A Delicious Dissonance di _Syn (/viewuser.php?uid=35935)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Fata del Quidditch [Andromeda Black, Oliver Baston] ***
Capitolo 2: *** What to do when baby won't sleep [Albus Severus Potter] ***
Capitolo 3: *** Odore di pozioni [Albus Severus Potter, Neville Longbottom] ***
Capitolo 4: *** Hai preferito la pratica [George Weasley, Remus Lupin] ***
Capitolo 5: *** Say something [Neville Longbottom, Blaise Zabini] ***
Capitolo 6: *** Niente da proteggere [Pansy Parkinson] ***
Capitolo 7: *** And you? [Sirius Black, Severus Snape] ***
Capitolo 8: *** Poison and Fear [Harry Potter, Hermione Granger, Albus Severus Potter] ***
Capitolo 9: *** Quello che non dicono dei pre-partita [Sirius Black/Oliver Baston] - La vita che scorre [Famiglia Tonks] ***
Capitolo 1 *** La Fata del Quidditch [Andromeda Black, Oliver Baston] ***
Note di Alexiel: Avrei voluto aspettare prima di pubblicare, ma alla
fine ho ceduto, anche perché oggi è arrivato a
casa un nuovo
ospite. Un adorabile cricetino che io e mia sorella abbiamo chiamato
Anacleto. E’ l’amore, non sta mai fermo. E
così gli do il
benvenuto e ammorbo voi – due in uno U_U
Come nell’altra raccolta, Cadono le maschere, anche questa
è piena
di personaggi diversi e i temi variano da una doubledrabble
all’altra. Infatti, il Contest prevedeva l’uso di
avvertimenti/personaggi/prompt diversi per ogni fanfiction.
Questo è l’elenco dei personaggi da me fornito, a
cui poi la
giudice, attraverso uno schema preimpostato, ha fatto corrispondere i
vari avvertimenti.
Voilà:
1
Albus Severus Potter
2 Sirius Black
3
Hermione Granger
4
Andromeda Black
5
George Weasley
6
Oliver Baston
7
Pansy Parkinson
8
Neville Paciock
9
Remus Lupin
10
Harry Potter
Ho
cambiato solo
l’ordine di pubblicazione, non chiedetemi perché.
Lo preferisco
così com’è ora. Well, ecco a voi il
primo capitolo!
[Visto
che posso inserire al massimo tre generi, e nella raccolta ne sono
presenti parecchi, utilizzerò sempre uno specchietto
introduttivo per avvisarvi]
A Delicious
Dissonance*
[*titolo
del 427 capitolo del manga “Bleach”.]
In attesa dei risultati: Partecipa al Contest indetto da S0emme0S:
Warnings Contest
La
Fata del Quidditch
[Hurt/Confort
– Oliver Wood – Andromeda Black Tonks –
200 parole – Rating:
Verde]
Era
una cosa tremenda.
Oliver
Wood era chino sui resti della sua piccola scopa e pensava di aver
fatto qualcosa di terribile per meritarselo.
Aveva
nove anni e la sicurezza che quello sarebbe stato tutto il suo
futuro.
“Era
il mio biglietto d’entrata per un mondo glorioso.”
Mentre
balbettava sui suoi sogni incredibili, una donna dai capelli scuri lo
vide. Abitava nel cottage lì vicino e, se non si sbagliava,
a pochi
chilometri c’era casa Wood.
“Oh,
capisco.” disse Andromeda Tonks, palesandosi. Oliver
tirò su con
il naso e alzò lo sguardo.
“La
può riparare?” quella doveva essere la fata del
Quidditch giunta
per soccorrerlo. Era bella e i suoi occhi così grandi e
gentili che
non poteva non esserlo.
“Mi
dispiace, ragazzo, ma non posso fare questo per te.” rispose.
Si
inginocchiò accanto a lui e gli posò una mano
sulla spalla.
“E
che può fare?” la sua voce era così
disperata che Andromeda non
se la sentì di lasciarlo lì.
“Ti
posso offrire del succo di zucca e un passaggio a casa.”
“Con
una scopa da corsa?” esclamò Oliver, speranzoso.
Andromeda
sorrise. I bambini recuperavano sempre così in fretta.
“Vedremo.”
Oliver
raccolse i pezzi della scopa e la seguì. Dopotutto era la
Fata del
Quidditch.
Prossimo capitolo:
Albus Severus Potter
Come sempre, i
commenti fanno tanto piacere <3
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Capitolo 2 *** What to do when baby won't sleep [Albus Severus Potter] ***
What
to do when baby won’t sleep
[Missing
Moment – Albus Severus Potter – (Harry Potter,
Ginevra Weasley,
Ron Weasley, Percy Weasley) – 200 parole – Rating:
Verde]
Albus
Severus Potter era un bambino tranquillo, ma sembrava intollerante ai
sonnellini pomeridiani.
“Ma
non vuole dormire...”
“Zitto,
Ron! I bambini hanno bisogno di dormire!”
Ron
guardò la sorella e poi Harry, seduto in poltrona a godersi
la scena
in silenzio, ammutolendo.
Ginny
percorreva avanti e indietro il salotto, fermandosi ogni tanto e
dondolandosi sul posto. Ron pensava semplicemente che a suo nipote
sarebbe venuta la nausea. Harry contava i secondi mentalmente,
aspettando. Albus poteva anche essere intollerante ai sonnellini, ma
c’era qualcosa che l’avrebbe steso per ore.
Tre.
“Ron,
siediti, per Merlino!”
Due.
James,
quasi tre anni, arrivò trotterellando in salotto con quella
che
sembrava una Caccabomba. Se non fosse stato per l’istinto
materno
Weasley, Ginny avrebbe lasciato cadere Al per farla ingoiare a suo
fratello. Perciò fulminò Ron, ordinandogli di
far sparire quella Caccabomba.
Uno.
Harry
si alzò dalla poltrona, osservando le fiamme del camino
diventare
verdi. Un attimo dopo, perfettamente pulito grazie a un incantesimo,
comparve Percy Weasley.
“Dai
Al a me, tesoro. Ci penso io.” disse Harry, baciando la
moglie
sulla guancia.
“D’accordo.
Io preparo la cena.” ricambiò il bacio
“Ciao, Perce” e sparì
in cucina.
Infine
Harry rivolse un gran sorriso a Percy.
“Allora,
Percy, dovevi parlarmi delle misure di sicurezza che il
Ministro...”
Al
stava già sbadigliando.
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Capitolo 3 *** Odore di pozioni [Albus Severus Potter, Neville Longbottom] ***
Odore
di pozioni
[Prompt
a scelta: Odore di pozioni – Albus Severus Potter – Neville
Longbottom – 198 parole – Rating: Verde]
Qualche
volta, quando Neville scendeva nei sotterranei, il forte odore delle
pozioni lo faceva rabbrividire un po’. Ricordava i calderoni fusi e
le occhiate micidiali del professor Snape; non negava che, nonostante
quell’uomo fosse considerato un eroe, un po’ di antico timore
rimaneva.
“Salve,
professore.” Albus Potter sbucò dall’aula con un’ampolla tra
le mani, un sorriso enorme e due fossette sulle guance. A tredici
anni lui usciva da quell’aula con roba verde tra i capelli e
ustioni sui polpastrelli. Al invece aveva persino il nodo alla
cravatta perfettamente fatto. Harry diceva sempre che aveva ereditato
il talento di Lily.
“Buongiorno,
Al.” rispose cordiale. “Porti un po’ di pozione in infermeria?”
“Già.
C’è un’epidemia in giro... Le scorte non bastano.” spiegò.
“Lei che ci fa qui, professore?”
Neville
si strinse nelle spalle.
“Se
avessi la tua età risponderei per scrostare calderoni.” ridacchiò
“Ora ci vengo per riflettere.”
Paradossalmente,
era il secondo posto, dopo le serre, in cui riusciva a pensare. Lo
trovava familiare.
“Spero
che le sue riflessioni non le abbiano fatto dimenticare che tra
cinque minuti ha lezione, professore.”
Neville
sussultò.
“E’
davvero così tardi?”
Al
sorrise.
“Già.”
e trotterellò via.
In
un modo o nell’altro, però, l’odore familiare di quei
sotterranei lo metteva sempre nei guai.
Note:
Visto che dei risultati non si sa ancora nulla, io continuo a
pubblicare :)
Prossima: HORROR (una specie .-.):
Remus Lupin, George Weasley.
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Capitolo 4 *** Hai preferito la pratica [George Weasley, Remus Lupin] ***
Hai
preferito la pratica
[Horror
– George Weasley – Remus Lupin – 200 parole – Rating: Giallo]
A
George Weasley non piaceva scrivere temi. Aveva altro da fare, e poi
era la pratica ciò che contava. Una volta l’aveva sussurrato, ma
era sicuro che Lupin l’avesse sentito.
Aveva
le zanne ricoperte di sangue e gli occhi inferociti. Era un Lupo
Mannaro.
“Preferisci
la pratica, signor Weasley?” la voce del Lupo gli rimbombò nella
testa e gli penetrò il petto.
Cominciò
a sanguinare, come se zanne invisibili lo colpissero. Ma il Lupo
restava lì a guardare. Sembrava che comunicasse con la mente.
“Che
maledizione è signor Weasley?”
Ancora
dolore, ancora sangue.
George
urlò di dolore. C’era solo oscurità, tranne rari sprazzi di luce
abbagliante che gli mostravano il mostro.
“P-professore...”
Si
sentì spingere all’indietro da una forza immensa, che gli mozzò
il respiro.
“Rispondi.”
Soffocando
dentro se stesso, George cercò di rialzarsi.
“S-schiantesimo.”
Un
dolore lancinante lo paralizzò, facendolo urlare più forte. Il
corpo andava a fuoco.
“Questo?”
Era
la Maledizione Cruciatus, ma non poteva rispondere.
“Ti
punirò se non risponderai.”
Il
dolore aumentava ogni secondo che passava. Stava per svenire,
impazzire, dimenticare chi fosse.
“No?”
Lo
sapeva... Ma impazziva di dolore
“Se
questa fosse stata solo teoria ti avrei dato una D. Ma hai preferito
la pratica.”
Silenzio
di terrore.
Svegliandosi
terrorizzato, nel cuore della notte, George udì un ululato
frantumare il silenzio.
Ovviamente
si tratta di un sogno e ovviamente il Lupin che vedete qui
rappresentato è solo un "demone" nei sogni di George la cui fantasia,
poveretto, ha lavorato anche troppo. E lo so che in teoria George - e
tutto il resto della scuola o quasi - non conosce il segreto di Remus.
Diamo la colpa alla fantasia di George, di nuovo. E poi il nostro
subconscio è molto più complesso e "attivo" di quanto crediamo, quindi
magari la parte non-cosciente di George avrebbe potuto intuire il
segreto di Lupin. D'accordo, sono una paraculo pazzesca, lasciamo
perdere XD
Si
presume che sia una fanfiction horror, ma non ne sono sicura. Non sono
mai stata capace di scrivere questo genere di storie, perciò... Non ho
grandi pretese.
Prossimo: Neville/Blaise. AU
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Capitolo 5 *** Say something [Neville Longbottom, Blaise Zabini] ***
Say something
[AU - (Blaise
Zabini)/Neville Longbottom – 200 parole – Rating: Verde –
Avvertimenti: Slash]
Neville
Longbottom faceva tante scoperte ogni giorno, soprattutto quando
leggeva.
La
scoperta di quel giorno non l’avrebbe trovata nei libri, tuttavia.
Stava scoprendo quanto fosse inebriante e stordente guardare le
labbra dell’avvocato divorzista che il suo amico Ernie gli aveva
presentato.
Sorseggiavano
un caffè, da
Starbucks,
e Blaise Zabini ancora non riusciva ad apparire come un normale e
volgare essere umano. Oh, di umano aveva tanto, tranne l’apparenza.
“Sei
sposato?” gli chiese.
“Ehm...
no.” rispose Neville, alla ricerca di qualcosa di intelligente da
dire. Niente.
“Capisco.”
replicò Blaise. Pure il nome aveva qualcosa di perfetto tra le
sillabe.
Dì
qualcosa!
“Perché
fai l’avvocato divorzista?” perché
mi piace vedere i matrimoni saltare per aria.
“Mia
madre.” rispose serafico.
“Ah...
professione di famiglia.”
“No,
ha divorziato sette volte.”
Neville
guardò intensamente il tovagliolo, sperando che cominciasse a
cantare. Qualsiasi cosa.
“Dell’ultima
causa mi sono occupato io.”
“Ah.”
“E
tu? Perché hai scelto la botanica?”
Neville
deglutì. Aveva un modo di parlare che ghiacciava, come se non fosse
interessato a quello che avrebbe detto. Ma i suoi occhi lo
analizzavano.
“Mi
piacciono le piante.”
Blaise
strinse gli occhi, scrutandolo...
“Oh...
non solo quelle.” specificò, quasi urlando.
...
e si rilassò.
“Bene.”
A
Neville sembrò che il mezzo sorriso di Blaise avesse fatto arrossire
anche il tovagliolo.
Note:
Essendo una AU, ho preferito non far morire i mariti della signora Zabini. Mi sembrava troppo macabro come argomento da primo appuntamento e Neville era già nervoso di suo XD Spero mi concediate questa piccola licenza.
Prossima: Pansy Parkinson
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Capitolo 6 *** Niente da proteggere [Pansy Parkinson] ***
Niente
da proteggere
[Post-saga
– Pansy Parkinson – 197 parole – Rating: Verde]
Pansy
non era coraggiosa.
Tutti
l’avevano sibilato a Hogwarts.
Pansy
si portava addosso il profumo disturbante della codardia e del
tradimento: si incastrava tra le unghie e tra le pieghe dei vestiti
puliti.
Gli
occhi degli altri lo confermavano. Non si voltava mai, si lasciava
scivolare dalle mani quei sibili.
Anche
ora, guardando suo figlio tornare da Hogwarts, non riusciva a
pentirsene. Forse perché allora non aveva niente da proteggere. Non
aveva niente,
solo se stessa. Ancora lo sentiva il profumo marcescente della paura,
quella che abbatte il coraggio perché si nutre di vigliaccheria.
Sentiva quell’odore ogni volta che poggiava la testa sul cuscino,
prima di chiudere gli occhi. Nel sonno vedeva ragnatele spazzate via
da un vento nero, rivedeva frammenti della Battaglia che aveva perso;
forse era la decadenza che oscurava ciò che non aveva mai brillato.
Si scopriva debole. Troppo per contrastare il suo stesso veleno, per
restare. Era l’anima che si rifugiava nella ragnatela e si offriva
al ragno, suo padrone. Era l’anima che si perdeva nel buio.
La
fuga aveva alleviato il senso di smarrimento, ma le era rimasto
l’odore delle ragnatele sul viso. E quando abbracciava suo figlio
sperava che lui quell’odore non dovesse sentirlo mai.
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Capitolo 7 *** And you? [Sirius Black, Severus Snape] ***
And
you?
[Slash
- Sirius Black/(Severus Snape) – 200 parole – Rating: Giallo –
Avvertimenti: Slash]
Da
quando Dumbledore aveva imposto l’Incanto Fidelius su Grimmauld
Place a Sirius sembrava di vivere in una casa che non esisteva. Chi
non conosceva l’ubicazione dell’Ordine non poteva vedere quella
casa, come se non esistesse.
Passava
tutto il giorno lì dentro, a osservare pareti odiate. Non era mai
stato il benvenuto; ora che era tornato la casa aveva annullato se
stessa: se
non posso cancellare te, mi annullerò io.
“Che
espressione miserevole, Black.”
Peccato
non potesse annullare l’esistenza di quell’individuo.
“Cosa
vuoi, Snivellus?”
non esisteva la casa, non esisteva la cortesia. Non tra di loro.
Severus
Snape avanzò attraverso stanza – inesistente – e gli porse dei
documenti.
“Dumbledore.”
Sirius
strinse le labbra.
“Tutto
qui?”
Snape
gli rivolse un sorriso beffardo.
“Cosa
vuoi, Black?”
“Consegne,
Snivellus.” sogghignò un Sirius più giovane.
L’altro
lo guardò sospettoso, senza avvicinarsi.
“Hai
paura?” rise Sirius, avanzando. Vicino al suo viso, dentro i suoi
occhi.
Sempre
quell’espressione di odio e disgusto quando lo toccava. Sirius
voleva cancellarla.
“Dumbledore
ti manda una letterina.”
Gli
occhi non lo abbandonarono mentre gli infilava la lettera in tasca.
Non
mi toccare.
“Se
hai
finito...”
“Oh,
io
ho finito.” sembrò domandargli: e
tu? Ce l’hai fatta?
Sirius
soffocò un urlo quando la porta si chiuse.
Il
dolore esisteva. Sempre.
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Capitolo 8 *** Poison and Fear [Harry Potter, Hermione Granger, Albus Severus Potter] ***
Poison
and Fear
[Baby
Fic – Harry Potter – Hermione Granger – (Albus Severus Potter
più riferimenti a Voldemort) – 200 parole – Rating: Giallo]
Harry
osservava Albus, il naso appiccicato al vetro della nursery. Aveva
gli occhi verdi spalancati e chiudeva e riapriva le mani minuscole.
C’era
Hermione con lui e lanciava sguardi inteneriti ai due.
Fu
solo un attimo, ma a un certo punto vide l’amico farsi pensieroso.
“Qualcosa
non va, Harry?” chiese.
“Non
dovrei pensarci più.” cominciò Harry “Ma... pensavo che lui
non ha avuto tutto questo.”
Hermione
capì.
“Nessuno
l’ha guardato come sto facendo io con Albus.”
Ripensò
a quando aveva visto Voldemort a King’s Cross. Gemiti e sangue,
orrore e disgusto, la voce di un bambino nato troppo presto o troppo
tardi che piangeva lacrime di veleno per la vita e lacrime di paura
per la morte. Era lì che aveva sempre vissuto Voldemort: alla
fermata di un mondo che separava vita e morte. Harry aveva esitato
davanti a quella creatura, perché lì non c’era la vita, ma il suo
rifiuto. Non c’era la morte, ma il suo grido di terrore.
“Non
puoi darti la colpa, Harry. Sono stati gli errori di un altro a
creare Voldemort.”
Albus
Severus respirava tranquillo al di là del vetro. Non c’erano
esitazioni nel suo respiro.
“Andrà
tutto bene.” Hermione gli sorrise e Harry annuì.
E
quando si allontanarono dal vetro, Albus si addormentò, tranquillo.
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Capitolo 9 *** Quello che non dicono dei pre-partita [Sirius Black/Oliver Baston] - La vita che scorre [Famiglia Tonks] ***
Ed
ecco le ultime due drabble della raccolta.
Alexiel.
Quello
che non dicono dei pre-partita
[Romance
– Sirius Black/Oliver Baston – 200 parole – Rating: Giallo –
Avvertimenti: Slash]
Oliver
Wood non aveva mai confuso la vita sportiva con quella privata. Mai.
Se pensava di riuscire a parare le cannonate di quel genio di Fred
Weasley mentre aveva in mente il viso affascinante di un certo Sirius
Black sognava.
“Sto
per andare in campo!” lo ammonì, mentre lo bloccava nello
spogliatoio. Erano usciti tutti e lui si sarebbe preso una strigliata
epocale. Soffocò un gemito quando Sirius gli baciò il collo.
“Non
mi pare di aver sentito il fischio di inizio. E poi la tua squadra ha
una buona difesa. Resisteranno senza di te per qualche minuto.”
‘Vaneggia.’
pensò Oliver. Si era trovato un ragazzo pazzo. Completamente.
“La
partita non inizia senz– Dio!”
“Ma
va’... c’è bisogno del miracolo per calciare una palla?”
ridacchiò Sirius, alzando il viso e baciandolo con foga. Il modo in
cui quel dannato baciava, facendogli esplodere gli ormoni, avrebbe
dovuto farlo retrocedere, perché dopo non avrebbe più camminato.
“WOOD!
SEI MORTO?!”
L’urlo
dell’allenatore fece grugnire di disappunto Sirius.
Oliver
lo guardò e cercò di fare l’uomo (sportivo).
“Augurami
buona fortuna.”
Sirius
sbuffò.
“Ma
se le pari tutte...” significava: ti amo.
“Lo
so.” un altro bacio e sparì in campo.
Poi
l’avrebbe placcato nella doccia e lui avrebbe detto:
idiota, quello è il rugby.
La
vita che scorre
[Gen
– Andromeda Black Tonks/(Ted Tonks – Nymphadora Tonks) – 200
parole – Rating: Verde]
Andromeda
Tonks amava essere impegnata. Cercava di esserlo la maggior parte
della giornata: occuparsi di Nymphadora, leggere, mandare avanti la
casa e ricordare a suo marito che nel mondo dei maghi la televisione
non esisteva e che non sarebbe morto di noia se avesse spento quella
scatola rumorosa per qualche ora.
“E’
la partita, cara.”
“Sono
i miei nervi, caro.”
Andromeda
Black Tonks non era una donna sadica. Purosangue sì, ma fuori di
testa no. In fondo Ted sapeva che quando Dromeda faceva sparire il
telecomando per stargli vicino lo faceva solo per ricordarselo. Di
non essere quello che volevano diventasse, che era una donna
impegnata, una madre, una moglie che aveva scelto felicemente di
affondare in un divano troppo piccolo, ascoltando sua figlia al piano
di sopra inciampare anche nel vuoto.
“Dora,
tesoro, tutto bene?”
“Sì,
papi. Il tappeto... Ahi!
Chi ha spostato il muro?!”
Andromeda
sorrise, mentre Ted le avvolgeva le spalle con un braccio.
“Anche
se fai il romantico quella scatola resterà spenta.”
Ted
scosse il capo, una mezza risata sulle labbra, e strinse sua moglie,
ricordandosi che non lo faceva spesso.
“Ahia!”
“Piantala
di fare il romantico e va’ ad aiutare nostra figlia.”
Ma
ogni tanto riposava e ascoltava la vita scorrere.
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