Another part of me II - Wish you were here

di NovemberRain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Prologo ***
Capitolo 2: *** So,so you think you can tell heaven from hell? ***
Capitolo 3: *** Blue skies from pain... ***
Capitolo 4: *** Can you tell a green field from a cold steel rail? ***



Capitolo 1
*** 1. Prologo ***


Another part of me II

…Wish you were here…

“So, so you think you can tell
Heaven from Hell,
Blue skies from pain.
Can you tell a green field
From a cold steel rail?
A smile from a veil?
Do you think you can tell?

Did they get you to trade
Your heroes for ghosts?
Hot ashes for trees?
Hot air for a cool breeze?
And cold comfort for change?
Did you exchange
A walk on part in the war,
For a lead role in a cage?

How I wish, how I wish you were here.
We're just two lost souls
Swimming in a fish bowl,
Year after year,
Running over the same old ground.
What have we found
The same old fears.

Wish you were here.”

1. Prologo

Il sole piano piano andava giù dietro alle colline,rosso acceso come i capelli di Axl e del piccolo David che teneva sulle gambe. Era molto affezionato a quel bambino di soli 5 anni,il suo secondo nipote.

Tutti gli altri stavano più in là nel prato a chiacchierare,ignari forse di che giorno fosse. Come facevano a dimenticare così?

-Axl sei strano,dai vieni con noi!- Duff non era cambiato: a quasi 60 anni si comportava ancora come un ragazzino.

-Nonno dai vieni con noi!- scattò in piedi David cercando di trascinarlo per la mano.

-No amore mio,arrivo subito- disse cercando di sorridere e scompigliando i capelli rossicci del bimbo.

-Allora anche io sto qui!- disse rimettendosi in braccio all’amato nonno che lo abbracciò teneramente.

-Come volete…- Duff se ne andò.

Non passò molto tempo che si avvicinò Layla. Era divantata grande ora,aveva i capelli ricci e nerissimi ma gli occhi verdi come la mamma. Bellissima nel suo atteggiamento,figlia d’arte aveva imparato a cantare e suonava la chitarra come Slash che era il suo maestro oltre che suo nonno.

-Nonno sei stanco? Cosa ti succede? Non ti ho mai visto così…- disse preoccupata

-No Layla,tranquilla. Sono solo un po’ triste perché in questo giorno,un po’ di anni fa è successa una brutta cosa-

-Cosa?- chiese facendo scivolare le parole tra le labbra carnose.

Non ebbe tempo di ascoltare la risposta che la madre e Slash si avvicinarono,entrambi avevano un’aria mesta.

-Tesoro quando io avevo più o meno la tua età morì mia madre… proprio in questo giorno- rispose Kleopatra sospirando mentre la figlia le strinse la mano.

Si sedettero tutti quasi in cerchio. Slash accanto ad Axl che lo guardava con occhi smarriti,lui cercò di confortarlo con lo sguardo di un tranquillo nero.

David guardò la mamma quasi piangere e gli sembrò una cosa inconcepibile: la mamma non piangeva mai.

-Mamy perché piangi?- disse con una vocina piccola piccola,la donna sorrise al figlioletto.

-Spero che non avrai mai modo di capire perché sto piangendo David- Layla abbassò lo sguardo e guardò Slash.

Era diventato taciturno,spesso abbassava gli occhi e sospirava. Stava soffrendo,soffriva di cuore.

Kleopatra,forse più di ogni altro,temeva il suo abbandono da un momento all’altro;lo guardava preoccupata e si rabbuiava non appena iniziava a dire “Gli anni si fanno sentire,voi mi ricorderete ragazzi?”.

Lo avrebbero ricordato,e non solo loro.

-Manca,mi manca tanto- disse come se parlasse tra sé e sé,tutti lo guardavano interrogativi.

-Ma chi?- chiese Axl

-Come chi? Annie! Dai ragazzi è inutile che non volete nominarla solo perché mette tristezza,mi manca cazzo,mi manca!- si asciugò le lacrime.

-Manca molto anche a me- ammise Kleopatra socchiudendo gli occhi lacrimosi.

-Scusate ma io non so com’è andata a finire,chi sia questa donna,perché è morta così giovane?- chiese Layla.

-Nessuno lo sa perché abbia avuto un infarto a poco più di 30 anni Layla…- rispose Axl

-Ma era tua moglie?-

-Non proprio…-

-Mamma dai dimmi tu qualcosa!- la curiosità della ragazza si fece incalzante.

-Io non so molto…-

-Oh insomma!- si rivolse a Slash e Axl -voi siete i Guns n’Roses! Raccontatemi di quegli anni,cosa si faceva? Come vivevate? E poi voglio sapere di Annie…-

-Vuoi davvero tutta la storia?- chiese Axl,aveva paura di raccontare. Ricordare tutto… tutte quelle cose,non gli avrebbe giovato.

-Si- disse con un sorriso di incoraggiamento,ebbe l’approvazione del fratellino e il supporto della madre.

-Ma io…- disse Axl

-Axl stà zitto,racconto io. Sento che le forze vengono a mancare e voglio usare queste ultime per raccontare del passato,di quando eravamo dei ragazzi,di quando io ero Slash e tu eri Axl,di quando ci scolavamo venti Jack al giorno e di quando ci facevamo dieci ragazze insieme. Di quando poi ci siamo innamorati,di quando abbiamo litigato,siamo finiti in galera,siamo tornati sul palco e abbiamo fatto emozionare milioni di giovani. Do you remember Axl?- il suo tono era incalzante,si alzava di volume ad ogni parola,desiderava raccontare,rivivere e far assaporare un po’ di quel passato dorato anche alle giovani generazioni.

-Parla tu allora Saul,a te va la gloria dei Guns n’Roses e lo splendore di quegli anni. Lascio a te la parola…-

-Ma io voglio sapere anche di Annie…-

-Te lo spiegherà Saul,lui ne sa più di me anche su Annie- rassicurò Axl.

Il chitarrista sembrò ringiovanito,si mise dritto sulla sedia,fece un lungo respiro,si schiarì la voce. Poi guardò i suoi ascoltatori uno ad uno,meritavano di custodire quelle memorie. Mise da parte l’emozione e con voce calda e profonda iniziò il suo racconto.

Eravamo solo dei ragazzi,ma già all’apice del successo. A me non mancava nulla: avevo le mie Gibson,i miei amici,una bottiglia di Jack sempre a portata di mano e ragazze a volontà che cadevano ai miei piedi.

Devo dire che più o meno questa era la situazione di tutti i membri della band. Vivevamo su due case: la prima,quella ufficiale, era una mega villa nella parte ricca di Los Angeles. Piaceva a tutti,specie ad Axl e Duff che erano sempre stati amanti del lusso e dello sfarzo. Era su tre piani,arredata a meraviglia e ognuno di noi aveva una camera e un bagno solo per sé.

A me stava un po’ sul culo sinceramente,preferivo il mini appartamento in periferia: quello si che era una figata!

Poster dappertutto,una camera che io e Axl dividevamo ma era talmente piccola che i letti erano attaccati. Gli altri ci costringevano a dormire con la porta aperta per controllare se fossimo gay o meno,morivano dalle risate e ci prendevano continuamente in giro.

Mi ricordo che d’inverno Axl aveva sempre freddo. Si veniva ad accucciare vicino a me che ero mezzo addormentato mentre diceva

-Non dire niente agli altri,mi raccomando- e in effetti non dissi mai niente.

C’era un solo bagno per tutti e cinque ed era uno schifo,una cucina sempre in disordine e una sottospecie di salotto pieno di bottiglie di birra schiantate sul pavimento.

Mi ricordo ancora i primi concerti,le prime esibizioni.

Mi ricordo di quando prima di salire sul palco mi tremavano le gambe. Mi ricordo di quando dimenticavo gli accordi un attimo prima di suonare e anche quando avevo paura di lanciarmi nell’assolo di Sweet child. Cosa che adesso mi mangio a colazione.

Ma se volete sapere di Annie sarà meglio che vi racconti per bene la storia dall’inizio: dovevamo partire per un tour grosso,il primo mondiale.

Di conseguenza avevamo bisogno di groupie (ne avevamo davvero bisogno). I manager contattarono parecchie ragazze ma una di loro aveva interesse a conoscerci dal vivo prima di partire con noi.

E così prendemmo un appuntamento per una sera

-Sarà una cosa tranquilla ragazzi,non fatevi troppe seghe mentali- aveva detto Axl il giorno prima,voleva fare la parte del leader saggio e responsabile ma vi confesso che mi riempì le tasche di preservativi per quella sera.

E lodai me stesso per essere stato così previdente.

 

 

E come vi ho promesso: ecco il seguito di Another part of me.

Prima di tutto ringrazio tutte le lettrici della prima parte della serie e mi auguro che continuiate a seguire anche questa storia,poi spero che ci sia anche qualche new entry : D

Riguardo alla storia non smetterò di lodare i Pink Floyd per aver scritto Wish you were here che è la canzone che mi ha ispirata per tutta la fic. In secondo luogo avete già capito di cosa parlerà questa seconda parte,per tanto tempo abbiamo visto i Guns adulti e “responsabili” adesso eccoli più veri e come li vediamo spesso noi fans… mi auguro che vi piaccia come idea **

Un bacione,al prossimo capitolo.

Vostra Annie

PS. Ragazze per caso sapete come si gestiscono le serie su efp? Devo prima finire questa storia o posso accorparle già da adesso? Se mi fate sapere ve ne sarei molto grata,grazie in anticipo ^^

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Capitolo 2
*** So,so you think you can tell heaven from hell? ***


2. So, so you think you can tell heaven from hell?

Mancavano poche ore all’appuntamento,i ragazzi cercavano di tenermi più lontano possibile dalle birre che avevo già adocchiato. Erano lì,tutte carine e coccolose che mi fissavano dal tavolo della cucina. E mi chiamavano,mi dicevano “Dai Slashino lo sappiamo che ci vuoi bere”.

Io mi avvicinavo ma Duff mi teneva per un braccio

-Stasera ci servi sobrio cazzo!-

-Solo una,ti prego-

-No-

-Dai- lo supplicavo

-Non fare quella faccia di cazzo,lo sai che te la spacco con un pugno-

-Ah si?- mi liberai dalla stretta e agguantai una di quelle fottute birre alzando il braccio destro in segno di vittoria.

Il biondone mi guardò male scuotendo la testa

-Ma è la prima e l’ultima per stasera- come risposta ebbe una bella risata in faccia.

Axl arrivò tutto tirato insieme ad Izzy. Risi in faccia anche a loro

-Dove cazzo credete di andare? È solo una puttana!-

-Intanto io non vado da una puttana già in mutande- mi risposero acidi

-Oh mamma mia,come siamo suscettibili!- mi avviai nella mia stanza,infilai un paio di pantaloni di pelle,una canottiera rossa e il cilindro.

-Guido io!- annunciai avviandomi alla porta. Non appena Axl stava per controbattere lo guardai malissimo,era ora che se la piantasse di fare la ragazzina isterica.

Entrammo in macchina e partì a tutto gas. Facevo a zig zag tra le auto,suonavo dietro alle belle ragazze e cantavo a squarciagola “Paradise City” e come sottofondo avevo gli accidenti di Axl

-Sei stonato come una campana!-

-Take me down to the paradise city!- ricominciai urlando ancora più forte.

-Se continui a guidare così ci arriviamo davvero in paradiso cazzone!- urlò Steven cercando di sovrastare la mia voce.

-Ma chi cazzo gli ha dato la patente?- chiese Izzy ad Axl che gli rispose con uno sguardo sconsolato.

-Dove cazzo sarebbe sta casa?- chiesi.

Il tutto-fare mi diede le indicazioni:mi sbagliai fra la destra e la sinistra,dovettimo tornare indietro quattro volte,a Izzy girava la testa,eravamo con un’ora e mezza di ritardo.

-Facevo prima a venire a piedi cristo!-

-Oddio che sclerosi! Non avrai mica le tue cose Duff?- risposi ridendo. Stava per tirarmi uno schiaffo quando Axl lo fermò

-Se vi mettete anche a litigare col cazzo che arriviamo!-

Sospirammo affranti mentre accostavo la macchina al marciapiede: ci eravamo persi.

Acconsentì a lasciare l’auto in mano ad Izzy e mi accovacciai nel sedile posteriore.

Quando arrivammo risi

-Ma dove ci avete portato?-

-A casa della tizia,dove vuoi che ti porti?- fece Izzy scendendo per primo,lo imitammo tutti.

-Minchia… che bel posto- sospirò Duff guardandosi intorno. Risi ancora.

-Non sai fare qualcos altro oltre a ridere Slash?-

-Ti faccio vedere di sopra cosa so fare- tutti scossero la testa,fatta eccezione per Steven che rise come un dannato.

Capimmo qual era l’appartamento poiché c’era la porta aperta e una ragazza bionda appoggiata all’uscio che ci guardava provocante.

-Prego entrate!- quando passai non potè fare a meno di infilare una mano nei miei ricci,e io le guardai incessantemente le tette in bella mostra.

Ci sedemmo sul divano e lei ci offrì da bere,non era bella per niente. Aveva dei capelli palesemente tinti e cotonati,lunghi appena sulle spalle. La maglia rossa scollata lasciava vedere tutto il ben di dio che aveva sul davanti,indossava degli short bianchi ma le sue gambe non erano un gran che sinceramente. Due occhi spenti mi fissavano dall’iride marroncina e a volte si leccava le labbra sottili.

Però ispirava sesso: classico delle puttane.

Si presentò come Helena ma non sapevo se fosse davvero il suo nome,anche noi ci presentammo. Parlò soprattutto con Duff ma mi guardava spesso.

“Dai Slash adesso basta fare il timido e silenzioso” mi dissi.

Parlavo anche io e lei pendeva letteralmente dalle mie labbra,cosa che mi fece sentire ancora più figo di quanto fossi.

-Scusatemi se vi ho fatti venire fin qui ma volevo innanzitutto conoscervi in modo… come dire “approfondito”- fece una risatina,io le rivolsi uno dei miei sorrisi arrapanti che la lasciò letteralmente senza fiato.

-E poi volevo esporvi un problema… io ho una sorella minorenne e non so a chi affidarla durante la partenza- disse in tono seccato,come se parlasse di un peso che si è portata addosso per troppo tempo e adesso non vedeva l’ora di liberarsene.

-Ah cazzo…- disse Axl -non avete parenti o altro?-

-No,siamo orfane e originarie del Texas… non conosciamo quasi nessuno qui- rispose in tono ancora più scocciato.

Improvvisamente sentimmo le chiavi girare nella serratura,Helena brontolò

-Doveva uscire stasera!-

Entrò dalla porta una ragazzina,credo che a quel tempo avesse più o meno 16 anni.

Aveva una singolare bellezza,stava avvolta in un cappotto di pelle nero lungo fin sotto le ginocchia. Sotto aveva dei grossi anfibi. Ci guardò con degli occhi strani,i più bizzarri che avessi mai visto.

Erano grigi,come l’argento. Il suo sguardo aveva un non so che di misterioso,racchiudeva il rancore,il bisogno di affetto e allo stesso tempo la presunzione e l’orgoglio degli animali cresciuti in cattività.

Ci squadrò uno per uno dalla testa ai piedi poi mormorò

-Nuovi clienti Helena?-

-Fila subito in camera tua- le rispose viscida la sorella. Ella entrò in camera per poi uscirne due minuti dopo. Stavolta non aveva la giacca e gli anfibi.

Era talmente magra da sembrare trasparente,aveva dei lunghissimi capelli tutti neri e ricci. Passò dietro al divano dove stavamo seduti noi e si appollaiò sulla finestra come un gatto.

-Dicevo che non so dove mandarti Annie,non puoi restare da sola-

-Tu dove vai scusa?- chiese con una voce strana,un misto tra il disgusto e la tristezza per l’essere continuamente abbandonata a se stessa.

Si attorcigliava una ciocca di capelli intorno al dito,ci vedeva ma non ci guardava,in confronto all’appariscenza della sorella lei si nascondeva dietro il misero nome di Annie. Ogni tanto i piedi ciondolando davano dei piccoli calci al muro,e poi tornavano su solo per sferrare un calcio più forte.

Più volte Axl si voltava a guardarla e le sorrideva. Io ce l’avevo dietro quindi mi sembrava poco educato girarmi a guardarla ogni tre minuti,ma mi metteva un po’ inquietudine quella figura dietro di me.

-Io parto,sono diventata una loro groupie-

-Ah… voi siete i Guns n’Roses o sbaglio?- chiese. Ci sentimmo in dovere di annuire

-Forti… complimenti- per la prima volta sorrise. Axl restò con una faccia da imbecille per venti minuti.

Quando Helena si alzò per andare in cucina io la seguì,vidi Annie sedersi al mio posto.

-Vedrai che troveremo un posto per tua sorella honey,ma tu devi assolutamente venire con noi- mi avvicinai a lei mettendole una mano sui fianchi

-Verrò solo per te ricciutello- agguantò i miei capelli affondando le dita tra i ricci corvini,poi mi baciò.

Fu molto più di un semplice bacio,mi ritrovai a fare sesso con lei sul tavolo della cucina.

Non era stata una bella serata,di più. Mi ero divertito proprio.

Almeno non fino a quando Annie non aprì la porta per chiamarmi e dire che gli altri volevano andare via.

Fu davvero una brutta cosa farmi trovare con la bandiera all’aria e due chiappe in mano.

-I tuoi amici vogliono andare via- stranamente lei non provò imbarazzo,e lo spiegò anche.

-E’ inutile che fai quella faccia Slash,e si so benissimo il tuo nome- aggiunse vista la mia faccia interrogativa -sono abituata a questi spettacoli-

Mi chiesi come mai mi avesse fatto l’occhiolino ma ero troppo stanco per chiederglielo e anche per auto-rispondermi,quindi mi limitai ad infilarmi i pantaloni.

Ecco qua il secondo capitolo! Grazie per le recensioni,noto che le mie lettrici fedeli sono rimaste **

Mi piacerebbe ricevere anche qualche consiglio in più,o qualche critica visto che sono molto incerta sul destino di questa seconda parte ho paura che risulti noiosa… fatemi sapere ;)

Un bacione enorme <3

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Capitolo 3
*** Blue skies from pain... ***


3. Blue skies from pain…

Il giorno seguente Axl mi trascinò ancora in quel posto orribile,non so perché ma non voleva farsi vedere dagli altri

-Cos’è una missione segreta?- gli chiesi mentre mi sedevo in macchina

-Più o meno…-

-Non capisco perché dobbiamo inventare una cazzata agli altri e non possiamo dire semplicemente che stiamo andando a casa di Helena-

-Che c’è il piccolo santarello Slash non può dire una bugia ai suoi amichetti?- mi canzonò.

Tipico di Axl,non diceva mai le cose come stavano. Mi sono trovato coinvolto in un mare di guai dietro a lui senza sapere nemmeno cosa stavo facendo.

Ma d’altra parte come dirgli di no? Come dire di no al mio migliore amico,al mio compagno di avventure e sventure? Lo amavo,a mio modo lo amavo.

E in quel momento dimostrai il mio affetto con un pugno sulla spalla.

-Dolcissimo come sempre!- sbottò,ma non lo cagai pari.

Quando vidi Helena provai a scappare dalle sue mani,devo ammettere che non ne avevo la minima voglia di vederla e nemmeno di vedere quello schifoso tavolo dove avevamo scopato come nemmeno i cani fanno.

Purtroppo ci condusse proprio in cucina,e seduti attorno a quel dannato tavolo. Axl cominciò a parlare

-Helena scusa se siamo venuti qui a sorpresa ma volevo parlare di tua sorella… insomma ci farebbe piacere che tu venissi ma ci dispiace per il problemino che hai-

Lo sapevo,lo sapevo cazzo,dovevo prevederlo.

Voleva parlare della sorella,della fottuta minorenne che a lui piaceva,ci avrei scommesso i capelli.

Ma io non intendevo passare un minuto in più chiuso in quella cucina puzzolente,attorno al tavolo che mi sembrava ancora bagnato e tra gli sguardi focosi di Helena.

-Ah non so come fare… cioè è una vita che tengo quella bambina a mio carico ma non fa altro che darmi problemi!-

-Vaffanculo Helena- disse lei entrando

-Non vedi che ci sono due miei amici,sparisci!- le intimò indicandole la porta

-No che non me ne vado! Si parla di me e se non posso decidere io almeno lascia che ascolti!- urlò la ragazzina,aveva una voce acuta e disperata mi fece tenerezza,era troppo giovane per soffrire. Non credo che sarebbe scoppiata così di punto in bianco per due parole che si erano scambiate.

C’era dell’altro sotto.

-Zitta troia!- gridò sua sorella in risposta. Axl le guardava dispiaciuto,in casa sua vedeva anche scene peggiori. Io non riuscivo a stare fermo davanti a quella ragazza ridotta così.

Non so come,e non so per quale inspiegabile motivo mi alzai misi una mano sulla spalla di Annie e dissi piano

-Voi parlate pure,noi andiamo di là- e la guidai come se fosse lei l’ospite e io il padrone di casa.

Potei notare vagamente lo sguardo truce di Axl,ma non ci diedi peso. Dopotutto non me lo meritavo,volevo solo parlare con Annie e tranquillizzarla: nient’altro.

Entrammo in camera sua,era una stanzetta claustrofobica ma carina nel complesso. Rockettara al massimo,tappezzata di foto e poster,tre chitarre possedute con grande gelosia e diversi giornalini sparsi a terra.

-Guarda che io non sono mia sorella- mi intimò vedendo che chiudevo a chiave la porta. Si stava spaventando,mi avvicinai a lei per accarezzarla ma si spostò con un gesto frenetico.

-Annie non voglio farti del male,voglio solo tranquillizzarti…- mi sedetti accanto a lei e riuscì ad avvolgerle le spalle col braccio. Lei piangeva a dirotto,dopo poco si spostò e prese una foto dal cassetto del comodino.

Raffigurava una ragazza biondina sorridente,era molto bella. In braccio a lei stava una bambina vispa e sorridente,con dei capelli ricci e nerissimi e due occhioni grandi grandi.

-Mi manca cazzo,non vedi come mi tratta? È cambiata… era dolce,era la sorella che chiunque desidererebbe! Per me era preziosa,era tutto- pianse sulla mia spalla.

Mi sentì strano in quel momento,non sapevo perché.

Sentivo che Slash stava crescendo,che alla fine di quella storia sarei stato un ragazzo diverso o magari anche un uomo.

Io,la bestia,l’imprevedibile,cazzuto Slash stavo consolando una ragazza e lei piangeva sulla mia spalla.

-E invece adesso? Cosa è successo?-

-Il fatto è che quando i miei genitori erano con noi andava tutto bene,fino a quando mia mamma ha scoperto che mio padre la tradiva continuamente. Lì è iniziato l’inferno ma il peggio deve ancorare arrivare. Mio padre aveva rapporti sessuali troppo diversificati e molto spesso non protetti,in poche parole è diventato sieropositivo e nel giro di pochi mesi ha salutato questo mondo- sospirò.

Con lo sguardo la invogliai a continuare,le stava facendo bene sfogarsi.

-E mia mamma,già instabile mentalmente praticamente ha ucciso una di quelle donne che frequentava mio padre. Non l’avesse mai fatto cazzo! Mandarono me e Helena in un istituto,io ero ancora piccola ma lei per fortuna diventava maggiorenne a breve. Così se ne andò e in pochi mesi riuscì a prendersi anche me. Poco dopo morì mia madre,aveva ucciso e adesso doveva pagare con la sua stessa vita. Pena capitale,in Texas è in atto- chiuse un attimo gli occhi e si morse le labbra -ricordo quando la vidi per l’ultima volta era pazza,furiosa. Mi salutò dandomi uno schiaffo e intimandomi di svegliarmi perché il mondo è cattivo e dovevo imparare a difendermi. Ho seguito il suo consiglio,ho convinto Helena ad andare via da quel paese che mi aveva procurato solo dolori e così arrivammo qua,morte di fame e senza un soldo.

Fu allora che Helena cambiò,non trovava lavoro,non riusciva a starmi dietro,era stanca. Iniziò a fare la prostituta e da allora non ha più smesso. Non ce la faccio più,non voglio che parta Slash,non voglio! Io non ho più voglia di restare da sola…- le asciugai il visino bagnato,a primo impatto sembrava una di quelle donne dure,con le palle. Invece era molto graziosa,aveva dei lineamenti molto dolci e delicati; piccoli solchi appena accennati sulla pelle chiara.

-Troveremo una soluzione… ne sono sicuro- dissi cercando di rassicurarla,anche se nemmeno io ero del tutto sicuro.

Ci alzammo dal letto e io aprì la porta,prima che andassi di là mi colse di sorpresa in un abbraccio. Ricambiai affettuosamente

-Grazie Slash- ed Annie tornò Annie.

Non risposi perché anche io tornai io. Mi limitai a rilassarmi in quell’abbraccio caldo,nell’abbraccio ancora un po’ distaccato degli amici che si sono appena conosciuti,che desidererebbero stringersi forte ma non lo fanno perché tra di loro c‘è ancora una sorta di barriera e loro lotteranno insieme per distruggerla.

Proprio in quel momento la porta si aprì violentemente,fummo costretti a dividerci. Annie si portò le braccia al petto ed ebbe un brivido,io mi sentivo imbarazzato vedendo la faccia di Axl.

-Noi avremmo trovato una soluzione- disse freddo congelandomi con quegli occhi verde-azzurri.

Buonasera signorine,ecco il terzo capitolo.

Ho notato con dispiacere che sono calate le recensioni,spero solo che non siano calate anche le lettrici ç.ç

Fatemi sapere i vostri pareri su questo capitolo scritto di getto,fa un po’ pena lo ammetto ma dovete perdonarmi **

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Capitolo 4
*** Can you tell a green field from a cold steel rail? ***


4. Can you tell a green field from a cold steel rail?

Ecco molto bene,hanno trovato una soluzione.

Stavo sul letto steso a pensare,guardavo fuori dalla finestra,avrei voluto prendere un po’ la chitarra ma non avevo voglia di alzarmi dal letto.

Annie sarebbe venuta con noi in tour,insieme alla sorella.

Non so come feci a convincerla,non so se acconsentì per la noia,per prenderci per il culo o semplicemente per gli occhioni verdi di Axl.

Aveva quel modo di fare annoiato,come se si fosse già stancata della vita e mi dava fastidio.

Non sapeva distinguere un prato verde da quella fredda rotaia d’acciaio che era la sua vita.

Scesi di sotto trovando solo Steven strafatto sul divano.

-Cazzo!- urlai ad alta voce.

In realtà non sapevo nemmeno perché ero così incazzato,perché improvvisamente non ne avevo una cazzo di voglia di partire per quel tour mondiale,perché non avevo voglia di guardare le facce dei miei amici.

Trovai la spiegazione nel vedere Axl in cucina intento a guardare la tv mentre mangiava patatine.

Mi dava fastidio quel modo di fare che aveva,mi diede fastidio quando mi piantò gli occhi in faccia dicendo

-Slasher!- e ridendo come se mi prendesse in giro.

-Cazzo vuoi?-

-Rilassati,non ti ho fatto niente- disse quasi scusandosi.

-Ripeti?-

-Guarda sei tu che mi hai fatto girare le palle l’altro giorno. Lo sapevi che lei è mia e tu cosa fai? Te la porti in camera?- si alzò,il tono della sua voce era calmissimo. Si sentiva superiore a me,per il suo migliore amico non sprecava nemmeno la rabbia.

-Chi lo ha detto che è tua? L’hai comprata? Tu ti sbagli Axl,le ragazze non sono come la roba: non si comprano,non si vendono e non si prenotano. Ma con la tua testardaggine ne dubito che tu lo capisca!-

Me ne tornai in camera più amareggiato di prima.

Poco dopo suonò qualcuno alla porta,la voce di Annie mi entrò nelle orecchie attutita e nebbiosa. In genere nelle storie,quelle belle,la voce di una ragazza appare come uno squillo di tromba,in teoria avrebbe dovuto risvegliarmi dal torpore in cui ero caduto.

Ma non fu così.

-Adesso dicci perché non vuoi venire!- era Izzy questo. La voce biascicata e serpeggiante apparteneva a lui.

-Mi sembra troppo irreale Izzy! E se fosse tutta una presa per il culo?-

-Annie,guardami negli occhi. Non ti stiamo prendendo in giro,io almeno non potrei mai farlo- voce alta e calma,ogni parola pronunciata con forza,ogni sillaba scandita; era senza dubbio Axl.

Me lo immaginai mentre le prendeva il viso tra le mani,mentre incastrava il suo verde foglia nel fumo grigio degli occhi della ragazza,mentre lei magari arrossiva e lui cacciava quel classico mezzo sorriso. Poi magari lei avrebbe detto

-Non potresti mai mentirmi amore mio- e si sarebbero baciati con la lingua.

Sembra strano ma anche io mi facevo i viaggi mentali,purtroppo.

Ma stavolta mi sbagliavo proprio in pieno,sentì ad un tratto Annie che alzava la voce

-Come ti permetti di toccarmi Axl? Posso parlare con Slash?-

-Ah ecco… Slash! Dai vieni giù coglione!- era incazzato nero. Io nel mio profondo ci godevo.

Mi alzai lentamente avendo cura di non mettermi neanche la maglietta. Scesi le scale e mi trovai davanti ad una scena che sembrava immobile: Steven e Duff sul divano che guardavano Axl con le mani a mezz’aria a pochi centimetri dal viso di Annie sconvolta e Izzy accanto che scuoteva la testa.

-Eccomi- allargai un po’ le braccia e a quel gesto mi sembrò di aver dato il via ad una scena teatrale,mi parve che tutti ricominciassero a respirare perché prima avevano smesso.

Annie mi abbracciò,io ricambiai sotto lo sguardo gelido di Axl.

-Allora dimmi cosa c’è-

Ci sedemmo tutti sul tappeto,quasi in cerchio come una tribù indiana.

-Io non voglio venire con voi,non posso!- iniziò Annie. Guardava la finestra dietro Steven cercando non so cosa in quel paesaggio spento.

-Ma fino a ieri avevi acconsentito! Se è per la storia della presa per il culo ti consiglio di levartelo dalla testa- affermò Duff in un sorriso.

-Non è solo per questo… insomma è tutto strano. Io adesso sono qui con voi che siete tra i miei idoli,così come se niente fosse,come se ci conoscessimo da una vita. E poi devo anche pertire con voi. E quando torneremo? Pagherete mia sorella per il servizio e buonanotte,fine dei giochi. Avrò fatto il mio giro sulla giostra e poi dovrò scendere-

Forse aveva ragione,rimasi un po’ in silenzio a pensare mentre gli altri cercavano di distoglierla dal pensiero.

Ma realizzai che bisogna godersi il presente,fottersene delle conseguenze qualche volta. E questa era una di quelle volte.

Le esposi il mio pensiero,mi parve che l’acciaio dei suoi occhi risplendesse un poco.

-Non è completamente da scartare la tua teoria- disse. Io annuì mentre mi alzavo.

Tutti mi imitarono eccetto Axl che si stese appoggiando la testa su un cuscino messo lì per terra.

-Quindi tu verrai con noi,è deciso-

La ragazza sorrise e annuì.

Il giorno dopo,noi insieme a tutte le ragazze e allo staff,partimmo.

Scusate per il ritardo ragazze,purtroppo l’ispirazione tardava ad arrivare. Ma vi ho preparato,nel mezzo di un Natale travagliato,anche il quarto capitolo :D

È un po’ pesante per come è scritto,lo so e vi chiedo perdono ma la mia mente diventa ogni giorno più contorta,quindi con l’augurio (in ritardo) di passare delle buone vacanze e sperando che vi piaccia anche questo capitolo vi mando un bacione enorme a tutte <3

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