La lista

di MarchesaVanzetta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** neve ***
Capitolo 2: *** verità ***
Capitolo 3: *** tavola ***
Capitolo 4: *** lana ***
Capitolo 5: *** nascondiglio ***
Capitolo 6: *** iodio ***
Capitolo 7: *** diocesi ***
Capitolo 8: *** sineddoche ***
Capitolo 9: *** cheto ***
Capitolo 10: *** tosatura ***



Capitolo 1
*** neve ***


 Umm, questa dedica a chi mi conosce sembrerà molto strana, visto che è rivolto alla mia miglior nemica ma… oh insomma, io sono tutta strana!
Quindi, Miss Sessantasei For Ever Per Dieci, auguri per i tre mesi con quel santo del tuo ragazzo!
 
 
“Baciami” ordinò lui, perentorio.
“Qui?” chiese lei. Erano infatti nel centro del paese, sotto la neve che cadeva a grossi fiocchi, sotto un minuscolo ombrello azzurro.
“Sì”. Ricevuto quest’ultimo assenso, lei lo baciò, e lo coinvolse in un bacio meraviglioso, candido come la neve che si posava nei suoi capelli castani, cercando di trasmettergli tutto il suo amore.
Come passava in fretta il tempo, come cambiavano velocemente le situazioni! Tre mesi fa si erano baciati proprio lì per la prima volta e adesso lui l’aveva portata lì, nel loro posto, per festeggiare i tre mesi – un quarto di anno!- in cui erano stati insieme.
Quanto lo amava!

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Capitolo 2
*** verità ***


 Dimmi la verità.
Almeno oggi, il giorno del mio compleanno, dimmi la verità.
Hai un’altra? Non mettere su quell’espressione vuota, da automa. Dimmelo accidenti! Cos’è, non ti basto più?
Non sono più alla tua altezza? Che poi, quale altezza, sei alto un metro e uno sputo. IO sono alta, bionda, abbronzata, con due gambe chilometriche e un seno favoloso.
Com’è Lei? Non c’è nessuna più bella di me!
O forse sei gay? Tzè, si spiegherebbero molte cose… Potevi dirmelo prima però, non credi? Stupido ragazzotto, quasi ti amo!
Io, la meravigliosa, stupenda Beatrice de Croux! Sei un rozzo, ignorante, stupido ragazzo, nient’altro!
Uh, stai per parlare? Su, dimmi…
“Sì”
Una parola che distrugge una vita.

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Capitolo 3
*** tavola ***


 È la vigilia di Natale! Sono così felice, siamo tutti qui, a cenare insieme.
 L’unica cena in famiglia dell’anno. Questa volta ho lottato tanto per ottenerla.
E ci sei anche tu. L’angelo che mi ha salvata, davvero un dono del cielo! Ti farò conoscere la mai famiglia.
 Sai, attorno alla tavola imbandita si trasformano, diventano tutti buoni. Mio padre da ubriacone violento diventa un gioviale capo famiglia, la mia mamma depressa e drogata di antidepressivi diventa un’amabile padrona di casa e il mio fratellino da teppista diventa un angioletto che suona il piano.
Desolante la realtà, vero?
 Ma lasciatemi vivere per una sera il mio sogno intorno alla tavola apparecchiata.

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Capitolo 4
*** lana ***


 Quanti gomitoli di lana colorata!
Sono così belli, colorati, morbidi. Tante pallozze morbidose, starei a guardarli tutto il giorno.
Quel verde è così brillante, mi ricorda i prati su cui giocavo da bambina, e quel blu è così intenso, sembra di guardare il mare che scorre sotto la barca a vela in una giornata d’esatate. E quel giallo! È così caldo, allegro… Decisamente, il giallo è il mio colore!
Sei così dolce, mi conosci tanto bene, da portarmi in questo posto meraviglioso.
Per gli altri è solo una merceria polverosa, per me è una stanza dei tesori.
Io cerco il bello e tu mi ci metti in mezzo!
Ti amo, tesoro mio!

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Capitolo 5
*** nascondiglio ***


 Ah-ah, non mi troverai mai! Spero. Insomma, non pensi di cercarmi nella mia cabina armadio, vero? Ne hai un terrore sacro…
Comunque, vincerò sicuramente io questo giro di nascondino! E così potrò avere la mai dolce ricompensa, un bacio dalle tue dolci labbra carnose, sensuali…
Sento i tuoi passi vicini… Possibile? Sono così prevedibile? Si avvicinano, si avvicinano… No, ecco che si allontanano.
Cosa ti ha fatto desistere? Non so, ma stai chiedendo la resa.
D’accordo, vuol dire comunque che ho vinto io.
Esco dalla cabina armadio, esco dalla porta della stanza e due labbra mi sorprendono dietro lo stipite.
Mormori qualcosa sulle mie labbra…“Ti farò vincere più spesso…”

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Capitolo 6
*** iodio ***


 Erano ormai le sei del pomeriggio, ora tremenda, che rappresentava la fine del sogno.
 Quale sogno? chiederete  voi. Quello di due giovani che si amano ma non possono vicendevolmente aversi di trascorrere un pomeriggio di novembre al mare, con l’acqua gelida e il vento sferzante.
Ma ai loro occhi innamorati il mare tempestoso era un placido laghetto, il vento freddo e cattivo una dolce brezza primaverile, la sabbia scomoda morbidi pendii di erba verde e tenera.
Alle sei però il sogno svanisce, ognuno deve tornare alla propria dimora per struggersi per  l’altro.
Così Bianca torna a casa, a metà tra il riso e il pianto e come unico ricordo di quel pomeriggio in capelli increspati e pieni di sabbia e la pelle che sa di iodio.

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Capitolo 7
*** diocesi ***


 Lavorava in quella diocesi da quasi quarant’anni da quando cioè, a sedici anni, scappata di casa perché troppo alternativa in una famiglia bigotta, si era ritrovata in uno dei luoghi che odiava di più, in cui si esercitava il potere strettamente temporale della Chiesa.
Lì aveva inaspettatamente trovato l’amore in un prete, un lacchè del vescovo, sprecato per la vita monastica, quel corpo da adone doveva essere a disposizione delle donne, non di un dio qualunque!
Rispettando però la sua decisione, lo aveva sempre amato da lontano di un amore struggente consolato da storielle fugaci e aveva seguito la sua carriera.
E ora l’amore della sua vita era morto, dopo essere giustamente diventato vescovo. Era decisamente ora di cambiare lavoro.

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Capitolo 8
*** sineddoche ***


 “No, no, no! Quella è una metonimia, non una sineddoche!
Riproviamo. ‘E da lunge i miei tetti saluto’, che figura retorica c’è in questo verso di quel palloso di Leopardi?”
“Una met-… sineddoche?” azzarda il ragazzo moro, sperando per la sua incolumità mentale e fisica che la risposta sia giusta.
“Bravo! Hai tirato a caso?” la ragazza dai lunghi capelli biondi è esausta, odia la poesia, ma il suo ragazzo ha l’interrogazione l’indomani e non può certo farlo andare impreparato! Sia mai, e poi la prof da lei esige l’otto e lo vuole anche dal suo ragazzo, da quando ha scoperto (insieme al resto della classe) che stanno insieme.
Ergo, niente contatti fisici finché non riconosce tre figure retoriche di seguito.
“Ma no…” la rassicura il ragazzo. La bionda non è tanto sicura ma sinceramente brama il contatto con le sue labbra, quindi non indaga oltre ma lo avverte: “Individua le prossime due o ti mollo. Però ho bisogno di te, adesso!”.
Direi che è stato un’ottima argomentazione perché il moro, oltre a rispondere correttamente a lei, prese anche otto e mezzo all’interrogazione.

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Capitolo 9
*** cheto ***


 “Stai cheto, stai cheto”. Queste sono le prime parole che Francesco ha sentito, rivoltegli dalla sua balia fiorentina. Sono le uniche parole davvero in grado di calmarlo, tutte le altre lo irritano solo di più.
Francesco però è cresciuto dai tempi della balia e ora si trova ai primi giorni del liceo, impegnato in una sfida di sguardi pericolosi con un suo compagno di classe. Tira aria di tempesta. Iniziano a volare i primi insulti, quando una voce dolce, femminile, interrompe il battibecco.
È Laura, la ragazza toscana che non si è ancora presentata a nessuno, che dice:”Francesco, stai cheto!”.
E esattamente in quel momento Francesco decide che diventerà amico di Laura, poi moroso, fidanzato e marito. Sì, ha deciso: Laura sarà sua moglie.

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Capitolo 10
*** tosatura ***


 La tosatura delle pecore, nel piccolo paesino irlandese, era una vera festa a cui partecipavano tutti, dai bambini più dispettosi ai vecchi più burberi, ma soprattutto i giovani.
C’era infatti un’antica tradizione con cui potevano trovare l’amore della loro vita.
In sé non era difficile: i ragazzi venivano bendati e oltre a questo alle giovani donne veniva data una matassa di lana da cardare a mo’ di manicotto e tutti venivano rinchiusi in un recinto delle pecore e lasciati vagare, un po’ come a mosca cieca.
Ma non era finita qui: i maschi dovevano affondare le mani nella lana di una ragazza, fino a trovarle le dita. Chi ci riusciva aveva trovato il vero amore.
Potete quindi solo immaginare la gioia che provava la rossa Amber quando sentì delle dita grassocce avvolgere le sue, bianche e lunghe.
Sapeva esattamente a chi appartenessero, così si lanciò addosso a Patrick per coinvolgerlo in un bacio appassionato.

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