Vampiri - il requiem

di Lu_Sama
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vampiri - il requiem ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 - Problemi ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 - Il Nexus ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 - Tragedie e nuovi incontri ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 - Perchè ubriachi tutto si può ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 - Nuove scoperte e nuove paure ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 - L'abbandono ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 - Di male in peggio ***



Capitolo 1
*** Vampiri - il requiem ***


CAPITOLO 1 - KATRINA

Ero sul mio letto quella notte, ad osservare il soffitto con occhi spenti, pensando a tutto e a niente, come sempre...
La monotonia del Principato mi stava uccidendo, avrei dato di tutto per un po' di movimento... Non parlo delle cosidette ''missioni'', dove o ti annoi a morte oppure rischi la pelle, parlo di qualcosa di più... In realtà all'epoca non sapevo ancora di cosa stavo parlando esattamente, ma mi stavo a poco a poco rendendo conto di quanto dannatamente mi mancasse la vita umana...
Vivere ogni giorno come fosse l'ultimo, sorridere per le piccole cose, arrossire ad un complimento, amare, odiare, gioire... Quando si ha tutta l'eternità davanti a sè, queste cose iniziano lentamente a sfumare, finchè non arrivi ad un punto, a QUEL punto, in cui non ti ricordi neanche come si fa a sorridere.
Io ero a quel punto, quindi dopo più di duecento anni ero finalmente il vampiro perfetto.
Senza sentimenti. Senza emozioni. Senza paura. Senza pietà.
Sorrisi fra me mettendomi una mano sugli occhi.
- Cosa mi è venuto in mente..? Chi me l'ha fatto fare di condannarmi a questa buia eternità...?- pensai.
Probabilmente se ne fossi stato ancora in grado o se perlomeno mi fossi ricordato come si faceva, mi sarei messo a piangere...
Ma non riuscii a continuare con i miei inutili pensieri, perchè fui interrotto da qualcuno che bussava alla mia porta.
Diedi il permesso di entrare. Era Jude.
-Ludwig... L'abbiamo trovata... - mi disse.
Ecco, lei era un vampiro diverso da me. Nonostante avesse la mia stessa età vampirica o poco meno, era sempre felice. Lo era realmente. Lei era ancora totalmente umana, rideva, si arrabbiava, scherzava. Per questo non la potevo sopportare. Cercavo sempre di starle alla larga, sapevo di non poter reggere il confronto.
- L'avete trovata? Era ora... Dov'è Riza? - le chiesi.
Anche Riza era molto diversa da me. Era totalmente svampita, sempre nel suo mondo rosa fatto di peluches e thè. Mi chiedevo spesso chi avesse avuto la geniale idea di farla diventare una creatura della notte... Era tutto tranne che oscura...
- Riza è già con lei. A breve si sveglierà, ci conviene andare.-
Annuii e mi alzai dal letto.
Scesi le scale, la mia macchina era già lì ad attendermi, con l'autista pronto a partire.
Andammo subito in Principato, scendemmo nelle segrete, fino ad arrivare ad una piccola stanza buia e umida, i raggi di luna che entravano dall'unica piccola finestra illuminavano un letto malconcio su cui era sdraiata una ragazza con dei lunghi capelli neri, gli occhi chiusi erano circondati da profonde occhiaie e sul braccio spiccavano delle minuscole ferite.
Tzk... Una drogata... Scossi la testa disgustato.
- Si è già svegliata?- Chiesi a Riza, appostata in un angolo con il lungo abito bianchissimo che la faceva sembrare un fantasma.
Questa scosse la testa.
- Bene, che si muova, non ho tempo da perdere... - così dicendo incrociai le braccia e mi appoggiai al muro, accanto a Riza. Jude mi seguì.
Ben presto la ragazza si svegliò mugolando dal dolore. Cercò di mettere a fuoco ciò che le stava intorno, e come si rese conto di avere le braccia legate ognuna ad un estremità del letto, iniziò a spaventarsi e a cercare di liberarsi.
Riza fece un passo avanti, a quel punto la ragazza ci notò, e dopo un attimo di silenzio strillò:
-Liberatemi! Chi cazzo siete fottuti figli di puttana?? -
A quel punto Riza disse:
- Eh no no no no... Non posso liberarti... - Si fece avanti Jude:
- Sprecare così la tua vita... Non è bello per niente...- Infine intervenni io:
- Siamo qui per accogliere il tuo desiderio... Ora... Morirai... -
La giovane iniziò a tremare, sussurrando:
- No... No... Non voglio morire... Nonvogliononvogliononvogliononvoglio...-
La guardai con un sorriso di scherno:
- Non vuoi morire..? Allora ce lo dovrai provare... Vedi, in quel letto è stato installato un meccanismo... Fra due minuti esatti la sega circolare che vedi ai piedi del materasso ti trancierà in due perfette parti simmetriche... Ma c'è una speranza... - Jude aggiunse:
- Già! Nell'esatto momento in cui la sega si attiverà, verrà fatto cadere dal muro, accanto alla tua bocca, un seghetto. Dovrai tagliarti via il braccio sinistro, in questo modo il braccio destro si libererà automaticamente delle manette e tu potrai schiacciare il pulsante sopra la tua testa e fermare la sega. - Riza concluse:
- Quindi..? Vuoi vivere o morire..? Fai la tua scelta... -
La ragazza sgranò gli occhi.
- S... State scherzando... Vero..? -
Si sentì un rumore, la sega si era attivata.
Scossi la testa.
- Tic tac. Tic tac. Il tempo passa... Decidi... -
Un seghetto le cadde di fianco.
Non sapeva cosa fare, era evidente. Ma la sega si avvicinava, lentamente ma inesorabilmente. Prese il seghetto con la bocca e si girò a guardare il suo broccio sinistro, piangendo e mugugnando qualcosa di incomprensibile.
Appoggiò il seghetto al braccio e iniziò a segare, ma si fermò quasi subito urlando dal dolore.
- Già... Fa male... Ma ciò che hai fatto fino ad ora fa ancora più male, sai..? Sei un insulto alla vita... Questa è la tua ultima possibilità... - disse Jude.
Deglutendo la ragazza riprese il seghetto e ricominciò la sua opera cercando di trattenere le urla. Vedendo la sega avvicinarsi fu presa dal panico e cominciò ad andare sempre più veloce e a fondo, finchè con un urlo lancinante il braccio si staccò per sempre dal suo corpo. La manetta che le cingeva il braccio destro si aprì in automatico.
- Non perdere tempo! Muoviti! Premi quel cazzo di pulsante! - le urlai.
Lei ancora in stato confusionale si girò, vide il pulsante e lo premette. La sega circolare si fermò.
Stava perdendo moltissimo sangue, a breve sarebbe morta.
Mi avvicinai a lei. Stava perdendo i sensi.
Mi abbassai verso di lei e le sussurrai ad un orecchio:
- Vuoi vivere... Katrina...? - lei annuì lentamente.
- Sbrigati Ludwig... - mi incitò Jude. La fulminai con lo sguardo, dopodichè mi morsicai un polso e feci colare il mio sangue nella bocca della ragazza quasi morta.
Gli occhi le si riaccesero all'improvviso e prendendomi il polso con l'unica mano rimastale, si mise a succhiare avidamente.
- Benvenuta fra noi... - disse Riza con un sorriso.
Non so se la sentì, perchè Katrina svenne subito dopo.
Ora anche lei era condannata all'eternità...

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 - Problemi ***


CAPITOLO 2 - PROBLEMI

Katrina dormì per due giorni di fila.
Non ero per niente pentito di averla condannata a quell'eterno inferno.
Io avrei dato qualsiasi cosa per avere ciò che aveva lei... Una vita con una fine predestinata, potermi creare legami senza doverli veder morire, vivere davvero... Erano tutte cose che non avrei mai più potuto avere, e lei le aveva.. E senza alcun riguardo le gettava via...
Certo, in più di duecento anni ne avevo viste di cotte e di crude, ma mi faceva sempre un certo effetto...
Quando laragazza si svegliò, trovò una ''sorpresa'' ad attenderla. Jude, l'inventrice del gruppo, la stessa che aveva programmato dei dispositivi per poterci far girare alla luce del Sole, le aveva installato un braccio meccanico.
Inizialmente si stupì, poi ricordò ciò che era accaduto, ed infine iniziò a tempestarci di domande.
Ci ero abituato, tutti i novizi lo facevano ed anch'io a mio tempo, in quel passato che mi sembrava quasi parte di un sogno, l'avevo fatto.
I compagni che mi avevano affiancato per i miei primi cento anni di vita, la mia famiglia, i miei fratelli, erano tutti morti in una missione suicida affidataci dal Principe. Da allora mi ero promesso che non avrei mai più avuto legami... Provocano troppo dolore...
Questo era il motivo principale per cui odiavo a morte il Principe, nonostante lui mi adorasse. Era un uomo meschino, che faceva solo i suoi interessi. Ma era pur sempre il Principe, quindi quando mi convocò non potei far altro che andarlo a trovare, anche se con profondo fastidio.
Entrando nell'atrio del Principato lo trovai stranamente vuoto... Pensai fossero tutti in missione, anche se era abbastanza strano...
In un angolo vidi Marie, un omone di due metri che bisbigliava concitato con Lawrence, il suo capo congrega.
Scuotendo le spalle e senza capire mi diressi verso il Consigliere del Principe, un Nosferatu fra i più ripugnanti.
-Il Principe mi ha convocato... -
- Da questa parte... - mi rispose questo soffocandomi con il suo pestilenziale alito che puzzava di cadavere.
Proseguii salendo per le scale a chiocciola che conducevano alle stanze private dell'Illustrissimo Figlio di Puttana.
Me lo ritrovai davanti impeccabile come al solito, con la sua neutra maschera bianca a coprirgli il volto ed i lunghi capelli biondi raccolti in una coda laterale.
- Sire... - dissi inginocchiandomi davanti a lui.
- ... So che c'è una novizia... Ricorda che è sotto la tua stretta responsabilità... Avresti dovuto presentarmela...-
Con un ringhio risposi:
- Non ne ho ancora avuto il tempo Vostra Altezza Illustrissima...-
- Evita questi inutili convenevoli con me Ludwig, lo sai che sono totalmente inutili.... In realtà ti ho chiamato qui per un motivo molto più rilevante... -
Fece una pausa ad effetto. Odiavo i modi teatrali di quell'uomo...
- Avrai notato che il Principato si è svuotato... -
- Sì... Certo che l'ho notato... -
- Dimmi, quanti vampiri sono rimasti? Sono giorni che non esco di qui... -
Sgranando gli occhi risposi:
- Bhè... C'è Katrina, la novizia, poi ci sono Jude e Riza e nell'atrio ho visto Marie e Lawrence... Ma... Non li ha mandati tutti in missione lei, scusi..? -
Ovviamente non potei vedere il suo volto, ma dal tono che usò capii che stava sorridendo come se stesse parlando con un bambino piccolo che non capisce.
- Direi di no, Ludwig... Secondo te lascerei il Principato senza difese..? Sai benissimo che soprattutto in questo momento siamo in guerra sia con i demoni, e cosa ancor più preoccupante, con i Lupi Mannari...-
Tralasciai la provocazione.
- E quindi dove sono tutti? -
- Proprio di questo volevo parlarti Ludwig. Non sappiamo ancora per quale motivo, ma deve esserci una qualche disfunzione di natura ignota che sta facendo lentamente impazzire i vampiri...-
- I... Impazzire..? -
Sgranai gli occhi. Non riuscivo a capire...
- Sì, impazzire. Perdono completamente la testa ed il giudizio, in loro non rimane più nulla di umano... Iniziano cambiando lentamente aspetto, finchè non perdono totalmente la testa... Attaccano qualsiasi cosa incontrino, corrono tutto il tempo, non avvertono il pericolo... Siamo già decimati. Molti corrono fino all'alba, finendo in polvere a causa del Sole, altri attaccano i Lupi facendo una fine ancor più dolorosa...-
Ero sconvolto...
- E... Perchè avrebbe bisogno di me...?-
- Tu ed il tuo gruppo siete gli unici in possesso di dispositivi... -
Ok, lo sapeva... Non avrebbe dovuto saperlo... Ero sempre più sconvolto...
- Inutile fare quella faccia... Sono pur sempre il Principe...-
Tzk...
- In ogni caso, proprio grazie a quei dispositivi voi non rischiate il ''contagio''. Quindi voglio troviate la causa e...-
La sua voce era diversa... Più roca...
Si schiarì la voce.
- E voglio che risolviate la faccenda...-
Mi accigliai. Avevo notato una cosa che non mi piaceva per niente...
- Sire... Permettete una domanda...? Da quando... I vostri capelli sono viola...?-
Il Principe non rispose.
Si mise a tossire molto forte. Sembrava stesse per vomitare... Aveva gli spasmi. La maschera gli cadde.
Il volto era ricoperto di piaghe. Gli occhi, completamente rossi, avevano uno sguardo crudele, gli usciva sangue dalla bocca.
I canini erano in mostra e sorrideva come avrebbe potuto sorridere un invasato.
- No... Anche voi... Siete contagiato... -
Con voce roca ed inquietante mi disse:
- No Ludwig... Cosa vai a pensare... Vieni più vicino... -
Istintivamente feci un passo indietro.
Il Principe con un salto animale mi fu addosso scaraventandomi per terra. Ansimava come una bestia. Saliva mista a sangue gli colava dall'angolo sinistro della bocca e quei due occhi, così rossi e così... liquidi, come fossero fatti di sangue che doveva sgorgare da un momento all'altro, mi paralizzarono.
Stava per attaccarmi, mi avrebbe ucciso.
- Non voglio morire...- pensai.
Istintivamente lo spinsi via con tutta la forza che avevo, scaraventandolo dall'altra parte della stanza.
Feci due passi avanti e lui caricò di nuovo, emettendo versi incomprensibili e sicuramente molto lontani dalla lingua umana.
Gli tirai un calcio nello stomaco ed il mio tanto amato Principe finì contro la finestra, mandandola in frantumi e finendo di sotto.
Mi affacciai e nel buio della notte vidi Jacques De La Ronchenant, il Principe, giacere in una pozza di sangue. Era morto.
Ma cosa più importante, ero nella merda.
Saltai giù dalla finestra con l'agilità di un gatto, ed usando Celerity, incurante di essere visto dagli umani, incurante del Codice e delle leggi vampiriche, giunsi al grande Palazzo che faceva da dormitorio a tutti i vampiri.
Raggiunsi Jude, Riza e Katrina, che stavano chiacchierando fra loro, totalmente inconsapevoli del pericolo.
- Alzate il culo e seguitemi! Siamo in pericolo, dobbiamo scappare! -
- Lu, ma cos..?- stava iniziando a chiedere Jude.
- Niente stronzate! A dopo le spiegazioni! Ho ucciso il Principe, fatevi bastare questo per ora. E adesso, FORZA!- urlai.
Loro alle mie parole balzarono in piedi.
Ci mettemmo a correre.
Stavamo per iniziare una nuova vita, ma non potevamo sapere che quello era solo l'inizio dei nostri problemi...

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 - Il Nexus ***


CAPITOLO 3 - Il Nexus

Non so per quanto tempo corremmo...
Un'ora? Due giorni? Cinque minuti?
La mia mente era totalmente appannata, probabilmente le ragazze mi stavano chiamando, ma io non sentii niente...
Per la prima volta dopo duecento anni avevo una fottuta paura... Pensavo di essere ormai immune a questo sentimento dopo aver visto i miei compagni massacrati sotto i miei occhi... Invece ero ancora in grado di provare il terrore più puro...
Improvvisamente mi fermai. Mi resi conto di non avere più fiato. Le ragazze persero l'equilibrio per la frenata improvvisa e Jude sparò un paio di bestemmie che penso fecero impallidire tutti i Santi.
Riuscii a tranquillizzarmi, ma mi resi subito conto di due cose che non mi piacevano per niente: 1, non avevo la benchè minima idea di dove eravamo finiti; 2, qualcuno ci aveva seguiti.
-Merda... - sussurrai.
Anche le ragazze si erano accorte della presenza, e attesero in silenzio come me.
La cosa che mi sbalordì, fu il fatto che questo ''qualcuno'' non era un vampiro. Ma non era neanche un umano. Non era un demone, nè un Lupo.
Quando uscì allo scoperto, capii. Era un androide. Molto brutto, ma pur sempre un androide.
Era curvo, con un cappuccio nero che gli copriva gli occhi. Metà faccia era scoperta dalla consueta pelle con cui si ricoprono questi pseudo robot, mentre sull'altra metà gli ingranaggi di cui era composto erano in vista.
- Ludwig James Edward Arwel?- domandò con la sua voce metallica.
Feci un passo avanti.
- Sono io. Chi mi cerca?- Lui, con l'unica metà di bocca di cui era dotato sorrise.
- La cerca il mio padrone, l'illustrissimo Géröme De Lacroix, per una questione di massima urgenza.-
- Géröme..? Cosa vorrà mai da me..? - dissi più a me che a lui.
Fece cenno di seguirlo ed io mi incamminai, le ragazze, abbastanza sconcertate, mi seguirono senza fiatare.
Raggiungemmo la sua maestosa villa vittoriana. Ci fecero strada in un salone riccamente decorato, nel cui centro stava seduto Géröme.
Ovviamente non era cambiato per nulla...
I vampiri non invecchiano...
Lui era un mio vecchio amico, dei tempi della mia prima compagnia, un vampiro studioso, un mezzo scienziato, appartenente alla Lancea Sanctum.
Aveva ancora i capelli castani, corti, acconciati come ricordavo, ma i profondi occhi verdi dei miei ricordi erano scomparsi, sostituiti da due occhi di un verde spento, così apatici che io in confronto sembravo vivo, circondati da profonde occhiaie. Come mi vide però si illuminò.
-Ludwig! Allora ho fatto in tempo, grazie a Dio!- mi abbracciò ed io rimasi impassibile.
Si illuminò ancor più vedendo chi avevo portato con me.
- E queste meravigliose donzelle sono..?- chiese con un sorriso da gran conquistatore.
Non era proprio cambiato per nulla... Donnaiolo era, e donnaiolo era rimasto...
Si rivolse di nuovo a me, dopo che le ragazze si furono presentate.
- Ma dai... Non pensavo ti saresti riformato una compagnia...- io con occhi di fuoco gli sibilai:
. Non - sono - le - mie - compagne! Io non ho compagnia! Sto con loro perchè devo! - Géröme sogghignò.
- Già... già... già... Bhè, in ogni caso non ti ho chiamato per una rimpatriata... Suppongo saprai già del problemuccio che hanno i vampiri in questo periodo... Se non erro hai ammazzato quella faccia da culo di Jacques per questo...-
Annuii. Dunque sapeva già...
- Bene, ti ho convocato proprio sperando nella tua sanità mentale. So qual è il problema, e so come far tornare tutto alla normalità. -
Troppe cose mi stavano sorprendendo in quei giorni... Per la millesima volta sgranai gli occhi dallo stupore.
- Il problema è un Nexus nei pressi del tuo Principato, che ha contagiato anche tutti i Nexus vicini. Non so chi l'abbia manomesso, non so perchè, so solo che siamo in grande pericolo...-
-Scusate... - interruppe Katrina - Un... Nexus...?-
Le altre ragazze erano confuse quanto lei.
Sospirai.
- Sotto di noi, nel terreno, scorrono infinite linee di energia. I punti dove queste linee si incontrano, si chiamano Nexus. Sono fondamentali per l'equilibrio delle cose.- spiegai brevemente. Géröme annuì, soddisfatto della mia risposta, e poi continuò:
- Bhè, so come rimetterlo a posto. E so anche come intercettarlo. -
- Sei una fonte continua di sorprese...- dissi.
Lui fece cenno a qualcuno al di là delle nostre spalle di entrare.
Varcò la soglia una ragazza, doveva essere anche lei un androide, ma a differenza di quello che ci aveva condotto lì, era perfetta.
Era alta, con dei lunghissimi capelli verde acqua. Dal seno spropositato, e dall'abito da cameriera dedussi che era una creazione di Géröme.
Ce la presentò come Envy, la sua ''bambina''.
Ci disse che lei era in grado di individuare il punto esatto del Nexus e che una volta lì ci avrebbe dato le istruzioni per rimettere le cose a posto.
Annuii e feci per andarmene quando Géröme mi fermò per un braccio.
- Hey amico... Cerca di sopravvivere, eh..?-
-Tzk, è meglio che pensi per te vecchio... - gli risposi con un mezzo sorriso.
Uscimmo dalla casa di Géröme. Non mi fidavo ancora di quella ragazza...
C'era qualcosa in lei che non mi piaceva...
Ma del resto, ora avevamo bisogno di lei...

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 - Tragedie e nuovi incontri ***


CAPITOLO 4 - Tragedie e nuovi incontri

Fuori dalla casa di Géröme dissi subito seccato alla ragazza di condurci al Nexus danneggiato. Non avevo alcuna voglia di perdere tempo, non mi interessava fare la sua conoscenza o essere gentile con lei, non mi faceva pena.
La trovavo comunque molto simile a me... Entrambi avevamo uno sguardo spento, entrambi non eravamo vivi, entrambi  eravamo macchine. Ma questo non era un buon motivo per creare dei legami.
''Non avere legami, non essere schiavo di nessuno. Vivi unicamente per la tua vita...''
Era il mio motto da molto tempo ormai.
In ogni caso la ragazza alla mia richiesta annuì fredda.
Neanche a lei sembrava far piacere quella convivenza forzata. Tutti e cinque eravamo insieme per dovere, non certo per volere...
Ci incamminammo per un sentiero in cui non ero mai stato. Nulla mi era familiare di quel luogo e questo non mi piaceva... Odiavo perdere il controllo su ciò che mi circondava...
Ben presto arrivammo a quello che una volta doveva essere un castello, ma che ora era solo un alto muro diroccato. Envy iniziò a dar segni di malore. Ci spiegò che il Nexus era esattamente sotto uno spiazzo erboso appena accanto al muro, ma che lei non si poteva avvicinare di più, perchè tutta quell'energia raggruppata rischiava di mandarla in corto circuito.
Io annuii senza interesse.
Ci piazzammo sopra il Nexus ed Envy ci diede le indicazoni. Avremmo dovuto correre in circolo usando Celerity, in modo da sbloccare il Nexus.
Ok, questo poteva essere imbarazzante... Ma evidentemente non avevamo scelta...
Ci mettemmo a correre come dei poveri cretini, sempre più velocemente, sempre più velocemente, sempre più velocemente, finchè non inciampammo uno sull'altro, cadendo per terra come dei salami.
Envy rise.
Una risata fredda, metallica.
-Bhè, dovrebbe aver funzionato... - disse due secondi dopo, senza già più l'ombra di un sorriso sul volto.
Come si suol dire, le ultime parole famose.
Sentimmo una scossa sotto i nostri piedi, una scossa che sembrava un urlo di dolore, un qualcosa di vivo che si ribella e che soffre.
Gli occhi di Envy divennero completamente bianchi, dal suo corpo uscirono un paio di scintille ed infine cadde a terra come morta.
Non sapevamo ancora cosa fosse successo, ma una cosa era certa, dovevamo andarcene di lì e dovevamo portare Envy in un posto sicuro.
Ci guardammo in giro, non ricordavamo la strada per andare da Géröme, quindi dovemmo per forza andare avanti verso l'ignoto. Camminammo alla cieca nel bosco per più di un'ora. Le braccia iniziavano a farmi male, gli androidi pesano molto più del previsto, maledizione...
Stavamo tutti quanti per perdere le speranze, quando sentimmo un gran vociare. Ci dirigemmo nella direzione delle voci ed arrivammo all'entrata di un villaggio. Bambini correvano ridendo e urlando, mentre le madri li guardavano sorridenti dagli usci di casa. Sembravano tutti così allegri... Così felici...
Ma la cosa pi importante, erano la nostra unica speranza...
C'era solo un piccolo, minuscolo problema. Erano tutti demoni.
Non potevamo entrare così com'eravamo, avremmo dovuto trovare un travestimento, anche banale, ma che ci facesse passare inosservati...
- Trucchiamoci. - propose Jude.
La guardai come se fosse impazzita.
-Spero vivamente tu stia scherzando...- lei mi guardò male.
-No, non sto scherzando! Pensaci, tutti i demoni, hanno dei segni sul corpo, o perlomeno sul viso. Se ce ne facciamo di simili anche noi, nessuno farà domande. Saremo solo demoni stranieri... E non penso che qualcuno di loro negherebbe mai aiuto a qualcuno della propria razza...-
Bhè... Tutto sommato non era un'idea così stupida...
Acconsentii e subito Riza tirò fuori dal nulla una valigietta stracolma di trucchi.
In meno di due minuti eravamo tutti pronti e truccati. Avevano fatto dei segni anche sul viso di Envy.
A quel punto potemmo finalmente entrare al villaggio.
Nessuno ci degnò neanche di un'occhiata, chiaro segnale che l'idea di Jude aveva funzionato.
Non dovemmo cercare a lungo per trovare una locanda, l'unica della città e di questo ringraziai il cielo, perchè le mie braccia stavano per staccarsi/frantumarsi/sparire in un'altra dimensione.
Come varcai la soglia, qualcosa, o meglio qualcuno, attirò immediatamente la mia attenzione.
Dietro il bancone c'era un ragazzo che poteva avere al massimo 25 anni, era vestito in giacca e cravatta, aveva gli occhiali da sole spostati sopra il capo e mi ricordava vagamente un mafioso.
Ma innegabile era la sua bellezza. I lunghissimi capelli, raccolti in una coda bassa, sembravano fili argentati di seta. Il viso era perfetto, senza una pecca, serio e lo faceva sembrare una statua levigata nel marmo. Stava leggendo un giornale e quando entrammo sollevò i suoi occhi grigi verso di noi.
Ecco, i suoi occhi furono per me la cosa più sconvolgente...
Mi ricordavano qualcosa...
Erano freddi e dannatamente apatici. Non erano spenti come gli occhi di Géröme, ma mi comunicavano un totale disinteresse per la vita.
Erano crudeli, ma nascondevano un profondo dolore.
Occhi indagatori, pronti a cogliere ogni minima mossa falsa, occhi senza fiducia nel mondo...
In un certo senso occhi falsi... Coperti anch'essi come tutto il resto da una maschera per proteggersi da un mondo troppo crudele e che troppe volte aveva ferito...
Ecco... Quell'uomo... I suoi occhi... Erano lo specchio della mia anima...
Non sarei mai potuto andare d'accordo con un uomo così simile a me...

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 - Perchè ubriachi tutto si può ***


CAPITOLO 5 - Perchè ubriachi si può

Ero così perso nei miei pensieri che non mi resi conto che l'uomo ci aveva chiesto qualcosa...
- Ehm... Prego..? - chiesi scuotendo la testa, come per uscire dallo stato di trance in cui ero caduto.
L'uomo alzò un sopracciglio, era chiaramente scocciato.
- Ho chiesto... Desiderate..? - già... Effettivamente che altra domanda avrebbe mai potuto farci? Prima che potessi aprir bocca, gli rispose Jude, in un modo non esattamente carino...
- Secondo te cosa vogliamo capellone? Comprarci un vestito fetish? Mi sembra ovvio che vogliamo una camera!- il ragazzo alla sua risposta sembrò ancora più scocciato. Mi sembrò di vedere una vena pulsare in modo poco rassicurante sulla sua tempia...
- Bhè, in questo caso mi spiace per voi, ma non ci sono stanze.- rispose questo in modo secco.
Mi avvicinai al bancone e solo allora mi resi conto che c'erano altri tre ragazzi nel locale. Non me ne importava molto in realtà...
- Senti, mi scuso io al posto della ragazza per il modo in cui ti ha risposto, ma abbiamo sinceramente bisogno di un posto dove riposare... - lui fece una smorfia.
- Bhè, andate sotto un ponte.- Dio, che nervoso! Insopportabile, maledizione! Assolutamente insopportabile!
- Eddai Sephiroth! Non essere scontroso! Non puoi rifiutare ospitalità a queste belle ragazze! - Era stato uno degli altri tre a parlare, uno con i capelli rossi, lunghi fino alle spalle. Aspetta... Non avrà mica preso anche me per una donna??
Mi girai a guardarlo malissimo.
- Che c'è? - Mi chiese sconcertato sgranando gli occhi.
- Spero per te che dicendo ''belle ragazze'' intendessi queste quattro... - lui sgranò ancora di più gli occhi.
- Perchè... Sei un uomo...? - Adesso lo ammazzo... Adesso lo ammazzo... Adesso lo ammazzo...
-  Ti ammazzo, bastardo! - Jude mi trattenne per un braccio. Si fece avanti Riza.
- Evidentemente siamo partiti con il piede sbagliato. Io sono Riza, queste sono Katrina, Jude e Envy. E questo è Ludwig e, sì, per quanto possa sembrare strano, è un uomo. Siamo desolati per il disturbo, ma stiamo viaggiando da molto tempo e avremmo davvero bisogno di un bagno, di mangiare qualcosa e riposare, quindi se ci voleste aiutare, ve ne saremmo eternamente grati. - concluse con un sorriso. Ah, non so come diavolo faceva ad essere così calma... Quella donna era sempre calma! Che nervi...
Dalla contro- parte si fece avanti un ragazzo biondo con un grembiule con degli orsetti ricamati sopra.
«E poi sono io la donna...?» pensai.
- Molto piacere, io sono Asuka, i miei amici sono Gojyo, Sanji e Sephiroth. Saremo più che felici di darvi una stanza in cui riposare. - anche lui aveva lo stesso sorriso di Riza stampato in faccia.
- Eh no! La locanda è mia, decido io! - Era stato il primo ragazzo... Sephiroth... a parlare. Sospirai, sull'orlo di una crisi di nervi.
- Senti, facciamo così, se tu ci dai una singola, fottutissima stanza, stasera usciamo tutti insieme e vi offro da bere... Ci stai..? - lui mi guardò male.
- Mi stai facendo delle avances? - Ok, ora scoppio...
- Ma vuoi morire precocemente?? Sto cercando di trovare un compromesso, cazzo!- lui fece una smorfia.
- E va bene, affare fatto. Ma offri da bere a tutti e per quanti giri vogliamo. Chiaro?- sospirai. Per fortuna che ero stato un conte ed ero ancora pieno di soldi...
- Va bene, ci sto... - il ragazzo con i capelli rossi, Gojyo, esultò.
- Evvaaaaiii! Stasera ci si ubriaca genteee!! -
Non era l'unico ad essere felice della cosa. Sul viso di Jude si era stampato un enorme sorriso, Katrina era alquanto compiaciuta, Riza stava pensando al nome da dare al suo nuovo orsetto di pezza, quindi in realtà era poco interessata alla questione... Anche i ragazzi erano decisamente di buon umore. L'unico irritato, ero ovviamente io...
«Ma dimmi te se per una cazzo di stanza, in un buco puzzolente, devo sborsare tutti questi soldi...»
- Bene, visto che siamo tutti d'accordo, chiudo la locanda e andiamo subito a divertirci.- disse Sephiroth guardandomi con un sorrisetto compiaciuto.
- Sìììììììììììì! Alla taverna!- urlo Gojyo fiondandosi fuori da quella stupida baracca, seguito a ruota da tutti gli altri.
Chissà perchè, avevo l'impressione che quelli avrebbero legato molto velocemente...
Una voce chiese:
- Mmh? Dove stanno andando tutti...?- guardai ai miei piedi e vidi Envy, che avevo fatto cadere dal nervoso.
«Cazzo! Mi ero dmenticato di lei!» pensai, sentendomi terribilmente stupido.
- Ad ubriacarsi. Tu puoi bere?-
- Certo che posso! -
- Ma... Non ti si fondono i circuiti..?- Lei mi rispose con uno ''Tzk'' seccato, e mi precedette fuori dalla locanda.
Anche se gli altri erano spariti già da un po', non fu difficile trovare il posto, sia per le ridotte dimensioni del paese, sia per le risa degli ubriaconi che si sentivano fin dalla porta della locanda.
Quando entrammo mi guardai disgustato intorno. Il posto era piccolo e squallido, le luci erano offuscate dallo spesso muro di fumo causato da sigari, sigarette e chissà che altro. Ovunque c'era gente ubriaca, gente che gridava, gente che cantava. No, non era assolutamente posto per me, e soprattutto non ero affatto tranquillo.
Problema numero 1: eravamo circondati da demoni, in guerra da secoli con i vampiri e alleati dei lupi mannari.
Problema numero 2: era successo qualcosa al Nexus, e sicuramente non qualcosa di bello ed il mio compito ora era scoprire cosa.
Ma i miei ''compagni'' sembravano troppo occupati a divertirsi, seduti in un tavolino in fondo alla taverna, quindi decisi che avrei affrontato il discorso il giorno dopo, se qualcuno di loro ne avesse avuto la facoltà...
Li raggiunsi e mi sedetti di fianco a Jude, già alla terza birra e probabilmente già mezza ubriaca...
- Luiiiiiiiiigii!- mi accolse urlando.
Sgranai gli occhi.
-Prego?-
- Ciao!-
- No, come diavolo mi hai chiamato?-
- Luigi! Ti chiami così!- mi rispose sorridendo come un'idiota.
- Luigi! Luigi! Luigi! - si misero a fare il coretto Katrina e Riza, non in uno stato migliore.
- No idiota, mi chiamo Ludwig... -
- Luigi! -
- Ludwig... -
- Luigi! -
- Luuuuudwig! -
- Luiiiiiiiiiigi!-
- Muori... - non avevo nessuna voglia di stare dietro alle fesserie di quella mocciosa.
Ordinai anch'io da bere, visto che tanto dovevo sborsare un mucchio di soldi, volevo almeno bere qualcosa anch'io...
Gli altri erano già ridotti ad uno schifo, Gojyo stava cantando a squarciagola una strana quanto idiota canzoncina, abbracciato a Jude. Sanji, un altro biondo con delle buffe sopracciglia, stava cercando di convincere il suo bicchiere a cambiare orientamento politico, Asuka stava discutendo con la gonna di Riza mentre questa dormiva con la bocca aperta. Sephiroth aveva deciso che doveva assolutamente portarsi a letto il cane di un uomo seduto nel tavolo vicino, e lo stava quindi corteggiando da gran signore. Envy, come avevo immaginato, era collassata dopo il primo bicchiere di birra.
Tutto ciò era davvero triste...
Bevvi un sorso dal mio bicchiere, ma lo poggiai subito notando una cosa molto poco rassicurante...
Jude, che stava ballando e cantano come un'imbecille, si era toccata il viso, sbavando il trucco.
- Ehm... Jude... - nessuna risposta.
- Jude?- niente.
- GIUDITTA, PORCA PUTTANA!- lei si girò a guardarmi.
- Luigi, non è il caso di urlare! Guarda che ci sento!- Dio, l'avrei volentieri presa a schiaffi...
- Senti... Non pensi dovresti andare in bagno...?- lei mi guardò con un'espressione da pesce lesso.
- No, non mi scappa.-
- Sì, ma magari ti dovresti rifare il trucco... - cercai di farle capire con lo sguardo la situazione, ma era troppo ubriaca...
- No, non devo... -
- Vai!-
Continuò a guardarmi con espressione ebete. A quel punto accadde ciò che temevo. Gojyo la guardò e smise subito di cantare.
- Jude... Come mai le striscie che ha sul viso sono... sbavate...?- chiese il rosso.
Solo a quel punto l'idiota capì.
- Oh... Bhè... Ecco... -
Ache Sephiroth smise di corteggiare il cane e affermò:
- Voi... Non siete demoni!-
Dovevo salvare il salvabile...
- No, ecco, vedi... In realtà loro non sono demoni... Io sì, ma loro sono solo esseri umani... Li ho travati in fin di vita diverso tempo fa ed il mio maestro mi ha convinto ad aiutarli... Sai, lui è molto superstizioso ed è convinto che lsciar morire un umano porti 10 anni di sfiga... Poi per strani casi della vita ci siamo trovati a viaggiare insieme... Vi prego di non mandarci via!- dissi tutto senza prendere fiato, e quando conclusi ci fu un attimo di silenzio. Dopo la spiegazione Sanji si mise a ridere e disse:
- Posso capire! Anche il proprietario dell'orfanotrofio dove siamo cresciuti era molto superstizioso! Ragazzi, vi ricordate le sue fisse totalmente idiote?- gli altri si misero a ridere e a parlare di cose che noi non conoscevamo. Ma ormai non li ascoltavo più... Per ora l'avevamo scampata, ma dovevamo andarcene il prima possibile... L'indomani mattina avrei preso gli altri di peso e ce ne saremmo andati da...
- Allora è deciso! - disse Katrina.
- Ehm... Deciso cosa, scusate?- chiesi stranito.
- Come al solito ti perdi nei tuoi pensieri Luigi... Male, male, male!- disse Riza, che nel frattempo si era risvegliata.
- Domani abbiamo deciso di andare tutti insieme al Luna Park!- urlò felice Jude.
Ecco... Le solite incoscienti...
- E va bene... Tanto se anche vi dicessi di no, non cambierebbe nulla, quindi...-
Se avessi saputo cosa sarebbe successo l'indomani, non avrei accettato così placidamente la situazione...
Ma del resto, non potevo ancora sapere che si sarebbe rivelata una pessima idea...

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 - Nuove scoperte e nuove paure ***


E dopo secoli giunge il sesto capitolo, decisamente più lungo del previsto... -.-


CAPITOLO 6 - Nuove scoperte e nuove paure

Quando il giorno dopo mi svegliai, ci misi un attimo a rendermi conto di dov'ero.
Mi sembrava strano non essere nel mio solito letto a baldacchino, nell'enorme palazzo accanto al Principato...
Erano anni... Secoli... Che non uscivo da lì per così tanto tempo...
Era una strana sensazione... Mi sentivo leggero, ma allo stesso tempo inquieto... Era strano per me essere lontano da ''casa''... L'ultima volta che mi ero allontanato a lungo, i miei tre compagni erano morti, e da allora mi ero ripromesso di non sorridere mai più, di non allontanarmi mai più da casa, di non crearmi più una famiglia...
Stavo forse andando contro le promesse che io stesso mi ero fatto...?
Scossi la testa. Non ero lì perchè volevo, come non ero con quel branco di idioti perchè volevo...
Idioti... Un sorrisetto mi attraversò il volto per un secondo. Anche la mia vecchia ''famiglia'' era composta da un branco di idioti...
Un povero scemo che non sapeva tenere la bocca chiusa, cacciandosi sempre nei guai... come Jude e Riza...
Un omone che al primo sguardo faceva paura, ma che in realtà avrebbe dato la vita per aiutarti... come Katrina...
Un ragazzo strano, forse inquietante, ma che sapeva dare l'anima... forse come Envy..? Bhè, lei non la conoscevo abbastanza, ma tutti mi ricordavano terribilmente la mia famiglia...
Come al solito, i miei pensieri furono interrotti da un intruso... Meglio così...
- Buongiooooornoooo!- era stata una voce allegra ad urlare, sbattendo la porta. Non conoscevo quella voce, come evidentemente non ne conoscevo il proprietario.
Mi alzai a sedere su quella sottospecie di letto in cui ero andato a dormire, e vidi sulla soglia della porta un ragazzo molto giovane. Aveva i capelli rossi, con un lungo ciuffo che gli copriva l'occhio destro. Era chiaramente un demone, aveva orecchie e coda feline, un paio di orecchini e un piercing a forma di lisca di pesce sulla punta della coda. L'unico occhio che si poteva vedere, era di un verde brillante e emanava allegria da tutti i pori.
Envy emerse da un cumulo di coperte sparse sul pavimento.
- Chi diavolo è a quest'ora del mattino? E come diavolo osa urlare in questo modo abominevole?- disse l'androide con voce assonnata, o più probabilmente a causa dei circuiti fusi per ben due volte in troppo poco tempo.
Come il giovane uomo-gatto vide Envy si illuminò. Le si avvicinò e con estrema galanteria le prese la mano, le diede un leggero bacio e disse:
- Buongiorno io sono Boris, il vostro personale cameriere.- Envy lo guardò in modo strano.
- Cameriere..?-
- Certo pulisco le vostre stanze e faccio in modo che sia tutto in ordine per il vostro arrivo!- rispose questo solare.
Io lo guardai con aria sprezzante.
- Tzk. Praticamente pulisci la merda che lasciamo in giro... Sei come i pesci spazzini... - lui mi si avvicinò e mi prese la mano.
- Per te, mio dolce giovine posso essere anche questo...- mi diede un bacio leggero sulla mano.
- Quindi, io sono Boris, il pesce spazzino. Incantato!- ero leggermente esterefatto, così non riuscii a dare una risposta sensata alle sue cretinate. Nel frattempo anche le altre si erano svegliate e l'uomo-gatto fece con loro esattamente ciò che aveva fatto con me e Envy. Per tre volte, con Jude, Katrina e Riza, lo sentii ripetere ''Sono Boris, il pesce spazzino *pausa per il baciamano* Incantato!''
Decisi di ignorarlo. Era un altro idiota, inutile dargli corda...
Istintivamente, come facevo sempre, mi misi una mano in tasca, alla ricerca del mio ''tesoro''.
Era l'unico ricordo di mia madre, la Contessa Isabel Arwel, chiamata la Dama Bianca. A suo tempo era stata la donna più bella del Paese. Purtroppo non ebbi modo di conoscerla a fondo...
Quando avevo circa due anni, mia madre fu cacciata dalla villa per non so quale motivo, e mio padre si risposò con la giovane sorella del nostro maggiordomo, Sebastian. Un anno dopo, mia madre tornò segretamente alla villa, mi avvicinò senza farsi vedere e mi consegnò un medaglione con lo stemma degli Arwel.
Per quanti sforzi io abbia fatto, non sono mai riuscito ad aprirlo...
Ed ora... Maledizione!
In tasca non c'è!
Mi misi a cercarlo come un ossesso, attirando l'attenzione dei miei compagni di stanza.
- Che cerchi?- mi chiese Riza, già allegra di prima mattina.
- Un medaglione... Ce l'avevo in tasca... Deve essermi scivolato... - risposi, quasi nel panico.
- È prezioso...? - chiese Katrina.
- Sì... Lo è... - cristo.... Dovevo trovarlo...
- Per caso è questo? - chiese Jude, che aveva iniziato a cercarlo con me.
Guardai nella sua direzione. Era lui!
- Sì! Grazie a Dio... - tirai un sospiro di sollievo...
- Che bello... Ma... Cos'è? - Katrina si era avvicinata, e stava scrutando l'oggetto incuriosita.
- Un medaglione. Ma non sono mai riuscito ad aprirlo... - le risposi con un sospiro.
- Forse perchè... Ci vuole una chiave... - fu Jude a parlare. La guardai. Sembrava spiritata, gli occhi spalancati, lo sguardo fisso sul medaglione. Io in tutta risposta scrollai le spalle, irritato, ma dovetti assumere anch'io un'espressione totalmente stralunata, perchè Jude tirò fuori una piccola chiave d'oro.
Mi avvicinai per guardare meglio. Ormai avevo gli occhi fuori dalle orbite...
- Ma... Come fai ad avere questa chiave...? Lì sopra c'è lo stemma della mia famiglia... - Jude si girò a fissarmi, accigliata.
- Questa chiave... Me l'ha lasciata mia madre in punto di morte... - rispose lei con un filo di voce.
- Prova ad aprire il medaglione... - lei annuì, e con mani tremanti avvicinò la chiave ad un minuscolo buco sul lato del mio medaglione. La chiave entrò, Jude la girò lentamente... Clack. Un meccanismo era scattato, il medaglione era aperto. Insieme guardammo cosa c'era all'interno.
C'erano due foto, una per ogni metà del medaglione. Sorrisi, guardando la prima. C'era mia madre, bellissima e sorridente, con me in braccio, ancora piccolo. Poi guardai l'altra... E non capii.
Nella foto c'era ancora mia madre, sempre meravigliosa, ma con degli abiti molto più semplici e con in braccio un altro bambino, che non ero io... No, non capivo... E dall'espressione di Jude, sembrava essere nelle mie stesse condizioni...
- Ma... Chi è quel bambino...? - chiesi indicando la foto a me sconosciuta.
- Quella... Sono io... - mi rispose Jude, che sembrava sul punto di piangere.
Mi ci volle un attimo per riprendermi... Mille pensieri mi affollarono la mente... Dopo quella che mi sembrò un'eternità chiesi, per toglirmi ogni dubbio:
- Ma... Che ci fai in braccio a mia madre...? - lei rabbrividì e mi rispose:
- Ma quella... È anche mia madre... - seguì un lungo, interminabile momento di silenzio.
Forse per la prima volta, guardai davvero Jude.
I capelli neri, lunghi e lucidi erano identici ai miei e a quelli di mia madre...
E gli occhi... Avevamo gli stessi occhi azzurro ghiaccio... L'unica altra persona che conoscevo con quegli occhi, era mio padre... Le stesse sfumature, la stessa intensità di colore, persino la stessa forma... Le labbra come quelle di Isabel, inconfondibili...
I miei primi anni di vita mi passarono davanti in un istante.
Mia madre che ride, mia madre che mi culla, mia madre che mi dice che presto non saremo più soli, mio padre che urla, mia madre che piange, una donna che ride in un angolo...
''Puttana'' ricordo che mio padre aveva urlato a mia madre ''Sei una puttana! Tu e quello sporco essere che porti dentro di te dovete sparire!'' Lei piangeva e giurava... Non lo aveva mai tradito...
Mia madre mi salutava, diceva di amarmi e mi diceva...
- Andrà tutto bene...Un giorno, non so quando, non sarai più sola... - disse Jude - Me lo ripeteva sempre mia madre... - aggiunse.
Già... Lo diceva anche a me...
Seguì un lungo istante di silenzio. Non so esattamente per quanto tempo restammo lì, a fissarci senza parlare...
A Jude iniziarono a scendere delle lacrime, ma lei non fece il minimo sforzo per nasconderle.
Probabilmente anch'io stavo piangendo, ma in quel momento la mia mente era troppo annebbiata per rendermene conto...
I ricordi turminavano furiosamente nella mia testa, che iniziava a farmi un gran male, poi, all'improvviso, la mia mente si svuotò e uno strano senso di pace mi pervase.
Iniziai a ridere.
A ridere come non facevo da secoli, forse come non avevo mai fatto. Mi buttai all'indietro tenendomi la testa che continuava a far male, e dopo circa dieci minuti riuscii a smettere. Sospirai e, sempre sorridendo dissi, più a me che agli altri:
- Che strano... La sorte ha davvero un buffo senso dell'umorismo... Due fratelli, che non si sono mai conosciuti, che sono cresciuti in due mondi totalmente differenti, alla fine si ritrovano... E tutti e due sono diventati creature maledette e si ritrovano dopo più di duecento anni dal loro addio alla vita umana... Buffo... Davverro buffo... - dopodichè, probabilmente svenni.
Quando riaprii gli occhi, Jude era seduta accanto a me a fissare il vuoto. Gli altri se ne erano andati. Non parlai, forse non c'era niente da dire... Lei invece, senza guardarmi, mi sussurrò:
- Lei mi parlava sempre di te... Non direttamente, ma me ne parlava... Diceva che c'era una persona che lei amava moltissimo che un giorno, quando lei non ci fosse più stata, si sarebbe presa cura di me... Diceva che io e questa persona ci somigliavamo moltissimo e che io gli avrei dovuto insegnare molte cose e lei ne avrebbe dovute insegnare a me... Ogni volta che mi parlava di te... Le si illuminavano gli occhi... Quante notti... Quante notti l'ho scoperta a piangere... E solo ora, dopo più di duecento anni, capisco il perchè... -
Non sapevo esattamente cosa volesse sentirsi dire, così restai in silenzio...
Dopo un paio di minuti mi tirai su a sedere e la guardai. La sua espressione era indecifrabile... Così decisi di parlare... Erano solo tre parole, ma ero l'unica cosa da dire, e l'unica cosa che realmente sentivo.
- Ora sono qui...- lei mi guardò con gli occhi spalancati e poi mi sorrise.
- Andiamo adesso, gli altri aspettano solo noi per andare al Luna Park... - io annuii e insieme lasciammo la stanza.
Al piano di sotto, riuniti nella saletta da pranzo, c'erano i quattro ragazzi e le altre tre ragazze, tutti lì ad aspettare noi. C'era anche Boris, che evidentemente aveva deciso di unirsi alla ciurmaglia. Come ci videro arrivare urlarono un ''ciao'' e si fiondarono fuori dalla porta della locanda. Evidentemente non vedevano l'ora di andare al Luna Park...
''Peggio dei bambini...'' pensai con una smorfia.
Il parco divertimenti non era lontano, era appena fuori dalle mura della città, ed ovviamente anche lì non c'erano altro che demoni. Per l'ennesima volta mi feci l'appunto mentale che dovevamo andarcene di lì e dovevamo parlare di cose serie, ma per ora, tanto per cambiare, erano tutti troppo persi nel loro mondo per affrontare l'argomento...
Il parco era abbastanza grande, fornito di tutte le cose che un Luna Park dovrebbe avere. Ad ogni angolo c'erano carretti che vendevano zucchero filato, granite, bibite, crepes e quant'altro.
La ruota panoramica sovrastava tutto e urla di gioia e terrore venivano da tutte le parti. Le ragazze iniziarono a starnazzare come delle oche, con gli occhi che brillavano e senza alcun contegno, non vedendo l'ora di fiondarsi su chissà quale strana giostra.
Ben presto, giunse l'urlo tanto atteso quanto temuto...
- Andiamo sulle montagne russe!- era stata Riza a parlare, con il suo solito entusiasmo per le piccole cose.
Ma non sembrava l'unica ad avere avuto questa idea, infatti alle sue parole si fiondarono tutti nella direzione di quella macchina infernale.
Salimmo a coppie. Jude si appiccicò subito a Gojyo, Sanji si approppriò di Katrina, Riza e Asuka si sedettero uno accanto all'altro con un sorriso e Envy fu rapita da Boris. E a me rimaneva....
- Bhè? Ti vuoi muovere?- mi apostrofò in modo non esattamente gentile Sephiroth.
Con un sospiro mi sedetti di fianco al demone, che mal mascherava una certa agitazione. Lo guadai. Si torturava le mani e stava sudando, lo sguardo che saettava dal macchinista agli agganci di sicurezza.
- Senti, ma non è che per caso hai pa...- non feci in tempo a finire la frase che la giostra era partita alla massima velocità.
Mi misi a ridere sentendo le urla disperate di Sephiroth di fianco a me. Poco prima che il giro finisse, sentii delle urla sconnesse, e non riuscii a capire cosa fosse successo esattamente, ma non ci volle molto prima che potessi comprendere. Quando le montagne russe si fermarono ed io potei finalmente scendere, vidi tutta la gente dietro di me scendere ricoperta di... oddio... Era vomito quella roba? Che schifo!
Dal vagone dietro al mio scese con noncuranza Riza, che l'unica cosa che disse fu:
- Oh cieelooo! Ora sì che mi sento meglio!- e se ne andò saltellando come se nulla fosse accaduto.
Dopodichè toccò ai ragazzi lanciare una proposta.
- Che ne dite di andare nella Casa degli Orrori?- Katrina accettò subito di buon grado.
- Buio e uomini, non potrei chiedere di meglio. - affermò. Anche gli altri non avevano obiezioni, quindi ci dirigemmo in direzione della Casa.
Anche quest'attrazione era dotata di vagoncini, questa volta più grandi, guarda caso da dieci persone.
Salimmo tutti insieme appassionatamente con la gioia nel cuore - tranne il sottoscritto - e ben presto l'attrazione partì. Era, ovviamente, una Casa degli Orrori alquanto scadente. I ''mostri'' sembravano fatti di cartapesta ed il vagoncino navigava su tre centimetri di acqua disgustosamente sporca.
Ero abbastanza annoiato, ma ben presto accadde qualcosa... Ci fu un black out, le luci si spensero e la giostra si fermò. Eravamo fermi in mezzo al nulla, al buio e senza sapere che fare. Improvvisamente si accesero delle luci rosse di emergenza e na voce metallica gracchiò da un altoparlante:

- Oh... Perfetto... - sbuffai. Non vedevo l'ora di essere fuori di lì...
Dopo un paio di minuti arrivarono tre addetti. Erano molto alti e muscolosi.
Come ci videro si fermarono, con gli occhi sgranati.
Io ero sconvolto, Riza lanciò un urlo, Katrina sibilò un ''Merda!'' e Jude rimase pietrificata a guardare i tre estranei.
Dopo qualche secondo di silenzio, i tre uomini si misero a ringhiare.
- Vampiri! - urlò l'uomo al centro.
- Cristo... Sono Lupi Mannari... -

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 - L'abbandono ***


CAPITOLO 7 - L'abbandono

- Cristo... Sono Lupi Mannari... - disse Katrina con un filo di voce.
Certo, l'avevamo capito tutti che erano Lupi Mannari, ma il fatto che qualcuno l'avesse detto ad alta voce fece scattare qualcosa in noi, che ci provocò un cieco terrore e tremiti in tutto il corpo.
Quella era la sensazione che non provavo da anni. Quella era la paura.
Non sapevo com'erano piazzati gli altri, ma per quanto mi riguardava ero completamente irrigidito, come un cervo davanti ai fari di un'auto.
''Sto per morire''.
In una frazione di secondo fui finalmente consapevole del mio destino. Di li a poco sarei stato distrutto dai denti o dagli artigli di quei bestioni.
''Che fine poco nobile... Non mi si addice...''
Anche se come me si era in vita da secoli, la morte non è mai una bella prospettiva...
Con gli occhi sbarrati e perfettamente immobile, vidi Gojyo che si avvicinava ad uno dei giganti dicendogli qualcosa che non ero riuscito a cogliere dallo shock. Due secondi dopo il rosso finì contro il muro, svenuto.
Mia sorella a quella vista si riscosse ed urlò.
- No!! Lu! Lu, dobbiamo fare qualcosa! Ci ammazzeranno! Dobbiamo scappare!- mi disse scuotendomi.
- Non muoverti... - le sussurrai - Non abbiamo nessuna speranza di uscirne vivi...-
Stavo per svenire. Inutile lottare con questi esseri. Katrina mi tirò un calcio negli stinchi.
- Idiota!- mi urlò.
Anche Riza ci mise del suo, tirandomi una sberla in testa con l'espressione più seria che le avessi mai visto.
Jude continuò:
- Ludwig, sei il vampiro più anziano che conosco... Sei forte, sai fare tante cose... Sai saltare giù da un condominio come se niente fosse, è impossibile che tu non conosca un metodo per... - scossi la testa interrompendola.
- Mi dispiace gente, ma di qui non ne usciamo vivi...-
Vidi i volti delusi delle ragazze e mi sentii inutile come mai prima d'allora...
Durante la nostra simpatica conversazione, i Lupi erano occupati a prendersi a pugni con i ragazzi, che li avevano attaccati in difesa di Gojyo.
-Così non li batteranno mai... Sono fisicamente superiori a qualunque creatura... - osservai.
Katrina a quel punto s'illuminò.
- Sì Ludwigi... Sono fisicamente superiori... Ma la nostra forza mentale è cento volte superiore alla loro...-
Mi voltai a guardarla, dapprima sconcertato, poi finalmente capii.
-Oh... Ma certo...-
Anche il mio viso si era illuminato.
- Vai Ludwengo! Contiamo tutti su di te!- mi disse Riza con un largo sorriso. Envy mi diede una pacca sulla spalla annuendo convinta.
Io mandai un vaffanculo mentale alle ragazze per essersi affidate così candidamente a me, poi mi concentrai sui Lupi.
Dunque, quello che inizialmente era al centro doveva essere il capo, perchè era il più grosso ed il più forte. Gli altri due erano pesci piccoli, ma non abbastanza piccoli per la nostra limitata forza fisica. Mi venne un'idea. Mi voltai verso Envy.
- Ora userò Dominazione, pregando che abbia effetto. Se funziona, raccatta il corpo di quel pirla di Gojyo ed esci.- lei annuì.
- E voi - dissi rivolto alle altre - trascinate via quei quattro cazzoni e seguite Envy. - altri cenni di assenso. Bene...
Per la seconda volta in vita mia pregai Dio che me la mandasse buona...
L'ultima volta aveva funzionato...
Mi concentrai prima su uno dei Lupi più deboli, e poi sull'altro, mandandogli un messaggio mentale.
< Uccidi il tuo capo > i due Lupi si grattarono le orecchie innervositi.
Cristo... Non aveva funzionato...
Ok, cambio di strategia.
- Hey tu! Brutto muso! - uno dei due si girò a guardarmi.
'' Bene, ora deve funzionare... Se no sono morto... ''
Usai di nuovo Dominazione.
< Attacca i tuoi compagni! >
Questa volta, grazie al contatto visivo, ci riuscii ed il Lupo si scagliò contro il più grosso. L'altro suo compagno si girò verso di me ringhiando:
- Che gli hai fatto dannato Vampiro? -
Io ripetei l'operazione ed anche questa volta Dominazione passò.
I Lupi iniziarono ad attaccarsi fra di loro, quindi feci un cenno alle ragazze, e tutti insieme fuggimmo all'esterno dell'attrazione, attraversammo tutto il Luna Park di corsa, uscimmo dalla parte opposta rispetto a dove eravamo entrati e dopo dieci minuti stramazzammo tutti al suolo in una radura verdeggiante attraversata da un ruscello.
Respiravo a fatica ed avevo ricominciato a tremare...
Maledizione... Anche questa volta me l'ero cavata...
Mi alzai a sedere e mi accesi una sigaretta guardando gli altri, che pian piano si stavano riprendendo. Sì, c'eravamo tutti...
Questa volta ce l'avevano fatta tutti... Questa volta nessuno era morto...
Nessuno disse nulla per qualche istante, finchè Gojyo non si riprese.
- Oh... Che mal di testa, cazzo! - Jude nel momento in cui sentì la sua voce gli si fiondò addosso abbracciandolo.
- Gojyo! Per fortuna stai bene! Non sai quanto ero preoccupata! - lui, un po' spiazzato, ricambiò l'abbraccio sorridendo.
Non feci in tempo a chiedermi da quando quei due erano così affiatati che Gojyo fece la fatidica domanda.
- Sentite ma... Che è successo...? - ci fu un momento di silenzio.
Sephiroth si alzò in piedi, raccolse la giacca che aveva lasciato cadere buttandosela su una spalla e, con espressione disgustata, disse:
- Vampiri! - sputò a terra, era sangue - Ecco che succede! - e lanciandomi un'occhiata di puro odio mi voltò le spalle, incamminandosi per non si sa dove.
Alle sue parole era nuovamente calato il silenzio.
Asuka guardò Riza terrorizzato e con le lacrime agli occhi e scappò.
Sanji aveva assunto un'espressione di pura delusione, e senza neanche guardare Katrina si era alzato allontanandosi nella direzione opposta a quella di Sephiroth.
Boris se ne andò con un - Sarò anche un pesce spazzino, ma non sono scemo... -.
Rimaneva solo Gojyo, con un'espressione mista di sconcertamento, delusione e rabbia. Al debole tentativo di Jude di fermarlo, mettendogli una mano sul braccio e chiamando il suo nome, lui si ritrasse disgustato, si alzò, scosse la testa, ed anche lui si allontanò.
Rimanemmo per ore immobili, a fissare i diversi punti in cui erano spariti i ragazzi.
Guardando nella direzione in cui Sephiroth si era allontanato mi sembrava di vedere ancora la sua schiena ed il suo volto disgustato...
Una strana sensazione mi aveva pervaso... Era tristezza quella che provavo..?
Sì... La sensazione doveva essere sicuramente quella...
No... In realtà ero più che triste in quel momento... Ero disperato... Non riuscivo ad accettare che quell'uomo fosse uscito dalla mia vita così velocemente come ci era entrato... Io, che odiavo gli altri esseri viventi più di ogni altra cosa, ora stavo soffrendo atrocemente per la mancanza di un solo, singolo uomo...
Eravamo stati abbandonati... Eraavamo di nuovo soli... E non saremmo mai riusciti a consolarci a vicenda, perchè ciò che per qualche istante era riuscito ad unirci come una famiglia, se n'era appena andato...
Un freddo velo cadde su di noi, e senza dire una parola, aspettammo la notte senza muoverci di un millimetro, come statue.

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 - Di male in peggio ***


CAPITOLO 8 - Di male in peggio

La prima a parlare, la mattina dopo, fu Riza.
- Forza... Non possiamo passare l'eternità qui... - la sua voce era flebile. Scosse la testa, con le lacrime agli occhi.
Capivo cosa provava...
Ancora una volta, a causa della nostra natura, eravamo stati abbandonati. Ancora una volta avevamo dovuto vedere la paura, il dolore, il disgusto, sui volti delle persone che ci erano accanto.
Annuii. Non c'era tempo di crogiolarsi nel dolore... Avevamo pur sempre una missione da compiere...
- Bene... Alziamo il culo da qui... Abbiamo molte cose di cui discutere... - quasi mi stupii della mia stessa voce... Che tono apatico...
Poco male, ero tornato quello di sempre... Non che fossi mai cambiato più di tanto, ma il solo fatto di stare decentemente in compagnia di altre persone era una gran seccatura. Si finiva per affezionarsi, quindi perdere la capacità di esaminare razionalmente una situazione, fino a rischiare la vita pur di difendere  i ''compagni''.
No... Non erano cose che facevano per me...
Era meglio così... Sì... Era decisamente meglio così...
Ci mettemmo in cammino, ognuno perso nei propri pensieri.
Quando decisi finalmente di guardarmi intorno, vidi mia sorella che, probabilmente senza neanche pensarci, si dirigeva verso il villaggio dei ragazzi.
Mi affiorò un sorriso amaro.
- Jude... - la chiamai. Lei si fermò, guardandomi con un'espressione a metà fra il depresso, l'apatico e lo stralunato.
Scossi la testa. Lei capì, e le salirono le lacrime agli occhi.
Non potevamo più tornare là...
Abbassò il capo, senza dire nulla anche se, in fondo, non c'era proprio nulla da dire.
Avanzammo per un periodo imprecisato, troppo stanchi e troppo demoralizzati per parlare o anche solo per renderci conto dello scorrere del tempo. Quando finalmente alzamo gli occhi dal terreno, ci rendemmo conto che il cielo era già diventato buio, perciò ci affrettammo a raggiungere le luci che intravedevamo non troppo distanti, appartenenti, forse, ad un nuovo villaggio. Lontano dal Luna Park, lontano dai ragazzi, lontano dalla mia debolezza...
Ci inoltrammo nel villaggio semi deserto, così differente da quello in cui eravamo stati solo poche ore prima. Era un posto triste e squallido, le case erano tutte grigie e con le tende tirate, non c'erano bambini che correvano felici per le strade, non c'erano donne sorridenti e uomini brilli che cantavano e ridevano abbracciati. Non c'erano cagnolini puliti e amati o coppiette che si sbaciucchiavano in gran segreto.
C'erano solo uomini ubriachi dall'aria torva negli angoli bui delle strade, prostitute con le gambe aperte che tracannavano vodka e pochi bambini, con profonde cicatrici.
Mi guardai intorno, con un'espressione di palese disgusto sul volto. Girammo alcuni minuti, alla ricerca di un albergo in cui passare la notte.
Avrei voluto poter chiudere gli occhi e dimenticare tutto, ma non potevo farlo ed avevamo molte cose di cui parlare.
Trovammo senza sforzo una sottospecie di albergo ed entrando vedemmo un rozzo oste seduto al bancone. Emanava ribrezzo. Era sudicio e grasso, la faccia era per la maggior parte occupata da un tozzo grugno e i piccoli occhi porcini ci scrutavano con odio e diffidenza.
Quando ci avvicinammo emise un verso simile ad un grugnito. No... Nulla a che fare con l'eleganza e la bellezza di Sephiroth...
- Vorremmo una stanza. - era inutile usare parole cortesi o girarci intorno, non ne avevo nè tempo nè voglia, ma soprattutto volevo allontanarmi al più presto da quel vomitevole uomo che mi faceva salire i conati con la sua sola presenza.
- Avete i soldi? - domandò in modo abbastanza scortese, con una voce potente ed impastata da alcol e probabilmente droga.
Senza aprir bocca, tirai fuori dalla tasca un sacchetto pieno di monete d'oro. I suoi occhi si illuminarono e con un ghigno che doveva essere un sorriso sul volto ci consegnò una chiave, facendo un inchino ed indicandoci la strada.
La stanza, come previsto, era una delle cose più disgustose che avessi mai visto. I muri erano scrostati e sporchi, le finestre davano direttamente su di un altro muro ed i vetri erano così incrostati di fumo e chissà che altro che era impossibile vederci attraverso. C'erano sei letti, uno più malconcio dell'altro, tre per ogni lato della stanza, con cuscini e coperte che andavano dal grigio al marrone, mentre sul pavimento erano sparsi mozziconi di sigaretta, cenere e preservativi usati e con mia grande gioia notai un topo sfrecciare sul fondo della nostra stanza.
Emisi un verso di disgusto, ma poi mi lasciai cadere sul primo letto. Non potevamo fare gli schizzinosi ed io ero stravolto. Le ragazze mi imitarono e nuovamente cadde il silenzio.
Restammo così, a guardarci con occhi spenti per alcuni minuti, finchè non decisi di iniziare a parlare di cose serie.
- Bene... Basta piagnistei, e parliamo di cose serie per cortesia... - non ci fu alcun tipo di reazione da parte delle ragazze, perciò continuai.
- Cosa è successo? Direi che è chiaro che non abbiamo risolto il problema del Nexus... Ma vorrei sapere... Perchè? Cosa è successo? - guardai nella direzione di Envy, attendendo una risposta. Lei sospirò, chiuse gli occhi per un secondo e si morse le labbra. Cercò di parlare, ma le uscì soltanto un verso roco. Si schiarì la voce e riprovò a parlare.
- Ecco... Abbiamo sbagliato... -
La guardai accigliato.
- Abbiamo sbagliato? Ma abbiamo fatto esattamente quello che ci hai detto di fare! Ci siamo messi a correre come degli idioti e...-
- Sì esatto. Il problema è proprio questo... Io... Ho sbagliato a darvi le istruzioni... -
Sgranammo tutti gli occhi, guardandola come se fosse un alieno, con la bocca spalancata come pesci lessi.
- TU COSA? - urlò Jude.
- Sì... Mi spiace... Dovevate correre nel senso opposto... Perchè... Abbiamo solo peggiorato la situazione... Vi siete accorti che non abbiamo incontrato un solo vampiro da quando siamo partiti...? Non vorrei esagerare, ma temo che tutti i vampiri siano... morti... -
Cadde il silenzio. Morti... Tutti morti... Eravamo soli ora...
La consapevolezza della vera solitudine mi serrò lo stomaco in una morsa gelida.
- Ma... Non può... Non... -
Cercai di articolare una frase di senso compiuto, ma non riuscii a far altro che biascicare monosillabi in modo sconnesso.
Lo shock per me era stato grande. Non avevo più una casa dove tornare, non c'erano più compagni simili a me con cui combattere, non c'erano  più stupidi principi da odiare...
- Fine... - sussurrò Katrina.
Mi girai a guardarla, senza capire. Notai che stava per mettersi a piangere e che aveva stampato sul volto un sorriso rassegnato.
Lei alzò il volto, guardandomi negli occhi.
- Per noi è la fine... I Lupi ed i demoni non ci metteranno molto a rendersi conto che i vampiri sono scomparsi... E quando ci troveranno... Per noi sarà la fine del gioco... Moriremo. Tutti. Senza eccezioni... - Dopo aver parlato, riabbassò la testa, continuando a sorridere e dondolandosi leggermente, come una pazza.
Io scossì la testa. Mi stava salendo una rabbia che non provavo da molto. Una rabbia immotivata e folle.
- Oh no invece! Noi non moriremo! Non gliela darò vinta a quei figli di puttana! Io ho una promessa da mantenere! -
Mi alzai veloce, sotto gli sguardi interrogatori delle ragazze e sbottai:
- Ho fame! Vado a mangiare! -
Me ne andai sbattendo la porta ed incominciai a girare per le strade semi deserte, in cerca di una preda per lo meno decente, perso in mille pensieri caotici, nervoso ed arrabbiato.
All'improvviso mi dovetti fermare, poichè andai a sbattere contro un uomo enorme, completamente avvolto da un mantello grigio, sporco e rattoppato in più punti.
Vidi due occhi gialli scintillare da sotto il cappuccio.
- Ludwig Arwel? - ringhiò. L'unico pensiero che mi venne in quel momento, fu che negli ultimi giorni mi stava cercando troppa gente, e che troppe persone conoscevano il mio nome...
In ogni caso annuii, a quel punto l'essere emise un verso a metà fra una risata ed il ruggito di un leone.
- Molto bene vampirello, il mio capo vuole vederti!- detto ciò mi consegnò una lettera sulla cui busta non compariva nulla. Quando rialzai il volto, l'uomo era già scomparso.
Aggrottai la fronte, dimenticando completamente la mia cena e dirigendomi verso l'albergo.
Quando rientrai nella stanza trovai le ragazze esattamente come le avevo lasciate. Sventolai la lettera in aria, per richiamare la loro attenzione.
- Cosa sarebbe..? - mi chiese Riza, improvvisamente un po' più viva.
- Non lo so... Me l'hanno appena consegnata...- mi misi sul letto, in mezzo alle ragazze, così che potessero leggere tutte. Aprii lentamente la busta, ed iniziammo a leggere.

Gentile Signor Arwel,

Le scrivo, poichè il suo è l'unico nome che  mi è stato riferito.
Ci tenevo ad informarla che abbiamo preso in ostaggio i suoi amici,
tali Gojyo, Asuka, Boris, Sanji e Sephiroth.

Sperando in una sua visita il più presto possibile,
per ora la congedo.

Cougar,
capo della Banda Del Ruggito Feroce.

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