An ordinary girl

di MewBecky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo due ***
Capitolo 3: *** capitolo tre ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


1- Prologo

 

-Non ci posso credere…- Dice Martina, in un soffio.

Davvero, non se lo aspettava.

L’hanno colta quasi di sorpresa le parole crudeli di Andrea.

-Ma l’hai guardata bene? Giorgio, ascolta me: non vale la pena di perdere tempo con una così.

L’ha udito mentre camminava sorridendo, nel corridoio del secondo piano, la pallida illusione che quella giornata, potesse rivelarsi migliore delle altre.

-La mora, quella alta. Ti ammicca spesso. Perché non chiedi a lei di uscire e non lasci perdere Astaldi?

E ancora l’aveva ferita gaudente, il sorriso sfacciatamente sicuro dipinto sulle labbra sottili.

Non era stato gentile da parte sua.

Non che avesse sdilinquito una certa vanità, ma era stato scortese.

Martina non si era mai ritenuta troppo carina; anzi!

A dirla tutta, non la soddisfava minimamente l’immagine sciatta che lo specchio le rimandava.

Capelli castani e mossi: ma non d’un riccio ben delineato e sbarazzino, nemmeno lontanamente simile alle dorate onde capricciose della sua migliore amica, Samantha.

Martina aveva spesso cercato di porre un rimedio alla disperata condizione dei suoi capelli: ma niente da fare.

Occhi grandi e marroni:, sgranati, forse troppo.

Le parevano i fanali ampi e sbiaditi di una vecchia utilitaria, da tanto apparivano inquisire il prossimo, con quell’espressione di beata, sciocca innocenza leggibile dentro.

Naso piccolo, a patata.  

Sua zia lo chiamava alla francese.

Fattostà che quel nasetto piccolo e rotondo era la disperazione di Martina, che l’avrebbe voluto altero e misurato, tale e quale a Bea.

Lentiggini sulle guance.

Comparivano a sprazzi scherzosi, ben visibili nei giorni di sole ma pur sempre intelligibili durante le fredde mattinate d’attesa, dinanzi alla stazione degli autobus.

No, Martina non si piaceva.

Ma avrebbe tanto voluto piacere agli altri.

Desiderava soltanto che quel suo piccolo io venisse visto, apprezzato da chi le stava accanto: pur sapendo che in realtà, erano ben altre le ragazze a risaltare allo sguardo dei suoi coetanei.

Ragazze belle e impeccabili, carine ed ammiccanti: bionde di porcellana dagli occhi blu, come Sammy, la sua migliore amica; morette dai placidi occhietti scuri, somiglianti a Bea; le castane dai capelli chiari, quasi d’orzo, e chete stelle nere per sguardo, proprio come Clara, che fra le ragazze della scuola era la più bella e anche la più drammaticamente insopportabile.

C’era davvero spazio per tutte, affascinanti o semplicemente carine che fossero.

Ma non sembrava esserci per Martina.

Non sapeva che cosa ci fosse in lei, che non andava.

Oltre alla goffaggine, e all’aspetto lontano dai tipici canoni di bellezza.

Fattostà che nessun ragazzo, mai di Martina aveva proferito lode: così come giovanotto alcuno si era azzardato a chiederle d’uscire, a elargirle un saluto gentile, a rivolgerle una battuta al semplice scopo di divertirla

Martina si sentiva sola.

Tristemente, orribilmente, insopportabilmente sola: soprattutto quando le compagne di classe, durante le ore buche, si riunivano in gruppo, spostando chioccianti le loro sedie, per scambiare eclatanti racconti riguardanti le tenere vicende amorose personali.

E a lei non restava che rimanere al banco, e disegnare sull’orlo del pianto sulla sua agenda “smemo”, per evitare l’imbarazzo di ritrovarsi interpellata e senza un bel niente da dire.

Gli amici dei genitori di Martina, invitati a cena presso il desco famigliare ogni sabato sera, spesso glielo domandavano, seri o ironici a seconda dell’occasione: -allora, Marti: com’è che alla tua età non te ne esci mai? Vuoi forse farci credere che non hai il ragazzo?

E lei alzava le spalle stizzita, borbottando che le sarebbe davvero piaciuto contraddirli: e ancora più a terra di prima, si chiudeva in camera propria con una scorta di biscotti al cioccolato e la registrazione ormai vista e rivista di Pretty Woman.

Sospirava, piangendo: e mentre sullo schermo, Richard Geere vinceva le vertigini per donare a Julia uno splendido mazzo di fiori, Martina faceva scorrere incessantemente fra le dita le foto consunte di Giorgio, il suo sogno segreto da quando era piombata malauguratamente al fantomatico istituto magistrale.

Bellissimo, grandi occhi scuri ed un sorriso da perdere la testa: intelligente, prestante, sedere perfetto.

Giorgio era all’ultimo anno di liceo ed aveva ai suoi piedi buona parte delle compagne di scuola: attonite a guardarlo restavano perfino le ragazzine della scuola media poco lontana dall’istituto superiore Alighieri, che spesso attendevano l’uscita del loro idolo per spiarlo con tanto d’occhi.

Martina, poi alunna di diritto della sua stessa scuola, non poteva fare a meno di sospirare, alla sola vista di quell’apollo strizzato in un paio di jeans richmond che ne evidenziavano il perfetto fondoschiena: e altrettanto difficile le riusciva soffocare i moti di gelosia alienante che di lei s’impadronivano non appena, notava le labbra rosee di Clara accostarsi pericolosamente a quelle di lui. E pensare che, durante l’infanzia, Martina e Giorgio erano stati amici.

Dipingevano quei beati, innocenti momenti le foto che la ragazza  riguardava avidamente, ponderando commossa su quanto lui fosse stato bello sin da bambino.

Giorgio era rimasto molto gentile con Martina, nonostante il trascorre del tempo: le prestava spesso spiccioli per la merenda e a volte, sembrava perfino sorriderle, anche se Samantha sogghignava perfidamente al riguardo, affermando che quelle smorfie fossero condizionate dai fantomatici jeans rich troppo stretti.

Era per questo che Martina, s’era fatta qualche illusione; sognante, aveva pensato che magari, in  un futuro prossimo, sarebbe potuto capitare l’imprevedibile.

Giorgio si sarebbe accorto del suo fascino discreto, e l’avrebbe invitata ad uscire.

E invece no.

Perché Martina, sa benissimo quanto conti per gli esseri umani di sesso maschile il giudizio dei propri amici sulle ragazze con cui mettersi: ed ogni sua speranza è stata stroncata questa mattina, con il dissenso perentorio di Andrea.

 

-Ma l’hai guardata bene? Giorgio, ascolta me: non vale la pena di perdere tempo con una così.

 

La frase, sgradevole ed offensiva, che ha sentito pronunciare con tanto disprezzo, le risuona ancora nelle orecchie.

-Arrenditi, Martina. Giorgio è tristemente al di sopra delle tue possibilità.

La ragazza sospira.

E’ sabato pomeriggio, e gli amici di mamma e papà già stanno seduti presso il divano di casa, chiacchierando insopportabilmente.

-Ciao Marti!- La saluta Alfonso –Senti ma com’è…-

Senza lasciare possibilità di replica, Martina se la svigna velocemente in camera propria, biscotti, video-cassetta e foto di Giorgio alla mano.

Non ha davvero voglia di sentirsi prendere in giro, non oggi.

-Ma che le è preso, si può sapere?

Domandano allibiti gli amici di famiglia, udendo lo sbattere stizzito della porta.

-Mah, che vuoi…- Mamma e papà alzano le spalle – sarà l’età.

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Capitolo 2
*** capitolo due ***


2-Capitolo due

- E alla fine, Julia ha trovato un sicuro rifugio fra le braccia di Richard, ed ha compreso di essere veramente speciale per lui…-  Sospira Martina, gli occhioni sognanti persi in mille fantasie romantiche – non lo trovi davvero meraviglioso, Sammy?

Samantha, the best friend, sbadiglia assonnata scuotendo i capelli biondi, palesemente provata dal week-end all’insegna dello sfrenato divertimento appena trascorso.

Trascinandosi dietro infinitamente debole il borsone mono-spalla stra-pieno, annuisce meccanicamente e geme di dolore nell’udire il millesimo riassunto di Pretty Woman: se non fosse troppo stanca e comunque legata a Martina da indubbi vincoli affettivi, non esiterebbe neanche un attimo a scaraventarla giù dalla scalinata del D.Alighieri con uno spintone.

- Oh cielo, Marti!- Replica infatti dopo poco, in preda al capogiro –Scusami, ma con l’interrogazione di latino che incombe è già tanto che io riesca ad attivare le sinapsi quel poco che basta per regolare la coordinazione mano-occhio. Non aspettarti perciò che commenti le tue farneticazioni assurde, mi chiederesti davvero troppo.

-Ti ho mai detto che sei una vera amica?

Martina ridacchia fintamente, sommessa, mentre si appresta a superare la rampa di scale che separa il primo, dal secondo piano della scuola, presso il quale si colloca la classe di Giorgio: ancora le fa male il cuore, rammentando la vicenda del sabato precedente.

Probabilmente, a causa dei “consigli” di Andrea, Giorgio non le rivolgerà più la parola: davvero tremendo!

- D’altra parte, è abbastanza logico che a un ragazzo come lui, corrisponda il prototipo della “strafiga”…- Sospira fra sé e sé, mordicchiando assorta il proprio dito indice -…e francamente, non mi pare proprio di somigliarvi.

E sull’onda emotiva di questo pensiero, Martina spinge Samantha in direzione della parete e scoppia a ridere più forte; come a voler sovrastare tali macchinazioni con la voce.

- Dannata!- Replica a quel punto l’amica, improvvisamente risvegliatasi dallo stato comatoso tipico d’ogni lunedì mattina –Ora la paghi!

E mal calibrando la resistenza alla trazione di Martina, Samantha le si lancia contro, mandandola a finire gambe all’aria proprio in mezzo al corridoio del secondo piano.

-Uh…scusa.

-Tu proprio non conosci le mezze misure…- Lamenta la vittima, massaggiandosi, lunga distesa sul pavimento, il fondo-schiena acciaccato – aspetta che ti metta le mani addosso: ti farò passare la voglia di insultare i miei gusti cinematografici!    

E così detto, Martina tenta di rialzarsi: ma inaspettatamente, dopo averle calpestato il dito indice, qualcuno le piomba malamente addosso, spingendola di nuovo a terra.

- Scusa…- Proferisce quindi una voce stranamente familiare, di certo appartenente al potenziale serial-killer colpevole d’averla appena ridotta allo status di omlette – non volevo. D’altra parte anche tu hai fatto la tua parte, stare sdraiati lungo un corridoio dove  abitualmente passa gente non è una gran furbata…-

Martina mugugna, schiacciata dal dolce peso dell’impertinente ragazzaccio: ma come diavolo si permette quello, di replicare in qualsiasi modo dopo aver attentato alla sua vita?

Facendo uso di tutta la forza che ha in corpo, la ragazza tenta nuovamente di sollevarsi, issandosi sulle braccia: un dolce profumo le riempie i polmoni, nell’attimo in cui ritorna stremata a terra per riprendere fiato.

Tutto inutile, totalmente inutile.

Ma bisogna proprio ammettere che lui, tendenze omicide e lingua biforcuta a parte, ha una fragranza estremamente piacevole.

- E dillo prima che ti vuoi alzare!- Riprende il cascatore, spostandosi lentamente dal luogo del misfatto e porgendo meccanicamente la mano a Martina – pensavo ci riuscissi da sola!

Lei ringhia di furia impotente, e si lascia stringere dalle dita forti di lui: arrossisce mentre sente che le mani si spostano sulla sua schiena, per sollevarla senza farle male ed alza finalmente lo sguardo, per poter scorgere in volto il suo assalitore/salvatore.

Ha intenzione di dirgli grazie, una volta rientrata nel pieno delle proprie facoltà.

Vorrebbe anche gridargli dietro, perché inizialmente non si è comportato in modo troppo carico con lei.

Ma soprattutto, ci tiene a specificare che non è sua abitudine starsene sdraiata sul gelido pavimento dei corridoi trafficati.

Poi, l’orrore.

Gli occhi castani ed infinitamente grandi, i capelli biondi e scarmigliati, il sorriso dolce e malizioso al tempo stesso.

No.

Non può davvero essere.

Martina non vuole credere a quello che vede.

- Martina!- Giorgio, ormai ritto in piedi, ride di gusto della triste situazione più che chiara, la mano destra livida appoggiata alla fronte –sei davvero tu! Sai, per un attimo non ti avevo riconosciuta….

Nell’udire la nota voce dell’idolo del D. Alighieri, gli sguardi allibiti e carichi d’invidia delle astanti si puntano subitaneamente su Martina, squadrandola da capo a piedi: incredibile!      

Ma che avrà mai una di quel genere, che le dia il diritto di rivolgere la parola all’amato Giorgio?

-Ora le ho viste proprio tutte. Ma si può sapere che ci facevi lì per terra?

Marti arrossisce fissando la propria mano, ancora stretta nella sinistra di Giorgio.

E’ più forte di lei, articolare anche una sola sillaba le riesce del tutto impossibile.

-Ehrr…ahhr…- sono gli unici gemiti gutturali che le sfuggono soffocati dalla labbra.

Il tempo d’un pensiero, e un telepatico sos viene recapitato alla mittente.

- Ce l’ho mandata io!- Interviene infatti puntuale Sammy, rivolgendo a Martina uno sguardo

che nel cosiddetto linguaggio non verbale, ha l’inequivocabile significato di << mi devi un favore!>> 

-Era la quarantesima volta che mi assillava, facendomi sempre la stessa, sola, ed unica domanda.

Giorgio solleva divertito un sopracciglio, senza accennare a mollare la mano di Marti.

- E di che tipo di domanda si trattava?- Chiede, fissando negli occhi castani la fanciulla ormai paonazza.

- Cose fra donne, amico bello..- non si scompone minimamente Samantha, controllando nervosa il coloratissimo swatch da polso -..cose che voi maschietti non potrete mai arrivare ad immaginare, nemmeno lontanamente. Ed ora scusaci, ma siamo tremendamente in ritardo.

E con uno strattone sordo, la biondina disarciona Martina dal destriero bianco e se la tira dietro a passo di carica.

Fine d’un sogno.

- Ma dico, sei impazzita?- Salta su improvvisamente Marti, ricambiando con la mano ancora dolorante, il saluto di Giorgio –perché mi hai portata via così dal paese delle meraviglie?

Samantha sbuffa d’inedia, come se la cosa fosse fra le più ovvie.

- Mi sembra logico- Sentenzia, mentre spinge affannata la porta della loro classe – volevo evitarti l’imbarazzo di renderti più ridicola di quanto non avessi già fatto.

- Gentile da parte tua…- Martina si sistema presso il proprio banco, impilandovi sopra alla bell’è meglio i libri di latino -..perché, ho dato spettacolo?

(S)-Diciamo che hai un futuro come versione remix di fantozzi, al femminile

(M)-E ti viene la bella idea di dirmelo solo adesso?

(S)-Sarebbe stato molto peggio se l’avessi urlato in mezzo al corridoio, davanti a tutti e soprattutto alla tua adorata antitesi.

(M)-COSA? Vuoi forse dirmi che Clara Marchi era presente al momento del mio corpo a corpo con Giorgio?

(S)- Altroché se te lo dico, my darling. Clara c’era eccome: e tutta carne e bile.

(M)- Ah-ah! E’ la prima volta che quella serpe diventa verde d’invidia nei miei confronti!

(S)-E di sicuro sarà anche l’ultima, dato che è praticamente certo che Clara ti farà pagare cara l’offesa; speriamo solo che non usi Jennifer, come mezzo per farti passare la voglia di razzolare nel suo territorio!

(M)-La campionessa di body-building? Oddio….spiegati meglio Samantha!Quando parli per enigmi mi fai partire per la tangente!

(S)-Macchè enigmi ed enigmi…è chiaro come il sole quello che intendo dire: anzi, cristallino!

(M)-E cioè? E cioè? O santa mandragovia, mi stai facendo entrare in paranoia!

(S)-Per la miseria, Martina: stai calma! Focalizza, focalizza! E comunque, è  estremamente semplice…

(M)-Grazie tante. Ma cosa è semplice?

(S)-Quello che voglio dire.

(M)- E cos’è che avresti intenzione di dire?

(S)-Esattamente quello che ho detto.

(M)-Sei davvero esilarante, vuoi l’applauso o preferiscici un pomodoro marcio dritto sui denti?

(S)- Preferirei che la smettessi di fare retorica e ascoltassi una buona volta quello che proferisco.

(M)- Ok, parla: sono tutta orecchi, miss sintesi.

(S)-Se inizi coi nomignoli, te lo scordi che apra bocca!

(M)-Diamine, quanto siamo suscettibili! Ma possibile che d’ogni parola detta per scherzo, si faccia un incidente diplomatico?

(S)-Possibilissimo se ti ritrovi ad essere amica d’una logorroica con gravi problemi di sordità.

(M)-Ricominciamo con l’umorismo noir…

(S)- Oh insomma: taci e stammi a sentire!

(M)- Ai suoi ordini, oh, Asine in cathedra!       

(S)- Farò finta di non aver sentito…

(M)- Mi pare un buon compromesso.

-A parte gli scherzi, Martina…- Samantha ritorna ad essere seria tutt’a d’un tratto, i limpidi occhi azzurri si fanno improvvisamente cupi – penso davvero che Clara potrebbe arrivare a prendere contromisure abbastanza drastiche…

-Andiamo, forse stiamo esagerando!- Martina sussurra flebile ad indirizzo dell’amica, scattando prontamente in piedi nell’attimo in cui la professoressa Gazzani, varca con lentezza  la soglia d’entrata della classe –ok; Clara è una serpe! Ma la crediamo davvero capace di arrivare a tanto?

-Per te, Marti!

 

Quasi in risposta al quesito della ragazza, Beatrice, placida moretta e alzatrice della squadra di pallavolo del D. Alighieri, effettua un palleggio da olimpiade nel gettarle sul banco un piccolo pezzo di carta, su cui sono tracciati alcuni caratteri irregolari e tondeggianti.

- Me l’ha appioppato Clara due secondi fa, quando l’ho incrociata davanti ai bagni del secondo piano…- Dice, fissando sconcertata Martina e Samantha, perplessa dalle loro espressioni sconvolte 

-Beh? Qualcosa non va?- Rincara la dose, sempre più disorientata.

- Che vuole da voi la strega cattiva dell’ovest?

Un fischio acutissimo di sorpresa, sfugge istantaneamente a Martina, mentre con mano tremante apre il nefasto messaggio: ed i suoi grandi occhi, fattisi improvvisamente lucidi e sgranati, forniscono a Bea la risposta che cerca.

-Vuole incontrarmi, a quanto pare…- Deglutisce rumorosamente, attirando istantaneamente su di sé lo sguardo perfido della professoressa Gazzani   - allo scopo di mettere le cose in chiaro riguardo al mio atteggiamento nei confronti del suo Giorgio. Davvero incredibile.

-Già….- Osserva Beatrice, ispezionando il foglietto con critica attenzione -Da non crederci, ha anche scritto “la parola Giorgio” senza la lettera i….!-

In conseguenza a tale osservazione, un gelido silenzio, ammanta improvvisamente l’intera aula con la sua pesantezza.

-Eh, cara mia…- Avviandosi in direzione della cattedra, al fine di essere sottoposta al periodico flagello chiamato interrogazione, Samantha elargisce a Martina una pacca sulla spalla, sorridendo.

-Sai che ti dico?-  Le sussurra poi, mostrando quieta il pollice verso nell’attimo in cui, porgendo il quaderno alla Gazzani,  si accosta alla grande lavagna polverosa.

 -Stavolta, sei proprio nei guai.

 

Wiieeew ^____^ eccomi qua!

Grazie mille a Damy, Gil, Sanzina, Luna e Sonietta che hanno recensito questa storia.

Scusatemi davvero per la brevità di questi chappy, spero di fare di meglio in futuro… XDDD

 

Allora…

 

X Sanzina e Gil: tantissimi grazie ^_____^ sono davvero contenta che vi piaccia il personaggio di Martina, e che Sanzina la trovi perfino un po’ somigliante a sé stessa! W le ragazze semplici e che non se la tirano, siamo le migliori XDDD  

 

X Luna e Sonietta: 1000 grazie anche a voi x i complimenti XDDD in genere a partire dal secondo capitolo, qualsiasi cosa che scrivo viene totalmente ignorata, probabilmente x via della strana sindrome “della scarsa ispirazione” che ormai mi colpisce con frequenza periodica…spero proprio di riuscire almeno stavolta a proseguire in modo decente XDDD

 

X Damy: naturalmente grazie anche a te XDDD pensa che io a tredici anni ero un disastro totale e sono sicura d’esserlo pure ora  U____U””” facevo cadere le cose, ero d’un imbranataggine mostruosa, balbettavo e mi impappinavo parlando… e tutt’ora sono l’unica della mia navigata classe a non aver mai visto un ragazzo nemmeno col binocolo, perché detto fra noi ho proprio un caratteraccio XDDD anch’io trovo carine le lentiggini ^__^ sono in molti i maschietti ad adorarle, ma purtroppo non le ho T___T e pensare che alla maggior parte delle fortunate persone che le possiedono, non piacciono nemmeno….! Tzè U__U mondo infame…

 

Nel prossimo chap la nostra adorata Martina affronterà la detestabile Clara Marchi in uno scontro decisamente ad armi impari: spero che continuerete  a seguire la storia! ^___^

Grazie e tutte e alla prossima! ^ò^

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Capitolo 3
*** capitolo tre ***


capitolo tre

-Ore sette e quarantacinque: anti-meridiane. Giorno in cui, una giovane studentessa dal D.Alighieri, Martina Astaldi, un metro e sessanta circa d’altezza, perirà atrocemente per mano di Clara Marchi e Jennifer Mastelli, in conseguenza ad ematomi sparsi e linciaggio violento. Samantha Novoni, sua ex-migliore amica, bella bionda disponibile, 1.75 buono, occhi azzurri vivaci ed un fondo-schiena standard, si terrà disponibile per darne il triste annuncio, ed elargire particolari succulenti sulle modalità in cui sarà avvenuta la tragica scomparsa di Martina. Servizio a pagina 145, sezione cronaca nera. Eh, ah! I ragazzi eventualmente interessati al numero di telefono dell’intervistata, sono pregati di dare un’occhiata agli annunci personali….

- -Brava………..! Cos’è, vuoi partecipare alla gara dei “Barzellettieri allo sbaraglio”?

Martina scuote secca la testa, mentre Samantha ride sommessamente, soddisfatta di sé.

Se il buongiorno si vede dal mattino, Marti può dire d’avere la certezza matematica che quel martedì apparentemente ordinario, sarà uno dei più disastrosi e nefasti della sua esistenza…

**Sveglia alle ore sei in punto, causa toccata-e-fuga dal dentista per controllare lo stato dei propri incisivi (mamma Sandra è orribilmente ossessionata dall’igiene orale),

** insulti ripetuti e minacce invane ad indirizzo di Riccardo, adorabile fratello maggiore, altrimenti noto con il celestiale nome di “gorilla”, che pur possedendo una panda rossa in ottimo stato, non si vuole assolutamente decidere ad accettare di schiodare il proprio culone asfittico dal divano prima delle ore 9:30, allo scopo d’accompagnare Marti a scuola,

**conseguente pazza corsa sui propri piedi, sino alla stazione, punto d’incontro d’ogni mattina con Sammy,

** caduta sul marciapiede e perdita di ben cinque centesimi in moneta sonante,

** battute acide di Samantha, che anziché sostenerla, nelle vesti di migliore amica, si diverte a girare perfidamente il dito nella piaga, ricordandole continuamente le implicite minacce di pestaggio ricevuta da Clara,

Insomma; chi più ne ha, più ne metta!

-Eddai Marti!..- Samantha carezza i capelli di Martina, forse pentitasi del proprio atteggiamento canzonatorio -…stavo solo scherzando! E poi dai; lo sai che sto dalla tua parte!

La ragazza lancia all’amica uno sguardo in tralice, nell’attimo in cui varca a passo di carica la soglia d’entrata del D.Alighieri, controllando furtivamente che all’orizzonte, non ci sia minima traccia di Satana in gonnella e del suo a dir tanto adorabile braccio destro Terminator.

-Via libera..- Mormora quindi Martina, acchiappando la mano destra di Samantha. -Ti perdono…- Sussurra poi laconicamente, appiattendosi contro il muro, nel tentativo di sfuggire allo sguardo inquisitorio della prof Gazzani, di passaggio in quel preciso momento….

Tutto inutile.

Come si dice….Lupus in fabula!

-Astaldi….Novoni….- La Gazzani, forse servendosi d’una qualche specie d’udito felino, d’un settimo senso, o semplicemente dei propri infallibili, telescopi bulbi oculari, raggiunge infatti a passo svelto Martina e Samantha, parandosi dinanzi a loro come un gendarme sull’attenti -…cosa sono queste ridicole mosse alla Marines? Spero non si tratti d’un espediente per eludere il compito in classe di latino, che si terrà alla quarta ora…. Le due amiche si scambiano uno sguardo disorientato, entrambe perplesse. -Perché, ci sarà un compito in class…?- Allibisce quindi Martina, per fortuna prontamente zittita da Sammy.

La Gazzani alza piena di disappunto un sopracciglio, incrociando le braccia sul petto.

Evidentemente, non ha alcuna intenzione di schiodarsi da lì: almeno non prima d’aver udito una risposta che la soddisfi.

- Emmh…lei ha davvero un intuito incredibile professoressa…!- Prende allora la parola Samantha, mentre Marti saltella qua e là in preda all’ansia -..in effetti, era proprio questo che stavamo cercando di fare, prima che lei sopraggiungesse e ci scoprisse in modo così brillante!

La Gazzani si stringe nelle spalle, enormemente compiaciuta.

Bingo! Sammy ha centrato un’altra volta il bersaglio!

-Grazie per i dovuti complimenti Novoni…- Mormora infatti la prof, gettando un’occhiata stanca all’orologio -..ma d’altra parte, è anche abbastanza ovvio che io conosca i miei polli, dopo trent’anni di onorato servizio… . Data la tua lodevole sincerità, per stavolta chiuderò un occhio. Ma badate bene; che non capiti più! D’accordo?

-Senza alcun dubbio.

A quel punto, alle due ragazze, basta un pacato “sì, certo!” per aver concessa la possibilità di svignarsela indisturbate.

-Presto! Dobbiamo arrivare in classe senza incontrare Clara!- Grida Martina, riprendendo a trascinare dietro di sé Sammy, e lanciandosi a tutta birra sulla prima delle ripide rampe di scale che conducono al terzo piano.

-Ingrana la quarta, sei troppo lenta!

-Oh sì: certo!-Lamenta la bionda dopo poco, massaggiandosi energicamente il piede destro -… come se fosse facile fare i 100 metri con le Doc Martens nuove!

-E’ proprio il caso di vantarsene! Mai viste scarpe brutte come le tue…-

- Come si vede che non capisci niente di stile..-

Martina sbuffa, ignorando i commenti infastiditi di Sammy: quindi vira improvvisamente a destra e frena brusca sulle Tiger alla “Kill Bill”.

Secondo piano.

Ora non deve far altro che percorrere il corridoio e salire ancora.

-Forza fido..- Ridacchia Marti, riafferrando il polso di Samantha e lanciandosi come un razzo nell’atrio affollato di studenti -…rideremo sopra a tutto questo, un giorno!

-Hai detto bene…- Obbietta affranta la bionda, sull’orlo del pianto -…un giorno! Ora non ci trovo proprio niente di divertente. I miei capelli sono un disastro, mi fanno male le caviglie e con tutta probabilità ho pure le chiazze di sudore sulla felpa! Mi vuoi dire come faccio ora a chiedere a Domy di uscire? Avevo intenzione di andare da lui nel secondo intervallo, ma la cosa è ormai inattuabile!

-Shhh…- La zittisce Martina, gli occhi ridotti a due fessure attente -..smettila di piagnucolare! Ci mancano solo dieci gradini per raggiungere la salvezza! Non sei contenta?

-Come una pasqua…-

-Aaaah…- Geme nuovamente Marti, spingendo Sammy in avanti –Ma non avevi forse detto di stare dalla mia parte? Va là, renditi utile strega! Controlla che l’accesso alle scale sia sgombro!

A malincuore, la bionda ubbidisce. -Niente di preoccupante in vista- Sentenzia poi, sfoggiando un sorriso a trentotto denti nell’attimo in cui, il desiderabile Domenico Sforzi le oltrepassa sbadatamente.

Anche con i capelli in disordine e l’eye-liner ormai sciolto, non c’è trippa per cani; Samantha rimane una bellezza da perderci la testa.

E così, l’incauto giovinastro incappato in cotal sortilegio amoroso, s’arresta d’improvviso e tornando sui suoi passi, rivolge a sua volta un sorriso ebete alla biondina ammiccante.

Non c’è che dire, capita proprio a fagiolo!

-Eddai, muoviti!- Mormora affranta Marti, prendendo a torcersi convulsamente le mani –Clara potrebbe entrare a scuola da un momento all’altro!

Ma ormai, è troppo tardi per scappare: l’ape regina avanza a passo di carica nel corridoio.

E dietro di lei, marcia lenta e quasi maestosa nella sua stazza gigantesca, Jennifer Mastelli.

Martina deglutisce e s’appiattisce alla meglio dietro le spalle larghe di Domenico.

-Ti prego Dio, fa che non mi vedano. Ti prego…-

- Altolà!- Grida tuttavia Clara, lanciandosi di corsa in direzione di Martina –Astaldi, vieni subito qui!

L’ha vista. Ed ora, lei ed il suo cane da guardia la conceranno per le feste.

Marti sgrana nuovamente gli occhi, sospirando pesantemente.

E gettandosi in preda al panico su Samantha, l’attira a sé ed imbocca alla velocità della luce la seconda deviazione del corridoio.

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