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di ice_cream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una minaccia strana .... ***
Capitolo 2: *** Finalmente è finita ... ***



Capitolo 1
*** Una minaccia strana .... ***


Erano le tre del mattino, quando tornai nel mio appartamento, dopo una lunga giornata di lavoro al distretto. Ero stanca e la casa era come sempre in disordine .. giornali sparsi per la casa, letto disfatto, cucina piena di piatti da lavare (impilati lì da qualche giorno) e .. qualcosa di strano, di insolito.. un bicchiere pieno di vino sul comodino e tanti pezzetti di carta, ognuno dei quali aveva sopra scritta una lettera. Unendole, ne usciva una frase alquanto preoccupante: "Te la farò pagare Beckett."
Sentii un brivido percorrermi la schiena. Afferrai la pistola, pensando di non essere sola in casa. "Come aveva fatto ad entrare?" , una miriade di pensieri mi percorrevano la mente.
Avevo un assoluto bisogno di parlarne con qualcuno, ma erano solo le tre, chi poteva essere sveglio a quell'ora? e soprattutto.. chi avrebbe voluto ascoltarmi? .. I pensieri continuavano a frullarmi per la testa. Ad un tratto, il mio cellulare iniziò a squillare .. era Castle.

- Beckett? - chiese lui agitato.

- Sì - risposi - Come mai chiami a quest'ora Castle? - chiesi come se non mi fosse successo niente.

- Ho bisogno di aiuto, Alexis è ... è stata rapita! - la sua voce continuava a tremare ed io mi sentivo semplicemente inutile. Cercando di stare il più possibile calma, dissi:

- Castle arrivo subito! Chiama Ryan ed Esposito, loro inizieranno ad indagare, dì loro di restare in centrale e di cercare tra gli ex detenuti, quelli che sono finiti in carcere a causa mia -

- A causa tua? - mi chiese - Perchè a causa tua? - non sapevo cosa rispondere così dissi soltanto:

- Lascia stare, ti spiego più tardi! Arrivo... - misi il telefonino in tasca e uscii di corsa per arrivare da lui. Dopo dieci minuti suonai alla sua porta, lui mi aprì e mi abbracciò forte ringraziandomi per essere andata.
Aveva ancora il segno delle lacrime che gli avevano percorso il volto. Ci sedemmo sul divano e gli portai un bicchier d'acqua. Si mise tranquillo, anche lui immerso nei suoi mille pensieri. Non riusciva a parlare.
D'un tratto mi chiese:

- Ora mi spieghi il motivo per il quale volevi sapere degli ex detenuti finiti dentro a causa tua?

- Credo che il rapimento di Alexis, sia collegato a questo.... - gli mostrai la frase che avevo trovato sul comodino.

- é una minaccia! - mi disse lui - Tu stai bene? - si sforzò di sorridere.

- Sì - risposi - Ora pensiamo ad Alexis. Raccontami tutto ... - fece un respiro profondo ed iniziò a raccontare ...

- Sono rientrato in casa e non c'era nessuno, neanche mia madre, così mi sono preoccupato e ho chiamato una amica di Alexis, chiedendole se erano insieme a casa sua, ma lei mi ha risposto che dopo le quattro di ieri pomeriggio non si sono più viste. Così ho cercato in casa e non ho trovato niente, a parte un bicchiere di vino sul mio comodino ... a quel punto ho pens..

- Aspetta! Hai detto .. un bicchiere di vino sul comodino?! - chiesi sempre più preoccupata.

- Sì .. perchè? Credo che se lo sia dimenticato mia madre prima di tornare all'hotel. -

- No .. Castle, quando sono tornata a casa, non c'era solo quella specie di minaccia sul mio comodino ... di fianco c'era anche un bicchiere di vino! - ero terrorizzata al solo pensiero che fosse stata rapita a causa mia.

- Quindi le due cose sono realmente collegate! - affermò lui..

- Mi dispiace davvero tanto Castle, è tutta colpa mia ... - una lacrima iniziò a scendermi lentamente lungo il viso e lui dolcemente appoggiò il suo pollice sulla mia guancia e me la asciugò.

- Kate.. non è colpa tua.- mi disse Castle in quel momento, già quel momento in cui non avrei mai voluto conoscerlo.. in quel momento, in cui mi sentivo terribilmente in colpa per il rapimento di sua figlia. Eppure lui, anche se molto preoccupato e triste, riusciva sempre a farmi sorridere ...

- La troverò Castle, te lo prometto! - dissi con tutta la rabbia in corpo.

- Ne sono sicuro ... lo faremo insieme - in quel momento mi fece un sorriso. Ci alzammo ed iniziammo subito le ricerche .......

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Capitolo 2
*** Finalmente è finita ... ***


Cercammo ovunque, in tutta la casa, ma niente. A parte quel bicchiere di vino rosso, il rapitore non aveva lasciato traccie. Ryan ed Esposito arrivarono di corsa a casa di Castle e iniziarono a comunicarci le novità.
- Allora, abbiamo una lista con i nomi di tutti gli ex detenuti usciti meno di una settimana fa. - disse Esposito.

- Abbiamo già iniziato ad interrogarne un paio ma a quanto pare hanno tutti un alibi di ferro. - continuò Ryan.

- D'accordo, continuate ad interrogare voi due. Intanto, io e ... Castle? .. Castle, dove sei? - feci un segno con il capo a Ryan ed Esposito che uscirono di casa per tornare in centrale.

Intanto mi misi alla "ricerca" di Castle. Guardai in camera sua .. vuota; in cucina e in bagno .. vuoti, così, pensai all'unico posto in cui poteva trovarsi in questo momento... "la camera di Alexis!" Corsi verso la sua stanza. La porta era chiusa. Bussai ma nessuno rispose, aprii la porta. Castle era seduto sul letto di sua figlia e stringeva un vecchio peluche, probabilmente era di Alexis quando era piccola. Mi sedetti accanto a lui. Aveva un'aria strana. Riconobbi per un momento quella tristezza che era in lui .. la stessa sensazione che provai io dieci anni fa .. ma lui non doveva darsi per vinto.. sua figlia era ancora viva da qualche parte in questa città e, ora più che mai, aveva bisogno di suo padre. Gli strinsi forte la mano e gli dissi esattamente ciò che stavo pensando. Lui si alzò e andò in cucina. Lo seguii. D'un tratto vide la lista di rapinatori lì, sul tavolo. La prese.

- è uno di questi, non è vero? - chiese sperando di sentirsi dire che avevamo già trovato il colpevole.

- Sì, è uno di loro... - mi avvicinai - Castle, se non te la senti possiamo continuare noi le indagini ... -

- Grazie, ma.. come hai detto tu prima, mia figlia ha bisogno di me e io voglio solo riportarla a casa sana e salva. -

- D'accordo. Allora iniziamo subito! - dissi convinta.

Andammo in centrale dove Ryan ed Esposito stavano interrogando un certo Kevin Rise. Entrai nella sala interrogatori e chiesi a uno dei due di uscire a spiegarmi la situazione. Venne Esposito.

- Aggiornami su tutto. - dissi sperando che fosse lui la persona che cercavamo.

- Allora, si chiama Kevin Rise. Era stato accusato di omicidio ed è uscito di prigione, dopo 10 anni, una settimana fa. -

- L'alibi per ieri sera? -

- Dice di essere stato a cena con gli amici. Abbiamo già richiesto le telecamere di sicurezza, dovrebbero arrivarci a momenti. -

- Pensi che sia lui? - chiesi preoccupata.

- Non lo so, ma.. forse potresti entrare e vedere la sua espressione. Insomma, la minaccia era rivolta a te, se prova così tanto odio nei tuoi confronti, forse vederti provocherà una forte reazione in lui. -

- D'accordo. - entrai e mandai fuori Ryan. Il cuore mi batteva forte. Avevo paura. Ero sola in quella stanza, con l'uomo che forse mi voleva morta. Ryan entrò nella stanza:

- Puoi uscire un attimo? - chiese con aria sollevata ma allo stesso tempo anche un po' triste.

- Certo. - uscii, "forse non è lui" pensai.

- Il suo alibi è confermato. Era in pizzeria con gli amici ieri sera. Hanno parlato tutto il tempo fino a quando il locale non ha chiuso, verso mezzanotte. Poi, sono andati in un parco vicino alla pizzeria e sono rimasti lì fino alle quattro di questa mattina.

- Grazie Ryan, dov'è Castle? -

- è andato a prendersi un caffè, dovrebbe tornare tra poco. - andai alla mia scrivania e cercai di ripercorrere i fatti. "Dunque, il rapitore è andato prima a casa mia a scrivere un biglietto e poi a casa di Castle a rapire sua figlia... tutto questo non ha senso!" - non riuscivo a collegare le cose..l'unico indizio che avevano in comune i due fatti era... il bicchiere di vino. Un momento .. il bicchiere di vino! - a quel punto ebbi un'illuminazione: "forse il rapitore era un alcolizzato prima di essere sbattuto in prigione!" Chiamai Ryan ed Esposito, intanto Castle tornò alla scrivania.

- Castle, forse ci siamo! Forse abbiamo il rapitore! - posò il caffè caldo e si alzò di colpo.

- Esposito! Voglio i nomi di tutti gli alcolizzati .. cerca nella lista degli ex detenuti! Ryan, vai nel mio condominio, cerca di capire come ha fatto ad entrare in casa mia il rapitore. - questa volta ce la stavamo davvero facendo.

- E io che faccio? - chiese Castle sempre più agitato.

- Tu resti qui per ora, sei troppo coinvolto. -

- Ma io.. -

- Tranquillo, la troveremo! - mi sedetti aspettando di avere le ultime novità. Arrivarono Ryan ed Esposito.

- Solo tre persone erano alcolizzate prima di essere arrestate. - disse Esposito.

- Una di queste potrebbe essere il nostro colpevole. Si chiama John Richeran. Accusato di essere complice di un serial killer. Dopo essere uscito di prigione, ha perso l'affidamento di sua figlia Jane. Forse è per questo che ce l'ha tanto con te. -

- Che intendi dire? Che c'entro io? - chiesi stupita.

- Bè, tu hai richiesto l'udienza del giudice sull'affidamento della figlia. -

In quel preciso istante, mi ricordai perfettamente quella sentenza. - Portatelo qui .. voglio interrogarlo! - dissi

- Ecco, un altro problema è che.. è scomparso .. da ieri sera. -

- Allora è lui! Organizzate una squadra di ricerca. Cercate in tutti i posti in cui era solito andare prima dell'arresto. -

- Beckett, c'è un'ultima cosa - mi disse Ryan.

- Quale? - chiesi ansiosa.

- Abbiamo scoperto come ha fatto ad entrare in casa tua -

- Come? -

- Ha scassinato la porta .. con questo - Ryan mi mostrò un coltellino tascabile - L'abbiamo trovato in casa tua. La scientifica ha rilevato le impronte. Ora le sta analizzando.-

- Bene. Continuate le ricerche! - mi sedetti di nuovo. Castle era lì, con lo sguardo perso. Arrivò una chiamata dalla scientifica, le impronte erano le sue. Ad un tratto, Castle alzò lo sguardo.

- E se fosse dove tutto è iniziato? - chiese sospettoso - Dove lui ha perso sua figlia.. al tribunale?! - mi alzai di scatto, presi il cappotto e corsi all'ascensore. Castle mi seguì. Salimmo velocemente sulla macchina e partimmo.

- Castle chiama Ryan ed Esposito. Avvertili che stiamo andando in tribunale, digli di prepararsi lì davanti tra dieci minuti con una squadra di soccorso! - accelerai e nella mia testa continuavo a sperare che Alexis fosse ancora viva. Arrivammo di fronte alla porta di quell'enorme palazzo. Chiamai Castle. I suoi occhi, d'un tratto si riempirono di lacrime. Si appoggiò al muro e si lasciò cadere.

- Ho paura! - mi disse, cercando conforto.

- Lo so, devi tenere duro Rick, questa storia è quasi finita! - dissi accovacciandomi di fronte a lui e stringendogli le mani.

- E se lei fosse ... - a quella frase sentii il sangue congelarsi rapidamente nelle vene.

- No! Castle, non pensarlo! Alexis è là dentro. Sta bene vedrai! Ora però ha bisogno di te! - speravo con tutta me stessa di trovare conferma delle parole che avevo detto. Lentamente lo aiutai a rialzarsi. Si asciugò le lacrime. Presi in mano la pistola e corsi nell'edificio. La squadra di soccorso era arrivata. Stavamo perlustrando ogni minimo angolo. Mi ritrovai d'un tratto di fronte alla porta che portava nella stanza in cui, molto tempo prima, aveva avuto luogo la sentenza. Feci un respiro profondo e, con il cuore in gola, sfondai la porta. Dentro, c'era Alexis, legata ad una sedia. Stava piangendo, era spaventata. Iniziò a chiamarmi. Corsi da lei, ma, mentre la slegavo, John entrò nella stanza con una pistola in mano. Me la puntò contro. Restai immobile. Avevo paura che Alexis venisse colpita. Mi feci coraggio e alzai la pistola contro di lui. Iniziò a minacciarmi. E poi sparò. Un colpo secco. Castle entrò di corsa e si lanciò addosso a me, prendendo il proiettile al posto mio. Sparai a John senza esitare un momento. Alexis gridava dalla paura. Io iniziai a piangere. Mi alzai e andai da Castle.

- Castle, ti prego! Rispondimi!.. Perchè l'hai fatto? - la paura saliva sempre di più - No! Ti prego resta con me.. non mi abbandonare Castle, per favore. Abbiamo bisogno di te! - le lacrime aumentavano sempre di più, non riuscivo a smettere .. Castle si girò e...

- Ehi! Sto bene! Ho il giubbotto anti - proiettile! - lo guardai stupita e lo spinsi di nuovo per terra.

- Perchè non lo hai detto prima?! - continuavo a piangere.

- Non potevo, avevo perso i sensi, anche se per poco! - sorrise e vide sua figlia dietro che lo guardava soddisfatta.

Castle si alzò e corse ad abbracciare Alexis.

- Papà! - urlò lei non appena fu libera da tutte quelle corde.

- Tesoro! Non sai quanto sono felice che tu stia bene! - quella scena mi strappò finalmente un sorriso. Erano davvero belli insieme. Lui, poi,sembrava un'altra persona. Castle si avvicinò e mi sussurrò qualcosa all'orecchio: "Non ti lascierò mai sola Kate" - Alexis sorrise, in segno che aveva capito quello che suo padre mi aveva appena detto. Mi diede un bacio sulla guancia e mi prese per mano. Ero tesissima. Iniziò a camminare. Con una mano teneva me, mentre con l'altra, sua figlia. Mi abbracciò e uscimmo insieme dall'edificio, sorridendo, come se un nuovo "inizio" fossi lì, proprio pronto per noi .....Ero riuscita veramente a colmare quel vuoto enorme, che molti anni prima, mi aveva costretto a chiudermi in me stessa. Ero riuscita a rendermi conto, che eravamo molto più che amici ...

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