Eppure Mi Hai Cambiato La Vita

di Bella_Cullen_1987
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Ancora ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Come Un Ricordo ***



Capitolo 1
*** Prologo - Ancora ***


Eppure Mi Hai Cambiato La Vita

PROLOGO

Prologo – Ancora

Rannicchiata su me stessa, nell’angolo più buio dove non arrivava il sole, mi crogiolavo nel mio dolore e nella disperazione più totale.
Il viso rigato dalle lacrime era conficcato sotto le braccia che mi stringevano le ginocchia, arrivando con le dita lunghe e affusolate che per poco non perforavano la carne, dolendomi le costole.
Piangevo disperata perché ancora una volta non ero riuscita a tenere a freno il mio bisogno di sangue, la mia sete, la mia natura, ciò che più odiavo al mondo.
Avevo messo fine alla vita di un giovane umano, un bambino, innocente, che con il suo odore di cioccolato e mandorle mi aveva fatto perdere il senso della ragione.
E tutto perché io avevo ceduto, ancora. E ogni volta faceva male, perché era una prova che non ero riuscita a superare.
Ero arrivata davanti all’enorme porta di quercia che terminava molti metri sopra di me con un arco a sesto acuto.
Avevo aperto, ritrovandomi davanti Aro, che mi aspettava. Mi aveva fatta chiamare, ma Heidi era appena entrata ed io, da stupida, avevo ceduto, dando inizio alla carneficina che si susseguiva ogni settimana.
Il leggero bussare mi distolse in parte dai miei pensieri cupi. Con il dorso della mano mi asciugai le lacrime, sussurrando un flebile “avanti”.
Dalla porta dischiusa fece capolino un volto incorniciato dai capelli biondi. Feci un sorriso forzato. La vampira entrò, sedendosi accanto a me.
Non disse nulla, limitandosi ad un abbraccio confortante. Ella aveva i lineamenti delicati come un angelo, caratteristica di tutti i vampiri, d’altronde.
I capelli biondi, più scuri alla radice, erano avvolti in una crocchia dietro alla nuca, con un ciuffo che si spostava ripetutamente dietro l’orecchio sinistro. Le labbra rosee leggermente carnose erano tese in un sorriso dolce, gli occhi cremisi invece, preoccupati.
Prese ad accarezzarmi amorevolmente i capelli color castano scuro, quasi neri. << Bella >> iniziò in un sussurro. << Non fare così. È la nostra natura che ce lo impone. Aro… non pensava che tu potessi perdere il controllo. Non fartene una colpa >>.
Scossi il capo, lasciando che le lacrime scorressero. << Sulpicia, io non sono altro che un mostro! Sono un ibrido! I miei genitori sono morti, perché dovrei rimanere in vita io? >> sibilai scagliando sulla parete bianco latte il cuscino color pesco, sulla sedia accanto a me.
Mi cinse le spalle con un braccio, cauta, quasi se temesse il mio scudo. << Bella, piccola, dolce, fragile, Bella. Perché fai così? Non riesci a capire quanto noi tutti ti vogliamo bene? Non ti lasceremo morire di certo per un passo falso, anzi, per  aver ceduto alla tua vera natura. È ciò che sei, e non puoi cambiarlo. Devi credere in te stessa >>.
Mi coprii il volto con le mani. << Ho ucciso un bambino. Poteva essere mio figlio! >> sibilai arrabbiata con me stessa. Si irrigidì accanto a me, stringendomi ancora con più forza. << Piccola, non piangere >> sussurrò posando le labbra sul mio capo.
<< No! Non posso non piangere! Ho fatto una cosa che non  ha eguali! >> esclamai balzando in piedi. Sulpicia mi seguì, stringendomi le spalle.
<< Anche io ho ucciso dei bambini, ma non me ne vergogno, sono fatta così, non posso cambiare >> mormorò abbracciandomi da dietro.
Strinsi i pugni, singhiozzando disperata. Come potevo accettarmi? Ero un mostro, un ibrido che non doveva nemmeno esistere.
Sulpicia mi lasciò con un bacio in fronte, senza aggiungere altro. Mi gettai di peso sul letto, affondando il viso nel cuscino, probabilmente con l’intento di soffocarmi.
Ridicolo; ero immortale!
Altri picchiettii alla porta mi distolsero dal tentato e non riuscito suicidio. << Si? >> borbottai tirando su col naso. La figura in completo nero di Aro entrò richiudendo dietro di sé la porta.
Tra le mani bianche, e a mio parere così fragili alla vista, reggeva un pacco azzurro chiaro con un fiocco bianco. << Ciao, Bella. >> mormorò in tono carezzevole, sedendosi accanto a me.
<< Ciao, Aro >>.
<< Vedo che ti sei… ripresa >> borbottò accarezzandomi i capelli. Era diventata un’abitudine, ultimamente.
<< A quanto pare >> sussurrai mettendomi  a sedere.
<< Credo sia giusto porgerti le mie scuse. Stamani volevo farti gli auguri, ma a quanto pare non è stata una bella giornata >>. Feci una smorfia, senza contraddirlo.
<< Questo l’ho… preso pensando a te. Vorrei che tu lo indossasti domani, se vuoi. Arriva un nostro amico di vecchia data, sai, Carlisle Cullen. Verrà con la figlia Alice, e penso che potreste diventare amiche. Non come con Jane, che vi sentite raramente se non quando serve, pensavo ad un legame più saldo >> spiegò accavallando le gambe e porgendomi il pacchetto.
<< Mi stai affibbiando una specie di sorella adottiva? >> ridacchiai sommessamente. Lui si che era capace di farmi ridere anche nei momenti peggiori. La cosa più simile ad un fratello maggiore, penso. Non ad un padre. No, quello era sepolto da qualche parte in una cittadina sconosciuta al mondo. Non vi ero mai andata a far visita, sebbene il mio vivo desiderio.
<< Può darsi. Ha una dote molto particolare, affascinante. Riesce a vedere il futuro. O meglio, le decisioni di persone in un tempo precedente all’avvenimento >> spiegò affascinato.
<< Non credo che lei sarà molto contenta di avermi per amica >> ammisi leggermente infastidita. Aro sorrise maggiormente.
<< Non penso. Da quello che ricordo, sebbene sembri composta, è iperattiva e pazza. Beh,  così la definiscono i suoi fratelli >>.
Una morsa mi strinse lo stomaco. Fratelli? Allora non erano solo loro due… e io che pensavo… stupida.
<< Perché non lo apri? Voglio sapere se ti piace >> disse accennando al pacchetto che stringevo ancora tra le mani. Sciolsi il fiocco che ricadde con sinuosità sul pavimento. Alzai il coperchio della scatola, scostando poi la carta bianca che ricopriva un vestito.
La stoffa leggera era bianca decorata da una fantasia nera. << Provalo >> mi disse dolcemente. Annuii incantata dall’abito.
Presi il vestito, entrando nel mio luminoso bagno personale. Mi tolsi la gonna al ginocchio  e la camicia ancora macchiata di sangue.
Li ripiegai ordinatamente, indossando il vestito. Arrivava fino alle caviglie, ed era a fascia, con sotto al seno allacciato un nastro di tulle nero.
Uscii dal bagno, leggermente imbarazzata. Aro sospirò. << Ho paura che questo sia troppo appropriato per te >> ridacchiò alzandosi e raggiungendomi.
<< Non essere triste piccola. Ah, auguri >>.
Arrossii. << Grazie >>.
<< Mi raccomando, riposa. Domani sarà una lunga giornata >> disse uscendo. Lo salutai con un cenno della mano. Non appena fu uscito osai guardarmi.
Sebbene gli occhi arrossati e i capelli un po’spettinati, quella non potevo essere io.
Ad un certo punto sentii la stanchezza farsi largo nei miei pensieri. Sbadigliai. Lasciai cadere il vestito e lo ripiegai sulla sedia, infilandomi la camicia da notte bianca.
Scostai le coperte dell’enorme letto a baldacchino, infilandomici sotto. Chiusi gli occhi, cadendo nel mio sonno fatto di incubi.

Continua...


Eccomi qui. Ok, so che aspettavate un aggiornamento invece che il restart della fanfiction. Ma ho preferito fare così perchè oggi sono felice *w* (sei e mezzo in diritto dove prima avevo quattro =P). Che dire, spero vi sia piaciuta. Ah, la spiegazione dell'immagine:
La stanza di Bella come sfondo (me ne sono innamorata e per me è perfetta con lo stile dei Volturi); Scarlett Johanson è Sulpicia (mi sono dimenticata di Aro, me ne sono accorta dopo ^^"); poi c'è Bella e le due immagini in bianco e nero ricordano ciò che ha fatto a quel bambino, infine la ragazza che piange l'ho messa per ricordare che all'inizio Bella è disperata per ciò che ha fatto.
Le immagini:
Il vestito che Aro regala a Bella.
Ok, ora smetto e vi lascio alle recensioni che spero siano positive =)
Baci, Bella 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Come Un Ricordo ***


Capitolo 1

Capitolo 1 – Come Un Ricordo

<< Bella >>.
Mi rigirai, sentendo la voce di Demetri. << Va via >> biascicai assonnata, stringendomi al cuscino.
<< Andiamo, è arrivato Carlisle Cullen. >> annunciò. Sgranai gli occhi, saltando in piedi.
<< Oh, sono impresentabile! >> esclamai. Lo sentii ridere. << A dir la verità, se andassi da lui così, sebbene sia sposato potresti scatenare in lui certe voglie >> sghignazzò facendomi avvampare e imbufalire.
<< Demetri >> dissi digrignando i denti << Aspettami fuori >>. Fece come detto, uscendo portandosi dietro la sua risatina.
Mi passai una mano tra i capelli, e presi il vestito, rinchiudendomi nel bagno. Spazzolai velocemente e con forza i capelli, cercando di districarli dai nodi.
Infine ci riuscii, ma dovetti dire addio ad alcune – molte – ciocche dei miei capelli. Lavai i denti e il viso, infilandomi il vestito.
Indossai i sandali ed uscii dal bagno. Aprii a Demetri che se ne stava fedelmente davanti alla porta come guardia. << Fantastica >> ridacchiò porgendomi il braccio per scortarmi probabilmente nell’enorme biblioteca dove passavo molte delle ore delle mie giornate.
Procedemmo insieme fino alla porta uguale a quella della sala del trono, facendomi tornare in mente la giornata precedente. Dovetti attirare a me tutte le forze che avevo per non scappare. Demetri bussò, precedendomi.
<< Entrate, entrate pure, ragazzi >> esclamò Aro.
Il mio amico aprì la porta, entrando seguito da me. Adoravo quella sala: i muri erano bianchi, gli enormi scaffali che si sovrapponevano per vari metri sopra la mia testa, il soffitto a volta decorato da affreschi di Michelangelo, i tappeti persiani che coprivano il pavimento di parquet in mogano, ma più di tutto, i libri.
I libri che leggevo erano per lo più classici, storie romantiche e tragedie, come Romeo e Giulietta o Cime Tempestose, il mio preferito.
Al centro dell’enorme stanza, sotto i lampadari in vetro di Murano, c’era il lunghissimo tavolo di quercia e, seduti ad esso, vi erano i tre Volturi ed altre due figure che mi davano le spalle.
<< Quale lieto piacere. Carlisle, Alice, questa è Bella, immagino voi conosciate Demetri. Puoi andare, figliolo >> disse Aro, invitandomi a sedere.
Appena superata la tavolata e scorti i volti dei due vampiri mi sentii come inondata da qualcosa di strano. Non più per entrambi i vampiri, ma per il vampiro.
Colui che probabilmente era Carlisle Cullen mi metteva in… imbarazzo, e non solo. Sentivo come di conoscerlo già. Sapevo di averlo già visto, non potrei dire dove con precisione, ma era solo un ricordo sfocato, il ricordo di un sorriso felice e dolce, paterno e quegli occhi dorati, così diversi da quelli dei comuni vampiri, così familiari.
Mi riscossi dai miei pensieri quando udii la sua voce. << Piacere, Bella, io sono Carlisle e lei è mia figlia, Alice >> ci presentò. Quello sguardo, quell’espressione, perché mi erano così familiari? Deglutii e arrossii quando mi fece il baciamano.
<< Ciao Bella! >> trillò la piccola vampira. Era bassa e molto graziosa. Il viso vispo era incorniciato dai capelli corvini spettinati, ma che le donavano.
<< Ciao >> balbettai imbarazzata. Mi sedetti su una sedia accanto ad Alice, che mi sorrideva ancora. << Allora, Bella, ho saputo che sei una mezza vampira >> iniziò Carlisle, catturandomi con la sua voce. Annuii in imbarazzo. << Si  >> ammisi torturandomi il labbro coi denti.
<< Ma non penso siamo qui per parlare di questo, vero, Aro? >> chiese Carlisle, facendo posare anche il mo sguardo sul diretto interessato.
<< Scusa, amico, ma non le ho potuto dire nulla a causa di uno spiacevole incidente accaduto ieri. E poi, pensavo che avresti dovuto dirglielo tu >> si scusò.
Carlisle mi guardò, ma fu Alice a prendere la parola. << Ho visto che ti unirai per un po’ al nostro clan. Noi Cullen siamo diversi dai Volturi, in fatto di… alimentazione. Ti andrebbe? >>.
Rimasi interdetta.
Davvero mi stavano dicendo che avrei potuto andare con loro? Si fidavano così tanto dei Cullen tanto da riuscire a tenere a bada il mio lato oscuro?
<< Non farti le domandine mentali, Bella. È stato deciso. Io l’ho visto >> disse con un sorriso radioso. Strabuzzai gli occhi, incredula.
<< Ma quando? >> farfugliai. << Diciamo che l’ho previsto un  mesetto fa. O meglio, la decisione di Aro e Carlisle. Non riesco a vederti, sai? È molto frustrante >> sospirò con tono drammatico. Ridacchiai sommessamente. << Se posso, perché vorreste prendermi con voi? >>.
Carlisle si schiarì la voce. << Io e Aro ci teniamo in contatto e ci sentiamo molto spesso. Mi ha parlato di te, dei tuoi poteri e della tua natura. La tua rarità non ha eguali. E beh, oltre alla mia curiosità so anche delle tue difficoltà in fatto di nutrimento. Ho sentito che non vuoi uccidere ma prendi sangue dalle donazioni. È una cosa molto matura, se mi è permesso un piccolo privilegio alla mia dieta. Quindi, vorrei chiederti, se ti piacerebbe venire a stare per un po’ con noi. >> abbassò il tono della voce, come se mi dovesse rivelare un segreto << Ma ti devo avvertire: la piccola Alice sembra molto piccola, ma se dici la parola venerata da lei e dalla sorella, potresti non uscirne viva >>.
La figlia lo fulminò, ricevendo in cambio un sorriso bonario, che mi fece sussultare il cuore. Già andava veloce…
<< Allora, dirai di si, vero? >> fece Alice, riportando l’attenzione su di me. Dischiusi le labbra. << Io… non saprei. >> ammisi mordendomi il labbro.
Ero combattuta: si o no?
Se avessi detto no, sarei rimasta qui a Volterra, in balia della sete, del rimorso, e forse altri episodi come quelli di ieri.
Se però avessi detto loro si… avevano detto che mi avrebbero aiutata a non sentirmi un mostro, a farmi – magari – provare il vero calore di una famiglia, a dare un senso alla mia esistenza.
Quindi…
<< Si! >> trillò Alice stritolandomi nella morsa del suo abbraccio. E dire che sembrava così gracile. Appena mollò la presa guardai Carlisle, disorientata.
<< Ma fa sempre così? >> balbettai scossa. Era un po’ troppo euforica, Alice. Carlisle sorrise bonario. << No, è anche peggio. >> ridacchiò.
<< Gentile, papà, a mettermi in cattiva luce davanti ai tuoi amici >> lo rimbeccò lei, incrociando le braccia al petto. Quando Carlisle le sorrise provai un moto di gelosia verso Alice.
Forse  perché io non avevo mai avuto un padre, di certo.
<< Bella >> mi richiamò Aro << Perché non vai a fare le valige? Purtroppo Carlisle non può fermarsi che per un’altra ora prima dell’aereo per il suo lavoro che lo richiama sempre al nido. Non è vero, amico? >>.
Carlisle annuì ridendo. Quella risata era fin troppo familiare. Che ruolo aveva Carlisle nei miei ricordi?
<< Potrei aiutarla? >> si intromise Alice, guardando supplichevole Aro. Lui annuì, al che mi alzai, sorridendo a Carlisle.
<< Ci vediamo dopo e ancora grazie. Aro, Caius, Marcus, Carlisle >> sussurrai arrossendo lievemente. Anche la piccola vampira si alzò e, dopo un cenno del capo, voltò lo sguardo verso di me, prendendomi a braccetto.
Divertita, uscii dall’enorme porta con Alice. La portai nella mia stanza, illuminata dal sole che molte volte restavo a fissare finché non spariva dietro le colline, lasciando spazio alla luna.
<< Ti trattano bene >> mormorò lei, guardandosi attorno. Affondai i denti nel labbro ormai torturato molte volte. << Si, molto. Non l’ho mai capito. Aro si sa, è un collezionista, ma non fa mai qualcosa che mi possa fare male, come costringermi ad uccidere >>.
Lei mi guardò di sottecchi. << Beh, sei una persona speciale >>. La sua constatazione mi fece arrossire. Entrai nel bagno, indossando, dopo essermi tolta il vestito, un paio di jeans neri e una camicia blu.
Quando uscii, Alice mi fissò scandalizzata, per poi sbattersi una mano sulla fronte. << Avrò molto da lavorare! >> sospirò aprendo l’armadio e sgranando gli occhi.
<< Q-questi s-sono t-tutti tuoi? >>.
Annuii. << Sono regali di Aro >>.
Lei fece una smorfia, prendendo alcuni dei più recenti. Io intanto tirai fuori il mio borsone e l’aiutai. Dentro vi misi anche alcune scarpe e la mia spazzola, unico ricordo di mio padre, oltre al ciondolo da cui non mi separavo mai.
Era lo Yin, la parte femminile di ogni cosa per la cultura cinese. Aro mi aveva detto che me lo donato mio padre prima di morire. Si passava di padre in figlio quando essi trovavano l’amore.
Questo voleva dire che mio padre si era innamorato di me, nel modo più assoluto che vi potesse essere. Mi amava in modo paterno, ovvio, e di sicuro, da lassù, nel cielo stellato o assolato ad alternarsi, vegliava su di me.
Mi riscossi e, sorridendo come una stupida, vi misi dentro anche qualche libro, tra cui non potevano mancare i miei preferiti.
<< Pronta. Ma, Alice, come faremo ad arrivare all’aeroporto in pieno giorno? E poi, non c’è un aeroporto a Volterra! >>.
Lei rise. << Andremo fuori della città per i sotterranei e poi, con discrezione, ci imbarcheremo. >>
Annuii, prendendo il borsone e issandomelo in spalla. Uscimmo e percorremmo il lungo corridoio che portava alla biblioteca al cui esterno vi erano i quattro vampiri e le due mogli. << Mi dispiace dirti addio, piccola Bella, ma ho raccomandato Carlisle di trattarti bene, anche se non serve >> ridacchiò Aro, baciandomi l capo.
Fecero lo stesso anche Caius e Marcus, mentre le mie due “zie” mi abbracciarono dolcemente.
Demetri ci scortò giù nei sotterranei, dove, alla nostra velocità arrivammo al di fuori delle mura di Volterra. Qui la nostra guida ci salutò, abbracciandomi dolcemente.
Appena salimmo in superficie ci trovammo in uno dei vicoli bui e stretti. << Vieni, Bella >> mi disse Alice, portandomi verso una Porsche 911 Turbo giallo canarino.
<< Questa è tua? >> balbettai col fiato corto. Lei rise. << Non proprio, Edward me la regalerà per… un favore che gli farò >>. Salì al posto guida, mentre io presi posto dietro, accanto a Carlisle.
E così, con un ultimo sguardo ad una Volterra illuminata dal sole del mezzodì, iniziava la mia avventura che mi avrebbe cambiato la vita.

Continua...


Eccomi con il primo capitolo. Sono sconcertata, però, solo una recensione?
Spero di averne un po'di più con questo capitolo... come dice Carlisle fanno avere moooooolte sorprese ;D
Per l'immagine come sfondo ho scelto una biblioteca, una parte, almeno. Poi ci sono Carlisle, Alice e Bella che ha accanto al volto lo Yin. Accanto ci sono i volt dei tre Volturi e con questo ho finito.
Anzi, spero di vedere un po' più recensioni =)
Baci, Bella

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