Quelques Mots et pourtant (Poche parole percui)

di Sleilo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 2) La speranza, il sangue e la pozione ***
Capitolo 3: *** 3) Lo scudo dell'odio ***
Capitolo 4: *** 4) Una lettera misteriosa ***
Capitolo 5: *** 5) Anche il Serpente ha un cuore ***
Capitolo 6: *** 6) L'amore al maschile? ***
Capitolo 7: *** 7) Quando l'odio è tormentato dal desiderio ***
Capitolo 8: *** 8) Dolce amara inquietudine ***
Capitolo 9: *** 9) Lacrime di un nemico, o quelle di un amico? ***
Capitolo 10: *** 10) Incubo e conforto ***
Capitolo 11: *** 11) Dichiarazione d'amore? ***
Capitolo 12: *** 12) Il dolore e il primo passo ***
Capitolo 13: *** 13) Verso una tregua, e chissà? ***
Capitolo 14: *** 14) Quando Silente si impiccia ***
Capitolo 15: *** 15) Reclusione forzata ***
Capitolo 16: *** 16) Un nemico, uno specchio, un’amicizia? ***
Capitolo 17: *** 17) Tradimento e disperazione ***
Capitolo 18: *** 18) La battaglia finale ***
Capitolo 19: *** 19) Mantenere una promessa e appena appena proseguire ***
Capitolo 20: *** 20) Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Harry sospirò, la luce del giorno gli indicava che era ora di alzarsi. Non aveva dormito bene, ripetendo continuamente quel maledetto sogno in cui cercava di trattenere Sirius, risultando ogni volta impotente. Scuotendo la testa, cercò invano di scacciare il ricordo del volto del suo padrino al momento della morte. Con aria malinconica e senza neanche aspettare il suo migliore amico, Harry prese la strada dei sotterranei senza colazione. Era molto presto, ma non aveva fame e voleva restare solo. Seduto contro il muro di pietra fredda vicino all’aula di Piton, il giovane lasciò i suoi pensieri vagare in cerca di qualcosa di positivo nella sua vita.
 
Infine Ron e Hermione arrivarono con aria preoccupata:

Hermione: «Harry, stai bene? Non ti ho visto a colazione questa mattina»

Ron: «E 'vero fratello, hai davvero una brutta cera!»

Harry: «Non vi preoccupate sto bene, e poi ho sgranocchiato qualcosa prima di arrivare.»
Davanti allo sguardo scettico dei suoi amici, Harry aggiunse:

«Comunque avevo bisogno di stare un po’ solo ... Sapete, con tutto quello che è successo ...»
 
Hermione e Ron si scambiarono uno sguardo d’intesa un po' preoccupato, ma prima che potessero aprir bocca il professor Piton li invitò ad entrare in classe. Come al solito Harry si mise in fondo all’aula, questa volta con Ron; Hermione –lei- fu messa con Neville per limitare i danni ...
Durante tutta la lezione Harry fu terribilmente distratto e Piton ne approfittò per tormentarlo il più possibile. Quanto al Sopravvissuto, lui non smetteva di rimuginare su quello che aveva scoperto per caso: Piton amava sua madre. Inoltre, durante tutto il corso, Harry lasciò vagare lo sguardo sul volto del suo insegnante chiedendosi come sarebbe risultato quando avesse sorriso, SE avesse mai sorriso.
“No! Sto divagando, non posso pensarci! Odio questo mostro sadico!” Pensò il giovane disperato. Ahimé, il suo subconscio non era di questo parere e si sorprese a guardare Piton continuamente, oltre a valutare la sua dimensione. Bleah!
 
Finalmente la lezione terminò, ed Harry uscì di corsa pregando il cielo perché Piton non lo notasse. Piantando là un Ron e una Hermione totalmente sconfitti, e si scovò un angolo tranquillo vicino al lago, al riparo dagli sguardi.

Dicendosi che avrebbe dovuto smetterla (oramai era una circa settimana che squadrava il maestro di pozioni) tirò fuori una pergamena e una penna. Aveva letto da qualche parte che a volte scrivere permetteva di voltare pagina. Ed ecco che con le mani tremolanti e il cuore stretto per l'emozione tracciò queste parole:
 
"Solo, ho camminato, da solo sul sentiero

Che la vita sembra avermi tracciato..

Ho già guardato la morte in faccia,

e mi sono perso nei suoi occhi di ghiaccio.

Oggi la Mietitrice mi ha respinto,

E gli altri mi guardano proseguire;

Un folle barlume di speranza

Illumina i loro sguardi!

 
Si aspettano che io vinca, mi mostri forte,

Eppure io non desidero che la morte.

Poi uno strano giorno, ho aperto gli occhi alla verità:

Più di tutto lui l’ha amata,  e per questo mi ha protetto!

Lui che io odio, ha amato mia madre così tanto ...

L'odio brucia nel mio cuore,

Eppure sento questo dolore ...

 
Lui che ha sofferto così tanto, non merita una possibilità?

E come gli altri un po’ di speranza?

No! Lo odio, mi odia;

E non cambierà mai niente!

Allora perché nella mia anima questa tristezza,

E sulle mie guance queste lacrime di angoscia?

Allora, perché nel suo cuore voglio far rivivere,

Il fuoco di un amore mai consumato?

 
Poi finalmente ho capito. Oh! Dio!

Che cosa  difficile e dolorosa!

E tuttavia non posso mentirmi.

L'odio se n’è andato, voglio che smetta di soffrire.

Oh! Severus, tu che mi odi così tanto, io mi dannerei,

Anche solo per un piccolo posto nel profondo dei tuoi pensieri,

Giusto per poterti mostrare la bellezza della vita ...
"
 
Harry lasciò cadere la piuma, e stringendosi dolorosamente le ginocchia al petto si fermò a fissare il vuoto; delle perle di cristallo scivolarono lungo le sue guance.


Nota della traduttrice: E' la prima volta che mi cimento in una traduzione, e ci tengo a fare una precisazione. Le parti che vedete in corsivo, e che rappresentano le parole scritte da Harry, nella versione originale spesso sono in rima baciata o alternata. Non essendo un genio della scrittura avevo due scelte possibili: mantenere il più fedelmente possibile il senso e le parole dell'autrice originaria, perdendo però la rima baciata, o rielaborare le poesie di mio pugno mantenendo così l'intento poetico ma creando -sostanzialmente- un falso. Come vedete ho preferito la prima opzione, ma sono aperta a suggerimenti. ^^ Ho creato una piccola copertina per la storia, la potete trovare qui http://elezar81.deviantart.com/art/Quelque-mots-et-purtant-187388303

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Capitolo 2
*** 2) La speranza, il sangue e la pozione ***


A cena, Harry sedeva tra Ron ed Hermione piluccando distrattamente dal suo piatto. Il suo sguardo vagava verso il tavolo dei professori contro la sua volontà. All'improvviso sentì una mano sulla spalla:

Hermione: «Harry, ti consiglio di andare in infermeria. Se la tua cicatrice ti fa male devi dirlo! No, è inutile fingere che stai bene, sei ancora più pallido del Barone Sanguinario.»

La mia cicatrice ... Se lei sapesse!
 
Harry scosse la testa con aria stanca e promise di fare un salto in infermeria. Sperava davvero che questi amici lo lasciassero finalmente in pace. Erano semplicemente incapaci di capire il suo dolore. E quel barlume di pietà nelle profondità dei loro occhi lo faceva star male! Era il responsabile di tante morti ... e quegli sciocchi dei suoi compagni continuavano a prenderlo per il "salvatore" dell’umanità. Era ridicolo e non ne poteva più perché sapeva che, in ultima analisi, era impotente a cambiare qualunque cosa.
 
Improvvisamente i suoi occhi incontrarono due pupille nere lucenti come l'onice. Gli riflettevano uno sguardo gelido e astioso e le labbra dell'uomo si contorsero in una smorfia sprezzante. Harry distolse lo sguardo velocemente, sorpreso dalla pizzico doloroso che quell'odio aveva suscitato nel suo cuore.

Almeno lui non mi vede come un eroe, si accontenta di odiarmi! Pensò con cupa ironia.
 
Il suo scarso appetito sparì, il Sopravvissuto si alzò dicendo che sarebbe andato a letto. Attraversando i corridoi di Hogwarts senza vederli, si recò nel suo dormitorio e si lasciò cadere a braccia incrociate sul letto. Lottando contro le lacrime, cercò di scacciare l'orribile sensazione di colpa che lo assillava. Cercò anche di sfuggire a quel maledetto senso di impotenza che non lo lasciava dalla la morte di Sirius. In ogni caso era così debole, e presto Voldemort lo avrebbe ucciso realizzando il suo più caro desiderio, riposare in pace senza ricordi e senza sofferenza.
 
Mentre la sua mente scendeva verso pensieri sinistri comportanti coltelli e funi, degli occhi di onice in un viso pallido e severo, incorniciato da un’ala di lunghi capelli corvini, si imposero a lui. Il lampo di odio nei suoi occhi era stato stranamente doloroso e tuttavia così rassicurante; lui almeno lo vedeva come era, e niente era cambiato!
 
Preso un impulso improvviso, Harry si sedette e cominciò a scrivere furiosamente:
 
"Perduto ero nel mondo

In cerca della mia tomba.

Più nulla mi ancora alla realtà

Se non questo odio che continui a portarmi.

I tuoi occhi d'ebano che ardono di disprezzo,

Le tue parole pungenti e glaciali;

 
Questa incredibile sofferenza nel mio cuore illanguidisce.

Questo odio cocente, come la sostiene?

La tua presenza ancorata come una roccia

Nella mia vita, mi costringe a continuare.

I tuoi sarcasmi mi spingono a ribellarmi,

Contro il destino funesto che mi è stato imposto.

 
Mi rendo conto ora che è la fiamma

Del tuo risentimento che ha forgiato la mia anima.

Senza di te io vado alla deriva,

Ho bisogno del tuo odio per vivere.

In me, invece, si nasconde il desiderio

Di amarti, di cessare di odiarti ... "

Ascolta
Trascrizione fonetica
 
Tutto preso dalla sua scrittura, Harry quasi cadde dal letto sentendo il "pop" caratteristico dell'arrivo di un elfo domestico.

Harry: «Dobby, per Merlino! Non farlo più! Sono quasi morto di paura!»

Dobby: «Che il signor Harry Potter mi perdoni. Ma il signor Preside ha chiesto a Dobby di andare a cercare Harry Potter. Così Dobby è venuto signore. »
 
Harry: «Va bene Dobby ... Dì a Silente che arrivo. »

Perso in un vortice di domande e pensieri contrastanti, il giovane entrò nell'ufficio del direttore in uno stato di trance. Sondò la stanza con uno sguardo spento, ma tornò rapidamente sulla terra incrociando le onici frementi che ossessionavano le sue notti.

Silente: «Orbene Harry, siediti, gradirai una tazza di tè con dei dolcetti al limone.»
 
Troppo sorpreso per rispondere, Harry si sedette rapidamente, sperando che Piton non facesse alcun commento. Come sperare in un miracolo ...

Piton, con voce fredda, strascicata e sprezzante: «Beh Potter, sembrerebbe che la nozione di tempo sia ancora troppo complicata per lei ... a meno che non stia cercando ancora un’occasione per farsi notare! »

Harry non rispose nulla, ma la sua faccia si contrasse in una smorfia di collera.

Silente: «Harry, Severus, prendete un dolcetto, il limone vi farà bene. »
 
Sembrando ricordarsi un dettaglio importante, Silente riprese repentinamente:

«Se sei qui è a causa degli Horcrux. Ho trovato un modo per distruggerli e ... »

Harry: «Cosa? Piton ne è al corrente? Questa è follia! »
 
Piton: «Potter! Va bene che la sua mancanza di educazione non mi sorprende, data la somiglianza con quel presuntuoso suo padre, ma speravo, evidentemente a torto, che si sapesse controllare alla presenza del nostro Preside ... E sappia che il suo parere di marmocchio oltraggiosamente viziato mi è indifferente. »

Harry non poté non notare la smorfia di disgusto e di rabbia che brillava negli occhi dell'uomo. Restituendogli il suo sguardo cupo, il giovane sentì le sue viscere contorcersi violentemente.
 
Silente, imperterrito: «Harry, pensavo avresti compreso ... soprattutto nei confronti degli eventi che hanno circoscritto la morte dei tuoi genitori! » Notando lo sguardo leggermente imbarazzato e contrito del giovane, Silente riprese quasi con allegria:

«Dovreste davvero prendere una torta ... Uhm, si, quindi dovremmo essere in grado di distruggerli completamente usando una pozione ... »

Harry, dimenticò presto la sua rabbia e chiese incredulo: «Una pozione? »

Silente: «Sì, Harry, una pozione. Per altro tu e il professor Piton dovrete lavorare fianco a fianco per crearla. »
 
Piton, furioso: « E’ fuori discussione che io lavori con quel moccioso arrogante! Siate realista signor Preside, visto il suo livello in pozioni rischia di far saltare tutto il castello! »

Silente: «Esattamente Severus, senza di te Harry non avrà successo! »

Harry: «Non lavorerò con lui, professore. Perché non gli lascia fare la pozione da solo. Dato il suo amore per i luoghi oscuri non dovrebbe disturbarlo! »
 
Fuori di sé, il Sopravvissuto non capì cosa aveva detto che dopo averlo fatto. Ciò non gli impedì di fulminare i suoi due superiori con lo sguardo e sprofondare ostinatamente nella sua poltrona.

Piton, con gli occhi fiammeggianti di odio trattenuto: «Mi dispiace ammetterlo ma Potter ha ragione, per una volta ... »

Silente: «No, io non la penso così. La base di questa pozione è il sangue di Harry, e dubito che lasci che qualcun altro oltre lui lo prelevi! Non è vero Harry? »

Harry: «Forse, ma ... »
 
Silente: «Inoltre, questa pozione deve essere mescolata ogni ora dopo il tramonto per tre settimane. Dovrete essere almeno due per realizzarla. »

Harry era furioso, ma cosa poteva rispondere a questo? Dire che avrebbe trascorso tre settimane a preparare questa maledetta pozione con Piton. Era davvero un incubo, e dire che poche ore prima era stato convinto che la sua vita non potesse essere più infernale ... Si sbagliava enormemente!

Silente: «Bene, dal momento che siete d'accordo, inizierete domani sera. Harry ti trasferirai nella stanza attigua a quella del professor Piton. … »

Harry: «Cosa? »
 
Silente: «Non c'è bisogno di discuterne e questo vale per tutti e due» disse, fulminandoli con lo sguardo con una certa irritazione.

Harry sentì un abisso di orrore aprirsi sotto i suoi piedi, sarebbe andato a vivere con Piton e a dormire nei suoi appartamenti. Una rabbia nera e una forte voglia di vomitare lo presero, tuttavia nel profondo del suo cuore una dolce scintilla di gioia si era accesa. Anche se si rifiutava di ammetterlo, lei era comunque lì, danzando delicatamente all’espressione granitica di Piton ...

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Capitolo 3
*** 3) Lo scudo dell'odio ***


Senza aggiungere altro, Harry tornò a dormire gettando uno sguardo cupo a Piton. Dopo una notte insonne (un’altra), scese nella sala comune di Grifondoro con gli occhi gonfi, sbadigliando a mascella spalancata, e aspettò i suoi amici per dirgli la triste notizia.
 
«Harry tutto bene? Sei molto mattiniero oggi. » Lo raggiunse la ragazza

«Non riuscivo più a dormire », ringhiò.

«Qualcosa non va? »

«Dovrò dormire con Piton per tre settimane ... »

«Dormire? Con Piton? Non è vero Harry, stai scherzando! »
 
Incrociando il suo sguardo si accorse che non era uno scherzo di cattivo gusto:

«Oh, per Merlino! E Silente lo sa? »

Di fronte all’aria scioccata della sua amica, Harry capì improvvisamente il suo pensiero e con un sorriso amaro sulle labbra, rispose:

«Non è come pensi, in effetti mi aiuterà a fare una pozione per distruggere gli Horcrux. »

«Questa è una grande notizia! » disse sollevata.
 
Harry la guardò male e disse: «Hermione! Non sapevo che volessi la mia morte! »

«Beh, Silente non lo permetterebbe, e poi se si trova al di fuori della classe è sopportabile ... »

Ron, ancora assonnato: «Chi è sopportabile? »

Harry lo guardò tetro, «Piton.»

«Cosa?»
 
Con un sospiro rassegnato il Sopravvissuto mise al corrente il suo amico della sua situazione disperata.

«Oh! Vecchio mio, tutte le mie condoglianze, porterò i fiori sulla tua tomba, te lo prometto!»

«Grazie Ron, questo mi tocca profondamente. » Rispose Harry sarcasticamente

«Dite un po’voi due – fece Hermione -  se intendete mangiare bisogna scendere subito! »

Dopo essersi forzato a ingoiare una colazione adeguata, Harry si preparò ad affrontare un'altra giornata da incubo ...
 
Alle 20:00 in punto, esausto fisicamente e nervosamente, Harry era davanti alla porta dell'appartamento di Piton senza osare bussare. Improvvisamente la porta si aprì bruscamente

«Potter, ha intenzione di rimanere piantato davanti alla mia porta ancora a lungo oppure si degna di entrare? Io non ho tutta la notte, a differenza di alcuni ... »

Il tono dell'uomo era un tantino sarcastico e sprezzante.
 
Con il cuore e i pugni serrati, il giovane entrò senza una parola negli appartamenti del suo peggiore (o migliore) incubo. Questi ultimi erano sobri, di color verde scuro, arricchiti da mobili in mogano. Un tavolino di un bel tono caldo stava davanti un divano di velluto verde, e le pareti erano rivestite da librerie traboccanti. Qui e là delle fiale contenenti liquidi sospetti ricordavano la passione dell’occupante. La stanza era stranamente accogliente, il che nella mente di Harry entrava in contraddizione con l'essenza del suo ospite.
 
«Bene Potter, chiuda la bocca e mi risparmi questo sguardo sbalordito. La sua camera è qui, ha una mezz'ora per sistemarsi, in seguito inizieremo. »

Poi l'uomo in nero, in un aggraziato turbinio di vesti, lo piantò lì e si chiuse nel suo laboratorio.

Furioso e con il cuore stranamente dolorante, Harry si installò rapidamente nella sua nuova stanza. Infine prese il coraggio a due mani, e imbavagliando la sua rabbia e tutti gli altri sentimenti che gli tempestavano il cranio, avanzò verso la porta del laboratorio. Quella si aprì docilmente al suo approssimarsi.
 
Piton lo attendeva davanti a un tavolo coperto di ingredienti, il viso freddo e impassibile. In silenzio i due uomini si misero al lavoro; il maestro di pozioni rimproverando crudelmente lo studente per ogni errore. Nonostante l'odio che gli scorreva nelle vene, Harry era fin troppo consapevole della vicinanza del docente e dei loro corpi che si sfioravano ad ogni loro movimento. Non poteva impedirsi di inalare pienamente il suo profumo e di osservare minuziosamente le lunghe mani pallide e agili di Piton, chiedendosi se le sue dita da pianista sapessero maneggiare qualcosa di diverso dalle pozioni ... Il Sopravvissuto si schiaffeggiò mentalmente al pensiero e si concentrò sul suo odio, sul fatto di istigarlo e non impazzire.
 
Tutto sommato era andata abbastanza bene, pensò Harry sprofondando nella poltrona. Gli era infatti toccato il primo turno. Il Sopravvissuto era stato sollevato di sapere che il suo sangue sarebbe stato necessario solo per pochi giorni. Non era nulla rispetto all'idea di auto-mutilarsi davanti a Piton ...

Sospirando Harry si preparò per una lunga ed estenuante notte. Qualche ora più tardi venne il Maestro di Pozioni a sostituirlo, congedandolo in tono gelido. Esausto, avendo dormito poco, Harry sprofondò per la prima volta dopo tanto tempo in un sonno senza sogni.
 
OoOoOooOOo
 
I due giorni successivi passarono relativamente bene, tranne che per le beffe di Malfoy  dovute alle "lezioni supplementari di pozioni" di Harry, e il comportamento del Maestro dei Sotterranei. Più di una volta il giovane dovette scorticarsi i palmi per non rispondere alle offese del suo superiore. Ciò che rese la situazione difficile fu lo strano calore che invadeva Harry quando l'uomo era un po’ troppo vicino a lui, ma questo ovviamente il Sopravvissuto non lo avrebbe mai ammesso!
 
Ma stasera era nervoso, per la prima volta avrebbe dovuto offrire il suo sangue. Quando Piton arrivò Harry stava passeggiando davanti al calderone, accarezzando il pugnale di onice che avrebbe dovuto usare. Tutto preso nei suoi timori, sussultò violentemente quando una mano gli afferrò il polso e lo fermò.

«Lo posi Potter, e si sieda lì. »

Spingendogli un bicchiere in mano aggiunse: «Beva questo e si rilassi! Il sangue deve essere offerto liberamente e volontariamente ... »
 
Senza pensare, il Sopravvissuto bevve il bicchiere; si aspettava una pozione avvelenata, ma era whisky incendiario che gli scaldò le viscere piacevolmente.

Piton, con tono colloquiale: «Non cambierà mai Potter. Questo bicchiere sarebbe potuto essere avvelenato. »

Harry lo fissò: «Provenendo da lei non mi avrebbe sorpreso, ma finché Voldemort è vivo ha ancora bisogno di me ... professore. »
 
Solo vedendo l'espressione di Piton, Harry prese coscienza delle sue parole.

«Molto bene Potter, una volta che il suo orgoglio mal riposto le lascerà occasione, faccia quello che deve fare, e mi lasci gustare un paio d'ore di sonno lontano dalla sua miserabile presenza! »
 
Alle sue parole Harry sentì uno tsunami di emozioni dilagargli nelle vene. C’erano la rabbia, la collera, ma anche la vergogna, l'umiliazione ed un insopportabile sentimento di rigetto. Scegliendo l'odio, il Superstite scacciò tutti gli altri sentimenti, afferrò il pugnale e -sguardo fiero e schiena dritta- si tagliò il braccio sopra il calderone. Immediatamente la sua cicatrice divenne incandescente come marchiata a fuoco, ma tenne duro stringendo i denti per non urlare. Una volta che il compito fu completato, chiuse la ferita con un incantesimo e se ne andò, gli occhi asciutti e la testa alta, senza nemmeno uno sguardo a Piton. Non poté quindi vedere il lampo di orrore e il senso di colpa negli occhi del suo professore.
 
Una volta in camera sua, Harry crollò in lacrime sul suo letto, contorcendosi dal dolore. La respirazione dimezzata, si agitava tremando incontrollabilmente. Soffrì così tanto che finì per
sprofondare in uno stato di trance ... preso dall’angoscia non sentì la porta della sua camera aprirsi e avvertì appena la stretta di due braccia potenti e calde chiudersi su di lui. Tuttavia, dal fondo del suo stupore, una parte di lui realizzò il calore rassicurante che lo circondava, e finì per calmarsi ed addormentarsi.
 
L’ombra si alzò lentamente e gli rimboccò le coperte accuratamente prima di ritirarsi ...
 
OoOOoOooOoO
 
Un’ombra nella notte

Un mormorio che fugge.

Un sogno appassionato,

Che scompare lentamente.

Perso nel fiume del non detto,

Volendo più di tutto cadere nell'oblio.

Istigando l’odio nel suo cuore;

 
Per sfuggire al dolore per sempre,

Di essere respinti, abbandonati.

Peggio ancora disprezzato e umiliato.

Drappeggiato in acciaio e ghiaccio

Prega perché il suo cuore,

Si stanchi di combattere ...

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Capitolo 4
*** 4) Una lettera misteriosa ***


Il giorno dopo Harry si svegliò con un cattivo sapore in bocca. Ricordando il dolore e la debolezza della sera precedente, iniziò a pregare che Piton non si fosse accorto di nulla. Come si passò l'acqua sul viso con mano tremante, gli tornò il ricordo di una presenza rassicurante.

** Stai diventando pazzo, mio povero Harry. L'unica persona, oltre a te, su questo piano è Piton. E se ti avesse visto ieri probabilmente sarebbe svenuto dal piacere! **
 
Con un gemito il giovane si staccò dal lavello e si vestì in qualche modo. Poi, sperando soprattutto di non incrociare l’insegnante di Pozioni, andò a fare colazione, o per lo meno a ritrovare i suoi amici.

Arrivando alla Sala Grande, Harry trattenne puntualmente una smorfia quando vide Ron e Hermione guardarsi negli occhi, imboccandosi a vicenda.

** Banda di vigliacchi, egoisti! **
 
Era di pessimo umore, doveva sacrificare tutto per la sopravvivenza del mondo della magia e doveva anche sopportare i sorrisi, l'incoraggiamento e il buon umore nauseante dei suoi compagni! Ma la cosa peggiore fra tutte era la solitudine. Era disperatamente solo e nessuno riusciva a capirlo, ognuno immaginava si crogiolasse nella sua celebrità ...
 
E poi era così debole ... Aveva parlato di questa sensazione di impotenza a Silente, ma lui continuava a ripetere che tutto sarebbe andato bene e che aveva fiducia in lui.

** Fiducia in me, eh? Quel vecchio gufo non sa niente di me! Che idiota, se mi avesse visto ieri sera si sarebbe reso conto di quanto si stia sbagliando. **

Perso nelle sue cupe elucubrazioni, Harry non notò lo sguardo stranamente privo di animosità e vagamente preoccupato che Piton posò brevemente su di lui.
 
Un frastuono improvviso combinato con il frusciare del battito delle ali annunciò l'arrivo dei gufi. Un magnifico gufo reale atterrò di fronte ad Harry, ma dovette mordergli le dita perché lui se ne accorgesse. Sorpreso, Harry prese il pacchetto dal volatile che attendeva saggiamente una risposta. Domandandosi chi potesse scrivergli, scartò il suo misterioso regalo e scoprì una lettera scritta a mano e una rosa bianca i cui petali erano stati decorati con una delicata bordatura in oro.

«Cosa?»
 
Ron diede una gomitata al suo amico: «Aprila, devi avere un’ammiratrice segreta! »

Stupito, Harry rispose: «Andiamo Ron è ridicolo, sono quasi sette anni che sono qui e mai nessuno... »

«E cos’altro vuoi che sia? » Gli disse divertito il suo amico.

Harry: «Ma .. »
 
Hermione: «Aprila Harry, la civetta aspetta la tua risposta! »

Harry seguì i consigli dei suoi amici e spiegò con cura la lettera:

”Un giorno ho incrociato il suo sguardo smeraldo;

Che ha acceso nel mio cuore sentimenti contrastanti…

Da qualche tempo volevo provare a guadagnarmi la sua amicizia ... Accetterebbe di scambiare alcune lettere con me?

Verde e argento sono i miei colori ...


Harry, perplesso, non sapeva bene cosa fare; un Serpeverde suo amico? Si disse che in ogni caso non rischiava molto, scarabocchiò un rapido:
 
“Certo, sarei felicissimo di saperne di più su di lei.

Harry “


Lo diede al gufo che scomparve velocemente nel soffitto magico della sala.

Una volta terminato l'incidente, il giovane andò in aula con la mente piena di ipotesi e domande senza risposta una più folle dell’altra.
 
OoOoOooOOOoOOooO
 
Amare, colui che dovremmo odiare;

Amare, e tuttavia mai tradirsi.

Ammettere, quello che non osiamo comprendere;

Ammettere, che presto non potremo più attendere.

Sognare, di vedere finalmente il suo sorriso;

 
Sognare, di essere lì per farlo ridere.

Sapere, che la maschera deve cadere;

Sapere, che un giorno bisognerà confessarglielo.

Amarlo, per trovare la porta del suo cuore;

Amarlo, per renderlo felice.

 
Amare, e  infine, osare avvicinarlo;

Amare, senza cessare mai di sperare.

E finalmente, vedere la sua vita attaccata ad una risposta!

 
OOooOOoOoOoOOo
 
Ancora una volta Harry era in anticipo, tanto più che aveva dovuto fuggire i sorrisi di intesa di Hermione e Ginny e le osservazioni più o meno decenti di Ron.

Il ragazzo era tentato di praticare il rituale senza aspettare di sentire lo sguardo di odio di Piton sul collo, ma il ricordo dell’atroce sofferenza che questo implicava lo tratteneva.

Uno sbattere di porta lo avvertì dell'arrivo della sua nemesi.
 
Piton: «Potter, prima di tutto deve bere questo, credo che questa semplice istruzione sia alla portata di chiunque, anche alla sua. »

Harry, cercando di ignorare le provocazioni del suo maestro, chiese sospettoso e un po' teso: « Che cos’è? »

Piton lo guardò inizialmente neutro, poi, chiaramente sprezzante: «Una semplice pozione per farla rilassare e favorirle il riposo, ma questo Potter lo avrebbe saputo se avesse fatto lo sforzo di seguire i miei corsi piuttosto che perdere tempo, sperando che la sua celebrità possa essere la soluzione! »
 
Harry gli rivolse uno sguardo minaccioso e dovette fare uno sforzo sovrumano per non dire niente, ma bevve tutto d’un fiato la miscela orribile con una smorfia. Immediatamente il suo respiro rallentò e le spalle si distesero. Ormai più sereno, afferrò il coltello e si tagliò il braccio senza nemmeno battere ciglio. Ahimé ebbe subito l’impressione che la sua cicatrice si dividesse in due e che qualcuno gli versasse olio bollente su tutto il corpo. Stringendo i denti e tenendo duro solo grazie al suo orgoglio di Grifondoro, riuscì a finire l’operazione e tornare nella sua stanza senza mollare.
 
Appena si sdraiò sul letto l'effetto della pozione si rafforzò e lo spinse tra le braccia di Morfeo, lontano dal dolore. Profondamente addormentato, non si rese conto dell'ombra che gli tolse le scarpe e gli rimboccò le coperte con cura prima di uscire.
 
Il giorno dopo Harry trascorse diversi minuti chiedendosi se prima di andare a dormire si fosse tolto o no le scarpe. Gli sembrava di no, ma dall'altra parte non vedeva chi avrebbe potuto entrare nella sua stanza e farlo. Dicendosi che doveva essere troppo stanco per ricordarsi tutte le sue azioni, cessò le sue domande e si diresse con entusiasmo verso la sala grande.

Una volta davanti alla sua colazione, Harry non poté fare a meno di guardare il soffitto magico spiando l'arrivo dei gufi. L'uccello tanto chiamato dai suoi desideri (e soprattutto dalla sua curiosità) finalmente arrivò, ma questa volta appena depositato il suo pacchetto volò via ...

Nota della traduttrice:  A questo punto del racconto, l'autrice originale lancia una simpatica sfida: chi sarà mai la misteriosa persona che invia lettere ad Harry?!? Bene, trovo l'idea carina, ma non potendo promettere una one shot o un poema come lei, mi limito a proporre in cambio un disegno. Le regole della sfida sono le stesse dell'autrice originale: ogni persona può avanzare una sola ipotesi, e avete tempo fino al sesto capitolo per tentare la sorte!  La prima che indovinerà il mittente corretto delle lettere potrà chiedermi in cambio un disegno a tema Harry Potter a sua scelta (compresi universi alternativi, nuove e vecchie generazioni) ^^
Buona fortuna

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Capitolo 5
*** 5) Anche il Serpente ha un cuore ***


Harry non perse un secondo e strappò velocemente la carta lucida che avvolgeva il pacchetto. Qui trovò un’altra rosa bianca, una pergamena con i margini finemente decorati con serpenti d'argento e verdi, e una lettera scritta con la stessa calligrafia fine e precisa:

”Questa pergamena incantata da me ci permetterà di comunicare effettivamente senza problemi! Si tratta di una pergamena di risonanza, ciò che lei scrive sulla sua compare sulla mia e viceversa. L’incantesimo è selettivo quindi solo lei ed io possiamo leggere le parole affidate a questa pergamena ...

Le suggerisco di posare i suoi magnifici occhi di smeraldo su di essa.

 
Serpeverde “

Harry, favorevolmente impressionato dalla genialità del suo interlocutore, afferrò la pergamena magica e vide scriversi sotto i suoi occhi:

”Buongiorno, come sta? "

Letteralmente incombendo sulla sua piuma, Harry rispose nervosamente:

”Abbastanza bene, grazie, e lei? Forse potremmo… darci del tu ....”

”Grazie, sto bene soprattutto da quando ho il piacere di parlare con… te”

”Sei all'interno della stanza non è vero?”

”Scusami ma devo andare ... a stasera Harry.
"
 
Harry tentò invano di individuare il suo interlocutore misterioso, non ci riuscì. Scuotendo la testa indispettito si avviò verso l’aula. Per una volta Voldemort e i suoi compari erano lontani dalle sue preoccupazioni, stava solo cercando di scoprire chi poteva essere questa Serpeverde che sosteneva di voler essere sua amica. La mattina passò lentamente e la doppia lezione di pozioni fu assolutamente atroce. Piton era ancora più spregevole del solito e il povero Harry riuscì a ritagliarsi una punizione con lui!
 
Fu, quindi, abbastanza irritato che il Sopravvissuto andò a storia della magia, quando improvvisamente ebbe un’idea brillante e, arraffata la pergamena magica, scrisse:

”Ci sei? "

La risposta non tardò:



Non è che ti disturbo troppo?

No, no, non ti preoccupare, non ho niente da fare in questo momento.”
 
“Sai, mi chiedevo ... Mi hai detto che sei a Serpeverde, è per questo che mi hi mandato una lettera?”

”Sì, le nostre due case dovrebbero essere nemiche, ma spero che mi vedrai come sono, senza pregiudizi.”

”Sì, capisco cosa vuoi dire ...”

 
“Dici?!? Non credo ... Tutti i membri delle altre case temono ed odiano i Serpeverde senza ragioni realmente valide. Certo c'è il Signore Oscuro, ma non tutti sono come lui ... Anche se spesso non abbiamo scelta!”

”Nessuna scelta? Hai sempre la scelta!”

”Davvero? Anche se la tua famiglia ti obbliga sotto la minaccia di veder morire qualcuno a cui tieni? "

Il tono era chiaramente sarcastico, ed Harry si sentì vagamente in colpa per le sue parole, dopo tutto non sapeva nulla di lei!
 
“Mi dispiace, non volevo ferirti ma non ho mai visto le cose da questa prospettiva.”

”Di contro, in termini di pregiudizio ... io so cos’è!”

”Davvero? Si direbbe che tu stessa ne sia stata una vittima ... “

 
Harry smise di scrivere perso nei suoi pensieri. Oh, sì che sapeva cosa voleva dire essere vittima del "si dice," ma non aveva mai pensato che i Serpeverde potessero soffrire della loro reputazione! A dire il vero era convinto facessero di tutto per mantenerla. D'altra parte, ora che ci pensava, i verde e argento erano tutt’ora costretti a spostarsi in gruppo per paura di essere attaccati dagli altri ... E poi riflettendoci era abbastanza logico, non tutti i Serpeverde diventavano Mangiamorte. Volgendo lo sguardo sulla pergamena lesse:
 
Harry? Tutto bene?”

”Sì, scusami, pensavo. Non so perché volessi così tanto parlare con me, ma io non sono il coraggioso piccolo Potter delle riviste, e sono ben lungi dall'essere un eroe. Se sono ancora vivo è più per fortuna che le mie capacità.”

”Ho il sospetto che tu non sia il bambino viziato che descrive la Gazzetta, ciononostante ho sempre pensato che amassi celebrità, mi sbaglio?”

”Oh sì! E non sai fino a che punto io odi essere al centro dell'attenzione.”

 
“Veramente pensavo che fosse bello ..”.

”Che schifo, no, avere tutti i giorni i giornalisti fra i piedi, guardarli scrivere orrori ed assurdità su di te ...”

”Hai ragione, scusami, deve essere stato difficile!”

”Sì, è vero, ma ... Oops la mia lezione è finita, devo andare.”

”A stasera allora ... “

Harry, la mente in tumulto, si incamminò meccanicamente per i sotterranei di Piton. La maggior parte dei suoi pregiudizi erano stati spazzati via da un paio di parole di questa misteriosa Serpeverde. Evidentemente anche loro erano umani!
 
OoOOoOOooOOo
 
E 'curioso di capire,

Che ogni vita nasconda dell'odio e della cenere.

Dietro ogni fredda maschera,

Si trova un piccolo cuore pulsante;

Ogni individuo pensa, vive e prova;

Anche un serpente ha sentimenti!

 
La freddezza della loro pelle,

Contrasta con il calore,

Dell’amore nel loro cuore.

Vedere il nemico in una nuova luce,

Sapere che sono false, a volte, le apparenze;

E delicatamente entrare nella danza.

 
Lasciarsi l'odio alle spalle,

Vedere altre cose da quelle che credi;

E, infine, lasciare a tutti una possibilità,

Per mostrare tutta la misura della loro bontà.


Nota della traduttrice:

Ciao a tutti, vi ricordo che -come da sfida originale dell'autrice- siete ancora in tempo fino al prossimo capitolo per scoprire chi è la misteriosa persona che scrive al nostro Harry.

Il primo che indovinerà correttamente vincerà un disegno a scelta sul mondo di Harry Potter, vecchia generazione, attuale, nuova generazione e universi alternativi inclusi. Una sola proposta ad utente, buona fortuna! ^^

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Capitolo 6
*** 6) L'amore al maschile? ***


Harry gemette interiormente. Per Merlino, com’era che quei calderoni erano così sporchi?

Erano quasi due ore che il giovane si chinava in silenzio a pulire i calderoni alla maniera Babbana, sotto l'occhio vigile di Piton. La parte peggiore era che Harry non riusciva ad impedire  al suo sguardo di deviare sul suo insegnante. I suoi occhi avevano ampiamente accarezzato le lunghe mani agili dell’uomo in nero. Il Sopravvissuto aveva notato la maniera straordinariamente seducente che aveva Severus di rimandare i suoi lunghi capelli d'ebano indietro ...
 
**Un minuto! Seducente? Severus? Maledizione Harry riprenditi, stai impazzendo! Stai smaniando per Piton! Ed è un uomo!**

Sempre più spesso scombussolato dal suo insegnante e infastidito dal suo compito ingrato, Harry pregò che il suo calvario stesse per finire.
 
«Questo andrà, Potter.» Harry sussultò sentendo la voce vellutata di Piton così vicina a lui. Il Maestro di Pozioni si era avvicinato silenziosamente dietro la sua schiena, quasi toccandolo. Per la sorpresa Harry si voltò e si trovò davanti a Piton, così vicino che poteva sentire il suo respiro sul viso. Inebriato dal profumo virile del suo superiore, il ragazzo dovette imporsi su di sé per evitare alle sue guance di arrossire, mentre un dolce tepore si diffondeva attraverso il suo corpo. Percependo che se non si fosse allontanato in fretta non avrebbe più resistito all’attrazione delle labbra sottili dell'uomo, il Sopravvissuto batté rapidamente in ritirata.
 
**Per Merlino, ma che mi succede? Non posso comunque desiderare Piton, quando mai? Harry calmati, calmati! Tu sei giovane e pieno di ormoni, è solo la vicinanza di un corpo caldo che ti ha messo in questo stato! Avrebbe potuto essere chiunque!**

Sperando che il padrone delle segrete non avesse notato nulla, Harry cercò di riprendere un contegno sibilando:

«Non lo faccia mai più! Professore! »

Piton, con aria impenetrabile, rispose « Venga Potter, si sieda qui, abbiamo bisogno di parlare. »
 
«Parlare? »

«Professore. »

«Perché dovremmo parlare ... professore? »

Piton, il viso chiuso, rispose: «Ogni volta che dà il sangue, la sua cicatrice si risveglia... » Era stata più un’affermazione che una domanda e Harry la sentì bene, cosa che suscitò la sua rabbia:

«Anche se fosse non sono affari suoi! » Il giovane fece per alzarsi, ma Piton lo afferrò per le spalle e spingendolo nella sua sedia, sferzò: «Seduto! »
 
Poi, riprendendo la sua voce vellutata e leggermente sarcastica: «Beh certo che mi riguarda Potter ... Dopo tutto il successo di questa pozione dipende dalla sua resistenza ... » Troppo turbato dalla vicinanza dell’uomo chino su di lui, Harry non notò l’ammorbidimento del tono e la leggera esitazione dal suo insegnante circa i motivi della sua preoccupazione.

Il Sopravvissuto dovette comunque ammettere che l'uomo in nero avesse segnato un punto:

«Non vedo cosa possa cambiare l’ammetterlo ... »
 
Infastidito, Piton ribattè: «Potter, sono due notti che non dormo. A causa del suo dolore non è in grado di darmi il cambio ed è indispensabile porre rimedio a questa situazione ... »

Sogno o Piton ha appena confessato la sua debolezza di fronte a me?

«Pertanto – riprese- berrà questa pozione. .. »

«La sua ultima pozione era inutile, non vedo perché ... »

«Beva, Potter! » Lo zittì Piton alzando pericolosamente la voce
 
Incrociando lo sguardo oscuro del suo professore, lucente di rabbia repressa, Harry deglutì a fatica. L'uomo si era chinato su di lui durante la sua ultima filippica brandendogli la pozione sotto il naso. Era dannatamente vicino al giovane che ne sentiva il calore, cosa che non lo aiutava affatto a concentrarsi, tanto più che il suo corpo cominciava a reagire. Non riusciva a staccare gli occhi dalle labbra dell'uomo, ipnotizzati dalla loro curvatura così allettante, che ... Schiaffeggiandosi mentalmente si disse:

**Presto, bisogna che lui si allontani! Presto, prima che diventi pazzo!**
 
Harry si impossessò della pozione che bevette in un solo fiato, con gli occhi chiusi, sperando che Piton si allontanasse.

Soddisfatto, il suo superiore se ne andò dicendogli che lo avrebbe atteso al laboratorio.

Una volta allontanata la sua nemesi, Harry si accasciò lamentandosi con la testa fra le mani. Non poteva negare la sua reazione, era troppo forte: voleva Piton e per di più un uomo!

**Andiamo, è ridicolo! Sono etero, giusto? E poi mi piace Ginny!** Solo che mai la presenza della ragazza lo aveva fatto reagire così violentemente. Certo, stava bene con lei, ma la visione delle sue curve non lo riempiva di desiderio, mentre la sola idea di Piton nudo sotto la doccia ...
 
«Non è vero! » Gemette.

**Bene, devo restare calmo, sembrerebbe che io sia più attratto dagli uomini che dalle donne ...**

Ma sì, era così, ne era sicuro! Era attratto dagli uomini, e se aveva reagito così violentemente con il suo insegnante di pozioni era perché risultava il primo uomo ad averlo accostato così da vicino! A parte Ron ovviamente, ma Ron era suo amico quindi era diverso. Felice di sapere che in fin dei conti non era attratto da Piton, ma un po' disturbato dalla sue tendenze gay, Harry prese la strada del laboratorio ....
 
Una volta lì fu quasi meccanicamente che si tagliò il braccio, fu comunque sorpreso di non sentire che un vago formicolio alla sua cicatrice al posto di un ondata di dolore lancinante. Fu così sorpreso che rivolse lo sguardo verso Piton. Per un attimo vide un gioco di espressioni manifestarsi sul volto della sua nemesi.

«Bene Potter, vedo che per una volta sembra in grado tenersi in piedi, faccia il primo turno. »
 
Harry, troppo scioccato, sentì appena le parole dell’uomo; sì, scioccato da quello che aveva visto. Piton aveva sorriso, un sorriso fugace certamente, ma un vero sorriso, non un ghigno sprezzante.

**Piton sorridere? Per Merlino, ma cosa sta succedendo stasera? Nuoto in un incubo o cosa?**

Il Sopravvissuto, totalmente perso, si disse che parlare alla Serpeverde non sarebbe stato male ...
 
OoOOooOooOooOo
 
“Buona sera, ti disturbo?”

”Harry non mi disturbi mai.”.

”Davvero? Che stavi facendo?”

”Ho letto della poesia pensando a te.”

”Pensando a me? "

Harry era perplesso, non capiva come la poesia potesse far pensare a lui ..
 
“Sì, la fine dei versi mi ha ricordato di quel giorno benedetto in cui per la prima volta mi persi nei tuoi occhi micidiali ...

Tu, il cui sorriso illumina il mio cuore,

Di cui una sola parola basta a rendermi felice.

Per te, se necessario, nella Geenna* andrei,

Farei qualunque cosa semplicemente per farti piacere.

Tu sei il sole della mia vita

E senza di te io deperisco,

Nella mia anima io sogno di camminare al tuo fianco

Per poter condividere con te giusto qualche istante.
"
 
Harry non sapeva cosa dire per quella che sembrava una dichiarazione d'amore. Non voleva ferirla, ma ora sapeva che ... beh, alla fine che lui era diverso!

”Non ti piace?”
 
...

”Harry rispondimi, ti prego!”

”... Io ... era bella, ma ascolta ... Oh, non è facile dirlo o scriverlo!”

”Harry che succede?”

”... Io amo gli uomini ".

Harry chiuse gli occhi energicamente e respirò a fondo alcune volte prima di riaprirli.

”Da quando lo sai? Ti ho visto con Weasley.”

”L’ho capito solo oggi ... Ma aspetta, non sembri scandalizzata?”
 
“ScandalizzatA?Oh per Salazar davvero? Non dirmi che mi hai preso per una ragazza! "

Cosa? La sua ammiratrice era in realtà un ammiratore!

Dire che Harry era sconvolto era un eufemismo. Era semplicemente perso in un mare di stupore, perso nei più profondi recessi della confusione.

**Oh, ma aspetta un minuto! Se quello che ha detto è vero allora vuol dire .... Oh per Merlino**

”Hey Harry sei ancora qui? Non ti preoccupare non ti biasimo (beh non realmente). Non potevi immaginarlo dopo tutto!”

”Dì ... Eri sincero?”
 
“Si ...”

”Oh!”

”E’ tutto ciò che hai da dire?”

”No, io ... E 'solo che è così improvviso.”

”Ok, va bene, ho capito, lascio cadere per stasera ... Dimmi, ami il Quiditch? "

Sollevato dal fatto che la conversazione avesse preso una piega meno intima, Harry rispose con entusiasmo allo sconosciuto e parlarono amichevolmente, fino al momento di andare a svegliare Piton.
 
Una volta nella sua stanza Harry si addormentò con lo spirito in subbuglio; questo Serpeverde era così simile a lui, poteva leggere tra le righe una sofferenza e una solitudine che gli erano familiari. E il suo corrispondente sembrava avere le sue stesse inclinazioni, così chissà ... Fu col sorriso alle labbra che quella stasera il Superstite si addormentò.
 
OoOOoOOoOOo
 
Cosa? Ma il mio cuore trema.

Egli è il mio nemico,

Come tutti i verde e argento

Eppure lo capisco.

Gli assomiglio così tanto ...

 
E le sue parole nel mio cuore,

Hanno acceso una luce.

Ero così solo e non lo sono più ...

Forse ho sempre voluto,

Avvicinarmi ai Serpeverde.

 
E infine contemplare la verità nuda e cruda.

Simili, noi siamo gli stessi,

Tenendo la stessa sofferenza sotto il sole.

E il mio odio è volato via,

Partito, verso terre lontane.

Ma come ricominciare?

 
Come scordare secoli di inimicizia?
 
Posso, semplicemente fidandomi di lui,
 
Allentare le mie difese?
 
Troppo tardi le mie barriere son crollate,
 
Troppo tardi il mio cuore si è risvegliato.
 
Troppo tardi non voglio respingerlo,
 
Troppo tardi, ma non potrò mai amarlo…


Note della traduttrice:

Ciao a tutti, devo dire che sto diventando un pochino più "indisciplinata" come traduttrice, ossia leggermente meno letterale nella forma. Non è voglia di protagonismo, semplicemente qui in Italia siamo poco avvezzi a a determinate figure retoriche o strutture sintattiche, quindi per evitare che la lettura vi risulti poco scorrevole ho "adattato" un paio di cose. Nulla di trascendentale, ma ho tolto molti "Harry" e "Piton" prima delle loro battute, e ho arricchito determinate frasi con una piccola forma verbale.

Esempio:

Versione originale: Piton, il viso chiuso, <battuta che dice Piton>

Versione tradotta: Piton, imperscrutabile, ribattè <battuta che dice Piton>

Poche cose dicevo, ma a lungo andare il racconto era un pò pesante. Beh, mi pareva corretto dirlo ^^

*Geenna --> E' chiamato così lo strato più profondo dell'Inferno. La poesia originale diceva "Per te, se necessario, andrei al fondo dell'inferno" ma così... mi piaceva di più.

Bene, ultimo capitolo per stabilire chi sia il misterioso corrispondente...

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Capitolo 7
*** 7) Quando l'odio è tormentato dal desiderio ***


La domenica mattina Harry si svegliò alle undici, pensieroso.

Era una settimana che preparava la pozione con Piton e molte cose erano cambiate ... Il giovane era turbato, non sapeva più davvero dove si trovava. Sdraiato sul suo letto con le mani incrociate dietro la testa, pensava. Se la sua omosessualità lo aveva sorpreso, l'aveva accettata abbastanza bene. In effetti nel mondo dei maghi si accettava molto più facilmente l'esistenza di tali vincoli. Invece la sua nuova amicizia con il  Serpeverde era più problematica. Si chiedeva se il verde e argento era sincero o era al soldo di Voldemort. L'idea di una possibile trappola non aveva mai lasciato i suoi pensieri, ma d’altro canto voleva credere al suo misterioso corrispondente. Era così solo e il Serpeverde sembrava capirlo così bene ...
 
Passandosi le dita tra i capelli, Harry si tirò su stancamente e poi, con le braccia incrociate sulle ginocchia, lottò con la sua coscienza per qualche tempo. Infine arrivò alla conclusione che se si fosse accontentato di comunicare tramite pergamena non avrebbe rischiato poi molto, ovviamente a patto che avesse controllato quello che diceva! Sollevato dalla sua decisione Harry si vestì in fretta e andò in cerca di Ron ed Hermione per trascorrere il resto del suo weekend con loro. Si sentiva un po' colpevole a nascondergli la sua complicità con il Serpeverde, ma in fondo sapeva che, anche se forse Hermione avrebbe potuto capire, Ron probabilmente non lo avrebbe mai perdonato di aver fraternizzato con il nemico. Così scelse di tacere e godersi semplicemente la loro compagnia.
 
OOooOooOoOOoO
 
L'inizio della seconda settimana di convivenza con Piton andò abbastanza bene. Certo, era offensivo come al solito e tormentava un po’ troppo spesso i sogni e le fantasie di Harry, ma per fortuna il Sopravvissuto poteva contare sul sostegno del suo amico verde e argento con cui discuteva lungamente ogni notte. Più il tempo passava, più si sentiva vicino a lui. Il Serpeverde sapeva sempre trovare le parole giuste per confortarlo e ripristinare il suo buon umore. Harry trovò sempre più punti in comune con lui, e finì per capire che il suo corrispondente, a dispetto della sua retorica, era solo e incompreso come lui...
 
Grazie alla pozione della sua nemesi, il rituale della donazione del sangue era diventato una routine per il giovane, e la sua vita sembrava ben scandita come uno spartito. Sentendosi finalmente compreso, Harry aveva ritrovato il sorriso, anche se due occhi neri come giaietto* e di un’intensità turbante disturbavano le sue notti.

Nel pomeriggio di mercoledì Harry e Ron incontrarono gli altri membri della squadra di quidditch per l’allenamento, e coperti di sudore coi loro compagni andarono alle docce. L’allenamento era stato un successo e per una volta Ron si era comportato come un leader; Harry era molto orgoglioso di lui.
 
Se Ron si fosse mosso così nella prossima partita, i Serpeverde non avrebbero avuto alcuna possibilità!

Fu dunque col sorriso alle labbra che tolse la sua divisa da quidditch rossa e oro e corse con i suoi compagni di squadra sotto la doccia. Harry non poté impedirsi di ammirare discretamente la muscolatura dei suoi compagni attraverso il vapore. Alcuni di loro erano veramente ben fatti ed il Sopravvissuto si chiese come potesse non essersene accorto prima! Inoltre, egli dovette riconoscere che i gemelli Weasley, che erano riusciti a ripetere il loro settimo anno, erano particolarmente muscolosi.
 
Harry si insaponò meccanicamente guardando estasiato delle gocce d'acqua scorrere lungo il dorso di George che si stava asciugando i capelli. Una di loro partì del suo mento, scivolò lentamente nell’incavo delicato del suo collo, poi continuò il suo cammino lungo il sentiero di valli e cavità della muscolatura perfettamente disegnata dei pettorali del giovane. Harry la seguì avidamente con gli occhi, godendosi lo spettacolo fino a quando lei si perse nell’asciugamano di spugna che il rosso portava in vita.
 
Scuotendosi, il Sopravvissuto concluse rapidamente di lavarsi, poi turbato disse a Ron di non aspettarlo e se ne andò in fretta.

**Per Merlino non è vero! George è molto più che carino e mi è piaciuto lo spettacolo, eppure ancora nessuna reazione, nessuna voglia!**

Harry aveva finito per sedersi in riva al lago in cui gettava ciottoli.
 
**In effetti non provo desiderio per nessuno, nemmeno per i ragazzi carini che mi sono un po' più vicini!**
 
Questa constatazione gettò il giovane in una profonda malinconia, si domandò che cosa ci fosse di sbagliato in lui. Non provava alcun desiderio, che fosse per le ragazze o per i ragazzi ...

Lasciò vagare i suoi pensieri di palo in frasca... e finì per immaginarsi Piton nudo sotto la doccia, l'acqua che tracciava le curve del suo corpo deliziosamente pallido. Alla sola menzione di questa immagine, Harry sentì un fuoco ardente risvegliarsi nel suo grembo.
 
Tornando bruscamente in sé, Harry strinse i pugni fino a quando si segnò i palmi e si alzò urlando con rabbia e disgusto per se stesso. Poi cominciò a sfogarsi lanciando qualche sasso più lontano possibile nel lago. Infine, annientato, il giovane si lasciò cadere a terra con la testa fra le mani.

**Per Merlino sono dannato! Come è possibile? No, no, è impossibile! Quel tipo ... Inoltre, non è neanche bello!**
 
Questo era perfettamente vero. Il Maestro di Pozioni col suo naso prominente e storto, e i capelli unti era tutt'altro che bello. E questo per non parlare della sua pelle troppo pallida e la sua bocca quasi sempre distorta da una smorfia di disprezzo. Ma Harry era stato costretto a riconoscere che le sue belle mani da pianista, e le insondabili profondità del suo sguardo, esercitavano su di lui un magnetismo strano. Ovviamente queste constatazioni servirono solo a rafforzare il disagio del Sopravvissuto.
 
Smarrito nella totale disperazione, Harry cominciò a singhiozzare sommessamente. Aveva rigirato il problema in ogni modo ed era sempre giunto alla stessa conclusione. Non era solo gay, ma voleva Piton e nessun altro!

Per la barba di Merlino! Perché doveva essere quell’uomo!

Dopo una buona mezz'ora di rabbia e lacrime, Harry finì per ammettere il suo dramma: desiderava con tutto sé stesso un uomo che lo odiava, e che lui odiava.
 
Beh, almeno era puramente fisico, non appena avesse lasciato Hogwarts questa attrazione sarebbe sparita!
 
Questo è ciò che il giovane Grifondoro continuava a ripetersi per rassicurarsi. Infine, si avviò verso la sala grande per la cena. Rispose agli sguardi interrogativi di Ron con dei sorrisi forzati ed evitò accuratamente di guardare verso il tavolo degli insegnanti. Una volta che ebbe espletato il suo pasto Harry riprese la direzione dei sotterranei. A quell’ora Piton doveva ancora essere a cena, non avrebbe rischiato di incrociarlo. Una volta davanti al calderone bollente, il Sopravvissuto fece il suo dovere di sangue, poi afferrò un libro di poesie e si arrotolò su una poltrona, aspettando con timore il confronto con la sua nemesi.
 
OooOoOooOoOoO
 
Infine, ammettere la verità;

Guardare in faccia,

Quello che ci ghiaccia,

E nei nostri cuori, era nascosto.

 
Ammettersi impotenti

Di fronte alla ondata di passione,

Ma rifiutarsi di cedere alla tentazione.

E sopportare il tormento del desiderio.

Lasciare colare sulle nostre guance,

Lacrime di rabbia

Che riflettono la tempesta

Scatenata nella nostra anima.

 
E tuttavia continuare a vivere.

Bere il flusso della vita,

Per dimenticare i nostri desideri;

E accettare questo dono che ci inebria.



* Giaietto --> Il Giaietto è un minerale di origine vegetale dal colore nero lucido, utilizzato per lo più in gioielleria dato il suo aspetto similare all'ambra; in Italia è poco conosciuto ma la letteratura francese lo riporta spesso come paragone letterario. io non lo conoscevo, e prima di capire cosa diavolo fosse quel "geai" che leggevo sempre ho impiegato diversi giorni... ^^
Santa pazienza, ora però conosco un minerale in più

Bene signori, ecco il nuovo capitolo. Dichiaro concluso il simpatico giochino che vi chiedeva di indovinare chi fosse il misterioso Serpeverde, anche se in effetti la sua identità non viene ancora svelata. Vi lascio nel dubbio ancora un pò...

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Capitolo 8
*** 8) Dolce amara inquietudine ***


Harry sospirò, erano due ore che Piton avrebbe dovuto esser tornato, non che si lamentasse della sua assenza, ma si avvicinava l’ora del cambio e l'idea di una notte insonne non gli sorrideva molto. Fermamente deciso a non pensare al suo "piccolo" problema con l’insegnante di pozioni, il Sopravvissuto sprofondò nuovamente nella sua lettura, promettendo alla sua nemesi il peggiore dei tormenti se non fosse arrivato in tempo per sostituirlo. I minuti e le ore si susseguirono e divenne ben presto evidente che Piton non si sarebbe fatto vedere quella notte. Diviso tra l’irritazione, il sollievo, e un pizzico di preoccupazione, il giovane scelse di subissare di insulti e minacce l'uomo in nero. Una volta espresso il suo cattivo umore, Harry si dovette risolvere a sorvegliare il maledetto calderone per il resto della notte ...
 
Il mattino dopo Piton non si era ancora mostrato e il Superstite, di cattivo umore, aspettò con Ron ed Hermione che il maestro dei sotterranei si degnasse di uscire fuori dalla sua tana per fargli infine lezione. Passando il tempo, gli studenti riuniti davanti alla porta delle segrete di Piton dovettero ammettere l'impossibile: l'insegnante era in ritardo. Cosa che non si era assolutamente mai verificata. La puntualità di quell’uomo era diventata proverbiale ad Hogwarts, come sottolineò giustamente Hermione.

«In questo caso», suggerì Ron, «forse dovremmo andare a chiedere alla McGranitt se abbiamo il corso! »
 
Harry, vibrante di rabbia, dichiarò: «Gli sembra giusto, al vecchio pipistrello, farci aspettare a lungo qui per niente! »

Nel frattempo Gazza, il custode, arrivò e spiegò loro che l’insegnante era assente, e che la loro lezione era stata annullata. Harry, vagamente a disagio e innervosito, lasciò la scena in mezzo a un piccolo gruppo di Grifondoro e Corvonero felicissimi.
 
Il resto della giornata trascorse normalmente, se non per l'irritabilità crescente del Sopravvissuto. A cena si accorse che Piton brillava ancora per la sua assenza, come era già successo a mezzogiorno. Erano quasi 24 ore che il Maestro di Pozioni era misteriosamente evaporato, e le voci più assurde iniziarono a correre tra gli studenti. Harry sbuffò sdegnosamente ascoltando uno del terzo anno pretendere che Piton fosse fuggito fra le braccia di una fanciulla innamorata.

**Imbecille, questo non è nel suo carattere! Inoltre, da ciò che ho potuto scoprire nel suo Pensatoio, Piton è gay!**
 
Con voce vibrante di rabbia a stento contenuta, Harry commentò «Pfui, scommetto che si nasconde dietro un angolo, terrorizzato all’idea di presentarsi di fronte a Voldemort! »

Hermione lo guardò scioccata da tanta cattiveria insensata: «Harry! Sei ingiusto! Il professor Piton ha permesso all’Ordine di evitare molti morti! Rischia la vita ogni volta per informarci! Nonostante tutti i suoi difetti, e Merlino sa che sono molti, è un uomo coraggioso! »

Ron, la bocca piena, aggiunse: «Mione ha ragione, anche se è un vecchio pipistrello ripugnante e sadico, non manca di coraggio! »
 
Harry era ben consapevole di essere ingiusto, ma le ore di sonno arretrato pesavano gravemente sulle sue spalle, e in più quando pensava alle ragioni che potevano spiegare l'assenza del suo maestro il suo stomaco si serrava e una brutta sensazione lo afferrava. Per sfuggire allo sguardo di rimprovero dei suoi amici emise un «sì, avete ragione » senza convinzione.

Poi finì rapidamente il resto del suo pasto.
 
Quando poi scese nelle fredde profondità di Hogwarts per raggiungere i sotterranei, Harry era diviso tra la speranza del ritorno di Piton e il non dover affrontare i suoi occhi ardenti che non mancavano mai di farlo reagire.
 
Trattenendo il respiro, spinse dolcemente la porta dell’appartamento della sua nemesi e … sbucò in una stanza vuota e tranquilla, il padrone di casa era ancora assente. Il sollievo di Harry ebbe vita breve, presto sostituito da una strana fitta al cuore. Un sentimento che soppresse rapidamente associandolo all'idea di dover rimanere sveglio di nuovo tutta la notte.
 
Dopo aver sostenuto la donazione del sangue, il Sopravvissuto sedette a gambe incrociate sul divano davanti alla porta e tentò di scrivere al Serpeverde. Si rese conto che era troppo nervoso e troppo distratto per essere di buona compagnia, così preferì augurargli la buonanotte e lasciarlo. Afferrando un libro cercò di schiarirsi le idee, ma ben presto si accorse che stava leggendo da quasi cinque minuti la stessa riga, senza capire una sola parola. Sospirando infastidito chiuse seccamente il libro e si mise a camminare, troppo agitato per sedersi, la mente piena di immagini orribili di Voldemort chino su un cadavere ... quello di Piton!
 
Harry non poteva negare di essere preoccupato oltre ogni limite per il suo insegnante, e all'idea della sua morte sentì una stretta terribile al cuore. Alla fine, sconfitto dal sonno, si addormentò sul divano.
 
Harry sospirò e si rannicchiò un po' di più nell’incavo della poltrona; non potevano lasciarlo dormire? La mano che gli scuoteva la spalla divenne più insistente; maledicendo interiormente Ron, Harry finalmente si degnò di aprire gli occhi. Ma al posto delle decorazioni rosse e oro che si era aspettato, scoprì una stanza stranamente buia. La mente ancora annebbiata, cercò a tentoni intorno a lui fino a quando riuscì a mettere le mani sugli occhiali, e si trovò faccia a faccia con Piton. La visione dell'uomo scatenò una vera tempesta di sentimenti nella testa del Sopravvissuto che non seppe più se doveva piangere di sollievo o castigare il maestro di pozioni per la sua assenza. Infine lasciò parlare il suo stupore:
 
« P... professore? »

«Deve alzarsi Potter, le lezioni inizieranno fra una mezz'ora. »

Harry squadrò l'uomo di fronte a lui. Il suo viso era ancora più pallido del solito, e le occhiaie segnavano il contorno degli occhi. Sembrava esausto ma teneva la testa alta e le spalle dritte come al solito. Il Grifondoro fu sollevato di vederlo, ma stranamente preoccupato per la sua apparente fatica!
 
Distogliendo lo sguardo imbarazzato, farfugliò un: «Mi dispiace, professore, mi sono addormentato e la pozione ... »

«Non tema Potter, sono arrivato in tempo per riparare alla sua negligenza! »

Harry si raddrizzò bruscamente apprestandosi a replicare veementemente, ma Piton non gli lasciò il tempo e, alzando una mano conciliante, disse:

«Questa volta la scuso Potter, stare svegli più di 24 ore di fila è difficile anche per persone allenate!»

A bocca aperta, Harry, quasi balbettò: «Io ... Grazie professore. »
 
Piton, ritrovata la sua maschera impassibile e prendendo un compito sulla sua scrivania, gli disse: «E ora fili Potter. »

Il Sopravvissuto non se lo fece dire due volte, e con il cuore stranamente leggero corse senza sosta a fare colazione. Non poteva crederci, Piton si era quasi scusato per la sua assenza, era stato semplicemente incredibile!
 
OooOOoOooOOooOoO
 
Io lo contemplo, questo sconosciuto,

Lui che cammina con nobiltà,

La sua cappa nera si staglia sulle nuvole

Il suo sguardo talmente scuro che trapassa e ferisce.

Ha dunque un cuore, quest’uomo che cammina nella morte?

 
Quest’angelo pallido e torturato, ha dei sentimenti?

Lui, così misterioso, eppure così forte!

Leggo sul suo volto sì freddo mille tormenti!

Accetterà un giorno di affidarmi,

La chiave del suo cuore e della sua anima lacerata?

Vedrà, infine, brillare nei miei occhi, la preoccupazione per lui?

Capirà che io sarò sempre al suo fianco?

Per lui, se lo vorrà, la solitudine sarà terminata ...


Note della traduttrice:  Se i conti non vi tornano col fatto che Harry sappia che Piton è Gay... avete perfettamente ragione, ma che devo dirvi, l'autrice ha scritto così. Afferma che Piton amava la madre di Harry ma era omosessuale.C'est la vie, voi però non disperate ^^

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Capitolo 9
*** 9) Lacrime di un nemico, o quelle di un amico? ***


Nota della traduttrice:  Bene signori, qui si inizia una piccola, lenta svolta nei rapporti fra Harry, Severus e il misterioso mittente della pergamena... Non mi resta che augurarvi buona lettura, sperando che il capitolo vi piaccia quanto è piaciuto a me tradurlo!

OooOooOOoOOooOoO

Sulla pergamena le parole si sgranavano lentamente, scritte da una mano tremante. Anche se sosteneva che tutto andasse bene, il modo incerto in cui erano tracciate e le macchie umide sulla pergamena, residuo di lacrime versate, dimostravano il contrario. Harry, rannicchiato nella poltrona accanto al calderone, fissava la pergamena con crescente preoccupazione. Il suo amico soffriva, anche se si rifiutava di ammetterlo. Mordendosi le labbra, il Sopravvissuto esitò. Doveva cercare di scoprire cosa gli stava accadendo, o semplicemente confortare il suo compagno? Per esperienzasapeva che non sempre pagava tenere per sé un evento doloroso ... Prendendo finalmente una decisione scrisse con mano ferma un breve messaggio:
 
Andiamo, so che non va per niente. Piangi e le tue mani tremano ... non so che cosa stia accadendo, ma non sei solo, sono qui. Fidati di me, dimmi cosa c'è di sbagliato, forse potrei aiutarti ... “

Qualche lacrima comparve di nuovo a macchiare la pergamena, seguita da una risposta esitante:

Io ... non puoi aiutarmi .... Non questa volta.”
 
Perché? Se hai bisogno di sostegno sono qui, sarò sempre qui! "

Un mucchio bugie, ahimé, pensò il Sopravvissuto.

"Va bene, te ne parlo ... Lui... bene ... Mia madre è morta! LUI l’ha assassinata! "
 
Harry non sapeva cosa dire, queste quattro parole: "mia madre è morta” lo avevano fatto ricadere nel suo passato. Rivide Hagrid in un primo momento, quindi Silente che gli spiegava che sua madre era stata uccisa da Voldemort. Era morta perché lui vivesse! Vedeva ancora la foto del matrimonio dei suoi genitori, erano così sorridenti, si respirava felicità ... Ma ora erano morti, a causa di una stupida profezia; uccisi da quel mostro! Tornando alla realtà, Harry fece del suo meglio per inghiottire la sua rabbia e la tristezza e cominciò a confortare il verde e argento.
 
Ascolta, non so cosa dirti se non che ti capisco. Conosco questo dolore e questo senso di vuoto. Ma tu non sei da solo, io non ti abbandonerò. Non trattenere le tue lacrime, piangile. Sono sicuro che era una donna meravigliosa e che meritava la tua sofferenza. Non ti mentirò dicendoti che il tempo cancella il dolore. Si mitiga è vero, ma ci sono ferite che lasciano cicatrici ... Lei se n’è andata troppo presto, è certo, ma devi continuare a vivere, e vivere per lei! Tu sei il figlio, vive in te, non se ne è andata realmente; finché il suo sorriso illuminerà il tuo cuore lei non se ne sarà andata! "
 
Con gli occhi pieni di lacrime Harry smise di scrivere. Aveva il cuore pesante; oggi un'altra persona innocente aveva perso la madre a causa di quel cane di Voldemort!

Grazie Harry ... Vuoi parlare con me ancora un po'? Se non ti dispiace non vorrei essere solo ...”

Certamente. "
 
La serata passò lentamente, Harry fece di tutto per confortare il Serpeverde che finalmente si addormentò vinto dal dolore ... Qualche ora dopo, il Sopravvissuto emerse dal suo torpore e si stirò a lungo prima di prendere la strada per la camera di Piton. L'ora del cambio era scoccata. Harry bussò alla porta una volta e non ricevette risposta. Dopo altri due tentativi sempre più vigorosi il giovane mise la mano sulla maniglia e si fermò. Non aveva mai attraversato quella porta, dietro si trovava il santuario di Piton e tremava al pensiero di violarlo. Maledicendosi per la sua stupida paura, finì per entrare. Come il resto della casa la stanza era decorata con semplicità e gusto, salvo che qui il tono verde scuro era stato sostituito dal blu reale e da un porpora tendente al nero. Piton riposava in un letto di mogano a baldacchino, sotto lenzuola di raso nero e rosso. Harry trattenne il respiro e si avvicinò al letto in silenzio osservandolo affascinato. Nel sonno, i tratti freddi e amari del volto di Piton erano attenuati, e sembrava persino essere quasi sereno. Intorno alla sua testa, sul cuscino bianco, i capelli formavano una corolla che evidenziava la delicatezza e il pallore della sua pelle. L'uomo conservava la sua durezza, ma vederlo dormire lo rendeva in qualche modo più umano e meno spaventoso. Non era bello, no, ma anche dormiente la sua aura di quieto potere non lo lasciava.
 
Il cuore del Sopravvissuto batteva follemente nel suo petto e la vicinanza di quell’uomo così desiderato minacciava di accendere un fuoco bruciante nel suo corpo. Deglutendo a fatica, Harry finalmente osò toccargli la spalla attraverso le lenzuola e scuoterlo delicatamente, dicendo con voce stranamente grave:

«Professore, si svegli professore ...»
 
In pochi secondi l'uomo si svegliò, e si alzò liberandosi bruscamente. Aveva reagito violentemente come un animale braccato sulla difensiva. I suoi movimenti avevano fatto scivolare il lenzuolo rivelando un torace pallido dalla muscolatura ben definita. Sentendosi arrossire, Harry stava cercando di distogliere lo sguardo da quel corpo finemente scolpito che perseguitava i suoi sogni più selvaggi. Sentendo sorgere la prova del suo desiderio, si costrinse a togliere gli occhi da quello spettacolo così affascinante e incrociò quelli d’onice del suo professore. Facendosi catturare da quello sguardo incredibilmente intenso e brillante, Harry cercò invano di parlare, ma Piton lo anticipò con un piccolo sorriso divertito sulle labbra:
 
«Bene Potter, sono sveglio ora. E quando la sua incredibile arroganza glielo permetterà, esca dalla mia stanza così che possa vestirmi ... »
 
Orribilmente imbarazzato e confuso, rosso come una peonia, Harry batté in ritirata. Appoggiato alla porta di Piton col fiato corto, pensava di andare a letto, ma la tensione nel suo basso ventre gli fece capire che una doccia fredda sarebbe stata preferibile. Congratulandosi di aver tenuto le sue ampie vesti da mago, prese dunque la strada del bagno.
 
Con le idee rimesse a posto, il Sopravvissuto si diresse verso il laboratorio. Prendendo un libro di poesie da un ripiano si arrotolò su una poltrona sotto gli occhi interrogatori di Piton. Prima ancora che lui potesse fare un’osservazione sgradevole Harry si spiegò con calma, così almeno in apparenza:
 
«Professore, mi impegno a farle dimenticare la mia presenza, ma per ora ho bisogno di un po’ di compagnia ... » Harry non poté dire di più, il ricordo del dolore del suo amico Serpeverde gli stringeva di nuovo il cuore. Per sfuggire allo sguardo faccia a faccia si immerge nella sua lettura.

Un silenzio innaturale sembrava regnare nella stanza, rotto solo dal rumore delle pagine girate dall’uno o dall'altro dei due uomini. Il Maestro di Pozioni fu il primo a rompere il silenzio, dopo aver studiato la copertina di Harry.
 
«Sono sorpreso di vedere qualcuno con la mente piccola come la sua leggere questo tipo di opera, Potter! »

Alzando la testa Harry, gli rivolse uno sguardo sperò tagliente e minaccioso.

«E io sono sorpreso di aver trovato un libro che esprime cose così belle nella sua libreria! »
 
Piton gli ricambiò freddamente il suo sguardo e segnò con cura la pagina del suo libro prima di chiuderlo. Poi si alzò a mescolare la pozione e disse con voce vibrante:

«Dal fondo della sua arroganza non le è venuta senza dubbio l'idea, Potter, che io possa amare la poesia. »
 
Harry, che si aspettava tutto tranne delle spiegazioni, e soprattutto non questa risposta, nascose alla meglio la sua sorpresa e rispose in tono neutro:

«Lei ha ragione professore, non ci avevo pensato. »

Con un sospiro un po' sprezzante, Piton riprese il suo posto in poltrona e continuò a leggere, pensando chiusa la questione. Riluttante ad un nuovo battibecco, Harry rimase in silenzio e poi, vinto dal sonno, lasciò la stanza con un «buona notte professore», punteggiato da sbadigli.
 
Prima di addormentarsi, non poté evitare di pensare che in fin dei conti Piton poteva avere dei lati buoni. Dopo tutto una persona che amava la poesia non poteva essere totalmente deleteria!

Purtroppo questi bei pensieri furono di breve durata, rapidamente rimpiazzati dal ricordo della morte dei suoi genitori. Quindi Harry sprofondò in un sonno agitato pieno di orribili visioni.
 
OooOooOOoOOooOoO
 
Come un cavallo lanciato al galoppo,

Quando l'Angelo della Morte ha stabilito,

di colpire nei nostri cuori e nelle nostre anime.

Niente, né odio, né amore possono fermarlo.

Poi su noi altri, poveri sopravvissuti,

La lama della dama Rossa chiamata Dolore;

 
Scende senza attendere, senza tregua, senza appello,

Trafigge, lacera, e frantuma il nostro cuore.

Sui nostri giorni un Sole nero è sorto.

 
In piedi in mezzo al mare di lacrime versate,

Pronto a cadere nella bocca nera,

Di questo lupo vorace, che è la disperazione.

 
E all'improvviso ci trattiene,

Come l'alba di una nuova speranza;

Sulla nostra spalla si posa una mano.

 
E un sorriso luminoso ci ridà la voglia di credere.

Ormai le urla lugubri della solitudine,

Spariscono e si allontanano, infine sconfitte.

E fra le braccia amiche, noi piangiamo senza ritegno,

Sapendo che tutto questo, di una nuova vita, è il preludio ...

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Capitolo 10
*** 10) Incubo e conforto ***


Note della traduttrice:   Ragazze (e ragazzi qualora ve ne fossero), siamo arrivati alla vigilia di Natale e con questo nuovo capitolo vi auguro delle feste serene. Che Babbo Natale vi porti i doni che volete, ma se questi malauguratamente comprendessero Piton con un fiocco regalo sappiate che è già stato prenotato da me! ^^

Ci si risente prima di capodanno per un nuovo aggiornamento, un bacio e un abbraccio a tutti!!!
 
OooOooOooOooOooOO


Harry era impotente, si trovava nell’angolo di una stanza devastata; lacrime rotolavano sulle sue guance e i suoi pugni erano stretti convulsamente per la rabbia. Nel centro, una donna rossa faceva scudo del suo corpo ad un bambino, e in ginocchio nella polvere pregava Voldemort di risparmiare suo figlio. Un ghigno sprezzante deformava il suo viso di una bellezza crudele, il Signore Oscuro sollevò la sua bacchetta e disse con voce fredda:

«Spostati Mezzosangue e vivrai! »
 
«No, mai! Non lo abbandonerò! »

«Come vuoi », disse il Lord, abbassando la sua bacchetta, poi con voce gentile pronunciò:

«Avada Kedavra. »
 
Il lampo verde scaturì, ed Harry si svegliò urlando. Delle braccia muscolose cingevano la sua vita immobilizzandolo; gridando più forte che mai cercò di liberarsi  lottando come un diavolo. Quando all'improvviso una voce familiare perforò la nebbia di dolore e amarezza che lo circondava.

«Calmati, Potter, sei al sicuro qui. »
 
Harry, al culmine dei nervi, scoppiò in lacrime tra le braccia di un uomo che stranamente non lo respinse, ma addirittura rafforzò la sua presa, accarezzando delicatamente la schiena del Sopravvissuto. Riuscendo finalmente a calmarsi, il giovane si staccò a malincuore dal corpo caldo e possente che profumava così di buono. Alzò la testa per tuffarsi in due pozzi di ossidiana, animati da una luce strana. Stupito di scoprire il suo professore, Harry arrossì violentemente e distolse lo sguardo terribilmente imbarazzato, temendo la reazione dell'uomo.
 
«Bene, adesso devi bermi questo Potter» disse Piton, liberandosi. La sua voce era più calda del solito, quasi dolce.

Harry, ancora sotto shock per essersi abbandonato tra le braccia di quell’uomo tanto odiato quanto desiderato, balbettò:

«Pro .. Professore, che cosa ...? »

Stancamente, come se facesse la lezione a un ragazzino di cinque anni, Piton spiegò:
 
«Potter, questa è una pozione di sonno senza sogni ed eviterà ancora incidenti di questo tipo. Non creda che faccia parte di quella banda di idioti pronti a fare qualsiasi cosa per un suo semplice sguardo! Giocare alla balia mi irrita oltre ogni limite! » La voce era fredda e leggermente disgustata, e lo strano bagliore era completamente scomparso.
 
Harry deglutì a fatica cercando di dipanare il nodo che si era formato in gola. Trattenne le lacrime a stento, Dio se odiava quell’uomo! Eppure il giovane poteva ancora sentire sul suo corpo l'effetto della vicinanza dell’insegnante di pozioni. Harry, molto più ferito dalle sue parole di quanto non volesse ammettere, rispose con voce tremante:

«Bene, professore. »
 
Visibilmente soddisfatto, l'uomo in nero posò la pozione sul comodino e tornò alla sua occupazione. Una volta solo nella sua stanza il Sopravvissuto scoppiò in lacrime per la seconda volta quella sera, maledicendo i suoi desideri ei suoi sentimenti ambigui per quest’uomo così freddo.

**Stò così male ... Come può essere? No, no, è impossibile! Lo odio!**

Infine, vinto dalla stanchezza Harry bevve l’orribile intruglio e sprofondò in un sonno senza sogni...
 
Il giorno dopo Harry si alzò con il cuore oppresso da un terribile presentimento. La sua preoccupazione per l'assenza di Piton, e il suo dolore quando questi si dimostrava offensivo, non lasciavano adito a dubbi; il Sopravvissuto provava ben più di una banale cotta per il suo terribile insegnante. Il semplice fatto di ammetterselo immerse Harry in una malinconia terribile, quell’uomo non lo avrebbe mai amato, mentre lui…  Esalando un sospiro struggente, il giovane decise di amarlo da lontano; in ogni caso non avrebbe potuto aspettarsi nulla, Severus lo odiava! Poi, improvvisamente, la tragica notizia del giorno prima gli tornò in mente, e scuotendosi Harry decise di smettere di provare compassione per se stesso e pensare invece al suo amico Serpeverde.
 
Le sue tristi riflessioni sfociarono in una domanda: come dimostrare al suo amico che non era solo? Il Grifondoro aveva la sensazione che le parole da sole non bastassero! Immerso nei suoi pensieri raggiunse Ron ed Hermione per la prima colazione, rispondendo distrattamente alle loro domande. Lasciò vagare il suo sguardo nella sala e questo si fermò, come per caso, sul tavolo degli insegnanti, ed il Sopravvissuto sentì il cuore battere più forte quando vide Severus in piena discussione con Silente.
 
**Per Merlino, non è possibile! Non posso neanche fare a meno di guardarlo ... E’ così affascinante, quanto mi piacerebbe assaggiare le sue labbra e sentire le sue mani da artista percorrere il mio corpo; sentire il suo odore, la sua pelle contro la mia ... STOP! Harry riprenditi, sei in pubblico!**

Obbligandosi riuscì a distogliere lo sguardo con uno sforzo estremo; facendolo i suoi occhi si posarono sul tavolo dei Serpeverde dove Malfoy, pallido come la morte, sembrava fare sforzi disperati per riuscire a deglutire qualcosa.
 
Sospirando stancamente Harry scacciò dai suoi pensieri i suoi due aguzzini e si focalizzò sulla maniera per dimostrare il suo sostegno al suo corrispondente. Sapeva così poco di lui ma allo stesso tempo era così ... L'unica informazione concreta che possedeva era la sua appartenenza alla casa dei verde e argento.

**Un attimo! Se è in Serpeverde ama sicuramente i serpenti!**
 
Harry pensò, ricordandosi di quel medaglione raffigurante due serpenti intrecciati che aveva visto ad Hogsmeade. Sì, era così! Gli avrebbe offerto quel medaglione precisando che uno dei due serpenti sarebbe dovuto essere in oro bianco con gli occhi di zaffiro, e l'altro in oro giallo con gli occhi di smeraldo. L'oro e l'argento a simboleggiare l'amicizia tra le loro due case, sarebbe stato perfetto! Harry concluse la sua prima colazione soprappensiero, e sulla strada del suo corso di incantesimi si chiese come ordinare e –soprattutto- come fargli avere il presente.
 
Mezzogiorno arrivò senza che il Sopravvissuto trovasse soluzione,  ma l'improvvisa apparizione del cibo sulla tavola gli diede un'idea. Mangiando in fretta, disse ai suoi amici di non aspettarlo e andò di corsa a chiudersi in una stanza vuota. Poi disse con voce ferma:

«Dobby, voglio parlare con te! »

In un "pop" l'elfo domestico apparve e, volgendo gli occhi sporgenti a Harry, disse con voce lamentosa e gioiosa:
 
«Harry Potter ha bisogno di Dobby. Dobby è così felice! Cosa può fare Dobby per Harry Potter? »

Harry con un gran sorriso: «Dobby, puoi andare alla gioielleria di Diagon Alley e consegnare questo ordine al gioielliere? »

Dobby scosse la testa con forza: «Dobby andrà a Diagon Alley a fare ciò che Harry Potter chiede! »
 
Harry ringraziò calorosamente l’elfo e gli diede di che pagare, poi con il cuore più leggero andò al suo corso di divinazione.
 
Dopo la lezione Dobby fece visita ad Harry per dargli un cofanetto di velluto viola con un nastro d'argento. Harry ringraziò l'elfo di nuovo e poi si incamminò verso la voliera, nella speranza di trovare il gufo che gli aveva portato la pergamena magica. Dopo una buona ora di ricerca finalmente lo individuò, e ci volle un altro quarto d'ora di pazienza affinché l'uccello si lasciasse avvicinare. Finalmente Harry poté dargli il presente e una lettera. Il Sopravvissuto spiegò  tre volte all'uccello quello che si aspettava da lui; questo dovette irritarlo perché gli graffiò con rabbia il polso e volò via. Ringhiando contro il pessimo carattere del gufo, il giovane si incamminò verso il parco, dove la sua squadra aveva gli allenamenti di Quidditch.
 
OooOooOooOooOooOO
 
Mio caro amico,

So che tutto questo è duro per te e voglio assicurarti ancora una volta che non sei solo davanti a questa prova ...

Sulla tua spalla una mano,

Alle tue orecchie una canzone lontana.

Ascoltala e senti elevarsi al cielo,

 
Questo lamento dedicato all'amicizia.

Percorriamo la stessa strada,

Le grida degli avvoltoi sono vane.

Non potrai mai cadere, perché io,

Io sono lì, e cammino accanto a te!

 
Asciuga le tue lacrime amico mio;

Guarda, la vita ti sorride.

Non ascoltare il respiro delle preoccupazioni,

Permettimi di farti uscire dall'oblio.

Guardami, leggi nel mio cuore,

Vedi il calore della fiamma dell’amicizia.

Oramai, da solo, non sarai più!

 
E’ una promessa che ti faccio in questo giorno.

Danza, piccolo angelo di luce,

Danza e dimentica i tuoi ricordi amari.

Canta e ridi amico mio

La speranza sta arrivando nella tua vita!

Sperando che troverai presto la forza di sorridere, il tuo amico Grifondoro,

Harry

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Capitolo 11
*** 11) Dichiarazione d'amore? ***


Note della traduttrice: Ragazzi siamo alla fine dell'anno, auguri sinceri di un 2011 scintillante e ricco di (belle) sorprese!!! Un abbraccio  


Dopo aver cenato con Ron ed Hermione, il Grifondoro esitò sul da farsi; all'idea di dover affrontare il disprezzo e l'indifferenza di Severus il suo cuore congelava, ma bruciava anche dalla voglia di essere nella sua stessa stanza, e condividere almeno questo con quell’uomo così tenebroso. Con uno strano distacco, Harry notò che nel profondo della sua anima chiamava Piton con il suo nome. Sospirando rassegnato decise di non torturarsi ancora di più e passò poco tempo nei sotterranei, solo quello necessario a svolgere il suo dovere di sangue. Poi si incamminò alla Torre di Astronomia per godere la luce morbida e confortevole delle stelle; dopo un po’ di tempo Harry tirò fuori la pergamena magica dalla tasca e scoprì che il Serpeverde aveva scritto:
 
Harry ti ringrazio, grazie per ... Questo regalo è ... E’ magnifico. Io ... Tu ... Grazie amico mio.

Grazie a te che hai saputo vedere,

Nella mia anima questa disperazione.

Che in un gesto e poche parole,

Sei riuscito a farmi credere in un mondo più bello.

 
Grazie amico mio, sole dei miei giorni,

E stella della mia notte, sempre e per sempre.

Tu che mi somigli tanto,

Il mio cuore ti ho aperto e pertanto ...

 
Nella mia anima si trova tutto ciò che non riesco a dire,

Senza di te avrei perso interesse per la vita.

Sei pronto a conoscere i miei pensieri?

Vorrai rifiutarmi?

 
Quanto tempo dovrò attendere

Prima di avere il coraggio di arrendermi ...

Di arrendermi a questo amore,

Che è nelle mie vene da troppo poco tempo.

Harry, ho cercato di scrivere queste tre parole ma ... Oh Harry, ho così paura di perderti ...

 
Io ti supplico Harry, rispondi, io... Io ho ... Harry ... Ho bisogno di te! "
 
Il Sopravvissuto scorse velocemente queste righe, rifiutando in un primo momento di capire cosa significassero e, infine, rifiutando di crederci. Ma quando ebbe riletto le ultime parole, si rese conto che il verde e argento era sincero, e che l'amava in segreto, probabilmente già da tempo. Scioccato e profondamente toccato dalle parole del suo amico, Harry lasciò delle perle di cristallo scivolare lungo le sue guance così morbide. Non sapeva cosa fare o cosa scrivere. All'idea che qualcuno lo amasse di un amore sincero, il suo cuore si era riempito di gioia profonda, ma ben presto il viso solenne e affascinante di Severus si impose a lui che sussurrò in un singhiozzo, oscillando avanti e indietro la testa fra le mani: «Severus». Amava l'uomo in nero con tutto il cuore e la sua anima, e dubitava che un giorno ci sarebbe stato un posto per chiunque altro.
 
**Devo dirgli che amo un altro! Sì, ma soffrirà. Potrei infliggere anche a lui questa sofferenza che mi solca il torace ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo? Che fare ...**

Con mano tremante il Sopravvissuto prese la piuma e cominciò a scrivere, senza fermarsi sulle parole, il più rapidamente possibile per paura di non avere il coraggio di scrivere quello che doveva essere detto.
 
Amico mio, le tue parole sono bellissime. Io ... Sono stato profondamente toccato dal loro significato, ma amo un altro. Perdonami fratello mio, perché è quello che sei per me, ma non posso offrirti che il mio sostegno e la mia amicizia ".

I secondi scivolarono e ben presto un minuto e poi due passarono. Harry, col cuore in frantumi, non poté più sopportare l'attesa e scrisse quasi supplichevole:
 
Per favore rispondimi, insultami, chiamami in tutte le maniere, ma rispondimi!

Harry, immaginavo che il tuo cuore fosse preso, ma conoscere la verità è sempre più difficile che supporla. Grazie per il tuo sostegno... Se non posso essere che tuo amico, è quello che sarò. Ma sappi che nel profondo del mio cuore continuerò ad amarti, e probabilmente anche a sperare.”
 
Amico mio, fratello, mi dispiace vorrei tanto offrirti di più ...

Mi hai già dato molto di più di tante persone, Harry. Sii felice con colui che ha rapito il tuo cuore e grazie ancora per tutto ".
 
Dopo di ciò i due giovani parlarono di tutto e niente per cancellare l’oscuro divario che si era aperto tra di loro. Nonostante i sui giocosi propositi, il Sopravvissuto non poté non cedere a una profonda tristezza, perché sapeva che alla fine dei conti non avrebbe mai potuto stare con il suo amore. Soffriva il martirio, ma sarebbe stato forte per il fratello che aveva scoperto nei Serpeverde.
 
Fu in questo stato d'animo che Harry riguadagnò la sua stanza nei sotterranei. Dopo qualche ora di sonno l’insegnante di pozioni lo venne freddamente a tirare via dal letto. E il ragazzo, senza una parola, fece come sempre quello che doveva fare per essere in grado di salvare tutto il mondo magico, pensando amaramente con una sorta di morbosa gioia:

**Se la gente sapesse la verità su di me, mi maledirebbe invece di adularmi!**

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Capitolo 12
*** 12) Il dolore e il primo passo ***


Note della traduttrice: Buon anno nuovo a tutti signori, fra le mille sorprese che -sono certa- vi porterà vi annovero questo piccolo capitolo; la storia inizia a prendere forma, e se vi steste chiedendo come Severue ed Harry possano instaurare un dialogo, beh, la risposta credo la troverete in questa pagina.

OooOoOooOoOoO

Il giorno successivo passò abbastanza tranquillamente e la sera Harry decise di rimanere nei sotterranei; non poteva sfuggire per sempre i suoi sentimenti e prima si fosse abituato alla sua situazione, meglio sarebbe stato.
 
Così, dopo il sinistro rituale, si arrotolò in poltrona e cominciò a parlare allegramente con il Serpeverde, che sembrava riprendersi lentamente dalla sue emozioni. Il tempo passò, i due giovani si congedarono ed Harry, il cuore di stretto dolorosamente, si avviò verso la stanza del suo insegnante per svegliarlo. Con mano tremante aprì la porta ed entrò nella stanza per scoprire ... un letto vuoto e nemmeno disfatto!
 
Il Sopravvissuto dedusse rapidamente che il professore doveva esser stato chiamato da Voldemort. A quel pensiero Harry sentì un misto di ansia e rabbia spazzare il suo cuore. Così, per la seconda volta, iniziò la lunga attesa. Il Sopravvissuto non cessò di farsi il sangue amaro per l'ex Mangiamorte, immaginando ogni sorta di scenario, uno più orribile dell’altro. La sua mente era ossessionata da immagini di Severus che si contorceva ai piedi di Voldemort, fra le risate della feccia che era il suo esercito.
 
Finalmente venne il mattino, senza  che Harry avesse notizie del suo amore. Con il cuore pesante, la mente lacerata da paure atroci e il viso tirato, prese nondimeno il percorso della sala grande. Per tutto il giorno fu di umore ferino, invitando anche i suoi due migliori amici a girare al largo. Nei suoi occhi brillava una sofferenza senza eguali, ed ogni secondo doveva imporsi su di sé per non dare sfogo alla sua ansia e alla rabbia della sua impotenza. Una volta nei sotterranei fu peggio, non c'era nessuno per alleviare i suoi nervi tesi come le corde di un liuto.
 
La serata passò lentamente, ed Harry in mancanza di meglio finì per impossessarsi di una pergamena e iniziare a scrivere, a volte grattando furiosamente un passaggio:

Dall'odio all'amore c'è solo un passo,

L’ho superato senza alcuna speranza di cancellarne il peso.

Ormai il mio cuore si consuma d'amore,

Là dove una volta bruciava l'odio più assoluto.

 
In questo giorno la rabbia riempie la mia anima.

Sogno di stringere una lama,

E di trafiggere il cuore nero,

Del signore della disperazione.

 
Lui che ha rapito il mio amore,

Lui che ha plasmato la mia vita;

Vederlo morto ai miei piedi,

Mi riempirà di una cupa soddisfazione.

 
Ma nonostante i miei pensieri vendicativi,

Sole sussistono la mia impotenza e la mia angoscia.

Oh amore mio, se solo potessi portarti indietro,

E proteggerti dai suoi colpi spietati ...

Sono debole e inutile,

Pietà, ritorna da me vivo!

 
Improvvisamente un grattare contro la porta di legno lo fece trasalire violentemente. Folle di ansia e di speranza improvvisa, si precipitò verso la porta. Ebbe appena il tempo di aprirla che il suo insegnante entrò nei sotterranei con passi barcollanti. Inciampò, ma Harry lo raggiunse e aiutandolo come meglio poteva lo guidò fino alla sua stanza dove lo depose sul suo letto.
 
« Potter, vada a prendermi nella dispensa le fiale rossa e blu con una piuma disegnata sull’etichetta, e mi porti anche l’unguento silvenoix »
 
La voce dell’uomo era flebile e rauca, e mancava del suo solito mordente. Harry, scioccato per la debolezza del suo amato, gli portò rapidamente le sostanze richieste. Intanto Severus provò a togliersi la veste con difficoltà. Senza dire una parola, Harry andò per aiutarlo, e a corto di forze il Maestro di Pozioni non fece resistenza. Una volta fatto ciò, il Sopravvissuto scoprì con orrore l'entità del danno.
 
Il corpo del suo insegnante era coperto da ecchimosi violacee, e ferite più o meno profonde segnavano la sua pelle pallida. Fu solo allora che Harry notò l'angolo strano fatto dal suo braccio destro con la spalla. In aggiunta a tutto questo il povero uomo tremava spasmodicamente, provando anche un uso intensivo della maledizione cruciatus sulla sua persona. Alla vista del suo amore tanto prostrato, il giovane fece prima di tutto fatica a trattenere le lacrime, e poi il suo dolore si trasformò in un odio e in una rabbia intensa contro Voldemort.
 
« Bene, Potter, non si limiti a stare lì! Anche se credo che la mia visione in queste condizioni la faccia gioire, dovrebbe .. »

« Deve recarsi immediatamente in infermeria, ha bisogno di cure professore. » Lo bloccò Harry in tono più neutro possibile.
 
« E 'fuori discussione! »

« Professore, le lesioni sono molte e lei ha una lussazione alla spalla ... »

« No Potter, non andrò. »
 
Harry fissò il volto chiuso e determinato del suo insegnante e comprese che non sarebbe mai riuscito a fargli cambiare idea. Siccome il proposito di portarlo con la forza a far vedere dall'infermiera non lo allettava, finì per proporre in punta di labbra: (Beh, almeno in apparenza, perché il suo cuore era serrato di apprensione e la sua anima piena di speranza .)
 
« Molto bene professore, allora la aiuterò a guarire le sue ferite. Mi dica cosa devo fare. »

Piton gli rivolse uno sguardo freddo e sospettoso, ma dovette arrendersi all’evidenza, Potter era la sua unica possibilità di evitare l'infermeria.
 
« Potter, misuri tre gocce di pozione blu in un bicchiere d'acqua e me le dia. Poi vada a prendere bende e disinfettanti ». La voce dell’uomo in nero aveva ritrovato la sua freddezza, ma sembrava ancora molto debole agli occhi di Harry. Rabbrividì interiormente al pensiero di ciò che quell'uomo aveva dovuto passare stasera.
 
Una volta tornato al capezzale dell’ex Mangiamorte, Harry gli porse il bicchiere. Piton lo bevve, spiegandogli poi come rimettergli la spalla al suo posto; la sua voce non tremava e appariva quasi sereno. Lo stomaco annodato, il viso un pallore mortale, Harry immobilizzò la spalla del suo insegnante e fece rientrare in posizione l’articolazione con una trazione improvvisa, strappando un gemito di dolore all’uomo, e asciugandosi la fronte con il dorso di una manica, gli disse:
 
« Mi scusi, professore ... »

« Potter, inutile cercare di essere amichevoli, entrambi sappiamo quello che rappresentiamo. Ora disinfetti le piaghe e applichi l’unguento su ogni ferita . »
 
Le parole di Severus furono come una pugnalata nel cuore di Harry, ma ancora una volta strinse i denti e fece ciò che gli era stato chiesto. Se in un primo momento fu in grado di ignorare il fatto che l'uomo dei suoi sogni era disteso praticamente nudo sotto ai suoi occhi, e a non tener conto della grana della sua pelle sotto le dita, il Sopravvissuto finì per sentire i suoi sensi incendiarsi.
 
**Per Merlino, essere così vicino a lui, poterlo toccare ... Come vorrei stringerlo tra le mie braccia per cancellare questo dolore che vedo nei suoi occhi. Percorrere la sua pelle con le mie labbra in una dolce carezza e non essere respinto, solo per condividere un abbraccio con lui ...**
 
Harry si schiaffeggiò mentalmente e tornò alla triste realtà, le sue mani tremavano leggermente e fu felice di indossare ancora la sua ampia veste da mago, nascondendo almeno la prova lampante del suo desiderio.
 
Più di una volta dovette trattenersi dal trasformare le sue cure in languide carezze. E più di una volta arrossì, incapace di impedirselo, incrociando gli occhi di onice del Maestro dei sotterranei. Sotto le sue dita la pelle del ferito sembrava incandescente, e tutto il suo essere si indignò alla vista dei marchi che ne rompevano la purezza e pallore. Spesso Harry sentì lo sguardo di ebano del suo paziente posarsi su di lui, ma curiosamente non fece alcun commento sulle reazioni del giovane.
 
Durante la sua cure Harry notò altre cicatrici vecchie e si rese conto che Severus aveva già sperimentato questo trattamento almeno una volta in passato. Ancora una volta sentì un tuffo al cuore e una rabbia nera riempirgli l’anima all'idea che il suo amore era stato colpito in questo modo due volte.

Presto Harry completò il lavoro e porse senza dire una parola l'ultima dose della pozione al suo insegnante, poi come stava per andarsene sentì:

« Grazie Potter. »
 
Girandosi captò di nuovo quello strano bagliore negli occhi di Severus, prima che venissero chiusi sotto l'azione della pozione. La mente e il corpo turbati, il Sopravvissuto prese la strada del bagno ...

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Capitolo 13
*** 13) Verso una tregua, e chissà? ***


Con i capelli ancora bagnati dalla doccia fredda, il Sopravvissuto prese un libro e si mise al capezzale del padrone di casa. Guardò ansiosamente il volto pallido del maestro di pozioni aspettando la sua inspirazione successiva. Era ancora così debole ... Con i suoi lunghi capelli neri sparsi sul cuscino e il suo viso rilassato nel sonno, sembrava un angelo caduto sulla terra. Il suo naso aquilino non spezzava affatto la sua misteriosa bellezza, aggiungendo al contrario una forza tipicamente mascolina.
 
** Potrei restare a contemplarti così per l'eternità .**  pensò Harry. Tuttavia la preoccupazione non era lontana, e le vene viola del collo del ferito erano lì a ricordare la gravità della sua condizione.
 
L'alba era vicina e la pozione non aveva più bisogno di vigilanza, Harry finì per addormentarsi sulla sedia. Fu svegliato da un gemito angosciato. Proveniva da Piton, che tremava e si dibatteva fra le lenzuola. Con il cuore pesante alla vista della persona amata così debole e indifesa, Harry avanzò timidamente. Esitò, poi lentamente si sedette sul letto e prese il suo insegnante tra le braccia. Gli mormorò parole di conforto all'orecchio, accarezzandogli dolcemente la schiena con una mano. Tra le parole incoerenti mormorate da Severus nel suo delirio, Harry riuscì a carpire una frase:
 
«Pietà Maestro, la supplico di smettere ... »

Il Maestro di Pozioni, prigioniero del suo incubo, scoppiò in lacrime sulla spalla di Harry, implorando la misericordia inesistente del Signore Oscuro.

Vedere quell’uomo così orgoglioso, terrorizzato da Voldemort nel sonno, ridotto a supplicare, rese Harry folle di rabbia, e la sua mente si riempì di immagini del Signore delle Tenebre morto o agonizzante di dolore ai suoi piedi.
 
** Oh, Severus, hai sofferto così tanto. Se solo lasciassi gli altri avvicinarsi. Se solo aprissi loro il tuo cuore, se solo aprissi il tuo cuore a me. Non saresti più solo, mai più.**

Quando Harry tenne il suo professore addossato a sé, le sue lacrime di tristezza si mescolarono con quelle di disperazione e umiliazione del suo superiore.
 
L'uomo in nero finì per calmarsi, ma il giovane lo tenne ancora qualche istante stretto fra le sue braccia per gustarsi il piacere di toccarlo un altro po’. Poi, a malincuore, si allontanò delicatamente e gli rimboccò teneramente le coperte. Il giovane, esausto, si mise inginocchiato a capo del letto con viso appoggiato a pochi centimetri dal volto di Severus. E infine, vinto dalla stanchezza si addormentò.
 
OooOooOooOooOooOO
 
« Potter ! »
 
Harry aveva l’impressione di sentirsi chiamare. C’era anche questa mano che gli scuoteva la spalla con insistenza. Trattenendo un sospiro di fastidio aprì gli occhi con difficoltà, per tuffarsi in due pozzi di ossidiana. Col respiro mozzato, il ragazzo arrossì violentemente per esser stato scoperto in questa strana posizione e si alzò aspettandosi il disprezzo e le rimostranze che certamente non sarebbero tardate. Piton lo guardava senza dire una parola, lasciando che un silenzio pesante si insediasse. Non potendone più, Harry lo ruppe dicendo con tono del tutto naturale:
 
«Buongiorno Professore, come si sente? »

Per lo spazio di un momento Harry credette di vedere un piccolo sorriso giocare sulle labbra di Severus, ma egli rispose semplicemente:

« Non troppo male Potter. »

«Volete qualcosa di particolare per colazione professore? »
 
Il Maestro dei sotterranei lo fissò con sospetto, sorpreso che il suo studente non approfittasse della situazione per vendicarsi. Poi si arrese:

«Del Tè e con le brioche, per favore, Potter. » Sputò l'ultima parola, come se essere gentile con lui gli desse il bruciore di stomaco.

Senza rilevare la picca implicita, Harry andò a prendere qualcosa da mangiare.
 
Tornò con un vassoio che mise sul comodino, e senza dire una parola aiutò Severus ad alzarsi.

«Grazie Potter. »  Disse l'ultima parola con voce un po' meno aggressiva.

Harry continuò a sorridere e disse:
 
«Di nulla professore.. Se non le dispiace andrei a fare un salto in sala grande adesso. Dovrebbe essere Sabato e preferisco che i miei amici non si preoccupino. »

«Nessun problema Potter. Un’ultima cosa, lei capirà che preferisco che questa faccenda rimanga tra noi ... »

«Non dirò nulla professore. »

Piton lo ringraziò con un cenno del capo e Harry uscì.
 
Mentre si dirigeva verso la sala grande esultò; anche se Piton non era stato davvero amichevole aveva fatto degli sforzi per mostrarsi conciliante.
 
OooOooOooOooOooOO
 
Fu con animo leggero che il Sopravvissuto venne a prendere il vassoio del suo insegnante. Questo, evidentemente facendo uno sforzo sovrumano, gli chiese con voce fredda, ma per una volta priva di disprezzo:

«Potter ho bisogno del suo aiuto per andare in bagno e per cambiare le mie medicazioni ... »
 
Harry, sorpreso dal tono quasi amabile, alzò rapidamente la testa e incrociò lo sguardo dell’ex mangiamorte. Per alcuni secondi le maschere caddero e ciascuno poté leggere i pensieri profondi dell’altro. Questo scambio fu di rara intensità. Harry lesse la riconoscenza, forse un accenno di speranza, un sacco di dolore e anche disgusto, ma non diretto contro di lui, negli occhi scuri del Maestro dei sotterranei. Confuso, Harry rivolse la sua attenzione al vassoio. Aveva compreso che Severus era un uomo tormentato che da tempo aveva perso ogni stima personale.
 
Fu per questo che rispose con voce involontariamente dolce e leggermente roca:

«Certamente professore, mi lasci giusto il tempo di sparecchiare la tavola. »

** Come deve essere dura per lui. Come ci si può disprezzare o addirittura odiare a questo punto? *
 
Era strano, ma nel contesto attuale obbedire alle direttive del suo maestro non lo esasperava. Il Sopravvissuto era determinato a sfruttare la situazione per imparare più informazioni possibili su questo essere misterioso.
 
Una volta pulita la camera Harry guidò il padrone di casa al bagno. Poi, una mezz'ora dopo, lo aiutò a sedersi sul letto e cominciò a rifare le medicazioni. In tutto il processo nessuno parlò, cosa di cui Harry fu felice perché aveva bisogno di tutta la sua concentrazione per non lasciarsi andare a carezzare sensualmente la pelle morbida e perlacea del suo superiore.
 
«Ignoro perchè non approfitta della situazione Potter, e non capisco perchè mi aiuta senza protestare. Ma la ringrazio. » Severus si fermò lasciando un silenzio stupito a rispondere alla sua tirata, poi continuò:

«E 'quasi mezzogiorno, condivide il mio pranzo, Potter? »
 
Il tono era freddo, ma stranamente privo di animosità, e se il viso di Piton era indecifrabile, una luce strana animava il suo sguardo.

Harry, a bocca aperta, dopo uno sguardo obliquo e un timido sorriso, rispose con cautela:

«Con piacere professore. »
 
OooOoOOoOOoOoOO
 
Mentre i due uomini si apprestavano ad iniziare a pranzare tranquilli attorno a una deliziosa pasta alla bolognese, la porta del sotterraneo si aprì per un colpo di vento.

«Severus, va tutto bene? Ero preoccupato e ... » Silente si fermò improvvisamente scoprendo Harry tranquillamente seduto davanti al suo insegnante.
 
«Harry, ci sei anche tu. », Osservò inutilmente il vecchio mago un po’ confuso.

«Bene, bene, appuntamento nel mio ufficio tutti e due, devo parlarvi. » E senza attendere risposta il mago eccentrico lasciò le stanze.

Harry e Severus si scambiarono uno sguardo di assoluta incomprensione prima che quest’ultimo recuperasse la sua maschera glaciale e dicesse al giovane che era meglio che andassero ...
 
OooOoOOoOOoOoOO
 
Ha visto le mie debolezze,

Ha percepito il mio disagio;

Eppure nello smeraldo dei suoi occhi,

Io non leggo né gioia né disprezzo, solo una sensazione misteriosa.

 
La paura danza nel mio corpo,

E se mi sbagliassi, se avessi torto?

La sua preoccupazione sembra sincera,

Ma nasconde un veleno deleterio?

Lui è umile e disponibile qui.

 
Dove è l'odio? Che cosa è questa favola?

Non lo so, non lo so più.

Nei suoi occhi verdi mi sono perso.

Un gesto, un sorriso, uno sguardo.

 
Oserò aprire il mio cuore, dargli questo potere?

Rischio ancora di soffrire nell’anima?

Sì, ma nei suoi occhi quella fiamma ...

Solo una parola per schiudere il mio cuore,

Ti prego Amore, non fare la mia sventura.

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Capitolo 14
*** 14) Quando Silente si impiccia ***


Harry e Severus si riunirono nell'ufficio di Silente che gli fece cenno di sedersi proponendogli  tè e dolcetti al limone.

Senza lasciare ai due uomini il tempo di parlare, iniziò subito:

«Felicitazioni a entrambi, la pozione è finita e sembra funzionare! »

«Che cosa ... » Cominciò Harry stupito.
 
«Sì Harry, i tempi di produzione si sono conclusi la notte scorsa e ho chiesto gli elfi di raccogliere il frutto dei vostri sforzi. »

Data l'evidente mancanza di entusiasmo dei due uomini, Silente si accigliò e decise di andare avanti immediatamente:

«Bene, ora bisogna pensare al futuro. Severus ti ricordi il piano di cui avevamo parlato qualche giorno fa? »

«Certamente signor preside.» Rispose l'uomo con voce glaciale e un po' disapprovante.

«Bene, iniziamo a metterlo in pratica, conto sul vostro sostegno. »
 
Per pochi secondi Piton sembrò sul punto di esplodere sotto la pressione di una violenta lotta interna. Poi finalmente lasciò cadere con voce vibrante di rabbia e il viso pallido:

«No! È troppo rischioso, signor direttore. »

«Severus, troppe cose dipendono da questo piano, e voi lo attuerete volenti o nolenti. Quindi non obbligatemi a darvi l'ordine espresso.» La voce di Silente era dolce ma ferma, e il suo sguardo determinato. Per qualche istante i due uomini si sfidarono e Piton, malgrado il suo evidente disagio, si rifiutò di cedere.
 
«Come vuoi Severus. Molto bene, ti ordino di mettere in atto questo piano. »

Il Maestro di Pozioni impallidì ancora di più, ma rimase in silenzio sotto lo sguardo scrutatore del vecchio mago.

Harry era perso, ignorava i dettagli e gli esiti di questa storia, ma tutto questo mistero cominciava a infastidirlo seriamente, e stava per dirlo quando l’ex mangiamorte parlò di nuovo con una voce stanca, come spezzata:

«Molto bene, avete vinto, lo farò. »

«Benissimo » Approvò Silente.
 
«Harry tu dovrai partire verso un luogo segreto per la tua sicurezza. »

«Ma professore è impossibile, restano gli Horcrux da distruggere e .... »

«Altri si incaricheranno di questo! La tua vita è troppo preziosa per rischiarla inutilmente. »

«E fuori discussione che io taccia come un codardo in un buco, mentre altri rischiano la loro vita! » Harry, furioso, si era alzato e stava di fronte a Silente, entrambe le mani appoggiate saldamente sulla sua scrivania. Per qualche istante i loro sguardi si scontrarono e il vecchio mago riprese con voce stanca, dopo essersi passato una mano sul viso:

«Harry. Mi dispiace ma su questo capitolo non ti lascio scelta e per di più partirai immediatamente.»
 
«Ma ... »

«Severus, esci per cortesia. Preferirei che la destinazione di Harry fosse nota solo a me. »

La schiena rigida e il volto cinereo, Piton si incamminò verso l’uscita. Appena passata la soglia della porta, gettò un ultimo sguardo a Harry come desolato, e lo salutò con un breve cenno della testa e un mezzo sorriso strano. Ancora una volta aveva quel luccichio nei suoi occhi.

Il cuore sottosopra, Harry non poté che restituirgli lo sguardo cercando di metterci tutte le sue speranze e il suo amore.

** Perché aveva l’aria triste andandosene? Cosa mi nascondono? Oh Severus, come vorrei che tutto fosse più semplice! **
 
La voce di Silente che mormorava un incantesimo tirò fuori Harry dai suoi pensieri, e prima ancora che avesse tempo di reagire il vecchio uomo eccentrico pose nella sua mano in un oggetto.

Immediatamente Harry si sentì tirato in tutte le direzioni. Il suo ultimo pensiero coerente prima che la stanza sparisse in una macchia di colore fu:
 
** Una Passaporta, il vigliacco mi ha dato una Passaporta senza dirmelo! **
 
OooOoOOoOOoOoOO
 
Questo sguardo, la sua profondità, l’intensità,

Quando troveremo il coraggio di affrontare,

Tutti i suoi continui silenzi;

Questi non detti che continuano ad aleggiare tra di noi?

 
Oseremo affrontare questa verità,

Il che ci blocca, ci consuma e non cessa di torturarci?

Potremo infine parlarci apertamente?

Lasciar cadere le maschere di indifferenza e di odio glaciale?

Il mio cuore duole, perché so che il tempo vola.

Che il treno per noi è partito.

Eppure il mio sangue trasporta questa speranza

Che tu accetti di nuovo di credere alla vita,

Senza di te la vita mi sembra triste e desolata,

Perché fuggi la luce, ti rifiuti di abbandonare l'ombra?

 
Io ti amo e vorrei essere il Sole che scalda il tuo cuore,

E che ti aiuta a riparare, a superare i tuoi errori.

In ogni uomo vive una parte di ombra e luce,

E ho sempre pensato che dalle tenebre cresca,

La più alta fiamma dei guardiani della luce.

Severus ascoltami, io l’ho visto, in te si nasconde la bontà.

 
Ti prego lasciami aiutarti a esprimerla,

Lasciami proseguire al tuo fianco.

Permettimi di essere colui che ti ha mostrato,

Teneramente come amare.

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Capitolo 15
*** 15) Reclusione forzata ***


Harry strizzò gli occhi ciecamente pochi secondi cercando di fare il punto della sua situazione. Si trovava palesemente nell’androne di un vecchia casa di pietra grezza arredata all’antica e stringeva nel suo pugno destro una vecchia piuma d'oca. Il giovane, benché stordito dai nuovi arredi, non era meno furioso con il suo vecchio direttore e continuava a ripetersi frasi come:
 
** Non perdeva nulla ad aspettare il vecchio rincoglionito. Se ne pentirà, oh sì, parola di Potter, se ne pentirà! **
 
Dopo aver tempestato e maledetto Silente per un po’, il giovane decise di andare avanti e spingere la porta di fronte a lui. Quest'ultima si aprì lentamente rivelandogli un accogliente salotto con un grazioso camino in pietra in cui ardeva allegramente un buon fuoco, e là, in una poltrona girata di tre quarti verso di lui, c'era Draco Malfoy che sfogliava casualmente una rivista. Troppo assorto nella sua lettura, il Serpeverde non si era accorto della sua presenza. Con due falcate Harry si trovò vicino a lui e sputò fuori con voce ostile:
 
«Che ci fai qui Malfoy? »

«Potter, Vedo che non hai perso la tua incredibile mancanza di classe e di civiltà. », Rispose il verde e argento con la sua voce strascicata e sprezzante, i suoi occhi grigio chiaro taglienti come acciaio.

Harry quasi soffocò di rabbia nel sentire la risposta di Malfoy, e dovette trattenersi per non saltargli alla gola e far sparire il sorriso arrogante delle sue labbra pallide.
 
«Allora Potty, non dici niente? La tua idiozia ha raggiunto un livello tale che non riesci più nemmeno ad allineare due parole? » Riprese Draco con lo stesso tono strascicato e snob che aveva avuto la capacità di far impazzire Harry. Palesemente, anche il Serpeverde si sentiva frustrato cercava guai.

«Malfoy, insopportabile poppante di un ricco, pretenzioso e vile al punto tale da rintanarsi in un buco per paura di affrontare Voldemort » Disse Harry a voce bassa e glaciale, vibrante di odio. Gli occhi del sopravvissuto si erano spalancati ed era impallidito per la rabbia; i suoi pugni si aprivano e si chiudevano spasmodicamente.
 
«Non trattarmi come un codardo Potter, te lo proibisco! »

«Mi chiedo come mai non stai strisciando ai suoi piedi come quel cane di tuo padre! »
 
Aveva appena pronunciato queste parole il Grifondoro, che seppe di essere andato troppo oltre.Draco era sbiancato, i suoi occhi avevano una fissità preoccupante. Improvvisamente, non tenendosi più, il verde e argento si avventò sul sopravvissuto gridando di rabbia, cercando di colpirlo con calci e pugni e tentando di fargli il più male possibile. Harry, sorpreso dalla reazione brutale al suo faccia a faccia, non reagì abbastanza velocemente ed entrambi finirono sul pavimento cercando di strangolarsi a vicenda. Draco iniziò ad essere in vantaggio e si teneva in posizione di forza al di sopra del moro, quando questo con un colpo di reni riuscì a invertire le loro situazioni. Quando Harry aveva visto lo sguardo ossessionato del biondo, prima che si gettasse su di lui, aveva sentito tutta la rabbia sparire, e piuttosto che colpire Malfoy gli immobilizzò i polsi aspettando che si placasse.
 
Il Serpeverde finì per tornare alla ragione e disse con voce aggressiva:

«Potter spostati da lì! Il tuo tocco mi fa venir voglia di vomitare! »

Preferendo ignorare l'insulto, Harry si alzò in piedi, facendo una smorfia a causa delle costole un po’ doloranti. Provò una gioia selvaggia nel vedere che anche Malfoy era in cattive condizioni.
 
«Bene Malfoy, ora dimmi dove siamo. »

«Non so niente Potter, sono tre giorni che Silente mi ha rinchiuso qui. »

«Vuoi dire che siamo solo noi in questa casa? »

«Esattamente Potter, e ogni giorno dei piatti pronti vengono inviati ad orari fissi nella cucina, così che non si incontri nessuno. »

Harry imprecò, non ne poteva realmente più, si disse che era maledetto.

** Prima Severus e ora Malfoy! Ma non è possibile, Silente mi vuole morto o cosa? **
 
«Non lo avrei mai detto Potter » sferrò Malfoy nel sentirlo bestemmiare come un carrettiere.

«La stanza è qui. » Continuò.

«Perché, c'è una sola stanza? » soffocò Harry.

«Questo non mi fa più piacere che a te Potter, ma così come saremo costretti a trascorrere qualche tempo nella stessa casa, altrettanto dovremo cercare di non spaccarci la faccia tutti i giorni ... »

Questa sembrava molto una proposta di armistizio, e anche quasi di scuse.

Approvò in punta di labbra ed entrò nella stanza, mentre il Serpeverde tornava alla sua rivista.
 
OooOoOOoOOoOoOO
 
Da quel momento in poi si instaurò una strana routine , e ciascuno dei due ragazzi cercò di evitare l’altro. In realtà stavano insieme solo per i pasti, che si svolgevano sempre in un silenzio glaciale, quasi angosciante, e durante il sonno. Occasionalmente si rivolgevano ripicche e dei commenti offensivi, ma mai più tornarono alle mani.
 
Fra sé e sé Harry non era troppo insoddisfatto della situazione; certo, doveva sopportare il furetto, ma almeno aveva qualcuno a portata di mano per scaricare i nervi. Col passare dei giorni ammise finalmente che anche queste scaramucce verbali con il biondastro degenerato avevano finito per mancargli durante il suo "isolamento" con Severus.

Inoltre, da quando era lì il Grifondoro non aveva trascorso un secondo senza pensare al Maestro dei sotterranei; si chiedeva cosa facesse, se stesse bene ...
 
Il giovane sapeva bene che era ridicolo, è che proprio non poteva farne a meno, era più forte di lui.

Harry era abbastanza onesto con se stesso da ammettere che l'unica cosa che lo infastidiva veramente era ascoltare Malfoy avere gli incubi accanto a lui durante la notte. Ogni sera il sopravvissuto veniva svegliato dalle urla di angoscia del furetto. E se in un primo momento Harry se ne era servito per sminuirlo, smise subito leggendo negli occhi del suo nemico una sofferenza e un’angoscia quasi animali alla semplice menzione dei suoi brutti sogni.

Harry aveva il cuore stranamente serrato quando sentiva Draco singhiozzare sommessamente fra le lenzuola; gli ricordava le crisi che aveva vissuto dopo la morte di Sirius. Con orrore il moro finì per capire che una parte di lui compativa Malfoy.

OooOoOOoOOoOoOO
 
L'odio e la rabbia,

Questi sentimenti pieni di furore

Saccheggiano, devastano il nostro cuore,

In un secondo, in un lampo.

Con la comprensione e la compassione

Sono spazzati via e dimenticati.

Essere in grado di vedere con il cuore,

Questo perenne nemico, e respingere il rancore.

 
E’ semplicemente un istante,

Ritrovare l'anima e l'innocenza di un bambino.

E infine capire che cosa sia, essere umani.

Perché solo il perdono, porta un domani migliore.

Saper andare oltre il passato;

È la più bella forza dell'umanità.

È il potere di aprirsi all’amore e all’amicizia,

Per trovare un modo per interagire, condividere ...

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Capitolo 16
*** 16) Un nemico, uno specchio, un’amicizia? ***


Note della traduttrice:  La storia volge al suo epilogo, altri 4 capitoli e finirà.Probabilmente vedrete precipitare gli eventi con un pò troppa fretta, ma l'intento dell'autrice non era quello di raccontarvi una storia, ma uno stato d'animo. Buona lettura

OooOoOOoOOoOoOO

Harry sospirò tristemente udendo Malfoy lamentarsi e gemere nel sonno. Era il secondo incubo stanotte, e sembrava particolarmente potente. Il Sopravvissuto stava per coprirsi la testa con il cuscino sbuffando irritato, quando le sillabe sfuggite alla bocca di Draco divennero intelligibili:

«Pietà, vi prego di non ucciderla! Padre, vi prego. No! Mamma, no! Non mi lasciare, mamma torna, pietà, mamma ... »
 
Harry si bloccò udendo le sue parole, qualcosa si era rotto in lui. Non poteva lasciare Draco così quando piangeva la morte di sua madre! Harry si alzò lentamente e, tremando dappertutto, prese il suo nemico piangente tra le braccia, facendo grandi cerchi con la mano dietro la sua schiena. Lentamente il biondo si calmò e tornò in lui. Il suo primo impulso fu quello di respingere il Grifondoro, ma quando ne incrociò lo sguardo commosso poté solo dire con voce spenta:

«Lasciami Potter, lasciami. »
 
«Ascoltami Malfoy, io non so cosa è successo, ma tenersi per tutto il tempo questo genere di cose è deleterio. » Mentre Draco apriva la bocca per rispondere, Harry lo prevenne:

«Capisco che tu non voglia parlarmene, ma i tuoi incubi tolgono la vita anche a me. E penso che l'unico modo perché tu ti senta meglio sia parlare con qualcuno. »

«E credi veramente che io vada a spiattellare la mia vita davanti a un miserabile come te? »Rispose  incredulo il Serpeverde.
 
«Immaginavo che avresti reagito così, ma se tu decidi di fidarti di me sappi che sono qui ... Draco. » Harry aveva avuto problemi a pronunciare il nome del suo peggior nemico, ma quegli incubi maledetti cominciavano a stargli sulle scatole ed era ansioso che Malfoy se ne sbarazzasse.

«Ti proibisco di pronunciare il mio nome e macchiarlo, brutto figlio di un sangue sporco! » Gridò il biondo arrabbiato. Al prezzo di un eroico sforzo, Harry riuscì a lasciar scivolare l'insulto e tornò a letto senza una parola. Ma dentro tremava per la rabbia, e per calmarsi evocò nella sua mente l'immagine di Severus addormentato con i capelli che si aprivano a ventaglio sul cuscino. L'effetto fu immediato e il Sopravvissuto riuscì magicamente a dormire.
 
OooOoOOoOOoOoOO
 
Il giorno dopo Harry stava leggendo un romanzo quando Malfoy si sedette di fronte a lui, sembrava imbarazzato.

« Potter Senti, so che non sono stato molto gentile la notte scorsa e io ... io mi scuso. »

Queste poche parole, specialmente le ultime, sembravano aver richiesto un enorme sforzo al giovane Serpeverde che Harry fissava con gli occhi spalancati, paralizzato dalla sorpresa.

Dopo un silenzio piuttosto lungo il biondo riprese con voce titubante, quasi implorante, fissando le sue dita incrociate davanti a lui:
 
«Se la tua proposta è ancora valida vorrei parlare con te ... »

«Molto bene, ti ascolto Draco. » Rispose il Grifondoro congratulandosi del suo tono calmo e della sua aria rilassata. Non voleva assolutamente che il verde e argento sapesse che era nervoso fino all’inverosimile. Curiosamente, Malfoy cominciò a parlare senza rilevare l'uso del suo nome:

«Ti chiedo una sola cosa Potter, non interrompermi. » E dopo un respiro profondo iniziò la sua storia con voce bassa e leggermente rauca:
 
«Sono ormai due settimane che mia madre è morta davanti ai miei occhi uccisa da un Avada Kedavra; ricordo ancora l'espressione di stupore che era nei suoi occhi quando il lampo l’ha colpita. Non sembrava crederci ... La parte peggiore di tutto questo è che non ho fatto nulla per salvarla. Sono rimasto là a guardarla morire. Sono io che dovrei essere morto, non lei; sono stato troppo vigliacco per intervenire, per salvarla, per impedirgli di ucciderla. Lo rivedo ancora, lui, il Signore delle Tenebre articolare le sue parole e condannare mia madre con un sorriso! E poi c'era anche mio padre che è giusto scoppiato una fragorosa risata vedendo mia madre cadere. Ti rendi conto mio padre, suo marito, ha riso vedendola morire! »
 
Se in un primo momento la voce del giovane era piena di disperazione, ora tremava di odio alla menzione del suo infame padre. Poi, rotto dall’emozione, Draco scoppiò in singhiozzi non riuscendo a reprimere quelle lacrime che si era impedito di versare. Il Serpeverde oscillava dolcemente sulla sedia, le guance rigate di lacrime, ripetendo disperato:

«Perdonami Mamma, perdonami ... »
 
Harry, turbato, non sapeva che fare, poi strinse il verde e argento fra le braccia, dicendogli che non era colpa sua, che non poteva farci niente, e che doveva ritrovare il sorriso per sua madre. Anche se il Sopravvissuto si mostrava dolce e confortante davanti a Draco, il suo cuore era pieno di un odio freddo e tagliente per Voldemort, e per la seconda volta Harry giurò di vedere l’Oscuro Signore giacere morto ai suoi piedi!
 
Le giornate seguenti furono testimoni della nascita di un’amicizia cauta ed incerta tra due giovani. Malgrado i loro pregiudizi, entrambi sapevano che, dopo ciò che avevano condiviso, l'odio era fuori luogo. Poi, lentamente e con cautela cercarono di capire meglio l'altro. Ed Harry finì per provare un profondo rispetto per Draco, cominciando anche a fidarsi di lui, trovando sempre più cose in comune. La più clamorosa delle quali fu probabilmente la sensazione di solitudine, perché nonostante le apparenze, il Grifondoro si rese presto conto che il principe dei Serpeverde non aveva mai avuto un amico davvero sincero, ed Harry era determinato ad essere il primo!
 
E le cose andarono per il meglio quando Piton fece il suo ingresso in quella piccola oasi di pace annunciando loro che tutti gli Horcrux erano stati distrutti, e che sarebbero partiti tutti e tre, il giorno successivo, per la battaglia finale ....
 
OooOoOOoOOoOoOO
 
E’ curioso capire,

Che in ogni essere si nasconde un cuore che batte.

Come è strano abbassare le armi e imparare, infine,

A fidarsi, e superare il passato.

 
L'odio non porta a nulla,

E niente è dovuto alla sorte.

Allora perché meravigliarsi,

Della nascita di una nuova amicizia.

E scoprire che a volte è negli occhi,

Di un nemico che si nasconde lo specchio della sua anima.

E rendersi conto che così siamo felici

Quando nei nostri cuori si accende la fiamma.

Spero che questo vi migliori…

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Capitolo 17
*** 17) Tradimento e disperazione ***


Note della traduttrice: Un piccolo avvertimento: per coloro che (ancora) non avessero letto l'ultimo libro di Harry Potter *...ce ne sono ancora? Esistono?!?* questo capitolo contiene un piccolo spoiler sugli horcrux. Lettore avvisato...

OooOoOOoOOoOoOO

Harry e Draco erano seduti tranquillamente attorno alla loro colazione, quando in un "pop" sonoro Piton si materializzò davanti a loro.

Se Harry non poté nascondere la sua sorpresa, Draco con la sua abituale compostezza si limitò a offrirgli una tazza di tè. Il Maestro delle segrete lo ringraziò con un cenno del capo, poi prese posto a un'estremità del tavolo. Guardò in silenzio i due giovani prima di dirgli, con la sua solita voce fredda:
 
«Ammetto che sono sorpreso di vedervi entrambi vivi e in buona salute. Immagino che non sia a lei che dobbiamo questo miracolo Potter. » Aggiunse, con un piccolo sorriso sprezzante.

Harry sentì un impeto di rabbia invaderlo. ** Rabbia, oltre l’odio ...**  Pensò amaramente. Fece per replicare bruscamente ma Draco lo prevenne:

«In realtà è Harry che ha fatto il primo passo verso la riconciliazione. »
 
Preso alla sprovvista e totalmente interdetto, Piton non poté nascondere il suo stupore e per qualche istante rimase letteralmente senza parole. Solo per questo e nonostante il tono strascicato e un po’ sprezzante di Malfoy, Harry sarebbe balzato all’attacco. Notando il piccolo sorriso di Draco, il Sopravvissuto scommise che avesse pronunciato quella frase solo per destabilizzare il Maestro delle Pozioni.

Quest’ultimo in ogni caso si riprese presto:

« Bene, sono contento che abbia finalmente deciso di comportarsi come un adulto, Potter. Può essere che alla fine le riuscirà di affrontare il Signore Oscuro con dignità. »
 
«Cosa vuole dire professore? Lo scontro finale sarà quindi presto? »

« La sua perspicacia mi lascia senza parole Potter. » Rispose sarcasticamente l’uomo in nero.

« Tutti gli Horcrux sono stati distrutti e Silente ha fissato la riunione per domani sera, devo portarvi lì. » Piton aveva ripreso la sua compostezza, anche se aveva come una sfumatura di rimpianto nella sua voce.
 
Harry lo fissò qualche minuto senza vederlo, preso dal panico e dalla sensazione che la morte si sarebbe abbattuta senza pietà su di lui. Poi il ricordo della morte di Sirius e dei suoi genitori tornò,  rivide le terribili ferite si Severus, come la disperazione di Draco. Un’ondata di odio e di rabbia allo stato puro lo travolse e spazzò la sua paura. Sarebbe andato ad uccidere Voldemort per Sirius, per i suoi genitori, per tutti coloro che il Signore delle Tenebre aveva ingannato e soprattutto perché non aveva scelta: un simile mostro doveva sparire in un modo o nell'altro. L'eletto lentamente alzò gli occhi a incrociare quelli di Severus e rispose con voce glaciale:
 
« Molto bene, sono pronto. »

Il Maestro di Pozioni annuì in risposta, e il bagliore strano fu di nuovo nei suoi occhi.
 
Nonostante la sua bella rassicurazione Harry crepava di paura e non riuscì a chiudere occhio tutta la notte. Trascorse il giorno precedente l'ultima battaglia a vagare come un'anima persa in casa, pensando che alla fine non avrebbe mai avuto l'opportunità di scoprire l'identità del suo corrispondente Serpeverde. Gli aveva parlato poco dopo il suo arrivo al nascondiglio e si sentiva un po' colpevole, ma vivere con Malfoy non era affatto una passeggiata di salute. La sera finalmente arrivò ed Harry trovò i due Serpeverde in salotto.
 
« Bene Potter, ci materializzeremo al punto di incontro. Poi Draco ed io la porteremo dal Signore Oscuro. »

Harry annuì e squadrò per qualche istante il viso di Severus, come per marcarne un'ultima volta i tratti nella memoria. L'uomo in nero sembrava molto calmo e distaccato, mentre lui tremava in ogni membro e aveva l’impressione di aver mangiato piombo.

Infine Harry prese un braccio del maestro dei sotterranei per guidare il suo spostamento, mentre Draco faceva lo stesso sul lato opposto, e partirono ...

I tre uomini stavano in una radura tetra, piena di alberi scricchiolanti e fruscii inquietanti.
 
«Di qua » Fece Piton freddamente, prima di guidarli su uno stretto sentiero appena visibile nella penombra del crepuscolo. Dopo pochi minuti di un cammino azzardato tra le ombre della strada, a inciampare nelle buche e sui dossi, e a impigliarsi i vestiti in mezzo ai rovi, sbucarono in quello che doveva essere stato il viale d’onore di un tumulo.
 
Oggi non ne restavano che muri rotti dalle ingiurie del tempo e della foresta. L'aria era intrisa di minacce e non un suono veniva a disturbare il silenzio soffocante. Harry aveva il cuore che gli batteva all'impazzata, la fronte madida di sudore e aveva l’impressione che qualcosa si nascondesse sotto gli alberi seguendoli con gli occhi.
 
Improvvisamente una dozzina di Mangiamorte uscirono dal sottobosco, e prima che potesse reagire Harry fu gettato in ginocchio da una terribile ondata di dolore. Ebbe l’impressione che lo scorticassero vivo, e che al tempo stesso gli affondassero centinaia di aghi incandescenti nel corpo. Nonostante il suo dolore, un pensiero si fece strada nel suo cervello: l'attacco era venuto dalla sua destra, non dai Mangiamorte!

** No, è impossibile ...! Piton? Oh! Severus perché? ... Per cosa? **
 
Prima che potesse soffermarsi sulla questione, tra le lacrime di dolore vide avanzare Draco e strappargli la sua bacchetta con un sorrisetto beffardo.

** No, no, deve essere un incubo. Loro ... Entrambi ... Mi hanno tradito entrambi ... E dire che Ron aveva ragione! **
 
Il sopravvissuto credeva gli avessero strappato il cuore, e il tradimento dei due Serpeverde per lui era molto più doloroso della sofferenza. Era come se un abisso senza fondo si fosse aperto sotto i suoi piedi, come se qualcuno gli stesse dilaniando il cuore pezzetto per pezzetto. Quando pensò all'amore che aveva provato per l'uomo in nero ebbe voglia di vomitare. Per Merlino che stupido che era stato!
 
Harry cercò di incrociare lo sguardo di Piton. Inizialmente il giovane non vide che il suo sorriso di soddisfazione, mentre lo osservava contorcersi nella polvere, poi si immerse nei suoi occhi ebano. Uno sguardo che non esultava, uno sguardo che sembrava esprimere dolore e amara tristezza. Harry non sapeva più che pensare, era totalmente perso. Ma già l’effetto dell’incantesimo scemò, e due Mangiamorte lo afferrarono per le braccia per trascinarlo nel cuore delle rovine.
 
Una volta dentro, senza tanti complimenti fu gettato ai piedi di un trono di pietra. Tremando in tutto il corpo, il Sopravvissuto si alzò con difficoltà e nessuno glielo impedì. Poi alzò lo sguardo per incrociare i suoi occhi cremisi.

« Ti aspettavo, Harry. »

Solo il silenzio seguì le sue parole, Harry si accontentò di tenere la schiena dritta, ma il cuore spezzato, davanti a Voldemort.
 
«Beh, ti ho conosciuto più loquace Harry. Non vuoi nemmeno fare una dichiarazione finale prima di morire. » Mentre l’Oscuro Signore parlava, il serpente Nagini si diresse verso il sopravvissuto.

** Così Piton mi ha mentito fin dall'inizio, se è qui nessun nuovo Horcux è stato distrutto. Davvero non credevo che sarebbe finita così, ma ora sono senza speranza .**
 
Harry sentiva la morte avvicinarsi dolcemente a lui e insinuarsi lentamente attraverso ogni poro della sua pelle nel suo cuore e nella sua anima. Questa volta non poteva negarlo, era terrorizzato e impotente quasi come un neonato.

Improvvisamente l'istinto di sopravvivenza prese il controllo di Harry e gli ordinò di parlare e guadagnare tempo.

« Io vedo che tu sei ancora così vigliacco. Piuttosto che confrontarti direttamente con me hai preferito attirarmi qui e farmi disarmare a tradimento. Hai paura Voldemort? » Harry aveva deliberatamente usato un tono di scherno e di disprezzo, ed era coraggiosamente avanzato di un passo o due, provocando un’alzata di bacchette magiche fra i Mangiamorte.
 
« Vedo che i tuoi cani malefici hanno imparato bene la lezione, ma la verità è che senza di loro non sei nulla. »

« Silenzio! Taci verme miserabile! » Tuonò il Nero Signore, alzandosi bruscamente.

« Molto bene, ti ammazzerò con le mie mani, ti schiaccerò sotto il mio tallone come il volgare insetto che sei! Voi altri sgombratemi il centro di questa sala e fateci posto! »
 
OooOoOOoOOoOoOO
 
Un’ultima bravata, un’ultima parola,

Ma la morte inevitabilmente si avanza presto.

Il sapore dolce-amaro del tradimento,

Questa disperazione, questa tristezza, e anche l’abbandono...

Egli si trova là, sul terreno incerto dei giuramenti rotti,

Mitragliato dalla pioggia fredda dell’amore caduto.

 
Affronta la morte con orgoglio, nonostante la speranza perduta

Resistendo di fronte a questo odio che gli viene vomitato.

Il suo cuore ferito, a fuoco e sangue,

Paura e odio dominano i suoi sentimenti.

Verso le tenebre e l'oblio avanza;

 
Ma si rifiuta di arrendersi ed entra nella danza.

La bacchetta verticale, guarda la Mietitrice avanzare,

Avendola già accettata nel suo cuore ormai ghiacciato...

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Capitolo 18
*** 18) La battaglia finale ***


Nota della traduttrice:
Siete pronti al conto alla rovescia?!?
Meno due...

OooOoOOoOOoOoOO

Harry stava di fronte a Voldemort al centro di un cerchio di Mangiamorte, Nagini era dietro il suo padrone e sibilò con rabbia. Gli avevano ridato la sua bacchetta, questa volta non poteva più sottrarsi.

Sapeva benissimo di non avere speranze, ma qualcosa in lui lo spinse a combattere per non rinunciare. Quindi si raddrizzò affrontando il pericolo, e se il suo volto era pallido, la sua bacchetta, lei, non tremò.
 
Il duello iniziò, Voldemort scagliava incantesimi a velocità stupefacente e Harry faticava a tenere il passo. A poco a poco il sopravvissuto perdeva terreno ma affrontava tutto con coraggio. Ben presto fu ferito alla spalla, poi alla coscia, ma non rinunciò, la morte si stava avvicinando mordendogli i talloni, ma la sua mano rimase salda. La paura, ed ora anche il dolore, gli solcavano lo stomaco, e nonostante ciò continuò: non mollare mai, lottare fino all’estremo, fino alla fine.

Poi improvvisamente un lampo verde alla periferia del cerchio attirò la sua attenzione. Era Malfoy, aveva ucciso Nagini e gridava:
 
«Vai Harry! Ora! Era l'ultimo! »

Voldemort gli urlò di rabbia e i Mangiamorte, confusi, iniziarono ad attaccare Draco. Improvvisamente i membri dell'Ordine della Fenice apparvero, e fu un corpo a corpo generale.

Nella confusione imperante Harry e Voldemort continuarono a scambiarsi incantesimi quando improvvisamente fu separato dal Signore Oscuro e si trovò davanti a Bellatrix.
 
Infuriato alla vista dell’assassina del suo padrino, Harry andò all'attacco con rinnovato vigore, e quando stette per darle il colpo di grazia un urlo riecheggiò.

« POTTER! Dietro di te! »
 
Grazie a questa indicazione il superstite ebbe appena il tempo di saltare da parte per evitare un incantesimo mortale. Ma il maestro di pozioni, troppo concentrato sul suo allievo, non vide avvicinarsi il pericolo, ed Harry si voltò per vedere la maledizione di Voldemort colpire Severus alle spalle. Il giovane, stordito, vide il mago descrivere una graziosa parabola al rallentatore, prima di schiantarsi al suolo come un burattino inanimato.

« SEVERUS! »
 
Il sopravvissuto realizzò all’istante che non l'aveva mai tradito e che quella messa in scena era stata necessaria per uccidere Nagini. Ed ora, quell’uomo che aveva già sofferto tanto giaceva per terra, senza vita. E tutto questo, tutti quei morti, erano per colpa SUA. Un’ondata di odio e di rabbia travolse l’Eletto. La sua magia, fino ad allora semi dormiente, si svegliò improvvisamente in un'esplosione di luce e di calore seguite da un forte vento. Adesso era il turno di Voldemort di ritirarsi dallo sguardo bruciante di odio di Harry. Gli occhi del Sopravvissuto gli sembrarono simili a due lame assetate di sangue, del SUO sangue.

Poi si ritirò davanti al giovane Grifondoro, di fronte alla pressione insopportabile della sua magia e della sua ira.
 
Harry non si mosse, sapeva che Riddle non poteva sfuggirgli. Lacrime di rabbia e di tristezza gli rigarono le guance, alzò la mano e sussurrò: Avada Kedavra. Il lampo verde scaturì e toccò il Signore Oscuro; Harry cadde in ginocchio, il respiro spezzato dal dolore, mentre il mago nero si consumava in una insostenibile luce bianca.

Quando poté rialzarsi si accorse che la battaglia si era allontanata, e che Voldemort era morto una buona volta per tutte.
 
Il cuore serrato in una morsa, Harry avanzò lentamente verso il corpo di Severus. Giunto vicino a lui cadde in ginocchio, quasi accecato dal pianto. Singhiozzando sommessamente sollevò delicatamente il torso dell’uomo per stringerlo contro il petto, mormorando a voce spezzata come il suo povero cuore:

« Severus, Ti amo. Anche se so che mi hai sempre odiato, ti amo. »
 
« Potter ... » Harry abbassò gli occhi bagnati di lacrime sul viso di Severus e incrociò il suo sguardo; ancora una volta, c'era quella luce. La voce dell'uomo era debole e affaticata ed il Grifondoro ne ebbe la gola soffocata.
 
« Io ... non ... non ti ho mai odiato. » Terminò Severus in un sussurro. Poi alzò la mano con difficoltà, la mise sulla nuca del giovane, avvicinò il viso al suo, e senza distogliere gli occhi lo baciò. Fu un bacio dolce, ma anche possessivo, accarezzò teneramente le labbra del Sopravvissuto pregandogli l'accesso alla sua bocca, che gli fu immediatamente dato. In questo meraviglioso bacio ciascuno godé il sapore dell’altro, ma oltre a scoprirlo, gli disse addio. Infine le loro labbra si separarono, e in un ultimo sforzo Severus sussurrò all'orecchio di Harry:
 
« Vivi per me ... Harry. » Il modo in cui il Maestro di Pozioni pronunciò il suo nome fece rabbrividire il giovane uomo. Poi vide gli occhi del suo professore appannarsi, e tutto finì.

Harry rimase a lungo prostrato a terra, cullando teneramente, quasi disperatamente, il corpo senza vita del suo amore, ripetendo il suo nome come una litania.

Improvvisamente una mano sulla sua spalla lo risvegliò dal suo torpore:
 
« Harry, gli altri torneranno presto ... »

« Draco, Io ... io voglio che riposi in un luogo tranquillo. »

« Capisco ... Vieni. »
 
Si smaterializzarono a Villa Malfoy, loro due con il corpo di Severus. Draco guidò Harry fino alle rive di un piccolo lago di un blu cristallino. Lì il Superstite scavò una tomba con un incantesimo e insieme prepararono la spoglia del loro professore per il suo ultimo sonno. Poi lo deposero delicatamente sul letto di morte, le mani incrociate sul petto. Harry, con le lacrime agli occhi e il cuore dolorosamente stretto, rimise a posto teneramente una ciocca vagabonda.
 
** Sembra così tranquillo adesso. Dà l’impressione di essere semplicemente addormentato, è così bello ... anche nella morte. Ah, Severus ... ti amo tanto **

« Addio Severus, grazie per tutto, per il tuo coraggio, la tua forza, per la tua presenza e perdono, perdono di non aver capito. Addio amore mio, non ti dimenticherò mai. »
 
Il resto del funerale si perse in una nebbia confusa, si ricordò solo di esser rimasto a lungo a piangere presso il sepolcro prima che qualcuno, probabilmente Draco, lo avesse costretto ad alzarsi e lo avesse aiutato a coricarsi dopo aver fasciato le sue ferite. ...
 
OooOoOOoOOoOoOO
 
Senza che potessi fare nulla se n'è andato,

Attraverso la morte, il mio amore, mi ha reso felice.

Colano le mie lacrime, il mio cuore sanguina,

La mia felicità è fuggita per sempre.

Il sole che rischiarava i miei giorni si è estinto,

E ' nel buio che cammino, e non mi resta niente.

 
Devo avanzare solo, perché ho una promessa da mantenere.

Per te, io devo continuare a vivere con un sorriso.

Ma nel mio cuore resterai per sempre

Il primo che ho amato.

Maledico le occasioni mancate,

E quei gesti, quegli sguardi che non ho saputo notare.

 
Perdonami per non aver capito,

Per non avere visto, e aver lasciato la strada fuggisse.

Io so che mi amavi,

Ed è per questo che non posso rinunciare.

Nella mia mente continuerai a brillare,

E ' con il tuo ricordo, che dovrò affrontare l’avvenire.

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Capitolo 19
*** 19) Mantenere una promessa e appena appena proseguire ***


Note della traduttrice:

...Meno uno...

Ragazzi ci siamo, il prossimo sarà l'ultimo capitolo. Qui le carte vengono scoperte, è la fine dei giochi.

Rimane solo un epilogo, e -forse- un piccolo senso di amarezza.

Buona lettura

OooOoOOoOOoOoOO

Harry fu svegliato dalla dolce carezza di un raggio di sole sul viso. Quando aprì gli occhi scoprì una stanza sconosciuta arredata con gusto. Qui la seta e il raso erano ovunque, cedendo il posto solo a preziosi mobili in legno finemente lavorato.

** Cosa? Come ho fatto ad arrivare qui? **

Una volta seduto nel suo letto i ricordi della battaglia finale tornarono a lui.
 
«Severus ...» Harry gemette pietosamente, prima di seppellire le guance bagnate di lacrime nell’incavo delle sue braccia incrociate sulle ginocchia. Pianse per un attimo arricciato in posizione fetale, poi finalmente si calmò. Il Grifondoro aveva finalmente capito il significato di quel bagliore negli occhi di Severus: era il riflesso del suo amore per lui. Oggi si sentiva in colpa per non aver capito prima, e non aver osando parlargli. Ma sapeva anche che il suo amore voleva che lui vivesse nel presente, non nel passato o nei rimpianti. Il bacio che avevano condiviso era un addio, e doveva trovare la forza di continuare.
 
Il ricordo del volto di Severus nei suoi ultimi istanti di vita finì poi sostituito da quello di Voldemort consumato fra fiamme di luce. Rendendosi conto di aver ucciso un uomo, Harry si sentì nauseato e dovette sporgersi in fretta per preservare la pulizia delle sue lenzuola. Una volta che il suo stomaco recalcitrante fu vuoto, si asciugò la bocca con mano tremante, ripetendosi che non aveva avuto scelta. Harry sapeva che Riddle era un mostro, ma questo non sminuiva l'orrore che provava. Il giovane si sentiva sporco e stava male alla sola idea di aver osato pronunciare quell’incantesimo, ma soprattutto di averlo voluto con tutto il suo cuore.
 
Pianse ancora una volta, ma amaramente. Piangeva per lui, ma anche per Voldemort perché, nonostante tutto, nella sua giovinezza era stato umano. Harry voleva morire, aveva ucciso ed era diventato un mostro, giusto? Severus era morto e più niente lo teneva in questo mondo.

Stordito, evocò una lama e stava per piantarla nel suo cuore quando la lasciò andare come se lo avesse bruciato.

** “Vivi per me, Harry....” No, non posso farlo! Devo vivere per lui, per i miei genitori e anche per Ron, Hermione e tutti gli altri! **
 
Le ultime parole del suo amore lo avevano fermato, come il ricordo dei suoi amici. Harry si vide accapigliarsi con Ron e Hermione, condividere una tazza di tè con Remus e anche scambiarsi insulti amichevoli con Draco. Non poteva andarsene. Sarebbe stato dar prova di viltà, oltre che andare contro le ultime volontà di Severus.
 
Ne aveva abbastanza di sentirsi miserabile, non sarebbe rimasto a letto tutto il giorno, soprattutto quando aveva la sensazione di aver dormito per diversi giorni. Dopo aver lanciato un incantesimo di pulizia si alzò e cercò di che vestirsi. Notando una porta, la spinse e trovò un bagno di marmo con una vasca di foggia antica. Stupito da tanto lusso, entrò timidamente e si calò nella vasca.

Lavarsi e indossare vestiti puliti gli fece bene e lo rilassò.
 
Tornato nella stanza, i capelli leggermente umidi, osservò le decorazioni con un po’ più di attenzione e notò una lettera posata sul suo comodino.

Dopo averla aperta, Harry dette una scorsa al foglio che vi era contenuto. Riconobbe la calligrafia di Hermione, Ron, Remus e anche Hagrid. Ci furono anche parole di conforto e desideri di pronta guarigione di molti altri. Il giovane aveva le lacrime agli occhi e si rese conto che gettando il pugnale aveva preso la decisione giusta. Tutta questa gente lo amava e voleva solo la sua felicità, saperlo lo toccò, e lo aiutò a capire che era ben lungi dall'essere solo. Un debole sorriso alzò le sue labbra e si lasciò cadere sul letto rivivendo tutti i ricordi felici che serbava dei suoi amici.
 
OooOoOOoOOoOoOO
 
Corrucciando le sopracciglia, Harry prese in mano un medaglione che aveva notato. Era sicuro fosse quello che lui aveva offerto al suo misterioso interlocutore Serpeverde.

** Che cosa ci fa qui? **
 
Il cipiglio del ragazzo si approfondì gradualmente man mano che cercava di capire. La sola spiegazione a cui giunse, fu che il suo corrispondente aveva perso quel medaglione nella battaglia. Harry scosse la testa e sospirò tristemente, si rifiutò semplicemente di prendere in considerazione ciò che avrebbe potuto comportare. Poi, con una scrollata di spalle fatalista, si mise il gioiello in tasca e aprì la porta finestra della sua stanza per andare in giardino.
 
Il giovane fece qualche passo sul prato ben tenuto e si fermò davanti a un cespuglio di rose bianche bordate d'oro.

Il cuore pesante, Harry colse delicatamente un fiore, e dopo aver annusato il suo dolce profumo si diresse alla tomba di Severus ..
 
OooOoOOoOOoOoOO
 
Il sopravvissuto si inginocchiò accanto alla stele che mostrava il luogo dove il suo amore riposava, e sfiorò delicatamente i caratteri che vi erano stati incisi. Vi si poteva leggere una poesia, una poesia scritta da Harry:

Un volto freddo e capelli del colore della notte

Molti lo temevano per la sua verve, la sua uscita.

Degli occhi d’ebano in un volto di marmo bianco,

E questa maschera impassibile, che nascondeva i suoi sentimenti.

 
Rari sono coloro che hanno osato perdersi nei suoi occhi,

Eppure è un uomo fiero, giusto, e coraggioso.

Quest’uomo misterioso e sempre padrone di sé,

Ha nascosto al mondo la bontà del suo cuore sotto una patina di odio.

 
I suoi commenti pieni di sarcasmo e disprezzo,

Sono un velo gettato di fronte alla vita.

Questa esistenza che gli ha portato tanta sofferenza,

Con la sua freddezza lui la rinnega e si rifiuta di unirsi alla danza.

Ma io ho capito, ho visto la sua anima ferita,

E so che quest'uomo, ha sempre servito la luce,

 
Io ho saputo vedere lontano dall’odio,

E nei suoi occhi ho letto la sofferenza.

Sotto la sua corazza di oscurità e malefici,

Batte un cuore che ha vissuto tutti i sacrifici.

Sull'altare della redenzione, egli ha sacrificato tutto,
La sua vita, le passioni e anche la sua dignità.

 
Un'anima torturata dalla vita e dai rimpianti,

Che si rifiuta la felicità, il diritto di sperare.

Questo angelo caduto, ho l’ho amato

Lo amo ancora e continuo ad ammirarlo.

 
Il giovane aveva le lacrime agli occhi, ma le ultime parole di Severus risuonarono nella sua mente. Dopo qualche momento di raccoglimento, Harry depose la rosa sulla tomba. Severus gli aveva detto addio con un bacio, adesso era il suo turno per salutarlo.
 
«Severus, finalmente ho capito che mi hai amato e vedo tutti quei gesti che avrebbero potuto tradirti, se fossi stato più perspicace. Penso che in realtà l’ho sempre saputo. Ho semplicemente rifiutato di osare crederlo. Durante quelle due settimane trascorse nei sotterranei, ho scoperto quanto eri forte e coraggioso ... e me l’hai dimostrato ancora una volta, l'ultima volta. Io vivrò Severus, vivrò e farò di tutto per essere felice. So che è quello che volevi. E 'difficile ma lo farò per te, per i miei genitori e per tutti coloro che tengono a me. Severus, tu rimarrai per sempre il mio primo amore. Un posto nel mio cuore ti sarà perennemente riservato. Severus Addio, non tornerò più qui, ma il tuo ricordo, non mi lascerà mai.»
 
Ora Harry non tratteneva più le lacrime, ma le asciugò prima di alzarsi lentamente, poi, senza voltarsi indietro, prese la strada del Maniero Malfoy.
 
OooOoOOoOOoOoOO
 
Gli ci volle molto tempo per trovare ciò che cercava. Harry era appoggiato ai cardini della porta guardando Draco seduto alla sua scrivania. Il Serpeverde stava scrivendo qualcosa, ma dato il numero di fogli di pergamena accartocciati nel cestino, doveva avere qualche difficoltà ad organizzare le idee. Voltandogli le spalle ed essendo troppo occupato a torturarsi il cervello, il biondo non aveva notato la presenza del Sopravvissuto.
 
Il bruno guardò Draco senza dire una parola, come se cercasse qualcosa. Poi un dolce sorriso illuminò il suo viso fino ad allora molto scuro.

Harry camminò silenziosamente alle spalle del verde e argento, tirando fuori il medaglione dalla tasca. Poi si chinò su Draco e senza dargli il tempo di riflettere, glielo fissò al collo e gli sussurrò all'orecchio:

«Se te l’ho offerto, è perché tu lo indossi Draco. » Ed Harry chiuse le braccia su di lui, baciandolo sulla guancia.
 
OooOoOOoOOoOoOO
 
Fine

Nota di fine pagina:

Vi ricordate il mio piccolo gioco "indovina il corrispondente di Potter"?

Bene, solo Calcifer ha indovinato il misterioso interlocutore, e QUI potete trovare il premio da lei richiesto.

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Capitolo 20
*** 20) Epilogo ***


Nota della  traduttrice: Eccoci arrivati all'ultimo capitolo che, come scoprirete, è solo una lunga poesia dell'autrice che rivela cosa accade dopo.
Vi sembrerà strana, lo sò, il fatto è che lei ha deciso di cambiare più volte il soggetto narrante senza mai specificare i cambi; prendetela così, come una licenza poetica in cui potrete a vostro piacimento far fare una cosa all'uno o all'altro protagonista.

OOOoooOOOoooOOO

Quel giorno sei venuto verso di me,

Donandomi quello che ti avevo reso.

E c'era quel dolore nel fondo dei tuoi occhi.

Eppure mi sorridevi con calore.

Lo sai, il mio cuore batte solo per te,

E mi sono ripromesso di aiutarti quel giorno.

Ricordo la sorpresa nei tuoi occhi.

 
Ma ti ho offerto la mia amicizia,

Poco importavano la morte e le mie delusioni.

Che tu ci creda o no Draco, quella non era pietà.

Ti prego di non partire e non lasciarmi al buio

Non so se da solo avrei ancora la forza di andare avanti.

Amici, è quello che eravamo, era necessario,

Ma volevo molto di più; lasciami solo amarti ...

 
E' troppo presto, lo so, eppure

Come vorrei che nella tua anima, questo fosse meno presente.

Io sono qui inerme, e tu piangi,

Rinunciando lentamente ad ogni felicità.

Tu sei sempre lì, sorridendomi, sostenendomi,

Ma nonostante tutta la casa vuota, io rimango solo.

 
Ho letto nei tuoi occhi, quella tenerezza che tu nascondi disperatamente,

Tu mi ami e lo so, ma nel mio cuore io rimango solo.

Non mi hai mai mostrato il tuo smarrimento, ma lo so, e lo avverto,

Sto lavorando per distruggerci e sono solo.

Tu non vivi, non vivi più,

Ti comporti come un automa, non credi più.

Non so cosa fare, sono disperato.

 
Ti sei perso, non posso più sopportarlo, ti stringo tra le mie braccia.

Basta, non posso più attendere e rapisco la tua bocca.

Ti voglio, tu, e le tue mani sulla mia pelle, io mi rintano contro il tuo corpo.

Le tue labbra contro le mie e le nostre due lingue che turbinano.

Le tue mani sotto la mia camicia, la mia bocca sul tuo mento

I nostri due corpi che gemono e nei tuoi occhi grigi io affogo,

I nostri sessi che si toccano e, oh mio Dio, è così bello!

 
Il tuo respiro sulla mia pelle, ne ho bisogno, ti voglio,

Le tue labbra sul mio pene e, infine, ecco la mia soddisfazione.

Tu sei lì illanguidito ali piacere appena offerto

Incrocio i tuoi smeraldi aspettando un segno, un pentimento.

Tu mi sorridi e tre delle mie dita sono catturate dalla tua bocca maliziosa,

Dolcemente ti preparo, i tuoi gemiti sono una litania deliziosa.

 
Poi lentamente, teneramente, mi perdo in te,

Il piacere cresce bruciante, divorante, e poi esplodo in un lampo di luce.

Dopo questo momento magico ci siamo addormentati.

Non dovrei, eppure sorrido  ripensando a quelle tre parole;

Tre maledette parole scambiate, poco prima dell’oblio.

Ho finalmente deciso di lasciare la felicità fluire liberamente nel mio cuore.

Non ti dimenticherò, te che sei partito, ma ora ho intenzione di ricostruire la mia vita!

 
Ti guardo dormire e ormai lo so, l'amore è il dono più bello.

Ti terrò sempre vicino a me,

E’ insieme che finalmente proseguiremo.


OOOoooOOOoooOOO

Note di fine capitolo:
Spero che la storia vi abbia divertito nonostante il ritmo un pò lento; sappiate che i vostri commenti sono stati prontamente tradotti in francese e spediti alla legittima destinataria ^^

Ho recentemente tradotto un'altra storia -questa volta di Occlumensia, un'altra autrice- in cui i nostri due protagonisti si troveranno alle prese con un anno scolastico fuori dal comune;  se la cosa vi incuriosisce la potrete trovare qui 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=648296&i=1
A presto
Raist

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