baby boy or babysitting may help you to find your sweetheart

di BambolaMorta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** chapter one ***
Capitolo 2: *** chapter two ***
Capitolo 3: *** Chapter three ***
Capitolo 4: *** chapter four ***
Capitolo 5: *** Chapter five ***
Capitolo 6: *** chapter sixx ***
Capitolo 7: *** Chapter seven ***
Capitolo 8: *** Chapter eight ***
Capitolo 9: *** chapter nine ***
Capitolo 10: *** chapter ten ***
Capitolo 11: *** chapter eleven ***



Capitolo 1
*** chapter one ***


Babies may help you find your sweetheart - chapter one Sembrava il lavoro più conveniente.
Sorvegliare bambini, blah.
In pratica fare il babysitter.
Gli rompeva terribilmente le palle, ma da quando papà era morto doveva collaborare con Justin, no? Almeno per avere il frigo pieno tutte le settimane...
Posteggiò l'auto di fronte ad una villetta carina, probabilmente ci viveva la famiglia del Mulino Bianco.
Si diede una sistemata ai capelli - in disordine come solo lui poteva averli - e al volo decise di addomesticarli alla meno peggio in una coda bassa.
Suonò il campanello, aspettandosi di veder comparire sulla porta una donna bionda e dal volto angelico ma si trovò davanti un ragazzino basso, di circa la sua età e dai capelli lunghi.
Oddio, aveva addirittura un piercing!
Sbuffò. E lui che aveva tolto il suo per non scandalizzare la bella famigliola!
"Ehr...ciao..."
Il ragazzo sulla porta gli sorrise. "Ehi, ciao sei in anticipo...sono Max, piacere"
"Ronnie, Ronnie Radke"
Max aggrottò le sopracciglia. "Ronnie Radke...facciamo la stessa scuola, vero?"
"Già...e quindi ora che devo fare?"
"Bada alle bestie", fece ridacchiando Max. "Lo farei io se non mi costringessero a frequentare gli allenamenti di football...", disse con un ombra negli occhi verde smeraldo.
"Capisco..."

La casa era grande, abbastanza luminosa.
Max era sparito al piano di sopra per finire di prepararsi, mentre lui aveva fottuto una birra dal frigo ed era andato a vedere le due bes...i bambini.
Erano intenti a guardare un cartone animato alla tv.
Si appoggiò rilassato al vano della porta, continuando a sorseggiare liquido amaro dalla lattina.
Blah, birra scadente.
Si sarebbe aspettato molto di più da una famiglia semi benestante, checcazzo!!!
"Ronnie, io vado...mia madre sarà qui per le sette e se hai qualche problema chiamami, così almeno diserto quel cazzo di football", fece abbozzando un sorriso.
"Perchè ci vai, se ti fa tanto schifo?"
Max fece spallucce. "Perchè devo...Ciao Zee, ciao Lynnie fate i bravi con Ronnie!"
"Ciao Mimi!", risposero in coro due vocette acute.
Ronnie stava per voltarsi e salutare Max ma il ragazzo era già scappato fuori.
Mah, che tipo.
Obiettivamente aveva tutto quello di cui aveva bisogno ma...sembrava triste.
Lo si leggeva sul suo viso da bambino.
Cercò di scacciare il pensiero scuotendo la testa.
Infondo non erano cazzi suoi, no?
"Allora bambini, non mi dite come vi chiamate?"
La femminuccia, dai lunghissimi capelli biondo grano e gli occhi grandi e blu pigolò un "Io mi chiamo Lynn".
Il maschietto era una specie di biancaneve al maschile, dai capelli nerissimi e non troppo corti e gli occhi di un'incredibile color ghiaccio. Lui pigolò che invece si chiamava Zack.
Ma erano davvero fratelli? L'unica cosa che sembravano avere in comune era la pelle bianco panna...
"Quanti anni hai, signor Ronnie?", gli chiese Lynn tirandogli un lembo della maglietta.
"E questa a cosa ti serve?", fece Zack sbucandogli al fianco e indicando la catena che aveva attaccato ai jeans.
Oddio.
"Okay, piano bambini, una domanda alla volta, intesi?"
"Intesi"
"Bene", sorrise soddisfatto. "Ho diciassette anni e la catena non mi serve a niente. Comunque mi chiamo Ronnie, non signor Ronnie"
"Giochi alle barbie con me, signor Ronnie?"

Angolino cimitero:
Ta-dan! Mi cimento nell'avventura della long fic (ovviamente Mannie, che ve lo sto a dire a fare??? xD), fatemi sapere se vale la pena continuare, okay?
Aspetto commenti, per favooooore *_____*
Con questo sparisco.
RestInPeace ;D

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Capitolo 2
*** chapter two ***


2 chap SCUSATEMI, PERDONATEMI, FORGIVE ME...HO CAMBIATO LA FINE DEL CAPITOLO PERCIO' RILEGGETELO PER FAVORE.
GRAZIE A CHIUNQUE NE AVRA' CUORE E CORAGGIO
<3

Era una settimana che lavorava con i fratellini di Max.
Si era abituato a giocare a Malibù Stacy con Godzilla e GiJoe, si era abituato a Max che saltava gli allenamenti di football per stare con lui.
Affondò la testa nel cuscino.
I bambini dormivano e Max non c'era.
Sospirò.
Già, Max...

Sbattè confuso le palpebre.
Dio, si era addormentato.
Sbirciò l'ora sullo schermo del cellulare che gli sbucava dalla tasca.
Fortunatamente si era appisolato solo per mezz'ora e i bambini stavano ancora dormendo.
"Ehi, buongiorno..."
Trasalì quando Max apparve accanto al divano, gli occhi allegri e scintillanti. "Okay, mi licenzierai vero?"
Max ridacchiò."Tu sei tutto matto, Ron...eri carino mentre dormivi, comunque..."
Ronnie sorrise. "Ah, sì? Beh, ora mi alzo così ti siedi anche tu e..."
"No, resta coricato. Mi metto vicino a te"
Era tutto così naturale con Max...
Il più grande gli lasciò un po' di posto sul divano di pelle e quando Max si fu curicato gli circondò la vita le braccia.
Il ragazzo miagolò prima di posare dolcemente le sue labbra su quelle di Ronnie in un bacio degno  del più smielato film d'amore.
Se ne restarono unpo' lì ad accarezzarsi e baciarsi,fin quando Ronnie non scorse un piccolo livido sulla pelle diafana di Max.
Ne tracciò il contorno con la punta delle dita. "Ti fa male?", sussurrò.
Max fece no con la testa.
"Chi te lo ha fatto?"
Il ragazzo si morse il labbro. "E' stato...niente, una stronzata a scuola..."

Angolino cimitero:
Chiedo umilissimamente perdono per il casino, prometto che domani avrete il terzo capitolo!!!!
RestInPeace
<3

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Capitolo 3
*** Chapter three ***


chap 3 RILEGGETE IL SECONDO CAPITOLO, L' HO MODIFICATO!!!! Mi sono accorta che la storia stava prendendo una piega molto diversa dall'idea da cui ero partita quindi l'ho riscritto. SCUSATE!!
***

Stavano di nuovo giocando alle barbie.
Zacky sembrava divertirsi a fare il mostro cattivo che ghigliottinava Ken per impedirgli di salvare barbie-capelli-lunghi dalla torre dove la teneva prigioniera.
"Okay ragazzi, chi vuole fare merenda?"
Lynn e Zacky mollarono subito a terra tutto quello che avevano in mano e si fiondarono in cucina, dove Ronnie gli avrebbe preparato due bei panini giganti alla marmellata di fragole.
Aveva scoperto di saperci fare con i bambini, mentre nella vita in generale, beh era un disastro.
Soprattutto con Max.
Si erano baciati due pomeriggi prima, avevano passato un giorno intero appiccicati come una coppia di novelli sposi e poi puff!, Max era sparito nel nulla.
L'aveva evitato a scuola - arrivando addirittura a cambiare strada quando lo vedeva - e aveva fatto in modo di uscire dalla porta sul retro quando lui era entrato in casa quel pomeriggio.
"Allora tu e Max siete fidanzati?"
La frase appena scivolata fuori dalla candida ed ingenua boccuccia di Zack gli fece quasi cadere il barattolo di marmellata sul pavimento.
"Co...cosa?"
"Vi abbiamo visti baciarvi ieri", asserì Lynn con un espressione sognante negli occhi.
Oddio.
Erano forse posseduti quei due bambini? Che Satana si fosse installato in quella meravigliosa cucina di design sempre pulita e in ordine?!
Tossicchiò. "No! No, assolutamente no!"
"Oh peccato", fece dispiaciuto Zack. "Perchè allora io ho detto una bugia a papà..."
"Infatti era arrabbiatissimo", spiegò Lynn a Ronnie che a quel punto aveva già perso la metà delle sue facoltà intellettive. "L'ho sentito che urlava delle brutte cose a Max..."
"Già, l'ho sentito anch'io...cos'è un frocio, Ronnie?"
Il ragazzo si riscosse. "Un...frocio? Ha detto così tuo padre a Max?"
"Si", fece candidamente Zacky mentre masticava a bocca aperta un grosso boccone di pane e marmellata. "Gli ha detto che era uno schifoso frocio, che era la sua vergogna e che non era suo figlio. Allora, tu lo sai cos'è un frocio?"
"E' una brutta parola Zee, non si dice, okay? E' molto offensiva..."
"Okay. Ma io sono un frocio?"
Ronnie sospirò. "No piccolo, certo che no"
"Però rimane il problema", fece Lynn mentre aggiungeva del caramello alla sua merenda. "Non ci hai ancora spiegato che cos'è, noi non sapremo mai se lo siamo o no"
Spiegare l'omosessualità a dei bambini.
Oddio.
Già non se lo spiegava da solo quel sentimento che gli avrebbe fatto rifiutare anche la più bella delle spogliarelliste di tutta Las Vegas per stare con Max, figurarsi spiegarlo ad una bambina di sette anni e al suo fratellino di cinque!
Prese un respiro profondo.
"Ehm...allora...frocio è una brutta parola e la usano delle persone stupide, ignoranti ed imbecilli per offendere gli omosessuali. E gli omosessuali sono persone a cui piacciono quelle dello stesso sesso. Ad esempio un maschio a cui piace un altro maschio o una femmina a cui piace un'altra femmina..."
Dio, era arrossito.
I due bambini lo guardarono curiosi per poi sorridere e fare 'okay'.
Buttò fuori un sospiro di sollievo, mentre pescava una cucchiaiata di marmellata e se la portava alla bocca.
Doveva parlare con Max, però.
Perchè suo padre lo trattava così?
Chissà se era davvero andato all'allenamento di football...
Gli saltò in mente un'idea.
Abbastanza stupida, a dire la verità.
Diede uno sguardo all'orologio a muro: le cinque e venti del pomeriggio.
Doveva parlarci subito con Max.
Bene, avrebbe fatto in tempo a tornare a casa per le sette, quando sarebbe tornata anche Lilith, la madre di Max.
"Bambini ce la fate a stare a casa da soli per...cinque minuti?"

Angolino cimitero:
Pardon, pardon,  pardon.
Mi scusate vero la modifichina al capitolo precedente? Lo so, sono un disastro di autrice :(
Beh, se vi piaccio lo stesso lasciate un commentini, prometto che nel prossimo rispondo alle recensioni.
RestInPeace
E grazie ancora di tutto.
<3

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Capitolo 4
*** chapter four ***


chap 4 Gli stava bene la tuta da rugby.
Certo,non aveva il fisico da rugbista, ma con quella roba addosso non si vedeva che era delicato e magrolino.
"Ehi ragazzo, che cosa ci fai qui?", tuonò il coach quando lo vide appoggiato alla rete a contemplare Max che correva sul campo.
Dio, il coach Seward era...beh, il demonio in terra.
Piccoletto, abbastanza magro, nessuno avrebbe mai detto che era stato uno degli assi della scuola nei primi anni novanta.
Aveva qualcosa come trent'anni ed era stronzo. Davvero stronzo.
Sicuramente era anche un repubblicano, si ritrovò a pensare Ronnie mentre arretrava di qualche passo verso gli spogliatoi e si accorgeva degli occhioni verdi di Max che lo stavano fissando.
E anche del pallone lanciato dal quaterback Sanders che alla velocità della luce stava arrivando contro la sua testa.
Oddio.
Non riuscì ad aprire bocca che Max era già a terra intontito.
Si lanciò nel campo ignorando le proteste di Seward, mentre Sanders - bianco come un lenzuolo lavato con la candeggina - balbettava che aveva ucciso Max Green.
"Max, Max! Guardami cazzo!"
Max mugugnò qualcosa, sbattendo confuso le palpebre.
"Tu!", ringhiò Seward contro Ronnie. "Tu portalo nello spogliatoio, sai dov'è no? E tu, Sanders, fanne ottanta!"
Mentre Matt Sanders si chinava a fare le sue ottanta flessioni, Ronnie sollevò con poco sforzo Max - ma mangiava quel ragazzo?, si chiese - e lo portò negli spogliatoi, dove lo adagiò su una panca ficcandogli delle magliette arrotolate sotto la testa.
"Max?", lo chiamò a bassa voce.
"Mi sento stordito...", biascicò mentre Ronnie gli appoggiava del ghiaccio istantaneo nel punto in cui la palla ovale aveva cozzato contro la sua testa.
"Potresti avere una commozione cerebrale..."
"Hmm...sei sempre così positivo? E comunque, mi madre è tornata prima oggi?"
Okay, l'avrebbe licenziato.
"No..."
"COSA???? HAI LASCIATO ZACKY E LYNN A CASA DA SOLI????"
"Calmati Max, adesso andiamo a casa okay? Sono due angioletti, staranno ancora giocando al Nintendo o alle barbie..."
Max mugugnò ancora che gli faceva male la testa, ma si aggrappò lo stesso alla spalla di Ronnie ed uscì trascinandosi sul campo.
"Coach, lo porto al pronto soccorso, potrebbe avere una commozione cerebrale..."
Seward annuì e i due ragazzi sparirono dentro al catorcio borbottante di Ronnie.
"Hai la nausea? Vedi doppio?"
Max sbuffò, mentre si  teneva il ghiaccio premuto sulla testa. "No. Non ho la nausea, non vedo doppio e non ho sonno. Ho solo uno strafottuto mal di testa..."
Quando entrarono in casa, Lynn e Zacky stavno guardando la tv.
"Ragazzi, avete fatto i bravi?"
I bambini annuirono con aria angelica verso Ronnie.
"Mimi, stai male?", pigolò preoccupato Zack facendosi vicino al fratello.
Max fece no con la testa. "Nah, ho solo preso una botta in testa all'allenamento..."
"Senti, penso che sarebbe meglio se ti accompagnassi all'ospedale dopo: hai preso un bel colpo..."
"E' colpa tua", fece Max mentre si sdraiava sul divano. "Perchè sei venuto a cercarmi?"
Ronnie sospirò. "Lo sai benissimo perchè...e poi Zee mi ha raccontato di tuo padre e volevo sapere come stavi..."
Il più piccolo abbassò lo sguardo. "Io...sto bene. E Jack non è mio padre..."
"Lo immaginavo...quale padre direbbe certe cattiverie a suo figlio?"
Le dita di Max si intrecciarono dolcemente a quelle di Ronnie. "Mi dispiace per stamattina...che ti ho evitato e tutto il resto..."
Il più grande fece spallucce, abbozzando un sorriso. "E' tutto okay adesso..."
Erano sul punto di baciarsi quando Lilith entrò annunciandosi con un allegro "sono tornata!".
Zacky e Lynn le saltarono al collo appena varcò la soglia del salotto.
Era abbastanza giovane, dai capelli castani. Praticamente era la versione femminile di Max, con lo stesso sorriso e gli stessi occhi color smeraldo.
"Ehi mà..."
"Max, che ci fai con del ghiaccio in testa?"
Stava per dirle che non era niente e che non doveva preoccuparsi, ma Ron lo precedette raccontandogli cosa fosse accaduto all'allenamento.
Beh, certo, mentendo sul fatto che era stato Seward a chiamarlo per andare a prendere Max dopo l'incidente: aveva bisogno di quel lavoro lui, non poteva certo farsi licenziare!
"Oddio...Dai forza Max, andiamo al pronto soccorso!"
"Senta Lilith, e se lo accompagnassi io?"
La donna sorrise annuendo. "Grazie Ron, sei davvero un ragazzo gentile...davvero non è un disturbo per te?"
"Scherza? No, certo che no!"
Max protestò un po' mentre Ronnie lo portava alla sua macchina, ma smise subito quando il ragazzo posò delicatamente le labbra sulle sue.
Sorrise.
In realtà iniziava un po' a sentirsi stanco...
Si rilassò un po' nel sedile.
La macchina profumava di sigarette, Arbre Magique e...di Ronnie.
Prese un respiro profondo.
Si, iniziava davvero a sentirsi stanco...

Angolino Cimitero:
Buoooonsalve grandissime e adorabilissime recensitrici che amo con tutto il mio morto e decomposto cuore.
Allora, vi intriga la mia storia?
Bene, oggi posso rispondere in pace alle recensioni :D
Anzu: Tesoro tranquilla xD so riconoscere un'offesa da un consiglio U.U e comunque...certo che sono io che ti sposerò a Las Vegas, chi altro??? é_____è
Guillotine: Grazie grazie grazie e un'altra serie infinita di grazie :D
Virgily: Lo farò anch'io con i miei bambini sisisi U.U grazie per la recensione, sei grande :D
Hysteria: La donna della mia vita *___* grazie per le recensioni, sei quasi più pucciosa del mio Ronnie xD <3

RestInPeace, BurnInHell
 

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Capitolo 5
*** Chapter five ***


chap 5 "Non mi piacciono gli ospedali...", aveva mugugnato Max semicoricato su una panca nella sala d'aspetto, con la testa in grembo a Ronnie. I neon fluorescenti e l'arredamento bianco candido gli davano la sensazione di essere intrappolato in un incubo troppo luminoso, oltre che fargli aumentare il mal di testa.
"Sei tu quello che ha preso una pallonata in testa?"
Max guardò accigliato il dottore che gli si era parato davanti, mugolando una specie di si sofferente come quello di un uomo in agonia.
Ronnie mascherò una risata dietro un colpo di tosse.
Il dottore insistette perchè si facesse portare su una sedia a rotelle ma no, no grazie, aveva già fatto troppe figure da cretino in presenza di Ronnie. "Ce la faccio a camminare", sibilò acido contro al dottore che - per la vaga somiglianza a George Clooney - sembrava uscito direttamente da una puntata di E.R medici in prima linea.
Si sedette su un lettino e mr. Clooney gli puntò una lucetta gialla negli occhi.
"Beh, i riflessi sembrano a posto...adesso andiamo di sopra a fare una tac, okay? Tanto per essere sicuri che non ci siano ematomi sottocutanei o una commozione cerebrale..."
Commozione cerebrale.
L'aveva sentita nominare un sacco di volte quel giorno, ma non aveva nemmeno la più pallidi idea di cosa cazzo potesse essere.
"Ho paura...", sussurrò a Ronnie artigliando la sua mano con le dita.
Il ragazzo sorrise. "Ehi...non ti preoccupare, ci sono io con te"
"E se la pallonata di Sanders mi avesse lesionato il cervello?"
"Pazienza, diventeresti solo un po' matto come me"
Max scosse la testa prima di baciare Ronnie davanti a medici ed infermieri.
Quando si staccarono, l'infermiera che li aveva seguiti indicò con un dito il piercing di Max. "Quello lo devi togliere"
Il ragazzo annuì e in due secondi l'anellino finì nella tasca dei jeans di Ronnie.
"Se la macchina minaccia di mangiarmi, mi prometti che verrai a salvarmi?"
"Promesso Maxie"

Non aveva niente, per fortuna.
Niente commozioni cerebrali o danni neurologici permanenti, solo un grosso cerotto bianco sulla fronte.
Dio, avrebbe smesso con il rugby. Gli faceva anche schifo il rugby!
Ne avrebbe parlato con Jack e...
Quando se lo trovò davanti, all'uscita dell'ospedale, si strinse automaticamente nell'abbraccio sicuro di Ronnie.
"Quel figlio di puttana...", sibilò il più grande mentre accarezzava dolcemente i capelli di Max.
Avevano lo stesso profumo di quelli di Lynn, shampo districante alla fragola di Cenerentola. Un profumo dolce e delicato, così com'era Max.
"Dai, vieni, andiamo a casa"
La voce di Jack era una specie di grugnito monocorde, una di quelle voci metalliche che ti fanno sorgere il dubbio di stare parlando con un robot e non con un essere umano.
Max rivolse a Ronnie una specie di sguardo supplicante.
"Se permette, suo figlio a casa lo porto io"
Jack tuonò una risata nervosa. "Tu? Ma almeno ce l'hai la patente?"
Ronnie sospirò. "Senta, sul serio, come l'ho portato qui lo riporto anche a casa..."
"Ah! Senti, fa una cosa, frocetto: tienitelo pure il tuo Max, simili femminucce in casa mia non le voglio"
L'uomo partì sgommando sulla sua Jaguar nera.
Ronnie lanciò uno sguardo carico d'odio alla macchina, sperando solo che finisse contro ad un camion.
"Dai piccolo, andiamo..."
Max si strinse di più contro di lui, affondando il viso nel suo petto. "Ti prego, non portarmi a casa..."

Angolino Cimitero:
Ta-daaaan!
Rieccomi qui dopo la pausa week end, spero di non avervi fatto aspettare troppo ^_^
Vi piacela piega ke sta prendendo la storia? A dire il vero non so ancora come finirà ma...vedremo: praticamente le mie fics si scrivono da sole O.O
Beh, passando alle meravigliosissime recensioni:
Guillotine: Grazie grazissime xD lo ammetto, ho riso anch'io a scrivere quella parte :D
Anzu: Tesoro, su con la vita :) ed è grave se te lo dice una bambola morta che vive nll'umido pozzo di una casetta di campagna U.U e tu come hai fatto ad indovinare che mi ispiro anche alla dolce e piccola -si, come no xD- Sammy per il mio tetro personaggio?? xD ai lov iu so mach xD <3
Walks: La sorpresa più bella dell'ultima settimana è stata il tuo commento. Oddio. Grazie, grazie, grazie ^-^
Dade39: Miaaaaaaow *___* perchè non ci sei tu in classe con me invece di tua sorella?? T.T xD ovviamente scherzo, anche alla nostra "vecchietta" voglio tanto bene!!!
Hysteria: La mia pucciolosissima Hysteria. Dai tesoro, non ti abbattere: recensirai papirosamente questo, di capitolo U.U :D <3

RestInFuckinPeace foREVer
<3

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Capitolo 6
*** chapter sixx ***


chap 6 Casa di Ronnie era una piccola unifamiliare incasinata, incastrata tra altre due case un po' fuori Las Vegas.
"Beh, questa è casa mia...sicuro di vole stare proprio qui?"
Max ridacchiò. "E' fatta a tua immagine e somiglianza, già mi piace"
Il più grande arrossì lievemente mentre intrecciava le dita con le sue e lo accompagnava al piano di sopra.
"Senti...dormi con me? Intendo, nel mio letto..."
Max annuì vigorosamente, stringendo più forte la mano di Ronnie dentro la sua.
Si baciarono a lungo sulla porta della stanza, fin quando - senza staccarsi nemmeno di un millimetro - andarono a mettersi sul letto disordinato.
Il più piccolo arrossì deliziosamente quando si ritrovò steso sotto il corpo atletico di Ronnie.
Oddio.
Chiuse gli occhi mentre le mani dell'altro lo accarezzavano dolcemente e dappertutto, spogliandogli lentamente la maglietta e  provocandogli forti scariche di piacere che andavano a finire proprio in mezzo alle sue gambe.
Oddio.
Mugolò quando le labbra esperte di Ronnie scesero dalla sua bocca al collo e dal collo ai piccoli capezzoli turgidi.
Sentiva l'erezione crescere contro quella del ragazzo sopra di lui. Gemette più forte, ansimando quando le dita lunghe del più grande iniziarono a slacciargli i jeans con lentezza esasperante.
Quando fu libero anche dalla schifosa costrizione dei boxer aderenti - dio, perchè si ostinava sempre a comprarli così stretti? - si lasciò sfuggire un sospiro, che gli si mozzò in gola quando la mano di Ronnie prese a massaggiare veloce il suo sesso duro.
Oddio.
La sua lingua scendeva calda e umida lungo il suo ventre, percorrendo l'asta del suo membro, succhiandolo e mordicchiandolo voglioso.
Era al limite, cazzo!
"Oddio...", riuscì solo a rantolare prima di venire.
Abbandonò la testa sul materasso, gli occhi chiusi e il respiro ansimante. "Tu...sei...wow...", farfugliò.
Sentì la risatina di Ronnie tra i capelli, poi il suo naso che strusciava contro la tempia.
"Allora vuol dire che sono bravo di natura: non sono mai stato con un ragazzo prima..."
"Ma sentitelo,ancora non abbiamo fatto sesso e già si vanta!", sbottò ridacchiando Max mentre lo baciava.
Il più grande gli mordicchiò il labbro inferiore, provocandogli un mugolio tra il lamentoso e l'eccitato.
Si stavano ancora baciando, probabilmente pronti per il secondo round, quando il cellulare di Ronnie prese a vibrare ossessivo sul comodino.
Il ragazzo ringhiò frustrato prima di allungare un braccio fuori dal groviglio delle coperte del letto, portarselo all'orecchio e rispondere con uno scazzatissimo 'pronto?'.
"Ciao Ronnie, sono Lilith"
Tump. Okay, l'aveva scampato per troppe volte il licenziamento, adesso si che era giunta la fine.
"Ehr...buonasera..."
"E' da te, vero?"
Max, non c'era nemmeno bisogno di chiedere.
"S...si..."
Sentì Lilith sospirare. "Capisco. So che non gli va di parlarmi, ma puoi dirgli se domani può tornare a casa? Ci ho messo una vita per fare addormentare Zacky, è abituato al fatto che sia Max a leggergli la favola della buonanotte..."
Aveva perso completamente la cognizione del tempo.
Lanciò un'occhiata alla sveglia digitale sul comodino. Le 23.30.
Il suo stomaco brontolò: l'ultima volta che aveva messo qualcosa sotto i denti era stato alle cinque del pomeriggio, quando si era mangiato una fetta di pane e marmellata con i bambini.
Pazienza, tanto c'era sempre la colazione...
"Okay, glielo dico...lei però dica una cosa a me: devo ritenermi licenziato?"
Lilith scoppiò in una risata allegra.
Incredibile quanto lei e Max per certi aspetti fossero uguali...
"Figurati! I bambini stravedono per te! Dove lo trovo un altro così? Salutami Max e digli che gli voglio bene, okay?"
Click.
Prese un respiro profondo. "Era tua madre, ha detto che..."
"Tranquillo, ho sentito..."
Ronnie ridacchiò. "Non ti hanno insegnato che non si origliano le conversazioni degli altri?"
"Insegnamelo tu..."
Il più grande scosse la testa, baciando Max con passione. "Domani mattina, forse...ora è meglio che ci mettiamo a letto, sennò domani chi la sente la sveglia?"
Max annuì.
Ronnie finì di svestirsi in fretta, infilandosi sotto le coperte con addosso solo un paio di stretti boxer che - Dio! - erano la fine del mondo.
Max gli posò la testa sul petto, respirando a pieni polmoni il suo profumo.
Dio.
Il battito lento e regolare del suo cuore, il suo profumo che gli riempiva le narici e il suo calore che lo avvelgeva più delle lenzuola.
Era tutto così terribilmente rilassante...

Angolino cimitero:
Un bel capitolo rilassante, eh?
So che qualcuno vorrà linciarmi perchè non li ho messi subito lì a scopare come ricci ma be quiet, c'è tempo :D
Detto questo sparisco perchè, anche se sono una bambola morta, non sono esentata dallo studiare filosofia.
So,
RestInPeace, BurnInHell
 

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Capitolo 7
*** Chapter seven ***


chap 6 Russava leggermente girato su un fianco, le coperte quasi sul pavimento e il corpo coperto solo dai boxer.
Mugugnò quando un fottutissimo raggio di sole andò a piantarglisi proprio sulle palpebre ancora chiuse.
Si stiracchiò un po', mentre si guardava intorno alla richerca di Max che probabilmente stava già in cucina a fare colazione.
E infatti.
Era lì, rannicchiato su una sedia nella penombra della cucina con addosso una vecchia maglietta scolorita degli Anthrax di Justin, intento a fissare un punto indefinito davanti a sè con una tazza di caffè in mano.
Trasalì quando Ronnie gli allacciò da dietro le braccia alla vita, lasciandogli una scia di baci delicati sul collo.
"All i ever wanted
All i ever needed
Is here in my arms..."
, gli canticchiò a bassa voce all'orecchio.
Max gli si accoccolò di più contro, miagolando un allegro "buongiorno".
"E' tanto che sei sveglio? E' presto, la sveglia non è ancora suonata..."
Il più piccolo fece spallucce. "Hmm non fa niente e poi sono in  piedi solo da tipo dieci minuti..."
Ronnie scosse la testa, recuperando dal frigo un barattolo di marmellata miracolosamente scampato alla furia mangicida di Justin e delle fette biscottate.
Fece spostare Max dalla sedia e se lo fece sedere in braccio, facendolo squittire allegro.
Stavano ancora finendo di fare colazione - ma quanto era carino Max con il viso imbrattato di appiccicosa marmellata rossa? - quando la serratura della porta di casa scattò e un ragazzo dai capelli biondi, ribelli e non troppo corti, fece la sua comparsa sul vano della porta.
"Maxie, lui è mio fratello Justin"

Era stato simpatico, Justin.
Li aveva fatti arrivare in ritardo a scuola ma okay, era un tipo a posto.
Max sospirò, rilassandosi un po' contro lo schienale del sedile.
La giornata a scuola era stata traumatica, soprattutto con Matt Sanders che continuava a girargli intorno per sapere come stava.
Dio.
Ronnie posteggiò la macchina davanti a casa di Max.
Ovviamente sua madre lo stava aspettando.
Lo abbracciò.
Lei sapeva cosa succedeva con Jack eppure...continuava ad amarlo.
Max abbassò lo sguardo.
Ronnie invece, venne investito da due palle da bowling travestite da bambini che gli saltarono al collo facendogli quasi perdere l'equilibrio.
Quando Lilith fu uscita per andare al lavoro, le due palle da bowling si trasferirono su Max.
"Mimi!", gridarono in coro.
Zacky indicò con il dito -la cui unghia era smaltata di rosa perlato, sicuramente opera di sua sorella che si divertiva ad usarlo come barbie da truccare - il grosso cerotto bianco sulla fronte di Max. "Ti fa tanto male?"
Il ragazzo fece no con la testa.
Lynn, la piccola e furba Lynn, sorrise malefica. "Allora siete fidanzati, adesso?"
Max voltò spaventato lo sguardo verso Ronnie che, invece, sorrideva rilassato.
E si trovò a sorridere anche lui quando, in risposta a Lynn, Ronnie lo baciò lì, in mezzo al corridoio.

Angolino cimitero:
Saaaaalve!
Scusate la schifezza, so che ho scritto male .-.
Vabbè ditemelo se fa così senso, eh? xD

You have my heart
At least for the most part...

RestInPeace

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Capitolo 8
*** Chapter eight ***


chap 8 "Ronnie, che cosa vuol dire essere fidanzati? Cosa vuol dire davvero, intendo..."
Il ragazzo sospirò, senza staccare lo sguardo da Max che dormiva accoccolato sul divano insieme a Zacky.
Si voltò verso Lynn con un sorriso intenerito stampato in faccia. "Essere fidanzati vuol dire amarsi, nel 99% dei casi..."
Lynn, che stava disegnando una principessa, lasciò cadere sognante il pastello azzurro sulla moquette.
Tump.
Un rumore minimo, più leggero del russare di Zacky mezzo soffocato dalle braccia di Max.
"E tu Mimi lo ami?"
Ronnie fece si con la testa.
Aveva sentito di amarlo sin dalla prima volta che aveva incontrato i suoi occhi di smeraldo sulla porta di casa.
"Ehi Lynn, che ne dici se alla principessa spruzziamo della porporina argento sul vestito? Di sicuro farà invidia a tutte le altre che parteciperanno al ballo!"

Si svegliò sbadigliando e il profumo invitante della cena lo investì in pieno, facendogli brontolare lo stomaco.
"Mà, cosa c'è per cena?", mugugnò.
"Pollo alla messicana"
No, okay, rewind, calma.
Da quando sua madre aveva la voce così simile a quella del suo ragazzo?
Aprì di scatto gli occhi e un sorriso gli nacque spontaneo sul viso.
"Ronnie!"
Il ragazzo sorrise. "Lilith mi ha invitato a cena, visto che Jack è a Phoenix per lavoro e non torna fino a domani..."
"Dio, fa che almeno stavolta faccia un frontale con un tir!"
Ronnie soffocò una risata sulle labbra di Max.
Lo stava baciando.
Con sua madre in cucina.
"Ro...hmm...Ronnie...forse è meglio che non..."
Il più grande si staccò, leccandosi le labbra. "Non preoccuparti, sa già tutto. Ma non è opera mia"
Max sbuffò, alzandosi di scatto dal divano di pelle e dirigendosi con passi pesanti verso la cucina.
"Okay marmocchi, a chi dei due devo tagliare la lingua?!"
Lilith, ancora occupata ai fornelli, ridacchiò. "Eddiai Maxie, lasciali stare. Erano così contenti che non sono riusciti a non dirmelo!"
Max sospirò. "Scusa mamma, è che..."
Sua madre scosse la testa. "Non ti scusare Max, tu sei perfetto così. Io non sono Jack e sono contenta che tu abbia trovato in lui quello che cercavi. E poi guardalo, è un genero perfetto!"
Sua madre.
La sua splendida madre.
Gli veniva quasi da piangere.
Lilith se ne accorse. "Ehi, cos'è questa faccia da funerale? Piuttosto renditi utile, dormiglione: aiuta Ronnie a preparare la tavola, su, hop, hop!"
"Sissignore, agli ordini!"

"Max ti ha raccontato tutto, vero?"
Lilith aveva insistito per accompagnarlo alla porta, mentre Max metteva a letto i bambini.
Ronnie sospirò, annuendo.
"Sono una pessima madre, vero?"
"No, assolutamente", replicò Ronnie. "Senti, mia madre è scappata di casa quando io ero un bambino, se tu sei una cattiva madre allora lei cos'è?"
Aveva anche iniziato a darle del tu.
Lilith abbozzò un sorriso. "Grazie. Non solo per le cose carine che hai detto o perchè fai il babysitter ai miei bambini per una miseria ma...perchè ami Max. Ti si legge negli occhi, ogni volta che lo guardi lo accarezzi con gli occhi..."
Ronnie arrossì.
Lui e Max si erano tenuti persino la mano sotto il tavolo per tutta la durata daella cena, sbaciucchiandosi un po' mentre sua madre si era allontanata con una scusa e i bambini erano andati a vedere i looney tunes alla tv in salotto.
"Beh, penso sia normale, quando ci si ama..."
La donna annuì. "Bene, forse è il momento che vada. Probabilmente Max si starà già preoccupando per le cose che potrei averti detto..."
Ronnie soffocò una risatina al pensiero di Max intento ad origliare la loro conversazione.
"Alora ciao Lilith..."
"Grazie di tutto, Ronnie"
Il ragazzo si infilò veloce nella propria auto, cazzo aveva iniziato a fare freddo la sera...
Tirò fuori il cellulare scassato dalla tasca dei jeans e digitò un messaggio.

I love you

Tre semplici parole per far capire a Max che lo amava.
Davvero.

Angolino Cimitero:
Scusate è un capitolo un po' campato per aria...comunque ma checcarini adesso il loro legame è ufficiale *_____*
Beh, fatto sta che ho trovato un modo per far finire la storia un po' poco in linea con quella che era l'idea di amore, pace e fluffosità iniziale...non vi dispiace, vero?
Comunque...non ne ho idea di come si chiami il fratello di Ronnie nella realtà, ma l'ho chiamato Justin perchè è un nome che mi attizza parecchio XD e avete indovinato, il piccolo Zacky e il grosso Matt altri non sono che Zacky Vengeance e Matt Shadows degli a7x...dio, li amo *sbavicchia ma si ricompone subito -ke figuraccia, le bambole morte non sbavano, cacchio!!!- *
So, RIP
My heart's always with you :)

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Capitolo 9
*** chapter nine ***


chap 9 Non l'aveva mai visto così contento come quando gli aveva aperto la porta di casa quel pomeriggio.
"Ehi, siamo di buon umore oggi?"
Max fece si con la testa. "Ti ricordi quando l'altro giorno ho augurato a Jack un bel frontale con un tir?"
Ronnie corrugò le sopracciglia. "Oddio. Non mi dire che..."
"Oh no, no, sarebbe stato troppo bello. Ma fuochino, ha avuto un incidente sulla statale", proseguì allegro. "Così è dovuto restare a Phoenix e mamma va da lui stasera e domani"
Lilith comparve sulla porta dietro al figlio, indaffarata a sistemare un paio di t-shirts dentro ad un borsone da palestra. "Quindi vorrei chiederti di restare qui per il finesettimana. Ovviamente se non hai impegni...Ti pago, quando torno, sai per il fatto che stai tutto il giorno con i bambini...", fece la donna.
"Beh, sicuro che resto!"
"Ottimo!"
Quando Lilith fu sparita di nuovo al piano di sopra, Max squittì di gioia e si avvinghiò al collo di Ronnie.

Era andato a casa a prendere qualche vestito per cambiarsi, portandosi dietro anche Zacky che voleva a tutti i costi salire sulla sua macchina, poi era tornato lì alla velocità della luce.
E ovviamente Max lo stava aspettando.
Quando lo baciò sulla porta, si ricordò vagamente una scena vissuta da bambino.
Suo padre che tornava dal lavoro e sua madre che lo baciava teneramente sulle labbra mentre chiudeva la porta di casa e gli chiedeva com'era andata al lavoro.
Gli sembravano passati anni luce.
Strinse di più Max contro di sè, baciandolo con più foga.
Il più piccolo ridacchiò. "Hmmm...non si fanno queste cose davanti ai bambini"
"Ah no?"
"No"
"Bene"
Tempo due secondi e già Ronnie si era caricato Max in spalla come fosse un sacco di patate e, tra le sue proteste divertite, lo stava portando in salotto.
Lo sistemò sul divano candido, in un angolo.
"Ragazzi, facciamo il solletico a Maxie?"
"Siiiiiiiii!!!"
Era quello, per Ronnie, il concetto di famiglia.
Ci stava pensando, tra le risate dei bambini e Max che continuava a strillare di non scompigliargli i capelli e a ridere come uno scemo.
Un luogo in cui sentirsi amati, ridere, stare bene.
Un luogo caldo e sicuro, quella per lui era la Happy Family che tanto piaceva agli americani.
Si ecco, tipo quella di Settimo Cielo o Una scatenata dozzina, solo...beh un po' più ristretta.
Una famiglia.
Quella che -con mamma scappata col tizio della stazione di servizio, papà e il suo essere sempre in giro per lavoro e Justin che aveva sempre altri cazzi da fare- non aveva mai sentito di avere.
Lui, Max, Lynn e Zacky.
Quella si che era una vera famiglia del Mulino Bianco.
Beh certo, con una coppia di adolescenti omosessuali a fare qualcosa come un misto tra genitori e fratelli e due piccole e furbe pesti da crescere, ma pur sempre una specie di famiglia perfetta.
Ecco cosa doveva fare: chiudere gli occhi e godersi quel piccolo attimo di felicità.

Angolino cimitero:
Grazie, grazie, grazie e ancora grazie.
So che non rispondo mai alle recensioni ma il mio tempo è sempre sotto lo zero.
Scusate.
Piaciuta la "perla zuccherosa"? :D
My heart's always
with you
^.^
RestInPeace, BurnInHell
 

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Capitolo 10
*** chapter ten ***


chapter 10 Ed eccola la famigerata "prima volta".
Max prese un respiro profondo mentre divaricava le gambe per lasciare spazio a Ronnie.
"Ho paura...", sussurrò.
Ronnie abbozzò un sorriso. "Rilassati, okay? Io cerco di fare piano, ma se ti faccio troppo male fermami..."
Bene, okay, si può fare.
Sentì prima le dita umide di Ronnie entrare per dilatarlo un po'.
Dolore sopportabile, sensazione abbastanza piacevole.
E poi di colpo erano una cosa sola.
Ansimò contraendo i muscoli quando Ronnie entrò in lui con una spinta delicata.
Dolore, un po' meno sopportabile ma okay, andava bene comunque.
Quando il suo ragazzo iniziò a muoversi dentro al suo corpo masturbandolo contemporaneamente con una mano, beh quella fu l'estasi.
Era...piacere puro.
Meglio di qualsiasi altra cosa avesse mai provato, era...wow.
Cioè, erano una cosa sola davvero, adesso.
Si muovevano insieme, lasciandosi sfuggire gli stessi gemiti rochi dalle labbra.
Vennero quasi contemporaneamente, aggrappandosi forte l'uno all'altro.
"Dio, come sei stretto...", ansimò Ronnie contro le sue labbra, mentre lo baciava con passione e usciva lentamente dal suo corpo.
"E tu sei ingombrante", fece Max mentre gli spostava le ciocche sudate dalla fronte.
Ronnie ridacchiò. "Grazie, lo prendo come un complimento"
"Scemo"
Il più grande lasciò scivolare il viso sul petto di Max, baciandolo qua e la.
Max gli infilò le dita tra i capelli, sudati ma comunque morbidi.
"Ancora?", miagolò strusciando una gamba tra le sue.
Ronnie gli rivolse un'occhiata preoccupata. "Vuoi uccidermi, vero?"
Il più piccolo ridacchiò. "Ehi, se sei già così a diciassette anni come sarai a cinquanta?"
"Dio Max, giuro che domani ti sbatto non-stop per tutto il pomeriggio. Poi vediamo chi dei due rimane a terra sfinito!"
"Beh di sicuro farò un po' fatica a sedermi..."

La sveglia aveva iniziato a suonare già da qualche minuto quando Ronnie si decise a buttarla con un pugno giù dal comodino.
Erano le sette e loro dormivano solo da tre ore, checcazzo! Non poteva avercela un po' di pietà, quell'aggeggio infernale?!?
Si strinse di più contro il petto di Max, che gli stava accarezzando i capelli.
"Hmmm...", mugugnò.
Batteva forte il cuore di Max.
Però era comunque piacevole.
Una rilassante ninnananna...
E puff!, tempo due minuti e già Ronnie era ripiombato nel mondo dei sogni.

Angolino Cimitero:
Et voilà, il decimo capitolo tutto per voi.
Faccio senso a scrivere le lemon ma okay, ci sta lo stesso dai xD
Grazie in anticipo se avrete la pietà di apprezzare.
Vi amo.
RestInPeace, BurnInHell




I

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Capitolo 11
*** chapter eleven ***


chap 11 Se ne stava chiuso in camera con la faccia affondata nel cuscino.
Jack era tornato a casa - in forma smagliante e senza nemmeno più il gesso alla gamba - da due giorni e, siccome il medico gli aveva consigliato almeno una decina di giorni di riposo, aveva detto a Lilith che avrebbe provveduto lui ai bambini nel tempo che avrebbe passato a casa.
Fanculo, quello voleva dire che per dieci giorni avrebbe visto Ronnie solo a scuola, visto che Jack l'aveva tenuto sotto sorveglianza speciale.
Fanculo di nuovo.
Giulietta e Romeo, al loro confronto, avevano avuto a che fare con un problema da quattro soldi.
Gemette dentro al cuscino.
Non ce la faceva più.
Non reggeva più quel bastardo di Jack, le sue botte e i suoi insulti.
Non sopportava di non poter vedere Ronnie e di sentirsi continuamente dire che era sbagliato, un'invertito.
Perchè, se sua madre l'aveva accettato così bene, lui non ci riusciva?
Dio.
Afferrò al volo il borsone che usava per gli allenamenti di football e, rovistando qua e la, ci ficcò dentro tutti i vestiti che gli capitavano sotto mano.
Stava chiudendo la zip quando, col visino imbrattato di cioccolata e una tazza stracolma che gocciolava sul pavimento, Zacky fece capolino nella sua stanza.
Sgranò gli occhioni azzurro cielo alla vista della borsa. "Dove vai, Mimi?"
Max abbozzò un sorriso. "Vado da Ronnie ma...sssht, è un segreto, okay? Papà non deve saperlo..."
Zacky annuì, mentre faceva giurin giurello con le dita. "Non la bevi prima un po' di cioccolata con me?"
Il ragazzo fece no con la testa. "Non ho tempo, piccolo. Devo andare..."
"Dì ciao a Ronnie da parte mia e anche di Lynn"
Max scese veloce le scale, con il borsone in spalla.
"E tu dove stai andando?"
Fanculo.
Si trattenne a stento dallo sputare in faccia a Jack, ma cercò di sembrare più naturale possibile mentre faceva spallucce e borbottava "Sai com'è, avrei allenamento di football..."
"Hm"

Era stato facile andare via.
Più difficile invece era stato attraversare a piedi praticamente mezza città.
Si accoccolò di più contro Ronnie, i loro vestiti sparsi dappertutto sulla moquette del salotto e le mani di lui che gli accarezzavano pigramente la schiena.
Dio, quanto gli era mancato.
Affondò il viso nel suo petto e poco ci mancava che iniziasse anche a fare le fusa.
Sospirò.
Era così che doveva sempre essere.
Loro due, insieme.
Era...giusto, così.

Stavano mangiando una pizza spaparanzati sul divano.
Justin si era fatto vedere a casa giusto per la mezz'ora che gli era servita per fare la doccia e cambiarsi, prima di andare a finire la sua giornata da Ray, la sua ragazza.
Per il resto del tempo, casa era stata tutta loro.
La doccia, il tavolo e il pavimento del salotto - nonchè il divano -, avevano ancora addosso l'odore del loro sesso.
Era stato...wow.
Infatti un po' gli faceva male stare seduto...
Il suono nasale del campanello li distrasse dal loro tenero stuzzicarsi e Ronnie, con uno sbuffo stra seccato, andò ad aprire.

"Dov'è la tua fidanzatina?"
Jack.
Cazzo.
"Ma che cazzo vuoi? Si può sapere che cazzo ci fai a casa mia?"
"Sono venuto a riprendere Max, se non ti dispiace"
Ronnie scosse la testa. "Tu sei matto. Qui non c'è"
Fece per chidere la porta ma il braccio forte di Jack la fermò.
"Su avanti, fallo uscire. So che è qui. Lo sapevo che sarebbe venuto qui"   
Max si presentò sulla porta prima che Ronnie potesse ribattere.
"Bene...Adesso tu vieni con me"
Il ragazzo lanciò a Ronnie un'occhiata supplicante.
Jack se ne accorse, tuonando una risata.  "Eddai, sarà tutto più facile se vieni spontaneamente. Vieni con me e nessuno si farà male, Max"
"E se io ti denunciassi alla polizia?", fece Ronnie. "So quello che fai a Max!"
L'uomo rise ancora. "Sei matto, ragazzino? Sarebbe la tua parola contro la mia. La parola di un disadattato contro quella di un onesto manager"
La parola di un disadattato contro quella di un manager.
Merda.

Angolino cimitero:
Scusate il ritardo imperdonabile, ma l'ispirazione -anche se è gratis- non è mai pronta all'uso.
Detto questo, mi scuso per la schifezza del capitolo - vedi motivo sopra - .
Grazie se avrete cuore di recensire.
RiposateInPace

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