A Christmas Carol

di Chibi_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Questo stupido Natale ***
Capitolo 2: *** Vecchi amici e pomodori allucinogeni ***
Capitolo 3: *** Looking retour ***
Capitolo 4: *** Chi rende grazie per le cose che ha ***
Capitolo 5: *** A sad prediction for the future ***
Capitolo 6: *** And so this is Christmas ***



Capitolo 1
*** Questo stupido Natale ***


  okok, qualche parolina prima di cominciare.... che posso dirvi, il clima natalizio è dappertutto, ovunque mi giri... e tutti questi video/fan art natalizie di Hetalia mi hanno fatto venire voglia di scrivere qualcosa, quindi alla fine è uscita sta cosa, soprattutto grazie a una chiaccherata con una mia amica (nippon93),che mi ha mooolto aiutata ^___^  (Ti ho citata, sei contenta ora??? XD)
ovviamente è ripreso da "a Christmas Carol", all'inizio doveva essere una one-shot, ma alla fine sarà un po' più lunga.......
il protagonista è l'unico personaggio che io aborro profondamente, non ho idea del perchè abbia scelto lui.....no, ok lo so, perchè lui è perfetto per fare la parte del vecchiaccio tirchio guastafeste e rompiballe xD (si, ok, forse mi sono leggermente divertita a dargli proprio questo ruolo, ma vabbè XD) <--- mi perdonino le fan di Austria
ho messol'avviso di OOC perchè, nonostante io non sopporti Austria, non credo che per quanto ottuso possa essere sia così tanto freddo e scostante
l'unica cosa è che spero di finirla entro natale, altrimenti.... altrimenti niente .-.  pazienza...
ok, ho scritto una  premessa lunga e totalmente inutile, scusate..... ditemi che ne pensate ^__^




 

01-Questo stupido Natale.


La vigilia di natale…. Il giorno in cui gli adulti sospirano per l’arrivo delle meritate vacanze, il giorno in cui l’eccitazione dei bambini è alle stelle, poiché sanno che il giorno dopo a colazione ci saranno ad attenderli tanti meravigliosi doni, il giorno in cui tutto il mondo sembra condividere quella dolce attesa che precede quel giorno tanto carico di significati…. Si, perché è questo che aspettano tutti trepidanti: il Natale.

Dopotutto, a chi non piace il Natale? Con le sue luci sgargianti, la sua gioia, la Santa Messa, le benedizioni, gli auguri, l’albero, i regali, il cenone insieme alle persone che si amano… il Natale piace a tutti.
Si, proprio a tutti, tranne che a Roderich Eldenstein.
 
Roderich Eldenstein era un giovane viennese che aveva ereditato dal padre una fiorente attività e grazie a questa aveva fatto fortuna. Era una persona colta, amante della musica e dai modi impeccabilmente eleganti e viveva con il suo solo e unico grande amore: il denaro
Era questo ciò che dava un senso alla sua vita: accumulare denaro, sempre di più, sempre di più, senza mai spenderne un centesimo. Infatti la sua ricchezza era direttamente proporzionale alla sua avarizia,e ciò l’aveva fatto allontanare da tutti, finché non finì per passare ogni Natale a casa da solo.
Nonostante ciò lui non era dispiaciuto, nel Natale trovava solo aspetti negativi: il frastuono assordante della città, la folla di gente che si riduceva a pensare ai regali da fare all’ultimo momento, e poi c’erano il freddo, la neve, le richieste dei parenti che chiedevano imperterriti di passare la vigilia con loro nonostante il numero di rifiuti non si contava ormai più… per non parlare del fattore ferie. Con quel dannatissimo natale Roderich era obbligato a chiudere le fabbriche e a mandare a casa i lavoratori, e ciò comportava un arresto di tutte le attività, quindi un arresto delle entrate di denaro. Si, l’austriaco odiava decisamente il natale.
 
“Ma perché questi pensieri adesso?” si chiese Roderich osservando svogliatamente i fiocchi di neve cadere sulla città tutta illuminata e addobbata,. Avrebbe dovuto fare il calcolo dei guadagni di quel mese, non arrovellarsi in pensieri alquanto controproducenti. Si allontanò dalla finestra e si sedette alla scrivania, tirandone fuori un mucchio di incomprensibili grafici a linee e sistemandosi meglio gli occhiali da vista sul naso, pronto per cominciare, ma venne interrotto dal bussare della porta
-Avanti-
Dalla porta apparve il bel viso di un ragazzo castano, la pelle leggermente abbronzata e due grandi occhi verdi
-Buongiorno Roderich…..cioè signor Eldenstein, è permesso?-
-Carriedo, muoviti ad entrare e dimmi cosa vuoi.-
Il ragazzo era Antonio Fernández Carriedo, uno degli ultimi dipendenti che aveva assunto… era da qualche mese ormai che lavorava per lui e, benché non facesse né meglio né peggio degli altri dipendenti, a Roderich non andava proprio a genio il suo carattere: troppo espansivo e solare, nel lavoro ci vuole serietà e diligenza, non spensieratezza e una testa perennemente fra le nuvole!
-Ecco, mi scusi per il disturbo, sono infinitamente dispiaciuto, non avevo intenzione di disturbarla, cioè, il disturbo è una brutta cosa…. E so benissimo che deve lavorare….- si sfregava nervosamente le mani fra di loro –non è che io intenda disturbarla più di tanto, ma…-
-Mi vuoi dire che accidenti vuoi? Devo lavorare io!- sbottò scocciato  l’austriaco stanco dei giri di parole dello spagnolo
-Si, scusi! Ecco, sono venuto qui per… p-per chiederle…..- le iridi verdi del ragazzo fissarono imbarazzate (o spaventate?) le proprie scarpe – per chiederle… seoggipotevadarmiungiornodiferie!- disse tutto d’un fiato alla fine.
Roderich sperò di aver capito male
-Come scusa?-
Anche Antonio sperò di aver detto male, ma poi si ricordò dei motivi che l’avevano spinto fin là e si fece coraggio, alzando finalmente lo sguardo
-Vorrei chiederle un giorno di ferie, signore. Vede…. Oggi è la vigilia di natale, e io vorrei passarla con la mia famiglia, se mi è permesso….-
Roderich assottigliò lo sguardo sullo spagnolo, si sistemò le lenti meglio e incrociò le mani tra di loro, il tutto con un’estrema lentezza
-Carriedo…- disse infine – fammi capire bene, tu vorresti delle ferie?-
-Beh…si, signore…-
-E dimmi, non ti basta il fatto che domani devo (forzatamente) chiudere e potrai stare con la tua famiglia domani?-
-Si, lo so benissimo, ma mi chiedevo…
-E dimmi un po’,nel frattempo chi baderà alle tue mansioni?-
-B..beh…. è soltanto per una giornata e comunque Yao Wang, quello che sta vicino al mio reparto, sa fare un po’ tutto, nel caso di bisogno potete sempre…-
-Siete tutti così voi!- urlò infine l’austriaco – Siete un branco di scansafatiche, ecco cosa siete!Non vi basta il fatto che domani ve ne state tutto il giorno a casa senza fare niente, no! Ti rendi conto se tutti facessero come te? Eh? Oggi mi chiedete un giorno, e domani? Un mese?-
-Signore, si calmi, io non…-
-E’ qui che lavora il fratellone? Eh? È qui?-
La voce di un bambino li interruppe e i due ragazzi si accostarono alla finestra per sapere chi aveva parlato
Accanto al cancello della fabbrica stavano tre persone: una ragazza dai capelli biondi insieme a due bambini castani.
Il più piccolo dei due strattonò il lungo cappotto della ragazza
-Nè, né!  È qui che lavora il fratellone Antonio?- chiese entusiasta.
La ragazza si sistemò meglio la sciarpa e prese in braccio il bambino, sorridendo
-Si, vedete che bel posto?-
L’altro bambino fece qualche passo verso la grande fabbrica
-Questo ammasso di ferro grigio sporco e puzzolente sarebbe un bel posto? Certo che è proprio il posto adatto per quell’idiota!- venne zittito dall’occhiata di rimprovero che gli lanciò la bionda
-Romano, non fare così! Antonio lavora duramente per noi visto che solo con lo stipendio di mio fratello non ce la facciamo, lo sai bene.-
-Si….. ma resta comunque uno stupido…. E sono stupidi anche i suoi capi!- sbottò dando un calcetto a un mucchio di neve –Certo che potrebbero farlo stare di più a casa… quel bastardo non c’è mai!-
La giovane fece una risatina
-Stai dicendo che ti manca quando è al lavoro, Romano?-
-C..CERTO CHE NO!-
-Veeeeh, speriamo che torni a casa presto- s’intromise l’altro bambino facendo tante nuvolette di vapore e divertendosi a guardarle svanire
La bionda fece scendere il piccolo a terra e li prese entrambi per mano
-Che dite, torniamo a casa così facciamo trovare ai nostri due lavoratori una bella cenetta?-
-Si, si! Posso aiutarti a cucinare?- chiese iniziando a saltellare uno –Possiamo cucinare la pasta?-
-Feliciano, non abbiamo abbastanza ingredienti….. temo che ci dovremo accontentare di un po’ di stufato… Ci aiuterai anche tu, caro?-
-Tzè, avete mai sentito parlare di sfruttamento minorile?-
-Dai, fratellone, Antonio sarà tanto contento!-
 E tra le risate della ragazza e i borbottii dei bambini, le tre figure si allontanarono pian piano nella neve
 
-Quelli sono i tuoi parenti?- chiese l’austriaco al ragazzo accanto a lui, guardandolo rimase sorpreso dell’espressione estremamente dolce e serena che esibiva lo spagnolo, mentre continuava a guardare le tre figure allontanarsi
-Si… sono la cosa più importante che ho…. Lei e suo fratello abitano con me da tanto ormai, mentre i due bambini sono trovatelli che abbiamo accolto con noi.-
Roderich si allontanò dalla finestra e guardò la miriade di fogli che invadevano la scrivania poi, senza guardare in faccia l’ispanico, con un tono scocciato fece:
-Questa sera e basta, Carriedo, se ti risento nominare ancora la parola “ferie” ti licenzio in tronco, capito?-
Il ragazzo sembrò riscuotersi e guardò incredulo il suo datore di lavoro
-Ma allora posso davvero….?-
-Vattene dalla mia vista prima che cambi idea, nullafacente che non sei altro!-
E tra una cascata di “si signore! Grazie signore!” e una decina di inchini, Antonio se ne andò dalla stanza, lasciando Roderich da solo con i suoi pensieri.
 
Era bella la villa di Roderich, grande, maestosa…. Eppure era sempre fredda, per quanto l’austriaco ordinasse alle domestiche di tenere accesi i camini. Lasciò il cappotto nell’ingresso ed andò a cambiarsi, pronto per andare a letto.
-Stupido Carriedo, stupida vigilia, stupido Natale.- sbottò scocciato sedendosi sul letto. La sua vista venne attirata da una fotografia che giaceva impolverata sul comodino.
Ritraeva tre persone, tre persone che Roderich conosceva bene: a sinistra stava un ragazzo alto e slanciato,con i capelli argentei e gli occhi scarlatti e un espressione di sfida sul volto, teneva un braccio intorno alle spalle di una ragazza castana poco più bassa di lui, aveva un’espressione dolce e serena, mentre nella foto era stata catturata nel momento in cui sfiorava la mano dell’altro; infine, al centro della foto, stava un bambino biondo dagli occhi incredibilmente azzurri, il fratellastro del ragazzo più grande,che esibiva un’espressione seria, forse troppo per la sua giovane età. Gilbert, Elizabeth  e il piccolo Ludwig, una volta erano ciò che Roderich aveva associato di più al concetto di “famiglia”. Loro ogni anno gli chiedevano di trascorrere il Natale insieme, fregandosene dei rifiuti stizziti che l’austriaco gli rifilava ogni anno, Roderich si domandava per quanto quella storia sarebbe andata avanti, quei due non avevano niente di meglio di cui preoccuparsi? Come ad esempio la salute cagionevole del piccolo bambino biondo? Certo che no, dovevano andare a importunare lui, ovviamente.  Ripose la fotografia sul comodino e finalmente si decise a prendere sonno.
Un sonno molto breve, poiché Roderich si svegliò di soprassalto, sentendo un forte rumore di catene e dei passi che si avvicinavano alla sua stanza



 N.d Ary: AHAHAHA, ODDIO MA CHE COS'E'???? XDDD <--- della serie: commenti intelligenti

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Capitolo 2
*** Vecchi amici e pomodori allucinogeni ***


 02- Vecchi amici e pomodori allucinogeni

 
Roderich si mise velocemente a sedere sul letto spaventato: chi era a quell’ora della sera? E come aveva fatto ad entrare? E le domestiche? Forse…Forse era un ladro! Sì, sì, era sicuramente qualcuno venuto per derubarlo. Beh… non avrebbe avuto i suoi soldi tanto facilmente!
Cercò qualcosa per difendersi e nella stanza ripiena di strumenti musicali la sua scelta cadde su un vecchio violino che alzò in aria aspettando di darlo in testa al malfattore appena fosse entrato.
Tutto d’un tratto dall’oscurità apparve un viso.
“Come ha fatto ad aprire la porta?” pensò l’austriaco notando un attimo dopo che in effetti era ancora ben chiusa.
-Ma che..?- Il corpo della persona davanti a lui stava… attraversando la porta?
Roderci lasciò cadere spaventato il violino e arrancò indietro fino al letto, guardando terrorizzato la figura che gli si era materializzata davanti
-Roderich Eledelstein…..- disse quello con voce rauca.
-Chi…chi siete?-
-Come? Dovresti riconoscermi.-
L’austriaco lo osservò bene: era un uomo che aveva più o meno la sua stessa età, i capelli erano portati in un caschetto  e gli occhi erano di un verde quasi surreale; il corpo, di un colore inspiegabilmente semi trasparente, fluttuava a mezz’aria ed era avvolto da una lunga catena che terminava in un pesante macigno.
-…..Mi dispiace, ma no-
Il nuovo arrivato sembrava deluso
-Ma come? Sono il tuo socio in affari!-
-Impossibile, l’unico socio che ho avuto è morto sette anni fa-
-E infatti…. Cos’è, Rod, ti sei rimbambito in questi anni?-
-Ma quindi….- Roderich era incredulo – Tu sei Vash Zwingli?-
-Esatto-
-Ah…….-
-……..-
-…Che bello rivederti.-
Roderich era una persona razionale, non credeva ai fantasmi. Sicuramente quella cosa che aveva davanti era…un’allucinazione? Eppure non aveva mangiato pesante a cena, forse sarà stato qualcosa andato a male…. Il formaggio, magari, no anzi, i pomodori, quegli stupidi pomodori che aveva avuto da quel suo dipendente tanto sorridente e irritante. Sì, dovevano essere stati sicuramente i pomodori. Ok, però ora che doveva fare? Aspettare che svanisse?
-Che bella la tua catena….- affermò infine non sapendo bene cosa dire.
Il fantasma si sfiorò la grossa catena che lo avvolgeva, quasi accarezzandola, per poi sporgersi verso l’austriaco
-Questa è la catena che mi sono fabbricato quando ero in vita. Giorno dopo giorno, ne ho costruito ogni singolo pezzo e ora non posso separarmene, neanche per un momento di sollievo e di pace. Per questa catena mi sono allontanato dalle persone che mi amavano per rifugiarmi  nelle cose materiali. Così pago i miei sbagli e sappi che la tua, di catena, è già molto più massiccia e pesante della mia-
-Ma di quali sbagli parli? Eppure in vita sei stato un eccellente uomo di affari-
Vash esibì un’espressione sofferente –Sono stato uno stupido, Roderich. Non ho mai capito che cosa era veramente importante nella vita. Tutto ciò che ritenevo fondamentale era solo una misera illusione di felicità, ero cieco, e come puoi vedere adesso ne pago le conseguenze. Ora ascoltami bene, perché non ho molto tempo-
-Che dovrai mai fare, adesso che tanto sei morto?-
-Secondo te gli spiriti posso fare il loro comodo? Diamine, Roderich, sei veramente peggiorato dall’ultima volta che ci siamo visti. Prenderei volentieri una tazza di tè con te, ma mi sa proprio che dovrò rinunciarvi.- sbottò sarcastico
-Sei rimasto irascibile come al solito, eh?-
-IO NON SONO IRASCIBILE! Ora ascoltami e stai zitto, sono venuto qui per avvertirti, hai ancora una possibilità per sfuggire al mio destino e vedi di non fartela scappare.-
L’austriaco si sporse verso lo spirito, ascoltandolo attentamente –Che cosa devo fare?-
Tu riceverai la visita di tre spiriti…-
-…… Preferirei di no-  Altri tre? Perché, non gli bastava questo? Basta, appena quella pagliacciata sarebbe giunta al termine avrebbe licenziato quell’avvelenatore di Carriedo e avrebbe trovato un modo per liberare la città da tutti i pomodori, diamine!
- Vuoi stare un po’ zitto? Ma lo sai quanto mi è costato venire qui? Dicevo…essi ti faranno fare tre differenti viaggi. Seguili e  cerca le risposte alle tue domande, Rod-
-Io non ho nessuna domanda-
Vash lo guardo con... compassione, forse?
-Ti faccio i miei migliori auguri Roderich, spero tanto che tu non vada in contro alla mia stessa sorte.-
E detto questo, il fantasma se ne andò com’era venuto.
 
Ormai incapace di addormentarsi, Roderich uscì dalla sua stanza e girovagò un po’ per la grande casa, cercando qualcosa che lo tenesse mentalmente impegnato
-Se mi concentro su qualcos’altro magari questa strana intossicazione  non mi causa altre visioni magari…- borbottò speranzoso l’austriaco
Attraversò il grande salone e controllò la posta che avevano riposto le domestiche prima di andarsene: niente d’importante….una era addirittura la lettera di un vecchio ospedale, la aprì e dette una rapida occhiata
-Mmmm….il nostro edificio ospita vecchi e bambini, bla bla…..ultimamente le spese sono state insostenibili….. è quasi Natale…..donazione…..- non finì neanche di leggere che la lettera finì accartocciata e gettata malamente nel cestino.
Tzè, non era certo arrivato dov’era facendo elemosina, lui! Che se li guadagnino da soli i soldi che gli servono.
Diede un rapido sguardo alla lettera e ripensò allo strano incontro di quella sera.
-Un’allucinazione, Roderich. E’ stata solo un’allucinazione, i fantasmi non esistono.- si disse tra sé e sé.
Eppure appena si girò, ecco che una candela fluttuava a mezz’aria a pochi metri da lui, quasi a prenderlo in giro della frase appena pronunciata.
 
 
 
N.d Ary:dunque… eccoci al secondo capitolo.. è abbastanza cortino, lo so…..ma il prossimo compenserà ^___^ Visto che voglio finire questa fic entro Natale, mi voglio concentrare solo su questa e quindi per l’aggiornamento dell’altra mia storia ci penserò solo verso capodanno….. Per chi volesse dare un’occhiata comunque il link è questo ^__^ http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=591176&i=1
Ringrazio infinitamente chi ha recensito/messotraleseguite/letto questa fan fic, sono contenta che vi piaccia >__<
 
GinKoKite: spero che sia stato di tuo gradimento anche questo allora =D Roderich ce lo vedo tanto in questo ruolo… e comunque in questo modo mi posso divertire a maltrattarlo xD
Yumi Kago:Grazie 1000 sono contenta che la fic ti piaccia…. Sperando che  la mia  mente idiota non la sciupi ora che sono partita bene… xD grazie x il commento <3

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Capitolo 3
*** Looking retour ***


  03- Looking retour
 

 

La candela fluttuava nel buio a poca distanza dall’austriaco.
-Oddio, un’altra?- quelle stupide allucinazioni lo stavano stufando.
La piccola fiammella si fece sempre più intensa, fino a rivelare la figura che la manteneva
 –Bonsoir, Roderich- fece. Era un uomo alto, con lunghi capelli biondi costretti in un codino e gli occhi azzurri, gli rivolse un sorriso sghembo e disse:
-Io sono il fantasma del passato……. Ma puoi chiamarmi Francis-
-Ah…. Piace..-
-Stupid frog, sono IO il fantasma del passato!- Urlò una voce nel buio.
Il fantasma esibì un’espressione sofferente
-Mon dieu, pur di rompermi sei venuto fin qui, Arthur?-
Dal nulla si materializzò un’altra figura che fluttuò fino all’altro fantasma, per poi cominciargli a urlare
-La domanda è perché sei venuto tu qui! Questo è compito mio!-
-Ma stai zitto, Lui l’ha chiesto a me!-
-Lui non sceglierebbe mai un idiota come te per un compito così importante!-
-Non sei proprio nella posizione per dire queste cose, ahah dico, ma ti sei visto?-
Solo dopo quell’affermazione Roderich osservò meglio il nuovo arrivato: aveva grandi occhi verdi sormontati da delle enormi sopracciglia, portava i capelli biondi in un caschetto spettinato ed era leggermente più basso dell’altro. Ma probabilmente il francese derideva non tanto il suo aspetto, quanto i suoi vestiti: il corpo era avvolto da una corta… cos’era, una tunica? Sulla schiena erano applicate delle alette da angelo visibilmente finte e teneva in mano una bacchetta che all’estremità finiva con una piccola stella. Sì, era decisamente ridicolo.
-Ch..chissene frega della tua opinione? Rimane il fatto che te ne devi andare- e così dicendo afferrò la candela che teneva l’altro e iniziò a strattonarla nella sua direzione –Lasciala, è mia!-
-Ma stai zitto, è mia!-
-Mine!-
-Mon!-
-Ehm, scusate…- intervenne Roderich che era stato completamente dimenticato dai due.
I due spiriti si fermarono per guardare l’austriaco, smettendo di bisticciare per un attimo
-E quello chi è?- chiese Francis ricevendo subito dopo una bacchettata in testa.
-Idiota, siamo qui per lui!-
-Certo, certo, lo sapevo….- il più grande si massaggiò la testa dolorante e si sporse verso il moro –dicci, mon amì-
-Volevo solo dire se potevate sbrigarvi di grazia. Siete due allucinazioni, ok, e le opzioni sono due: o mi dite quello che volete o sparite. Mi state facendo solo perdere tempo, e dopotutto il tempo è denaro, no?-
Chissà perché dopo quell’affermazione i due fantasmi si fecero stranamente seri. Si scambiarono una rapida occhiata e porsero all’austriaco la candela.
-Afferrala- gli dissero
E appena lo fece Roderich fu avvolto da un’intensa folata di vento che lo fece cadere, non si ricordava il pavimento della sua camera così freddo….
Dopo aver riaperto gli occhi però il moro realizzò di essere seduto sulla neve, in pieno giorno e in mezzo alla piazza del suo paese.
-Ma che diavolo…??-
Poteva un cibo andato a male procurare certi effetti? Forse era solo in un sogno… sì, era l’ipotesi più probabile.
-Questo è il passato- affermò Arthur accanto a lui –Guarda-
Roderci portò lo sguardo sul punto indicato dal fantasma, trovandovi due bambini che giocavano con la neve.
-Ma quello….sono io?- disse sorpreso notando che uno dei due gli somigliava tantissimo
-Vuoi avvicinarti? Non preoccuparti, loro non possono vederci-
Man mano che si avvicinavano i discorsi dei due si facevano sempre più comprensibili
-Ho vinto io, ho vinto io!- esultava il bimbo albino, accanto al piccolo Roderich in lacrime.
-Smettila, non sei affatto gentile!-
-Hahahah, la gentilezza è per gli smidollati, non per uno magnifico come me!- continuò quello iniziando a riempire il moro di neve e intensificando così i suoi lamenti.
-Che succede qui?- li interruppe una bambina castana iniziando a correre verso i due
-E…Elizabeth!- piagnucolò Roderich
-Gilbert! Hai di nuovo picchiato Roderich?- chiese arrabbiata la piccola.
-Volevo solo divertirmi un po’…. Dai, Liz, non ti arrabbiare-
-Lui è un bambino cattivo!- urlò il moro additando il piccolo Gilbert –sono sicuro che Babbo Natale non ti porterà niente!-
L’albino gli scoppiò a ridere in faccia
-Ma dai, Rod, tu credi davvero a queste cose? Lo sanno tutti che Babbo Natale non esi-
Venne interrotto dal pugno della bambina, che poi si avvicinò all’austriaco cercando di calmarlo
-Dai, Roderich, non ascoltare quel cretino, certo che esiste Babbo Natale! E vedrai che domani ti porterà tanti bei regali. Domani è Natale, non è il tuo giorno preferito? Non fartelo rovinare dalla sua stupidità-
-Ehi, sei cattiva!-
 
-Li vedi?- chiese Arthur serio a Roderich –A quei tempi peri felice anche se non eri ricco…. Cos’è successo a quel bambino, Roderich?-
Non riuscì a rispondere. Francis si materializzò accanto a lui e gli appoggiò una mano sulla spalla.
-Vuoi venire con me, trèsor?-
Appena afferrò la mano del francese la scena cambiò. Adesso era sera, e due giovani ragazzi passeggiavano lentamente sotto la neve tenendosi per mano
-Guarda quei due, li riconosci?-
Roderci sospirò –Certo che sì- erano lui ed Elizabeth.
Prima di sposarsi con Gilbert infatti l’ungherese stava con lui, per un periodo erano stati bene, poi chissà perché le cose avevano iniziato a complicarsi… e quella sera se la ricordava bene Roderich.
-Devo proprio stare qui a guardare?- chiese allo spirito accanto a lui, che comunque rimase in silenzio.
 
-Volevi parlarmi?- chiese il Roderich del passato  rivolgendosi alla ragazza –Spero sia importante, oggi avevo un’importante riunione, sai?-
-Beh, tu hai sempre qualche riunione…. E’ proprio di questo che volevo parlarti, Roderich- Elizabeth lasciò la mano del compagno e se la portò al petto –Io…Io non ce la faccio più- disse abbassando lo sguardo  nascondendosi dietro la frangetta castana.
-Cos’è, Gilbert ti dà ancora qualche problema?-
-No… non si tratta di lui, si tratta di noi-
 
Roderci distolse lo sguardo scocciato, ma Francis lo obbligò ad osservare di nuovo i due
-Guarda bene- gli disse serio
 
-Ho provato ad accettare la cosa,davvero, ho provato a conviverci ma non ci riesco. Non c’è più niente da fare, ci ho riflettuto per tanto tempo ma non trovo proprio soluzioni….Per quanto io ti ami non posso accettare il fatto che i tuoi soldi vengano prima di me.-
-Elizabeth, ma che stai…?-
La ragazza si tolse il piccolo anello dal dito e lo mise in mano all’austriaco e con un “mi dispiace” corse via sotto la neve, piangendo.
 
-Cos’era successo, mon amì?-
Roderci sbuffò seccato, producendo un a piccola nuvoletta di vapore.
-Che ti posso dire? Avevamo interessi diversi ed è andata a finire così, che c’è di male? La gente si lascia e  si mette insieme tutti i giorni!-
Francis scosse sconsolato la testa
-Proprio non capisci, eh? Ma guardala…Non ti dispiace neanche un po’?-
Il viso rigato dalle lacrime di Elizabeth si fece prepotentemente spazio nella mente di Roderich, che con un’alzata di spalle borbottò:
-E’ ovvio che mi dispiace, ma è andata così. Io comunque l’avrei pure sposata, è stata lei a lasciarmi.-
-Stai dicendo che sarebbe colpa sua?- Francis guardò incredulo il moro.
-Beh, sì!-
-Mon chere…- il fantasma scosse elegantemente i capelli biondi –Impara bene che la colpa non è mai delle donne-
-Ma che vuoi?? Se ti dispiace così tanto per lei sappi che adesso è felicemente sposata. Non capisco dove vuoi andare a parare…. Mi stai facendo solo perdere tempo, portami a casa-
-Dieu, è proprio vero che l’ignoranza non ha limiti- sospirò il biondo –E va bene, come vuoi tu-
Ci fu un’altra folata di vento, e Roderich si ritrovò da solo nella sua camera, seduto sul suo letto.
 
 
N.d Ary: ed  ecco che il nostro amatissimo (?) Rod si è fatto il viaggetto nel passato…… ero abbastanza indecisa per la scelta dei fantasmi… anche perché essendo solo tre avrei dovuto tagliare dei personaggi che avrei voluto inserire…e quindi boh, è venuto così xD Per un eventuale errore nella parola francese del titolo scusate, la colpa è di google traduttore..... se è sbagliato ditemelo  per favore ^^"
 E per rispondere a Nippon93, ossia compagna di banco che legge/critica/consiglia la fic che a quest’ora si starà chiedendo se mi diverte così tanto zeppare un po’ di PrUngary dappertutto, beh, in realtà la risposta è….….SI’ :D
 
 
GinKoKite: ecco la risposta alla tua domanda… non ti aspettavi due fantasmi eh? Beh…. Veramente inizialmente neanche ioxD Ahaha non so se riuscirò ai farti piacere sfigAustria con questa storia, non ci spero neanche per me che lo detesto xD (e sono ancora qui a chiedermi perché lo tratto ancora così bene….bha)
Diana924: grazie per le recensioni, mi fa piacere averti incuriosita almeno un po’ ^^ Per quanto riguarda Vash.. beh, su Hetalia insieme a Rod è l’unico –credo- che tiene molto in considerazione i soldi,e poi come socio in affari di Austria ce lo vedevo bene…. *si immagina loro due che fanno a gara a chi risparmia di più* e quindi alla fine ho scelto lui…

 

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Capitolo 4
*** Chi rende grazie per le cose che ha ***


 04- Chi rende grazie per le cose che ha

 
 Roderich si svegliò di soprassalto disturbato da una fastidiosa risata proveniente dalla stanza accanto alla sua, non si ricordava neanche quando si era addormentato dopo tutto quel trambusto. Beh, forse questo provava il fatto che era stato tutto un sogno.
Si alzò dal letto e sbirciò oltre la porta, trovandovi un ragazzo alto e biondo, con due grandi occhi azzurri sormontati da dei fini occhiali  che lo guardava con uno sproporzionato sorriso. Ah, e ovviamente fluttuava a due metri da terra.
Roderci stava iniziando a prendere seriamente in considerazione l’idea di farsi un paio di sedute da un bravo psicologo.
-Hello, Roderich!- urlò quello.
-Fammi indovinare…. Il fantasma del Natale presente?- disse l’austriaco senza un minimo d’entusiasmo.
-Ahahahaha esatto! Hai davanti il grande Alfred!-
-Ah…piacere.-
-Visto che sai già chi sono saprai già quali avvenimenti ti mostrerò, vero? Bene, non perdiamo tempo e andiamo!-
E detto questo afferrò il moro per un braccio e insieme sparirono.
La stanza ormai buia e vuota fu attraversata da un flebile fruscio, e subito dopo apparse un’altra persona
-S..salve, sono il fantasma del Natale presente,  mi chiamo Matthew. Sono qui per…..per….M…ma c’è nessuno?-
 
-Dove siamo?- chiese Roderich ritrovandosi davanti ad un’abitazione sgangherata .Poco più lontano un gruppo di minatori intonavano un canto di Natale attorno a un fuoco.
-E’ il presente, e questa è la casa del tuo dipendente-
-Non starai parlando di quell’avvelenatore di Carriedo!- sbottò all’istante l’austriaco infastidito.
-Perché non entriamo?- Propose il fantasma
Appena aprirono la porta dell’abitazione Roderich rimase colpito dalla povertà di quel luogo: i mobili erano pochi, non c’era nessun tappeto o quadro ad ornare l’ambiente, arrivavano spifferi dappertutto e l’unico sollievo dal freddo era dato da un caminetto posto vicino a un grosso tavolo di legno, dove erano seduti intenti a mangiare Antonio con tutta la sua famiglia.
-Romano, puoi andare a chiudere la porta? Il vento deve averla aperta- chiese l’ispanico ad uno dei due bambini seduti accanto a lui.
-Non vedi che sto mangiando, bastardo? Vacci tu-
-Lascia stare, faccio io- la belga smise di servire la cena ai membri della famiglia ed andò a chiudere la porta passando accanto a Roderich e ad Alfred, non accorgendosi della loro presenza.
-Ehi, Amber, dammene un altro po’- disse un ragazzo alto con capelli corti e biondi  e un’appariscente cicatrice sulla fronte, indicando il suo piatto vuoto
-Puoi sempre alzarti e prendertelo da solo, fratellone-
-Faccio io, faccio io!- trillò Feliciano prendendo il piatto dell’olandese e riempiendolo
-Tzè, ruffiano- borbottò Romano concentrandosi sulla sua zuppa
-Romano, non dire queste cose! Feliciano è solo leggermente più disponibile e gentile di te-
-Ah sì, eh? Dillo che preferisci lui, dillo!-
L’italiano iniziò a dare piccoli pugnetti sul fianco dello spagnolo, rosso in volto e con gli occhietti lucidi
-Romano, ma cosa dici?- fece Antonio ridendo –Lo sai che voglio bene a entrambi-
-E a chi di più?- insistette il più piccolo
-A tutti e due nello stesso modo-
-Impossibile, ammettilo una volta per tutte, maledizione!-
Per fortuna dello spagnolo la ragazza intervenne, cambiando discorso
-Certo Antonio che non pensavo che il tuo capo ti avrebbe dato una giornata di ferie…. Come sei riuscito a convincerlo?-
-beh, proprio non ne ho idea, anzi… per un momento ho seriamente temuto per la mia vita-
 
-Hahahaha, guarda, ti stanno sfottendo!-
Roderci lanciò un’occhiata torva al fantasma accanto a lui, che intanto aveva tirato fuori da chissà dove un pacchetto di patatine fritte e se le stava felicemente mangiando.
-Prima di tutto non è vero- replicò pomposamente l’austriaco – L’avrei veramente buttato fuori a calci, ma per alcune circostanza ho acconsentito, e poi…-
-Io lo so perché….. Perché tu sotto sotto sei un bonaccione, vero? Vero?- lo interruppe Alfred punzecchiandolo con qualche gomitata
-Ti hanno mai detto che sei fastidioso?- Roderich tornò a guardare verso le persone davanti a lui che ora ridevano tutte spensieratamente –Mi spieghi come fanno ad essere così sereni anche se sono sempre in bolletta? Non riesco proprio a concepirlo…-
-Cemto che shei, munch munch, pvopmio shtupido, Vodevich-
-Non si parla a bocca piena, e comunque tra noi due lo stupido non sono certo io!- Non capiva il perché, ma gli veniva naturale dare dell’idiota a quell’individuo…..magari perché era la verità – e poi cosa c’è di sbagliato? I soldi danno sicurezza e stabilità, senza di essi non si va da nessuna parte-
-Quindi i soldi danno la felicità?-
-Sì!-
-E allora come lo spieghi questo?- fece indicando la scena davanti a loro
-Sono solo dei sempliciotti-
 
-Una volta l’ho visto…- affermò Romano mangiando –Sembrava proprio antipatico.. tutto pomposo nei suoi abiti eleganti… eppure erano pieni di toppe, ma non è ricco lui?-
-Sì, ma lo fa per risparmiare- spiegò Antonio con una risata
-Quel taccagno…. Persone così tanto sono destinate a rimanere sole-
Il silenzio calò improvvisamente nella stanza e sui visi dei presenti calò un’espressione triste
-Non è bello dire certe  cose- disse Amber rivolta al fratello –Anche se probabilmente non hai tutti i torti-
Feliciano tirò per la giacca Antonio –Anche…. Anche se noi non viviamo in una grande casa e non possiamo mangiare tutti i giorni la pasta perché non abbiamo abbastanza soldi, io sono contento lo stesso perché….perché siamo tutti insieme!-
Il viso di Antonio si stirò in un grande sorriso e prese il piccolo in braccio
-Hai proprio ragione…. In fondo noi siamo molto fortunati, vero? Nonostante tutto spero che anche il signor Eldenstein passi una buona vigilia e un buon Natale come noi-
 
Roderich sentì qualcosa di strano, una sottospecie di stretta all’altezza delle costole, forse si stava ammalando.
-Dei sempliciotti, eh?- lo rimbeccò Alfred –Ma non li vedi come sono felici? Guarda che bell’espressione felice che ha il tuo dipendente, nonostante tu gli dia uno stipendio da fame-
Roderci si trattenne dal far notare che l’espressione da pesce lesso di Antonio in quel momento era a  dir poco ridicola ed evitò di commentare l’ultima affermazione del fantasma. Uno stipendio da fame? Ma se per quello che faceva quello spagnolo al lavoro gli sembrava di regalarglielo, lo stipendio! Cos’avevano da ridire?
-Il mio giro turistico è finito? Posso andarmene a casa?-
-Non ancora, mi dispiace…. Su, forza, non ho mica tutta la notte!-
E detto questo lo spirito prese l’austriaco per un braccio e lo trascinò in un luogo diverso, eppure Roderich appena si guardò intorno percepì la stessa identica atmosfera che c’era in casa Carriedo.
-Fratellone, fratellone! Babbo Natale mi ha portato un altro regalo!- esultava un bambino accanto al grosso albero di natale indicando un pacchetto avvolto da una bella carta lucida.
-Ho visto, ho visto, ma non sbirciare, lo aprirai domattina-
Appena Roderich vide chi aveva risposto al bimbo si voltò di scatto verso la sua guida
-Ti prego, dappertutto, ma non qui!- disse indicando il ragazzo albino che era entrato nella stanza.
Lo spirito esplose in una fastidiosissima risata
-Ma come, non è un tuo amico?-
-Chi, Gilbert? Quello è una disgrazia ambulante! E’ sempre stato una palla al piede….Non ha mai avuto voglia di fare niente nella vita, era troppo occupato a lodarsi e ora infatti ha solo una pulciosa locanda al confine della città! E poi…-
Alfred aveva aspettato che l’austriaco finisse il suo monologo di insulti guardandolo in silenzio, sembrava proprio di cattivo umore
-Ne vuoi un sorso?- disse sorridendo porgendogli una lattina di coca cola sperando così di fargli venire un po’ di buon umore. Dopotutto a chi non rendeva felice un po’ di cola?
-E’ proprio una persona stupida, testarda e squilibrata, e…e… ma chi le vuole le tue schifezze?- sbottò Roderich cercando di buttare a terra con un gesto scocciato la bibita offertagli. Non riuscendoci, visto che anch’essa sembrava fatta della stessa materia inconsistente di cui era fatto il fantasma.
-Sai…. Inizio a capire perché non hai amici-
 
-Ludwig, è pronto a tavola- una ragazza entrò nel piccolo salotto chiamando il piccolo. –Ma…Gilbert sei tornato, non ti avevo sentito- disse avvicinandosi al tedesco.
-Sono a casa….- fece l’albino prendendo una ciocca castana della ragazza e portandosela alle labbra  in un gesto che fece arrossire leggermente l’ungherese.
-Pwah, che schifo- borbottò Ludwig –Non potete fare le vostre smancerie da un'altra parte?-
Gilbert si piegò verso il fratellino, portandosi alla sua stessa altezza e gli rivolse un sorriso sghembo
-Cos’è, Lud, sei imbarazzato per caso? Eppure tu, che critichi tanto le smancerie, perché ti porti sempre dietro quel vecchio scopettone che ti ha dato il piccolo Feliciano? Forse perché ti sei preso una bella cotta per quel piccolo italia..-
Venne zittito da Elizabeth che gli piantò una gomitata nelle costole
-che ne dici, andiamo a tavola?- chiese prendendolo per mano
-Proprio non capisco come mai una ragazza bella e intelligente come te abbia scelto quel deficiente di mio fratello…..-
-Ehi, porta rispetto, piccolo ingrato!-
La risata cristallina della ragazza si propagò per tutta la stanza e mentre Gilbert le passava un braccio intorno al fianco sospirò e disse:
-Chissà, Ludwig, chissà….-
 
-Ehm…. Mi hai portato qui per quale motivo? Per farmi vedere come sono felici? Già lo sapevo, grazie.-
-Shhh, vuoi guardare in silenzio? Certo che sei fastidioso!-
-Da che pulpito la predica….-
 
-Gilbert, per caso sai se Roderich ha cambiato idea?- chiese Elizabeth un  attimo prima di mettersi a tavola
-Puoi iniziare a mangiare, Liz…Non c’è possibilità che quel damerino del cavolo cambi idea, dopotutto fa così ogni Natale, no?-
-Già…..-
Il piccolo Ludwig guardò sconsolato l’espressione triste della ragazza e cercò di tirarle un po’ su il morale
-Elizabeth, ha un aspetto delizioso! Sono sicuro che è anche buonissimo!- disse indicando una delle tante pietanza che erano poggiate a tavola –Non essere triste…. Magari ci raggiungerà dopo, vero fratellone?-
-Tzè, io non ci spererei tanto, anche se non mi dispiacerebbe vedere il suo brutto muso ogni tanto-
-E', un modo osceno per dire che lo vorresti anche tu qui?-
-Cos’è quel tono saccente, marmocchio? La vuoi piantare?-
Elizabeth rise del piccolo battibecco tra i due fratelli e ringraziò silenziosamente  per le piccole gioie che quei due gli davano ogni giorno
-Grazie Ludwig, sei sempre gentile….. vorrei poter dire lo stesso di tuo fratello, ma pazienza-
-Ehi, donna, come osi lamentarti del mio magnifico comportamento?- il calcio che l’ungherese gli diede lo fece ben desistere da aggiungere altro
-Tu piuttosto Ludwig, ti senti bene? Oggi ha fatto particolarmente freddo…- osservò preoccupata la ragazza
-Non preoccuparti,io sto benissimo- la rassicurò il piccolo
 
-A me non sembra stia così bene….- osservò Roderich guardando il colorito pallido del bambino
-E infatti non è vero….In realtà è malato.- sussurrò Alfred guardando con tristezza il piccolo bambino biondo che cercava in tutti i modi di nascondere gli attacchi di tosse
-Beh, Vabbè, con questo freddo è facile ammalarsi….-
-Ha l’emottisi*-
L’austriaco lo guardò ammutolito e passò lo sguardo verso il piccolo Ludwig.
-L’emottisi…. Non starai parlando di quella…-
-Quella malattia che se non curata subito può essere fatale e che è tanto presente in questo periodo? Sì, proprio lei.-
Roderci passò lo sguardo più volte dal fantasma al bambino, scioccato –Ma…ma…. Perché non mi hanno avvisato?-
-Veramente l’hanno fatto…. Ti ricordi quella volta che ti avevano chiesto un prestito per andare da quel dottore fuori città? Secondo te perché Gilbert fa tanti straordinari, per divertimento?-
Alfred guardò severamente l’austriaco, che aveva iniziato a boccheggiare e a impallidire
-Ma… io pensavo che fosse…..cioè, non potevo mica immaginare….. Ti prego, dimmi che si salverà!-
Ma il fantasma taceva, guardando fisso davanti a sé
Il luogo intorno a loro svanì finché i due non si ritrovarono  nella camera dell’austriaco.
-Ti prego, rispondimi!- implorò Roderich
-Il mio tempo qui è finito, Roderich, mi dispiace. Ora piuttosto preparati, il terzo e ultimo spirito del Natale sarà qui a momenti-
-Ma… ma aspetta! Il piccolo Ludwig…..lui…..- parole al vento, Alfred era già sparito, lasciando Roderich da solo con le sue domande.



* L'emottìsi è l'emissione orale del sangue, solitamente mediante un colpo di tosse . Il sangue proviene dall'albero  respiratorio e si presenta generalmente schiumoso e di colore rosso chiaro. Può essere conseguenza di malattie dell'apparato respiratorio di natura infettiva, come nel caso di colonizzazione del polmone  da parte di diversi microrganismi patogeni,bronchiti e polmoniti, di malattie di natura infiammatoria, quali bronchiti acute e croniche bronchiectasie, di patologie neoplastiche come il carcinoma bronchiale, di malattie dell'apparato cardiovascolare, di malattie del sangue, come la leucemia e l'emofilia e infine un'altra causa di sanguinamento ad origine dall'albero tracheo-bronchiale è rappresentata dai traumi, ossia dalla lesione provocata da corpi estranei (grazie Wikipedia xD)

 
N.d Ary: “io sono contento lo stesso perché….perché siamo tutti insieme!” si.... non riesco a non rendere fluffoso Ita-chan, scusate xD ok, torniamo seri… questo capitolo ha bisogno di qualche spiegazione.
Il nome Amber per Belgio l’ho scelto io…..Ho fatto un giro su internet ma non ho trovato nessun nome ufficiale. A me Amber ispirava xD
Olanda in realtà non c’entra un tubo, ma l’ho messo tanto per smorzare la figura di Belgio come “perfetta e dolce mogliettina di Antonio” che sennò apparirebbe troppo in questo capitolo *Spamano fan*
Nella storia originale il bambino che non sta bene è il figlio del dipendente, ma leggendo qualche curiosità sui personaggi di Hetalia ho letto che HRE è  di salute cagionevole, .quindi ho usato lui… (si, vabbè….diciamo che mi sto un po’ rigirando la storia originale xD)
Mmm credo sia tutto. Questo capitolo l’ho scritto tanto volentieri….. Adoro scrivere di Antonio e Co. ^^  spero sia piaciuta anche a voi….. al prossimo capitolo ^___^
 
 
GinkoKite: beh, spero di non averti deluso allora xD mmmmm  sì, mi sono divertita a scrivere di quanto era sfigatello  Rod da piccolo xD (non che con l’età sia migliorato, s’intende…..) Grazie a te di seguirmi, le tue recensioni mi fanno sempre piacere ^.^
Diana924: Quei due sono….non lo so,non sono FrUkista, ma i loro bisticci hanno sempre qualcosa di meraviglioso….. Certo che Roderich vanta due fantasmi, dovrebbe esserne contento! *le arriva un pianoforte in testa da un incazzatissimo Roderich* Spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento ^^”
 

 

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Capitolo 5
*** A sad prediction for the future ***


  

05- A sad prediction for the future
 

 

Roderich girava per la sua stanza come un animale in gabbia da un bel pezzo ormai, completamente sveglio. La visita dell’ultimo fantasma non l’aveva certo lasciato indifferente e adesso stava seriamente pensando alla possibilità che tutto quello che gli stava capitando fosse reale.
Ludwig, il piccolo Ludwig….. Non aveva mai passato molto tempo con quel bambino, ma aveva sempre avuto una buona impressione di lui: era gentile e intelligente, serio e forse un po’ troppo timido e adesso…. L’ultimo spirito l’aveva lasciato con una bruttissima notizia e un dubbio che adesso gli pesava nel petto. Era malato? Da quanto tempo lo era? Sarebbe sopravvissuto? Perché proprio a lui? E perché Gilbert ed Elizabeth non avevano insistito con lui?
Si bloccò di colpo in mezzo alla stanza. A che sarebbe servito? Gli avrebbe risposto malamente e li avrebbe liquidati in un nanosecondo, e loro probabilmente lo sapevano, ecco perché non gli avevano più chiesto aiuto. Roderich per la prima volta in vita sua si vergognò seriamente del suo comportamento. Fece per fare un altro passo ma inciampò nel tappeto e cadde a terra, quando si rialzò lo specchio attaccato alla parete rifletteva un'altra figura apparte lui.
L’austriaco si voltò di scatto spaventato.
-Tu….tu sei…..lo spirito del Natale futuro, vero?- chiese alla figura davanti a lui:era altissimo, completamente avvolto da un mantello nero e un cappuccio da cui non riusciva a scorgerne il volto.
Roderich aspettò una risposta, ma il fantasma non sembrava intenzionato a dargliela, al che continuò a parlare
-Sei…sei qui per mostrarmi gli avvenimenti del Natale che verrà, vero?-
Neanche stavolta la strana figura parlò, si limitò ad alzare un braccio e a quel gesto la finestra si spalancò con un tonfo, facendo entrare una forte folata di vento gelido che costrinse il moro a pararsi il viso. Quando si azzardò a riaprire gli occhi era di nuovo nella sua città, in un cimitero, l’aria fredda gli pungeva il viso e intorno a loro si alzava pian piano una fitta nebbiolina
-Che razza di posto è?- chiese Roderich guardandosi intorno, la sinistra figura gli si affiancò silenziosamente –Spirito, tu sai cosa succederà al piccolo Ludwig vero?-
Quello era lo spirito del Natale futuro, sapeva sicuramente cosa sarebbe successo al bambino, ma allora perché non gli rispondeva?
-Per…per favore rispondimi!-
La sinistra figura continuava a restare in silenzio, e si limitò ad indicare un posto preciso del cimitero. Roderich seguì con lo sguardo la direzione indicata e solo allora notò un gruppo di persone raggruppate attorno a una lapide.
-Ma quelli…..- l’austriaco iniziò a correre in quella direzione, quei visi erano maledettamente familiari –Non può essere…-


-Mi dispiace- Antonio poggiò una mano sulla spalla di Gilbert, nell’invano tentativo di consolarlo
Elizabeth scoppiò in un pianto disperato abbracciando l’albino e aggrappandosi convulsamente a lui
-Non è giusto, non è giusto!- ripeteva la ragazza singhiozzando –Ludwig, Ludwig…-
-PERCHE’ PROPRIO LUI?- urlò infine il tedesco al cielo con le lacrime agli occhi
-Gilbert…..-
L’albino si accasciò lentamente a terra battendo i pugni sulla terra umida. A fianco di Antonio il piccolo Feliciano piangeva silenziosamente stringendo in mano lo scopettone che aveva regalato a Ludwig tanti anni fa.
-Fratellone Antonio…..- lo spagnolo prese la mano del piccolo italiano e la strinse con la sua.
-Dai, andiamo a casa- disse cercando di portare Feliciano in un posto che potesse calmarlo –Elizabeth, Gilbert, mi dispiace così tanto…. Sappiate che per qualsiasi cosa noi ci siamo, ok?-
-Grazie Antonio….- gli rispose l’ungherese, l’unica in quel momento dei due con la forza di parlare
-Ludwig, Ludwig….- sussurrò il tedesco stringendo ancora di più i pugni, che si rilassarono però al tocco gentile della ragazza.
Anche Elizabeth si era seduta a terra accanto al compagno, lanciando uno sguardo al cielo, come se in quel grigio cupo sperasse di ritrovare quell’azzurro brillante che contraddistingueva gli occhi del piccolo Beilschmidt.

Roderich era rimasto lì, immobile, guardando le due figure abbracciate che piangevano e cercavano di farsi coraggio ai piedi della lapide, aveva iniziato a dolergli fortemente il petto, e i suoi occhi lacrimavano e non sembravano aver intenzione di smettere
-S…spirito!- urlò gettandosi ai piedi del fantasma –dimmi che non è troppo tardi, dimmi che Ludwig può ancora….-
Venne interrotto dallo sghignazzare di alcuni uomini che chiacchieravano fuori dal cancello del cimitero.
-Davvero sei andato a quel funerale? Ma se non c’era quasi nessuno!- diceva uno
-Tzè, l’ho fatto per puro dovere, niente di più…-
-Quel vecchiaccio, sinceramente, è un sollievo che se ne sia andato, proprio non lo sopportavo!-
-A chi lo dici! Io avevo qualche debito con lui, e sono sicuro che il futuro creditore sarà sicuramente più buono di quello là. Sinceramente, sono solo contento che sia morto!-
-E la sua casa?-
-Venduta, anche quella fabbrica che possedeva….-
-Ah si? E i dipendenti?-
-E che ne so! Si saranno cercati un altro lavoro….Sicuramente adesso staranno meglio di prima, questo è sicuro.-
-Che tipo….ma lo sapete che non ha voluto aiutare neanche quel bambino che era in punto di morte? Come si chiamava….-
-Ma chi quello che è morto tanti anni fa? Poverino, il fratello e la compagna non si sono più ripresi…-
-Quel maledetto, con quei suoi modi aristocratici e quel suo sentirsi superiore ecco a cosa l’hanno portato, ben gli sta!-
-Già, che si goda i suoi soldi adesso che è sottoterra!-

-Spirito…. Ma di chi stanno parlando?- chiese Roderich perplesso.
Il fantasma si limitò a voltarsi e ad inoltrarsi nel cimitero, e all’austriaco non rimase che seguirlo.
Girarono per un paio di minuti tra le lapidi, finché la figura incappucciata non si fermò davanti a una tomba ancora non ricoperta. L’austriaco trasalì alla vista del nome inciso sulla lapide
-Roderich Eldenstein?- balbettò incredulo –ma….ma non può essere…..che…- guardò la data della morte. Sarebbe morto vecchio, molto vecchio…questo un po’ lo rincuorava ma….
Si guardò intorno, non c’era proprio nessuno? A nessuno era importato della sua morte se non a quegli avvoltoi che ridevano di lui?
-Ho…..ho sbagliato, ho sbagliato tutto.- iniziò a piangere incontrollato. La consapevolezza di aver buttato tutta la sua vita cercando solo di accumulare denaro sempre di più, con il solo scopo di averne altro ancora, senza aver mai dato un’occhiata a quel mondo che desiderava tanto Elizabeth, o che possedeva perfino Antonio, gli gravava nel petto come un grosso macigno.
-Spirito…. Sono, sono ancora in tempo, vero? Io sono veramente pentito, voglio rimediare….ti prego, dammene la possibilità-
E appena interpellato il fantasma senza fare nessun suono si avvicinò all’austriaco, finché non gli fu di fronte. Roderich si avvicinò inconsciamente all’alta figura cercando di vedere una volta per tutte il suo viso, ma appena gli fu un po’ più vicino, questa portò le mani in avanti e lo spinse violentemente dentro la tomba. Prima di cadere, Roderich giurò di aver visto un leggero sorriso dietro al cappuccio nero del fantasma, ma fu un attimo, e mentre la sua mente si svuotava da ogni pensiero che non fosse il caos, il ragazzo fu avvolto dalle tenebre.


N.d Ary: yea, cel’ho fatta! Credevo di non finirlo più…. Scusate se non è divertente –o magari noioso-  sinceramente non piace neanche a me, sarà perché non sono abituata a scrivere di momenti seri e tristi, ma non sono riuscita a fare di meglio x questo capitolo, gomen ^^” L'identità del terzo fantasma la saprete nel prossimo....
E ovviamente non sono riuscita a finirla entro Natale, pazienza, sarà per Capodanno a questo punto xD
Il prossimo capitolo sarà l’ultimo quindi, a tutte quelle che mi seguono, sopportatemi ancora per un po’, per favore ^^
Ne approfitto per augurarvi un buon Natale a tutti ^_____^
Al prossimo –e ultimo- capitolo, bye ^______^


Diana924
: e stavolta mi sono limitata a un solo fantasma, con sommo piacere di Rod....Sono contenta che ti sia piaciuta la parte di Eliza e Gilbo ^.^ <---- PrUngary fan XD
GinKoKite: eh, un po' mi fa pena Matthew ma......oh, beh, si vede che è destino XD e Alfred ha un talento naturale a far incavolare la gente..... *Arthur e Rod annuiscono convinti* E grazie x i complimenti, volevo proprio cercare di far trasparire quel genere di sentimenti nelle due famiglie, sono contenta di esserci riuscita ^^"
Yumi Kago: lieta che la fic ti piaccia e, hem....sono contenta che tu abbia certe doti di rinascita xD <----è morta leggendo il tuo commento, ma al contrario di te lei non è resuscitata, è il suo fantasma che sta scrivendo e tra poco va a fare un po' di compagnia a Canada .-.

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Capitolo 6
*** And so this is Christmas ***


 06- And so this is Christmas

 
 

-Sono…Sono vivo?- sussurrò Roderich
Si era svegliato di soprassalto nel suo letto e adesso, mente fissava scosso il soffitto della sua camera, ripensava con stupore agli ultimi avvenimenti
-Sono vivo!- continuava a ripetere, quasi cercando di accertarsi delle sue stesse parole. Cos’era successo? E dov’era lo spirito del Natale futuro? A quanto pare lo aveva riportare a casa e questo significava che….
-Che non è ancora troppo tardi…- disse in un soffio, poi la sua espressione si distese in un enorme e inusuale sorriso –Allora….allora posso ancora rimediare ai miei sbagli!- esclamò balzando giù dal letto ed avvicinandosi alla finestra.
Fuori nevicava ancora, e sotto casa sua tre bambini si divertivano a costruire un pupazzo di neve ridendo e lanciandosi di tanto in tanto qualche pallata. Roderich aprì la finestra e appena lo video i tre si spaventarono e si andarono a rifugiare dietro la più grande, presumibilmente la sorella maggiore dei due
-S…Signor Eldenstein, b…buongiorno!- disse incerta.  
Scrutandoli con più attenzione l’austriaco li riconobbe: erano tre bambini che erano arrivati  nella città da poco e venivano rispettivamente dall’ Ucraina, dalla Bielorussia e dalla Russia, ma inspiegabilmente erano fratelli. Nei giorni passati erano capitati diverse volte sotto casa sua ed era successo che l’austriaco ogni tanto si affacciasse a sgridarli per il troppo baccano che facevano, per questo adesso erano spaventati
-Ecco…ci dispiace se l’abbiamo svegliata, ce ne andiamo subito e…-
-Senti un po’, puoi dirmi che giorno è oggi?-
La ragazzina sembrava sorpresa, fece per parlare ma venne anticipata dal fratellino, che fece capolino da dietro di lei
-Ma come che giorno è? E’ Natale, no?- disse guardando il moro sorridente
-Shhh, Ivan, non essere così impertinente!- lo ammonì la più grande
A quelle parole la più piccola, che era rimasta per tutto il tempo attaccata al cappotto del fratellino, gonfiò le guance e sbuffò:
-Non devi sgridare il fratellone! Lui ha sempre ragione, e certo che  Natale. Non le senti le campane?- disse infine rivolta all’austriaco
Roderci li guardò intenerito, per poi rivolgersi alla più piccola e chiedergli
-Dimmi….vuoi bene a tuo fratello?-
-Certo!- rispose all’istante lei accostandosi ancora di più al russo –E un giorno noi due ci sposeremo e vivremo felici e contenti!-
A Roderich scappò una piccola risatina, e subito dopo lanciò ai tre un piccolo sacchetto –Allora prendi questi e fagli un bel regalo, intesi?- disse sorridente
La più grande andò a controllare il contenuto del sacchetto e spalancò gli occhi incredula
-Signore ma….. ma questi soldi.. sono troppi, non possiamo accettare!-
-E’ il mio regalo di Natale, ora andate a comprarvi qualcosa di caldo. Su, filate!-
E prima che la ragazza potesse ribattere Roderich chiuse la finestra. Si sentiva bene, magnificamente bene e dentro di lui ribolliva il desiderio di fare ancora del bene. Da dove cominciare?
-Io adesso devo….devo…-
Non finì la frase che già si era messo la giacca ed era uscito per strada, correndo verso la periferia del paese.
 
Dopo un po’ finalmente arrivò alla sua destinazione e bussò con insistenza alla porta della casa, aspettò qualche secondo, infine il viso assonnato di Antonio fece capolino dalla porta
-Signor….signor Eldenstein? Ma che ci fa qui? E’ successo per caso qualcos-
-Buon Natale, Carriedo!- esclamò l’austriaco con enfasi.
Antonio lo guardò ancora assonnato, non capendo bene le parole del suo capo, ma pian piano la sua espressione passò da assonnata a sorpresa, smarrita, e infine spaventata
-S…signore?? Si sente bene?- domandò preoccupato
-Mai stato meglio in vita mia! Piuttosto…sono venuto qui per darti una notizia.-
-Fatemi indovinare…Mi è stata revocata la ferie?- chiese rassegnato –Va bene, ho capito… Vengo subito alla fabbrica, mi dia solo il tempo di…-
-Ma che accidenti stai blaterando? Sono qui per proporti di diventare mio socio! E smettila di guardarmi a quel modo!-
Ad Antonio per poco non cedettero le gambe
-S..signore…..ha per caso bevuto? Venga dentro, le preparo un thè.. – si bloccò notando l’espressione contrariata dell’austriaco –Vuol dire che sta…dicendo sul serio?-
-Eh già, datti una svegliata, Carriedo! E smettila di chiamarmi signore, da oggi solo Roderich-
-A…ah,ma certo signore, cioè Roderich…..signor Roderich. Questa è…è…non la deluderò, vedrà che…-
-Sì,sì, va bene, smettila di farfugliare cose inutili adesso- borbottò infastidito Roderich –avevo intenzione di aumentare il salario a tutti i dipendenti, ma credo che tu meriti qualcosa di più…Domani puntuale, eh?-
Lo spagnolo, ancora incredulo, esibì uno dei suoi migliori sorrisi e si mise a stringere la mano dell’austriaco scuotendola con forza
-Non se ne pentirà, señor, vedrà….aspetti solo che lo dica ai bambini…..-
-Approposito di loro….Dagli questa da parte mia- disse Roderich estraendo dalla tasca del giaccone una confezione di pasta –credo che farà piacere al piccolo Feliciano, vero? Ora scusami, ho un’altra faccenda da sistemare-
E detto questo se ne andò, lasciando il suo nuovo socio sulla porta a fissarlo imbambolato.
 
Tornato in città Roderich iniziò a gridare auguri di buon natale a destra e a manca, regalando sorrisi e facendo l’elemosina a tutti i mendicanti che incontrava lasciando sempre cospicue somme di denaro
-Buon Natale, buon Natale!- continuava a ripetere sorridendo.
Preso dall’euforia del momento per poco non andò sotto ad una carrozza.
-Ehi, idiota! Guarda dove vai!- urlò il ragazzo alla guida –Ma…Rod, sei tu?-
-Gilbert!- esclamò l’austriaco sorridendo –Buon Natale!-
Il tedesco spalancò gli occhi come se avesse sentito una terribile bestemmia e guardò Roderich con un’ espressione che significava “Ommioddio è grave, dov’è il medico più vicino?” ed esalò spaventato –Chi….chi sei tu?-
L’austriaco non gli rispose e salì sulla carrozza sedendosi accanto all’albino
-Come va? Stavi tornando a casa? Accompagnami, vengo anch’io, voglio salutare Elizabeth e il piccolo Ludwig….A proposito, come sta?-
-Ehm….sicuro di star bene? Qui vicino dovrebbe esserci un buon medico, se vuoi possiamo….-
-Macchè, io sto benissimo, perché continuate a chiedermelo tutti? A proposito di medico, domani partiamo e andiamo dal migliore di tutto il paese, ok? Porta tuo fratello e non preoccuparti per la spesa, pago tutto io…..Non è una giornata meravigliosa?-
Gilbert lo guardò spaventato e si portò una mano alla fronte
-Che mi venga un colpo,Rod… Ma che ti è successo?- chiese seriamente preoccupato
Il sorriso del moro s’incrinò per un istante,e Roderich abbassò la testa, prendendo a tormentarsi le mani con gesti nervosi
-Credo di aver sbagliato….Di essermi comportato male…..Stanotte ho incontrato qualcuno che mi ha fatto seriamente riflettere e, beh…….ho deciso di dare una svolta alla mia vita, iniziando da stasera…..Avevo in mente di passare la cena di Natale da voi, se non è un problema….Vorrei porgere le mie scuse anche ad Elizabeth, più tardi…. E per quanto riguarda te, beh…..s…scusami.-Guardandosi imbarazzato le mani attese una risposta, una risata, un insulto, un qualsiasi segno di vita dall’amico,che però non arrivò. Quando si decise ad alzare lo sguardo scoprì il tedesco intento a guardarlo con occhi sbarrati e la bocca spalancata, e a quella visione Roderich  riprese un po’della sua sana acidità, sbottando infastidito
-E….e smettila di guardarmi così! Non mi fissare. Non mi fissare ti ho detto! E chiudi quella dannata bocca!-
-R….Roderich…..- Gilbert guardò ancora per qualche secondo ammutolito l’austriaco, per poi esplodere in una enorme risata di gioia e stupore che fece arrossire fino alla punta delle orecchie l’amico
-F…FINISCILA! Non ti dirò mai più niente in vita mia! Sei…..Sei davvero fastidioso, ma lo sai cos’è la gentilezza? No, certo che non la sai…sei troppo stupido! E smettila di ridere! Vuoi un pugno per caso?-
 
 
 
 
 
-Beh, alla fine non è stato tutto vano…- sospirò lo spirito guardando i due che bisticciavano e concentrandosi sulla figura di Roderich, che sembrava finalmente felice. –Bene, quella faccenda è sistemata, adesso pensiamo  all’altra….damn-
Era da quando era tornato che lo stava osservando. Dopo aver finito la faccenda con quell’acido terrestre li avevano radunati tutti lì, senza qualcosa di ben preciso da fare e in mezzo a quel casino Arthur, per un motivo o per un altro, non riusciva ad avvicinare Alfred per dargli il suo regalo di Natale. Maledizione, di cosa avrà tanto da parlare con quell’inutile spirito? Vabbè che è suo fratello, ma non l’ha mai calcolato in tutta la sua esistenza, proprio adesso dovevano recuperare il tempo perduto?
E Arthur rimase lì, in un angolino a braccia conserte borbottando parole non esattamente educate con il suo pacchettino in mano. E pensare che ci aveva messo così tanto impegno in quel regalo!
Appena il canadese si staccò dallo spirito del Natale presente Arthur si fiondò in un attimo davanti all’americano, onde evitare altre interruzioni.
-Ehi, Arthur!- lo salutò sorridente Alfred, notando un attimo dopo l’espressione esasperata dell’inglese -Qualcosa non va?-
-No, è solo che…..Come va?- Disse Arthur non sapendo bene come cominciare. E se non gli fosse piaciuto il suo regalo? No, che sciocchezza, lui era lo spirito del Natale passato, a chi non sarebbe piaciuto un suo regalo?Anzi, Alfred avrebbe dovuto ringraziarlo a vita per quello che aveva fatto per lui, ecco.
-Quello è per me?- esclamò quest’ultimo notando la carta lucida del regalo che l’inglese stava malamente nascondendo dietro la schiena
-Oh, ehm….Sì, è..è il mio regalo di Natale…..Giusto perché mi facevi pena e non avevo niente di meglio da fare, eh!-
-Oh, Arthur, grazie!- Esclamò lo spirito prendendo il regalo e iniziando a scartarlo. Arthur cercava di non darlo a vedere, ma era decisamente eccitato all’idea della faccia che avrebbe fatto il compagno. Aspettò trepidante che l’americano finisse di scartare il pacchetto, quando si bloccò di colpo.
-Qualcosa non va?-
-No, è che….- Alfred sembrava spaventato – emana uno strano odore…- disse indicando il regalo mezzo scartato.
L’inglese ridacchiò fra sé e sé. Certo che emanava uno strano odore….Un meraviglioso profumo! Sapeva che gli sarebbe piaciuto.
-Ehm…- Alfred sembrava titubante, che avesse capito di cosa si trattava?
-Dai, avanti, aprilo!-
“Non può essere, non posso crederci….ti prego dimmi di no…” Ormai il pacchetto era quasi completamente scartato, ed Alfred stava meditando su un modo per distrarre Arthur e intanto gettare il più lontano possibile quella roba. Non poteva credere che Arthur avesse cucinato. Si guardò intorno nel vano tentativo di cercare una via di fuga, e nel frattempo l’espressione di Arthur divenne sempre più impaziente e scocciata.
-Ti vuoi muovere?- sbottò infine
Alfred fece ricorso a tutto il suo coraggio, e infine finì di scartare il regalo, vedendo che conteneva nient’altro che….
-Tadaaaaaan!- esclamò l’inglese sorridendo –Non tel’aspettavi,eh?-
-Ehr…..in effetti no- Alfred osservò la confezione ripiena di……cosine non identificate di un invitante colore nero carbonizzato che emanavano un forte odore di bruciato e si sforzò di sorridere –Ad essere sinceri non ci speravo proprio!-
A giudicare dalla sua espressione, Arthur l’aveva preso come un complimento, infatti il suo sorriso  si ingrandì ancora di più.
-Sono i miei personalissimi scones, sono fatti in casa…Perché non ne provi uno?-
Il sorriso di Alfred si gelò e iniziò a passare terrorizzato lo sguardo dal vassoio al viso sorridente di Arthur
-Ma….sarebbe un peccato mangiarli adesso! Anzi…sarebbe un sacrilegio proprio mangiarli! Lasciamoli così….-
Il sorriso dell’inglese sparì ed Arthur assottigliò lo sguardo –Mangiali- Disse soltanto
-M…ma non credo che sia il caso…con tutta questa gente…dopo saranno sicuramente invidiosi e….e….-
-Mangiali.- ripetè tagliente il compagno avvicinandoglisi con fare minaccioso
E chissà per quale sconosciuta provvidenza divina, ad Alfred venne in aiuto Francis, che passando di lì aveva sentito il forte odore di bruciato che emanavano i dolci, se così si poteva chiamarli.
-Mon dieu, cos’è questo odore nauseabondo?- esclamò con un espressione disgustata
-Odore nauseabondo? Sono i miei scones, brutta rana idiota!- scattò subito Arthur punto nell’orgoglio – E comunque non deve interessarti!-
-Oh, Arthur, ma li hai cucinati tu? Allora è tutta un’altra storia….-
L’inglese si zittì e osservò il francese stupito
-Oh, beh….graz….-
-Se sono opera tua devono essere ancora più schifosi di quanto sembrano!-  concluse il francese interrompendolo e tappandosi il naso.
-Tu…T…TU!!!!-
 
Vash osservò sconsolato i due spiriti del Natale passato prendersi a botte ed Alfred che intanto stava furtivamente svuotando il vassoio pieno di scones in un angolo, per poi allontanarsi dai due come se niente fosse e sospirò rassegnato, voltandosi verso la figura dietro di lui.
-Ma degli individui leggermente più competenti e meno disturbati non li avevi proprio, Tino?- sbottò lo svizzero.
-Mi dispiace, Vash, ma erano gli unici disponibili- disse con una risata il ragazzo. Era biondo, poco più altro dello svizzero e vestiva un ingombrante abito da Babbo Natale  –Quei due devono litigare anche il giorno di Natale?- chiese sconsolato osservando il francese e l’inglese che continuavano a gridarsi insulti
-Ti ringrazio per quello che hai fatto….Senza il tuo aiuto quel testone di Roderich non avrebbe mai capito i suoi errori- Vash guardò con tristezza la catena che lo avvolgeva, accarezzandola distrattamente
-Non devi ringraziarmi…Certo, mobilitare questi scansafatiche non è stato facile, ma alla fine si è risolto tutto per il meglio, no? Perché non resti a festeggiare qui con noi?-
-Mi dispiace a devo proprio andarmene…Lo sai anche tu che non posso fermarmi mai in nessun luogo, è la mia punizione….-
-Su, su, ma oggi è natale!- esclamò sorridendo il finlandese –E poi ogni regola ha le sue eccezioni, no? Credo che per questa sera tu possa stare un po’ con noi-
-Beh, io non saprei….- si interruppe notando una figura tutta avvolta in un lungo mantello nero che si stava avvicinando a loro a grandi passi –Credo che quello là voglia te- disse allontanandosi, non prima di ringraziare il finlandese un ultima volta.
-Bentornato!- esclamò Tino avvicinandosi al nuovo arrivato e fermandoglisi davanti. Alzò lo sguardo per guardarlo in viso, continuò ad alzarlo perché era altissimo –Ottimo lavoro! E grazie ancora per avermi aiutato, Su-san….-
Il fantasma si levò il cappuccio e si ravvivò i corti capelli biondi con una mano,mentre con l’altra ghermì per un fianco il più piccolo
-Non ringraziarmi, lo sai che lo faccio volentieri- disse facendo arrossire il finlandese, che alzò lo sguardo incrociando gli occhi blu di Berwald
-A proposito…- il più grande si abbassò sul compagno, lasciandogli un leggero bacio sulle labbra –Buon Natale-
 
 

 




 
A
chi ama
dormire
ma si sveglia
sempre di buon umore
a chi saluta ancora con un bacio
a chi lavora molto e si diverte di più
a chi va in fretta in auto ma non suona ai
semafori a chi arriva in ritardo ma non cerca scuse
a chi spegne la televisione per fare due chiacchere, a chi
è felice il doppio quando fa a metà, a chi si alza presto
per aiutare un amico, a chi vede nero solo quando è buio
a chi non aspetta Natale
per essere
Migliore
AUGURI!
 

 

 
N.d Ary: Finita. Finita….è finita davvero? °___°  <---è una che inizia sempre millemila cose e non ne porta a compimento nessuna
dovevo finirla per Natale, lo so….poi non cel’ho fatta e ho sperato di finirla per Capodanno…..cosa che, ehm, non è successa XD Scusatemi tanto, ma tra tombole, mangiate colossali che finivano alle quattro del pomeriggio (e non sto ingigantendo -.-), compiti delle vacanze, regali ancora da fare e parenti rompiscatole non ho avuto veramente tempo, gomen >.< Ed essendo l’ultimo capitolo non volevo tirarlo via solo per rispettare le scadenze….*COFF, che comunque non ho rispettato, COFF* Vabbè, meglio tardi che mai, no?xD
Toglietemi una curiosità….chi vi aspettavate come ultimo spirito?xD
 
Bene… per essere la mia seconda fan fiction e la prima che porto a termine mi ritengo abbastanza soddisfatta, spero che col tempo di migliorare ancora ^^”
Un grazie infinito a chi mi ha seguita finora, a chi l’ha letta, messa tra le seguite/preferite e ovviamente a chi l’ha recensita, vi amo tanto ;___;
Se qualcuno ne ha voglia può dare un'occhiata all'altra mia fic, mi fate contenta .w. ma non tiratemi i pomodori, per favore >___<
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=591176&i=1





Yumi Kago: grazie ancora  per i capitoli che hai recensito, e non preoccuparti per le recensioni, a me fanno un enorme piacere qualunque cosa ci sia scritta ^___^ (e comunque io faccio schifo nel rispondere alle recensioni, quindi io sono l'ultima persona che ti potrebbe dire qualcosa in ogni caso xDD)
GinKoKite: Grazie a te per avermi seguita fin quì, grazie grazie grazie mille x3 Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo,a  me non convinceva più di tanto...xD Spero ti sia piaciuto anche quest'ultimo, alla prossima ^__^
Diana924: Ci avevi azzeccato? Adoro troppo Su-san, in qualche modo dovevo metterlo xD anche se in un primo momento la mia scelta era caduta su Russia.... Che altro dire....spero che anche quest'ultimo capitolo ti sia piaciuto, e grazie infinite per tutte le recensioni che mi hai lasciato >___<
MonyPurpa:Grazie per averla commentata anche quì, i tuoi commenti mi fanno sempre piacere x3 Ed eccoti la fine....Spero non ti abbia deluso!

Ne approfitto per fare a tutti –con un po’ di ritardo- gli auguri….Buon 2011!! ^o^


 

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