Akatsuki adventures di sakura2480 (/viewuser.php?uid=83844)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Benvenuti all'Akatsuki ***
Capitolo 2: *** Compleanno movimentato ***
Capitolo 3: *** I valenti lavoratori ***
Capitolo 4: *** Che serata!!!! ***
Capitolo 1 *** Benvenuti all'Akatsuki ***
1
PRENDERE
IN GIRO L'AKATSUKI E' UNA DELLE COSE PIU' DIVERTENTI CHE SI POSSONO
SCRIVERE SU NARUTO, HO PRESO DI MIRA UNO DEI MIEI PERSONAGGI PREFERITI,
HIDAN, CHE AL COMICO SI PRESTA BENE.
SPERO VI PIACCIA.
BUONA LETTURA.
Il
posto era estremamente austero, ma non è che si poteva
pretendere qualcosa di meglio, dopotutto si trattava di una delle
famose "Stazioni" utilizzate per portare coloro sulla cui testa pendeva
una taglia.
Naturalmente non fregava un benemerito cacchio a nessuno se questi erano vivi o morti.
Codesto simpatico e accogliente luogo era il balsamo per Kakuzu e l'agonia per Hidan.
Kakuzu perchè lui non sentiva minimamente la puzza di morto ma
solo quella di soldi, Hidan perchè aveva imparato a pronunciare
la stessa frase come un disco e questa frase era: "Per Jashin...le
scale!"
Naturalmente questa frase non aveva nessun effetto sulle orecchie di
Kakuzu, ormai piene di gomitoli di lana come il resto del corpo.
Scoprendo quanto il proprio compagno di ventura detestasse muovere
il culo, Kakuzu lo portava sempre alla stazione più alta
dove c'era un numero di scale da far paura, altezza che faceva invidia
al K2, sempre con somma speranza ogni volta pregava che si sderenasse e
che rendesse l'anima al
suo dio preferito ma proprio non ne voleva sapere di abbandonare questo
caldo e accogliente mondo.
Comunque, all'interno della struttura, Kakuzu parlamentava col boss di turno incaricato del ritiro pacchi.
- Signor Kakuzu, che piacere rivederla! Immagino che siate venuto per riscuotere. -
Il ragionier Kakuzu assentì.
- Si. - rispose buttando un cadavere ai piedi del necro-impresario.
- E' lui è lui è lui è lui è lui? - chiedeva impaziente.
Quello lo esaminava scrupolosamente e intanto chiacchierava con Kakuzu come se si trovasse di fronte a un ex compagno di scuola.
- Ma lei non aveva un compare? Mi pareva di si. -
- Si, si. - disse Kakuzu completamente disinteressato alle sorti del "compare" Hidan.
Aveva occhi solo per la valigetta di denaro appoggiata sul tavolo.
- No, davvero! Com'è che si chiama? O chiamava? Gitan? Fitan? -
- Ma chi se ne frega. Non importa nulla nemmeno a me figurarsi se deve importare qualcosa a lei.
- Ma è morto? - continuò imperterrito l'altro.
Kakuzo sbuffò.
- Se vuole vi faccio sposare visto che se ne preoccupa tanto. E poi... -
Alzò lo sguardo al cielo congiungendo le mani.
- Magari fosse che avesse raggiunto il suo dio! Purtroppo quello ci
seppellirà tutti e non gli verrà nemmeno una ruga!
Comunque sta cercando ancora di salire le scale. -
L'uomo lasciò perdere quell'argomento soprattutto dopo la parola
matrimonio e si concentrò sul morto davanti a lui.
- Bene. E' il nostro uomo, può prendere la ricompensa. -
A Kakuzu brillarono gli occhi come un bambino di fronte alla vetrina
dei dolciumi, afferrò il maltolto e se ne andò, mentre si
avviava verso la porta ecco che la voce di Hidan, ormai prossimo
all'infarto, si fece sentire.
- Kakuzu, questa...questa me la paghi! - strillava mentre sbuffava come un muflone.
Kakuzu fissò Hidan che si appropinquava a mettere il sandalo
sull'ultimo scalino e dovette faticare per non scoppiargli a ridere in
faccia.
Il sexi Akatsukiano si appoggiava sulla falce usandola come bastone e sembrava Mosè intento ad aprire il Mar Rosso.
- Mezz'ora per salire due gradini? Complimenti, un record! Comunque io ho finito, possiamo andarcene. -
Hidan si sentì crollare nella disperazione più buia, quella degli Abissi del Tartaro.
- Figlio di...mi hai aspettato apposta per poi scendere di nuovo appena mi vedevi? -
- Senti, dovresti essermi grato. Grazie a questa ginnastica puoi
mantenere quel fisico statuario e quelle belle chiappe all'insù
che piacciono tanto a Konan. -
Il cassamortaro di sopra li guardava.
- Andiamo, non litigate. Signor Gitan vuole un po' d'acqua? -
- No, e poi come mi hai chiamato? -
- Mi scusi, signor Fitan. Non volevo sbagliare nome. -
- Hidan! Mi chiamo Hidan. -
- Se lo dice lei...io ci sto. -
- Come sarebbe? Lo conoscerò il mio nome! O pensa che nemmeno lo ricordo, brutto gatto smermellato sull'asfalto? -
Kakuzu non l'ascoltava, o meglio cercava di fare di tutto per non ascoltarlo altrimenti gli avrebbe strappato la testa a morsi.
- Hidan falla finita! Questo è quello che ci paga meglio di tutti. -
Dopo un litigio che non finì più con Kakuzu che
rischiò di essere impalato a terra dalla falce di Hidan e lo
stesso Hidan che rischiò di finire soffocato da un gomitolo di
Kakuzu, i due riuscirono a ritrovare un po' di armonia.
Dopo aver salutato l'accomodante becchino, il commercialista e Mister Akatsuki nell'Universo discesero le scale.
Kakuzu davanti reggeva la valigetta come se fosse un'estensione del suo corpo, dietro Hidan che lo guardava.
- Ehi, Kakuzu, se vuoi la porto un po' io. -
- Muori! -
- Tu mi porti la falce e io porto la valigetta. -
- Scoppia! -
- Ma... -
- Hidan, basta per carità! -
- Perchè non ci fermiamo a prendere qualcosa da mangiare? Sto morendo di fame. -
Kakuzu stavolta esplose.
- Hidaaaaaaan! Basta! Tappa quel forno! E poi dobbiamo tornare al covo, oggi c'è pure Pain. -
- Che culo! -
Restarono in silenzio per un paio di minuti, poi Kakuzu si voltò
nel momento in cui non sentì più la fastidiosa presenza
di Hidan dietro di sè.
Tornando indietro lo trovò prostrato per terra intento a pregare il suo Jashin in tutte le lingue che conosceva.
Quando Kakuzu lo vedeva fare così gli saltavano letteralmente le cervella.
- Chè è l'ora della preghiera? Già ti devi voltare verso la Mecca?-
- No, però così non penso che c'è Pain! Porca miseria non lo sopporto proprio! -
Ad un certo punto entrambi avvertirono una nuova presenza vicino a loro.
- Hidaaaaan! Sei un maleducato! Sei andato via senza salutarmi! -
Hidan, steso a terra, sgranò gli occhi per poi voltarsi verso la
voce che, purtroppo per lui, aveva riconosciuto benissimo.
- Oh mamma...porca vacca! Kakuzu, andiamo? -
Kakuzu non vedeva mai Hidan interrompere una preghiera a Jashin, però in questo caso riusciva persino a capirlo.
La voce, che quando aveva pronunciato il nome di Hidan assomigliava a
quella di uno scaricatore di porto mentre perdeva a poker, apparteneva
alla figlia del becchino di poco prima.
Era costei una fanciulla verso cui la natura non era stata propriamente
generosa e in più lei non faticava per niente per cercare di
migliorarsi.
Hidan la prendeva sempre in giro dicendo che assomigliava ad una
cacciatrice di dinosauri sopravvissuta alla preistoria, ma siccome era
costei masochista e le piaceva soffrire, quelli per lei erano
complimenti.
Il tonto non lo aveva capito per niente e a furia di prendere in giro
firmò la sua condanna a morte poichè la fanciulla se ne
era innamorata follemente.
- Guarda, Hidan, c'è la tua fidanzata. -
Hidan, come detto prima, si alzò di scatto e cominciò ad
indietreggiare, poi si sollevò la nera veste e se la diede a
gambe.
- Ciao, Kakuzu, io vado avanti. Ci vediamo dopo. -
Kakuzu rimase sbalordito.
- Wow, che velocità! -
Non appena la Neanderthal raggiunse Kakuzu questi, in un impeto di generosità, decise di coprire la fuga del compagno.
- N'giorno. -
- Bando alle ciance, disgustosissimo essere, dov'è il mio tesoro? -
Sentirsi chiamare disgustosissimo essere lo mandava in bestia, ma dal
momento che su quella capoccia dai capelli unti, bisunti e anfibi non
pendeva nemmeno un soldo, decise che era meglio lasciar perdere.
- E' andato in bagno. Lasciagli la sua privacy. -
- Fatti gli affari tuoi. Hidaaaaaan, tesorooooooo, vieni fuori. Non me lo dai un bacino? -
Anche Kakuzu venne colto da conati di vomito a quella frase.
Hidan non è che fosse andato molto lontano, le gambe ancora
facevano male per via della scalata all'Everest e si era buttato dietro
a un cespuglio.
Alla frase "non me lo dai un bacino" ebbe la stessa reazione di Kakuzu,
forse anche peggio dal momento che il "bacino" lo doveva pigliare lui!
- Grande Jashin che schifo. - esclamò anche perchè la sua
spasimante aveva un alito che poco assomigliava al profumo di fragola.
Kakuzu cercò di liberarsene, ma allo stesso tempo voleva che Hidan passasse due minuti di puro terrore.
E così proferì alzando la voce per fare in modo che sentisse per bene.
- Hidan si scusa di non averla salutata, signorina, ma ha promesso che
tornerà solo per lei e che la porterà a cena fuori. -
Hidan avrebbe voluto ucciderlo, però Kakuzu colpì il
centro perchè l'orrida fanciulla si calmò sorridendo e
lui gongolava per aver messo nei casini il compagno.
- Anzi, lo sai che facciamo? Lo facciamo ubriacare. - disse.
- Ma parecchio però! A livelli assurdi! - continuò dopo averla guardata.
- E sono sicuro che se lo provochi un pochino...magari una mezza bottarella te la dà. -
Kakuzu gongolava e anche la ragazza era a dir poco entusiasta
dell'idea, ma Hidan fece una faccia talmente schifata da mettere paura.
Poco religiosamente si mise le mani in mezzo alle gambe.
- Mamma mia...manco un cric me lo farebbe alzare! -
Nascosto dietro quel cespuglio come meglio poteva, avrebbe volentieri
rinunciato alla sua immortalità pur di sfatare quel macabro
destino.
- Kakuzu, t'ammazzo! - diceva ringhiando mentre si strappava le dita delle mani a morsi.
Però grazie all'intervento dell'odiato compagnio, Hidan la
scampò, perchè la "bella" e innamorata fanciulla se
ne andò forte delle parole dell'amico dell'amato.
Kakuzu raggiunse Hidan ancora accovacciato dietro le fratte.
- Che ti è presa la diarrea? Guarda che puoi uscire, adesso. -
- Kakuzu, disgraziato! Perchè la mezza bottarella non gliela dai
tu dopo esserti preso la sbornia? E poi lo sai che non bevo, è
contrario ai miei insegnamenti. -
Kakuzu stavolta glielo doveva proprio chiedere.
- Scusa, Hidan, ma io vorrei proprio scambiare due parole con il tuo
dio. Cioè...bere una birra è peccato e squartare una
persona no? Tutte tu le religioni più strane. -
Quando finalmente arrivarono al covo, la prima cosa che udirono fu la musica.
- Ehi, stanno facendo fiesta! -
- Ma non doveva esserci Pain? -
- Magari è lui che fa il Dee-Jay. - disse Hidan.
I due arrivati spostarono il masso ma forse era meglio se non lo facevano.
Kazuku e Hidan furono stesi al suolo dalla mazzata di decibel che,
grazie all'onda d'urto, li fece volare gambe all'aria pettinandoli come
punck, soprattutto Hidan che abbandonò momentaneamente la sua
pettinatura "leccata di vacca" per ritrovarsi con una superba cresta
argentata, mentre Kakuzu avrebbe avuto un bell'impegno nel ricucirsi
tutto.
Una strana cosa bianca, abbastanza minuscola, venne lanciata
dall'interno andando ad atterrare tra le gambe di Hidan ancora per
terra.
- Che è? - chiese guardandolo.
- Sembra un ragnetto. -
- Peccato che il ragnetto ti si sta arrampicando sulle parti basse. - rispose Kakuzu.
- Ha una forma familiare, non trovi? -
A quella frase Kakuzu sbarrò gli occhi.
- Hidan! Togliti da su le palle quel coso! Il papà di quel ragnetto è Deidara! -
Hidan fissò Kakuzu terrorizzato.
Meglio la Neanderthal che voleva farselo allegramente o il ragnetto che lo avrebbe castrato di li a poco?
- Kakuzu, aspetta!- gridava Hidan all'altro che si era rialzato come un
lampo e si era fiondato nel rifugio per scampare ad un' eventuale
detonazione.
- Deidara, corri! C'è un tuo mostro che mi sta passeggiando sulla minchia, cavolo! Deidaraaaaaaaaaa! -
Il biondo si affacciò con un bicchiere di aranciata in mano ma a giudicare dall'aspetto doveva essere ben corretta.
- Ma che hai da strillare? Sei quasi imbarazzante, sai? -
Hidan indicò in maniera isterica il ragno di argilla che intanto continuava imperterrito la sua passeggiata.
- Guarda che non ti fa nulla se non glielo dico io di esplodere. -
Colui che era in grado di trasformarsi in un ultrà juventino nel
giro di un secondo, lo guardò incazzato come una iena.
- Bhè, allora diglielo prima che mi faccia saltare in aria la prostata! -
Deidara si avvicinò.
- Aspetta che lo tolgo. Anzi, vista la posizione toglilo da solo. -
Hidan afferrò il ragnetto scagliandolo lontano.
- Tu lo sai che l'arte...è esplosione? -
- L'hai detto mille volte! -
Deidara non rispose limitandosi a far esplodere la sua creazione.
Hidan aveva davvero sudato freddo.
- Per Jashin! Se mi fosse scoppiato sugli zibidei... -
Dopo essersi alzato ed essersi dato una sgrullata, riuscì finalmente ad entrare nel covo.
La prima cosa che vide fu Itachi in piedi sul tavolo mentre reggeva una bottiglia di vino.
- Ma che cazzo succede? -
- Niente, Hidan. Solo una piccola festicciola per ingannare il tempo. - disse Sasori mettendogli un braccio attorno alle spalle.
Il loro sguardo si voltò ancora verso Itachi.
- ...e dal momento che Kakuzu ha portato un bel bottino... - esordì l'Uchiha.
- ...stasera offrirà a tutti una bella cena a base di pesce! -
Tutti applaudirono entusiasti e nessuno sembrò udire il tonfo
che proveniva da dietro il divano vicino alla cassaforte di cui
Kakuzu deteneva le chiavi come San Pietro.
Solo Pain, dopo una decina buona di minuti, si avvicinò a lui.
- Che gli è preso? - chiese ad Hidan che lo stava sventolando con un tovagliolo.
- E me lo chiedi? Ha sentito la parola "offrire", sai com'è! -
Gli altri si avvicinarono poco dopo, afferrarono Kakuzu e lo misero sul divano.
- Dai su, non fare così. Itachi scherzava. -
Ci volle un po' per farlo riprendere e per tutta la sera rimase con la
valigetta in mano e le chiavi del Vaticano aureo ben custodite,
guardando in cagnesco chiunque si avvicinasse.
Però all'appello mancava qualcuno.
- Dov'è Konan? - chiese Kakuzu sospettoso.
- In camera sua. - rispose Sasori.
- Non partecipa alla...ehm...festa? - chiese Hidan.
Itachi si avvicinò prendendo Hidan sotto braccio.
- A proposito, ci serve il tuo aiuto. Riguarda Konan, vieni di la che ti spiego tutto. -
Hidan non se lo seppe spiegare subito, ma un brivido gli percorse la schiena.
E adesso che voleva il mezzo ciecato?
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Capitolo 2 *** Compleanno movimentato ***
Festa di compleanno
- Tranquillo, Hidan! Non ti mangio. - diceva l'Uchiha al collega mentre se lo trascinava dietro come un trolly.
I due entrarono nella stanza di Itachi, quando Hidan vide che il moro
chiudeva a chiave ebbe qualche pensiero che avrebbe preferito non gli
passasse per la testa.
- Perchè hai chiuso a chiave? -
- Per fare in modo che la diretta interessata non senta. Ascolta, lo sai che giorno è oggi? -
- No. - rispose Hidan con la faccia di quello che pensava "ma come mi interessa tutto questo!"
- Oggi è il compleanno di Konan e questa festa è stata
organizzata da Pain, però le abbiamo fatto credere che nessuno
si ricordava e lei arrabbiata si è rinchiusa in camera... -
Hidan fissò ad occhi sgranati Itachi che continuava imperterrito
a parlare con l'appendiabiti accanto alla porta mentre Hidan era seduto
comodamente sul letto.
Bastardo come non mai, non gli disse nulla.
- Vogliamo farle una sopresa e stavamo pensando che magari tu...bhè...insomma... -
Tutte quelle titubanze, quelle interruzioni nella frase insospettirono non poco Hidan.
- Perchè non parli francamente? -
- Non vuole uscire dalla sua stanza e ci chiedevamo se tu...potevi convincerla. -
Hidan sbatteva le palpebre.
Aveva sempre reputato Konan l'amante di Pain, colui con la quale
faceva giochini erotici mentre erano rinchiusi nella loro fortezza nel
Villaggio della Pioggia.
Ora sembrava che nemmeno "er capoccia", fosse riuscito a convincerla.
Hidan sudava e tremava, conosceva bene Konan quando era arrabbiata e
avvicinarsi a lei significava morire tra atroci sofferenze.
- ...bla bla bla... - Itachi non la finiva più.
- ...bla bla bla... -
Fu solo allora che per sancire il patto, ma senza chiedere per niente
l'opinione della parte interessata, Itachi decise di avere un contatto
fisico con Hidan.
L'appendiabiti che l'Uchiha stava usando per i suoi petulanti discorsi
aveva chiare e sensuali fattezze femminili, non appena Itachi lo
toccò rimase di sale.
- Hidan, certo che ti sono cresciute un bel paio di tette! - diceva mentre ravanava senza ritegno.
Hidan pensò che se non lo avesse fermato avrebbe visto uno
spettacolo indecente perchè quelle poppe erano davvero immense e
ben fatte, roba che pure Kakuzu avrebbe aperto la valigetta pur di dare
una mega palpata.
- Ma senti che roba! -
- Itachi, comunque io sono qui. -
Hidan aveva cominciato a sentire uno schifo fuori dal comune
perchè Itachi tastava e palpava le tette di legno e aveva dato
il via ad una specie di rituale pre-accoppiamento senza ricordarsi che
dopotutto stava tastando le poppe che pensava appartenessero a Hidan.
- Itachi? Yu-huuuuu, girati verso il letto! -
L'Uchiha non appena si rese conto dello sbaglio madornale si ricompose come solo lui e il Kazekage Gaara sapevano fare.
- ...ma certo, guarda...guarda che me ne ero accorto che stavi seduto sul letto, era solo...solo per...
- ALMENO NON CERCARE SCUSE, CRETINO! PENSAVI CHE ERO IO E QUASI STAVI
ANDANDO IN CALORE A FURIA DI TOCCARMi LE TETTE! - sclerò Hidan
- GUARDA CHE QUANDO HO SENTITO LE POPPE A TE NON C'HO PIU' PENSATO! SCUSA MA NON MI ISPIRI NULLA, MI SPIACE! -
I due si guardarono in cagnesco per un paio di minuti, poi ripresero il controllo.
- Allora, fammi capire bene, io dovrei andare da Konan e cercare di
convincerla a venire di là? Ma perchè non ci pensa il
Capo? -
Itachi sospirò manco dovesse ricordare chissà quale tremenda tragedia.
- C'ha provato, ma poco c'è mancato che lo dovevamo rimettere insieme da capo a piedi. -
Dopo aver riflettuto per un po', ossia la velocità che i suoi
neuroni gli consentivano dopo essere stati trapassati più e
più volte da oggetti strani duranti i rituali, arrivò
alla macabra sentenza.
A quanto pare i maledetti, nessuno escluso, avevano scelto lui per
affrontare le ire di una donna incazzata semplicemente perchè,
anche se Konan avesse dovuto farlo a pezzi poi ci avrebbe pensato
Kakuzu a rimettere le cose a posto.
- Bhè, alla fine tu sei l'unico qua dentro che non rischia di morire. -
L'avevano pensata proprio bella, la cosa brutta era che non poteva
rifiutarsi perchè rischiava di essere impalato a vita da Pain.
- Perchè non ci mandate Tobi? Sono sicuro che nessuno farebbe
mai del male al piccolo Tobi, a parte Deidara naturalmente. -
Nulla da fare.
Itachi accompagnò Hidan davanti alla porta di Konan.
- Buona fortuna, fratello! - disse Itachi scappando di corsa.
Sfortuna volle che però non vide il gradino e si schiantò a terra come un idiota.
Il rumore di Itachi che cascava giù come un sacco di patate allertò Konan.
- LA VOLETE FARE FINITA, BRUTTi DEFICIENTI? STO CERCANDO DI LEGGERE UN LIBRO, BEOTI TUTTI QUANTI SIETE! -
Di certo Hidan non prevedeva cose facili.
Prima di dare retta a Konan si premunì di andare a raccogliere l'Uchiha dal pavimento.
- Certo che sei mentecatto! Le cose sono due! O la pianti con questo
cavolo di Sharingan Ipnotico o ti fai vedere da un oculista che ti
dirà di piantarla con lo Sharingan Ipnotico a sua volta. -
Itachi, dopo aver tirato un paio di bestemmioni all'indirizzo del dio
del suo collega che poco si confacevano alla sua natura da soprammobile
senza sentimenti, si rivolse ad Hidan.
- Ancora sei qui? Vai dentro a parlarle. -
- Itachi, ascolta amico mio, io non posso rimanere da solo con quella. E' la donna del capo! -
Itachi sospirò disperato.
- Guarda che ci devi solo parlare con lei, mica... -
Hidan fece un sorriso strano.
- Certo che se però ci scappasse io la piglio e... -
Fu la faccia di Itachi a farlo smettere di blaterare, faccia che prima divenne bianca con due occhi sgranati da metter paura.
- Dimmi un po' Hidan! Cos'è che scapperebbe e chi piglieresti? Spiegami perchè non ho capito bene. -
Hidan si sentì sprofondare nel pavimento e ancora non si era voltato.
Quando lo fece ecco Konan sulla porta, tranquillamente appoggiata allo
stipite mentre giocherellava con un origami in mano, Hidan aveva
più terrore di quel pezzetto di carta che di lei.
- Io...parlavo...parlavo della mia falce che...se ci scappasse
l'occassione la piglierei e...gli darei una bella affillata...ogni
tanto. -
Konan fece la faccia accondiscendente ma non era per niente stupida.
- Ah, la falce! Ho capito! Perchè stai sudando? -
Itachi decise che era ora di intervenire.
- Fa caldo qui dentro, Konan. Senti perchè non vieni di là? C'è una bella festicciola a quanto pare. -
Itachi cercava di prendere tempo mentre i neuroni di Hidan facevano
pace con le loro sinapsi e ricominciassero a mandare segnali.
Quasi sembrava che Itachi, che all'inizio non vi sperava minimamente,
avesse potuto proteggere il suo compagno da una scarica di legnate che
nemmeno immaginava, ma purtroppo non fu così perchè ecco
giungere Kakuzu alla ricerca della dolce metà perduta.
- Hidan! Ma insomma si può sapere quanto ci metti a convincere quell'isterica? -
- Isterica? - domandò Konan.
Kakuzu ancora non l'aveva vista e sembrava che nemmeno si accorgesse della sua esistenza.
- Ma si, dopotutto quella la reputi una donna? E dai, Hidan, tu stesso
hai sempre detto che è buona per una botta e via. -
- Ka...ku...zu... - pigolò Hidan mentre Itachi aveva già
ingranato la retromarcia per andare a cercare un pertugio in cui
nascondersi.
Avrebbe volentieri creato una realtà illusoria dove andarsi a rintanare e torturarsi da solo pur di non stare lì.
- Dai, ammettilo anche tu! Scommetto che se ci provi lei ci sta! E fagliela passare una bella festa di compleanno! -
Hidan non sentiva più le gambe, le braccia, la testa...non sentiva più niente.
Sentiva solo il fetore della morte che gli aleggiava intorno e Konan lo avrebbe
smollecolato nei minimi anfratti del suo corpo lasciandolo solo sotto
forma di DNA, poi lo avrebbe infilato dentro una provetta e spedito per raccomandata a Orochimaru.
Fu allora che Kakuzu, avvertendo una presenza omicida dietro le spalle, si voltò.
Se avesse potuto si sarebbe cucito anche quella parte di bocca lasciata libera per parlare e mangiare.
Konan si scrocchiò le nocche delle mani.
- Hidan...così...tu...avere...detto...di...me? -
Hidan sudava come una salamandra appena uscita dall'acqua.
- Ma erano...erano solo complimenti per...per dire che sei una bella gnoc...cioè una bella ragazza! -
Konan fece un sorriso stranamente accondiscendente.
Dall'altra parte del covo, dove la festa infuriava, Deidara e Sasori si stavano cimentando al mix.
- Sto piatto lo devi girare, cavolo! - gridava Sasori.
- Si, ma dopo con la mano devo fare su e giù? - chiedeva Deidara.
- Deidara...usa altri termini per favore! - lo rimproverò Kisame calmo calmo.
- Si, altri termini! Andiamo in giro ad ammazzare a destra e a manca e
poi ci preoccupiamo dei termini! Ma va a cagare, va! - rispondeva
Deidara.
Sua Magnificenza Pain, si avvicinò al mix dove Deidara voleva fare la parte del dee-jay indiscusso.
- Quando sarà che le vostre menti unite riusciranno a capire il funzionamento? - chiese serio.
Fatto sta che mentre domandava, Sua Allegria Nagato decise che come sedia avrebbe usato il sub principale dell'impianto stereo.
- Largo, largo, largo! Lo so io come funziona! -
Un Tobi tutto trotterellante e allegro si avvicinò alla postazione di comando.
- Tobi lascia stare per carità! Se non hai minimo una laurea in
ingegneria lascia perdere. - disse Sasori buttandosi sul divano.
- Ma no, è semplice. Per accendere basta premere qui. -
Quello che accadde al pigiamento del pulsante ON fu fantascienza.
Il sub acustico venne riempito di un fantastiliardo di kilowatt di
energia che facevano solo bum bum ma sparati ad una intensità supersonica, il Signor Rinnegan venne scagliato
per aria e la sua partenza verso i cieli lo faceva sembrare uno shuttle.
Ricadde giù dopo un minuto buono schiantando un tavolo e due sedie.
- Oh mamma! Pain! - disse Deidara precipitandosi.
- Mamma...dove sei...mamma? - pignucolava Pain quando lo rimisero in piedi.
Gli ci sarebbe voluto un po' per riaversi dallo shock.
- Se Konan viene a sapere...a proposito, dove sta la bella? - chiese Kisame.
- Da quello che ne so sembra che Itachi fosse andato con Hidan a
parlarle ma poi è sparito pure Kakuzu e da allora...puff!
Spariti tutti! -
La loro curiosità venne soddisfatta quando videro la porta che
dava sugli alloggi che si riaprì e si richiuse subito con un
botto assurdo.
Tutti i presenti, tranne Pain che contava ancora le stelle e scopriva nuove Galassie lontane, videro
Itachi e Kakuzu appoggiati alla porta, sconvolti e col fiatone.
- Ma che succede? -
- Giù, state tutti giù!- disse Kakuzu mentre assieme ad
Itachi si stendevano dietro il divano a mò di trincea.
- KAKUZUUU! ITACHIIIII! APRITE PER CARITA'! NON LASCIATEMI DA SOLO! AIUTOOOOOOO! -
- Ma...ma...non è la voce di Hidan dall'altra parte? - chiese
Sasori mentre tergeva la fronte di Pain con un panno bagnato.
- No, no. E' solo...un effetto degli spifferi di vento. - disse Itachi.
- Uuuuuu mammina, ma quello è davvero Hidan! Aspetta che vengo a salvarti!-
- Tobi non toccare quella porta o ti ammazzo! - strillò Kakuzu.
- Fermati Tobi! Il sacrificio di uno per la salvezza di tutti! - ribattè Itachi in piena vena filosofica.
- Vergognati, abbandonare il tuo compagno, Kakuzu! - lo sgridò Deidara.
- Hidan! Ti apro ed esci, ok? - insistette Tobi.
Silenzio.
- Hidan...Hidan perchè non rispondi? -
Come risposta alla domanda di Tobi la porta si schiantò in mille
pezzi e se Pain sembrava prima uno shuttle, Hidan prese le sembianze di
un disgraziato lanciato da un cannone, attraversò volando
metà stanza, prese di petto Nagato Rinnegato e lo fece ancora decollare, solo che stavolta il decollo fu in orizzontale.
Si schiantarono contro il muro stile macchina in crash-test e il povero
Pain divenne una fetta di mozzarella tra il muro e Hidan.
Dalla porta sembrò uscire il male in persona.
- Tu...miserabile essere...immondo...raccomanda l'anima al tuo dio perchè adesso lo vedrai! -
- No, ferma! -
Tutti si scagliarono addosso a Konan per fermarla e sembrava che
riuscivano bene nell'impresa ma non avevano fatto i conti con la
testardaggine di Hidan.
- Konan! Tu non sai apprezzare i complimenti! - strillava lui passegiando su Pain senza farci caso.
- Hidan, se ti prendo giuro che ti taglierò in pezzetti
così piccoli che la smetterai per davvero di rompere sempre i
coglioni! -
Hidan la guardò con aria di sfida.
- Kakuzu mi ha detto che sei gay e che c'hai provato con lui! - ribattè lei.
Ormai era diventata un sfida verbale, a quanto pare Konan si era limitata solo a farlo volare.
Forse il diavolo non è così brutto come lo si dipinge.
- Ma non è vero! Cavolo, che schifo? - ribattè il
ragionier Kakuzu che in tutto quel trambusto non potè fare a
meno di cercare la
valigetta con gli occhi.
- Ehi, Kakuzu, da quando in qua attenti al mio culo? -
Quell'altro rispondeva mentre stringeva il maltolto.
- Ma le vai a dare anche retta, idiota? -
Konan cominciò a ridere in maniera irrisoria davvero.
- Pure scemo oltre che idiota! -
- Konan? Posso dirti una cosa? - chiese Hidan.
Lei quasi lo ascoltò in maniera seria.
- Che c'è? -
- Suka! - le strillò Hidan con chiari gesti provocatori.
Ed ecco che da Konan si dipartirono Sasori e Deidara che si buttarono
su Hidan cercando di tenergli ferme le mani ed evitargli di continuare
a fare quei gesti abbastanza provocatori.
- Hidan, basta! -
- Ma allora le vuoi prendere sul serio! -
Konan era sul punto di esplodere, si slanciò verso
Hidan pestando Kisame Kakuzu e Itachi come tre zampogne, non appena fu
libera dell'attenzione degli altri mise le mani attorno al collo
dell'immortale collega con chiaro intento di spappolargli la tiroide.
Hidan resisteva come poteva.
- Tu non sei una donna...sei un'arpia! -
Alla fine si accorsero entrambi che stavano passeggiando su qualcosa di morbido ed abbassarono gli occhi.
- PAIN! SANTO CIELO! - urlò Konan non appena vide il suo amico-collega-amante?-capo.
- Ma guarda un po', stavo usando Pain come scendiletto e non me ne ero manco accorto. Però era davvero morbido.-
Era bastato vedere l'adorato Pain in quelle condizioni per far tornare
in se la bella origamista, tanto che si dimenticò di Hidan e del
suo "suka" dopo avergli dato una gomitata sui denti per farlo spostare.
Hidan si portò una mano alla bocca biascicando qualcosa.
- Ecchecazzo! - fu l'unica cosa di comprensibile.
- Pain! Avanti su, apri gli occhi! -
Lo schiaffeggiava in una maniera tale da fargli ribaltare la testa di qua e di la.
- Konan, Pain non è Hidan, se quella si stacca...addio! -
A furia di sgrullate, colpi di strega e colpi di frusta persino nell'osso sacro, il povero Nagato riprese conoscenza.
Con il passare del tempo Hidan, sempre più indiavolato, non
riusciva a credere di essersi fatto prendere a botte per niente.
Si era veramente incazzato quando vide quel maledetto dell'Uchiha che
si avvicinava a Konan mentre curava Pain e le spiegava tutto quello che
Hidan non aveva avuto il tempo nemmeno di pronunciare, la ragazza
scoprendo che la festa era in suo onore, si sciolse in lacrime
chiedendo scusa a tutti.
- Senti un po', maledetto. Perchè non ti sei fatto avanti tu fin
dal principio visto che hai risolto tutto in quattro e quattr'otto?
Adesso chi glielo dice a Kakuzu di mettere in conto la porta? -
Itachi stava per rispondere quando la voce potente di Pain zittì tutti.
- Bene, visto che è stato ristabilito l'ordine e io non voglio
indagare su niente, vi conviene andare a letto presto stasera e
riposarvi perchè domani... -
Per due interminabili minuti sembrava di stare in uno di quei quiz
televisi dove ci sono in palio barche di soldi e il conduttore ti
fà venire il patema d'animo prima di dirti se hai azzeccato o
meno la risposta.
- Domani...e bhè? - chiese Deidara.
- Ma è morto? - esordì Sasori.
- Hidan! Potrebbero essere le conseguenze cerebrali dello scontro con te? - domandò Itachi.
- Ma che c'ho scritto "medico" in fronte? Che vuoi che ne sappia? -
Con un sorriso di soddisfazione Pain annunciò il messaggio.
- Domani c'è un lavoro per tutti voi da svolgere insieme! Ora...buonanotte. -
Tutti si guardarono.
Chissà perchè la faccenda non prometteva bene.
Spero che anche questo vi sia piaciuto.
Non è facile gestire tutti in maniera comica e riuscire a dare un senso ma cerco sempre di fare del mio meglio ^_^
Ringrazio tutti coloro che hanno
recensito alla quale ho risposto tramite questa nuova e bella funzione
del sito e tutti quelli che hanno messo questa storia tra i Preferiti e
i Seguiti.
Alla prossima.
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Capitolo 3 *** I valenti lavoratori ***
3
Quella mattina, nel celeberrimo covo, ci fu un fuggi fuggi generale.
A nessuno passava minimamente per l'anticamera del cervello di dare
ascolto a Pain e alle idee malsane che ogni tanto gli passavano per il
demente ippotalamo resuscitato che aveva.
Si, perchè il Signore Onnipotente si era espresso il giorno prima a questo modo.
"...e siccome buona parte della vostra esistenza fa rima con
nullafacenza, adesso vi do un piccolo lavoretto per ricordarvi che il
lavoro nobilita l'uomo. Vedete questo rifugio? Bene, guardatelo
attentamente perchè voi...adesso lo restaurerete da cima a
fondo."
Ci fu un susseguirsi di tonfi e rinvenimenti che non rispiarmarono nessuno.
Adesso erano tutti e nove lì, con le facce depresse e nella disperazione più totale.
Pain aveva affidato i compiti a casaccio, senza nemmeno guardare le
abilità o le possibilità di ognuno, solo Kakuzu venne
fregiato col titolo di Grande Ragioniere dell'Akatsuki.
- Deidara, perchè non prendiamo Pain e gli esaminiamo il
cervello? Magari gli ci si è infilato qualche piercing di
troppo! - suggerì Sasori.
- Io non lo tocco, ho paura che mi schizzino tutti in faccia quei suoi bulloni. - rispose Deidara.
A nulla valsero preghiere, pianti e proteste irritanti in stile bambino derubato delle sue caramelle.
Pain era irremovibile, aveva deciso che quel covo doveva essere rimesso
a nuovo e siccome la manodopera c'era e pure a gratis, anche a costo di
far sputare sangue a tutti loro, quel posto doveva essere buttato
giù e rimesso tutto in ordine.
Da bravo dittatore impartì i Sommi Comandamenti a ciascuno.
L'abbigliamento che i nostri eroi avevano scelto per lavorare da bravi
e virtuosi manovali, sfidava le leggi del buongusto e in qualche caso
anche della fisica.
Ad esempio Kisame si presentò in cantiere con un cappelletto
ricavato da carta di giornale le cui foto stampate sopra erano alquanto
compromettenti, pantaloni di un pigiama da buttare via, talmente
felpato che avrebbe lessato un pinguino e una maglietta a maniche corte
dove vi era scritto la parola "kiss me", cosa che leggerlo su una
persona che possedeva la dentatura di uno squalo non invitava
propriamente a prendere alla lettera l'invito.
Deidara aveva sciolto i suoi capelli e li aveva raccolti con un
mollettone prestato da Konan ma su cui aveva prima scritto "si chiama
Pietro".
Il siffatto mollettone rappresentava un enorme fiocco fucsia armato di
zanne che oltre a tenere fermi i capelli si infilzavano nel cuoio
capelluto provocando sofferenze lancinanti.
Sasori aveva optato per la comodità ma doveva aver sbagliato
stagione perchè indossava un paio di pantaloncini corti da mare,
ciabatte infradito che facevano tremare dal freddo solo a guardarle e
sopra una felpa talmente vecchia che sembrava avesse fatto parte del
suo guardaroba quando ancora stava al villaggio della Sabbia.
Itachi e Tobi erano quelli più normali dal momento che indossavano un paio di tute da ginnastica normalissime.
Anche Hidan era semplice, indossava una felpa col cappuccio e un paio
di jeans strappati sul ginocchio, il problema era che non si era
minimamente accorto che mentre stava chinato per ravanare coi
barattolini e barattoloni di vernice, Konan gli si era avvicinata e con
un pennello e in maniera leggerissima aveva scritto sulle sue chiappe
"I'm sexi, touch me!".
Il povero non riusciva a capire il perchè quella mattina ce l'avevano tutti con lui.
- Bella gnocca? -
- Quand'è che usciamo insieme? -
- Te la fai dare una toccatina? -
Hidan, al limite dell'esasperazione, si voltò all'improvviso.
- Cazzo volete? -
Deidara gli si avvicinò pericolosamente.
- Dammi un bacio, Hidan. Dai, baciami con la lingua! -
Hidan, colto dal ribrezzo più totale, lo spinse via come avrebbe fatto un esorcista con un demonio.
- Perdonami, Deidara, ma a me piace ancora la patata al posto del raviolo. -
- E basta con questi commenti stupidi! - disse Konan il cui aspetto fece quasi caracollare Hidan all'indietro.
- Mamma mia...che...che pezzo di...ma è davvero Konan? -
- Madre! - esordì addirittura Kakuzu.
La bella degli origami aveva adottato un abbigliamento che lei
giudicava comodo ma che sarebbe servito anche alla produzione massiccia
di testosterone in tutta l'Akatsuki.
Pantaloni attillati che fasciavano il sedere già generosamente
ben fatto da madre natura, camicetta che secondo lei era buona solo per
lavori domestici ma che era un po' stretta e strizzava le tette con una
generosa scollatura.
Con quell'abbigliamento da vero uomo virile di cantiere si prosternò davanti al suo amante pel di carota.
- Insomma, si può sapere io che devo fare? A me non dai un incarico? -
Pain alzò lo sguardo e non appena si accorse di come era bella ed
eccitante la sua amica d'infanzia, gli partirono gli ormoni a mille.
- Mammina bella! - fu l'unica cosa che disse.
Il capo cominciò a cristotonare come un invasato, appena superata la fase delle bestemmie ecco attivarsi quella fisica.
Quel bel Rinnegan che lo faceva sembrare un eterno ipnotizzato
fotografò per bene Konan e le sue forme, il tutto senza avere
l'autorizzazione del padrone.
L'arte oculare più potente al mondo mandò chiari segnali ed impulsi ad
una parte ben determinata che di stare giù tranquilla proprio
non ne voleva più sapere.
- Ma che cazz... - disse senza pensare che proprio di quello si trattava.
- Fai quello che vuoi, anche il supervisore che prende tutti a frustate nel culo, basta che... -
L'intento era quello di dire "basta che ti levi dalle palle" ma non
finì la frase perchè era troppo impegnato a mantenere
buono il Rinnegan.
Cominciò a sudare mentre le immagini della provocatrice gli
passavano davanti agli occhi come un film porno e ringraziava il suo
dio, praticamente si ringraziava da solo, di avere addosso la bella
veste nera dalle appariscenti nuvolette rosse abbastanza larga per
salvarlo dalla somma vergogna.
Kakuzu era, forse, quello che l'aveva scampata alla faccia di tutti dal
momento che il Capo Arrapato gli aveva dato il compito a lui più
congeniale, ossia quello del commerccialista che doveva far tornare i conti.
La palla di pelo ambulante era quindi stato isolato in un angolino, su
un banchettino che sembrava rubato da una classe di prima elementare.
A causa delle dimensioni ridotte era più impegnato a lavorare
come fermacarte che ha fare colcoli, mentre contava guardava
quell'ammasso di fatture fra cui anche qualche "pagherò" e si
accorse che questa storia del restauro, Yahiko/Pain doveva avercela in
capoccia da parecchio dal momento che c'erano già tutti i
materiali e, guardacaso, erano tutti stati ordinatamente sistemati nel
magazzino.
- Mica stupido! E io che pensavo che il suo cervello cominciasse ad andare a male! -
Pain lo aveva munito di una calcolatrice assurda.
- Ma dove si accende? - si chiedeva guardando la tastiera che assomigliava al display di un Boeing 747.
E così fare i calcoli e nello stesso tempo capire quale pulsante pigiare richiedeva una forte concentrazione.
Kakuzu si concentrava, ci metteva davvero tutto l'impegno di cui era capace ed eccola la concentrazione!
Concentrazione...concentrazione isaolandosi da tutti...concentrazione...
- Ehi, Kakuzu! -
Tutti sentirono una sorta di "crack" simile ad un rametto spezzato,
segno della rottura improvvisa della sua concentrazione nell'udire la
fastidiosissima e irritante voce.
Si voltò pian piano verso la fonte della sua deconcentrazione,
pensando che siccome niente è eterno poteva trovare benissimo il
modo di ammazzare Higlander.
Doveva esserci per forza il sistema di far fuori un immortale per l'eternità.
- Hidan, dammi un buon motivo per non bestemmiare Jashin fino a quando non tramortisci per terra. -
- Facciamo a cambio? Tu scartavetri al posto mio e io faccio i conti. -
Il ragioniere guardò il suo compagno di brigata, già si
immaginava l'Akatsuki sull'orlo del collasso e completamente al verde
se avesse lasciato le redini dell'amministrazione economica nelle mani
di quel sadico.
Se così fosse successo, Pain gli avrebbe strappato tutti e
cinque i cuori e lo avrebbe lasciato impiccato con i suoi stessi peli.
Kakuzu lo guardava nella maniera peggiore che poteva.
- Vuoi prendere il mio posto, eh? E va bene! Ma prima devo metterti alla prova. Allora dimmi...4x4? -
Hidan fece una faccia quasi da psicopatico.
- Kakuzu, non sono un deficiente! Ma per chi mi hai preso? -
- Tu rispondi e basta! -
- 16. -
- Hmm...9x9? -
- 81. - rispose Hidan sempre più nervoso.
Kakuzu lo guardava sempre più storto, aveva sperato di potergli
far fare una figuraccia ma a quanto pare le tabelline le sapeva, ma non
voleva rinunciare.
- Voglio che tu mi dica il Teorema di Pitagora. -
- Ma è facile anche questa, aspetta...se non ricordo male la
somma dei lati...no, spetta eh! Ah ecco, adesso ricordo, la somma dei
lati assieme all'ipotenusa...no, nemmeno questa, un secondo. Aspetta, Kakuzu,
dammi un secondo! - disse vedendo il collega che batteva il piede a terra.
Kakuzu gongolava, a quanto pare si fermava alle tabelline.
Hidan, lo sai o no? Quello che hai recitato sembrava Pitagora dopo una botta in testa! -
Hidan sbroccò.
- MA CHE PRETENDI? IO NON SONO MALATO COME TE PER I CALCOLI E POI...io andavo malissimo in matematica! -
- Si vede! Quindi sloggia! -
Il piccolo Tobi/Madara in incognito, si avvicinò ai due ascoltando il piccolo dibattito culturale.
- Il Teorema di Pitagora? Ma è facilissimo! La somma dell'area
dei quadrati costruiti sui cateti equivale all'area del quadrato
costruito sull'ipotenusa. Non è difficile, vero? -
- Dammi il tuo sangue! - disse Hidan cominciando ad assumere preoccupanti sfumature bianche e nere.
- Ma insomma, volete levarvi dai piedi, cavolo? Via di qui,
sciò! Sto cercando di lavorare per il bene di tutti! -
intimò Kakuzu.
Hidan era rimasto con le pive nel sacco, mestamente se ne tornò
sul suo trespolo come un gufo a scartavetrare il soffitto rendendo
l'aria irrespirabile.
La parete era immensa e tutti aspettavano che finisse perchè:
- Hidan scartavetrava con la velocità di un bradipo quando dormiva, finito il suo lavoro avrebbe passato il testimone a:
- Tobi, l'addetto allo stucco.
- Itachi, l'adetto all'intonaco.
- Deidara, il sistematore della plastica che avrebbe dovuto seguire
Hidan nel lavoro sistemando i fogli di plastica sui mobili ma non se lo
filava tutto e tutto si stava trasformando nella scenografia di "Bianco
Natal".
- Sasori, l'addetto alla scrostatura dei residui lasciati dalla stuccatura di Tobi.
- Kisame che avrebbe ripassato la vernice per la seconda volta.
Naturalmente vi erano alcune figure che non facevano assolutamente un
cazzo, come Konan che non faceva che girare attorno a loro rompendo
i coglioni a tutti, Kakuzu che faticava sulla calcoltarice mostruosa e
Zetsu che, da brava piantina carnivora, con la scusa di tenere d'occhio
tutto quello che poteva interessare si era dato alla macchia.
Mentre Hidan era sulla scala, Konan gli passeggiava continuamente sotto.
- Hidan e muoviti! - dicevano tutti mentre guardavano l'immortale bradipo che sembrava morisse dalla voglia di lavorare.
- E non mettetegli fretta altrimenti sbaglia tutto! - li riguardiva Konan.
Deidara diede una gomitata a Sasori.
- Una scusa come un'altra per guardargli il culo il più possibile. -
- Come ti sembra? - chiese Pain a Konan.
- Divino! -
Pain la guardò basito.
- Il muro ti sembra divino? -
Lei si riprese subito-
- No, il culo di Hidan! -
- Ah, ecco! -
Tutti i sentimenti di Pain finirono con l'infilarsi sotto i tacchi senza speranza di resurrezione.
- Io ho finito. - esultò Hidan sentendosi felice come quando malediva qualcuno.
- Bene, tocca a me! - esordì Tobi-
Davanti a lui c'erano un sacco di stucco in polvere e un secchio d'acqua.
- Ehmm...immagino che devo mischiarli? -
Hidan lo guardava.
- Non sei capace? Aspetta che te lo mostro. -
Gasato dal fatto che aveva scartavetrato il muro in sole cinque ore e
mezza, ormai Hidan era partito con la convinzione di essere diventato
il Capocarpentiere.
Prese un altro secchio vuoto, ci mise dentro un po' di stucco e
lo mischiò con un po' d'acqua cominciando a miscelare il
tutto.
- Vedi? Fino a quando ti viene fuori questa specie di cremina... -
- E poi ce la mangiamo? - disse Pain-
- ...poi prendi la spatolina... -
- E spatoli sul muro, vero? - continuò il capo.
Pain si era intestardito nel dar fastidio a Hidan, la gelosia causata
dalle ammirazioni di Konan verso il suo deretano non gli andava
giù.
La cosa più grave era che facendo così smontava lui
medesimo la convinzione che lei fosse la sua amante e adesso era chiaro
che non gliel'aveva mai data.
Però giravano voci strane, del genere che Nagato avesse usato il
corpo del suo migliore amico Yahiko perchè aveva saputo che i
due, nei bei tempi andati, si divertissero a giocare a "salta la
cavallina" e che quindi Nagato ne avesse approfittato.
Però non sembrava che Nagato sapesse niente.
Però a quanto pare anche Konan sentiva ribrezzo perchè
adesso Yahiko era un cadavere che camminava e quindi a Nagato era
andata veramente male!
Hidan sclerò alla decima interruzione.
- E allora fallo tu! Per Jashin! -
Pain si alzò dando una scrollata ai suoi rossi capelli, si
tirò su le maniche e si avviò verso il luogo della sfida.
- Fatti da parte, sottospecie di zombie che non sei altro! -
- Ha parlato mister Ferramenta! -
- Giuro che ti ammazzo! -
- Ah si? Beccati questo! Shinra... -
La velocità con la quale tutti abbandonarono i loro lavori per andarlo a fermare fu impressionante.
Pain venne bloccato come un animale sul tavolo della vivisezione.
- Deidara, occhio alle mani. -
- Kakuzu! Tappagli la bocca! -
Ma Kakuzu non si regolò poichè dalla sua schiena
fuoriuscirono i temibili gomitoli di lana che andarono a ficcarsi nella
bocca del malcapitato.
Pain scalciava come un cavallo e tentava di togliersi dalla trachea quello schifo mardonale.
- E...lasciatemi... - cercava di dire boffonchiando.
- Tienilo fermo! - si strillavano gli altri a vicenda.
- Se riesce a pronunciare quella frase è finita. -
Hidan, che si era nascosto dietro un divano, non appena mise il naso
fuori venne accalappiato da Konan che gli afferrò un orecchio
rischiando di staccarglielo.
- Chiedi scusa! -
- No...ahia! -
- Ho detto chiedi scusa! -
- Piuttosto m'impalo da solo! -
Konan pensò che ci fosse solo una cosa da fare.
Si mise davanti a lui e alzò la maglia all'improvviso, Hidan vide il mondo di Jashin per la prima volta.
- Insomma, chiedi scusa! - disse l'altra con la maglia sulla faccia.
La povera non aveva capito che aveva enormemente sbagliato,
perchè Hidan s'indemoniò di brutto e le saltò
addosso.
Vedendo quello che stava accadendo dall'altra parte della stanza ecco
che Itachi e Kakuzu si staccarono da Pain correndo ad aiutare Konan che
graffiava Hidan prendendolo a calci e pugni.
- Hidan, basta! - gli diceva Kakuzu mentre gli assestò un pugno in testa.
Sembrava fatto di ferro e non sentiva nulla mentre era allegramente impegnato in un valzer trivellatore.
- Ma che gli è preso? -
Dopo lunga fatica riuscirono a risolvere il tutto, Hidan venne separato
da Konan che non aveva dato propriamente l'impressione di voler essere
aiutata in maniera così urgente, all'immortale vennero tirate
addosso un paio di secchiate d'acqua gelata che servivano a mosciare i
bollenti spiriti e non solo quelli, Pain venne sedato e buttato su un
divano a vegetare.
I lavori poterono riprendere allegramente, alla fine toccò a tutti impegnarsi nei propri doveri.
Solo che ad un certo punto sembrò che la luce svanisse.
- Si sta annuvolando fuori? - disse Sasori mentre guardava il punto dove...
- Ma lì non c'era una finestra?-
Kisame si incuriosì e si avvicinò, sgranò gli
occhi non appena vide che Itachi, non vedendola, l'aveva allegramente
verniciata.
- Itachi! Quello era l'unico pertugio verso l'esterno! La nostra presa
d'aria! La nostra strada verso la libertà in caso di diserzione!
-
gridò.
- Perchè? Che è successo? - disse l'altro senza essersene minimamente accorto.
- No, davvero, Itachi! Secondo me sei completamente scoppiato! Hai
verniciato la finestra! - disse Hidan mentre si strizzava il cappuccio
della felpa
Itachi sgranò il suo Sharingan.
- Ops! - fu l'unica cosa che disse.
Ed ecco che dal divano si sentì il suono, prima flebile flebile,
ma siccome la certezza della finestra verniciata si era fatta strada
nella testa ecco che il Capo cominciò di nuovo a dare segni di
vita.
- Itachi...finestra...Shinra Ten... -
Pain venne di nuovo sommerso come in un placcaggio di Football e gli
eroi tutti riuscirono a neutralizzare le ultime consonanti e vocali.
- Manco il Valium gli fa effetto a questo? -
- Bhè, considerando che quello è il corpo di Yahiko... -
Konan s'interruppe.
- Dobbiamo essere messi al corrente di qualcosa di importante, Konan? - disse Sasori.
- Bhè...lui...era iperattivo, in più era drogato di caffè, nessun sonnifero faceva effetto... -
Hidan guardava Konan.
- In poche parole lo ammazzavi di seghe? -
La pesantissima dispensa venne sollevata da terra.
- Che hai detto? -
- Seghe mentali! Forse gli rompevi troppo le scatole e lo innervosivi! -
- Io non ho mai stressato nessuno in vita mia e tantomeno il mio Yahi... -
Tutti si voltarono e la ragazza si tappò la bocca.
- Lo sapevo io! Lo sapevo, lo sapevo! Tu te la facevi con lui! -
- Lei abbassò la dispensa morendo quasi dalla vergogna.
- Solo...solo un paio di volte e sempre perchè eravamo ubriachi fradici. Tanto Nagato dormiva! -
Ci fu uno scoppio di risa e dal divano si sentì ancora la flebile vocina e stavolta pigolante.
- Konan...ma che voi due...trombavate...mentre dormivo? -
Pain si sentì alquanto tradito, si alzò di scatto dal
divano facendo volare di tutti e si avviò verso la sua futura
ex-amica.
Finalmente tutte le voci che giravano presero conferma e il povero Nagato davvero non sapeva nulla.
- Tu adesso mi porti un'altro corpo perchè a questo gli do fuoco! -
I due non si guardarono più per tutto il resto del giorno, ogni
volta che si incrociavano quasi si sputavano addosso mentre Pain ogni
volta che passava davanti allo specchio si guardava e poi si mandava a
fare in culo da solo.
- Ti ci dovevi buttare moooolto prima su quel kunai che tenevo in mano. - diceva come se l'immagine riflessa potesse sentirlo.
Alla fine nessuno li ascoltò più e nel giro di una
giornata intera i lavori furono quasi ultimati, mancava solo una parete
che Tobi si era scordato di stuccare e Itachi, pirla, vi aveva passato
sopra la vernice.
Pain era diventato un sadico dopo la rivelazione del fichi-fichi tra i
suoi due compagni fatto alla faccia sua e cominciò a dettare
ordini da bravo dittatore maniaco.
Ordinò a Hidan che, salvo diarrea fulminante o incenerimento da
parte di Jashin, il giorno dopo avrebbe dovuto riscartavetrare tutta la
parete ma siccome lo aveva preso come la causa principale della
rivelazione malsana portando Konan alla confessione, avrebbe anche
dovuto stuccare e verniciare e il tutto mentre gli altri sarebbero
andati a mangiare una bella pizza.
- Naturalmente mi siederò il più lontano possibile da
Konan, primo perchè mi fa ribrezzo starle vicino e secondo
perchè non vorrei che mi saltasse addosso! -
La giovane fece una faccia disperata.
Tra lei e Hidan sembravano due morti che camminavano.
Ma il peggio doveva ancora arrivare!
Volevo ringraziare di cuore tutti coloro che hanno inserito questa storia tra i Preferiti, i Seguiti e i Ricordati.
Grazie per le vostre belle recensioni.
Alla prossima.
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Capitolo 4 *** Che serata!!!! ***
4
Ultimo capitolo di questa storiella demente, spero che vi sia piaciuta e che sia riuscita a strapparvi almeno un sorriso.
Erano le otto di sera e Hidan
malediva e bestemmiava il mondo intero in tutte le lingue che Jashin
conosceva, a chiunque gli dicesse una sola parola si rivoltava come un
demone a un dannato e dava il via ad una serie di preghiere piene di
smatafloni irripetibili, tanto che persino Pain lo riprendeva.
- Hidan! E basta, che cazzo! -
A lui proprio non andava giù di dover restare chiuso in quella
gabbia a respirare i vapori della vernice mentre gli altri avrebbero
alzato il gomito e bevuto e mangiato alla faccia sua.
Però allo stesso tempo si stava rendendo conto di quanto Pain fosse idiota.
Ma idiota idiota!
Idiota con la I maiuscola.
Il motivo dell' idiozia suprema si poteva riassumere in tre punti.
1- Costringeva lui medesimo a restare al covo per il suddetto motivo
delle riparazioni fatte solo per ripicca, il tutto perchè Hidan
aveva fatto sapere delle cose che non dovevano assolutamente essere
divulgate, pena la morte immediata e rapimento del proprio cadavere da
parte di Pain che lo avrebbe usato, questo lo sanno tutti, per puri
scopi terroristici, uno tra tutti instaurare la pace nel mondo a modo suo.
2- Si comportava da cane schifoso poichè le colpe erano anche di
Konan e quindi a intonacare sarebbe dovuta restare pure lei almeno per
giustizia invece, guardacaso, se la portava dietro, indi per cui
è proprio vero che tira più un pelo di f...che un carro
di buoi.
3- Quella specie di Lazzaro resuscitato dai capelli pel di carota non capiva che, dal momento che
aveva saputo i trascorsi avrebbe fatto meglio a prendersi e a buttarsi
in un forno crematorio, invece no! Non solo continuava a possedere il
suo amico come la peggiore delle possessioni demoniache a prova di
esorcista, ma si era vestito pure con un paio di jeans alzapalle e
alzaculo che avrebbero provocato seri tsunami di ormoni in tutte le
signore presenti, insomma il metodo migliore per tenere lontana Konan.
- E dai, Pain! Non puoi lasciarmi qui da solo come un cane! - piagnucolava Hidan.
- Io sono il capo, posso fare tutto ciò che voglio, anche
legarti al letto e sodomizzarti allegramente fino a quando non sento i
tuoi intestini che stanno per crepare e te che implori pietà tra
mille sofferenze. Capito? -
L'immagine di Pain che si insinuava allegramente tra i suoi visecri gli fece venire il voltastomaco.
Sicuramente era meglio non provocarlo più di tanto, se aveva
coraggio ad andarsene in giro accoppiandosi con sei zombie poteva fare
anche di peggio, tanto alla fine se lo sodomizzava usava l'uccello del suo amico.
Ma Hidan non demordeva, avrebbe mangiato quella pizza, anche a costo di lasciarsi sodomizzare da Pain.
- Ti faccio una proposta, capo. Oggi ti sei vestito in una
maniera...come dire...insomma ti si vede il pacco, o meglio...il pacco
è del tuo amico e questo mi fa capire il perchè Konan ci
giocava a scopone scientifico. -
Pain sentì la bile che partiva dalla cistifellea e arrivava alla
bocca per poi attraversare la testa sulla tangenziale e arrivare al
cervello, cominciò a battere il piede a terra e lo guardava con
chiari intenti omicidi.
- Vogliamo venire al dunque o vuoi aspettare di notare anche se ha i peli rossi o era tinto? -
- Ma questo è facile scoprirlo! Ehi Konan... -
Pain gli fu addosso tappandogli la bocca.
- Falla finita, demente! -
- Però lo potresti dire anche tu, non pisci? Comunque guarda, se
mi liberi dai lavori forzati mi siederò vicino a Konan e per
stasera te la tengo lontana. -
Pain lo guardò grattandosi la roscia chioma sempre per aria.
- Hmm...e va bene, ci sto! Sei libero da tutte le accuse. -
Alla fine entrambi ci avevano guadagnato da quel losco affare, Hidan si
sarebbe unito alla serata pizzosa e Pain si sarebbe tolto Konan dalle
balle almeno per quella sera.
Finchè non gli sbolliva la rogna non voleva avere niente a che fare con lei.
Se ne sarebbe fatto una ragione ma nessuno sapeva il motivo della sua incazzatura.
Non era gelosia ma solo il non poter rispondere a una domanda che
recitava "perchè io no? Perchè a me non l'ha mai data?
Forse perchè non gli piacevano i miei capelli rosso mogano che
mi coprivano gli occhi!".
Dopo essersi tutti preparati e usciti, Deidara fece una domanda che
quasi causò un dibattito di quelli come se ne vedono solo al
Parlamento.
- Chi ha pensato alla prenotazione? -
Una domanda normalissima e banale ma che rischiò di suscitare un putiferio.
- Kakuzu. - rispose Sasori.
Dapprima ci fu silenzio, poi terrore e alla fine disperazione, il tutto
si impadronì degli astanti e tutti si congelarono nelle loro
posizioni come se stessero giocando a Un Due Tre...Stella.
- Pain, come...come hai potuto permettere una cosa del genere? Ma porca
zozza, ci sarà stata la scelta? Eravamo in nove! -
Pain si sentì piccato.
- Bhè? Io non ho nessuna colpa! Possibile che non riusciate
nemmeno a pulirvi il culo senza prima chiederlo a me? E poi...scusate
se fra i mille problemi inutili come riuscire a trovare le forze
portanti mi sono dimenticato di inserire anche il tragico problema di
prenotare una pizzeria! -
- Però se dicevi che eri tu ci facevano lo sconto. - esordì Itachi.
Hidan fece il suo solito sorriso, forte della sua esperienza fatta come compagno di Kakuzu.
- Ma tranquilli, con Pain avevamo lo sconto invece con Kakuzu mangeremo gratis! -
Gli altri gli lanciarono delle occhiate interrogative, forse Hidan poteva avere anche ragione ma i dubbi c'erano eccome!
- Forse non ci porteranno le posate! - disse Kisame.
- Magari usano la carta igienica come tovaglioli? - disse Itachi.
- Non è che magari ha risparmito proprio sulla pizza e faremo finta di tagliarla nei piatti? - disse Pain.
Hidan dovette ricredersi, dopotutto Kakuzu era uomo dedito al
risparmio, anche fare le spese settimanali era una tragedia
poichè ti girava sempre intorno ai coglioni con i volantini
delle offerte dei supermercati.
Ogni volta, per andare dietro alle offerte, bisognava girare venti
supermercati e almeno una decina di centri commerciali poichè
ognuno di questi aveva UN solo articolo che interessava rigorosamente
in offerta.
Quindi quella che doveva essere una tranquilla spesa si trasformava in
un rosario detto al contrario e pieno di bestemmioni irripetibili.
Hidan ricordò divertendosi che una volta erano andati a fare la spesa lui, Itachi e Pain.
Itachi si era intestardito nello spingere il carrello ma quando questo
cominciò ad essere pieno, non lo sostenne nelle infide
curve degli scaffali e si schiantò, con carello al seguito,
contro il banchetto della promoter del caffè.
All'ingresso del supermercato vi era un metal detector installato pochi
giorni prima per via di una rapina, non appena Pain ci passò
sotto quasi andò in tilt e si avvicinò una guardia della
sicurezza che gli disse:
- Venga da questa parte, divarichi le gambe e alzi le braccia -
Hidan e Itachi quasi si sventrarono dalle risate nel vedere il loro
capo che veniva trasformato nell'Uomo Vitruviano del Da Vinci e la
giovane fanciulla che lo palpava ovunque con insistenza.
Il Sommo minacciò di piantare un casino se non lo avessero fatto entrare.
Entrò ma rimase col muso per tutto il tempo della spesa.
Dopo questi ricordi abbastanza comici, Hidan sentì che Kakuzu prendeva la parola.
- Tranquilli, qualità a poco prezzo. -
Tutti lo guardarono sospettoso, persino il Gran Capo aveva una faccia
da funerale poichè andare a mangiare una pizza significava
pagare il conto e poco importava se il sistema di pagamento adottato
dall'Akatsuki era quello "alla romana", Kakuzu avrebbe guardato il
risparmio anche nei protafogli personali.
Andare ad aprire il portafoglio a Kisame sarebbe stata una battaglia in cui ci scappava sicuramente il morto.
Hidan si avvicinò al compagno.
- Kakuzu, comunque dov'è che stiamo andando? -
Lui sorrise, o almeno pensavano che sorridesse.
- Venite con me e vedrete. -
Il luogo non era molto lontano, e dovettero ammettere che l'esterno era proprio accogliente.
Entrarono.
Si guardarono intorno e le mascelle di tutti caddero a terra.
Due ragazze strafiche, vestite solo di perizoma ridottissimo e magnifiche tette al vento, vennero ad accoglierli.
Descrivere le reazioni di tutti sarebbe troppo faticoso.
Una di loro parlò con vocetta provocatoria da chat erotica.
- Benvenuti al Night "Voglia di Tutto", avete ordinato un tavolo? Chi di voi è il garante? -
- Ehmm...il garante di questi folli...sarei io...signorina. - disse Pain.
Quella gli spalmò le tette sul petto appiccicandosi come una ventosa.
- Ma che piercing affascinanti! -
Pain guardava verso l'alto ma sudava copiosamente mentre questa si strusciava addosso con fare da gatta in calore.
Hidan avvertì qualcosa sulla spalla, era la manina dell'altra ragazza che lo guardava.
- Ma guarda...che bella falce! Com'è grossa è dura! -
Hidan boccheggiò come un salmone fuori l'acqua.
- Vero? Ma...non c'è solo quella...di duro...ora! -
I suoi ormoni vennero messi a tacere da una strana presenza accanto a
lui, una presenza cattiva e oscura, la presenza di Konan che fissava
Pain come un leone che fissa la gazzella nata da poco.
- Konan, stai calma, dai! -
- Tu, brutta troia! Togligli le mani di dosso! - disse saltando addosso alla sventurata che alla fine faceva solo il suo lavoro.
Pain si ritrovò preso in mezzo a quella orgia fatta di cosce e
tette e, siccome stupido non era, usava la scusa di allontanarsi e di
non riuscirvi per appizzarlo a destra e a sinistra.
Quindi non è che voleva tanto allontanare Konan dal momento che,
trovandola in posizione adatta, cercò di penetrarla nel retto
attraverso tutti i vestiti.
Lei si girò dandogli uno schiaffo che lo fece volteggiare per
tre, quattro volte e intanto continuava a menare le mani sull'altra.
Gli altri, nel parapiglia, chiesero spiegazioni a Kakuzu.
- Io vorrei sapere...chi ti ha dato questa idea! In un night hai prenotato? -
Kakuzu alzò lo sguardo su Hidan.
- Ho detto che dovete fidarvi! -
- Kakuzu, noi ci fidiamo pure ma qui stiamo rischiando di dover
nominare un nuovo capo! E sarebbe il terzo nell'arco di cinque anni! -
disse Deidara.
Il biondo e Sasori afferrarono Pain e lo trascinarono fuori la mischia praticamente in coma.
Prendi qui e para lì, alla fine riuscirono a mettere la parola fine al gran casino.
Vennero praticamente scortati al loro tavolo, ma tutti erano terrorizzati da quello che li aspettava.
Quando videro avvicinarsi il cameriere con i vassoi dell'antipasto il
terrore salì in misura esponenziale all'avvicinarsi dell'omino,
e invece...
L'antipasto fu una vera delizia, esattamente come la pizza che ognuno scelse in maniera diversa.
Il problema furono i litri e litri di birra che furono portati a
tavola, cosa che avrebbe schiantato un elefante, Pain si
avvicinò a Konan col bicchierone in mano e tralancando come uno
sciancato.
- Non lo sciapevo...che quescto demente di Yahiko...non tollerava
l'alcool...Konan...fasciamo pascie? - diceva strascicando le parole.
- Ma non lo sapevi? Pain...va bene. Sce vuoi ti aspietto sctasera. -
- Fasciamo un po' di sadomascio? -
I due gridavano e tutti gli altri ospiti si voltarono.
- Una notte a bascie di scessscio! -
Itachi aveva cominciato a giocare col tappo della bottiglia, quando si muoveva lo scambiava per un nemico ed ecco che partiva.
- Non andrai da nessuna parte, manigoldo! Sharingan! -
Hidan era abbracciato a Deidara e tutti e due dondolavano col bicchiere in mano cantando inni alla gioia e alleluia nei cieli.
Kisame aveva sentito che c'era un piede del tavolo alquanto traballante
e per ovviare all'inconveniente aveva preso a limare tutti gli altri
piedi.
Sasori aveva schiantato una sedia e la stava usando per costruire una marionetta.
Zetsu non c'era, lui si divertiva di più ad unire il suo dna a quello degli alberi, specialmente quelli di Konoha.
Ma come si fà per far passare una sbornia colossale?
Semplice!
Ascltando una notizia terribile.
Caracollando di qua e di là in preda ai fumi dell'alcool e
ringraziando Kakuzu per avergli fatto passare una divina serata in
compagnia di pizza, tette e birra, si apprestarono ad uscire, ma Kakuzu
li fermò.
- Fermi tutti! Dove andate? -
- A casa! Io avrei da fare a casa! - disse Pain facendosi sorreggere da Konan.
Kakuzu sparì in una stanzetta e ne uscì subito dopo reggendo un borsone.
- Forza! Sono uno per uno! Avanti! -
- Ehmm.. Kakuzu...questi sono grembiuli da cucina! - disse Hidan che, stranamente, si era ripreso.
- Esatto. -
- E cosa...dovremmo farci con i suddetti grembiuli? -
- Paghiamo il conto! -
Il silenzio totale cadde sugli astanti.
Hidan acchiappò Kakuzu per il collo.
- Bastardo, fammi capire bene! Pur di non tirare fuori un soldo per pagare...ci ha proposti come lavapiatti? -
- Ebbene si! -
- Io ti...ti distruggo! Shinra tensei! - disse Pain senza che stavolta nessuno osò minimamente fermarlo.
Kakuzu partì stile freccia, attraversò due tavoli, il
muro e andò a finire col culo sul fornello rovente urlando come
un maiale scannato.
Per quanto tutti poterono dirsi soddisfatti della punizione inflitta
dal sommo capo, non riuscirono però a salvarsi dal pagamento del
debito.
Hidan provava una soddisfazione quasi imbarazzante nel vedere Konan col
grembiule e il fazzolettone in testa che ramazzava il pavimento sotto i
tavoli, anche se lui stesso non se la vedeva bene dal momento che era
stato nominato Grande Asciugatore di Posate e di queste ve ne erano a
centinaia.
Pain era addetto al lavaggio piatti ma aveva usato troppo sapone e
praticamente sparì nella coltre di schiuma che usciva dal
lavandino.
Deidara, indossando i guanti e con lo schifo sulla faccia, toglieva
dalle stoviglie il cibo avanzato tra cui anche qualche bolo masticato
che non aveva incontrato il gradimento del cliente.
Kisame puliva i fornelli, ossia quella gigantesca fabbrica di acciaio
che serviva per soddisfare gli stomaci del night che a pieno regime
accoglieva trecento persone.
Sasori metteva a posto le stoviglie ma lo faceva senza un senso logico
e incazzandosi come una iena quando non riusciva ad impilare i piatti
facendoli sorreggere da un bicchiere.
Quella tremenda serata finì con i nostri eroi che fecero ritorno
al loro covo, stanchi ed esausti con ancora mezza sbornia da smaltire.
Ad alcuni lo stomaco non resse e il macabro spettacolo vide Pain e
Itachi che litigavano fra di loro e facevano a testate sulla tazza del
cesso mentre vomitavano pure l'anima.
Hidan si prosternò a terra pregando Jashin e ringraziandolo per
avergli dato la possibilità di uscire quasi indenne dalla
serata, mentre Deidara, non vedendolo, gli passeggiò sullo
stomaco facendo cercare pure a lui il vaso più vicino dal
momento che Pain e Itachi stavano cercando di tirare fuori dalla bocca
anche gli intestini oltre allo stomaco.
L'immortale si guardava intorno e la frase che disse era tutto un programma.
- Speriamo sia finita, almeno per stavolta! -
Ma sarà davvero finita?
Volevo ringraziare coloro che hanno messo questa storia tra i Preferiti, ossia JennyChibiChan, Marmalade Girl, Shania, stella_blu.
E tutti quelli che l'hanno inserita tra i Seguiti, ossia bekka_chan, Juberina_Shukaku_Esplosiva, Shania, tokidoki16.
Vorrei ringraziare anche chi ha recensito questa storia e anche chi l'ha letta soltanto.
A presto.
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