Women

di Fe85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-Naomi Misora/BB ***
Capitolo 2: *** 2-Halle/Mello ***
Capitolo 3: *** 3-Sayu/Near ***
Capitolo 4: *** Linda/Matt ***



Capitolo 1
*** 1-Naomi Misora/BB ***


Quella sera le strade di Los Angeles erano più trafficate che mai, e al buio i fanali delle auto in corsa, illuminavano ulteriormente una città di per sé vivace.
Tuttavia, in quel periodo, la città degli angeli era stata macchiata di sangue da un pericoloso demonio che uccideva per sfidare qualcuno al di sopra delle sue possibilità.
E Naomi Misora si è ritrovata coinvolta nella loro sfida, quasi come se fosse un arbitro che dovesse assistere ad un match.
Non un match qualsiasi, bensì un match in cui un innocente rischiava di perdere la vita.
Che match crudele, sembrava quasi un gioco al massacro.
Chi mai poteva essere il "narratore" che tesseva le fila di quella trama inquietante? Chi era l’assassino che si nascondeva dietro ai barbari segni delineati sui corpi delle sue vittime?
Queste e altre domande affollavano la mente di Naomi Misora che, appena rientrata nel suo appartamento, si era sdraiata sul divano.
Si sentiva stanca, non fisicamente quanto mentalmente.
Trascorrere una giornata intera al fianco di Ryuzaki era qualcosa di…indescrivibile.
Ryuzaki era il detective senza licenza che la affiancava nelle sue indagini, e sotto un certo punto di vista lo invidiava, visto che lui pareva non essere afflitto da alcun tipo di pensiero o preoccupazione, nascosto nella sua apatia.
Correggeva i suoi ragionamenti, le faceva delle stupide osservazioni, ma la trattava come una donna qualunque; a differenza di Raye che, da quando era in congedo, le riservava ogni riguardo possibile, quasi come se fosse una bambola da collezione che non andava assolutamente rovinata.
Lui e Ryuzaki erano completamente diversi, e per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare alcuna qualità in quest’ultimo.
Ryuzaki la schifava, soprattutto per le sue pessime abitudini quali "avvelenarle" il caffè con quintali di zucchero oppure leccarsi le dita "sporche" di marmellata di fragole o ancora cercare indizi mettendosi a quattro zampe, e pensava che fosse un bambino troppo cresciuto.
Un "bambino" estremamente intelligente, questo doveva concederglielo, ma al tempo stesso terrificante.
Perché sto pensando a lui? si domandò mentalmente la donna, piuttosto scocciata, dopo aver appoggiato la testa su uno dei cuscini color crema del divano.
Era palese che non si fidasse di quello strambo ragazzo, tuttavia le investigazioni erano più "interessanti" in sua compagnia, e non le dispiaceva scambiare con lui le sue impressioni.
Si era abituata alla sua presenza, a tratti fastidiosa, ma utile ai fini delle indagini.
Non aveva conosciuto personalmente L, ma dalle telefonate che si scambiavano, poteva asserire che lui e Ryuzaki erano entrambi… "particolari", sì.
Inoltre, era stato proprio grazie ad L se era potuta tornare a svolgere temporaneamente il lavoro per cui era nata.
Gli era decisamente riconoscente per quell’offerta, sebbene all’inizio fosse stata piuttosto titubante ad accettare il caso.
Naomi, vinta dalla spossatezza, decise di andare a letto presto, dato che il giorno successivo avrebbe dovuto incontrarsi nuovamente con Ryuzaki. Passò davanti alla cucina e le balenò in mente un’idea.
Si ricordò che qualche tempo fa, Raye aveva acquistato al supermercato un barattolo di marmellata di fragole, e una volta reperitolo in una credenza, ne assaggiò il contenuto tramite un cucchiaino.
Bleah, è troppo dolce. Come fa a mangiare questa schifezza?
L’incorruttibile Naomi Misora aveva ceduto alla tentazione.
 
 

FE SCRIVE...

Ciao a tutti,

questa raccolta di flashfic è dedicata alle donne di Death Note, ai loro sentimenti, ai loro pensieri, a eventi non approfonditi o "esclusi" dal manga/anime insomma è dedicata a loro ^^ Spero che questo mio nuovo lavoro possa piacervi, e volevo

precisare che non mi sono affatto dimenticata de "Lo Strano Caso", aggiornerò prestissimo anche la mia long fic ;)

Passando ad analizzare questo primo capitolo, bè posso dire che tratta due personaggi(sono davvero una coppia?Lascio a voi la libera interpretazioneXD)che amo tantissimo*___* e mi

auguro che la mia passione sia arrivata a voi attraverso il mio elaborato^^ Ovviamente, quando mi riferisco a Ryuzaki, non sto parlando di L, bensì di Beyond Birthday. Infatti, il capitolo è

ambientato durante le indagini degli omicidi commessi dal killer di Los Angeles.

Bene, è tutto per ora, la prossima storia sarà dedicata ad Halle, e ringrazio sin da ora chiunque leggerà e commenterà^^

A presto

Fe

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Capitolo 2
*** 2-Halle/Mello ***


La radiosveglia posta sul comodino di mogano suonava insistentemente da cinque minuti, e Halle Lidner si decise finalmente a stopparla con fare seccato.

Nella stanza del suo appartamento calò nuovamente il silenzio.

Perché non era altrettanto facile mettere a tacere la voce della sua coscienza?

Si rigirò tra le lenzuola, accarezzando la parte di materasso vuota, ancora pregna del calore emanato dal suo amante.

Era furbo, Mello: aveva capito al volo che era diventato il suo punto debole e ne aveva approfittato da bravo calcolatore qual era.

Sotto quel punto di vista, Mello e Near erano molto simili.

Entrambi erano disposti a tutto pur di raggiungere il loro scopo, seppur adottassero metodi differenti, e stavano usando l’ex agente della CIA come mezzo per ottenere informazioni circa i piani dell’altro.

 

Ma tutto sommato, ad Halle andava bene così: Kira aveva ucciso una persona molto importante per lei, e quella poteva essere l’occasione giusta per vendicarsi.

Era dal giorno della morte di Jake (questo il nome in codice del suo compagno) che la donna aveva iniziato a "tingere" di rosso le sue labbra.

Credeva ingenuamente che quel colore potesse trasmetterle forza; la forza necessaria per andare avanti e superare quell’evento che l’aveva segnata indelebilmente.

Tuttavia, benchè si sforzasse, il rimorso di non aver fatto di più per salvargli la vita, tornava prepotentemente a bussare alla sua coscienza, come l’amaro rintocco di una campana.

Il rosso, però, secondo un’antica leggenda cinese, è anche il colore del filo del destino.

Destino che, un giorno, le fece incontrare Mello.

Nei suoi occhi cerulei lesse la forza della disperazione, un orgoglio da leone, e soprattutto, un’inesauribile forza di volontà.

Come poteva un ragazzino, per giunta appartenente ad una delle cosche mafiose più temibile degli Stati Uniti, avere tutta quella grinta? Cosa lo spingeva a tanto?

Quelle poche volte in cui lui gli rivelava qualche dettaglio del suo passato, lo faceva sempre con rabbia.

Rabbia verso il suo eterno rivale, Near.

L’astio, poi, si mescolava ad una punta di malinconia, prodotta dal ricordo dei pomeriggi trascorsi con il suo migliore amico, Matt (che Halle ebbe modo di conoscere in seguito).

Halle comprese che per lei non ci sarebbe mai stato spazio tra i pensieri di Mello: era impossibile competere con Near, Kira, e…la cioccolata.

Essere sconfitta persino dalla cioccolata, che squallore.

La verità era che lei aveva perso nel momento in cui aveva iniziato ad interessarsi pericolosamente a Mello.

Inizialmente, pensava si trattasse di una sorta di "istinto protettivo" vista la differenza di età che intercorreva tra i due, ma non poteva certo prevedere che Mello creasse in lei una certa dipendenza.

Le labbra color ciliegia della donna si incresparono in un sorriso.

Si sarebbe accontentata di essere un mero involucro, lo stesso che ricopre le tavolette di cioccolata fondente di cui Mello è così ghiotto?

No.

Il rosso acceso del suo rossetto si sarebbe presto "scontrato" con il tanfo di sigarette, di cui era impregnato il corpo di Mello.

E Halle capì.

 

 

 

Fe scrive...

Ciao a tutti,

mi spiace essere sparita per un pò di tempo, ma non sto attraversando un bel periodo, soprattutto dal punto di vista psicologico, ma non sono certo tornata per annoiarvi con i miei problemiV__V"

Dunque, come avevo già anticipato, in questo capitolo troviamo Halle: confesso che io la vedo piuttosto bene con Mello^^

Alcune precisazioni:

-quando Halle fa riferimento ad un certo "Jake", bè, questo nome me lo sono inventato di sana piantaXD Nel numero tredici, se non erro, ci viene svelato che lei vuole catturare Kira, perchè lui le ha tolto "una persona importante", cioè il suo compagno;

-ebbene sì, nel finale c'è un vaghissimo accenno MelloxMatt, ma non mi sono convertitaXD Ho pensato semplicemente che ci stesse bene, tutto qui^^;

-inoltre, mi sono immaginata anche un ipotetico incontro tra Halle e Matt (da qui il riferimento nella storia).

Ringrazio ancora chi ha commentato il precedente capitolo (redseapearl, Irene Kirsh e DANYDHALIA) e anche chi recensirà questo; per rispondere userò il sistema dei messaggi di EFP ;)  ma anche chi leggerà soltanto ^^. Spero che la mia visione di Halle vi sia piaciuta, e di poter anche aggiornare in tempi brevi la mia longT_T

Un grazie speciale a Marmalade Girl per aver inserito "Women" tra i preferiti e a DANYDHALIA per averla messa tra le seguite. Se avessi fatto qualche errore all'interno del capitolo, segnalatemelo pure, vi ricordo che le critiche costruttive sono ben accette ;)

Vi posso spoilerare (XD) che la prossima volta toccherà a Sayu.

A presto (spero)

Fe

.

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Capitolo 3
*** 3-Sayu/Near ***


Sayu Yagami frequentava una delle tante università del Kanto. Una delle più anonime, a dire il vero.

Lei non possedeva le qualità eccelse del fratello, e non le interessava diventare la studentessa numero uno del Giappone. Infatti, non le era mai piaciuto molto studiare; preferiva uscire e divertirsi con i suoi amici.

Dopotutto, essendo la sorella di Raito, nessuno si aspettava grandi cose da lei, e nella sua normalità, lei non si annoiava.

Tuttavia, vi era stata una volta in cui il destino aveva deciso di affidarle una parte da protagonista: non poteva certo immaginare che sarebbe stata la preziosa pedina di un suo coetaneo,  invischiato nel caso Kira.

Mello, questo il suo nome o il suo pseudonimo, apparteneva ad un altro mondo, lontano anni luce dal suo.

Non si era trattato di un semplice rapimento; a sua insaputa si era trovata nel bel mezzo di una spietata battaglia tra geni. Spietata tanto quanto la vita.

Si ricordava ancora di quando suo padre l’aveva stretta a sé nel momento in cui i nemici l’avevano liberata. Forse, tra i due, era lui quello più spaventato e teso. Dei mesi che seguirono aveva solo dei ricordi vaghi, distorti: era stato difficile combattere e tornare la persona spensierata e solare di un tempo.

Le capitava ancora di svegliarsi  nel pieno della notte, e di rivedere quegli occhi cerulei che trasmettevano una freddezza inaudita. Gli stessi occhi che si erano fatti beffa di lei.

Inoltre, quando aveva appreso da sua madre della morte di Soichiro e Raito, stava per sprofondare nuovamente nel baratro.

Suo padre non l’avrebbe più sgridata se avesse fatto tardi la sera.

E non avrebbe più battibeccato con suo fratello circa i suoi gusti in fatto di idol.

Pianse lacrime amare in silenzio, giurando vendetta contro chi le aveva tolto i suoi famigliari. I suoi esempi.

Per questo motivo, si recava tutti i giorni, dopo il termine delle lezioni, al quartier generale della polizia di Tokyo . Era cosciente di esercitare un certo fascino su Matsuda, il quale le avrebbe rivelato tutte le informazioni che desiderava, ma al contempo, doveva essere cauta.

«Matsuda-san, buon pomeriggio!» lo salutò Sayu entusiasta, abbandonando la borsetta su una sedia girevole.

Matsuda ricambiò il saluto, sfoggiando la sua tipica espressione da ebete, incantato dalla bellezza della figlia del suo ex capo. Ormai, era diventata una vera e propria donna.

«E’ da solo? Le preparo del caffè, ok?» gli propose la ragazza sorridente, tirando fuori da una piccola credenza color panna, un paio di tazze, una moka e un barattolo rosso, dove era contenuto il caffè. Da quando Raito era venuto a mancare, la sorella aveva pensato di apportare alcune modifiche in quell’ambiente che, secondo lei, «mancava di un tocco femminile». Aveva fatto installare un piccolo fornelletto, dove i poliziotti potevano scaldarsi il cibo, e aveva messo dei quadri per rendere un po’ più allegra quella stanza impersonale, dove la tecnologia regnava sovrana

L’uomo stava per rivolgersi a Sayu, quando all’improvviso, il monitor di un pc si illuminò, mostrando una lettera.

Una L.

Matsuda si avvicinò velocemente ad un microfono, e premette un pulsante per mettersi in contatto con la persona che stava dall’altra parte dello schermo.

«Ci sono novità, L?»

«Lo chiedo io a Lei, Matsuda» replicò una voce meccanica contraffatta.

«Aizawa e gli altri sono andati ad indagare riguardo alla morte misteriosa di quel malvivente. Appena tornano a rapporto, ti contatteremo» gli rispose Matsuda con voce annoiata, gesticolando in direzione di Sayu che si lasciò scappare una risatina.

«Chi c’è lì con Lei?» avendo udito dei rumori in sottofondo, la domanda dell’altro sorse spontaneamente.

«U-un’amica…» farfugliò Matsuda, in preda all’imbarazzo.

«Si può qualificare, amica del signor Matsuda?» gli chiese quella voce sconosciuta con fare perentorio. La sua non era una semplice richiesta, bensì un ordine.

Sayu guardò dapprima Matsuda, e poi il monitor dove era apparsa quella grande lettera, indecisa sul da farsi.

Forse è lui, quindi vale la pena rischiare pensò, facendo un cenno d’intesa all’uomo, e occupando poi il suo posto. Posto che, qualche anno prima, era stato di suo fratello.

«Mi chiamo Sayu. Sayu Yagami» esordì la ragazza allegramente. Non poteva vedere negli occhi il suo interlocutore, ma quella situazione la agitava parecchio.

Matsuda sperò che Near non rivelasse a Sayu le malefatte che aveva compiuto suo fratello: di comune accordo con gli altri suoi colleghi, avevano deciso di non rivelarle la verità riguardo a Raito.

Lei non era al corrente del fatto che Raito, il suo «fratellone», fosse stato Kira.

«Il nome Sayu deriva per caso da una mossa di karate? Le piace questo sport per caso?»

La ragazza rimase interdetta, ma non potè fare a meno di sorridere, ricordandosi subito del perché si trovasse al quartier generale.

«Non mi aspettavo che il terzo L avesse il senso dell’umorismo» ribattè lei serena.

«Near»

«Come?»

«Il mio nome è Near» detto questo, il detective interruppe la comunicazione, rendendo fondati i dubbi di Sayu. Una volta, aveva inavvertitamente origliato una discussione tra Mogi e Ide riguardo la fine di suo fratello, e nel loro discorso avevano fatto più volte quel nome.

Dunque, era stato lui.

Adducendo ad un appuntamento immaginario, Sayu si congedò sbrigativamente da Matsuda e guadagnò l’uscita dell’edificio.

Near. Ricorderò questo nome fino alla morte.

Continuò a camminare come se nulla fosse, guardando distrattamente il contenuto della sua borsetta: trucchi, fazzoletti, portafoglio e un quaderno nero.

Ti ho in pugno.

Un battito d’ali e una risata disumana riecheggiarono nel cielo di Tokyo.

La sfida era appena iniziata.

Precisamente, era cominciata nel momento in cui Near aveva rivelato il suo vero pseudonimo a Sayu Yagami.

 

FE SCRIVE...

Bene, le cose da dire sono tante, per cui parto subito con le note XD

Come avrete certamente notato, in questo terzo capitolo, dove Sayu è la protagonista, non si parla d'amore. Ho voluto immaginarmi una Sayu che si riprende perfettamente dallo shock subito all'epoca del rapimento di Mello; quindi il fatto che frequenti l'università, me lo sono inventato di sana pianta. Però, il fatto che Sayu e Mello siano coetanei, no: nel famoso numero 13 viene, infatti, svelato che sia lei che Mr Keehl sono nati nel 1989. Ecco spiegato il perchè ho utilizzato il termine "coetaneo"^^

La frase "E non avrebbe più battibeccato con suo fratello circa i suoi gusti in fatto di idol." ha un suo perchè: se non ricordo male, nell'anime una sera Raito guarda la televisione con Sayu che fa un apprezzamento su Ryuga Hideki (non ricordo se fosse un cantante o un idol, chiedo venia), e lì capisce che L si è "appropriato" del nome del personaggio famoso.

Quando Near chiede a Sayu l'origine del suo nome, fa riferimento ad una tecnica di karate. Infatti, "Sayu" sta per "prefisso che indica una tecnica effettuata contemporaneamente sia con la sinistra che con la destra" (informazione reperita da: http://www.karatejitsu.it/formazione-tecnica-karate-jitsu-e-fitness-defense/glossario/ ). Sicuramente, il significato vero e proprio non sarà quello, ma io l'ho voluto adattare per la mia storia :P

Per quanto riguarda il finale, spero di essere stata abbastanza chiara: Sayu possiede un Death Note (con relativo Shinigami, ovviamente), e il terzo L (ovvero Near) le ha rivelato il suo vero pseudonimo quasi a volerla sfidare in quanto sorella di Raito Yagami. Diciamo che potrebbe nutrire dei sospetti su di lei, ecco. Spero di non essere caduta nel banale^^"

Ringrazio nuovamente le persone che hanno recensito il precedente capitolo: sss_  , redseapearl, MaryS e kiriku e, inoltre, un grazie speciale a sss_ e revy chan11 per aver inserito questa raccolta tra le seguite. I commenti di voi lettori sono sempre ben accetti, sia positivi che negativi^^ Grazie anche a chi legge soltanto^^

Al prossimo capitolo!

Fe

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Capitolo 4
*** Linda/Matt ***


Scrib, scrib, scrib.

Li aveva traditi.

Li aveva traditi nel momento stesso in cui aveva accettato la richiesta della polizia giapponese.

E pensare quello doveva essere un giorno di giubilo per lei:  i suoi quadri avevano finalmente ottenuto un posto in una delle gallerie inglesi più quotate al mondo, dove molti artisti del passato avevano visto sbocciare la propria carriera, paragonando quell'evento alla celebre opera del Botticelli, la Nascita di Venere.

Il suo sogno di diventare un'artista affermata stava per coronarsi, e presto si sarebbe ritagliata il suo posto nel mondo.

Forse, costruire mille gru di carta, seguendo le indicazioni di quel libro ormai ingiallito che riposava negli scaffali impolverati della biblioteca della Wammy's House, portava davvero alla realizzazione di un desiderio.

Tuttavia, non aveva calcolato che la felicità è fugace e fa in fretta a svanire, un po’ come la nebbia.

La visita di alcuni emissari delle forze dell'ordine nipponiche aveva distrutto in breve tempo quelle poche certezze che le avevano permesso di fare un passo avanti.

Scrib, scrib, scrib.

Le avevano chiesto di riprodurre sul suo album i ritratti di Mello e Near, ma lei non li vedeva da tempo, e quindi li disegnò ancora bambini, ricordandosi di una cosa che le pareva di aver seppellito in un angolo remoto della sua mente.

Una promessa al profumo di limone.

"Cosa penseresti adesso di me, Matt?"

Lasciò cadere la matita a terra, e fissò un punto indefinito delle pareti turchesi del soggiorno di casa sua, lasciandosi avvolgere dai ricordi.

*

"Siete tutti e tre in punizione." la voce grave e autoritaria di Roger risuonò nello studio, mentre l'anziano direttore della Wammy's House scrutava i tre ragazzini, inflessibile.

Quel giorno lei e Matt erano stati incaricati di occuparsi della sorveglianza e della sicurezza dell'istituto, ma con Beyond Birthday in giro, i guai erano assicurati. Infatti, approfittando di un

attimo di distrazione della ragazzina (impegnata nella raccolta di alcuni limoni "offerti" da un albero dell'ampio giardino dell'istituto), era sgattaiolato in cucina e aveva cercato di darle fuoco.

Fortunatamente (anche se B era di tutt'altro parere), qualcuno lo vide e corse ad avvisare Roger dell'accaduto.

Matt non aveva neppure cercato di discolparsi o di ribattere ai rimproveri della sua coetanea che lo accusava di non averla affiancata nel suo compito. Il videogamer si limitò ad alzare le spalle, dimostrando la sua totale indifferenza riguardo a ciò che gli accadeva intorno. Si calcò i suoi goggles sugli occhi, quasi a volersi isolare da lei, da Roger e da tutto il resto.

"Starete tutto il giorno nell'Ala Ovest, chissà che non vi serva a riflettere sul vostro comportamento." aggiunse Roger alzandosi e aprendo la porta, seguito da tre.

Beyond camminava curvo e ghignava malignamente, per nulla pentito del suo gesto: l'assioma "perseverare è diabolico" sembrava gli calzasse a pennello.

Matt sbuffò annoiato, in quanto gli era stata confiscata la sua console, negandogli così la possibilità di affrontare il capo palestra di Zafferanopoli.

E, infine, vi era lei che procedeva a testa bassa, quasi come se l'avessero accusata di omicidio. Era abituata a prendere tutto seriamente, e sebbene fosse piuttosto vivace, tutti sapevano che potevano contare su di lei. Con la coda dell'occhio, notò Mello e A in un angolo: il primo scuoteva la testa, e il secondo dedicò un'occhiataccia a B. Oltre a loro, vi era una piccola folla che si era radunata davanti allo studio di Roger per origliare la discussione.

Cosa avrebbero pensato gli altri di lei?

Per la dodicenne il giudizio del prossimo era molto importante, e spesso capitava che nelle sue decisioni si lasciasse influenzare da questo fattore. Non ebbe il tempo di riflettere ulteriormente, dato che poco dopo, giunsero al primo piano, nella stanza in cui avrebbero dovuto passare il resto della giornata. Quel locale era stato adibito a magazzino, quindi al suo interno regnavano sovrane la polvere, le ragnatele e l'umidità. In un angolo erano accatastate una serie di sedie rotte, mentre a sinistra faceva capolino una lavagna in disuso.

Matt studiò per qualche istante la conformazione delle piastrelle che componevano il pavimento, anch'esso lercio, decidendo poi di appoggiarsi al muro che puzzava di muffa.

"Non ditemi che avete intenzione di stare chiusi qua dentro?" esordì Beyond con un sorriso inquietante dipinto sul volto, mentre scuoteva una tenda lacera e apriva una vecchia finestra che dava sul retro dell'orfanotrofio. Il cigolio che accompagnò quel gesto fu una sorta di monito per la ragazzina.

"No, fermo! Se Roger ti scoprisse, la nostra situazione peggiorerebbe!" tentò di dissuaderlo lei, sperando che le desse ascolto.

Tuttavia, Beyond Birthday obbediva solo a se stesso, e una volta arrampicatosi sulla finestra, si aggrappò saldamente alla grondaia e atterrò senza problemi sull'erba.

La ragazzina sospirò affranta e consapevole di aver collezionato l'ennesima sconfitta della giornata.

"Uffa, non sono nemmeno riuscita a fare la mia torta!" sbottò infuriata, incrociando le braccia al petto e dando un calcio ad una cartaccia.

"Io invece avevo un appuntamento." le fece eco Matt, intento ad accendersi una sigaretta.

Matt aveva una ragazza? E fumava? Solo in quel momento si accorse di non sapere granchè riguardo al suo compagno di sventura. Lo aveva sempre apostrofato come "l'appendice di Mello", dato che i due erano inseparabili, ma evidentemente si era sbagliata. Forse Matt era più sveglio del previsto; dopotutto alle graduatorie era sempre arrivato terzo, classificandosi dopo Mello e Near.

Gli si avvicinò, dandogli una gomitata d'intesa nel fianco e scrutandolo con espressione compiaciuta.

"Con chi?"

"Con il capo plaestra di Zafferanopoli, Sabrina. E' una tipa tosta, sai?"

Per poco non le caddero le braccia. Stava parlando di un dannato videogioco (Pokemon, se non errava) e non di una ragazza reale.

"Sei incorreggibile, Matt" proclamò sfinita, alzando gli occhi al cielo, sperando che quelle ore trascorressero velocemente.

"Scommetto che quella torta era per Near, vero?" cambiò argomento lui, facendo dei cerchi concentrici con il fumo emanato dalla sigaretta.

La ragazzina arrossì visibilmente, limitandosi ad annuire con il capo. Near non era presente tra la folla di curiosi accampata davanti all'ufficio di Roger; sicuramente era nella sala comune a comporre e scomporre il suo puzzle, rinchiuso nella sua dimora di ghiaccio.

"Perché non scappi anche tu, Matt?"

"Semplicemente perché non ho altro da fare, dato che Roger mi ha sequestrato il DS" le rispose semplicemente lui, osservando le ceneri della sua sigaretta.

Rimasero in silenzio diversi minuti, ma non fu un silenzio pesante. Era quasi come se dal loro scambio di battute cercassero di indagare l'uno sulla vita dell'altra. In lontananza, si potevano udire i passi di Beyond che probabilmente si stava nascondendo da qualche parte.

"Linda" la chiamò lui all'improvviso, serio in volto facendola sussultare. Pareva aver abbandonato momentaneamente il suo lato scanzonato, e le appariva diverso dal solito Matt che conosceva. "Io sono convinto che Mello e Near rappresentino le cosiddette due facce della stessa medaglia; benchè non lo vogliano ammettere, sono più simili di quanto credono. Tuttavia, hai constatato personalmente quanto siano testardi, quindi bè...potrebbero aver bisogno di due "spalle" che li sostengano. Io mi occuperò di Mello, e tu di Near, ok?"

Quella proposta inaspettata colse Linda di sorpresa: era convinta che Near non avrebbe avuto bisogno di lei, come di nessun'altro, però stargli accanto con uno scopo acquistava un certo significato. Non si aspettava niente da lui, sapeva come era fatto, però l'idea di Matt era alquanto stuzzicante, oltre a costituire una sfida con se stessa. Tutti coloro che frequentavano la Wammy's House amavano le sfide, e la percentuale di "pericolo" che derivava da esse.

"Va bene, prometto che farò il possibile per adempiere alla misisone." confermò lei, scherzosamente. Sentì che poteva fidarsi di Matt, così iniziò a parlargli delle sue aspirazioni, scoprendo che lui non sapeva cosa avrebbe fatto in futuro.

Tutto sommato, quel pomeriggio non era stato poi così tragico.

*

"Com'era prevedibile, ho fallito, Matt. Non ho più notizie di Near da quando ha iniziato a indagare sul caso Kira. Quell'assassino l'ha portato via da me, nonostante tra di noi non era nato alcun legame. Anzi, adesso l'ho addirittura tradito. Quanto vorrei tornare indietro nel tempo." pensò Linda, mentre consegnava i ritratti ultimati agli agenti della Task Force che la ringraziarono per il suo lavoro.

Ora, Mello e Near avevano finalmente un volto.

"E a te com'è andata, Matt?"

         *

Il ventisei gennaio 2010, dopo che Mello aveva rapito la giornalista Takada, Matt aveva attirato la sua scorta intorno a sé, per permettere all'amico di agire indisturbato e di portare a termine il piano che avevano concordato in precedenza. Fermò l'auto e abbassò il finestrino, appoggiando le braccia su di esso, e fissando con noncuranza gli uomini in nero che lo avevano circondato. Tra le labbra, l'inseparabile sigaretta.

"Chissà se posso fare ancora qualche tiro." mormorò ironicamente. 

Mail Jeevas non ebbe modo di finire la sua ultima sigaretta.

 

 

FE SCRIVE

Salve a tutti!

Ho voluto incentrare questa storia su Matt e Linda, conferendo a quest'ultima una delle mie paure, ovvero quella del giudizio altrui. Inoltre, ho voluto che fosse proprio Matt a pronunciare il nome di Linda per dare enfasi al tutto (so che avevate già capito che si trattava di lei, ma se notate bene, prima di farlo dire a Matt, non ho mai menzionato il suo nome)^ ^ Last but not least, la dimora di ghiaccio a cui faccio riferimento quando parlo di Near è la sua "cupola" di indifferenza verso il mondo circostante.

Ringrazio nuovamente chi ha commentato lo scorso capitolo, e spero che anche questo possa essere di vostro gradimento.

A settimana prossima con l'aggiornamento di "Turning Point"!

Fe

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