Chiamami Portuguese e allora scoprirai..

di Daistiny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di questa storia ***
Capitolo 2: *** Ritorno a Villa verde ***
Capitolo 3: *** Litigi tra sorelle ***
Capitolo 4: *** Con l'intenzione di andarsene via da casa ***
Capitolo 5: *** Iniziamo male!! ***
Capitolo 6: *** You are my destiny ***
Capitolo 7: *** Una nuova conoscenza - Un ragazzo di nome Rufy ***
Capitolo 8: *** Incontro con la gatta ladra ***
Capitolo 9: *** Non siamo cosi diverse... ***
Capitolo 10: *** Destini che si incrociano ***
Capitolo 11: *** Tra fratelli ***
Capitolo 12: *** Daisy ***
Capitolo 13: *** Curiosando per la scuola ***
Capitolo 14: *** Incontro non poi così felice ***
Capitolo 15: *** Marco ***



Capitolo 1
*** L'inizio di questa storia ***


Una nuova scuola, una nuova divisa  tutto era apparentemente cambiato dopo l' incidente, Daisy aveva tagliato i legami con il passato, era cambiata, ora mai tutto lo era.
Ora che lui non c'era più, la ragazza non si sentiva più in vena rivedere gli amici di lui che ora mai erano anche i suoi amici per più di sette anni.
Anche con Jak e i suoi amici, la ragazza aveva chiuso ogni rapporto con loro, in fondo non vi era mai andata mai molto d'accordo, da quando Jak si era messo con Kiera, Daisy aveva avuto nuovamente il cuore spezzato.
Non c'era stato verso, la ragazza aveva chiuso con tutti, per lei non avevano più senso queste amicizie... non le importava tanto ora come ora legarsi a qualcuno.
Aveva cambiato scuola e nessuno dei  suoi vecchi amici aveva saputo tale notizia... Daisy avrebbe iniziato a frequentarla fra due giorni, se non fosse  che per capriccio di quest'ultima, che volle visitarla quando era ancora chiusa.
Daisy pregò Street di accompagnarla nella visita all'istituto, visto che da sola non se la sentiva affatto d'andarci., La scuola in cui si era iscritta la ragazza era una scuola molto prestigiosa, con università inclusa ed un sacco di club e circoli vari.
La ragazza si stupì nel vedere quanto fosse grande ed immensa quella scuola, essa si meravigliò nel vedere tante aule diverse tra loro,  sale ricreative, laboratori e due immense biblioteche, una posta vicino all'università ed un'altra annessa all'istituto superiore.
Street invece per ogni cosa che vedeva faceva sempre qualche battuta, mentre Daisy  era intenta a fare paragoni tra la sua vecchia scuola e quella in cui si era appena iscritta. Tutto era completamente diverso dalla vecchia Whitney Prep School... anche se in fondo le sarebbe mancata la sua vecchia scuola.
Lì però vi erano parecchi ricordi,  troppi per elencarli tutti , ma tutti da 14 ai 17 anni erano stati meravigliosi, rimanere lì dopo l'indicente di Kay però sarebbe stato troppo doloroso per riuscire ad andare avanti e Daisy non voleva più starci male.
Daisy e Street visitarono la scuola dall'interno per non essere scoperti e per non dare nell' occhio, dopo la visita alla parte adibita al liceo, passarono a  visitare la parte dell'università, qui la struttura era ancora più grande e ricca di quella del liceo, e più interessante.
L'università presentava una palestra grandissima, con un enorme campo da calcio, club per la scherma, tiro con l'arco, una piscina olimpionica al coperto, con tanto di postazioni e un trampolino per i tuffi situato per tre livelli.
La struttura era nuovissima  e  Daisy rimase molto colpita da ciò che vide, dopo aver quasi finito il giro delle aule per finire in bellezza, la ragazza decise di visitare la piscina olimpionica  fiore all'occhiello dell'università. 

Street- Perchè vuoi vedere una piscina? Non è nulla di così speciale.

Daisy- Ma è giusto per terminare il nostro giro turistico. Tanto qui non è per forza che ci dobbiamo mettere piede! Chi vuoi che ci siaù? Al massimo qualcuno che si allena... ma che vuoi che differenza faccia se non c'è nessuno?

Street - Sono stanco di girare per questo posto, è inutile.

Daisy -Ti sei lamentato sempre, è comunque un occhiata non fa mai male. E solo un mio capriccio non è che mi interessi fare nuoto.

Street - E se ti vedessero?

Daisy -Non me ne importerebbe, non faccio l'università,  e non ho la ben che  minima intenzione di partecipare a circoli sportivi. 

Esclamò la ragazza con distacco mentre scendeva i gradini  che conducevano alle tribune. Di fronte alla ragazza si trovava una splendida ed enorme piscina olimpionica, come previsto dalla ragazza c'era qualcuno che si stava allenando nello stile libero.
Daisy notò un grosso uomo, corpulento con una bandana nera in testa, tutto muscoloso, in costume da bagno e  con una felpa bianca appogiata sulle spalle. Una delle particolarità dell'uomo oltre alla sua statura erano due lunghi baffi bianchi a mezza luna.
L'uomo si accorse immediatamente della presenza della ragazza che incuriosita li stava osservando, non disse nulla si limitò ad osservarla, tornando subito dopo al suo lavoro.
Il vice allenatore che era insieme con lui, osservò più a lungo la ragazza, era come se l'avesse catturato la sua attenzione, la vide poi allontanarsi rimanendo silenzioso.. finche non la vide più, poi  girò le spalle e si diresse verso il vecchio con la bandana.  
 

Ragazzi finalmente avrete il piacere di leggere "Chiamami Portoghese e allora scoprirai.." , devo dire che è quasi un anno che l'ho iniziata ma per vari motivi non l'ho pubblicata.
Con la storia sono andata avanti... vi dico  perchè ho iniziato a riprenderla a scrivere dopo  3 mesi estivi in cui non ho scritto nulla. L'avevo impostata in un certo modo, ma con  il portarla avanti mi sono accorta che leggermente ha preso una piega diversa da come l'avevo impostata.
Ci tengo a dire che CHE SONO RIMASTA FEDELE Al INTRODUZIONE CHE HO DATO...sono cambiati solo i rapporti di alcuni personaggi che ho imposto in una certa maniera... ma comunque sia... SONO INTENZIONATA A SEGUIRE FINO IN FONDO E FEDELMENTE L'IDEA DI COME AVEVO IMPOSTATO LA STORIA FIN DALL'INIZIO, prima di cominciarla a scrivere.
Mi scuso per eventuali errori... cerchero d'evitarli, detto cio... vi anticipo che sara una lunga fanfic perchè io voglio dare spazio anche ad altri personaggi che ruotano intorno ad Ace e  ai vari protagonisti. Premetto già che il passato dei protagonisti sara leggermente modificato per adattarlo alla storia, o in alcuni casi... inventato.. questo perchè voglio inserire i personaggi presi da One piece in un contesto del tutto nuovo rispetto alla loro "vita nel manga" ... e come se vivessero in una dimensione a parte... 
Spero che vi piaccia, anche  perchè volevo creare una storia del tutto originale, come storia e contenuto rispetto alle altre e non fare la solita fanfic.. anche se mi piacciono un sacco quelle che ho letto. Siate clementi e non giudicate la storia negativamente.
 


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Capitolo 2
*** Ritorno a Villa verde ***


Dopo la  visita in piscina, Daisy uscire fuori dall'edificio recandoci con Street in giardino, a prendere una boccata d'aria e scambiare due chiacchiere con il suo amico. L'istituto che aveva scelto le aveva fatto una buona impressione sulla ragazza, Street le chise come si sarebbe trovata e se era ancora sicura della decisione che aveva preso. 

-Daisy, sei ancora convinta della tua decisone? questo posto è molto diverso!  -Disse in tono preoccupato.

-Non un male venire qui! Mi aiuterà a dimenticare.. a guardare avanti. Qui poi c'è anche un università  nel caso poi la volessi seguire. -
Aggiunse la ragazza convinta della sua decisione anche se con qualche incertezza nel suo sguardo.

 

-Stai cercando di cambiare troppo in fretta.. gli altri si stanno preoccupando.  -Le fece notare Street guardandola negli occhi, anche lui era preoccupato dei cambiamenti radicali della sua amica, ma Daisy sembrava non curante di tutto ciò.

-Non me ne importa tra due giorni.. avrò una nuova vita!- Annunciò la ragazza abbassando lo sguardo. Si alzo da dove si era seduta prima.
Con distacco poi espresse il desiderio di voler ritornare a casa,  perchè si era stancata di rimanere li. Qualcosa l'aveva fatta sentire a disagio, probabilmente era stata la discussione con  il suo amico, che non era riuscita assecondarla.
A distanza di sei mesi le faceva ancora male, il fatto dell'incidente, era per lei come una ferita che non accennava a richiudersi. Daisy si rifiutava con chiunque di parlarne o di affrontare la cosa, gui a qualcono se osava chiederle qualcosa,  lei non voleva saperne nulla, erano come un tabù.


-Sei peggio di una bambina, questo lo sai vero? Prima vieni qui poi non contenta te ne vai..-- La rimprovero Street ora mai esaspetato dal  modo di fare della ragaz za.

-Ti ricordo che siamo venuti qui solo per vedere la scuola!- Gli urlo contro Daisy, seccata dal rimprovero che appena ricevuto.

-Lo sai che quando fai cosi non ti riconosco proprio! -Le fece notare il suo amico.

Ma la ragazza gli rispose con tono acido che le persone cambiavano, prima di dargli le spalle. Street la guardò un attimo, affrettandosi a raggiungerla. Il ragazzo si accorse delle distanza, del fatto che la sua amica era veramente cambiata .
Mentre i due ragazzi di allontanarono dal prato,  su cui si erano fermati, qualcuno incuriosito li osservo andarsene di li.

Questi non era altro che un ragazzo molto curioso, che non avendo mai visto prima Daisy e il suo compare,   si era divertito nel guardarli parlare tra loro, finche non si erano allontanati. Rimasto solo con il suo amico che insieme a lui aveva osservato i due sconosciuti allontanarsi dalla scuola, fece un piccolo appunto solla ragazza,ma il primo ragazzo  rispose all' amico che era con lui, che si era solo in curiosito nel vedere sue faccie nuove e la conversazione fini li.

Dopo quasi un ora Daisy torno a casa, Psaico la sua capocameriera vedendola tonare la salutò dandole il ben tornata,  ma la ragazza ricabiò saluto con una certa freddezza, dirigendosi direttamente in camera sua .
Nel vedere quell'atteggiamento Psaico tiro un sospiro di preoccupazione,  e salutando poco dopo Street,  gli chiese cos'avesse la ragazza.
Streer rispose che Daisy non aveva nulla di particolare, e che era di cattivo umore per le solite cose. Psaico rimase silenziosa,ma  aveva gia capito quali erano le cause del cattivo umore della sua padrona.
Finito di parlare con la domentica,  Street,  si diresse  dagli altri abitanti della grande villa in cui viveva,  per vedere cosa essi stessero facendo.
Entrando in soggiorno, il ragazzo vide le sorelle maggiori  di Daisy, Ira e Amara, intente apparlare con Fuoco uno dei maggiordomi che come Psaico serviva in quella casa.
Ira era la più grande delle sorelle di Daisy ed una ragazza dall'aspetto molto maturo,  con otto anni di differenza. Aveva dei lunghi capelli biondi, erano liscissimi e man mano che il capello scendeva verso le punte il capello cambiava di tonalità, sfumando verso un verde molto accesso e brillante, quasi freddo.  
Ira aveva due grandi occhi verdi, è un carattere molto maturo e molto dolce. In un certo senso sapeva essere una figura di riferimento per tutti, era molto saggia e non cercava quasi mai di attagare briga, o di essere agressiva.
Era una persona aperta al dialogo, molto diplomatica nei modi, ma se l'occasione lo richiedeva sapeva essere irremovibile ed incredibilmente ferma sulle sue decisioni.
Si preoccupava sempre per le sue sorelle e per il prossimo, era molto posata nei modi,  tranquilla e molto educata e difficilmente perdeva le staffe.
Sul volto di Ira viera sempre un dolcissimo sorriso, era una persone ben voluta tra tutte. Fra tutte le sorelle di Daisy, Ira era quella che più si preoccupava per lei.
A differenza di Ira, Amara era di qualche anno più piccola di sua sorella maggiore, aveva 24 anni, ed era totalmente diversa da Ira.
Amara era una splendida  ragazza molto sicura di se, determinata, una persona tosta per l'appunto, i suoi modi di fare erano duri e diretti, molto aggressivi.  Amava dare dimostrazione delle sue capacita, aveva il carattere di un leader, a detta di Ira fin troppo impulsiva ed aggressiva.
Amara aveva i capelli rossi, con alcune ciocche bionde e arancio,  portava una parte dei capelli corti e sfrangiati, mentre la restante parte erano lunghi, raccolti in tre treccie. I suoi occhi erano del colore del ghiaccio d era una ragazza che riuschiva subito a coinquistare la fiducia di chiunque.
La terza persona, Fuoco, era un bellissimo  ragazzo , aveva sia i capelli che le iridi rosse non dimostrava più di 28 anni. Era un ragazzo molto prestante fisicamente, sempre con il sorriso sulle labbra ,  era un tipo molto sicuro di sè e delle sua capacità.

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Capitolo 3
*** Litigi tra sorelle ***


-Quello che state dicendo voi due non mi piace a fatto- disse Ira con aria decisa.

-Ira ti preoccupi sempre troppo ed eccessivamente, lascia che ci pensi Fuoco- Disse Amara cercando di far cambiare idea a sua sorella maggiore.

-Temete che la festa non riesca bene?- Domando il maggiordomo ad Ira che era sempre più diffidente.

-Questa è una competenza di Psaico,  lei è la capo cameriera! - Disse Ira con fermezza.

-Ma piantala Psaico è sempre sotto le direttive di Melody, ed è lei sempre quella da cui riceve gli ordini.- Fece notare Amara seccata, come se la cosa la infastidisse non poco, ma sua sorella le fece notare che Psaico era alle dipendenze di tutti. -Mi risulta che che Psaico obbedisca alle direttive di chiunque.-

-Comunque si stanno le cose, me ne occuperò io per la festa, ne parlerò con Melody appena ritorna- Disse con  tono gentile Fuoco sorridendo alle se sorelle, facendo una piccolo inchino.

Ma Amara non sembrava essere d'accordo, cerco in tutti i modi di imporre prepotentemente le sue opinioni. - Non  si può fare un passo senza che bisogna chiedere un consiglio a lei! -  Ira la rimproverò duramente il suo commento, ricordandole che Melody, che non altri era il secondo nome di Daisy,  era  la capostipite e che la sontuosa villa in cui esse dimoravano era la sua casa.

-Infondo è la capostipite. Intanto questa è casa sua e noi viviamo qui con lei... ci lascia vivere come più ci piace.- La frase non piacque molto ad Amara, le ricordò che quella non era casa sua, che lei era solo un ospite e qualunque cosa accadesse, doveva rispettare le decisioni della padrona di casa o vero sua sorella minore.

- Perchè!? Noi siamo la sua famiglia..! Ti rendi conto che i nostri confronti con lei sono del tutto inesistenti?!  Lei si è sempre fatta i comodi suoi sia per Kay, sia per Jak. Quello di qua e quell'altro di là. Quante volte parla con noi?!
Se è sempre stata con quelli che lei chiama i suoi amici?! Non mi sembra affatto che quella è mia sorella.-

Urlo Amara, con tutta la rabbia che aveva in corpo, non c'è la faceva poù a sopportare quella situazione. Ira sembra non approvare quelle cose che sua sorella aveva gridato, ne il suo comportamento, cercò allora di farle capire che sbagliava. - Quella è la sua vita!  E noi ne abbiamo una nostra.. e dobbiamo rispettare le sue scelte come lei rispetta le nostre.-

La rimproverò Ira  mentre Amara brontolo, chi sa per quale strana ragione ma Amara e Daisy non andavano troppo d'accordo. Mentre le due sorelle discutevano  fra loro, Street gli andò vicino salutandole, per un momento le due smisero di litigare e salutarono il ragazzo.

-Ciao ragazze! Noi siamo appena tornati.. voi che stavate combinando? -Domando incuriosito.

-Ciao Street, scusaci non c'eravamo accorti della tua presenza e che eri tornato. - Ira ricambio il saluto del ragazzo, scusandosi  di non averlo notato subito.

-Ciao dove sei stato?-Si limito a chiere Amara.

-Sono stato con Daisy a  vedere la nuova scuola che ha deciso di frequentare.- Disse il ragazzo, senza fare tanti giri di parole.

Ira gli chiese dove Fosse sua sorella. -Ma Daisy dov'è?! Era lì con te?- Street le disse che l'era appena passata d'avanti. -Si era con me,  non l'hai vista?? Ti è appena passata avanti poco fa.-

-No! Non c'è ne siamo accorti... eravamo intenti a parlare- Rispose Fuoco, mentre  Ira con aria preoccupata si chiese se sua sorella minore avesse sentito la sua discussione. -Possibile che abbia sentito la discussione??-
Ma Amara fece notare che se cosi fosse stato allora, di sicuro la sorella sarebbe intervenuta.

-E impossibile, se avesse sentito sarebbe intervenuta.-

Esclamò Amara con aria pensierosa, ma Street scuotendo la testa le riferì che l'amica era di pessimo umore.
-No, Daisy è di cattivo umore.-

- Per le solite cose, immagino?- Allora la sorella maggiore domando se era arrabbiata per i soliti motivi, Street, fece cenno di si con la testa mentre Ira ordinò ad Amara di smetterla di dare addosso alla sorella.
La voce di Ira tuonò come un fulmine,  poichè era abbastanza spazientita dai modi di fare di Amara verso la sorella Daisy, che in quel momento era assente.
Poi rivolgendosi verso Street gli chiese com'era andata la visita nella nuova scuola, il ragazzo  si limito a dire che era una scuola molto grande e che era  piaciuta a Daisy.

-L'è piaciuta? - Ira.

-Si ma ho dei dubbi..- Disse Street facendo una strana smorfia.

Ira preoccupata gli chiese, per quale motivi.- Per cosa? -   Street espresse i timori, quando la ragazza avrebbe iniziato a frequentare la nuova scuola, come si sarebbe trovata. -Beh.. come si ambienterà, può darsi che non le piacerà.-
La sorella di Daisy rispose sicura di se, che sicuramente Daisy si sarebbe trovata bene e che questo sarebbe dipeso principalmente da lei. -Dipenderà da lei.-

La ragazza tranquillizzò Street che era rimasto dubbioso, egli era curioso di sapere come  si sarebbe evolutala situazione. Nella sua stanza invece Daisy, stava sfogliando un suo vecchio annuario, ogni volto su quella pagina lei lo conosceva bene, e tutte quelle facce conoscevano lei.
Lei li sentiva lontani, le mancavano cosi tanto, da quando tutto era cambiato, restare nella sua vecchia scuola le faceva ancora male e lei voleva smettere di soffrire.  

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Capitolo 4
*** Con l'intenzione di andarsene via da casa ***


Daisy desiderava più di ogni altra cosa fuggire dal suo passato, per tanto tempo era stata male, tanto d'aver quasi rischiato di perdere la lucidità. Qualcosa l'aveva cambiata dentro, nessuno dei suoi amici era riuscito a starle vicino come si doveva.

C'erano voluto alcuni mesi perchè la ragazza si calmasse, d'allora era diventata più schiva e diffidente nei confronti  delle persone che le stavano accanto. La paura di perdere nuovamente qualcuno a lei caro aveva fatto si che la ragazza decidesse di non volersi più legare a nessuno.
Le vecchie foto in cui la ritraevano svelavano una ragazza allegra e solare con tanta voglia di vivere, completamente diversa da quella attuale. Daisy non rimpiangeva in alcun modo il suo cambiamento.


Fra due giorni avebbe iniziato a frequentare un nuovo istituto, qualcosa però ancora la preoccupava.  

La ragazza sapeva che se voleva una nuova vita avrebbe dovuto chiudere con il passato. Aveva in testa di andarsene di li da quella casa che non aveva più nulla da darle,  non altri che ricordi amari.
Desiderava di avere una vita sua, senza che dovesse vedere tutte quelle persone con le quali aveva a che fare ogni giorno.


Diasy stava guardando le foto, quando senti bussare alla porta della sua camera, senti poi la voce di sua sorella maggiore, Ira chiederle  come stava. La ragazza rispose con qualche mono sillabo anche se si notava l'aria assai seccata che aveva.
Ira cerco d'iniziare una conversazione con sua sorella al quale Daisy rispose con brevi frasi.


-Come mai questi modi? Street mi ha detto che sei nervosa.-

-Lui dovrebbe vedersi i fatti sui.-Rispose la ragazza aprendo la porta della propria stanza con aria seccata.

-Sta sera vuoi startene in camera  o pensi di uscire?- Domando la sorella maggiore.


-Non ti è dato saperlo. In quanto ad Amara sta iniziando a seccare- Daisy fece notare di aver sentito lo sfogo della rossa.

-Lei non ha tutti i torti, quando dice che con noi non leghi.-Ira rispose dicendo che quello che sua sorella non era poi del tutto falso.

La mora ancora più infastidita ripose che doveva starsi zitta, ricordandole che non poteva riprenderla cosi. -Qui ognuno deve stare al proprio posto. Se voglio o no decido io con chi legare.. mi pare che ognuno qui fa quello che gli pare, senza dare noi all'altro. No?-

-Si ma...-Ira alla domanda rispose di si quasi rassegnata, ma cerco di aggiungere altro, mentre Daisy prontamente l'azzitti di nuovo. -Cosa? -

-Ti ricordo che questa è casa mia e voi fuori da qui non avete un posto in cui stare... l'hai detto tu.- Disse la sorella minore con molta calma guardando sua sorella, ribadendole che voleva  restare da sola e che la conversazione era ufficialmente finita.

Man mano che passava il tempo, la distanza tra Daisy e le sue sorelle era sempre crescente, qualunque  fosse il motivo scatenante di questo allontanamento da parte di Daisy nessuno sapeva spiegarselo. Daisy era sempre fredda e scostante nei loro riguardi.

Prima che iniziasse la nuova scuola, Daisy annunciò che sarebbe andata a vivere in altra casa, e che sarebbe ritornata a Villa Verde solo quando ne avrebbe sentito la sua mancanza.
La ragazza fece sapere che aveva anche comprato un nuovo appartamento nel quale sarebbe andato a vivere una volta iniziata la nuova scuola, e che tutti i preparativi erano pronti.

Una simile notizia ricevette non poche critiche da parte di tutti, ma Daisy dimostrò di non farsi influenzare, ma prosegui diretta sulla sua strada. Voleva dimostrare di essere cambiata a tutti i costi,  che era più forte e che desiderava avere una vita propria .

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Capitolo 5
*** Iniziamo male!! ***


La mora non si face nessun problema nel dirlo, non vedeva che fosse l'indomani, per vedere come sarebbe stata la nuova scuola, di cui poco sapeva ancora, ma immaginava già una vita tranquilla.

La cena con i suoi amici e con le sue sorelle sembrava essere stata rovinata dal suo annuncio così immediato e senza preavviso. Dopo che le critiche di tutti, nessuno più sentiva il bisogna di dirle altro.
Quella notizia detta così, all'ultimo minuto non era piaciuta a nessuno dei presenti, dava più l'aria di una pugnalata alle spalle. Ma perchè tenerlo nascosto fino all'ultimo momento e non dirlo  subito?? Si chiesero tutti.

La ragazza era incurante delle reazioni  dei commensali, anzi sembrava soddisfatta  delle loro mimiche, ne si sentiva in colpa per lo scompiglio che aveva creato.
Tutti gli amici di Daisy erano contrariati e finita la cena ognuno ando poi nella propria stanza senza dire una parola.

I due giorni erano passati nel silenzio e nel distacco più assoluto, Daisy sembrava viverla diversamente, il suo primo giorno nella nuova scuola la incuriosiva non poco, aveva preso tutte le precauzioni per non attirare sguardi e per passare il più inosservata possibile.

La divisa della nuova scuola era molto simile a quella vecchia, che era abituata ad indossare nel vecchio liceo.  L'ingresso della nuova scuola era molto grande, bastava appena girarsi che si vedeva tantissimi studenti vesti con la stessa divisa.
Tutti gli studenti si affrettarono ad entrare al rintocco della campanella, Daisy ancora una volta si sentiva osservata, la cosa le creava non poco imbarazzo soprattutto perchè era nuova e non conosceva nessuno.
Sentiva come se la sua sola presenza fosse stata notata d'improvviso, la ragazza cerco di non dargli peso, cerco di tenere la calma mentre si stava dirigendo verso l'ingresso dell'edificio.

Superato l'ingresso Daisy proseguì per alcuni metri cercando la segreteria, finchè non la trovò vicino all'ufficio del vice preside. La  ragazza entrò nella segreteria chiedendo informazioni al quale sezione appartenesse riguardo al anno.
Nella segreteria incotrò una donna  dall'alta e longilinea statura che la fissava, la donna aveva dei lunghi e lisci capelli neri con la frangia con gli occhi azzurri, vedendo la ragazza un po spaesata le chiede cosa cercasse.
Daisy le chiese a quale anno e sezione era stata assegnata, visto che nessuno aveva provveduto ad informarla, la donna gentilmente gli e lo disse.
-Scusate, sapreste dirmi a quale sezione sono stata assegnata - Daisy.
-Lei chi è?- Le chiese la segretaria.

La ragazza allora si presento dicendo che quello era il suo primo giorno in quella scuola.- Mi chiamo Falcar Daisy.. oggi è il mio primo giorno qui.-

-Quindi sei una nuova arrivata. Sarai mica la ragazza che viene dall'istituto Witney Prep School?- La donna la guardò sorpresa.

-Si sono io! Ma...??- Aggiunse sorpresa la ragazza chiedendo come facesse a saperlo quella donna.
-Piacere di conoscerti.. io sono Nico Robin è sono la segretaria del vice preside. Se ti starai domandando chi sono.-Disse la segretaria sorridendo alla ragazza, che era sorpresa.

-Quindi lei sa dirmi dov'è la mia classe?- Domando Daisy.
Robin le diede l'informazione che cercava, spiegando alla nuova studentessa come arrivare in classe. -La tua classe è al secondo piano, sezione E°  e sei al terzo anno, e come prima materia ai scienze con la professoressa Hina nell'aula 16°.-
La studentessa la ringrazio e si allontano incamminandosi verso l'aula 16° dirigendosi al secondo piano. Arrivo in ritardo di cinque minuti, appena arrivata Daisy bussò alla porta dell'aula , scusandosi per il leggero ritardo.

La professoressa Hina la squadro dalla testa ai piedi, la docente all'interno dell'istituto era conosciuta con l'appellativo di "Gabbia nera".
Si presentava come una donna snella dai lunghi capelli rosa, gli occhi color nocciola.  Le labbra rosse per la presenza del rossetto.
Aveva quasi sempre un'aria severa e durante i momenti di pausa la si vedeva spesso intenta a fumare una sigaretta. Era molto temuta tra gli studenti soprattutto quelli più problematici o dai classici tepissisteli.
La professoressa Hina era una donna dal fascino maturo, caratterizzata da una forte personalità,  a causa del suo fascino molti professori ne erano infatuati, spesso riceveva molti inviti ad uscire che puntualmente lei declinava.  Inoltre era risaputo che era molto amica con il capo della sicurezza Smoker.


 



L'insegante guardò duramente la nuova arrivata, non avendola mai vista prima le chiese chi era.
-Signorina lei chi è?-

-Sono nuova, mi è stato detto di venire qui.-Rispose la studentessa.

-Tu devi essere quella nuova... sei in ritardo!- Disse Hina guardando nuovamente la ragazza, mentre tutti gli studenti incuriositi si domandavano chi era la nuova ragazza.

Daisy si scusò subito per il ritardo, raccontando che non dapeva dove si trovava l'aula. - Non sapevo dove era l'aula. Sono andata a chiedere in segreteria.-

La docente le giustifico il ritardo, ricordando alla nuova arrivata di arrivare in orario la prossima volta. -Okay! Per questa volta passi la prossima venga in orario.-

-Si.- Disse Daisy.

La donna chiese poi alla studentessa di presentarsi alla classe e di predere poi posto. -Signorina dimenticavo.. si presenti.-

Disse con il suo tono autoritario, poi richiamando l'attenzione di tutta la classe annunciò che Daisy era la loro nuova compagna di classe a partire da quel giorno.  Daisy parlo poco di se, limitandosi alle presentazio,  finita sua la presentazione la ragazza si andò a sedere in un banco in fondo, vicino alla finestra dove stavano i termosifoni.

Tutti i ragazzi erano rimasti colpiti dalla particolare bellezza della nuova arrivata, Daisy dal suo canto rimase sulle sue ignorando gli sguardi di tutti.
Più tardi la campanella suono, annunciando la ricreazione e l'inizio delle lezioni. Durante quest' ora  molti ragazze e ragazzi della classe si avvicinarono alla nuova arrivata per conoscerla meglio.
 Un ragazzo le si avvicinò,  presentandosi. -Ciao sono Kanaka tu sei?-
Ma Daisy gli lancio una fredda occhiata e mantenendo le distanze gli rispose con un filo di arroganza che non era interessata a fare la sua conoscenza. -A me non interessa chi sei.. non mi sembra poi di avertelo chiesto.-

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Capitolo 6
*** You are my destiny ***


Kanaka  non si fece intimidire e continuo a fare altre domande alla ragazza, chiedendole se proveniva da un lontano paese.-Da dove vieni? Ho sentito dire dall'estero, è vero?-

Guardandolo appena Daisy rispose che quello che aveva detto quando si era presentata era per lei sufficiente. -Ti basta sapere quello che ho detto prima, il resto non importa.-

Tutte quelle domande la infastidivano non poco, Daisy si chiedeva che senso aveva fare tante domande se poi alla fine no avrebbe legato con loro. Che importanza  aveva per gli altri sapere chi era, cosa le piaceva , si sentiva tratta come un oggetto, la novità del momento. Il suo modo di rispondere in modo secco e diretto, ed aggressivo impressiono molto i suoi compagni di classe.
I ragazzi sistematicamente iniziarono a prendere un pò le distanze e fu proprio in quel momento che la ragazza non sentendosi più accerchiata ne approfittò per uscire dall'aula, per starsene un pò tranquilla con se stessa.

La studentessa vago per i corridoi della scuola, non riuscendo a trovare un posto tranquillo e appartato in cui  sistemarsi, decise di uscire nel cortile della scuola per godersi un pò di verde e stare al sole, togliersi  così di dosso la continua sensazione di essere osservata.

In passato, essere guardata, a Daisy era sempre piaciuto, ma da qualche tempo a questa parte le procurava un terribile fastidio,  aveva la continua sensazione di essere quella fuori posto, di non centrare nulla con tutto il resto. Lei era quella diversa.

La nuova arrivata girovagò nel cortile in cerca di un angolo ideale in cui stare, fincè la ragazza non decise di sedersi all'ombra di alcuni alberi. Si senti più leggera, alzò lo sguardo che fino a quel momento aveva tenuto basso,  spostandolo sulla chioma degli alberi, osservò il  leggero ondeggiare dei rami e il muoversi appena delle foglie.
Per un attimo ebbe la sensazione di ritornare indietro, di sentire la sua presenza accanto a lei.
Si lasciò  incantare dai movimenti delicati degli alberi, come se un leggero sospiro di vento la trascinasse ancora una volta nel passato, Daisy chiuse gli occhi lasciandosi andare.
Durò pochissimo, fu subito riportata alla realtà, quando sentì le voci di alcuni ragazzi, la studentessa abbassò subito lo sguardo, spostandolo nella direzione in cui sentì provenire le voci.

Si ritrovò così difronte a tre ragazzi che sembrarono fissarla, i tre indossavano una leggera variante della divisa che indossava Daisy. Avevano un aspetto un po più grande dei soliti ragazzi che Daisy aveva visto in giro nell'istituto, avevano l'aria di essere studenti dell'università che era annessa a quella scuola.
La zona in cui era andata a sistemarsi Daisy era quella dell'università, e non c'era da stupirsi se quei tre erano a tutti gli effetti degli universitari e non dei semplici ragazzi delle superiori.

Lo sguardo di Daisy si incrociò con quello dei tre ragazzi,  si domandò da quanto quei tre erano li e la stavano osservando. La cosa la urtò non poco, cambiò subito atteggiamento, e sul suo bel volto comparve un espressione rabbiosa.
Daisy non disse nulla, mentre  il ragazzo più alto fra i tre, la fisso senza battere ciglio, mentre i suoi ragazzi sembravano quasi terrorizzati dallo sguardo gelido della ragazza.
 Il tipo era alto sul metro e novanta, aveva i capelli neri leggermente mossi di media lunghezza, leggermente sfrangiati. Gli occhi neri e penetranti, il naso dritto e come segno distintivo presentava delle lentiggini su entrambe le guance.

Daisy li fulminò con lo sguardo e ignorandoli si alzò da terra allontanandosi il prima possibile da lì. Quando la ragazza fu lontana i tre ragazzi, commentarono quello strano incontro con commenti piuttosto pungenti, il comportamento della ragazza, solo il ragazzo più alto rimase silenzioso.

-Che tipa! Veramente assurda, sarà pur bellissima ma che diavolo di atteggiamento.-Disse esclamando il primo ragazzo riferendosi all'amico, che  inarcando il sopracciglio gli rispose che sicuramente l'aveva morsa qualcosa. -Non l'ho mai vista. Ma di sicuro l'avrà morsa una tarantola.-
Il primo ragazzo chiese al terzo chiamandolo per nome cosa pensasse della ragazza. -Hei! Ace non dici nulla? Hai visto quella come si è rivolta?!-

Ace rispose che non c'aveva fatto molto caso, si limitò ad aggiungere qualche parola e a cambiare discorso.

Daisy nel frattempo era rientrata in classe, prima che la campanella avvertisse la fine della ricreazione. Si sedette al suo posto mentre gli altri ragazzi si affrettavano a rientrare in classe prima che il professore rientrasse.

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Capitolo 7
*** Una nuova conoscenza - Un ragazzo di nome Rufy ***


Le ultime ore della giornata passarono in fretta, mentre Daisy era sempre assorta dai suoi pensieri, tutto le sembrava scivolarle addosso con la stessa fluidità dell'acqua.
Finito il primo giorno di scuola la ragazza si incamminò verso la strada di casa, finita la giornata scolastica e fuori da scuola si sentiva più tranquilla  sapendo che non aveva più motivo di non dare negli occhi o di attirare l'attenzione in qualche modo, ma essendo l'ultima arrivata era difficile  passare inosservata.


Daisy era cosi concentrata sulle sue preoccupazioni che non si accorse di andare a sbattere contro una ragazzo che andava con una certa fretta nella direzione opposta, facendola cosi cadere con il sedere per terra.
La studentessa non si accorse subito dell'accaduto lo realizzò soltanto quando si accorse di trovarsi a terra con davanti il tipo che l'aveva fatta cadere, che le tendeva la mano chiedendole come stava.

-Tutto bene?? Non ti avevo visto, chiedo scusa- Disse il tipo alla ragazza.

-Cosa...!?- Domandò la ragazza realizzando di trovarsi a terra.

Daisy afferrò la mano che il ragazzo gentilmente le porgeva, il tipo l'aiutò a rialzarsi. La ragazza dai lunghi capelli neri si ritrovò così di fronte ad un ragazzo  un po più basso di lei, sul metro e settantacinque.
Il ragazzo le sorrideva con un ampio sorriso stampato sul volto, con una mano poggiata sulla testa a tener fermo un cappello di paglia decorato da un semplice nastro rosso, le chiese nuovamente scusa.


La ragazza lo scrutò attentamente non avendo mai visto un tipo così, il ragazzo presentava una cicatrice sotto l'occhio sinistro. I capelli erano neri come gli occhi, ed erano corti e scompigliati.
Si dimostro subito  un tipo molto amichevole nei confronti della  ragazza., dava l'impressione di essere molto più piccolo della sua età, sembrava anche un pò stupido.
All'ennesima domanda se stava bene del tipo Daisy annuì , allora il ragazzo inizio a parlarle a raffica.

Il ragazzo si tranquillizzò appena seppe che la ragazza stava bene e subito si presento - Benissimo mi fa piacere che tu stia bene, io mi chiamo Rufy, tu?-

A quella domanda la ragazzo lo guardò stranamente  poi gli rispose di chiamarsi. -Mi chiamo Daisy.. sei un tipo strano.- Disse la ragazza guardando negli occhi Rufy, ma il ragazzo non se la prese per come l'aveva definito la ragazza.

-Non me ne importa, io sto bene così come sono.- Le sorrise ancora una volta il ragazzo, Daisy pensè che il tipo fosse un pò fuso. -Se lo dici tu. La prossima cammina cos' eviterai di far cadere le persone. -Aggiunse la ragazza. guardandolo.

Rufy osservandola meglio, notò che la ragazza con il quale si era scontrato appena un attimo prima indossava la sua stessa divisa e non avendola mai vista prima gli chiese se per caso fosse nuova di lì. -Hei tu sei nuova di qui? Non ti ho mai visto... io sto al secondo anno sezione C°.-

Daisy scrutandolo meglio, voleva capire dove il ragazzino voleva arrivare. -Sono al terzo, sezione E°, ma è una seccatura... trovo questa scuola troppo strana per o miei gusti-

Rufy le chiese allora per quale motivo si fosse iscritta a quella scuola se alla fine non le piaceva- Perchè hai cambiato se non ti piace?-

Con quella frase riusci Rufy riusci a strappare un sorriso alla ragazza che per lui aveva un espressione fin troppo seriosa, la ragazza sorridendogli gli disse che aveva già cambiato scuola e che c'era ancora tanto tempo per cambiare idea. - In verità ho già cambiato, che io adesso cambi non ha senso e poi ho appena iniziato ci sarà tempo per cambiare opinione non ti sembra?!-

Il ragazzo fece una strana espressione, ma sorridendole le propose d'iscriversi al suo club se intendeva rimanere a scuola. -Vedrai ti piacerà, ma perchè al mio club? Quello sui pirati! -
La ragazza inarcò il sopracciglio, quella strana proposta le sembrava fuori di testa, si chiese cosa avesse per la testa quel tipo.
Declino l'offerta che gli fece Rufy, rispondendo che non era nel suo interesse. - No grazie, non sono interessata a fare parte di alcun club... comunque scusa... si è fatto tardi devo scappare. Grazie per la chiacchierata-
La ragazza sorrise e  ringraziò  per l'offerta, salutò il ragazzo prima di scappare via e di riprendere la direzione per casa.  Rufy  ricambiò il saluto della ragazza, mentre la vide allontanarsi.
Fare la conoscenza di Rufy, non era stata poi tanto spiacevole e negativa anzi Daisy era rimasta piacevolmente colpita da quel tipo, non aveva ricevuto alcuna nessuna sensazione di fastidio e non era così invadente come tanti ragazzi che aveva incontrato, anzi lo trovava stranamente divertente.

Tornata a casa dopo il primo giorno di scuola, Daisy si tolse la divisa scolastica, si sciolse i capelli e si tolse gli occhiali.  Per casa indosso dei jeans stretti abbinati con una canotta nera, i suoi lunghi capelli neri ondeggiavano ad ogni suo passo mentre  dalla sua stanza si sposto in soggiorno. Vedere l'enorme soggiorno ancora da sistemare e da arredare le diede una sensazione di estraneità, da quel giorno avrebbe vissuto li da sola... 


Daisy si fermo d'avanti ad una delle sue vetrate del soggiorno ad osservare il panorama della città, non riusciva quasi a crederci che aveva finalmente una sua vita. Il vetro rivelava il suo vero volto, quello di una ragazza d'impareggiabile bellezza, unica e rara nel suo genere.
L'unico aggettivo che poteva descriverla era splendida e spettacolare, maestosa... a ma la ragazza aveva già deciso di nascondere questo suo lato, camuffando un po' il suo aspetto per non richiamare troppo l'attenzione.
Però si vedeva da lontano, che non poteva nascondere la sua bellezza, ma solo attenuarla anche se come aveva visto che gli altri se ne erano comunque affascinati, per Daisy  andava pure bene purche nessuno di accorgesse del suo vero aspetto.


L'appatamento  in cui era andato ad abitare era grandissimo, aveva grandi vetrati dal quale si quale si vedeva un panorama bellissimo sia la mattina che la sera, si vedeva il porto e la spiaggia e le navi.
La ragazza abitava in uno dei quartieri più belli e facoltosi della città e il suo appartamento era anche uno dei più grandi in quel quartiere. Che abitasse in un quartiere esclusivo o normale non le importava poi molto, solo che lei era abituata ad un certo tenore di vita ed avere il meglio eppure non era cosi attaccata alla ricchezza come poteva sembrare ad una prima vista.
Tutto quello sfarzo era per lei come una gabbia dorata, sapeva fin troppo bene che con i soldi o le cose materiali non si poteva avere la felicità, che lei sembrava volersi negare.

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Capitolo 8
*** Incontro con la gatta ladra ***


Per tutto il resto della giornata Daisy, non aveva nessun impegno poteva tascorrere la giornata come più le piaceva.
Per tanto la ragazza decise di fare un po' di spesse, il giusto per rinnovare il suo guardaroba che di suo era ben rifornito, ma Daisy amava aggiungere sempre qualcos'altro alla suo vestiario.

Presa la sua Mini Cuper azzurro cobalto, Daisy si recò nella zona più alla moda della città, in cui si potevano trovare vestiti ed beni di ogni lusso, possibile. La zona in cui la ragazza si trovava era piena di tante splendide cose, la mora aveva solo l'imbarazzo della scelta; decise quindi di iniziare il suo shopping sfrenato dalla butique Chantale, una rinomata marca di vestiti dal taglio elegante e fashion, come piacevano alla ragazza.
Il negozio di Chantale era ben curato in ogni dettaglio, si respirava un aria diversa dai soliti negozietti sparsi in giro per la città, le commesse avevano un aria un po snob e un look molto sofisticato, sembravano modelle uscite da una sfilata.
Anche la clientela sembrava molto ricercata, e parecchio curata in ogni singolo accessorio che indossavano. Daisy stava controllando tra vari abitini da giorno, molto carini, quando il suo sguardo ricadde su abito nero con il collo a barca e la gonna a pighe in tessuto scozzese. Fu come se un fulmine l'avesse folgorata non aveva occhi per quel abito che desiderava ardentemente, visto che era l'ultimo rimasto.
Si precipito a chiedere alle commesse se quel abito che l'aveva tanto colpita, se quella era la sua taglia e se non ce n'erano altri, la commessa le rispose che l'abito era l'ultimo rimasto, ed era un XS.. la stessa taglia di Daisy.
Nel frattempo anche un' altra ragazza dai capelli rossi aveva chiesto per l'abito, e quando entrambe le ragazze si accorsero che desideravano la stessa cosa,  la  rossa si meraviglio ulteriormente , nel vedere che vicino a lei c'era la sua nuova compagna di classe.

-Hei! Tu sei quella nuova di sta mattina! -Disse la ragazza rossa degli occhi castani a Daisy che guardandola le chiese chi fosse.

-Scusa non mi pare di conoscerti.- Rispose la mora con fare deciso, fissando la rossa negli occhi, il cui volto non le diceva nulla. Di certo l'unica cosa che Daisy aveva per la mente era l'abito che aveva visto, lei lo avrebbe avuto a qualsiasi costo.

Ma la ragazza con i capelli rossi, ricordo alla ragazza che aveva di fronte che lei era una sua compagna di classe.

-Tu sei quella che ha fatto ritardo sta mattina alla lezione della professoressa Hina. Hai il banco vicino alla finestra, e sei la stessa che ha risposto male a Kanaka.-

La rossa le ricodo cosa aveva fatto quella mattina,ma Daisy fece finta di cadere dalle nuvole e assottigliando gli occhi, cercò di reagire la questione con qualche giro di parola. -Un.. impertinente... quindi sei una mia compagna di classe...-



La ragazza annuì dicendogli chi era. - Mi chiamo Nami e tu sei quella nuova.-

Daisy fece un piccolo sorriso mentre guardo la ragazza dai capelli rossi le cui iridi erano color cioccolato, inclino la testa da un lato dicendo che anche se fosse era lei ma che comunque la cosa cambiava poi molto.
-Cosa cambia? Se sono nuova o no?... mi conosci appena-

La mora assottiglio gli occhi scrutando la ragazza da capo a piedi mentre, Nami sulla difensiva fisso la sua compagna di classe chiedendosi che cosa avesse in mente. Daisy poi buttò un'occhiata al vestito che aveva visto, iniziò a pensare una soluzione per accaparrarsi il vestito,mentre la rossa si chiedeva cosa stesse combinando la ragazza dai lunghi capelli corvini. 

-Non mi sarei aspettata di vederti qui...- Aggiunse la rossa, ma Daisy con aria furbetta ribatte che era anche lei sorpresa di vederla. Le due sembravano quasi studiarsi... facendo molta attenzione l'una all'altra.

-Nemmeno io avrei mai avrei mai pensato di trovarti.. qui. Quel vestito che hai visto comunque non ti si addice.- Disse con fare altezzoso Daisy, guardando la sua compagna di classe.

Nami a differenza di Daisy era più bassa all'incirca di una  ventina di centimentri. La mora la sovrastava in tutto la sua altezza, ma anche Nami non aveva nulla da invidiarle erano due bellezze diversissime in ogni aspetto, non potendo essere paragonate. 

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Capitolo 9
*** Non siamo cosi diverse... ***


Mentre le due ragazze si guardarono,improvvisamente Daisy assunse un'espressione maliziosa e sulle sue labbra comparve un sorrisetto, approfittando di un attimo di distrazione della rossa le sottrasse il vestito che aveva adocchiato prima. 
Riuscendo così a strappare dalle mani di Nami il vestito, la rossa rimase un attimo perplessa dall'improvvisa espressione dalla ragazza, che difronte ai suoi occhi marroni sembrava un'altra persona rispetto a prima.
Alla fin fine Nami si rese conto che la mora non era cosi scontata come aveva pensato, e presa dalla curiosità le fece alcune domande.  La rossa lascio andare il vestito, infondo non era cosi fondamentale per lei che ne aveva già così tanti a casa, era più tosto curiosa di sapere che razza di persona era mai veramente Daisy, la trovava cosi strana.
Nami aveva un intuito infallibile, sapeva che Daisy le stava nascondendo qualcosa con i suoi modi, nel frattempo la sua nuova compagna di classe si stava provando il vestito che le stava divinamente.

-Perchè non vuoi relazionare con nessuno?- Le chiese direttamente la ragazza abbastanza perplessa.

-Perche dovrei?- Rispose Daisy intenta a provarsi il vestito nero, fissando la sua figura nello specchio, poi guardando la rossa nello specchio le rispose che non le piaceva avere legami.

-Potesti essere più gentile, invece di essere cosi scontrosa. -Ribatte la rossa guardandola seriamente.

Ma Daisy abbastanza compiaciuta piena di se, le rispose che semplicemente lei non era tenuta per forza ad essere gentile con tutti o a sforzarsi di fare amicizia con tutti.
-Ognuno agisce a modo suo ed io agisco così. Non spetta agli altri riprendermi per queste cose.-

Il modo snob e altezzoso della ragazza era al quanto fastidioso per Nami che sempre più seria si chiedeva tra se "ma questa da dove diavolo spunta". -Sai il fatto tuo..-

Daisy sembrava abbastanza divertita dalla reazione di quella ragazza, che le sembrava un po troppo ingenua per i suoi gusti. -Si.. sono una che non ama parlare di se. Cerco solo di non farmi coinvolgere... è forse sbagliato?-
Disse dolcemente la mora mentre sorrideva ancor più compiaciuta nel vedere la sua immagine nello specchio ed ogni tanto osservare la sua rossa interlocutrice. Per lei era come un gioco.. nulla di tutto più.

-Così ti perdi un sacco che poi rimpiangerai- Disse la rossa con un espressione serissima, qualcosa perso cambio nel atteggiamento di Daisy che divenne più freddo e il suo sorriso dal suo bel volto scomparve.
Sembrò perdere tono e luminosità quel bel volto dalla pelle bianca, in un attimo Daisy parve diventare cupo. La ragazza abbasso lo sguardo, spostandolo sulla sua figura riflessa nello specchio.. mentre inclinò leggermente la tessa in avanti per non farsi vedere.
Le sue delicate e affusolate mani si congiunsero quasi in preghiera mente, la testa della ragazza si girò di poco verso Nami, che sembrava sorpresa di quel cambio di atteggiamento.

-Io non ne ho.. ho solo rammarichi... ma so bene quello che voglio.-
 
Nami non credeva hai suoi occhi, Daisy le sembrava ancora una volta molto diversa rispetto a prima. Ora dava tutta l'aria di una persona fragile ma allo stesso tempo decisa, con una certa consapevolezza.
 La ragazza dai lunghi capelli corvini dimostrò di avere dei modi di fare molto decisi, a Nami sembrò che la ragazza stesse tentennando sulle prime ma quando la rivide alzare la testa e girarsi verso di lei le sembrò  per un'alta volta ancora un'altra persona.
 Sembrava una ragazza forte e risoluta nei modi, che non si faceva scrupoli nel dare voce hai suoi pensieri.
La rossa stranamente la trovò simpatica, Daisy invece cercava di capire cosa stesse pensando Nami quando le fece una certa battuta, dopo di che la mora si diresse alla cassa, dove seguita dalla rossa pagò il vestito che fino a qualche minuto priva aveva indossato.
Le due ragazze uscirono dal negozio di Chantale e si diressero verso un caffè, che stava li vicino a qualche passo di distanza. Le due parlarono un po', Nami le racconto brevemente della sua vita mentre la seconda silenziosamente l'ascoltava.
Le raccontò che viveva con sua sorella maggiore più grande di lei di 2 anni, le disse anche di essere stata adottata come sua sorella che come essa non aveva mai conosciuto i suoi genitori.
 Nami parlò anche della sua matrigna che dipinse come la madre che non aveva mai conosciuto, e che non le importava se aveva o meno legami di sangue con lei, visto quanto la donna aveva fatto per lei e sua sorella maggiore.
La sua matrigna le aveva volute bene come se fossero le sue figlie, Nami raccontò anche che venne a mancare a causa di un criminale.

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Capitolo 10
*** Destini che si incrociano ***


In un primo momento Nami fu tentata di rifiutata, ma poi decise di accettare, voleva vedere quanto poteva scoprire sulla sua nuova compagna di classe.
La rossa salì in macchina con Daisy che le chiese dove fosse diretta, Nami le disse di portarla all'appartamento in cui abitava. 

-Dove vuoi che andiamo??- domandò Daisy.

-A casa mia! Tu dove abiti?- chiese la rossa, mentre la mora la fisso un attimo.

-Sto nella parte est della città, hai presente il quartiere Sun Rise???-

-La zona residenziale più altolocata della città!! VUOI FARMI CREDERE CHE TU STAI LA!!!- esclamò a gran voce la ragazza dai capelli rossi.

-Si, sto in un super attico da cui si può vedere l'intera città.... l'ho acquistato alcuni giorni fa!-

-Allora provieni da una famiglia benestante!- chiese la ragazza, ancora più stupita.

-Questo poco importa, che abbia una residenza qui o là che differenza fa?? Abito sa sola... e comunque sono abituata ad un certo tenore di vita.... e non rappresenta nessun problema.-ci tenne a sottolineare la ragazza assumendo un espressione abbastanza seccata.

Nami rimase silenziosa nell'apprendere che Daisy abitasse tutta sola in un lussuoso attico in uno dei quartieri più benestanti dell'intera città, la ragazza si chiese fra se chi fosse veramente quella ragazza dall'aria così distaccata e fredda.
La rossa da quel poco che aveva potuto vedere aveva intuito che Daisy era stata abituata ad un tenore di vita alquanto alto, che per le invece costituiva una vera è propria novità.

Nami domandò a Daisy di farle vedere il suo attico, visto che nel quartiere Sun Rise non aveva mai avuto occasione di metter piede, ma Daisy le rispose con un secco no. Per la mora sembrava già aver fatto intuire troppo di se e della sua vita, pregò Nami di non fare altre domande e di non dire nulla giustificandosi agli occhi della rossa di essere alquanto riservata sulla sua vita privata.

Nami ancora perplessa su tutta la vicenda le rispose che avrebbe tenuto per se tali notizie. Falcar la riaccompagnò a casa. Poco dopo essersi allontanata dall'abitazione della sua compagna di classe, Daisy si sentì al quanto strana, come se quel incontro di quel giorno avesse potuto minare la sua promessa di non farsi coinvolgere.
Il solo pensiero di lasciarsi coinvolgere non le piacque affatto, non voleva avere per nessun motivo noie o fastidi, per lei ogni persona doveva stare al proprio posto.

Erano da poco passate le sei quando si sentì suonare  più volte il campanello, il suonò si udì per tutta la casa incessantemente finche un ragazzo esasperato da tale suono si mosse par andare ad aprire la porta. 
Aprendo l'uscio di casa  il ragazzo si trovò di fronte ad egli un altra persona, un ragazzo dai capelli scompigliati, una cicatrice sotto l'occhio sinistro, uno stupido sorriso  era stampato sulla sua faccia portando con sè, un assurdo cappello di paglia dal quale non si separava mai.
Il ragazzino con capello di paglia salutò allegramente, mentre la voce dell'altro ragazzo più grande ,dall'aria assonnata, lo invitò ad entrare. Il ragazzino si precipitò dentro senza farselo ripetere più di due volte e senza fare tanti complimenti, mentre il padrone di casa richiuse la porte e fece accomodare il suo amico.

Il padrone dell'appartamento ancora assonato domando al suo amico come mai quel arrivo così precipitoso.

-Rufy stavo dormendo razza di stupido! Ti pare questo il modo di piombarmi in casa?!!-esclamò infastidito il ragazzo.

-Scusa Ace! Sono venuto che volevo raccontarti delle cose...- disse  altro con un tono di voce più squillante, rivolgendosi verso il ragazzo e chiamandolo per nome.

Ace guardò suo fratello domandando cosa avesse mai da raccontargli.

-Stavolta cosa hai combinato?!- disse scrutandolo dalla testa ai piedi.

-NON HO FATTO NULLA!!..- Gli urlò il ragazzino disse continuando a parlare. -Ho conosciuto una bellissima ragazza!-

-Ma davvero?? E come era?- chiese il ragazzo fingendo di dar credito al fratello più piccolo.

-Chi lei??!!... mi ha detto che sono un tipo strano.Mi ha anche raccontato di essersi appena trasferita e che la scuola in cui stava non le piaceva. Sai le ho domandato se voleva unirsi al mio club!... pensi che accetterà?- domando ingenuamente Rufy.

-Quello sui pirati?? Cosa ti ha risposto?- domando Ace.

-Ha risposto di non essere interessata, però aveva un aria così triste.- il tono di Rufy si fece più fievole.

-Avra avuto i suoi motivi. Ma dove l'hai pescata questa?- chiese Ace sedendosi su una poltrona in salotto.

-Per stranda... involontariamente l'ho fatta cadere...-

-Quante volte ti ho detto di guardare dove vai... - lo sgridò -Si è fatta male??-

-No! Mo che ci penso era completamente assorta nei suoi pensieri- rispose Rufy ripensando all'incidente con Daisy.

-Non  sei l'unico ad aver incontrato una ragazza oggi. Oggi mi è capitato di incontrare più volte una veramente strana .-

-Non ti avrà trovato simpatico- ribadì Rufy...

-No no! E strano perchè non era una brutta ragazza anzi.. sai di solito sono le ragazze a venire da me- disse Ace ripensando al suo strano incontro.

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Capitolo 11
*** Tra fratelli ***


Ace dopo aver raccontato a suo fratello del suo strano incontro con una ragazza chiese a Rufy come andava a casa e se per caso c'erano problemi con il nonno e col resto dei vicini.
Erano tre anni che Ace era andato ad abitare per conto suo, contro pure il parere del nonno che non aveva per nulla accettato di buon grado l' iniziativa del suo giovane nipote. Per poter fare una cosa del genere Ace era dovuto scappare di casa, altro motivo per cui Ace era scappato era l'imposizione di suo nonno che lo voleva come suo successore.

Tutto sommato ogni tanto Ace riceveva la visita del suo amatissimo fratellino, Rufy a cui chiedeva puntualmente notizie del nonno e dell'adorata ed odiata Dadan che per lui era come una seconda madre.
Ryfy appena aveva l'opportunità si fiondava a casa di suo fratello dove vi rimaneva qualche giorno anche se non avevano alcun legame di sangue i due ragazzi si consideravano fratelli a tutti gli effetti ed erano molto uniti.
Ace era stato adottato dal nonno di Rufy in quanto doveva un favore ad un vecchio amico.

-Per abitare da solo Ace te la cavi più tosto bene. Sicuro di non voler tornare a casa?- fece Rufy osservando il fratello.

-Quante volte te l'ho detto che non voglio tornare fin che quel vecchio non se nè fa una ragione. E poi riesco benissimo a tirarmi su da solo senza bisogno dei suoi soldi.- Sospirò Ace abbastanza stanco di quel discorso non per nulla nuovo alle sue povere orecchie.

-Come svolgendo vari lavori per l'università e facendo il lavapiatti part-time ?

-Questa zuccone è una mia scelta! Me la sono voluta io... se non sbaglio o anche tu molto spesso disubbidisci al nonno non è vero? Di la verità i tuoi voti sono di nuovo pessimi e per questo che sei "di nuovo scappato"?- chiese Ace con un sorriso malizioso sul viso di chi aveva capito tutto.

-Se per questo anche i tu non sei mai stato una cima ?!

-Credo che tu ti stia sbagliando, io a differenza di te sono stato uno che le cose le sapeva fare, anche nello sport. Infatti gareggio nella squadra di nuoto dell'università grazie al quale ho ottenuto la borsa di studio. Quindi piantala! -

Ace diede un pugno in testa a suo fratello Rufy, ricordandogli lui a differenza sua non era mai stato un asino che spesso e volentieri veniva messo in punizione dal nonno e che al suo contrario era sempre stato un tipo diligente e di successo.
Rufy li lagnò per il dolore però chiese a suo fratello maggiore come andava con l'università. Ace rispose che non andava affatto male, che alcune materie erano molto difficili, poi Pugno di Fuoco chiese a Rufy se si sarebbe fermato per la cena visto che si era fatto sera.

Rufy non si fece ripetere due volte l'invito visto che era da più di una settimana che stava lì per ciò ad Ace non dispiaceva affatto la sua compagnia poichè poteva significare solo ed esclusivamente solo una cosa "divertimento".

Daisy una volta ritornata al suo appartamento ricevette una chiamata per un lavoro, avrebbe dovuto posare per un servizio fotografico per una rivista, dopo questa la ragazza ricevette un'altra chiamata questa volta da sua sorella Ira che voleva sapere come stava.

Mentre la ragazza guardava lo schermo del suo telefono, su questo comparve la foto e il numero di Ira, a quel punto Diasy decise di rispondere e mise in viva voce la sorella mentre si sedette comodamente sul divano mentre guardava il suo cellulare posto sul tavolino di acciaio e vetro posto d'avanti a lei.

La ragazza fisso a lungo il telefono mentre Ira iniziava a farle varie domande, Daisy sul suo volto non aveva alcuna espressione, ne era arrabbiata e ne tanto meno sorrideva, più tosto se ne stava seria ed abbastanza decisa come se fosse sul piede di guerra.

-Daisy volevamo sapere come stai e com'è il nuovo istituto?

-Stai vedendo come sto... qui è tutto normale.

-Spero non ci siano problemi.

-Di ficcanaso ne ho sull'isola!

-Daisy! Qui sull'isola ci stiamo chiedendo perche tu voglia tagliare i ponti con noi e non vuoi più stare a Villa Verde.


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Capitolo 12
*** Daisy ***


Alle domanda di Daisy, Ira  per un lungo minuto rimase in silenzio senza dare alcuna risposta, si limitò solo a chiudere la telefonata. Dall'espressione che aveva Ira si poteva intuire una rabbia ceca e silenziosa, lo scatto che ebbe Ira fu abbastanza controllato se fosse stata un'altra persona la sua reazione sarebbe stata decisamente più incontrollabile.
La ragazza non voleva arrabbiarsi o innervosirsi più di tanto, voleva essere serena e starsene tranquilla e non rovinarsi la vita per colpa degli altri. La ragazza deciso che gli chiunque le avrebbe fatto qualcosa lei lo avrebbe allontanato immediatamente dalla sua vita tagliando i ponti con lui.
La tipa si domandava per quale motivo doveva stressarsi per futili motivi soprattutto se a causarli erano "quelli della sua famiglia."

La sua "famiglia" ... o per lo meno le sue "sorelle" con loro Daisy sentiva di non avere nessun legame, per Daisy la parola sorelle era qualcosa priva di qualsiasi significato.
Lei stava con loro, le sue sorelle, tanto per starci ma alla fine non attribuiva loro tutta questa importanza, in fin dei conti faceva quello che voleva quanto a resto non le importava.

Quella che lei definiva come la sua "famiglia", le sue "sorelle" erano quattro sconosciute con cui aveva poco in comune se non nulla, non aveva con loro alcun legame di sangue. Spesso Daisy si domandava se era lei ad aver trovato loro oppure era l'esatto contrario.
Daisy si distingueva da loro per le sue capacità, aveva una marcia in più e le sue sorelle lo sapevano, l'avevano sempre saputo.

-"Chi se ne frega di loro..." -Penso Daisy alla fine, lei se ne era sempre fregata di loro e di certo sta volta non aveva la ben che minima intenzione di farsi mettere sotto da loro, ora che lei era cambiata ed aveva deciso di lasciare alle sue spalle tutto il resto.
Daisy voleva vivere a modo suo a qualunque costo e non avrebbe mai permesso a nessuno di farla sentire in colpa.

Una volta terminata la telefonata, Daisy si alzò dal divano e con passo felino si diresse verso il bagno realizzato ed arredato con le tonalità del grigio e del nero in contrasto alla tonalità del bianco. In un gioco di specchi che rendeva il tutto un qualcosa di spettacolare.
All'interno del bagno c'era una doccia in vetro e poco distante una vasca in marmo nero con vicino due grossi vasi anch'essi di marmo ma di colore bianco.
Ogni vaso conteneva dei fiori in cristallo e argento che si mischiavano con dei fiori veri, specialmente delle orchidee.

Il bagno di Daisy era uno di quei bagni moderni extra lussuosi che si potevano ammirare nelle riviste di arredamento ed architettura. Non era nè troppo volgare nè troppo moderno, il bagno era una fusione tra il minimalismo e qualche tocco di barocco qua e la in modo da renderlo più glamour ed unico.

Daisy aprì l'acqua calda della vasca e lasciò che questa si riempisse  nel frattempo  Daisy si tolse i vestiti e una volta svestita entrò lentamente nella vasca tenendo fuori solo il capo.
La ragazza si sentiva decisamente più rilassata rispetto a prima, in quel esatto momento Daisy si sentiva sicura tra quelle quattro mura. Finito il bagno Daisy uscì dalla vasca, si sistemò i capelli indosso una sotto vestaglia nera e si diresse in soggiorno.

L'appartamento era grandissimo, non che il più costoso e lussuoso dell'intera città, ogni mobile presente in quel super attico aveva un valore inestimabile anche un miliardario sarebbe sbiancato alla vista di quel lussuoso attico.
Daisy era sempre stata abituata a quello sfarzo e tenore di vita, la ragazza era sempre stata del pensiero che lei essendo in un certo modo doveva avere e possedere solo ed esclusivamente il meglio.
Ma in contraddizione a questa sua filosofia di vita c'era che se incontrava qualcosa che per qualche assurdo motivo la colpiva anche se questa doveva essere qualcosa di minor valore per lei diventava subito importante e tutto il resto sembrava svanirle, sarebbe stata disposta anche a sporcarsi le mani pur di avere l'oggetto del suo desiderio.




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Capitolo 13
*** Curiosando per la scuola ***


Quella sera Daisy decise di guardare un film, ma guardandosi bene a torno in quel enorme super attico si sentì molto sola, anche quando stava a Villa Verde tante volte si era sentita sola ma diversamente da adesso quando si trovava lì aveva comunque gli altri suoi amici che in qualche modo la loro presenza era un rimedio perfetto contro la noia.
Loro, i suoi amici erano sempre lì per lei, la facevano distrarre e le riempivano la vita... Daisy doveva ammettere che se non ci fossero stati "loro" la sua vita sarebbe stata di certo noiosa e triste. 
Daisy si domandò se era veramente così forte, sia di spirito che di carattere come lo erano gli altri o era solamente fragile e la sua forza, la sua invincibilità non era solo apparenza?
Lei davvero si faceva grande sulle spalle degli altri?

Daisy guardò gli l'enorme spazio vuoto del suo appartamento e si vedeva come chiusa in una grande gabbia dorata dentro il quale volutamente si era chiusa.  Forse era veramente una disadattata asociale, fragile e suscettibile ad ogni minima critica o anche solo una provocazione? 
Tutto questo non le piaceva affatto, non voleva essere così. Non l'avrebbe mai permesso.

Erano le prime luci dell'alba quando i raggi penetrarono dalla immensa vetrata del grande salotto, vetrata dalla quale si poteva scorgere un imponente quanto spettacolare panorama, su cui si poteva vedere una buona parte della città e gran parte del mare.
I raggi che penetrarono nel salotto svegliarono Daisy dal suo sonno, creandole qualche fastidio agli occhi. Daisy era distesa sul divano, quando si una volta sveglia si chiese a che ora si fosse svegliata.

La ragazza era ancora mezza assonata, ma vedendo l'ora ed accorgendosi dell'immenso ritardo corse a prepararsi, per far prima a scuola decise di usare la sua moto un Honda nera. Daisy non era minimamente preoccupata se qualcun altro l'avrebbe vista arrivare in moto ma era quanto preoccupata di non arrivare in ritardo a scuola... tanto poco prima di entrare avrebbe cercato un luogo dove parcheggiare e nascondere la moto.

Daisy una volta pronta saltò in sella alla sua moto, accese i motori, si mise il casco integrale nero che le nascondeva completamente il volto e parti come una scheggia. 
Daisy aveva una buona padronanza della moto, grazie anche a tutti gli insegnamenti che aveva ricevuto dal suo ex ragazzo Jak, un pilota di moto.

Una volta arrivata a scuola, Daisy decise di parcheggiare e nascondere la moto dietro un edificio poco frequentato dell'università Marineford e si diresse in tutta velocità a lezione.

Daisy era arrivata per il secondo giorno di fila al suo arrivo in quella scuola, nuovamente in ritardo ma con un'aria diversa decisamente rispetto al primo giorno.
La guardia della scuola notando il ritardo della ragazza decise di rimproverarla, ma Daisy assottigliando gli occhi e facendo un sorriso malizioso disse qualcosa alla guardia che improvvisamente arrossi di botto.
E lasciando la guardia a se stessa, Daisy prosegui lentamente per la sua strada arrivando fino in classe.
Non appena la ragazza entrò in classe tutti la guardarono, meravigliandosi del nuovo atteggiamento che Daisy aveva, decisamente più diversa rispetto al giorno precedente. Era come se Daisy volesse dimostrare che non aveva paura di niente al tempo stesso il suo "nuovo atteggiamento" mirava a mantenere le distanze dalle altre persone.
Daisy aveva un atteggiamento non solo più deciso, ma anche più tosto silenzioso come se fosse perennemente assorta dai suoi pensieri, indifferente a tutto ciò che la circondava.

Mentre camminava tra i corridoi nelle ore di pausa tra una lezione ed un'altra, Daisy sembrava scivolare tra i vari studenti che non appena la vedevano arrivare si spostavano ad entrambi i lati del corridoio permettendo alla ragazza di passare indisturbata.
Qualunque studente maschio o femmina che era non appena vedeva passare Daisy rimaneva come colpito dal suo aspetto osservandola silenziosamente passare.

E mentre la professoressa per la seconda volta sembrava riprendere Daisy, questa sembrava come non ascoltarla e finita la ramanzina dell'insegnate che mandò al suo posto la ragazza, riprese a spiegare la sua lezione. 
Daisy con una certa impazienza aspettava l'arrivo dell'intervallo per poter uscire in cortile, stare in classe la rendeva parecchio ansiosa e in qualche modo la soffocava, non appena la campanella suono la ragazza si precipitò subito fuori dalla classe dirigendosi in cortile.

Da quando giorni prima di arrivare in quella scuola,  Daisy aveva fatto già un giretto di quell'istituto e la parte che trovava più interessante rispetto alle superiori era decisamente la zona dell'università, la quale rispetto alla zona delle superiori aveva una mensa più grande, vi era anche un bar ed una caffetteria. Tutte cose che nella precedente scuola frequentata da Daisy non c'erano. 

Daisy decise per tanto di intrufolarsi nella zona dell'università per vedere come se le cavavano gli universitari e com'era l'ambiente. Quello che però Daisy vide fu abbastanza deludente così decise di ritornarsene in classe.
La ragazza era in procinto di entrare nell'edificio delle superiori che frequentava, quando sentendo delle voci, notò che una di queste voci apparteneva a un ragazzo che il giorno precedente aveva incontrato.




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Capitolo 14
*** Incontro non poi così felice ***


Si sentivano le voci del ragazzo misterioso scherzare con alcune ragazze, le loro risate si potevano udire facilmente per quanto il timbro vocale di queste fosse stridulo. Incuriosita Daisy si avvicinò per dare un'occhiata quando vide il ragazzo già giorni prima aveva incrociata, la ragazza rimase silenziosa limitandosi ad osservare la scena.
Per qualche assurda ragione Daisy sembrava provare una forte antipatia a pelle per quel ragazzo, che non le piaceva proprio.
Daisy non si soffermo molto ad osservare ulteriormente il ragazzo decidendo così tornare in classe. 
Finita la giornata scolastica, Daisy corse a cambiarsi in un bagno della scuola, togliendo la divisa scolastica decise di indossare una tuta aderente nera da motociclista  e un casco integrale dello stesso colore della tutta, che quella mattina la ragazza aveva deciso di nascondere per evitare domande inopportune.
Daisy aveva finito di cambiarsi ed era diretta nel posto dove aveva parcheggiato e nascosto la moto quando si ritrovò d'avanti lo stesso ragazzo che le stava tanto antipatico vicino alla Honda.
Il ragazzo era intento ad osservare il meraviglioso bolide quando, quando vedendo ciò Daisy non fu affatto contenta decidendo così di allontanare il ragazzo dalla sua Honda.
La ragazza era ben sicura che il tipo in questione non l'avrebbe mai riconosciuta essendo tutta coperta, Daisy decise di farsi avanti e attirare la sua attenzione.

Non appena il ragazzo senti dei passi si voltò di scatto e vide arrivare dietro di lui la sagoma della proprietaria della moto. Il tipo rimase molto colpito nel vedere la sagoma di una ragazza tanto da farle i complimenti per la moto, col suo classico sorriso sulle labbra, ma la ragazza della moto non era dello stesso parere.

-ALLONTANATI DALLA MOTO!- Disse la ragazza abbastanza irritata.

-Mi scusi non volevo. E solo che non avevo visto un Honda così bella, è sua?- domandò imbarazzato il ragazzo.

-Non la toccare... potresti farla cadere!

-Perchè ce l'ha con me? Non capisco che l'abbia fatto!?

-Quelli come te non mi piacciono.- disse Daisy guardandolo negli occhi il ragazzo.

-Ho un nome io... e non so per chi tu mi abbia scambiato.

Il modo di fare del ragazzo era molto provocatorio, quasi da sbruffone, il tipo cercava in qualche modo di provocare la ragazza gli sembrava quasi una sfida.
D'altra parte Daisy non era una che se ne stava buona ma era una che rispondeva a tono e in maniera anche piuttosto aggressiva.

Il ragazzo vedendo il modo  di fare della motociclista e il modo in cui sapeva tenergli testa, in qualche modo quella cosa lo intrigava diversamente dalle altre ragazze.
Il ragazzo era curioso di sapere che faccia avesse la misteriosa ragazza della moto, ma mentre il tipo stava cercando di una scusa per trattenere ulteriormente li Daisy per cercare di scoprire qualcosa di lei.
Ma Daisy era già salita sulla sua moto e nel giro di qualche secondo si era allontanata da lui, lasciando il poveretto lì tutto solo.

-Io non perdo il mio tempo con uno come te!

-Nemmeno se ci andiamo a prendere un caffè insieme?.. Comunque sono poche le ragazze che sanno farci con una moto come quella! Tu te ne devi intendere parecchio?

-Quanto basta da capire che tu sei uno dal quale bisogna stare alla larga!

-Simpatica!...

Daisy preferì scappare via sulla sua moto piuttosto che rimanere ancora in compagnia di quel individuo, penso tra se che quella sarebbe stata la prima ed ultima volta che avrebbe incontrato quel tipo.
Tornata a casa Daisy dopo una veloce corsa, decise di cambiarsi e pranzare vista l'ora.
Era in cucina intenta a preparare qualcosa da mangiare, quando senti il suo cellulare squillare, era una chiamata del suo ex Jak, che adesso sta insieme alla sua amica d'infanzia.

Da quando Daisy e Jak si erano lasciati, e Daisy era venuta a sapere che stava con Keira per lei, Jak era come se fosse morto.
Jak per Daisy era stata una persona molto importante soprattutto dopo la morte di un'altra persona a lei cara, si sentiva sola ed abbandonata.. a stento cercava di andare avanti.
Daisy decise di non rispondere alla chiamata e di lasciar squillare il telefono a vuoto. Tra se la ragazza si chiedeva come Jak avesse fatto a rintracciarla.

Dove era finita la ragazza sorridente che un tempo era stata? Daisy nell'arco di cinque mesi era cambiata, il suo mondo era andato in pezzi dopo quello non voleva nemmeno più rivedere Jak .
Per Daisy quella chiamata di Jak non aveva senso. Probabilmente le sue sorelle avevano raccontato a Jak che ella aveva  combinato una delle sue o forse le sue "sorelline" lo avevano mandato pensando che lui l'avrebbe fatta ragionare?

Se anche fosse stato così, Daisy era decisa a prendere ulteriori provvedimenti.

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Capitolo 15
*** Marco ***


Daisy lasciò squillare il cellulare a vuoto mentre si affretto a cambiarsi nuovamente d'abito decidendo così inseguito di uscire per l'intero pomeriggio, aveva assolutamente bisogno di svagarsi e di stare lontano da tutto quello che erano i suoi problemi. 
Decise di rientrare a casa verso le nove di sera, l'uscita per la città l'aveva ulteriormente annoiata, ed era così completamente assorta nei suoi pensieri che non si era nemmeno accorta di essersi persa e di trovarsi in una zona totalmente diversa dal Sun Rise.
Ma a differenza del quartiere residenziale nel quale risiedeva, Daisy si accorse di trovarsi in un semplice quartiere. Si guardò a torno spaesata senza riuscire a scorgere il percorso che l'aveva condotta lì. Tutto le sembrava uguale, ogni strada o vicolo.

Daisy stava perdendo ormai le speranze di ritornare a casa quando a pochi pass da lei fece un incontro del tutto inaspettato, che l'aiutò a tornare a casa.
L'uomo l'aveva vista gironzolare con aria spaesata, intuendo che con molta probabilità la ragazza si era persa, decise per ciò di farsi avanti e di porgerle il suo aiuto.
L'uomo era molto alto, sul volto era dipinta una perenne espressione di tranquillità, accompagnato da un sorriso sornione. Fumava una sigaretta che teneva accesa tra le labbra, i capelli biondi arruffati in qualche modo il suo volto ricordava un ananas, soprattutto a causa dei capelli e del volto lungo.

L'uomo osservava attentamente Daisy, stranamente si ricordava di lei, poichè quattro giorni prima la ragazza si era intrufolata nell'edificio scolastico durante gli allenamenti serali della squadra di nuoto.

-HEI TU! Ti sei persa?!- esclamò l'uomo rivolgendosi verso Daisy.

-Eh..- Daisy si girò di scatto nella direzione da dove aveva sentito provenire la voce dello strano individuo.

-Si dico a te! Ti ho chiesto se ti sei persa... Da qualche minuto ti ho visto girare come un gatto randagio perciò ho pensato che potevi esserti persa. Tranquilla non ho secondi fini. Comunque... tu sei quella che quattro giorni fa è entrata in piscina durante gli allenamenti.- Fece l'uomo fissando negli occhi la ragazza con aria di imperturbabilità.

-Tu eri quello che stava vicino a quel tizio enorme! -rispose di rimando Daisy.

-Perspicace!... Mi chiamo Marco e sono il vice allenatore della squadra di nuoto dell'università.- Si presentò Marco osservando ancora la ragazza sta volta più attentamente.

-Io, sono Daisy e sono un'allieva del vostro istituto... 

-Quindi non frequenti l'università... sei una faccia nuova.- notò lui buttando un occhiata alla ragazza.

-Si... questo istituto sembrava "interessante".

-A vederti dalla scorsa volta sembri quasi un'altra persona rispetto ad adesso. Dove abiti?... Non pensare male, non sono uno che frequenta studentesse.- esclamò lui tirando una boccata alla sigaretta accesa prima di buttarla via a terra e spegnerla con un gesto del piede.

Daisy osservò silenziosamente tutta la scena, quel tipo non le ispirava grande fiducia.

-Io non ho detto nulla, comunque risiedo nel quartiere Sun Rise... conosce la zona? Si tratta di un posto esclusivo.

-Sei di famiglia benestante? - chiese incuriosito Marco.

-Una specie... comunque vivo da sola.- Rispose Daisy facendosi più seria, quella domanda era davvero scomoda e non voleva per nessun motivo toccare quell'argomento.

-Il tipo con cui eri la scorsa volta in piscina, era un tuo amico?- domando Marco inarcando un sopracciglio.

-No... è una persona con cui ho chiuso i ponti.- La voce della mora si fece più dura e acuta, qualcosa evidentemente la stava innervosendo e a Marco questo di certo non sfuggì.

-Sembri essere una tipa abbastanza scontrosa. A mio parere dovresti aprirti di più, secondo me non sei quella che dici di essere. Sembri tanto Ace...

-Chi è Ace?- La domanda venne quasi da se, senza che Daisy l'avesse calcolata,  gli era uscita così di getto. Quasi si vergognava di essersi mostrata così incuriosita per un'istante, non che la cosa le importasse qualcosa, ma era solo curiosa.

- Il capitano della squadra di nuoto dell'università. Mi sembra normale che essendo nuova di qui, tu non sappia queste cose. Comunque come ti dicevo tu me lo ricordi molto... soprattutto per quanto riguarda il carattere. Anche lui come te abita da solo e non ha una vera e propria famiglia.

-Lei crede di sapere?!- la voce di Daisy era quasi tremante e stranamente acuta, qualcosa la stava non poco innervosendo. -La sua è presunzione!- esclamò in fine con voce stridula ed evidentemente infastidita.

-Poi prendertela quanto vuoi... ma difficilmente sbaglio. Certe cose le noto a colpo d'occhio. Comunque sia sei libera di accettare o negare l'evidenza, di certo la cosa non cambierà. Stai facendo storie per questo motivo mi sembrava veramente infantile. 

-Lei ha frainteso ogni cosa.- esclamò seccata Daisy.

-Per essere una ragazza che non vuole avere contatti con nessuno non si direbbe. Il tuo atteggiamento ti tradisce, lascia trasparire molto su che tipo di persona che sei. Dice anche quello che tu non vuoi dire solo un'idiota non  se ne accorgerebbe di ciò.

-Chi si crede di essere lei!- esclamò ancora Daisy, la sua voce era diventata più stridula rispetto a qualche minuto prima.

-Te lo detto tu sei come...

-Ace!!..- Lo anticipò Daisy, Marco che era qualche passo avanti alla ragazza si girò verso di lei e poi disse qualcosa. -Sta volta sei stata tu a pronunciare quel nome non io.-

Tale affermazione infastidì ancor di più Daisy, che si malediva tra se per aver dato confidenza a quella persona che nemmeno conosceva e che riusciva inspiegabilmente a farle saltare i nervi.
Daisy però non era il tipo che si lasciarsi trattare così da questo genere di persone, non avrebbe permesso a nulla di destabilizzarla. Anzi stava pensando ad un modo per voler colpire quella persona che aveva osato secondo il suo punto di vista sentenziare sulla sua persona.

Ace questo nome le diceva assolutamente nulla, ne conosceva individui che si chiamassero così. Non era nemmeno interessata a conoscerlo, Daisy si trovava li semplicemente per dimenticare e rifarsi una vita non per essere paragonata a perfetti sconosciuti.

Marco la guardò Daisy per poi sorriderle, le consigliò di non prendersela troppo asserendo poi che se voleva lui le avrebbe potuto spiegare i motivi per cui l'aveva paragonata ad Ace. 
Ma Daisy storcendo il naso gli rispose che non ci teneva affatto a saperlo, e che mai nessuno poteva essere paragonato a lei. Lei era unica nel suo genere.



Nuovo capitolo dopo 11 mesi di assenza, non temete la storia è andata avanti e andrà avanti... ma per entrare nel vivo di questo passo ci vorrà molto. Ma non temete ho deciso di allungare i capitoli... nel frattempo sono presa con Dune e altre storie nella sezione FFXII. 
Non temente presto capirete in che modo Daisy e Ace sono simili... ci vorrà ancora molto prima che si incontrino e partano i drammi. Avrete modo di vedere anche come sono cambiati tutti e quale sarà la loro storia.
Alla prossima!

Daistiny.











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