gli si appannava, e cercò di combattere il malessere mangiando qualcosa.

Ginny girava per la stanza stupita osservando come tutto fosse stato rimesso in ordine. Stava dando un'occhiata alle varie scatole che Hermione aveva riempito, quando sentì qualcosa cadere. Si girò verso Draco e sbiancò. Vassoio, tazza, cereali... tutto quello che aveva portato era andato a finire per terra, mentre Draco era a metà tra la sedia e il pavimento, con le mani sulle tempie. Un attimo dopo, era per terra anche lui. Ginny gli fu subito vicino, cercando di farlo tornare in sé.

«Malfoy? Malfoy, ti prego riprenditi!» Il ragazzo diventava sempre più pallido e tremava. A nulla servivano i suoi schiaffi, che tante volte avevano fatto risvegliare Harry. Ma Harry sapeva come doveva comportarsi in quei casi... Draco no.

*

«Signor Malfoy, buongiorno! In cosa posso esserle utile?» Marion lo vide entrare e sorrise... quel sorriso genuino e sincero che riservava solo a lui, da quella volta in cui avevano visto la neve assieme. Erano passati diversi mesi da allora e il comportamento delle ragazza nei suoi confronti era cambiato, lentamente.

Non che l'avesse vista moltissimo – era dovuto partire per sbrigare delle commissioni in Romania per suo padre. Sembrava che qualcuno avesse sentito parlare dell'Oscuro Signore in quel paese e Lucius non voleva che il suo Signore potesse dubitare di nuovo della sua lealtà. Ma Draco non aveva trovato nulla... ora erano i primi giorni di luglio, era passato un anno da quando era uscito da Hogwarts ed era di nuovo al Ministero a prendere altre scartoffie.

«Buongiorno signorina Winterman. Mio padre voleva sapere se quella documentazione che le ho chiesto l'altro giorno è pronta.» la vide mettersi un dito sulle labbra e osservare il soffitto, dubbiosa. Sospirò... era inutile, non sarebbe mai riuscita a migliorare. «Si ricorda... quella sulle tasse del...» un lampo di comprensione passò per gli occhi neri della ragazza, che si alzò di scatto.

«Come ho fatto a scordarmene? Mi perdoni signor Malfoy!» si affrettò a correre verso la stanza accanto, arrossendo.

Draco sorrise; notò che sul tavolo, oltre la solita baraonda, c'era una fetta di torta e un bicchiere con dentro... dell'acqua, in apparenza. Cercò con lo sguardo e vide che, per terra, c'era il resto della torta. Evidentemente Marion non voleva che qualcuno, entrando, la scoprisse. 'Se la lascia lì, sbadata com'è, ci camminerà sopra prima di finirla...' pensò con un sorrisetto ironico. Osservando meglio il tavolo notò che, sotto le carte e le pergamene, si intravedeva qualcosa di nascosto. Immaginando che cosa fosse, il ragazzo scostò i fogli e lo prese in mano. L'ennesimo fumetto... no, non sarebbe mai cambiata.

'Ci sta mettendo più del solito. ' Pensò, annoiato. Visto che aveva quel volume in mano iniziò a sfogliarlo, tanto per passare il tempo. Sembrava la storia di due babbani... che noia. All'improvviso però, girata una pagina, una vignetta gli fece andare la saliva di traverso: erano raffigurati due ragazzi... cioè, erano sicuramente due maschi... e si stavano baciando. Tossì.

«Scusi il ritardo sign... SIGNOR MALFOY NON LEGGA QUELLO!» Ancora tossendo violentemente, Draco alzò lo sguardo verso la ragazza e la fissò, per un momento. Rossissima, Marion gli strappò dalle mani il volume, come la volta precedente, e osservò, impaurita, la pagina che lui aveva aperto. Sbiancò. «Ehm...»

«Ma che roba si legge?» riuscì a dire Draco, ancora sconvolto.

«Ecco, dunque... questo è... sa com'è... yaoi...»

«Yao... che?»

«Yaoi... ecco... amore omosessuale...» lo vide guardarla con scetticismo e arrossì ancora di più, «No, signor Malfoy, non mi guardi così. Io non ho nessuna tendenza strana. Cioè, ci mancherebbe, non che ci sia niente di male... è solo che...»

«Secondo me dovrebbe smetterla di leggere quella roba... forse sarebbe più efficiente. Mangiava una torta?» le chiese, per cambiare argomento. Si accorse in quel momento che la ragazza aveva la bocca sporca di cioccolata. Sorrise.

«Ecco si, oggi è il mio compleanno. Sa... quello che stava sfogliando era il regalo di un'amica.» disse richiudendo l'oggetto incriminato in un cassetto.

«Oh... tanti auguri.» disse lui senza essere troppo interessato. «Dovrebbe scegliere con più cura le sue amicizie...»

«Ma lei me l'ha regalato perché sa che mi pia... ehm... cioè...» replicò Marion guardandolo male. «Vuole un po' di torta?» si chinò per terra per prendere il vassoio contenente il dolce e gliene tagliò una fetta al suo cenno di assenso.

«Come mai la mangiava da sola?» chiese lui, stupendosene.

«I miei amici sono tutti a Miami, non ho nessuno con cui festeggiare.» replicò lei, mentre i suoi occhi passavano dall'imbarazzo alla malinconia. «Anche la mia famiglia è a Miami, sa... io sono tornata perché avevo trovato lavoro.» notò che si intristiva sempre più. Quindi quello che suo padre gli aveva detto su di lei era vero. Lucius gli aveva confidato, con disprezzo, che la famiglia della ragazza aveva un lontano legame di parentela con la signora Caramell e che la donna aveva insistito con il marito per ottenere che Marion gli facesse da segretaria. Pareva che i Winterman non navigassero in buone acque.

«A quanto ne so il signor Caramell è suo parente, alla lontana. Non può festeggiare con lui?»

«Gli do già troppi grattacapi con i miei pasticci. Non mi va di disturbare...» disse lei, fissando il vuoto per un momento. Ma subito cercò di scacciare la tristezza e gli sorrise – un sorriso cortese questa volta, non sincero. Draco si stupì di come gli fosse facile notare la differenza. Marion si avvicinò alla fetta di torta che stava mangiando e riprese il piatto in mano, continuando il pasto interrotto. «Ma in fondo ora c'è lei con me. Vuole un sorso di champagne? Me ne hanno mandato una bottiglia ma non mi andava di berlo, da sola.» lui annuì e lei si inchinò sotto la scrivania, riemergendo con una bottiglia di Pinot Noir. Prese la bacchetta e la usò per stapparla. Con un piccolo scoppio il tappo saltò via, contro il soffitto, e poi rimbalzò per terra, lontano.

«Pare che nessuno di noi due si sposerà entro l'anno.» disse Draco sorridendo mentre lei riempiva un altro bicchiere in cui aveva trasfigurato un posacenere, e poi il suo.

«Non mi è mai capitato, signor Malfoy. Forse significa che non mi sposerò mai.» lo osservò per un lungo istante prima di continuare, «Chi lo sa. Per il momento mi accontento di leggerlo, il romanticismo. E di sognare.»

Draco levò il calice e lo fece sbattere contro quello di lei, osservandola. Di sicuro anche il bicchiere della ragazza era stato trasfigurato... non era semplice trovare bicchieri nell'ufficio del Ministro. Avrebbe dovuto aspettarselo.

«Forse invece di sognare dovrebbe cercarlo, l'uomo giusto...» disse mentre mangiava l'ultimo boccone di torta. Era molto buona... possibile che arrivasse da Miami? Che tipo di gufo avevano utilizzato?

«Signor Malfoy, ha del cioccolato vicino alla bocca.» disse lei, osservandolo mentre finiva la sua fetta.

«Anche lei. Dov'è sporco, qui?» fece per pulirsi, ma lei fu più svelta. Non riuscì a capirne il motivo – ci aveva pensato parecchio anche in seguito senza trovarne una ragione – ma il tocco leggero di quelle dita sottili sulla sua guancia lo scosse nel profondo.

Senza accorgersene la sua mano corse su quella di lei e la strinse, bloccandola. Lei allargò gli occhi e arrossì mentre lui la fissava, ma non si spostò. I loro sguardi si unirono per un lunghissimo istante, in silenzio. Draco poteva udire i battiti del proprio cuore... era sicuro che battesse all'unisono con quello di lei. A un certo punto vide che lei accennava a ritrarsi, e prese la sua decisione. Velocissimo l'attirò a sé, senza batter ciglio, e posò le labbra sulle sue. Sapevano di cioccolata...

*

Non ci poteva credere. La stava baciando... Aveva passato gli ultimi minuti nel panico più totale, ma nulla era comparabile a quello che provava in quel momento. Cercò in tutti i modi di divincolarsi, ma la sua stretta era troppo forte.

Era riuscita a farlo sdraiare sul letto, con incredibile fatica, e aveva cercato in tutti i modi di svegliarlo. Sembrava che stesse delirando – a un certo punto aveva anche tossito, al che lei si era molto spaventata. Ma poi, all'ennesima sberla che gli aveva rifilato per farlo riprendere, Draco aveva aperto gli occhi. Si era resa conto di trovarglisi sdraiata addosso solo quando, con una spinta, lui si era girato, montandole sopra e baciandola, di scatto.

Così ora erano sul suo letto e lui le stava addosso... la baciava. Se fosse entrato qualcuno che avrebbe pensato? 'Ti prego, fa che non entri Harry, o Ron...' pensò Ginny mentre si divincolava. Che avrebbe potuto dire per discolparsi? Dimenarsi sembrava inutile, addirittura peggio. Non che le dispiacesse... se ne rese conto con orrore. Anzi, una piccola parte della sua coscienza trovava l'esperienza gradevole. L'altra, tuttavia, le urlava nel cervello che chi la baciava era Draco Malfoy.

Quando il ragazzo mollò le sue labbra e iniziò a interessarsi al suo collo, Ginny gli urlò nelle orecchie con tutto il fiato che aveva in gola «MALFOY SVEGLIATI, MALEDIZIONE!» Questo sembrò calmarlo, perché si bloccò. Un attimo dopo un paio di occhi grigio-azzurri la fissava, con stupore.

«Che...» iniziò a dire. Il sonoro ceffone che lei gli stampò in faccia lo ammutolì. Con una spinta Ginny lo scansò, e si tirò su, fulminea. Si aggiustò il vestito lanciandogli l'occhiata più feroce della quale si sentì capace, e scappò via.

Draco si portò una mano sulla guancia e osservò il muro di fronte a sé, sbattendo le palpebre tre volte. Tremò.

Nota dell’autrice:

Ed eccoci alla fine del settimo capitolo ^_^

Era giunto il momento di "conoscere" Marion, eh? Che ve n'è parso del personaggio? ^^ Ovviamente dovete contare che, anche se descritti più dettagliatamente, questi sono solo BEI RICORDI di Draco. Cioè non è che lui abbia visto Marion sono in questi casi, sono solo quelli che il Dissennatore gli riporta alla memoria. E ovviamente sono anche addolciti dal ricordo.

Penso che ormai abbiate tutti capito dove voglio andare a parare. I prossimi capitoli saranno molto importanti per quanto riguarda il "romanticismo" della storia. Ma il bello deve ancora arrivare...

Siamo molto vicino al primo twist del plot. Pensavate che la storia sarebbe finita in questo hotel? Ebbene, vi siete sbagliati... questa storia è una epic, e questo è solo l'inizio dell'avventura. Praticamente questi capitoli (fino a verso l'11 o il 12) servono per introdurre le nuove relazioni tra i personaggi. Ma la VERA storia inizia quando qualcuno ricorderà qualcosa. E l'avventura potrà avere inizio =). Questo solo per farvi avere un'idea di QUANTO questa storia sarà lunga ^_^;;;;;; se sapeste tutto quello che deve succedere... si saranno un sacco di colpi di scena e twist del plot! Per questo dicevo, all'inizio, che non potete nemmeno immaginare dove voglio andare a parare. Ovviamente a meno che non sappiate chi sono i personaggi di un certo sogno/visione...

Ricordatevi di commentare! Continuerò solo se riceverò tanti bei commentini ^_^

Quindi che aspettate?

Passiamo a rispondere ai miei adorati commentucci ^O^

Fanfiction.it:

Emi-chan: altro bellissimo commento ^_^ Mi sto abituando troppo bene con i tuoi commenti, inizierò ad avere una crisi di astinenza ogni volta finché non commenterai i miei capitoli ^_^. Beh, si... Hermione ha proprio ragione, un po' di sano lavoro non ha fatto mai male a nessuno, e in fondo Draco ha due braccia e due gambe come chiunque, quindi può sgobbare. Soprattutto se è camera SUA quella che deve essere aggiustata ;) però come noti la ragazza ha buon cuore, quando viene a sapere che, in fondo, Draco si è mosso per aiutarli decide di ricambiare =). Penso che Draco più comincia a sentirsi a suo agio dove sta più dimostri di essere cresciuto. In questo capitolo, tuttavia, c'è uno stallo però, dal punto di vista di Draco, questo capitolo è importantissimo perché mostra il personaggio di Marion, rendendole finalmente giustizia. E qui voglio un bel commentuzzo su Marion ^^. Harry e Ron ti hanno irritata? LOL ^^;;;;;;; beh non è che nella scena del furetto nel quarto libro siano molto "delicati". Saranno stati pure quattordicenni, ma quel poverino di Draco saltellava dappertutto squittendo per l'orrore e quelli a ridere... (Draco era stato trasformato in un furetto da Mad Eye Moody.)

Laurie: come noti Ginny si è ancora + avvicinata a Draco... oddio, + che altro Draco si è impunemente avvicinato a lei, e ora la sua faccia ne paga le conseguenze LOL ^^;;;;; Io se fossi in Harry mi pulirei gli occhiali e mi darei una bella svegliata ma, si sa... quel ragazzo è raramente sveglio... Per quanto riguarda i due giorni senza bacchetta – non sono una persona così crudele! Però farò vedere i sorci verdi a Dracuccio in altre maniere... come hai iniziato a vedere anche qui =)

Nimue: dov'è che ho detto che Voldie è un mostro? O.o; non ricordo di averlo definito in cotal maniera! Sono contenta che la sana ironia del capitolo 6 ti sia piaciuta =) ogni tanto mi piace inserire delle punte ironiche, trovo che senza humour una storia non possa reggere del tutto, drammatica quanto ti pare ha bisogno di una punta d'ironia ogni tanto. Comunque un giudizio al quale terrei parecchio è il tuo: che te ne pare di Marion? =)

EveR: aspettavi una bella scenetta tra Malfoy e Ginny? Uhm... non so se puoi già dirti accontentata... chi lo sa =) cmq come potrai intuire non è tanto la scena che hai appena letto quanto gli effetti che saranno interessanti da leggere =P per i primi effetti però dovrete aspettare domenica prossima... spiacente =). Per quanto riguarda i libri non li ho letti solo in Italiano, ma li ho anche nell'edizione Inglese della Bloomsbury, e li ho letti tante volte, sia in Italiano che in Inglese =) Penso che documentarsi sul background sia importantissimo, cerco sempre di evitare qualunque riferimento sbagliato ai libri. Perché i libri SONO HP, e se non li conosci non puoi capire i personaggi e il mondo di HP. Che la storia sia post-Hogwarts è irrilevante... spero solo che il quinto libro non cambi di troppo le carte in tavola. Volevo iniziare a scrivere questa storia dopo aver letto il quinto, ma il coniglietto era troppo zompettante nel mio cervello... al massimo se proprio dovesse esserci qualcosa di stratosfericamente importante (tipo qualcuno che muore nel quinto libro che qui è vivo o cose simili) mediterò se fare un cambiamento in corso oppure se aggiungere solo la dicitura AU ^^ (SE Johanne mi ammazza Sirius questa fic diventa AU... senza mezzi termini).

EDeLarge: hihi... già, il sorriso BEOTA di Harry =D. Vi preannuncio che una parte del prossimo capitolo sarà vista dal punto di vista di Harry e finalmente vi spiegherà un po' che cosa c'è dentro quella zucca cresciuta. Per quanto riguarda Herm e Ginny... beh le donne sono sempre più mature degli uomini =) personaggi di una fiction o persone reali che siano =). Sono contenta che ti sia piaciuta la scena da Ollivander, è una di quelle che preferisco tra quelle che ho scritto ^^. Sono curiosa di avere un tuo parere su Marion =) che te ne pare?

Evan: OPS! Ho completamente dimenticato la tua e-mail! Cmq ti rispondo qui. Per quanto riguarda la torcia e quegli spoiler a dire il vero io ho cercato a lungo spoiler sui nuovi libri di HP e ne ho letti tanti, così tanti che non puoi immaginare. Alcuni erano proprio quelli. L'idea della Torcia Verde mi è piaciuta e ho deciso di utilizzarla ;) in fondo quell'oggetto poteva chiamarsi in qualunque modo, posso assicurarti. Però metterle un nome che in qualche modo era già collegato all'immaginario di HP me l'ha reso più semplice.

Yura: eh già... se sapessero! (rideremmo di +? Nd Harry e Ron) (esseri insensibili... nd Ginny) (si dice persone insensibili, non sono oggetti! Nd Hermione) (non sono persone se ridono delle disgrazie altrui Nd Ginny) (sigh... Nd Harry e Ron) Come mi sto divertendo a scrivere i capitoli nuovi! Ma tu lo sai bene, vero? ^^

Giannetta: ti ringrazio per il commento, ma non mi trovo molto d'accordo con le tue obiezioni. Far avere un'idea brillante a Ginny oppure far sembrare stupida Hermione o far cucinare... Draco... oltre che ampie ripercussioni sulla dinamica del loro rifugio (questo riguardo l'ultima ipotesi, un'esplosione e un incendio è l'ultima cosa di cui i nostri hanno bisogno per non attirare l'attenzione =P e dubito che Draco farebbe una figura migliore di quella che potesse fare un Neville a pozioni, se solo prendesse una padella in mano), comporterebbe rendere i personaggi "out of character". Per me mantenerli secondo il "canon" è una necessità. Sono cresciuti, si, ma non sono completamente cambiati. Per quanto riguarda Ron, quelli che Draco ha indossato erano suoi vestiti VECCHI. E mi pare ovvio se conti il fatto che erano di pochissimo troppo grandi per lui, e Ron è ben + alto di Malfoy. Inoltre anche se grande, adulto e vaccinato non è detto che Ron non possa ricevere da sua madre un vestito e metterlo nel cassetto, non trovi? Per quanto riguarda chi cucina, non è solo Ginny la persona che cucina, ma anche Hermione. Non ti ricordi che, nel capitolo 4, anche Hermione dice che sarebbe andata a girare l'arrosto? Che Draco becchi solo Ginny la mattina a iniziare a pensare a che cosa preparare questo non vuol dire che sia SOLO lei a cucinare. Vuole solo dire che la colazione la prepara lei perché si alza prima degli altri, e inizia a preparare da mangiare sempre per quella ragione. Comunque ci saranno momenti in cui cucinerà qualcun altro, quindi per questo non devi preoccuparti. Dovresti spiegarmi quali parti sono "luoghi comuni e cose già viste e dette". Mi interessa davvero sai?

Youki-chan: ti ringrazio *^^*

Erika's Fanfiction Page:

Maichy: povero Dracuccio eh? ^_^ Beh ora è un membro normalissimo del gruppo e come tu devi rimetterti a posto le cose tue così deve rimettersele a posto lui. Non è che hermione e gli altri siano tipi da fare favoritismi, soprattutto a Draco Malfoy =). Anzi, proprio il fatto che lo trattino come tutti gli altri ti fa capire che iniziano ad accettarlo ^_^. Sono curiosa di sapere che ne penserete di questo capitolo =D

Shinko_88: non ho letto Atotori ma non penso che sia un cattivo lavoro =) cercherò di darci un'occhiata appena possibile =)

Lella: hihi =) beh non l'avete visto proprio in versione bella lavanderina (che lava i fazzoletti per i poveretti della città? Non mi sembra il caso =D) però penso che la scena valesse la pena di essere scritta e letta. Che ne pensate di Marion?

Nakoruru: si è pure dovuto far aiutare, se no non ci riusciva... bella botta per il suo orgoglio ;)

Mony-chan: Basta averlo aiutato a rimettersi a posto la stanza come rivincita? =) Guarda che è un gran bel peso per l'orgoglio di un certo qualcuno... Forseavreste preferito che lo costringesse a fare il bel lavanderino per tutta casa... ma dubito che la casa avrebbe retto (è anche abbastanza malconcia di per sé =D). Con chi finirà Ginny? Beh questo capitolo dovrebbe aver messo in luce diversi punti oscuri =). lascio a voi la decisione ;)

Eli: beh che un sacco di maghi sappiano che Draco è vivo non è un problema: il Ministero SA che lui non è morto, metteva solo in giro voci diffamatorie. Sono contenta che i miei capitoli ti piacciano =) Spero che Marion ti sia piaciuta =)

Pany_z: O.o;;;;;; ok, aggiorno, ecco il cap 7! Ehm... Per il prossimo devi aspettare domenica 1 Giugno, ok? =)

Fanfiction.net:

Ryuko: Beh... anche i Malfoy capiscono di sbagliare, e anche se non lo ammette a parole Draco lo sa benissimo di aver sbagliato ;) inoltre Ollivander l'ha trattato come un bambino di tre anni che rompe il giocattolo, il tutto davanti a Ginny, e questo non è qualcosa che faccia un granché bene al suo orgoglio ^^;;;;; arrossire di rabbia davanti a una scena del genere mi sembra più che naturale =). Per quanto riguarda Draco e Ginny... beh... inizia a fare i tuoi calcolini dopo aver letto il finale di questo cap, vah ;) Azione e reazione =).

EveR: Si, è pericoloso, ma purtroppo non poteva farci niente, doveva andarsi a comprare dei vestiti. Inoltre il Ministero sa benissimo che lui è ancora vivo, ha solo sparso "voci" in giro dandolo per morto. Il vero problema è andarsi a riprendere la bacchetta perché il resto, una toccata e fuga fatta sul momento, non può impensierirlo. In fondo loro non sanno dove lui alloggi, l'hanno solo visto entrare e fare compere.

 

1 E' consuetudine che le famiglie Inglesi, prima di andare a dormire, mangino una specie di spuntino serale. I pasti che effettuano si dividono in breakfast (colazione), lunch, a volte detto dinner (pranzo, lo so, sembra strano ma è così. E' un po' come nelle case più signorili Italiane il pranzo si chiama ancora "seconda colazione") verso la mezza, tea time verso le quattro, dinner (la cena) verso le sei di sera e supper (spuntino serale) verso mezzanotte, prima di dormire. Ovviamente ci sono Inglesi che fanno solo breakfast, lunch e dinner, Inglesi che prendono anche il tè, Inglesi che fanno anche lo spuntino serale. Il "supper" è considerato, a quanto ho capito, un comportamento signorile.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Distanze. ***


Correva
Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia “Kagome” kagome@tiscalinet.it.

Pubblicato il 1 Giugno 2003

Beta-letto da Megabyte e da Aramis. Ringrazio Aramis ed Esus per l’enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!

Disclaimer:

Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

Capitolo 8: Distanze.

«MALFOY SVEGLIATI, MALEDIZIONE!» il grido di Ginny risuonò nella hall del palazzo abbandonato e fece eco anche nella biblioteca. Harry posò il libro che stava leggendo, spostando lo sguardo, di scatto, verso l'alto.

«Ginny!» gridò Ron, con malcelata preoccupazione. Fece per alzarsi in piedi, ma Harry fu più veloce, e lo bloccò. Si alzò lui e gli mise le mani sulle spalle, osservandolo molto seriamente.

«Ron penso che sia meglio che vada a controllare io. Forse Ginny ha bisogno di aiuto.» disse. Ron si girò a fissarlo, le sopracciglia aggrottate, gli occhi tesi, duri e preoccupati, rivolti verso il suo migliore amico.

«E' mia sorella. Non vorrei che quel... che Malfoy le stesse facendo qualcosa.»

«E' anche la mia ragazza, Ron. Permettimi di occuparmene io.» notò che l'amico non sembrava convinto, e che era ancora sul punto di alzarsi. «Non penso che le stia facendo del male, comunque. Mi sa che stava cercando di svegliarlo. Sarà per colpa del Dissennatore che sento passare... è lontano, non mi dà problemi. Ma probabilmente ne dà a Malfoy.» finalmente il ragionamento di Harry convinse Ron a calmarsi. Riprese in mano il libro che stava leggendo, e cercò di concentrarsi.

«Si però... vai a vedere che è successo. E se quello le sta facendo qualcosa non intervenire e chiamami, che lo ammazzo.» la sofferenza poteva leggersi chiaramente negli occhi nocciola del ragazzo dai capelli rossi. Harry sorrise e annuì, affrettando il passo verso le scale.

Ormai erano due anni che si era finalmente deciso e aveva chiesto a Ginny di essere la sua ragazza. Qualche mese dopo aver lasciato Hogwarts era andato in missione per conto del ministero a Hong Kong. L'aveva incontrata per caso, mentre girovagava per il mercato cercando informazioni per la sua missione. Cho Chang. Avevano deciso di rivedersi quella sera, a cena.

Lei... era cambiata. Malinconica, lo sguardo vuoto, distaccato... sembrava l'ombra di se stessa. Lui le aveva chiesto se poteva aiutarla. Avrebbe voluto starle vicino, come un amico – ma anche come qualcosa di più. Lei aveva rifiutato.

*Mi dispiace, Harry. Ma quando guardo te non riesco a evitare di pensare a Cedric.* aveva detto.

Lui era arrossito, per il disappunto. Anche lui aveva molto sofferto per la morte di Diggory, aveva passato l'estate successiva e parte del quinto anno tormentato dal rimorso. Se solo fosse stato più attento, o più forte... se solo non gli avesse proposto di toccare la coppa assieme... migliaia di dubbi e di rimpianti lo avevano tormentato, per mesi.

Non aveva più tentato, da allora, di avvicinarla – non riusciva a pensare di stare assieme alla ragazza di Cedric. Ci aveva messo tutti quegli anni prima di affrontare se stesso, i suoi sentimenti, e tornare da lei. E anche allora, se l'era ritrovata davanti per caso, non perché l'avesse davvero cercata. Ma non poteva, non VOLEVA credere che lei lo ritenesse davvero colpevole della morte di Diggory.

All'inizio del quinto anno la ragazza era stata molto fredda con lui, poi aveva ripreso a trattarlo nello stesso modo, anche se i suoi sorrisi non erano più tornati a illuminare il suo bel volto. Era stato sicuro, allora, che lei lo stesse incolpando di qualcosa. Ma mai avrebbe potuto pensare che ancora adesso ce l'avesse con lui.

*Non farti strane idee. So bene che non è colpa tua, non ti sto accusando. E' solo che... non potrei pensare a una vita assieme a te, con il ricordo di Cedric che mi tortura.*

*Però... uhm... Cho... io non ti sto chiedendo di sposarmi. Vorrei solo restarti vicino, come un amico, e aiutarti a superare quello che è successo. Non devi per forza amarmi...* aveva avuto il coraggio di dire. Lei l'aveva guardato addolcendo lo sguardo, e gli aveva sorriso, per la prima volta da anni. Harry aveva provato una stretta al cuore.

*Non potrei mai farti questo. Cioè... potrei dirti di si, e so che tu faresti di tutto per aiutarmi. Ma nessuno mi farà dimenticare Cedric. Ti farei solo soffrire ed è qualcosa che, sul serio, non voglio.* gli sorrise ancora mentre, con quelle asticelle che lui non riusciva a usare, finiva il suo pasto. * Sai, lo conoscevo da sempre, le nostre famiglie erano vicine di casa e noi eravamo cresciuti insieme, prima che loro si trasferissero. Per me era un fratello, un amico... e infine era diventato qualcosa di più.* gli aveva passato una mano sulla guancia mentre parlava. La delusione nei suoi occhi era palpabile e lei l'aveva capito, ovviamente.

*Ma...* aveva cercato di ribattere, col groppo alla gola. Come poteva buttare la sua vita così? Lei l'aveva zittito mettendogli un dito sulle labbra.

*Shhhh... non dire niente. L'ho sempre saputo e, non te lo nascondo, mi faceva piacere. Cioè... il famoso Harry Potter, il 'Ragazzo Sopravvissuto', colui che aveva messo alle strette Tu-Sai-Chi... aveva una cotta per me. Mi aveva invitata al ballo di Yule. Ne fui davvero felice, sai? Ma io amavo Cedric, era qualcosa di molto più forte della simpatia che potevo, e che posso, provare per te. Questo sentimento non è cambiato.*

*Che farai allora? Starai tutta la vita a piangere?* le aveva chiesto, i pugni serrati, il tono di voce che non riusciva a nascondere il suo disappunto. Le sue parole l'avevano ferito e lei se n'era accorta perché l'aveva osservato a lungo, malinconica, prima di rispondere,

*Ovviamente no. Il Ministero mi ha inviato una lettera, l'altro giorno. Mio zio mi ha trovato un lavoro a New York, partirò tra due settimane. Starò bene, davvero. Io non mi sposerò mai; tu meriti di meglio.* gli aveva dato un bacio, lieve, sulla guancia e se n'era andata; Harry aveva fatto dietro front, era tornato al suo albergo.

E aveva pianto.

Quando era tornato in Inghilterra, dopo aver portato a termine il suo incarico, era stato invitato al matrimonio di Ron e Hermione. Aveva riflettuto molto su quello che Cho gli aveva detto e, seppur soffrendo ancora, aveva deciso di non pensarci più.

Alla festa aveva rivisto Ginny e la ragazza gli era stata molto vicino. Aveva appena finito Hogwarts e, dopo non averla vista per un anno, Harry non aveva potuto evitare di notare quanto fosse diventata bella, e seducente.

Arrivò in cima alle scale, e il filo dei suoi pensieri fu interrotto dalla vista della ragazza – era appoggiata alla porta della camera di Draco; il volto rosso, gli occhi brillanti di indignazione, il respiro affannato.

«Che è successo, tesoro?» le chiese, avvicinandosi. Fino a quel momento aveva veramente creduto in ciò che aveva detto a Ron – che Malfoy non le stesse facendo del male. Ma nel vederla in quello stato gli prese una morsa al cuore... possibile che? Non l'avrebbe mai perdonato... né a Malfoy né a se stesso.

Lei lo osservò con aria truce – Harry non capiva per quale ragione lei lo guardasse così male ogni volta. Aveva anche provato a scoprirne la ragione, ma lei aveva sempre cambiato argomento.

La ragazza sembrò riprendersi subito, sia dallo shock che era stampato sul suo volto quando lui era arrivato sia dal 'malessere' causato dalle sue parole. Lo osservò con sguardo obliquo, e gli sorrise. Gli si avvicinò, sinuosa, buttandogli le braccia al collo e baciandolo appassionatamente. Harry allargò gli occhi a quella reazione; non se l'aspettava.

Ginny gli passò le mani nei capelli e iniziò a baciarlo sul mento, scorrendo per la mascella con le labbra socchiuse e alitandogli nell'orecchio. Un fremito lo percorse da capo a piedi... come faceva a sapere SEMPRE come comportarsi con lui?

«Ehi... a che devo l'onore?» le chiese, sorridendole dolcemente. In pochi secondi era riuscita a farlo andare su di giri e ora non aveva di certo alcuna intenzione di tornare in biblioteca per tranquillizzare Ron.

«Non posso dirtelo,» sussurrò lei solleticandogli il lobo dell'orecchio mentre Harry rabbrividiva e la guardava, con desiderio. «c'è qualcosa che devo dimenticare.» terminò guardandolo negli occhi.

«E vuoi dimenticarla qui in corridoio, o preferisci arrivare in camera da letto? No, perché se continui così, dolcezza, mi sarà difficile contenermi...» scherzò. Lei fece un risolino e lo prese per mano,

«Allora affrettiamoci.» replicò, con voce suadente.

Ma si rendeva conto di quanto lo facesse impazzire in quel modo? 'Certo che se ne rende conto...' pensò Harry con un sorrisetto. Ginny lo trascinò fino in camera da letto e, chiusa la porta dietro di lui, lo osservò sorniona, come una gatta.

«Vuoi giocare?» disse lui vedendola scattare via al suo gesto di acciuffarla. Lei ridacchiò e annuì col capo mentre cercava accuratamente di non farsi prendere. Dalla sua gabbia, Edvige tubò quasi divertita quando Harry tirò fuori la sua bacchetta, con un sorriso da delinquente, e  se ne uscì con un «Accio, Ginny!»

«Signor Potter! Lo sa bene che quell'incantesimo non funziona con le persone!» disse la ragazza mimando l'aria corrucciata del Professor Vitous; poi rise di gusto alla sua falsa aria contrita e lui riuscì a raggiungerla. In pochi momenti le sue braccia circondavano la sottile vita di lei, che continuava a ridere, ma gli si strusciava addosso in un modo troppo eccitante... troppo...

«Pare abbia funzionato, invece! Cinque punti a Grifondoro...» le disse lui sorridendo e osservandola con occhi pieni di desiderio. La baciò dolcemente mentre le mani passavano in rivista ogni singola curva del suo corpo. Che non era forse il più perfetto e statuario, ma non per questo meno seducente.

Già... era davvero magnifica. Da quel giorno, quando l'aveva rivista al matrimonio di Ron e Hermione, aveva fatto spola per quasi un anno tra Casa Black e la Tana. I suoi sentimenti per Ginny si erano rafforzati, ed era arrivato a pensare di volerle davvero più bene che a un'amica.

Tuttavia... non era sicuro di amarla. Non provava per lei la stessa stretta al cuore che sentiva quando incontrava lo sguardo e il sorriso di Cho, a Hogwarts. Non sentiva le gambe e le ginocchia sciogliersi, non gli sembrava di essere in Paradiso solo per uno sguardo. Però, quando stava con lei, si sentiva bene.

Si era convinto che dovesse essere qualcosa di più forte dell'amicizia; magari un tipo di amore diverso da quello che aveva provato per Cho, forse più adulto, più maturo. In fondo non era più un ragazzino.

Aveva deciso di proporsi a lei e chiederle di restargli accanto. Lei aveva accettato e da allora non l'aveva mai abbandonato. Gli era stata vicino, sostenendolo nei momenti di tristezza, consolandolo e cercando di tirarlo su, o di farlo riprendere quando passava un Dissennatore. Era la sua ancora di salvezza e lui, ormai, lo sapeva.

Fecero l'amore, prima con foga, poi più dolcemente, finché non furono così stanchi che Harry avrebbe potuto giurare di non riuscire più a muovere un muscolo, nemmeno se fosse comparso Voldemort con tutti i Mangiamorte nella sua stanza in quell'istante.

«E se dovessero arrivare davvero che faresti?» gli sussurrò nell'orecchio Ginny, divertita.

«Morirei. Stanco, ma felice.» disse lui sbiascicando un po' le parole e stringendola, possessivamente. Lei rise, poi restò a osservare il soffitto per un po', continuando a passargli le mani nei capelli con una carezza tanto delicata e tanto rilassante al tempo stesso.

«Harry?» chiese a un certo punto, improvvisamente seria. Gli occhi del ragazzo erano già chiusi. La stanchezza della giornata e le emozioni che vi si erano aggiunte, unite al delicato tocco delle mani di lei nei suoi capelli l'avevano cullato in una specie di dormiveglia. Non si rese nemmeno conto che l'aveva chiamato, ma rispose automaticamente,

«Hmm?»

«Dimmi che mi ami.» gli sussurrò nell'orecchio. Il ragazzo non rispose, cullandosi placidamente nel dolce dormiveglia in cui era piombato. «Dimmelo... ti prego...» sussurrò lei ancora più piano. Restò in attesa di una sua risposta per diversi minuti, mentre un silenzio ovattato avvolgeva la camera, interrotto solo dai discreti rumori di Edvige che metteva la testa sotto l'ala per addormentarsi.

Alla fine, un leggero russare invase il silenzio della stanza; Harry si era addormentato. Sotto di lui, sentendo ancora il suo respiro smuoverle dolcemente i capelli sul collo, Ginny usò la bacchetta per spegnere la luce, e l'appoggiò sul comodino, assieme agli occhiali del ragazzo. Una lacrima, capricciosa, sfuggì dall'angolo del suo occhio destro, scorrendo sulla guancia fino all'orecchio e poi disperdendosi sul cuscino.

§§§

Draco rimase per un po' a osservare la parete di fronte a lui, con gli occhi sgranati. La guancia, dove la ragazza l'aveva schiaffeggiato, gli faceva un male boia; aveva molto freddo, diversi brividi gli correvano per la schiena. E, il che era ancora peggio, aveva il suo sapore in bocca. Quello di Ginny...

'Ma che ho fatto?' pensò, ancora incapace di riflettere. Ricordava soltanto di aver sentito il freddo che accompagnava il passaggio di un Dissennatore, e di essersi sentito male. Poi si era trovato sul letto e... 'La stavo baciando... la baciavo, dannazione. E non mi dispiaceva nemmeno.' Pensò sconvolto. Non riusciva a crederci.

'Ricordo solo che il Dissennatore mi ha fatto rivedere quel giorno, con Marion.' Rifletté, cercando di mettere ordine in quello che era successo. Improvvisamente arrossì. Ma certo! Non poteva essere altrimenti. L'aveva baciata d'istinto scambiandola per Marion. Come aveva potuto agire in modo tanto sconsiderato?

«Sono un cretino.» stabilì staccando finalmente la mano dalla guancia e posandola su una gamba.

Dall'altra parte della porta, nel corridoio, sentì la voce di Harry e quella di Ginny. Poi non li sentì più, e udì, distintamente, la porta della loro stanza chiudersi.

Decise che aveva bisogno di un pezzo di cioccolata, i brividi sembravano non voler andar via. Si alzò, si diresse verso la porta e poi per le scale, raggiungendo la cucina.

«Malfoy, sei qui.» la voce di Ron lo colse di sorpresa, costringendolo a un poco dignitoso sobbalzo. Si girò in direzione della voce e vide che il ragazzo dai capelli rossi sedeva al tavolo della cucina. Hermione gli stava dietro, in piedi, e lo abbracciava.

«Già. Che c'è di male?» chiese con noncuranza. Ron sembrò squadrarlo con sospetto.

«Prima abbiamo sentito Ginny urlare,» il giovane dai capelli rossi notò subito che il suo interlocutore cercava di nascondere la sua sorpresa, mentre il volto pallido cambiava leggermente colore dal bianco al rosato. «che è successo? Harry ha detto che andava a controllare e non è più tornato.»

«Nulla.» disse Draco cercando di sembrare sicuro. Non che un bacio potesse considerarsi nulla... soprattutto se strappato in quel modo. Ma non poteva certo ammetterlo! «C'è un pezzo di cioccolata?» chiese cercando di cambiare argomento. Hermione si staccò da Ron e si diresse verso una delle credenze laterali, aprendola e mettendosi a cercare qualcosa. Ron si alzò e gli si mise di fronte – gli torreggiava davanti sovrastandolo di una buona spanna mentre i suoi occhi nocciola si riflettevano, con una serietà quasi dolorosa, in quelli grigio-azzurri di Draco.

«Sono maledettamente serio, Malfoy. Ricordati che, giuramento o meno, se tu dovessi toccare mia sorella anche solo con un dito, ti caverei gli occhi e te li farei mangiare a colazione.»

Draco impallidì, istintivamente, ma non si scompose. Vide che Hermione si era avvicinata con un pezzo di cioccolato in mano e si incamminò verso di lei, per prenderlo. Poi si diresse verso la porta, con decisione.

«Non c'è pericolo, Weasley.» sibilò girandosi a guardarlo, diritto in faccia. Poi si voltò e fece per allontanarsi per le scale.

«Uh, Malfoy?» chiese Ron, costringendolo a bloccarsi. Si rigirò a guardarlo con un piede già sul primo scalino.

«Che c'è?»

«Che hai fatto alla faccia?» un lieve rossore apparve sul volto di Draco. Guardò per terra e pensò un attimo prima di rispondere,

«Tua sorella ha la mano pesante...» concluse, fissandolo. Visto che Ron lo osservava senza rispondere fece a entrambi un lieve cenno col capo, tornando nella sua stanza.

«Penso che Harry avesse ragione, Ron. Credo che Ginny lo stese svegliando dall'attacco di un Dissennatore. Non sarebbe venuto a prendere il cioccolato in caso contrario.» Hermione si avvicinò da dietro al ragazzo, abbracciandolo e poggiandogli la testa sulle spalle.

«Lo so. Ciò non toglie che...» gli occhi del ragazzo passarono dalla dolorosa indignazione alla sofferenza, nel giro di un momento. Si aggrappò all'abbraccio di lei, e si girò, ricambiandolo.

«Ginny ormai è cresciuta. E' una donna e ora ha Harry che si occupa di lei. Lui le vuole bene.» disse Hermione, con tono monotono, cercando di tirarlo su mentre tornavano in cucina.

«Non lo so, Hermione. Ogni tanto... non noti anche tu che Ginny... sarà solo una mia impressione.» concluse mentre la ragazza armeggiava con la cerniera del suo mantello, togliendoglielo. Si mise seduto e lei gli si accoccolò sulle gambe, abbracciandolo.

«Lascia che siano Harry e Ginny a occuparsene, Ron. Se tu andassi a indagare potresti peggiorare la situazione.»

Lui aveva iniziato a giocherellare con i suoi capelli. Gli piaceva molto passarci le dita in mezzo e impegnarsi a farne arrotolare le punte sui polpastrelli. Erano una parte del suo corpo che all'inizio non aveva nemmeno tenuto in considerazione – li aveva considerati gonfi, crespi e senza attrattive. Ma ora erano una delle cose che gli piacevano di più di lei. Si divertì a inanellarli per un po', mentre lei lo abbracciava, paga della sua vicinanza che confortava entrambi. Poi la ragazza si alzò, sciogliendo l'abbraccio, per andare a controllare il calderone con la pozione di Lupin. Ron si lamentò per il distacco e lei sorrise.

«Amore, devo controllare se è pronta. Sai bene che Remus deve berne parecchia tra oggi e domani.» si fermò un attimo a controllare la cottura e girò il mestolo un po' di volte per amalgamarne il contenuto.

«Si, ma ne ha già dieci bottiglie piene laggiù...»

«Non fare il bambino piccolo ora. Questa è l'ultima per stasera, poi andiamo a dormire. Potrai aspettare cinque minuti, no?» lo guardò di sottecchi, con un sorriso malizioso. Questo riuscì a rimuovere il falso broncio dal volto di Ron.

«Va bene. Allora io finisco di controllare questo libro. Sirius è già andato di sopra?» il ragazzo riaprì il libro e si concentrò sulle parole.

«Si, Sirius è già a letto. L'ho dovuto costringere, voleva rimanere vicino a Remus. Ma anche Lupin gli ha detto che ormai poteva alzarsi, quando necessario, per bere la pozione. Quindi è andato di sopra.» soggiunse la ragazza mentre girava il composto.

«Comunque sul serio, Herm... non trovi che da quel giorno tra loro due sia cambiato qualcosa?» Ron chiuse il libro e fissò la moglie, con preoccupazione.

«Intendi dall'undici Settembre?» chiese lei. Il ragazzo annuì e lei sospirò. «Non so che dirti. Certo, la reazione di Harry è stata molto forte. Ma ne siamo rimasti sconvolti un po' tutti.» mentre parlava spegneva il fuoco sotto il calderone e cercava nella stanza una bottiglia.

«Si, ma Ginny... è stata fredda con lui per diversi giorni. E da allora ogni tanto sembra strana.» disse Ron, osservandola versare la pozione nell'ennesima bottiglia e recitare un incantesimo di autolavaggio sul calderone ormai vuoto.

«Te l'ho detto, Ron... lasciali risolvere i loro problemi da soli.» lei gli si avvicinò di nuovo e lo costrinse ad alzarsi. Gli mise le braccia al collo, allungandosi alla sua altezza e lo guardò negli occhi. «Tu ti fidi di Harry, vero?»

«Certo che mi fido di lui. Forse hai ragione, mi preoccupo troppo.» concluse il ragazzo mentre le labbra di lei iniziavano a strofinarsi contro il suo collo. Non riuscì più a resistere e la prese in braccio, scortandola di peso fino alla loro stanza al secondo piano.

Quando se ne furono andati, Lupin entrò con circospezione in cucina e prese una delle tante bottiglie, bevendone un buon quarto.

«L'aria è elettrica stasera,» disse, «domani pioverà.»

Nota dell’autrice:

Ed eccoci alla fine del capitolo otto! ^_^

Credo che qualche piccolo indizio su quale sia la ragione che spinge Ginny ad avercela con Harry iniziate ad averlo. Per chi sia curioso, vorrei ricordare che la fic è ambientata a inizio 2002. L'"undici settembre" di cui parla Herm... è il FAMOSO undici settembre. Quello delle Torri Gemelle, si.

Ricordatevi di commentare! Continuerò solo se riceverò tanti bei commentini ^_^

E ora come sempre la parte più piacevole della nota ^_^ le risposte =) Ho notato che Marion è piaciuta un po' a tutti, e questo mi rende felice. Non contenta di essere riuscita a renderla un personaggio tridimensionale e allontanarle lo spettro della Mary Sue dalla testa!

Fanfiction.it:

Youki-chan: beh si... le persone così pasticcione fanno tenerezza ^^ e soprattutto sono diverse da tutto quello che Draco conosceva. Marion all'inizio lo irrita, ma più la conosce meno riesce a irritarsi... e alla fine scopre di volerle bene. Anzi, di esserne innamorato... e non se n'era nemmeno accorto ;). Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Spero che qualche indizio sul perché Ginny abbia tutti quei problemi nella sua reazione con Harry comincino ad essere chiari. L'11 settembre... chissà come mai l'ha citato Ron... ;)

Myricae: ti ringrazio per il commento! Si, il fumetto che Draco sfoglia la prima volta, quello non yaoi, è proprio Fruits Basket :) Marion era una fan di quel manga, ecco perché ha citato la frase detta da Kana. Le era sembrata adeguata alla situazione. Per quanto riguarda Sirius e tutto vorrei pregarti di non prendere per oro colato tutto quello che trovi scritto su Internet. Nelle interviste rilasciate dalla signora Johanne, lei asserisce che un fan di Harry morirà nel quinto libro, ma non specifica CHI. Inoltre nessuno ha notizie sicure sui libri successivi... quindi quelle che leggi sono pure e semplici supposizioni, che si contrastano pure, spesso e volentieri. Io ho usato il nome "torcia verde" che avevo trovato in uno di quei siti, ma non perché fossi SICURA che quella sia l'arma che userà l'Harry della Rowling per distruggere Voldemort. Mi serviva solo un nome... poteva essere Pincapallina o Torcia Verde, il nome non ha importanza nell'economia della storia. Visto che ne avevo uno già pronto l'ho usato invece di inventarmene un altro ;). Tutto è possibile... come è impossibile. Solo il tempo ce lo dirà.

Ryuko: ti ringrazio per il commento ^_^. Beh... a Marion lo yaoi piace =). Io non condivido, ma Marion non è me ^^ ha i suoi gusti... e ben definiti pure!

Yura: eh Yura-chan... tu già sapevi quello che avrebbe fatto Ginny in questo cap, gli altri no ^^ così me li hai incuriositi (grazie, grazie :D). Sono contenta che Marion ti sia piaciuta, e sono contenta soprattutto che una persona che non ama il romanticismo come te abbia apprezzato il bacio tra Draco e Marion. Eh già... la povera Ginny si è proprio spaventata ^^;;;;;;; e il suo sconvolgimento non è solo dovuto alla paura, e al bacio...

Nimue: sono davvero felice che ti sia piaciuta Marion ^_^. Certo, lo so che lo spettro Mary Sue è sempre nell'armadio (ma non c'erano i Mollicci nell'armadio un tempo? Nd Marion) (si, ma con tutto il tuo casino c'è finita anche una Mary Sue... nd Draco) (Err... in realtà temo sia il mio molliccio... nd Marion, spaventata) (Ridikkulus! Nd Draco) (si, era il Molliccio... nd entrambi) (ZITTI VOI DUE! Nota dell'Autrice isterica). Pant, pant... cmq... beh certo, anche io, se fossi stata in Ginny, avrei gentilmente consentito a Dracuccio bello di mamma sua di continuare… ma prego! (hehehehehe.... nd Draco che si atteggia) (abbassa la cresta tu -_-;;;;;;; n mia) Però Ginny aveva altre idee al riguardo. E si... è molto brava a menar ceffoni, lasciano perfino il segno le sue sberle :D però dai... c'è una soddisfazione più che sadica nel prendere a ceffoni Draco Malfoy (hey! Nd Draco), non trovi?

Cri79: Dunque... no, Harry e Draco non hanno quegli attacchi così, per sport. Il fatto è che il Ministero della Magia ha preposto delle pattuglie di Dissennatori che girano la sera e la notte, alla ricerca di Mangiamorte o gente da catturare o Baciare. Era anche per quel motivo che nel primo capitolo Draco si disperava per non aver trovato un posto dove dormire. Quando i Dissennatori passano nei pressi del loro albergo, Draco si sente male. Harry ha qualche piccolo problema (impallidisce e barcolla prima di riprendere il controllo), ma normalmente non ha problemi, tranne quando dorme della grossa e non si rende conto che lo stanno attaccando, il che è molto raro (ecco perché Ginny si era spaventata). Si, il qualcuno ricorderà... oppure la storia non potrebbe andare avanti ^^

Valentina: grazie ^_^ sono felice che la storia ti piaccia! Dimmi se ti è piaciuto questo nuovo capitolo =)

Laurie: dunque... beh si, Marion ha attirato Draco soprattutto per la sua semplicità e naturalezza. L'ha fatto ridere, e si è comportata come una ragazza NORMALE. Non che non abbia tentato di sedurlo a modo suo... ci ha provato, poverina, ma non sembrava arrivare molto bene allo scopo (anche perché con i suoi pasticci e la sua sbadataggine rovinava sempre tutto, LOL!). E poi lo irritava dimenticandosi di fare quello che lui le chiedeva... ma non lo faceva mica apposta! Per Marion c'era un ordine in tutto – prima veniva il suo divertimento, poi il lavoro. So che non è un comportamento molto carino... ma lei era così. Quindi anche se Draco le aveva richiesto quei documenti... beh, in fondo veniva nel pomeriggio, lei poteva sempre prepararli dopo, no? Poteva quindi leggersi in santa pace New York New York, regalo di compleanno della sua migliore amica... *ops* il signor Malfoy è arrivato in anticipo, dannazione... :) Marion era così ^^ nel bene e nel male! Per quanto riguarda il sogno... mi sa che sei caduta nelle maglie della mia rete ^^. Vi do un indizio: i personaggi di quel "sogno" non sono chi possono sembrare. E no... Salazar non c'entra assolutamente nulla con la Torcia. Però è vero che i Fondatori saranno molto importanti, come lo sarà il segreto di Hogwarts... per quale motivo lo stemma di Hogwarts riporta quel testo in latino? "Draco Dormiens Nunquam Titillandum" :-) chissà...

Evan: sono contenta che il ricordo di Draco ti sia piaciuto, e che ti stia simpatica Marion. Per quanto riguarda il commento di Giannetta sono contenta che tu abbia espresso la tua opinione. Non sapevo che le coppie rinchiuse in un albergo fosse un tema tanto ricorrente nelle fanfiction, e soprattutto in Harry Potter... ma non pensavo fosse visto e stravisto nemmeno normalmente. Ma può essere che io legga materiale diverso da quello che leggete voi. In ogni caso nessuna idea è, di per se stessa, davvero originale e mai avuta prima. Qualcosa di detto e ridetto c'è SEMPRE, quindi beh, almeno è solo la premessa =). Ma forse troverete detto e ridetto anche il pezzo dopo. E' normale... in fondo abbiamo una cultura che ci accomuna, e gusti simili. E' normale pensare in modo simile. L'importante non è l'originalità o meno dell'idea, ma il MODO in cui tale idea è esplicitata. E, in fondo, anche la stessa Rowling usa cliché e cose simili, come tu stessa hai fatto notare :). Per quanto riguarda Kana di FB... anche io immagino Marion come lei. Infatti Kana è il personaggio che mi ha ispirato Marion. Se vuoi immaginarla come Kana, quindi, fai pure ^_^.

EDeLarge: Ciao ^_^ ti ringrazio per il commento! Briget Jones? Beh... meglio lei che Mary Sue! Almeno è umana ^_^ con i difetti e i pregi di ogni essere umano :). Un epic è una storia avventurosa e lunga. Praticamente una storia come i libri di Harry Potter, con combattimenti, romanticismo, fantasy, avventure... insomma, un mix. Non è una commedia sentimentale come sembra al momento =) Ma fate attenzione a questi capitoli, perché sono importanti! Per quanto riguarda il bacio di Draco... come dire, non è che Ginny se la sia presa perché l'ha baciata, ma perché ha capito che non era in sé quando l'ha baciata. Cioè... a chi piace essere baciata perché scambiata per un'altra?

val@: sono felice di rileggerti! Mi dispiace che tu sia stata tanto impegnata da non poter continuare a leggere la fic fino ad ora, cmq sono contenta che finalmente tu ci sia riuscita ^_^. Per la password... usa la procedura di recupero password del sito! Se non ci riesci dimmelo e ti metto una nuova pass =)

Emi-chan: sono contenta che tu sia riuscita a commentare, come al solito il tuo commento è molto profondo e mostra lati dei personaggi molto interessanti ^_^. Per quanto riguarda Draco e Marion – beh si. Marion era completamente diversa dall'ideale del padre, ma non è stato solo questo che l'ha avvicinata a Draco. C'è stato anche il fatto che lui si sentisse bene con lei. Non si sentiva costretto a comportarsi in un certo modo solo per soddisfare le pretese del padre, e soprattutto si sentiva sereno. Marion gli ha dato quello che nessun altro gli aveva dato fino ad allora, la tranquillità e la serenità di qualcuno che tiene davvero a TE, e non alla tua famiglia o ai tuoi soldi. Aveva finalmente un punto di riferimento, ma allo stesso tempo aveva qualcuno che per lui era più importante di qualunque altra cosa. Qualcuno che voleva proteggere... e che non è riuscito a proteggere perché per un attimo ha DUBITATO di lei. Questo è ciò che gli dà fastidio, quello che lo tormenta, il fatto di aver dubitato di lei. Marion non ha esitato a sacrificarsi per lui, ma lui ha dubitato e suo padre se ne è approfittato. Quindi lui non dà la colpa a Lucius della morte di Marion, ma a se stesso... per quanto riguarda gli yaoi *coughs* a me non piacciono Emi ^^ però Marion mi ha detto che le piacevano, quindi... ¬¬;

Erika's fanfiction page:

Alexis: ciao =) sono contenta che Marion ti sia piaciuta ^_^ attendo commenti su questo capitolo!

Nakoruru: come vedi le prime ripercussioni ci sono già state. Ma questo nulla in confronto a quello che avverrà nel prossimo capitolo... Capitolo 9: "La vendetta di Ginny..." il titolo mi pare eloquente =)

Lella e Dado: che ti ho contagiata con il non sopportare la Mozzarella? Oddio mi dispiace... in fondo non è che non voglio bene a Harry, anzi... povero pulcino quanto male sentirà in uno dei prossimi capitoli... io faccio male solo ai personaggi che mi piacciono, in fondo (ne so qualcosa, nd Draco) (tu zitto e mosca N mia) ^^. Vi ringrazio per i commenti, sempre simpaticissimi ^_^. E, Lella, non preoccuparti, non mi spaventi con le tue fantasie =D attenta a non spaventare il fratellino però ^^. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! C'è Harry... però dai, suvvia, spiega un po' di cosette =) Ogni tanto Harry dovrà pure pensare, è il protagonista della storia principale, in fondo =)

Maichy: ma sei profetica? No, mi sto cominciando seriamente a preoccupare =) come hai fatto a capire che chi si sarebbe accorto della sventola era Ron? Complimenti =). Per la sberla... mi dispiace averti fatta incavolare, ma era necessaria ^^.

Kiara: esattamente... dovrai aspettarti MOLTI capitoli... ma la storia ha così tanti dettagli, sotto-plot e relazioni varie, nonché twist che era impossibile condensarla, o avrebbe perso di spessore! Spero che continuerete a seguirla fino alla fine ^^. Soprattutto quando finalmente sarà chiaro chi sono i personaggi del sogno del capitolo 3 (by the way, nessuno l'ha capito sul serio... solo una persona ha azzeccato uno dei personaggi. Probabilmente sono stata molto cattiva ^_^;;;;;;; ho dato pochi spunti!)

Piccola nota: Strekon, che fine hai fatto? =(

Fanfiction.net:

nessun commento :( Cioè c'è EveR che dice che è uscito il nuovo cap ^^ grazie EveR ^^

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: La Vendetta di Ginny... ***


Documento senza titolo
Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia “Kagome” kagome@tiscalinet.it.
Pubblicato l'8 Giugno 2003
Beta-letto da Megabyte e da Aramis. Ringrazio Aramis ed Esus per l’enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!


Disclaimer:
Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

Capitolo 9: La vendetta di Ginny...

Draco passò diverso tempo a girarsi e rigirarsi sotto le coperte. Gli faceva piacere, per una volta, dormire in un letto vero, e soprattutto avere la consapevolezza che fosse il SUO, e che domani ci avrebbe dormito di nuovo. Tuttavia... i ricordi di quella sera lo tormentavano.

'Devo assolutamente imparare come difendermi da quei maledetti,' pensò rabbrividendo mentre si girava per l'ennesima volta verso sinistra, 'questa volta è andata bene... ma non posso sperare che ci sia sempre lei a svegliarmi, e soprattutto non posso permettermi reazioni del genere.'

Alla fine, riuscì a piombare in una specie di dormiveglia, che non lo aiutò molto a riposarsi. Fu tormentato da incubi nei quali vedeva se stesso baciare Marion e poi ritrovarsi tra le braccia di Ginny. Era sempre la stessa sensazione che lo attanagliava... quella maledetta sensazione, ogni volta che si svegliava...

Decise di alzarsi e di fare una passeggiata per stancarsi e prendere sonno. Non che camminare lo avrebbe stancato più di quanto già fosse... sentiva i muscoli indolenziti per il lavoro che aveva svolto la sera prima per sistemare la stanza. Sentiva male dappertutto... non avrebbe mai pensato di avere muscoli anche in certi punti, ma si rese dolorosamente conto che invece esistevano.

Si alzò dal letto e guardò l'orologio. Le due e mezza. Maledizione, la notte sarebbe stata molto lunga, ancora! Iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza. Si guardò allo specchio, ennesimo oggetto che era stato rimesso in sesto da Hermione il giorno prima, e vide che, almeno, il segno della sberla di Ginny era andato via. 'Ma è rimasto un altro ricordino di quell'episodio... ' pensò guardando per terra. Doveva ammetterlo, se n'era completamente scordato. Quando era tornato su, si era diretto di filato al letto e ci si era buttato a peso morto sopra. Aveva giusto fatto in tempo a mettersi il pigiama. Ma... il latte e i cereali che aveva buttato per terra, ovviamente, erano ancora lì.

Sospirò e prese lo scopettone, che Hermione aveva lasciato lì dentro, e il secchio con l'acqua, dando una ripulita. Sospirò al pensiero che non avrebbe potuto usare la magia ancora per un'intera giornata. E il giorno dopo chi sarebbe andato a riprendergli la bacchetta? A Diagon Alley poteva aspettarlo qualche guardia, in fondo.

Sospirò di nuovo, strofinando per terra per rimuovere ogni traccia del latte. Maledizione come si seccava quel liquido se si asciugava sul pavimento! Non l'avrebbe mai pensato... non aveva mai dovuto perdere tempo a pensarlo, in fondo. Se versava del latte per terra, a Palazzo Malfoy, c'era sempre qualche Elfo Domestico pronto a ripulire il danno nel giro di un batter di ciglia. E, nei due anni che aveva passato a vagabondare, non era mai rimasto troppo a lungo nello stesso posto. Comunque, dopo vari tentativi e una buona dose di fatica, riuscì a togliere ogni minima traccia di quella grande macchia bianca e respirò.

Guardò l'orologio: le tre meno un quarto. E lui continuava a non avere sonno... si avvicinò alla finestra, chiusa dalle spesse persiane rovinate dal tempo e dalle intemperie, e si mise a guardare fuori attraverso una delle tante asticelle storte e semirotte.

La luna splendeva nel cielo – Hermione aveva ragione, era pratica mente piena, l'indomani ci sarebbe stato il plenilunio. Draco rabbrividì al pensiero che Lupin avrebbe potuto trasformarsi. Finché erano a Hogwarts non solo lui non aveva mai saputo di quel problema di Lupin, ma in fondo la pozione la preparava Piton... e Draco si fidava moltissimo del Direttore della Casa dei Serpeverde. Questa volta invece l'aveva preparata Hermione... ed era un nuovo composto. Draco si scoprì a pensare che avrebbe di sicuro funzionato, e se ne stupì. Da quando si fidava di una come lei? Però si fidava... che strano!

Consapevole di questo particolare scioccante, si staccò dalla finestra e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza. Meditò sul rimettersi sotto le coperte, ma il timore di sognare di nuovo il bacio con Ginny si impiantò come una specie di macigno sul suo stomaco. Soprattutto... il timore di sognarlo di nuovo in quel modo... quella sensazione non se ne voleva andare, qualunque cosa pensasse.

Decise di andarsi a fare una passeggiata per l'albergo, per vedere come fosse il posto dove aveva accettato di abitare. Si mise una veste da camera – si domandò chi ce l'avesse portata, non c'era quando aveva rimesso in ordine... forse ce l'aveva messa Ginny quando gli aveva rifatto il letto. Ginny e il letto... maledizione, non doveva pensare a queste due cose nello stesso momento.

Aprì la porta della stanza e si ritrovò nel corridoio del primo piano. Visto che il pianterreno l'aveva già percorso parecchie volte, decise di darsi un'occhiata attorno e poi di visitare i piani superiori.

Dunque... la stanza a fianco alle scale era quella di Harry e Ginny. Lo sapeva perché l'aveva vista entrarci, quel mattino. Notò che le porte delle stanze occupate erano le uniche ad essere state rimesse in ordine... la porta della lavanderia – Harry aveva detto la sera prima che quella accanto alla sua stanza era la lavanderia – era ancora storta, anche se in condizioni migliori di quelle che, evidentemente, nascondevano camere non rimes se in ordine. Oltre la lavanderia e camera sua c'era solo una stanza che avesse la porta rimessa in sesto, al primo piano. Draco suppose appartenesse a Sirius. Aveva visto l'uomo aggirarsi per il corridoio del primo piano, il giorno precedente. Poteva essere andato a cercare Potter ma... visto che quest'ultimo era in biblioteca e Sirius lo sapeva benissimo, Draco aveva qualche dubbio a crederlo possibile.

Decise di dare un'occhiata alle stanze che ancora non erano state rimesse in ordine, e constatò con stupore che Potter aveva detto il vero. La camera che loro gli avevano assegnato era davvero in buone condizioni, rispetto alle altre... alcune avevano anche il pavimento completamente distrutto. Draco si chiese come facesse il palazzo a restare ancora in piedi, con tutte quelle travi rotte. Ma trovò la risposta subito – evidentemente l'incantesimo che Potter e gli altri avevano realizzato per sistemarlo lo rendeva più stabile di quanto fosse in realtà.

Stanco di bighellonare per il primo piano, il ragazzo decise di salire le scale. Notò che anche queste ultime dovevano essere tenute in ordine con la magia, perché quelle che portavano al terzo piano erano quasi inutilizzabili.

Al secondo piano c'era solo una porta sistemata, e Draco pensò di capire chi occupasse la stanza. Era normale che loro due volessero un po' più di intimità, in fondo. Le altre camere erano, come al piano inferiore, un completo disastro. Aprendone una il ragazzo iniziò a sudare freddo, perché gli rimase praticamente in mano... gli ci volle uno sforzo enorme per chiuderla di nuovo senza fare rumore. Oddio... senza fare rumore, che parola grossa. Diciamo senza far sentire troppo le maledizioni che stava lanciando e il rumore dei cardini che scricchiolavano.

Dopo aver dato un'occhiata alle altre camere, con molta più circospezione di prima, decise di fare un tentativo e salire ai piani superiori. Ma arrivato al terzo scalino quasi rinunciò... non solo i gradini facevano un rumore terri bile quando li calpestava, ma quello scricchiolio sembrava annunciare una possibile rottura. Decise tuttavia di proseguire nell'ardua impresa. Tutto era meglio che tornare in quel letto ad essere ossessionato dagli incubi.

Con enorme cautela continuò a salire le scale, sperando a ogni scricchiolio che non saltasse uno scalino, o che i due piccioncini del secondo piano non si svegliassero e decidessero di lanciargli una maledizione... non avrebbe potuto difendersi! Comunque alla fine riuscì ad arrivare al terzo piano, e scoprì che era in uno stato pietoso. 'Se tutto lo stabile era ridotto così prima, tanto di cappello a chi l'ha reso presentabile.' Pensò, rendendosi subito dopo conto di aver fatto un complimento a Hermione. Quasi certamente era stata lei a dirigere i "lavori di restauro". La stava trattando troppo bene per i suoi gusti...

Comunque, non solo il piano era un completo disastro, ma faceva anche un caldo pazzesco, e c'era una puzza di chiuso che gli stava procurando una terribile emicrania, nonché un opprimente senso di claustrofobia. Decise di andare ancora più in alto... scoprendo così che il palazzo era composto di ben sette piani. In cima allo stabile c'era un ampio terrazzo. Draco aprì la porta che conduceva all'esterno, e rabbrividì. Di sicuro non era ancora il tempo per andarsene in giro con solo un pigiama addosso, ma passò qualche minuto seduto sul muretto, osservando la Londra babbana che si stagliava sotto di lui. Erano quattro di mattina, ma già alcune automobili sfrecciavano per le strade – evidentemente quei babbani andavano al lavoro presto. La luna aveva percorso tutto il cielo e si apprestava a tramontare, lentamente. Le stelle erano ancora più brillanti di prima e gli sembrò quasi di essere a Hogwarts, nella Astronomy Tower. Quanti ricordi aveva di quel posto... con quante ragazze ci si era imboscato, guadagnandosi lo scettro di miglior baciatore dei Serpeverde...

'Ancora baci? Dannazione...' pensò scuotendo il capo. Doveva cercare di distrarsi, non di continuare ad avere pensieri tanto "pericolosi"... 'Devo assolutamente chiederle scusa. Non che la ritenga un'esperienza che possa esserle dispiaciuta in sé... in fondo ha baciato Draco Malfoy... il che non è poco. Però... Non è l'atto di per sé quanto il fatto che...' Non sapeva nemmeno lui che ci fosse di male. Il fatto che l'avesse baciata scambiandola per un'altra forse? Si, forse era quello che lo faceva sentire in colpa... non era un atto molto delicato, nemmeno per un Malfoy.

Alla fine non ce la fece più a rabbrividire, e tornò dentro lo stabile, curando di chiudere la porta dietro di sé. Aveva le mani ghiacciate... davvero impossibile stare fuori in pigiama e veste da camera il sedici di gennaio. Tornò con cautela al secondo piano, trattenendo il fiato per sentire se gli scricchiolii avessero svegliato qualcuno. Ma per fortuna l'ambiente sembrava sempre avvolto nel silenzio, quindi tornò in fretta al piano inferiore e poi nella sua stanza. Crollò sul letto e finalmente riuscì a piombare in un sonno senza sogni.

Quando decise che fosse un orario decente per alzarsi, si mise stancamente seduto e si tirò su. L'orologio indicava le otto e venti di mattina... beh, non era poi così presto come aveva immaginato. L'ultima volta che aveva controllato erano le quattro e mezza, quindi era riuscito a dormire per ben quattro ore, incredibile!

Si alzò e si mise addosso la tunica del giorno prima. Decise di andare a mangiare qualcosa – stava decisamente morendo di fame. 'E' incredibile come sei affamato quando hai dormito solo poche ore...' pensò con un sorriso un po' sadico. Si affrettò giù per le scale e si ritrovò nell'androne d'ingresso. Una delle finestre serrate che dava verso l'esterno rifletteva i raggi del sole, che stavano invadendo l'ambiente dalle persiane non chiuse perfettamente. Tutto il palazzo sembrava ancora avvolto nel silenzio... possibile che fosse st ato il primo a svegliarsi?


'No... mi pare di sentire l'odore del cibo,' rifletté notando il delizioso profumo che si insinuava nelle sue narici. Si avvicinò con cautela all'anticamera e vide che Lupin stava ancora dormendo. In mano teneva una delle tante bottiglie che Hermione aveva preparato il giorno prima – era appoggiata per terra e lui ci teneva la mano sopra, come a volersi assicurare che fosse sempre a disposizione.

L'odore del cibo era ancora più forte nell'anticamera, e Draco pensò di udire anche il rumore delle uova che friggevano sul fuoco. Sorrise e entrò in cucina – avrebbe avuto la possibilità di parlarle e si sarebbe finalmente tolto il peso dallo stomaco. Ma, con sua grande sorpresa, non era Ginny.

«Oh, ti sei svegliato.» un paio di occhi verdi lo fissarono, da vicino ai fornelli. Draco sospirò a quella vista – Potter sembrava parecchio seccato.

«Pare che non sia stato il primo. Dov'è Weasley?» chiese, cercando di buttare la domanda lì, senza prestarvi troppa attenzione.

«A letto. Questa mattina mi ha praticamente buttato per terra dicendo che non poteva fare sempre tutto lei. E sembrava particolarmente irritata... è rimasta a dormire, non capisco che le è preso,» sospirò Harry mentre controllava lo stato di densità del Porridge. «Mi passi i mirtilli?» gli chiese indicandogli il tavolo mentre versava il liquido in un piatto. Draco notò che ce n'erano due diversi tipi.

«Quali?» chiese osservandolo dubbioso.

«La stessa quantità degli uni e degli altri... e muoviti, grazie. Ah, anche il miele laggiù...» rispose Harry mentre aggiustava il composto in un aspetto più gradevole. Draco sbuffò e gli portò quello che aveva richiesto. Quando lo vide decorare il Porridge coi mirtilli si accorse che l'odore era davvero buono.

«Non pensavo che sapessi cucinare...» disse, sinceramente meravigliato. Harry gli lanciò un'occhiataccia mentre finiva le sue decorazioni.

«Non è che adori farlo, ma purtro ppo ho dovuto imparare. Zio Vernon e Zia Petunia mi costringevano sempre a preparare la colazione e a lavare i piatti... e se il Porridge non fosse stato perfetto, o il bacon troppo cotto se la sarebbero presa con me. Ovviamente, tu problemi del genere non ce l'hai mai avuti.» Draco notò che a Harry dava fastidio ricordare quei dettagli. Era arrossito e aveva corrugato la fronte. Probabilmente quei babbani con cui aveva vissuto erano proprio della peggior specie...

«Non per dirti qualcosa Potter... ma il Porridge mi sembra a posto, e non vorrei che le uova si bruciassero, sai, ho fame.» gli disse notando che sui fornelli il rumore di frittura era aumentato. Harry si girò, lanciando un'occhiata preoccupata alle pentole sul fuoco e abbassò il livello delle fiamme. Poi si rigirò verso Draco e lo fissò, infastidito.

«Se sei così preoccupato per la tua colazione, potresti preparartela da solo.» sibilò, velenoso. Draco sorrise alla considerazione.

«Se io mi preparassi da mangiare, Potter, questa cucina salterebbe per aria peggio di quando Paciock preparava una pozione.» con sua grande sorpresa Harry trattenne a stento una risata.

«Già, non ne dubito,» rispose, controllando di nuovo che lo stato di cottura delle uova non fosse eccessivo. Poi si girò verso Draco e lo osservò, quasi con curiosità, «C'è una cosa che volevo chiederti, Malfoy.»

«Che?» chiese lui. Notò che Harry spegneva il fuoco da sotto i fornelli e si concentrava sul bacon, spegnendolo subito dopo e pulendosi le mani sul grembiule prima di girarsi a guardarlo.

«Che hai fatto a Ginny ieri sera?» gli chiese, facendolo sobbalzare. Draco allargò gli occhi – non si aspettava una domanda del genere, non ora.

«Io? Niente...» balbettò cercando di nascondere l'imbarazzo prendendo una delle pentole con le uova e un po' di bacon. Harry gli mise una mano sulla spalla e lo bloccò, costringendolo a fissarlo.

«Il Malfoy che conosco non dice 'niente' senza guardarmi negli occhi. Se permet ti non è un comportamento da te... Inoltre ieri sera, quando sono salito di sopra, ho beccato Ginny sconvolta proprio davanti alla porta di camera tua. E un attimo prima aveva urlato.» Draco fissò Harry per un lungo istante, cercando di mantenere il solito cipiglio. Ma alla fine dovette abbassare lo sguardo, il che gli diede MOLTO fastidio.

«Ho detto che non è successo niente.» soggiunse staccandosi dalla presa di Harry con una spinta e mettendosi seduto al tavolo della cucina. Osservò il piatto davanti a sé, con rabbia, e si accorse di non avere le posate... si alzò sbuffando, per andare a prenderle.

«Si è comportata in modo molto strano... non che mi sia dispiaciuto quello che ha fatto ieri sera, ma ha detto che doveva 'dimenticare qualcosa'. Dimenticare che? E per quale motivo oggi è così acida? Deve esserci una ragione...» Harry continuava a fissarlo mentre lui cercava di mangiare. Alla fine Draco sbatté la forchetta sul piatto e ricambiò lo sguardo, seccato.

«Insomma, tu non la soddisfi a letto e io devo prendermi la colpa?» sibilò acidamente. Vide con piacere che le guance di Harry si infiammavano alla sua constatazione.

«Che le hai fatto?» gli chiese, sbattendo le mani sul tavolo e chinandosi fino a portarsi alla sua stessa altezza. Era come se ci fosse un lampo doloroso in quegli occhi così verdi, dietro gli occhiali.

«Non posso farti preparare una misera colazione che tu inizi ad accusare la gente a destra e manca?» entrambi si girarono al suono di quella voce, dietro di loro. Ginny era in piedi accanto alla porta della cucina e li fissava con biasimo – chissà da quanto tempo stava lì... Draco pensava che l'avrebbe guardato male, invece notò con meraviglia che lo sguardo irato della ragazza era dedicato quasi esclusivamente a Harry.

«Ma tesoro...» iniziò lui perdendo immediatamente l'aria sicura che aveva mostrato fino a un attimo prima. La ragazza portò le mani alle tempie e sospirò, seccata. Si avvicinò ai fornelli e prese la sua parte di uova e bacon. Poi si avvicinò al Porridge e lo scrutò con interesse.

«Caspita, devo farti cucinare più spesso, Harry,» ribatté scoccandogli un'occhiata cattiva. Il ragazzo si era irrigidito – probabilmente lei sapeva benissimo che una simile constatazione l'avrebbe irritato, pensò Draco. La ragazza prese la sua parte e posò i piatti sul tavolo della cucina, accanto a quelli di Draco. Poi andò a prendersi le posate e prese un'altra porzione di Porridge, mettendogliela davanti. «L'odore è molto buono e anche l'aspetto, Malfoy. Mangialo prima che sia troppo freddo.» ordinò.

«Mi meraviglia ammetterlo, ma lo è anche il sapore...» fu l'unica cosa che riuscì a dire dopo aver messo in bocca il primo boccone. In fondo non era mica da tutti i giorni che il famoso 'Ragazzo Sopravvissuto' si scomodasse a preparargli la colazione, no? Vide che Harry sembrava parecchio infastidito e sorrise. Stava meditando se calcare la dose o meno, ma ripensò a quello che gli aveva detto Sirius, 'Ricordati che se qualcuno qui dovesse perdere la pazienza...' Ovviamente il qualcuno non era rivolto solo a Hermione. Meglio lasciar perdere.

Mentre pensava, continuava a mangiare la sua colazione. Doveva assolutamente rimanere solo con Weasley, doveva chiederle scusa – ogni tanto la ragazza gli scoccava delle occhiate congelanti, e l'unica volta che, per puro caso, l'aveva toccata, si era ritratta come se l'avesse scottata.

'Possibile che le faccio così tanto schifo?' pensò stupito. Cavolo, in fondo era stato solo un bacio... pensa se avesse fatto di peggio! 'Se avessi fatto di peggio non sarei qui a far colazione con loro, ' si disse mentre lei gli lanciava l'ennesima occhiataccia.

Però c'era una cosa che non quadrava – come mai la ragazza ce l'avesse con Potter. Fin dall'inizio la situazione l'aveva incuriosito, ma ora iniziava davvero a chiederselo con insistenza.

«Buongiorno,» la stanca vo ce di Lupin risuonò da dietro le loro spalle, «c'è un po' di caffè? Non so se riuscirò a tenere gli occhi aperti oggi...» disse l'uomo avvicinandosi e mettendosi seduto. Aveva profondi segni che gli rigavano gli occhi, probabilmente aveva dormito molto meno di lui, rifletté Draco.

«Te lo preparo subito, Remus,» disse Ginny alzandosi e mettendo a lavare i suoi piatti.

«Se devi prepararlo non fa niente, mia cara,» soggiunse Lupin con uno sbadiglio, alzandosi dal tavolo, « me lo preparo da solo. Oggi non devi assolutamente fare lavori domestici, è la tua festa, no?» gli occhi della ragazza divennero improvvisamente allegri. Draco notò che Harry si sbatteva una mano sulla fronte e sbiascicava una parolaccia nei riguardi di se stesso.

«Ginny. Auguri... scusa...» iniziò a dire, arrossendo. Lei lo guardò ancora peggio di prima.

«Se te lo devono ricordare gli altri...» disse, acida. Lui si alzò e le si avvicinò da dietro, abbracciandola e appoggiando la testa sulla sua spalla.

«Con tutto quello che è successo ieri me n'ero scordato... ma me ne sarei ricordato, giuro. E poi... aspetta, torno subito.» si allontanò di corsa e tornò immediatamente con un pacchetto. «Vedi, non me n'ero scordato...» le mise l'involto nelle mani e lei lo guardò, critica. Aprì il regalo e vide che si trattava di una catenina che montava una lettera G d'argento, incastonata con brillantini e con un cuore sullo sfondo.

«Oh che bella.» disse lei sinceramente lusingata. Ma la gioia durò solo un momento, poi il cattivo umore tornò a scurire i suoi occhi castani. «Grazie.» disse nello stesso tono in cui Draco avrebbe pensato di sentirla bestemmiare.

«Non ti piace? Possiamo cambiarla se non ti piace...» chiese Harry, un po' ansioso. Lei fece cenno di no e se la mise al collo. Poi l'abbracciò e gli diede un leggero bacio sulle labbra. Ma, chissà perché, quell'abbraccio non sembrava affettuoso.

'Devo riuscire a capire che succede. Non che mi freghi qual cosa... ma odio quando non capisco.'

Passò tutta la mattina e buona parte del pomeriggio a inseguirla, ma lei riusciva, inspiegabilmente, a non ritrovarsi mai sola con lui. Più il tempo passava più il macigno nel suo stomaco diventava pesante... aveva tanto di quel sonno che gli si chiudevano gli occhi mentre leggeva. Non avrebbe resistito a un'altra notte tormentato dagli incubi.

Poi, finalmente, riuscì a trovare il momento propizio. Harry era dall'altra parte della cucina a sistemare assieme a Ron l'orologio appeso al muro – stavano attaccando una lancetta in più, con la sua faccia stampata sopra. Non che il fatto lo rendesse entusiasta, ma almeno erano lontani. Sirius era in biblioteca assieme a Hermione, Remus stava riposando sul divano, cercando di sfruttare gli intervalli in cui non doveva bere la pozione per riguadagnare un po' di sonno perduto, impresa non molto semplice. Lui era seduto accanto a Ginny, stavano bevendo il tè.

«Weasley,» iniziò. Lei fece per alzarsi e lui le mise una mano sulla spalla, fermandola, «per favore aspetta. Io... volevo chiederti scusa.» le sussurrò, arrossendo fino alla radice dei capelli. Lei si bloccò a quelle parole e si rimise comoda, sorseggiando di nuovo il tè. Draco spostò la mano dalla spalla di lei e tornò a usarla per reggere la sua tazza.

«Di che?» gli chiese, brusca, scoccandogli un'occhiata penetrante.

«Ecco... ho fatto una cosa orribile. Cioè... non ero in me, non ci ho fatto caso. La prima cosa di cui mi sono reso conto era la tua mano stampata sulla mia faccia. Pensavo di baciare un'altra, e per questo mi scuso.» disse, cercando di essere il più chiaro e conciso possibile. Per fortuna che Harry e Ron erano lontani, non avrebbe potuto sopportare che notassero il suo imbarazzo.

«Capisco...» ribatté Ginny tra un sorso di tè e l'altro. Passò un lungo momento a osservarlo – uno sguardo duro, freddo... quasi spietato. Poi continuò, «insomma, mi hai baciata scambiandomi per qualcun altro.»

«Esattamente. E se ti fa piacere saperlo non ho dormito quasi per niente stanotte.» le confessò cercando di indorare la pillola. Lei gli mostrò un sorriso duro, e bevve un altro sorso di tè.

«Insomma... non capisco tutto questo tuo sconvolgimento. In fondo sei stato fortunato.» terminò. Draco la guardò con gli occhi di fuori.

«In che senso?» le chiese, e vide che un lampo divertito compariva negli occhi castani della ragazza. Non sapeva perché, ma non gli piaceva affatto.

«Che fossi io a cercare di svegliarti. Visto che mi hai baciata scambiandomi per qualcun altro sarebbe potuto andare bene chiunque... pensa se al mio posto ci fosse stata Hermione,» gli occhi del ragazzo si allargarono e il suo colorito divenne cinereo. Ginny sorrise e terminò, « oppure HARRY...»

A quel punto qualcosa andò di traverso a Draco. Aveva appena bevuto un sorso di tè e dovette contenersi per non sputarlo. Sentì il liquido penetrargli nelle vie respiratorie e iniziò a tossire come un forsennato. Ginny fece un risolino velenoso, gli scoccò un'occhiata divertita e si alzò, andando a mettere la sua tazza a lavare.

Ci volle poco perché, notando il modo in cui Draco tossiva, l'attenzione di Ron e Harry si spostasse da come incantare la freccia dell'orologio al ragazzo in difficoltà. Harry gli si avvicinò subito, dandogli una manata dietro la schiena.

«Malfoy? Malfoy tutto bene?» gli chiese. Draco smise di tossire e alzò lo sguardo, incontrando un paio di occhi verdi, preoccupati. Sbiancò e si alzò più rapidamente di quando avesse mai fatto in vita sua.

«Non sono affari che ti riguardino, Potter!» urlò, acido, incamminandosi a grandi passi verso le scale dell'androne d'ingresso, e poi al primo piano. Harry sentì una porta sbattere e osservò Ron, che l'aveva raggiunto, battendo le palpebre per la sorpresa.

«Ma che gli ho fatto ora?» chiese. Ron gli fece segno che non ne aveva la più pallida idea ma, poco più lontano, Ginny non riuscì a trattenere una risatina, si tolse il grembiule e tornò in biblioteca, canticchiando. Harry ci capiva sempre meno...

 

 

 

Nota dell’autrice:
Ed eccoci alla fine del capitolo nove! :)
Hihi... ^^ Lo so, Ginny è cattiva... cioè IO sono cattiva... Sono molto cattiva :)

Volevo puntualizzare che sui libri di HP non è citato il compleanno di Ginny. Ma io ho la mia teoria in proposito... non potreste nemmeno immaginare come l'ho tirata fuori (e dubito che vi interessi) ma sono abbastanza sicura che Ginny sia nata il 16 gennaio del 1981. In fondo Ron è nato il 2 di Marzo dell'80 quindi come date ci saremmo ^^ (certo che questa teoria produrrebbe un insospettabile lato da grande amatore di Arthur... cavolo! Mettere in cinta la moglie appena un mese e mezzo dopo il parto! Ma non è tecnicamente impossibile. Quindi... che uomo Arthur =D)

Ricordatevi di commentare! Continuerò solo se riceverò tanti bei commentini :)
Quindi spero che vogliate darmi feedback per questo capitolo e che siate ancora qui domenica prossima per il prossimo:
Capitolo 10: "... e gli incubi di Draco." (da collegarsi al titolo di questo cap 9 ;)) Domenica prossima sempre su... questi schermi :D

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: ...e gli incubi di Draco. ***


Le Nebbie della Memoria
Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia “Kagome” kagome@tiscalinet.it.
Pubblicato il 15 Giugno 2003
Beta-letto da Esus e da Aramis. Ringrazio entrambe per l’enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!

Ah: vorrei scusarmi con tutti per le parolacce in questo capitolo, ma erano strettamente necessarie...


Disclaimer:
Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

Capitolo 10: ... e gli incubi di Draco.

«Cazzo!» Draco imprecava con tutte le parolacce che conosceva, nella sua stanza, camminando avanti e indietro – aveva il sangue al viso e le braccia al petto. Alla fine si bloccò vicino la parete e diede un pugno contro il muro, «Cazzo fottuto e maledetto...» continuò a imprecare. Quando Ginny aveva parlato, lui aveva avuto una subitanea visione di se stesso che baciava Potter... lo stomaco ancora gli doleva per i conati. E quel che era peggio... 'Porca troia... devo assolutamente riuscire a difendermi da quei Dissennatori del cazzo. Weasley aveva fottutamente ragione. Se al posto suo ci fosse stata Granger... o Potter... maledizione, Potter... non riesco nemmeno a pensarci, mi sarei sotterrato!'

Sapeva che la ragazza l'aveva detto apposta. Ma era perfettamente consapevole che non avesse torto... e proprio questa certezza lo bruciava. In quel momento sarebbe DAVVERO andato bene chiunque. Non riusciva a pensare ad altro. Sapeva bene che Potter non se lo sarebbe fatto dire due volte – se l'avesse visto in difficoltà, gli si sarebbe avvicinato per prestargli soccorso, come aveva fatto prima... Rabbrividì.

All'improvviso qualcuno bussò alla porta della camera, distogliendolo dai suoi timori.

«Chi diavolo è?» ruggì lui. La porta si aprì e comparve Hermione, con un'espressione indecifrabile stampata sul volto.

«Ci chiedevamo quando avresti smesso di bestemmiare e saresti tornato di sotto a fare la tua parte di lavoro.» gli disse. Evidentemente era stata dietro la porta a sentirlo imprecare per un po'. Draco sospirò e si mise seduto sul letto.

«Devo per forza venire?» chiese osservandola con aria stanca.

«Penso proprio di si. Oggi mi sembri esausto, e anche un po' isterico. Non capisco quale sia il tuo problema, ma purtroppo dobbiamo impegnarci tutti al massimo, hai visto quanto c'è da lavorare.» gli fece notare lei. Draco sbuffò e si alzò, seguendola di malavoglia.

Giunto nella biblioteca, la prima persona che notò fu Harry. Ovviamente averlo notato per primo non lo rese felice. Gli lanciò un'occhiata di sfuggita e se ne andò dalla parte opposta della biblioteca, prendendo in mano i primi libri che gli capitarono davanti e mettendosi seduto a gambe incrociate per terra. Cercò di concentrarsi sui libri e di dimenticare le parole di Ginny, ma sembrava molto difficile riuscire a farlo. Ogni tanto vedeva Harry passargli vicino e si spostava, istintivamente, cercando di stargli lontano.

«Malfoy?» chiese Ginny osservandolo con sguardo duro e freddo. Draco rabbrividì nel ricambiarlo, ma non abbassò gli occhi, «se hai deciso di fare ginnastica e non lavorare oggi puoi anche dircelo.»

«Che intendi dire?» disse lui alzandosi per l'ennesima volta perché Harry gli si era avvicinato e mettendosi seduto dall'altra parte della stanza.

«Ti alzi ogni cinque minuti, e sono due ore che stai osservando la stessa pagina dello stesso libro.» gli fece notare lei. Vide che il viso del ragazzo diventava di una leggera sfumatura rosata e che ricominciava a guardare sul libro, cercando di non far notare il suo imbarazzo, e trattenne una risatina.

'Maledetta... non avrei mai immaginato che fosse così velenosa,' pensò Draco rabbrividendo e cercando di prestare attenzione al libro di fronte a lui. Non fece caso a chi lo circondava finché non riuscì, finalmente a girare pagina. Alzati gli occhi dal libro, si ritrovò a incrociare quelli di Harry che si era messo alla sua stessa altezza. Sbiancò.

«Malfoy ma hai una ricaduta? Forse non saresti dovuto uscire, sei più pallido e nervoso del solito oggi...» gli fece notare lui. Draco impallidì ancora di più e cercò di alzarsi. Ma nessuno poté aggiungere una parola, perché un bellissimo gufo grigio entrò nella biblioteca, dalla porta principale, e planò accanto a Lupin. Draco lo vide per la prima volta in biblioteca – non si era accorto che li avesse raggiunti.

Lupin prese la missiva che il gufo conduceva, consentendo alla bestiola di tornare indietro, e strappò l'involto. Lesse la lettera con attenzione, poi puntò uno sguardo preoccupato su Sirius.

«Che succede, Remus?» chiese lui.

«Ci sono dei problemi. L'attacco che ho subito da parte di McNair ha allarmato Caramell. Mi ha fatto sapere di non uscire assolutamente questa notte e di fare molta attenzione nei prossimi giorni, perché triplicheranno le pattuglie di Dissennatori. Io non capisco per quale ragione Caramell si fidi così tanto di quegli esseri – in fondo, anche se ha fatto in modo che i Babbani non li vedessero, volendo potrebbero fare di testa loro. E' già successo, a Hogwarts... E il coprifuoco inizia alle otto di sera... ci sono ancora babbani in giro a quell'ora...» si bloccò nel sentire due identici grugniti provenire dalla sua sinistra. Vide che sia Harry che Draco avevano reagito con stizza alla novità.

«Harry perché sei così preoccupato? Tu sai benissimo come difenderti dai Dissennatori ormai...» disse Lupin, meravigliato. Non sembrava aver fatto caso alla reazione di Draco – probabilmente non sapeva del suo problema, pensò il ragazzo. Ma Harry non fece in tempo a rispondere.

«Ehi! Ho trovato qualcosa!» disse Ron, accigliandosi. Lo sguardo di tutti si puntò su di lui, mentre continuava, «Quello che il tipo di Notturn Alley ha detto a Malfoy mi ha insospettito. Sono andato a cercare questo libro...» mostrò la copia che teneva in mano, un volume di stampo molto antico, dal titolo "Talismani e Simboli Magici Leggendari". «Guardate che ho trovato... dunque... qui dice che la Torcia Verde è uno dei rarissimi manufatti che nessuno può dire con certezza siano mai esistiti, perché nessuno l'ha mai vista in realtà. Dice che esistono molte copie in tutto il mondo, realizzate da svariati artisti e maghi, ma nessuna di esse ha lo stesso incredibile potere dell'originale. Dice che nessuno ha mai visto dove si trovi l'originale...»

«Non aggiunge molto a quello che già sappiamo però, Ron... e come facciamo ad essere sicuri che sia la strada giusta?» ribatté Sirius, pensieroso, «in fondo non abbiamo la SICUREZZA che quello che Sinister ha detto fosse la verità. E non possiamo essere certi che quel libro dica il vero.»

«Hai ragione, Sirius... però è il primo libro dove troviamo un accenno diverso a qualcosa che parli della Battaglia del settimo anno, o di giochi di prestigio!» bofonchiò Ron. Sembrava deluso che la sua informazione non fosse ritenuta valida.

«Ron... tesoro non fare così,» Hermione si alzò e gli si accostò, abbracciandolo dall'alto e dandogli un bacio sui capelli, «non credo che Sirius dicesse che quello che hai trovato non va bene. Solo che non possiamo esserne certi. Dobbiamo trovare anche qualche altro indizio che ci porti verso questa direzione.» Sirius annuì e, all'improvviso, Draco sussultò. Si alzò e si avvicinò a Ron, chiedendogli di passargli quel libro. Ron glielo diede, un po' controvoglia e il ragazzo passò diversi minuti a fissare quelle parole.

«Invece ha ragione lui. Cioè questo libro... la Torcia Verde è nascosta in un posto dove da secoli nessun essere umano ha mai messo piede.» disse Draco. Notò che Harry si era avvicinato e andò a mettersi seduto dalla parte opposta della sala, su una sedia.

«Malfoy, ma... sei sicuro di quello che dici?» chiese Harry, mentre Hermione annuiva.

«Certo. Mi sono ricordato... di mio padre. Mi disse un giorno che Potter era uno stupido a ritenere di aver trovato la vera Torcia Verde nella tomba di Tom Riddle. Perché la Torcia Verde è nascosta in un luogo dove nessuno ha mai posto piede da più di mille anni. Un posto dove è impossibile accedere. Per questo era così sicuro che l'Oscuro Signore sarebbe tornato, che Potter non l'avesse ucciso.»

«Questo non c'è scritto lì... si ferma al punto in cui dice che nessuno sa dove sia la Torcia.» terminò Ron. Una volta tanto gli occhi nocciola del ragazzo coi capelli rossi l'osservarono quasi con... riconoscenza. Incredibile ma vero – Draco ancora non riusciva a capacitarsene. «Però che posto è? Riesci a ricordarlo?»

«Non saprei. Credo che mio padre me l'avesse detto, ma che io non ci abbia prestato attenzione.» disse riflettendo con se stesso, mentre si grattava una guancia con l'indice della mano destra. Poi notò lo scetticismo degli altri e si affrettò a continuare, «Ehi! Sono sicurissimo di quello che dico – mi ha anche spedito un po' dappertutto appena si sentivano notizie sulla possibile presenza dell'Oscuro Signore. Mi sono dovuto girare la Romania, la Bulgaria... sono andato perfino in Scandinavia, e non è stato divertente. Come ho fatto a scordarmene...»

Hermione sospirò, interrompendolo. Prese la sua bacchetta e spedì tutti i libri che erano sul tavolo nello scaffale dall'altra parte della libreria, quello dei libri già controllati. Tutti tranne il prezioso volume che stringeva Draco.

«Mi sembra troppo facile. Cercherò di non dubitare di quello che dici, Malfoy. Ma se avete ragione voi due... abbiamo buttato al vento due preziosi anni, e ciò non mi fa per niente piacere...» commentò Harry osservandoli, dubbioso. Stava per continuare ma Hermione lo interruppe,

«Non posso credere che stessimo cercando nel modo sbagliato. Che cercassimo informazioni sul perché la Torcia non avesse funzionato, e invece avremmo dovuto cercare di scoprire DOVE fosse la vera Torcia Verde... maledizione! Non ci posso credere...» la ragazza si allontanò da Ron, e si mise a girare per gli scaffali, controllando ogni fila finché riusciva a vedere. Ogni tanto borbottava qualche parola di stizza che nessuno poteva sentire.

Hermione passò molto tempo ad andare avanti e indietro mentre gli altri la osservavano, incuriositi dal suo tran tran. Quando alla fine si mise seduta aveva in mano sei volumi che posò sul tavolo, sospirando. «In fondo se abbiamo perso davvero due anni a cercare informazioni per una pista sbagliata possiamo anche perdere qualche giorno a tentare di seguirne un'altra. Ma... non è che ci sia molto materiale di ricerca...»

«Vedrò che cosa posso fare, appena torno al Ministero, Hermione.» cercò di tirarla su Remus. Lei gli lanciò un'occhiata riconoscente e iniziò a leggere "Luoghi misteriosi dell'antichità".

Draco sospirò... come sempre non si fidavano delle sue parole. Beh... già che gli avessero dato il beneficio del dubbio denotava un cambiamento, in fondo. E lui era davvero certo di quello che diceva... se fosse riuscito a ricordarsi qual'era il posto che suo padre gli aveva descritto ne sarebbe stato sollevato ma... quel nome non voleva decidersi a venirgli in mente. Si alzò dalla sedia dove era sprofondato un attimo prima e si avvicinò al tavolo per prendere uno dei volumi che Hermione aveva raccolto.

Continuarono a cercare per una buona oretta libri che trattassero il nuovo argomento di ricerca. Ogni tanto Hermione si alzava per andare a controllare la cena e ogni volta che Ginny tentava di farlo, Harry si alzava e la preveniva. Il pomeriggio sembrò volare e ben presto la luminosità iniziò a decrescere e ci si avvicinò al momento del coprifuoco.

«Ora che mi ricordo... ci sarebbe un altro problema, Remus.» disse Sirius all'improvviso – stavano cenando, e gli era capitata in mano la lettera che Caramell aveva inviato a Lupin. Fissò Draco con preoccupazione.

«Quale?» chiese l'uomo, osservandolo in modo interrogativo mentre ingoiava un boccone di riso al curry.

«Qui dice che triplicheranno le pattuglie dei Dissennatori. Harry non ha più problemi da quando gli hai insegnato come proteggersi, ma Malfoy ne ha parecchi,» iniziò. Spiegò rapidamente a Remus la situazione del ragazzo, mentre Draco cercava di non farsi notare e faceva finta di girare il riso nel suo piatto. Lupin rifletté molto attentamente.

«Ora capisco perché hai avuto quella reazione, eh, Malfoy?» chiese. Draco lo guardò di sfuggita ma non rispose. «Beh, prima di tutto dovremo rinfrescarci la memoria per il Patrono. Poi potrò spiegarti come ho fatto con Harry, come si fa per difendersi anche senza di esso.»

«Ma come facciamo? Non abbiamo Mollicci come a Hogwarts...» obbiettò Draco, «e inoltre...»

«Per il Molliccio non c'è problema. Tanto passeranno così tanti Dissennatori di qui a mezz'ora che non ci sarà bisogno di controfigure. Invece l'altro problema è un po' più preoccupante... suppongo che la tua seconda obiezione fosse che sei senza bacchetta,» Draco annuì e Remus sospirò. «E' un gran bel problema... vediamo un po'... che bacchetta hai?»

«Uh... salice, tredici pollici, corde di cuore di drago...» rispose lui. Lupin terminò il suo pasto e fece cenno di no a Ginny, che gli chiedeva se gradiva qualcos'altro. Appoggiò le dita sulla fronte e fece un momento mente locale.

«Dunque... la bacchetta di Harry è di agrifoglio... quella di Hermione di betulla... dunque... Ron la tua bacchetta è di salice?» chiese, posando uno sguardo interrogativo sul ragazzo dai capelli rossi. Notò subito che Ron era arrossito dietro le orecchie, e che sembrava un po' accigliato. Sorrise.

«S-si... salice, quattordici pollici, crine di coda di unicorno...» sembrava un po' titubante, e osservò Draco mentre elencava le caratteristiche della sua bacchetta, stringendo la tasca della tunica dove la teneva, «Pe-però non gliela presto...» disse, per togliere ogni dubbio.

«Ron, è un'emergenza. Ti rendi conto che se qualche Dissennatore lì fuori, in questi giorni, dovesse captare la presenza di Malfoy qui dentro per noi sarebbe la fine? La tua bacchetta è l'unica che ha qualche somiglianza con quella di Malfoy, quindi dobbiamo vedere se può essere compatibile.» disse Sirius, aiutando Harry a sparecchiare e facendo cenno a Ginny di non muoversi. Ron non sembrava molto convinto.

«Weasley, non è che a me faccia piacere prendermi la tua bacchetta, non preoccuparti, non te la rompo.» rifletté Draco, un po' ironico. Ron trattenne il respiro e gli si avvicinò, fissandolo negli occhi, dall'alto in basso – cosa che gli riusciva perfettamente essendo ben più alto di lui. Draco ricambiò lo sguardo finché Ginny non li interruppe.

«Suvvia Ron. Che vuoi che sia prestargli la bacchetta, in fondo domani si riprende la sua.» sentenziò lei, piuttosto acida e spazientita. Ron spostò lo sguardo da Draco alla sorella, passando dall'irritazione alla sorpresa – chissà come mai la ragazza era così velenosa, quel giorno.

«Gin... capisco che Harry si sia dimenticato del tuo compleanno, ma si può sapere che cos'hai oggi?» le disse. Lei distolse lo sguardo e puntò il muro dall'altra parte della cucina, ma non rispose. Poi si mise a smozzicare, distrattamente, la sua forchetta. Ron sospirò, e si voltò di nuovo in direzione di Draco, «Comunque, visto che ci tenete tanto, tutti... ecco. Divertiti pure.» quasi con stizza tirò fuori dalla tasca anteriore della tunica la sua bacchetta, e la porse a Draco.

Si divisero in due gruppi. Uno, composto da Remus, Harry, Draco e Ron – che non voleva perdere di vista la sua bacchetta – andarono nell'anticamera della cucina; gli altri tornarono in biblioteca a cercare informazioni.

Draco si meravigliò di quanto sollievo gli desse trovarsi lontano da Ginny. Evidentemente l'aria infastidita che la ragazza emanava, le occhiate feroci e le battutine velenose lo stavano logorando più di quanto avesse creduto possibile. Vide che perfino Harry sembrava più rilassato.

«Malfoy, come forse ricorderai per produrre un Patrono devi pensare a qualcosa che ti ha reso molto felice. Ora sono quasi le otto, e di sicuro i Dissennatori inizieranno a girare per le strade. Quindi cerca di concentrarti su un ricordo MOLTO felice...»

«Non che ne abbia così tanti...» mormorò lui, cercando di riflettere. Non poteva certo pensare ai bei momenti che aveva passato con Marion – gli facevano troppo male, e il Dissennatore avrebbe potuto sfruttare questa debolezza in ogni momento.

«Non credo che tu non abbia mai avuto un momento felice... forse adesso non ti viene in mente.» cercò di esortarlo Lupin.

«Ce li ho avuti... è che...» fece per dire lui, poi si bloccò. Non poteva certo spiegare quali fossero i suoi ricordi più felici e per quale ragione non potesse utilizzarli per il patrono.

«Potresti pensare a tutte le volte che riuscivi a farci togliere punti da Piton... o a quella volta che ci hai fatto togliere centocinquanta punti, al primo anno.» disse Ron. Draco lo fissò, pensieroso.

«In effetti sono ricordi piacevoli,» rifletté, sorridendo nel notare il lampo d'odio che aveva attraversato gli occhi dei due ragazzi alle sue parole, «ma non penso siano abbastanza soddisfacenti per il Patrono, Weasley.» Ribadì.

«Allora... potresti pensare a quella volta che, al settimo anno, mi hai sorpassato e hai preso il boccino.» disse Harry, davvero irritato. Evidentemente non gli faceva proprio piacere ricordare di quell'episodio. «Mi sei sembrato molto soddisfatto... in quel momento.»

«Uhm... buona idea, Potter... sai che quello è davvero un gran bel ricordo?» rifletté Draco, sottolineando il bel in un modo che diede i nervi a Harry. 'E' stato lui a ricordarlo... non può certo lamentarsi ora!' pensò il ragazzo, sorridendo. Ma il suo ghigno soddisfatto durò solo pochi istanti. All'improvviso iniziò a sentire freddo, come se una forza glaciale stesse penetrando nel suo spirito.

*Guardi, signor Malfoy, sta nevicando!* il limpido sorriso di Marion attraversò i suoi sensi, come un lampo. Sbatté le palpebre e scosse la testa, impallidendo.

«Eccoli...» si lamentò Harry trattenendo il fiato per un attimo e concentrandosi su due o tre respiri profondi.

«Di già?» chiese Lupin. In effetti era ancora un po' presto, mancavano diversi minuti alle otto. Ma evidentemente i Dissennatori non avevano proprio preso alla lettera la direttiva di Caramell. «Malfoy... cerca di concentrarti su qualcosa di piacevole.» disse poi, notando che Draco impallidiva sempre più.

Draco annuì, quasi senza rendersene conto. Erano tanti... li sentiva. Sarebbe stato difficile riuscire a controllare i suoi pensieri. Comunque si concentrò su quel giorno, quella bellissima partita di Quidditch... la sua Luminet era stata più veloce della Firebolt di Potter, aiutata anche da alcune gomitate piantate, con molta arguzia, direttamente nelle costole del suo diretto avversario. Era riuscito, gettandosi in picchiata, a superarlo di pochi centimetri, strappandogli il boccino dalle mani all'ultimo secondo.

Lo stadio era esploso, i Serpeverde si abbracciavano, i Grifondoro non sapevano capacitarsi di quanto fosse successo. E lui aveva visto, come un lampo... l'orgoglio negli occhi di suo padre. Si... Lucius era stato soddisfatto di lui, quella volta. Per la prima e unica volta in vita sua quando gli era arrivato davanti, rosso in volto, ansimante, ma col boccino in mano, gli aveva stretto con forza le braccia, quasi all'altezza delle spalle, e l'aveva scosso. L'aveva guardato con orgoglio... era stato il giorno più bello della sua vita a Hogwarts. Grazie a lui i Serpeverde avevano superato i Grifondoro in classifica.

Si, era vero. Ripensando a quanto fosse stato soddisfatto in quel momento, all'orgoglio di suo padre, alla delusione negli occhi di Potter, alla sua soddisfazione nel vederlo rallentare per le gomitate... riusciva a sentirsi meglio. Anche Lupin si avvide del colore che tornava sulle sue guance.

«Pare che questo ricordo sia davvero felice, Malfoy... concentrati su di esso e punta la bacchetta nella direzione da cui senti provenire l'attacco del Dissennatore. Speriamo funzioni... Expecto Patronum, ricorda.» gli disse Lupin, cercando di infondergli sicurezza e di non notare le occhiate feroci di Harry e Ron.

«So bene come si fa...» ribatté Draco acido, ancora preso dal ricordo. Tenne stretta in mano la bacchetta di Ron, sperando con tutto il cuore che avrebbe funzionato allo stesso modo della sua. Poi si concentrò sul ricordo della partita e disse, «Expecto Patronum!» ma dalla bacchetta non uscì niente.

«Riprova, Malfoy... è normale che non ci si riesca, al primo tentativo, se non si è abituati.» lo confortò Lupin. Draco provò a concentrarsi ancora di più sulla sua gioia e sulla sua soddisfazione. Almeno, distraendosi così, riusciva a non pensare a Marion. Provò a ripetere l'incantesimo un paio di volte, e finalmente dei fili argentati uscirono dalla bacchetta di Ron. Lupin lo guardò con orgoglio.

«Benissimo, Malfoy... questo è un inizio, un ottimo inizio.» disse, dandogli un'affettuosa pacca sulla spalla. Draco sorrise istintivamente al complimento prima di tornare a concentrarsi su quel ricordo. Riprovò qualche altra volta, ma il massimo che riuscì a produrre fu una densa nuvola argentata che attraversò tutta la stanza. Alla fine era così stanco che non sarebbe riuscito a produrre un altro tentativo nemmeno se si fosse trovato un Dissennatore davanti.

«Sono davvero contento... per essere la prima volta che ci provi dopo tanto tempo, Malfoy, hai ottenuto dei risultati sorprendenti, soprattutto contando che questa non è la tua bacchetta. Ma ora credo che tu sia stanco... se vuoi ti accompagno di sopra e ti faccio un incantesimo per farti dormire.» Remus lo osservava in modo quasi paterno, Draco annuì e si alzarono entrambi. L'uomo attese che il ragazzo ridesse la bacchetta al suo legittimo proprietario, poi si affrettarono entrambi su per le scale.

Arrivati in camera sua, Lupin fece sdraiare Draco sul letto e gli disse, «Ricordati di non scendere in cucina, stanotte. Anche se sto bevendo la nuova pozione c'è ancora la possibilità che, svegliandomi nel sonno, possa attaccarti. Questo nuovo metodo evita che perda del tutto l'aspetto umano e che la mia mente riesca a controllare quella del lupo, ma ne mantengo in ogni caso gli istinti...» sorrise nel vedere con quanta risolutezza il ragazzo annuisse, questa volta.

«La mia bacchetta... domani bisogna andare a prenderla, ma se ci vado potrei essere arrestato...» disse Draco, dando voce a un dubbio che lo attanagliava da parecchio.

«Non preoccuparti di questo adesso. Vedremo che cosa fare domani... potrebbe andarci Harry a prendere la tua bacchetta, o Sirius. Ora fammi fare l'incantesimo.» soggiunse Lupin, mantenendo un tono di voce calmo e rilassato. «Cercherò di schermare un po' questa stanza. Così non ti daranno molto fastidio. Ma non posso usare un incantesimo troppo potente, o potrebbero percepirlo degli Auror all'esterno.» poi l'uomo puntò la sua bacchetta su Draco e lo fece addormentare. Si alzò e uscì dalla camera, chiudendo la porta dietro di sé.

«Defendo!» disse, puntando la sua bacchetta sulla porta, e si allontanò.

*

Draco aprì gli occhi di soprassalto, e si ritrovò sul letto. Com'era successo che... ah si, era vero... il giorno prima Lupin gli aveva fatto quell'incantesimo per farlo dormire.

Si alzò e notò che aveva ancora i suoi vestiti addosso. Si sentiva strano... come confuso. Si avvicinò alla scrivania che campeggiava al centro della stanza e si mise seduto sulla sedia lì accanto.

Aveva un terribile mal di testa... oppure era qualcosa di diverso? Gli sembrava di sentire il cervello pieno di ovatta. Non riusciva a ragionare molto bene. 'Probabilmente l'incantesimo di Lupin continua a fare effetto,' pensava il ragazzo mentre cercava di scuotere la testa e focalizzare su un pensiero coerente. Ma non fece in tempo a trovare qualcosa di decente da pensare che la porta si aprì, per far entrare Harry.

«Perché sei qui, Potter?» chiese Draco, stupito. Harry non era mai venuto a vedere che stesse facendo, era strano che fosse lì. Oltretutto ancora più strano era che tenesse in mano il vassoio della colazione.

«Non si vede? Ti ho portato da mangiare,» fece Harry, mettendogli il vassoio sul tavolo. La scena sembrava quasi surreale... Harry era molto seccato, e suonava parecchio acido. Definitivamente, non era un comportamento che gli si addicesse.

«Oh... a che devo tanta grazia?» replicò Draco, bruscamente. «Non capita tutti i giorni di avere come servitore il fantastico 'Ragazzo Sopravvisuto', in fondo.»

«Se fosse per me, me ne sarei ben visto... ma Sirius è andato a riprenderti la bacchetta ed è appena tornato. Quindi Remus mi ha chiesto di venirti a svegliare. Dato che la colazione era pronta... te l'ho portata.» disse Harry, prendendo dalla tasca anteriore della tunica la bacchetta di Draco e porgendogliela.

Almeno una cosa buona... la sua bacchetta era tornata al legittimo proprietario, e lui non aveva corso rischi. Grandioso...

Il ragazzo iniziò a mangiare la sua colazione, mentre Harry bighellonava per la stanza, controllando tutto quello che era stato rimesso in ordine da Hermione due giorni prima. Arricciò il naso di fronte al letto ancora sfatto e ci si mise seduto sopra, continuando a guardarsi intorno. Draco lo seguiva con lo sguardo, infastidito. Non gli piaceva che qualcuno giudicasse il lavoro che aveva svolto qualche giorno prima, e soprattutto non voleva che fosse Potter a farlo.

«Ti diverti a guardarti attorno?» iniziò a dire, ma non poté sentire la risposta. Un'ondata di freddo glaciale iniziò a invadere il suo spirito, come se un vento gelido avesse invaso il suo cuore. Impallidì – sapeva bene che cosa tutto ciò volesse dire. Gemette per lo sforzo di mantenere un atteggiamento normale e si girò verso la sua colazione. «Ma non dovevano comparire solo dopo le otto?» bofonchiò cercando di concentrarsi su un bel ricordo, come Lupin gli aveva ricordato il giorno prima. Ancora una volta la risposta di Harry gli suonò lontana, come proveniente da un altro mondo. Rivide davanti a sé il volto sorridente di Marion, l'imbarazzo della ragazza nel vederlo sfogliare i suoi fumetti, la bottiglia che si stappava e il tappo che volava lontano.

*Evidentemente nessuno di noi due si sposerà entro l'anno,* diceva la sua stessa voce, nel suo cervello.

*A me non è mai capitato, signor Malfoy. Forse vuol dire che non mi sposerò mai...* era troppo, troppo per poter resistere. Non riusciva a trovare nessun bel ricordo che potesse superare questo strazio. Fu colto da uno spasmo, e si accasciò sulla sedia. Notò con un'infinitesimale parte della sua coscienza che Harry gli si era avvicinato, e sentiva la sua voce cercare di raggiungerlo, in lontananza.

'Maledizione... no!' fu l'unico pensiero cosciente che attraversò il suo cervello.

*Signor Malfoy... ha la bocca sporca di cioccolato.*

*Anche lei. Dov'è, qui?*

Draco aprì gli occhi. Il volto di Harry che lo guardava e gli parlava sembrava sfumare in quello di Marion di fronte a lui, rossa per l'imbarazzo, la bocca sporca di cioccolato, la mano stretta nella sua. Vide che la ragazza cercava di scostarsi e non rifletté; la attirò a sé e, di scatto, posò le labbra sulle sue.

Le sentì, all'improvviso... morbide, calde... anche se serrate per la sorpresa. Con rinnovato fervore abbracciò la ragazza più forte e la costrinse ad aprire la bocca, forzandola a sentire il suo sapore. Una valanga di emozioni lo avvolse... con una leggera spinta vinse la sua resistenza e la fece adagiare per terra, sotto di lui, mentre continuava a baciarla. Poi, decise di averne abbastanza della bocca, e iniziò a esplorare con le labbra la sua mascella e a scendere verso il collo.

«CAZZO! MALFOY TI VUOI SVEGLIARE??» urlò una voce, nel suo orecchio. Quella voce... quella voce...

Draco aprì gli occhi, e vide, con sorpresa, il pavimento della camera nella quale aveva iniziato a vivere con Harry e il suo gruppo. Che ci faceva sul pavimento? E soprattutto... gli sembrava di essere sul... morbido.

«Dio ti ringrazio! Ti sei svegliato...» disse una voce nel suo orecchio. Quella voce... gli suonava familiare. Molto familiare. TROPPO familiare...

'Non è vero...' pensò, non osando muoversi.

«Se di grazia vossignoria volesse levarmisi di dosso, avrei intenzione di alzarmi, il pavimento è duro.» continuò la voce nel suo orecchio, cinica e seccata. Lentamente, molto lentamente, Draco alzò la testa e la girò verso il suo interlocutore. Sul pavimento, proprio sotto di lui, un paio di feroci occhi verdi lo fissavano, con astio.


Nota dell’autrice:
Ed eccoci alla fine del capitolo dieci! ^_^
Hihi... ^^ Lo so, sono cattiva... siete ancora vivi? ^O^
/me evita i pomodori
/me evita le zucche
/me evita... O.O il frigorifero O.O;;;;;;; che passa...
Hei gente! Andateci piano!!!! ;;; AIUTO!!!!!!!

Ricordatevi di commentare! Continuerò solo se riceverò tanti bei commentini ^_^ e mi sembra vogliate tutti sapere quale sarà la successiva reazione degli occhi verdi inferociti ^O^;;;;;;;;; e anche quella del povero biondino indifeso... almeno mi pare di arguirlo dai coltelli puntati... ;
Ehm... onde evitare fraintendimenti vorrei far notare a tutti che la mia base d'ispirazione per questo capitolo è stata quest'immagine: http://www.webpost.net/gl/glayish/hslashd3.JPG è molto bella, ma consiglio i puritani di non aprirla ;P


Passiamo a rispondere ai vostri commentucci ^_^ sperando che siate ancora vivi =D

Fanfiction.it

Evan: LOL! Bella supposizione =D. Ehm... come vedi alla fine di questo capitolo... beh... l'avresti voluto vedere? Eccotelo qui =P chissà se ne sei felice oppure no =)

Nimue: chissà se sei rimasta abbastanza scioccata da questo finale oppure se devi vedere Bruno Vespa... mi dispiace ma io in maniera diversa da questa non riesco a scrivere... (fai così, mentre lo guardi pensa a qualcosa di molto bello, tipo il set per pulire i manici di scopa... Nd Harry) (non è mica una bambina, Harry... quello che facevi per non pensare a zia Marge non penso vada bene per lei N mia) (vabbè, era solo per aiutare... Nd Harry)

Cri: beh si... si stavano PROPRIO beccando come galletti ^^ e non posso assicurare che non continueranno a farlo in seguito, soprattutto dopo il capitolo 13 ^^V. Per il sogno non devi aspettare questo capitolo, ma il 12... l'avevo detto, il 12... :(. Per quanto riguarda Draco... beh sarà pure un Malfoy ma in fondo è un uomo no? =) Certe pulsioni sono un po' difficili da non notare... hihi ^^


EDeLarge: hihi ^_^ sono onorata che la scena ti sia piaciuta e suppongo che questo capitolo ti abbia lasciata col cardiopalma… ma per fortuna pare che tu sia una dei pochi fortunate che non avrà un collasso cardiaco, vero Ede? Beh... i vantaggi di prepararmi i regalucci *_* /me vuole il suo disegno di Sirius *_* e anche quello che ti ha ispirato il capitolo scorso *_*

Angi: scusa ma non ho capito ^^;;;;;;; cioè per te l'uomo che muore è Arthur Weasley? Arthur, poveraccio è già morto... no, non è Arthur Weasley. Cmq in un certo senso (MOOOOOOOOOOOOOLTO lato) hai acceso un fuocherello!

Lella e Dado: oddio... spero di vedervi commentare e di non dovervi venire a trovare in ospedale ^^;;;;;;; come vedete certe frasi di Ginny possono essere anche... ehm, come dire... profetiche? =D Ma saranno profetiche, oppure no? Uhm... ;) per Draco che cucina... concordo, VELENO!

Ever: Spero che il cap ti sia piaciuto... non hai detto niente =(

Giannetta: Beh se vuoi tenerti l'illusione che sia stato anche merito tuo... tienila, ma in realtà questo capitolo era già scritto quando tu hai messo quel commento. Io scrivo diversi capitoli in anticipo (oddio ;;;;; SENTO che non dovrei dire una cosa del genere proprio in QUESTO cap...) per esempio ora sto scrivendo il capitolo 13 anche se ho pubblicato il 10. Il capitolo 9 era già bello che scritto quando tu hai messo il commento. Però devo dire che il tuo commento ha causato un Sirius che sparecchia in questo cap =) contenta? Per quanto riguarda le caratterizzazioni è vero che il mio Draco va ben oltre quello della Rowling, ma ritengo che in ogni caso sia abbastanza riconoscibile. Un Draco perfetto casalingo sembrerebbe strano, perché Draco non ha mai fatto niente in vita sua, come puoi pretendere che sappia cucinare?^^ Però io con quello non volevo intendere che nessun uomo avrebbe cucinato... intendevo dire che normalmente chi lo fa sono le ragazze. Però ogni tanto possono farlo anche i ragazzi, perché no? In fondo nel primo capitolo, quando Harry salva il fondoschiena di Draco, era uscito a comprare qualcosa da mangiare. Ti sei mai domandata il motivo? ;)

Hermione Granger: una fan di Harry/Hermione e Draco/Hermione eh? Beh... a me le due coppie non è che intrighino molto... ti basta una buona amicizia? ^^; Grazie per i complimenti!

Laurie: Finalmente qualcuno che l'ha capito! Harry fa i salti di gioia =) Ebbene si... Harry non è così cattivo, non è vero che lui non ama Ginny. Cioè... lui non si sarebbe mai messo con Ginny se non avesse sentito qualcosa di molto forte per lei. Solo che non sa se quel qualcosa lo può considerare amore o meno... quando si è messo con lei ha creduto di si, ma quell'11 settembre è successo qualcosa che ha fatto capire a Ginny qualcos'altro. Beh... Ginny è cresciuta. Non è più la timida ragazzina che descrive la Rowling, in fondo lì aveva 10 anni, qui ne ha 21! La gente un po' cambia in 11 anni ^^;;;;;;; Ho cercato di evidenziare che Ginny non è + una bambina. E cmq si... Draco ha la sensibilità sotto le scarpe =D

Youki-chan: grazie per il commento ^_^

Akane83: ti ho risposto nei commenti :)

Anonimo: grazie per la difesa ^^ ma non è carino offendere gli altri: se flami chi flama (viva il neologismo!) ti metti sul loro stesso piano... Ti ringrazio per i complimenti, cmq :) mi hanno fatto molto piacere! :-*

Yura: Ciancio alle bande m'è piaciuta ^_^;;;;;; Cmq pare proprio che la battutina feroce di Ginny abbia fatto scalpore =) bene, bene... chissà che penserete di questo cap ^O^

Kiak: Ti ringrazio per il commento... secondo te l'essere quasi divorato da un dissennatore, essere salvato da Harry, ritrovarsi a stare con il gruppo di Harry, ritrovarsi a doversi pulire la stanza da solo perché non hai la bacchetta, aver perso una persona che ami, e infine baciare Harry Potter... ti sembrano pochi guai?^^; (Draco prende vita e punta la bacchetta contro la sottoscritta. Ehm... Dracuccio bello di casa... N mia)

Amelié: si, sono spietata nelle vendette ^^ Sono contenta che riesci a riconoscerti in Marion, vuol dire che è un personaggio realistico, e questo mi rende davvero contenta :). Come vedi la vendetta di Ginny ha provocato risvolti inaspettati... =D

Erika's Fanfiction Page:

Sigh NO ;_; ;_______________; perché proprio ora doveva chiudersi la connessione al database di Erika????? Uff, vuol dire che risponderò ai suoi commenti + tardi =(

E' di nuovo online ^_____^ bene... rispondiamo ai commentucci =)

Alexis: beh mi pare che di disastri ce ne siano già stati… per non contare QUESTO disastro Mwhahahahaha :D (posso ucciderla? Nd Draco) (mettiti in fila Nd Harry) (lasciami un pezzo di carne, Potter Nd Draco) (non so se ci riesco, a contenermi Nd Harry)

Fredryck: preferisci la coppia Draco/Harry? (ma cioè... ci stai pensando seriamente? Nd Harry e Draco che sudano) (chissà... *sadic stare* N mia) (;;;;;;;;; tu Potter, stammi LONTANO Nd Draco) (vedi TU di stare lontano da me, Malfoy Nd Harry)

kiak: perché non dovresti avere il coraggio di pubblicarla? Mandala online e dimmi quando lo fai che ci do un'occhiata ^_^

Ci: beh... come vedi sei stata... profetica :D o no? ;) Boh... =D Secondo te chi dei due uccide chi? =D Cioè Draco si fa ammazzare da Harry o si suicida da solo? =D

Kiara: che ne dici della scenetta? ^^ Come vedi il mio sadismo arriva ai punti + alti della classifica mondiale =D (anche il mio prurito alle mani... Nd Draco) (a me prude la bacchetta Nd Harry) (Potter, la bacchetta è di legno, non prude Nd Draco) (tu dici? Nd Harry)

Nakoruru: eh già... Ginny tira fuori il carattere. E lo tira fuori ancora di + nel prossimo capitolo... =) (non so perché ma temo che questo non mi piacerà... Nd Harry che si preoccupa) (oh... che intuito... Nd me) (ma insomma cavolo... mi fai baciare Malfoy e poi mi fai fare anche qualcosa da Ginny? Meno male che era Malfoy il tuo personaggio preferito, non oso pensare che mi avresti fatto se ti fossi piaciuto io... Nd Harry) (io NON ho detto che non mi piaci Harry... ho detto che mi piace + Draco N di me) (*sudo* Nd Harry)

Ryuko: come vedi ci hai quasi preso ^^ hihi

Angi e Gius: Eccovi l'aggiornamento ^_______^ che ve ne pare?^^ (meglio se non aggiornavi Nd Harry che va a mettersi la bocca sotto il lavandino) (fammi posto Potter, nd Draco) (c'è la vasca da bagno, Malfoy Nd Harry tra uno sciacquo e l'altro) (ah... Nd Draco)


Ringrazio ancora tutti per i commenti e vi aspetto tutti la prossima settimana, domenica, con il capitolo 11: "Do ut Des"

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: Do ut Des ***


Documento senza titolo Le Nebbie della Memoria.
Scritto da Giulia “Kagome” kagome@tiscalinet.it.
Pubblicato il 22 Giugno 2003
Beta-letto da Megabyte e da Aramis. Ringrazio Aramis ed Esus per l’enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!
Ringrazio inoltre "Ci" per il suggerimento dello Schiopodo =D


Disclaimer:
Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

Capitolo 11: Do ut Des.

Ginny aprì gli occhi, e osservò, senza troppa attenzione, il soffitto scuro sulla sua testa, per un attimo che le sembrò lunghissimo. All'improvviso si sentiva più che sveglia e non riusciva a riaddormentarsi, e il fatto le sembrò molto strano.

Subito si girò, a sinistra, per vedere se per caso quella sensazione di disagio fosse dovuta a Harry. Il ragazzo le aveva assicurato che non avrebbe avuto problemi anche con tutti i Dissennatori nei paraggi, ma lei non poteva esserne completamente sicura, e aveva passato parecchio tempo ad abbracciarlo e dargli conforto, prima di addormentarsi. Ma Harry dormiva tranquillo, tenendole possessivamente un braccio attorno alla vita.

La ragazza si staccò, con enorme attenzione, dall'abbraccio di Harry e si mise seduta sul letto. La luce della luna illuminava la stanza, dando ai contorni degli oggetti un'aria quasi spettrale. Nel vederla tirarsi su, Edvige tolse la testa da sotto l'ala e arruffò le penne.

«Anche tu non riesci a dormire, Edvige?» sussurrò Ginny, sorridendo alla sorda risposta della civetta. «Io vado in bagno...» terminò lei mentre l'uccello la fissava, ruotando la testa di lato. La ragazza si alzò dal letto e indossò la veste da camera. Poi si diresse a passi felpati verso la porta e uscì.

Arrivata nel corridoio, sentì subito qualche lamento provenire dal piano inferiore – probabilmente il suo senso di disagio era dovuto proprio alla notte tormentata che stava vivendo Lupin, sul divano. Ginny rabbrividì... di sicuro non era il momento migliore per sgranchirsi le gambe.

Meditò molto seriamente sull'eventualità di rientrare in camera e sprangare la porta, ma purtroppo la necessità la spingeva a comportarsi in maniera differente. Quindi arrivo a un compromesso. Tornò indietro in camera da letto e prese sul comodino la sua bacchetta; lanciò ancora un'occhiata apprensiva a Harry, ma il ragazzo dormiva serenamente. Quindi uscì di nuovo dalla stanza e si incamminò lungo il corridoio, fino al bagno. Ma, prima che potesse arrivarvi, un grido la bloccò – proveniva dalla camera di Draco.

«NON E' VERO! DIMMI CHE NON E' VERO!» lo sentì dire e si preoccupò, parecchio. Si affrettò alla porta della stanza, ma la maniglia non si muoveva. Ricordò che Lupin aveva detto di averla schermata. Conosceva solo un modo per aprire una porta chiusa con la magia,

«Alohomora!» sussurrò, puntando la bacchetta contro la maniglia, e la porta finalmente si aprì.

«Chi è?» chiese la voce di Draco all'interno.

«Lumos!» ordinò Ginny entrando nella camera e avvicinandosi al letto del ragazzo. Notò, con sollievo, che si era già svegliato – sembrava stare bene, a parte il fatto che faceva buffe smorfie con la bocca, pulendosela con le mani.

«Ah sei tu, Weasley... tutta colpa tua.» disse lui, tra una smorfia disgustata e l'altra. Ginny lo osservò, dubbiosa.

«In che senso, Malfoy? Tutto bene?» gli chiese. Lui annuì, ma continuò a pulirsi gli angoli della bocca e a sputacchiare, facendo varie smorfie e boccacce.

«Tutto bene... certo. Resta comunque colpa tua. E non mi chiedere che cosa.» soggiunse, continuando nella sua opera di 'pulizia'. Che cosa poteva mai essere colpa sua, tanto da generare una simile reazione? Ginny ci pensò un attimo e, all'improvviso, un lampo divertito attraversò i suoi occhi. Proruppe in un risolino.

«Che diavolo c'è da ridere?» chiese Draco, osservandola con astio. Lei non poté fare a meno di sghignazzare un po'. «Cazzo, che c'è da ridere?» chiese di nuovo lui, alzando la voce.

«L'hai sognato? Sul serio?» riuscì a chiedere lei, tra le risate. Non ce la faceva bene a contenersi, e aveva le lacrime agli occhi. Gli lanciò un'occhiata, tra le risate, e notò quanto fosse furioso – la stava osservando con una tale ferocia che i suoi occhi grigio-azzurri sembravano piccolissime fessure sul suo volto. La ragazza riuscì finalmente a ritrovare un contegno e si asciugò gli occhi, che ancora le lacrimavano. «Dovresti vederti in faccia...» gli rispose.

«Che cos'ha di così buffo la mia faccia?» fu la sua domanda. Il ragazzo distolse lo sguardo, girando la testa, e tirò su le gambe abbracciando le ginocchia. «Resta sempre tutta colpa tua.»

«Non ci posso credere che ti abbia fatto tutto questo effetto, non volevo... almeno ti è piaciuto?» gli chiese lei con un sorriso malizioso, reprimendo un'altra risatina. Lui le lanciò un'occhiataccia, che la fece sghignazzare di nuovo.

«Oddio, a parte il fatto che avrei preferito baciare uno Schiopodo Sparacoda piuttosto che Potter, il mio Molliccio cambierà forma, da oggi in poi, guarda...» rifletté Draco, passandosi un'altra volta una mano davanti alla bocca e osservandola subito dopo, disgustato.

«Che onore essere la causa del tuo Molliccio! Il più bel regalo di compleanno che abbia mai ricevuto.» scherzò lei, guadagnandosi un'altra occhiataccia. «Però dai... guardiamo il lato positivo della situazione... uhm... almeno baciare Harry non ti ha provocato bruciature...» cercò di trovare qualcosa di positivo, ma evidentemente le risultava difficile, perché continuava a osservare il soffitto, con un dito sulle labbra, senza dire più niente. Continuava anche a ridere, però... e questo dava molto fastidio a Draco.

«L'unico lato positivo della situazione a cui posso pensare è che quella scena sarebbe piaciuta a Marion.» rispose Draco senza riflettere, impallidendo subito dopo e mettendosi una mano davanti alla bocca... non per pulirla, stavolta.

«Di nuovo questa Marion? Si può sapere chi è?» chiese lei, smettendo finalmente di ridere e corrugando la fronte, in attesa di una risposta. Draco si stese sul letto e si girò dalla parte opposta.

«Non ti interessa.» rispose, cercando di ignorarla.

«Chi può dirlo, questo?» incalzò lei. Ma Draco continuava a mostrarle la schiena, e non accennava a muoversi, o a girarsi. Ginny attese alcuni minuti invano, poi si alzò e fece per avvicinarsi alla porta.

«Weasley?» la chiamò lui. Lei si girò, e vide che si era di nuovo messo seduto sul letto, e la fissava, le braccia sulle ginocchia.

«Che c'è?» gli chiese, acida.

«Se vuoi... ti parlerò di Marion. Però...» questo riaccese l'interesse della ragazza. Draco sembrava quasi... infastidito, angosciato a quel pensiero. Stranamente... non sembrava il Draco Malfoy che lei era abituata a conoscere.

«Però?» gli chiese, avvicinandosi di nuovo. Prese da sotto la scrivania la sedia e si mise seduta di fronte a lui.

«Il fatto è che mi fa ma... ehm, mi dà fastidio parlare di lei,» le guance del ragazzo si accesero leggermente a quell'errore – Ginny sorrise. C'era qualcosa che poteva far *male* a un Malfoy? «Quindi se proprio vuoi che te ne parli... devi darmi qualcosa in cambio.» lui le lanciò un'occhiata imbarazzata, e la ragazza perse il suo sorriso.

«Cioè? Che intendi dire?» chiese, un po' accigliata. Che voleva fare, baciarla di nuovo per scordarsi il 'brutto momento' che aveva sognato?

«Io ti parlo di Marion; ma tu mi dici perché ce l'hai con Potter. Non che la cosa mi interessi così tanto... solo che non mi piace, quando non capisco.» terminò. Il volto di Ginny divenne più rosso dei suoi capelli – Draco sorrise.

«Oh... um...» balbettò. Rimase a osservarlo per un po', imbarazzata, «ci devo pensare.» finì, abbassando lo sguardo e non osando puntarlo su di lui. Si alzò, rapidamente, e scostò la sedia allontanandosi di scatto da Draco e avvicinandosi alla porta.

«Va bene.» le rispose, «Ricorda una cosa, Weasley. Se dovessi parlarti di Marion... dovresti dimenticartene subito dopo, chiaro?» soggiunse poi, mentre Ginny faceva per chiudere la porta. La ragazza attese un attimo, riflettendo su quelle parole.

«Anche se io dovessi parlarti di Harry, Malfoy.» gli disse, finalmente osando lanciargli un'occhiata.

«Affare fatto.» rispose lui. Ginny lo osservò un lungo istante, dubbiosa. Poi chiuse la porta dietro di sé e si diresse nuovamente verso il bagno.

§§§

Draco aprì gli occhi, e si guardò intorno. Era mattina... i raggi del sole filtravano attraverso le persiane mezze rotte, invadendo l'oscurità della stanza, avvolta nella penombra. I riflessi della luce sul soffitto producevano strani contrasti e movimenti che attirarono la sua attenzione. Le voci dei Babbani e il rumore del traffico all'esterno, che penetravano attraverso i muri, lo svegliarono del tutto.

Svogliatamente il ragazzo si alzò dal letto, e si mise seduto sulla sedia che Ginny aveva spostato qualche ora prima. La conversazione avuta con lei gli tornò alla mente, come un lampo. Era sicuro che la ragazza non avrebbe accettato di dirgli il motivo del suo risentimento verso Potter, altrimenti non avrebbe proposto quel patto. Tuttavia... per un attimo era stato sul punto di dirle tutto in ogni caso.

'Bah, che idiozie! Raccontare i propri guai a qualcun altro di sicuro non ti aiuta, ti rende solo ridicolo.' Pensò scuotendo la testa al pensiero. Appoggiò i gomiti al tavolo e si mise le mani sulle tempie, usandole poi per stropicciarsi gli occhi. All'improvviso qualcuno bussò alla porta e, prima che lui potesse dire niente, questa si spalancò, facendo entrare Harry. Il sangue scomparve dal viso di Draco.

«Buongiorno... Sirius è appena passato a Diagon Alley a prendere la tua bacchetta. Ollivander non è stato molto disponibile a ridargliela indietro, voleva darla a te... ma alla fine ha acconsentito.» gli fece Harry, chiudendo la porta e avvicinandosi. Gli porse la sua bacchetta, un po' seccato.

'No...' pensò Draco dandosi un pizzico improvviso al braccio. Bestemmiò – si era fatto male. 'Non è un sogno, almeno.' Rifletté. Prese l'oggetto che Harry gli porgeva e controllò che fosse tutto a posto. Ollivander come al solito era un grande – la sua bacchetta era tornata come nuova. Si alzò, di scatto.

«Se non hai nient'altro da fare qui, puoi anche andartene...» sbiascicò mentre notava, con orrore, che Harry iniziava a guardarsi attorno.

«Con calma... c'è qualcosa di cui ti vorrei parlare,» iniziò lui, mettendosi seduto sul suo letto. No, era impossibile... il corso delle azioni erano le stesse dell'incubo, che ci faceva Potter lì? Se ne doveva andare... andare VIA!

«Non possiamo parlarne di sotto, in cucina?» tentò di dire lui. Qualunque cosa pur di uscire da quella stanza.

«Non ora... Hermione e Ginny stanno rimettendo a posto assieme a Lupin. Pare che questa notte sia stata molto movimentata per lui...» replicò Harry, continuando a stare seduto sul suo letto, e a fissarlo. Draco iniziò a camminare nervosamente per la stanza, poi si avvicinò alla porta e ci si appoggiò, cercando di calmarsi.

«Va bene. Allora sbrigati...» sibilò in risposta, stringendo le dita sulla maniglia della porta così forte da farsi quasi male.

«Sei nervoso oggi... e lo eri anche ieri,» iniziò Harry.

«Se permetti, non sono affari tuoi.» mormorò Draco, osservando i propri piedi. Harry gli lanciò un sorriso obliquo, e continuò,

«D'accordo. Però mi interessa il fatto che anche Ginny sia molto nervosa. Continuo a pensare che tu le abbia fatto qualcosa l'altro giorno, e ora non c'è nessuno che possa impedirti di rispondermi. Che le hai fatto? Ti ha svegliato dall'attacco di un Dissennatore, vero?» Draco lo fissò un momento, poi annuì, un po' forzatamente. «...E?» Continuò Harry, sostenendo la sua occhiata, molto seriamente.

«... e basta. Che vuoi che sia successo?» a discapito della sicurezza delle sue parole, lo sguardo sfuggente e il colore che aveva, involontariamente, acceso le sue guance continuarono a insospettire Harry.

«Non avevo mai visto la tua faccia di quel colore... non pensavo che 'niente' potesse condurre a reazioni simili, da parte tua, sai?» lo schernì lui. Lo sguardo di Draco si indurì.

«Come te lo devo dire che non è successo A-SSO-LU-TA-MEN-TE nulla? E ora, se permetti, andrei di sotto, ho fame.» replicò Draco, cercando di suonare più infuriato che imbarazzato. La messinscena sembrò avere esito positivo, perché riuscì nel suo intento e, scese le scale, si incamminò verso l'anticamera della cucina.

Giunto nella piccola stanza, dovette constatare che effettivamente Potter aveva ragione, Lupin doveva aver avuto una notte movimentata. Il divano era mezzo sventrato, e l'unica parte che fosse ancora in buono stato era stata chiaramente rimessa in sesto da Hermione, che si stava concentrando su uno dei cuscini. Ginny, d'altro canto, stava medicando Lupin, che si era sfregiato in diversi punti.

«Buongiorno, Malfoy,» gli disse, riservandogli un sorriso radioso. Draco sospirò... il discorso di quella notte sembrava averle fatto passare la furia nei suoi confronti. «la colazione è pronta in cucina, vai a mangiare prima che si raffreddi.» soggiunse la ragazza continuando a medicare Remus.

Passarono la giornata in maniera molto simile alla precedente, continuando a leggere libri sui luoghi nascosti agli uomini da parecchi secoli. Non che ce ne fossero tantissimi... ma erano piuttosto voluminosi. Quando arrivò l'ora del coprifuoco, Remus accompagnò Draco nell'anticamera e continuò con l'esercizio del giorno prima.

«Vogliamo riprovare col Patrono, Malfoy?» gli chiese, mentre il ragazzo si concentrava.

«Mi sembra inutile, ormai abbiamo visto che gli riesce, » si intromise Harry, «proporrei di passare a insegnargli il metodo per difendersi...» per una volta Draco fu d'accordo con lui.

Lupin passò ore a insegnare a Draco come doveva comportarsi. Era tutto basato sulla respirazione, sulla concentrazione e su un bel ricordo... effettivamente era importante esercitarsi prima con il Patrono, ci voleva meno concentrazione perché si trattava di una magia protettiva diretta, e quindi era più semplice effettuare un passo avanti, subito dopo, e imparare a proteggersi anche senza di esso.

«Pensi di riuscire a cavartela, da oggi in poi?» chiese Lupin alla fine. Draco annuì.

«Non posso dire di avere così tanti bei ricordi da non avere più problemi, ma di sicuro starò meglio.» il ragazzo osservò il suo ex-insegnante e per una volta, Lupin sembrò di scorgere quasi riconoscenza nei suoi occhi grigi.

Gli sorrise, soddisfatto, e si congedò. Ora che finalmente poteva dormire voleva approfittarne e non svegliarsi finché il sole non fosse stato alto nel cielo, il giorno dopo. Quello sembrò una specie di invito a rilassarsi, per tutti, e chi prima, chi dopo, si diressero nelle loro stanze.

§§§

Ginny si slacciò la tunica, molto lentamente, mentre osservava Harry aprire la gabbia di Edvige e avvicinarsi alla finestra per chiuderla, dopo che la civetta ne fu uscita. Slacciò la catenina che lui le aveva regalato per il compleanno e l'appoggiò sul comodino, assieme al nastro che le legava i capelli.

Harry le si avvicinò, e le scoprì il collo dandole un bacio all'altezza della nuca. Lei si scansò, e si mise seduta sul letto, osservando la parete di fronte a sé. Il ragazzo, molto stupito, piegò le gambe per trovarsi alla sua altezza. Ginny lo guardò negli occhi – sembrava... sfinita.

«Che succede, tesoro?» le chiese lui, «mi sembri stanca...» soggiunse nel notare che, per una volta, Ginny non lo fissava con astio quando pronunciava quelle parole. Appoggiò le ginocchia sul pavimento e la fissò, in attesa di una qualunque risposta. Stranamente la ragazza continuava a osservarlo, con sguardo vuoto, senza parlare. «C'è qualcosa che non va?» le chiese, provocando finalmente un guizzo nei suoi occhi castani.

«Qualcosa... che non va?» gli chiese lei mentre la luce nei suoi occhi diventava lentamente irritazione, «Tutto non va.» allargò le braccia e posò le mani sulla coperta, abbassando lo sguardo. Lui le mise le mani sulle gambe e si avvinghiò alla sua veste da camera, come se temesse di vederla volatilizzarsi in pochi secondi.

«Che vuoi dire? Si può sapere che ti ho fatto, perché ce l'hai con me?» le chiese, fissandola. Ecco, l'aveva detto. Voleva, doveva riuscire a scoprirne la ragione, non ne poteva più delle sue battute velenose e delle sue occhiatacce. Lo sguardo di lei si indurì ancora di più, mentre osservava le mani del ragazzo sul su grembo. Poi tornò ad avere un'espressione vuota e i suoi occhi persero luce quando li puntò di nuovo sui suoi.

«Harry... ti devo chiedere una cosa. Dovresti promettermi di non addormentarti.» gli disse, continuando a guardargli le mani. Lui batté le palpebre un paio di volte e le rispose,

«Non mi sembro nella posizione giusta per dormire...» il suo tono era quasi ironico, ma Ginny non sorrise, e continuò a fissare le sue mani.

«Bene.» disse, e rimase un attimo in silenzio, indecisa su come porre la domanda.

Per Harry sembrò passare un'eternità – per quale motivo stava aspettando? Che cosa voleva chiedergli? Allora aveva ragione, ce l'aveva con lui? E per quale motivo? Lui non pensava di averle mai fatto niente di male... il cuore gli sembrava un tamburo nel petto, era da tanto tempo che non si sentiva così... insicuro, dubbioso. Era come se Ginny dovesse decidere la sua condanna a morte.

«Dimmi Harry... tu... mi ami?» gli chiese, infine. Harry sentì come se un enorme peso gli si fosse tolto dal cuore e dallo stomaco. Tutto lì?

«Ma ti pare una domanda da fare?» le chiese, senza riflettere. Ma si morse il labbro quando notò l'ira negli occhi di lei... evidentemente per Ginny era una domanda da farsi.

«Non hai risposto.» constatò lei, continuando a fissarlo – il sangue scomparve dal viso di Harry. Da che l'aveva conosciuta, non gli era mai capitato di vedere Ginny così furiosa.

«Certo che ti amo,» iniziò, ma notò subito che gli occhi di lei si indurivano ancora di più. Ma che le era successo?

«Ne sei sicuro?» gli chiese. Harry si infuriò. Non rifletté neanche sul fatto che, effettivamente, nemmeno lui ne fosse così sicuro. Gli dava solo fastidio che lei potesse dubitarne. Che cosa aveva mai fatto per meritare un interrogatorio del genere?

«Certo che ne sono sicuro,» si alzò e rimase a fissarla, chinando la schiena per essere alla sua altezza, «non mi sarei mai messo con te se non avessi provato qualcosa nei tuoi confronti!» le strillò in faccia, guardandola negli occhi. Lei lo osservò un momento, sempre più fredda. Ma perché? Perché? Che aveva fatto di male per meritare questa sfiducia da parte sua?

«Provato... qualcosa... » rimuginò lei, tornando a osservare con enorme interesse il proprio grembo.

«Certo! Mi credi davvero così ipocrita? Io non sono Malfoy!» le disse, staccando finalmente lo sguardo dalla sua faccia e mettendosi a camminare per la stanza. Alla fine si mise seduto dalla sua parte del letto, le braccia ancora tremanti e i pugni stretti per l'irritazione.

«Malfoy è meno ipocrita di quanto tu possa credere.» sibilò lei, acida. Lui le rispose, senza girarsi,

«Come fai a dirlo?» stava per esplodere, non sapeva quanto sarebbe ancora riuscito a contenersi.

«Non ti interessa.» replicò Ginny, facendolo girare a guardarla. Lei si voltò e lo fissò con il solito distacco.

'Che ti è successo, Gin?' pensò Harry, intimorito. Non l'aveva davvero mai vista così... e non sapeva come comportarsi. Non avrebbe mai pensato che ce l'avesse così tanto con lui. Metteva davvero paura... 'E' proprio vero che quando qualcuno è sempre calmo, se si infuria diventa terribile...' rifletté, sconvolto.

«Mi interessa si, invece. Perdio... Ginny, non vorrai che litighiamo per colpa di Malfoy?» le urlò in faccia. Lei lo osservò con sarcasmo,

«Non bestemmiare. Sei TU che hai inserito Malfoy nel discorso, in fondo. Io non stavo parlando di lui...» gli rispose, sempre più fredda. Come diavolo faceva ad essere così calma? Come?

«Io inserisco chi mi pare nel discorso,» replicò, imbestialito. Se davvero voleva farlo arrabbiare, beh... c'era riuscita. Le avrebbe fatto perdere quell'aria distaccata, lo ripromise a se stesso. E poi... voleva sapere. «Visto che stiamo parlando di lui, che ti ha fatto l'altro giorno? Hai urlato e quando sono arrivato qui a controllare mi hai baciato e hai detto che dovevi dimenticare qualcosa. Che cosa?» le chiese.

Lei non si scompose e prese dal comodino un bicchiere, mettendosi a giocherellarci con le mani. Con un balzo aggraziato si mise seduta al centro della sua parte di letto e si rigirò per stendere le gambe. In quel modo poteva osservarlo meglio e non dargli la schiena.

«Non sono cose che ti riguardino, Harry.» disse, scrutando con disinvoltura il bicchiere che si passava da una mano all'altra.

«Mi riguardano eccome invece. E' da allora che hai un comportamento strano... per un po' sei stata velenosa anche con lui e non solo con me. Quindi suppongo che anche lui c'entri in questa storia. Ti ha fatto del male?» le chiese, avvicinandosi a gattoni sul letto finché non le fu davanti. Lei continuava a osservare quel dannatissimo bicchiere... all'improvviso si sentì uno scoppio, e la ragazza si ritrovò con le mani vuote – il vetro abbombato del calice era esploso, e il manico le era caduto sul grembo. Harry arrossì e distolse lo sguardo, lei lo squadrò con biasimo.

«Mi meraviglio di te, Harry. Hai ventun'anni e ancora fai queste cose.» sentenziò, viscida. Lui riprese presto il controllo di se stesso e ricominciò a fissarla. Era completamente fuori di sé, ma la ragazza non sembrava per niente intimidita.

«Non hai risposto...» ringhiò, copiando la sua domanda di poco prima. Lei gli lanciò un sorriso obliquo e lo guardò di sottecchi,

«Non mi ha fatto niente che non mi abbia fatto anche tu.» lo osservò, dura, mentre lui allargava gli occhi e impallidiva peggio di uno straccio lavato. Poi si mise di nuovo seduta sul bordo del letto e si alzò, scostando le coperte, «Ora, se permetti, vorrei dormire. Buonanotte, Harry.» gli disse, osservandolo finché lui non si spostò dalla sua parte del letto, consentendole di mettersi sotto le coperte. Poi spense la luce e si girò dalla parte opposta a quella dove si trovava lui.

Harry rimase a osservare il vuoto, per un po'. Il buio della stanza era interrotto solo dalla luce della notte, che si infiltrava attraverso le ante delle persiane. Il cielo doveva essere nuvoloso perché la luminosità aumentava e diminuiva, e spesso spariva del tutto. Ci volle parecchio perché il suo sguardo si abituasse all'oscurità... ma lui non riusciva a muoversi, non riusciva a pensare a niente. Sentiva un terribile groppo che gli serrava la gola, rendendogli difficile respirare. Ogni boccata d'aria era una fatica... e non sapeva più come fare per mantenere un briciolo di dignità.

'Qualche volta abbiamo litigato in questi due anni, ma il mattino dopo Ginny era di nuovo gentile, come se niente fosse successo... ' cercava di dirsi, per tranquillizzarsi. 'L'unica volta che ce l'ha avuta con me per un periodo più lungo è stato l'undici settembre. Ma anche in quel caso alla fine è tornata se stessa. Andrà tutto bene... tutto bene...' rifletteva, mentre cercava disperatamente di non piangere. Se avesse pianto lei l'avrebbe sentito. Non voleva che si rendesse conto di quanto fosse sconvolto. No, doveva essere forte...

A un certo punto, si sentì un timido bussare alla finestra – Edvige era tornata, ma Harry non riusciva ad alzarsi, non ne aveva la forza. Alla fine vide che Ginny si tirava su dal letto e si dirigeva verso la finestra, aprendola. Quando spalancò la persiana per far entrare la civetta, la ragazza notò subito che lui era ancora accovacciato nello stesso punto di dove si era messo per farla infilare sotto le coperte, ma non disse niente. Osservò un momento la strada deserta che si stagliava sotto il loro albergo mentre una leggera brezza entrava nella stanza, scompigliando gli già stravolti capelli di Harry. L'odore del vento sapeva di terra bagnata.

«Sta piovendo.» constatò lei, chiudendo subito dopo la persiana e poi la finestra. Si avvicinò alla gabbia di Edvige, nella quale la civetta era già entrata, e ne chiuse la porta. Poi fece per rimettersi sotto le coperte, ma non lo fece. Stette un attimo in piedi, indecisa su che cosa fare, poi si mosse, incamminandosi verso l'uscio.

«Dove vai?» le chiese Harry. Anche se gli diede molto fastidio notarlo, la sua voce era roca... e si capiva benissimo che aveva il groppo alla gola.

«Non ti interessa.» ribadì lei, aprendo la porta.

«Dove vai?» le chiese di nuovo lui, alzando la voce. Vide la sagoma di lei fermarsi un attimo a guardare l'interno della stanza,

«A fare un giro.» rispose di nuovo lei, secca.

«DOVE VAI?» ringhiò Harry. Lei si bloccò, osservando di nuovo l'interno delcla stanza buia. Lui poteva vedere la sua sagoma riflettersi sullo sfondo più illuminato del corridoio, se non l'avesse vista ancora ferma lì sulla porta, avrebbe creduto che se ne fosse andata.

«Harry... è inutile. E' finita.» mormorò, e chiuse la porta dietro le sue spalle. Il cuore di Harry si fermò.

Sbatté il pugno sul letto, con stizza, e sprofondò sul suo cuscino, restando supino a osservare il vuoto mentre le lacrime, finalmente libere di scorrere, gli bagnavano le guance e scorrevano fino al cuscino. Non aveva la forza di fermarle... così come non poteva bloccare i singhiozzi che scuotevano il suo petto, intervallati dai suoi respiri.

«Non è vero...» mormorava tra un singhiozzo e l'altro, «andrà tutto bene... non è vero... non è vero...» Rimase a osservare il soffitto a lungo, finché il sonno non lo vinse e finì per addormentarsi.


Ginny restò a lungo dietro la porta della loro stanza ad ascoltare i battiti del proprio cuore correre, all'impazzata, mentre le lacrime le rigavano le guance. Harry non poteva saperlo, ma se lui si era sforzato di non cedere al pianto, e Ginny l'aveva capito benissimo dal suo tono di voce, lei non c'era riuscita.

Aveva passato tutto il tempo in cui era stata sotto le coperte a piangere, silenziosamente, ed era riuscita a ritrovare un contegno solo quando aveva sentito Edvige bussare alla persiana per poter rientrare. Aperta la finestra, il freddo venticello che le aveva accarezzato il viso le aveva ridato un po' di forza, ed era riuscita a calmarsi. Abbastanza a lungo per prendere quella decisione... forse una delle più difficili della sua vita. Probabilmente la più difficile. Ma, appena uscita dalla stanza, non aveva più potuto fermare le lacrime.

Ancora con le guance bagnate, si incamminò per il corridoio, mettendo un piede accanto all'altro, come una sonnambula. Lo aveva lasciato... si, alla fine l'aveva fatto. Non ci poteva ancora credere, ma era così. Si sentiva comec svuotata. Ma allo stesso tempo più leggera. Era da parecchio tempo che voleva farlo, ma non ne aveva mai avuto il coraggio. Stette un po' ferma, davanti alle scale, indecisa se dirigersi verso la cucina, oppure andarsi a cercare una stanza al piano superiore, rimettendola a posto abbastanza per poterci dormire. Poi, il suo sguardo si posò sulla porta della camera di Draco, e rimase a osservarla, come incantata. Si asciugò con una mano le lacrime che ancora le bagnavano le guance e si girò, avvicinandosi cautamente alla porta. Poi rimase ancora un po' a pensare, con una mano sulla maniglia e l'altra intenta ad asciugarsi l'ennesima lacrima ribelle.

«Che ci fai qui, Weasley?» disse una voce alla sua sinistra, facendola sobbalzare. Si voltò nella direzione della voce e vide l'inconfondibile sagoma di Draco, che la fissava.

«Mi hai spaventata, Malfoy... che ci fai in piedi a quest'ora?» gli chiese, tirando su col naso.

«Niente di particolare... volevo sgranchirmi le gambe.» le rispose lui, abbassando lo sguardo. Ginny riuscì a sorridere – solo Malfoy poteva imbarazzarsi a rivelare di dover andare al gabinetto... «Che ci fai a quest'ora di notte, nel corridoio, con una mano sulla maniglia della mia porta?» le chiese. Lei lasciò la maniglia e si girò a guardarlo.

«Accetto... le tue condizioni, Malfoy. Ti dirò perché ce l'ho con Harry.» gli disse. Draco sgranò gli occhi e rimase a fissarla per diversi secondi. Prese fiato per parlare un paio di volte, ma non riuscì a dire niente. «Ovviamente solo se tu mi parlerai di Marion.» finì di dire. Lui attese ancora parecchio tempo, prima di trovare il coraggio di rispondere,

«A dire la verità non pensavo che tu avresti mai acconsentito,» iniziò. Lei gli scoccò uno sguardo sospettoso,

«Non è che vuoi ritrattare?» gli chiese. Notò il suo sguardo sfuggente, e comprese di aver colto nel segno. «Guarda che non è da uomini tirarsi indietro, dopo aver proposto un patto.» gli fece notare. Draco aprì la porta della sua stanza e la lasciò semiaperta, consentendole di entrare dietro di lui, mentre si avvicinava al suo letto.

«Insomma, non ho scelta, eh?» le chiese. Ginny sorrise, «E va bene... anche se mi dà fastidio... in fondo il patto l'ho stabilito io... Comincio io oppure inizi tu?» le chiese. Lei accese la sua bacchetta e gli fece segno col capo che lasciava a lui l'onore di iniziare mentre scostava la sedia della scrivania e ci si metteva seduta. Draco sospirò...

« Allora... ti parlerò di Marion...» disse lui, osservando i proprio piedi, poi provò la sua ultima carta, «ma che dirà Potter nel non vederti tornare in camera? E' una storia piuttosto lunga, sai...»

«Non dirà proprio un bel niente,» mormorò lei, stizzita. Puntò lo sguardo verso il viso di Draco e notò la sorpresa del ragazzo al suo tono di voce, «l'ho lasciato.» gli disse. Draco sgranò gli occhi e la fissò a lungo.

«Ah...» riuscì a replicare, alla fine. «e... c'entra quello che mi devi dire?» Lei annuì e lui continuò, «Che è successo?»

«Prima Marion;» gli fece lei, guardandolo seriamente e poi sorridendo alla sua aria colpevole. Aveva di nuovo cercato di sviare il discorso; «è la tua ragazza?» gli chiese. Lo sguardo di Draco si fece distante. Si girò verso il muro e abbracciò un bracciolo del letto, osservando fisso davanti a sé.

«Era... la mia ragazza.» disse dopo averci pensato su.

«Era? Ti ha lasciato?» chiese Ginny, quasi sorpresa. Lui fece cenno di no col capo, «L'hai lasciata tu?» continuò lei, ma Draco fece di nuovo segno negativo. Si voltò a guardarla.

«E' morta.» le disse, mentre Ginny tratteneva il fiato per la sorpresa, «L'ho uccisa io.»

Nota dell’autrice:
Ed eccoci alla fine del capitolo undici. Ormai penso di non fare uno spoiler più a nessuno nel rivelarvi che tra Harry e Ginny è finita. Anche se lui è ancora convinto di poter rimediare... la sua è solo una pia illusione. I prossimi capitoli saranno fondamentali, e dolorosissimi per qualcuno. Ma purtroppo si sa... quando si tira troppo, la corta si spezza. E quando qualcosa si spezza, lascia sempre del dolore dietro di sé.

So che questo, forse, era il momento che molti di voi aspettavano e che altri temevano, ma purtroppo non posso accontentare tutti! Io vado avanti per la mia strada, e spero che voi continuiate a seguirmi come prima.

Che ne dite del mio cliffhanger? ^_^ Cmq nel prossimo capitolo Draco parlerà a Ginny di Marion e lei gli racconterà finalmente per quale ragione ce l'ha con Harry, togliendo la curiosità non solo a lui ma anche a tutti voi. I nodi stanno per venire al pettine, e il primo twist si avvicina a passi da gigante. Il capitolo 15 credo sarà quello che inizierà la seconda parte della storia.

Ricordatevi di commentare! Continuerò solo se riceverò tanti bei commentini ^_^

Bene bene... ora passiamo a... ehm... che c'è Harry? Che cos? AIUTO!

Haha! Finalmente mi sono impossessato di questo computer! :D Salve... dunque... io sono Harry Potter. La vostra autrice è schiantata sul letto. Ron, mi RACCOMANDO; fai bene attenzione che non si riprenda. Grazie.

Ma insomma cavolo... perché diavolo TUTTI ce l'hanno con me! La mia mamma virtuale che dice che ho l'aspetto malsano (non te la perdono questa, mamma!) quest'autrice che mi fa mollare da Ginny... e i suoi lettori che si preoccupano di MALFOY e non di ME! Ma cacchio... IO sono il protagonista della storia, IO sono quello che ha salvato il fondoschiena a tutti tutte 'ste volte... per quale cavolo di ragione nessuno mi considera?

Quindi... ho deciso un ammutinamento e risponderò IO ai vostri commenti.

Dunque vediamo un po'... qual è il primo sito. Ah si...

Fanfiction.it:

Ryuko: beh si, è stato uno schifo. Per fortuna che era un sogno perché se fosse stato vero il vostro amato Malfoy non si sarebbe scavato la fossa da solo. Ce l'avrei lanciato io con l'espresso. *bleargh*

Smoke: so che l'autrice è stata molto felice di leggere il tuo commento. Riguarda i primi cinque capitoli... ammazza quanto scrivi! :P Vediamo di leggerli... uhm... (Harry si addormenta a metà. Prende la tastiera Ron) Salve sono Ronald Weasley. Come funziona questo affare? Harry dorme... oh vedo che dopo mezz'ora passata toccando dappertutto ho scritto qualcosa. Quindi devo premere qui... interessante... vediamo un po'. Per leggere tutta 'sta roba ci vorrebbe Hermione. Però se Hermione venisse qui e vedesse che stiamo facendo ci ammazzerebbe... hem hem... (Harry risorge dal sonno al suono dell'hem hem) Ron per piacere non imitare la Professoressa Umbridge... mi fai fare gli incubi. (scusa Harry Nd Ron). Dunque, tornando al tuo commento Smoke… cioè ai tuoi commenti... sappiamo che l'autrice ti ringrazia tanto. Quando le consentiremo di rispondere potrà aggiungere qualche considerazione. Passiamo oltre...

Amelié: Finalmente qualcuno che glielo dice! Si, si! Ha esagerato! Addirittura tentare un.... *bacio* ugh... tra ME e Malfoy! (HARRY!!!!! Ma che cosa fai? Nd Ron) Io nulla Ron... è questa che ha fatto tutto. E poi il brutto è che era pure un sogno, non ho potuto nemmeno reagire! (Ma che sogni si fa Malfoy? Nd Ron) i sogni di quel piccolo bastardo Serpeverde che è... Cmq carissimi il fatto che io non avessi reagito avrebbe dovuto farvi venire una mezza idea che fosse qualcosa di diverso dalla realtà... cacchio se Malfoy l'avesse fatto sul serio ora giacerebbe nel Cimitero dei maghi... NON STO SCHERZANDO!

Fortress: ma perché povero Draco e non povero Harry? (Harry sei matto a chiamare Malfoy per nome? Nd Ron) Lo chiamo come mi pare dopo che si è sognato di baciarmi! Dunque... Il brutto è che non ho potuto mostrare nemmeno la mia reazione, perché era un sogno *sigh* vita crudele!

Esus: DIECI? Cioè... una cosa come un "O"? "Outstanding"? Per avermi fatto baciare Malfoy? UGH!!!!! E io che nei compiti di Pozioni quest'anno prendo appena D ("Dreadful" ;_; Piton bastardo...) (Beh io ho preso "P" Poor... Nd Ron) ('Meglio un P che un D' come dicono i gemelli ;_; Nd Harry) (se voi studiaste invece di venire nelle case altrui a schiantare la gente e a impossessarvi dei computer degli altri... FORSE, dico forse, prendereste un A (Approved) Nd Hermione) (Her... her... Hermione! Nd Ron) (Her… Hermione che ci fai qui? Nd Harry) (sono venuta a vedere perché non tornavate… Nd Hermione)

Maichy: ma insomma si può? Povero Draco che bacia Harry... ma povero Harry che bacia Draco no? (CHE HAI FATTO TU???????? Nd Hermione) (io nulla Hermione... cioè ecco... era un sogno di Malfoy... Nd Harry) (ma che si sogna Malfoy? Nd Hermione) (chiedilo alla donna schiantata... e poi ti domandi perché l'ho schiantata. Qui mi ha fatto addirittura mollare da Ginny... mi odia ;_; bastarda peggio della Umbridge e di Piton... quanto li odio... quanto LA odio... Nd Harry)

Yura: ma ancora! Perché nessuno "povero Harry"? ;_; ;_; Cmq si, è la perfidia fatta persona. Per questo la odio... (però a me non ha fatto niente... a parte mettermi Malfoy in casa... Nd Ron) (e a me che ha fatto? Nd Hermione) (Ti ha fatta... hum... ehm... cioè... Nd Ron la cui faccia è + scarlatta della divisa dei Grifondoro) (che mi ha fatto Ron? Nd Hermione) (ti ha fatta sposare con lui Nd Harry che sbadiglia) (HARRY! Nd Ron) (CHE COSA? Nd Hermione) (Ti fa tanto schifo l'idea? ;_; Nd Ron) (No è che... devo svegliarla per sapere come ha fatto :P Nd Hermione) (in che senso? O_o Nd Ron) (Hermione arrossisce)

Nimue: chi è Bruno Vespa? Conosce Voldemort? Ehm... Ron per piacere non sobbalzare ogni volta... Dicevo... conosce Voldemort? TU conosci Voldemort? O_o;;;;; che razza di lettori ha questa? Ora capisco perché è così bastarda! L'amante di Lord Voldemort legge questa storia! Ora capisco perché ogni tanto quest'anno mi fa male la cicatrice... ;_;

kiak: MA PURE TU? MA CHE CAVOLO!!!!!! Nessuno che si preoccupi per il sottoscritto? Ginny acida, Draco che bacia Harry... al povero Harry non pensa nessuno ;_; CHI è che ha salvato il fondoschiena a tutti, ogni anno? (Harry non ti facevo così borioso Nd Hermione) (Sono l'Harry de "l'Ordine della fenice" Herm Nd Harry) (AH! Ho capito... Nd Hermione)

Lella e Dado: uhm... almeno VOI dalla mia parte ci siete? (Harry va a rileggersi i commenti dei capitoli prima. No... questa Lella mi odia... UFFA! Nd Harry) Cmq… per fortuna un colpo al cuore, almeno una reazione di disgusto…

Kat: ecco diglielo che la storia.. cioè Ron... è scontato (che c'entro io? Nd Ron) (nulla, dice che voi due siete scontati e tu non hai ancora fatto niente oltre che dare addosso a Malfoy) (e ti pare poco? Nd Ron) (Beh... contando tutto il contesto per ora si… almeno io ho avuto qualche battuta in più Nd Hermione) (Perché devo odiare la mia futura moglie? Nd Ron) (Hermione arrossisce. Ma Ron! Nd Hermione) (Beh vabbè... sei mia moglie in quella storia! Nd Ron)

Evan: FINALMENTE! Qualcuno che si domanda perché sono flemmatico! Per quanto riguarda Ron... (mi citano di nuovo? Nd Ron) (dicono che sei un moccioso Nd Harry) (HEY! Un moccioso solo perché non voglio dare la mia bacchetta a quello? La mia bellissima bacchetta che mamma pagò BEN sette galeoni e rotti al mio terzo anno? Ma scherzate? Nd Ron) ecco, ti ha risposto lui.

Ever: Uhm... non capisco se il tuo è un urlo perché IO ho baciato Malfoy o il contrario... farò finta che sia così. SE Malfoy dovesse baciarmi sul serio, cara Ever, non farebbe in TEMPO a scusarsi, lo ucciderei in dieci millisecondi. A parte il fatto che ci rimarrebbe secco di per sé... così mi risparmio anche una Maledizione senza Perdono. (Dici che ci rimango secco Potter? Secondo me ci rimani secco tu Nd Draco) (CHE DIAVOLO CI FAI QUI, MALFOY? Nd Harry, Ron e Hermione) (a differenza di voi, io qui ci vengo molto spesso per stare in gentile compagnia della ragazza che avete schiantato... Nd Draco) (ora capisco perché è così stronza... Nd Harry) (guarda che un bacio con me mica è una tragedia, anzi... dovresti ringraziarla... IO piuttosto devo bacchettarla... farmi sognare di baciare HARRY POTTER! Ma dico! Almeno poteva essere Weasley... Donnola non ti scaldare, non parlavo di te, ma di tua sorella... Nd Draco che sfoggia il suo Draco Malfoy Smirk ©) (... fanc*lo Malfoy... Nd Harry) (Mia sorella è roba che non ti deve interessare! Nd Ron) (UHM... davvero? Nd Draco)

Cri72: Beh... vedere Malfoy vittima di un Patronus sarebbe stato buffo... (chi è questa? Nd Draco) (una che ha visto solo i film e si immagina te con la bacchetta di Ron... quella rotta Nd Harry) (ma cacchio... anche se fossi stato disperato quella bacchetta NON l'avrei mai presa. Manco fossi Allock... Nd Draco) (beh... dillo a lei Nd Harry) (la tastiera ce l'hai tu, scrivi! Nd Draco) (sai come si usa la tastiera? Da quando in qua ti interessi alla roba babbana? Nd Harry) (da quando passo le giornate con 'sta tipa... è una strega purosangue ma le piace usare questa roba. Peggio di Marion... Nd Draco) (daje con 'sta Marion... Nd Harry) (da quando in qua parli romanaccio? Nd Draco) (boh... Nd Harry)

Miyu87: Non sappiamo se considerare il tuo commento un elogio o un affronto Nd Harry&Draco all'unisono.

Brin: ecco si! DIGLIELO! La mia reazione...No cari... io NON ho tendenze, thank you very much! Soprattutto NON con Malfoy... (e MENO MALE! Chi la vuole una mozzarella come te? Nd Draco) (Malfoy.... chiudi quella boccaccia! Nd Harry) (chiudila tu Potter... lo sai con chi stai parlando, potrei... Nd Draco) (non aggiungere una parola, Malfoy. Non vorrai rovinare la sorpresa a chi non ha letto il quinto libro ancora... Nd Hermione) (oh è vero... beh ma dai, nei MIEI confronti era OVVIO che lo diventassi. Non in quelli di qualcun altro, però Draco occhieggia la donnola) (non esserne tanto sicuro... Nd Ron) per quanto riguarda Silente... noi non possiamo dire niente ancora perché l'autrice è arrivata a leggere solo fino a metà libro, e non vogliamo rovinarle la sorpresa (parla al singolare, Potter Nd Draco) (beh è anche peggio di quello che mi aspetto da TE dire come finisce l'ordine della Fenice, Malfoy, nd Harry) (effettivamente... facciamoli soffrire, si! Nd Draco) (-______- nd Harry Ron e Hermione)

Vale@: meglio così! Non leggi 'sta roba, passi belle vacanze! (Potter, questa storia ha ME come protagonista... Nd Draco) (beh ma la serie si chiama HARRY POTTER... Nd Harry) (mih che borioso che sei Potter... di tutto mi aspettavo da te tranne che fossi borioso guarda, quella è una prerogativa degli ambiziosi Serpeverde Nd Draco) (beh è anche una prerogativa mia! Nd Harry) (Draco va a Hogwarts a prendere il cappello parlante. Hey tu, mostriciattolo... fosse che non fosse che ti sei sbagliato quando hai piazzato quest'essere tra i Grifondoro? Nd Draco (io non sbaglio mai Nd Cappello Parlante) (ah si? Nd Draco) (Già... beh visto che lo vuoi tanto potrei anche riflettere sul farti cambiare Casa... non ti ho nemmeno controllato bene quel cervello, ho subito urlato serpeverde... che ne dici, caro Draco Malfoy... se ti metto tra i Grifondoro? Nd Cappello Parlante che ghigna) (TU! Essere maledetto, non ti azzardare! Nd Draco) (preferisci i Tassorosso? Nd CP) (NON CI PROVARE!!!!!! Nd Draco) (hihi! Il cappello parlante se ne va, probabilmente a parlare con Silente. Draco, Harry, Ron e Hermione lo seguono, uno preoccupato per il suo futuro gli altri tre preoccupati per la loro casa...

FINALMENTE! Sono riuscita a riprendermi... ma chi ha scritto 'ste baggianate? :( Che hanno combinato quei tre? UFFA!!!!!

Bah, passiamo all'Erika Fanfiction Page visto che in fondo agli altri commenti hanno risposto!

Erika's fanfiction page:

Dunque… qui ho perso tutto per l'ennesima volta ;_; ma per fortuna qualcuno ha ri-commentato ^_^

Shinho_88: come vedi ci avevi quasi preso! Ma gli occhi vedi inferociti erano proprio quelli di Harry... (/me sente una bacchetta puntata alla sua nuca) beh l'Harry del sogno... (Harry rischianta l'autrice) RIECCOMI!!!!!! Sono di nuovo io, Harry Potter (con tutta la banda al completo Nd Draco) (la "banda" non comprende pure te, spero Nd Harry) (lo spero io questo Nd Draco). Dunque... Ron pare che le nostre maledizioni abbiano fatto hackerare questo sito(Hacke-che? Nd Ron) (hackerare... un hacker è entrato su quel database e ha cancellato tutto. NON è una bella cosa ragazzi Nd Hermione) (Draco ghigna). Per rispondere alla tua domanda sul latino... beh NOI abbiamo frequentato Hogwarts non so che scuola abbia fatto l'autrice, probabilmente la corrispondente Italiana di Hogwarts. Anche se mamma Rowling non ve lo dice noi il latino lo studiamo a scuola, ci serve per gli Incantesimi.

Nakoruru: mannaggia a te... poteva continuare a tormentare Malfoy? Almeno ci divertivamo... (HEY! Nd Draco) Ora ha iniziato a tormentare ME ;_______; (ben ti sta :P Nd Draco) (GRRRRRRR Nd Harry)

Cloe: purtroppo pure in piedi lo fa cadere quel bastar.... (in piedi per modo di dire, mi piglia in giro Ginny Nd Draco) (come ti permetti di chiamare mia sorella per nome, faccia da furetto? Nd Ron) (chiamo Ginny come mi pare, faccia da donnola Nd Draco) (calmatevi voi due Nd Hermione) (zitta, mezzosangue Nd Draco) (dagli addosso Ron! Nd Harry) Ehm... due ore dopo…

Angi e Gius: Voldie? O.o,,,,,, bollito con BUDINO di Snape? Bwhahahahaahahahahahahaha..... Harry si contorce dalle risate... harry sbatte il pugno sul tavolo.... Harry rotola sul pavimento.... tutta la banda lo segue.... perfino O.o;;;;;; Malfoy... (io non rotolo, non sono così volgare... ho solo sghignazzato Nd Draco)

Pan_z: Hey Potter! Smettila di rotolare e vieni qui… hai una fan! (Harry arriva e schianta Draco e si rimette seduto) NON CI POSSO CREDEREEEEEEEE!!!!!!!!!!! Grazie pan! Grazie, grazie, grazie!!!!!! ^________^ uhm... però il resto del commento non mi piace ;_; (anche le tue fan ti tartassano Potter? Stronzo... schiantarmi così, e io che PER UNA VOLTA ti stavo facendo un piacere... Nd Draco)


INSOMMA LA SMETTETE DI SCHIANTARMI OGNI 5 MINUTI?????? Nd me che si è appena ripresa "Expelliarmus!" le bacchette volano via. "Stupeficium!" i tre sono schiantati. Bene... dove eravamo rimasti? (mi sa che ti manca una recensione su Fanfiction.net Nd Draco) (grazie tesoro Nd me)

Fanfiction.net:

Ci: ti RINGRAZIO per il suggerimento dello schiopodo sparacoda, come vedi è stato ben integrato in questo cap (mica lo so se preferivo baciare uno di quegli esseri... Nd Draco) (q...q...quindi preferisci baciare ME? Nd Harry) (NON ho detto questo Potter... Nd Draco). Cmq... visto che ora Harry Ron e Hermione stanno cercando la loro bacchetta sotto il letto (ma come cacchio ci vivi in 'sto casino? Nd Harry) (fatti i fatti tuoi, tu... nd me) io sto tranquilla a scrivere ^_^. Come vedi era un sogno =) (INCUBO! Nd Draco). Me ne torno a leggere OotP vah :)

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Il Leone e il Serpente. ***


Le Nebbie della Memoria
Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia “Kagome” kagome@tiscalinet.it.
Pubblicato il 29 Giugno 2003
Beta-letto da Megabyte e da Aramis. Ringrazio Aramis ed Esus per l’enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!

Disclaimer:
Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

Capitolo 12: Il Leone e il Serpente.

Ginny ci mise parecchio a riprendersi dallo shock. Draco la osservava, con un divertimento velato di tristezza mentre lei deglutiva un paio di volte e cercava di riassumere un'espressione decente. Evidentemente riteneva che questo fosse troppo, anche per uno come lui.

«Che significa?» gli chiese, mentre le labbra di lui si incurvavano in un sorriso duro e rassegnato.

«Ho detto che ti avrei parlato di lei, Weasley, non che ti avrei detto tutto di lei.» replicò dopo aver riflettuto a lungo. Lei gli lanciò un'occhiata furiosa.

«Con le mezze verità non si ottiene nulla.» sibilò, acida. Draco la osservò, sinceramente stupito.

«Che cosa vorresti ottenere scusa? Ti ho detto che mi dà... fastidio parlare di lei.» replicò. Lei continuò a fissarlo, torva.

«Malfoy, oggi sono venuta qui perché ho accettato di parlarti di qualcosa che mi fa male. E, come vedi, io non mi vergogno ad ammetterlo.» gli fece notare, guardandolo di sottecchi. Lui la osservò a lungo prima di replicare,

«Che cosa ti fa pensare che io mi vergogni?»

«Me lo chiedi pure?» gli domandò lei. Passò qualche istante a osservarlo e a riflettere prima di continuare, «Malfoy... tu hai proposto questo patto, e io ho accettato le tue condizioni. Hai promesso di mantenere la tua parola... quindi ti chiedo di accettare le mie regole, adesso.» gli disse, molto concentrata. Lui la guardò, a metà tra il sorpreso e l'irritato.

«Non sono tenuto ad accettare le regole di nessuno.» le disse, guardandola di sbieco.

«L'hai detto tu, ieri notte. Tu mi avresti detto chi era Marion se io ti avessi parlato di Harry. Per parlarti di Harry io devo buttare la mia maschera... devo scoprirmi. In cambio vorrei che tu buttassi la tua maschera, almeno per una volta nella tua vita.» terminò, scocciata. Draco non poteva credere alle sue orecchie. In che senso la maschera? Che cosa voleva da lui?

«Non capisco...» replicò, fissandola con dubbio. Lei sospirò e si alzò per girare la sedia. Si mise seduta a lato, appoggiando le braccia alla spalliera, e lo fissò.

«Desidero che, almeno per questa notte, in questa stanza non ci siano Malfoy né Weasley,» iniziò, continuando a fissarlo negli occhi. Lo vide ricambiare lo sguardo, torvo, e continuò, «ma solo Draco e Ginny.» sorrise nel vederlo sussultare mentre lei pronunciava il suo nome.

«Continuo a non capire.» le rispose lui, distogliendo lo sguardo e osservando con enorme interesse il muro di fronte a sé.

«Malfoy forse no, ma Draco ha capito di certo,» gli fece notare lei, consapevole del suo imbarazzo. Lo vide cambiare colore e sorrise, divertita mentre lui si strofinava nervosamente il dorso della mano sulla bocca, continuando a fissare il muro. «Desidero discutere con qualcuno che non mi dica che gli dà fastidio parlare di Marion quando invece intendeva dire che gli fa male. Qualcuno che dica quello che pensa, senza farsi scrupoli solo perché è un Malfoy.» lo vide girarsi a fissarla, furioso, e continuò a sorridere, malinconica.

«Se sai così bene quello che pensa Draco, perché vuoi che sia lui a parlare? In fondo anche se Malfoy mente, sembra essere un libro aperto per te!» il sorriso di lei si illuminò nel notare la sua stizza.

«Per una volta vorrei non aver bisogno di traduttori;» replicò, senza perdere il suo sorriso, «hai ragione, comunque. E' inutile che tu ti cali quella maschera, perché riesco a vedere benissimo quando stai mentendo.» il sangue si gelò nelle vene di Draco. Possibile che fosse così prevedibile? Suo padre gli avrebbe detto che era un fallimento completo, come Malfoy. Suo padre... perché doveva pensare a suo padre, in un momento come quello?

«Forse non ti rendi conto che quella che tu chiami 'maschera' è troppo ben impiantata sulla mia faccia. Io sono prima di tutto Malfoy, e poi Draco. Questa maschera non me la sono mai tolta, ormai è parte di me.» le fece notare. Lei sospirò e spostò le braccia sulla spalliera della sedia, cercando una posizione migliore.

«Neanche con Marion?» gli chiese, facendolo sussultare. Lo vide osservare il muro cercando di non far notare il suo sgomento mentre rifletteva. Evidentemente non ci aveva mai pensato.

«Non ti interessa...» cercò di replicare lui, ma l'occhiataccia di Ginny lo colse alla sprovvista mentre incrociava il suo sguardo con un'occhiata sfuggente.

«Invece m'interessa. E' uno dei motivi per cui sono qui, in fondo.» gli fece notare.

«Ma io non sono neanche sicuro di esserne capace... cioè di riuscire a toglierla quella maschera.» disse lui, accigliandosi. Non gli piaceva il soggetto della conversazione. Non voleva sembrare debole, e invece lei gli stava chiedendo di mettere a nudo le sue debolezze. Chi era per chiedergli una cosa del genere? «E poi tu non sei Marion. Anche se con lei fossi riuscito a comportarmi in maniera diversa, non vedo perché dovrei farlo con te.»

«Diciamo che è il pagamento del pedaggio.» gli disse, abbassando la testa per guardarlo di sottecchi, da sotto la frangia. Notò subito che il ragazzo sbiancava, e sorrise. «Pensavi di cavartela con un incubo?» gli domandò, non riuscendo a trattenere un risolino.

«Questo è un ricatto bello e buono...» le fece notare lui. Lei annuì con convinzione.

«Se è l'unico modo per parlare con Draco... ebbene si, è un ricatto.» constatò poi, continuando a fissarlo nello stesso modo di prima.

«Quindi sembra che io non abbia scelta...» replicò lui, abbassando lo sguardo al suo cenno affermativo. Sospirò, «in alternativa, che succederebbe se rifiutassi?» le chiese.

«Beh... ti assicuro che i Dissennatori lì fuori ti sembrerebbero molto più accattivanti della vita qui dentro, da oggi in poi.» lo minacciò lei. Lui l'osservò con aria di sfida, come se avesse voluto replicare di provarci. Ma lo sguardo di lei era così serio che quell'espressione durò appena pochi attimi prima di sparire del tutto. Sospirò di nuovo...

«Ci proverò, Weasley.» gli disse. Notò il suo sguardo, carico di biasimo. «E ora che c'è?» le chiese.

«Ginny...» gli disse lei. Poi arrossì e abbassò lo sguardo prima di continuare, «...Draco.» il ragazzo sorrise beffardamente nel sentirla pronunciare il suo nome. Poteva sembrare strano, ma gli piaceva sentirglielo dire.

«Come vuoi... Ginny.» terminò lui.

Rimasero a lungo in silenzio, lui a osservare il muro di fronte a sé e lei a guardarlo, in attesa che continuasse. Ogni tanto l'ululato del vento e il rumore degli scrosci di pioggia andavano a riempire il silenzio ovattato della stanza.

«Che intendevi dire con 'l'ho uccisa'?» gli chiese lei all'improvviso, facendolo sobbalzare. Draco si voltò a guardarla, evidentemente cercando di valutare che cosa dire e che cosa nascondere. «Ricordati Draco... le bilance devono restare in cucina, a soppesare gli ingredienti per il pranzo di domani.» gli disse, facendolo sorridere. Gli sorrise a sua volta, continuando a osservarlo.

«Ho dubitato di lei.» fu la chiara, secca e concisa risposta. Lei gli lanciò uno sguardo interrogativo, cercando di spingerlo a continuare, «Penso che, per farti capire che cosa intendo, devo iniziare dal principio...» continuò, riprendendo a osservare il muro dietro il suo letto. La sentì annuire e respirò con calma. Sarebbe stata una lunga notte...

«Probabilmente l'hai conosciuta anche tu. Marion era la segretaria di Caramell, lo è stata da poco prima che tu uscissi da Hogwarts, fino al giorno in cui è morta,» iniziò. Sentì che lei tratteneva il respiro e sorrise, malinconico.

«QUELLA Marion?» sbottò Ginny, «Si, mi ricordo di lei. L'ho incontrata un paio di volte al Ministero quando accompagnavo papà – un giorno sono anche andata a chiederle delle carte. Non ti dico la mia irritazione quando me le ha date, erano macchiate di cioccolata.» si lamentò. Draco non riuscì a evitare di ridere. «Non c'è niente di tanto buffo, Mal... Draco. Erano documenti importanti.» Lui la fissò, divertito.

«Ne sono certo, Ginny. E sono anche sicuro che fosse irritante. Lo era anche per me, all'inizio. Anche a me rifilava i documenti con le orecchie, sporchi di cioccolata. Qualche volta anche macchiati d'altro... e ha continuato a essere così fino alla fine. Era pasticciona, disordinata, sbadata. Aveva perennemente la testa fra le nuvole e arrivava spesso in ritardo. Non sai quante volte ho dovuto aspettarla anche mezz'ora davanti all'ufficio di Caramell, perché lei non era puntuale. E dovevo attendere anche di più perché lei si era dimenticata di cercare i miei documenti. I tuoi li aveva già preparati?» sorrise nell'osservarla far cenno di si, «Beh, sei stata fortunata, in fondo li aveva solo macchiati.»

«Mi sembrava di aver capito che tu l'amassi...» gli fece notare Ginny, osservandolo sospettosa. Lui continuò a sorridere e lei se ne stupì. Era un sorriso diverso dalla normale smorfia ironica che caratterizzava spesso il suo volto.

«L'amavo, si. L'amavo così tanto da desiderare di affrontare mio padre pur di ottenere di starle vicino. E ti assicuro che sfidare Lucius Malfoy non era cosa da poco.» le disse, con una punta di orgoglio.

«Com'è possibile che... uno come te...» gli chiese. Lui le lanciò un'occhiata sfuggente.

«Si innamorasse di una come lei? Beh... forse perché era tanto diversa da me, non lo so. Era il mio opposto. Però...» aspettò un momento e cercò di riflettere su quello che poteva dire. Ma l'occhiata di Ginny gli ricordò subito quali fossero i patti. Sospirò per la terza volta, «Una volta per trovare delle carte per poco non versò una boccetta d'inchiostro e poi, senza accorgersene, si sporcò tutta la faccia... sembrava un Sioux. Ti assicuro che era buffa da morire.»

«Insomma, è riuscita a toglierti quella maschera facendoti ridere?» gli chiese lei. Lui ci pensò un momento, meditando bene sulle sue parole.

«Probabile, molto probabile. Fatto sta che con lei non riuscivo ad essere la stessa persona. Aveva il potere... di addolcirmi.» terminò.

Rimase a lungo a osservare il muro di fronte a sé. Si girò verso la ragazza e le chiese, «Ginny... lo sai che diventa la neve quando si scioglie?» notò con divertimento la sua meraviglia alla domanda.

«Oddio... non saprei. Penso che diventi acqua, perché?» gli chiese lei, evidentemente imbarazzata. Draco sorrise di nuovo e si girò ancora una volta verso il muro.

«Hai sbagliato, Ginny. Diventa primavera.» le lanciò un'occhiata rapida per studiarne la reazione. Lei aveva allargato gli occhi per un attimo e sembrava averci riflettuto un po', prima di sorridere e ricambiare lo sguardo, quasi condividendone la malinconia.

«E' molto bello, Draco.» rifletté a voce alta. Lui la osservava da dietro le spalle, con aria divertita.

«Era una delle sue frasi preferite. Diceva di averla letta su un fumetto – Marion adorava i fumetti babbani. Il che ovviamente non mi faceva piacere... soprattutto contando certi suoi gusti...» non poté evitarlo, si ripulì gli angoli della bocca e osservò con espressione disgustata la mano. Sentì Ginny soffocare una risatina e si rigirò a guardarla. «Già... le piaceva quella roba. E ti assicuro che la prima volta che l'ho scoperto stavo per strozzarmi.» notò con irritazione che la ragazza aveva cominciato a ridacchiare, e non sembrava voler smettere.

«Avrei voluto vederti...» disse tra i denti lei. Lui le lanciò un'occhiataccia che la fece sghignazzare ancora più forte. «Fin'ora non hai fatto che elencare i suoi difetti, non aveva nessun pregio? Come hai fatto a innamorarti di una pasticciona sognatrice disordinata che amava troppo i dolci e che leggeva storie d'amore sugli omosessuali? Possibile che l'unica ragione fosse che ti ha fatto ridere?»

«Ovviamente no. Era molto dolce, mi... infondeva... fiducia. E ricordati, Ginny, che se ti azzardi a raccontare in giro quello che ti sto dicendo in questo momento rimpiangerai di avermi ricattato.» il suo sguardo si rifece duro. Ginny sorrise.

«Il signor Malfoy è venuto a farci visita. Non si preoccupi, signor Malfoy, il suo segreto è in buone mani.» lei sorrise, e lui si girò di nuovo verso il muro e ricominciò a fissarlo, nel silenzio più assoluto.

«Mi dava calore.» concluse. Ginny lo osservò, con gli occhi sgranati.

«Ricordo che una volta, a Hogwarts, Harry ti prese in giro dicendo che tua madre sembrava avere la puzza sotto il naso perché c'eri tu vicino. Tu te la sei presa... e tanto.» lo vide rabbuiarsi e si affrettò a proseguire, «Era vero?»

«Certo che no,» replicò lui, mentre il suo viso diventava di un acceso colore rosato, «mia madre in fondo mi voleva bene.» Ci fu un'altra pausa, molto lunga. «Non era molto semplice dimostrarlo però... in un posto dove il pranzo era servito su un tavolo lungo sei metri e dove l'unica vicinanza che potessimo avere era riservata a un saluto mattutino dove le dovevo baciare la mano come un gentiluomo. E non guardarmi con quella faccia,» continuò notando che la ragazza aveva corrugato la fronte e lo guardava, quasi triste per lui, «non ho mai avuto problemi ad accettarlo. Mia madre mi voleva bene, e l'ha dimostrato opponendosi alla volontà di mio padre di mandarmi a Durmstrang. Solo... non aveva molte possibilità di esprimere quell'affetto. Ti ho detto di non guardarmi in quel modo!» le fece, alzando la voce e sbattendo una mano sul bracciolo del letto.

«Scusami, non volevo offenderti.» gli disse lei, arrossendo dietro le orecchie.

«Non era un'offesa.» ribatté lui, secco e deciso. Lei annuì e gli fece cenno di proseguire, lui ci pensò un attimo. «Beh... lei era diversa. Era... un punto fisso. Mio padre appena ero uscito da Hogwarts aveva stretto il mio fidanzamento con Pansy. Tutti pensavano che fosse la scelta migliore, lei è la figlia di una delle più potenti famiglie del mondo dei maghi, come io ero il discendente della famiglia Malfoy. Ma Pansy... sembra assurdo perché avrebbe potuto avere quello che voleva solo schioccando le dita, ma lei non amava me. Amava i Malfoy, amava il fatto che diventando mia moglie...» lo sentì bestemmiare e vide che si girava di tutta fretta verso il muro, dopo averle lanciato un'occhiata imbarazzata, «QUESTE sono cose che non dovrebbero riguardarti.» concluse. Lei si lasciò sfuggire un'altra risatina e lo guardò, un po' ironica.

«Come vuoi. Marion non amava i Malfoy? Avevo sentito dire che lavorava al Ministero perché la sua famiglia era così indebitata che non poteva farla sopravvivere. Ricordo che mio padre mi ha detto che era una lontana parente della signora Caramell, e che lei avesse chiesto al marito di darle quel posto.» Draco ricominciò a osservare il muro.

«Esattamente. I Winterman non navigavano nell'oro. Però... lei non voleva i miei soldi...»


«Ma sei impazzito, Draco?» lui aveva sorriso nel notare gli occhi di Marion, sgranati, alla notizia, «Hai davvero lasciato Pansy?» lei aveva sospirato al suo cenno affermativo.

«Pensavo ti avrebbe fatto piacere,» le aveva risposto, «l'altro giorno ero dai Parkinsons con mio padre e la signora Josephine mi ha chiesto quando contavo di fissare una data. Io le ho detto che non l'avrei mai fatto.» aveva sospirato di nuovo, abbassando lo sguardo. Lei l'aveva osservato diritto negli occhi e l'aveva abbracciato, all'improvviso. Era rimasta per diverso tempo legata a lui, come se la vicinanza con il suo corpo avesse il potere di tranquillizzarla.

«Che cosa succederà adesso? Voglio dire... il Signor Malfoy non sarà stato per niente felice della scoperta,» aveva mormorato mentre cercava di sprofondare nei suoi vestiti. Lui sapeva che quello era un modo che spesso lei aveva utilizzato, in passato, per calmarsi e non far notare la sua debolezza. Aveva sorriso e l'aveva lasciata fare, limitandosi ad abbracciarla a sua volta e darle un lieve bacio sui capelli.

«Mio padre era furioso. Ha minacciato di diseredarmi, di farmi passare le pene dell'inferno e di farmi rimpiangere il giorno in cui ho rotto il mio fidanzamento,» aveva sentito che la ragazza era stata scossa da un brivido alle sue parole, «però... a me non importa. Preferisco mille volte essere diseredato, ma stare con te, che dovermi sposare con lei.» Marion aveva alzato lo sguardo e l'aveva fissato, diritto negli occhi. Stava piangendo...

«Tutto questo è molto bello da parte tua, Draco. Ma... come faremo a vivere? Cioè, io sono abituata a non essere ricca, so arrangiarmi, ma tu?» gli aveva detto, asciugandosi le lacrime col dorso di una mano. Sembrava seriamente preoccupata. Lui aveva aggrottato le sopracciglia – in effetti il problema non era assolutamente passato per la sua testa.

«Non ne ho idea... troveremo un modo. A te non dispiace il fatto che mio padre mi voglia diseredare vero? Cioè... la tua famiglia ha parecchi debiti.» lei si era staccata dal suo abbraccio e gli aveva lanciato un'occhiata carica di disapprovazione. Lui l'aveva osservata, con imbarazzo, e si era alzato, iniziando a camminare avanti e indietro per l'ampio salone.

Si trovavano in una delle tante tenute di proprietà dei Malfoy. Lui aveva lasciato il padre, qualche ora prima, mostrando una rabbia superiore a quella che effettivamente provava, ed era andato a prenderla. L'aveva portata lì per il week-end, per passare un po' di tempo con lei. Non ne poteva più di incontrarla soltanto al Ministero, dove le loro azioni erano legate dal luogo pubblico dove si trovavano. Voleva un po' di pace, d'intimità...

«Beh,» aveva detto lei dopo averci pensato un po' su, «è vero che la mia famiglia non naviga in buone acque, e che io ho faticato parecchio a trovare questo lavoro. Però... se tuo padre ha deciso di diseredarti non penso che sarà l'unico provvedimento che potrà prendere...». Lui le si era di nuovo avvicinato e l'aveva guardata negli occhi, molto serio.

«Che intendi dire?» le aveva chiesto. All'esterno della piccola villetta un lampo aveva squarciato il cielo, subito seguito da un tuono assordante. Marion era sussultata e si era stretta a lui, impaurita.

«Non penso che tuo padre ci lascerà sposare e vivere felici, anche se ti diseredasse, Draco. Diseredato o no, tu sei e resti un Malfoy. E per lui è una vergogna che un Malfoy sposi... una come me.» aveva abbassato lo sguardo ed era arrossita vistosamente nel pronunciare le ultime parole. Lui l'aveva stretta con più forza – in effetti era vero, aveva ragione. Suo padre non avrebbe solo fatto in modo di diseredarlo, li avrebbe di sicuro fatti separare. Maledizione...

«Temo che l'unico modo sia nascondersi,» aveva riflettuto lui.

«Ma anche nascondendoci, quanto tempo pensi gli ci vorrebbe per trovarci? In fondo l'Inghilterra non è poi così grande...» aveva replicato lei. Era un grosso problema...

Draco iniziava a sentire un groppo alla gola, e bestemmiò mentalmente per la sua debolezza. Smise di parlare e strinse i denti. Se avesse continuato così avrebbe finito per perdere anche l'ultimo briciolo di orgoglio che gli era rimasto...

«Molto bello da parte sua, accettarti in ogni caso. Vuol dire che ti amava davvero. Dove volevate andarvene? Non penso che Lucius ci avrebbe messo molto a trovarvi.» obbiettò lei. Draco sorrise, sempre più malinconico, i ricordi tornarono ad affollargli la mente mentre raccontava.

Un lampo squarciò l'oscurità della stanza, seguito subito dopo dal rombo del tuono. Si... esattamente come allora...

Marion aveva nascosto il viso contro il suo petto, impaurita, e si era lasciata scappare un grido. Era rimasta un attimo in quella posizione, poi si era sollevata e aveva osservato per un lungo istante i legacci della parte superiore del suo abito. All'improvviso, aveva preso a slacciarli,

«Penso che l'unica soluzione sarebbe quella di lasciare l'Inghilterra e tornare a Miami.» aveva detto infine, dopo aver slacciato quasi tutta la parte superiore dell'abito di lui.

«Mi pare un'ottima mossa. Si potrebbe fare quando vogliamo e dubito che ci troverebbe laggiù.» aveva risposto lui, iniziando a sbottonare la sua camicetta. Lei era stata percorsa da un brivido all'ennesimo tuono e lui aveva iniziato a baciarla sul collo. All'esterno dell'abitazione aveva cominciato a risuonare, lento e regolare, il ticchettio della pioggia. In pochi attimi le prime gocce erano aumentate, e si erano trasformate in un acquazzone così fitto che non si riusciva quasi a vedere niente fuori della finestra.

«Mh... si, però... con quali soldi, Draco?» gli aveva chiesto lei. Lui aveva lasciato perdere il suo collo e l'aveva osservata, sorpreso. «Cioè, so che tu non pensi a queste cose, hai sempre avuto tutto quello che volevi solo schioccando le dita quindi... beh... non ci puoi pensare. Non potremmo di sicuro arrivarci con la scopa. Per viaggiare fino a qui l'altra volta ho usato uno speciale metodo di Apparizione, ma se lo facessimo verrebbe registrato e il signor Malfoy saprebbe che siamo fuggiti laggiù. E inoltre... costa parecchio. Io ho potuto usarlo solo perché zio Cornelius me l'ha consentito.»

«Allora come?» si era domandato lui.

«Beh so che tra i Babbani esiste un metodo per volare in altri paesi, e credo potremmo utilizzarlo, si chiama aereo. Però anche lì i biglietti costano... e ci vogliono soldi Babbani. Dovremmo lavorare tra di loro per guadagnarli.»

Draco si bloccò notando il lampo divertito che attraversò gli occhi di Ginny mentre lo ascoltava parlare.

«Volevi... lavorare? Tra i Babbani?» il suo tono era ironico ora.

«Ti ho detto quello che LEI mi ha proposto, non quello che ho fatto.» iniziò lui.

«IO lavorare tra i Babbani?» aveva chiesto, soffocando a stento una risata e osservandola di sbieco. Lei aveva sorriso, tristemente.

«Lo so... tu non lo faresti mai. Beh... vorrà dire che lavorerò anche per te.» gli aveva risposto, sorridendo e iniziando a dargli timidi baci sul collo. Draco aveva fatto una smorfia; Marion non era abituata a prendere l'iniziativa e i suoi tentativi impacciati lo stavano facendo andare su di giri. All'improvviso aveva sentito che lei indulgeva un po' sul suo collo... era troppo per la sua sopportazione,

«Mia signora, le consiglio di non premere troppo sulla giugulare, o il morso si vedrà,» l'aveva presa in giro. Lei l'aveva mollato e gli aveva lanciato un'occhiata divertita, sorridendo.

«E' esattamente quello che voglio...» gli aveva detto, ridacchiando. Lui l'aveva spinta all'indietro, facendola stendere sul divano dove erano seduti e iniziando a baciare le sue labbra, il suo collo, le sue mani... con trasporto. Lei l'aveva lasciato fare poi, alla prima pausa, si era divincolata ed era riuscita a tirarsi su, sorridendo sorniona e scappando dal piccolo salone nell'ingresso. Lui l'aveva inseguita e lei aveva spalancato la porta, uscendo sul patio. Di sicuro voleva farlo correre un bel po', ma si era bloccata subito e lui era riuscito a raggiungerla.

«Non riesci neanche a sfuggirmi per pochi secondi?» le aveva chiesto lui, divertito. Ma lei si era fermata a osservare qualcosa, gli occhi sgranati come quella volta, quando avevano visto la neve assieme. Lui si rese conto solo in quel momento della ragione – aveva smesso di piovere e ora un meraviglioso arcobaleno risplendeva nell'aria. Gruppi di grigie nubi, attraverso le quali filtravano i raggi del sole di quel giorno di fine agosto, si intervallavano a piccoli spicchi di cielo, attraverso i quali sembravano scorrere a velocità impressionante altri gruppi di nubi, più distanti.

«Draco, hai mai pensato a che cosa si nasconda dietro l'arcobaleno?» gli aveva chiesto lei, all'improvviso. Lui le aveva fatto cenno di no, e lei aveva continuato, «Nemmeno io. Però... non pensi che sia bellissimo?» gli aveva sorriso. Aveva cercato di scappare un'altra volta ma lui non gliel'aveva consentito, tenendola ferma e zittendola con un bacio.

Draco sospirò. I suoi pensieri erano corsi ben oltre rispetto a quello che aveva detto a Ginny. Le sue parole erano rimaste riservate e il discorso molto breve, ma l'immagine mentale gli aveva dato i brividi.

Ginny lo guardava, con aria di attesa. Le aveva appena detto che Marion gli aveva proposto di lavorare anche per lui... evidentemente il fatto doveva averla colpita. Draco le sorrise, di nuovo.

«Io non volli. Cercai di farla conoscere a mio padre, credevo che se lui l'avesse vista come la vedevo io avrebbe capito che cosa provavo e l'avrebbe accettata.» una nuova pausa avvolse i due in un silenzio ovattato. Un lampo illuminò all'improvviso l'atmosfera all'esterno, e pochi istanti dopo il sordo rombo del tuono lo accompagnò, in lontananza.

«E...?» chiese lei, facendolo sobbalzare. Lo sentì deglutire un paio di volte, e sembrò prendere in entrambi i casi fiato per parlare, ma non riuscì a dire nulla. Poi, a un certo punto, lo sentì sibilare una parolaccia, probabilmente nei confronti di se stesso. «Che c'è, Draco? Perché non ti continui? Girati almeno.» gli disse lei. Lui fece cenno di no col capo, e si mise seduto più comodo, dandole completamente le spalle.

'Dannazione...' pensava mentre cercava di ritrovare la calma. 'Se continua così finisce che...' il groppo alla gola era sempre più pesante da ingoiare e gli costava molta fatica respirare piano, per non tirare su col naso. Ma non gliel'avrebbe data vinta... sapeva quanto gli stava facendo male chiedendogli di pensare a Marion? Come se non fossero bastati tutti i Dissennatori che gli davano fastidio ogni giorno... ora ci voleva pure lei. Non le avrebbe dato quella soddisfazione. La maschera non l'avrebbe tolta... non del tutto. Voleva mantenere un briciolo di orgoglio, in fondo.

*
Harry vagava, senza una meta precisa, nella foresta. Le fitte e intricate trame degli alberi sembravano sparire e sfumarsi in lontananza attraverso la spessa foschia della nebbia e la densa oscurità della notte. Sentiva di avere il fiato corto, e rallentò. Lo stesso suono dei suoi passi gli sembrava distante, come appartenente a un altro mondo. Strano... non aveva mai visto quel luogo in vita sua, ma sapeva anche di conoscerlo, come le sue tasche. L'oscurità era rischiarata, a tratti, dai pallidi raggi della luna spesso coperta dalle fitte nubi. Dove si trovava? E come mai sentiva i suoi abiti così pesanti addosso? Gli sembrava di percepire a ogni passo come... un clangore.

Diede un occhiata a quello che indossava e i suoi occhi si allargarono per la meraviglia. Cioè no... non sentì i suoi occhi allargarsi, ma ebbe l'impressione di volerli allargare. Tutto ciò era strano, non riusciva a capire che cosa gli fosse successo, dove fosse... di chi fossero quegli abiti. Si rese subito conto del perché li sentiva pesanti – indossava qualcosa che somigliava a un'antica armatura. Per meglio dire... una specie di kilt corazzato. Il clangore era dovuto alle frange che ornavano il suo abito e che gli proteggevano la vita, agitandosi a ogni passo. Una tunica molto pesante, blu e oro, gli arrivava fino alle gambe, coperte da spesse calze di lana. Ai piedi indossava stivali di cuoio e, legato alla vita, aveva una specie di stemma raffigurante un leone, giallo e dagli occhi fiammeggianti e criniera fulva.

Notò, con stupore, che si stava dirigendo verso un grande lago... ma dove si trovava? A prima vista il luogo poteva somigliare alla Foresta proibita di Hogwarts... ma in realtà se ne differenziava parecchio. Sentiva insistentemente degli occhi ferini puntati su di lui, ma si costrinse a non pensarci. In fondo... così bardato dubitava che qualche bestia avrebbe potuto ferirlo. Non in quel luogo, oltretutto... si chiese da dove gli fosse venuta quella consapevolezza, e si rese conto di un particolare scioccante – era come se il suo spirito fosse diviso in due spezzoni ben separati. Se una parte di se stesso non aveva idea di dove si trovasse, l'altra sapeva benissimo dove si stesse recando, e perché.

Giunse sulle rive dell'enorme lago. La nebbia aleggiava tutt'intorno, nell'aria, e l'aveva accompagnato per tutta la sua passeggiata nella foresta. Tuttavia, sulle acque di quel lago, essa sembrava ancora più densa, quasi come se volesse celare quelle acque dalla vista degli esseri viventi, come una specie di velo protettivo. Se stesso si fermò, come in attesa di qualcuno, qualcuno che non arrivava... rimase diversi minuti immobile, a guardare la nebbia sfumare i contorni dell'enorme distesa d'acqua, che si allontanava a vista d'occhio senza che gli fosse possibile scorgerne la fine. Poi si avvicinò alla riva, passando un po' di tempo a increspare quelle acque con la mano. All'improvviso, una consapevolezza attraversò il suo cervello, e lo fece sussultare – le sue mani non erano le sue. Com'era possibile?

Si alzò, come spaventato, ma subito dopo si rimise in ginocchio e osservò lo specchio d'acqua. Non si vedeva molto bene... la luna era nascosta dalle nubi ma poté scorgere i contorni di un viso che non gli era noto, e oscurato da uno strano elmo. Ne aveva visti pochi di quel tipo... sembrava di ferro, con una strana decorazione scura a forma di aquila. Notò che portava sul petto, sopra la tunica, un giustacuore di cuoio e, fermato con uno strano spillone ellittico proprio all'altezza del cuore, un lungo mantello corrergli dietro, lungo la schiena.

Dove si trovava? CHI diavolo era?

«Dunque sei venuto,» disse una voce alle sue spalle. Si alzò e si girò per vedere chi avesse parlato ma, con una piccola parte della sua coscienza, seppe che conosceva quella voce, «Accetti la mia sfida, dunque? Oppure hai paura?»

Harry non sapeva se credere ai suoi occhi o meno; di fronte a lui c'era un ragazzo, un ragazzo dai capelli neri, un po' disordinati. Indossava anch'egli una tunica simile a un kilt, ma molto meno decorata di quella che aveva visto se stesso indossare, e stivali di cuoio. La fibbia che legava il suo mantello scuro brillava, alla luce della luna che finalmente era ricomparsa, attraverso le nubi. La casacca che indossava era di una strana tonalità di verde, e il simbolo di un serpente campeggiava sul suo petto, richiamato dalla decorazione che ornava il suo elmo. Sembrava un po' più basso di quanto fosse lui e i capelli, di media lunghezza, incorniciavano un volto che gli sembrava dolorosamente familiare... Chi era? Sembrava non averne idea, ma averla allo stesso tempo, e questo dualismo lo stava facendo impazzire. Voleva chiedergli chi fosse, e prese voce per parlare.

«Non è mia abitudine rifiutare le sfide,» Harry sentì dire a se stesso, anche se la domanda che avrebbe voluto formulare era un'altra. Che significava? Stava per caso avendo una Visione? «tuttavia... non credevo che mi odiassi fino a questo punto. Perché ce l'hai con me, figlio mio?» continuò la sua voce. Quel giovane che lo fronteggiava... era suo figlio? Non ci capiva più niente!

«E me lo chiedi pure... hai il coraggio di chiederlo. Tu ci hai traditi... e il mio compito è sfidarti. E' la ragione per la quale sono quello che sono.» rispose il giovane dai capelli neri. Dove aveva già visto quei capelli? Uh... ma certo, erano come i suoi...

«Se è questo quello che vuoi... avanti, fatti sotto!» disse la sua voce. Sentì se stesso correre con la mano sull'elsa della spada, che teneva al fianco – da quando in qua aveva una spada al fianco? Non se n'era accorto... eppure si rese conto quando la impugnò che era un'arma molto pesante. E molto bella... ma non ebbe il tempo di riflettere: vide se stesso e quello che aveva scoperto essere suo figlio avventarsi l'uno sull'altro e iniziare un combattimento all'ultimo sangue... no, che ci faceva lì? Chi era? Perché si trovava nella testa di questa persona? Lui non c'entrava niente...

E, all'improvviso, lo sentì. La lama della sua spada che affondava nella carne del ragazzo che aveva di fronte, trapassando il giustacuore di cuoio che indossava come protezione. Sia lui che la persona che credeva se stesso allargarono gli occhi, per lo shock e Harry si rese conto, all'improvviso, che se stesso non lo voleva uccidere. Era come se fosse stato il ragazzo stesso a volere la propria morte, a rinunciare alla vita. Poi, la corta lama della spada del ragazzo andò a impiantarsi proprio nel punto dove la casacca protettiva era più sottile... e l'uomo cadde in ginocchio. Sentì fisicamente il duro ferro tagliare la sua carne, ma invece di preoccuparsene, i suoi occhi corsero al volto del figlio.

Riuscì a cogliere solo un guizzo negli occhi scuri del giovane che lo fronteggiava, prima che egli facesse uno scatto all'indietro, estraendo volontariamente entrambe le spade, una dal corpo del padre e una dal suo. Lo vide cadere su se stesso, mentre il sangue si allargava come una macchia d'olio sotto il suo corpo, e anche sul suo stesso corpo... lo percepiva fisicamente, il caldo liquido che colava, a rivoli, lentamente assorbito dal tessuto della sua tunica. Si spaventò, la vista gli si stava annebbiando, i contorni degli alberi e del ragazzo morente che aveva davanti si sfocarono nell'oscurità, il simbolo del leone sul suo emblema si tingeva lentamente del rosso del suo sangue. Non voleva morire. Non lì, non in quel modo.

Raccolse tutte le forze che gli erano rimaste e, ancora con la spada in mano, si allontanò. Ogni passo era un dolore e in quel momento seppe che non ce l'avrebbe fatta. Si accasciò al suolo, in ginocchio, accanto alle rive del lago e ne osservò le acque tranquille, con sofferenza. Vide alcune gocce del suo sangue cadere sulla superficie limpida e pura... e si spostò istintivamente, quasi come se avesse percepito quella contaminazione come un sacrilegio. Aveva dovuto camminare per tornare sulla riva... ma quando si era allontanato dal lago? Ah si... lottando contro il ragazzo erano andati a infilarsi tra i cespugli... i suoi sensi erano come sfocati e sentiva un terribile dolore espandersi, dal petto. Dove il ragazzo l'aveva colpito. Quel dolore... era insopportabile.

*

Harry si tirò su di scatto e si guardò intorno. Che cosa... era un sogno quindi? Si mise una mano sulla fronte e perse un momento a riflettere, attentamente.

Stava tremando... ma non era il tipo di brividi che gli prendevano quando un Dissennatore attaccava. Che cosa poteva essere?

'Ho sentito la mia spada penetrare nel corpo di una persona... e quella persona... quegli occhi sbarrati che mi fissavano. Sembravano meravigliati... era mio figlio quello? Ma chi ero io? Dov'ero? Quel ragazzo aveva degli abiti strani, con il simbolo del serpente disegnato sopra... era un Serpeverde?' pensava, massaggiandosi la testa – era decisamente confuso. All'improvviso riuscì a riflettere meglio, e una delle sue mani corse, in cerca di conforto, verso l'altro lato del letto, dove doveva essere Ginny. Ma non ce la trovò...

Harry si girò, gli occhi sgranati, e osservò con meraviglia il lato destro del letto, vuoto. Gli ci volle un attimo perché i ricordi di quant'era successo poco tempo prima tornassero alla sua memoria, assieme alla disperazione, e all'improvviso senso di solitudine. Osservò sul comodino, proprio accanto alla gabbia di Edvige, che l'orologio segnava le tre meno un quarto. Erano passate... quasi due ore da quando erano andati a dormire. Possibile che Ginny non fosse tornata? Ma allora...

'Diceva sul serio?' realizzò mentre il groppo alla gola tornava a torturarlo. Sentiva di nuovo gli occhi pizzicargli... non era normale per lui avere una reazione del genere. Il suo cuore batteva all'impazzata e sentiva un dolore, un bruciore al centro del petto. 'Ginny mi ha davvero lasciato? ' pensò, ancora incredulo.

No, non voleva crederci, non poteva. Prese la sua decisione e, con tutta la risolutezza di cui riuscì a scoprirsi capace, si alzò dal letto. Cercò per terra le pantofole e bestemmiò con se stesso perché non trovava la veste da camera. Edvige, nella sua gabbia, lo osservava con i suoi grandi occhi ambrati, curiosa.

«Non è colpa tua, Edvige...» fece Harry, sbattendo il piede per terra con stizza nel rendersi conto che la sua voce era come spezzata, e roca. Non poteva certo andare a cercarla in quello stato... si costrinse a fare tre o quattro respiri e a calmarsi. Poi, trovata finalmente la veste da camera, la indossò e uscì sul pianerottolo.

'Dove può essere andata...' iniziò a riflettere mentre si guardava intorno. Pensò di andare a vedere se per caso non era in cucina... o per caso da Ron e Hermione? Si chiese. Poi, girando gli occhi nel corridoio, notò che la porta di camera di Draco era mezza aperta. Si diresse, con passi felpati, in quella direzione.

«Insomma, Draco? Saranno cinque minuti buoni che stai girato e non parli. Vuoi continuare?» disse la voce di Ginny, da dentro la stanza. Il cuore di Harry perse un battito, e il ragazzo si affrettò ad appiattirsi contro il muro, accanto alla porta. Che ci faceva Ginny lì dentro? E soprattutto...

'L'ha chiamato Draco?' pensò, più sorpreso che altro.

«N-non è semplice, Ginny...» rispose la voce di Draco. Sembrava come... roca. E l'aveva chiamata... Ginny...


Nota dell’autrice:
Ed eccoci alla fine del capitolo dodici. Penso che finalmente il mistero che aleggia attorno a Marion cominci a dissiparsi, non trovate? Questo capitolo è dedicato a una mia amica che ha detto di rivedere i suoi genitori nel rapporto Draco/Marion. La persona interessata SA di chi sto parlando :-*

Per quanto riguarda il resto... beh... eccovi un'altra visione, come quella del capitolo tre. Questa visione e quell'altra sono collegate, il posto è lo stesso. Posso dirvi solo questo... Chi indovina di chi si tratta vince una caramella ;). Suvvia questa volta vi ho dato un sacco di indizi... molti di più dell'altra volta. E lì una persona ha indovinato =) anche se non saprete CHI, finché non sarà chiaro nella storia =) Chi è la persona attraverso gli occhi della quale Harry vede quello che succede? E chi è il ragazzo che lo affronta? =) accetto supposizioni! Sono sicura che questa volta lo capirete!

Che cosa pensate che succederà ora? Harry!Spione... uhm... ma si! Leviamogli finalmente le fette di salame dagli occhi... come dici Harry caro? Fa male? Beh si è vero... la verità può far male... soprattutto in questi casi!

(Aspetta un momento... se Potter sta sentendo quello che diciamo vuol dire che sentirà anche quando parlerò IO? Nd Draco) (Beh, non penso che posso mettermi i tappi alle orecchie in quei momenti Nd Harry) (FARAI BENE A METTERTELI! Sono cose private! Nd Draco) (se tu le vai a dire con la porta semi aperta mica è colpa mia :D Nd Harry) (ma vaff... Hey, autrice, chiudi quella porta! Nd Draco) (assolutamente no... se la chiudo poi Harry non sente niente N di Kagome) (appunto... è proprio quello che voglio Nd Draco) (Mi dispiace, no. Nd Kagome) (Ok... allora questa volta mi ammutino io. "Stupeficium!" Nd Draco) *Kagome cade di nuovo dalla sedia...*

Eccomi qui, sono Draco Malfoy, come state? Potter, vattene che questo è l'ammutinamento MIO (vabbè ma l'altra volta sei rimasto Nd Harry) Si ma quello ero IO... quindi potevo restare (Ma va, va... Nd Ginny) (Che ci fai qui, Gin? Nd Harry) (Sto controllando quello che fate... rispondete ai commenti? Vi aiuto! Nd Ginny) Ma... cioè... questo era l'ammutinamento MIO! (chiudi la bocca, Malfoy! Nd Ginny e Harry) *sigh*

Vediamo un po' chi è che ci scrive…

Fanfiction.it:

Ryuko: Eh già... se Ginny non sta più con Potter può mettersi con qualcun altro, che donna sagace questa (Draco non ghignare pensando a me Nd Ginny) (Ginny non chiamare Malfoy per nome Nd Harry) (Io lo chiamo come mi pare... Nd Ginny) Ben detto piccola... puoi metterti sulle mie ginocchia se vuoi. Si però lasciami lo spazio per scrivere... ok... Per quanto riguarda la seconda osservazione in effetti è vero, Potter ricorda quello squilibrato ogni tanto (HEY! Squilibrato a chi? Nd Harry). E... ehm… si, a Marion quella scena sarebbe piaciuta * occhieggia Harry* a me NO capito Potter? LONTANO (chi te vole... Nd Harry) (da quando parli romanaccio Harry? Nd Ginny) (nun saprei me l'ha già chiesto Draco l'artra vorta... sarà da quanno ho letto quella fic, come se chiamava... ah, HP prima che la Rowling smettesse di bere... Nd Harry) (capisco... Nd Ginny) Andiamoci piano che in quella fic io sono mezzo morto (Beh è proprio per quello che mi è piaciuta Nd Harry) (non che tu ci faccia una gran bella figura Nd Ginny) (Evvabbè... *sigh* almeno LUI la fa peggio della mia *evil grin* Nd Harry). SILENZIO! La prossima domanda è rivolta a me... dunque... Ron è una Donnola perché il suo cognome, Weasley somiglia alla parola Weasel che vuol dire Donnola. Quindi Weasley è una donnola. Non dicevo a te, tesoro (ah beh... Nd Ginny). Oh Potter guarda che ti dicono qui... in effetti hanno ragione ("pensa se non fosse stato un sogno?" *Harry rabbrividisce...*) Potter NON ti azzardare...

Amelié: (IO? Io non le ho fatto nient... ehm... *osserva scioccato lo sguardo tagliente di Ginny* EHM... Ginny cara... vabbè si, ho torto marcio *sigh* Nd Harry battuto) (Ho sconfitto il Boy-Who-Lived! Vuol dire che sono più forte di Voi-sapete-Chi? Nd Ginny) No, vuol dire solo che anche gli "eroi" si fanno metter sotto dalle donne, vero Potter? (Perché gli antieroi no? Nd Harry) No... (Allora come mai eri così sconvolto in questo cap? Nd Harry) ehm... lasciamo perdere… . Cmq dicevo... come vedi non dipende dall'autrice chi è che commenta le sue storie, ma solo da NOI! Ha! Conquisteremo il mondo! (Da quando in qua conquisterEMO? Parli al plurale? Nd Harry) OVVIAMENTE non intendevo TE Potter. Ultima risposta: beh si... era un sogno, e per fortuna... per LEI!

Fortress: Carissimo SE quel sogno fosse stato realtà non solo avrei ucciso il qui presente Potter (HEY! Il baciato SONO IO! Sono IO che dovevo ammazzare TE! Nd Harry) beh la tua colpa è quella di essere stato lì in quel momento... Cmq, non solo lo avrei ucciso ma di certo non sarei andato ad ammazzarmi... per una cosa così.... futile... sarei andato in bagno a sciacquarmi la bocca una ventina di volte col sapone però... (Alla seconda parte rispondo io però Nd Harry) prego... (Dunque... io rispondo a quello che voglio :P e poi se distruggiamo l'autrice tu non sai come va a finire la storia, quindi non ti conviene dire che non ti importa quello che le facciamo! Nd Harry)

Nimue: (già... non sono cattiva sono solo una donna intelligente Nd Ginny) te ne approfitti perché mi stai in braccio e mi puoi scavalcare quando vuoi? (che bravo, ha indovinato! Nd Ginny) donne ;;;;;;; (la compagna di Thomas Marvolo Riddle? Beh che differenza c'è tra Lord Voldemort... e Tom Riddle scusa? Sono la stessa persona... Nd Harry) (già... ti assicuro che essere possedute da lui non è una gran bella esperienza Nd Ginny).

Nakoruru: Ha! Potter guarda la gente è felice che tu soffra (bastardi ;_; Nd Harry). Cmq si, finalmente Gin l'ha mollato, non li si reggeva più... e poi, come potevi pensare che avessi ucciso io Marion? Era un modo di dire... cioè... insomma... io non ho creduto in lei, quindi l'ho uccisa (smettila con le scene madri Nd Harry) senti chi parla, chi era prima che piangeva perché lo trattano male? (ehm... Nd Harry)

Purezleeb: in che senso potresti anche uccidere? Se io mi metto con Ginny o se io non mi metto con Ginny? (Draco, come sei diretto... Nd Ginny) i giochi di parole non sono mai stati il mio forte, Gin. Cmq non c'è problema, i prossimi capitoli sono dovuti alle sofferenze della mozzarella sott'aceto (ora anche sott'aceto? Nd Harry) si... quindi non ti perdi niente… (si perde la mia confessione la prossima settimana! Nd Ginny) Beh in effetti le parti in cui le mozzarelle soffrono sono divertenti... non è facile far soffrire una mozzarella in questo modo (basta con 'sta mozzarella del cavolo Nd Harry) ma ti sta benissimo... inoltre... ò_O pensavi che ci STESSE?????? Cioè mi volevi vedere inseguito per 7 piani di albergo da un Harry Potter che ci stava? Ma siamo pazzi? Sarei andato a cercare un Dissennatore... preferivo baciare quello... (esagerato! Lo schiopodo era abbastanza Nd Ginny) (parla per te Nd Harry e Draco)

Miyu-87: u...u....u... (da quando un qua sei diventato un lupo mannaro? :D O dovrei dire diventatA, Drachina? Nd Harry che ghigna) UNA DONNAAAAAAAAAAAAAAAAA ARGHHHHHHHHHHHHHHHH NOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!! Io il grande Draco Malfoy una donna!!!!!!!!!!! ;________; ma voi siete crudeli!!!!!!! E poi una donna... che dovrebbe andar dietro.... a QUESTO QUI? ;;;;;;; (Beh? Ho degli occhi verdi molto interessanti... Nd Harry) (... Nd Ginny) (voglio leggere quella fic Nd Kagome) (vedi, l'hai fatta svegliare coi tuoi piagnistei… Nd Harry) (la schiantiamo di nuovo? Nd Ginny) (no, fate quello che vi pare, alla gente sono piaciute le vostre menate dell'altra volta Nd Kagome) Ah ok... Mi sono ripreso dallo shock... Dunque...

Evan: (HA! Qualcuno che mi difende!!!!! Nd Harry) Hai una fan su 40 lettrici della fic, sono in netto vantaggio :D. Cmq pare che tu le sia un po' + simpatico per le tue sfuriate ne l'Ordine della fenice... merito della Rowling, non tuo (azz... Beh non penso che TU le sia molto simpatico dopo quel libro Nd Harry) quella donna mi odia, come potrei risultare simpatico dalle sue pagine? (Certo se tu ci mettessi un po' di buona volontà... Nd Ginny) (già... Nd Harry) era un'occasione d'oro per togliervi punti! La Umbridge era davvero *sospiro* un'ottima insegnante... e un'ottima preside... (è__________é non siamo d'accordo Nd Ginny e Harry)

Lella e Dado: Potter qui c'è una persona che si riferisce direttamente a te hihi (eh? Uh... essere crudele... :( ma perché siete tutti così felici che Gin mi abbia lasciato, accidenti a voi ;_; Nd Harry coi singhiozzi) poi dice di non essere piagnone (vorrei incollare il pezzo di poco prima quando hai risposto al commento di Purezleeb Nd Harry) Ma lì era diverso, mi avevano trasformato in una DONNA! (Beh qui mi vogliono uccidere! Nd Harry) preferisco morire... :P

Laurie: ecco, Potter, fatti un esame di coscienza, questa Laurie ha ragione! (Concordo Nd Ginny) (ma tutti con me oggi? Nd Harry) (sei tu il protagonista del capitolo 11 in fondo... lo volevi tanto la volta scorsa, no? Nd Ginny) (si però... anche immaturo! Nd Harry) forse perché lo sei, Potter? Riguardo a me... beh si mi apro… la donna qui presente fa i ricatti quindi sono costretto ad aprirmi… (dai che in fondo non t'è dispiaciuto) il fondo di questo discorso è così basso che non lo trovo... (vorrei scusarmi che il discorso di Ginny non si trova nel capitolo 12, ma era troppo lungo per inserirlo in questo cap... sta nel prossimo Nd Kagome) (addirittura lungo? Nd Harry) (non sai quanto Nd Kagome) (UFF! Nd Harry)

Rob: l'autrice ti ringrazia.

Brin: HEHE! Già Potter, quante ragazze volevano essere al tuo posto! Ti arriveranno un sacco di strillettere di fan gelose! (Ma sei matto? Siamo nascosti, se viene una strillettera ci scopriranno... è un problema anche per te! Nd Harry) Una volta tanto hai fatto una buona osservazione, Potter... ragazze, mandate veleni, pozioni, cose tipo quelle che mandavano alla mezzosangue le lettrici di Rita... ma NON strillettere! (Per quanto riguarda la pietà per Harry... beh scoprirai nel prossimo capitolo se essere davvero dispiaciuta per lui oppure no *occhiata di fuoco* Nd Ginny) (Harry si sente bruciare Nd Harry)

Kiak: Potter? C'è di nuovo gente che ti vuole... (Uhm... perché ora le nostre storie si VENDONO? Hey! Io non ho visto un centesimo, mamma Rowling mi deve delle spiegazioni! Nd Harry) (Nemmeno noi Weasley abbiamo visto un centesimo Nd Ginny) Vabbè ma quello è normale, Gin... Ehm... perché mi guardi così... io giuro che nemmeno noi Malfoy abbiamo preso niente. Propongo una spedizione punitiva a Edimburgo per punire mamma Rowling che ci fa faticare e non ci paga! (i tre si Smaterializzano, Kagome ha di nuovo la sua sedia)

Yura: Finalmente posso di nuovo rispondere io! Sono Kagome! Si!!!!! Mentre il gruppo dei nostri è andato a chiedere spiegazioni alla Rowling circa le loro royalties vediamo di concludere 'sta cosa prima che finisca la domenica... dunque. Si Yura, capisco che il povero Harry ti abbia fatto pena, l'ha fatta pure a me nel capitolo 11...

Summer: ti ringrazio tantissimo per i commenti, wow! Sei riuscita a leggere tutti e 11 i capitoli in così breve tempo, grazie! Sono contenta che la storia ti piaccia... e si, sono perfida, profondamente perfida =)

Rikky-chan: *_* il tuo commento è uno di quelli che fanno bene al cuore... ti ringrazio per l'analisi approfondita e sono contenta che la storia ti piaccia così tanto! Per quanto riguarda Draco chi lo sa... vedremo se riuscirà a dimenticare Marion o no. Probabilmente resterà sempre nel suo cuore ma non penso che Ginny volesse che Harry cancellasse del tutto Cho... penso che lei volesse che Harry amasse lei. Poi anche se da qualche parte del suo cuore teneva ancora il ricordo di Cho non avrebbe potuto biasimarlo... in fondo era sempre stato il suo primo amore e il primo amore non si scorda, no? Ma non scordarlo non vuol dire fossilizzarsi su di esso e chiudere il proprio cuore a qualsiasi altro sentimento. Non dimenticarlo non vuol dire non riuscire più ad amare nessun altro...

Hermione Granger: meno male che Draco non ti ha sentito :D Però l'idea non è male :D:D

EveR: beh effettivamente si... questi capitoli come vedi sono molto nostalgici, dolorosi e introspettivi... quindi è proprio vero che quella frase ha separato la storia come una specie di linea di confine. E Harry ancora NON SA perché Ginny l'ha lasciato... Sono contenta che la scena del bicchiere ti sia piaciuta. In effetti è uno dei miei punti preferiti del discorso :) Per lo schiopodo devi ringraziare Ci... me l'ha fatto notare nel suo commento e io ovviamente ho preso la palla al balzo :)

Angelica: ebbene si, mi hai scoperta. La Bradley è sempre stata la mia autrice preferita, soprattutto per la saga di Darkover. Quindi ho pensato subito a Marion come nome per la mia OC :)

Kat: Io non ho mai detto che Harry non mi piace *grin* solo che mi piace PIU' Draco. Ma anche Harry è un gran bel personaggio... quindi soffre anche lui. Mi sa che preferiva essere brutto :D (già... Nd Harry) (siete tornati? Nd Kagome) (Esattamente… la Rowling era in giro per le vendite del nuovo libro e non siamo riusciti a trovarla, ma ci sentirà... Nd Draco) (capisco... beh mettetevi seduti comodi che rispondiamo ai nuovi commenti Nd Kagome) (Yes Ma'am! Nd tutti e tre)

Passiamo al sito di Erika visto che FINALMENTE una volta tanto non mi salta!

Erika's Fanfiction Page:

Pan_z: dunque… ti ringrazio per i complimenti e poi passo la parola a loro, c'è Harry che mi sta strangolando per scrivere… (SI! La mia fan numero uno! Qualcuno mi vuole bene!!!!!! Nd Harry) (Pare non denigri neanche me... però... Nd Draco) (mi odia :( Nd Ginny) (Vabbè, però ti concede l'onore di poter stare con me, non sei contenta piccola? Nd Draco) (sai che gioia Nd Ginny) (ehm... Nd Harry)

Ryuko: La versione Italiana di Hogwarts? Beh Ryuko il fatto è che... se non ricevi la lettera non puoi nemmeno vederla, quindi perché dirti dove si trova? Non vorrai che mi buttino fuori (hai 28 anni, ormai hai finito scuola da un pezzo) (sto dando la tesi di laurea in filologia magica Nd Kagome) (ah... perché qui in Italia c'è anche l'università? Mica è giusto... Nd Draco) (Volevi studiare di più? Nd Harry) (no, pensavo a quanti altri punti dal grifondoro poteva togliere il Professor Piton se fossimo dovuti rimanere a Hogwarts altre tre anni Nd Draco) (ma tanto Piton i punti li toglie anche senza di noi Nd Harry) (quante volte devo dirtelo, Potter, che devi chiamarmi PROFESSOR Piton, oppure SIGNORE? Nd Piton che passa di qui per caso) (*shock* Ndei tre qui al mio fianco)

Angi e Gius: ciao care ^_^ Si i montaggi mi sono arrivati (la mia Marion è + bella però sono dei bei lavori Nd Draco) ma non ho avuto tempo di rispondere... mi intrattenevo con Severus qui... (HEY! L'ultima volta ti intrattenevi con me... Nd Draco) (I privilegi di essere prof Nd Severus) (ma professore! Ndei tre) (Zitto Potter o tolgo 100 punti ai Grifondoro perché tu e la signorina Weasley non siete nei vostri dormitori... Nd Piton) (Nemmeno Malfoy ci sta Nd Harry) (Io sono io, tu sei tu, Potter Nd Draco) (sigh... Nd Harry)

Cloe: Non mi strangolare Harry (Ma COME? Ma stavate tutti aspettando che mi lasciasse? Ma perché ce l'avete con me? Nd Harry) (perché te lo meriti, Potter Nd Severus) (ma... ma... Nd Harry)

Strekon: già... il sito di Erika per fortuna questa settimana non ha ri-cancellato tutto, avrei sclerato -.-; (ottima dissertazione sull'uso dei vini, signor Strekon, cinque punti a Serpeverde per la sua ottima delucidazione Nd Piton) (Professore, ma che ne sa in che Casa si trova Strekon? Nd Harry) (Beh, hai letto la sua fanfiction? Con la sua intelligenza e perfidia è di sicuro un serpeverde Nd Piton) (insomma vuole fare il lavoro del cappello parlante, Signore? Nd Harry fuori dai gangheri)

Maichy: mi dispiace di non essere riuscita a scrivere il cap prima... ma purtroppo la lettura dell'ordine della fenice mi ha tenuta impegnata, e poi sono stata con Severus... sai com'è, sto studiando pozioni applicate per la mia tesi (ma non era su filologia magica? Nd Harry) (si, però c'è anche una parte pratica Nd Kagome imbarazzata) (sese... Nd Harry) (hai qualcosa da ridire Potter? Nd Piton) (no... nulla… *grrrrrrrr* Nd Harry)

Ci: ebbene si, il momento è giunto, purtroppo per Harry (come sarebbe a dire sono abituato a soffrire, ma che consolazione è? Nd Harry) (quello che ti basta... Nd Piton) (ma perché ce l'ha con me prof? Nd Harry) (vogliamo ricordare i tuoi misfatti? Preferisci che parta dalla fine o dal principio? Nd Piton) (lasciamo perdere... Nd Harry)

EveR: fumata? Beh si, quest'erbetta che mi ha portato Sev... è una specie di pozione, ma non ha voluto dirmi per quale motivo me la dava... Cmq... i gemelli sono alla Tana con Molly, non ti ricordi, l'ha detto Ron qualche capitolo fa :) li rivedrai abbastanza presto!

Angi: ma... ma... povero Ron! (ci sono già troppi Weasley in circolazione... Nd Draco) (è_é Nd Ginny) (ahia! Ohi! Aiuto!!!! Nd Draco che scappa per tutta casa con Ginny che lo insegue) (Draco, devi imparare che certe cose è meglio non dirle Nd Piton

Gius: capiamo, Gius, capiamo... (Che ci fa il Signore Oscuro a casa loro? Nd Piton che si alza e sparisce subito) (NO! Dove vai Severus!!!!! Nd Kagome) (suppongo vada ad avvisare Silente Nd Harry nel mio orecchio) (ah... Nd Kagome)

Kiara: Già, la vera storia si avvicina a passi da gigante... (non è che è Hagrid con suo fratello vero? Nd Harry che si guarda alle spalle un po' timoroso) (è un modo di dire Harry Nd Kagome) (ah... non mi far prendere questi colpi! Nd Harry) (un Grifondoro che se la fa sotto? Nd Draco) (hai mai visto un gigante te? Nd Harry) (no... nd Draco) (allora zitto e mosca Nd Harry). Per quanto riguarda Ginny e Draco dal colore delle loro facce mentre leggevano il tuo commento diciamo che... boh?

Eli: OH! Finalmente riesco a risponderti ^_______^ Dunque... (NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO LA PROF UMBRIDGE NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO TUTTO MA NON LEI!!!!!!! Nd Harry che mi ha spaccato un timpano) (ha! Nd Draco che ghigna) (mi volete veder morto? Nd Harry) (il sangue che colava dalla tua mano in "l'ordine della fenice" era così bello da vedere Nd Draco) (vaff... Nd Harry) per piacere non nominare quel nome invano vicino a Harry, soprattutto se ti riferisci a lui... le mie orecchie non reggeranno un altro urlo. Cmq... ti ringrazio per i commenti e spero che la prima parte dei ricordi di Draco ti sia piaciuta :) (certo che le è piaciuta, sono i miei ricordi, in fondo Nd Draco) (ma sentilo... Nd Harry)

Dunque... ci fermiamo qui per oggi, grazie a tutti per la cortese attenzione e vi aspetto domenica prossima per il prossimo capitolo "Capitolo 13: La confessione di Ginny". Prossimamente su questi schermi :)

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: La Confessione di Ginny ***


Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia “Kagome” kagome@tiscalinet.it.
Pubblicato il 6 Luglio 2003
Beta-letto da Megabyte e da Aramis. Ringrazio Aramis ed Esus per l’enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!


Disclaimer:
Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

Capitolo 13: La confessione di Ginny.


Draco bestemmiò. Il suo tentativo di mantenere un briciolo di dignità era miseramente fallito... appena aveva parlato si era reso conto di quanto la sua voce fosse roca, era chiaro quello che stesse provando. Si passò una mano sulle palpebre, quasi inutilmente. Erano anni ormai che non riusciva più a piangere, proprio da quella volta... quando aveva visto Marion morire.

'Beh non è esatto... quando Potter mi ha salvato la vita stavo piangendo,' pensò, vergognandosi del modo in cui Harry l'aveva trovato, 'però era una situazione diversa...' rifletté subito dopo. Per quanto fosse triste, quelle lacrime non volevano più cadere.

Sentì che Ginny si era alzata dalla sedia e gli si era avvicinata, e si avvinghiò più forte alla balaustra del letto, cercando come di nascondersi,

«Ti fa proprio così male parlarne, eh?» gli chiese, mettendosi seduta vicino a lui. Draco non rispose e lei sorrise, «sai, a volte somigli proprio a Harry...» constatò. Questo lo fece girare verso di lei – gli occhi grigi del ragazzo la fissarono con furia.

«Come puoi compararmi a Potter?» disse, con voce spezzata. Schioccò la lingua sul palato per la stizza, stava facendo una ben magra figura.

«Prima Harry mi ha chiesto che cosa mi ha fatto, e abbiamo rotto,» iniziò lei, «anche lui non voleva parlare. Non voleva farmi sentire di avere il groppo alla gola. Esattamente come te. Quindi vi somigliate.» terminò, e gli sorrise.

«Penso che tutti gli uomini si somiglino in questo.» constatò Draco girandosi di nuovo. Ancora non riusciva a parlare e la situazione gli dava molto fastidio.

Quello che non sapeva era che le parole di Ginny non avevano colpito solo lui... ma avevano ferito come dure pugnalate anche qualcun altro. Schiacciato dietro il muro contiguo alla porta della stanza, Harry aveva dovuto dare fondo a tutte le sue risorse per non sussultare, alla frase di Ginny.

'Allora era seria... maledettamente seria... ' si diceva, rendendosi anche conto di quanto i suoi tentativi di nascondere il suo sconvolgimento fossero stati inutili. Era una frana...

«Noto che non riesci a continuare,» sentì dire a Ginny, e tornò a prestare attenzione al discorso,

«Non è questo,» rispose Malfoy. Harry si meravigliò di notare quanto la voce del ragazzo dimostrasse il suo stato d'animo. Sbirciò l'interno e vide che Draco era accovacciato sul letto, dando la schiena a Ginny e abbracciato alla spalliera. Sembrava quasi un bambino che tiene il broncio. Non si aspettava questo, da lui... che era successo, il mondo girava al rovescio? «è che... si, mi fa male pensare a lei.» ammise Draco infine.

«Tenersi tutto dentro fa male;» gli disse Ginny, mettendogli una mano sulla spalla. Harry provò all'improvviso una fitta dolorosissima... la comprensione di Ginny... era SUA. Come si permetteva Malfoy di farsi consolare dalla SUA ragazza? Però... Ginny non era più la sua ragazza. L'aveva lasciato. E lui non sapeva neanche il perché.

Tornò a osservare l'interno della stanza, cercando di non respirare, di non farsi sentire. La fitta che aveva provato un attimo prima si trasformò in una morsa che bloccava il respiro, sempre più forte, nel vedere quella mano di Ginny, ancora sulla spalla di Malfoy. Il ragazzo aveva stretto quella mano con la sua e ora la osservava, dandogli completamente la schiena.

Che cos'era? Che cosa poteva essere quella rabbia che iniziava a invaderlo? Era... invidioso di Draco? Furioso perché gli aveva toccato qualcosa che gli apparteneva e, anche se in realtà non era più vero, continuava a considerare suo? Oppure... allargò gli occhi quando realizzò, con un lampo improvviso, quale fosse la verità. Si... era geloso.

«Non credere che possa sfogarmi più di così, Ginny,» diceva Draco, con la voce sempre più rauca,

«Un uomo può anche piangere, ogni tanto.» gli rispose lei. Lui, che si era voltato di nuovo verso il muro, si girò un'altra volta nella sua direzione,

«Non penso che riuscirai a farmi piangere. Sono anni che non ci riesco, e non è la mia maschera, questa. Da quando lei è morta...» disse, bloccandosi all'improvviso dopo quella parola. Harry si sporse un po' di più per guardare meglio – Draco era fermo, gli dava sempre la schiena. Non era facile decifrarne i pensieri in quel modo. Ma non gli era facile comprendere nemmeno quello che passava per la mente di Ginny. Che ci faceva in piena notte in camera di Malfoy?

«Hai detto che l'hai uccisa tu, prima,» gli rispose Ginny. Harry sussultò, e poi lanciò un'occhiata apprensiva verso i due, per controllare se l'avessero sentito. No... sembrava non ci avessero fatto caso. Respirò con più calma.

«Già,» riuscì a dire Draco. Sembrava che ogni parola gli costasse molta fatica. Harry non avrebbe mai potuto immaginare che un giorno avrebbe visto Malfoy così... umano. Già, si rese conto che, per la prima volta nella sua vita, lo stava considerando una persona, un essere vivente con dei sentimenti. Non si era mai accorto di quanto lo reputasse solo qualcosa che lanciava insulti a ripetizione... e questo certamente non deponeva a suo vantaggio, in quel momento. «l'ho uccisa io, perché ho dubitato di lei.» terminò Draco. Harry allungò l'orecchio ancora di più, il cuore che batteva a mille nel petto. Per quale diavolo di motivo Ginny era in camera di Malfoy a parlare di una cosa del genere?

«Come è successo?» gli chiese Ginny. Il silenzio avvolse la stanza, per un lunghissimo istante. Un lampo squarciò l'aria, subito seguito dal rombo del tuono, che sembrava abbastanza vicino. La camera, illuminata solo dalla fioca luce della bacchetta di Ginny, assunse per un attimo un aspetto spettrale.

«Mio padre. Ti ho detto che lui non l'aveva accettata... e quantunque mi sforzassi di fargli capire il mio punto di vista non ci riuscì mai.» Draco tirò su col naso, e si fermò un momento. Harry gli sentì mormorare una parolaccia che non riuscì a capire, poi continuò, «Io...» iniziò a dire, ma si fermò. Il silenzio avvolse la stanza per un periodo che a Harry sembrò lunghissimo. Sentiva distintamente il rumore della pioggia ticchettare all'esterno, e sentiva anche distintamente il respiro di Draco. Sembrava che il ragazzo faticasse addirittura a inghiottire.

«Draco...» mormorò Ginny, scuotendolo dolcemente sulla spalla. Lui si girò verso di lei, e lei sorrise. «è proprio vero che non riesci a piangere eh? Beh... forse è meglio che ti consenta di riprenderti. Anche se quelle lacrime non cadono, capisco che sia difficile proseguire ora.» gli disse.

Quel tono di voce era così maledettamente dolce... da quanto tempo non gli parlava così, si chiese Harry. Desiderò di andarsene da lì. Ascoltare quella conversazione gli stava facendo davvero male, se ne rendeva perfettamente conto. Ma, allo stesso tempo... non riusciva a muoversi. Per quale motivo non riusciva ad andarsene? Da quando in qua era diventato anche masochista?

«Visto che non riesci a parlare, penso che sia venuto il mio turno,» continuò Ginny, alzandosi dal letto e mettendosi di nuovo seduta sulla sedia. Draco si girò verso di lei e le si sedette di fronte. In ogni caso dava la schiena a Harry... ma almeno ora entrambi riuscivano a vedere Ginny in faccia. «ti dirò perché ce l'ho con Harry.» il cuore del ragazzo perse un battito. Perché? Perché con LUI non voleva confidarsi e invece andava a raccontare i suoi problemi... a Malfoy? E quello la stava pure ad ascoltare?

«Sono tutt'orecchi.» disse Draco. Aveva ancora la voce spezzata, e rauca. Si schiarì la gola, tossendo.

«Ecco... è una storia un po' difficile da raccontare,» iniziò Ginny. Harry notò subito come le sue orecchie fossero diventate dello stesso colore dei suoi capelli, e come la ragazza si stesse torturando le mani. Era nervosa... e imbarazzata. Certo non fredda e spietata come era stata prima, con lui, «ma farò del mio meglio, perché ho accettato il patto.» Patto? Aveva fatto un patto con Malfoy? Harry vide Draco annuire, Ginny sospirare, e poi prendere fiato per continuare.

«Dunque, devi sapere che quando ho finito Hogwarts Harry era sempre in giro, lavorava per il Ministero. Non ebbi modo di rivederlo se non alla festa del matrimonio di Ron e Hermione. Harry era diverso, sembrava più serio, più posato. Quasi... malinconico. Io ne fui ancora più affascinata.» iniziò a dire. Sembrò aver preso confidenza, perché stava iniziando a perdere il rossore dietro le orecchie e cominciava a guardare Draco in faccia. «Lui fu molto gentile, iniziammo a frequentarci. Io ero al settimo cielo... cioè, mi accorgevo benissimo che lui non provava per me la stessa cosa che provavo io. Era sempre malinconico, come se pensasse a qualcos'altro. Ma per il momento, questo mi bastava.»

La ragazza si fermò, e Harry la vide osservare il pavimento e prendere fiato due o tre volte prima di proseguire. Sembrava che anche a lei il discorso costasse molto... il cuore di Harry era un tamburo. Batteva così forte, assieme alle sue tempie, che gli sembrava strano che Ginny e Malfoy non lo udissero, da così vicino. Quindi... lei si era resa conto fin da allora di quanto lui non fosse sicuro dei suoi sentimenti? 'Posso essere un mago potente quanto mi pare... ma non sarò mai un grande attore,' rifletté con stizza Harry.

«Poi lui mi chiese di essere la sua ragazza,» continuò lei. Harry non poté fare a meno di notare che le si era incrinata la voce, «io ero così felice... non puoi immaginare quanto. Accettai, anche se lui continuava a trattarmi gentilmente, ma mai con passione, o trasporto... lo so Draco. Me l'hai già detto che l'amore passionale esiste solo nei romanzetti rosa però... sai, sono cose che noi ragazze notiamo. Piccole dimenticanze, lo sguardo sfuggente, il modo in cui mi parlava... l'unico momento in cui ero sicura che provasse qualcosa di forte per me era quando facevamo l'amore. Ma tu sai bene che... quello non è il momento migliore per indagare sui sentimenti genuini di un uomo.»

Harry vide Malfoy annuire, e qualcosa nel suo cervello scattò. Iniziò a rendersi conto di quale fosse la verità... forse era vero. Possibile che non se ne fosse reso conto da solo? Era ovvio che Ginny riuscisse a percepire se lui le mostrava vero trasporto o meno... possibile che fosse quella la ragione per la quale lei sembrava prendersela ogni volta che lui la chiamava "tesoro"?

'Probabilmente vuole che glielo dimostri a gesti e non a parole... maledizione,' pensò, frastornato. Sapeva benissimo di non poter essere sicuro nemmeno lui di quello che provasse per Ginny. Ma il fatto che LEI potesse aver percepito questo suo dubbio non gli aveva mai sfiorato il cervello. 'Forse faccio ancora in tempo, forse riesco a riconquistarla se ci provo...' pensò, all'improvviso. Si, avrebbe fatto così... l'avrebbe corteggiata. In fondo non era mica una cosa difficile, no?

«Insomma, senti che non ti ama sul serio?» chiese Draco e Ginny annuì, «e se all'inizio questo ti bastava ora non ti basta più? Beh capisco che dopo due anni...» continuò Draco, pensieroso. Ginny però scrollò il capo.

«Non è solo una sensazione, Draco. L'ho sentito dalla sua stessa voce...» il cuore di Harry si fermò. Gli si allargarono gli occhi e gli ci vollero diversi minuti per riprendersi dallo shock, mentre Malfoy chiedeva a Ginny che cosa intendesse con questo. Anche Draco sembrava piuttosto colpito.

«Sai quello che è successo l'Undici Settembre dell'anno passato, vero?» chiese Ginny. Il volto di Harry non era mai stato più cinereo... 'No...' pensava mentre, senza volerlo, gli cedevano le gambe e lentamente si abbassava, sedendosi sul pavimento.

«Dici quei due aerei babbani che hanno distrutto le Torri Gemelle? Si, ero in un pub babbano quando è successo, ho sentito la notizia in quella cosa... la televisione mi pare si chiami. Tutti erano agitatissimi...» rispose Draco. Ginny annuì.

«Eri in un pub babbano e non hai potuto sentire la radio dei maghi...» iniziò lei. Rimase un attimo silenziosa, e Harry si rese conto, all'improvviso, che aveva smesso di piovere. Nel silenzio spettrale della notte solo i battiti del suo cuore rimbombavano, nelle sue orecchie, come a scandire il tempo rimasto prima della sua condanna. Iniziava a capire che cosa era successo... ma voleva esserne sicuro... «non hai potuto sapere che, all'ultimo piano delle Torri Gemelle, era posto il quartier generale del Ministero della Magia americano. Molti maghi sono riusciti a Smaterializzarsi, ma alcuni, che si trovavano in punti chiusi e che non hanno sentito immediatamente quello che è successo, non hanno potuto.» finì lei. Ci fu un altro silenzio, nel mezzo del quale Ginny tirò su col naso tre volte. Harry la osservò e quella fitta al petto divenne ancora più dolorosa – Ginny stava piangendo.

«Mi dispiace... non ne sapevo nulla.» rispose Draco. Ancora una volta sembrava stranamente sincero.

«Non potevi saperlo. Ebbene, la radio quel pomeriggio disse i nomi dei maghi e delle streghe che erano morti all'interno delle Torri Gemelle. Una di queste persone...» Ginny dovette fermarsi. Prese dalla tasca della veste da camera un fazzoletto e si soffiò il naso, curando prima di detergersi gli occhi. «dicevo, una di queste persone era Cho Chang.» ennesima pausa, e ancora una volta Ginny tirò su col naso.

«Forse tu non lo sai, ma Cho... era la ragazza di cui Harry era innamorato a Hogwarts.» continuò a dire. Si azzittì ancora, tossendo per schiarirsi la voce. Draco si alzò dal letto e si sedette di nuovo, scegliendo una posizione più comoda.

«Chi vuoi che non lo sapesse? Era abbastanza noto... l'ho anche preso in giro diverse volte, se ricorderai...» le fece notare lui. Lei annuì.

«Già è vero... dunque... puoi immaginarti la reazione di Harry. Dire che rimase scioccato... è usare un eufemismo. Andò dappertutto per sapere se la news era veritiera, ci mise in pericolo Smaterializzandosi nel nostro nascondiglio e Materializzandosi al Ministero, fece un disastro. Remus dovette faticare parecchio per rimediare ai danni che aveva provocato Harry con questi suoi gesti, dovette cancellare la sua Apparizione dal registro, dovette fare un Incantesimo di Memoria a diversi funzionari, ma a quanto pare a Harry non importava niente.»

«Deficiente di un Potter...» fu la constatazione di Draco, «ma non mi sarei aspettato niente di meglio da parte sua. Non è che abbia mai brillato di... acume in queste cose.» Harry sentì il sangue salirgli al viso – come si permetteva Malfoy di dire una cosa del genere? Possibile che Ginny fosse rimasta davvero ferita dal suo comportamento? In fondo Cho era un'amica di tutti, anche Ron, Hermione e lei stessa furono scioccati...

«Non hai capito Draco. Io... non me la sono presa per questo. Anche io fui sconvolta dalla notizia, e capivo benissimo che Cho era una persona importante per Harry. Saperla morta doveva essere un grave colpo per lui. Soprattutto... saperla morta dalla voce del compagno che si era trovata a New York,» Harry respirò. Quindi Ginny non ce l'aveva con lui per quel motivo? E allora... perché?

«E allora perché ce l'hai con lui?» chiese Draco, dando voce agli stessi dubbi di Harry.

«Qualche ora dopo la notizia, io uscii per andare a fare la spesa. Dovevo passare a fare diversi giri, ma nella fretta, dimenticai di prendere la Polvere Volante. E dovevo fare un salto anche a Diagon Alley,» iniziò Ginny. Inghiottì dolorosamente, poi continuò, «tornai di corsa qui in albergo e, per prendere la polvere, dovevo entrare in cucina. Però...» iniziò a dire. Ormai tirava su col naso a ogni parola, ma Harry non la sentiva più. Era troppo occupato a maledire se stesso.

'No. Non è possibile...' ricordava benissimo che cosa stesse facendo, in cucina, quel giorno...

Erano passati pochi minuti da che Ginny era uscita per fare la spesa. Lui si trovava in cucina, seduto su una sedia, le mani nei capelli, i gomiti stancamente poggiati sul tavolo. Non piangeva – non era riuscito a versare una lacrima da quando aveva ricevuto la notizia. Sembrava che lo shock gliele avesse seccate.

«Tutto bene, Harry?» gli aveva chiesto Hermione, entrando all'improvviso. Lui aveva annuito, senza guardarla, il viso ancora sprofondato sul tavolo, in equilibrio sulle dita delle mani. «So che è una notizia scioccante. Ha addolorato tutti... ma non pensi che avresti dovuto comportarti con più... accortezza?» gli aveva chiesto lei. Lui aveva alzato lo sguardo e l'aveva osservata. I suoi occhi sembravano quasi vuoti, senza espressività. Forse era a quel punto che doveva essere arrivata Ginny, perché avevano sentito un rumore.

«Io... l'ho incontrata, qualche tempo fa,» aveva detto a Hermione. Lei l'aveva osservato, sorpresa, e gli si era seduta a fianco, «le avevo detto che le volevo restare vicino, che... volevo aiutarla. Lei... mi ha rifiutato. Ha detto che non si sarebbe mai sposata e che non era giusto, che mi avrebbe fatto solo soffrire.» aveva continuato a dire.

«Molto sensibile da parte sua,» aveva notato Hermione. Lui l'aveva fissata quasi con stizza,

«Prima, quando ho parlato col Ministero della Magia Americano... mi ha parlato un uomo. Era il... fidanzato di Cho.» era riuscito a dire, distogliendo lo sguardo da quello di Hermione. Gli aveva procurato enorme fatica confessarlo. Cho... non era voluta stare con lui ma, arrivata negli Stati Uniti, aveva trovato un nuovo ragazzo. Quindi... non voleva semplicemente stare con lui?

«Quindi pensi ancora a lei? La ami ancora?» aveva chiesto Hermione, osservandolo severamente.

«Non dico che non pensi proprio più a lei... non è vero. Non potrei. Però... no, non l'amo più. Sai bene che non mi sarei messo con Ginny se fossi stato ancora innamorato di Cho.» aveva detto lui. Hermione gli si era messa seduta accanto, e gli aveva messo una mano sul braccio,

«Non sei più innamorato di Cho quindi... ma AMI Ginny?» gli aveva chiesto. Lui era arrossito e aveva abbassato lo sguardo. Era stato in silenzio a lungo prima di rispondere,


«Non lo so. Ha detto che non lo sapeva, capisci?» mormorò Ginny tra i singhiozzi. Ormai aveva perso del tutto il minimo di decoro che aveva cercato di mantenere fino alla fine. Le lacrime bagnavano le sue guance... e lacrime ancor più amare bagnavano quelle di Harry. «Hermione gli ha fatto altre domande, gli ha detto che non era giusto che stesse con me, se non era sicuro di amarmi. Lui ha risposto che provava qualcosa per me, che non sapeva definirlo. Ma che aveva bisogno di me, e quindi mi voleva accanto. Le chiese di capirlo...»

«Ma ovviamente TU non l'hai capito...» continuò Draco, come se avesse letto nei suoi pensieri. Il ragazzo stette in silenzio a osservarla piangere per un lungo istante, poi tirò le braccia al petto e si schiarì la voce, «ti sembrerà strano, ma una cosa del genere non me l'aspettavo da San Potter. Cioè... fare il doppiogiochista... non è 'degno' di un 'eroe'.» sibilò poi, in tono strafottente.

Ma Harry non riuscì a infuriarsi, questa volta. Osservò il vuoto davanti a sé, con gli occhi pieni di lacrime. Non riusciva a vedere quasi niente per quanto stava piangendo, ma non gli importava. Non aveva più senso...

«Sono un coglione,» mormorò a se stesso, rendendosi conto dopo averlo detto di non essere riuscito a produrre che una misera imitazione di suono. Si asciugò gli occhi con la manica del pigiama, ma era inutile – le lacrime continuavano a scendere da sole. Si, era un coglione... aveva perso da solo la donna che gli era rimasta vicino nonostante tutto. Aveva perso da solo la cosa più importante che gli fosse capitata.

«Io ho aspettato. Ormai sono quattro mesi che aspetto... ma lui non mi ha mai dimostrato di amarmi sul serio. Ha continuato ad essere gentile, ma le uniche volte in cui vedo che mi desidera davvero... è quando facciamo l'amore. Ecco, io... sono stanca di aspettarlo.» terminò, e si soffiò di nuovo il naso, asciugandosi gli occhi con le mani.

«Chiunque si stancherebbe, dopo due anni... e anche di più. In fondo sei stata tutta una vita ad aspettarlo.» rifletté Draco, pensieroso, «Ora capisco tante cose...» mormorò subito dopo.

«Tornando a Marion?» chiese Ginny soffiandosi il naso per l'ennesima volta. Draco sussultò distintamente,

«Come ti dicevo mio padre non l'accettò mai,» iniziò Draco, alzandosi dal letto e rimettendosi di nuovo seduto vicino alla balaustra, verso il muro. Harry sentì distintamente Ginny alzarsi dalla sedia e rimetterglisi seduta accanto, «un giorno mi inviò fuori Londra per una commissione e se ne andò al Ministero al mio posto. Invitò Marion a Palazzo Malfoy, e lei lo seguì. Lì...» si fermò un attimo e la sua voce si era già incrinata quando riuscì a continuare, «Lì la portò con un sotterfugio nei sotterranei... e iniziò a torturarla. Le fece la Maledizione Cruciatus, tantissime volte. Io... arrivai prima di quanto lui avesse previsto, perché non ero riuscito a trovare la persona da cui mi aveva mandato. E sentii le urla di Marion, appena entrato nella hall. Corsi nei sotterranei, cercai di fermarlo. Mi misi davanti a lei. Volevo... sfidare mio padre; volevo fare di tutto per salvare Marion. Ma lei...» si bloccò, e Harry lo sentì tossire diverse volte cercando di schiarirsi la voce.

«Lei era già morta?» chiese Ginny mettendogli una mano sulla spalla. Un'altra fitta di gelosia scosse il petto di Harry. No, non voleva che lei gli si avvicinasse così tanto...

«No... lei...» Draco tirò su col naso e Harry lo sentì sibilare una parolaccia, «lei non voleva che io litigassi con mio padre. Urlò che aveva ragione. Che era vero... che aveva cercato di prendermi in giro. Io... per un momento ci ho creduto.» ancora silenzio.

«Draco?» mormorò dolcemente Ginny,

«Merda...» sibilò lui, portandosi una mano alla faccia. Lei cercò di spostarsi e guardarlo, e lui si girò in direzione di Harry. Era chiaramente rosso in viso... Ginny si mise in ginocchio sul letto e si girò dalla parte opposta, e lui non fu abbastanza veloce a voltarsi.

«Draco... avevamo detto giù le maschere,» gli ricordò lei.

«Se devo perdere anche il briciolo di dignità che mi è rimasta dimmelo,» sibilò lui mentre, per la prima volta da che lo conosceva, Harry sentì distintamente il suono di un singhiozzo scuotergli il petto. No, non era possibile... Malfoy... quel Malfoy... stava piangendo?

«Anche gli uomini piangono, in certe situazioni,» gli disse Ginny, insinuando le braccia dietro la sua vita, e abbracciandolo, poggiando il viso sulla sua schiena.

«Forse gli uomini si, ma non i Malfoy...» sbiascicò lui. Ginny lo strinse più forte. A ogni abbraccio quella fitta nel cuore di Harry bruciava di più, e più distintamente. Era possibile scoprirsi così mortalmente gelosi... di qualcuno che non si ami?

«Ti ho detto che qui non voglio un Malfoy... voglio Draco. Così come io sono stata Ginny. Quindi... piangi quanto vuoi, Draco.» gli mormorò, con un sussurro sempre più flebile.

«Non ci riesco...» cercò di dire lui, ma solo degli smozziconi di quelle parole gli uscirono di bocca.

«Ci stai riuscendo benissimo invece.» gli sussurrò lei, sottovoce, «Tuo padre l'ha uccisa perché tu non sei stato attento?» gli chiese poi. Draco annuì, e tirò di nuovo su col naso.

Harry si alzò in piedi, e cercò di nuovo di asciugarsi gli occhi contro la manica del pigiama, che ormai era umida per le lacrime. Rabbia, furia... gelosia. Voleva che Ginny smettesse di abbracciare Malfoy. Non poteva... la sua ragazza non POTEVA stare con un altro. Ginny era sua. Era solo SUA, pensò. Voleva entrare in quella stanza e strappare Ginny dalle braccia di Draco. Non era per lui... Ginny era la sua donna!

Però... d'altro canto, non riusciva a muoversi. Continuava a osservare quella scena, come un ladro.

«Non è stata colpa tua...» concluse lei. All'improvviso, Draco si girò verso di lei, quasi con violenza,

«Si invece. E' stata colpa mia! Se io non mi fossi girato a guardarla, se io non le avessi creduto...» Draco si era alzato in piedi e ora camminava ad ampie falcate per la stanza. Ginny si alzò, dietro di lui.

«Ti sei comportato come un essere umano... è NORMALE nutrire dei dubbi. E' normale commettere errori. Tuo padre l'ha uccisa, non sei stato tu.» gli fece lei. Lui si girò nella sua direzione e le mise entrambe le mani sulle spalle. Dalla sua posizione Harry poteva vedere le dita di Draco affondare nella pelle di Ginny e lo sguardo serio dei suoi occhi grigi, una volta tanto rossi per il pianto. Avrebbe voluto replicare, ma Ginny fu più veloce, «Non sei un supereroe, Draco. Sei un essere umano...» gli disse, e poi lo abbracciò. Draco ci mise un attimo per ricambiare la stretta.

'Lo ammazzo...' pensò Harry. Ma rimase lì, al suo posto. Che cosa avrebbe detto Ginny nel vederlo entrare? Gli avrebbe lanciato un'altra occhiata gelida, gli avrebbe detto di nuovo che tra loro era finita... Draco l'avrebbe insultato per quello che aveva fatto. E questa volta... non sarebbero stati proprio insulti... gratuiti.

Rimase a lungo lì, sulla porta, non sapendo bene che cosa avrebbe dovuto fare. Sentiva, nel silenzio, i singhiozzi di Draco... e si scoprì a pensare a lui come Draco ora. Era diventato un essere umano, e non più Malfoy... questo gli dava ancora più fastidio, al momento. Non era colpa di Draco se lui era stato così coglione da perdere Ginny. Non era colpa di Draco se ora stava stringendo tra le braccia... la ragazza che lui amava.

'La amo?' pensò, allargando gli occhi e abbracciandosi le spalle. Fu scosso da un brivido, e iniziò ad oscillare con il busto avanti e indietro. Barcollando si allontanò dalla porta. L'ultima cosa che sentì fu la voce di Draco chiedere a Ginny se, quella notte, poteva restare con lui. E lei... acconsentire.







Nota dell’autrice:
Ed eccoci alla fine del capitolo tredici. Come dire... è stato molto difficile da scrivere. Mostrare il Draco dietro la maschera poteva pericolosamente farlo oscillare verso l'Out of Character. Non sono sicura di essere riuscita a mantenerlo verosimile. Spero di si... spero che non sia melenso. E spero che dall'altra parte della porta le reazioni vi siano sembrate autentiche. Harry!Spione si è levato le fette di prosciutto dagli occhi... da solo. E si è fatto MOLTO male, come avete visto. Spero abbiate compreso finalmente la situazione. Harry amava (e ama) Ginny, solo non era capace di rendersi conto che si trattasse di amore. Era troppo *abituato* alla presenza di Ginny per accorgersi di quanto fosse importante. Infatti, se n'è accorto appena l'ha persa. (questo non è di grande aiuto Nd Harry) (lo so... n di Kagome) (sei solo un cretino Nd Draco).

Che cosa pensate che succederà ora? Pensate che Harry!Spione si trasformerà in Harry!Depresso o in Harry!geloso? (mi pare di essere già stato abbastanza geloso anche qui Nd Harry) (ma continuerai ad esserlo? Nd Ginny) (chissà... solo quella def… Nd Harry che viene zittito con un incantesimo di silenzio) (ehm... meglio evitare di far parlare la parte lesa... N mia).

Bene, bene... oggi che Harry finalmente ha la boccaccia chiusa perché gliel'ho sigillata... posso mettermi a scrivere le risposte ai vostri commenti! Grazie per tutti questi commenti ^_^. Ehm... /me percepisce una bacchetta dietro la schiena. /me si gira... Oh Severus... buongiorno che ci fa qui? *_* (Smettila di fare quegli occhi da pesce fradicio... Nd Severus) (mi scusi, Signore... Nd Kagome) (Vedo che hai maggiore educazione di questo essere qui... a proposito perché non dici niente, Potter? Nd Severus) (Gli ho tappato la bocca con un incantesimo di silenzio Nd Kagome) (Brava ragazza... cinque punti a Serpeverde... Ns Severus) (veramente sono Corvonero Nd Kagome) (Allora un punto a Corvonero Nd Severus) (ma perché UNO? Serpeverde erano cinque... Nd Kagome) (Non ti lamentare già è tanto che ti dia questo... Nd Severus) (*sigh* Nd Kagome) (Che cos'è tutta questa carta straccia? Nd Severus) (Sono le risposte ai commenti della mia fanfiction Nd Kagome) (Oh... tutti per quanto sono bravi i Serpeverde e quanto sono intelligente io, vero? Nd Severus) (Veramente ehm... lei non c'è ancora qui nella fic, signore... Nd Kagome) (e quando di grazia comparirò? Nd Severus) (Uhm... capitolo 17 o 18... insomma, quando la storia si fa 'matura'... Nd Kagome) (Non ci sono scuse, signorina, il suo comportamento è inaccettabile.... dieci punti in meno a Corvonero e ora risponderò io a questi, me li dia, li sequestro. Nd Severus) (MA... Nd Kagome) (Niente ma, vuole altri punti in meno? Nd Severus che ghigna) (No... prego, le passo la penna d'oca… -.-;;;;; Nd Kagome)

Dunque. Buongiorno a tutti, sono Severus Snape, da voi conosciuto come Piton perché quegli imbecilli babbani che pubblicano i libri della signora Rowling hanno pensato che il mio onorato cognome fosse difficile da capire per i bambini. Dunque... in questa classe non troverete.... che cosa c'è, signorina? (Professore non deve parlare di Pozioni, deve rispondere ai commenti... Nd Kagome). Se non mi interrompessi arriverei al punto. Cinque punti da Corvonero. (SIGH Nd Kagome). Dunque… dicevo. In queste risposte non troverete lusinghe o stupidi incantesimi, ma se mi seguirete, io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, la gloria, addirittura la morte... oh... beh, forse non è questo il contesto... deviazione professionale. Dunque, per i commenti...

Fanfiction.it

Nimue: Potter delle qualità? Non penso riuscirà a trovarne alcuna, neanche se cerca con attenzione. Per quanto riguarda Malfoy... è un Serpeverde.

Fortress: concordo con lei sul fatto che Potter stia troppo fra i piedi, sia nelle Fanfiction che nei libri della Signora Rowling. Mozzarella? Ma che BEL nomignolo... (osserva Harry con un ghigno. Harry che non può ancora parlare lo fossa con odio)

Roby'89: non mi sprecherei a dire nulla, ma l'autrice qui vuole ringraziarla per il complimento...

Miyu-87: Che cosa leggono i miei occhi, una fan di Potter... lungi da me! L'autrice qui chiede ora che hai scoperto che cosa Potter ha fatto a Weasley che cosa ne pensa lei. Che ha fatto Potter a Weasley? POTTER!!!!!! Dieci punti da Grifondoro per comportamento insensibile e... mozzarelloso. (Mmmmmm mhhhh Nd Harry che ancora non può parlare)

Hermione Granger: toh... la signorina so tutto io di Grifondoro... mi meraviglio di lei signorina Granger... LEI che non riesce a capire qualcosa? Sarei tentati di togliere punti a Grifondoro invece ne metto uno a Corvonero per l'acume dell'autrice qui di fianco. Perché poi non dovrei togliere punti a Grifondoro? Cinque punti da Grifondoro perché la signorina Granger non ha capito che cos'è quel sogno. (LEI l'ha capito Signore? Nd Kagome) (Certo che l'ho capito, sono Severus Snape in fondo... Nd Severus)

Ryuko: un comitato in difesa dei Serpeverde? Noi Serpeverde a differenza di qualcun altro (occhieggia Harry) sappiamo difenderci da soli... però beh in fondo ha ragione! Fondiamo un comitato, cinque punti a Serpeverde. Lei è in Serpeverde, vero signorina?

Tosca: Potter soffre? Oh ma bene... signorina Kagome ridò dieci punti a Corvonero. Quando Potter soffre io mi sento sempre molto allegro e generoso... l'autrice qui è contenta che la storia le stia piacendo, signorina Tosca. Io avrei qualche dubbio sul fatto che la signorina Weasley sia così desiderabile, ma in fondo lei ha ragione: Potter non la merita. Come James Potter non meritava Evans... (Signore, non farei spoiler su "l'Ordine della Fenice" Nd Kagome) (Vero, facciamoli soffrire nell'attesa... Nd Severus)

NonFirmoQuestoCommento: Signorina, suvvia non è poi così grave... ho visto persone scrivere bestialità BEN peggiori (occhieggia Harry) sui compiti di Pozioni (riocchieggia Harry) e poi PRETENDERE durante gli incontri attitudinali di voler diventare Auror (ma si può? Con "Dreadful" in Pozioni? Nd Severus). Inoltre lei dice grandi verità... tipo che Potter è un bastard... come? Ah si sta parlando di questa storia. La sto rivalutando signorina Kagome, perché non viene nei miei sotterranei ogni tanto? Potrei darle qualche lezione privata di Pozioni... (*_*;;;;;; Nd Kagome) (mi si stacchi da dosso, signorina... Nd Severus) (Professore questa è la tipa che mi vuole trasformare in donna! Nd Draco inferocito) (Donna? Per la barba di Merlino... se come donna fossi bella la metà di tua madre per me non ci sarebbero problemi, signor Malfoy Nd Severus) (MA SIGNORE!!!!!! Nd Draco) (Severus si ricompone)

LunaLovegood: Bene signorina Lovegood vedo che ha delle pulsioni piuttosto inaccettabili, ma visto che sono per un Serpeverde non la biasimo... (Sono per ME quindi non sono da biasimare affatto Nd Draco) (Signor Malfoy si dia un freno... Nd Severus). Aspettate questa me la segno... "Potter nel quinto libro sei più antipatico di Malfoy e Snape messi insieme". Vede che pensano le sue fan di lei, Signor Potter? (Harry ringhia) Abbiamo lasciato un cane sciolto, Draco? (Non che io sappia, signore Nd Draco). Per quanto riguarda Lupin... penso che in questo momento della storia sia ritornato al Ministero...

Lella e Dado: uhm... noto che ci sono lettori pericolosi e violenti in questa storia... però sono violenti in direzione di Potter, quindi hanno l'autorizzazione a essere violenti (Harry fissa Snape con odio) (Snape ricambia lo sguardo). Per quanto riguarda la signorina Weasley... (come si fa a non concordare con questa lettrice? In effetti sta in una stanza sola con ME... e parla... Nd Draco) (Draco... non mi costringere a diventare out of character Nd Snape) dicevo, per quanto riguarda lei posso capire che sia un po' inconsapevole di come si trattano gli uomini dopo essere stata la donna di Potter per due anni (occhieggia Harry, se gli sguardi potessero incenerire, Snape sarebbe un falò) (beh peccato che non possano, Potter... Nd Severus)

Laurie: signorina Laurie, lei mi riempie di orgoglio. Ma che bella composizione, e chiede addirittura dove sono finito... qual è la sua casa? Un punticino glielo do volentieri. Se è una Grifondoro, tuttavia, per una volta non le toglierò voti... se è una Serpeverde si prenderà cinquanta punti. (non è giusto così Nd Harry) (oh si è ripreso, Potter? Nd Severus) (Già... Nd Harry). Per quanto riguarda la maschera di Malfoy io sono il Potion Master, di psicologia babbana non mi interesso.

Kiak: signorina crede proprio che un Serpeverde come Draco possa credere a una cosa del genere? La Rowling a casa sua... solo Potter può credere a tutto ciò. Anche i Grifondoro in generale... per quanto riguarda questa Marion (Marion *sigh* Nd Draco) (Draco, smettila di fare quella faccia sognante o ti tolgo dai Serpeverde... nd Severus) non la conosco ma da quanto ho letto sembra una ragazza decente. Più decente di Potter di sicuro (e vorrei vedere... Nd Draco)

Ameliè: Potter muore? Ma magari! (SIGNORE! Nd Harry) (Snape occhieggia Harry con sadismo)

Yura: già, ci creda Potter… un giorno o l'altro troverà anche lei una donna… forse in tarda vecchiaia *evil grin* (-.-;;;;; Nd Harry) (l'incantesimo non ce l'ha più Potter, perché non parla? Nd Severus) (per farmi togliere altri punti a Grifondoro? Nd Harry) (guardi la lavagna dei Grifondoro... meno di così non potete scendere, purtroppo, è a zero Nd Severus) (AH SI? Allora posso mandarla a fan... Nd Harry) (Potter... punizione… con la Umbridge… Nd Severus) (NOOOOOOO!!!!! Nd Harry che scappa) *evil grin* Si, signorina, Potter è un'idiota. (Potrei scrivere un componimento... "Potter is our idiot…" Nd Draco) (era meglio "Weasley is our King", Draco Nd Severus).

Rob: *stur stur* signor Rob non urli, mi stura le orecchie... l'autrice ringrazia comunque.

Summer: finalmente sa che cosa è successo tra il mozzarelloso (come mi piace quest'epiteto! Nd Severus) e la Weasley. Che ne pensa? Per quanto riguarda il sogno dovrà attendere ancora...

Angi e Gius: Signorine... che ci fate fuori dai dormitori a quest'ora? Cinque punti in meno alla vostra casa, qualunque essa sia... a meno che non sia serpeverde, in tal caso potete restare.

Kat: di che luogo pensa si tratti, signorina Kat? (IO dolcissimo? Nd Draco basito)

Draco se continui così da Serpeverde ti sbatto fuori a calci, ora sei anche "dolcissimo"? (non è colpa mia... Nd Draco) (dicon tutti così Nd Kagome) (è_é Nd Draco)

Passiamo a un altro pacco di pergamene... caspita quante lettere riceve, signorina, lei è peggio di Lockhart (cioè Allock per voi, Nd Severus) (NON E' VERO! Nd Kagome) (un punto da corvonero perché ha alzato la voce Nd Severus) (*sigh* Nd Kagome)

Erika's Fanfiction Page:

Angi e Gius: di nuovo qui, signorine? Ma come dite? Il Signore Oscuro si nasconde nella vostra casa? (Severus scrive di corsa una nota e prende Edvige che si trova qui per caso, la manda a Silente) Per questa volta non vi tolgo punti, visto che siete utili.

Miyu: ora sa la verità... che gliene sembra? Quanto è bastardo Potter da dieci a dieci?

Eli: concordo con lei che Potter è uno stupido e un immaturo. Come nota in questo capitolo finalmente comprende la sua ottusità e si riferisce a se stesso con l'epiteto più corretto che potessi anche io immaginare. Se non fossi Severus Snape in QUELL'occasione sarei stato tentato di fargli i complimenti. Bravo Potter, hai capito che razza di coglione che sei. Bravo!

Shinko 88: dieci punti a Serpeverde *grin*

Nakoruru: Quindi i ricatti per lei sono cosa buona e giusta... bene, bene, ottimo comportamento, potrebbe avere una buona riuscita in Serpeverde, signorina Nakoruru.

Mony-chan: SI! Nessuna pietà per Potter, padre e figlio! Per quanto riguarda Draco è un Serpeverde, quindi è accettabile che le piaccia.

Kiara: ora anche lei sa che genere di comportamento ha avuto Potter. Non che sia meglio del padre... è un peccato perché nelle lezioni di Occlumanzia l'avevo quasi rivalutato. Però... dopo certi suoi comportamenti subito successivi... nessuna pietà!

Ci: il fatto che Potter se la prenda anche con chi lo difende non mi meraviglia... basti vedere come ha ridotto l'ufficio del preside... e i brutto è che Silente l'ha anche lasciato fare... il titolo? Si, l'autrice dice che l'ha preso proprio da lei sai che cosa

Angi e Gius: ancora in giro, signorine? Immagini? Quali? (Severus prende in mano un mazzo di fotografie che passa a Draco. Draco sviene... Severus guarda le immagini, alza un sopracciglio e passa a Draco un secchio. Draco si riprende e vomita.)

Pan_z: lei ha ragione signorina. E in questo capitolo Malfoy è ancora peggio... addirittura PIANGE! Mi sa che lo butterò presto o tardi fuori dai Serpeverde se non migliora. Noto con piacere che qui si tolgono altri punti a Grifondoro quindi non obietto per la confusione.

Livia: Si, la mamma di Draco in effetti merita complimenti, ma non per il figlio *sospiro* (Signore!!!!! Quella è la mia mamma! Nd Draco) (quindi? Nd Severus) (ma... Nd Draco)

Sorti: eccola accontentata. L'autrice spera che le stia piacendo.

Angi e Gius: ma voi a dormire non ci andate mai? Di che casa siete? Vi terrò sotto controllo. Oh professor Silente che bello risentirla... quindi il Signore Oscuro è finalmente sotto controllo?

Francy23: l'autrice ringrazia.

Oh, finalmente questa era l'ultima pergamena... me ne ritorno alle mie pozioni. Snape se ne va.

E io, ragazzi vi aspetto domenica prossima con il capitolo 14: "Le lacrime di Harry".

Uhm... mica lo so se sarà proprio domenica prossima... vorrei prendermi un po' di ferie... fino a settembre... che ne dite? Accetto consigli! Visto che state tutti andando in vacanza preferite che interrompa la fic e la riprenda a settembre oppure no?

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: Le Lacrime di Harry. ***


Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia “Kagome” kagome@tiscalinet.it.
Pubblicato il 13 Luglio 2003
Beta-letto da Megabyte e da Aramis. Ringrazio Aramis ed Esus per l’enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie! E ringrazio Esus per la stupenda analisi psicologica :)


Disclaimer:
Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

Capitolo 14: Le lacrime di Harry.



«...Un coglione... sono solo un coglione... un deficiente...» mormorava Harry mentre, barcollando, si allontanava da quella porta. Non aveva il coraggio di continuare a guardare lì dentro, gli faceva troppo male.

Che cosa avrebbero fatto quei due non gli importava; in quel momento ciò che gli bruciava, e lo muoveva, era solo la gelosia... che lo stava torturando ogni volta che lanciava un'occhiata alla ragazza, abbracciata a Malfoy. E la disperazione. Si... se fosse rimasto lì dietro, lo sapeva, sarebbe entrato presto o tardi. Avrebbe perso l'unico microscopico barlume di dignità che gli era rimasto... avrebbe perso del tutto la faccia.

Arrivò davanti alla tromba delle scale e si fermò, osservando fisso uno scalino di fronte a sé; non seppe per quanto tempo rimase a fissare quel punto, lì davanti... era come se qualcuno gli avesse lanciato la maledizione Imperius e non gli consentisse di muovere lo sguardo. Che cosa avesse il tutto di tanto surreale non riusciva a comprenderlo, le lacrime gli impedivano di distinguere bene quello che aveva davanti e ai suoi occhi quegli scalini stavano come danzando, ogni volta che batteva le palpebre. Quando finalmente riuscì a riprendersi dallo shock e si voltò, il corridoio alla sua destra gli rimandava l'immagine della scalinata.

Harry si mise seduto sul terzo gradino che portava al piano superiore, lo sguardo fisso sulla porta della camera di Malfoy, ancora semiaperta. Non aveva mai provato tanta rabbia, in tutta la sua vita. Nemmeno quando aveva creduto di trovarsi di fronte l'assassino dei suoi genitori, a tredici anni... nemmeno quando la Professoressa Umbridge si divertiva a torturarlo, a quindici... avrebbe voluto andare davanti a Draco e riempirgli la faccia di sani, dolorosi e babbanissimi pugni alla Dudley, ed era quanto dire. Non aveva di certo intenzione di mettersi nei guai come era successo a suo cugino... però... non aveva bisogno della magia per sfogarsi e fargli vedere di chi fosse la sua Ginny. Ginny era sua... era SOLO sua, Malfoy non doveva permettersi di toccarla.

Ma, d'altro canto... quella non era la sua Ginny. Non lo era più, e la disperazione andava ben oltre la rabbia. Non poteva accusare qualcun altro di quello di cui lui era l'unico responsabile, lo sapeva benissimo. Era colpa sua, era stato lui a perderla... Ginny l'aveva aspettato pure troppo. E venirlo a sapere a quel modo... gli toglieva anche il beneficio del dubbio.

Nascose il viso tra le ginocchia mentre i singhiozzi, da tempo repressi, iniziavano a scuoterlo fin dalle viscere. Non gli importava più di niente – se pure Draco fosse uscito in quel momento e l'avesse visto non gliene sarebbe fregato nulla. Non aveva la forza di fermare quelle lacrime, o di reagire; non sapeva quanto tempo fosse passato... minuti, oppure ore. Nulla al di fuori dei suoi singhiozzi e delle volte che, respirando, tirava su col naso sembrava squarciare l'ovattato silenzio della notte.

Per una volta non c'era nessuno che potesse dargli conforto. Ma che poteva fare? Andare a svegliare Hermione e Ron a quell'ora solo per raccontargli di quanto fosse stato coglione? No... non se lo meritavano! Sembrò passare un tempo immemorabile prima che i singhiozzi che lo scuotevano iniziassero a diminuire. Alzò il viso dalle ginocchia giusto il tempo per pulirsi gli occhi e il naso, con una mano. I pantaloni del pigiama erano zuppi... ma tanto entro breve sarebbero tornati asciutti. La sua ferita, invece... quella non si sarebbe rimarginata così facilmente.

All'improvviso una mano gli sfiorò la spalla. Harry sussultò e alzò il volto quanto bastava per vedere chi lo stesse disturbando. Era Sirius... il suo padrino lo guardava; sembrava preoccupato o, per meglio dire, allarmato.

«Harry, che ci fai qui sulle scale a quest'ora?» gli chiese, tenendo sempre la mano sulla sua spalla. Harry non rispose e Sirius gli si inginocchiò davanti, «Che è successo? Hai litigato con Ginny?» gli domandò poi. Harry annuì, continuando a nascondere il volto tra le ginocchia. Sirius si alzò e si avvicinò alla porta della camera di Harry, osservandone l'interno. Poi si girò verso il ragazzo, e lo squadrò per un lunghissimo istante prima di continuare,

«Dov'è lei?» gli chiese. Harry alzò una mano, con enorme fatica, e indicò scompostamente la camera di Draco. Sirius gli lanciò un'occhiata e si avvicinò a quella porta semiaperta. Perse un momento per studiarne l'interno ma, quando si girò nuovamente verso le scale, Harry non c'era più.

Chiuse la porta senza far rumore e cercò di non farsi prendere dal panico. Dove poteva essere andato Harry? Diede un'occhiata nella sua stanza e non c'era. Stava iniziando a valutare l'ipotesi di trasformarsi in cane, quando udì uno scricchiolio provenire dal piano superiore.

«Harry? Sei di sopra?» chiese a bassa voce, non pretendendo di ottenere una risposta. Si affrettò su per le scale e sentì distintamente il ragazzo salire gli scalini che portavano più in alto. Cercò di aumentare la velocità e poi si trasformò, sapendo di poter ottenere un'andatura più rapida con l'aspetto canino. Presto un enorme cane nero si mise davanti a Harry, impedendogli di salire più in alto, e subito dopo riassunse l'aspetto di Sirius.

«Vattene.» mormorò Harry, con la voce spezzata e rauca. Cercò di continuare la sua salita, ma Sirius glielo impedì.

«Che vorresti fare, buttarti dal terrazzo?» gli chiese l'uomo, afferrandolo per le spalle e costringendolo a guardarlo negli occhi, scuotendolo. L'espressione del ragazzo assunse un'aria sprezzante, che Sirius non avrebbe mai pensato di vedere sul suo volto – sembrava... ghignare...

«Non si libereranno di me così facilmente...» replicò. Sirius lo osservò molto seriamente, notando subito quanto fosse distrutto. Doveva aver pianto a lungo, perché aveva gli occhi gonfi oltre che rossi, e ancora umidi. Inoltre era paonazzo, anche se la sua voce non sembrava più tanto roca.

«Harry...» iniziò a dire. Ma notò immediatamente il lampo che gli attraversò gli occhi,

«Non mi guardare così. Non mi guardare AFFATTO!» strillò lui, dandogli una spinta e riuscendo a superarlo. Salì l'ultima rampa di scale che lo separava dal terrazzo, mentre Sirius si riprendeva dallo shock, ma l'uomo fu abbastanza svelto a raggiungerlo. Lo vide, appena uscito all'aperto, appoggiato al parapetto, chino sul marmo che lo ricopriva, il volto nascosto sotto le braccia.

«Harry...» gli disse piano, avvicinandosi con passo incerto. Il ragazzo non si spostò e Sirius rabbrividì nella veste da camera. Ma non poteva lasciarlo così... si sforzò di non percepire il freddo. Nei dodici anni che aveva vissuto ad Azkaban aveva spesso dovuto controllare la temperatura corporea, ma si era il più delle volte tramutato in cane. Qui non poteva, Harry aveva bisogno di qualcuno che gli stesse vicino, qualcuno che potesse parlargli...

Sembrava quasi una visione surreale; alla rossa luce del sole nascente la smilza figura di Harry, ripiegato su se stesso in un dolore impossibile da contenere, quasi stonava con la pace e la serenità di quella fredda alba di metà gennaio. Sirius mise una mano sulla spalla del suo figlioccio, e lui la scansò. Ma l'uomo non demorse... e alla fine Harry si stancò di scostarsi.

«Che vuoi?» gli chiese. Evidentemente stava di nuovo piangendo perché ora la sua voce era rauca, e spezzata. Sirius strinse la presa con la mano. Harry rabbrividì.

«Perché non torniamo dentro Harry? Fa freddo qui...» gli disse, cercando di mantenere un tono calmo, e persuasivo. Harry gli scostò di nuovo la mano dalla sua spalla e Sirius rinunciò a rimettercela.

«Tornare dentro?» chiese Harry scostando il viso da sotto le braccia e tirando su col naso, «no, devo rimanere qui, non voglio stare nello stesso posto di dove Ginny sta... con quello. MI RIFIUTO!» gridò, e sbatté il pugno sul marmo a cui era appoggiato. Osservava tristemente le strade babbane che li circondavano e, alla luce del sole che lentamente perdeva la tinta rossa caratteristica dell'alba, Sirius vide brillare diverse lacrime sulle sue guance, già fradice da tempo.

«Harry... prima ho dato un'occhiata in quella stanza. Stanno dormendo, e sono VESTITI. Vuoi darti una calmata?» cercò di farlo ragionare.

In effetti era vero, prima quando aveva sbirciato nella camera prima di chiudere la porta li aveva visti – erano stesi sul letto, sopra le coperte. Abbracciati... ma assolutamente vestiti. E sembravano dormire, visto che non avevano notato la porta aprirsi un po' di più, e poi chiudersi subito dopo.

«NON ME NE FREGA NIENTE SE ERANO VESTITI O MENO! Quel che m'importa è che Ginny stia LI', con lui!» Harry si girò a guardarlo e lo fissò, quasi con astio. Sembrava una bomba ad orologeria pronta a esplodere... bene, era il momento di farla esplodere. Meglio che si sfogasse lì sopra, con lui, piuttosto che reprimersi ancora e semmai fare una sciocchezza.

«E che cosa vorresti fare? Che è successo per portarvi a questo? Non mi pare che Ginny amasse molto Malfoy...» gli chiese, sostenendo il suo sguardo carico di rabbia con un'occhiata severa. «Ti prego, Harry, ascolta quello che stai dicendo. Non sembri più te stesso... sei proprio così... geloso?» Harry distolse lo sguardo, e divenne ancora più paonazzo.

«Già. Sono geloso marcio. Sento benissimo quello che sto dicendo, so bene che sto dando la più brutta immagine di me stesso che avrei mai potuto dare. Per questo non volevo che nessuno mi stesse vicino...» disse, mentre altre lacrime brillavano improvvisamente nei suoi occhi, e scorrevano giù per le guance. Sembrava non avere la forza nemmeno di pulirle via; lo sguardo di Sirius si addolcì e Harry se ne accorse, «e NON MI GUARDARE COSI'! So bene che è colpa mia. E' tutta colpa mia... prima ho sentito quello che Ginny gli ha detto. L'ho persa da solo, sai, per quel gran deficiente che sono. Però... ciò non toglie che... in questo momento... darei qualunque cosa... qualunque... per non essere arrivato in tempo, in quel vicolo.»

«Ti rendi conto di che stai dicendo?» mormorò Sirius, gli occhi spalancati a quell'affermazione. Chi era il ragazzo che stava guardando? Harry Potter? Era davvero lui? 'Si... è davvero lui,' pensò, tristemente.

«Me ne rendo conto si...» Harry tirò su col naso diverse volte, poi cercò di ripulirselo con la manica del pigiama, starnutendo per il freddo. Aveva stretto i pugni così forte che le nocche erano diventate bianche, e le sue braccia stavano tremando, violentemente.

«Non credo che pensi davvero una cosa del genere. Sai bene che, se fosse successo, ne avresti portato il rimorso per tutta la vita,» gli disse Sirius, mettendogli di nuovo una mano sulla spalla. Ma Harry la scacciò un'altra volta e lo osservò; un lampo ferino gli attraversò gli occhi, rossi per le troppe lacrime dietro gli occhiali appannati.

«SI... PER QUEL FOTTUTO COGLIONE CHE SONO!» gridò, con tutte le sue forze.

Sirius impallidì a quelle parole, ma non ragionò. Fece la prima cosa che gli passò per la testa, agendo d'istinto. Gli si avvicinò e gli mollò il ceffone più forte che avesse mai anche solo pensato di dare. Il suono della sberla rimbombò per l'aria, e per le strade semideserte, mentre gli occhiali di Harry volavano per terra e i suoi occhi si riempivano ancora più di lacrime di quanto non ne fossero già stati pieni. Sirius strinse la mano a pugno – si era fatto davvero male.

«Questo è quello che un fottuto coglione si merita,» gli sibilò in faccia, fissandolo con severa disapprovazione. «ora gradirei riavere indietro Harry Potter, se non è troppo disturbo.» terminò.


Harry lo fissò, stancamente, poi annuì con una lentezza snervante. Riprese gli occhiali da per terra, massaggiandosi il naso dove, evidentemente, il contraccolpo gli aveva fatto male. Poi cercò di asciugarsi gli occhi, ma la manica del pigiama ormai era così fradicia che non otteneva altro effetto se non quello di bagnarlo di più. Sirius prese dalla tasca della sua veste da camera un fazzoletto, e glielo porse. Il ragazzo gli lanciò un'occhiata di muto ringraziamento.

«Per favore, adesso rientriamo. Scendiamo in camera tua, o in cucina, se proprio non vuoi stare lì... e mi racconti che cosa è successo, che cosa ha detto Ginny e per quale motivo stava dormendo con Malfoy e tu ti stavi dando del coglione.»

Harry annuì di nuovo, incapace di parlare. La guancia che lui gli aveva schiaffeggiato si era gonfiata in un modo vergognoso... Sirius temette che il ragazzo si sarebbe portato appresso quel gonfiore per tutto il giorno. 'In fondo se lo meritava, ' pensò, mettendogli un braccio attorno al collo e spingendolo verso l'interno dello stabile. Harry lo seguì, come un automa.

§§§


«Dannazione, dove cavolo è andato a finire...» borbottava Ron nella sua stanza. Si era svegliato da poco ed era appena tornato dal bagno. Stava aprendo e chiudendo tutti i cassetti della cassettiera e le ante degli armadi. Hermione brontolò nel sonno e si girò dall'altra parte. «possibile che non riesca a trovarlo?» chiese Ron alzando leggermente la voce. Questo sembrò smuovere un po' la ragazza che emerse da sotto le coperte con gli occhi chiusi e i capelli scombinati.

«Ron... tesoro che ci fai sveglio...» aprì un occhio e raggiunse con la mano il comodino per prendere l'orologio, «alle sei del mattino? Non ti pare troppo presto?» sbadigliò poi riuscì ad aprire abbastanza gli occhi da osservarlo. Ron era arrossito dietro le orecchie e aveva assunto un'aria colpevole.

«Scusa Hermione... non volevo svegliarti, ma non trovo il maglione rosso, quello nuovo...» le disse non osando guardarla negli occhi. Lei risprofondò nel letto e gli fece il segno del tre,

«Terzo cassetto interno dello scaffale alla tua sinistra Ron. Te l'ho pure fatto vedere quando ce lo mettevo dentro...» gli disse, un po' seccata. Ron arrossì anche in faccia, diventando dello stesso colore del maglione che cercava. Lo prese dal cassetto e si avvicinò al letto, piegandosi su di esso per guardare la ragazza. Ormai lei aveva gli occhi aperti e stava osservando il soffitto.

«Sono distratto, perdonami...» le disse, abbassandosi a darle un lieve bacio sulle labbra. Questo le fece perdere il broncio e presto un sorriso le illuminò il volto, «comunque se vuoi puoi alzarti, il bagno è libero.» le sussurrò Ron, sorridendo. Lei rispose al sorriso e si tirò su, di scatto.

«Avrei preferito dormire un altro po'... ma come mai ti sei alzato così presto? Normalmente sono io che devo buttarti giù dal letto!» gli chiese, meravigliata. Ron si sedette sul bordo del letto e osservò il pavimento, un po' imbarazzato.

«Se ti dicessi che avevo solo voglia di alzarmi non mi crederesti, vero?» le chiese. Lei fece cenno di no, e lui le sorrise, come se se lo fosse aspettato, «beh... ho fatto un sogno strano. Riguardava Ginny, stava soffrendo. E poi spariva all'interno della nebbia e io non riuscivo a raggiungerla. E' stato orribile.» le confessò. Hermione gli mise una mano sulla spalla e appoggiò la testa contro la sua schiena,

«Oh Ron...» gli disse, cercando di calmarlo, «tu ti preoccupi sempre troppo, per tutto. Comunque un sogno del genere potrebbe essere solo che sei preoccupato per Ginny, ma potrebbe anche dipendere da altri fattori.» gli sussurrò.

«Tipo?» gli chiese lui. Lei lo osservò un po' seccata, scostando le coperte e alzandosi dal letto,

«Non saprei... in fondo non ho seguito le lezioni di Divinazione... IO...» gli fece notare. Le orecchie di Ron tornarono scarlatte.

«Ma lo sai bene che la Professoressa Cooman non era esattamente il non plus ultra come insegnante...» le disse, cercando di giustificarsi,

«Ma voi non le avete nemmeno prestato mai attenzione, Ron... in fondo LEI una profezia veritiera l'ha fatta. Anzi, più di una,» gli rispose lei. Poi sobbalzò, rendendosi conto di che cosa avesse appena detto, «pensa un po', ora la sto perfino difendendo...» disse tra i denti prima di uscire per recarsi in bagno.

Ron era già pronto da un pezzo quando Hermione tornò, ma attese con calma che lei si preparasse, e scesero insieme. Hermione gli aveva detto di essere contenta, per una volta, di essersi alzata prima di Ginny – cucinare la colazione sarebbe stato un bel modo di passare il tempo, in fondo non poteva farlo sempre lei. Ron si offrì di aiutarla, e lei gli lanciò un'occhiata riconoscente.

Ma quando arrivarono in cucina, trovarono qualcuno di cui non si sarebbero mai aspettati la presenza, seduto al tavolo, con lo sguardo fisso nel vuoto, la guancia destra gonfia e le occhiaie di chi non ha chiuso occhio per tutta la notte. E non solo... i suoi capelli erano ancora più stravolti del solito e i segni sotto gli occhi denotavano la notte insonne, ma anche il fatto che avesse pianto parecchio. Era la prima volta in vita loro che vedevano Harry in quello stato...

«Harry... che è successo, amico?» gli chiese Ron, dimenticandosi subito la sua promessa di aiutare Hermione in cucina. Anche la ragazza gli si affiancò, cercando di sapere che cosa fosse accaduto. Ma Harry rimaneva fermo lì, non diceva niente né si muoveva, come se loro non fossero arrivati e non gli avessero parlato affatto.

«Harry?» chiese Hermione, cercando di scuoterlo un po'. Alla fine il ragazzo sembrò riprendersi dall'apatia il minimo tempo necessario per voltare, lentamente, la faccia e spostare lo sguardo su di lei. La osservò a lungo, come stupito... come se l'avesse vista per la prima volta. «Insomma Harry ci vuoi spiegare perché sei in questo stato?» gli chiese lei, mentre un senso di angoscia le si insinuava all'interno, bloccandole lo stomaco. Cosa aveva potuto sconvolgere Harry così tanto? Nemmeno l'undici settembre era stato così... disperato!

«Ginny.» sussurrò lui dopo aver schiarito la voce e abbassato lo sguardo, come se quel nome spiegasse tutto. Hermione lo osservò un momento, stupefatta, poi lanciò un'occhiata a Ron. Il ragazzo sembrava stupefatto quanto lei...

«Ti ha... lasciato?» gli chiese Hermione, alla fine. La domanda sembrò dare fastidio a Harry perché una smorfia dolorosa comparve sulle sue labbra, ma oltre quello non ebbe alcuna reazione, «Ti ha davvero lasciato?» gli chiese di nuovo lei. Alla fine Harry fu costretto ad annuire, molto lentamente.

«CHE COSA?» sbottò Ron osservando la porta della cucina con ansia, «Ma che cavolo le è preso? E' impazzita? Ora mi sente... non può lasciarti così, senza motivo...» il ragazzo fece per muoversi, ma Harry lo bloccò, arpionandolo con il braccio. Ron si girò verso il suo amico, incredulo che volesse fermarlo anche questa volta.

«E' colpa mia,» replicò Harry non osando guardarlo in faccia, «sono un coglione.» sentì che Ron si fermava e lasciò andare il braccio, rimettendolo sul tavolo.

«Che intendi dire con 'sono un coglione'? Che le hai fatto? Dov'è ora?» Ron si era messo seduto accanto a lui, con i gomiti sul tavolo. Hermione si mise seduta dalla parte opposta rispetto a Harry e anche lei osservò il ragazzo, per sapere che cosa fosse successo.

«E' in camera di Draco,» Harry sentì che Ron cercava di alzarsi e gli mise una mano sulla spalla, fissandolo, «più che altro è nel letto di Draco. Ma non ti muovere, Ron.»

«Non capisco...» disse Ron, cercando di contenere la sua rabbia e non alzandosi ma sbattendo il pugno sul tavolo, «che ci fa MIA SORELLA... con Malfoy? E come mai tu di punto in bianco lo chiami per nome?»

«Ho commesso... uno sbaglio.» disse Harry, evitando accuratamente di rispondere alla seconda domanda. Non poteva ancora ammettere per quale motivo Draco non fosse più solo 'Malfoy' per lui, «L'undici settembre...» terminò, lanciando un'occhiata dolorosa a Hermione. La ragazza sussultò.

«Ginny ce l'ha con te per il casino che hai fatto per Cho? Beh... non posso dire che non sia rimasto scioccato anche io ma...» iniziò il ragazzo, ma Harry gli lanciò un'altra occhiata e lo zittì.

«Non ce l'ha con me per la mia reazione, ma perché ha sentito una conversazione tra me e Hermione quel giorno,» Hermione sussultò un'altra volta e gli mise una mano sulla spalla. Harry la ricacciò e le lanciò un'occhiata di fuoco prima di rigirarsi di nuovo verso Ron, «Sono stato così coglione da ammettere con lei che non ero sicuro di amare Ginny. E lei ha sentito tutto.» notò che il suo migliore amico allargava la bocca per la meraviglia, non sapendo più che cosa dire e evitò di guardarlo verso di lui. Osservò la credenza davanti a sé, puntando lo sguardo su un piatto decorato. «Però... non ti preoccupare Ron. Me la riprenderò, riuscirò a conquistarla di nuovo. Mi ci metterò d'impegno, la corteggerò, farò in modo che capisca che per me è importante. Che la amo... perché sai, ho capito che la amo. E sono stato così deficiente da capirlo ora... Ginny è MIA, solo mia...»

SLAM!

Harry si bloccò alla botta, e si rese conto che era stata provocata dalla mano di Ron, che il ragazzo aveva sbattuto contro il tavolo con tutta la sua forza. Gli occhi di Harry passarono rapidamente dalla mano del ragazzo alla sua faccia, e gli si gelò il sangue nelle vene... non aveva mai visto quello sguardo negli occhi nocciola di Ron. Almeno... non rivolto a lui...

«PIANTALA!» gli urlò Ron in faccia, lanciandogli un'occhiata di enorme, puro e inconfondibile disgusto, «Me la riprenderò? Sono un coglione? Ginny è MIA?» Harry sbiancò nel vedere il suo amico avvicinare il viso al suo e puntargli un indice contro,

«G... già...» riuscì a balbettare. Si voltò a guardare Hermione e notò che lei sembrava sconvolta. Ma non dal comportamento di Ron... Iniziò a sentire una morsa terribile stringergli lo stomaco.

«Harry... la vuoi smettere di parlare di mia sorella come se fosse un oggetto? E' un ESSERE UMANO Harry! Un essere umano, e TU l'hai fatta soffrire!» Harry allargò gli occhi e il suo viso divenne di un pallore mortale. Ma questo non fermò Ron, «L'hai fatta soffrire così tanto che alla fine lei ha deciso di lasciarti! Anche se sapeva quanto Mamma ci tenesse che tu stessi con lei, quanto tutti noi ti considerassimo un fratello ormai... MALEDIZIONE! Come posso essere stato così cieco?» Ron si alzò e iniziò a girare per la cucina, gesticolando, camminando avanti e indietro e guardando il pavimento. Stava fumando di rabbia e Harry non poteva credere né ai suoi occhi né alle sue orecchie...

«Ron, tesoro, calmati...» cercò di dirgli Hermione, iniziando ad alzarsi,

«NO! Non mi calmo! Harry ha fatto soffrire mia sorella... e ora la tratta come un oggetto! Invece di disperarsi perché l'ha fatta soffrire, si dà del coglione e pensa di aver commesso un errore... HAH! Un ERRORE! Me lo chiami un errore...» Hermione si alzò e si avvicinò a Ron, costringendolo a rimettersi seduto. La faccia di Harry aveva passato tutti i colori dell'arcobaleno mentre Ron parlava e ora era sensibilmente vicina al blu. La ragazza rimase dietro al marito, tenendogli le mani sulla spalle, cercando di calmarlo.

«Non capisci, Ron...» riuscì a dire Harry, alla fine, la sua voce solo un sussurro. Vedendo che Ron non replicava, però, prese coraggio e continuò il discorso, «non capisci. Io... non ho mai considerato Ginny un oggetto... è che... io so che lei ci è rimasta male, e voglio fare di tutto per scusarmi. Però... non voglio lasciarla a lui. E... ho bisogno di lei...» cercò di scusarsi, ma quando incrociò di nuovo lo sguardo di Ron, il suo amico non si era calmato.

«Hai bisogno di lei... Harry, stammi bene a sentire. Ne abbiamo passate tante in questi anni... abbiamo riso insieme, abbiamo lottato, abbiamo litigato, abbiamo fatto pace, abbiamo subito gli insulti di Piton e dei Serpeverde, li abbiamo insultati anche noi... Hermione, fammi finire per piacere,» si interruppe Ron, perché la ragazza gli stava battendo una mano sulla spalla, cercando evidentemente di attirare la sua attenzione per fargli notare qualcosa.

«E' che...» gli disse lei, ma lui le scansò la mano dalla spalla e continuò a fissare Harry mentre proseguiva,

«Per favore, mi ci vuole pochissimo, poi puoi dirmi tutto, ok?» la ragazza annuì, a malincuore, e Ron continuò, «Insomma Harry... ti ho visto furioso, felice, depresso, malinconico, sia Hermione che io ti abbiamo consolato e abbiamo riso con te. Hai anche rischiato di morire per noi e noi abbiamo messo la nostra vita in gioco per te. E ti assicuro che non rimpiango niente e che se adesso da quella finestra dovesse uscire Tu-sai-Chi... non esiterei a proteggerti. Però...» fece una lunga pausa continuando a fissare il suo amico, che stava impallidendo sempre più, «non avrei mai pensato che tu fossi un tale bastardo...» concluse. Harry puntò lo sguardo verso di lui, quasi con astio,

«ALLORA CHE DOVREI FARE? PREFERISCI CHE LA LASCI A DRACO?» urlò, continuando a fissarlo. Ron ricambiò lo sguardo e non lo abbassò, anche se era evidentemente arrossito dietro le orecchie,

«Sai che ti dico? Beh... Ginny ci dovrà mettere parecchio per convincermi... e io DUBITO altamente che possa mai essere vero quello che sto per dirti... però... tra un Draco che ama Ginny e un Harry che possiede Ginny... devo dirti che... in fondo... Virginia Malfoy non suonerebbe male, come parente.» sibilò continuando a fissare Harry con lo sguardo più serio che lui gli avesse mai visto. Harry aveva spalancato gli occhi e la bocca a quella frase e il sangue gli era definitivamente scomparso dal volto.

«Grazie per la fiducia, Ron...» sbiascicò una voce alla loro destra. Il viso di Ron divenne scarlatto, esattamente come le sue orecchie, che da tempo avevano raggiunto la tonalità dei suoi capelli. Si girò nella direzione della voce e notò Draco che lo stava ascoltando, comodamente appoggiato contro il muro.






Nota dell’autrice:
Ed eccoci alla fine del capitolo quattordici.

Devo dire che mentre lo scrivevo una dei miei beta-reader ha iniziato a dire che il mio livello di cattiveria nei confronti di Harry ha superato quello della stessa Rowling. Io... non oserei pensare che ciò sia vero, però il commento mi ha fatto piacere (%$£$%$£$$ Nd Harry) (Harry... -.-; N mia).

Che ve ne pare? Finalmente Ron ottiene lo spazio che si merita... e che spazio :) Penso che solo Ron avrebbe potuto fare un discorso del genere a Harry. E che ve ne pare del pezzo con Sirius? Anche lì, solo Sirius poteva comportarsi in quel modo, e penso che Harry se lo meritasse!

Riguardo la scena della sberla, volevo annunciare con orgoglio che EDeLarge ha fatto un BELLISSIMO disegno che rappresenta magistralmente il tutto. E' stata grandiosa, ancora non so come abbia fatto ad avere tutta quella pazienza nel rappresentare i tetti di Londra. E Sirius è così... *_*;;;;;;; non ho parole... *_*;;;;;;; Andate tutti a vedere questo disegno, l'ho linkato alle parole che rappresenta, ma lo linko anche qui: Harry si becca quello che si merita ;). Vi prego di scrivere nel commento se vi piace il disegno ;)

Dovete sapere che questo è l'ultimo capitolo che ho scritto prima di acquistare L'"Ordine della Fenice". Quindi il comportamento di Harry qui descritto era un comportamento che io supponevo potesse appartenergli... non potete immaginare la mia gioia quando ho letto il quinto libro... la Rowling sta facendo crescere Harry esattamente come pensavo io! :D

Vabbè, a parte queste fisime mie... rispondiamo ai commenti prima che arrivino altre pers... ehm... /me ha sentito il solito rumore che segue un'apparizione. /me si gira... oh SEVVIE!!!!! *sbonk* AHIA! (Come si permette di chiamarmi Sevvie? Nd Severus) (preferisce Snivellus? Nd Kagome) (10 punti in meno a Corvonero... Nd Severus nero di rabbia) (*sigh...* Nd Kagome).

Oh, signor Snape… l'altra volta le sue risposte ai commenti sono state molto apprezzate! Lo sa, ha fatto incetta di nuovi Serpeverde per Hogwarts! (Davvero? Gente intelligente... Nd Severus) (ovvio, sono miei lettori... Nd Kagome) (un punto a Corvonero Nd Severus che mi strappa le pergamene di mano) (grazie signore! Nd Kagome con le lacrime) (visto che ci sono rispondo anche questa volta Nd Severus) (ok, le cedo il posto Nd Kagome)

Di nuovo buongiorno a tutti, come già sapete sono Severus Snape. Vi prego di non chiamarmi con il nome Italiano, non mi piace affatto. Guarda un po' come dovevano distruggere il nome della mia onorata famiglia... beh, chiudiamola qui. Dunque...

Fanfiction.it

Miyu-87: signorina Miyu la ringrazio per i complimenti, sono sempre molto apprezzati (Snape si passa una mano tra i capelli oleosi). Anche l'Autrice qui ringrazia per gli apprezzamenti sulla storia. Come ho già detto milioni di volte si. Potter è un coglione. E pregusto già una scena di cui l'Autrice mi ha informato... dovrebbe essere nel capitolo 18... non vedo l'ora.

Ryuko: interessante digressione sul significato del suo nome. Beh, effettivamente le lingue asiatiche non sono mai state il mio forte. Però ora che conosco il significato capisco che lei è di sicuro tra i Serpeverde. Cinque punti a Serpeverde per la sua analisi molto dettagliata della deficienza di Potter. Ah: per il secondo commento come vede Malfoy sembra essere un po' più al sicuro adesso... ma chissà dopo l'ultima battuta di questo capitolo...

Serena-chan: vergogna signorina Serena. Ma come... LEI, fan di Draco Malfoy... prova PENA per Potter? Non c'è più religione... (Cmq dai Sev... vedere un povero disgraziato che si toglie le fette di salame dagli occhi da solo e si fa male da solo può provocare un senso di pietà... Nd Kagome) (Se la persona è Potter mi provoca solo ilarità... Nd Severus) (come sei cattivo, Nd Kagome) (non sono cattivo. Sono sincero e oggettivo. Ns Snape che cambia pergamena).

Darsh: Eccola accontentato.

Fortress: ecco i commenti che mi piacciono, sintetici, ben scritti e diritti al punto. Dieci punti a Serpeverde, signor Fortress. Dunque... la ringrazio per i complimenti alla mia abilità di commentatore. Purtroppo la cattedra di DADA sembra che la signora Joanne non voglia assegnarmela... ma un giorno pagherà per questo! In compenso per colpa di quello spione di nome Potter scoprirete qualcosa sul mio passato. Per quanto riguarda il suo commento su Malfoy, approvo e sottoscrivo.

Ameliè: Signorina Ameliè lei ha perfettamente ragione. Potter è uno scemo. Si, ha perso da solo una persona molto importante, ma non soltanto questo. Come ha visto in questo capitolo ha continuato a dimostrare quanto è deficiente...

Nimue: L'autrice ringrazia per il bel commento. Dieci punti a Serpeverde da parte mia. Dunque... per quanto riguarda Potter, cercando di non farmi prendere la mano dai miei obiettivi giudizi al proposito, devo dire che il ragazzo era anche sotto shock. Già è un cretino di per sé, poi se ci aggiunge anche lo shock subito capirà che non era molto facile perdere l'aria da ebete che lo contraddistingue normalmente e fare qualcosa di più concreto che mettersi a spiare. (cacchio... che giudizio obiettivo... Nd Harry) (oh è qui Potter? Guardi quanta gente le dà del coglione... Nd Severus ghignante) (*sigh* Nd Harry)

Nakoruru: Signorina Nakoruru, non sono d'accordo che la signorina Weasley sia degna di essere tra i Serpeverde. Non mi è sembrato un comportamento 'perfido' da parte sua. Anzi... è stata fin troppo buona e ha aspettato fin troppo tempo. Una Serpeverde avrebbe dato il benservito al deficiente di turno il giorno stesso dopo aver sentito la sua conversazione privata... per quanto riguarda Potter, concordo!

Emykaya: Uhm... non penso sarebbe una buona idea che io scrivessi questa storia. Non ho il tempo di stare su una cosa babbana come un PC e digitare stupidaggini su quanto sia stupido Potter, preferisco che l'Autrice continui a fare il buon lavoro che sta facendo, soprattutto se, come mi ha promesso, inserirà quella scena di cui parlavamo l'altro giorno... (non preoccuparti, Sev Nd Kagome) (bene, bene... mi preparo a gongolare... Nd Severus). Per quanto riguarda "Harry Potter e il riflesso di Tromedlov", si, Kagome è l'autrice anche di quella storia (e lì non mi dà la mia beneamata cattedra di Difesa... ma neanche in una Fanfiction, cacchio! Nd Severus) (evvabbè dai... Nd Kagome) e continuerà quando lei troverà il modo di passare un punto ostico. Ci riscriva, signorina!

Roby'89: Bene, bene, un altro Serpeverde... l'Autrice ringrazia.

EDeLarge: ciao, Poggy cara… come ti permetti di andare a rivelare in giro dove passo le mie nottate... ehm (Severus si ricompone) dunque... si, anche io mi meraviglio di tutti questi Serpeverde, m fa piacere vedere come in Italia la situazione sia migliore che in Inghilterra, non trovi, Poggy? A proposito, mi devi fare una gigantografia della sberla, ma solo la parte dalla mano dell'essere immondo, perché vedermi la sua brutta faccia nei miei Sotterranei mi farebbe venire l'orticaria. Ma godermi lo schiaffone a Potter mi fa sempre piacere. Quindi ricorda: gigantografia formato A1 da appendere nella mia classe, me la dai questa sera.

Youki-chan: Non è riuscita a commentar prima? Questi ritardi sono imperdonabili... esistono delle scadenz.... (Severus? Non importa... ha commentato ora, è uguale ^_^ Nd Kagome) (Ringrazi la signorina Kagome oppure si beccava cinque punti in meno alla sua casa! Nd Severus). Dicevo… l'autrice ringrazia per I complimenti e spera che Lei riesca a leggere questo nuovo capitolo prima del 27.

Yura: Dunque dunque... concordo sulla totalità di quello che ha detto, soprattutto riguardo Potter. Si, è stato molto bello vedere come finalmente si sia reso conto di quanto (Harry ringhia) uhm... mi domando perché Hagrid tenga Fuffy libero per i corridoi di Hogwarts... ah, non era Fuffy? (No, era Harry signore... Nd Kagome) (Stia zitto, Potter. Nd Severus) Dicevo, è stato bello vedere come si sia reso finalmente conto di quanto fosse coglione. Per quanto riguarda l'accostamento all'Oscuro Signore, signorina... io non fare simili paragoni, sarebbe come, nella vostra religione, se paragonassimo il Diavolo all'Acqua Santa... insomma, proprio incomparabile. L'Oscuro Signore è un genio. Questo essere abominevole qui... meglio non commentare. Potter, se ringhia di nuovo tolgo dieci punto a Grifondoro.

Lella senza Dado: Dunque... si, Potter è fatto così, quando odia la gente la ritiene una macchina senza sensibilità... perché, com'è che descrive il mio povero Draco nei libri della signora Joanne? Descriveva anche me nello stesso modo all'inizio, soprattutto nel primo libro. Purtroppo ogni volta che si rende conto di quanto in realtà mi sia debitore riesce sempre a trovare qualche ragione valida solo nel suo cervello bacato per continuare a odiarmi. Che poteva aspettarsi da una persona del genere? Vuole sempre fare tutto di testa sua e non dà retta a nessuno, quindi non è abituato a rendersi conto di quello che succede attorno a lui. Come poteva capire che cosa fosse successo alla signorina Weasley? Per quanto riguarda la mia somiglianza con quel cantante... ehm... è così evid... non sono riuscito a cambiare abbastanza con la pozione polisucco... maledizione, che vergogna per un Potion Master! (Sev... guarda che anche facendo la Polisucco è inutile, perché Renato è una goccia d'acqua... Nd Kagome) (La Polisucco era per fare in modo che LUI non somigliasse a ME, non il contrario... Nd Severus) (ah… Nd Kagome)

Toru Honda: L'autrice ringrazia e spera che tu possa metterti in paro al più presto.

ToscaSi! Ancora, qualcun altro che ha capito quant'è bastardo Potter! SI! (ma signore... Nd Harry) (vedo che ogni tanto si ricorda le buone maniere, Potter Nd Severus) (GRRRRRRRRR Nd Harry) (dieci punti in meno a Grifondoro. E questa volta non si lamenti, Potter, l'avevo avvisata. Nd Severus)

Brin: anche se ha usato il mio orribile nome Italiano accetto i distinti saluti e la ringrazio. Dunque, l'Autrice qui ha deciso di accogliere la sua richiesta. Il capitolo 15 verrà pubblicato il 27 di Luglio, infatti. Per quanto riguarda Potter, che sia un deficiente ormai è detto e ridetto *grin* che bello sentire quel sublime epiteto che gli avete affibbiato (è copyright mio Nd Kagome) (venti punti a Corvonero Nd Severus) (*_* GRAZIE! Nd Kagome). Signorina Kagome io torno tra qualche minuto, in questa città fa un caldo pazzesco, vado a rinfrescarmi... (Severus lascia il posto a Kagome).

Eccoci qui alla fine dei commenti :) intanto posto e poi rispondo a quelli del sito di Erika quando torna Sevvie e posto anche lì tra qualche oretta ^^ (non sapete quant'è lungo rispondere ai commenti, ma è anche divertente :D mi piace tanto! Nd Kagome). (Quando torna chi? Nd Severus) (Oh è già tornato, signore? Nd Kagome con gli occhietti a stelline) (Si... è_é per oggi non ti tolgo punti perché questo capitolo mi è piaciuto troppo, Nd Severus) (*_* grazie signore! Nd Kagome che ricede il posto)

Molto bene... passiamo al secondo blocco di commenti.

Erika's Fanfiction Page:

Kia & Eli: Siete fortunate, signorine, nemmeno questa volta vi toglierò punti, siete state educate. Come vedete sia Ron che... l'essere immondo... sono comparsi un questo capitolo (essere immondo a chi? Nd Sirius) (coda di paglia? Nd Severus) (mai infiammabile quanto la tua, Sniv... Nd Sirius) (Fai silenzio, vuoi rovinare le sorprese alla gente, come tuo solito? Nd Severus che lancia un'occhiata di fuoco a Sirius) (ops... Nd Sirius). *coughs* l'Autrice spera che vi sia piaciuto.

Mikisainkeiko: gentile signorina, l'Autrice vorrebbe rispondere al commento, ma prima aggiungerò la mia personale considerazione: una cosa è avere un dubbio al momento su quello che la persona può urlare. Una cosa è avere dubbi su una relazione che sta andando avanti da due anni. Non è che la signorina Weasley avesse sentito quella conversazione il giorno dopo aver rivisto Potter. Si erano fidanzati ed erano più di due anni che stavano insieme. Se mi permette, nutrire ANCORA dubbi dopo DUE ANNI è tipico di un deficiente come Potter. Voleva aggiungere qualcosa signorina Kagome? No? Va bene... passiamo ad altro.

Cloe: Caspita... abbiamo trovato qualcuno che ha meno memoria di lei, signor Potter... dov'è finito una volta che le facevo un complimento! Comunque, signorina Cloe, non si preoccupi, la storia continua, anche se un po' più diluita.

Angi e Gius: noto che continuate ad avere a che fare con il Signore Oscur... CHE COOOOOOOSAAAAAAAAAAA?????????? IO E POTTER????? MA SIAMO PAZZI??????????????????????? Ditemi l'autore che lo denuncio...

iceygraze: Come vede l'autrice ha deciso di concedere un capitolo ogni due settimane. Io vorrei renderle la vita più difficile, ma purtroppo non è più sotto la mia giurisdizione, quindi non posso farci niente. Signorina Kagome, pretendo che il capitolo 17 o 18 quando comparirò io esa presto, voglio godermi la scena di cui parlavamo prima... Nd Severus) (devi avere pazienza, Sev... la pazienza è la virtù dei forti... perché non vieni qui vicino sevi, nel frattempo? Ecco, qui sulla poltrona... ora mi metto in braccio... perfetto, puoi continuare *_* Nd Kagome) (Non è molto semplice scrivere con lei in braccio signorina... no, aspetti, non lì... ma che fa... ehm... Nd Severus) *venti minuti dopo*

Mony: Non commento per quello che ha detto su Potter perché concordo e sottoscrivo. Per quanto riguarda l'estate... come vede l'Autrice ha fatto una gentile concessione di un capitolo ogni due settimane. Resti in linea. Oh, in risposta al suo commento successivo... è normale che nei libri della signora Joanne Potter non appaia una carogna: i libri sono dal SUO punto di vista... sfido anche un deficiente come lui a raccontare una storia con se stesso come protagonista e farci anche la figura del coglione. Sarebbe un po' troppo perfino per lui... (grazie signore... Nd Harry) (figurati, Potter... Nd Severus). Comunque penso dipenda molto anche dal modo in cui l'autore vede i personaggi. Però se legge il quinto libro... chissà, forse potrebbe avere una pausa di riflessione.

Laurie: Snappie? Snappie? Signorina... la prego di non farmi diventare out of character... Comunque si salva perché concordo con quanto ha detto su Potter. Ma per quanto riguarda Black... ma dico. Una SERPEVERDE che se la fa con BLACK! Ci sono personaggi molto più interessanti... tipo Lucius Malfoy per esempio... Oh, l'autrice qui vuole farle i complimenti per aver finalmente capito l'assonanza. Per il resto mi dice di glissare elegantemente... penso che lei possa capire.

Oby86: l'autrice qui dice che vuole i bagnini... ma che i bagnini della sua zona sono tutti vecchi e brutti. Non capisco che ci trovi nei bagnini quando può avere molto di meglio (tipo me Nd Draco) (tu sei piccolo per me... Sevvie invece... Nd Kagome) (Signorina la prego, non ricominci oppure non finiremo mai... Nd Severus ammiccante). Per quanto riguarda la storia beh si... Potter deve soffrire Bwhahahahaha!!!!!

Pan_z: noto che la gente è al 100% inviperita con Potter. Bene, se lo merita! Per quanto riguarda le vacanze avete già capito che l'autrice non interromperà la fanfiction, quindi non lo ripeto (l'hai appena fatto... Nd Kagome) (porc... mi distrai... Nd Severus)
Ci: oh... UNA fan di Potter. Ho parlato troppo presto... beh, signorina Ci, a questo messaggio faccio rispondere l'autrice. (Grazie Sevvie... dunque Ci cara. Non penso che Harry nel quinto libro fosse poi così male. Anzi... era più umano che negli altri quattro. E' riuscito a commettere errori, anche molto grossi... che hanno fatto morire qualcuno per lui molto importante... Nd Kagome) (l'unico vero errore è stato un altro... Nd Sev che se l'è legata al dito) (Lo so Sev... ti ha bruciato parecchio eh? Beh, cmq... Harry nel quinto libro è molto più umano ma è anche un po' distante dall'ideale che aveva dato nei libri precedenti, ed è strano che nel giro di un mese sia cambiato così tanto. Questo mi è sembrato un po' irrealistico. Cmq il libro mi è piaciuto molto, e Harry sta crescendo esattamente come supponevo ;). Se per te non vedere di aver torto marcio e incolpare qualcun altro di una cosa della quale l'unico responsabile sei TU non è avere le fette di salame sugli occhi non so che cosa tu possa ritenere tale :) Nd Kagome)

Fredrych: Dunque... si è strozzato con il panino? Per il capitolo su cui ha messo il commento o per il nuovo? Se è per quello la capisco benissimo, mi sono quasi strozzato anch'io.

Marzy: suggerimenti per passare le restanti cinque ore e cinquanta minuti più le altre sei ore della domenica successiva? Beh, suppongo possa svolgere i suoi compiti di Pozioni. Si ricordi che deve consegnare la relazione sulla Veritaserum per giovedì prossimo.

Shinko_88: già, un comportamento del genere era da aspettarselo per uno come Potter.

Strekon: Come supponevo è Serpeverde signor Strekon. Bene, do altri dieci punti a Serpeverde per la mia intelligenza ed acume nell'aver individuato la sua casa. Dunque... che Potter è un idiota ormai è cosa certa e definita. Volevo soffermarmi sul suo commento sul signor Weasley e la signorina Granger. Come vede in questo capitolo hanno avuto un ruolo superiore (era pure ora... Nd Ron) (silenzio signor Weasley, o rimuovo punti a Grifondoro), che mi pare molto indicato. Tutto quello che faccia soffrire Potter è indicato, secondo me.

Oh bene... pare che i commenti siano finiti anche questa volta. Posso chiudere e tornare alle mie pozioni... alla prossima volta, signorina *Severus si allontana e scompare Smaterializzandosi.*


Ci vediamo non domenica prossima, ma tra due domeniche, il 27 di Luglio, con il capitolo 15: "Scacco Matto!" dove finalmente si scopre dov'è la Torcia Verde. So di essere profondamente perfida a farvi aspettare due settimane prima di sapere come continua... ma anche io ho diritto di riposarmi un po' ;)

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: Scacco Matto! ***


Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia “Kagome” kagome@tiscalinet.it.
Pubblicato il 27 Luglio 2003
Beta-letto da Megabyte e da Aramis. Ringrazio Aramis ed Esus per l’enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!

Disclaimer:
Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

Capitolo 15: Scacco Matto!

«Che ci fai qui, Malfoy?» chiese Ron non osando voltarsi di nuovo. Di tutto si sarebbe aspettato tranne che trovarselo di dietro in quel momento, e a quell'ora... Le orecchie del ragazzo divennero ancora più rosse mentre il colore si spargeva a chiazze anche sul suo viso.

«Te l'avevo detto di non proseguire Ron, tu non hai voluto ascoltarmi...» sussurrò Hermione mentre con le mani cercava di rilassargli il collo.

Lui si alzò in piedi e trovò il coraggio di girarsi. Si aspettava di non riuscire a guardare Malfoy negli occhi... ma notò subito che c'era qualcosa di strano – Draco non aveva il solito aspetto ben curato ed elegante... anzi, appariva come... dimesso. Indossava il pigiama, senza veste da camera; i capelli erano scompigliati e senza forma, come se non ci avesse nemmeno passato le mani in mezzo dal momento in cui si era svegliato. Ma un particolare lo scioccò, un dettaglio che, stranamente, sembrava essere ancora più lampante sull'appuntito volto pallido del ragazzo che aveva di fronte. Draco aveva gli occhi rossi e gonfi, come se poco tempo prima avesse... pianto?

«Sai, avevo voglia di sgranchirmi le gambe alle sei di mattina quindi sono sceso e ho pensato di venirmi a prendere un sorso d'acqua. Ma non scherziamo...» fu la sarcastica risposta del ragazzo, sempre con la solita voce strascicata. Ma l'effetto che dava questa volta era meno fastidioso del solito, chissà, forse era la meraviglia per quei segni rossi sotto gli occhi, oppure l'aspetto non propriamente simile a quello che normalmente aveva. Ron lo fissò a lungo, strabuzzando gli occhi, tanto che Draco iniziò a ricambiare lo sguardo in modo strafottente, cercando di dissimulare qualunque cosa di sbagliato avesse la sua faccia.

«Potevi anche evitare di metterti a origliare, si trattava di una conversazione privata...» sbottò Ron, arrossendo ancora di più dietro le orecchie,

«Privata? In CUCINA?» gli rispose Draco, che sembrava ancora piuttosto irritato dal modo in cui Ron lo stava fissando, «forse per voi questo è il posto migliore dove avere una conversazione privata, ma a casa mia se volevi evitare che ti sentissero parlavi nella tua stanza.» gli sibilò in faccia. Ron notò con la coda dell'occhio che Harry sobbalzava alle sue parole e che lo sguardo di Draco passava dalla sua faccia a quella del ragazzo seduto. Gli si allargarono gli occhi... probabilmente non aveva mai visto Harry in quello stato, pensò Ron. In fondo nemmeno lui l'aveva mai visto così...

«Beh, potevi anche schiarirti la gola o cose simili, lo sentivi che stavamo parlando di cose... particolari!» continuò lui, senza dare a notare di aver fatto caso allo stupore dell'altro. Draco si girò di nuovo verso di lui – probabilmente decidendo di rimandare l'attacco a Harry e di continuare la loro amena discussione,

«E per quale motivo avrei dovuto farlo, scusa?» gli lanciò un'occhiata sorniona, «così mi perdevo il primo apprezzamento che tu mi abbia mai fatto... Ron...» ripeté di nuovo il nome, puntandoci sopra con strafottenza. Le orecchie di Ron diventarono di una fluorescente tonalità purpurea,

«SMETTILA DI CHIAMARMI PER NOME, FACCIA DA FURETTO!» gli urlò in faccia. Draco sogghignò e si passò una mano tra i capelli, tirandoli all'indietro. Alcune ciocche, ribelli, gli ritornarono sulla fronte.

«Eri TU quello che chiamava per nome ME... donnola. Io ho solo ricambiato il piacere...» gli replicò, continuando a fissarlo con sarcasmo. Poi si girò verso Harry e il sarcasmo si tramutò in ironia, «Che hai fatto alla faccia, Potter?» gli chiese. Harry arrossì vistosamente e girò lo sguardo dall'altra parte della cucina,

«Non ti interessa.» rispose, torturando una forchetta che aveva trovato sul tavolo con le mani. Ma Draco gli passò dietro e tornò a guardarlo in faccia, divertito,

«A giudicare dal gonfiore doveva avere proprio le mani pesanti...» stabilì grattandosi la guancia con l'indice della mano sinistra e sogghignando, «inoltre hai anche gli occhi rossi... decisamente sei peggio del solito.» terminò. Harry sbatté il pugno sul tavolo e si avvicinò con il viso al suo,

«Senti chi parla, ma ti sei guardato in faccia?» gli disse con un sibilo, «passare la notte a piangere non fa bene agli occhi SAI?» gli fece notare. Ora fu il turno di Draco di allargare gli occhi e impallidire, mentre Harry lo fissava, imitando il suo usuale ghigno.

«T-tu... n-non...» balbettò, strascicando le parole. Il ghigno di Harry divenne ancora più evidente. Ron decise di intervenire, non gli piaceva quell'espressione. Voleva capire che cosa fosse successo al suo migliore amico, non lo riconosceva più... ma Hermione rispose per prima,

«Non è che la tua faccia sia in condizioni migliori, Malfoy...» gli fece notare. Draco diede un'occhiata alla superficie lucida di una pentola, appoggiata lì vicino. Il viso gli cambiò colore assumendo una tonalità leggermente rosata mentre si metteva seduto, istintivamente; il suo sguardo divenne sfuggente, come se avesse perso all'improvviso la capacità di guardarli negli occhi.

«Già... non sembri aver passato una bella nottata nemmeno tu, anche se in questo momento sembri meno teso dei giorni scorsi.» disse Ron di rimando, avvicinandosi alla sedia e rimettendosi seduto.

Hermione nel frattempo aveva sospirato e aveva preso alcune piantine dalla dispensa, versando dell'acqua in un calderone e mettendola a bollire,

«Ora vi preparo un decotto di foglie di piantaggine. Sono un ottimo rimedio per il gonfiore agli occhi... A proposito Malfoy, che ci fai qui a quest'ora? Non è presto per svegliarsi?» gli chiese poi, senza prestare molta attenzione alla domanda. Draco alzò il viso di scatto, come se si fosse ricordato di qualcosa di importante e sussultò,

«Già è vero...» borbottò mentre si alzava e, con una fretta indemoniata, sorpassava la sedia di Harry, raggiungeva Hermione, la prendeva per un braccio e la trascinava via con sé. Lei, scioccata dalla reazione, cercò di fermarsi e di frenarlo,

«Malfoy? Ma che...» gli disse mentre lui stringeva la presa e procedeva a passi rapidi verso la biblioteca.

Ron fece per alzarsi e seguirli, Harry gli mise una mano sulla spalla e lo bloccò. Il ragazzo si voltò a guardarlo, stava per dirgli di mollarlo, ma... il sangue gli si gelò nelle vene e le parole che avrebbe voluto dire gli morirono in gola. Il suo amico non aveva perso il ghigno di poco prima, che si era trasformato in una smorfia sadica. Lo sguardo dei suoi occhi verdi era freddo e quasi... crudele.

«Harry?» riuscì a dire Ron, mentre sentiva che la sua faccia stava impallidendo sempre di più e il cuore gli batteva all'impazzata. La mano di Harry si strinse ancora più forte sulla sua spalla, corrugò la fronte mentre lo sguardo si induriva e veniva attraversato da un lampo di... sofferenza?

«Io sono innamorato di Ginny, Ron. Non la considero un oggetto.» sibilò, dopo una lunga pausa. Ron riprese subito colore sulle guance, e si accigliò mentre ricambiava il freddo sguardo del suo migliore amico con uno altrettanto fermo e severo,

«Allora dimostralo.» gli replicò avvicinando il viso a quello di Harry e fissandolo diritto negli occhi.

«Va bene.» ringhiò tra i denti lui mentre si alzava, gli scoccava un'occhiata lunghissima e dura e usciva dalla cucina allontanandosi a grandi passi verso le scale.

§§§

«Mi vuoi spiegare per quale ragione mi hai trascinata qui?» chiese Hermione strappando il suo braccio dalla mano di Draco e massaggiandoselo, quasi le avesse fatto del male.

Draco la fissò con grande serietà e la ragazza sussultò – per la prima volta da quando lo conosceva, Draco Malfoy non la guardava come se la sua faccia fosse l'ultimo stadio di decomposizione della materia. Il fatto la meravigliava, ma il suo istinto la faceva anche stare all'erta, come se da un momento all'altro questa strana tregua dovesse terminare.

Poi, all'improvviso, il ragazzo si avvicinò al tavolo centrale della biblioteca e le fece cenno di accostarsi, ripetendo il gesto con stizza nel notare che lei non si decideva. La ragazza sospirò... ma quando gli fu arrivata vicino, lui prese in mano un libro che aveva aperto a una determinata pagina e glielo sbatté davanti, puntando al testo che riportava.

«Leggi.» le ordinò.

Hermione lo fissò con evidente biasimo. Come si permetteva di darle degli ordini? E pretendeva pure che obbedisse! Il suo sguardo passò rapidamente dal rimprovero all'irritazione... ma decise di lasciargli il beneficio del dubbio. Fece un timido passo avanti e diede un'occhiata al libro che lui le aveva messo sul tavolo.

Era un volume molto antico... uno di quelli da trattare con riverenza e mistico rispetto. Le pagine erano ingiallite dai secoli e impreziosite da stupende miniature, intarsiate in oro. Il testo era scritto con il delicato ed elegante stile delle antiche trascrizioni medievali.

La ragazza chiuse un momento il volume, curando di tenere l'indice nel punto che Draco aveva segnalato. Lesse il titolo e aggrottò le sopracciglia,

«"La battaglia di Mag Tured"? Che cosa puoi trovare in un libro del genere? E ti sembra questo il modo di maneggiarlo? E' un libro antichissimo, uno dei più antichi testi irlandesi... devi trattarlo quasi con... riverenza...» gli fece notare lei, lanciandogli un'altra occhiata severa. Draco fece spallucce e incrociò le braccia, appoggiandosi sul bordo del tavolo.

«Una volta lessi sul Qui... ehm, su una rivista...» iniziò Draco, ma si fermò nel notare che lo sguardo di lei era rapidamente passato dalla disapprovazione allo scherno,

«LEGGEVI IL QUIBBLER?» esclamò Hermione, non riuscendo a trattenere una risatina. Draco cambiò leggermente colore e si passò di nuovo una mano tra i capelli. Sembrava molto imbarazzato dalla sua osservazione, il che intrigò abbastanza la ragazza e la distolse dal contemplare il cimelio che stringeva tra le mani.

«Queste sono cose che non ti riguardano, Granger...» sibilò lui in risposta. Lei ridacchiò ancora, ma si calmò quasi subito e ricominciò a osservare il libro con reverenza, senza aprirlo,

«Sai, il fatto è che non avrei mai immaginato che Draco Malfoy leggesse un... giornale scandalistico... che racconta quasi sempre frottole.» replicò, aggrottando le sopracciglia nel notare un segno giallo sulla copertina del libro.

«Ahem... sono proprio cose che non ti riguardano...» lo sguardo di Draco si puntò sul soffitto mentre il suo viso si accendeva un po' di più rispetto a prima. Hermione sorrise e notò come questa sua reazione l'avesse ancor più esasperato. Draco le lanciò un'occhiata disgustata prima di continuare,

«Comunque come dicevo... una volta ho letto sul Quibbler un articolo che parlava di questo libro. Avrei voluto verificare, perché è sempre stato un argomento che mi interessava... ma l'unica copia esistente era tenuta nella sezione proibita della biblioteca di Hogwarts, quindi non ho mai potuto controllarne l'esattezza.» terminò, riuscendo a ritrovare il suo solito colorito pallido mentre dava spiegazioni. Il fatto che lei non smettesse di fissarlo senza aprire il libro, poi, non contribuiva di certo a fargli mantenere la calma, Hermione se ne rese perfettamente conto. Ma non era questo che non le quadrava, in quel momento...

«Sezione proibita? E perché mai? Voglio dire... è un libro molto antico, ma è interessantissimo a quanto ho sentito dire e tratta argomenti che potrebbero essere utili agli studenti. Forse volevano proteggerlo per non farlo rovinare? Possibile dato che è l'unica copia esistente, ma poco probabile visti certi libri ai quali davano libero accesso...» replicò lei, parlando quasi da sola. Draco fece di nuovo spallucce, accentuando il suo disinteressamento con una smorfia.

«Non lo so e non mi interessa. Comunque... ieri per caso devo averlo notato mentre passavo in rivista i nuovi libri giunti dal Ministero, ma non ci ho prestato attenzione. Però questa notte ho ricordato di quell'articolo e poco fa mi sono svegliato e sono venuto a controllare. E infatti, se la smettessi di trattarlo come qualcosa di sacro e dessi un'occhiata al punto che ti ho messo davanti... capiresti.» le disse, senza fermarsi nemmeno per respirare. Probabilmente temeva che, se avesse fatto una pausa, lei l'avrebbe sfruttata per obiettare.

Hermione lo osservò un lungo istante, poi aprì il libro nel punto dove ancora teneva la mano per evidenziare il segno, e iniziò a leggere. Inizialmente corrugò le sopracciglia; poi, più leggeva, più il suo viso perdeva colore e i suoi occhi si allargavano. A un certo punto notò che Draco aveva fatto caso al suo shock e che le stava sorridendo – non ghignava come suo solito, sorrideva proprio, il che la scioccò ancora di più di quello che aveva appena letto. Ma... non poteva credere a quello che era scritto lì sopra...

«Non è possibile!» sussurrò dopo aver letto tutto. Fu costretta a mettersi seduta e dovette posare il libro, perché le sue mani stavano tremando.

«Impressionante, eh?» Draco le si mise seduto vicino e appoggiò i gomiti sul tavolo e il mento sulle mani. Hermione notò che la stava osservando in attesa, probabilmente, di una sua risposta. Ma lei...

«Non so che dire.» mormorò, rilassando le spalle con un sospiro. Notò che gli occhi di Draco si allargavano e la sua bocca si mosse in una smorfia, «Strano eh?» gli chiese, ricambiando la sua occhiata sorpresa con ironia. Quell'ironia era contagiosa visto che anche Draco ghignò subito dopo e la osservò sarcastico,

«Molto strano... Granger-So-Tutto-Io che non sa più che dire... valeva svegliarsi alle sei di mattina per poter assistere a una scena come questa.» Il ghigno sarcastico si tramutò in sorriso, per entrambi.

«Che succede qui?» Hermione si voltò, subito imitata da Draco, e notò che Ron era entrato in biblioteca e si era avvicinato al tavolo senza che loro se ne accorgessero. Fissava con sguardo piuttosto inferocito il poco spazio che divideva la sedia di Draco dalla sua. La ragazza tossicchiò e Draco si spostò leggermente. Ma Ron continuava a fissarlo con astio e Hermione decise di alzarsi.

«Malfoy mi stava mostrando una sua scoperta di questa mattina, Ron. Una scoperta molto... interessante.» prese il libro con religiosa cura e si avvicinò al marito sorpassando Draco e girando dall'altra parte del tavolo. Gli poggiò il volume davanti e gli indicò la stessa pagina che Draco le aveva mostrato.

Ron le diede un'occhiata poco fiduciosa – Hermione sapeva quanta fatica costasse al ragazzo accettare che Draco potesse effettivamente essere d'aiuto. Visto che glielo chiedeva lei, però, Ron si avvicinò al testo e iniziò a leggere. Aggrottò subito le sopracciglia alla prima riga e, prima di essere giunto in fondo, il suo colorito era diventato più pallido di quello di Malfoy.

«Non ci credo...» mormorò dopo aver lanciato un'occhiata in direzione di Draco e aver subito spostato lo sguardo sul volto di Hermione. Lei sospirò, e fece per rispondere, ma Draco la prevenne,

«Quel libro non l'ho certo fabbricato io, Weasley.» sbiascicò strascicando più del solito il suo cognome. Ron arrossì di nuovo dietro le orecchie, «E' per questo motivo che ero venuto in cucina. Avevo sentito la voce tua e quella di Granger.» concluse.

«Ma se questa è la verità allora...» iniziò Ron. Hermione gli mise una mano sulla spalla e gli fece cenno di no col capo,

«Aspettiamo che Sirius, Harry e Ginny siano qui, Ron. Discuteremo con loro sul da farsi.» gli disse, dandogli una lieve carezza sul mento. Vide che Ron si calmava e gli sorrise, subito ricambiata. «Vado a preparare il decotto, ormai l'acqua starà bollendo. Malfoy... se fossi in te mi andrei a vestire e poi verrei di sotto a farmi un impacco a quegli occhi. O hai una pelle molto sensibile o hai pianto come una fontana per ore.» gli fece notare, dura.

Draco distolse lo sguardo immediatamente, ma non si alzò. La ragazza sospirò e si allontanò verso la cucina, facendo cenno a Ron di seguirla.

§§§

Harry era tornato in camera sua e aveva sbattuto violentemente la porta, dandoci subito un pugno sopra, tanto per confermare a se stesso la sua rabbia. Accolse quasi con masochistica gioia il dolore che quel gesto gli aveva procurato alla mano... quella fitta era riuscita a distogliere per un attimo la sua mente da ciò che era successo.

'Sirius ha detto che sono un idiota. Un IDIOTA. Solo perché voglio riprendermi ciò che è mio. Ron ha detto che sono un bastardo e che Draco è meglio di me. Ma non è vero! Non è vero... io AMO Ginny... Non la sto usando!' pensava mentre tirava un calcio al mobile vicino al letto e poi lanciava maledizioni perché si era fatto male al piede, coperto solo dalla pantofola.

Saltellando per il dolore si appoggiò alla cassettiera, ma mise male la mano e fece crollare sul pavimento un vaso. I suoi occhi, che già gli bruciavano, si posarono su una fotografia che gli era praticamente venuta in mano. I volti sorridenti di se stesso e di Ginny ricambiarono lo sguardo e gli agitarono la mano davanti, in segno di saluto. Vedere Ginny che lo abbracciava e lo baciava sulla guancia, sorridendo, fu l'ultima goccia. La guardò con odio.

«DANNAZIONE!» urlò e, con un gesto di stizza, lanciò la fotografia con tutta la sua forza verso il muro. La scarica d'adrenalina che quel gesto gli aveva causato lo scosse, provocandogli un fremito. Chiuse le palpebre per un momento poi, ancora tremante, le riaprì e si osservò intorno; gli occhi duri, spietati... e carichi di un furore cieco. Tutto in quella stanza gli ricordava Ginny, era stata lei, in fondo, a disporla in quella maniera.

Con rabbia, prese in mano un carillon che Ginny aveva personalmente rimesso in sesto—Mi ricorda uno dei ninnoli che piacevano a Papà, aveva detto—e lo scaraventò verso la parete opposta. Il piacere che quel gesto gli procurò gli fece venire i brividi... Si, non voleva più il fantasma di Ginny in quella stanza.

«Ti riconquisterò...» disse a se stesso mentre le sue mani, tremanti, correvano verso tutto quello che era alla loro portata. Ogni volta che sentiva infrangersi qualcosa contro il muro, Harry non poteva far altro che ghignare. Quasi con un ruggito buttò giù la cassettiera, scaraventò per terra tutto quello che c'era sulla scrivania, sui comodini... finché la sua mano non raggiunse la gabbia di Edvige.

La civetta tubò e Harry trasalì, ansimante, gli occhi ancora dilatati in quella furia disperata. Ma... non si mosse. Rimase per un lunghissimo istante a osservare le sbarre che rinchiudevano la sua amica piumata, come ipnotizzato. Poi si riprese, con un sussulto, e aprì la porta della gabbia, addolcendo lo sguardo, per la prima volta quel mattino.

La civetta si spostò sul posatoio e uscì fuori, posandosi con un rapido batter d'ali sul braccio del suo padrone. Harry si sedette sul letto—era l'unico punto dove la sua furia cieca non avesse provocato danni—e passò diversi minuti ad ansimare, accarezzandola. Ora si sentiva finalmente un po' più tranquillo.

«Sei d'accordo con me, vero Edvige?» mormorava mentre la sua mano si spostava su e giù sul petto bianco della bestiola, «Ginny mi appartiene... deve stare con me. Devo riuscire a farglielo capire. Io l'amo... lei deve restare con me...» diceva, incurvando istintivamente la schiena e avvicinandosi sempre di più al muso della civetta.

L'animale lo osservava, i grandi occhi ambra completamente sgranati. Quelli di Harry invece erano di nuovo pieni di lacrime e la civetta si sporse un po' di più, becchettando la guancia gonfia del ragazzo in quello che aveva tutta l'aria di essere qualcosa di molto simile a un bacio di conforto. Lui circondò il corpo della bestiola con le braccia e si lasciò andare, sfogando tutta la frustrazione, l'avvilimento e la solitudine che aveva accumulato in quelle ore. Rimase a lungo in quella posizione, mentre i suoi singhiozzi e il lento ticchettio della sveglia sul pavimento erano accompagnati, lentamente, dai primi rumori della città che si svegliava, all'esterno.

«Scusa Edvige...» disse alla fine, tirandosi su e asciugandosi gli occhi; «ti ho bagnata tutta.» Cercò di asciugarla, ma le dita erano bagnate e la inumidirono di più. L'uccello arruffò le piume, gli diede una becchettata affettuosa sulla mano e rientrò nella sua gabbia per andare a bere un po' d'acqua.

Harry chiuse la portiera subito dopo, rendendosi dolorosamente conto che quasi non riusciva più a guardare negli occhi nemmeno lei... sospirò, e decise di vestirsi. Raccolse gli abiti che aveva tolto il giorno prima e il indossò lentamente. Poi, senza dare neanche un occhiata al disastro che aveva combinato, uscì con circospezione dalla stanza e si incamminò verso il bagno. Ma, giunto a metà strada, non poté fare a meno di sbirciare dalla porta di camera di Draco.

Ginny era lì, ancora profondamente addormentata. Era vero, dormiva sulle coperte, Sirius aveva ragione. Draco doveva averle avvolto una parte del piumone addosso quando si era svegliato, ma si vedeva che in realtà ci si era poggiata sopra. Aveva ancora la veste da camera addosso e i suoi capelli erano legati, dietro la nuca, con il nastro che lui le aveva regalato, diversi mesi prima. Il dettaglio gli suonò strano. Normalmente Ginny non dormiva mai con qualcosa nei capelli, le dava fastidio...

Era così bella, pensava Harry. Vedeva, da quella posizione, il contorno della sua guancia e il mento, fine e regolare. Il collo era leggermente oscurato dalla massa dei suoi capelli rossi e poteva intravedere solo la linea della spalla e del braccio, che abbracciava il cuscino.

Non riuscì a resistere e si avvicinò. Vide che si rigirava nel sonno e abbracciava l'altro lato del cuscino, scoprendosi. Le rimboccò di nuovo il piumone, coprendola delicatamente, e rimase a osservarla per un po'. Studiò i tratti del suo volto, gli occhi chiusi e rilassati, il naso delicato, coperto da varie lentiggini, la bocca sottile... si ritrovò a passarle il dorso della mano sulla guancia, in una carezza involontaria.

La ragazza sospirò nel sonno e mormorò qualcosa che suonava dolorosamente simile al suo nome. Lo sguardo di Harry si addolcì – voleva, DOVEVA provarci... fosse stata anche la sua ultima occasione, ma doveva farlo per un'ultima volta, almeno. Le si inginocchiò davanti e poi, con una lentezza esasperante, quasi timoroso della sua stessa decisione, si avvicinò al volto della ragazza e posò, con delicatezza, le labbra sulle sue. La vide aprire gli occhi di scatto e si ritrasse, terrorizzato.

«Harry... ma che...» mormorò lei, osservandolo meravigliata. Si stiracchiò e sbadigliò, poi si mise seduta e si stropicciò gli occhi. Diede un'occhiata assonnata al posto dove si trovava; sembrava come... stupita. Poi si girò di nuovo verso il ragazzo, uno sguardo interrogativo negli occhi castani. «che hai fatto alla faccia?» gli chiese, mentre cercava con circospezione di trovare il bandolo della matassa che la liberasse dall'involto del piumone.

Harry allargò gli occhi alla domanda e si mise una mano sulla guancia. Si era dimenticato di quanto forte fosse stata la sberla di Sirius. Probabilmente entro poche ore chiunque avrebbe scoperto che cos'era successo quella notte... Harry rabbrividì al pensiero di quello che sarebbe potuto uscire dalla bocca di Draco. Di Malfoy. Ma perché diavolo non riusciva nemmeno più a PENSARE a lui in quel modo?

«Non sono stata io, vero?» gli chiese lei, ricevendo subito una muta risposta negativa. Continuava a guardarsi intorno, come stupita. Quando finalmente ebbe trovato il modo di liberarsi dalle coperte si alzò in piedi e rassettò con le mani la veste da camera, stupendosi di averla ancora addosso. Poi, all'improvviso, sussultò e si girò a guardarlo come se l'avesse visto per la prima volta e Harry seppe che si era ricordata degli avvenimenti della notte precedente.

«Scusa...» le mormorò lui, alzandosi in piedi istintivamente, ma non riuscendo a guardarla negli occhi. Lei sospirò e scosse il capo, stancamente. Si mise seduta sul letto e lo fissò, con aria di attesa,

«Di che?» gli chiese. Harry impugnò la sua bacchetta all'interno della tasca della veste da camera e iniziò a torturarla con la mano. Stranamente l'atto sembrava avere un potere calmante...

«Di... tutto...» le disse poi, mentre il suo sguardo sprofondava ancora di più sul pavimento. Il ragazzo sembrava osservare con enorme interesse l'alluce del suo piede destro e Ginny scosse di nuovo il capo.

«Non è come pensi. Ho dormito qui perché Dra... Malfoy aveva bisogno di me,» iniziò. Harry alzò subito lo sguardo e la ferocia che gli lesse negli occhi sembrò quasi spaventarla.

'Aveva bisogno di te? Anche IO ho bisogno di te...' pensò mentre una morsa terribile gli stringeva il cuore.

«Penso che oggi cercherò di trovare una stanza libera che sia in condizioni abbastanza decenti da poterla sistemare e andrò a starci da questa sera.» terminò Ginny, mentre la morsa che serrava il cuore di Harry diventava di piombo. Lei notò subito il suo sconforto e si alzò in piedi, guardandolo fisso negli occhi. Lui sembrava essere di nuovo molto interessato al proprio alluce.

«Harry è inutile che ti fai illusioni,» gli fece notare, mentre il suo sguardo si velava di malinconia, «anche se non mi trasferisco nel letto di Dr... Malfoy questo non vuol dire che torni di là con te. E' finita, ti ho detto.» gli fece notare. Sussultò quando Harry alzò di nuovo il viso e puntò lo sguardo direttamente nel suo. Le mise le mani sulle braccia e ci si avvinghiò con forza, corrugando la fronte – probabilmente aveva notato quanto la ragazza si fosse irrigidita a quel gesto.

«Ginny io ti amo...» le fece, non distogliendo lo sguardo e continuando a stringerle le braccia. Vide che gli occhi di lei si allargavano ma che la ragazza non si rilassava e, subito dopo la meraviglia, un cipiglio irritato le compariva sul volto.

«Questo avresti dovuto dirlo prima...» gli fece notare, «molto tempo fa, Harry.» il suo sguardo era nuovamente vuoto, come la sera prima. Maledizione... lo sguardo di Harry perse tutta la carica di rabbia e divenne quasi... implorante.

«Mi scuso per questo. Io... avrei dovuto dirlo molto tempo fa, è vero. Però... ora lo so. Lo so che ti amo Ginny, ti giuro che da oggi in poi sarà diverso...» iniziò a dire. Ma l'espressione sul volto di lei non cambiò. Harry abbassò tutta la testa, poi l'attirò a sé e l'abbracciò, tirando su col naso.

Inizialmente voleva trattenersi ed evitare di mostrarle la sua debolezza ma, come un lampo, gli passarono in mente le parole che le aveva sentito dire a Draco la notte prima 'Anche Harry non voleva mostrarmi che stava soffrendo, ma io lo sapevo;' era inutile, e forse anche deleterio. Se voleva la minima possibilità di ottenere qualcosa, doveva scoprirsi.

«Harry...» mormorò lei, ma si fermò subito, quasi scioccata nel sentirlo singhiozzare. Gli passò una mano sulla schiena, cercando di dargli conforto, ma lui la strinse ancora più forte.

«Non mi lasciare.» le chiese, in tono implorante.

Lei gli diede qualche colpetto sulla schiena ed esercitò una pressione superiore sul suo petto, costringendolo a scioglierla dall'abbraccio. Lo guardò a lungo in quegli occhi così verdi e in quel momento iniettati di sangue per la notte quasi insonne e le lacrime versate. Studiò con enorme attenzione il volto del ragazzo, passando la mano sulla guancia gonfia, asciugando le lacrime dalla mascella e, andando su, anche dalle palpebre arrossate.

«Non chiedermi l'impossibile.» gli mormorò, non distogliendo lo sguardo dal suo. Alla fine fu lui a dover osservare con interesse il pavimento, staccando le mani dalle sue braccia e asciugandosi gli occhi con il dorso della mano destra. Si mise seduto sul letto e Ginny fu sorpresa di notare come apparisse stanco, spossato. Si vede che ci doveva aver creduto... fino all'ultimo. Si vede che ci credeva ancora.

«Perché...» chiese lui al proprio alluce destro.

«Che cosa perché?» gli chiese lei. Lui non mosse gli occhi dal punto che stavano fissando, ma si passò una mano tra i capelli,

«Perché Draco? Perché con lui...» iniziò, fermandosi un attimo per tirare su col naso. Proprio in quel momento la porta della stanza si finì di aprire e comparve Draco. Sembrava un po' irritato e osservò con meraviglia Harry seduto sul suo letto,

«Da quando in qua sono diventato Draco per tutti?» chiese con stizza mentre cercava i vestiti del giorno prima. Quando li ebbe trovati fece per uscire dalla stanza ma si bloccò e si girò di nuovo verso Harry, «Non ti ho mai dato il permesso di chiamarmi per nome, Potter. Da parte mia in questa casa l'unica che può chiamarmi Draco è lei.» indicò con la testa la figura ancora insonnolita di Ginny prima di uscire dalla stanza. Pochi attimi dopo si sentì la porta del bagno chiudersi, un po' forzatamente. Ginny sospirò.

«Io vado a vestirmi. Non ti dispiace se occupo la stanza, vero?» gli chiese subito dopo. Il ragazzo fece cenno di no col capo e lei se ne andò.

Harry rimase seduto a lungo, guardando il nulla. Non aveva la forza di alzarsi, né di muoversi... si sentiva completamente svuotato. Non che credesse che fosse detta davvero l'ultima parola. No, non era quello. Era che vedersi di nuovo rifiutato gli aveva fatto male, l'aveva ferito nell'orgoglio. Perché? Perché lo trattava così? Proprio ora che aveva capito di amarla lo rigettava in quella maniera? Si convinse che gli ci sarebbe voluto poco, molto poco per riconquistarla. Si, ce l'avrebbe fatta, decise.

«Hai intenzione di rimanere seduto sul mio letto a osservare il mio muro per tutto il tempo? Devo preoccuparmi per i mobili che Granger ha rimesso in sesto l'altro giorno?» sibilò la voce strascicata di Draco, facendolo sobbalzare. Harry alzò lo sguardo verso il suo interlocutore. Si era vestito e pettinato, e aveva decisamente un aspetto migliore, anche se gli occhi continuavano ad essere rossi.

Si tirò su e senza degnarlo di una parola, uscì dalla stanza e se ne andò in bagno, affrettandosi a lavarsi la faccia con l'acqua gelata; rimase con la testa sotto il rubinetto per diversi minuti. Quando riemerse e si asciugò alla meno peggio con l'asciugamano sia la faccia che i capelli, ma non volle dare neanche una rapida occhiata allo specchio – tanto sapeva che cosa avrebbe visto. Una persona dagli occhi verdi iniettati di sangue, i capelli stravolti e ancora bagnati, il viso rosso e un terribile gonfiore su una guancia.

Harry sogghignò e si passò ancora l'asciugamano sui capelli, rimettendosi gli occhiali, che si era tolto un attimo prima. Notò che Draco l'aveva seguito davanti alla porta del bagno e lo fissò con astio incamminandosi ad ampie falcate verso la propria stanza.

Draco osservò il proprio riflesso nello specchio; non era proprio decente, ma almeno non era sconvolto come Potter. Fece per scendere le scale e tornare in biblioteca quando si ricordò che Hermione voleva che tutti fossero di sotto per discutere di quello che avevano trovato. Gli dava fastidio perdere tempo ad avvisarlo, ma decise che, per una volta, poteva dimostrare un briciolo di comprensione. In fondo accadeva raramente di vedere Potter in quello stato. E vederlo così abbacchiato gli procurava un certo sadico piacere. Si avvicinò alla sua porta e bussò con fermezza. Harry aprì subito dopo e lo osservò, odiandolo.

«Che vuoi ancora?» gli chiese.

«Non sarebbe compito mio avvisarti, ma prima Granger ha detto che dobbiamo essere tutti di sotto il prima possibile, quindi ti conviene scendere.» gli rispose, fissandolo con una sottile ironia negli occhi grigi. Poi gli fece una smorfia e si affrettò giù per le scale. Harry lo seguì e, quando arrivarono nella biblioteca, notarono che tutti erano seduti e sembravano attendere solo loro.

«Alla buon'ora...» sospirò Hermione. Harry mormorò una parola di scusa e andò a mettersi seduto. Cercò di abbassare la testa e fissare il tavolo ma i capelli, ancora bagnati, gli gocciolavano fastidiosamente negli occhi, quindi fu costretto a puntare lo sguardo su un punto indistinto di fronte a sé.

Draco rimase in piedi e si appoggiò con la schiena al muro mentre Ginny gli si avvicinava portandogli un panno e gli spiegava come usarlo. Il ragazzo si avvicinò a una poltrona e ci sprofondò sopra, si appoggiò alla spalliera e si mise la pezza sugli occhi.

«Visto che finalmente ci siamo tutti, possiamo iniziare a parlare.» continuò Hermione mentre Harry, che si era messo un panno sulla guancia, lanciò un'occhiata curiosa al libro che la ragazza teneva aperto davanti a sé.

«Che è successo?» chiese Sirius con un tono di voce ancora più interessato.

«Questa mattina Malfoy mi ha mostrato una cosa che si era ricordato questa notte. Riguarda un articolo che ha letto tempo fa su una rivista... e questo libro.» si fermò un attimo per indicare il volume e chiuderlo per far vedere il titolo.

Harry perse interesse alla cosa nel momento in cui sentì citare Malfoy e fece finta di prorompere in un 'Ah', mentre Sirius occhieggiò la copertina con sguardo critico e poi tornò a osservare Hermione.

«Abbiamo scoperto finalmente dove si trova la Torcia Verde.» ribadì lei. Perfino Harry tornò a prestare attenzione, a quella frase.

«Come?» chiese Sirius mentre Harry chiedeva, nello stesso istante «Dove?»

«Grazie a quanto è riportato su questo volume, Sirius. Leggi pure,» replicò la ragazza passando il prezioso libro all'uomo. Sirius iniziò a scorrere le strofe, e sbiancò.

«Acciò che nisciun potria usarla ancora,
Essi la portaron nell'Isola de le Mele,
E lasciolla quivi, sua ultima dimora.»

La voce tremante di Harry recitò l'ultima terzina, quasi trattenendo il fiato mentre il pallore sul volto del suo padrino diventava più cadaverico che umano.

«Non è possibile...» mormorarono entrambi mentre Hermione scuoteva il capo e Ron faceva una smorfia saputa.

«E' quello che abbiamo pensato anche noi... ma se questo libro ha ragione, e non vedo per quale motivo non dovrebbe averne... la vera Torcia Verde è...» disse Hermione, esitando a concludere la frase. Sembrava così assurdo che solo dare un nome a questa certezza potesse apparire stupido, e senza senso.

Harry trattenne il fiato. Alzò lo sguardo e lo passò uno alla volta sul viso di tutti i presenti, notando la loro meraviglia per la prima volta. L'unica persona che sembrava impassibile era Draco, con il viso sempre coperto dal panno bagnato.

«L'isola delle mele...» disse mentre una terribile morsa gli serrava lo stomaco. Era la fine...

 

 

 

 

Nota dell’autrice: Ed eccoci alla fine del capitolo quindici. Hehe... finalmente scacco matto ^_^

Che ve ne pare? ^_^ /me evita un frigorifero. /me evita un... aeroplano O.o;;;;;;; GENTE! HEY!!!! /me si nasconde in cantina!!!!!

Dunque... da questo nascondiglio sicuro... nuovi problemi al povero piccolo Harry. Eh già... anche se lui ancora spera di poter rimediare Ginny gli ha fatto chiaramente capire che è finita. Lui però fa orecchie da mercante (come glielo devo dire, in gaelico? Nd Ginny) (magari così lo capisce... Nd Draco). Chissà... in fondo Ginny era innamorata di lui, potrebbe riuscire a riconquistarla, volendo (chi vuoi prendere per i fondelli? Nd Draco) (dai, è una speranza ragionevole... Nd Kagome) (E' una speranza da poveri idioti... perché accontentarsi di un Potter quando si può avere un Malfoy? Nd Draco) (Mhhhhhhh N. delle fangirls) (Si! Le mie pecorelle! Nd Asaba) (che ci fai qui tu? Sono le MIE fan quelle! Nd Draco che prende a calci Asaba e lo caccia fuori dalla pagina).

Inoltre... ora finalmente sapete dove si trova la Torcia. Come? Non sapete dov'è? Suvvia ci sarà qualcuno che sa che cos'è l'Isola delle Mele... e che possa fare 2+2... suvvia, ne sono certa! Chi non lo sa, rimarrà col dubbio per 2 settimane =P

(Non trovi che sia un po' crudele? Nd Sirius) (Sirius caro... che ci fai in *_* camera mia? *_* *Kagome corre in bagno per darsi una sistemata....*)

Dunque... visto che questo affare infernale è libero, vediamo un po'... ma qui ci sono lettere... indirizzate a... Snivellus?

(Dicevi, Black? Nd Snape che risplende di una rabbiosa luce verde) Oh, se qui, Snivellus? Beh, notavo che ci sono delle persone che ti scrivono... (Infatti, Scrivono a ME, non a TE. Quindi sloggia, cane rognoso, Nd Snape) Io non sloggio affatto. Sono qui e ci resto. Se vuoi, resta con me e rispondiamo insieme... (se non sai nemmeno come si usa quell'affare? Nd Snape) In effetti un aiutino lo gradirei. (Levati Nd Snape) No. (Levati! Nd Snape) No. (LEVATI! Nd Snape.) Scourgify! (Snape si ritrova a testa in giù e inizia a dibattersi cercando di liberarsi). Molto bene... ora che finalmente siamo in pace, iniziamo a rispondere a queste lettere... ovviamente tu mi aiuti, Snivellus, visto che sono indirizzate a te. Expelliarmus! (la bacchetta che Snape era riuscito a recuperare si infila sotto il divano).

Fanfiction.it:

Dunque dunque...

Ryuko: Dunque, signorina Ryuko... concordo che in quel momento Harry sia andato oltre ogni umana sopportazione. Sa, non è mia consuetudine menare sberle in quella maniera (già, preferisci altri metodi... Nd Snape ancora a testa in giù). Silenzio, Snivellus... dicevo. Normalmente non mi avvalgo di certi metodi, ma in quel momento mi ha fatto davvero uscir fuori di testa. Tuttavia non mi sentirei di addossargli tutte le colpe, povero ragazzo. Pensi a tutto quello che ha passato... ora si vede anche togliere l'unica persona che lo... (sopportava Nd Snape) *ahem* che gli stava accanto nonostante tutto... (la signorina Ryuko non ti sente, Nd Snape). Già, pare troppo interessata alle tue mutande. (GRRRRRRRRRRR Nd Snape) Uh? Non sono stato io a ringhiare, giuro...

Fortress: signor Fortress, mi dispiace deluderla ma forse avrebbe dovuto leggere anche i primi due libri. I film, infatti sono prodotti decisamente babbani... non che con questo voglia insultare nessuno (se come no... Nd Snape) zitto, Snivellus, io non sono dello stesso stampo della mia famiglia... dunque. I film hanno modificato un po' il punto di vista della storia, e secondo me se leggesse i primi due libri apprezzerebbe dettagli che i film non le hanno dato modo di apprezzare (già, tipo la bellissima scena nel negozio del signor Sinister, dove Lucius dà il meglio di se stesso... e quei poveri disgraziati l'hanno tagliato... Nd Snape) zitto, lecchino di Malfoy (non sono il lecchino di nessuno Nd Snape) Ah sì? (Già... Nd Snape) (la piantate di litigare in camera mia? Nd Kagome). Scusa cara... ma sai, Snivellus rompe. (si ma tu provochi... Nd Kagome che tira giù Snape.) Bene, vedi di farlo stare buono, per un po'. (I tre trovano una specie di tregua, e si mettono insieme a commentare, Kagome in mezzo e i due litiganti ai lati) (chissà perché non mi sento un granché sicura... Nd Kagome)

Darsh: ciao, ti ringrazio per il commento. Per quanto riguarda Draco (si, fa sempre ottime entrate il ragazzo, è un Serpeverde, in fondo... Nd Snape) (già, ha la lingua biforcuta Nd Sirius) (i due si fulminano con gli occhi. Io tremo...)

Maichy: non ho detto che vado in vacanza, cara... solo che invece di postare un capitolo alla settimana ne posto uno ogni due settimane ^^ (vorrei di nuovo puntualizzare che sono d'accordo, Potter è un coglione Nd Snape) (ha solo detto che si meritava la sberla, Nd Sirius) (l'unica cosa buona che hai fatto in vita tua, Black Nd Snape) (bada a come parli... Nd Sirius) Piantatela!!!!!! *anf anf*. Cmq, Maichy, ancora grazie, spero ti sia piaciuto questo cap ^_^

Amelié: sono contenta ti sia piaciuto il cap 14. Dracuzzo? Se arriva pure Dracuzzo (bwhahahahahaha Dracuzzo... Sirius ride fino alle lacrime) (Che c'è da ridere Black? Hey! Nd Snape) (Dracuzzo… cioè, DRACUZZO! Nd Sirius che sbatte il pugno sulla scrivania e continua a ridere) Dicevo... se arriva pure Draco qui non c'entriamo più ^_^;;;;;;; per oggi accontentati di loro due, faccio già fatica a evitare che si scannino. Al prossimo cap, se Sua Signoria si degnerà di venirmi a trovare, provvederemo :)

Gwillion: Ti ringrazio per i complimenti. Vedi... il segreto è riuscire a identificarsi un po' con la nostra mozzarella preferita (da mangiare, Nd Snape) (mozzarella? Nd Sirius) (si, il tuo figlioccio Nd Snape) EH? Nd Sirius) E' un nomignolo tanto carino... (Sirius ringhia) (Snape ridacchia) (Kagome in mezzo suda...) Gente, qui già fa caldo... dicevo. L'importante è riuscire a identificarsi con Harry. Devi riuscire a leggere tra le righe di quello che scrive la Rowling. Harry è un ragazzino normale, in fondo. Ha i suoi eccessi di rabbia (l'ufficio di Silente ancora piange... Nd Snape), commette i suoi errori, è un po' arrogante, presuntuoso (HEY! Nd Sirius) Dai, Sirius... lo E'. E non è un male, tutti hanno i loro difetti. Se Harry non avesse difetti non sembrerebbe umano. Invece ne ha, e questo lo rende un vero personaggio, che lentamente sta crescendo. Nei libri è ancora piccoletto, quindi il suo carattere non si è sviluppato ancora del tutto. Io me lo immagino così, da "grande", e metto le virgolette perché ancora non è proprio grande nel vero senso della parola... ventun'anni sono ancor l'alba della vita... Ha diritto di commettere i suoi errori, ma deve anche soffrire per questo. Soprattutto perché questo errore in particolare ha fatto soffrire un'altra persona.

Kat: come vedi ecco il capitolo 15. Temo che qualcuno sia ancora più decaduto ai vostri occhi... ma quando un vaso straripa butta sempre via più acqua di quanta potremmo immaginare. Per quanto riguarda Ron, concordo (il ragazzo ha guadagnato qualche punticino di stima anche da parte mia Nd Snape) (TU stima per un GRIFONDORO? Nd Sirius) (Beh, quando si comporta come il Weasley lì, si Nd Snape) (Sirius rimane a fissare Snape con la bocca aperta)

Emi-chan: cara Emi, hai ragione su tutta la linea, come sempre. Puoi vedere da questo capitolo che Harry NON HA capito la lezione. Lui è ancora SICURO di amare Ginny e che lei gli appartenga... devi sapere che, a quanto ho avuto modo di leggere su alcuni libri, questo è un comportamento tipico dei Leoni. Attaccarsi a quello che gli viene strappato da davanti. Finché una persona gli muore dietro, non se ne rendono conto. Ma quando la persona si stufa e se ne va... si inorgogliscono. (dirmelo prima no eh? Nd Ginny) (sei qui, Weasley? Nd Snape) (no, sono nelle fiamme, quella stanza è troppo affollata non c'entro, professore Nd Ginny) (bene... Nd Snape) (non è che ci ripensi, Gin? Nd Sirius) (non scherziamo Nd Ginny e Snape all'unisono). Cmq... è vero, Ron e Hermione sono molto naturali ^^ penso facciano una bella coppietta, non trovi? Dov'eri finito Sirius? (Ero andato a dormire, il discorso di Harry mi aveva dato l'emicrania... Nd Sirius) (i discorsi di Potter danno sempre l'emicrania Nd Snape) (finiscila.. guarda che parla anche a te... Nd Sirius) (oh, vero... beh, signorina Emi... come aspetto fisico diciamo che nei film babbani che sono stati realizzati per la nostra storia, l'attore che mi interpreta, e che non mi rende affatto giustizia... Nd Snape) (già, è troppo bello e troppo bravo Nd Sirius) (*glares* dicevo... quell'attore che non mi rende giustizia somiglia al vostro cantante italiano Renato Zero. Oltretutto ho anche il naso adunco e i capelli oleosi e sporchicci. Oh... insegno l'onorata arte delle Pozioni. Nd Snape) (onorata… Nd Sirius) EHM... Sirius per favore... Emi, penso che tu abbia capito dove si trova la Torcia Verde ormai... quindi ti do appuntamento alla prossima volta ^^

Cesca: Sono contenta che ti sia piaciuto il cap. per quanto riguarda Snape... (Certo che apparirò nella storia. Ancora qualche capitolo di pazienza, la vostra autrice ha deciso di rimandare la mia entrata, ma non di molto. Quindi non si preoccupi signorina... io già pregusto quella scenetta di cui discutevamo, Kagome cara... Nd Snape) (quale scenetta, Snivellus? Nd Sirius (*grin* Nd Snape) (chiudi quella bocca, quei denti gialli fanno schifo Nd Snape) (*evil grin* Nd Snape) (... Nd Sirius)

Marty-chan: Ciao, Marty! Dunque… Ron nei libri non ha mi detto che ama Hermione, forse hai letto troppe fanfics ;). Per quanto riguarda Hermione... (una mezzosangue tra gli Slytherin? Ma non scherziamo... Nd Snape) (Troppo intelligente per finire in quella feccia Nd Sirius) (Ripetilo, Black! Nd Snape) BASTA!!!!! Dicevo, per Hermione penso sia un po' difficile andare tra i Serpeverde, per il motivo che gentilmente ci ha fatto notare Severus caro... quindi mi sa che non ci sono speranze. Ginevra? Uhm... Chi è Ginevra? Dici Ginny? Ginny in Inglese è il diminutivo di Virginia. Ginevra in Inglese è Guenievre, non somiglia affatto a Ginny ^^. Cmq concordo che Ginny sia meglio di Hermione per Draco. (*nods* meglio una purosangue che una mezzosangue Nd Snape) /me blocca Sirius.

Toru Honda: Beh, la faccenda è un po' più complessa, (in realtà io mi trasformavo spesso in cane, ma non avevo la forza di tentare la fuga. Quando ho visto Wormtail... ho ritrovato la rabbia necessaria Nd Sirius) ecco, l'ha spiegato lui. Per quanto riguarda la tua fic, il professor Snape sta gongolando come un maiale, qui accanto :) Non dice niente, ma gongola.

Anonima: Dunque... ho da una parte Severus che sta ringhiando e dall'altra Sirius che si sbellica... mi sento un pochettino in pericolo ^_^;;;;;;; (IO cantare? Ma scherziamo? Nd Snape) (Si, dai, Snivellus! *giggles* *laughs* Nd Sirius)

Valey100%Grifondoro e sorella: Harry ti fa tenerezza... beh, se non provocasse anche lui sentimenti contrastanti non sarebbe un personaggio tridimensionale, quindi questo mi rende felice. Per quanto riguarda tua sorella, Snape qui vorrebbe farle un discorsetto nelle segrete di Hogwarts... dice che starebbe bene tra i Serpeverde. Sirius ringrazia per i complimenti per il ceffone. (Hey, non ci fai parlare più? Nd Sirius) (quando finite di litigare, nd Kagome)

Miyu-87: Ciao, Miyu! Sirius ringrazia per il complimento, (come può una serpeverde amare Sirius Black!! Nd Snape sconvolto) (Non sai quante Serpeverde mi sono broccolato a scuola... Nd Sirius) (ARGH!!! Nd Snape)(la classe non è acqua, nd Sirius)

Nenya: anche il professor Snape qui presente non vede l'ora di entrare in scena (Snape gongola e ridacchia) (Sirius lo guarda sospettoso). Per quanto riguarda San Potter, nel quinto libro c'è una approccio molto diverso. Il ragazzo inizia a crescere e a tirare fuori lati del suo carattere che si potevano solo supporre prima (io sono ben felice di averli supposti correttamente!). (vorrei dire alla signorina che concordo in pieno sul fatto che dai libri si vede che la signora Rowling è una grifondoro Nd Snape) (E' così che rispetti tua madre? Nd Sirius) (Non è che né me né te abbiamo mai rispettato molto le nostre rispettive madri, Black Nd Snape) (huh... crollerà il mondo, ma per una volta non hai tutti i torti, Snivellus. Nd Sirius sconvolto)

Laurie: carissima... Sirius saluta anche te. (augh... Nd Sirius) (; Nd Snape). Per quanto riguarda il cervello, ci sono persone che quando si incazzano il cervello lo mettono sul comodino e se ne vanno... ecco, Harry mi dà l'impressione di essere così ^^;. Per il resto, concordo completamente con la tua analisi :). (DI NUOVO SNAPPY???? Nd Snape) (Snappy... suona addirittura meglio di Snivellus! Ma che BEL nomignolo *evil grin* Nd Sirius) (leggi il resto del commento. Sto guadagnandomi una fan Nd Snape che si aggiusta i capelli oleosi) (Ma... ma... Laurie!! Nd Sirius che osserva lo schermo disperatamente)

Youki-chan: sono contenta che il tuo pc sia finalmente guarito ^_^. Si, l'opera di EDeLarge è un vero e proprio dipinto, e io sono orgogliosa che l'abbia fatto per me ^_^ pensa che è il mio sfondo del desktop... (perché ci sono io, ovviamente Nd Sirius) (tesoro... beh è una delle ragioni *purr* Nd Kagome) (Signorina Kagome... certi voltafaccia non li ammetto Nd Snape che mi tira indietro da Sirius) (ma dai, Severus... in fondo che male c'è? Tu in fondo hai anche Poggy! Nd Kagome) (ehm... Nd Severus). Per quanto riguarda OotP, i miei occhi hanno sfiorato l'ultima lettera il 23 giugno, circa a mezzogiorno l'una. Si, l'ho finito, già tre volte ^^

Winky: ti ringrazio per i complimenti, mi hai fatta arrossire... *blushes*

Nakoruru: Sirius ringrazia per i complimenti (la situazione si sta facendo ripetitiva Nd Snape) (soloperché nessuno fa complimenti a te, Snivellus? Non ci sei ancora nella storia! Nd Sirius) (Non vedo l'ora di esserci, Black... Nd Snape) (*glare* dei due…). Sono contenta che hai trovato il litigio realistico ^_^

Summer: Sirius non è d'accordo che Harry non meritasse lo schiaffo (a volte l'unico modo per ottenere qualcosa è usare la violenza, lo diceva sempre mia madre. Oddio... non che abbia mai seguito quello che diceva mia madre... uhm... *Padfoot riflette*) (quando ti dicono che sbagli ti trasformi in cane? Nd Snape) (*growls* Nd Padfoot) (*growls* Ndel mio cane dietro la porta) /me suda. Per quanto riguarda Ron, ti do ragione in pieno, era esattamente quello che Ron voleva far capire a Harry. Come hai visto Draco aveva le sue ragioni per piombare in cucina ;)

LaTuM: prima di tutto complimenti per la costanza e velocità di lettura! Sono poche le persone che riescono a leggersi quattordici capitoli della mia fic tutti d'un fiato ^_^. Come vedi non è bloccata al capitolo 14, sta continuando ;). Sono contenta che il comportamento di Harry ti abbia sorpreso esattamente come quello del quinto libro. Vuol dire che sto interpretando Harry in maniera consona all'originale, e questo mi fa davvero molto piacere. (Il comportamento di Harry ha sconvolto pure me... Nd Sirius) (perché tu non hai visto che cosa ha combinato nell'ufficio di Silente... Nd Snape). Non preoccuparti, il commento non sembra assolutamente fuori di testa (non più di quelli degli altri *grin* Nd Snape) (Severus... Nd Kagome) (*grin* Nd Snape), concordo con tutto quello che hai detto su Ron. Hermione è si sempre stata pronta ad accogliere tutti, ma Malfoy è un altro paio di maniche... è MALFOY, non so se mi spiego... ;). Tornando a Harry, non è che lui pensi più a Cho. Harry non ama più Cho... però sarebbe stata una menzogna dire che il pensiero di lei non passa più per la sua testa. Cotta o non cotta, Cho è stata il suo primo amore, e il primo amore non si scorda mai. Puoi metterlo nel dimenticatoio, ma ogni tanto ritorna. E' questo che voleva dire Harry... non che pensa a Cho e non a Ginny.

Roby'89: beh... in quella scena... diciamo che il qui presente professor Snape si toglie non una, ma due soddisfazioni. (ah, le soddisfazioni della vita... Nd Snape) (?? Nd Sirius) (Capirai, Sirius Nd Kagome)

Kiak: Snape sta sghignazzando per l'epiteto a Harry, aspetta che lo facciamo ricomporre. (Dunque signorina Kiak... devo dire che se vuole avere uno scambio di opinioni con me su quanto è stronzo Potter, può anche accettare l'offerta di questo biglietto per Hogwarts. Ci vediamo nei Sotterranei, a lezione di Pozioni. Così potrà ammirare quanto il ragazzo abbia la testa fra le nuvole... Nd Snape). Per quanto riguarda Ron, sono contenta che ti sia piaciuto. Ron è un personaggio che personalmente trovo stupendo. E' molto ben caratterizzato dalla Rowling, è forse il ragazzo più "normale" lì in mezzo. Volevo dare anche a lui il suo giusto spazio nella storia, e continuerà ad averlo ;)

M.A.D.: si, si nota che il capitolo ti ha appassionato ^_^ (propongo di far apparire questa persona dove si trova Potter, così può esaudire il suo desiderio Nd Snape) ( Nd Sirius). Per l'immagine... beh, era un po' difficile rendere il movimento in un dipinto ^_^ Avrebbe dovuto davvero fare una gif animata (l'idea non sarebbe malaccio :D si potrebbe rimediare con il fissante per foto Magiche Nd Snape) (sbaglio o è un poster di quel dipinto quello che campeggia nei Sotterranei? Nd Sirius) (Esattamente, Black, ma la MIA versione riporta solo la faccia di Potter e la tua mano. Vedere la tua faccia nei miei sotterranei mi avrebbe fatto venire l'orticaria Nd Snape) (ti faccio ancora tutto 'steffetto, Snivellus? Nd Sirius ironico) (/me calma Severus) che fatica!

Evan: uh... beh spero che ormai il quinto libro tu l'abbia finito, perché da questo capitolo c'è qualche spoileruccio in più, come hai visto... ma comunque non preoccuparti, se sei arrivata a metà ormai che cos'è il Quibbler l'avrai capito ;). Per quanto riguarda Ginny... beh in realtà la scena filtra dagli occhi di Harry. Quello che racconta la storia è lui, non lei... nel suo ricordo (insomma, l'unico banale è Potter Nd Snape) (... Nd Sirius). Penso fosse difficile rendere le emozioni di Draco e Ginny, visto che il POV è quello di Harry. Credo però che le SUE emozioni si siano capite piuttosto bene...

Yura: Sirius voleva ucciderti alla prima frase, ma appena gli hai fatto i complimenti si è messo a fare le fusa come un gatto (hey, non è vero! Gatto a chi? Nd Sirius) (meaw... Nd Snape) (GRRRRRRRR Nd Sirius) (C'è Fluffy in questa casa? Nd Snape). Ehm…. Vabbè, grazie per il bel commento Yura. E non ingannare la gente, TU il cap 15 già l'hai letto ;)

Brin: Aspetta che ricompongo Sirius, lo deschianto (Severus, proprio ora dovevi schiantarlo? Nd Kagome) (tzé! Nd Snape) e te lo metto davanti al monitor. Dunque Sirius caro... puoi rispondere tu a questo commento. (Oh davvero? UH! Una mia fan. Ciao, cara... Sono contento che le mie parole ti siano piaciute. Harry mi ha davvero fatto alterare in quel momento... ed è bene che il segno gli sia rimasto, del ceffone, così lo aiuterà a ricordarsi di quanto è stato imbecille. Quando il mio figlioccio è stupido, sono il primo ad ammetterlo *occhieggia Snape* Nd Sirius) (e con questo che vorresti insinuare, Black? Nd Snape) (Mah... chissà, Snivellus… Nd Sirius che occhieggia alle lezioni di Pozioni e ai punti dei Serpeverde) *ehm... gente, calma...* Come vedi, cara Brin, ci sto provando a far rispondere Sirius, ma la cosa non è semplice perché quei due sembrano cane e gatto... (Hey, Black! La tua fan mi dedica la piazza più grande d'Europa) (TT_TT traditrice... Nd Sirius) (Bwhahahahahaha Nd Snape). Ehm.... Brin, non ti impressionare, loro due sono così solo quando si trovano sfortunatamente nella stessa stanza, normalmente non sono così...

Dunque, adesso mi faccio un po' di tregua, e poi rispondo ai commenti del sito di Erika ^^ nel frattempo pubblico su ff.it ^^

*ore dopo*

Ehm... scusate ma con questi due è stato un po' complicato riuscire a tenerli a bada così a lungo da costringerli a rimettersi seduti...

Dunque...

Erika's Fanfiction Page:

Shinko: Beh Ron difende sua sorella… anche nei libri ha dimostrato di tenere parecchio a lei ^_^ (concordo che almeno la Granger sia buona a fare qualcosa... almeno è così con quella piattola di Longbottom... oh, scusate, voi lo conoscete come Paciock... Nd Snape) (che cos'hai contro quel poveretto? Nd Sirius) (La prossima volta che si azzarda a farmi esplodere una pozione in aula, poveretto o no, lo faccio espellere! Nd Snape)

Ci: suvvia Ci cara, non te la prendere... Severus non voleva offendere harry... (CHI l'ha detto questo? Nd Snape) (*growls* Nd Sirius). Concordo con te che l'Harry dei libri, almeno per i primi quattro, avesse difetti ma non fosse irritante. Era una mozzarella, così come amo chiamarlo... però nel quinto libro sta iniziando a crescere proprio così... è un comportamento tipico dei Leoni, purtroppo, e la Rowling lo sa molto bene visto che è Leone pure lei...

Miki: ho aggiunto qualche piccolo riferimento al quinto libro dopo averlo letto, perché il mio proposito è quello di scrivere una storia che corrisponda con il canon. Purtroppo nei prossimi capitoli ci saranno diversi spoiler dal quinto libro. Ovviamente tutte cose che non ve lo rovineranno... perché non andranno a raccontare la storia ma solo ad accennare situazioni che non conoscete. ma devi contare che questa è una fic ambientata nel futuro, quindi devo inserirci tutto il canon. E' anche la ragione per la quale sistemerò i primi sette capitoli per renderli giusti secondo il canon, ma intendo farlo dopo l'estate, quando il quinto libro uscirà in Italiano. Purtroppo non posso evitare di aggiungere spoiler in questi nuovi: avendo letto il libro vengono naturali. Ti prometto comunque che saranno tutte cose che non ti rovineranno la lettura del libro. Solo dettagli, non informazioni di una certa importanza ;) (Hey, mica è giusto, questo l'hai copiato da una cosa che hai già scritto, non siamo intervenuti noi! Nd Sirius) (Voi stavate litigando Nd Kagome) (Non è vero... Nd Sirius) (Come mai Severus è di nuovo a testa in giù? Nd Kagome che lo rimette in sesto)

Strekon: Mi dispiace perdere un lettore come te ;_; (dai, in fondo è solo qualche mese, tanto questa è la storia infinita, prima che finisce questo tipo è già tornato Nd Snape) (una volta tanto concordo Nd Sirius) (Snape mette la mano in fronte a Black per controllare se ha la febbre). Cmq capisco il tuo desiderio di rimanere senza spoiler... quindi ti saluto ^^ a quando vorrai!

Cloe: per sapere come finisce devi aspettare ancora parecchio ^_^ spero continuerai a seguirci e che questo cap ti sia piaciuto (è + lunga la risposta che la domanda Nd Snape) (effettivamente... Nd Sirius) (Snape ricontrolla la temperatura di Black)

Alexis: ti ringrazio ^_^ (incredibile! Nd Sirius) (; Nd Kagome)

Mikisainkeiko: il professor Snape vorrebbe dirti che non accetta ricatti... e che *sigh* ha tolto 5 punti a Corvonero ;_; Come? Perché Non lo dice lui? (E' impossibilitato *grin* Nd Sirius) (Mhmhmhmhhhhhh Nd Snape) (-.-; avrete capito... Nd Kagome)

Iceygaze: mi dispiace... non voglio dare problemi a nessuno, ma con questo caldo non ce la faccio proprio a seguire lo stesso ritmo, anche perché sto traducendo la fic da sola in Inglese (la mia traduttrice purtroppo ha buttato la spugna) (vorrei vedere, pagine e pagine di stupid... Mhmhhhhhhh Nd Snape) (Grazie, Sirius Nd Kagome -.-; ) (*woff* Nd Padfoot) (Sirius torna umano che c'è il mio cane in giro... Nd Kagome) (Sirius torna umano) e quindi...

Pan_z: ecco Pan cara… (già, sono d'accordo, quando il mio figlioccio finirà di soffrire? Nd Sirius) (perché, deve per forza smettere di soffrire? Nd Snape) Beh... ecco… questo è un momento molto brutto per Harry. E' davvero distrutto, ha perso e non vuole accettarlo (tipico dei Potter Nd Snape) (*glares* Nd Sirius). Non trovi che sia anche un modo per maturare? Senza la sofferenza non c'è neanche il miglioramento. Harry nella sua vita non ha fatto altro che combattere, ma per quanto riguarda i sentimenti è un bel po' una piattola... non ha avuto molti che lo amassero e non sa bene come definire i propri sentimenti. Una scossa del genere, secondo me, è fondamentale nella vita. Aiuta a migliorarsi e a crescere, così che la prossima volta non si commetta più lo stesso errore, non trovi? (wow, che discorso filosofico... cinque punti a Serpeverde Nd Snape) (prof, io sono Corvonero Nd Kagome) (fa nulla Nd Snape) (Ma... signore... Nd Kagome) (Lascia perdere, ormai è convinto Nd Sirius) (sigh... Nd Kagome). Sono contenta di averti fatto apprezzare un po' Ron ^_^

Marzy: Il professor Snape è un attimo imbavagliato... ah, ecco, ora è libero. (Signorina Marzy, non mi risul... ah già, è vero... quella era la relazione che Paciock ha distrutto facendo saltare per aria l'ennesimo calderone. Mi dispiace ma temo dovrà rifarla... Nd Snape). Grazie per i complimenti ^_^

Angi e Gius: per quanto riguarda il sogno.... beh leggendo tra le righe della Battaglia di Mag Tured, se siete abbastanza esperte, dovreste capire :D (SEI una Serpeverde, che ci fai tra i Corvonero? Nd Snape) (Forse non ha voluto andare nella tua casa, Snivellus Nd Sirius) (Il cappello mi ha messa lì... io non disdegnavo nulla se non i Grifondoro che non sopporto :P Nd Kagome) (Ma... ma... perché? Nd Sirius TT_TT) (questione di... pelle... Nd Kagome e Snape) Ah, volevo aggiungere che si, Poggy è proprio l'autrice anche di quel disegno. Le ho trasmesso i vostri complimenti e ringrazia :) (IO mettevo le mani dove? Nd Snape) (Ma come non te lo ricordi, Sev? Nd Poggy-che-passa-di-qui-per-caso) (Uhm... mumble... Nd Snape)

Miyu: ti ringrazio ^_^ mi dispiace farvi aspettare, ma così sono anche meno spoiler prima che leggiate il libro ;) (mumble... Nd Snape) (l'hai messo in crisi Nd Sirius) (per così poco? Nd Poggy) (già... perdi colpi, Sev! Nd Kagome)

Lalalala: Poggy ti prego tieni calmo Sev (No problem, cara... me lo broccolo io... vieni qui Sev, calmati... Nd Poggy) (Hey, Poggy… le mani non lì… devo prima uccidere 'sta tipa.... hmmmmm effettivamente... potrei farlo + tardi.... Nd Snape). Bene, ora che loro sono intenti a fare altro... (mamma mia... Nd Sirius) ehm... Sirius... dicevo, concordo con te che Harry è il protagonista della storia, ma non concordo con certe tue opinioni su Draco. Prima di tutto il fatto che la gente "lo veda come Tom Felton"... beh, la Warner non è che ha scelto gli attori a caso, c'è sempre il marchio di approvazione della Rowling. Lei stessa ha voluto Alan Rickman per Snape, ad esempio. Tom Felton quindi dovrebbe rappresentare abbastanza bene l'idea di Draco. Anche se forse non ha il viso così tanto appuntito, e deve tingersi i capelli... però se la Rowling l'ha approvato, vuol dire che va bene. Anche Dan non è perfettamente Harry, ma in fondo se potesse sopportare le lenti a contatto e gli tingessero quei benedetti capelli di nero, semmai con una bella permanentina, sarebbe perfetto... Se poi leggi le descrizioni della signora Rowling, nemmeno Harry è quel mostro di bellezza. Inoltre, le ragazze qui non si riferiscono al Draco dei libri, ma a quello della fic. Nella mia fic Draco è sviluppato un po' di più che nei libri, quindi è normale che provochi qualche reazione in più. (wow, non vorrei mai incorrere nella tua ira... Nd Sirius) (Hmmmm si… Nd Poggy) (ehm… censura… Nd Kagome)

kejilei: ti ringrazio per i complimenti, sono contenta che la storia ti piaccia ^_^ (io non sto dicendo nulla Nd Sirius) (hai parlato ora Nd Kagome) (mhhhhh si! Nd Snape) (ehm... Nd Kagome)

sweetchiara: ciao, grazie per il commento, sono contenta che la storia ti stia provocando emozioni, vuol dire che ho fatto un buon lavoro :) (hai bisogno che te lo dicano? Nd Sirius) (*^^* che dici, Sirius... Nd Kagome) (beh, sai, l'atmosfera... *occhieggia Snape e Poggy che ****** censura) (^^;;;;;;;;;;; aiuto ho un cane in calore vicino... Nd kagome) (I cani maschi non vanno in calore... Nd Sirius) (vero... Nd Kagome)

(calano le tende...)

A domenica 10 agosto, con il capitolo 16: "Alla sede del Quibbler" :)

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Capitolo 16
*** Capitolo 16: Alla Sede del Quibbler. ***


Le Nebbie della Memoria.

Scritto da Giulia "Kagome" kagome@tiscalinet.it .
Pubblicato il 17 Agosto 2003
Beta-letto da: Megabyte, Aramis, Rikky-chan, Smoke e Poggy. Ringrazio Aramis ed Esus per l'enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!

Disclaimer:
Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

NOTA BENE:
QUESTO CAPITOLO CONTIENE DIVERSI SPOILER DA "ORDER OF THE PHOENIX", IL QUINTO LIBRO DI HARRY POTTER. SE NON AVETE LETTO IL LIBRO IN INGLESE E SE NON VOLETE SPOILER, VI CONSIGLIO DI TORNARE A LEGGERE LA STORIA DOPO AVER LETTO IL LIBRO!
So che in rete si trova una traduzione in Italiano del libro. Penso che non dovreste faticare a trovarla, volendo... quindi io avviso: lettore avvisato...


Capitolo 16: Alla sede del Quibbler.

«L'isola delle mele... Avalon?» chiese Harry, lo sguardo ancora più interrogativo di prima. Hermione sospirò e lo osservò con biasimo.

«Si Harry, esattamente. Avalon... Nei tempi antichi era chiamata anche "L'isola delle mele",» gli fece notare. Ma Harry non perdeva il suo sguardo interrogativo.

«Però com'è possibile?» chiese Ginny ancora sotto shock, «Se così fosse stato, Silente avrebbe dovuto saperlo...»

Sirius si mise una mano sul mento a queste parole e andò a strusciare col pollice la peluria che gli copriva la gola, ancora non sbarbata.

«Potrebbe essere solo una leggenda... ma...» rifletté lui, «è anche la prima fonte sulla quale troviamo qualcosa che riguardi la Torcia Verde. Ed è anche una fonte molto antica... come mai non ci abbiamo mai fatto caso? E come ha fatto Malfoy a trovarla? I giornali li leggiamo anche noi, se un articolo ne avesse parlato ce ne saremmo accorti...» terminò, occhieggiando in direzione di Draco. Il ragazzo era ancora sdraiato sulla poltrona, il panno bagnato sugli occhi.

«Ecco...» iniziò Draco. Si scoprì il volto e batté le palpebre un paio di volte, per abituarsi di nuovo alla luce. Poi si stropicciò gli occhi e si mise seduto, fissando un punto in lontananza, «era un giornale un po'... particolare,» mormorò, mentre le sue guance si tingevano leggermente di rosa.

«Sirius ha ragione. I giornali li abbiamo conservati tutti e li abbiamo spulciati molto bene... parlava proprio della Torcia su quell'articolo?» chiese Harry, mentre Draco annuiva impercettibilmente, «che razza di rivista era, perché non l'abbiamo messa da parte?» finì il ragazzo. Ci furono vari bisbigli di consenso e Draco si rimise di nuovo il panno sulla faccia, sdraiandosi nuovamente più comodo sulla poltrona.

«Era il Quibbler,» disse, a bassa voce, sperando che nessuno riuscisse a sentirlo. Purtroppo non fu così fortunato... almeno a giudicare dalle risatine di tutti i presenti.

«Draco Malfoy leggeva il Quibbler?» chiese Ron, un po' scettico. Draco si tolse il panno dalla faccia e si guardò intorno, fumando di rabbia. Che diavolo gliene fregava a loro se lui leggeva o non leggeva quella rivista del cavolo?

«Si può sapere che c'è di tanto divertente?» sbiascicò, lanciando occhiate di fuoco a tutti i presenti. Questo, ovviamente, non intimorì Harry, né Ron, ma fece ricomporre Ginny e la stessa Hermione, che gli lanciava occhiate furtive. «Non lo leggevo io... non vado a comprare quella roba.»

«Non dirmi che lo leggeva tuo padre...» lo continuò a prendere in giro Ron. Draco sorrise beffardo.

«Proprio un giornale che avrebbe stuzzicato il suo interesse, già...» rispose ironico. «Non lo leggeva lui, e neanche mia madre,» concluse.

«Allora chi?» chiese Ron, mentre un lampo di comprensione passava per gli occhi di Ginny, che faceva per alzarsi.

«Non ti interessa...» sibilò Draco in risposta, rimettendosi il panno sugli occhi. «Resta il fatto che ho letto quell'articolo che ne parlava e me ne sono interessato.»

«Resta il fatto che dubito possiamo fidarci di cose scritte su quella rivista,» borbottò Harry, lanciandogli alcune occhiate a metà tra il dubbio e la rabbia. Draco si tolse di nuovo il panno dalla faccia. Gli occhi gli si erano sgonfiati e ora il suo volto aveva ripreso il solito colorito pallido. La guancia di Harry, invece, era ancora un po' arrossata dove Sirius l'aveva schiaffeggiato qualche ora prima, anche se il segno della sberla non si vedeva più con tanta precisione.

«Pare che non abbiate avuto problemi a fidarvi del Quibbler, quando vi è stato utile...» sibilò di rimando Draco. Lo sguardo di Harry passò dall'indecisione alla furia in un battito di ciglia; posò con un gesto inferocito il panno che teneva sulla guancia e si alzò di scatto, procedendo ad ampie falcate verso la poltrona di Draco e puntandogli un dito contro.

«Solo perché Marion leggeva il Quibbler questo non vuol dire che possiamo...» ruggì Harry, ma si bloccò subito nel rendersi conto del suo terribile errore; Draco lo fissava con lo sguardo più stupito che lui ricordasse di avergli mai visto stampato in faccia.

«TU che ne sai di Marion?» gli chiese, alzandosi in piedi e fissandolo, il volto così pallido da sembrare quasi cadaverico. Harry allargò gli occhi; il cuore sembrava un tamburo nel suo petto mentre un vivo rossore gli compariva sul volto.

'Cazzo...' pensò. Si guardò intorno, gli occhi sbarrati, come un ladro colto sul fatto. Sbiancò.

«E-ecco... io... ehm... cioè...» iniziò a balbettare mentre impallidiva sempre di più e indietreggiava. Draco, dal canto suo, si era alzato e ora camminava verso Harry, fissandolo con odio. Il ragazzo si diede un'occhiata spaventata attorno; Sirius aveva gli occhi chiusi e le mani nei capelli, Hermione lo stava guardando con aria rassegnata, come se avesse commesso un errore che lei aveva temuto lui potesse compiere. Ron, invece, lo osservava dubbioso, non riuscendo a capire che cosa stesse succedendo.

Ma... il cuore di Harry gelò quando il suo sguardo si posò su Ginny. Gli occhi castani della ragazza sembravano due tizzoni ardenti, le guance rosse per l'indignazione, così come la parte posteriore delle sue orecchie; tutto il suo corpo, la posizione che aveva assunto, il modo in cui si tendevano i muscoli del collo e il tremore del suo labbro inferiore facevano capire quanto fosse alterata. Non l'aveva mai vista in quello stato.

«Non so se te ne sei reso conto, Potter... ma quella era una conversazione privata...» sibilò Draco continuando a fissare il suo interlocutore con astio. Harry ricambiò lo sguardo per un attimo, ma non riuscì a sostenerlo per più di pochi secondi. Iniziava a sentire molto caldo.

«La porta era aperta...» cercò di giustificarsi, ma una rapida occhiata alla faccia di Draco gli fece capire che non se la sarebbe cavata così facilmente.

«Mai avrei potuto immaginare che ti mettessi a spiarmi, Harry Potter...» gli fece notare Ginny, sottolineando il suo nome e cognome come se fosse qualcosa di orribile. Harry continuava a fissare il pavimento e a stare in silenzio; non sapeva più che dire. Tentò diverse volte di parlare, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono.

«Che è successo, si può sapere?» chiese Ron, con tono ansioso. Si alzò in piedi e gli si avvicinò; ovviamente voleva capire... dannazione!

Harry iniziò di nuovo a fissare con enorme interesse il suo alluce mentre echi del discorso che Ron aveva fatto un attimo prima gli tornavano alla mente, fastidiosi. Maledizione... perché quando perdeva la calma non riusciva mai a tenere la bocca chiusa? Si era messo ancora più nei pasticci di quanto non fosse già prima! Perché? Perché doveva essere così idiota?

«Questa notte Ginny ed io abbiamo avuto una conversazione un po'... particolare,» ammise Draco, mentre le sue guance tendevano rapidamente al rosa, per poi tornare subito del solito colorito pallido.

«In che senso, particolare?» chiese Ron, i cui occhi accusatori passavano dal volto di Draco a quello di sua sorella, per poi tornare a puntarsi sul ragazzo.

«Ehm... non t'interessa, Weasley...» rispose Draco con un filo di voce. Poi, nel notare che Ron voleva ribattere, continuò velocemente, «discorsi personali, roba che, in ogni caso, Potter non avrebbe dovuto sentire...» terminò lanciando un'occhiata sfuggente in direzione di Harry.

«Chi lo dice questo?» ruggì lui. Qualcosa gli era scattato all'interno, come una molla. L'imbarazzo se n'era andato e ora fissava di nuovo Draco con astio, anche se non osava puntare lo sguardo su Ginny.

«Era una conversazione privata tra me e Draco, non erano cose che ti riguardassero!» gli rispose lei, sempre più irata. Questa volta Harry riuscì a guardarla negli occhi... e quello che lei vide nel suo sguardo non le piacque per niente. Impallidì.

«MI INTERESSAVA INVECE!» urlò, avvicinandosi a lei e continuando a fissarla, il volto a pochi centimetri dal suo, «Volevo capire fino a che punto potessi arrivare. INFILARTI NEL LETTO DI DRACO POCHE ORE DOPO ESSERE USCITA DAL MIO...» urlò, ma non poté finire. La sberla di Ginny lo colse di sorpresa; a piena mano, con tutta la sua forza... e diretta alla guancia che già gli faceva male. Gli si riempirono di nuovo gli occhi di lacrime.

«Come ti permetti, stronzo!» gli sibilò in faccia lei, la voce tremolante per la furia. «Si... è stato un bene che tu abbia sentito sai? Razza di... bastardo...» continuò, mentre la sua voce si incrinava sempre di più e le lacrime iniziavano a bagnarle le guance. Fece per andarsene, ma Draco la fermò e lei lo abbracciò nascondendo il volto contro il suo petto. Il ragazzo ricambiò l'abbraccio e le passò una mano sulla schiena, cercando di calmarla, mentre i suoi occhi tornavano a posarsi su quelli di Harry.

«E' proprio vero, Potter. E' un bene che tu abbia sentito, almeno finalmente hai capito quanto fai schifo...» gli sibilò in faccia. Harry scattò verso di lui e lo prese per la collottola, costringendolo a staccarsi dal contatto con Ginny.

«Ripetilo, se ne hai in coraggio, Draco...» gli rispose tra i denti. L'aria tutt'attorno sembrava elettrica; la tensione avrebbe potuto tagliarsi con il coltello e tutti osservavano la scena terrorizzati, non sapendo come dovessero comportarsi, che cosa dovessero fare...

«Quando vuoi tu, Harry...» ribatté lui, continuando a guardarlo diritto in faccia con un sorrisetto ironico sulle labbra, che mal celava la rabbia espressa dagli occhi, duri e freddi, quasi spietati.

SBAM!

«ADESSO BASTA!» urlò una voce dietro di loro. Entrambi sussultarono scioccati mentre Sirius si alzava dalla sedia e gli si avvicinava, prendendo entrambi per la parte superiore della tunica e dividendoli con forza. «Vedi di piantarla, Harry. Qualche anno fa, hai rimproverato tuo padre di essersi comportato in modo meschino... beh, questa volta hai fatto di peggio. Dovresti andarne fiero, no? Almeno James aveva quindici anni!» gli lanciò un'occhiata severa mentre lo mollava con uno strattone; Harry barcollò e si bloccò, gli occhi fissi di nuovo sul pavimento.

Poi lo sguardo di Sirius passò su Draco, che stava ancora trattenendo per la tunica. «A te non dirò niente, perché hai ragione. Ma attento a non esagerare...» gli disse, e lo lasciò. Ma il ragazzo sembrava non essere d'accordo.

«Con che diritto mi dici quello che devo o non devo fare, Black?» gli chiese, guadagnandosi un'altra occhiata che avrebbe sciolto un ghiacciaio.

«Con l'autorità del pressoché unico surrogato di parente che ti è rimasto, Draco. E ora vai al tuo posto.» Sirius gli indicò la poltrona, e il ragazzo lo fissò a lungo, riluttante, prima di trovare la forza di muovere un piede dietro l'altro e mettersi seduto.

Un silenzio di tomba avvolse la biblioteca. Ginny si asciugò gli occhi e, dopo aver lanciato un'occhiata furiosa in direzione di Harry, andò a mettersi seduta su una delle tante sedie a disposizione. Ron rimase immobile dove si trovava prima, il viso bloccato nell'espressione sorpresa di chi ha appena visto qualcosa di orribile, al quale non riesce a credere. Sirius lanciò un'altra volta una severa occhiata ad entrambi i ragazzi e poi andò a rimettersi seduto.

«Molto bene,» disse dopo una lunga pausa durante la quale l'unico rumore che permeava l'atmosfera erano i respiri di tutti i presenti. Notò che Hermione era sobbalzata al suono della sua voce, e le sorrise, cercando di infonderle sicurezza; «ora che finalmente abbiamo risolto questo problema... o che, per meglio dire, abbiamo deciso per una tregua,» si corresse nel notare che gli occhi di Harry e dello stesso Draco si accendevano alle sue parole, «possiamo continuare a parlare della Torcia.»

«Già,» disse Hermione, lanciando a Sirius un'occhiata riconoscente. «Dobbiamo stabilire quale sarà la nostra prossima mossa.»

«Cioè dobbiamo decidere se fidarci o meno di quell'articolo,» ribadì Ron, mentre Draco si alzava di nuovo. «Non mi fraintendere, Malfoy. Per una volta non sto dubitando di quello che dici. Ma il Quibbler non è una fonte molto attendibile... e a quanto ho capito non ricordi nemmeno che cosa c'era scritto su quell'articolo,» terminò.

«Non sarà una fonte attendibile, è vero, ma abbiamo tutti letto quello che c'è scritto su "La battaglia di Mag Tured", in fondo.» commentò Ginny mentre Ron la fissava ansioso, «Non abbiamo collezionato i numeri del Quibbler, in questi anni. Quindi la cosa migliore da fare sarebbe andare alla sede del giornale e parlare con il Direttore,» concluse. L'ansia negli occhi del fratello si era trasformata in terrore.

«C-con il Direttore?» balbettò Ron, come scioccato.

«Mi pare un'ottima idea, Ginny!» ribadì Hermione. Poi si girò verso Ron e notò la sua paura. Sospirò. «Oh Ron... non sarà quell'enorme tragedia...»

«Parla per te...» replicò il ragazzo trattenendo a stento un brivido. «Io non vengo. Se volete proprio andarci... può andarci Malfoy. Semmai con qualcun altro.»

Ron rabbrividì di nuovo--Luna Lovegood. Non aveva alcuna intenzione di rivederla, non voleva ricordarsi della figuraccia che aveva fatto, involontariamente, alcuni anni prima. Involontariamente... che bugiardo che era!

Al suo settimo anno, Luna si era presentata al tavolo dei Grifondoro, a San Valentino. Gli aveva portato un cappello per la divisa da Quidditch (un cappello assai buffo, a dire il vero, con un fiore dotato di bocca dalla quale uscivano dei cuoricini... avrebbe preferito morire che indossarlo!) e gli aveva confessato di essere innamorata di lui, da parecchio tempo. Lui era rimasto spiazzato dalla dichiarazione; non che fosse molto difficile capirlo anche da soli... Ron era probabilmente l'unico deficiente che non se ne fosse ancora accorto. Perfino Harry l'aveva capito e glielo aveva detto, poco dopo. Ma lui era stato così imbecille... si era fatto prendere dal nervosismo... e aveva parlato senza collegare la bocca al cervello.

«Ch-che cosa ti fa pensare che potrei amare una come te? N-non scherziamo!» le aveva detto, davanti a tutti, ridandole indietro il cappello.

Si era subito pentito delle sue parole, appena aveva dato un'occhiata accanto a sé e aveva notato come i suoi amici lo stessero osservando; Harry era inorridito, Ginny e Hermione avevano messo una le mani nei capelli l'altra sulla bocca, Neville aveva spalancato gli occhi come se avesse appena assistito a un omicidio...

Era vero, lui non amava Luna. Non avrebbe mai potuto amarla perché... non era Hermione. Tuttavia, quando aveva visto lo sguardo incredulo e pieno di orrore che lei gli aveva rivolto... gli era crollato il mondo addosso. Luna era andata via piangendo, i suoi compagni avevano continuato a guardarlo con muto rimprovero, i Serpeverde avevano sghignazzato, dal loro tavolo... Lui... si era sentito un verme...

Da allora non aveva più voluto incontrarla. Quando si era alzato, poco dopo, per raggiungere la sua prima lezione aveva notato per terra il cappello che Luna gli aveva voluto regalare... era tanto il senso di colpa che provava in quel momento che si era fermato apposta, l'aveva raccolto... l'aveva pure indossato alla partita successiva--il che era stato un grosso problema per il suo orgoglio, perché ogni volta che la folla esultava il fiore sputava cuoricini--ma Luna non l'aveva notato, non c'era alla partita.

Lui l'aveva evitata accuratamente per tutto il resto dell'anno scolastico e anche quando erano tornati alla Tana... per fortuna che Ginny aveva capito come fosse la situazione, e invece di invitare Luna da loro, se ne andava spesso dai Lovegood a trovarla.

Poi, era riuscito a dichiararsi finalmente a Hermione. Si erano sposati... la Mamma aveva voluto invitare anche i Lovegood alla festa, ma Luna non era venuta--aveva messo come scusa di essere molto impegnata con un articolo per il Quibbler--e lui aveva respirato. Non voleva rivederla... non avrebbe saputo che cosa dirle, si sarebbe sentito di nuovo un verme.

D'altro canto, avrebbe voluto rivederla un giorno, per chiederle scusa. Voleva che lo perdonasse per quello che le aveva detto, come aveva potuto insultarla in un modo tanto insensibile? La verità era che aveva pensato troppo tardi a quello che stava dicendo. Non avrebbe MAI voluto dirle che non poteva amare 'una come lei'. Chi era lui per dirle una cosa del genere, dopo che per anni tutti l'avevano presa in giro perché 'era strana'? Cioè... non era quello che lui intendeva... non voleva ferirla, sul serio.

La verità è che era un ipocrita. Si era messo a fare la paternale a Harry, insultandolo per aver ferito i sentimenti di Ginny... quando in realtà anche LUI non si era comportato meglio. Era davvero un ipocrita...

«Ron, che cos'hai al posto del cervello questa mattina?» ribatté Hermione osservandolo seccata. Lui ricambiò lo sguardo con aria interrogativa: che cosa aveva detto di male adesso? «Come pretendi che Malfoy vada alla sede del Quibbler? Quante volte devo ricordarti che è ricercato? No... devi andarci tu, Ron, assieme a Harry.»

«Non ne ho alcuna intenzione!» la interruppe lui mentre le sue orecchie diventavano ancora più fluorescenti del solito.

«Ron... non devi preoccuparti per Luna. Verrò anch'io, se vuoi, ma devi andarci.» stabilì Hermione.

«N-non c'è bisogno che vieni anche tu... sul serio...» balbettò Ron e si alzò, non riuscendo più a sostenere il suo sguardo. Si mise nervosamente le mani in tasca, poi le passò sulla tunica, senza sapere più dove infilarle. Poi si schiarì la voce e, senza guardare più nessuno, si allontanò verso le scale.

§§§

Dopo la dipartita di Ron, tutti i presenti avevano deciso che la seduta era sciolta, e si erano affrettati, chi in cucina a preparare il pranzo, chi in camera a prepararsi. Hermione stava ancora discutendo animatamente con Ron; Harry li sentiva da lì sotto beccarsi e rimbrottarsi su perché e per come Ron dovesse accompagnarli alla sede del Quibbler e per quale motivo Hermione volesse venire anche lei e così via.

'La pianteranno mai, quei due?' pensò Harry, stremato. Lui era rimasto in biblioteca, seduto sempre sulla stessa sedia dove si era messo prima. Aveva sfogliato svogliatamente "La Battaglia di Mag Tured", scorrendo con gli occhi le pagine senza davvero leggere quello che c'era scritto nelle terzine.

In realtà, non aveva voglia di alzarsi, né di fare nulla. Sentiva ancora il bruciore sulla guancia--dopo il secondo schiaffo che Ginny gli aveva mollato a seguito delle sue insinuazioni il dolore era tornato ancora più forte di quando Sirius gli aveva mollato la prima sberla.

Come aveva potuto essere così stupido? Perché parlava sempre senza collegare prima il cervello? Spiare andava bene... era sbagliato ma, in fondo, non c'era niente di male... Però andare anche a DIRE di aver spiato, quello si che era da idioti.

Mentre Harry rifletteva su quanto fosse stato imbecille, iniziò a sentire con fastidio che qualcosa scivolava facendogli il solletico sul collo. Mosse una mano per fermare la goccia che, di sicuro, era di nuovo sfuggita dai suoi capelli, ancora umidi. Ma, con sua grande sorpresa, si accorse di non essere bagnato in quel punto.

Subito dopo sentì dall'altra parte della nuca sempre lo stesso, fastidiosissimo, tocco... e passò di nuovo la mano nel punto incriminato. Finalmente, con la coda dell'occhio, colse che cosa gli stesse procurando tutto quel fastidio: era una mosca. Harry sospirò e tornò a guardare con enorme interesse la libreria di fronte a sé, muovendo ogni tanto le mani per scacciare il fastidioso insetto. Sembrava avesse deciso di prenderlo di mira, dannazione!

Mentre spostava le mani per scacciare da ogni dove l'insetto, si ritrovò a toccare qualcosa di umido. Con sorpresa sentì che la mano gli si fermava su una cosa morbida, e poi urtava un oggetto duro, come di coccio, che si spostava rumorosamente, avvicinandosi al bordo del tavolo. Harry allargò gli occhi e spostò lo sguardo; si, era vero. Ginny aveva lasciato lo straccio con l'impiastro che Hermione aveva preparato sul tavolo... se n'era scordato.

'Beh, meglio utilizzarlo, visto che c'è,' pensò Harry con una smorfia. 'Cerchiamo di renderci come minimo presentabili, non posso andare alla sede del Quibbler in questo stato...' rifletté poi. La sua mano si avvicinò, rapida, alla pezza e al contenitore pieno di infuso e, dopo avervi intinto il panno, se lo strinse alla guancia. Subito iniziò a sentire un certo sollievo, e ringraziò mentalmente Hermione.

«RON HO DETTO CHE VENGO, E IO VENGO. MA VIENI ANCHE TU, DIAVOLO!» la sentì urlare. Sbuffò: quei due non avrebbero mai smesso di litigare...

Rimase a osservare il vuoto stringendo la pezza alla guancia per diversi minuti. Il corso dei suoi pensieri ritornava pericolosamente sugli eventi di quella notte mentre gli occhi gli diventavano sempre più pesanti. Alla fine sentì se stesso abbassare la testa di scatto e socchiudere gli occhi, e si sforzò di spalancare gli occhi e restare sveglio. Non era di certo il momento giusto per dormire...

A un certo punto, notò che la mosca di poco prima si era posata in un punto poco più avanti a lui, sul tavolo, dove aveva deciso di puntare lo sguardo per non addormentarsi, e aveva iniziato a camminare. Come incantato, Harry continuò a fissare l'insetto, che si avvicinava ad andatura irregolare alla sua mano e poi cambiava direzione, fermandosi poco più avanti.

'Sono un idiota...' pensava nel frattempo. 'Mi sono ripromesso di conquistare di nuovo Ginny e invece che cosa faccio? La insulto e le faccio una scenata di gelosia. Complimenti Harry, ben fatto... se prima aveva solo deciso di lasciarti, ora ti detesta proprio...' rifletté, mentre gli echi della conversazione di poco prima gli rimbombavano nel cervello, come ronzii fastidiosi.

La mosca, dopo aver trovato il posto giusto dove arrestarsi, aveva iniziato a strusciare le zampine anteriori una contro l'altra, pompando con la proboscide sui resti dei biscotti che Ginny aveva lasciato lì il giorno prima.

«Mai avrei potuto immaginare che ti mettessi a spiarmi, Harry Potter...» questo aveva detto Ginny. Il modo sprezzante con cui aveva pronunciato il suo nome e il suo cognome, il modo in cui i suoi occhi si erano induriti, la sottile linea che le aveva corrugato la fronte; tutto gli faceva capire quanto fosse stata furiosa.

La mosca aveva alzato le alucce, e aveva iniziato a strofinare l'ultima fila delle zampe posteriori su di esse, curando di spostarsi e di ripulirne ogni piccola parte. Per un attimo Harry si chiese come mai un insetto ritenuto tanto sporco dovesse curare così tanto la propria pulizia...

«Come ti permetti, stronzo!» Era la prima volta da quando la conosceva che sentiva Ginny dire una parolaccia. Era davvero riuscito a ferirla parecchio... ripensò alle lacrime che aveva cercato di trattenere, a come disperatamente si era buttata tra le braccia di Draco... Draco...

«E' un bene che tu abbia sentito, almeno finalmente hai capito quanto fai schifo...» gli aveva detto. Faceva schifo? Faceva davvero così schifo? Ma... lui non aveva davvero voluto spiarli. Era capitato lì per caso... però... non se n'era andato. Era rimasto lì a sentire... e non era intervenuto. Forse avrebbe dovuto entrare, cercare di parlare con Ginny in quel momento, chiederle spiegazioni... se l'avesse fatto... se l'avesse fatto...

«Non erano cose che ti riguardassero!» «Quella era una conversazione privata...» «Mai avrei potuto immaginare che ti mettessi a spiarmi Harry Potter...» «Roba che, in ogni caso, Potter non avrebbe dovuto sentire.» Le frasi di Ginny e Draco gli roteavano nel cervello, senza sosta. Scosse il capo strizzando gli occhi e appoggiando le mani contro le tempie. No... non avrebbe potuto entrare in quella stanza. Se l'avesse fatto Ginny sarebbe stata ancora più sconvolta, Draco ancora più infuriato... non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione, sul serio.

La mosca continuava la sua opera di pulizia. Dopo aver ripulito le alucce, aveva iniziato a passare le due zampette medie contro le ultime due, per riordinarle.

Harry continuò a fissarla, come incantato, ipnotizzato. Poi, all'improvviso, una mano gli passò davanti agli occhi. Dovette sbattere le palpebre due o tre volte prima di rendersene conto coscientemente. La mosca, disturbata da quel gesto, si allontanò alzandosi in volo. Harry la guardò volar via quasi con dispiacere.

«Potter, che fai, tieni compagnia alle mosche?» la familiare voce di Draco sbiascicò nel suo orecchio destro. «Devo dire che la cosa non mi stupisce, in fondo siete molto simili... entrambi amate molto sguazzare nello sterco...» gli continuò a sibilare nell'orecchio. Lo sguardo di Harry si indurì, sbatté una mano sul tavolo e si alzò, di scatto, spostando la sedia con fragore.

«Chiudi quella boccaccia, Draco...» gli sibilò in risposta, spostando lo sguardo fino a puntarlo diritto negli occhi grigi del ragazzo. Il biondino ricambiò l'occhiata, senza il minimo turbamento, dopo essere indietreggiato di un paio di passi.

«Perché dovrei farlo, Potter? E come mai così all'improvviso hai deciso di chiamarmi per nome? E' una cosa che mi sto chiedendo da questa mattina...» gli rispose, puntando le braccia al petto. Il modo in cui lo fissava, sbattendo la punta del piede destro sul pavimento ritmicamente, iniziò a dargli fastidio.

«Non ti interessa,» gli borbottò in risposta, continuando a fissarlo con aria di sfida.

«Trovo che non ci sia niente di male, in fondo.» La ferma voce di Hermione risuonò alla loro destra, costringendo entrambi a girarsi in quella direzione.

«Che vuoi dire, Granger?» chiese Draco, fissandola un po' allibito. Hermione gli si avvicinò e l'osservò, molto seria, negli occhi.

«Beh, penso che se vuoi davvero far parte del nostro gruppo, Mal-ehm, Draco... dovresti iniziare a chiamarci per nome. Inoltre vorrei incidentalmente farti notare che non dovresti più chiamarmi Granger. Sono la moglie di Ron, quindi penso tu debba chiamarmi Weasley, non trovi?» replicò mentre gli occhi di Draco si allargavano per lo stupore.

Il ragazzo sembrò riflettere non poco sulle sue parole. Abbassò lo sguardo e si passò una mano sui capelli, fino a raggiungere la nuca, dove la lasciò rimanere un po' più a lungo. Harry notò come Draco si stesse mordendo il labbro... era un particolare a cui non aveva mai fatto caso. Non che avesse mai prestato attenzione a quello che facesse Draco quando era nervoso, o rifletteva, ma il particolare gli saltò agli occhi in quel momento, chissà perché.

«Ci... ci sono... troppi Weasley, in questa casa...» mormorò tra i denti lui, provocando una smorfia divertita sul volto della ragazza. Hermione lo guardò di nuovo, poi si girò verso Harry e il suo sguardo assunse un'aria contrita.

«Harry... che ci fai ancora così combinato? Dobbiamo andare a parlare con Luna il prima possibile, lo sai... Ron ha deciso di non venire. Gliel'ho chiesto un sacco di volte ma non ha mai voluto sentire ragioni. Ti accompagneremo Sirius ed io, Ginny rimane qui per preparare il pranzo,» lo informò. Harry annuì impercettibilmente, e Hermione fece per andarsene. Poi, all'improvviso, qualcosa non quadrò nel ragionamento del ragazzo.

«No, aspetta un attimo,» obbiettò. «Ginny rimane sola con... Draco?» chiese, puntando di nuovo il suo sguardo negli occhi grigio-azzurri del ragazzo di fronte a lui, che lo ricambiò con un ghigno ironico.

«Beh, non proprio *sola*... ha detto Ron che vuole approfittarne per parlarle... quindi suppongo che non sarà sola, Harry...» cercò di convincerlo lei, ma gli occhi di Harry erano di nuovo duri, e freddi. Di nuovo quella smorfia così simile a quella di Draco gli distorceva le labbra.

«Sola o non sola, non ce la lascio nella stessa casa con... lui... mentre io me ne vado,» stabilì, indicando Draco con un cenno del capo.

«Harry, qualcuno deve preparare da mangiare, purtroppo... e se io devo accompagnarti-» iniziò Hermione, ma Harry la interruppe.

««PUO' PREPARARE DA MANGIARE RON, PER UNA VOLTA, VISTO CHE SI SPAVENTA TANTO A VENIRE, OPPURE...» spostò lo sguardo, furioso, verso Draco, «PER UNA VOLTA IN VITA SUA PUO' PROVARE A CUCINARE SUA MAESTA' ILLUSTRISSIMA QUI PRESENTE... PERCHE' DEVE CUCINARE SEMPRE GINNY, NON E' LA SERVA DI NESSUNO!» urlò. Draco sogghignò alle sue parole. Hermione sbuffò, ma Draco fu più rapido di lei...

«Primo: se IO cucinassi ci ritroveremmo tutti a San Mungo in precarie condizioni di salute, Pot-ahi-Harry,» sibilò, correggendosi nel sentire la scarpa di Hermione pestargli dolorosamente le dita del piede sinistro. «Inoltre... da quando in qua ti curi così tanto dei sentimenti di Ginny? Mi pare che poco fa te ne stessi fregando altamente!» concluse, agitando in aria il piede che Hermione gli aveva pestato. Distorse la bocca in una smorfia divertita; lo sguardo di Harry si indurì ancora di più, se possibile.

«Senti chi parla. Tu sei sempre stato il primo a fregartene dei sentimenti degli altri, a insultare Hermione chiamandola Mezzosangue, e augurandoti che morisse almeno una cinquantina di volte al giorno, a Hogwarts.» gli replicò, tra i denti. Lo sguardo di Draco si accese mentre i suoi occhi pallidi diventavano piccole fessure sul suo volto.

«Le persone cambiano, Pot... ehm, Harry.» si corresse, lanciando un'occhiata preoccupata alla mano di Hermione che si era pericolosamente avvicinata al suo braccio.

«Non mi pare che tu fossi cambiato molto, M-Draco. Almeno fino al giorno in cui sei arrivato qui, prima che Sirius stabilisse le regole... continuavi a chiamarmi in quel modo.» gli fece notare lei. Draco respirò più pesantemente, mordendosi il labbro più forte di prima.

«Lo so questo. Resta il fatto che... tu non sei la donna che io sostengo di amare, no?» le rispose lui, fissandola con aria di sfida e alzando un sopracciglio. Hermione sospirò.

«Beh, certo...» fu costretta ad ammettere. «Però preferirei che mi chiamassi Hermione. Sentirti chiamare chiunque 'Weasley' non è molto piacevole, Draco.»

«Non posso promettere di riuscirci,» concluse lui.

«Resta il fatto che non lascio Ginny in questa casa assieme a Draco senza che io sia presente,» riprese il discorso Harry. Hermione alzò lo sguardo al soffitto, sbuffando, e incrociò le braccia sempre più spazientita.

«E' possibile che dopo aver litigato mezz'ora con Ron debba perdere altrettanto tempo a discutere con te, Harry? Da quando sei diventato così? Non eri tanto infantile nemmeno a undici anni!»

«Non è questione di essere infantili o meno...» replicò lui. Ma Hermione lo osservò, ancora più dura, e lo zittì. Harry si passò una mano dietro la nuca e sbuffò.

«E' questione di essere infantili. Ora lascia perdere le tue ripicche stupide, ti prego, e vatti a dare una sistemata. Non puoi venire così,» gli fece notare, dandogli una rassettata alla tunica, che pendeva verso destra. Harry lanciò un'altra volta un'occhiata a Draco, spostò lo sguardo verso Hermione, e sbuffò di nuovo. Poi deglutì e si incamminò con decisione verso le scale.

Nota dell'autrice:
Eccoci qui, finalmente :) capitolo 16!

Ormai è chiaro dove si trovi la Torcia eh? Devo dire che molti di voi hanno indovinato. Bene, bene... ho lettori che amano il Fantasy :) cosa buona e giusta.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. E' stato un po' complicato da scrivere, anche per colpa dell'influenza, a fine luglio -.-; del mal di schiena che ha seguito l'influenza... e di un blocco che ho avuto perché non mi piaceva come aveva scritto un pezzo... beh ma per fortuna tutto è bene quel che finisce bene =)

 

 

Bene bene... ora passiamo a rispondere ai commenti: pochini questa volta, qui su EFP :( (Che cosa vuoi farci, la gente preferisce andare al mare che restare nei sotterranei di Hogwarts a leggere questa roba... Nd Severus) Oh ciao Severus... questa volta niente Sirius? (Pare di no, sono riuscito a liberarmene prima! Nd Severus) Beh, peccato... però dai, almeno non litigate. Mi aiuti a rispondere ai commenti? (se proprio insisti -.-; Nd Severus) Tagliala corta, che sei venuto apposta! (Non accetto queste insinuazioni, signorina. Nd Severus) Vabbè...

Cloe: mi dispiace di averti fatto aspettare una settimana in più. Ma purtroppo la schiena... (troppe sortite nei sotterranei di Hogwarts fanno male, signorina. E poi... io ti volevo dare una delle mie pozioni contro l'influenza e il mal di schiena, sei tu che non l'hai voluta Nd Severus) (Ma vorrei pure vedere, Sev! C'era una zampa di ragno e una coda di topo dentro... Nd Kagome disgustata) (però faceva bene... Nd severus) (BLEARGH! Nd Kagome) Cmq... sono contenta che la mia fic ti abbia fatto cambiare idea sulla coppia Ginny/Draco :)

LadyOfShadow: grazie per la recensione! Sono contenta che la storia ti piaccia :) spero che anche questo capitolo ti piacerà (OVVIO che le piacerà. Un capitolo dove Potter fa una tale figura di... mhhhh non posso abbassarmi a proferire quella parola... è sempre un capitolo gradito. Ah, signorina... ti ho aggiunto due punti alla tua casa per come sei riuscita a far tradire Potter Nd Severus) (*_* GRAZIE SIGNORE! *_* com'è buono lei... Nd Kagome)

Mikisainkeiko: (SAVVY?!?!? Nd Severus) (Sev, dai, non fare così... Nd Kagome) (HA DETTO CHE DEVO LAVARMI... Nd Severus) (Beh, ogni tanto ti suggerirei di farlo, Sev... soprattutto a queste temperature... Nd Kagome che storce il naso) (ma il mio è un fascino sporco... Nd Severus) (ehm... Nd Kagome)

Alewen: come vedi qui c'è qualche spoiler di troppo anche nel capitolo, e infatti avverto (chiamalo qualche spoiler di troppo... Nd Severus) (Beh, era necessario... Nd Kagome). Il problema è che quando hai letto qualcosa ti risulta difficile riuscire a frenare la lingua, soprattutto se devi fare battute. Comunque so che su internet gira una copia tradotta del libro, quindi penso che chiunque ormai possa riuscire a leggerlo! (Severus si Smaterializza per andare a parlarne con la Rowling... ops...)

shadewebmistress: Come vedi si :) L'Isola delle Mele ha MOLTI collegamenti con la Bradley, perché è Avalon ;)

Eli: Ehm... mi dispiace Eli ma questa volta Padfoot non l'ho trovat... (woff... Nd Padfoot che si trasforma) (SIRIUS! Sono i colpi da far prendere alla gente?????? Nd Kagome) (Beh... pare sia arrivato in tempo... Nd Sirius) (Eli, cambiando risposta... eccoti Sirius, gli ceno il posto :D Nd Kagome) Dunque.... se ben ho capito devo premere i tasti... come avrai notato, carissima Eli, non era Malfoy... ehm... Draco a leggere il Quibbler, ma la sua ragazza. Molto gentile Harry ad averci tolto i dubbi (è stato un deficiente cosmico Nd Kagome) (approvo, ma non dirglielo Nd Sirius). Sono felice che anche essendo uscito da Azkaban da poco riesca ad avere delle fan addirittura in Italia... (non gasarti, Sirius... Nd Kagome) (ne ho tutto il diritto Nd Sirius) (guarda che tra le lettrici ho fan anche io Nd Severus) (oh, sei tornato Sniv... ehm...okok, niente spoiler... Severus? Nd Sirius) (*glares* Nd Severus) (CALMATEVI! Nd Kagome che riprende il suo posto). Spero che ti sia piaciuto il capitolo, Eli ;) Sirius per piacere mettiti seduto a destra, Severus mettiti a sinistra... grazie Nd Kagome)

Pan_z: Dunque... (Padfoot ti chiedono l'autografo Nd Kagome) (il segno della zampa va bene? Nd Sirius) (perché, non sai scrivere, Black? Nd Severus) (*growls* Nd Sirius). Ehm... come hai visto, Pan, la Torcia si trova ad Avalon. però non hai tutti i torti per quanto riguarda Hogwarts... i nostri dovranno andare a Hogwarts a parlare con l'attuale Preside per chiedergli aiuto (MWHAHAHAHA Nd Severus) (TU che c'entri? Nd Sirius) (Beh, come sempre dovete elemosinare l'aiuto della gente, che grandi eroi che siete Nd Severus). *coughs*. Capirai poi perché :)

 

Appuntamento a tra due settimane (sperando di riuscirci...) con il prossimo capitolo, "Luna Lovegood".

PS: per quanto riguarda la risposta di Sirius "con l'autorità del pressoché unico surrogato di parente che ti è rimasto" rivolta a Draco, per chi non lo sapesse ma volesse lo spoiler (ATTENZIONE, SPOILER!)

 

 

In Order of the Phoenix veniamo a scoprire che Narcissa, la madre di Draco, faceva da ragazza cognome "Black". E' la cugina di Sirius... quindi Draco è, per forza di cose, il nipote di Sirius. Visto che non è suo nipote di primo grado ma di secondo, Sirius qui si definisce un "surrogato" di parente, intendendo che non è parente strettissimo... Non è l'UNICO parente (anche se è l'UNICO zio ^^; ); perché in realtà c'è ancora un'altra parente di Draco in vita e sana di mente, Nimphadora Tonks, la cugina di Sirius, figlia di Andromeda Black, la sorella di Narcissa (quindi cugina di primo grado di Draco). La conoscerete nella fic tra un po' :D

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Capitolo 17
*** Capitolo 17: Il Ricatto di Luna ***


Le Nebbie della Memoria.


Scritto da Giulia "Kagome" kagome@tiscalinet.it.
Pubblicato il 5 Ottobre 2003
Beta-letto da: Megabyte, Aramis, ChaDo e Poggy. Ringrazio Aramis ed Esus per l'enorme aiuto in fase di raccolta delle informazioni necessarie per la definizione del plot. :-* grazie!

Disclaimer:
Harry Potter e Draco Malfoy non appartengono a me, ma a J.K.Rowling, e a vari editori tra i quali Bloomsbury, Scholastic, Warner Bros, Salani e così via. Mi piacerebbe se fosse il contrario, soprattutto per il biondino… però, mondo crudele, questa è la vita ^^.

Capitolo 17: il Ricatto di Luna.


Draco osservava senza troppo interesse la folla di Babbani che si muoveva nelle strade sottostanti. Era salito di nuovo sulla terrazza del palazzo, e continuava a fissare il terreno sette piani più in basso, incurante del vento gelido che gli scompigliava i capelli, già stravolti, e che s‘infiltrava nella sua veste da camera, penetrandogli nelle ossa.

Potter... come aveva potuto? Non gliel’avrebbe mai perdonato, anche se non riusciva a rendersi conto di che cosa gli desse proprio così tanto fastidio. I Babbani nelle strade sottostanti erano rumorosi e fastidiosi, come al solito. Il suono dei clacson di quei buffi autobus a due piani... ridicoli se comparati con il Nottetempo... gli giungeva all’orecchio come qualcosa di estraneo e sgradito. C’era traffico... chissà che ragione aveva tutta quella gente di andarsene in giro a quell’ora del giorno, e fare tutto quel rumore mentre lui stava riflettendo.

Forse quello che gli dava fastidio era che Potter avesse ascoltato una sua conversazione privata? Uhm... no, non era una ragione abbastanza valida. Non gli avrebbe dato così tanto fastidio, forse, se fosse solo stata una conversazione. Ma in realtà, quello che gli bruciava, era che Potter avesse visto qualcosa che lui non avrebbe mai mostrato a nessuno. Oh beh, non proprio a nessuno, in effetti... ma nel caso di Ginny si trattava di un patto che aveva accettato di sua spontanea volontà.

Sobbalzò quando percepì una mano sulla sua spalla. Si girò di scatto, abbandonando per un momento il caos del traffico mattutino londinese, e i suoi occhi grigi incontrarono lo sguardo severo di Sirius. Sospirò.

«Draco...» disse l’uomo. Il ragazzo sospirò più forte e fissò il suo interlocutore.

«Possibile che oggi abbiate tutti deciso di chiamarmi per nome, all’improvviso? E’ una mania?» sibilò tra i denti, tornando a distogliere lo sguardo, puntandolo sulla strada affollata nel quartiere sottostante.

«Temo che dovrai abituarti. Dovendo restare nel gruppo, in fondo, sarebbe stupido continuarti a chiamare con un cognome che potrebbe metterti nei guai», gli rispose l’uomo, accigliandosi; Draco sbuffò ancora, rivolgendo un’altra volta lo sguardo al traffico sottostante. Un autobus aveva cercato di superarne un secondo, fermo al capolinea, e per farlo era andato a sbattere contro un’automobile. L’autista di quest’ultima e il conducente dell’autobus stavano litigando a gran voce.

«Perché i Babbani non riescono mai a fare silenzio?» bofonchiò, infastidito dall’incrementare di urla. Sirius fece spallucce, dando anch’egli un’occhiata a che cosa stesse producendo tanto rumore. Ora i clacson delle macchine che si trovavano dietro il luogo dell’incidente avevano preso a suonare all’impazzata, e le voci dei due litiganti si erano alzate, per sovrastare il rumore.

«Non ne ho idea», sospirò di rimando. Ma subito dopo si accigliò; non era venuto a parlargli del traffico babbano, in fondo. «Che ci fai qui a quest’ora?» gli chiese.

«Riflettevo», rispose il ragazzo, spostando di nuovo lo sguardo, ora interrogativo, verso di lui. «In fondo ormai abbiamo stabilito che bisogna parlare con Lovegood, quindi è inutile continuare a cercare. Che ci sto a fare in biblioteca?»

Sirius pensò che il ragazzo aveva ragione. Certo, però, vederlo nello stesso posto dove, fino a qualche ora prima, si stava disperando Harry... quasi nella stessa posizione... oh, già, Harry. Se ne stava dimenticando, eppure era il motivo per il quale aveva salito sei piani di scale per cercare Draco. L’uomo si scostò un po’ da dove si trovava, affiancandosi al ragazzo e appoggiando le braccia al parapetto del terrazzo. Rimase qualche secondo in silenzio, osservando anche lui il traffico babbano, la volante della polizia che era appena arrivata e i due poliziotti che stavano mettendo pace tra i due litiganti.

«Riflettevi... su cosa?» gli chiese, infine.

«Non ti riguarda», ribadì Draco, continuando a fissare il traffico sotto di loro. I due uomini sembravano così piccoli da quell’altezza che le loro voci, mentre discutevano con la polizia, sembravano solo un fastidioso eco in lontananza.

«Ginny?» gli chiese l’uomo. Draco si bloccò e, senza rispondere, continuò a fissare la strada sottostante. Sirius sospirò. «Hai pensato al fatto che Harry ti ha salvato la vita? Come puoi rubargli la ragazza, avendo un debito d’onore con lui?» gli chiese infine. Era da quando aveva parlato con Harry e poi aveva visto la reazione di entrambi che avrebbe voluto chiederglielo. In cuor suo già sapeva la risposta, ma voleva sentire che cosa gli avrebbe detto lui.

«Io non ho rubato la ragazza di nessuno», sentenziò Draco, distogliendo lo sguardo dalla strada e posando due fermi e duri occhi grigio-azzurri sul volto del suo interlocutore. «Poi, sto già facendo abbastanza per ripagare il mio debito, mi pare. Non mi sembra che nelle tue maledettissime regole ci fosse anche la clausola “non avere una vita”», finì, continuando a fissare Sirius, piuttosto accigliato. L’uomo sfoggiò un ghigno malinconico e sostenne con ironia lo sguardo del ragazzo.

«No, questo è vero. Certo, ti si potrebbe rispondere che in fondo anche noi stiamo aiutando te, mettendoti un tetto sulla testa e impedendo ai Dissennatori di catturarti. Ma non è questo il punto. Ginny stava con Harry fino a ieri; da qualunque parte tu voglia vederla, chiunque direbbe che stai tradendo la fiducia di colui al quale sei legato da un debito d’onore...»

SBAM!

Sirius si bloccò al suono della manata che il ragazzo aveva sbattuto contro il parapetto a cui erano appoggiati. Draco lo fissava con rabbia, come se fosse pronto a esplodere entro pochi secondi.

«So benissimo che stare con voi ha i suoi vantaggi, nella mia posizione, Black. Se non lo sapessi, non mi sarei fermato, non sono né stupido né tanto meno masochista. Vorrei però mettere in chiaro un paio di cosette»; il suo sguardo si indurì mentre gli puntava un dito contro. «Prima di tutto quando Ginny è venuta da me aveva già lasciato Potter. Quindi io non ho rubato la ragazza di nessuno, se Potter è così scemo da perderla, non posso essere il suo angelo custode, debito d’onore o meno. Soprattutto...» fece una piccola pausa, distogliendo di nuovo lo sguardo e puntandolo un’altra volta sul traffico sottostante. «Soprattutto perché Potter ha ascoltato una mia conversazione privata con Ginny. E questo mi dà molto fastidio», rivelò a fatica, pesando con cura ogni parola.

«Non penso che Harry sia stato felice di ascoltare quella conversazione», gli fece notare Sirius. Il ragazzo fece spallucce e continuò a osservare il traffico sottostante, che aveva ripreso a scorrere visto che i due litiganti avevano trovato un’intesa e se n’erano andati. «Almeno quando gli ho parlato era piuttosto sconvolto, e anche prima, giù, con gli altri, non sembrava fare i salti di gioia».

«E perché tutto ciò dovrebbe interessarmi?» sibilò Draco, lanciandogli un’occhiata velenosa. «Era una conversazione che lui non avrebbe dovuto sentire. Se ha voluto origliare e il contenuto l’ha tanto sconvolto...» fece una pausa mentre le sue guance cambiavano colore e il suo imbarazzo diventava evidente, «non vedo che cosa c’entri io. Sono in debito con lui, è vero... ma questo non vuol dire che debba fargli da baby-sitter». Più parlava, più il suo sguardo diventava duro e la sua voce si inaspriva.

«Dì la verità. Ti ha dato fastidio che Harry abbia sentito quel discorso... solo perché era una conversazione privata?» gli chiese Sirius, tornando a posare lo sguardo su di lui. Per osservarlo meglio l’uomo si spostò, muovendo il mento dal perno di una mano all’altra e appoggiandovi infine la guancia destra.

«La verità non esiste, Black», fu la sibillina risposta. Sirius sorrise a quelle parole e si spostò, stendendo le braccia in avanti per stiracchiarsi. Poi tornò a guardarlo, da dietro, posando una mano sul parapetto ma non sporgendosi più.

«La verità, forse, si chiama Marion?» gli chiese. Draco si girò di scatto, un lampo rabbioso gli attraversò gli occhi. Il sorriso di Sirius si allargò. «Caspita, per essere qualcosa che non esiste provoca una bella reazione...» lo schernì, ridacchiando nel notare quanto le sue constatazioni avessero fatto infuriare il ragazzo.

«Non ti interessa», ribadì Draco, staccandosi dal parapetto. Iniziò a tamburellare con le dita sul muro, poi non resistette più e si girò, incamminandosi verso la porta per tornare all’interno dello stabile.

«Non c’è niente di male ad aver amato qualcuno, sai? A soffrire se lo si è perso...» Draco si girò verso Sirius a quelle parole. L’uomo aveva stretto i pugni, e stava guardando un punto fisso sul pavimento, il suo corpo sembrava quasi tremare per una rabbia impossibile da contenere. «A rimpiangere di non averlo potuto salvare...» il discorso e soprattutto l’occhiata di Sirius, lo colsero alla sprovvista. Sussultò e distolse lo sguardo, ma il dolore che aveva letto negli occhi scuri dell’uomo di fronte a lui, l’aveva colpito.

«Che ne sai, tu...?» gli chiese, con amarezza. Che ne sapeva lui di che cosa potesse aver passato in quegli anni e, soprattutto, come poteva sapere... di Marion?

«Me l’ha detto Harry, questa mattina presto», gli riferì Sirius. Lo sguardo di Draco sprofondò ancora più in basso. Si avvicinò al parapetto e si mise seduto per terra, appoggiando la schiena contro il muro e nascondendo la faccia tra le gambe.

«Ha sentito proprio tutto, allora...» mormorò poi, senza alzare la testa. Sirius si mise seduto vicino a lui, e puntò un paio di occhi, molto seri, in quelli del ragazzo. Gli mise una mano sulla spalla, ma il ragazzo la scostò via. L’uomo sbuffò, un po’ contrariato: sembrava che nessuno gradisse essere consolato, quel giorno.

«Ha sentito tutto, si... almeno penso. E ne è rimasto scioccato. E’ rimasto scioccato sia da quello che hai detto tu, sia da quello che ha detto Ginny, non l’ho mai visto tanto sconvolto».

«Non voglio la sua pietà!» sibilò Draco, sempre più infuriato. Aveva sollevato il capo e lo stava fissando, di nuovo. Le mani, strette a pugno, tremavano come quelle di Sirius, un attimo prima.

«Non penso si tratti di pietà; non si prova rabbia per qualcuno che ti fa pena. Harry non prova pietà per te, è solo sconvolto che anche tu possa aver sofferto». Draco distolse lo sguardo, di nuovo, e rilasciò le mani.

«E’ tipico di Potter pensare di essere il centro dell’Universo e che nessuno possa avere problemi oltre lui», sentenziò, alzandosi e rimettendosi a osservare la strada sottostante. Sirius sospirò e si alzò a sua volta.

In fondo, Draco non aveva tutti i torti... aveva potuto constatare lui stesso come il suo figlioccio a volte non stesse a sentire nessuno, e si concentrasse solo su se stesso. Quanti problemi avrebbero potuto evitare se Silente non fosse stato costretto ad andare a riprenderlo oltre il Velo... se Harry avesse usato lo specchio che lui gli aveva dato a Natale invece di continuare a usare il fuoco della professoressa Umbridge... ma Harry no. Era troppo concentrato su sé stesso per capire... e se n’era accorto quando era troppo tardi.

Anche lui avrebbe preferito risparmiarsi i mesi che aveva trascorso nell’angoscia, in quel luogo terribile, dopo aver già subito dodici anni di reclusione. Si domandò per quale motivo Silente avesse deciso di restare, che cosa avesse percepito di tanto importante... Ma, si disse, non l’avrebbero mai scoperto.

«Tutti hanno i propri difetti, Draco. Harry è un bravo ragazzo, ma sbaglia anche lui, non è perfetto».

«Peccato che creda di esserlo...» mormorò lui, di rimando, tra i denti. Sirius sospirò di nuovo e stava per rispondere quando si udì un lieve colpo di tosse. L’uomo osservò in direzione del suono, imitato subito da Draco, e vide Hermione che li stava osservando, davanti alla porta del terrazzo.

«Dobbiamo andare?» le chiese, e al suo cenno affermativo si riassettò gli abiti, sbattendo via la polvere che ci si era posata sopra quando si era seduto per terra. «Vai pure per prima, io vengo subito», le disse, aspettando che la ragazza se ne andasse prima di girarsi di nuovo verso Draco.

«Nemmeno io sono perfetto, Draco, neanche tu lo sei. Eppure, tutti ci sentiamo un po’ superiori agli altri, soprattutto quando abbiamo problemi. Non è compito tuo fare la predica a Harry. Piuttosto...» lo guardò, serio, e gli si avvicinò prima di continuare, «che cosa intendi fare con Ginny?»

Era anche questo un argomento che gli stava molto a cuore; per quanto volesse bene a Harry, dopo quanto era successo aveva anche lui capito che il ragazzo si era comportato male con lei. Sapeva che non poteva considerarsi tutta colpa sua: in fondo con il poco amore che aveva ricevuto fin da piccolo, era difficile che Harry riuscisse a rendersi conto di dove avesse sbagliato. Però restava il fatto che l’avesse fatta soffrire. Anche Ginny era una persona alla quale Sirius teneva, e avrebbe voluto evitarle, con tutto il cuore, una seconda delusione.

«Che intendi dire?» gli chiese Draco. Non gli piaceva che qualcuno gli facesse domande su argomenti così personali, era ovvio. Lo dimostrava il nervosismo inconscio che stava mostrando da quando aveva scoperto di essere stato spiato.

«Sai benissimo che intendo dire. Hai intenzione di fare sul serio? Oppure ti sei avvicinato a lei solo per far dispetto a Harry?» gli chiese. Il ragazzo gli lanciò un’occhiata obliqua.

«Ti pare che io, Draco Malfoy, vada a fare una cosa come avvicinarmi a una Weasley solo per far rabbia a Potter?» Gli lanciò un’occhiata disgustata, poi esitò, un lungo instante. «Non lo so. Non so nemmeno io che cosa voglio fare, dato che ti preme tanto saperlo. Con lei sto bene, è l’unica cosa di cui sono sicuro», concluse. Sirius gli lanciò una lunga occhiata prima di girarsi e incamminarsi verso la porta per entrare nello stabile:

«Capisco. Ricorda che stai giocando con il fuoco; attento a non scottarti», gli disse, lasciandolo solo.

§§§


«Questo sarebbe l’articolo?» disse una voce molto familiare, dall’altra parte delle fiamme. Una ragazza dai capelli bruni e gli occhiali raccoglieva, mortificata, dei fogli di carta da per terra e lanciava sguardi nervosi alla sua interlocutrice. Era di spalle; i lunghi capelli biondo sporco raccolti e tenuti assieme con qualcosa che Harry non riusciva a identificare. Ma visto di chi si trattava, il ragazzo suppose che fosse la sua bacchetta.

«Ehm si...» disse la ragazza bruna, cercando di assumere l’aria più contrita che potesse. Luna si girò e si avvicinò alla scrivania, sedendosi sulla poltroncina e appoggiando i gomiti sul tavolo, e il mento sulle mani.

«Non fraintendermi, non è un cattivo pezzo, non scrivi male. Solo... non è un articolo per il nostro giornale. I nostri lettori vogliono qualcosa che catturi la loro attenzione... gli estratti di filosofia li lascio alla “Gazzetta del Profeta”», sentenziò quindi.

«Però... come si fa a parlare di quanto sia o non sia morale usare gli incantesimi senza perdono... senza fare moralismo? Mi potrebbe concedere una seconda opportunità e darmi un argomento più... consono», ribadì la ragazza, un po’ confusa.

Luna non la stava guardando mentre parlava, i suoi grandi occhi grigi, come sempre, erano spalancati, assenti e guardavano altrove, come se la loro proprietaria non stesse prestando attenzione al discorso; questo sembrava infastidire la giovane giornalista. Sempre osservando la finestra dietro la sua collaboratrice, Luna sorrise e poggiò la schiena contro lo schienale della poltroncina, incrociando le gambe sotto il tavolo. Harry iniziò a chiedersi se lei si sarebbe mai accorta della sua presenza...

«Mia cara, il talento di un giornalista si vede da come riesce a rendere interessante e adatto al suo scopo anche il più noioso degli argomenti. Se vuoi davvero essere da “il Quibbler” devi saper trovare lo scandalo, la notizia, anche su argomenti a prima vista insignificanti. Noi siamo la concorrenza, non il giornale ufficiale...» le fece notare. Mentre parlava continuava a osservare un certo oggetto dall’altro lato della stanza, non la sua interlocutrice.

Harry notò all’improvviso che Luna sembrava aver fissato gli occhi nei pressi del camino, e prese a gesticolare, cercando di farsi vedere; dubitava che sarebbe servito a qualcosa, ma era sempre meglio tentare... Poi per una frazione di secondo, gli occhi della ragazza, che già erano spalancati, si allargarono ancora di più. «Ne riparliamo più tardi; ora vai», disse alla collaboratrice, liquidandola con un gesto di commiato.

«Ma signorina Lovegood... il giornale deve essere pronto per questa sera, se lei non mi dice come devo comportarmi non...» ribadì lei. Luna puntò gli occhi sulla sua interlocutrice; ma la osservava come avrebbe fissato un muro, o come avrebbe seguito una noiosa lezione di Storia della Magia a Hogwarts. La giovane giornalista sembrava sulle spine; forse non le piaceva sentirsi trasparente.

Subito, però, lo sguardo di Luna tornò a fissare le fiamme. Stette in silenzio a lungo, guardando il viso di Harry, quasi con meraviglia; o, almeno, questo era ciò che il ragazzo sperava che lei stesse facendo. «Ehm... signorina Lovegood?» chiese la collaboratrice, all’improvviso. Luna si girò a guardarla, strabuzzando gli occhi come se si fosse appena svegliata da un sogno, o avesse scordato del tutto la sua presenza nella stanza.

«Ah, sei ancora qui... Allora facciamo così. Fammi un articolo su quello che ti pare, basta che te ne vai», le disse, facendole di nuovo segno di uscire.

«Cioè... non mi dà una direttiva?» mormorò la ragazza ma, nel notare il nuovo invito a uscire dalla stanza, si affrettò a obbedire, borbottando qualcosa tra i denti.

Quando la porta si fu chiusa alle sue spalle, Luna si sciolse i capelli e iniziò a giocherellare con l’oggetto che li stava tenendo legati. Si, dev’essere la bacchetta, pensò Harry. Almeno non la mette più dietro l’orecchio... rifletté infine.

«Harry Potter», lo chiamò lei. Il ragazzo sussultò; la voce squillante di Luna l’aveva colto di sorpresa, dopo tutto quel silenzio. Rivolse lo sguardo verso la scrivania, e notò che la giovane si stava alzando, e si avvicinava al camino. L’aveva visto quindi, sospirò di sollievo. «Che ci fai qui?»

«Devo parlarti di una cosa urgente, Luna...» le disse lui. Da dietro il ragazzo Luna sentì una voce chiedere se avesse risposto, e sentì Harry annuire. Qualcun altro parlò, di nuovo, e Harry annuì una seconda volta.

«C’è Ronald con te?» gli chiese, prendendo una sedia da vicino la scrivania e mettendola vicino al camino, per mettercisi seduta davanti. Harry fece cenno di no.

«No, Ron non è qui. Ci sono Hermione e Sirius», le disse. La ragazza guardò altrove nel sentire il nome di Hermione, ma strizzò con forza gli occhi e tornò a fissare Harry.

«Perché mi cercavi?» gli chiese. Harry le spiegò in poche parole quello che avevano scoperto, omettendo ad ogni costo di fare accenni a Draco.

«Quindi, come capirai, avremmo bisogno di leggere quell’articolo. Chi ricorda di averlo letto non ha la più pallida idea di quale fosse il contenuto, né della ragione per la quale citasse quel libro», concluse lui.

Luna lo fissò come sempre, con sguardo spiritato, senza battere le palpebre. Era molto difficile capire che cosa stesse pensando, se fosse stupita oppure se quella fosse, come sempre, la sua normale espressione. Aveva imparato a capirla, nei tre anni che aveva passato a Hogwarts dopo averla conosciuta quel giorno sul treno, ma dopo tutto quel tempo non c’era più abituato. Si preparò a qualunque reazione, ma non si aspettava di sicuro quello che invece successe.

«No». Luna si alzò dalla sedia e la rimise a posto, poi si avvicinò di nuovo alla scrivania e si rimise seduta sulla sua poltroncina, iniziando a muovere con un dito un piccolo pendolo di moto perpetuo che si trovava sul tavolo. Il pendolo cominciò a emettere fiorellini; Harry non poteva credere alle sue orecchie.

«Ti rendi conto Luna? Si tratta di Voldemort... della Torcia...» disse, cercando di farle capire la gravità della situazione, ma la ragazza gli rivolse un’altra occhiata spiritata, continuando a giocherellare con il pendolo e aumentando a ogni colpo la forza con la quale lo muoveva. Più la velocità del pendolo aumentava, più grandi erano i fiorellini che se ne producevano.

«Capisco bene che si tratta di Tu-sai-chi. E capisco anche che si tratta della Torcia. Potrei anche aiutarvi... Però... non lo farò». Com’era possibile? Lei che aveva insistito per accompagnarli al Dipartimento dei Misteri, lei che...

«Perché?» le chiese. Luna lo fissò a lungo, e armeggiò con la bacchetta dietro ai capelli, utilizzandola di nuovo come fermaglio. Diede l’ennesima botta al pendolo, con più forza, e il fiore più grande che ne era scappato fuori mostrò i denti e divorò i resti di tutti quelli che si trovavano sulla scrivania, per poi sparire con una specie di ruggito. Harry osservò il pendolo, sconvolto.

«Ti sembra strano questo pendolo? Ti sembra strano che utilizzi la bacchetta per tenermi i capelli? Beh, si certo... guarda la povera, bizzarra, Luna Lovegood... lei è strana... lei fa cose che non fanno gli altri...» i suoi occhi avevano osservato un punto indefinito nella stanza mentre parlava. Non sembrava esserci rabbia nella sua voce, il tono era monotono e pacato, come sempre... ma forse si riusciva a percepire una punta di amarezza. Poi, i grandi occhi grigi della ragazza tornarono a fissarsi sulle fiamme, e si allargarono ancora di più. «Una come lei non può essere contattata ogni tanto, una come lei non può sapere come stanno i suoi amici. Ma una come lei, quando ci SERVE... allora la usiamo. Una come lei non ha sentimenti, è solo un oggetto...» recitò, come se fosse una filastrocca, le dita che avevano ricominciato a battere contro il pendolo che lanciava fiorellini; i fiori si ingrandivano sempre di più, e il cuore di Harry batteva più rapido. A ogni “una come lei” pronunciato da Luna il ragazzo sentiva le tempie pulsare sempre più forte. ‘Non potrei mai amare una come te!’ aveva detto Ron. Ma certo! Di nuovo il grosso fiore ruggì, dopo aver divorato i petali sul tavolo.

«Torno subito», le disse Harry. Lei fece un’alzata di spalle e si mise di nuovo a giocherellare con la bacchetta e i capelli.

«Che è successo?» gli chiese Hermione appena riemerse dalla fiamma della Polvere Volante. Harry sbatté le palpebre un paio di volte: doveva ancora riuscire ad abituarsi a quel modo di comunicare.

«Non vuole aiutarci. Temo... che ce l’abbia ancora con Ron», confessò il ragazzo, lanciando un’occhiata nervosa a Hermione.

«Assurdo... come si fa a pensare a una cosa così stupida quando c’è di mezzo Voldemort?» chiese Sirius, spazientendosi.

«Si vede che lei non la ritiene una cosa stupida, Sirius», fu la risposta di Hermione. La ragazza si alzò e lanciò a Harry un’occhiata preoccupata; si mise a passeggiare avanti e indietro per il salone, mentre i suoi passi rimbombavano nel vuoto della stanza. Lupin questa volta aveva collegato il Passaggio della Polvere al camino di una casa che era libera, perché in vendita. Poi all’improvviso si girò verso Harry, e prese un po’ di Polvere Volante in mano. «Lasciami parlare con lei», disse. Gettò la polvere nel fuoco, dicendo subito dopo “Il Quibbler” e infilando la testa tra le fiamme.

Stette parecchio tempo a discutere: Harry e Sirius non potevano sentire che cosa stesse dicendo, ma dal modo in cui si muoveva il suo corpo, i due compresero che la discussione era molto accesa. Alla fine, dopo una buona mezz’ora, il viso della ragazza emerse dalle fiamme. Sospirò e si alzò in piedi, ripulendosi la tunica dalla polvere e senza degnare di uno sguardo i due, che continuavano a fissarla.

«Dunque?» chiese Harry alla fine. Era troppo importante che Luna accettasse di aiutarli e cercasse il documento che gli serviva, dovevano riuscire a convincerla, in qualche modo.

«Ha detto che ci aiuterà», i due tirarono un sospiro di sollievo. «In realtà aveva già ordinato di far cercare l’articolo, prima che io ci parlassi. Però... vuole parlare con Ron, vado a chiamarlo», disse infine, allontanandosi con passo affrettato.

§§§



«Vuoi ancora tè, Ron?» gli chiese Ginny. Il ragazzo fece cenno di no e prese la tazza che la sorella gli aveva preparato sul tavolo qualche minuto prima, versandovi dentro appena una goccia di latte. Poi iniziò a mescolare il tutto e assaggiò per rendersi conto della temperatura: era ancora bollente, ma molto buono, Ginny non era da meno di sua madre.

«Hai lasciato Harry», iniziò il ragazzo, mentre soffiava sul liquido bollente. Ginny annuì, e si versò anche lei una tazza di tè, aggiungendoci molto più latte di quanto ne avesse messo Ron, finché il liquido non assunse una tonalità color crema.

«Non farmi anche tu la predica, ti prego!» gli chiese lei. «Per oggi bastano e avanzano i tentativi che ha fatto Harry, potrei impazzire...» Ron sospirò e tentò di nuovo di bere un sorso di tè.

«Se ti ha fatto soffrire, anche se ancora non riesco a capacitarmene, non sarò io a dirti che hai fatto male. Sai bene quanto voglio bene a Harry...» le disse. Ginny annuì e lui continuò, «ma ne voglio anche a te, lo sai». Ginny annuì per la seconda volta.

«Ti ringrazio», disse, sorseggiando ancora un po’ di tè. Sapeva benissimo che, in fondo, Ron si preoccupava solo per lei, e che aveva tanto caldeggiato la sua unione con Harry perché, volendo bene a entrambi, preferiva vederli uniti. Le faceva piacere che, almeno, lui stesse cercando di capirla; ma lo vedeva nervoso e preoccupato. Aveva aggrottato le sopracciglia e, come spesso gli succedeva quando era inquieto, la pelle del suo volto sembrava più pallida del normale, mettendo ancora più in evidenza le lentiggini.

«Però...»

«Però che?»

«Vorrei che tu... mi spiegassi una cosa», le disse. Lei bevve un altro sorso di tè, poi si alzò per prendere dai fornelli la teiera con altra acqua che stava bollendo e vi mise in infuso tre cucchiai di tè, posando la teiera sul tavolo e poi puntando lo sguardo sul fratello. Gli fece cenno di continuare; Ron sospirò. «Ti ho già detto che non ho niente in contrario che tu cerchi di avere la tua vita, e puoi stare con chi ti pare, non ti voglio forzare. Però... perché lasciare Harry... per metterti con Malfoy?»

«Draco», sottolineò lei, accigliandosi un po’.

«Insomma, lui...» si spazientì Ron. Già Hermione l’aveva ripreso tre volte per aver chiamato Malfoy per cognome. Se ora ci si metteva anche Ginny sarebbe giunto all’esasperazione in poche ore... «Io non discuto che Harry ti abbia fatto soffrire e che quindi sia giusto che tu l’abbia lasciato. Ma metterti con Malf... ehm, va bene... Draco... si tratta della persona che non ha fatto altro che rovinarci la vita per sette anni, a Hogwarts. La persona che ha offeso ripetutamente Hermione dandole della ‘Mezzosangue’ e che ha spesso insultato anche me e te. Come puoi essere sicura che lui non ti ferirà, forse anche più di quanto abbia già fatto Harry?» le chiese. Ginny non lo guardò subito, ma si mise a controllare che l’acqua si fosse già abbastanza impegnata di tè. Scosse la testa e rimise il coperchio alla teiera. Poi, si già verso il fratello e lo osservò con un cipiglio molto serio negli occhi castani.

«Non capisco», gli disse. Vide Ron sospirare e cercare di riprendere il discorso, ma prima che potesse farlo, lei scosse il capo. «No, capisco benissimo quello che vuoi dire, Ron. Ma non capisco chi vi abbia fatto pensare che io mi sia messa con Draco», disse, incrociando le braccia al petto. Ron iniziò a torturarsi le mani, e distolse lo sguardo, mentre le orecchie gli si coloravano di una leggera tonalità rosa.

«Beh... hai dormito con lui...» balbettò il ragazzo, arrossendo. Ginny sorrise e scosse il capo.

«Si, ho dormito con lui, è vero. Mi ha chiesto se potevo stare con lui questa notte e io ho accettato volentieri. Ma non vuol dire che io sia la sua ragazza ora. Anzi... non ho alcuna intenzione di mettermi con nessuno per il momento. Devo ancora riprendermi... da Harry...» ora fu il turno della ragazza di arrossire e distogliere lo sguardo. Il volto di Ron si rilassò. «Ciò non toglie che potrei mettermi con lui in futuro, Ron». Ginny sorrise nel notare come il volto del fratello si fosse di nuovo imbronciato.

«Se, quel giorno... penserai che stare con lui sia giusto...» continuò a balbettare lui. Ginny gli riservò un sorriso radioso, ma il cipiglio del ragazzo non sparì; sembrava come sulle spine. «Però... dovrò essere anche io convinto... perché...»

«Che cos’è che non va Ron? Mi sembri molto più nervoso del solito... è successo qualcosa che dovrei sapere? Capisco che si tratta di Draco, un Malfoy... e che i Malfoy non sono mai andati a genio alla nostra famiglia. So anche che Draco si è spesso comportato come non avrebbe dovuto, però... tutti possono cambiare».

«Non mi pare molto cambiato, Gin».

«Beh, permettimi di avere le mie opinioni in proposito». La ragazza controllò di nuovo il colore del tè, nella teiera, rimosse il filtro e versò prima una tazza al fratello e poi una a sé stessa. Ron sbuffò, ma si mise la quantità preferita di latte, passando poi il bricco a Ginny.

«Vedremo», commentò mentre soffiava sul liquido, cercando di raffreddarlo.

«Va bene», commentò lei, soffiando a sua volta. «Ciò non toglie che non mi hai ancora detto per quale ragione sei così nervoso».

«Nulla di particolare», il ragazzo abbassò lo sguardo e posò la tazza, prendendo il cucchiaino dal tavolo e usandolo per girare il liquido color caffellatte. «Ho solo fatto un sogno strano, questa notte».

«Che sogno?» Le parole del fratello erano riuscite a incuriosirla; ma Ron si accigliò ancora di più, e questo non le piacque affatto. Stette in silenzio qualche minuto, soffiando sul tè e girandolo con il cucchiaino. Lo assaggiò una volta e, dalla smorfia, Ginny comprese che ancora non doveva essere abbastanza freddo. «Che sogno, Ron?»

«Bah, nulla...» provò a minimizzare lui, ma dopo l’ennesima occhiata severa, sospirò di nuovo e prese fiato per parlare. «Insomma, eri triste, stavi soffrendo. Io cercavo in tutti i modi di tirarti su il morale, ma tu continuavi ad essere triste, poi mi salutavi e ti allontanavi nella nebbia. A un certo punto non ti vedevo più, ti chiamavo... ma tu non tornavi. Continuavi a dirmi in testa che sarebbe andato tutto bene, ma non tornavi... è stato orribile», le disse. Il volto della ragazza si accigliò, a quella descrizione, ma subito cercò di riprendere la calma e continuò a girare il suo tè, abbassando lo sguardo verso la tazza. A chiunque sarebbe sembrata normale, ma Ron sapeva benissimo che era scioccata: il volto aveva perso colore e il labbro inferiore le stava tremando.

«Qualunque—cosa—questo significhi... non so perché, ma... Draco mi attrae», disse, dopo qualche minuto di silenzio. Ron fece un sorrisetto ironico.

«Si, come ha attratto tante ragazze, da tutte le case, a Hogwarts...» Ginny gli fece cenno di no, ma il sorrisetto non abbandonava il volto di Ron. «Il lupo perde il pelo...»

«Non è come credi, Ron. Non posso essere più precisa, ma sono abbastanza certa di quello che dico. E poi...» replicò lei. Il tè era ormai freddo abbastanza e ne bevve un lungo sorso prima di tornare a fissare il fratello. Sembrava non incline a continuare, però, e questo diede fastidio a Ron.

«Poi?»

«E’ una questione di sensazioni. A pelle... quando l’ho baciato...» Il tè che Ron stava bevendo gli andò di traverso. Gli sia allargarono gli occhi a quella frase e, se non fosse stato attento, avrebbe finito per sputare tutto quello che aveva in bocca per lo shock. Passò diversi minuti a tossire, mentre Ginny gli dava esperti colpi sulla schiena, per farlo riprendere. Poi, quando fu in grado di parlare senza rischiare di soffocare, si girò verso di lei e la fissò, furioso.

«L’HAI BACIATO?» Senza rendersene conto si era alzato, per guardarla negli occhi, l’aveva acchiappata per le spalle e la fissava con lo sguardo più duro che lei gli avesse mai visto.

«Ehm... si. Non mi guardare così Ron... è successo per caso». Ginny era arrossita dietro le orecchie, e anche il suo viso aveva iniziato ad andare in escandescenza. Ma Ron non sembrava felice della sua risposta evasiva.

«In che senso? Per caso? Come può averti baciata per sbaglio?»

«Lo stavo facendo svegliare dall’attacco di un Dissennatore, Ron. Non era in sé, quindi cerca di calmarti una buona volta, e stammi a sentire». La ragazza rimosse con cura le mani del fratello dalle sue spalle e poi lo guardò di nuovo, diritto negli occhi. «Non è il fatto di averlo baciato, quando la sensazione che mi ha dato...»

«Che intendi dire?» le chiese lui, ormai come svuotato. Si lanciò sulla sedia, appoggiando quasi senza voglia i gomiti sul tavolo e il mento sulle mani. Poi spostò la mano destra per riprendere la tazza di tè, che finì di bere tutto d’un fiato. Cercava di dissimulare il nervosismo, ma il modo in cui agitava una gamba sul pavimento (muovendo il tavolo come se ci fosse un terremoto) faceva capire quanto fosse ancora furioso.

«Mi ha dato una sensazione diversa di quando baciavo Harry. Un senso... come se... fosse giusto». Esitò a lungo prima di dire l’ultima parola, come se stesse cercando il vocabolo adatto ma non fosse in grado di trovarlo, per qualche oscura ragione.

«Giusto?» chiese Ron, stupefatto.

Ginny lo squadrò, dubbiosa, non sapendo come fare a rispondere. Sospirò e fece per dire qualcosa, ma la porta della cucina si aprì, e un’ansimante Hermione fece il suo ingresso nella stanza.

«Che succede?» chiesero all’unisono. Hermione si avvicinò, senza tentennamenti, a Ron e lo prese per il braccio, cercando di tirarlo su.

«Ma insomma, Hermione, che c’è?» le chiese. La ragazza continuò a cercare di tirarlo su, ma rispose:

«Luna vuole parlarti. Oppure non collabora. Vieni subito con me, niente ma», disse ansimando, mentre il ragazzo cercava di replicare ogni due secondi.

«Lu... Luna? Che vuole da me?» balbettò Ron, ma Hermione gli lanciò un’occhiata truce:

«Sai benissimo che vuole». Ron arrossì come un pomodoro, ma si alzò, pur se riluttante.

«Ma... non posso andarmene. Andandomene lascerei Ginny da sola con Malfoy e tu sai che ho promesso a Harry di stare con lei finché non torna...»

«Harry stesso è d’accordo che tu venga. Quindi...» Hermione sembrava perplessa. Forse non aveva tutti i torti, in fondo.

«Si, però Ginny...» si lamentò di nuovo Ron.

«Oddio, non è che lasci Cappuccetto Rosso col lupo cattivo...» sibilò il sarcastico commento di una voce, dietro Hermione. Lo sguardo di Ron si indurì mentre Draco entrava in cucina e lo fissava, beffardo. Si avvicinò al tavolo, dov’era ancora in bella mostra la teiera, e controllò se c’era ancora un po’ di tè. Ma storse il naso nel notare che era vuota, e la richiuse subito.

«Vuoi un po’ di tè, Draco?» gli chiese Ginny. Lui fece cenno di si, e lei si alzò per mettere altra acqua sul fuoco.

«E, tanto per curiosità... dove sei stato fin’ora?» chiese Ron, osservandolo sospettoso. Draco alzò lo sguardo al soffitto e si mise seduto.

«Non so che cosa te ne importi, ma ero in terrazzo», rispose, iniziando a tamburellare le dita sul tavolo. «Qual è il problema? Che cosa credevi che stessi facendo?»

«Sul serio, tesoro...» si affrettò a intervenire Hermione. L’ultima cosa che voleva era che Ron si mettesse a litigare con Draco e perdesse tempo prezioso: si stupì di quanto il ragazzo fosse stato astuto a cercare di sviare il discorso... «E’ importante che tu venga. Sono sicura che loro due se la caveranno benissimo».

«Non è questo. E' che mi dà fastidio che arrivi sempre a sputare sentenze piombando in cucina all'improvviso...» ribatté il ragazzo, sbuffando. Ci volle qualche minuto per convincerlo, ma alla fine Ron si rassegnò, e si mise a seguire Hermione, come un condannato a morte al suo ultimo viaggio.



Nota dell’Autrice:

Dunque... sono tornata dal viaggio in Inghilterra 2 settimane fa, con tante nuove idee da inserire nella storia. Soprattutto per la seconda parte, che si avvicina a passi da gigante, anche se la storia, come sempre, si sta diluendo e quindi forse sarà un paio di capitoli più lunga di quanto progettato (anche questo capitolo è più lungo del solito...).

Ho visto che qualcuno si era chiesto se avessi abbandonato la storia: of corse not, people! Ma avevo bisogno di un po’ di tempo per visitare i posti che descriverò (non mi piace descrivere posti che non ho mai visto), anche per darvi più veridicità. Sono sicura che la storia ne avrà tratto vantaggio. Inoltre, per coloro che non hanno ancora letto il quinto libro, si sta avvicinando il fatidico 31 Ottobre.

Io continuerò a pubblicare un capitolo ogni 2 settimane finché non sarà uscito il quinto libro (quindi dovrete preoccuparvi per spoiler solo fino al prossimo capitolo! Una delle ragioni dell’attesa è proprio stata quella di far avvicinare la data di pubblicazione). In questo capitolo, come avrete visto, ho inserito riflessioni che già mostrano il cambiamento che ho fatto nei primi capitoli in Inglese, per adattarli al quinto libro della serie. Appena il libro esce, modificherò i capitoli anche in Italiano per renderli compatibili con il nuovo Canon. Per ora sappiate soltanto che Silente non è morto nello scontro al sesto anno come avevo detto in precedenza, ma è scomparso andando a riprendere Sirius oltre il Velo. Prima di uscire dal Velo, Silente aveva detto a Sirius di andare perché aveva sentito qualcosa che doveva controllare. Sirius non sa perché Silente abbia fatto questo, ma attualmente il vecchio Preside di Hogwarts è come se fosse morto, perché nessuno può uscire dal Velo senza un aiuto esterno. Chi ha letto il quinto libro SA cos’è il Velo... chi non l’ha letto ma legge queste righe evidentemente non ha paura di spoiler, quindi già sa che cos’è il Velo in ogni caso ;) Comunque per rigor di logica lo spiego: il Velo è una specie di “passaggio” dal quale non si può più uscire. Una sorta di “porta dell’Inferno” che si vede alla fine del quinto libro.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Per chi ha letto il quinto libro, spero abbiate apprezzato Luna. Chi non l’ha ancora conosciuta spero non l’abbia trovata troppo incomprensibile.

A tra 2 settimane! :)

PS: per il momento ho aggiornato la storia. Se avete la pazienza di tornare tra qualche ora invio anche le risposte ai commenti. Mi dispiace per il ritardo ma purtroppo oggi ho da fare e non posso rispondere anche ai commenti prima di postare. Spero vogliate commentare la storia nel frattempo, così aspetto che il buon Severus arrivi con le risposte (la prossima volta che vieni qui a Hogwarts e molli la storia, ti rispondi ai commenti da sola, sono milioni... Nd Severus) (ehm... mi perdoni signore... Nd Kagome)

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