State of Emergency

di Lilianne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Damn, how I love her!- ***
Capitolo 2: *** The Girl With The Hat ***
Capitolo 3: *** Time Zone ***
Capitolo 4: *** Periwinkle Purple ***
Capitolo 5: *** Anxiety ***
Capitolo 6: *** Tear Rebel ***
Capitolo 7: *** As Evaporated ***
Capitolo 8: *** You belong with me... ***
Capitolo 9: *** PARTY TIME! ***
Capitolo 10: *** Happy Birthday Cri! ***
Capitolo 11: *** For Who I Am ***
Capitolo 12: *** Her Prince Eyed Chocolate ***
Capitolo 13: *** Foreboding ***
Capitolo 14: *** Twists ***
Capitolo 15: *** Two Hearts Cry ***
Capitolo 16: *** 007 ***
Capitolo 17: *** Away From Here ***
Capitolo 18: *** Returns Home ***
Capitolo 19: *** Mans cry for love too ***
Capitolo 20: *** Like a Hurricane ***
Capitolo 21: *** A Swallow Soars ***
Capitolo 22: *** Restless ***
Capitolo 23: *** A Little Bit Longer And I'll Be Fine ***
Capitolo 24: *** A bit of broth, it never hurts! ***
Capitolo 25: *** New Girl ***
Capitolo 26: *** Craving ***
Capitolo 27: *** Joseph Adam Jonas Is Died ***
Capitolo 28: *** Drunkenness ***
Capitolo 29: *** Unexpected ***
Capitolo 30: *** I? Father? ***
Capitolo 31: *** Married Soon ***
Capitolo 32: *** In A Cage ***
Capitolo 33: *** Heartache became my friend ***
Capitolo 34: *** Maybe... Even Love Me? ***
Capitolo 35: *** 99 ***



Capitolo 1
*** -Damn, how I love her!- ***


Qualche mese dopo.

Parla Martina - Parigi

Mea: Marti c'è posta per te. Sembra un invito... Disse Mea con un tono dubbio.
M: si lo so. Grazie. dissi prendendoli la busta bianca dalle mani. Mi guardò come a chiedere spiegazioni.
M: è Danielle che si sposa. veramente sono Kevin e Danielle per essere precisi. Gli ho dato io il tuo indirizzo, ha detto che ci teneva a mandarmi l'invito.
Mea: oh che bello...e quand'è che vai? disse mettendosi a sedere sul suo grande divano bianco.
M: dovrei andare settimana prossima. Ma non lo so...Ryan mi ha chiesto se resto anche per il servizio di venerdì prossimo. E poi...
Mea: e poi cosa? non mi dire che...
M: oh no. assolutamente no! Io dopo Milano ho continuato a sentirmi con tutti. è lui che non mi ha mai voluto sentire...ma io non ce l'ho con lui. Tanto meno non voglio non andare al matrimonio per non vederlo.
Mea: oh certo, certo...bofonchiò accendendo la tele.
M: è vero...io non è che non lo voglio vedere...è che...
Mea: è che hai paura che al matrimonio lui sia con Samantha? Mea: ma tua sorella ha detto che tempo fa ha parlato anche con Samantha che le ha confessato di essere d'accordo con le riviste e con i fotografi. Certamente non sarà con lei!
Non ebbe risposta.
Mea: ma lei che ti dice di lui?
M: mia sorella lo vede molto meno. Mi ha detto che nell'ultimi tempi è sempre a lavorare in studio, a comporre e a scrivere. Non parla della sua vita privata neanche con i fratelli...
Mea: si ma se portasse qualcuno al matrimonio alemno gli sposi dovrebbero saperlo!
M: oh di questo Dani non mi ha detto nulla.
Mea: ecco, allora non ci sono ragioni per le quali non dovresti andare al matrimomio....disse mentre passava su e giù per i canali.
M: oh basta! Non ne voglio parlare, sono in ritardo per il servizio. dissi alzandomi.
Mea: e invece questo lo devi vedere....disse alzando il volume. Ero già nell'altra stanza quando sentii per la prima volta dopo mesi la sua voce. Era Nick.
Tornai subito indietro e mi accasciai per terra, vicino alla tele, a guardare il nuovo video.
M: ma...no-non ci posso credere...
Il video era girato all'interno di un bar di un aereoporto. la canzone si intitolava -Damn, how I love her!-
Mea: e secondo te Lui starebbe con un'altra? Martina quella canzone parla di te! " i suoi capelli scuri, i suoi cappelli...mi ha lasciato nel vetro..." i gates di Milano sono fatti di vetro. Tu ritorni a casa prossima settimana.
M: ma, c'è il servizio pià importante di tutta la stagione...
Mea: non dire cretinate. Il servizio pià importante te lo hanno fatto fare la passata settimana, quando sei finita su un giornale. Ora vai sennò fai tardi.

Parla Joe - Los Angeles

J: la canzone stà andando benissimo. è la prima volta che anche io mi sento una delle nostre canzoni sull'ipod...dissi mettendomi a sedere in uno dei divani dello studio di registrazione.
N: ah si.... disse distrattamente mio fratello.
J: Nick non fare il modesto. Lo sappiamo che sei molto bravo nel tuo lavoro. ehi ma che stai guardando così attentamente? gli chiesi avvicinadomi
Si stava reggendo la testa con le mani e aveva il cappello quasi tirato sugli occhi. Andai dietro la scrivania e cominciai a guardare il giornale.
J: si ok è molto bella, mi lascia anche a me senza parole...ma insomma mi dici come ti è venuta la canzone?
N: Joe...non è niente male? disse continuando a guardare la ragazza sul giornale.
J: Nick cosa ti devo dire? è meravigliosa, stupenda, una Venere! Tutti se la metterebbero in camera? Vorrei che fosse la mia ragazza! esagerai.
N: Oh beh, avrebbe potuto esserlo...
J: cosa? la conosciamo? dissi prendendo il giornale in mano.
Avvicinai la foto
J: Noncipossocredere...!
N: già...
J: ma....ma...questa è Martina! urlai abbassando il giornale tutto di un colpo.
Mio fratello mi guardava con un'aria a metà tra lo spento e il basito.
J: ma non l'avevo ricosciuta, messa tutta così! -M.J, così vuole essere chiamata la nuova musa neo-naturalista di Ryan Scott il ragazzo prodigio della macchina fotografica. Scott è la prima volta che si cimenta in servizi fotografici così elevati. Qui ha voluto mettere a paragone due diverse espressioni di madre natura: la fauna e la donna....- Cioè cavolo guarda che foto! Dissi mostrando a mio fratello una foto di Martina vestita con un lungo abito nero su un picco delle cascate del Niagara.
Lui rimase zitto.
J: e guarda questa! Mi vorresti dire che è andata anche in Cina ultimamente?
N: evidentemente...
Continuai a guardare le 8 foto del servizio.
J: sono davvero belle. Non trovi?
Non rispose. Fece solo segno di si con la testa.
J: sei preoccupato per la settimana prossima? per il fatto che la rivedrai dopo così tanto tempo?
N: no, sono preoccupato per il fatto che non venga proprio! Guardala...Ora è quasi una musa o meglio dire la modella di Ryan Scott uno dei più promettenti fotografi che si possa trovare...
J: e te non solo sei il meglio musicista-cantante-scrittore che si e possa trovare sulla piazza musicale ora come ora, ma sei anche il meglio fratello che si possa avere! Non ti preoccupare, andrà tutto bene. Marti non è una che porta rancore. L'altra volta l'ho sentita per telefono e mi ha detto di salutarti.
N: ma a te ha mai detto nulla di questi viaggi? mi chiese
J: no veramente non mi ha mai accennato nulla...chissà come mai...Forse non era sicura della riuscita, forse ci voleva fare una sorpresa. Dai andiamo. Dobbiamo andare a provare i tight sennò chi la sente Dani!

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Capitolo 2
*** The Girl With The Hat ***


Parla Martina.

Odio quando la gente non mi risponde dopo due squilli.
M: Dani...finalmente!
D: Marti! Ciao! Ma dove sei? stai arrivando?
M: ciao... no sono sempre a Parigi. Te come stai? Emozionata?
D: oh beh, un pò si...
M: solo un pò?
D: no ok...sono molto emozionata. Ma dimmi, te quando arrivi? Ti vengono a prendere? sennò vengo io, non ci sono problemi...
M: ecco veramente...
D: no Martina, me lo avevi promesso!
M: no no, vengo certo. è solo che non so se ce la farò. Sai Ryan ha fissato un servizio importante la sera prima e spero che non si prolunghi...Spero di fare in tempo...
D: lo spero anche io...ah Marti una cosa, ma vieni sola o porti qualcuno?
Cavolo!
M: ecco veramente Dani io...
tu-tu-tu. Era caduta la linea.
R: Martina...si ricomincia. Dai... MJ sennò non si finisce più.
M: si eccomi arrivo...Ryan te l'ho detto che la prossima settimana sono, cioè siamo, a Los Angeles. Un matrimonio, lo sai...
R: si certo certo...ora sbrigati, tesoro. Ho fame!


Parla Cristina

J: Dai Cris, ti muovi. è tardi .
C: si un attimo e scendo.
Misi il cerchietto e scesi velocemente le scale di casa mia. Lui era li ad aspettarmi a sedere sull'ultimo gradino. Nick era appoggiato al corrimano.
C: oh Nick ci sei anche tu...
N: si, il mio qui presente fratello mi ha costetto a venire. Ma io il vestito l'ho già provato due giorni fa.
J: si si vabbene, ora andiamo. Kevin si è raccomandato di non far arrabbiare Dani.
Salimmo in macchina di Joe. Sul sedile posteriore c'era quel giornale che speravo non vedesse nessuno fino al matrimonio.
C: ah, le avete viste...
J: certo che le abbiamo viste. Io non l'avevo neanche riconosciuta! Ma come mai non ci ha detto nulla?
C: beh ecco, non era sicura che il servizio sarebbe andato bene e che avrebbe avuto così tanto successo. E...e poi mi ha detto che vi voleva fare una sorpresa. mi affrettai a dire.
N: ah...
Joe mi guardò dallo specchietto retrovisore ma non disse nulla.

Erano passata già mezz'ora e io e Nick eravamo seduti su un divanetto all'interno del negozio mentre Joe si faceva prenedere le misure.
N: Senti Cri io non ce la faccio più a guardare Joe che si lamenta per ogni minima cosa: prima sul colore, poi sulla lunghezza del pantalone...
C: ci voleva Martina...mi uscì.
Lui mi guardò accigliato.
N: beh io vado a fare quattro passi. Ci si vede a casa. C: ok va bene.
Appena Nick fu uscito dal negozio Joe mi chiamò vicino a se.
J: ok, ora puoi dirmi la verità.
C: quale verità?
J: Cri non sei brava a dire le bugie...
C: è vero quello che vi ho detto: non vi ha detto nulla perchè vi voleva fare una sorpresa!
J: ma c'è dell'altro...disse guardandomi con l'aria di chi ordina qualcun'altro a sputare fuori tutto quello che sa.
C: ok va bene. è che non lo volevo dire davanti a Nick. Mia sorella ora stà con Ryan Scott! ok? Se lo avessi detto prima non so come avrebbe potuto reagire Nick...da quando siamo tornato da Milano, da quando Martina se ne è andata non è più lo stesso. é sempre depresso; l'altra volta mi ha perfino detto che ormai non crede più nell'amore. lo urlai tanto che anche il sarto si girò a guardarmi.
Joe invece era rimasto con la bocca aperta.
J: Nick non lo deve sapere. Ancora non so come potrebbe reagire. Stamani quando ha visto le foto è rimasto a fissarle un'ora mentre si reggeva la testa con le mani. Non lo avevo mai visto così.
C: neanche io...


Parla Nick.

Ogni giorno che passava mi maledicevo sempre di più per non aver detto nulla a Martina; per non averle detto nulla di quello che provavo per lei. Tra poco meno di una settimana l'avrei rivista e ancora non sapevo come comportarmi: le dovevo aprire il mio cuore oppure fare finta di nulla e ricostruire la nostra amicizia dall'inzio?
Mi mancavano le nostre chiacchierate notture a base di chitarra e caramelle. Mi mancava la sua felpa rosa che si metteva per scavalcare il cancello che sapareva i nostri giardini. Mi mancava quando faceva le foto e poi me le metteva nella cassetta della posta con scritto "Per N.J.J: con queste ti posso ricattare!". Mi mancavano i suoi cappelli.
La mia ragazza con il cappello stava tornado dalla Francia e io ancora non sapevo cosa dirle.

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Capitolo 3
*** Time Zone ***


Parla Martina

-alza un pò la testa, ecco così va benissimo-
Ryan stava ripetendo le stesse identiche parole da ormai un'ora.
M: Ryan non te lo vorrei dire ma alle 9 abbiamo un volo per Los Angeles...
R: un volo? quale volo? mi disse con un'aria interrogativa
M: Scherzi? Ho detto che saresti venuto anche te.
R: ahh...ma pensavo scherzassi. Io domani ho un incontro per avere un servizio su Vuoge...ti rendi conto su Vouge! T'immagini quanta visibilità protremmo avere? disse in fibrillazione.
La rabbia mi stava montando velocemente.
M: E te me lo dici solo ora che non vieni? gli domandai senza neanche guardarlo
R: quando te lo dovevo dire? ieri? l'altro ieri? dai via...è solo un matrimonio di una che non vedi da tanto tempo. E poi mi sentirei in imbarazzo...
M: la conosco molto bene Ryan! e poi pensa al mio di imbarazzo: avevo detto che portavo il mio ragazzo e invece mi presento sola - dissi quasi urlando -
R: Mj ancora con questa storia...?!
respirai profondamente
Silenzio.
Continuò a svitare rullini.
R: ah tra l'altro ho detto che ci sarebbe stata anche la misteriosa MJ. Ti vogliono intervistare. Quindi sarebbe meglio che anche tu...
M: non doveri andare?
R: non ho detto questo...
M: ah e allora dimmi se ci sono altre soluzioni oltre alla duplicazione. Ryan lo sapevi che per me tornare a Los Angeles per questo matrimonio era importante e te ne sei fregato. Ti sei fregato di me solo per la tua gloria e per il tuo servizio su Vuoge...dissi furente
R: la mia "gloria" come la chiami te, mia cara, si da il caso che sia anche la tua...
M: ooh certo peccato che nessuno sappia davvero che stiamo insieme! Ma tu "nooo...ora non lo deve sapere nessuno!"
R: Dio Mj, ma quante volte te lo devo dire? Ora come ora non mi sembra molto conveniente rivelare la nostra storia; non importa a nessuno...
M: a me importa! urlai.
Improvvisamente pensai a Nick mentre leggeva dalla mia storia con Ryan. Pensai al suo viso, alla sua reazione.
R: ah si? davvero? bene...penso che io sono in questo campo da molti più anni di te, e se non capisci queste cose...
M: ok va bene. ...beh trovati un'altra musa ispiratrice. Con me hai chiuso. Ci vediamo quando torno. gli sibilai mentre raccoglievo velocemente la mia roba.
R: bene, benissimo. ne troverò un'altra, non ti preoccupare!
Il lungo abito color grigio perla mi ostacolava nei movimenti.
R: vai, torna da quelli che ti hanno abbandonato. Torna da quello....Lo so, lo so....Tu, quel Jonas non te lo sei mai levato dalla testa.
Alzai lo sguardo.
M: forse è vero Ryan. Lui non sarà come te, ma per lo meno ha avuto il coraggio di dire al mondo che mi ama...
Lui si zittì.
M: stammi bene Ryan...dissi chiudendo la pesante porta.

Stavo quasi per arrivare all'aereopoto.
Il particolare è che avevo ancora addosso la roba del servizio fotografico, ovvero un lungo abito grigio perla. Nella borsa avevo solo un cambio. Avevo lasciato la valigia e il vestito per il matrimonio a casa di Ryan e ora non potevo certamente andarli a prendere.
Quel ragazzo sapeva pensare solo a se e alla sua fotografia alcune volte.
Stavolta però aveva passato tutti i limiti. Non dirmi nulla dell'appuntamente con quelli di Vouge...
Certo, mi aveva fatto diventare la misteriosa Mj, ma non era certo solo merito suo....
T: sono 30...
Il tassista piombò nei miei pensieri improvvisamente.
M: oh si mi scusi...tenga. dissi allungandoli i contanti.
Ora non volevo pensare a quello che era successo con Ryan. Sicuramente mi sarebbe venuto a ricercare appena di fosse fatto un esame di coscenza.
Alzai improvvisamente lo sguardo e lo vidi.
Su un cartellone pubblicitario a grandezza uomo c'erano Nick e i fratelli che pubblicizzavano il nuovo album. Sobbalzai.
Tra poche ora li avrei finalemente rivisti. Lo averi rivisto e ancora non sapevo cosa dirli e come comportarmi.

- é inutile che fingi. Tu lo ami ancora, non c'è niente da fare...-
- no non è vero...io ora stò con Ryan -
Una ragazza mora vestita di viola mi parlava dandomi le spalle.
- ma non è vero...-
-penso che tu non possa mentire a te stessa mia cara-
La ragazza che si girò in verità ero io.
-mia cara Martina. Tu ami ancora Nicholas e lo hai già perdonato da tanto tempo per quello che ti ha fatto. Il povero Ryan è stata solo una copertura per non far vedere che ancora eri legata a Nick. Non ti stò dicendo che a Ryan tu non volessi bene, ma di certo non lo ami quanto ami Nick...-
Mi svegliai ansimando.
Avevo parlato con subconscio?

Cavolo avevo dormito per quasi tutto il tempo e mi ero scordata di cambiarmi.
Maledetto Fuso orario.

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Capitolo 4
*** Periwinkle Purple ***


Entrai in casa senza fare rumore. C'era silenzio.
Sapevo che i miei non c'erano. Pochi giorni prima mia madre mi aveva detto che sarebbero andati in Cina, per il lavoro di mio padre. Sarebbero rimasti 10 giorni. Gli era dispiaciuto moltissimo non poter venire al matrimonio di Dani e Kev ma non potevano fare altrimenti.
-Criii?-
Non ripose nessuno. Lasciai la sacca alla porta. Tolsi la giacca e cominciai a vagare per la casa in cerca di mia sorella.
Girai ovunque ma lei non c'era non c'era.
In camera mia fortunatamente non era cambiato nulla. Era tutto rimasto come la la mattina in cui eravamo andati a Milano, tranne per il fatto che appeso fuori dall'armadio c'era un porta abiti con attaccato un bigliettino "per Martina".
_Per essere previdenti ci abbiamo pensato noi....
ps: se non siamo in casa cercaci dai Jonas.
La sposa e tua sorella_
Mi affacciai da camera mia e vidi che nel giardino dei Jonas c'era qualcuno. Il sole stava tramontando e c'era una luce rossastra che inondava la camera.
Andai all'armadio e aprii il porta abiti.
Era un lungo abito di seta viola pervinca senza spallini. La linea dell'abito era estremamente semplice. In fondo al porta abiti c'era una scatolina. La aprii e dentro c'era un meravigliso bracciale di pietre colorate.
Che strano, non pensavo che Dani e Cri avessero pensavto per me un vestito viola...piuttosto avrei pensato a un vestito rosa? grigio? o magari... Poi mi rinvenni...
Era lo stesso vestito viola del mio sogno! Era un segno? Squillò il telefono.
M: Cri! sono entrata ora in casa!
C: cavolo allora muoviti. Noi stiamo già andando...
M: ho capito. Certo se qualcuno mi fosse venuto a prendere all'aereoporto...
C: nessuno sapeva a che ora arrivavi. E poi non sarebbe potuto venire lo stesso nessuno. Comunque sai dove devi venire. Sbrigati!
Lanciai il telefono sul letto e cominciai a prepararmi.

Fuori dalla chiesa non c'era più nessuno.
Come al mio solito ero l'ultima.
Stavo per entrare quando mi accorsi di un ragazzo che era seduto sull'usco di un ingresso secondario.
Era Kevin.
Mi avvicinai.
M: ehi Kevin!
Lui alzò la testa e si alzò di scatto.
K: Marti! Sei arrivata! disse abbracciandomi. - dai come stai? ma fatti vedere....sei bellissima! ma sei arrivata proprio ora? dai raccontami? com'è Parigi?
Parlava come una macchinetta. stava Vomitando parole.
M: Kevin! Calmati! io stò benissimo. Te piuttosto come ti senti?
K: Marti...penso che non sono mai stato più nervoso in vita mia. Eppure...Dani la conosco da una vita, la amo...ma non capisco perchè questa cosa del matrimonio mi debba mettere così tanta ansia. Dovrebbe essere una cosa naturale!
-Kevin!! dai cavolo...andiamo- lo chiamò Joe.
M: Joe!! urlai entrando nella piccola stanza
J: Marti finalmente sei arrivata! disse correndomi incontro.
M: come stai? mia sorella dov'é?
J: oh si io bene. anche se il nodo della cravatta è un pò troppo stretto. Tua sorella onestamente l'ho persa da quando sia arrrivati qui.
F: Cristina è di la con Dani. disse Frankie che stava giocando con un gameboy su una grande poltrona di pelle.
M: ah ok. Grazie piccolo...
F: io non sono piccolo...
J: si che lo sei se continui a giocare con questa roba. - disse il fratello prendendoli il gioco dalle mani. - cavolo ma sei arrivato al 7° livello! mi hai battuto!-
K: chi è che poi sarebbe piccolo? disse incrociando le braccia.
M: beh io vado di la. Voglio vedere la sposa prima di tutti.

Bussai alla piccola porta bianca. Mi aprì la mamma di Dani.
M: salve signora. Posso?
S: Oh Martina! ce l'hai fatta! Dani sperava tanto che tu arrivassi prima dell'inizio. Comuque vai pure, è di la con tua sorella. Io vado a sedere.
M: Grazie mille, a dopo.
Aprii la tenda che divideva i due ambienti
M: e direttamente da Parigi eccomi qua! urlai
M: Dani sei splendida! Anche tu Cri stai benissimo! le dissi.
Il vestito di Danielle era fatto era fatto interamente di tutte con un lungo strascio. Quello di mia sorella invece, era corto e tucherse.
D: Grazie al cielo sei arrivata! mi disse con le lacrime agli occhi.
M: no no....non piangere, sennò ti si sciogli il trucco e non voglio che tu vada a sposarti con una maschera nera per colpa mia.
Mi sorrise.
C: Dai ci saluteremo dopo...ora devi andare. disse risoluta mia sorella porgendoli i bouquet.
Le cominciammo a sistemare il vestito.
C: scusa se te lo chiedo. ma questo fantomatico Ryan dov'è? è già di la?
Danielle la guardò accigliata.
C: beh io intanto vado di la...disse uscendo dalla piccola stanza.
M: Dani hai ragione non ti ho detto niente....mi dispiace
D: immagino perchè tu non me lo abbia detto...è ragionevole. mi disse sorridendo
M: beh ormai non importa più. Stamani abbiamo litigato. Ho capito che eravamo due cose completamente opposte. Tutto il contrario di te e Kev.
D: sono contenta che tu abbia capitco che non era fatto per te. Danielle aveva un'espressione radiosa, di una persona che è in pace con il mondo intero.
M: grazie...e scusa. Eravamo arrivate davanti alla porta principale, quella dalla quale lei doveva entrare.
D: non ti preoccupare. Di la c'è una persona che ti stà aspettando da un pò...disse sorridendo.

Un tuffo al cuore. La musica. Lei che Entra. Tutti che si alzano e si girano a guardarla.
Io che rimango accanta allo stipite della porta, in piedi, ferma, immmobile, con le lacrime agli occhi.

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Capitolo 5
*** Anxiety ***


Parla Nick.

Mi guardai intorno per vedere se era arrivata, ma ancora non c'era. Non era venuta.
Ero appoggiato a una colonna dietro un enorme vaso di fiorni bianchi. Ogni tanto sorridevo a qualche invitato. Molte della amiche di Danielle quando passavano davanti a me e Joe ammiccavao o facevano degli strani risolini per attirare l'attenzione. Ma io non le vedevo neanche...cercavo lei.
Ma lei non c'era. Perchè non era venuta?
-BUU!-
Feci un salto per lo spavento. Era Kevin.
N: ma sei cretino? ti stai andando a sposare e ancora fai questi scherzi...dissi tirandoli un pugno sulla spalla.
K: oddio Nick - sospirò - hai ragione mi stò andando a sposare. E allora? Aveva un'espressione felice.
N: e allora dovresti comportarti come un uomo che stà andando a prendere moglie, e non come un ragazzino che passa il tempo a far spaventare la gente.
K: è vero. - respirò profondamente - Nick spero che anche tu un giorno possa provare quello che sto sentendo io adesso. é una sensazione unica, indescrivibile. Un pò di paura....ma è una paura buona, bella: di quelle che non sai se ne riproverai mai nella vita...
N: Joe...vieni qui. dissi a mio fratello che stava camminando avanti e dietro vicino a me.
Lui si girò con l'aria di chi cade tra le nuvole.
N: Joe la smetti di agitarti! Neanche ti dovessi sposare te! lo richiamai per la seconda volta.
J: si lo so....ma non ci posso fare nulla. Sono in ansia...
K: stanotte mi ha detto che non ha dormito...sghignazzo Kevin. Joe gli rispose facendoli uno strano verso. F: smettetela...la mamma è stata chiara! Non bisogna parlare. Disse Frank che era vicino a me.
K: non ha mica detto che non dobbiamo respirare! intervenne sottovoce.
D: ora basta voi quattro! intervenne mia madre che ci aveva appena raggiunto. - Forza andate-
Ci incamminammo verso l'altare e ci disponemmo in fila uno accanto all'altro seguiti da mia madre che si sedette nella prima panca.
J: quindi te non sei agitato Nick? mi domandò sottovoce mio fratello.
N: no...non penso...
K: richiediglielo tra un pò...disse Kev facendo un risolino strano.
Nostra madre ci guardò male.
Ci zittimmo tutti insieme e nello stesso momento iniziò la musica che annunciava la sposa. Tutti si alzarono e all'ingresso di Danielle si voltarono.
Era davvero bellissima. Ero contento di avere una cognata così. Dani spezzava sempre una lancia a favore di tutti e se avevi qualsiasi problema era pronta a darti una mano. Dani avanzava lungo l'altare quando improvvisamente vidi in fondo alla navata una ragazza vestita di viola attaccata allo stipite della porta. Si confondeva con i fiori che vi erano stati accattati. Non riuscivo però a capire che fosse. Poi con la coda dell'occhio vidi che sia Joe che Cri, che era dalla parte opposta alla nostra, mi stavano guardando.
Martina.
Il cuore cominciò a battere a mille.
Il momento era arrivato.



Ps: Mi scuso tantissimo con tutte le lettrici se non ho aggiunto capitoli per così tanto tempo, ma sono stata dietro agli esami e ai regali di Natale. Inoltre mi dispiace anche se questo capitolo è un pò corto.
cercherò di rimediare in queste vacanze di Natale.
Buone Feste a tutti quanti. Bacioni e al prossimo capitolo.

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Capitolo 6
*** Tear Rebel ***


Parla Martina.

Rimasi in fondo alla chiesa per un pò per paura di piange durante la cerimonia.
Cominciai a guardarmi intorno per vedere dov'era, ma non lo vidi.
Mi avvicinarmi di più senza attirare troppo l'attenzione.
Non lo risuscivo a vederlo.
Ad un tratto lo vidi. Era accanto ai fratelli con un'aria tutta seria; non sembrava neanche il solito Nick.
Sentii il cuore in petto che fece un balzo. Pensai che qualcuno si sarebbe girato per accertarsi che andasse tutto bene e che non si fosse rotto durante lo schianto.
Ricordai l'ultima volta che lo avevo visto: era completamente fradicio di neve e mi aveva detto che mi avrebbe aspettato a casa.


Parla Nick.
Non ce la facevo più a stare di spalle verso il resto della chiesa, di spalle verso lei. Dovevo vedere dov'era andata a finire.
Ormai non riuscivo a sentire più nulla della cerimonia; pensavo solo a quella figura vestita di viola che avevo visto di sfuggita.
Che avevo visto di sfuggita...
Magari avevo immaginato tutto? O forse non era davvero lei?
Joe si era tranquillizato mentre Frank cercava di assumere il più possibile una posizione da uomo, per quanto li fosse possibile. Danielle e Kevin invece aveva i visi distesi, tranquilli, come se non fossero neanche al loro stesso matrimonio. Io al contrario, mi sentivo strano, agitato.
Stonavo in quel quadretto di pace e traquillità.
Non ce la facevo più. Dovevo girarmi? Avevo paura perchè pensavo di avere avuto una visione, ma dìaltra parte dovevo sapere se c'era, se era davvero lei.
Ero arrivato a non fidarmi neanche più dei miei stessi occhi?
Ricordai l'ultima volta che l'avevo vista: aggraziata e fragile in quel tunnel di vetro, mentre mi diceva che con lei non mi dovevo giustificare di nulla. Dio quant'ero stato idiota a lasciare andare via senza dirle niente. Di colpo mi girai. Mi voltai senza neanche pensare a quello che stavo facendo, a quello a cui stavo andando incontro.
La vidi.
Era lei.
Stava in piedi vicino a una colonna piena di fiori bianchi vestita di viola. Era seria e il suo sguardo era fisso sugli sposi. Si vedeva che era concentrata a non farsi scenedere neanche una lacrima.
Cosa avrei dato perchè incrociasse il mio sguardo...


Parla Martina
Sentivo le lacrime che premevano sugli occhi. Dovevo rimenre concentrata su "pensieri felici" se non volevo metteri a piangere.
Solo pensieri felici.
E poi perchè piangere? Perchè due persone a me care si stanno sposando? oppure per...
un colpo di tosse mi fece trasalire. Distolsi per un attimo l'attenzione da i mei pensieri felici e dagli sposi e vidi Nick che si era rigirato velocemente verso l'altare. Stava guardando me? o forse no?
Improvvisamente tutti i miei buoni proposito di non piangere furono cancellati nel ripensare a Nick, e una lacrima ribelle cadde sulla guancia.
Kevin aveva appena pronunciato " Si, lo voglio".

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Capitolo 7
*** As Evaporated ***


Parla Martina

-tutto bene cara?- mi chiese una voce dietro di me.
Mi girai e vidi un donna anziana che mi guardava da sotto il suo gran cappello.
M: oh si grazie...sono solo...molto felice. le risposi asciugandomi le lacrime.
- oh cara, che bel pensiero ad essere così felice fino a piangere. Sopratutto a un matromonio-
La donna si tolse il capello e mostrò i suoi candidi capelli. Guardò l'orizzonte che si stava spengendo dal rosso del tramonto poi si girò e mi disse.
-certo che, devi essere molto amica della mia Dani per essere così felice per lei. Sai io sono sua zia, Molly-
M: oh si, siamo molto amiche...
Mo: bene brava. sono felice che mia nipote abbia un amica così sensibile. Mia cara ci vediamo più tardi; ora stanno per uscire e non voglio stare nel mezzo. Preferisco vedere lo spettacolo più da lontano. Arrivederci...disse scendendo le scale.
Stavano già uscendo? Cominciai a rufolare nella piccola borsa per cercare di ridarmi un aspetto normale. La gente cominciò ad uscire alla spiacciolata mentre i fotografi incominiciavano ad avvicinarsi alla porta con in mano le loro macchine fotografiche.
Tra poco sarebbe uscito anche Nick. Cosa gli dovevo dire? Come mi dovevo comportare?
Mi guardai nel vetro di una porta li accanto a me. Gli occhi non era così poi tanto gonfi e il rimmel e l'ombretto non si erano mescolati trasformandomi in una maschera di carnevale.
Feci un profondo respiro e mi avviai dentro la chiesa per cercare mia sorella.
D: Oh Martina. stavo cercando proprio te...disse Denise venendomi incontro sorridente - Non ti ho visto durante la cerimonia, ma dov'eri finita? mi domandò
M: beh ecco io...
D: si insomma, ora sei qui. Ecco non è che saresti così gentile da cosegnare un pò di sacchettini di riso agli invitati? sono la vicino alla porta. I ragazzi sono impegnati e non trovo...
M: stia tranquilla, ci penso io.
D: oh grazie mille cara. Ma quante volte te l'ho detto che mi devi chiamare Denise?
M: tante...dissi facendoli un sorriso imbarazzato.
All'ingresso della chiesa c'era un enorme cesto pieno di sacchettini.
Avevo quasi finito la cesta quando qualcuno gridò. Mi avvicinai velocemente alla porta aspettando gli sposi.


Parla Nick

J: dai su veloce dobbiamo andare fuori. Devo ancora prendere il riso. disse mio fratello cominciandomi a tirare per la giacca.
N: Joe per diamine, calmati. Sembri un ragazzino di 10 anni! E poi non tirarmi per la giacca, lo sai che mi da noia.
J: si ok, va bene, ma non voglio rimanere senza riso! D: ragazzi forza venite, dobbiamo andare! ci chiamò mi madre.
Fuori dalla chiesa c'era un sacco di gente. Mi ritrovai schiacciato tra Big Rob e mio fratello che teneva te per mano Cris.
La gente urlava e spingeva per vedere mio fratello e sua moglie uscire dalla chiesa. I fotografi spingevano per avere una foto degli sposi.
Nella confusione e nelle urla non capivo più nulla. Mentre cercavo di uscire in vano dalla folla vidi una ragazza vestita di viola poco lontano da me; era lei. Era semi-nascosta da una signora con un grosso capello. Stava ridendo. Aveva un piccolo sacchettino di riso tra le mani che agitava felice. Rimasi a guardala mentre la folla mi spintonava.


Parla Martina.
Danielle e Kevin stavano uscendo dalla chiesa sotto una cascata di flash e riso. Avevo la gioia di due bambini.
In tutta quella confusione però ancora non avevo visto Nick e neanche mia sorella.
Gli sposi erano appena saliti in macchina quando gli ospiti cominciarono a dileguarsi. Rimasi immobile a guardare la macchina che si allontanava.
Era quasi sparita quando voltandomi lo vidi. Vidi Nick a pochi passi da me che mi guardava. Aveva un tight nero e i capelli arruffati pieni di riso. Le mani in tasca e lo sguardo fisso su di me.
Anche io rimasi immobile a guardarlo. Sembrava che il tempo si fosse bloccato e noi fossimo diventati due statue di cristallo.
Ad un tratto si mosse. Fece un passo verso di me.
-Nick!! lo chiamò qualcuno.
Mi sorrise alzando un pò le spalle. Io ricambiai il sorriso.
C: eccoti finalmente! urlò mia sorella girandomi verso di lei da un braccio.- ma dove ti eri cacciata?-
M: sono sempre stata qui...dissi rigirandomi. Nick non c'era più.
C: oh certo certo...dai sbrigati, dobbiamo andare.
M: si vai, ti raggiungo subito.
Vidi mia sorella e Joe che si allontanavano mano nella mano. Cominciai a guardami intorno per carcare Nick; ma non c'era. Era come se fosse evaporato.

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Capitolo 8
*** You belong with me... ***


E dopo ben due mesi dalla mia scomparsa...
Ebbene si! Sono riapparsa magicamente!! Mi scuso in ginocchio con voi, perchè è da tempo memorabile che non aggiorno questa fanfiction.
La colpa non datela a me, ma a quella scema di mia sorella che non ha voluto scrivere neanche più una riga.
Quindi fra scuola e impegni vari solo adesso trovo uno straccio di tempo per ricominciare a scrivere...
Non so nemmeno se vi ricorderete dove eravamo rimasti...vabè! Se dovete rinfrescarvi la memoria leggete i capitoli precendenti...
Mi raccomando....RECENSITE! Perche sennò non scrivo veramente più!!
Godetevi questo capitolino fresco fresco!!
Richiedo umilmente perdono...
Baci Cri



Ma dove si era cacciato??
Continuai a seguire gli invitati che si dirigevano alle rispettive auto per andare al ricevimento nuziale, che a quel che avevo capito, si sarebbe dovuto svolgere in un antico castello.
Niente.
Non riuscivo a vederlo.
Improvvisamente, la folla si aprii. Eccolo li!
Era carponi davanti a Frankie intento a sistemargli in nodo alla cravatta, ma il piccoletto non ne voleva proprio sapere! Scappò verso la mamma e il papà correndo a gambe levate urlando "VIVA GLI SPOSI!"
Mi incamminai verso di lui. Rimase in ginocchio guardandomi intensamente negli occhi.
Il cuore stava per uscirmi dal petto. Dopo tanto tempo, era finalmente davanti a me. Con quell' abito sembrava una visione. Gli stava a pennello.
Aveva dei chicchi di riso in mezzo ai suoi boccoli scuri. Gli scompigliai un poco i capelli scherzando.
Lui rise senza dire nulla, sembrava divertito...
M: <> gli sussurrai chinandomi alla sua altezza un pò in difficoltà per il lungo vestito. Le gambe facevano fatica a reggersi per l'agitazione.
Lui aveva lo sguardo perso nel vuoto. Aveva gli occhi fissi su di me. Spalancati senza nemmeno un batter di ciglio.
Io gli sorrisi. Tremavo. Finalmente ero insieme a lui....
N: Marty...sei diventata meravigliosa...non esistono parole o frasi in grado di descriverti in questo momento, sei fantastica anche mentre piangi lo sai?? affermò lui accarezzandomi i capelli sorridendo.
M: E tu come fai a saperlo?? mi stropicciai gli occhi per non fare vedere le piccolissime sbavature di trucco.
N: Lo so e basta! mi zittii dolcemente appoggiando il suo indice destro sopra le mie labbra.
Io chiusi gli occhi per un attimo.
Lo sentivo. Lo percepivo.
N: E adesso...ricominciamo da qui....disse avvicinandosi al mio orecchio.
E come per magia...un bacio...
Un bacio lungo ed appassionato. Indescrivibile. Era dolcissimo, sembrava quasi panna....
Una sensazione stupenda mai provata in tutta la mia vita...
Finalmente dopo tante peripezie...tutto andò per il verso giusto...
Insieme....
Tutto si concluse con un'intesa di sguardi. Poi di nuovo in piedi.
N: Che ne dici se andiamo? Ci staranno aspettando!! disse lui con aria sbrigativa e un pò intontita.
M: Andiamo amore! lo incitai prendedoli la mano.
Lui si riavvicinò e mi diede un' altro bacio. Mi prese il viso con le mani.
Una vocina lontana e acuta, purtroppo, interruppe tutto.
C: Ragazzi andiamo! Una mossa? Stiamo aspettando solo voi duee! gridò mia sorella intenta a stare in equilibrio sui suoi tacchi vertiginosi
Ci guardò ridendo anche lei. Era felice.
Dopo tutto quello che avevamo passato finalmente avevamo ritrovato tutte e due la felicità che tanto ci mancava...
Strinsi la mano a Nick e corremo verso Cristina. Salimmo in macchina insieme a lei e Joe...
Ci sistemammo nella limousine, mentre io e Nick ridevamo senza motivo...
J: << Mi sa che qui gli unici innamorati non sono Kevin e Danielle! O sabglio fratellino?>> Joe diedo un colpetto sullo stinco del fratello facendo l'occhiolino.
C: << Eh no! Mi sa proprio di no! >> confermò mia sorella ridendo...
N: << Ebbene si....adesso Marty sei solo mia e niente e nessuno ci separarà mai!>> mi rassicurò Nick accarezzandomi le guance un pò rosse e imbarazzate.
M: << No....mai!>> risposi avvicinandomi un pò più a lui...
Io e Nick non facevamo altro che guardarci negli occhi e tenerci stretti stretti per la mano.
Non ci lasciammo nemmeno per un secondo. Non ebbi paura dei paparazzi e dei giornalisti che mi avrebbero riempito di insulti sulle riviste scandalistiche...
Non mi importava niente di cosa avrebbe pensato la gente, ciò che veramente contava era solamente stare con Nick....

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Capitolo 9
*** PARTY TIME! ***


Parla Martina

Cristina era veramente a pezzi! Non meritava tutto questo proprio nel giorno del suo compleanno,anche se era necessario per la sua festa a sorpresa organizzata da Joe.
Andai in giardino e telefonai a Nick. Menomale che Cristina stava dormendo e in un certo senso era stata al gioco...
M: Nick??
N: Ohi ciao tesoro!! Come stai? trillò.
M: Io bene ma Cristina non molto! lo informai preoccupata.
N: Come sta andando??
M: Non molto bene, sta male perchè ancora nessuno l'ha chiamata per fargli gli auguri! Stamattina tra l'altro siamo andate a fare shopping e ha visto
una rivista di gossip dove parlavano male di lei!! Certo che i giornalsti sono delle merde!! Scusa il termine ma non trovo altri modo per definirli!!
affermai arrabbiata.
N: Ehhhh non mi dici niente di nuovo! Lo so! I giornalisti sono delle bestie! Ma lei deve andare avanti fregandosene di ciò che dice la gente....è
faticoso ma va fatto...disse con tono deluso.
M: Ehhhh vabbè!!! Allora per stasera?? smorzai la tensione sedendomi sulla sdraio del giardino.
N: Dovete venire a casa di Kevin e Danielle verso le 8...mi raccomando falla vestire elegante, poi al resto pensiamo a tutto noi!! dichiarò sbrigativo, sembrava essere molto indaffarato!
M: Si e come ce la porto vestita a festa?? Insomma capirà tutto!!! urlai isterica.
N: Senti non lo so inventati qualcosa!! Devo organizzare tutto io cacchio!!! Devo ancora chiamare gli altri invitati!! sentenziò lui.
M: Ma Nick!!!
N: Senti Marty devo andare!!! Siamo molto indietro con i preparativi e tutto quanto ci si sente!!!! Mi raccomando mi fido di te!
M: Ti adoro....
N: Io di più ma adesso devo andare! Perdonami...
Detto questo Nick chiuse la conversazione...
Perfetto!! Come ce l'avrei portata a casa di Kevin e Danielle? Che scusa decente potevo inventare?
Erano già le 5 e Cristina dormiva ancora.....


Parla Joe

Chissà come si sarà sentita Cristina? Mi ero comportato veramente male con lei, non si meritava questo il giorno del suo compleanno...
però avevamo organizzato una festa fantastica! Sarebbero stati presenti tutte le persone famose che conoscevo e poi anche tutti i suoi amici, sia quelli americani che quelli italiani. Chissà la faccia che avrebbe fatto? La amavo in ogni suo gesto..
Pensavo sempre al suo sorriso, quando sulla spiaggia giocherellavo con i suoi capelli mentre mi baciava, per non parlare del suo profumo e dei suoi fianchi
in mezzo alle mie mani....il sentimento che provavo per lei era ben diverso da quello che provavo per le mie precedenti ragazze,lei era speciale...
Ore 19.00
M: Ohhhhhiiiiii svegliaaaa!!!!! Non puoi stare tutto il pomeriggio del tuo compleano a dormire in camera tua!! Cavolo siamo L.A!! Anche se non sei con il
tuo ragazzo e con i tuoi amici sei pur sempre ad Hollywood!! mia sorella piombò nella mia stanza buia, oscurata dalle tende.
C: Si si....va bene ok mi alzo!! dissi con tono irritato rifacendo il letto.
M: Detto questo ti va di accompagnarmi da Danielle sai devo ridarle una maglia che mi aveva prestato...detto questo scostò le tende.
C: Si....tanto il mio compleanno è stato uno schifo, come potrebbe andare peggio?? trattenni a stento le lacrime.
M: Allora vestiti che si va!! ahhhhh visto che è il tuo compleanno puoi metterti quello che vuoi anche i vestito di stamani!!
Frugai nelle buste con all'interno i vestito nuovi, visto che ero stata tutta la mattina in giro per negozi...
http://www.google.com/imgres?imgurl=http://www.tuononews.it/tuononews.nsf/all/E0E14D6CCB146CB7C125777300738117/%24FILE/FOTO%252012%2520vesito%2520verde.jpg&imgrefurl=http://www.tuononews.it/tn/article/7DA080214500000%26Ref%3DSRC&usg=__s1OHqNTPBOo25saRniS6NS-cYAo=&h=500&w=500&sz=44&hl=it&start=0&zoom=1&tbnid=BwciZJSHlM4kKM:&tbnh=145&tbnw=145&ei=ith7TbaZJImr8APY8-28BA&prev=/images%3Fq%3Dvestiti%2Bverdi%26um%3D1%26hl%3Dit%26biw%3D1003%26bih%3D617%26tbs%3Disch:1&um=1&itbs=1&iact=hc&vpx=488&vpy=101&dur=1972&hovh=225&hovw=225&tx=92&ty=158&oei=Xdh7TajQFsu38QPdwKW_BA&page=1&ndsp=15&ved=1t:429,r:2,s:0 Era un vestito carino e non troppo elegante, almeno credevo...Entrai in bagno violentemente.
M: Perchè così elegante??? Andiamo da Danielle ricordi??'sobalzò mia sorella mentre si passava la matita agli occhi.
C: Si lo so, infatti dopo andremo a festeggiare in qualche posto insieme a mamma e babbo, almeno nel giorno del mio compleanno vorrei andare a cena in qualche bel ristorante e per lo meno essere elegante! dissi chiudendo violentemente il cassetto dei trucchi...
M: Ok ok ok!!! Ma adesso andiamo chè è tardi....
Ero veramente furiosa...talmente tanto che non salutai nemmeno mia mamma e mio padre prima di andare via! Gliela dovevo far pagare, insomma so che sei una star di fama mondile e che non sempre sei a casa ma almeno un messaggio o una telefonata? Quella me la doveva!
Non sapevo cosa dire, cosa fare, cosa pensare, volevo solamente stare con lui il giorno più bello dell'anno...
Eravamo arrivate a casa di Danielle e Kevin...una volta al cancello....
M: Dai Cri scendi e bussa che intanto io parcheggio...disse frettolosa mia sorella intenta ad avviarsi per la stradina aal di sopra della grande villa.
C: No no aspettaaaa!!! urlai oramai fuori dall' auto.
Macchè!! Era già bell'e partita a mettere da qualche parte la macchina... I lampioncini nel prato si spensero...
Perfetto adesso ero anche al buio!!! Mi avvicinai alla porta....ma era aperta....
Spiai dentro la spalancai un poco....
C: Danielle?? C'è nessuno??? sussurrai piano.
Tutti: SORPRESAAAAAA!!!!
Non potevo credere ai miei occhi! Mi avevano orgnizzato una festa a sorpresa solo ed esclusivamente per me!!!
Improvvisamente quel broncio che non lasciò nenache per un secondo il mio volto per tutto il giorno, si trasformò prima in un sorriso, poi in una risata ed infine in un pianto liberatorio....
Appena cominciai a piangere, subito la folla si aprii e ne uscì Joe che mi corse subito incontro abbracciandomi sorridendo.
J: Ehi tesoro non piangere va tutto bene!! disse dolcemente ridendo, prendendo il mio viso tra le sue mani e baciandomi...-Buon compleanno!-
C: Grazie....lo sai sono stata arrabbiata per tutto il giorno, ma ora non so come ma è come se non fosse successo nulla....
Ci guardammo per un secondo e poi ci accorgemmo di non essere soli...
C'erano tutti: Kevin, Nick, Danielle, perfino Demi Lovato, Miley Cyrus,Selena Gomez,David Henry, gran parte del cast di Camp Rock e di Ma in più erano presenti anche tutti i miei compagni di scuola insieme a tutti i miei amici italiani!!! Non potevo crederci!!
Non volevo crederci!! Insomma non avrei mai potuto desiderare complenno migliore!!
J: Sei felice??? Joe mi prese per mano facendomi dirigere nell'enorme soggiorno.
C: Si...poi se sto con te sono in paradiso...mi avvicinai baciandolo sulle labbra.
Intanto fra tutta la confusione era arrivata anche mia sorella Martina...
M: Visto sono stata brava a mantenere il segreto e voi dicevate che non ce l'averei fatta!!! entrò trionfante facendo il segno della pace con le dita alzando il dito indice e il medio dirigendosi a sua volta verso Nick che la cinse per i fianchi baciandola.
K: Ok ok...ci siamo sbagliati! Però poi alla fine ci siamo riusciti, vero??? esultò Kevin insieme a Danielle.
J:Altrochè!! Guardala come è felice....disse Joe indicaando il mio sorriso a trentadue denti.
N: Beh ma allora? Che festa sarebbe senza regali?? affermò scoppiettante Nick guardandomi.
C: Mi avete fatto anche dei regali??? Mi auguro che voi siate scherzando! Insomma questa festa con tutti i miei amici e tutte queste celebrità mi sembra già il massimo!
Nick andò nel ripostiglio dove c'erano un sacco di buste e bustine tutte colorate, non avevo mai avuto così tanti regali per un mio complenno in tutta la mia vita!
Li scartai tutti....
I miei amici, quelli della nuova scuola, mi regalarono un set con all'interno circa 50 tipi di ombretto di colori diversi con tanto di smalti.
I vecchi amici quelli italiani mi fecero un album fotografico con tutte le foto dei nostri anni passati assieme, era stupendo, mi sembrava di riviere uno ad uno quei momenti....c'era la foto dell'ultimo anno delle medie,la foto di classe, rivederla mi dette una sensazione indescrivibile...
Sembrava trascorsa un'eternità da quei giorni, mentre erano solamente passati un pò di mesi...
Sembrava che i regali fossero finiti, la maggior parte erano regali abbastanza ovvi...
C: Bene sembra che i regali siano finiti! dissi raggiante.
J: Behhhh in realtà....anche noi abbiamo delle sorprese per te...
C: Mi sembra che di sorprese me ne abbiate fatte abbastanza per ora! mi scostai una ciocca di capelli dal viso.
Joe da dietro la schiena tirò fuori una bustina inconfondibile: turchese e con la scritta "Tiffany e co.", che ogni donna saprebbe riconoscere!
C: Oh Dio Joe...affermai quasi senza fiato.
J: Aprilo dentro è ancora meglio sai? mi porse la piccola busta.
C: No no io non posso non posso! affermai come per rirendergliela.
J: Ok allora facciamo così: Tu adesso chiudi gli occhi e il regalo lo scarto io e te lo metto, quando lo sentirai addosso aprirai gli occhi ok??
C: Va bene, chiudo gli occhi!
Erano tutti li che assistevano alla scena., ero la protagonista...quella sera era come se fossi una principessa!
Sentivo Joe che tirava fuori il pacchettino dalla busta e disfaceva il fiocco...ed ecco che mi prese la mano aprendola. Mi fece allungare il dito
medio...Sentii un anello, un' anello freddo e pesante...http://www.tiffany.it/Shopping/Item.aspx?fromGrid=1&sku=GRP03348&mcat=148204&cid=287466&search_params=s+5-p+4-c+287466-r+2201323351-x+-n+6-ri+-ni+0-t+-k+ J: Bene adesso puoi aprire gli occhi....dalla voce rideva.
Li aprii piano piano e sopra il mio dito era posato un anello a forma di fiore viola contornato dalla forma dorata. Al centro un diamante.
Ero talmente emozionata che non parlavo neanche....ero tutta un tremito, quasi non riuscivo a respirare...
Subito abbracciai e baciai Joe che era accanto a me...
J: Allora ti piace? Si dice che i diamanti sono i migliori amici delle donne! rise prendendomi per i fianche avvicinandosi.
C: é tutto ciò che ho sempre desiderato....
J: Si ma per te le sorprese non sono mica finite sai?? fece uno sguardo furbetto.
C: Oh Dio, no cosa c'è ancora?? dissi con una lacrima che rigava il mio volto.
J: Kevin, Nick?? Andate a prenderla! fece cenno ai fratelli.
C: Oh mamma cosa c'è ancora? risposi con le mani nei capelli, mentre Joe mi accarezzava il viso asciugando quella lacrimuccia di commozione solitaria.
Nick e Kevin tornarono dalla stanza accanto con un'altra mega busta...questa però era ruvida e marrone, un'altra inconfondibile busta firmata "Louis Vuitton".
C: Ohhhh mio Dioooo!!! Noooo bastaaaaa!!! dissi commossa.
Chinai la testa mentre piangevo sul petto di Joe che se la rideva come un matto mentre mi accarezzava i capelli...
N: Ehhhh daiii Criiii!!! Hai fatto trenta facciamo trentuno!! mi consigliò Nick mentre da dietro mia sorella fece uno sguardo come per dire "dentro è ancora meglio!"
K: Forza Cri aprila! mi incoraggiò Kevin seguito poi da Danielle.
Tirai su la testa da Joe...gli avevo bagnato tutta la maglia con le mie lacrime!
Presi con cautela la busta da cui tirai fuori una borsa quadrata di cotone giallina anche questa con la scritta "Louis Vuitton" sopra....
http://www.louisvuitton.com/web/flash/monmonogram.jsp?langue=it_IT&buy=1#/monogram/personalize?skuId=P00028 All interno c'era un bauletto di dimensioni cosmiche, in pelle marrone con le LV stampate sopra....
La particolarità era che intorno a tutto il bauletto era dipinta una riga, metà fuxia metà bianca, con l'iniziale C.B sopra.
Non avevo parole non sapevo che dire... per me questa non era la realtà...
N: Allora ti piace??? Ti prego dicci qualcosa, gurda che se non va bene la riportiamo subito al negozio!! rise compiaciuto.
K: Questo è da parte di tutta la famiglia Jonas e di tua sorella e soprattutto da parte di Danielle che ci ha dato l'idea.
D: Dai Criiiii Di' qualcosa ci stai tenendo tutti sulle spine!!! replicò Danielle.
Intanto Joe venne dietro di me e mi baciò la testa cercando di guardarmi negli occhi...
M: Ma certo che le piace!! mia sorella spezzò il silenzio.
Martina, la capostipite della famiglia sulla scelta "Loius Vuitton", non ci credeva nemmeno lei!
C: Dico solo che nenche nei miei sogni non avrei immaginato il mio sedicesimo compleanno in questo modo....ribadito questo mi riscese una lacrima dal viso....
C: Grazie di cuore, davvero!! Non mi merito tutto questo! Pochi mesi fa ho passato un brutto periodo, in quanto sono stata portata via di peso da tutti i
miei affetti, i miei ricordi, la mia terra, ma adesso, grazie al cielo, ho trovato persone meravigliose come voi in grado di rendere la vita una favola...
Andai ad abbracciare tutti quanti....
Questo era stato, forse il giorno più bello della mia vita, insieme a persone, che me l' avevano cambiata...
Joe non mi lasciò un momento, mi stava appiccicato e questo mi faceva letteralmente impazzire! Lo feci conoscere anche a tutte le mie amiche che ne furono estasiate.
J: Ehi Cri andiamo in giardino??? chiese Joe.
C. Certo....perchè no! sorrisi prendendoli la mano fortissimo.

Era oramai mezzanotte e faceva freddissimo...mi avvicinai a Joe per scaldarmi mentre ci sedemmo su una delle tante panchine del giardino di Kevin e Danielle...
C: Perchè??
J: Cosa perchè??
C: Perchè tutto questo? Insomma....perchè a me?
Ci fu un momento di silenzio. Joe aveva la testa alta, guardava la luna e le stelle...
J: Perchè ti amo e lo sai...il suo sguardo si posò sopra i miei occhi
Lo baciai..
C: Joseph Adam Jonas tu sei e sarai la mia rovina! dissi divertita facendo ridere anche lui.
Passammo tutta la serata così, stando insieme, mentre dentro, alla festa, la gente mi cercava, non sapendo dove fossi....
Eppure, anche se iniziata male, la giornata finì nel migliore dei modi insieme al MIO Joe...


Che COMPLEANNO gente!!! E che regali!!!
WoW! Come sono teneroni Joe e Cristina (nonchè me xD)
Fatemi sapere che cosa ne pensate recensendo mi raccomando!!!
Baci Cri

P.S: Per vedere i regali del compleanno di Cristina dovete
fare il copia e incolla su internet!!
Scusate ma non mi dà la pagina!!

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Capitolo 10
*** Happy Birthday Cri! ***


Due mesi dopo...


Tutto filava per il verso giusto. Non poteva andare meglio di così.
Kevin e Danielle erano felicemente sposati e a distanza di due settimane dal matrimonio si diressero in Messico per la luna di miele. Avevano persino preso un cagnolino! Era un amore di nome Riley!! Piccolo piccolo che si perdeva in una mano!
Nick e Martina erano ormai insieme più uniti che mai! Nick non voleva più commettere errori con lei dopo averla persa per tre mesi e poco più,
lasciandola partire per Parigi, dove sembrava avesse trovato la sua vocazione come foto-modella tramite il fotografo di fama mondiale Ryan Scott, con il quale aveva avuto anche una breve relazione...
Nick alla sola pronuncia di quell'orribile nome, voleva che tutto ciò che era successo precedentemente fra lui e mia sorella svanisse nel nulla...
Non poteva più ripensare a quei mesi bui vissuti senza di lei, mentre la pensava, la sognava e soprattutto l'amava.
Per lui, era un periodo da dimenticare...
Fra me e Joe tutto andava a gonfie vele. Mi riempiva di attenzioni e di premure praticamente 24 ore su 24. I sentimenti che provavo per lui sembravano non facessero che crescere sempre di più, niente e nessuno ci avrebbe più diviso...
Ancora nessuno dei 3 fratelli sapeva che il mio compleanno si sarebbe tenuto da li a breve. Decisi di non dire nulla a Joe, doveva ricordarlo da solo, lui come tutti gli altri del resto...
Era mercoledi 5 febbario,una sera calda per essere in pieno inverno. Joe decise di portarmi a Malibu per passeggiare sulla spiaggia da soli e soprattutto senza paparazzi. Al tramonto il cielo aveva preso la colorazione di uno strano arancio sfumato, meraviglioso, era quesi meglio di una cartolina....
J: Allora....ti piacciono le spiagge di L.A?? mise il suo braccio intorno ai miei fianchi, eravamo seduti sulla sabbia...
C: Si....non avevo mai visto un panorama del genere....ma soprtutto, non immagiavo di vederlo insieme a te....
Lui si avvicinò a me piano piano sfiorando le mie labbra mentre accarezzava uno dei miei boccoli che ricadeva morbido sul mio viso.
Dopo poco gli saltai addosso facendolo stendere sulla sabbia, così da sporcarci tutti da capo a piedi. Ridemmo guardandoci negli occhi intensamente.
Cominciai a giocherellare con le dita della sua mano sinistra mentre ero al suo fianco. Gli sfilai il suo anello, l'anello della purezza, lo sfregai un
pochino per poi passarlo sulle mie labbra fredde e violacee a causa del freddo. Mi porse il suo giubbotto di pelle coprendomi lui stesso. Si era accorto che stavo tremando.
Joe mi ammirava in silenzio, senza dire niente....
J:Cri....mi ami? chiese per la sua prima volta con sguardo innocente e perso nel vuoto....
C: Si...non puoi neanche capire quanto... ribadii posizionandomi nel solco del suo braccio destro per poi deposiragli un piccolo bacio sulla guancia. Mi avvicinai ancora di più salendo nuovamente sopra di lui...
J: Promettimi che da adesso in poi non ci nasconderemo più niente, ci diremo sempre tutto, tutto... sussurrò lui piano piano.
C: Stà tranquillo....te lo prometto...conclusi io decisa di ciò che avevo appena affermato.
Tre giorni passarono in fretta...
La sera prima di addormentarmi avevo lasciato le tende di camera mia aperte...
I raggi di sole mi illuminarono il viso svegliandomi...
Finalmente quel giorno, esattamente l' 8 Febbraio, avrei compiuto 16 anni...
Sorrisi e mi stiracchiai alzando la testa dal cuscino, presi il telefono in mano per controllare l'orario. Erano le 9 del mattino.
Ad un tratto la porta di camera mia si spalancò di schianto.
Mia sorella incominciò a ridere e a saltare per tutta la mia stanza, in mutande e reggiseno, aprendo le finestre ed urlando:
M:Tanti Auuuuuuguuuriiiii!!!!
C:Grazie....risposi con aria assonnata sbadigliando.
M:Ehhiiii hai 16 anni!!! Sei più grande....dovresti essere contenta daiiii!!! trotterellò aprendo la mia cabina armadio rufolando fra le mie maglie.
C:Si ma sono contenta ho solo sonno! Ehi cosa stai facendo con la maglia che mi ha regalato Joe?la fulminai con gli occhi.
Lei la posò subito facendo una smorfia fregandomi una felpa grigia della Nike.
In seguito in camera mia entrarono mamma e babbo che vennero a farmi gli auguri per poi andare di corsa a prepararmi una colazione, sicuramente super iper clorica!!! Conoscendoli avranno optato per i pankake ai frutti di bosco e fragole...
Ero ancora seduta sul letto sotto le coperte e guardavo ogni secondo il cellulare. Martina era ancora in camera mia, stava facendo delle prove allo
specchio. Si sentiva molto "Diva di Hollywood", e in realtà, un pò lo era già diventata!
M:Ehii!! Basta guardare quel telefono! Stai tranquilla Joe si ricorderà del tuo compleanno... non preoccuparti! farfugliò Martina un pò seccata.
C:Lo spero tanto... risposi preoccupata alzandomi dal letto dirigendomi al piano inferiore.
La mattinata passò in fretta fra tutte le telefonate dei parenti e di qualche amico, anche se Joe non era neanche venuto a darmi il buongiorno come faceva ogni mattina.
Martina decise di accompagnrmi a fare shopping a West Hollywood.
Era il giorno del mio compleanno, dovevo essere la persona più felice del mondo...eppure mi mancava qualcosa...qualcosa di fondamentale!
Io e mia sorella entravamo in ogni negozio: io provavo tutti i vestiti da sera, visto che avrei voluto organizzare qualcosina, mentre "quell' altra" non faceva altro che misurarsi cappelli, cappelli e cappeli di ogni genere!
Ogni minuto guardavo il mio 5230 rosa, che purtroppo non squillava...
Cavolo!!!! Erano quasi le 12...e ancora nessuna telefonta nè da parte di Nick nè da parte di Kevin e sopratutto da parte di Joe...
C:Martina voglio tornare a casa...ORA! gridai nel bel mezzo dei camerini .
M: Ehi stai calma....ma che succede??? Nessuno ti ha ancora fatto gli auguri?? aspetta mi tolgo questo pantalone e andiamo!bofonchiò.
Dirette alla nostra auto, passammo davanti ad una giornaleria, dove in bella vista c'era una rivista di gossip...
C: "Joe Jonas insieme alla sua ragazza....o meglio la sua bambina?"
Ero a pezzi. Come potevano essere tanto crudeli quei giornalisti? E chissà come mi avrebbero odiato tutte le fan dei Jonas? Dovevo stare attenta, era già tanto se ancora non mi era arrivata a casa una minaccia di morte o lettere minatorie!!
Non si può ricevere tanta cattiveria da parte degli altri nel giorno del proprio compleanno!!
So che i giornalisi pur di vedere copie si venderebbero le loro madri ma....infondo infondo sapevo che quelle affermazioni erano solo per invidia....
Martina mise una mano sulla mia spalla destra. Anche se i miei occhi erano ben coperti dagli occhiali da sole, non avevo un bell' aspetto.
M: Dai andiamo Cri....non c'è niente da vedere! disse fredda lei.
Bene o male sapevo che essere la ragazza di Joe Jonas, avrebbe compreso anche cose di questo genere...
Arrivate a casa Martina non fece in tempo a tirare neanche il freno a mano che mi ero già catapultata fuori dalla macchina, a corsa verso casa dei Jonas....
Niente...
Le finestre erano tutte chiuse e dentro non c'era anima viva...
In compenso mi parve strano il fatto che Joe non mi avesse detto niente riguardo ai suoi impegni, mi avvertiva sempre su tutto!!
Una volta dentro casa mia, decisi di andare di sopra e andare a fare un riposino visto che la testa mi stava scoppiando.
Chiusi chi occhi e una lacrima rigò il mio viso...
Poco dopo mi addormentai beatamente...



Perdonatemi!!! Non avevo messo i dialoghi fra i personaggi!!!
Che scema!!! Metto i capitoli tamlente in fretta che non li controllo nemmeno!!! Scusatemi tanto....

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Capitolo 11
*** For Who I Am ***


Parla Martina.

Era una sera di primavera avanzata, non eccessivamente afosa, ma tiepida.
Mi trovavo a poltrire sulla scrivania di camera mia, costretta a studiare per un importantissimo esame di arte rinascimentale.
Guardai per un momento il grande orologio verde attaccato alle parete, erano le 12.30 di notte!!
Non mi ero nemmeno alzata per cenare, suscitando la preoccupazione di mia madre e mio padre.
Ebbene si! Quando frequentavo le superiori in Italia non avevo la benchè minima voglia di aprire libro! Ero il dramma della famiglia!
Ma da quando ci eravamo trasferiti in America, sebbene le distrazioni fossero aumentate, mi iscrissi alla facoltà universitaria di storia dell'arte...
Le palpebre divennero sempre più pesanti, il sonno piano piano si stava avvicinando.
Cristina era appena tornata da casa di Joe ed era andata a dormire. I miei invece si trovavano al piano di sopra nella loro camera da letto.
Ad un tratto sentii degli strani rumori provenire da fuori, proseguito dallo sbattere di un piccolo sasso alla mia finestra.
Feci uno scatto sulla sedia e mi affacciai di sotto.
Eccolo li, in piedi con addosso una vestaglia nera con tanto di ciabatte e pigiama, con una chitarra acustica tra le mani.
M: Nick ma sei pazzo!? Se tiri i sassi alla finestra si spacca!! feci piano con la voce.
N: Stavi studiando per caso?
M: Esattamente! Ho il cervello in fiamme! affermai sarcastica tirando sulla testa una ciocca di capelli.
N: Dai scendi giù! Voglio farti sentire una cosa....sorrise.
Spensi la luce della scrivania e mi diressi in assoluto silenzio alla porta del retro. In casa mia, fortunatamente, dormivano già tutti!
Scavalcai la staccianata che separava le due abitazioni molto atleticamente con il solito aiuto di Nick!
N: Carini gli orsetti Marty! rise dandomi un bacio.
M: Taci Jonas! feci la finta arrabbiata. Ero curiosa di ascoltare cosa aveva in serbo per me.
Ci sedemmo a terra sull' erba a gambe incrociate uno di fronte all'altra. Nick sembrava avere un aria soddisfatta.
N: Marty oramai è quasi un anno che ci conosciamo e insieme ne abiamo passate tante per arrivare dove siamo adesso...ovvero INSIEME! Ho capito che mi accetti per quello che sono, e soprattutto per quello che ho... mi sussurrò deciso sfregando la mia mano.
I piccoli lamponi vicino a noi emettevano una debole luce, in grado però, di farmi notare il suo triste volto...
M: Ti riferisci a questo? Allungai un poco la mia mano fino ad arrivare al suo fianco destro, sfregai il suo Omnipod...
N: Esattamente....disse con tono avvilito.
M: Nick, sappi che per me, quell apparecchietto che porti al fianco, non è mai contato niente, credimi perchè è così, e mai conterà niente, io ti adorò semplicemente per ciò che sei. Ciò che hai servirà solamente a farci unire ancora di più....gli confessai con aria decisa avvicinandomi ancora di più a lui....
Prese la chitarra nelle sue mani...

I want someone to love me
For who I am
I want someone to need me
Is that so bad?
I wanna break all the madness
But it's all I have
I want someone to love me
For who I am

Nothing makes sense, nothing makes sense anymore
Nothing is right, nothing is right when you're gone
I'm losing my breath, I'm losing my right to be wrong
I'm frightened to death, I'm frightened that I won't be strong

I want someone to love me
For who I am
I want someone to need me
Is that so bad?
I wanna break all the madness
But it's all I have
I want someone to love me
For who I am

Hey!

I'm shaking it off, I'm shaking off all of the pain.
Breaking my heart, breaking my heart once again

I want someone to love me
For who I am
I want someone to need me
Is that so bad?
I wanna break all the madness
But it's all I have
I want someone to love me
For who I am

I want someone to love me
For who I am
I want someone to need me
Is that so bad?
I wanna break all the madness
But it's all I have
I want someone to love me
For who I am

Yeah, who I am.

Ero commossa. Quella che aveva appena finito di suonare era una canzone a dir poco stupenda...
M: Nick...Oh Dio...Non so cosa dire! è meravigliosa!!! mi buttai a capofitto nelle sue braccia che mi dettero calore.
N: Ho appena suonato il brano portante del mio album da solista, "Who i Am"...-confessò lui sorridendo - è dedicata solo ed esclusivamente a te, ah e in più, ti voglio nel video! Non dimenticartelo! rise posando la chitarra a terra.
M: Grazie Nick...Ti amo...gli dissi nell'orecchio giocherellando con uno dei suoi riccioli. N: Anche io...mi dette un lungo bacio...
Presi il suo polso guardando l'orologio...
Cavolo erano l' un di notte! E io il giorno seguente avrei dovuto avere un importante esame!!
M: Nick Oh Dio è tardissimo!! Devo scappare, domani ho un esame all'università! mi alzai di scatto.
N: Posso accompagnarti io! Sempre che ti voglia! disse con aria da cucciolo. Sapeva benissimo che non avrei resistito a quegli occhioni...
M: Okkeeeyy...però ad una condizione! riposi le mani sui fianchi.
N: Sarebbe?? chiese lui con aria da furfante.
M: Voglio subitissimamente un altro bacio!! affermai con aria capricciosa.
N: Credo di poterla accontentare signorina...
Si avvicinò per baciarmi appassiontamente, stringendomi a se come non aveva mai fatto prima d'ora...
Quella fu la mia notte prima dell'esame...


Che ve ne pare? Lo so, come al solito i miei capitoli sono moooolto brevi!
Vi avverto però, dal prossimo capitolo in poi non sarà più tutto rose e fiori, ma comincieranno ad arrivare guai!!
AVVERTITE!!
Ringrazio tutti coloro che recensiscono e chi legge...
CONTINUATE!!!
Baci
Cri

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Capitolo 12
*** Her Prince Eyed Chocolate ***


Giugno...

Erano oramai passati 11 mesi da quando ci eravamo trasferite in America.
Quasi un anno che i Jonas erano entrati a far parte della mia vita.
La scuola era finalmente giunta al termine e come in qualsiasi liceo americano si sarebbe tenuto il ballo di fine anno.
Per ogni ballo scolastico che si rispetti occorreva un vestito, molto elegante e sopratutto un cavaliere!
Il primo non fu un problema: andai insieme a Anne e Zoe in un negozio in centro a Los Angeles che li faceva su misura.
Il mio lo adoravo, era perfetto!
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Invece per il secondo, ci furono dei problemi...
Joe era partito due giorni prima del ballo per un concerto di beneficenza a New York insieme ai fratelli, praticamente dalla parte opposta degli Stati Uniti.
Mi aveva già detto che comunque non poteva essere presente, sia perchè non ci sarebbe stato sia perchè non sarebbe stata una buona idea venire ad un evento di una scuola pubblica, insomma...sarebbe stato assalito da ragazzine urlanti e da paparazzi come al solito!
Per Joe non c'ero rimasta male, dovevo anche accettare il fatto che lui avesse una carriera impegnativa e che questo includesse anche non vederlo per giorni e giorni nonostante fosse il mio vicino di casa!
Dovevo comunque accettare la situazione...

Erano le 7e 30 di sera e alle 8 sarebe dovuta passare a prendermi Anne per andare insieme a scuola.
Ero in folle ritardo!!! Ovviamente, mia sorella, mi lasciava sempre sola nelle occasioni dove ho più bisogno di aiuto....era andata da Danielle a fare non so cosa: evidentemente per spettegolare sul più e del meno come sempre!
Mi feci la piega ai capelli in tempo di record! Restava solamente il trucco e il vestito.
Suonò la porta...
B: Criiiii è arrivata Anne scendi!!! mio padre urlò dal soggiorno.
C: Arrivo 2 secondi e sono giù!! reclicai mentre mi infilavo i tacchi.
Scesi le scale lentamente perchè avevo paura di fare uno smazzone e cadere di sotto!
La faccia di mio padre era esterefatta, sembrava avesse visto non so cosa...
B: Chissà cosa dirà J... Non fece in tempo a finire la frase che arrivò mia madre e gli dette un calcio nello stinco.
C: Ciao io vado allora! affermai abbastanza sconcertata alla vista del "teatrino" messo su dai miei.
M: Mi raccomando divertitevi ragazze, siete stupende!! esclamò mia madre aprendoci la porta. Quella sera ero psicologicamente pronta al peggio: tutte le mie amiche, per quella serata sarebero state accompagnate da un cavaliere!
In più avrei dovuto sopportare tutte le persone che mi avrebbero additato, oppure semplicemente venerato solo perchè "Ragazza di Joe Jonas"...

Il padiglione era ben addobbato e soprattutto enorme visto che conteneva tutta la scuola.
Parecchi ragazzi facevano i cascamorti con me mentre le ragazze, specialmente quelle più grandi, mi indicavano spesso e volentietri dicendo chissà cosa!
Per tutta la durata della festa non feci altro che starmene seduta in un angolo della sala accanto al tavolo dove servivano in ponch...
Non facevo altro che mandare messaggi a Joe con il cellulare. Purtroppo, però, non ebbi nessuna risposta...
Mi allontanai un pò dall'edificio uscendo all'aperto.
Perfetto!
Io che ero una delle ragazze più invidiate della scuola...
Io, che in quella sera VERAMENTE importante, era l'unica senza un cavaliere...
Le mie amiche erano talmente prese a ballare e stare con i loro accompagnatori, che non si accorsero nemmeno che me ne ero andata!
"WOW" pensai...
Vidi una panchina sotto un piccolo gazzebo isolato, lontano da tutto e da tutti...
Vi corsi incontro e una volta seduta scoppiai a piangere...

Ad un tratto, fra le mie lacrime e i miei singhiozzi, sentii un rumore...
Lontano...
Man mano che si avvicinava mi sembrava sempre più familiare...

I’m Sorry
For breaking all the promises that I wasn’t around to keep
It’s all me,
This time is the last time that I’ll ever beg you to stay
But your already on your way...

Quella voce così calda e melodiosa...
Quella canzone... Girai lo sguardo...
Dietro di me Joe, che avanzava nella mia direzione con tanto di smoking e una piccola rosa rossa nella sua mano.
Era riuscito ad arrivare per tempo, non potevo crederci...
J: Sorpresa...sussurrò porgendomi la rosa e baciandomi.
C: E tu? Che ci fai qui? parlai piano intenta ad asciugarmi le lacrime...
J:Adesso anche tu hai il tuo cavaliere, proprio come tutte le altre....ma forse il tuo, è un pò speciale...giocherellava con i miei capelli. Li piaceva da matti prendermi i boccoli e arrotolarli fra le sue dita.
J:Mi concede questo ballo signorina? allungò la sua mano verso di me allontanandosi un pò.
C: Con molto piacere mio cavaliere! Sorrisi mentre metteva la mano sul mio fianco.
L'atmosfera era bellissima.Tutto ad un tratto intorno a noi regnò il silenzio.
Sentivo solo il rumore del suo respiro e un leggero venticello in grado di far ondeggiare i miei capelli mentre Joe mi accarezzava la schiena dolcemente. Volevo che quel momento non finisse mai.
Avrei voluto restare li con lui per sempre, non staccarmi mai dal suo corpo...
C: Hey ma non c'è la musica! li feci notare io guardandolo nei suoi occhi color cioccolato.
J: Bene! Vorrà dire che canterò io...mi prese la testa e la poggiò sulla sua spalla delicatamente.

When you look me in the eyes
And tell me that you love me.
Everything's alright,
When you're right here by my side.
When you look me in the eyes,
I catch a glimpse of heaven.
I find my paradise,
When you look me in the eyes...

Quel momento, fu in grado, di togliermi il respiro...




E anche questo è andato!
WOOOH!
L' idea di questo capitolo mi è venuta durante l'ora di storia a scuola!
Non avevo assolutamente voglia di stare ad ascoltare la mia insegnante che ciarlava suo greci!! xD
Ringrazio tutti quelli che leggono questa fanfiction, davvero di cuore!!
Continuate...
Baci
Cri

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Capitolo 13
*** Foreboding ***


Oramai la scuola era giunta al termine .Finalmente niente più inferno per tre mesi!
Niente più studio, niente più levatacce la mattina, niente più stress da interrogazione. Solo e soltanto RELAX!
Era un caldissimo pomeriggio d'estate a Los Angeles. Io e Joe eravamo andati in un parco assieme,
quella volta, stranamente, non c’era nessun paparazzo ad assillarci! Ci sedemmo sopra una panchina all’ombra di una meravigliosa quercia.
J:Sai mi hanno invitato ad una prima domani sera! Esclamò Joe con aria entusiasta.
C: Ahhh si?? Di quale film sono curiosa! Già l’idea non mi piaceva, ma lo detti a vedere.
J: Eclipse! Fece un mezzo grido.
C: Mhhhh...carino... quel film non mi era mai e dico mai piaciuto! Era noioso, ogni volta mi faceva venire il sonno!
J: Non ti piace?? Fece una faccia strana storcendo le sopracciglia.
C: “Non ci faccio pazzie, non sono una di quelle ragazze patite per una storia di vampiri succhia sangue, e soprattutto non vado matta neanche per gli attori! Robert Pattinson non è il mio tipo! Forse Taylor Lautner è l’unico che si salva ma solo per il fisico! Mentre per le attrici....non saprei!” Espressi semplicemente il mio parere.
J: “Strano! Io ho letto i libri tutti di un fiato e non sono malaccio! Vorrei tanto portarti ma mi hanno detto che non posso, mi dispiace dovrò lasciarti a casa…”disse Joe giocherellando con un ago di pino trovato sopra la panchina.
In quel momento un brivido percorse tutto il mio corpo, ebbi un brutto presentimento…
Nel frattempo ci soffermammo tutti e due a guardare una coppia di genitori con un bambino. Lo facevano “volare in aria” tenendolo per le mani. Si divertiva come un pazzo. La risata di quel bambino suscitò anche i nostri sorrisi. Era un quadretto meraviglioso. Semplicemente una famiglia.
C: Dimmi che non mi abbandonerai mai! Promettimelo Joe! Improvvisamente gli strinsi la mano. Forse per cercare una conferma oppure quella era semplicemente paura…
Mi aggrappai al suo braccio fortissimo. Volevo che non andasse mai via...
Mi guardò negli occhi accarezzando il mio viso preoccupato...
J: Te lo prometto! Te lo prometto sul mondo! Mi stampò un bacio sulla fronte e poggiò la mia testa sul suo petto.



Ero in una foresta, fitta di alberi e scura. Faceva freddo. Avevo i brividi. Davanti a me Joe, che mi tendeva la mano...
Correvo per andare verso di lui, ma d'un tratto sentii un braccio che mi avvolse il collo violentemente...
Era una figura quasi irreale, con la pelle chiarissima, gli occhi di un colore ramato e i capelli a caschetto bruni. Era una bella ragazza, ma cattiva. Voleva soffocarmi. Man mano stringeva sempre più il suo braccio attorno a me…
<> Diceva questo ridendo mentre io soffrivo. Sempre più lontano da me vedevo Joe che mi tendeva ancora la mano. Lui tentavava di avvicinarsi ma era come se una barriera invisibile lo trattenesse al suo posto... Non respiravo più, la figura bianca voleva uccidermi. Persi i sensi cadendo in terra mente lei andò verso Joe ridendo....
C: NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!! Feci un grido svegliandomi di soprassalto.
Ansimavo. Non avevo respirato per tutta la durata del sogno. Era già la seconda volta. Immaginai una cosa simile durante il viaggio per andare a Milano in aereo...
Qualcosa mi tormentava...
Avevo sempre più paura...
Sempre più terrore di perdere Joe...



Un po’ in ritardo ma almeno l’ho pubblicato!
Come potete ben capire Joe andrà alla prima cinematografica di Eclipse, ma non farà un bell’incontro!
Lascio a voi immaginare….
Ringrazio tutti quelli che leggono la storia! Grazie di cuore come sempre!!
Baci
Cri

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Capitolo 14
*** Twists ***


Parla Joe.

La sera seguente…
Io e i miei fratelli arrivammo alla prima attraversando il red carpet. Avevamo gli occhi di tutti puntati addosso. Intorno a noi c'erano ragazzine che urlavano ,che piangevano, che si dimenavano solo per avere un autografo e una foto...tutto ciò ci rendeva veramente gratificati!
Prima della proiezione ci sarebbe stato una specie di rinfresco dove ci sarebbero state tutte le altre celebrità invitate.
Erano presenti tutti i protagonisti del film, fra cui Robert Pattinson, Kristen Stewart e Kellan Lutz.
Ad un tratto, mentre sorseggiavo il mio aperitivo, si avvicinò una ragazza, era molto bella, con i capelli lunghi e mossi, un vestito argentato, molto scollato che arrivava a metà coscia , tacchi a spillo vertiginosi. Mi aveva colpito ecco…
Man mano che si avvicinava la riconobbi, era l'attrice che interpretava Alice Cullen nel film, Ashley Greene se non sbaglio...mi faceva un mezzo sorriso mentre sorseggiava un bicchiere di champagne...
A: Piacere Ashley! Tu sei quello della famosa band dei Jonas? Allungò la mano in segno di conoscenza.
J: Si in persona! Nei paraggi ci dovrebbero essere anche i miei fratelli, ma non so proprio dove si siano cacciati! Risposi ridendo innervosito.
A: Ahhhh ok! Allora, qui ad Hollywood, non si fa che parlare di altro! Sorrise scostandosi una ciocca dei suoi capelli dal viso.
J: Cosa scusa?? Non capivo più niente. Perché parlavano di me??
C: Qui ad Hollywood ti chiamano il bambinaio! disse ridendo coprendosi con la mano la bocca.
A questa affermazione mi scomposi.
J: Scusa? Cosa c'è di strano? Si, va bene sono fidanzato con una ragazza che ha 7 anni meno di me, d'accordo? Ma sapete una cosa?? La amo perché è bellissima,è dolce ed ha un carattere fortissimo! non capisco la gente cosa ci possa trovare di tanto sbagliato! Gridai arrabbiato.
A: Ahhhh non so! Le voci sono queste...ma tu sei a conoscenza di queste?? Affermò con aria avvilita.
J: Queste cosa scusa?? Ero molto irritato, ma non ce l'avevo con lei, anzi…
A: Guarda! Ehi mi scusi può venire qui lei? fece cenno ad un fotografo di avvicinarsi.
Ashley chiamò un fotografo per farmi vedere alcune immagini, non so cosa o chi potessero riguardare. L’uomo avvicinò ai miei occhi la sua Reflex professionale.
Non potevo credere ai miei occhi! Quella sul piccolo schermo di fronte a me, era Cristina, l'avevo riconosciuta per la borsa e per l’ anello che gli avevo regalato per il compleanno. Stava uscendo dall’ Urht Cafè di Los Angeles...
La particolarità era che stava baciando e tenendo per mano un altro ragazzo, precisamente un ragazzo che frequentava l’ultimo anno della sua scuola.
Alla vista di tutto ciò non risposi. Avevo gli occhi fuori dalle orbite...
Mi cascò il mondo addosso...
A: Ohhh mio Dio! Scusami, pensavo che tu le avessi viste… mi dispiace… Disse Ashley mortificata.
J: Beh....no! Non le avevo mai viste prima! risposi con aria triste e affranta mentre il fotografo se ne andava.
A: Non ti preoccupare! Quel fotografo non le venderà alla stampa l'ho pagato io per mantenere il segreto...appoggiò la sua mano sulla mia spalla, come se per consolarmi…
J: Comunque grazie per avermele fatte vedere! Tirai su col naso aggiustandomi il colletto della mia camicia a quadri rossi e neri.
A: Questa è la classica storia della ragazzina comune, che si trasferisce a L.A per andare a caccia di star per poi diventare famosa...lo so...è la vita...se vuoi posso darti il mio numero così mi chiami, non lo so, sai, magari vuoi parlare con qualcuno di estraneo, per sfogarti un po’! era dispiaciuta.
J: Si vai dammelo! Tirai fuori dalla tasca del pantalone il mio I-Phone.
Per tutta la durata del film non feci altro che pensare a quelle foto. Galleggiavano nella mia mente, ero distrutto, arrabbiato e sopratutto deluso dal comportamento della persona che amavo...come non avevo mai amato nessun altro in tutta la mia vita...
Non mi accorsi neanche che il film era finito da quanto ero amareggiato...
N: Ehi Joe, vuoi stare a guardare lo schermo del cinema per sempre? Si può sapere che cosa è successo? Nick spezzò i miei pensieri mentre tutti si alzavano per dirigersi verso l’uscita.
Rimasi ancora a fissare il vuoto mentre intervenne Kevin.
K: Joe cavolo ma che ti prende? Fa talmente schifo il film che non hai parole? affermò divertito tirandomi un paccone sulla spalla.
J: Kevin, dammi le chiavi della macchina,ORA! scattai in piedi alzandomi dalla poltroncina rossa.
K: Ehi ehi ehi!! Con calma e per favore! Ci puoi dire almeno di chi è la colpa? disse mentre frugava nelle tasche del pantalone.
N: Joe?? Allora??? Che ci devi dire? Nick era impaziente di sapere la verità.
Intanto Kevin mi dette le chiavi della BMW.
Dovevo pensare alle parole da dirle...
Corsi a tutta velocità verso l'uscita dove trovai Ashley che parlava con il regista del film.
A: Ehi! Dove vai così di fretta?? mi domandò gentilmente.
J: Me ne vado! replicai ad alta voce ansimando.
A: Ma almeno si può sapere il perchè?? chiese speranzosa avvicinandosi a me.
J: Ashley devo andare scusami, semmai ti chiamo! Avevo il fiatone.
A: Okeey....però fallo! Secondo me fra di noi nascerà una bella amicizia! disse con un sorriso sincero.
J: Lo spero....affermai mentre ricominciavo a correre.



Alloooooora…
Qui c’è un bel colpo di scena, e questo colpo di scena si chiama Ashley!
Che vuole distruggere la relazione di Joe e Cristina! Eh già…
Comunque, mi piacerebbe che non fosse sempre la solita a recensire i capitoli che posto,
già che ci sono la voglio ringraziare! Grazie ElyCecy!!!
Perché ci terrei molto a sapere cosa mne pensate, e non è la prima volta che lo dico! ;)
Baci
Cri

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Capitolo 15
*** Two Hearts Cry ***


Dovevo sfogarmi. Dovevo fare qualcosa. La rabbia e la gelosia si stavano sempre di più impossessando del mio corpo. Saliva e saliva la rabbia. Era oramai buio. Nel parcheggio ero solo con circa un centinaio di macchine super costosissime.
Tirai fuori tutta la voce che avevo dentro di me. Urlai. Urlai con tutta la forza che avevo in corpo.
Mi inginocchiai chinando la testa sull’ asfalto. Oramai avevo perso la mia dignità.
Salii in macchina, misi le mani sul volante e vi poggiai la testa. Le lacrime scesero da sole ed oramai senza freno.
Non riuscivo ad alzarmi. Non riuscivo a riprendermi.
Ripensavo a quei momenti. A quegli attimi che non sarebbero più tornati. Non riuscivo a realizzare che lei mi avesse mentito, tradito, umiliato davanti al mondo intero.
Girai le chiavi della macchina e la misi in moto...
Nella mia mente regnavano solamente i ricordi...
Ricordi che ormai potevo trattenere solo stringendoli forte nella mia mente per non farli scappare...
Ricordavo quella prima sera, quando la vidi per la prima volta...
Così timida e piccola eppure così bella...ricordavo quelle volte passate nel giardino di casa nostra a ridere e scherzare tutti insieme... sulla spiaggia quando guardavamo il tramonto...la gioia riflessa nei suoi occhi il giorno del suo compleanno ma soprattutto quando ci giurammo che ci saremmo detti sempre tutto...
Cominciò a piovere violentemente. Il tergicristallo faceva in su e in giù sul vetro dell’ auto senza sosta…
Non riuscivo a smettere di piangere...ma dovevo reagire...con lei dovevo essere severo...eppure, anche se mi aveva ferito nel profondo del cuore...non sarei mai riuscito a trattarla male...mai...
Eccomi...parcheggiai davanti casa nostra, ed eccola anche se veniva giù come Dio la mandava, pronta sulla soglia di casa che mi aspettava. Mi venne incontro bagnandosi tutta...
La respinsi violentemente...fui cattivo con lei...
J: Allontanati! dissi con tono aggressivo fermandola mettendo la mia mano sopra il suo petto freddo.
Lei sembrava non capire niente, era spaesata.
C: Joe che ti prende?? Che hai non stai bene? I suoi boccoli erano completamente bagnati, proprio come i suoi abiti.
J: No sei tu che non sta bene se pensi che io non venga a conoscenza di tutte le cose che fai alle mie spalle! Gridai chiudendolo lo sportello della Bmw mentre mi diressi verso casa dandogli le spalle.
C: Joe non capisco di cosa tu stia parlando!! Mi stava seguendo. Si stava innervosendo, ma non quanto me...
J: Cosa pensi, eh?? Pensi che io non abbia visto quelle foto?? eh?? forza rispondimi!! Urlai a squarciagola avvicinandomi a lei.
Non so se lei incominciò a piangere...era buio, solamente la luce dei lampioni illuminava il suo viso.
C: Joe ma cosa stai dicendo??? Che cosa hai visto che cosa ho fatto??? era disperata. Gesticolava con le braccia.
J: Piantala! Sei solo una "mocciosa" in cerca di fama e di soldi! Tu non volevi essere la MIA ragazza ma la ragazza di Joe Jonas non è cosi?? Bene! Ti ho accontentato! Sei apparsa talmente tante di quelle volte sulle riviste scandalistiche che involontariamente ti ho reso una celebrità! Tu non volevi altro che questo! E io che volevo anche proteggerti dai giornalisti! Che sciocco che sono stato....accecato dall'amore per una "bambina"!! questa fu la goccia che fece traboccare il vaso.
C: Joe BASTA!!!! Non ti riconosco piùù!!!! Stava male, si vedeva, era in preda alle lacrime ed urlava sotto la pioggia battente.
Io ero impassibile serio...ma forse più ferito di lei...
J: Ti voglio fuori dalla mia vita! Non voglio avere più niente a che fare con te! DIMENTICAMI! Io per te da questo momento in poi sono morto! SPARISCI DALLA MIA VITA! Dissi in tono vendicativo e soprattutto duro voltandomi andando verso il cancello di casa mia.
La lasciai lì, da sola, senza nessuno, come non avevo mai fatto prima...


Parla Cristina
Corsi dentro casa annegata nella pioggia estiva di Los Angeles e nelle mie lacrime...
Salii le scale singhiozzando e correndo, fino ad arrivare in camera mia…
Mi accovacciai infreddolita davanti alla finestra della mia stanza stringendomi in me stessa...
Mia sorella sentii i miei passi e aprii la porta precipitandosi.
M: Ehi ehi ehi!! Che è successo?? Si avvicinò a me toccandomi i vestiti tutti zuppi d’acqua.
Riuscivo solamente a guardare quella villa. Quella grande villa che fino a pochi minuti addietro potevo considerare casa mia. In quel momento avevo posto la mia attenzione solamente su quella piccola luce che proveniva dalla SUA stanza. Dalla camera di JOSEPH ADAM JONAS…
M: Ehiiiii!!! Si può sapere che cosa ti è successo?? Perché sei uscita se pioveva al dirotto?? Ma sei cretina Cri?? La voce acuta di mia sorella interruppe i miei pensieri.
C: Joe… Riuscii solamente a pronunciare QUEL nome fra i singhiozzi e i tremori.
M: Vieni andiamo in bagno, cosi mi racconti meglio! Devi levarti questi vestiti altrimenti ti verrà una polmonite! Mi aiutò a farmi alzare Martina, trascinandomi fino al bagno…
C: Martina, voglio andare via da qui! Il mio posto non è questo, il mio posto è l'Italia, le colline della Toscana, con tutta la mia famiglia i miei amici, la mia scuola, la mia casa....BASTA! Qui io non voglio più stare! Non mi importa se papà e mamma non vogliono partire, andrò da sola! Affermai convinta sedendomi sul wc tirando su col naso. Nello specchio vedevo il mio volto, il mio volto distrutto, rosso, pieno di sfoghi, il trucco che scolava sulle mie guance, la mia bocca contratta.
M: Senti smetti di piangere! Non serve a niente! Poi si può sapere che cosa hai combinato?? Martina sentenziò mentre mi toglieva la maglietta che indossavo.
C: Non lo so nemmeno io! Joe parlava di fotografie! Ti giuro Martina non so a cosa si stesse riferendo! So solamente che mi ha lasciato e non vuole avere più niente a che fare con me! Mugolai togliendomi il resto dei miei abiti rimanendo completamente nuda.
M: Senti il ragazzino mi sta cominciando a non piacere più di tanto! Se non fosse il fratello di Nick, giuro lo prenderei a schiaffi! Imprecò dalla rabbia aprendo la porta violentemente.
C: Martina! Dove cazzo vuoi andare me lo spieghi!? Guarda che non c’è nessuno in casa loro a parte Joe!! Gridai ricominciando a piangere.
D’un tratto sentii sbattere la porta d’ingresso seguito poi dal motore della nostra macchina.
<< E adesso dove sarà andata Martina?? >> pensai affacciandomi dalla piccola finestra del bagno a seno nudo. In quel momento non mi importava niente. Volevo solamente sapere la verità, la verità che forse qualcuno mi aveva nascosto….



Siamo arrivati AI CASINI!!!
Beh, non può essere sempre tutto rose e fiori per Joe e Cri!!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!! Anche perché i prossimi capitoli saranno incentrati sulla separazione dei due EX fidanzati!!
Baci
Cri

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Capitolo 16
*** 007 ***


Parla Martina
Salii nella mia mini cooper azzurra diretta dove si stava tenendo la premiere di Eclipse.
Era a dir poco incazzata! Incazzata con quel bastardo di Joe! Ma cosa gli prendeva adesso a quel ragazzo?? Dico, fino a poche ore fa andava tutto a gonfie vele fra lui e mia sorella e adesso se ne viene fuori con delle fotografie?? Volevo vederci chiaro in questa storia!
Ero sempre stata molto protettiva nei confronti di mia sorella. Da sempre fin dai tempi in cui andava alle elementari, quando la prendevano in giro, quando qualcuno non le portava rispetto, oppure quando il ragazzo di cui era innamorata le spezzava il cuore.
Non ci vedevo più dalla rabbia. Perchè, perché stava succedendo tutto questo?
Schiacciai il piede sull’acceleratore così violentemente che la macchina arrivò a 90 km orari sulle strade di Los Angeles.
Finalmente, dopo aver vagato per circa 30 o 40 minuti per le vie della città arrivai alla meta: La premiere di Eclipse.
Ero in uno stato a dir poco pietoso: avevo i capelli raccolti in una coda di cavallo, ero completamente struccata, portavo gli occhiali e indossavo una tuta con tanto di scarpe da ginnastica.
Mi avvicinai all’entrata facendomi spazio tra la folla, ma per mia sfortuna fui bloccata improvvisamente da due enormi omoni ben piazzati con giacca e cravatta: due buttafuori.
M: Salve io dovrei passare è molto urgente, grazieee! Feci come per passare, ma si schierarono davanti a me impedendomi di proseguire.
B1: Ha l’invito?? Chiese il grande uomo di colore sui 110 chili davanti a me.
M: Ehhhmmm…NO! Accennai un sorriso imbarazzato mentre il mio viso stava diventando rosso.
B2: Bene, allora può anche andare via! Mi fece segno con la mano di alzare i tacchi un po’ innervosito un uomo calvo altrettanto “importante”.
M: Sentite, voi non capite! Là dentro c’è il mio ragazzo con suo fratello!! Dovrei andare a cercarli!! Provai ad essere gentile e a mostrare il mio lato “dolce”.
B1: Signorina le abbiamo già detto che non può entrare, è chiaro il concetto!? Gridò infuriato.
In quel momento, lo vidi…
Indossava un completo nero molto elegante, con sotto una camicia bianca e una stupenda cravatta a farfalla azzurra, mi stava guardando, seguito a ruota libera dal fratello che era assorto a sostenere una conversazione al telefono.
Cominciò a correre nella mia direzione, per poi abbracciarmi e baciarmi con passione, prendendomi per i fianchi dolcemente, nel bel mezzo della folla, fra cui paparazzi e giornalisti scandalistici.
Le facce incredule dei buttafuori dinanzi a me, non avevano prezzo: avevano gli occhi fuori dalle orbite e le bocche aperte!
M: Visto! Cosa vi avevo detto? È lui il mio ragazzo! Urlai indicando Nick, che se la rideva come un matto, ai due uomini alquanto diffidenti.
N: Già lei è la mia ragazza, il suo nome è Martina ed è a dir poco fantastica! Disse orgoglioso Nick alla folla come se stesse tenendo un comizio.
Ero abbagliata dai flash dei fotografi. Tutti i microfoni e i registratori erano puntati addosso a me, eppure non mi importava niente, non mi interessava il fatto che stessi facendo una figura di merda allucinante, praticamente davanti al mondo intero, in quanto intenta a palpare palesemente il culo a Nick e che lui subendo, ne ridesse soddisfatto!
Ridevo, ridevo felice. Eravamo insieme, e agli altri non ci pensavamo.
Kevin interruppe quel piccolo momento di gioia durato purtroppo solo qualche istante…
K: Ragazzi ma dove è andato Joe? Chiese suscitando lo scalpore di tutti i presenti che stavano assistendo alla scena.
M: So io dove è Joe! Seguitemi vi porto io in macchina! Li incitai nel seguirmi.
Mentre ci facevamo spazio fra la folla, tenevo la mano ben salda a quella di Nick. Lui mi seguiva avendo occhi solo per me. Come facevo a piacergli anche con una tuta e scarpe da ginnastica?

Una volta entrati tutti in macchina si scatenò il putiferio.
M: Ragazzi abbiamo un serio problema! Affermai infilando le chiavi dell’ auto avviandola.
N: Marty puoi spiegarci quello che è successo? Joe era MOLTO strano! Nick era preoccupato per il fratello, aveva il terrore in viso.
M: Non lo so nemmeno io! Ragazzi so solo che mia sorella è disperata a causa di vostro fratello, ecco tutto! Dissi sincera superando abilmente un semaforo arancione.
K: Ma cosa cavolo è successo? Io non ci capisco più niente! Portatemi a casa mia! Kevin si espresse accasciandosi sui sedili posteriori.
N: No Kevin! Non se ne parla n nemmeno! Tu vieni con noi a vedere di risolvere questa faccenda! Possibile che nell’arco di due o tre ore possa essere successo un fatto così grosso in grado di far separare una coppia tanto unita come Cristina e Joe? Accarezzò i suoi ricci.
M: Senti Nick, mia sorella parlava di FOTOGRAFIE! Possibile che non abbiate tenuto d’occhio vostro fratello? Annunciai ai “passeggeri”.
K: Aspettate! -sembrava che Kevin avesse avuto un lampo di genio-io l’ho visto parlare con Ashley Greene! Era sicuro di ciò che diceva.
N: Cazzo, Kevin ma perché non lo hai detto prima? Sbuffò Nick.
Intanto arrivammo nel piazzale davanti alle nostre ville. Parcheggiai stabilendo delle condizioni.
M: Allora ragazzi, voi andate da Joe! Io torno da mia sorella! Capito?? Vedete di capire cosa è successo!
Ci dividemmo. Non volevamo che tra Joe e Cristina svanisse tutto ciò che avevano costruito a caus di uno sciocco disguido.
Volevamo vederci chiaro!



Eccoli qui! I nostri piccoli 007 in agguato.
Questo capitolo non sa di niente, ma le spiegazioni saranno nei prossimi capitoli!
In questo prossimi giorni purtroppo non potrò aggiornare! 
Vado in montagna e sono fuori fino a lunedì…
Speriamo che almeno questo capitolo vi sia piaciuto 
Baci
Cri

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Capitolo 17
*** Away From Here ***


Parla Cristina

Il mio corpo nudo ed infreddolito.
Ferito.
Pieno di sfoghi.
Sotto il getto d’acqua caldo di una doccia…
Pensava… Quei giorni indimenticabili, pieni di gioia e spensieratezza che nessuno le potrà rimuovere dalla mente…
Ma tutto, prima o poi svanisce…
Chiamatelo destino, chiamatelo Dio o pura casualità…
Eppure era successo…
Era finita…
Non riuscivo ad accettarlo. Non riuscivo a realizzare che nel giro di pochi attimi tutto era svanito nel nulla…
L’acqua che scorreva velocemente si mischiava alle lacrime…
Lacrime amare, piene di tristezza e rabbia allo stesso tempo.
Tutto in quel momento sembrava essere oscurato.
Riuscivo solo a piangere emettendo gemiti e singhiozzi che risuonavano nella piccola doccia.
Perché era capitato proprio a me? Perché stava succedendo tutto questo?
Forse era una prova o forse qualcuno mi stava augurando del male solo a scapito della propria felicità…
Quegli occhi gelosi color cioccolato, quei ricci morbidi e corvini da accarezzare, quella leggera e accennata barbetta sul suo viso, quelle braccia sempre pronte ad accogliermi, quel petto caldo sul quale appoggiavo il mio orecchio per sentire il battito del SUO cuore, quel sorriso così smagliante e così perfetto che ERA solo e soltanto mio…
JOSEPH ADAM JONAS…
<< DIMENTICAMI, SPARISCI DALLA MIA VITA!>> quelle parole risuonavano nella mia mente.
Quel espressione e quel tono di voce…
Joe rispecchiava ODIO nei miei confronti…
Uscii dalla doccia mentre afferrai l’accappatoio rosa che era appeso dietro la porta socchiusa.
Feci scivolare il mio corpo a terra tenendo appoggiate le spalle al calorifero dietro di me.
Mi strinsi di nuovo in me stessa, affogata nel dolore…
Poi, improvvisamente, riuscii ad alzarmi velocemente. Scattai in piedi.
Mi diressi in camera mia, aprii l’armadio, presi la valigia che era riposta al ripiano più alto e la riposi sul letto scaraventandocela con violenza.
Incominciai a prendere tutti i miei vestiti, gli oggetti, i libri, tutto ciò che mi capitò a tiro…
Svuotai tutti i cassetti della mia scrivania e staccai tutte le NOSTRE foto dalla spalliera del mio letto.
Ad un tratto sentii un forte rumore proveniente dal piano inferiore, seguito dai passi di più persone che rimbombavano a contatto con le scale in legno.
M: Eccola! Mia sorella si rivolse ai miei genitori che entrarono in camera mia.
B: Si può sapere che cosa è successo? Mio padre si rivolse a me con tono innervosito e preoccupato.
Ero seduta sul letto, con ancora in dosso l’accappatoio e girata di spalle.
Stetti in silenzio.
M: CRISTINA LUCIA vuoi parlare si o no?? Gridò mia madre. Quando mi chiamava per intero era veramente incazzata.
C: Voglio andare via di qui! PER SEMPRE! Affermai in tono freddo voltandomi verso i miei genitori e mia sorella.
Mia madre sgranò gli occhi.
M: Oh ma stai scherzando mi auguro! Mamma fece una mezza risatina.
Mio padre invece si avvicinò a me sedendosi vicino a me baciandomi la fronte. Mio padre era sempre stato molto comprensivo e rispettava le mie idee. Lo abbracciai forte e ricominciai a piangere nascondendo i miei occhi rossi da orsetto lavatore sulle sue spalle.
Nel frattempo mia madre poggiò la sua mano sopra la mia spalle.
M: Tu riposati, và a dormire, và pure in camera mia e di tuo padre! Ci penso io a sistemare le valigie! Mia madre mi consolò mostrando un piccolo sorriso.
I miei genitori andarono al piano di sotto lasciandomi sola con mia sorella che se ne stava seduta sulla scrivania…
M: Cara sorellina, mi dispiace deluderti ma non è così che farai la cosa giusta! La voce di Martina quasi rimbombò nella stanza.
C: Non mi interessa, oramai ho deciso! Dissi seccata.
J: Pensi di risolvere qualcosa andando via? Pensi di riavere indietro Joe? Beh, io non credo sai! Si alzò in piedi protestando.
C: E beh! Che cosa dovrei fare sentiamo! Inginocchiarmi davanti a lui e strisciare? No grazie Martina! Oramai è FINITA, me ne torno a casa mia in mezzo ai comuni mortali per ricostruirmi un vita normale e non a gozzovigliare qui fra le colline di Hollywood apparendo su riviste di gossip e canali televisivi! Mi dispiace anche a me sai Martina, ma qui, conoscendomi, non potrei sopravvivere ancora a lungo.
Ci fu un’ intesa di sguardi fra me e mia sorella, poi lei se ne andò sbattendo la porta senza dire nulla.
Si poteva dire che in quel momento avevo perso l’appoggio della persona a cui volevo più bene al mondo.
Era veramente sola…



Sono quasi le 11 della sera e mi metto a postare un nuovo capitolo!
Sono a dir poco esausta! È dalle 5 di stamattina che sono in piedi, perché sono partita dalla Val Pusteria alle 6!!!
Ringrazio come sempre tutti coloro che seguono questa storia!
Un bacione e auguri di buona Pasqua ( in ritardo)
Baci
Cri

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Capitolo 18
*** Returns Home ***


Parla Martina.

Affogata nella rabbia me ne andai dalla camera di Cristina sbattendo in malo modo la porta mentre lei si stava coricando.
Ero letteralmente imbestialita, non solo con quello stronzo di Joe ( ovvero il fratello del mio ragazzo) e quella piccola capra di mia sorella, ma ero infuriata proprio con i miei genitori!
Come potevano lasciarla andare via? Insomma era autosufficiente, aveva sedici anni, ma non era ancora in grado di andare praticamente a vivere da sola in Italia!
Corsi giù per le scale diretta in salotto, ma appena fui all’ultima rampa notai che i miei genitori stavano discutendo animatamente.
Mi nascosi dietro il muro, in modo da non poter essere vista.
M: Emanuele ma cosa ti salta in testa? Me lo spieghi? Gridò gesticolando mia madre.
Mio padre era indaffarato al telefono. Stava procurando a mia sorella un biglietto aereo per il giorno seguente. Voleva che partisse il prima possibile.
Fece cenno con il dito a mia madre di stare in silenzio e uscì fuori.
Mamma si sedette al tavolo di cucina reggendosi la testa con tutte e due le mani.
Poi si alzò improvvisamente ed aprì la credenza dove allo scaffale più alto era riposto un tranquillante, ne prese qualche goccia per poi incominciare a camminare impaziente in salotto.
Dopo due o tre minuti circa mio padre rientrò in casa buttando il telefono sul divano, mentre mamma si diresse verso di lui…
M: Perché? Perché vuoi farlo? Dimmelo, perché?? Incominciò a piangere stringendosi al petto di mio papà.
Era sempre stata una donna molto forte. Praticamente ci ha cresciute lei, nostro padre invece lo vedevamo raramente in quanto il suo lavoro lo costringeva a stare lontano da noi.
Ci aveva sempre dato l’opportunità di seguire i nostri sogni, di fare ciò che volevamo, di divertirci anche se con la testa sulle spalle. Mio padre l’abbraccio forte. Cercava di nascondere il suo orgoglio ferito, cercava di mimetizzare il suo dolore nel vedere la figlia e la moglie PIANGERE…
P: Alba è giusto così. . . è giusto per LEI! Cercò di essere il più freddo possibile anche se non gli riuscì molto bene.
M: << Perché è necessario farla partire? Così tutto per un capriccio temporaneo? Vedrai che le cose si sistemeranno, è solo un disguido fra di loro. Conosco bene Joe e sono sicura che è un bravo ragazzo e che non la farà soffrire… Ti prego non lasciarla andar via! >>Si rivolse a mio padre guardandolo diritto nei suoi occhi nocciola, esattamente uguali ai miei e accarezzandoli i suoi capelli castani appena ricci.
P: << Vedi, per tutti questi anni io sono stato un padre assente. Non c’ero il primo giorno di scuola elementare di Martina, non ero presente ai saggi di danza di Cristina e alle partite di pallavolo di Martina. Non sono stato io ad insegnare a Cristina come andare in bicicletta, per non parlare delle rare volte in cui ho partecipato alle loro recite scolastiche! Adesso, qui in America, ho veramente avuto l’occasione di conoscere a fondo le mie figlie. Sono delle persone a dir poco meravigliose, che hanno grinta, costanza e tanta voglia di fare! Lo ammetto, sono stato egoista. Le ho letteralmente “portate di peso” a vivere negli Stati Uniti! Ora, non voglio la MIA felicità ma la loro, perché posso immaginare come si sentano a non avere un papà al loro fianco. Se Cristina vuole andare via, vada, io l’appoggerò in qualsiasi scelta che farà, ma solo non voglio vederla soffrire…. >>
Nell’ascoltare QUELLE parole mi commossi. Vidi per la prima volta l’amore che nostro padre provava per noi. Lo notai nel guardare i suoi occhi pentiti e fragili.
Strano… ma in quel momento ero fiera di lui….
M: Quindi quando parte Cristina? Mamma si asciugò le lacrime con le dita.
P: Domani, alle 9 e trenta. Prenderà l’aereo diretto per New York per poi atterrare a Firenze, nella SUA città. Lì finalmente potrà ricostruirsi la vita che vorrà, senza essere condizionata dai giudizi spietati dei mass media e dei giornali scandalistici che dicono che è troppo piccola per stare con una rock star ventunenne! Affermò con tono freddo mentre afferrò una mela rossa dalla fruttiera in cucina per poi portarsela alla bocca.
M: Mhh… Bene! Adesso sono più tranquilla nel sapere che mia figlia vivrà da sola per circa due anni! Mamma si stava preoccupando ancora di più.
P: Secondo te lascio mia figlia vivere da sola? Starà da mia sorella, non ci sono problemi…
M: Emanuele ho paura… - mamma cercò in mio padre un abbraccio rassicurante- ho paura di come possa reagire Cristina. Insomma, pensiamoci bene, la sua vita ruotava intorno a Joe, per lei quel ragazzo era tutto, credi che si riprenderà? Il terrore regnava in lei.
Appena notai che le acque si calmarono risalii su in camera mia nel modo più silenzioso possibile.
Mio padre aveva pienamente ragione, ma fra Cristina e Joe non poteva finire così! Spiai dalla porta della camera di Cri, era semichiusa.
Dormiva beatamente sopra il letto coperta dal lenzuolo azzurro e grigio in un una strana posizione con il cuscino fra le gambe come al suo solito. Non dovevo intromettermi nelle sue scelte, ma volevo solamente che le cose si aggiustassero in un modo o nell’ altro.
Non potevo stare con le mani in mano!
Mi precipitai in camera mia. Afferrai il mio Samsung e alla velocità della luce e composi un messaggio con destinatario Nick.

<< Cristina torna a casa … >>





Che grandi ispirazioni durante questi giorni!
Lo so, la storia non sta proseguendo granchè,sto tergiversando! :D
Ma vi prometto che fra qualche capitolo ne leggerete della belle!!
Spero che questo capitolino vi soddisfi…
Baci
Cri

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Capitolo 19
*** Mans cry for love too ***


Parla Joe...

In casa non c'era nessuno. Entrai sbattendo le porte e picchiando i muri. Andai nella sala musica dirigendomi all’ultimo piano. Mi sedetti al pianoforte a coda bianco…
Alcune piccole lacrime cominciarono a bagnare lentamente i tasti neri e bianchi dinanzi ai miei occhi bassi.
Come aveva potuto fare una cosa del genere? Io. Io che per lei avrei scavalcato i monti, io che per lei sarei potuto andare in capo al mondo, ma soprattutto...
Io che la amavo più di qualsiasi altra cosa al mondo...
Incominciai a suonare qualche nota…
Fuori pioveva a dirotto ed era buio pesto...
Non riuscivo a concentrarmi su niente, non ricordavo nemmeno più una nota dall’agitazione.
Era come se in quel momento mi fosse caduto il mondo addosso. Non volevo perderla. Mai.
Eppure lo avevo appena fatto…
Sapevo solo che, purtroppo, di lei, non mi sarei mai più potuto fidare...
Ad un tratto suonarono alla porta. Rimasi immobile, seduto sul panchetto nero senza nemmeno alzare la testa.
Sentii dei passi avvicinarsi sempre più…
Nick si precipitò nella stanza piombandovi dentro seguito a ruota da Kevin con in mano il suo "preziosissimo" BlckBerry.
N: Si può sapere perchè hai fatto quella scenata pazzesca? Urlò preoccupato.
Non risposi. Guardavo il pavimento in silenzio. Mi scese una lacrima dal viso cadendo a terra.
I miei fratelli se ne accorsero e si avvicinarono di conseguenza…
N: Ehi ehi! I Jonas Brothers non piangono capito? Siamo uomini! Dobbiamo essere forti anche davanti alle delusioni d'amore chiaro? Si era inginocchiato davanti al piano insieme a Kevin. Il suo tono di voce si fece più calmo.
K: Joe ma cosa è successo, forse noi ti possiamo dare una mano? Affermò con gentilezza Kevin infilando nella tasca del pantalone il suo cellulare.
Tirai su con il naso…
J: Tanto… tanto è finito tutto! Confessai con voce fredda come il ghiaccio.
N: Senti deduco che in tutta questa faccenda c’entri Cristina dico bene? Nick sparava le sue solite ovvietà.
J: Alla festa Ashley Greene mi ha mostrato delle foto scattate da un paparazzo che ritraevano Cristina mentre baciava un altro ragazzo...l'ho lasciata... mi sfregai il naso nascondendo le lacrime. Il mio viso era rimasto pietrificato osservando la moquette beige della sala.
Nick e Kevin rimasero per qualche secondo in silenzio. La tensione si tagliava con il coltello.
K: Ma sei proprio sicuro che fosse lei? Insomma...non l'hai vista con i tuoi occhi giusto? Potrebbe essere chiunque! Kevin cercò di consolarmi, ma con scarsi risultati.
J: No, era lei! Quante ragazze indossano la mia stessa identica maglia grigia XL con la scritta “ADIDAS” a caratteri cubitali con tanto di bauletto Louis Vuitton al braccio ornato da una riga fuxia con le iniziali C.B e che guarda caso, la MISTERIOSA RAGAZZA porta un anello al dito medio destro di Tiffany con un fiore viola??? Parlai a raffica senza fermarmi alzando la testa.
N: Senti Joe, io non vorrei prendere le difese di Cristina, ma io invece di urlargli contro avrei provato a chiarirci! Chi lo sa magari non è lei! Di ragazze qui a L.A ce ne saranno milioni! E poi io non mi fiderei di questa Ashley Greene, è un’ estranea! Nick si alzò da terra.
K: See!! E non accettare caramelle dagli sconosciuti! Nick dai sembri mamma e papà che parlano a Frankie! Mio fratello maggiore rise per sdrammatizzare.
N: No, Kevin è la verità! Insomma, noi di questa Ashley Greene cosa sappiamo? Niente! Quindi è bene stare attenti! Nick avvertì tutti noi in modo SERIO.
Piano piano cominciai a riflettere...
J: Quindi mi state dicendo di andare a chiedere spiegazioni a Cristina? Chiesi con aria interrogativa e spaesata. Cercavo conferme.
K: Beh... si è l'unico modo di capire la verità fratellino! Sappiamo che sarà dura, insomma a quel che ci ha detto Martina, ci sei andato giù pesante! Dopo aver terminato la frase Kevin si tappò la bocca. Sembrava avesse appena detto qualcosa che non dovesse dire. Nick lo fulminò con gli occhi.
N: Perché Joe, secondo te chi ci ha accompagnato fino qui?? Nick si diresse verso la porta con uno strano sorrisetto stampato sulle labbra. Appena si nominava Martina lui cominciva a ridacchiare.
J: E va bene! Domani andrò da lei di prima mattinata, promesso! Mi alzai dallo sgabello e mi rivolsi ai miei fratelli come SCONFITTO.
Quella notte la sognai…

I don't wanna fall asleep
Cause I don't know if I'll get up
And I don't wanna cause a scene
But I'm dyin' without your love
I'm beggin' to hear your voice
Tell me you love me too
Cause I'd rather just be alone
If I know that I can't have you…




Eccomi qui! Spero di essere stata abbastanza veloce nel postare! ù.ù E anche gli omini piangono! L’omini che miangono sono omini da sposà! (così si dice dalle mie parti! xD) Comunque spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Vi ringrazio ancora di cuore! Baci Cri

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Capitolo 20
*** Like a Hurricane ***


Il giorno dopo. Ore 8.00 del mattino.

Parla Martina

No. La mia sorellina non poteva lasciarmi da sola. No. Non poteva.
Eccola. Era li, in quella camera, forse per l'ultima volta. Stava finendo di raccogliere le ultime cose prima di essere accompagnata all’ aeroporto, da noi, la sua famiglia…
Era triste. Si vedeva. Spiavo dalla porta semichiusa…
Le lacrime scendevano senza freno dal suo volto coperto dai suoi enormi occhiali da sole scuri.
Ero preoccupata… Come mai Nick non aveva risposto al mio messaggio? Come mai nessuno si era fatto vivo?
M: Marty dobbiamo andare al LAX sbrigati tua sorella sennò fa tardi! urlò mia madre per le scale pensando che fossi in camera mia.
Speravo con tutto il cuore che QUALCUNO si presentasse all’ aeroporto….
Ci speravo davvero…



Parla Cristina.

Ormai era fatta. L'avevo perso. Avevo perso la persona che amavo di più sulla faccia della terra, non sapendo neanche il perchè.
Basta…
Del resto la decisione l'avevo presa io, una volta per tutte.
Piangevo morendo dalla rabbia, dalla gelosia, dal dolore...
Quel enorme villa, quel giardino infinito, dove avevo vissuto forse i giorni più belli della mia vita…
Quel giorno, quel indimenticabile giorno…
Quando i nostri occhi si incrociarono per la prima volta…
Dovevo abituarmi alla sua distanza, all'assenza dei suoi baci, delle sue carezze, delle sue attenzioni…
Dovevo accettare che forse lo avrei solamente visto in foto, poster o giornali...
Non avrei più sentito il suo profumo. Quel profumo inconfondibile. Quel calore insostituibile. Quelle braccia sempre pronte a proteggermi...
La sua dolcezza era oramai diventata la mia forza…
Cazzo quanto lo amavo!
Pochi minuti più tardi arrivammo proprio di fronte al LAX.
Mi sembrava di rivivere la paura e la tristezza di quel giorno, di quel giorno che tramutò la mia vita in un sogno tutto da vivere, ma che purtroppo, ben presto, sarebbe giunto a termine ...
Quelle poltrone dove io e mia sorella eravamo sedute, erano li esattamente come quel 25 agosto 2010.
Accasciate su quelle sedie ad urlare ed imprecare contro i nostri genitori, mostrandogli tutto il nostro disprezzo per averci portato a Los Angeles…
Ricordi…
Ricordi che vagavano nei miei pensieri senza una meta…
Lo cercavo, in ogni persona vedevo il suo viso…
Il suo sorriso…
I suoi occhi…
I suoi capelli…



Parla Joe.

Mi alzai preoccupato ansimando. Quella notte feci un brutto sogno, eppure non lo ricordavo…
Pensavo solamente a lei, che in quel momento odiavo tanto ma che allo stesso tempo amavo più di chiunque altro...
Ero deciso…
Deciso ad andare da lei, per chiederle delle spiegazioni riguardo a quanto era successo...al perchè di quelle azioni che avevano provocato una rabbia e una gelosia incontenibile dentro di me...
Non aspettai nemmeno un secondo. Mi vestii in fretta e furia prendendo il primo jeans e la prima maglia che mi capitasse a tiro diretto verso casa di Cristina.
Basta, volevo fare chiarezza su tutti i punti di vista.
Suonai al campanello...
Niente. Nessuno mi apriva.
Risuonai...
Niente. Nessuna risposta...
Non c'era nessuno.
Guardai all'insù. Le finestre erano tutte aperte. Era in casa, ma forse non voleva vedermi...
Come biasimarla??
In quel momento non capii niente...
Risuonai con rabbia... La pregai di aprirmi.
Niente.
Mi rincamminai verso casa. Mi aprii Nick impaziente con addosso solo i boxer:
N: Allora? Che ti ha detto? Chiese mentre sgranocchiava una barretta intergale.
J: Niente Nick, non mi ha detto proprio un bel niente! risposi disperato e avvilito.
N: E perchè non ti ha detto niente? Stentai a capire le sue parole. Masticava.
J: Semplicemente perchè in casa non c'era nessuno! Imprecai alzando le braccia e sedendomi su uno scalino.
Intanto Kevin, quel pelandrone, si era appena alzato, scese le scale in vestaglia e, anche lui,mutande...
K: Io non capisco perché mi hai fatto dormire qui stanotte e non a casa mia, NICK! Sbraitò verso Nick mentre era intento a scendere le scale.
N: Semplicemente perché era necessario anche il tuo aiuto! Qui c’è gente che soffre per amore! Disse serio indicandomi.
K: Allora hai parlato con Cristina? Kevin sbadiglio sedendosi sul pavimento davanti la porta di ingresso.
J: Oddio! Ragazzi dove è andata? Perchè in casa non c'è? Giuro che se le è successo qualcosa non sarei mai in grado di perdonarmelo! Sparai a caso la prima frase che mi passò per la testa incurante.
Incominciai di nuovo a piangere coprendomi il volto con le mani.
N: Joe...basta! Non puoi fare così, non te lo permetto! Non ti riconosco più! Perchè piangi per Cristina mentre, non so, per esempio, per Taylor e Camilla o Demi non hai pianto? Eh?? Cazzo devi avere le palle di andare avanti e soprattutto, se ti interessa veramente e se la ami davvero devi andartela a riprendere ok? Nick mostrò il suo lato conquistatore.
K: Nick ha ragione Joe! Non puoi ridurti così! In 22 anni della mia vita ti ho visto piangere raramente, adesso basta! Forza in tre possiamo farcela...TROVIAMOLA! Kevin si alzò dallo scalino scattando all’impiedi.
J: Si ragazzi,avete ragione! Andiamo a cercarla! Mi tirai su deciso e soprattutto smettendo di piangere.
N: Ok ok io intanto chiamo Martina! Vado su a prendere il telefono e poi partiamo ok? Si fiondò al piano superiore mentre Kevin era intento ad augurare il “buongiorno” alla mogliettina Danielle tramite il suo Blackbarry.
Nick riscese di sotto in un batter d’occhio, riuscendo anche a vestirsi, con il cellulare fra le mani. Controllò per un momento i messaggi…
N: << Allora, allora, allora...Oh mio...>>Nick aveva gli occhi fuori dalle orbite e la bocca spalancata. Tutto intorno a lui cessò. Avevamo il fiato sospeso.
N: Che ore sono ragazzi? Gli uscì appena un filo di voce. Era pietrificato.
J: Nick cosa è successo? Oddio è morta Cristina!!!!! Nooooooooooooooooooooooooooooo!!!! Gridai in preda al terrore e al panico.
K: Nick sono le 8 e 20 perchè?? Kevin lo informò gentilmente guardando l’orologio dalla cucina.
N: Kevin prendi le chiavi della macchina senza nemmeno vestirti sbrigati! Cazzo abbiamo pochissimo tempo forza!!! Urlò impallato.
J: Che cosa è successo? Nick parla porca puttana!!!! Lo presi dalle spalle scombussolandolo tutto.
N: Martina alle 10 di ieri sera mi ha inviato un messaggio dicendomi che lei, assieme a tutta la sua famiglia si stavano dirigendo al LAX perchè Cristina vuole tornare in Italia...per sempre! Lo disse senza nemmeno guardarmi negli occhi.
Intanto Kevin tornò con le chiavi in mano pronto per partire. Grazie al cielo era riuscito almeno a mettersi un paio di pantaloni e le scarpe.
Io non capii più niente...
Mi girava la testa...
Poi reagii.
Corremmo diretti alla BMW.
J: Cosa stai dicendo Nick è uno scherzo vero? Mi auguro di si spero! Domandai preoccupato sedendomi sul sedile posteriore dell’auto.
N: No ti dico che è la verità!!! Kevin però ti devi sbrigare perchè è veramente tardi! Nick lo incitò a sbrigarsi.
K: Senti Nick visto che sei tanto bravo guida tu! Sto gia superando il limite di 15km.! Cercò di accelerare almeno un pochino.
J: Kevin fa presto!!! Svelto!!! Voglio dirle che la amo per l’ultima volta…




Corto…. Lo so!
Spero che vi piaccia, vi prometto che domani cercherò di pubblicare il prossimo capitolo!
Mi raccomando recensite e leggete!!!
Grazie come sempre!
Baci
Cri

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Capitolo 21
*** A Swallow Soars ***


Parla Cristina.

Io e mia sorella camminavamo all’interno di una galleria di negozi all’interno del LAX.
Mi tremavano le gambe. Il fiato cominciava a mancarmi solamente a pensare che fra solamente 20 minuti l’aereo su cui sarei dovuta salire sarebbe decollato con me a bordo.
Martina stava sempre, perennemente girata all'indietro stava addirittura andando a sbattere contro una scolaresca! Mi stava dando l'ansia.
C: Si può sapere perchè sei sempre girata indietro? le domandai nervosa.
M: Mmhh....niente niente...mi rispose lei svogliata tirando su col naso.
Mia sorella cominciò a camminare velocemente, come una furia. La sua attenzione cadde su qualcosa in particolare.
I suoi occhi notarono un giornale di gossip esposto in bella vista all’entrata di un edicola.
M: Che cosa??? “La sorellina maggiore della “bambina” PALPA il BEL fondoschiena di Nick Jonas!” gridò nel bel mezzo dell’aeroporto richiamando l’attenzione di tutti coloro che passavano accanto a noi.
C: Ecco! L’ennesima “Bambina”!! ero a dir poco STUFA di quel soprannome che i tabloid mi avevano affibbiato. Disgustata. Avevo 16 anni e non 4 porca miseria!
Non esitò per un solo secondo. Si fiondò all’interno del negozio e ne acquistò subito TUTTE e dico TUTTE le copie disponibili.
La signora alla cassa guardò Martina sconcertata, riconoscendo una certa somiglianza con la ragazza in copertina, ovvero LEI!
La foto doveva essere della sera avanti, quando era andata alla premiere di Eclipse…
L’immagine ritraeva Martina e Nick abbracciati e ben STRETTI. La MANINA CURIOSA di Martina STRIZZAVA con piacere il BELLISSIMO culo di Nick, che sorrideva a trentadue denti.
Ficcò all’interno della sua “gigante” Gucci tutte le riviste che aveva appena acquistato.
Era rossissima dall’imbarazzo. Non voleva far fare certo una brutta figura al suo ragazzo e men che meno a lei dando al mondo un immagine sbagliata di se stessa. Non era di certo una PALPATRICE!
I nostri genitori ci guardarono da lontano mentre si accingevano a fare la fila all’imbarco trasportando le mie valigie fucsia molto appariscenti.
Le mie mani si facevano sempre più fredde man mano che la fila scorreva.
Mi guardavo attorno cercandolo fra quei volti sconosciuti…
Lo volevo. Le desideravo con tutto il mio cuore.
Volevo che mi seguisse, che venisse da me dicendo di amarmi.
Desideravo ancora i suoi baci pieni di passione e le carezze sul mio viso…
Ci speravo…
Ci speravo davvero…


Voltandomi, notai che proprio accanto a me c'era mia sorella che indossava un paio di occhiali da sole molto grandi e stava spippolando qualcosa sul suo cellulare. Evidentemente stava scrivendo un messaggio.
Osservai più attentamente: stava piangendo...
C: Martina ma cosa c'è? Guarda che non vi sto lasciando per sempre! Sto solo andando via per un pò, torno a casa prima di voi tutto qui! La abbracciai come per consolarla, trattenendo a stento le lacrime mascherando il mio dolore con un sorriso.
Martina continuava a singhiozzare farfugliando qualcosa che non riuscii a capire...
A: Il volo diretto a New York decolla fra 15 minuti. I passeggieri sono pregati di imbarcarsi grazie!
Era l'altoparlante. Per me quelle parole erano simbolo di una dirittura d’arrivo...
La fine di qualcosa di bello, magico ed emozionante. Una avventura stupenda, che però era volta al termine troppo presto.
Io e la mia famiglia eravamo gli ultimi della fila. Mio padre presentò il biglietto ad una donna minuta dai capelli rossi che mostrava un sorriso gentile. Mi dette quel minimo di coraggio che mi serviva per attraversare quel ’immenso corridoio che portava all’aereo.
Ma: Beh amore mio é ora! è arrivato il momento! Mamma mi accarezzò la guancia e mi abbracciò forte. La sua voce tremav, anche lei aveva il pianto in gola.
B: Mi raccomando abbi cura di te e buona fortuna per tutto! anche mio padre mi strinse a se depositandomi un bacio sulla testa.
Martina, invece, come il suo solito cominciò ad urlare disperata:
M: No no no!!! Non può finire così!!! Non te ne puoi andare!!! Mi legò a se come per non farmi scappare. Per trattenermi lì con lei. Ebbi il sospetto che mi stesse nascondendo qualcosa.
C: Martina calmati! Te l'ho detto, non sto andando via, sto solamente tornando a casa prima di voi, Fammi il piacere, uno solo, mi serve solo questo per farmi stare bene…voglio vederti sorridere, voglio che almeno tu abbia ciò che non ho avuto io, voglio vederti felice… smetti di piangere, te ne prego…fallo per me! Inforcai i miei occhiali da sole per nascondere i miei occhi rossi.
C: Vi voglio bene! Mi mancherete tutti quanti! mi rivolsi a tutti in lacrime abbracciandoli.
La signorina dietro il bancone di fronte a noi, che aveva appena assistito alla scena, sembrava essere commossa anche lei. Mi prese delicatamente per un braccio e mi accompagnò all’ingresso del corsia interna per chiudere il portellone.
Un’ ultimo addio. Un ultimo saluto e un ultimo sorriso forzato prima di chiudere un capitolo della mia vita, poi mi incamminai DA SOLA.
M: Nooooo, aspetta non te ne andare!!! Riuscii a riconoscere la voce abbattuta di mia sorella.
Ero finalmente all'interno dell'aereo che mi avrebbe riportato a casa...
Il mio posto fortunatamente era accanto al piccolo finestrino esterno dal quale avrei potuto vedere il cielo e le candide nuvole bianche.
Vicino a me c'era un ragazzo giovane, doveva essere un uomo in carriera sulla trentina d’anni circa, che mi mostrò un sorriso raggiante. Forse aveva intravisto le lacrime attraverso gli occhiali da sole…
Guardai fuori. Si poteva vedere perfettamente il vetro dell'aeroporto dove si potevano ammirare gli aerei che decollavano. Lì c’erano i miei genitori e mia sorella che mi salutavano con le mani, ma notai anche della altre persone…
Tre figure maschili… troppo familiari…
Non potevo credere a ciò che stavo vedendo! Erano loro, erano Joe, Nick e Kevin.
Fu un scatto, un istinto, quello che mi fece alzare in piedi ed urlare dalla gioia per aver visto il ragazzo che amavo...
Qualcosa mi disse che ce l'avrei fatta, che sarei potuta scendere dall’aereo e correre da lui, ma proprio in quel momento il comandante...
Co: Benvenuti signori passeggeri, siete pregati di allacciare le cinture di sicurezza, il volo sta per decollare, grazie!
Corsi, corsi nel lungo corridoio per trovare una hostess...
C: Senta per favore io devo scendere la prego, è urgente!! le supplicai in lacrime.
H: Mi dispiace signorina ma lei scenderà quando questo aereo atterrerà a New York! Ora la prego si rimetta al suo posto! mi rispose freddamente senza nemmeno guardarmi negli occhi.
C: Ma la prego!! Le ho detto che devo scendere!! È importante! le ripetei con tutti gli occhi dei presenti puntati addosso a me.
H: Mi dispiace le porte sono già state chiuse non si può scendere,adesso, non me lo faccia ripetere per la terza volta, vada al suo posto e si sieda! questa volta si arrabbiò distogliendo lo sguardo dai volantini che aveva tra le mani.
Niente da fare...andai rassegnata al mio posto disperata...
Erano ancora tutti li…
Tutti e tre oscillavano le proprie mani in segno di addio…
Joe era in lacrime...
Quando d’un tratto, aprì un enorme cartello bianco con una scritta rossa, molto grande e ben leggibile al centro:
"I LOVE YOU..."
In quel preciso istante l'aereo si allontanò pian piano dalla grande vetrata trasparente...
Mi allontanò da tutti….
Mi allontanò da Joe....
Tutto questo segnò la parola FINE…




Ci credereste che nello scrivere questo capitolo mi sono venute le lacrime agli occhi?
È un pochino triste, ma non è ancora finita! Abbiate fede!
MI scuso in ginocchio con Giorgia per non aver aggiornato ieri! Mi dispiace!! Spero che non mi ucciderai!! xD
Mi raccomando fatemi sapere che cosa ne pensate! Grazie ancora per tutto!
Baci
Cri

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Capitolo 22
*** Restless ***


Parla Joe.

Il cielo era azzurro come non mai, senza neanche una nuvola e il sole risplendeva irradiando più calore del solito sulla città di Los Angeles...
Era questo ciò che notai seguendo con gli occhi un aereo che volava in alto. Si faceva sempre più lontano fino a che non lo persi di vista….
Quello, però, non era un semplice aereo. No, quello era l'aereo sul quale era a bordo la persona che nel giro di un anno e poco più mi aveva stravolto la vita facendomi vivere come un principe...
Lei non c’era più…
Se ne era andata..
Sembrava di vivere un incubo, un incubo dal quale era impossibile svegliarsi.
Era semplicemente la realtà. Un' orribile realtà...
In quel momento tutto intorno a me cessò...
Ascoltavo solamente il battito accelerato del mio cuore impazzito...
Si, impazzito per lei...
Le mie dita fredde scivolarono sulla vetrata dell'aeroporto lasciando i segni.
Le mani di Nick e Kevin sulla mia spalla.
Stavano parlando…
Era l’ora di crescere, di diventare grande, di affrontare ciò che accade…
Il destino andava accettato così come si presentava…
N: Joe...ci dispiace veramente tanto...accennò Nick con tono triste.
K: Fratellino...su coraggio...è ora di andare! mi consolò poi Kevin strusciando la sua mano sulla mia schiena.
Mi girai verso gli altri. Erano tutti dietro di me...
I genitori di Cristina andarono via sussurrando qualcosa a Martina in italiano.
Lei rimase con noi. Subito mi abbracciò piangendo. Si strinse forte a me.
M: Joe non sai quanto sto male, io ho fatto tutto il possibile per farvi riappacificare te lo giuro! Eppure non è bastato,non volevo che andasse a finire così...
In seguito lei sciolse l'abbraccio. Rimasi impassibile e serio. Immobile a fissare il vuoto.
J: Volevo solamente dirle addio, volevo dirle quanto tenessi a lei, volevo mostrarle tutto il mio amore...ero sulle lacrime.
Restituii gentilmente alla signorina dietro il banco dell’imbarco il cartellone che mi aveva prestato.
Lei non disse nulla. Mi guardò con un misto di compassione e di tristezza, quando poteva benissimo andare a vendere tutto ciò che aveva appena visto alla stampa.
Me ne andai fuori...dovevo distogliere i miei pensieri altrove. Concentrarmi su altro.
Appena svoltai l’angolo un’ orda di giornalisti e paparazzi cominciò a inseguirmi e chiedermi spiegazioni. Nominarono più volte Cristina e del perché ultimamente non si facesse più vedere in giro con me.
No risposi a nessuna domanda. Tirai diritto verso il parcheggio, senza guardare nessuno, inforcando i miei occhiali da sole per nascondermi dalla realtà…



Parla Nick.

Stringevo Martina forte sul mio petto.
Il suo orecchio destro sopra il mio cuore. I suoi singhiozzi rimbombavano nella mia anima.
Vederla soffrire per me era come sprofondare in un baratro. Guardare il suo volto coperto di sfoghi e i suoi grandi occhi nocciola colmi di lacrime era come morire.
Per sua sorella avrebbe fatto di tutto. Mi ripeteva spesso che Cristina era la persona al mondo che amava di più…
Sarebbe andata in capo al mondo per lei…
Erano semplicemente DUE SORELLE…
Due sorelle che si adoravano a vicenda…
Una era lo specchio dell’altra, come due fotocopie…
M: Nick voglio andare a casa,sto male, mi accompagni? Marty ansimò tirando su la testa.
N: Certo amore mio... Le sussurrai piano baciandola.
M: Ho freddo…tanto freddo Nick… confessò lei tremando tutta e incrociando le braccia.
N: Marty ma saranno quaranta gradi fuori! Scherzai io. Desideravo talmente tanto farla sorridere.
Appoggiai la mia mano sulla sua fronte. Era bollente, scottava.
N: Tesoro ma tu hai la febbre! Affermai sorpreso.
Feci cenno a Kevin, seduto in disparte su una poltroncina, di avvicinarsi per andare via.
Posizionai Martina fra l’incavo del mio braccio destro e cercai di riscaldarla.
Di certo non passammo in osservato. Tutti i paparazzi ci inseguivano facendoci delle domande.
Camminammo senza nemmeno voltarci…
M: Lo sapete? Sono una palpatrice! Disse ridendo Martina mentre uscivamo dal Lax con tutti i flash dei fotografi puntati addosso. La amavo, perché anche in quelle difficili situazioni riusciva ad essere disinvolta sorridendo, anche se con 39 di febbre!




Si lo so, fa pena ed è a dir poco microscopico!
Mi dispiace ma non ho veramente avuto tempo di scrivere!!
Rimedierò senz’altro in seguito…
Scusate di nuovo!
Baci
Cri

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Capitolo 23
*** A Little Bit Longer And I'll Be Fine ***


Parla Cristina.

Seduta su una poltroncina in pelle bianca…
Occhi verdi coperti da enormi occhiali da sole firmati Chanel solamente per nascondere il dolore…
Il terrore…
Il terrore di una FINE oramai arrivata…
Come se fosse stato morto, se non fosse più esistito… Ero consapevole del fatto che non lo avrei mai più rivisto, né toccato e né tanto meno sentito…
Niente.
Non c’era più niente.
Perché? Domandai a me stessa il perché della mia scelta.
Eppure non avevo neanche una risposta…
Ma in realtà forse una c’era: volevo essere libera e indipendente, ricostruirmi una vita normale, quella di sempre, quando mi alzavo alle 6 e trenta del mattino per prendere l’autobus per andare a scuola, che regolarmente perdevo perché ero stata al bagno per mezz’ora a farmi i capelli con il ferro, i compiti il pomeriggio e studiare fino a tardi andando a sbirciare al computer qualche volta. Le telefonate infinite con le amiche a parlare del più e del meno, i sabati sera in discoteca e le cazzate infinite.
C’era una cosa, però, una sola cosa che non avrei più riavuto indietro: credere in un sogno.
In QUEL sogno…
S: Ehi dai su non piangere, vedrai che tutto si sistemerà ne sono sicuro! Il ragazzo accanto a me si intromise interrompendo lo scorrere dei pensieri nella mia mente.
C: Scusi che cosa ha detto? Mi voltai verso di lui meravigliata tirando su col naso.
Lo guardai bene, aveva un completo gessato grigio con una cravatta rosa che saltava subito agli occhi. I capelli ricci e neri ed una barbetta appena accennata. I suoi grandi occhi azzurri riuscirono a catturare la mia attenzione.
S: Ho detto che non vale la pena sprecare le lacrime per un qualcosa che si sistemerà! Non so se te lo hanno mai detto, ma per piangere usiamo ben 67 muscoli mentre per ridere ne utilizziamo solo 19? Quindi per economia sorridi! Mi rassicurò mostrando un espressione amichevole smorzando la tensione con un sorriso.
C: Come fa a sapere che tutto andrà a finire per il meglio? Insomma non sa nemmeno i miei problemi! Spiegai io soffiandomi il naso violentemente facendo svegliare anche l’anziano signore seduto dietro di me.
S: Beh… fammi indovinare! Il tuo nome è Cristina, Bini Cristina, classe 1994, nata a Firenze, attuale, si spera, fidanzata del bel cantante statunitense di fama internazionale Joe Jonas! Dimmi se mi sbaglio! I suoi occhi sembravano ridere. Uno volto mozzafiato.
C: Si esatto! Mi limitai a rispondere con gli occhi fuori dalle orbite, per la velocità in cui aveva appena descritto.
S: Dai retta a me! Quel ragazzo ti spoglia e ti mangia con lo sguardo! Sembra ce lo abbia scritto sulla faccia “ Io adoro Cristina”! Cavolo lo dice anche la mia sorellina che ha 10 anni! Fidati… tornerà… disse tirando fuori dalla valigetta un settimanale che ritraeva in copertina me e Joe intenti a passeggiare per le strade di West Hollywood. Ci tenevamo per mano, mentre lui sorseggiava il solito frappuccino di Starbucks. Io invece, sembrava lo venerassi.
C: Beh…come fa a sapere che tutto andrà a finire per il verso giusto? Tenevo quel giornale in mano come se fosse una specie di reliquia o non so cosa. Non facevo altro che guardare quelle fotografie ad un palmo dal mio naso.
S: Perché tutto, prima o poi, con il passare del tempo si sistemerà… Fidati! Ne sono più che certo! Non disperare abbi fede, anche nei momenti di massimo sconforto e debolezza perché la ricompensa arriverà! Affermò lui offendimi l’ennesimo fazzoletto.
C: Grazie mille, per avermi consolato almeno un po’! Posso? Indicai la sua spalla avvicinandomi di più a lui.
S: Certo! Figurati! Vi poggiai la testa per poi crollare in un profondo sonno…



Dopo circa 5 ore fui costretta a svegliarmi. Mi ritrovai con la faccia esattamente sul petto del giovane che mi aveva tirato un po’ su di morale, mi sorrise compiaciuto, dovevo avere una faccia da tossicodipendente…
S: è arrivato il momento di andare! Buona fortuna Cristina e ricordati, non abbatterti! Disse alzandosi in piedi prendendo il suo borsone andando via percorrendo il lungo corridoio.
Ebbene si, feci tesoro di quell’ incontro con il ragazzo dagli occhi blu…



Passarono le ore , fra telefonate di mamma e papà e qualche sms di zia,che era impaziente di vedermi, atterrai lì, nella mia bella e adorata Firenze.
Finalmente ero di nuovo a casa. A casa mia, dove ero nata e cresciuta, dove ero finalmente tornata per ricominciare a vivere nel migliore dei modi.
Erano le 8 della sera, ma nonostante ciò la temperatura era intorno ai trenta gradi.
Dovevo fingere, dovevo fingere di stare bene, dovevo fingere di non amare più Joe, d’ora in poi non dovevo badare ai giudizi degli altri e resistere vincendo quella brutta bestia chiamata LONTANANZA.
Abbracciai mia zia, una donna magra e abbastanza alta, con dei lunghi capelli castano chiaro e un paio di occhiali quadrati neri, che appena mi riconobbe non si limitò a riempirmi di bacetti e di attenzioni.
L: Amore bentornata a Casa! Come stai è? Vedo che sei dimagrita e sei diventata molto più alta dall’ultima volta che ti ho visto! Ma cosa indossi? Che ne hai fatto di quella ragazzina perfettina che non usciva di casa senza almeno un accessorio di colore rosa? Si vedeva che mia zia era strafelice di rivedermi. Quando era euforica riusciva solamente a parlare a macchinetta facendo domande a raffica, ma sicuramente non avrebbe di certo apprezzato il motivo del mio rientro inaspettato.
C: Cosa c’è Luisa? Indosso una semplice canotta nera, un paio di pantaloncini corti beige e un paio di scarponcini, che c’è di male? Scherzai io , non scoprendo gli occhi rossi, ancora coperti dai grandi occhiali da sole, mentre ci dirigemmo all’auto.
Il tipico traffico fiorentino mi dette il “bentornato” già ai primi due chilometri di tragitto. Osservai tutto come se fosse la prima volta, non era cambiato niente. Tutto era rimasto esattamente come prima anche se da quando mi trasferii a Los Angeles era passato solo un’anno…
Sembrava fosse passato neanche un minuto, da quando Denise venne a bussare al cancello di casa nostra offendici pasticcini per darci gli auguri di buon vicinato.
Cazzo, perché tutto doveva ricordarmi Joe Jonas?
Il mio quartiere era identico a come lo avevo lasciato. Sempre le solite case, persone, colori, profumi, emozioni....
L: Adesso ti aiuto a scaricare le tue valige e poi vado nel mio appartamento a prendere le mie! Torno subito, faccio in un attimo! Mi ricoprì ancora una volta da mille baci per poi scappare via.
Quasi non mi sembrava vero...
Pareva fosse trascorso un secolo da quando vivevo tutti giorni in quella villa con la mia famiglia, invece, erano passati appena 12 mesi!
Girai le chiavi nella serratura...
Appena entrata, il profumo di casa mia mi travolse...
Quel misto di lavanda e muschio bianco che mamma usava sempre per aromatizzare l’ambiente.
Il salotto, la cucina, i mobili, i quadri, le fotografie appese alle pareti…
Tutto un tratto rincominciai a piangere...
Piansi per il nervoso, per la tristezza, per la commozione, forse anche per la gioia.
Corsi per le scale, diretta in camera mia...
Era esattamente come l'avevo lasciata.
Il copriletto con i fiorellini viola, il tappeto verde, la scrivania bianca con i libri sopra, il tramonto che faceva da sfondo alla grande cupola del Duomo fiorentino che si vedeva come sempre dalla mia finestra.
Poi mi voltai per un momento verso la porta. La chiusi lentamente.
Eccoli li...
I loro volti sopra enormi pezzi di carta colorata.
C'erano attaccati tutti i poster...i poster di KEVIN; JOSEPH E NICOLAS.
Non mi veniva neanche più da chiamarli “JONAS BROTHERS”, da quanto mi avevano fatto soffrire.
Presa dai nervi e dalla rabbia, cominciai a strapparli violentemente una ad uno.
Ricordai che li avevo anche nell'armadio...
Distrussi anche quelli...
Eppure non volevo farlo, non so mi venne spontaneo…
Volevo liberarmi dei loro sguardi, quei faccini che sembravano così innocenti…
Quei 6 occhi color nocciola in grado di ipnotizzarti...
Raccogliendo i piccoli pezzi di carta dal pavimento, era come se raccogliessi le esperienze, le emozioni, le gioie, passate con loro...
CON LUI…


But you don't know what you got 'til it's gone
And you don't know what it's like to feel so low…
A little bit longer




Fra compiti e interrogazioni sono riuscita a trovare uno straccio di tempo per scrivere!
Diciamo che questo per me è un periodo abbastanza da slero!
Comunque spero che questo capitolo, anche se scritto con i piedi ( No, non sono Delta Godrem che suona il piano con i piedi).
Mi raccomando recensite come sempre.
Il solito grazie a tutte.
Baci
Cri

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Capitolo 24
*** A bit of broth, it never hurts! ***


Parla Joe.

Erano ormai erano passati tre giorni da quando Cristina era ritornata in Italia.
Sembrava fosse passato un eterno. Un secolo. Un’ infinità di tempo.
Erano le tre del pomeriggio e me ne stavo steso sul letto, inerme e senza espressione.
Pensavo a come sarebbero potute andare le cose in futuro. Nel MIO futuro.
Sui progetti, sulle canzoni, apparizioni in tv e quant’altro.
Poi, di nuovo, comparve quel giramento di testa che per QUEI tre giorni non mi abbandonò nemmeno per un secondo.
Perdita di equilibrio dovuto al troppo stress…
Stranamente!
Tutto d’un tratto il mio I-Phone che era posato sul comodino in legno accanto al mio letto cominciò a squillare illuminandosi.
Ashely.
Ashley?
A: Ciao Joe! Ti ricordi di me? Chiese speranzosa la ragazza dall’altro capo del telefono.
J: Heyyy senti te, certo che mi ricordo di te! Allora come va?? Le detti un po’ a parlare. Dovevo pur svagarmi in un modo o nell’altro!
A: Bene bene! Ti avevo giusto chiamato per sapere che cosa facevi questa sera,ci potevamo vedere, anche con degli amici, non so, sempre se a te sta bene! Affermò come se fosse impaziente di sentirmi emettere un “si”.
Perché no! Insomma non facevo nulla di male, mi serviva una distrazione, e poi non saremmo nemmeno stati soli. Volevo evitare in tutti i modi eventuali imbarazzi.
J: Certo? Per me va bene! risposi accennando un sorriso mentre mi portai il cuscino sopra la pancia.
A: Ok, perfetto! Spero ti piaccia il cibo cinese! Al Katsuya restaurant alle nove! Dalla voce sembrava avesse furia.
J: Non mancherò! Chiusi la conversazione e cominciai a riflettere.
Stavo facendo la cosa giusta? Era ragionevole cenare con una quasi sconosciuta, mentre la ragazza che amavo era dall’altra parte del mondo a fare chissà cosa? Sarebbe stato ragionevole far comparire delle foto che mi ritraevano assieme ad Ashley Greene e alla sua comitiva di amici su tutti i giornali e riviste del mondo? Sarebbe stato giusto far soffrire Cristina, più di quanto non avessi fatto?
Dallo stipite della porta si affacciò Nick con del… brodo in mano??
J: Ehi fratello? Quel brodo? Per chi è? Cominciai a ridere nel vederlo reggere quella specie di piattino rosa.
N: Lo porto a Marty! Quella stupida s’è presa l’influenza con tanto di febbre a 39! Sbraitò lui nel bel mezzo della mia camera da letto.
J: Attento a non prenderla anche tu allora! Feci spallucce quasi indifferente.
N: Senti ho involontariamente ascoltato tutta la conversazione al telefono… Ti dico solo di stare attento Joe! Tutto qui! Cercò di avvertirmi Nick.
J: Mhhh...mamma mia Nick!! Smettila di farmi i predicozzi! Cavolo dovrei essere io a farteli! Usciamo solo con un gruppo di amici a cena tutto qui! Anzi è stata molto gentile ad invitarmi! Non capisco perché voi l’abbiate tanto a noia! bofonchiai irritato.
N: Ti sto solamente dicendo di stare attento! Tutto qui! Ricordati che in questo periodo sei una calamita per i media… Ricordatelo! Mio fratello se ne andò chiudendo la porta lasciandomi solo un’altra volta.
Sul comodino avevo ancora una foto insieme a lei incorniciata.
Me lo ricordo bene quel pomeriggio, quando l’abbiamo scattata: io con i miei fratelli insieme a Martina e Cristina a Malibu.
L’immagine ritraeva NOI abbracciati in riva al mare con lo sfondo di uno stupendo tramonto rosastro. Volevo farla scattare a Martina mentre io e sua sorella ci baciavamo. La tenevo stretta per i fianchi mentre lei teneva le sue braccia intorno al mio collo e se ne stava sulle punte dei piedi tenendo una gamba piegata all’insù.
Quei boccoli color cacao da accarezzare, quegli enormi occhi verdi in grado di ipnotizzare, quelle labbra rosse da baciare, il suo profumo, quel fra muschio bianco e fiori di ibisco che riusciva ogni volta a stregarmi…
Come era bella. Non potevo chiedere di più dalla vita.
Una bella carriera, concerti tutto esaurito magari anche in una sola giornata, le fan che urlano per avere il bis, guadagni abbondanti, una bella casa, una bella famiglia e soprattutto una ragazza meravigliosa...
Mi riaddormentai accompagnato dalla dolce melodia della sua presenza immaginaria…

Parla Nick.

Mi diressi a casa di Martina per farle giusto in po’ di compagnia. Come sempre i suoi genitori mi accolsero in casa propria, FINGENDO, di non essere dispiaciuti a causa della partenza di Cristina.
Quando varcai la soglia della sua camera pensai << Cavolo, quanto mi piace!>>
Se ne stava coricata sul suo letto con addosso un solo lenzuolo di un color ceruleo, con i capelli legati e un paio di occhiali grandi sopra il naso leggeva un libro di arte contemporanea. Aveva la testa sopra una miriade di cuscini. Anche se struccata, con delle borse sotto gli occhi da far quasi spavento e con un termometro sotto l’ascella, riusciva ad essere sempre bellissima.
N: è arrivato il dottore! Dissi con un tono di voce possente avvicinandomi pomposamente verso di lei.
M: Nick, oh mio Dio! Perché sei venuto? Così ti attacco l’influenza! Urlò contrariata con un filo di voce fra i colpi di tosse.
N: Ma chissene frega!! Così vengo qui e siamo malati in due! A proposito ti ho portato le stelline in brodo!! Quello che ti piaciono tanto tantoooo! Sembrava stessi conversando con una bambina di due anni invece che con una ragazza di venti!
M: Noooo non mi va adesso! Protestò lei sfilandosi il termometro da sotto il braccio, per poi riporlo sopra il comodino.
N: Cazzo Marty! Ma hai trentanove e tre di febbre! Strabuzzai gli occhi fuori dalle orbite nel vedere le cifre al di sopra la barra di mercurio.
Decisi di non parlare di Joe, avrei fatto solamente peggiorare la situazione, facendola stare ancora peggio. Ne avremmo discusso sicuramente quando sarebbe stata meglio. La sua espressione era priva di vita, stanca e affaticata.
Le detti un bacio sulla fronte percependo tutto il calore.
N: Dai su! Mangiamo questo bel brodino preparato GENILMENTE da mamma Denise! Afferrai il cucchiaino di Hello Kitty da sopra il comodino e cominciai ad imboccarla piano piano mentre era intenta a fare le sue solite “mosse” per non mettere nulla in bocca!
N: Marty! Daiii! Non vorrai mica fare la bambina cattiva? La rimproverai nella maniera più simpatica che ci fosse stata.
M: Nick! Rivoglio qui mia sorella! Affermò fra un boccone e l’altro mentre una lacrima rigò il suo volto pallido.





Capitolo di poco conto, direi squallido!
Mi serve solamente per prendere tempo! Abbiate fede!
Comunque ci terrei a dirvi che anche a me piacerebbe essere imboccata da Nick Jonas quando ho la febbre! Aahhahahahhahah!
Comunque grazie come sempre a tutte quelle che recensiscono sempre e a coloro che leggono!
Baci
Cri

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Capitolo 25
*** New Girl ***


Parla Joe.
 
Mi svegliai di soprassalto ansimando sudato fradicio, facendo un balzo incredibile sul mio letto,a causa di un terribile sogno in cui venivo scaraventato giù da una rupe.
Cazzo! Erano già le sette!? Come avevo fatto a dormire per così tanto tempo??
Forse ne avevo bisogno, visto che le due notti precedenti le passai letteralmente in bianco.
Poi, però, mi ricordai che fra due ore mi sarei dovuto trovare essere esattamente dalla parte opposta della città!
<> gridai in preda alla rabbia e al panico aprendo le ante del mio armadio a muro bianco in cerca di qualche cosa di decente da indossare.
Optai per i soliti jeans scuri accompagnati dalla solita maglietta a tinta unita grigia e un cardigan nero.
Scarpe!
Scarpe?
<< Ricordati! La cravatta fa il vestito, le scarpe fanno l’uomo!>> la vocina petulante di mio fratello Nick risuonò nella mia testa incurante della situazione di emergenza in cui mi trovavo.
Converse, Superga, Adidas, Nike???
Santo Dio non avevo tempo! Non c’era tempo!!
<< E se andassi scalzo? Nah! Mi prenderebbero per un barbone!>> Pensai fra me e me impallato.
<< Ambarabà ciccì coccò, tre civette sul comò, che facevano l’amore con la figlia del dottore, il dottore si ammalò! Ambarabà ciccì coccò! Bene! Siete uscite voi!>> farfugliai allacciando agilmente i lacci delle mie converse nere.
Tutto ad un tratto…
Qualcosa mi colpì.
Un emozione talmente forte da non poter essere ignorata in alcun modo.
Un flashback…
<< Eh dai Joe! Sbrigati! Ci metti sempre un secolo a prepararti! Guarda che non vengono mica Kate e Pippa Middelton a cenare a casa nostra!>> Kevin tuonò entrando nella mia stanza incitandomi a fare il più in fretta possibile. Come è solito fare!
Era QUELLA sera. QUELLA FAMOSA sera…
Tubino nero e corto fino a metà coscia, talmente aderente da far risaltare tutte le curve di quel meraviglioso corpo  appena abbronzato, tanto da farmi strane idee in testa, fantasticando su quel fisico così slanciato di una comune quindicenne, piombata improvvisamente come un fulmine a ciel sereno  nella mia vita.
Giocherellava con le sue ciocche di capelli boccoli e scuri, che ricadevano voluminosi fin sotto le spalle, dove si poteva notare l’azzeccata circonferenza di un “importante” neo, che sbucava solitario da sotto il suo braccio sinistro.
Le classiche ballerine a tinta unita, con tanto di fiocco, in grado di donare grazia ed eleganza ai suoi polpacci perfetti.
Quelle labbra da baciare, così carnose e così maledettamente rosee, che si incontravano costantemente con le mie.
E quegli occhi…
Quelle cascate di smeraldo puro, capaci di rapirti togliendoti il fiato, grandi a tal punto da mettere soggezione ed imbarazzo a chiunque li guardasse.
Una volta catturato da quello sguardo magnetico, capii che non ci sarebbe stata via di scampo da quella ragazza che sembrava essere il ritratto in persona della bellezza, che aveva già tutte le carte in tavola per farmi innamorare di nuovo…
Poi ritornai, tutto d’un colpo alla realtà.
Presi le chiavi della mia nuova auto, riposte sul mettitutto in corridoio.
Beh, almeno una nota positiva in questi pochi giorni c’era! Avevo acquistato una Mercedes da paura!
Era una specie di fuori strada di colore grigio. Una classe G 500.
Mi diressi all’interno del ristorante da solo.
Stranamente all’entrata non c’era nessun paparazzo ad immortalare quel grande momento “storico”.
Era un bell’ ambiente, molto accogliente e spazioso e la tinta rosso fuoco delle pareti era decisamente adatta al contesto.
Mi rivolsi ad una cameriera. Era giapponese e molto bassa, indossava un kimono turchese ed aveva i capelli legati in un piccolo chignon.
J: Mi scusi, mi sa dire quale tavolo ha prenotato la signorina Ashley Greene, per favore? Chiesi nella maniera più silenziosa possibile alla giovane ragazza.
C: Certo mi segua! Mi incitò ad andare dietro di lei mentre si stava dirigendo nella zona più “appartata” del locale.
J: Mi scusi, ci deve essere sicuramente un errore! La signorina Greene mi aveva detto che saremmo stati in compagnia di altri suoi amici, allora perché ci sono solamente due sedie sotto quel tavolo? dissi indicando preoccupato la zona in cui ci avevano sistemati.
C: Non so cosa dirle signor Jonas, la signorina Greene aveva specificato “tavolo per 2”! confessò la ragazza andandosene in fretta e furia lasciandomi in brache di tela.
Mi accomodai aspettando Ashley. Non avevo più voglia di stare li. Quella serata sarei stato esposto ad una miriade di rischi! Pensai solamente a: foto, giornali, Cristina.
Ma come potevo essere ancora cosi premuroso nei confronti di quella sedicenne che mi aveva tradito e che mi aveva fatto fare la figura del cosiddetto “cornuto” davanti al mondo intero?
Come mai non riuscivo a smettere di preoccuparmi per lei? Di come avrebbe reagito?
Come mai pensavo ancora a lei? Perché?
Improvvisamente vidi arrivare in lontananza una ragazza molto alta con dei lunghi capelli mossi. Aveva un vestito corto di colore verde acqua, un paio di tacchi a dir poco vertiginosi e portava sotto braccio una borsa di Louis Vuitton.
<< Cazzo no! Quella borsa NO! >> pensai fra me e me.
Era stupenda, sicuramente di un’ età molto più abbordabile, ma riuscivo a concentrarmi solamente su quella dannata ragazzina dagli occhi verdi?
Si diresse verso di me facendomi un sorriso a trentadue denti.
A: Scusa per il ritardo Joe, ma una folla di paparazzi mi ha letteralmente travolta all’entrata! Annaspò lei sedendosi e posando il suo bauletto a terra.
J: Non preoccuparti, solo, perché mi avevi detto che ci sarebbero stati alcuni tuoi amici, mentre siamo solo io e te? Ero a dir poco spaesato.
A: Infatti avevo intenzione di chiamarti per dirtelo, doveva venire una mia carissima amica con il suo ragazzo ma all’ultimo minuto hanno preferito un bel film al cinema! Disse con aria stanca mentre versò dello Chardonnay nel suo calice.
J: Capisco… mi limitai a rispondere guardando il mio piatto ancora vuoto.
A: Allora che hai combinato in questi giorni rockstar? Domandò lei con il tono più docile possibile.
J: Ho lasciato Cristina e lei è ritornata in Italia...affermai con un voce più freddo del ghiaccio senza neanche guardarla nel volto.
Lei in un primo momento non si espresse. Riuscii a sentire solamente un suo sospiro.
A: Joe mi dispiace veramente moltissimo, guarda che se è per colpa mia rimedio non c'è problema! Joe sono mortificata per averti mostrati quelle foto, te lo giuro! Le nostre mani si incrociarono spontaneamente sopra un tovagliolo rosso.
Ci fu subito un’ intesa di sguardi fra noi due e subito dopo un brivido percorse tutta la mia schiena come una scossa elettrica. Tesi immediatamente la mano in dentro.
J: No no, non fa niente, non ti devi mortificare, tu non hai colpa,anzi io devo solo ringraziarti, è solo che sono passati solamente tre giorni ed è tutto così difficile… appoggiai la mano destra sulla fronte.
A: Suuuu andiamo non mi dirai che stai male per una bambina? Andiamo Joe là fuori ci sono miliardi di ragazze della tua età pronte a stare con te, guardati intorno! Non stare a piangere tutto il giorno sopra un qualcosa che non ci sarà più! Devi reagire, questa è la vita che ci piaccia o no! Sei molto carino, sei famoso, hai venduto circa 15 milioni di dischi nel mondo! Cosa ti manca? Mi disse sorridendo come per consolarmi.
Le parole dette da Ashley mi colpirono molto. Aveva ragione, dovevo ribellarmi a quel sentimento nei SUOI confronti che mi opprimeva, dovevo cercare di liberarmi dalla sua presenza nella mia mente, dovevo rialzarmi e andare avanti come un vero uomo sa fare!
J: Grazie Ashley! Le abozzai un mezzo sorriso mentre la nostra prima portata ci stava per essere servita: sushi.
Cenammo e chiacchierammo tutta la sera del più e del meno, proprio come due vecchi amici che si rincontrano dopo tanto tempo. Per la prima volta in quei tre giorni riuscii finalmente a stare bene con una persona, ma che non fu LEI…
 
Capitolo rivelatore!
L’altra volta sono stata un po’ scontenta, visto che per la prima volta non ho avuto nemmeno una recensione in un capitolo….
Vabbè! Ammetto che era veramente scritto in fretta e furia!
Spero che questo sia di vostro gradimento!
Mi raccomando stavolta fatemi sapere cosa ne pensate! Mi raccomando! Per me è importante!
Baci
Cri 

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Capitolo 26
*** Craving ***


Tre mesi dopo.

14 settembre
Parla Cristina.
Erano passati tre mesi.
Tre maledetti, lunghissimi e asfissianti mesi.
Tre mesi dal ritorno in Italia.
Tre mesi di contropermanente e capelli biondi.
Tre mesi passati giocando a “nascondino”, non mettendo naso fuori di casa.
Tre mesi lontana dalla mia famiglia.
Tre mesi lontana da LUI.
Accasciata sul letto a baldacchino di camera mia, con il rimbombo in corridoio della partita di calcio Fiorentina Juventus vista da mio zio in salotto, pensavo…
Pensavo a casa mi sarebbe accaduto il giorno successivo…
Sarei tornata nel mio liceo dopo un anno di assenza.
La smania cominciò ad impossessarsi del mio corpo piano piano, salendo sempre di più.
Mi rigiravo nel letto senza una meta precisa. Provavo ad invertire le posizioni dei cuscini, ma nulla, tutto inutile.
J: << Non capisco perché non dovresti essere simpatica alla gente, sei carina sei gentile, sincera >>
Le parole di Joe colpirono la mia testa come un pugno nello stomaco improvviso.
Non riuscivo a far evaporare dalla mia mente quel momento incancellabile.
Quel momento chiarificatore.
Quel momento che accese la scintilla fra di NOI.
Avevo paura. Avevo il terrore di non essere più trattata come una normale studentessa che va a scuola per imparare cose nuove come ogni adolescente su questa terra.
Ero spaventata. Spaventata di non essere più accettata, di non essere più ME STESSA.
Come me la sarei cavata con i giornalisti all’ingresso del liceo?
Come avrei potuto schivare gli sguardi pieni di cattiveria e gelosia su di me.
Come avrei saputo gestire “QUELLA” situazione  più grande di me.
Sarei sicuramente stata DIVERSA agli occhi degli altri.
 
Il mattino seguente.

Non emisi alcuna parola, né di approvazione né tanto meno di dissenso nei confronti di mia zia.
Da dietro il finestrino oscurato osservavo quel mondo che fino ad un anno fa mi apparteneva, i motorini parcheggiati, il grande cortile, i gruppi di ragazzi e ragazze che aspettano il suono della campanella scocciati, le coppiette esibizioniste che si sbaciucchiano davanti al cancello dell’ingresso incuranti dei professori che entrano all’interno dell’edificio.
C: Ci siamo, puoi accostare! Esclamai con voce tremante a mia zia.
Z: Mi raccomando, sii il più naturale possibile! Mi fece l’occhiolino sorridendomi dallo specchietto retrovisore come per incoraggiarmi.
Una volta dato un colpo allo sportello della macchina mi ritrovai completamente spaesata.
Non riuscivo a vedere nessuno che conoscessi. C’erano tutti gli studenti delle prime attorno a me.
Alcune ragazze cominciarono a guardarmi in malo modo, come se avessero visto non so cosa.
Cercai di non dar loro manforte, proseguendo verso l’entrata della scuola,ma proprio mentre tentai di spostare lo sguardo altrove, loro in gruppo cominciarono a sventolarmi un POSTER…
Un poster che LO raffigurava in una delle sue migliori performance sul palcoscenico.
DOVEVO riuscire a trattenere le lacrime che zampillavano dai miei  occhi.
Tutto a un tratto un ragazzo si avvicinò a quelle piccole grandi stronze, con sguardo torvo.
M: Se non la smettete in questo preciso istante di prendere in giro QUELLA ragazza vi sguinzaglio i ragazzi dell’ultimo anno! E credetemi, non sarà piacevole… affermò convinta una voce grave.
Quella voce era fin troppo familiare per i miei gusti.
Appena mi voltai vidi Matteo e quelle ragazzine a dir poco pietrificate dalla minaccia bella e buona che gli era stata appena rivolta da uno studente del terzo anno.
Era esattamente come lo avevo lasciato a Natale, capelli castani a spazzola, i soliti occhi verdi che mi fecero innamorare di lui in prima superiore, il sorriso rivolto su di me.
Quando si accorse della mia presenza non esitò un momento e mi abbracciò.
M: Criii!! Da quanto tempo! Sei bellissima, adesso come mai hai i capelli biondi e lisci? Qualche mese fa li avevi castani ed eccessivamente boccoli! Rise prendendomi per le spalle tutto contento.
C: Matte! Vedo che sei sempre il solito, i capelli dovrebbero essere una copertura, ma a quanto pare non funziona un granchè! Mostrai lui un sorriso tremendamente finto a causa dell’imbarazzo dovuto alla precedente situazione.
M: Senti Cri, non devi assolutamente preoccuparti, d’adesso in poi, io ci sarò per qualunque cosa! So che per te questo non è il periodo più azzeccato, ma almeno prova un po’ a distrarti! Vedrai che ci riuscirai con il nostro aiuto!”si avvicinò un po’ di più a me mentre camminavamo lentamente.
C: Nostro?? Lo guardai fra lo stralunato e l’imbambolato.
M: Con l’aiuto dei tuoi VERI amici, ovvio! Fra qualche mese non  ricorderai neanche più il nome del tuo ex ragazzo! Fidati! Mi indicò alcune delle mie migliori amiche sedute sopra una panchina, ma non mi comunicò che a pochi metri di distanza, avanzava nella nostra direzione, un’ orda di paparazzi assetati di notizie.
 
 
Ma ciaoo a tutti quanti!!!
Era da circa due settimane che non aggiornavo!
Scusate ma IO sto smaniando veramente!!! Il VERO Joe verrà VERAMENTE in Italia Venerdi e io sto combattendo con i miei genitori per andare a vederlo!! UOHOHU!!
Vabbè! Bando alle cavolate e leggete questo capitolo, mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!
Baci
Cri 

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Capitolo 27
*** Joseph Adam Jonas Is Died ***


Parla Cristina
Ero a dir poco stupefatta da ciò che era accaduto a scuola quella stessa mattina.
Tutti i miei vecchi compagni di classe mi dettero in bentornato nel migliore dei modi, riempiendomi di complimenti, di gentilezze e soprattutto di attenzioni.
Ciò che mi colpii di più fu proprio il comportamento di Matteo.
Quello stesso Matteo che solamente un anno prima, non mi degnava mai di uno sguardo, mi trattava come una sua semplice compagna di classe, senza darmi né un bacio né tanto meno un abbraccio, ma quel primo giorno di scuola fu tutto diverso.
Non era mai stato così premuroso nei miei confronti,
Addirittura prese le mie difese minacciando un quel gruppo di ragazzine spocchiose e mi dette il suo completo appoggio…
Dove voleva arrivare??
Cosa voleva significare quel suo NUOVO modo di fare??
Ritornai a casa verso le tre del pomeriggio e subito  mi incollai alla mia scrivania con il computer davanti ai miei occhi.
Volevo raccontare a Martina come era andato il mio primo giorno di scuola via e- mail. Sarebbe stata sicuramente felice sapendo che tutto era filato per il verso giusto.
“Notizie da prima pagina” così si intitolava la grande icona che era improvvisamente apparsa sul grande schermo piatto del PC.
La guardai distrattamente, anche se in quel preciso istante avrei preferito di gran lunga essere cieca.
“Joe Jonas e Ashley Greene stanno insieme!”
Il sangue si gelò all’interno delle mie vene, come il resto del mio corpo, il cuore schizzò involontariamente fuori dal petto, le mani e le gambe cominciarono a tremare.
Non potevo crederci. Non volevo crederci.
Come era accaduto?
Mi feci coraggio e aprii l’articolo…
“Non ci sono più dubbi oramai. Da quanto si vede in questo foto “scottanti” scattate ieri a New York, sembra proprio che il bel cantante rock Joe Jonas, lasciatosi da pochi mesi con la sconosciuta Cristina Bini, e la favolosa vampira Ashley Greene STIANO INSIEME! Sembra proprio che Jashley sia destinata ad essere più duratura rispetto a Jostina! È meglio una ragazza più anziana di due anni che una bambina di sedici anni! In più i Jonas Brothers hanno annunciato ai loro fans che fra pochissime settimane partirà un tour mondiale, che toccherà tutta l’America del nord, l’America Latina e successivamente l’Europa.”
Gli occhi si facevano sempre più umidi e bruciavano. Bruciavano di invidia nei confronti di quella maledetta sgualdrina uscita allo scoperto improvvisamente come una furia. Si era impossessata di Joe in meno di tre mesi.
Il mondo sembrò crollarmi addosso. i singhiozzi avanzarono e le lacrime amare cominciarono a rigare piano piano le mie guance.
Perché? Volevo un perché?
Cosa aveva LEI in più di me?
Una decina di centimetri in più di me? I bei lineamenti da donna definiti? Il fisico perfetto? La sicurezza di chi la sa lunga? O forse aveva solamente lui…
Aveva solamente Joseph?
 
Improvvisamente uno scatto d’ira ebbe la meglio su me stessa.
Abbassai lo schermo del computer chiudendolo violentemente con un botto.
Non stetti a pensare nemmeno un minuto. Era presto, le tre e trenta del pomeriggio, il solo baciava le strade fiorentine e 23 gradi centigradi avvolgevano l’atmosfera.
Mi cambiai da capo a piedi. Indossai una vecchia maglietta e un paio di pantaloncini della Nike, un paio di scarpe da ginnastica e il mio inseparabile I-Pod viola.
Uscii di casa per andare a correre. Per scaricare la collera.
Contro LUI.
Contro LEI.
Contro ME STESSA.
Corsi. Corsi più veloce possibile. Corsi per le strade come il vento. Dovevo sfogare la mia ira che man mano i secondi passavano aumentava sempre di più. La gelosia faceva oramai parte di me.  
Poco dopo le gambe si  affaticarono, in fiato si accorciava sempre più, il battito del mio cuore impazzito copriva il suono della musica violento. Mi appoggiai ad un albero esausta per riprendere fiato...
Volevo andare ancora più veloce, ma il mio corpo non me lo permise.
Appena fui sdraiata a terra, sull' erba fresca del “Giardino delle rose” cominciai nuovamente a piangere stringendomi dentro me stessa con gli occhi interrogativi dei passanti, sbigottiti, su di me.
Da quel momento in poi...per me Joe Jonas non esisteva più. Per me era come se fosse morto. Feci un patto con me stessa. Mi ripromisi di non pensare mai più a questa storia, qualunque cosa fosse successa in futuro....non potevo rischiare di complicarmi seriamente la vita per colpa di Joe...era l'ora di finirla!
Era arrivata l’ora di finirla.
BASTA!
Dovevo smetterla di assillare il mio cervello.
Da quel momento in poi, per me…
JOSEPH ADAM JONAS ERA UFFICIALMENTE MORTO.
 
Eccomi di nuovo qui! Spero che le vacanze estive stiano andando bene a tutti!
Questo capitolo è molto breve, mi scuso con le poche persone che seguono questa fanfiction!
Ma dal prossimo capitolo succederanno cose dell’altro mondo, ve lo posso garantire!
Approfitto, inoltre, per ringraziare regina_loves_dante! Grazie di cuore!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Baci
Cri 


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Capitolo 28
*** Drunkenness ***


Parla Joe.
Io e i miei fratelli avevamo cominciato di nuovo ad essere NOI STESSI. A fare ciò che ci piaceva di più dopo tanto tempo.
Suonavamo insieme proprio come facevamo una volta, riempiendo stadi e soprattutto stando a tu per tu con le nostre fan che tanto ci adoravano.
Ricordavo quanta carica occorresse per far si che il concerto venisse definito “storico”.
Tutte quelle urla isteriche, le ragazze che svenivano solamente guardandoci da lontano.
L’emozione prima di salire su con la botola.
Prima il buio e poi improvvisamente l’occhio di bue che illumina solo te.
L’enorme boato del pubblico capace di provocarti la pelle d’oca in un solo istante.
Un unico brivido in grado di darti il “Via!”
Era questo ciò di cui avevo maggiormente bisogno in quel momento.
Sentire il calore della gente attorno a me.
Sentirmi amato davvero.
Sentirmi importante per qualcuno che fosse vicino a me.
Distogliere l’attenzione dai PENSIERI.
Distrarmi definitivamente.
 
Era una sera di Novembre inoltrato.
Mi trovavo in Brasile, a Rio de Janeiro, con tutti i ragazzi di Camp Rock che apparivano in alcune esibizioni durante le nostre performance.
Eravamo una bella squadra e questo riusciva ad affiatarmi maggiormente, in più, c’erano Danielle insieme a Martina, che seguiva costantemente Nick, nonostante fosse impegnata continuamente con l’università.
Anche Ashley aveva insistito molto nell’accompagnarmi in alcune tappe del tour, malgrado stesse girando “Breaking Dawn” esattamente in Louisiana.
Quella volta non rifiutai la sua presenza. La accettai fra noi, anche se mal volentieri.
Erano oramai 6 mesi che stavamo insieme e qualcosa  in lei cominciava a disturbarmi. A darmi fastidio.
Iniziava ad opprimermi, a pesarmi, a scocciarmi, non ero più attratto da lei in nessun senso.
Ritenevo che il nostro rapporto fosse estremamente falso. Tutti quei sorrisi, quelle occhiate dolci davanti ai fotografi, quelle premure e considerazioni enormemente forzate.
Sempre LEI…
La mia spina nel fianco.
Il mio piacere.
Il mio perché.
La mia cura.
La mia malattia.
Nella mia mente, purtroppo, c’era sempre LEI…
 
Eravamo tutti all’esterno dell’ hotel e non so come mai ma, a Kevin venne la voglia di festeggiare il buon andamento del tour.
Quella sera, tutti accettammo di buona voglia…
 
Parla Ashley.
Cazzo! Non li sopportavo più!
Quel branco di ragazzini spocchiosi ed estremamente insopportabili mi stavano dando sui nervi e non poco!
Non mi interessava niente di ciò che facevano!
Che ci incastrava una ragazza di classe come me fra una mandria di capre come loro??
Beh… semplice!
JOSEPH ADAM JONAS era l’unica ragione!
Dopo la genialata dei fotomontaggi  per fargli mollare  quella bambinetta facendola evaporare dall’America, tutto stava andando esattamente secondo i piani!
Ero finalmente riuscita a fidanzarmi con Joe in meno di due mesi. Fu come rubare le caramelle ad un bambino farlo cadere ai miei piedi. In fondo, io, riuscirei a sedurre ogni uomo sulla terra grazie al  mio eterno fascino!
Quel ragazzino fu estremamente ingenuo!
I paparazzi riuscivano ad immortalarci sempre e in ogni occasione mano nella mano con tanto di sorrisi tirati e sguardi complici. Joe era sempre stato un bocconcino succulento per i tabloid, questo era abbastanza scontato!
Ciò al quale aspiravo era solamente una cosa: IL SESSO.
Quel piccolo cerchietto d’ argento che Joe aveva infilato intorno all’anulare sinistro era il mio grande ostacolo.
Non c’era verso di convincere quel ragazzo a smollarmelo!
Poi, però, quella sera…
 
Sull’enorme tavolo al lato della grande piscina, erano appoggiati vari alcolici e stuzzichini.
Il povero Joe, da bravo ventunenne inesperto, dopo varie gare di “butta giù la Vodka più velocemente possibile” e non so quanti brindisi, si ritrovò sbronzo nel giro di pochi minuti!
Barcollava senza una meta precisa, rideva rumorosamente vedendo tutto ciò che lo circondava per non parlare delle gigantesche castronerie che sparava, del tipo:
<< Giovedì scorso sono andato con il triciclo insieme a Balu del “Libro della giungla” fino in Italia! >>
oppure << Sai, voglio diventare macellaio insieme a Barak Obama! >> per non parlare di << Facevo il trapezista a 80 anni!! >>
I fratelli cercarono di tenerlo a bada, ma non ci fu verso: si unirono anche loro alla sbornia del mezzano!
Non avevo mai visto un Joe Jonas intento a dirigere un trenino, senza camicia, a bordo piscina di un famoso hotel sulle sponde di Copacabana Beach, seguito da gran parte dei ragazzi del tour nelle sue medesime condizioni.
<< OPPAAAAAAHR!! >> gridò lui improvvisando un mezzo balletto.
Fu uno spettacolo orribile! La maggior parte della gente, avendo anche meno di 21 anni, era ubriaca!
Me ne stavo a guardare ciò che accadeva seduta sopra un lettino un po’ più in là da dove si stava tenendo l’imbarazzante SHOW.
Ad un tratto Joe, si sfilò di dosso anche i pantaloni rimanendo definitivamente in mutande, per poi andare a rimettere in un angolo accanto ad alcuni vasi di gerani.
Potevamo dire che ero l’unica ragazza SOBRIA in mezzo ad un branco di ragazzi  veramente alticci!
In seguito….
Vidi il fratello minore di Joe, Nick, che anche lui, estremamente brillo, tendeva l’ennesimo bicchiere di Daiquiri al cocco e fragola al fratello seduto a bordo piscina.
Provai ad avvicinarmi cautamente…
A: Nick, se non ti spiace vorrei portare tuo fratello a riposare nella sua suite! Sussurrai all’appena diciottenne nella maniera più gentile possibile.
Lui si mise a ridere a crepapelle buttandosi a terra mentre gli altri ballavano una specie di Quadriglia dal lato opposto del grande giardino provocando un atroce baccano.
J: Va bene Ash… tesoro mio, verrò da te, così vedrai il vero leone che è in me! Arghh!! Joe ringhiò come un solo bambino di sei anni sa fare, gettandosi ai miei piedi carponi, provando ad alzare la gonna molto corta e soprattutto attillata del mio vestito rosso.
J: Sei molto sexy stasera bambolina!! Mi fece l’occhiolino mettendosi in posizione eretta provando a riallacciarsi i jeans che erano precedentemente stati scaraventati sul tavolo delle bevande.
Una volta che ebbe augurato la buonanotte a tutti (facendo il verso della mucca) ci avviammo verso l’ascensore per poi andare tutti e due nella sua camera da letto.
J: Vedrai, ci divertiremo stasera! Affermò lui, in maniera sicura mostrando un’ espressione da vero duro mentre schiacciò il tasto del nostro piano in ascensore.
<< è fatta, ce l’ho in pugno! >> pensai fra me e me mentre le due porte si aprirono.
J: I’ m a single lady, i’m a single lady, i’m a single lady, i’m a single lady!! Oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh!!! Stava cantando “Single Lady” di Byoncè per tutto il 45esimo piano rischiando di svegliare tutti quanti!
A: Joe finiscila sveglierai tutti quanti in questa maniera!! Cominciai a ridere palesemente mentre ero concentrata nell’aprire l’ uscio in legno della suite.
Una volta chiusa la porta mi prese improvvisamente per i fianchi sbattendomi all’ ingresso e cominciando a baciarmi con foga come non aveva mai fatto prima di allora…
Puzzava ed emanava un odore di alchool tremendo.
Tra non molto avrebbe sicuramente rivomitato, ci avrei scommesso i miei Jimmy Choo nuovi di pacco!
Oramai era fatta! Ce l’avevo fatta!
Lui aveva perso definitivamente il controllo della situazione. Mi prese in braccio e mi adagiò sul letto togliendomi il vestito.
Lui fece lo stesso svestendosi ma rimanendo comunque in  mutande.
Non potevo crederci! Stavo per sverginare JOE JONAS cazzo!!
Inaspettatamente, lui cominciò a scostarsi da me.
Si spostò dal lato opposto del letto e, come pensai precedentemente, vomitò per la seconda volta consecutiva sulla moquette!
<< Merda!! >> dissi scandalizzata coprendomi per un attimo con il lenzuolo.
Quando finì lo abbracciai da dietro le spalle accarezzando la sua schiena completamente nuda e gli sussurrai nell’orecchio nella maniera più maliziosa possibile….
A: Allora?? Dove eravamo rimasti??
Lui si girò verso di me di scatto. Lo avevo ad un palmo dal mio naso.
Decisi di baciarlo nuovamente io stessa, ma lui scollò immediatamente da me.
J: Ashley! No! Non posso farlo! Disse allontanandosi con aria spaventata.
A: Come prego?? Domandai lui guardandolo negli occhi per quanto il buio della stanza me lo permettesse.
J: Mi dispiace Ashley,ma non posso farlo! Io non ti amo come ho amato LEI…
Detto questo, seduta stante, crollò in un sonno profondo, mandando in fumo il mio piano che stava finalmente divenendo realtà… 
Tutta colpa SUA…
 
 
Bellino Joseph sbronzo eh?? Ahahhahahhah mentre ho scritto questo capitolo ridevo da sola
Davanti allo schermo del pc! Spero comunque che vi sia piaciuto!
Volevo ringraziare di nuovo tutti coloro che seguono questa storia e soprattutto, chi recensisce! J
Grazie di cuore!
Baci
Cri 

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Capitolo 29
*** Unexpected ***


 
Parla Cristina.
In una gelida sera di Novembre inoltrato, io insieme a quella banda di scalmanate delle mie amiche, avevamo deciso di comune accordo, che sarebbe stato carino andare in discoteca a ballare quella sera.
Bene. Accettai!
A quel punto il grande dilemma era uno solamente…
Cosa diavolo indossare?
Frugai imperterrita nel mio armadio in cerca di qualche vestito decente da mettere, che però fosse anche adatto all’occasione.
Maglie, magliette, mogliettine, pantaloni, pantaloncini…
NIENTE! NIENTE! NIENTE!
Poi, improvvisamente, mi venne un ‘idea a dir poco geniale!
Mi diressi in camera di Martina come una furia e aprii le ante dell’armadio.
Per prima cosa dovevo scegliere i tacchi ce avrei dovuto mettere.

http://www.subito.it/abbigliamento-accessori/scarpa-gucci-decollete-tacco-alto-plateau-tile-firenze-21012081.htm#
Quel paio di decolté sembrava perfetto per qualsiasi cosa. Optai per le Gucci immacolate di mia sorella. Mi aveva sempre detto di non metterle per nessun motivo al mondo ma, lo sanno tutti che
“Quando il gatto non c’è i topi ballano!”
<< Perfetto! Stasera ho fatto tombola! >> feci una mezza risatina diabolica davanti a tutti i suoi abiti indossando quei tacchi a dir poco vertiginosi.
Mi ricordavo molto bene che la sera precedente la partenza in America, mia sorella volle lasciare a casa propria tutti i propri vestiti più eleganti per scelta.

http://g.nordstromimage.com/imagegallery/store/product/Gigantic/8/_5994668.jpg
Osservando più attentamente, la mia attenzione cadde su alcune paiettes colorate che sbucavano da dietro una gonna nera in tulle molto appariscente. Afferrai la gruccia bianca in legno che lo reggeva. Sembrava essere assolutamente perfetto.
Era meraviglioso. Corto al punto giusto, con una scollatura abbastanza sofisticata.
Chissà se sarebbe riuscito a valorizzare la mia immane piattezza?
 
<< Certo che sei proprio scemo! Ma che fai? Mi fai provare una maglia che non mi valorizza? >> gridai nel bel mezzo dei camerini di “Brandy” con in dosso una maglietta rosa con una scritta fucsia
“ I love my boyfriend” che evidenziava “ il mio scarso spessore “
<< Ma come sei cretina! Pensi seriamente che a me interessi avere una fidanzata maggiorata? >> Joe scostò la tenda della piccola cabina appoggiandosi allo stipite sinistro con aria interrogativa.
<< Senti, puoi giustificarti quanto ti pare ma, devi ammettere che la tua ragazza di reggiseno porta una seconda carente signor. Joseph Adam Jonas! >> mi avvicinai ancora di più a lui e alzandomi sulle punte dei piedi lo baciai delicatamente sulle labbra.
<< Pensa quello che vuoi ma a me non importa niente, i tuoi baci rimpiazzano benissimo una taglia quarta! >> disse lui ridendo rumorosamente.
Ancora…
Un altro flashback. Di nuovo.
Imperterrito a distanza di quasi 6 mesi, riusciva a piombare ancora nei miei pensieri.
Sempre LUI…
 
Io, insieme alle mie più care amiche ci ritrovammo davanti al locale prestabilito all’incirca verso le 11 della sera, ma ricevetti una visita senza dubbio inaspettata.
M: << Ragazze, che ci fate qui? >> Una voce molto familiare richiamò la nostra attenzione esattamente dietro le nostre spalle al momento di entrare all’interno della discoteca.
Tutte noi ci girammo di scatto verso un Matteo con tanto di piumino nero e cappello, tutto infreddolito.
Io ero totalmente imbambolata nell’ ammirare il suo sguardo. Quegli occhi terribilmente verdi in grado di farmi stare semplicemente bene…
C: << Eravamo venute solo per passare un sabato sera in compagnia, Matteo, niente di più! >> Chiara li  abbozzò un sorriso.
Io e Alessandra, posammo le nostre rispettive giacche e borse al guardaroba mentre il ragazzo dagli occhi sognanti, ci seguiva come un cagnolino in cerca del suo padrone, nonostante fosse stato accompagnato dai suoi amici.
Per la prima volta, in tutta la mia vita, notai un atteggiamento che non era di certo degno dello “Spavaldo Matteo”. Di colpo, mi squadrò tutta da capo a piedi ed arrossì vistosamente.
Chiara e Alessandra, mi lasciarono con lui DA SOLA, evaporando letteralmente, senza che io me ne accorgessi…
<< Oh Dio! E adesso che faccio? Che devo fare? >> pensai fra me e me nel panico più totale.
M: << Caspita Cri… la California ti deve aver fatto bene! >> lui sgranò gli occhi, con aria da pesce lesso.
C: << Beh, forse? Chi lo sa? >> affermai io avviandomi alla ricerca delle mie amiche.
Entrammo nella folla, con tutte le luci vivaci puntate addosso a noi e “Te Amo “ di Rihanna in sottofondo.
Non so come, o per quale altra bizzarra motivazione , ma Matteo mi afferrò improvvisamente la mano accarezzandomela.
Il cuore mi schizzò fuori dal torace, quasi incredula a ciò che il ragazzo dietro di me stesse facendo, mi girai di scatto con gli occhi fuori dalle orbite.
Lui si aggrappò al mio collo e cominciò a baciarmi di sorpresa sotto gli occhi della massa attorno a noi.
Era dalla ben tre anni che aspettavo quel momento.
Tre anni passati ad adorare quel ragazzo degli occhi smeraldo.
Tre anni di lacerante attesa.
Eppure perché, in quel preciso istante, in cui Dio mi aveva finalmente accontentato dopo un’ eternità, non ero soddisfatta? Come mai non ero felice?
Perché credevo di baciare LUI?
Perché riuscivo a percepire il sapore delle SUE labbra?
Perchè non ero capace di chiudere gli occhi come tutte le volte che baciavo LUI?
Tutto d’un tratto affondò le sue dita nei miei capelli, oramai privi di boccoli come una volta, nella SUA stessa maniera.
Mi sembrò di rivivere quei giorni. Quelle stesse emozioni. Quei momenti che non sarebbero mai più ritornati. Esattamente come, quando, ero con LUI…
M: << Cri, mi dispiace, non so che cosa mi sia saltato in testa, te lo giuro ma, mi andava semplicemente di farlo, è stato uno scatto improvviso, te lo assicuro! >> tentò di spiegare Matteo mortificato.
C: << Non preoccuparti Matte. Sta’ tranquillo. >> gli sorrisi inconsciamente.
Lui mi afferrò di nuovo la mano e ci allontanammo all’esterno.
In quel piccolo giardinetto non c’era nessuno. Avremmo potuto chiarire perfettamente i nostri sentimenti.
Ci sedemmo tutti e due sopra una panchina. La temperatura era molto bassa e di conseguenza, cominciai a tremare tutta intirizzita.
Matteo mi porse gentilmente la sua giacca color blu notte appoggiandola sulle mie spalle, cercando invano di scaldarmi la schiena.
M: << Vedi Cri… per tutti questi anni, ti ho sempre ritenuto solo una semplice amica come tante, non molto carina, per giunta, anche se ero perfettamente a conoscenza dei sentimenti che provavi nei miei riguardi. Poi, però, te ne sei andata così, all’ improvviso. Si può dire che, in un certo senso, l’America ti abbia cambiato la vita, insomma, non mi sarei mai sognato di sfogliare una rivista “People” e trovare una tua fotografia nel bel mezzo di una pagina! Tuttavia dopo circa un anno, ti ritrova qui, fra le mie braccia, congelata, mentre ti guardo attentamente negli occhi…. Bizzarra la vita, no? >>
C: << Vedi Matteo, sai benissimo che cosa ho passato in questo periodo, e penso tu abbia del tutto compreso il motivo per cui i miei genitori e mia sorella vivano ancora in California mentre io sono qua in Italia a vivere con i miei zii. Adesso, c’è confusione nella mia testa… molta confusione e non capisco realmente quale sia il mio posto o cosa debba fare! >> tentai di spiegare a lui.
M: << Ma è semplice. Il tuo posto è questo… >> lui provò ad essere più chiaro.
C: << Credimi… non è così facile come pensi tu Matteo! >> ero quasi sul punto delle lacrime.
M: << Beh… certo, dimenticavo! È difficile accontentarsi di un semplice comune mortale quando si è appena usciti da una relazione con un famoso cantante internazionale, hai ragione! >> affermò lui duro nei miei confronti alzandosi in piedi sobbalzando.
Le parole appena pronunciate da Matteo furono in grado di tagliarmi  come un coltello affilato. Come un pugno diritto allo stomaco. Uguali ad un baratro completamente buio e senza alcuna via d’uscita.
Infuriata, guardai diritto negli occhi Matteo, che si accorse seduta stante, di aver nominato chi assolutamente chi NON doveva nominare. Gli scaraventai addosso la giacca e immediatamente mi diressi fuori dal locale correndo a più non posso, per quanto i tacchi me lo permettessero. Non salutai nemmeno Alessandra e Chiara. Non provai nemmeno a cercarle.
Presi la borsa e il cappotto al guardaroba mentre Matteo mi seguiva ancora. Era sempre dietro di me.
M: << Cristina aspetta, ti prego! Mi dispiace scusa! >> gridò lui a vuoto inseguendomi.
Uscii all’esterno del locale coprendomi con il cappuccio del cappotto nero che indossavo.
M: << Cri, posso spiegare! Non volevo dire quelle cose! >> la voce disperata di Matteo mi pedinava ancora.
Decisi di non voltarmi e chiamare un taxi per ritornare a casa.
Improvvisamente lui riuscii a toccarmi le spalle e farmi ruotare ritrovandomi  il suo viso ad un palmo dal mio naso.
M: << Dai Cri ascoltami cazzo! >> urlò lui disperato.
C: << No Matteo, Basta, sono stufa! >> lo strattonai lontano da me e salii sopra l’auto bianca che avevo precedentemente chiamato.
Chiusi violentemente la portiera dandogli le spalle. Da dietro il finestrino oscurato riuscii a scorgere la figura di Matteo completamente immobile ancora sul marciapiede.
C: << Via dei Mille 27 grazie! >> comunicai al tassista dove doveva dirigersi mentre il mio viso cominciò a rigarsi da una moltitudine di lacrime che scesero involontariamente dai miei occhi…
Pensavo e ripensavo….
Matteo non mi interessava affatto. Era l’ultimo dei miei pensieri.
Ma…
Che cosa sarebbe potuto accadere in quel momento?
Chissà che cosa stava facendo in quel momento?
E se con LUI ci fosse stata anche LEI?
Forse era cambiato? O forse era rimasto esattamente come lo avevo lasciato?
Cosa ne sarebbe rimasto di NOI?
Quel NOI che emergeva ostinato nella mia mente ancora, dopo quasi 6 mesi…
 
 
 
Ed ecco qua un altro capitolo. Forse un po’ più corto rispetto agli altri.
Spero riuscirete a perdonarmi comunque! ;)
Grazie ancora per tutto l’appoggio dato, sia da parte di chi legge sia da parte di chi recensisce!
Baci
Cri 

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Capitolo 30
*** I? Father? ***


Parla Joe
19 Dicembre.
Finalmente avevamo terminato la tournèe dopo circa una cinquantina di tappe fra USA e America Latina.
Kevin era tornato in New Jersey, nella sua enorme villa, assieme a Danielle.
Nick, invece, aveva deciso di accompagnare Martina in Italia per due settimane. Le vacanze natalizie si avvicinavano sempre più e lei colse l’occasione per andare a far visita a LEI…
A sua sorella…
 
Non so che cosa avrei dato per partire insieme a loro.
Unicamente per stare con LEI un semplice secondo.
Per sentire la sua voce, toccarla, sentire il suo profumo, le mie labbra sulle sue…
Desideravo vedere se era cambiata, come era diventata.
Se era più bella, oppure se era sempre la stessa.
Volevo vederla negli occhi, avere i suoi boccoli fra le mie dita.
Soprattutto, avevo il DOVERE di chiederle SCUSA…
Glielo dovevo in tutti i modi…
 
 
Ero nel mio appartamento di Los Angeles. Lo avevo acquistato per il mio 21esimo compleanno.
Stavo ancora con lei … passavo tuttora le mie giornate in compagnia di Ashley.
Si poteva anche azzardare e dire che convivessimo di già, dopo appena sei mesi di fidanzamento.
Eppure, volevo lasciarla. Dovevo lasciarla. Abbandonarla a se stessa.
Averla fuori dalla mia vita.
Sbattere lei, la sua faccia e i suoi rumorosi tacchetti lontano da casa mia.
Per non parlare del suo gigantesco ego e del suo carattere da maresciallo a dir poco opprimente!
Senza tralasciare i suoi shampini, balsamini e cremine per il corpo nella MIA doccia!
Ma ciò che mi mandava veramente in bestia, era trovare i suoi reggiseni e mutande sparsi per l’intero  pavimento. Che schifo!
Stare con lei era come se avessi una mano violenta pigiare sul mio petto.
Come se ci fosse un grido, imperterrito, nelle mie orecchie.
Una  ruota che gira  senza mai fermarsi.
Le sensazioni erano le medesime.
Volevo dare un taglio a quella storia.
Netto.
Secco.
Diritto al punto.
Con un semplice e cristallino BASTA.
 
Me ne stavo sdraiato sul letto, coperto da un grande piumone bianco.
Con un guanciale in mezzo alle gambe, proprio come faceva LEI.
La trovavo sempre nelle posizioni più strane quando, per augurarle il “Buongiorno”, entravo in camera sua e le stampavo un bacio sulla fronte.
 
Mi ero appena addormentato, ascoltando il suono appena accennato della tv accesa in salotto, quando un assordante rumore mi fece sobbalzare in aria.
Era Ashley, tornata in quel preciso istante da un “estenuante” pomeriggio di shopping “West Hollywoodiano”.
Mi alzai di scatto dal letto, deciso a fare “quel che dovevo fare” una volta per tutte.
La vidi posare la sua pelliccia di ermellino bianca sopra il divano mentre scaricava a terra ogni sacchetto che aveva fra le mani. Ce ne saranno stati almeno una decina sparsi  su tutto il tappeto.
Appena mi vide mi venne in contro e mi dette un bacio sulla guancia per poi dirigersi immediatamente in cucina.
Mi stava preoccupando. Aveva le occhiaie e si muoveva a fatica. Si appoggiò al tavolo dell’isola e si sedette di schianto.
J: Ashley va tutto bene? Che hai? Le chiesi avvicinandomi di più a lei stando in piedi.
A: Niente tesoro… sto benissimo è solo che…. Lei si interruppe da sola mentre sorseggiava dell’acqua.
J.A: Devo dirti una cosa! Lo dicemmo all’unisono guardandoci negli occhi.
Speravo tanto che ciò che Ashley doveva comunicarmi avesse a che fare con la parola “fine”.
A: Senti Joe ascolta, ciò che devo dichiararti non è facile. Non so quale potrebbe essere la tua reazione, ne tanto meno quella dei tuoi genitori, dei tuoi parenti, di tutti… Vedi…
J: Ashley dimmi che cosa hai, insomma, mi stai facendo veramente preoccupare! Affermai deciso prendendole la mano. La sua era calda, ma la mia tutto il contrario: sembrava essere un cubetto di ghiaccio.
A: Joe… Joe sono incinta aspetto un bambino da te! Lei mi guardò diritta negli occhi con aria di una che non scherza affatto.
Tutto attorno a me si fece nero. Buio.
Sentivo la terra mancarmi sotto i piedi.
Dentro di me ci fu una specie di blakout.
Il sangue si gelò all’interno di ogni mia vena.
La testa cominciò a pulsarmi letteralmente, come se fosse dovuta scoppiare da un momento all’altro.
Cominciai a tremare.
Avevo oramai perso il controllo di me stesso.
Ero completamente paralizzato. Il mio cuore sembrava essersi fermato. Il mio cervello mi aveva abbandonato e il mio corpo pareva stesse per fare lo stesso.
Caddi a terra incurante di tutto ciò che stava succedendo.
Svenni improvvisamente.
 
 
A: Joe! Joe! Oh Dio! Svegliati! Gridò Ashley versandomi addosso tutta l’acqua che si trovava nella caraffa in vetro, bagnandomi totalmente il viso.
Tossì alzandomi in piedi mentre lei mi tendeva la mano terrorizzata.
Trovai il coraggio e la forza di chiedere spiegazioni mentre lei mi aiutò a sedermi.
J: Ashley come è possibile? Insomma… noi non abbiamo mai fatto sesso, come può essere? Domandai lei ancora shockato. Le mie mani sembravano fossero affette dal “Morbo di Parkinson”.
A: Ricordi, quando circa un mese fa, in Brasile, nel periodo in cui eravamo ancora in tour, tu ti ubriacasti e io ti portai nella tua suite? Lei sembrava essere molto sicura di ciò che sosteneva.
J: No…  io non ricordo assolutamente niente! Ricordo solo che la mattina seguente mi svegliai in mutande nel letto in camera mia, nient’ altro! Cercai di riflettere invano.
Ma cosa stava dicendo? Che cosa era successo realmente quella sera?
A: Fatto sta che appena entrai nella tua suite, tu non riuscisti a trattenerti e… e abbiamo fatto l’amore tutta la notte! Io cercai di dissuaderti, di allontanarti ma tu dicesti che non ti importava niente dell’anello e che le conseguenze le avresti affrontate da uomo!
Ashley cominciò a piangere mentre i miei occhi si fossilizzarono sull’ anello che ancora portavo all’anulare sinistro…
Come era possibile? Non ricordavo assolutamente niente!
Immaginavo già le copertine dei giornali scandalistici: “ Il padre 21enne” o “Joe Jonas manda al diavolo il Purità Ring e diventa papà!” oppure “ Joe Jonas si rovina la vita con le sue stesse mani”
Insomma…
Realmente, aspiravo un giorno molto lontano, ad avere una famiglia tutta mia ma, non così precocemente e soprattutto, dopo essermi sposato!
Avrei dovuto mantenere la promessa fatta a Dio!
Evitare una sbornia in quella maledetta sera!
Quella fottutissima sera!
 
Che ne sarebbe stato di me?
Sarei stato capace di gestire quella situazione più grande di me?
Il mondo a breve sarebbe venuto a conoscenza delle gravidanza di Ashley!
Sarei stato in grado di diventare padre? Di crescere un figlio con una donna che non avrei mai amato?
Che cosa avrei dovuto dire a mio padre, a mia madre, ai miei fratelli?
Come l’avrebbero presa?
E soprattutto, come l’avrebbe presa Cristina?

 
 
 
 
Taratataaaaaa! Bene, bene, bene!
Penso proprio che questa nessuno di voi se la sarebbe mai aspettata!
Questo è veramente un grandissimo colpo di scena! ( uhoohuooooo come sono crudele xD)
Spero di non essermi meritata il vostro odio perenne… Si spera!
Mi auguro che questo capitolo vi sia piaciuto come sempre! ( per alcuni…)
Grazie come sempre a tutti, quelli che leggono e quelli che recensiscono!
Baci
Cri 



P.S : Ho ingrandito il carattere perchè sono un pochino cieca! ;)

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Capitolo 31
*** Married Soon ***


 
 
 
Parla Cristina
 
<< Dodo smetti di staccare le palline dall’albero di Natale, sennò la zia si arrabbia! >> gridai infuriata al mio povero gattino che si divertiva come un matto a giocherellare con gli addobbi natalizi in salotto disseminandoli per tutta la casa.
Lo presi in braccio e cominciai a sbaciucchiarlo da tutte le parti. Adoravo il suo pelo: era tigrato a strisce nere e grigie. Era bellissimo e così morbido. Lui era il più bello di tutti. Ma proprio tutti tutti!
Improvvisamente, Dodo, scivolò direttamente dalle mie braccia, scaraventandosi a terra e dirigendosi come una furia sotto il letto dei miei zii. Era terrorizzato dal suono del campanello, che esattamente in quel momento irruppe rimbombando in tutta la casa.
<< E adesso chi è? Dio se sei il postino giuro che ti mando via a calci nel…>>
Non riuscii nemmeno a finire la frase che davanti ai miei occhi mi ritrovai l’ultima persona che credevo si trovasse dietro l’uscio di casa mia….a FIRENZE!
Il cappuccio in coyote del suo Woolrich bianco faceva da cornice al suo viso e soprattutto al suo sorriso a trentadue denti.
Il capelli castani appena arricciati sbucavano da sotto di esso. Erano visibilmente più lunghi dall’ultima volta che li avevo visti!
<< MARTINA? >> gridai tra lo shockato e il confuso.
Lei non esitò per un solo secondo: mi abbracciò talmente forte da togliermi il respiro quasi soffocandomi.
M: Cri mio Dio! Quanto tempo! Sei cambiata tantissimo, ti sei fatta bionda e hai i capelli lisci, sei dimagrita e…. oh cielo guarda la nostra casa! Guardala come è bella! Dio mi sei mancata tantissimo!!
Martina era euforica, si vedeva, straripava felicità da ogni poro della sua pelle.
M: E gli zii? Dove sono gli zii? Chiese mentre cominciò a trotterellare per tutto il salotto.
C: Sono andati a fare la spesa! Le risposi io ridendo di getto per l’irrefrenabile gioia di rivedere mia sorella dopo sei mesi.
Tutto a un tratto sentii dei passi provenienti dall’ingresso. Automaticamente mi girai…
I miei occhi si precipitarono fuori dalle orbite alla vista di un Nicholas Jerry Jonas intendo a varcare la soglia di casa MIA con in mano la valigia viola di Whinny the Pooh di mia sorella. 
C: Non mi avevi detto che avevi compagnia Martina! Mi rivolsi a lei con tono gelido trattenendo a stento le lacrime nel vedere il fratello del ragazzo che mi aveva fatta testualmente scappare via a gambe levate dall’America.
Lui ci guardava in maniera stralunata. Non capiva nemmeno una parola di italiano, nonostante la sua ragazza fosse una toscanaccia con la T maiuscola.
M: Senti Cri, ascolta, ha insistito tanto nell’accompagnarmi fino in Italia, ti prego, so che per te non è una casa facile ma….  cerca di capirmi! Martina sembrava essere davvero mortificata. Si rese immediatamente conto di aver sbagliato.
C: Martina cazzo! Lo sai! Lo sai come la penso! LO SAI!!! Cominciai ad irritarmi senza neanche un motivo. Senza nemmeno un perché.
Mi voltai nella direzione di Nick, che se ne stava accostato allo stipite dell’ingresso assolutamente imbarazzato.
C: << Ciao Nick >> dissi lui con tono freddo e soprattutto caratteristico di una persona che porta visibilmente rancore.
Dopo di che, mi venne naturale correre verso le scale dirigendomi in camera mia al piano superiore con le lacrime amare e calde che, involontariamente, cominciarono a rigare il mio volto ignare della situazione in cui mi trovavo.
 
 
Non so come, ma riuscii a sopportare la circostanza  di condividere il medesimo tetto con una persona strettamente imparentata con LUI…
Nick non parlava mai di LUI.
Era perfettamente a conoscenza che la ragione dei miei cambiamenti erano dovuti a LUI…
Il mio percettibile dimagrimento, tanto che ai miei zii venne il dubbio che, forse, piano piano, mi stessi avvicinando sempre di più ad una possibile anoressia.
L’acidità e la freddezza palpabili del mio comportamento.
La schiettezza e il dolore riflessi nei miei occhi…
Tutto a causa SUA…
 
Ero appena tornata a casa. L’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie era sempre stato il mio preferito. Adoravo quella festività, solo che quell’ anno odiavo il fatto di non poterla trascorrere  insieme ai miei genitori, che si trovavano esattamente dalla parte opposta del globo terrestre!
Fui sorpresa dal fatto che in quel momento in casa non ci fosse nessuno. Forse perché erano solamente le undici e tenta del mattino?
<< Io e Nick siamo andati a pranzo al Golden View, poi andremo a fare un giro per il Chianti, saremo di ritorno verso le cinque del pomeriggio. Baci Marty >> Diceva così il biglietto riposto sopra il tavolo in legno della cucina.
<< Mhh… da quando è che va a pranzare al Golden View? Ah già, adesso è la fidanzata di Nick Jonas! >> pensai fra me e me notando che quello era uno dei ristoranti più costosi di Firenze, in quanto situato esattamente sul Lungo Arno.
 
Salii in camera mia trascinando quasi a fatica il peso dell’ Eastpak fucsia avvinghiato alle mie spalle. Non sapendo che cosa fare, decisi di ascoltare un po’ di sana musica accendendo il mio I-Pod, ma accidentalmente, QUALCUNO, di nome MARTINA, aveva fatto sparire il mio paio di cuffiette.
Subito mi diressi in camera sua, sicura a 100 per 100 di trovarle sopra la sua scrivania in bella vista sopra il computer. E così fu.
 
La mia attenzione, però, cadde sopra il cestino rigonfio delle varie carte e cartuzze che mia sorella gettava nel piccolo cestino azzurro che teneva al lato dell’armadio. Straripava totalmente.
Decisi di fare io stessa un po’ di pulizia in quella “Discarica” ma, improvvisamente, proprio mentre ero intenta a svuotare quel cilindro in plastica strabordante, un piccolo pezzo di cartoncino bianco mi cadde dalle mani.
Era diverso da tutto il resto degli scontrini e dagli abbonamenti del treno oramai scaduti da anni.
Distrattamente, incuriosita dalla forma così elegante e delicata di quel piccolo foglietto tutto accartocciato, lo presi in mano.
Delicatamente lo piegai nella forma originaria. Era una busta con tanto di francobollo e mittente: Mrs. Cristina Lucia Bini.
<< Da quando in qua mia sorella non mi passa la posta che è per me? >> mi limitai a riflettere solamente su questo.
La aprii accuratamente, leggendo il contenuto che vi era  all’interno…
Fra le grinze e le increspature riuscii a decifrare quelle poche parole che vi erano scritte sopra…
<< Joseph Adam Jonas e Ashley Michelle Greene annunciano a tutti i loro parenti ed amici il loro matrimonio>>
 
 
 
 
 
Ok, va bene, uccidetemi pure!
Lo so, non ho postato per una settimana e più! La colpa datela ai miei nonni che mi hanno letteralmente trascinata via in montagna!
Mi scuso in ginocchio con le poche anime che leggono questa fanfiction, e annuncio ( a chi fa piacere poi non so!) che sto lavorando ad una nuova long ( ve lo dico già da ora: è ispirata ad un film che sicuramente avete visto! ) Spero che anche quella sia di vostro gradimento ( sempre per chi sarà interessato a leggerla! )
Tornando a “State of Emergency” mi auguro che questo ultimo capitolo vi sia piaciuto, anche se ricco di fatti inaspettati….
Buone vacanze a tutti e come sempre grazie di cuore a tutti!
Baci
Cri 

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Capitolo 32
*** In A Cage ***


 
Parla Joe
Era una gelida sera di metà Gennaio e nel giro di due settimane si sarebbe tenuto il mio matrimonio.
Al solo pensiero di salire all’ altare e pronunciare QUEL fatidico “Si” ad una donna che NON avrei mai amato, il desiderio di voler morire si faceva sempre più vicino.
Avevo paura. Ero semplicemente terrorizzato all’idea di commettere il più grande errore della mia vita.
Si, certo, il divorzio sarebbe stata, forse, l’unica soluzione sensata al problema, ma con un figlio in arrivo da dover crescere non mi sembrava molto azzeccata. Insomma, il bambino, anche se di Ashley, era pur sempre anche mio!
Ogni strada era buona per scappare in quel momento!
Il mio cervello era costantemente alla ricerca di una via di fuga. Volevo evadere. Volevo andare via. Distaccarmi da QUELLA realtà una volta per tutte.
Notai, a malincuore, che era da ben quasi un mese che non vedevo i miei fratelli. Sia Nick che Kevin, le uniche persone che, fino a poco tempo fa, erano le uniche a darmi un po’ di conforto, ma da quando annunciai che mi sarei sposato, furono tutti e due molto titubanti all’idea di vedermi con una fede d’oro al dito.
Beh, del resto, Kevin viveva esattamente dalla parte opposta del paese mentre Nick….
Nick, da Natale era letteralmente evaporato dalla circolazione!
<< L’Italia deve essere proprio bella! >> pensavo, visto che mio fratello si era trattenuto così a lungo…
 
Sempre gli stessi dubbi al riguardo…
Sempre gli stessi pensieri…
Sempre le stesse emozioni…
Sempre gli stessi rividi…
Sempre le stesse sensazioni….
Sempre LEI…
 
 
Seduto sopra il divano in pelle bianco di casa mia, sentii il campanello suonare e andai ad aprire lasciando sospesa la partita di basket a cui stavo assistendo in tv.
Fortunatamente Ashley non si trovava in casa. Troppo occupata fra shopping ed estetista!
J: Niiick? Qual buon vento? Chiesi a dir poco sbalordito vedendo Nick davanti a me.
N: Sono venuto a fare quattro chiacchiere… disse lui entrando quatto quatto all’interno dell’appartamento chiudendosi la porta dietro le spalle.
Non aveva l’aria di essere contento. Almeno, così, sembrava…
J: Allora, come è questa fantomatica….ITALIA? chiesi lui con un tono di voce tagliente, freddo, e quasi spietato, più che altro….ferito.
In un primo momento mio fratello non rispose. Sembrava essere completamente assente. Si aggirava per la cucina in cerca di cibo. Infilò la testa nel frigo e vi estrasse una bottiglia di succo di ananas senza zucchero.
J: Allora? Vuoi rispondere invece di tracannarti tutto il succo? RISPONDI! Affermai io convinto e sull’orlo di una mezza crisi isterica.
N: Wow! Lakers contro Celtics! Che partitone fratello! Rise lui smettendo di bere il succo dal cartone, depositando i proprio occhi sullo schermo piatto del televisore.
J: Nick… PARLA CAZZO! Gridai io nel bel mezzo del soggiorno perdendo la pazienza.
N: Joe cosa vuoi che ti dica? Quando Martina ha aperto la cassetta della posta e ha trovato un certo invito nuziale, le è saltato in gola il cuore! Ma dico… cosa cazzo ti salta in mente? Sposi quella li che…. Insomma, conosci da soli 7 mesi? Joe ma che ti salta in testa? Nick cominciò a sbraitare. Sembrava vomitasse parole dal nulla.
J: Invito? Io non ho spedito nessun invito in Italia! E poi scusa chi sarebbe stato il mittente? Domandai io sbalordito all’ affermazione di Nick. Non avevo la minima idea di che cosa stesse parlando. Io non avevo inviato nessun invito in Italia, ne tanto meno a Firenze.
N: Ah si?  Beh e allora perché su QUELLA bustina tanto carina c’era scritto Cristina Lucia Bini a caratteri cubitali? Dichiarò mio fratello fulminandomi letteralmente con lo sguardo. Una di quelle occhiate che ti rimane infissa nella mente a vita, che ti ricorderai anche quando sarai sopra il letto di morte.
J: Che cosa? C…c…c…Cristina? I…i…Io? -cominciai a balbettare confuso al solo udire il suo nome- ti giuro Nick, te lo giuro su mio figlio che sta per nascere, NON HO INVIATO NESSUN INVITO A CRISTINA!
Improvvisamente, mi resi conto di essermi intrappolato con le mie stesse mani.
Cosa avevo appena detto? Cosa poteva andare peggio in quel momento? Come avevo potuto confessare una cosa di tale gravità proprio a mio fratello, la persona meno azzeccata in questo mondo?
N: Cosa hai appena detto Joseph? Ho sentito bene? Mio FIGLIO che sta per nascere?
Nick aveva gli che fissavano il vuoto, privi di alcuna espressione. La bocca gli arrivò all’altezza pavimento e il volto sembrava essere quello di un fantasma. Bianco. Bianco lattaceo.
N: Adesso… adesso è tutto chiaro! Ti sposi solamente per questo! Perché Ashley è incinta! Certo! Era l’unico modo di salvarti la faccia con l’anello…. Joe mi hai veramente deluso…. Rivelò lui intento a dirigersi all’ ingresso per andare via.
J: Senti Nick, è successo inconsciamente, è successo quella sera, quella sera in Brasile, quando abbiamo fatto quella festa in piscina e ci ubriacammo, poi Ashley mi portò in camera mia e lì devo aver perso il controllo di me, io volevo lasciarla, lo giuro, poi lei mi ha detto che aspettava un figlio da me e… non me la sono sentita! Nick cerca di capirmi, almeno tu! Ti scongiuro! Tentai di spiegare tutto a Nick, mentre lui sembrava fregarsene altamente.
N: Quanto pensi sarebbe durata questa farsa Joe? Pensi davvero che sarebbe rimasto nascosto? I conti non sarebbero tornati alla gente! Sai? I mesi che devono passare sono NOVE! NOVE! - Urlò lui in preda alla rabbia intento ad abbottonarsi  la  giacca – certo, bello diventare padre a soli 21 anni! Deve essere fico! Mi fai schifo!
Ero senza parole. Non sapevo cosa rispondere. Ero spiazzato, steso, messo KO direttamente da mio fratello minore, che, in quel contesto, aveva pienamente ragione.
N: E pensare che quella povera ragazza è praticamente morta quando lo ha letto…. Farfugliò Nick dirigendosi a passo svelto verso la porta.
Lo bloccai immediatamente prendendolo per il braccio strattonandolo.
J: Che cosa le è successo? Come sta? Chiesi io freddo guardandolo solamente negli occhi. Sapeva benissimo a chi io mi stessi riferendo.
N: Adesso si è tinta i capelli, è bionda e si è fatta la contropermanente. Ora  i suoi capelli sono lisci come la seta. È dimagrita. È dimagrita molto, forse troppo. Sua zia mi ha detto che ha passato l’estate praticamente senza avvicinarsi ad una forchetta. I suoi occhi verdi non brillano più da tempo. Si sono spenti da circa sette mesi. Da timida che era adesso lo è diventata ancora di più, chiudendosi come un riccio. Ah, e quando Martina l’ha trovata in camera sua, con il TUO invito nuziale fra le mani, Cri le ha confessato che in quell’ istante avrebbe preferito essere morta piuttosto che avere QUEL pezzo di carta fra le mani…. Sai, Marty appena lo ha visto nella SUA cassetta delle lettere aveva deciso di gettarlo via, ma purtroppo Cristina lo ha saputo trovate abilmente…. Se io fossi stato in lei non so neanche fino a che limite mi sarei spinto dopo tante delusioni del genere, ma quella ragazza ha troppo rispetto per se stessa e ha deciso di andare avanti, stringendo i denti e soffrendo, ma ce la sta facendo… DA SOLA!  Contento Joseph? Hai distrutto la vita di una quasi diciassettenne …. Non ti facevo così bravo fratellino….
Nick aprii l’uscio in maniera decisa senza nemmeno salutarmi, per poi riaprirlo pochi secondi dopo…
N: Ah e ricordati, quando ti volterai in chiesa, per vedere chi sarà seduto sulle panche dietro di  te…. Io NON ci sarò!
Detto questo sbattè la porta violentemente e se ne andò via…
Le parole di mio fratello Nick furono come un colpo di pistola alla testa.
Una morsa fredda che mi colpì brutale.
Un baratro dal quale era impossibile intravedere la fine.
Come se qualcosa mi stesse risucchiando dal nulla.
Come se il mondo mi stesse precipitando addosso.
Come era possibile?
Come era possibile che, io stesso, fossi stato in grado di rovinare la vita all’ unica  persona che amavo DAVVERO?
Come era possibile che INVOLONTARIAMENTE ci fossi potuto riuscire?
Si poteva essere più spregevoli?
Non mi ero mai comportato in quella maniera in 21 anni della mia esistenza, ma quel giorno, fui capace, di stupire anche me stesso per la tanta crudeltà…
 

And the black keys
Never looks so beautiful
And a perfect rainbow never seems so dull
And the lights out
Never had this brighter glow
And the black keys
Showing me a world I never would know
World I never knew

 
 
 

 

Buuuuooooooooonaseeeeraaaa!!!! Eccomi qui come sempre a scassare l’Adam!
Questo che avete letto qua sopra era il 32esimo capitolo di questo piccola stroriellina ( che poi non è più tanto piccola! )
Vi avverto, che si avvicina la fine di “State of Emergency”, ma state tranquille, per quelle povere criste che seguono questa fanfiction, annuncio che ci sarà anche il seguito! ( Si lo so, non la smetto mai di rompere! )
Ok, spero che vi abbia soddisfatto come sempre, e se qualche anima pia, ( diversa dalle solite) si appresta a lasciare qualche recensione, non verrà uccisa, anzi, sarà bene accolta!
Grazie di cuore come sempre sia a chi legge sia a chi recensisce.
Baci
Cri 

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Capitolo 33
*** Heartache became my friend ***


Parla Joe
 
<< Joe, calmo, respira, rilassati! >>
I miei sospiri sembravano rimbombare all’interno dell’ enorme cattedrale.
Affogato in quasi mezza ampolla di tranquillante, riuscivo ugualmente ad essere in preda ad un attacco di tachicardia bella e buona.
Il nodo della cravatta si stava facendo sempre più stretto e soffocante.
La mia bocca era asciutta e sentivo le dita delle mani fredde come il ghiaccio.
Il mal di stomaco cominciò a farsi sentire maggiormente.
Il freddo prevalse sul mio corpo oramai invaso dall’ angoscia e dalla disperazione.
Ogni minuto che passava, la paura aumentava.
Accresceva sempre di più. Sempre più velocemente.
<< Joe, non puoi permetterti di svenire proprio adesso! NON PUOI! >>
Era uno spettacolo nauseabondo quello a cui stavo assistendo. Troppo insolito per essere vero.
La folla si faceva sempre più fitta.
Le panche erano oramai tutte occupate dai nostri parenti ed amici più cari.
Occupate da gente che non faceva altro che sorridere, scattare fotografie oppure chiacchierare.
Chiacchierare di “NOI”. Di quel noi, che speravo non sarebbe durato a lungo. Quel noi che volevo svanisse o che addirittura non esistesse affatto.
Erano tutti eleganti. Con le scarpe tirate a lucido e il fiore all’occhiello, con tacchi a spillo e cappelli stravaganti che dominavano in tutta la basilica.
Improvvisamente, sentii una mano poggiarsi esattamente sulla mia spalla destra.
<< Ahhhh! >> gridai io terrorizzato. Ero talmente ingarbugliato nei miei pensieri che non mi resi conto di che cosa stesse succedendo intorno a me. Ero totalmente assente.
K: Ehi! Fratellino sono io! Sta sereno! Affermò Kevin tranquillizzandomi.
J: Oh mio Dio! Scusami Kevin è solo che…. Cercai di spiegare trovando le parole adeguate.
K: Lo so Joe, so cosa stai provando in questo momento, sei talmente felice che non ti accorgi di ciò che avviene, pensi solo e soltanto a cosa proverai quando l’immenso portone della navata si aprirà e ne uscirà tua moglie…. Joe io ti auguro con tutto il mio cuore di vivere la tua vita nel migliore dei modi accanto alla donna che VERAMENTE ami con tutta l’anima! Te lo meriti fratellino! Davvero…
Kevin sembrava essersi commosso alle sue stesse parole. Con me, lui, fu totalmente sincero. Desideravo tanto esserlo anche io, dicendogli che il vero motivo per cui Nick non era presente al mio matrimonio non era dovuta ad un attacco laringite, ma al semplice fatto che, io, Joseph Adam Jonas avessi mentito a lui, come a tutti quanti i componenti della mia famiglia, ma in particolar modo a me stesso…
J: Grazie Kevin. Ti voglio bene fratellone! Lo abbracciai forte. Come se lui fosse la mia unica ancora di salvezza in quel momento, la sola…
Mi voltai a guardare la mia famiglia seduta sulle prime cassapanche dinanzi a me.
Gli occhi di mia madre erano invasi dalle lacrime. Non sembravano essere lacrime di tristezza bensì lacrime di assoluta felicità. Mio padre sorrideva come non mai, abbracciando la mamma stretta a se. Pareva essere veramente fiero di me, invece Frankie, seduto vicino alla mamma, mi mostrò il pollice all’insù e un sorriso raggiante.
Come potevo farlo? Stavo per deludere tutte quante le persone che amavo. Stavo per deludere la mia intera famiglia!
In quel preciso istante la marcia nuziale cominciò ad impadronirsi dell’ immensa cattedrale.
Penetrò nei miei timpani violentemente, assieme ad un'altra morsa allo stomaco.
Il mio cuore oramai era partito per la tangente…
Tutti si alzarono in piedi con lo sguardo incatenato su una figura bianca che avanzava nella mia direzione.
Ashley teneva a braccetto suo padre sorreggendo con la mano sinistra uno splendido bouquet di rose blu, mentre procedeva radiosa verso l’altare.
Era bella. Non si poteva negare, ma non abbastanza da farmi togliere il fiato.
Non abbastanza da pensare che potesse essere lei la madre di mio figlio.
Non abbastanza da sposarla.
Non abbastanza per amarla.
A: Joe ti amo, sei talmente bello da levare il respiro! Dichiarò Ashley una volta accanto a me prendendomi la mano delicatamente.
Un nuovo crampo allo stomaco sopraggiunse improvvisamente, tanto che fui costretto immediatamente a sedermi.
Un bisbiglio generale interruppe inaspettatamente la marcia nuziale di Mendelssohn. Tutti ebbero il terrore che avessi realmente un malore.
A: Tesoro che ti succede stai bene? Chiese Ashley con fare dolce avvicinandosi ancora di più a me.
V: Volete per caso interrompere la cerimonia per qualche minuto per far riprendere il ragazzo? Ci chiese il vescovo con aria alquanto spaventata, togliendosi addirittura gli occhiali per rendersi conto del mio stato di salute temporaneo.
A: No, no! Sta bene adesso si riprende! È soltanto un po’ di emozione….vero Joe? Ashley risultava essere molto nervosa. Lo intuii dal tono della sua voce rotta e vacillante.
In un primo momento non emisi alcuna parola nè di accordo né di dissenso. Solo qualche gemito di dolore irruppe nell’ enorme chiesa, poi, improvvisamente…
K: Joe…. Puoi farcela. Coraggio alzati! Kevin mi placò nel migliore dei modi facendomi alzare in piedi essendo fonte di forza e fermezza.
A: Ti senti meglio amore mio? Ashley volle rassicurasi che io stessi bene.
J: Si, si, è stata solamente un po’ di emozione, tutto qui! Risposi io accennandole un sorriso sghembo. Lei si tranquillizzò e fece cenno al vescovo di poter cominciare la tanto attesa celebrazione.
Mi voltai verso Kevin, che se ne stava dietro di me seduto accanto al fratello di Danielle, Mikey a farmi da testimone. Lui  rise a fior di labbra contento di vedermi finalmente prender moglie.
V: Molto bene, siamo qui riuniti per celebrare il matrimonio di Joseph Adam Jonas e Ashley Michelle Gre….
<< NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO FERMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!! >>
Di sorpresa, l’ ampio ingresso della navata si spalancò, e da esso vi uscì un mio fratello Nick, tutto sudato con addosso una semplice polo arancione e un paio di jeans scuri.
Non ebbi mai amato Nick talmente tanto come in quel momento. Non so come, ma percepii che non era ancora tutto perduto. Il quell’istante, sentivo che la mia vita era nelle mani di mio fratello.
Si avviò verso di noi correndo come una furia, suscitando un grande  scalpore da parte di tutti i presenti.
Notai che fra le mani stringeva delle cartelline in plastica colorata.
N: Questo matrimonio non può essere celebrato! Gridò lui assolutamente convinto e consapevole di ciò che dicesse.
Mi voltai verso la mia famiglia. Mio padre era infuriato. A lui non piaceva assistere a delle scenate, soprattutto quando a provocarle eravamo noi. Mia madre, invece, ebbe un mezzo mancamento.
<< Nick, ti prego di’ qualcosa di IMPORTANTE….DILLO! >> oramai avevo quasi la certezza che Nick avrebbe impedito le nozze.
A: Nicholas, ma dico….cosa ti salta in mente? Chiese Ashley con gli occhi fuori dalle orbite scaraventandi il bouquet a terra dalla rabbia.
N: Sono qui per dire che sei una grandissima bugiarda arrampicatrice sociale signorina Greene! Rispose a tono Nick alzando ancora di più la voce.
Kevin, di certo, non se la tenne, ed entrò anche lui nella conversazione.
K: Nick di che cosa stai parlando? Calmati per la miseria! Sembrò fare da spartiacque.
N: Sto parlando di queste! - Tirò fuori due foto da una delle due cartelline – Guardale bene fratellino! La riconosci? Mi chiese Nick a fior di nervi.
In mano avevo due immagini: La prima era quella che Ashely mi mostrò per la prima volta alla premiere di Eclipse, c’era Cristina che si teneva per mano ad un ragazzo della sua scuola dandogli un bacio sulle labbra di fronte all’ Urth Cafè, la seconda, invece, raffigurava Cristina sempre nello steso luogo della prima immagine, ma con suo padre, mentre gli appoggiava le labbra sulla guancia destra.
Non potevo credere ai miei occhi. Sicuramente, una delle due fotografie, era stata ritoccata.
Mi voltai verso Ashley. Era seriamente preoccupata. Per la prima volta fu messa alle strette.
J: Adesso tu mi dici che cosa hai combinato sopra queste foto! Decidi tu, o parli oppure chiamo immediatamente la polizia….a te la scelta! Le ribadii io mantenendo apparentemente la calma.
A: Ok… complimenti, mi avete beccato! Ho escogitato tutto questo piano da sola. Con l’aiuto di fotografi professionisti, sono riuscita a ritoccare queste immagini alla perfezione, incastrando finalmente quella piccola mocciosa e farla finalmente ritornare in Italia facendovi lasciare. Poi sono entrata in azione io, e man mano passavano i giorni tu sembravi essere sempre più invaghito di me, entrare nella tua vita è stato un giochetto da ragazzi Jonas…
Ero spiazzato. Completamente distrutto dalle parole cha Ashley aveva appena pronunciato.
Non potevo credere che tutto ciò su cui mi ero basato per 8 mesi erano dei semplici fotomontaggi!
Mi ero fatto incastrare da una ragazza più subdola e spregevole di Satana. Ma come aveva potuto?
Aveva distrutto completamente la mia vita, ma soprattutto aveva ucciso psicologicamente LEI…
Questo non potevo assolutamente perdonarglielo!
J: E….e il bambino? Chiesi con un filo di voce.
Una specie di “Ohhhh” generale provenne da tutte le panche. A quel punto fu mio padre a prendere in mano le redini della discussione.
PJ: Che significa Joseph? Che vuol dire? Bambino? Chiese lui sconvolto.
J: Significa che volevo sposare Ashley solamente perché lei è incinta papà! Risposi a mio padre amareggiato depositando lo sguardo a terra.
PJ: Cosa? MI AUGURO CHE TU STIA SCHERZANDO VERO? Domandò lui letteralmente aizzato.
A: Ecco… questo qui è stato il colpo di grazia! Ho solo detto di essere incinta perché avevo perfettamente capito che volevi lasciarmi Joe! Qui dentro- disse lei mettendo una mano sulla pancia- non c’è assolutamente niente! Figuriamoci se mi faccio mettere incinta da uno stupido come te! Affermò lei con non chalance di fronte a circa duemila invitati.
N: Ok…. Questo non lo sapevo nemmeno io! Biascicò Nick in disparte con la bocca spalancata.
Quelli furono i 5 minuti più strazianti della mia vita.
Ashley riuscì a deridermi nel peggiore dei modi in pochi attimi.
Fu capace di farmi fare la figura dell’allocco di fronte a tutti, ma soprattutto capii che per circa 8 mesi si era presa gioco di me e di tutta la mia famiglia…
Non sapevo neanche cosa pensare da quanto ero addolorato.
PJ: TI ORDINO DI ANDARE VIA IMMEDIATAMENTE DA QUESTA CHIESA! TE LO ORDINO IN NOME DI DIO! Quella fu la prima volta in tutta la mia vita che vidi mio padre arrabbiato in quella maniera.
A: è meglio così….non avresti saputo offrirmi quello che realmente desideravo! Si avviò rassegnata all’esterno della cattedrale seguita a ruota da tutti i suoi parenti.
PJ: Non posso crederci! Quella ragazza, sembrava essere la dolcezza fatta in persona. Chi lo avrebbe mai detto che dietro quella massa di capelli rossi si fosse nascosta una persona tanto meschina? Per fortuna è tutto finito e si è risolto per il meglio…
In un certo senso mio padre fu sollevato all’idea di non avere come nuora la perfida Ashley Greene.
J: Già….tutto grazie a Nick! Sorrisi a trentadue denti a mio fratello, che si trovava seduto in discosto sopra la panca davanti a me, per poi abbracciarlo nella maniera più forte possibile.
N: Ehi… ma che fai? ribadì lui quasi senza respiro, per il mio super abbraccio fraterno.
J: Oh Nick senza di te non ce l’avrei mai fatta! Come posso ringraziarti? Come?  non riuscii a trattenere una  risata liberatoria per la felicità.
N: Senti dimmi solo una cosa: amavi Ashley? Mi chiese lui nell’orecchio.
J: Assolutamente…NO! Oramai non smisi più di ridere. Ero troppo appagato per rimanere serio. I miei parenti erano abbastanza shockati nel vedermi così contento dopo essere stato piantato all’altare.
N: L’ultimo volo della giornata per l’Italia parte fra un’ ora…. Se davvero è LEI la ragazza che ami, non fartela scappare e va’ da lei…. Però io non ti ho detto niente! Acqua in bocca! Nick sembrava avere perfettamente capito le mie intenzioni.
J: E se poi lei non volesse più parlarmi? Se addirittura volesse uccidermi? E poi, dovrei trovare un modo per chiederle scusa, sai…. Non le ho fatto passare bene questi ultimi mesi! Affermai io consapevole.
N: Fratello…. Sei una rockstar! Sfruttalo! È arrivata l’ora di esprimere i TUOI sentimenti DA SOLO! Dichiarò lui con un mezzo sorriso sotto i baffi.
J: Nick non sai quanto bene ti voglio! Lo abbracciai nuovamente per poi correre nella navata diretto all’aeroporto più vicino.
K: Ehi ma dove stai andando? Sentii gridare Kevin da lontano con accanto tutta la mia famiglia.
J: Vado dove dovrei essere da molto tempo! Risposi lui con i fiatone ma allo stesso tempo con il sorriso sulle labbra.
PJ: Ovvero? Mio padre sembrava non aver capito assolutamente niente.
J: Destinazione Italia! Firenze! Risposi io sgolandomi mentre saltellavo incurante per tutto il lungo corridoio della chiesa.
Adesso dovevo solamente trovarla…
 


You're the voice I hear inside my head, the reason that I'm singing
 

I need to find you
I gotta find you
You're the missing piece I need, the song inside of me
I need to find you
I gotta find you




 
 
 

 

Eccoci qui! Alla resa dei conti! Come vedete Ashley Greene è stata veramente una stronza con il nostro povero Joseph! Poveeeeeeriiiiiino!
Mi dispiace per la troppa lunghezza del capitolo! Mi è venuto così e non avevo intenzione di accorciarlo! ( xD)
Adesso secondo voi che farà questo figliolo per farsi perdonare? E soprattutto la nostra cara Cri lo perdonerà? Boh? E chi lo sa! ( risata malefica )
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto come gli altri! ( lo spera incrociando le dita)
Fatemelo sapere! Vi preeeeeeeeegoooooo! ( prega in ginocchio)
Baci
Cri
 
 
  

 

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Capitolo 34
*** Maybe... Even Love Me? ***


Parla Cristina
<< Wow, l’ennesimo tuono! >> bisbigliai io aspra  prestando attenzione al suono del temporale fuori dalle finestre stoppiate.
Pur essendo nel mese di Febbraio, me ne stavo in pantaloncini corti e maglietta accasciata sul divano in salotto con la tv accesa sfogliando l’ennesimo settimanale che mia madre acquistava.
Ebbene si! I miei genitori erano rimpatriati in Italia! I compiti di mio padre in America erano giunti al termine, perciò decisero di tornare nella loro casetta fiorentina di sempre. Martina, invece, volle in tutti i modi rimanere a Los Angeles. La motivazione ufficiale era dovuta al fatto che volesse una volta per tutte terminare gli studi all’università, ma, conoscendola, la ragione non era certamente quella, bensì quella di stare insieme al  suo dolce Nicckino!
 
 
Le notizie, purtroppo, come sempre, giravano agilmente in quel periodo…
Tutto il globo terrestre, oramai, era a conoscenza che il bel cantante del trio del New Jersey, Joe Jonas, era stato mollato all’altare dalla favolosa vampira Ashley Greene.
Ogni giornale, canale televisivo e locandina pubblicitaria, non facevano che parlare d’altro.
Addirittura, si mormorava del fatto, che la coppia stesse aspettando un figlio, perciò l’integrità del PREZIOSO anello della purezza del mezzano dei Jonas Brothers era giunta al capolinea, suscitando una perplessità generale.
Oramai, ero arrivata ad un punto in cui non mi stupivo più di niente e di nessuno, anche se mi aveva colpito il fatto che Joe non avesse preso per moglie quella grandissima troia di Ashley Greene!
<< Wow! Che felicità! >> affermai io beffarda mentre la mia attenzione cadde su un piccolo riquadro del famoso “Chi”
<< Joe Jonas, dopo la delusione d’amore ricevuta, si appresta a volare in Europa nella bella città di Londra, per lavorare al suo primo album da solista con i migliori discografici di fama internazionale >>
Non potevo negarlo: rimasi un po’ scioccata all’idea che Joe Jonas si trovasse nel mio stesso continente, o meglio….PARALIZZATA!
In fondo, tutti erano a conoscenza del fatto che io, ancora, a distanza di quasi un anno provassi dei forti sentimenti per LUI, nonostante mi avesse fatto soffrire come nessuno ancora aveva mai fatto.
<< Finiti i compiti amore? >> Mia madre fece capolino dallo stipite della porta per poi sedersi accanto a me interrompendo la mia “sana” lettura.
<< Si… domani ho un compito di fisica molto importante, ma mi sento abbastanza pronta! >> dissi lei con tono di voce basso e inquieto…
<< Sei preoccupata per qualcosa Cristina…ti conosco troppo bene! >> mia madre lo disse come se fosse scontato, ma come faceva a sapere sempre tutto sulla mia vita?
<< No mamma! Ho solo fame! Che c’è per cena? >> Provai ad inventare un pretesto per farla evaporare evitando il contatto con i suoi occhi aggiustandomi i calzettoni che erano arrivati alle caviglie. Tiravo sempre fuori la scusa dei “Pasti” per farle distogliere l’attenzione da me.
<< C’è tuo padre che sta infornando l’arrosto….>> -mi dette una pacca sulla coscia sinistra e poi un forte abbraccio- << Ti voglio bene Cri! >> mi sussurrò poi nell’orecchio stringendomi forte a se. Un bell’abbraccio, in quel momento, era l’unica cosa che riuscii a farmi tornare un mezzo sorriso sulle labbra.
<< Ma che fai mamma? Perché mi abbracci? >> cercai di chiederle staccandomi dal suo petto.
<< Perché mi sei mancata tantissimo tesoro e dopo tutto quello che è successo…non te lo meritavi! Per circa mezzo anno non hai avuto una madre e un padre affianco a te e… un abbraccio non ha mai ucciso nessuno! >> sembrava che mia madre si stesse sentendo in colpa, ma come biasimarla?
Le sorrisi mentre lei pareva mi stesse leggendo lo sguardo come per ipnotizzarmi. Era incredibile, la madre migliore dell’universo.
<< Tesoro…il compito di domani andrà bene! Basta che ragioni te l’ho sempre detto! >> lei rise come per smorzare la tensione e mi abbracciò nuovamente.
Successivamente si alzò e si diresse nella stanza accanto, ovvero la cucina, da dove proveniva un odore di origano fresco che raggiunse appena le mie narici.
Distrattamente, mi accorsi che la televisione dinanzi a me era ancora accesa e annoiata, cominciai a digitare alcune combinazioni di numeri  sopra il telecomando di Sky.
Dejeey Tv.
In sovra impressione una scritta ben leggibile “ The First View”
Un pianoforte a coda bianco era posizionato al centro di in una stanza in penombra.
La voce fin troppo familiare riuscì a toccarmi nel profondo.
Quegli occhi color del cioccolato, quella bocca da baciare, quei capelli corvini fin troppo corti per essere i suoi, una deliziosa barbetta incolta e appena accennata sul suo volto, quello sguardo talmente intenso da togliere il respiro.
No. No. Non poteva essere.
Non poteva essere LUI. Non poteva essere LUI DA SOLO.
No. Non poteva. Non era possibile!
Non credevo a ciò  che stavo assistendo. No. Non volevo crederci.
Il cuore cominciò a battere all’impazzata. Sembrava andare a tempo al suono di quella dolce melodia.
 
 
Yet, perhaps, did not I ever said.
I never said that my life depended on you,
I felt lost, lost without you ...
It was enough to make your smile shine my life.
You were, and you're still my baby ...
A special little girl that can change you and turn into magic ...


I swear. It was my fault. Did not want to give you up ....
Listen .... I swear, I open my heart ....
I was foolish to believe the false,

I was stupid to believe to survive without you,
but now that I know the truth,
I'm sorry,
although, perhaps, a simple word will not suffice to have you back ...
Cristina

It is you, only you, that crown my thoughts ...
Your green eyes
Your mouth to kiss
I play with your hair
Your shyness and your smile
Here, that's you.
The girl I love
This is Cristina

I swear. It was my fault. Did not want to give you up ....
Listen .... I swear, I open my heart ....
I was foolish to believe the false,
I was stupid to believe to survive without you,
but now that I know the truth,
I'm sorry,
although, perhaps, a simple word will not suffice to have you back ...
Cristina


All our moments spent together ...
Caresses, kisses, hugs and promises.
All that we are.
All that we have.

I just wonder if I could start again.
I'm just wondering if you're there.
I just want to leave loved in return.
Permission to have my small and sweet Cri ... 

 
 
 
 

Eppure, forse, non te l'ho mai detto.
Non ti ho mai detto che la mia vita dipendeva da te,
Mi sentivo perso, spaesato senza di te...
Mi bastava il tuo sorriso per far risplendere la mia vita.
Eri, e sei ancora la mia bambina...
Una bambina speciale, in grado di cambiarti  e tramutarti in magia...
 
Lo giuro. è stata colpa mia. Non volevo abbandonarti....
Ascolta....lo giuro, ti apro il mio cuore....
sono stato sciocco a credere al falso,
sono stato stupido a credere di sopravvivere senza te,
ma adesso che so la verità,
ti chiedo scusa,
anche se, forse, una semplice parola non basterà per riaverti...
Cristina
 
Sei tu , solo tu, che coroni i miei pensieri...
I tuoi occhi verdi
La tua bocca da baciare
I tuoi capelli con cui giocare
La tua timidezza e il tuo sorriso
Ecco, questa sei tu.
La ragazza che amo
Questa è Cristina
 
Lo giuro. è stata colpa mia. Non volevo abbandonarti....
Ascolta....lo giuro, ti apro il mio cuore....
sono stato sciocco a credere al falso,
sono stato stupido a credere di sopravvivere senza te,
ma adesso che so la verità,
ti chiedo scusa,
anche se, forse, una semplice parola non basterà per riaverti...
Cristina
 
 
Tutti i nostri momenti passati insieme...
Le carezze, i baci, gli abbracci e le promesse.
Tutto ciò che siamo.
Tutto ciò che abbiamo.
Mi chiedo solo se potrei ricominciare.
Mi chiedo solo se ci sei.
Voglio solo il permesso per riamarti.
Il permesso di riavere la mia piccola e dolce Cri...
 



 

Aveva scritto una canzone.
L’aveva intitolata con il mio nome: Cristina.
Aveva scritto una canzone che parlava di me. Di noi.
Lo aveva fatto per me. Mi aveva chiesto scusa di fronte a tutto il mondo con un brano suonato al pianoforte.
No. Non poteva essere così.
Eppure era successo, lo aveva fatto.
Nessuno lo aveva mai fatto per me. Nessuno prima di allora.
Mi aveva chiesto scusa. Che forse volesse ricominciare?
Forse, ancora, c’era una speranza…
Forse, lui mi amava ancora….
Una remoto desiderio, ancora, risiedeva in un angolino del mio cuore…
Chissà? Chissà che cosa sarebbe potuto accadere…
Asciugai con un dito una lacrima solitaria che rigò il mio volto quasi spaurito, talmente emozionato che cominciò a tremare.
In quel momento aveva la certezza che al compito in classe di fisica del giorno seguente avrei preso un bel 3!
 
 
 
Okkkkkeeeeyyy! Lo so, non è il massimo, ma…. mi era venuta di getto e non potevo non farvela leggere. È una canzone abbastanza scontata, diciamo “stupida roba fatta con lo stampino” e facciamo prima! Il resto del capitolo fa “da sfondo” a questo testo….
Mi auguro che nel leggerlo non vi siate annoiati e che…vi sia piaciuto! Che dire?
Spero sempre in qualche vostra recensione, anche perché, vi avverto che questo è il PENULTIMO capitolo….quindi…. il prossimo sarà….
TARATATAAAA L’ ULTIMO!  ( penso che nemmeno vi interessa! )
Grazie comunque come sempre, sia che legge che a chi recensisce!
Baci
Cri 

 

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Capitolo 35
*** 99 ***


Parla Cristina.
Erano le ore sei del mattino, quando un luminoso raggio di sole colpii il mio volto, penetrando delicatamente dall’esterno della persiana.
Aprii gli occhi adagio e notai che sulla sveglia gialla poggiata sopra il comodino, brillava nel buio la data 8/02.
Quello, però, non era assolutamente un giorno come tutti gli altri. No.
Finalmente, quell’ otto Febbraio, sarei stata una diciassettenne di tutto punto!
Ebbene si, era già arrivato il tanto atteso giorno del mio compleanno.
M: Tanti Auguri tesoro mio! Svegliati! Oggi sei più grande! La voce di mia madre interruppe il mio dormi-veglia definitivamente. Mi scostò i capelli garbatamente dalla fronte con un bacio.
B: Dai! Alzati! È tardi, devi andare a scuola! -Mio padre entrò nella mia stanza con nonchalance. Era sempre stato identificato da tutti come il “Guastafeste” e in quel momento, si dimostrò tale- Tanti auguri Cri! Mi abbracciò sedendosi sopra il letto sorridendo riguardosamente.
C: Grazieee! Risposi agli auguri della mia famiglia con un tono di voce ancora assonnato ma allo stesso tempo acuto, cercando di alzarmi dal materasso.
M: Bene, adesso lavati e vestiti, ora tuo padre scende di sotto a prepararti la colazione! Mia madre non  seppe trattenersi e istintivamente si aggrappò nuovamente al mio collo rinnovando i suoi auspici.
Successivamente si dileguò insieme a papà in fretta e furia da camera mia correndo, diretta al bar di fronte per ritirare i cornetti caldi.
In quell’istante, tutto, sembrava essere perfetto, così tanto, da essere quasi irreale.
Ero felice. Semplicemente fiera della mia famiglia. Di ciò che ero diventata grazie a loro. Grazie alla forza che mi trasmettevano solo con un abbraccio o una carezza. Ero una semplice ragazza spensierata, senza i flash abbaglianti di centinaia di Nikon puntate addosso a me non appena uscissi per strada, senza collezioni di insulti ricevuti da parte delle riviste scandalistiche californiane, senza le attenzioni dovute alla fama di essere una mezza celebrità.
Ero io. Ero tornata. Ero Cristina. La Cristina che andava a scuola tutte le mattine, che aveva buoni voti in tutte le materie, degli amici splendidi, passioni e amori tipici di una adolescente sognatrice. La Cristina di sempre.
Alzai le tapparelle e spalancai l’enorme porta finestra della mia stanza ammirando per qualche secondo il panorama mozzafiato. Sul terrazzo inspirai a pieni polmoni socchiudendo gli occhi solo per qualche istante. Un leggero venticello invernale sfiorava appena i miei capelli. Una soffice corrente accarezzava il mio volto lievemente. Il cielo era limpido. Azzurro come non mai. Senza nemmeno una nuvola. Il sole dell’ alba appena sorto baciava con grazia tutta la città di Firenze mentre uno stormo di uccelli volava spensierato attorno all’ immensa cupola del Duomo. Si poteva ammirare spettacolo più bello?
Non appena gettai gli occhi in basso, sulle strade della città, mi accorsi con grande stupore, che sull’ asfalto della mia via, si trovava un enorme scritta bianca, che risaltava sopra il nero del catrame.
<< Buongiorno principessa… stanotte l’ho sognata! >>
Wow! Ma chi sarà stato in cavaliere tanto premuroso e gentile? Mi domandai io con tanto di stupore e meraviglia nel leggere quelle parole.
Chissà?
Eppure, ci speravo tanto…
 
 
 
C: La Bianchi poteva anche risparmiarmela un interrogazione nel giorno del mio compleanno! Affermai ridendo ad Alessandra e Micholle accanto a me, mentre ero intenta a preparare la cartella.
M: Che problema c’è? Anzi, ti sei auto regalata un bell’ otto in matematica! Cosa vuoi di più? Micholle sorrise riponendo l’astuccio all’interno del mio Eastpack.
A: Dobbiamo andare via! Sono già usciti tutti Cri! Svelta! Alessandra gridò furente dirigendosi alla porta dell’ aula. Le venne la smania. Era terrorizzata all’idea che potessimo essere rinchiuse all’interno della scuola fino al mattino seguente.
Una volta arrivate nel cortile esterno, ci ritrovammo schiacciate e asfissiate fra tutti gli studenti dell’’istituto. Tirava una strana aria. Sentivo che non era successo niente di buono.
<< Dice che intorno alle 10 di questa mattina i bidelli abbiano visto una Aston Martin decappottabile parcheggiata qua davanti! >>
<< Cavolo! “Tanti auguri bambina mia”…. Chissà per chi sarà!? >>
<< Wow! Certo che solo al liceo scientifico Leonardo Da Vinci succedono queste cose! >>
A: Ehi ma che cosa è successo? Andiamo a vedere! Alessandra corse più avanti trascinando sia me che Micholle ancora più intrigata.
Sbarrai gli occhi appena lessi QUELlA scritta sulla strada del cortile.
Un “Tanti auguri bambina mia” colpii il mio sguardo non poco basito.
C: Ragazze siete state voi? Chi è stato a farmi questo scherzo? Forza! Domandai loro con un sorriso sotto i baffi.
M. Guarda Cri che noi non abbiamo fatto assolutamente niente! Credici! Micholle tirò in su le mani in segno di resa. Alessandra fece lo stesso non appena incrociai il suo sguardo sbigottito.
C: Potrebbe essere stato anche qualcun altro di classe nostra…. Feci come per convincermi maggiormente.
A: Noi non sappiamo niente di nessuno! Credici Cristina! Te lo avremmo detto! Alessandra sembrò essere totalmente sincera.
Non era possibile! Sarà stata sicuramente una coincidenza bella e buona! Prima sul viale di casa mia e dopo nel cortile della mia scuola!
C: Allora vorrà dire che è il compleanno di una ragazza di quinta e il suo ragazzo le ha fatto una sorpresa! Vedrai che sarà andata così…. Dissi alle mie amiche con un tono di auto convincimento.
A stento riuscimmo ad uscire fuori la marmaglia di gente accerchiata intorno a quella misteriosa scritta che sembrava dominare l’attenzione di ogni persona presente.
Eppure, perché quella strana coincidenza riuscì a terrorizzarmi?
 
 
 
M: Dai Cri! Esprimi un desiderio! Veloce, che sennò la cera delle candeline cola su tutta la torta Sacher! Mia madre appoggiò l’enorme dolce ipercalorico esattamente al centro del tavolo della cucina per poi spengere la luce principale.
C: Cavolo mamma è stupenda questa torta, solo a guardarla prendo 5 chili per gamba! Risi io per poi alzare lo sguardo trovando mia madre e mio padre in piedi davanti a me dalla parte opposta del tavolo.
B: Dai Cri svelta su! Sussurrò mio padre incitandomi nel fare veloce pronto per scattami una fotografia durante lo spegnimento delle candeline.
Per un solo secondo pensai all’anno precedente.
Al giorno del mio sedicesimo compleanno, quando aprii la porta della casa di Kevin e Danielle.
Dal buio totale presente all’interno del salotto, pochi attimi più tardi si accese improvvisamente la grande luce del salone….
C’erano circa un centinaio di persone a festeggiarmi quella sera…
I regali, i pianti, i sorrisi, gli abbracci, le carezze…
Tutto….tutto grazie a LUI.
LUI che amavo ancora….
JOSEPH che era ancora il padrone del mio cuore.
Sfregai per un attimo il prezioso anello di Tiffany che ancora, dopo un anno esatto si trovava sempre infilato al dito medio della mia mano sinistra.
Quello, era il SUO anello.
L’anello che LUI mi regalò.
L’anello con il fiore viola ed il diamante al centro.
L’anello che non mi abbandonò mai per 365 giorni.
Era come se un pezzo del SUO cuore fosse ancora attaccato a me. Ancora….
Ancora dopo un anno…
 
Presi fiato e con un solo soffio spensi tutte le diciassette candeline rosa riposte sull’immensa distesa di cioccolato fuso dinanzi a me.
Riuscii a  pensare solo ed esclusivamente a QUEL viso.
A QUELLA bocca, a QUEGLI occhi, a QUEI capelli, a QUEL profumo, a QUELLA voce…
In quel momento, il mio più grande desiderio, fu LUI…
Fu JOSEPH ADAM JONAS…
 
Dopo l’eccessiva abbuffata di torta Sacher e vari bicchieri di Bombardino, decisi di riprendere la lezione di inglese che avevo lasciato in sospeso quel pomeriggio.
I libri erano ancora aperti sulla scrivania della mia camera, a quella maledettissima pagina 45 che narrava la biografia di Shakespeare. Lo studio riusciva a mettermi ansia anche nel giorno del mio compleanno. Accesi la luce dell’abajoure e cominciai a ripetere a fatica quelle strazianti frasi,  argomentando poco per volta un famoso passo di “Romeo e Giulietta”.
<< Che palle! Che palle! Che palle!!! >> sbuffai io sonoramente mentre continuavo ad evidenziare a vuoto le parti che sembravano essere fondamentali nel testo. In quel momento non riuscii a capire più niente, non ricordavo nemmeno le regole fondamentali della grammatica! Forse era dovuto alla stanchezza, sia fisica che mentale!
 
 
Yet, perhaps, did not I ever said.
I never said that my life depended on you,
I felt lost, lost without you ...
It was enough to make your smile shine my life.
You were, and you're still my baby ...
A special little girl that can change you and turn into magic ...




Continuai a replicare quei discorsi come se nulla fosse, anche se uno strano rumore di sottofondo mi distrasse. Lo sentivo distante, come se fosse stato lontano. Che fossi solamente fusa di testa?
 
I swear. It was my fault. Did not want to give you up ....
Listen .... I swear, I open my heart ....
I was foolish to believe the false,

I was stupid to believe to survive without you,
but now that I know the truth,
I'm sorry,
although, perhaps, a simple word will not suffice to have you back ...
Cristina



Tutto a un tratto lo sentii sempre più vicino e soprattutto FAMILIARE. Era il ritornello di una canzone. Di QUELLA canzone. Della canzone cantata da LUI. Cantata da LUI per ME. Il cuore iniziò a battere forte. Sempre più forte.
QUEL rumore sembrava essere sempre meno distante. Sempre più chiaro e riconoscibile. Più terso.
Incredula e soprattutto incuriosita, chiusi immediatamente i libri di scatto e mi diressi alla porta finestra per aprirla. Ma cosa stava mai succedendo? Chi era che stava ascoltando QUELLA canzone?
Quella voce così calda e melodiosa non poteva…
It is you, only you, that crown my thoughts ...
Your green eyes
Your mouth to kiss
I play with your hair
Your shyness and your smile
Here, that's you.

The girl I love
This is Cristina


Non appena i miei occhi realizzarono che esattamente nel vialino di casa mia era parcheggiata una Aston Martin nera con un ragazzo appoggiatovi sopra, con tanto di smoking e un gigantesco mazzo di rose rosse fra le mani, cominciai immediatamente a piangere.
Eccolo.
Sembrava un sogno. Un illusione. Qualcosa di irreale. Una visione.
Era finalmente LUI.
Si. Lo vedevo. Lo vedevo davanti a me, da sotto il terrazzo di casa mia.
Cantava.
Cantava per me in mezzo alla strada.
Con il sorriso che andava da un orecchio all’altro.
Mi intimava a scendere giù.
Era LUI.
Era arrivato.
Era arrivato dopo un anno.
Quella, fu la visione più bella alla quale avessi mai assistito.
Il ragazzo che amavo era lì…
 
Immersa dalle lacrime e allo stesso tempo ridendo come una pazza, scesi al piano di sotto correndo.
M: Tesoro cosa è successo? Che cosa hai fatto? Perché piangi? Mia madre si affacciò dalla cucina assai preoccupata vedendomi in quelle condizioni mentre balzavo giù velocemente le scale.
C: Mamma è qui! è LUI! Gridai io mentre aprii il portone dell’ingresso diretta al vialetto in fratta e furia.
Non credevo a ciò che stava succedendo. Volevo un  pizzico. Non mi capacitai del fatto che tutto QUELLO potesse accadere.
Gli andai incontro prendendo la rincorsa da dentro il giardino per poi buttarmi diritta in mezzo alle sue possenti braccia. Mi aggrappai con le mani alla sua giacca immergendomi a pieno nel suo profumo. Quell’inconfondibile aroma che lo distingueva da chiunque altro rendendolo UNICO.
Cominciò a ridere fragorosamente mentre mi fece roteare su me stessa prendendomi per i fianchi tuffando il suo viso nei miei capelli, proprio come faceva un volta. I brividi si impossessarono di tutto il mio corpo.
Iniziai a tremare dalla gioia e a piangere maggiormente quando incrociai i suoi occhi color cioccolato.
Quegli occhi che mi mancavano da morire.
Quegli occhi che sembravano mangiarmi ogni volta.
Quegli occhi così gelosi e intensi, in grado di rapirti e farmi volare lontano.
J: Cri ti amo! Ti amo, ti amo ti amo! Fu lui che aprii la conversazione per primo. E fu lui il primo ad avvicinarsi alle mie labbra per regalarmi un bacio mozzafiato, come mai aveva fatto.
J: Scusa, amore mio scusa, sono stato un cretino, puoi frustarmi se vuoi, ma sono comunque stato un coglione, perdonami tesoro perdonami! Parlava con la foga addosso. Velocemente. Velocemente solo per tempestarmi di baci sulla bocca e di carezze.
C: Non mi interessa. Non mi interessa di chi è la colpa. Non mi importa. Voglio solo godermi questo momento, perché è il più bello di tutta la mia vita, perché sono andata via senza nemmeno provare a spiegare, perché per un anno piangevo ogni notte bagnando il mio cuscino di lacrime, perché nemmeno per un secondo ho perso la speranza di rivederti e perché non ho mai smesso di amarti amore mio! Tentai di spiegare lui fra le lacrime e i singhiozzi.
Lui non disse nulla. Si limitò solamente a guardarmi negli occhi intensamente, per quanto la luce offuscata dei lampioni potesse permetterglielo.
Squadrò ogni centimetro della mia pelle non appena finii di parlare.
J: Dio, sei diventata anche più bella di come ti ha descritto Nick, sei biondissima con i capelli lisci, con un fisico stupendo e…. e sei meravigliosa.
Lui rise per poi baciarmi all’istante la seconda volta.
C: Non voglio pensare più al nostro passato.  Quello che tutti e due abbiamo vissuto. Voglio che adesso, per noi, esista solamente il futuro! Affermai io sicura mentre lui asciugava ogni lacrima che rigava il mio volto.
J: Aspetta, quasi dimenticavo! Si distaccò da me per un secondo.
Aprii lo sportello dell’auto e vi estrasse una smisurata composizione di rose rosse.
J: Buon compleanno bambina mia… adesso hai diciassette anni! Sussurrò lui porgendomi il mazzo di fiori baciandomi la fronte.
C: Ma quante sono? Chiesi io di stucco alla vista di ciò che tenevo fra le mani.
J: Sono novantanove! Quasi lo disse come se fosse scontato.
C: E… perché sono proprio novantanove? Gli domandai nuovamente confusa.
J: Perché la centesima sei tu! Mormorò lui nel mio orecchio scostandomi una ciocca di capelli dal viso.
Stavolta fui io a baciarlo con passione aggrappandomi al suo collo incurante di tutto ciò che fosse successo fra di noi.
Improvvisamente la nostra attenzione fu catturata da un tuono parecchio potente che rimbombò in tutta la città.
I nostri nasi si spostarono all’insù contemporaneamente e furono letteralmente bombardati da piccole goccioline di pioggia.
Restammo a contemplarci sotto un acquazzone in pieno inverno, al freddo e al gelo. Eppure le condizioni climatiche attorno a noi non ci interessavano minimamente.
C: Te lo ricordi? È finito tutto così, con una tempesta! Affermai riponendo le mie dita nei suoi capelli umidi ed oramai fin troppo corti.
J: E allora ricominciamo da qui…
Mi prese in braccio continuando imperterrito a baciarmi come se fosse programmato per eseguire solamente quello.
Cosa potevo desiderare di più nel giorno del mio diciassettesimo compleanno se non rincontrare il ragazzo che amano dopo quasi un anno? Beh, a questo punto credo niente!
 
 
 
 
Si. Io ho le lacrime agli occhi, ve lo giuro!
È da Dicembre del 2010 che continuo a scrivere questa fanfiction e da allora non ho mai smesso di postare anche se con poco successo!
Adesso, che siamo arrivati al tanto atteso ritorno della coppia Joe - Cristina nonché al finale di State Of Emercency, vi annuncio con gloria che a Settembre arriverà il seguito “Diario di due cuori” che parlerà delle infinite vicende riguardanti la nostra coppietta preferita, non sarà molto lunga, ma vi dico già che racchiuderà all’interno un avvenimento straordinario! Spero di aver alimentato la vostra curiosità, almeno me lo auguro!
Ci tengo a ringraziare chi ha messo la storia fra le preferite:
Gioggycrazyforyou
IoAmoJoe
Ronnie 9
_TheDreamer_LoveXD
Colei che l’ha inserita nelle storie da ricordare:
meggap
E tutte quelle anime che l’hanno seguita:
baby jonas
Cokki
ElyCecy
Eva90
foreveralone904
Gioggycrazyforyou
mrselyjonas
Kykka96
namina89
Sbiribanzi94
 
Un ringraziamento speciale va a lei…. A regina_loves_dante!
Grazie carissima, senza di te non so come avrei fatto, davvero grazie di cuore.
E per ultimo ma non meno importante, grazie a tutti coloro che leggevano semplicemente la storia, perché so benissimo che anche se non recensite…. CI SIETE!
Per questo ultimo capitolo, però, vorrei che tutte coloro che ho nominato nelle righe qua sopra si facessero sentire! Magari con una recensione, per farmi sapere la vostra opinione in merito! :D
(Mi raccomando ci conto….fatemi questo regalinoinoinoinoinooooooo!! )
Ancora grazie mille a tutti.
Baci
Cri  

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