I Predatori del Tempo

di Eragon9
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** La Sala ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


            La ragazza si avvicinò a passo svelto davanti alla fermata dell’autobus, come le era stato detto. Tra le mani stringeva ancora il biglietto che le era stato recapitato qualche giorno prima, lanciandogli rapide occhiate di tanto in tanto e guardandosi ripetutamente attorno per essere sicura che si trovasse nel luogo giusto, e che la persona che le aveva dato appuntamento non fosse già lì. Ma come avrebbe potuto riconoscerla se non l’aveva mai viste prima?
            “E’ l’unica fermata della strada. Non posso essermi sbagliata” si disse infilandosi il biglietto nella tasca dei jeans, continuandosi a guardare intorno.
            Il biglietto le era stata recapitato cinque giorni prima, in una busta da lettera sigillata e affrancata. Era proprio questo il dettaglio che aveva incuriosito Buffy Summers non appena ricevuta la lettera: chi mai avrebbe potuto sapere il suo indirizzo preciso? Da quando aveva sconfitto il Primo e il suo esercito (sette anni prima) Sunnydale era stata letteralmente distrutta e rasa al suolo, sprofondata in quello che ormai appariva come un enorme e inquietante cratere di un vulcano, e Buffy non aveva fatto altro che spostarsi continuamente di città in città con il signor Giles, le potenziali Cacciatrici e il resto della “Scooby-gang” – come amavano chiamarsi tra di loro – alla ricerca di eventuali minacce demoniache.
Non si trattava di un errore: il nome sul retro della busta era proprio il suo. Il testo del messaggio era breve, conciso e misterioso: “Una nuova minaccia sta per arrivare. Per fermarla non potrai contare solo su te stessa e sui tuoi amici. Incontriamoci a …” – seguito dalle indicazioni per raggiungere il luogo d’incontro e dall’orario. Giles e Buffy erano concordi sul fatto che non si potesse trattare di una trappola: nessun essere malvagio avrebbe mai tentato un approccio del genere! La ragazza era lì, vicino a una fermata degli autobus a San Francisco, per far luce sulla vicenda.
Con la coda dell’occhio, Buffy vide una donna avvicinarsi lentamente a lei. Pensando che si potesse trattare del misterioso mittente, si voltò di scatto verso di lei.
“Decisamente no.”
Si trattava di una donna anziana, alquanto malvestita e che sembrava avere molto freddo (nonostante la temperatura piuttosto elevata) considerando il cappello di lana sulla sua testa. Notando che Buffy la stava fissando, ricambiò lo sguardo con un sorriso.
“Poteva almeno mettersi la dentiera…” pensò Buffy voltandosi in un’altra direzione. Poi analizzò il quadrante del suo orologio da polso: erano le quattro e un quarto. La persona misteriosa era in ritardo di ben cinque minuti. “Un altro po’ e me ne vado.”
“Mi scusi, è questa la fermata della linea 4B2?” chiese una donna alla signora anziana accanto a Buffy, la quale mugugnò qualcosa di incomprensibile e faceva cenni col capo in segno di assenso. “Ok. Grazie mille,” rispose la donna sforzando un sorriso: probabilmente, anche lei aveva notato che l’anziana si era dimenticata di mettersi la dentiera prima di uscire di casa. Ammesso che ne avesse una.
La donna appena arrivata si guardava intorno nervosamente, consultando un foglietto che stringeva tra le mani. Dapprima non ci fece caso, ma dopo un po’ Buffy si accorse che si trattava di un biglietto molto simile al suo: il materiale era lo stesso (cartoncino doppio), e dalla sua posizione riusciva anche a intravedere il testo del messaggio – stessa calligrafia, stesso contenuto. “Possibile che io non sia l’unica invitata alla festa?” si chiese pensando rapidamente a come agire. Quindi si fece coraggio, e si avvicinò alla donna. “Mi scusi,” le disse, “ho sentito che stava cercando la fermata della linea 42B.”
“In realtà cercavo la 4B2, ma penso proprio di averla trovata” rispose la donna, sorridendole con fare gentile.
“4B2. È quello che intendevo dire!” si corresse Buffy. “Sì, la fermata è proprio questa. Ma mi stavo chiedendo…” aggiunse avvicinandosi di qualche passo alla donna e abbassando il tono di voce, “sta per caso aspettando qualcuno?”
“Ah, quindi sei tu la persona che mi ha spedito questo biglietto,” rispose l’altra sventolando la lettera per aria. “Come facevi a sapere che sarei stata a San Francisco per tutta la settimana? E di che minaccia si tratta?” Notando l’espressione interdetta di Buffy, la donna aggiunse in un sussurro “Sei un fantasma?”
“C-Cosa?” balbettò incerta Buffy, “No, no, io non sono un fantasma! E non sono nemmeno la persona che ti ha inviato questo messaggio. Vedi,” disse estraendo il suo biglietto dalla tasca, “anche a me ne è stato recapitato uno identico.”
La donna studiò rapidamente il biglietto della ragazza. “La cosa si fa ancora più interessante. Vorrà dire che aspetteremo ancora per un po’. Comunque piacere di conoscerti, mi chiamo Melinda Gordon” disse poi porgendole la mano. “Vengo da una piccola città al nord del paese. Mi trovo a San Francisco con mio marito da pochi giorni, chiamiamola una piccola vacanza.”
Buffy le strinse cordialmente la mano. “Io sono Buffy. Buffy Summers. Vengo da Sun… Veramente non so nemmeno io da dove vengo. Fino a ieri mi trovavo a San Rafael. C’è molto lavoro da sbrigare, se sai a cosa mi riferisco!”
Melinda la guardò con aria interrogativa.
“Ecco…” riprese Buffy, incerta su come spiegarle la sua frase precedente “nel biglietto si parlava di una nuova minaccia, quindi pensavo che si trattasse di qualcosa di… soprannaturale… e che, dato che dobbiamo collaborare, tu avessi le mie stesse… capacità.”
“Ah, ora capisco! Anche tu vedi i fantasmi?”
La signora anziana si girò incuriosita verso di loro.
“Forse sarà meglio proseguire il discorso abbassando il tono della voce”, propose Buffy.
“Hai ragione, scusami. Sai, è che oltre al mio amico Eli non conosco molte altre persone che possiedono il dono.”
“Il dono…” ripeté Buffy sconcertata.
“Sì, è così che lo chiamo” le spiegò Melinda. “Anche mia nonna lo possedeva e l’ha sempre chiamato in questo modo. Confesso che spesso ne farei volentieri a meno, soprattutto quando interferisce con le mie vicende personali, ma non posso fare a meno di considerarlo un dono, in ogni caso!”
“Quindi il tuo… dono è vedere i fantasmi?”
“Non solo vederli: gli parlo, e cerco di capire qual è la loro questione in sospeso. Cerco di risolverla e poi li convinco a farli passare oltre.
Buffy annuì, inarcando le sopracciglia.
“Perché? Tu come ti comporti con gli spiriti?” le chiese Melinda, notando l’incertezza nello sguardo della ragazza.
“Oh, gli spiriti, ecco… In realtà non ne ho visti molti. Anzi, forse non ne ho visti per niente. Però una volta ho lottato contro una donna invisibile.”
“Quindi non vedi i fantasmi.”
“Esatto. No, non vedo i fantasmi, e non li aiuto a passare oltre. Piuttosto, cerco di far passare oltre demoni, vampiri, e tutte le altre creature che non vogliono saperne di morire – anche se sono già morte! Sono una Cacciatrice.”
“Una cosa?!” chiese Melinda sbalordita.
“Ne deduco che non hai idea di cosa stia parlando.”
“Vuoi dire che tu vedi creature come demoni e vampiri? E vuoi dire che esistono?”
“Non solo li vedo: li impaletto. O decapito, a seconda dei casi.”
Melinda rise nervosamente, allontanandosi di qualche passo da Buffy. “Perché ci hanno fatte incontrare? Io non ho nessuna di queste capacità. Se per nuova minaccia intendono demoni o vampiri, io non ho idea di come affrontare la situazione.”
Buffy sospirò. “Mi piacerebbe tanto poter dire lo stesso.”
“Demoni e vampiri: mi sa che voi due avete qualcosa in comune con noi” disse una voce femminile alle loro spalle.
Melinda e Buffy si voltarono di scatto: davanti a loro c’erano tre donne sulla trentina, che le fissavano con sospetto e curiosità al contempo.
“Non abbiamo potuto fare a meno di ascoltare” disse una di loro. “Siete voi che ci avete spedito il messaggio? Cosa volete?”
“No, noi…” risposero all’unisono le due. Buffy fece cenno a Melinda di proseguire.
“Noi abbiamo ricevuto lo stesso messaggio che è stato recapitato a voi. Ci siamo incontrare pochi minuti fa, ma il nostro personaggio misterioso non si è ancora fatto vivo.”
Una delle tre guardò l’ora dal suo orologio da polso. “Beh, chiunque sia farebbe meglio a darsi una mossa. Faccio ancora in tempo a passare in tintoria, se si sbriga.”
“Piacere, io mi chiamo Phoebe” disse un’altra. “E queste sono le mie sorelle Paige e Piper – che a quanto pare ha un appuntamento in tintoria.”
“Certo che ho un appuntamento!” ribatté Piper. “Quelle tende stanno lì da giorni. Vorrei ritirarle prima che si scoloriscano – di nuovo. Comunque piacere di conoscervi, ragazze.”
“Io sono Melinda e lei è Buffy. Qualche idea sul perché siamo state riunite qui?”
“Parlavate di creature soprannaturali,” disse Paige, “probabilmente condividiamo tutte e cinque qualcosa di… soprannaturale. Anche voi siete delle streghe?”
“No,” rispose Buffy, “io sono una Cacciatrice: ammazzo vampiri, demoni e creature malvagie di vario tipo. Lei invece, a quanto pare, fa passare oltre i fantasmi.”
Le tre sorelle annuirono, fissando Melinda con aria accondiscendente.
“Ed è considerato un potere?” chiese Piper.
“Lo considera un dono” replicò Buffy con fare ironico.
“D’accordo, d’accordo” disse Melinda. “Il mio dono non è eccitante quanto il vostro. E di cosa si occupano delle streghe, piuttosto?”
“Non siamo poi così diverse dalla biondina,” rispose Piper, “anche noi contribuiamo alla lotta contro il male. Solo che uccidiamo demoni, più che altro.”
“Io sono per metà Angelo Bianco” intervenne Paige. “Sono una sorta di guida per le altre streghe o per coloro i quali sono destinati a diventare Angeli Bianchi come me.”
“Una specie di grillo parlante, quindi” tagliò corto Buffy. “Bene. Ora che ci siamo presentate e che abbiamo capito di possedere ognuna un… dono…” disse guardando Melinda, che alzò gli occhi al cielo, “pensate che il nostro amico si presenterà entro la fine della giornata?”
“Spero prima dell’orario di chiusura” ironizzò Piper.
Improvvisamente si udì una specie di tuono in lontananza, e tutto ciò che circondava le cinque (passanti, automobili, piccioni) si fermò di colpo, come se qualcuno avesse premuto il tasto di pausa nel bel mezzo di un film.
“Piper, sei stata tu?” le chiese Paige con tono allarmato.
“Mi hai visto sollevare le mani, per caso? No, non sono stata io. Il mio potere non riuscirebbe mai a coprire un raggio d’azione così ampio.”
“Tu puoi fermare il tempo?” le chiese Buffy. “Forte! Ho un’amica strega: i suoi poteri fanno cose incredibili, ma controllare il tempo dev’essere eccitantissimo.”
“Ma se non è stata lei, allora chi è stato?” chiese Melinda.
Un attimo dopo, avvolti da una luce giallognola, si materializzarono davanti a loro tre individui. Indossavano delle tuniche bianche con un cappuccio, e la loro pelle era così pallida che quasi sembrava essere un tutt’uno con i loro vestiti.
“Penso che siano stati proprio loro…” disse Buffy fissando i tre personaggi misteriosi, chiedendosi chi fossero e cosa volessero da loro.

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Capitolo 2
*** La Sala ***


            Alla vista dei tre individui usciti fuori dal nulla davanti a loro, le cinque donne avanzarono di qualche passo, allarmate e in guardia.
            “Ben ritrovate” disse uno dei tre interrompendo l’assoluto silenzio che imperversava nella strada, dopo che ogni cosa si era magicamente “bloccata”.
            “E voi chi siete?” chiese Buffy, deducendo dagli sguardi delle altre di aver parlato a nome di tutte. “Non ci siamo mai visti prima. Perché dici di averci ritrovate?”
            “Voi non ci avete mai visti prima,” disse un altro con fare calmo e tono piatto, “ma noi vi conosciamo da tempo.”
            “Siamo i Guardiani del Tempo,” spiegò il terzo ed ultimo elemento, “e vi abbiamo chiamato a raccolta qui per chiedere il vostro aiuto: siete le sole che, insieme, potranno fermare la minaccia che incombe su di noi – e sul mondo intero.”
            “Noi?” chiese timidamente Melinda, un po’ intimorita da tutto ciò che stava avvenendo. “Perché proprio noi?”
            “Sapevamo che prima o poi qualcuno avrebbe cercato di rubare il Tempo: abbiamo osservato i vostri progressi per anni, per capire se sareste state all’altezza di una missione del genere.”
            “Aspetta… Hai detto rubare il tempo? Come può il tempo essere rubato? Non è una cosa tangibile” osservò Paige perplessa.
            “Hai ragione: non è una cosa tangibile. Ma qualcuno si è impossessato della sua essenza, custodita sin dall’inizio del mondo da noi Guardiani, e se non la recuperiamo subito le conseguenze saranno imprevedibili.
            “Chiunque se ne sia impadronito, sicuramente non ha buone intenzioni. Possedere il controllo del Tempo significa possedere il controllo assoluto su ogni cosa e persona presente sulla faccia della terra.”
            “Intendete dire che non avete idea di chi abbia rubato questa essenza?” chiese Buffy, scettica. “Mi sembra strano da parte di persone che hanno posseduto per millenni il controllo del mondo.”
            “Noi non abbiamo mai controllato nulla” ribatté uno di loro, infastidito dall’affermazione della ragazza. “Non possedevamo il tempo, dovevamo solo proteggerlo. Ma questa nuova minaccia se n’è impadronita utilizzando la magia più oscura, una magia nuova che non eravamo preparati ad affrontare.”
           “Molti altri Guardiani” proseguì un altro “sono morti nel tentativo di fermare la rappresaglia, ma i nostri nemici erano troppo potenti e numerosi. Sapete, rubare il tempo non è negli interessi di nessuno: questo avvenimento rappresenta una minaccia sia per i buoni che per i cattivi. L’artefice dell’assalto al nostro Tempio è un folle. Nessuno è in grado di contenere il potere del tempo, e dopo aver distrutto tutti noi distruggerà anche se stesso.”
            “Se non altro, metà del lavoro sarebbe fatta…” ironizzò Buffy.
            “D’accordo. Quindi siete stati voi a fermare il tempo qui? E perché?” chiese Phoebe dopo aver ascoltato attentamente tutte le informazioni fornite dai Guardiani.
            “È stata un’azione necessaria. Noi Guardiani abbiamo il Potere di fermare lo scorrere del tempo nel mondo, e in questo modo possiamo ostacolare il misterioso predatore per un po’: se il tempo non scorre, non può nemmeno essere utilizzato. Purtroppo l’effetto del nostro incantesimo svanirà tra 24 ore.”
            “Questo vuol dire che abbiamo solo un giorno di tempo per fermare questa nuova minaccia?” chiese Piper. “Ma non sappiamo nemmeno da dove iniziare!”
            I tre Guardiani si presero per mano e chiusero gli occhi, come se si stessero concentrando su qualcosa. Improvvisamente tutta la strada cominciò a ruotare su se stessa, girando sempre più velocemente al punto che tutti gli oggetti e tutti i colori si fusero in un tutt’uno formando una sorta di vortice che risucchiò le cinque donne.
           
            Pochi istanti dopo, si ritrovarono in un posto a loro sconosciuto. Erano su di un enorme prato, di fronte ad una grande muraglia che circondava il perimetro di un grandissimo castello – come nel Medioevo. Dalla loro posizione si riusciva a vedere che una parte del lungo e massiccio muro era stata sfondata con violenza, e anche alcune ali del castello erano state danneggiate.
            “Ma dove siamo?” chiese Melinda spaventata. “Cosa ci hanno fatto quei tre?”
            “Non ne sono sicura,” rispose Piper, “ma penso che ci abbiano condotte al loro Tempio.”
            “Ragazze, guardate in alto!” esclamò Buffy, e subito le altre quattro fecero come aveva detto.
            Era incredibile: decine e decine (forse centinaia) di individui diversi stava letteralmente volando nel cielo, alcuni in groppa a cavalli alati, altri senza bisogno di nessun supporto, ed erano diretti tutti verso il castello.
            “Questo sì che è veramente strano” osservò Paige.
            “È stato lanciato un allarme di massima allerta in tutto il mondo magico” disse uno dei Guardiani, e a sentire la sua voce le cinque donne si voltarono simultaneamente verso di lui. “Tutte le menti più brillanti del soprannaturale si riuniranno per cercare di capire come risolvere il problema. Ora, se volete seguirmi, vi condurrò all’interno del Tempio.”
            Il Guardiano cominciò a camminare verso il grande castello, e le donne lo seguirono.
            “Anche noi parteciperemo a questa… riunione?” gli chiese Paige mentre camminavano.
            “Non è un compito che spetta a voi. La vostra missione è ritrovare il Tempo.”
            “Sbaglio o una delle due cose mi sembra più difficile dell’altra?” disse Buffy.          “Non sbagli,” rispose il Guardiano, “ma mentre voi sarete in missione il Consiglio vi invierà messaggi sugli ultimi sviluppi delle ricerche che vi serviranno a rintracciare il predatore.”
            “Però: organizzati i tipi.”
            Dopo qualche minuto di cammino, e dopo aver superato la muraglia, i sei si ritrovarono dinnanzi alla scalinata di pietra che conduceva all’interno del Tempio. La porta d’ingresso era di legno massiccio, e due leoni di pietra sorvegliavano l’entrata.
            Il Guardiano salì le scale per primo, e con grande stupore di tutte entrò nel Tempio passando attraverso la porta.
            “Quanto vorrei anch’io una porta così!” esclamò eccitata Buffy recandosi verso la porta.
            Mentre stava per entrare, uno dei due leoni di pietra posti sulla porta emise un tremendo ruggito facendola indietreggiare, spaventata.
            “Come osate penetrare nel Tempio?” ruggì la statua voltandosi verso il gruppetto. “Questo è un luogo sacro.”
            “Che suscettibile,” sbuffò Piper.
            “Quella… quella statua parla?” chiese una pallida Melinda, già molto sconvolta da tutto ciò a cui aveva assistito fino a quel momento.
            “E si muove anche, a quanto pare!” replicò Paige.
            “Senta, signor Leone,” esordì Buffy, “non stavamo osando un bel niente. È il Guardiano che ci ha chiesto di seguirlo, ma forse si è dimenticato di darci il pass.”
            “Nessuno può accedere al Tempio al di fuori dei Guardiani, anche se accompagnato da un Guardiano stesso,” spiegò la statua. “Adesso ognuna di voi dovrà inserire la mano destra nelle mie fauci: se le vostre intenzioni sono buone, potrete entrare. Altrimenti…”
            “Altrimenti cosa?” chiese Piper.
            “Provate ad immaginare,” le rispose sbattendo i suoi denti di pietra aguzzi.
            Le cinque rabbrividirono alla visione di questo gesto brutale e minaccioso, chiedendosi se il leone sarebbe stato effettivamente in grado di comprendere le loro intenzioni.
            “Ok, ho capito. Scioglierò io il ghiaccio,” disse Buffy avanzando verso la statua. Il leone spalancò le sue fauci, e con un po’ di esitazione la ragazza vi inserì la sua mano destra dentro.
“È un po’ freddo all’inizio, ma non è male. Dovreste provarci anche v…” mentre diceva queste parole, Buffy sparì.
“Cosa… Cosa le hai fatto?” balbettò Melinda intimorita. “Le sue intenzioni erano buone, perché è sparita?”
Il leone ruggì, facendole indietreggiare. “Ho detto che avrei tagliato la sua mano se le sue intenzioni non fossero state buone. Ho letto il suo cuore, così si è guadagnata l’accesso al Tempio.”
Piper si voltò verso Phoebe che annuì con il capo, poi inserì la sua mano nella bocca del leone e, come Buffy, dopo qualche secondo si dissolse. Così fecero anche Paige, Piper e Melinda, fino a che tutte cinque non si ritrovarono all’interno del tempio.
L’ingresso era immenso, con scalinate che si diramavano ovunque, e dalla loro posizione sembrava che il Tempio si estendesse all’infinito in altezza. Diversi individui si aggiravano lungo il perimetro, camminando a passo svelto: le donne riconobbero tra di loro alcuni Guardiani, che spiccavano per il loro abbigliamento e colorito bianchissimo.
Il Guardiano che le aveva condotte fino a lì si avvicinò a loro. “Era ora,” disse con tono spazientito.
“Scusaci tanto, non sapevamo di dover superare il test della macchina della verità prima di entrare,” ribatté Piper.
“La statua ci ha detto che solo chi ha buone intenzioni può accedere al Tempio,” disse Phoebe, “ma allora come ha fatto il nostro uomo ad entrare?”
“Ve l’ho già detto: si è servito di una magia sconosciuta così potente e così oscura che è riuscito addirittura a violare questo luogo sacro.”
“Dobbiamo forse toglierci le scarpe prima di proseguire?” chiese Buffy con la sua solita ironia.
Il Guardiano la fulminò con lo sguardo. “Non sarebbe una cattiva idea. Ma in quanto elementi essenziali per la risoluzione di questo caso, non abbiamo altro tempo da perdere: seguitemi.”
Le cinque lo seguirono per una lunga scalinata, al termine della quale si fermarono.
“Perché ci fermiamo?” gli chiese Paige.
“Non abbiamo bisogno di camminare: sarà la scala a condurci a destinazione. Alla Sala!” gridò il Guardiano, e improvvisamente la scala si spezzò a metà e cominciò a librarsi in aria.
Trattandosi di un movimento improvviso e inaspettato, le cinque per non perdere l’equilibrio si aggrapparono ai massicci corrimano mentre la scala viaggiava verso l’alto alla velocità della luce.
“Sembra quasi di stare in Harry Potter!” esclamò Buffy.
Per un breve istante la scala si fermò a mezz’aria, nel nulla, e poi cominciò a proseguire diritto ancora più veloce di prima, per poi fermarsi di botto dopo pochi secondi, aggrappandosi ad un pianerottolo.
“Arrivati.”
Nonostante i movimenti bruschi e tutto il vento in faccia da questi provocato, le ragazze si stupirono nel vedere che i loro capelli erano perfettamente a posto, come se niente fosse successo.
Il Guardiano si incamminò per il buio corridoio davanti al quale erano giunti, e al suo passaggio le torce poste su entrambe le pareti del corridoio si illuminavano. L’uomo camminò fino alla fine del percorso, fermandosi davanti ad una porta di metallo su cui erano stati incisi degli strani ornamenti.
“Questa è la stanza in cui è stato custodito il Tempo dall’inizio della storia del mondo,” spiegò il Guardiano. “La sua essenza è stata rubata, ma il suo potere è ancora sparso nell’aria di questo luogo. Nessun mortale vi ha mai avuto accesso prima d’ora,” proseguì, “quindi non so cosa potrà succedervi una volta entrate.”
“Nessuna trappola, spero” gli disse Phoebe sospettosa.
“Nessuna trappola,” ripeté il Guardiano in tono rassicurante. “Non posso controllare gli effetti del Tempo su di voi. Non posso controllare nessuno dei suoi effetti.” Detto ciò, si voltò verso la porta della stanza e spalancò entrambe le braccia recitando una breve formula in latino. “Tempus, hisce mihi.”
Le cinque si guardarono tra di loro, perplesse, poi la porta si spalancò rivelando un’intensa aura luminosa al suo interno.
“Entrate,” le esortò il Guardiano. “Non avete niente da temere se il Tempo vi è stato amico.”
Facendosi coraggio, le cinque si disposero in fila indiana ed entrarono nella stanza del Tempo.

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