Principessa del Vento

di nausicaa black
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il destino infame ***
Capitolo 2: *** Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Rivelazioni ***
Capitolo 4: *** Il bigliettino ***
Capitolo 5: *** Battibecchi ***
Capitolo 6: *** Mielandia ***
Capitolo 7: *** Paura ***
Capitolo 8: *** Il ritratto ***
Capitolo 9: *** L'esclusiva ***
Capitolo 10: *** Il Marchio Nero ***
Capitolo 11: *** L'incontro ***
Capitolo 12: *** La Dannata ***
Capitolo 13: *** Fuori dall'abisso ***
Capitolo 14: *** Grimmauld Place, numero 12 ***
Capitolo 15: *** Un Natale diverso ***
Capitolo 16: *** I buchi ***



Capitolo 1
*** Il destino infame ***


La sveglia un ticchettio alla finestra. Apre gli occhi, controvoglia, credendo di stare ancora sognando, ma è conscia che non è così.

“E va bene, va bene, arrivo!” brontola scendendo dal letto a baldacchino.

Apre le tende. La forte luce di quel mattino di fine agosto la confonde per qualche secondo. Il gufo porge la lettera, stizzito per il suo perdere tempo; vola via subito, senza degnarla di uno sguardo.

È una lettera di Hogwarts, riconosce subito il marchio sulla ceralacca. La tiene tra le mani, non capisce come mai le sia potuta arrivare.

“Draco!” comincia a urlare “Draco, per la barba di Merlino, dove sei?” sente un rumore di passi e lui che apre la porta, in un elegante pigiama di seta a coste.

“Che hai da urlare, cugina? Benché la tua voce sia così soave, non amo destarmi al suo suono isterico!” biascica lui con la sua voce melliflua.

“Ecco cosa ho da urlare!” esclama lei, stizzita “cos'è questa?” sbattendogli la lettera davanti agli occhi.

“Mia sciocca ragazza, a me pare proprio una lettera di Hogwarts, magari se tu l' aprissi, potremmo scoprire cosa vogliono da te!” afferma lui, sarcastico.

Lei lo osserva qualche secondo, guarda la lettera, strappa la ceralacca e la apre. Nota che ci sono degli allegati. Legge ad alta voce:

 

Cara signorina Black,

siamo lieti di accoglierla nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, come desiderava il suo defunto padre.

Le pratiche per il suo trasferimento (che ci hanno rivelato la sua esistenza) purtroppo sono state ritrovate solo il mese scorso.

Ci scusiamo per il disagio e il poco preavviso: abbiamo già provveduto noi ad informare l' Istituto per gli Studi Magici di Durmstrang del suo trasferimento.

I corsi avranno inizio il 1° Settembre.

La informo inoltre che è convocata nel mio ufficio appena arriva: deve essere smistata privatamente, non come chi si accinge a frequentare il primo anno.

Con ossequi

Minerva McGranitt

Preside

E' immobile. Draco non si permette a fiatare, ma dopo qualche minuto di silenzio totale, si schiarisce la voce.

“Nau, su non è una tragedia..” inizia.

“NON E' UNA TRAGEDIA?! Dopo sei anni nel migliore istituto di Arti Oscure, essere trasferita contro la mia volontà in una scuola che pullula di Mezzosangue, Mezzibabbani e tutta la peggior feccia del mondo magico NON E' UNA TRAGEDIA?” urla lei, indignata.

“No che non lo è, e ti consiglio di non esporre troppo i tuoi credo così liberamente perchè il Signore Oscuro è appena caduto, ma la caccia ai suoi seguaci è ancora aperta" ribatte Malfoy, calmo.

Nausicaa osserva la lettera. La rilegge. Legge le liste dei libri. È disgustata.

Draco riprende a parlare, appena la vede leggermente più calma.

“Ehm, io oggi dovrei andare a Diagon Alley, sai a prendere i libri, le divise nuove... vieni?”

“Ho alternative?” afferma lei sarcastica, stavolta “ora esci, devo vestirmi!” conclude, gelida.

È agitata, molto. Ecco perchè non le arrivava la lettera da Durmstrang! Non se lo sarebbe mai immaginato neanche nei suoi incubi peggiori.

Sospirando, apre l'armadio. Sceglie un abito verde, lungo, ma piuttosto leggero. Sembra ricamato di fili d' oro,. dai riflessi cangianti . Osserva la sua snella ma formosa figura allo specchio, ed è soddisfatta. L'abito apparteneva alla madre di Draco.

I Malfoy: entrambi ad Azkban, il loro unico figlio si è salvato perchè scagionato da Harry Potter in persona, anche se a quanto ne abbia capito lei, i due non si sono mai sopportati l'uno con l'altro.

Lei è lì, invece, come ogni estate dai suoi unici parenti ancora i vita, ma soprattutto i soli che sono degni della sua presenza.

Dopo essersi velocemente lavata, scende a fare colazione col cugino.

Draco è già seduto, elegante e composto come solo lui sa essere. Il suo abbigliamento è impeccabile: camicia aperta sul petto, pantaloni gessati, gilet coordinato.

“Allora, cugina, calmati i nervi?” le chiede guardandola di sottecchi,mentre le riempie il piatto di uova e bacon.

“Rassegnata, più che altro. Questo è il destino infame di una Black, presumo” afferma lei addentando un toast “dove si trova questa Diagon Alley, comunque?” chiede per cambiare, parzialmente, discorso.

“Oh, a Londra, si entra dal Paiolo Magico, il pub. Naturalmente potremmo Materializzarci direttamente lì, ma come ben sai io sono ancora controllato e non posso farlo. Prenderemo il Nottetempo” le risponde lui piano.

“Santo Merlino, vuoi scherzare? E' così... sudicio!” afferma lei sottolineando cn una smorfia di disgusto l'ultima parola.

“Mi dispiace. Tu potresti Materiallizzarti però e aspettarmi al Paiolo Magico” le dice alzando le spalle.

“Sì, arrivare nel bel mezzo di un pub, non se ne parla proprio! Prendò quello schifo di mezzo con te” conclude, ferma.

Finiscono in fretta la colazione, anche se Nausicaa giocherella semplicemente col cibo.

“Su, usciamo?” le chiede Draco distraendola dai suoi pensieri.

“Eh?” chiede stordita “oh, sì, m'è passata la fame tanto”.

Escono dalla lussuosissima, ma trascurata Villa Malfoy; Draco allunga la mano davanti a sé, la bacchetta puntata.

Il Nottetempo arriva sfrecciando. Scende un mago mingherlino, sconosciuto ai cugini. Non è Stan Picchetto.

“Nottetempo, mezzo di trasporto per...” inizia la sua cantilena.

“Non ci interessa chi sei, portaci a Diagon Alley” afferma Nausicaa.

“Cugina, calmati. Ecco” porge i soldi del biglietto a quel ragazzo che è rimasto piuttosto basito e salgono sul bus.

L'aria è consumata. Draco indica le sedie in fondo, vicino al finestrino aperto. Nausica le raggiunge ben volentieri.

“Draco” afferma, lo sguardo fisso in un punto non ben definito “ci ho pensato. Se dovessimo incontrare Harry Potter, non dirgli chi sono io. Cioè evita il mio cognome, almeno, ok?” gli dice tutto d'un fiato.

“Come desideri, cugina, ma non credi che lo vorrebbe sapere?” chiede lui, con semplicità.

“No. Vorrei averci poco o niente a che fare” conclude Nausicaa, in tono defnitivo.

Draco la osserva. E' folle quasi quanto Bellatrix. E molto arrogante anche. Tipico dei Black.

Arrivati a Diagon Alley, si dirigono prima da Madame McLan, per gli abiti.

Il giovane Malfoy acquista le sue nuove divise, già coi colori di Serpeverde. Nausicaa deve prendere le neutre: dopo avergliele cucite (magicamente!) su misura, le viene spiegato che prenderanno i colori della sua Casa di appartenenza dopo essere stata smistata.

Decide di acquistare anche un paio di abiti eleganti.

Uno è composto completamente di fili d'oro, molto corto. L ' altro è blu notte stellata, con applicati dei diamantini, lungo e scollato.

“Certo che i Lestrange ti hanno lasciato una fortuna eh?” escalama Draco osservando il suo portamonete gonfio.

“Lo sai, cugino, per Bellatrix sono sempre stata come la figlia che non ha mai avuto!” nel pronunciare il nome della donna, per la prima volta dopo la sua morte, un gelo le colpisce il cuore.

Nell' estate dopo il suo 5° anno a Durmstrang, era arrivata dai Malfoy e aveva conosciuto i Lestrange.

Bellatrix l'aveva squadrata a lungo, infiltrandosi abilmente nei suoi pensieri.

“Bene, bene, bene. Vedo nella tua testa che non sei come quello sporco traditore del suo sangue di tuo padre. Andremo molto d'accordo, noi due” queste erano state le sue prime parole.

Doveva molto a Bellatrix. Le aveva insegnato tutto, Maledizioni Senza Perdono, incantesimi potentissimi per torturare. Ma le aveva insegnato anche molto altro, come la stima, l'amore, l'amicizia non fossere sentimenti duraturi.

Insomma le voleva molto bene. E lei e il marito le avevano lasciato tutto.

Scostandosi da questi pensieri, lei e Draco si dirigono al Ghirigoro per acquistare i libri.

All' improvviso, come attratta da una forza superiore, alza lo sguardo verso un ragazzo dall'aria familiare.

Capelli neri, spettinatissimi, occhiali tondi dietro ai quali sI celano degli occhi verdi spettacolari. Il ragazzo si passa una mano tra i capelli, lasciando intravedere una cicatrice a forma di saetta.

Harry Potter sta camminando verso di loro. Nausicaa è nel panico più totale.

“Potter!” esclama Draco, dandogli una pacca sulla spalla.

“Malfoy! Tutto bene?” chiede Harry con un sorriso. Nausicaa nota che lui è in compagnia di una ragazzo coi capelli rossi, e una tipa con l'aria saccente.

“Deliziosamente. Voi? Lei è Nausicaa...” Draco sta per pronunciare il cognome della cugina, ma ella è più scaltra.

“Sono la bella cugina di Draco, come potete vedere!” esclama con un sorriso nervoso.

“Piacere!” Harry Potter la guarda attentamente, stringendole la mano.

“Ehm, sì, lei si è trasferita a Hogwarts, sapete, perchè...” continua Draco incerto.

“Per stare vicino a mio cugino, che ora è solo, come ben sapete” interviene prontamente lei “questa guerra è stata terribile, anche i miei genitori sono morti” conclude lo sguardo riferito a Harry.

“E chi sarebbero i tuoi genitori?” chiede la ragazza saccente, dai capelli cespugliosi, in tono sospetto.

”Non credo di aver capito come ti chiami, cara!” la fredda Nausicaa.

Interviene il tipo coi capelli rossi.

“Hai ragione. Io sono Ron, lei è Hermione, la mia ragazza”

“Molto lieta. Gli amici di Draco sono anche amici miei" afferma beffarda “ora però, io e mio cugino dobbiamo andare, altrimenti non riusciremo a finire le compre prima di pranzo!"

Si salutano velocemente. Hermione appare ancora sospettosa, mentre si allontanano, Nausicaa ne è accigliata.

“Tu lo sai vero, che a scuola scopriranno la verità? Mi stupisco che non ci sia nulla sulla Gazzetta del Profeta, tra l'altro!” afferma Malfoy, pensieroso.

Lei non risponde. Non riesce a spiegarsi una cosa. Quando ha stretto la mano ad Harry, un calore le era salito dalle dita, fino ad arrivare ad un punto non precisato del petto. Scansando questa sensazione, lei e il cugino effettuano le ultime commissioni e tornano alla Villa.

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Capitolo 2
*** Hogwarts ***


I giorni passano veloci, arriva presto il 1° settembre.

Nausicaa è nervosa, Draco non l'aiuta di certo.

“Cugina, non dimenticare nulla, la casa rimarrà vuota, non c'è nessuno che potrà mandarti un gufo con quello che lasci!” le dice serio.

“E basta Draco, ho capito!” sbuffa lei.

Prendono il Nottetempo e, arrivati alla stazione, superano la barriera tra i binari 9 e 10.

Lei osserva il treno, inorridita.

“Ma ti rendi conto? Devo salire su quell'ammasso di ferraglia! E pensare che per andare a Durmstrang, ci venivano a prendere le carrozze trainate dai Thestral!” esclama stizzita al cugino.

“Oh, tesoro, le carrozze ci sono, ma portano solo da Hogsmade a Hogwarts!” le sorride Draco, cercando di tirarle su il morale.

E' molto cambiato, il giovane Malfoy.

Da quando non subisce più la sottomissione del Signore Oscuro e le aspettative di suo padre, si sente molto più libero di pensare con la propria testa. Non è più giudicato, è padrone del suo destino.

Nausicaa ha notato questo cambiamento e ne è divertita, ma soprattutto ammirata.

Immersa nella contemplazione dei vagoni, non si accorge che tre persone si stanno avvicinando a loro. Si gira e vede il gruppetto di Diagon Alley.

“Ciao Nausicaa, Draco” è Harry Potter a porgerle il gentile saluto.

“Ciao” risponde lei in imbarazzo. Da dove erano sbucati?

“Vi va di cercare posto?” domanda il giovane.

“Volentieri” afferma Draco prima che la ragazza posso ribattere.

Saliti sul treno, lungo il corridoio, tutti si voltano a guardarli. Si sente osservata, ma il fatto che sia con un ex Mangiamorte e Il Prescelto, tuttavia distrae gli altri studenti. Ma non i bisbigli.

Finalmente trovano posto, si accomodano.

Nausicaa siede composta, le gambe accavallate. Il bel vestito di seta pregiata, viola scuro, le risale lievemente scoprendo più cosce del dovuto. Il rosso, Ron, le osserva sbavando. Harry la sta guardando in viso, invece, come a scrutarle ogni centimetro di pelle.

Quell'Hermione non pare molto furba: ha ficcato già il naso in un libro dall'aria noiosissima.

“Allora, ehm, da quale scuola provieni Nausicaa?” le chiede Harry.

“Durmstrang” risponde secca.

“Com'è?” interviene Ron. Hermione lo fulmna immediatamente di sottecchi.

“Meravigliosa. C'è sempre la neve, sapete? Il castello è abbastanza piccolo, ma l'atmosfera, una volta socializzato, è piuttosto familiare. Mi mancherà parecchio” con voce triste, il suo sguardo si oscura appena.

“Sono sicura che ti troverai bene anche a Hogwarts. Io mi sento a casa!” ribatte il Prescelto, con un sorriso.

“Ma per me Durmstrang, era casa!” gli risponde lei gelida. Si sente gli occhi riempirsi di lacrime, deve uscire da lì, subito “scusate, vado n bagno” con voce spezzata.

Uscita nel corridoio, constata che non è stata una bella idea. Ora sì che tutti la guardano. Gira a destra, raggiunge il bagno. Si chiude lì dentro, guardandosi allo specchio.

Lacrime calde, dense le solcano le guance. All'improvviso però ricorda cose le disse una volta Bellatrix.

“Niente di quello che può scaldarti l'anima può durare a lungo”

si asciuga le lacrime con un fazzoletto, sente bussare. Sarà sicuramente Draco.

Apre precipitosamente, ma rimane basita: è Harry Potter!

“Devi scusarmi, sono stato tremendo, è ovvio che la tua scuola era la tua casa, in fondo sei orfana come me. Tieni” le porge un giglio “ sai, erano i preferiti di mia madre” e le sorride.

Anche lei sorride, ora. Non a lungo però.

“HARRY!” sente urlare dall'altra parte del corridoio.

È una ragazza dai lungi capelli rossi quella che ha gridato. Lui alza gli occhi al cielo, si gira.

“Cosa c'è non posso parlare con chi mi pare e piace?” le dice duro.

Lei è arrabbiatissima, entra nel suo scompartimento sbattendo la porta; il vetro va in frantumi.

“Però” esclama Nausicaa “ex fidanzata eh?”

“Da cosa l'hai capito?” le chiede Harry, con lo sguardo esasperato.

“Bè, sono indecisa tra la voce dolce nel chiamarti, o la leggerezza con cui ha chiuso la porta!” ride lei “Forse è meglio tornare dagli altri, non vorrei che ne arrivassero altre, di quelle!” indicando la direzione in cui si trovava la rossa.

Rientrati, Ron chiede cos'è successo, perchè hanno sentito urlare.

“Tua sorella aveva qualcosa da ridire sulla mia compagnia” gli risponde semplicemente Harry. La faccia di Ron si intristisce.

“Harry, dovresti ripensarci, Ginny ti ama sul serio!” gli dice Hermione, con un tono gentile e comprensivo da vomito istantaneo.

“Ah si, mi amava anche quando se la spassava con Dean?” le chiede sarcastico. La ragazza non risponde, a Nausicaa dà l'impressione che quello sia un discorso che i tre amici avessero affrontato a lungo.

E così Harry Potter era libero... ma si ridesta subito da quel pensiero caldo quando arriva il carrello del pranzo.

Una bella scorta di Burrobirre, dolci e tramezzini viene consumata in silenzio.

“Allora, sempre convinti a fare gli Auror?” chiede Malfoy ai tre.

“Sicuro” risponde prontamente Harry “tu cos'hai in mente invece?” chiede a Draco.

“Magisprudenza” risponde il giovane, fermo “sai credo di essere ben sicuro, ora su cos'è il bene e cos'è il male” gli sorride.

“E tu Nausicaa?” chiede Hermione, per la prima volta da quando sono saliti sul treno, le rivolge la parola.

“Vorrei diventare Guaritrice. Mia madre morì per delle fatture infertegli molto gravi” risponde accavallando le gambe.

“E chi era tua madre?” le chiede veloce Hermione. Nausicaa capisce che fondamentalmente alla ragazza non interessa la sua futura carriera, ma scoprire chi è lei in realtà.

“Hermione!” la apostrofa Ron.

“Scusa” ribatte la ragazza “vorrei una risposta questa volta, altrimenti sono costretta a pensare che ci sia qualcosa di cui lei si vergogna, magari qualche legame oscuro?”

“Come osi!” Nausicaa si alza in piedi in tutta la sua fierezza e orgoglio ferito “Tu! Sudicia, piccola...” Daco riesce a bloccare le parole che stanno per uscire dalla bocca della cugina con una fattura Languelingua silenziosa. Lei lo guarda con occhi spalancati, ma capisce anche che non poteva esporsi così. Hermione e Ron la guardano inorriditi, mentre Harry la scruta attentamente, lo sguardo indecifrabile.

“Forse è meglio vestirsi, siamo quasi arrivati” interviene Draco spezzando quel gioco di sguardi.

Il tempo di appuntarsi il mantello, che intravedono la stazione di Hogsmade. Il treno si ferma, gli studenti scendono veloci.

Le carrozze coi Thestral li attendono. Nausicaa si avvicina per accarezzarne uno.

“Sai che portano sfortuna?” le dice Hermione, acidissima. Lei sta per ribattere ma Draco le lancia uno sguardo assassino.

Raggiunta Hogwarts, lei si ricorda che deva andare nell'uffico della Preside.

“Ti accompagno” si propone Harry.

“Va bene” risponde lei, parecchio nervosa.

Il suo proposito di non avere nulla a che fare con Potter è sfumato già da un po'.

“Allora, non sai ancora in che Casa starai?” le chiede il ragazzo.

“No” ribatte lei, cercando di trattenere un tono tranquillo “vorrei rimanere con mio cugino, poi so che Serpeverde è molto simile a Durmstrang”.

“Eh già, è vero...” balbetta lui.

“Lo so che tu sei Grifondoro e so anche della rivalità tra le due case. Chissà, magari saremo amici lo stesso,no?” da dove le erano uscite quelle parole? Doveva essere impazzita, troppe Burrobirre sul treno forse?

Arrivati davanti alla statua di un gargoyle, si fermano.

“Hai la parola d'ordine?” le chiede Harry.

“Veramente no...” risponde lei. Ma in quel momento, la statua di pietra inizia a parlare.

“Prego signorina Black, la preside la sta aspettando” spostandosi lievemente per farla passare.

Il giovane spalanca gli occhi e la bocca.

“Black? Un momento, non sarai..” ma Nausicaa non può sentire cos'è, perchè sta già salendo nello studio.

Apre la pesante porta di legno antico, trova la Preside che parla con un ritratto.

“Benedetto Salazar, è proprio uguale a suo padre! Speriamo non sia villana come lui però!” esclama l'uomo del dipinto.

“Pinheas, grazie per le tue considerazioni, so già come la pensi” lo zittisce la McGranitt.

Nausicaa la osserva.

Sembra molto severa. Si chiede se con quello chignon così alto non le fa male la testa.

“Signorina Black, benvenuta! Prego, si accomodi!” le indica una sedia di fronte alla scrivania.

“Volevo discutere sui suoi eventuali corsi paritari nel caso fosse indietro rispetto al nostro programma, ma devo dire che Durmstrang è piuttosto avanzata. Lei sa già produrre incantesimi da Auror, ho visto. Bè questo non le dà il diritto di non studiare ovviamente” le dice con sguardo severo

“Ora” continua “deve infilarsi il Cappello Parlande, per sapere in quale Casa si troverà meglio. Prego” le porge un cappello rattoppato e consunto. Nausicaa non vorrebbe mai e poi mai infliare i suoi capelli corvini in quell'ammasso di sudiciume, ma è costretta.

Appena lo poggia sul capo, il cappello si muove.

“Ooooh, molto bene cosa abbiamo qui? Nausicaa Morganne Black? Vorresti stare con tuo cugino vedo, ma io non sono d'accordo. Come tuo padre, starai molto meglio a GRIFONDORO!” esclama il copricapo.

Lei è semplicemente inorridita. Grifondoro? Mezzosangue, Nati Babbani... Non vuole assolutamente!

La McGranitt, forse, capisce il suo stato d'animo.

“Non hai detto una parola da quando sei entrata cara” le fa notare.

“Io, non so che dire. Non mi aspettavo tutto questo. Nemmeno di essere Grifondoro se devo essere sincera! Sapevo di mio padre e tutto, ma non ci siam visti tantissimo, i miei tutori sono i Malfoy, non capisco davvero..” si lamenta la ragazza.

“Lo so che saresti voluta rimanere a Durmstrang, ma sei qui. Prendi i M.A.G.O. tranquilla, ritieniti anche fortunata di poter fare quest'esperienza oltretutto! Quanti maghi credi che abbiano avuto la fortuna di frequentare ben due scuole diffrenti?” ora il tono della preside è più leggero.

“Adesso dobbiamo presenziare al Banchetto. E allo Smistamento naturalmente, andiamo su!” conclude alzandosi la donna.

Si rende conto che arrivare così in Sala Grande, con la Preside, attira su di lei l'attenzione morbosa degli studenti, tutti informati dell'arrivo di una nuova studentessa, che viene da Durmstrang!

Nota i quattro tavoli, ognuno adorno dei colori della propria casa.

Vede Draco da lontano, gli fa un cenno con gli occhi e si dirige dalla parte opposta, tra i Grifondoro.

Harry la tira per il mantello mentre passa cercando un posto. Le fa spazio.

Le dà l tempo di accomodarsi, ma subito si avvicina a lei. Questo le provoca un piccolo brivido.

“Mi dici chi sei?” le chiede piano.

“Non qui, e non ora soprattutto” gli risponde gelida.

Tutti la stanno osservando, curiosi. Non ha voglia di raccontargli tutto, almeno non in quel momento.

“Ok, ok. Ti stanno bene questi colori, però!” le dice con un sorriso.

“Grazie” mormora lei.

Si sente piuttosto a disagio. Aveva dato per scontato che sarebbe stata tra i Serpeverde.

Ma non aveva messo in conto che suo padre era di tutt'altra pasta.

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Capitolo 3
*** Rivelazioni ***


Dopo lo Smistamento e il sontuoso Banchetto, segue Harry e gli altri Grifondoro avviarsi alla Sala Comune.

Quella Hermione pare sia Caposcuola: la osserva portare altezzosa il distintivo, manco fosse Miss Maga dell'anno!

“Novitatum” è la parola d'ordine, che esibiscono di fronte al quadro di una signora grassa vestita di rosa.

La Sala Comune le esprime subito un senso di calore, qualcosa di confidenziale: enormi stendardi rossi e oro, puff e divani scarlatti invitano ad accomodarsi. Nausicaa comincia a pensare che, forse, in fondo, non è malaccio, basta non condividere gli ideali di quella Casa.

Hermione e Ron sono impegnati con quelli del primo anno.

Harry, invece, è preso dalla sua nuova amica: le fa cenno di sedersi con lui sul divano. Lei capisce che è stato da pazzi anche solo immaginare di nascondergli le sue origini.

 

Si accomoda, composta. Lo sguardo fisso davanti a sé, vuole evitare di guardarlo mentre è costretta a fornirgli spiegazioni.

“Mi chiamo Nausicaa Morganne Black” comincia “sono figlia del tuo padrino, Sirius Black” ora si gira a osservarlo.

“Lo sapevo!” la interrompe lui. Lei lo ricambia con un sopracciglio alzato.

“Cioè, non so, immaginavo una cosa del genere! Anche se pareva impossibile. Hai il suo sguardo, i suoi capelli. E poi come ti sei rivolta a Hermione, sembravi la Signora Black!” le dice, quasi in tono di scusa, ma divertito.

“La cara nonna eh? Ne dà di fastidio, quel quadro vero?” ribatte la ragazza, con un ghigno.

“Comunque sia” continua “sono nata pochissimo tempo prima che mio padre venisse arrestato. Mia madre morì quando io avevo due anni. Quello che ti dirò non ti piacerà: era una Mangiamorte. Morganne Angelina Dusten. Loro stavano insieme da poco quando rimase incinta. Sai com'era, all'epoca: tutti avevano fretta di sposarsi. Lui l'ha saputo solo quando è morta, chi era veramente” lo guarda un attimo, sembra inorridito. Gli legge negli occhi mille domande,decide di provare a rispondere ad alcune.

“Lei sapeva di stare per morire. La cercavano. Andò dai Malfoy: come ben sai, in fondo facevano parte della stessa squadra. Loro erano stati già scagionati, mia madre gli disse di occuparsi di me, di non mandarmi a Hogwarts, non avrei avuto vita facile essendo figlia di una assassino e di una Mangiamorte! Molto meglio Durmstrang, lì non badano alle influenze oscure, sarei stata benone.

“Mio padre mi ha cercata subito, appena fuggito da Azkban. Credo di averlo deluso parecchio. Non condivido nessuna delle sue idee, nessuno dei suoi credo” Harry la guarda in modo strano “ci siamo visti molto poco, ma ci scrivevamo spesso. Non sapevo nulla del fatto che volesse mi trasferissi qui, mi sembra ancora così strano! Immagino che tu ti chieda perchè non ti abbia detto della mia esistenza, ma sai, ci eravamo fatti una promessa la prima volta che ci siamo visti: io non avrei riferito a nessuno dove si trovava, lui non avrebbe mai ammesso di avere una figlia. Direi che ha mantenuto la parola esattamente come me” lo guarda fisso “ perchè non dici nulla Harry?” gli chiede.

Lui per me è stato più che un padrino, direi un fratello e un amico” gli trema lievemente la voce “si vede benissimo che sei cresciuta dai Malfoy, stavi per chiamare Hermione Mezzosangue sul treno! Ma la cosa che più mi stupisce, è che tu nonostante l'abbia conosciuto, non provi il minimo dolore per la sua morte! O sbaglio?” le chiede, furente, occhi lucidi.

“In parte mi dispiace” si rende conto che quelle parole, quel dispiacere, le sgorgano dalla bocca solo in quel momento: mai aveva provato un simile sentimento, per suo padre. Ma decide comunque di essere completamente sincera con quel ragazzo così legato all'uomo che le aveva dato la vita.

“L'unica persona che io abbia mai considerato come un genitore è Bellatrix Lestrange” guarda il volto di Harry trasformarsi in una maschera d'orrore.

“Mi prendi in giro? Lei ha ucciso Sirius!” esclama lui, la voce piuttosto alterata “Io sarei stato felicissimo di ritrovare mio padre, non capisci che occasione straordinaria hai avuto? Non puoi venire a dirmi che consideri una madre la sua assassina! Sei folle, esattamente come la signora Black!” si alza e la lascia lì, avanzando verso il dormitorio maschile.

Solo in quel momento lei nota la presenza di Hermione in un angolo.

“Che hai da guardare, tu?” le chiede acida.

“Aspettavo per mostrarti i dormitori, ma credo che sarà meglio tu ci vada da sola” e se ne va.

Rimane lì, Nausicaa, a osservare il fuoco che man mano si spegne.

Esattamente come la sua fiera anima di Purosangue.

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Capitolo 4
*** Il bigliettino ***


Il mattino dopo, scendendo dal dormitorio (si è ritrovata in camera con Hermione, che gioia!) vede Potter seduto su un puff. Decide di ignorarlo completamente, come fa anche lui. Meglio così: il suo proposito di non averci nulla a che fare si è ridestato.

Arrivata in Sala Grande, si accomoda sola, distaccata dai suoi nuovi compagni. Mentre si versa del succo di zucca e addenta un tramezzino, si avvicina a lei una donna. Pare che brilli.

“Bonjour, mia cara, sono Fleur Delacour l'insegnonte di Trasfigurazione, direttrice della casa di Grifondoro” le sorride gentilmente “questo è il suo orario” porgendole un foglio.

Due ore di Pozioni, due di Trasfigurazione, pranzo, Storia della Magia e Incantesimi.

Sbuffando, si spazzola via le briciole dal maglioncino, si avvia verso il dormitorio a prendere i libri.

Vicino alla finestra, nella sua camera, nota un gufo che pare aspettarla. Ella si avvicina e lui le porge un giglio. Sbalordita, lo annusa, ed è come se qualcosa di molto caldo e dolce le arrivi fino al cuore. Decide di chiuderlo nel libro di Storia della Magia.

Appena scesa, si aspetta di trovare Harry Potter in Sala Comune, ma non c'è nessuno.

Dopo essersi incontrata con Draco, poiché Serpeverde e Grifodoro seguono insieme la maggior parte delle lezioni, si dirigono insieme verso l'aula di Pozioni, nei sotterranei.

Harry e i suoi amici sono già lì. Chiaccherano sottovoce, Hermione la guarda furente, ma soddisfatta. Li ignora del tutto.

Si siede vicino al cugino e in quel momento entra il professore, con un abito verde, che lo fascia completamente, molto elegante “Lumacorno” le bisbiglia Draco.

“Benvenuti miei cari, ai vecchi e ai nuovi soprattutto!” osserva Nausicaa “un'altra Black eh? Suo padre e suo zio ovviamente sono tra gli studenti che ricordo di più, sono sicura che anche lei sarà all'altezza della nobilissima famiglia! Il suo professore di Durmustrang mi scrive che lei è molto abile in Pozioni ed è interssata alla Medimagia!”

“Si, è una passione che ho avuto fin da piccola, signore” gli sorride statica.

Dopo dieci minuti di altre chiacchere inutili, inizia la lezione.

Neanche a dirlo, la Pozione Purificante di Nausicaa è la migliore.

Hermione la guarda con occhi assassini.

La seconda lezione è coi Tassorosso. Siccome non ha la minima idea di dove si trovi l'aula di Trasfigurazione, segue a debita distanza Harry e i suoi amici.

Quando era con Draco, tutti evitavano di guardarla, ma ora si sente mille occhi addosso, e accellera il passo.

La lezione, manco a dirlo, è noiosissima e l'accento francese della professoressa non aiuta di certo.

Si sta quasi per addormentare, quando un bigliettino le vola davanti.

 

SALA COMUNE, MEZZANOTTE.

 

Sorride, ma si rende conto che lui la guarda e torna subito seria.

Dopo pranzo, le lezioni del pomeriggio sono una sciocchezza, ma tutti i professori li hanno riempiti di compiti.

Cena velocemente, con pollo, patate e torta al rabarbaro, poi si ritira in Sala Comune per iniziare almeno uno dei quattro temi che le sono stati assegnati, ognuno di una lunghezza diversa, dai trenta ai settanta centimetri.

L'incantesimo Oblivion: per lei roba da 3° anno.

Sorride soddisfatta mentre scrive tutto ciò che sa, senza aprire il libro.

Ha superato già la misura del tema richiesta, quando si accorge che la Sala Comune è semivuota. È quasi mezzanotte: raccoglie i suoi libri e si accomoda su un divano, vicino al fuoco.

Giocherella con la bacchetta, facendo uscire fili di fumo che creano spirali nell'aria, quando sente dei passi alle sue spalle.

“Vuoi affatturarmi per caso?” Harry prende posto sul divano.

“Per ora no. Dipende cos'hai da dire” risponde lei, gelida. Ma quel gelo non riesce a mantenerlo poi così tanto: mentre osserva i tratti del volto del ragazzo, li trova armoniosi, lisci, seppure decisamente possenti e seri, rimane estasiata.

“Allora?” gli chiede ancora, spazientita “c'è qualcosa che dovresti dirmi?” con tono ironico.

“Mi dispiace per averti aggredito, per quelle cose che ti ho detto. Non è da me, urlare contro una ragazza” risponde lui. Pare che quelle parole gli siano costate molta fatica. Dev'essere molto orgoglioso, ma mai quanto lei!

“Una ragazza in generale, o la figlia di Sirius? Perchè se ti sei reso conto che è stato uno sbaglio tentare di ignorarmi, visto la mia parentela, non sai quanto io pensi il contrario!” ribatte lei decisa.

“No ti sbagli, io vorrei essere tuo amico, a prescindere da questo” afferma il ragazzo, asciutto.

La mente di Nausicaa sta cercando in tutti i modi di trovare un'argomentazione che possa impedirle di instaurare un rapporto quantomeno civile col ragazzo che ha di fianco, ma proprio non ci riesce.

Sbuffa.

“Perchè sospiri?” le chiede lui, distraendola dai suoi pensieri.

“Io non sospiro, sbuffo!” con tono acido “ed è molto diverso”

“Ti annoio? Ma ti ricordo che sei stata tu a dirmi che avremmo potuto essere amici! Cosa c'è, valeva solo nel caso tu fossi stata una Serpeverde? O forse ti stai rimangiando le parole? Una vera Black non lo farebbe mai!” con quelle parole, la provoca. Per la prima volta nella sua vita, Nausicaa non trova le parole giuste per rispondere. Eppure di solito la sua lingua è piuttosto tagliente!

Si guardano negli occhi e insieme scoppiano a ridere. Me lei torna subito seria.

“Devo dirti la verità, e come al solito non ti piacerà. Mi ero riproposta di aver poco o niente a che fare con te, ma non so com'è, dalla prima volta che ci siamo visti a Diagon Alley ogni volta che stiamo a contatto questa cosa mi passa proprio dalla testa” si stupisce da sola di quello che ha detto.

“E perchè non dovrebbe piacermi, non è un complimento forse?” Harry è imbarazzato “quindi deduco che le mie scuse sono più che accettate?” le chiede, piano.

“Direi proprio di sì” risponde lei, con un sorriso “ora vorrei andare a dormire però, è stata una giornata pesante” si alza “buonanotte, Harry”

“Buonanotte, Nausicaa” le risponde il ragazzo osservandola andare via.

Mentre sale in dormitorio, ripensa a tutto quello che si sono detti. L'ingresso di quel ragazzo nella sua vita sta cambiando le carte in tavola.

Una parte di lei si sente bene, diversa, felice. L'altra, invece odia quel senso di beatitudine che prova stando con Harry.

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Capitolo 5
*** Battibecchi ***


Dopo una notte insonne, è decisa a parlare con Draco. Si alza dal letto molto presto, si veste velocemente e prepara tutti i libri. La Sala Comune è deserta, il silenzio ovattato.

In Sale Grande, invece, c'è qualche studente mattiniero, tra cui Draco (che si alza sempre presto) che fa colazione con Pansy Parkinson, per la quale Nausicaa di certo non nutre una gran simpatia: troppo adorante, ammaliata da suo cugino, lo venera come un dio.

Si siede al tavolo dei Serpeverde, appoggiando rumorosamente la borsa.

“Draco, ti devo parlare. Privatamente!” l'ultima parola la scandisce osservando gelida la ragazza accanto al giovane Malfoy. Pansy, capendo che è meglio non contraddirla, si alza dirigendosi verso la porta della Sala.

“Dimmi, cugina. Ti sei svegliata di buonumore, vedo” le dice sorridendo il ragazzo.

“Per la verità, ho dormito si e no cinque minuti” inizia lei “non so davvero come fare. Più cerco di stargli lontano, più c'è qualcosa che ci unisce” confessa al cugino, che subito capisce di chi sta parlando.

“Bè, io direi che tutto vi unisce. Oh, non guardarmi come se volessi cruciarmi! Tu ed Harry Potter avete più cose in comune di quante saresti disposta ad ammetterne!” le risponde, con semplicità.

“Appunto” ribatte lei, infastidita da quella verità sbattuta in faccia così “ti sembra normale?” gli chiede poi, occhi sgranati, folli.

“Certo, può sembrare strano. Io e te siamo cresciuti con le stesse idee inculcate nella nostra testa dai miei genitori. Io mi sono ricreduto. Perchè tu non dovresti, cugina? Di cosa hai paura?” le chiede in risposta, ma la sua, più che una domanda, è un'affermazione. Draco si alza.

“Dove stai andando? Non ho finito!” esclama Nausicaa, incredula.

“E no, non ho intenzione di sentire parole che servono semplicemente a convincerti da sola che quello che stai facendo è sbagliato. Non ti ascolto perchè tu non vuoi ascoltare te stessa” conclude il giovane Malfoy, lasciandola lì, sola.

Ora è più confusa che mai. Raggiunge la tavolata dei Grifondoro e manco a dirlo, in quel momento Harry Potter entra nella Sala Grande.

La vede subito, si avvicina con un sorriso.

“Buongiorno” le dice, gli occhi ancora assonati che rispendono chiari dai raggi di sole che entrano dalle enormi vetrate del castello.

“Buongiorno, Harry” risponde lei, a malincuore.

Lui si versa del succo di zucca, dopo essersi accomodato.

“Cos'hai stamattina?” domanda, sconvolgendola. Possibile che abbia capito il suo stato d'animo?

“Io Difesa Contro le Arti Oscure e due ore libere” le dice, sbadigliando.

“Oh, abbiamo lo stesso orario” gli risponde Nausicaa, sentendosi stupida ad aver immaginato chissà cosa.

“Ti va se nelle due ore buche facciamo una passeggiata nel parco?” le chiede, a sorpresa.

“S-si, va bene” balbetta la ragazza. Le sembra brutto dirgli di no, e poi non avrebbe una scusa plausibile.

Finiscono la colazione e si avviano insieme alla prima lezione della giornata.

“Il nuovo professore non lo conosco per niente, non c'era al Banchetto. Tu sai chi è?” le chiede, pensieroso.

“Come potrei, io sono nuova! Per me tutti i professori sono degli sconosciuti, anzi anche la materia lo è! Presumo sia come Arti Oscure, materia che qui non c'è, ma a Durmstrang era una delle fondamentali!” in effetti è l'unica materia del suo orario che le desta qualche preoccupazione.

“Già, è vero, scusami” esclama Harry, lo sguardo dispiaciuto.

“Ma lo sai che in due giorni mi hai chiesto scusa già tre volte?” ride lei.

“Vero, come te lo spieghi?” risponde lui, sorpreso “comunque sia, se ti servisse un aiuto, in Difesa. Certo, non sono un genio come Hermione, però...”continua lui, interrotto subito da Nausicaa.

“E' improbabile che io chiede a lei anche solo una pergamena in prestito. Pare non mi sopporti, l'ho capito da Diagon Alley” afferma “quindi sarei felice di accettare il tuo aiuto, nel caso avessi bisogno” conclude la giovane, con un sorriso.

“Lei non approva, sai che io socializzi con te. Specie dopo che le ho detto chi sei. Spero non ti dispiaccia: preferivo dirlo io, piuttosto che tu fossi vittima di pettegolezzi” le dice serio. Lei annuisce.

Il nuovo insegnante, scoprono appena entrati in aula, è una vecchia conoscenza di Harry: Bill Weasley.

“Perchè non ci hai detto niente quest'estate!” gli dice sbalordito Harry, appena lo vede “ tu e Fleur qui! A insegnare! Insieme!”

“Innanzitutto” il tono dell'insegnante è molto ironico “dovresti mostrare un po' di rispetto verso i tuoi professori, Potter, se non vuoi finire in punizione la prima settimana di scuola! E poi, zuccone, non volevo rovinare la sorpresa a te e al mio caro fratellino! La preside ha pensato bene di ricompensare il modo in cui abbiamo dato battaglia due mesi fa, offrendo a entrambi un posto qui. E abbiamo accettato” sorride. Nausicaa osserva il suo volto sfigurato da profonde cicatrici: sicuramente un tempo era piuttosto bello.

“E la tua amica qui? La famosa figlia segreta di Sirius?” continua il professore, osservandola “sono lieto di fare la sua conoscenza, signorina, suo padre era una gran bella persona, andavamo molto d'accordo!” conclude l'uomo. Lei gli porge la mano delicata.

Intanto, l'aula si è riempita, Harry spiega a Nausicaa che Bill è il fratello di Ron, mentre Fleur sua moglie.

Prendono posto insieme a Ron ed Hermione (che la ignora completamente). Draco è seduto in fondo, osserva divertito la cugina, che si gira a lanciargli occhiatacce della serie non-è-come-sembra.

Le due ore scorrono tranquille, veloci. Il professore appare molto bravo e preparato. Ben presto, la lezione finisce, l'ansia di Nausicaa per quello che le aspetta dopo è all'apice.

“Andiamo?” le dice Harry, raccogliendo i libri.

“Sì,sì” risponde lei frettolosa.

Usciti dal castello, si dirigono verso il parco. Si siedono sotto un albero, vicino al lago. Il tempo è ancora mite, soleggiato.

Harry le racconta delle creature che vivono lì, a pochi metri da loro, nell'acqua. Le fa un cenno verso la Foresta Proibita, raccontandole qualche aneddoto che lo vede protagonista. Le parla anche del Platano Picchiatore e della Stamberga Strillante, nominando appena i loro padri, migliori amici, diventati illegalmente Animagus.

“Questo lo so” gli dice lei “qualcosina ce la siamo detta, in fondo” sorridendogli.

Harry capisce che quello è un discorso che potranno affrontare più avanti con calma, ora le riferisce come ha scoperto la verità su Sirius, di quanto gli voleva bene e lo considerava la sua famiglia, ma non esagera, temendo che vada a finire come il giorno del loro arrivo a Hogwarts.

Nausicaa ascolta in silenzio. Il ragazzo non le fa domande, preferisce parlare lui.

Arrivata l'ora di pranzo, si dirigono verso il castello, alla Sala Grande, già piuttosto affollata. Harry, come per abitudine, si avvicina ai suoi amici, lei lo segue, dubbiosa.

C'è Ron, Hermione e anche la ragazza che ha urlato sull'Espresso.

“Che si mangia?” chiede Harry agli amici, accomodandosi di fronte ad essi, facendo spazio a Nausicaa, ritrovatasi di fronte alla Caposcuola.

L'atmosfera è piuttosto tesa, quando iniziano a mangiare. Solo Ron cerca di fare un po' di conversazione, nonostante si stia strafogando.

La Caposcuola e la rossa, sono impegnate a mantenere un silenzio che Nausicaa definirebbe di protesta. Niente di più patetico.

Dopo pranzo, le lezioni pomeridiane scorrono lente, annoiando la ragazza. Divinazione, in special modo: l'aula è soffocante, calda, odora di incenso e fa venire sonno. La professoressa poi, altri non è che un'impostora, che le dice d'aver capito dalla sua aura chi è lei, che fa finta di crederci. Come se tutta la scuola non lo sapesse, poi!

Quando rientra in Sala Comune dopocena, nota Harry e Ron seduti a giocare agli Scacchi Magici.

Si accomoda con loro, quando arriva Ginny.

“Harry, posso parlarti?” chiede, ignorando completamente gli altri due.

“Che cosa vuoi? Io non ho niente da dirti” risponde gelido l'interessato.

“Possiamo parlare in privato, non vorrei che tutta la Sala Comune sapesse i fatti nostri” ribatte la rossa, con la voce che le trema. Il ragazzo decide, seppur controvoglia, di seguirla.

Nausicaa e Ron, rimasti soli, si guardano imbarazzati.

“Dov'è la tua ragazza?” chiede lei, per rompere il ghiaccio.

“Oh, è andata a dormire presto, era stanca, poi non sopporta vederci giocare, invece che studiare!” risponde il ragazzo, afflitto.

“Ma dai! E' solo il secondo giorno!”ribatte Nausicaa.

“Lo so, non dirlo a me! E' fissata per lo studio” risponde infine Ron.

“E quella Ginny è tua sorella, mi pare di aver capito?” gli chiede.

“Sì, ma non so cosa le prende, di solito è molto amichevole. Immagino sia gelosa di te” riflette il rosso.

“E perchè mai?” domanda lei.

“Bè, immagino che sia per il fatto che ti ha visto spesso nelle vicinanze di Harry, visto che lei non si è ancora rassegnata alla fine della loro storia” conclude il ragazzo.

In quel momento, Harry e Ginny rientrano dal buco del ritratto. Lui è nervosissimo, la ragazza invece piange. Sale in dormitorio correndo.

“Ancora, sempre le stesse storie!” esclama Harry, irritato “scusa, Ron, ma è diventata una piaga!”

“Lo so, lo so, prima che arrivassi alla Tana quest'estate ha stressato me ed Hermione per avere dei consigli su cosa fare” ribatte l'amico.

“Ragazzi io andrei a dormire, sono stanca” li informa Nausicaa, sbadigliando.

“Ti abbiamo annoiata, vero con questi discorsi?” le chiede Harry, dispiaciuto.

“No, no, tranquillo, mi piacciono e pettegolezzi poi!” ribatte lei, divertita “buonanotte ragazzi!”.

E sale nel dormitorio.

Credendo che le compagne di stanza dormano, non accende nemmeno la bacchetta.

“Chi ti credi di essere?” esclama una voce, nel buio.

“Lumos!” esclama Nausicaa nella direzione della voce.

E' Hermione, lo sguardo acido e arrabbiato, che la guarda con gli occhi ridotti a fessure.

“Se pensi di imbrogliare i ragazzi con la tua bellezza, sappi che farò di tutti per far capire loro chi sei veramente! Harry non può stare vicino a una come te!” urla la Caposcuola “so chi sei, il tuo passato, non dovresti proprio avvicinarti, lui deve stare con chi lo ama davvero!”

“Come osi? Una come me? Chi credi di essere tu, per decidere chi deve stare con chi o chi Harry debba frequentare? Pensa piuttosto ai tuoi amati libri, preoccuparti dei tuoi amici non ti esce tanto bene come studiare, vedo!” ribatte Nausicaa.

Raggiunge il suo letto, indossa il pigiama, si corica e chiude le tende con un colpo di bacchetta.

Ma in fondo, quella stupida Mezzosangue, non ha forse ragione?

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Capitolo 6
*** Mielandia ***


I giorni trascorrono lenti, pesanti. Nonostante lei sia molto avanti col programma, riesce a percepire ugualmente l'ansia per i M.A.G.O. a fine anno, come tutti gli altri studenti del 7° anno.

Non ha riferito nulla a Draco, né tantomento ad Harry di quello che è successo nel dormitorio. Non vuole che pensino che abbia paura di quella stupida Hermione. Inoltre, non desidera nemmeno darle troppa soddisfazione, o peggio, importanza. Ha deciso di ignorarla semplicemente, anche se la Caposcuola fa di tutto per irritarla ogni secondo che si incrociano.

La compagnia di Harry Potter si rivela ogni giorno più piacevole. Col passare del tempo, ogni momento libero lo trascorrono insieme, anche solo per studiare in biblioteca o in Sala Comune. Spesso passeggiano nel parco, nonostante il freddo divenuto quasi gelido.

Nausicaa si sente spesso turbata da quell'amicizia.

Quando sta con lui, non pensa a nulla, e nessuna delle sue convinzioni può fermare le nuove emozioni che sente dentro.

Nel momento in cui, invece, si trova da sola, non fa altro che rimproverarsi, perchè non dovrebbe passare del tempo con lui.

Draco è molto divertito dal comportamento della cugina. La vede ridere e scherzare nei corridoi con Harry, ma a volte deve anche sorbirsi i suoi drammi interiori quando lui non c'è.

Nausicaa si rende ben presto conto che Harry non è come tutti i ragazzi con cui ha avuto a che fare fino a quel momento.

È gentile, a volte premuroso, ha spesso paura di dire qualcosa di sbagliato, di farla arrabbiare. Però nello stesso momento sa essere anche testardo e orgoglioso da morire. Un po' come lei. A volte le pare di guardarsi dentro, mentre sono seduti a parlare davanti al fuoco della Sala Comune.

Pochi giorni prima di Halloween, nella bacheca di tutte le Case, viene affisso l'avviso del primo fine settimana a Hogsmade, proprio il 31 Ottobre.

Harry le chiede se vuole andare con lui.

Lei accetta volentieri, giustificandosi un secondo dopo con se stessa, riflettendo che comunque meglio così che andarci da sola. Le altre ragazze del suo anno la evitato accuratamente. Sono amiche di Hermione e Ginny, ovvio. Ma in fondo non le dispiace più di tanto, anche se a Durmstrang c'era la fila per fare amicizia con lei. Era molto popolare.

Arriva il sabato mattina della gita, lei è molto nervosa. Si lava, un po' di profumo, una lunga sosta davanti all'armadio per decidere cosa mettere.

Sceglie un vestito rosso molto semplice. Pettina i lunghi capelli neri, lisci ma boccolosi sulle punte, trucca appena gli occhi grigi con un po' di mascara.

Hermione entra improvvisamente nel dormitorio mentre lei si guarda allo specchio.

“Con chi vai a Hogsmade?” le chiede minacciosa.

“Non sono affari tuoi” risponde Nausicaa, gelida.

Harry la aspetta giù nella Sala Comune, vicino al camino. Anche lui è vestito molto semplice, un paio di jeans e un golfino blu. Le sorride, tranquillo.

Lei si sente imbarazzata, quel sorriso e quegli occhi verdi le confondono spesso le idee.

Si incamminano, dopo aver attraversato il buco del ritratto, verso il portone, vengono controllati da Gazza, il custode, e si dirigono verso Hogsmade.

La strada non è molto lunga, il gruppo di Hogwarts è numeroso, poiché è la prima gita e una delle ultime giornate prima dell'arrivo del gelo di Novembre.

Parlano del più e del meno, anche se sono entrambi un po' in imbarazzo. Soprattutto Harry.

Nausicaa allora capisce che quella non è una semplice uscita tra amici, ma un vero appuntamento. Sente il panico salirle al cervello: era talmente presa dal rinnegare quell'amicizia che non si è resa conto che si stava trasformando in qualcos'altro.

“Ti va di cominciare da Mielandia?” le chiede il ragazzo “in fondo non abbiamo nemmeno fatto colazione!”

“Certo” risponde lei, sorridendo. Tra i suoi pregi aggiunge il fatto che riesce sempre a distoglierla dai pensieri più brutti.

Entrati nel negozio, fanno una bella scorta di Zuccotti di Zucca, Pan di Nuvole ( piccoli panini tondi, azzurri, di marzapane e cioccolato bianco) e due brick di Cioccolata Immediatamente Bollente.

Nausicaa è estasiata da quel posto. I suoi sensi si perdono tra profumi e colori.

Quando escono, super carichi, Harry la porta un po' fuori da Hogsmade, vicino alla Stamberga Strillante, su una panchina di marmo. Si accomodano, mangiucchiando e bevono il cioccolato (la cui caratteristica è l'incantesimo che fa in modo che appena viene aperto, diventi caldo, fumante).

“Buonissimo!” esclama la ragazza, gli occhi colmi di meraviglia “non avevo mai assaggiato una cioccolata così buona! Vicino a Durmstrang non ci sono paesini dove potessimo trascorrere del tempo, e neanche dolci buoni come questi!”

Harry sorseggia la sua bibita, osservandola. Cade un silenzio piuttosto imbarazzato, quando sentono urlare.

“HARRY!” Nausicaa rabbrividisce: Ron e la Mezzosangue.

“Ciao ragazzi, avete già finito il giro?” continua il rosso, stupito.

“No, stavamo facendo colazione” gli risponde l'amico.

“Hermione insisteva tanto per trovarvi” continua quell'altro.

“Ovvio” Hermione interrompe il fidanzato “volevo vedere se stavi con lei” indicandola, incrocia le braccia e pronuncia disgustata l'ultima parola “Harry non vuoi proprio darmi ascolto?” gli chiede, nervosa.

“Senti, carina” Nausicaa si alza, con aria minacciosa “anzi forse carina è un'esagerazione, ma comunque sia, credo che lui sia liberissimo di decidere con chi trascorrere il suo tempo!” e detto ciò, afferra il ragazzo per mano e lo trascina via, camminando con passo veloce e nervoso, verso il centro del paesino.

“Nau, possiamo anche rallentare, ora” le dice lui dolcemente dopo un po'.

Lei, completamente smarrita dalla rabbia, si stupisce che lui l'abbia chiamata così. Osserva le loro mani intrecciate, solo in quel momento si accorge del calore delle sue dita, che le sale man mano verso tutto il resto del corpo.

Lo guarda negli occhi.

Si trovano a metà strada tra Hogsmade e la Stamberga Strillante, in un viale alberato, ricco dei colori dell'autunno. Il paesaggio, non fa che confonderla ancora di più.

Lui ricambia lo sguardo nelle iridi grigie della ragazza, pensando di non aver mai visto nulla di così bello.

Le prende anche l'altra mano, avvicinandosi pericolosamente a lei. Sono vicinissimi, ora, le bocche semichiuse, si respirano uno dentro l'altro.

“Harry...” mormora lei, indecisa. Ma le parole non le escono. È a un passo dal fare ciò che non avrebbe mai, neanche lontanamente, immaginato.

“Si?” bisbiglia lui, guardando le labbra della ragazza.

Lei non risponde, decide di rimanere immobile.

“Nausicaa, mi piaci un sacco” le dice lui, poggiando le labbra su quelle della ragazza.

È in quel momento che lei si sente, per un attimo, smarrita. Il suo istinto però, decide di ricambiare quel bacio morbido. Le loro lingue si incontrano appena, nel gioco dolce della conoscenza.

Si staccano dopo poco, guardandosi che sembra la prima volta.

E per lei è la prima volta, in effetti, che entra in un altro mondo.

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Capitolo 7
*** Paura ***


Gli occhi di Harry sono lucidi per l'emozione.

Quelli di Nausicaa, invece, appaiono ombrati da mille pensieri veloci.

Mai avrebbe pensato di dare un bacio così. E non solo perchè lui è Harry Potter.

Lei ha imparato a non innamorarsi. A non lasciare che nessun estraneo entri nella sua testa così tanto da provocarle sentimenti amorosi.

Quando era più piccola, aveva sì avuto delle storielle, delle cotte adolescenziali, cose da ragazzini.

Ma l'avvento di Bellatrix nella sua vita, ha sconvolto la sua innocenza.

Quella donna l'ha convinta che l'amore è per gli sciocchi e i deboli. Lei si era sposata con l'uomo che le avevano designato i suoi genitori, per mantenere la Purezza del Sangue, ma non lo amava affatto. Assumeva più valore ai suoi occhi la gloria, il trionfo, la crudeltà verso i Sanguesporco, i Mezzosangue, i Nati Babbani.

Era riuscita a insegnare a Nausicaa ciò che una madre non vorrebbe e dovrebbe mai esortare a fare alla propria figlia: sedurre gli uomini per il puro piacere personale, senza curarsi minimamente del loro animo.

E lei aveva imparato, diventando una femme fatale a Durmstrang.

Girava alla ricerca di una preda, la ammaliava, la stordiva col suo profumo e i suoi modi peccaminosi, la possedeva e poi l'abbandonava.

Per lei tutti i ragazzi erano dei giocattoli. Lei una bimba viziata a cui piaceva giocarci un po' e poi buttarli via. E una volta messi da parte, non toccarli più.

Nessuno era mai riuscito a conquistarla anche nell'animo.

Lei aveva anche dubitato di avere un cuore, non ricordando nemmeno più cosa fosse un'emozione vera.

Tutto questo l'aveva resa, nella sua vecchia scuola, piuttosto popolare. Nessuno la considerava una ragazza facile però! Erano attratti da lei, incantati dal suo sguardo gelido. Chi l'aveva avuta, la descriveva come una fata maledettamente sensuale e crudele alo stesso tempo.

Su ciò giocava molto anche il suo aspetto, i suoi capelli lunghi, con cui a volte lei giocherellava con grazia, i suoi occhi grigi che contrastavano un po' con la fierezza dello sguardo. Le labbra carnose sempre tinte di rosso erano bramate da tutta la popolazione maschile di Durmstrang. Le sue forme facevano impazzire i ragazzi al suo semplice passaggio nei corridoi, dove lasciava una scia di profumo che li stordiva per interi minuti.

Bellatrix era fiera di lei.

Era, appunto. E se l'avesse vista ora? Cosa avrebbe detto? Lì, a baciare uno Sporco Traditore del Suo Sangue! Colui che aveva sconfitto il Signore Oscuro!

Questi pensieri la confondevano, ma Harry pareva non essersi ancora accorto della sua battaglia interiore.

Le posa una mano sulla guancia, inebriato dalla sua bellezza.

“Ho paura” gli confessa Nausicaa, all'improvviso.

Lui rimane spiazzato, di certo non si aspettava quelle parole, dopo quel bacio.

“Di cosa? Di Hermione?” le chiede confuso.

“No, no, non me ne frega niente di quella” si affretta a contraddirlo lei “ho paura perchè sto andando contro a tutto quello in cui ho creduto finora, e di cui tu rappresenti l'esatto opposto!” conclude, abbassando lo sguardo.

“E questo è un problema? Sai, a volte nella vita bisogna vedere anche le cose contrarie a noi, per trovare davvero noi stessi” ribatte dolcemente lui.

“Cosa vorresti dire, che io non so chi sono?” domanda Nausicaa in tutta risposta, gli occhi folli “io sono una Black e come tutta la mia stirpe, fiera della Purezza del mio Sangue! Perchè mi sto...” ma non riesce a pronunciare quella parola. Innamorando. Ecco cosa le sta succedendo.

Per la prima volta, l'amore le si presenta così, sottoforma di chi non avrebbe mai immaginato.

Non poteva.

Non doveva.

Harry ha capito benissimo cosa stava per dire, ed è molto sorpreso, ma contento.

“Lascia che ti permetta di conoscere qualcosa di diverso, di nuovo. Il mondo non è come lo guardi tu, o come te lo hanno dipinto gli altri. Ci sono più orizzonti di quelli che vedi!” le dice, stringendole più forte le mani.

Quel gesto e quelle parole causano a Nausicaa un lieve mancamento di respiro, una fame d'aria improvvisa.

Ritira le mani, lo guarda fisso.

“L'amore è per i deboli. Le persone non staranno mai insieme per sempre. Lo fanno per non sentirsi soli, le emozioni non esistono, illudono e basta. Niente di quello che può scaldarti l'anima dura a lungo” gli risponde, lo sguardo fisso.

Lui la guarda, non trova più la ragazza che ha conosciuto in quei due mesi.

Ma sa che è lì, che lui l'ha desiderata dalla prima volta che l'ha vista.

“Permettimi di dimostrarti che non è così” la supplica lui, prendendole di nuovo la mano, che lei ritira bruscamente.

“No” afferma Nausicaa decisa, gelida.

Si gira e comincia a correre via, scappando da lui.

Ha paura.

Di sé stessa.

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Capitolo 8
*** Il ritratto ***


Corre verso il villaggio, l'aria fredda è come una lama che le trafigge il viso. Si ferma solo quando non ha più fiato.

Respirando affannosamente, in cerca di nuovo ossigeno per i suoi polmoni, nota un cartello con la scritta Hogwarts. Decide di tornare.

Ora cammina tranquilla, sicura di aver messo una buona distanza tra sé ed Harry. Puramente fisica, s'intende.

Comincia a fare mente locale.

Parte dal presupposto che mai si era resa conto di quanto piacesse a lui. E cosa ancora più sconvolgente, non ha mai pensato a quanto piaccia anche a lei.

Tutte bugie.

L'aveva capito subito che quel ragazzo avrebbe sconvolto tutto.

È la prima volta dopo anni che qualcuno tocca il suo cuore così, a mani nude.

Le sue mani, già.

Quelle che quando la sfiorano le scaldano il cuore.

Proprio quello che lei ha imparato a chiudere, vivendo solo di attrazioni fisiche e notti di sesso.

In Harry c'è qualcosa che le fa perdere il controllo. Quando sono vicini si sente strana, diversa.

Decide che deve evitarlo in tutti i modi, non può permettersi di andare contro la sua visione della vita, che finora non le ha causato sofferenza.

Arrivata ad Hogwarts, semideserta, decide di chiudersi nel dormitorio.

Nel suo letto a baldacchino, le tende tirate, seduta a gambe incrociate, piange.

Tutte quelle lacrime che non ha mai versato per anni, ora sono lì, calde, prepotenti, costringendola a guardare in faccia la realtà.

Chiude gli occhi, disperata si stende.

Li riapre.

Guarda fisso nel vuoto, per ore.

Alla fine si addormenta con la testa che le scoppia.

Quando si sveglia, è già buio. La disperazione l'ha travolta, sfiancata.

Guarda l'orologio:le sette. Deve sbrigarsi, partecipare al Banchetto come se nulla fosse. Inoltre deve evitare Harry, stare lontano da lui.

Si fa una doccia veloce, le sue compagne di stanza non ci sono, sono in Sala Comune, sente un vocio eccitato provenire dal piano di sotto.

Per lei è tutto indifferente, vuole solo scendere a mangiare, dopo la zuccherosa colazione non ha nulla nello stomaco.

Indossa un abito di velluto blu elettrico, stretto in vita, appena sopra il ginocchio. Calze velate e i suoi stivaletti stringati preferiti, regalo di Bellatrix. Lega i lunghi capelli in una mezzacoda con un nastro simile al vestito.

Si guarda allo specchio, esibendo lo sguardo fiero e arrogante, in linea con la famiglia Black.

Si sorride, si piace.

Scesa in Sala Comune, vede Harry, Ron ed Hermione. Certa che stessero bisbigliando di lei, si affretta a raggiungere il buco del ritratto.

La Sala Grande è macabramente addobbata secondo il tema del Banchetto, Halloween. Enormi zucche mostruose sono sospese nell'aria, assieme a candele, il soffitto stregato da cielo è tempestoso e ogni tanto un fulmine illumina la sala a giorno.

Quell'atmosfera le piace.

Raggiunge un gruppo di ragazzi del suo anno, decide di sedersi lì.

Quelli la guardano un po' straniti, ma non dicono nulla.

In quel momento arriva anche Harry coi suoi amici, che si siedono al solito posto, non molto lontano.

Distoglie lo sguardo. Al tavolo dei Serpeverde, vede Draco scherzare con Astoria Greengrass, una delle più belle ragazze del 7°anno.

Nausicaa se ne compiace. Nota più in là Pansy Parkinson che guarda la scena impietrita, rossa in viso. Anche lei deve aver pianto, quel giorno.

Proprio quando si sente stordita per la fame, il Banchetto ha inizio.

C'è di tutto: pasticci di carne e verdure, filetto di maiale, arrosti, focacce, torte salate, zuppe... Si riempie un bel piatto e mangia affamata, ignorando i discorsi di chi le sta di fianco, nella sua testa è ancora in corso il ronzio dei pensieri del mattino.

Finito il Banchetto, è tra i primi a lasciare la Sala. Sta davanti al ritratto della Signora Grassa, quando un sonoro CRAC la fa spaventare.

“Kreacher!” sgrida l'elfo domestico “cosa ci fai qui?”

“Kreacher lavora nelle cucine di Hogwarts, signorina Black” le risponde inchinandosi fin quasi toccare terra col muso.

“Oh, e hai pensato bene di farmi spaventare a morte?” gli chiede sarcastica Nausicaa.

“Padron Harry ha detto di cercare e dire alla signorina Black che deve andare nelle Stanza Va e Vieni!” squittisce l'elfo, gli enormi occhi a palla serissimi.

“Dove scusa?” chiede la ragazza, confusa.

“Stanza Va e Vieni noi la chiama, ma Padron Harry la chiama Stanza delle Necessità! Uno va e trova quello che desidera! Era distrutta dopo la Battaglia, ma noi elfi ha ricostruito! Deve andare al settimo piano, passeggiare tre volte nel corridoio ed esprimere il desiderio e la Stanza compare!” afferma Kreacher, inchinandosi di nuovo.

“E io cosa dovrei desiderare, scusa?” chiede la ragazza, irritata.

“Padron Harry dice che lei deve desiderare un posto familiare!” l'elfo si inchina di nuovo.

“Perfetto, e dopodichè?” chiede ancora Nausicaa.

“Kreacher non lo sa! Padron Harry dice che lei deve andare!” e la creatura sparisce, dopo l'ennesimo inchino.

Stupita per la stranezza della cosa, decide di andare a dare un'occhiata, ignorando il fatto che si è ripromessa di stare lontano da Harry.

Si avvia verso il settimo piano, inizia a passeggiare pensando a qualcosa di familiare, vicino a una parete vuota.

Ecco la maniglia, apparsa dal nulla! Sente il cuore battere forte mentre la abbassa ed entra.

Si ritrova in una sala da pranzo, le sembra di conoscerla.

Nausicaa è confusa. Si guarda meglio intorno.

Quella è Grimmauld Place. È molto ordinata e pulita rispetto alla sua ultima visita però.

Un quadro sopra al camino acceso, attira la sua attenzione.

Due occhi uguali ai suoi la guardano, rivolgendole un sorriso gentile, che lei riconosce subito, anche se non lo vede da 3 anni ormai.

“Nausicaa” le sorride Sirius Black.

“Cosa ci faccio qui?” esclama rabbiosa “questo non è un posto familiare per me” sta per aggiungere che neanche lui è familiare per lei, ma si trattiene.

“Si che lo è” ribatte Sirius, calmo, dal quadro “è la nostra casa, anche se tu preferisci Villa Malfoy”

“Loro mi hanno cresciuta!” ribatte la ragazza.

“Bè, era un po' difficile che lo facessi io, visto che un collega dei tuoi cari tutori mi ha incastrato!” ribatte l'uomo dal dipinto, con la voce infastidita “Tu non sei come loro. E lo sai. Sei stata brava a nasconderlo a te stessa per tutto questo tempo. Sei come me non puoi farci nulla!” conclude l'uomo, con tono più dolce.

“Chi ti dice che io non sia come mia madre? O come Bellatrix?” ribatte lei, provocatoria.

“Credo che assomigli a tua madre molto più di quanto immagini, dopotutto” sorrisetto compiaciuto “da quello che mi ha detto Harry. Sei come lei, bellissima, ovviamente, dal cuore d'oro. Lei aveva solo un difetto: era una Mangiamorte. Ma sai anche io ne avevo uno: lo sapevo e me ne sono fregato”

“Cosa? Allora mi hai mentito! Hai sempre detto che non sapevi nulla! Niente!” afferma Nausicaa, indignata.

“Nemmeno tua madre era al corrente che lo sapessi. Ma lei non ha fatto mai del male a me, come neanche io a lei. Mi ha amato e basta, anche se ero un Traditore del Proprio Sangue. Mentiva al Signore Oscuro, per me capisci? Per noi, la nostra famiglia! Rischiava ogni giorno di morire. Non l'ha uccisa un Auror, Nausicaa. Si è suicidata, ha preferito che tu crescessi lontano da tutto questo, perciò ti ha lasciato in custodia dai Malfoy, io ero un assassino, secondo tutti, cosa poteva fare? Tanto Azkban o la morte per lei era uguale” conclude Sirius, la voce velata dalla tristezza.

La ragazza è impietrita. Vede sul tavolo un bicchiere d'acqua, beve.

“Perchè non me l'hai detto prima, come stavano davvero le cose?” gli chiede, sotto shock. Ma un pensiero veloce le impedisce di attendere la risposta.

“Aspetta un momento, Harry sa tutto questo?” chiede nuovamente al padre.

“Sì” una voce dal fondo della stanza le causa un battito del cuore più accellerato.

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Capitolo 9
*** L'esclusiva ***


Nausicaa fissa il quadro di suo padre, sbalordita.

“Vedo che tanto per cambiare, gestisci la mia vita come meglio credi!” esclama sarcastica, battendo il pugno sul tavolo, per poi sedersi.

Harry intanto le si è avvicinato, ma si tiene a distanza.

“Non ti sei chiesta perchè non ti trovi a Villa Malfoy?” le chiede il ragazzo.

“Ci sarà stato un errore. E poi tu eri già qui dentro” ipotizza lei, evitando il suo sguardo.

“Impossibile, la Stanza non sbaglia mai” ribatte Harry asciutto, guardando Sirius.

“Nausicaa” l'uomo del ritratto si rivolge dolcemente alla figlia “ti ricordi quando ci siamo conosciuti? Prima per lettera e poi dal vivo?” le chiede.

E come poteva dimenticare.

Aveva sempre saputo chi fosse suo padre, i Malfoy non glielo avevano mai nascosto.

Quando scappò da Azkban, lui le scrisse subito, per due anni interi si mandarono lunghe lettere, lei gli mandò anche delle foto.

Il primo anno sapeva che era a caccia di Harry Potter, era molto delusa da ciò. Quando fu scagionato, da Silente, le propose di incontrarsi appena fuori Durmstrang e lei accettò.

Appena lo vide rimase inorridita, non voleva avvicinarsi, né toccarlo in nessuno modo. Sembrava un barbone, i capelli lunghi, spettinati, la barba incolta, di una magrezza anoressica, quasi, e quello sguardo... assurdo. Non era l'uomo bellissimo delle foto che le aveva lasciato sua madre.

Lui le si era avvicinato e l'aveva abbracciata, lei si era stupita di sentire un odore familiare, buono, di pace.

Dopo quella visita continuarono le lettere, finchè Sirius non si trasferì a Grimmauld Place, allora lei andava a trovarlo un po' più spesso, ma solo quando non c'era Harry e i suoi amici: non aveva intenzione di conoscerli e l'aveva detto chiaro al padre. Della sua esistenza era al corrente solo Lupin, che era la persona che frequentava di più quella casa, insieme a Ninfadora.

“Ti ricordi le prime foto che mi hai mandato?” le chiede l'uomo “eri una piccola e fiera Purosangue, sembravi Bellatrix adolescente, era sconvolgente guardare come ti atteggiavi in quelle immagini.

“Ma quando ci siamo incontrati, quando ti ho abbracciato, ho sentito che eri mia figlia, mia e basta, ogni volta che ci vedevamo a Grimmaud Place apparivi un po' cambiata, fino all'ultima volta, ricordi?” le chiede ancora.

Quello era un'altro dei ricordi di suo padre che voleva cancellare.

Ma non poteva.

Era qualche giorno dopo le vacanze di Natale, essendoci la famiglia Weasley al completo, più Harry non si erano visti proprio durante le feste. Ritardò il suo rientro a scuola per stare un po' con lui.

Lui le aveva regalato il suo anello di famiglia, in fondo lei ci teneva tanto al loro nome! Quell'anello, la fanciulla lo portava ancora.

Nausicaa invece aveva donato al padre quel ritratto con cui stava parlando ora. L'aveva fatto a memoria, le piaceva dipingere, aveva talento, ma non era la sua strada. Si dilettava nella pittura solo per passione, lui si era commosso, si erano abbracciati ma non come la prima volta che si erano visti. era stata lei ad allargare le braccia, per sentire ancora quella sensazione di familiarità.

“Quel giorno, ho capito quanto fossi realmente cambiata. Ed è stato allora che questa è diventata casa tua, perchè sei venuta spontaneamente da me, tu mi hai abbracciato, non io, come la prima volta” Sirius le sorride.

Lei si sente una rabbia dentro, che la fa scoppiare a piangere, a singhiozzare come una bambina piccola.

Poggia la testa sul tavolo. Harry, con timore, le mette una mano sulla spalla e vedendo che lei non oppone resistenza, la abbraccia, forte.

Lei s posa sul suo petto, stordita.

“Lo so cosa provi” le sussurra il ragazzo, stringendola “scoprire che un genitore non è quello che imaginavi, non sapere chi sei... Ci sono io ora, se vuoi. Se mi permetti di starti vicino, avrò cura di te. Non cacciarmi ancora, supereremo tutto, te lo prometto” le alza la testa con due dita sul mento, la costringe a guardarlo.

Da quanto qualcuno non le parlava così? Forse neanche le aveva mai sentite, quelle parole.

Si asciuga le lacrime con la manica.

“Usciamo da qui” dice ad Harry, slegandosi dolcemente dal suo abbraccio.

Si dirigono verso la porta, sotto gli occhi preoccupati del quadro.

Raggiungono mano nella mano la Sala Comune, deserta, sono tutti a dormire, dopo il sontuoso Banchetto.

Seduti sul divano, è Nausicaa a rompere il silenzio denso che si è creato.

“Harry, io ho paura. Di tradire quello in cui credo, certo, ma anche di un'altra cosa” fa una pausa, deglutisce, ispira profondamente “ho paura di amare, di perdere, di soffrire. Ho sofferto tanto nella mia vita, anche se non mi è mancato nulla, Sirius ha ragione, credo” abbassa lo sguardo a guardare le loro mani intecciate, poi torna a guardare gli splendidi occhi verdi del ragazzo, umidi.

“Credi che io non abbia paura? Ma non per questo non ci provo. Io voglio stare con te, Nau, l'ho pensato dal primo secondo che ti ho avuta davanti agli occhi” le dice accarezzandole la guancia. Lei sorride, lo afferra per il cravattino della divisa, lo spinge a sé.

Labbra contro labbra.

Lentamente, un calore li pervade, li stordisce.

Lui l'abbraccia, la sente morbida, lì, tra le sue mani, finalmente. Le loro lingue si incontrano, giocano a conoscersi.

Si staccano piano, esigenti di guardarsi.

“Non scapperai, ora?” le chiede lui, stringendola più forte, come se avesse davvero paura che lei vada via di nuovo.

“Non credo” risponde lei leccandosi le labbra, riprende a baciarlo con più foga, cominciando ad accarezzarlo dappertutto.

“Ehi, ehi, ehi ferma” è lui questa volta a staccarsi “stai correndo troppo. Voglio assaporarti piano, io” le confessa con un sorriso.

Lei è incredula. Nessuno ha mai detto no alle sue voglie!

Harry si stende sul divano, trascinandola su di sé. Lei è stranita.

“Ma io ho voglia!” protesta lei, mentre guarda con occhi languidi, lussuriosi.

Harry si sta eccitando, ma è deciso a non demordere.

“Ma perchè hai tanta fretta?” le chiede il ragazzo.

“Ho bisogno di fare sesso!” confessa la ragazza, arrossendo lievemente.

“E' proprio questo il problema” le risponde lui.

“Cosa?” Nausicaa lo guarda furiosa “fino a due secondi fa hai detto che mi desideravi dal primo momento che mi hai vista! Ci hai già ripensato? Bene!” si alza.

Lui l'afferra per il polso.

“Non hai capito” le dice guardandola dolcemente “io non ci scopo, con te. Io voglio fare l'amore” e le sorride.

“Ah, e non possiamo farlo?” gli chiede.

“Non sei pronta” sorride ancora, Harry.

“Come no? Guardami! Sono qui per te!” lei si alza, facendo una giravolta, sarcastica e seducente.

“Sei mia?” le chiede, guardandola.

“Vuoi l'esclusiva?” gli chiede Nausicaa, alzando un sopracciglio e incrociando le braccia.

“ Non è che la voglio, me la sono già presa. E ora vieni qui, voglio stringerti ancora come prima” le dice trascinandola su di lui.

Nausicaa si addormenta, con il cuore traboccante di emozioni nuove, che le fanno girare la testa.


 

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Capitolo 10
*** Il Marchio Nero ***


Nei giorni successivi sono la coppia più chiaccherata.

Hermione continua a evitarla, sempre più acida e saccente, mentre Nausicaa comincia a risentire di quell'odio. Purtroppo però, è troppo impegnata con le sue battaglie interiori per preoccuparsi anche di quell'altro problema, decide che vi dovrà porre rimedio prima o poi, visto che ora fa coppia fissa con Harry. Decide di non chiamarla più Mezzosangue, e le pare di aver fatto un passo enorme.

Parlare col ritratto di Sirius le ha aperto una voragine nell'anima.

Non si capacita di come possa essere due persone così diverse, tra mente e cuore, senza accorgersene.

Per fortuna il suo nuovo ragazzo, la sostiene in ogni momento.

Nausicaa sta assaporando nuove emozioni.

Ora ha un motivo per svegliarsi la mattina: il buongiorno, coi suoi abbracci. Lui che l'aspetta a fine lezione. Passeggiare insieme, complici, ridere, scherzare.

E la cosa che le piace di più (ma questo è ovvio) sono i loro baci, che li estraniano completamente da tutto. Come se un incantesimo Protego fosse lanciato su di loro, in quel momento non ci sono per nessuno, niente può fargli del male.

Ed è proprio durante uno di questi gesti d'affetto, seduti nel parco al tramonto che Nausicaa si stacca dolcemente da Harry per chiedergli una cosa che gli ronza in testa da quando sono usciti dalla Stanza delle Necessità.

“Cosa ti ha detto mio padre, precisamente, su di me?” chiede al ragazzo.

Harry, tirato un sospiro si sollievo, essendo sempre difficile per lui non farla completamente sua ogni volta che si baciano così, le sorride poiché si aspettava quella domanda, prima o poi.

“Mi ha detto che non sai chi sei. Che sei confusa. Che non sei come fai credere a tutti, in realtà sei fantastica, ma non lo sai ancora” e le da un altro bacio.

Lei si scosta, gli occhi pieni di lacrime.

“Sono una stupida” esclama “ho sprecato il tempo che avevo a disposizione con l'unica persona al mondo che doveva essere il mio punto di riferimento. Come ho potuto? Perchè?” si porta le mani in faccia, nascondendosi. Era stanca di piangere, non faceva altro da quando era arrivata a Hogwarts.

“Ma non è colpa tua, Nau” Harry la stringe fortissimo “noi siamo di più di quello che conosciamo. Tu stai facendo passi avanti, stai correggendo il tuo essere, non è da tutti, nessuno che io conosca ha mai avuto il coraggio di farlo!” le toglie le mani dal viso e bacia le sue lacrime.

Nessuno aveva mai fatto un gesto così intimo.

“Ascoltami” le alza il viso, guardandola negli occhi lucidi “non puoi farci nulla, lui non c'è più e non tornerà. Ma puoi andare avanti stando dalla parte giusta, aprendo il cuore all'amore” le sorride, accarezzandole i capelli.

“Harry stringimi, stringimi sempre” gli dice, affondando tra le sue braccia.

Quella sera decide di parlare un po' con Draco, che ormai vede solo durante le lezioni.

Lo cerca ovunque, chiede ai Serpeverde, ferma anche Astoria (sua ragazza ufficiale, ormai) ma nessuno l'ha visto.

Rassegnata, decide andare nella Sala Comne della propria Casa, per finire il tema di Storia della Magia prima di cena.

Proprio vicino alla Torre di Grifondoro, un po' più avanti del ritratto della Signora Grassa, trova Harry e Draco che parlano, preoccupati.

“Ehi, cosa succede?” chiede subito, stranita “Draco ti ho cercato dappertutto!” sgridando il cugino.

“Il Marchio Nero sta tornando livido” le sussurra il giovane Malfoy, toccandosi il polso all'altezza del tatuaggio.

“Cosa? Ma gli Horcrux, cioè Voldemort è caduto, è morto vero? Spiegatemi!” esclama esterefatta.

“Non credo sia lui” riflette Draco “quando ci chiamava, bruciava. E se non andavamo, ci uscivano delle bolle orrende, la pelle si cuoceva in pratica. Questo dev'essere qualcuno dei suoi seguaci che non si è rassegnato!”

Harry è ammutolito, stringe i pungni.

“Dobbiamo scoprire chi è” dice al giovane Malfoy “quando diventerà nero, dovrai recarti da lui”

L'altro spalanca gli occhi.

“No, no, no, non voglio più aver niente a che fare con quella vita! Lo sai benissimo!”

“Non possiamo fare nient'altro per scoprire cosa sta succedendo! Non è questione di fedeltà, ora. Non voglio altre battaglie, altri morti, voglio solo la pace, sono stanco di vedere le persone che amo morire per mano di un branco di Mangiamorte senza cervello. Non è una richiesta questa, Draco, è un'ordine!” esclama Harry, duro.

“Va bene, va bene” esclama il biondo “ora vado a cena, venite?”

Ma Harry si è buttato già a capofitto giù per le scale, Nausicaa guarda il cugino, stupefatta, poi insegue il suo ragazzo, correndo.

“HARRY!” lo chiama, ma quello pare non senta.

Arrivati al portone d'ingresso, urla di nuovo, questa volta con tutto il fiato che ha in gola.

Il ragazzo si ferma, guardandola smarrito. Escono dal castello, all'aperto, il cielo è limpido, stellato.

“Ma ti pare modo? Perchè non ti sei fermato prima?” gli chiede lei, con il fiatone.

“Scusami” le dice lui “non ce la faccio più, è una vita che combatto contro Voldemort e lui è ancora qui!” il suo tono di voce è disperato, stanco.

“Ma non abbiamo la conferma che lui sia tornato! Aspettiamo, che altro possiamo fare? E se è tornato davvero combatteremo! Io voglio combattere, stare dalla parte giusta questa volta!” eclama lei, prendendogli la mano.

Lui la guarda, guarda quella ragazza che lo fa sentire importante e speciale, diverso, non il Prescelto, non Il-Bambino-Che-E'-Sopravvissuto ma solo Harry.

“Hai parlato al plurale!” le fa notare, poi “sono fiero di te” baciandola sulla fronte.

In quel momento, un corvo si dirige in picchaita su di loro.

Non può essere...

Ma si ferma proprio davanti a Nausicaa, porgendole una pergamena legata con un nastrino di raso nero alla zampa.

“A Durmstrang usavate i corvi invece dei gufi?” chiede Harry,incuriosito.

“Non è qualcuno di Durmstrang, spero solo che non sia...” Nausicaa osserva il suo nome sulla lettera.

Quella calligrafia elegante, non può essere che la sua.






Vorrei ringraziare tutti coloro che mi seguono , mi preferiscono , mi ricordano e soprattutto recensiscono .
Un grazie di cuore , siete carinissimi , tutti !
A coloro che leggono , ma non si esprimono . . . vorrei tanto sapere cosa ne pensate ! Non vi si staccheranno le dite a scrivere due parole , no !

Secondo voi chi ha scritto a Nausicaa ? Fatemi sapere . . .

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Capitolo 11
*** L'incontro ***


Nausicaa apre la lettera, sussultanto. È brevissima.

 

Ti aspetto stanotte a Villa Malfoy.

Bellatrix

Le manca il fiato, si siede sull' erba, incurante che sia fredda e leggermente bagnata.

Porge la pergamena ad Harry, il quale la legge con orrore, sconvolto.

Una maschera di rabbia si dipinge sul viso del ragazzo. Il silenzio piomba tra loro, pesante e crudele.

Si siede, abbraccia la sua ragazza, che trema.

“Com'è possibile?” gli chiede semplicemente, sconvolta.

“Non ne ho idea” risponde lui “ma devi andare, dobbiamo scoprire com'è potuto accadere” il suo tono è secco, serio.

La ragazza lo guarda smarrita. Non vuole vederla. Non vuole vedere quella donna che considerava una madre, perchè ora ha capito che era tutto sbagliato, malsano e folle.

Proprio ora che sta riuscendo a costruire la sua vita nel modo giusto, il passato sta tornando, si ripresenta dinanzi a lei, come se non fosse successo nulla, beffardo e meschino.

Ma Nausicaa è cambiata ora, in quei due mesi di scuola è diversa, nuova e felice, soprattutto.

“Non so se ce la faccio, Harry” sussurra piano al suo ragazzo.

Lui l'afferra per le spalle.

“Tu ce la farai. Sei una Black giusto? Tuo padre è una delle persone più coraggiose che io abbia mai conosciuto, è dentro di te. Perciò stanotte andrai da lei, io verrò col Mantello dell'Invisibilità, non ti lascerò sola, va bene?” i suoi occhi sono pieni di rabbia e di stanchezza.

La ragazza annuisce, non ci sono altre soluzioni.

Mentre rientrano dirigendosi verso la Sala Grande, vengono raggiunti da Draco. Il giovane ha una pergamena in mano.

“Nau...” ma si interrompe poiché la cugina gli mostra una lettera identica.

“Cosa facciamo?” le chiede poi il giovane Malfoy.

“Dobbiamo scoprire come ha fatto a tornare dalla... morte” risponde ella, nervosamente “e scoprire cosa vuole ora. Anche se ne sono certa, questa non è un'allegra rimpatriata familiare” conclude tristemente.

Si mettono d'accordo per trovarsi a mezzanotte al portone d'ingresso e Draco raggiunge la sua Casata.

Loro, invece, vanno a cena  nella Sala Grande, informando subito Ron ed Hermione della novità.

Nausicaa è troppo sconvolta per mangiare. Davanti a lei, piatti pieni e il suo stomaco chiuso, invece.

“Mangia” è la Granger a parlarle, stranamente “stanotte avrai bisogno di forze “io vado in biblioteca, per vedere se scopro qualcosa che spieghi come ha fatto a sopravvivere” e si alza, senza lasciare alla ragazza il tempo di dire qualunque cosa.

Ron farfuglia, sconvolto, che devono avvisare la McGranitt, l'Ordine della Fenice, gli Auror, il Ministero.

“No” lo interrompe Nausicaa “dobbiamo prima scoprire come ci è riuscita, dobbiamo trovare il modo per farla fuori una volta per tutte!”

I due ragazzi la guardano, stupiti.

“Cosa c'è?” chiede lei “ha ucciso mio padre, è pazza, mi ha distorto la mente e rovinato la vita, voi non la volete morta?”

Harry si alza, l'afferra per il polso e la trascina via.

Si dirigono verso la Torre di Grifondoro, la ragazza non capisce cosa stia succedendo. Ma sente qualcosa di nuovo nell'aria.

La porta nel dormitorio maschile, chiude la porta sbattendola. La spinge contro di essa, baciandola con furia. La abbraccia, la stringe fortissimo, si spingono a vicenda sul letto.

“Harry...”mormora lei, stordita dall'eccitazione “che cosa sta succedendo?” gli chiede nella bocca.

“Sei tu” risponde lui respirandola “sei tu, ora, sei vera, reale, sei mia” le lecca il collo e la bacia di nuovo, lingue frenetiche, calde si intrecciano, mentre loro si toccano ovunque, conoscendo pezzi del corpo sconosciuti alle loro mani.

Harry le leva il maglioncino e la camicetta, ammirando i suoi seni pieni nel reggiseno nero, che crea un contrasto abbagliante con la candida pelle.

Lei allaccia le sue gambe intorno al bacino del ragazzo, strusciandosi appena sulla sua erezione, per poi accarezzare lentamente il suo membro da sopra i pantaloni.

Lingua, labbra, mani. Estasi continua.

Il ragazzo le accarezze le cosce, il sedere, il tessuto sopra le sue parti intime, provocando nella ragazza brividi caldi.

Le sfila la gonna, ammirando nuovamente quel fisico perfetto.

“Bè, ti sei incantato?” scherza Nausicaa, mettendosi a cavalcioni su di lui, abbassandosi per baciarlo nuovamente.

Harry le scosta le mutandine con le dita, iniziando a esplorarla piano. Lei è calda, bagnate e geme.

Sfila i pantaloni del suo ragazzo, infilandogli la mano nei boxer e toccandolo per la prima volta a mani nude. Poi gli sfila anche quelli.

“Mi vuoi?” le chiede lui, eccitato.

“Prendimi, Harry” risponde la ragazza in un sussurro sensuale, che lo fa eccitare ancora di più.

Mettendosi sopra di lei, dopo averle sfilato le mutandine, la penetra con delicatezza, cominciando a spingere prima lentamente, con dolcezza, ma più la guarda, più vuole farla godere. Allora spinge più forte, afferrandole i seni, mentre lei lo guarda, geme, le sue urla lo mandano in tilt.

La ragazza gli afferra le mani, facendolo uscire da dentro di sé, lo costringe a prendere il suo posto.

Ora è lei a condurre il gioco, mettendosi sopra di lui.

Egli la penetra nuovamente, mentre lei lo sente completamente questa volta, muove il bacino sapendo di procurare piacere ad entrambi.

Harry le afferra i fianchi.

“Amore mio, sto per venire”

“Anche io... amore” è la prima volte che la giovane chiama qualcuno in quel modo.

L'orgasmo li travolge come uno tzunami dei sensi, stordendoli per diversi minuti.

È certa che per la prima volta nella sua vita non ha scopato, ma ha fatto l'amore. Proprio come le aveva detto Harry.

Si sente un peso nel cuore, parole che non ha mai detto vogliono uscire dalle sue labbra.

“Ti amo” sussurra all'orecchio del ragazzo, timida, sentendosi una lacrima di gioia scenderle sul viso.

“Anche io ti amo” le risponde lui abbracciandola tra i loro corpi nudi, sudati, amati.

Lei trema.

“Ho paura Harry, ancora. Non ho mai amato nessuno, non so come si fa” gli confessa, imbarazzata.

“Ci sono io, ci sarò sempre io. Non stai sbagliando nulla. Sai perchè è successo oggi? Perchè finalmente sai chi sei davvero. E io voglio averti sempre così, accanto a me.” le risponde il ragazzo, baciandola ancora.

Rimangono un po' così, poi sentendo rumori provenire dalla Sala Comune, decidono di prepararsi per la notte che li aspetta.

Tornata nel suo dormitorio, nota il letto di Hermione sommerso dai libri. Alcuni sussultano, altri emettono scricchioli sinistri, altri sono di sicuro pericolosi.

“Oh, ciao” le dice tranquillamente la ragazza senza scollare gli occhi da ciò che sta leggendo.

“Sei sicura di stare bene?” le chiede Nausicaa.

“Una meraviglia, Bellatrix permettendo” risponde la ragazza chiudendo il libro e gettandolo in una pila di manuali scartati “ti domandi perchè ora ti parlo vero? Bè ho apprezzato il cambiamento. E poi ora Ginny sta con Dean, perchè farti la guerra in fondo? Pace?” le chiede poi, porgendole la mano.

Nausicaa l'afferra, ringraziandola.

Si dirige in bagno, una doccia è quello che ci vuole e, anche se le dispiace togliersi di dosso l'odore di Harry, deve apparire impeccabile al cospetto di Bellatrix.

Sceglie un vestito nero, di velluto, che ricorda lontanamente le dame dell'Ottocento. È un altro regalo della donna, come gli stivaletti stringati che pure indossa.

Asciugati i capelli, scende in Sala Comune.

Anche Hermione è scesa. Nota lei, Ron ed Harry sul divano, chini sui libri lerci procurati dalla ragazza.

“Prendine uno, in quattro faremo molto prima” le dice poi la fanciulla, porgendole “A Spasso Nel Cimitero”.

Dopo aver visionato libri come: “La morte Ti Viene A Cercare”, “Enciclopedia Completa Del Decesso Improbabile” , “Dopo La Morte” e non aver trovato la benchè minima istruzione su come tornare dall'oltretomba, Nausicaa ed Harry devono dirigersi all'appuntamento con Draco.

Lui è già al portone, piuttosto nervoso, che cammina avanti e indietro.

“Ricordi come comportarti vero? Se ti chiede di me...” comincia Harry.

“Le dirò che ti ho sedotto per soggiogarti, sì” risponde lei, baciandolo.

Devono raggiungere Villa Malfoy coi Thestral, non c'è alto modo per uscire dal castello.

Con una grossa carcassa di carne cruda procurata da Kreacher nelle cucine, si avviano al limitare della Foresta Proibita.

Arrivano due delle creature alate.

Harry aiuta Nausicaa a salire su una di esse, dopodiche le monta di dietro, tenendola ben stretta.

Draco, invece, si issa con eleganza, come se viaggiare con quei mezzi fosse la cosa più naturale e chic del mondo.

Ordinano alle creature di raggiungere la dimora dei cugini, e i Thestral partono veloci, silenziosi.

Arrivati di fronte al cancello della Villa, una nebbia scura li avvolge. Harry si mette subito il Mantello. Avvicinandosi all'inferriata, notano due gargoyle che non vi erano mai stati lì.

“Dichiarate le vostre intenzioni” si anima uno di loro.

“Sono Draco Malfoy, nipote di Bellatrix e lei è Nausicaa Black, sua cugina” il cancello si apre.

L'enorme giardino è stato raso al suolo. Carcasse di animali in decomposizione si trovano ai lati di ciò che rimane del vialetto che conduce alla Villa.

Arrivati di fronte all'abitazione, scoprono che il marmo bianco che una volta la rivestiva è ora funereo, creando un senso macabro di nefandezza.

Draco bussa, la porta si apre silenziosa.

“Mi chiedevo se sareste venuti” una voce femminile molto più roca di quel che ricordano, li avvolge.

Alzano gli occhi verso l'enorme scalinata che conduce ai piani superiori.

Una donna sta scendendo lentamente le scale, seguita da Rodolphus Lestrange.

Man mano che si avvicina, i due ragazzi (ed Harry sotto al mantello) stentano a credere che sia Bellatrix.

La figura, non è dotata della bellezza folle della donna che ricordavano.

Ella ha lunghi capelli che le incorniciano il viso affilato, due piccoli buchi triangolari al posto del naso, labbra finissime dai denti vampireschi. I suoi occhi sono completamente neri, non ha iridi, né pupille. Solo le palpebre pesanti gli permettono di capire che è lei.

Il suo corpo scheletrico è fasciato da un abito bustier, che le crea un eleganza nei movimenti ben più marcata di quella che essi ricordano.

“Miei cari unici parenti ancora in circolazione spensierata” dice Bellatrix, allargando le mani dalle unghie affilate, rosse.

Nausicaa, inorridita, cerca di ricordare cosa avrebbe dovuto dire.

“Bella” si avvicina alla donna, abbracciandola “sono felice che tu sia tornata!” il corpo della donna è gelido.

Anche Draco deve fingere la stessa reazione, pertanto abbraccia anche lui quell'essere in cui si è trasformata sua zia.

“Vogliamo accomodarci in salotto?” più che una richiesta è un ordine, facendogli strada.

“Rodolphus, portaci del Whiskey Incendiario” dice al marito, senza guardarlo.

I due ragazzi si siedono sul divano, mentre Bellatrix si accomoda col suo fare da regina su una poltrona di pelle scura.

“Presumo vogliate sapere come ho fatto a tornare. Ebbene nemmeno io riesco a capirlo, ma vorrei tanto. Dopo aver abbandonato il mio corpo, ho vagato con l'anima per un bel po', finchè non ho perso i sensi. Mi sono risvegliata fuori dall'Arco della Morte, nel Ministero della Magia.

"Nessuno mi vedeva se non ero io a volerlo. Così sono andata ad Azkban a liberare mio marito perchè si prendesse cura di me e trovasse un modo per ridarmi un corpo decente.

"Tuttavia sono felice del risultato raggiunto, benchè legga nei vostri occhi il raccapriccio. Mi sono nutrita col sangue degli stupidi animali che dimoravano nel giardino della Villa e col sangue di unicorno che come ben sapete ha proprietà rinvigorenti.

“Ora sono pronta a vendicare l'Oscuro Signore” concluse scoppiando nella sua risata folle, l'unica cosa a parte lo sguardo che le era rimasta immutata.

Nausicaa deglutisce.

“Quindi ora che facciamo?” le chiede la ragazza.

“Innanzitutto devo vedere se le orrende voci che ho sentito sul vostro conto siano vere o no

“Alzati, Draco. Mi è giunta voce che rinneghi la tua famiglia, è vero? Legilimens!” e la donna si insinua nella sua testa. Ma essendo stata istruita da lei stessa, la mente di Draco riesce a mentirle spudoratamente.

“Bene, vedo che non sei un codardo come quella mia sciocca sorella” afferma la donna, facendogli cenno di sedersi.

“E ora tu, Nausicaa, alzati!” le ordina Bellatrix “so che ora sei una Grifondoro, condividi i loro ideali? Familiarizzi con il marciume della società? Legilimens!” ma la ragazza non è altrettanto brava come il cugino. La donna riesce a intravedere il volto di Harry nella sua testa e il pomeriggio di passione che hanno trascorso insieme.

“Tu! Purosangue, ti mescoli con quella feccia?” le chiede furente, gli occhi da neri hanno assunto il colore del fuoco della rabbia.

“No, Bella, non è così!” esclama Nausicaa mettendosi in ginocchio “lo sto soggiogando, lo voglio distruggere, è tutto un piano!” questa volta riesce a chiudere la mente, mentre la donna la guarda di nuovo, studiando i suoi pensieri “sei come una madre per me, non ti tradirei mai!” la ragazza mente così bene, che Harry dal fondo della stanza teme che stia dicendo sul serio. Ma appena nota gli occhi lucidi e lo sguardo sofferto della ragazza, si ricrede.

“Bene, allora” afferma Bellatrix “vi ordino di tornare a scuola.

“Tu, Nausicaa, continua a soggiogare Potter, dobbiamo averlo in pugno per farlo fuori una volta per tutte. Vendicherò il mio Signore, oh sì.

“Draco, a te ordino di cercare nella biblioteca di Hogwarts una spiegazione a quello che mi è successo. Lì ci sono tutti i libri magici dall'inizio dei tempi: deve pur esserci una risposta.

“Ora andate, comunicheremo per lettera, vi chiamerò a me col Marchio Nero di Draco” conclude la donna, congedandoli.

Rodolphus li accompagana al cancello. Dopo aver recuperato i Thestral, mentre l'uomo rientra nella Villa, Harry si toglie il Mantello.

Nausica lo bacia subito, abbracciandolo forte.

“Scusa, scusa” gli dice, dispiaciuta.

“Ma cosa dici, hai fatto quello che ti avevo detto io, sei stata bravissima!” le risponde il ragazzo, aiutandola a salire sullo scheletrico cavallo alato.

Raggiungono il castello, sono ormai le due passate.

Dopo aver salutato Draco, mettendosi d'accordo per trovarsi il giorno dopo a ragionare con calma, si dirigono alla Torre di Grifondoro.

Entrati dal buco de ritratto, trovano la Sala Comune ovviamente vuota, ma c'è Ron che ronfa sul divano, mentre Hermione è ancora china sui libri.

“Harry!” strilla la ragazza, svegliando il suo fidanzato di soprassalto.

Seduti sui divani vicino al fuoco, Nausicaa racconta ai due cos'è successo, febbrile.

“Arco della Morte hai detto?” chiede Hermione, raggiungendo i libri disposti disordinatamente sul tavolo.

Prende “Oggetti di Morte -Come Sfruttarli A Proprio Vantaggio” e si immerge nella lettura.

Nel mentre, gli altri discutono.

“Dobbiamo avvisare l'Ordine” afferma Ron.

“Prima occorre scoprire com'è sopravvissuta, senò nessuno ci crederà!” ribatte invece Nausicaa.

“Ragazzi...” biascica Hermione, la sua voce è un tremolio.

“Ma non possiamo perdere tempo! Diventerà sempre più forte, vi ricordo che è completamente fuori di testa!” esclama Harry.

“Ragazzi!” esclama ora la Granger, tornata vicino al divano.

“Un modo per tornare dalla morte c'è” spiega poggiando il libro sul tavolino del divano “ed è il più crudele e meschino. Ma è proprio da Bellatrix” conclude inorridita, lasciando i ragazzi a leggere, mentre si allontana verso il fuoco, preoccupata.

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Capitolo 12
*** La Dannata ***


Harry comincia a leggere.

"L'Arco della Morte, è uno degli oggetti necrofili più antichi e oscuri. E' formato da un arco di pietra velato, dove sono custodite le anime dei defunti. Chiunque lo varchi di propria volontà, si getta nella braccia della Morte consapevolmente, senza potervi fare ritorno. E' considerata una forma di suicidio.
"Tuttavia, è possibile gettarvi un'anima innocente al proprio posto, assicurandosi l'immortalità, dannando però la propria anima.Se si viene uccisi o feriti mortalmente, l'anima dannata può tornare nel Mondo dei Vivi sottoforma di essenza vitale, che può acquisire un corpo semiumano.
"Per spezzare la Maledizione dello Scambio di Anime, occorre che anche il dannato venga spinto nell'Arco, che restituirà l'anima innocente, immutata da come vi era entrata"

Il libro gli cade di mano. Nausicaa guarda il suo ragazzo, col respiro sospeso.

Oh, Harry è tremendo vero?” gli chiede Hermione.

Ma non hai capito?” esclama il giovane “se noi riusciamo a trascinare Bellatrix nell'Arco...”ma viene interrotto dalla sua dolce metà.

Mio padre potrà tornare!” esclama lei, gli occhi colmi di gioia.

Miseriaccia!” esclama Ron “ma ne siamo sicuri?” chiede poi rivolto alla Granger.

Ella ci pensa un attimo.

Bè, non c'è altro motivo per cui possa essere tornata. Quindi un tentativo dovremmo farlo”.

Restano svegli tutta la notte, elaborando piani, ipotesi e congetture.

Devono trovare il modo di attirare la donna nell'Ufficio Misteri, precisamente nella Stanza della Morte, ma come?

Ogni idea pare troppo debole, fleibile.

Alla fine si addormentarono, Harry e Nausicaa abbracciati, una coperta scarlatta addosso, mentre Ron ed Hermione con la testa sul tavolo, tra i libri.

Vengono svegliati il mattino dopo, da alcuni novellini che sgignazzano.

La Caposcuola li minaccia con una punizione da Gazza se non spariscono immediatamente. Quelli si dileguano dal ritratto della signora grassa in men che non si dica.

Trasfigurazione! Siamo in ritardo!” esclama poi la ragazza, scattando in piedi.

Hermione è sabato” Ron sbadiglia enormemente.

Si dividono avviandosi ai dormitori, per darsi una rinfrescata e scendere a colazione.

In una manciata di minuti, sono di nuovo tutti insieme e si dirigono verso la Sala Grande.

Harry va cenno verso la tavolata Serpeverde, a Draco, che avrebbero parlato dopo.

Allora” inizia Nausicaa “dove eravamo rimasti?"

Che dobbiamo trascinarla contro la sua volontà” le risponde il suo ragazzo “ma che preferiamo che lei sia cosciente, in modo tale che capisca quanto fa male” le sorride mettendole una mano intorno alla vita, mentre la ragazza addenta un tramezzino al pollo.

Ad un tratto però, il volto del ragazzo si fa più serio.

Perchè non ci abbiamo pensato prima?” chiede sovrappensiero “a informarci su quell'arco?”

Bè, Harry, è così antico, non c'è in nessun libro magico recente. Quello in cui l'abbiamo trovato, è il più sudicio e malridotto del Reparto Proibito, dubito che perfino Silente l'abbia mai tirato fuori dagli scaffali” gli risponde Hermione, semplicemente.

Dobbiamo formulare una Maledizione, farla leggere a Bellatrix per attirarla nella Stanza della Morte. Dev'essere credibile, pensi di farcela?” chiede poi alla Caposcuola, che annuisce.

Dovremo parlare con Kingsley, per entrare al Ministero” riprende poi il ragazzo “staremo più tranquilli” gli altri sono leggermente accigliati.

Ne sei sicuro Harry?” gli chiede la Granger, dubbiosa.

Sì” risponde lui fermo. Si reca della McGranitt per potersi mettere in contatto col Mnistro della Magia.

Nausicaa, intanto, si dirige alla tavolata Serpeverde, facendo cenno a Draco di seguirla.

Escono nel cortile interno di Hogwarts, poco affollato. In un angolino, gli spiega il piano, non ancora del tutto ultimato, ma semplice.

Il ragazzo è d'accordo, annuisce alle parole della cugina.

Non vedo come potremmo fare, altrimenti” le dice poi il cugino “senza contare che se non ci sbrighiamo, radunerà altri Mangiamorte. Spero solo che non liberi mio padre, per mia madre non c'è pericolo, hai sentito anche tu come l'ha definita!” afferma, incupendosi.

La ragazza lo abbraccia.

Draco, posso solo immaginare quanto sia difficile, anche a me manca Narcissa, lo sai. Tutto questo finirà presto però, te lo prometto, torneremo a vivere senza più pensieri, va bene?”

il ragazzo le sorride, staccandosi da quell'abbraccio fraterno.

Tornano ognuno nella propria Casa, Draco dopo aver raggiunto Astoria e Nausicaa da sola.

Nella Sala Comune, Ron ed Hermione sono seduti ad un tavolo in disparte dal resto dei Grifondoro, sommersi da fogli, pergamene e libri.

Dunque” afferma la Granger vedendo la ragazza prendere posto accanto a loro “tu e Draco direte a Bellatrix che l'unico modo per riavere tutti i suoi poteri, che ora non ha e un corpo invincibile, deve spingere un'altra anima nell'Arco, spiegandole che è immortale per avervi gettato dentro Sirius, ovviamente omettendo che lui potrebbe tornare. È tutto chiaro? Più semplice è, meglio riuscirete a mentirle” Nausicaa non ha mai visto questo lato coraggio e temerario della ragazza, ne è stupita e ammirata, annuisce.

In quel momento torna anche Harry, informandoli che l'indomani pomeriggio si sarebbero potuti recare al Ministero per parlare con Kingsley.

Hermione gli espone il piano, che egli trova perfetto.

Nausicaa è preoccupata. Un pensiero orrendo le scivola nella testa.

Harry lo sai che lei cercherà di spingere te, nell'Arco, vero?” chiede al suo ragazzo.

Lo so. Ed è di vitale importanza che tu e Draco fingiate di stare dalla sua parte, quando ciò accadrà” la ragazza lo guarda, il suo cuore batte forte, affranto.

Lui l'abbraccia.

Tranquilla” le sussurra “ce la faremo, vedrai. Ti fidi di noi?” le chiede poi. Lei annuisce, baciandolo.

Decidono di andare alla guferia, per mandare un messaggio a Bellatrix.

Dopo aver scelto una civetta candida, Nausicaa le lega alla zampa la lettera più falsa che abbia mai scritto.

 

Bella,

domani pomeriggio io e Draco ci recheremo a Villa Malfoy per illustrarti ciò che abbiamo scoperto stamattina.

Preparati a combattere!

Nausicaa

 

Disgustata dalla falsità delle sue stesse parole, osserva l'animale prendere il volo.

L'intera mattinata e gran parte del pomeriggio, li trascorrono insieme a Draco, elaborando più precisamente il piano, studiando tutte le possibilità, gli errori in cui potrebbero incappare, le follie che potrebbero uscire dalla mente malata della donna.

Dopo una cena a base di salsiccia e patate, con torta di crema e cioccolato, decidono di adare a dormire.

Harry e Nausicaa si danno la buonanotte con un lungo bacio, ma la ragazza osservandolo sparire dietro alla porta del suo dormitorio, decide di seguirlo, aprendola di scatto.

Gli corre incontro, prendendogli la mano, lo abbraccia poi da dietro.

“Voglio dormire con te” gli dice, la voce è un soffio dolce per le orecchie del ragazzo.

Salgono quindi insieme, i compagni di stanza di Harry sono un po' imbarazzati, ma i due si infilano subito a letto.

Chiuse le tende del baldacchino, si spogliano delle divise, dormiranno in mutande.

Lui l'abbraccia sotto le coperte, inebriandosi del profumo dei suoi capelli corvini.

Lei gli accarezza la schiena.

“Come fai?” domanda poi al ragazzo.

“A fare cosa?” chiede lui, stranito.

“A rendere la mia vita così..” alza gli occhi, il grigio ghiaccio si incontra col verde intenso.

“Così come?” la interrompe lui, avvicinandole le labbra alle sue.

Lei lo bacia, scatenando nei loro corpi il solito calore che non sanno spiegarsi, quello che hanno sentito dalla prima volta che si sono sfiorati.

“Buonanotte, amore mio” gli sussurra lei, dopo essersi distaccata dolcemente dalla sua bocca.

“Buonanotte, meraviglia” le risponde Harry, facendola addormentare con il sorriso.

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Capitolo 13
*** Fuori dall'abisso ***


Nausicaa si sveglia, più stanca di quanto non fosse quando si è addormentata.

Harry, al suo fianco respira regolarmente. Lo osserva un po', mordendosi il labbro inferiore.

Quel calore tra i loro corpi, nelle coperte, stretti nel piccolo letto, le provoca brividi di eccitazione.

Accarezza il volto del ragazzo, scende con la mano sfiorandogli il collo e il petto, per poi posarsi sul suo suo fianco, stringendolo appena.

Il ragazzo sospira dal mondo dei sogni a quel contatto.

Lei posa le labbra su quelle corrucciate di sonno del fidanzato, dischiudendole leggermente, leccandone leggera il contorno.

Lui apre gli occhi, la vede come una visione che lo eccita immediatamente. Le circonda i fianchi con le mani, spingendola verso di sé, sul suo corpo caldo e ancora avvolto nel tepore della notte.

Buongiorno” sussurra Nausicaa, staccandosi da quelle labbra, morbida, sentendo la sua erezione contro la sua pancia.

Gli sorride maliziosa, sfiorandogli il contenuto dei boxer. Lo guarda mentre infila dentro la mano, accarezzando il suo membro con movimenti di crescente intensità, facendolo tremare di piacere.

Muffliato!” ha appena il tempo di pronunciare l'incantesimo, Harry, per rendere l'incantesimo impertubabile ai loro gemiti.

Ferma la mano della ragazza, sente che sta per esplodere, ma non vuole che finisca così.

Infila lui le mani nelle sue mutandine colorate, la sente umida, un fuoco che avvolge le sue dita mentre la penetra piano, sfiorandole appena il clitoride.

Lei sospira, lo bacia in un vortice di lingue intrecciate con foga.

Basta, ti voglio dentro di me” sussurra al suo ragazzo, il quale si adagia delicatamente sopra di lei, aprendo le sue gambe con le proprie.

Le sfila le mutandine, dopo essersi tolto i boxer. Poi la prende per i polsi, tenendola ferma e la penetra, baciandole i seni.

La passione li avvolge selvaggia, furente, accesa e crescente.

L'unisono ritmo dei loro bacini scandisce quegli attimi di delizia per i loro corpi.

L'orgasmo arriva, più intenso della prima volta, stordendoli nuovamente, trasportati da quegli atti di piacere, li catapulta nel mondo esclusivo del loro amore, dove vivono solo loro due.

Lui si adagia sul seno di lei, restandole dentro.

Lei lo bacia in testa, riprendendo fiato.

Oggi potresti rivedere il vecchio lato di me” gli dice la ragazza, riferendosi a ciò che li aspetta, dopo aver ripreso il respiro regolarmente.

Lo so” risponde Harry, adagiandosi di fianco a lei, abbracciandola a sé “ma so che sarà solo una finzione”

Mi amerai ancora domani mattina?” chiede Nausicaa, colta ancora una volta dalle sue paure.

Per tutta la vita, baby”* le risponde sicuro, baciandola dolcemente in un sorriso tenero.

Quella domenica mattina, il sole splende nel cielo, creando un bagliore candido mentre i suoi raggi riflettono la neve fresca.

Harry e Nausicaa raggiungono la Sala Grande dopo una doccia ristoratrice delle energie consumate nel mattino.

È già ora di pranzo, si sono svegliati piuttosto tardi, dopotutto.

Hermione ripassa il piano, accanto ad un esasperato Ron.

Davanti a un pasticcio di carne, vedono arrivare il corvo di Bellatrix.

 

Sono molto orgogliosa di voi.

Vi aspetto nel pomeriggio.

Sono pronta a qualunque cosa.

Bellatrix

 

PS: deliziosa la civetta, un'ottima cena.

 

Improvvisamente, nessuno di loro ha più fame.

Dopo aver raggiunto Draco, Nausicaa si avvia con lui nella Foresta Proibita, per trovare i Thestral e raggiungere Villa Malfoy.

Nel frattempo, Harry, Ron ed Hermione si recano al Ministero della Magia tramite la Metropolvere, dall'ufficio della McGranitt. Il fatto che sia domenica, è una fortuna, poiché vi sono solo i guardiani e il Ministro, in via del tutto eccezionale.

I tre ragazzi, nascosti nella Stanza della Morta insieme a Kingsley e due Auror, attendono.

Intanto, i due cugini sono giunti alla dimora del giovane erede dei Malfoy.

La struttura appare ancora più macabra rispetto a soli due giorni prima.

Dopo aver attraversato il cancello, il giardino e aver bussato, Bellatrix li attende nel salotto, insieme a Rodlphus, seduto accanto a lei, come in venerazione.

“Benvenuti” la voce della donna è molto acuta, ma conserva un'aleganza innata ”esponetemi le vostre scoperte” ordina loro, senza troppi preamboli.

Nausicaa fa un passo avanti.

Sei tornata perchè ti sei assicurata l'immortalità gettando l'anima di mio padre oltre il velo dell'Arco della Morte” la ragazza sente un vuoto dentro, per quella bugia “per riavere tutti i tuoi poteri e un corpo immortale completo, devi però sacrificare un'altra anima con le stesse modalità. È scritto tutto qui, su questa vecchia pergamena che abbiamo trovato nel Reparto Proibito della biblioteca” le porge un foglio opportunamente occultato e falsificato, sperando che se la beva.

Bellatrix lo osserva, leggendo.

Si dà il caso che abbiamo ben pensato di attirare Potter e i suoi amici, facendogli credere che il Ministro voglia illustrare loro i corsi da seguire dopo i M.A.G.O.” afferma poi Draco, facendo un passo avanti.

Francamente, nipote, continuo a chiedermi come tu abbia potuto sprecare l'occasione di essere un Mangiamorte come si deve, con quella mente astuta” afferma la donna “mentre tu, Nausicaa, ho sempre detto al Signore Oscuro che tra di noi saresti stata perfetta!” la ragazza rabbrividisce dentro di sé a quelle parole.

Ora, afferratemi le braccia, anche tu Rodolphus, se succede qualcosa dovrai proteggermi! Ci recheremo immediatamente nella Stanza della Morte” e dopo averli afferrati, spariscono in un fumo nero.

Ma non è come la solita Materializzazione Congiunta: un turbine nero li avvolge, i due cugini sentono urla angoscianti mentre girano veloci, prima di arrivare.

L'enorme stanza ha una forma concava, circolare. Intorno, le pareti sono formate da spalti, come se fosse un'aula del Tribunale Magico.

Esattamente al centro, vi è l'Arco della Morte, di pietra. Un velo nero fluttua leggermente.

Avviciniamoci, voglio osservarlo da vicino” ordina Bellatrix, avviandosi per prima.

Proprio mentre sfiora con le mani la parete rocciosa che ricopre l'antico portale magico, una luce bianca la fa girare di scatto.

Bene”afferma il Ministro della Magia, dietro di lui Harry, Ron ed Hermione con le bacchette puntate “mi sa che qualcuno deve far ritorno al posto che gli spetta! Incarceramus!” delle funi avvolgono Rodolphus Lestrange, mentre due Auror lo afferrano, Smaterializzandosi.

Vile!” esclama la donna dannata, gli occhi da neri come la pece a infuocati “Crucio!” e l'uomo che ha fatto arrestare nuovamente suo marito si contorce a terra dagli atroci dolori. Kingsley sviene.

Perchè un conto è Bellatrix Lestrange che ti crucia, ma una Bellatrix dall'anima dannata è molto, molto più crudele.

Voi cosa fate lì impalati? Dobbiamo sconfiggerli, uccidete il rosso e la Mezzosangue, Potter è mio, sarà lui che spingerò nel velo!” ordina poi la donna.

Nausicaa e Draco fingono di duellare, un copione già prestabilito in quei giorni.

Ci ritroviamo, eh Potty? Pronto a fare la fine del tuo lurido padrino?” il ragazzo digrigna i denti a quelle parole.

Crucio!” esclama poi Bellatrix, una risata folle che però le muore in gola.

Nausicaa si è messa davanti ad Harry, le braccia aperte, per proteggerlo dalla Maledizione Senza Perdono.

Cosa stai facendo?” le urla la donna, mentre la ragazza, si accascia dal dolore che sta provando. È come essere colti da crampi intensi in tutti i muscoli del corpo.

Faccio ciò che è giusto!” esclama la ragazza, rialzandosi dopo aver contrastato la Maledizione Cruciatus.

Tu! Traditrice del Tuo Sangue! Come quella feccia di tuo padre! Era una trappola!” la rabbia di Bellatrix è infernale, circuisce l'area dove si trovano i tre col fuoco.

La donna dà le spalle all'arco. Devono prendere tempo, perchè quella mossa di Nausicaa non era in programma. Harry avrebbe dovuto occuparsi di uccidere definitivamente quell'anima dinnata.

Sciocca ragazza” continua la donna “hai fatto la stessa mossa della sporca madre Mezzosangue di Pottino! Ma farai la sua stessa fine! AVADA KED...”

Protego!” esclama Draco, dall'altra parte della stanza, in disparte, il fascio di luce bianca smorza anche il fuoco che aveva avvolto il trio.

Anche tu! Sporco traditore! Come osi?” l'ira della donna ora è incalcolabile.

Approfittando di quella distrazione, Nausicaa urla con quanto fiato ha in gola.

CRUCIO!” colpisce Bellatrix in pieno petto.

La creatura malvagia, si contorce dal dolore.

Fa male, vero?” la ragazza le si avvicina, girandole intorno “vuoi che la smetta?” le chiede con voce fintamente infantile, imitando gli sprezzanti toni della donna che si contorce ai suoi piedi, che annuisce, senza riuscire a parlare.

Come vuoi, Bella! Imperio!” lo sguardo infuocato di Bellatrix diventa perlaceo, vacuo.

Muori!” le ordina con rabbia Nausicaa, facendola entrare con un cenno della bacchetta nel velo, che avvolge la figura dannata in un fumo nero prima di attirarla a sé.

Per qualche secondo, l'arco emana bagliori dorati, un luce sempre più forte.

All'improvviso, quando l'oro illumina tutta la stanza, il corpo di Sirius, cade fuori dal velo, adagiandosi a terra, come addormentato.

Sirius!” esclama Harry, raggiungendo il padrino e inginocchiandosi accanto a lui.

Nausicaa lo segue, prendendo la mano del padre.

E' calda, Harry” la ragazza controlla che respiri “è vivo! Hermione avvisa il San Mungo, credo che ci vorrà un po' perchè si svegli ma dovremmo farlo visitare dai Curatori”.

Abbraccia poi il suo ragazzo, senza lasciare la mano di Sirius.

Ce l'abbiamo fatta!”piange di gioia, lei.

Sì” le risponde il ragazzo, con un sorriso enorme, estasiato, di gioia vera “ma perchè ti sei buttata a difendermi? Eravamo d'accordo che ci avrei pensato io..” le chiede poi, ma senza rimprovero.

Perchè non volevo che ti facesse del male. E poi perchè volevo eliminare il mio passato una volta per tutte” risponde la ragazza. Lui la stringe più forte a quelle parole, commosso.

Osservano Sirius mentre gli altri parlano con i Curatori.

È proprio lui, anche se a loro non sembra ancora vero. Ha un'espressione strana, ma gli esperti di Medimagia li rassicurano, è normale dopo Maledizioni così potenti quella reazione.

L'uomo viene portato al San Mungo in attesa del suo risveglio, insieme al Ministro che non si è ancora svegliato.

Sta iniziando qualcosa di nuovo nella vita di Nausicaa.




* citazione tratta dal film Cambia la tua vita con un clik.

Questo capitolo è dedicato a Desdemona Malfoy e a tutte coloro che amano Sirius Black.

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Capitolo 14
*** Grimmauld Place, numero 12 ***


Sirius si sveglia dopo due giorni, in un letto dell'Ospedale San Mungo per ferite e malattie magiche.

Hermione si era premurata di spiegare a Nausicaa che doveva aver attraversato quello i Babbani avrebbero definito “stato comatoso”.

A lei importa ben poco di cosa sia: vuole solo che suo padre si svegli, per cominciare al più presto la sua vita con lui giustamente al suo fianco.

È un mattino di inizio dicembre, quando l'uomo apre gli occhi, sbattendo convulsamente le palpebre, accecato dalla luce dopo più di tre anni di buio.

Papà!” esclama la ragazza, seduta accanto a lui, insieme ad Harry.

I due fidanzati sono rimasti sempre al suo fianco, senza tornare a scuola, col permesso della McGranitt, mentre Draco, Ron ed Hermione vi hanno fatto ritorno subito dopo averli accompagnati lì.

Sirius la guarda stranito.

Da quando mi chiami papà e non padre? Dove mi trovo, in un universo parallelo?” domanda l'uomo, guardandosi intorno, la voce intorpidita “Harry!” esclama poi, vedendo il suo figlioccio accanto alla figlia.

Il ragazzo lo abbraccia forte, Nausicaa li guarda commossa.

Volete darmi delle spiegazioni? Ho capito di essere al San Mungo, ma cos'è successo? L'ultima cosa che ricordo è la faccia di quell'arpia di mia cugina che mi ha scagliato non so che incantesimo. Poi il vuoto. Mi viene in mente solo un sogno che ho fatto” riflette l'uomo, una mano sul mento a giocherellare con la barbetta nera “accompagnavo te, Harry, nella Foresta Proibita insieme a James, Remus e Lily. Credo che ti stessimo portando da Voldemort. Assurdo!”

Non era un sogno, Sirius” gli spiega Harry, prendendo nuovamente posto accanto alla sua ragazza “sei rimasto imprigionato nell'Arco della Morte per quasi quattro anni, finchè Nausicaa non ha ucciso Bellatrix, liberandoti” ed il ragazzo gli racconta della Maledizione dello Scambio di Anime.

Tu hai ucciso mia cugina? Tu che la veneravi e la bramavi come esempio di vita? Santo Merlino, sono veramente in un universo parallelo!” esclama l'uomo, sgranando gli occhi grigi, osservando il suo identico sguardo nelle iridi della ragazza.

No, papà, ho semplicemente capito” Nausicaa guarda Harry “che guardavo l'orizzonte sbagliato” e abbraccia anche lei il padre, ritrovando il calore familiare delle sue braccia, quello che ha provato la prima volta che si sono incontrati.

Ora spiegatemi tutto quello che è successo in questi anni, allora. Dov'è Voltemort? Dove sono tutti gli altri? E com'è che voi due vi conoscete?” li interrogA nuovamente Sirius, distaccandosi dolcemente dall'abbraccio della figlia, tenendola però accanto a sé, un braccio sulla sua spalla.

Ed Harry conincia a raccontare. La morte di Silente, gli Horcrux, l'ascesa al potere di Voldemort, la Battaglia di Hogwarts... La parte più difficile è quella dei caduti.

Sirius, Remus è morto. E anche Ninfadora” l'uomo, che stava accarezzando la schiena di Nausicaa, si ferma di colpo.

Lunastorta!”esclama portandosi le mani al viso. La ragazza abbraccia il padre, cercando di consolarlo. Ma lei sa che perdere il proprio migliore amico (l'ultimo rimasto poi) è una ferita che non si rimarginerà mai.

Chi altro?” chiede Sirius, asciugandosi gli occhi.

Fred Weasley” risponde Harry, un groppo alla gola.

Sirius guarda fuori dalla finestra. Andava d'accordo coi gemelli, sapevano sempre come farlo ridere. E poi chiunque avesse capito, senza l'aiuto di Felpato, Ramoso, Lunastorta e Codaliscia come funzionasse la Mappa del Malandrino, aveva tutta la sua totale stima.

In quel momento entrano due Guaritori, affidati al suo singolare caso. Sgridano i ragazzi perchè non li hanno informati che il mago si è risvegliato.

Lo informano che dovrà restare lì per un bel po', poiché vogliono effettuare degli esami e che comunque prima si devono calmare le acque perchè il San Mungo è già pieno di ammiratori che vogliono stringere la mano a lui e ai due ragazzi.

Dopo averlo visitato, distraendolo per un attimo dal dolore che lo sta attanagliando, li lasciano nuovamente soli.

Ora è il turno di Nausicaa.

Gli racconta com'è arrivata a Hogwarts, come abbia conosciuto Harry, del ritratto nella Stanza delle Necessità, cominciato a rivalutare tutta la sua vita.

Lui l'ascolta, stupito. Lei è indecisa se dirgli della sua relazione con Harry, visto il suo umore già abbastanza... Nero?

Ma è lo stesso ragazzo ad informare il suo padrino.

Noi stiamo insieme” gli dice d'un fiato.

Ma l'uomo sorride ai due.

Ne sono felice!” afferma poi, congratulandosi con entrambi “e sono orgoglioso di te, figlia mia, ho sempre voluto che conoscessi Harry, non potresti farmi un regalo più bello del tuo cambiamento! Era per questo che volevo ti trasferissi ad Hogwarts, l'ho sempre saputo che non avevi preso il gene folle dei Black! Vieni qui!” e allarga le braccia, stringendola nuovamente a sé, felice.

Sirius rimane in ospedale fino a pochi giorni prima di Natale. Intanto, Nausicaa, Harry, Ron, Hermione e Draco, sono ancora più popolari che dopo la Battaglia di Hogwarts. La Gazzetta del Profeta li tiene in prima pagina per una settimana. Ricevono migliaia di lettere dagli ammiratori, la consegna della posta a scuola diventa un inferno.

Nei week-end, i ragazzi insieme ad Molly e Arthur Weasley, rimettono a nuovo il numero 12 di Grimmauld Place.

Riescono a eliminare l'arazzo della Nobile e Antichissima Casata dei Black, ma non il quadro di Walburga.

Ridipingono tutti le pareti di un rosso acceso, caloroso, i mobili assumono una sfumatura dorata.

È una casa da Grfondoro. Ogni traccia del passato oscuro, è svanita.

La camera di Sirius è ovviamente ciò a cui si dedicano di più. E se ne occupano solo Harry e Nausicaa.

Conservando i colori del resto della casa, ristrutturano il vecchio letto a baldacchino, rendendolo più spazioso, con ricami rappresentanti dei leoni nella struttura in ferro.

Alle pareti, centinaia di foto. Di Sirius, di James, dei Malandrino, di Harry e Nausicaa, di Tonks e Teddy, dei gemelli Weasley. Una camera che è uno scrigno di ricordi, per non dimenticare nessuno.

Mancano due giorni a Natale, quando i due fidanzati vanno a prenderlo.

Lui li aspetta in camera, un enorme baule ripieno dei regali dei suoi ammiratori.

Usciti dall'ospedale, l'uomo respira profondamente l'aria di Londra. Quel mattino ha nevicato copiosamente, rendendo l'atmosfera, già colma di luci e colori, ancora più natalizia.

I due ragazzi capiscono che ha voglia di camminare, quindi no si Smaterializzano, ma procedono nella passeggiata, a fianco di Sirius.

Dove andiamo?” chiede però quello, preoccupato “non a Grimmauld Place vero? Non voglio metterci più piede, lì”.

Il panico assale Harry e Nausicaa. Quest'ultima, decide di trasfigurare un rametto che trova in terra in una fascia di seta, per bendare suo padre.

E' una sorpresa” gli dice poi, facendolo girare su se stesso.

Lo accompagnano lungo la strada, a braccetto, fino ad arrivare a destinazione.

Gli viene tolta la benda.

Una porta candida, che non riconosce. Sua figlia lo esorta a girare la maniglia.

Un corridoio scarlatto, tende dorate. Non capisce che luogo sia quello. Enormi dipinti gli sorridono gentili.

Solo un quadro enorme in fondo è coperto. Quel particolare e un portaombrelli a forma di piede di troll, ridipinto di un viola acceso, gli fanno capire dove si trova.

Ma come avete fatto!” esclama a voce un po' troppo alta, svegliando il ritratto della signora Black.

Mezzosangue! Feccia! Sudici ibridi che infangate la casa dei miei padri!” Nausicaa le si avvicina, sfoderando la bacchetta.

Tuuuuu! Traditrice del tuo sangue, abominio, vergogna della mia carne...

E sta zitta!” esclama la ragazza, chiudendo le tende con un colpo magico.

Ora mi odia, hai visto papà?” fa notare al padre.

E' un buon segno” le risponde lui, cingendole le spalle “mostratemi il resto del miracolo” e i due ragazzi lo accompagnano di sopra.

La sua camera, gli fa brillare gli occhi.

E anche scendere una lacrima, mentre guarda le fotografie attaccate al muro.

Siete stati superbi. Veramente, come avete fatto? Amo questa casa, ora, almeno quanto l'ho odiata!” e abbraccia i due.

Lo portano in cucina, dove un Kreacher indaffarato a cucinare, stupisce Sirius ancora di più. Mai aveva visto l'elfo cucinare per lui, né tantomeno così messo a nuovo, col gonnellino candido.

Padron Sirius” e la creatura si inchina “Kreacher è lieto del suo ritorno e spera che la cena sia di suo gradimento”.

Nel salotto, c'è un sacco di gente che gli urla “SORPRESA!” quando entra.

Un enorme tavola imbandita. Ci sono tutti.

Molly, Arthur, Bill, Fleur, Charlie, George, Ginny, Hagrid, Andromeda con il piccolo Teddy e anche Kingsley.

Sirius è commosso, abbraccia tutti, con particolare attenzione per chi ha subito delle perdite molto forti, come Andromeda e George.

Prende in braccio il figlio del suo migliore amico. Ha i capelli di un'intensa sfumatura turchese, ma gli occhi sono di Remus.

A tavola, Harry siede alla sua destra e la sua ragazza dall'altra parte.

La cena è ottima, semplice, ma familiare. Kreacher, in fondo sa cucinare.

Dopo essersi saziati anche di dolce, mentre gli uomini parlano con Sirius e le donne si scaldano vicino al fuoco in cucina, Nausicaa gioca col piccolo Teddy, che però a un certo punto le vomita addosso.

Con disappunto, visto che ha comprato lo splendido vestito rosso per l'occasione, decide di recarsi nella sua camera, poiché ha lasciato la sua bacchetta nel mantello, lasciando il bimbo alla nonna.

Ma passando davanti alla camera di Sirius, nota la luce accesa e la porta socchiusa.

Decide di entrare, magari qualcuno ha dimenticato di spegnere.

Ma nella stanza c'è George Weasley, che osserva la foto che lo ritrae insieme al suo gemello e Sirius.

Oh, ciao” le dice, gentile “bellissima questa stanza, complimenti. Potreste ristrutturare anche il mio appartamento... Non ti sarai mangiata le Pasticche Vomitose che ho lasciato nel piatto che c'è all'ingresso vero? Gratta e Netta!” esclama poi rivolto al petto della ragazza.

Grazie, non trovavo la mia bacchetta, giù. Comunque niente Merendine Marinare, è stato Teddy” Nausicaa osserva la foto. Quei tre sono proprio felici, ignari del futuro.

E' molto...” inizia la ragazza, interrotta però da George.

Bello? Lo diceva in continuazione che era più bello lui. E anche il più brillante. Io sono sempre stato più razionale. Ci completavamo” la sua foce è triste, la ragazza gli mette una mano sulla schiena.

Mi dispiace per tuo fratello” gli dice, con sincera commozione.

Io ho perso la mia migliore amica, in questa guerra” non sa perchè lo sta raccontando a lui, neanche Harry sa di quella storia “Rebecca non aveva colpe. Era solo figlia della persona sbagliata” ispira profondamente “di Karkaroff”

Non sapevo che avesse famiglia” riflettè il ragazzo.

Lei era figlia unica, come me. Andammo d'accordo sin dal primo anno. La consideravo una sorella. I Mangiamorte l'hanno uccisa perchè non ha confessato dove fosse suo padre” finalmente, dopo anni, quel nodo che ha nel petto si sta sciogliendo.

A volte parlare con un sconosciuto è più utile, perchè non ci sentiamo giudicati, siamo liberi, abbiamo carta bianca, lui non ci conosce.

Mi dispiace davvero” il ragazzo, a sorpresa, l'abbraccia. Ma non lo fa con secondi fini, questo lo percepisce. È un abbraccio fraterno.

Scendono giù, raggiungendo gli altri.

Osserva la famiglia Weasley. Nonostante tutte le loro sofferenze, sono lì, a sorridere.

Anche lei vuole una cosa del genere.

Guarda sua padre ed Harry.

È così bello avere qualcuno da amare.

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Capitolo 15
*** Un Natale diverso ***


Il giorno dopo la cena in onore di Sirius, è la Vigilia di Natale.

La famiglia Weasley decide di trasferirsi temporaneamente a Grimmauld Place, sotto invito di Harry, che spiega a Nausicaa quanti bei Natali abbia trascorso con loro.

Inoltre, la morte di Fred è ancora così fresca, che rimanere alla Tana sarebbe devastante per tutti loro.

Alla ragazza piace molto Molly. È materna e gentile.

Quel giorno le insegna a incantare i ferri da maglia e a cucinare la zuppa di cipolle senza avvelenare nessuno.

Proprio a lei, che era stata sempre servita dagli elfi domestici, a Villa Malfoy! Le faccende domestiche sono decisamente qualcosa di nuovo per lei, ma le piacciono.

Tutti gli abitanti di Grimmauld Place creano un'atmosfera nuova per la ragazza, traspare così tanto amore in tutto ciò che fanno.

Sorseggiando cioccolata e panna, quella sera, vicino al caminetto della cucina accoccolata tra le braccia di Harry, gli confessa quanto le piaccia la sua nuova vita.

Devo ringraziarti, ora so vivere davvero, Harry” e lo bacia dolcemente. Baci cioccolatosi, caldi e teneri, accanto al tepore del fuoco.

Non può chiedere di meglio.

La mattina di Natale, ai piedi del suo letto (dorme nella stanza che fu di suo zio Regulus, con Hermione e Ginny), c'è un mucchio di pacchetti colorati.

La signora Weasley le ha regalato un vestito-maglioncino in diverse tonalità di azzurro, di lana.

Un pacco enorme, sotto a tutti gli altri, però, attira la sua attenzione.

Contiene diverse tele e colori magici.

C'è anche un bigliettino.

 

Ora puoi dipingere tutto l'amore che c'è.

Ti amo

Harry

 

Sorride, il cuore colmo di gioia. Scarta un libro da parte di Hermione e Ginny (con le quali ha instaurato un rapporto più o meno civile, ormai): Guida Introduttiva alla Medimagia e Pozioni Guaritrici. È un volume pesante, verde acido, ricco di illustrazioni.

Anche George Weasley le ha fatto un regalo. Uno specchietto, dove l'immagine riflessa cambia assumendo smorfie ed espressioni buffe.

Dietro allo specchio, vi è un'incisione fatta dal ragazzo..

 

Se sorridi alla vita, anche lei lo farà con te.

George

 

Draco, che sta passando il Natale in Francia con Astoria, le ha mandato un carrilon del Moulin Rouge, con mini ballerine di Can-Can che ballano ogni volta che si apre, con il sottofondo del Tango di Roxanne.

Per ultimo è rimasto un pacchetto piatto, piuttosto pesante. Mentre lo prende, le sue compagna di stanza si svegliano, augurandole Buon Natale.

Nausicaa ha comprato ad Hermione un diario, che cancella automaticamente le cose brutte, mentre per Ginny, non sapendo minimamente i suoi gusti, ha optato per una grossa scatola di dolci di Mielandia.

Torna al regalo misterioso. Il pacchetto è rosso, con una scritta dorata.

 

Nausicaa significa Principessa del Vento

 

Sorridendo, lo scarta.

È una fotografia di lei da piccola, in una splendida cornice argentata che la ritrae insieme ai suoi genitori. Dev'essere stata scattata il giorno della sua nascita, perchè sua madre è a letto.

La donna le somiglia molto, ha un'espressione buona e felice. Non sembra una Mangiamorte, in quel momento.

Sirius, reca sul volto il sorriso di un padre per la gioia della nascita della sua piccola.

Ma ciò che più piace a Nausicaa è il bigliettino.

 

Sei la mia principessa. Mi hai salvato la vita due volte.

Quando sei nata, rendendomi la persona più felice del mondo, ed ora che fai brillare ogni mio singolo giorno.

Ti voglio bene

Tuo padre

Il tuo papà

 

La gioia la fa commuovere. Mostra la foto ad Hermione e Ginny, che sono molto felici per lei.

Si lava velocemente, indossando una abito rosso, stile impero, con calze nere e stivaletti anch'essi dello stesso colore del vestito. Lascia i capelli ricaderle sulla schiena.

Vuole andare da Harry, per ringraziarlo e fargli vedere il regalo di suo padre.

Bussa alla sua camera, che il ragazzo divide con Ron, George e Charlie (già scesi a colazione) e lo trova sul letto, a scartare i regali.

Fuochi Forsennati Weasley, divise per il Quiddich, un maglione da Molly e al petto porta già il suo pensiero.

Un piccolo ciondolo a saetta, d'oro bianco dei Goblin.

Buon Natale amore mio!” le dice trascinandola sul letto “mi hai fatto un regalo meraviglioso!”

Auguri, Prescelto” gli sorride lei baciandolo “il tuo regalo invece mi ha sorpreso. Sai sempre cos'è giusto per me!”

Poi gli mostra il regalo di suo padre.

Eri stupenda anche da piccola!” le dice Harry baciandola ancora. Anche al ragazzo Sirius ha regalato una foto, li ritrae insieme, il Natale prima della sua morte.

C'è un biglietto anche per lui.

 

Le persone che ci amano non ci lasciano mai veramente.

Possiamo sempre ritrovarle.

Nel nostro cuore.

Sirius

 

E' una frase che mi disse prima di partire latitante, sai quando lo liberammo dai Dissennatori” le spiega sorridendo.

Sai Harry, non ho più paura da quando ci sei tu. Stringimi!”

Un abbraccio lungo, un bacio caldo che risveglia la potente attrazione che c'è tra di loro...

Ma qualcuno apre improvvisamente la porta.

'Giorno!” è George, Nausicaa non può fare a meno di scoppiare a ridere, il ragazzo ha uno spazzolino nel buco dove prima c'era stato il suo orecchio.

Mi dispiace interrompere quella che sicuramente potrebbe diventare una splendida mattinata d'amore selvaggio, ma mia madre reclama la tua presenza in cucina, Nausicaa” li informa sogghignando “anche se io non ti farei cucinare proprio il giorno di Natale...” e si Smaterializza, prima che il cuscino lanciato la ragazza sentendo quell'insinuazione lo colpisca.

Nausicaa decide però di andare prima da suo padre, vuole vedere se è contento del regalo che gli ha fatto e ringraziarlo per la foto. Ci ha messo molto per sceglierlo, ma è certa che gli sarà piaciuto.

Bussa alla porta, dopo averlo sentito invitarla a entrare, apre con un sorriso che diventa uno sguardo meravigliato.

Sirius indossa l'abito che le ha regalto sua figlia in quel suo primo Natale da uomo libero. Un completo pantolni, giacca e gilet di velluto bordeaux, dalle linee sofisticate, eleganti, ricamato riccamente negli orli da fili d'oro che formano ghirigori. Una camicia dorata di seta, semplice, con una cravatta coordinata completa il tutto, rendendolo splendente come il sole.

“Cos'è quella faccia? Sto male?” le chiede l'uomo, guardandosi nello specchio dell'armadio, terrorizato.

“No papà, sei bellissimo! Buon Natale” si disincanta dal guardare l'abito che ha scelto, complimentandosi con sé stessa della scelta azzeccata “il tuo regalo è stupendo! Grazie davvero!” e lo abbraccia, felice.

“Anche il tuo, piccola mia” le accarezza la testa, stringendo finalmente a sé quella figlia che tanto gli era mancata. Mentre si ammira ancora, lei decide che quello è il momento.

 

 

Quel giorno, Sirius, ebbe il primo paragone ufficiale con sua figlia. Più la guardava, più comprendeva il suo malessere interiore, com’era cresciuta in tutti quegli anni senza di lui e, poi, aveva trovato la via.
Aveva incontrato Harry e l’avevano riportato in vita.
Si sentiva intorpidito, stanco, spossato.
Dopotutto, adesso, era insieme al figlio del suo migliore amico e a sua figlia.
Dov’erano i suoi migliori amici? L’amore della sua vita?
In cielo. Lui non c’era mai stato, in cielo.
“Papà?”, domandò Nausicaa, sedendosi sul letto.
“Dimmi, stella”, rispose lui, sorridendole.
La figlia assomigliava a sua madre, tranne i capelli, quei bei boccoli che ricadevano dall’alto verso il basso e che le ricoprivano le grazie.
“Com’era la mamma?”.
Arrivò anche la domanda che Sirius sperava di non udire, mai.
Come poteva spiegare la nascita del loro amore insano, senza intaccare la memoria della defunta?
Semplice. Ci vogliono poche parole.
“Unica”, disse, ma ciò non bastò a sua figlia, perché la vide inarcare un sopracciglio, non senza un certo scetticismo.
“Non m’interessano gli aggettivi, voglio sapere di voi…voglio sapere chi sono”, concluse, infine, tirando su con il naso.
Nausicaa non avrebbe mai compreso il verbo piangere, sua zia le aveva impartito tante lezioni per evitare che le lacrime sgorgassero, inesorabilmente, dagli occhi.
“Sei nostra figlia, questo dovrebbe bastarti”, rincarò Sirius.
Non voleva ricordare momenti troppo dolorosi, perché una volta aperta la porta della memoria era impossibile tornare indietro. Sarebbe stato investito da un fiume in piena, troppo violento perché potesse essere arrestato, ma al contempo, sapeva di doverle la verità.
Doveva dire a sua figlia tutto, dovevano istaurare un rapporto di fiducia.
“Lei era una Mangiamorte, questo lo sapevi, no?”, domandò, e vide la figlia annuire.
“Ci siamo conosciuti, per caso in una via semideserta…da allora l’amore che non avevo mai conosciuto, se non per i miei amici e Lily, nacque”, mentì.
Una parte del discorso era vera, l’altra no. Nausicaa s’infastidì dalla totale mancanza di dettagli, poggiò la sua manina su quella del padre e gli scoccò un bacio in fronte.
Forse, suo padre, un giorno, le avrebbe narrato tutto.
Perché ci sono segreti che devono rimanere tali, che non possono essere visti alla luce del sole.
“Io ho amato tanto tua madre, non ho mai smesso di pensarla, neanche ad Azkaban, quando anche l’ultimo fioco barlume di speranza pareva annientarsi”.
“Lei?”, quella domanda era dolorosa.
“Sono sicuro di sì, Nau. Chi non s’innamorerebbe di me?”, burlò la figlia e la vide ampliarsi in un sorriso.
Lei. Nella mente tornava sempre lei.
Troverai sempre coloro che ami, Harry. Nel tuo cuore.
“Ero programmata?”, un’altra domanda inesplicabile.
“No”.
Verità dolorose.
“Ma ciò non significa che noi non ti abbiamo mai desiderata…”, tentò Sirius, vedendo la figlia abbattuta.
“Non preoccuparti, papà, sono grande le capisco certe cose”, rispose con tono velenoso, un tono che gli ricordò Bellatrix.
Quella donnaccia aveva cresciuto sua figlia in sua assenza, e ne stava per fare un mostro, ma lei, in fondo, era buona.
Aveva la metà di Sirius pronta a salvarla dalle tenebre.
In più, adesso, aveva anche Harry.
Sirius non poteva esserne più felice.
“Tra te e Harry cosa c’è?”, domandò a bruciapelo.
Nausicaa arrossì violentemente, cosa assolutamente estranea per lei. Lei sentì le guance in fiamme, quasi stessero per cuocerci sopra dei Marshmallow!
Sirius scoppiò a ridere, con gli occhi quasi lucidi per la risata sguaiata.
“Ecco…io credo…lo sai”, emise quelle parole con poco fiato e Sirius dovette aizzare le orecchie per udirle.
“Oh, l’amore…questa tragedia!”, tuonò, impetuoso.
Per un attimo gli passò per la mente di provare a impedire la loro relazione, solo per vedere la reazione di Nausicaa.
“Tu non lo accetti?”, la figlia si alzò dal letto e lo guardò con occhi spietati.
Bellatrix.
“Ma certo che lo accetto! Non potrebbe esserci felicità maggiore…se solo James fosse ancora vivo”, disse, destandosi dal letto e mettendosi più comodo. I suoi capelli neri e ricci incorniciavano il viso, quasi non si notava che gli anni erano passati e che non era più un giovanotto: Sirius era rimasto di una bellezza venerante. Il tempo non lo aveva scalfito né accomodato.
Nausicaa cambiò del tutto umore, non era abituata alle stranezze del padre, ma pensò di fare un passo in avanti, magari lui si aspettava qualcosa, un abbraccio ad esempio.
A parte Draco e Harry, nessuno non l’aveva mai avvolta tra delle comode e possenti braccia. O meglio, nessuno l'aveva avvolta in un vero abbraccio affettuoso.
Si chinò su suo padre, facendo attenzione alla veste che aveva indosso, e gli baciò il naso.
Un gesto che non aveva bisogno di parole, perché un gesto ne valeva mille.
“Come vai a scuola?”, esplose Sirius, accarezzandole i capelli e permettendole di risedersi accanto a lui.
“Benissimo, sono una delle migliori”, rispose leggermente altezzosa e fiera.
“Uhm…quindi nessuno scherzo, passatempo, danno?”, domandò Sirius, con viso sorpreso.
“No, io sono una ragazza seria”.
Io sono diversa da te.
Sirius lo avrebbe mai accettato? Pensò Nausicaa.
“Sai, alla tua età, io ero un pericolo, in effetti, non solo io, anche James, Remus e…”, la sua voce si strozzò improvvisamente, “e, beh, brava, devo ammettere che sei davvero una studentessa modello, come Hermione”.
Non appena Sirius nominò Hermione, Nausicaa subì un colpo al cuore. Ci stava provando davvero a instaurare un buon rapporto con la migliore amica del suo ragazzo, ma ancora non si era abituata a lei.
Nessuno poteva paragonarla a nessuno comunque, tantomeno a quella saputella con la faccia da topo.
“Io sono migliore di lei”, tuonò, sistemandosi i capelli all’indietro e imbronciandosi la bocca.
“Oh, ne sono sicuro, ricorda, però, che la sapienza non è tutto”.
“In che senso?”, domandò, scontrosa.
“Devi goderti la vita perché non sai in anticipo il giorno in cui tutto volgerà al termine e, fidati di tuo padre, quel giorno arriva e non ci sono sconti, non passare tutto il tuo tempo su un libro, esci con Harry, anche stasera, hai il mio permesso”.
Suo padre con una frase aveva sbagliato tantissime concezioni.
“Io non passo la mia vita sui libri, io esco, e comunque non ho bisogno del tuo permesso per uscire con Harry!” esclamò, innervosita.
Si dovevano comprendere, avevano ancora molto da imparare.
“Non intendevo questo, Nausicaa, io voglio conoscerti”, disse, sinceramente dispiaciuto.
“Anch’io papà, ho solo bisogno di tempo”, rispose, prima di uscire dalla stanza, inviargli un’occhiata di compassione, e chiudere la porta alle sue spalle.

 

Si abbandonò sul letto, parlare di Morganne gli aveva risvegliato qualcosa dentro, nel cuore. Era come un buco, quel profondo solco nella sua anima che solo lei aveva saputo riempire.
Il vento gelido soffiava impetuoso ma Sirius pareva non avvertirlo.
Aveva appena salutato James e Lily, e regalato a Harry una scopa in miniatura.
Sapeva che, quel piccolo bimbo innocente dagli occhi verde, sarebbe diventato un cercatore straordinario.
Non vedeva l’ora di assistere alle sue partite e di fare il tifo per lui, come aveva fatto con James a suo tempo.
Dovevano sconfiggere Voldemort al più presto o non ci sarebbe stata più nessuna partita a cui assistere.
Voleva partecipare al suo primo volo, lui lo avrebbe cresciuto, perché voleva sentirlo anche un po’ suo, nonostante fosse solo il suo padrino.
James era il suo punto di riferimento, suo fratello.
Remus era il suo centro, il suo migliore amico.
Peter era un’incognita, ma gli voleva bene.
Tutto di un tratto, l’aria si fece più gelida, un soffio gli scarmigliò i capelli e pareva proprio quello della morte.
La morte avvertiva quando arrivava? Quando si abbatteva sulla vita di una persona per strapparla a tutti?
Si voltò e vide una donna, una bellissima donna, che lo stava squadrando.
Era eterea, come se fosse una veela, sentiva il sangue gelato, la testa gli rimbombava.
Tum, tum, tum.
Cos’era quel rumore incessante?
Il suo cuore?
No, non era il cuore di lei.
Era il suo, quello di Sirius Black.
“Ciao”, gli disse la donna, salutandolo con una mano e flettendo un sopracciglio.
Non poteva fidarsi di lei. Poteva essere lì per ordini superiori.
Era una strada deserta, vicina alla casa dei Potter, troppo vicina.
James! Lily! Harry!
Quei nomi esplosero, ma si sentì calmo. Era a causa sua?
“Chi sei?” le domandò, diffidente.
“Una donna”.
“Lo vedo benissimo”, le rispose, immusonito.
La donna si avvicinò, e Sirius poté guardarla meglio.
Era altissima, un fisico perfetto, il volto segnato.
Un volto che stonava con l’insieme.
Sirius agguantò la bacchetta dai suoi pantaloni neri attillati e la donna non fece un passo.
“Vuoi uccidermi?”, gli chiese, mantenendo lo sguardo in alto.
“Se sarà necessario…”, le fece constatare.
Lui non aveva mai ucciso una donna che lo attraesse.
Sarebbe stato difficile ribellarsi alla sua virilità.
La donna, che aveva indosso un abito attillato blu notte, scoppiò a ridere.
“Voglio solo parlare con te”, gli disse, sinceramente dispiaciuta.
“Io no, non ho niente da dirti”, le rispose, forse un po’ troppo brusco.
Mai affezionarsi a una mangiamorte.
Si vedeva lontano un miglio il suo marchio di appartenenza, la voce calma nonostante la situazione preoccupante.
“Tu sei un Black, vero?”, domandò,
“Come fai a saperlo?”.
“Il medaglione”.
Sirius abbassò il capo e notò ciò che aveva appeso al collo. Credeva di averlo tolto, invece, era lì.
“Che cosa vuoi?”, le chiese, scorbutico.
“Te!”, esclamò, improvvisamente, correndo verso di lui e cingendogli la vita.
Sirius rimase sorpreso da quello slancio, ma non disse nulla, non le ricambiò nemmeno l’abbraccio.
“Sei impazzita? Nemmeno ti conosco e ti butti tra le mie braccia”, tuonò, scuotendola da sé.
Lei ci rimase male e il suo viso era dipinto di vergogna mista a paura.
“Ho perso la testa, scusa…”, gli disse.
Gli voltò le spalle, improvvisamente, pareva più vecchia, nessuno l’aveva mai rifiutata e quell’opposizione la fece sentire distrutta. Non sapeva nemmeno lei perché lo aveva agguantato, ma sentiva il bisogno di amare qualcuno, e chi era più adatto di Sirius Black, cui solo il nome era leggenda?
“Aspetta!”, esclamò Sirius, imponendole di fermarsi, ma lei camminò più velocemente, affrettò il passo, quasi cadde nella sua corsa verso il nulla, ma non poteva certo competere con Sirius, infatti, poco dopo, la raggiunse e le strattonò un braccio, gentilmente, non le fece male.
Un’altra soffiata di vento gelido.
Lei si girò come un gattino sperduto. Sirius rimase colpito dal calore che, nonostante tutto, emanava la donna.
“Vieni con me…”, le ribadì, fidandosi per la prima volta di una persona che non fossero i suoi amici.
Aveva bisogno di qualcosa in cui credere.
Aveva bisogno di una donna.
Una donna che, un bel giorno, avrebbe dato alla luce la sua unica figlia.
La ragazzina che adesso sostituiva quel calore che sua madre era in grado di donargli.
E adesso, non poteva fallire. Adesso, doveva crescere sua figlia, recuperare il tempo perduto, e assistere al suo matrimonio con Harry.
Perché, ancora una volta, aveva bisogno di crederci nel suo futuro.

Il paesaggio mutò, i suoi ricordi si spensero, e chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalla spiaggia. Stava sognando oppure era la realtà?
Cosa si provava dopo la morte di qualcuno che avevi amato, incondizionatamente?
Ansia.
Perché non sai quando lo rivedrai: giorni, mesi, anni?
O attimi.
James, Remus e Peter erano seduti su una spiaggia; da lontano si udivano gli stridi dei gabbiani e le onde infrangersi sugli scogli, mentre i suoi compagni stavano canticchiando una canzone e abbrustolivano del pane sul fuoco appiccato con legna di fortuna.
“Finalmente sei arrivato”, gli disse James, abbastanza infuriato.
“Sono morto, di nuovo?”, domandò Sirius, tastando la sua pelle.
“Oh no, stiamo solo facendo un pic-nic nella tua testa”, gli rispose James.
“Cosa? Perché?”.
“Gli amici stanno insieme a Natale”, disse Remus, con la solita occhiatina di rimando.
Peter era l’unico che non parlava, si limitava a osservare i soliti tre e ad ascoltare i loro battibecchi.
Era questo, ciò che provavi, Peter? Non ti davamo abbastanza emozioni?
Peter si girò verso Sirius, quasi poté udire i suoi pensieri a voce alta.

Ciao, James.
Quanto è amaro il giuramento, e poi l’inganno, di una promessa?
Ti avevo promesso, giurato, che avrei protetto Harry…per sempre.
Invece, sono caduto in un lungo sonno profondo, in cui gli attimi di luce erano ben pochi.
Un giorno rivedevo te e Remus, l’altro rivedevo lui.
L’altro. Quale termine migliore per chiamarlo, adesso?
L’altro; il traditore, colui che ci ha raggirati, colui che vi ha condotto alla morte.
Noi non potevamo capirlo, non potevamo sapere cosa si provasse a essere in disparte, soli e abbandonati.
Peter era ciò: solo.
Tu no, James, tu eri mio fratello.
E adesso, sei la mia anima.

James, con la solita espressione divertita, lo fissò e incrociò le braccia.
“Vuoi smetterla di pensare e sederti con noi?”, domandò.
No, voleva pensare, voleva scusarsi.

Ciao, Remus.
Quante volte ti sei sentito estraniato dalla comunità per il tuo problema?
Ma era davvero un problema, una diversità?
Io adesso, ti guardo, e ti dico: no, tu eri uno dei migliori.
Sei morto per salvare tutti, per permettere loro di vivere in un mondo migliore.
So di Teddy, è un bel bambino, complimenti.
Anch’io ho una figlia, sai? E sta con Harry.
James, udendole quelle parole, si tolse gli occhiali, quasi gli dessero fastidio.
Ricordo che tu eri il più cauto di noi, quello che sapeva sempre prevenire e, infine, curare i danni che ti procuravamo.
Eri il mio braccio destro.
Adesso, sei la mia mente.

“Hai finito?”, chiese il lupo mannaro, masticando della carne appena cucinata.
“No”.
Peter lo sapeva.
Adesso, toccava a lui.

Ciao, Peter.
Dimmi, cosa hai visto? Che cosa hai sentito quando hai venduto i nostri amici al nemico?
Hai provato qualcosa? I ricordi non ti hanno mai offuscato il cervello, in un giorno che, magari, tu avevi voglia di ridere insieme a noi?
Non hai mai riso con noi, Peter?
Non ti abbiamo divertito? Non ti abbiamo insegnato il valore della vera amicizia?
Quel sentimento che ci lega a una persona, anche se questa, infanga la nostra memoria?
Perché, Peter?
Non so immaginare domanda migliore.

“La smetti di torturarti, Sirius?”, chiese James, invitandolo a sedersi.
Sirius fece un passo in avanti, si sporcò i piedi nudi con la sabbia, e si sedette accanto a Remus, che sorrise.
“Dicevi di Harry? Con tua figlia? Oh, James…”, disse Remus, sorridendo a James.
Lui non rispose, anzi, si limitò ad annuire.
“Cosa c’è di strano? Sono i geni di Sirius!”, esclamò James e tutti scoppiarono a ridere in una risata.
Tranne uno.
Peter provò a ridere, ma si contorse dal dolore.
Remus si alzò e lo districò da tutte quelle liane, improvvisamente apparse sul suo corpo.
James gli tenne una mano, mentre Remus gli bagnava la fronte.
“Perché?”, domandò Sirius, l’unico rimasto a un miglio di distanza dal traditore.
“E’ stato dannato, non potrà mai più ridere insieme a noi…”, rispose Remus, capendo che la crisi di Peter era finita, e avvicinandosi a Sirius.
“Lo abbiamo riaccolto, ma cominciamo a pensare di aver sbagliato”, rispose James, fissando Peter negli occhi.
Il vuoto che si dipinse nel volto di Peter fece pena a Sirius.
“Io voglio stare con voi”, disse con una vocina tremante.

Nonostante soffrisse come un pazzo ogni volta che gli altri ridevano e lui non poteva, Peter desiderava passare la sua morte insieme ai suoi migliori amici.
Non voleva tradirli, questa volta.
Non voleva andarsene, solo per poter stare meglio.
Voleva dimostrare loro che non era sempre stato un codardo.

“Ho un favore da chiederti”, disse Remus, fissando Sirius.
“Voglio che tu dica a mio figlio che non c’è bisogno di andare al cimitero, con Andromeda, per parlare con me e Ninfadora, che noi siamo sempre accanto a lui, ogni giorno che passa, e digli di sì”.
James sorrise, erano finiti i tempi in cui parlavano di ragazze e moto.
Adesso, parlavano di addii.
“Sì a cosa?”, chiese Sirius.
“Ci ha chiesto se noi fossimo fieri di lui…sì, lo siamo, tutti i giorni”, concluse con il suo solito sorrisetto e addentò un pezzo di salsiccia.
Una lacrima scese dagli occhi di Peter e James gli diede una pacca sulla spalla.
“Dai, Peter, non vorrai piangere anche adesso, no? Siamo tutti e quattro qui!”, esclamò, divertito.

Sirius non comprendeva il perdono.
Non comprendeva perché i loro amici avessero perdonato le malefatte di Peter.
Ma una cosa la imparò: nulla è per sempre, nemmeno la morte.
Perché loro, adesso, anche se in dimensioni a lui sconosciute, erano insieme, uniti nel giorno di Natale.
I migliori amici devono dimostrarsi tutti i giorni che si vogliono bene, Peter.

“Dov’è Lily?”, chiese Sirius, rivolto a James.
“Lei è tornata in terra, ha deciso di rinascere, io la raggiungerò tra qualche mese, sai ci incontreremo di nuovo…siamo anime gemelle, no?”, domandò.
“E non proteggerete più i vostri figli?”, chiese Sirius, accigliato.
Remus e James si guardarono.
“No, non ne hanno più di bisogno”.
“Cosa?”, domandò Sirius, non era mai stato un padre presente, ma non riusciva a comprendere come potessero abbandonarli e lasciarli in balia del loro destino.
Un angelo custode non è forse per sempre?
“Adesso, ci sei tu”.
Gli stavano affidando l’incarico.
Promesse. Giuramenti.
Vi voglio bene, James, Remus.
Sì, Peter.
Anche a te.

Harry lo destò dopo pochi secondi e lui aprì gli occhi, stordito dal sogno che aveva appena vissuto.
“Sirius! Siamo tutti in cucina! Dormiglione!”, esclamò il suo figlioccio.
“Harry…”, disse, guardandolo in quegli occhi che gli ricordavano tanto la sua migliore amica.
“Dimmi, Sirius”.
“Vola con me, per me. Prendi la tua scopa”.


Quello era il più bel Natale di Sirius Black.
Aveva conosciuto sua figlia.
Aveva rivisto i suoi migliori amici.
Aveva imparato a perdonare.
E adesso, avrebbe assistito al volo di Harry.
Sirius Black, per la prima volta dopo tanti anni, amò quel giorno di festa.

 

Mentre Harry e Sirus sono fuori nel cortile interno di Grimmauld Place (rimesso a nuovo dalla professoressa Sprite), Nausicaa è in cucina a fare colazione, tutti indossano i maglioni della signora Weasley. C'è anche Andromeda, col piccolo Teddy che gioca con un peluche di lana.

E' estasiata da ciò che vede. Sono tutti felici, c'è nell'aria il Natale, in un modo che però lei non ha mai visto.

Nausicaa, cara, dopo che avrai fatto colazione vorrei che mi aiutassi con il tacchino!” la informa Molly, mentre mescola il contenuto di un grosso calderone con gesti circolari della bacchetta.

Dopo aver raccolto abbastanza energie da uova e bacon, tutte le donne che risiedono in quel momento a Grimmauld Place cucinano.

Hermione e Ginny si occupano delle verdure, Fleur prepara un dolce dall'aria sofisticata, mentre Molly e Nausicaa sono alle prese con il tacchino.

Ci vuole mano ferma, mia cara!” la informa la signora Weasley, mentre la osserva farcire il volatile, spiegandole poi come farlo nel modo giusto.

Dopo due ore di estenuante lavoro, il pranzo di Natale è servito!

Harry e Sirius rientrano appena in tempo, infreddolito ma felici. Per l'uomo osservare il figlioccio volare è stato come rivedere il suo migliore amico ai tempi di Hogwarts, riempiendolo di dolore misto a orgoglio.

“Buon Natale!” esclama dando gli auguri a tutti, anche al piccolo Teddy che poco capisce cosa stia accadendo.

Accomodati nella calda cucina di Grimmauld Place, mangiano pasticci di carne di vari tipi, il tacchino con le patate, le sofisticate torte e dolcetti vari di Fleur.

D'un tratto, mentre tutti sorseggiano Whiskey Incendiario per digerire, Sirius richiama l'attenzione degli astanti, facendo trillare il suo calice con la bacchetta.

Si alza, schiarendosi la voce.

Vorrei fare un brindisi a voi che siete qui, in questo giorno di festa, nonostante tutto.

A Molly, per le prelibatezze con cui ci vizia. A George, che stamattina mi ha gentilmente offerto del Torrone Sanguinolento, che ho mangiato con gusto fino a svenire dissanguato. A Hermione che con la sua intelligenza, ha scoperto come farmi tornare. Ad Harry, il mio orgoglio, sei davvero il figlio di tuo padre. Ad Andromeda, la mia cugina preferita che ho ritrovato e al piccolo Teddy, un giorno gli racconterò tutto sulla sua famiglia. A tutti voi altri che avete combattuto nell'Ordine della Fenice. A Nausicaa, per il semplice fatto che è mia figlia e mi ha salvato, permettendomi di essere parte della sua vita.

E a tutti coloro che avrebbero dovuto essere qui con noi. A Silente, a Malocchio, a Ninfadora, a Remus, a Ted e a Fred. Le persone che ci amano non ci lasciano mai veramente. Possiamo sempre ritrovarle qui.” indicandosi il petto, porta il calice in alto, in silenzio.

Tutti fecero lo stesso. C'era chi, come Ginny e sua madre, nascondeva in un sorriso le lacrime.

Nausicaa, dopo un pomeriggio estenuante fatto di chiacchere, scherzi e Whiskey Incendiario, è scesa in salotto.

Tutti dormono. Ma non la sua mente, che lavora frenetica, arrovellandosi.

Sirius non è riuscito a dirle molto su sua madre, troppo colpito ancora dal dolore. Questo l'ha confusa ancora di più su sé stessa.

C'è però un'altra persona, che le ha già parlato di lei e che sa essere stata la migliore amica della donna.

Prende quella decisione, mentre si alza, dopo aver osservato il fuoco del caminetto di marmo spegnersi.

Deve parlare al più presto con Narcissa Malfoy.

Basta bugie, deve sapere.

Con questa idea nella testa, si reca nella sua camera, sicura che presto avrà, in un modo o nell'altro, le risposte che cerca.







La parte in corsivo è stata scritta da Desdemona Malfoy , mia autrice preferita , collega , compagna di notti intere a parlare delle nostre passioni comuni , la scrittura ed Harry Potter .

E' un onore che tu abbia scritto per me . Mi hai emozionato davvero , so quanto tu ami il personaggio di Sirius e quanto sia stato difficile assecondare le mie richieste .

Grazie di cuore , questo capitolo è per te .
 

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Capitolo 16
*** I buchi ***


Nausicaa passa molti giorni pensando a come recarsi ad Azkaban e parlare con Narcissa. Decide di agire la notte prima del rientro a Hogwarts.

È ancora a letto, osserva il soffitto, al buio. Una debole luce entra dalla finestra, i respiri di Hermione e Ginny sono regolari.

Guarda la sveglia: le tre.

È ora.

Si sfila da sotto le coperte, si veste alla cieca e sgattaiola di sotto. Per le scale il silenzio del sonno.

Raggiunge il piano di sotto, attraversa il corridoio, indossa il mantello e apre la porta.

Ma mentre la richiude, qualcuno le si Materializza addosso, facendole perdere quasi l'equilibrio.

“George!” esclama la ragazza, sentendo già i sudori freddi avanzarle lungo la schiena.

“Nausicaa!” le risponde lui, con un sorriso furbo, canzonandola “Cosa ci fai fuori di casa a quest'ora?” le chiede poi.

“Potrei chiederti la stessa cosa!” risponde Nausicaa, sarcastica, cercando di prendere tempo.

“No che non potresti. Innanzitutto, non si risponde a una domanda con un'altra domanda. E poi io non sto uscendo, sto rientrando, mi pare ovvio invece che tu vai da qualche parte?” la interroga il giovane con sapiente nonchalance.

“Non sono affari tuoi” conclude ella, superandolo e scendendo gli ultimi scalini dell'uscio.

“Sì che lo sono” George le corre dietro “non è bello che una ragazza giovane come te giri da sola a quest'ora!”. La ferma prendendola per il braccio, costringendola a voltarsi verso di lui.

Ne è stupita. Lo guarda, tra il divertito e l'irritato. Si preoccupa per lei in un modo del tutto nuovo. È una strana sensazione.

“Ma cosa dici” ritorna in sé, Nausicaa “sono maggiorenne e poi hai solo tre anni più di me, mi risulta. So badare a me stessa, grazie”. Si strattona dalla presa del ragazzo, camminando più veloce.

“Bè scusami, ma se mia sorella uscisse da sola a quest'ora, io ne sarei preoccupato” il giovane continua a seguirla.

Non sa quanto abbia sbagliato a pronunciare quella frase.

La ragazza si gira, gli occhi totalmente folli. Uno sguardo che lo fa rabbrividire.

“Io? Paragonata a Ginny? Ma come osi!” si è nuovamente fermate e stringe i pugni, rabbiosa, indecisa se schiantarlo o meno.

“Oh, va bene, scusa è vero che non scorre buon sangue tra di voi. In ogni caso insisto, dove stiamo andando?” il ragazzo la prende a braccetto, sorridendole per farsi perdonare.

“Per l'ultima volta, George” esclama Nausicaa, con tono esasperato “va a dormire, non ho bisogno di aiuto!”. Il suo sguardo è ancora furioso.

“Tu non capisci, vero?” il tono del ragazzo è serio, come quel pomeriggio nella stanza di Sirius “Ci sono ancora dei Mangiamorte in giro, ed io non voglio vedere altre persone morire. Perciò o mi fai venire con te, oppure vado a svegliare tutta Grimmauld Place, così magari invitiamo anche gli altri alla tua passeggiata notturna!”.

Nausicaa osserva di nuovo quel ragazzo. Buffo come le sia affezionato, benchè si conoscano pochissimo. Ripensando alla loro prima conversazione, quella su Fred e Rebecca, decide di fidarsi. Gli porge il braccio. Lui le sorride. Si Smaterializzano.

L'Isola del Mare del Nord, che ospita Azkaban è gelida d'estate e glaciale d'inverno. È buio e nell'aria si sente l'essenza della disperazione.

George deglutisce, guardando la ragazza interrogativo.

“Devo parlare con Narcissa Malfoy” gli spiega, facendo uscire dalla bacchetta il suo Patronus, una pantera d'argento.

Anche il ragazzo evoca il suo, una volpe. Ma non è tranquillo. Lei lo vede tremare, gli prende la mano tra le sue, stringendola e accarezzandola, per tranquillizzarlo. Non è la prima volta che va a trovare la donna che l'ha cresciuta, ma anche lei ha bisogno di quel contatto, quella prigione è sempre orrenda.

Attraversano la spiaggia fino a giungere all'ingresso, dove una strega dall'aspetto truce sorveglia l'arco d'entrata.

“Nausicaa!” esclama la donna. Ha un corpo muscoloso, mascolino, corti capelli arruffati e indossa una divisa da combattimento.

“Lo so che non è ora, ma devo vedere Narcissa, Rigel” le spiega velocemente. L'altra annuisce, facendogli strada.

Azkaban è completamente di fredda pietra. Le pareti ricordano una grotta. Le numerose celle, una di fianco all'altra, mostrano prigionieri intenti nel loro tormento, urlanti, imploranti.

Ovunque gelo e disperazione. I Dissennatori non si avvicinano al terzetto, per via dei Patronus, tuttavia la sensazione di infelicità è onnipresente.

Raggiunto l'ultimo piano, quello dei Mangiamorte, il più gelido, Rigel li lascia soli di fronte alla cella della donna, dopo averla aperta con un colpo di bacchetta.

“Vuoi che ti aspetti qui?” le chiede George.

“No, ti prego, entra con me”. Nausicaa inizialmente ha pensato di farlo rimanere fuori, ma tenergli la mano la sta tranquillizzando. È meglio averlo vicino.

Entrano. Narcissa è sul letto a gambe incrociate, dà loro le spalle. Ondeggia lievemente, osservando la luna.

“Cissy?” sussurra la ragazza, avvicinandosi e mettendole una mano sulla spalla.

“Bella, no, non insistere non possiamo. Oh, no Bella, cosa hai fatto?” la donna si mette le mani nei capelli, stopposi e lerci, che un tempo furono biodo oro.

“Cissy, sono io, Nausicaa!” sussurra piano la giovane, facendola voltare. I suoi occhi sono folli, il bel viso sciupato e sporco.

“Piccola Nau!” la donna abbraccia la ragazza, piangendo “Dov'è Draco?” chiede poi, osservando George.

“Bene, non sono qui per parlare di lui però” la interrompe brusca, ha fretta e vuole la verità, subito.

“Cissy, io devo sapere la vera storia di mia madre. Basta bugie. Mio padre non vuole darmela, lo sai che lo abbiamo portato indietro dall'Arco della Morte e ucciso Bella, vero?” le chiede, poi vedendola annuire, le si siede accanto. E Narcissa inizia il racconto di quella vita oscura.

“Tua madre ed io eravamo migliori amiche a Hogwarts. Entrambe a Serpeverde, ovvio. A quei tempi c'erano due gruppi nella scuola: i Mangiamorte, che ben conosci, e i Malandrini. Tuo padre era uno di questi. Il più affascinante, direi. E' ovvio, dopotutto è un Black! Insomma, aveva tutta la popolazione femminile ai suoi piedi. Bè non proprio tutta: noialtre Serpi eravamo ammaliate da Lucius. In ogni caso, tua madre era l'unica di noi ad avere una cotta per quel Traditore del Proprio Sangue. Ma lui non la vedeva. Stupido orgoglio Grifondoro, presumo.

“Finita la scuola, anche io, Bella e Morganne ci unimmo ai Mangiamorte, che fuori da Hogwarts si erano schierati dalla parte del male. Il Signore Oscuro ci affidò il compito di sorvegliare gli amici dei Potter, poiché era appena venuto a conoscenza della profezia. Io e Lucius seguivamo il licantropo, Bella e suo marito i Paciock e Morganne si offrì per seguire Sirius. A nessuno parve strano, ma io sapevo tutto. Voleva solo stargli accanto, in un modo o nell'altro, ne era davvero innamorata.

“Così, una notte venne da me dicendomi di averlo finalmente conosciuto. Fu un susseguirsi di momenti segreti, la loro storia, perlomeno all'inizio. Un giorno annunciò il suo matrimonio, così, a sorpresa. Il Signore Oscuro la considerava una traditrice, ma lei gli spiegò che era un piano per arrivare ai Potter, anche quando nascesti tu gli rifilò questa teoria.

“Lei lo sapeva di doverlo tradire prima o poi, volente o no, era quello il suo destino. Ma Minus fu più veloce e ruppe l'Incanto Fidelius. Tuo padre ne fu distrutto, lo inseguì e poi sai cos'è successo no?

“Morganne non ce la faceva senza di lui. Sapeva benissimo che era innocente, ma non poteva parlare, se l'avesse fatto avrebbero incarcerato anche lei, dopotutto era una Mangiamorte e come poteva nasconderlo se doveva svelare quella verità? Chi si sarebbe occupato di te? Così un giorno ti portò da noi, mi disse che doveva allontanarsi per qualche giorno poiché inseguita dai Mangiamorte in liertà.

“Bugie. Il giorno dopo trovarono il suo corpo sulle coste della Francia. Si era gettata in mare. A casa sua trovarono tre lettere, sulla mia c'era scritto di occuparmi di te, farti andare a Durmstrang poiché figlia di un assassino non avresti avuto vita facile, qui. Voleva che tu sapessi lei fosse morta combattendo, sempre per la teoria dei Mangiamorte che la volevano fare fuori. Le altre due lettere sono per te e Sirius, sono custodite nella mia cassaforte a Villa Malfoy, la parola d'ordine è Draco”.

Nausicaa non parla, osserva nel vuoto.

“Tutto qui?” le chiede poi, un po' delusa.

“Credo che i particolari dovresti chiederli a tuo padre, io non ho mai voluto scendere nei dettagli, sai, l'Oscuro Signore era un Legilimens eccelso” le spiega Narcissa, con lo sguardo basso.

“Lei dov'è sepolta?” sente la necessità di andare da sua madre il prima possibile.

“A Parigi, al Perè Lachaise. Diceva che era la città perfetta” la donna sorrise appena, tornando a guardare fuori dal piccolo buco che fungeva di finestrella.

“Grazie, Cissy” le dice, trascinando via George.

“Nau, dì a Draco che lo voglio vedere” le dice la donna, mentre lasciano la cella.

Nausicaa non ascolta, non sente nulla, neanche saluta la donna che l'ha accudita per anni come una figlia.

Escono da quel luogo di disperazione, il ragazzo le riprende la mano, stavolta guidandola lui. La ragazza si accascia sulla sabbia gelida, appena fuori dalla prigione, osservando il mare.

George le si siede accanto, circondandole le spalle con un braccio.

“Va tutto bene, Nau”, le sussurra.

“No, non va niente bene,”risponde lei, dura “la mia vita è stata tutta una farsa, una bugia, un mistero. Hanno cercato di proteggermi con le menzogne, capisci? Mi sembra di impazzire, non so più chi sono, cosa voglia essere, non so cosa sia una famiglia, cos'è l'amore.

“Tu invece, hai tutto George. Sei così fortunato, hai anche la forza per cercare di aiutare me. I tuoi genitori sono fantastici, i tuoi fratelli, il vostro rapporto, vorrei avere io una famiglia così. Invece sono sola, lo sono sempre stata e questa cosa non cambierà mai”.

“Non è vero”, la contraddice il ragazzo “credi che io non mi senta esattamente come te, a volte?”. Lei lo guarda infuriata, lui capisce di aver detto qualcosa che lei non può capire, non lo conosce bene, in fondo.

“Intendevo, tu non sei sola, c'è tuo padre, Harry, anche mia madre ti adora sai? Non sei sola!”. Come una cantilena, quelle parole risuonano nella testa di Nausicaa mentre si alza, porgendogli il braccio.

“Andiamo a Villa Malfoy, ora”, ha già deciso e a nulla valgono i tentativi di George di convincerla ad andarci col padre, più tardi.

La dimora dei Malfoy è tornata all'antico splendore. L'influenza di Bellatrix è completamente svanita, i giardini sono rigogliosi, il cancello scintillante, le pareti di marmo perlato.

La ragazza attraversa il vialetto d'ingresso. Per anni ha vissuto lì, senza mai sapere di quanto vicina fosse la verità.

Sale le scale, seguita dal ragazzo, diretta alla camera da letto dei coniugi Malfoy.

Il lusso è perfino nell'odore di chiuso di quella stanza; un enorme letto a baldacchino riccamente decorato, il mobilio sfarzoso, le tende verde smeraldo della porta finestra che si affaccia sulla tenuta degli ex-Mangiamorte.

Nausicaa sale sul letto, senza curarsi di sporcarlo, sfiorando il ritratto di famiglia posto a capo della struttura, esattamente sopra i cuscini. Mormora la parola d'ordine e quello scompare, lasciando il posto a una manopola dorata.

Tra i cimeli di famiglia di Narcissa, vi sono due lettere. Le afferra con dita tremanti, sedendosi sul materasso.

La busta che contiene la sua lettera, è chiusa da ceralacca nera. Sul retro, una grafia elegante, simile alla sua, riporta il suo nome. Sfiora quei segni, come se potesse sfiorare, paradossalmente, le dita di sua madre.

La porge a George. Non ce la fa, ha paura. Come sempre.

Lui l'apre, iniziando a leggere.

 

Ciao, principessa.

Spero che tu stia bene e che non debba mai leggere queste mie parole. Ma se lo stai facendo, significa che hai saputo la verità.

Ti chiedo scusa. Non sono stata una brava madre, ti sto abbandonando a un futuro senza di me, condannandoti a soffrire, ma credimi è meglio così. Staresti ancora più male accanto a me, so distruggere tutto ciò che amo senza accorgermene. Narcissa saprà crescerti nel modo che meriti.

Se te lo sei mai chiesto, sì, ti ho amata tanto. Più della mia vita. Alla quale rinuncio perchè tu possa averne una migliore, una diversa.

Spero che un giorno tu possa incontrare tuo padre e che lui ti racconti la nostra storia strana.

Voglio credere che per te sarà diverso, il mondo. Ho bisogno di morire con questa convinzione.

Non dubitare mai dell'amore della tua mamma, credimi: tu e Sirius siete le uniche stelle della mia vita infame. Vivo da anni in questa mia realtà capovolta che non conosce luce*, se non quella che mi avete donato voi. E ora non posso più oscurarvi.

Ricordalo e perdonami, se puoi.

Con amore, tua madre.

 

Come un'automa, col volto inespressivo, Nausicaa prende la lettera per suo padre, porgendola a George. Il ragazzo la prende, mettendola in tasca.

No, Nau,” le dice, con tono che non ammette repliche “ non è tua.”

Lui mi deve la verità e non vuole darmela! Devo prendermela da sola, a questo punto, non credi?”. Si alza, avvicinandosi decisa al ragazzo.

Non tutto puoi prenderlo così. Ci sono cose che per quanto tu le desideri, saranno tue solo quando qualcuno decide di donartele. Ora andiamo, è l'alba, qualcuno potrebbe insospettirsi”. Le porge il braccio col suo solito sorriso buffo.

Colma di delusione, la ragazza lo afferra. Si Smaterializzano direttamente sull'uscio di Grimmauld Place, proprio addosso a qualcuno.

Che traffico qui fuori stanotte, eh!” esclama George, divertito, facendo l'occhiolino Nausicaa.

Ma cosa...” esclama Harry, osservandoli stupito. Non sa cosa pensare, glielo si legge in faccia.

Oh, non trarre subito le tue drastiche conclusioni paranoiche!”, lo liquida Nausicaa entrando di fretta in casa. Non ha voglia di dare spiegazioni, in quel momento. Vuole solo parlare con suo padre.

George?” incalza il ragazzo “Mi devi dire nulla?”.

Oh, non penserai veramente che noi...” guarda stupito il Prescelto “stavo rientrando e lei usciva. Ti pare che lasciavo una ragazza girare da sola di notte, di questi tempi?”.

Rientrano entrambi in caso, dove in cucina Nausicaa ha appena incontrato suo padre, che ha cominciato a farle il terzo grado.

Dove sono stata? Dove tu hai ben pensato di trascorrere tutta la mia infanzia!” gli ha appena urlato addosso, velenosa. A Sirius cade una tazza di tè dalle mani.

Che cosa? Perchè l'hai fatto?” chiede sbalordito alla figlia.

Avevo bisogno di risposte e visto che tu non hai voluto dirmi realmente come sono andate le cose, me l'ha detto Narcissa” la ragazza si siede, battendo i pugni sul tavolo, nervosa. Sbatte la lettera di sua madre sotto gli occhi dell'uomo che l'afferra con dita tremanti. Anche lui sfiora quella grafia che conosce così bene, apre e legge quelle parole tristi. È come vederla morire, di nuovo.

Te l'avrei raccontato, Nau” riesce solo a dire, con un filo di voce, prima di sedersi anche lui, sconvolto.

Ma proprio non vuoi capire? Io devo sapere, ora!” gli occhi le stanno per lacrimare ma riesce a trattenersi.

Sei così impulsiva, così...” inizia Sirius, ma lei se lo mangia.

Così, come, come te? O come lei?” si alza, avvicinandosi al suo viso.

Guardami papà. Ti assomiglio? O sono più simile a mia madre? Dimmelo tu, io non lo so! Non posso nemmeno saperlo! Dimmelo perchè ne ho bisogno!” le lacrime non posso più essere mandate via. Le solcano le guance, crudeli. L'uomo cerca di asciugargliele, ma lei si sposta brusca. Lo guarda negli occhi, delusa. Rovescia una sedia con un calcio ed esce dalla stanza, raggiungendo la porta d'ingresso, che provvede a sbattere con tutta la forza che ha.

Manco a dirlo, il ritratto della signora Black si sveglia.

Mezzosangue, feccia, sudici ibr...” Molly fa capolino in cucina, svegliata dalle urla, col volto interrogativo. Capisce che è meglio tacere e preparare del tè per tutti.

George intanto estrae la lettera per Sirius, porgendola al proprietario.

Credo che andrà al cimitero di Parigi. È lì che è sepolta, ha detto Narcissa Malfoy. Siamo stati anche alla loro Villa, erano lì le lettere. Io non lo sapevo, dove volesse andare, altrimenti avrei cercato di impedirglielo, credevo volesse sgattaiolare in qualche locale notturno!”.

L'uomo afferra la sua busta, infilandola in tasca. Si dirige verso la porta, ma viene bloccato da Harry.

Verrò anch'io!” afferma sicuro il suo figlioccio.

No, Harry. Ha bisogno di un padre, di me, aspettaci qui, le parlerai dopo” il tono imponente e malinconico di Sirius non permette al ragazzo di ribattere.

Lo osserva uscire dalla cucina, mentre lui si piazza vicino al fuoco.

Molly chiede a George cosa sia successo, mentre osserva Harry, sconvolta.

Io potrei anche spiegartelo, se tu mi preparassi i tuoi muffin speciali!” le risponde il figlio, divertito, afferrando una tazza di tè.

Come puoi pensare al cibo in un momento del genere? M pare che qui sia successo qualcosa di abbastanza grave!” esclama irritata la donna, mettendosi le mani in vita.

Oh, ma faranno pace vedrai, sono uguali in fondo. Devono solo comprendersi. E dai mamma, ho fame!”. La prega col sorriso furbo e adorabile che ha sempre contaddistinto i due gemelli. Molly gli scompiglia i capelli, mettendosi a preparare la colazione.

Mentra Grimmauld Place si risveglia, Sirius ha raggiunto il Perè Lachaise a Parigi. Tra le tombe storiche, proprio accanto a James Douglas Morrison, il più grande poeta magico mai esistito, vi è la tomba di sua moglie Morganne.

Lì, inginocchiata, c'è sua figlia, in singhiozzi disperati. La sente sussurrare “Mamma”.

Sirius le si siede accanto, a gambe incrociate. Sfiora la foto di lei, così simile a Nausicaa, così giovane e bella. Abbraccia tutto ciò che gli resta del suo amore. Sua figlia.

Vattene, lasciami, sparisci!”, protesta la ragazza, senza però divincolarsi troppo. Lui la stringe più forte. Solo in quel momento, Sirius nota la scritta incisa sulla lapide.

 

L'odio è la sfaccettatura più intensa dell'amore.

Ho odiato me stessa per aver amato così tanto. Rinuncio alla vita prima di rovinare chi amo.

 

Perchè ho così paura, sempre, papà?” gli chiede Nausicaa, tra le braccia.

Di cosa hai paura, principessa? Che cosa ti spaventa?” le chiede a sua volta l'uomo, prendendole il viso tra le mani.

Dei buchi,” risponde lei, le grosse lacrime a rigarle il bel volto “i buchi che lasciano le persone quando se ne vanno. Come quello che ha lasciato la mamma”.

Queste parole lo feriscono come una Maledizione Cruciatus al cuore. Ha sbagliato tutto con sua figlia, avrebbe dovuto dirle subito, la prima volta che si sono visti com'era andata veramente.

Prende dalla tasca la lettere di Morganne, porgendola alla ragazza.

Lì, sulla tomba di sua madre, Nausicaa legge le sue ultime parole.

 

Caro Sirius,

scusami se ho preferito scriverlo, che dirtelo.

Quando leggerai queste mie poche righe, sarò già morta da un bel po', temo.

Non posso crescere nostra figlia senza di te. Non posso nemmeno respirare, senza di te. Sei lì, sepolto vivo, e ogni giorno che passa per me è un giorno in più che mi separa dal ricordo dell'ultimo bacio che mi hai dato.

Ti ho sempre amato, ti amo tutt'ora e lo farò per sempre. Nostra figlia è il più bel dono che potessi farmi. Ma non me la merito. E lei non merita una madre codarda.

Sono una Mangiamorte, so che fingi di non saperlo, anch'io fingo, sai? Fingo di non esserlo per poter vivere alla luce del sole, ma è impossibile.

Perdonami se puoi. Spero che tu e Nausicaa vi ritroviate e siate felici.

Non smetterò mai di amarvi.

Tua per sempre

Morganne.

 

Sirius sospira profondamente, nascondendosi il volto tra le braccia, accovacciando le ginocchia al petto.

Papà,” esclama Nausica, prendendogli le mani “io non penso che sia stata una codarda. Ha rinnegato tutto ciò con cui è cresciuta per stare con te. Non è meraviglioso questo?” gli chiede, guardandolo.

Sì, piccola mia. È per questo che l'amavo e continuerò ad amare il suo ricordo. Ora torniamo a casa. Tra poche ore c'è l'Espresso per Hogwarts, devi riposare.”

Osservano ancora qualche minuto quella lapide, senza parlare. Le parole non servono ora. Non serve urlare, litigarsi, rinfacciare il dolore di quegli anni di fronte a lei. La ragazza fa comparire un piccolo roseto alla base della tomba, in modo che possa crescere senza bisogno di cure.

Sorride al padre, alzandosi, gli afferra la mano, tranquilla. Si Smaterializzano, tornando a Grimmauld Place.

Gli altri abitanti momentanei della casa, si sono svegliati e nell'ingresso aleggia il profumo dei muffin di Molly. Si odono i rumori delle tazze e il chiacchericcio soffocato.

Sirius accompagna la figlia nella sua camera, ancora avvolta nel buio. Le rimbocca le coperte, dopo averle dato un bacio sulla fronte sta per andarsene, ma lei lo trattiene per un lembo dell'abito.

Aspetti che mi addormento?”, gli chiede come una bimba che ha paura del buio “Cantami una ninna nanna. Nessuno l'ha mai fatto per me.”. Quegli occhi così simili ai suoi, implorano quell'infanzia che le è stata negato, ciò che lui non ha potuto darle.

L'uomo si siede accanto a lei, abbracciandola. Nausicaa gli si accoccola addosso.

 

Era, era
una notte come tante
in cui non c'entri proprio niente
e dai la colpa solo a lei...
maledetta sempre lei.
Solo io rimango steso
a guardare il buco nero
che ha lasciato intorno a noi
sono qui che aspetto lei.

 

Anche Sirius si addormenta con la figlia, cullato dalle sue stesse parole.

Si ritrovano entrambi nella stessa spiaggia dove l'uomo ha incontrato i suoi amici la mattina di Natale.

Papà dove siamo? In un sogno?”, gli chiede Nausicaa, perspicace, guardandosi intorno.

Una specie. Qui il giorno di Natale ho fatto un picnic con i miei migliori amici” ricorda lui, sorridendo.

Senza che la ragazza abbia il tempo di chiedergli spiegazioni, due figure escono dall'acqua. Non riescono a distinguerle, poiché è buio, ma i capelli lunghi e scompigliati di quella che pare una donna rievocano nella ragazza qualcosa di familiare.

Rebecca!” esclama, osservando l'amica sorridente che avanza verso di lei. Osserva con chi è in compagnia, spalancando gli occhi.

George?” chiede nuovamente la fanciulla, stupita.

Non sono George, sono Fred,” risponde quello, sbuffando divertito “non credevo che anche da morto avrei potuto confondere qualcuno!”. Le due figure si siedono sulla sabbia, invitando padre e figlia a fare lo stesso.

Fred accende un piccolo falò con un gesto della mano.

Perchè siamo qui?” domanda Sirius, sperando di rivedere ancora James, Remus e perchè no? Anche Peter.

Avete bisogno di risposte. Io sono Rebecca Karkaroff, ero la migliore amica di Nausicaa. Piacere di conoscerla, signor Black.” la ragazza dai lunghi capelli gli porge la mano. L'uomo la stringe, è come toccare una scultura di ghiaccio.

Bè, non c'è bisogno che io mio presenti vero?” esclama Fred, rivolto a Nausicaa, che lo guarda ancora stranita.

Dove sono gli altri?” chiede nuovamente Sirius, inquieto.

Sono tornati tutti nel Mondo Magico. Noi abbiamo deciso di restare, per ora. Ci occupiamo dei dannati, laggiù,” il gemello fece cenno alle loro spalle, verso una foresta avvolta da una nuvola nera e luci che trapelavano tra i rami degli alberi “è il luogo della penitenza. Ci sono i Mangiamorte, Voldemort, anche Codaliscia è ancora qui, assassini e la peggiore feccia immaginabile”.

Dov'è mia madre?” chiese Nausicaa. Non le interessava sapere altro. Voleva vederla. Doveva vederla.

Rebecca fa cenno verso un cumulo di scogli in mezzo al mare.

La vedi quella scogliera? Lei precipita, precipiterà per l'eternità. E mentre lo fa, vede voi, le vostre vite, ciò che ha abbandonato. So cosa stai per chiedermi, Nau, sei sempre stata come una sorella per me. Non potete vederla. È stata dannata. Ha rinunciato a voi e da questa decisione non si può tornare indietro.

Ma se voi soffrite a causa sua, la sua pena si moltiplica. Mentre precipita il suo corpo viene attaccato dai draghi. La riducono a brandelli. Poi le ricresce la pelle e continua così, in eterno”. La ragazza osserva l'amica, i cui occhi si sono fatti umidi e lo sguardo stravolto.

Vuole che voi andiate avanti” continua Fred “non dimenticatela, ma perdonatela se potete. Lei vuole che sappiate questo.

Siamo qui anche per dirvi altre cose però,” Rebecca guarda nuovamente Nausicaa, sorridendole tranquilla “accetta quello che hai, Nau. Nessuno te lo porterà via. Ama come hai imparato a fare. Ora sei una persona splendida, sei davvero tu e lo sai. Migliora il rapporto con tuo padre. Vivi, amica mia, fallo anche per me. Ricorda tutto il tempo passato insieme. E quanto ci siamo divertite!”.

Sirius” ora è il turno del gemello “tu non devi avere paura di innamorarti di nuovo, perchè l'avrai. Ricostruisciti una vita, una vera vita, ora puoi farlo, non sei più condannato né prigioniero della morte. Puoi vivere davvero. Solo fammi un favore, se puoi.

Stai vicino a George. Sta facendo un sacco di cose sbagliate. Si sta perdendo. Lo so che la mia morte l'ha distrutto, ma se continua così perderà tutto ciò che abbiamo costruito insieme, oltre che all'affetto di tutta la famiglia. Vai a lavorare con lui, uscite insieme la sera, controllalo perchè beve e fuma troppo. Non deve crogiolarsi nel dolore dei ricordi, va bene?”

L'uomo annuì.

È ora di andare, i due messaggeri si alzano.

Nausicaa viene abbracciata da Rebecca, che la fa gelare. Ma è contenta di aver potuto riabbracciare la sua amica, per la cui morte ha sofferto come non mai.

Posso permettermi?”, le chiede Fred allargando le braccia con un sorriso. Stranamente il suo corpo però è caldo, come una persona vivente.

E' lui che vive in me,” le spiega in un sussurro “questo abbraccio lo devi dare a lui, mi sentirà. E digli che tornerò. Quando nascerà suo figlio, quello sarà il giorno della mia rinascita”. Le accarezza la guancia, poi prende la mano di Rebecca e insieme si allontanano verso la foresta.

Sirius e Nausicaa si risvegliano insieme, sorridenti.

Scendono a colazione. La ragazza vuole trovare subito Harry, così afferra un muffin al volo e si precipita a cercarlo. In cucina non c'è, prova nella sua camera, infine lo trova nel salotto, intento ad accendere il fuoco con la bacchetta.

Gli salta addosso, baciandolo. Lui è confuso, ma felice.

Scusami, scusami, scusami!” gli dice, dispiaciuta. E gli racconta d'un fiato cos'è successo, spiegandogli che George aveva insistito minacciandola di svegliare tutti mandando a monte il suo piano. Gli racconta anche del sogno.

Glielo devi dire il prima possibile” conviene il suo ragazzo “anche io ho notato che è fuori fase. È sempre giù. Bè ora andiamo a sistemare i bauli, dai, parleremo sul treno, è tardissimo!”.

Un'oretta dopo, tutti imbacuccati, con tutte le loro cose a posto, partano per King Cross.

Sirius, Molly e George (assonnatissimo), li accompagnano.

Mentre Hermione, Ron e Ginny sono già sull'Espresso per tornare a Hogwarts, Sirius saluta la figlia con un enorme abbraccio stritolante, proprio da genitore, promettendole che a Pasqua avrebbero parlato meglio della storia di sua madre. Lasciato l'uomo a salutare Harry, Nausicaa si avvicina a George.

Volevo dirti grazie” si sente emozionata per ciò che sta per dirgli, riesce a scorgere nei suoi occhi ciò di cui gli ha parlato Fred. E senza dire nulla lo abbraccia, a sorpresa. Sente un calore che non è il suo passarle attraverso i vestiti. Il ragazzo rimane immobile. Quello non è il corpo di Nausicaa, non è il suo profumo. È il suo gemello che lo sta abbracciando, lo sente.

Lui tornerà, George,” gli sussurra la ragazza, nello stesso modo in cui ha già sentito lei “il suo animo sarà quello di tuo figlio”. E dopo avergli scoccato un bacio sulla guancia, si affretta a salire sul treno, aiutata da Harry.

La stazione di Londra si allontana, le vacanze sono finite definitivamente. Mentre cercano un posto, Nausicaa ripensa a tutto ciò che le è successo. Afferra la mano di Harry, lo spinge a sé e lo bacia.

Tu non lascerai buchi, vero?” gli chiede.

Lui la guarda stranito.

Promettimi che non te ne andrai mai via da me” spiega lei, stringendolo.

Non dovresti neanche chiedermelo, lo sai che non lo farei mai!”. Harry le sorride, baciandola a sua volta.

Ed ora, la sua vita, può davvero ricominciare.










ANGOLO AUTRICE

*Destroy, Isabella Santacroce
La ninna nanna cantata da Sirius , è la canzone Aspetto lei dei Negramaro .


Mi ritaglio anch ' io il mio angolino , per poter interagire meglio con voi. Che dire su questo capitolo, se non che mi è costato un mese di salute mentale ? L ' ho scritto , cestinato , riscritto , ricestinato . . . alla fine ecco cosa ne è uscito . Ci ho bevuto troppi caffè sopra , ci ho sfumacchiato molte sigarette . E ' più lungo degli altri e questo mi rende felice , perchè solitamente scrivo poco .
Ora mi prenderò qualche giorno di pausa , prima di ricominciare .
Sono anche lieta di annunciarvi che da questa storia partirà uno spinoff sulla nuova vita di Sirius , che essendo libero ora può godersi la libertà . . . e mica solo quella !
Ringrazio chi mi segue , mi preferisce e mi ricorda . Ma soprattutto ringrazio chi recensisce . Mi fate commuovere , a volte .
Al prossimo capitolo , di cui non voglio darvi nessuna anticipazione però !
Vi abbraccio .

nausicaa black




 

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