Stupida storia di una stupida studentessa stupidamente innamorata e senza - neanche stupida - speranza

di Asfe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stupido inizio ***
Capitolo 2: *** E quando una ti spinge sul ragazzo che ti piace... ***
Capitolo 3: *** Appunto: non dire mai ... ***
Capitolo 4: *** Mai capitato di voler uccidere qualcuno? ***



Capitolo 1
*** Stupido inizio ***


Premetto che NON è una Sirius/NuovoPersonaggio. Assolutamente no.
Piuttosto, è la storia di una delle tante ragazze che si innamorarono del bel Sirius Black. Una storia di un amore platonico (occasionalmente carnale, se fortunata) senza futuro.
Evitate se vi piacciono i lieto fine; però di certo non c'è da deprimersi, anzi, ho lasciato sfogare la mia innata demenza.
Spero apprezziate, buona lettura.


Stupida storia di una stupida studentessa stupidamente innamorata e senza - neanche stupida - speranza



Parlandoci francamente - ed usando un plurale maestatis altamente inutile - sono una persona davvero irrecuperabile.
Una ragazza che non riesce a convincere la propria migliore amica della sua evidente inettitudine nei confronti di qualsiasi essere maschile - o, più che altro, vivente - è semplicemente qualcuno da sopprimere. Non tanto perché dovrà sopportare una sequela di frustranti ripetizioni dalla suddetta compagna - ovvero una canzonatura incessante di "Fallo, fallo, fallo, fallo! Su, dai, buttati, fallo e basta, che ti importa... fallo, dai! (vorrei sapere seriamente cosa intendeva per "fallo", ma dopotutto posso sopravvivere benissimo senza) - , ma soprattutto perché morirà.
Di vergogna, umiliazione, isteria, stupidità, disperazione.
Inevitabilmente.
Il problema è che qualcuno mi vuole per forza far resuscitare e crepare più volte.

Janice Jackson, detta JayJay se vuoi supplicarla per qualcosa, quinto anno, Grifondoro, idiota. Irrimediabilmente idiota, ma un'idiota carina, di quella con gli occhioni color fango magnetico ed i capelli scuri e lunghi che le arrivano oltre le spalle.
E, purtroppo per me e probabilmente anche per lei, mia migliore amica da quando avevamo dodici anni - incredibilmente innocente appariva allora, in quanto a ragazzi.
Il nostro incontro è stato piuttosto bizzarro, lampante premonizione di quella che sarebbe divenuta dopo: un'incessante macchina di buttati-con-Lui (Lui è il nucleo della mia esistenza, più o meno).
Aula di Incantesimi, mi trovavo lì perché avevo dimenticato come al solito un libro che mi serviva ovviamente per fare i compiti per l'indomani. Lui era là, chiaramente, per farmi andare in iperventilazione, ecco - non ricordo perché, anche se vedendomi alzò gli occhi e mi spiegò spiccio qualcosa, dato che ero troppo occupata a non fare azioni di cui mi sarei pentita che ascoltarlo (sfortunatamente sono incapace di fare due cose contemporaneamente). Anche Janice era là. Insomma non c'era Incantesimi per il secondo anno ma la stanza era comunque piuttosto affollata.
Per lei però ricordo il motivo: doveva cancellare una scritta imbarazzante sul banco per evitare che la leggesse il diretto interessato, che avrebbe tenuto la lezione con Vitious di lì a un'ora - era qualcosa tipo "Ti amo da morire Nome-del-tipo".
Io - quando Lui se ne andò ed io potetti respirare - inciampai in una Janice a carponi e misteriosamente diventammo amiche. La conoscevo già di vista, mentre lei di fama per coglionaggine diciamo, e quindi non avevamo bisogno di presentarci ufficialmente o cavolate simili.
Ma dopotutto credo che non lo avremmo fatto comunque.

In ogni caso, ora Janice Jackson siede di fronte a me, la parlantina attivata perché Lui ha fatto il suo ingresso in Sala Comune migliorando le nostre vite di comuni mortali, seguito dal coro di sospiri e dal corteo di ragazzine sognanti.
Io non mi unisco semplicemente perché più che un sospiro mi uscirebbero parole irripetibili dettate dall'adolescenza ormonale - come si trattengano le altre per me resta uno degli interrogativi irrisolvibili.
«Su, Sarah, lui è... è...»
«So com'è, JayJay, grazie,» Le dico facendo un sorriso storto. L'uso del soprannome è dovuto al fatto che la sto indirettamente implorando di fare silenzio, per godermi senza sottofondo fastidioso la sua immagine.
«A quanto pare non abbastanza, o saresti già addosso a lui,» Replica inclinando appena il capo con uno sguardo eloquente.
«Sono tre anni che mi dici sempre le stesse cose, non è ora di tagliarla?»
«Non finché si accorgerà di te.»
«Sirius Black non si accorgerà mai di me

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Capitolo 2
*** E quando una ti spinge sul ragazzo che ti piace... ***


Allora, diciamo che l'altra volta avevo sbagliato a ehm mettere il titolo; ho mancato di inserire una parola. Ah e avevo scritto i discorsi con quelle stupidissime virgolette poco eleganti, così ho modificato. Si sa, l'orario e il sonno fanno brutti scherzi soprattutto se uniti a una leggerissima nausea dovuta al pochissimo alcol.
Comunque mi sto immedesimando nella protagonista: ha la mia stessa idiozia e il mio stesso amore sproporzionato per Lui (io anche per l'Altro Lui, ma non importa).
Ma be'... buona lettura.


E quando una ti spinge sul ragazzo che ti piace...



Un prato fiorito e petali che volteggiano con grazia nell'aria, cadendo da un cielo autunnale eppure innaturalmente azzurro. Farfalle colorate che svolazzano ovunque - effettivamente assomigliano molto a delle mosche infastidite...
Ma non importa.
Io sono qui, Lui è qui. Potremmo anche essere su un vulcano in eruzione, non me ne fregherebbe granché.
Anche perché poi Sirius mi salverebbe.
«Sarah.»
Non è Lui a dirlo. Sembra l'eco della voce di Janice, effettivamente.
Non posso rispondere, sono troppo impegnata a guardarlo e Janice sa perfettamente che io due cose in contemporanea non le so fare. Quindi adesso si arrangia.
«Sarah!»
Ancora lei. Ma da dove parla? Dov'è nascosta?
Forse nella tana di quel coniglietto bianco; le sono sempre piaciuti i conigli...
Oh, che meravigliosa pelle diafana ha Sirius...
«Sarah Wood* se non ti svegli immediatamente ti butto un secchio d'acqua addosso.»
Non è degna di ricevere attenzioni se rompe anche in occasioni simili.
Sirius se ti vuoi avvicinare fa' pure, eh.
Una cascata spuntata da chissà dove ci travolge, e Lui nuota abilmente con un sorriso smagliante mentre mi trasporta la corrente...
Sì, sì, la maglietta si è bagnata! Sì!
Sono capace di pensarlo anche mentre sto affogando.

*** *** ***

Ho sempre saputo di avere una migliore amica molto stupida. Ma mai avrei pensato di vederla in questi livelli.
Ha un'espressione ebete sul volto e muove le mani e le braccia come se stesse cercando di tenersi a galla in un fiume.
Peccato che l'unica acqua che ha potuto sentire è stata quella che le ho spruzzato in faccia per svegliarla. Senza successo.
E anche quando finalmente apre gli occhi e mi guarda non riesco a trattenere una smorfia compassionevole. Chissà com'è vivere senza cervello.
«Janice? Ecco dov'eri nascosta!»
Dev'essere una vita davvero dura.

*** *** ***

«Siamo in ritardo per colpa tua, quindi inventa una scusa entro cinque secondi oppure ti chiudo nell'armadio.»
Annuisco concentrata.
Pensa Sarah, pensa.
«I cinque secondi di questo mondo, dato che nel tuo sembrano equivalere a quattordici ore nostre.»
«Non mi aiuti, Janice.»
«Perché non voglio farlo: renderti la cosa complicata, sapendo che sei costretta a farla, è molto più soddisfacente.»
«Già. Che bello arrivare davanti alla McGrannitt e dire... be' niente, dato che non avremo una scusa.»
«Oh no.»
«Oh sì, non ce l'avremo, perché... perché stai paralizzata come uno stoccafisso?»
Seguo il suo sguardo e... oh.

Non sono una persona gelosa, nient'affatto: Mister Bubu, l'orsacchiotto preferito di Janice, sa benissimo che se viene abbracciato dalla mia amica non verrà trucidato né assassinato; stessa cosa vale se Janice decide di rapire il mio pupazzo, Miss Kelly, perché "due cicciolosi sono meglio di uno".
Ma Grace Carter che bacia Lui... Lui che bacia Grace Carter... Grace Carter che viene passata ad un James Potter che a sua volta spinge una Sally Marshall verso di Lui...
«Naturalmente questa è la mia mente masochista, disposta a tormentarmi nei momenti più adatti, non è così?» Domando speranzosa.
«No.»
Grazie, Janice.
«E' meglio andarcene di qui, non credi Sarah?»
Cerco di trasformare il mio viso in una maschera diabolica.
«Per me o per loro?»
Janice inarca un sopracciglio.
«Per te.»
E mi rendo conto che è tristemente vero.

Se fossimo le pupille dell'insegnante di Babbanologia, Hommes, a quest'ora lei ci avrebbe fatto un sorriso benevolo e ci avrebbe fatto accomodare al nostro posto minimizzando il ritardo di mezz'ora. Se fossimo state membri del celebre gruppo dei Malandrini, o più semplicemente Potter o Sirius, ci avrebbe guardati scuotendo il magro indice e facendoci sedere.
Ma dato che noi siamo solo Sarah Wood e Janice Jackson e qualcuno ha già fatto scoppiare qualcosa - ed io non c'ero, caspita - ha tolto cinque punti a Grifondoro. Be', poteva andare peggio, constato abbandonandomi allo sgabello e osservando il complicato aggeggio simil-babbano che ho di fronte e che non riuscirei a montare in un'ora, figuriamoci in trenta minuti e senza spiegazione.
A volte mi domando perché una Nata Babbana come me si mette a intraprendere Babbanologia, una materia in cui faccio parecchio pena tra l'altro. L'unica risposta sensata ce l'ho guardando Sirius Black - che è arrivato misteriosamente prima di noi, manco sapesse un passaggio segreto per arrivare prima...
Ma dato che comunque non riuscirò a completare il test pratico, mi metto a fare ciò che mi riesce meglio: inveire ed invidiare. Janice ha un altro termine per definire quello che faccio: rosicare.
«Ma le hai viste quelle... quelle...»
«Puttane.»
«...Puttane avvinghiate a Sirius? Insomma andavano da Potter a Lui come se fosse niente.»
«Già.»
«Ma perché Sirius deve essere così dannatamente... così...»
«Puttaniere.»
«Esatto! Perché?»
Qualche secondo di silenzio, carico di attesa. Janice si gira appena verso di me e sgrana un po' gli occhi, unendo a caso un filo rosso ed uno blu senza guanti di protezione.
«Aspetti che io ti dia una risposta?»
«Sì!»
«E perché?»
«Sei la mia migliore amica, JayJay.»
Muto imploramento di una qualsivoglia spiegazione inutile.
«Ma se dici che faccio schifo in questo ruolo? E, a proposito, concordo.»
«Lo so, ma daaai...»
«Se proprio ci tieni...»
«...Sì?»
«Sirius Black è un puttaniere perché gli piace esserlo. Marshall e Carter saranno puttane, ma intanto loro si portano a letto Black e tu no.»
«Ti odio.» Sibilo, raccogliendo un cacciavite e svitando un bullone e... a proposito cos'è che dovrei montare?
«Ne sono consapev....»
BOOM!

Sento qualche risata, un accenno di applauso, un ragazzo che grida e una tipa che strilla, io che tossisco e Janice che fa un verso a metà fra lo squittio isterico di un porcospino e il miagolio disperato d'un gatto.
Poi provo ad alzare la palpebra destra e la riabbasso immediatamente: la Hommes paonazza, Sirius che si sta divertendo, una certa Darrinson indignata e un tale O'Conner furibondo - a quanto pare si stavano proprio impegnando con il loro coso - non sono la miglior visione del mondo. Ma almeno adesso posso associare suoni a volti.
Il borbottio adirato della professoressa mi dice che sono altri trenta i punti che Grifondoro ha perso e che io ho fatto un errore madornale nel collegare un non-so-che. Non sapevo neanche che le avevo preso.
Infine mi dico che il coraggio è la virtù degli alunni rosso ed oro e perciò mi decido ad aprire gli occhi. Tanto la figura di merda l'ho già fatta.
Quando la docente annuncia che la lezione è finita in anticipo io e Janice ci trasciniamo per ultime fuori dall'aula, raccogliendo lentamente i brandelli delle nostre cose.
«Ma davvero i babbani usano questa roba per far muovere le automobili?» Domanda curiosa Janice - dopotutto lei ha il padre mezzosangue e la madre purosangue, non può sapere.
Come neanche io so.
«Non ne ho la più pallida idea.» Rispondo con sincerità, mentre ci avviamo fuori dalla stanza.
Il fatto che Sirius Black sia lì mi riempie di gioia; ma grazie ad una gomitata di Janice - una gomitata che ha fatto piuttosto male - mi accorgo che Lui sta litigando con un altro ragazzo. Si assomigliano, però l'altro è più basso e be'... non è Lui. E soprattutto ha la cravatta verde ed argento.
«Frequenti ancora Babbanologia, Sirius?» Sputa il Serpeverde.
«Sei ancora un coglione, Regulus? In tal caso non penso tu sia all'altezza di parlarmi.»
«Sei diventato più di un filobabbano, Sirius! Sei diventato feccia, lo capisci?»
Sirius e feccia non sono sinonimi, serpe. Senza volerlo faccio un passo in avanti.
Come se avessi attivato qualcosa, Sirius e l'altro si voltano verso di me.
«La tua fidanzatina sanguesporco, Sirius?» Lo sbeffeggia con una mezza risata amara quel tipo.
Sirius fa per ribattere, ma sono più veloce di Lui e le parole escono tutte insieme.
«Vogliamo parlare di te che non ce l'hai neanche a pagarla?»
Un timido verso di stupore fuoriesce dalla bocca di Janice.
Oh-oh. Da quando so rispondere per le rime?
«Le epiche gesta della tua capacità in Babbanologia hanno già fatto il giro della scuola, sporcosangue.»
Vorrei riuscire a rifare ciò che ho fatto prima, ma evidentemente la mia energia in questo campo si è prosciugata. Troppo bello per durare.
«Di te non si parla proprio, fratellino, sarà che sei invisibile e oscurato dalle mie epiche gesta?»
«Come farti mettere in punizione o andare a puttane?»
«Non diresti la stessa cosa se avessi mai visto una donna oltre a tua madre o se fossi capace di metter su uno scherzo, Regulus.»
«Perché perdo tempo con te?»
«Semplice. Sei invidioso marcio e cerchi ogni volta di mettermi sotto, fratellino.»
«Lo vedremo.» Dice superbamente quello che deve chiamarsi Regulus, ma che io nominerò semplicemente Larva, girandosi per andarsene.
«Di te non vedremo proprio niente, Regulus.» Replica Sirius, ma forse il Verme è troppo lontano per sentire.
Lui mi si avvicina un poco e poi mi fa un sorriso sghembo. E' bellissimo. Subito dopo fa per allontanarsi.
In quello stesso attimo qualcosa mi spinge e cado, ma ormai a finire a terra ci sono abituata.
A finire su Sirius Black no.
Neanche a stare per un microsecondo - il migliore della mia vita - nelle sue braccia.
«Mmm... capisco di essere irresistibile e ne prendo atto,» Esordisce Sirius corrugando la fronte e dipingendosi sulle labbra una splendida smorfia lontanamente compiaciuta (non è adorabile la sua incoerenza?), ancora con un'ombra nelle iridi grigie a testimoniare il passaggio della Larva. Però poi mi allontana. Mi allontana e se ne va.
Dopo che l'ultimo eco dei suoi passi sbiadisce, Janice mi si avvicina e mi mette una mano sulla spalla.
«Che stronzo Regulus Black,» Mormora.
«Black? Cazzo, sono imparentati, è vero!»
«Ma dai, Sarah. L'ha ripetuto più o meno cinque mila volte che era suo fratello.»
«Eh.»
Rifletto sulla scena di prima.
«Ma com'è che poi mi hai spinto su Sirius
«Ehm, che vuoi farci, non abbiamo fatto colazione, non ho bevuto il caffè e avevo sonno. Era un'idea.»
Janice sorride e osserva svogliatamente il suo orologio, poi soffoca un urlo.
«Siamo di nuovo in ritardo! E con la McGrannitt!»
«Oh merda


* Wood è il cognome inglese di Oliver Baston: diciamo che sono parenti, ecco.

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Capitolo 3
*** Appunto: non dire mai ... ***


Dieci giorni dall'ultimo aggiornamento? Così poco? Sono sconvolta u.u
Mmm... calo di ispirazione e studio, tutto qui :P


Appunto: non dire mai alla tua migliore amica "Come posso piacere ad un ragazzo?"



Io non capisco. Non faccio così schifo. Insomma, avere i capelli castano chiaro - che io definisco semplicemente color diarrea - e gli occhi di un verde scuro che passa al chiaro a seconda di uno strano calendario variabile, non è male. Non sono alta, okay. Effettivamente a stento raggiungo la fine della lavagna.
Non ho le labbra carnose, insomma, sono normali e basta. Sono a conoscenza della mia seconda di seno e non faccio niente per esaltarla.
Va bene, non ho il sedere migliore del mondo e gambe fantastiche - per niente - , ma in compenso sono magra. Non ho neanche la cellul...
«Sarah, allo specchio ti vedi?»
Mi giro perplessa verso Janice, nascosta sotto strati di coperte e cuscini rossi.
«Sì» Rispondo incerta.
«E quindi ti vedi?»
«Certo.»
Per sicurezza volgo uno sguardo verso la mia immagine. Sì, c'è.
«E allora perché ti stai descrivendo da mezz'ora?»
«Janice, ma non è giusto!»
«Infatti! Perché alcune persone riescono a dormire ed io no?»
«Janice, come faccio a piacere ad un ragazzo?»
Mi rendo conto che quello che ho detto è pericoloso. Molto. Ma quel microsecondo fra le braccia di Sirius è stato davvero il più bello della mia vita.
Forse è in questi momenti che mi rendo conto della mia disperazione.
«Intendi Black?»
«Nooo, Mark Thomas di Tassorosso.»
La testa bruna di Janice fa capolino con un sorriso malizioso e soddisfatto.
«Hai cambiato obiettivo!»
Non so esattamente come è successo ma mi sta abbracciando.
«Sarah, finalmente ti interessi ad altri! Era impossibile che volessi rimanere vergine ancora per molto solo per aspettare Black!»
«Ma...!?»
«Insomma, hai a malapena dato il tuo primo bacio, era ovvio che volessi fare nuove esperienze. Non preferisco Mark come genere di ragazzo, però se a te piace...»
«Janice! Io ho dato il mio primo bacio!»
Silenzio.
«A stampo. Col tuo vicino di casa. Babbano. A undici anni.»
Infine ride. Ho una migliore amica abbastanza crudele. Forse potrei prendere in considerazione l'idea di cercarmene un'altra. Poi mi rendo conto che per qualsiasi altra apparirei anormale e capisco che Janice è un dono dal cielo.
«Janice, lo sai che ti voglio bene?» Mormoro appena.
«Sarah, i tuoi sentimenti inspiegabilmente contraddittori mi sconvolgono. Ma non stavamo parlando di Mark Thomas...?»
«No! Non mi piace. Io voglio Sirius.»

*** *** ***

«Voglio non si dice, Sarah.»
O almeno non quando si tratta di te, penso, ma mi rendo conto che è troppo cattivo dirlo ad alta voce.
«Ma che diamine! Ho quindici anni.» EsclamA insensatamente.
«Appunto... e ti piace da quanto? Da quando ne avevi dodici, e solo perché all'inizio credevi a tuo padre che ti aveva detto che se ti baciavi poi non ti potevi più sposare.»
Credo che il mio sguardo sia abbastanza eloquente... Sarah si sta rimpicciolendo.
«Ero piccina.»
Sbuffo.
«Poche storie. Vuoi davvero piacere a Sirius Black? E non solo sperando ma... osando

*** *** ***

Il ghigno di Janice Jackson non mi è mai piaciuto, e non cambierò certo idea adesso.
Però ha ragione. Insomma, quante volte mi sono data dell'idiota, cogliona, demente e soprattutto stupida senza fare niente per rimediarlo?
Be'... come se fossi capace di farlo. Però Janice lo è.
«Sì, JayJay.»
«Perfetto. Patto di sangue?»
«JayJay.»
«Okay, okay. Be'... RAGAZZE
Quello che Janice emette è un urlo di diecimila decibel a pochi centimetri da me. Credo che non sentirò mai più come prima.
E sono sicura che non avrò mai più paura come ora: due adolescenti-zombie si sono alzate dalle loro tombe per perseguitarmi...
«Abbiamo sentito tutto» Afferma la prima, quella con evidenti iridi gialle e malefiche...
«E siamo pronte» Aggiunge l'altra, ugualmente terrificante.
«Non ne dubitavo.» E con queste parole convengo che Janice sta complottando con quei mostri.
Ora lo so: Rebecca Stone e Kelly McFly saranno la mia rovina.

*** *** ***

Osservando le nostre due compagne di dormitorio, sorrido soddisfatta.
Ora lo so: Rebecca Stone e Kelly McFly saranno la mia stella.

*** *** ***

«Non voglio.»
«Devi.»
«No!»
«Vuoi far colpo su Black o no?» Domanda retoricamente Rebecca, facendo un leggero sospiro.
Sei di mattina, luce accesa nella settima stanza del dormitorio femminile di Grifondoro. Bauli di vestiti rovesciati in cerca di ago e filo e forbici. Ago e filo e forbici trovati. Bacchetta magica già in mano.
«D'accordo. La metterò» Accetto con un brivido.
Non mi sono ancora guardata allo specchio, ma so perché mi hanno convinto a dire di sì in anticipo; non l'avrei fatto altrimenti.
Con un'azione piuttosto coraggiosa mi guardo: be', pensavo di peggio.
La gonna della divisa è accorciata di solo venti centimetri - una volta arrivava sotto il ginocchio... bei tempi - e la camicia è privata di solamente due bottoni. Le calze nere e semi-trasparenti sono un'altra storia e prudono; le scarpe con un tacco dodici fanno piuttosto male.
«Sarah! Guardati in viso!» Sbotta Janice.
«Ci sto provando.»
E quando ci riesco è terrore: la mia bocca ha un rosso naturale - come diavolo...!? - e sembra che mi sia fatta quindici lifting. La matita nera sugli occhi però mi piace... bizzarro.
«Mmm.»
«Ti piace?» Chiede Kelly emozionata.
«Mmm.»
«Black impazzirà!» Fa Rebecca.
«Ne sono certa!» Conferma Kelly annuendo.
«Modestamente abbiamo fatto un lavoro perfetto!» Si elogia Sarah.
Qui nessuno mi prende in considerazione? Hanno preso quel "Mmm" come mera verità?
Ma non fa niente, tanto non mi ascolterebbero comunque.
«Mi raccomando, rimani esattamente così fino a che non devi andare a scuola. Noi dormiremo.» Dice sbrigativa Kelly con uno sbadiglio.
«Stai scherzando? Mi rovinerò in cinque minuti, non sono capace io di...»
«Sta' zitta, faremo a turni.»
Sarah sventola una mano come a scacciare le mie parole come una mosca molesta.
Poi mi rendo conto che adesso ho almeno una possibilità, con Sirius. Una su un milione, però ora c'è. Almeno esteriormente... le cazzate che sparerò non sono modificabili.
Speriamo Sirius diventi sordo.

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Capitolo 4
*** Mai capitato di voler uccidere qualcuno? ***


Ritardissimo per, ehm, problemi u.u
Questo è un capitolo decisivo e finalmente so come, più o meno, andrà a finire la storia anche se lo immaginavo già all'inizio ^_^
Il frequente cambio di punti di vista è essenziale per rendere la cosa più divertente e variegata senza romperci troppo le scatole con le seghe mentali di Sarah; ma nel prossimo sarò più incentrata su di lei.
Buona lettura.

Mai capitato di voler uccidere qualcuno?



Non inciampare, Sarah. Non inciampare, non inciampare, non inciampare...
Non me lo sto ripetendo perché spero davvero di non inciampare, sia chiaro. Lo sto facendo perché mi rendo conto di essere davanti alla maggior parte dei Grifondoro e di essere guardata, quindi di essere anche inevitabilmente arrossita - o impeperonata, come dice mia nonna.
I miei occhi sono fissi su Janice - io fingo di parlare con lei, lei finge di non ascoltarmi - per cercare di non incrociare Lui.
Il che però è piuttosto improbabile, dato che mancano ancora cinque minuti dalla prima lezione e Sirius a quanto pare ritiene un disonore arrivare puntuale qualsiasi cosa debba fare. «C'è?» Borbotto, scrutando torva il viso di Janice che nonostante sappia che le stia lanciando mille tacite maledizioni è del tutto impassibile ai miei bisogni di sapere se devo correre a nascondermi o posso continuare a camminare.
«Sì.»
Stop. Cosa come quando dove chi perché?
Quella dannatissima ragazza non ha un minimo di tatto e un giorno o l'altro glielo urlerò come la donna con le mestruazioni scoordinate quale sono.

*** *** ***

Pensavo che Sarah fosse psicologicamente pseudo-pronta, ma è palese che non è così, basta aver davanti la sua imbarazzante espressione a metà fra la voglia di assassinare qualcuno (solo voglia, perché in pratica sarebbe troppo inetta per farlo) e quella di saltare addosso a Sirius Black (e non saprebbe fare neanche questo, tutt'al più che non sa dove si trovi esattamente). Black è un gran figo, c'è poco da dire, anche quando osserva a raggi Y - o era X? Sarah me lo deve spiegare meglio - la mia migliore amica.
Aspetta.
Sirius Black ha notato Sarah Wood e lei è ancora qui impalata a dirmi cose insensate a cui non rispondo?
Mi volto verso Sarah con sguardo compassionevole.
Poi però sorrido raggiante: io e le altre abbiamo fatto proprio un ottimo lavoro.

*** *** ***

«Sirius Black ti sta guardando, dunque tu ora ci cammini davanti e...»
«Mai» Ribatto decisa.
«Ne abbiamo già parlato, Sarah, e mi pare tu fossi d'accordo» Sbotta Janice, irritata dal mio scarso spirito d'iniziativa.
«Inciamperò» Butto lì con un fil di voce.
La verità è che non avrei il coraggio di stare vicina a lui a meno di tre metri d'aria con una gonna che assomiglia ad un fazzoletto e la camicia stretta.
Ma mi piacerebbe molto imbabolarmi davanti alla sua faccia, che spero che non sia inorridita ma perlomeno un po' sorpresa, ecco.
Quindi audacemente cerco fra la Sala Comune Lui.
Lo trovo immediatamente: sta sussurrando qualcosa a Lupin e Minus ed ogni tanto fa sorrisi maliziosi nella mia direzione.
Anzi, più o meno nella mia direzione.
«Ehi, tu sei Wood, vero?»
E perché Potter mi sta parlando?

*** *** ***

Soffoco una risata isterica.
Sarah voleva far colpo su Sirius Black e invece si appioppa James Potter.
Personalmente, anche se Potter è meno bello di Black, ha un fascino tutto suo e io accetterei di buon grado anche lui.
«Becky, secondo te cosa succederà?» Mi chiede Kelly con un ghigno made in gossip.
«Oh, io dico che ne vedremo delle belle» Replico, intimando poi ad un primino di spostarsi per farmi avere una migliore visuale.
Sarah vorrebbe sprofondare e se non fosse mia amica credo che sarei già andata a spettegolare dappertutto la sua disavventura.
Ma in fondo anche assistere in diretta senza intervenire è divertente.
Diavolo, ci vorrebbero proprio dei popcorn ed una macchina fotografica.

*** *** ***

Ho sempre creduto di essere abbastanza sfortunata in linea di massima. Diciamo anche piuttosto sfigata, improponibile in tutti i sensi, col cervello dalle cento disfunzioni e l'ottimismo volato via una bella mattina d'Estate quando caddi a faccia in giù in una pozzanghera di fango.
Eppure adesso mi sento quasi bene, tralasciando il disagio insormontabile che mi rende difficile persino respirare - ma a quello ci sono abituata.
James Potter è carino, non mi piace, simpaticissimo, non mi piace, gentile, non mi piace, sexy, non mi piace.
Sirius è tutta un'altra cosa chiaramente ed è meglio non pensarlo perché prima stavo per dire il suo nome anziché quello di James, e sarebbe stata ben più di una figuraccia...
Mi è persino passata la voglia di ammazzare una persona.
«Ehi, Wood, hai finalmente deciso di perdere la verginità?»
Ed è per puro caso che mi sia appena rinata.
Solo che ora so a chi indirizzarla.
Kelly McFly.

*** *** ***

Ci sono poche volte in cui ho paura di Sarah Wood.
Quando qualcosa si interpone fra lei e la postazione con la miglior visuale su Black.
Quando corre nei pressi di dove sto camminando, perché immancabilmente travolge qualcuno o più di qualcuno.
Quando al Sirius Black Fans Club si contende un oggetto che è stato di proprietà del loro beneamino.
E adesso.

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