Agnese

di _Heavenly_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Ultimo capitolo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Heavenly 1

Prologo 

Faceva freddo, mi coprii la bocca con la sciarpa cercando di ripararmi dalle raffiche di vento che passavano di tanto in tanto. Lei non sembrava sentirlo tutto quel gelo, lei aveva un golfino di lana e una sciarpa lunghissima che quasi ripuliva il marciapiede. Passeggiava guardando dritto difronte a sé, gli occhi sporchi di azzurro e le guance rosee.

Sei mai stato innamorato?” chiese ad un certo punto schiudendo le labbra in un sorriso radioso.

La conoscevo da cinque minuti quella ragazza, per un intero anno l'avevo vista in compagnia di un ragazzo dai capelli rossi mentre aspettava l'arrivo del treno. Solo adesso, scoprendola stranamente sola, mi era venuta istintivamente voglia di starle accanto. Non era bella, o meglio non era una di quelle ragazze che si vedono sulle riveste. Bassa, magrolina ma la meraviglia risiedeva nei suoi occhi nocciola spruzzati d'azzurro, come un prato alla fine dell'inverno quando la neve inizia a sciogliersi.

Io non sapevo il suo nome, non volevo saperlo. Era strano e al contempo eccitante vivere quel rapporto d'amicizia tra due completi sconosciuti. Ma lei mi guardava come se di me sapesse tutto, come se mi conoscesse da una vita.

E adesso ero rimasto lì, una statua di ghiaccio, muto o forse troppo sconvolto da quella domanda capitata a sproposito. Ero mai stato innamorato?

Ehilà dolci anime! 

Beh c'è poco da dire, questa è la primissima creaturina di Heavenly. 

Aiutatemi a capire se può avere un futuro, anche se è un parolone.

Ovvio è che non mi aspetto dall'inizio chissà quali grandi opinioni, ma spero che più avanti lasciate qualche pensiero giusto per farmi capire se continuare o meno. 

Per il momento tantissime grazie per esservi avventurati in questo piccolo assaggio di " Agnese " 

vostra 

_Heavenly_

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


capitolo 1


Capitolo 1

Da ore ormai mi parlava di tutti i suoi problemi mentre io silenzioso giocavo con i suoi boccoli biondi. Chiara non era mai stata una chiacchierona, anzi se avessi dovuto descriverla l'avrei definita una ragazza taciturna, quelle rare volte che parlava soffiava perle di saggezza, parole il cui solo suono allentava la tensione. Mille e mille volte si era ripetuta questa scena, con l'unica differenza che il monologo non usciva dalle sue labbra. Non mi ero mai interessato tanto alla vita privata di una persona, ma Chiara non era una persona qualunque lei era la migliore amica che potessi trovare su questo pianeta.

Disponibile anche nel profondo della notte e con una parola di conforto sempre pronta, dolce e tenera nei momenti di maggiore intimità, magari quando le confidavo di quanto ci tenessi alla nostra amicizia, paziente come mai nessuno era stato con me.

Non ne posso più Ale, voglio andarmene, voglio scappare via..” terminò esausta.

Sapevo benissimo che la sua situazione a casa era in bilico da mesi ormai, suo padre minacciava quasi ogni giorno di lasciare tutto e andarsene via, la madre invece alternava periodi di iperattività a quelli di più totale depressione. Tra i due le cose non andavano di certo bene e giusto la sera prima Antonia aveva chiesto il divorzio, Chiara ora ne soffriva terribilmente e aprendosi come mai prima aveva fatto sperava che in qualche modo potessi tranquillizzarla dicendole che tutto si sarebbe sistemato, ma non sarebbe stato così.

Due anni prima mio padre e mia madre avevano avuto una lite molto più che furiosa che li aveva portati alla rottura definitiva del loro rapporto. Gregorio ora viveva nel centro della caotica Milano, mentre mia madre ed io, non volendo abbandonare Padova, ci eravamo trasferiti a casa della nonna.

Mai una volta nessuno dei due aveva tentato di perdonare l'altro, così ora mi ritrovo con un padre una madre separati e chissà quante matrigne in giro per la metropoli lombarda.

Chiara, non posso mentirti, i tuoi si sono amati per molto tempo, ma da altrettanto ormai non fanno altro che scannarsi e tu sei vittima delle loro liti. Vedila dal lato positivo, finalmente tu e tua madre ritroverete un po' di pace” cercai invano di far tornare il sorriso sul suo volto.

Sono sola Ale, completamente sola..” sussurrò priva di forza, questa storia le stava portando via tutta la serenità che fino a qualche giorno prima governava il suo volto.

Non potevo continuare a vederla così abbattuta, dovevo assolutamente inventarmi qualcosa, o meglio dovevo cercare di immaginare cosa lei mi avrebbe detto in un momento del genere.

Non sei sola piccola, hai me” le alzai il mento con un dito “ E non permetterò che il divorzio dei tuoi porti via il tuo sorriso stupendo e il luccichio allegro dei tuoi occhi smeraldo, farò di tutto pur di rivederti serena, ok? Stai tranquilla ci sono io..” la rassicurai prendendola tra le mie braccia. La sentii abbandonarsi al pianto e ogni volta che i singhiozzi la facevano sussultare la stringevo più forte.

Grazie Ale” mormorò asciugandosi gli occhi ancora gonfi di lacrime.


Rientrai a casa a notte fonda sorrisi alla vista di mamma e nonna che, abbracciate, si erano addormentate davanti a un vecchio film in bianco e nero. Spensi il televisore e rimboccai le coperte ad entrambe, poi me ne andai in camera.

Presi tra le mani la mia reflex, tanto agognato regalo di compleanno, e cominciai a far scorrere le foto sul piccolo schermo.

Steso sul letto sembravo essere entrato in un mondo parallelo, un mondo dove non sognavo soltanto ma vivevo in prima persona tutto ciò che desideravo. I miei scatti avevano tutti lo stesso soggetto da qualche mese ormai, una bella ragazza con i capelli corvini e un sorriso mozzafiato. Agnese si chiamava, sapevo solo questo. La vedevo tutti i giorni in stazione mentre aspettava il suo treno assieme a quello che forse era il suo fidanzato, “ il rosso” come lo chiamavo io. Era un tipo strano, alternativo e con l'immancabile cicca in bocca. Uno che si fa notare insomma, nulla a che vedere con me. Lei era tutt'altro che particolare, da lontano sembrava quasi brutta, ma avvicinandola venivi come abbracciato da quell'aurea di semplicità e classe che emanava, era semplicemente perfetta senza il bisogno di alcun fronzolo. Un ritratto bello anche senza la presenza della cornice.

Dio quanto l'avevo desiderata in questi mesi, ogni giorno imprigionavo la sua essenza nei miei scatti e mai una volta mi riusciva di catturarla senza ottenere una foto sfuocata, perchè lei era in continuo movimento. Gesticolava, sbuffava, rideva fino alle lacrime per poi piangere sulle spalle del suo compagno, e si spostava continuamente una ciocca di capelli corvini che andava subito dopo a ricoprirle l'occhio destro. Conoscevo i suoi modi nei minimi dettagli senza mai averle parlato, tutto grazie a delle semplici fotografie scattate in lontananza, tutto passando l'attesa del mio autobus senza mai staccare l'obiettivo da lei. Quando arricciava il naso, ad esempio, voleva dire che stava facendo valere i suoi ideali forse disprezzati dal “rosso”, mentre quando alzava il sopracciglio sinistro era schifata da qualcosa a cui aveva assistito o che aveva sentito dire.

A risvegliarmi dal mio universo parallelo fu la vibrazione del cellulare, lessi velocemente il display: “ Chiamata in arrivo: Chiara”.

Pronto!” risposi preoccupato rivolgendo lo sguardo verso la sveglia. Erano le tre di notte.

Ale, mio padre è tornato sbronzo e sta picchiando mia madre. Ti prego fai qualcosa..” singhiozzò e soffocò un urlo quando delle implorazioni giunsero da poco lontano.

Arrivo Chiara, arrivo!” quasi urlai in preda al panico. Infilai in un lampo le prime cose che trovai e corsi a casa della mia migliore amica.

Trovai le chiavi sotto lo zerbino del loro appartamento, inspirai ed espirai più volte cercando di trovare il coraggio dicendomi che nel peggiore dei casi mi sarei ritrovato con un occhio nero.

Ma la mano continuava a tremare e non riuscivo a costringermi a fare irruzione in quella casa. Stavo per andarmene quando sentii una chiave girare nella serratura, all'istante mi nascosi.

Fanculo le tue cazzo di carte per il divorzio! Fanculo te e quella puttana di tua figlia!” urlò il padre di Chiara uscendo barcollante. Avevo sentito bene? La mia Chiara non era quel tipo di ragazza, non doveva azzardarsi nemmeno a toccarla quello schifo con le gambe.

Ripetilo sei hai il coraggio!” urlai balzando fuori dal mio nascondiglio, posseduto da una forza che mai mi era appartenuta.

E tu chi cazzo sei?” biascicò guardandomi storto l'animale.

Alessandro, ripetilo dai!” lo incitai nuovamente.

Ma invece di ubbidirmi mi si lanciò addosso sganciandomi un destro. Urlai sentendomi improvvisamente la guancia bollire.

Ale!” urlò una voce familiare, ma ormai ero sull'orlo dell'incoscienza. Il padre di Chiara continuava a picchiarmi nonostante alcuni vicini, svegliati dalle urla, si fossero intromessi tra di noi.

Alessandro, ti prego rispondimi..” singhiozzò Chiara quando riuscirono a togliermi di dosso suo padre.

Chi-chiara..” gemetti dolorante.

Tieni duro Alessandro, adesso arriva l'ambulanza..” disse Antonia posandomi un panno fresco sulla fronte e subito mi sentii sollevato.

Ale, Ale tieni gli occhi aperti. Guardami!” mi supplicava tra le lacrime la mia piccola Chiara.

Chiara..” sussurrai prima che la vista mi si appannasse e tutto attorno a me diventasse buio.


Piccolo mio, sei sveglio?” mi domandò con la voce increspata mia madre appena sbattei le palpebre stordito dalla luce.

Ma-mamma” balbettai sentendo ogni parte del mio corpo gridare stop ad ogni mio minimo movimento.

Stai tranquillo Ale, non muoverti. Siamo in ospedale, ricordi cos'è successo?” mi domandò prendendomi le mani.

Chiara mi ha chiamato e..” risposi improvvisamente esausto. Chiara, cosa le era successo? Dov'era la mia piccola?

Alessandro!” la sentii gridare e subito dopo la vidi affacciata alla porta.

Chiara” sorrisi debolmente.

Mi dispiace tanto..” mi corse in contro con gli occhi lucidi.

Me la sono cercata” la calmai facendo spallucce.

Quello stronzo di mio padre! È riuscito a scappare..” sputò arrabbiata.

Lo troveranno tesoro, stai tranquilla..” disse mia madre posandole dolcemente una mano sulla spalla.

Hai fame?” mi chiese poi ritornando a concentrare l'attenzione su di me.

Un po'..” mentii. Avevo bisogno di rimanere solo con la mia migliore amica che non accennava a smettere di accarezzarmi i capelli.

Vado a prenderti qualcosa!” esclamò prendendo la borsa e sparendo dalla mia vista. Sospirai.

Come ti senti?” mi chiese apprensiva Chiara.

Stanco e dolorante..” gemetti a causa di un movimento troppo azzardato.

Lascia prendo io..” disse allungandosi a prendere il bicchiere d'acqua che avevo adocchiato, poi me lo portò delicatamente alle labbra.

Grazie” sorrisi.

Non avrei dovuto chiamarti” cominciò distogliendo lo sguardo.

Cosa dici, sono io ad aver sbagliato. Non avevo nemmeno il coraggio d'entrare, bell'amico che sono..” risposi contrariato non staccandole gli occhi di dosso.

Aveva i capelli sconvolti e le guance rigate dalle lacrime, ma la cosa peggiore fu scoprire i suoi occhi smeraldo stanchi, rossi, gonfi, privi di emozione.

Smettila di piangere Chiara, ti stai rovinando. Devi essere forte!” continuai, dovevo scuoterla psicologicamente per farla reagire.

Ale..” mi accarezzò la guancia “ Non hai idea di quanto sia difficile per me, sono così stanca, non dormo né mangio da due giorni ormai..” rispose sospirando.

Vorrei poter far di più..” dissi invaso da un soffocante senso d'impotenza.

Quante volte devo ripetertelo?” sorrise e per un attimo i suoi occhi tornarono a brillare “ Non è colpa tua amore..” e a quella frase si portò le mani alla bocca.

Non eravamo soliti chiamarci con nomignoli così affettuosi, come se fossimo fidanzatini, lei era la mia piccola, ma mai l'avevo chiamata “tesoro” o ancora peggio “amore”.

A quelle parole sentii una barriera dentro di me frantumarsi, come se Chiara si fosse addentrata in territori del mio cuore a me sconosciuti. No, così non andava bene.

Chiara..” cercai di ribattere.

Scusa, mi sono lasciata andare troppo. Meglio se vado ora.” mi bloccò fredda, prese le sue cose e si volatilizzò con una corsa stanca.

Maledizione” sussurrai. Cosa ne potevo io? Ormai il confine era stato oltrepassato, e con quella semplice parola di tre sole sillabe il nostro rapporto era cambiato, o almeno così era per me.


Per giorni non ebbi più notizie della mia piccola grande amica, e mi sentivo vuoto, solo. Nemmeno il mio universo parallelo mi sembrava più il posto giusto in cui rifugiarmi. Perciò passai i giorni di convalescenza steso sul letto di camera mia, con lo sguardo perso nel vuoto. Rifiutavo di mangiare, di bere, di lavarmi e di ricevere visite..fino a che non venne a trovarmi Giovanni.

Ehi amico!” esclamò sbattendo la porta della mia stanza “ Dio! Fai paura!” disse indicando l'ematoma che circondava il mio occhio destro.

Grazie eh..” risposi svogliatamente.

Elisabetta mi ha detto che domani torni a scuola, è finita la pacchia!” rise e con un braccio mi circondò le spalle.

Grazie per essere passato Giò” sorrisi con poco entusiasmo.

Ale, che ti prende? Non me la racconti giusta..” mi guardò lasciando da parte il suo spirito di eterno bambinone.

Chiara..” sospirai “ Ha oltrepassato i confini della semplice amicizia..” non volli andare oltre con la spiegazione sperando che il mio amico capisse.

Giovanni ed io eravamo amici da una vita, nati insieme eravamo destinati a passare tutti i santi pomeriggi in partite di calcio e chiacchierate nel giardino di casa. Di litigate ce ne erano state parecchie, ma mai nessuna era riuscita ad intaccare il legame indissolubile che si era formato tra di noi.

Vi siete baciati?” e per un attimo un sorriso impertinente spuntò sul suo viso.

No” sbuffai e subito la mia immaginazione corse a pensare come sarebbe potuto essere l'incontro delle mie labbra con quelle della mia piccola Chiara. “ Scemo!” mi dissi allontanando quella marea di cazzate che stavo immaginando. Non era lei quella che sognavo di tenere stretta sotto un manto stellato, non era lei quella che volevo fosse mia per sempre. Quella era Agnese.

Che è successo allora?” mi chiese Giovanni riportandomi con i piedi per terra.

Mi ha chiamato “amore”..” dissi “ E tu sai benissimo che le regole dicono di non oltrepassare mai un certo limite di confidenza con un'amica” finii.

Mmh.. e se fosse stato il momento e la stanchezza a farla parlare? Chiara è sola in questa situazione, sente il bisogno di una presenza costante accanto a lei..” pensò ad alta voce Giò.

Ma io sarò sempre presente, come amico però..” sospirai.

Forse questo non le basta più” mi guardò dispiaciuto.

Eccomi qui dolci anime!

No, per vostra sfortuna sono ancora viva * Sospiri afflitti da parte dei lettori * 

Ed ecco il primo capitolo di " Agnese " spero sia all'altezza del prologo che ho postato più o meno una settimana fa, anche se a dirla tutta

mi convince poco -.- 

Eh vabbè " l'eterna insoddisfatta " è il mio secondo nome quindiii :) 

Spero che voi non l'abbiate disprezzato come la sottoscritta, ma anche se fosse ci tengo a leggere il vostro parere :)

Baci 

_Heavenly_

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Ma la notte so che pensi a me amore,
nel buio cerchi sempre le mie mani, no...
Non fingere di stare già, già bene... di colpo non si può dimenticare.
-Modà, La Notte-


Non mi ero mai sentito così fuori posto come in quel momento, seduto sul suo letto a debita distanza da lei, avvertendo nell'aria la palpabile tensione. Mi si contorceva lo stomaco al solo pensare che poche settimane prima in quella stanza, entrambi in mutande, disputavamo epiche lotte con i cuscini e ci facevamo il solletico fino allo sfinimento.

Mi guardavo intorno per non incontrare il suo sguardo che sentivo puntato su di me, ma alla fine dovetti cedere.

Dalle tende filtrava la luce accecante del tramonto; lei aveva gli occhi socchiusi e i suoi boccoli biondi assomigliavano a fili dorati. Sembrava più tranquilla rispetto all'ultimo nostro incontro, il viso rilassato e gli occhi erano tornati a brillare d'un verde intenso.

Non puoi continuare a negarlo. Perchè tenere nascosto un sentimento così profondo Ale?” cominciò rompendo il silenzio e la sua voce mi arrivò come una melodia, il suo sguardo magnetico catturò il mio, perso e sconvolto allo stesso tempo.

Chiara era la mia migliore amica, la bambina con lo smalto arcobaleno e l'apparecchio, la ragazza matura alla quale stavo davanti ora. Così bella, ma maledettamente sbagliata.

Io lo so Ale che cerchi di stringere le mia mani la notte, so che ogni volta che me ne vado ti addormenti abbracciato alla tua felpa imbevuta del mio profumo, lo so che non sono solo un'amica. Tu però non vuoi ammetterlo a te stesso..” continuò notando il mio silenzio, ad ogni frase si era avvicinata fino ad arrivare a strofinare il suo naso contro il mio. Sentivo il suo respiro caldo sul collo, mentre il mio corpo era interamente scosso da brividi che lasciavano una scia bollente.

Ancora un secondo, solo uno e non avrei più risposto di me stesso, mi sarei avventato contro Chiara e l'avrei baciata fino a quando mi sarebbe mancato il respiro.

Un secondo...

Improvvisamente le labbra sottili della mia migliore amica si posarono delicatamente sulle mie adattandosi perfettamente alla loro forma. Poi, invase la mia bocca e il bacio si fece più violento senza perdere però tutta la sua dolcezza iniziale. Percepivo il suo profumo invadermi le narici ed ogni singola parte della mia mente sapeva di lei, di Chiara.

Non c'erano più confini ora, aveva scavalcato anche l'ultimo muro, abbattuto ogni mio tentativo d'opposizione. Chiara ora non era più la mia migliore amica, tra di noi niente era più come prima.

Quando ci staccammo sprofondammo sul materasso del suo letto con il fiatone, entrambi esausti.

Lo sapevo, avevo ragione!” disse con espressione vittoriosa.

Su cosa?” sbottai facendomi serio.

Su tutto, su quello che è appena successo, su quello che tu provi verso di me..” sorrise “ Pensi che non le abbia sentite le tue mani tremanti che mi percorrevano la schiena?” domandò senza aspettare una risposta “ Tu provi queste sensazioni solo quando stai con me, ne hai avute di ragazze ovvio, ma ancora non hai capito cos'è l'amore, chi delle tante è nel tuo destino”.

Cosa ne sai tu eh?” arrossii colpito nel vivo. Aveva stranamente azzeccato tutti i miei comportamenti ed era riuscita a mettere in dubbio ciò che fino a quel momento credevo di provare nei suoi confronti, ma poi il mio pensiero ricordò Agnese e tutte le fantasticherie che avevo ricamato attorno al suo volto angelico. No, non era Chiara il mio futuro, non poteva esserlo.

Non vorrai dirmi che tu sai cos'è l'amore, che sai cosa significa amare” mi sussurrò all'orecchio accorciando di nuovo le distanze e nuovamente mi sentii ribollire, come se ad ogni suo contatto il mio corpo s'infiammasse. “ Che hai sentito le farfalle, il fuoco attraversarti ogni singolo lembo di pelle, il cervello andarti in tilt..” soffiò mandandomi a fuoco il lobo destro.

Chi-chiara..” balbettai allontanandola facendo appello a tutta la mia buona volontà “ Non può succedere, mi dispiace..” dissi abbassando lo sguardo.

Mi stava trafiggendo con i suoi occhi smeraldo, ma quando la sentii sospirare non riuscii più a controllarmi e tornai ad immergermi nei suoi occhi, lucidi, commossi.

Non volevo farti stare male..” le poggiai una mano sul fianco, ma si scansò.

Preferisci nascondere a te stesso ciò che provi, non posso fartene una colpa!” esclamò ricacciando indietro le lacrime e assumendo un finto tono spavaldo.

Ma io non fingo nulla, sono sincero quando dico che non posso, non riesco a provare nulla per te Chiara..” ribattei sorprendendomi dell'abilità con la quale ero riuscito ad apparire freddo e distaccato, sicuro quasi, quando in realtà nella mia mente tutti i castelli di certezze venivano abbattuti uno dopo l'altro.

Credo che sia ora che tu vada” decise improvvisamente seria, aveva perso anche quell'ultimo bagliore che non sembrava voler abbandonare i suoi occhi, avevo abbattuto i suoi sogni e me ne stavo rendendo conto solo ora.

Mi accompagnò senza più fiatare fino alla porta, stava per chiudermela in faccia quando la bloccai titubante.

Amici allora Chiara?” domandai curvando le labbra in un sorriso ebete.

Mi guardò storcendo la bocca in una smorfia, inspirò e cerco di rispondere il più diplomaticamente possibile “ Non possiamo più esserlo, addio Alessandro” e con ciò chiuse la porta.


Quando rincasai trovai mia nonna intenta a preparare la cena, ma appena mi vide mollò tutto e mi corse in contro con espressione preoccupata.

Che c'è?” chiesi accigliato.

Siediti” mi invitò avvicinandosi al tavolo e ritornando alle sue faccende “ Sembri sconvolto, è successo qualcosa?” domandò.

Ogni volta che nonna Lucia dava dimostrazione della sua bravura nel leggere gli stati d'animo della gente rimanevo allibito. La guardai per qualche minuto, indeciso su cosa rispondere.

Nulla” feci spallucce.

No giovanotto! Con tua madre poverina, così presa dal lavoro, potrà anche funzionare.. Ma con me no mio caro!” si riscaldò come faceva ogni volta che le tacevo qualcosa.

Sono stato da Chiara” sospirai e adesso arrivava la parte più difficile “ E ci siamo baciati” finii.

Signore sia lodato! Era ora Ale!” applaudì sorridendo radiosa, ma io non partecipai al suo entusiasmo. Non riuscivo a spiegarmi perchè nessuno notasse l'impossibilità di quel rapporto, le sensazioni che entrambi provavamo erano momentanee, dettate dall'età e dagli ormoni sballati, non erano paragonabili alla profonda ammirazione che provavo per la mia Agnese.

Non può esserci nulla tra me e Chiara, nonna..” dissi abbattendo l'allegria di Lucia.

Ma come? Perchè l'hai baciata se per lei non provi nulla?” domandò facendosi seria.

Non lo so..” sospirai coprendomi gli occhi con le mani. Nonna mi scosse dolcemente ma non perse il suo tono di rimprovero “ Lascia stare quella povera ragazza. Già sta passando un periodo difficile, non complicarglielo ancora di più. Mi raccomando..” mi ammonì.

L'unica cosa da fare è uscire dalla sua vita, sono di troppo ormai..” dissi tra me e me.

Se questa ti sembra la decisione più giusta.. Ma ne subirai le conseguenze!” brontolò nonna in disaccordo con la mia scelta.

Dopo cena la mia mente era sovraccarica di pensieri, così decisi di andare a correre un po' per mettere a tacere l'inferno che in poche ore si era scatenato in me. Ma questa strana calma stava per durare ben poco, infatti appena entrato nel percorso jogging del parco pubblico andai in direzione del “posto speciale”.

Io e Chiara l'avevamo scoperto una domenica mattina dell'anno precedente durante una passeggiata. Era una piccola panca in marmo completamente nascosta da fitti cespugli, il posto più tranquillo e riservato dell'intera Padova. E al ricordo di quei momenti spensierati lasciai scappare un sospiro, ma cacciai via i ricordi di tempi migliori alzando il volume dell'i-pod.

Finalmente arrivai a destinazione, strano come mi ricordassi perfettamente la strada, mi feci largo tra i rami ma mi arrestai cinque centimetri prima di sbucare accanto alla panchina.

Chiara era lì, con le ginocchia al petto e lo sguardo perso nel vuoto. Lo stomaco mi si contorse all'istante. Come avevo potuto lasciarla così?

Mi feci forza e con una spinta mi catapultai accanto a lei facendola sobbalzare.

Alessandro!” esclamò sbattendo le ciglia sorpresa.

Che ci fai qui?” ci chiedemmo all'unisono.

Io..” di nuovo. Ridemmo, lei forse più forzatamente.

Prima le signore..” sorrisi sincero.

Io avevo bisogno di stare sola e pensare..” mormorò abbracciando le ginocchia.

Troppi pensieri per la testa, speravo di metterli a tacere, ma a quanto pare dove ci sei tu ci sono anch'io..” spiegai. Non ricevetti risposta.

Dopo aver quasi urlato il mio nome era ritornata a fissare il fogliame, dondolandosi avanti e indietro cercando di nascondere il suo corpo tormentato da brividi di freddo.

Copriti..” dissi passandole la mia giacca a vento.

Grazie” l'afferrò e se la mise attorno alle spalle.

Chiara, non voglio perderti. Non sono ancora pronto a stare senza la mia migliore amica di sempre..” dissi tutto d'un fiato, avevo bisogno che sapesse come mi sentivo e cosa volevo che ci fosse tra noi.

Era proprio a questo che stavo pensando Ale..” cominciò giocherellando con una foglia ingiallita “ Mi stavo chiedendo se sarei riuscita ad andare avanti senza te, ero così convinta che ti saresti messo con me, non avevo nemmeno immaginato che avrei potuto ritrovarmi in questa situazione..” scrollò il capo “ Altrimenti non mi sarei comportata così, te lo giuro!” mi penetrò con i suoi occhi smeraldini, speranzosi di ricevere comprensione.

Promettimi che tutto tornerà come prima” sussurrai prendendole le mani.

La sentii prendere un respiro enorme e poi sospirare forte, solo in quel momento capii quanto le sarebbe costato costringersi ad una semplice amicizia. “ Promesso” sorrise flebile.

Ehilà! Speravate in una improvvisa paralisi delle mie mani scommetto? 

E invece no! Eccomi di nuovo qui ( e perdonatemi il ritardo ^^")  a postare il secondo capitolo di "Agnese" :) 

Lo so che è un pò cortino, ma continuare l'avrebbe allungato troppo quindi eccolo qua, striminzito ma è arrivato 

Spero di non avervi delusi, anche se in confronto al prologo mi rendo conto personalmente che il livello si è parecchio abassato v.v 

Uff.. vabbè!

Aspetto con ansia tutti i vostri " Fai schifooo!" " Datti all'ippica!" o anche detti commenti :)

Un bacione 

_Heavenly_

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Camminavo pensieroso accanto al mio amico di sempre mentre lui mi raccontava del suo fantastico fine settimana, ma non gli davo retta, troppo preso dai mille problemi che continuavano ad attanagliare la mia mente da ormai una settimana.

E tu come hai passato la Domenica?” domandò guardandomi insistente. Avevo totalmente perso il filo del discorso e lui parve capirlo all'istante.

Pianeta Terra chiama Alessandro, rispondi!” rise prendendomi in giro.

Oh scusa! Ero sovrappensiero..” mi giustificai scompigliandomi i capelli.

A che, o meglio a CHI, pensavi?” chiese calcando particolarmente sul “CHI”.

Idiota!” esclamai mollandogli un pugno “ Chiara, il pensiero di perderla di nuovo mi tormenta..” risposi tornando serio.

Di nuovo?” la sua espressione confusa mi fece tornare sorridere.

C'è una cosa che ancora non sai..” cominciai e finii per raccontargli ogni singolo particolare del pomeriggio precedente. Il suo volto mutò incredibilmente, prima ammiccante, poi perentorio, poi curioso, poi deluso.

Hai deciso allora, sarete solo amici..” era evidentemente contrariato.

Non può esserci nulla di più!” sentii il dovere di difendermi “ E poi non capisco, perchè tutti sono convinti che tra di noi debba finire con un felice matrimonio?!” domandai infastidito.

Siete amici da una vita Ale, ma il rapporto tra di voi va oltre, è molto più profondo! Avreste le carte in regola per costruire qualcosa di serio e Chiara se n'è accorta prima di te!” mi spiegò gesticolando, come faceva ogni volta che una conversazione lo coinvolgeva particolarmente.

Non gli risposi, contemporaneamente irritato e colpito dal suo discorso. Entrammo in classe in silenzio, Giò mi abbandonò subito per andare a salutare il resto dei compagni.

Buongiorno a tutti ragazzi! A posto..” gracchiò la Signorini entrando nell'aula.

Signor Marchetti, si sieda!” strillò, un secondo dopo, riprendendo il mio amico che non le aveva dato retta.

Subito Prof.!” esclamò l'imbecille con un saluto militare e scatenò il mormorio generale.

Dunque” richiamò l'attenzione la Signorini “ Oggi, per chi di voi se ne fosse scordato, iniziano le settimane dello scambio con la scuola di Barcellona” disse attirando gli sguardi curiosi di tutti noi.

Sii! Arrivano le Spagnole!” esultò Giovanni, che ricevette prontamente un'occhiataccia dalla Prof.

Ora vi consegnerò la scheda dell'alunno che ospiterete e vi darò alcune informazioni riguardo al progetto” disse prima di passare tra i banchi.

Aprii svogliatamente la busta, avevo cose ben più importanti a cui pensare. Estrassi velocemente il foglietto e lessi i dati elencati, ovviamente in spagnolo.


Nome: Carola

Cognome: Lopez Ramirez

Data di nascita: 5 Gennaio 1994


Seguiva poi una breve descrizione dei suoi interessi e del suo aspetto fisico accompagnata da una foto che la ritraeva. Dovevo ammetterlo, ero stato fortunato. La ragazza della foto era molto bella, con lisci capelli neri e tratti tipici della sua provenienza.

Che sfiga!” brontolò Giovanni lasciando cadere il foglio sul banco.

Che succede? Niente Spagnola?” risi.

Mi è capitato un Pablo!” sputò deluso.

Vorrà dire che ti presenterò Carola..” dissi con indifferenza, lasciando scivolare sotto i suoi occhi l'immagine della mia futura ospite.

Sei obbligato!” mi ordinò spogliando con gli occhi la giovane.

Ma smettila!” esclamai mollandogli una spinta.

Subito dopo ci girammo a vedere gli alunni capitati ai nostri compagni; mi accorsi subito dell'espressione corrucciata di Chiara.

Ehi piccola! Che succede?” domandai battendo piano sul suo banco.

Nulla” sorrise “ Mi è capitato un ragazzo, non so quanto sarà contenta mamma..” mormorò, probabilmente troppo concentrata a pensare alla reazione che avrebbe avuto Antonia appena l'avrebbe saputo.

Dammi qua” dissi indicando la scheda del suo ospite.


Nome: Federico

Cognome: Fernandèz

Data di nascita: 27 Marzo 1994


Niente male..” buttai lì, ma subito dopo mi accorsi della gran cavolata che avevo sparato. Chiara era completamente cotta di me, come avevo potuto pensare che si fosse accorta del fascino di quel tale?

Giudicherò appena me lo troverò davanti” cercò di nascondere un filo di malinconia che aveva oscurato per un attimo i suoi occhi smeraldo.

Datemi un attimo di attenzione ragazzi! Domani alle sei ci sarà il nostro pullman per l'aeroporto, siate puntuali!” disse la Prof. tentando di sovrastare il suono della campanella.

Uscii in corridoio per un caffè con Chiara, non sembrava particolarmente presente oggi e non si poteva certo dire il contrario di me. Ci mettemmo in fila alle macchinette, io cominciai a frugare nelle tasche dei jeans alla ricerca di qualche centesimo. Niente, ero a secco.

Chi..” stavo per chiederle un prestito quando venimmo affiancati dal “rosso” che cercò prepotentemente l'attenzione della MIA migliore amica. Sentii dentro di me ribollire la rabbia; il solo pensiero che Chiara potesse sostituire il nostro rapporto con un altro mi mandava letteralmente in bestia.

Ehi riccioli d'oro! Ascolta, li procuri tu gli scatti per la presentazione del corso di fotografia?” chiese il ragazzo mangiandosi metà delle parole, sicuramente per la fretta.

Perchè proprio io?” domandò accigliata la mia amica. Sorrisi sotto i baffi, all'udire quella risposta glaciale da parte di Chiara. Anche il “rosso” l'aveva notato ed il suo entusiasmo calò in un secondo.

Io e Agnese siamo impegnati con la storia della candidatura, sai vorremmo essere eletti rappresentanti..” rispose con tono pacato e calmo, come se già sapesse che la mia amica avrebbe ceduto.

Andiamo a parlarne da un'altra parte, non potete affidarmi un incarico del genere da un giorno all'altro!” si lamentò stizzita Chiara, poi mi fece un fulmineo cenno di scuse e scomparve risucchiata dalla folla di studenti affamati ammassati contro i distributori. Cosa avevo visto? Le aveva stretto la mano? Quel tipo era a un pelo dallo sfiorare il limite della mia già provata pazienza, un'altra confidenza del genere con Chiara e ne avrebbe subito le conseguenze.

Mi voltai ritrovandomi solo difronte alla macchina del caffè, con altri dieci studenti dietro di me che imprecavano stanchi di attendere.

Lascia, faccio io” mi sorrise comparendo davanti a me una figura angelica. La mia Agnese mi aveva rivolto la parola, non solo mi stava pure offrendo un caffè.

Non ebbi il tempo di ringraziarla che scomparve, appena dopo aver controllato che il mio bicchierino si stesse riempendo.

Tornai in classe con espressione beata e, da come reagì, Giovanni sembrò accorgersene.

Ale! Te la sei fatta di nuovo?” mi strattonò smanioso di sapere cosa mi era accaduto.

Figurati, mi ha offerto un caffè..” biascicai in estasi.

Tu sei fuori amico, Chiara ti offre da bere e tu tocchi il cielo con un dito!” esclamò scuotendo la testa sconvolto.

Ma quale Chiara! Agnese..” riusci a rispondere sentendo la cola secca al solo pronunciare quel nome meraviglioso.

Non cambia nulla, rimani un coglione lo stesso!” mi mollò una spinta scherzoso. Strano ma quel forte scossone mi riportò alla realtà, quel che bastò per assistere al leggero bacio a fior di labbra tra la mia Chiara e il “rosso”.

Mi sentii improvvisamente frastornato, sembrava mancarmi la terra sotto i piedi. Sarebbe stato molto meno doloroso sorprendere Agnese in un situazione simile, perchè lei era semplicemente un sogno, non era la realtà palpabile e concreta.

Puntai lo sguardo su Chiara che rientrava in classe tormentandosi le mani, tipico di quando era agitata o si sentiva terribilmente in colpa per qualcosa che aveva fatto. Si sedette al suo posto e rimase per il resto del tempo a scarabocchiare il blocco degli appunti. Non la perdevo un secondo di vista, preoccupato che le sue labbra potessero sfiorare ancora quelle della persona sbagliata.

Ale, ti senti bene? Sei un pochino pallido..” mi poggiò una mano sulla spalla Rebecca.

Lei era la mia cotta apparente; tutta la classe era convinta che tra me e la focosa meridionale ci fosse del tenero, ma in realtà il sentimento che lei esibiva non era ricambiato.

Ehm.. si si, sono solo un po' stanco!” mi affrettai a tranquillizzarla e subito dopo tornai a puntare l'attenzione su Chiara.

Si era girata verso di me e mi guardava assorta, con le labbra leggermente increspate e gli occhi lucidi. Cosa le stava passando per la testa in quel momento? E soprattutto, perchè sentivo terribilmente il bisogno di sentirla mia e di nessun altro?

Presi coraggio e andai a sedermi accanto a lei, rimasi in silenzio a fissare il suo blocco appunti in cui aveva ritratto un usignolo dentro una gabbia dalla porticina aperta. Non capivo il perchè di quell'immagine, nonostante fossi perfettamente a conoscenza della sua passione per il disegno.

Troppo curioso non riuscii a trattenermi: “ Che significa?” chiesi indicando il foglio.

Non rispose subito, chiuse il blocco e si tuffò nei miei occhi.

Sono in gabbia Alessandro, vorrei tanto trovare il modo per volare via..” rispose arrossendo immediatamente, rendendosi conto della risposta astratta che mia aveva appena rifilato.

Scusa Chiara, ma io..io non capisco..” sorrisi nervoso.

Suppongo tu abbia assistito al bacio..” sospirò e io annuii “ Ecco, il problema è che non riesco a lasciarmi alle spalle tutto quello che ti ho detto, sento di avere delle barriere mentali invalicabili..” disse e sembrò trovare le parole giuste per proseguire “ Continuo a ricordare le tue labbra, i tuoi abbracci e le tue mani. Mi sembra impossibile cancellare queste immagini, ma mi rendo conto benissimo che è un grandissimo errore perdersi in questi pensieri, perchè io ti ho promesso amicizia e non amore eterno” finì sospirando l'ultima amara verità.

Troverai il momento e la persona che ti faranno oltrepassare il tuo muro mentale, riuscirai ad abbatterlo è solo questione di tempo..” cercai di consolarla “ E poi, chi lo dice che questo muro non possiamo abbatterlo insieme?”

Eccomi di nuovo qui! Vi sono mancata? * ed ecco che partono i cori di NOOO * 

Ma vabbè, quel che conta è che Chiara e Alessandro sono tornati alla riscossa! 

Lei si rende conto di avere di NON volere andare avanti, non è ancora pronta ad una vita in cui Alessandro è semplicemente il suo migliore amico.

Lui inizia a rendersi conto di un piccolo sentimento che in alcune parti della storia fa capolino : La gelosia. Ebbene sì, cominceranno periodi duri anche per il nostro protagonista! 

Questo è un capitolo di prensentazione, in parte, perchè abbiamo conosciuto Rebecca, l'eterna innamorata di Alessandro, ma anche Carola e Federico che saranno presentati meglio nel prossimo capitolo. 

Bene penso di aver finito con le chiacchiere inultili xD Spero di non avervi deluso, anche se questo capitolo ha qualcosa che non mi va pienamente a genio. Beh! Fatto sta che non ho trovato quel qualcosa e quindi  ve lo siete sorbiti così :) 

Alla prossima 

Baci

_Heavenly_:

P. s. Volevo ringraziare quei due angeli di ragazze che recensiscono il capitolo! PRENDETE ESEMPIO xD passo e chiudo! 


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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo quattro

Quel pomeriggio non sapevo se preoccuparmi per il rapporto traballante tra me e Chiara, o se gioire di quella piccola parentesi felice avuta con Agnese.

Non ero mai stato un grande pensatore, uno di quei ragazzi che si fa i viaggi mentali. Tutto era iniziato con la nascita del mio universo parallelo, del mio mondo perfetto ed era precipitato nel caos con la rottura del solido rapporto d'amicizia con Chiara.

Disteso sul letto a pancia in su, non potevo far altro che lasciar scorrazzare liberi i pensieri, mentre i miei tentativi di ordinare le idee proseguivano.

Ma come ho fatto ad essere così stupido?” sbottai improvvisamente “ Come ho fatto a dire a Chiara che la aiuterò ad oltrepassare il suo muro mentale, quando io per primo non riesco a farlo?!” mi dissi frustrato, ma ad interrompere il mio momento di riflessione fu la voce di mia madre.

Ale! C'è Chiara!” aveva ripetuto per la terza volta bussando alla porta.

Dov'è?” domandai aprendo la porta e guardandomi attorno.

Stavi dormendo scommetto, per questo sei così intontito..” pensò ad alta voce Elisabetta “ Lavati il viso e va da lei, ti aspetta in salotto” mi ordinò per poi tornare davanti al suo computer.

Feci esattamente come mi aveva “consigliato” mamma e quando mi trovai difronte a Chiara rimasi a guardarla stranito.

Dove vai?” chiesi spontaneamente. Era stravaccata, per dirlo gentilmente, sul divano di casa e indossava una tuta da ginnastica larghissima che non rispecchiava assolutamente il suo stile.

Dove andiamo vorrai dire!” esclamò sorridente. Ricambiai il sorriso, ma dentro di me ero realmente colpito dal repentino cambio di umore che aveva avuto dal mattino al pomeriggio.

Come?” ero evidentemente poco fiducioso delle idee malsane che produceva la mente di Chiara. L'ultima volta che le avevo dato retta ero finito ad attraversare un percorso di trekking attaccato ad una corda, l'unico mezzo per evitare di cadere nel vuoto.

Dai, abbi fede!” mi incitò come se fosse riuscita a leggermi nel pensiero.

Stavo per infilarmi le scarpe quando la vidi scuotere la testa: “ Non puoi uscire vestito così!” disse seria.

Perchè? Cos'ho che..” abbassai lo sguardo e subito me ne resi conto, indossavo i boxer e una felpa leggera “ Ok, vado a cambiarmi” affermai imbarazzato.

Metti la tuta!” la sentii urlare quando ormai ero lontano dalla sua vista.


Ehi! Ma piove!” esclamai appena mettemmo piede fuori di casa e istintivamente mi girai per andare a prendere l'ombrello, ma Chiara mi bloccò.

Dove pensi di andare? Guarda che mi servi bagnato!” mi disse seria, ignorando il mio sguardo truce.

Ma per cosa? Perchè io? Dove mi porti adesso?” la bombardai di domande mentre con passo svelto mi trascinava verso il suo motorino.

Mettiti il casco e fidati di me!” mi ordinò trattenendo a stento una risata, aveva forse capito che prestarle fede mi risultava difficile?

In meno di dieci minuti fummo davanti al parco pubblico e subito pensai che volesse portarmi nel nostro posto speciale, ma non riuscivo a capire perchè le servivo io, e soprattutto perchè bagnato.

E adesso?” sbuffai incrociando le braccia.

Adesso basta domande e seguimi” rispose facendomi l'occhiolino e prendendo la mia mano.

Mi portò in una parte del parco deserta e circondata da pochi alberi, qua e là aveva si era già iniziata a formare qualche pozza. Spostai lo sguardo confuso su di lei che frugava dentro la sua sacca arcobaleno.

Dove accidenti è finita adesso?!” brontolò facendo cadere a terra il blocco da disegno e il portafogli “ Eccola!” esclamò ed estrasse dalla borsa la sua macchina fotografica.

Sì, era stata proprio lei a contagiarmi con la sua folle mania di scattare foto ad ogni singolo oggetto che vedeva, con l'eccezione che io al suo contrario fotografavo solo Agnese.

E ora sii te stesso, sii Alessandro!” mi sorrise dolce, ma da me ricevette soltanto un'espressione sconvolta.

Vu-vuoi usarmi come soggetto per le tue foto?” balbettai deglutendo palesemente imbarazzato.

Se gli scatti riescono, perchè no!” rispose sorridendomi fiduciosa. Sospirai, a questo punto non potevo fare altro che essere “modello per un giorno”.

Cosa devo fare?” domandai svogliatamente, cercando di non dare a vedere tutta l'agitazione che avevo in corpo.

Te l'ho detto, sii semplicemente te stesso. Corri, urla, salta, fissa un punto..” la faceva facile lei.

Feci come mi aveva suggerito, ma ad ogni scatto la vedevo storcere il naso e scuotere la testa insoddisfatta.

Che c'è? Non sono abbastanza bello come modello?” sbottai acido all'ennesimo scatto.

Non è questo Ale..” mormorò imbarazzata “ Manca qualcosa nelle foto, manca una parte di te”.

Poi, come illuminata da un'improvvisa idea geniale, iniziò a pigiare i tasti della macchinetta e mi chiese di aiutarla a montare il cavalletto, incurante della pioggia scrosciante.

La seguii quando si allontanò di qualche metro dalla fotocamera e la guardai accigliato. Improvvisamente si catapultò contro di me trascinandomi a terra e dando inizio ad un'epica lotta con tanto di solletico. Non credevo che sarei uscito vivo da quello scontro iniquo; Chiara mi sfilò in un lampo la felpa e mi ritrovai a petto nudo steso a terra, mentre lei scappava via stringendola tra le mani. Primo scatto. Un battito di ciglia che aveva bloccato nel tempo la mia amica che fuggiva e io a torso nudo che tentavo di raggiungerla.

Mi venne incontro vittoriosa e si avvicinò alla macchinetta, finalmente le sue labbra si curvarono in un sorriso compiaciuto.

Facciamone un'altra!” esclamò tenendo con sé la fotocamera.

La mia mente, nonostante la momentanea tregua, continuava a richiedere vendetta e così mentre infilavo la maglia architettai un piano.

Mi avvicinai a lei e facendole lo sgambetto la feci scivolare a terra, ma ecco che “ Bip” un altro scatto immortalò la mia espressione impegnata nella missione. Chiara sgattaiolò via dalla mia presa, approfittando della mia momentanea cecità. Non appena aprii gli occhi però mi avventai contro di lei e la strinsi a me, un abbraccio così forte che temevo non riuscisse più a respirare.

Scattala tu..” ansimò cercando di riprendere fiato.

Presi tra le mani la macchinetta fotografica praticamente zuppa e con una corsa veloce andai a prendere il cavalletto, poi tornai a prendere tra le mie braccia Chiara. Mi sembrò quasi di sentire una voragine chiudersi quando sentii ancora il suo respiro intrecciarsi col mio, ma scacciai subito quel pensiero perchè in fondo avevo un mio muro da abbattere. Scossi la testa e arrivai a strofinare il mio naso con il suo. Terzo scatto. La foto più intima mai catturata tra me e la mia migliore amica.

Ehm..” si schiarì la voce Chiara, così sciolsi a malincuore la stretta “ Direi che hai preso confidenza con l'obbiettivo, e con la fotografa!” sorrise maliziosa “ Quindi adesso torniamo alle foto in cui tu sei l'unico soggetto..” continuò facendosi scura in viso.

Forse avevo accorciato troppo le distanze, ma diventava sempre più difficile anche per me stare per troppo tempo senza un contatto con lei.


Sei stato bravo!” si complimentò quando rincasammo a casa sua. Sorrisi rilassato, poi mi guardai attorno stupito da tutto quel silenzio.

Mamma non c'è, è fuori con un certo Giulio mi pare..” mi rispose capendo che stavo cercando Antonia.

Sono contento che sia riuscita a riprendersi da..” non riuscii a completare la frase che la porta della camera matrimoniale si aprì di scatto.

Chiara!” sobbalzò Antonia appena vide la figlia. Indossava una camicia da notte leggera e aveva i capelli sconvolti.

Mamma, tutto bene?” chiese la mia amica preoccupata.

Benissimo!” sorrise nervosa Antonia.

Tesoro, chi c'è?” domandò una voce impastata proveniente dalla stanza e un'istante dopo fece capolino dalla porta il volto accaldato di Giulio.

Oh..” si lasciò scappare sorpresa Chiara, ma subito dopo tornò a sorridere radiosa.

Posso spiegarti piccola..” mormorò dispiaciuta Antonia.

Figurati mamma! Adesso vi lasciamo alle..vostre cose!” disse con tono di voce alto “ Andiamo Ale..” disse prendendomi la mano.

Quando ci ritrovammo in camera sua entrambi scoppiammo a ridere e le lacrime per le risate trattenute non si fecero attendere.

Non credevo che mia madre fosse così impegnata!” rise Chiara.

Questo è segno che la ferita per tuo padre si è completamente rimarginata” ero contento per la mia migliore amica; senza dubbio un po' di tranquillità familiare ed economica non sarebbe guastata.

Mi lanciò un paio di pantaloni di tuta e una felpa che avevo dimenticato da lei chissà quanto tempo fa. Senza riflettere iniziai a spogliarmi difronte a lei, dimenticandomi dei profondi cambiamenti avvenuti in quelle settimane. Solo dopo mi accorsi che mi guardava affascinata con le labbra schiuse e lo sguardo sognante e io non potei far altro che arrossire dalla punta dei piedi alle estremità dei capelli.

Meglio che vada ora, mia madre sarà preoccupata” dissi ricordandomi di essere uscito senza avvisarla.

Posso chiamarla appena parti, così non la lasciamo in pensiero” propose Chiara con aria malinconica.

Che hai?” mi venne spontaneo domandarle.

Nulla, so che stasera mi mancherai più del solito” rispose fissandosi le scarpe.

Anche tu” sospirai arrendendomi a quella che era la realtà dei fatti e mi avviai verso casa.

Ta ta ta tann, ta ta ta tann!
Heavenly è, purtroppo o per fortuna, tornata con il quarto capitolo di "Agnese".
Ok, ok vi avevo promesso che sarebbero entrati in scena i personaggi presentati nel capitolo precedente. Peròò dovevo mettere questa parte e dal prossimo capitolo vi prometto che si parlerà di Agnese e dei due ragazzi spagnoli :)
Spero tanto di non avervi deluso  v.v
Fatemi sapere come avete trovato il capitolo lasciando il vostro parere!
Baci
_Heavenly_




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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

L'autobus procedeva senza fretta verso l'aeroporto e alla mia sinistra si alternavano piccoli paesi ad ampie campagne coltivate. Al mio fianco c'era Chiara, insolitamente silenziosa e rigida.

Brutta giornata per arrivare a Padova” commentai guardando fuori dal finestrino “ Gli spagnoli noteranno molto di più lo smog cittadino..” e subito cercai gli occhi di Chiara, che si accendevano d'interesse quando si trattava di questi argomenti. Lei era sempre stata la mia piccola rivoluzionaria, aveva in mente di cambiare il mondo con i suoi progetti, ma in quel momento nemmeno andare a parlare delle sue passioni sembrava risvegliarla da quell'insolito torpore.

Già, è un peccato..” mormorò con aria poco presente.

Che ti prende? Dormito male?” domandai stanco di quella Chiara spenta, non era quella che adoravo vedere tutti i giorni, era diversa e preoccupata quasi.

Ieri sera mio padre è tornato, c'era Giulio a cena. Per fortuna, altrimenti mamma ci sarebbe ricascata di nuovo, dovevi esserci.. lo guarda ancora in modo adorante!” disse con disprezzo.

Perchè è tornato?” dentro di me sentivo montare la rabbia al solo ricordo delle parole che erano uscite dalla bocca di quell'uomo.

Ha preso le sue cose, a quanto pare ha trovato casa fuori Padova, meglio così..” fece spallucce la mia amica.

Nient'altro?” mi sentivo un po' come uno psicologo, ma avevo intuito dal comportamento di Chiara che tutto ciò che più le serviva in quel momento era confidarsi con qualcuno.

Ha lasciato una lettera. Dice di volerci bene e di essere sinceramente pentito. Dice che vorrebbe tanto tornare, ma sa che ormai è andato tutto perso. Dice che vuole solo la mia felicità ed è per questo che non si farà più vedere. Però ha appuntato il suo nuovo indirizzo alla fine della lettera” sorrise sprezzante “ Come può ancora pensare che voglia rivederlo, eh?”.

Rimane comunque tuo padre..” risposi serio, sapevo che non mi avrebbe più risposto, ma andava bene così. Ora che si era sfogata ero più tranquillo anch'io; pochi minuti e sarebbe tornata quella di sempre.


Scesi dalla corriera provato dal viaggio, anche se la strada percorsa era stata poca il mio mal d'auto mi aveva tenuto compagnia. Mi guardai attorno stordito e appena trovai una panchina con passo svelto la raggiunsi e mi ci buttai di peso.

Com'è andato il viaggio?” mi chiese Rebecca che mi aveva seguito, preoccupata dalla mia espressione sconvolta e pallida.

Tranquilla Rebbe, è solo mal d'auto” le poggiai una mano sulla spalla e cercai di sorridere, ma la nausea diventava sempre più insopportabile.

Dalla tua faccia non sembra proprio!” commentò seria “ Andiamo in bagno dai, che non sbocchi qui davanti a tutti..” intrecciò la sua mano con la mia e mi lasciai guidare da lei, sembrava avere confidenza con quel luogo.

Una volta entrati in bagno, dopo aver attirato l'attenzione di tutti, la mia meta principale fu il water. Mi sorpresi di come fossero state precise le previsioni di Rebecca.

Va meglio ora?” mi sorrise passandomi delle salviette umidificate.

Si, grazie mille!” le sorrisi sincero.

Ci vengo spesso qui, per le vacanze invernali ed estive, quando parto per la Sicilia. Raramente vengo a prendere dei parenti che vengono a trovarci” mi spiegò senza che io le avessi fatto alcuna domanda.

Ho notato che hai confidenza con il posto” dissi alludendo alla velocità con cui avevamo raggiunto i servizi.

Già” rise e per la prima volta apprezzai le fossette profonde sulle sue guance rosee e il color pece dei suoi occhi che si illuminavano impercettibilmente quando sorrideva.

Quando finalmente riuscii a rendermi nuovamente presentabile raggiungemmo la zona che precedeva il ritiro dei bagagli e rimanemmo ad aspettare insieme al resto della comitiva.

E così sei scappato con Rebecca!” mi fece sobbalzare Chiara.

Non stavo molto bene e allora..” mi venne spontaneo giustificarmi, ma altrettanto velocemente Chiara mi bloccò avvicinando il suo indice alle mie labbra.

Scherzavo” sussurrò arrossendo leggermente.

I primi studenti stranieri fecero capolino all'interno del salone trascinando stancamente le loro valige e subito si presentarono ai loro compagni italiani.

Pardòn, ¿ estas Chiara?” una profonda voce maschile giunse dalle nostre spalle e la mia amica si voltò di scatto, spalancando gli occhi smeraldo di fronte al ragazzo spagnolo.

Si” sussurrò flebile e io stesso mi stupii che l'altro fosse riuscito a sentirla.

Encantado de conocerla” rispose ed elegantemente le fece il baciamano.

In pochi attimi li vidi sparire senza nemmeno un cenno di saluto, così rimasi lì impalato ad attendere la mia ospite.

¿ Eres tu Alejandro?” davanti a me sembrava essersi materializzata dal nulla una di quelle tipiche ballerine spagnole che si vedono in televisione. Belle, di un'allegria contagiosa e soprattutto carismatiche.

S-si..” balbettai imbarazzato e subito capii come doveva essersi sentita la mia migliore amica pochi istanti prima.

Yo soy Carola” mi tese la mano curvando le labbra in un luminoso sorriso; a fatica, per l'improvviso disagio, mi presentai a mia volta.

Bueno, possiamo parlare anche in italiano. Mio padre è toscano e ha voluto trasmettermi la sua lingua” mi spiegò senza perdere quell'aria di festa che abbelliva il suo volto.

Per fortuna” sospirai rilassato “ Non sono una cima in Spagnolo” risi e lei con me.

Insieme ritornammo alla corriera e ci unimmo a Chiara e al suo ospite Federico; mi stupì vedere che tra di loro non c'era più nessuna traccia d'imbarazzo.

Me encanta dibujar!” esclamò lo studente straniero appena li raggiungemmo.

Tambièn me gusta la fotografìa” sorrise radiosa Chiara.

Scusate se ci intromettiamo, ma io e Carola vorremmo unirci” mi feci avanti timidamente.

Claro, tu sarai il mio nuovo amico italiano!” esclamò cingendomi le spalle Federico.

Scusalo, è un tipo parecchio estroverso” intervenne Carola.

La mattinata proseguì su questo genere di argomenti; ci raccontammo delle nostre passioni, delle nostre famiglie, dello stile di vita in Italia e altri convenevoli che si usano per conoscersi meglio e per creare un'atmosfera più rilassata.

Quando scendemmo dall'autobus il cielo si era fatto scuro e il traffico cittadino di Padova iniziava a formarsi, così decisi di non perdere tempo e accompagnare Carola a casa.

Oh, guarda c'è Agnese!” esclamai attirando l'attenzione di Chiara mentre raccattavamo i bagagli.

Sarà venuta a prenderci ma, aspetta, com'è che la conosci?” mi domandò accigliata.

Non sapevo che voi due foste amiche, meglio se la raggiungi” dissi ignorando la sua domanda.

Agnese può aspettare, la conosci?” insistette da brava cocciuta qual'era.

Non dovetti stare tanto a pensarci; non appena mi aveva fatto la domanda la mia mente era ritornata a quel pomeriggio invernale..

Faceva freddo, mi coprii la bocca con la sciarpa cercando di ripararmi dalle raffiche di vento che passavano di tanto in tanto. Lei non sembrava sentirlo tutto quel gelo, lei aveva un golfino di lana e una sciarpa lunghissima che quasi ripuliva il marciapiede. Passeggiava guardando dritto difronte a sé, gli occhi sporchi di azzurro e le guance rosee.

Sei mai stato innamorato?” chiese ad un certo punto schiudendo le labbra in un sorriso radioso.

La conoscevo da cinque minuti quella ragazza sconosciuta, per un intero anno l'avevo vista in compagnia di un ragazzo dai capelli rossi mentre aspettava l'arrivo del treno. Solo adesso, scoprendola stranamente sola, mi era venuta istintivamente voglia di starle accanto. Non era bella, o meglio non era una di quelle ragazze che si vedono sulle riviste. Bassa, magrolina ma la meraviglia risiedeva nei suoi occhi nocciola spruzzati d'azzurro, come un prato alla fine dell'inverno quando la neve inizia a sciogliersi.

Io non sapevo il suo nome, non volevo saperlo. Era strano e al contempo eccitante vivere quel rapporto d'amicizia tra due completi sconosciuti. Ma lei mi guardava come se di me sapesse tutto, come se mi conoscesse da una vita.

E adesso ero rimasto lì, una statua di ghiaccio, muto o forse troppo sconvolto da quella domanda capitata a sproposito. Ero mai stato innamorato?

Si qualche mese fa, durante i primi giorni d'inverno. Stavo aspettando il mio autobus e l'ho notata stranamente sola..” cominciai omettendo i particolari sulla mia precedente mania di fotografarla.

Perchè stranamente?” Chiara mi bloccò, aveva assunto un'espressione incuriosita e completamente assorta dopo il mio silenzio iniziale.

Di solito aspetta il treno con un ragazzo, un tipo particolare dai capelli rossi..” abbozzai fingendo disinteresse.

Lorenzo, noi tre dirigiamo insieme il corso di fotografia della scuola” mi spiegò e mi invitò a proseguire con un'occhiata eloquente.

Così istintivamente mi sono avvicinato e abbiamo iniziato a passeggiare, ma dopo quell'episodio di insolita confidenza ci siamo comportati da perfetti estranei..” terminai dimenticandomi, o forse fingendo di farlo, la domanda che Agnese mi aveva fatto quel giorno ormai lontano.

Tutto qua?” sorrise “ Tutto qua” annuii.

Ma non ne ero realmente convinto, quell'incontro mi aveva dato qualcosa, ma soprattutto qualcuno, a cui pensare per mesi interi e ancora continuavo a farlo, ancora ero alla ricerca dell'amore vero.

Ti vedo stanco. Accompagna Carola a casa e fatti una dormita” mi consigliò Chiara prima di andarsene con il suo nuovo ospite.

Ci vediamo” mormorai e alzando lo sguardo incontrai quello lontano di quegli occhi sbarazzini d'un castano spruzzato d'azzurro.

Prima di cominciare SCUSATEMI PER IL TERRIBILE RITARDO >.< 

Ma sembra che durante le vacanze non solo il continuo arrivo di parenti sconosciuti, ma anche la tecnologia si sia accanita contro di me v.v 

Ebbene si, il mio computer ha fatto gli scherzi e ciò non mi ha permesso di pubblicare presto il quinto capitolo T_T 

Beh, finalmente eccolo qua :D Non è molto, ma andare avanti l'avrebbe allungato troppo. 

Vi prometto che tornerò prestissimo con il seguito 

Un bacio

_Heavenly_

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Il sole colpiva forte la finestra della mia stanza; da mezz'ora ormai tentavo di ignorarlo, cercando di recuperare le ore di sonno perdute quella notte.

Carola si era subito ambientata in casa mia e aveva preso confidenza senza apparire però maleducata. Fino alle tre di notte eravamo rimasti svegli entrambi, distesi nel suo letto..


Chi era quella ragazza che ti guardava da lontano oggi?” mi chiese ad un tratto passando da un argomento all'altro senza coerenza.

L'hai notata..” mormorai spalancando gli occhi; Carola non si lasciava scappare nulla.

Lei è.. io credo di.. non lo so, è tutto così confuso!” scossi la testa lasciandomi andare al caos, solo Agnese poteva farmi sentire così: smarrito.

E la tua amica? Chiara, lei..lei cos'è?” continuò, stava camminando in punta di piedi verso di me, stava cercando di entrarmi dentro.

Lei è la mia migliore amica, credo” ma come cavolo aveva fatto a capire tutto soltanto guardandosi attorno? Era tutto così ovvio?

Alejandro, Alejandro! Qui servono certezze” mi sorrise comprensiva.

Ma come l'hai capito?” chiesi troppo preso dai miei pensieri per sdrammatizzare.

Gli occhi sono lo specchio dell'anima, non lo sapevi?” e in quel momento mi chiesi se anche negli occhi di Agnese, bagnati d'azzurro, avrei potuto leggerle l'anima.


Decisi finalmente di alzarmi, ma appena mi mossi incontrai il corpo caldo di Carola che stava dormendo alle mie spalle. Mi voltai piano e rimasi ad osservarla dormire, le spostai i capelli corvini dal volto e non potei fare a meno di ringraziarla per quella notte di parole. Parole che mi avevano aperto gli occhi e chissà forse Carola era qui per questo.


Dopo pranzo Giò si era auto-invitato a casa mia per conoscere la mia ospite, lasciando solo il suo povero compagno Pablo.

Bella Ale! Dov'è la principessa?” esclamò lasciandomi in mano giacca e berretto.

Buenos dìas!” lo salutò Carola sbucando dal corridoio in camicia da notte.

Non riuscii ad interpretare l'espressione che si era dipinta sul volto di Giovanni, tra lo sconcertato e l'affascinato.

E insomma le spagnole usano girare per casa così..” mi soffiò seguendola in cucina. Sbuffai e gli corsi dietro temendo che potesse combinarne una delle sue.

Piacere di conoscerti, sono Giò!” esclamò stringendole la mano e lei, come al solito, sorrideva radiosa.

Encantada” rispose e non curandosi del mio amico, che la fissava con la bava alla bocca, si girò e cominciò a prepararsi un panino.

Da quel momento in poi Giovanni iniziò a parlare senza mai fermarsi, alternando spagnolo, italiano e dialetto. Non che non volessi mettere fine a quella sottospecie di sketch comico, ma la realtà era che non potevo farci nulla. Giò era incorreggibile.

Da me tra un quarto d'ora. Urgente. Chiara” lessi distrattamente il messaggio, troppo impegnato a seguire ciò che stava succedendo nella mia cucina; solo qualche minuto più tardi realizzai quello che Chiara mi aveva ordinato.

Carola, ti dispiace se ti lascio un po' con Giò? Devo assolutamente, ehm.. uscire!” abbozzai in modo poco convincente.

Claro! È un ragazzo così simpatico” sorrise e si rimise ad ascoltare quello scemo che blaterava.

Vado e torno allora!” e con quella frase abbandonai, per niente tranquillo, la mia compagna nelle mani di quel troglodita del mio migliore amico.


Mentre cercavo di farmi spazio nel traffico di Padova sentii dentro di me attivarsi un meccanismo, lo stesso che partiva quando mi ritrovavo di fronte ad Agnese. Però, ora che ci facevo caso, le sensazioni erano esattamente identiche a quelle provate negli ormai frequenti momenti d'intimità passati con Chiara. Cosa mi stava prendendo? Ero sempre stato un ragazzo serio ed equilibrato, che sapeva bene quel che voleva. Ora il mio equilibrio era cambiato, tutto mi appariva troppo difficile e confuso, era impossibile dare un ordine alle cose.

Ci vogliono certezze” mi aveva detto, seppur scherzando, Carola. La faceva facile lei, era tutto troppo intricato per essere sistemato con uno schiocco di dita.

Impegnato com'ero nei miei ragionamenti non mi resi nemmeno conto di essermi fermato di fronte al condominio di Chiara, ormai era diventato così naturale andarci che potevo fare tutt'altro, il mio motorino mi avrebbe condotto da lei lo stesso. Bussai alla porta, non tenevano più le chiavi sotto lo zerbino, come un tempo.

Finalmente eh!” esclamò la mia amica. Aveva i capelli raccolti, tenuti fermi da due matite da disegno, le guance leggermente arrossate e l'immancabile poncio arcobaleno.

Mi hai fatto preoccupare” sbuffai capendo che non era successo niente di grave.

Non saresti arrivato così in fretta altrimenti” disse facendomi strada, inutilmente, verso la sala da pranzo.

Sconvolto? Impallidito? Allucinato? Non so nemmeno io come apparve la mia espressione ad Agnese, che mi osservava dall'enorme tavolo in mogano. Si, forse smarrito è l'aggettivo più opportuno. Perchè Chiara non me lo aveva detto? Iniziai ad imprecarle contro mentalmente, pur sapendo che lei era totalmente all'oscuro dei miei sentimenti verso Agnese. La Meraviglia mi sorrideva lasciando scintillare i suoi occhi nocciola, non sarebbe stato un pomeriggio tranquillo, per nulla.

Piacere, Agnese” disse allungando la mano per stringermela, probabilmente aveva notato il mio completo irrigidimento.

Alessandro” risposi, apparendo quasi maleducato.

Stiamo preparando le diapositive per il corso di fotografia” sorrise Chiara girando il portatile in modo che potessi vedere il loro lavoro.

Se già in quel momento ero una statua di ghiaccio, mi raggelai ancor di più scoprendo che le mie foto sotto la pioggia erano le protagoniste della presentazione.

No” sibilai e con un gesto rapido presi la mano di Chiara e la trascinai in cucina.

Che ti prende?!” mi domandò la mia amica visibilmente seccata.

Che mi prende?! Sei impazzita per caso?! Non puoi usare le mie foto senza chiedermi il permesso!” le urlai incapace di controllarmi. Agnese ci aveva lavorato sopra fino a quel momento e chissà quale idea distorta si era fatta del rapporto tra me e Chiara.

Te lo avremmo chiesto tra due minuti..” rispose piatta la mia amica, distogliendo lo sguardo.

Dovevate chiedermelo PRIMA!” ribattei sempre più irritato.

Cosa c'è?! Visto che non vuoi ammettere a te stesso che sei attratto da me, allora non lo devono vedere nemmeno gli altri?” iniziava ad accorciare le distanze, sapeva benissimo che così mi destabilizzava.

Piantala” sibilai “ Credi di ammaliarmi con le tue parole, ma se davvero mi volessi non te ne rimarresti con le mani in mano!” continuai non perdendo il mio tono pungente.

E non potei dire cosa più sbagliata, perchè fu un attimo sentire le sue labbra delicate premere contro le mie e in un secondo tutto era identico a quel pomeriggio di qualche tempo fa.

Cos'hai da dire ancora?” soffiò staccandosi dolcemente da me.

No” presi le mie cose e puntai dritto verso la porta.

Non andare” mi urlò rincorrendomi “ Aspetta, Ale!” ma ormai stavo uscendo.

Non puoi costringerlo” sorrise Agnese cingendole le braccia.

Fu quella l'ultima cosa che vidi e sentii prima di sbattere violentemente la porta di casa di quella che doveva essere la mia migliore amica.

Una volta fuori mi avventai contro il primo cestino che trovai e iniziai a prenderlo a calci scaricando tutta la mia rabbia. Non era il caso di montare in sella al motorino e andare a farmi un giro, avrei sicuramente rischiato di tamponare qualcuno, vista l'agitazione che avevo in corpo.

Mi strinsi nel cappotto e iniziai a camminare senza meta, proprio non mi andava di tornamene a casa. Cosa stava succedendo? Perchè tutto non poteva seguire un filo logico? Ero indifeso davanti al futuro, non avevo modo di prevederlo né di riuscire a capire qual'era la cosa più giusta da fare, potevo solo arrendermi e lasciarmi trascinare dal corso eventi.

Arrendermi” mormorai tra me e me “ Sarà la cosa giusta?”.

Non avevo voglia nemmeno di prendere la navetta e mischiarmi tra la gente, volevo stare in compagnia di me stesso, per cercare le risposte che mi mancavano. Tornai indietro a prendere il mio motorino, ma quando mi ritrovai a due metri dal raggiungerlo mi sorprese vederci Agnese seduta sopra.

Ciao” sorrise sbarazzina, non curandosi della mia espressione ancora turbata.

Chiara ti ha chiesto di convincermi?” sbottai prendendo il casco, ma mantenendomi a debita distanza.

Proprio no” scosse la testa chiudendo quegli occhi meravigliosi.

E allora? Perchè mi hai aspettato?” mi sentii in imbarazzo a farle delle domande così confidenziali, anche se di intimo avevano proprio poco.

Mi devi ancora una risposta” rispose indifferente, ma il suo sguardo fisso su di me e pieno di interesse la tradiva.

Oh” sospirai “ Il fatto è.. che io non so la risposta” e dovetti allontanare i miei occhi dai suoi. Aveva ragione Carola quando diceva che gli occhi sono lo specchio dell'anima; riuscivo a leggerla ora, Agnese, e le sue risposte fredde erano in contraddizione con i suoi occhi estremamente caldi e speranzosi.

Sei mai stato innamorato?” la testa mi rimbombava.

La sai” annuì seria e si staccò dal motorino, lasciandomi lì, solo, a respirare le ultime tracce di lei nell'aria.

Heavenly è tornata gente! :D  

Non picchiatemi vi prego, perchè lo so che da questo capitolo tornerete ad odiare Chiara e amerete alla follia Agnese.. io lo so v.v 

Ma che ci posso fare, hanno vita propria ormai! >.< * Chiara fugge al mio controllo per tornare ad essere un pò ehm ehm * 

Ma si sopporta, si sopporta! Spero :) 

Beh il capitolo parla da solo.. C A O S !

Aspetto le vostre recensioni curiosa, anche quelle di coloro che mi seguono in silenzio :) 

Un abbraccio 

_Heavenly_



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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Rientrai a casa stordito, confuso dalle misteriose parole di Agnese. Vagavo ininterrottamente nella mia mente cercando La Risposta, la soluzione a tutto questo casino. I risultati però erano scoraggianti.

Che faccia da funerale, amico. Che ti prende?” mi chiese Giò mollandomi una pacca sulla spalla. Lo ignorai e subito chiesi dove fosse finita Carola, desideroso di parlarle.

Ha ricevuto un messaggio da Federico ed è uscita farfugliando qualcosa su una lezione” mi rispose vagamente e il suo tono apparve deluso, molto probabilmente non si era divertito a stare solo in casa d'altri.

Che ci fai ancora qui?” sbottai, ma rendendomi conto di come mi stavo comportando con lui cercai di controllarmi.

Non c'era nessuno a casa e Carola non aveva le chiavi per chiudere la porta” rispose piatto. Sì, si era offeso.

Scusa” mormorai e mi lasciai cadere accanto a lui nel divano.

Ale, si può sapere che hai?” mi ridomandò testardo.

Non potei tacere su tutto ciò che mi era successo qualche ora prima e mi lasciai andare totalmente, guarnendo la spiegazione con tutte le riflessioni e domande che avevano affollato la mia testa fino a quel momento.

Che situazione di merda” commentò massaggiandosi le tempie “ Sembra che le due signorine stiano lottando per averti” finì.

Rimasi a fissarlo, sconcertato al solo pensiero che nel cuore di Agnese ci fosse un po' di spazio anche per me. No, era una cosa impossibile.

Capisco Chiara, ma Agnese non mi conosce nemmeno” scossi la testa cercando di convincermi.

Che sia così o no, tu devi prendere una decisione. Ok?” annuii poco convinto “ Ora vado altrimenti mia madre mi ammazza. Ci vediamo domani a scuola” e con queste ultime parole mi lasciò solo, in compagnia di una confusione ancor più grande in testa.


Carola rientrò a casa quando fuori era ormai buio. L'avevo aspettata rimanendo davanti al televisore con lo sguardo spento, fingendo di interessarmi ad una televendita di pentole.

Hola!” esclamò facendomi sobbalzare. Mi girai e rimasi a decifrare l'espressione rilassata del suo volto.

¿Que pasa?” mi domandò accigliata dopo qualche minuto passato, a sua volta, a scrutarmi.

Oh, nulla” feci spallucce, ma in verità morivo dalla voglia di parlare con lei.

Non sembra affatto” scosse la testa e si accoccolò accanto a me penetrandomi con i suoi occhi neri e scintillanti.

Chiara mi ha chiesto di raggiungerla, prima. C'era anche Agnese con lei e..” mi bloccai, imbarazzato da quei lunghi flashback che mi passavano davanti agli occhi.

E?” mi incitò con una leggera spinta.

E Chiara mi ha baciato davanti a lei” dissi tutto d'un fiato. La vidi sbattere le palpebre sorpresa per poi tornare a sorridere radiosa.

Alejandro! Hai il corazòn di due ragazze in mano” rise, ma vedendo che la mia espressione seria non cambiava continuò “ Cosa c'è che non va?”.

Si possono amare due persone contemporaneamente, Carola?” domandai ritornando a fissare quel noiosissimo programma alla tv.

Sospirò e poi cominciò a parlare lentamente “ Nessun uomo ha il cuore così grande per amare due donne con tutta l'anima, se così fosse dimenticherebbe di amare se stesso” finì.

Intendi dire che c'è posto per una sola persona dentro di me?” chiesi contrariato. E Giò? Rebecca? Elisabetta? Nonna Lucia? Lei.

Ho detto donne, non persone. Sta a te scegliere chi tra le due è quella giusta” annuì seria.

Giovanni mi ha dato il tuo stesso consiglio” sorrisi; nonostante i miei due amici fossero estremamente diversi erano arrivati alla stessa conclusione.

Giò è un ragazzo intelligente, anche se spesso nasconde quanto sia profonda e ricca la sua anima” sorrise con sguardo sognante.

Ehi ma.. da dove ti escono queste perle di saggezza?” la presi in giro tornando a sorridere.

Mia nonna mi ha sempre parlato così, credo di aver imparato da lei ad essere..” si fermò per cercare una definizione adatta.

Diretta, ma senza ferire. Attenta a tutto, ma senza essere invadente” sorrisi e lei con me.

Grazie Ale” mi abbracciò quasi commossa.

Grazie a te Carola”.


Io e la mia ospite stavamo per metterci a letto quando sentimmo bussare alla porta, entrambi ci girammo stupiti e andammo ad aprire, precedendo nonna Lucia.

Chi sarà a quest'ora?” si domandò Carola girando velocemente la chiave nella toppa.

Giò! Hai dimenticato qualcosa?” esclamai allarmato alla vista del mio amico di sempre tutto trafelato.

Posso entrare?” chiese con un filo di voce.

Giovanotto, vieni in cucina. Ti offro un bicchiere d'acqua” lo trascinò mia nonna; noi li seguimmo.

Si può sapere perchè hai quella faccia sconvolta?” domandai una volta seduti a tavola.

Il mio amico bevve un lungo sorso dal bicchiere che mia nonna gli aveva posto sotto il naso, poi cominciò “ Ero a correre con Pablo, ci trovavamo più o meno di fronte al condominio di Chiara..” si bloccò notando che il mio volto si era pietrificato al sentire quel nome.

Chiara? Cosa centra? Le è successo qualcosa?” lo bombardai di domande, completamente preso dal panico.

Callate Alejandro, callate” mi intimò severa Carola e con un cenno invitò Giò a proseguire.

Ho visto Agnese mollare una spinta violenta a Chiara e poi..” deglutì “ urlare via nominando ad alta voce il nome Federico” terminò torturandosi le mani.

E Chiara?” chiesi in ansia.

Chiara ha sbattuto contro un muro ed è rimasta a terra, dopo un po' si è rialzata e dolorante è tornata dentro” posò lo sguardo su di me, non sembrava aver intenzione di staccarlo.

Devo andare da Chiara, adesso.” sibilai e in quel momento dentro di me i sentimenti per Agnese si stavano evolvendo.

Dove pensi di andare? È mezzanotte!” mi rimise a sedere Carola cingendomi le spalle.

Ma devo sapere!” insistetti.

Devi parlare con entrambe. Aspetta domani” mi consigliò Giovanni.

Rimani qui stanotte” lo invitò Carola.

Li sorpresi scambiarsi sguardi dolci e pieni di significato. Chissà, forse la giornata non era stata pessima per tutti. 

Ehilàà!

Perdonatemi per il terribile ritardo ma, ammesso che sia possibile, ho avuto una specie di blocco delle scrittore. 

Ho cercato di recuperare al danno con una One-shot, maa comunque scusate davvero. 

Comuunque torniamo a noi :) 

Lo so, lo so. Avevo promesso ordine e ordine non c'è, ma questo è quello che è riuscito ed io non rispondo più delle

azioni di questi quattro pazzi sclerati D:

Spero comunque di non avervi deluso troppo

un bacio e alla prossima ( che spero per prima sia il più presto possibile)

Heavenly

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

Camminavo col volto seminascosto dalla sciarpa accanto a Carola, stranamente silenziosa.

Avevo passato la notte in bianco a fissare la parete e le foto di famiglia illuminate dalla luce fioca del corridoio. Non potevo girarmi perchè dietro di me Giò e Carola stavano passando la notte in altro modo, che non comprendeva affatto il dormire.

Sono un po' agitato” mormorai posando lo sguardo su di lei.

Callate, andrà tutto per il meglio” mi sorrise dolce.

Ehi aspettatemi!” urlò correndoci incontro Giovanni, che era passato per casa a prendere la cartella. Come si unì a noi il viso di Carola sembrò illuminarsi di una nuova luce e subito ricominciò a parlare radiosa come sempre.

Oggi dovrai fare gli interrogatori” rise spensierato il mio amico.

Taci, sono un fascio di nervi” borbottai nervoso.

Eccola!” esclamò Carola indicando Chiara, che stava ferma davanti all'entrata dell'istituto.

Vado da lei?” domandai incerto ed entrambi annuirono.

Mi incamminai velocemente in sua direzione e quando fui a pochi passi dal raggiungerla il suo sguardo finalmente mi notò tra i tanti corpi addormentati degli studenti.

Ale!” mi salutò con un abbraccio, ma si ritirò subito come se fosse stato un gesto troppo azzardato.

Tutto bene?” le chiesi ansioso.

Si, certo” puntò i suoi occhi smeraldo su qualcos'altro e questo suo gesto mi fece capire che stava mentendo.

Cos'è successo ieri sera tra te e Agnese?” domandai senza giri di parole.

Sobbalzò e spalancò verso di me i suoi occhioni verdi.

C-come fai a saperlo?” balbettò.

Giovanni vi ha viste” risposi e la fissai cercando di farle capire che non me ne sarei andato finché non mi avrebbe dato la risposta che volevo.

Ah” sussurrò, mi parve terrorizzata all'idea di dovermi rendere spiegazioni.

Dimmelo, ti prego” supplicai.

Non posso” mormorò flebile.

Dai” insistetti.

No!” continuò cocciuta.

Chiara!” sibilai.

Sono andata a letto con Federico” disse in un urlo strozzato.

Mi allontanai di qualche passo sconvolto, e la vidi scivolare senza forze lungo la staccionata in ferro che delineava i limiti del cortile scolastico.

Perdonami” mi pregò tra le lacrime attirandomi a sé.

Mi staccai da lei con più forza, tanto che la lasciai senza fiato.

Non adesso” risposi freddo e la abbandonai al pianto dirigendomi in classe, conscio che avrei passato cinque ore a fissarla e ad immaginare ciò che mi aveva appena confidato.


Uscii dalla classe fingendo un improvviso malessere, non per sfuggire all'interrogazione di inglese della Signorini, ma per prendere una boccata d'aria pulita. Il respiro di Chiara sembrava prevalere sugli altri, premere per entrarmi dentro e rodermi il fegato.

Mi sedetti accanto all'infermeria, poco lontano dal bagno.

Guardai di qua e di là senza interesse, in attesa di qualcosa o qualcuno; in realtà non sapevo cosa o chi aspettarmi, attendevo e basta.

Ehi, stai male?” domandò una voce angelica alle mie spalle.

Mi voltai di scatto e scoprii che Agnese si era avvicinata a me; teneva le braccia incrociate e i suoi occhi brillavano di una luce falsamente allegra.

Un po'” mentii abbassando lo sguardo.

Posso sedermi?” chiese indicando uno spicchio di panca rimasto libero.

Annuii e le feci posto.

So che non è il momento più adatto ma..” abbozzò e subito capii dove voleva parare.

Non la so la tua risposta Agnese” risposi.

Ok” sussurrò scompigliandosi i capelli e sorridendomi imbarazzata.

Posso chiederti una cosa?” domandai, era giunto il momento del suo interrogatorio.

Spara” sorrise.

Ieri sera Giovanni ti ha vista spingere Chiara e urlarle contro” mormorai senza il coraggio di guardarla in faccia.

La sentii rabbrividire grazie al leggero contatto dei nostri corpi.

Hai già parlato con Chiara?” rispose con un'altra domanda.

Si” risposi.

Sai tutto quello che è necessario sapere allora” sospirò.

Ma tu, cosa centri?” chiesi cauto.

Centro” mormorò.

Perchè?”.

Non lo so, mi sentivo coinvolta. Avevo la sensazione di dover far capire a Chiara che stava sbagliando, che stava perdendo te” finì ed entrò nei miei occhi cristallini.

Ma perchè hai reagito così? Non capisco..” si, ora mi sentivo davvero un poliziotto.

Perchè non sopporto che tu possa soffrire” sussurrò e corse via, lasciandomi di nuovo solo.


Ti va di fermarti qui con noi?” mi invitò Giò al termine delle lezioni.

No, grazie. Devo studiare” mi giustificai, ma in realtà avevo voglia di starmene da solo.

Ci vediamo stasera allora” mi sorrise Carola.

I due si presero per mano e si diressero verso il centro, mentre io mi incamminai verso la stazione.

Una volta arrivato mi sedetti sotto una pensilina ad aspettare il mio autobus.

Hola amigo!” esclamò qualcuno venendomi incontro.

Con il sole invernale che lo colpiva non riuscivo a distinguere bene i suoi lineamenti e nemmeno a riconoscere la sua voce. Quando mi fu abbastanza vicino però mi resi conto di chi fosse: Federico.

Ciao” sibilai.

¿Todo bien?” mi domandò mollandomi una spinta.

Ehi, piano! No, non va bene” gli urlai contro.

Che ti prende amigo? Hai avuto una delusione d'amor?” scherzò.

Non avevo idea di cosa mi passasse per la testa in quel momento; il mio braccio destro si alzò da solo e mollò un pugno dritto sulla guancia del ragazzo.

Ma sei impazzito? Che ti ho fatto!” esclamò portandosi le mani al viso.

Sei andato a letto con Chiara!” urlai e gli diedi un calcio.

Estàs loco! Cosa centri tu? Lei può andare a letto con chi vuole” mi spintonò.

No! Non con te..” sibilai andandogli di nuovo incontro.

Non è di tua proprietà” urlò e mi bloccò le spalle “ Sei stressato Alejandro, tornatene a casa e fingiamo che non sia mai successo niente” disse con i muscoli contratti, evidentemente stava cercando di trattenere la rabbia.

Presi la cartella e accelerai il passo per allontanarmi il più possibile da lui; sentivo il suo sguardo puntato addosso e il mio respiro affannato mi ricordava continuamente quell'improvvisa violenza.

Rientrai in casa verso tardo pomeriggio e rimasi sorpreso nel vedere Carola studiare invece che passare il suo tempo con Giovanni.

Come mai già a casa?” domandai.

Fortuna che il signorino doveva studiare” ignorò la mia domanda e posò il mento sullo schienale del divano.

C'è stato un imprevisto” spiegai vago.

Che genere di imprevisto?” mi chiese curiosa.

Sbuffai alzando gli occhi al cielo, ormai non potevo più tacere nulla a Carola. Era diventata come una sorella per me.

Federico” sibilai fremendo ancora per la rabbia.

Che gli hai fatto?!” sobbalzò preoccupata.

Non sono riuscito a controllarmi. È tutta la mattina che me lo immagino con Chiara” cercai di spiegare il perchè della mia reazione, ma mi rendevo sempre più conto del mio errore.

L'hai picchiato” scosse la testa delusa “ Ti facevo più maturo Alessandro”.

Ma Carola cerca di capirmi..” tentai di rimediare.

Io cerco di entrare nella tua testa Alessandro, ma tu non puoi arrabbiarti perchè Agnese si fa strane idee su il tuo rapporto con Chiara e allo stesso tempo perchè Chiara è andata a letto con Federico” mi rimproverò.

Non hai idea della confusione che ho in testa” portai le mani al volto, ero quasi sul punto di esplodere.

E invece sì, un'idea me la son fatta. E so anche dirti come porre fine a tutto. Fai la tua scelta” mi ordinò scuotendomi leggermente le spalle.

Fai la tua scelta” mi ripetei mentalmente e forse era arrivato davvero il momento di farla. 

Buonasera anime :) 

Eccomi di nuovo qui a proseguire con Agnese. 

Ebbene sì, siamo arrivati all'ottavo capitolo e per il nostro Alessandro è arrivata l'ora di darsi una svegliata! v.v O no? 

Siamo agli sgoccioli gente. 

E mentre è sempre più probabile l'uscita di una One-shot su Giovanni e Carola, il nostro caro racconto madre potrebbe terminare nel giro di pochi capitoli.

Sarete contenti no?! :D 

Ora che altro c'è da dire.. Ah sì, il capitolo è un pò cortino ma il prossimo sarà succosissimo di novità e credo che vi piacerà decisamente di più :) 

Un abbraccio e a presto 

Heavenly

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

Pov. Agnese


Vieni qua, vieni qua, che ti dovevo dire
tutte quelle cose che, cose che, non hai voluto sentire, soffrire, godere o finire.
Vieni qua, vieni qua, sempre la stessa storia
un equilibrio stabile, instabile, che crolla al vento di una nuova gloria, l'amore si odia.
Ah, se fosse così facile, ah, se fosse ancora innamorato di me (…)

L'amore si odia – Noemi e Fiorella Mannoia



Ma tu, cosa centri?” chiese cauto.

Centro” mormorai

Perchè?”.

Non lo so, mi sentivo coinvolta. Avevo la sensazione di dover far capire a Chiara che stava sbagliando, che stava perdendo te” finii e mi immersi nei suoi occhi cristallini

Ma perchè hai reagito così? Non capisco..” lo imbarazzava condurre quell'interrogatorio, ma il desiderio di sapere lo spingeva a continuare.

Perchè non sopporto che tu possa soffrire” sussurrai e corsi via, incapace di sostenere un attimo di più tutta quella tensione.


Mi lasciai scivolare lungo la parete fredda del bagno e sentii le prime lacrime bagnarmi il viso.

Scappare era sempre stato il mio forte. Sfuggire alle tensioni, alle spiegazioni, alle risposte e ai dolori, niente che mi fosse mai riuscito meglio.

Molti l'avevano interpretato come una parte del mio carattere riservato e misterioso; per me era frustrante non riuscire a trovare il coraggio, per una volta, di espormi e rischiare.

Al diavolo se fossi finita per soffrire, fa parte della vita anche il dolore. Ma era inconcepibile per me affrontare una situazione di petto, senza aver prima meditato sul come comportarmi.

E così era stato. Mi ero avvicinata in punta di piedi ad Alessandro, avevo bussato alle porte del suo cuore ed ero fuggita. L'avevo illuso, preferendo il suo dolore al mio.

Cazzo” sussurrai passandomi le mani tra i capelli.

Perchè per una volta non riuscivo ad essere “Chiara”?.

Mi asciugai le lacrime, non era da me piangere. In fondo me l'ero cercata.

Mi alzai e rimasi ad osservare il mio volto allo specchio. Sarebbe stato pallido se non fosse stato per i leggeri sentieri rossi che avevano lasciato le lacrime sulla mia pelle delicata.

Agnese” mi fece sobbalzare una voce familiare.

Mi voltai, fregandomene dell'espressione distrutta del mio viso.

Oddio, che è successo?” mi venne incontro preoccupata.

Non so come riuscì a spuntarmi un sorriso; Chiara era davvero il massimo, anche dopo la sfuriata di qualche giorno prima era pronta a consolarmi.

Non ti ho mai vista così, che hai?” insistette non avendo ricevuto risposta.

Nulla, è una stupidaggine” feci spallucce.

Niente di tanto stupido avrebbe potuto rovinare così il tuo viso” sorrise e mi fece sedere insieme a lei a terra.

Lui” sospirai consapevole che le avrei rifilato una pugnalata “ Sempre lui”.

La sentii irrigidirsi al solo pensiero, ma poi tornò a preoccuparsi di me.

Vorrei parlare con te di quello che è successo Sabato..” accennò incerta.

Annuii e subito rividi come se stesse riaccadendo la scena..


Chiara! Aprimi subito!” urlai in preda alla rabbia.

Si arrivo” strillò la sua voce allarmata e in cinque secondi me la ritrovai davanti.

Fui più volte sul punto di tacere, di scappare.

Che c'è?” sbottò guardandomi interrogativa.

Gira una voce” sibilai.

Non ti seguo, scusa” rise nervosa.

Mi irrigidii, infastidita dal suo comportamento scorretto.

Federico, ti dice niente?” mi controllai.

Continuo a non capire” mormorò spostando lo sguardo, sfuggendo dal mio fisso sul suo.

Ormai non sentivo più il desiderio di andarmene, di mettere la coda tra le gambe e rimanere nel silenzio.

Smettila di fare la stupida, lo sa mezzo gruppo ormai che sei stata a letto con Federico” le rinfacciai riferendomi alla compagnia coinvolta nel progetto di scambio.

Chi te l'ha detto?” spalancò gli occhi terrorizzata da chissà quale pensiero.

Non importa da chi l'ho saputo, ma quello che hai fatto! Hai provato a pensare anche solo per un momento a come reagirà Alessandro quando lo saprà?” le domandai curiosa di sapere come se ne sarebbe uscita.

Taci! Ale non lo deve sapere..” sibilò accorciando le distanze.

Non pensare che starò zitta!” dissi fuori di me.

Ti fa comodo comportarti così adesso” disse sprezzante.

Non riuscivo a credere che la mia amica più fidata fosse arrivata a pensare questo di me. Mossa dall'ira non riuscii più a controllare parole e azioni, le mollai una spinta violenta facendola finire a terra.

Sei una troia, ecco cosa sei!” sibilai.

É soltanto colpa tua se Alessandro non sta con me, sei sempre stata brava ad intrometterti in questioni che non ti riguardano!” continuò con voce rotta dal pianto.

Tu non sai quello che dici Chiara, non meriti nemmeno che Alessandro ti guardi” scossi la testa delusa.

Non voglio più vederti, vattene!” mi urlò tentando di rialzarsi.

Corsi via con le lacrime agli occhi, sfinita da quelle urla e da quelle parole uscite così, senza crederci davvero al loro significato.


Scusami Chiara, ho detto cose che non pensavo” abbassai lo sguardo.

No, hai ragione. Non merito nemmeno che Ale mi guardi” sospirò.

Che dici! Siamo tutti e tre molto confusi, è colpa di tutti e di nessuno..” i ruoli sembravano essersi invertiti, prima lei tentava di consolare me e ora io cercavo di farle tornare il buonumore.

Già, chissà come starà soffrendo in questo momento” pensò ad alta voce massaggiandosi le tempie.

Si sistemerà tutto vedrai. Soltanto, promettimi che non litigheremo mai più come abbiamo fatto” sorrisi flebile tendendole il mignolo.

Rise, di una risata leggera, rilassata e spensierata. Adesso sì, riconoscevo la Chiara di sempre.

Tu non hai fame?” mi chiese cambiando del tutto argomento.

Alla fine Chiara rimaneva l'unica insieme alla quale ero in grado di abbattere i blocchi del mio carattere.

Non pensavo fosse già l'una!” esclamai stupita “ Certo, andiamo a prenderci qualcosa” e l'aiutai ad alzarsi.

Ma come ci avvicinammo all'uscita del bagno entrò Rebecca, con aria preoccupata.

Chiara! Finalmente ti ho trovata!” esclamò.

Che succede?” domandò curiosa la mia amica.

Mi ha appena chiamata la mia ospite, Lisa, dice che Federico e Alessandro stanno discutendo” sembrò bloccarsi, come se per lei fosse difficile proseguire “ Stanno discutendo per te” finì.

Rimasi interdetta e fissai Chiara, che a sua volta era rimasta a bocca aperta.

E Ale come sta?” domandò in ansia.

Si sono dati una calmata, per fortuna” rispose Rebecca.

Chiara si lasciò scappare un sospirò di sollievo. Mi sentivo esclusa dalla conversazione, ma non me ne importava molto, contava che fosse arrivato per me il momento di farmi da parte.

Alessandro si stava battendo per Chiara, non avevo più motivo di combattere la mia di battaglia, la cosa più saggia da fare era sventolare bandiera bianca.

Certo, non sarebbe stato facile riporre in un angolo quella sfilza di fantasie che avevo segretamente ricamato attorno all'immagine del suo volto, ma dovevo farlo. Per lui, per Chiara.

Io e lui dobbiamo parlare seriamente” affermò seria.

Ci sarete stasera alla festa di “ Fine scambio”? Potrebbe essere un'occasione per chiarire..” propose Rebecca, ma ancora sembrava che le parole le uscissero amare.

Che ne dici Agnese?” chiese la mia opinione Chiara.

Eh?” venni risvegliata dai miei ragionamenti confusi.

Andiamo alla festa stasera?” sorrise.

Certo!” risposi fingendomi serena.

Se dovevo dimenticare Alessandro non sarebbe certo stato facile cominciare con l'assistere alla sua riappacificazione con la mia amica, ma prima o poi sarebbe dovuta avvenire e l'avrei accettata. Volente o nolente.

Mai prima di quel momento mi sentii tanto stupida per aver perso l'occasione di stare con quel che ritenevo l'amore della mia vita.

Ebbene sì, sono tornataaa :D

Sarete a dir poco arrabbiati con la sottoscritta per l'imperdonabile assenza. 

Peròò c'è stato un lungo, lunghissimo temporaneo smarrimento della mia vena creativa e quindi niente da fare, non son riuscita a buttar giù una frase che mi piacesse. 

Ma l'importante è che io sia riuscita a ritrovare il filo del discorso e un pò delle mie "abilità", se così si possono chiamare, nella scrittura. 

Beh, che dire d'altro. Ah sì! Credo di aver chiarito un pò la situazione presentandovi, per la prima volta, un capitolo dal punto di vista di Agnese *-*

Insomma, lei che è così misteriosa in realtà si è dimostrata l'opposto. La semplicità fatta a persona, ma con dentro quella testolina un caos primordiale! v.v 

Spero che il capitolo vi sia piaciuto ( Se si lasciate commento, se no lasciate commento xD ) 

Aspetto i vostri pareri e ringrazio le lettrici e i lettori che continueranno a seguirmi nonostante tutti i miei ritardi e le mie pessime scuse ^^"

Un abbraccio da orso :3 

Heavenly

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Penultimo capitolo

Alessandro.


Siamo arrivati” urlai cercando sovrastare il casino formatosi all'interno della Panda di mia madre.

Giovanni, Carola e Pablo stavano sui sedili posteriori stretti come sardine. L'ospite del mio amico non aveva smesso un attimo di ricordare tutti i bei momenti passati insieme a Giò, il quale seguiva il suo discorso poco attentamente, troppo attirato dallo scollo del vestito di Carola.

Piccola chiudi lo specchio” le disse ad un certo punto con un sorriso smagliante.

Perchè?” sibilò la mia amica, fulminandolo con i suoi due occhioni neri messi in risalto dal rimmel.

Non devi farti bella per nessuno, stai con me!” cinguettò allegro.

Carola rimise nella borsetta i trucchi e incrociò le braccia mettendo il broncio.

Accosta qui mamma” indicai, ritornando a prestare attenzione alla strada.

Mi raccomando ragazzi. Niente alcool, niente pastiglie, niente sesso, niente..” cominciò lei prima che scendessimo.

Si fidi di noi Elisabetta! Siamo tutti bravi ragazzi!” le fece l'occhiolino Giovanni.

Mamma dai..” sbuffai.

Carola, ti prego. Controllali tu!” rise e la mia ospite con lei.

La casa di Rebecca era più grande di come l'aveva descritta e decisamente adatta ad ospitare folle di adolescenti scalmanati. Lo stile minimalista regnava su tutte le stanze; i mobili erano molto semplici e monocolori, il più delle volte privi di soprammobili. Solo ogni tanto sulle pareti o su alcuni cassettoni vi erano alcune fotografie, delle quali era spesso protagonista Rebecca.

Vi stavamo aspettando ragazzi!” ci raggiunse raggiante la nostra compagna.

Rebecca era stata un'esplosione di colore in quella casa monocromatica; indossava un abito a palloncino rosso sgargiante e le sue labbra carnose sembravano urlare “baciami!”.

Bella! Casa da paura eh!” esclamò Giò dandole il cinque.

Grazie, e voi che ne pensate?” ci chiese.

Hai una casa.. wow!” rispose al posto mio Carola.

Gracias! Seguitemi, gli altri sono in giardino” disse facendoci strada.

Come uscimmo l'aria fresca di fine primavera arrivò a sfiorarmi il viso. Il profumo dei fiori e quel colore verde acceso della vegetazione sembrava entrarti dentro e riportarti a quei giardini tipici della Sicilia.

Sul fondo vi era un terrazzo che molto probabilmente si affacciava sulla strada sottostante, ma ad attirare la mia attenzione fu una panchina isolata. Decisi immediatamente di andarmi a sedere lì.

Lasciai, come ormai era abitudine, che i miei pensieri scorrazzassero liberi e si innamorassero anch'essi di quel profumo inebriante.

Come mai stai qui tutto solo?” mi fece sobbalzare Rebecca con la sua voce squillante.

Oh nulla, non mi va di ballare” feci spallucce.

Dopo ormai tre anni di conoscenza avevo capito che Rebecca era una di quelle persone che sapevano leggerti dentro, me ne aveva già dato prova.

Non ci credo” scosse la testa facendo danzare i suoi ricci neri, poi prese posto accanto a me.

Immaginavo” sospirai con un sorriso sconfitto.

É per Chiara?” mi domandò facendosi seria.

Anche”.

E per Agnese scommetto” concluse con un sussurro.

Come fai a..” la guardai confuso.

Ascoltami Alessandro, indipendentemente dal fatto che mi sei sempre piaciuto e continui a piacermi, ascoltami”

S-si” balbettai pietrificato.

Qui mi sembra che l'abbiano capito tutti che devi prendere una decisione, tutti tranne te” riprese fiato “ L'amore non è premeditazione, l'amore è sapere cogliere il momento giusto. Carpe diem, capisci?” continuò prendendomi le mani.

Annuii.

Ma se arrivo tardi?” sussurrai imbarazzato.

Non ho ancora finito. Potrai fartelo scappare il tuo momento Ale, ma poi per una serie assurda di coincidenze riuscirai a rimediare. Potrai credere di averlo finalmente trovato, o di averlo perso per sempre. Ma non lo perderai l'amore vero” finì con il fiatone e rimase incantata dalla mia espressione perplessa.

Ma..” mormorai.

Lo so, ho mandato all'aria quello che poteva essere il nostro momento. Ma vuoi sapere perchè l'ho fatto?” mi domandò esigendo un mio “si”.

Perchè?” chiesi con la gola secca e un'ansia crescente.

Perchè non è con me che devi stare” sussurrò abbassando per la prima volta lo sguardo.

Rebbe io..” cercai di consolarla.

No, non serve” mi sorrise asciugandosi una lacrima e poi corse via tornando a ballare insieme a tutti gli altri, sfoggiando nuovamente il suo sorriso radioso.

Grazie” sorrisi.


A metà serata iniziarono ad arrivare gruppetti di ragazze in abito da sera seguite da uno stuolo di accompagnatori scodinzolanti. Fu in quel momento che la vidi.

Era bella da star male, Chiara. Indossava un abito verde smeraldo abbinato ai suoi gioielli più preziosi: gli occhi.

Mi salutò con un cenno, ma non sembrò avere intenzione di venirmi incontro.

Mi morsi le labbra, in collera con me stesso per come mi ero comportato con lei..

Sono andata a letto con Federico” aveva confessato con voce rotta dal pianto.

Mi ero allontanato di qualche passo sconvolto, mentre lei si lasciava cadere senza forze lungo la staccionata in ferro che delineava i limiti del cortile scolastico.

Perdonami” mi aveva pregato tra le lacrime attirandomi a sé.

Mi ero staccato da lei, lasciandola senza fiato.

Non adesso”avevo risposto freddo e l'avevo abbandonata al pianto dirigendomi in classe, consapevole che avrei passato cinque ore a fissarla e ad immaginare ciò che mi aveva appena confidato.

Ale, tutto ok?” Giò mi riportò al presente.

Si si” risposi distratto.

Non è che il drink ha già fatto effetto?” rise mollandomi un pugno.

Che dici!” risposi spingendolo.

Sarà, ma sembri essere su un altro pianeta” mi fissò serio.

Ho visto Chiara” spiegai.

C'avevo visto giusto allora!” esclamò.

Perchè non viene da me?” piagnucolai.

E dai, piantala!” sbuffò.

Mi zittii rendendomi conto che anche io avrei trovato ridicolo e noioso un ragazzo, brillante e piacente, che si strugge continuamente per amore. Dovevo darci un taglio.


Chiara


Mammaa!”strillai in preda al panico.

Non era affatto da me perdere ore davanti all'armadio, ma quella sera ogni particolare andava studiato. Avrebbe potuto fare la differenza.

Che c'è tesoro?” chiese facendo capolino da dietro la porta.

Non ho nulla da mettermi per la festa di questa sera” borbottai.

Sicura di sentirti bene? Hai sbattuto la testa da qualche parte, vero?” si avvicinò preoccupata “ L'ho sempre detto io che sei nata goffa e maldestra come tuo padre!” sbuffò divertita.

Nominare papà non era più causa di silenzi e battibecchi, ci scherzavamo ormai.

Non credi possibile che per una volta voglia essere bella anch'io?” risi, sciogliendomi la coda di cavallo.

Ma tu sei sempre bella piccola! Mi sembra impossibile però di non averti mai comprato un vestito elegante” scosse la testa e si mise a frugare tra i cassetti.

Sono stata io a non volere che i vestiti eleganti entrassero nel mio armadio” le spiegai.

Dovrei avere comunque una cosuccia carina da qualche parte” bisbigliò tra sé e sé.

Sparì e un attimo dopo tornò con, tra le mani, un meraviglioso abito verde smeraldo.

Ma è stupendo!” esclamai “ Non l'hai mai indossato!”.

Non ne ho più avuto l'occasione e per l'età che ho sarebbe troppo azzardato farlo” sorrise.

Sciocchezze!” risi e subito mi spogliai per provarlo.

Sembra che l'abbiano cucito su misura per te, è perfetto!” disse compiaciuta.

Già, è quello giusto” risposi soddisfatta.

Una volta terminati trucco e acconciatura corsi in cucina per sfilare davanti a mamma, che però sorpresi impegnata in una conversazione telefonica.

Mi dispiace davvero molto, vi sareste divertite di più insieme” sospirò mia madre dispiaciuta.

Che succede?” chiesi spontaneamente senza aspettare che riattaccasse.

Mi fece cenno di attendere.

Certo, Agnese, le chiederò scusa da parte tua. Vedi di rimetterti in forze, mi raccomando!” sorrise e terminò la telefonata.

Allora?” ridomandai.

Agnese non si sente bene, preferisce non venire questa sera” mi spiegò osservandomi attentamente, forse stava cercando di prepararsi alla mia reazione.

Per un attimo soltanto mi balenò per la mente che fosse tutta una finta. La mia amica era follemente innamorata di Alessandro e probabilmente aveva pensato bene di evitare situazioni spiacevoli.

Che peccato!” sospirai ricacciando indietro tutti quei pensieri cattivi.

Sbrighiamoci adesso! Altrimenti arriverai in ritardo” mi incitò allarmata mia madre, sembrava lei l'adolescente tra le due.


Durante il tragitto in auto cercai di prepararmi qualcosa che assomigliasse a un discorso, ma i risultati furono scarsi dato che mamma continuò a parlarmi della festa per tutto il tempo, dimostrando di saperne più di me.

Volevo chiarire tutto con Alessandro, anche se sapevo che l'amicizia di un tempo era ormai sepolta sotto un poco trascurabile ammasso di ricordi.

Dovremmo esserci” disse mia madre allegra.

Grazie mille, ti chiamo più tardi” l'avvisai mentre scendevo.

Stai attenta!” esclamò ricordandomi la serie infinita di avvertimenti che mi aveva fatto prima di partire.

Rebecca mi fece entrare in casa sua e mi accompagnò verso il giardino dove c'erano tutti, addirittura studenti che non avevano partecipato allo scambio.

Appena misi piede sulla veranda, che precedeva quell'enorme distesa di verde, incontrai il Suo sguardo attento. Non potei fare a meno di salutarlo, ma preferii non andargli incontro. Non mi sentivo ancora pronta per intavolare un discorso di senso compiuto e soprattutto convincente.

Chiara!” mi salutò Carola, che a quanto pare era già leggermente brilla.

Carola! ¿ Como estas?” sorrisi nervosa.

Muy bien! Ti vedo un po' rigida tesoro, che ti prende?” mi chiese alzando un sopracciglio sospettosa.

Sono un po' nervosa, non sono mai stata ad una festa” risi imbarazzata “ Tutto qua” mentii.

Vieni con me, so io come farti sciogliere un pochino” rise maliziosa “ Almeno con me ha funzionato!”.

Non ti riconosco più” risi “ Sicura di essere la Carola posata che pensavo di conoscere?”.

Claro! Bevi!” mi ordinò passandomi un bicchiere che emanava un odore nauseante di alcool.

Ma..” mormorai poco convinta.

Dai” mi incitò iniziando a raggiungere la pista.

Buttai giù quella roba tutta d'un fiato e le corsi dietro facendomi spazio tra i corpi di alcuni amici.

Avevo bisogno di concentrarmi e invece quella bibita mi aveva fatto l'effetto contrario. L'unica cosa che avevo in mente in quel momento era ballare fino a non sentirmi più le gambe.


Alessandro


Dopo il cenno indifferente di Chiara ero rimasto a bordo pista assumendo un'espressione delusa, che Giovanni non aveva aspettato a definire “faccia da funerale”.

Cercai in un angolo remoto della mia mente le parole confortanti di Rebecca, ma non ebbero l'effetto sperato.

Poi, come le caselle dei virus che ogni tanto spuntano sullo schermo del PC, mi era apparso il volto angelico di Agnese. Anche lei pretendeva un chiarimento, nemmeno il mio angelo in quel momento mi aiutava a sorridere.

Mi allontanai dalla pista da ballo, stordito dall'alcool che Giovanni aveva continuato a rifilarmi per non sentirsi solo, e presi posto su quella che ormai era diventata la mia panchina.

Ehi eremita!” rise qualcuno alle mie spalle e subito riconobbi la voce.

Chiara” le sorrisi voltandomi.

Non balli?” mi chiese piegando la testa da un lato e lasciando che il suo collo sottile facesse capolino da sotto quella coltre di capelli biondi.

Non mi va, non sono un bravo ballerino” mormorai imbarazzato.

Via! Non ti giudicherebbe nessuno” continuò ritagliandosi un po' di spazio accanto a me.

Non mi va comunque” borbottai e mi accorsi di quanto assomigliassi ad un bambino capriccioso.

Tanto meglio. Io e te dobbiamo parlare, no?” mi sorrise apparentemente tranquilla.

Quella panchina sembrava essere diventata il mio confessionale e tutti gli attori della mia vita venivano uno alla volta a regalarmi le loro perle di saggezza.

Non so” feci spallucce, non mi pareva di avere niente da dirle.

Fa niente, sono io che ho qualcosa da farti sapere. Forse non seguirà il filo logico che mi ero prefissata, perchè l'alcool giocherà la sua parte stasera..” rise e le sue guance si colorarono di rosa.

Dimmi” la invitai ad iniziare.

Non lo so perchè sono andata a letto con Federico. Io amo te, lo giuro.” si fermò per schiarirsi la voce “ Ci sono dei momenti in cui però la Chiara follemente innamorata di te viene oscurata da un altro lato di me” sorrise abbassando lo sguardo.

Un'altra Chiara?” domandai confuso.

Un specie. Si fa avanti pian pianino e mette a tacere la Chiara di sempre. È come se a volte mi stancassi di amarti, mi stancassi di un'amore non corrisposto” finì.

Q-quale delle due Chiara ha la meglio?” balbettai in ansia.

É questo il problema, nessuna delle due ha ancora prevalso sull'altra” sbuffò.

Non è..” cercai di articolare una frase che non fosse offensiva “ Non è molto normale” tipico da me, delicatezza sotto le scarpe.

Rise, ma riconobbi la sua risata imbarazzata, quella di quando si sentiva fuori posto.

Mi pare che anche tu sia parecchio confuso” tornò seria.

Già” annuii.

Forse siamo soltanto noi due che dobbiamo scegliere. Agnese è la vittima, lei non può..” cercò di trovare il termine adatto.

Lei non ha possibilità di cambiare le cose, né di influenzarle. Sta a noi decidere come dovrà andare a finire” sospirai d'accordo con Chiara.

Lei si scostò una ciocca di capelli biondi e lasciò che i suoi occhi smeraldo scintillassero sotto la luce della luna. Non avevo visto male, era davvero bella da morire.

Posso fare una cosa?” mi guardò pretendendo un “si”.

Io..” cominciai titubante.

Voglio un si o un no” mi bloccò.

E va bene. Si” annuii.

Fu più veloce di un battito di ciglia quel bacio. Fu leggero, dolce, fugace. Sembrava farcelo capire che non faceva per noi il “per sempre”, ma allo stesso tempo voleva farcelo sperare. Ed almeno io, stupido, ci sperai.

Buonasera gente! :) 

Immagino starete guardando lo schermo leggermente delusi da tutte le mie promesse non mantenute. 

In effetti avevo promesso che sarei stata più voloce, quasi puntuale. E invece così non è stato :( 

Non trucidatemi per questo! D:

Tornando alla cosa più importante, cioè la storia, vi avviso che questo è il penultimo capitolo. Il prossimo, purtroppo o per fortuna, sarà l'ultimo. 

Non mi soddisfa molto il fatto di aver cambiato la focalizzazione negli ultimi capitoli, ma altrimenti sarebbe rimasto tutto troppo vago ed impreciso. 

Spero comunque di non avervi deluso.

Un abbraccio :) 

Heavenly





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Capitolo 12
*** Ultimo capitolo ***


Ultimo capitolo


Alessandro

Sembra facile,
invece non lo è quasi mai
chiudi gli occhi se ami davvero
non ti dirò segui il sentiero
sarò, io sarò, luce nel cielo
quando penserai: "io non ci vedo"
non lo perderai l'amore vero.

Lo canterai, lo scalderai
dal freddo e il gelo
e lotterai, sì lotterai
perchè sia vero.

Sembra facile,
invece non lo è quasi mai
non si svela un mistero
quando penserai: "io non ci vedo"
non lo perderai l'amore vero.

Lo canterai, lo scalderai
dal freddo e il gelo
e lotterai, sì lotterai
perchè sia vero.


Cesare Cremonini e Malika Ayane- Hello!



Sollevai l'ultima cassa di bibite dal furgoncino della parrocchia e mi voltai diretto verso l'ingresso delle palestra. Accanto a me Giovanni aveva fatto lo stesso e mi precedeva di qualche passo.

Era arrivato l'ultimo giorno dello scambio con gli studenti di Barcellona e nell'aria già si respirava la tristezza degli addii.

Alcuni studenti erano già partiti tra pianti disperati e pacche sulle spalle, altri invece aspettavano ancora il volo successivo previsto per la sera.

É strano rimanere in silenzio con te accanto” sorrisi al mio amico.

Non sono dell'umore oggi” fece spallucce.

Immagino sia per Carola, no?” aspettai la conferma che subito mi arrivò dai suoi occhi sull'orlo del pianto.

Spiegami come devo fare Ale!” disse con tono di voce troppo alto, tanto che altri due ragazzi di fronte a noi si voltarono incuriositi.

Fatevi gli affari vostri!” sibilai prendendo Giò per un polso.

Lo trascinai verso il giardino della scuola infischiandomene del lavoro in cui fino a pochi minuti prima eravamo impegnati.

Ascoltami” cominciai “ Tu l'ami davvero, ti si legge negli occhi. Non credere a chi ti dice che non funzionerà, che i rapporti a distanza lacerano l'amore. Non provare a crederci. Non ti ho mai visto così innamorato Giò, lei potrebbe essere quella che entrambi stiamo cercando” terminai con il fiatone. Lui mi osservava perplesso, o forse semplicemente pensieroso.

Si l'amo più di quanto io abbia mai amato nessun altra” confermò a se stesso.

Lo sai” gli poggia una mano sulla spalla.

Non sarà la distanza a dividere due cuori innamorati. Glielo devo dire, lo deve sapere!” correva già verso una meta non ancora definita. Correva perchè aveva troppe cose da dirle e temeva di dimenticarsele, anche se sapeva benissimo che sarebbe stato impossibile.

Risi e lo salutai con la mano.

Mi rimisi al lavoro sperando che i ragazzi avessero terminato la parte più dura.

Ale!” mi chiamò uno di loro appena mi vide.

Si?”.

É passata di qui Chiara, sembrava di fretta. Voleva parlarti” disse.

Dov'è andata ora?” domandai con una strana sensazione indosso.

Si sarà fatta accompagnare da un'amica, mi ha lasciato il messaggio e poi è salita in una Punto nera” mi rispose cercando di capire perchè mi interessasse tanto.

Grazie” mormorai “ Senti, avete ancora bisogno di me qui?” chiesi.

Ce la caviamo, vai pure!” mi rispose, forse aveva percepito la mia ansia.

Bene. Grazie mille!” dissi sbrigativo e corsi via, proprio come pochi minuti fa aveva fatto il mio migliore amico.

Salii sul mio motorino e sfrecciai in direzione della casa di Chiara, sperando di trovarla lì.

Chi è?” chiese sua madre al citofono.

Salve Antonia, sono Alessandro” risposi “ C'è Chiara?”.

É passata a prendere le valige circa mezz'ora fa” e mi aprì il portone del condominio come se già sapesse che sarei salito.

Valige?” domandai confuso.

Corsi velocemente i trenta scalini che mi dividevano dall'appartamento di Chiara ed entrai senza chiedere permesso.

Ale, pensavo che Chiara te l'avesse detto” mi venne incontro dispiaciuta Antonia.

N-non ci capisco più nulla” scossi la testa.

Chiara è partita. Per la Spagna”.

Quell'ultima parola rimbombò per qualche minuto dentro la mia testa, mi sconvolse a tal punto che mi sentii mancare.

Mia sorella vive lì da circa vent'anni e si è dimostrata disponibile all'idea di ospitarla per un periodo di studio all'estero. A Chiara è sembrata un occasione da non perdere” mi spiegò sua madre senza perdere quel tono dispiaciuto.

Certo, da non perdere..” ripetei incredulo.

Così ha colto l'occasione di raggiungerla in corrispondenza della partenza di Federico. È davvero una fortuna che l'abbia conosciuto, frequenteranno le stesse lezioni e almeno avrà qualcuno della sua età a cui rivolgersi” parlò con molto rispetto del ragazzo Spagnolo. Io quel rispetto non glielo davo, non pensavo che lo meritasse.

Meglio che vada ora. La ringrazio” sorrisi forzatamente alzandomi in fretta e raggiungendo la porta.

Figurati. Arrivederci” mi sorrise.

Appena uscito mi ci volle qualche minuto per riordinare le idee, capire cosa fare, arrivare alla risposta che ora mi sembrava così vicina da poterla sfiorare.

Poi mi ricordai di quello che poche sere fa mi aveva detto Rebecca, lasciai che mi lampeggiasse nella testa per un po'.

Potrai credere di averlo finalmente trovato, o di averlo perso per sempre. Ma non lo perderai l'amore vero”.

Lancia una moneta” sussurrai e subito mi sentii idiota. Mi ricordai di uno dei tanti consigli sciocchi di Giovanni.

Nel momento in cui lanci una moneta per prendere una decisione” aveva cominciato “ Mentre lei è in aria, capirai da solo quale prendere. Sarà quella in cui stai sperando di più”.

Che sciocco ero stato a ridere di quelle parole.

Frugai tra le tasche dei jeans alla ricerca di una moneta, quando la trovai diedi alle sue due facce i volti di Chiara ed Agnese, poi la lanciai.

Capii subito, finalmente presi la mia decisione.

Sbrigati!” mi dissi montando sul mio motorino.

Dovevo raggiungere l'aeroporto prima che il gruppo avesse terminato il check in.


Entrato in aeroporto mi sentii spaesato e depistato da tutte quelle persone che aspettavano il loro volo. Io cosa stavo aspettando? Nulla. Io cercavo conferme, prove. Cercavo di non sbagliare, non di nuovo.

Mi avvicinai alla zona check in dove avevo sentito che si sarebbe radunato l'intero gruppo.

Eccola, un po' in disparte, silenziosa, sicuramente con la testa altrove.

Lo capii subito che non stavo sbagliando, lo capii subito che era lei.

Si voltò appena e, mi domando ancora come, riuscì a scorgermi tra i compagni che si salutavano per l'ultima volta.

Sorrise e mi venne incontro piano, ridusse gli occhi a due fessure come per accertarsi che non fossi un miraggio.

Che ci fai qui?” mi domandò quando fu abbastanza vicina.

Ti devo una risposta no?”

Spalancò gli occhi e schiuse appena le labbra, mi parve quasi che le stesse mancando il respiro.

La vuoi ancora, no?” mi divertii a tenerla sulle spine. Il suo viso impegnato a mantenere il controllo della respirazione era esilarante.

Ma guarda che se è brutta..” s'affrettò a dire tutto d'un tratto.

Non le lasciai il tempo.

La mia risposta sei tu” sussurrai.

Lei riuscì a sentirmi e rimase pietrificata, gli occhi le si fecero ancora più grandi.

C-come?” chiese, ma sapevo che aveva capito benissimo.

Sei mai stato innamorato? Ricordi?” sorrisi.

S-si” abbassò lo sguardo imbarazzata.

Sì Agnese, sono innamorato di te. E scusa se sono stato così stupido da farti soffrire, confondere, arrabbiare, aspettare..” lasciai che le parole uscissero da sole, sapevo che da quel momento nulla sarebbe stato sbagliato.

Lei si fece più vicina, mi posò l'indice sulle labbra e sorrise alzando gli occhi al cielo. Non era da lei essere così romantica.

Le presi i fianchi e la avvicinai ancora di più a me.

La baciai, finalmente la baciai.




Ultimo capitolo. 

Finalmente, un pò mi dispiace lo ammetto. 

Ma non nascondo di essere contenta di aver dato la fine che questa FanFiction si merita. 

Lo so, essere puntuale non è la cosa che mi riesce meglio. Anzi proprio no. 

Ma ho bisogno dei miei tempi perchè i miei pensieri si snodino :) 

Spero che " Agnese" ,con le sue imperfezioni, vi sia piaciuta. 

Un abbraccio grande grande

Alla prossima

Heavenly

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