credi nei tuoi sogni, che prima o poi si avverano...

di _Giuls17_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 6 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** capitoli 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 18 ***
Capitolo 21: *** capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** capitolo 30 ***



Capitolo 1
*** prologo ***


prologo

Prologo

 

 

Era appena finito il primo campionato di Galactik Football. Gli Snow-Kids avevano vinto, finalmente Akillian stava risorgendo dalle sue ceneri.

Il pianeta era ancora congelato, ma non era importante, perché il cuore di Akillian pulsava fortissimo, il suo cuore erono proprio gli Snow-Kids.

Arch e Simabi passeggiavano tranquilli per le strade, ormai affollate di Akillian, e si soffermarono sulla mia partita di calcio.

Mi ero accorta di loro, ma pensavo fosse solo un riflesso, un immagine di ciò che volevo veramente vedere.

Distolsi la mente dai i miei pensieri e ripresi a concentrarmi sulla partita, guardai mia sorella che però era la mia avversaria in questa partita.

Lei ricambiò e cominciai e cominciai a correre, il respiro venne fuori da solo, e mi avvolse nella sua luce ormai familiare.

Mi ripresi da quel torpore e presi la palla, scivolava tranquilla fra i miei piedi e feci goal.

Mia sorella provò a fermarmi scatenando il respiro ma non ci riuscì, non riusciva a padroneggiarlo bene, e infatti riuscì a fare goal.

Il respiro se ne andò da solo e vidi i miei compagni che esultavano per la vittoria, girandomi vidi anche che quell’immagine era vera, c’era proprio Arch davanti a me e mi indicava mentre parlava animatamente con Simbai.

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


capitolo 1

Capitolo 1

 

-Tu!- urlò indicandomi.

-Cosa? Che ho fatto?.- chiesi preoccupata.

-Come fai ad avere il respiro?.- chiese avvicinandosi a me.

-In nessun modo.- dissi indietreggiando –Ce l’ho da quando ero piccola.- risposi.

-Quanti anni hai?.- mi chiese Arch.

-Ho diciassette anni, ma perché?-

-Sei nata, qua.- disse indicando il suolo –Qua ad Akillian??.-

-Si, sono nata qua, ma perché tutte queste domande?.- chiesi allarmata.

-Quindi esistono altri ragazzi nati durante la glaciazione che posseggono il respiro.- disse fra se e se.

-Già, beh scusi se sono uno di questi ragazzi.- dissi, mi girai, ne avevo abbastanza di tutte quelle domande.

-No aspetta, ti prego, dimmi chi altro ha il respiro?.-

-Dei miei amici io sono l’unica, ma c’è anche mia sorella che lo possiede.- dissi e indicai una rossa che parlava con gli altri, -Però non lo sa padroneggiare bene.-

-Capisco e mi puoi dire come vi chiamate?.-

-Io mi chiamo Angel, mi sorella si chiama Roxy, siamo Angel e Roxy Sharp.- dissi.

-Quanti anni ha tua sorella?.- mi chiese gentilmente.

-Ne ha quindici.- risposi, contenta che finalmente avesse cambiato tono.

-Siete giovani, comunque vorrei esaminarmi o meglio provare le vostre capacità, domani mattina, alle dieci, venite alla sede degli Snow-Kids.- detto questo se né andò.

-Ci saremo.- riposi piano.

Rimasi immobile a guardare la sagoma di Arch che lasciava il campo, e mi chiesi se non mi ero immaginata tutto, se quello che avevo appena sentito  facesse solo parte della mia immaginazione. Ma poi mia sorella mi risvegliò da quello stato di trance.

-Angel, chi era quell’uomo?.- mi chiese asciugandosi il sudore con la pezza.

-Era Arch. Allenatore degli Snow-Kids.- dissi fissando il vuoto davanti a me.

-Davvero e che cosa voleva?.- mi chiese eccitata.

-Mi ha chiesto di andare con te, alla sede degli Snow-Kids.-

-Perché pure io?.- chiese un po’ sconvolta, non ci credeva che volesse anche lei.

-Perché tu, come me possiedi il respiro e vuole esaminare le nostre capacità.- dissi, smisi di guardare davanti a me e guardai mia sorella.

Era un poco più bassa di me, sembrava piccola per avere quindici anni e quei capelli rosso fuoco la facevano sembrare ancora più piccola, ogni tanto guardandola mi chiedevo  che cosa avessimo in comune, perché io non le assomigliavo per niente, ero più alta di lei, coi capelli biondi e gli occhi scuri, lei no, lei era tutto il contrario di me e quando mi ponevo certe domande, non riuscivo mai a trovare una risposte, ma non era questo l’importante ora, mi dissi.

-Vieni cin me?.- le chiesi.

-Se vengo con te? Ovvio sorellona!!.- mi urlò e mi abbracciò fortissimo.

Le volevo davvero bene e quegli attacchi di gentilezza erono davvero piacevoli e ricambiai l’abbraccio.

-Hai visto, una parte del tuo sogno si sta realizzando, finalmente!.-

-Lo so Roxy, e sono davvero contenta, non sai quanto.-

Mi sorrise, la presi per le spalle e andammo verso le nostre borse, dissi a miei amici la bellissima notizia, e loro esultarono con noi, per una buona mezz’ora. 

Poi li salutammo e andammo a casa, i nostri genitori ovviamente non c’erono. Loro non stavano mai a casa, erono sempre impegnati alla Lega, e molte volte si dimenticavano di avere due figlie, ma c’ero io per mia sorella, lei sentiva poco la loro mancanza perché io riuscivo a dargli quell’idea di famiglia che bastava a renderla felice. E la sua felicità era anche la mia.

-Sorellina, fai la doccia e andiamo a letto, domani sarà una gran giornata.- le dissi andando verso il bagno.

-Lo so, Angel, lo so, e tu metticela tutta perché tu devi entrare in squadra, ricordatelo.- mi disse sorridendo.

-Si, hai ragione Roxy.- le dissi annuendo.

Feci la doccia e poi andai a letto e ripensai alle mie parole “domani sarà un gran giorno”.

 

 

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


capitolo 2

Capitolo 2

 

 

Mi svegliai sudata e col fiato corto. Avevo avuto un incubo, abbastanza brutto anche.

E mi aveva lasciato un terribile senso di paura.

Ma la sensazione com’era arrivata se né andò, lasciandomi sola con i miei pensieri.

Guardai la sveglia sul mio comodino, erono ancora le 7 del mattino, era troppo presto per svegliare Roxy e anche per andare dalla sede degli Snow-Kids.

Mi alzai lentamente, ero ancora mezza addormentata, andai verso la grande finestra della mia camera e spostai la pesante tenda viola, guardai fuori.

Era ancora buio e stava anche nevicando, ma poco grazie al cielo. In quel momenti mi  perdevo in quel luogo, che poteva sembrare tanto ostile, per colpa della neve, ma dava anche la sensazione di un atmosfera immacolata.

Mi allontanai dalla finestra e andai in bagno, mi preparai per una piacevole corsa mattutina, cosi almeno sarei arrivata rilassata per il test.

Uscii di casa e corsi per un ora buona o forse anche più, al mio ritorno mia sorella era ancora a letto e non ne voleva sapere di alzarsi e prepararsi. –Roxy! Svegliati sono già le 8 e 15!.-

-Altri cinque minuti Angel.- disse rigirandosi nel letto.

-Ma non se ne parla.- dissi cercando di svegliarla. –Io vado a farmi la doccia, appena esco devi aver fatto già colazione.- le dissi e uscì dalla sua camera e entrai nella mia.

Preparai i vestiti per il test sul letto, sarebbe stato un gran giorno oggi, mi dissi soddisfatta e piena di fiducia.

Andai in bagno e feci scorrere l’acqua calda e mentre aspettavo che si riscaldasse a sufficienza mi guardai allo specchio. 

I miei capelli biondi erono molto più lunghi di qualche settimana fa, ed erono anche molto più chiari. 

E il mio corpo era sempre più magro,nessuno si sarebbe mai aspetta l’impossibile da me, con quel fisico eppure molti si sono ricreduti.

Tranne i miei genitori. Che non vedevo da settimane ormai e pensai amaramente che in quel momento non mi avrebbero mai riconosciuta.

Poi l’occhio mi cadde sulla mia schiena e vidi un pezzo del mio tatuaggio che spuntava dalla spalla. 

Ce l’avevo da tanto tempo, e non mi faceva più impressione come una volta.

Lo specchio cominciò ad appannarsi, capì che la doccia era pronta ed entrai.

E come se niente fosse mentre mi lavavo mi lascia trascinare dai ricordi di quel giono…

 

-Angel sei in punizione, non discutere!.- mi aveva urlato mio padre.

-No!.- urlai anche io, con una voce che non poteva essere la mia.

Quel giorno me n’ero andata di casa a causa della discussione.

Mi riscossi un attimo da quel ricordo e sibilai stringendo forte i pugni –Avevo solo 15 anni, perché non mi avevano capito?.-

E mi lasciai andare nuovamente ai ricordi, di quel giorno di metà Novembre, dove nacque una nuova me, la me calciatrice. 

Avevo una voglia disperata di farmi un piccolo tatuaggio, una pallone da calcio sul dorso della mia mano, per ricordare a tutti che ero una campionessa di quello sport, ma i miei non capirono l’importanza che aveva per me e mi vietarono di farlo. 

Mettendomi in punizione.

Ed è proprio nel giorno in cui scappai di casa, che superai ogni limite concesso, l’avevo fatto per colpa l’ora perché non avevano saputo dire di si a una sciocchezza come quella.

Mi feci tatuare sulla schiena delle ali giganti, bianche, del candore di cui era circondata Akillian. Al mio ritorno a casa loro lo scoprirono poco dopo e restai in punizione per un bel po’.

Inizialmente odiai il mio tatuaggio, perché non ero ciò che realmente volevo era solo un dispetto fatto dai miei genitori, ma col tempo mi abituai a lui e capì che per essere veramente un Angelo, avevo bisogno delle ali e finalmente le avevo.

Ecco perché ora non mi faceva più ribrezzo, perché faceva parte di me. 


Uscì dalla doccia e mi ripresi da quell’ondata di ricordi che mi aveva stravolta. 


Mi cambia in fretta e andai da mia sorella, cercando di allontanare la sensazione dell’ago che mi bucava la pelle. 


Non bussai entrai nella sua camera e lei mi urlò –Sono pronta! Tranquilla.-

Sorrisi, stavo già dimenticando…

-Andiamo allora.- le risposi.

Uscimmo da casa alle 9 e mezza, avevamo ancora mezz’ora, non eravamo in ritardo, grazie al cielo. 

Dopo un quarto d’ora arrivammo alla sede centrale. Era imponente, in tutta la sua altezza.

-Sei pronta?.- mi chiese.

-Sono nata pronta, ti voglio ricordare.- dissi ridendo.

-Scema!.- mi apostrofò lei e le sorrisi.

Andammo verso l’ascensore e salimmo al 4 piano e la voce di Arch ci accolse subito.

-Benvenute! Siete pronte?.-

-Si mister.- rispondemmo.

-Bene, venite.-

Entrammo nella sala addestramento e notai che vi era anche tutta la squadra al completo, ma non mi spaventai camminai a testa alta e fiera, ma non fu lo stesso per mia sorella, che si sentì tremendamente a disagio. Cercai di sostenerla con lo sguardo e un po’ si riscosse.

-Entrate nell’olotrainer.- disse Arch.

Non rispondemmo, ci posizionammo al centro io e mia sorella, ci guardammo e accanto a noi si alzarono le pareti dell’allenatore virtuale.

La sfida era appena iniziata!

 

Spazio dell’autrice: spero che vi sia piaciuto questo cap!! =) sto andando piano perché voglio che assaporiate ogni singole istante di questa fic, spero che sarete d’accordo con me, in caso ogni commento è ben accetto!! A presto!! Commentante in molti!! =)

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


capitolo 3

Capitolo 3

 

 

Riaprire gli occhi e trovarsi là era una bellissima sensazione, mai provata. 

Il mio cuore iniziò a battere forte, sembrava volesse uscire fuori dal mio petto ed il mio corpo stava fremendo.

Ero eccitata.

-Angel sei sicura?.- mi chiese mia sorella con un tono basso, si stava facendo prendere dal panico, era tipico suo, pensai un po’ seccata.

-Si, svuota la mente, e beh giochiamo.- dissi correndo verso la palla e cominciando a fare acrobazie con essa.

Poi sentimmo rimbombare per tutto lo stadio la voce del coach che diceva:

–Ragazze ascoltatemi bene, vi metteremo in campo due avversari, ma sarete libere di giocare a vostro piacimento, mostratemi quello che sapete fare!.-

Chiuse la telecomunicazione e Arch si girò per vedere i suoi ragazzi e sorrise, era fiero di loro. Ma voleva vedere fino a che punto sarebbe rimasto senza parole, con quelle due ragazze.

-Ma perché le hai lasciate libere?.- chiese Clamp, mentre finiva di sistemare gli avversarsi.

-Perché sono sicura che mi stupiranno.- disse ridendo.

-Roxy stiamo per iniziare, sai cosa devi fare.-

-Tranquilla!.- mi urlò lei.

Apparvero gli avversari dopo poco, erono gli Shadows, con Sinedd in prima fila e un suo compagno poco più dietro. 

Era uno partita due contro due. 

Ed il fatto di trovarmi di fronte Sinedd, seppure in forma di ologramma, mi aveva sconvolta interiormente, ma non mi dovevo distrarre, mi dissi cercando di concentrarmi sulla partita imminente.

Mi preparai a colpire, guardai un’ultima volta mia sorella che era a pochi passi dietro di me, mi sorrise e io ricambiai.

Eravamo pronte. Pensai sicura di noi.

Indietreggiai per prendere un poco di rincorsa, appena trovai la distanza giusta partì, a pochi passi dalla palla alzai la gamba per colpire, vidi Sinedd che era già pronto per prenderla, ma non ci sarebbe riuscito pensai, non stavolta.

Il mio piede passò a pochi centimetri sopra il pallone, mancandolo totalmente, sorrisi ai miei avversari e scattai verso destra, Sinedd rimase immobile, come imbambolato.

Poi capirono.

Fu mia sorella a lanciarmi la palla, li avevamo fregati con uno schema abbastanza facile, che io e mia sorella avevamo inventato da piccole, sorrisi a quel ricordo tanto dolce, ma poi mi riconcentrai sulla partita.

Recuperai il pallone che era finito un po’ più avanti di me e scattai verso la porta, gli Shadows cercarono di bloccarmi ma il mio respiro li precedette. 

Si manifestò in tutta la sua potenza e magnificenza, un flusso blu che mi circondava dolcemente il corpo, e cosi tornò quella piacevole sensazione che avevo sempre quando lo usavo, la sensazione di essere invincibile.

Era come una tempesta nel suo momento peggiore, nel suo momento distruttivo, infatti mi staccai dai miei avversari, spiccai un salto e calciai la palla dritto in porta, senza nessun problema.

Ricaddi dolcemente al suolo ed il respiro sparì, lasciandomi sola. Io e il respiro eravamo una cosa sola pensai, lui era me ed io ero lui, un unico essere quando si trattava del calcio.

Mi girai e con aria soddisfatta guardai mia sorella, lei stava esultando come una bambina, come la mia bambina, cosi corsi verso di lei e le battei il cinque. 

Tornammo verso il centro del campo e ci rimettemmo in posizione pronte per riprendere la partita.

Stavamo vincendo e stavamo facendo faville, eravamo dei cannoni. 
Non davamo speranze agli avversari, eravamo io e lei le campionesse di questo match.

Il mio flusso non lasciava passare nessuna palla verso la porta, era inarrestabile non si faceva domare, neanche dallo smog. 

E mia sorella era altrettanto formidabile, difendeva e passava ogni palla in maniera perfetta. 
Perché noi lo eravamo, in fondo.

-Bene ragazze, basta cosi.- disse Arch.

Ci fermammo e lasciammo andare la palla, vincemmo 7 a 0, un punteggio a dir poco fenomenale, guardai mia sorella e la presi per le spalle e la strinsi forte a me. 

Le volevo davvero bene, soprattutto quando vincevamo a calcio.

Tornammo alla realtà in poco tempo e venimmo circondati da Arch e Clamp che ridevano e ci battevano forte le mani, era meraviglioso.

-Beh non c’è poi molto da dire.- disse Arch ad un certo punto serio.

-Che cosa intende?.- chiese mia sorella scioccata.

-Che siete state meravigliose!.- urlò ad un certo punto.

Il grosso groppo che si era creato in gola si sciolse, e tornammo serene e tranquille. Siamo state brave dissi nella mia mente come per non dimenticare ciò che era realmente avvenuto. Perché nonostante tutto eravamo veramente state brave.

-Si, si lo siete state!.- urlò di rimando Clamp.

-Beh grazie.- dissi io sorridendo.

-Siete entrate nella squadra.- disse sorridendo.

Abbracciai mia sorella fortissimo, il mio sogno, una parte del mio sogno si stava avverando, ero entrata  negli Snow-kids! –Fantastico.- dissi piano.

Mi girai per vedere i miei nuovi compagni di

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


capitolo 4

Capitolo 4

 

Speravo di sbagliarmi, speravo di non vedere veramente quello che invece stavo osservando con occhi spalancati e increduli. Ma purtroppo era tutto vero.

I miei nuovi compagni mi stavano osservando, ma nono erono contenti, tutt’altro, erono come seccati, si era proprio la parola giusta, erono seccati di avermi in squadra  e i loro occhi mi mostravano tutto il loro risentimento nei miei confronti.

E invece guardarono mia sorella con occhi diversi, di stima, la stimavano,ma per cosa? E rimasi scioccata dalla loro preferenza, perché non io? 

Mi chiese con il cuore che iniziò a battermi a mille, perché lei e non io? Stavo iniziando a tremare, una paura crescente si stava insinuando nel mio piccolo cuore che già stava cedendo, e per cosa? Per delle persone che manco conoscevo in fondo, ma la prima impressione mi aveva detto sempre la mamma era la più importante di tutte, e io me l’ero appena giocata, molto probabilmente.

Loro si diressero verso di lei, passandomi davanti e ignorandomi del tutto, i loro occhi manco mi avevano vista, ero invisibile per loro, ma lei non lo era, lei in quel momento era diventata la star.

Era la stella più luminosa, più di me e più di loro, ma non brillava per la bravura, perché loro sapevano, in fondo che lei era inferiore, ma brillava solo perché era diversa da me, solo perché lei aveva dato il massimo ma il massimo non era bastato, solo perché lei non si sentiva forte come lo ero io quando giocavo a pallone, solo perché li non sapeva utilizzare il flusso.

Era cosi. 

Il mio cervello riuscì ad arrivare a quella conclusione solo dopo un lungo ragionamento. 

E il mio cuore alla fine concordò con esso. I miei compagni mi stavano ignorando solo perché sapevano che io ero alla loro altezza, solo perché io avevo il flusso, e invece accoglievano lei che era tutto il contrario.

 Con calma il mio cuore smise di battere forte e si rilassò, pensai, dopo che mi fui totalmente calmata che non c’era nessun motivo per rimanerci male, che quelle persone erono degli estranei per me, e loro potevano preferire chi volevano, cercai di autoconvincermi di quel pensiero, ma una vocina dentro di me non era convinta, la vocina era arrabbiata per il successo di mia sorella e continuava a dirmi qualcosa, qualcosa di molto cattivo su di lei.

Ma non mi feci trarre in inganno e la scacciai, avevo intuito il gioco che voleva fare, voleva costringermi a odiare mia sorella, ma mai niente e nessuno mi avrebbe costretto a odiarla, perché io le volevo veramente bene, pensai fiera di me, e appena finì quel pensiero mi girai verso gli altri, ma vidi solamente le porte chiudersi e la stanza che fino a un minuto fa era piena di persone vuota, con solo me al suo interno.

Si erono dimenticati di me, pensai seccata.

 

Uscì di corsa dalla stanza per andare a cercarli, ma non ebbi molto successo, il palazzo era enorme e le probabilità di incontrarli da qualche parte erono molte basse, infatti girai a vuoto per qualche ora abbondante. 

Ma poi ad un certo punto sentì delle risate che si facevano sempre più forti, sempre più vicini, decisi di avvicinarmi a quelle risate e infatti trovai le ragazze in mezzo al corridoio che ridevano come delle pazze e fra quelle trovai anche mia sorella.

La cosa non mi lasciò del tutto impreparata, in quelle ora di ricerca avevo cominciato ad accettare l’idea che lei se ne fosse andata con loro, ma avevo sperato che mi venisse a cercare, perché avevo ancora la presunzione di pensare che lei senza di me era come un corpo senz’anima, ma in quel momento capì che mi ero sbagliata del tutto, lei senza me era la stessa di quando era con me, mi ero illusa.

E mi fece male vederla con loro.

-Dove sei sparita?.- mi chiese mia sorella che si era voltata verso la mia direzione.

-Da nessuna parte, siete voi che mi avete lasciato là.- dissi seccata.

-O beh, non è colpa nostra.- disse Mei con fare arrogante.

-Potevate avvertire.- dissi guardandola male. Mi stavo iniziando a innervosire.

-Su dai non litighiamo.- disse Tia cercando di farci calmare.

-No, vorrei capire se hai qualche problema con me.- chiesi a Mei.

-Io? Problemi con te? Non so manco come ti chiami, per me non esisti.- disse ridendo.

-Ora basta.- avevo perso la pazienza, stavo per scaraventarmi contro di lei, ma mi fermò mia sorella.

-Angel calmati, Mei non intendeva offenderti.- disse ponendosi fra me e lei.

-No, vero, solo prendersi gioco di me.- dissi alzando la voce.

-Smettila, sei una bambina!.-

Il tempo si fermò dopo che pronunciò quelle parole, ed ebbi la sensazione di vederle galleggiare nell’aria, quelle parole, cosi piccole, brevi ma che mi avevano ferito, e tanto anche, poi mi ripresi e fissai Roxy.

-Da quando proteggi gli estranei e non tua sorella?.- chiesi.

-Io…hai sbagliato tu mi dispiace.- disse dandomi le spalle.

La guardai ancora per un attimo, poi mi girai anch’io, le diedi le spalle e pensai a  quelle parole, pronunciate senza ritegno, avevano causato un danno, molto grave. 

Da quando Roxy era nata non c’erano mai stati problemi fra noi, io ero come nostra madre, protettiva, ma le volevo bene e lei a me, non avevamo mai litigato.

Ma oggi si era spezzato quel legame che sembrava indivisibile, oggi lei mi aveva tradito, aveva protetto un’altra e non la sua famiglia. 

Aveva preferito una sconosciuta alla cosa più importante del mondo e cosi vidi un muro fra me e lei, un muro che si faceva sempre più alto, quello era stato l’inizio della fine pensai amaramente.

Me ne andai, le lasciai sole, non lottai neanche era inutile lottare per una battaglia già persa in partenza, mi dissi mentre vagavo sola per i corridoi. 

E mentre camminavo quelle parole mi risuonarono nella mente, ed ebbi la sensazione che non mi avrebbero lasciate tanto facilmente.

Dopo un ora di vagabondaggio trovai affisso in una camera il mio nome, probabilmente Arch ci aveva affidato le stanze, con un po’ di timore entrai in quella camera, sperando di non vedere realizzarsi un incubo che mi era appena sorto.

Aprì la stanza con gli occhi chiusi, entrai e cercai nella parete l’interruttore della luce, lo trovai dopo un attimo e lo premetti, aspettai un po’ prima di aprire gli occhi e accompagnai l’attesa con dei grandi respiri, poi li aprì.

E ciò che i miei occhi videro fu terribile, caddi a terra in lacrime, questo mi fece davvero male pensai singhiozzando, e cosi sentì il muro crescere fra noi, lo sentì diventare sempre più grande  e spesso e tutto per colpa di una squadra e di lei che aveva scelto di nuovo loro a me.

La mia camera aveva un solo letto.

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Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


capitolo 5

Capitolo 5

 

Passai quasi tutta la serata a terra a piangere, il mio dolore si era trasformato in un peso troppo pesante, per essere sollevato.

E ora ero seduta a terra, con quel peso sulla schiena, un peso che faceva male pensai piangendo, troppo male.

Non soffrivo cosi da quando ero piccola, il mio cervello si perse nei ricordi delle lite con i miei genitori, ma non ce n’era mai stata una con lei, pensai abbassando lo sguardo, io e lei non avevamo mai litigato.

Roxy si ispirava a me, perché per lei ero un modello da seguire, ma allo stesso tempo non aveva mai sognato le mie stesse cose: io avevo lo sport, lei aveva la moda, io i palloni e i vestiti da calcio, lei i vestiti più alla moda e i ragazzi.

Fra noi c’era equilibro, un equilibrio perfetto oserei dire, ma oggi qualcosa lo aveva rotto, qualcosa ci aveva separato forse per sempre.

Mi alzai molto lentamente, era finito il tempo della sconfitta, ora bisognava andare avanti pensai convinta e cosi feci.

Mi cambiai velocemente e andai a correre fuori, mi aiutava a riflettere e in quel momento ne avevo davvero bisogno pensai, non potevo rimanere indietro, se gli altri mi volevano fuori non glielo avrei lasciato fare tanto facilmente.

Sarei rimasta o nelle ipotesi peggiori sarei diventata pazza.

 

Tornai nella sede dopo due ore di duro allenamento e lentamente mi trascinai in camera, nel tragitto sentì delle voci di ragazze che urlavano forte e fra quelle sentì anche quella di mia sorella.

Un groppo in gola mi si formò.

Il dolore si stava facendo risentire, pronto a schiacciarmi nuovamente, mi feci forza, sorpassi la camera e mi diressi con passo più deciso verso la mia.

Appena entrata in stanza mi sentì sollevata, là dentro potevo essere quello che volevo e in quel momento sarei voluta essere di nuovo una bambina che giocava con sua sorella.

Ma finalmente il mio cervello capì che non sarebbe più stato possibile.

L’avevo persa.

E forse per sempre.

Rimasi ferma per un paio di minuti, ma non piansi, e mi sorprese parecchio ma alla fine risi, risi più forte che potevo. Ma poi trasformai quella risata in urlo dolorante e senza rendermene conto avevo sferrato un calcio al muro, provocandogli un buco.

Guardai il danno e smisi di urlare, non ero dispiaciuto per averlo fatto, alle volte ci voleva qualche sfogo pensai, ma il mio intento non era vedere il danno era ascoltare.

Si, mi misi in ascolto e non sentì niente, o meglio nessuno.

Nessuno dopo quell’urlo era venuto a vedere come stavo, nessuno era venuto a cercarmi.

E nell’ombra della mia camera sorrisi. Bene, pensai, volevano la guerra? E la guerra avrebbero avuto, non mi sarei arresa cosi facilmente.

Mi spogliai e osservai tramite lo specchio il mio bel tatuaggio, questo pensai, rispecchiava ancora chi ero e i miei ideali e questo non me lo avrebbe fatto scordare mai.

Ero figlia di persone importanti e non mi sarei fatta mettere i piedi in faccia tanto facilmente, avrei portato onore alla mia famiglia. Feci una doccia veloce e andai a dormire.

Domani sarebbe stato un nuovo giorno.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


capitolo 7

Capitolo 7.

 

-Sono seria.- dissi, non volevo perdere tempo, ero già abbastanza nervosa per conto mio.

-Anche io.- mi ripose il ragazzo.

Lo guardai dritto negli occhi, non c’era alcun dubbio, era lui, non mi potevo sbagliare.

-So chi sei.- dissi non smettendolo di guardarlo.

-Allora dillo.- mi intimò lui.

-Sei Sinedd, sei l’attaccante degli Shadows.- dissi tutto d’un fiato.

-Allora mi hai riconosciuto brava.- disse non togliendomi gli occhi di dosso.

Il mio cuore iniziò a battere forte, lo ammiravo davvero a quel ragazzo. Lui non aveva idea di chi io fossi, ma io sapevo tutto di lui, era il mio idolo, il mio giocatore preferito in tutto l’universo e non avevo mai sperato di incontrarlo, almeno non fino a oggi.

-Cosa ti è successo?.- mi chiese con voce decisa.

-Io…non vorrei parlarne qui.- dissi rendendomi conto che stavamo ancora fuori dalla mia porta.

-Va bene viene con me.- disse prendendomi per il braccio e trascinandomi via.

E in quel momento il mio cuore non capì più niente.

 

Mi portò non troppo lontano dalla sede centrale, in un bar più precisamente.

Ero nervosa, non avevo idea di come mi sarei dovuta comportare, anche perché realizzai, non ero mai uscita con un ragazzo, per me loro erono solo avversari da battere sul campo, non persone da frequentare.

Ed ebbi un attimo di nostalgia, per via di mia sorella, lei mi avrebbe aiutato, mi avrebbe detto cosa fare, ma non potevo chiedere aiuto a lei.

Ordinammo due cioccolate calde e pensai che questo non era un appuntamento, mi aveva vista giù e mi voleva aiutare, ma non per forza implicava che gli piacevo o che sarebbe voluto riuscire con me.

Che stupida che sono, pensai, mi sono presa uno spavento per niente, ma subito dopo pensai che sarebbe stato davvero brutto se non fosse stato un appuntamento.

-Allora mi vuoi dire cosa ti è successo? Per colpire in quel modo il cestino deve essere qualcosa di brutto.- disse appoggiandosi allo schienale.

Lo guardai, non avrei voluto staccare gli occhi da lui, ma lo feci e ripresi il mio solito contegno –Ho avuto una brutta giornata.- dissi guardando fuori.

Stava di nuovo nevicando e questo non mi sorprese.

Arrivarono le cioccolate e iniziammo a berle in silenzio.

-Davvero brutta?.- mi chiese.

-Si, ho litigato con mia sorella e con gli altri.-

-Chi sono gli altri?.- chiese curioso.

-Gli Snow-Kids.- dissi guardandolo dritto negli occhi.

Aspettavo di vedere una sua reazione, in maniera negativa ovviamente, ma non arrivò.

Posò la cioccolata e disse guardandomi negli occhi –Lo fanno sempre non sorprenderti.-

-In che senso?.- chiesi curiosa.

-Anche io facevo parte di quella squadra, se cosi si può chiamare, ovviamente, D’Jok tiene il comando e se non gli vai a genio, fa di tutto per escluderti, e penso che tu lo abbia notato.-

-Si, ma non solo lui, anche mia sorella che è sempre stata la mia alleata numero uno, mi ha voltat0 le spalle e anche il resto della squadra, non ce n’era uno che mi volesse aiutare.- dissi esasperata.

-Allora devi essere o davvero schiappa o davvero brava, non si comportano cosi se non c’è un vero motivo, a tua sorella invece l’hanno accettata, vero?.-

Non so come facesse a saperlo, ma aveva azzeccato tutto, feci si con la testa sconvolta, questo ragazzo sapeva tutto.

-Vuol dire che non è forte quanto te e la possono plasmare a loro piacimento, invece con te non possono, perché?.- mi chiese avvicinandosi.

-Io, beh me la cavo.- dissi arrossendo.

-Anche bene per essere stata esclusa.-

-Già.- dissi facendomi scura in volto, aveva azzeccato anche questo.

-Raccontami la tua storia.- disse alzandomi il viso.

A quelle parole, il mio cuore riprese a battere forte e io fui felice di poter condividere i miei pensieri con qualcuno.

Gli raccontai della mia famiglia, del legame che univa me e mia sorella. Della mia passione per il calcio fin da quando ero piccola e della passione di mia sorella.

Gli raccontai che io e lei aveva poco in comune, che ognuna pretendeva i suoi spazi, ma che nel momento del bisogno c’eravamo sempre per l’altra.

Poi mi feci sera e gli dissi che un giorno in me, si manifestò il flusso e che la mi vita, da quel momento era cambiata. Gli parlai degli ultimi anni, delle partite ecc.

E poi arrivai al nocciolo della questione, la mia ammissione nella squadra. Era il mio sogno, gli dissi, fin da quando avevo avuto il mio primo pallone e non riuscivo a credere che lo stavo realizzando, ma dissi abbassando la testa mi ero sbagliata.

Gli dissi di come mi avevano esclusa, umiliata, negata, solo perché sapevo maneggiare il flusso meglio, non era giusto dissi a voce più alta.

E cosi arrivai al momento in cui mi aveva trovata, in cui stavo abbandonando il mio sogno.

-E’ davvero una storia commovente, ti sei sempre sacrificata per gli altri, ma non hai mai ricevuto lo stesso.-

-Lo so, sono fatta cosi.- dissi facendo un sorriso finto.

-Mi dispiace ma non penso che devi per forza lasciare il tuo sogno.- disse stringendomi forte la mano.

-Perché?.- chiese arrossendo.

Stavo iniziando a sembrare davvero troppo femminile.

-Ti fidi di me?.- chiese senza distogliere lo sguardo dai miei occhi. E mi resi conto che la mia storia lo aveva colpito, dentro, nel profondo, perché vedevo in quegli occhi neri, come la pece, il dolore.

Senza pensarci due volte dissi –Si.-

E mi portò via, correndo fuori dal bar.

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Capitolo 8
*** capitolo 6 ***


capitolo 6

Capitolo 6

 

 

Sembrava essere una bella giornata, almeno mi era parso cosi appena sveglia.

Mi alzai lentamente dal letto, la giornata di oggi sarebbe stata davvero importante. Mi cambiai, una tuta e una maglietta.

Il mio solito vestito e scesi a fare colazione.

Al mio arrivo trovai tutti i ragazzi seduti vicini, da un lato sarebbe stato bello farvi parte, essere come un'unica famiglia, ma non sarebbe mai stato possibile, pensai tristemente.

Presi qualcosa da mangiare e mi andai a sedere vicino alla finestra, lontana da loro, dove il mio io poteva rimanere intatto.

Mentre mangiucchiavo la mia colazione, guardai il cielo, era una delle poche volte in cui ancora non nevicava. Il cielo di Akillian, come del resto le sue terre erono sempre innevate, erono pochi i giorni come oggi, e mi ritenni fortunata ad assistere a uno spettacolo del genere, questa sarebbe stata una bella giornata pensai.

Dopo la colazione ci dirigemmo tutti assieme, almeno era cosi per dire, agli spogliatoi. Ci cambiammo tutti in silenzio, anche mia sorella, che di solito era allegra oggi mostrava un velo di malinconia.

Mi sarebbe piaciuto sollevarle il morale, dirle che era tutto okay, che c’ero io, ma non l’avrei potuto fare, lei me lo aveva proibito rifiutandomi, e io nonostante tutto non potevo andare contro il suo volere.

E cosi la lasciai in balia della sua tristezza.

Uscì per prima da quella stanza, non sopportavo l’aria che c’era dentro.

Arrivai in sala e iniziai un po’ a riscaldarmi, cosi da non prendere distorsioni durante l’allenamento, e mentalmente ripassi il piano che avrei applicato da li a poco.

Piano semplice, dovevo solo insistere nel gioco, far capire che io ero presente, che facevo parte della squadra, e che non ero una diva.

-Buongiorno a tutti!.- salutò felice Arch.

-Giorno.- risposi con poco entusiasmo.

Gli altri, che erono entrati proprio in quel momento non avevano degnato il coach di una risposta.

-Che vi prende?.- chiese capendo che c’era qualcosa che non andava.

Nessuno, compreso me rispose.

-Vi hanno tagliato la lingua, allora?.-

Ma ancora silenzio.

-Sentite, non ho idee del problema che avete ma sappiate, che dovrà aspettare, qua ora si gioca a calcio.- e detto questo diede le formazioni per gli allenamenti.

-Forza  e coraggio.- mi dissi entrando nella stanza di simulazione.

E cosi iniziò l’allenamento.

 

E a quanto pare, il cielo di Akillian, mi aveva portato male, e mi resi conto troppo tardi che come io avevo il mio obbiettivo, anche i miei compagni ne avevano uno, ed era terribile.

Volevano farmi cacciare.

Provai con tutta me stessa a resistere alla debolezza che stava nascendo dentro me, ma ogni mio passaggio veniva interrotto, ogni mia azione ignorata, ogni mio consiglio accantonato.

Mi ritrovai sola, in mezzo al campo –Mi stanno lasciando fuori?.- chiesi a me stessa, guardandomi intorno.

E a quanto pare era cosi, il loro schema non mi comprendeva.

-Passatemi la palla.- dissi in modo disperato.

Ma nessuno mi stava ascoltando, passai accanto a ognuno di loro, ma la risposta era sempre e solo una, no.

Dopo i mille tentativi, rimasi immobile, il fiato corto, gli occhi umidi e il cuore a pezzi.

-Angel che succede?.- chiese Arch da fuori.

-Io..Io.- ma le parole mi morirono in gola. Io cosa? Pensai, cosa?

Io nessuno.

-Ragazzi, passate la palla anche lei.- disse Arch, cercando di farli ragionare.

Ma nessuno gli diede retta e cosi chiuse la sessione di allenamento, riportandoci alla realtà.

Appena vidi la luce uscì di corsa da quella gabbia, mi sentivo soffocare.

-Angel dove vai?.- mi chiese.

Lo guardai, guardai anche loro e risposi –Non lo deve chiedere a me, ma a loro.- detto questo lasciai la sala.

-Cosa sta succedendo?.- chiese indispettito.

-Lei non fa parte della squadra.- rispose Mei.

-Ma cosa stai dicendo? Ha passato l’esame, come sua sorella.-

-Si lo sappiamo, ma lei non sarà mai una di noi, invece Roxy si.-

-Solo perché Angel sa usare bene il respiro? Ma non fatemi ridere, andate da lei.-

-No.- risposero tutti.

-Bene, mi avete profondamente deluso.- e detto questo anche lui lasciò la sala, e io che mi ero nascosta per sentire scappai via, più veloce della luce, per non farmi vedere.

Arrivai in camera mia e presi le mie cose, me ne sarei andata, scappata per meglio dire.

Anche se non era nel mio stile scappare, oggi sarebbe stato un bel giorno per iniziare.

Ad un certo punto, appena fuori dalla stanza, mi resi conto che stavo piangendo, un pianto silenzioso e triste.

-Perché?!.- urlai dando un calcio al bidone.

-Tutto bene?.- mi chiese un ragazzo, che era apparso dal nulla.

-Io si, cioè no veramente.- dissi afferrando con le mani, la testa, mi stava esplodendo.

-Parlami, forse ti posso aiutare.- disse il ragazzo, che in meno di un minuto si era spostato quasi di fronte a me, infatti ora riuscivo a distinguere meglio i suoi lineamenti, e non potevo credere ai miei occhi.

-Chi sei?.- chiesi avendo paura di sbagliare.

-Chiunque tu vuoi, che io sia.-    (ndr)

 

 

Angola autrice: buon pomeriggio a tutti come va? Spero che vi piaccia questo capitolo e soprattutto la parte finale, dove ovviamente ho preso spunto da The O.C. non fatemene una colpa, era troppo invitante quella frase, vi ho lasciato un po’ sulle spine?? Bene perché era proprio quello che volevo, grazie a tutte le persone che mi seguono, è un piacere scrivere per voi.

Al prossimo capitolo, kiss =)

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8



-Dove mi stai portando?.- urlai piú al vento che a lui, da quando eravamo usciti non mi aveva degnato di iuno sguardo o di una parola, la sua indifferenza mi faceva paura, ma la sua mano nella mia, mi riscaldava il cuore.
Era incredibile, pensai mentre mi facevo trascinare per la cittá, che tutto questo stesse succedendo veramente, o che lui stesse facendo qualcosa per me, il cuore era felice e anche io, stavo bene, era la prima volta che qualcuno si interessava a me, cosi tanto.
E non sapevo come comportarmi, ed entrai in panico, perchè io non ero esperta, ma capì che dovevo solo essere me stessa, che se le persone mi accettano per quella che snon bene, sennó niente. E con questo pensiero mi lasciai coinvolgere dai lui.

-Siamo quasi arrivati.- mi disse ad un certo punto.
-Ma dove?.- chiesi non capendo dove eravamo diretti.
-Questa.- mi disse lui indicando un palazzo davanti a noi - È la sede della mia squadra su Akillian, abbiamo sede anche qui, si, ci piace avere le cose sotto controllo.- disse sorridendomi.
Stavo capendo, piano piano stavo capendo tutto, mi stava portando sal suo allenatoee, ma perchè, che aveva intenzione di fare? Cominciai a pensare, mi stavo anche preoccupando.
Entrammo. Lui salutó un paio di persone e prendemmo l'ascensore, la sua mano non mi lasció per un attimo e ne fui grata, almeno sapevo che non stavo sognando e che qualcuno era accanto a me.
Ma appena si aprí la porta, che stava al piano in cui eravamo diretti, lui la lasciò e il mondo mi crolló addosso, non poteva lasciarmi cosi, pensai allarmata. Ma a quanto pare, poteva, l'aveva appena fatto.
-Coach, le presento Angel.- disse lui.
E io mi ritrovai a stringere la mano al coach degli Shadows -Piacere.- dissi piano.
-No, il piacere è mio, ma a cosa dobbiamo questa presentazione, Sinedd??.- chiese lui guardandolo, era un uomo a cui non piaceva perdere tempo.
-Angel è o meglio era, il nuovo attaccante degli Sonw-kids, ma ha lasciato la squadra, per motivi che se vorrà ti dirà lei e l'ho portata qui.- disse guardandolo dritto negli occhi.
Pensai arrivati a un certo punto che una persona sana di mente, come avevo definito il suo coach, andasse su tutte le furie, che gli chiedesse perchè, come e quando, che mi chiedesse i motivi per cui me n'ero andata. Ma aquanto pare avevo sbagliato un'altra volta.
Lui mi guardó, dritta negli occhi e io mi sentí come nuda di fronte quello sgaurdo, cosi potente, cosi intenso da far sciogliere anche il peggiore di tutti i bulli.
e senza pensarci due volte mi disse -Voglio proporti un affare.-




Spazio autrice: chiedo scusa se il capitolo è corto o non troppo intenso, ma mi serve per presentare il prossimo, ed è in quello che vedremo evolverso il futuro di Angel, kiss :)

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9


-Parliamone.- dissi accattivante. Quella storia inizia a piavermi.

-Non voglio che tu faccia la spia o come simili, puah non è da me.- disse con disprezzo.

-Allora cosa?.- chiese con interesse Sinedd.

Sia io che lui c'eravamo seduti vicino al suo coach e da un paio di minuti stavamo parlando del mio futuro e quanto pare, tutti e tre eravamo molto interesati.
Lo studio era sobrio, vi erono i computer e qualche foto e mi stupí di trovarci sia la sua squadra che Sinedd da solo. Probabilmente teneva molto a lui, e forse non solo come giocatore.

-Voglio che entri nella mia squadra.- disse entusiasto.

-Dice sul serio?- chiesi a bocca aperta.

-Dico sul serio e puoi chiedere anche a Sinedd, io non scherzo mai.-

-Cosa ne pensi?.- chiese il ragazzo.

-Beh dico che accetto, e anche molto volentieri.- sorrisi.

E con me sorrisero anche gli altri, tutto stava cambiando, pensai in un milli secondo, non ero io quella,non ero io quella ragazza che stava firmando un accordo col diavolo, ma per la prima volta non mi interessava, io volevo far parte di quella squadra e l'avrei fatto, anche se fossi passata dalla parte del diavolo, io avrei realizzato il mio sogno.

-Questi sono gli appartamenti degli Shadows e questa è la tua stanza.- disse aprendomi la porta. Era un pó piú grande della precedente e arredata molto meglio, mobili tipici, un letto, scrivania, armadio e il bagno. Fui felice di vederla, perchè mi dava la sensazione di casa.

-Grazie.- dissi -Grazie di tutto, Sinedd.-

-Per aver fatto cosa? Ascoltarti? Aiutarti, non ce n'è bisogno.- disse scherzando.

-Si questo e per molto altro, mi hai dato una nuova casa, mi hai permesso di continuare il mio sogno.-

-Si, è vero, ma ora tocca te, realizzarlo in qualche modo.-

-Lo faró!.- dissi felice.

-Bene, ti va se ti faccio compagnia oppure preferisci fare da sola?.- mi chiese un pó titubante.

Sorrisi -Entra pure.- dissi.
Etrammo nella stanza e lui si buttó a letto e chiuse un attimo gli occhi e io ebbi l'immaggine di un ragazzo dolce e sensibile, anche se forse non si sarebbe mai mostrato per quello che era, perchè i ragazzi come lui, tendono sempre a nascondere il vero io.

-È stupendo stare cosi.- mi disse riaprendo gli occhi -Senza fare niente.-

-Non conosco questa sensazione.- dissi posando gli zaini sulla scrivania.

-Non mi dire che hai sempre giocato a calcio?.- chiese mettendosi a sedere.

-Beh inveve si o se non giocavo, facevo qualcosa per indispettire i miei genitori.-

-Terribile.- mi dissi scherzosamente.

-Beh, si ne ho fatte di tutti i colori.-

Presi un elastico e mi legai i capelli, dovevo disfare i bagagli e andare a casa prendere delle cose, pensai, ma mentre li legavo il collo rimase scoperto, e cosi anche il mio tatuaggio.

-Cos'è quello?.- mi chiese avvicinandosi.

Io mi girai, non capendo a cosa si riferisse -Di che parli?.-

Si avvicinió e mi fece voltare e con mani delicate sfioró le mie ali, e io arrossí come una pazza, nessuno me le aveva mai toccata in quel modo, anzi pensai, nessuno me le aveva mai toccate.

-Ma che fai?.- chiesi balbettendo, ero in preda a un sentimento che non conoscevo.

-Quando lo hai fatto?.- mi chise invece lui.

-Da piccola perchè?.- o mamma mia pensai, perchè non si allontana??

-È bellissimo.- Disse sfiorandolo -Vorrei vederlo per intero.- disse quasi in un sussurro.

-Davvero?.- chiesi con il cuore alla gola.

-Davvero.- ribadí lui -Vuoi?.-

Deglutí, volevo farlo, con tutt me stessa e non solo perchè era Sinedd, ma perchè per la prima volta mi sentivo come una ragazza normale.

-Aspetta qui.- dissi.

Mi allontanai, e mi resi conto che camminavo male, l'emozione, pensai, ma non mi era mai successo.
Andai in bagno e respirai a fondo per un paio di secondi, mi tremavano le mani ed ero rossa in viso, non avrei mai pensato che Sinedd mi avesse potuto fare questo effetto, beh fino a stamattina non pensavo neanche di poterlo incontrare, ma mi dissi decisa, potevo farcela, nonostante tutto ero pur sempre una ragazza.

E cosi, mi tolsi la maglietta e rimasi con il reggiseno e il top che non toglievo mai e uscí di nuovo dalla stanza. Lui era dove lo avevo lasciato, non si era mosso di un passo, ma notai qualcosa di diverso nei suoi occhi, avevano una luce strana, forse ero io, pensai felice.
Mi avvicinai a lui. Mi fermai proprio davanti a lui, lo guardai negli occhi e con il cuore tremante spostai i miei capelli e mi girai per fargli vedere il tatuaggio.

Lui sospiró come, se aspettasse da tanto quel momento e cosi mi posó una mano sulla schiena, e stranamente era calda, calda e accoggliente. Io chiusi gli occhi e sentí la sua mano spostarsi delicatamente su di me, percorreva ogni singola ala, in modo delicato.
E il mio cuore non smetteva di battere, non voleva smettere.

-Sei bellissima.- mi disse di inpulso.

-Non è vero.- dissi di rimando.

-Invece si, per me lo sei.-

-Non mi sono mai sentita bella, io sono semplicemente una calciatrice.-

-Beh, per me se molto di piú.- disse baciandomi la schiena.

Era ufficiale ormai, stavo morendo dalla felicitá.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10


Non potevo crederci, era tutto un sogno, un bellissimo sogno, che stava diventando realtà o almeno sembrava che stesse prendendo questa piega.
Io e Sinedd eravamo a letto, ci stavamo guardando negli occhi senza dire o fare niente, forse era questo quello che si provava con qualcuno che si considerava importante, forse.
Ma non era importante, pensai sorridendo, non stavo cosi bene da molto, molto tempo e il fatto che fosse lui la causa della mia felicità, mi stava facendo diventare pazza.
Stettimo a letto per quasi un eternità, finchè non venne annunciata che era l'ora della cena e solo in quel momento ci alzammo, e con la promessa di passarmi a prendere prima di scendere ci salutammo.
Quando chiusi la porta, mi lasciai andare, urlai, beh non un urlo triste, ma un urlo di gioia e allora corsi in bagno a darmi una rinfrescata, volevo essere perfetta.
Questo pensiero mi turbó, mi guardai allo specchio e vidi una me, per la prima volta allegra e felice e una me che non andava contro i ragazzi, ma anzi che lo aspettava con ansia.
Era una me piú matura, stavo crescendo finalmente, non so perchè cosi in ritardo, ma pensai che finalmente era giunto il momento, dovevo fare posto alla donna che era in me e che premeva di uscire.

Dopo dieci minuti Sinedd si ripresentó alla mia porta.
Era davvero bello, indossava una camicia e un jeans strappato, ma gli davano sia un'aria sexy che elegante e io ne rimasi affascinata, ma neanche io scherzavo.
E lo capí dal suo sguardo.
Indossavo una maglia scollata a v, sia davanti che di dietro, con le maniche corte, e di colore grigio, accompagnata da un paio di jeans corti, che andavano sul color sabbia e dalle nike air force one.
Certo pensai, ero molto piú femminile del solito, se aggiungiamo il fatto che mi ero anche truccata in modo decente per la prima volta,ma c'era sempre qualcosa di sportivo e stavolta erono solo le scarpe, pensai felice.
Cosi mi feci accompagnare in mensa e anche gli altri restarono a bocca aperta, ero riuscita a mostrare il mio lato femminile e questo mi rese orgogliosa di me stessa.
E in quel momento il coach mi presentó come il nuovo membro della loro squadra e tutti compreso Sinedd urlarono per la felicità.
Fui felice di aver abbondonato l'altra squadra, un accoglienza cosi, non l'avrei mai avuta.
E solo dopo un'ora di chiacchiere con i miei nuovi compagni di squadra Sinedd mi portó via, diciamo che quasi mi obbligó ad andare via, ma a me non mi diede per niente fastidio.
Mi portó in terrazza, nonostante il freddo perenne, si stava bene.

-È bello qui.- dissi autoabbracciandomi.

Lui capí che sentivo un minimo di freddo e si avvicinó stringendomi a se.

E io arrossí per quel contatto improvviso e inaspettato.
Ma lui grazie al cielo non se ne accorse e assime fissamo il cielo.
-Si è bello, ma è meglio il pianeta degli Shadows.-

-E allora come mai siamo qui?.- chiesi curiosa.

-Diciamo che ad Artegor piace avere la situazione sotto controllo, e abbiamo un bel pó di sedi, una è proprio questa.- disse guardandomi.

-E quando andremo a quella principale?.-

-Vuoi proprio andare via, eh?.- mi chiese ridendo.

-Si nota cosi tanto?.-

-Solo se ci fai abbastanza caso.- disse aumentando la presa.

-Voglio cambiare aria, lasciarmi un bel pó di cose alle spalle, non penso che sia cosi sbagliato.- dissi guardandolo.

-No, non lo è.- rispose lui seriamente.

Sorrisi, stare accanto a lui, mi veniva cosi naturale, che ebbi quasi paura di interpretare male i suoi gesti, ma lui mi diede la conferma che non sbagliavo.
-Devo chiederti scusa, prima non ti ho detto una cosa, e te la voglio dire ora: sei bellissima.- disse sorridendomi.

-Non è vero.- risposi io di rimando.

-Invece si e fidati di me, non sbaglio mai, io.-

-Ti credo.- dissi arrossendo e abbasando lo sguardo per l'imbarazzo.

-E credo anche, che con te la squadra salirà a livelli sempre piú alti.-

-Ora stai scherzando.- dissi di rimando.

-Beh, lo vedremo domani, agli allenamenti.-

Detto questo mi riaccompagnó in camera, e quella notte lo sognai per il tutto il tempo.

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Capitolo 12
*** capitolo 11 ***


Capitolo 11

La notte passó veloce e quasi non mi resi conto che era sorto il sole.
Dalla mia nuova camera potei osservare il sole nascente e mi resi conto che era uno spettacolo bellissimo e che era da molto tempo che non mi soffermavo a guardarlo.
Guardai la sveglia, erono ancora le sei, l'allenamento sarebbe iniziato solo alle otto...avevo un bel pó di tempo pensai.
Mi alzai e mi andai a cambiare velocemente, volevo fare una bella impressione, a tutti i costi.
Cosi indossai i vestiti per andare a correre e uscí nel freddo mattino.
Sperai con tutta me stessa di non svegliare nessuno, dovevo essere silenziosa come un gatto.
Cosi corsi per quasi tre quarti d'ora e tornai alla base molto piú rilassata, cosi salí in camera e andai dritta al bagno, feci una doccia di quelle tonificanti e mi cambiai, pronta per gli allenamenti.
Scesi nella sala comune per aspettare gli altri e mi resi conto che anche gli altri giocatori erono abbastanza nervosi.
-È solo il primo allenamento, per questo li vedi cosi.- la sua voce arrivó cosí all'improvviso che non me n'ero neanche accorta.
-Buongiorno Sinedd...tu dici?.- chiesi curiosa.
-Si fidati, dopo questo giorno li vedrai diversamente.- disse sorridendomi.
-Va bene.-
-Comunque la prossima volta te lo consiglio io un percorso per andare a correre di prima mattina.-
Spalancai gli occhi -Mi hai sentito?.-
-Certo, come si fa a non sentirti, hai fatto un casino.- disse ridendo.
-Oh no, allora avró svegliato tutti.- dissi imbarazzata.
-No tranquilla, solo me, ma Perchè io ho il sonno leggero.-
-Meno male.- dissi tirando un sospiro di sollievo.
-Ragazzi siete tutti presenti?.- ci chiese il coach appena entrato.
-Si.- rispondemmo in coro.
-Bene, allora da oggi si iniziano gli allenamenti, li inizieremo qui per finirlo nel nostro pianeta, buona fortuna a tutti.- disse ridendo.
Prese dal banco la lista di noi giocatori e la guardó attentamente.
-Da chi iniziamo? Beh direi dalla nuova arrivata.- disse sorridendomi.
Il mio cuore perse un colpo. Stavo tremando.
Sentí la mano di Sinedd sul mio polso e le sue parole nell'orecchio -Stai calma, lo sappiamo tutti che possiedi il flusso e non lo smog, gioca, gioca e basta, nonostante tutto è la cosa che piú ti viene eh io.-
-Si...hai ragione.- dissi cercando di respirare.
-Iniziamo?.- mi chiese.
-Certo.- mi feci avanti ed entrai nella stanza di simulazione.
Chiusi gli occhi per attimo, Roxy...se ci fossi stata tu non mi sarei sentita cosi, pensai, ma mi hai dovuto abbandonare per loro e questo è solo colpa tua, tua! Ora vedrai chi è piú forte, fra me e i tuoi finti amici.
Aprí gli occhi nel momento in cui la stanza venne visualizzata, e sentí il mio corpo pieno di un coraggioe forza che non conscevo.
-Bene, ora si fa sul serio Angel, se vuoi tirati indietro devi dirlo ora o mai piú.- mi disse il coach. -Vada pure.- fu l'unica cosa che dissi.
E cosi il pallone venne visualizzato al centro del campo.

Mi preparai e corsi verso il pallone, sentí il flusso fluire in me, mi sentivo a casa, ma sapevo che quell'esperienza non sarebbe durata ancora per molto.
Centrai il bersaglio in meno di tre minuti e cosi venne fatto riapparire il pallone e io mi preparai per il secondo tiro.
Sentivo il flusso diratarsi e mischiarsi allo smog, sentivo che mi stava abbandonando, e tutto questo per colpa del dolore, del dolore provocato da mia sorella.
Sentí delle lacrime scendermi dal viso e con un urlo e un colpo di piede centrai anche il secondo bersaglio.
Sentivo il potere dello smog, sentivo che stavo cambiando, sentivo il mio corpo diverso. Stava succedendo, stava succedendo tutto troppo in fretta pensai, volevo ancora il mio flusso, ma ormai era troppo tardi.
Caddi a terra stressata per lo sforzo.
Lo vedevo, vedevo quel bellissimo blu trasformarsi in nero, nelle tenebre, lo sentivo arrancare, voleva restare e anche io lo volevo, era stato con me per tanto temp, troppo.
Ma le tenebre vincono sempre e mi abbandonai a quella sensazione di tristezza.
Passarono pochi istanti ma mi risollavai subito.
La testa mi girava, il corpo mi tremava, ma il mio animo oaveva trovato la serenità.
Presi il pallone che era rimasto solo nel campo e con gli occhi chiusi iniziai passarmelo.
Poi non so come sparí e mi ritrovai in aria, davanti al bersaglio e con un colpo unico lo centrai.
Era lo smog, erono le tenebre.
Ma era la prima cosa vera della mia vita.

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Capitolo 13
*** capitolo 12 ***


Capitolo 12

Uscí con il fiato corto da quella stanza tanto che mi dovetti attaccare alla parete.
Mi sentivo male, di sicuro non era stata una bella esperienza.
Appena fui fuori vidi Artegor urlare dalla gioia e dalla felicità, voleva dire che la mia sessione gli era piaciuta e vidi anche gli altri, mi sorridevano.
Erono fieri di me.
E quella visione fu bellissima, non avevo mai provato quel sentimento, non mi ero mai sentita cosi appagata, mai come oggi.
E poi vidi lui, il ragazzo che aveva permesso tutto ció, il ragazzo che mi aveva portato via la tristezza e regalato gioia e felicità.
Gli dovevo molto ma l'unica cosa che riuscì a fare fu sorridergli, per poi svenire vinta dalla stanchezza.

Appena rinvenni mi sentí ancora peggio, la testa non smetteva di farmi male e il mio corpo era troppo stanco. Non mi sentivo cosi stanca dalla mia prima partita di calcio.
Una cosa del tutto impossibile, soprattutto per me, ma a quanto pare non dovevo sorprendermi piú di tanto. Aprí gli occhi e mi trovai nella mia camera a quanto pare avevo riposato lí.
E appena mi guardai intorno trovai lui.
Stava dormendo sulla poltrona di camera mia, aveva le occhiaie e si vedeva lontano un miglio che era stanco. Provai ad alzarmi, volevo andare da lui.
Ma notai subito una cosa strana, ero attaccata ad un ago che a sua volta era attaccato a una sacca di liquido bianco, a quanto pare ero stata davvero, ma davvero male.
Rimasi scioccata, e mi chiesi subito quanto tempo ero rimasta a letto, ma sapevo che solo lui poteva darmi quella risposta.
Cosi mi alzai cercando di non fare troppo rumore con quel coso e mi avvicinai a lui, era cosi bello. Mentre dormiva quella faccia da duro, che lo accampagnava sempre era sparita, c'era solo un ragazzo, un ragazzo quasi stanco della vita.
Provai dispiacere per lui, perchè lui sapeva tutto molto di me e io quasi niente, perché lui era riuscito a rendermi felice e io non avevo ancora scoperto i suoi demoni.
-Sono una persona orribile.- dissi a bassa voce.
Mi sedetti sul bracciolo della poltrona, con le lacrime agli occhi e aspettai in silenzio il suo risveglio.

Lo vidi aprire gli occhi e gurdare verso il letto e notai anche la sua espressione spaventata quando non mi trovó lí, ma con un gesto leggero gli sfiorai il braccio.
Lui sussultó ma tiró un sospiro di sollievo quando mi vide accanto a lui. Io gli sorrisi.
Ci sedemmo tutti e due sul letto e gli chiesi da quanto tempo ero lí.
-Tre giorni, esluso oggi.- mi dissi serio.
-Non è molto tempo?.- chiesi preoccupato.
-È troppo tempo. ribadí lui serio.
-Mi dispiace.- fu l'unica cosa che riscí a dire -Non volevo farti preoccupare.-
-Dovevo essere piú cauto.- disse lui.
-Cosa vuol dire?.- chiesi perplessa.
-Non dovevo permettere di farti fare il primo allenamento, dovevo farti vedere la potenza dello smog, ma non sulla tua pelle.- disse con odio.
-Non è colpa tua.-
-Invece si.- disse come se si odiasse.
-Sinedd, dovevo stare piú attena io, tutto qui.-
-Non è tutto qui Angel! Potevo anche morire!!.- disse urlandomi e alzandosi.
-Morire?.- chiesi incredula.
-Non tutti reagiscono bene allo smog e molti posso anche non farcela.- disse guardando fuori dalla finestra.
Io mi alzai e mi misi accanto a lui, potevo sentire la sua frustrazione, la sua impotenza, ma sapevo che non poteva fare niente per impedire quello che era inevitabile.
-Non avresti potuto fare niente comunque, non avresti mai saputo cosa sarebbe successo se fosse successo quello o quell'altra cosa ancora.- dissi guardandolo.
-Angel, io mi sento protettivo nei tuoi confronti, in una maniera che non ho mai provato con nessuno. Non voglio che ti succeda niente.- disse triste.
Mossa da quelle parole bellissime e dette col cuore, lo abbracciai forte a me. E gli sentí tirare un sospriro di sollievo.
-Anche tu per me sei importante.- dissi quasi sul punto di piangere.
-Non dire cavolate.- fu la sua risposta.
-E invece è cosi mio caro Sinedd, anche io tengo a te e vorrei vederti sorridere.-
-Lo faró quando starai bene.- disse lui serio e stringendomi ancora di piú al suo petto scolpito.
-Allora consideralo fatto!!.- dissi sorridendo e lasciandomi trasportare da quell'abbraccio.

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Capitolo 14
*** capitolo 13 ***


Capitolo 13.

Sorrisi e lui ricambiò il sorriso, era così bello quando sorrideva pensai felice.
Angel non è che ti sei presa una super mega cotta per il bel tenebroso? mi chiesi e subito la mia mente rispose di no, che eravamo solo amici.
Ma poi lo osservai bene, e ripetei le sue stesse parole, si sentiva protettivo nei miei confronti e io tenevo a lui, e il tutto era qualcosa che non avevo mai provato.
Nessuno si era mai interessato a me, almeno non in questo senso e pensai che probabilmente era così, mi ero presa una super cotta per Sinedd.
Dovuta al suo atteggiemto, al suo aspetto e al suo cuore.
Già, Sinedd aveva un cuore profondo ma forse neanche lui se n'era mai reso conto, almeno non fino a oggi.
Finemmo di sorridere e mi fece sedere di nuovo a letto, la testa aveva ripreso a girarmi forte el la causa era lo smog.
-Allora secondo il coach com'è andato l'allenamento?.- chiesi curiosa.
-Sei seria?.- mi chiese quasi con la bocca aperta.
-Ehm si perchè?.- chiesi non capendo.
-Cioè tu sei quasi morta, ma ti importa più dell'allenamento?.- -Beh vorrei sapere.- dissi abbassando lo sguardo.

Ho fatto un casino pensai triste.
-Ti posso solo dire che sei stata perfetta! Artegor è rimasto soddisfatto di te, non ha mai visto qualcuno padroneggiare lo smog così bene la prima volta e la prima sei proprio tu, una che ha sempre avuto il flusso.- disse felice e sedendosi accanto a me.
-Sono felice di essere stata brava.- dissi sorridendo.
-Brava? Brava è troppo poco. Sei stata stupenda.- disse guardandomi.
-Grazie.- dissi rcambiando il sorriso.
-Prego, ma ora devi imparare a usarlo bene, non voglio che ti succeda qualcosa di male, almeno non più.- disse facendosi serio.
-Lo so, imparerò.- dissi sorridendo.
-Si, lo farai e io ti aiuterò.-
Lo guardai senza capire. -Si beh, faremo degli allenamenti solo noi due, così arriverai pian piano a livello degli altri e poi torneremo a casa.-
-Mi aiuterai veramente?.- chiesi senza crederci.
-Si farò di tutto per non farti più stare male.-
-Grazie mille Sinedd.- dissi abbracciandolo forte.
Lui rimase un pò scioccato da questo gesto, improvviso ma poi anche lui mi strinse fra le sue braccia.
Era bello stare così pensai sorridendo, era bello stare fra le braccia di qualcuno che ti riteneva importante, che ti voleva bene e Sinedd faceva tutte quelle cose.
E senza rendersene conto aveva illuminato la mia esistenza, l'aveva resa più normale, più equilibrata e non avrei mai smesso di ringraziarlo per questo.
Sarebbe stato per sempre nel mio cuore, solo per non avermi lasciata sola nel momento del bisogno.

-Come ti senti Angel?.- chiese Artegor vedendomi finalmente fuori dalla mia camera.
-Posso dire ora bene, Sinedd ha insistito che rimanessi un pò di più e forse non aveva tutti i torti, ora mi sento bene.-
-Sono contento e mi dispiace di non essere passato, sono stato occupato con gli allenamenti.-
-Cosa?.- chiesi interrompendolo.
-Si, la squadra è andata avanti, ma ti faccio i miei complimenti come prima volta sei stata fantastica.- disse sorridendomi.
-Sinedd non è venuto.-
-No, era con te da quanto so.-
-Si, infatti.- dissi andando a cercarlo.
Lo vidi entrare in camera sua e lo vidi chiudere la porta, così cominciai a bussare forte.
-Chi è? Oh sei tu.- disse sorpreso.
-Dobbiamo parlare.- dissi entrando.
-Di cosa?.- chiese senza capire.
Iniziai a camminare senza sosta per tutta la stanza, dovevo chiarire certe cose, ma non riuscì a trovare le parole.
-Cosa c'è che non va?.- chiese ancora con quel tono innocente.
-Oh Sinedd!! Ti sei saltato gli allenamenti per restarmi accanto!! Non dovevi farlo.- dissi urlando.
-Ah si tratta di questo?.- chiese sedendosi sul letto.
-Come fai a essere così calmo?.- chiesi nervosa.
-Perchè speravo che nessuno ti dicessi che gli allenamenti sarebbero continuati e che io non ci sarei andato.-
-Perchè? Lo sai che dovevi andare!.-
-Solo una parte di me lo sapeva, ma non era importante, l'importante era stare con te.- disse guardandomi.
-Lo sapevi che mi sarei incavolata.-
-Lo sapevo, ma non potevo lasciarti sola.-
-Avresti dovuto.- dissi seria.
-Angel non mi pento non esserci andato.- disse prendendomi il volto tra le mani -Non mi sarei sentito per niente okay sapendo che eri qua sola e io là a giocare.-
-Ma è colpa mia se sei rimasto indietro.- dissi tristemente.
-Non somo rimasto indietro, nessuno può superarmi.- ghignò.
-Scemo.- dissi un pò ridendo.
-Tranquilla recupereremo assieme, da stasera.-
-Va bene, ma non lo fare più.- dissi.
-Va bene Angel.- e mi dette un bacio in guancia, solo che per lui la guancia stava vicino alla bocca.
E senza darmi il tempo di reagire mi prese la mano e la strinse forte e mi portò a fare colazione.

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Capitolo 15
*** capitolo 14 ***


Capitolo 14

La sua mano stretta nella mia fu una bella sensazione, qualcosa di nuovo, qualcosa che solo lui sapeva darmi.
-Sei pronta a giocare?.- chiese ingozzandosi di frittelle.
-Si, lo sono.- dissi calma.
-Perchè non stai mangiando?.- chiese guardando il mio piatto ancora pieno.
-Non ho molta fame.- dissi posando la forchetta e guardando fuori.
-Cosa succede?.- chiese posando anche lui la forchetta.
-Niente.- dissi senza pensarci.
-Angel?.- chiese prendendomi la mano.
-Scusa, ci vediamo dopo.- dissi alzandomi per poi andarmene.
Dopo aver superato la porta della sala mensa mi resi conressi aver fatto una cretinagine, come potevo trattario in quel modo?
Mi affacciai e lo vidi ancora là, fermo con la mano allungata verso il mio posto.
Mi si strinse il cuore e decisi che proprio lui non si meritava quel mio atteggiamento stupido.
Tornai indietro e mi risedetti.
-Scusami.- dissi piano.
-E di cosa?.- chiese senza guardarmi.
-Di essermene andata in quel modo, sapevo che volevi solo aiutarmi.-
-Non sembra.- disse ritirando la mano.
-Sinedd, ti prego.- la ripresi prima che fu troppo tardi.
-Angel, forse ho esagerato.- disse disperato.
Lo avevo ferito.
-No ascolta.- mi feci piú vicina a lui e lo guardai sfritto negli occhi.
-Sono in debito con te, per tutto quello che hai fatto per me, per essermi stato vicino quando stavo male, per avermi trattata come un tuo pari e per avermi fatto andare via da quelli. Ma oggi non è un gran giorno per me.- dissi triste.
-Cosa succede oggi?.- chiese facendosi attento.
-Niente davvero.- dissi cercando di ricacciare le lacrime.
-Ehi ehi cosa succede?.- chiese prendendo il mio viso tra le mani.
-Niente, credimi.-
-Vieni.- mi prese e mi portó via da lí.
Salimmo in camera sue e mi fece accomodare sul letto.
-Dimmi tutto ora.- disse serio.
-Vedi, beh sembra stupido ma oggi è il mio compleanno e solo ora ho realizzato che negli ultimi quattro anni che non viene festeggiato. Credimi fino ad ora non ci avevo fatto molto caso, credevo fosse solo una coincidenza.- dissi asciugandomi le lacrime.
-Ma quest'ano mi sono resa conto che i miei da quattro anni non si sono piú fatti trovare a casa per questo giorno e che mia sorella in un modo o nell'altro era sempre via, e sono solo un pó triste.- dissi stringendo le braccia intorno alle gambe.
-Io non ne avevo ide.- disse sconvolto.
-Tu non centri niente.- dissi seria.
So sedette accanto a me e mi prese la mano.
-Angel, io non ho mai avuto una famiglia, sono cresciuto da solo e so quanto puó far male la mancanza d'attenzioni. Io un giorno peró ho trovato Artegor e lui ha cominciato a colmare questo mio vuoto.- disse toccandosi il petto. -Ora lascia che io colmi questo tuo vuoto.- disse indicando il mio petto.
-Vuoi aiutarmi cosi tanto?.- chiesi tra le lacrime.
-Angel tu per me sei qualcosa di speciale, da quando ti ho vista nella torre di Arch che la mia mente non puó stare lontano da te, sei unica e vedesti cosi mi fa stare male.-
-Sinedd, non puoi capire quanto ti sono grata.- dissi abbracciandolo.
-Già, ma non importa se per questi ultimi quattro anni non hai festeggiato, quest'anno lo farai, stanne certa.- disse sorridendomi.
Sorrisi anche io -Grazie.- sussurrai.
-Di niente.- disse lui piano. -Ho un'idea in mente, senti aspettami qua, arrivo subito!.- disse alzandosi.
E senza che io potessi replicare uscí di corsa dalla camera.
Stranamente invece di disperarmi risi, Sinedd era unico.
Mi alzai e decisi di fare un giro per la sua camera. Ma a parte i mobili che ogni camera aveva non ci trovai niente di strano o di diverso.
Rimasi delusa, sarebbe stato bello trovare qualche suo segreto o scoprire qualcosa sulla sua vita. Anche se a pensarci bene poco fa aveva detto qualcosa, era orfano.
Mi rattristai per lui, io avevo sempre vissuto a casa mia, con la mia famiglia, ma anche io ero un pó come lui, neanche io sapevo cos'era il calore di una madre.
-Ci sei ancora!?.-
-Sinedd?.- chiesi girandomi.
-Si, ho una notizia fantastica, vai a cambiarti ci vediamo sotto.-
-E cosa dovrei mettermi?.- chiesi non capendo.
-La tuta, tesoro.- disse sorridendo maliziosamente.
E io arrossí violentemente.
Dopo un quarto d'ora scesi si sotto e lo trovai a pochi passi dalla dalla di allenamento.
-Cosa dobbiamo fare?.- chiesi.
-Allenarvi ovvio.- disse Artegor aprendo la porta.
-Ma ora ci sono gli altri allenamenti.- dissi cauta.
-No stasera ci saranno.- disse Sinedd.
Lo guardai senza capire.
-Gli ho fatto invertire gli orari, cosi magari oggi ti faró vedere qualcosa di bello.- disse sorridendomi.
Gli buttai le braccia al collo e iniziai a ringraziarlo.
-Forza, voi due.- ci richiamó il coach.
Mi staccai a malincuore da lui, ma l'uno vicino all'altro entrammo nella camera virtuale.

Fermai la palla col piede, la seconda volta pensai soddisfatta, era andata molto meglio della prima.
Lo smog ormai, era perfettamente sotto il mio controllo, ero io che comandavo, non lui. Sorrisi a Sinedd, era stato formidabile durante all'allenamento, non un passaggio sbagliato, n'è un tiro mancato.
Era il Dio del calcio, e anche il mio Dio personale.
-Bene potete andare.- disse Artegor, riportandoci alla realtà.
-Bene.- dissi soddisfatta di me.
-Angel, sei stata fantastica, sei ufficialmente membro della mia squadra.- disse congedandosi. Presi l'asciugamano dalla borsa e mi asciugai il sudore dalla faccia.
-Stanca?.- chiese Sinedd mentre si scolava un'intera bottiglia d'acqua.
-No tu?.- chiesi sedendomi accanto a lui.
-Nemmeno. Anche perchè ora dobbiamo uscire.- disse serio.
-Dove mi porti.- chiesi felice.
-È una sorpresa, honey, devi resistere!.-
-Va bene.- dissi seria.
-Ecco e ora andiamo a fare la doccia e poi ti busso io appena sono pronto.- disse alzandosi. -Va bene, ma devi darmi il tempo.- dissi prendendo la borsa.
-Certo, tranquilla, facciamo cinque minuti?.-
-Ahaha spiritoso!.- dissi dandogli una spinta.
-Che fai tocchi?.-
-Si!.- esclamai diventando subito dopo rossa.
-Fai bene.- disse prendendomi in un caldo abbraccio.
Lo trovai a pochi centimetri da me, il suo respiro era caldo sul mio collo, era davvero bello. Sinedd l'angelo scuro.
Se io ero candida come la neva, lui era nero come la pece, ma si sapeva che gli opposti si attraggono.
-Angel, io.- disse piano e avvicinandosi a me.
Il mio cuore inizió a barrare velocemente e vidi le sue labbra farsi sempre piú vicine.
Mi stava per baciare? Mi chiesi un pó impaurita.
Ma inghiottí il groppo in gola, anche io lo volevo baciare.
Cosi lo aiutai a colmare la distanza tra le nostre labbra.
E il bacio che mi diede fece fermare il tempo, per quanto bello e proibito fosse.

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Capitolo 16
*** capitolo 15 ***


Capitolo 15

Una piccola parte di me diceva che era meglio staccarsi da lui e riprendere il controllo del mio corpo, che aveva deciso di fare quello che voleva.
Ma l'altra parte, quella un pò più selvaggia, non aveva proprio intenzione di staccarsi e manco lui, come si poteva vedere.
Mi stava baciando in un modo a me sconosciuto, nonostante tutto non avevo poi baciato cosi tanti ragazzi nella mia vita, ma molto piacevole.
Le nostre lingue non facevano altro che incontrarsi e sconotrarsi, conferendomi un piacere assurdo.
-Anegel, se vuoi fermarmi fallo ora.- disse piano.
-Perchè dovrei fermarti.- chiesi buttandogli le braccia al collo.
-Perchè forse non lo vuoi.- disse cingendomi forte la vita.
Quel gesto voleva dire che ero sua? Beh pensai non mi sarebbe di certo dispiaciuto.
-Lo voglio.- dissi piano.
E quella piccola frase fece scattare qualcosa in lui, continuò a baciarmi con ancora più passione, facendomi provare cose che non pensavo esistessero.
Le nostre bocche avevano deciso di non staccarsi più, e a me andava più che bene.
-Dovevamo uscire.- disse piano.
-Lo so.- sussurrai.
Lentamente si staccò da me. Lo guardai dritto negli occhi e per la prima volta mi resi conto quanto erono scuri.
-Dobbiamo riprendere il controllo.- disse respirando pesantemente.
-Lo so.-
-E'...è stato bellissimo.- continuai io.
Volevo che sapesse quanto per me era stato importante.
-Lo penso anche io, ma il motivo vero è che tu sei importante per me, e quindi quello che faccio con te è sempre bellissimo, partendo da una partita a questo.- disse indicandomi.
Gli sorrisi e lo abbracciai forte -Anche tu per me sei speciale.- e gli diedi un semplice bacio. Lui ricambiò, qualcosa si era creato fra noi, qualcosa di meraviglioso.
-Andiamo a farci la doccia, la serata non è ancora finita.- disse prendendo la sua borsa e la mia.
Cercai di fermarlo, ma mi sorrise e mi prese la mano.
Le nostre dita incrociate mi fecero battere il cuore a mille, come il bacio di prima, io e Sinedd ci eravamo trovati in un modo assurdo, per pura casualità.
Ma sono proprio questi incontri, pensai sorridendo, che ti cambiano la vita.

Mi guardai allo specchio e notai che mi ero vestita meglio di quella volta che mi aveva portata in terrazza, ma pensai che stavolta la situazione era diversa, non eravamo più semplici compagni di squadra ma eravamo più uniti.
Ad un certo punto un dubbio si impossessò di me e se lui mi avesse trattato come sempre davanti ai suoi compagni?
Come avrei reagito io? Sarei stata capace di dirgli che non mi andava bene o sarei rimasta in silenzio, a soffrire?
Scossi la testa, solo domani sarebbero riniziati gli allenamenti con la squadra, e per ora non era il caso di farsi problemi e rovinare una serata.
Mi guardai un'ultima volta allo specchio e decisi che avevo proprio scelto bene: una maglietta verde acqua scollata di dietro, in modo da far vedere il tatuaggio e lunga fino al cavvallo, abbinata con dei legings neri e un paio di scarpe semplici.
Ero perfetta pensai.
Sentì bussare alla porta e il mio cuore perse un colpo: era lui.
Andai ad aprire e lo trovai ancora più bello di prima, indossava una camicia chiara con dei jeans chiari e strappati, era ancora più bello di quanto me lo ricordassi.
Si avvicinò a me e mi diede delle rose, sorrisi, mi aveva anche comprato dei fiori!
Entrai in camera e li misi in un vaso pieno d'acqua, li aggiustai un'attimo e tornai da lui.
Si avvicinò a me e mi regalò un dolcissimo bacio.
Lo ricambiai, il cuore non aveva mai battuto cosi per una persona e capì che lui era quello giusto. -Andiamo?.- disse prendendomi per mano.
-Certo.- dissi stringendola.
Uscimmo e mi porò per il centro, non conoscevo molto la zona, non mi ero mossa molto in tutta la mia vita, mi limitavo a stare a casa o per i campetti di calcio.
E mi resi conto che non conoscevo neanche molto bene il mio pianeta.
Rimasi scioccata da quella scoperta.
-Tutto bene?.- chiese notando la mia faccia.
-Si.- dissi sorridendogli.
-Sei bellissima stasera.- disse cingendo con la mano destra la mia schiena.
-Anche tu.- gli dissi all'orecchio. E lo baciai, mi sentivo bene quando lo baciavo e sperai con tutta me stessa che non dovesse mai finire.
-Entriamo.- disse indicando un semplice locale.
Vidi una donna venire verso Sinedd e salutarlo affettuosamente, come se lo conoscesse da tutta una vita e indicò il nostro tavolo.
-Chi è quella donna?.- chiese dopo che ci ebbe lasciato soli.
-E' come una madre per me, venivo sempre qua quando ero piccolo a mangiare, il locale è suo e gli ho sempre fatto tenerezza.- disse sorridendo ai tempi andati.
Sorrisi anche io, -Che cosa bella.-
-Si e beh il menù lo ha deciso lei per noi, gli ho spiegato che era un'occasione particolare.-
-Va bene.-
Mi prese la mano e mi sorrise -Comunque so a cosa stavi pensando prima, ti chiedevi se mi sarei comportato nello stesso modo di fronte alla squadra, no?.- disse guardandomi.
Assentì, ci avevo pensato ma non in quel momento.
-E la risposta è si, non ho nessun motivo per essere due persone, Angel.-
Sorrisi e mi avvicinai per baciarlo e lui fece lo stesso.
-Allora ti chiami Angel, è un bel nome?.- disse la donna che lo aveva salutato e che era tornata con la nostra cena.
-Si salve.- dissi timida.
-Mi chiamo Katy e Sinedd è un pò come un figlio per me, ma non mi aveva detto che aveva la ragazza.- disse offesa.
-Beh ecco.- dissi io imbarazzata.
-Scusami, ma sai che comunque te l'avrei presentata, lei è Angel, la mia ragazza.- disse presentandomi a Katy.
Rimasi scioccata da quell'affermazione, mi considerava veramente la sua ragazza? Ma non ebbi il tempo di pensarci molto.
-Piacere.- dissi piano.
-Il piacere è mio ma ora mangiate che si fredda.- disse lasciandoci soli.
Lo guardai attentamente, non sembrava essere a disagio.
-Ora ti stai chiedendo se ho detto la verità, no?.- disse alzando lo sguardo dal piatto.
-Ti dico una cosa Anegel, mi piaci, mi piaci da morire, sei speciale, sei bella e sei simpatica, mi fai battere il cuore a mille e quei baci, sono stati la cosa più bella della mia vita, e non ho nessun problema a dire che sei la mia ragazza, dato che tra noi c'è qualcosa di meraviglioso.-
-Anche per me non c'è nessun problema.- dissi piano.
-Ma volevi averne la certezza, ed è giusto.- disse lui.
Mi prese la mano e mi alzò il viso con l'altra -Sei bellissima stasera, e sapere che sei mia, mi fa battetere il cuore anche più forte.-
-Tu lo hai mandato allo sbaraglio il mio povero cuore.- dissi.
-Lo so, ma il mio ormai è tuo.- disse avvicinandosi.
-Sinedd.- dissi piano-
-Sh, mi va bene cosi.- disse baciandomi.

Il resto della serata passò tranquillo, ci divertimmo e scopì dei nuovi lati di Sinedd e per mezza notte tornammo in sede, quella serata pensai salendo in camera con lui ancora accanto a me, era stata perfetta.
Mi ero resa conto di provare qualcosa di più, di non essere soddisfatta di quel rapporto appena nato, che pretendevo altro.
Gli sorrisi e lui mi strinse tra le sue braccia. Per la prima volta mi sentì al sicuro, ero con una persona a cui importava veramente di me.
-Il compleanno è andato bene?.- chiese quando arrivammo davanti alla mia porta.
-Si, e tutto grazie a te.- dissi sincera.
-Non esagerare.- disse appoggiando la mano al muro e facendomi mettere con la schiena al muro.
Il mio cuore riprese a battere forte. Non poteva farmi sempre quell'effetto.
-Domani sarà l'ultimo allenamento qui.- disse piano.
-Partiamo?.- chiesi col cuore in gola.
-Si, è giunto il momento e se devi andare a salutare tua sorella, fallo senza troppi indugi è pur sempre la tua famiglia.-
-Lo so, ma andrò solo se verrai con me.- chiesi disperata.
-Beh non vado a genio agli snow-kids ma va bene, se ti rende felice, rende felice anche me.- disse baciandomi.
-Grazie, grazie di tutto.- dissi abbracciandolo.
-Andiamo a dormire, domani alle sette dobbiamo essere sotto, ti vengo a bussare a e mezza?.- chiese subito dopo.
-Certo!.- risposi felice.
-Va bene, buonanotte Angelo mio.- e mi cinse la vita con le sue mani e mi baciò con passione.
Io gli buttai le braccia al collo e lo ricambiai.
E pensai che da quel momento in poi avrei dormito perfettamente, con lui accanto.

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Capitolo 17
*** capitolo 16 ***


Capitolo 16

Quella sera dormì benissimo, constatai la mattina successva.
Mi alzai dal letto e guardai fuori dalla finestra, nevica leggermente ma pensai che non poteva esserci tempo migliore di quello.
Sorrisi e corsi a farmi una doccia, uscì in tempo per sentirlo bussare.
-Solo un attimo!.- dissi correndo a cambiarmi.
Lo feci aspettare un paio di minuti ma non appena aprì la porta mi trovò pronta per fare colazione.
-Buongiorno.- disse baciandomi.
-'Giorno.- dissi ricambiando.
-Andiamo?.- disse indicando le scale.
-Si.- gli presi la mano e scendemmo a fare colazione.
E stranamente lui si rivelò straordinario, non mancò di precisare agli altri che ero la sua ragazza, di coinvolgermi in qualsiasi cosa e pensai felice che quello voleva dire far parte di una famiglia.
-Ora ragazzi a lavorare, domani si deve parte e vi voglio pronti per affrontare i prossimi allenamenti.- disse il Coach.
-Va bene.- rispondemmo tutti in coro.
Sorrisi a Sinedd e lui mi ricambiò e insieme agli altri andammo ad allenarci.

-Voglio vedere il massimo.- disse Artegor chiudendoci nella stanza.
Nessuno rispose troppo concentrarti sui nostri pensieri.
-Bene gli avversari saranno gli Snow-kids.-
Alzai lo sguardo, mi sentii sperduta e vidi apparirmi davanti mia sorella, certo era un ologramma, ma mi si strinse il cuore a vederla.
-Angel?.- mi girai e vidi Sinedd avvicinarsi.
-Sto bene.- dissi allontanandomi da lui.
-Se non siete pronti a sconfiggere i vostri demoni, non siete pronti per gli Shadows.- urlò Artegor.
-E' troppo presto lo sai!.- urlò Sinedd.
Mi appollaiai un attimo su me stessa, non poteva essere vero, non potevo lottare anche se per finta contro mia sorella, non era ancora il momento.
-Allora che se ne vada, non voglio gente codarda!.- sentì urlare.
Strinsi i pugni, io non lo ero pensai, io non ero una codarda, avevo affrontato di peggio.
-Si.- dissi alzandomi e senza dire niente mi posizionai per ricevere la palla, di fronte a D'Jok che mi sorrise beffardo.
-Iniziamo!.- urlai per interrompere la discussione.
Vidi Sinedd voltarsi sconcertato e asciugai una lacrima fugace, strinsi i pugni, ero pronta.
La palla partì e io la presi prima del mio avversario.
Scompari per riapparire a metà campo, non vidi nessun mio compagno, forse pensai dovevano acora superare le loro difese.
-Non importa.- dissi saltando la difesa degli Snow-kids.
-Posso farcela.- e segnai il primo goal.
Sorrisi a me stessa e tornai dal mio lato del campo, vidi Sinedd avvicinarsi e mi strinse la mano, -Sono con te.- disse in un sussurro.
-Lo so.- e strinsi la sua mano.
Guardai mia sorella e fu come se non la vedessi da una vita, e la situazione in campo si rivelò uguale a come l'avevo descritta, lei non serviva a niente, o meglio era usata dagli altri, non aveva un vero ruolo e mi si strinse il cuore a quella visione, ma poi pensai che l'aveva scelta lei, non io.
Corsi verso i miei compagni e per la seconda volta mi sentì a casa.
E senza rendercene conto assieme a Sinedd formammo un duo incredibile, e mi sentì come se fossi stata in sintonia con lui, riuscivo a capire cosa voleva con un semplice sguardo, riuscivo a vedere le sue intenzioni e ad aiutarlo per fare goal, forse pensai tutto questo era dovuto al nostro legame.
-Siete stati grandiosi!.- disse Artegor fermando la partita, -Non mi serve altro.-
Uscimmo stanchi e sudati da quella partita ma soddisfatti come non mai.
-Angel ti chiedo scusa per il tiro mancino, ma dovevo sapere se eri pronta.- disse avvicinandosi a me.
-Si lo capisco.- dissi guardandolo.
-Nessun raconcore?.- mi porse la mano.
-No nessuno.- dissi stringendola.
Sorrisi e presi la mia roba.
-Dove vai?.- mi chiese avvicinandosi.
-Devo fare una cosa.- dissi guardandolo.
-Vengo con te, lo sai.- e prese il suo borsone.
Ci cambiammo e uscimmo nel mattino gelido di Akillian.
-Sei sicura di voler andare da lei dopo oggi?.- chiese stringendomi in un caldo abbraccio.
-Si, glielo devo.- dissi piano.
E indisturbati entrammo nella loro sede e li trovammo all'ingresso o meglio trovammo le ragazze, che appena ci videro rimasero a bocca aperta.
-Voi..- disse piano Mei.
Lasciai la mano di Sinedd e mi tolsi i guanti facendo un passo avanti.
-Ciao Roxie.- dissi cercando di sorridere.
-Cosa ci fa lui qui!.- sbottò Jock.
-Da molto che non ci vediamo.- disse Sinedd andandogli in contro.
Corsi verso di lui prima che scatenasse l'inferno, -Fermo Sinedd.- dissi mettendogli le mani al petto e guardandolo dritto negli occhi.
-Basta.- sussurrai.
-Va bene, va bene.- dissi alzando le mani e mettendosi di lato.
-Cosa succede?.- chiese Tia guardandoci.
-Nulla che vi riguardi.- dissi fredda.
-Siete nella nostra sede!.- continuò a urlare Jok.
-Lo so, ma solo qua per lei, per dirti ciao.-
-Cosa?.- mi ripose finalmente svegliandosi dalla trance.
-Caio Roxie, noi andiamo e non so quando ci rivedremo.-
-Fai parte degli Shadows ora?.- chiese a bocca aperta.
Sinedd annuì per me.
-Si.- dissi piano.
-Ma come puoi stare con loro!.- urlò.
-Beh stranamente sono molto meglio di voi, in fondo sono diversi da quello che vedete.-
-Non ci rovinare l'immagine Angelo.- disse ridendo.
Risi -Tranquillo, prima che ti si rovini l'immagine ne deve passare.- dissi guardandolo. -Cosa c'è fra voi?.- chiese avvicinandosi.
La guardai, -Lo vuoi sapere? Davvero?.-
Lei abbassò la testa, -Forse si, sei pur sempre mia sorella.-
-Lo sono solo ora che vengo a dirti addio? Non lo ero quando siamo arrivate qua, non lo ero quando tu sei entrata di straforo nel mio sogno prendendoti tutto, non lo ero quando mi hai lasciato sola e in fondo non lo sei manco ora.- dissi con acidità.
-Angel.- mi rimbeccò Sinedd.
-No deve sapere.- dissi urlando.
-Mi hai lasciato sola nel momento più difficile per me, non hai fatto niente per me, mi hai abbandonata.- dissi piangendo, -Ma lui no! Lui è stato accanto a me, ha creduto in me come nè tu nè mamma nè papà avete mai fatto, mi ha dato una possibilità e devo ammterlo, non avete idee di come siano gli Shadows! Posso solo dirvi che loro possono essere definiti squadra, non voi.-
Mi asciugai le lacrime e sentì le sue mani sulla mia schiena, sorrisi e respirai a fondo.
-Grazie.- dissi piano, - Dopo questo Roxie ci vediamo presto, magari in un campo da calcio e quel giorno vi mostreremo la nostra forza.-
Senza che potesse rispondere me ne andai da quel posto.
-Forse sei stata troppo dura.- disse prendendomi la mano.
-Forse, ma doveva sapere.- dissi guardando dritto davanti a me.
-Forse, ma sei stata fantastica.- disse baciandomi.
-Grazie a te.-
-Perché?.- chiese non capendo.
-Perché tu sei la mia forza.- dissi sorridendo.
-Beh grazie.- disse stringendomi ancora più forte.
-Sinedd?.- chiesi.
-Dimmi?.-
-Sai che potrei innamorarmi di te?.-
-Davvero?.-
-Si, credo proprio di si.-
-Beh sarebbe bello.- disse lui.
-Sei mai stato innamorato?.- chiesi curiosa.
-No, e tu?.-
-Neanche. Questo vuol dire che sarai il mio primo.- dissi felice.
-E ti va bene?.- chiese preoccupato.
-Si, mi va più che bene.- dissi baciandolo.

-Sei pronta?.- chiese bussando alla mia porta.
-si.- dissi guardandomi intorno, avevo preso tutto.
-Bene andiamo allora, dobbiamo partire.-
-Lo so.- presi la borsa e uscì dalla camera e assieme ci dirigemmo verso l'astronave.
Cercai di non pensarci ma sapevo che mi stavo lasciando dietro una parte di me, forse la più importante, ma guardai Siendd e sorrisi, non era poi cosi importante, perchè anche l'altra parte andava bene, perchè avrebbe avuto sempre accanto lui.

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Capitolo 18
*** capitolo 17 ***


Capitolo 17

Sono sempre stata abituata al freddo di Akillian, al suo panorama e alla vita su quel pianeta, ma vedere il pianeta Shadows da lontano era già tutt'altra cosa.
Si ergeva in tutta la sua potenza, dominava l'aria circostante, nessuna imperfezione.
-E' quello?.- chiesi non potendo staccare gli occhi dal finestrino.
-Si è quello.- disse Sinedd che mi stava accanto.
-E' enorme, come fa a essere cosi...- non trovai le parole per definirlo.
-Grande? Siamo pur sempre gli Shadows non ci facciamo sottomettere da nessuno.- disse orgoglioso.
-Già, me lo dovevo immagginare.- dissi sorridendo.
Mi sedetti accanto a lui e aspettai che la navicella atterrasse su quella che avrei chiamato casa da ora in poi.
-Siamo arrivati.- disse Artegor uscendo dalla sala comandi.
Inspirai affondo e presi la borsa, alle valigie ci avrebbero pensare gli addetti della sede degli Shaows.
Presi la mano di Sinedd e la strina forte, lui capì la mia paura e la strinse di rimando, sorrisi, ma un sorriso triste dato che avevo ancora in mente la discussione con mia sorella.
Mi dispiace essermene andata in quel modo ma era l'unica cosa che potevo fare prima di partire, l'unica cosa giusta.
-Vieni.- disse Sinedd che mi aveva visto ferma fuori dalla porta.
-Si eccomi.- dissi piano e prima di seguirlo tolsi la sciarpa, dato che mi ero appena accorta che il clima era nettamente differenze.
Non riuscì a smettere di guardarmi intorno, il porto degli Shadows era enorme, nonostante tutto come il pianeta, era pieno di gente che correva o andava piano, era strabiliante pensai sconvolta e appena fummo fuori dalla sala sbarco trovammo una marea di tifosi ad attenderci, rimasi pietrificata da quella visione non era mai successo, anche perchè era la mia prima apparizione con una squadra, ma erono cosi tanti che mi fecero scaldare il cuore di gioia.
Era per loro che giocavo, per persone che non la smettevano di ammirare noi giocatori e per sentirsi apprezzati da loro.
-Angel Angel, mi fai un autografato per favore!.- sentì urlare a pochi passi da me, sorrisi per l'imbarazzo. -Shadows, Shadows!.-urlarono a sinistra.
-Sinedd ti amooo!!.- urlò una fan.
Quella frase mi fece fermare subito e la mia mano scivolò vi da quella di Sinedd, quella ragazza lo amava?
Ma se non lo conosceva, non sapeva chi era, io si, io stavo imparando a conoscerlo e allora com'era che lei poteva dire certe cose?
-Angel?.- chiese Sinedd a pochi passi da me.
Lo guardai, io suoi occhi bui erono il mio punto di riferimento, tutto di lui mi piaceva, eppure lei lo amava. -Non devi ascoltarla.- disse dolcemente.
-Ma lei ti ama.- dissi abbassando lo sguardo.
All'improvviso non sentì più la folla attorno a me, c'era solo lui, mi alzò il viso con la sua mano e mi guardò dritta negli occhi.
-Angel io provo qualcosa solo per te, e quella ragazza non capisce assolutamente niente. Fidati di me.- e mi baciò.
Arrossì all'istante ma ricambiai il bacio, strinsi le mani intorno al suo collo e mi abbandonai a lui.
-Mi credi ora?.- chiese dolcemente.
-Si, certo!.-
Mi prese la mano e seguimmo gli altri verso la navicella per la sede e dopo che salimmo ci ritrovammo davanti a un palazzo enorme.
Una scritta gigante diceva che era il palazzo degli Shadows e a far la guardia alle porte trovammo ben cinque persone.
-Uao.- dissi piano.
-Beh Angel questa sarà casa tua da ora in poi, solo se ci penserai come la tua famiglia.- disse Artegor fermandosi davanti a noi.
Mi avvicinai e sorrisi, -Io vi considero già la mia famiglia!.- dissi contenta.
-Bene e adesso sistematevi, fra un pò iniziamo.- mi sorrise, il primo sorriso dolce da parte del coach e lo apprezzai con tutto il cuore.
-Seguimi.- disse Sinedd raggiungendomi.
Annuì e salimmo al sesto piano grazie a un ascensore.
-Ma la tua camera?.- chiesi vedendo che stava cercando la mia.
-La mi sta al sesto piano, accanto alla tua.- disse indicando una porta alla mia destra.
-Questa?.- chiesi scioccata.
-Si ho chiesto se ti mettevamo accanto a me e hanno detto di si.- aprì la mia porta e mi fece entrare.
Rimasi a bocca aperta, la camera era molto più grande di quella della sede di Akillian ed erano ben curate, mobili molto più raffinati e molto meglio organizzati.
-Uao.- dissi per la seconda volta in un giorno.
-Ti piace.- disse sedendosi sul mio letto.
-Si è bellissima.- dissi lasciando cadere la borsa e mi buttai di corsa sul letto.
-E' morbidissimo!.- urlai mentre ci saltavo sopra.
-Si lo so.- disse sorridendo.
Lo guardai un attimo e stavolta presi io l'iniziativa.
Mi avvicinai e lo baciai con passione, in quel momento non mi interessava nè del letto nè della sede, ma solo di lui, il ragazzo che mi aveva fatto tornare a vivere.
Strinse le sue mani intorno ai miei fianchi e si posizionò sopra di me.
Il mio cuore iniziò a battere forte e stranamente potei sentire anche il suo, andava veloce come il mio, sorrisi un attimo e tornai a baciarlo, voleva dire che andavamo allo stesso ritmo.
-Angel sei bellissima.- disse ad un certo punto.
-Non è vero.- dissi io quasi senza pensarci.
-Per me lo sei.- disse fermandosi.
-Va bene, solo per te.- dissi riprendendolo tra le mie braccia.
Sentii un improvviso voglia di averlo, ma di averlo veramente.
-Sono la tua ragazza?.- chiesi guardandolo.
-Cosa?.- chiese non capendo.
-Mi considerei la tua ragazza?.- chiesi con lo sguardo perso.
-Si, Angel e tu?.-
-Si, certo.- dissi baciandolo nuovamente.
Sentì le sue mani sul mio corpo e un brivido di eccitazione mi percorse la schiena, mi tolse la maglietta senza pensarci due volte, arrossì lievemente ma io feci lo stesso con lui, aveva dei muscoli straordinari, forti e possenti, e notai il suo sguardo sul mio corpo, non mi ero mai considerata attraente in nessun modo ma, sentire le sue mani su di me mi fece ricrede, lui mi voleva e io volevo lui.
Invertimmo la posizione e mi ritrovai sopra a baciargli il collo.
Lo sentì gemere sotto di me e aumentai i baci.
-La squadra Shadows è desiderata in campo.- urlò l'altoparlante in corridoio.
Mi fermai per ascoltarlo e scossi la testa, -Ridicolo.- dissi mettendomi seduta sopra di lui.
-Lo so, proprio ora.- scosse la testa e mi bacio alla base del seno.
Sorrisi, -Se vuoi dopo ci riproviamo.- disse lui capendo che dovevamo alzarci.
-Magari.- dissi baciandolo con passione.
-Okay.- e mi prese per la vita e mi fece alzare.
-Andiamo?.- chiese cercando la maglietta.
-Si ma magari ci dobbiamo cambiare.- dissi ridendo.
-Certo.- mi diede un bacio e lasciò la mia camera.
Urlai un attimo per la gioia e cercai nella borsa il cambio che mi ero portata.

-Eccovi.- disse Artegor vedendoci arrivare.
-Si.- dissi seria.
-Bene da oggi iniziano gli allenamenti, se pensate che quelli erono facili ve lo potete scordare, da oggi si gioca a calcio perchè fra una settimana abbiamo la prima partita.-
-La prima?.- chiese Sinedd.

-Bene.- dissi io decisa.
-In campo.- urlò e noi ubbidimmo subito.
Strinsi la mano di Sinedd un'ultima volla prima di prendere il mio posto in attacco.
Mi misi in posizione e in poco tempo arrivarono gli avversari, i Red Tigers.
Sorrisi, il fischio che risuonò in campo diede inizio alla partita e alla carneficina di goal che avrei messo in atto.

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Capitolo 19
*** capitoli 19 ***


Capitolo 19

Il fine settimana arrivò all'improvviso, a cuasa dei continui allenamenti persi la concezione del tempo e solo ogni tanto riuscivo a concedermi un minuto di pausa, ma l'inizio del torneo era troppo vicino e perdere tempo non era concesso.
-Bene sono qua per dirvi che oggi non ci sarà nessun allenamento, dovete riposare.- ci disse Artegor a una delle ultime riunioni.
Tutti noi tirammo un sospiro di sollievo.
-Ma vi annuncio i vostri avversari: sono i Red Tigers.-
Annuimmo tutti assieme, sapevo molto su tutte le squadre avevamo studiato gli attacchi e le strategie, assieme ai vari giocatori, non erono forti ma nemmeno deboli.
-Detto questo voglio solo che vi prendiate due giorni di riposo, perchè da dopodomani iniziamo e non ammetto che falliate.-
Ci lasciò così, con quella specie di minaccia che tutti prendemmo per tale ma era giusto, aveva speso tempo e energie con noi e perdere non rientrava nemmeno nel nostro obiettivo.
-Ah Angel la tua divisa è già nella tua camera.-
Sorrisi, la mia prima divisa ufficiale, salutai tutti e corsi in camera mia, era sistemata e immacolata nel mio letto, piegata e protetta dalla plastica.
La presi con mani tremanti e l'aprì, nera come la mia anima pensai toccandola, la girai mi avevano dato il numero uno.
Il mio cuore perse un battito, uno ripetè la mia mente colpita da quel gesto e mi asciugai delle lacrime di gioia. -Ti piace?.- chiese il mio ragazzo che era appena entrato.
-E' stupenda.- dissi senza distogliere lo sguardo.
-E' vero, anche a me ha fatto la stessa impressione la prima volta che l'ho vista.-
-Sinedd, siamo pronti secondo te?.- lo guardai e i suoi occhi mi parvero vivi per la prima volta. -Si piccola lo siamo eccome!.-
Sorrisi se lo diceva lui voleva dire che era la verità, stavo sempre attento a ogni allenamento e non si sbagliava quasi mai.
-Ti va se ci vediamo un film qua stasera?.- disse sedendosi sul letto.
-Certo che va bene.-
-Perfetto vado a prenderelo, se vuoi aspettami qui.- mi baciò sulla fronte e uscì.
Ci pensai un attimo, potevo rimanere in camera a guardare la divisa o uscire fuori e chiamare i miei genitori, optai per la seconda e scesi al piano terra.
Presi il telefono della sede e composi il numero di casa.
-Pronto?.- dissi non appena sentii qualcuno alzare il telefono.
-Angel?.- chiese mio padre meravigliato.
-Ciao papà, sono contenta di avervi trovato a casa.-
-Beh noi stavamo per uscire veramente.-
-Dove andavate?.- chiesi sentendo il mio entusiasmo diminuire.
-Da tua sorella...-
-Capisco.- risposi secca.
-Ma sappiamo che anche tu fai parte di una squadra, non come si chiamano però.-
-Shadows, sono gli Shadows.- risposi con le lacrime agli occhi.
-Oh certo che nome strano, quella di tua sorella è più normale.-
-Già.-
-Senti cara siamo contenti per te ma ora dobbiamo andare ci sta aspettando Roxie e...-
Non voletti sentire altro e chiusi la comunicazione, ancora una volta mi avevano deluso, ancora una volta mi avevano escluso dalla loro vita.
Asciugai le lacrime e mi alzai, sentii le gambe cedere e mi ritrovai a terra, non stava andando come previsto la mia vita, ma sarebbe migliorata, lo promisi a me stessa, non avrei più sofferto per colpa loro.
Mai più.

-Eccomi scusa ma non riuscivo a trovare un film decente.- urlò Sinedd entrando in camera e levandosi il giubbotto di pelle.
-Cosa succede?.- disse vedendomi immobile sul letto, con lo sguardo perso nel vuoto e le gambe circondate dalle braccia.
-Angel?.- chiese sedendosi accanto a me.
-Voglio essere una persona migliore, da oggi.-
-Cosa è successo?.- mi accarezzò i capelli e solo in quel momento ebbi la forza di guardarlo negli occhi.
-Ho chiamto i miei, mi hanno liquidato per mia sorella e io ho chiuso la comunicazione.-
-Mi dispiace.- disse dolcemente.
-Non importa più, da oggi sarò un'altra Angel.- dissi decisa.
-Va bene amore.- e scandì quelle ultime parole.
Lo guardai e sorrisi, mi avvicinai a lui e lo baciai.
-Direi che invece di vedere il film potremo riprendere da dove ci avevano interrotti l'altro giorno.- sussurrai al suo orecchio.
-Ne sei sicura?.- chiese guardandomi.
-Si, perchè Sinedd io ti amo, sei l'unica persona che ho fatto entrare nella mia vita e l'unica a cui ho affidato tutta me stessa, mi fido di te e di desidero, giorno dopo giorno, perchè tu e io siamo simili.-
Lo sentii gemere sotto i miei baci e capii che per lui andava bene, gli levai la maglietta e gli baciai il corpo marmoreo, era così bello così perfetto da far paura quasi.
-Angel.- disse prendendo il mio viso tra le sue mani, -Anche io ti amo, sei l'unica ragazza che mi ha rapito il cuore.-
Arrossi e lo baciai con passione e finalmente ci dedicammo a noi.
Mi tolse la maglietta e i jeans, feci altrettanto con lui e vidi la sua mascolinità crescere sempre di più.
Non avevo mai fatto l'amore, come non avevo mai baciato nessuno prima di lui, ma il cuore mi disse che era giusto così, che fare l'amore con lui sarebbe stata la cosa più bella del mondo, dato che ormai lui batteva solo per Sinedd.
Mi spogliò del mio intimo e cominciò a baciarmi il seno, sentii il mio corpo impazzire, non avevo mai provato un piacere così immenso in tutta la mia vita, nemmeno vincere una partita poteva essere così bello.
Lo sentii entrare in me dopo un attimo, e un dolore cieco mi invase e si sostituì al piacere, ma invece di piangere strinsi i denti e riuscii a rilassarmi grazie a lui, aveva incominciato a sussurrarmi parole dolci e sensuali.
Così iniziò a muoversi dentro di me e entrambi urlammo dal piacere.
Fu la cosa più bella della mia vita e quella sera invece di vedere il film ci consumammo fino all'esaurimento di ogni forza.

-Stanno entrando gli Shadows!.- urlò la ragazza che stava discutendo la partita negli studi e la sua voce rimbombò per tutto il campo.
All'improvviso mi svegliai dal mio sonno interiore e mi guardai intorno, io e gli altri stavamo scendendo nello stadio per la prima partita.
Il mio cuore perse un battito, il giorno prima era praticamente volato, mi ero svegliato accanto a Sinedd, avevamo fatto l'amore fino a tardi e la sera invece mi ero ritrovata sola con i miei pensieri, dato che Artegor aveva controllato di presenza che tutti i letti fossero pieni.
E ora ero qua, alla mia prima partita, vestita come i miei compagni e pronta a spaccare il mondo.
-Ci sei?.- chiese Sinedd avvicinandosi a me.
-Si e tu?.-
-Certo come sempre.- disse facendomi uno dei suoi sorrisi migliori e io mi sciolsi di fronte a lui.
-Stanno entrando i Red Tigers!.- tuonò di nuovo la voce.
Vedemmo i nostri avversari scendere in campo e loro tremarono di paura davanti a noi, nonostante tutto eravamo noi gli Shadows non loro.
Andammo ai nostri posti, sarebbe toccato a Sinedd, capitano della squadra il primo tiro, e a me nel turino successivo.
-Che le squadre si schierino!.-
Mi guardai attorno, c'erano davvero tante persone quel giorno, ma ce ne sarebbero state molte di più alle prossime partite, vidi Sinedd farmi l'occhiolino e avvicinarsi all'avversario.
La partita stava per incominciare.
Si guardarono e percepii la tensione in quel poveretto che doveva fronteggiare lui per primo, non sarei voluta essere nei suoi panni, anche perchè Sinedd poteva mettere davvero paura.
Sentimmo il fischio dell'inizio della partita e la palla partì, ci preparammo tutti, io scattai in avanti senza guardare Sinedd, perchè sapevo esattamente che lui aveva preso la palla e che si stava già spostando.
Sentii il mio cuore battere velocissamente per l'emozione, saltai in aria scatenando la furia dello smog e presi la palla al volo, sorrisi, lo schema stava funzionando.
Evitai due avversari e scomparvi per riapparire davanti alla rete e segnare il primo goal di quella partita.
Il pubblico iniziò a esultare e a urlare il mio nome, io guardai il portire e risi, nessuno mi avrebbe fermato quel giorno.
Tornai al mio posto e ricevetti i commenti benevoli dei miei comapagni e un bacio davanti a tutti da Sinedd e questo mi trasmise la forza per andare avanti.
Il pubblico era eccitato quanto a me, guardai il tabellone, 1-0 e non erono nemmeno passati cinque minuti, sorrisi e mi posizioanai davanti al mio avversario.
La palla partì come prima, ma stavolta cambiammo schema e tutto il lavoro perso in quella settimana si rivelò utile a tutti gli effetti.
Suonò la fine della partita, Shadows 6, Red Tigers 0, avevamo vinto il primo vero incontro, con i miei 2 goal, con i 3 di Sinedd e uno di Fulmugus.
Sperai con tutta me stessa che sia i miei genitori che mia sorella e la sua squadra stessero guardando quella partita, perchè avrebbero visto un'altra Angel.
La Angel che avrebbe vinto il torneo.

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Capitolo 20
*** capitolo 18 ***


Capitolo 18.

Caddi a terra per la stanchezza, il respiro corto e le gambe doloranti ma avevamo vinto, gli Shadows avevano vinto la Galactik Football Cup.
Sorrisi ai milioni di tifosi che ci erono venuti a vedere e mi alzai dolorante, ma un passo dopo l'altro mi avvicinai alla coppa e la sollevai in alto, prese il coloro degli Shadows e partì per il suo viaggio nell'universo.
Mi svegliai di colpo, ansimando senza capirne il motivo, sarebbe stato davvero belle vincere, ma ancora non era manco iniziata la prima partita e farsi delle speranze troppo presto era sbagliato.
Mi alzai e mi affacciai alla finestra, la città dormiva ancora, tranne forse qualcuno che come me era sveglio.
Scossi la testa e chiusi la tenda, era la seconda sera che non riuscivo a dormire e il motivo mi era sconosciuto.
Forse il peso della conversazione con mia sorella, che ancora mi opprimeva il cuore, oppure il fatto che Sinedd fosse nella porta accanto alla mia o che non avevo più sentito i miei genitori.
Troppe cose, troppe cose mi offuscavano la mante e non era il periodo più giusto, con la prima partita alle porte dovevo rimanere concentrata e tutti quei pensieri non mi erono di certo di aiuto.
Decisi che li avrei dovuti eliminare uno a uno per sentirmi meglio.
Aprii il pc e scrissi una lettera ai miei genitori chiedendogli dov'erono e se avessero sentinto la mia mancanza, anche se sicuramente avrebbero risposto di no, e se sarebbero potuti passara da me prima del gran giorno.
La inviai subito, cosi non ci dovetti pensare più volte ma mi venne in mente un unico problema, anche Roxie faceva parte di una squadra e probabilmente sarebbero rimasti con lei, nonostante tutto era la più piccola.
E l'avrebbero sempre preferita a me, in qualsiasi momento.
-Basta!.- dissi troppo ad alta voce.
Mi tolsi subito il pigiama e indugiai un attimo sul tatuaggio, ancora oggi mi faceva un pò di impressione ma quello era solo il segno della mia testardagine e lo sarebbe stato per sempre.
Presi la prima maglietta a maniche corte e il primo shorts e corsi fuori dalla stanza, non faceva freddo come ad Akillian e non avevo bisogno di cappotti o altro per correre, ma solo dei miei piedi stanchi per l'allennamento.
Corsi fuori dalla sede e mi precipitai per le strade vuote della città, corsi sulle macchine ferme o in mezzo alla strada, ascoltando solo il ritmo del mio cuore, che andava troppo veloce.
Aumentai il passo, sarei arrivata stanca all'allenamento di domani ma non era importante, il mio corpo aveva bisogno di sfogarsi o non si sarebbe calmato.
Corsi per quasi due ore e poi lentamente me ne tornai indietro e potei ammirare tutto quello che non avevo visto.
I palazzi erono molti più belli di Akillian, più definiti e imponenti, la fauna cresceva prospera e la città era molto popolata sia per i bar che i negozi, di vario tipo, e la cosa che mi rese felice e che c'era almeno un simbolo della squadra in ogni posto.
Credevano in noi e non li avrei delusi, a costo di morire avrei portato alla vetta gli Shadows.
Ritornai in sede mezz'ora dopo, e dire che pensavo che avevo corso poco e invece mi sbagliavo.
Salii in camera con le scale per non svegliare nessuno.
-Allora è un vizio.- disse Sinedd appoggiato alla mia porta.
Il cuore perse un battitto e dovetti appoggiarmi al muro per non cadere.
-Tu sei pazzo! Non puoi apparrire all'improvviso!.-
-E tu inveve puoi sparire?.- chiese avvicinandosi.
-Non sono andata via, sono andata a correre.- ribadii fermamente.
-Un giorno questo tuo correre ti rovinerà.- disse aprendo la porta della mia camera.
-Lo so esagero certe volte, ma ne ho bisogno mi aiuta a rilassarmi.-
-Che problema hai?.-
-C'è il pensiero di mia sorella, della squadra, dei miei genitori, e di te e di me, di noi!.- mi buttai sul letto e chiusi gli occhi.
-Che problema abbiamo noi?.-
-Ora nessuno, ma ho paura che tutto questo possa finirre.-
-Vuoi che finisca?.-
-No!.- urlai.
-Allora non finirà.- disse baciandomi.
Mi abbandonai a lui che era diventato la mia unica ancora di salvezza in quel mare burrascoso.
-Dormi con me stasera?.- sussurrai al suo orecchio.
-Certo piccola.- e mi accocolai accanto a lui, potei sentire il battito del suo cuore.
-Angel non scappare più in quel modo.- mi accarezzò dolcemente i capelli.
-Non sono scappata.- ribadii.
-Per me lo eri.-
Non dissi altro, perchè avevo capito che lui c'era stato davvero male e non lo avrei più permesso.

-Ben svegliati!.- urlò il coach entrando in mensa.
-'Giorno.- risposi tornando a mangiare.
-Siete stanchi? Mi fa piacere.-
-Si certo, sono stanca per altre ragioni.- dissi a bassa voce.
-Da domani forse arriveranno i gironi del torneo. E oggi iniziamo alle tre non si pranza e voglio che vi riscaldiate prima.- disse dandoci le spalle.
Anuimmo senza rispondere, stranamente tutti erono concentrati nei loro pensieri, tranne Sinedd che ascoltava molto attentamente.
-Anegl c'è una lettera per te.- disse sventolando un foglio bianco.
Corsi a prenderla, come mai una lettera e non una video chiamata?
Tornai al posto e l'aprii decisa, il mio cuore ebbe un tuffo al cuore.
-Chi è?.- chiese Sinedd.
-I miei genitori.- sussurrai.
-Che dicono?.-
-Che non verranno da me, restano ad Akillian.- dissi alzandomi e correndo via.
Lo avevo immaginato, come per quando ero piccola e avevano preferito Roxie ancora una volta, e io, io ero stata messa da parte solo perchè ero la più grande e potevo cavarmela.
Ma nessuno capiva che forse sono sopra a tutto i più forti ad avere bisogno di aiuto.
Corsi all'ingresso e spalancai la porta ma fui accaolta da una folla inferocita che mi risucchiò fuori.
-Che volete!.-
-Un autografo!.-
Allora capii: paparazzi.
Venni riportata dentro da una mano che mi aveva afferrato la maglia.
-Coach?.- chiesi sorpresa.
-Eri finita nella pozza dei leoni, sta attenta.- disse alzandosi.
-Mi scusi.-
-Cosa succede?.- chiese aiutandomi ad alzare.
-I miei genitori non verranno da me.- abbassai lo sguardo, mi vergognavo di quella confessione.
-Sai che Sinedd non hai i genitori, vero?.-
-Si.- dissi guardandolo.
-Non ne ha mai avuto bisngo per quanto mi riguarda, ma ci sono sempre stato io per lui, in ogni momento e se vorrai ci sarò anche per te.-
-Dice sul serio?.-
-Certo, non sono un genitore e non voglio prendere il posto dei tuoi, ma sto dicendo che se hai bisgono ci sono.-
-La ringrazio.- dissi sorridendo.
Se ne andò come era venuto, in silenzio e piano.
Ma su una cosa aveva ragione, potevo contare anche su altre persone, perchè non ero sola e non lo sarei più stata.
Guardai verso le scale e trovai Sinedd ad aspettarmi.
Corsi verso di lui e mi prese in braccio e cominciò a baciarmi.
No, non ero solo, avevo un sacco di persone accanto e sempre le avrei avute, avevo una famiglia, una famiglia che non aveva il mio stesso sangue ma il mio stesso sogno e questo mi bastava.
Anzi forse era ancora più importante.

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Capitolo 21
*** capitolo 20 ***


Capitolo 20

Entrammo negli spogliatoi esultando come dei pazzi, la prima partita era nostra e nessuno ci avrebbe contrastato in quelle avvenire.
Sinedd non aveva smesso di urlare da quando era finita la partita, anche io avevo dato il mio contributo ma ero stanca in una maniera che non si poteva neanche capire, lo smog frenava le mie capacità atletiche cosa che non faceva il respiro.
Quello mi permetteva di vivere la partita come volevo io, senza frenarmi mai ma, avevo scelto lo smog e dovevo subirne le conseguenze.
-Siete stati fantastici!.- urlò Artegor entrando negli spogliatoi.
Tutti fummo felice di sentire quelle parole, il nostro coach non era un uomo di molte parole e dire che i suoi erono maggiormenti insulti era davvero azzeccato, ma quella volta era diverso, il suo allenamento aveva dato i risultati sperati.
-Beh ma non pensate che il lavoro sia finito, dovrete battervi con altre squadre e il vostro allenamento aumenterà.-
Anuimmo, era comprensibile il suo ragionamento, voleva che vincessimo ma noi avremmo vinto lo stesso. -Ma intanto festeggiamo!.- urlò Sinedd ancora briato per la vittoria.
Artegor si lasciò scappare un sorriso favorevole e si unì alla festa che il mio ragazzo voleva organizzare nella torre degli Shadows.
Non riuscii a partecipare all'evento in modo molto attivo, non riuscivo a smettere di pensare alla mia famiglia e le domandecontinuavamoo a vorticarmi nella mente, cosa avrebbero detto di me dopo avermi visto oggi, sarei stata ancora parte di loro?

La festa come aveva sperato Sinedd riprese nella torre e per la grande occasione furono invitati anche alcuni ammiratori, stranamente a tutti andò bene ma forse era solo per l'occasione.
La sala centrale venne invasa dal mangiare e dalle bevande, la musica venne sparata a tutto volume per tutto l'edificio e tutti i tipi di discussioni vennero stroncate sul nascere.
Dopo esser tornata mi concessi una doccia rilassante, la pressione era stata troppa e per la prima volta o meglio per la seconda, se non si dimentica il primo allenamento con gli Shadows, mi ero stancata e non era buono quando succedeva.
L'ultima volta ero rimasta ferma per tre giorni e se fosse successo durante una partita cosa sarebbe successo?
Scossi la testa , non volevo penarci non in quel momento e non quel giorno, che doveva essere solo di spasso e divertimento per tutta la squadra.
Uscii dalla doccia e trovai un mazzo di fiori appoggiati sul mio letto con un bigliettino lo presi con mani tremanti e lo aprii: era da parte di Sinedd.
Si congratulava per la partita e mi aspettava nella sala principale per festeggiare il trionfo.
Sorrisi e corsi a cambiarmi, indossai un vestito leggero e un paio di zeppe per sembrare un pò più alta del solito, ma mi dovetti fermare, un capogiro mi colpì all'improvviso e mi fece accasciare a terra.
Iniziai a respirare a fatica, cosa mi stava succedendo?
Provai ad alzarmi ma le mie gambe non ressero il peso del mio corpo e mi ritrovai di nuovo a terra, ebbi una strana sensazione ai polmoni, come se volessero uscire dal mio petto e correre via e assieme a quella sensazione un dolore lancianate mi strappò l'aria dalla bocca.
Cominciai a non distungere manco gli oggetti, mi ritrovai con la vista sfocata e un dolore per tutto il corpo, l'unica cosa che ricordo prima si essere svenuta è di aver urlato come una pazza per cinque minuti buoni.

-Angel! Angel!.- urlò una voce troppo vicina al mio orecchio.
Aprii lentamente gli occhi, ma una luce accecante me li fece richiudere tempo record.
-Sta bene.- disse un'altra voce.
Non sto bene pensai, sopra a tutto perchè non riuscivo a distinguere le voci, cosa non molto normale per una che dovrebbe stare bene.
-Ma cosa le è successo?.- urlò di nuovo la prima voce.
E dopo un attimo la riconobbi, era Sinedd, perchè stava urlando, cosa mi era successo?
Poi come un colpo in testa tutto divenne chiaro e mi ricordai del dolore e delle urla e poi non c'era più nulla, perchè non c'era più nulla mi chiesi preoccupata.
-E' stato di nuovo lo smog, gli ha tolto tutte le energie.-
-Ma non avevi detto che non sarebbe più successo?!.-
-E infatti pensavo che fosse cosi.- disse Artegor, -Ma mi sono sbagliato.-
-Io...- prova a dire, ma la mia voce risultò più come un sussurro che una richiesta.
-Angel?.- chiese Sinedd più dolcemente.
-Sto..meglio.- dissi aprendo gli occhi, lo guardai era davvero preoccupato per me, ancora.
Quando l'avrei smessa di farlo preoccupare in quel modo?
Mai rispose una voce dentro me e subito mi rabbuiai, io non volevo farlo stare male.
-Come ti senti?.-
-Meglio.- dissi rivolgendomi al coach, -Ma ho avuto davvero paura questa volta.-
-Mi dispiace ma non parteciperai alla prossima partita e neanche all'allenamento di domani.-
-Cosa?!.- provai ad alzarmi ma un dolore violento mi fece fermare, Sinedd mi sostenne appena in tempo.
-Io devo esserci.-
-No, sarai una riserva, vedremo come starai in questi giorni e poi deciderò.- disse prima di andarsene.
Le sue parole mi ferirono peggio di una pugnalata al cuore, anche se non avevo mai provato, non poteva lasciarmi fuori dalla squadra.
-Andrà tutto bene.-
-No Sinedd, non andrà tutto bene.- dissi piangendo.
-Stai tranquilla, risolveremo tutto.-
Mi aiutò a scendere dal lettino dell'infermeria e mi portò nella sala centrale, la festa non era finita ma era diminuito il caos e ne fui grata, la mia testa stava per scoppiare a causa del dolore, ma la tivù catturò subito la mia attenzione...
-...E sono appena usciti i prossimi sfidanti di questa settimana, Snow-kids contro i Pirates! Sarà un bello scontro, non trovi Kelly?.- chiese un uomo alla ragazza che telecronaca tutte le partite.
-Dico che lo sarà, sopra a tutto perchè debuterra una giovane ragazza, Roxie, abbiamo appreso da alcuni allenamenti che Arch ci ha mostrato che non è molto capace come i suoi compagni e ci chiediamo in che ruolo giocherà durante la sua prima partita.-
-Ma non è l'unica novità.-
-Davvero?.- chiese la ragazza sconvolta.
-Fonti sicure ci hanno appena comunicato, che la giovane Roxie è sorella dell'agguerrita Angel, che oggi ha appena giocato la sua prima partita con gli Shadows.-
Mandarono in onda alcune immagini della partita di oggi e pensai che avevano ragione, la me della partita era una furia inarrestabile.
-La faranno fuori.- sussurrai riferendomi a mia sorella.
-Se è come te ne dubito.-
-Non è come me Sinedd.- dissi guardandolo.
-No?.-
-No, siamo totalmente diverse, sono io l'unica che ama lo sport in casa, lei mi ha seguito solo perchè lo credeva giusto, non è pronta.- dissi triste.
-Lo sarà.-
-Lo spero per lei.- dissi non credendoci molto.
Il resto della serata lo passammo a guardare il telegiornale e a sentire i pronostici sulle parite, ci davano per favoriti, ma non sapevano che io non avrei giocato nella prossima, sarebbero cambiati i risultai?
Da un lato sperai di si, ma dall'atro mi dissi che forse era meglio non saperlo fino alla prossima partita.

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Capitolo 22
*** capitolo 21 ***


Capitolo 21

-Questo è il vostro ultimo allenamento prima della prossima partita, stasera ci sarà Snow-kids contro Pirates e fra due giorni il vostro, non voglio farvi stancare dovete arrivare perfettamente in forza.- disse serio Artegor.
-Voglio che vi impegnate al massimo, solo questo, Angel sai già che non puoi entrare.- disse vedendomi indecisa sul da farsi.
Abbassai la testa e mi sedetti su una panchina, ero stata esclusa dall'allenamento e dalla partita successiva solo per un capogiro, non lo trovavo affatto giusto ma lui era il capo non lo ero io, e non potevo contrastarlo più di tanto.
Sinedd mi sorrise e si avviò dentro assieme agli altri, nonostante tutto non ero invidiosa di nessuno ero solo arrabbiata con me stessa.
Artegor diede inizio alla sessione dall'allenamento e mi concentrai su tutti i ragazzi, vederli in quel modo era differente di quando li vedevo nel campo, là non potevo osservare dall'altro ma solo dal basso.
Riuscii a intravedere tecniche particolari, colpi mancati e segreti, erono forti ma non sapevano come dimostrarlo.
Guardai Sinedd lui era sempre lo stesso, autoritario in qualsiasi modo, comandava lottava, si faceva in quattro e otteneva sempre il risultar ottenuto.
Era una specie di Dio, ma solo mio.
Sorrisi e mi appisolai durante l'allenamento, la mia presenza tanto non era richiesta.

-Angel è l'ora della visita.- disse Artegor svegliandomi.
Apii gli occhi all'improvviso e vidi tutti i ragazzi fuori, l'allenamento era appena finito, ciò voleva dire che avevo dormito per quasi tre ore, fantastico, pensai scoraggiata.
Non potevo dimostrare di stare bene se mi addormentavo in quel modo e neanche su un letto, mi alzai e andai in infermeriera, Artegor aveva appena assunto una nuova ragazza per controllarci e per ora stava andando bene.
-Come ti senti?.- mi chiese appena mi vidi entrare.
-Meglio.- disse sedendomi sul lettino.
-Ma mi hanno detto che ti sei addormentata.- mi rimproverò.
Non risposi, lei non sapeva nulla su di me, non poteva trattarmi in quel modo.
-Angel sei qui?.- chiese Sinedd entrando di corsa.
-Oh il capitano, a cosa dobbiamo questa sua visita?.- chiese la ragazza, ma quel tono pensai guardandola era ben altro che un tono di cortesia, stava flirtando col mio ragazzo?
-Sono qua per lei.- disse avvicinandosi.
-Oh beh me ne occupo io.- disse avvicinandosi a lui.
La guardai male, ma non vedeva che c'ero io? Ero la sua ragazza, lo sapevano tutti pensai arrabbiata, guardai l'infermiera, aveva un corpo bellissimo da donna, seno prosperoso e gambe slanciate, guardai me, non ero in quel modo, il mio seno era medio e la gambe erono forti per tutti gli anni di calcio.
Lei si truccava bene, io sudavo, lei era limpida, io avevo delle ali.
Guardai Sinedd, anche lui la stava guardando e non di sicuro come infermiera, delle lacrime mi iniziarono a scendere silenziose, ma nessuno se ne accorse, erono troppo impegnati a parlare fra di loro, mi alzai e uscii silenziosamente.
Corsi in camera mia e mi chiusi dentro, una parte di me odiava quella donna ma non lui, perchè nonostante tutto i maschi saranno sempre cosi, Sinedd incluso.
In un gesto disperato composi il numero di mia sorella e le scoppiai a piangere al telefono. -Angel, cosa succede?.- chiese realemente preoccupata.
-Io sono solo una stupida.-
-Sorellona mi fai stare male cosi, parlami.- disse piano.
-Roxie, io lo amo, lo amo davvero tanto, ma non sono una donna!.- sbottai.
-Cosa vuol dire che tu non sei una donna?! Tu sei una donna Angel, sei la ragazza più bella di tutta Akillian!.- urlò.
-Forse una volta, ora non più.- dissi io.
-Senti se Sinedd ha qualche problema la colpa è sua, tu sei perfetta, non faresti niente per ferirlo.-
-Come fai a parlare cosi di me? Dopo la nostra ultima discussione!.-
-Perché ti voglio ancora bene, sei mia sorella e te ne vorrò per sempre e poi so di aver sbagliato.-
Il mio cuore perse un battito, lo sapeva pensa felice! Era tornata normale.
-Anche io te ne voglio.- dissi asciugandomi le lacrime.
-Anegl io ho paura non sono forte come te, non sono pronta per questa partita.- disse con voce tremante. -Tesoro ascoltami, abbiamo lo stesso sangue, siamo forti entrambe.- la rassicurai.
-Ti vorrei al mio fianco, ma ti ho fatto andare via.- disse triste.
Pensai un attimo e velocemente, sarei potuta arrivare in un'ora da lei e tornare dopo la partita e nessuno degli Shadows se ne sarebbe accorto.
-Arrivo.- dissi semplicemente e chiusi il telefono.
Mi cambiai e chiusi a chiave la stanza, arrivai all'entrata senza essere vista e corsi all'areoporto.
Per la prima volta non stavo ragionando e una scarica di adrenalina mi percorse tutto il corpo, stavo facendo una cosa molto sbagliata, ma tanto non avrei giocato la prossima partita.
Salii sulla prima navicella per Akillian e mi preparai a correre tra le braccia di mia sorella.

Arrivai senza nemmeno rendermene conto e appena fui uscita fuori cominciai a correre per raggiunere il prima possibile la base, grazie alle mille ore di allenamento non mi affaticai per niente, correre su macchine strade era perfettamente normale per me, e in lontanza vidi apparire la torre degli Snow-kids.
Sorrisi e aumentai il passo, sfondai la porta come una pazza e la trovai a pochi passi da me, col suo fisico asciutto gli occhi grandi e capelli rossi, mia sorella!
-Roxie.- urlai e mi buttai su di lei.
-Angel!.- disse abbracciandomi.
La strinsi forte a me, mi era mancato quel contatto con lei.
-Ho sbagliato ti prego perdonami.-
-E' già tutto dimenticato.- dissi sorridendo.
-Cosa ci fa lei qui!.- sentimmo urlare.
-L'ho chiamata io.- disse Roxie.
Ci alzammo e ci ritrovammo davanti l'intera squadra e l'allenatore.
-Angel?.- chiese stupito.
-Non sono qua per tornare, sono qua solo per lei, ha bisogno di me.- dissi dura.
-Possiamo parlare?.-
-Certo Arch.- lo seguii nel suo studio e ci accomodammo alla scrivania.
-Come ti trovi là..?.- chiese esitando.
-Bene, Artego è davvero un bravo allenatore.-
-Ti trovi bene con la squadra?.-
-Sì, quella è una famiglia, non questa.- dissi con distacco.
-Lo so, devo lavorare sul carattere dei ragazzi.- sembrava avvilito.
-Artegor sa che sei qui?.-
-No.-
-Ma giocate fra due giorni!.- sbottò.
-Io non gioco la prossima partita.- dissi abbassando lo sguardo, mi guardò stupita, -Perché?.-
-Sono stata male.-
-Lo smog?.-
-Si, non va molto d'accordo col mio corpo.- ammisi.
-Certo tu sei nata per il respiro.- affermò senza alcun dubbio.
-Lo ero una volta, e comunque non deve dire niente a Roxie.-
-Va bene.- disse tranquillamente.
Bussarono alla porta e vidi entrare D'Jock.
-La voglio sfidare, non può entrare qua senza dire niente, è casa mia.-
Sorrsi, era proprio quello che mi ci voleva.
-Accetto.- dissi alzandomi, -Datemi una tuta e sono tua.- lo superai e uscii dalla porta.
Roxie mi diede la mia vecchia tuta, l'aveva conservata lei per me.
-Grazie.- le dissi entrando nella sala d'allenamento, mi tornarono in mente molti ricordi, come la prima prova, il primo allenamento.
Non era più cosi, pensai e mi tornò in mente il volto di Sinedd, ora sto con lui.
Entrammo e ci schierammo uno davanti all'altro.
Il suo viso era una maschera di concentrazione, la mia non smetteva di ridere.
La palla partì e io la presi, non ero più la persona di una volta, avrebbero visto tutti la nuova Angel, chiamai lo smog e mi sentii bene, per la prima volta.
Il primo goal fu abbastanza semplice ma mi resi conto che anche i successivi lo furono, Jock era forte ma non era più alla mia altezza, io sparivo con la palla, lui poteva solo tirare forte, ormai eravamo su due livelli diversi.
Comandai la palla per la maggior parte della partita e questa finì per un mio netto vantaggio.
Uscimmo, io senza neanche una gocca di sudore e lui con il fittone.
-Quando sei diventata cosi forte?.-
-Il giorno in cui ho capito che mi volevi tappare le ali.- dissi a Jock.
-Forza ragazzi, ora andate a cambiarvi bisogna andare allo stadio.- disse Arch, -Jock ce la fai?.-
-Certamente e Angel? Complimenti.- disse porgendomi la mano.
Gliela strinsi e aspettai con Arch che i ragazzi fossero pronti.
-Sei stata davvero brava.- disse con fare orgogliso.
-Lo so, mi alleno.-
-Ti sei sentita male?.-
-Stranamente no.- disse guardandolo.
Non rispose anche perchè i ragazzi arrivarono e ci dirigemmo allo stadio, guardai mia sorella era felice, si vedeva che stava accumulando le forze e che avrebbe spaccato il mondo.
Fui orgogliosa di lei, perchè anche se c'eravamo seperate lei avrebbe fatto parte del mio cuore per sempre. Senza che c'è ne rendessimo conto fu il momento di farli scendere in campo, l'abbracciai per un'ultima volta e la vidi scendere verso la sua prima partita.
Guardai gli avversari, erono facili da battere, ma per una come Roxie erono già degli avversari complicati, incrociai le mani e mi sedetti accanto ad Arch per guardale la partita.

Vinsero per un punto e nell'ultimo minuto, una gran fortuna pensai rilassandomi dato che era appena finita la partita, Roxie non aveva segnato ma era stata brava a difendere, l'avevano messa in difesa, uno scempio per una Sharp, la mia famiglia era sempre stata in attacco in qualsiasi situazione, ma per lei quel posto era oro.
-Angel hai visto!.- urlò non appena entrarono negli spogliatoi.
-Si, sei stata fantastica!.-
-Peccato che non avevamo te a fare i goal, ne hai fatti due nella prima partita, incredibile.- disse Tia avvicinandosi.
-Mi sono allenata molto.- risposi lusingata.
-Sorella mi dispiace di non essere venuta alla tua partita, mi dispiace molto.-
-Stai tranquilla, ora devo andare.-
-Lasciami venire alla prossima, ti prometto che non ti deluderò più!.-
-Non mi hai mai delusa, ma non puoi venire Roxie è meglio cosi.- dissi amareggiata.
Lei non sapeva dei miei malori e non lo avrebbe mai dovuto sapere pensai decisa.
-A presto cucciola.- gli diedi un bacio in guancia e lascia la torre.
La notte si rivelò fresca e umida e stranamente la neve aveva smesso di cadere, un miracolo pensai mentre mi dirigevo verso l'aeroporto.
Sarei tornata da lei, pensai guardando il cielo di Akillian, nonostante tutto lei era la mia casa e questo il mio pianeta.

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Capitolo 23
*** capitolo 22 ***


Capitolo 22

Arrivai sul pianeta Shadows più stanca che mai, il viaggio e la partita mi avevano distrutta e non solo fisicamente ma anche mentalmente, vedere Roxie così giovane alla sua prima partita mi aveva scombussolato e mi fece riflettere sul fatto che anche non volendolo ero stata io a portarla in quella strada.
Mi aveva visto allenarmi giorno dopo giorno, senza fermarmi mai e aveva preso da me quella voglia di partecipare e di vincere, anche se sapeva di non poter competere. Scossi la testa, forse ero stata un cattivo esempio per lei ma le avrei voluto bene per il resto della mia vita.
Era sangue del mio sangue e l'avrei sempre salvata.
Arrivai alla torre degli Shadows che già il sole aveva deciso di irrompere nel dominio della luna, era strano vederlo sul un'altro pianeta, ma il sistema era sempre lo stesso.
Entrai silenziosamente e non sentii nessun tipo di rumore, il piano aveva funziotato pensai soddisfatta.
-Dove sei stata.- una voce arrabbiata urlò dalle scale.
Le luci si accesero e un Artegor abbastanza furioso mi diede il benvenuto accanto a lui una figura nell'ombra: Sinedd.
Ci mancava solo lui.
-Dovevo fare una cosa.- dissi salendo le scale.
-Cosa c'era di così importante da farti rientrare alla cinque del mattino!.- urlò ancora più forte.
Arrivai al suo stesso scalino e lo guardai negli occhi, il suo sguardo era furente il mio gelido e calmo, non avrebbe vinto stavolta.
-Mi hai escluso dalla partita, e io ho dovuto fare una cosa necessaria.- scandii bene quelle parole.
-Ti ho esclusa perché sei stata male.-
-Mi sono ripresa ma tu non hai voluto lo stesso ascoltarmi, altri avevano bisogno di me.- -Chi?.- chiese Sinedd che era rimasto zitto.
-Mia sorella.- dissi semplicemente.
-Aspetta, aspetta sei andata alla partita degli Snow-kids?.- le loro facce erono più stupefatte che arrabbiate.
-In poche ore si può fare tutto, anche vincere contro il capitono della squadra avversaria.- ghignai sorridente e mi liquidai così.
Non ottenni risposte e mi fionda in camera mia, mi buttai sul letto morbido e chiusi gli occhi, Morfeo mi prese subito tra le sue braccia.

La mattina successiva nessuna sveglia mi fece alzare solo i raggi del sole di mezzo giorno che prepotenti entrarono nella mia stanza.
Mi alzai e mi cambia, un pantalone di tuta corto e maglietta e scesi sotto a cercare gli altri, li trovai nella sala d'attesa a parlare, Artegor non era presente e tutti mi salutarono normalmente.
-Voglio parlarti.- disse una voce dietro di me, mi voltai e mi scontrai con Sinedd.
-Cosa c'è?.- risposi invece.
-Mi avresti dovuto avvertire.-
-No, eri troppo impegnato con l'infermiera.- dissi arrabbiata.
Non ero mai stata una persona gelosa, escludendo l'argomento ragazzi su cui non potevo proferire parola, ma in quel momento capii che avrei dovuto parlare chiaro e tondo perché sennò ne sarei uscita perdente.
-Che cosa?.-
-Dire che la stavi spogliando con gli occhi era dire poco!.- dissi alzando la voce.
-Angel!.-
-Sinedd lascia che tutti sentano, tanto davanti a me non ti poni mica certi problemi.- incrociai le mani al metto e notai che il silenzio era calato in sala, tutti ci stavano ascoltando.
-Non stavo facendo niente di simili.- ribadì.
-Allora come lo spieghi il fatto che mi hai ignorato dopo che sei entrato? O che non ti sei nemmeno accorto che ero sparita, capisco che ha delle tette enormi, ma non puoi comportarti così.
Devi scegliere o la vita facile o me, e premetto che io non come le altre.- dissi guardandolo negli occhi.
Lui non rispose e sostenne per poco il mio sguardo, lo avevo colpito in pieno ma, odiavo i traditori ancora più dei bugairdi.
-Ah Angel sei qui? Bene.- dissi Artegor entrando.
-Sì.- risposi andando a sedermi.
-Bene, domani avrete la seconda partita, la partita del nostro giorno è stata vinta dai Rychers e domani li affronterete, Angel non ti ho rimesso in campo, starai in panchina.- disse liquidandomi così per la seconda volta.
Strinsi i pugni e abbassai lo sguardo, mi stava escludendo per lo smog, ma gliel'avrei fatta vedere io.
Mi alzai e mi diressi nella sala d'allenamenti, non sarei rimasta indietro per nessuna ragione, avrei governato lo smog meglio dello stesso Sinedd, sarei stata pronta a tutto per raggiungere il mio sogno, non mi sarei arresa.
Avviai il computer ed entrai nell'ologramma, iniziai con una serie di passaggi semplici per poi iniziare una partita proprio contro Jock, l'avevo già battuto ma quell'incontro mi era sembrato troppo scialbo.
Mi esempi in salti e acrobazie, lo smog si stava sistemando, riuscii a percepirlo dai semplici movimenti che il corpo eseguiva.
Dopo aver battuto di nuovo Jock mi allenai con altri finchè non caddi a terra sfinita, guardai l'orologio che avevo inserito come programma supplementare e mi resi conto che ero rimasta dentro quattro orse esatte.
Mi alzai e attraverso un pulsante manuale uscii dal campo e tornai al mondo normale, spensi il pc e mi asciugai il sudore con l'asciugamano.
Ero stata brava nonostante tutto, lo smog aveva capito chi comandava e domani sarei stata pronta, pronta per intervenire in qualsiasi caso, ero stata messa come riserva ma questo non significava che non avrei giocato e sperai con tutta me stessa che qualcuno anche se non gravamente si infortunasse, avrei fatto vedere ad Artegor la mia forza.
Tornai in camera mia e mi concessi una doccia rilassante, i muscoli inodolenziti si rilassarono sotto l'acqua calda e la mente vagò fra i mille pensieri che non smettevano di vorticarmi.
Uno di quelli era proprio Sinedd, lo avevo messo in imbarazzo oggi ma il suo atteggiamento era stato ben più grave, nella mente si presentarono i ricordi di quella notte quando avevamo fatto l'amore, pensare che lo avrebbe potuto fare con un'altra mi spezzò il cuore, ma mi ero messa io in quella situazione e io ne sarei dovuta uscire in qualche modo.
Non mi ero mai stata fatta influenzare più di tanto e avrei dovuto rigare dritto, solo che lui mi aveva sempre capito e aiutato e mi ero invaghita di lui senza rendermene realmente conto, ecco com'era finita in quel pasticcio.
Uscii dalla doccia e ancora tutta bagnata mi buttai sul letto, mi toccai un attimo le ali e pensai al suo tocco sulla mia pelle, così caldo e possessivo, ero sua, mi aveva marchiato con le sue dite e pensare di essere di qualcun'altro non era proprio possibile, chiusi gli occhi e mi dissi che avrei risolto anche quel problema, ma prima c'era la partita.

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Capitolo 24
*** capitolo 23 ***


Capitolo 23

Mi svegliai all'alba quella mattina e mi concessi un giro di corsa per il pianeta Shadows, ero in forma lo sentivo, sentivo di stare bene e che Artegor aveva sbagliato a non farmi giocare ma, pensai trionfante gliel'avrei fatta vedere io, a tutti i costi.
Dopo quasi due ore di corsa tornai indietro e vidi che i ragazzi stavano iniziando ad alzarsi, il giorno della partita potaveno dormire quanto volevano e mangiare in abbondanza solo che alla fine avrebbero avuto bisogno del mio aiuto.
Ne ero sicura.
Feci colazione assieme agli altri, solo che evitai Sinedd per tutto il tempo, la discussione di ieri era ancora troppo presente nella mia mente e ricominciare a litigare non era di certo la cosa più giusta, sopra a tutto per lui che era il capitano.
Lo vidi mangiare in silenzio e per conto suo, mi fece tenerezza da un lato, sapevo che centravo io e che stava male per me ma, nonostante tutto anche io avevo dei sentimenti e lui li aveva calpestati senza ritegno, doveva imparare a comportarsi sennò non sarebbe cambiato niente.
Seguii i ragazzi nella sala d'allenamento e sentimmo tutti molto attentamente il discorso di Artegor e fino alla pausa pranzo imparammo gli schemi che aveva ideato per noi la sera precende, erono molto accurati e perfetti come sempre.
Si vedeva che aveva lavorato il doppio di noi, come faceva ogni volta, e solo noi potevamo ripagarlo del duro lavoro era giusto cosi pensai, lui ci allena e ci migliora e noi vinciamo per lui e per noi.
Solo che non aveva capito qunato io potessi essere utile, mi aveva sottovalutato come Arch ma se ne sarebbe pentito anche lui.
Il pomeriggio lo passammo tutti davanti alla tivù si stavano svolgendo partite bene o male importanti, ma non eravamo davvero interessanti al loro sviluppo, era la quiete prima della tempesta.
Il nostro animo era agitato ma il nostro corpo fremeva per la partita imminente e il mio più degli altri, un'ora prima della partita me ne salii in camera e chimai mia sorella, rispose al terzo squillo.
-Oh che bello finalmente rispondi.- dissi ridendo.
-Scusami ma mi stavo allenando.- disse affaticata.
-Ti fa bene.- mi sedetti sul letto.
-Non sei l'unica che me lo dice.- disse ridendo, -Tra poco hai la partita!.- urlò all'improvviso.
-Sì è vero.- dissi cercando di sviare l'argomento.
-Agitata?.-
-Sempre.- risposi ed era cosi, non mi ero mai rilassata prima di una partita mi era quasi impossibile.
-Farò il tifo da qua e spaccali tigre!.-
-Sono un angelo Roxie.- dissi ridendo.
-No, non più, non bastono le ali, i capelli biondi e la faccia angelica, tu sei una tigre dentro di te, lo sei sempre stata.-
-Grazie.- dissi cercando di non piangere.
-E di che, ora vai!.- disse salutandomi.
Chiusi il telefono e inspirai a fondo, aveva ragione lei io ero forte, ero una tigre, mi cambiai e indossai la mia tuta e mi presentai assieme agli altri per andare al campo.
Riuscivo a scorgere la preoccupazione dai loro sguardi, era cosi pensai che dovevo apparire io in quel modo, guardai Sinedd stava giocando con la fascia rossa del capitano e guardava in basso.
Sarei voluta andare da lui e baciarlo prima della partita, sarebbe stata l'unica cosa giusta da fare per far andare bene anche quella giornata, ma mi aveva allontanato in un modo che non riuscivo ancora a capire, e poi i maschi erono cosi imprevedibili, dicono di provare qualcosa ma alla fine sono solo chiacchiere al vento.
Anche se una parte di me non voleva crederci, credeva che Sinedd fosse diverso.
-Bene ragazzi.- disse Artegor, -Buona fortuna.-
Scendemmo dalla navicella e una folla di tifosi ci accolse inferocita, li salutai con un gesto della mano e mi affrettai a salire le scale per entrare nello stadio, salimmo negli spogliatoi e aspettammo con ansia che ci chiamassero in campo.
-Buona fortuna.- dissi rivolgendomi alla squadra.
-Oh Angel dovresti esserci tu in campo.- disse il mio sostituto.
-Tranquillo.-
-Andrà male.- disse Sinedd che però non mi stava guardando, osservava fuori il campo e i tifosi, anche io avevo avuto la sua stessa sensazione.
-Scendete!.- disse Artegor che era apparso dal nulla.
Annuirono e li vidi lasciare lo stadio tutti intimoriti e fra poco sarebbero iniziati gli scoop pensai scontenta.
-Ma cosa vedono i miei occhi? Angel non è presente in campo!.- urlò la ragazza che stava telecronando la partita.
-Bene.- dissi tra me e me.
-Hai ragione!.- fece una voce accanto a lei.
Pensai subito a mia sorella, lei non aveva idea di questo e non avrei mai voluto vedere la sua faccia, delusa e sorpresa, amareggiata e triste, avevo fallito ancora una volta, pensai dando un pugno al muro.
-Ci informeremo dopo sulla mancanza di Angel, ma ora iniziamo!.-
Il fischio di inizio partita squarciò il cielo scuro del pianeta Shadows e la palla finì in mano agli avversarsi, che fantastico inizio pensai tristemente.
Sinedd stava provando a riportate la palla in mano a loro ma era come se qualcosa lo frenasse e gli mancasse per andare oltre, gli mancavo io questo era chiaro come il sole e la luna, ma perchè non mi aveva detto prima che stava male, perchè è orgoglioso rispose una voce dentro la mia testa.
Purtroppo era vero e un fischio mi riportò alla realtà, gli avversari avevano appena segnato il primo goal.
Stava andando davvero male pensai sedendomi per non cadere a terra e la colpa lo sapevo bene era di Artegor.
-Angel?.- urló entrando negli spogliatoi.
-Dimmi.- chiesi guardandolo.
-Entri in campo.-
Annuii e mi alzai semplicemente, diedi un occhiata alla partita, uno dei nostri era caduto a terra per un infortunio, e la prima riserva ero io, sorrisi a me stessa e ringraziai il cielo per aver fatto avverare il mio desiderio.
Non aspettai neanche la navicella, sparii con lo smog e apparsi a centro campo, la folla andó in delirio e cominció a urlare sempre piú forte.
Guardai il tabellone erono passati venti minuti e eravamo in svantaggio di un goal, non era per niente buono pensai posizionandomi davanti all'avversario, un sorriso di sfida uscii dalle mie labbra.
Suonó di nuovo il fischio di inizio e la palla partí verso il cielo, saltai e la presi al volo per poi sparire la passai a Sinedd che si trovava a pochi passi da me e fece il primo goal della giornata.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai forte facendo esultare ancora di piú la folla, era tornato lo stesso ragazzo di un tempo e mi ero resa conto di amarlo ancora piú di prima solo che lui ancora non lo sapeva.
Lo guardai intensamente gli sorrisi e corremmo a centro campo per il prossimo fischio, entrambi ritrovammo la concentrazione e il goal successivo me lo aggiudicai io, dire che sstraccia mo nuovamente gli avversari era dire poco.

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Capitolo 25
*** capitolo 24 ***


Capitolo 24

Avevamo vinto la seconda partita, gli Shadows non potevano essere fermati da nessuno pensai decisa, salimmo sulla navicella esultando come dei pazzi, l'inizio della partita non era stato promettente e se n'erono accorti tutto, ma dopo era andato tutto bene.
Mi sentii viva di nuovo, giocare sotto pressione era la cosa migliore per togliersi ogni dubbio e mi ripromisi di rifarlo.
-Grazie.- mi sussurrò all'orecchio.
Mi voltai e lo guardai, Sinedd aveva fatto un eccellente partita dopo che ero entrata in campo, due goal e tre miei ci avevano aggiudicato la vittoria, aveva gli occhi bassi e imbarazzati.
-Non mi devi ringraziare.- dissi semplicemente.
-Angel senti io non voglio avere niente a che fare con quella donna!.- disse guardandomi, i suoi occhi ardevano di un desiderio che non conoscevo, amore?
-Ti credo.- dissi poco convinta.
-So che non è cosi e mi dispiace di essermi comportato come un cazzone, sei la cosa più bella che mi sia capitata, e non voglio perderti.- si avvicinò a me e mi accarezzò la guancia.
Chiusi gli occhi per assorbire ancora meglio quella sensazione, il suo tocco mi era mancato e mi resi conto che anche io avevo bisogno di lui nonostante tutto.
-Giuri che non c'è niente e che la eviterai, per me?.-
-Si, Angel tutto quello che vuoi.- disse facendo un mezzo sorriso.
Gli buttai le braccia al collo e lo strinsi forte a me, lui era unico e non poteva essere sostituito.
-Ragazzi.- disse Artegor accogliendoci negli spogliatoi.
Lo guardammo e aspettammo in silenzio il suo discorso.
-Sono fiero di tutti i voi ma in particolar modo di Angel, hai dato la carica a questi ragazzi e non ti metterò mai più in panchina.- lo disse guardandomi negli occhi e capii che era la verità, avrebbe rispettato la sua promessa.
-Siamo a un passo dalla coppa, questa sera si sono scontrati i Wambas e Lightnings, hanno vinto quest'ultimi siamo contro di loro nel prossimo incontro.-
Annuimmo, tutti noi sapevamo che loro erono forti avevano anche uno dei migliori giocatori di tutto l'universo ed era un osso duro, ma la vittoria non ce l'avrebbe tolta nessuno.
-L'altro girone?.- chiesi a un certo punto ricordandomi di mia sorella.
-Gli Snow-kids affronteranno i Cyclopes domani sera.- disse grave, -Forse Akillian non è pronta per quel genere di gioco.-
Si riferiva alla strategia dei Cyclopes, giocavano sporco lo sapevano tutti e le loro partite erono vinte per fortuna e non per bravura.
-No se le rimango accanto.- dissi correndo al telefono per chiamarla, dovevo dirle di stare attenta a tutti i costi.
-Roxie?.-
-Mi dovevi dire che eri stata messa in panchina!.- urlò invece di salutarmi.
-Devi ascoltarmi!.-
-No ascoltami tu cara Angel, sei stata male e non mi hai detto niente ma che ti passa per la testa?!.-
-Scusami.- dissi rendendomi conto che Arch le aveva detto la verità.
-Non voglio le tue scuse voglio sapere come sta mia sorella!.- chiese poi dolcemente.
-Meglio, sto bene.- dissi sapendo che avevo un angelo che vegliava su di me.
-Perché non torni qua da noi? Tu ami il tuo respiro.-
-Già ma proprio per questo non posso farlo, quello è il mio pianeta e tu sei la mia casa ma, anche questo è il mio pianeta e anche gli altri sono la mia casa.- mi voltai e sentii la mano di Sinedd sulle spalle.
Mi stava sorridendo e ricambiai il saluto.
-Roxie sono divisa fra due pianeti ma non posso scegliere voi, sarei egocentrica e non voglio esserlo, il mio posto è questo.-
-Angel potresti farti male.-
-Non importa, ho trovato il mio posto nel mondo dopo tanto tempo.- sorrisi ancora, -Spaccali domani.-
-Certo sorellona.-
Chiusi il telefono e mi buttai tra le sue braccia e iniziai a piagere forte.
-Vuoi tornare a casa?.- chiese accarezzandomi i capelli.
-E' questa casa mia.- dissi baciandolo con passione.
Lui annuì e salimmo nelle nostre camere o meglio nella sua senza capirne il motivo, caddi sul letto con lui a dosso e riprendemmo a baciarci sempre con più passione, gli tolsi la maglietta sudata e lui fece lo stesso con me, i capelli sudati mi trasmisero un aria da duro che mi fece eccitare ancora di più.
E cosi quella sera facemmo per la secondo volta l'amore, un modo molto bello per festeggiare la vittoria.

Il giorno successivo ci svegliammo nella tarda mattinata, ancora abbracciati l'uno all'altro e felici di esserci riavvicinati.
-'Giorno.- dissi guardandolo.
-Buongiorno tesoro.- mi baciò in fronte e si stiracchiò la schiena.
-Faremo tardi alla riunione.- dissi alzandomi e mettendomi a sedere sul letto, i nostri vestiti erono ancora sparsi per tutta la stanza.
-Non importa.- disse ributtandomi a letto e mi fece sdraiaire accanto a lui.
-Dai.- dissi cercando di sottrarmi dal solletico.
-No.- urlò ridendo e ci trovammo a pochi passi l'uno dall'altro.
-Sinedd, per me sei davvero importante.- dissi guardandolo negli occhi.
-Lo sei anche tu, piccola.-
-Sei qualosa di più di una semplice cotta per me, Sinedd.- gli sfiorai la bocca con la mia.
-Ti amo.- sussurrai dolcemente e lo bacai.
Le sue labbra si aprirono al mio tocco e sentii il suo cuore battere forte, come il mio pensai felice.
-Anche io ti amo.- disse al mio orecchio.
Gli sorrisi e lo travolsi con un abbraccio, neanche la vittoria era cosi dolce ma sapere che il ragazzo per cui provi qualcosa ricambia il tuo sentimento non ha prezzo, sopra a tutto se quel ragazzo è un osso duro, lupo solitario e miglior giocatore di calcio del secolo.
-Andiamo ora.- dissi alzandomi mi vestii e corsi in camera mia per cambiarmi.
Pensai un momento alla scena di prima, avevo trovato l'amore e facevo parte di una squadra di calcio, tutte cose che un paio di mesi fa mi apprivano improbabili e invece pensai ridendo, da quanto avevo conosciuto Sinedd tutto era migliorato senza che me ne rendessi conto i miei desideri si savano avverando, bastava crederci.
Bussarano alla porta, finii di mettermi la maglietta e uscii, Sinedd si era già preparato, jeans e maglietta a maniche corte, io non ero da meno però lo trovai molto più sexy del solito.
Arrivammo a riunione inoltrata nessuno si era preso il disturbo di venerci a chiamre e questo fu motivo di discussione per Sinedd e Artegor, tutti noi guardammo annoiati la discussione finchè non accessi la televisione e ci concentrammo su un servizio dedicato agli Snow-kids.
-Non capisco perchè fanno cosi tanta pubblicità.- sbottò Artegor ad un certo punto.
-Non lo so.- risposi senza guardarlo.
Arch era intervistato da due ragazzi che gli stavano facendo domande sulla sua squadra e sulla partita imminente, aumentai il volume e mi concentrai sulla faccia di Arch.
Non era nè calma nè agitata, un misto di varie espressioni ma la più evidente era quella preoccupata, lo si capiva lontano un miglio, aveva paura di perdere e se perdeva non aveva possibilità di qualificarsi per la semifinale.
-Inizia.- dissi riferendomi alla partita, avevano anticipato l'incontro di qualche ora a causa di alcuni problemi allo stadio, Sinedd si avvicinò a me e mi guardò, ricambiai lo sguardo e incrociai le dita per Roxie.

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Capitolo 26
*** capitolo 25 ***


Capitolo 25

La partita era iniziata da un paio di minuti ormai e gli Snow-kids sembravano in piena forma solo che il fatto negativo era che lo erono anche i loro avversari, i Cyclopes.
Ebbi paura che per Akillian fosse arrivata la fine, tutti sapevano che i loro avversari non erono bravi a rispettare le regole e vederli cosi accaniti era un brutto segno.
-Angel?.- chiese Sinedd stringendomi la mano.
-Dimmi.- dissi distogliendo gli occhi dallo schermo.
-E' forte quanto te, devi stare tranquilla.- disse sorridendomi.
-Lo so, ma molte volte non basta.-
Ed era vero pensai non bastava per niente e la conferma ero io stessa, avevo dato per scontato che il mio respiro rimanesse per sempre che sarebbe stato al mio fianco, che sarei entrata nella squadra locale e avrei vinto la coppa segnando io stessa l'ultimo goal della partita ma, scossi la testa era successo tutto il contrario, avevo perso il respiro e il sogno di giocare nel mio pianeta, ero diventata una Shadows e mi ero innamorata del suo capitano, la persona che poteva essere la più scontrosa ma anche la più dolce di tutto il pianeta.
Sorrisi a me stessa e pensai che il destino ogni tanto giocava delle carte strane ma aveva sempre un piano per tutti.
-C'è Roxie.- mi sussurrò.
Tornai al presente e guardai la partita, aveva preso la palla e stava proteggendo la porta magnificamente, solo che i Cyclopes non erono persone galanti, e le arrivarono a dosso facendola indietreggiare di molto, ma non demordè, la vidi concentrarsi e attivò il respiro mandando la palla a Jock.
-Bene!.- dissi contenta si stava facendo valere ed era un buon segno.
Solo che all'improvviso la palla passò agli avversari e utilizzarono il flusso del loro pianeta e fecero il primo goal della partita, erono già in vantaggio pensai scoraggiata, perchè sapevo che quella partita sarebbe stata persa se avessero giocato in quel modo.
-Tranquilla.- disse Artegor sedendosi accanto a Sinedd, -Loro possono farcela.-
-Perché ne sei cosi sicuro?.- chiesi non capendo.
-Perché noi dobbiamo scontrarci contro Akillian a tutti i costi e anche Arch vuole la stessa cosa, farà di tutto per vincere questa partita.-
-Stai dicendo che avevate un piano?.- chiesi sconvolta.
-Non è un piano Angel, ma una visione del futuro entrambi sapevamo che la coppa sarebbe stata contesa tra i vincitori del torneo successivo e noi, perchè dal giorno dell'ultima partita io li ho fatti allenare duramente e dire che mi aspetto che voi vinciate è dire poco.- il suo tono era grave ma stava parlando col cuore, voleva stringere la coppa tra le mani proprio come me, un sogno che poteva essere irrealizzabile prima ma che ora si stava facendo sicuro.
-Voglio la stessa cosa.- dissi seria.
-E questo è un motivo in più per non giocare come loro stasera, non sono una vera squadra ma hanno il possesso di palla, tua sorella non è molto considerata dagli altri ma cala la testa e gioca, questo è arrendersi, non è partecipare.-
-Mi sorella è sempre stata cosi.- dissi un pò ridendo, -Io sono sempre stata la più forte tra le due forse perchè sono nata prima di lei, infatti per me non ci sono mai state coccole o vizi ma, solo la crude realtà per lei è stato tutto diverso, era la principessa che non sono stata io.-
-Beh nel suo mondo quello di tutti i giorni lo era ma qua alla Galactik Football Cup, sei tu la regina e la partita che sta giocando ne è la conferma.- disse indicando lo schermo.
Era stremata e stanca, io non mi sarei mai arresa in quel modo ma lei non era me, purtroppo.
-Vinceranno lo stesso me lo sento.- disse sedendosi meno compostamente. Guardai Sinedd che era mezzo addormentato e non stava seguendo molto il filo del discorso, gli sorrisi lo stesso e mi riconcentrai sulla discussione, -Credi che saremo noi i loro avversari?.-
-Anegl, ormai mi considero come il tuo patrigno e voglio essere sincera con te, io so che saranno loro i nostri avversari perchè noi vinceremo la semifinale e ci qualificheremo per la finale, loro avranno alcuni problemi.-
-Hai ragione.- dissi sorridendo a me stessa, Artegor non era uno che parlava a vanvera, sapeva bene quello che diceva e lo diceva anche con cognizione di causa, le partite sarebbero state nostre.
-Goal.- disse a se stesso.
Mi voltai e notai che Jock aveva appena segnato il pareggio alla fine del primo tempo, rividi il replay e notai che era stato un goal fortuito dovuto alle circostante, non avevano tattica purtroppo.
La partita riprese un paio di minuti dopo e notammo che i Cyclopes erano più stanchi del dovuto, voleva dire che non avevano barato e questo era un punto a loro favore.
Seguimmo il resto della partita in silenzio, la voglia di parlare era calata ormai da tempo e il motivo era che c'era troppo da pensare, al futuro e al presente, mi sembrava ieri di aver incontrato Sinedd fuori dalla mia camera e invece erono passate settimane mancava poco alla finale di football, un brivido mi percorse la schiena al pensiero di poter essere là a giocare al Genesis Stadium, il campo di tutti i campi.
Il cuore iniziò a battere forte, era emozionato e potevo capire il perchè il sogno stava per diventare realtà.
Guardai la partita e notai che gli Snow-kids avevano segnato un'altro goal, il seocndo della partita e qualcosa dentro di me mi disse che sarebbe stato anche l'ultimo, li vedevo affaticati e stanchi avrebbero difeso la porta a qualsiasi costo e pensai che quello non era il modo di vincere una partita, troppo sbagliato.
I minuti passarono velocemente e alla fine la partita finì con la vittoria di Akillian, vittoria che non era stata molto combattuta e da un lato non sarei voluta essere in loro, odiavo vincere in quel modo.
-Ragazzi fra due giorni si gioca la prossima partita, domani ci alleneremo un pò.- disse Artegor prima di uscire, annuimmo e mi avvicinai a Sinedd.
Aveva dormito per tutto il tempo, lo svegliai dolcemente, lo volevo portare in camera almeno non avrebbe dormito male, ancora mezzo addormentato si alzò e salimmo con l'ascensore, aprii la porta della sua camera e lo feci sdraiare sul letto.
Gli tolsi scarpe e maglietta e alla fine mi buttai accanto a lui che nel frattempo si era riaddormentato, mi strinsi a lui e sperai che quella sera non finisse mai.

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Capitolo 27
*** capitolo 26 ***


Capitolo 26

La sveglia risuonò in tutta la stanza a un orario che non avevo previsto, l'avevo puntata alle sei del mattino cosa molto sbagliata dato che l'allenamento sarebbe stato alle nove.
Ma purtroppo era la forza dell'abitudine.
-E vabbè.- dissi alzandomi, meglio di niente almeno mi avrebbero trovata sveglia e non addormentata.
Mi alzai dal letto e andai in bagno, ma solo dopo aver controllato Sinedd, dormiva ancora profondamente non aveva per niente sentito il suono della sveglia, sorrisi dolcemente, vederlo in quel modo era una visione unica.
Gli diedi un bacio e andai in bagno a farmi una doccia, osservai per un attiamo il mio tatuaggio, era da molto che non mi soffermavo a guardarlo e senza che me ne rendessi conto i ricordi iniziarono a vagare nella mia mente.
La scossi con decisione, solo perchè avevo chiarito con Roxie non voleva dire che avessi perdonato i miei genitori, erano due cose diverse e lo sarebbero sempre state.
Durante la doccia pensai alla partita imminente, i Lightnings erano i nostri prossimi avversarsi, l'ultima squadra da battere prima della finale.
Se ci arriveremo in finale pensai un attimo dopo, ma cacciai via il mio malumore e mi dissi che ce l'avremo fatta in un modo o nell'altro.
Uscii dalla doccia e indossai un pantoloncino corto e una maglietta che lasciava scollato la schiena, controllai Sinedd e alla fine uscii dalla stanza.
Senza pensarci mi diressi verso lo studio di Artegor, una parte di me voleva parlare con lui.
Bussai leggermente, forse era troppo presto anche per lui.
-Entra.- disse la sua voce.
Entrai lentamente e lo vidi sorridere calorosamente non appena mi vide entrare, ricambiai il saluto e mi accomodai su una poltrona.
-Già sveglia?.- disse ridendo.
-Beh ho puntato male la sveglia, ma anche tu lo sei.- gli feci notare.
-Se non mi svegliassi così presto non avremmo mai avuto questa organizzazione.- disse serio.
-Lo so, voglio chiederti una cosa.- tentennai un attimo.
-Vuoi sapere se abbiamo speranze contro i Lightnings, vero?.- disse guardandomi attraverso i suoi occhiali scuri.
Annuii prontamente, non trovando le parole per rispondere.
-Angel è da tempo ormai che non ti parlo più come un'allenatore e sono sempre stato sincero con te, i Lightnings sono degli avversari temibili, sono quasi i migliori.-
-Quasi?.- chiesi riflettendo su quelle parole.
-Sì, perchè anche noi siamo forti e beh possiamo batterli.-
-Lo credi davvero?.- chiesi meravigliata.
-Sì lo credo e te lo dimosterò oggi in allenamento.- disse sorridendo.
Mi alzai e gli sorrisi, -Grazie.- sussurrai prima di uscire.
Artegor sapeva come risollevarmi il morale, lo aveva capito ed era anche bravo, lo dovevo ammettere.
Mi aveva convinto noi avremmo preso la coppa e non i Lightnings o chiunque altro.

L'allenamento iniziò puntale come sempre e Sinedd, finalmente, ci aveva degnato della sua presenza, Artegor fece quasi lo stesso discorso agli altri e ne fui contenta.
Teneva a noi proprio come un padre e per questo lo avrei ringraziato alla fine, era stato per me quel padre che non avevo mai avuto.
Mi aveva aiutato come mai nessuno.
Dopo il discorso iniziammo l'allenamento, si presentò più duro di tutti gli altri, ma era quasi comprensibile pensai passando la palla, ci stavamo avvicinando alla fine di quel viaggio e si sapeva, più si arrivava alla fine più le cose si facevano intense.
Cominciammo con una serie di passaggi e di schemi già visti, dopo passammo all'utilizzo estremo dello smog, a passaggi mai provati e a goal inimmaginabili, tutto era così strano pensai mentre stavo riprendendo fiato.
Strano perchè non ci eravamo mai sforzati così tanto, neanche nelle precedenti partite, Artegor ci stava mettendo alla prova lo avevo capito e lo avevano capito anche gli altri, doveva sapere se potevamo farcela.
Anche se mi disturbava sapere che ancora non si fidava di noi.
-Tutto bene?.- chiese Sinedd avvicinandosi a me.
-Sì, solo un pò stanca.- dissi porgendogli la mano così mi sarei alazata.
Lui mi aiutò e mi abbracciò per un attimo, -Mi mancava il tuo profumo.- disse allontanandosi.
-A me mancavi tu.- dissi sorridendo.
-Beh non ti lascerò mai, Angel mai.- disse accarezzandomi la guancia.
-Ti credo.-
-Voi due avete finito?!.- trillò la voce di Artegor visibilmente incavolato per la nostra pausa.
Annuimmo e malincuore tornammo ad allenarci.

Finimmo la sessione di prova verso l'una, stremati e senza alcuna forza, dire che Artegor ci aveva prosciugati era davvero dire poco.
Andammo a pranzare ma come me molti non avevano la forza di tenere le posate in mano così ci ritirammo davvero presto nelle nostre camere.
Stavolta andammo nella sua camera, e ci buttammo a letto.
-Secondo te possiamo vincere?.- chiesi guardandolo.
-Ti riferisci alla semifinal, vero amore?.-
-Esatto, ho un pò di paura.- ammisi anche se con riluttanza.
-Beh secondo me sì, abbiamo tutte le carte in regola e poi anche l'anno scorso siamo arrivati in finale.-
-Sì, ma avete perso.- sussurrai.
-E' vero ma non sarà più così.-
-Perché?.- chiesi stringendogli la mano.
-Siamo più forti e abbiamo una giocatrice davvero fenomenale.- disse sorridendo apertamente.
-Ruffiano.- gli urlai ridendo.
-No, sono realista.- e mi strinse forte in un abbraccio caldo e amoroso.
-Ti amo, angel.- disse baciandomi.
-Anche io ti amo.- gli sussurrai prima di lasciarmi andare a lui.


_Spazio autrice: ciao a tutte! voglio intanto ringraziare di cuore tutte quelle che hanno letto la mia storia e che l'hanno recensita, grazie! Poi mi dispiace ma anche questo è un chappy di mezzo, nel prossimo ci sarà la semifinale e mi dispiace di aver allungato ancora ma scrivere tutto in un unico capitolo non mi piaceva per niente detto questo vi lascio a domenica kiss =)

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Capitolo 28
*** capitolo 27 ***


Capitolo 27

Mi alzai dal letto intontita più che mai, guardai la sveglia e mi resi conto che erano le sette di sera del giorno dopo.
Avevo dormito quasi ventiquattro ore, rimasi immobile per un attimo, avevo dormito cosi tanto che mi sentivo ancora addormentata, mi guardai intorno lentamente e notai che Sinedd stava dormendo ancora.
Voleva dire o che qualcuno ci aveva provato a svegliare e noi non avevamo risposto o che nessuno ci aveva svegliato, ci pensai un attimo e decisi che la seconda ipotesi era la più probabile.
Dopo l'allenamento di ieri tutta la squadra si era stancata e aver dormito cosi tanto era normale, riordinai un attimo le idee e mi ricordai che domani avrei avuto la partita, forse la partita più importante di tutta la mia vità.
Più della finale, perchè se non fossimo passati quella non ci sarebbe stata.
-Sinedd?.- chiesi piano.
Lo toccai leggermente e lo vidi muoversi di poco, nel frattempo mi strinsi le braccia intorno alle gambe e iniziai a muovermi avanti e indietro, una paura folle si stava impossessando di me a causa della partita di domani, non mi capitava spesso perchè ero sempre stata abituata a non avere paura ma questa era diversa pensai, da questa dipendeva la mia intera vita.
-Anegl?.- disse aprendo lentamente gli occhi, lo vidi un pò sconvolto dalla mia posizione e si mise a sedere prima di parlare.
-Cosa stai facendo?.- chiese stropicciandosi gli occhi.
-Ho paura.- sussurrai.
-Di cosa?.- chiese stringendomi in un caldo abbraccio.
-Per domani, ho paura di fallire, di non riuscire ad arrivare alla fine.-
-Amore guardami.- disse prendendo il mio volto tra le sue mani e facendomelo girare verso di lui, -Noi due assieme.- disse indicando me e poi lui, -Vinceremo la partita di domani, noi due arriveremo alla fine, non ti lascio sola, okay?.-
Annuii con la testa e l'appoggiai sulle sue gambe, iniziò ad accarezzarmi la guancia lentamente, -Andrà tutto bene.- disse dolcemente.
-Lo spero.- risposi chiudendo gli occhi.
-Ti fidi di me?.- chiese fermandosi.
Mi voltai e lo fissai intensamente, -Darei la mia vita per te.- dissi senza staccare il mio sguardo dal suo.
-Allora sai che dico la verità.-
-Lo so infatti, solo che ho paura.-
-Ti prometto che passerà.- e riprese a coccolarmi, richiusi gli occhi e mi dissi che forse aveva ragione, accanto a lui sarebbe andato tutto bene, perchè lui era la mia forza e il mio coraggio se fossi rimasta con lui avrei avuto la forza di fare tutto.
-Hai ragione.- dissi sorridendo.
Lo sentii ridere sotto i baffi e poi ci buttammo di nuovo a letto.
* * *

-La partita di oggi è la più importante di tutta la vostra vita.- disse serio Artegor.
Io pensai che avevo avuto ragione, sarebbe stata la più importante e senza quella non ci sarebbe stato niente dopo.
Guardai Sinedd e lui mi rassicurò con un unico sguardo, dopo ieri sera ci eravamo svegliati in piena notte e come noi anche il resto della squadra si riversò fuori dalle camere e solo il mattino dopo Artegor.
-Se oggi vinciamo contro i Lightnings siamo in finale, se siamo in finale vinciamo la Galactik Football Cup, ma se oggi non vinciamo non ci sarà più niente, dovremo aspettare un'altro anno e solo allora potremo rifarci, voi volete aspettare?.-
-No!.- urlammo tutti.
-Bene, e allora oggi date il meglio di voi, e andate a prepararvi la partita è stata anticipata.-
Quelle parole ci bloccarono sul posto, la partita era stata anticipata ma com'era possibile mi chiesi terrorizzata ma capii il motivo del discorso, lui non faceva mai i discorsi di mattina presto ma solo di primo pomeriggi, ci aveva imbrogliato.
-Ragazzi non pensate che la colpa sia mia, sono stati gli organizzatori della lega a volerla anticipare perchè come tutti non stanno più nella pelle.-
-Già.- dissi a bassa voce e mi voltai per guardare il mio ragazzo.
-A me non cambia.- disse tranquillamente.
-Come no?.- chiesi avvicinandomi.
-O prima o dopo la partita l'avemmo dovuta fare comunque e se viene anticipata ci leviamo un peso.- mi strinse a lui e mi diede un bacio fugace prima di andare a cambiarsi.
Sospirai e mi avviai verso la mia camera, ancora non era stato adibito un vero e proprio spogliatoio femminile essendo io l'unica ragazza ma Artegor aveva promesso che prima o poi lo avrebbe fatto, anche se io credevo più nel poi.
Entrai in camera e presi la mia tuta, l'avevo fatta pulire recentemente e sapeva di buono, chiusi gli occhi e mi immaginai ancora una volta a stringere la coppa.
-Ti ha sempre donato il nero.- disse una voce alle mie spalle.
Mi voltai presa alla sprovvista dall'intruso ma solo dopo mi resi conto che era mia sorella.
-Ma tu cosa ci fai qui?.- chiesi rilassandomi.
-Beh è la tua partita importante e io sono qua per te.- disse sorridendo.
-Vieni qui intanto.- e l'abbracciai forte, mi era mancata in questi giorni e sapere che lei era qua mi avrebbe aiutato durante la partita.
-Grazie.- le dissi sinceramente.
-E di che? Sei sempre mia sorella!.- tuonò allegra.
Le sorrisi e ripresi a cambiarmi e in pochi minuti fui pronta per la partita del secolo.
-Sì, ti sta bene il nero.- disse annuendo con la testa.
-Ma smettila!.- le dissi uscendo dalla stanza, -Andiamo dai devo andare dagli altri.-
-Lo so, come vanno le cose con Sinedd?.-
-Una meraviglia, credimi, lui è cosi dolce ed è speciale.-
-Così mi rovini l'immagine di maschio cattivo.- disse stringendomi da dietro.
-Ciao amore beh te ne farai una ragione.- dissi baciandolo.
-Ma quanto siete carini, ma non avete una partita?.- chiese scherzando Roxie.
-Sì, noi andiamo, và pure nello studio di Artegor, vedrai che ti farà entrare.-
-Lo spero e buona fortuna Angel.-
-Crepi!.- e corsi con Sinned nello spogliatoi pre-partita.
Trovammo il resto della squadra seduta sulle panche che si contorcevano le mani, anche loro avevano paura.
-Sentite non è da me fare discorsi pre-partita ma posso solo dirvi una cosa: se oggi siamo qui è perchè noi ci dovevamo essere e nessun'altro, se noi siamo in semifinale vuol dire che abbiamo la grinta di poter arrivare alla fine e credetemi ve lo dico io che giocavo nel campetto di calcio dietro casa mia!.-
Risero e anche io, -Oggi noi andremo in finale, forza Shadows!.- urlai.
-Gli Shadows possono entrare in campo.- disse la voce che telecronava le nostre partite. Anuimmo e scendemmo in campo, per la prima volta tutto mi sembrò raddoppiato, i tifosi, le luci e anche l'emozione di giocare in uno stadio vero e proprio.
-Sei stata perfetta con gli altri.- disse Sinedd.
-Lo so, ma è merito tuo.- dissi pensando al discorso che mi aveva fatto.
-Angel non so come andrà a finire questa partita, ma voglio solo dirti che ti amo e anche se non arriveremo in finale io voglio vivere la mia vita con te.-
Gli accarezzai una guancia e lo abbracciai forte, -Tu hai reso la mia vita migliore, anche io ti amo e noi due staremo per sempre assieme.-
Mi diede un bacio veloce e ci sistemammo alle nostre postazioni, avrebbe battuto lui il calcio di inizio ma era giusto cosi, nonostante tutto era il nostro capitano.
La partita iniziò un minuto dopo, Sinedd partì in aria e io corsi in avanti, li avremmo anticipati sul tempo sperai e cosi fù, mi passò la palla e io schiavai due avversari per poi passare la palla e sparire davanti alla porta e coi facemmo il primo goal.
Esultai con tutta me stessa e mi posizionai per battere il prossimo calcio, andò a buon fine il passaggio solo che venni presa in pieno da un avversario che mi scaraventò dall'altro lato del campo.
Rimasi ferma un attimo, sembrava tutto a posto nel mio corpo, forse un dolore alla mano perchè aveva sbattuto a terra, sentii Sinedd urlare contro questo giocatore.
-Angel come stai?.- chiese Artegor nel microfono.
-Penso bene, non ho niente di rotto, forse la mano.- mi alzai lentamente, mi aiutarono i miei compagni dato che Sinedd era ancora impegnato.
-Ti mando una barella.-
-No! No Artegor, la mano non serve in questo sport e dato che io non sono un portiere non ne ho bisogno.- risposi.
-Non fare la scema.- urlò mia sorella.
Presi il microfono e lo lasciai andare ma prima dissi, -Ho deciso cosi.-
Corsi da Sinedd e lo feci smettere di litigare cosi tornammo alle nostre postazioni e non menzionai per niente la mano, era meglio non dirglielo per il momento.
La situazione rimase stabile per una buona parte della partita, i Lightnings non avevano segnato nessun goal grazie al nostro portiere che le aveva parate tutte, solo a pochi minuti dalla fine Sinedd mi ricordò di uno schema che non avevamo mai messo in azione.
-C'è un motivo se Artegor non l'ha approvato!.-
-Non importa è la nostra ultima chance!.-
Annuii e lo mettemmo in atto, lo schema era alla fine una serie di passaggi solo fra me e lui, usando soprattutto lo smog.
Dopo il primo iniziai a sentire il corpo troppo pesante, la mano iniziava a farmi male davvero ma strinsi i denti e presi il passaggio di Sinedd che alla fine riuscì a fare goal un secondo prima dello scadere del tempo.
Lo vidi urlare dalla gioia ma non potei partecipare ai festeggiamenti perchè svenni un secondo dopo.

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Capitolo 29
*** capitolo 28 ***


Capitolo 28

Ero svenuta di nuovo pensai arrabbiata, ultimamente era la cosa che sapevo fare meglio e non era per niente buono.
Ero svenuta non appena Sinedd aveva segnato il goal che ci aveva fatto vincere la partita, e sicuramente i motivi per cui ero svenuta, pensai ragionando sulle mie azioni durante la partita, erano stati lo smog e il colpo che avevo ricevuto da quel giocatore.
Cercai di muovere la mano ma mi faceva troppo male e mi resi conto che era anche pesante, voleva dire che ci avevano messo qualcosa per aggiustarla, sbuffai mentalmente non ne combinavo una giusta.
A parte fare qualche goal non facevo altro che svenire, sapevo che il mio fisico era provato dagli allenamenti e dalle partite ma non potevo arrendermi cosi, senza neanche lottare, avrebbe avuto il giusto riposo dopo la finale, ma prima no pensai decisa, avevamo ancora un ultima partita da giocare.
Mi alzai dal letto e aprii gli occhi, era il momento di tornare a giocare avevo riposato anche abbastanza.
-Angel?.- chiese dolcemente Sinedd che era seduto accanto a me, aveva delle occhiaie non proprio belline ma era sempre stupendo.
-Sei qua.- dissi contenta.
-Sì, non potevo lasciarti.- si alzò e mi diede un bacio in fronte.
-Quanto ho dormito?.- chiesi accarezzandogli la guancia.
-Un giorno tesoro, solo un giorno.-
-E ti sei ridotto cosi, non è giusto.- dissi arrabbiandomi con me stessa.
-Non è niente ma devo dirti una cosa.- disse serio.
-Che succede? Sto male?.- risposi in presa a un attaco d'ansia.
-No, non riguarda te, ma tua sorella.-
-Cosa le è successo?.-
-Ha già giocato la sua partita, ieri sera.- mi strinse la mano.
-Non l'ho vista giocare.- dissi triste.
-Lei è rimasta finchè ha potuto ma rischiava di perdere l'ultima navetta, cosi Artegor l'ha riportata a casa e ha giocato davvero bene.-
-Hanno...vinto?.- chiesi lentamente.
Se avevano vinto voleva dire solo una cosa e forse non sarebbe stato davvero buono.
-Sì, vuol dire che giocheranno contro di noi la finale.- disse tutto d'un fiato.
Ecco quello che intendevo, non potevo pensai non potevo giocare contro mia sorella proprio durante la finale era una cosa impensabile, ma purtroppo sarebbe successo e anche a breve.
-Angel stai tranquilla, andrà tutto bene.- disse facendomi alzare la testa.
-No e lo sai anche tu, è la finale non una partita qualsiasi.- risposi un pò duramente.
-Lo so, che ti pare a te ma non puoi farci niente, anche io ho sperato che non succedesse ma invece è successo e ora dobbiamo dimostrarci forti.-
-Forti? Oh beh meglio di niente.- dissi sdraiandomi nuovamente.
Mi guardai la mano che fino a quel momento avevo ignorato, ci avevano messo al posto del gesso un tutore, voleva dire che non era poi cosi grave e ringraziai il mio angelo protettore, perchè arrivati a un certo punto ne dovevo avere per forza uno.
Ero sempre salva in un modo o nell'altro.
-Giocherò vero?.- chiesi guardandolo.
-Se te la senti di rischiare con la mano in quelle condizioni sì, Artegor ti ha lasciato campo libero.-
-Campo libero?.- chiesi non credendo a quelle parole.
-Esatto, dato che l'ultima volta ti ha dovuto chiamare in campo ha deciso che non farà di nuovo lo stesso errore, però ha detto che se accetterai di non giocare non potrai entrare in campo.- disse serio.
-Bene, sai già che cosa sceglierò.- risposi sinceramente.
-Lo so infatti.- disse sorridente, -Anche perchè questa avventura l'abbiamo iniziata assieme e finirà assieme.-
-E poi?.- chiesi alzandomi dal letto.
-Poi? Beh possiamo continuare a giocare a calcio oppure avere una nostra vita.- disse dandomi la mano.
-Se giochiamo a calcio non l'avremmo una nostra vita?.-
-Non so darti una risposta a questo Angel ma spero di poter stare con te sempre.-
-E lo sarai, perchè io ho bisogno di te.- risposi sorridendo.
-Bene andiamo dagli altri ora.-
-Sì.- risposi pimpante, niente e nessuno ci avrebbe diviso.
* * *

-Eccovi qua, ti sei svegliata!.- disse Artegor precedendoci alla porta delle riunioni. -Sì e grazie mille di aver riportato mia sorella a casa.-
-E' stato un piacere e poi è anche simpatica.- disse cercando di sorridere.
Entrammo in sala e trovammo la squadra al completo, intenta a rivedere la partita di ieri sera che io avevo perso.
-Allora cosa mi dite?.- chiesi sedendomi sul divano.
-In confronto alle altre partite sono stati più attenti ai passaggi e hanno bilanciato meglio la squadra.-.
-Chi erano i loro avversari?.-
-Gli Xennos, diciamo fattibili.-
-Ma?.- chiesi perchè sentivo che c'era un ma.
-Ma secondo me ancora non ci sono.- disse Artegor, -Hanno fatto molto di più, ma per esempio tua sorella sembrava spaesata, mi ha dato la sensazione di insicurezza come se Arch non le avesse detto cosa fare e Jock era troppo presuntuoso, Micro-ice non riesce a completare un'azione.-
-Mi sembra di capire che il tuo giudizio è negativo?.-
-Neutro.- disse sedendosi sulla poltrona.
-Non è un bel giudizio per chi arriva in finale.- fece notare Sinedd.
-Lo so, ma non sono io il loro allenatore, posso solo dirvi ciò che penso.-
-E cosa pensi della finale? Chi vincerà?.- chiese i dando voce al pensiero di tutti.
-Non lo dico perchè sono il vostro allenatore ma anche un bambino capirebbe che la vostra preparazione è migliore della loro.-
-In parole povere?.- chiese Sinedd.
-Secondo me noi.-
Sorrisi sinceramente e concordai con loro, avevo visto le loro partite e non erano partite emozionanti o combattute, erano delle semplici partite che anche i bambini potevano fare, solo che loro erano arrivati in finale e ciò voleva dire che qualcosa di buono sapevano fare.
Ma la cosa che non riuscivo a capire era il perchè Arch non si concentrasse sua mia sorella o su tutti gli altri, avevo la sensazione che si stesse concentrando solo su Jock escludendo tutti gli altri ed era sbagliato, perchè per quanto un giocatore può essere forte se strassato lascia facilmente il campo.
E lui avrebbe perso la sua arma migliore, un rischio che Artegor non voleva tentare e gliene fui grata, non gli avrei mai permesso di sacrificare Sinedd per una partita, anche se importante.
Chiusi gli occhi per un attimo, la partita più importante della mia vita sarebbe stata solo la sera del giorno seguente, un infinità di tempo ma allo stesso tempo troppo poco, avevano accelerato i ritmo di tutte le partite mettendo noi giocatori a rischio, ma stranamente questo fatto mi fece sorridere.
Il rischio era molto meglio della monotonia, cosi mi concentrai sui discorsi degli altri per far passare il tempo.

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Capitolo 30
*** capitolo 29 ***


Capitolo 29

Il cuore cominciò a battere cosi forte che neanche mi ero resa conto di avere gli occhi chiusi e di tremare come una foglia.
Li aprii lentamente e l'emozione si impossessò di me.
Stavo osservando il Genesis stadium per la prima volta in tutta la mia vita, era pieno fino all'orlo, tutti tifosi che erano venuti a vederci dalle varie parti della galassia, il respiro cominciò a mancarmi, non avevo mai visto cosi tante persone in tutta la mia vita e mi fece uno strano effetto sapere che erano là per me.
Guardai verso l'alto e osservai i riflettori e il tabellone dei punti: Shadows Vs Snow-kids.
Forse non era l'evento del secolo ma si avvicinava parecchio, la seconda volta che entrambe le squadre arrivavano alla finale, la seconda volta che si scontrvano per la coppa, ma stavolta mi dissi sarebbe andata diversamente.
Stavolta io avrei fatto la differenza pensai decisa.
Una mano calda si posò sulla mia spalla e mi voltai lentamente, Sinedd mi stava sorridendo, potei quasi sentire il suo cuore battere per quanto era felice a quanto pareva stavamo provando le stesse cose, stupendo.
-E' tutto per noi.- dissi quasi incredula.
-Sì, è bellissimo.- disse con voce commossa.
-Ragazzi venite qui.- Artegor ci richiamò all'appello, la partita stava per iniziare e noi eravamo ancora troppo scossi per giocare bene.
-Sono fiero di voi, davvero fiero.- ci guardò uno per uno in faccia, -Sapete non sono mai stato cosi felice di vedervi giocare, certo state per giocare la finale ma vi voglio dire una cosa, non prendetemi per pazzo: voglio solo che il calcio sia divertimento per voi, passione e amore, non distacco.
E forse io lo so più di voi, l'ho sempre visto come una sfida ma oggi ho aperto gli occhi e ho visto un calcio diverso, voglio che vinciate ma voglio che amiate il calcio, spero di esser stato chiaro. E stavolta la fascia del capitano non andrà a Sinedd.- gli sorrise e lui ricambiò, mi persi in quella scena, cosa stava succedendo?
Sinedd amava fare il capitano.
-Sarà Angel il nostro capitano, lei più di tutti ha dimostrato forza di volontà quando lo smog non la voleva, determinazione quando ha giocato con la mano rotta e coraggio giocando in tutte le partite con onore, è tua per questa sera, fanne buon uso.- disse porgendomela.
Con mani tremanti la presi e mi resi conto di piangere come una bambina, gli sorrisi dolcemente e lo ringraziai, era il più regalo di tutta la mia vita e ne avrei fatto un ottimo uso. -Bene ora avete un paio di minuti prima della partita.- disse prima di uscire.
-Sinedd ho paura.- ammissi mentre mi asciugavo le lacrime.
-Perché piccola?.- disse abbracciandomi.
-Tu ci sei già passato, io no e sono anche il capitano.- dissi indicando la fascia che ancora tenevo in mano.
Lui la prese e me la posizionò sul braccio, -Sei il capitano perchè te lo sei meritato, hai giocato meglio di tutti ed è giusto cosi, pensa che l'ho suggerito io!.- esclamò.
-Grazie, starai come in questa partita?.- chiesi guardandolo negli occhi e stringendogli le mani. -Sempre al tuo fianco.- disse avvicinando il suo viso al mio.
-E dopo?.-
-Il mio dopo sei tu.- disse baciandomi con passione.
-Anche tu lo sei.- risposi abbracciandolo.
-Shadows e Snow-kids in campo!.- tuonò la voce dagli altoparlanti.
Ci scambiammo un ultimo bacio e poi mano per mano ci dirigemmo alla piattaforma che ci avrebbe portato al campo.
Non appena lo sorvolammo il mio cuore perse un battito era ancora meglio di prima, ancora meglio di tutti i miei sogni e delle mie aspirazioni, era meglio di tutto.
Diedi una fugace occhiata agli avversari e li vidi nervosi, ma stranamente dopo il discorso di Artegor io non mi ero più sentita in quel modo, solo emozionata. Forse a loro non era capitata la stessa cosa e mi dispiacque per la prima volta, Arch non li aveva incoraggiati fino in fondo.
Scendemmo sul campo e mi parve di avere un capogiro per quanto battesse forse il mio cuore, ringraziai il tempismo di Sinedd che mi sorresse.
-Grazie.-
-Attenta Capitano.- disse sorridendo, -Vai al tuo posto!.-
-Sì.- risposi sorridendo di rimando.
Vidi mia sorella sbiancare dopo aver visto il mio braccio, non si aspettava di vedermi capitano quando lei era solo una difenditrice, le sorrisi lo stesso, sangue del mio sangue era.
Jock arrivò davanti a me, l'aria da duro stampata sul viso, ma i suoi occhi dicevano altro e purtroppo io ero brava a leggerli: aveva paura di sbagliare qualcosa, perchè sapeva che era solo in questo gioco.
-Buona fortuna.- dissi sinceramente.
Lui rimase sorpreso, -Anche a te.- disse un secondo dopo essersi ripreso, lo vidi più rilassato ma non più di tanto.
Un fischio risuonò per tutto il campo e la palla partì verso il cielo, non lo guardai neanche una volta perchè sparii per prendere la palla con la testa e passarla indietro.
-Ottimo.- urlò Sinedd attraverso il trasmettitore, riapparii qualche metro dopo la linea e corsi verso lui e gli altri.
Gli Snow-kids erano partiti all'attacco, Jok si era diretto verso Sinedd che aveva il possesso di palla, vidi Tia a pochi passi da lui e intuì il loro passaggio, scompari e apparvi davanti a lei il momento esatto in cui Jock passò la palla, la presi e iniziai a correre.
-Sono dietro di te.- mi disse una voce e intuii subito che era l'altro attaccante della squadra. Rallentai solo per un attimo il ritmo e gliela passai per poi correre il più veloce verso la porta, Roxie provò a bloccarmi ma sparii l'attimo prima che gli arrivassi di sopra.
-Sono libera.- urlai al trasmettitore e notai che Sinedd era bloccato da Mei e Rocket.
-Non ora.- dissi correndo verso di lui, non ora che il primo goal era vicino.
Corsi il più veloce possibili e non mi resi conto che qualcosa dentro di me stava scoppiando, stava uscendo anche troppo velocemente, spiaccai un salto e atterrai proprio davanti alla palla, la presi e sparii nel nulla.
Avrei giocato il tutto per tutto pensai apparendo proprio sopra la porta, ero atterrata sopra la struttura che reggeva la rete, Haito mi stava vercando per il campo dato che non mi aveva sentito e il consiglio di Tia arrivò troppo tardi, perchè feci un salto per scendere dalla struttura con la palla tra le gambe e appena fù il momento lanciai la palla.
E un fischio risuonò per tutto il campo, solo in quel momento mi accorsi di avere delle sfumature azzurre intorno a me assieme ad alcune nere e stordita me ne tornai al mio posto. -Sei stata incredibile.- disse Sinedd.
-Che cosa è successo esattamente?.- domandai.
-Beh diciamo che hai lasciato andare il flusso, ti sei catapultata sulla palla sei sparita ed hai fatto goal!.- disse urlando per la gioia.
-Il flusso? il Respiro di Akillian?.- chiesi con gli occhi sbarrati per la meraviglia.
-Sì amore.-
Tornai al mio posto ancora un pò intontita e capii che cosa era quella sensazione che avevo avuto prima, una sensazione di familiarità e di conforto, due flussi in me pensai rendendomi conto dell'importanza della cosa.
Jock si posizionò davanti a me un secondo dopo, il viso più rilassato di prima ma più seccato, chiusi gli occhi e liberai la mente, c'era solo la partita, cosi al secondo fischio mi lasciai guidare dal respiro ma non feci i calcoli con la potenza di Jock che mi precedette sul tempo e passò a Tia.
-Bloccatela!.- urlai nel trasmettitore e mi lanciai in una corsa sfrenata per recuperare lo sbaglio.
Ma fui anticipata da Sinedd che riprese la palla entrando in scivolata su Tia che cadde per la sorpresa a terra, iniziò a correre verso la mia direzione cosi decisi di scomparire e arrivai proprio accanto a lui, iniziammo cosi una serie di passaggi per arrivare alla porta, ma fu Mei a bloccarci calciando fuori la palla.
-Eh no!.- urlai correndo per poi saltare in direzione della palla, la presi quasi al volo e vidi con la coda dell'occhio una massa di capelli rossi seguirmi, calciai la palla ma fu bloccata dal piede di Jock.
-Non dovresti avere il respiro!.- urlò incazzato nero.
-Affari miei.- dissi sprigionarlo e per lo sforzo entrambi lasciammo la presa e cademmo sul campo, mi alzai un secondo dopo la vista era ancora appannata e non riuscii a vedere la palla.
-Ci pensiamo no.- dissero i miei compagni e io li lasciai fare.
-Tutto bene?.- chiese Artegor.
-Penso di sì.-
-Ti sto controllando, hai solo qualche ematoma.-
-Allora andiamo avanti.- dissi alzandomi ma un suon risuonò per lo stadio, era scaduto il primo tempo.
* * *

Risalimmo in cabina e con mani tremanti mi aprii una bottiglia d'acqua.
-Siete stati grandiosi, continuate cosi!.- disse Artegor che ci aveva appena raggiunto.
-Angel?.- chiese un secondo dopo.
Lo guardai senza rispondere, sentii su di me lo sguardo di tutti.
-Stai male, vero?.-
-Sto bene solo solo un pò rincoglionita dalla caduta.-
-Ti sei fatta male al gomito, ho visto.-
-Non importa! Ho anche il respiro dalla mia parte posso farcela, fidati di me.- dissi con le lacrime agli occhi.
-Non mi fido perchè stai facendo la stessa cosa di Jock, sei diventata da sola carne da macello, lui non ha avuto scelta mentre tu hai chiesto l'auto distruzione.- disse stanco di lottare con il mio carattere.
-I giocatori in campo.- disse la voce e scendemmo nuovamente.
-Lascia fare a noi, stai nelle retrovie riposati.- disse Sinedd con tono preoccupato.
-Non posso.- dissi guardandolo negli occhi, -Lo sai anche tu.-
Gli sorrisi anche se non era il momento e tornai al mio posto, iniziamo un secondo dopo e fù come se la partita si fosse velocizzata.
Jock e Tia partirono all'attacco e io mi diressi verso di loro, ripresi a vedere bene e li avevo quasu raggiunti quando Sinedd aveva preso la palla e si stava dirigendo verso la porta avversaria, strinsi i denti e mi trasportai accanto a lui.
-Non stai rispettando gli schemi.- gli urlai.
-Manco tu.- fù la sua risposta, mi fece arrabbiare ancora di più e alla fine fù un'altro della squadra ad aiutarlo col passaggio.
Guardai il tabellone e notai che il tempo era passato dall'inizio della partita, vidi una chioma rossa passare a velocità elevata e senza pensare mi fionda dietro di lui.
Jock stava per fare goal ne ero certa.
Arrivai un attimo dopo, un secondo dopo e mi maledissi per questo, Jock aveva caricato un tiro potentissimo e il nostro portiere lo aveva mancato, eravamo in parità.
-No merda!.- dissi staccando la trasmittente e buttandola nel campo, alzai gli occhi al tabellone e mi accorsi che mancava mezz'ora alla fine, la fine di tutto.
-Sentite o segnamo oppure finiamo ai tempi supplentari e io non ci tengo!.- sbottai mentre riprendevo il mio posto.
-Adesso la finiamo di scherzare e ci diamo dentro come solo noi Shadows sappiamo fare!.-
-Come prima del discorso.- disse Sinedd sorridendomi maliziosamente.
-Esatto.- dissi sorridendo.
Il fischio mi fece partire e salii in aria a prendere il pallone stavolta era nostra la palla, mi diressi verso la porta e iniziai a driblare Jock e Micro-Ice ma Tia mi arrivò a dosso e la schivai per un attimo per poi passare la palla, che prese Roxie e partì verso la nostra porta.
Mi resi conto che era un fuori programma perchè anche Tran era uscito dalla porta.
-Sono senza difesa!.- urlai a Sinedd, lui capì e sparì di colpo.
Guardai il tabellone prima di correre e mi resi conto che mancava poco alla fine.
Corsi verso Roxie e gli presi la palla e lei cadde a terra, la guardai un attimo.
-Non prendertela.- risposi prima di passare la palla ai ragazzi.
Utilizzamo uno schema nuovo, il tutto per tutto ideato senza l'approvazione di Artegor e questo lo aveva reso il nostro piano segreto, la prima volta che lo utilizzavamo, la prima volta che avrebbe funzionato.
-Manca poco.- urlai avvicinandomi a Sinedd.
-Devi calciare tu la palla!.- urlò.
-Perché io?.- dissi mentre cercavo di stare al suo passo.
-Hai un calcio più potente col respiro.-
-Ma deve essere tu il calcio della vittoria!.- urlai schivando Rocket.
-Vuoi vincere?.- urlò.
-Certo!.-
-Allora vai.- disse sparendo con la palla.
Annui e feci lo stesso, mi posizionai quasi a metà strada dalla reta e dall'alto arrivò la palla di Sinedd, mi concentrai e sentii il respiro uscire, sorrisi e mi preparai.
La palla arrivò al mio piede un secondo dopo e la lanciai con tutta la forza che avevo accumulato col respiro e sentii anche lo smog partecipare, sorrisi mentre vedevo la palla viaggiare.
Ma un dolore improvviso alla gamba mi fece cadere a terra urlando come una pazza, ero stata presa alla gamba sinistra che non aveva tirato il calcio, era stato fatto per non farmi tirare ma era arrivato in ritardo.
Alzai lo sguardo e trovai Roxie in preda alle lacrime.
-Io...- disse balbettando per lo spavento, era stata lei, sangue del mio sangue pensai sconvolta.
Guardai la rete e non mi resi conto di cosa era successo.
-E' finita.- sussurrai prima di riprendere a urlare.


_Spazio autrice: ecco a voi il penultimo capitolo e sì siamo vicini alla fine e beh spero che vi piaccia come ho descritto la finale, domenica arriverà l'ultimo chappy :( ma sapevate che nella terza stagione Sinedd si mette con Mei? appena l'ho saputo sono rimasta senza parole, ma voi ce li vedete assieme?? kiss kiss =)

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Capitolo 31
*** capitolo 30 ***


Capitolo 30.

-Angel!!.- urlò Sinedd che solo dopo si era reso conto della mia situazione.
-Ehi.- dissi sorridendo anche se teoricamente non avrei dovuto farlo, mia sorella mi aveva preso cosi forte che la gamba faceva ancora male ma stranamente non mi sentii in collera con lei.
Aveva sperato di prendere la gamba giusta ma aveva sbagliato, errore non molto comune ma comprensibile.
-Come ti senti?.- chiese avvicinandosi a me.
-Bene.-
-Ma la gamba?.- disse indicandola, era senza parole e lo potevo capire ma ero troppo felice per quello che era successo per preoccuparmi della gamba.
-Guarirà, come sempre del resto.- dissi sorridendo, lui ricambiò il sorriso e mi aiutò ad alzarmi, la squadra si era riunita poco più avanti di noi ma prima di andare dovevo parlare con Roxie.
-Ciao sorellina.- dissi avvicinandomi a lei, teneva in mano il pallone della finale e aveva gli occhi gonfi, mi abbassai un poco e le sorrisi.
-Hai giocato davvero bene.-
-Ma ti ho rotto una gamba.- disse come se fosse la cosa più ovvia.
-Lo so, ma pensavi che fosse l'altra e sei quasi giustificata.- dissi un pò troppo felice.
-Mi perdoni?.- disse alzando lo sguardo meravigliato.
-Sì e no, beh staremo a vedere, ma sono felice che tu sia mia sorella.- dissi abbracciandola anche se la gamba non me lo permise bene.
-Grazie di tutto.- sussurrò al mio orecchio.
Mi alzai e mi trovai faccia a faccia con Jock, i suoi occhi erano limpidi non c'erano più tracce di paura o di tensione o di odio verso gli Shadows, era tutto finito come quella partita.
Mi porse la sua mano, voleva che io gliela stringessi, ci pensai un attimo e alla fine accettai non capii se fosse un patto o una tregua stipulata in quel momento ma sapevo che era la cosa giusta da fare in quel momento, perchè anche se in campo saremmo stati sempre avversari nella vita di tutti i giorni le cose sarebbero potute andare diversamente da quel momento in poi.
Gli sorrisi e con l'aiuto di Sinedd ci avviammo verso la squadra ma mi fermai un attimo dopo aver posato il mio sguardo verso l'alto: il tabellone stava mostrano il replay della finale e il mio cuore riprese a battere forte come pochi minuti prima, c'ero io che calciavo la palla con tutte le mie forze e con l'aiuto del respiro, e vedetti finalmente come era andata a finire la partita.
La palla da dopo che si era staccata dal mio piede era partita alla massima velocità consentita ma a causa del colpo di Roxie non avevo scelto una traiettoria perfetta, infatti la palla aveva preso il palo sinistro ma era entrata di rimando in rete e un secondo dopo era suonato il fischio di fine partita.
-E' andata cosi?.- chiesi a Sinedd.
-Esatto, avevo paura che fosse tutto perduto ma il tuo calcio ci ha salvato dai calci di rigore.- disse contento.
-Sono felice di tutto questo.- dissi in preda alla commozione.
-Anche io e ora andiamo a sollevare la coppa!!.- disse mentre mi prendeva in braccio per raggiungere la squadra che ci stava aspettando, con noi anche tutti i tifosi si erano messi a urlare dalla gioia e la coppa arrivò sopra di noi.
-Tocca a te.- dissi sorridendo.
-No, tu ci hai portato alla vittoria.-
-Ma la squadra è tua e poi io non posso.- dissi appoggiandomi a un compagno per lasciargli fare quello che aveva sognato da tutta una vita.
-E' anche il tuo sogno.- disse un pò tristemente.
-Il mio sogno si è avverato tempo fa, Sinedd, volevo entrare in squadra e arrivare fino a qui, non ho mai sognato di stringere la coppa o forse sì, ma era prima di conoscere te e tu poi lo vuoi molto più di me.-
-Grazie.- disse con gli occhi pieni di lacrime per la gioia, sorrisi e assieme alla squadra lo incitammo a prendere la coppa.
Lui lo fece e si colorò del colore degli Shadows e dopo poco partì per il suo viaggio, tutto l'universo avrebbe visto la coppa che portava i nostri colori, i colori dei vincitori.
* * *

-Sono fiero di voi, di tutti.- disse voltandosi verso di me per le ultime parole.
Sorrisi un pò sfacciatamente ma sapevo che Artegor non ce l'aveva con me o almeno non molto, avevo salvato la partita e di questo mi era grato ma mi ero infortunata, di nuovo e per questo si era seccato anche se sapeva che non era colpa mia, per una volta aveva sottolineato ringraziando il cielo.
Io avevo riso a quella visione ma ormai mi ero abituata ai suoi commenti e li trovavo molto divertenti in ogni occasioni e poi ormai non riuscivo più a vedere Artegor come il mister cattivo che era stato un tempo, ora era diverso, ora aveva mostrato la sua anima.
E non ci aveva risparmiato i complimenti e di questo gli fummo grati, per tutta la serata non fece altro anche se per mia sorpresa arrivarono anche da altre persone.
-Ti vado a prendere del ghiaccio! Tu mi farai impazzire con tutti questi infortuni.- disse il coach lasciando lo spogliatoio.
Io sorrisi sinceramente, era bello vederlo frustato anche se non se lo meritava dopo tutto aveva portato gli Shadows in finale.
-Angel hai delle visite.- disse Sinedd avvicinandosi a me.
-Non mi dire che è di nuovo Roxie che viene a chiedere scusa?.- chiesi un pò seccata, anche dopo che l'avevo perdonata non aveva fatto altro che chiedere scusa.
-Beh non è proprio lei.- disse scostandosi e mostrò le figure imponenti dei miei genitori.
Cercai di alzarmi per rispetto ma mio padre mise una mano sulla mia spalle e mi fece sedere, -So che tua sorella ti ha fatto male.- disse indicando la gamba, -E' stato un brutto colpo.- disse storcendo la faccia.
-Sì è vero.- ammisi per la prima volta.
-Come stai?.- chiese mia madre che si era seduta accanto a me.
-Bene per meglio dire vado avanti.- dissi un pò imbarazzata, non avevo mai avuto quel tipo di discussione con i miei genitori e per la prima volta mi trovai senza parole.
-Questo attaccante della tua squadra ci ha fatto notare che non ti siamo stati per niente vicini in questo viaggio e che ti abbiamo lasciato sola più di una volta per tua sorella e vedi Angel ci dispiace, abbiamo dato per scontato che non eri più una ragazzina che aveva bisogno dei genitori e quindi ti abbiamo lasciato per la tua strada ma forse avevi bisogno di noi.- disse mio padre veramente emozionato per la situazione.
Li guardai senza parlare e poi fissai Sinedd che si stava allontanando con qualche scusa ma gli sorrisi, mi aveva fatto un regalo che forse non avevo manco azzardato a chiedere per paura di non vederlo avverare.
-Non importa.- risposi alla fine, -Sono sempre stata la più testarda e orgogliosa delle due, ho sempre pensato che fosse normale dare la precedenza a Roxie invece che a me.- dissi abbassando lo sguardo.
-Normale no e noi abbiamo sbagliato e poi sei stata fantastica.- disse mia madre, -Potrai mai perdonarci?.- chiese gentilmente.
Sorrisi, -Vi ho già perdonato.- dissi abbracciandoli forte.
* * *

-Che hai intenzione di fare adesso?.- chiese Sinedd non appena se ne furono andati tutto dallo spogliatoio.
-Riguardo a cosa?.- chiesi guardandolo.
-Al calcio e a noi.- disse emozionato, sapevo come si sentiva con il cuore che andava a mille per paura di perdere l'altro ma non sarebbe mai successo pensai.
-Io penso che dovrò iniziare col mettere il gesso e poi con la fisioterapia per la gamba se vogliamo ancora giocare a calcio e beh per il resto non penso che ci sia da pensare, tu hai me ed io ho te, stiamo bene cosi noi due.-
-Quindi restiamo assieme?.- chiese titubante.
-Certo che pensavi? Che fosse solo una cotta! Beh ti sbagli.- dissi prendendogli il volto tra le mani, -Io ti amo.- dissi scandendo quelle parole.
Lui sorrise, -Ti amo anch'io!.- disse baciandomi con passione.
-Quindi in autunno riprendiamo a giocare con gli Shadows?.- disse ridendo.
-Beh io vorrei provare i Wambas sono forti!.- dissi scherzando.
-Sì come noi.- mi prese in braccio e spense la luce della sala e uscimmo dallo stadio.
-Ma dai, potremmo muoverci come loro!.-
-Non voglio essere una scimma!.- sbottò e io risi di gusto.
-Saremo sempre degli Shadows?.- chiesi invece di affermarlo.
-Chissà, forse Arch ci farà fare un audizione per gli Snow-kids.- disse guardandomi.
-Come no, non sei mai andato d'accordo con Jock perchè vorresti essere uno di loro?.-
-Non lo so per te?.- rispose con un'altra domanda.
Lo guardai attentamente e poi scoppiamo a ridere, -No hai ragione Shadows per sempre.-
Annuii e chiusi gli occhi per un attimo e pensai che quella sarebbe stata la mia vita per molto tempo, tanto avevo realizzato il sogno della mia vita, avevo Sinedd l'amore della mia vita da cui non mi sarei mai separata e una squadra con cui volevo giocare, avevo di nuovo una famiglia e un coach che si preoccupava per me, avevo tutto nella vita e chiedere di più proprio non potevo.
Anche perchè si deve ceredere solo nei proprio sogni, che presto o tardi si avverano.

_Spazio autrice: ed eccomi qua, allora anche questa storia è conclusa, questo è l'epilogo che ieri non ho potuto postare e chied scusa, in questo periodo la mia salute non è delle migliori e sono stata costretta a letto per un paio di giorni, scusate.
comunque ringrazio tutti quelli che l'hanno lette, messa nelle preferite e ricordate e spero di risentirvi tutti a presto kiss =)

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