I Am Lost Without You

di Angelica HB
(/viewuser.php?uid=117184)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Un Inizio Burrascoso ***
Capitolo 3: *** Tra intrugli e fagioli volanti ***
Capitolo 4: *** Slytherin Vs Gryffindor ***
Capitolo 5: *** Il compleanno di Angelica ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo



I lunghi capelli le scivolavano disordinati e mossi sulla schiena, la gonna azzurra alzata sopra le ginocchia. Era indifferente a tutto ciò che succedeva di sotto, o a ciò, che magari, sarebbe successo. Voleva godersi soltanto l'ultima bella giornata di sole, residuo di un'estate che stava ormai tramontando, lì, sul faggio di sempre, sopra al quale si arrampicava fin da quando era piccola, seduta sempre allo stesso posto, dentro quella forcella che quasi la inghiottiva. Osservava il mondo da lì sopra, distante da tutto e da tutti, talvolta aveva delirato su una sua eventuale fuga da Glasgow, ad esplorare il mondo che c'era oltre gli alberi e le foreste a cui era abituata. Ma la voglia di scappare le passava in fretta, e ritornava con i piedi ben piantati a terra, a sopportare la monotonia della sua vita, dove ogni giorno era uguale all'altro. Non vedeva l'ora di tornare ad Hogwarts.
"Angy! Dannata Angy, dove sei!" I toni soavi di Alènoir la ridestarono dalle sue strane fantasie. Si sporse leggermente in avanti e guardò verso il basso.
"Dove sono sempre, Aly" Le rispose pacata ed annoiata.
"Ma come fai a stare lassù tutto il tempo? Non ti annoi, Angelica?"
"Mi annoio di più a casa, Cendre. Sai, con tutte quelle brutte facce..."
Cendre sorrise, mentre Alènoir alzava gli occhi al cielo.
"Vuoi scendere, dannazione?" Ringhiò Alènoir, evidentemente infastidita per qualcosa.
"No"
"Ma chi sei tu, la figlia di Tarzan e Jane?"
"Probabile" Sghignazzò Angelica.
"Comunque, che cosa volete?"
"Non crederai mai a quello che stiamo per dirti" Esordì Alènoir, con un'aria insolitamente civettuola. Angelica inarcò un sopracciglio chiaro.
"Allora che me lo dite a fare se non ci crederò mai?" Osservò, con una logica tutta sua. Sentì Alènoir sbuffare.
"Ma tu devi sempre ribattere?" Sbottò acida.
"Sempre e comunque, Aly. Se Angelica non ha l'ultima parola non è felice. Sirius è scappato" Cendre, con la sua solita delicatezza, le rivelò la novità senza alcuna espressione, come se la fuga di Sirius non fosse di grande importanza per lei. Angelica la fissò senza alcuna reazione, chiaro segno che non ci aveva capito un tubo.
"Che?" Domandò infatti.
"Sirius Black, il primogenito di Orion e Walburga Black, fratello maggiore di Regulus Black, Grifondoro tra..." Prima che Cendre finisse la sua luuuunga e sarcastica risposta assurda, Angelica prese la saggia decisione di interromperla.
"Sì, grazie, ma questo lo sanno pure i muri" Borbottò la ragazza sull'albero.
"Voi due mi sembrate cretine" Commentò Alènoir, scuotendo il capo.
"Insomma, Black è scappato di casa la notte scorsa, il perchè non lo so, quindi non chiedermelo. Come facciamo a saperlo? Semplice: Black Senior e Regulus sono qui" Spiegò Alènoir. Angelica ci mise qualche minuto ad assimilare la notizia.
"E sono qui? A casa mia?"
"Oui, mademoiselle, oui"
Con un'agilità quasi felina, Angelica scese dall'albero con una rapidità impressionante, e seguita dalle sue amiche andò drittà spedita verso casa, senza curarsi del fatto che la sua gonna fosse tutta sporca. Attraversarono la porta finestra del giardino, passarono per il corridoio, davanti al laboratorio di suo padre, e con Angelica in testa, come una vera padrona di casa, fecero il loro ingresso nel salone di Hawk Manor. Suo padre, serio e glaciale come sempre, era seduto con aria regale sulla sua poltrona preferita, antica e riccamente intagliata, sua madre Morgane, alla quale non somigliava nemmeno un pò, gli era seduta accanto, su una poltrona più piccola, con quell'aria eterea e pacata che tanto la contraddinstingueva. Davanti a loro sedevano Orion Black, il bel volto dai tratti aristocratici contratto in una smorfia indefinibile, che sapeva di rabbia, incredulità e, in parte minore, le sembrava di tristezza, al suo canto Regulus, gelido quanto suo padre, l'espressione fin troppo calma per i suoi gusti. I quattro si voltarono appena entrarono, Morgane che lanciava un'occhiata di disappunto alla figlia per il suo stato pietoso, ma Angelica la ignorò, si limitò a salutare educatamente, come le era stato insegnato. Orion abbozzò un sorriso.
"Buongiorno, Angelica. Ti trovo bene" Risuonava quasi ironica, quella frase.
"Non posso dire lo stesso di te, zio Orion" Replicò, in tono dolce e più rilassato. Vide un improvviso lampo di luce negli occhi grigi dello zio, così simili a quelli del suo figlio maggiore.
"Già...Almeno tu sei ancora qui" Commentò, la voce stanca. Angelica spostò lo sguardo su Regulus.
"E' davvero andato via?" Chissà perchè, poi, le riusciva difficile crederlo. Lui l'aveva sempre detto, in fondo, che si era stufato di tutto e tutti, della sua famiglia che non l'accettava per ciò che era, e che voleva andarsene via, scappare il più lontano possibile da tutti loro, in un posto dove, magari, non l'avrebbero più accusato per essere semplicemente sè stesso.
"Sì, e dubito che tornerà" Fu troppo freddo Regulus nel darle quella risposta. La colpì in pieno, e adesso ci credeva, adesso era vero. Sirius era realmente scappato via. Eppure non si sentiva scossa, no, non era affatto stupita o triste. Il suo volto rimase impassibile, ma dentro di sè, la sè stessa che tendeva a rimanere nascosta, fece un gran sorriso e rise sarcastica. Quella sè stessa si sentiva euforica, eccitata. Era scappato via...Lui l'aveva fatto veramente, a differenza di lei, che si limitava a sognare ad occhi aperti. Ode a Sirius Black, avrebbe brindato col champagne alla sua fuga.



Note: Prima mia Fan Fiction! Finalmente sono riuscita a pubblicarla! La storia parla di tre miei personaggi: Angelica, Cendre ed Alènoir, e di tutti gli altri personaggi che girano intorno a loro. E' ambientata al sesto anno dei Malandrini, inizialmente volevo fare il quinto, ma poi ho preferito il sesto. Bene, spero di non aver fatto errori!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un Inizio Burrascoso ***


Image and video hosting by TinyPic

Rating: Verde




Tornare ad Hogwarts era un pò come tornare a casa, o almeno per lei. Pensava che non potesse esisterci posto più bello al mondo di quell' antico castello, con i suoi passaggi segreti, le scale dispettose ed il fastidioso Pix, che Angelica, personalmente, adorava, soprattutto quando prendeva in giro Gazza. Si sentiva più sicura lì che a casa sua, forse perchè era lontana dal mondo che c'era fuori, ed Hogwarts, in qualche modo, la proteggeva come una madre amorevole protegge il proprio bambino. Peccato che gli eventi fossero contro di lei, quella mattina.
Sbuffando ed imprecando in gaelico, si fece largo tra la folla di persone, il pesante bagaglio che si trascinava dietro di lei. Scostò una ciocca castana dal volto, nervosa per tutto il baccano che Brontolo, il suo piccolo gufo tutto matto, stava facendo.
"La vuoi finire? Sei insopportabile!" Lo rimproverò scocciata.
"Parli anche con i gufi, adesso?"
"Papà, niente battute per favore, sono già abbastanza nervosa"
"Come mai, mia cara?" Un sorrisino furbetto disegnò le labbra di Philippe Hawk.
"Come mai, mi chiedi? Perchè nessuno mi sta dando una mano, ecco perchè!" Sbottò la ragazza, fermandosi a fronteggiare il padre, l'espressione imbronciata. Il sorriso del padre si allargò.
"Ma come? Non volevi fare tutto da sola?" Le chiese in tono innocente, Morgane che tratteneva un sorriso accanto a lui.
"E che c'entra! Un aiutino sarebbe gradito!" Ribattè piccata, facendo sospirare il padre.
"Certe volte ti comporti veramente da bambina" Le prese il bagaglio senza troppe difficoltà, anche Brontolo aveva smesso di lamentarsi. Liberatasi da quel peso, Angelica era di umore migliore, adesso. La madre la prese sottobraccio, e le due seguirono Philippe verso la stazione.



"Allora, ricordati bene quello che ti ho insegnato: Anche senza bacchetta, puoi essere micidiale. Un destro ben assestato vale più di tre Schiantesimi, e un calcio nelle parti basse...Beh, avrebbe lo stesso effetto di un Cruciatus, su un uomo..."
"Va bene, Tony"
"E ricorda la presa sul collo e le dita negli occhi! Rendere cieco il proprio avversario ti offre molti vantaggi"
"Tony"
"Sì?"
"Non sto andando in guerra, e nemmeno ad un combattimento corpo a corpo"
"Non si sa mai, cosa può succedere nella vita"
"Tony...Sto semplicemente andando ad Hogwarts, come tutti gli anni, e non ho mai dovuto picchiare nessuno"
Tony sbuffò.
"Vabbè, vedi di tenere bene a mente quello che ti ho detto"
"D'accordo"
"Non scrivermi se non è realmente necessario o non sei in pericolo di vita"
"Ok"
"Niente lettere di lamentele, ne ho lo stanzino pieno, ormai"
"Capito"
"E non svenire"
"Va bene"
"E mangia, che sei secca come un chiodo"
"Lo farò"
"E adesso sparisci"
"Ok, ciao Tony!" Lo salutò allegramente, sventolando la manina.
"Giù la mano, Cendre! Non sono mica tua nonna!"
"Ma io non ho una nonna"
"Appunto"
Cendre sorrise mentre entrava sul treno per Hogwarts, il volto in parte sfigurato di Tony che ricambiava con una smorfia. Era il suo modo di sorridere. Sospirò, e andò a cercarsi uno scompartimento libero.


"Angy!" Una familiare voce allegra la chiamò. Angelica si voltò, finendo tra le braccia di Alènoir.
"Ehilà! Non credevo d'esserti mancata così tanto" Scherzò. Avevano passato l'intera estate insieme, lei, Alènoir e Cendre, tranne le ultime due settimane prima della partenza. Alènoir si allontanò leggermente, gli occhi lucidi ed un'espressione tirata sul volto.
"Che ti è successo?"
"Niente, cerchiamo uno scompartimento" Rispose lei, facendole intuire che non aveva voglia di parlarne. Le due si misero a cercare dei posti liberi, ardua missione dato che il treno era affollato e si faceva fatica a camminare. Angelica tornò isterica ed acida.
"Ma perchè devono starsene in mezzo alle scatole? Che vadano a sedersi, dannazione!" Quando un ragazzo di Corvonero tentò di consigliarle di moderare i toni, la Serpeverde lo incenerì con lo sguardo, ed il ragazzo si dileguò all'istante.
"Merlino santissimo! Ma la gente è impazzita quest'anno" Borbottò Alènoir.
"Senti, buttiamoci in uno scompartimento e basta, magari facciamo fuori quelli che ci stanno, se rompono" Propose Angelica. Alènoir non era propriamente d'accordo, ma decise di non contraddirla per sicurezza. E come promesso, Angelica si tuffò nel primo scompartimento che trovò a tiro, e miracolosamente, trovò un posto libero, dove si sedette. Ma Alènoir non la seguì. Alènoir era rimasta ferma ed immobile sul ciglio della porta, gli occhi sbarrati dall'orrore.
"Che ti prende?" Le domandò Angelica stranita. Alènoir fece una smorfia.
"Grifoni!" Esclamò, schifata. All'inizio, Angelica non capì, ma poi, quando si guardò intorno nella cabina, saltò su come se il sedile le avesse dato la scossa.
"Oh, per Salazar! Scempio!" Imprecò la ragazza. Non solo era finita nello scompartimento dei Grifoni, ma era finita in quello occupato dai quattro Grifoni peggiori nella storia di Hogwarts: James Potter, Sirius Black, Remus Lupin e Peter Minus. Altrimenti chiamati 'Malandrini'. I primi due la guardavano divertiti, Lupin le sorrise cordiale.
"Puoi sederti, se vuoi, c'è un pò di casino lì fuori, eh?"
"Giammai! Vedervi di prima mattina, orrore!" Rispose questa.
"Sì, buongiorno anche a te, Hawk"
Angelica si voltò verso Sirius, mollamente seduto sul suo sedile. Le costava ammetterlo (e non potete immaginare nemmeno quanto), ma la bellezza di Black era imbarazzante, e non le riusciva difficile credere che fosse così popolare tra le ragazze, Serpeverdi incluse, per quanto la disgustassero quelle gallinelle sbavanti con gli occhi a forma di cuore, ogni volta che lo vedevano. Lo osservò attentamente, vedendolo tranquillo, nonostante fosse scappato di casa. Si chiedeva se si fosse pentito, almeno un pò, per essere scappato, o cosa si provasse ad essere liberi...Ma naturalmente, Angelica, non glielo avrebbe mai chiesto.
"Black, che dispiacere rivederti, credevo che fossi scappato mooolto lontano, ed invece sei ancora qui"
"Sono un pò come l'edera: Difficile da estirpare" Rispose lui con una risata, scostando una ribelle ciocca corvina dal volto diafano.
"Beh, il cervello te l'hanno estirpato sicuramente"
"Che parole soavi, già di prima mattina" Intervenne Potter. Angelica lo guardò male.
"Fatti gli affari tuoi, Potter, la discussione non ti riguarda" Disse gelida la ragazza. Detestava la mania di protagonismo di Potter, il suo intromettersi nelle cose che non lo riguardavano in prima persona. Lei stava discutendo con Sirius, cosa che fa sempre, e non aveva affatto bisogno di essere difeso da lui, Black sapeva rispondere a tono. Ma Potter era come il prezzemolo: Stava ovunque.
"Beh, mi riguarda, invece, dato che sei nel nostro scompartimento, e stai discutendo con un mio amico" Ribattè il ragazzo.
"Tuo? E che, l'hai comprato? O forse credi che ovunque si poggi il tuo regale sedere, sia automaticamente di tua proprietà?"
Alènoir notò una lieve sfumatura nella voce di Angelica, impercettibile per chi non la conosceva. Non tollereva Potter, invece, stranamente, tollerava Black. Quando stava discutendo con Black non era affatto arrabbiata, ma era semplicemente Angelica che faceva l'acida con Sirius. Era arrabbiata adesso, invece.
"E tu credi di avere il diritto di insultare chi ti pare soltanto perchè sei una Hawk?" James aveva alzato un poco la voce, cosa che allarmò i presenti.
"James, datti una calmata!" Lo riprese Remus.
"No, ed a priori non insulto nessuno, lui lo sa bene, e come sa questo, sa perfettamente ribattere senza che tu gli faccia da mogliettina, Potter. Dimostri di avere una scarsa considerazione del tuo amico, se ti senti in dovere di difenderlo sempre e comunque"
"Senti chi parla! Miss sono superiore a tutto e tutti!"
"Superiore a te lo sono, poco ma sicuro"
James si alzò di scatto, furioso. Remus tentò di farlo calmare, con scarsi risultati.
"Perchè non torni a strisciare con le marci Serpi come te?" Sibilò.
Gli occhi turchesi di Angelica si assotigliarono, le labbra si strinsero in una linea sottile. Alènoir guardò schifata James, e per un attimo soltanto, incrociò il suo sguardo.
"Sai perchè odio voi Grifoni? Perchè siete degli ipocriti, dite tanto di non fare distinzioni, di essere contro il razzismo, di ogni tipo, quando invece alla fine siete voi per primi ad essere i razzisti, a giudicare una persona soltanto perchè indossa la cravatta verde-argento senza nemmeno conoscerla. E tu, Potter, sei l'emblema dell'ipocrisia" Parole gelide e taglienti, dette con un disprezzo profondo. La sua voce sputò veleno su Potter, senza alcuna pietà, con l'odio ormai ben radicato nel suo organismo. Non poteva farci nulla, e nemmeno voleva farci nulla, ogni volta che lui apriva bocca per dire le sue cavolate, Angelica sentiva il bisogno di gettargli addosso il suo veleno.
James non ci vide più nulla dalla rabbia. Una Serpeverde snob come lei gli veniva a fare la morale? E con quali pretese? Alla fine erano tutti uguali, in quella Casa, e lei di certo non era diversa, con gli occhi sempre orientati sulla Magia Oscura.
"Ritira la lingua, Serpe o..."
"O cosa, Potter?" Intervenne dura. Lo vide puntare la mano sulla tasca dietro dei pantaloni.
"Adesso falla finita, James"
James si voltò a guardare contrariato Sirius, il quale si era alzato e lo guardava in strano modo.
"Ma..."
"Lasciala stare" Il suo tono di voce non ammetteva repliche. James ci rimase male, e calò un improvviso gelo nello scompartimento.
"Ah, sì, erano proprio i tuoi toni soavi quelli che sentivo" Cinguettò Cendre, sbucata fuori chissà da dove, facendoli prendere un colpo. Sbirciò nella cabina, salutandoli tutti, poi puntò gli occhi zaffirini su James.
"Seduto, Potter, il treno sta per partire" E con un secco colpo di bacchetta, lo rimise a sedere con violenza.
"Susu, ragazze, vi scannerete un'altra volta, adesso andiamo a sederci" Le due ragazze non osarono nemmeno dire 'ah', ma si limitarono a seguire Cendre da brave bambine. Era chiaro che a comandare fosse lei. E così, come erano arrivate, le tre sparirono.
"Perchè l'hai difesa?" Sbottò James una volta rimasti soli.
"Mi stava punzecchiando, Ramoso, lo fa da una vita, ed io punzecchio lei da una vita. Non mi stava insultando" Spiegò Sirius, in tono pacato. Conosceva Angelica da una vita, e quando voleva insultare veramente qualcuno, sapeva andarci giù pesante. Capiva che James non poteva saperlo, lui non la conosceva, ma avrebbe dovuto lasciarla perdere.
"Ma in compenso ha insultato te, dato che l'hai provocata" Intervenne Remus duramente.
"L'ho provocata? Ma se è stata lei ad iniziare!"
"Certo, anche l'anno scorso è stato Piton ad iniziare, vero? Dovresti smetterla di comportarti in questo modo, James. Un'umiliazione mi è bastata ed avanzata per essere stato troppo comprensivo"
"Ma..."
"Odi le Serpi? D'accordo, ma non andare in giro a provocarli soltanto per questo. Ti vorrei far notare, che non sono mai state loro ad iniziare, Angelica ti ha sempre ignorato..."
"Ma io..."
"E' naturale che se si sente attaccata, lei si difende"
"Ma Rem..."
"E' ora di crescere, James" E con questo la discussione era chiusa. Spazientito aprì un libro e lo lesse, senza più proferir parola. James sprofondò nel sedile, vergognandosi come un cane. Erano i soliti, orribili cazziatoni di Remus, che in qualche modo ti umiliavano. Sirius sospirò e guardò fuori dal finestrino.


"Ma non ti stufi mai di litigare?" La rimproverò Cendre.
"Mi dispiace..." Mormorò Angelica, mortificata.
"Vedi di non farlo più, non mi và di prendere una punizione ancor prima di arrivare ad Hogwarts"
"E' che...Non lo sopporto..."
"Ho capito, ma vedi di moderare la tua acidità, Angelica! Sei davvero odiosa quando fai così"
Angelica sbuffò, e continuò a guardarsi le mani. Le amiche erano anche questo, quando esageravi o sbagliavi, te lo facevano notare, ma non per qualcosa, ma perchè ci tengono a te.
"Non attaccarla così, Cendre" Arrivò in sua difesa Alènoir.
"Lo sappiamo che Angelica è acida come se avesse bevuto latte avariato" Aggiunse in tono leggero e scherzoso. Cendre sospirò.
"Già...Ma è proprio per questo che le vogliamo bene: Perchè è più acida di una zitella"
"Ehi!" S'indignò Angelica. Le due sorrisero. Scivolarono sui posti ai lati di Angelica, e l'abbracciarono.
"Bisbetica come poche, fa scappare a gambe levate tutti quanti" Disse Alènoir.
"Probabilmente è una discendente di Caterina"
"Probabilmente? Ma sicuramente!"
"E fatela finita!" Sbuffò sorridendo Angelica.
"Ma noi, conosciamo un rimedio infallibile contro l'acidità" Pronunciò in tono solenne Cendre. Angelica iniziò ad agitarsi, avendo un brutto presentimento.
"Ragazze, vi prego, no..."
Le due la guardarono malefiche.
"Aaaaaall' attaccooooooo!" Si fiondarono sulla poverina, iniziando a pizzicarla sulla pancia. Angelica scoppiò a ridere, piegandosi, nella speranza che la smettessero.
"Basta! Basta! Datemi tregua!"
"E la bisbetica è stata domata, semplicemente con il solletico!"
"Chissà perchè Petruccio non ci ha mai pensato..."
"Magari perchè c'era il rischio che non funzionasse, e Caterina l'avrebbe fatto fuori..."
Le tre scoppiarono a ridere per la loro idiozia. Viva la sanità mentale.




Note: Primo capitolo vero e proprio! E' un pò delirante, mi sa XP Spero che piaccia, comunque^^  Nonostante l'acidità di Angelica, ma la si vedrà spesso, così XD Lasciate qualche commentino, please, magari senza uccidermi XP Nei vari capitoli assegnerò rating diversi in base a ciò che contengono, solitamente scrivo in terza persona, mi ci trovo meglio dato che la voce narrante è più di una, ma in casi particolari potrei scrivere in prima. Un'altra cosa che vorrei aggiungere è che non seguirò alla lettera i libri, ma potrò apportare modifiche tutte mie, alcune cose le lascerò come stanno, altre, invece, verranno cambiate. Quindi, temo che i tradizionalisti potrebbero non apprezzare XP Dato che non ho altro da aggiungere, mi dileguo. Bye!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Tra intrugli e fagioli volanti ***


Image and video hosting by TinyPic

Rating: Verde

Dopo l'inizio burrascoso, la settimana proseguì tranquillamente, a parte il rimprovero della McGranitt, il secondo giorno, perchè erano arrivate in ritardo a Trasfigurazione. Solo questo, poi tutto tranqillo, niente liti, niente dispetti o vendette, e niente Grifoni fastidiosi. Per ora.
"Sapete, pensavo che ad Incantesimi sarebbe andata peggio, non è che abbia studiato molto, quest'estate..." Commentò Alènoir quando lasciarono l'aula di Incantesimi, dirette verso la prossima lezione.
"Beh, dopo i G.U.F.O, possiamo anche riposarci un pò" Osservò Cendre.
"Sììì...Ma riposarsi è una cosa, ma oziare..." Ghignò Angelica, saltellando, per qualche assurdo motivo felice.
"Ehi, l'ozio è una filosofia di vita! Non capirai mai la sottile arte del dolce far niente" Replicò Alènoir con aria solenne, e le tre scoppiarono a ridere.
"Cavolate a parte, Lestrange ti sta facendo una corte serrata" Fece Alènoir.
"Già, e se non la smette di fare l'idiota gli Crucio i gioielli di famiglia" Commentò Angelica, con una finezza invidiabile.
"Ah...Che bella idea...Se lo fai, chiamaci, così ci godiamo lo spettacolo" Sghignazzò Aly, come se l'idea le piacesse veramente.
"No, che schifo, non sia mai gli dovessero saltare in aria!" L''innocente osservazione di Cendre disgustò entrambe.
"Bleah!" Esclamarono all'unisono.
"Cendre, ma che schifo! Ma tu sei proprio malata!" Nella mente della povera Alènoir si delineò la raccapricciante immagine del salto delle parti intime di Lestrange...No...No! Via via! Che schifezza!
"Ma se siete state voi ad iniziare!" Si difese la ragazza, scostando una ciocca bionda dal volto.
"Ma sei stata tu a mettere il salto in aria!" Replicò Angelica.
"Chi volete far saltare in aria?"
La voce familiare di Regulus le arrivò dietro le spalle. Angelica si voltò, e lo salutò con un sorriso luminoso.
"Bah, nessuno, forse le parti intime di Lestrange..." A rispondere fu Cendre, e le due la guardarono male.
"Certo..." Regulus la guardò con diffidenza, allontanandosi di qualche passo da quelle tre pazze.
"Comunque, come và? Tutto bene a casa?"
Regulus fu lieto che Angelica avesse cambiato discorso. Beh, oddio, più o meno, non gli andava molto di parlare di Sirius, in quel momento. Prese fiato e fece un'alzata di spalle.
"Un pò meglio, diciamo, papà sembra ancora cupo e mamma...Beh, non conviene nominare Sirius in sua presenza. L'altro giorno ha cancellato il suo nome dall'arazzo di famiglia..." Non aveva mai visto sua madre così arrabbiata, se la prendeva con chiunque osasse nominare Sirius, aveva addirittura litigato con zio Alphard, e quasi non lo colpiva con un Cruciatus. Così l'aveva vista andare nella stanza dove era appeso l'arazzo dei Black, un'espressione folle dipinta nei suoi occhi di ghiaccio. L'aveva seguita, silenzioso; sua madre puntò la bacchetta lì dove era inciso il nome di suo fratello, e con un colpo secco prese fuoco.

Non tradirni anche tu, Regulus

Gli disse solamente questo, prima di abbandonare la stanza. Lui era rimasto lì, immobile per qualche istante, prima di avvicinarsi all'arazzo. Toccò la bruciatura provocata da sua madre; aveva cancellato il suo nome, e adesso era rimasto soltanto quello suo, come se Sirius non fosse mai nato, come se non avesse mai corso su per le scale, furioso, quando litigava con mamma e papà, come se non avesse mai rotto quel brutto vaso che la loro madre si era ostinata a tenere in salotto, quando era piccolo. Adesso, Sirius, non c'era più.

Angelica osservò con attenzione l'espressione di Regulus, ma non vi trovò alcuna traccia di emozione, il suo volto era fermo, immobile, come scolpito nel granito. Non riconosceva più in lui il suo compagno di giochi di quando erano bambini; non ricordava nemmeno quando fosse cambiato, ma era successo così, all'improvviso.
"Non...L'hai più visto?" Gli domandò, cauta. Regulus fece un verso sprezzante in risposta.
"Come no! A camminare a braccetto con quel Potter, tanto a che gli servo io? A quanto pare lui è un fratello migliore di me"
"Ah, Sirius è cretino, lascialo perdere. Ti adotto io come fratellino" E su queste parole, Angelica lo prese sotto braccio, cercando di metterlo di buon umore.
"Stomachevole..." Mormorò Alènoir.
"Guarda che ti ho sentito..." Le fece notare Angelica.
"Lo so, l'intento era quello, infatti..."
"Ehi, Reg, ma tu non hai lezione?" Chiese Cendre,
"Emh...Sì, beh, ho un'ora di buco, e così ho pensato di accompagnarvi"
Angelica non era del tutto sicura che Regulus stesse dicendo la verità, ma decise di lasciar perdere. Arrivati ai bui e freddi sotteranei che portavano all'Aula di Pozioni, il quartetto venne accolto da dei fischi ironici.
 "Guarda chi abbiamo qui, i due piccioncini ci hanno onorato della loro presenza" Li sbefeggiò James Potter con un sorriso sghembo. Angelica fulminò con uno sguardo il Grifone spettinato, senza lasciare la presa sul braccio di Regulus. Non aveva nulla di cui vergognarsi, lui era il suo migliore amico.
"Mmh...Saranno andati a sbacciuchiarsi da qualche parte, che dici James?" E a dare manforte fu la voce di Sirius. Angelica lo cercò con lo sguardo, trovandolo comodamente seduto, quell'insopportabile sorrisetto beffardo stampato in volto. Avrebbe tanto voluto dargli un pugno per cancellarglielo dalla faccia.
"Sirius, ma non sei stanco?"
Angelica spostò lo sguardo su Regulus, improvvisamente rigido.
"Di cosa, Reggie?" Cantilenò Black.
"Di renderti ridicolo, sempre e comunque" Parole sprezzanti e gelide, la voce incredibilmente controllata, anche fin troppo.
Gli studenti in aula assistevano alla scena in silenzio, attendendo l'ennesima rissa (di mani o magia, non aveva importanza). Quelli di Serpeverde non vedevano l'ora di vedere umiliati quei ridicoli Grifoni, solo Severus Piton non prestava attenzione alla scena. I Grifondoro, invece, speravano che Sirius e James facessero abbassare la cresta a quelle Serpi, solo Lily Evans li guardava con dissaprovazione. Non avevano fatto nulla di male, Angelica e Regulus, attaccarli solo perchè a loro girava così, era da idioti.
James rise beffardo.
"Ma guardatelo! Fà il coraggioso davanti alla ragazza!" Commentò Potter, e Sirius ghignò. Si alzò con calma e si avvicinò pericolosamente al fratello minore, torreggiando su di lui con quel sorriso perfido. Regulus non si scompose, ma fronteggiò il fratello maggiore, spingendo leggermente indietro Angelica. Era arrabbiato con lui, molto. Dentro gli ribolliva la voglia di urlargli contro, di rimproverarlo per il suo stupido gesto, chiedergli perchè se ne fosse andato via così, senza nemmeno salutarlo o lasciargli un biglietto. Valeva così poco come fratello? Ma non l'avrebbe fatto, Regulus, non avrebbe urlato, non avrebbe fatto domande. Era bravo nel nascondere i suoi sentimenti, sapeva controllarli e metterli a tacere, a differenza di Sirius, che era più impulsivo.
"Fammi vedere quanto sei coraggioso, Reggie" Lo sfidò Sirius. Regulus non battè ciglio.
"Sirius, tu e il tuo amichetto avete sicuramente sbagliato scuola, temo che il vostro cervello si sia fermato all'età di cinque anni"
Angelica Elizabeth Hawk sbarrò gli occhi. Rimase a bocca aperta per qualche istante, poi fece un'enorme fatica per non mettersi a ridere.
Potter si avvicinò minaccioso, ma all'improvviso gli si parò davanti Alènoir, spingendolo via con poca delicatezza. James fece qualche passo indietro, incredulo.
"Tieni fuori i tuoi quattro occhi dagli affari che non ti riguardano, Potter" Sibilò Alènoir, e James in tutta risposta sorrise.
"Sennò cosa fai? Mi picchi?" La prese in giro, guardandola dall'alto in basso. Lei alzò con fierezza la testa.
"Peggio, ti rompo gli occhiali" Fu la risposta della Serpe, e James era abbastanza sicuro che non stesse affatto scherzando.
"Ragazzi, smettetela" Remus cercò di ristabilire la calma, ma quelli manco se lo filavano. Continuavano a guardarsi in cagnesco, aspettando solo che l'avversario cedesse per primo.
"Ragazze, adesso basta" Intervenne la gelida ed autoritaria voce di Cendre. Alènoir lanciò un'ultima occhiataccia a Potter, per poi tornarsene accanto a Cendre. Angelica non disse nulla, passò accanto a Sirius senza considerarlo, se non per la violenta spallata che gli aveva dato, tornandosene dalle sue amiche. Regulus salutò Angelica e poi se ne andò, anche lui senza considerare il fratello maggiore. Black e Potter rimasero lì come due baccalà.
"Ma come fai?" Chiese sussurando Remus rivolto a Cendre. Avevano il banco vicino.
"Basta un pò di polso, Remus" Rispose pacata la ragazza. Se era stato Prefetto un motivo ci sarà, no? Lui fece finta d'offendersi.
"Ah, grazie mille" Fece lui scherzoso, e lei rise piano. Arrivò l'insegnante, che si trovò davanti un Sirius e un James decisamente scuri in volto. Li avevano lasciati lì, nel bel mezzo di un incontro...Era inaudito!
"Voi due, che fate ancora in piedi? Prendete posto, su su" Li esortò il professore, ed i due tornarono a posto. Ah, ma non finiva lì, la storia...Per le Serpi di sicuro non era finita, dato che approfittavano di ogni momento di distrazione del professore per tormentare i due Grifoni. Venne chiesto loro di creare una pozione decisamente complicata: Il Distillato della Morte Vivente.
Sirius stava tranquillamente mescolando la sua pozione, assicurandosi di farla correttamente, ci aggiunse le radici di valeriana e Puff! Sirius si ritrovò ricoperto dal suo stesso intruglio, i capelli sparati all'insù e alcune ciocche corvine era ornate da allegre e piccole fiamme, che li facevano sembrare dei fiammiferi. La pozione gli era praticamente esplosa in faccia, e Black si chiese cosa  aveva sbagliato. Non era stupido, quando si degnava di applicarsi dava risultati sorprendenti, e lui era sicuro di non aver sbagliato nulla. Sentì uno sghignazzare familiare, e si voltò verso Angelica, che ancora un pò e sarebbe svenuta cercando di trattenere le risate. Sirius la guardò storto. Era colpa sua, non sapeva come, ma doveva esserci per forza lo zampino di quella serpe. A James non andò di certo meglio. La sua pozione prese vita e tentò la fuga. Una massa informe verdognola fece capolino dal calderone di Potter, il quale strabuzzò gli occhi per lo stupore. L'essere con uno 'splat' si spiaccicò contro il pavimento, e lento come una lumaca prese ad incamminarsi verso l'uscita. Tutti stavano fissando quel coso che strisciava.
"Potter, ma cosa hai fatto?" Chiese il professore.
"Ho dato vita a qualcosa di ignoto, professore" Rispose il ragazzo accigliato. Aveva girato le spalle solo un attimo per raccogliere un ingrediente che gli era caduto...Alènoir stava ridendo malefica come una iena, e James giurò a se stesso che gliela pagava. Non aveva le prove per incolpare Alènoir, ma era sempre colpa delle subdole serpi se succedeva qualcosa. Cendre scuoteva la testa, roteando gli occhi al cielo, ma continuò a mescolare la pozione, indifferente come se la cosa non la riguardasse. Ed infatti non la riguardava. Peter Minus fece uno schifo di pozione, sembrava cemento armato, ma in fondo quando mai Minus faceva qualcosa bene? Solo Remus riuscì a fare una pozione decente, ma questo era scontato. Ma nemmeno le Serpi se la stavano cavando meglio. Cendre, con suo enorme dissappunto, vide che la pozione era di un dannatissimo viola acceso, quando, in realtà, sarebbe dovuto essere color liquirizia. Lesse e rilesse le istruzioni, cercando di capire dove avesse sbagliato, senza riuscire a trovare risposta. Alènoir quasi non si staccava un dito per tagliare quegli stupidi fagioli soporiferi, e spazientita li buttò interi nel calderone; la pozione prese a sibilare minacciosa. E poi c'era Angelica, che sembrava una pazza scappata dal San Mungo. I capelli erano sparati da tutte le parti, gonfi come un cavalfiore (sarà l'umidità, chissà), ed anche lei stava ancora, disperatamente, tentando di tagliare i fagioli. Presa dalla rabbia, iniziò a picchiarli col coltello, ma un fagiolo schizzò via come un razzo e finì dritto nell'occhio destro di un suo compagno. Angelica fece finta di niente.
"Tempo scaduto! Giù i mestoli, ragazzi"
Alcuni studenti borbottarono, mentre il professore passava tra i calderoni. Li esaminò tutti con attenzione; guardò deluso la pozione di Sirius e fece un cenno di sufficienza a quella di Remus, quelli di Peter lo lasciò di stucco, e quella di Potter mancò la guardò, dato che era scappata via. Dissaprovò la pozione di Alènoir ed Angelica, mentre trovò decente quella di Cendre. Rimase ad esaminare con maggiore attenzione la pozione di Severus, la mescolò ed annusò, poi, senza dire nulla, tornò alla cattedra.
"Avete fatto tutti più o meno un buon lavoro, ma un unico e solo studente è riuscito a creare alla perfezione la pozione" L'insegnante fremeva d'eccitazione.
"Severus Piton"
Le tre ragazze saltellarono di gioia, mentre i due Malandrini lo guardavano accigliati. Piton fece una strana smorfia, e leggermente a disagio si sorbì i complimenti del professore.
"Ottimo veramente! Cinquanta punti a Serpeverde!" Esultò, facendo la felicità degli studenti verde-argento.
A fine lezione l'essere di Potter stava ancora avanzando verso l'uscita. A quel ritmo ci avrebbe messo vent'anni ad arrivarci. Un'allegra Cendre passò davanti ai Malandrini, prese il cosino verde acido in braccio e se lo portò via, seguita a ruota da Angelica e Alènoir. Ancora un poco e le bocche spalancate dei quattro Grifoni avrebbero toccato terra.
"Ma...Hai visto cosa ha fatto?" Chiese uno sconcertato Sirius Black.
"Sì, e pure meglio di te" Rispose James.
"Le avrà fatto...Tenerezza..." Cercò di giustificarla Remus.
"Quel coso schifoso?" Fece Peter. Senti da che pulpito viene la predica...
"Quelle non sono normali" Continuò Sirius, e James annuì.

Stavano festeggiando la bravura di Piton, saltellando come delle pazze, ma Severus, timido come sempre, tornò a rintanarsi nel suo angolino.
"Devo farmi dire come l'ha fatta, il mio fagiolo è pure volato via!"
"Sì, l'avrà sicuramente notato il poveraccio a cui hai cavato l'occhio"
"Sapete, credo che lo chiamerò Greeny"
"Quel coso fa impressione, Cendre, dovresti sbarazzartene" Commentò schifata Alènoir, guardando l'amica che coccolava quella gelatina verde.
"Voglio capire cos'è" Replicò la bionda.
"Lascia stare, Aly, se vuole fare esperimenti. Su, a nanna, che sennò non ci svegliamo nemmeno questa volta" Angelica si infilò sotto le coperte color smeraldo, slacciando una tenda del baldacchino. Cendre lasciò a terra Greeny. Alènoir la fissò torva.
"Davvero, dovresti liberartene"

Note: Secondo capitolooooo! Pure questo delirante XP Pian piano metterò in gioco pure Regulus (come si deve) e Severus (come si deve). Alla prossima, tauuu!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Slytherin Vs Gryffindor ***


Slytherin Vs Gryffindor

Image and video hosting by TinyPic

Rating: Arancione

 

 




"Angelica?"
"Mh?"
"Mi hai sentito?"
"Mmh"
"Potresti rispondere nella nostra lingua piuttosto che con dei 'mmh"
"Ho capito, Reg: La prima partita della stagione la giocheremo contro Grifondoro" Con la coda dell'occhio lo vide annuire soddisfatto. Si era lasciata distrarre un attimo dall'entrata di Black e compagnia chiassosa, arrivati in ritardo, ma con la loro solita aria strafottente, come se a loro fosse permesso tutto. Scosse lentamente la testa, e si voltò verso Regulus, che continuava il suo discorso.
"Dobbiamo vincere quest'anno, la Coppa deve essere di Serpeverde, i Grifondoro sono stati per troppo tempo sul piedistallo" Quando si parlava di Quidditch, Regulus era sempre deciso e battagliero. Gli bruciava ancora l'umiliante sconfitta dell'anno scorso.
"Beh, adesso saremo più preparati, non ci tengo a vedere Potter che si atteggia da campione un'altra volta" Concordò Alènoir.
"Fagli cadere gli occhiali, così la partita la vinceremo noi" Propose Angelica in tono leggero. Lei ed Alènoir giocavano come Cacciatrici nella squadra di Serpeverde, insieme a Regulus che era Cercatore.
"McPharson non ci tiene a perdere, quando ci siamo incontrati, aveva una luce folle degli occhi..." Fece Regulus.
Fantastico, pensò Angelica. Quando il loro capitano aveva quello sguardo, non prometteva nulla di buono, ma solo duri e lunghi allenamenti, con il sole, o la pioggia o la neve, poteva scoppiare il diluvio universale, ma sapeva che lui li avrebbe fatti giocare fino allo sfinimento e oltre.
"Tu ci vieni alla partita, Sev?" Gli domandò Angelica. Severus, proprio come Cendre, era immerso nella lettura di un grosso libro polveroso, per lui pozioni e per lei aritmanzia.
"No" Rispose secco.
"Perchè no?" Si aggiunse Alènoir, sporgendosi verso di lui.
"Non mi interessa il Quidditch"
"Ma vieni a vedere noi!"
"No, mi rifiuto di assistere all'agghiacciante scena di Potter che si pavoneggia in caso di vincita, fà venire il voltastomaco anche così" Disse Severus sprezzante, sfogliando il libro.
"Ma loro non vinceranno! Reg si è allenato moltissimo, e pure noi!" Cercò di convincerlo Angelica, facendogli due occhioni da cerbiatta.
"Angelica, simili trucchi con me non attaccano. Poi fai paura con quegli occhi languidi"
Regulus sorrise. Effettivamente, Angelica che cercava di fare gli occhioni dolci, era abbastanza inquietante. Decise di tenersi fuori dalla discussione, gli sembrava la cosa più saggia da fare.
"Dai, Sev! Ma che ti frega! Se è picchiamo Potter e Amen! Magari gli cadono pure gli occhiali durante la partita, tanto quello è cieco e vinciamo noi" Continuò Alènoir, ma Severus le lanciò un'occhiata scettica.
"Non ti preoccupare, i Grifondoro perderanno" Interloquì serafica Cendre, e Severus, dopo qualche istante di indecisione, accettò. Le due fecero degli strilletti di gioia.
"Cendre ha detto che vinceremo! Cendre ha detto che vinceremo!" Cantarono quelle, e Regulus si sentì un pò più rilassato e sicuro. Le previsioni di Cendre non potevano sbagliare.



"Ehi, Lily!" L'agguantò per un braccio, facendola sobbalzare per lo spavento.
"Santo cielo, Angelica! Tu ed il tuo entusiasmo" La riprese Lily, ma sorrise.
"Era da un pò che non ci vedevamo! E poi, scusa, vi lamentate sempre della mia freddezza e altezzosità"
Lily scoppiò a ridere.
"Caso mai della tua acidità!"
Angelica sbuffò, alzando una ciocca di capelli dal volto.
"Serpeverde contro Grifondoro, ci sarai?"
Lily la guardò, alzando un sopracciglio.
"Non amo il Quidditch, lo sai"
"Che c'entra, devi semplicemente assistere all'umiliante sconfitta di Potter e Co"
"Mmh...Se ti dicessi che tiferò per voi, sarei un'ipocrita e bugiarda, e se dicessi che tiferò per Grifondoro idem...Tiferò per te, silenziosamente" Concesse Lily con un sorrisetto. Angelica le schioccò un bacio sulla guancia.
"Ci sarà anche Sev" Disse in tono casuale e leggero, osservando attentamente la reazione di Lily.
"Bene" Risposta piatta, atona.
"Lily, ma non potresti perdonarlo?" Lo disse con il tono supplichevole di una bambina che non vuole vedere litigare i propri genitori.
"Attualmente mi riesce un pò difficile perdonarlo" Fece in tono amaro la rossa. Ma Angelica non si arrese.
"E' stato idiota da parte sua chiamarti in quel modo, ma immagino che fosse solamente arrabbiato, e credimi che se ne è pentito veramente" Ed effettivamente era la verità. Dal litigio con Lily, Severus si era fatto più cupo e silenzioso di quanto non fosse già, sembrando un'anima in pena per ciò che aveva fatto. Lily era la persona più importante che aveva.
Lily scosse il capo, amereggiata.
"Sai qual è il problema? Che una cosa simile me la sarei aspettata da chiunque, ma non da lui, era il mio migliore amico...O almeno così credevo" Non era tanto per quel Sporca Mezzosangue che se l'era presa, molti Serpeverde prima di lui l'avevano chiamata così, ma lei li ignorava o rispondeva a tono. Non si vergognava di ciò che era, lei si piaceva così. Ma quelle due semplici ma terribili parole, dette da lui, dal suo migliore amico di sempre, l'avevano ferita profondamente. Tutto si era aspettato, tranne quello. A ripensarci ci stava ancora male, ma preferiva non pensarci e non ammettere con sè stessa quanto ancora le facesse male.
Angelica sospirò.
"Beh, ma anche tu, non sei stata molto gentile a chiamarlo Mocciosus, proprio davanti a Potter e compagnia" Ricordava quel nefasto giorno. Il giorno dei G.U.F.O, un giorno importante per tutti, che inizialmente le era sembrato tranquillo, fin quando, come sempre, Potter e amici non avevano deciso di infastidire Severus. Non riusciva davvero a capire cosa avessero contro di lui.
"Se la è cercata" Rispose con un'alzata di spalle. In realtà si era pentita d'averlo chiamato in quel modo, ma era arrabbiata, e voleva ferire lui come lui aveva ferito lei.
"Oook, d'accordo, mi arrendo. L'importante è che tifi per me. Ci si vede in giro, adesso fuggo che ho Antiche Rune" La salutò con un bacio sulla guancia e poi corse via, mentre Lily la salutava con la mano.











E finalmente il grande giorno era arrivato. Serpeverde contro Grifondoro. Avrebbero vinto loro, se lo sentivano. Alènoir si apprestava ad infilarsi i guanti, Angelica, già pronta, le era seduta accanto. Il Capitano fece loro il solito perfido discorsetto. E finalmente furono liberi di uscire in campo. Un vento leggero le scuoteva i capelli stretti in una coda di cavallo, e un tiepido sole le illuminò il volto raggiante. Era una giornata ideale per vincere. Angelica ed Alènoir fecero correre i loro sguardi verso gli spalti, cercando tra i Serpeverde i loro due amici. Salutarono con la mano Cendre e Severus quando li individuarono. Solo Cendre ricambiò il saluto.
Angelica cercò tra le file rosso-oro Lily Evans, ma non riuscì a trovarla. Ma poi ecco che vide la mano dell'amica salutarla, e Angelica ricambiò il saluto, felice che ci fosse anche lei.
"Che fai, saluti il nemico?" Alènoir le stava rivolgendo un'occhiata torva.
"Scusa"


Ed ora eccolo lì, in mezzo ai suoi compagni che attendevano eccitati l'inizio della partita. Il Quidditch non gli era mai interessato particolarmente, sarà che non era particolarmente bravo con la scopa e in tale sport, ma gli sembrava veramente stupido. Non era sicuro di aver  fatto bene ad accettare, ma ormai era lì, tanto valeva restare.
"Tieni, così fai il tifo pure tu" Disse dolcemente Cendre, ficcandogli in mano una bandiera verde-argento con lo stemma di Serpeverde in movimento. Il ragazzo rimase con la bandiera in mano, fermo immobile e con un'espressione alquanto depressa in volto. Però, guardate lì che strana visione: Severus Piton che tiene una bandierina!


L'ultima volta che era stata ad una partita di Quidditch, era scappata via per il troppo caos. Adesso le sembrava ben peggiore, ma almeno c'erano le sue amiche.
"Guarda, Lily, stanno uscendo i Grifondoro. Ecco Black e Potter!"
Lily nemmeno si degnò di guardarli, ma individuò Angelica e la salutò. Era lì perchè glielo aveva promesso, e non per vedere Potter e Black che davano mostra di sè.

"Alènoir, attenta a non farti colpire da un Bolide, sarebbe un vero peccato se il tuo faccino si rovinasse"
I Grifondoro erano appena usciti dagli spogliatoi, e quel pestifero di Potter aveva già iniziato a rompere. Alènoir ed Angelica si voltarono verso il Cercatore dei Grifondoro. Angelica non disse nulla, Alènoir sapeva cavarsela benissimo da sola.
"Potter, attento a non perdere gli occhiali durante la partita, sarebbe una vera tragedia se vai a schiantarti contro il Platano Picchiatore" Replicò Alènoir in tono soave, mentre Angelica se la rideva sotto i baffi. James sorrise divertito, in fondo non era male come battuta. Alènoir gli rivolse un ultimo sorrisetto, per poi dargli le spalle e seguire i suoi compagni.
Regulus tentò di ignorare lo sguardo beffardo del fratello maggiore, e si era lasciato condurre dalla squadra in campo. Doveva prendere quel Boccino prima di Potter, costi quel che costi.
"Bene, bene, bene! Ecco i giocatori che entrano in campo! Per i Serpeverde, che naturalmente saranno la squadra vincente, abbiamo il nostro amato Capitano e Cacciatore Anthony McPharson, le nostre deliziose Cacciatrici Angelica Hawk ed Alènoir, i Battitori Warrington e Holland, il mitico portiere Sullivan e il Cercatore Regulus Black" Iniziò a presentare il commentatore quando i Serpeverde furono entrati in campo. Aveva riservato loro un trattamento particolare, ma non avrebbe fatto lo stesso anche per i Grifondoro.
"Per quei gatti spelacchiati dei Grifondoro abbiamo Sirius-Sono-Il-Fighetto-Del-Cavolo-E-Me-La-Tiro-Black, Josey e Brown come Cacciatori...I loro nomi non me li ricordo. Come Battitori Rosen e Finley, Portiere...Ehm...Ah! Winter, che è anche Capitano, ed il Cercatore è James-Ho-Un-Gatto-Morto-In-Testa-E-Ne-Vado-Fiero-Potter" Si sentirono alcuni 'buuu' provenire dagli spalti dei Grifondoro.
L'arbitro gli ricordò le regole del gioco, e soprattutto ricordò loro di fare un gioco pulito e leale, senza scorrettezze, rivolto soprattutto a quelli di Serpeverde. Angelica lanciò un'occhiata maliziosa a Sirius, che ricambiò con un ghigno. Ricoprivano entrambi il ruolo di Cacciatori, ed entrambi erano conosciuti per essere i Cacciatori più aggressivi e spietati che ci siano mai stati. Ma Angelica era sicura di vincere, lei ed Alènoir erano micidiali insieme. I Capitani delle rispettive Case si strinsero la mano, beh in realtà se la stritolarono, ma è una questione di dettagli. Fischio d'inizio partita, e che la guerra abbia inizio! Serpeverde fu subito in vantaggio, con Angelica che aveva fregato la Pluffa da sotto il naso di Sirius e con una precisione millimetrica la lanciò nell'anello degli avversari. I Serpeverde scoppiarono in un boato di gioia, iniziando bellamente a prendersi gioco dei Grifoni. Alènoir rideva come una pazza.
"E Serpeverde ha segnato! Vai così, Serpeverde! Suonagliele di santa ragione! 10 a 0!" Esultò Marcus Clint, un loro compagno di Serpeverde che era ormai il commentatore ufficiale delle partite di Quidditch.
"Clint! Limitati a commentare la partita senza patteggiare per la tua Casa!" Lo riprese la McGranitt.
"Mi scusi, professoressa. Pluffa in possesso di Sirius- Sono-Il-Fighetto-Del..."
"Clint!"
"Volevo dire Black, che quasi non viene ammazzato da un Bolide ma purtroppo per noi lo scansa..."
"Clint! Se non la smetti riprendo il microfono!"
"No, mi dispiace professoressa! Non lo faccio più" Toglieteli tutto, ma non il microfono.
Intanto la partita continuava. Alènoir stava cercando un modo per ammazzare Black così da prendergli la Pluffa, ma il suo malefico e geniale piano non riuscì a vedere la luce che Black segnò. I Grifondoro esultarono, mentre quelli di Serpeverde sputarono insulti rivolti ai rosso-oro.
"E Black segna?! Ma come ha fatto a segnare? Black ha imbrogliato! E ghigna pure! 10 a 10" Marcus era scioccato e furioso, ancora un pò e avrebbe distrutto il suo amato microfono.
"Grifondoro di nuovo in possesso della Pluffa, Josey la passa a Brown che la passa a Black...SI! Alènoir intercetta il tiro, la passa a Hawk....Segna!!!! Ringraziamo calorosamente i Grifoni per avere un Portiere così incapace!" Clint si sbracciava come un pazzo, mentre la McGranitt lo rimetteva col deretano seduto. Le Serpi esultarono, ringraziando il Portiere dei Grifoni per essere un incapace. I Grifondoro stavano schiumando di rabbia, e le Serpi ci godevano come dei matti.
"Del Boccino nemmeno l'ombra, ed oserei direi che James-Ho-Un-Gatto-Morto-In-Testa-E-Ne-Vado-Fiero-Potter è avvantaggiato: Lui ha quattro occhi a sua disposizione, il nostro solo due, eh..." Le Serpi scoppiarono a ridere, mentre i Grifoni ancora un poco e avrebbero ucciso Clint in maniera lenta e dolorosa...
"Brown frega la Pluffa a McPharson, la passa a Josey che sfreccia verso la metà campo dei Serperverde...EH?! Ehi, che qualcuno lo fermi! Josey è terribilmente vicino e...OH! Un Bolide lo prende in pieno! Che peccato..." Rise sadico Clint.
"Alènoir prende la Pluffa, schiva magistralmente un Bolide e sfreccia tra i giocatori, si avvicina a Hawk...Ma attenta! Brown è in agguato....MA NO! Era una finta! Muahaha! I Grifoni si son fatti fregare! Alènoir passa a McPharson e...NOOOO!!!! Quella mezza sega di Winter para il colpo! Il solito culo dei Grifondoro!"
"CLINT! UTILIZZA UN'ALTRA VOLTA UN SIMILE LINGUAGGIO E NON PARLERAI PIU' PER IL RESTO DELLA TUA VITA!"
"Mi scusi, sono i nervi...Cerchi di comprendere il mio stato d'animo..."
Alènoir andò su tutte le furie, per non parlare del Capitano. Angelica e Regulus si lanciarono uno sguardo d'intesa. Meglio stargli alla larga.
"Alènoir ha la Pluffa, aggira quel fesso di Josey, professorè sto a scherzà, passa a McPharson....E che cacchio! Black intercetta il tiro, ma Wooo! Un Bolide gli colpisce il braccio, Hawk prende la Pluffa, passa ad Alènoir e SEGNA! Vai così, ragazze!"
Le due amiche si diedero il cinque. Angelica lanciò uno sguardo a Sirius, era furioso nero, come il suo cognome, ma sembrava che stesse bene. Era ancora sulla scopa, quindi nulla di preoccupante.
"Black lancia a Josey, tiro intercettato dalla nostra Alènoir che sfreccia accanto all'occhialuto Potter..."
Alènoir gli passò accanto così rapidamente, che James quasi non perse l'equilibrio. Guardò truce la Serpe che si era allontanata, meditando vendetta atroce...Un Bolide sibilò minaccioso al suo orecchio, sfiorandolo appena, ma fu abbastanza da fargli quasi perdere nuovamente l'equilibrio. Ok...Forse era meglio rimanere concentrati.
"Alènoir semina Brown e Josey, passa la palla a Hawk, Black le si para avanti e...EHI! Non si spinge! Fallo! Black ha spinto via Hawk...E BOOM! Quel che si dice legge del charma: Black viene colpito in pieno da un Bolide e rimane attaccato come un salame alla scopa..."
Ci furono alcuni gridolini preoccupati, Remus quasi non cadeva giù dagli spalti e James voleva aiutare il suo amico prima che cadesse giù e finisse per rompersi tutte le ossa. Angelica guardò a bocca aperta Sirius, furiosa come non mai con lui. Ma che diavolo gli era preso?! Voleva ucciderla per caso?! Con aria sdegnata lo snobbò e veloce come un fulmine segnò un punto per Serpeverde. Regulus guardò il fratello maggiore, attaccato come una scimmia alla scopa, con un misto di preoccupazione e divertimento. Ah! Giustizia è stata fatta, adesso era lui quello attaccato come un cretino al manico di scopa.
"Non ci provare, James! Pensa a quel dannato Boccino!" Gli ringhiò Sirius quando vide l'amico avvicinarsi per aiutarlo. Non sapeva per quanto avrebbe retto in quella posizione, si sentiva tutto dolorante per il violento colpo che aveva preso, e vedeva tante stelline vorticare sulla sua testa. Nel frattempo sentì che Serperverde aveva segnato un altro punto. Bene, di male in peggio...
"Josey frega Pluffa, viene colpito da un Bolide, Alènoir adesso è in possesso di Pluffa e NOOO! Attenta Aly! Un dannato Bolide la colpisce! Ehi, giù dalle mani dalle nostre Cacciatrici! Quella dannata, schifosa testa di cazzo del loro Battitore! Schifoso mez...Professoressa! Mi lasci il microfono! Giuro che farò il bravo! In nome di quel lazzarone flaccido da quattro soldi di Godric Grifondoro...E Regulus insegue il BOCCINO! Vai REGULUS!" Gridò con tutto il fiato che aveva in gola Clint, sbracciandosi come un invasato. Tutti erano rimasti col fiato sospeso, mentre il minore dei Black inseguiva il Boccino D'Oro.
"L'imbecille di Potter se ne accorge dopo tre anni! Si mette ad inseguirlo, riguadagnando incredbilmente terreno, adesso sono testa a testa...Il  Boccino è vicinissimo..."
Nessuno si era accorto che Serpeverde aveva segnato altri due goal.
"Regulus, prendi quel dannato Boccino! Fà fuori Potter se necessario!" Gridò Alènoir, facendo stranire James. Farlo fuori? Ma era per caso impazzita del tutto? All'improvviso sentì le urla degli spettatori, ed instintivamente James si fermò, voltandosi per vedere l'amico precipitare verso il suolo. La prima cosa che gli venne in mente di fare era correre a salvarlo, ma con grande sorpresa vide che la caduta di Sirius si arrestò, e morbido atterò a terra. Qualcuno deve averlo salvato...Chi non lo sapeva. La distrazione di James fu fatale: Regulus riuscì a prendere il Boccino. Serpeverde aveva vinto. La matassa verde-argento esplose in grida di giubilo. James era rimasto interdetto: Ma che cosa aveva fatto? Aveva regalato la vittoria a Serpeverde! Sibilò furioso, scagliando a terra i suoi guanti. Anche Sirius era livido.
La squadra verde-argento gridò vittoriosa, Angelica ed Alènoir si abbracciarono ancora in sella alle scope, Regulus mostrava con orgoglio il Boccino stretto nella sua mano. Le due ragazze andarono a congratularsi con lui, il ragazzo riuscì ad evitarsi un abbraccio imbarazzante scartando di lato, e le due gli fecero la linguaccia in tutta risposta. La matassa verde-argento stava intonando una sorta di canzoncina, tutta dedicata al loro Cercatore, ma riuscirono solo a carpire "il nostro piccolo re". Regulus era orgoglioso di sè stesso, e la faccia di Potter e suo fratello valevano più di tutto l'oro di questo mondo.


"Non avresti dovuto farlo" La riprese duramente Severus.
"Lo so" Disse Cendre, il tono neutro.
"Non se lo meritava" Continuò il ragazzo, le labbra strette in una smorfia di fastidio e disgusto. La ragazza sospirò.
"Forse...Ma non si meritava nemmeno di rompersi l'osso del collo...Ooook, in realtà sì, se lo meritava, ma Sev, se lui muore, tu non potrai mai riprenderti la tua rivincita. Dai, non pensarci, e aspettiamo le ragazze fuori dagli spogliatoi, così festeggiamo" Cendre prese sottobraccio l'amico e lo portò via dagli spalti. Severus non oppose resistenza, prima se ne andavano da quella folla inferocita, meglio era.




Doveva ammetterlo: Quella partita, strano ma vero, le era piaciuta. Aveva trattenuto il fiato ad ogni passaggio, aveva esultato ad ogni tiro finito in porta, e si era indignata ad ogni fallo. Vedere Black che quasi non si ammazzava le fece salire il cuore in gola, poteva anche non sopportarlo, ma in fondo, non aveva istinti omicidi nei suoi confronti. Era Potter, che glieli faceva venire. A fine partita, non aveva più la voce, ma era comunque contenta d'esserci andata. Scese dagli spalti insieme alle sue amiche, decidendo che si sarebbe congratulata con Angelica in un secondo momento.






"Congratulazioni, ragazzi! Siete state fantastici!" Esultò Cendre, correndo ad abbracciare le due amiche appena uscite dagli spogliatoi. Le tre presero a saltellare emettendo gridolini di gioia.
"Sembrate delle invasate" Commentò Severus a braccia conserte, ma sul volto vi era l'ombra di un sorriso.
"Lo sembrano sempre" Aggiunse Regulus, che stranamente sorrideva. In quel momento aveva una gran voglia di sorridere al mondo, e anche alla faccia di Sirius e Potter, naturalmente.
Le tre si voltarono a guardarli, gli occhioni lucidi e luminosi. Le espressioni dei due ragazzi cambiarono immediatamente, intuendo al volo le malsane intenzioni delle ragazze. Fecero due passi indietro, quasi nello stesso momento.
"Non ci provate"
"Daaaaiii, Severuccio! Regolino!" Cinguettarono in tono infantile le tre donzelle, avvicinandosi minacciose ai poveri ragazzi. Regulus fece una faccia schifata. Regolino? Tra i tanti nomignoli assurdi che aveva sentito, quello era sicuramente il più orribile.
"Non.Chiamatemi.Severuccio" Sibilò Severus.
"Guardate che vi Affatturo" Le minacciò Regulus.
"Non lo faresti mai" Commentò trionfante Alènoir. Le tre stavano giusto per saltare addosso ai due amici, quando una voce conosciuta venne ad interrompere il loro idillio.
"Mocciosus! Sei per caso diventato la Mascotte ufficiale dei Serpeverde?" James Potter era appena apparso seguito da Sirius, Remus e Peter. Come sempre, insomma.
"Non ho visto il tuo travestimento, però...Ah, ma con quella faccia che ti ritrovi, non ne hai bisogno..." Un sorriso storto era affiorato sulle labbra del Cercatore di Grifondoro.
"Ti stai godendo il tuo unico momento di gloria, Reggie?" Lo provocò Sirius, beccandosi un'occhiata gelida.
"Mi sto godendo la tua sconfitta, Sirius"
"Dimmi, Potter, quanto ti rode l'aver perso? Quattro occhi, e ti sei fatto sfuggire il Boccino da sotto il naso" Commentò perfida Alènoir, senza l'ombra di un sorriso sul viso.
"Lascia perdere, Alènoir, lascia che Potter si crogioli nella sua ignoranza, cosa che fà sempre, d'altronde" Intervenne Severus, tirando indietro l'amica. James posò gli occhi nocciola su Severus.
"Mocciosus fai il coraggioso perchè ci sono i tuoi amichetti?" Domandò retorico il ragazzo. Sì, non riusciva davvero ad accettare la sconfitta.
"Tu non mi attacchi mai se non siete in quattro, mi chiedo come lo chiami questo..." Replicò tranquillo Severus, e James non sembrò prenderla bene. Aveva perso, in maniera stupida oltrettutto, e adesso Mocciosus gli dava anche del codardo...Tirò fuori la bacchetta, ma nello stesso istante se ne ritrovò ben cinque puntate contro. Sirius si mise al fianco dell'amico, bacchetta alla mano.
"Potter, essere più ridicolo di te non l'ho visto mai" Sibilò Alènoir sprezzante.
"E' più unico che raro, grazie al cielo" Aggiunse Severus, facendo ridere Alènoir. Angelica stava polverizzando con lo sguardo Sirius, il quale non aveva il coraggio di guardarla negli occhi.
"Siete un pò pochi, ragazzi" Soffiò in tono mellifluo il minore dei Black.
Cendre si mise davanti ai suoi compagni, tenendo sempre la bacchetta alzata.
"Giù le bacchette" Disse rivolta ai due.
"Te lo sco..."
"Ho detto giù le bacchette!" Tuonò imperativa, paralizzando i presenti. Remus decise di intervenire, prima che la cosa finisse male. Si mise davanti ai suoi due amici, uno sguardo abbastanza duro negli occhi.
"Ragazzi, per favore, lasciateli stare. Non vi rendete conto che vi state umiliando da soli" Cercò di farli ragionare Remus, con Peter nascosto dietro di lui tremante di paura. James emise un gemito rabbioso e abbassò la bacchetta, stessa cosa fece Sirius.
"Andatevene. Non sapete far altro che infastidirci quando non vi abbiamo fatto nulla. Vedete di cercarvi un hobby più costruttivo" Disse Cendre in tono gelido mentre Remus portava via i due amici. Si era voltato un attimo a guardare la Serpeverde dai capelli biondi.
Cendre sospirò, massaggiandosi le tempie con le dita. Le era venuto il mal di testa. Purtroppo Potter si sarebbe vendicato, già lo sapeva.
"Certo che fai paura quando ti arrabbi" Commentò Alènoir.
"Avresti dovuto lasciarlo cadere" Interloquì Severus. Una confusa Alènoir chiese cosa volesse dire, ed il ragazzo le raccontò la stupidaggine che aveva commesso Cendre. Regulus sembrava alquanto allibito, ma non tanto per il salvataggio, ma perchè fosse riuscita a fare un incantesimo senza bacchetta. Angelica nemmeno li ascoltava, ma in silenzio percorse la strada fino ai loro dormitori, mentre gli altri quattro discutevano.




Note: Ecco qua il quarto capitolo! Sono in ritardo, ma purtroppo il tempo quello che è, e mi dispiace aggiornare con irregolarità. Ringrazio CruellaDeVil per aver recensito e messo la ficcy tra le seguite, e ringrazio valkyrie, zhaiemd, e Bamboo per averla messa rispettivamente tra le seguite e ricordate. Spero di riuscire a postare il nuovo capitolo prima di Natale, sempre che a casa non decidano di togliermi la pelle XD Alla prossima!
Ps: Regulus avrebbe preso comunque il Boccino XP. Ho messo rating arancione per via del linguaggio, la sicurezza non è mai troppa

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il compleanno di Angelica ***


Il compleanno di Angelica
Image and video
hosting by TinyPic
"Buon compleanno, Angy!"
L'abbracciarono con una tale enfasi da toglierle il fiato. Annaspò, cercando di levarsele di dosso prima di svenire per mancanza d'ossigeno.
"Lasciatemi! Mi state uccidendo!" Gracchiò. Finalmente le mollarono il collo e l'aria tornò a circolare nei polmoni.
"Buon compleanno, Angelica!" Ripeterono, con lo stesso tono allegro di prima. Angelica sorrise.
"Grazie, ragazze" Si era completamente dimenticata che oggi, il 31 Ottobre, fosse il suo compleanno. Come aveva fatto a scordarlo?
La mia testa pensò è altrove
Molte cose le avevano occupato la mente, da una parte c'era ciò che stava accadendo fuori da Hogwarts. Lord Voldemort stava lasciando una scia di morte e distruzione dietro di sè, i suoi Mangiamorte, così le aveva raccontato suo padre in una lettera, avevano ucciso i MacKenzie, loro parenti e amici di vecchia data. Non era rimasto più nessuno, non avevano risparmiato nemmeno i bambini...Non voleva pensarci, ma era inevitabile. Era cresciuta con loro, proprio come era cresciuta con i Black e lo zio Orion. La famiglia MacKenzie era solita passare le feste con loro, venivano sempre a trovarli, i grandi parlavano delle loro cose nel salone, e loro, i piccoli, giocavano in giardino tutto il giorno. Non poteva credere che non avrebbe più rivisto Alana ed i suoi bellissimi boccoli dorati, o Silyen, suo fratello, per il quale si era presa una cotta da piccola e a cui aveva dato il suo primo bacio. Il tempo dei giochi era finito. Se ne era resa realmente conto solo quando le era arrivata quella dannata lettera...
Li hanno uccisi, tutti. Non hanno avuto pietà nemmeno per i bambini...Solo perchè Fergus si era rifiutato di stare dalla loro parte...Quello stupido non voleva il mio aiuto
Era riuscita a percepire tutta la sofferenza e la rabbia di suo padre, come se l'avesse impressa in quel foglio di carta, nella calligrafia, sempre elegante e precisa, ora un pò incerta e tremante.
Sono morti
Quando il suo cervello riuscì a razionalizzare questa informazione, si era chiusa in un lugubre silenzio, per poi scivolare in un angolino solitario, lontana da tutti e da tutto, e scoppiare in un pianto disperato. Non aveva cercato consolazione da nessuno, non era da lei mettersi a frignare nelle braccia di altri. Era l'orgoglio degli Hawk, che impediva loro di mostrarsi deboli e vulnerabili davanti agli altri. Ma nel caso di Angelica era un pò diversa la cosa: Voleva semplicemente stare da sola. E poi c'era la paura per la sua famiglia, conosceva suo padre, sapeva come la pensava su Voldemort, ed aveva paura...Paura che i Mangiamorte le portassero via la sua famiglia, e lei non aveva nessuno a parte loro...Scacciò con prepotenza le lacrime e puntò lo sguardo verso il piatto della colazione, sentendo che le era passata la fame. Compleanno...Come poteva festeggiare il suo stupido compleanno quando fuori c'era gente che moriva per la follia di una persona? Come poteva festeggiarlo quando i MacKenzie non avrebbero più festeggiato nulla? Come poteva pensare di festeggiarlo quando non era nemmeno sicura che domani avrebbe ancora avuto dei genitori? Non era proprio in vena di festeggiamenti.

La conosceva da una vita, sua cugina, quindi riusciva a capire al volo ogni minimo cambiamento dell'umore di Angelica. Guardò verso l'alto, dove uno stormo di pipistrelli passava sopra le loro teste. Era Halloween, ed era anche il compleanno di Angelica. Allo zio Phil piaceva dire che Angelica fosse nata nella notte di Samhain, e non ad Halloween. Ed in effetti era vero, e comunque la prima versione rendeva la nascita di Angelica più mistica e significativa. Ma adesso, Angelica non era felice, e non ci voleva uno psicologo per capirlo. Le posò con delicatezza una mano sul ginocchio. Il volto di Cendre era quasi sempre illuminato da quel suo sorriso rassicurante e caldo, quasi materno. Cendre poteva avere buoni motivi per essere triste, ma ne aveva altrettanti per essere felice. Preferiva sorridere in faccia al mondo che aveva tentato di strapparglielo, preferiva sorridere per non essere triste, preferiva sorridere e non pensare, non ricordare...Altrimenti sarebbe diventata pazza.
"Susu, Angy, arrivano i primi regali" Disse allegramente, ed Angelica alzò lo sguardo, più luminoso del solito. Aveva cercato di non piangere. Gli occhi di Angelica erano due zaffiri incredibilmenti lucidi e luminosi, simili a due pezzi di cristallo, e quando piangeva, o stava per farlo, diventavano ancora più lucidi. Cendre fece finta di nulla e diresse la sua attenzione verso i gufi che stavano planando davanti a loro. Certe volte, era meglio non fare domande.



Stava tentando di guardare oltre le teste dei suoi compagni il tavolo di Serpeverde, dove era appena scoppiato un coro di "Tanti auguri a te". Sapeva che era il compleanno di Angelica. Tamburellò nervosamente le lunghe dita da aristocratico sul tavolo, mentre iniziavano ad arrivare i primi regali. Chissà se...
"Anche le Serpi festeggiano il compleanno? Domanò sarcastico James.
"Così pare" Rispose Sirius con aria indifferente.
"Ed è nata ad Halloween...Speriamo di non ritrovarcela a volare sulla scopa e ridere sadica..." Ribattè ironico Potter, e Sirius sorrise.
"L'ha già fatto, Ramoso"
James sbarrò gli occhi, poi scoppiò a ridere. Rise anche Sirius, ma in maniera contenuta. Il ricordo di quel giorno lo fece divertire, ma allo stesso tempo sentiva un senso di amarezza. Sapeva che quei tempi erano finiti, e per quanto lui cercasse di avvicinarsi, lei si allontanava sempre di più.

Buon compleanno, Piccolina mia
Emise un sospiro rassegnato. Continuava ancora a chiamarla così, tipico di un padre che vedeva la propria figlia come un'eterna bambina. Andava bene quando era ancora una bambina, una bambina che si attaccava alla gonna della mamma per timidezza o per paura si nascondeva dietro il padre, che quando faceva un brutto sogno, si infilava nel lettone insieme a loro. Nulla, del suo affetto, era cambiato, ma non era più quella bambina. Non si nascondeva più, ma affrontava i problemi e le proprie paure a muso duro e testa alta. Ma non era tanto quel piccolina mia ad infastidirla, ma il modo in cui lo diceva, ai suoi occhi continuava ad essere una bimbetta di tre anni, che non sapeva fare niente e che aveva continuamente bisogno di essere sorvegliata. Arrivate ad una "certa età", per così dire, tali attenzioni diventavano irritanti e soffocanti. Aveva cercato di fargli arrivare il messaggio con delicatezza e tatto, e lui l'aveva afferrato al volo, ma fece finta di niente. Il che, le fece comprendere, che suo padre non voleva capire. Non aveva il coraggio di essere più brusca con lui e di ribellarsi in una maniera così palese, si vergognava ammetterlo, ma temeva di deluderlo.
"E' bellissima, ha lo stesso colore dei tuoi occhi" Commentò Alènoir mentre le metteva attorno al collo il regalo dei suoi genitori: Una morbida sciarpa di seta, color blu mare, e se avesse o meno il colore dei suoi occhi non lo sapeva, e nemmeno le importava molto. Se la sistemò meglio, e poi osservò il risultato finale sulla caraffa del latte, specchio improvvisato.
"Sì, ha davvero il colore dei tuoi occhi" Concordò Regulus, che le aveva regalato un libro sugli incantesimi trasfigurativi, ben sapendo che era un pò deboluccia in quella materia.
"Ha il colore dei tuoi occhi...Mi fate venire la nausea" Marcus Clint rabbrividì, rivolgendo un sorriso divertito ad Angelica. Marcus era il commentatore ufficiale delle partite di Quidditch, ed era un ragazzo solitamente giocoso e socievole. Era di altezza media, dai arruffati corti capelli castani ed occhi scuri sempre illuminati da una luce maliziosa; era abilissimo nello insultare i Grifoni o chiunque non gli andasse a genio.
"E tu? Non mi regali nulla?" Gli domandò Angelica, che aveva riempito il tavolo di regali di compleanno. Marcus fece un'alzata di spalle.
"Stasera ti dico" Rispose laconico. Lei lo guardò curiosa, e stava per chiedergli cosa volesse dire, quando un grosso gufo reale dalle piume scure come il carbone planò davanti a lei. Aveva lo sguardo torvo, e con fare di sufficienza allungò la zampetta artigliata alla quale era attaccato un pacchettino dalla carta verde smeraldo. Angelica quasi smise di respirare; riconosceva quel gufo, ma non riusciva a crederci...Le sembrava impossibile che lui sapesse...
"Bè, non lo prendi?" Domandò Cendre, fissando Angelica in una maniera che la fece sentire a disagio. In realtà non voleva aprirlo, voleva solo mandare via quello stupido gufo e che lui la lasciasse in pace.
Fu Cendre a prendere l'iniziativa; si allungò verso il gufo e slegò il laccio di stoffa al quale era assicurato il pacco. Il gufo scosse le piume con aria imperiosa, per poi volare via. Cendre glielo passò, ed Angelica lo prese, seppur con riluttanza e con uno strano senso di nausea nello stomaco.
"Era meglio che non lo prendevi" Fece gelida la ragazza. Poi, con un gesto indelicato e secco, strappò la carta da regalo, mostrandole il suo contenuto: era una raffinata collana d'argento, dall'aria antica e costosa. Era intagliata a ghirigori austeri che le ricordarono delle fauci, e tra quelle fauci era imprigionata una pietra di smeraldo a goccia.
"Un regalo di Rabastan Lestrange...Carino, no?" La canzonò Alènoir, sventolando davanti al naso di Angelica il pezzetto di pergamena che recava la firma di Lestrange. Angelica glielo strappò di mano e con rabbia lo fece a pezzi. Il fatto che le avesse fatto un regalo proprio quando compiva gli anni la spaventava, e molto. Provava disgusto e timore nei confronti di Lestrange, con quel suo odio verso quasi tutto e tutti e quell'inquietante scintillio sadico negli occhi...Non era normale quello. Sapeva cosa voleva da lei, ed il solo pensiero la faceva sprofondare nel terrore.
"Devi risolvere il problema, Angelica, dì a tuo padre cosa provi a riguardo ed al resto ci penserà lui" Disse Regulus, cercando di infonderle un pò di conforto, senza riuscirci. Angelica temeva un'eventuale reazione di Lestrange, e quella maledetta famiglia non accettava un 'no' come risposta; erano abituati ad ottenere ciò che volevano, e Rabastan Lestrange voleva lei come sua sposa. Angelica pensò che avrebbe preferito morire piuttosto che condividere con lui la sua vita.
"Se riesco, lo risolverò io, una volte per tutte" Lo disse con un tono talmente categorico e duro da far paura. Gettò la collana sul tavolo con indifferenza, cambiando argomento; non voleva più parlare di quella storia, era un suo problema e l'avrebbe risolto lei.

Cendre prese con delicatezza la collana che Lestrange aveva regalato ad Angelica, e l'osservò con aria interessata.
"Verde argento, il colore di Serpeverde; non molto fantasioso" Disse sottovoce e rivolta a sè stessa. Poi, all'improvviso, la sua espressione cambiò: divenne dura ed immobile, come scolpita nel ghiaccio, i suoi occhi si fecero vacui e senza vita, la sua testa si inclinò leggermente in avanti, come se stesse pensando. Nessuno si accorse di nulla inizialmente, troppo immersi nelle loro chiacchiere. Ma quello stato di incoscienza durò solo qualche secondo, troppo poco perchè qualcuno se ne accorgesse. Quando si riprese, prese una generosa boccata d'aria, come se fosse rimasta senza ossigeno per minuti interminabili. Si guardò intorno, leggermente intontita, poi posò nuovamente lo sguardo sulla collana che teneva in mano, poggiandola sul tavolo e allontanandola da sè. Sentiva il cuore martellare furioso nel petto, anche se la sua espressione restò neutra. Spostò lo sguardo fugace sul tavolo di Grifondoro, e non potè fare a meno di provare un moto di inquietudine.





Era talmente buio che non avrebbero visto nulla se non ci fosse stata la luna piena ad illuminare quella notte lugubre e tetra. Non aveva mai visto Hogsmeade al calare delle tenebre, ma di certo non se l'era mai immaginata così; di giorno era sempre affollata e accogliente, una graziosa cittadina da cartolina. Adesso, però, metteva paura.
"Perchè non torniamo indietro?" Buttò lì con disinvoltura Alènoir, come se non fosse affatto spaventata. Angelica condivideva il suo stesso pensiero; insegnanti e genitori avevano raccomandato loro di stare attenti e non di fare gli stupidi: uscire di notte era un rischio che non potevano permettersi, considerando il pericolo Mangiamorte. Angelica non era una codarda, ma il coraggio non doveva essere sinonimo di stupidità ed incoscienza.
"Non volevate vedere la Stamberga Strillante di notte?" Domandò pungente Marcus Clint, davanti loro a fare da cicerone.
"Veramente, noi non volevamo vedere niente" Puntualizzò gentile Cendre, senza essere minimamente impaurita. Cendre non si lasciava spaventare da nulla.
"Già, sarebbe questo il mio regalo di compleanno?" Domandò con tono aspro Angelica, ostentando una calma invidiabile. Ora come ora, avrebbe solo voluto ritornarsene al sicuro al castello.
A parte loro tre e Marcus Clint, c'erano anche Regulus (trascinato a forza) e Jason Sullivan, un loro compagno di squadra; era un ragazzo alto e dal fisico allenato, i capelli biondo cenere erano raccolti in un basso codino. Aveva l'aria annoiata e vagamente addormentata.
"E non lamentarti! Non dovrebbe bastare il pensiero?" Ribattè Clint in tono divertito.
"Questo lo dicono solo gli ipocriti" Rispose pronta Angelica.
Marcus sbuffò e scosse la testa, spazientito.
"E' irritante, il fatto che tu abbia sempre la risposta pronta" Le Serpi erano solite dirsi le cose in faccia senza tanti preamboli; era uno dei motivi per i quali Angelica adorava quella Casata.
Angelica ghignò furba, nello stesso momento Clint fece una smorfia.
"Se ci scoprono ci espellono" Mormorò Regulus affianco alla longilinea figura di Cendre. Averla accanto di notte gli faceva uno strano effetto: il candore della sua pelle, i capelli rosso scuro e quella sua camminata danzante, la rendevano simile ad un fantasma fluttuante ed incorporeo.
"Non ci scopriranno, quindi non crucciarti troppo" Gli sussurrò dolcemente la rossa. Regulus sentì un leggero brivido sulla schiena; avrebbe preferito che non sussurrasse e che non fosse così strana; alle volte era inquietante.
Camminarono avvolti nella notte silenziosa. Alènoir si teneva vicina ai suoi compagni, cercando di combattere il terrore che aveva iniziato a tormentarla da quando si erano allontanati dal castello; non si sentiva affatto al sicuro lì, era stata una pessima idea uscire di notte...
La figura fatiscente della Stamberga Strillante si intravedeva in lontananza, ancora più tetra e triste di quanto non lo fosse di giorno. Alènoir andò nel panico più totale, e si fermò di botto, per nulla intenzionata a proseguire.
"Che ti prende?" Le aveva chiesto Sullivan, voltandosi verso di lei e fissandola sorpreso.
"Non mi pare una buona idea entrare in quella stupida casa a vedere degli stupidi fantasmi! Torniamo al castello e facciamola finita con questa pagliacciata" Ritrose in tono duro Alènoir, con il respiro leggermente affanato. I compagni si fermarono a guardarla, sorpresi da quella reazione.
"Dài, Aly, entriamo ed usciamo, faremo in fretta" Fece in tono gentile Clint, evitando accuratamente di schernirla; sembrava visibilmente spaventata da quella situazione e non voleva farla innervosire. Ma ciò non l'aiutò.
"Ho detto che mi rifiuto" Scandì la ragazza, con un tono più risoluto ed imperioso.
Clint la guardò per qualche istante, indeciso sul da farsi.
"Ma abbiamo fatto tutta questa strada..." Tentò, senza poter finire la frase.
Fu un improvviso e ben udibile crac ad attirare l'attenzione dei sei e mandarli in allarme. Alènoir sussultò, ed instintivamente si portò al fianco di Regulus. Il ragazzo strinse gli occhi, cercando di individuare la fonte del suono, ma senza riuscirci.
Dopo qualche istante di silenzio, Marcus parlò, seppur a bassa voce.
"Forse era un gatto..."
"Sicuramente" Aggiunse Jason, seppur con poca convinzione.
"Io voglio comunque tornare al castello" Borbottò Alènoir.
I tre che erano rimasti in silenzio (Regulus, Angelica e Cendre) si lanciarono degli sguardi eloquenti, e per sicurezza portarono le mani alle bacchette. Nessuno prestava più attenzione alla Stamberga, a parte Cendre, che la fissava in maniera intensa. Non vedeva molto, dato che era buio, ma le parve di scorgere una sorta di figura, qualcosa di lungo si muoveva attraverso i vetri della casa...
Fu un orribile ringhio che spaventò i sei, costringendoli a girarsi. Una grossa e scura figura era incurvata in una posa minacciosa non molto lontana da loro, emettendo ringhi aggressivi, i denti bianchi ed affillati ben in mostra.
Alènoir emise uno strillo ed indietreggiò.
"Lupo mannaro!" Gridò Sullivan in preda al panico. Cendre lo guardò storto, continuando a mostrare una calma snervante.
"Correte! Correte!" Urlò Regulus, captando un improvviso e rapido movimento della creatura, come se stesse per balzare su di loro.
Il gruppo iniziò a correre, nel panico più totale, e la paura fece loro dimenticare le bacchette. Corsero a perdifiato e con tutta la forza che avevano; la mostruosa creatura era alle lore calcagna e non sembrava intenzionata a lasciarli andare. Si infilarono in una stradina stretta e, se possibile, ancora più buia e tetra. Tutto quel chiasso fece svegliare gli abitanti di Hogsmeade, ma prima che potessero affacciarsi alle finestre, il gruppo era già sparito insieme alla creatura, inghiottiti nel fitto fogliame della Foresta Proibita.
Questo fece loro ancora più paura, dato che quella foresta non era propriamente accogliente: era abitata da creature spaventose e pericolose, ed i Centauri non erano di certo amici dei maghi.
Corsero per chissà ancora quanto, prima di accorgersi che quella creatura non c'era più.
"Dov'è...Finita?" Domandò Sullivan col fiato corto e la maglietta bagnata dal sudore.
"Non lo so e nemmeno mi interessa saperlo; basta che ce ne siamo liberati" Fu la risposta di Regulus, che si appoggiò al tronco di un albero, sfinito.
"E comunque, non era affatto un licantropo" Osservò Cendre leggermente stizzita. Incredibilmente, sembrava la meno stanca e spaventata di tutti, anzi, sembrava molto rilassata e si ergeva con fierezza in tutto il suo metro e settantacinque.
"Come fai a saperlo?" Si intromise Clint, rosso come un pomodoro in viso. Cendre lo guardò fredda.
"Lo so e basta"
Angelica ed Alènoir si lanciarono una breve occhiata. Alènoir scosse la folta chioma scura con aria infastidita e schifata. Stava sudando...Che orrore.
"Io ve l'avevo detto che non era una buona idea" Rimarcò con fare pedante, ma nessuno aveva voglia di ascoltarla.
"Accidenti, ma perchè non l'abbiamo schiantato?" Fece notare Angelica; si era piegata sulle ginocchia e cercava di respirare normalmente.
"Voi avete iniziato ad urlare come degli scemi!" Disse Clint.
"Senti chi parla! Ma se urlavi più tutti e con una voce da ragazzina!" Lo schernì Black con un ghigno.
"Vero! Io pensavo che fosse una delle ragazze, ed invece era lui!" Diede manforte Sullivan. Angelica e Cendre scoppiarono a ridere; Alènoir restò seria e per nulla divertita. Non era quello il momento di scherzare ma di tornare al castello. Il buonsenso sembrava aver abbondonato i cinque, ed Alènoir voleva farglielo notare, ma Clint rispose offeso e da lì iniziò un botta e risposta tra i ragazzi, mentre le due ragazze ridevano.
"Oh, ragazzi, basta!" Sbottò spazientita Alènoir. Ma non fece nemmeno in tempo a rimproverarli, che quella scura figura tornò all'attacco, sbucando fuori veloce come un fulmine. Ci furono altri strilli di panico, ed il gruppo si disperse. Regulus urlò agli altri di muoversi, e quella creatura si fiondò proprio su di lui. Il ragazzo riuscì a spostarsi ed evitare quel mostro per un pelo; Sullivan travolse Angelica facendola cadere dolorosamente a terra e si diede alla fuga, Clint scivolò e corse via pure lui, ma in una direzione diversa. Vedendo che quei due se ne erano andati per strade diverse, la creatura rivolse la sua attenzione ai quattro rimasti. Ma anche loro presero la stessa saggia decisione degli altri due: nel tumulto generale, ognuno scappò in direzioni diverse, dimenticandosi dei compagni, e soprattutto dimenticandosi di Angelica.
La Serpeverde si rialzò a fatica, quando Sullivan l'aveva stesa a terra si era fatta un male indicibile e credeva di avere qualcosa di rotto. Ma nonostante il dolore, cercò di correre in una direzione, zoppicando ed imprecando contro Clint, meditando vendetta atroce. Il mostro era sparito, forse inseguiva gli altri.
Ben gli stà Pensò stizzita ed offesa. Il dolore al piede sinistro si intensificò ed Angelica fu costretta a fermarsi e poggiarsi contro un albero. Si piegò e si massaggiò la caviglia, sentendola gonfia e sensibile. Doveva andare da Madama Chips per farsela curare, ma prima doveva trovare la strada per tornare al castello. Prese a guardarsi intorno, spaesata; le sembrava tutto uguale lì.
"Beh, un sentiero lo troverò..." Mormorò a sè stessa senza convinzione. Odiava stare da sola, soprattutto in quel momento, sperduta in quella macabra foresta senza aiuto. Per sicurezza tirò fuori la bacchetta, ed iniziò ad incamminarsi, ma fu un suono sommeso, animalesco e brutale a terrorizzare la ragazza. Sentì il cuore caderle nello stomaco, restando lì immobile come una stupida; non aveva il coraggio di voltarsi, e sinceramente non le pareva una buona idea. Sentì la creatura muoversi di lei, e dopo qualche secondo si mosse anche Angelica. In maniera scordinata e goffa prese la rincorsa, ma inciampò nella radice di un albero e fece un ruzzolone degno di nota. Angelica non poteva vederlo, ma sul muso della bestia era apparso una specie di ghigno divertito.
La bacchetta della ragazza era finita chissà dove, e la creatura avanzò con un grande balzo. Angelica si rannicchiò contro un albero, nascondendo il viso con le braccia, tremando come una foglia e sperando che quel mostro la uccidesse in fretta. Ma l'unica cosa che sentì fu uno sbuffo di aria calda e qualcosa di umido e grande toccarle il braccio. Lei non si mosse, e quella cosa umidiccia glielo toccò nuovamente, questa volta alzandoglielo leggermente. Angelica sentì il cuore sprofondare, ma non sentiva più ringhiare, solo un respiro ritmato e tranquillo. Angelica si fece forza e sbirciò attraverso il braccio. Sbattè un paio di volte le palpebre, pensando di avere un'allucinazione. Sembrava...Era solo...Un cane! Angelica lo guardò sorpresa, mentre lui teneva in bocca la sua bacchetta come se fosse un bastoncino da riporto. Era un grosso cagnolone simile ad un orso dal pelo nero ed arruffato. Il cane le stava porgendo la bacchetta, e la ragazza la prese esitante. La ripulì dalla saliva canina con l'orlo della gonna.
"Sei solo un cane" Osservò poi Angelica, continuando a guardarlo come se non ci credesse. Alla faccia del licantropo! Era solo un cane, si erano lasciati spaventare da un cane!
"Non sei poi così bruttino" Disse Angelica, in un moto di sicurezza. Si rialzò in piedi, senza notare lo sguardo offeso del cane; mentre si rialzava, quasi non cadeva di nuovo giù. Si appoggiò all'albero, e si sorprese, quando vide il cane accanto a lei, come se volesse sorreggerla. Angelica pensò d'averlo immaginato.
"Beh, cagnolino, grazie per lo spavento, ma io adesso devo andare prima che qualcuno mi falci" Angelica mosse un passo ed a stento trattenne una smorfia di dolore, ma continuò a camminare per tornare al castello, ma il cane le si mise davanti iniziando ad abbaiare.
"Zitto, o sveglierai anche gli alberi! Che vuoi da me?" Disse allarmata Angelica. Il cane andò dalla parte opposta e prese ad agitarsi senza motivo.
"Sì, va bene, ciao" Sbuffò la ragazza, ignorandolo e continuando per la sua strada. Ma quello non demordeva. Intralciò nuovamente il suo cammino, adesso visibilmente arrabbiato. Angelica perse la pazienza.
"Lasciami in pace!" Stava per passargli accanto, quando l'afferrò con forza per la gonna iniziando a tirare. Angelica lo sgridò, ordinandogli di lasciare la sua gonna.
"Che accidenti vuoi da me, cagnaccio!"
Il cane la lasciò, indicandole con il capo l'altro sentiero. Lei lo guardò per qualche secondo.
"Da quella parte? Perchè?" Forse voleva che andasse da quella parte piuttosto che prendere quell'altra strada...Ma perchè?
Il cane si spazientì, e mettendosi dietro di lei iniziò a picchiarle il fondoschiena con il muso. Quasi non la fece cadere per l'ennesima volta.
"Và bene, và bene! Ho capito, facciamo come vuoi tu...Antipatico"
Così Angelica si ritrovò a seguire il cagnolone che scondinzolando allegro le faceva da cicerone attraverso un sentiero, per quanto possibile, ancora più tetro.
Stai seguendo un cane...Pensò E' assurdo
"Non hai un padrone?"
E ci parli pure Sbuffò, maledendo il dolore alla caviglia. Una volta tornata a scuola avrebbe dovuto andare in infermeria, non subito, ma il giorno dopo doveva andarci.
Il cane in risposta abbaiò, poi si voltò verso di lei e le si mise accanto. Angelica gli accarezzò la testa, e lui parve felice.
In breve, il cane la riportò al castello. Erano poco lontani dalla casetta di Hagrid e proprio davanti a loro si ergeva l'imponente struttura del castello di Hogwarts. Angelica era fuori di sè dalla gioia.
"Sono tornata a casa! Grazie, cagnolone!"
Afferrò il suo muso e gli baciò il naso; il cane starnutì.
"Sicuro di non avere un padrone?" Gli chiese, come se si aspettasse realmente una risposta. Quando lo guardò, il quadrupede le rivolgeva uno sguardo talmente strano ed intenso da sembrare quasi...
Umano
Si piegò sulle ginocchia e gli grattò le orecchie.
"No, non sei poi così bruttino"
Il cane avvicinò il muso al suo viso, soffiandole col naso simile ad un tartufo sui capelli.
"Potrei chiamarti Tartufo" Stava dicendo lei. Nello stesso momento, una voce familiare la chiamò.
"Angelica, accidenti a te! Che diavolo fai lì?!" Ringhiò Alènoir tutta scapigliata. Angelica si alzò e si voltò a guardarla.
"Niente! Parlavo col cane" Disse semplicemente. Alènoir la guardò come se fosse stupida.
"Quale cane?" Le domandò infastidita.
"Questo cane...Ma...Se ne è andato Tartufo!" Voltandosi, Angelica vide che del cane non c'era nemmeno l'ombra.
"Angy, muoviti prima che qualcuno ci scopra" La esortò Regulus. A quanto pare, lui, Alènoir e Cendre non erano tornati al castello senza di lei.
"Ma era qui!" Continuò lei.
"Va bene, andiamo" Alènoir alzò i tacchi e si diresse verso gli altri due. Angelica sembrava esserci rimasta male, ma alla fine seguì i suoi amici.
Regulus le riportò al castello dato che conosceva il passaggio segreto per entrarci, e durante il tragitto Angelica raccontò loro del cane.
"Un cane così grosso?" Domandò Regulus a bassa voce, mentre scivolavano silenziosi verso il dormitorio di Serpeverde.
"Sì, dico, era un cane! Mi ha pure riportato la bacchetta"
"Ma che carino" Commentò antipatica Alènoir. Erano finalmente arrivati alla sala comune di Serpeverde, deserta e con il fuoco spento ore fà.
"Bè, buonanotte ragazze, questa è stata una notte decisamente assurda" Commentò Regulus prima di congedarsi dalle ragazze. Anche le tre Serpi rientrarono al loro dormitorio, aprendo senza far rumore la porta della loro stanza ed aspettare ognuna il suo turno per andare in bagno.
Dopo essersi lavate, aver indossato il pigiama ed essersi infilate nel letto, le tre si scambiarono qualche parola sulla disavventura di quella notte prima di addormentarsi.
Angelica tirò la tenda di velluto verde smeraldo prima di addormentarsi.
"Angelica?" La chiamò la voce di Cendre in un sussurro.
"Che c'è?"
"Sai cosa ho visto oggi?"
"Ovvio che non lo so"
"La costellazione del Cane Maggiore"
"E allora"
"Nulla, penso solo che sia destino. Notte" Cinguettò serafica, per poi tacere, lasciando sconcertata Angelica, che si addormentò chiedendosi cosa avesse voluto dire con quelle parole.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=611594