Amore ai fornelli di Allegra Yep (/viewuser.php?uid=115974)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 8: *** Ottavo capitolo ***
Capitolo 9: *** Nono capitolo ***
Capitolo 10: *** Decimo capitolo ***
Capitolo 11: *** Undicesimo capitolo ***
Capitolo 1 *** Primo capitolo ***
Buonasera! Qualche giorno fa ho ripescato un vecchio quaderno dove avevo iniziato a scrivere questa storia nell'estate della prima superiore... così ho deciso di rimetterla un po' a posto e completarla per la pubblicazione... Buona lettura!
Amore ai fornelli
Primo capitolo
Il pan di spagna è pronto: sembra essere riuscito davvero perfettamente. Gabry intinge l'indice nella ciotola di crema al cioccolato poco distante e lo porta alla bocca: anche questa risulta davvero ottima. È una delle cose che preferisce, il cioccolato, soprattutto nelle giornate un po' come grige come questa.
- Che fai? Mi provochi? - chiede Luca, sbattendo appositamente le ciglia in maniera esagerata. È da quando che il piccoletto è arrivato nel loro team, al ristorante "Al faro", che si diverte a prenderlo in giro, cosa che mette l'altro in perenne imbarazzo.
- Fanculo! - replica infatti prontamente il biondino. Non si volge nemmeno a guardarlo in faccio, temendo d'essere arrossito: preferisce piuttosto infierire contro una mela da tagliare a fettine sottili, con le quali guarnire l'ultima torta della giornata.
- Ehi, pulcino... -
- Smettila ho detto! Oggi non è proprio giornata! - sbotta stizzito Gabry, portandosi le mani alle tempie. Come se non bastassero le prese in giro di Luca, gli sta pure venendo mal di testa.
- Guarda che volevo solo dirti che ti sei tagliato un dito... e che se non stai attento rischi di sporcare il dolce – gli fa notare Luca, avvilito. Non si comporta così per cattiveria, ma proprio perchè Gabriele gli piace davvero. Sembra essere così timido e chiuso che non saprebbe come avvicinarsi a lui in altro modo.
La porta che sbatte ed un "Siamo tornati!" annunciano il ritorno di Francesco e Massimiliano, gli altri due cuochi del ristorante, che erano usciti poco prima per comprare di fretta un paio di ingredienti che quella mattina gli erano sfuggiti. Sbattono le borse della spesa sul tavolo e sistemandone il contenuto si lamentano dei prezzi esagerati del supermercato poco distante. Poi si lavano le mani, indossano i vestiti da lavoro e si danno da fare a loro volta.
Nel frattempo Luca e Gabriele stanno zitti, limitandosi a spiarsi ogni tanto di sottecchi e a distogliere gli sguardi le rare volte che si incrociano. Max e Franz si guardano a loro volta è scuotono la testa. È evidente che fra i due ci dev'essere stato l'ennesimo litigio, ma non possono continuare così! Nonostante tutto lavorano spalla a spalla, tutti e quattro: ognuno fa il suo, ma al contempo serve che siano coordinati, e lo sono; anche Gabry, che è li da soli due mesi, ormai si è ben inserito nei ritmi. Finalmente, dopo un'oretta buona, possono lanciare in aria i grembiuli, dichiarando ufficialmente finita l'ennesimo giornata di lavoro.
- Sentite un po'! - inizia Massimiliano saltando in piedi su una sedia per attirare l'attenzione dei compagni – che ne dite di fare un salto in quel localino dietro al teatro questa sera? È da un pezzo che non usciamo tutti assieme! - E senza nemmeno aspettare la risposta esce di corsa, quasi saltando, dopo aver lanciato su una sedia grembiule e cappello da cuoco, sotto al quale fino a un istante prima erano celati i capelli turchini.
- Beh, possiamo dire che l'Uragano Massimiliano è appena passato – esclama Franz abbozzando un sorriso. - In ogni caso conto di vedervi davvero dopo... quattro chiacchere fra amici sono l'ideale dopo una giornata come questa, no? -
Gli altri due si guardano i piedi, incerti: Gabry perchè non ama andare per locali e questa sera, col mal di testa per giunta, ne farebbe proprio a meno; Luca, invece, semplicemente perchè sa che l'altro non ama uscire, però poi finisce per accettare perchè sa che è l'unico modo per vederlo in un posto che non sia al lavoro, almeno fino a che non troverà il coraggio di chiedergli di uscire. Ma passerà molto tempo prima che quel giorno arrivi, ne è certo.
Franz li guarda fiducioso, poi saluta e fa per uscire, ma si blocca sulla soglia per un'idea improvvisa. Si gira e chiede al più grande se per caso voglia un passaggio a casa: hanno decisamente bisogno di una spinterella... L'altro accetta subito e gli si affretta dietro, salutando Gabriele con un cenno di mano frettoloso. Un saluto così freddo lascia perplesso il biondino, che guarda i due allontanarsi chiaccherando dalla finestra, finchè partono abbracciati sulla motocicletta di Franz nello scurire della sera.
Gabriele sospira raccogliendo le ultime cose. Evidentemente quella che ha sempre cercato di etichettare come "pura attrazione fisica" non è solamente quella; non ha senso che continui a mentire a se stesso. In questo momento avrebbe proprio bisogno di far chiarezza nei sentimenti parlandone con qualcuno, ma Franz e Max sono troppo vicini alla vicenda per potergli dare un giudizio oggettivo, anzi, è abbastanza sicuro che facciano il tifo per loro.
Gio! Ecco la persona giusta! Se non si sta sbagliando, poi, è anche solito frequentare il locale dove andranno quella sera e, con un pizzico di fortuna, lo potrà incontrare la sera stessa.
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Capitolo 2 *** Secondo capitolo ***
Ciao a tutte! Sono davvero contenta che vi sia piaciuto il primo capitolo! Non è facile per me lavorare su questa storia, ma continuo interperrita... sperando che alla fin fine ne esca qualcosa di buono! Un piccolo avviso: Elias è diventato Giovanni. Mi dispiace aver cambiato, ma i nomi di un tempo non mi piacevano particolarmente e non è stato facile trovarne altri che mi soddisfacessero appieno (nemmeno quelli di adesso in verità!).
Amore ai fornelli
Secondo capitolo
Mezzanotte è già passata da quasi mezz'ora. Ormai c'è abbastanza viavai sulla porta del locale dove i quattro cuochi sono soliti ritrovarsi, complice la fine spettacolo nel teatro dietro l'angolo. Francesco e Luca, appoggiati al muro, commentano l'abbigliamento dei giovani che gli passano davanti, inframmezzando i giudizi con sbuffi ed imprecazioni contro Max, che è – ovviamente – in ritardo: col piccolo del gruppo non potrebbero mai prendeserla invece, soprattutto Luca, mentre sanno che quella-testa-di-cazzo-di-Max risponderebbe loro per le rime, senza farsi avvilirsi.
- Scusaaatee! - implora Max, lanciandosi in ginocchio ai loro piedi – Ma ho avuto un contrattempo con Jess e -
- Lascia perdere, vah – rispondono i due, consci che se lo lascerebbero parlare non finirebbe più. - Hai notizie di Gabry, piuttosto? Doveva essere qui già venti minuti fa... -
Massimiliano assume una faccia pensosa, per poi battere le mani ed annuire. - Si! Mi ha chiamato circa quaranta minuti fa per dirmi che ci avrebbe raggiunti direttamente qua... entriamo? -
Luca si incammina dentro seguito dagli altri, lasciandosi scappare un sospiro di sollievo: già temeva che se la fosse presa perchè aveva accettato il passaggio di Franz... non gli era sfuggita infatti il broncio che aveva messo sù vedendoli andare via assieme.
Il locale non è tanto grande. Le pareti sono dipinte di bianco, decorate con vivaci pannelli fotografici che rappresentano la città: appeso sopra al loro solito tavolo c'è proprio una foto che rappresenta il "loro" faro, con alle spalle uno splendido tramonto. Se già prima di rendersi conto di quel particolare lo frequentavano abbastanza spesso, da quel momento era diventato ufficialmente il loro locale. Entrando, i tre ragazzi si sono diretti al loro solito posto – fortunatamente vuoto – dal quale Luca può tenere d'occhio la porta.
- Per te cosa prendo, Luca? Una birra? -
Egli annuisce distrattamente, osservando il ragazzo che sta entrando in quel momento... beh, in effetti è decisamente difficile non notarlo. Indossa un vestito giallo canarino, da donna, sopra a un paio di pantacollant verdefluo, ma è il viso a colpire: nonostante i lunghi capelli neri fortemente ondulati e il trucco marcato, ha dei tratti fortemente maschili. Ed è quindi un connubio strano - quello di apparenze ed abiti - che porta gli sguardi a posarsi su di lui. Continua a fissarlo mentre si dirige al bancone, scordandosi per un istante di Gabriele. Sembra possedere una sicurezza che gli invidia, che gli basterebbe per farsi avanti, eppure al contempo la scelta di un abbigliamento tanto estremo scoraggia tante persone ad avvicinarsi: lui stesso non è sicuro che troverebbe il coraggio di attaccare bottone, se se lo trovasse seduto affianco.
Il boccale di birra sbattuto sul tavolo lo riscuote dai suoi pensieri, e gli fa alzare meccanicamente lo sguardo verso la porta... ancora niente. Sta per voltarsi verso Max per ringraziarlo, quando Gabriele finalmente fa il suo ingresso nel locale. Indossa un paio di jeans stretti ed una maglietta bianca, che contrasta meravigliosamente con i suoi capelli neri; si guarda attorno un paio di volte, ma i suoi occhi chiari li attraversano un paio di volte, come se non li vedesse. Il suo sguardo invece si illumina non appena il ragazzo strano di prima si allontana dal bancone.
Sotto agli occhi increduli di Luca – ed anche di Max e Franz quando se ne rendono conto – gli corre incontro radioso, lasciandosi posare un bacio sulla bocca da parte di quelle labbra pesantemente truccate. Ridendo gli dice qualcosa che viene coperto dalla musica del locale, poi lo prende sottobraccio e lo trascina dalla parte opposta all'entrata, verso il giardinetto interno del locale.
Luca sente qualcosa dentro di sè spezzarsi. Aveva semrpe creduto che un giorno o l'altro Gabriele sarebbe stato suo, e invece non aveva contemplato la possibilità che fosse già di qualcun altro. Qualcuno più forte e deciso, che non si era fatto problemi a dichiararsi per via di una folle paura di venire respinto. Nasconde il viso fra le mani per nascondere ai due amici una lacrima solitaria che proprio non è riuscito a reprimere. Sospira a fondo. Si alza con un sorriso falso, falsissimo stampato in faccia, e saluta frettolosamente i due, sperando che la maschera di regga abbastanza da permettergli di allontanarsi.
- Sentite – attacca con voce tremante – io vado, ok? Non me la sento di stare qui ancora, sapendo che lui è di la con quel tipo... - E fugge letteralmente dal locale prima che Max e Franz riescano a fermarlo.
- Allora Gabri, raccontami tutto quello che ti affligge! - inizia Giovanni sorridendo, invitando l'amico ad aprirsi. Che ci sia qualcosa che non va l'ha capito dal sms che ha ricevuto prima, recitante "Ahia... temo di essermi ficcato in un bel guaio!". Sebbene stia mantendo un'apparenza serena, è turbato da quello che potrebbe affliggere l'amico: questi sta camminando nervosamente avanti e indietro da cinque minuti buoni, torcendosi le mani. È indubbio che non sia un peso leggero quello che sta cercando di levarsi dallo stomaco.
- Ecco... - inizia titubante... Non è sicurissimo che faccia bene a parlarne proprio con Gio, ma alla fin fine l'aria rassicurante dell'amico gli toglie ogni esitazione, portandolo a sputare immediamente il rospo. - Misonoinnamorato! -
Gio sospira di sollievo, per poi farsi pervadere da una leggera euforia. - Tutto qua? Mi stavi facendo spaventare, piccola peste! - dice ridendo, per poi scompigliargli i capelli con una mano per far scemare un po' di tensione accumulata.
Gabriele l'abbraccia forte, sentendosi protetto quando le braccia dell'altro si chiudono attorno a lui. Tiene la testa china per far cadere le lacrime che proprio non è riuscito a trattenere: scorrendo portano via tutti gli anni in cui ha chiuso il suo cuore e represso i suoi sentimenti, gli purificano la vista permettendogli di guardare il mondo con innocenza ritrovata. Quando alza lo sguardo e lo incatena col suo, Giovanni rimane incantato: gli occhi azzurri di Gabri brillano di pura gioia, e delle lacrime sono ancora aggrappate alle ciglia. Con tuffo al cuore lo abbraccia più stretto, desiderando davvero di potersi guardare allo specchio un giorno e di riconoscere la stessa espressione di gioia.
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Capitolo 3 *** Terzo capitolo ***
Regalo di San Nicolò! Questo capitolo è davvero lungo, rispetto agli standard dei capitolo di questa storia, ma mi dispiaceva spezzarlo! Nello scorso capitolo Luca è scappato via dopo aver visto Gabriele baciare un eccentrico sconosciuto... tuttavia ora le cose sembrano mettersi a posto! Sono davvero contenta che ci sia chi continua a seguire la storia... grazie davvero a tutti!
Amore ai fornelli
Terzo capitolo
Gabriele sta seduto su una panchina smaltata di bianco, nel giardino interno del "Gold Sun". Giovanni invece è seduto sul muretto dell'aiuola, più in alto, e poggia i piedi sulla panca. Stanno in silenzio da qualche istante, pensando ognuno per conto proprio a cosa significhi nelle loro vite il fatto che Gabry si sia innamorato. Sono felici senza dubbio, però ci sono strascichi di antichi sentimenti, che continuano ad annidarsi sul fondo dei loro cuori.
- Dai, raccontami un po' di quest'uomo misterioso – dice Giovanni rompendo finalmente il silenzio, interrotto fino a quel momento solamente dai passi di qualche coppia sulla ghiaia e dai bassi della musica del locale.
- E' un collega di lavoro – inizia Gabriele, lieto che l'amico abbia preso bene la notizia. - Si chiama Luca, ha qualche anno più di me e, beh... credo di poter dire che siamo amici, più o meno. Se solo la smettesse di prendersi gioco di me con le sue frasi maliziose! Se fosse chiunque altro riuscirei a ribattere, ma con lui invece...- si interrompe dopo aver pronunciato queste frasi tutte d'un fiato, mentre le guance s'imporporano. È dannatamente sicuro che in un altro momento Giovanni lo prenderà in giro fino alla morte per questo suo comportamento!
- Penso sia alto più di un metro e novanta, ha i capelli neri, ricci, corti... ed è incredibile, ma anche gli occhi sembrano essere dello stesso colore! Sembrano assorbirti completamente se ti fissa! -
- E' uno schianto, insomma! - esclama ridendo Giovanni, dandogli una gomitata. È davvero deliziato, rincuorato, divertito dall'espressione di Gabriele, che sembra essere finalmente felice. Da quello che ha capito poi, è anche ricambiato, quindi non ha nemmeno da temere di dover subito raccogliere i frammenti del suo cuore spezzato.
- Davvero! - risate. - Ho appuntamento qua oggi con tutti e tre i ragazzi... ho detto che tardavo un po', però loro dovrebbero essere già arrivati! C'è anche lui, che ne dici se te li presento, eh, Gio? -
Giovanni si sente gelare. Ricontrolla le informazioni in suo possesso più volte sperando di sbagliarsi, ma tutto sembra quadrare in maniera dannatamente perfetta. Cazzo!
- Gabri... - inizia con voce incerta aggiustandosi il vestito, mentre si alza in piedi. - Temo sia successo un guaio... hai presente quando ti ho baciato per salutarti? - Il moro annuisce, senza capire quale sia il problema e dove l'altro voglia andare a parare. - Ecco... un ragazzo come quello che mi hai appena descritto mi ha incenerito con lo sguardo, ma non avevo idea di chi fosse, o meglio di chi potesse essere... sei proprio proprio sicuro di essergli totalmente indifferente? -
Adesso è il turno di Gabriele di sbiancare. Da una parte ha sempre saputo di piacere a Luca, però ammetterlo è tutta un'altra storia: anche adesso fa difficoltà a lasciarsi andare e a credere che sia davvero lui il ragazzo visto da Gio. Ed anche se era davvero lui, non è detto che fosse davvero geloso, magari era solo arrabbiato perchè pensava non gli avesse raccontato nulla di una sua eventuale storia, o forse semplicemente per via del mostruoso ritardo! Anche se aveva avvisato Max che avrebbe tardato...
- Andiamo, sù! - dice Giovanni, trascinandolo per il polso per il locale. Se è stato lui a causare quel pasticcio, anche se solo involontariamente, è deciso a risolverlo: anche perchè Gabriele al momento non sembra avere la risoluzione necessaria per tentare di fare nulla. É innamorato perso, altrochè!
Con gli occhi socchiusi per via dell'improvvisa penombra, Gabriele guarda nella direzione del loro solito tavolino, trovandolo però vuoto. Si dirige allora verso il centro del locale, intrufolandosi nella massa che balla: non scorge però Luca, bensì gli altri suoi due colleghi che ballano assieme. In maniera piuttosto sensuale, a dir la verità, tanto che è in un primo momento non si rendono nemmeno conto di lui impalato ad osservarli, leggermente perplesso.
Quando Gio gli da l'ennesima gomitata della serata, per fargli capire che deve darsi una mossa, agisce d'istinto: mettende le braccia stese fra i due urlando fortissimo" Stoooop!" e guadagnando quella che, non si può stare sbagliando, è un'occhiata davvero storta da parte di Franz.
- Dov'è Luca? Ti prego, mi serve!- supplica appendendosi quasi alla maglia nera del biondo.
Franz lo guarda in tralice. È conscio che in un qualsiasi altro momento non lo tratterebbe così, ma non si riesce a scollare dalla testa l'amico che correva via dal locale, col cuore infranto. Soprattutto perchè è fermamente convinto che Gabriele si sia reso conto dei sentimenti di Luca... insomma, erano più che palesi!
- Dopo averti visto baciare questo qua – le parole, soprattutto quelle riferite all'eccentrico amico di Gabriele, gli escono più velenose del previsto. Ovviamente questo perchè è stata per colpa di quello che Luca è rimasto ferito, non certo perchè prima Max si era messo ad idolatrarlo per via del suo abbigliamento, cianciando poi varie offese alla volta di Jessica che non l'aveva lasciato uscire vestito come voleva e l'aveva fatto arrivare in ritardo. - È corso via... ma non so dove... sembra alquanto – Tuttavia non fa in tempo a finire la frase che Gabriele lo ringrazia frettolosamente e corre via, sicuro di dove saper trovare Luca. Mentre si allontana, lo sentono gridare un "Ciao!" rivolto presumibilmente a tutti e tre.
- Ma... che gli prende? - domanda Max piuttosto confuso. Questa serata decisamente è troppo caotica per i suoi gusti: ad iniziare dal litigio con Jess, per proseguire con il misterioso ragazzo del piccolo del gruppo, che ora è rimasto li a ridacchiare mentre Gabriele è corso via, come Luca.
- A meno che non mi sbagli di grosso, credo stia andando a riparare un malinteso... che sarà meglio chiarisca anche a voi due! -
Franz guarda con aria supponente Giovanni: la situazione gli sembra abbastanza chiara, altrochè; Max invece desidera ardentamente spiegazioni di tutto quel groviglio ed annuisce più volte, studiando nel frattempo l'abbigliamento del ragazzo: ha stile, senza dubbio!
- Io e Gabri... non stiamo assieme – esclama sospirando. Non è che non ci abbia mai fatto un pensierino, però proprio non funzionerebbe fra loro.
Gli altri due strabuzzano gli occhi: quel bacio decisamente non se l'erano sognati. - Cosa? Ma... quel bacio allora? E poi Gabri, così timido, ti è praticamente saltato addosso e ti ha portato fuori... -
Giovanni sospira nuovamente, tormentandosi una ciocca di capelli. Non è sicuro che i due capiranno, inoltre non è che possa dire tutto... - L'ho baciato per salutarlo, tutto qua. Diciamocelo, non l'avrei mai fatto se avessi saputo che c'era nei dintorni il ragazzo di cui è innamorato! Io e Gabri siamo troppo simili... non potremmo mai stare assieme – conclude il discorso rapidamente, sperando di potersene andare in fretta da quello che sta prendendo sempre più l'aspetto di un interrogatorio. Il ragazzo più giovane sembra essere abbastanza sulle sue, curioso più che altro, ma il biondo... mamma mia! Poco ci manca che gli azzanni un braccio!
- Scusa se te lo dico, sai... – riattacca subito infatti, sprezzante. Giovanni non vorrebbe ma alza gli occhi al cielo. - Ma tu e Gabriele siete le persone più diverse che esistono sulla faccia della Terra – Franz pronuncia le ultime parole lentamente, affinchè risultino ben chiare al moro, mettendo particolare attenzione per farle risultare taglienti. Prova un'antipatia innata verso quel ragazzo che, se non sbaglio, Gabri ha chiamato Giovanni...
- Sicuro? - sibila il moro piantando gli occhi grigi nei suoi, poi ride scuotendo il capo. Vivi e lascia vivere! Ad ognuno le sue convinzioni! - Beh, ora vi lascio... Non volevo certo disturbare il vostro appuntamento: buon proseguimento! - E se ne va sorridendo diretto al bancone, alla ricerca di una birra e di qualcuno che lo accolga fra le sue braccia e sciolga il ghiaccio che avvolge il suo cuore, ignorando le proteste di Max sul fatto che lui e Franz non sono una coppia. Che bambino! Deve forse giustificarsi con lui?
Franz abbraccia l'amico da dietro e appoggia la testa sulla sua spalla. Si muove lievemente a tempo di musica, curandosi di stargli ben appiccicato. - Vedi? Se n'è accorto pure lui – gli sussurra nell'orecchio. - Devi smetterla di fingere ed accettarti per quello che sei! - Max rabbrividisce per quelle parole soffiate, per le labbra che gli lambiscono il collo, vorrebbe abbandonarsi all'abbraccio e a fanculo la ragione, ma non può, non può... non può. - Non ce faccio, davvero, non ce la faccio! – sussurra mentre le lacrime iniziano a scorrergli lungo il viso. La sua vita è uno schifo... e lui non ha la forza di cambiare nulla.
All'improvviso si scosta e corre via attraverso la pista e il locale, diretto in bagno. Si chiude la porta alle spalle e butta la testa sotto al rubinetto, bagnandosi la chioma turchina e lavando via le lacrime. Si sta passando una salvietta di carta sul volto, quando la porta sbatte per la seconda volta.
- Va' via, Franz – mugugna senza nemmeno guardare verso l'uscio, senza nemmeno volerlo veramente. L'altro fa finta di non aver sentito e continua ad avvicinarglisi. No, decisamente non possono proseguire così... Come nei peggiori luoghi comuni, Max arretra e Franz avanza, Max arretra e Franz avanza, finchè Max non tocca con la schiena il gelido muro di piastrelle e si sente perduto. Franz gli accarezza i capelli, il volto, le labbra, mantenendo sempre un sorriso tanto dolce da commuovere chiunque, ma la sua espressione è ferma e decisa. Infine si appoggia a lui, petto contro petto: sente che trema, che vorrebbe andare via, ma a quanto pare per una volta è riuscito nell'impresa impossibile di fermare l'esuberanza di Max.
- Shhh! – lo zittisce dolcemente prima ancora che possa aprir bocca, mettendogli un dito sulle labbra. - Non dire che non mi vuoi, che vorresti andare via, perchè sarebbe una balla bella e buona! -
Max si irrigidisce, vorrebbe ribattere come sempre, ma Franz lo zittisce nuovamente, questa volta con un bacio. E sentendo le sue braccia avvolgergli saldamente la vita, si decide a star zitto per una buona volta e a rilassarsi finalmente, deciso a godersi il bacio. Tom sorride, scompigliandogli quegli assurdi capelli turchini, ma è conscio che il discorso non è ancora concluso.
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Capitolo 4 *** Quarto capitolo ***
Ciao! Innanzitutto mi scuso per il ritardo con cui ho postato il nuovo capitolo: è che mi ero ripromesso di non postarne di nuovi se non ne avessi avuto nemmeno uno completo, però in questo periodo la scuola non mi dà proprio tregua... In ogni caso, anche se ho scritto solo un abbozzo del quinto, ecco qua il quarto! È di nuovo della solita lunghezza ma sappiate che mi piace proprio tanto. Penso sia il mio preferito per il momento!
Anche se penso sia scontato, ci tengo a ringraziare tutti coloro che leggono, recensiscono, e hanno messo la storia fra seguite/preferite/da ricordare, grazie di cuore.
Quarto capitolo
Gabriele corre sul lungomare, ringraziando i tanti anni di ginnastica artistica che gli hanno dato una buona resistenza. Sono quasi le due di notte ormai e fortunatamente non c'è nessuno in giro che possa ostacolare la sua folle corsa: di giorno invece, sarebbe stato uno slalom più che impegnativo! In verità, non ci sarebbe nemmeno bisogno che corra in questo modo: si sta dirigendo al Faro, dove è sicuro che troverà Luca intento a cucinare un dolce, come gli ha confidato che è solito quando è un po' giù di morale.
Arrivato davanti alla porta, nota con sollievo come dalla finestra della cucina esca una luce giallognola. Sale rapidamente i gradini, ma quando è già con la mano sulla maniglia si blocca: in effetti, quando ha iniziato a correre non ha pensato assolutamente a cosa gli avrebbe detto una volta davanti a lui. Beh... innanzitutto deve dirgli finalmente quello che prova per lui e poi... poi vedrà.
Apre piano la porta, scivolando all'interno della cucina senza fare rumore. Vede Luca di spalle che mescola qualcosa in una grande terrina azzurra borbottando a bassa voce. Meraviglioso: non ha altre parole per descriverlo. Lentamente gli si avvicina, sempre facendo attenzione a non farsi scoprire, fino a che manca davvero poco per far combaciare le loro schiene.
- Gabri! - esclama con rabbia Luca, continuando a mescolare con forza quella che il moro ha riconosciuto come glassa.
- Sono qui... - sussurra lui dopo un attimo di esitazione, facendo aderire i loro corpi. Aveva tanto desiderato che fosse l'altro ad abbracciarlo ed invece, ironia della sorte, lo sta facendo proprio lui. Appoggia la testa contro la sua schiena, lievemente.
- C... cosa? - chiede piano Luca, senza avere il coraggio di voltarsi per controllare che le braccia sottili che gli cingono i fianchi siano vermanete quelle di Gabriele, anche se in verità non gli occorre guardare veramente il corpo appoggiato al suo per riconoscerlo come quello del pulcino. Non vuole illudersi che sia venuto fin lì, che si sia ricordato di dove potesse essere, perchè.... beh, perchè tiene davvero a lui. Sarebbe davvero troppo bello: forse, se non fosse successo questo, sarebbe quasi stato contento della situazione di quella sera, che l'aveva distolto relativamente in fretta e in maniera indolore da un amore impossibile, prima che diventasse davvero troppo tardi.
- Sono qui – ripete lentamente, per convincersene lui stesso e prendere coraggio per quello che sta per dire. - Sono qui perchè... mi piaci e... sì, beh... io... sono innamorato di te! - sbotta infine arrossendo fino alle punte dei capelli. È stata dura perchè è sempre stato convinto che una volta che dici qualcosa, quelle parole assumano un valore ben più grande di quello che avevano avuto fino a quel momento, più consistenza.
Luca è felice. Gli viene da ridere di sollievo, e al contempo vorrebbe piangere, e si sente tanto un disastro, e vorrebbe dire qualcosa che non sa ben cosa, anche perchè teme non poco di impappinarsi. Allora sceglie di agire, si volta nell'abbraccio e solleva Gabriele mettendolo a sedere sul bancone: adesso hanno più o meno la stessa altezza. Gli mette le mani sulle spalle, sorridendo, poi parla con voce ferma. - Se non stai parlando sul serio avvisami e lasciami stare definitivamente, perchè sappi che non ho intenzione di lasciarti andare tanto presto, chiaro? -
Per una volta gli occhi scuri di Luca sono seri, oltre che sinceri. Gabriele sa bene che non si permetterebbe mai di scherzare su una cosa simile e si chiede come può non commuoversi davanti a simili paroli e simili sguardi, come faccia il suo cuore, ormai privo della dura corazza di ghiaccio che per tanto l'ha avvolto, a non sciogliersi. Sorride con gli occhi lucidi e, finalmente, sente le forti braccia di Luca stringerlo a sè, facendolo sollevare dal balcone, tanto forte che sembra voglia far fondere i loro corpi. Stille bagnate gli fanno sollevare lo sguardo: a quanto pare oggi non è il solo ad essersi commosso, e vedere il grande e grosso Luca piangere non può che riempirlo di tenerezza.
Si scosta lentamente dall'abbraccio e lo chiama con voce argentina: - Ehy, Luca! - il moro alza lo sguardo perplesso. - Dopo una dichiarazione del genere non avresti dovuto baciarmi? Ora vediamo se mi prendi! - e ridendo corre via, non lasciando all'altro scelta se non di inseguirlo. Dopo tutta la tensione che hanno accumulato nelle ultime ore, una corsa non potrà che farli rilassare e mettere a loro agio.
Luca si chiede che diamine stia prendendo al pulcino: prima la dichiarazione, poi la fuga... non ci capisce proprio più niente! E il bacio con quel tizio, poi! Se ci pensa gli prudono ancora le mani. Però! E chi se lo aspettava che il pulcino fosse un corridore così bravo: non l'ha ancora raggiunto! Ridendo quasi per le urla "non mi prendiiii!" di Gabriele inizia a correre più veloce, finchè, dopo una virata per proseguire la corsa sulla spiaggia, spicca un salto e, abbracciatolo, lo trascina a terra con sè, sotto di sè.
- Allora? - domanda malizioso, con gli occhi che brillano e la voce affannata, ignorando il dolore alla schiena dovuto al brusco atterraggio, e al fatto che abbia attutito col suo corpo la caduta del pulcino. - Dici che me lo sono guadagnato questo bacio? - Gabriele ride piano e annuisce vigorosamente, portandogli le braccia al collo, portandolo verso di sè.
Luca, appoggiato sui gomiti, si china fino a far sfiorare i loro nasi, ridono piano, poi scende ancora, fino a far sfiorare le loro labbra. La lingua di Gabriele sfiora birichina le sue labbra e Luca si decide finalmente a baciarlo come si deve. Felicità!
Affannato, Luca lascia un ultimo bacio a stampo a Gabriele e gli rotola affianco, sollevando una nuvola di sabbia fina. È felice e glielo dice. - Anch'io – sospira il moro, appoggiandosi con la testa al suo petto. Si sente in pace finalmente, finalmente. Osservano il cielo stellato in silenzio, ascoltando la melodia intrecciata dei loro respiri e delle onde che si infrangono sul bagnasciuga.
Luca disegna lievi ghirigori con la punta dell'unghia sul palmo della mano di Gabriele, ogni tanto lo stringe a sè con l'altro braccio, come per rassicurarsi che lui sia davvero lì, con lui. Non vorrebbe rompere il silenzio sereno, ma sa che, se metterà a tacere questo suo ultimo dubbio, potranno davvero dar vita ad una relazione serena.
- Senti... - inizia titubante sollevando lievemente la testa nella sua direzione. - Chi era il ragazzo di prima... perchè ti ha baciato? - chiede poi digrignando leggermente i denti: quel fatto, com'è comprensibile, non gli è andato proprio giù.
Gabriele sospira. Avrebbe preferito non parlarne, però si rende conto di come sia meglio non trascinarsi fin da subito simili fraintedimenti: via il dente, via il dolore!
- Gio è un amico di vecchia data... e quel bacio era solo un saluto, uno scherzo. Sono uscito in giardino con lui proprio per dirgli che mi sono innamorato per la prima volta di qualcuno: di te! -
- Sicuro? - mugugna Luca. Ancora una volta vorrebbe credergli, però... sembrava così naturale il gesto fra loro! Tuttavia non può continuare a parlare perchè Gabriele scivola agilmente sopra di lui e gli tappa la bocca con un bacio.
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Capitolo 5 *** Quinto capitolo ***
Buona
sera!
Questo
capitolo è stato
particolarmente difficile da scrivere, sia perchè
è presente un
unico personaggio, sia perchè l'argomento è
delicato: proprio per
questo mi è venuto leggermente più breve del
solito, immagino. Si
viene a scoprire qualcosa in più su Gio e su Gabri, qualcosa
del
loro passato.
Vorrei
fare gli auguri di Buon
anno a tutti i lettori, anche se leggermente in ritardo, e
chiedere se qualcuno riuscirebbe a trovare cinque minuti di tempo per
lasciare una recensione. Non mi piace elemosinare recensioni e non
scrivo per questo, però sono utili per migliorare, come mi
è
successo in passato. Questa storia poi, la sto scrivendo per uscire
da un blocco, a fatica, e un parere mi farebbe davvero piacere. A
questo proposito ringrazio YUKO CHAN, che mi segue fedele dal primo
capitolo... Grazie di cuore, cara! Aggiungo inoltre - per chi fosse interessato - che i capitoli totali della storia dovrebbero essere 13!
AMORE
AI FORNELLI
Quinto
capitolo
Giovanni
si butta sulle spalle il
cappotto nero, semplice. Forse qualcuno dei suoi ammiratori l'avrebbe
definita una caduta di stile, ma è indubbio che lui non ha
le tasche
piene di soldi e che quello è dannatamente versatile. Ha
trascorso
ancora un'oretta al Gold dopo lo scambio di
battute con gli
amici di Gabriele, senza però trovare
nessuno di
interessante.
Cammina
in fretta per le strade
vuote, il rumore dei tacchi sull'acciottolato che rimbomba e si
ingrossa. All'improvviso i lampioni si spengono – tutti
assieme! -
perchè evidentemente chi sovraintende a queste cose
è convinto che
alle tre tutti debbano essere a casa a dormire nei loro lettini, come
bravi angioletti. Ride all'immagine: quand'era piccolo sua madre lo
schiaffava in un box e ce lo lasciava per ore, spesso
dimenticandosene. Probabilmente erano più le notti che aveva
dormito
li dentro, rispetto a quello passate nel suo letto.
Oltrepassa
una coppietta che si
bacia in un androne e si chiede che se Gabriele sia riuscito a
trovare il suo uomo: decisamente urge una
telefonata
l'indomani, ovvero una spettegolata coi controfiocchi. Era da un po'
che non si vedevano in effetti ed un aggiornamento generale
è
d'obbligo.
Lasciate
alle spalle le case
dormienti, Giovanni si dirige verso un piccolo molo, poco distante
dal Faro, dove in estate tutti i ragazzini vanno a
tuffarsi.
D'inverno invece è un posto abbastanza isolato e trascurato,
che
adora proprio per questo: è il posto ideale per pensare. Si
toglie
le scarpe nere coi tacchi – alti – e si accoccola
su uno scoglio
lambito dall'acqua. Fruga in tasca e ne cava fuori una grande pinza,
con la quale raccoglie i capelli.
Ripensando
alla serata si rivede
subito davanti i grandi occhi di Gabriele che brillano per la
felicità, e sorride instintivamente. Probabilmente
è la prima volta
che lo vede così radioso da quando lo conosce, pensa con
rammarico,
soprattutto quando realizza che ha invece visto ogni sfumatura di
sofferenza e dolore sul suo volto. Quell'amico di Gabriele, quello
biondo e sprezzante, non gli ha creduto prima quando ha detto che non
potrebbe mai stare con lui perchè sono troppo simili, ma
solo perchè
lui e Gabriele stanno esorcizzando il passato in maniera
diametralmente opposta.
La prima
volta che si sono visti
erano quasi uguali: stessa altezza, stessi capelli scuri e corti,
magri, occhi chiari. Più di qualcuno ha pensato che fossero
fratelli, se non addirittura gemelli. Soprattutto però
avevano lo
stesso sguardo: in apparenza forte e sprezzante, ma non appena soli
immensamente fragile e velato di lacrime. Non potevano permettersi di
mostrare la loro debolezza agli altri, per molto tempo erano stati
soli e quando si erano conosciuti – per caso, per strada
– si
erano aggrappati l'uno all'altro il più forte possibile.
Se ci
ripensa riesce ancora a
ricordarsi i vestiti di Gabriele: jeans strettissimi e una canottiera
nera. Ai piedi delle scarpe da ginnastica bianche, con le punte un
po' sporche. Come erano sporchi loro ai tempi. Gabriele aveva sedici
anni, lui pochi di più. Si prostituivano
– un brivido gli
corre lungo la schiena quando usa questa parola – e si
sentivano
persi, anche se forse erano molto più maturi della maggior
parte dei
loro coetanei. Aspettavano clienti e si erano seduti vicini: non era
la prima volta che lo facevano, ma non parlavano mai. Neppure una
parola. Invece quel giorno dopo un primo timido "Ciao"
avevano continuato a parlare, a ruota libera. A un certo punto le
parole non erano più bastate ed erano passati ai gesti:
senza
rendersene conto avevano iniziato a fare l'amore.
Era
stato bello, profondo. Il
giorno dopo, rivestendosi nel suo appartamento, avevano ripreso a
parlare, a confrontarsi. All'alba si erano seduti sul suo letto ed
avevano guardato il sorgere del sole abbracciati. Non lo sapevano
ancora di preciso, ma iniziavano a presagire che era l'inizio di
qualcosa di nuovo, assieme. No, non una storia d'amore come verrebbe
istintivo pensare, ma un lento disintossicamento dal baratro
dov'erano caduti.
Sospira
Giovanni. Poi si asciuga
una lacrima con attenzione, per non sbavare il trucco. Non si
è
ancora ripreso totalmente da quel periodo, ma il successo di Gabriele
gli mostra che è possibile, basta che non si arrenda. Solo
che farlo
da solo è fottutamente difficile! Ma non può
appoggiarsi a Gabri o
rischierebbero di cadere giù entrambi rovinosamente.
Vorrebbe
innamorarsi, ma non ce la fa: il suo cuore sembra aver dimenticato il
modo per farlo, diventando un cubetto di ghiaccio. Quando giace fra
le braccia di qualcuno, che lo vezzeggia e lo coccola, si prende cura
di lui, si sente vivo, però subito dopo la solitudine lo
stronca.
Nessuna l'ha mai avvicinanto per ura storia lunga più di una
notte,
forse per via del suo aspetto particolare che allontana molti: vede
la diffidenza negli occhi dei più.
Non deve
mollare. Prima o poi
troverà qualcuno in grado di far breccia nel suo cuore. Ne
è
sicuro. Tenendo le scarpe in una mano saltella sul molo, poi le
reinfila e si allontana nella notte, facendo rieccheggiare i suoi
passi nella notte.
|
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Capitolo 6 *** Sesto capitolo ***
Buonasera!
Ecco il nuovo capitolo, sperando di non avervi fatto attendere troppo!
E' l'ultimo capitolo completo che ho scritto anni fa, per cui da questo
momento in poi mi toccherà faticare molto di più,
ma spero i risultati saranno migliori visto che sono cresciuta e -
spero - maturata in questo periodo. In questo capitolo vediamo
finalmente una bella svolta positiva, ma l'amaro è sempre
dietro l'angolo... Non dico di più!
Ah! Ho cambiato font perchè nell'ultimo periodo ho iniziato
a scrivere con questo... voi che ne pensate? Meglio questo o quello che
usavo prima?
Grazie a tutti coloro che hanno solo letto o recensito gli scorsi
capitoli,
un bacio,
Allegra
AMORE
AI FORNELLI
Sesto
capitolo
I
primi raggi di sole fanno capolino nell'appartamento di Francesco,
svegliandolo. "Sono le sei" nota il ragazzo aprendo
pigramente gli occhi e gettando un'occhiata all'orologio appeso al
muro. Si alza a sedere cercando Max con lo sguardo, ma a quanto pare
non è più a letto e nemmeno nella stanza da
parecchio, perchè le
lenzuola accanto a lui sono gelate.
Sbadigliando
scende dal letto e si dirige verso il bagno, dando nel frattempo
un'occhiata alle altre stanze della casa – salotto e cucina
–
senza esito. Aperta la porta, un sottile mugolio attira la sua
attenzione: seduto nel piccolo vano doccia c'è Max
accucciato, nudo,
che piange a capo chino. Resta come paralizzato ad osservarlo, senza
trovare il coraggio di muoversi, chiedendosi se per l'ennesima volta
si sia pentito di aver passato la notte con lui, incerto se la sua
presenza in quel momento intimo sia un bene o un male. Dopo qualche
istante Max solleva il viso, facendogli vedere gli occhi verdi gonfi
di lacrime, attorniati da matita nera sbavata, immensamente tristi,
anche se una strana luce brilla in loro, in profondità.
Franz sa che
vorrebbe parlare, ma anche che è incerto e tentenna: lo vede
muoversi come per cominciare un discorso più di una volta, e
poi
mordersi le rosse mentre le lacrime riniziano a scorrergli copiose
sul viso. E lui aspetta, con il cuore che gli batte all'impazzata nel
petto, tentando di restire all'irresistibile tentazione di chinarsi
ed abbracciarlo forte, fortissimo.
-
Non ce la faccio più – confessa di botto Max,
senza avere il
coraggio di guardarlo negli occhi. Poi continua singhiozzando: -
Stamattina mi sono svegliato fra le tue braccia e stavo così
bene...
però poi mi sono ricordato di Jessica e tutto è
crollato come un
castello di carte, miseramente... aiutami, ti supplico! Io,... io non
ce la faccio più, Franz! -. Il biondo cade in ginocchio
lasciandosi
alle spalle ogni timore e lo abbraccia, lo stringe, lo stritola per
fargli sentire la sua presenza, per fargli capire che lui è
lì per
lui, mentre Max si abbandona nel tepore di quelle braccia che tante
volte l'hanno stretto. Le braccia di Franz: Franz con cui ha fatto
l'amore il giorno stesso che l'ha conosciuto, Franz che tante volte
l'ha consolato, Franz che lo ha spronato a non perdersi d'animo, ma
che l'ha anche sgridato tutte le volte che ha fatto delle cazzate
plateali... tutto nella su vita, compreso l'assurdo azzurro con cui
ha tinto i suoi capelli per una stupida battuta, sa di Franz ed ormai
ha realizzato che non sopporterebbe di perderlo, come potrebbe
accadere se continuerà ad esitare, perchè ne
andrebbe della sua
stessa vita.
Accucciato
anche lui per terra, con le ginocchia premute contro la fredda
ceramica bianca, Franz piange a sua volta, di gioia: non avrebbe mai
creduto che un giorno Max avrebbe trovato il coraggio di pronunciare
certe parole, che per il momento sono solo – per l'appunto
–
parole e non fatti, però ora sa per certo che le cose
potranno
cambiare col tempo. - Ti aiuterò io, te lo prometto
– gli sussurra
nell'orecchio. Poi prende un grande asciugamano di spugna bianca e
glielo mette addosso, frizionando leggermente la pelle ancora umida.
Lo prende per mano come un bambino e lo guida in camera, dove lo fa
sedere sul letto e gli passa lei mani nei capelli turchini prima di
lanciarsi alla ricerca dei loro vestiti. Sospira di sollievo sentendo
finalmente le deboli risate che l'altro si fa di lui quando sente le
sue imprecazioni per aver tirato una testata sotto al letto
dedicandosi alla ricerca di un calzino. Ci dev'essere sopra una
qualche maledizione dei produttori di biancheria, ne è
sicuro:
altrimenti non saprebbe proprio come spiegare il numero di calze che
riesce a perdere ogni mese fra casa e palestra.
Finalmente,
dopo una rapida colazione a base di spremuta di arance e una manciata
di biscotti al cacao, si chiudono la porta di casa alle spalle. Max
fruga nelle tasche della giacca alla ricerca del cellulare: Jessica
sarà sicuramente infuriata perchè non ha avvisato
che non sarebbe
tornato a casa per la notte. Tuttavia, se vorrà finalmente
trovare
il coraggio di vivere serenamente la sua relazione con Franz,
dovrà
trovare la forza per parlarle chiaramente, senza paura... anche se
Jess arrabbiata assomiglia molto ad un'elefantessa imbizzarita,
realizza mentre un brivido gli scorre lungo la schiena.
Appena
accende l'aggeggino elettronico compaiono una decina di chiamate ed
altrettanti messaggi che gli dicono di chiamarla subito: decisamente
la situazione sembra essere peggiore di quello che aveva immaginato.
Anche se... per quanto sia gelosa, a meno che non sia successo
qualcosa di grave non l'avrebbe mai cercato in maniera tanto
insistente. Da un'occhiata all'ora: mancano ancora una decina di
minuti alle sette, e se si sbriga per andare a casa e poi va al
lavoro con la moto, dovrebbe riuscire a non arrivare troppo in
ritardo.
-
Senti, Franz... io vado da Jess per sentire che le serve, ok? Ci
vediamo dopo! - dice, per poi prendergli il viso fra le mani e
baciarlo teneramente sulle labbra, per poi correre via. Franz rimane
impalato come uno stoccafisso, adorabilmente rosso in viso,
finchè
non lo vede scomparire in lontananza. Sospirando si incammina verso
Il Faro: prova l'impulso incontenibile di ridere
dalla gioia,
come un ragazzino alla sua prima cotta. Anzi, da chè si
ricordi non
si è mai comportato così, tentando di comportarsi
sempre in maniera
seria ed educata... forse, in questa chiara mattina di novembre
può
dare finalmente inizio ad una nuova vita, assieme a Massimiiliano.
Gli sono sempre piaciuti gli inizi e il fatto che sia il primo del
mese conferisce una certa solennità all'evento, che non
guasta.
Cammina lento, perso nelle sue riflessioni felici, Francesco, ignaro
delle aspre parole che volano in un appartamento poco distante e che
se potesse sentire gli lacerebbero il cuore. Anche se questo
accadrà
tra poco ugualmente, ma lui ancora non lo sa e continua a
fantasticare e a vedere ogni cosa illuminata da una luce leggermente
rosata e speciale, come speciale è Max per lui.
Grazie
d'aver letto,
Allegra
|
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Capitolo 7 *** Settimo capitolo ***
Buonasera a tutti!
Questi giorni non sono stati semplici per me sotto diversi punti di
vista, così mi sono gettata nella scrittura: ecco quindi un
nuovo capitolo un po' prima del solito rispetto ai miei (lunghi) tempi
di aggiornamento. Come avrete intuito la vita non sarà
semplice nemmeno per Francesco per via del suo complicato rapporto con
Max... dopo questi ultimi capitoli più angst invece dal
prossimo inizierrano ad essere più leggeri e allegri!
Ringrazio come sempre tutti coloro che commentano e mi spronano a
migliorare, ma anche i semplici lettori che continuano a seguire la mia
storia: vedere che continuate a leggerla è di gran
incoraggiamento!
Un bacio,
Allegra
Settimo
capitolo
Nonostante
sia inverno è una bella mattinata di sole: la luce inonda la
cucina
de Il Faro e
Gabry non può
fare a meno di restare leggermente imbambolato ad osservare la
sfumatura che la luce dona alla scura pelle di Luca. La prima volta
che l'ha visto ha pensato addirittura fosse un meticcio, ma quando ha
provato ad accennare la questione all'altro, questo si è
fatto una
bella risata e gli ha risposto di essere semplicemente un patito
dell'abbronzatura. Rigorosamente naturale, s'intende.
Finalmente
nella cucina risuonano di nuovo risate e un allegro spignattio, la
tensione degli ultimi tempi svanita improvvisamente per lasciare il
posto al dolce aroma di caramello e marmellata.
Francesco
sfaccenda sorridendo, lanciando occhiate di sottecchi verso gli altri
due cuochi che stanno bisticciando: Gabry è aggrappato alla
schiena
di Luca come un koala per tentare di impedirgli di mettere –
se ha
capito bene – un pizzico di cannella nella sua crema
pasticcera che
è già perfetta così, a quanto
sostiene. Sebbene sia felice di
vedere che finalmente i loro problemi si sono risolti e hanno trovato
un qualche loro equilibrio, anche se non sa ancora di che natura, non
riesce proprio ad essere totalmente tranquillo. Lancia l'ennesima
occhiata della mattina all'orologio e sospira sconsolato notando che
sono già arrivate le otto senza che si sia vista traccia di
Max:
vorrebbe chiamarlo, ma si costringe a resistere per non sembrare
troppo appiccicoso... l'eccessiva gelosia è una delle cose
che odia
di più in Jessica, lo sa bene.
Ha
appena finito di pensarci, che sente un rombo familiare seguito da
una frenata stridente. Max è appena arrivato sulla sua moto
fucsia,
in maniera esibizionista come al solito. Ha fatto bene a non
telefonargli poco prima, però non gli va del tutto
giù tutta
l'apprensione che gli ha fatto covare. Così apre la finestra
e
sporgendo fuori la testa gli urla: - Muoviti, pelandrone!
C'è gente
che lavora qui, sai? -.
Stranamente
però non gli arriva in cambio la solita serie di insulti
coronati da
un bel dito medio della mano, ed anche Luca e Gabriele si scambiano
un'occhiata stupita: da quando in qua Max accoglie una frase del
genere standosene zitto e buono? Franz fa spallucce e richiude la
finestra, tornandosi a concentrarsi sulla sua Sacher Torte, credendo
nel solito scherzo. La porta d'ingresso si apre e si richiude
rapidamente, e finalmente Massimiliano entra nella cucina a capo
chino, mugugnando un saluto. Si cambia in fretta nell'angolo adibito
a spogliatoio, mugugnado poche parole di saluto. Legandosi i capelli
con un elastico nero lancia una rapida occhiata alla lavagnetta con
su scritto il menù del giorno e inizia a lavorare
febbrilmente,
senza dire nemmeno battuta o almeno una parola.
Gabriele
vorrebbe azzardare una domanda, ma la furia con cui l'altro sta
affettando delle carote lo fa desistere. Francesco invece riesce a
stare zitto solo per pochi minuti perchè non capisce cosa
sia preso
all'altro, a cosa possa essere dovuta questa rabbia improvvisa che
gli sta guastando il buon umore. Non lo fa apposta a rivolgerglisi
con tono brusco, leggermente rabbioso a sua volta: ci è
semplicemente rimasto male a trovarsi davanti un muro di silenzio
invece che un sorriso e un bacio.
-
Si può sapere che cazzo hai? - sbotta.
-
Nulla – risponde Max, scrollando le spalle. Riempe una
pentola
d'acqua senza osare sollevare lo sguardo, temendo che Franz possa
scorgere in lui il dolore che lo sta trapassando, scuotendo,
uccidendolo. Inizia a mettere le rondelle di carote nella pentola,
tentando di dare il più possibile le spalle a Luca e
sperando che la
smetta di fargli domande. Ma il suo silenzio e il suo far finta di
fanno irritare ancora di più il biondo, che lo afferra per
la
casacca bianca e gli ringhia addosso, piantando i suoi occhi
addolorati in quelli di Max, apatici e spenti, privi di qualsiasi
scintilla di vita.
-
Nulla?! Nulla mi dici? Ma cazzo, ti sei visto in faccia?! Ti ho
lasciato sereno, finalmente in pace con te stesso e mi ritorni
così?
Ma ti sei visto?! -
"Ahia..."
pensano i due ragazzi non coinvolti nella lite. È davvero
raro che
Francesco perda la calma, e se è successo vuol dire che la
situazione è arrabbiato sul serio... e anche Max, constatano
desolati, vedendolo spingere violentemente via l'altro e mandandolo a
cozzare contro il bancone d'acciaio alle sue spalle.
-
Senti – inizia Max alla volta dell'altro, guardandolo serio
in
volto. - Non rompermi il cazzo e dimentica ogni cosa che ti ho detto
questa mattina, sono stato chiaro? Tutto. Siamo intesi? - dice con
tono deciso, fremente. Non voleva assolutamente arrivare a questo
punto, sperava che Franz l'avrebbe lasciato in pace come sempre, ma a
quanto pare ha definitivamente tirato troppo la corda. E l'ha perso
per sempre, realizza con amarezza.
Francesco
spalanca la bocca per ribattere, ma poi decide di tacere. Si volta ed
inizia a pestare della carne che ha tirato in precedenza fuori dal
frigo, con sempre più forza, inveendoci sopra. Lavora
febbrilmente
per non pensare a Max, anche se la sua immagine continua a saltargli
in testa: a quanto pare ha deciso per l'ennesima volta di non volere
una storia con lui... e lui si sente anche ferito per una volta, per
come è stato trattato. Il suo cuore è stato
ingannato e calpestato
una volta di troppo: da questo momento in poi si comporterà
come se
non avesse mai amato quello che fino ad ora è sempre stato
– non
solo letteralmente visto il colore di capelli - il suo principe
azzurro.
Anche
se preoccupati, Gabry e Luca non possono non notare con un pizzico di
divertimento come i due amici si stiano comportando esattamente alla
stessa maniera, seppur agli antipodi della cucina, immergendosi
totalmente nel lavoro per non pensare. Parlano dell'accaduto
bisbigliando piano mentre lavano della verdura nell'aquaio
però,
anche mettendo assieme le rispettive informazioni, ne sanno davvero
poco: a quanto pare i due hanno passato la notte assieme, ma non
possono sapere se come amanti o come semplici compagni di sbronza...
anche perchè sanno benissimo che Max ha una bella compagna
di nome
Jessica, con cui convive. Eppure Gabry la sera prima è stato
spettatore – seppure per poco – del loro ballo
assieme al Gold,
che gli era sembrato decisamente sensuale.
La
giornata procede dunque così, con Max e Franz che si
ignorano, e
Luca e Gabriele che sussurrano e camminano quasi in punta di piedi,
quasi che abbiano paura di svegliare l'ira dei due, sfiorandosi di
tanto in tanto con le mani, casualmente. Anche il tempo sembra
uniformarsi con il loro umore, e il sole mattutino scompare, coperto
da uno spesso strato di nuvole.
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Capitolo 8 *** Ottavo capitolo ***
Buonasera!
Temo
di avervi fatto aspettare un po' troppo per l'ennesima volta, ma il
prossimo capitolo è già pronto! È un
capitolo completamente
dedicato a Gabriele ed alla sua famiglia, così scopriamo
qualcosa in
più su di lui. Man mano che scrivo la storia, mi affeziono
sempre di
più ai miei bambini: vedo come crescono bene –
anche se magari
talvolta sbagliano – e non posso fare a meno di essere
orgogliossima di loro!
Ringrazio
come sempre tutti coloro che leggono/recensiscono, ma in particolare
la fedele YUKO CHAN, che non si è persa un capitolo!
Ottavo
capitolo
Probabilmente
Gabriele non ha mai accolto la fine di un turno così
volentieri:
l'atmosfera nella cucina del ristorante oggi era terribilmente
pesante, anche se Luca di tanto in tanto gli ha lanciato delle
occhiate talmente tanto complici e languide da fargli venire le gambe
molli. Cammina spedito sul lungomare, con il cappuccio delle giacca a
vento nera ben calcato sulla testa per difendersi dalla pioggia: se
la sera prima è riuscito ad evitare domande fastidiose
perchè a
casa sua dormivano già tutti – ed alle quattro di
mattina è
decisamente normale – e quella mattina perchè era
in vistoso
ritardo, ora è conscio che non potrà scampare
dall'interrogatorio.
D'altronde ha ben visto l'occhiata preoccupata che si sono scambiati
sua madre e sua sorella maggiore quando è entrato in cucina
al volo
per afferrare un paio di biscotti...
-
Sono a casa! - urla girando la chiave nella toppa e preparandosi
psicologicamente all'invasione barbarica, che subito lo travolge: una
mandria di marmocchi dai due ai sette anni, che lo circondano
chiedendogli alternativamente di leggergli una storia, fargli fare
cavalluccio o pettinare le bambole con loro. Con attenzione, stando
attento a non farli rimanere male, si china in mezzo ai fratellini ed
alle sorelline per spiegare loro che davvero vorrebbe giocare subito
con loro, ma che devono aspettare perchè deve parlare con
mamma,
Gabriella e Jack. Subito si sente un coro di lamenti, ma ormai
è
avvezzo a questo genere di "problemi" e con un paio di
sorrisi, carezze ed una caramella tirata magicamente fuori dalla
tasca dei pantaloni riesce ad allontanarsi.
Entra
in cucina, chiudendosi alle spalle la porta di legno bianco e vetro
smerigliato. La tensione è palpabile: vede sua sorella
battere
nervosamente un piede per terra e sua madre torcersi le mani. Jack,
invece, il suo patrigno, è in piedi dietro di lei,
silenzioso e
composto come al solito.
-
Allora...? - sospira la donna, tormentandosi una ciocca di capelli
neri. - Dove sei stato ieri notte? Ti ho sentito tornare verso le
quattro... non avrai mica ricominciato a... - la paura che ci sia
ricaduto e che l'incubo rinizi di nuovo le attanaglia la gola,
impedendole di parlare. Sua sorella le fa un massaggio alle spalle,
per incoraggiarla, e nel frattempo lo guarda con occhi taglienti, per
impedire solamente che provi a dire d'avere ricominciato a
prostituirsi.
Ma
per fortuna, questa volta non si tratta di nulla di tutto questo,
anzi, finalmente quel capitolo della sua vita sembra essere chiuso
per sempre. Gabriele prende un bel respiro e poi butta tutto fuori,
diventando sempre più entusiasta mentre va avanti e mentre
vede la
fronte della madre distendersi: -Stai, tranquilla, mamma... ero con
un collega, Luca, ti ho già parlato di lui, vero?
È quello che
sembra essere un mulatto da tanto è abbronzato! E ha degli
occhi
neri, che ti sembra di poterci annegare dentro da quanto sono
profondi! Ecco... ci siamo messi assieme! In effetti... mi sono
innamorato di lui – conclude sorridendo, sentendo il cuore
battergli all'impazzata nel petto. Sono queste ultime parole e la
gioia che brilla negli occhi a spazzare via finalmente tutti i dubbi:
i grandi di famiglia abbracciano il "pulcino" ridendo,
baciandolo. Finalmente è cresciuto anche lui.
Dopo
essersi fermato a parlare ancora un poco con loro ed avere fatto il
suo dovere di bravo fratello maggiore nei confronti dei suoi
fratellini – i gemelli Carlo, Matteo e Filippo, poi Caterina,
Ilaria, Michele e Francesco – finalmente si butta di slancio
sul
letto in camera sua, e di Gabriella. Ha ancora le lenzuola di
quand'era bambino e sul soffitto sono appiccicate le stelle
fosforescenti che lo rassicuravano quando si svegliava di notte ed
aveva paura del buio. Sopra il comodino c'è ancora l'Orso
Truffo,
dal pelo tutto arruffato e con un buco sul fianco malamente
rammendato: questo luogo è sempre stato il suo rifugio,
soprattutto
nel periodo buio della sua vita. Indifferentemente con quante persone
fosse andato in quella giornata, quando tornava a casa e si metteva
sotto le coperte gli sembrava sempre di tornare ad essere ancora il
bambino innocente di un tempo, fosse solo per un paio d'ore.
È
felice che sua madre abbia di nuovo fiducia in lui: c'era stato un
periodo, poco dopo che l'avevano obbligato a smettere di
prostituirsi, durante il quale entrava in apprensione ogni momento, e
spesso lui doveva rinunciare ad uscire. Con questo non sta cercando
di giustificarsi, Gabriele, perchè è conscio che
probabilmente, se
non avesse avuto Giovanni con cui supportarsi e l'attenzione della
sua famiglia, ci sarebbe caduto di nuovo. Caduto... gli ha sempre
dato molto l'idea della droga il "ricadere" in qualcosa, ma
alla fin fine la sua situazione non era molto diversa: si prostituiva
per portare a casa dei soldi per dare una mano alla famiglia, di
nascosto in quanto lui, essendo il figlio, avrebbe dovuto limitarsi a
studiare, però era ovvio che con tante persone in casa
diventasse
impossibile riuscire a tirare avanti con due stipendi soli. C'erano
stati i periodi in cui aveva deciso di smettere, però poi si
sentiva
fuoriposto ed inadeguato in altre situazioni, e colpevole. La volta
che ad un colloquio di lavoro si era trovato faccia a faccia con uno
dei suoi clienti, gli era venuto un vero e proprio attacco di panico,
che si era risolto solamente con il pronto intervento di Giovanni,
chiamato al telefono. Alla fine c'era stato bisogno che la mano di
sua madre calasse decisa sul suo volto per tirargli un paio di sberle
ben assestate per farlo smettere definitivamente: l'unica volta che
aveva avuto una "ricaduta", l'aveva guardato con occhi
talmente addolorati, che si era ripromesso solennemente che non
l'avrebbe fatto mai più. E fino a quel momento aveva
mantenuto la
promessa.
È
ancora immerso in questi ricordi densi e dolorosi, quando il telefono
squilla argentino facendolo riscuotere: si getta immediatamente
giù
dal letto per afferrare il cordless che sua sorella ha lasciato sul
suo letto, probabilmente dopo l'ennesima infinita chiamata col suo
ragazzo.
-
Pronto? - chiede allegramente, come se i pensieri che gli affollavano
la mente fino a poco prima fossero spariti improvvisamente. Sorride
ancora di più quando sente la voce di Giovanni rispondergli
dall'altra parte della cornetta: è come se gli abbia letto
nel
pensiero, perchè aveva intenzione di chiamarlo lui dopo
poco. Sarà
una chiamata lunga, lo sa per certo, anche perchè
è davvero tanto
tempo che non fanno una chiaccherata delle loro; quindi si accoccola
sotto le coperte, al caldo, pronto per rispondere ad una serie di
domande che – ne è sicuro – saranno
alquanto imbarazzanti.
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Capitolo 9 *** Nono capitolo ***
Buonpomeriggio,
fanciulle! =)
Sono davvero felice di vedere che continuiate a seguire questa storia e
a farmi un po' di coraggio nei momenti in cui mi sento prendere un po'
dallo sconforto. Non è per niente facile da scrivere per me,
però noto come mamma orgogliosa che sono riuscita ad
arrivare già al nono capitolo! In questo capitolo finalmente
le cose si distendono e possiamo origliare la telefonata fra Giovanni e
Gabriele... curiose?
Un bacio a tutte,
Allegra
Nono
capitolo
-
Allora... racconta tutto! - inizia con tono divertito Giovanni.
È
allungato sul vecchio divano scalcagnato del piccolo appartamento
dove vive, e carezza distrattamente Furia, il suo piccolo gattino
nero. Ridacchia sentendo il silenzio più assoluto dall'altra
parte
della cornetta: non ha capito mai perchè, ma l'altro si
è sempre
imbarazzato da morire parlando di sesso. E dire che è uno
che per un
periodo della sua vita l'aveva fatto diventare il suo mestiere... Che
poi anche se lui sa perfettamente che desidera i particolari
più
piccanti, si potrebbe anche accontentare di una semplice descrizione
del suo inseguimento... per iniziare.
-
Dai, dolcezza, non farti troppi problemi e racconta tutto...
sennò
muoooio di curiosità! - dice tentando di
sciogliere un po'
della tensione che si è venuta a creare, senza mentire
totalmente:
la curiosità è sempre stata il suo vizio peggiore!
-
Beh... l'ho raggiunto al ristorante: va sempre li a cucinare un po'
quando è giù di morale; ed è una volta
li: cazzo, era troppo
tenero! Era li disperato per via di quel bacio fra me e te e quando
sono entrato stava pronunciando il mio nome, e non ho potuto non
svuotare immediatamente il sacco! Insomma, sai che sono una persona
romantica e che non gli avrei mai detto così che sono
innamorato di
lui così di punto in bianco, però... mi
è sfuggito! - racconta
diventando sempre più allegro man mano che procede nel
racconto. Ora
che ci ripensa la vicenda sembra quasi comica a tratti, e lui non
può
impedirsi di avere un gran sorriso stampato in faccia.
-
Uuh, che intraprendente che sei stato, pulcino! E lui? Ti è
saltato
addosso come una tigre affamata? Oppure avevi un'aria così
innocente
ed angelica che si è chinato ai tuoi piedi chiedendo la tua
mano in
matrimonio? - chiede sfottendolo leggermente. Non sa perchè,
ma
quando è nervoso diventa sempre più sboccato e
rozzo del solito,
Gabriele: non che sia un angioletto, però gli
dovrà proprio dire in
un altro momento che così facendo rovina la dolce immagine
che da di
se stesso, con la quale potrebbe piegare chiunque al suo volere.
-
Beh... - inizia Gabriele, incerto se confessare o meno delle lacrime
di Luca. Alla fin fine sceglie di tenersele per se, come un momento
in cui l'altro si è messo a nudo ed ha abbattuto il timore
di farsi
vedere in una situazione di tale debolezza solo grazie alla fiducia
che ha in lui. - Mi ha chiesto se ero davvero sicuro di quello che
stavo dicendo, perchè in caso di risposta affermativa non mi
avrebbe
lasciato andare tanto presto, però... Mi aspettavo almeno un
misero
bacio dopo una dichiarazione come questa! Così sono
scappato! - dice
con voce argentina, ridendo. La delusione sul volto di Luca era stata
palpabile quando l'aveva visto allontanarsi, oltre ovvamente alla
perplessità. La stessa che c'è ora in Giovanni.
-
Sei scappato? - chiede sconcertato, smettendo di accarezzare Furia.
Talvolta le azioni di Gabriele sono chiare solamente a lui, e questa
volta proprio non capisce nemmeno lontantamente cosa possa averlo
spinto alla fuga: sembrava così contento della
dichiarazione. In
verità, i due sono un po' troppo smielatiper i suoi gusti,
ma
d'altronde Gabry ha sempre amato le storie romantiche: quanti pianti
che si è fatto davanti a film d'amore, mentre lui
sgranocchiava
popcorn e faceva commentini pungenti!
-
Esatto... insomma, fino a quel punto avevo preso tutta l'iniziativa
io, così ho deciso di dare una piccola scossa, diciamo. Ma
è
riuscito a starmi dietro, sai? Non pensavo fosse tanto un buon
corridore, mi ha sorpreso! Alla fin fine mi ha placcato sulla
spiaggia e finalmente ci siamo baciati, sì –
ammette finalmente
Gabriele, ripensando al loro primo bacio. Gli è sembrato
perfetto
come pochi altri: le loro labbra si sono unite istintivamente, come
se ci fosse stata una qualche divinità a loro favorevole a
spingere
le loro testo una verso l'altra. Bellissimo.
-
E poi? Con questo la parte lacrimevole e sdolcinata è
finita, ma io
voglio i dettagli lo sai benissimo! E non dirmi che non ce ne sono
stati, visto che quel poveretto ti moriva dietro da mesi! - dice
Giovanni con un tono che non ammette repliche. Categorico.
-
E invece, Giò, per una volta rimarrai a bocca asciutta
– replica
Gabriele, prendendolo in giro. Come provvede a spiegargli subito,
dopo quel primo istante di passione, si sono limitati a stare
sdraiati l'uno vicino all'altro, con le mani che si sfioravano, e a
parlare di tutto e niente. Probabilmente Luca non voleva forzargli la
mano, anche perchè – di questo è
conscio – non hanno ancora
parlato delle loro precedenti esperienze e sa che, se vuole davvero
gettare le basi per una storia duratura, dovrà parlargli del
suo
passato prima che questo spunti fuori da solo in maniera spiacevole.
-
Ah, cucciolo, non sei proprio più il cacciatore di una
volta! - dice
Giovanni ridendo, intuendo anche il motivo per cui la cosa sia
successa. Gabriele ispira in chi lo guarda una tenerezza ed una
dolcezza innata, grazie ai suoi grandi occhi azzurri, innocenti, come
ha già potuto verificare con gli altri suoi due colleghi:
nessuno
potrebbe immaginare invece quello che si nasconde nell'animo del suo
diavoletto preferito.
-
A quanto pare... ma non credere che prima o poi non accadrà!
-
ammette Gabriele, anche se con una punta di imbarazzo. La
fisicità
non è mai stato un grosso problema per lui, anzi,
è sempre stato il
modo più semplice per lui di dimostrare i suoi sentimenti
– come i
baci con Giovanni – mentre parlarne è sempre stato
alquanto
increscioso.
-
E io voglio essere il primo a saperlo, ovviamente! Ci conto, eh? Ora
devo scappare a lezione, ci sentiamo, va bene? - fa Giovanni dopo
aver guardato l'orologio. A quanto pare sarà in ritardo...
per
l'ennesima volta!
-
Va bene, Giò, ci sentiamo! Ciao! - risponde Gabriele. Poi
spegne il
cordless e si lascia sprofondare nel cuscino sospirando: è
stato
davvero contento di aver sentito Giovanni, con cui si era un po'
perso negli ultimi tempi. Non gli ha chiesto il perchè della
chiamata – non ce n'è stato il tempo –
ma probabilmente centra
l'ennesima storia... finita male evidentemente, se non gli ha
raccontato nulla in proposito. Gabriele guarda le stelline attaccate
sul soffitto, ancora spente, e spera con tutto il cuore che la sua
storia d'amore non sia destinata a spegnersi come loro, nè
ad essere
una stella cadente, bensì una stella che, luminosa, irradia
luce
tutto attorno.
Grazie
a tutti coloro che hanno letto/inserito in preferiti/seguite/ricordate,
Allegra
|
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Capitolo 10 *** Decimo capitolo ***
Ciao
a tutti!
Ho come l'impressione di
essermi fatta attendere più del solito questa volta...
Imploro perdono! In questo capitolo finalmente i nostri quattri
personaggi ritornano tutti assieme nella cucina, offrendoci un bello
spaccato di quella che è la loro nuova routine tutti
assieme. Ma non temete che tra poco si sveglieranno e le cose
inizieranno a sistemarsi, finalmente!
Ringrazio come sempre chi
capita sulle pagine della mia storia, indifferentemente se per leggere,
commentare, criticare,
un bacio,
Allegra
Decimo capitolo
Francesco
esce di casa di buonora, deciso a fare una passeggiata sul lungomare
per andare a lavoro. Ha passato le ultime tre settimane chiuso in
casa a piangersi addosso per il rifiuto improvviso di Massimiliano,
che è rimasto ancora senza spiegazione: ha provato a
parlarci un
paio di volte, ma l'altro si è limitato a dargli le spalle,
ignorandolo. Nonostante tutta la determinazione di tirare avanti come
se niente fosse successo, era stata dura per lui fingere di non avere
amato per anni il suo principe azzurro di nome e di fatto,
soprattutto essendo costretto a lavorarci fianco a fianco ogni
giorno: da un paio di giorni però sembra essere riuscito ad
accettare la cosa in un qualche modo.
Si
tira la sciarpa rossa a coprire di più il viso e affretta un
po' il
passo. Non è sicuro che sia stata un'idea troppo buono
quella di
uscire così presto: "Fa un freddo bestiale", realizza
rabbrividendo. D'altra parte il freddo contribuirà
sicuramente a
schiarirgli le idee. Deve dare un taglio a quella storia che si
è
protratta più a lungo del dovuto, finchè del suo
cuore non è
rimasta che una poltiglia sanguinolenta.
Prende
a calci un sassolino finchè non finisce sotto una macchina
rossa. A
quel punto guarda l'orologio e, rimessa immediatamente la mano nella
tasca del cappotto per via del freddo, decide di darsi una mossa: se
riesce ad arrivare abbastanza presto, può anche iniziare a
preparare
lo strudel senza che ci sia l'ennesima lotta all'ultimo sangue fra
lui e Max per gli ingredienti. Anche se si sono affievoliti, infatti,
i loro bisticci non sono scomparsi: anzi, ora che ci pensa sono Luca
e Gabriele ad essere un po' troppo calmi nell'ultimo periodo.
Probabilmente ritengono che abbia già abbastanza problemi
per fare
da pacere fra loro, ma gli dovrà dira che gli manca un po'
di sano
chiacchericcio di fondo in cucina.
Mentre
si avvicina al ristorante nota che le finestre sono già
illuminate.
Con un gemito di rassegnazione mista a sconforto, pensa che
probabilmente Max ha avuto la sua stessa idea e si dirige verso
l'edificio a passo lento, sconsolato. All'improvviso però
sente il
rombo di una moto, la successiva sgommata e il balzo agile di Max che
scende a terra, evidente segnale che si è sbagliato.
Si
gira verso il ragazzo deciso a salutarlo. Se vuole cambiare le cose,
deve iniziare da questo: non dev'essere poi così tanto
difficile
riuscire a salutarlo e a considerarlo un semplice amico. Alla fin
fine non è quello che ha fatto per anni, in tutti i periodi
nei
quali Max si credeva un etero convinto? Purtroppo non dev'essere
giornata, nota sconsolato vedendo come il ragazzo tiri dritto verso
l'entrata del ristorante, ignorando i suoi cenni di saluto.
Sbuffando
Francesco, gli corre dietro con il vento che gli punge le guance,
facendole arrossare. Chissà perchè si
è fermato impalato come uno
stoccafisso davanti all'entrata, si chiede. Si avvicina e sfrutta
quella manciata di centimetri che ha in più per sollevarsi
sulle
punte e sbirciare in cucina.
-
Cazzo... - gli sfugge dalla bocca, prima che riesca a frenarsi.
Massimiliano ride sentendolo, per la prima volta dopo settimane, e
lui non riesce a sentirsi infinitamente sollevato sentendo la sua
risata limpida: ovviamente ha appena buttato nel cesso tutti i buoni
propositi che ha appena finito di formulare.
Davanti
a loro ci sono Gabriele e Luca che si guardano colpevoli aria
colpevole le punte dei piedi, il primo che tenta di alzarsi le punte
del colletto per nascondere un succhiotto e il secondo che tenta con
molta poco non-chalance di rinfilare la camicia nei pantaloni. Non
era stato decisamente un caso allora che avessero smesso di
bisticciare!
-
Beh, noi volevamo... ecco... farvi una sorpresa ed iniziare a
lavorare prima! - dice Luca balbettando, incredibilmente rosso in
faccia. Gabriele stesso ridacchia vedendo come il ragazzo stia
tentando di riparare alla loro malefatta, imbarazzandosi tantissimo.
Per una volta, lui non si sente particolarmente in imbarazzo,
- La
sorpresa ce l'avete fatta, Lu', ma non nel senso che intendi te! -
dice ridendo Max. Beati loro che ce l'hanno fatta a stare assieme e
per di più felici, a quanto pare: a casa sua la situazione
è
tutt'altro che rilassata in questo periodo.
-
Posso farvi le mie congratulazioni? - chiede Franz prendendo la mano
di Gabriele ed accennando un inchino. Luca gli tira uno scapellotto
intimandogli di non toccare il suo ragazzo con finte lusinghe e i
quattro si ritrovano all'improvviso a ridere tutti assieme come non
capitava da tempo.
- Da
quanto va avanti questa storia? -
- Un
po'... - risponde Luca elusivo, certo che se Max scoprisse da quanto
tempo dura effettivamente (quasi un mese) la sua reazione sarebbe
senza dubbio esplosiva. La sua esuberanza infatti fin troppo spesso
da origine a scatti d'ira improvvisi e apparentemente inspiegabili,
come quello del famoso giorno dopo la loro ultima serata al Gold,
quella del loro primo bacio.
- E
pensavate di informaci prima o poi? O speravate che prima o poi vi
avremmo trovati spalmati sul bancone a limore per evitare spiegazioni
difficili? - continua Max spiccatamente acido, pentendosene subito
dopo. Non vorrebbe trattare così i suoi due migliori amici,
ma è
davvero geloso della serenità che traspare dai loro volti,
della
complicità dei loro gesti.
-
Max! - esclama Francesco in tono di rimprovero. - Avranno avuto le
loro ragioni per non dircelo, no? Si saranno voluti godere il momento
solo per loro... – dice, pensando fra se e se che lui invece
quella
famosa mattina avrebbe voluto gridarlo al mondo quello che provava
per lui. Probabilmente si sarebbe limitato ai due colleghi, sicuri
che avrebbero mantenuto il segreto, ma gli sarebbe stato davvero
ardua non confidare niente a nessuno. Ora che ci pensa è
probabile
che si siano messi assieme la notte che Gabriele si era lanciato
all'inseguimento di Luca, ma la mattina dopo aveva avuto ben altri
pensieri per la testa ed aveva rimosso l'episodio.
-
Facciamo così! - esordisce Gabriele rompendo il silenzio. -
Questa
sera finito di lavorare andiamo tutti assieme al Sun Gold, che
è un
bel pezzo che non passiamo una serata tutti assieme, e li vi
raccontiamo tutto con calma -
- Io
non posso... Jess mi vorrà a casa questa sera –
dice Max
immediatamente, deciso a tutti i costi a non passare una serata in
compagnia di Francesco. Già gli è abbastanza
difficile sopportare
la sua vicinanza quando sono al lavoro, figuriamoci se sarà
costretto a sedergli fianco a fianco sulla microscopica panca del
locale.
-
Dai, Max, che sei ancora giovane! Jess non ti vorrà mica
segregato
in casa, no? Sono secoli che non esci più se non per andare
al
lavoro... prometto che ti lasciamo tornare a casa presto,
però
vieni! Mi serve compagnia giovane, non lasciarmi solo con questi due
vecchiacci! - implora Gabriele, facendo tremolare i suoi splendidi
occhi azzurri. La serata tutti assieme è l'unica idea che
gli è
venuta per provare a far riallacciare i rapporti fra lui e Francesco,
e quindi deve funzionare.
Gabriele
ringrazia mentalmente l'entità superiore che ha convinto Max
ad
accettare il suo invito seppur ancora leggermente restio,
perchè
proprio non avrebbe saputo che pesci pigliare di fronte ad un altro
suo rifiuto. Poi fa di nascosto l'occhiolino a Francesco, che gli
soffia un bacio in risposta.
-
Ehi, ehi, ehi... mi devo preoccupare? - sussurra Luca nell'orecchio
di Gabriele, stringendolo a se. Sa perfettamente che non si deve
preoccupare della fedeltà del ragazzo, ma un po' di sana
gelosia, se
in piccole dosi, può rendere più interessante una
relazione.
-
Sciocco, sai perfettamente che non è così! -
risponde Gabriele
dandogli un rapido bacio sulle labbra, per poi sciogliersi
dall'abbraccio ed iniziare a preparare il tavolo da lavoro.
|
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Capitolo 11 *** Undicesimo capitolo ***
Mi
fa quasi impressione vedere quanto tempo è passato dalla
pubblicazione dell'ultimo capitolo, ma l'importante è che
anche questo prima o poi sia arrivato. Non mi stuferò mai di
ripetere che questa storia la sto scrivendo soprattutto per me stessa,
tentando di finire di scrivere una storia di più capitoli,
cosa che non ho mai fatto. Il capitolo taglia una scena a
metà, me ne rendo conto, ma ho preferito collegare il resto
con la parte seguente... scusatemi se il mistero non è
ancora stato svelato!
Grazie, come al solito, a tutti, senza distinzione.
Un bacio, Allegra
CAPITOLO UNDICI
- E non fare tardi, che mi svegli
sempre quando rientri! -
L'urlo di Jessica
è l'ultima cosa che Max sente prima di sgusciare fuori dalla
porta tenendo il casco in mano. Quando le aveva annunciato che quella
sera aveva intenzione di uscire con i suoi colleghi si era aspettato
meno resistenze: un tempo quello che lo portava a stare così
bene con lei era proprio l'equilibrio perfetto del loro rapporto, che
li portava a capirsi alla perfezione. Nell'ultimo periodo
però le cose proprio non riescono ad ingranare
correttamente. Probabilmente Jess ha capito che lui, Massimiliano, ha
qualche problema che non le riesce a confidare, ma rispetta il suo
silenzio, cercando però d'altro canto di tenerlo sempre
più vicino a lei, in una morsa che sta diventando
– gli dispiace anche solo pensarlo – soffocante.
Lui tenta di essere un buon compagno in ogni modo, tenta di capire
quali possano essere i suoi desideri, ma evidentemente il loro rapporto
risente di questa forzatura.
Non appena ha messo in
moto la sua Bimba si sente subito meglio: l'aria fresca gli fa vibrare
i lembi della giubbetto, gli solletica la barba leggera, ma soprattutto
sembra spazzare via tutte le ombre dalla sua testa. Accellera per
superare una vecchia Cinquecento e prosegue a velocità
elevata, come se stesse cercando qualcosa davanti a lui, qualcosa
ancora fumoso ed indefinito. Magari uno di questi giorni lui e Jessica
potrebbero andare a farsi una gita in giornata da qualche parte,
chissà che stando abbracciati per qualche ora, viaggiando in
compagnia solamente di vento e sole, non riescano a ritrovare l'antica
armonia.
Quando arriva al Gold Sun
decide di fumarsi una sigaretta da solo prima di entrare. Jessica
è diventata categorica anche su questo ultimamente e non
solo non lo lascia più fumare in casa, ma nemmeno quando
sono all'aperto. Massimiliano non è mai stato un grande
fumatore, bensì una di quelle persone convinte che ci sia il
momento semplicemente perfetti per accendersene una. Cazzo, non ha
più nemmeno un accendino con tutto il terrorismo che gli fa
Jess. Sospirando si guarda attorno alla ricerca di qualcuno a cui
scroccare.
- Ehi, scusa, non
è che avresti da accendere? - chiede con un sorriso ad un
ragazzo suppergiù sui vent'anni. Mentre l'altro gli porge
l'accendino ammiccando Max lo squadra da capo a piedi prima di riuscire
a fermarsi: proprio niente male, sebbene un altro taglio di capelli lo
valorizzerebbe molto di più. La prima boccata di fumo
è allo stesso tempo molto dolce e molto amara, agognatissima
ma anche disturbata dall'ennesima prova della sua
sessualità... aperta. Negli ultimi tempi ha provato a
riflettere sull'argomento in modo da avere le idee più
chiare e potrebbe considerare questa come la prova definitiva che stava
cercando riguardo alla sua bisessualità prima di affrontare
l'argomento con Jessica. Nonostante i problemi dell'ultimo periodo non
vuole che la sincerità, sulla quale hanno sempre basato la
loro relazione, venga meno.
Spegnendo il mozzicone,
Massimiliano si concede un'occhiata nella porta di vetro del locale.
Non è niente male, anche se la ricrescita inizia ad essere
un po' troppo evidente; si scompiglia i capelli in modo da nascondere
il castano che tenta di fare capolino fra il tuchino e poi entra nel
locale. La musica è ancora piuttosto rilassata, ma non
dovrebbe trascorrere molto tempo prima che inizi a diventare
più forte e ritmata: la notte sta per iniziare!
- Max! - urla forte
Gabriele dal loro solito tavolino per farsi sentire. - Sono venuto qua
appositamente con un'ora di anticipo per riuscire ad accaparrarmi il
nostro posto! In effetti per questo non mi sono fatto la doccia, ma
tanto a Luca piaccio lo stesso... vero amore? -
- Ovviamente –
conferma seriamente il moro. - Ho promesso che ti avrei amato in puzza
ed in profumo, finchè saponetta non ci separi! -
Fra le risate
Massimiliano si siede nel posto che Francesco si è
affrettato a liberare dalle giacche, prima di accennare un saluto
imbarazzato. Franz poi lo guarda con aria ansiosa, aspettando di vedere
quale sia la sua reazione: Max sospira mentalmente e poi gli sorride,
salutandolo a sua volta.
- Allora, cosa volete
bere? - chiede Luca alzandosi in fretta dal tavolo. - Ne approfitto per
andare ora che sembra non esserci nessuno al banco! - I ragazzi si
divertono a farlo impazzire per un po' con le ordinazioni, cambiando
idea in continuazione, finchè non se ne va urlando di andare
tutti "A fanculo" e che si dovranno far andare bene quello che
sceglierà lui per loro.
- Scusatelo –
dice Gabriele ridendo, asciugandosi le lacrime con una mano. - E'
terrorizzato dal fatto che voi vogliate sapere tutto su come abbiamo
iniziato ad uscire! Non l'avrei mai detto, ma si imbarazza molto
facilmente! -
- Più
facilmente di te non credo! - ribatte Franz, ricordando come all'inizio
Gabriele avesse problemi persino nel parlare con loro. Le sue guance
sembravano andare perennemente a fuoco, per non parlare di quando Luca
lo stuzzicava con i suoi doppisensi molto poco casti.
- Comunque sapere di
più sulla vostra storia è proprio il motivo per
cui siamo venuti, no? Non vorrai rimangiarti la tua parola adesso... -
insinua Massimiliano scambiando un'occhiata di intesa con Francesco.
Non si accorge di come l'altro ragazzo si sente morire dentro per via
di quello sguardo di profonda complicità, così
dannatamente simile a quelli che gli lanciava mentre facevano l'amore.
Francesco inghiotte tutte l'amaro, indossa un sorriso cameratesco e si
accinge ad ascoltare i retroscena positivi di quella notte che
è diventata l'oggetto del suo odio più profondo.
Luca si siede uno degli
sgabelli alti del bar aspettando che le sue ordinazioni siano pronte e
da lì veglia su Gabriele. Sta ridendo assieme a Francesco e
Massimiliano, probabilmente per via delle domande sconce che gli hanno
fatto sulla loro relazione: conoscendoli probabilmente una delle prime
domande è stata sulle loro scopate, che – per la
cronaca - non ci sono ancora state. Lui sarebbe morto d'imbarazzo in
una situazione del genere, anche quand'era un ragazzino non si vantava
mai delle sue conquiste, tenendo tutti i particolari della sua vita
amorosa al sicuro nel suo cuore. Se non l'avete ancora capito,
è un romantico Luca, uno di quei ragazzi un po' all'antica
che non ti baciano al primo appuntamento, ma si presentano con una rosa
rossa in mano.
- Ehi! Va bene se ti
metto le consumazioni sul vassoio? - gli chiede il barista e lui
annuisce distrattamente, ancora preso dai "suoi ragazzi". Dentro di
sè si è sempre rivolto così ai
colleghi, tutti più giovani di lui, sentendo il bisogno di
tenerli sotto la sua ala protettiva o almeno sempre a vista.
Nell'ultimo periodo Francesco e Massimiliano gli avevano dato non poche
preoccupazioni, ma almeno per il momento le cose sembrano essere
tornate alla normalità, anche se... il biondo sembra essere
un po' troppo rigido. A guardarlo da lontano la malinconia che l'ha
caratterizzato ultimamente sembra essere ancora più forte.
Chissà che diamine gli frulla per la testa... sospirando
Luca raggiunge i suoi amici.
- Ehi, Gabri, ma Luca ha
dei boxer con i coniglietti? Perchè un giorno mentre si
cambiava al lavoro sono sicuro di avergliegli visti addosso, ma lui
nega sempre! - domanda Max ridacchiando. Un po' l'ha fatto apposta a
fare quella domanda proprio mentre Luca stava per arrivare al tavolo,
ma è anche vero che è sempre stato uno dei suoi
dubbi più grandi. Cioè, lo stimerebbe se avesse
dei boxer simili!
- Con i coniglietti non
gliene ho mai visti addosso, ma può essere che mi abbia
distratto il loro... contenuto, diciamo! - ammette Gabriele, spiando di
sottecchi la reazione del suo ragazzo, sicuro che la sua faccia
sarà impagabile.
- Gabri! Santo cielo! -
urla infatti Luca, diventando paonazzo. - Ti lascio dieci minuti in
compagnia di questi loschi figuri e ti ritrovo a fare queste battute di
bassa lega? Ridatemi il mio bambino, mandrilli! -
- Ih, bambino... - dice
Francesco fra le risate. - Secondo me questo è il lato
oscuro di Gabriele che viene fuori! Cazzo, era troppo innocente per
essere un diciannovenne! E per fortuna che è
così, altrimenti conoscendoti arriverete puri e casti al
matrimonio! -
Luca sospira a fondo
più volte. Balzare sul tavolino per strozzare Francesco non
sarebbe una bella cosa e nemmeno rompere il boccale sulla zucca di
Massimiliano, che continua a ridere pensando ai suoi boxer che poi non
sono mica coi coniglietti, bensì con Snoopy che è
decisamente su tutt'un altro livello. Decide così che
baciare Gabriele può essere una buona alternativa, se non
altro più pacifica.
Francesco distoglie
immediatamente lo sguardo dal loro bacio, vedendo in questo tutto
ciò che aveva sperato per lui e che invece –
all'improvviso – si è distrutto completamente
senza apparente spiegazione. Massimiliano ha invece la reazione opposta
e non riesce a fare a meno di guardare quel bacio, che non è
solo tenero ma anche complice e passionale. Se si impegna riesce a
ricordarsi quando erano così anche i baci che si scambiava
con Jessica, ma ormai è un tempo che sembra essere
irrimediabilmente perduto.
- Wow! - si lascia
sfuggire Max, quando i due si separano, scoppiando poi a per la sua
reazione. Max è sempre stato il più infantile tra
loro, persino più di Gabriele che anche se timido ha sempre
una sua saggezza nascosta: in questo momento sembra un bambino con gli
occhi spalancati dallo stupore.
Vedendo che ormai le
prime persone sono scese in pista, Gabri trascina Luca in pista prima
che lui riesca a ribattere. Il suo intento non era solo di fare stare
assieme per un po' gli altri due colleghi, ma anche di farli chiarire,
e finchè non restano da soli difficilmente potrà
accadere.
- Speriamo bene
– sussurra quindi al compagno, appoggiandosi al suo petto.
- Andrà tutto
benissimo! - risponde Luca stringendolo a sè. Purtroppo non
sapeva quanto si sbagliava...
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