Ad un passo dalla fantasia, ad un passo dalla realtà

di Anastasia_Malfoy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non può e non DEVE essere lui ***
Capitolo 2: *** Tempestae Dominatrix ***
Capitolo 3: *** My reasons ***
Capitolo 4: *** Long Talks, Shopping and..... ***
Capitolo 5: *** Il triangolo delle Bermuda ***
Capitolo 6: *** Carpe Diem ***
Capitolo 7: *** Wands, Worries and Friends ***
Capitolo 8: *** Promise me your eyes will never change ***
Capitolo 9: *** Losing or Winning: both ***
Capitolo 10: *** I've never made love before! ***
Capitolo 11: *** Diabete ed Amici (Draco PoV) ***
Capitolo 12: *** I promise. Do you? ***
Capitolo 13: *** Da mi basia mille ***
Capitolo 14: *** Finding out the truth ***
Capitolo 15: *** You've let me down... Will I ever be able to forgive you? ***
Capitolo 16: *** Ma che giornata di merda! (Draco PoV) ***
Capitolo 17: *** A Golden Trio and a Prince(Draco PoV) ***
Capitolo 18: *** Please, please, don't cry. ***
Capitolo 19: *** A new Malfoy(PoV Draco) ***
Capitolo 20: *** Hi, can I sit here? ***
Capitolo 21: *** Is it the end? ***



Capitolo 1
*** Non può e non DEVE essere lui ***


1. Non Può e Non Deve Essere Lui

 

Sospiro guardando fuori dalla finestra della mia classe. È il 30 novembre del 2010 ed è una di quelle giornate. Una di quelle giornate orribili che sembrano non finire mai. Una di quelle giornate che ti svegliano con un mal di testa martellante alle tempie, che non puoi lenire in alcun modo. E il fatto che la mia professoressa di latino sia ancora qui a blaterare fa aumentare in modo esponenziale questa sensazione di fastidio. Vorrei solo poter agitare le mani alla Piper Halliwell e farla implodere. Ok, forse non lo farei comunque, ma sto male.

 

Ok, forse non avrete capito molto della mia situazione attuale. Il mio nome è Anastasia Berri. Sono una comunissima ragazza di diciotto anni con poche soddisfazioni sul suo presente e molte speranze per il suo futuro. Sono una ragazza che come tante altre spera in qualcosa che possa cambiarla e possa salvarla dalla monotonia. Sono una delle migliaia di ragazze che frequentano il Liceo Scientifico più affollato della mia città. E si, sono italiana. Il che vuol dire che sono lontana migliaia di chilometri da tutti i posti in cui vorrei stare. Compresa l’Università dei miei sogni.

 

Perché si, se avessi possibilità di scelta frequenterei Musica in uno dei posti più belli del mondo, almeno per me.

 

Christ Church University.

 

Lì dove i primi due film di una delle saghe più belle del mondo sono stati girati. Lì dove, ovunque vai in giro, ti vengono in mente immagini di quello scricciolo minuscolo di uomo che era Daniel Radcliffe imparare a giocare a Quidditch, o lì dove la Ford Anglia del Signor Weasley è passata prima di sparire nella Foresta Proibita. Lì dove mi sono innamorata di ‘Harry Potter’. Una passione che, al contrario di molte altre, non è affatto svanita.

 

Sospiro di nuovo, questa volta di sollievo, quando finalmente suona la campanella e la mia professoressa di latino libera il mio spazio vitale della sua presenza. Nemmeno il tempo di sorridere a me stessa che entra la Professoressa d’Inglese. Non la odio, è uno dei pochi esseri umani adulti presenti in questo plesso scolastico che non hanno una pietra al posto del cuore, ma ciò non cambia il fatto che, nonostante tutti i suoi sforzi, non riuscirò mai ad entusiasmarmi per una sua lezione, specialmente in giornate no come questa. Certo il livello medio della mia classe non aiuta per niente. In fondo non è colpa sua se nessuno sa veramente parlare in inglese in questa classe.

 

-Salve ragazzi.- ci saluta, con un sorriso. –Posate i libri per oggi. Ho una sorpresa per voi. Da oggi, avremo un conversatore che terrà una lezione a settimana. È inglese, il che vuol dire che tra gli effetti collaterali c’è anche quello che potreste prendere l’accento britannico. Pensandoci questo non è un effetto collaterale. Spero possiate trarre il meglio da queste lezioni.-

 

Nel frattempo il suddetto conversatore è già entrato. Ascoltavo la professoressa ed ero distratta, quindi non sono riuscita a vederlo in faccia e adesso ci fa le spalle. Indossa un completo casual, blu intenso. Toglie la giacca, rivelando una camicia bianca. E della sua persona fisica si vedono solo i capelli biondi, molto biondi e la pelle chiara. Quando si gira mi sento mozzare il fiato. I tratti del viso sono marcati, ma in un qualche modo sono gentili. No, non gentili, aristocratici. E anche se sono seduta all’ultimo banco riesco a vedere i suoi occhi incredibilmente grigi. Lo vedo ghignare leggermente, mentre fa vagare lo sguardo tra tutti i miei compagni. Il suo sguardo si posa su di me, e io mi sento avvampare.

 

E mi prendo per stupida. Perché non riesco a credere che la prima persona che mi è venuta in mente guardandolo è una persona che non esiste, che non può esistere. Non può essere lui. Non può, non deve esistere.

 

-Salve, ragazzi.- dice, con tono pacato e controllato. –Mi chiamo Abraxas Black, ho trent’anni e sono il vostro conversatore, come avrete capito. E per chi ha visto Streghe o Supernatural, o qualsiasi altro telefilm fantasy, no, non sono un diavolo. Ne porto solo il nome. E adesso, su, presentatevi.-

 

Ride, ed è strano, perché forse, per chi mi ricorda, non sembra adatto a questo tipo di emozione. Forse non dovrebbe essere giusto, ma sembra giusto per il lui attuale. I miei amici iniziano a presentarsi e io posso anche permettermi di osservarlo tranquillamente. Anche se non sono l’unica. Molte delle mie compagne lo stanno guardando intensamente. Attira attenzione come delle api sono attratte al miele.

 

-So chi sei.- dico, senza nemmeno rendermene conto.

 

Spalanco gli occhi, sorpresa. Perché non posso essere così stupida. Non posso crederci sul serio. Sarà una terribile somiglianza, ma no, lui non può essere Draco Malfoy. Sarà anche uguale a lui, sarà anche la copia dell’immagine di lui che ho nella mia testa, ma lui non è Draco Malfoy.

 

Però… come ha detto che si chiama?

 

Abraxas Black.

 

Abraxas è il nome del nonno paterno. E Black… be’, Black è il cognome di sua madre. Ma anche se fosse lui… non penso sia così stupido da farsi chiamare così. Troppo riconoscibile. E poi, no, non può, non deve essere lui. Il mio mondo finirebbe a testa giù se fosse veramente lui.

 

-E chi sono io?- mi chiede, un lieve ghigno sul volto. Ghigno compiaciuto che non fa altro che ricordarmi ancora di più lui.

 

-Il figlio del figlio di Abraxas e il figlio di una donna Black.- dico, provando a suonare certa, nonostante i miei dubbi.

 

-Arguta.- risponde, senza che il ghigno ne risenta. –Non ne possiamo parlare adesso, però, ok, Sanguesporco?-

 

-Non sono una… Sanguesporco.- ribatto, confusa.

 

-Ah, giusto, hai ragione, dovrei chiamarti Nata Babbana.- celia, con una risata secca che non gli illumina gli occhi.

 

-Non sono una strega.- lo fermo. –E adesso basta parlare di queste cose. A meno che tu non voglia farti beccare.-

 

-Sia mai.- dice, con una smorfia. –Dopo devo parlarti. Alla fine dell’ora. Devi venire. Se sai chi sono, sai anche che i rifiuti non li accetto.-

 

Annuisco, alzando gli occhi al cielo, perché anche se continuo a non credergli sono troppo curiosa. I miei amici continuano a parlare di loro, come se a lui interessassero davvero i loro drammi. Io continuo a studiarlo, provando a scorgere altre piccole cose che possano confermare la mia teoria. Ha alzato le maniche della camicia al gomito e sul suo avambraccio sinistro c’è una strana ombra scura. Come un livido. Come un tatuaggio scomparso. Come un Marchio Nero che non c’è più.

 

Sospiro per l’ennesima volta in questa giornata. Lui è.. lui. Lui che, nonostante tutto, è il mio personaggio preferito. Lui che, anche se tutte le persone che conosco lo credono crudele e meschino, io reputo buono, solo vittima delle circostanze. Lui che è.. Draco.

 

Suona finalmente la campana. Sia lui che la mia Professoressa congedano la classe con un saluto e un sorriso e così quasi tutti lasciano la classe per la ricreazione. Io vado da lui, con tante domande in testa.

 

-Seguimi.- mi dice, con un cenno della testa, prendendo la giacca.

 

Annuisco in risposta, fingendo indifferenza, mentre tutta la parte femminile della mia scuola, raccolta attorno ai distributori di merendine e di caffè, ci fissa, mentre lui, a cui non voglio pensare con un nome, mi guida verso il corridoio dietro la Sala Informatica, deserto durante la pausa.

 

-Sei davvero tu?- mormoro, arrossendo. –Ti prego, non dirmi che è un sogno… è un sogno, vero? Però è strano, perché, certo, mi capita di fare sogni così, ma di solito hai la faccia di Tom Felton, e tu non lo sei.-

 

O per l’amor del cielo. Vorrei tanto che si aprisse una voragine sotto di me e mi inghiottisse. Con mia grande sorpresa, scoppia a ridere. E ha anche una bellissima risata.

 

-E chi sarei io?- mi sfida, con ancora la risata negli occhi.

 

-Te l’ho detto, il figlio del figlio di Abraxas  e il figlio di una donna Black.- gli rispondo, assottigliando lo sguardo.

 

-Scusa, ma sono un po’ tardo.. voglio un nome.- mi dice, col divertimento negli occhi.

 

-Draco Malfoy.- rispondo, tra i denti.

 

-10 punti alla Sanguesporco.- dice, ridendo.

 

Non so il perché, ma sento un retrogusto amaro nella sua risata.

 

-Come faccio a crederti?- gli chiedo, ancora incerta.

 

Lui mi guarda sorpreso. –Be’, se credermi o no, sta a te. Però prima mandi quasi all’aria la mia copertura, e poi nemmeno mi credi? Credevo che a quelli come voi mancasse solo la purezza di sangue, non solo l’intelligenza.-

 

-Oh, ti prego!- ribatto sarcastica. –Io poco intelligente? E poi di che copertura parli? E poi… perché continui a chiamarmi Sanguesporco se non sono nemmeno una strega? Non provare a confondermi, Malfoy!- gli dico, con un’occhiataccia.

 

Ci resto di stucco, quando non mi risponde.

 

-Che c’è adesso? La serpe ha perso la sua lingua biforcuta?- celio, amara.

 

-No, non è questo. È che… mi hai ricordato la Granger per due secondi.- mi dice calmo e credo anche un po’ strabiliato.

 

-Oh, questo si che è davvero fantastico!-

 

Ok, sono consapevole del fatto che il sarcasmo qui ha raggiunto livelli astronomici. Ma io ho una delle mie cotte letterarie davanti e lui mi paragona a una dei personaggi che odia di più? È ingiusto, mi viene quasi da piangere.

 

-Ma mi vuoi ascoltare, per piacere?- mi chiede, con un sorriso leggero, prendendo le mie mani con le sue.

 

-C-cosa? Che c’è?- gli chiedo, provando a non farmi sopraffare.

 

E a non perdermi di nuovo nei suoi occhi. Lui mi guarda intensamente in risposta, provando a cercare qualcosa in me. Non so cosa, ma spero che trovi quello che sta cercando. Perché non posso farlo andare, non più, non adesso.

 

-Io resterò qui.- mi dice, e sembra più una risposta a se stesso che alla mia domanda. –Resterò qui per tutto il tempo necessario. Resterò fino a quando avrai bisogno di me.-

 

-Perché?- gli chiedo in un sussurro.

 

-C’è una cosa che devo dirti. Ma.. oggi non posso. Fidati di me, andrà tutto bene. Devi solo avere pazienza, Anastasia.- mi risponde, con il suo sguardo intenso.

 

-Come fai a sapere il mio nome? Non mi sono presentata poco fa…- dico, aggrottando le sopracciglia, confusa.

 

-Io sono venuto qui apposta per te.- mi risponde, lasciando andare le mie mani.

 

-Perché?- mi sfugge di nuovo.

 

-Te lo dirò, te lo prometto. Ma non posso dirtelo adesso.- dice scuotendo la testa, dispiaciuto.

 

-Posso chiederti una cosa?- dico, dopo qualche secondo.

 

-Si, ma sbrigati. La pausa sta per finire.- dice, guardando l’orologio appeso alla parete dietro di me.

 

-Com’è possibile che la Rowling sappia di voi? Come ha fatto a venirne a conoscenza e scriverci su?- gli chiedo, perplessa.

 

-Be’, lei è una Magonò, in realtà. Non ha poteri, ma ha comunque accesso alle nostre fonti. Fonti che lei ha usato e mostrato a tutto il mondo.- dice con una smorfia.

 

-Farle dimenticare tutto con un Oblivion mirato alla fronte era troppo difficile?- celio.

 

-No. Però non potevamo farlo. È una magonò e va contro le nostre leggi farle dimenticare tutto. E poi non ci da nessun fastidio. Insomma, alcune cose rivelate sono un po’ imbarazzanti, ma alla fine non è che c’importi molto.- ribatte, scrollando le spalle.

 

-Wow. Allora è tutto vero?- gli chiedo, meravigliata.

 

-Cosa è tutto vero?- mi chiede, quasi scocciato.

 

-Harry, Ron, Hermione.. tutta la faccenda di Voldemort…-

 

-Si, è tutto vero.- risponde, un po’ triste.

 

-Wow.. quindi.. Harry ha sposato Ginny e hanno tre figli, Ron ed Hermione due.. tu hai sposato Astoria Greengrass e hai un figlio..- dico, rossa fino all’attaccatura dei capelli.

 

-Per quanto riguarda il Trio Miracoli hai ragione. E si, ho sposato Astoria, ma.. niente Scorpius.- dice, un sorriso triste sul suo volto.

 

Non so se sentirmi triste o no. Cioè, è triste che non abbia ancora figli. Per chissà quale ragione, il pensiero di un Draco Malfoy genitore mi ha sempre fatta sorridere di piacere. Immaginare quel ragazzino razzista e rompipalle trasformarsi in un uomo capace di tenere tra le braccia un neonato… mi è sempre sembrata una cosa dolce. Perciò gli sorrido, in mancanza di una risposta migliore.

 

La campana suona e oltre a porre fine all’intervallo, pone fine a questa strana magia che c’è nell’aria. Lo saluto con un cenno della testa e mi avvio verso la mia classe. Mi fermo quando una mano avvolge il mio polso sinistro con fermezza.

 

Alzo gli occhi verso Draco, che mi guarda a sua volta con occhi sbarrati. A quanto pare questo è un gesto inaspettato per lui tanto quanto lo è per me. Sento le mie guance arrossire sotto il suo sguardo penetrante.

 

-Ti prego, prenditi cura di te. Sta attenta.- sussurra, in maniera dolce.

 

Annuisco semplicemente, e aspetto che allenti la presa al mio polso. Mi lascia andare accarezzandomi piano le dita e l’anello che porto sempre al medio e io sento la pelle d’oca raggiungermi pure il collo. Mi scosto piano da lui e mi allontano lentamente, dandogli le spalle solo quando è necessario. Lui mi fa un cenno di saluto con la mano e io gli sorrido, automaticamente.

 

All’improvviso corro. Le mie gambe si muovono di volontà propria e si allontanano da lui, da lui che è Draco Malfoy, da lui che non dovrebbe esistere eppure è lì e mi ha salutata e mi ha detto che ci saremmo rivisti. Ma so che non ci sarà altro. Non sarà lui a cambiare la mia vita. Non sarà lui a portare speranza e luce nel mio futuro. Perché io… non posso farlo.

 

Semplicemente, non posso e non devo innamorarmi di Draco Malfoy.

 

Spazio Autrice: Salve. Ok, lo so che dovrei continuare a scrivere ‘I Dominatori dell’Aria’, tipo, però l’altro giorno stavo rileggendo questi primi capitoli e ad ogni frase che leggevo ero ‘Oh, God. Why?’

Quindi ho semplicemente pensato di riscrivere quei capitoli che non mi convincono, stilisticamente parlando. Non cambierà nulla, aggiusterò solo quei piccoli errori di discontinuità e gli errori di battitura che non ho visto prima e aggiungerò quei dettagli che per me sono scontati, ma volendoci pensare non lo sono poi così tanto. Quindi spero di rendere la lettura della fiction più scorrevole. :D

Detto questo, vi saluto! E ricordate che le parti in corsivo dovrebbero essere in corsivo, ma non lo sono perché scrivere le battute due volte mi sembra stupido e inutile!

 

A presto,

 Micaela!

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Capitolo 2
*** Tempestae Dominatrix ***


2. Tempestae Dominatrix

 

Sbuffo, sbattendo la testa contro il banco. A volte vorrei solo potere scappare da questa prigione che è la scuola. A volte vorrei solo andare in aeroporto e prendere il primo aereo per qualsiasi destinazione e ricominciare tutto da capo. Ma poi mi tornano in mente tutte le responsabilità che ho nei confronti dei miei genitori, dei miei amici, delle persone a cui voglio bene e che mi vogliono bene. E rinuncio.

 

Certo, un briciolo di quella che ho sempre pensato fosse solo fantasia, ma che è la realtà, ha bussato alla mia porta tre giorni fa, quindi non riesco a digerire la normalità. Non ci riuscivo già prima, farlo adesso che niente meno che Draco Lucius Malfoy è il mio conversatore d’inglese, venuto qua apposta per me, risulta assolutamente impossibile.

 

Anche se è da quando se ne è andato l’altro giorno che mi chiedo se sia successo veramente o solo nella mia testa. Ok, siamo liceali e non ci preoccupiamo poi molto delle nostre lezioni, ma un conto è fare finta di nulla quando il conversatore che viene a farti lezioni è un novantenne senza un briciolo di sex appeal, una cosa è quando, a tenere le lezioni, è uno come Draco Malfoy. E il fatto che nessuna delle mie compagne no abbia detto nulla a riguardo mi sta fa stare malissimo. Perché mi fa credere che io mi sia inventata tutto, e davvero, non voglio sperare invano.

 

Sospiro mentre la mia Professoressa di Storia continua a blaterare sulla Crisi del ’29. Prendo qualche appunto, soprattutto quei piccoli particolari che non sono presenti nel libro, ma che lei vorrà sapere all’interrogazione. Stronza.

 

È un piccolo bussare alla porta che interrompe brevemente la lezione. Io ne approfitto per controllare il cellulare, in caso di qualche nuovo messaggio. Sarà sicuramente qualche stupida circolare di cui non importa niente a nessuno. E io non riesco a guardare in faccia i miei amici, figuriamoci gli estranei.

 

-Avanti.- dice la mia Professoressa, alzando gli occhi al cielo.

 

-Buongiorno, Professoressa.- dice una voce conosciuta. –Posso rubarle la Signorina Berri per il resto dell’ora? Sempre se non è un disturbo, ovviamente.-

 

Ok, quindi non mi sono inventata tutto. Draco è qui. Draco è qui, e ha chiesto di parlarmi. Draco è qui davanti a me e sta parlando in italiano. Ok, è davvero uno stronzo. Uno stronzo figo, ma sempre uno stronzo è.

 

-Mi scusi, ma chi è lei? Perché una ragazza dovrebbe lasciare la sua classe durante una mia lezione?- chiede lei, assottigliando lo sguardo.

 

Faccio per rispondere, ma Draco è più veloce di me.

 

-Sono il conversatore d’inglese delle quinte classi.- spiega, mettendo un piccolo broncio. –Anastasia è davvero brava, e mi sarebbe di grande aiuto in una classe in cui non conoscono la differenza tra un verbo e un aggettivo. Le può concedere il permesso? Per favore?-

 

Quasi mi viene da ridere. Draco, oltre al broncio, ha uno sguardo da cucciolo bastonato che fa venire voglia di pizzicargli le guance. Poi sbatte le ciglia in maniera sensuale ma con indifferenza, tanto da far boccheggiare un paio di persone alle prime file. E ha anche risultato sulla Prof, che arrossisce vagamente. Quindi anche lei ha degli impulsi ormonali…

 

-Be’, se proprio la mette così.- dice la Professoressa. –Ok, Anastasia, puoi andare.-

 

Alzo gli occhi al cielo. Era anche ora in fondo. Scuoto la testa, prendendo la giacca, e mi avvicino a lui. Mi guarda attentamente e arrossisco, sentendomi un po’ sotto esame. Credevo che venire a scuola con un paio di jeans stretti neri, camicetta rossa e un cardigan nero non fosse poi così male. Ma questo non è quello che lui pensa, a quanto pare, perché prende piano la mia mano, lasciandovi un lieve bacio, senza poggiarvi veramente le labbra.

 

E arrossisco fino ai capelli. Ho sempre pensato che il baciamano fosse uno dei gesti più squallidi che un uomo potesse fare. È squallido compiere un gesto di devozione che però implica un ricambio di sottomissione. L’ho sempre visto così, persa nel pensiero che fosse qualcosa che gli uomini avevano smesso di fare quando alle donne era stato finalmente concesso il permesso di scegliere chi sposare. Ma fatto da lui, fatto con quella luce negli occhi dolce e gentile, resta solo un gesto romantico e nobile, che da devozione, ma che non chiede nulla in cambio. Gli sorrido lievemente, senza dire niente, imbarazzata.

 

Libero la mano, uscendo dalla classe. Lo seguo e, stranamente, invece di guidarmi verso una delle classi, mi porta dentro il bagno femminile. Prima controlla che non ci sia nessuno dentro, poi prende la bacchetta e scaglia un incantesimo non verbale contro la porta.

 

-Che ha intenzione di fare, Signor Malfoy?- gli chiedo, appoggiandomi al muro più lontano da lui.

 

-Devo parlarti. E avevo bisogno di un posto in cui stare da soli.- dice, facendo roteare la bacchetta tra le dita. –E poi perché adesso mi chiami ‘Signor Malfoy’? Ti ho detto che ho trent’anni, non sessanta. Puoi chiamarmi per nome. Sempre che tu non abbia una sindrome alla Potter che ha cominciato a chiamarmi per nome dopo tredici anni!- aggiunge, alzando gli occhi al cielo.

 

-Ti prego.- sbuffo, sarcastica. –E comunque, perché l’altra volta abbiamo fatto quella bella chiacchierata in inglese quando conosci bene anche l’italiano?-

 

-Perché tu sei l’unica che può sapere chi sono veramente e non volevo che gli altri capissero. A quanto pare tu sei l’unica a conoscere Potter e tutte le sue vicende nella tua classe, o questa è solo una mia impressione?- chiede, con un ghigno.

 

-Non sono l’unica a conoscere Harry Potter.- rispondo, alzando gli occhi al cielo. –Però i miei compagni così stupidi da pensare che, se mai i personaggi esistessero veramente, avrebbero i volti degli attori. E poi il tuo nome è stato la campanella d’allarme.-

 

Ok, le mie guance si stanno arrossendo di nuovo, quindi abbasso lo sguardo, imbarazzata.

 

-Che vuoi dire?- mi chiede, e posso quasi sentire il suo sopracciglio alzarsi.

 

-Il nome.. sul serio, Abraxas Black? Chi chiamerebbe il proprio figlio Abraxas? Poi il tuo cognome e il tuo aspetto mi hanno fatto capire chi sei.- farnetico, sputando una parola dopo l’altra.

 

-E come facevi a sapere che il nome di mio nonno era Abraxas?- continua, avvicinandosi.

 

-Perché credo di essere l’unica deficiente ad aver spulciato l’intera sezione ‘Harry Potter’ su Wikipedia e ad aver letto ogni singola cosa che riguardava te, o meglio il tuo personaggio.- dico, avvampando.

 

-E perché avresti fatto una cosa del genere?- mi chiede, ridacchiando.

 

Ah, ma allora gode nel vedermi imbarazzata.

 

-Perché sei il mio personaggio preferito, ok? Cioè, dopo Sirius, sei il mio personaggio preferito!- sbotto.

 

-Tralasciando il cugino di mia madre, davvero preferisci me a Potty?- mi chiede, sogghignando.

 

-Si, ti preferisco a Potty.- rispondo, alzando gli occhi al cielo.

 

Non risponde, però è bello vedere il piccolo ghigno trasformarsi in un sorriso vero.

 

-Come mai conosci l’italiano così bene?- gli chiedo, confusa.

 

-Sono semplicemente un Malfoy. Per me è solo conoscenza di base. Letteratura, lingue, altri tipi di conoscenza… per me non è un optional sapere. Però mi piace. La cultura ti permette di flirtare con le donne in maniera intelligente.- dice, semplicemente.

 

-Wow.- sussurro, meravigliata.

 

Lui ride, passandosi una mano tra i capelli.

 

-Non dovevi parlarmi di qualcosa?- gli chiedo, torturandomi le mani.

 

-Si.- mi dice, prendendomi il mento tra l’indice e il pollice e facendomi alzare lo sguardo, gentilmente.

 

E vorrei non l’avesse fatto. Perché posso resistergli finché mi resta lontano, finché non mi parla, finché non mi guarda così. Ma è troppo vicino adesso. E non so se riuscirò a controllarmi.

 

-Davvero?- sussurro, col cuore in gola.

 

-Si.- risponde lui, il tono di voce quasi nullo.

 

È a due centimetri dalle mie labbra. Potrebbe fare di tutto, e non saprei dirgli di no. Però devo provarci. Perciò abbasso leggermente la testa, sfuggendo al suo sguardo.

 

-Sei una strega.- sussurra, posando una mano sulla mia spalla.

 

-Cosa?- gli chiedo, chiudendo gli occhi.

 

No, non può essere. Non può succedere questo. Non a me.

 

-È la verità. Sei una Nata Babbana. Il fatto è che quando eri una neonata.. ti bloccarono i poteri, per non so quale ragione. Sono stato mandato qui per sbloccarteli. Certo, non potrai andare più a Hogwarts, però hai la possibilità di imparare a usare la magia e intraprendere una carriera nel mondo magico. Devi solo impegnarti.- mi spiega. –Apri gli occhi, ti prego.-

 

Mi libero della sua stretta e mi avvicino alla porta. Provo con tutta me stessa a trattenere le lacrime che premono per uscire. Perché non può essere vero. Non posso permettermi di sperare così.

 

-Stai mentendo.- sussurro, provando ad aprire la porta.

 

-Cosa?- mi chiede, stupito.

 

-Stai mentendo.- ripeto, asciugandomi la lacrima che mi percorre il viso.

 

-Perché dovrei mentirti? Non ne trarrei nessun vantaggio. Anzi, ho dovuto momentaneamente lasciare il mio lavoro per venire qui. Ci sono persone che dipendono da me e le ho lasciate da sole, per poterti dare la possibilità di usare la magia!- sbotta, all’improvviso irritato. –Ma a te questo non importa, vero?-

 

-Non m’importa? Non m’importa?- ripeto, ridendo istericamente. –Ma che ne sai tu? Tu non hai idea di cosa vuol dire vivere così! Vivere sperando che ti accada qualcosa e poi non succede niente! Cosa ne sai tu? Io non posso permettermi di crederti, non posso permettermi di sperare!

 

-Non devi sperare, infatti! Questo è reale, sta succedendo adesso! Credimi, ti prego!- dice lui, aggrottando le sopracciglia, con sguardo malinconico.

 

-No, Draco… io non posso, mi dispiace. Lasciami andare adesso, ti prego.- lo imploro, dandogli le spalle.

 

Poggio una mano sulla maniglia della porta e provo a tirare, ma l’incantesimo di Draco ha funzionato, quindi sono bloccata qui.

 

-Potresti lasciarmi andare? Ho lezione in classe. Per favore.- gli chiedo, girandomi di nuovo verso di lui.

 

Draco sospira, ma stringe la bacchetta in mano. La alza puntandola alla porta, ma prima di scagliare l’incantesimo, la sua arma cambia bersaglio.

 

-Opes Relascio.- dice, tranquillamente.

 

Trattengo il respiro, mentre una luce, calda e abbagliante, si libera dalla bacchetta, avvolgendomi. Per un attimo non succede niente. Poi accade tutto all’improvviso. I vetri sono scossi da forti raffiche di vento, il pavimento traballa. Il mio cuore batte forte e più forte batte più tutto trema. E ho paura. Ho così tanta paura. Perciò provo ad aggrapparmi all’unica altra presenza nella stanza. Cerco Draco con lo sguardo, passando una mano sui miei occhi velati di lacrime. Lui intercetta il mio sguardo, così gli bastano pochi passi per raggiungermi e stringermi tra le sue braccia. E così all’improvviso tutto tace. Sento solo della neve poggiarsi sulle mie mani. Entra dalla finestra che si è aperta per il vento.

 

Il mio labbro inferiore comincia a tremare. Sono stata io. Tutto quello che è successo è stato a causa mia. Vento, terremoto, neve… dipende tutto da me e dalle mie emozioni. Mi scappa un singhiozzo dalla bocca e allora non posso fare altro che affondare il viso nell’incavo della spalla di Draco, provando a non tremare.

 

-Shh.. va tutto bene. È tutto ok. Sta calma, ti prego.- mi dice, provando a consolarmi.

 

Lui mi stringe ancora più forte e io mi aggrappo a lui con tutta me stessa. E mi chiedo perché. Perché mi è successa una cosa del genere? Perché sono una strega? Come posso essere una strega? E perché lo scopro solo adesso?

 

Mi stacco leggermente da lui e passo una mano sul viso, asciugandolo dalle lacrime. Alzo gli occhi e noto che siamo di nuovo a pochi centimetri di distanza, come prima. Stavolta è lui ad allontanarsi da me e la parte di me più ragionevole non può fare altro che ringraziarlo.

 

-Sei una Tempestae Dominatrix. Per questo ti hanno dovuto bloccare i poteri.- dice, scostandosi gentilmente.

 

-Una cosa?- chiedo, perplessa.

 

-Sei una Tempestae Dominatrix. Una Dominatrice degli eventi atmosferici. Puoi governarli, farli rispondere ai tuoi desideri e ai tuoi comandi. Puoi decidere se lasciare tutti nella siccità o causare alluvioni. Ma devi stare molto attenta, perché i tuoi poteri coinvolgono anche tutte le persone che ti sono attorno. Quindi non lasciarti prendere troppo dalle emozioni. Ti prego, sta attenta.- mi dice, passando entrambi i pollici sulle mie guance bagnate, le sue mani posate a coppa tra il mio collo e il mio viso.

 

Sento le mie guance arrossire e mi maledico tra me e me, perché non posso essere così stupida. Però non capisco il suo comportamento. Perché fa così? Perché prova sempre a.. starmi vicino?

 

-Anastasia?- mi chiama, chinando la testa di lato, a richiamare la mia attenzione.

 

-Si?- chiedo, scuotendo la testa.

 

-Fuori sta nevicando. Di nuovo.- dice, sorridendo.

 

Chiudo gli occhi e con un sospiro mi allontano finalmente da lui. Mi specchio sul vetro della finestra per controllare le condizioni del trucco e dei capelli, e noto che non sono poi così indecente.

 

-Mi dispiace.- mi dice, facendomi sobbalzare. –Ma… hai il diritto di essere te stessa. E la magia fa parte di te. Devi imparare ad amarla e apprezzarla.-

 

-Fa niente.- gli rispondo, con un lieve sorriso sul volto. –E poi, io amo la magia. Forse avevo solo paura di scoprire che avevi sbagliato persona.-

 

Lui ridacchia, scuotendo la testa. –Nah, sei tu. Eri l’unica possibilità.-

 

Ridiamo insieme e, dopo esserci salutati, apre la porta, permettendomi di andare. Poggio una mano sulla maniglia, poi ricordo.

 

-Draco?- lo chiamo, voltandomi.

 

-Si, liebe?- risponde, con un sorriso scaltro sul volto.

 

Come mi ha chiamata? E poi che lingua era? Tedesco? Russo?

 

-Asia.- gli dico, con un sorriso.

 

-Asia cosa?- mi chiede, con uno strano sguardo negli occhi.

 

-È così che mi chiamano tutti, qui. Asia.- gli rispondo.

 

-Allora, ok, Asia. Ich warte ein Leben lang. Ricordalo sempre.- dice, guardandomi negli occhi.

 

Aggrotto le sopracciglia, confusa. Però gli sorrido, mentre mi chiudo la porta alle spalle. Non so cosa voglia dire quello che mi ha detto. Ma istintivamente mi fa venir voglia di sospirare. E mi fa piacere. Tanto piacere.

 

 

Spazio Autrice: Salve. Benvenuti nella riedizione di questo capitolo. Forse questo è il capitolo che meno mi convinceva di questa fiction. Ripeto, quando ho iniziato a scriverla, avevo intenzione di renderla drammatica e inserirci vagonate di angst. Ma Asia e Draco non erano d’accordo, quindi ho dovuto cambiare tutto.

-         Liebe: dal tedesco, vuol dire amore.

-         Ich warte ein leben lang: dal tedesco, vuol dire ‘ti aspetto da una vita’.

Detto questo, passo e chiudo.

 

A presto,

Micaela.

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Capitolo 3
*** My reasons ***


3. My Reasons

 

 

 

Arrivo a casa, dopo una giornata infernale. Chiudo gli occhi con un sospiro, dopo aver posato il trench all’appendi panni accanto alla porta. Lei è sempre lì. Cazzo.

 

-Sono a casa, Astoria!- urlo, verso mia moglie.

 

Mi guardo in giro nella casa in cui siamo andati a vivere dopo il nostro matrimonio. Regalo di papà Greengrass. Una piccola casa di cattivo gusto sequestrata al fratello maggiore di mio suocero perché usata come camera di tortura a Babbani e Sanguesporco durante la Seconda Guerra Magica e riottenuta grazie ad una lauta donazione di suddetto papà Greengrass in favore di una qualche opera di ‘beneficienza’. Posto che non sono mai riuscito a chiamare veramente casa. Prigione di un matrimonio forzato. Posto che mi ricorda tutto quello che ho fatto di sbagliato in tutta la mia vita.

 

Sospiro, scuotendo la testa, mentre mi siedo sul divano del salotto. Non posso permettermi di pensare queste cose. Non è giusto, non posso farlo. È dannatamente poco etico anche per me, cazzo. Passo una mano sugli occhi, e agito di nuovo la testa, provando a dimenticare. Sento il rumore di una doccia, a quanto pare usata da Astoria in questo momento. Dovrebbe essere invitante, dovrebbe farmi venire voglia di togliermi i vestiti strada facendo, di aprire la porta di botto ed entrare nel piccolo box doccia con la ragazza che ho sposato, ma non mi va. Riesco solo a pensare al fatto che Astoria avrebbe potuto fare la doccia prima, perché sono così stanco, almeno psicologicamente, che vorrei solo dormire e non pensare più a niente.

Ma non posso non pensare a niente. Perché penso solo a lei. Lei che dovrei odiare, lei a cui non dovrei pensare, lei che mi ha fottuto come se fossi un ragazzino in preda agli ormoni. Lei che, nonostante tutto, è la donna che aspetto da tutta la vita.

 

*Inizio flashback*

 

-Andromeda, mi dispiace così tanto!- dice Narcissa Black in Malfoy a mia zia, Andromeda Black in Tonks.

 

La guerra è appena finita. Lo Sfregiato ha appena sconfitto
Faccia di Serpente, con mio grande sollievo. E adesso siamo qui, a provare a rimediare a tutto il male che ha fatto la mia famiglia negli anni passati. Sono qui a provare a rimediare alle mancanze dei primi diciotto anni della mia vita. Sono qui per provare a crescere e diventare un essere umano degno di portare questo nome. Sono qui per provare a essere Draco, e non un Malfoy.

 

-Oh, Cissy! Mi sei mancata così tanto!- dice mia zia, abbracciando mia madre di slancio.

 

Provo a trattenere un sorriso ma non ci riesco. Da quando la guerra è finita mia madre è diventata un’altra persona. Non ha più quell’aria perennemente stanca che aveva prima. Non prova più a reprimere le sue emozioni, non ha più paura di rispondere in modo sarcastico a mio padre, nemmeno quando siamo in pubblico. E mi piace. È lei la persona che mi ha cresciuto. È lei che quando ero bambino mi portava in giro per le giostre babbane, di nascosto da Lucius. La persona che andava in giro per il Manor negli ultimi tempi era solo il fantasma della persona meravigliosa che è Narcissa Black.

 

-Vieni, Andromeda. Voglio presentarti una persona.- dice mia madre, staccandosi dalla sorella. -Lui è Draco, tuo nipote.-

 

-Ciao, zia.- dico, torturandomi le mani.

 

Ricordo l’ultima volta che ho conosciuto una mia zia.
Bellatrix aveva fatto un cenno del capo e mi aveva solo detto di essere troppo magro e debole. Non che ci fosse qualcosa da aspettarsi da lei. Bellatrix era stata già in gioventù una pazza con manie di grandezza, ma Azkaban non aveva di certo giovato alla sua salute mentale. Durante il periodo di permanenza di Faccia di Serpente a casa mia, io ero costretto ad andare a chiamarla in caso di riunioni. Una volta l’avevo trovata con le braccia sospese in aria mentre canticchiava una nenia, come avesse un neonato tra le braccia. La cruciatus non è decisamente una maledizione piacevole, ma quella volta lo era stata ancora meno…

 

-Draco! Da quanto tempo volevo conoscerti!- dice, con un sorriso felice e gli occhi velati di lacrime.

Lei si slancia verso di me e io accolgo l’abbraccio con uno strano calore nel petto. È l’abbraccio di una madre. Caldo e affettuoso e tenero e amorevole. Poi ricordo. Mia cugina Ninfadora e suo marito, il mio ex-professore di Difesa contro le Arti Oscure, Remus Lupin, sono morti. Uccisi da due Mangiamorte durante la Battaglia di Hogwarts. Bellatrix Lestrange ha ucciso la sua stessa nipote solo perché figlia di un Nato Babbano e moglie di un licantropo. Chiudo le mani a pugno, perché mai prima di adesso ho provato una tale sensazione di disgusto.

 

 

Poi la sento irrigidirsi e mi stacco leggermente da lei, confuso. Sento mia madre afferrarmi un polso e spingermi indietro.

 

-Oh, Merlino! Draco, vieni qui. Sta per pronunciare una profezia!- esclama, mettendo una sedia dietro la sorella.

 

-Cosa? È una veggente?- chiedo, scioccato.

 

-Noi Black siamo bravi a mantenere i segreti.- risponde, annuendo.

 

-Il figlio di un diavolo e un angelo amerà

Lui non ci crede nemmeno ma lo farà

L’amata i poteri celati e nascosti avrà

Ma lui per senso del dovere li sbloccherà!

Il suo cuore freddo e insensibile diverrà

Ma al suo primo sguardo a cedere pronto sarà.

Ad una Nata-Babbana la sua vita dedicherà…-

 

*Fine flashback*

  

Scuoto la testa, rassegnato. La profezia si è avverata. Per uno stupido scherzo del destino, la mia vita dai diciotto anni in poi era dipesa da una stupida profezia. O almeno la credevo stupida. Ma quello era il mio vecchio io. Il vecchio io che non credeva nei sentimenti. Il vecchio io che non era pronto ad aver una relazione. Il vecchio io che piuttosto che rinunciare alle storie di una notte, si sarebbe fatto volentieri togliere un braccio. Perciò, quando zia Andromeda mi aveva detto che mi sarei innamorato di una Nata-Babbana con i poteri bloccati, le avevo riso in faccia. Io non volevo niente del genere. Se ci fosse stata una scappatoia alla profezia, io l’avrei presa senza pensarci due volte. E l’ho presa. Quando mio padre ha organizzato il matrimonio con Astoria, ho accettato subito, senza lamentarmi più di tanto, ma nemmeno con tanto entusiasmo. Non avevo prospettive. Non credevo di potere amare. Ma lei, la mia lei, era diversa. Era pura. Ed era bella, bella come Astoria, in sette anni di matrimonio, non mi era sembrata mai.

 

*Inizio Flashback*

 

-Ron, Herm, vi prego, ne ho bisogno! Ho bisogno di mandare qualcuno che la ragazza possa riconoscere! Ve lo sto chiedendo come favore personale, non ve lo sto nemmeno assegnando come missione!- sento parlare lo Sfregiato da fuori la porta.

 

-Harry, non possiamo lasciare i piccoli da soli! Perché non vai tu con Ginny? Ti riconoscerebbe subito! Basterebbe…- dice la Sanguesporco Granger.

 

-Farle vedere la cicatrice. Harry, non possiamo, davvero! Ci sono decine di Auror che in questo momento non stanno facendo niente, chiedi a loro! Io non posso abbandonare la mia squadra così. E poi Hermione non è nemmeno Auror, non puoi darle ordini!- dice la Donnola.

 

-Ragazzi, vi prego…- dice Harry, e io evito di sfregarmi le mani, anche se devo ammetterlo, nonostante sia passato un sacco di tempo, godo ancora nel vedere Potty disperato.

 

-No, Harry, ragazzi niente. Non dovrebbe essere nemmeno di nostra competenza. Ci occupiamo di maghi pericolosi, non di cose del genere. Quindi mi dispiace, ma non possiamo andare, Harry.- ribatte Ron.

 

Vedo uscire Ron ed Hermione dall’ufficio del Bambino Sopravvissuto Per Tormentarmi, e mi accorgo che il suddetto flagello della mia esistenza affonda la testa sulle braccia incrociate posate sulla scrivania, sconfitto. Decido di entrare nell’ufficio, volendomi godere la sua sensazione di sconforto. Lui alza la testa, infastidito dal mio arrivo.

 

-Malferrett, oggi non è giornata, quindi dì quello che devi dire e vattene!- dice, sospirando.
 

-Ah-ah, Potty. Divertente. Dove volevi mandare la Donnola e la Granger?- chiedo, facendo finta di non sentire l’insulto.

 

In fondo io gliene dico di peggio.

 

-Non t’interessa, Malefico.- mi risponde, chiudendo gli occhi.

 

-Scordatelo! Stavi coinvolgendo Weasley, il che significa che puoi coinvolgere anche me. Caposquadra è lui e caposquadra sono io. Niente nepotismo, favoritismi o raccomandazioni. Di cosa si tratta?- chiedo, alzando un sopracciglio, sospettoso.

 

-Il fatto è che… non so se sei il più adatto, Draco.- dice, raddrizzandosi sulla sedia e passandosi una mano tra i capelli, scombinandoli ancora di più.

 

-Di cosa si tratta, Harry?- gli chiedo, sedendomi di fronte a lui.

 

Perché si, ho capito che, quando quest’uomo entra in modalità seria, bisogna ascoltarlo. Per me resta un idiota, ma se il Cappello Parlante voleva smistarlo a Serpeverde un motivo c’è. Quindi una volta l’anno gli do la possibilità di parlarmi senza ricevere insulti in risposta. Spero che sfrutti bene la possibilità di quest’anno…

 

-C’è una ragazza in Italia con i poteri bloccati. Non voglio sconvolgerla, ma vorrei che capisse subito chi ha davanti. Pensavo che magari, mandando Ron e Hermione, sarebbe stato più facile, in fondo, li riconoscono quasi tutti. E, invece, non so dove sbattere la testa, perché loro non vogliono andare e io non posso muovermi da qui. Se manco ad un’altra cena di famiglia, Ginny chiederà il divorzio.- dice, prendendosi la testa fra le mani. –Ci vorrebbe solo qualcuno disposto ad andare…-

 

*Fine Flashback*

 

Ok, lo ammetto, mi era mancato il respiro. E ok, lo ammetto, volevo venire per dirmi: ‘Hey, Draco! Visto? Non sei in grado di amare, quindi sbloccale i poteri e torna a vivere una vita senza senso a Londra!’. Speranze vane, ovviamente. Perché la ragazza si era rivelata molto di più di un semplice nome su un fascicolo dimenticato al Ministero o il possibile oggetto di una profezia.

 

Perché Asia è.. è perfetta. È bellissima. Non di quella bellezza travolgente, non di quella bellezza che attira gli sguardi degli uomini al suo passaggio, per fortuna. Asia è bellissima nella sua semplicità, nella sua timidezza, nella sua schiettezza. È bella nei suoi capelli castani lunghi e boccolosi. E adoro la luce che ha nei suoi occhi cangianti, castani a prima vista, dorati quando la guardi negli occhi attentamente, verdi quando una luce forte svela la vera essenza di questi occhi così profondi e gentili attraverso cui potresti leggere la sua anima. Occhi che mi hanno fatto cedere al primo sguardo, come ha detto mia zia tanti anni fa.

 

Già, Asia è dolce, bella, gentile. Ma dietro la sua gentilezza nasconde un potere che farebbe impallidire Tom Riddle e Silente messi insieme. Le ho sbloccato i poteri solo stamattina e nel giro di un paio di secondi è stata capace di provocare talmente tanti di quei fenomeni da scatenare la curiosità dei media.

 

Non che m’importi. Non ho tempo di pensare a queste cose adesso, che se ne occupino gli Obliviatori. In fondo il Ministero li paga per una ragione. No, l’unica cosa di cui m’importa è lei. Lei che mi ha dato il permesso di chiamarla Asia, non Anastasia. Lei che si fida di me, nonostante non ci avrei scommesso nemmeno uno zellino. E il suo sguardo quando me l’ha detto… avrei voluto restare. Avrei voluto chiederle di restare. Avrei voluto abbracciarla, stringerla tra le mie braccia ancora e ancora, fino a sembrare una persona sola, fino a farla sentire parte di me. Avrei voluto restare e non lasciarla allontanare mai più.

 

Ma.

 

C’è sempre un ma, quando tutto intorno sembra splendere.

 

È così piccola. Così giovane. Ha 12 anni in meno di me. E io… ho già una moglie. Senza contare mio padre. Lucius Malfoy mi avrebbe ucciso. O mi avrebbe chiuso in una camera da letto piena di lingerie commestibile da fare indossare ad Astoria e farle concepire finalmente il tanto atteso nipotino. A mia madre non avrebbe importato, anzi ne sarebbe stata felice. Aveva litigato con mio padre, quando questo mi aveva costretto a sposarmi con una Purosangue. Avevano litigato come non litigavano da tempo, solo perché non ero stato abbastanza coraggioso da dire a mio padre che volevo aspettare quella giusta.  

 

Ma non posso più cambiare le cose. E questo mi fa imprecare sotto voce, perché non riesco a pensare al fatto che Asia sarà sempre la persona giusta arrivata, anzi, trovata al momento sbagliato, e non è giusto. Non è giusto che, dopo tutto quello che ho passato nella mia vita, io sia costretto a dover sopportare anche questo.

 

-Oh, ciao, Draco. Sei già qui.- sento dire da Astoria, alle mie spalle.

 

Mi giro verso di lei e la guardo. Indossa solo un asciugamano che la copre a malapena. La guardo negli occhi, scrutando poi la sua intera figura. So cosa dovrei fare. Dovrei… Merlino, dovrei saltarle addosso. È carina, in fondo. Non bella, non per me. La pelle chiara, i capelli biondo grano gli occhi azzurri.. i suoi tratti aristocratici. È sexy. È attraente. Ma non è quello che voglio. Non è chi voglio.

 

Lei si avvicina a me e mi bacia leggermente sulla bocca, facendo scintillare gli occhi dopo il bacio. Mi alzo dal divano, portando entrambe le mani ai suoi fianchi, che si scontrano con i miei. La bacio di nuovo, e lei mi morde leggermente il labbro inferiore, approfondendo quel contatto. E rispondo con forza, come se questa fosse una situazione da botta e via, dove in una notte si esaurisce il desiderio. Il bacio si sposta dalla bocca alla sua mandibola, fino al suo collo, e spero davvero che la mia punizione all’inferno non sarà poi così dura. Perché lo sto facendo solo perché voglio dimenticare lei, e non è giusto, per nessuna delle due. Perché nonostante l’indifferenza reciproca, lei non mi ha mai rifiutato. Intreccia le mani con le mie, facendo cadere l’asciugamano corto che la copriva, mentre mi spinge verso la camera da letto. Io la fermo un secondo, aprendo gli occhi piano.

 

E trattengo un urlo, perché la persona che ho visto era Asia e non Astoria. Mi stacco da lei bruscamente, passando una mano sulla bocca, mentre lei riprende l’asciugamano da terra, per coprirsi.

 

-Mi dispiace, Tory. Sono stanco. E.. devo andare da Harry.- le dico, aggiustandomi la camicia.

 

-Ok.- dice in tono freddo.

 

Tono freddo che sinceramente non capisco. È vero, non l’ho mai rifiutata. Ma non c’è attaccamento sentimentale, siamo meno di amici con benefici, e… lei non è Asia. Asia è e sempre sarà l’unica persona che non rifiuterò mai, e anche se mi sento un verme, non posso fare altro che pensare a lei e come avrei voluto che fosse lei ad essere venuta da me.

 

Scuoto la testa per liberarla da questi pensieri e, dopo un breve saluto, riprendo il cappotto. Mi smaterializzo nel mio ufficio al Ministero, a Londra. Esco da lì e vado verso l’ufficio di Potter, entrando senza bussare, ovviamente.

 

-Salve, Sfregiato. Come va?- dico, accendendomi una sigaretta.

 

-Salve, Malefico. Bene. Cosa ti porta qui?- dice, col mio stesso tono di voce sarcastico e pungente.

 

-Oggi ho sbloccato i poteri ad Asia, Anastasia.- dico, correggendomi.

 

-Asia? Malferrett… che hai fatto? Come mai la chiami Asia?- chiede, scettico.

 

Ha tutta la ragione di questo mondo se vuole uccidermi e, davvero, non credo lo fermerei se mi puntasse la bacchetta alla testa, al momento. Ma almeno spero che lo farà dopo averle detto che… mi sto innamorando di lei. Perché non posso andarmene prima che lei sappia quanto tengo a lei.

 

-Harry… oggi le ho sbloccato i poteri. Non hai idea di  quanto sia potente. È una Tempestae Dominatrix. Ed ha una potenza magica che non ti dico. Era… palpabile quasi. Ha quasi scatenato un terremoto, dopo il vento. Dopodiché ha fatto nevicare.- dico, provando a sviare il discorso. –Ha attirato pure la stampa babbana.-

 

-Wow.- dice, alzando un sopracciglio, sorpreso. -Be’, questo spiega perché le hanno bloccato i poteri. Non potevano lasciarle i poteri da piccola. Non avrebbe piovuto mai, i bambini sono sempre felici. Comunque.. Perché la chiami Asia?-

 

Maledettissimo Grifondoro! Perché non si fa gli affari suoi ogni tanto?

 

-Mi ha detto che i suoi amici la chiamano così. È… be’, si fida di me. Almeno credo.- gli dico, distogliendo lo sguardo.

 

-Oh, no. Draco, dimmi che non è vero!- dice, balzando in piedi.

 

-Cosa?- dico, guardandolo storto

 

-Ti avevo chiesto una cosa, Malfoy, una sola! Ti avevo chiesto di non innamorarti di lei, di non provarci, di non guardarla nemmeno come una possibile scappatella! Ma che diavolo ti viene in testa? Ha 18 anni, cavolo, come puoi anche solo pensare di…- sbraita.

 

-Vaffanculo, Harry, tu non sai niente!!- sbotto, passandomi una mano tra i capelli.

 

-E cosa c’è da sapere? Hai dodici fottutissimi anni più di lei, tecnicamente sei un suo insegnante, e dovevi andare lì solo per sbloccarle i poteri, non per irretirla! Che diamine ti passa per il cervello?- mi chiede, furibondo.

 

-Niente, perché ovviamente io posso solo avere doppi fini per tutto quello che faccio, no?- celio, con una risata secca. –Sai, non mentirò. Avevo davvero un secondo fine con lei. Avevo bisogno di sapere una cosa. L’ho saputa, fine dei giochi. E non provare a giudicare, Sfregiato.-

 

-Malfoy, di cosa cazzo stai parlando?- mi chiede, confuso.

 

-Sto parlando del fatto che siamo destinati, idiota! E, si, mi piace e forse mi sto innamorando di lei, ma prova a dirlo a qualcuno e giuro che ti mando a fare compagnia a Voldemort, Potty!-

 

-Cosa? Che vuol dire che siete destinati?- chiede confuso, sedendosi di nuovo, una smorfia disgustata sul volto.

 

-Vuol dire quello che hai capito.- dico, prendendo un respiro profondo. -Sai, quando è finita la guerra… quando tu hai ucciso Riddle… be’, mia madre mi fece conoscere mia zia Andromeda. Come ormai sai, lei è una veggente, e nella profezia disse che mi sarei innamorato di una Nata-Babbana con i poteri bloccati che avrei dovuto sbloccare io. E che io nell’attesa sarei diventato un blocchetto di ghiaccio. E quando l’ho incontrata.. Harry, ho capito che era lei! Era lei quella giusta, era lei quella che aspettavo da una vita!-

 

Lui mi guarda in modo strano, tra il confuso e l’ammirato, e allora distolgo lo sguardo, perché qui la situazione è diventata davvero imbarazzante.

 

-Furetto, cosa sei venuto a fare qui?- chiede, abbassando gli occhi. –Le giustificazioni non servono a molto. Non cambia niente questo per me. Capisco la situazione, ma è comunque pericoloso. Se lo venissero a sapere nei piani alti, potrebbero anche chiedere il tuo congedo, sai?-

 

-Si.- rispondo, annuendo.

 

-E sei disposto a rischiare il posto per cui hai lottato tanto duramente… per una ragazzina?- domana, un sopracciglio alzato per la sorpresa, però con sarcasmo.

 

-Si. Te l’ho detto, non m’importa. Posso anche vivere di rendita, poi.- dico, alzando le spalle.

 

-Be’, ammiro il tuo coraggio, Malefico.- mi risponde Harry, alzando gli occhi al cielo.

 

-Wow. Questo si che è qualcosa che mai mi sarei aspettato di sentirmi dire da te.- celio, con un sospiro.

 

-Va a farti fracassare il cranio da un troll.- mi risponde, soave. –Ripeto, che sei venuto a fare qui?-

 

-Voglio un permesso per starle vicino più a lungo. Ha bisogno di una mano, non possiamo sbloccarle i poteri e lasciarla nel mondo Babbano come se nulla fosse. Ha bisogno di qualcuno
che la accompagni a Diagon Alley, che la aiuti nelle materie e qualcuno che le insegni a controllarsi. Ha un potere immenso, e anche se so che una ragazza assennata come non ne vedevo da un sacco di tempo, voglio aiutarla. E poi, ammettilo, come insegnante migliore di me potrebbe avere solo la Granger. E la Granger se n’è lavata le mani, quindi… resto io.- dico con tranquillità.

 

-E che scusa dovrei dare per la tua assenza? Sei un Caposquadra…- mi dice, serio.

 

-Mettimi in aspettativa. Posso continuare a dare una mano qui, ma per adesso è lei la mia priorità.- ribatto, annuendo.

 

-Promettimi solo che lo fai davvero solo per aiutarla e non per conquistarla.- dice, rassegnato.

 

-Ok. Ma se fosse lei a provarci..- dico, speranzoso.

 

-Scordatelo. Non ti coprirò le spalle, Draco. Perciò, non osare, ok?- dice, ora con un lieve accenno di minaccia nella voce.

 

-Uffa, ok! Ci vediamo Potty!- dico, uscendo dal suo ufficio.

 

-Spero di vederti tra più tempo possibile, Malferrett!!- urla, dall’altro lato della porta che gli ho sbattuto un faccia.

 

Non posso mantenere la promessa che ho fatto a Harry. Purtroppo questo lo so già. Ma, come ho già detto, per lei sono disposto a tutto. Anche a lasciare il posto di Auror per cui ho lottato tanto duramente. Ma non m’importa. Perché ho fatto tutto per lei, ho lottato, sono diventato una persona, spero, migliore per lei. Per essere degno di lei. Perciò farò tutto il necessario.

 

Spero di convincerti, Asia. Perché senza di te, nulla di tutto questo avrebbe più senso.

 

 

Spazio Autrice:  Salve! Benvenuti nella versione corretta di questo capitolo. Be’, devo ammetterlo, questo è uno dei miei capitoli preferiti. Non l’ho cambiato molto, ho solo inserito un paio di dettagli qua e là, però, a mio parere, è molto meglio rispetto la sua versione originale. È proprio vero: practice makes perfect. Quindi… ah, la profezia… scritta di getto durante un’ora di matematica al liceo particolarmente noiosa, con la mia compagna di banco che a poco mi uccideva perché ero in crisi. ;_;  E invece… è proprio da qui che parte il sequel. I misteri della vita. Ora mi eclisso.

 

A presto,

Micaela.

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Capitolo 4
*** Long Talks, Shopping and..... ***


4. Long Talks, Shopping and…

 

 

Cammino per la scuola, in cerca di qualcosa da fare. Tre ore buche, maledizione! Un suicidio completo. Sento un fulmine fuori. Ok, mi devo calmare, altrimenti arriverà l’apocalisse con tanto di Cavalieri. Uffa! Imparare a controllarsi per una persona come me è praticamente impossibile. Draco può anche mettersi il cuore in pace.

 

Draco.

Sembra strano pensare a lui come una persona vera, come una persona che esiste veramente, respira, mangia, va in bagno e fa tutto quello che fanno le persone normali. Be’, forse non tutte le persone normali fanno magie, ma almeno è umano.

Il che è abbastanza confortante, per i miei standard.

Passo davanti la Sala dei Professori, sperando che non mi becchi nessuno, mentre mi aggiro per la scuola. Come non detto.

-Asia! Che ci fai in giro?-

 

Be’, parli del diavolo e ne spuntano le corna. O meglio, parli della serpe e ne spuntano i capelli biondo platino.

-Draco, ma che vuoi? Ho tre ore buche, ne ho già passata una ascoltando musica, volevo passare le altre due in modo un po’ più fruttuoso, magari imparando a controllarmi, o a fare qualche incantesimo, ma un certo furetto non mi ha ancora detto se in questa maledetta città c’è un negozio di bacchette!- gli dico, mettendo le mani nei fianchi in maniera minacciosa.

-Ehm… si, lo so.- dice, passando una mano sulla nuca, imbarazzato. -Scusami. Il fatto è che dovevo chiedere il permesso allo Sfregiato di lasciarmi stare qui per un paio di mesi. Ok, forse un po’ di più, Sanguesporco, ed è per questo che non te l’ho detto. Avevo bisogno di chiedere se potevo restare.-


-Adesso fai quello che ti dice Harry Potter?- dico, alzando un sopracciglio, ridendo sotto i baffi.

-Per fortuna avevi i poteri bloccati! Non voglio immaginare come saresti diventata se fossi finita a Serpeverde!- celia, facendo una smorfia. -Comunque ti comunico che, si, devo per forza stare a sentire Harry Io-sono-leroe-quindi-faccio-tutto-io Potter, da quando Shacklebolt ha avuto la brillante idea di nominarlo Capo del Dipartimento Auror, quindi mio capo. Perciò non rompere, Sanguesporco, fammi questo favore!-

Rido del suo tono sarcastico e disgustato. In fondo speravo non cambiassero mai. Harry e Draco sono spettacolari per questo motivo. Si caverebbero gli occhi a vicenda, ma non sopporterebbero mai di vedere l’altro morire. E cos’è l’amicizia senza una buona e sana competizione? Poi mi blocco. Aspetta, che ha detto?

-Sei diventato Auror???- gli urlo, sbalordita.

Lui corre subito da me, tappandomi la bocca con la mano.

-Shhh!! Che fai?- dice, ridacchiando, però, portando la mano dalla mia bocca alla mia guancia per accarezzarmi.

 

Perché cavolo mi deve fare questo effetto?

-Scusa! Mi sono lasciata prendere.- dico, a voce più bassa. -Sei un Auror?-


-Si, ho deciso di prendere questa strada durante il mio secondo settimo anno. Quando sono tornato a scuola con Hermione.- dice, sorridendo.

-Hermione?- chiedo, di nuovo con un ghigno sulla mia faccia e un sopracciglio alzato.

-Oh, vuoi smetterla di credermi il diavolo in persona? Insomma ho dei sentimenti, io!- dice, mettendo il broncio, anche se sotto sotto se la sta ridendo alle mie spalle.

-Ma dai, sto scherzando! Mi stupisco solo del fatto che tu non l’abbia chiamata ‘sanguesporco’ come chiami me!- dico, alzando le spalle.

-Oh, be’- dice, rilassandosi un po’ -Siamo amici adesso. Lei ha capito che io non volevo che accadessero certe cose, io ho capito che è davvero in gamba… e be’, se hai chiara la situazione siamo a cavallo.-

-Fico- dico, cominciando a farmi film in testa di loro due insieme.

Questa si che è una notizia fantastica. Non solo è un Auror, non solo è riuscito a superare tutto il suo passato, è diventato anche amico di Hermione. A quanto pare, però, nel frattempo, devo aver assunto una posa alla John JD Dorian di Scrubs, perché Draco comincia a guardarmi in modo truce.

-Smettila di immaginare cose che in realtà non sono accadute, Sanguesporco. Dico sul serio.-

Ok, esco dal mio mondo. In fondo, la realtà sta diventando meglio di ogni mia fantasia.

-Furetto, sei una noia. Ti preferivo quando eri solo un personaggio immaginario!- dico, cominciando ad andare via, per provare ad attirare la sua attenzione ancora di più.

Comincio a correre a bassa velocità e lui inizia a seguirmi. Prova ad afferrarmi ma io gli sfuggo sempre all’ultimo secondo. Continuiamo così ancora per un paio di minuti, durante la quale abbiamo iniziato a ridere entrambi come due beoti, ma felici. Non so da dove derivi la mia felicità nello stare con lui, ma mi piace.

-Presa!- sussurra al mio orecchio, mentre mi avvicina a lui, abbracciandomi da dietro.

Non ho paura di lui, davvero. Mi fido di lui, e so che non farebbe mai niente di male. Ma non mi fido di me stessa. E non mi fido di questa maledetta felicità che provo adesso stretta a lui. Siamo davanti alla finestra e vedo il sole brillare felice, attraverso le nuvole che si stanno diradando.

-Hai da fare questo pomeriggio?- gli sento chiedere a bassa voce, a un millimetro dal mio orecchio, ancora ridacchiando.

Ok, mi sono persa.

-C-cosa?- gli chiedo dubbiosa.

Continua a ridacchiare per il mio fraintendimento, anche se è arrossito.

-Be’, è vero, si possono fare degli incantesimi senza bacchetta, ma preferirei iniziare in una maniera un po’ più tradizionale. Quindi se vuoi imparare… be’, ti va di accompagnarmi a Diagon Alley? Devo comprare alcuni ingredienti per pozioni, e ho pensato di portarci anche te, per prendere quello che ti serve.- dice.

-Ok, perché no!- gli dico, sorridendogli.

 

Ok, dovrei scavarmi una fossa. Ho frainteso, ok. È imbarazzante, lo so. Ma la situazione era un po’ ambigua, ecco.

-I tuoi genitori faranno domande?- mi chiede, corrucciato.

-Ma no! Sono sempre fuori per lavoro, non arrivano mai prima di cena. L’importante è che per le 7 sia a casa.- rispondo, scrollando le spalle.

-Fico! Ci divertiremo, Sanguesporco!- replica, sbattendo le mani. -Comunque devo andare, adesso. Fatti trovare davanti alla Sala dei Professori all’uscita, ok?-

Arrossisco nuovamente, e annuisco. Lui sorride, io sorrido e insieme ci allontaniamo l’uno dall’altro contemporaneamente per qualche ora.

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Corro verso la Sala dei Professori, come avevo promesso a Draco tre ore fa. Lui è già là davanti, bello e pettinato, con tanto di cartelletta che lo fa davvero somigliare ad un professore. Be’, un prof molto sexy, ma è sempre di Draco Malfoy che stiamo parlando. Sorride quando si accorge della mia presenza.

-Che hai fatto nell’ultima ora?- mi chiede, un sopracciglio alzato in una smorfia curiosa.

Sbuffo, seccata dalla sua domanda. È dannatamente imbarazzante stare con lui.

-Educazione Fisica, perché?- gli chiedo, abbassando gli occhi.

In risposta lui scoppia a ridere. Maledettissimo furetto!

-Credevo che ai ragazzi piacesse questa materia! Stanno arrivando i monsoni! E di solito sono solo in zone tropicali! Cavolo, mi sento in India, Sanguesporco. È come stare alla vecchia casa coloniale del mio trisnonno!- dice, continuando a ridere.

-Be’, io invece ho sempre odiato questa materia. La ritengo inutile e noiosa, in più i prof mi odiano. Preferirei fare alcune lezioni di volo.- dico indifferente, però guardandolo speranzoso.

-Eh, no! Scordatelo! Nessuno può toccarmi Polly!- dice, guardandomi truce.

-Polly? Hai dato un nome al tuo manico di scopa?- gli chiedo, alzando un sopracciglio.

-Quello non è un manico di scopa qualunque. È il MIO manico di scopa, sanguesporco.- dice, come a volere dimostrare l’ovvietà della cosa.

-Ah, si? E che ha di speciale?- gli chiedo, avvicinandomi a lui.

Lui si avvicina a sua volta, e inizia a ghignare.

-È il MIO manico di scopa. Questo ti basta.-

-Tralasciando l’ovvio doppio senso che farò finta di non aver sentito, visto che sono appena maggiorenne…- celio, ridendo. -Mio Dio, quanto sei spocchioso!-


-Be’, il vantaggio di essere un Malfoy.- dice, alzando le spalle, per poi ridere. –E poi non fare la ragazza innocente con me.-

 

-Io sono una ragazza innocente. Al massimo scateno solo un tornado, no?- chiedo, altezzosa.

 

Scoppiamo a ridere, perché, davvero, siamo ridicoli.

-Allora… che si fa oggi?- gli chiedo, provando a tornare seria.

-Mmm.. Ci smaterializziamo a Londra, mangiamo qualcosa lì, entriamo a Diagon Alley, andiamo alla Gringott e poi compriamo tutto quello che ci serve.- dice, facendo l’elenco contando on le dita.

-Be’, non so se l’hai dimenticato, anche se non credo, visto che lo sottolinei ogni due secondi, che che sono una Sanguesporco! Non ho un conto alla Gringott dalla quale posso prelevare dei soldi- dico, un po’ contrariata.

 

E diamine ne ho pure ragione in fondo, no? Lui probabilmente naviga nell’oro e io dovrò spendere la paghetta di un anno per permettermi tutto quello di cui avrò bisogno.

-Prendi questa.- mi dice, lanciandomi una chiave. -Sai ho fatto delle ricerche prima di venire qua. Il tuo cognome Berri, con la -i, deriva dal cognome Berry, con la -y. I Berry erano una grande famiglia di maghi, al pari dei Black, dei Malfoy, dei Greengrass, dei Nott e di tutte le grandi e antiche casate di purosangue. Il tuo ultimo antenato mago fu Alexander Berry, che ebbe un figlio Magonò. Deluso da questo decise di lasciare tutto al primo erede magico che ci fosse stato nella sua dinastia, ovvero a te. Quindi, mia cara Sanguesporco, hai un patrimonio maggiore di quello mio.- dice, sorridendo.

-Mi stai prendendo in giro?- è l’unica cosa che riesco a dire.

-No. Dico sul serio.- mi risponde, annuendo.

 

 

-Wow.- sussurro.

 

Allora posso anche risparmiare la mia paghetta!


-Dai, andiamo ora. Ho fame. Afferra il mio braccio.- dice, porgendomi il suo arto.

Faccio quello che dice, ma non sembra convinto dalla sua espressione.

-Senti ho paura che ti Spacchi. Ti fidi di me?- mi chiede, con gli occhi che diventano lucidi alla sua domanda.

-Si.- dico, certa di lui, anche se un po’ meno di me stessa.

È vero, potrà anche avere il doppio della mia età, ma ciò non cambia il fatto che su di me l’effetto che nemmeno un dio greco potrebbe mai avere. Mi lascia andare il braccio, per poi cingermi il collo e abbracciarmi stretta a lui.

-Ti fidi ancora di me?- mi chiede in un soffio, tra i miei capelli.

-Si- dico, roca.

 

Sento un sorriso tra i miei capelli e poi un dolore forte allo stomaco, per poi vedere tutto sfocato. Dura tutto un battito di ciglia. Draco si stacca da me, mentre sento il rumore di un clacson, da un vicolo minuscolo dalla quale riesco a vedere i tipici taxi inglesi. Nel frattempo, la nausea prende il posto del dolore allo stomaco. Draco estrae una provetta tra le tante che tiene nella cintura, che non avevo mai visto, e la porge verso di me.

-Prendila. È contro la nausea.- dice, quasi ordinandomelo.

La prendo tutta d’un fiato, e l’effetto è immediato. Quantomeno adesso i palazzi non girano più.

-Come mai tieni tutte quelle pozioni con te?- gli chiedo, provando a distrarmi per non pensare allo stomaco in subbuglio.

-Sono a capo di una squadra Auror specializzata in Pozioni. Non ero il miglior alunno di Piton per niente. E poi amo fare intrugli dagli effetti strani!- dice ridacchiando.

-Sembra fico.- rispondo, con un lieve sorriso nel volto.

-Lo è. Soprattutto perché Potty in pozioni è una frana. È una goduria quando viene da me per chiedermi qualche pozione!- ribatte entusiasta.

Ridiamo insieme, e, dopo che Draco si è accertato che sto bene, ci avviamo da un Pret-a-Manger dove mangiamo al volo un paio di tramezzini. Finiamo presto, poi prendiamo un taxi, che ci porta davanti a un vicolo simile a quello dove ci siamo Smaterializzati.

-Siete sicuri di voler scendere qui?- chiede l’autista.

-Si.- dice Draco, sicuro.

Dopo aver pagato, guardiamo il taxi allontanarsi.

-Quindi è vero che i Babbani non possono vedere l’entrata del ‘Paiolo Magico‘?- gli chiedo, alzando un sopracciglio.

-Già.- dice, alzando gli occhi verso l’insegna. -Dai andiamo.-

Entriamo nel pub, e come mi aspettavo la sua presenza non passa inosservata. Ma questo non sembra un fatto positivo. Molti dei presenti lo guardano astiosi, ma lui non abbassa mai gli occhi. Anche se non sono più vivi, anzi sono duri, come a volersi schermare da quelle persone. Entriamo nel retro. E lui estrae subito la bacchetta dalla sua giacca. Gli prendo la mano, costringendolo a guardarmi in faccia.

-Draco… cos’è successo?- gli chiedo, con le sopracciglia aggrottate.

-Niente, solita storia.- dice, indifferente, ma con lo sguardo lontano da me.

-Draco, non sono stupida. Perché ti guardano tutti in quel modo?- gli chiedo, mettendomi di fronte a lui.

-Semplicemente non sono la persona più amata nella Terra. Be’, quantomeno nel mondo magico non lo sono.- dice con un sorriso che non arriva agli occhi.

-Draco, sii serio.- gli chiedo, poggiando le mani sui suoi fianchi.

-Sai, Asia, il fatto che io sia Auror non ha cambiato l’opinione della gente. Per loro sono e resterò sempre il figlio Mangiamorte del Mangiamorte Lucius Malfoy. Non posso cambiare le cose. A loro non importano le ragioni. Loro guardano solo quello che è successo superficialmente.- risponde, abbassando lo sguardo.

-Va avanti.- lo incito, stringendo la presa ai suoi fianchi.

-Sai perché sono diventato Mangiamorte?- mi chiede a voce bassissima. -L’ho fatto perché mio padre ha avuto la brillantissima idea di ospitare Riddle a casa mia, pochi giorni prima di essere arrestato. Mi sono ritrovato a casa mia, d’estate, con una manica di pazzi da legare che non faceva altro che dire di uccidere più persone possibile. Mi sono ritrovato con Faccia da Serpente che minacciava mia madre
un giorno si e l’altro pure di morte, perché mio padre aveva fallito. Mi sono fatto marchiare per proteggere la mia famiglia. E non m’importa di quello che pensano. Io non mi pentirò mai di quello che ho fatto. Perché non ho mai ucciso nessuno, non ho mai torturato nessuno. Io non sono Bellatrix. Io sono solo Draco. Il ragazzo troppo codardo, il ragazzo che non ha avuto il coraggio di andare da Silente e dire: ‘Hey, ho bisogno d’aiuto. Voldemort minaccia di morte me e la mia famiglia, vi prego aiutatemi!’. Io sarò sempre questo, non sarò mai la persona che sono veramente, per loro.-

-Io avrei fatto la stessa cosa che hai fatto tu.- dico in un soffio.

Mi guarda con gli occhi spalancati, come se fosse sorpreso.

-Sei troppo buona. Non avresti mai nemmeno potuto prendere in considerazione la possibilità di prendere il Marchio.- dice, come a smentire le mie parole.

-No, Draco. Se minacciassero un membro della mia famiglia di morte, io non potrei fare altro che fare di tutto per evitare la cosa. Capisco ciò che hai fatto, e non te ne do una colpa.- dico dura, ma guardandolo dolcemente.

Vedo la sua mano raggiungere la mia, e stringerla forte, dopo averla liberata dalla stretta al suo fianco. Poi si gira e apre il passaggio per Diagon Alley. E mi apre la via ad un nuovo mondo. È tutto così… vivo, dannazione! È bellissimo! La via brulica di gente che compera di tutto, ed è fantastico. È vivere un sogno. Guardo Draco, estasiata dalla vista del piccolo quartiere dei maghi di Londra, e lui mi sorride incoraggiante, facendo cenno di andare avanti.

-Be’, e tu? Che mi racconti?- mi chiede, per evitare di cadere in un silenzio imbarazzante.

-Niente di particolare.- rispondo, con indifferenza. -Ho vissuto la mia vita da Babbana, ma qualche giorno fa ho scoperto di essere una strega. Ma non una strega qualunque, non sia mai che sia normale in qualcosa. Quindi sono una Tempestae Dominatrix, il che mi rende abbastanza orgogliosa di me stessa, ma mi preoccupa allo stesso tempo. Niente di che in fondo.-

Lui ride al mio discorso senza senso.

-Dai, non mi riferivo a quello! Mi riferivo a tutto il resto. I tuoi amici, la tua famiglia…- mi dice, agitando la mano in aria.

-Oh, be…- dico, arrossendo. -Ho una famiglia numerosa, da parte di mio padre conta che sono 7 fratelli, quasi quanto i Weasley, solo senza i capelli rossi. Non ho molti amici. Stella è la mia migliore amica, e poi ci sono Daniele, Lex e Roberto.-

-Parlami di loro.- mi chiede curioso.

-Be’, Stella è una dea! La adoro. È dolce, simpatica, intelligente e combattiva. Non ha paura di dire quello che pensa, il che è fantastico. Io non ho questa capacità, purtroppo. Daniele… gli voglio un bene dell’anima. Insomma, avevo una cotta colossale per lui, ma poi tutto è svanito in una bolla di sapone. Lui è quello che mi fa ragionare di più. Se deve dirmi qualcosa, se vuole proteggermi non ci mette più di due secondi per dire: ‘Hey, Asia! Guarda che stai sbagliando di brutto!’. Lui è così, non posso farci niente. Lex è quello che mi difende, al contrario di Daniele. Certo, hanno le stesse intenzioni, ma lo fanno in un modo diverso. A volte mi fanno impazzire, ma siamo tutti come fratelli. Roberto, invece, è quello dolce, quello sapiente. Lui non mi dice cosa fare o non fare. Dà obiettività alle cose, in modo da potere decidere in modo razionale. Lo adoro, semplicemente.- dico, sorridendo al pensiero dei miei migliori amici.

-Tieni molto a loro. Si vede da come ne parli.- mi dice, con un sorriso gentile.

-Già.- dico, guardandomi intorno.

-E a loro hai detto dei tuoi poteri?- mi chiede.

Sospiro, sentendomi in colpa.

-No, e sinceramente, non so se dirglielo.- dico a bassa voce.

-Perché?- chiede, stranito.

-Perché ho paura che non mi accetteranno. Che non capiranno ciò che sono diventata. E ho paura di perderli.- rispondo, con una smorfia.

-Non dovresti avere questa paura. Insomma, se è vero che siete così attaccati, non vedo perché dovresti essere così preoccupata.- dice, comprensivo. -Dai, Sanguesporco, tranquilla! Andrà tutto bene, vedrai.-

Arriviamo davanti a quella che è evidentemente la Gringott, e alzo gli occhi verso l’insegna.

-Ora ho paura veramente.- dico, scoraggiata.

-Dai, Asia, entriamo.- dice, dandomi una piccola spinta verso l’interno.

Raggiungiamo un piccolo folletto, che si presenta con il nome di Ranci. Si fa consegnare la chiave, per poi salire sul mitico carretto. Si, quello dove Harry Potter e Hagrid stavano per vomitare ne ‘La Pietra Filosofale’.

E avevano pure ragione! Voglio un’altra delle pozioni di Draco, cavolo!

Lui deve essersene accorto, perché attacca a ridacchiare e mi avvicina a lui, tenendomi stretta per i fianchi, e tenendomi il viso contro il suo petto.


-Chiudi gli occhi e non guardare. Ti passerà, tranquilla.- mi sussurra.

È incredibile come sia diventato facile stare a contatto con lui.
Dà un senso di appagamento che nemmeno l’amicizia mi dà.

Hey, no, aspetta. Con questo non voglio dire che lui mi piace. No, proprio no.

Forse.

Addio buoni propositi di non innamorarsi di lui.

Arriviamo davanti una camera della Gringott. Camera 2793.

Ranci la apre con la chiave che mi ha dato Draco e… il mondo.
Una camera immensa piena d’oro. Piena zeppa.

-Wow.-

Questa è l’unica cosa che riesco a dire.

-Già. Complimenti, sei più ricca di me. Credo che da oggi avrò un complesso di inferiorità nei tuoi confronti.- dice, con un tono di scherno nella voce.

Lo guardo truce e lui scoppia a ridere.

-Non è divertente, Malfoy!- dico, mettendo il broncio.

-Sanguesporco, non hai idea di quanto tu sia bella col broncio, ma potresti prendere i tuoi soldi ed andare?- dice, un sorriso sghembo sul suo volto.

Arrossisco e provo a prendere il borsellino babbano, per poterci mettere i soldi, solo che dopo mi rendo conto di una cosa.

-Dove diamine li metto i soldi?- dico, sbattendo una mano sulla fronte.

-Prendi questa.- dice, porgendomi una borsetta di pelle dall’aria antica, eppure quasi alla moda.

-Cos’è?- chiedo, alzando un sopracciglio.

-Una borsetta?- celia, alzando gli occhi al cielo. -Ha subito un incantesimo estensivo non riconoscibile. I Purosangue mettono un paio di borsette di questo genere in tutte le loro camere. Riempila ed andiamo.-

Faccio quello che mi dice, dopo di ciò, sentendomi osservata, mi giro verso di lui.

-Che c’è?- gli chiedo.

-Sai che hai prelevato più o meno quello che guadagna un’intera famiglia nell’arco di un anno, vero?- mi chiede,
prendendomi in giro.

-Vai al diavolo, Draco.- dico, con un tono dolce e stucchevole che poco si addice alle mie parole.

 

Lui alza gli occhi al cielo di nuovo e, dopo aver messo un braccio attorno alle mie spalle, mi conduce al carretto. Tornati al punto di partenza, ovvero fuori dalla Gringott, mi volto verso di lui.

-Draco, mi togli una curiosità?- gli chiedo, rossa in viso.

-Certo.- dice, alzando le spalle.

-Perché continui a stare così con me?- gli chiedo.

Dallo sguardo che mi lancia capisco che è proprio la domanda che non voleva gli ponessi.

-Di cosa stai parlando?- mi chiede, guidandomi verso non-so-dove.

-Perché continui ad abbracciarmi, ad accarezzarmi, a fare tutto quello che fai?- chiedo in risposta, imbarazzata.

Ok, sono più che certa del fatto che il mio viso sia notevolmente rosso. Ma devo chiedere.

-Ti dà fastidio?- mi chiede, allontanando lo sguardo da me.

-No, ma… non ti capisco. E non mi piace quando non capisco quello che mi succede attorno.- gli dico, frustrata.

Lui mi guarda negli occhi, con una strana speranza che si può visibilmente leggere in quell’argento fuso, per poi distogliere nuovamente lo sguardo.

-Te lo spiegherò. Un altro giorno, Asia. Ma non posso, davvero. Scusami.- mi dice.

-Cosa c’è da spiegare? Credevo che i segreti fossero finiti quando mi hai sbloccato i poteri!- gli dico, afferrandogli un braccio, in modo da forzarlo a girarsi verso di me.

-Lo so, lo so. Ma credimi, non posso. C’è un altro segreto. Ma non posso svelartelo, non adesso. Ti dispiace?- mi chiede, passando una mano dai miei capelli al mio collo.

-Si. Ma non posso comunque farci niente, quindi devo lasciare stare.- ribatto, con una smorfia.

Lui mi sorride triste, prima di farmi cenno di alzare gli occhi verso l’insegna del negozio.

-Olivander??!! Ma è ancora vivo il vecchiaccio??- gli chiedo, forse un tantino forte.

-Sanguesporco, ti spiace smetterla di urlare nei momenti meno opportuni?- mi dice, minaccioso.

-Ok, ok! Come sei lagnoso!- sbuffo, entrando nel negozio.

Aspettiamo che Olivander arrivi e nel frattempo io mi limito ad osservare le scatole di bacchette che sono stipate ovunque nell’ingresso.

-Salve, Signor Malfoy. Cosa la porta qui?- chiede, quello che è evidentemente Olivander, il mitico fabbricante di bacchette.

-Signor Olivander. Le ho portato la ragazza di cui le ho parlato nella lettera di stamattina. Spero l’abbia ricevuta.- dice, Draco allontanandosi definitivamente da me.

-Oh, si certo. Nessuna delle mie bacchette ha mai scelto una Tempestae Dominatrix. Non se ne vede una da più di un secolo in fondo! Mi divertirò a testare le capacità delle bacchette. Prova questa: 14 pollici, tasso, crine di unicorno.- dice, porgendomi una bacchetta.

La prendo in mano e provo ad agitarla, ma tutto quello che ottengo è far esplodere il piccolo campanello che Olivander tiene accanto alla cassa.

-No, direi di no.- dice, alzando entrambe le sopracciglia. -Prendi questa: 13 pollici e mezzo, abete, corda di cuore di drago.-

Stavolta cadono tutte le bacchette sopra Malfoy.

-Ben ti sta, Barbie!- dico, ridacchiando.

-Sta zitta, Asia.- dice, truce e leggermente offeso.

Provo un’altra decina di bacchette, ma nessuna di loro mi sceglie. Olivander non rinuncia tanto facilmente a quanto pare, perché è andato in laboratorio a prendere altre bacchette.

-Provi questa, Signorina Berri. 13 pollici, mandorlo e corda di cuore di drago.-

Prenderla è stata la cosa più facile del mondo. È come se… mi chiamasse. La mia mano afferra la bacchetta intarsiata e le scintille rosse che nascono dalla sua punta sono la conferma di quello che so già. L’ho trovata. La mia compagna di incantesimi.

-Signor Malfoy, è stato lei a sbloccare i poteri della Signorina Anastasia, giusto?- chiede Olivander, perplesso.

-Si, perché?- chiede Draco, dubbioso.

-È davvero strano. Non mi succedeva una cosa del genere da un po’ di tempo. Be’, esattamente da quando Harry Potter ebbe la sua prima bacchetta, in effetti.-

-Sta parlando dei nuclei gemelli? Ma non può essere, la mia bacchetta..- comincia Malfoy, ma il fabbricante di bacchette lo interrompe.

-La sua bacchetta ha la piuma di fenice. Ma il guscio… anche quello è in mandorlo. La cosa strana è che con i nuclei gemelli, le bacchette tendono a respingersi. Ma quando due bacchette il cui guscio di legno è uguale s’incontrano, queste tendono ad attrarsi.- spiega Olivander.

-Penso sia più probabile che s’incontrino due bacchette che vengono dallo stesso albero che due bacchette con due piume della stessa fenice.- ribatto io.

-Può sembrare vero, ma non lo è. Il materiale raccolto per la bacchetta può essere raccolto solo in determinate condizioni. Il mandorlo è poi uno degli alberi più magici che esista al mondo.
Questo ha portato anche al significato di questa pianta.- dice Olivander, passandosi le dita sul mento.

-Qual è?- chiedo.

-Promessa. Significa promessa, nel senso più mistico possibile.- continua.

-Qual è la conseguenza?- chiede Draco, avvicinandosi a me e stringendomi la mano da dietro.

-Non lo so, cambia da proprietario a proprietario. Nel vostro caso vedo che vi attrae anche fisicamente. Si vede da come vi cercate anche solo con gli occhi. Ne sentite il bisogno, vero?-

Io e Draco ci guardiamo negli occhi, cercando una risposta, che però non possiamo esprimere a parole.

È così importante il legame che sta nascendo tra di noi?

-Come pensavo, è molto importante per voi stare insieme. Bene, direi che questo è tutto.- dice Olivander, annuendo.

Paghiamo e usciamo dal negozio.

-Non è poi così importante quello che dice quel tipo, lo sai, vero?- mi dice, tenendo lo sguardo lontano.

-Lo so. Ma ciò non cambia quello che sento veramente.- dico, fissandomi i piedi, rossa in viso.

Lui non chiede nulla, si limita ad cingermi le spalle con il braccio, per poi accompagnarmi in libreria. Il Ghirigoro, esattamente. Un sorriso sorge sulle mie labbra spontaneamente, distraendomi. Fico, ci manca solo Hermione che ripara gli occhiali a qualcuno, poi potrei anche morire felice.

Usciamo con tanti libri da riempirci una biblioteca. Ovviamente, questi li porta Draco. È un vero cavaliere, questo non lo metto in dubbio. Anche se sono preoccupata riguardo il piccolo *crack!* che ho sentito venire dalla sua schiena.

-Draco, va tutto bene?- gli chiedo, preoccupata.

-No, pesano un sacco. Prendi la borsa con soldi.- dice, con un lamento.

Gli porgo la borsetta che tengo dentro la tracolla che porto a scuola, e lui la afferra come un’ancora di salvezza, infilandoci i libri.

-Wow, ci sono entrati tutti.- dico, guardando la borsetta che non accenna a riempirsi.

-La magia è molto importante. Non dimenticarlo mai.- risponde.

-Certo, Signor Draco Io-ho-il-sangue-più-puro-di-tutta-l’Inghilterra Malfoy!- dico, sarcastica.

-Divertente, Sanguesporco.- risponde, assottigliando lo sguardo.

 

Passiamo dalla Farmacia, dove Draco fa scorta di robe orribili. Questo non è buon segno. La cosa mi disgusta, quindi so già che farò schifo in Pozioni, il che è un peccato, perché mi sono sempre definita una Serpe. Sigh.

 

–Be’, libri, bacchetta, soldi, per le pozioni ci penso io, credo che per il momento siamo apposto. Possiamo andare.- dice, una volta fuori dal negozio.

-Dobbiamo già tornare a casa?- chiedo, un po’ delusa.

-No, certo che no. Prima ci esercitiamo un po’.- dice, sogghignando.

-Davvero, dove?- chiedo, entusiasta.

 

-Sta calma, ragazzina. C’erano nuvoloni incredibili due secondi fa. Ora c’è un sole che spacca le pietre, sto morendo dal caldo.- celia, facendo finta di farsi aria con la mano.

-Dove andiamo, Malferrett?- chiedo, eccitata.

-Vieni qui.- dice, prendendomi la mano e portandomi in un vicolo cieco.

Poi mi abbraccia e sento di nuovo il voltastomaco da Smaterializzazione. Lo sento nuovamente staccarsi da me, allora apro gli occhi. Draco sta accendendo le luci con la bacchetta e una sala immensa si sta illuminando completamente, come il resto della casa.

Siamo evidentemente nel salone d’ingresso. Alla mia destra c’è un camino enorme, mentre alla mia destra s’intravede una stanza da pranzo, anche quella enorme. Di fronte a me un’enorme scalinata, che si divide in due per portare all’ala est o all’ala ovest. Al centro, una porta gigantesca. Tutto il pavimento in marmo bianco, le pareti candide i mobili dall’aria antica.

-Dove siamo?- chiedo in un sussurro.

-Siamo in Normandia. Nella proprietà originaria del Malfoy, o meglio, dei Mal Foi. La mia famiglia si trasferì in Inghilterra solo durante il sedicesimo secolo. Ma le proprietà francesi sono rimaste. Ho sempre adorato questo posto. I miei genitori me l’hanno regalato quando mi sono sposato con Astoria, ma a lei non piace la Francia. Preferisce il Regno Unito. Non ha idea di cosa si perde.- dice.

-E quindi non è mai venuta qui?- gli chiedo, scettica.

-No. Non ha mai voluto. Sei la prima donna che porto qui. Ritieniti fortunata!- dice, ridacchiando.

Alzo gli occhi al cielo, e lui mi prende per mano, conducendomi da qualche parte.

Mi fa salire le scale, e mi conduce all’ala ovest, per poi fermarsi di botto e mettermi le mani davanti agli occhi.

-Che fai?- gli chiedo, allarmata.

-È una sorpresa! Fidati di me.- mi dice.

Continuiamo ancora per un po’, finché non gli sento aprire una porta, per poi farmi fare ancora qualche passo.

-Apri gli occhi.- dice, spostando le mani.

 

Faccio come dice e… wow!

-Come sono andata a finire nel Castello della Bestia?- gli chiedo.

È stupendo. Una biblioteca immensa, potrei passarci tutta la vita. È tutto stupendo, i libri messi ordinatamente, uno dopo l’altro, le scale per raggiungere i ripiani più alti. È bellissimo. Potrei morirci dentro e non pentirmene.

-Grazie, hai un’opinione molto alta di me.- risponde Draco, sarcastico.

-Mi riferisco alla favola. Sai, la Bella e la Bestia.- dico, con tono ovvio.

-Lo so, lo so! Sto scherzando.- risponde alzando gli occhi al cielo. -Comunque, mentre venivo qui pensavo a una cosa. Hai bisogno di molto tempo per imparare a fare più cose possibili in magia. Non puoi perdere tempo nelle materie babbane.- aggiunge, serio.

-Malfoy, non posso abbandonare gli studi. I miei mi uccidono.- gli dico.

-Non sto dicendo questo! C’è un incantesimo che può aiutarti. Ti dà tutto quello che c’è da sapere sul mondo babbano. Dalla storia alla matematica. Non avrai bisogno di fare più niente. Almeno non per la tua scuola.- dice, tranquillo.

-Ma mi prendi in giro? Che stai aspettando?-

 

Wow. Non dovere più studiare. Io adoro quest’uomo, davvero, davvero l’adoro.

-Babbanorum Omnia Cognosco!- dice, lanciandomi questo incantesimo, dopo aver alzato gli occhi al cielo.

Aspetto qualche secondo, in modo da avere l’illuminazione ma non succede niente.

-Sei sicuro che abbia funzionato?- domando, scettica.

-In cosa consiste l’impressionismo di Pascoli?- mi chiede, sbuffando.

-L’impressionismo di Pascoli consiste nel rappresentare quello che la poesia deve descrivere attraverso pennellate di colore. Questo si vede molto chiaramente nella poesia ‘Temporale’, dalla raccolta Myricae, che recita..- comincio a dire, stupendomi delle mie stesse parole.

-Direi che l’incantesimo ha funzionato.- dice Draco, interrompendomi, contento di se stesso.

-Ma come… io non ho studiato Pascoli! Non posso sapere in cosa consiste.. Qual’era la domanda?- gli chiedo, confusa.

-Tranquilla, Sanguesporco. Va tutto bene. Non pensarci troppo. Su, adesso cominciamo. Prendi la bacchetta.- mi ordina, con un gesto della mano.

Faccio come dice, e prendo la bacchetta in mano.

-Rilassati. Cominceremo da qualcosa di semplice. Un piccolo incantesimo di levitazione. Sai già come si fa, no?- chiede.

-È ‘Leviosa’, Malfoy, non ‘Leviosà!’- dico, ridendo.

-Non hai idea di quanto fosse rompiballe la Granger i primi tempi. La tipa babbana che la interpreta, come si chiama? Ah, Emma Watson, la interpreta benissimo.- dice, ridendo.

Rido insieme a lui, e quando finiamo di ridere stringo forte la bacchetta, puntandola verso uno dei cuscini dei divani posizionati al centro della biblioteca.

‘Bene, agitare e colpire’, penso.

Faccio il piccolo movimento e dico: -Wingardium Leviosa!-

Il cuscino si alza leggermente, staccandosi dal divano. Sposto leggermente la traiettoria della bacchetta e noto come il cuscino segue le mie mosse, semplicemente. Lo riporto dove era messo prima, sorridendo, contenta del risultato. Abbasso la bacchetta e sento Draco abbracciarmi da dietro.

Mi giro tra le sue braccia, come questa mattina, per guardarlo
negli occhi e lo stringo forte. Sento anche la sua presa sui miei fianchi e non posso fare altro che sorridere di più.

Ci stacchiamo di pochi centimetri. Lo guardo negli occhi: sono lucidi, hanno una scintilla che non gli avevo ancora visto. Toglie una mano dal mio fianco per posarla sul mio viso e accarezzarmi una gota, passando un pollice sulle mie labbra. Da lì al bacio, il passo è breve.

Si avvicina lentamente, quasi spaventato, e poggia le labbra sulle mie. Il bacio è lento all’inizio. Pochi baci a stampo, uno dopo l’altro. È quando non ne posso più che gli prendo il viso e lo tengo attaccato al mio. Il bacio si fa allora più spinto ed è quando abbiamo entrambi il fiato corto che ci stacchiamo.

-Dovresti tornare a casa, Asia. È tardi.- dice, posando un altro bacio leggero sulle labbra roventi.

Vorrei restare ancora, ma so che non è una buona idea.
È tardi, e se non mi faccio trovare a casa quando arrivano i miei, sono cavoli.

Mi stacco definitivamente da lui, sentendo quasi un dolore fisico, e raccolgo le mie cose, per tornare a casa. Lui mi abbraccia, come al solito, e ci smaterializziamo davanti la porta di casa.

Ci stacchiamo e ci fissiamo a lungo, senza che nessuno dei due abbia la forza di staccare lo sguardo. Il primo a cedere è lui.

-Devo andare, Anastasia.- mi dice, con un sorriso triste.

-O-ok.- dico, in un sussurro.

-Non ci sarò per un paio di giorni. Devo fare delle cose al Ministero. Tu puoi continuare ad esercitarti, in fondo i libri ce li hai. Puoi andare in Normandia, ho inserito un’altra porta nel bagno delle ragazze della tua scuola. Possiamo vederla solo noi due. All’uscita ti basta andare alla villa attraverso quella porta finché non avrai imparato a Smaterializzarti. Questo,  ovviamente, se vuoi.- dice, imbarazzato.

Oddio. Si è rovinato tutto. Quel bacio ha rovinato tutto. Io ho rovinato tutto.

-Draco, noi..- inizio, ma non ci riesco.

-Si?- mi risponde, speranzoso.

-Niente.- dico, distogliendo lo sguardo.

Lui sta zitto, poi scuote la testa, come a scacciare qualche pensiero.

-Dovresti parlarne con i tuoi amici.- dice.

-Di cosa?- gli chiedo, completamente confusa.

-Di quello che sei. Della tua storia. Ne hai bisogno.- dice.

-Oh.- rispondo, delusa.

 

Speravo davvero che volesse parlare di quello che è successo?

 

-Bene, adesso entro se non ti dispiace.- dico, prendendo le chiavi dalla tracolla.

-Ok, buonanotte.- risponde.

Gli sorrido e entro in casa.

Sto per chiudere la porta quando lui mi chiama.

-Che c’è?- gli chiedo.

-Ich liebe dich.- dice.

Scuoto la testa, mentre una lacrima scende dai miei occhi.

-Non parlo tedesco.- gli rispondo.

-È meglio così, credimi. È meglio così.- dice. -Ora entra. E ti prego sta attenta. Buonanotte, Asia.-

-Buonanotte. Draco.- dico, chiudendo la porta, dopo che lui si smaterializza con un sorriso triste stampato sul volto.

Mi appoggio alla porta e scivolo a terra, avvicinando le ginocchia al petto. È successo. L’ho baciato. Ho baciato Draco Lucius Malfoy. Un uomo sposato, un uomo impegnato, un uomo più vecchio di me di dodici anni.

Mio dio. Questa sarà una delle notti più lunghe della mia vita.

 

Spazio Autrice: Salve! Rivisitazione del quarto capitolo! Questo, fin’ora, è quello che ho cambiato di meno. Mi piaceva e non me la sentivo di cambiare niente… ç_ç

Ripeto, Draco può sembrare tremendamente OOC, ma non riesco a immaginarlo in modo diverso. Amen.

 

A presto,

Micaela!

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Capitolo 5
*** Il triangolo delle Bermuda ***


Mi sveglio di soprassalto, dopo una notte d’inferno.
Mi accorgo di essermi addormentata con i vestiti
che avevo indossato il giorno prima.
 
Porto le mani al volto e mi accorgo solo adesso del
fatto che le mie guance sono ancora umide.
 
L’ho fatto. L’unica cosa che mi ero promessa di non fare mai.
Sono diventata l’altra di una persona impegnata. Di un uomo
più grande di me di dodici anni che è sposato.
 
So cosa significa sentirsi traditi. Caspita, ci sono passata anch’io.
L’odio, l’umiliazione, la voglia di sotterrarsi, la voglia di far smettere
quel dolore pulsante al cuore che non può finire.
 
E adesso sono io la persona per cui Draco ha tradito sua moglie. Mi faccio schifo.
 
Entro nel mio bagno personale e tolgo i vestiti, infilandomi nella doccia.
Strofino la mia pelle con la spugna, nella speranza che riesca a portarsi
via un po’ di sporco che sento dentro. Ma niente ci riesce.
 
 
Niente può farlo.
 
Mi asciugo con cura e mi vesto, per poi prendere l’autobus che mi porterà a scuola.
 
Ho pure dimenticato le cuffie a casa, quindi l’uniche cose che sento sono le voci
di chi mi sta attorno e delle urla nel mio cervello.
 
Dio, quanto mi sento in colpa. Mi sento in colpa perché mi è piaciuto,
e non perché è stato qualcosa di fisico, no. Mi è piaciuto perché nello
stesso istante in cui Draco ha posato le sue labbra sulle mie, anche le
nostre anime si sono connesse. È stata una sensazione che ha compreso
il cuore, l’anima, la mente e il corpo.
 
Una sensazione che non avevo provato mai prima.
 
Arrivo a scuola che sono le 7:40. Più di tre quarti d’ora dal suono della campana.
Nessuno dei miei amici è arrivato, e mi sento così sola.
 
Cavolo, quanto vorrei che Draco fosse seduto qui accanto a me.
 
Mi siedo su un muretto, e inizio a fissarmi le unghia, perdendomi
nuovamente nei miei pensieri. I miei occhi si appannano e non
posso fare altro che sbattere le palpebre nella speranza che le lacrime non bagnino il mio viso.
 
Sento due braccia stringermi forte e giro la testa verso destra,
dove vedo lo sguardo rassicurante di Roberto.
Cedo al suo abbraccio, stringendo le mie braccia attorno il suo collo.
 
-Che c’è, Asia?- mi chiede a bassa voce, come se avesse paura
di farmi del male, anche solo con le parole.
 
-Non voglio entrare a scuola, Roby, non ce la faccio.- dico, singhiozzando.
 
-Shhh, ok. Va bene. Dove vuoi che andiamo?-
 
-Torniamo a casa mia?- gli chiedo.
 
-Si, certo. Aspettiamo Stella e gli altri, però, ok?- mi chiede.
 
Annuisco semplicemente, guardandolo negli occhi. È un bravo ragazzo lui.
Ed è pure alquanto belloccio. Ci siamo conosciuti durante il nostro primo
anno di liceo, lui era il ragazzo che mi aveva colpito maggiormente quel giorno.
Era alto, moro, con gli occhi blu cobalto. Aveva una vaga aria da dandy,
tanto quanto il suo amato Wilde. 
 
Sento arrivare Lex e Daniele. Stanno litigando, come al solito. Li vedo
arrivare insieme, tirarsi finti ceffoni, per poi guardarmi in faccia scioccati.
 
-Hey, piccola, c’è qualcosa che non va?- mi dice Lex, dolce.
 
Gli sorrido, girandomi verso di lui. Anche lui è alto, anche se un po’ meno di
meno di Roberto, ha i capelli castani e gli occhi color cioccolato.
Tutto in lui è in disaccordo. Ha un aspetto e un’aria da bravo ragazzo,
ma nasconde la sua vera aria da metallaro DOC.
 
-Oh, niente, Lex, cosa credi che possa avere? Sta solo frignando,
e non si sa il perché, ma sento già puzza di guai. Dobbiamo preoccuparci?- dice Daniele,
un po’ sarcastico, un po’ pungente, un po’ preoccupato.
 
Neanche lui è tanto male. Lui ha, più o meno, la stessa altezza di Roberto,
ma hanno delle differenze sostanziali nell’aspetto. Daniele ha i capelli castani,
che danno quasi sul biondo, se colpiti dal sole, mentre gli occhi sono favolosi.
Sono castani verso l’esterno, ma più si avvicinano alla pupilla, più diventano verdi.
Delle pagliuzze dorate completano l’insieme per renderlo perfetto.
Ricordo quando avevo una cotta per lui. Mi aveva colpito tutto di lui, dall’aspetto
alla passione sfrenata che metteva in tutto quello che faceva. Se si appassionava
in qualcosa niente riusciva a distrarlo.
 
-Ha un piccolo problema di cui ci parlerà solo se ne avrà voglia, Danny.
Non rompere come tuo solito.- dice Roberto, protettivo.
 
Manca solo Stella all’appello.
 
La vedo arrivare sulla moto, regalo di compleanno dei suoi, e avvicinarsi,
sentendo anche lei, probabilmente puzza di guai.
 
-Salve, ragazzi. Che succede? Vi è morto il gatto?- dice, sorridente, nonostante tutto.
 
È bella Stella. È carina e coccolosa, come spesso la definiamo nel nostro gruppo.
È alta, bionda, con i capelli che le arrivano a metà schiena, leggermente
ondulati dalle continue trecce che Stella fa ai suoi capelli nel tentativo
di tenerli ordinati, ed è formosa nel suo fisico da pallavolista. Le voglio un bene dell’anima.
 
-Niente. Si salta scuola. La principessa ha una crisi emotiva.- dice Mister Simpatia, ovvero Daniele.
 
-Dany, ti prego…- sussurro a mal’appena.
 
-Si, lo so. Scusa, Asia. È più forte di me.- dice, sorridendomi, carezzandomi i capelli.
 
-Che succede, sister?- mi chiede, preoccupata.
 
-Vi va di venire a casa mia? Devo raccontarvi una storia buffa.- dico, per sdrammatizzare.
 
-E questa è la reazione che hai a una storia buffa? Cosa succederà quando
sentirai una storia da sganasciarsi dal ridere, piangerai l’oceano Pacifico?- continua Dany.
 
Stella non è dell’umore, infatti gli lancia un’occhiata che avrebbe potuto ucciderlo.
 
-Certo. Stella, tu vai con la moto. Noi proviamo a fare prima possibile.- dice Lex, tenero. 
 
So che c’è un mezzo intrallazzo tra loro due, ma non riesco a pensarci adesso.
 
Ci salutiamo e ci avviamo verso la fermata, dove, correndo, riusciamo a prendere
un autobus in partenza. In venti minuti riusciamo ad arrivare a casa mia. Apro la porta,
e dopo aver buttato la tracolla accanto la porta d’ingresso, mi butto sul divano a
penisola che si trova al centro del salotto.
 
I miei amici fanno lo stesso. Si siedono ai miei lati e si aspettano che dica qualcosa.
 
Sospiro e mi alzo, andando verso la mia camera. Prendo la borsetta che ho trovato,
be’, che Draco ha trovato, nella mia camera della Gringott ed estraggo la bacchetta.
 
Torno in salotto e i miei amici mi stanno guardando seriamente.
 
-Asia. Ci devi delle spiegazioni. Tipo perché da quando abbiamo avuto inglese la
settimana scorsa e hai incontrato quel tipo sei così sconvolta. E perché oggi ti
abbiamo trovato in questo stato.- dice Lex, preoccupato.
 
Sapevo che ci sarebbero arrivati da soli, ma questo mi dà un buon spunto da cui iniziare.
 
-Ricordate come si chiama il conversatore?- chiedo.
 
 
Si guardano tutti negli occhi, come a volere cercare una risposta.
 
-Abraxas Black.- suggerisco loro.-Non vi ricorda niente questo nome?-
 
-Obiettivamente, no.- risponde Roberto.
 
-Sapete, quando ho visto per la prima ‘Abraxas’, ho avuto un presentimento.
Mi ricordava qualcuno. Mi ricordava qualcuno che io conoscevo, ma in un
qualche modo mi sembrava diverso da come avrei dovuto ricordarlo.
Poi disse il suo nome. Abraxas è il nome del padre di Lucius Malfoy,
mentre Black è il cognome di sua moglie. Lui era l’ultima stella dei Black,
Draco Lucius Malfoy. Sapevo che era lui, ma la parte più razionale di me
stessa diceva che non poteva essere lui, perché se fosse stato lui,
tutto nel mio mondo sarebbe cambiato in modo indelebile.- dico, in un fiato.
 
I miei amici mi guardano scioccati, poi Stella mi fa il cenno di andare avanti.
 
-Sono andata da lui, a chiedergli se era veramente Draco Malfoy. Era lui,
ed era reale. Poi non si è fatto vedere per un paio di giorni. E poi… vi
ricordate l’altro giorno durante l’ora di storia?- chiedo, spostandomi i capelli dietro l’orecchio.
 
-Si, quando ti ha chiamata! Che cosa è successo?- mi chiede Lex.
 
-Sapete, ho scoperto di essere la nata-babbana discendente da una delle
famiglie purosangue più importanti di sempre. Solo che l’ultimo mago ebbe
un figlio magonò, e con lui si arrivò a me. Avevo, però, i poteri bloccati, così
Draco mi ha detto di essere venuto per sbloccarmeli. E non solo questo.
Ho scoperto di essere molto di più che una semplice strega ordinaria.- dico, secca.
 
-C-che vuole dire?- mi chiede Roberto.
 
-Che tempo c’è fuori?- gli chiedo.
 
-Piove, perché?- mi risponde.
 
-Pioggia, tristezza. Ho scoperto di essere una Tempestae Dominatrix.
Ovvero, domino gli eventi atmosferici. Per adesso posso farlo solo in base alle emozioni,
ma Draco mi ha detto che quando imparerò a controllarmi potrò farlo
normalmente.- dico, guardando fuori dalla finestra.
 
 
-Così quindi adesso sei una strega. Ed è tutto vero o è solo nella tua
testa?- mi chiede Daniele, sarcastico.
 
-Grazie del sostegno Daniele, davvero.- gli dico.
 
-Sto solo dicendo che è una follia, Asia. Sono preoccupato per te, ed
ho paura delle conseguenze! Cosa succederà il mese prossimo quando,
convinta di essere veramente una strega, salterai giù da un palazzo con
una scopa in mezzo alle gambe? Sono solo preoccupato per te,
che c’è di male?- mi dice, guardandomi negli occhi.
 
-Quindi non è che non mi credi. Mi ritieni solo pazza!- gli urlo,
stringendo le mani attorno alla bacchetta che tengo nella tasca dei pantaloni.
 
-Sto solo dicendo che…- 
 
-Wingardium Leviosa!- urlo verso uno dei cuscini che ho tolto
dal divano, per potere stare più comodi.
 
Vedo lo sguardo dei miei amici e noto la loro sorpresa nel vedere
volteggiare il cuscino in aria. La prima che si riprende è Stella,
che viene da me e mi abbraccia stretta.
 
-Scusami, dovevamo starti vicino.- sussurra al mio orecchio.
 
-Non è stato questo a sconvolgermi.- dico, franca.
 
-Che vuoi dire?- mi chiede facendomi sedere sul tavolino che sta di fronte al divano.
 
-Ieri sono andata a Londra con Draco, sai a Diagon Alley, per
prendere tutto quello che mi serve per imparare a usare la magia.- le dico.
 
-Non ci trovo nulla di strano.- ammette.
 
-Non è stato il posto il problema. È Draco.- dico, abbassando gli occhi.
 
-Il porco ci ha provato?- dice Danny, ritrovando la parola.
 
-Lui è strano con me. È tutto dolce, tutto carezzevole… ma quando
è con gli altri è lo stesso Draco Malfoy di cui parla la Rowling. E ieri
è stato dolcissimo con me. Non sembra avere l’età che ha, sembra
ancora un ragazzino, responsabile, certo, ma si diverte come se avesse
la nostra età.- dico, rossa in viso.
 
-Sbaglio o dovrebbe avere, tipo, trent’anni?- mi chiede Lex.
 
-Si, ma sono un’enormità di tempo per me! E comunque questo non è il
problema centrale.- dico.
 
-E qual è?- mi chiede Roberto, stringendomi la mano, tenero.
 
-Ieri… dopo che abbiamo comprato tutto… Draco mi ha portata a casa sua.
Hey, non per fare quello che state pensando. Dovevamo esercitarci. C’era
ancora tempo e non volevo stare a casa da sola. Mi ha portato nella sua villa
in Normandia. Una casa stupenda. Non ci vive con la moglie perché a lei non
piace la Francia.- dico.
 
-Che emerita deficiente.- risponde Stella. Be’, viva la sorellanza tra donne.
 
-Già. Comunque, ci siamo esercitati, be’, più che altro ho fatto l’incantesimo
di levitazione solo una volta. Poi io e Draco ci siamo abbracciati e lui… mi ha
baciata. Niente di che, lui voleva solo posare un piccolo bacio. Sono stata io
a rendere il bacio più spinto.- dico, alzandomi di nuovo.
 
-Hey, cosa, no, aspetta, non puoi averlo fatto sul serio!! Insomma, è… be’,
non so che dire.- era strano vedere il buon Roberto delirare in  quel modo. 
 
-Be’, bacia davvero così male? Strano, tutte voi fan di Draco lo immaginate
come il dio del sesso e invece tu mi spunti con questa faccia? Oh, insomma.
Non c’è motivo di piangere così perché quel bacio ha fatto schifo!- dice Stella,
ironica, provando a sdrammatizzare la situazione. Però so che lei ha capito. So
che ha capito perché sto così male. Lo dimostra il modo in cui mi sta stringendo
il braccio in modo comprensivo.
 
-Qual è il vero problema, Asia?- mi chiede Lex.
 
-Io… mi sento un verme, Lex. Mi sento una stupida, mi sento un oggetto,
sono diventata tutto quello che mi ero promesso di non diventare mai.
Ho baciato un uomo sposato, un uomo impegnato, un uomo più grande
di me di 12 anni! E il fatto che quel bacio è stato il bacio migliore di tutta
la mia vita non fa che peggiorare la situazione! Mi sento così…- dico,
imbarazzata, addolorata, spaventata per Draco.
 
-Dio, Asia, è stato un bacio! Manco gli avessi ceduto la tua virtù!
Può capitare. Sarà stata la foga del momento.- dice Danny, provando
a distrarmi. Eppure non posso fare altro che notare i suoi pugni chiusi.
 
-Il fatto è che… a lui non ne è fregato niente poi! Almeno, credo.
Ogni tanto mi lancia qualche frase in tedesco che io non capisco
e non ho idea se mi prende a parolacce o mi recita poesie! E lui
è così… Draco! Insomma è perfetto, ma io non so cosa fare, perché
lui non si rischia a dire niente, è sempre più criptico e la cosa mi fa
arrabbiare! Perché non riesco a credere che mi abbia fatto diventare
la donna con cui ha tradito la moglie!-
 
 
-Calmati, Asia. Ci sono più fulmini da quando ha lasciato stare il
dolore per la rabbia.- mi avverte Lex.
 
Lo guardo in cagnesco, ma all’ennesimo tuono prendo un respiro profondo.
 
-Scusate, non dovrei prendermela con voi.- dico, sospirando.
 
-Hey, noi ci siamo per te! Dovevi dircelo prima! Ti avremmo aiutato
e ti avremmo protetta!- continua. Ma non posso fare altro che una
smorfia al suo ‘ti avremmo protetta’. 
 
Sa di errore, di qualcosa di sbagliato.
 
Chiudo gli occhi, provando a memorizzare questo momento, nonostante tutto.
Non potrei mai rinunciarci.
 
Sorrido, sapendo che loro ci saranno veramente per sempre.
 
------------
 
 
-Salve, ragazzi! E grazie davvero.- dico, mentre Roby, Lex e Danny se ne tornano a casa.
 
Stella sta rimanendo a casa con me, visto che anche lei come me, avrebbe
dovuto passare la giornata da sola.
 
Ci sorridiamo e ci avviamo in cucina, a braccetto, per farci un panino.
 
Lei si siede sull’isola adibita a tavola, mentre io estraggo i salumi e l’insalata dal frigo.
 
-Grazie per oggi.- le dico.
 
-Anastasia Berri! Hai intenzione di continuare?? Basta, ti ho detto che è ok,
insomma, anche tu ci sei sempre per me!- dice, sorridendo.
 
-Già.- dico, con un sorrisino.
 
-E poi non mi hai nemmeno raccontato i particolari! Io li voglio conoscere!
Com’è Draco Malfoy nella realtà?- mi chiede curiosa.
 
-Oh, be’. più o meno, come ne parla la Rowling. Un po’ meno mangiamorte,
un po’ più Auror. Ed è carino, lo è davvero tanto. In tutti i sensi. Be’, dal vivo
l’hai visto, ma di carattere è stupendo. È allegro, più o meno; sarcastico,
al punto giusto; e ha due occhi che parlano da soli.- dico, perdendomi nella sua immagine.
 
-E il bacio. Com’è stato?- mi chiede, sorridendo.
 
-Non te lo posso descrivere, Stella. Bello è dire poco. Non è stato un semplice bacio.
È stata una connessione di anime. Nel medesimo istante in cui lui ha posato le sue
labbra sulle mie mi sono riscoperta. Non chiedermi come.- dico, distogliendo lo sguardo.
 
-Wow.-
 
Restiamo a guardarci per qualche secondo. Sta provando a leggermi dentro,
come suo solito. E come al solito lei ci riuscirà.
 
-Ti piace, vero?- mi chiede.
 
-Si, credo di si. Anzi, ne sono sicura. È strano quando ti piace un personaggio
che credi inventato e poi ti spunta anche nella realtà. È come se tu ti trovassi
Emmett davanti agli occhi. Capisci la sensazione? E poi, è molto più di questo.
Lui è… speciale. Non mi sono mai sentita così. È come se lo stessi aspettando
da una vita ed è per questo che credo di aver avuto sempre sfortuna in amore.
Ci credi? Io che aspetto Draco Malfoy. Posso stare fresca.- dico, triste.
 
-Perché sei così pessimista? Almeno sai di potere provare qualcosa, almeno
sai di poterti innamorare.- mi dice.
 
-Stella, io e il furetto abbiamo il triangolo delle Bermuda in mezzo a noi.
Non possiamo attraversarlo, perché se lo attraverso io, mi autodistruggerò.
Se lo attraversa lui, si autodistruggerà. E se ci troviamo in mezzo, verremo
risucchiati entrambi in un vortice che non ci porterà a nulla di buono. Non mi
ha parlato del padre, ma ho come l’impressione che papino Lucius non sia
incline a una relazione del suo unico figlio con una sanguesporco.-
 
-Puoi dominare gli eventi atmosferici. Puoi affrontare il triangolo delle
Bermuda.- mi risponde.
 
-Forse. Ma non posso permettere che lo affronti lui. Non posso metterlo
in pericolo.- dico, guardando fuori la finestra. Sta ricominciando a piovere.
E io che credevo di essermi ripresa un po’.
 
-Tu lo ami. Sei totalmente persa! È inutile che dici che ti piace soltanto.
Caspita, ti sei innamorata di lui!- mi dice, allegra, abbracciandomi.
 
-Si, e a che scopo? Per dirmi che l’amore è e resterà sempre irraggiungibile
per me? Stella, che senso ha soffrire ancora? Che senso ha innamorarmi di
lui se è già occupato, se è sposato? Io non lo capisco!- dico, tra le lacrime
che scendono nuovamente copiose sul mio volto.
 
-Non so se ha un senso. Cavolo, tre anni di filosofia mi hanno insegnato
che proprio mentre pensi di poter trovare un senso alle cose, subito il senso
sfugge via, portato lontano da tante variabili che entrano in gioco. Forse un
giorno tutto questo avrà un senso, non è detto che deve essere tutto bianco
o nero. Ci sono varie sfumature di grigio in mezzo. Anche il colore dei suoi
occhi.- aggiunge con un sorriso.
 
Chiudo gli occhi a perdermi nel mare in tempesta che sono gli occhi di Draco.
 
Abraccio Stella con forza, sperando di riuscire ad aggrapparmi a lei.
Provando a dimenticarlo. Non posso, non posso farlo.
 
 
Ma non posso nemmeno rinunciare a lui senza lottare.
 
No. Combatterò. Combatterò per me stessa, mentre lui combatterà per
se stesso. E se non ne avrà la forza di combattere, combatterò io per entrambi.
 
 
Perché una cosa è certa. Sono innamorata di Draco. E anche se fa male,
non significa che non sia vero.






Spazio Autrice: Salve a tutti!!! come va? be', che dire, questo capitolo è un po' riassuntivo di quello che è successo in precedenza... ma il capitolo con gli amici doveva essere così! u.u qui si conoscono i sentimenti di Asia nei confronti di Draco e di tutto quello che è successo, e che dire... be', almeno lei ha conosciuto malferrett! xD ciaoooooo a presto!


P.S.: questo lo dedico a te, 'Stella'! ti voglio bene!!!!!! =)


Moony96: grazie! *-* spero che anche questo ti sia piaciuto!! ciaooooo, a presto! =)

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Capitolo 6
*** Carpe Diem ***


Oggi è giovedì. Sono già tre giorni che non  vedo Draco, che non lo sento.
Mi sento strana, vuota quasi. Mi sono esercitata con gli incantesimi e tutti
hanno avuto l’effetto aspettato. Ho riso quando sono arrivata al capitolo 7
di incantesimi. Alohomora. Ed è strano come ieri la bacchetta non abbia
funzionato subito, quasi come fosse scarica.
 
 
Oggi però dovrò vederlo per forza.  Ha lezione nella mia classe,
e non credo darà forfait.
 
Sbuffo. La situazione di attesa mi fa ricordare la settimana scorsa,
quando ancora tutto era semplice, quando mi facevo dei film in testa
su personaggi inesistenti e che restavano tali. Non so se mi manca
questa cosa.
 
Stella mi guarda di traverso, ammonendomi a stare tranquilla. Come
se potessi riuscirci. Sbuffo di nuovo.
 
-Asia, vuoi smetterla? Hai le smanie, manco ti stessero mettendo sul
patibolo!- mi bisbiglia, truce. Che bello avere delle amiche comprensive!
 
-Scusa, ma non ne posso più! Mancano due minuti!- sussurro a mia volta,
guardando fuori dalla finestra. Il cielo è nuvoloso, strano. A metà tra la
pioggia e una bella giornata di sole.
 
-Asia, davvero, ti sto imbavagliando! Siamo nervosi anche noi, insomma
voglio vedere il biondastro, ma calmati!- mi sussurra Danny, seduto alla mia destra.
 
Io, Stella, Danny, Lex e Roberto dividiamo il mega banco dell’ultima fila di banchi.
Di solito sto seduta tra Stella e Roberto o Stella e Lex, ma è da quando Danny sa
di Draco che vuole stare seduto accanto a me. Non mi dispiace, è uno dei miei
migliori amici, ma la cosa mi puzza di bruciato. Si, perché se Danny si avvicina
proprio adesso, che… be’, adesso che c’è Draco la cosa mi puzza. È sempre
così con lui. Non mi dice niente, però se mi piace qualcuno, quel qualcuno per
lui ha dei difetti talmente tanto grossi e brutti da non poterci stare insieme. E ogni
volta io ci casco. Forse, però questa volta non succederà.
 
Finalmente sento suonare la campanella, e per fortuna la prof di latino scappa,
lasciandomi definitivamente in pace. Nemmeno in tempo di uscire la vecchia
arpia che eccolo entrare, in tutto il suo splendore.
 
Draco mi è mancato.
 
Alzo gli occhi verso i suoi, sorridendogli. Anche lui sorride in risposta. Cavolo,
abbiamo così tante cose di cui parlare. Anche i miei amici lo stanno osservando.
 
-È gay.- dice Danny. Come da manuale.
 
Alzo gli occhi al cielo, lasciandolo stare. Mi alzo e mi avvicino a lui. Ancora la
professoressa d’inglese non è arrivata, quindi posso scambiare qualche parola con lui.
 
-Hey, ciao! Non ti sei fatto vedere per un po’! dove sei stato?- gli chiedo, quando
sono già vicina a lui. Subito mi pento di averlo fatto.
 
I suoi occhi sono strani. Freddi. Come quando l’ho conosciuto una settimana fa.
Non hanno più quella scintilla che aveva… da quando mi aveva sbloccato i poteri.
 
-Ciao, Anastasia. Sai, non sono occupato solo in questa scuola. Quindi per questo
non mi hai visto molto in giro. A te va tutto bene? Sai l’altro giorno mi sei stata davvero
d’aiuto. Ti ringrazio.- mi risponde.
 
Anastasia. Mi ha chiamata Anastasia. Non che non sia il mio nome, ma non mi piace
molto, per questo mi faccio chiamare Asia. Gli avevo chiesto di chiamarmi Asia. E il
suo tono! Era così freddo, distaccato. Era come se fossimo due sconosciuti.
 
Sgrano gli occhi. Mi si secca la gola. In fondo è quello che siamo. Noi siamo due
sconosciuti. Noi non dovremmo essere in confidenza, io non dovrei stare con lui,
io non dovrei nemmeno pensarci. Lui è uno sconosciuto, sposato e più vecchio.
 
Deglutisco, nel chiaro intento di scacciare tutte le cattive sensazioni lontano da me.
 
-Dovremmo parlare.- gli dico, in un filo di voce.
 
-Di cosa?- mi dice con quel tono indifferente, così insolito.
 
-Di quello che è successo in Normandia tre giorni fa. Dovremmo parlarne.- gli dico,
sentendomi una stupida. Possibile? Possibile che mi sia inventata tutto? Possibile che…
 
No. È successo. Ne sono sicura. Lo vedo da come abbassa gli occhi, provando a
trovare un’alternativa. Quando li rialza sono di nuovo freddi.
 
-Non ho letto il giornale, cos’è successo in Normandia tre giorni fa?- mi dice ancora
indifferente. Caspita, vorrei prenderlo a pugni.
 
-Cosa?- dico, sgranando di più gli occhi. -Dra…- ma lui mi blocca, guardandomi truce.
 
-Mi chiamo Abraxas. Non ho idea di cosa tu stia parlando. E adesso scusa, ma devo
iniziare la mia lezione.- ancora truce.
 
Indietreggio, scostandomi da lui. Mi siedo nuovamente il mio posto, sentendo un vuoto
nel petto, un vuoto opprimente, doloroso, che mozza il respiro. Cuore spezzato. Come
può questo essere essere tanto importante da spezzarmi il cuore? Come può avermi
spezzato il cuore?
 
Provo a respirare normalmente, sentendo di andare quasi in iperventilazione.
 
-Che succede?- mi chiede Stella, guardandomi negli occhi.
 
-Lui. Niente. Fa finta di niente.- dico, con gli occhi sbarrati e la voce rotta.
 
-Cosa? Ma come? Ma che idiota!- mi risponde.
 
Chiedo il permesso di uscire, per potere riflettere da sola, senza avere gli sguardi
penetranti dei miei amici addosso. E mi dà ancora più fastidio il modo in cui il
furetto mi ha guardata uscire. Stringo i pugni.
 
Entro in bagno,  appoggiandomi alla parete. La porta. Casa sua.
 
Non ci sono più andata dopo quel pomeriggio. Non mi sembrava giusto
andarci senza di lui. Ma ora no. Nessuno mi può ferire così. Mi vendicherò,
magari distruggendogli un po’ la casa. Non ho ancora imparato a fare gli
schiantesimi e i bombarda, in fondo…
 
 
-------
 
 
-Quindi vuoi vendicarti perché fa finta di niente?- mi chiede Roberto, scettico.
 
-Oh, non hai idea dove posso arrivare per vendicarmi.- gli rispondo, sadica.
 
Siamo davanti la porta del bagno. Tra poco la oltrepasserò per andare a casa sua.
 
-Asia…- comincia Stella.
 
-No, Stella. Non dire Asia con quel tono. Non farò nulla di male. Mi ha dato il permesso
di esercitarmi a casa sua, e non sono una vampira, non ho bisogno del suo permesso
per entrare. Questa situazione se l’è cercata lui. Posso capire tutto, ma non il fatto che
mi prenda in giro così.- dico, stringendo I pugni.
 
Stella e Lex si guardano negli occhi, complici.
 
-Asia, vuoi che ti accompagnamo?- mi chiede Danny.
 
-Oh, no. non voglio testimoni all’omicidio delle serpe. Ci vediamo.- gli dico, attraversando la porta.
 
 
Il passaggio per la porta è molto più sicuro della smaterializzazione. Non appena ho
chiuso la porta del bagno della scuola, mi sono ritrovata ad aprire una porta immaginaria
sul salotto di casa Mal Foi.
 
Nemmeno mangio.
 
Prendo dallo zaino il libro di difesa contro le arti oscure e vado alla pagina che parla di
schiantesimi.  Faccio sempre così. Prima teoria, poi pratica. Questa tattica ha funzionato
alla perfezione fino ad adesso.
 
Ci metto un po’ a capirlo, ma quando mi rendo conto dello stupido errore che avevo fatto,
prendo la bacchetta in mano. Sono rimasta in salotto. Afferro un cuscino e lo metto sopra
un tavolino, poi, mirando, urlo: ‘Stupeficium!’
 
-Sei stata brava. Sei migliorata molto, in questi due giorni.- dice una voce dietro di me.
 
Mi giro di 180 gradi, per vedere la testa bionda di Malfoy. Stringo i pugni, girandomi di nuovo.
 
-Asia, so che sei arrabbiata, ma non ce n’è motivo, davvero.- mi dice, appoggiandosi al muro.
 
Ora mi arrabbio sul serio.
 
-Ah, non ce n’è motivo, eh? Ma chi ti credi di essere, stupido furetto che non sei altro!
Non hai idea di quello che ho patito per te!- gli urlo.
 
-Mi dispiace, Asia.- mi dice a bassa voce, abbassando lo sguardo.
 
-E di cosa dovrebbe dispiacerti esattamente? Di avermi illusa? Di avermi baciata
e poi di aver fatto finta di niente? Di avermi ferita così tanto oggi da spezzarmi il
cuore? Di cosa esattamente ti dispiace, Draco? Perché io da sola non ci arrivo!
Io non capisco più niente! E mi sento così stupida! Perché c’ho provato, Draco,
c’ho provato a non pensare a te, ma non ce la faccio, e..-
 
-Ti amo, Anastasia.- mi dice, guardandomi negli occhi, interrompendomi.
 
-Perché continui a farlo? Perché continui a dirmi le cose che vorrei sentirmi dire
nel modo sbagliato? Che ti ho fatto di male, Draco?- gli dico, tra le lacrime,
sedendomi sul divano.
 
-Non osare farlo, Asia, non provarci! Non prendermi per bugiardo. È dal primo istante
che ti ho vista che ho capito che… Asia, ricordi cosa ti ho detto il giorno in cui ti ho
sbloccato i poteri? Ich warte ein leben lang. In tedesco vuol dire: ti aspetto da una vita!
Ed è vero, ti aspetto da una vita, Asia. Se la prima persona nella mia vita che sia riuscita
a farmi battere il cuore! Asia, rispondimi, ti prego!-
 
-Perché mi hai trattata così male oggi, allora?-
 
Lui sospira, avvicinandosi a me e prendendomi il viso tra le mani.
 
-Asia, ti amo. Ma non possiamo passare troppo tempo insieme a scuola. Tecnicamente,
io sono un tuo insegnante, e tu sei così piccola. Non possiamo farci vedere insieme a
scuola. Non si può, potrebbero cacciarmi, e a quel punto non potrei più starti vicino.
Asia, mi dispiace per tutto.- mi dice, abbracciandomi.
 
-No.- gli dico, allontanandomi da lui.
 
-Che succede?- mi chiede, corrugando la fronte.
 
-Draco, non vanno così le cose. Non possiamo, non so se..-
 
Sento le sue labbra posarsi sulle mie, ed è come il nostro primo bacio. Le farfalle
allo stomaco, il respiro mozzato dalle sue labbra che si scontrano con le mie, le sue
mani sul mio viso, sul mio collo, sui miei fianchi, per tenermi stretta a lui, le mie mani
sul suo collo, sulle sue spalle per aggrapparmi a lui, per non perdermi in  questo vortice
di emozioni che ci sta travolgendo. Lascio le sue spalle, afferrandogli i capelli, provando
a fargli male, tanto quanto lui ne ha fatto a me, ma non riesco a stare arrabbiata con lui
a lungo. Quello che sto provando adesso è troppo potente.
 
-Bene, finalmente hai smesso di parlare.- mi dice sorridendo, quando ci siamo
staccati per riprendere fiato, la sua fronte sulla mia.
 
-Idiota.- gli sussurro sulle labbra, prima di essere io quella a tappargli la bocca.
 
Lo sento sorridere contro la mia bocca. E non posso fare a meno di sorridere anch’io.
La mia felicità in questo momento è alle stelle. Non oso immaginare la temperatura del
nord della Francia in questo momento.
Il bacio l’ho iniziato io, tocca anche a me decidere quando finire.
 
-Ti amo anch’io, comunque, furetto.- gli dico, poggiandomi sul suo petto.
 
Mi alza il viso, prendendo il mio mento tra le sue dita e poggiandovi un leggero bacio,
che sta a me rendere più spinto.
 
Abbiamo tante cose di cui parlare, io e te, Draco. Ma non adesso. Per adesso
godiamoci il momento. Orazio dice carpe diem, in fondo.
 
Be’, credo di avere capito perché si studia il latino a scuola, penso, sorridendo
nuovamente contro le labbra di Draco Malfoy.



Spazio Autrice: eeehm.... toc toc, c'è nessuno? lo so, sono in ritardo pazzesco, ma la colpa dovete darla ai miei prof, non a me. sul serio, non ne posso più. coooooomunque! be', non sono molto convinta di questo capitolo, lo avrei voluto più passionale, ma non volevo far sembrare Asia una ragazza facile.... u.u e Draco è *-*! xDD 
be', spero che almeno a voi possa piacere! a presto!!

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Capitolo 7
*** Wands, Worries and Friends ***


Wands, Worries and Friends

-Bombarda!-

 

 

L’incantesimo va a colpire la parete, mancando il mio bersaglio. Purtroppo. Vedo la testa di Malferrett sbucare da dietro il divano, spaventato dalla foga del mio incantesimo, nonostante non sia andato a segno.

 

-Asia…- mi dice con una voce strana, come se volesse calmarmi. Odio le persone che vogliono calmarmi, mi fanno sentire una pazza. –Asia, non c’è bisogno di fare così, insomma…-

 

-Malferrett, non è colpa mia se ho dovuto imparare da sola. Scusa, non ho preso il fantoccio, ma ancora non ho capito bene dove puntare questa dannata bacchetta per questo dannato incantesimo.- dico, mettendo il broncio.

 

Lui ridacchia, abbracciandomi da dietro e lasciandomi un bacio tra i capelli, facendomi rabbrividire lungo tutta la schiena e il resto del corpo, se devo essere sincera.

 

 

Astoria Greengrass in Malfoy, sei proprio stupida.

 

 

-Devi fare così, vedi?- dice, mettendosi dietro di me e impugnando la mia bacchetta con la mia mano. –Dai, riprovaci.- mi sussurra.

 

-Bombarda.- mormoro. Finalmente l’incantesimo va a segno, e riesce a colpire il fantoccio che Draco ha evocato nella biblioteca di Mal Foi Manor. Lui ridacchia tra i miei capelli, poi mi giro per lasciargli un bacio.

 

-Be’, visto? Non era difficile!- mi dice, sorridendo.

 

-Non è difficile con un insegnante! Ho imparato un bel po’ di cose, soprattutto incantesimi, ma non so ancora controllarmi con gli altri miei poteri. Sto morendo di caldo!- dico, ridendo. Si, è vero. Dopo aver capito che Draco mi vuole sul serio, che mi ama, la temperatura in Normandia è alzata di parecchio, tutto merito dei miei poteri da Tempestae Dominatrix. Be’, non è mica colpa mia! Almeno, non consciamente!

 

-Non preoccuparti, piccola. Ho fatto delle ricerche. Con un po’ di yoga dovremmo trovare la tranquillità giusta per imparare a controllare i poteri. Non la vedo poi così difficile! E poi… dimmi della bacchetta! Prima di iniziare con la lezione mi avevi detto di avere avuto problemi…- mi dice, prendendomi per mano e trasportandomi in cucina, per una pausa.

 

-Per i primi due giorni non ho avuto problemi, insomma, andava tutto bene, ma dal secondo giorno in poi, funzionava a intermittenza, come se avesse le batterie scariche. Ma oggi, quando ti ho visto, avevo la bacchetta con me, e quando sono andata fuori, la bacchetta ha lanciato delle scintille rosse.- dico, sedendomi sull’isola dell’immensa cucina Mal Foi.

 

-Non è una cosa normale che la tua bacchetta si comporti così.- mi risponde Draco, di spalle, mentre prende un succo dal frigorifero. Mi ero sempre immaginata i purosangue come i Malfoy come dei babbanofobici, con la paura di aprire persino un rubinetto. Invece quella casa era incredibilmente avanti tecnologicamente. Sembrava di essere in una casa babbana, non in una casa di maghi DOC. Draco mi aveva risposto dicendo che la madre, Narcissa Malfoy, donna della quale solo il nome mi faceva paura, manco fosse Voldy in persona, aveva abbandonato la nobiltà vecchio stile dei Black.

 

 

-Lo so che non è normale. Continuo a pensare che Olivander avesse ragione.- continuo, prendendo il bicchiere di succo.

 

-Riguardo all’attrazione delle due bacchette? Non so. Mi sembra una cosa strana, non è mai successa una cosa del genere. Le bacchette scelgono a priori i loro proprietari. Come se riuscissero a vedere il futuro. Capisci quello che voglio dire?- mi risponde, prendendo un succo.

 

-Vuoi dire una sorta di profezia? Tipo, come se le nostre bacchette fossero state destinate ad incontrarsi? Come se noi fossimo destinati ad incontrarci?- gli chiedo, scettica. Fantastico! Io passo otto anni ad odiare dei libri, e poi scopro di essere destinata da molto tempo prima della mia nascita ad essere parte di quel mondo!

 

Draco fa delle facce strane quando dico ‘profezia’ e ‘destinati’. Il modo in cui deglutisce di continuo non mi piace per niente poi.

 

-Dray, c’è qualcosa che non va?- chiedo.

 

-No, certo che no.- risponde, ma non mi sembra molto convinto. –Comunque non credo sia di così grande importanza. Insomma, sono qui adesso. Non ti lascio.- mi dice, baciandomi.

 

Ok, ha lasciato andare il discorso. E ok, dovremmo continuare a parlare. Ma le mie capacità intellettive si abbassano notevolmente ogni volta che lui mi bacia, quindi scusate il leggero blackout. A dopo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Draco mi lascia davanti la porta, come qualche giorno fa. Ma stavolta i nostri stati d’animo sono totalmente diversi. Noi siamo diversi. È bello stare in pace con se stessi. E poi mi ha promesso di esserci ogni giorno per me. E, ovvio, almeno adesso abbiamo i rispettivi numeri di cellulare. Si, Draco Lucius Malfoy ha un cellulare. Un iPhone. Mi ha detto che se proprio deve stare al passo con la tecnologia babbana, almeno pretende il meglio. Per qualche secondo l’ho odiato sul serio.

 

 

Vado in camera mia, posando la tracolla e nascondendo i libri di magia sotto il letto. Mi sento come un ragazzino che nasconde le proprie riveste di Playboy dalla rabbia della madre. Oddio, che scena orribile. Prendo il cellulare dalla tasca della giacca per controllare  lo stato della mia vita sociale.

 

8 messaggi ricevuti.

 

1° messaggio ricevuto: Asia, ti prego ripensaci. Quel tipo era un Mangiamorte, credo sia in grado di usare la magia oscura. Non voglio la usi su di te, mi mancheresti! Un bacio, Stella.

 

2° messaggio ricevuto: Cazzo, non riesco a credere di avere scritto che il Furetto sappia usare la magia oscura. Spero solo di non essere intercettata da Wikileaks. Sempre io, Stella.

 

3° messaggio ricevuto: ti odio. Tom Felton mi piaceva, è un bel ragazzo, ora sussulto come un’idiota se mio fratello gioca a ‘Harry Potter’ e spunta il biondastro. Con tutto l’odio possibile, Stella.

 

4° messaggio ricevuto: Ehm, Asia? Piccola, ti voglio bene, davvero, ma Stella sta uscendo fuori di testa. Non è piacevole avere una ragazza così che ti strilla per tutta la casa. Mia madre sta contattando uno strizzacervelli. La tua migliore amica è preoccupata per te, e anch’io. Rispondi, te ne prego. Lex.

 

5° messaggio ricevuto: Stella rettifica dicendo ‘tua ex-migliore amica’. E dice di non essere affatto preoccupata per te. Be’, io lo sono. Dai, cazzo, Asia, rispondi! Lex.

 

6° messaggio ricevuto: Signorina Berri, domani se la vedrà con me. Ho Lex e Stella a casa mia che urlano come due matti. Non hai la minima idea di quanto siano suscettibili. Ok, lo sono anch’io. Cavolo, Asia, rispondi! Sei la piccola del gruppo, siamo tutti preoccupati per te. Se la serpe ti fa del male, giuro che lo uccido, è una promessa per te e una minaccia per lui. Interrompendo il suo amato Final Fantasy, Danny.

 

7° messaggio ricevuto: Me la paghi, mi hai fatto deconcentrare. Non ho salvato all’ultimo salvo cristallo e sono morto. Ora dovrò iniziare da capo. Ti odio anch’io, Danny.

 

8° messaggio ricevuto: Asia, lascia stare questi pazzi. Me li sono ritrovati tutti a casa mia. Sono una corte itinerante. Si, hanno urlato anche a casa a mia, se è quello che ti stai chiedendo. Però sono divertenti. Si sono zittiti quando ho suggerito che forse non rispondevi perché avevi una riunione di gabinetto con il tuo biondo. Forse non di gabinetto, ma di camera da letto. Danny è diventato una furia, Lex e Stella si guardano negli occhi da un quarto d’ora indecisi se seguire il tuo esempio. Spero non lo facciano nella mia stanza almeno. Non ti costringo a rispondere immediatamente, ma almeno quando puoi. Ti voglio bene, Roby.

 

 

Rido per un buon quarto d’ora a leggere quei messaggi. Non cambieranno mai i miei amici.

 

Prendo il telefono di casa e chiamo Roberto, sapendo di trovarli tutti a casa sua a mangiarsi le mani.

 

-Pronto?- risponde Roberto al quarto squillo.

 

-Hey, Roby, sono io, Asia!- rispondo, ridendo.

 

-Asia, piccola, dove sei stata?- risponde, tirando un sospiro di sollievo.

 

-Piccola stronza dove sei stata?? Mi hai fatta morire dalla paura!!- sento Stella urlare dall’altro lato del telefono.

 

-Dì a Stella che mi dispiace!- chiedo a Roby, imbarazzata.

 

-Aspetta, metto il vivavoce.-

 

Non lo avesse mai fatto. Stella, Lex e Danny si mettono ad urlare contemporaneamente, rendendomi momentaneamente sorda. Le uniche parole che riesco a decifrare sono: ‘stronza’, ‘furetto’, ‘letto’, ‘apocalisse’.

 

-Ragazzi, non avevo il cellulare a portata di mano! Per questo non rispondevo.- dico, timidamente.

 

Li sento prendere un respiro profondo.

 

-Ok, com’è andata?- mi chiede Stella.

 

-Abbiamo fatto la pace.- dico, felice.

 

Sento dei versi disgustati.

 

-Ti prego non dirmi che l’avete sul divano, almeno. Farebbe così anni ’90!- dice, Roby.

 

-Roby, Draco usa solo letti a baldacchino. Narcissa e Lucius lo hanno educato bene. E poi non abbiamo fatto niente di quello che state pensando. Abbiamo solo parlato.-

 

-Solo?- chiedono tutti in coro, maliziosi e sarcastici.

 

-Ok, ci siamo baciati. Tante volte.- dico, rossa fino all’attaccatura dei capelli.

 

Sembrano tutti felici dalle risate. L’unica risata che non riesco a sentire è quella di Danny.

 

-Asia… sei sicura di stare bene con quel tipo?- mi chiede, leggermente triste.

 

-Certo, Dan.- dico, a bassa voce.

 

-Ok. L’importante in fondo è che tu sia felice.- dice.

 

Gli sento dire questa frase con molta più tristezza di quanta dovrebbe averne una voce. Mi dispiace un po’ per lui.

 

-Asia?- mi chiama Stella.

 

-Hey, che c’è bionda?- le chiedo, allegra.

 

-Sono felice che tu e il biondastro abbiate fatto pace. La vostra sembra una favola. Però domani voglio i dettagli. Ci sentiamo, piccola!!- mi urla, prima di chiudere la chiamata.

 

-Ok, ciao, sorella!- le rispondo, ridendo, chiudendo la chiamata a mia volta.

 

Mi butto sul letto, continuando a ridere. Caspita. E questo è solo il primo giorno della mia storia con Draco Malfoy. Chissà come saranno gli altri.

 

Be’, dice la mia vocina interiore, l’unico modo che hai per soprirlo è viverla.

 

Lo farò, vocina interiorie, lo farò.

 

E se avere Dray vicino vuol dire combattere con Astoria… be’, un po’ di sana rivalità in amore ci vuole in fondo, no? 

Spazio Autrice: Signore e signori, rieccomi tra voi! xD lo so, sono un disastro, sono sempre in ritardo, eccetera. ma provate a mettervi nei miei panni: ho un'altra storia da mandare avanti, i professori che di notte non dormono per trovare un modo per distruggere tutta la specie, e frequento l'ultimo anno di liceo. davvero, più di così io non posso fare! ^^'' comunque, bando alle ciance! questo capitolo è assolutamente di passaggio, però la parte dei messaggi, mi piace! xD voi cosa ne pensate? vi va di farmi sapere?? 

ciao!! A presto,

Micaela!!

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Capitolo 8
*** Promise me your eyes will never change ***


Arrivo a casa dopo una giornata estenuante. Cinque ore di spiegazione
non fanno mai bene allo stress di uno studente. Se poi quello studente sa
già tutto quello di cui si parla, il tutto diventa ancora più palloso.
 
-Devi dire al biondastro di fare quell’incantesimo anche a me.- dice una
voce alla mia sinistra.
 
Rido, togliendo il casco che ho indossato per arrivare a casa in moto con
Stella. Abbiamo deciso di mollare la parte maschile del nostro gruppo per
passare insieme qualche ora tra sole donne.
 
-Draco non può fare incantesimi ai babbani, è contro le regole!- dico, ridacchiando.
 
-Che palle! Che senso ha essere una strega se non puoi vendicarti?- mi chiede,
sbuffando.
 
-Stella, visto e considerato il fatto che Voldemort ha iniziato la guerra vendicandosi
del babbano che era stato suo padre, direi che è un bene quella regola!- le rispondo,
scuotendo la testa.
 
Entriamo in casa, e attraversiamo il salotto per arrivare in cucina. Mangiamo
in silenzio per tacito accordo. Siamo ragazze, in fondo. Sappiamo che se si
tratta di gossip dobbiamo avere bocca e mani libere! Ovviamente, finire
velocemente fa parte dell’accordo.
 
-Allora! Che è successo ieri?- mi chiede, sciacquandosi le mani nel lavello.
 
-Ehm, non ho idea di cosa tu stia parlando.- dico, nascondendole gli occhi e
il mio imbarazzo. Guardo vagamente fuori dalla finestra. Vi era una leggera nebbia,
a dimostrare il mio imbarazzo mischiato alla felicità.
 
-Oh, vorrai scherzare! Ieri mi aspettavo il peggio, e  invece mi spunti tutta felice e
contenta! Che avete fatto in Francia?- mi chiede, mentre ci sediamo sul divano,
stringendoci al petto un cuscino.
 
-Mmm… be’, in teoria avrei dovuto schiantarlo. Ma poi mi ha spiegato che non
possiamo farci vedere insieme a scuola, e che per questo era così schivo. E si
è fatto perdonare.- le dico, sperando di far cadere il discorso così.
 
-E come?- mi chiede maliziosa.
 
-Mi ha detto di amarmi.- le dico, abbassando lo sguardo.
 
La vedo trattenere il respiro, lasciando il cuscino. Poi mi sorride dolcemente
aggrottando le sopracciglia.
 
-Non credi che sia stato un po’ troppo affrettato?- mi chiede, stringendomi un polso.
 
-Non lo so. Insomma può darsi, ma era la verità. Lo vedevo nei suoi occhi, era
quello che voleva dire in quel momento. Il mio Furetto è un tipo imprevedibile.- dico,
gongolando.
 
-Daniele è molto preoccupato per te, sai?- mi dice a bassa voce.
 
Questo non avrebbe dovuto dirlo.
 
-Devi dire a Daniele di farsi gli affari suoi ogni tanto.- le dico, stringendo i pugni.
 
-Senti, Asia, lo so che tra voi due le cose sono sempre state un po’ ambigue,
ma non vi sembra di esagerare? Insomma, eravate cotti l’una dell’altro, perché
non avete seguito il vostro cuore?-
 
-Perché lui non si sentiva pronto! E io ero stanca di stare dietro a un ragazzo
che mi credeva più una sorella che altro! Cavolo, Stella, lui è geloso! Geloso di
me, che non sono sua! Ma che ho fatto di male?- dico, stringendomi le ginocchia
al petto.
 
-Tu niente, è solo che la situazione è strana per tutti in questo momento! E Danny
lo è sempre stato di suo strano. Poi spunti tu col biondastro che è uscito da un
libro di fantasia e possiamo tutti suicidarsi insieme appassionatamente!- mi
risponde la mia migliore amica.
 
Provo a calmarmi, facendo respiri profondi. Funziona. Le condizioni
atmosferiche si calmano con me.
 
-A proposito di situazioni contorte… non è che dovresti dirmi qualcosa
riguardo a qualche tuo intrallazzo??- le chiedo, alzando un sopracciglio.
 
-Non ho idea di cosa tu stia parlando, Ginevra.- rido, al suo modo di
chiamarmi. Ogni volta che dobbiamo parlare di qualcuno in incognito
usiamo nomi totalmente inusuali che ci fanno sorridere soltanto facendoli
uscire dalle nostre bocche. Io poi sono Ginevra. Nessun’altra può essere
chiamata così da lei. I ragazzi diventano Gioacchino, Asdrubale,
Genoveffo, Arcibaldo e nomi vari.
 
-Stella…-
 
-Ok, ok! È solo che Dave è così carino e poi ci conosciamo da una
vita e lui mi sta dietro da sempre, ma prima era..- sta delirando. Cosa normale.
 
Poi mi concentro sulle sue parole. Aspetta, DAVE??!!
 
-Dave??!! Chi è Dave??!!- le chiedo, fermandole la mani che continua
ad agitare in continuazione per il nervosismo.
 
-Oh. Davide è il fratello di un amico di mio fratello. Abbiamo la stessa età,
e spesso  ci incontravamo per caso. Quand’era piccolo aveva una cotta
per me, ma quando siamo cresciuti ci siamo persi di vista. Ci siamo rincontrati
un paio di settimane fa, e da allora non facciamo altro che stare sempre attaccati
al telefono. E poi è pure diventato figo, quindi…- dice.
 
Io sono stupefatta.
 
-Ma io credevo che tu e Alessandro… insomma Lex è sempre stato dolce con
noi due, ma da un periodo di tempo è molto attaccato a te, e io credevo che
voi…- dico, scioccata.
 
-Ah.- risponde.
 
Be’, per aver pensato subito a questo Dave la cosa tra i due è molto più
grave di quanto avessi pensato.
 
-Lex mi è sempre stato vicino, lo sai. E da qualche tempo lo è di più, molto
di più. Sai se me l’avessi chiesto due settimane se mi piaceva Lex, ti avrei
risposto: ‘si! Lo adoro! Non lo scambierei per nulla al mondo!’. Ma Dave è
diverso! Dave mi fa sentire viva! È strano, non ho mai provato niente del
genere.- mi dice, rossa in viso.
 
-Stella, non devi giustificarti. È vero, credevo ti piacesse Lex, ed ero felice
di questo, ma cavolo! Insomma, ti ho chiesto se pensavi a qualcuno e tu
subito hai pensato a questo Dave! Forse, dico, forse, significa qualcosa,
non credi?- le chiedo, sorridendo.
 
-Già, forse.- dice, rossa.
 
-Stella, devi chiedermi qualcosa?- le chiedo.
 
-No.. cioè, si, forse.- mi dice, martoriandosi le mani.
 
-Secondo te, se dicessi a Lex che è davvero meglio se restiamo amici,
si offende?- mi chiede, abbassando lo sguardo.
 
-Cosa? No! Stella, ti vogliamo bene, tutti! E Lex è una persona ragionevole!
Capirà che è meglio per entrambi se rimanete amici! L’importante è che
restiate amici e che tu segua il tuo cuore. Il resto non importa.- le dico,
stringendole un braccio.
 
-Be’, visto e considerato che stai frequentando un uomo più vecchio di
12 anni…- mi dice, alzando lo sguardo e fingendo nonchalance.
 
-Ma smettila!- dico, dandole un colpo di cuscino.
 
Io non frequento, Stella. Io amo.


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-Ciao, Asia! Ci vediamo domani a scuola!- mi urla Stella dalla  moto.
 
Lei deve studiare e io pure, anche se non roba babbana. Leggi di Ohm e
Tertulliano, addio!
 
Chiudo la porta di ingresso, per poi avviarmi verso la mia cameretta. All’improvviso
sento un rumore, un pop, venire dal salotto. Estraggo la bacchetta dai pantaloni e corro.
 
-Finalmente! Non se ne andava più!- dice la serpe che si è materializzata a casa mia.
 
-Draco, che ci fai qui?- dico, scioccata.
 
Lui non mi risponde. Si limita a venire da me e baciarmi, lento e appassionato.
 
-Sono venuto a trovarti, non posso?- mi chiede, sorridendo.
 
-Potevi anche avvisare…- dico, facendo le fusa sul suo petto.
 
Lo sento ridacchiare, ed è bello sentirsi avvolgere dalle sue braccia sicure.
 
-In realtà sono qui per un motivo.- mi dice, felice come una pasqua.
 
-Quale?- gli chiedo scettica.
 
-Ho una sorpresa per te. Lady Berri, vuole appoggiarsi a me in modo da facilitarle
la smaterializzazione?- mi dice formale, porgendomi il braccio. Ah, inglesi. Sempre
così formali.
 
-I miei arrivano alle 7- gli ricordo.
 
-E allora? Sono le 17:30, ti prego, ti fidi di me?- mi chiede, facendo il labbruccio.
Draco Lucius Malfoy che fa il labbraccio? No, mi correggo. Draco Lucius Malfoy,
trentenne, che fa il labbruccio? Però non deve essere tanto stupido.
 
-Dai, staremo via un’ora e un quarto massimo, te lo prometto! Però, ti prego, vieni
con me?- mi dice, mettendo uno sguardo da cucciolo.
 
Al diavolo tutti i Serpeverde!
 
-E va bene!- gli dico, afferrando malamente il suo braccio destro.
 
Subito ci smaterializza a casa sua in Normandia. Be’, non proprio a casa sua.
Siamo in spiaggia. La spiaggia che fa parte della proprietà Mal Foi.
 
-Che ci facciamo in spiaggia?- gli chiedo, curiosa.
 
Non mi risponde, si limita a sorridere beato e fare un incantesimo non verbale.
Dal nulla spunta.. un manico si scopa!
 
-Asia, ti presento Polly. Polly, lei è Asia.- dice Draco, ossequioso.
 
-Draco, mi stai prendendo in giro?- dico, mentre un sorriso si forma sulla mia
faccia senza che io posa farci niente.
 
-Si, lo so, è strano presentarti a un oggetto, ma Polly è sensibile.- dice, convinto.
 
Scoppio a ridere, saltandogli addosso.
 
Non in quel senso.
 
-Draco, che bello! Ma perché?- gli chiedo.
 
-Perché sei importante per me, sanguesporco.- mi dice serio, con uno strano
luccichio negli occhi.
 
Lo guardo felice, prima di baciarlo intensamente.
 
-Allora, posso usare Polly?- gli chiedo.
 
-Si. Sai cosa fare vero?- mi chiede, ghignando.
 
-Furetto, non sarò forse una cercatrice professionista, ma penso di potermela
cavare con una scopa!- dico, alzando gli occhi al cielo.
 
Mi metto alla sinistra della scopa, ricordando la scena nella ‘Pietra Filosofale’.
 
-Su!- dico, a voce alta, sicura e ferma.
 
Subito il manico salta verso il palmo della mia mano. Eseguo questa mossa un
altro paio di volte, e quando sono sicura, mi metto a cavallo, ringraziando il cielo
di avere messo i jeans. Impugno la scopa e provo a volare leggermente, sotto lo
sguardo di Draco, che impugna la bacchetta, all’erta.
 
Faccio un piccolo giro, senza mai allontanarmi troppo, provando a prendere
confidenza. Quando mi sento sicura faccio un giro un po’ più ampio, per poi
tornare da Draco.
 
-Hai qualche ricordella da nascondere, Malferrett?- gli chiedo, sarcastica.
 
-No, ma se ne trovo qualcun’altra a Paciock te lo faccio sapere!- mi dice,
aiutandomi a scendere, per poi baciarmi.
 
-Draco?- lo chiamo.
 
-Si?- mi chiede, accarezzandomi una gota.
 
-Mi fai fare un giro tu?- gli chiedo, guardandolo negli occhi.
 
Mi stringe la mano, per poi prendere Polly. Mi fa mettere a cavallo, per poi
salire dietro di me, in modo da non coprirmi la visuale con la sua stazza.
 
Prende il volo e tutto è stupendo. Tanti castelli, tante ville, spiagge immense,
anche se un po’ grigie. Per un po’ voliamo pure sull’Oceano.
 
Quando torniamo, ci sentiamo entrambi un po’ più leggeri. È incredibile come
il volo riesca a rilassare.
 
-Eccolo.- dico, guardandolo.
 
-Cosa?- mi chiede lui, confuso.
 
-Il diciottenne che è in te venire fuori. Da quanto tempo non prendevi la
scopa?- gli chiedo, appoggiandomi su di lui, che si è sdraiato sulla spiaggia.
 
-Da troppo tempo. Il mio è più che altro un lavoro d’ufficio.- mi dice,
cingendomi le spalle con un abbraccio.
 
-Sei proprio bravo a volare, comunque. Con te non mi è venuto poi così
tanto da vomitare.- gli dico, ridacchiando.
 
-Sai, un motivo c’è se a Serpeverde ero io il cercatore.- mi dice, deciso.
 
-Perché il buon Lucius ha comprato le scope alla squadra?- gli chiedo,
sarcastica, mordicchiandogli il lobo dell’orecchio. Sembrava così invitante…
 
-No, scema! Ero bravo a volare, tutto qui.- mi dice, staccandosi solo per
baciarmi.
 
-Draco?-
 
-Si?-
 
-Mi prometti di avere sempre la stessa luce negli occhi che hai adesso?-
gli chiedo, mettendomi a cavalcioni su di lui.
 
-Te lo prometto.- mi dice, prendendomi il viso tra le mani e baciandomi,
con un sorriso sulla bocca.
 
E così in un bacio muoio.




Spazio Autrice: Salve a tutti!!! Dedico questo capitolo a Moony96, perché le avevo detto che avrei pubblicato presto e invece mi sono ritrovata a poter pubblicare solo oggi! ^^'' e poi perché mi lascia sempre recensioni fantastiche che mi fanno diventare uno zuccherino!!! *-*

Passando al capitolo che ne pensate?? a me piace la parte su Polly! xDDD voi che ne pensate?? se vi va fatemi sapere!!


ringrazio tutti coloro i quali hanno inserito la storia nelle preferite, seguite, ricordate! vi adoro, davvero!!! :)

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Capitolo 9
*** Losing or Winning: both ***


Chiudo gli occhi, concentrandomi solo su me stessa, ispirando ed espirando, provando
ad escludere tutti gli altri suoni, tutte le altre sensazioni, tutto ciò che mi circonda. Ispiro
ed espiro. Ispiro ed espiro.
 
È un mese ormai che ho aggiunto questa pratica alle quattro ore al giorno di incantesimi.
Mi serve davvero. Ne ho bisogno. C’ho messo due settimane a trovare veramente il controllo.
Adesso le condizioni atmosferiche sono quelle effettive. Posso anche controllarle con la mente.
Solo se si tratta di condizioni semplici, ma è l’ideale per organizzare le serate tra amici.
 
-Hey, piccola, come va?-
 
Sorrido, mentre sento Draco lasciare un bacio tra i miei capelli.
 
-Stavo bene prima che arrivassi tu. Mi hai fatta deconcentrare.- dico, tirandolo giù per la maglietta,
per lasciargli un bacio a stampo.
 
-Ancora meditazione?- mi chiede, ridacchiando, mentre si siede dietro di me. Sogghigno,
ricordando la famosa scena di ‘Ghost’.
 
-Si. Sono diventata brava, sai?- dico, con aria saccente.
 
-Oh, si che lo so. La felicità ti si legge negli occhi, eppure è un po’ nuvoloso fuori. Questo
significa che ci sei riuscita. Hai imparato a controllarti. Sono fiero di te, Sanguesporco.- dice,
lasciandomi un bacio alla base del collo.
 
Rabbrividisco. Di piacere, certo. Il collo è il mio punto debole.
 
-In pozioni sei a buon punto?- mi chiede, riportandomi con i piedi per terra.
 
-Si, abbastanza. Ho finito il quarto volume. Ieri ho letto l’introduzione del quinto. Sembra
difficile.- dico, storcendo il naso.
 
-Asia, non è da tutti essere Auror nozionisti, sai?- mi dice, alzando un sopracciglio, mettendo
un’aria presuntuosa ed egocentrica.
 
-Và al diavolo, Furetto!- dico, mettendo il broncio.
 
-Era tanto che  non mi bestemmiavi contro, sai? Mi mancava!- dice, ridacchiando tra i miei capelli.
 
-Avverto un lieve cenno alla tua indole masochista, Malfoy?- dico, ghignando.
 
-Non ho sbloccato i poteri a una ragazzina per farmi da dogsitter, sai?- dice, sadico.
 
-No, li hai sbloccati per attentare alla mia virtù!- dico, mettendo le mani sui fianchi.
 
Lui mi guarda serio, per poi afferrarmi i fianchi e farmi sdraiare velocemente a terra, sotto di lui.
 
-Dray…- sussurro.
 
-Non l’ho fatto solo per fare sesso con te.- mi dice, aggrottando le sopracciglia, preoccupato.
 
-Stavo scherzando, Dray. Lo so.- dico, accarezzandogli il viso, per poi baciarlo dolcemente.
Certo che lo so. Sembriamo dei dodicenni, il sesso è il nostro ultimo pensiero.
 
Lo sento sospirare, per poi spostarsi e coricarsi accanto a me. Sorrido tra me e me, accoccolandomi
su di lui. Mi cinge le spalle, per poi disegnare strani arabesque sulle mie braccia.
 
-Sabato prossimo c’è una festa al Dipartimento.- dice, dopo qualche minuto di silenzio.
 
-Gli Auror organizzano feste?- dico, sorridendo dolcemente. È stanante essere sarcastica con lui.
 
-Si, un Auror che non conosco nemmeno va in pensione e Potter ha organizzato una festa.- dice,
lasciandomi un bacio tra i capelli.
 
-Potty quindi si dà alle Pubbliche Relazioni… tu ci vai?- dico, ridacchiando.
 
-Devo, il capo mi ha obbligato.- dice, poi si ferma, sembrando incerto. –Ti va di venirci con me?-
 
Sospiro. Ecco arrivare dopo poco più di un mese la domanda che non avrei mai voluto porre.
 
-E tua moglie?- gli chiedo, guardandolo negli occhi seria, alzandomi.
 
-Astoria quel giorno sarà impegnata con la famiglia. e poi che c’entra lei?- mi chiede, prendendomi
il volto tra le mani, dopo avermi seguita.
 
-Draco, sarò sempre l’altra. E lei resterà tua moglie, che c’è da capire?- gli chiedo, sentendo le
lacrime arrivare agli occhi.
 
-Cosa? No! È lei l’altra, non sei tu! Io amo te, non amo lei! E sto chiedendo a te se vuoi venire alla
festa con me, perché anche se so che non posso presentarti come donna della mia vita, almeno so
che staremo insieme!- mi dice, abbassando leggermente gli occhi.
 
Maledettissimi estrogeni. Non fosse per loro forse non reagirei così. Mi avvento sulla sua bocca,
mettendo le mani tra i suoi capelli. Lo sento mentre mi stringe a se, felice, nonostante tutto.
 
-Ti amo, Draco.- gli dico, mentre una lacrima di felicità mi solca la guancia destra.
 
-Lo so. Ti amo anch’io.- mi dice, asciugandomi la lacrima con il pollice, mentre mi tiene il viso tra le mani.
 
-Vieni con me? Hermione vuole conoscerti.- mi chiede, con un sorriso sghembo sul viso. La Meyer
non ha idea di quanto sia bello il sorriso sghembo di Draco Malfoy. Altro che Edward Cullen.
 
-Non saprei mai dire di no ad una richiesta di ‘Malferrett’ da parte della ‘Mezzosangue’. Ok, se mi
vuoi sarò con te.- gli dico, guardandolo negli occhi.
 
Draco mi bacia dolcemente, poggiando la fronte sulla mia. È così carino, sembra stia vivendo il
suo primo amore del liceo.
 
-Qualcuno sa di noi?- gli chiedo, aggrottando le sopracciglia.
 
-Be’, Potty sa che sono qui perché voglio aiutarti, anche se ‘mi piaci’. Non gli ho detto nient’altro.
Hermione era così insistente che ho dovuto dirle che in te c’è molto di più di quello che si vede e
che ‘forse’ mi stavo ‘infatuando’ di te. Blaise è il mio migliore amico. Ho dovuto dirglielo.- mi dice,
preparando sia dei colpi immaginari.
 
Alzo un sopracciglio, godendomi la scena.
 
-Non mi dici niente?- mi chiede, perplesso.
 
-Be’, io ai miei migliori amici l’ho detto. È giusto che i tuoi amici lo sappiano, anche se in parte.- dico,
scrollando le spalle, per poi sorridergli. –Che ti ha detto Blaise?-
 
-B dice che i Greengrass mi lanceranno un Avada Kedavra dritto in fronte. Poi mi ha chiesto se
anche le tue amiche sono interessate agli uomini più grandi.-
 
-Draco!-
 
-Hey, non l’ho detto io! E poi lui e Pansy sono una coppia aperta. A volte si beccano pure sul 
flagrante. Dicono che rende più divertente la vita di coppia.-
 
-Ma voi serpi siete tutti così?- gli chiedo, scuotendo la testa.
 
-Io non sto veramente con Astoria da quando ti ho incontrata. Quindi, credo di no. Ognuno ha i
propri difetti, ma almeno io sono fedele alle persone che amo.-
 
-Oggi non hai preso dell’amortensia, vero?- gli chiedo, alzando gli occhi al cielo.
 
-No, perché?- mi chiede, confuso.
 
-Sei troppo sdolcinato. Non so se mi piace questa parte di te.- dico, ridendo, malgrado tutto.
 
-Cosa? Ah, al diavolo! Non capirò mai le donne!- dice, alzando le braccia arrendevole, mentre
lascia la stanza.
 
-Hey, non puoi lasciarmi così!- dico, rincorrendolo, e saltandogli sulle spalle.
 
-Ti rendi conto che siamo diventati peggio di un telefilm?- mi chiede, tenendo le mie gambe
attorno alla sua vita, mentre io sono aggrappata al suo collo.
 
-Lo sdolcinato sei tu, non io. E poi personalmente preferisco i tuoi occhi grigi.- gli dico, lasciandogli
un bacio veloce sul collo.
 
-Perché di chi dovresti preferire gli occhi?- mi chiede in modo minaccioso, mentre si avvia verso
l’ingresso per andare in spiaggia.
 
-Damon Salvatore. Quel tipo ha degli occhi incredibili.- dico, sospirando.
 
-E chi sarebbe questo tipo? Sai, ho riposto la magia oscura da qualche parte nella mia mente,
ma potrei…-
 
-Oddio, Dray! Damon è un vampiro superfigo di un telefilm che mi piace molto, ma non esiste!
E poi credo che l’attore stia con la coprotagonista del drama. Ergo…- dico,  con tono ovvio.
 
-Ergo, un corno, sanguesporco. Credevi che nemmeno io esistessi.- mi dice, facendomi scendere
sulla sabbia morbida.
 
Non ritenevo la sua ultima affermazione degna di risposta. Perciò lasciai correre.
 
-Voglio provare a fare una cosa.- dico, a bassa voce.
 
-Cosa?- mi chiede, stupito dal repentino cambio di discorso.
 
-Voglio testare i miei poteri.- dico.
 
Mi guarda negli occhi, prendendo un respiro profondo.
 
-Sei sicura?-
 
-Più che sicura. Se non inizio adesso sono più che sicura che non lo farò mai. Devo farlo.- dico,
guardandolo seria.
 
-Ok, ma sta attenta.- mi dice, staccandosi da me.
 
Mi allontano da lui, avvicinandomi all’acqua dell’oceano. Quando ho comprato i libri d’incantesimi,
quando io e Draco siamo andati a Diagon Alley, lui non si è accorto di un libro: parlava dei poteri
supplementari che i maghi e le streghe potevano avere. C’era un’intera sezione dedicata a quelli
come me, ai Tempestae Dominatrices e Dominatores. In questo mese ho scoperto che più che
’Dominatori degli eventi atmosferici’ è proprio un dominio sugli elementi, però in senso ristretto,
visto che la poca concentrazione e la scarsa pratica rendono più o meno latente il potere. Perciò
la mia pratica non consisterà solo sull’alternare giornate di sole a giornate di pioggia, ma al dominio
sugli elementi. Ok, fase del delirio di onnipotenza appena terminato. Ora si passa all’azione.
 
Tendo una mano verso l’acqua, concentrandomi sull’elemento.
 
‘Vieni a me, acqua. Vieni a me.’
 
Il mio cuore inizia a battere forte quando comincio a sentire l’acqua avvolgere la mia mano, senza
mai bagnarla effettivamente. Cavolo, mi sento Percy Jackson!
 
Tendo l’altra mano alla sabbia, facendola alzare con un rivolo di vento. Unisco la scia d’acqua alla
scia di sabbia, provando a fondere i due elementi. Lo fanno, per unirsi in una sorta di fanghiglia
poco amalgamata. Abbasso le mani, contenta del risultato.
 
‘Ora fuoco. Sta attenta al fuoco.’
 
Evoco con la bacchetta dei ceppi di legno e li metto davanti a me. Mi concentro sull’elemento rosso,
accendendo con la mente una fiamma sul ciocco. Ah, è una sensazione magnifica.
 
‘E ora ghiaccio’
 
Interrompo il contatto visivo con il ceppo, in modo da spezzare l’effetto del mio potere. Quando la
fiamma si è estinta, stringo il pugno, accompagnando la via del ghiaccio, che mano a mano va a
formarsi sul pezzo di legno.
 
Cavolo. Sono bravissima.
 
Mi giro verso Draco, sorridente, felice dei miei risultati. Ridacchio a vederlo scioccato.
 
-Hey, furetto! Complesso di inferiorità?- dico, sarcastica.
 
-Asia, quando… quando diavolo hai imparato a fare robe del genere?-
 
-Meditazione, Draco. È semplice. È in me. È naturale per me farlo.- dico, abbassando lo sguardo.
 
Si avvicina a me, stringendomi tra le sue braccia. Ricambio la stretta. Non deve essere facile per lui.
Per me questo potere è fichissimo, ma per lui deve solo essere fonte di preoccupazione. Cavolo, non
vorrei che la situazione fosse ribaltata.
 
-Sai che starò sempre attenta, non mi farò sopraffare dalle emozioni e che non farò del male a
nessuno con questi poteri, è vero?- gli sussurro all’orecchio.
 
-Perché mi stai dicendo questo?- mi chiede, irrigidendosi.
 
-Perché so che se fossi tu ad avere questi poteri, be’, io penserei queste cose. Non voglio che
tu ti preoccupi per me. Posso cavarmela. Ho solo bisogno che tu abbia fiducia in me.- dico,
staccandomi da lui, per guardarlo negli occhi.
 
-Io ho fiducia in te. Ma ho paura. Ho avuto paura per te sin dall’inizio. È.. è difficile.- ammette.
 
-Ti amo.- gli dico, accerzzandogli il viso.
 
-Ti amo anch’io.- mi risponde, stringendo la mia mano sulla sua guancia.
 
-E starò attenta- dico, indulgente.
 
-Ti conviene.- mi dice, lanciandomi un’occhiataccia.
 
-Certo, vecchio!- dico, dandogli le spalle e cominciando ad allontanarmi.
 
-Cosa? Vieni qua, neonata!!- mi dice, rincorrendomi.
 
-Ah, ti piacerebbe! Devi essere tu a prendermi!- dico, rallentando il passo per permettergli
di prendermi.
 
-E comunque resto più in gamba di te.- mi dice, per poi baciarmi.
 
E va bene, per sta volta gliela do vinta. Ma in fondo perché non farlo? Se perdere vuol dire
potere stare così con Draco… be’, perderò. Perché questa sconfitta ha tanto il dolce sapore
della vittoria.



Spazio Autrice: Eeeeeeehm, salve a tutti!! No, non sono andata in Australia, non mi hanno rapita i canguri e trasformata in mamma cangura, sono ancora qui!! ^^'' lo so, non aggiorno da millemila anni, ma davvero, non era mia intenzione. diciamo che è un periodo un po' no, troppo studio e con gli esami che si avvicinano ho i nervi a mille. E un mitra accanto. no, quello non è per voi, tranquilli!! xD

passando al capitolo, cavolo, è sdolcinato. è molto sdolcinato. ma mi garba. xD il che è raro! xD forse ci sono un po' troppi riferimenti ai teen idols del momento, ma insomma, mi venivano così e non potevano non spuntare!! e poi, non so chi di voi segua 'The Vampire Diaries', ma Draco e Damon nella stessa stanza......... *Q* è la 'D' ne sono consapevole..... ora basta, sto delirando! A presto, o meglio a a prima possibile!!! baci baci!!

Micaela

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Capitolo 10
*** I've never made love before! ***


-Cosa ne dici di questo?-
 
Esco dal camerino, indossando un vestito che mi fa tanto assomigliare ad una meringa.
 
-Oddio, Asia, togliti roba di dosso!- mi dice Stella, venuta a fare spese con me.
 
Ci siamo materializzate a Londra, per poi spostarci a Diagon Alley. È come una bambina
la mattina di Natale. Ci siamo infilate nel primo negozio di abiti per streghe dopo aver fatto
scorta alla Gringott, e ancora siamo chiuse qui.
 
-Prendi questo!- mi ordina. È carino: è bianco, taglio impero, lungo ma leggero.
 
Lo indosso dopo essermi liberata della meringa. Ma subito lo tolgo, tirandolo in testa alla
mia migliore amica.
 
-Che ha questo che non va?- mi chiede, supplicante.
 
-Sono nuda! Davanti e dietro! Ma per chi mi hai presa?- le urlo, infilando nuovamente i
miei vestiti. Poi esco dal camerino. – Andiamo, non troveremo niente qui!-
 
-Dai, dà un’ultima occhiata, almeno! Ci sono dei bei vestiti, sei tu pessima!- mi dice,
trascinandomi nel reparto degli abiti da sera. Sbuffo, continuando a cercare. Poi lo vedo.
Prendo il vestito e corro verso il camerino.
 
Tolgo i vestiti velocemente, fremendo per indossare quell’abito così bello. Estraggo dalla
mia borsa le decolleté nere che avevo portato per ogni evenienza e le indosso, per poi
uscire dal camerino.
 
-Wow.-
 
Sorrido all’eloquenza di Stella. In effetti l’abito è meraviglioso, per quanto possa essere goth.
È nero, spezzato in vita a punta, con una gonna ampia e arricciata, ma corta al ginocchio,
che termina con del merletto, anch’esso nero. Il corpetto lascia le spalle coperte, ma in maniera
elegante e non volgare. Le maniche sono lunghe e terminano a punta. Del merletto rifinisce la
scollatura e le maniche. È semplicemente stupendo.
 
-Caspita, solo tu potevi trovare un gothic  lolita in un negozio magico!- mi dice, sorridendo.
 
-Stella, credo di aver trovato l’abito perfetto.- dico, sorridendo al mio riflesso allo specchio.
 
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
 
 
-Be’, che hai detto ai tuoi per andare alla festa?- mi chiede Stella.
 
-Ho detto che dormivo qui a casa tua.- dico, scrollando le spalle.
 
-Ma perché hai mentito? Che male c’è a dire la verità?- mi chiede, tranquilla.
 
-Ma, nessuno, a parte che l’uomo che amo ha dodici anni più di me, che è un mio insegnante
e che sono una strega!- dico, alzando gli occhi al cielo.
 
-Ti crei troppi problemi per me!- mi dice, scrollando le spalle.
 
-E tu che mi dici di Dave?- le chiedo, mentre lei mi aiuta a liberare i capelli dai bigodini. È
divertente vederla arrossire.
 
-Mmm… va tutto bene, più o meno. Ieri ha fatto una mezza dichiarazione, ma insomma,
nessuno è perfetto!-
 
-Mezza dichiarazione?- le chiedo.
 
-Be’, mi ha chiamata ieri sera, e prima che potessi rispondergli mi ha detto ‘ti amo’.- mi
dice, nascondendo gli occhi con la frangetta.
 
-Ma dai? E tu non l’hai cercato?- le chiedo, felice.
 
-Si, ma non mi risponde. Insomma, credevo di essere stata io quella ad avere avuto una
reazione alla Robin, e invece è stato lui ad avere una reazione alla Barney.- mi dice, togliendo l’ultimo bigodino.
 
Bene, ora bisogna fare l’acconciatura. Raccolgo i riccioli in uno chignon, lasciando cadere
una ciocca per lato, oltre alla frangetta.
 
-Stai benissimo.- mi dice, orgogliosa.
 
-Lo so, bionda.- le dico, lasciandole un bacio sulla guancia. –Tu come stai?-
 
Stella sospira, chiudendo gli occhi.
 
-Non lo so. Vorrei tanto che Dave mi chiamasse.-
 
-Lo farà. Probabilmente è più sconvolto di te.-
 
Dico, sorridendole, prima di prendere la pochette e materializzarmi in Normandia, dove ho
appuntamento con Draco.
 
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
 
Do un’ultima controllatina allo specchio, prima di chiamare Draco. Aggiusto il rosso delle mie
labbra con il rossetto, e infilo la bacchetta nella manica. Posso governare gli elementi, ma mi
sento comunque più al sicuro con la bacchetta a portata di mano. Sorrido, sentendo due braccia
cingermi la vita.
 
-Signor Malfoy, di solito sono le signore a fare aspettare i propri uomini.- dico, girandomi tra le
sue braccia per guardarlo negli occhi.
 
-Scusa, ho fatto tardi in ufficio e poi ho perso la cognizione del tempo in bagno.- mi dice,
leggermente imbarazzato. –Sei fantastica.-
 
Sorrido, per poi alzarmi leggermente e lasciargli un bacio a stampo sulle labbra.
 
Che sia benedetto chi ha inventato il tacco 14.
 
-Andiamo? Ci stanno aspettando!- dice, ridacchiando.
 
-Ok.-
 
Ho appena il tempo di riprendere la pochette che già Draco  ci materializza al Ministero.
 
-Sei un idiota, Furetto, se avessi lasciato la borsetta a casa tua, giuro che..-
 
-Hey, ragazzina, come osi togliermi il privilegio di chiamare Draco Malfoy ‘Furetto’?- mi interrompe
una donna che sembra avere pressappoco la stessa età di Draco.
 
-Oh, andiamo, Granger, il primato è il tuo, ma a quanto soprannomi ostili tu e questa ragazzina
petulante potreste darvi la mano.- dice, ridendo.
 
Oh, mio Dio. Lei è Hermione Granger.
 
-Oddio, Signora Granger, Weasley, Granger-Weasley, i-io n-non..- comincio.
 
Ma brava, Asia. Hai davanti uno dei personaggi letterari che apprezzi di più e balbetti.
Davvero molto intelligente da parte tua.

 
-Sanguesporco, devi rilassarti. Ok, Hermione, lei è Asia, Asia, lei è Hermione.- dice
Draco, salvandomi.
 
-Ah, ma quindi tu sei Asia! Draco mi ha parlato molto bene di te. E pensare che dovevo
essere io a sbloccarti i poteri.- dice lei, porgendomi la mano.
 
-È un piacere conoscerti, Hermione. Davvero.- le dico.
 
Poi un’altra voce c’interrompe.
 
-Hey, Herm, piccola, che ci fai con la Se.. hey, ma tu devi essere la mocciosetta che
è stata affidata a Malfoy, vero?- dice.. Ron Weasley, sorridendo.
 
Ok, non è uno dei personaggi preferiti. Ma, cazzo, è fichissimo!
 
-Be’, si, sono stata affidata a Malfoy, ma non sono una mocciosetta!- dico, aggrottando
le sopracciglia, per fingere indifferenza.
 
-Weasley, bada a come parli. Solo io posso insultare la mia Sanguesporco.- dice Draco,
mettendomi un braccio attorno le spalle. Ah, ecco il cavaliere dall’armatura scintillante.
 
-Grazie.- gli sussurro.
 
Si limita a sorridermi, per poi volgersi verso i due.
 
-Lo Sfregiato dov’è?- chiede.
 
-Harry sta parlando con dei tuoi colleghi.- risponde Hermione, alzando gli occhi al cielo.
 
-Harry è proprio dietro di voi, veramente- dice un uomo appena arrivato. –Ciao, Anastasia.
È un piacere conoscerti.-
 
-Asia. Wow, tu sei.. Harry Potter! Ok, non è poi così bello dirlo come sembra nei film e nei
libri.- dico, aggrottando le sopracciglia. Poi mi unisco alle risate dei presenti.
 
-Già, tutto è sempre diverso da quello che sembra.- mi risponde, guardando però Draco.
 
-Potter, so di essere tremendamente affascinante, ma non mi fissare così. Sei inquietante.- dice,
infatti, quello.
 
-Malfoy, purtroppo per te, non sei al centro del mio mondo.- dice, per poi rivolgersi a me. -Asia.
Draco mi aveva detto che ti facevi chiamare così solo dalle persone di cui ti fidi.-
 
-Be’, il biondastro crede che cambiarmi la vita sia sintomo di mia fiducia nei suoi confronti… Dai,
Dray, scherzo!- dico, guardandolo dolcemente negli occhi.
 
Ops. Non avrei dovuto farlo. Qua sono quasi tutti Auror o eroi di guerra.
 
Infatti, vedo Hermione scambiare uno sguardo con Harry. È stranissimo vederli dal vivo.
 
-Va tutto bene?- mi sussurra Draco all’orecchio.
 
-Non lo so. Credevo di essermi abituata, invece non è così.- dico, appoggiandomi brevemente sulla
sua spalla, mentre ci allontaniamo dal Trio Miracoli.
 
Lo vedo sorridere. È così bello in smoking.
 
-Lo so, non sono una persona a cui ci si abitua molto presto.-
 
-Scemo! Non  parlo di te. Ma insomma, Harry, Ron, Hermione. È tutto così irreale! È già strano così,
non oso immaginare come sarebbe vederti giocare a Quidditch o sentirti cantare ‘Perché Weasley
è il nostro re’! Anche se sarebbe molto divertente, te lo concedo!- dico, ridacchiando.
 
-C’ho impiegato tre giorni a comporre quel motivetto. È stato stancante, ma ne è valsa la pena.- dice,
accarezzandomi il braccio.
 
-Wow, impiegavi molto bene il tuo tempo, eh?-
 
-Hey, avevo soltanto una cosa da fare quell’anno. E non ero proprio in vena. Ergo, preferivo sfottere
Ron.- dice, alzando le spalle indifferente, ma con uno strano luccichio negli occhi.
 
Dovere uccidere Silente, anzi provare ad uccidere Silente, sarà stato qualcosa di insostenibile per lui.
 
Scuoto la testa, sorridendo. Poi mi concentro sulla canzone. Oh, cavolo!
 
-Da quando ascoltate musica babbana?- chiedo, meravigliata.
 
-Be’, da un po’ di anni, perché?-
 
-Ti va di ballare?- chiedo, sentendo il sangue affluirmi al viso.
 
-Certo.- mi risponde tranquillo, sorridendo.
 
Mi avvio in pista, prendendo Draco per mano, per poi cingergli il collo con le braccia e dondolare.
Ok, non so ballare, ma questa canzone…
 
-Che canzone è?- mi chiede Draco, leggendomi nel pensiero.
 
-Songbird. Dei Fleetwood Mac. L’adoro.- rispondo, appoggiando la testa al suo petto.
 
-Di cosa parla?- mi chiede.
 
-Non sei stato attento al testo?-
 
-No, voglio sentirmelo dire da te.- mi risponde, leggermente sadico.
 
-Touché. È una dichiarazione d’amore. È una canzone fantastica.-
 
Passano pochi secondi.
 
Ora.
 
-E gli usignoli cantano come se conoscessero il motivo musicale, ma ti amo, ti amo, ti amo come
mai prima d’ora.- dico, traducendo la canzone alle orecchie dell’uomo che amo.
 
-È la canzone?- mi chiede, sarcastico.
 
-Si, ma è anche quello che provo per te.- dico, tranquilla.
 
Lo sento mentre mi abbraccia per qualche secondo, per poi staccarsi da me, guardandosi intorno.
 
-Amico, devi stare attento. Per fortuna ti ho beccato io, altrimenti non so cosa ti sarebbe capitato.- dice
un bell’uomo dietro Draco, con in mano un bicchiere di champagne.
 
-Vai al diavolo, Blaise.- risponde, senza staccarmi gli occhi di dosso.
 
-E così tu sei la piccola Anastasia, Draco mi ha parlato di te. Dice che sei una brava ragazza, petulante,
ma carina.- dice, porgendomi la mano. La stringo molto, molto restia.
 
-Piacere, Blaise.-
 
-Oh, il piacere è mio, dolce donzella.- dice, facendo il baciamano. Poi si rivolge a Draco. –Devo dirtelo,
Dray. State molto bene insieme. È come se fosse stato il destino a volere un vostro incontro.-
 
Sento Draco serrare la sua mano attorno la mia. È strano. Blaise è il suo migliore amico, non dovrebbe
comportarsi così.
 
-Blaise, falla finita.- dice, mettendosi davanti a me, come a proteggermi.
 
-Ok, ok! Stavo solo scherzando! Addio, ragazzi!- dice, bevendo d’un sorso il contenuto del flute.
 
-Va tutto bene?- mi chiede Draco.
 
-Si.- dico, un po’ preoccupata.
 
Passano pochi minuti, durante la quale io e Draco siamo riusciti a calmarci. Poi lui è stato trattenuto
da alcuni colleghi e io ho preso la scusa per andare a prendere qualcosa da bere.
 
-Allora, com’è essere l’amante di uno dei maghi più sexy, almeno nel mondo babbano?- mi chiede
Zabini, facendomi sussultare.
 
-Va a farti fottere, Zabini. Draco mi ha detto che sei molto bravo in questo.- dico, provando ad andarmene.
 
-Io non lo farei se fossi in te.- dice, prendendomi un braccio. –I Greengrass lo verranno a sapere e
allora nemmeno il tuo Dracuccio potrà salvarti da loro. Erano mangiamorte.-
 
Vendetta mode-on.
 
-Zabini. Zabini, mio caro Zabini. Non ti hanno detto che discendo dai Berry, vero? E Draco non ti ha
detto che detesto chiunque voglia minacciarmi, vero?- dico, staccandomi da lui. –Ascoltami bene,
perché non mi ripeterò. Tu non ci separerai. E non dirai nulla a nessuno.-
 
-Perché? Che mi fai altrimenti?- mi chiede con lascivia.
 
Mio Dio. È ancora più disgustoso di quanto avessi potuto pensare.
 
Mi limito a sorridergli. Per poi dare fuoco alla sua cravatta.
 
-Vedi quello che ho fatto alla tua cravatta?- dico, guardandolo sicura di me. –Posso farlo anche al
resto del tuo corpo. Oppure, potrei anche limitarmi a solo una parte del tuo corpo. Così non avrai
nient’altro per cui vantarti.-
 
-Hey, hey, che sta succedendo qui?- chiede Harry, correndo verso di noi.
 
-Niente. Sto solo mettendo questo tipo al suo posto.- rispondo.
 
-Asia, cosa diamine è successo?- mi chiede Draco, accortosi solo adesso del piccolo battibecco
mio e di Blaise Zabini.
 
-La tua amichetta è pazza!- dice, spegnendo a cravatta con la bacchetta.
 
-Asia, sei senza bacchetta, come..- comincia Harry.
 
-Tempestae Dominatrix, Harry.- rispondo.
 
Lo vedo guardarmi meravigliato, per poi lanciare un’occhiata a Draco.
 
-Portala via da qui. A lui ci penso io.- dice, sospirando.
 
-Grazie, Potty.- dice, dandogli una pacca sulla spalla, per poi prendermi per mano e condurmi fuori.
 
-Di nulla, Malefico.- gli sento dire, passandogli accanto.
 
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
 
 
-Brutto stronzo, idiota, testa di..-
 
-Asia, calmati.- dice Draco, sospirando.
 
Siamo tornati in Normandia. Ho bisogno di calmarmi, non posso continuare così.
 
-Come faccio a calmarmi? Il tuo migliore amico mi odia!- dico, togliendomi le scarpe e tirandole
dall’altro lato del salone.
 
Sento Draco materializzarsi dietro di me, per poi girarmi e mettermi la mani sulle spalle- per farmi
ragionare.
 
-Vuoi stare tranquilla?- mi chiede, sorridendo
 
-Come faccio a stare tranquilla? Bl..-
 
Ma non riuscii a terminare la frase che Draco mi aveva tappato la bocca con la sua.
 
La magia è iniziata.
 
Bacio Draco con più irruenza del solito, mordendogli le labbra, leccandole, lasciando scie rosse di
rossetto sulla pelle chiarissima. Sento Draco stringermi più forte e smaterializzarci in un’altra camera
del maniero. Gli tolgo la giacca, un po’ impacciata, per poi slacciargli la cravatta. Continuiamo a
baciarci, mentre altri capi d’abbigliamento si ammucchiano sul pavimento. Ma è quando Draco
abbassa la cerniera del mio vestito che mi rendo effettivamente conto di quello che sta per succedere.
Mi stacco per qualche momento da lui, col fiatone.
 
-Che c’è?- mi chiede. –Asia, se non vuoi, io ti porto a casa..-
 
-No, è solo che…- inizio. Alzo gli occhi al cielo, per poi ricominciare da dove avevo interrotto.
 
Draco riesce a togliermi il vestito, e lasciarmi solo in biancheria intima.
 
-Non l’ho mai fatto prima.- dico, prima di arrivare al punto di non ritorno, nascondendomi nel suo petto.
Certo, anche lui ormai è a petto nudo, ma, almeno, ha ancora i pantaloni. Anche se non so quanto giovi
la situazione.
 
Draco sembra rifletterci, perché mi stringe un po’, per poi allontanarmi per guardarmi negli occhi.
 
-Piccola, va tutto bene. Sei fantastica. E ti amo, così come sei.- mi dice, con un sorrisetto felice.
 
Mi avvento di nuovo sulla sua bocca. Stavolta mi aggrappo alle sue spalle, per poi avvolgere le gambe
attorno i suoi fianchi.
 
È quando trovo il coraggio di togliere i pantaloni che capisco che non potrò più tornare indietro.
 
 
Eppure, questo punto di non ritorno, sembra tanto la porta per il mio futuro.





Spazio Autrice: Eeeeeeeeeeeeehm... toc toc? non sono tipo la particella dell'acqua lete vero? ^^'' scusate per il ritardo, ma non ho avuto il tempo di postare, e questo, aggiunto al punto morto della storia, mi aveva buttato un po' giù.  non sapevo come continuare questa storia. uffi! poi non so come è andato questo capitolo perché l'ho scritto di getto, e l'ho riletto, ma non so cosa pensare! ^^'' sono fuori di testa, lo so! allora riferimenti nel capitolo:

-Robin e Barney: ovviamente sono i Robin e Barney di How I Met Your Mother. entrambi unici per prendere impegni sentimentali.

-Songbird dei Fleetwood Mac è una canzone che amo. vi suggerisco di ascoltarla.

-Blaise: è un personaggio che adoro. E non è cattivo, ma ha i suoi motivi. presto li conoscerete! ;)

-L'ultima parte: be', non so che dire, davvero.


quindi, ora spetta a voi! che ne pensate?? fatemi sapere! ringrazio tutti quelli che hanno inserito la storia nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate!!


A presto! 

Micaela


P.S.: Ho iniziato un Crossover dal titolo 'Deadborn Town'. Se vi piacciono i maghi e le streghe(e non solo in senso potteriano), se vi piacciono gli eroi, e desiderate incontrare mondi inconciliabili... be', questa è fiction che fa per voi! :)

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Capitolo 11
*** Diabete ed Amici (Draco PoV) ***



Sono in una stanza che ricordo come lo studio di Argo Greengrass, il padre di Astoria.
Sono seduto alla scrivania. Ma più che seduto sembro legato. Non riesco a muovermi, è
come se fossi sotto imperio. Alzo lo sguardo. Mio suocero punta una bacchetta su di me,
ghignando malefico.

-Hai disonorato la mia famiglia! Ora mia figlia sarà sempre vista come la nobile Purosangue
che è, tradita dal marito con una sudicia Sanguesporco! Dovevo aspettarmelo da un
Malfoy.- mi dice.

Provo a controbattere, ma non ci riesco. Posso solo sperare che capisca la mia situazione,
ma non potrà mai farlo.

-Non hai nemmeno la forza di contrastarmi.. sei solo un debole, Malfoy. E sai qual è la fine
che meritano i deboli, vero?- dice, con il ghigno ancora stampato in volto. –Avada Kedavra!-

Apro di scatto gli occhi, risvegliandomi dal peggiore dei miei incubi. Forse non proprio il peggiore.
Qualche notte fa ho sognato Asia al posto mio. Si, quello è il peggiore dei miei incubi. Che la donna
che amo paghi al posto mio il prezzo della mia debolezza.

Provo a girarmi, ma sento una presenza accanto alla mia, una presenza che riconosco senza
avere bisogno di controllare con i miei occhi. Asia è accoccolata su di me, con un sorriso
stampato sul suo bel viso, i capelli mossi sparpagliati sul cuscino e sul mio petto, accarezzato
dalla sua mano leggera. La stringo ancora di più, lasciandole delle lievi scie sul braccio nudo.

Quanto è bella.

Ieri sera è stato fantastico. Per la prima volta in tutta la mia vita è stato amore. È stato dolce e
intenso allo stesso tempo, è stato.. unico. Semplicemente unico. La sento muoversi leggermente,
facendo quasi le fusa. Ridacchio leggermente, accarezzandola piano. Strano, ma alla piccoletta
piacciono le coccole.

Poi noto la mia mano sinistra. All’anulare tengo ancora la fede, simbolo del mio finto matrimonio.
È solo un anello, ma a me sembra una trappola. Rappresenta tutto quello che non voglio essere.
Tutto quello che ho deciso di rinnegare. Decido di toglierla. In fondo, non l’ho mai sopportata.
Apro il cassetto del comodino e la infilo lì, sperando che scompaia.

Sento Asia muoversi ancora di più, simbolo che si sta svegliando. Le lascio un bacio tra i capelli,
sperando che così si svegli completamente. Dovrebbe dormire, ma non voglio perdermi nemmeno
un attimo del tempo che passiamo insieme. Lei strofina il viso contro il mio petto, provocandomi la
pelle d’oca e accarezzandomi il petto.


-Malfoy?- la sento chiamare piano, come se stesse ancora dormendo.

-Si, amore?- le chiedo, scostandole i capelli dal viso.

-Ti depili?- mi chiede a sua volta.

A primo acchito non riesco a capire dove vuole andare a parare. Poi mi rendo conto di una cosa.
È sempre di Asia Berri che stiamo parlando. E ovviamente potrebbe avere davanti Cupido in persona, ma
non si dimostrerebbe la persona romantica che in realtà è neanche se Godric Grifondoro
indossasse la divisa di Serpeverde.

-Asia, ti rendi conto che ieri sera ho passato la notte più bella della mia vita e tu stai assolutamente
spezzando l’atmosfera chiedendomi se mi depilo?- le chiedo, un po’ rosso in viso. E che cavolo,
perché tocca sempre a me fare il romantico?

Si solleva un po’, per potermi guardare negli occhi.

-Davvero è stata la notte più bella della tua vita?- mi chiede, con una strana speranza negli occhi.

-Si- le rispondo semplicemente, avvicinando la sua bocca alla mia. E chi se ne frega dell’alito cattivo.

Come al solito è lei ad approfondire il bacio, avvicinandosi a me e mettendo una mano sul suo petto.
Io mi limito ad accarezzarle il volto, simbolo di quello che lei è, specchio della sua anima.

-Stamattina grondiamo miele da tutti i pori.- mi dice sorridendo, con la fronte appoggiata alla mia.

-Penso che ogni tanto di possa fare, non credi?- le chiedo.

-Si. Penso che ogni tanto si possa fare uno strappo alla regola.- risponde, prima di baciarmi di nuovo.

Merlino, è bella. Ma cosa diamine ho fatto nelle mie vite passate per meritarmi una persona come lei?

-Ti amo.- le dico, quasi senza rendermene conto.

-Ti amo anch’io.- mi risponde.

-Io ti amo davvero.- le dico, serio. –Asia, sei importante per me. Non hai nemmeno idea di quanto tu
sia importante per me. Se ti accadesse qualcosa..-

Non riesco nemmeno a pensare a un’eventualità del genere.

-Non dirlo nemmeno per scherzo, Furetto. Non mi succederà nulla. E poi… sei tu adesso che stai
ammazzando l’atmosfera. Non fare il melodrammatico.- mi dice, lasciandomi un bacio sulla punta
del naso.

Poi prende il lenzuolo, tirandoselo addosso per scendere dal letto, lasciandomi con la coperta.

-Dove vai?- le chiedo.

-Faccio una doccia.- mi risponde. Mi lascia un ultimo bacio prima di sbattermi la porta in faccia.

La sento baccagliare in bagno, probabilmente in cerca dell’occorrente per la doccia, ed è a
questo punto che decido di lasciare la stanza. Restare sarebbe semplicemente stupido da
parte mia. Ho trent’anni, per la miseria, non posso lasciarmi prendere dagli ormoni come quando
ero ancora ad Hogwarts. E immaginare Asia sotto la doccia, con le goccioline d’acqua che
come perle leggere percorrono il suo corpo… ok, basta. Meglio lasciare la stanza. Faccio
una doccia superveloce in un altro bagno e poi corro in cucina. Apro le mensole, in cerca
dell’occorrente per fare colazione. Prendo due tazze, esco il latte dal frigorifero, prendo il tè,
i biscotti, e riscaldo due croissant al forno a microonde. Poi cerco lo zucchero… e cioccolata!
Prendo un tegamino, mettendo a bollire il latte e mescolando a poco a poco il cacao.

Quando Asia ritorna dal bagno, la tavola della cucina è apparecchiata e colma di tutte le
cose dolci che ho trovato. Le vedo stendere un sorriso sul volto e questo mi basta a capire
che la sorpresa le è piaciuta.

-Spero ti piaccia.- le dico, falso come Giuda. –Perché è la prima volta che provo a preparare
la colazione. Di solito ci pensano gli elfi domestici, ma questa casa è off-limit.-

-Certo che mi piace, Draco.- mi risponde.

Le sorrido, felice.

-Hey, aspetta!- mi dice, all’improvviso. –Tu vorresti dirmi che nonostante Hermione Granger
sia una delle tue amiche più intime, lei non è riuscita a convincerti a rinunciare agli elfi domestici?-

Alzo gli occhi al cielo. Sapevo che doveva andare a parare lì.

-In realtà c’ha provato. Ma dopo avergliene regalato uno finto il giorno del suo matrimonio
ha pure rinunciato a parlarmene di nuovo.- le rispondo con nonchalance.

-Tu le hai regalato un elfo finto per il suo matrimonio? Cavolo, mi sa che dovrò farti tampinare
da Stella per il regalo dei miei compleanni futuri..- dice.

-Ma ti pare? Quello era un regalo finto, tanto per battibeccare con lei. In realtà le ho
regalato una gelatiera. La sanguesporco mangerebbe gelato giorno e notte. Riusciva a
farselo recapitare pure ad Hogwarts, non chiedermi come.- le rispondo, fingendo
indifferenza. Poi mi illumino. –Hai detto per i tuoi compleanni futuri?-

-Certo, Malfoy. Non ho la minima intenzione di lasciarti.-

Stavolta è il suo turno di fingere nonchalance, ma si vede comunque una certa commozione
negli occhi. E mi piace un sacco.

-A che ora vuoi che ti accompagni a casa?- le chiedo, dopo aver finito la colazione.

-Hai degli impegni?- mi chiede.

-No, niente di che.- le rispondo. Solo spaccare la faccia al mio migliore amico.

Eh, già. Non ho dimenticato quello che Blaise ha fatto ad Asia ieri. Deve pagarmela questa.

-Tu hai impegni?- le chiedo a mia volta.

-Si. I miei vengono a prendermi a casa di Stella a mezzogiorno. Poi mi portano a casa di mia
nonna, per una domenica di noia.- mi risponde, sbuffando.

Ridacchio.

-Mi dispiace, piccola.- le dico, carezzandole la guancia. Non riesco a stare lontano da lei.

Olivander si era sbagliato sulle bacchette. Non sono due pezzi di legno a renderci uniti, per
quanto di mandorlo. È la nostra unione a rendere unita anche la nostra magia. E che si possano
andare a fare benedire le regole sulle bacchette.

-Dispiace anche a me. Avrei voluto passare tutto il giorno con te. Specialmente dopo…- e
qui arrossisce. –Dopo stanotte.-

È strano vedere una persona forte come lei storcere le mani per l’imbarazzo.

-Vuoi parlarne?- le chiedo, dolcemente.

-Malfoy, godi nel vedermi imbarazzata?-

-No, ma ricordo la tua reazione quando non abbiamo parlato dopo il primo bacio che ci siamo
scambiati. Non vorrei che sfasciassi la casa.- le dico, sdrammatizzando.

-Idiota. Non voglio parlarne perché è già abbastanza imbarazzante così. Ti dico solo che, per
quanta poca esperienza io abbia potuto raccogliere nella mia vita… è stato fantastico. E che
stanotte mi sono accorta di amarti molto più di quanto credessi.- mi dice, abbassando lo sguardo,
ma con un sorriso nel volto.

-Sai già quello che penso. È stata la notte più bella della mia vita. Dicevo sul serio prima.- le dico.

Andiamo sul divano del salotto, per coccolarci un po’ prima di doverci separare. E parliamo. Di tutto.
E di niente. Di noi. Di quello che saremo. Ed è bello. Anche se è strano. Sto vivendo troppo tardi quello che
avrei dovuto vivere a diciassette anni. Ma mi piace. Perché a quell’età non avrei potuto vivere tutto
questo con lei.

Sono le undici e trenta quando la lascio vicino casa di Stella. Mi ha chiesto di lasciarla lì. Forse non è
ancora pronta a presentarmi ai suoi amici. Poco importa. Io amo lei. Nulla potrà scalfire questo.

Nulla e nessuno.

Mi materializzo subito a casa Parkinson-Zabini, cominciando a picchiare forte sulla porta d’ingresso. Ad
aprirmi viene Pansy, incavolata per questa mia reazione.

-Draco, si può sapere che ti prende?!- mi chiede la mia ex-compagna di casa, puntandomi la bacchetta
al petto. –Sei impazzito completamente?-

-Forse. Pansy, dov’è quell’idiota di tuo marito?- le chiedo.

-È in camera da letto che riposa ancora. Perché?-

-Posso entrare?- le chiedo, sospirando.

-Hai intenzione di ucciderlo?- mi chiede, candidamente.

-Oggi no.- le rispondo.

-Ok, allora puoi entrare.-

Entro in casa, fiondandomi su per le scale e correndo verso la camera dei padroni di casa. Blaise
ancora dorme? Bene, non me ne frega niente. Potrebbe essere Merlino in persona che si
accoppia con Morgana, ma chi se ne importa? Devo spaccargli la faccia. Spalanco la porta della
camera da letto. Blaise è coricato a pancia in giù, abbracciando il cuscino con entrambe
le braccia, nella posizione che ho imparato a conoscere nei miei otto anni a Hogwarts. Ma al diavolo!

-Aguamenti.- dico piano, puntando la bacchetta sulla testa del mio amico.

Blaise si sveglia di soprassalto, lanciando improperi a alla madre di chissà chi. Quando poi si
rende conto di essere nei guai, si gira verso di me, pregando, spero per lui, in tutte le lingue
che conosce, pure il marinese.

-Buongiorno, Zabini. Come va?- chiedo, osservando lentamente la bacchetta.

-M-Malfoy? Ma sei impazzito?! Non ti hanno insegnato le buone maniere?- mi chiede, ributtandosi
nel letto.

-Si.- gli rispondo. –Infatti hai cinque minuti per andare al cesso e cambiarti o poi ti rifilo del
veritaserum nel caffè. Sbrigati.-

Borbotta un po’, ma alla fine si convince e si chiude in bagno. Esce dopo trecento secondi esatti,
per poi sedersi sulla cassapanca davanti il letto. Io, invece, mi approprio della poltrona.

-Si può sapere che diamine ti è preso ieri sera?- gli chiedo.

Lui mi guarda storto, per poi sospirare.

-Non potete continuare così, ragazzi. Cavolo, voi non ve ne rendete nemmeno conto, ma si vede
lontano miglia che c’è qualcosa tra di voi.- dice, un po’ freddo.

-E questo ti dà il permesso di farlo capire a tutti? Hai minacciato Asia, ma che ti passa per la testa
bacata che ti ritrovi?- gli urlo.

-Io non voglio che lo sappiano tutti. Ma vorrei almeno che foste onesti con voi stessi. Hai intenzione
di mollare la Greengrass o no? Ti sei mai posto questa domanda? Eh, Draco?- mi chiede,
punzecchiandomi nell’orgoglio.

-I-io.. Blaise, cosa vuoi che ti dica? Certo che mi sono posto questa domanda. Ma tu non sai
niente! Hai idea degli incubi che ho ogni notte? No! Nessuno lo sa! Stanotte ho sognato che
suo padre mi lanciava una Avada Kedavra dritto in fronte dopo avermi messo sotto Imperio,
perché ho tradito Astoria. E sai perché nel sogno non combattevo la maledizione? Perché
credo che il mio subconscio stia provando a dirmi che me lo merito. Che mi merito di essere
torturato e poi ucciso perché sono un debole. Ero un debole quando ho accettato di diventare
un Mangiamorte e sono debole ora che non ho il coraggio di mollare mia moglie per il semplice
motivo che potrebbero fare del male ad Asia!-

Blaise si avvicina a me, mettendomi una mano sulla spalla. Non posso litigare con lui. È il fratello
che non ho mai avuto. Potrei frignare come una bambina di fronte a lui e non vergognarmene.

-Non sei debole. Dray, ascoltami, non lo sei mai stato. Ci sono diversi gradi di coraggio. Certo,
non sei pronto a metterti in prima fila nelle battaglie, ma insomma, sei un Serpeverde, la prima
cosa a cui pensi è sempre di salvarti la pelle. E non te ne do una colpa. Ma devi fare qualcosa
per lei. Devi fare qualcosa per Asia. Se è vero che la ami, devi fare qualcosa per lei.-

-Devo farmi uccidere da Argo? Anche se devo dire che forse la forte amicizia che lo lega a
mio padre potrebbe spingerlo a farmi scegliere da chi voglio essere ucciso, se da mio padre
o da mio suocero. Certo, potrei scegliere mio padre. Forse non mi torturerebbe. Per non
parlare poi dell’altro mio.. si può chiamare suocero prima di essere sposati? Comunque anche
lui mi ucciderà. Bella vita.- dico, sconsolato.

-Hai bisogno di bere, amico. Anche se non dico di fare qualcosa nel senso che devi andare da
‘Baffuto’ Greengrass, per farti uccidere. Potresti parlare con Astoria, prima. Potresti.. tastare
il terreno. Nemmeno lei ti ama.- mi risponde, riempiendomi un bicchiere di Whiskey Incendiario.

Bello. Almeno è già mezzogiorno.

-Forse hai ragione.- dico, prendendo in mano il bicchiere. Poi ricordo. –Ma perché diamine ieri
sera te la sei presa con Asia si può sapere?-

-Oh, ehm.. be’, in realtà non era mia intenzione, credimi. Volevo solo provare a convincerla di
chiederti di mollare tua moglie per stare con lei. Ma quella ragazzina è molto più furba di quanto
pensassi. Devo ammetterlo, piace anche a me. Ma non in quel senso.- si affretta ad aggiungere,
di fronte al mio sguardo minaccioso.

-Lei è convinta che tu la odi, e per questo l’hai trattata così.-

-Sciocca ragazza. Siamo serpi, noi non manifestiamo apertamente i nostri sentimenti.- mi risponde.

E qui sono costretto a incassare il colpo. Gli sarebbe venuto il diabete se stamattina fosse venuto
in casa mia.

-A proposito… sta attento alla Granger e a Potter. Mi sa che sospettano qualcosa.- mi dice, ridacchiando.

E qui lo guardo. Zabini non ridacchia mai. Le uniche volte in cui lo fa sono o quando è ubriaco,
situazione non attuale visto che sa reggere molto di più che due bicchieri di Whiskey, o quando
ne ha combinato una grossa.

-Blaise, non gliel’hai detto, vero?- chiedo, provando a stare calmo.

-Potrei aver accennato un po’ la situazione per pararmi il mio bel didietro.- dice, con nonchalance.

Ha pure questa faccia tosta.

-Blaise?- lo chiamo, fingendomi calmo. -Scappa!-

.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

Zabini non si fa vedere dalla mia bella persona da una settimana.




Spazio Autrice: Salve a tutti!!! Rieccomi qui, dopo millemila anni. ^^''. Ed ecco un capitolo dal punto di vista di Draco! *-* che bello, adoro scrivere dal suo punto di vista. Mmm... non so cosa dire di questo capitolo. Ah, ecco, si capisce perché Blaise si è comportato da stronzo. Ha i suoi buoni motivi, vuole il meglio per Draco e sa che finchè starà con Astoria, non potrà avere il tanto agognato lieto fine. e lui vuole il meglio per il suo fratellino! U.U poi boh! looooool non ci sono particolari riferimenti in questo capitolo, forse per quanto riguarda il marinese, che è la lingua delle sirene. Non lo so, mi piace Blaise poliglotta! xDDD


Ringrazio chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate e chi mi ha inserito tra gli autori preferiti! E se volete lasciate un commentino!! :)


A presto!!

Micaela!!

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Capitolo 12
*** I promise. Do you? ***


Mi sveglio toccata dai primi raggi di sole che riempiono la mia stanzetta. Sorrido
senza nemmeno rendermene conto. Due giorni. Sono passati solo due giorni. E
il mio mondo è cambiato completamente. Riesco a sentire la presenza di Draco
sulla mia pelle, è come se fosse un marchio su di essa. Draco è il mio Marchio
Nero. In senso positivo.
 
*Flashback*
 
È gia un po’ che siamo a letto. E Draco continua a baciarmi, ad accarezzarmi, a
farmi sentire sua.
 
Ma c’è una cosa che voglio fare. Una cosa che è molto importante per me, perché
so che quella cicatrice sul suo corpo rappresenta il periodo più buio della sua vita.
E così ne approfitto quando affonda la sua mano tra i miei capelli, per staccare le
mie labbra dalle sue e girarmi verso la mia destra per baciargli il braccio sinistro. Lì
quando era un ragazzo spiccava brillante il simbolo dell’esercito di Colui Che Non
Deve Essere Nominato.
 
-Asia.- mi chiama piano, con un’espressione confusa sul volto.–Cosa c’è?-
 
-Voglio amarti, Draco. Voglio che questo simbolo del male, diventi un simbolo di
questa notte. E di tutte quelle che passeremo insieme in futuro.- mi limito a dire,
affondando prima il mio sguardo nel suo e poi la mia bocca sul suo braccio.
 
Siamo insieme, Draco. Se affondi tu, affondo anch’io.
 
 
*Fine Flashback*
 
 
Mi faccio la doccia lentamente, in modo da dare tempo ad ogni sensazione, per
poterle assaporare tutte appieno. Mi vesto col mio tempo, indossando un paio
di jeans aderenti, una maglia a maniche lunghe viola, spezzata in vita e con lo
scollo profondo a V, per poi indossare un paio di stivaletti neri, con un tacco medio.
 
Entro in cucina, trovandola vuota. Ora che ho imparato a smaterializzarmi
ne approfitto per svegliarmi più tardi ed evitare le attese dei mezzi pubblici.
Sento squillare il cellulare, così torno nella mia cameretta. È Stella.
 
-Hey, Star, come va?- dico, rispondendo.
 
-Bene, bene, Ginevra. A te?- mi chiede.
 
-Benissimo, dopo ti racconto. Perché mi hai chiamata?- le chiedo, sorridendo
di nuovo.
 
-Riunione straordinaria dei Big 5. Casa tua?- mi propone.
 
Piatto ricco, mi ci ficco.
 
-Ovvio. Quando?-
 
-Ora.- dice, prima di suonare il campanello.
 
Mi fiondo alla porta, aprendola per i miei amici. Entrano tutti dandomi un
bacio sulla guancia. Ovviamente i ragazzi vanno in cucina per servirsi la
mia colazione. Stella mi ferma prima che io possa seguirli.
 
-Allora. Com’è andata la festa sabato? Ieri non hai avuto il tempo di posare
la pochette a casa che sono arrivati i tuoi. Che avete fatto tu e Draco.- mi
chiede, con un sorriso stampato sul viso.
 
-Mmm… siamo andati alla festa, ho conosciuto il Trio Miracoli. Harry è diventato
Silente 2 – La Vendetta, Hermione è una dea e Ron è un figo. Poi ho conosciuto
Blaise Zabini, il migliore amico di Draco, che mi odia.- dico, gesticolando con le mani.
 
-Bello. Ma io ti ho chiesto cosa è successo tra te e Draco.- mi dice, alzando
il sopracciglio maliziosa.
 
-P-perché?- ma è vero che si vede in faccia se hai fatto sesso o no?
 
-Perché prima che ti smaterializzassi qui, ieri mattina, stava piovendo. Arrivi
tu e si fa un caldo boia. Potresti spiegarmi perché?-
 
-Oh, be’.. senti, non giudicare, ok? Ma io e Draco… cavolo, è imbarazzante.
È troppo imbarazzante. Non ho mai nemmeno voluto vedere Sex and The City
perché odio sentire discorsi del genere, ma ecco, io e Draco…-
 
-Voi due avete fatto sesso, non c’è bisogno di fare tanti giri di parole.- conclude
tranquilla, per poi sorridermi.
 
Ok, sono abbastanza cosciente del fatto di essere diventata un po’ rossa in
viso. Però quella parola, sesso. Non è stato sesso il nostro.
 
-È stato qualcosa di più che semplice sesso.- dico, piano.
 
-E… com’è stato? Draco è veramente il dio del sesso?- mi dice, alzando
un sopracciglio.
 
-Oh, ma ti prego!- dico, andando verso la cucina. –Non è un discorso che
voglio fare. Ti dico solo che in questo momento della mia vita non cambierei
nulla. E mi sento perfetta. E lui è.. Draco. Non ho ancora trovato un aggettivo
per descriverlo.-
 
Entriamo in cucina, spalancando la porta. Troviamo i ragazzi con in mano delle
fette di pane con quattro chili di nutella sopra.
 
-Non ho intenzione di prepararvi altre pozioni anti-brufoli- dico, alzando il sopracciglio.
 
-Pfoh, fafanti, fu tinfece deffa cofatione fai un pfanzo!- dice Roberto, con la
bocca piena.
 
-Eh?????- chiediamo io e Stella contemporaneamente.
 
Roby deglutisce, soffocandosi quasi, tanto da avere bisogno di alcune pacche
sulle spalle da Lex.
 
-Tu, Asia, fai una colazione che è più simile a un pranzo per la quantità di cibo.
Ergo, avendo noi fame, abbiamo approfittato delle scorte per i soldati.- si corregge.
 
-‘Ergo, avendo noi fame.’ Ma vaffanculo, Roby, parli come una versione
tradotta!- dice Daniele imprecando.
 
Questa volta ci uniamo tutti in una risata collettiva. Conosciamo tutti molto
bene la passione insensata di Roberto per il latino.
 
-Allora, comunicazione di servizio!- dice Stella, attirando l’attenzione di
tutti. –La nostra bambina non è più tanto bambina! Brindiamo!-
 
Stella alza un bicchiere colmo di latte, lasciando però gli altri scioccati. Il
primo a riprendersi è Roberto che alza il bicchiere, sorridendomi felice,
seguito da Lex, che mi ghigna soddisfatto. Alzo lo sguardo verso Daniele.
Posa il bicchiere sull’isola, per poi passarsi una mano tra i capelli.
 
-I-io. Scusate, devo andare. Ci vediamo dopo.- dice, andandosene.
 
-Daniele!- lo chiamo, correndo nel salotto.
 
Ma lui se n’è già andato. Prendo il cellulare, provando a chiamarlo. Niente.
Ha il cellulare spento.
 
-Asia, vieni, qui.- dice Lex, prendendomi la mano e trascinandomi di nuovo
in cucina. –Dobbiamo parlarti.-
 
Roberto apre la sua tracolla, per poi prendere un cartello con su scritto
‘INTERVENTO’. Fantastico. Ora anche i miei amici mi prendono per il culo.
 
-Non ho bisogno di un intervento. Non mi drogo, non fumo e non bevo.
Qual è il problema? Voglio andare a parlare con Daniele.- dico, stringendo
i pugni. Quel ragazzo è diventato il re del melodramma e non lo sopporto più.
 
-Noi non eravamo d’accordo con questo intervento. Lo voleva Daniele. Ma
a questo punto… crediamo sia meglio se te ne parliamo noi. Daniele non è
d’accordo con la tua relazione con Draco.- dice Lex, guardandomi negli occhi.
 
-Ah, ma davvero? Non me ne ero accorta!- dico, prima di prendere un respiro
profondo. –Sentite, ragazzi, vi voglio bene, davvero, ma non ho la minima
intenzione di scegliere tra voi e Draco. Ma, insomma, per l’amor del cielo, non
siamo in un telefilm! Siamo nella realtà, per la miseria!-
 
-Noi lo sappiamo. E non ti chiederemmo mai di scegliere tra noi e lui, perché,
nonostante tu ci conosca da tutto questo tempo, abbiamo la terribile paura
che tu possa scegliere Draco. In fondo fa parte del tuo mondo, è lui che ti ha
fatto conoscere la magia, è lui quello che ti porterà da Potter quando ti deciderai
ad ammettere almeno a te stessa che non ti iscriverai all’università perché vuoi
diventare un’Auror, ed è lui l’unica persona con cui riesci veramente ad essere
felice.- dice Roberto.
 
-Noi ti vogliamo bene, Asia. Ma mettiti nei nostri panni. Sei la nostra bambina,
come abbiamo detto poco fa. E non vogliamo che tu ti allontani da noi solo
perché adesso sei una strega. Insomma, guardati! Prima che Malfoy ti sbloccasse
i poteri passare giornate così era all’ordine del giorno, adesso per stare insieme
dobbiamo avvisarti almeno due giorni prima, perché tu devi organizzare le lezioni
che puoi seguire da sola e quelle che deve per forza farti Draco. Rivogliamo la
nostra migliore amica. Anche se tu studi Difesa contro le Arti Oscure o Erbologia
e noi studiamo Fisica e Letteratura Italiana, che importa? Almeno stiamo insieme!
Sono due mesi che non passiamo veramente un pomeriggio insieme.-dice Lex,
con i pugni chiusi.
 
Li guardo negli occhi, mentre sento i miei pizzicare.
 
-Io non ne avevo idea, ragazzi. I-io.. lo so che ci sono stata poco, ultimamente.
Ma… è tutto così frenetico! È come avere un’esperienza extracorporea.- dico,
mentre una lacrima scende furtivamente lungo la mia guancia destra.
 
Sento Roberto stringermi da dietro, cingendomi i fianchi, mentre Lex e Stella
appoggiano le teste sulle mie spalle, abbracciandomi.
 
-Vi prometto che ci sarò più spesso. E che.. studieremo insieme. Posso
aiutarvi, se volete.- dico, piano. Non c’è bisogno di urlare. Siamo talmente
vicini da non averne bisogno.
 
-Ci farai la pozione antibrufoli?- mi chiede Roby.
 
Rido, mentre altre lacrime solcano il mio viso. Tra qualche tempo momenti
come questi saranno sempre più rari. Il liceo finirà, e io partirò alla volta del
Regno Unito, mentre loro si iscriveranno all’università.
 
-Ti farò tutte le pozioni che vuoi. Potrei anche farvi della Felix Felicis per i
test!- dico, tirando su col naso.
 
È una promessa, amici miei. Niente ci separerà. Presto tutto questo finirà.
Ma troveremo comunque un modo per parlare: ci incontreremo in un luogo
che conosciamo solo noi. Un luogo che possiamo raggiungere con le ali del cuore.

 
 
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
 
 
Dio, che mattinata assurda. Ti svegli con tutti i buoni propositi ti restare felice
tutto il giorno, e invece ti ritrovi ad affrontare discorsi ad elevato livello
antropo-filosofico con i tuoi migliori amici. Fico. Chiudo la porta dell’ingresso
alle mie spalle, dopo aver salutato i miei migliori amici. Tranne uno.
 
Lex e Roberto sono dovuti tornare a casa, visto che i loro genitori non
sapevano che i loro cari figliuoli avevano marinato la scuola, mentre Stella
aveva preso un impegno con una sua cugina o roba del genere. Quindi,
nonostante tutti i buoni propositi della mattinata, eccomi qui, da sola, a
prepararmi il mio buon sandwich. Ma prima ricontrollo il cellulare. Niente.
Nessun messaggio, nessuna chiamata persa.
 
Vado in cucina, con un diavolo per capello, per poi accorgermi di una
presenza alla mia destra.
 
-Daniele.-
 
Eccolo. È qui. Non è scappato, non ha preso un aereo per gli Stati Uniti,
non ci ha abbandonati. Non mi ha abbandonata.
 
-Sono entrato dalla porta sul retro. Non volevo incontrare gli altri.- bofonchia,
tenendo le mani nelle tasche.
 
-Dany.- dico, semplicemente, buttandomi tra le sue braccia.
 
Ho capito una cosa dal discorso di poco fa.Che anche se mi sono arrabbiata
per come lui mi ha trattata, per come voglia impedire la mia relazione con
Draco, lui lo fa solo… perché mi vuole bene. E questo l’ho sempre dato per
scontato, purtroppo. Ma è un sollievo sentire le sue braccia attorno ai miei
fianchi, e il suo viso affondato nei miei capelli. È incredibile. Fino a qualche
mese fa avrei visto qualcosa di inesistente in questo gesto, come una voglia
di contatto più profondo, come un desiderio nascosto. Adesso sento solo un
forte affetto fraterno per questo ragazzo-orso, così carino e coccolone.
 
-Mi dispiace.- diciamo contemporaneamente.
 
Ci guardiamo negli occhi, per poi scoppiare a ridere. Anche se in questa risata
c’è un leggero velo di amarezza.
 
-Asia, ti prego. Sono un idiota. Un perfetto idiota. Tu non devi scusarti di
niente!- dice, accarezzandomi la testa.
 
-No,tu non hai fatto niente! Insomma, Dany, che razza di amica sono stata?
Il mio comportamento è stato sbagliato sin dal’inizio.- dico, socchiudendo gli occhi.
 
-Asia, non importa. Non importa, davvero! Io… ho sempre provato qualcosa
per te. E in fondo questo tu lo sai. E quando mi hai detto che quel tipo… che
quel tipo era Draco Malfoy, io non ci ho visto più- dice, prendendo un respiro
profondo. Provo a interromperlo, ma lui ricomincia a parlare. –Ricordi i primi
anni di liceo, quando ci siamo conosciuti? A tutti noi piaceva 'Harry Potter',
ma tu ricordi come lo odiavi? Io si, lo ricordo! Ricordo che non hai voluto
accompagnarci al cinema per vedere ‘L’Ordine della Fenice’, e ricordo anche
che quel giorno abbiamo provato a corromperti! Poi due anni dopo vai a Oxford,
ti ritrovi nella Sala Grande, ti innamori di Hogwarts, e inizi a leggere i libri. E inizi
a innamorarti di questa saga e, non chiederti come, ma riesci a farti piacere un
personaggio che odia il 95% del fandom. Ci ho provato in mille modi diversi da
quando ti conosco, poi arriva questo tipo, e ti porta via solo perché è un fottuto
idiota che è uscito da un libro.-
 
-Lui non mi piace perché è Draco Malfoy. Draco è.. elettricità. Mi sento completa
solo con lui, Daniele.- dico piano, per non ferirlo.
 
-Lo so.-
 
Lo guardo negli occhi, scioccata.
 
-Non fraintendermi. Non è un’idea innata. L’ho capito. l’intervento che volevo
fare oggi riguardava più me che te. Dovevo convincermi che tu… ho capito
che lo ami davvero. E ho capito che per quanto proverò a sforzarmi non potrai
allontanarti da lui. Ci sono state alcune sue lezioni da quando voi due state insieme,
e anche se non ce l’hai ancora fatto conoscere, a proposito questa me la lego
al dito, lui ti cerca sempre con lo sguardo. Sembra freddo, ma felice. Non può
nasconderlo nemmeno lui. L’unica cosa che posso fare è darvi la mia benedizione,
Asia.-
 
-Daniele, io..- dico, prima di appoggiare la fronte sulla sua spalla e sospirare. –Io
ti posso solo ringraziare. Ti voglio bene, sei.. un fratello per me.-
 
Lo vedo fare una smorfia a questa parola.
 
-Scusa, devo abituarmi. Continua.- mi risponde.
 
-Io ho sbagliato a sbatterti in faccia così la mia relazione con Draco. Non ho
pensato completamente a come tu potessi sentirti, quindi mi dispiace, ci penserò
la prossima volta. Te lo prometto.-
 
-Non ce n’è bisogno. Te l’ho detto, ti ho accettato. Penso che in questo
ultimo periodo, il mio, più che amore, fosse voglia di sapere che non è finita.
Ti voglio bene, e lo sai, ma non credo di amarti. Non più.- dice, per poi
rilassarsi. –Wow, fa davvero bene dire la verità.-
 
Ridiamo insieme, restando abbracciati.
 
-Sei ancora il mio migliore amico, Dan- dico.
 
-E tu sei mia sorella. Dio, suona così gay!- dice, sbattendosi la mano sulla fronte,
staccandosi da me lentamente.
 
-Dovresti smetterla di essere omofobico.- dico, guardandolo male.
 
-Se mai ti sposerai con quel tipo voglio farti da testimone.- dice, abbassando
lo sguardo, e cambiando repentinamente discorso.
 
-Daniele..-
 
-Tanto Stella sarà la tua damigella d’onore, e tua cugina Adele damigella,
quindi.. non vedo dove sia il problema. Posso farti io da testimone.- dice,
facendo un leggero labbruccio involontario. Non posso fare altro che
guardarlo intenerita.
 
-Se smettessi di interrompermi mentre io sto parlando, potresti anche
darmi la possibilità di dirti che sì, Daniele, tra vent’anni, quando finalmente
capirò che il matrimonio non è veramente una trappola, potrai essere il mio
testimone. Te lo prometto.-
 
-Posso scegliere io il tuo abito da sposa?- mi chiede, entusiasta.
 
-Ora pretendi troppo!- dico, mollandogli un pugno sul braccio.
 
-Ahi! Ed hey, non ti fidi di me?- mi chiede, mettendo il labbruccio.
 
-Si! Ma non quando di tratta di vestiti!- dico, allontanandomi.
 
-Hey, non si scappa da Daniele, vieni qui!- dice correndo verso di me, per
poi prendermi per i fianchi e prendermi in braccio.
 
-Hai fatto tante promesse oggi. Ne fai una in più?- mi chiede, di nuovo serio.
 
-Dipende.- dico, scherzando.
 
-Lo sapevo. Mi prometti di non litigare di più così con me?- mi chiede.
 
Lo guardo dolcemente, per poi lasciargli un bacio sulla guancia.
 
-Te lo prometto.-
 
Prometto di esserci. Prometto che se mai mi sposerò, tu sarai il mio testimone.
Prometto di non litigare più. E tu, Daniele? Prometti che ci sarai quando il mondo
mi crollerà addosso?




Spazio Autrice: Olà, gente! Come va? Questo capitolo è stato una sopresa! Avevo in mente un inizio
imbarazzante tra Stella e Asia, che in parte c'è stato,  ma all'inizio era molto più lungo. Be', per 'all'inizio'
intendo nella mia testa, ma come al solito i miei piani vanno sempre a trovare le donnacce dei marciapiedi
(come dire parolacce senza dire parolacce :D). Anche la parte di Daniele è diversa. Quando ho iniziato a 
scrivere questa fiction, avevo già in mente questa scena, e immaginavo urla e parole grosse e scene 
strappalacrime. Ma allora avevo anche in mente una storia drammatica, quindi... ._.  Prima di inserire le
spiegazione dei vari riferimenti faccio una comunicazione di servizio. Guardate un po' su, verso l'ultima parte 
in corsivo. Ecco l'ultima parte è spoler! xDD

Riferimenti:

  • 'Se affondi tu, affondo anch'io'. Non c'entra niente, ma dopo la pubblicazione del trailer de 'I Doni della Morte Parte II', sono state pubblicate miriadi di immagini con Harry che afferra Zio Voldy e dice la frase di Titanic 'You jump, I jump, remember?' Quindi non mi sono più liberata di questa scena e rido come un'idiota ogni volta che qualcuno dice una cosa del genere.
  • I 'Big 5'. Sempre in riferimento all'ultimo film della Saga. Zia Row, durante la premiere ha detto di riferirsi spesso ai 'Big Seven', ovvero Daniel Radcliffe, Ruper Grint, Emma Watson, Bonnie Wright, Evanna Lynch, Tom Felton e Matt Dave Lewis. Mi piace l'idea che i cinque pazzi si facciano chiamare i Big 5. Anche perché nell'epilogo diventeranno davvero i Big Seven!(Spoiler anche questo, ma non dico niente) 
  • Roberto ama il latino. Si, è la verità. Il personaggio di Roberto è ispirato a uno dei miei migliori amici, e questo mio amico, pazzo quanto sia, ama davvero questa lingua morta. Acqua in bocca, ma piace anche a me. Amo fare versioni. Sono patetica.
  • 'La nosta bambina non è più tanto bambina': lo dice in Paso Adelante la tizia con i capelli rossi(non ricordo il nome ._.) su Lola!
  • 'Intervento' vi prego ditemi che anche voi amate How I Met Your Mother! *-*
  • Anch'io voglio bere la Felix Felicis prima di affrontare i test per l'università. T_T
  • Non so chi di voi si intende di doppiaggio e doppiatori. Ma io immagino Daniele con la voce di Stefano Crescentini. Che mi piace da molto tempo prima che lui doppiasse Edward Cullen e tutti i vampiri spompati della terra(si, Stefan Salvatore sto parlando di te. Finalmente adesso hai la possibilità di essere un vampiro serio ù.ù)
E ora basta. xD Che dire, ringrazio tutte le persone che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate! E Musiek per la recensione! Recensite un po' anche voi! T_T


Ciaoooo!! A presto!

Micaela

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Capitolo 13
*** Da mi basia mille ***


Alzo gli occhi al cielo all’ennesima minaccia della mia professoressa di latino. Questa non ha ancora
come gira il mondo. E non ha ancora capito che prima o poi tutta la rabbia che ci butta addosso si
scatenerà su se stessa. Per fortuna la campanella suona prima di permettermi di incenerirle i capelli.
 
Rilassati, sorella! Il tuo uomo sta arrivando. Ed è tuo da un po’ di tempo ormai. Sta tranquilla.
 
È la prima volta che lo vedo dopo domenica. In questi giorni non ci siamo potuti vedere per impegni col
Dipartimento Auror, e sono troppo orgogliosa del suo lavoro per essere arrabbiata. In fondo ho sempre
odiato le persone che non appena si impegnano impediscono ai propri partner di vivere.
 
Sorrido vedendo Draco entrare in classe col solito charm. Distolgo, però, lo sguardo. Non posso rovinargli
la missione. In fondo lui è ancora qui sotto copertura. La professoressa ancora non è arrivata, così lo vedo
armeggiare col l’iPhone. Lo guardo interrogativa, per poi guardare Daniele alla mia destra, che scrolla le
spalle. Poi sento vibrare la gamba. Oh, mi ha mandato un SMS.
 
“Mi piaci vestita di verde. Mi ricordi una certa casa di Hogwarts.”
 
Ridacchio, ricordando di avere indossato una camicetta di raso verde smeraldo. Mmm.. potrei rispondere
con un altro messaggio, ma in  fondo devo provare una cosa. Spero solo che non stia usando l’occlumanzia.
 
‘Signor Malfoy, vuole forse sedurmi?’ dico, usando il pensiero.
 
Lui mi guarda scioccato, per poi ghignare.
 
‘Stai studiando per usare la telepatia?’, mi chiede.
 
‘No, per giocare a poker e diventare tanto ricca.’, gli rispondo, sarcastica.
 
‘Come se non avessi abbastanza soldi alla Gringott.’, mi dice, stranamente scocciato. Wow. È proprio vero
che i pensieri riflettono le emozioni degli individui.
 
‘Comunque non hai risposto alla mia domanda.’ Gli dico, sogghignando.
 
‘Ah, giusto. Si, ti sto seducendo. Ho in mente una serata per noi due, da soli, in Normandia. Che ne
pensi?’ mi chiede, guardando fuori dalla finestra. Insomma non che ci sia tutto questo gran belvedere.
Credo che lo stia facendo per nascondere i suoi occhi da me. Che dolce.
 
‘Attenta, Sanguesporco. Tu vorrai anche avere la telepatia, ma l’occlumanzia e la legilimanzia nei Malfoy
sono più radicate del sangue puro. Comunque ora sei tu a non avere risposto alla mia domanda.’
 
‘Fottiti, Dray. E comunque.. ok, verrò. Ma solo se mi può coprire Stella, ok?’ gli dico, guardandolo.
 
‘Ok, amore.’, mi dice, con un breve sorriso sul volto.
 
-Hey, Asia. Vuoi riprenderti? Sembri in trans!- mi chiama Daniele, scuotendomi leggermente.
 
-Oh, ok.- dico, sbattendo le palpebre.
 
Finalmente la prof entra in classe, dando il via alla lezione del mio.. fidanzato? Amante? Uomo della mia vita,
che però è sposato con un’altra? Poco importa. Lo amo. Non importa in quale stato civile è.
 
-Salve, ragazzi. È bello rivedervi. Oggi voglio parlarvi di qualcosa che cambia la vita totalmente: l’amore. Sapete,
vengo da una famiglia nobile, e sono stato cresciuto in maniera rigida. Sono stato cresciuto con la convinzione
che dimostrare sentimenti, o peggio ancora, provare dei sentimenti, fosse qualcosa da evitare, in ogni modo
possibile. Mio padre mi ha persino costretto a sposare una donna che non amo per.. preservare la mia nobiltà.
Ma ora è tutto diverso. Ho scoperto che nonostante tutto quello che mi hanno insegnato, nonostante tutto quello
che ho visto in questi anni, anch’io posso essere amato e amare. E non ringrazierò mai abbastanza questa
ragazza per tutto quello che mi fa provare. E voi? Voi avete mai amato? Avete mai amato qualcuno a tal punto
da desiderare di poter passare la vostra vita insieme a lei?-
chiede Draco, facendomi venire le lacrime agli occhi.
 
Mi giro verso Stella, vedendole asciugare una lacrima traditrice.
 
-Io ho sempre pensato di non essere degna di amare. Troppo cattiva, troppo acida, troppo sarcastica, troppo
egoista per meritare l’amore di qualcuno. Eppure ho trovato un uomo degno di tutto ciò che di buono posso
provare e di tutto quello che posso avere.
- dico, sorridendo.
 
Sento Daniele passarmi una mano tra i capelli. Guardo Draco felice, sperando di avere fatto centro alla sua
plateale dichiarazione d’amore. Certo, a parte i Big 5 nessuno sa che questa lezione è dedicata a noi due e
a quello che è successo  sabato notte. Ma chi se ne importa. La gioia alberga nei cuori che provano vero amore.
 
La nostra ora di conversazione è passata così, tra parole non dette espressamente e sguardi nascosti, con i
miei amici che mi appoggiavano ogni volta che ne avevo bisogno. Ad esempio quando una mia compagna
particolarmente antipatica e famosa per le corna da cervo che ha fatto spuntare al suo ragazzo, aveva chiesto
se per caso fosse una studentessa questa ipotetica ragazza. Oh, certo che lo sono. Ma prova a mettere Draco
nei guai solo perché sono nata troppo tardi di qualche anno e ti trasfiguro in un topo. E non sarai fortunata come
Peter Minus, stronza.
 
-Dovresti dire a… tu sai chi, di avvertirci quando decide di fare lezioni del genere. Per la miseria, ho rischiato
di piangere un minuto si e l’altro pure.-dice Stella, controllando lo stato del mascara allo specchietto.
 
-Wow, la scettica e cinica Stella che si emoziona. E chi l’avrebbe mai detto?- celia Daniele, con un sorriso a
cinquantaquattro denti.
 
-Daniele, sii gentile. Devo ammetterlo, non credevo fosse in grado di farti una dichiarazione del genere. Forse
non è vero che i Serpeverde sono esseri senza sentimenti.- dice Roberto, tirandosi indietro i capelli.
 
-Non è vero che le Serpi non sono in grado di provare sentimenti. Non sono bravi a metterli in mostra, ma,
insomma, chi lo è quando si è ragazzini? Ricordo com’ero quando avevo undici anni, e non ero nemmeno in
grado di dire il mio nome senza arrossire.- dico, facendo dei cenni non la mano.
 
-Be’, se proprio devi essere sincera, arrossisci ancora. Un po’ meno, ma arrossisci ancora- dice Lex, beccandosi
così un calcio nella gamba.
 
-Comunque.. Stella, mi puoi coprire stasera?- le chiedo, con le stelline al posto degli occhi.
 
-Perché?- mi chiede, aprendo il secondo pacchetto di patatine della ricreazione.
 
-Mmm.. tu sai chi mi ha invitata a cena. Quindi..-dico, ricordando il modo in cui ha chiamato Draco. Wow, è figo
chiamare Draco Tu-Sai-Chi. Sa molto di Voldy.
 
 
-Ah, ok, allora. Che ti metti?- mi chiede candidamente.
 
-Una cosa che ho comprato un paio di settimane fa. È molto bella. Qualche giorno te la faccio vedere.- dico,
pensando al mio completo.
 
Decido di prendere il cellulare e mandargli un messaggio semplice.
 
‘Per la cena va bene, mi copre Stella. Grazie. Ti amo.’
 
 
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
 
 
Arrivo a Casa Mal Foi che sono le 19:30. L’appuntamento con Draco era per le 20:00, ma ho bisogno di
tempo per prepararmi e non potevo farlo a casa della mia migliore amica, purtroppo. Estraggo dalla mia
borsetta estesa magicamente il cambio, per poi trasferirmi nel bagno del piano terra, dove mi truccherò
leggermente. Mi cambio, per poi guardarmi allo specchio. Indosso un paio di pantaloni neri, stretti, con dei
ricami rossi ai lati, richiamati dai ricami simili della casacca, anch’essa nera. A completare il look un paio di
stivali al ginocchio con un tacco a spillo dodici e la punta tonda e.. un corsetto che mi stringe il busto dal seno
in giù, fermato dai lacci, e decorato con delle fibbie ai lati e dal merletto rosso che si poggia sotto il seno e alla
vita, a punta. Anna Valerious mi fa un baffo, in questo momento. Mi trasferisco in salotto, chiedendomi cosa
porterà Draco da mangiare. Ho già appetito, uffa.
 
-Wow. Ti sei preparata per una battaglia in Transilvania?- mi chiede, poggiando dei sacchetti di carta accanto
alla porta.
 
-Si, odio i vampiri così tanto!- dico sarcastica, ridacchiando. Ho mentito. Amo i vampiri. Se Draco non fosse
vero probabilmente avrei iniziato a cercare Angel o Spike, o addirittura Damon Salvatore. Ma non facciamolo
sapere troppo in giro.
 
-Sei bellissima.- mi dice, cingendomi i fianchi con le braccia e lasciandomi un bacio dolce sulla bocca.
 
-Come mai hai voluto fare una lezione come quella di oggi?- gli chiedo, provando a cambiare discorso.
 
-Perché non sono un insegnante.- è la sua disarmante risposta.
 
-Che vuol dire?- chiedo, guardandolo.
 
-Asia, sono arrivato nella tua scuola perché avevo un compito. Avevo intenzione di conoscerti, sbloccarti i poteri
e tornare a Londra, senza provare a cambiare niente. Non avevo preparato lezioni, credevo che al massimo sarei
rimasto per una, due settimane. E invece mi sono reso conto che non potevo andarmene. Sei stata tu a farmi
rendere conto di quello che posso provare. Ed è stato giusto dedicarti la lezione di oggi.- mi risponde con un
sorriso, per poi lasciarmi un lieve bacio sulla labbra. –La mia risposta è stata abbastanza esauriente?-
 
-Direi di si. Che si mangia?- chiedo, staccandomi da lui e dandogli un calcio nel popò. Un popò molto sodo,
devo dire. Un bel popò..
 
-Smettila di fissarmi il culo, Asia, per l’amor del cielo! E comunque è una sorpresa. Va in cucina, e non provare
a sbirciare. Io, intanto, preparo qui.- mi ordina, truce.
 
Mmm… prima volta nella storia che a una ragazza è proibito di guardare il sedere del proprio uomo. Ma io e Draco
non siamo una coppia normale, quindi posso anche concedergliela questa. Arrivo in cucina, provando a distrarmi.
Draco con gli anni è diventato molto dolce, diverso, comunque da come l’avevo immaginato. Un uomo. Chissà come
sarà padre… Padre. Magari di un figlio nostro.. no, non è il momento. Io ho appena diciassette anni, per la miseria!
Ma immaginare Draco, con un neonato in braccio, magari con i suoi occhi… Rende tutto così maledettamente meraviglioso.
 
-È pronto, Sanguesporco!- urla Draco, interrompendo il mio flusso di pensiero.
 
 Corro in sala da pranzo, con un sorriso indulgente sul volto, rivolto a me stessa. Magari un giorno sarà possibile
assistere ad uno spettacolo come quello che mi ero figurato in testa, ma non ora. Non nei prossimi sette anni! Arrivo
a destinazione, notando l’enorme tavola da ventiquattro apparecchiata di tutto punto e avente come portata… i menù
di un fast food.
 
-KFC!!!! Draco, io ti amo, ti giuro, non ti ho mai amato più di adesso!.- urlo, buttandomi tra le braccia del mio uomo.
 
-Anch’io ti amo. Sono felice di avere fatto centro.- mi dice, sogghignando.
 
-Fatto centro? È un canestro da tre punti, per la miseria! E io che mi aspettavo del cibo afrodisiaco… be’, per carità,
tutti punti di vista, ma un Malfoy da KFC.. è strano, ecco!- dico, lasciandogli un bacio sul collo.
 
-Be’, all’inizio avevo ordinato caviale, champagne, fragole e una fontana di cioccolato… ma sai com’è la vita. Ho
pensato che in Italia non ci sono KFC, e a te è piaciuto quando sei stata a Londra. Così ho detto.. e se le facessi
ricordare il giorno in cui ti sei decisa ad entrare nel mio mondo?- mi chiede, conoscendo la storia.
 
Lo amo. Lo amo davvero, cazzo. Gli ho detto una volta di sfuggita che a Oxford, dopo aver visitato la Christ Church
University ho mangiato da KFC e se lo ricorda ancora.. ma come fa? Lo bacio intensamente, per poi sedermi accanto
a lui, prendendo un popcorn di pollo.
 
La cena passa tranquillamente, tra quantità industriali di pollo fritto e chiacchiere piacevoli. Il tutto era passato
tranquillamente, fino a quando Draco a poco si era strozzato con un fagiolo a forno della mia porzione. Mi sento
vagamente in colpa. A me i ‘baked beans’ non sono mai piaciuti.
 
Pulisco tutto con un colpo di bacchetta, per poi aprire la grande porta finestra della sala da pranzo, che da
sulla spiaggia. È tutto fantastico. Ho sempre amato le stelle. E le costellazioni.
 
-Che fai fuori?- mi chiede Draco, cingendomi i fianchi.
 
 -Guardo le stelle. In città non è una cosa facile da fare.- rispondo, stringendogli le braccia.
 
-Non mi hai mai detto che ti piace l’astronomia.- mi sussurra all’orecchio, provocandomi dei brividi.
 
-Davvero? Non l’ho fatto apposta. Amo l’astronomia. Quando ero piccola, giovane e ingenua credevo che
sarei diventata un’astrofisica. Poi al liceo ho iniziato a studiare fisica e allora ho rinunciato ai miei sogni.- dico,
con un leggero ghigno sul volto.
 
-E ne sai qualcosa di astronomia, a parte il fatto che le stelle formano le costellazioni?- mi chiede.
 
-Devo ricordarti che per convincermi a studiare magia mi hai fatto un incantesimo per sapere tutto lo scibile
babbano?- dico, lasciandogli un bacio sul collo.
 
-È passata una stella cadente.- mi dice. –Lì, dove c’è Orione, la vedi? La puoi individuare grazie alla sua cintura.-
 
-Wow. È la prima volta che riesco a riconoscere una costellazione.- dico meravigliata, staccandomi da lui e
appoggiandomi alla balaustra.
 
-Bene.- mi risponde ridacchiando e raggiungendomi nuovamente. –La stella a destra è quella che ha dato il
nome a quella puttana di mia zia Bellatrix. Senza offesa per le puttane.-
 
-Provi molto affetto per tua zia, sul serio.- celio sarcastica, ma d’accordo con lui. Al diavolo la diplomazia. Lei
Sirius non doveva nemmeno guardarlo.
 
-Già.- mi risponde, sbuffando.
 
-E il piccolo Scorpius dov’è?- chiedo, guardandolo indulgente.
 
-Il piccolo Scorpius… come se non fosse una delle costellazioni zodiacali..- borbotta, un po’ imbronciato. –Non
puoi vedere adesso lo Scorpione. Si vede a luglio da queste parti. Prometto che te lo mostrerò. Invece, vedi quelle
quattro stelle lì? Quelle sono la testa del Dragone. E se segui i puntini luminosi avrai Draco.- mi sussurra all’orecchio,
provocandomi dei brividi.
 
-Credevo di averlo già.- sussurro, girandomi tra le sue braccia per guardarlo negli occhi.
 
-Puoi averlo tutte le volte che vuoi.- mi risponde ghignando, bloccandomi con le braccia, appoggiate alla balaustra.
 
Il bacio che mi da è intenso, dolce, ma passionale allo stesso tempo, carico di quella tensione che forse tra noi due
non se ne andrà mai. Quella elettricità che ci rende così complici, così uniti. Perché è impossibile che due persone
che si conoscono da così poco riescano a legare così tanto senza esserci qualcosa sotto. Stavolta sono io a
smaterializzarci in camera da letto, quella che ho scoperto essere la camera di Draco da ragazzo. Gli tolgo la
giacca e poi esco la sua camicia dai pantaloni in modo da poterla sbottonare meglio. Amo le sue camice.
 
-Mi piace questo corsetto. Ma che ne dici se va a fare compagnia alla mia giacca a terra. Credo si senta un po’
sola.- mi dice all’orecchio, per poi morderlo.
 
-Anche a me piace. Non so il perché ma… li ho sempre trovati molto erotici.- gli rispondo, passando l’indice
destro sui suoi addominali scolpiti.
 
È oblio il modo in cui mi guarda, il modo leggero in cui mi tocca mentre slaccia lentamente il corsetto dalla
mia vita. Lo fa attorcigliando il raso rosso attorno alle sue mani, tenendomi vicina a lui.
 
-Abbastanza?- mi chiede, mordicchiandomi il collo.
 
-No. Non ne avrò mai abbastanza, di te.- dico, affondando la mia bocca sulla sua.
 
Mai. Mai abbastanza. Mai abbastanza di questo sentimento, di questa emozione così forte. Di questo suo
tocco magico. Di questi baci così roventi. Di questi baci che potrebbero durare anni.
 



Baciami mille volte e ancora cento
poi nuovamente mille e ancora cento,
e dopo ancora mille e ancora cento,
e poi confonderemo le migliaia
tutte insieme per non saperle mai,
perché nessun maligno porti male
sapendo quanti sono i nostri baci.


Catullo, Carme 5





Spazio Autrice: Scusate immensamente per il ritardo. Davvero, non ho scusanti, se non il delirio di una festa per la maggiore età. Si, adesso anch'io sono perseguibile dalla legge! *balla la macarena felice poi si ricorda che odia ballare e smette* xDD come va a voi? Questo capitolo è qualcosa di osceno, credo. Non so, non so davvero cosa direee!! :S però mi piace il completo di Asia... U.U  E poi... non so chi di voi conosca Catullo.. ma io lo amo. Mi sono innamorata di lui e niente me lo farà mai dimenticare!! <3

Dedico questo capitolo ai miei amicozzoli, perché voglio loro un mondo di bene!

Grazie chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate e chi legge soltanto! Vi adoro! E se volete lasciate pure una recensione!!! :D


A presto, 

Micaela!

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Capitolo 14
*** Finding out the truth ***


-Aspetta, quindi secondo Hegel tutto si svolge seguendo un movimento triadico.
In questo movimento tutto ‘scorre’, infatti Hegel riprende la filosofia del divenire
di Eraclito, tuttavia, in questo movimento, sono distinguibili tre fasi: tesi, ovvero
unione ma non distinzione; antitesi, scissione; e sintesi, unione ma distinzione.
Così il nostro caro Hegel porta ad un livello superiore la filosofia dell’idealismo
di Fichte. Giusto?- mi chiede Daniele, accartocciando le fotocopie di filosofia che
la nostra prof si ostina a darci invece di farci studiare dal nostro testo.
 
Siamo a casa di Stella per l’ennesimo dei pomeriggi che ho deciso di passare con
i miei amici. Chiudo il libro di Pozioni, per poi guardare in faccia il mio amico.
 
-Si, è corretto. Però mi spieghi perché sei così ostinato a presentare Hegel agli
esami se hai paura di lui?- gli chiedo, guardandolo storto.
 
-Ma che ne so. Mi piacciono le sfide!- mi risponde, scrollando le spalle.
 
Alzo gli occhi al cielo. Sono più che sicura che se fosse un mago sarebbe stato
smistato a Grifondoro. Non Corvonero, opzione improbabile visto che la sua
secchionaggine si manifesta a giorni alterni.
 
-Mentre il tema del doppio si nota in Frankenstein di Mary Shelley nel rapporto
Dottore – Creatura e Dottore – Walton, no?- mi chiede Stella, mentre studia
inglese con Lex, dato che il giorno dopo hanno interrogazione.
 
-Esattamente.- rispondo.
 
Dio, mi sento una professoressa privata. Ma è più forte di me. Devo rispondere.
Maledetto incantesimo di conoscenza. Anzi no. Ma è fastidioso non rispondere.
 
-Giuro, odio gli integrali. Li odio! Non servono a nulla nella vita, perché devo
studiarli?- piagnucola Roberto, buttandosi letteralmente sulla mia spalla. Wow.
E io che lo credevo sempre calmo e controllato.
 
-Li odio anch’io, cosa credi? Il fatto è che probabilmente saranno argomenti
d’esami, e quindi dovremo studiarli, su ragazzi, bando alle ciance!- dico, battendo
le mani incitandoli al lavoro. Forse è meglio evitare di sfregarle tra di loro. Non
sarebbe giusto nei loro confronti, in fondo.
 
-Tu che studi?- mi chiede Lex, pietoso, chiudendo il libro d’inglese.
 
-Pozioni, sesto anno. E le sto odiando con tutta me stessa. Me la cavo, ma
giuro, non fosse che mi salva Difesa, non entrerei nemmeno col pensiero
all’Accademia Auror.- sbuffo, riprendendo il mio libro tra le mani.
 
-Va così male?- mi chiede pensieroso pure Daniele.
 
-Va molto più che male. Le dosi sono tutte sbagliate. E ieri ho rischiato di fare
fondere una pentola a mia madre. Mi avrebbe ucciso, anche perché sarebbe
stato difficile spiegare perché. Menomale che Draco è un pozionista di professione.
Studio i suoi appunti quando posso, ma scrive peggio di un troll a volte.- gli rispondo,
sbuffando.
 
-E la sua educazione da Lord dove è andata a finire?-chiede Lex, sarcastico,
mentre Stella va a prendere qualcosa da bere. Be’, pausa? Allora la facciamo
tutti insieme.
 
-Non ne ho idea. Eppure ti dirò che mi piace. Non è dolce, ma è ispida e squadrata.
Eppure quando riesci ad abituarti diventa piacevole.- dico, pensando ai suoi appunti.
 
-Quando diamine è che sei diventata così sdolcinata?- mi chiede Daniele, guardandomi
negli occhi.
 
-Da quando ho deciso che è meglio vivere i propri sentimenti piuttosto che metterli
sotto una campana di vetro.- rispondo semplicemente.
 
-O mio dio, ragazzi! Vi prego! Stavamo studiando robe della quale non ce ne frega
proprio un fico secco, non mischiate discorsi così con momenti catartici. Mi danno
fastidio. E poi mi sto prendendo una pausa dalle seghe mentali. Quindi smettete di
farvele voi. Vi va?- chiede Stella, con la sua solita irruenza.
 
-Posso chiederti un’altra cosa?- fa un cenno verso di me Daniele.
 
-Si, Dany, chiedi tutto quello che vuoi.- sospiro.
 
-Ma non ha mai istinti gay, Draco?-
 
-Ma vaffanculo!- gli urlo, prima di lanciargli un cuscino, con un lieve sorriso sul volto.
 
È un modo per sdrammatizzare, in fondo. Lui ha sempre creduto che i ragazzi che
mi piacciono sono gay e io ho sempre pensato che le sue ex fossero delle stronze
oche. Siamo allo stesso livello.
 
-Comunque io devo andare.- dico, afferrando il libro di Pozioni e infilandolo nella
borsa.  –Draco mi aspetta in Francia. Ci vediamo domani, ok?-
 
Tutti mi salutano con un cenno di mano prima che io mi smaterializzi direttamente
in biblioteca. Con un lieve gesto della bacchetta accendo tutte le lampade, che,
pur essendo babbane, rispondono alla magia. Poggio la borsa a terra e tolgo il
cardigan, restando in maglietta a maniche lunghe, che però alzo fino al gomito.
Poggio il libro di Pozioni sul tavolo che Draco mi ha preparato come mini laboratorio
e prendo gli ingredienti necessari per la pozione. Niente Draco. Mi aveva detto che
avrebbe potuto ritardare di qualche minuto. Poco importa, inizierò da sola.
 
Inizio a tritare i vari ingredienti, pestandoli, tagliandoli e spremendoli. In realtà fare
pozioni è una cosa piuttosto disgustosa. Senza contare le lumache cornute. Cose
orribili, cose orribili. All’improvviso sento un rumore di smaterializzazione. Mi tranquillizzo
all’istante. Non sono mai tanto tranquilla con una pozione in preparazione davanti. Ho
paura che mi scoppi in faccia e mi faccia diventare i capelli arancioni. Poi Draco mi
chiamerebbe Weasley e non sarebbe una bella scena, per niente.
 
Decido di farmi sentire da Draco, così che si sbrighi a venire. È una lumaca, quel tipo.
L’unica consolazione è che troppo grande per entrare in un calderone.
 
-Draco, sono qui! In biblioteca!- urlo, tenendo la bacchetta in mano. Maledette
fermentazioni veloci.
 
Nessun passo.
 
-Draco, ci sei o sei svenuto strada facendo?- urlo, alzando gli occhi al cielo.
 
Aspetto qualche secondo ancora prima di sentire dei passi avvicinarsi alla porta.
C’è una strana sensazione nell’aria: nervosismo e ansia. Non mi sono mai sentita
così quando sta per arrivare Draco, non a casa sua comunque, al sicuro da tutto
e tutti. Do le spalle alla porta, guardando fuori attraverso la finestra. Sento aprire
la porta ed allora mi giro. Per poi pentirmene. Perché  alla porta non c’è Draco.
C’è sua madre.
 
Narcissa Black in Malfoy non è una di quelle persone che mi fa paura perché
potrebbero farmi del male, purtroppo. Narcissa Black in Malfoy è una di quelle
persone che mi fa paura perché potrebbe tenermi lontana da Draco. E perché
è sempre dannatamente perfetta. Anche adesso, che indossa un semplice tubino
grigio, che arriva qualche centimetro sotto il ginocchio e una giacchetta a maniche
a tre quarti di tweed sopra.
 
O le pozioni anti-età magiche sono davvero potenti, oppure i geni dei Black sono
immuni all’avanzare del tempo. Perché è impossibile che una donna alla sua età
sia così bella.

 
-Salve, Signora Malfoy.- la saluto in soffio, deglutendo rumorosamente.
 
Dannazione, ragazza controllati!
 
-Salve. Tu chi sei?- mi chiede, alzando leggermente un sopracciglio.
 
-I-io.. mi chiamo Anastasia, anzi Asia. Sono.. una studentessa di Draco.- dico,
avvicinandomi e porgendole la mano.
 
Lady Malfoy si limita a stringermi la mano di conseguenza, facendomi un leggero
sorrisetto.
 
-È un Distillato di Morte Vivente quello?- mi chiede, togliendosi la giacca.
 
-Più che altro è un tentativo. Ci sto provando con le istruzioni del libro, ma è tutto
sbagliato. Ho dimenticato di chiedere a Draco le correzioni. Dovrebbe essere
praticamente trasparente e invece è viola.- dico, mortificata.
 
No, davvero. Avevo immaginato che prima o poi avrei dovuto incontrare Narcissa
Malfoy. Ma non immaginavo sarebbe successo in frangenti del genere. Non con me
con i capelli quasi tutti scarmigliati e una pozione che non è nemmeno degna di essere
chiamata tale tra le mani. Non davanti a una pozionista esperta come lei, maledizione.
 
-Oh, lo so. I professori di pozioni ad Hogwarts sono delle carogne ad usare ancora
questo libro come libro di testo. Anche se devo dire che mio figlio è ancora più
carogna dei professori per averti fatto usare questo libro, al posto di quelli non
ufficiali, ma corretti. Mi sa che dovrò dirgliene quattro.- mi dice, con un sorrisetto
compiaciuto nel volto.
 
È… strana, dannazione. È dolce, o qualcosa del genere. Sembra voglia mettermi
a suo agio. Be’, il fatto che lei ci provi non significa che io lo sia. E comunque Draco
me la pagherà. La maledetta serpe resterà in bianco per un mese minimo.
 
…No, forse no. Ma me la pagherà comunque.
 
-Quindi sei un’allieva di mio figlio.. Draco non me l’aveva detto che adesso fa anche
il professore privato.- mi dice, sedendosi sul divano e facendomi cenno di sedermi
sulla poltrona per quattro chiacchiere.
 
-Oh, be’, in realtà gli è stato, come dire, ordinato da Harry Potter. Io non faccio parte
del Ministero Inglese, ma la famiglia da cui vengo si, quindi suppongo sia stato un caso
particolare, il mio.- dico, sedendomi.
 
E non ha idea di quanto sia strano in realtà. Be’, sono strane le materie che mi
insegna. Ovviamente non sto parlando delle materie di Hogwarts.
 
Veniamo interrotte da un secondo pop da materializzazione, questo vicino alla porta
della biblioteca. Infatti Draco spalanca le porte, nemmeno accorgendosi della presenza
di sua madre.
 
-Asia, piccola. Mi dispiace! Stavo staccando quando mi ha bloccato Potty per
chiedermi come andavano le lezioni e, ovviamente, lo Sfregiato non si è accontentato
di un ‘va bene, idiota, come vuoi che vada?’, ma ha voluto sapere morte e
passione.- dice, togliendosi la giacca e dandoci le spalle. Mi giro verso Narcissa che
mi guarda con un sopracciglio alzato.
 
-Figliolo, è un piacere sapere che undici anni di educazione casalinga e altri dieci di
istruzione non ti hanno insegnato che è bene salutare quando arrivi da qualche parte,
sai?- dice,  ridacchiando.
 
Wow. Davvero, wow.
 
-M-mamma! Che ci fai qui?- chiede Draco, allarmato, scoccandomi uno sguardo strano.
 
Faccio spallucce. Non fosse che sto insieme a suo figlio adorerei quella donna.
Forse l’adorerò comunque, visto e considerato che è molto più simile a una Black
che a una Malfoy.
 
-Tesoro, ti avevo mandato un gufo ieri mattina. Ti avevo detto che avrei organizzato
la festa di compleanno di tuo padre qui. Volevo controllare le condizioni della casa.
Ti sei dimenticato di dirmi che usi questa casa come scuola.- gli dice, ironica.
 
-Vero! L’ho dimenticato. Cioè ho dimenticato che venivi. È che ci sono strane
emergenze in giro per il Regno Unito e Harry ha mandato la mia squadra e quella
di Weasley in giro per controllare. Un po’ meno la mia, ma questo è un altro
discorso.- dice, incassando il colpo.
 
-Oh, tranquillo, Draco. In fondo ho scambiato due chiacchiere con questa
incantevole ragazzina. Davvero, dove l’hai trovata?- gli chiede, ma sorridendomi
felice.
 
-Oh, ehm.. lei è Asia. Sai, è la discendente dei Berry, ma essendo fuori la
giurisdizione di Hogwarts e Beuxbatons, e non conoscendo nemmeno una parola
in tedesco, non ha avuto un’istruzione magica. Ma quando è scattata la maggiore
età Harry ha scoperto di lei e ha mandato me a farle da professore. Niente di che,
in fondo.- dice, scrollando le spalle.
 
E ha deliberatamente evitato il discorso ‘sblocco dei poteri’. Penso lo faccia per
me. Già è difficile dire che fa da insegnante a una nata babbana. Dire che ha
vissuto da babbana per diciassette anni non deve essere qualcosa di facile da dire.
 
-Discende dai Berry? Complimenti, ragazzina. Alexander Berry sarà anche stato
uno stupido purosangue fuori di testa, ma sapeva fare affari.- dice, felice. Ghigno
alla sua ultima frase. È un modo gentile di dire: ‘Hey, il tuo antenato era uno sfigato,
ma almeno era ricco.’
 
-Si, suppongo di si, Signora Malfoy.- le rispondo anch’io, altrettanto gentilmente e
altrettanto ironicamente. Caspita dovevo andare a finire a Serpeverde, per la miseria.
 
-Quello che non ho capito è come mai tu le fai ancora lezioni, Draco. Ti conosco,
non sei poi così altruista. Senza offesa, cara. Scommetto che sei davvero brava,
ma mio figlio non è adatto a fare l’insegnante.- mi dice Narcissa, guardando suo figlio.
 
-Oh, non si preoccupi, Signora. Mi creda, dopo quello che ha detto riguardo i libri
di pozioni lo penso anch’io. E sono curiosa anch’io. Perché, Draco, hai deciso di
farmi da insegnante?- gli chiedo, alzando un sopracciglio, maliziosa. Oh, penso di
avere trovato un modo di vendicarmi della sua carognata.
 
-P-perché te lo meriti. E poi me lo aveva ordinato Harry. Non potevo dire di no al
mio capo.- mi dice soddisfatto della sua risposta. Maledetto furetto. –E poi ho
deciso di usare i libri regolamentari perché saranno quelli i testi che la Commissione
dei MAGO useranno come base della valutazione. Ti do le correzioni per le dosi, in
modo che quando preparerai le pozioni i capelli non ti diventino arancioni, ma devi
studiare le dosi sui libri.-
 
Passerò sopra il fatto che entrambi abbiamo fatto lo stesso paragone riguardo i
capelli. E passerò anche il fatto che forse ha ragione. Odio quando fa così. Non
posso essere sempre io quella che ha torto, dannazione!
 
-E poi,- aggiunge, con tono orgoglioso. –Essendo una Dominatrice degli Elementi
era logico che non potevo lasciarti da sola. Avresti incenerito la scuola alla prima crisi.-
 
-In effetti sei sempre stato bravo a sceglierti le persone con cui stare. Be’, la
maggior parte delle volte. Come sta Blaise, a proposito?- dice la madre, riferendosi..
be’, temo ai Mangiamorte.
 
-Blaise sta bene. Mi aveva chiesto di salutarti l’ultima che ci siamo visti. E comunque
non stavamo parlando di questo. E per l’amor del cielo, Asia! Cos’è quella roba verde
acido che ribolle nel calderone?- mi chiede, prendendo la bacchetta allarmato.
 
-Oddio! La pozione! Ho dimenticato di farla evanescere!- urlo, alzandomi repentinamente
dal divano e afferrando la bacchetta sul tavolino vicino al mini-lab, sperando che
davvero i capelli non mi diventino arancioni.
 
-Evanesca!-
 
Tiro un sospiro di sollievo quando noto che, sì, il mio incantesimo è andato e
bene e che, no, i miei capelli non hanno cambiato colore. Mi giro sorridente
verso Draco, che nel frattempo mi ha raggiunto, scambiandoci un breve tocco
di bacchetta, gesto che facciamo normalmente, quando sono vicine. Serve a
ricaricarle in un qualche modo. Certo, poi devo evitare i Bombarda, se non
voglio far esplodere tutto, ma alla fine va bene così.
 
-Come mai avete le stesse bacchette?- chiede Lady Narcissa, aggrottando
le sopracciglia, stranita.
 
-Non abbiamo le stesse bacchette. Hanno lo stesso legno. Dello stesso albero.
Niente di che. Potevano capitare a chiunque queste bacchette.- dice Draco,
scrollando le spalle, ma avendole leggermente… rigide. Non si noterebbe dall’esterno,
ma sono stata troppo vicina a Draco in questi mesi per non accorgermene.
 
-Niente di che, tesoro? Insomma, il mandorlo non è qualcosa da prendere alla
leggera! Dovete essere molto legati per essere ancora vivi. Ci sono persone
che sono morte perché un mandorlo li aveva scelti e quei due si odiavano. Ma,
figlio mio, a che pensavi?- gli risponde Narcissa, scuotendo la testa.
 
-Mamma, ti prego! Ti ho detto che non è niente di che. Nessuna bacchetta le
andava bene, solo questa funzionava per lei e non aveva senso lasciarla in laboratorio
solo perché… be’, era potenzialmente pericolosa. In realtà sapevo che non si sarebbe
successo niente.- dice Draco, sbuffando.
 
Wow. Non riesco a credere che abbia così tanta fiducia in quello che proviamo da
lasciarmi prendere una bacchetta così… imprevedibile.
 
-Be’, in fondo sapevamo che non avrebbe potuto succederci niente. Olivander c’ha
detto che il fatto che sia stato lui a sbloccarmi i poteri ha creato un legame molto
forte tra di noi, poi rafforzato con le bacchette.- dico, alzando le spalle.
 
Non so il perché ma sento di dovermi pentire della mia uscita. Draco mi fissa
spaventato come se si aspettasse la Terza Guerra Mondiale, mentre Narcissa
guarda lui. E lo fa con un sguardo a metà tra il ‘scappa o ti uccido’ e il ‘ma cosa
diamine hai al posto del cervello?’. E questo suo sguardo non mi piace per niente.
 
-Asia, hai detto di essere una nata babbana, giusto?- mi chiede, spiccia.
 
-S-si, ma…-
 
-E questo cretino ti ha sbloccato i poteri, perché, ovviamente, pur non essendo
sotto la giurisdizione inglese, discendendo tu da una dinastia inglese, sei sotto
la tutela inglese, e quindi quando il Signor Potter si è ricordato dopo diciassette
o diciotto anni che avevano bloccato i poteri a una neonata perché altrimenti
sarebbe diventata pericolosa. Giusto? E tu li hai sbloccati per senso del dovere,
immagino.- continua.
 
-Mamma, ti prego. Io non..- le dice Draco allarmato.
 
-Ah, certo, tesoro! Tu non. Scommetto che ti sarai solo dimenticato di dirle che
lei è parte della tua profezia!-
 
 
Spazio Autrice: Salve a tutti!! Lo so, sono in ritardo pazzesco. Ma avevo da
completare la preparazione ai test universitari, poi i test, poi il delirio da
post-entrata all’università. Da un lato vorrei accucciarmi ad un angolo in una
perfetta imitazione di Mirtilla Malcontenta perché non so davvero cosa mi s
uccederà, dall’altro mi va di ballare la conga. *sclero mode off*
 
Passando al capitolo: molto, molto difficile da scrivere. D’ora in poi sarà molto
difficile da scrivere questa fiction. E dal prossimo capitolo si passerà sul serio
al dramma. Quindi preparatevi. Ma rassicuro sul fatto che ci sarà il lieto fine! ;)
 
Riferimenti vari ed eventuali:
-Filosofia, inglese, e matematica: tre grandi croci. Le amo tutte e tre(sono una
mezza nerd, lo ammetto), e mi piaceva inserirli nella storia.
 
-Fidanzati gay e ex stronze: allora, tutti gli amici di Asia sono deliberatamente
ispirati ai miei amici. Il mio amico che ispira Daniele dice sul serio che tutti i
ragazzi che mi piacciono sono gay. Non importa se reali o no. Ha detto sul serio
che Draco è gay, così io ho deciso che è meglio evitare di nominare in sua
presenza le Drarry. Sarebbe imbarazzante.
 
-Sono una frana in Pozioni. Non parlo per esperienza personale, purtroppo, ma
Pottermore tra poco mi toglie da Serpeverde. Dovrei essere una pupilla di Piton,
per la miseria, e invece mi ritrovo ad essere una schiappa. Non mi va. ù.ù
 
-Adoro Mamma Narcissa.
 
-Odio i capelli arancioni. Finché sono naturali non dico nulla, ma odio le persone
che si tingono i capelli di quel colore definibile solo come arancione. Passo e chiudo.
 
Poiiiii! Allora, ho creato un profilo su Facebook, per comunicare ­­­notizie varie ed
eventuali sulle fiction. Ho pubblicato anche un album con Villa Malfoi e i personaggi della fiction.
 
Qui il link: http://www.facebook.com/profile.php?id=100002925034829
 
Ringrazio al solito chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate, chi ha l
etto e recensito! :D
 
A presto!
Micaela!

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Capitolo 15
*** You've let me down... Will I ever be able to forgive you? ***


-Profezia?- ripeto, girandomi verso Draco.
 
-Asia, io…- inizia, ma non continua.
 
-Io è meglio che vada. La casa la tieni bene per lei. Ho tutto quello che mi serve.- dice Narcissa Malfoy,
guardando male il suo tanto adorato figlio. –Asia, cara, è stato un piacere conoscerti. Ti prego solo di non
fargli troppo male. È pur sempre mio figlio, anche se a volte si dimentica di usare il cervello.-
 
La saluto, per poi guardarla smaterializzare. Mi volto verso Draco. Dio, profezie? Ma dico, stiamo scherzando?
 
-Così… hai una profezia?- chiedo.
 
-Asia, io…- mi dice, sprofondando nel divano, e invitando mia sedermi da qualche parte. Mi poggio al
bracciolo della poltrona, incrociando le braccia.
 
-Asia, tu, niente. Devi solo partire dall’inizio.-  gli rispondo secca.
 
Mi sa, mi sa che mi hai nascosto troppe cose perché io possa essere indulgente con te. Lo vedo sospirare,
per poi passarsi una mano tra i capelli rassegnato.
 
-Ho passato la mia infanzia nell’agio più totale. Ero un Malfoy e un mezzo Black. Ero il bambino col sangue
più puro del Regno Unito. Ed ero un maledettissimo pallone gonfiato. Ho dovuto aspettare undici anni prima
di capire che il mondo non girava attorno a me. Eppure… eppure c’era tanta voglia di essere il migliore, di
essere lo studente modello, di essere il figlio perfetto. Ma nessuno di questi ruoli mi si addiceva: il migliore
della mia classe era Potty, così amato, così apprezzato; la studentessa modello era la Granger, così
dannatamente perfetta nella sua intelligenza e nella sua furbizia. E come figlio.. ero pessimo. Ero viziato,
svogliato e annoiato. E non riuscivo nemmeno a vedere ad un palmo del mio naso. Non riuscivo nemmeno
a capire perché mia madre avesse gli occhi tristi, nonostante il sorriso nel volto. Non capivo perché mio
padre dovesse presentarsi ogni giorno al Ministero per dimostrare la sua innocenza. Mia madre sentiva
la mancanza delle sue sorelle, mio padre sentiva la mancanza del potere, che non aveva comunque perso.
Sai perché sono diventato un Mangiamorte quando avevo sedici anni. Sai cosa è successo in quegli anni.
Io non sapevo nemmeno di avere una zia di nome Andromeda. L’ho saputo solo quando mia madre mi ha
condotto da lei alla fine della seconda guerra. Non sapevo nemmeno che fosse una veggente, fino a quando
ebbe una profezia su di me.- mi disse, prendendo un respiro profondo.
 
-Andromeda Tonks è una veggente?- chiesi, soltanto, senza commentare. Ci sarebbe stato tempo per farlo,
ma dopo.
 
-Si, lo è. Ricordo ogni parola. Il figlio di un diavolo e di un angelo amerà. Lui non ci crede nemmeno ma lo
farà. L’amata i poteri celati e nascosti avrà. Ma lui per senso del dovere li sbloccherà! Il suo cuore freddo
e insensibile diverrà. Ma al suo primo sguardo a cedere pronto sarà. Ad una Nata-Babbana la sua vita
dedicherà… 
Ancora oggi, se ci penso, a volte mi viene da ridere. Vengo definito come il frutto del male e
del bene che avrebbe trovato l’amore in una di quelle persone che avrei dovuto odiare. Mia zia mi dice che
mi sarei innamorato di una donna, di una strega con i poteri celati, che io avrei sbloccato. Mi dice che
dedicherò la mia vita a lei e al nostro amore. Le sono scoppiato a ridere in faccia perché non ci credevo,
e d’altronde come avrei potuto farlo? E poi… senso del dovere, io? Non ero Harry, non avevo senso di colpa.
Sono tornato ad Hogwarts per frequentare il settimo anno e ho continuato a camminare per la scuola a testa
alta, nonostante gli insulti e le menate. Sono uscito dalla scuola e con un ghigno ho ottenuto l’accesso ai corsi
dell’Accademia. Non avevo intenzione di avere una relazione con chicchessia. Cambiavo letto ogni notte e
ogni notte mi ritrovavo con la testa vuota e la profezia in testa. Quando mia madre lo disse a mio padre, lui
andò fuori di testa. Contattò i Greengrass, e Argo fu più che felice di vendermi praticamente la sua figlia
minore. Per tutti era una storia da favola. Per noi due era un matrimonio da copertina. Entrambi avremmo
avuto dei vantaggi economici, del sesso sicuro e altre baggianate simili. Così mentre io perdevo il celibato
in un matrimonio fatto di falsi sorrisi e congratulazioni di circostanza, pensavo a quanto sarebbe stato bello
incontrare la donna della mia vita. Ho dovuto aspettare la bellezza di altri sette anni prima di incontrarti,
durante i quali ho perso completamente fiducia nei miei sentimenti. Non che ne avessi poi molta prima.
Quando Harry mi ha raccontato di te ero scioccato. E spaventato. Avevo così paura che quella mattina,
quando ci siamo conosciuti, arrivai a scuola che erano le sette. Di te sapevo solo il nome. Eppure quando
entrai in classe da te sapevo che eri tu. Eri tu la mia Anastasia. Eri tu la donna che sarebbe stata in grado
di riscaldarmi il cuore. E dopo tutto questo tempo.. ne sono più che sicuro. Sei unica per me.- mi dice,
guardandomi negli occhi.
 
Si alza, venendomi incontro, per poi abbracciarmi. Ma io non ricambio la stretta.
 
-Asia, ti prego, dì qualcosa.- mi implora.
 
-Allontanati da me.- sussurro, rigida.
 
-Cosa?- mi chiede, spalancandomi gli occhi.
 
-Allontanati da me. Non voglio avere più niente a che fare con te.- dico, alzandomi e allontanandomi da lui.
 
-Ma, Asia…-
 
-Ma, Asia? Ma, Asia? Cazzo, Draco, le persone mi avevano detto che eri un codardo. Ma credevo ci fosse
un limite a tutto. Tu non hai capito dov’è quel limite. Non l’hai capito completamente. E io non voglio più avere
niente a che fare con te!- urlo, stringendo la borsa tra le braccia.
 
-Asia, dici così solo perché hai paura che..-
 
-No, Draco. Io non ho paura. Non ho paura di quello che provo per te, non ne ho mai avuta. E sai perché?
Perché credevo che con te avrei potuto vivere un amore vero, senza ripensamenti, senza esitazioni. E invece
tu… è meglio che me ne vada.- dico, sprezzante.
 
-No, tu ti siedi e ne parliamo con calma. Cristo, Asia, non ti ho tradito, non ho fatto niente! Perché dovresti
essere incazzata con me? Perché lo sei così tanto?- mi chiede, trascinandomi sulla poltrona, con sguardo
implorante.
 
-Il problema è proprio questo, Draco. Tu non hai fatto niente. Hai preferito sposarti senza amore piuttosto
che affrontare i tuoi problemi!- gli rispondo, stringendo i pugni, per evitare di afferrare la bacchetta.
 
Mi sento così… umiliata.
 
-Non l’ho fatto per evitare dei problemi. Io non ci credevo nemmeno nell’amore. Asia, te l’ho già spiegato.- mi
dice, con una carezza sul viso, dalla quale mi discosto disgustata.
 
-Tanto valeva che ti suicidassi. Se smetti di credere nell’amore, non ha senso vivere. Cavolo, Draco. Ma non
te ne accorgi nemmeno che ogni parola che dici mi fa rendere conto di quanto tu sia debole?-
 
-Mi credi debole solo per questo? Non ti ho detto nulla della profezia perché non volevo metterti in pericolo!
Argo era un mangiamorte, ma non come me. Lui era uno di quelli che se mentre camminava per strada
incontrava un babbano lo uccideva senza pensarci due volte. E pensare che tu.. che tu potessi fare la stessa
fine mi faceva morire dentro.- mi dice, accarezzandomi il viso.
 
-Draco, non lo so, ok? So solo che ero pronta a tutto per te. È un mese che studio le pozioni di invecchiamento,
perché pensavo che, magari, se tu ti fossi lasciato con Astoria,io avrei potuto fingere di avere la tua età, per
evitare che le persone parlassero troppo. E invece tu avresti aspettato per sempre, magari avremmo passato
tutta la vita così.- dico, rassegnata.
 
Penso di avere sbollito almeno un po’ la rabbia. C’è solo delusione adesso. E tanta tanta amarezza.
 
-Asia..-
 
-Ho bisogno di stare un po’ da sola adesso, Draco. Non ce la faccio a…- mi fermo, perché non voglio
scoppiare a piangere, non davanti a lui.
 
-Mi stai lasciando?- mi chiede, con sguardo triste.
 
-Mi dispiace.- dico, abbassando gli occhi. Mi alzo dalla poltrona e afferro la mia borsa, stringendomi la
giacca addosso.
 
Sto per uscire dalla biblioteca quando lui mi afferra per un braccio.
 
-Io ti amo sul serio.- mi dice, a voce bassissima.
 
-Ti amo anch’io. Ma questo non cambia nulla. Non può più cambiare nulla.- gli rispondo.
 
-Asia, la profezia…-
 
-La profezia dice solo che tu mi avresti amato. Ma non dice che saremmo stati insieme. Addio, Draco.- gli
dico, prima, di smaterializzarmi.
 
Crollo davanti casa mia. Sono abbastanza cosciente da dire che sta piovendo. Che io sto facendo piovere.
Vedo tra le lacrime una massa che si avvicina a me, nonostante la pioggia.
 
-Asia! Ma cosa è successo?-
 
-Daniele.- rispondo, singhiozzando. –Daniele.-
 
-Shh. È tutto ok.- mi dice, prendendomi in braccio.
 
Mi appoggio alla sua spalla e piango un pianto liberatorio. Si limita a stringermi e mettermi al riparo dalla
pioggia. Mi mette seduta un attimo, prima di aprire la porta con la chiave nascosta sotto il vaso davanti la
porta. Poi mi riabbraccia, facendomi accoccolare su di lui sul divano, mentre mi accarezza la schiena e
mi lascia sfogare. Passa diverso tempo, prima che io mi calmi almeno un po’.
 
-Asia, cosa è successo?- mi chiede, stringendomi addosso a lui.
 
-Io e Draco.. ci siamo lasciati.- riesco a dire tra un singhiozzo e l’altro.
 
Non sento rispondere il mio amico, così soffoco un singhiozzo sulla sua maglietta.
 
-Perché?-
 
-L-lui… mi ha deluso. Mi ha deluso così tanto questa volta-gli dico, ricominciando a piangere.
 
Sento il suo battito del cuore sotto il mio orecchio, e questo suono diventa presto una ninna nanna che mi
culla, mi abbraccia e mi fa andare alla deriva, fino alle braccia di Morfeo.
 
La notte passa tra incubi e pioggia battente. La mia unica luce è una stretta che sento alla mano destra. Mi
sveglio, vedendo che è già l’alba. Daniele ha passato la notte con me. Continuo a guardarlo, per non
rimettermi a piangere. Gli lascio andare la mano leggermente, staccandomi da lui per andare in bagno a
sciacquarmi il viso. Lo vedo allo stipite della porta attraverso lo specchio, mentre mi sorride mesto.
 
-Buongiorno.- lo saluto, con un filo di voce. Dio, mi sento un travestito, talmente ho la voce roca.
 
-Giorno, piccola. Come stai?- mi chiede, abbracciandomi da dietro e appoggiando la testa alla mia spalla
sinistra.
 
Perché deve essere tutto così dannatamente complicato? Perché non posso semplicemente innamorarmi
di una persona come Daniele?
 
-Male. Ma un po’ meglio di ieri.- gli rispondo, stringendomi le sue braccia alla pancia.
 
-Ne vuoi parlare?- mi chiede.
 
-Tu come reagiresti se la persona che ami ti avesse nascosto di essere destinato ad amarlo per tutta la vita
solo perché non vuole affrontare il padre?- gli chiedo a bruciapelo.
 
-No. Davvero?- mi chiede, stringendomi ancora di più.
 
-Già.-
 
-Ha fatto una cazzata, te lo concedo. Però… mi credi se ti dico che non me la sento poi così tanto di
condannarlo?- mi chiede, mettendomi di fronte a lui.
 
-Si, ti credo. Ma io non me la sento nemmeno di giustificarlo, mi capisci?-
 
-Perché?-
 
-Perché avremmo potuto affrontare tutto insieme. È questo quello che si fa in una coppia. Si condivide tutto,
dalle cose belle ai problemi.- dico, appoggiando la testa al suo petto, alla ricerca di sollievo. Lo sento
ridacchiare un po’, prima di stringermi di rimando.
 
-Tu e il biondastro siete più simili di quanto tu possa credere, eh, Asia?- mi chiede.
 
-Che vuoi dire?- gli chiedo, guardandolo negli occhi.
 
-Vuol dire che siete molto simili. Anche tu volevi risolvere il piccolo problema chiamato stregoneria da sola
perché avevi paura di perderci. Non credi che forse anche lui avesse un po’ di paura a dirtelo perché aveva
paura di una tua reazione? Quel tipo ti adora, per quanto mi costi ammetterlo, e non ti farebbe mai del male.
Sarebbe pronto a.. stavo per dire prendersi una pallottola, ma per voi non vale a niente, un ‘Arresto Momentum’
e siete a cavallo. Ma, be’, sarebbe pronto a beccarsi un Avada Kedavra dritto in fronte al posto tuo.- mi dice,
con una carezza tra i capelli.
 
-È diverso.- bofonchio.
 
-No che non lo è. Anzi nel suo caso la situazione è ancora più grave. Tu.. sei abituata ad avere attorno gente
che ti vuole bene. Lui no. Penso che sentirsi amato per la prima volta, per lui, sia stato come raggiungere la
cima dell’Everest. Penso che lasciandolo tu l’abbia fatto schiantare al suolo.- mi dice, grattandosi la testa,
imbarazzato.
 
-Lo stai difendendo o vuoi solo farmi sentire in colpa?- mugugno.
 
-Hey, io sono quello che ti fa arrivare alla verità. Prima ti faccio incazzare, poi mi faccio perdonare. È una
tecnica che uso da quando ti ho conosciuta ed è una tecnica che continuerò ad usare finché saremo presenti
l’uno nella vita dell’altro.- mi risponde tranquillo.
 
-Lo so. Ma non me la sento lo stesso di perdonarlo. Per adesso avrei solo voglia di mettermi rannicchiata in
un angolo in perfetto stile anime quando la protagonista è depressa e gli altri personaggi la guardano con le
onde viola stile ‘lei è pazza’.-
 
-Si, ok. Oppure altra soluzione?- mi chiede. –Non hai voglia di lottare?-
 
-Ho lottato per troppo tempo. Questa volta deve essere lui a fare qualcosa.- dico, sospirando.
 
-Quindi se lui lotterà..-
 
-Ci penserò, ok?- dico, con un sorriso sul volto.
 
-Non arrenderti, piccola. Tutto si aggiusterà.- mi risponde il mio amico, lasciandomi un bacio sulla tempia.
 
Grazie, Daniele. Grazie per esserci stato. Hai mantenuto la promessa.



Spazio Autrice: Salve a tutti!! Come va? Com'è stato l'inizio scolastico? :)

Premetto che questo capitolo è stato scritto rigorosamente di getto, perchè volevo che il litigio rispettasse davvero i tempi reali delle persone quando litigano. Ma comunque sia, mi sembra comunque che ci sia qualcosa che non va! T_T  Poi... Si, Draco e Asia si sono lasciati. Sarà per sempre? Sarà per poco tempo? Per saperlo dovete seguire la storia!! xD Nella seconda parte del capitolo si vede la reazione della ragazza ma.... Draco? Come l'ha presa? Anche questo per saperlo dovete seguire la storia! Poi.... boh! Non so.  xD


Piccola pubblicità personale: ho scritto il primo capitolo di una Wolfstar. Se vi va fateci un salto! Qui il link 

 
Qui il mio profilo facebook.


Ringrazio chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ ricordate!


Apresto!

Micaela

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Capitolo 16
*** Ma che giornata di merda! (Draco PoV) ***


La vedo smaterializzare appena fuori la biblioteca dopo essersi liberata dalla mia stretta al suo braccio.
Vedo la porta chiudersi davanti i miei occhi e mi sembra di vedere chiudere una gabbia. Abbasso la testa
e chiudo gli occhi e i pugni. Comincio a colpire la porta, ripetendo i colpi, lasciando scappare un solo
singhiozzo tra le labbra. Non posso lasciarmi andare. È tutta colpa mia. È solo colpa mia se lei se n’è
andata. Se avessi avuto un po’ più di coraggio… Merlino. Mi odio, mi odio, vorrei staccarmi la testa.
Non posso sopportare di perdere anche lei. Non posso sopportare di perdere l’unica persona che è
riuscita a capirmi. Non posso perderla.
 
Blaise aveva ragione. Se avessi scelto prima da che parte stare forse tutto sarebbe andato in modo diverso.
Ma c’è tempo. Posso rimediare. Devo rimediare. Farò tutto quello che devo. Divorzierò, me ne sbatterò di
mio padre, lascerò perdere tutti gli altri e striscerò davvero per riavere lei. Alzo la testa di scatto e con un
breve movimento della bacchetta mi fascio le nocche delle mani che chiedono pietà. Poi riprendo la giacca
e mi smaterializzo nella casa che condivido con Astoria.
 
Poggio la giacca nell’appendiabiti accanto la porta e mi appoggio un secondo al muro, per rallentare il battito
cardiaco. Non posso perdere la calma adesso. Sento dei passi avvicinarsi a me.
 
-Draco?- mi chiama Astoria.
 
Non le rispondo, preferisco restare a fissare il muro.
 
-Draco, puoi seguirmi in salotto? Devo parlarti.- mi dice, prendendomi per un polso.
 
Mi lascio portare in salotto mentre in testa mi preparo un discorso.
 
-Devo parlarti anch’io.- le dico, con voce roca. Merlino. Quella giornata era iniziata così bene.
 
-Prima io.- mi dice, sedendosi su una poltrona e facendomi sedere sul divano.
 
Annuisco, dandole il cenno di parlare.
 
-Voglio il divorzio, Draco.- mi dice, con candore.
 
Alzo la testa di scatto, guardandola negli occhi. Lei si limita a sorridermi, innocente, portandosi le mani in
grembo.
 
-C-cosa?- le chiedo, scioccato.
 
-Io voglio il divorzio. Ti prego, Draco, dimmi che sei d’accordo perché non riuscirei a sopportare il peso di
un processo proprio adesso. Abbi pietà di me.- mi implora, sporgendosi verso di me per stringermi un braccio.
 
-Io cosa? No, tu non hai capito.- dico, scuotendo la testa e sospirando. –Cazzo, Tory, è una giornata di merda
e stiamo per finirla al completo. Ma non ho intenzione di intralciarti. Ti stavo per chiedere la stessa cosa.-
 
Le sorrido mesto e un po’ triste.
 
-Mmm.. Dray, c’è qualcosa che non so?- mi chiede, con un sorriso felice in volto.
 
La vedo sedersi accanto a me e stringermi le mani attorno alle sue. Non ci sono mai stati gesti così intimi tra
di noi. Certo, il sesso era fantastico, prima che incontrassi Asia. Ma l’intimità, la confidenza.. quelle sono altre
cose. Ma penso che adesso che ci stiamo liberando l’uno dell’altro potremo avviare quell’amicizia che tra di noi
è sempre mancata. Abbasso lo sguardo. Non so se posso fidarmi di lei. Noto che indossa un paio di ballerine.
Lei che ha sempre indossato i tacchi pure a scuola?
 
-Cosa dovresti sapere?- le chiedo, soffermandomi sui suoi piedi.
 
-Non so, hai conosciuto qualche ragazza di recente?- mi sorride.
 
Mi limito ad arrossire vagamente, distogliendo ancora di più lo sguardo.
 
-Oh, andiamo, Draco! Non fare l’errore di credere che io ti sia stata fedele per tutto questo tempo!- mi dice,
ridacchiando.
 
-Tory, come ti ho già detto prima, ho avuto una giornata di merda. Potresti evitare di aggiungere notizie che
potrebbero frantumare quel minimo di serenità che mi è rimasta?-
 
-No, sono una Serpe, mi dispiace. Devo solo darti una notizia e poi voglio conoscere i dettagli.- mi dice,
costringendomi a guardarla negli occhi. –Sono incinta di tre settimane.-
 
La guardo sbattendo molto velocemente le palpebre.
 
-Sei.. incinta? Ma.. noi non facciamo..-
 
-Oh, lo so. Il padre del bambino è l’uomo della mia vita.- mi risponde, carezzandosi dolcemente la pancia.
 
-Ora capisco molte cose. Ecco dov’è che andavi quando andavi in palestra, eh?- le chiedo, punzecchiandole
le braccia.
 
-Già.- mi dice, ridacchiando imbarazzata.
 
-Ma chi è il padre?- le chiedo, poggiandole una mano in grembo, piano.
 
-Seamus Finnigan.- dice, con gli occhi felici.
 
Se avessi avuto una qualche bevanda in bocca probabilmente l’avrei sputata tutta in faccia ad Astoria.
 
-Finnigan? Merda, i tuoi ti ammazzano. O ammazzano lui! era nella..-
 
-Nella banda di Harry Potter, si. Ma è dolcissimo e gentile e sono innamorata di lui da sempre! E possono anche
diseredarmi i miei, ma ciò non toglie che potrò comunque vivere benissimo anche senza di loro. Potrebbe
vagamente mancarmi mia sorella, però.-
 
-Da quanto tempo state insieme?- le chiedo, serio.
 
-Da otto anni.- mi dice, chiedendo scusa con gli occhi.
 
-Ma allora quando..-
 
-Senti, hai presente quando a un certo punto, durante il pranzo di nozze, non riuscivate più a trovarmi? Ecco,
ero nel retro con lui. E non stavamo parlando.-
 
-Cazzo.- impreco.
 
-Già. E ora tocca a te.- mi dice, sorridendomi incoraggiante.
 
-È complicato.- dico, sospirando. –Ho incontrato questa ragazza, che è stupenda, è bella, simpatica, sarcastica.
È una serpe che si mostra come leonessa. Ed è potente, più di noi due messi assieme. E la amo. La amo più di
ogni altro al mondo. Ma.. è una nata-babbana. E ha dodici anni in meno di me. Ed è l’unica donna con cui mi vedo
ad invecchiare da qualche parte in mezzo ai boschi del Kent.-
 
-Wow. La ami sul serio, Dray.- mi dice, meravigliata.
 
-Già.-
 
-E a te importa veramente che è una nata-babbana, signor ho-il-sangue-più-puro-di-tutto-il-mondo Malfoy?-
 
-No. Proprio no. Ho smesso di credere a queste cazzate durante la guerra.-
 
-E allora sbattitene! Combatti. È per lei che devi farlo.-
 
-Lo so. I miei prossimi passi sono Harry e mio padre.- dico, grattandomi vagamente la fronte, imbarazzato. –Però
parli facile tu! Ti sei nascosta per otto anni.-
 
-Mi sono nascosta fino a quando ero sicura che tu volevi questa trappola. Quando ho notato che tu avevi smesso
di cercarmi per il sesso e avevi smesso la fede… io ho smesso di prendere i contraccettivi. Seamus è al settimo
cielo! Levita senza nemmeno accorgersene.- dice con tono saccente, che tanto mi ricorda la Granger nei suoi
giorni di gloria.
 
-Fantastico! Cornuto e bastonato!- dico, sarcastico.
 
-Ti voglio comunque bene, Dray. Abbiamo passato troppo tempo insieme per non provare almeno affetto per te,
non trovi?- mi dice, accarezzandomi una guancia.
 
-Ti voglio bene anch’io. In fondo è colpa mia se tu sei rimasta incastrata in questa situazione.- sussurro.
 
-Neanche per scherzo, Dray. Non sei stato tu. sono stati i nostri genitori a costringerci a farlo. Non dimenticarlo.- mi
dice, con tono grave.
 
-Tranquilla, Tory. Non lo dimenticherò mai.-
 
 
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
 
 
Merlino, che cazzo di giornata di merda. E vaffanculo chi mi dice che impreco troppo. Oggi merito l’indulgenza.
Eccheccazzo! Ma già che siamo in ballo.. finiamo di ballare. Mi smaterializzo al Ministero, di fronte all’ufficio del
mio capo. Busso leggermente, e entro quando Harry mi fa cenno di entrare.
 
-Potter.- lo saluto, sedendomi.
 
-Malfoy? Che ci fai qui? Il tuo turno è finito da quattro ore! E il mio da dieci minuti.- mi dice, guardando d
istrattamente un orologio mezzo distrutto al polso.
 
-Posso parlarti?- gli chiedo, prendendomi i capelli tra le mani.
 
-È successo qualcosa di grave?- mi chiede, sedendosi a sua volta.
 
-Be’, dipende da quello che intendi per grave. Blaise mi ha detto che ti ha accennato il fatto che..-
 
-Che cosa? Che tu e Asia state assieme? Si, me l’ha detto. E non te ne ho parlato perché volevo che venissi
tu da me a parlarne. Alla fine ti sei deciso, eh?- mi chiede, sarcastico.
 
-Potty, ti avviso che non è giornata. Sono stato mollato due volte e non ce la faccio a reggere altre ramanzine.
Ci sono bastate mia moglie e la donna della mia vita, grazie.-
 
-La donna della tua vita? Allora hai un cuore che batte tra i polmoni, non una pietra.-
 
-Fottiti, Sfregiato.-
 
-Cosa sei venuto a fare qui? Hai detto che ti ha mollato tua moglie… ti ha scoperto?- mi chiede.
 
-Sfregiato, smettila di credermi il diavolo. Era lei a tradirmi da otto anni. Io dopo tre mesi sono crollato, fai tu.-
 
-Certo che il mio patronus è un cervo ma qui i veri cornuti… ok, ok sto scherzando! – mi dice, ridacchiando
alla mia occhiataccia. –Ok, ma non riesco ancora a capire quale sia il mio ruolo in tutto questo.-
 
-Non lo so! Tu sei Harry Potter, per tutte le fottute mutande di Merlino! Di solito ti trovi in mezzo ai guai e riesci
a salvarti con il tuo immenso culo. Ora ho bisogno che tu dia un po’ del tuo culo anche a me.- esclamo.
 
-Non accetto proposte oscene dalle serpi, Malefico!- mi dice, alzando un sopracciglio.
 
-Oh, ma la vuoi piantare!- esclamo, dopo essermi accorto di quello che gli ho detto. –Qui la situazione è seria.
Quella ragazza era disposta a tutto per me! Pure a prendere delle fottute pozioni giornaliere che la facessero
sembrare più vecchia, pur di stare accanto a me senza avvicinare troppe chiacchiere. Ma io non posso permetterlo.-
 
Mi guarda sorpreso, per poi abbassare lo sguardo.
 
-Quella ragazza è un tesoro. E non te la meriti, per la cronaca.- mi dice, con cipiglio incazzoso. –Ma purtroppo
ha scelto te e quindi devi ritenerti fortunato. Perché se non fosse per lei e tua madre a quest’ora avresti le mie
mani attorno al tuo collo per ucciderti! E chi se ne fotte se non giochiamo più a quidditch l’uno contro l’altro!-
 
-Non ho capito dove vuoi andare a parare, Potty.-
 
-Vuol dire, Furetto dei miei stivali, che non sei stato l’unico al mondo a pasticciare con le pozioni, sai? C’era un
uomo più bravo di te.- mi dice, sospirando e intrecciando le dita delle mani.
 
-Uno più bravo di me? L’unica persona che conosco che era in grado di fare pozioni decentemente è..-
 
-Esatto. L’unica. Severus Piton. Mi sa che ti sta facendo l’ultimo regalo dall’aldilà.-





Spazio Autrice: Salve a tutti!! Wow, sto pubblicando davvero presto questa volta! xDD Diciamo che, essendo questa storia verso la fine, mi concentrerò molto di più su questa rispetto alle altre, quindi gli aggiornamenti potrebbero essere piuttosto veloci. Allora, mi scuso se il capitolo vi sembra mooolto piccolo. Lo è. Ma mi serve per lasciare un po' di suspence e perché altrimenti il capitolo sarebbe stato lunghe miglia intere. ._. Poi... be', a questo giro non ci sono particolari riferimenti. Però voglio spiegare alcune cose. Astoria che non dà nemmeno la soddisfazione a Draco di dire 'Voglio il divorzio' mi piace un sacco. Il biondastro si faceva tanti problemi e invece aveva le corna così alte che era un miracolo riuscisse a passare dalle porte. (La battuta di Harry se l'è cercata.) Poiiiii... la scelta di Seamus non so da dove è sbucata. ._. Sapevo che alla fine sarebbe stato uno tra lui o Dean Thomas. Ma Seamus mi è più simpatico. Lui sa fare 'BOOM'. xD Invece per il doppio senso di Draco sul popò di Harry.... sto leggendo una Drarry vagamente oscena. Ora so perché preferisco le Dramione. Lol

Detto questo, ringrazio chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate e chi mi ha inserito tra gli autori preferiti. Che gioie!!


A presto!

Micaela!

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Capitolo 17
*** A Golden Trio and a Prince(Draco PoV) ***


-L’ultimo regalo dall’aldilà? Che vuoi dire?- gli chiedo, guardandolo storto.
 
-Vuol dire che sei una Serpe e come tale dovresti ringraziare il migliore Direttore che la tua Casa
abbia mai avuto! Ecco cosa voglio dire. E ora seguimi.- mi ordina, mettendosi il mantello e
trascinandomi per il colletto della giacca.
 
-Potter, mi stai strozzando!- lo imploro.
 
Mi trascina verso l’uscita del Ministero per poi afferrarmi per un braccio e smaterializzarci in mezzo
ad un campo rischiarato dalla luce del tramonto. Ok, penso, facendo mente locale. Dovremmo essere
a casa Granger-Weasley. Perché mi ha portato qui? Harry bussa alla porta e ad aprire arriva una
ragazzina di appena quattro anni, con i capelli rossi marchio Weasley e delle leggere efelidi sul viso.
 
-Zio Harry!- esclama, abbracciandogli una gamba, unica parte che riesce a raggiungere del padrino.
-Zio Draco!-
 
Sorrido, prendendola in braccio. Non so ne come ne il perché. Ma sia Rose che i piccoli Potter mi
adorano. E provo un piacere perverso nel vedere le facce fintamente schifate di Harry e Ron mentre
tengo in braccio i loro figli.
 
-Harry? Malfoy? Che ci fate qui?- ci chiede Ron, arrivato alla porta con Hugo in braccio per verificare
che sua figlia non abbia accolto dentro un mostro della palude, probabilmente.
 
-Hey, Ron. Hermione è in casa?-chiede Harry, passandosi una mano tra i capelli, imbarazzato.
 
-Certo. Malfoy, non invito i vampiri ad entrare in casa mia. Ho dei figli, sai?- mi dice sarcastico, facendomi
però cenno di varcare la soglia.
 
-Simpatico, Donnola. Quello che non ti hanno insegnato, però, è che non c’è bisogno di un invito vocale.
Basta anche un cenno come quello che mi hai fatto tu. Ma tranquillo. Non sono interessato all’immortalità.- dico,
con un gesto vago della mano.
 
-Ahah. Lo spero per te. Anche perché proverei un perverso piacere nel ficcarti un paletto nel cuore.- mi
sibila il rosso.
 
-Sai invece dove devi ficcartelo tu il paletto?- ringhio tra i denti.
 
-Furetto! Ci sono dei bambini qui!- mi dice Harry, spingendomi verso la cucina, dove Hermione sta
preparando la cena.
 
-Papà, dove devi metterlo il paletto?- chiede candidamente Rose, che insieme a suo fratello Hugo aveva
osservato il piccolo diverbio con grande curiosità.
 
Scoppio a ridere, sentendo Ron borbottare qualcosa tipo ‘lascia perdere, tesoro’.
 
Entriamo in cucina mentre Hermione mette in forno una teglia per ventiquattro. Pardon, per Ron.
 
-Granger, non si saluta?- la prendo in giro, con un ghigno sul volto.
 
È la mia più cara amica. Senza di lei non avrei mai potuto essere dove sono adesso.
 
-Malfoy, non sei nemmeno degno di risposta. Però mi fa piacere averti qui! Come va?- mi chiede,
abbracciandomi.
 
Poco inglese. Ma lei è sempre stata abbastanza espansiva.
 
-Bene. Oggi ho deciso di divorziare.- dico, con una scrollata di spalle.
 
-Ha deciso… sua moglie l’ha mollato. È solo troppo orgoglioso per reggere l’umiliazione.- dice Harry,
ridacchiando.
 
-Devi proprio cercarti le parolacce pure in una stanza dove ci sono due bambini piccoli, Sfregiato?- gli
dico, lanciandogli un’occhiataccia.
 
-Zio Sfeggiato!- urla Hugo, facendo un pernacchia.
 
-Hugo, sei il mio nuovo eroe.- dico, dandogli una pacchetta sulla testa.
 
-Draco, hai intenzione di parlare o sei qui per procrastinare?- mi chiede Harry, alzando gli occhi al cielo.
 
-Sei arrivato alla ‘P’ nel vocabolario?- gli chiedo, sarcastico.
 
-Allora, Harry, Draco, che ci fate qui?- ci chiede Hermione, interrompendoci.
 
Harry mi guarda di sfuggita, sospirando.
 
-Ho bisogno di vedere i libri di Piton.- dice.
 
-I libri.. perché? Ti serve qualcosa?- gli chiede Ron.
 
-Si, i diari dei suoi esperimenti.- risponde, annuendo.
 
-Esperimenti?- chiedo, scettico. –Potter, Piton era un pozionista eccezionale, ma non aveva molta fantasia.
Non faceva esperimenti.-
 
-Cominciò a fare esperimenti dopo la sua nomina di Preside di Hogwarts. Erano… commissioni per Tom
Riddle.- dice, abbassando gli occhi. –Herm?-
 
-Si, seguitemi.- dice, abbassando la temperatura del forno e conducendoci in soffitta.
 
Apre uno scatolone, prendendo un paio di libri grossi come mattoni e posandoli a terra, per poi prendere
un piccolo diario rivestito in pelle nera e riposare i libri al loro posto.
 
-Piton.. che tipo di esperimenti faceva?- chiedo, perplesso.
 
I tre si guardarono in faccia, sospirando.
 
-Esperimenti che è meglio tenere segreti. Certe cose non andrebbero modificate. Il tuo è un caso particolare,
Draco. Ma devi promettere, giurare che non dirai a nessuno quello di cui ti stiamo parlando. Be’.. magari lei,
Anastasia dovrebbe saperlo.- mi risponde Harry.
 
-Non ho ancora afferrato. Parla chiaramente.-
 
-Sai che Tom Riddle divise la sua anime in sette parti per creare gli Horcrux, no?- mi chiede Hermione.  
 
Annuisco, rabbrividendo leggermente.
 
–Il suo grande sogno era quello di essere immortale. Ma era un po’ megalomane…- continua Harry per lei,
un po’ sarcastico. –Non voleva dipendere da niente. Chiese a Piton una pozione che potesse avere come
effetto il ringiovanimento del corpo, in maniera perenne. Mise a punto una pozione due giorni prima della
Battaglia di Hogwarts.-
 
-Ringiovanimento del corpo perenne? Potter non ho bisogno di un antirughe.- sbotto.
 
E io che credevo avesse qualcosa di importante per me.
 
-Non sto parlando di una banale pozioncina che vendono pure a Diagon Alley. Sto parlando di mandare
teoricamente il tuo corpo anni indietro. Come se questi anni il tuo corpo non li avesse mai vissuti. Dopo
avere bevuto quella pozione potresti anche cambiare data di nascita nella tua carta d’identità.-
 
Lo guardo sbalordito.
 
-Ma come cavolo ha fatto a creare una pozione del genere. E soprattutto come fate voi ad avere tutti questi
libri?- chiedo.
 
-Abbiamo ereditato i suoi libri di pozioni. Be’.. li aveva ereditati mia madre. Ed essendo io il suo unico erede…
ho preferito lasciare questi libri ad Hermione dopo averli studiati insieme. Siamo stati subito d’accordo sul fatto
che certe pozioni è meglio celarle al popolo.- dice Harry, abbassando gli occhi.
 
-Ma che fa? Insomma, che male ci sarebbe ad essere un po’ più giovani?- chiedo, ingenuamente.
 
-Malfoy, ci sono cicli che non vanno interrotti. Il ciclo nascita-crescita-morte è uno di questi. Non si deve
allontanare la morte.- mi risponde Harry.
 
-E la pietra filosofale?- chiedo.
 
-Quello è diverso. E come sai Flamel ebbe l’accortezza di non svelare mai le componenti della pietra.- ribatte
Harry. –Ma questo ci riporta a te. Se tu fossi venuto da me a dirmi che volevi qualcosa del genere, non ti avrei
dato queste pozioni nemmeno sotto tortura. Ma visto che lo fai per lei…-
 
-Il punto è, Draco, che non abbiamo mai visto di buon occhio il fatto che tu abbia irretito una ragazzina.- dice
Ron.
 
-Non gliel’hai detto?- chiedo, guardando Harry negli occhi.
 
-No. Non era giusto che glielo dicessi io. Vuoi che glielo dica?- mi chiede, un po’ apprensivo.
 
Annuisco, appoggiandomi al muro.
 
-Draco e Asia erano destinati ad amarsi. Andromeda ebbe una visione su loro due. Be’, non sapeva se la
ragazza fosse veramente lei, ma.. il punto è che non possono farci niente. Non è qualcosa di cui si possono
dimenticare. I loro sentimenti, dico.- dice Harry.
 
-Merda.- impreca Ron.
 
-Questa è la conferma che mi serviva. Bene, Malfoy.- dice Hermione, prendendo due pagine e strappandole
dal diario. –Qui c’è la pozione. La prepareremo insieme quando vorrai assumerla. Però c’è un problema della
quale Harry non ti ha parlato. Non è come dovrebbe essere, c’ho provato un paio di volte a farla ma non
diventa verde smeraldo. Resta viola, tu sai il perché?- mi chiede.
 
-Mi state dando una pozione sperimentale? E se mi crescessero altri due piedi?- sbotto, un po’ incazzato.
Mi stanno tenendo nascoste troppe cose questi qui.
 
-Non è sperimentale in quel senso… nel senso che provandola con delle piante per esempio la pozione
funziona, ma dopo poco tempo svanisce l’effetto. Pensi di poterne capire il perché?-
 
Leggo velocemente le istruzioni, per poi ghignare.
 
-Oh, tranquilla, Herm. Non sarà un problema. Piton era una vera carogna quando voleva esserlo.- dico,
sogghignando.
 
-Di che parli?- mi chiede lei.
 
-Vedi, non puoi mischiare il sangue di vampiro con le lacrime di fenice in queste dosi. Per ogni goccia di
sangue bastano due lacrime, cinque di ess rendono la pozione inutile. Questo lo sa qualsiasi pozionista
che abbia il coraggio di dirsi tale. Quindi, non preoccuparti, me la posso cavare. Piton lo faceva spesso
con le pozioni che incontrava per caso in qualche libro sconosciuto al resto del mondo. Modificava le dosi
usando un codice che conoscevano in pochi. Quindi so cosa fare.- dico, più tranquillo.
 
-Draco, sei sicuro di quello che stai facendo?-mi chiede Hermione, stringendomi un braccio.
 
-Si. se non lo faccio per lei che è la donna della mia vita, mi spieghi per chi dovrei farlo? Non posso
permettermi di perderla. Non se per averla mi basta perdere qualche anno, no?-  chiedo, scrollando le
spalle. –L’unica mia domanda è.. non perderò i ricordi dei miei ultimi anni, no?-
 
-Certo che no, Malferret. Quanti anni vuoi perdere, comunque?- mi chiede Hermione.
 
-Undici. Avrò più o meno la stessa età di Asia, ma sarò comunque un po’ più grande di lei.- le rispondo,
con un sorriso sghembo in viso.
 
-Perciò.. com’è stato trovare la tua ragazza?- mi chiede, mentre il marito e il suo migliore amico scendono
per lasciarci un po’ da soli.
 
-Cos’è, adesso non ti sembro più una carogna?- sogghigno.
 
-No, lo sembri ancora. Ma quello lo sei sempre stato. Però… Sei diverso da quando stai con lei. Ti si vedeva
lontano miglia che eri appagato.- mi dice, sedendosi a terra.
 
-Non ho intenzione di parlare di sesso con te, Sanguesporco.- celio sarcastico.
 
-Parlo di appagamento di sentimenti. Sai, cose tipo ‘sono felice, lo sono così tanto che bacerei anche un
ippogrifo’, oppure ‘il mio cuore è pieno di sentimenti come un calderone lo è di pozione’. Robe così.- mi
dice, ridacchiando.
 
-Granger, ti sembro persona da dire in pubblico robe del genere? E poi… Merlino, paragonare un cuore
ad un calderone.. è così grossolana come metafora!-
 
-Ma sei innamorato di lei.- conclude.
 
-Si, lo sono. Ed è bello esserlo. Ma non farò lo sdolcinato con te. Sei sempre la punta di diamante del Trio
Miracoli. Non si sa mai quale scherzo stiano preparando alle Serpi.- le dico, con leggero affetto che traspare
dalla voce.
 
-Sono felice che tu abbia trovato una ragazza come Asia. È fortunata ad avere una persona come te, disposto
a tutto pur di averla.- mi dice, con un sorriso in volto. –Be’, lo stai facendo solo ora il possibile, ma meglio tardi
che mai.
 
Rido, passando entrambe le mani tra i capelli. E che Merlino me la mandi buona, almeno per questa volta.




Spazio Autrice: Salve a tutti! O forse dovrei dire buonanotte! ^^'' Come avevo promesso a Puffola_Lily eccomi ad aggiornare di Mercoledì. Il fatto che manchi solo un'ora allo scadere della mezzanotte non vuol dire che sono in ritardo. ... non vuol dire che sono in ritardo, vero?? TT_TT BTW Come vi va la vita? Io, sinceramente, mi sento un po' giù. L'università è fantastica ma i prof sono ancora più stronzi del liceo e non conosco ancora nessuno. Anche se oggi c'era una ragazza con la collana dei Doni della Morte e mi sentivo tanto di andare da lei e darle un bacio in fronte! xD Poiiiiii.. be', capitolo che mi sa tanto di Slice of Life. Però ci voleva. I piccoli di casa Weasley e Potter molto affezionati a Zio Draco mi mettono molta tenerezza. Non so da dove è spuntato, ma mi piace. Rose che abbraccia la gamba di Zio Harry poi è molto ashdxnwecioawhrna! Non so perché. So solo che li adoro nei panni di padre, madre, zio, zia ecc..  Poiiiiii... Boh, non so che dire! Se c'è qualche dubbio ditemelo, anche perché ho leggermente paura di avere scagazzato un po' il capitolo. Lascio la parola a voi!!


Ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate e chi mi ha inserito tra gli autori preferiti! *Q*


A presto!
Micaela!

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Capitolo 18
*** Please, please, don't cry. ***


Mi sveglio di soprassalto, mettendomi subito seduta a letto. Mi giro verso destra, dove Daniele è coricato. Non
mi merito un amico fantastico come lui. Già da qualche giorno dorme in camera mia. Da quando… be’, da
quando l’ho lasciato. Non lo vedo da allora. Non si presenta a scuola da allora. Mi reco in bagno, per fare una
doccia veloce. Dopo essermi vestita, esco per chiamare Daniele, che però si è già svegliato e sta raccogliendo
i vestiti da indossare per la scuola.
 
-Buongiorno, piccola. Come stai?- mi chiede con un sorriso, per poi stringermi.
 
-Abbastanza bene. Tu?- gli chiedo, aggrappandomi a lui.
 
-Bene. Oggi è il grande giorno, eh?- mi chiede.
 
-Non so se voglio incontrarlo. Mi fa male pensare pure a lui.- sussurro, contro la sua spalla.
 
-Se non vuoi andare…-
 
-Sia mai. Io non ho nulla da nascondere. Lui sa tutto di me. Ero io a non sapere di essere destinata ad essere
per sempre la sua amante.- dico, staccandomi da lui.
 
Daniele sospira, alzando gli occhi al cielo e chiudendosi la porta del bagno alle spalle. Sospiro anch’io. Non
sono proprio pronta ad incontrare Draco. Ma devo farlo. Non sarò io la codarda. Mi metto di fronte lo specchio,
per controllarmi. I jeans stretti e la felpa che ricorda le giacche delle squadre di football dei licei americani non
risaltano molto il mio corpo. Ma non riesco a rendermi più bella nemmeno per lui. Chiudo gli occhi, sperando
che questa situazioni passi presto. Quando Daniele esce dal bagno, prendo la borsa, per poi afferrare il suo
braccio e smaterializzarci vicino la scuola. Stella, Lex e Roberto sono già lì. Stella mi abbraccia piano, quasi
con nonchalance.
 
-Credevamo che oggi non saresti venuta a scuola.- mormora Roberto, sorridendomi gentile.
 
-La nostra piccola sanguesporco non vuole darla vinta al purosangue. Se fossi un po’ più decerebrata, penserei
a te come a una Grifondoro.- dice Daniele, tenendomi vicina a lui.
 
Sorrido tristemente, per poi entrare a scuola e sedermi al mio posto. La mia prof di latino interroga un po’ di
persone durante tutte e due le ore, lasciandomi con troppo tempo per pensare a quello che sarebbe successo
nell’ora successiva. Mi chiedo di cosa parlerà Draco. Dopo avere fatto per la prima volta l’amore mi aveva
dedicato una lezione. Adesso potrebbe anche parlare delle separazioni. Anche se credo di no. Non sarebbe
nel suo genere probabilmente.
 
Al secondo suono della campanella, il mio cuore inizia a battere forte, come se il mio corpo si stesse preparando
a incontrare lui.
 
Non voglio incontrarlo. O forse voglio farlo.
 
Come al solito è il primo ad entrare. Indossa stranamente dei jeans e una camicia azzurra, con le maniche
arrotolate e un cappello nero, tipo Borsalino, di pelle. Sta bene vestito così. Entra guardandomi velocemente,
per poi abbassare lo sguardo. È strano. C’è qualcosa di diverso in lui, qualcosa che non gli ho mai visto.
Sembra risoluto. Sembra in missione. Sospiro pesantemente, abbassando la testa.
 
Quando arriva anche la professoressa d’inglese, sembro pronta a sentire le accuse per la mia condanna
a morte. Sento lo stesso peso nel petto che sentirei in quel caso. Nonostante io sia ancora arrabbiata con
lui non posso fare a meno di quello che mi ha detto Daniele su Draco.
 
“Penso che sentirsi amato per la prima volta, per lui, sia stato come raggiungere la cima dell’Everest.
Penso che lasciandolo tu l’abbia fatto schiantare al suolo.”

 
Era una cosa di cui ero consapevole. Dio, gli ho spezzato il cuore.
 
E facendo del male a lui, ho fatto del male a me stessa.
 
-Salve ragazzi.- dice per poi sospirare.
 
Oggi vi voglio parlare di un argomento che in parte abbiamo affrontato qualche settimana fa.
L’amore. C’è stato un aspetto di quello che un uomo che ho conosciuto vent’anni fa ha definito
come la magia più potente di tutte che non abbiamo valutato. La delusione. A volte capita che ami
così tanto una persona che la deludi perché tieni troppo a lei. E io ho deluso l’unica persona in
grado di farmi dire ‘ti amo’. Questa è la mia classe preferita dell’istituto, sapete?
- dice, con un sorriso
triste ma deciso sul volto. –Ed è per questo che mi è difficile dirvi queste cose. Me ne vado. Dalla
prossima settimana non sarò più io a farvi da conversatore. Ho bisogno di ritirarmi a vita privata
adesso. Ma mi mancherete. Tutti voi.
-
 
Finisce stringendosi le braccia al petto. Lo guardo, scioccata.
 
-No!- urlo, alzandomi in piedi.
 
-Asia…- mi chiama Daniele, tirandomi giù.
 
-No!- urlo di nuovo, guardando Draco negli occhi.
 
Lui mi guarda di rimando, ma dal suo viso non traspaiono emozioni. È impassibile, è il blocco di ghiaccio
che era prima… prima che ci incontrassimo. Sento mancarmi il respiro e corro via dall’aula, prima che mi
veda piangere. Mi chiudo la porta del bagno femminile alle spalle con il colloportus, per poi appoggiarmi al
lavandino e piangere pure l’anima.
 
Mi dispiace, Draco, ti prego, mi dispiace. Non andartene, non lasciarmi sola. Ti prego. Ti amo.
 
-Asia.-
 
-Vattene via, Daniele!- urlo, tra i singhiozzi.
 
-Apri la porta, ti prego.- mi implora.
 
-Non ce la faccio, Dany. Non ce la faccio ad entrare lì dentro e guardarlo negli occhi. Non ho il coraggio
di andarci così.- dico, aprendo la porta con la bacchetta.
 
-Sei una deficiente.- mi dice, entrando e appoggiandosi al muro, con le braccia incrociate.
 
-Grazie. Mi mancavi solo tu.- dico, un po’ scocciata.
 
-No, te lo meriti! Sei una deficiente perché se avessi un po’ di fegato andresti da lui a dirgli quello che provi,
piuttosto che nasconderti dietro quella che non vuole più avere niente a che fare con lui perché ha una paura
boia di impegnarsi.- dice, con ampi gesti delle braccia, per poi posare le mani sui suoi capelli. –Tu lo fai
sempre, Asia. L’hai sempre fatto. Ogni volta che ti accorgi di essere innamorata di qualcuno ti tiri indietro
portando avanti le tue posizioni con scuse assurde. ‘Quello è troppo alto’, ‘quello se mi metto i tacchi lo
supero’, ‘a quello non piace il cinema’ e robe simili. Ti conosco da cinque anni e l’hai fatto ogni singola
fottuta volta.-
 
Lo guardo, stringendomi le mani al petto, mentre lacrime silenziose mi solcano il viso.
 
-Ma ora basta, Asia. Non sono il tuo babysitter.- dice con un sospiro. –Non mi sono scocciato di te in questi
giorni perché ti voglio un bene dell’anima e non volevo ferirti più di quanto già lo eri. Ma non ti permetterò di
piangerti addosso. Se vuoi aggiustare le cose tra te e Malfoy, dovrete farlo entrambi. Tu devi capire se sei
pronta ad affrontarlo e lui deve fare entrare dentro la testa bacata che ti ritrovi che ti ama.-
 
Lo guardo riconoscente, prima di stringere le braccia attorno ai suoi fianchi. Lui mi stringe di rimando,
lasciandomi un bacio tra i capelli.
 
-Ho dimenticato il libro di pozioni a casa sua.- borbotto.
 
-È un’ottima scusa per andare a casa sua, no?- mi dice, con un sorriso leggero.
 
-Non c’entra niente. Devo solo studiare. Potrei entrare all’Accademia per poi provare a fare pace con lui.-
 
-Pensi solo a studiare?-
 
-Penso solo che per adesso non voglio incontrarlo. Perché, sinceramente, non ho il coraggio di guardarlo
negli occhi-
 
 
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
 
 
Le ore di scuola passano nell’omertà più assoluta tra noi Big 5. Non ci parliamo nemmeno, il che è abbastanza
strano visto che siamo il reparto più rumoroso della classe. Solo i prof sembrano essere contenti di questa
nostra condotta. Appena suonata la campanella dell’ultima ora raccolgo la tracolla, per poi salutare con un
cenno i miei amici  e scappare via, senza una parola. Non me la sento di parlare con loro, e poi Daniele sa
già ciò che farò. Mi fermo ad un bar vicino la scuola, per mangiare e raccogliere le idee.
 
Mi sento una dannata codarda. Se fossi a casa mia mi nasconderei sotto il letto. O se fossi uno struzzo
ficcherei la mia testa nella sabbia. Cosa che gli struzzi non fanno ma, hey!, sono luoghi comuni.
 
Mi smaterializzo nella biblioteca della casa di Draco. respiro a pieni polmoni. Mi è mancato questo posto.
Ma non posso perdere tempo. Estraggo la bacchetta dalla manica della felpa, concentrandomi sul mio libro.
 
-Accio mio libro di pozioni!- mormoro, risoluta.
 
Niente. Ci riprovo. Niente. Ci riprovo di nuovo. Di nuovo niente.
 
-Maledizione.- impreco, a bassa voce.
 
Provo a controllare sul tavolo del mini-lab, dove però non trovo nulla, solo il calderone. Provo a controllare
tra gli scaffali. Niente di niente. Controllo la libreria di fronte la porta, quella tra le due finestre. La procedura
richiede un po’ di minuti. Salgo la scala appoggiata alla libreria per leggere i vari titoli. Niente. Scendo i pioli
lentamente, per poi sospirare. Fa niente, ne comprerò un altro.
 
-Hey.-
 
Sgrano gli occhi, mentre il mio cuore manca un battito. Perché? Perché è qui? Perché è casa sua questa,
maledizione. Mi giro lentamente, alzando lo sguardo.
 
Draco non ha perso nulla di quella che è stata la sua personalità di oggi. Si è solo cambiato gli abiti, ma lo
sguardo freddo e risoluto è rimasto quello. Adesso indossa solo un paio di pantaloni della tuta, senza scarpe,
né maglietta. È appoggiato allo stipite della porta e questo gli conferisce un’aria da re del mondo. Be’, lo è.
È il re del mio mondo.
 
-Ciao.- mormoro, abbassando lo sguardo.
 
-Ciao.- ribatte lui.
 
-Non volevo disturbarti, sono venuta qui a prendere il mio libro di pozioni, ma non lo trovo da nessuna parte.- dico,
torturandomi le mani.
 
Draco non mi risponde, si limita solo ad avvicinarsi alla libreria vicina alla porta, per poi disincantare lo
sportello basso ed estrarre il mio libro, per porgermelo.
 
-Grazie.- sussurro.
 
-Prego.- mi dice, facendo un paio di passi indietro.
 
Lo guardo intensamente, un po’ infastidita dal suo atteggiamento.
 
-Come mai sei vestito così?- gli chiedo, a voce bassa.
 
Dio, vorrei urlare. Vorrei urlare che ti amo, che ti voglio ancora con me, ma non ho la forza di aprire la
bocca. Fottuto orgoglio.

 
-Ti interessa davvero?- mi chiede, infilando le mani in tasca.
 
-Se vuoi dirmelo.- dico, abbassando la testa ancora di più. Tra un po’ per abbassarla ancora dovrò mettermi
in ginocchio.
 
Per implorarti di non lasciarmi.
 
-Vivo qui adesso.-
 
-Perché?- sussurro, aggrottando le sopracciglia.
 
-Sto divorziando da Astoria.-
 
Alzo lo sguardo su di lui, deglutendo rumorosamente, mentre lui mi fa un mezzo sorriso, che riesce ad
illuminare anche i suoi occhi.
 
-Come mai?- chiedo, masochista fino alla morte.
 
Lo sento sospirare, per poi passarsi una mano tra i capelli.
 
-È incinta.- mi dice.
 
-Cosa?- sibilo.
 
-Non aspetta un figlio da me. Mi tradiva da prima che fossimo sposati.- mi dice, facendomi involontariamente
tirare un sospiro di sollievo. –Non mi ha nemmeno dato il tempo di dirle che volevo essere io a lasciarla.-
 
Lo guardo, provando a trovare ragioni per restare. Ma non ce ne sono. Lui potrebbe essere una ragione
più che valida, ma ora come ora la sua vita è troppo incasinata per prendersi cura anche di me. Sospiro
di nuovo, chiudendo gli occhi.
 
-Capisco. Io devo andare adesso. Ci vediamo.- sussurro, per poi andarmene.
 
-Ciao.- mi saluta, senza calore.
 
 
Don't you cry tonight
I still love you baby
Don't you cry tonight
Don't you cry tonight
There's a heaven above you baby
And don't you cry tonight
 
 
Gli lancio un’ultima occhiata. Non posso restare. Non posso proprio farlo. Stringo al petto il mio libro di
pozioni, per poi passargli davanti. Una lacrima traditrice passa sul mio volto, con un singhiozzo, mentre
penso al fatto che vorrei restare qui, come una delle notti che abbiamo passato insieme. Non posso
piangere. Non devo piangere davanti a lui. Ma è più forte di me. Sento le sue braccia stringermi i fianchi
e avvicinarmi al suo petto da dietro. Lascio cadere il libro a terra mentre porto le mani al viso.
 
-Ti prego, non piangere. Non farlo, ti prego. Posso reggere solo fino a quando sono sicuro che tu non
piangi, Asia.- mi dice, col viso attaccato ai miei capelli.
 
-Draco.- singhiozzo.
 
-Shh. Va tutto bene.- mi stringe ancora di più, girandomi per sollevarmi in braccio e portarmi sopra il
divano per coccolarmi.
 
-Draco.-
 
-Ti prego, non piangere più. Non ce la faccio a vederti così.- mi dice, asciugandomi le lacrime con carezze
continue.-
 
-Mi dispiace. Mi dispiace così tanto. Io non avrei dovuto dare di matto.- dico, con un respiro profondo.
–Non sei debole. Non ho mai pensato che tu fossi un debole. Sei una delle persone più forti che conosco.-
 
-Non ti do una colpa per quello che hai detto. Perché avevi ragione. Avevi una fottuta ragione, Asia. Perché
se fossi stato più forte avrei lasciato sbattere i Greengrass molto tempo fa. Merlino, gli incubi.. ti ricordi
quando mi svegliavo di notte?- mi chiede, prendendomi il volto tra le mani.
 
Certo che ricordavo i suoi incubi. Quando mi capitava di passare la notte con lui, spesso si svegliava di
soprassalto, svegliandomi con le urla soffocate nel cuscino. E ogni volta era sempre peggio. Le ultime volte
aveva affogato la rabbia e la paura in me, facendomi quasi male. Ma non avevo la forza di tormentarlo oltre.
 
-Sognavo te o me sotto l’imperius del padre di Astoria prima di morire a causa dell’Avada Kedavra. Nelle
ultime settimane preferiva sfogarsi a mano, infilzandomi il cuore con il suo amato pugnale d’argento. Dio,
Asia. Era difficile, ma avrei dovuto affrontarlo. E non l’ho fatto.- dice, portando entrambe le mani ai capelli.
 
Poso una mano sulla guancia, costringendolo a guardarmi. Cavolo. Voglio baciarlo. Mi avvicino alla sua bocca,
mentre lui aggrotta le sopracciglia, bloccandomi con la mano.
 
-No.- sussurra.
 
-Perché?- sibilo, contro la sua mano.
 
-Perché se ti baciassi non avrei la forza di fermarmi. E ora come ora… ti amo, e lo sai, ma ho un casino per la
testa e non vorresti stare con me in questo momento.- mi dice, carezzandomi il viso, gentile.
 
-Io voglio ancora stare con te.- sussurro.
 
-Lo voglio anch’io. Ma non possiamo adesso.- mi dice, scuotendo la testa. –Ti prometto che staremo insieme.
Ma non adesso. Ho bisogno di sistemare alcune cose della mia vita.-
 
Gli sorrido, contenta, nonostante tutto. Questo è il primo vero momento di libertà da troppo tempo. Se lo merita.
 
-Prenditi tutto il tempo che vuoi. Io sarò sempre qui.- dico, poggiando una mano sul suo cuore, che sento battere
contro il mio palmo.
 
-Lo so. Sei qui da ancora prima che ti conoscessi.- mi dice, con un sorriso leggero, ma che rende i suoi occhi
argento liquido.
 
-Allora è un addio questo?- dico, alzandomi e prendendo il libro di pozioni, mettendolo dentro la tracolla.
 
-Non un addio. È un arrivederci. Tornerò a prenderti, Mezzosangue.- mi dice, con un sorriso.
 
Sorrido. La Bestia è tornata ad essere un principe. È tornato ad essere il mio Principe di Serpeverde.







Spazio Autrice: Salve a tutti! Giuro che non c'ho mai messo tanto a scrivere un capitolo in tutta la mia vita. Di solito attacco a scrivere e non la finisco più, ma questa volta proprio niente. ._. xD Perciò boh, non so se un bene o un  male. xD Bene, non so più che dire, perciò, attacco con i riferimenti.
  • la felpa tipo giacca da football. La vendono in un negozio della mia città. Il primo acquisto che farò di questa stagione, perché è stupenda.
  • I vestiti di Draco: servizio fotografico di Boyd Hoolbrook, nonché il mio Draco. Guardatelo, è un figo. xD
  • Oddio! Draco si è licenziato? Come mai?? ;)
  • Le parti in grassetto sono in teoria in inglese.
  • Gli struzzi non infilano la testa sotto la sabbia. ._.
  • Draco è o non è fluffissimo in questo capitolo? ._.
  • La canzone è Don't Cry, dei Guns n' Roses. Nonché mia band preferita.
  • Oh, ehm... perché voglio svegliare Draco dopo un incubo? xD
  • E poi, be'. Finale col botto. Ma almeno ora si lasciano senza scene strappalacrime. Forse Stefan Salvatore mi ha influenzato un po' per questa scena! xDDD

Poi! Prossimo capitolo dal PoV di Draco! Potrebbe affrontare il donatore di metà del suo patrimonio genetico....... ;)

Ringrazio chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate, chi ha recensito, chi ha solo letto e chi mi ha inserito tra gli autori preferiti! Vi adoro.



A presto!!!

Micaela 

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Capitolo 19
*** A new Malfoy(PoV Draco) ***


-Quindi basta firmare qui e qui?- chiedo, sfogliando le varie carte che segneranno l’inizio
della mia nuova vita.
 
-Si, Draco. Astoria, tu, invece, dovrai mettere una firma qui e qui. Per fortuna avevate fatto
un contratto prematrimoniale. Altrimenti la procedura sarebbe stata molto più lunga. Be’, col
potere conferitomi dal Ministero della Magia Inglese vi dichiaro nuovamente single, gente.- dice
Hermione, controllando che sia tutto a posto.
 
Hermione si è offerta di darci una mano per sbrigare tutte le carte del divorzio. Avere un’amica
nel reparto Applicazione Legge Magica si è rivelato piuttosto utile. Mi giro verso di lei, stringendole
forte una mano.  Lei mi sorride materna, stringendo la mia mano di rimando.
 
-Quindi ci salutiamo, Dray?- mi chiede ridacchiando Astoria.
 
-Si, per adesso sì. Ma voglio sentirti. Devi dirmi del bambino poi.- le dico, sorridendole felice.
 
È un paradosso essere felici se ti stai mollando con qualcuno? No, a volte no, credo.
 
-Certo, Draco.- mi sorride. –Devo andare però, adesso. Seamus mi aspetta a casa. Ci vediamo,
Granger.-
 
La vedo smaterializzare. Cavolo. Penso di avere un peso sul petto in meno.
 
-Va tutto bene?- mi chiede Hermione, stringendomi il braccio.
 
-Si, va tutto bene.- rispondo, con un sorriso sul volto.
 
Mi sento vagamente in colpa. Forse non dovrei sentirmi così dopo avere divorziato. Ma se penso
che tra qualche giorno… ho preparato tutto alla perfezione, coinvolto Blaise e tutto andrà per il
meglio. E al diavolo tutti gli altri. Sono felice. Per la prima volta nella mia vita sono felice di avere
fatto qualcosa solo per me. Non devo tenere alto nessun nome, non devo proteggere nessuno e
non devo dimostrare niente a nessuno. Devo solo dimostrare a me stesso di avere le palle abbastanza
per andare avanti con la mia vita. Mi sembra legittimo.
 
-Hai preso gli ingredienti della pozione?- mi chiede la Granger, distogliendomi dai miei pensieri.
 
Eh, già. Oggi è il giorno in cui capirò quanto sono veramente bravo in Pozioni. Non che la pozione
sia complicata in sé. Dipenderà dal grado di pazienza che avrò nel prepararla.
 
-Si, li ho presi. È sono dovuto andare pure alle Hawaii per prendere le lacrime di fenice. L’unico
vecchio che è stato in grado di mettere su un allevamento di fenici. Molto bello, ma un inferno.
Peggio di una lezione con Hagrid.- dico, prendendola per mano per smaterializzarci in Francia.
 
-Però ne è valsa la pena, giusto?- mi chiede, sorridendo.
 
-Mi sento offeso, Sanguesporco. Vuoi liberarti di me?- le chiedo, punzecchiandole le braccia.
 
-Oh, si! Aspetto questo momento dal nostro primo anno ad Hogwarts!- mi risponde, sarcastica.
 
Rido, preparando tutto il necessario per la pozione.
 
-Allora, elenca gli ingredienti. Controllo se ho tutto.- le dico, serio.
 
-Certo. Allora, ci servono sangue di vampiro, lacrime di fenice, un crine di coda di unicorno, petali
di rosa rossa, foglie essiccate di salvia splendens, polvere di smeraldo, una mela rossa. Hai tutto?- mi
chiede, professionale.
 
 
-Si. Li ho già dosati. Be’, a parte la mela. Non c’è molto da dosare in una mela.- dico, stringendo il frutto
tra le mani. Questa povera e succosa mela farà una brutta fine.
 
-Furetto, smettila. Il tuo è feticismo, sai?- mi dice, alzando un sopracciglio.
 
-Ma di che parli?- le chiedo sbattendo le palpebre velocemente, confuso.
 
-Hai una sorta di feticismo nei confronti delle mele. A Hogwarts le mangiavi spessissimo. Una volta una
matricola te ne ha fatta cadere una dalle mani mentre camminavi e hai tolto cinquanta punti alla sua casa.
Tassorosso se non sbaglio.- mi risponde, con fare pensieroso.
 
-Mi stai prendendo in giro o dici sul serio?- le chiedo, alzando un sopracciglio.
 
-Dico sul serio. Tassorosso non avrebbe mai potuto vincere la Coppa delle Case con te Prefetto o
Caposcuola.- mi dice, scuotendo la testa.
 
-Questo perché sono degli incompetenti.-
 
-No, questo perché sei un infame bastardo razzista.- mi dice, con un sorriso falsamente gentile sul volto.
 
Chi è peggio tra la mia migliore amica e la mia ragazza?
 
-Grazie, cara, ti voglio bene anch’io.- le rispondo con una smorfia.
 
-Dai, scherzo. Ora che ne dici di mettersi all’opera?- mi chiede, ridacchiando.
 
-Ok.-
 
Preparo il calderone sul fuoco, per poi pestare i tre petali di rosa e le quattro foglie di salvia splendens,
riducendo il tutto ad una polvere finissima. Verso un litro d’acqua dentro il calderone, portandolo a
temperatura lenta. Preparo due contagocce, uno con il sangue di vampiro, l’altro con le lacrime di fenice.
Metto due lacrime di fenice nella pozione, per poi mescolare in senso orario una volta. Poi butto due
gocce di sangue di vampiro, mescolando due volte in senso antiorario. Ripeto l’operazione per sette volte,
sette gocce di sangue immortale per quattordici lacrime curative. La pozione assume piano piano un
colorito giallognolo, così come dice Piton nei suoi appunti. Divido i 10 milligrammi di polvere di smeraldo
in due dosi perfettamente uguali. Ne butto metà nel calderone, poi aggiungo tre misurini di polvere di
foglie e petali. Giro tre volte in senso orario, poi due volte in senso antiorario. Inserisco l’altra dose di
smeraldo, e altri due misurini di polvere. Giro in senso antiorario per due volte. La pozione assume un
bel colore verde. Alzo la temperatura di ebollizione di poco, azionando il timer del mio iPhone, per
cinque minuti.
 
-Bene. Sei davvero bravo, Draco. Io qui l’avevo marroncino chiaro.- mi dice Hermione, con una smorfia.
 
-Non ti va proprio giù il fatto che io sono più bravo di te, eh?- le chiedo, ridacchiando.
 
-No. Non digerirò mai questo fatto.- mi dice, puntigliosa.
 
Rido. È bello sapere che certe cose non cambiano mai.
 
-La prenderai subito la pozione, domani?- mi chiede, tranquilla.
 
-Si. Ho già perso troppo tempo.- dico, scrollando le spalle.
 
-Sono davvero felice per te, sai? Avevo paura che non avresti mai trovato l’amore. Non avevo molta
fiducia nella Greengrass. Ma adesso è tutto diverso.- dice, mentre il timer squilla.
 
-Granger, dobbiamo parlarne sul serio? È strano parlare di queste cose.- dico, mettendo un crine di
unicorno nella pozione e puntando nuovamente il timer su due minuti.
 
-Ah, giusto. Le Serpi possono permettersi poche dichiarazioni in pubblico.- dice, ridacchiando.
 
-Hai centrato il punto!- dico, sogghignando.
 
Ride insieme a me, per poi farsi improvvisamente seria.
 
-Draco.. posso restare qui stanotte?- mi chiede, aggrottando le sopracciglia.
 
-Cosa?- chiedo, sulla difensiva. –No, ascolta, Hermione, mi farebbe piacere e lo sai, ma se stai qui
la Donnola mi castra!-
 
-Oh, andiamo! Non ti ho chiesto di passare la notte con me! Ti ho solo chiesto se posso assisterti
quando assumerai la pozione. Posso?- mi chiede, leggermente rossa in viso.
 
-Ok. Ma ti prendi una stanza. Io resto qui, ma non posso permetterti di restare sveglia tutta la notte.- dico,
con un leggero sorriso sul volto.
 
I due minuti passano e inserisco così la mela rossa dentro la pozione, che dovrà riposare per una notte
intera, permettendo alla mela di sciogliersi lentamente.
 
La serata passa in maniera tranquilla, tra una cena fatta di allegre risate insieme a Ron e ai piccoli Weasley,
che poi lasciano da soli me e Hermione a macerare nella nostra bolla di secchionaggine. Hermione rinuncia
presto alla notte insonne, grazie alla faticosa giornata al Ministero, mentre io resto in biblioteca, con una tazza
di the in mano a osservare la pozione diventare verde brillante.
 
Non riesco nemmeno a capire quando mi addormento. Sogno di essere al mio ufficio del ministero a preparare
pozioni, quando a un certo punto entra Asia, con uno sguardo preoccupato, mentre si tiene una mano sulla
pancia, più gonfia del solito.
 
“Asia.”, la chiamo.
 
Ma lei non mi sente. Piano piano inizia a piangere, spostando la sua mano dalla pancia al suo viso.
 
“Perché? Non è giusto. Dray... mi manchi così tanto.” sussurra. “Proprio adesso... Tom non ti conoscerà
mai.”
 
Tom? Chi è Tom? Perché non avrei mai potuto conoscerlo? Poi capisco. Oh, Merlino. Sono morto! Qui
sono morto! Questo è quello che accadrebbe se fossi morto. Tom… Tom sarebbe nostro figlio. Sogghigno.
Chiameresti nostro figlio Tom, eh, Asia?
 
Provo ad accarezzarle la pancia appena accennata, come ho fatto con Astoria la settimana scorsa. Niente,
non posso proprio toccarla. Sbuffo frustrato. Non è giusto.
 
Mi sveglio quando una mano mi scuote la spalla, agitata. Sbarro gli occhi, per poi sbattere le palpebre
velocemente un paio di volte.
 
-Svegliati, Furetto! Devi svegliarti!- mi dice una voce concitata.
 
-Granger, non urlare, te ne prego.- borbotto, stropicciandomi gli occhi.
 
-Che diamine stavi sognando?- mi chiede, sedendosi accanto a me sul divano. –Urlavi come un pazzo.-
 
-Asia incinta e io morto.- sbotto, irato. Non è mai un bene svegliarmi così.
 
-Cosa?- chiede, scioccata.
 
-Hai capito. Era un maschietto. Lo chiamava Tom. Mi avrebbe fatto ridere, se io non fossi stato morto.-
 
-Cosa vuol dire questo sogno?- mi chiede, aggrottando le sopracciglia.
 
-E che ne so? Qualcosa tipo che ho paura di morire prima di procreare! Mio padre ci marcerebbe per
secoli.- celio.
 
La guardo, non ricevendo risposta. Oh, no. Ha quello sguardo.
 
-Sanguesporco, dove vuoi arrivare?- le chiedo, truce.
 
-Dovresti prendere i tuoi sogni più seriamente, Malferret, visto i precedenti di preveggenza nella tua
famiglia.- mi dice, storcendo le mani.
 
-Vorresti dirmi che probabilmente ho visto il mio futuro?-
 
-Si.- mi risponde, secca.
 
-Bene. Ricordami di comprare una cintura di castità ad Asia ed andrà tutto bene.- dico, serio.
 
-Malfoy! Ti sembra questa la cosa più importante?- mi chiede, rossa in viso.
 
-Hey! È tutto collegato, no? Quindi se lei non rimane incinta, io non morirò.- dico, alzando le spalle.
 
-Senti, controlla la pozione, che per essere solo le otto del mattino hai sparato troppe cazzate.- sbotta,
sbuffando.
 
Ridacchio, alzandomi dal divano e aggiustandomi i pantaloni della tuta e la maglietta intima che ho
indossato per la notte. Merlino, no. Non voglio avere delle premonizioni, non voglio essere un veggente.
Non voglio avere previsto la mia morte. Non ora che sto cambiando la mia vita. Mi appoggio al tavolo del
mini-lab, chiudendo gli occhi. Poi li abbasso verso il calderone. Sogghigno. Chi se ne fotte del futuro?
Voglio solo vivere il mio presente. Che sarà, sarà.
 
-È verde?- mi chiede Hermione.
 
-Verde smeraldo, Granger. Adoro me stesso.- dico, sbattendomi una mano sul petto, orgoglioso.
 
-Oh, ma ti prego! La prendi ora? O fai colazione prima?- mi chiede, tranquilla.
 
-No. Vado a fare colazione a casa dei miei genitori.- dico, sogghignando.
 
-Uuuh, il Ragazzo-che-ha-fatto-tutte-le-scelte-sbagliate alla fine ha preso coraggio, eh? Almeno tua
madre ne sa qualcosa di tutta questa roba?- mi chiede, ridacchiando.
 
-No, no. E comunque non ti insulto solo perché tra qualche minuto sarai più vecchia di me di dodici
anni!- ghigno.
 
-Vado a prenderti un bicchiere.- mi risponde, alzando gli occhi al cielo.
 
Rido, passandomi una mano tra i capelli. Arriva dopo qualche minuto, con una strana luce negli occhi.
 
-C’è un motivo per cui non volevo andarmene.- mi dice, passandomi il bicchiere.
 
-Ah, si?- le chiedo, retorico. Prepariamoci al monologo.
 
-Volevo tornare a quell’età. Non cambierei nulla della mia vita attuale, davvero. Ma vederti di nuovo a
19 anni… volevo vederti di nuovo così.- mi dice, sorridendo.
 
-Quando ero ancora uno stronzo misogino egoista?- sogghigno, prendendo un contagocce pulito.
 
-No. Quando hai cominciato a smettere di esserlo.-
 
-Sarebbe bello tornare a essere davvero ragazzi, dimenticarsi tutto. Abbiamo passato troppo a quell’età.
Nessuno dovrebbe provare quello che abbiamo provato noi. Ma non possiamo continuare a vivere nel
passato.- le dico, passandole un braccio attorno alle spalle per stringerla.
 
-Ricorda che sono tre gocce per ogni anno da perdere.- mi dice, staccandosi.
 
Le sorrido, scuotendo la testa, versando 33 gocce nel bicchiere di cristallo. Giro il contenuto del bicchiere
come se avessi in mano un bicchiere di bourbon. Poi bevo tutto d’un sorso. Per qualche attimo non succede
niente. Poi è solo dolore. Sento le ossa tirare, i muscoli bruciare, la spalle scuotere. Hermione corre da me a
sorreggermi, ma sento troppo dolore per reagire in un qualche modo. Mi fa ricordare il Sectumsempra di
Harry. E poi, tanto velocemente quanto è arrivato, il dolore se ne va, lasciandomi un po’ spossato.
 
-Draco! Va tutto bene?- mi chiede Hermione, passandomi una mano sulla schiena.
 
-Si.- dico.
 
Merlino, che voce strana! Avevo questa voce dieci anni fa?
 
-Wow. Ha funzionato.- mi dice, con un sorriso raggiante sul volto.
 
Non rispondo, mi limito a materializzare uno specchio.
 
-Sono più basso o è impressione mia?- chiedo, schiarendomi la voce.
 
-Lo sei, ma solo di un paio di centimetri. Wow. Hai un brufolo al centro della fronte.- mi dice, ridacchiando.
 
Sorrido, passandoci una mano sopra. Sono un adolescente! Però.. che muscoli, cazzo!
 
-Wow, mi sono tornati i muscoli!- rido.
 
-Draco.. è un deja vu, ma è fantastico. E anche divertente. Posso farti una foto? Voglio farla vedere a
Ron!- celia, ridacchiando.
 
-Scordatelo.- le dico, saltellando un po’.
 
-Che fai?- mi chiede, dubbiosa.
 
-Devo prepararmi. Devo andare a sbattere qualcosa in faccia a mio padre.- dico, ridendo.
 
-Ok. Allora io torno a casa. Fatti valere, Furetto!- mi dice, con un sorriso radioso.
 
-Ovvio.- le rispondo. –Grazie, Hermione.-
 
-Di nulla. Goditi la vita.-
 
Lo farò, Herm. Credimi.
 
 
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
 
 
Mi smaterializzo di fronte al Malfoy Manor, quella che è stata la mia casa fino al matrimonio. Arrivo dopo
una doccia velocissima e dopo aver indossato un paio di jeans, una camicia a quadri blu e un paio di
stivali di pelle con i lacci. Poso una mano sui cancelli, che riconoscendo la mia magia si spalancano.
Cammino con un ghigno su per il viale, passando una mano sulle foglie delle siepi. Apro la porta di casa
e mi accoglie Ruffi, il nuovo elfo domestico.
 
-Padron Draco, vuole essere annunciato?- mi chiede servizievole.
 
-No, grazie, Ruffi. Puoi solo dirmi dov’è mio padre?- gli chiedo.
 
-Si, è in sala. Fa colazione con la Padrona. Vuole che l’accompagni?-
 
-No. Faccio da solo.-
 
Mi avvio verso la sala da pranzo. Quando varco la porta, col mio ghigno stampato sul volto, riesco a vedere
il turbinio di emozioni che passa per gli occhi dei miei genitori.
 
-Buongiorno, mamma. Papà.- li saluto.
 
-D-draco. Cosa hai combinato?- mi chiede mio padre, scioccato.
 
-Sai, papà, quando ero un bambino ti sei dimenticato di dirmi una cosa. Una cosa che pretendo di sentirmi
dire adesso.- dico, adirato.
 
-Draco, tesoro, cosa hai fatto? Sei diverso..- mi chiede mia madre, preoccupata.
 
-Sono soltanto ringiovanito un po’. A quanto pare sarò il primo Malfoy a fare qualcosa per amore.-
 
-Ringiovanito?- mi chiede il mio vecchio.
 
-Oh, sì. Sai, ricordi quando avevo 18 anni e zia Meda ebbe una visione su di me e quella che sarebbe
divenuta la donna della mia vita?- gli chiedo.
 
-Se parli ancora..-
 
-Si, te lo ricordi.- taglio corto per lui. –Bene. Sappi che l’ho incontrata. E sappi che è successo tutto
come diceva la profezia. L’ho incontrata, le ho sbloccato i poteri e mi sono innamorato di lei. Poi ha
scoperto la profezia e sai che ha fatto? Mi ha lasciato. Mi ha lasciato perché ho sposato Astoria, piuttosto
che aspettare lei. A proposito, sai che Astoria e io abbiamo divorziato? Abbiamo già firmato le carte. Lei è
incinta di un altro, perché, si, nemmeno lei mi amava.-
 
Mi fermo per un secondo, per imprimere nella mia mente questo istante.
 
-Hai rovinato la mia vita, quella di mia madre, quella di Astoria e stavi per rovinare quella di Asia.- dico,
sbattendo i pugni sul tavolo. –Parla, dannazione!-
 
Lucius Malfoy non è cambiato molto con l’età. Certo è invecchiato più negli ultimi tre anni del dominio di
Voldemort che in tutto il resto della sua vita, ma per il resto è sempre lo stesso.
 
Ti prego, papà. Dì qualcosa di sensato, per una volta.
 
-Cosa vuoi che ti dica?- mi chiede, con uno sguardo che non gli ho mai visto.
 
-C-cosa?-
 
-Cosa vuoi che ti dica?- mi chiede.
 
-Non lo so! Merlino, papà! Sono venuto qui per dirti che non me ne frega più niente di quello che pensi
della mia vita e tu non sai nemmeno che rispondermi!-
 
Stranamente mi sorride, come mai ha fatto nella sua vita probabilmente. Vedo mia madre sorriderci
radiosa.
 
-Finalmente, figliolo. Ce ne hai messo di tempo, eh?- mi chiede mio padre, con una breve risata.
 
-Tempo.. cosa?-
 
-Sto invecchiando, Draco. Sono un mago, il che significa che ho la pellaccia dura, ma prima o poi me
ne andrò anch’io. Mi dispiace per quello che hai passato quando eri un ragazzo. Quella è colpa mia. Hai
ancora il marchio nel braccio per colpa mia.-mi dice, abbassando lo sguardo verso il mio braccio sinistro.
Una conseguenza della mia.. decrescita è stata proprio il definirsi del Marchio. Adesso è di nuovo vivido
sul mio braccio, sebbene immobile.
 
-Ma non posso cambiare quello che ho fatto. Sai perché ti ho combinato il matrimonio con la Greengrass?- continua.
–Pensavo avessi lottato per lei. Pensavo avessi potuto farlo per l’amore.-
 
-Non c’era niente per cui lottare! Tu non mi hai mai detto niente! Sei passato da ‘Uccidiamo Potty per la gloria’
a ‘Pace e Amore, fratelli’. Come potevo sapere che tu.. – rispondo, facendo un respiro profondo, fermandomi.
–Non mi hai detto niente. Non hai cambiato atteggiamento. Come potevo anche solo pensare che tu..-
 
-Draco. Io volevo solo farti prendere coraggio. Sei diventato un Auror e non hai idea di quanto mi sono sentito
orgoglioso di te. Eri riuscito a passare oltre. A passare oltre il nostro passato. Volevo che tu avessi più coraggio
di quanto ne avevo avuto io.- mi dice, alzandosi e mettendosi di fronte a me. –Ma non potevi. Non con me come
modello. Sai perché facevo pressione per un nipote? Voglio vederti come padre. Voglio vederti crescere un figlio
come si deve. Voglio vedere mio figlio crescere un buon figlio, meglio di quanto abbia saputo fare io.-
 
Lo guardo negli occhi. Cosa diamine c’è successo?
 
-Non ti abbraccerò, papà.- gli dico, sorridendo. –Però.. voglio dirti grazie. Mi stai dicendo ora quello che avrei
voluto sentirmi dire dieci anni fa. Meglio tardi che mai.-
 
-Figliolo. Mai mettere fretta agli uomini Malfoy. È una cosa che mi disse tua nonna. Ed è una cosa che dovrò
dire io ad Asia, a quanto pare.- mi dice mia madre, stringendomi una spalla.
 
Ridacchio, rilassato. Finalmente anch’io posso avere un padre vero!
 
-Perché la tua sanguesporco si chiama come un continente?- mi chiede Lucius, perplesso.
 
-Si chiama Anastasia, veramente.- rispondo, alzando gli occhi al cielo.
 
-Mmm.. bel nome. Di imperatori e granduchesse.- mi risponde facendo un cenno di assenso. –Suppongo che
da una babbana non ci si possa aspettare molto in fatto di nomi, eh?
 
-Papà!- esclamo, frustrato.
 
Lui ride, per poi stringermi una spalla. Guardo mia madre. Ha uno sguardo così… fiero. È fiera di me. Le sorrido.
 
Grazie, mamma, per avermi insegnato ad amare. Grazie, per averlo insegnato a me e a papà. Insegnalo anche
a Tom.

 


Spazio Autrice: *si mette al riparo da pietre e rocce varie* Salve a tutti! Scusate per il ritardo, ma avevo la mia capacità scrittoria andata a mare. TT_TT Però avete visto che per farmi perdonare ho scritto un capitolo chilometrico? o.o non ci sono abituata a scrivere la metà in più di quanto scrivo di solito. Ma in fondo per Draco questo si può fare. Questo capitolo mi piace, il che è strano per i miei standard.(questo probabilmente significa che è una cagata). Cooomunque... notizia random. Due miei colleghi di università si chiamano una Anastasia e uno Roberto. Quest'ultimo è pure abbastanza interessante. Assomiglia a Cory Monteith. E con questo ho detto tutto. Ora passo alle varie note:

-Capitolo molto "Dramione". Essendo io una Dramione molto convinta, è stato strano scrivere di loro due che sono così vicini eppure non si saltano addosso. Peccato per loro, ma Asia a quel punto avrebbe davvero castrato Draco.

-Draco ho coinvolto Blaise in un piano. Ma che piano?? ;)

-La passione di Draco per le mele. Ora, non ricordo esattamente se anche nei libri Draco cammini sempre con una mela in mano. Fatto sta che nei film Tom 'Sono un Coglione' Felton ha sempre questo frutto in mano. Questo ha dato vita al 'Drapple'.  Se vi chiedete il motivo del secondo nome del volto babbano di Draco, vi rispondo dicendo che molti pairing che coinvolgono il personaggio che interpreta sono nati a causa delle emerite cazzate che dice per prendere in giro i giornalisti. Ogni riferimento a Drarry varie è puramente casuale.
-
-Draco odia i Tassorosso. A parte Cedric Diggory, ma solo perché odiava Harry di più. A me sono indifferenti.

-Ho sputato sangue sulla pozione. (in senso figurativo.) Davvero, amo Zia Row solo per quello che è stata in grado di creare per i suoi libri.

-Il sogno. Enorme, gigante spoiler. Non dico nulla a riguardo. Solo che in questa storia ho inserito alcuni elementi molto importanti per il seguito di questa storia. ;) 

-Il nome Tom ha vari motivi. Li enumererò tutti nell'epilogo della storia. LOL

-Ok, vi ho fatto odiare Lucius Malfoy probabilmente fino a metà capitolo e poi invece lo rendo così. (Muahahhahaahahahha ora so cosa prova Julie Plec). So solo che volevo renderlo nello stesso modo che io intendo Draco. Nel senso che entrambi hanno vissuto nel pregiudizio e nell'odio fino a quando questo odio gli si è rivolto contro. Draco l'ha capito mooooolto prima del padre, ma questa è un'altra storia. Lucius ha capito che se vuole cambiare la vita di suo figlio deve forzarlo a prendere coraggio. (Maledette Serpi che non parlano mai chiaramente. O grazie. In fondo siete voi che rendete le fiction speciali.)


Ringrazio ovviamente chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate, chi recensisce e chi mi ha inserita tra gli autori preferiti. Grazie mille, cari.


A presto!
Micaela!

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Capitolo 20
*** Hi, can I sit here? ***


Ogni giorno è ormai uguale per me. Mi sveglio, faccio una doccia, mi vesto e vado a scuola. E aspetto
che accada qualcosa. Qualcosa che puntualmente non accade. È passata una settimana da quando io
e Draco ci siamo riappacificati. Finché ero io ad avercela con lui sembrava che il tempo passasse troppo
velocemente. Ma adesso che devo essere io ad aspettare lui… è strano. E non è giusto. Mi sento in balia
dell’oceano. Aspetto che una nave arrivi e mi porti in salvo.
 
Ho i nervi a fior di pelle, e questo non giova nessuno, ne me, ne i miei amici, che temo mi uccideranno
prima o poi. Fa niente. Almeno non dovrò più aspettare.
 
Non voglio aspettare.  Perché dovrei farlo? Io amo Draco, lui ama me e abbiamo un fottuto mondo contro.
Mi ha mai fermato questo? No. Perché dovrebbe farlo adesso?
 
Sbuffo, smaterializzandomi a scuola. Sia Stella, che Daniele, che Lex, che Roberto sono già qui. Corro
da loro con un sorriso, vedendoli in agitazione.
 
-Hey, che succede?- chiedo.
 
-Hey, ciao. Non succede niente, c’è solo un tizio strano davanti la scuola. È troppo elegante per essere
un insegnante. Poi adesso che sappiamo dell’impiastro..- risponde Daniele, alzando gli occhi al cielo.
 
Mi giro verso l’entrata della scuola. Oh, dannazione. Non lui.
 
-Zabini.- sibilo, stringendo i pugni. –Scusate, devo uccidere qualcuno.-
 
Avanzo risoluta verso quello stronzo.
 
-Salve, Zabini. Qual buon vento?- gli chiedo.
 
-Salve, Anastasia. A me va molto bene la vita. A te un po’ meno, a quanto si dice in giro. Vi siete
lasciati.- dice, con un sorriso.
 
-Se sei venuto qui a sputare fango, puoi anche andartene a fanculo.- dico con un sorriso, allontanandomi.
 
-Hey, dai, scusa, sto scherzando. Sono venuto in pace, dico sul serio.-
 
-Certo, scherzavi pure alla festa, vero?- sbotto.
 
-No, lì non scherzavo. Lì volevo farti aprire gli occhi.- mi risponde, improvvisamente serio.
 
-Che vuoi dire?-
 
-Sai, ero l’unico a sapere della profezia. Quando il Signor Malfoy impose a Draco il matrimonio, sono
stato io l’unico in grado di dire a quella scopa che stava facendo una cazzata. Ho visto Draco, il mio
migliore amico, perdere sempre di più fiducia in se stesso e in quello che poteva provare, senza nemmeno
rendersene conto. Tu non hai idea di quello che gli hai fatto. Avevo capito che ti aveva incontrata perché
per la prima volta nella sua vita, aveva uno scopo. E non era giusto che voi non viveste la vostra storia solo
per uno stupido contratto. Quando ho saputo della festa, e che ci saresti stata anche tu, ho deciso di andarci
per farti.. che ne so, spaventare, mettere in guardia, volevo convincerti a chiedere a Draco di divorziare.
Invece ti sei dimostrata un osso duro. Non avevo messo in conto che te la saresti presa con me.- mi dice,
con un ghigno
 
Maledette tutte le serpi.
 
-Ma cosa diamine vi fumate nei sotterranei di Hogwarts si può sapere?- sbraito. –Come cavolo dovevo
sapere che tu mi minacciavi solo perché volevi che stessi con Draco? Che cavolo di cervello contorto
hai?-
 
-Hey, sono una serpe. Sono machiavellico per definizione.-
 
-Ma va al diavolo!-
 
-Eh, no, signorina! Così non va. Non te l’hanno insegnata l’educazione?
 
-Si. Ma mi hanno anche insegnato che bisogna trattare le persone, così come loro ti trattano.- celio.
 
-Io imparerei a essere un po’ più educata. In fondo se vuoi il tuo tanto desiderato 10 in inglese dovrai
essere gentile anche con me, sai?-mi dice, con uno strano sorriso sul volto.
 
-Ah, si? Che hai fatto? Un imperius alla mia professoressa?-
 
-No. Sai, il tuo voto dipende anche dal giudizio del conversatore d’inglese. Certo, Draco era di parte..
ma io? Io sarò di parte? Oppure ti farò abbassare la media?- mi chiede, ghignando.
 
Oh, merda.
 
-T-tu sei il nostro nuovo..-
 
-Conversatore, è esatto. Me l’ha chiesto Dray.- mi risponde. –Senti, sotterra l’ascia di guerra, ti prego.
Vogliamo entrambi il meglio per la stessa persona.-mi dice, mettendo su una faccia da cucciolo che
vorrei prendere a schiaffi.
 
-Oh, Zabini.- gli dico, dolce.-Va al diavolo! E che diamine ci fai qui, comunque? Sai qualcosa di Draco?-
 
-Non ti rispondo. Però oggi riceverai un bel regalo.-
 
-Da parte di chi?- chiedo, confusa.
 
-Da parte di Severus Piton.- si limita a rispondermi.
 
-Ma non è..-
 
-Morto? Si. Ciò non toglie che possa comunque farti una sorpresa, non credi?- mi chiede, sorridendo.
 
Sbuffo, ancora più confusa di prima.
 
-Allora, mentre provi a decifrarmi io vado. Ci vediamo domani, Anastasia.- mi dice con un ghigno,
prima di smaterializzarsi davanti a tutti.
 
Entro in classe, con i nervi a fior di pelle. Fantastico! Ci mancava solo questo! Zabini come conversatore.
Pervertito com’è, userà video porno o affini alle lezioni. Ma chi diamine sceglie gli insegnanti di alunni le
cui menti sono così influenzabili lo sa solo Eywa. I miei amici sono già seduti, rendendomi ancora più
incazzata.
 
-Quel tipo avrebbe potuto violentarmi e voi mi avete lasciata da sola!- sbotto, colpendo con un doppio
scappellotto alla Ezio Auditore sia Daniele che Roberto.
 
-Si, e poi sarebbe stato ancora vivo, secondo te? Te l’ho detto miliardi di volte, Asia. Odio quel tipo, ma
Draco non permetterebbe mai che ti facessi del male.- mi dice Danny, massaggiandosi la nuca dolorante.
 
-Ma vaffanculo! Diventa la sua amichetta del cuore, a che ci sei, DANIELA!!- dico, colpendolo nel braccio
ripetutamente con un pugno. –E poi scordatelo! Non avrai l’imprinting con mia figlia, porco!-
 
-Ma di che diamine parli?-mi chiede Lex, con un enorme punto interrogativo stampato in fronte.
 
-Niente! Daniele è peggio di Jacob Black! E io odio quei Black.- esclamo.
 
-Certo, gli altri li ami, visto che vuoi passare la vita con uno di loro- celia Roberto, elegantemente.
 
-Fantastico! Vi ho tutti contro adesso! Fondiamo il Malfoy fan club, a che ci siamo!- rispondo.
 
-Come cambiano le cose.. lo scorso settembre l’hai proposto tu!- mi dice Stella con un sorriso falso.
 
-Oh, ma..-
 
La  mia risposta viene interrotta dall’entrata della mia professoressa di matematica. Stupida dentona. Mi
siedo a destra,accanto a Stella, lasciando il posto accanto a me libero. Mi abbasso a prendere il quaderno
e il libro dalla tracolla, lasciando perdere i discorsi insensati della mia prof, che annuncia l’arrivo di un nuovo
studente qui a scuola. Che poi chi è l’idiota che cambia scuola a marzo?
 
-Oh. Mio. Dio.- sento esclamare Stella.
 
Mi alzo, preparandomi alla vista del gran fustacchione capace di far sobbalzare la mia migliore amica.
 
Oh, cazzo!
 
Non ci voglio credere. Non ci posso credere. Non può essere lui. se fosse lui, questo dimostrerebbe che
è un vero e proprio coglione. Un vero e proprio coglione sentimentale.
 
È fantastico. Non so cosa ha combinato, ma ha qualcosa di diverso. È pure vestito in maniera diversa.
Niente più pantaloni eleganti. Jeans strappati ad arte e sneakers, ma sempre con le sue immancabili
camicie. Oggi è di un verde militare molto scuro, con le maniche arrotolate ai gomiti. Indossa anche
un borsalino di pelle ed è terribilmente affascinante. Mi sorride raggiante, guardandomi negli occhi.
 
-Ciao, posso sedermi?- mi chiede, con gli occhi di argento liquido.
 
-C-certo.- rispondo, sbattendo le palpebre per riprendermi.
 
-Grazie. Io mi chiamo Drake. Drake Black. Tu sei?-
 
-Asia. Sono Asia.- rispondo incredula, mentre lui si siede accanto a me, ridacchiando.
 
Sbatto le palpebre velocemente, sentendo il cuore andare a mille l’ora. Il tempo passa inesorabile.
Non sento le parole della professoressa, non vedo i miei amici che si guardano confusi. Sento solo
lui. ‘Drake’. Sorrido. Che idiota. Che emerito idiota.
 
‘Cosa hai fatto?’ gli chiedo, con la telepatia.
 
‘Ho sistemato le cose.’ mi risponde semplicemente. ‘Ho fatto tutto quello che era necessario’
 
‘Dray… Dray è una follia.’ gli dico, mente una risata secca mi esce dalle labbra.
 
‘Be hungry, be foolish, no? Ti prego, Asia, dimmi che mi accetti anche così.’ mi dice, prendendomi
delicatamente la mano.
 
La stringo forte, provando a trasmettergli tutto quello che provo per lui.
 
‘Draco, per l’amor del cielo. Ti vorrei anche se avessi un terzo occhio  e i piedi palmati.’, gli rispondo,
portando la sua mano verso di me, in grembo.
 
Non mi risponde, si limita a liberare la sua mano e accarezzarmi leggermente il braccio, mentre sorride.
 
Sorrido di rimando. Mi sembra un secolo da quando non sorridevo così. Ma quello che provo è palpabile.
C’è elettricità nell’aria. È come essere percorsi da energia. Per fortuna dopo avremmo avuto due ore buche.
Mmm.. si possono fare tante cose in due ore…
 
Quando la campanella suona, aspettare che la prof esca dalla classe, scostare la sedia e sedermi a cavalcioni
su Draco è una delle cose più naturali da fare.
 
-Allora, ‘Drake’,- dico, ghignando maliziosa. –Sei nuovo qui?-
 
-Oh, si. E’ così che accogliete le persone qui?- mi chiede, avvicinandosi alla mia bocca.
 
-No, lo facciamo solo con chi ne vale la pena.- gli rispondo, annullando la distanza tra noi due.
 
Ed è bello ritrovare la passione. È bello ritrovarsi in quel vortice di passione dove mi può portare solo lui. Mi
morde lievemente il labbro inferiore chiedendo accesso alla lingua, che piano piano inizia a danzare con la
mia. Ritorno a respirare, a inspirare il suo odore, così intenso, ma dolce. Torno a sentire lui. Mi stacco
ansante, guardandolo negli occhi. Non dico niente, lo afferro soltanto per la mano, trascinandolo nel bagno
delle ragazze, dove c’è ancora il passaggio che porta a casa sua. Lo spingo dentro, continuando a baciarlo,
mentre velocemente inizia a liberarsi dei miei vestiti, che sono davvero, davvero diventati superflui.
 
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
 
Dopo, sono ancora tremendamente ansante e tremendamente.. eccitata, ecco. Mi rivesto velocemente,
così come Draco, che ha un sorrisetto sarcastico stampato sul volto. Che vorrei tanto spiccicargli a forza
di baci.
 
-Potevi dirmelo, però.- gli dico, aggiustandomi i capelli con la bacchetta.
 
-Cosa?- mi chiede, abbracciandomi di schiena.
 
-Che qualche anno in meno ti avrebbero reso assolutamente meno incline alla parola e più… affamato.-gli
rispondo, sorridendo contro la sua spalla.
 
-Oh, non ne hai idea, piccola.- mi risponde, ridacchiando contro i miei capelli.
 
-Potrebbe anche piacermi, in fondo.- dico, mordicchiandogli il collo.
 
Mi alza il mento, dandomi un bacio che mi lascia senza fiato. Per l’ennesima volta.
 
-Mi sei mancata.- mi dice.
 
-Anche tu.- gli rispondo. –Ma come hai fatto a… è trasfigurazione?-
 
Mi cenno di no con la testa.
 
-No. È una pozione di Piton. Sperimentale, ma ha funzionato piuttosto bene, direi. È complicato, poi ti
spiego meglio come funziona.- mi dice, alzando un sopracciglio, malizioso. –Sono due ore che siamo
qui a fare sesso, che ne dici se adesso rientriamo a scuola?-
 
-Sei un guastafeste.- mugugno, lasciandomi trascinare di nuovo verso il bagno delle ragazze. –Hey, a
proposito di sesso e cose sconce, come mai hai convinto Zabini a farci da conversatore?-
 
-Perché è una delle poche persone di cui mi possa fidare.- mi risponde. –E poi visto quello che è
successo con il tuo ultimo conversatore non ho intenzione di correre il rischio che succeda anche
con quello nuovo, non trovi?-
 
-Vai a farti sbranare da un troll, Malfoy!- sbotto.
 
-Merlino, mi era mancato anche questo di te. È grave, dottore?- mi chiede, accarezzandomi la schiena
e provocandomi i brividi.
 
Oh, miseriaccia. È tornato a essere un Serpeverde. Be’, tanti bei risvolti piccanti per me, in fondo.
 
-Non sono una dottoressa, ma dopo aver studiato Freud..-
 
-Lascia stare quel tipo babbano. Quello vedeva pedopornografia ovunque. L’unico ad avere problemi era lui.-
 
-Paradossalmente è uno dei miei filosofi preferiti.- gli rispondo, entrando nuovamente in classe.
 
-Sei una secchiona.- borbotta, alzando gli occhi al cielo.
 
Ridacchio. Cavolo, non voglio lasciarlo mai più. Mai, mai più.
 
Vedo i miei amici che parlano tra di loro, stanno facendo una partita a carte.
 
-Ragazzi.- li chiamo, catturando la loro attenzione.
 
Tutti si voltano verso di me, e poi verso Draco. Stella mi guarda negli occhi per qualche secondo, per poi
sorridere maliziosa. No. Non va bene.
 
-Mmm.. Asia, che hai fatto in queste due ore? Ti abbiamo cercata ovunque.- mi dice Stella, ridacchiando.
 
-Star, per piacere.- mugugno. –Ho fatto fare un giro turistico della scuola a.. Drake. A proposito. Drake,
loro sono Stella, Lex, Roberto e Danny. Ragazzi, lui è Drake, Drake Black.- dico, sottolineando il suo nome.
 
-Finalmente! Quasi non ci speravo più! E sappi che lei ti vorrà sempre meno bene di quanto ne vuole a
me!- dice Stella, puntando un dito minacciosa verso il mio ragazzo.
 
Draco non risponde, guarda solo negli occhi Daniele.
 
-Non ne viene nulla di buono a metterti contro Stella. Mago avvisato, mezzo non-cruciato. È un piacere
conoscerti, comunque. Black.- dice Daniele, con un sorriso enigmatico sul volto.
 
-Il piacere è mio, ragazzi. Asia mi ha parlato tantissimo di voi. È bello potere parlare con voi finalmente.- risponde
Draco, cingendomi le spalle con un braccio.
 
Tutti si sorridono, scambiandosi velocemente qualche occhiata.
 
-Ohi!- dice Lex, guardandolo negli occhi. –Lascia di nuovo la nostra piccoletta e dovrai vedertela con noi.-
 
-Già. Un uomo ha un numero limitato di volte in cui può ferire una donna: tu hai già ampiamente superato
quel limite, ferendola con la tua menzogna.- risponde Roberto, facendo un cenno della testa, come se
avesse avuto in mano un bicchiere di champagne.
 
 
-Ragazzi..- inizio.
 
-No, hanno ragione. E ha ragione anche Roberto, anche se lo ha detto in maniera piuttosto contorta.
Farò per sempre tutto quello che mi chiederai, Asia. Nessuno ti farà più del male. Specialmente io.-
 
È a quest’ultima frase di Draco che suona la campanella. Ci sediamo nuovamente accanto ed è fantastico
poter sentire il battito del suo cuore vicino a me. E pensare che sarà per sempre, fa splendere il sole in alto
nel cielo, abbagliandoci, per la mia felicità.


Spazio Autrice: Salve a tutti!!!! Scusate il ritardo, ma ho la voglia di scrivere in Giappone. -.- Come va??? A me piuttosto bene, anche se ho scoperto che Cory Monteith italiano è fidanzato e che la sua ragazza è pure una mia collega.... porca di quella zoccola. ù.ù  E poiiiii... boh, non ne ho idea. Ah, be', questo è il penultimo capitolo!!! TT_TT  oddio, devo iniziare a scrivere l'epilogo!!! TT_TT Ma va, va, passiamo ai riferimenti:

-Aahahhahahahahah! Zabini sarà il prossimo conversatore!! Ora quasi quasi mi dispiace avere stabilito una scaletta della storia per non potere inserire una sua qualche lezione. Va buò, fa lo stesso!!

-Eywa è la divinità di Pandora, direttamente da Avatar.

-Ezio Auditore è il fichissimo protagonista di Assassin's Creed II e Brotherhood. E di cui sono perdutamente innamorata!!! *Q*

-LOL. Daniele versione Jacob Black mi fa morire.

-E ora *rullo di tamburi* Drake Black. Ho scelto di mantenere Black come cognome perché è uno dei cognomi inglesi più diffusi al mondo. u.u Drake è semplice. In inglese il nome Draco si dice 'Dreico' che suona come Drake con la -o in più. Il nome è pura fonetica. xD

-Be hungry, be foolish': ve lo devo spiegare? TT_TT


Detto questo ringrazio chi recensisce, chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate!! I <3 you, guys!!



A presto!
Micaela

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Capitolo 21
*** Is it the end? ***


Il tempo passò molto in fretta dopo il giorno in cui Asia e Draco si riunirono. Erano tutti molto stupiti del fatto che la tenera ed eterna single Anastasia Berri avesse trovato un ragazzo del calibro di Drake Black. Ma i due ragazzi, troppo presi da loro stessi per preoccuparsi dei pensieri altrui, si facevano quattro risate in compagnia.

 

I Big 5 si erano trasformati in Big 7. Stella aveva finalmente deciso e parlato con Lex, che aveva accettato stoicamente il rifiuto della ragazza, ora felice con Dave. D’altro canto, Draco era riuscito a integrarsi nel gruppo di amici della propria ragazza eccellentemente, instaurando un rapporto strano con Daniele, che, pur tenendolo d’occhio, si era reso piuttosto disponibile ad un’amicizia con il biondino. Asia se ne stupiva ancora di come quei due si capissero al volo.

 

Ma queste non erano le uniche cose a essere cambiate nelle vite dei due ragazzi. Asia aveva deciso di fare il grande passo.

 

*Flashback Asia PoV*

 

Suona la campanella dell’ultima ora a scuola, e subito il mio cuore inizia a battere forte, forse anche troppo forte. Raccolgo i libri e li poso lentamente dentro la borsa. Draco mi aspetta paziente, per poi porgermi la mano per stringerla. Restiamo in classe per ultimi per smaterializzarci da lì direttamente nel vialetto di casa mia. Oggi i miei genitori si sono presi un giorno libero perché se proprio dovevo invitare il mio ragazzo a casa, non potevo farlo senza che prima loro non si fossero presentati. Ragionamento alla Ottocento a parte, sono molto nervosa. Ho deciso con Draco di approfittare della situazione per dire ai miei che sono una strega. E tanto basta.

 

Suono il campanello. Subito sento uno scalpiccio verso la porta.

 

-Ragazzi!- dice mia madre, aprendo la porta. –Forza entrate! Tu devi essere Drake.-

 

-Si, salve, Signora Berri.- dice molto educatamente, porgendole la mano.

 

Mia madre non mi somiglia molto. Io mora, lei bionda, lei alta, io tappa, lei un po’ più piatta, io più formosa.. ma non ci facciamo troppo caso, in fondo. Entriamo in casa e più ci avviciniamo al salotto, più mi sento male. Spero solo che mio padre non reagisca troppo male.

 

-Salve, Signore.- dice Draco, con un sorriso gentile e accondiscendente sul volto.

 

-Buongiorno.- mio papà si limita a guardarlo un po’ in cagnesco, per poi lasciare perdere. –Così ti chiami Black. Sei inglese?-

 

-Si.- si limita a rispondere. Mentire sarebbe inutile, tanto tra poco saprà la verità.

 

Scambio uno sguardo con Draco, implorandolo di dire subito la verità. Almeno no avrò più pterodattili nello stomaco.

 

-Mamma, Papà, sedetevi, vi prego.- dico, sedendomi sul divano insieme al mio ragazzo, lasciando le due poltrone ai padroni di casa.

 

-Dovete dirci qualcosa?- dice mia madre, asciugandosi le mani sul grembiule da cucina.

 

-Si, vi prego, sedetevi.- dico, rossa in viso.

 

Bene. Mia madre avrebbe richiamato l’inquisizione. Incantesimo fredda-fiamma, tu sia benedetto. Deglutisco, evitando di sorridere. Draco mi stringe la mano, sorridendomi incoraggiante.

 

-Oh, per l’amor del cielo! Sei incinta! Sei incinta!- urla mio padre, alzandosi in piedi.

 

Sbatto gli occhi, sorpresa dalla sua reazione.

 

-Oh, papà! Ma insomma! Ti sembro incinta?? Mi hai visto vomitare al mattino o con i piedi gonfi la sera? No, non sono incinta! E non avrò figli prima dei trent’anni!- dico, bordeaux in viso.

 

Draco accanto a me ridacchia, facendomi smuovere di più nervi.

 

-E tu la vuoi piantare, maledetta serpe!- dico, incrociando le braccia al petto.

 

-Te l’avevo detto.- mi risponde.

 

-Fuck off.- dico, in inglese, in modo da non farlo capire ai miei. –Non sono incinta, non vi preoccupate. Anche se forse dopo quello che vi dirò, preferireste che fossi incinta.-

 

-Perché? Che succede?- chiede mia madre, apprensiva.

 

-Io… Un paio di mesi fa.. ho scoperto di non essere.. be’, come quasi tutti gli altri.- dico, asciugandomi il sudore dalla fronte. –Ho scoperto di avere dei.. poteri speciali.-

 

-Poteri speciali? Tipo parlare con i cavalli o lanciare ragnatele dai polsi?- mi chiede mia madre.

 

Ok, mia madre si è ubriacata.

 

-No! Non quel tipo di poteri! Io… oh, insomma! Sono una strega!- sbotto, rossa in viso.

 

-Una strega? Non sei così cattiva tesoro!- dice mia madre, accarezzandomi il ginocchio.

 

-Uh, una volta c’era una strega cattiva, nel bellissimo mondo di Oz, ed era la strega più cattiva delle più cattive delle più cattive che ci siano mai state!- canticchia mio padre.

 

-Ding dong! La strega è morta!- si unisce mia madre.

 

Sbatto le palpebre. Ok, i miei sono fuori di testa.

 

-Li hai confusi?- chiedo a Draco.

 

-No. In compenso credo che i tuoi adorino i musical.- mi risponde, alzando le spalle.

 

-Mamma! Papà! Ma insomma, vi sembra il caso?- chiedo, imbarazzata.

 

-Tesoro, scusa, ma credevamo volessi dirci qualcosa di importante!- mi risponde mia madre.

 

-Cosa? Tu.. tu dovresti chiamare l’inquisizione! Non dirmi che non è importante!- sbotto.

 

-Tesoro, lo sapevamo già. Secondo te i poteri te li hanno sbloccati di nascosto? No, l’hanno fatto col nostro consenso. Anche se non credevamo che te li avrebbero mai sbloccati in effetti.- mi risponde mi madre, con un sorriso gentile.

 

-Già. Ci avevano detto che i tuoi poteri avrebbero potuto crearti dei poteri, quindi credevamo che non sarebbero mai venuti a sbloccarteli. Non ci hanno nemmeno avvertiti. Be’, in fondo sei maggiorenne, sia in senso magico che in senso babbano.- dice mio padre.

 

-Sono un idiota.- sibila Draco accanto a me.

 

-Lo so che lo sei. Ma perché lo sei adesso?- dico, un po’ imbambolata.

 

Wow. Sono ancora viva.

 

-Perché nel tuo fascicolo non c’era scritto nulla sui tuoi genitori, credevo che fosse sottointeso che non dovessimo dire loro niente! Sono un deficiente!- dice, con lo sguardo perso nel vuoto.

 

Sospiro. Si, Draco è un idiota. Ma non gliene do una colpa adesso. È andato tutto bene in fondo.

 

 

*fine flashback*

 

 

La scoperta che i genitori sapevano già di lei era stato uno shock per la giovane strega. Ma da quel momento in poi aveva potuto vivere la magia con tutta se stessa, felice, accanto alla sua famiglia, i suoi amici e ‘Drake’.

 

 

Era anche arrivata la fine dell’anno scolastico, e con essa gli esami, che per Asia sarebbero stati sia quelli di Maturità che i MAGO. I primi le erano sembrati piuttosto semplici, al contrario di quelli magici, che erano stati un’incognita fino alla fine. Ma anche quelli erano passati, ed anche abbastanza bene a parere di Asia. Il diploma era già arrivato, col massimo dei voti, mentre aspettava ancora i risultati dei MAGO. Con il diploma era arrivata anche la festa del diploma, che si sarebbe tenuta a Villa Mal Foi. Draco aveva tolto l’incantesimo di disillusione alla porta del bagno, in modo che la loro classe e qualche altro amico potessero prendere quel passaggio. Certo, dovevano confondere tutti quelli che non dovevano sapere, ma il biondino era l’unico ad avere una casa abbastanza grande da potere ospitare tutti.

 

La festa si era rivelata un vero e proprio delirio. C’era gente che ballava sui divani, gente imboscata un po’ ovunque e gente completamente persa nell’alcol. Asia sorrise allo spettacolo. Per l’occasione aveva deciso di indossare un miniabito stile impero che le arrivava a metà coscia verde smeraldo, delle alte scarpe grigio perla e tanti accessori in argento. Motivo? Voleva fare una buona impressione sui coniugi Malfoy. Che sarebbero stati presenti in quello che chiamavano ‘il salottino del bon ton’. una testa bionda si avvicinò alla ragazza, che non poté impedirsi un sorriso.

 

-Allora, Stella? Com’è essere liberi dalla scuola?- chiese, guardandola. Le stava bene il vestitino viola senza spalline.

 

-Bah, uguale a prima. Solo che non dovrò fare compiti per domani.- rispose, scrollando le spalle e bevendo un altro sorso del cocktail che aveva in mano.

 

-Già, suppongo di si. Fortunati voi.- dico, alzando un flute di champagne.

 

-Dove sono gli altri?- chiese Stella.

 

Ma non fece in tempo a dirlo che subito si sentirono delle urla di incitamento. C’erano Daniele e Roberto da un lato e Lex e Draco dall’altro. E stavano facendo a gara a chi reggeva meglio l’alcol.

 

-Dray, ma sei pazzo?- urlo, correndo verso di loro.

 

-Oh, avanti, baby, è la festa del diploma! È un cliché da rispettare, quello di ubriacarsi fino a vomitare.- disse, già evidentemente brillo.

 

-Ti disconosco come mio figlio. Drake.- disse una voce maschile alle nostre spalle.

 

Oh, porca di quella merda infame, imprecò mentalmente Asia. Possibile che ogni volta che siamo in una situazione imbarazzante spuntino i suoi genitori?

 

-Wow, signore. Lei si che è un buon cosplay!- disse un compagno di classe dei Big, particolarmente appassionato ai costumi ispirati a personaggi usciti da film e serie tv. Quel giorno, per esempio, assomigliava vagamente ad Howard Wolowitz. Aveva persino la cintura di Batman rossa.

 

Lucius Malfoy, ovviamente superiore a quella massa di stolti babbani lasciò andare l’affermazione del ragazzo, afferrando il figlio per il colletto della camicia e portandolo verso il salottino del bon ton.

 

-Draco, ma ti sembra il modo di comportarti in pubblico? Babbani! Lo sapevo che erano contagiosi!- borbottò.

 

-Papà, ti prego, non fare il moralista. Come se a Serpeverde le feste non fossero peggio. Sono lucido, mi stavo solo divertendo un po’. Il fegato Malfoy regge molto di più di due semplici bicchieri di vodka babbana.- disse Draco, ridacchiando e stringendo la mano della sua ragazza.

 

Malfoy senior si limitò a continuare borbottare, sedendosi su una poltrona.

 

-Comunque, Papà, lei Anastasia. Asia, lui è mio padre, Lucius Malfoy.- disse il ragazzo, con un ghigno sadico sul volto.

 

-S-s-salve.- disse quella con voce piccola piccola. –Salve anche a lei, Signora Malfoy.-

 

-È un piacere rivederti, cara. Congratulazioni per il diploma.- ripose, con un sorriso radioso sul volto.

 

-Mpf. Roba babbana. Ascoltami, ragazzina. Non ho nulla contro di te, davvero. Fino a qualche anno fa non ti avrei fatta avvicinare a mio figlio nemmeno col telescopio, ma…- disse, lanciando uno sguardo strano alla moglie e al figlio. –Ma non è più quel tempo. Goditi la vita, ragazzina.-

 

Asia provò uno strano senso di libertà, che nemmeno il diploma le aveva dato. Draco le aveva parlato del fatto che il padre avesse in realtà accettato la profezia del figlio, ma un conto era sentirselo dire, un conto era vederlo. Fu grata ai coniugi Malfoy, nonostante tutto. Sorrise a tutti loro, con cenno di assenso. All’improvviso il fuoco del caminetto alle spalle di Draco si fece verde, annunciando l’arrivo di altri ospiti.

 

-Zio Draco!- gridarono tre bambini in coro, buttandosi sopra il ragazzo.

 

Draco si limitò a ridacchiare, steso a terra dal peso di quelle tre pesti.

 

-Al, il tuo gomito è conficcato su una mia costola, ti spiacerebbe alzarti?- chiese al secondogenito dei Potter, ridacchiando.

 

-Merlino, ma che hai fatto a questi bambini?- chiese una donna dai capelli rossi, arrivata dopo i suoi figli. Ginevra Weasley.

 

Anastasia era sconcertata. Quei bambini, da come lo stringevano, mordevano, coccolavano Draco, dovevano volergli un mondo di bene. Poi guardò la piccola di Casa Weasley. Be’, piccola.. era davvero una bella donna. E le piaceva molto. Stella aveva cominciato a chiamarla Ginevra proprio a causa sua. A volte ne rideva con Draco: sia lo Sfregiato che il Furetto alla fine avevano avuto la loro Ginevra.

 

-Eravate voi quelli antipatici. La nuova generazione Potter-Weasley è esilarante.- disse, prendendo in braccio Lily.

 

-Oh, ma per piacere, Malfoy, non eravamo noi a tramare alle tue spalle!- rispose Harry, scrollandosi la cenere di dosso. –Salve, Signora Malfoy. Signor Malfoy.-

 

Asia pensò che Harry doveva essere ancora molto riconoscente a Narcissa. Mentre la sua inimicizia con Lucius, doveva essere ancora lì, un po’ meno visibile, ma ancora presente.

 

-Buonasera, Harry.- rispose la donna, con un sorriso gentile, materno.

 

-Potter.- si limitò a rispondere Malfoy senior.

 

Harry alzò gli occhi al cielo, girandosi verso Asia e Draco.

 

-Congratulazioni per il diploma, ragazzi.-

 

-Grazie.- rispose lei, ancora un po’ sconvolta. Diamine, Draco avrebbe dovuto dirle che ci sarebbero stati anche loro.

 

-Si, grazie. Che sei venuto a fare qui, capo?- chiese il biondo, ironicamente alla fine.

 

-Sono venuto a consegnare una lettera alla tua ragazza.- disse porgendola alla ragazza.

 

Portava lo stemma del Ministero della Magia. La ragazza la lesse di corsa. Poi un sorriso radioso si stampò sul suo volto.

 

-Cos’è?- chiese Draco.

 

-I risultati dei MAGO.- rispose.

 

-Cosa? Che aspetti? Che dice?- chiese lui con aspettativa. Persino i coniugi Malfoy e Potter si erano incuriositi.

 

-Tutte E e una O. Ho E in Trasfigurazione, Incantesimi, Erbologia, Difesa, Antiche Rune e Aritmanzia. O in Pozioni!- disse, ridendo dalla felicità.

 

Draco la abbracciò felice, stringendola forte fino a sollevarla in aria.

 

-Wow- mormorò Lucius, aggrottando la fronte. –Nemmeno tu hai preso questi voti.-

 

-Papà, ti pare il caso?- rispose, arrossendo. Poi ghignò. –Ah! Hai preso O in Pozioni!-

 

-Va al diavolo, furetto! Sapevo saresti andato a parare lì.- sbottò la ragazza.

 

Ci furono di nuovo tanti complimenti, ed Asia fu felice di quella che era stata la sua strada.

 

-Non sono venuto solo per la lettera, sai?- disse Harry, sorridendo bonario.

 

-Harry, non so se te l’ha detto nessuno. Io non ho conosciuto Silente, purtroppo, ma da quello che so.. be’,  ti stai trasformando in lui. Solo ti prego, continua a vestirti da babbano.-disse la ragazza, per spezzare la tensione, facendo ridere pure i bambini, spupazzati dalla signora Malfoy in attesa di nipoti suoi. –Comunque, no, non lo so. Perché sei venuto qui, Harry?-

 

-Ti ho presa. A settembre iniziano i corsi- rispose lui, enigmatico.

 

-Harry, dicevo sul serio prima. non ti ho capito.- disse la ragazza.

 

Però, aspetta, lui, i corsi, settembre..

 

-A settembre iniziano i corsi dell’Accademia. Insomma, Draco mi aveva detto che avevi voglia di diventare Auror!- disse, sorridendo.

 

-Mi hai presa.. mi hai presa all’Accademia!- rispose lei, abbracciandolo di slancio.

 

-Hey, calmati, siamo inglesi, sai? Non abbracciamo spesso.- disse Harry, staccandosi. –Quanto a te, Furetto, sappi che a Settembre ti rivoglio in ufficio. Hai già passato troppo tempo a portarti il lavoro a casa.-

 

-Grazie, Harry.- disse Draco.

 

-Tranquillo, Malfoy. Con lei avremo la migliore squadra di Auror nel mondo. Ergo, potrebbero aumentarmi lo stipendio. Dai, scherzo. Però ho un po’ ragione.- rispose Potter, passandosi una mano tra i capelli.

 

Parlarono per un altro po’ di tempo, durante la quale Asia era rimasta a fissare spesso Draco coccolare Albus, suo preferito all’apparenza. Era dolce. Era dolcissimo. Voleva davvero molto bene a quei bambini.

 

Quando i Potter e i Malfoy si congedarono, prendendo il camino, i due tornarono alla festa che era ancora più delirante di prima. trovarono i loro amici intenti a socializzare col prossimo. Stella era in un angolo della sala con Dave, ‘Sansone’ per gli amici, visti i suoi lunghi capelli ricci. Daniele si stava distraendo con una loro compagna d’istituto. Niente di serio, per nessuno dei due, tentavano solo di beccarsi la mononucleosi a vicenda. Lex, invece, era abbracciato ad una testa riccia color mogano che fece subito sorridere Asia.

 

-Adeeeeeeeeeeeeeeeeeeleeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!- urlò, correndo verso la ragazza.

 

-Asiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!- le rispose quella.

 

Si trovarono a metà strada, per poi abbracciarsi e cominciare a saltellare come due ragazzine. Draco sbatteva le palpebre, scioccato. Lex si avvicinò a lui, ridendo.

 

-Chi è quella scimmia urlatrice?- chiese Draco, con gli occhi sbarrati.

 

-Bada a come parli, Malfoy. Lei è Adele.- rispose Lex.

 

-Chi è Adele?-

 

-Adele è una cugina di Asia. Ha moltissima influenza su di lei. Purtroppo non si vedono spesso perché lei vive in un’altra città, ma.. be’, se vuoi tenerti stretta la tua ragazza, devi fare in modo di essere nelle grazie di Adele.- rispose Lex, guardando la nuova arrivata dolcemente.

 

-Non è che ti piace?- chiese Draco, ghignando.

 

-Ti ha fatto male tornare a essere un ragazzo. Sei tornato a essere indisponente. Non avremmo dovuto prenderti nel gruppo.- mugugnò, avvicinandosi alle ragazza e passando un braccio attorno alle spalle di Adele.

 

-Ciao! Tu devi essere Drake! Asia mi ha parlato così tanto di te!- disse, stringendogli la mano.

 

Draco pensò che avesse più vitalità di un vulcano in eruzione. Ed era vero. Da piccole Asia e Adele erano due piccoli terremoti. Dove passavano loro, lasciavano indietro solo fango e distruzione. Ora lasciavano solo tracce di tacchi a spillo e scie di sederi di ragazzi che trascinavano per il collo.

 

La festa finì in pace, ovvero in pieno coma etilico per la maggior parte dei presenti. Anche i ragazzi se ne erano andati, lasciando Draco ed Asia da soli.

 

La ragazza si appoggiò alla balaustra del balcone della Sala da Pranzo del Maniero, sospirando. Era stata una bella festa in fondo.

 

-Lo puoi individuare dalle quattro stelle che formano quasi triangolo. Scorri verso sinistra e l’avrai nella sua interezza.- sussurrò Draco al suo orecchio, avvicinandosi a lei.

 

-Cosa?- chiese Asia, confusa.

 

-Ricordi quando sei venuta qui la prima volta dopo che abbiamo l’amore? Eri qui, appoggiata a questo balcone e mi hai chiesto di mostrarti Scorpius. Eccolo qui, ho mantenuto la promessa.- rispose, baciandole il collo.

 

-Lo so. Grazie.- rispose, trattenendo un gemito. –Tieni molto ai figli di Harry, eh?-

 

-Sono dei bambini fantastici.-si limitò a dire lui, irrigidendosi un po’. –Perché?-

 

-Non lo so. È… strano, suppongo.-

 

-C’è una cosa che non ti ho detto.- disse Draco, dopo un po’.

 

-Cosa?-

 

-La notte prima che ho preso la pozione ho fatto un sogno. Ho sognato di.. essere morto.- disse, incredibilmente serio e tranquillo.

 

-Cosa?- sussurrò lei.

 

-Hai capito. Sai qual è stata la cosa più orribile? Tu eri lì, nel mio ufficio al Ministero e piangevi. Ed eri incinta. Di un maschietto. Lo chiamavi Tom.- le rispose, sorridendo tristemente.

 

-Oh, mio… cosa?-

 

-Asia, non andare in iperventilazione. Non è nulla di che. Forse ero solo spaventato dalla pozione. Forse ho solo paura di non diventare padre. Forse ho paura di perderti. Non lo so, Asia. So solo che c’era Hermione, te l’ho detto, e lei mi ha detto che potrebbe essere un sogno premonitore. In fondo ci sono precedenti di veggenza nella mia famiglia.-

 

-Ma ciò non significa che lo sia-

 

-Affronteremo la cosa quando si presenterà. È solo che.. sai sentirti parlare di bambini, e ricordarmi di te in quel sogno..- dice, per poi passarsi una mano tra i capelli.

 

-Non succederà. Hey, Draco, non succederà.- rispose la ragazza.

 

-Tranquilla, te l’ho detto. Non era nulla. Solo… mi incuriosisce perché chiameresti nostro figlio Tom.- disse, con un lieve sorriso sul volto.

 

La ragazza arrossì.

 

-Tom è sempre stato uno dei miei nomi preferiti.- mugugnò, dimenticandosi il discorso serio per l’imbarazzo.

 

-Ah, si? Chi ti ricorda?-

 

-Be’, innanzi tutto Tom Hanks, uno dei miei attori preferiti. Poi Tom Sayer, Tom Welling, Tom Sturridge, che prima di diventare un barbone era alquanto figo. Thomas Eliot, Thomas Mann, Thomas Edison.- elencò, rossissima in viso.

 

-Sono due nomi, Asia. Voglio sentirli dire.-

 

-Non ho idea di cosa tu stia parlando-

 

-Si, che lo sai.-

 

-Non è vero.

 

-Invece si.-

 

-Invece no!-

 

-Asia…-

 

-Ok, ok. Adoro Tom anche perché è il nome di Tom Riddle e Tom Felton. Va al diavolo, Malfoy!-

 

-Visto, non era difficile dirlo.- rispose. –Bello sapere che mi pensi sempre. In effetti se non mi avessi conosciuto, dare a tuo figlio il nome Draco non sarebbe stato normale.-

 

-No, infatti.- mugugnò lei, appoggiandosi al suo petto.

 

-Hey. Tom è un bel nome. Mi piace. E poi ti amo.-

 

-Ti amo anch’io.-

 

Fu facile per loro dimenticarsi del resto e baciarsi. Fu facile per loro far finta di dimenticare. Ma non dimenticarono mai. Non dimenticarono mai quello che era successo loro in quell’anno. Non dimenticarono mai come avevano trovato l’amore nello stesso momento in cui avevano quasi smesso di crederci. Non dimenticarono mai come si amarono per la prima volta, in quella notte forse un po’ impacciata, ma anche molto carica di amore e passione. Non dimenticarono le loro promesse. Non dimenticarono mai di amarsi. Non dimenticarono mai la profezia, che li aveva fatti incontrare. Non dimenticarono di amarsi.

 

Il figlio di un diavolo e di un angelo amerà

Lui non ci crede nemmeno ma lo farà

L’amata i poteri celati e nascosti avrà

Ma lui per senso del dovere li sbloccherà!

Il suo cuore freddo e insensibile diverrà

Ma al suo primo sguardo a cedere pronto sarà.

Ad una Nata-Babbana la sua vita dedicherà…

 

Grazie, Zia.

 

.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

Tre uomini osservavano un castello che affacciava sul mare, in Normandia. Quella villa era famosa per i suoi proprietari, una famiglia purosangue che per molto tempo era stata invischiata nelle Arti Oscure.

 

-Pensi che sia lì, Morpheus?- disse un uomo coperto interamente da un mantello nero, come i suoi compagni d’armi. Unico segno distintivo, i suoi occhi viola.

 

-Certo che lo è, Gilbert. Non fare domande idiote. Sta con Malfoy adesso.- rispose il capo, toccandosi il ciondolo d’ambra che portava al collo, come d’abitudine.

 

-Maledetti, ma non si sposavano tra cugini, prima?- ringhiò il terzo,torturandosi il mignolo con l’anello che portava il blasone di famiglia.

 

-Be’, a quanto pare sono impazziti del tutto e hanno iniziato a scoparsi pure i sanguesporco, che vuoi che ti dica, Leander?- rispose Morpheus.

 

-Vadano a farsi fottere. Riescono sempre a pararsi il culo loro. E si beccano sempre il meglio.- sbottò Leander.

 

-Tranquillo, fratello. Alla fine lei sarà comunque nostra. Non importa chi l’ha avuta per primo.- ghignò Gilbert.

 

-Gilbert..-ringhiò Morpheus.

 

-Ok, capo, sarà tua.- rispose quello, ritraendosi istintivamente.

 

-Ora si che si ragiona. Lei deve essere mia. Anastasia deve essere mia. Non ha nessuna ragione di stare con quel.. mago.- disse, mettendo tutto il ribrezzo che poteva in quella parola, come una volta i maghi dicevano babbani.

 

Morpheus Cosgrave alzò una mano al cielo, attirando elettricità e scatenando un tempesta di tuoni e fulmini.

 

I Dominatori erano stati scatenati.

 

 

Spazio Autrice: Salve a tutti!! Oh, mio dio. Non riesco a credere che sia finita. Mi sento infinitamente triste. :’( Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, almeno quanto è piaciuto a me scriverlo. Spero che vi sia piaciuta l’intera storia. Ora passo ai riferimenti:

-     Finalmente sono presenti i genitori di Asia. Io li trovo divertenti. Poi quando cantano ‘Ding Dong! The Witch is Dead!’ del Mago di Oz, ridevo come un’idiota!

-     Quando sono nervosa avere ‘le farfalle’ è un eufemismo. Gli pterodattili mi mordicchiano lo stomaco! D:

-     Ditelo che il grande passo sapeva di matrimonio!! Lol

-     La fine del liceo sembra la porta per la libertà. Diffidate da chi dice queste stronzate. Sembrate più liberi ma avete un mucchio di responsabilità in più.

-     Anch’io voglio un amico che indossa cos play ogni giorno. Poi Howard Wolowitz è probabilmente uno dei personaggi più teneri che esistano. Adoro The Big Bang Theory.

-     Questa è per la mia ‘Stella’: ecco perché ti ho costretta a chiamarmi solo Ginevra! U.U

-     La scena tra Asia e Adele è deliberatamente da non-so-quale-episodio di non-so-quale-serie di Scrubs quando un’amica del College va a trovare Elliott. Quella è probabilmente la scena più bella di tutte le serie.

-     Oh, mio dio. Mi piacciono troppe persone col nome Tom! D:

-     Poiiiii: Dulcis in fundo. Chi saranno quelle tre presenze vicino Casa Mal Foi? Per saperlo dovrete leggere il sequel!!! Muahahahahahahahahahh

 

Ecco, appunto, dopo questa storia pubblicherò un sequel. Non so quando inizierò a scriverlo. Anche perché mi piacerebbe portarmi avanti con le storie che ho abbandonato. Farò quello che posso. A costo di aggiornare anche una volta al mese! D:

 

Detto questo vorrei ringraziare davvero tutte le persone che hanno inserito la storia tra le seguite/ le preferite/ e le ricordate e tutte le persone che con le loro magnifiche recensioni mi hanno incentivato a scrivere questa storia. Grazie mille, ragazzi.

 

A presto, spero,

 

Micaela

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