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di ste87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 7 ***
Capitolo 10: *** capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** capitolo 33 ***
Capitolo 35: *** capitolo 34 ***
Capitolo 36: *** capitolo 35 ***
Capitolo 37: *** capitolo 36 ***
Capitolo 38: *** capitolo 37 ***
Capitolo 39: *** capitolo 38 ***
Capitolo 40: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 Prologo
Quando si deve prendere una decisione importante , è giusto avere dei tentennamenti? O proprio perché è importante è necessario non avere nessun dubbio così da essere certi della propria decisione???
Questi erano i pensieri che mi vorticavano in testa ormai da…  non so neanche io da quando ci stavo pensando..... forse dagli ultimi mesi passati.. mesi in cui avevo capito molte cose.. o forse addirittura dal mio arrivo a Forks..
Ero seduta in macchina e il paesaggio autunnale scorreva veloce fuori dal finestrino. Alberi enormi ricoperti da foglie ormai ingiallite che facevano capire che l’autunno era arrivato.. grandi palazzi e ville immersi nella nube mattutina tipica dei paesi freddi. A  Forks ero abituata a vedere la nebbia e le foglie gialle. Ma non qui..
qui sarebbe cominciata una nuova avventura per Isabella Swan e non sarebbe stato di certo il paesaggio – che richiamava alla mente la mia vera casa- a farmi perdere la voglia di cominciare una nuova vita..
L’autunno si sa, porta con se anche il primo freddo.. tremavo tutta dalla testa ai piedi.. e il riscaldamento era mal funzionante tanto che avevo deciso di spegnerlo del tutto per evitare la nauseante puzza che porta con se l’aria calda di una macchina nuova .. che poi tanto nuova non era.. avevo trovato su internet quello che sembrava essere un’ affare e che poi invece si è rivelato essere l’ennesimo buco nell’acqua. Se non si contavano la tappezzeria e la disgustosa puzza poteva essere considerata una buona macchina. Era una Volkswagen New Beetle del 1998, in altre parole un Maggiolino nero della Volkswagen.
-non mi abituerò mai!- sbottai all’improvviso all’ennesimo spostamento. I sedili troppo scomodi mi impedivano anche di trovare la giusta posizione ..
 Una risata giunse in risposta alla mia irritazione..così continuai imperterrita
- e poi ho freddo! Tanto freddo! E non possiamo aprire il riscaldamento fino che non la porterò a lavare e a far cambiare i filtri dell’aria! E non riesco nemmeno a trovare la giusta posizione per fare un sonno tranquillo.. rimpiangerò per sempre il mio adorato pick-up!-
il mio adorato pick-up era definitivamente morto una sera di agosto e da allora tutti i tentativi per riuscire a ripararlo si erano verificati nulli..
-rilassati Bella! Siamo quasi arrivati..  e poi lo sai che il rimedio contro il freddo ce l’ hai a portata di mano..-
Subito mi girai stordita e pian piano mi avvicinai.
-che c’è? Hai preso gusto? Ogni volta che ho freddo mi offri sempre la tua spalla.. grazie Jake..- dissi mentre affondavo il viso tra le sue braccia. Che caldo!
Un’altra risata giunse soffocata
-si! Hai ragione! Non farmelo ricordare.. meno male però che questa volta la causa del tuo freddo non sia un bagno in mare in pieno inverno.. –
Mi intristii all’istante a ripensare a quella volta che mi buttai dalla scogliera di la push.. anche in quel caso c’era Jake a offrirmi il suo aiuto.
-e poi- disse interrompendo i miei pensieri -non è così male come macchina.. forse l’ho considerata peggio di quanto immaginassi se pensi che l’hai pagata una miseria. Per quello che ti servirà qui è più che adatta alle tue esigenze..-
ripensai subito al giorno in cui avevo concluso l’affare…
Dal momento in cui il pick-up non aveva dato più segni di vita, avevo cercato da subito un degno sostituto, mi ero messa a cercare pure su internet buone offerte su macchine usate che potessero fare al caso mio. E poi un giorno ecco l’annuncio della macchina in questione.. non mi feci scappare l’occasione.. e considerando la riluttanza di mio padre ad acquistare una macchina già usata - lui si ostinava a propinarmi volantini di concessionarie ultra fornite di macchine modernissime -  e  quella di Jacob - che si era offerto personalmente di cercare  una macchina per me - quella volta avevo deciso di fare di testa mia.. e adesso mi ritrovavo seduta in quella stessa auto che tanto ostinatamente avevo insistito di comprare..
-già non è male dopotutto..-  per quello che mi sarebbe servita.. Avere una macchina  mi avrebbe permesso di spostarmi quando e dove volevo senza sottostare ai rigidi orari dei mezzi pubblici..in fondo era solo un modo per essere più indipendente.
-non finirò mai di ringraziarti Jake..- dissi in un sospiro
-dovere piccola.. e poi se non ci fossi venuto io con te a chi altro avresti potuto chiederlo?-
Spiritoso..
-pensi che non riesca a fare a meno di te? O sei talmente presuntuoso da credere che nessun altro lo avrebbe fatto meglio?-
Mi guardò ridendo
-ma che domande.. è ovvio che tu non riesca a fare a meno di me! Chiunque sarebbe stato capace di fare quello che ho fatto io.. in fondo ti ho solo accompagnata nel viaggio in aereo, ti ho aiutato a ritirare la macchina e adesso ti sto portando al campus.. –
Gli diedi uno scappellotto e cominciammo a ridere come due cretini..
Il viaggio non sarebbe durato ancora per molto, ma ne avrei conservato il ricordo per molto tempo. Avevamo preso l’aereo da Seattle diretto in Massachusetts, lì avevamo dovuto ritirare la macchina e continuare il viaggio in auto.
Secondo la cartina che tenevamo in mano e che controllavamo ogni volta che giungevamo in  una nuova città, mancava poco più di un ora.
 La tensione era alle stelle. Non ero riuscita a rilassarmi per niente! Ogni volta che pensavo dove stavamo andando mi venivano le palpitazioni al cuore come se stessi per affrontare una prova difficilissima che avevo paura di sbagliare..
-allora cosa dobbiamo fare appena arrivati???- mi chiese Jacob pieno di vitalità. Quel viaggio per lui era così eccitante quanto deprimente. Da un lato era esaltato all’idea di lasciare-anche se per poco tempo-  la riserva e intraprendere quell’esperienza insieme a me.. ma dall’altro era dispiaciuto perché me ne sarei andata da Forks e non ci saremmo potuti vedere per un bel pò.. e questo, a dire il vero, metteva tristezza anche a me.
Salutare mio padre era stata l’impresa più difficile. Era felicissimo per me, ogni padre lo sarebbe stato, ma andare al college ci avrebbe separato e questo lo rendeva triste. Quando mi salutò non era riuscito a mascherare le lacrime che traditrici avevano cominciato a scendere lungo il suo viso. Mi sarebbe mancato terribilmente.
-prima vediamo di arrivarci al campus..- dissi acida mentre faceva una manovra azzardata per sorpassare una macchina troppo lenta. Mi guardò in modo strano e poi cominciò a moderare la sua andatura.
- e poi.. – proseguii - non so, ho qui con me la mappa dell’intera struttura e la cartina degli alloggi dedicati agli studenti, potremmo cominciare da li così iniziamo a mettere a posto un po’ di cose nella mia “futura dimora”- dissi con tono fintamente ironico.
- dai non lamentarti.. pensi che con tutti i soldi che gli passerai ti faranno dormire in una topaia? Sicuramente il tuo alloggio sarà più grande di camera tua.. anzi no, sicuramente sarà più grande di casa mia!!!- a quel punto scoppiai a ridergli in faccia. Ma si può essere più stupidi di così!
- sei uno spasso Jacob! Mi mancherai da morire..- dissi con tutta la sincerità del momento, quasi mi pizzicavano gli occhi.
A quel punto l’atmosfera di ilarità era sparita. Mi rivolse uno sguardo intenso quasi volesse marchiare a fuoco quello che stava per dirmi.
-lo sai che se avessi bisogno di me ti basterà alzare la cornetta e mi troverai subito disponibile.. partirei subito se me lo chiedessi!-
-lo so Jake, non finirò mai di ringraziarti abbastanza per tutto quello che hai fatto per me, soprattutto in questi ultimi mesi.. non lo scorderò mai!- e come avrei potuto scordare quella parte della mia vita che mi aveva dato tanto.. ma a cui io stessa avevo deciso di rinunciare.. ogni volta che ci pensavo mi venivano delle fitte al cuore.
-adesso basta pensare a queste cose! Abbiamo faccende più importanti da sbrigare! Per esempio.. non è che mi indicheresti da che parte andare? Credo di essermi perso.. Scusa!-
Cominciai a ridere come una bambina di cinque anni fino a che, recuperata un po’ di serietà, mi misi a cercare sulla cartina da che parte andare.
*********
Il cartello stradale parlava chiaro.. eravamo arrivati a destinazione! Ero allo stesso tempo esaltata quanto terrorizzata, non sapevo cosa mi avrebbe riservato il futuro ma confidavo nella mia testardaggine di aver fatto la scelta giusta. Ormai non potevo più tornare indietro.. proseguimmo ancora per cinque minuti fino a che l’auto arrestò la sua corsa.
Scesi dalla macchina e quasi impedita mi lisciai i pantaloni sulle cosce, ero in iperventilazione. In quel momento non vedevo le persone che mi passavano a fianco, non sentivo se qualcuno mi stesse parlando.. in quel momento avevo occhi solo per una cosa! Il cancello all’ingresso del campus mi metteva di fronte ad una realtà che avrei dovuto sostenere da li a breve. Era come se ci fosse scritto BENVENUTA ISABELLA SWAN!
Era il cancello della  “DARTMOUTH  UNIVERSITY”.
Sapevo che varcato quello sarebbe cominciata la mia nuova vita. Mi sarei dovuta lasciare tutto alle spalle per il mio bene perché continuare a soffrire non mi avrebbe certo riportato lui.
Scossi la testa cercando di rimanere con la mente al presente ma irrimediabilmente ecco passarmi davanti tutti i mesi appena strascorsi..

RAGAZZE SPERO VI PIACCIA QUELLO CHE LA MIA MENTE BACATA PRODUCE E CHE VI PORTI A LASCIARE ALMENO UNA RECENSIONE.. VI RINGRAZIO INFINITAMENTE ANCHE PERCHE' SE SIETE ARRIVATE FINO ALLA FINE E NON AVETE CHIUSO IL CAPITOLO PRIMA VUOL DIRE CHE QUALCOSA DI BUONO L'HO SCRITTA!HIHIHIIII ALLA PROSSIMAAAA ♥

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


 Eccoci qua ragazze.. non so come ringraziarvi per aver accolto così bene questa ff! sono soddisfazioni.. ringrazio vivamente di cuore quelle che hanno recensito lo scorso capitolo e quelle che si sono limitate a leggere. Ringrazio chi ha inserito la ff tra le seguite e spero tanto di non deludervi e che la storia vi piaccia sempre di più.

Piccola nota.. in questo capitolo troverete dei riferimenti presi da Eclipse. Spero non vi dispiaccia leggerli nel mio capitolo. Non ho nessuna intenzione di infrangere la sacralità dell’opera della Meyer.. ma senza non sarei riuscita a spiegare per bene quello che volevo dire.. adesso vi lascio al capitolo! Ci vediamo sottooooooo bacii♥
 
Capitolo 1.
6 mesi prima..
Ero seduta nel bagno di Alice… era stata incaricata di prendersi cura di me, cercava di parlarmi e di farmi concentrare sulla costosissima crema che aveva appena messo sulle mie gambe, o sulla qualità dello shampoo che aveva usato per farmi lavare i capelli…  ma con la mente ero altrove…. Ripensavo a tutto quello che era successo in quella giornata assurda e piena di emozioni.
Victoria era morta definitivamente, i vampiri neonati erano stati annientati, i licantropi erano tutti sani e salvi, o quasi tutti, Jacob era rimasto ferito nel combattimento, ma mi avevano assicurato che si stesse già riprendendo, i Volturi dopo la loro breve visita stavano già facendo ritorno in Italia, i Cullen erano tutti incolumi. Ma perché tutte queste notizie positive non riuscivano a farmi tornare il buon umore, e a farmi vedere le cose nel modo giusto???
- Bella! Ma hai sentito cosa ti ho chiesto???-
Oddio ero talmente assorta nei miei pensieri che mi ero completamente dimenticata di Alice.
-Scusami Alice, non so proprio dove ho la testa… -
-lo avevo notato sai… è tre ore che ti sto chiedendo se preferisci la maglietta blu o quella verde! Allora??-   
-facciamo.. quella blu???-
- Bella ma cos’hai??? Ti vedo strana oggi, non sei contenta che tutto si sia risolto per il meglio e che stiamo tutti bene?-
- si! Certo che sono contenta! Ma come ti vengono in mente certe cose?-
- non lo so dimmelo tu! È da quando siamo tornate dalla battaglia che sei strana… e non riesco a “vedere” perché.-
Meno male che non riesci a vedere Alice… pensai.
-ecco, lo hai fatto di nuovo!-
-cosa? Cosa ho fatto di nuovo.-
- ti sei assentata… a cosa pensi di tanto importante???-
Ecco lo sapevo che a Alice non sarebbe  sfuggito questo mio comportamento.
-niente, non penso a niente…-
-come odio avere il potere sbagliato. A volte  - e questa è una di quelle- vorrei saper leggere nel pensiero… o se solo Edward potesse leggerti la mente me lo direbbe lui cosa ti passa per la testa….-
Al solo sentire nominare il nome di Edward, inavvertitamente sussultai.
Alice mi rivolse uno sguardo indagatore….
-Bella? C’è qualcosa che io non so??? A me puoi dirlo… so mantenere un segreto soprattutto a chi legge nel pensiero, se capisci quello che intendo.-
Lo sapevo benissimo dove voleva andare a parare. Ma come facevo a dirgli che nel caso Edward le avesse letto la mente, non avrebbe trovato nulla di nuovo o che non sapesse già….
Inizio flashback
 
Ero sdraiata a testa in giù dentro il sacco a pelo e pensavo , ma soprattutto aspettavo l’inevitabile … tra poco sarebbe arrivato Edward e avrei dovuto spiegargli ogni cosa…
Già, ogni cosa! Mi ero appena resa conto dei sentimenti che provavo per JECOB, e non sapevo come uscirne, come riuscire a dirgli una cosa del genere!
Mentre aspettavo il ritorno di Edward, ripensavo alla conversazione “rivelatrice”che avevo appena avuto con Jake …
- ti amo, Bella-
-ti voglio bene, Jacob-
Sorrise. –lo so meglio di te-
Si voltò e fece per andarsene. –qualsiasi cosa!!!- urlai alle sue spalle.
-tutto ciò che vuoi, Jacob ma non farlo!-
-Secondo me non dici sul serio-
-resta-, lo implorai.
-no vado! Se riuscissi a convincermi che desideri davvero il mio ritorno… e che non è soltanto per egoismo-
-come faccio?- domandai.
-potresti chiedermelo-.
-torna- sussurrai.
-non è questo che intendevo-.
Mi bastò un secondo per capire…
-vuoi baciarmi,Jacob?-
Spalancò  gli occhi,-stai bluffando-
-baciami, Jacob. Baciami, e ritorna-
Il ricordo di quel bacio …
le sue labbra si adattarono alle mie provocandomi reazioni mai sospettate.
Ero estasiata , e la sua gioia improvvisa sbriciolò la mia determinazione, la mise completamente fuori uso.
Il bacio che ci scambiammo, era stato così intenso e privo di ogni paura. Con lui non correvo nessun rischio, nessun impedimento si frapponeva tra di noi …
Aveva ragione Jacob. L’aveva sempre avuta. Era più di un semplice amico. Ero innamorata di lui. Si.
 
Nessun rumore mi mise in guardia. Di punto in bianco la mano fredda di Edward accarezzò i miei capelli annodati. Scattai di vergogna non appena mi sfiorò.
-stai bene?- mormorò con voce ansiosa.
-no. voglio morire!- dissi con tutto il disprezzo che provavo per me stessa.
-cos’avrai mai combinato per desiderare la morte?-
D’improvviso un silenzio surreale invase lo spazio ridotto della tenda. Non un rumore all’interno, ne uno all’esterno. Eravamo soli. Io e lui.
Nessuno a cui leggere nel pensiero …
Alzai la testa, e direzionai il mio sguardo dritto nei suoi occhi d’ambra.
-Edward, devo parlarti-  dissi con voce atona.
-dimmi, amore- rispose lui.
-prima quando sei andato via ho parlato con Jacob…e ecco, vedi ….- mi tremava la voce, non riuscivo neanche a parlare.
-si. e allora?- la sua mascella era completamente tesa.
-vedi, non ci sono altre parole per dirlo, quindi te lo dirò e basta!- istintivamente spostai lo sguardo dal suo viso.
-HO BACIATO JACOB!- dissi tutto d’un fiato.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Improvvisamente la sua voce assunse un tono irriconoscibile.
- C’è qualcos’altro che dovrei sapere???-
Presa da chissà quale impeto di coraggio mi rimisi a parlare..
-…mi ….m-mi sono resa conto di provare qualcosa di più per lui…- avevo il cuore che rischiava di uscirmi dal petto.
Non so con precisione quanto tempo passò dopo aver sganciato la bomba ma mi sembrò un’eternità.
Titubante rialzai lo sguardo verso Edward, e quello che vidi mi diede i brividi.
Edward più bianco del solito, con le braccia a penzoloni lungo i fianchi, gli occhi spenti e pieni di delusione. In quel momento sentii una fitta nel petto.
Una stilettata dritta al cuore!!!!
-E-Edward ti prego di qualcosa!-
Lo vidi alzarsi e uscire fuori dalla tenda… lo seguii a ruota facendomi invadere dall’aria fresca del mattino.
Così fermi uno di fronte all’altro, aspettavo che mi dicesse qual’cosa.
 Era fermo, immobile, una statua.
Passò diverso tempo, fino a che non lo vidi muoversi, girò la testa di lato posizionando il suo sguardo verso un albero… il suo respiro era accelerato, lo potevo notare anche da lontano, le sue spalle si alzavano e si abbassavano troppo velocemente perché stesse respirando in modo regolare… e poi fu un attimo. Un secondo prima era li fiero e rigoglioso con la chioma tutta imbiancata, e il secondo dopo era completamente spezzato in due e il rumore che provocò mi fece tappare le orecchie.
Lo aveva sradicato completamente e lo aveva lanciato nello spiazzale dove ci trovavamo entrambi.
Ero senza parole!! Sapevo che sarebbe stato difficile da credere ma in quel momento avevo paura… avevo paura di Edward per la prima volta nella mia vita!!! Non sapevo come comportarmi, come avrei dovuto avvicinarmi senza correre pericolo, senza farlo arrabbiare ancora di più…
Improvvisamente la sua voce mi ridestò da quei pensieri e mi fece spaventare.
-Bella… non ho nessuna voglia di sentirtelo dire, ma ti chiedo di  rispondere a quello che sto per chiederti… io devo saperlo…-
Il suo tono di voce era talmente diverso da quello che ero abituata a sentire che mi impaurì. Era freddo… tanto freddo! Prese un profondo respiro, e poi parlò.
- Tu… lo ami???-  
Di tutte le domande possibili che potesse farmi, l’unica che non volevo sentire era quella …
Volevo rimandare il più a lungo possibile il momento in cui Edward mi avesse chiesto una cosa del genere.. ma evidentemente era impaziente  di sapere i miei reali sentimenti…
-BELLA !!! TI HO CHIESTO DI RISPONDERMI!!!-
Adesso quasi urlava
Timorosa mi azzardai a rispondere..
-Edward  è difficile da spiegare..-
Cercai di dire
-BELLA NON  È COMPLICATO!!! VOGLIO SAPERE I TUOI REALI SENTIMENTI! COSA PROVI PER QUEL CANE!
Mi fece venire i brividi. Quanto a lungo sarei riuscita a evitare la sua domanda?
Mi feci coraggio e iniziai a parlare.
-s-si.. si lo amo...-
Bene lo avevo detto! E ora cosa sarebbe successo?
-Edward cerca di capire.. io non…-
Ma mi interruppe
-Bella evita di trovare scuse.. almeno questo me lo devi.-
Non sapevo come comportarmi, ne cosa dire..
Improvvisamente ricordai la conversazione che Jacob e Edward ebbero quella notte..
Le parole mi uscirono di bocca senza che riuscissi a controllarle, e quasi in un sussurro dissi..
-quello che hai detto stanotte ..-
Ma non mi lasciò il tempo di finire la frase. E prontamente replicò
-quello che ho detto stanotte non deve riguardarti,ho mentito a Jacob nella convinzione che avrebbe trovato il modo di farti cedere.. e così è stato non mi sbagliavo-
Non sapevo cosa dire..
-penso che quello che dovevamo dirci ce lo siamo detto.. aspetterò fino a dopo la battaglia e poi me ne andrò, non ha più senso per me stare qui..-
-Edward aspetta, possiamo trovare una soluzione..io ti amo..-
Ma prima che potesse rispondermi un boato fece smuovere la foresta e mi fece spaventare. La battaglia era iniziata!!!
 
Sospirai.
-Alice non ho nulla da dirti sono solo un po’ stanca..- dissi cercando di celare l’umore nero che si era impossessato di me. Sembrò essersela bevuta..
- d’accordo, come vuoi tu.. tanto lo sai che se c’è qualcosa sotto prima o poi riuscirò a scoprirlo..-
Bene ci mancava solo lei, maledetto folletto ficcanaso!
Io cercavo di non tornare con la mente a quei momenti e lei mi portava irrimediabilmente a pensarci..
Non volevo rimuginarci sopra.. soprattutto non volevo pensare alla conversazione avuta con Edward al nostro ritorno dalla battaglia..
Ricordo esattamente quello che ci siamo detti.. la conversazione più fredda che avessimo mai avuto...
Dopo la visita dei Volturi eravamo pronti per tornare a casa ma sentivo qualcosa dentro me che mi faceva stare male e Edward se ne era accorto.. non so cosa lesse nei miei occhi o nel mio viso, sta di fatto che fece in tempo a portarmi via prima che gli altri si accorgessero che stessi per crollare..
Ci muovemmo a velocità sovrumana per seminarli.
Intanto le lacrime avevano cominciato a scendere silenziose dai miei occhi.
Ci fermammo in prossimità di un albero sradicato sul quale ci si poteva comodamente sedere.. e fu li che mi accovacciai prima di mostrare a Edward quanto fossi turbata.
Non parlammo per un bel po’.. ma le lacrime non accennavano a smettere. Spostai la testa dalle ginocchia per potermi asciugare il viso, e fu in quel momento che sentii un sonoro sospiro da parte di Edward che mi fece alzare la testa..
-è inutile che piangi..non preoccuparti per lui, starà bene.. sicuramente saprai rendergli la convalescenza più sopportabile..-
-cosa?- mormorai con la voce arrochita dal pianto.
-ti ho detto di non preoccuparti.. Jacob se la caverà, non serve a niente disperarsi..-
Era incredibile pensava che stessi piangendo per Jacob.. anche se un po’  preoccupata lo ero, soprattutto a pensare alle condizioni in cui era quando lo avevano portato via..
-Edward  non sto piangendo perché sono preoccupata per Jake.. –
-e allora perché ti stai disperando? A volte non ti capisco proprio..sei ridicola Bella!-
Ecco era questa sua freddezza a rendermi ancora più avvilita..
Di fronte a me non c’era l’Edward umano, c’era Edward il vampiro..
Non facevo altro che pensare alla sua natura che non mi aveva mai turbato o destabilizzato fino a quel punto..
Ero talmente scossa dal ricordo di tutti quei vampiri neonati ammucchiati in un  ammasso di cenere, o della ragazza che si era arresa davanti alla battaglia che la stava per uccidere.
Non mi ero mai trovata di fronte ad un essere così spregevole.. Bree, questo era il suo nome, bramava il mio sangue più di ogni altra cosa e sapere che probabilmente, se non fossi stata affiancata da altri vampiri, sarebbe riuscita ad uccidermi mi metteva i brividi.
E pensare che un giorno anche io sarei diventata in quel modo. Avrei avuto le stesse esigenze e non mi sarei fermata di fronte a nessun umano..avrei sentito la sete ardere nella mia gola e non avrei più percepito quale fosse la cosa giusta o la cosa sbagliata.. avrei agito d’istinto..
I Volturi erano stati chiari. Sarei dovuta diventare una vampira da li a qualche mese e la cosa mi terrorizzava.
Speravo che Edward, una volta scoperte le mie paure, riuscisse a tranquillizzarmi. Ma l’Edward che mi trovavo di fronte non era la persona di cui avevo bisogno in quel momento. Così freddo e schivo. Probabilmente era ancora scosso dal mio piccolo “tradimento” per capire quello che mi passava per la testa.. dove era finito l’Edward sensibile che cercava sempre di aiutarmi quando c’era un problema, che mi confortava quando non facevo altro che piangere? Proprio adesso che avevo bisogno di lui.. della sua parte più sensibile e umana..
Fino all’inizio della battaglia ero convinta di quello che volevo.. io volevo Edward e anche dopo aver confessato i sentimenti per Jacob, nessuno sarebbe riuscito a portarmi via da lui. Adesso invece era tutto diverso..
Mai come in quel momento sentivo che il mio posto non era accanto a lui..
Eppure ero stata io stessa più di una volta ad insistere perché mi trasformasse.. la visione futura  di come sarei diventata aveva avuto il potere di oscurare tutte le mie convinzioni.
 -io non so cosa fare..- riuscii solo a dire mentre una nuova ondata di disperazione mi invase.
- non preoccuparti.. ti renderò le cose più semplici andandomene via da qui.-
Mi vennero i brividi al sol sentire nominare quelle parole.. ma stranamente non riuscivo a replicare. Solitamente l’avrei supplicato di non lasciarmi, ma in quel momento e con quei pensieri in testa non ero proprio in grado di decidere.
-i Volturi mi verranno a cercare e non vogl..- ma mi interruppe 
-non ti devi preoccupare dei Volturi, me la vedrò io con loro. Troverò un modo di convincerli a lasciarti vivere in pace senza nessuna interferenza da parte loro..- 
- Edward ti prego parliamone.. non so cosa mi sia preso ma non voglio che tu vada via..-
-Bella è inutile per me rimanere qui.. –
Mai parole furono più vere, pensai per una frazione di secondo.. Forse avevo bisogno di un po’ di tempo per riflettere.. si, avrei detto a Edward che mi serviva tempo per decidere cosa fare.. d’altronde lui si era offerto spontaneamente di intercedere con i Volturi..
magari così avrei recuperato quell’ umanità che stando a contatto con esseri immortali mi era sfuggita di mano.. anche se pensare di stare senza Edward faceva male.. tanto male..
Come se avesse intuito i miei pensieri, Edward mi precedette dicendomi..
-ti lascerò un po’ di tempo per riflettere e per riprenderti dalla stancante giornata.. ma sappi che comunque vada, sento che tra noi si è inevitabilmente rotto qualcosa.. non so quanto ci convenga strare insieme sapendo che c’è di mezzo qualcun altro..-
Si riferiva a Jacob.. già Jecob. Poverino, stava sicuramente soffrendo le pene dell’inferno e io non ero con lui. Avrei voluto stringergli la mano e stargli accanto fino a che non si fosse ripreso. Mi tranquillizzava l’idea che appena fossi tornata a casa sarei andata da lui..
 
Mi ridestai dai ricordi sapendo che pensarci mi avrebbe solo fatto del male.. ormai era deciso.. Edward mi aveva concesso tempo per riflettere e io non lo avrei sprecato ripensando al nostro rapporto freddo e distaccato…
Improvvisamente mi venne in mente una domanda..
-Alice posso chiederti una cosa?
-certo.. tutto quello che vuoi..
Esitai un attimo per prendere coraggio
-tu.. mi vedi ancora come una di voi? Mi vedi diventare una vampira?
Aspettò un attimo prima di rispondermi..
-Non sei sicura delle tue decisioni, Bella?
Avrei voluto risponderle che mai come in quel momento mi sentivo incerta.                                         
Ero convinta della mia scelta?
-Io posso essere sicura solo quando lo sei tu, Bella. Lo sai. Se cambiassi idea, ciò che vedo cambierebbe … o, nel tuo caso scomparirebbe -
Sospirai . - Hai ragione, domanda idiota..-
Spostai lo sguardo da Alice per non farmi vedere, non avrei voluto farla preoccupare inutilmente, ma quando tornai a fissarla nel suo sguardo vidi  qualcosa che non mi piacque, per un attimo un espressione di puro terrore fece accendere i suoi occhi.
-se sei pronta possiamo andare -, mi chiese inespressiva.
-si, andiamo-.

 
Sarei tornata a casa e successivamente sarei andata da Jacob..

Vi è piaciuto??? E adesso che succederà ??? Hihihiihihi io lo so.. ma mi interessano le vostre supposizioni!! Recensiteeeeeeeee mi raccomando! ♥
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


 BUON NATALE MIE DOLCI LETTRICI!!!!! SPERO CHE ABBIATE TRASCORSO UN NATALE FANTASTICO!!! ECCO QUA IL SECONDO CAPITOLO! RINGRAZIO CHI HA LETTO IL CAPITOLO PRECEDENTE E ANCHE CHI L’HA COMMENTATO!! GRAZIE PER IL VOSTROSUPPORTO!! COME AL SOLITO MI AUGURO CHE IL NUOVO CAPITOLO VI PIACCIA E CHE VI FACCIA VENIRE VOGLIA DI RECENSIRE! MI RACCOMANDO DITEMI COSA NE PENSATE!!! CI VEDIAMO SOTTOOOOO!

Capitolo 2.

Con la tachicardia a mille mi accingevo a salire sul mio pick-up per correre da Jacob. Per fortuna mio padre non era ancora rientrato dalla battuta di pesca.. sicuramente era già a conoscenza che Jacob stesse male, dopotutto era con Billy.. se mi avesse visto mi avrebbe tartassato di discorsi sull’ irresponsabilità di guidare una moto e sugli incidenti che essa può portare, poiché era questa la scusa che ci eravamo inventati da dire per giustificare le condizioni di Jake, e non era certamente la cosa più allettante da aspettarsi da un padre, per giunta sceriffo.. come minimo mi avrebbe trattenuta per un ora fino a che non avesse deciso che poteva bastare..
Ma in quel momento un’altra cosa mi metteva in agitazione..
Il viaggio di ritorno con Alice era stato molto strano.. non era da lei limitarsi a dire poche parole invece di tartassarmi di domande come suo solito.. appena scesa dalla macchina fuggì via come se avesse qualcosa di importante da fare..  lo sguardo spento che avevo visto a casa sua non l’aveva abbandonata neanche durante il tragitto fino a casa di Charlie. Presto le avrei chiesto delle spiegazioni..
********
-Billy! Oh Billy! Mi dispiace così tanto.. – dissi buttandomi su di lui per poterlo abbracciare. Non appena scesi dalla macchina mi trovai di fronte tutto il branco che stava immobile e inerte a fissarmi.. c’era chi come Sam, si sentiva in colpa per non essere intervenuto in tempo, c’era Leah che si sentiva emarginata per aver combinato il danno, e poi c’era Billy che era visibilmente preoccupato, e allora l’unica cosa che mi sentii di fare fu proprio quella di abbracciarlo per portargli un po’ di conforto. Non osavo immaginare quanto fossero gravi le ferite di Jacob e per un padre non è mai facile sopportare il dolore che prova un figlio.. anche se il figlio in questione è in qualche modo indistruttibile..
-grazie Bella, grazie ..- mi disse con la voce tremante.
Ma improvvisamente tutti raggelammo sul posto a sentire le urla atroci e disperate di Jacob..
-continua così da ore ormai..- mi disse Paul
-il dottore gli spezza  le ossa perché a causa della guarigione accelerata si saldano in modo sbagliato.- proseguì Quil.
Povero Jacob..
Carlisle si era gentilmente offerto di curare Jacob poiché nessun’ altro avrebbe potuto farlo al posto suo.. e per fortuna il branco non si era opposto..
Aspettammo per più di un’ora fermi e immobili e quando la porta si aprì liberammo tutti quanti un profondo sospiro di sollievo. Mi alzai di scatto dai gradini dove ero seduta e subito corsi verso la porta.
-Carlisle! Come sta?- dissi preoccupata.
prima di parlare fissò Billy.. –ora sta meglio.. è un po’ frastornato, gli ho dovuto dare tanta morfina perché il suo corpo la brucia troppo in fretta. Grazie alla veloce guarigione si riprenderà presto, ma mi raccomando almeno per una settimana deve assolutamente stare a riposo.- disse concludendo la frase con lo sguardo rivolto verso Sam.
-non si preoccupi, ci penseremo noi a tenerlo a bada.. e Grazie.. – disse tendendo la mano verso Carlasle che la accettò
 –dovere..- rispose. Si scambiarono il gesto in maniera molto spontanea.
-Vuole vederti- mi disse poi, -è da quando ha ripreso conoscenza che chiede di te..-
-grazie.. vado subito- dissi correndo verso la stanza di Jake.
Mi fermai un attimo prima di afferrare la maniglia.. come se tutto il coraggio e la voglia di vederlo fossero spariti in un secondo. Ma poi sentii i suoi lamenti e allora mi feci forza ed entrai..
Steso sul suo letto e con la fronte umida di sudore, Jacob era immobile come una statua, solo il movimento velocizzato del suo petto era visibile anche dalla piccola porta.. stava soffrendo e i lamenti che uscivano dalla sua bocca ne arano la prova evidente.
Feci per andarmene, volevo lasciarlo riposare, ma la sua voce mi giunse leggera alle orecchie e mi fece voltare.
-Bella..- mormorò piano
-shh, stavo andando via..non devi affaticarti, devi riposare..-
-non voglio chiudere gli occhi sapendo che probabilmente questa è l’ultima volta che ci vediamo..- mi disse sicuro ed io istintivamente abbassai lo sguardo. Mi avvicinai al suo letto inginocchiandomi di fronte a lui..
-hai scelto lui non è vero?- mi chiese dolcemente.
Non sapevo cosa rispondergli ma soprattutto non volevo dargli false speranze..
-Jacob.. è più complicato di così..-
-si è arrabbiato molto non è vero? Scusa se sono andato via in quel modo e hai dovuto affrontarlo da sola.. – si stava agitando.
- Jacob rilassati, non potevi venire insieme a me.. la battaglia stava per cominciare e gli altri avevano bisogno di te.. anche se a vedere come ti sei conciato forse era meglio che stessimo insieme..- dissi nel tentativo di strappargli un sorriso, e infatti ci riuscii..
- e comunque, si! Si è arrabbiato..-
-capisco..- disse abbassando il capo - ti chiedo scusa..-
-Jacob tu non hai fatto niente, non sei stato solo tu a baciarmi,l’ho voluto anche io, lo abbiamo fatto in due.. era inevitabile una sua reazione.. ma non me l’aspettavo così però..- ormai eravamo in ballo.. allora avremmo ballato. Tanto valeva che Jacob sapesse quello che io e Edward ci eravamo detti..
-cosa vuol dire che non te l’aspettavi così?- mi chiese
- Jacob, Edward si è arrabbiato quello si.. chiunque lo avrebbe fatto al posto suo.. lui dice di volersene andare e mi ha lasciato del tempo per poter scegliere con calma quello che voglio, ma la cosa che più di tutte non riesco a capire è perché non riesca a farlo.. ho talmente tanti di quei dubbi..-
Il suo viso parve illuminarsi..
-non ci credo..- iniziò a dire –sono riuscito a farti capire che forse non è lui la persona giusta per te!!! Ti prego Bella dammi una possibilità, permettimi di dimostrarti quanto saresti felice se noi due stessimo insieme.. non dovrai cambiare per me, rimarrai la Bella di sempre, potrai crescere e avere figli.. avrai sempre accanto i tuoi genitori.. e soprattutto avrai me che Ti Amo e questo non cambierà mai te lo prometto..- concluse guardandomi negli occhi..
Dal canto mio non sapevo cosa rispondergli.. sapevo che stare con Jake sarebbe stata una scelta più sana.. non avrei dovuto affrontare la trasformazione e tutto quello che essa portava... ma d’altra parte avrei perso Edward e non potevo accettarlo.
Con il cuore a pezzi lo guardai –non so cosa fare Jake.. mi sento troppo confusa in questo momento per decidere.. Edward mi ha dato del tempo, e ti prego concedimelo pure tu..-
Mi accarezzò una guancia e incatenando i miei occhi ai suoi disse – va bene Bella, va bene.. Sono consapevole che non è per niente facile la scelta che devi fare, quindi se per averti mi chiedi di avere ancora un po’ di pazienza.. allora aspetterò.. – e mi sorrise dolcemente.
-e poi..- proseguì, -godrò lo stesso della tua compagnia, visto che per proteggere te mi sono conciato in questo maniera, dovrai pur ripagarmi in qualche modo..-
-questo è un ricatto signor Black!- dissi fintamente arrabbiata
fece per alzarsi con il busto ma una fitta di dolore lo fece tremare- no per niente, è solo che.. questo me lo devi..ahhh!! che dolore!! ah!!- lo spinsi giù nel letto a fin che la sua schiena stesse sdraiata e dritta sul materasso. 
-si, si sta tranquillo sarò sempre qui al tuo fianco, ma ora sta giù!!!
-va bene, va bene.. ho capito.. mamma!!-
Lo guardai di sottecchi ma non potei fare a meno di ridere.. ecco questo era il rapporto tra me e Jake, sapevamo capirci anche solo con uno sguardo ed eravamo in grado di risollevare la situazione come se niente fosse. Si, adesso capivo che se la mia scelta fosse stata Jake sarebbe stata ugualmente una scelta felice, insieme saremmo stati felici.. perché stare con Jacob era facile come respirare. Proiettai la mia vita in un futuro insieme a lui e subito mi vidi ad avere una vita piena di gioia e amore, con bambini che corrono per casa e una vecchiaia serena..
Ma inevitabilmente mi ritrovai a pensare ad Edward.. non averlo più al mio fianco avrebbe cambiato i sentimenti che provavo per lui?? D'altronde si sa, il primo amore non si scorda mai.. Potevo vivere una vita accanto ad un uomo e sapere che l’altra metà del mio cuore apparteneva ad un altro?
Con questi pensieri in testa mi allontanai dalla casa di Jacob, con la promessa che ci saremmo rivisti presto.

************

L’acqua calda che scendeva sul viso e sulla pelle aveva un effetto rilassante, tuttavia non potevo fare a meno di pensare alla conversazione avuta con Charlie..appena tornata a casa mi aveva raccontato di aver visto Jake ferito e dolorante, e sapevo che questa cosa lo aveva scombussolato non poco..  riempiendomi la testa con discorsi sulla responsabilità e sul fatto che guidare una moto fosse una cosa stupida, mi fece  promettere che non avrei mai, e dico mai più toccato una motocicletta..
Chiusi il rubinetto dell’acqua e uscii dalla doccia coprendomi con un accappatoio, mi asciugai per bene e dopo aver indossato il pigiama mi asciugai i capelli mantenendoli un po’ umidi. Uscii dal bagno, e con il rumore in sottofondo del televisore al piano di sotto, mi diressi in camera mia non senza aver prima salutato Charlie con un “buona notte papà”  urlato dal pianerottolo...
Trovarmi triste e sola nel mio letto non contribuiva a farmi vedere le cose nel modo giusto.. era come se il buio avesse il potere di lasciare che la mia mente vagasse in modo incontrollato senza trovare pace..
Sentivo il cuore battere all’impazzata nel mio petto.. non riuscivo a rilassarmi e quindi a dormire, ripensavo a tutto quello che era successo in quella giornata senza fine, il più lungo dei giorni sembrava non finisse mai. Rivedevo la battaglia, la fine di Victoria, le parole di Edward e quelle di Jake.. il mal di testa imperversava e allora mi ritrovai a fare quello che normalmente consideravo un gesto stupido.. mi alzai di corsa e andai diretta in bagno, aprii il cassetto che conteneva i medicinali e con un sorso d’acqua aiutai a mandare giù un sonnifero. 
Tornata a letto mi sistemai per bene sotto le coperte, 15 minuti e  il torpore iniziò a invadermi pian piano e lentamente mi abbandonai ad esso..
Poco dopo sentii l’aria fresca solleticarmi le braccia e le gambe, e allora aprii gli occhi..Era una situazione strana.. sapevo di star sognando ma ciò nonostante non riuscivo a trovare il modo di svegliarmi..
Mi trovavo nello spiazzale di fronte casa mia, ero ferma e immobile  nel buio che imperversava la notte. Non un rumore si librava nell’aria. Non riuscivo a distogliere gli occhi dalla macchina di Edward che si trovava parcheggiata di fronte a me e dalla moto di Jacob che invece era buttata a terra, come se avesse avuto troppa fretta per poterla posteggiare come si deve.. cercavo di capire dove fossero andati ma ad un tratto un rumore come di qualcosa di molto pesante che si infrange addosso a un albero mi fece ritrovare la lucidità per capire cosa stesse succedendo. Mi misi a correre lungo l’intero perimetro della casa senza riuscire a trovarli, mi fermai dopo un po’ che avevo il fiatone, di fronte a me il bosco. Mi resi conto che l’unico posto dove non avevo cercato era proprio il bosco oscuro che si estendeva alle spalle della casa di Charlie. Lo stesso bosco che quasi un anno fa mi aveva accolta quando Edward aveva deciso di abbandonarmi. Sentii subito come una fitta nel petto, come se avessi paura di inoltrarmi tra quegli alberi e vedere qualcosa che non avrei mai voluto vedere.. Edward e Jacob combattere. Inconsciamente mi beavo del fatto che fosse tutto un sogno e non stesse succedendo nella realtà.  
Allora mi misi a correre, trovando non poche difficoltà a superare le radici degli alberi, come se il mio essere impacciata mi avesse seguito anche nel sogno, ma alla fine arrivai nel luogo dello scontro. Era come se la luna avesse il potere di illuminare come un faro piantato proprio su di noi tutta l’intera scena. C’era Edward accucciato e pronto a scattare alla mia destra,e Jacob trasformato in lupo alla mia sinistra. Tutti e due preparati a combattere. Notai che Edward aveva tutti gli indumenti logori e strappati mentre Jacob faceva quasi fatica a mantenersi in piedi. Chissà da quanto tempo stavano combattendo.. mi frapposi tra loro due come il giudice durante una gara di pugilato, e mi sentivo un po’ impacciata a dover dividere due esseri che solo con una mano avrebbero potuto schiacciarmi.
-Bella, spostati. È una questione tra me e il cane..- mi disse Edward pacato
-non ho nessuna intenzione di lasciare che vi uccidiate a vicenda! Mi dispiace ma non me ne vado- dissi con assoluta fermezza.
Sentii un guaito alle mie spalle, Jacob non era d’accordo con me..
-allora assisterai mentre finisco il tuo amichetto..-
-NO!- urlai allarmata
-se proprio dobbiamo risolvere questa situazione perché non ne parliamo? Tutti e tre insieme..- cercai di essere il più diplomatica possibile. Un altro guaito si disperse nell’aria. Jacob cercava di dirmi qualcosa, e allora guardai Edward nella speranza che mi aiutasse a capire..
-dice che non serve a niente parlare.. che tanto la situazione rimane la stessa, se tu avrai entrambi a disposizione non riuscirai mai a capire quello che vuoi veramente..-
-questo lascialo decidere a me..- dissi rivolgendomi al diretto interessato
-si ma lui, non ce la fa ad aspettare una tua scelta.. e francamente la cosa vale anche per me-
-e chi ti dice che io non abbia già scelto?- dissi in maniera provocatoria a Jacob ma era chiaro che mi riferissi ad entrambi..
-è una balla!- disse Edward alle mie spalle..
E ad un tratto vidi entrambi corrersi incontro e iniziare una lotta senza tregua.. non sapevo cosa fare, urlavo i loro nomi in maniera spasmodica, speravo che si fermassero, che avessimo potuto risolvere la cosa parlandone , ma era tutto inutile..
Poi un guaito ti dolore mi fece raggelare sul posto sentendo improvvisamente la testa vuota..
Corsi subito verso Jacob che giaceva dolorante a terra lo presi tra le mie braccia mentre il suo corpo ritornava umano.. lo strinsi forte al petto.
-Jacob…  Jacob ti prego..- e i miei occhi erano pieni di lacrime
-Bella.. Bella- diceva tra i lamenti di dolore
Con un sospiro flebile mi chiese –allora.. qual è la tua scelta?-
Lo guardai sperando che capisse.. non poteva chiedermelo. Quella sera nella gravitaà della situazione mi ero accorta che non poteva esserci scelta tra loro due, perché se avessi perso Edward avrei sofferto e lo stesso valeva per Jacob.
-Jacob..- dissi solamente muovendo il capo
E lui esalò il suo ultimo respiro in quel preciso istante.
-NOOOOOOO!!!- urlai con tutto il fiato che avevo in gola
-Jacob! Non puoi farmi questo!! Io.. io Ti Amo!!!-
Sentii sfiorami la pelle da qualcosa di freddo e subito mi ritrassi..
Non volevo il conforto di Edward..
Ma pur avendolo allontanato quella sensazione di essere toccata non mi abbandonava.
 Era strano.. era come se mi stessero accarezzando li in quel momento, ma nello stesso tempo sentivo come se qualcuno mi stesse toccando nel mio letto mentre sognavo quella scena orribile e devastante!!!
Non resistetti più, e allora mi svegliai dal quell’incubo così reale per ritrovarmi sudata e con le lacrime agli occhi distesa sul letto in camera mia.. e intorno a me, nessuno..

 


ALLORA… CHE NE PENSATE??? SE FOSTE NEI PANNI DI BELLA, CHE SI VEDE IMPROVVISAMENTE PIENA DI DUBBI.. QUALE DECISIONE PRENDERESTE???
PS: DATO CHE IL PROSSIMO CAPITOLO ARRIVERA’ CON L’ANNO NUOVO.. VI FACCIO ANTICIPATAMENTE GLI AUGURI DI BUON ANNO!!! BUON 2011 A TUTTEEEEEEEEEEEEE♥

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


 BUON ANNO MIE ADORATE!!!! COME AVETE PASSATO LA FINE DEL 2010??? IO SENTO DI STARE PER SCOPPIARE.. SE MI PUNGESSERO CON UNO SPILLO FAREI IL BOTTO!! HIHIHIHI HO MANGIATO TROPPO!!!!!
ECCO A VOI IL TERZO CAPITOLO.. SPERO VI PIACCIA E COME SEMPRE VI CHIEDO UNA RECENSIONE, FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE!!!

Capitolo 3
La notte passò senza che nemmeno me ne accorgessi. Dopo l’incubo non riuscii più a riaddormentarmi e l’unica cosa che potei fare fu quella di fissare le crepe del soffitto di camera mia. Non volevo svegliare Charlie, che si godeva il suo meritato riposo mattutino, e quindi me ne stavo chiusa nella mia stanza nell’attesa che si svegliasse. Quella notte avevo avuto il tempo per riflettere.. ma soprattutto di pensare al sogno orribile che avevo fatto... Non sapevo cosa fosse stato. Forse un sogno premonitore, o forse era il mio subconscio che mi spronava a prendere una decisione, sta di fatto che non volevo si arrivasse veramente ad uno scontro, quindi per il bene di tutti sarebbe stato meglio affrettarsi a prendere una posizione.. Si ma quale?
Rinfrancata dai rumori della porta del bagno che si chiudeva, evidentemente Charlie non riusciva più a dormire, decisi di alzarmi e scendere giù a preparare la colazione.
Cucinare aveva sempre avuto il potere di rilassarmi, perciò preparai a Charlie una sana e abbondante colazione e nell’attesa del suo arrivo mi misi in pari con le faccende domestiche che ultimamente avevo un po’ trascurato.. cominciai subito dal salotto, ma non feci in tempo nemmeno a sistemare i cuscini del divano che Charlie fece il suo ingresso in  cucina.
-caspita Bells! Cos’ho fatto per meritarmi una colazione del genere?- alzai gli occhi al cielo
-esagerato! Papà è solo la colazione di sempre.. solo un po’ abbondante- dissi mentre lo raggiungevo in cucina..
-Bells non è la colazione di sempre, questa basterebbe a sfamare l’intero quartiere- forse aveva ragione, sul tavolo imbandito c’era di tutto, dai pancake con lo sciroppo alle uova fritte con contorno di pancetta, dal caffè alla spremuta d’arancia, dal latte caldo a un cestino pieno di frutta.. forse  mi ero lasciata un po’ prendere la mano..
-e allora che vogliamo fare? Darla ai vicini invece di mangiarla noi?- lo stuzzicai
-non se ne parla nemmeno.. forse dopo mi sentirò male ma questo ben di dio è tutto per me!- disse mentre agguantava un pezzo di pancetta..
-per noi vorrai dire.. io non ho ancora fatto colazione..- e riempii subito il mio bicchiere di spremuta.
-come mai mi hai aspettato? Di solito vai sempre di fretta. Che c’è.. Edward oggi ha di meglio da fare?- concluse con il sorriso sulle labbra
Quella che voleva essere una battuta si rivelò avere la potenza di un pugno in pieno stomaco. Stavo quasi per affogarmi con il succo d’arancia se papà non fosse venuto a battermi due colpi sulla schiena.
-ei Bella calmati.. stavo solo scherzando, non ho detto niente di male..-
-no..- dissi mentre continuavo a tossire – lo so che stavi scherzando..- e continuai a schiarirmi la voce..
-ok.. scusa..giuro che non parlo più.- si risedette al suo posto e fece il gesto plateale di chiudersi la bocca con una chiave.
-papà è tutto ok, non serve che ti scusi..-
Continuammo la colazione in silenzio, visto che parlare di Edward mi aveva catapultata di nuovo nell’angoscia e il mio umore era decisamente cambiato.
-come siamo taciturni ..- disse improvvisamente Charlie
-già.. è che non mi va di parlare.. -
-si si.. come no! Bella so che c’è qualcosa che non va.. ormai ti conosco, se inizi a cucinare così tanto vuol dire che sei agitata, o devo ricordarti il giorno prima del diploma quando hai cucinato talmente tanta lasagna e arrosto con patate che stavo quasi per sentirmi male.. non vorrei arrivare a prendere 5 chili in una settimana solo perché tu non vuoi parlarmene..-
Non sapevo cosa dire.. una cosa del genere me la sarei aspettata da Reneè, che conosceva alla perfezione tutti i miei gesti, ma non da Charlie! Incredibile..
-avanti parla..-disse incitandomi con la mano.
-papà non ho niente da dirti.. sono solo un po’ irrequieta, tutto qui..- speravo tanto potesse bastare
-Bella, lo so che non è da tanto che viviamo insieme, ma da quel poco che ho imparato a conoscerti ho capito che hai più o meno il mio stesso carattere.. quando c’è qualcosa che non va difficilmente ci apriamo a confidarci con qualcuno, e siamo disposti a tenere tutto dentro per non far preoccupare inutilmente chi ci vuole bene.. ma in questo caso sono io a chiedertelo.. quindi dimmi.. cosa c’è che non va’???- era il discorso più lungo e paterno che avessi mai sentito uscire dalla bocca di Charlie..
Istintivamente abbassai lo sguardo, mi vergognavo a parlarne con lui, anche se aprirmi con qualcuno forse avrebbe contribuito a farmi vedere le cose in modo chiaro..  Alice era da escludere, mamma era troppo lontana e non avrei voluto farla preoccupare inutilmente, Angela si godeva la fine del liceo in compagnia di Ben, l’unico era papà.. certo avrei dovuto omettere un sacco di cose ma dopotutto non era male come idea..
-centra per caso Edward?- disse improvvisamente interrompendo i miei pensieri e io sussultai.
-prima quando sono entrato in cucina e ho visto tutta la tavola imbandita ho capito subito che c’era qualcosa dietro, poi quando ho fatto quella battuta infelice su Edward a momenti ti strozzavi.. non è stato difficile, ho fatto due più due e..- complimenti sceriffo dissi tra me e me
-si ok..- dissi in un sospiro – c’entra lui..-
- la cosa ha a che vedere anche con Jacob?-
Lo guardai sbalordita, ma non potei fare altro che annuire
-capisco.. e che cosa è successo esattamente?- sembrava stesse facendo un interrogatorio con tutte queste domande spezzate..
Aspettai un attimo ero ancora indecisa se dirglielo o meno.. ma poi presi coraggio e iniziai a parlare..
-bè..ecco.. è successo tutto in questi giorni, è stata una cosa talmente improvvisa che neanche io me l’aspettavo..-
Lui annuiva e stava zitto nell’attesa che ricominciassi a parlare.
-Edward è sempre stato geloso dell’amicizia che ho con Jacob, ma non ha mai impedito che lo frequentassi perché sa quanto ci tengo a lui.. ma in questi giorni ho capito che.. ho capito che non è solo amicizia quello che mi lega a Jecob..- a quel punto mi fermai, non c’è la facevo più a continuare..ero più rossa di un peperone e cercavo di nascondere il mio imbarazzo guardando fisso a terra e lasciando che i capelli mi ricadessero sul viso.. Charlie non parlava e io ero troppo codarda per alzare la testa  e vedere quale espressione avesse assunto il suo viso.
Ma poi si schiarì la voce e disse.. – t-tu lo, si bè insomma, tu l-lo ami??-
Aspettai qualche secondo e poi annuii
-e Edward lo sa?- Annuii
-immagino che abbiate litigato..- annuii ancora
-ti ha lasciato?-
-no! No questo no.. o.. quasi..- dissi affranta
 -spiegati meglio..-
-bè lui mi ha detto che vuole andarsene visto che c’è un altro di mezzo, e che non ha senso per lui rimanere qui, ma io gli ho chiesto del tempo.. si perché pur avendo capito i sentimenti che provo per Jake, io lo amo ancora..il fatto è che non so neanche io cosa provo, il cuore mi spinge verso Edward, ma la testa.. la testa mi dice che Jacob è la scelta più giusta.. a volte sono tentata di lasciar perdere tutti e due e di rimanere sola, ma poi sto male se penso di non poter più vedere il viso di Edward o il sorriso di Jake.. e questa cosa è terribilmente frustrante!!!- avevo quasi le lacrime agli occhi e mi stupivo del fatto che mi fossi aperta così con Charlie..forse avevo proprio bisogno di un confronto con qualcun altro che non fossero vampiri e licantropi.
-oh Bella! Bambina mia ti sei proprio cacciata in un bel casino..- disse mentre prendeva le mie mani
-papà cosa devo fare?- sapevo che non era giusto chiederlo a lui, ma speravo che potesse aiutarmi..
- Bella, non posso dirti quello che devi fare o quello che non devi fare, perché i sentimenti che provi li conosci solo tu, devi decidere se ascoltare il tuo cuore o quello che ti dice la testa. Certo non posso dire che il ragionamento di Edward sia sbagliato, forse anche io avrei agito così.. vedere la persona che ami con un altro è sicuramente la cosa più difficile che un uomo innamorato possa sopportare..-
Ecco, adesso  mi sentivo pure peggio. Ma forse era questa la giusta punizione per il mio comportamento.. sentirmi uno schifo perché facevo stare male una persona che non se lo meritava.
-hai ragione papà, sono solo io quella che deve decidere.. –
- e allora decidi Bella.. lo so che non è una scelta facile.. ma non lasciarli troppo nel dubbio, farai solo stare male entrambi.. ma sappi che qualunque decisione prenderai io starò sempre dalla tua parte..-
Di slancio mi alzai e lo abbracciai forte affondando il viso nel suo collo
-grazie papà, grazie davvero..-
- su, su bambina mia vedrai che si sistemerà tutto.. –
Mi lasciò andare e continuò a consumare la sua mega colazione mentre io iniziavo a sparecchiare il mio lato del tavolo
-spero solo prenda una decisione in fretta altrimenti se continui a cucinare così tanto non entrerò più nella divisa della polizia-
Un sorriso rilassato apparve sul mio viso, avevo fatto proprio bene a confidarmi con lui.
-ecco, vedi è questo quello che voglio vedere sul tuo viso, hai un sorriso bellissimo..-
E io ero più imbarazzata che mai..
-bene, adesso vado in centro devo acquistare delle cose, anche se dopo questa scorpacciata sarebbe meglio una bella corsa ma.. è o non è il mio giorno di riposo?-
Lo salutai, ma prima che me dimenticassi lo avvertii che sarei andata a trovare Jacob e non volevo si preoccupasse se al suo rientro non mi avesse trovata a casa. Lui mi disse  di non preoccuparmi, in caso ci saremmo visti direttamente quella sera.
Iniziai a ripulire la cucina, dopodiché continuai con il salotto e poi passai al bagno e alle camere da letto, la mia la lasciai per ultima sapevo che entrarci mi avrebbe scombussolato di nuovo..
Una volta entrata dentro mi lasciai andare contro la porta fino a sedermi completamente a terra, mi guardai intorno e potei notare come ogni cosa mi ricordava sia Edward che Jacob.. vedevo Edward disteso sul letto mentre aspettava che lo raggiungessi, vedevo Jecob arrampicarsi ed entrare dalla finestra, vedevo le foto che conservavo di entrambi attaccate alle pareti, l’acchiappasogni legato alla testiera del letto, il braccialetto di fiori del ballo del diploma sulla scrivania...
Era da masochisti rimanere li dentro. Le lacrime cominciavano a farsi sentire ai bordi degli occhi.. dopo un po’ non resistetti più e andai via. Presi la biancheria intima e mi chiusi in bagno, dovevo preparami per andare da Jacob..
Dopo nemmeno mezzora ero già sulla strada verso La Push, fuori il tempo aveva cominciato a piovere..
Poco dopo dovetti fermarmi sul ciglio della strada a causa del violento temporale che si abbatté su Forks e sul mio pick-up, a stento riuscivo a vedere le macchine che mi venivano incontro.
In attesa che la pioggia diminuisse d’intensità mi persi in pensieri che fino a quel momento avevo del tutto ignorato.. era quasi un giorno che non sentivo nessun membro della famiglia Cullen, ma soprattutto che non sentivo Edward. Lui che mi ero abituata ad avere sempre accanto in ogni momento della mia vita, lui che accompagnava le mie giornate e le rendeva più dolci quando prima di andare a dormire mi dava il bacio della buona notte, lui che in questo momento stavo facendo soffrire e che potevo ben capire volesse evitarmi, ma Alice? Da quando ci eravamo salutate ieri di fronte casa mia era sparita e non si era più fatta viva. Sentii subito un nodo in gola..
Che cosa stavo facendo?? Ero una persona orribile! Stavo allontanando da me le persone più importanti della mia vita, a cui tra l’altro stavo facendo del male.. gli occhi iniziarono a pizzicarmi e mi sentii una stupida a non aver trovato il coraggio di dire a entrambi che forse il motivo della mia ritrosia a scegliere di stare con Edward era il fatto di aver paura di diventare come tutti quei vampiri neonati assetati di sangue e senza nessuna morale.
E a questo si aggiungeva il fatto che da qualunque parte la vedessi, Jacob era, e sarebbe rimasto sempre una seconda scelta.. sia se pensassi che stare con lui sarebbe stato più facile, sia che pensassi che con lui non avrei dovuto cambiare niente di quello che sono, sia se pensassi che con lui avrei potuto costruire una famiglia, sta di fatto che Jacob era una seconda scelta per me..
Mia madre mi diceva sempre “se ti trovi nel bel mezzo di un bivio e devi prendere una decisione importante, chiudi gli occhi e vai dove ti porta il cuore.. perché il cuore non sbaglia mai!”
Presa dai miei pensieri sussultai quando sentii dei colpi al finestrino.. spaventata mi girai a guardare e feci un sospiro di sollievo quando notai la divisa della polizia.
Potei riconoscere Joe anche sotto l’ombrello che teneva per ripararsi dalla pioggia.. abbassai il finestrino quel tanto che bastava per poter parlare con lui senza che l’acqua entrasse anche nel mio pick-up
-ciao Joe..- dissi mentre cercavo di ripulire le lacrime che mi bagnavano il viso
-ciao Bella! Tutto ok?-
-si, grazie è successo qualcosa?- chiesi subito in apprensione
-no, no sta tranquilla.. è che io e il mio collega stavamo facendo un giro per la città, sai com’è con questo temporale.. ho visto il pick-up parcheggiato e ti ho riconosciuto subito e allora sono venuto a controllare che fosse tutto a posto.- che gentile che era stato
-oh grazie Joe, ma non è successo niente.. mi sono solo fermata perché non riuscivo più a guidare con tutta quella pioggia..- e istintivamente alzai gli occhi verso il cielo e potei notare come la situazione fosse migliorata, ora pioveva in modo regolare niente a che vedere con il temporale di prima..
-bene.. mi ero preoccupato.. comunque hai fatto bene a fermarti era quasi impossibile guidare in quelle condizioni..- mi disse sollevato
-niente che comunque non abbiamo già visto.. vero Joe?-
Sorrise
-come darti torto! Allora io vado, ci vediamo Bella..- e si allontanò verso l’auto di servizio che lo aspettava poco più avanti.
Mi ricomposi e subito ripartii per la riserva..
Arrivai di fronte casa di Jacob che era quasi mezzogiorno, avevo fatto bene ad avvertire Charlie di un mio probabile ritardo..
Quando parcheggiai l’auto sentii subito delle voci provenire dall’interno di casa Black, non mi meravigliai più di tanto, sapevo che i ragazzi sarebbero rimasti a vegliare su Jacob, o meglio a tenerlo a bada..
Quando chiusi lo sportello della macchina, qualcuno mi si era già affiancato... Sam.
-grazie..non dovevi disturbarti..- e feci cenno all’enorme ombrello che copriva entrambi
-figurati.. ti abbiamo sentito arrivare..- alludeva al mio pick-up, in effetti era quasi impossibile viaggiare in incognito..
-lui come sta??- chiesi subito sperando che non mi desse spiacevoli notizie
-e chi lo butta giù!!! È un ragazzo con una testardaggine unica.. si è voluto spostare sul divano della cucina, dice che rimanere a letto lo fa sentire un ammalato..- lo guardai divertita, d’altronde c’era da aspettarselo...
-ma perché scusa cos’è?? Lui è un ammalato che ha bisogno di cure per riprendersi e soprattutto ha bisogno di riposo..- mi guardò come se stessi dicendo la cosa più ovvia del pianeta
-prova a dirlo a lui.. prima quando glielo abbiamo fatto notare ci ha lanciato un occhiata che lasciava ben poco all’immaginazione..-
-della serie “se gli sguardi potessero uccidere”.. ho capito.. quindi niente allusioni al fatto che sta male e che deve riposare..-
-brava, hai capito il concetto..-
Sorrisi.
 Arrivati sul pianerottolo di casa mi fermai un attimo per sbattere i piedi a terra, i miei scarponcini erano completamene ricoperti di fango, Sam tenne la porta aperta in attesa che entrassi.
Appena dentro potei notare che c’erano tutti.. i ragazzi formavano un semicerchio di fronte a un Jacob tutto fasciato e debilitato seduto sul divano, sorrise appena incontrò il mio sguardo, Emily e Sue erano intente a cucinare e Leah era poggiata alla parete opposta con affianco un Billy radioso.. quella stanza non mi sembrò mai essere tanto piccola..
-ei Bella!!- urlarono tutti i ragazzi non appena mi videro..
-ciao!- li salutai tutti con un gesto timido della mano
-Bella che fai li impalata vieni a sederti..- mi incoraggiò Jacob, che potevo notare avesse una  voce più vivace rispetto alla sera precedente. I ragazzi fecero spazio e lasciarono che mi accomodassi sul divano di fianco a lui.
- allora come stai?- chiesi subito al diretto interessato
-mmmh fa male, ma non mi lamento..- poi avvicinò il viso al mio e pian piano sussurrò al mio orecchio – adesso che ci sei tu va ancora meglio..- io arrossii di getto non sapevo cosa dire, speravo solo che i ragazzi non avessero sentito nulla.. mi ritrassi un po’ con la scusa di togliere il golfino..uff  iniziava a fare caldo, o forse ero solo io a sentirlo..
-b-bene mi fa piacere.. e il braccio? Riesci a muoverlo un po’?- gli chiesi distaccata nel tentativo di sbollire la situazione
-per il momento riesco a fare solo piccoli movimenti, ma non mi stupirei se entro stasera guarisse del tutto..-
-cerca di non sforzarti, lo sai che devi riposare..-
Mi guardai intorno e potei notare come tutti gli altri si fossero divisi in gruppetti e si fossero appartati, come a volerci lasciare un po’ di privacy..
-si lo so, ma con tutti i ragazzi qui è quasi impossibile affaticarsi, non mi lasciano fare niente.. e comunque.. sono felice che tu sia venuta, non pensavo di rivederti..-
-te lo avevo promesso...- risposi imbarazzata
-già ma dopo le ultime vicende non sapevo se volessi rimanere sola, o se.. Edward te lo avesse impedito     o peggio ancora che avessi già fatto la tua scelta..-  no! ti prego.. non mi andava di parlare di quello..
- non preoccuparti.. penso che sarai il primo a saperlo in quel caso.. per il momento sono solo Bella che va a trovare il suo migliore amico in seguito ad un brutto incidente, niente Edward di mezzo e nessuna decisione da prendere.. quindi non pensiamoci..ti va?- sperai tanto potesse accontentarsi.. 
Mi fissò per un istante e poi annui silenzioso..
-ei Bella, ti fermi a mangiare con noi vero?- mi chiese improvvisamente Billy
Mi girai in direzione di Jacob che mi guardava quasi implorante e non potei dire di no..
-c-certo molto volentieri..- risposi
Dopo circa mezzora eravamo tutti seduti al tavolo e stavamo mangiando le prelibatezze che Emily e Sue avevano cucinato.. i ragazzi sembravano non saziarsi mai, e anche Jacob che sedeva al mio fianco sembrava gradire molto.. ero contenta che si stesse riprendendo così in fretta.. durante il pranzo sembrava aleggiasse intorno a noi un atmosfera tranquilla e rilassata.. nessun accenno al giorno precedente, e benché sapessi ne fossero a conoscenza, non fecero nessuna allusione alla situazione in cui eravamo io, Jacob e Edward... ci divertimmo, ridemmo e scherzammo, tutti erano sereni nei miei confronti.. l’unica che mostrava durezza, forse anche dovuta al fatto che si sentisse ancora in colpa per l’ incidente di Jake, era Leah.. non sarei mai andata a genio a quella ragazza..
 Dopo mangiato aiutai a sistemare la cucina, mentre i ragazzi accompagnarono Jacob nella sua stanza, aveva bisogno di riposo e volente o nolente doveva ubbidire.. approfittai un attimo della distrazione di tutti per chiamare papà che era del tutto ignaro fossi ancora a casa di Jake.. uscii nel portico che si affacciava sul cortile, l’aria fresca mi invase e rabbrividii un po’. Composi velocemente il numero e dopo tre squilli ricevetti risposta..
-pronto Bells!-
-ciao papà, dove sei?- 
-sono ancora in centro a Port Angeles, quella cosa che dovevo fare mi ha impegnato un sacco di tempo.. tu? Sei ancora da Jacob?-
-si mi sono fermata a mangiare qui.. ci sono tutti sai?Sue, Sam e i ragazzi.. mi hanno convinto a restare.. immaginavo facessi tardi e allora ho accettato..-
-Bella non preoccuparti… anzi sono contento che ti sia fermata li, se fossi tornata a casa avresti dovuto mangiare da sola e mi sarei sentito più in colpa per non essere riuscito a tornare in tempo..- ecco lo sapevo che avrebbe trovato il modo per sentirsi in difetto.. 
-no papà tranquillo.. quando torni?- chiesi sapendo che di li a poco sarei dovuta tornare a casa anche io..
-guarda.. sperando che non sia troppo affollato vorrei mangiare qualcosa in quel ristorante italiano che ci piace tanto e poi riparto subito..- un groppo in gola mi fece congelare all’istante pensando a quello che aveva appena detto Charlie.. il ristorante italiano.. quello dove avevo mangiato con Edward.. ricordo ancora, Ravioli ai funghi avevo ordinato.. la nostra prima uscita insieme se così si può dire.. sentivo papà chiamare incessantemente dall’altro lato della cornetta , mi ricomposi un attimo prima di rispondere non volevo si preoccupasse oltre..
-si papà sono qui.. allora ci vediamo dopo a casa..ok a dopo..ciao..- lo salutai e richiusi il telefonino, ma non rientrai subito..
Sentivo come una forza che mi spingeva a usare quel cellulare per chiamare qualcuno che forse non voleva sentirmi.. mi feci prendere dal panico qualche minuto ma poi composi subito il suo numero che ormai conoscevo a memoria.. ad ogni squillo il mio cuore aumentava sempre di più la sua corsa.. sentivo che sarebbe esploso nel momento in cui avessi sentito dall’altra parte la sua voce così melodiosa e vellutata.. cosa mi avrebbe detto?? E cosa gli avrei detto io?? Mi sentivo una stupida.. chiamarlo senza sapere neppure cosa dirgli.. ma volevo sentire la sua voce.. sentire la sua presenza e sapere che c’era..
Mi demoralizzai un attimo nel sentire la segreteria telefonica.. forse non poteva rispondere, magari era a caccia e aveva lasciato il cellulare a casa.. o... o niente Bella non prendiamoci in giro.. non ha risposto di proposito ecco quello che ha fatto.. “non ti vuole sentire” continuava a ripetere la vocina interiore che avevo scoperto venire fuori ogni qual volta provavo a mentire e me stessa..
Riprovai a telefonare.. e anche questa volta l’attesa fu più snervante nel sentire la segreteria telefonica dall’altra parte.. mi rassegnai, rimisi il cellulare in tasca e rientrai dentro..
-ah eccoti! Dov’eri finita?- mi chiese bonariamente Emily  appena misi piede in casa
-ero uscita a telefonare a Charlie.. mi ha detto che sta rientrando.. vado a salutare Jacob e poi lo raggiungo a casa..- mi giustificai..ormai il mio umore era peggiorato non sarei stata di certo di compagnia..
-va bene..- disse solamente sfiorandomi un spalla.. la guardai e trovai comprensione nel suo sguardo.. ne fui felice. Mi diressi subito verso la porta della stanza di Jacob, volevo salutarlo e speravo tanto non si fosse già addormentato.. appena pochi metri mi dividevano dalla sua stanza ma bastarono per sentire che era sveglio e stava parlando con Sam.. mi fermai non volevo disturbarli e così feci per andarmene ma mi bloccai di colpo quando sentii il nome di Edward pronunciato dalle labbra di quest’ultimo.. sapevo che origliare era una brutta cosa ma sentivo come qualcosa che mi spingeva ad ascoltare..
-si Jacob è come ti dico io..- disse Sam
-non ci posso credere..-rispose Jacob al quanto stupito
-si.. è successo poco prima che venissi da te stamattina.. ci siamo incontrati ai confini della riserva e me lo hanno detto..-
-ma perché? Voglio dire.. non gli è bastato andarsene via già una volta? E Bella? Non pensa a Bella?- rispose Jacob agitato
In quel momento sentii il mondo crollarmi a dosso.. dovetti appoggiarmi al muro per non cadere a terra.. la verità delle sue parole mi colpì in pieno come un macigno.. non poteva essere successo.. no! Mi rifiutavo di pensarlo! Lui era a casa con il resto della sua famiglia.. magari in questo momento stava suonando il piano o era intento a leggere un libro..ma allora perché non mi aveva risposto al telefono? Sentii gli occhi annebbiarsi e fu quasi impossibile riuscire a vedere.. nella mia mente sentivo solo il vuoto e una voce che ripeteva incessantemente “se ne è andato..se ne è andato..se ne è andato..”
Non aspettai un minuto di più.. dovevo avere subito la conferma di quello che avevo sentito.. non so come feci ad alzarmi da terra e ne quale forza mi spinse a ricompormi.. sta di fatto che feci dietrofront e corsi all’impazzata verso il mio pick-up.
Percorrevo le strade di Forks come se fossi ad una gara di Rally, incurante dell’asfalto bagnato le lacrime ormai mi annebbiavano la vista ma non mi fermai.. dovevo arrivare alla villa il più presto possibile.. imboccai il sentiero che portava a casa di Edward ad una velocità tale che mancava poco uscissi fuori strada.. raggiunsi la villa con il cuore che galoppava nel petto.. mentre salivo le scale che conducevano alla porta principale dentro di me ripetevo “ti prego fa che non sia vero..ti prego fa che non sia vero..” ma la porta chiusa e la serratura sbarrata non fecero altro che confermare il contrario..se ne era andato.. di nuovo!!!
Mi accasciai a terra in preda al dolore  e mi lasciai andare ad un pianto disperato, ripetevo il suo nome incessantemente... battevo le mani alla porta di casa e gridavo, gridavo..
-EDWARD!! EDWARD DOVE SEI!!!!! RISPONDIIII.. TI PREGO RISPONDIMIII!!- ma a quel punto i singhiozzi mi impedivano quasi di respirare..
Presi il cellulare sperando di riuscire a contattarlo.. ma il cuore mi si fermò quando dall’altra parte trovai solo il nulla..era spento!!   

NON UCCIDETEMI PEASE!!!! ALLORA??? CHE VE NE PARE???? COSA FARA’ BELLA ADESSO???

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


 Si lo che non mi aspettavate così subito! Ma che ci posso fare??? Spero che siate contente di leggere l’ aggiornamento!!  Ringrazio infinitamente chi commenta, chi ha inserito la stria tra le preferite, le seguite, da ricordare e chi si limita solanto a leggere! GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!
ADESSO VI LASCIO AL CAPITOLOOOOOO, CI VEDIAMO SOTTO!!!!

CAPITOLO 4

 
Mi sentivo come annebbiata e priva di ogni emozione.. distesa a terra ad aspettare una risposta che non sarebbe mai arrivata.. con la consapevolezza di aver perso per l’ennesima volta ciò che di buono la vita mi aveva dato.. in questi momenti frasi come “Non piangere perché l'amore è finito, sorridi perché c'è stato” evidenziavano ancora di più la loro futilità.. io non volevo sorridere perché c’era stato qualcuno in grado di farmi capire cos’è l’amore, di farmi capire cos’è la completezza e la complicità più assoluta in un rapporto.. io volevo averlo qui il mio amore, volevo che mi stringesse e che mi dicesse che era solo un sogno, un bruttissimo sogno dal quale ci saremmo risvegliati insieme per riprendere la nostra vita da dove l’avevamo interrotta..
ma non andrà così.. perché lui se ne era andato.. di nuovo.. e perciò per questo amore finito volevo versare tutte le lacrime che il mio corpo era in grado di sopportare, consapevole del fatto di aver contribuito in prima persona al suo allontanamento.. Dovevo prendermela solo con me stessa.. ero stata una stupida a non dirgli niente.. dovevo rivelare le mie paure, ero certa che Edward mi avrebbe capita e aspettata.. mi meritavo di soffrire in questo modo più di quanto lui non meritasse di tormentarsi a causa mia.. ma perché non dirmelo? Perché andare via così, come una ladro, senza nessuna spiegazione?? Queste domande mi tormentarono no so per quanto tempo prima di riacquistare un po’ di lucidità.. e allora riuscii a sentire chiaramente i rumori della foresta e il freddo che mi imperversava nelle ossa. Come una bolla protettiva che all’improvviso scoppia e ti fa fare i conti con la realtà..e l’unica cosa che mi mostrò la realtà fu che aprendo gli occhi la consapevolezza che ormai non sarebbe più tornato era assoluta..
il cielo era ormai scuro sopra la mia testa e fuori il tempo aveva ripreso a piovere e distesa sui gradini di casa Cullen le lacrime, che abbondanti scendevano sul mio viso  ormai non so più da quanto tempo, si confondevano con la pioggia.. ero distrutta, avevo come la sensazione che mi avessero fatta a pezzi e ricomposta nel modo sbagliato. In quel momento capii che dovevo reagire.. mancavo da casa chissà da quante ore e Charlie sicuramente aveva già chiamato Billy per avere mie notizie. L’unica cosa buona che capii la prima volta che Edward andò via fu che non volevo più vedere mio padre preoccupato e disperato per me.. non avrei sopportato di ferirlo ancora..
Come un automa mi alzai da terra e mi trascinai a sedere in macchina.. non avevo le forze per guidare ma ciononostante misi in moto il motore e partii.. l’unica energia che mi spingeva a non mollare me la dava Charlie, saperlo preoccupato era la giusta leva che mi faceva guidare tra le strade buie di Forks per tornare a casa e trovare conforto tra le sue braccia.. 
Arrivai davanti casa e parcheggiai al solito posto, l’auto di Charlie era proprio accanto alla mia.. scesi dal furgone e mi diressi verso casa, non feci in tempo a salire i gradini che la porta si aprì rivelandomi un Charlie visibilmente preoccupato..
-tesoro! Tesoro come stai! Dov’eri finita?- disse mentre mi raggiungeva all’aria aperta.. io non sapevo cosa dire, avevo ripreso a singhiozzare e fu un sollievo sentire le sue braccia attorno alla mia vita, stavo per crollare di nuovo.
Mi prese in braccio e mi portò in casa facendomi sedere sul divano e tenendomi stretta a se.. avevo bisogno di quel contatto come non mai in vita mia, sentivo che se mi avesse lasciata sarei sprofondata di nuovo nell’oblio che già conoscevo bene.
-Bella? Ei Bella calmati, mi stai facendo spaventare, ti prego dimmi cos’è successo!- mi accarezzava la schiena mentre tremavo ancora.. alzai la testa e lo fissai dritto negli occhi.. mi guardò con un apprensione tale da farmi male.
-tesoro.. parla.. ho paura di quello che vedo, hai lo stesso sguardo perso nel dolore di quando Edward ti ha lasc..- non concluse la frase.. probabilmente le lacrime che vide intensificarsi al sol pronunciare quelle parole gli fecero capire che era sulla strada giusta.. 
-non ci posso credere!- aveva alzato la voce..
-.. mi stai dicendo che lo ha fatto di nuovo?? Quel grandissimo figlio di..-
-papà..- lo interruppi, non era giusto prendersela solo con lui, per quanto mi stesse facendo soffrire era anche colpa mia
-no Bella! Non provare a giustificarlo anche questa volta!-
-ma papà.. solo stamattina mi hai detto che capivi come si sentiva e che anche tu forse avresti agito nello stesso modo...-
-si ma non approvo se questo fa soffrire la mia bambina!- e i singhiozzi mi colpirono di nuovo..
-shh Bella...shh calmati ci sono io qui con te…- rimasi fra le sue braccia non so per quanto tempo. Charlie stava zitto e asciugava con parole dolci e protettive tutte le lacrime che versavo.. non ritenevo giusto che mi vedesse in quelle condizioni e per quanto fossi grata a mio padre volevo rimanere sola per sfogare liberamente il mio dolore..
-papà.. voglio andare in camera mia.. voglio stare sola..- dissi sperando che capisse le mie esigenze
Mi guardò e fece per parlare, ma si bloccò, forse qualcosa nel mio sguardo lo fece desistere nel continuare. Mi fece alzare e mi aiutò a salire al piano superiore, mi salutò con un bacio in fronte e un “ti voglio bene” sussurrato all’ orecchio.
Mi fermai davanti alla porta d'entrata sapevo già che oltre quella soglia ci sarebbe stato solo il silenzio. Nessuno mi stava aspettando,nessuno sarebbe venuto ad abbracciarmi, nessuno mi avrebbe baciata.
Rimasi per un infinito istante a fissare la maniglia senza avere il coraggio di abbassarla.
Una volta dentro mi richiusi velocemente la porta alle spalle e lentamente mi girai ad osservare quella stanza che un tempo non molto lontano era stato il nostro rifugio felice...mi sembrava quasi di riuscire a percepire ancora il suo odore impresso in quelle pareti. Adesso si presentava vuota, il lettone era vuoto, e guardandolo "vedevo" momenti felici, tranquilli, la stanza piena di gioia. E ricordi, che svaniscono appena la solitudine mi ricorda che... sono sola.
Mi lasciai andare contro la porta e mi richiusi a riccio.. non volevo pensare a niente e a nessuno, volevo solo sdraiarmi sul letto e cancellare tutto dalla mia mente.. svegliarmi il giorno dopo senza questo peso opprimente all’altezza del cuore.. sarebbe stato cosi facile??? Esserci passata già una volta mi avrebbe aiutato a vedere le cose in maniera diversa?? A reagire di fronte al suo immotivato abbandono??
Mi strinsi forte e pian piano avanzai con fatica a sdraiarmi sul letto.
Fissavo il soffitto senza fare alcun rumore e intanto le lacrime scendevano silenziose dal bordo dei miei occhi. Ascoltavo le conversazioni telefoniche di mio padre, era Billy, gli diceva di non preoccuparsi, che ero arrivata da sola a casa e che tutto sommato era sollevato di non avermi trovato nelle stesse condizioni della volta precedente..  non sapeva che lo facevo soprattutto per lui,per Jacob e per le persone che in quel momento erano preoccupate per me.. se solo avessi potuto urlare il mio dolore senza fargli credere che stessi per impazzire lo avrei fatto.. avrei trovato un modo per sfogarmi e per sentirmi più “leggera”...
Un sorta di annebbiamento mi colpì poco dopo.. come se inconsciamente il mio corpo mi richiedesse un po’ di pace, non passò molto e trovai conforto nel sonno...
A svegliarmi il mattino seguente fu un raggio di sole che timido entrava dalla finestra.. mi fermai a guardare come i granelli di polvere risplendevano al riflesso della luce, ma come una sveglia puntualmente il dolore si rimpossessò del mio cuore e mi riportò alla realtà.
Voltai lentamente il viso verso la direzione opposta al sole e trovai ad aspettarmi una sorpresa.
Mentre fissavo il suo volto calde lacrime si rimpossessarono dei miei occhi e non riuscii a trattenerle.
Era seduto su una sedia posizionata proprio accanto al mio letto, lentamente avvicinò la sua mano fino a toccare la mia.
-mi dispiace..- disse solamente
Sapevo quanto gli costasse vedermi in quello stato..ma non riuscii a fingere e a trattenermi. Almeno non con lui.. prese la mia mano nella sua e la strinse forte come a volermi infondere coraggio.
-shh..shh non piangere.. ci sono io ora..- disse dolcemente
-se ne è andato.. - conclusi io non senza difficoltà, dirlo ad alta voce era anche peggio
-non preoccuparti, supereremo anche questa.. vedrai che insieme ce la faremo-
-no.. Jake no.. non penso di farcela questa volta..- ma lui negò con la testa e allora si alzò e mi raggiunse sul letto coricandosi vicino a me, mi prese tra le sue braccia e potei inspirare il suo odore caldo e accogliente.
-non dire così.. tu sei forte.. sei la ragazza più forte che io conosca e ti sottovaluti se pensi di non riuscire ad andare avanti. Hai un’arma segreta che ti aiuterà a farlo...ma dovrai essere tu la prima a volerlo.- mi spostai quel tanto che bastava per poterlo guardare negli occhi
-quale arma segreta?- dissi, benché fossi già consapevole che si riferisse a lui.
- hai la tua famiglia, hai i ragazzi della riserva che sono tanto preoccupati per te, e soprattutto hai me.. non ti lascerò mai sola te lo prometto.- mi lasciai andare ad un pianto liberatorio, dopo le sue parole sapevo di poter contare sempre su qualcuno che non mi avrebbe mai abbandonato.
Quella giornata fu devastante.. non riuscivo a trovare la forza per fare niente, davanti a Charlie cercavo di mascherare la sofferenza con un “va tutto bene, non preoccuparti, passerà” solo con Jacob ero libera di farmi vedere per quella che ero.
Andai avanti così per un bel po’. Tutti i ragazzi della riserva vennero a trovarmi per vedere come stavo, con la loro spensieratezza erano in grado di farmi sentire un po’ meglio e Jacob,che  per fortuna aveva recuperato del tutto la sua forma perfetta, non mi lasciava mai, passavamo tanto tempo insieme e con lui mi sentivo libera di parlare apertamente.
Nei giorni successivi provai tante di quelle emozioni insieme che non riuscivo a distinguerle... tristezza, rabbia, delusione... e trovavo conforto nel nuovo metodo di Jacob contro il dolore. Diceva che se in sua assenza mi fossi trovata ad affrontare una “crisi di tristezza” così la chiamava lui, avrei dovuto scrivere quello che mi passava per la testa riferendomi direttamente a colui che era la causa di tutto ciò, in altre parole dovevo scrivere riferendomi a Edward.. perché dopotutto era a lui che volevo dire quello che pensavo e quindi avrei dovuto scriverglielo, “prendi il toro per le corna”mi diceva Jacob..
Così eccomi, di fronte al computer, con la pagina bianca di Word aperta, in attesa di trovare le parole giuste..

“ sono passate esattamente 3 settimane da quando sei andato via... non so dove sei e ne cosa fai.. non so nemmeno se tu sia minimamente preoccupato per la sottoscritta, ma visto il modo in cui sei andato via non mi stupirei del contrario. Mi hai lasciata, senza una spiegazione, senza un qualcosa a cui attaccarmi per odiarti, senza parlarmi.
Ho un vuoto dentro... non riesco a pensare ad altro, ogni minuto libero penso alla tristezza che c'è in me, e mi si accumula nel cuore, riempiendolo sempre di più di solitudine.
Finirà mai questo? Fino a che punto riuscirà il mio cuore a non scoppiare?
Ti vedo per l'ultima volta come un ombra che si allontana lentamente senza mai girarsi indietro.
Non mi rimane neanche il ricordo di un tuo sorriso per me, tutto svanisce senza di te.

Cerco di farmi coraggio, dicendomi 'presto passerà, dimenticherò tutto, ma è solo una speranza che questo succeda prima possibile.

La realtà è che sto malissimo! Non è un male fisico, ma lo avrei preferito a questo.”


Finii di scrivere e non mi resi neanche conto di star piangendo. Ma stranamente provavo come un senso di sollievo, forse aveva ragione Jacob.. mi avrebbe fatto bene scrivere quello che tenevo dentro.. dovevo smetterla di rotolarmi nel dolore, quindi potevo farcela..dovevo farcela!
Chiusi rapidamente il PC e mi sdraiai sopra il letto, era estate e la temperatura più alta del solito mi permetteva di poter dormire senza coprirmi... si dormire! Che parolona..  non sarebbe stato semplice prendere sonno, come tutte le sere del resto, neanche quella sera avrei trovato facilmente un po’ di pace.. mi ero rassegnata già da un po’ al fatto di dormire sempre poche ore a notte.

 

 
Ehm ehm… alllooooraaaa cosa ne pensate?????

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Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


 ok lo so.. voi direte è ancora qui a rompere le scatole con questa storia?? non si è ancora stufata di scriverla?  ebbene NO!!! hihhihiiiiiih quindi ecco a voi il quinto capitolo!! spero vi piaccia e come sempre ringrazio chi recensisce, chi legge, chi ha inserito la storia tra le preferite, chi tra le seguite e in quelle da ricordare! ci vediamo sottooooooooo ♥

Capitolo 5

“Ok.. 4 settimane da quando sei andato via..
Vorrei raccontarti una cosa che è successa stanotte. Mi sono svegliata e all'improvviso ti ho visto vicino a me.
Mi hai coperto con il lenzuolo e mi hai sorriso con amore.

Dopo qualche minuto sei scomparso...Era solo un sogno, purtroppo era solo un sogno.

Il calore che ho sentito quando ti ho visto è andato via con te.

Eri così reale, che quasi ti stavo per chiedere "cosa ci fai qui?"
Ero contenta che tu ci fossi,non mi fraintendere, ma non capivo come tu potessi essere li.
Il tuo sorriso, i tuoi occhi, il tuo profumo, tutto di te era così bello.

Ma purtroppo a quanto sembra tu ed io non saremo mai un "noi", e il tuo desiderio verso di me finisce qui come questo sogno.


Sei stato il mio sogno più bello, la realtà più amara.”
 
Mi ostinavo ormai da giorni a scrivere, su quel diario diventato un po’ il mio sfogo, delle lettere che nessuno avrebbe mai letto. Non so perché lo facevo, forse per sentirmi meglio, ma il risultato era davvero pessimo, perché per quanto potesse essermi d’ aiuto sfogare quello che tenevo dentro non potevo dimenticare che stavo scrivendo ad una persona che era sparita e che non sarebbe più tornata. E la consapevolezza di ciò mi faceva sprofondare nuovamente in quel baratro di tristezza pieno di troppi ricordi, troppi pensieri. Meglio non pensare a nulla, in quel momento il "niente" era l'unico argomento che riuscivo ad intraprendere.
 
Mi alzai di corsa non appena sentii il telefono squillare, con mio sommo dispiacere Charlie si rifiutava ancora di mettere il telefono al piano superiore, così dovetti correre in fretta e furia per raggiungere l’apparecchio in cucina..
-pronto? - ansimai alla cornetta, speravo tanto che non pensassero di aver sbagliato numero o che mi prendessero per una pervertita delle linee erotiche, al sol pensiero un accenno di sorriso si impossessò delle mie labbra, ma andò via velocemente, allora mi apprestai ad aggiungere..-casa Swan..-
Ma dall’altra parte il silenzio.. forse le linee telefoniche erano ancora disturbate, due giorni fa era dovuto venire il tecnico per ripristinarle in tutta la città, e allora ripetei..
-pronto? Chi è??- ma nessuno mi rispondeva, le mie orecchie non udirono ne un suono, ne un respiro in tutto il tempo che restai in ascolto, solo il silenzio più cupo che era in grado di mantenere solo una persona pensai..un vampiro..
Presa da chissà quale pazzia mi sentii quasi leggera all’idea che potesse essere lui.
-Edward? – chiesi come una deficiente –Edward sei tu?- ma non ricevetti risposta e poi all’improvviso il  tu tu tu della telefonata interrotta.
Mi tremavano le gambe, quella scarica di adrenalina improvvisa mi devastò, dovetti sedermi per poter riprendere fiato, mi sentivo il cuore in gola tanto batteva forte.
Che potesse essere lui?? Veramente mi illudevo che avesse chiamato solo per sentire la mia voce?? Mi diedi subito della stupida, non era da Edward fare questi giochetti.
Trasalii quando sentii bussare alla porta.. mi alzai e andai subito ad aprire. Mi trovai davanti Jacob bello sorridente, che poi era il modo in cui mi accoglieva sempre, e con in mano un mazzetto di fiorellini da campo raccolti chissà dove mentre raggiungeva di corsa casa mia, non era solito regalarmi fiori..anzi, a pensarci bene non lo aveva mai fatto. Subito lo guardai stupita.
-a cosa devo questo pensiero?- chiesi assottigliando gli occhi
Lui entrò e andò ad accomodarsi sul divano –ci deve essere per forza un motivo se ho voglia di regalarti dei fiori?- mi chiese con nonchalance
-si..se non lo hai mai fatto e inizi a farlo adesso-  mi sedetti accanto a lui
 -sciocchezze..-disse e poi abbassò lo sguardo  –come ti senti oggi??- mi chiese come al solito
non sapevo perché volesse saperlo, forse aveva sviluppato una strana  forma di masochismo, sapevo quello che provava per me e non capivo come potesse sopportare di sentirmi parlare di Edward. Ma risposi..
-mmh così..ho continuato a scrivere il diario.. mi fa sentire meglio lo sai, ma è come se ogni volta aprissi una ferita che devo solo pensare a richiudere.- si drizzò con la schiena e si avvicinò a me il più possibile, mi prese le mani e mi guardò fissa negli occhi.
-la chiuderemo vedrai.. ci vuole pazienza, non sarà facile te lo concedo, ma ce la faremo.- c’era tanta determinazione nei suoi occhi che per un momento pensai veramente di riuscire a superare tutto in un istante.
-ok..- dissi in un sospiro.
-e comunque..- continuò riappoggiandosi al divano- hai ragione, c’è un motivo per cui ti ho portato i fiori, e spero tanto che tu non mi dica di no..- mi guardò speranzoso. Sapeva che non mi andava di fare e di vedere nessuno nelle condizioni in cui ero, avrei dovuto fingere davanti alla gente che andasse tutto bene quando in realtà avrei solo voluto rinchiudermi in camera mia con una vaschetta di gelato.. lo guardai torva in attesa che parlasse, volevo concedergli almeno il beneficio del dubbio.
- e allora?- lo incitai
-allora.. ci sarebbe una festa giù alla riserva.. oggi ci riuniamo per festeggiare “la festa per la Madre Terra” è una nostra ricorrenza estiva, ci saranno tutte le famiglie del villaggio, e allora mi chiedevo se volessi venirci, non ti ho detto niente prima perché sapevo avresti trovato il modo per declinare il mio invito, ma mi farebbe piacere se tu venissi, tutto qui..- concluse imbarazzato, non sapevo minimamente dell’esistenza di questa festa.
-e i fiori cosa centrano??-lo sfidai per capire quale contorto ragionamento avesse partorito la sua mente.
-bè pensavo che facendoti un pensierino ti avrei convinto a venire..avrei fatto leva sul tuo altruismo e quindi ti saresti sentita in dovere di ricambiare- alla faccia della sincerità!! Che imbroglione.
-cos’è un ricatto??-
-no.. ho semplicemente pensato che una buona azione richiama una buona azione..- e mi sorrise indicando con gli occhi i fiori che ancora tenevo in mano.
Non sapevo cosa dire, era tipico di Jacob lasciarmi a bocca aperta.. mi stupivo di quanto riuscisse a dimostrare il bene che provava per me, anche con un piccolo gesto riusciva a farmi sentire speciale.. e invece io ero solo in grado di lamentarmi e di raccontargli quanto la mia vita fosse uno schifo.. mi stavo seriamente rendendo conto  di quanto fossi diventata noiosa e lagnosa verso le persone che mi volevano bene  ma soprattutto con me stessa. Fu in quel momento che capii che dovevo fare qualcosa per lui, ma non perché mi avesse portato i fiori o perché mi avesse invitato alla festa no, dovevo farlo perché dovevo dimostrargli quanto anche lui contasse per me e se per farlo avrei dovuto accettare il suo invito allora non mi restava altro da fare che dirgli..
-va bene!! Mi hai convinto, non sarò certo di grande compagnia ma dopotutto non baderanno mica tutti a me! - e mi sorrise felice.

Le ultime parole famose..
-ma perché tutti mi fissano??- dissi rannicchiata sul braccio di Jacob nel tentativo di nascondermi.. e dovevo passare inosservata! Mi annotai mentalmente di non dire mai più una cosa del genere.
Eravamo arrivati alla festa poco più di un’ora fa, l’atmosfera che si respirava era magnifica. Il sole splendeva alto e il caldo si sentiva parecchio, c’erano festoni lunghissimi che facevano capo da un albero all’altro, come a formare un enorme cerchio sopra le nostre teste, fiori bianchi ornavano quasi tutti gli angoli, e un mega tavolo sul quale c’era adagiato un’immensità di cibo,  di frutta e di dolci era posizionato al centro dello spiazzo. Era uno spettacolo per gli occhi vedere la riserva abbellita in quella maniera. I ragazzi erano intenti a giocare ad un gioco che se anche avessi voluto capire in cosa consistesse mi sarei solo arrovellata il cervello.. Jacob era radioso, ero veramente felice di vederlo sereno e sorridente in compagnia dei suoi amici, Billy era altrettanto contento in qualche modo era l’anima della festa.. tutti i bambini, e non solo quelli, formavano un cerchio intorno a lui per sentire con piacere le storie della tribù e le leggende Quileutes che per loro dovevano rimanere tali. Non sapevo di preciso quando mi accorsi che mi stessero fissando.. forse dopo che una signora sulla cinquantina diede di gomito alla sua vicina indicandomi con gli occhi, o forse dopo essermi avvicinata al banco per prendere un po’ di limonata e tutti tacquero all’istante, mi osservarono chi di sottecchi chi proprio apertamente, per poi ricominciare a ciarlare subito dopo il mio allontanamento.. da allora mi guardavo attentamente in giro con la speranza di pizzicare in flagrante qualcuno nel momento esatto in cui avesse puntato lo sguardo su di me.
questo mio atteggiamento non sfuggì a Jacob che mi propose un giro tra gli alberi della riserva per svagarmi un po’ e mentre ci allontanavamo non persi l’occasione di renderlo partecipe di quello che avevo visto.
-non è vero che tutti ti osservano!- mi disse quasi risentito, ma io insistetti
-ti dico di si invece, me lo hanno fatto notare apertamente..-
-sei ridicola Bella! E poi perché mai dovrebbero fissarti? Non è mica la prima volta che vieni alla riserva..- questo era vero, ma che potevo farci se questa volta tutte le persone avevano deciso di mettermi al centro dei loro pettegolezzi.
-va bene non mi credi, ma io insisto nel dirti che è così!- e mi rabbuiai un pochino vedendo l’ostilità di Jacob e forse se ne accorse anche lui perché lo sentii sbuffare.
-sei pentita di essere venuta allora?- mi chiese fermandosi all’improvviso
-ma che sciocchezze dici? Certo che no!- ecco ci mancava solo questa..
All’improvviso sentii un suono fortissimo.. come di tuono, ma assomigliava di più a al suono che produce uno di quei tamburi enormi. Mi spaventai un po’ ma Jacob mi strinse forte visto che mi ero buttata praticamente tra le sue braccia.
-Bella calmati, non è niente..- mi stupii di trovarlo così calmo
- è solo il richiamo che preannuncia l’inizio del rito sacro..- lo guardai come una stupida,  rito sacro?? Ok non sapevo nulla sull’appartenere a una tribù, ma addirittura parlare di rito sacro.. mi stupii di scoprire che certe cose erano ancora radicate nel profondo. Mi prese la mano e mi trascinò di nuovo verso la festa
-vieni andiamo!!!-disse entusiasta
Tornammo velocemente indietro e mi stupii di quanto ci fossimo allontanati.. avevo quasi il fiatone Jacob correva e mi trascinava con se. Arrivammo nello spiazzale di prima e potei notare come l’enorme tavolo era stato tolto per fare posto a delle ragazze vestite con abiti bianchi graziosissimi e coroncine dello stesso colore in testa. Le contai velocemente, erano in 10. Pian piano iniziò a riecheggiare il suono dei tamburi dando vita a un ritmo dolce. Rimasi a bocca aperta quando vidi tutti inginocchiarsi e congiungere le mani come in segno di preghiera, anche Jacob al mio fianco si inginocchiò e mi passò qualcosa nelle mani. Le ragazze che si disposero in un cerchio iniziarono a danzare  a ritmo. Guardai stupita Jacob, non sapevo come comportarmi, mi tolse dall’imbarazzo facendomi segno di inginocchiarmi a mia volta.
Si muovevano in sincrono mettendo in atto una coreografia armoniosa e ordinata. Posavano ti tanto in tanto le mani sul terreno e potei notare un particolare che alla prima osservazione mi era sfuggito.. avevano legato in vita una specie di foulard che faceva da tasca dalla quale estraevano petali di fiori bianchi e li lanciavano per aria mentre continuavano a danzare. Io guardavo stupita tutto questo, mi trovavo partecipe di un qualcosa che per loro era importante se non addirittura sacro, e non sapevo cosa fare, mi limitai a stare inginocchiata e ad osservare la scena. Il tutto si concluse poco dopo con le ragazze che si inginocchiarono assumendo la posizione tipica della preghiera.. fu tutto silenzio prima che il nonno di Quil iniziasse ad intonare con il suo vocione un canto in lingua indiana alla quale parteciparono tutti. Mi beai di quella canzone più di quanto non mi aspettassi..era meraviglioso stare li e in quel momento e per la prima volta in un mese mi sentii felice..
Quando anche la canzone finì tutti si alzarono velocemente da terra lanciando  in aria quello che tenevano tra le mani.. una nuvola di petali bianchi si disperse sopra le nostre teste e tutti urlarono di gioia..
-adesso puoi lanciarli anche tu..- mi disse Jacob indicando la mano che tenevo stretta in un pugno, e allora capii. E piena di entusiasmo lanciai per aria i miei petali con la consapevolezza di aver fatto parte a qualcosa di magico.

*********

Il sole era veramente cocente quel giorno, dovetti spostarmi all’ombra di un albero per trovare un po’ di refrigerio. Vedevo tutti divertirsi e ridere spensierati e potei dire con certezza che quella sarebbe stata una giornata che non avrei dimenticato tanto facilmente.
Poco dopo mi raggiunse Emily radiosa come non mai, con in mano due bicchieri. Appena mi fu di fronte me ne porse uno.
-per te.. immaginavo avessi sete, oggi fa proprio caldo.- mi disse raggiante e io mi limitai ad annuire
-si hai ragione.. pensavo che giornate come questa non esistessero da queste parti.- conclusi stupita mentre appoggiavo le labbra al bicchiere 
-già non si vede tutti i giorni il sole fare capolino tra le nuvole, ma è estate anche qui e ogni tanto il tempo ci regala delle belle giornate.. anzi sai che ti dico?? Sono felice che ci sia il sole altrimenti la pioggia avrebbe rovinato la festa. –
-si, è stato bellissimo partecipare.. devo ricordare di ringraziare Jacob per avermi invitato. -
-ti è piaciuta?- mi chiese subito
-certamente! È stato..come dire.. è stato meraviglioso..- conclusi imbarazzata..era la prima volta che assistevo ad un rito sacro e per me era stato veramente vivere qualcosa di magico, ma Emily era abituata a tutto questo e forse la mia affermazione poteva risultargli esagerata.
-hai ragione sai?capisco quello che vuoi dire.. Ogni anno è come se fosse il primo per me e ogni volta mi lascia dentro tante emozioni..- disse fiera
Restammo a parlare del più e del meno, mi raccontò che quella a cui avevo assistito non era l’unica festa che si teneva nella riserva, altre si svolgevano nel periodo autunnale e in quello primaverile..
Dopo un po’ e con visibile imbarazzo mi confessò che Sam le aveva chiesto di sposarlo e che lei aveva subito accettato. Ero felice per lei e poi il modo in cui parlava faceva trapelare tutta la gioia che provava in quel periodo.. ma poi mi rabbuiai quando mi chiese come mi sentissi e se avessi superato l’abbandono di Edward. Non risposi.. si scusò e ricominciammo a parlare d’altro.
Fummo interrotte da delle urla provenienti dal bancone delle bibite.. c’erano dei ragazzi che festeggiavano bevendo e brindando, tanto che mi stupii di vedere una scena del genere svolgersi di fronte a tutti.
-chi sono?- chiesi curiosa ad Emily
-sono i ragazzi che si sono diplomati quest’anno, festeggiano l’ammissione di John alla Georgetown ,  lui è felicissimo non capita tutti i giorni di vedere un ragazzo della riserva partire per un università tanto prestigiosa..- e mi indicò con la mano un ragazzo un po’ bassino, leggermente in carne, con la tipica carnagione scura e i capelli neri.
- e tu?? In quale collage hai intenzione di andare??- mi chiese gentilmente e io subito sbiancai.. e adesso cosa le avrei risposto??
Fino a quel momento il capitolo “college” era passato sempre in secondo piano nella mia testa.. non ci avevo più pensato visto che fino a poco tempo fa era solo una “copertura”, dovevo subire la trasformazione e quindi sarebbe stato solo un modo per giustificare la mia scomparsa.. mi sentii subito morire a ripensare a quella che doveva essere la mia vita se le cose non fossero cambiate.. sentii subito gli occhi pizzicarmi, Emily non sembrò accorgersi che quella domanda in realtà mi aveva turbato abbastanza, dopotutto era più che lecito chiedere in quale collage avessi intenzione di andare.
E allora misi sul volto il più bel finto sorriso di circostanza e le risposi
-ancora non ho deciso.. sai è difficile scegliere.-
Lei annui – certo è più che naturale avere dei dubbi.. mi raccomando fai la scelta più giusta..- e mi salutò. Da lontano la vidi avvicinarsi al gruppo di ragazzi e abbracciare John, sicuramente si stava complimentando con lui.
Mi sentii invadere da uno strano senso di tristezza... non lo avevo mai provato prima, forse era dato dalla consapevolezza di dover scegliere al più presto quale strada prendere. 
Quale sarebbe stato il mio futuro??
Non sapevo rispondere a questa domanda..  e chissà se ci sarei mai riuscita, mi venne da dire inconsciamente.

**************

Il lieve vento oceanico che si infrangeva sugli alberi della costa mi scompigliava i capelli, ma tutto sommato era una sensazione piacevole.
Ero seduta di fronte al mare di la Push ormai non so più da quanto tempo, ma a giudicare la posizione del sole nel cielo non doveva essere troppo tardi.. dopo aver parlato con Emily mi allontanai dalla festa e sentii di dover cercare un posto per poter stare sola, e allora quale luogo migliore delle spiagge accoglienti del mare della riserva?? Già altre volte mi avevano ospitato quando con Jacob venivamo qui e iniziavamo a parlare. 
Mi sentii distrarre da un rumore proveniente alle mie spalle, ma non ci feci caso continuavo a disegnare cose improbabili sulla sabbia con un ramo secco e appuntito quando sentii una mano rovente poggiarsi sul mio braccio.. trasalii di paura ma non mi stupii più di tanto di trovare Jacob al mio fianco.
-finalmente ti ho trovato..- e subito mi fu affianco
-volevo stare sola- dissi tutto d’un fiato, d'altronde era la verità perché mentire.
-cos’è successo di tanto spiacevole da farti cambiare umore e trovare rifugio nella solitudine??-  mi chiese con un sorriso beffardo
-smettila cretino.. avevo bisogno di un posto dove riflettere e volevo stare sola, tutto qui-
-si si come dici tu.. ma dimmi cos’altro affligge questa bella testolina.- e sfregò il pugno sulla mia testa
-a me puoi dirlo..-
Non sapevo se parlargliene o meno, anche perché avevo paura che si arrabbiasse, ma vedendo il suo sguardo sicuro non potei fare a meno che essere sincera..
-ok...prima ho parlato con Emily.-
-si ti ho visto.. cosa vi siete dette?-
- mi ha chiesto in quale collage avessi intenzione di andare... e credimi se ti dico che è stata un’impresa aggirare questa domanda, le ho detto che ancora non ho deciso e che è sempre difficile prendere la decisione giusta.. sembra essersela bevuta.-
Mi guardò strano.. come se stessi dicendo un’eresia o la cosa più stupida al mondo.
-ma.. spiegami.. come mai questo tentennamento? Proprio non riesco a capire perché è tanto difficile rispondere a questa domanda, ormai le domande le hai spedite da tempo e i college ti avranno risposto. Perché non lo hai detto a Emily??-  lo guardai stupita.. evidentemente non aveva capito.
-bè.. mmhh, forse perché ancora non ho deciso se andarci?- di colpo sbiancò
-cosa?- disse alzando il tono della voce –che vuol dire “non ho deciso se andarci”, Bella sei forse impazzita?-
-no! Non sono impazzita – a quel punto urlavo anche io – forse ho avuto altro a cui pensare ultimamente! Diciamo pure che il collage non rientrava nelle mie priorità! E poi fino a poco tempo fa credevo che non ci sarei mai andata..- conclusi la frase in un sussurro e con il volto in fiamme
Jacob al mio fianco iniziò a tremare e impercettibilmente arretrai di qualche centimetro.
Poi silenziosamente si alzò e cominciò a camminare su e giù sul posto..
-Bella! Dimmi che non è come penso! Dimmi che non ci hai ancora pensato solo perché è difficile scegliere! Dimmi che ho capito male.. ti prego..- e si fermò puntandomi il dito contro
-t-tu.. mi stai dicendo che visto che ti saresti trasformata in una sanguisuga non avresti dovuto pensare ad iscriverti ad un collage? mi stai dicendo che in tutto questo tempo passato a rimpiangere il “verme”… non hai pensato minimamente a quale sarebbe stato il tuo futuro?-
Mi guardò quasi schifato, ma era tutto giusto quello che aveva detto.. non avevo più pensato al mio futuro perché senza Edward il futuro che avevo programmato non sarebbe più esistito.. e nel dolore della sua assenza non riuscivo a pensare concretamente di andare avanti con la mia vita..
-stò aspettando..- disse impaziente facendomi sussultare
-si.. è così- ammisi  -ma puoi biasimarmi di averci pensato?? Eh Jacob? Io sapevo già quale sarebbe stato il mio futuro e non immaginavo minimamente che avrei dovuto riprogrammarlo per intero. E adesso non riesco a spiegarmi perché mi è tanto difficile pensare che devo ricominciare la mia vita .. a decidere in quale collage andare.. non lo so, non so perché non ci riesco...- a quel punto avevo gli occhi lucidi e un magone all’altezza della gola mi impediva quasi di respirare..
Poco dopo tornò a sedersi al mio fianco sbuffando e aspettò che  mi calmassi un pochino..
-Charlie sa di questa cosa??- chiese di punto in bianco..
-oddio no! Certo che no! Ancora non me ne ha parlato ma penso che si stia facendo anche lui qualche domanda.. Evidentemente le condizioni in cui mi ha visto in quest’ultimo periodo lo avranno fatto desistere nel chiedermelo. –
-sai che presto dovrai parlarne anche con lui.. vero?-  mi chiese pacato, a quel punto il nervosismo di prima era del tutto scemato
- si.. e non so proprio da dove cominciare..-
Prese ad accarezzarmi il braccio come ad infondermi coraggio
-non preoccuparti vedrai che si sistemerà tutto.. devi solo fare chiarezza su quello che vuoi veramente e quale futuro pensi sia meglio per te.. lui è tuo padre e ha il diritto di sapere, vedrai che dopo avergliene parlato prenderete una decisione insieme.. ma devi promettermi che gliene parlerai il più preso possibile..stasera anche.. siamo intesi?-  mi guardò e mi sorrise lievemente
-ok.. te lo prometto- adesso ero più rilassata
-posso farti una domanda Jacob?- dissi con il sorriso sulle labbra
-certo, spara!-
-da quando sei diventato così Saggio??- a quel punto cominciò a ridermi in faccia e riuscì a coinvolgere anche me in quella risata spontanea e contagiosa..
-da quando hai perso la testa e hai bisogno di qualcuno che ti indichi la giusta via..- aggiunse mentre ancora se la rideva. E io per punizione gli conficcai le dita nello sterno nel tentativo di fargli male, ma ottenni l’effetto contrario perché iniziò a ridere più forte del fatto che mi fossi fatta male solo io.
- e comunque..- disse – c’è un motivo per il quale sono venuto a cercarti..avevi ragione prima sai? Quando mi hai detto che tutti ti fissavano.. avevi ragione perché adesso ne so il motivo.-
Restai di stucco.. cosa voleva dire “adesso ne so il motivo”?
-grazie per la fiducia che mi hai dato allora, quando te ne ho parlato io a momenti mi credevi pazza.. e adesso? Cosa ti hanno detto per farti cambiare idea??-
- beh è stato tutto un malinteso che in parte ho contribuito io a crearlo.. adesso ti spiego..i ragazzi mi hanno raccontato che secondo la tradizione è vietato invitare a questo genere di feste gente che non sia un indiano, e in questo caso un Quileutes, un parente stretto o un parente prossimo.. è una cosa di cui non ero a conoscenza te l’assicuro e mi dispiace di averti messo in imbarazzo.. scusami io volevo solo farti svagare un po’.. Bella? Bella? Ma che ti prende.-
ero senza parole..
-mi stai dicendo che io non dovevo venirci a questa festa??- dissi più rossa di un peperone.. che figuraccia avevo fatto!
- in teoria no... – mi rispose subito accigliato
-che vuol dire in teoria no, spiegami..-
-ecco.. adesso arriviamo al punto della storia più imbarazzante, e ti prego..ti prego cerca di non arrabbiarti ti scongiuro..- disse sentendosi colpevole fino all’inverosimile
Non riuscivo a spiegarmi quale motivo ci fosse dietro tanto da far sentire Jacob così responsabile..
-allora.. prima ti ho spiegato che se non sei un indiano appartenente alla tribù o se non sei un parente o un parente prossimo non puoi partecipare.. Giusto? Ecco tutti ti guardavano, non perché pensassero che tu non dovessi partecipare alla festa per i motivi che ti ho appena detto..no! tutti ti fissavano perché pensavano che fossi pronta ad entrare a far parte della tribù e di conseguenza che tu fossi venuta con me in quanto mia fidanzata.. pensavano che fossi un parente prossimo.. capisci??-
Oh! Adesso si spiegava tutto!! Non ci potevo credere!!! Era assurdo.. assurdo!! Immaginavo quelle vecchiette parlare di me immaginandomi come la futura signora Black, o tutto il resto della tribù spettegolare su me e Jacob, era imbarazzante ma allo stesso tempo.. divertente!
-Bella.. ti chiedo scusa, mi dispiace non so come sia potuto succedere..- continuava a dire Jacob che poverino si sentiva in colpa.. ma io avevo preso il volto tra le mani per coprirlo a Jacob e non fargli vedere che in realtà stavo.. ridendo!
Dopo poco non resistetti più, anche perché non mi sembrava giusto farlo sentire tanto in colpa.. e allora iniziai a ridergli in faccia senza ritegno, e l’espressione che vidi sul suo viso era qualcosa di indescrivibile..
-hahahhahah!! Jacob.. hahahahah- continuavo a ridere
-Bella.. potresti spiegarmi cosa ci trovi di tanto divertente viso che sono qui a chiederti scusa da un ora??
-ahahha ma non lo capisci?? Immagina tutte quelle signore a spettegolare su di noi.. magari adesso staranno pensando che ci siamo appartati per fare chissà cosa! Impossibile.. hahah è troppo divertente, scusami..-
E dopo un po’ cominciò a ridere anche lui molto probabilmente pensando a quello che gli avevo detto io..
-ma senti un po’..- mi disse poco dopo riacquistando lucidità mentre io ancora me la ridevo sotto i baffi – perché trovi divertente il fatto che sia impossibile che io e te ci appartassimo per fare qualcosa??- mi chiese visibilmente curioso..
-beh perché, non mi ci vedo proprio a fare qualcosa con te.. qui sulla spiaggia.. dove tutti potrebbero vederci.. hahahaha-
-a si eh! Allora è così.. ora te la faccio vedere io, e vediamo se non arrivi al punto di chiedermi scusa! –
Non feci nemmeno in tempo a capire le sue parole che fu subito su di me e iniziò a farmi il solletico.. iniziai a contorcermi ma era impossibile liberarsi dalla sua presa. Le sue mani correvano veloci lungo i miei fianchi e vicino al collo. Poco dopo finii sdraiata a terra e Jacob sopra di me che continuava imperterrito la sua opera.. speravo di riuscire a liberarmi ma fu tutto inutile, perché il mio tentativo di fuga fece intensificare di più la presa.. a quel punto non resistetti più..
-va  bene, va bene.. scusa!- dissi tra le risate
-come hai detto?? Temo di non aver sentito..-
-Scusa ! haahhahh ti chiedo scusa! Adesso lasciami ti prego..- sperai che mi liberasse in fretta non ce la facevo più
-non ho sentito.. per favore devi dire...-
-ok.. ahaha ti chiedo scusa! Per favore hahah puoi liberarmi?-  e pian piano iniziò a lasciarmi andare.. mi apprestai subito a riprendere fiato ma la pesantezza del corpo di Jacob che gravava sul mio torace non mi permetteva di farlo..
ben presto la mia ilarità si trasformò in imbarazzo.. quando mi resi conto della posizione in cui eravamo.. io sdraiata a terra  e Jacob sopra di me.. eravamo troppo vicini... troppo vicino il suo corpo, troppo vicine le sue mani, troppo vicino il suo.. viso!
Sembrò accorgersene anche lui perché diventò subito serio e iniziò a fissarmi in modo strano.. vedevo nel suo sguardo qualcosa che avevo già visto tempo prima, ed esattamente quando gli avevo chiesto di baciarmi..
Non sapevo quali intenzioni avesse adesso ma sentivo i suoi occhi percorrere tutto il mio viso soffermandosi principalmente sulle labbra..
Iniziai a provare una strana sensazione, alla quale non sapevo dare una spiegazione, ma sapevo che se non lo avessi fermato avrebbe sicuramente agito e in quel momento pur sentendo qualcosa non era giusto lasciarlo fare..
-Jacob.. non riesco a respirare..- dissi come scusa per farlo allontanare
Subito si alzò chiedendomi scusa e porgendomi la mano per aiutarmi a rimettermi in piedi..
C’era imbarazzo.. questo lo sentivo bene, sia da parte mia che da parte sua.. sapevo dei sentimenti che provava per me..
-il sole sta per tramontare, penso sia ora di riportarti a casa.-  disse senza nemmeno fissarmi..si! era decisamente in imbarazzo..
-hai ragione.. si è fatto tardi, Charlie si chiederà che fine abbia fatto.-
E ci incamminammo verso la riserva..
Volevo dire qualcosa.. ma avevo paura di ferire Jacob. E allora lasciai perdere certa del fatto che se solo avesse voluto non avrebbe perso tempo nel dormelo.. evidentemente non era pronto..
Accompagnata dall’imbarazzo mi apprestai a salire sul mio pick-up, salutai Jacob tranquillamente senza lasciar trasparire il mio turbamento e lo stesso fece lui.
Dopo quasi mezzora giunsi di fronte casa e per tutto il tempo del viaggio non feci altro che pensare e ripensare a quello che era successo.. ma mi ridestai subito certa che nel momento in cui avessi parlato a Charlie del fattore “college” i miei problemi presto sarebbero diventati altri..
  

OK! DITEMI COSA NE PENSATE!! COSA SUCCEDERA' ADESSO??? E SOPRATTUTTO COSA PENSATE DEI DUBBI DI BELLA DI ANDARE O NO AL COLLEGE??? *siate buone mi raccomando* ♥
 

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Capitolo 7
*** capitolo 6 ***


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Buona domenica mie adorate!!! Come va? Che ne dite dell’immagine che ho creato per la storia??Comunque.. eccomi qui con il nuovo capitolo! Spero vi piaccia e che decidiate di lasciare una recensione per farmi sapere cosa ne pensate!! Ringrazio sempre e comunque chi legge senza recensire e chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e quelle da ricordare!!! Ci vediamo sottooooo ♥

 

Capitolo 6

Non pensavo che nella mia vita sarei mai arrivata a dirti una cosa del genere.. ma in questo momento l’unica cosa che desidero dirti è che.. ti Odio!! Ecco l’ho detto!! Hahahah.. non riesco a crederci di esserci riuscita.. si lo so potrei sembrarti impazzita, solo stamattina ti ho scritto quanto mi manchi e quanto ti vorrei di nuovo qui con me, ma adesso ho un buon motivo per odiarti.. e penso sia arrivato il momento di dirti prima tutto quello che penso e che mi sono portata dentro. Vuoi sapere perché sono arrivata a questo punto?? Eh? Punto numero:
 

  1. Perché sei andato via senza dirmi niente..come il più codardo dei codardi.. avresti potuto comportanti in maniera diversa. Si, non siamo più dei bambini e già una volta questo non dirsi niente ci ha portato ad affrontare conseguenze disastrose. Potevi dirmelo! Certo non ti avrei lasciato andare tanto facilmente se questo può consolarti, ma se fossi arrivata al punto di capire che tra me e te non poteva esserci nessun futuro, sarei stata il più obbiettiva possibile e ti avrei detto che anche secondo me era meglio lasciarci.. ma tu no!! Hai voluto decidere di nuovo per entrambi e quindi ti odio anche per questo!
  2. Perché hai distrutto la mia sicurezza, la mia integrità, mi sento come se mi mancasse qualcosa.
    Sono distrutta, ero la tua principessa, tu mi hai sconvolto l'esistenza, credo di non essere mai stata così felice; sto scrivendo e sto tremando, tutto pur di non far scendere una lacrima... Mi manchi, mi mancano i tuoi baci; lo voglio, voglio l'ultimo bacio; voglio prenderti la mano; voglio toccarti i capelli, il tuo viso, le tue labbra; voglio sentire ancora il tuo profumo; voglio che mi chiami ancora principessa; voglio che mi dica ancora che mi adori e che sei pazzo di me!
    Ho voglia di piangere, ma cerco di evitarlo, ogni volta che sento le lacrime che lottano per uscire penso ad altro, ma non è per niente facile! E quindi ti odio perché andandotene via hai portato con te la mia felicità!
  3. E  qui arriviamo al punto che mi ha spinto a scriverti questa lettera di “rimprovero” se così si può dire, anche se avrei dovuto scrivertela molto tempo prima, perché queste parole e questo risentimento sono sempre albergate in me ..solo che non avevo il coraggio, troppo occupata a scrivere quanto ti amavo per capire veramente che ti sei comportato malissimo nei miei confronti. E quindi..  3:  perché adesso che sei andato via dovrò ricostruire il mio futuro.. un futuro che avevo già deciso, un futuro che mi spaventava certo, ma che in tua compagnia avrei affrontato coraggiosamente. Non ho avuto neanche il tempo di dirti che il mio improvviso tentennamento nei tuoi confronti non era dovuto solo al fatto che iniziassi a provare qualcosa per Jacob, no.. era dettato dalla paura di diventare come quei vampiri neonati creati da Victoria.. ma tu non ti sei fermato un attimo a chiedermi il perché, no! Tu hai subito dubitato dei miei sentimenti, perché so che è così, e hai distrutto tutto.  Stasera ho litigato con mio padre per colpa tua lo sai?? Si perché mi ha rimproverato di essere troppo indulgente nei tuoi confronti e di piangermi troppo addosso! Il motivo della discussione? Il mio rifiuto ad iscrivermi al collage e quindi di ri-progettare il mio futuro. Il collage era una scusa che avevamo deciso di inventarci per giustificare la mia trasformazione, anche se tu insistevi parecchio nel dirmi di intraprendere la carriera universitaria perché era un’esperienza umana che avrei dovuto fare prima di abbandonare per sempre la mia vita.. e l’ avrei fatto se solo fossi stato al mio fianco. Ma adesso pensare di inscrivermi ad un collage dove tu non ci sarai, mentre avrei voluto affrontarla insieme a te questa esperienza mi fa perdere ogni stimolo nell’ andare avanti..

Bene.. vorrei dirti che mi sento più libera adesso che ti ho detto tutto, ma ti direi soltanto una bugia.
Ah!! Un’ultima cosa prima di lasciarti.. ti odio si.. ma soprattutto Odio di più me stessa! E vuoi sapere perché? Perché Odio il fatto di non riuscire ad Odiarti.. ”
 
Con mano tremante mi apprestavo a chiudere quella pagina che tanto mi era costata da scrivere. In mente avevo ancora la vivida conversazione che avevo avuto con mio padre proprio quella sera e di cui avevo accennato ad Edward nella lettera..
Ero appena tornata dalla riserva con ancora in mente quello che era successo con Jacob. Dopo essere rientrata e aver raccontato a mio padre della  festa e di quanto mi fossi divertita , naturalmente omettendo la parte in cui mi trovai distesa sotto il corpo bollente di Jacob, mi misi a preparare la cena con un lieve nervosismo dovuto al fatto che di li a poco avrei dovuto rendere partecipe Charlie della mia ritrosia ad iscrivermi al college.. 
Aspettai che finisse di mangiare prima che qualche boccone gli finisse di traverso, e allora iniziai a parlare..
-papà, ho bisogno di dirti una cosa.. però devi promettermi di non arrabbiarti.- complimenti Bella! Pensai, se volevi iniziare il discorso senza farlo agitare, con questa frase ci sei proprio riuscita! E di fatti mi guardò accigliato prima di rispondere.
-certo Bells, te lo prometto.. basta che tu non faccia in modo che me debba pentire.-
-ok..- dissi in un sospiro, e dentro di me pregavo.
-allora, oggi mi sono trovata ad affrontare un argomento molto importante al quale non sono riuscita a dare una risposta..-
-e l’argomento in questione sarebbe?- disse mentre mi aiutava a sparecchiare
-ho parlato con Emily del college, e lei mi ha chiesto in quale avessi intenzione di iscrivermi..- mi fermai per dargli il tempo di inquadrare per bene l’argomento.
-bene!- disse entusiasta – non ne abbiamo più parlato nemmeno noi. Dopo le risposte positive che hai ricevuto non mi hai più detto in quale avessi intenzione di iscriverti.. va bene che siamo ancora in tempo per sistemare tutto, ma dobbiamo organizzarci, dobbiamo organizzare il viaggio, il trasporto delle tue cose, dovrò chiamare una ditta di traslochi.. si, dovrei avere il numero da qualche parte adesso lo cerco subito..- ecco lo sapevo, era partito in quarta e non mi aveva lasciato neanche il tempo di spiegare. Subito lo seguii in salotto visto che era intento a cercare il numero della ditta di traslochi che era scritto sull’agenda.
-papà..- lo fermai
-papà aspetta.. Ti ho detto che dovevo parlarti ma tu non mi ha lasciato il tempo.-
- si scusami Bella, è che sembra facile organizzare tutte queste cose ma in realtà c’è un sacco da fare prima della partenza..-
-ecco appunto.. dovevo parlarti proprio di questo. Papà.. non so se voglio partire..- dissi tutto d’un fiato, anche se a quel punto il fiato mi mancava quasi del tutto.. ero talmente agitata che sentivo le gambe tremare. Lui che era voltato di spalle richiuse subito l’agenda con un rumore secco e si voltò nella mia direzione.
Sembrava volesse fulminarmi con gli occhi, e ne aveva tutte le ragioni dopotutto..
-cosa, cosa, COSA?- disse con un tono di voce più alto del normale, di solito non alzava quasi mai la voce con me..
- papà te l’ho detto.. è una cosa che non riesco a spiegarmi nemmeno io. Infatti oggi ad Emily ho risposto con una balla e per questo volevo parlarne con te..-
- si, mi fa piacere che tu abbia deciso di mettermi al corrente di questa tua “fantasia”..  ma tu andrai la collage! Punto! Fine della discussione!-
-ma papà.. perché non cerchi di capire che forse non è quello che voglio!- dissi mentre mi alzavo dal divano per scaricare un po’ la tensione. Mio padre invece restava immobile di fronte a me..
-e cosa vorresti? Eh Bella?? Stare a casa a rimpiangere qualcuno che ti ha abbandonato per la seconda volta?? Startene tutto il giorno chiusa in camera tua ad aspettare che ritorni? Eh Bella? Dimmelo cosa vuoi..perche ha quanto pare a me sembra che tu voglia solo rimanere attaccata al passato, al ricordo di una persona che ti ha fatto solo del male! Bella devi guardare avanti! Devi pensare al futuro, al TUO futuro! E non andrai avanti se ti ostini a pensare ancora ad Edward!- pronunciò il suo nome con una smorfia di disgusto, molto comprensibile da parte sua.. ma quello che mi fece più male furono le sue parole, che ebbero il peso di mille lame e mi sbatterono in faccia la realtà più amara..
Gli occhi iniziarono a pizzicarmi, ma provai a trattenere le lacrime per non far vedere a Charlie che in realtà mi aveva ferito di più la delusione che gli avevo fatto provare..
-si hai ragione.. forse è per questo che non voglio andare al collage.. non voglio pensare ad un futuro in cui non ci sia anche Edward.. e per quanto possa essere dura da accettare la verità è questa, che ti piaccia o no. – dissi determinata guardandolo fisso negli occhi
-Bella mi deludi se pensi così.. non ti ho mandato a scuola, speso soldi nella tua istruzione solo per vedere la tua vita buttata al vento. E per chi poi? Per una codardo che ti ha abbandonato senza nemmeno dirti addio.. sei talmente cieca da non renderti conto di tutto il male che ti ha fatto e che ti sta ancora facendo, e che ti farà se non ti decidi a guardare nel tuo futuro e a vedere che puoi andare avanti anche senza di lui.. va bene! Sei indecisa se andare o no al collage? Ok! Ma io non lo sono.. tu ci andrai che lo voglia o no! Prenditi tutto il tempo che vuoi.. non abbiamo fretta, ma tu ci andrai! SONO STATO CHIARO!!- urlò quelle parole come non lo avevo mai visto fare in vita mia, mi fece paura scoprire questo suo lato autoritario che non mi aveva mai mostrato..
-Bene!- urlai a mia volta prima di salire di corsa le scale e rifugiarmi in camera mia.
Mentre ripercorrevo tutto quello che ci eravamo detti io e Charlie, il computer ormai era del tutto spento. Mi alzai dalla sedia e andai verso la finestra quasi socchiusa, la spalancai e mi immersi nella notte estiva di Forks. Mi persi a rimirare le stelle e a pensare alle parole di mio padre che ancora sentivo rimbombare in testa.
Io sapevo che aveva ragione, lo sapevo. Non ero tanto sprovveduta da credere di riuscire ad andare avanti, di trovarmi un buon lavoro e costruirmi un avvenire senza la giusta formazione, e per questo il collage era essenziale.. forse aveva ragione lui ero talmente cieca che lasciavo ad Edward anche la possibilità di rovinarmi la vita nonostante mi avesse lasciato..
Forse lui c’era riuscito ad andare avanti.. a pensare al suo futuro senza me al suo fianco.. magari mi aveva già rimpiazzato, chi lo sa. Desideravo tanto sapere cosa stesse facendo in quel momento, in quale parte del mondo si trovasse..
Stavamo vivendo due vite parallele, lui andava avanti con la sua e io dovevo andare avanti con la mia..
Si, ma perché faceva tanto male pensare che dovevamo viverla separati questa vita invece di affrontarla insieme??
Mi scoprii il volto pieno di lacrime quando mi ricordai le parole che mi diceva sempre mia nonna Marie.. “Abbandonare il passato aiuta a stare nel presente, è necessario per il futuro ma è soprattutto indispensabile, a volte, per continuare a vivere!”
Andai a letto con la consapevolezza di dover dare una svolta alla mia vita.. e con la stessa consapevolezza mi svegliai precisamente il mattino dopo.
Di solito si dice che la notte porti consiglio, bè a me quella notte era servita a capire tante cose. 
Non era giusto rimanere a terra solo perché un treno era andato via. Potevo riprendere il mio cammino anche senza Edward a tenermi per mano. E ci sarei riuscita. Avrei solo dovuto vivere il presente, senza pensare a quello che era stato. Solo il presente contava adesso per me. E c’era una persona che prima di tutte doveva saperlo..
Mi alzai dal letto e andai subito in bagno a sciacquarmi la faccia, non volevo aspettare un minuto di più e così scesi giù in cucina ancora con il pigiama addosso. Arrivai in fretta e furia e vidi papà intento a fare colazione. Alzò di poco gli occhi dal giornale che teneva in mano e mi fissò per un momento. Era ancora arrabbiato questo era sicuro.. avanzai verso di lui e mi appoggiai al tavolo imbandito.
-c’è del caffè caldo se lo vuoi..- disse freddo
-veramente papà.. volevo parlare con te. –  lasciò cadere il giornale sul tavolo e iniziò a fissarmi
-be.. ecco, volevo dirti che ho pensato molto a quello che mi hai detto ieri sera, e per quanto possa essere impossibile da credere, mi hai fatto capire che sto sbagliando tutto.. – rimase in silenzio ma sul suo volto iniziò a spuntare pian piano un leggero sorriso e ne fui subito felice.
- e sentiamo a quale conclusione sei arrivata??-
-ho capito che posso andare avanti anche senza Edward al mio fianco. Anche se ne porterò per sempre il ricordo non posso negare che tu abbia ragione.. mi ha lasciato e questo vuol dire che evidentemente non mi voleva più. Non è giusto sprecare la mia vita aspettando che ritorni.. se mai dovesse farlo saprà sicuramente dove trovarmi e non è detto che mi trovi qui a Forks, magari sarò in qualche collage a studiare..- 
Mi fu subito di fronte e mi abbracciò stretta.
-oh Bella!! Sono così felice che tu abbia cambiato idea.. mi dispiace tanto per quello che ti ho detto ieri sera. Ti ho trattato malissimo non dovevo urlare e mi dispiace se ti ho fatto soffrire.. ma se è servito a farti capire che devi andare avanti allora sono più che felice..grazie grazie grazie!!- continuava a dire e io non potevo non ricambiare il suo abbraccio. Mi lasciò andare e mi sorrise teneramente.
-aspetterò ancora un po’ prima di scegliere il collage.. se non ti dispiace vorrei pensarci bene. Ma ti prometto che sceglierò con giudizio e ti renderò fiera di me. –
-Bella ma tu mi hai sempre reso il papà più orgoglioso del mondo.. chiunque vorrebbe una figlia come te, e io mi sento molto fortunato. Certo, com’è giusto che sia, i figli hanno bisogno delle parole di un genitore per andare avanti quando incontrano un ostacolo sul loro cammino, e io sono felice di esserti stato d’aiuto. Potrai aspettare tutto il tempo che vuoi prima di prendere una decisione e quando lo farai mi troverai sempre al tuo fianco – ero commossa dalle sue parole
-Grazie papà! Adesso vado a cambiarmi, devo comunicare questo nuovo “cambiamento”  anche ad un’ altra persona..-
Mi guardò incuriosito e una piccola ruga andò a formarsi sulla sua fronte.. ma non ci mise molto a capire a chi mi stessi riferendo.
-ohhhh!! Ok ho capito.. vai vai, sarà impaziente quanto lo sono stato io fino a poco fa..-
Corsi subito in camera mia e presi tutto il necessario per prepararmi. Andai in bagno feci una doccia veloce, mi vestii, asciugai i capelli, e corsi via sulla strada che con il mio pick-up mi portava alla riserva..
Arrivai a destinazione e parcheggiai velocemente, scesi dalla macchina e mi diressi subito verso casa di Jacob.
Venne ad aprirmi Billy
-ciao Bella! Come mai qui di prima mattina?-
-devo vedere Jacob, devo dirgli una cosa.. è in casa?-
- no, è uscito poco fa, è andato al negozio di ferramenta a comprare non so cosa..-
Rimasi delusa di non trovarlo li, volevo dirgli subito della decisione che avevo preso..
-senti Billy.. è tanto lontano il negozio da qui? Magari lo raggiungo a piedi..-
-no.. guarda è poco più distante della casa di Quil, dovresti arrivarci tranquillamente a piedi in meno di 10 minuti..-
-grazie, allora lascio la macchina qui..-
Lo salutai e mi incamminai velocemente. Arrivata di fronte casa di Quil stavo quasi per chiedere indicazioni per trovare il negozio ma da lontano notai Jacob venire verso di me
-ei Bella! Che ci fai qui?-
-ho chiesto a tuo padre e mi ha detto che ti avrei trovato da queste parti..-
-non intendevo che ci fai qui qui.. immaginavo fosse stato papà a dirti dove trovarmi, intendevo dire come mai sei venuta alla riserva, qualcosa non va??-
E riprendemmo a camminare verso casa sua
-no, tutto bene.. ieri sera ho parlato con Charlie sai, e non è andata gran che bene. L’ha presa male..-
-mi dispiace. Cosa ti ha detto?-
Gli raccontai per filo e per segno la discussione che ebbi con mio padre la sera precedente e rimase parecchio turbato, non si aspettava una reazione del genere da parte di Charlie..
-e adesso?? Avete chiarito in qualche modo...-
-si, stamattina sono scesa in cucina e gli ho subito chiesto scusa.. ma gli ho anche detto grazie.-
-non capisco, spiegati meglio..-
-ecco vedi, quello che mi ha detto ieri sera Charlie mi ha fatto aprire gli occhi su tante cose, all’improvviso mi sono accorta che ha ragione. Non posso andare avanti con la speranza che Edward torni da me, devo pensare al mio futuro. Il cuor mio non lo dimenticherò mai questo è certo, ma devo credere che in qualsiasi parte del modo si trovi anche lui stia andando avanti con la sua vita ed è quello che devo fare anche io..-
All’improvviso un enorme sorriso apparve sul suo volto e illuminò anche i suoi occhi di una luce che riusciva quasi ad abbagliarmi..
-non ci posso credere!- disse e mi abbracciò – sono così felice che tu abbia finalmente aperto gli occhi!-
Ormai eravamo di fronte casa sua da un bel po’ e decisi che era ora di tornare a casa..
Feci per salire in macchina ma mi bloccò
-senti.. adesso che hai deciso di viverti il presente..- lasciò la frase in sospeso come ad aumentare la mia curiosità. Non aspettai due secondi di più..
-si! È così..-
-che ne diresti.. di viverti il presente, diciamo.. domani dopo pranzo?-
-che intenzioni hai?-
-mhh.. niente di speciale, devo fare delle commissioni giù a Port Angeles. Se ti va potresti venire con me.. ci mangiamo un gelato e torniamo a casa, che ne dici??-
Non sapevo cosa dire.. era una bella proposta.
Ci pensai su un attimo e subito decisi di accettare
-dico..che ci sto! Basta che il gelato lo fai pagare a me però.. te lo devo!-
-ok affare fatto!- e ci stringemmo la mano destra come a suggellare il patto
-bene, è ora che vada..- mi salutò con un abbraccio e prima di andare mi disse
-è bello riaverti Bella! Sono felice che sei tornata ad essere quella di prima..-

 
 

Cosa ne pensate? Siate sincere mi raccomando.. ♥
 

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***



                                                           


Eccomi qua.. prima di lasciarvi al capitolo ho delle precisazioni da farvi. Altrimenti  Romina chi la sente! Hahha no scherzo, è d’obbligo chiarire delle cose dopo le recensioni che mi avete lasciato nello scorso capitolo.  Allora alcune di voi si sono stupide dell’atteggiamento di Bella, del fatto che si sia lasciata andare con Jacob nonostante si dichiari ancora innamorata di Edward. C’è chi l’ha criticata dicendo che è incoerente, e che se ha fatto così vuol dire che le motivazioni che l’hanno spinta a lasciare Edward(che poi alla fine non l’ha lasciato lei, se ne è andato lui! E poi vedremo anche il perché..) non fossero reali e che in realtà fossero solo delle scuse. Altre invece hanno detto che è stato giusto che si lasciasse andare al bacio perché lui la aiuta a sentirsi meglio e in quel momento credeva di aver perso Edward per sempre e allora perché non lasciarle vivere un momento felice?Avete perfettamente ragione quando dite che Bella sfrutta(che brutta parola..)Jacob perchè la fa sentire bene, è la realtà.  Bella ha sempre fatto così con Jacob, anche in New Moon, ricordate? In questo capitolo sembra che Bella voglia stare con due piedi in una scarpa, ma è confusa la ragazza.. ma presto capirà quello che vuole! Ed essendo una Edward/Bella non dovete arrivare lontano per capire quale sarà la sua scelta! Quindi non disperate! Edward ritornerà.. dovrete aspettare un po’ però! Devo far capire a Bella qual è la strada giusta da prendere e accompagnarla in questo cammino..
Spero che il capitolo vi piaccia! Ci vediamo giù ….
 Capitolo 8
 
“sono quasi 2 mesi che sei andato via, e nonostante abbia ripreso a vivere la mia vita, non riesco a fare a meno di pensare a te. Non riesco a spiegarmi il motivo per il quale senta ancora il bisogno di scriverti e di confidarmi con te. Come se in qualche modo volessi espiare le mie colpe.. forse ho la sensazione che tu debba sapere quello che mi succede per sentirmi bene, ma queste lettere non le leggerai mai e quindi mi accorgo che è tutto tempo sprecato. Ma so anche che il mio tempo non è mai uno spreco se riguarda te, se mi riporta a pensare a te, se così facendo ti sento vicino! Ma adesso ho da farti una confessione..
 Sai a volte mi capita di guardare fuori dalla finestra in quei giorni uggiosi, e sentirmi grigia, senza colore.
Il mondo passa e io resto ferma, immobile, senza forze.
Vedo gli altri passarmi davanti e rimango lì a guardare fuori, nella speranza di vedere quella luce che irradiano i tuoi occhi, e non so mai quando arriverà. Il “freddo”  mi avvolge, e le lacrime sono l'unica fonte di calore che sembra essermi rimasta.
Chi credevo sarebbe rimasto per sempre mi ha abbandonato, e mi maledico quando quel giorno ho deciso di crederci in quel "per sempre", perché alla fine non mi ha portato a nulla.
Ma nel momento più inaspettato ecco tornare la luce, torna il caldo e i colori. E sai chi è in grado di far questo oltre a te? Jacob. Lo so, forse non ti stupisci più di tanto per questa mia ammissione, ma fino ad ora    e soprattutto nelle lettere che ti ho scritto in questi giorni, non ho mai avuto il coraggio di dirti che..  adesso STO CON LUI! Lui mi fa stare bene, non mi chiede di più di quello che per il momento posso dargli ed è paziente, rispetta i miei silenzi quando sa che in quel momento sto pensando a te, e non me ne fa una colpa. Anzi, cerca di farmi parlare e di dirgli quello che sento, ma non posso infliggergli anche questa pena, e allora mi ritrovo qui a scriverti perché non ho nessun altro a cui poter dire quello che ancora mi porto dentro.. dopo la tua partenza, è la prima volta che sento veramente di potercela fare, di andare avanti! Ma come ti ho già scritto, ti penso spesso e penso non smetterò mai di farlo! perché dopotutto, quando mi affaccio alla finestra, rimango  sempre li in balia ad aspettare un tuo ritorno, e nonostante il calore che mi fa sentire Jacob, inevitabilmente il “freddo”ritorna.”


Rimasi fissa a guardare le parole che avevo appena scritto, e un moto improvviso mi spinse a cancellarle.. sarà il senso di colpa nei confronti di Jacob a farmi sentire così “sporca”? Mi bloccai un istante prima  di premere “Canc”. Riflettei un minuto e ritrassi la mano. Non lo avrei fatto, dopotutto era quello che sentivo ed era quello che vivevo in sua assenza. La vibrazione del telefonino mi fece sobbalzare dallo spavento. Non avevo  bisogno di guardare il display per sapere chi fosse a chiamare. Jacob! Subito accettai  la chiamata.
-pronto?-
-ciao amore mio, che combini di bello?- ogni volta che lo sentivo chiamarmi così non potevo evitare allo stomaco di contrarsi
-mh, niente ero al computer, ma l’ho appena spento.-
-senti, che ne diresti se venissi da te? Tuo padre non c’è vero?-  Charlie non era propriamente a conoscenza di quello che c’era tra me e lui, ma indubbiamente aveva capito qualcosa, e non rinunciava mai a fare delle battute o allusioni.
-no sono sola, ti aspetto..-
-allora ci vediamo tra un po’, ciao-
-ciao- dissi, ma probabilmente non riuscì a sentirmi visto che aveva già interrotto la chiamata.

Ecco, adesso si che mi sentivo una merda. Anche se con Jacob avevamo messo subito in chiaro il rapporto che ci legava, non potevo evitare di sentirmi in colpa ogni volta che gli mentivo, dicendogli che ormai non scrivevo più le lettere a Edward, ogni volta che lo sentivo chiamarmi “amore mio” e non ricambiavo mai.. Inevitabilmente mi ritrovai a pensare a quello che ci eravamo detti non più di due settimane fa.

Mi ero appena svegliata dopo aver passato una nottataccia a pensare a quello che era successo tra me e Jacob al ritorno dal Luna Park. Mi giravo e mi rigiravo nel letto ma non riuscivo a trovare pace. Perché in realtà non c’era una spiegazione al fatto che lo avessi baciato. Mi facevo anche delle domande dirette, ma niente. Lo amavo? No, o almeno non più di come ricordavo di averlo amato due mesi fa. Mi rendeva felice? Si, ma non la felicità che avrei voluto io. Lo pensavo sempre? No, ma quando mi capitava di pensarci automaticamente sul mio volto appariva il sorriso. Era solo un amico per me? Forse...
Ecco era quel “forse” a destabilizzarmi. La mia poteva essere semplice richiesta di manifestazione d’affetto, o il bisogno di un contatto umano e fisico. Si ma se per lui provavo solo un sentimento d’amicizia, allora perché sentivo il bisogno di  quel contatto? Con un semplice amico non ci si comporta così. Non si ha voglia di avere qualcosa di più rispetto ad un abbraccio, ad una carezza, ad un sorriso. No, con lui era diverso. Basta! Non potevo passare l’intera mattinata a letto a pensare quelle cose. Mio padre era andato al lavoro, ed io ero sola in casa. Mi alzai e scesi giù in cucina a fare colazione. Anche se visto l’orario poteva considerarsi di più uno spuntino pre-pasto.
Non feci in tempo a bere la seconda sorsata di succo d’arancia che subito bussarono alla porta.
Andai ad aprire di controvoglia, visto che avevo ancora il pigiama addosso e non era certamente cortese accogliere qualcuno in casa ancora in quelle condizioni.
Ma quando abbassai la maniglia e mi trovai di fronte Jacob, mi resi conto che non sarebbero bastati tutti i vestiti di questo mondo a nascondere il rossore che maledetto mi aveva imporporato le guance.
-ei Bella!- mi salutò con evidente imbarazzo
-ciao..- lo salutai con flebile voce
Restammo a fissarci per un momento che parve interminabile
-che fai? Non mi inviti a entrare?-
O che sbadata
-ma si certo, perdonami, entra..- e lo feci accomodare il casa
-vado a mettermi qualcosa addosso che non sia un pigiama e torno-
Ma subito la sua mano ardente mi fermò per il polso.
-non c’è bisogno che ti vada a cambiare, sei perfetta così... e poi non mi sembra sia la prima volta che ti vedo con il pigiama addosso.-
Ingoiai a fatica visto che avevo la salivazione a zero.
-e poi- continuò lasciandomi andare – devo dirti una cosa veloce e non mi tratterrò molto. Andiamo in salotto?-
Annuii e mi trascinò con se.
-allora... prima di tutto ho intenzione di chiederti scusa.- disse sedendosi sul divano, continuando a tenermi per mano e fissandomi intensamente negli occhi..
-scusa perché ieri ti ho baciato con prepotenza senza neanche chiederti il permesso, o quantomeno senza aver prima appurato che fosse quello che desideravi anche tu. Ma mi è sembrato giusto, il momento perfetto, e credimi se ti dico che non ho fatto altro che desiderarlo per tutta la giornata di ieri, e anche adesso.. ma questo è un altro discorso..non so come spiegarlo, o forse lo so. È solo che ho paura che tu possa scappare appena ti avrò detto quello che provo..-
-Jake non c’è bisogno che ti scusi.. mi sembra di aver ricambiato il bacio o no?- ero talmente emozionata a dire quelle parole che il cuore prese a battermi furiosamente.
-si.. ed è anche quello di cui voglio parlare.. ma prima, devo dirti una cosa io. Perché ho come l’impressione che se lasciassi parlare te, poi non riuscirei più a dirtelo. Bella, per quanto possa sembrare ridicolo e scontato, perché immagino che tu ormai l’abbia già capito, io.. ti amo! Sono stato al tuo fianco sempre in quest’ultimo periodo, e neanche il fatto che stessi male per un altro, mi ha impedito di coltivare questo sentimento già forte dentro di me. Ho deciso di dirtelo perché non posso più fare finta di niente con te.. se ogni volta che ti sto accanto vorrei solo toccarti e baciarti. Ma so anche che non devo aspettarmi niente. E non ti chiedo niente, solo.. non allontanarmi, non pensare subito che non potrà mai esserci nulla tra noi solo per principio, solo perché pensi sia presto..-
Le sue parole mi spiazzarono come la sua determinazione.
-Jacob io, non so cosa dirti.. il bacio di ieri l’ho ricambiato certo. Ma pensare già da subito a instaurare un rapporto con te mi spaventa. E tanto! Non voglio ferirti dicendoti che per me non è lo stesso, che non provo lo stesso sentimento che tu invece provi per me, ma mentirei se ti dicessi il contrario. Non ti voglio bene come ad un amico, perché gli amici normali non si baciano.. ma non so come definire il nostro rapporto, almeno non per il momento!-
Mi stupii della sincerità delle mie stesse parole
-Bella non pretendo di fidanzarci subito. No! Non te lo chiederei mai. Ma almeno dacci una possibilità! Concediti una possibilità! Lo so che è troppo presto.. ma lo sento che anche tu provi qualcosa. Che anche a te fa piacere ricevere i miei baci e le mie attenzioni. Ti chiedo solo di condividere insieme a me  questo trasporto che al momento sentiamo entrambi l’uno nei confronti dell’altro, senza aspettarci troppo ma soprattutto senza farci troppe promesse..-
-cioè.. cosa mi stai chiedendo? Di stare insieme senza nessun impegno?-
-no,  ti sto chiedendo di stare insieme come due persone che ci tengono l’uno all’altra, a cui piace scambiarsi coccole, carezze e baci.. Credimi, se potessi lo direi al mondo intero quanto ti amo e quanto vorrei che noi due fossimo una coppia. Ma so che per te non è la stessa cosa. E per il momento a me va bene così, saprò essere paziente e aspettare che tu sia assolutamente convinta di quello che vuoi.. come lo sono io dei sentimenti che provo per te!-  

Non sapevo cosa dire e ne cosa pensare. Questa era la soluzione a tutti i nostri problemi. Stare insieme e comportarci come si comportano i fidanzati, ma allo stesso tempo sapere di non esserlo. Non me la sarei mai aspettata una proposta del genere,e  la sua era da considerarsi una Mossa furba! Lui certamente sperava che cedessi, che averlo tutti i giorni al mio fianco mi portasse ad attaccarmi a lui maggiormente e quindi a dichiarare i miei sentimenti..
Certo era una cosa che normalmente non avrei considerato affatto. Con lui fu tutto diverso, lo sentii subito che era la persona giusta e non mi feci tanti problemi a decidere che lo avrei voluto, per sempre! Ma non potevo negare che c’èra qualcosa tra me e Jacob. Sentirlo vicino mi faceva stare bene, sentivo di essere importante per qualcuno e questo mi lusingava. Ma certamente non potevo definirlo amore, quello con la A maiuscola, almeno non da parte mia..
Non mi accorsi che durante tutto il mio monologo mentale si fosse avvicinato così tanto al mio viso. All’improvviso me lo ritrovai a pochi centimetri dalla mia bocca, sentivo il suo respiro caldo e avvolgente e questo stranamente non mi dispiaceva..
-allora? Non sei ancora convinta che tra noi ci sia qualcosa che vale la pena di essere vissuta?- alitò piano sulla mia bocca

In meno di due secondi si appropriò delle mie labbra e iniziò a baciarle con assoluta lentezza, quasi a volermi dare la possibilità di tirarmi indietro. Ma quella volta non lo feci.. misi una mano sulle sue spalle larghe come ad attiralo di più verso di me e lui non indugiò un attimo ad assecondare i miei movimenti. Si muoveva dolce sulle mie labbra accarezzandole piano e inebriandomi con il suo sapore. Non ricordo esattamente quale fu il momento in cui capii e desiderai di volere di più, ma all’improvviso, forse spinto dalle mie mosse, Jacob iniziò a baciarmi con più convinzione, con più trasporto. Riuscivo a sentire la sua lingua premere sulle labbra e cercare di entrare in contatto con la mia, che arretrava ma che dopo poco si sciolse in un bacio che non avevo mai provato in vita mia. Senza nessuna traccia di imbarazzo, e di questo me ne stupii abbastanza, ci trovammo quasi automaticamente a baciarci in maniera molto passionale. Quella passione che non credevo di avere.. quella passione che con lui dovevo tenere a freno, quella passione che me lo faceva desiderare senza poterlo toccare..
Il mio cuore batteva all’impazzata quasi volesse uscirmi dal petto. Pian piano ci ricomponemmo e ci staccammo fino a che con dei piccoli e delicati baci a fior di labbra, sul divano del salotto di casa mia e con il fiato corto, terminammo il nostro vero e proprio primo bacio...
Lo guardai imbarazzata, certa che il rossore alle guance fosse più esplicito di qualsiasi parola. Lui mi rispose con un altrettanto dolcissimo sorriso imbarazzato
-allora.. lo prendo come un si?-
-si..- risposi semplicemente. 

Da quel giorno, ogni giorno lo passammo insieme, tra risate, passeggiate nei boschi, bagni e tuffi nel mare, e baci tanti baci.  Quelle due settimane assunsero le sembianze di mesi, tanta era l’intensità con la quale avevo iniziato a vivere la vita. Mi sentivo spensierata, libera, felice.. ma quel senso di oppressione non mi lasciava mai. Inconsciamente sapevo che tutte quelle cose volevo farle e viverle insieme ad un’altra persona. Volevo correre e volevo che fosse lui a tenermi la mano, ogni volta che dopo un bacio mi ritrovavo ad aprire gli occhi volevo guardare isuoi ambra e perdermi in quel lago di emozioni, volevo sentire la sua bocca premere famelica in cerca della mia lingua e poi sentirmi in paradiso dopo aver assaggiato il suo sapore.. per tutte queste ragioni mi sentivo terribilmente in colpa nei confronti di Jacob che per quanto mi facesse stare bene e mi rendesse felice ad oggi i miei sentimenti nei suoi confronti non erano cambiati, o forse dovrei dire “aumentati”.

E allora iniziai a dirgli bugie. Bugie sul fatto che continuassi a scrivere a Edward, non volevo che sapesse che ancora lo pensavo, e bugie su quello che provavo per lui. Non mi aveva mai costretto a dirgli qualcosa che non mi sentivo di provare pienamente. E così da quando iniziò a chiamarmi “amore mio” io non ricambiavo mai e mi limitavo a sorridergli semplicemente certa che gli facesse piacere.
Il nostro rapporto divenuto più intimo non sfuggì a Charlie, attentissimo osservatore. Noi cercavamo comunque di fare le cose più di nascosto possibile, ma un giorno mi prese alla sprovvista dicendomi – non voglio una conferma ufficiale di quello che sta succedendo, ma sappi che mi si riempie il cuore di gioia a vederti così felice.. era ora che ricominciassi a vivere-  e da allora non si stupì più se facevo tardi la sera o se uscivo ad orari improbabili senza nemmeno giustificare la mia assenza.
Il campanello alla porta mi ridestò dai miei pensieri. Era arrivato..
Scesi subito le scale di corsa e non appena aprii la porta Jacob mi si buttò addosso abbracciandomi e baciandomi con l’entusiasmo di sempre.
-mi sei mancata..- mi diceva tra un bacio e l’altro
-ma se sono più o meno 12 ore che non ci vediamo..-
-si ma sono pur sempre 12 ore passate senza di te. Ti amo!-  ed ecco che il solito sorriso compariva sul mio volto.
- andiamo in camera tua?- annuii prendendolo per mano
Entrammo così in quel luogo che ci aveva visto insieme la notte scorsa e praticamente quasi tutte le notti da 2 settimane a quella parte.
Avevamo preso l’abitudine di stare insieme in camera mia la sera. Certo non potevo negare che la prima volta che si arrampicò sul cornicione ed atterrò sul pavimento vicino al mio letto, mi aveva riportato alla mente quando era Edward a farlo. infatti all’inizio ero un po’ restia a continuare a vederci così, ma per non ferire i sentimenti di Jacob non dissi nulla. Parlavamo per ore distesi sopra il letto fino a che non decidevo che fosse troppo tardi e quindi lo rimandavo a casa. Non avrei mai permesso che restasse a dormire e occupare così anche quella parte del letto che era solo ed esclusivamente di Edward. Un’altra cosa che ci piaceva fare insieme era.. baciarci. E per quanto potesse sembrare una cosa frivola, forse era l’unica cosa che mi spingeva e che mi legava a Jacob.  Non ci eravamo mai spinti oltre al bacio, anche se sentivo e immaginavo quanto questo gli costasse. Io non ero pronta per qualcosa di più, ma non glielo avevo mai detto. Quando la situazione iniziava ad infuocarsi un po’ troppo, o quando sentivo le sue mani accarezzarmi in parti un pochino più intime, come le cosce o i glutei, subito trovavo una scusa per interrompere il bacio. Lui sembrava capire che qualcosa non andava e allora si comportava meglio.
Si avvicinò abbracciandomi da dietro e lentamente iniziò a baciarmi sul collo e a salire lambendo il lobo dell’orecchio, fino a che i brividi che sentii lungo tutta la schiena mi imposero di voltarmi e di approfondire il bacio.
-mi sono mancate le tue labbra..- sussurrò a pochissimi millimetri da quest’ultime –mi è mancato il tuo profumo..- disse dopo aver inalato la pelle del mio collo – e sentirti tra le mie braccia- e così prese ad accarezzarmi la schiena, le braccia i fianchi. Fino a che mi ritrovai completamente sdraiata sul letto con Jacob sopra di me che imperterrito continuava la sua opera. Quando però sentii che ci stavamo spingendo oltre, delicatamente lo allontanai.
-Jake, fammi respirare.- dissi la prima scusa che mi venne in mente. E lui si staccò sdraiandosi di fianco a me. Restammo qualche secondo in silenzio fino a che non fu lui a parlare..
-stasera hai da fare?-
-no. Perché?-
-avevo intenzione di portarti in un posto.. ti va?- 
-certo che mi va! E dove mi porti di bello?-
-shh non te lo dico.. è una sorpresa.-
-come una sorpresa! Almeno dammi un indizio..-
-non se ne parla nemmeno! Sei troppo curiosa Isabella Swan! Ti fidi di me?-
-certo che mi fido..-
-e allora non farmi più domande, perché sarò muto come una tomba!-
Si alzò da letto e fece per andarsene.
-Jake! Dove vai??-
-ho una serata da organizzare.. ti passo a prendere alle 8.00- tornò indietro e mi stampò un bacio sulle labbra, poi andò via lasciandomi nella curiosità più assoluta. “Chissà che avrà in mente!” dissi tra me e me..
 

****************

-sarà successo qualcosa.. si me lo sento! È sicuramente successo qualcosa!- sbottai all’improvviso
-Bella? Tutto bene?- urlò Charlie dalle scale.
O cavoli avevo parlato troppo ad alta voce!
-si papà è tutto a posto non ti preoccupare..-
-no.. è che mi è sembrato di sentirti parlare da sola!-
-stavo solo cantando una canzone ad alta voce papà, sta tranquillo..-
Mi dovevo sempre far beccare!
Ero seduta sul letto di camera mia ad aspettare che Jacob venisse a prendermi, ma erano passati già trenta minuti e di lui ancora nessuna traccia! Era strano.. molto starno che facesse tardi e che neanche mi avvisasse.  Il telefonino era staccato, avrei potuto telefonare a casa sua ma non  volevo far preoccupare Billy.. bè, ma potevo sempre telefonare a Sam! Mi diedi della stupida per non averci pensato prima!
Ero con il telefono in mano pronta a digitare il numero di Sam quando all’improvviso suonarono alla porta. Mi affacciai velocemente dalla finestra di camera mia e tirai un sospiro di sollievo quando vidi la golf di Jacob parcheggiata di fronte casa. Subito scesi al piano di sotto.
-papà è Jacob, lascia faccio io..-
Aprii subito la porta e lo trovai appoggiato al muro di sostegno con un sorriso appena accennato. Era strano.. c’era qualcosa che non mi convinceva nei suoi occhi.
-scusa per il ritardo..- disse avvicinandosi e schioccandomi un bacio sulla guancia
- ma cos’è successo? Mi hai fatto preoccupare, stai bene?-
-benissimo!vedi? - e aprì le braccia come a farsi ammirare per mostrarmi che  fisicamente era tutto intero. Sospirai di sollievo.
-bene, allora possiamo andare. Ciao papà!- lo salutai alzando la voce visto che era seduto sul divano del salotto a guardare una partita di baseball  con la sua solita pizza preferita..
-buona serata ragazzi!- ci salutò e mi richiusi la porta di casa alle spalle
-allora dove mi porti?- chiesi appena entrammo in macchina -oh ma sei una curiosona.. ti ho detto che è una sorpresa, e allora aspetta di vederla no?-
-almeno dimmi come mai hai fatto ritardo!-
-non ti dirò nulla, lo vedrai dopo perché..-
Gli credetti, ma questo non mi tranquillizzò più di tanto.. c’era ancora qualcosa che non andava, glielo si leggeva negli occhi. Optai di stare zitta e di non farglielo presente, gliene avrei parlato più tardi se la cosa fosse andata avanti.
Conoscevo la strada che aveva intrapreso. Era la stessa che ci portava verso il mare di La Push. O meglio, era proprio il mare la nostra meta visto che dopo poco lo divi parcheggiare vicino alla spiaggia.
-mi hai portato al mare? – chiesi in maniera sfottente solo per provocarlo un po’ e per farlo ridere. Visto che non era la prima volta che ci andavamo non capivo quale fosse la sorpresa.
-donna di poca fede, aspetta e vedrai..-
Mi prese per mano e mi condusse sulla sabbia che morbida si accasciava al nostro passaggio. La serata era anche molto quieta, non c’era traccia di vento e la luna brillava nel cielo pieno di stelle. Raggirammo uno scoglio che forte si ergeva sulla sabbia e subito notai quale fosse la sorpresa..
Restai a fissare quella piccola tenda illuminata da una lanterna e il fuoco acceso a pochi metri di distanza.. un falò! Ecco la sorpresa...
-allora, ti piace?- mi chiese abbracciandomi da dietro
-Jacob è bellissimo, grazie! Un falò, chi se lo sarebbe mai aspettato...-
-sono felice che ti piaccia..-
-allora è per questo che hai fatto tardi? Stavi sistemando ogni cosa..-
Lo sentii irrigidirsi e staccarsi lievemente dalla mia schiena. Non mi sfuggi questa sua reazione, ormai ero brava a capire quando qualcuno mi nascondeva le cose.. lo avevo imparato dal maestro delle menzogne!
- andiamo avrai sicuramente fame, c’è un sacco di roba da mangiare e spero che ti piaccia quello che ho preparato, o dovrei dire quello che ha cucinato Emily..-

Entrammo in quello spazio piccolissimo e subito ci accomodammo sopra a dei cuscini sistemanti per terra. La roba da mangiare era tantissima ed anche molto buona, dovevo ricordarmi di ringraziarla per il disturbo..  fu una serata molto tranquilla e la trascorremmo a parlare e a scherzare. Ma quella sensazione di disagio non svaniva dagli occhi di Jacob che ogni tanto sembrava scattare come una molla al sol sentire un rumore troppo forte. Quando finimmo di mangiare mettemmo tutto a posto in una sacca e ci sdraiammo completamente sui cuscini.
-è stata una serata bellissima- dissi poggiata con la testa sul suo torace mentre guardavo fuori il fuoco acceso che scoppiettava.
Prese ad accarezzarmi i capelli e lo sentii sospirare.
-che c’è Jacob?- gli chiesi con dolcezza senza far trapelare troppa curiosità
Mi sorrise –niente..- disse semplicemente
Si avvicinò al mio volto e piano iniziò a baciarmi. Un bacio lento ma che subito si trasformò in uno di quei baci passionali a cui mi aveva abituata fin da subito. Mi lasciai andare mentre con una mano gli accarezzavo i capelli. In men che non si dica ribaltò le posizioni e me lo ritrovai addosso. Era una sensazione bellissima baciarlo e sentire i nostri corpi aderire perfettamente ma subito mi resi conto che ci stavamo spingendo troppo oltre.. aveva preso ad accarezzarmi i fianchi e ad insinuare un dito sotto la mia maglietta. No. Era decisamente troppo.
-Jacob- ansimai con il fiato corto allontanando delicatamente la sua mano.
Ma subito riprese a baciarmi in maniera molto esplicita. Jacob era un amante perfetto, sapeva cosa fare e anche come farlo! dopo neanche un secondo tentò di intrufolare di nuovo la mano sotto la maglietta.
-allora lo fai apposta..- gli dissi tra un bacio e l’altro
-cosa faccio apposta?- mi rispose lui affannato
-stai cercando in tutti i modi di intrufolarti con la mano sotto la mia maglietta..-
- è forse un reato?-
- no ma non sono pronta per quello che vuoi tu..-
-andiamo.. lasciati andare Bella.- disse baciandomi intensamente
-no.. Jacob ti prego.. ti ho detto di no!-
Si fermò completamente visto che non aveva smesso un attimo di baciarmi il collo mentre parlavo.
Improvvisamente si staccò come scottato e si rimise a sedere.. leggevo rabbia nei suoi occhi e sapevo che da li a poco sarebbe esploso.
-forse non lo vuoi fare con me, ecco perché non sei pronta! Forse se lo avesse fatto qualcun altro non avesti fatto tanto la preziosa, ti avrebbe fatto piacere sentire le luride mani di una sanguisuga toccarti al posto mio!- aveva alzato leggermente la voce e il suo tono era glaciale
-Jacob aspetta cosa intendi dire..-
-che tu non lo hai mai dimenticato nemmeno per un secondo da quando stai con me, ecco cosa voglio dire! Che tu pensi ancora a lui! Pensi che non me ne sia accorto che quando provo a toccarti o a volere di più tu mi allontani? Pensi che non sappia che ancora gli scrivi? Che ti sento sussurrare il suo nome nel sonno? Non volevo essere amato con ogni fibra del tuo essere, almeno non per ora, ma un minimo di rispetto nei confronti di quello che provo per te potevi averlo! Non mi stupirei se ogni volta che ti bacio pensi a quando era lui a baciarti e a toccarti.. ops, scusa  no! Lui non poteva toccarti, almeno non senza rischiare di ucciderti! E nonostante tutto tu lo vuoi ancora!- era come impazzito, sembrava una furia.

Dal canto mio non potevo certo negare che avesse ragione, non a  me stessa almeno. Aveva centrato in pieno quello che provavo! Mi sarei mai tirata indietro se fosse stato Edward a toccarmi? A baciarmi in modo più esplicito? A voler fare l’amore con me? La risposta la sapevo, e a quanto pare la sapeva anche Jacob. No, non lo avrei mai fatto! Mi ero comportata uno schifo nei suoi confronti, non se lo meritava affatto. Lui era una persona eccezionale, capace di farmi sentire bene, protetta e al sicuro. E io come lo avevo ripagato? Mentendogli, ecco come! Meritava di meglio, meritava di più di una che si buttava in una storia solo per dimenticare l’uomo che amava. Si, l’uomo che amava e che tuttora amava alla follia! E Jacob lo sapeva, lo aveva sempre saputo! La verità mi piombò addosso e mi fece male, tanto male. Immediatamente sentii gli occhi pizzicarmi e le lacrime iniziarono a scendere senza controllo. Mi vergognavo anche a mostrarmi in quel modo davanti a lui, non si meritava di soffrire ulteriormente.
-scusa..- dissi semplicemente
-non mi servono le tue scuse! Voglio solo che tu sia sincera!-
Stavo per rispondergli e per raccontarli tutto quello che provavo, ma un rumore ci interruppe facendoci sobbalzare.
Sentimmo qualcuno avvicinarsi alla tenda..
-Jacob sono Sam.. esci ti devo parlare.- subito mi ricomposi non volevo che mi vedesse in quelle condizioni, avrebbe pensato chissà cosa..
-stai qui, torno subito..- mi disse Jacob senza neanche guardarmi
E così uscì dalla tenda e si inoltrò nella notte buia per raggiungere Sam. Li sentivo borbottare ma comunque non riuscivo a capire molto. Fino a che uno dei due alzò la voce e potei sentire con chiarezza a chi si stessero riferendo. Udii un solo nome, ma bastò a farmi vacillare .
-Alice! - mi precipitai subito fuori dalla tenda.

 
 
Alloooooraaaaaaaa!! Che ve ne pare? Visto che Bellina ha già cominciato a capire come comportarsi? Spero vi sia piaciuto e che decidiate di lasciarmi un commento.. anche negativo! Lo accetto comunque..
Vi ringrazio come al solito per aver letto il capitolo e ringrazio chi lascia i commenti ma anche i lettori silenziosi...♥

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Capitolo 9
*** capitolo 7 ***





Contente di trovarmi di nuovo qua dopo così poco tempo?? Io spero di si.. e spero anche che non vi annoiate a leggere la mia storia.. ma dovevo una piccola promessa ad un amica e allora eccomi qua.. Romiiiiii spero ti piaccia! Anche se sono sicura che alla fine del capitolo mi odierai, come buona parte di tutte voi che leggete!! Ma non lo faccio apposta, è che mi escono proprio così i capitoli... bando alle ciance vi lascio alla lettura!! Ci vediamo sotto ♥

Capitolo 7 

 
Per quanto potessi sentirmi elettrizzata all’idea di passare un’ intero pomeriggio in compagnia di Jacob, sentivo qualcosa dentro che non mi dava pace. Era come se sentissi di star tradendo qualcuno.. e questo qualcuno aveva anche un nome, cioè Edward. O più precisamente, sentivo di star tradendo il mio cuore e i sentimenti che ancora così forti mi legavano a lui. Sapevo di non dover considerare importante quest’uscita, infondo non era la prima volta che io e Jacob passavamo ore e ore insieme , ma avevo paura che lui la vivesse in maniera diversa da come la vivevo io.
Eppure all’epoca avevo deciso di confessare i sentimenti che mi legavano a Jacob. Soprattutto il primo che doveva venirlo a sapere era Edward, ma ad oggi ero pronta a giurare che nessun sentimento avrebbe mai eguagliato quello che provavo per quest’ultimo..
Cercai di non permettere a questi pensieri di innervosirmi maggiormente. Era solo un’uscita tra amici. Punto!

Avevo appena finito di ripulire la cucina e subito corsi di sopra per prepararmi. Mi diressi in bagno, mi feci una doccia e mi vestii in maniera molto semplice. Jeans, camicetta e scarpette da ginnastica. Raccolsi i capelli in una coda e presa la borsa mi diressi al piano di sotto ad aspettare Jacob.
Quando il giorno precedente avevo informato Charlie che sarei andata con il mio amico a Port Angeles si era subito mostrato molto felice. E oggi a pranzo guardava ogni secondo l’orologio per sapere a che ora sarebbe passato a prendermi. Erano le 3 del pomeriggio e i colpi alla porta d’ingresso mi comunicarono il suo arrivo.. 
-ei Bella!- disse appena gli fui di fronte - sei pronta?-
-si prontissima.- e insieme uscimmo di casa
Mi misi comoda sul sedile della sua macchina e aspettai che partisse..
-sai credevo di dover aspettare un’eternità.. voi donne ci mettete sempre un sacco di tempo a prepararvi quando dovete uscire –  mi fece ridere quell’osservazione
-si hai ragione. Ma io non ci metto mai tanto tempo per prepararmi, sono fatta così. – dissi quasi in imbarazzo
-si, tu sei diversa dalle altre..- lo disse con tale intensità che dovetti abbassare la testa per nascondere l’imbarazzo.

Guidava tranquillante lungo le strade che ci portavano a Port Angeles. Niente a che vedere con la guida spericolata a cui ero stata abituata quando viaggiavo con Edward o con chiunque altro della famiglia Cullen. Mi venne quasi da sorridere a ripensare a quando in Italia Alice rubò quella macchina super veloce e correvamo spedite per le strade della Toscana.. sembra passato un secolo.
Durante il viaggio parlammo di tutto e di più, gli chiesi che cosa dovesse comprare e lui mi disse che stava aggiustando una moto ad un suo amico e gli servivano dei pezzi di ricambio che avevano solo in città. Arrivammo a destinazione che erano quasi le 4..
Jacob perse parecchio tempo in quel negozio e io gli stavo dietro. Lo sentivo parlare di cilindri, pistoni,freni, telaio... e mi divertivo a vederlo destreggiarsi con quei paroloni che per me non avevano nessun significato.
-mi dispiace che abbia dovuto aspettare così tanto.. ti sarai annoiata, pensavo che ci volesse di meno, scusa.- disse appena uscimmo dal locale
-ma no figurati, non mi sono affatto annoiata.. sei bravo, mi è piaciuto vedere come rispondevi ad ogni domanda del commesso, ti piace proprio fare il meccanico eh?-
-si, è una cosa che ho sempre voluto fare..- disse quasi in imbarazzo
-allora, ti va questo gelato??-
-certo! Siamo qui per questo..- risposi
-Si, ma prima vorrei portarti a vedere una cosa, se non ti dispiace..-
Lo guardai sorpresa, non era certo nei piani fare un’altra sosta.
-dove dobbiamo andare??- chiesi incuriosita
-in un posto che sono sicuro ti piacerà, è una sorpresa, quindi non riempirmi di domande..-
Ero affascinata dalla sua risposta. Aveva fatto aumentare la mia curiosità alle stelle.
-ok, sarò muta come un pesce.-
-no, dai qualcosa puoi dirla..- e gli scoppiai a ridere in faccia
Salimmo sull’auto e iniziammo a girare per le vie della città. Mi spiegò che per arrivare alla sorpresa dovevamo spostarci per forza in macchina perché si trovava quasi vicino al mare.. praticamente dall’altra parte della città.
-è un posto a cui sono molto affezionato- mi spiegò – purtroppo lo mettono in funzione solo nel periodo estivo e quando ero piccolo ci venivo sempre...-

Non sapevo cosa pensare.. vicino al mare c’era solo una cosa che riprendeva vita d’estate, me lo ricordavo bene perché anche io ci andavo quando ero bambina. Ma non poteva essere.. Jacob sapeva del mio stato d’animo e più di una volta parlando era uscito fuori che non avessi nessuna intenzione di dedicarmi a qualunque attività ludica, come uscire con gli amici,riprendere a frequentare ragazzi e quant’altro.. ma soprattutto ero stata chiara, niente Luna Park! E il fatto che gli avessi detto di aver intenzione di guardare avanti non significava riprendere a vivere così dall’oggi al domani.. Ricordo ancora quando un paio di settimane fa mio padre aveva intenzione di portarmici, ed ebbe la brillante idea di dirlo ad alta voce, diceva “Bella sarà fantastico vedrai, almeno ti riprenderai un po’..” in quell’occasione c’era anche Jacob e poté vedere personalmente la mia reazione.
Preferii aspettare prima di dirgli che avevo già intuito dove volesse portarmi. Magari mi sbagliavo, e avrei solamente rovinato il suo umore se gli avessi fatto capire che la sua sorpresa non saprebbe stata più un sorpresa.
Ma purtroppo non mi sbagliavo. Iniziò ad agitarsi sul sedile appena arrivammo nei pressi del parcheggio auto. Era come se avesse paura di una mia reazione..
-ok.. non arrabbiarti.. lo so come la pensi..-
-che hai intenzione di fare Jake? - mi stavo alterando, visto che sapeva come la pensavo non capivo perché mi ci avesse portato lo stesso.
-non voglio portarti tra le giostre a divertirti.. e non guardarmi così, come per dire “e allora che ci facciamo qui” perché voglio farti vedere una cosa e tu verrai con me..-
Era esattamente quello a cui pensavo..
-non ho nessuna intenzione di muovermi da qua dentro!-  e istintivamente arpionai le mani al sedile..si lo sapevo, stavo facendo la bambina.
- non fare la bambina adesso!- ecco appunto, come volevasi dimostrare.
-non sto facendo la bambina! Semplicemente non voglio venirci..-
-così mi ferisci Bella! Ti fidi talmente poco di me da non credermi quando ti dico che ti piacerà, e che il posto dove voglio portarti non ha niente a che vedere con i giochi, le giostre spericolate, i tiri al bersaglio e lo zucchero filato?-
Adesso ero veramente in difficoltà.. mi fidavo di lui?? Ma si, certo! E allora perché non dovevo credergli. Male che vada potevo sempre tornarmene indietro.
Mi rassegnai e mollai la presa dal sedile, aprii di scatto la portiera della macchina e scesi giù.
Mi raggiunse subito e iniziò a condurmi all’ingresso del Luna Park. Pagò i biglietti per tutti e due, e si beccò un’occhiataccia dalla sottoscritta..
-non preoccuparti, tu pagherai il gelato..- mi disse trionfante
Dopo poco arrivammo al chioschetto dei gelati, c’era un po’ di fila e dovemmo aspettare il nostro turno. Il Luna Park non era affollatissimo, ma non era neanche deserto. Tra un po’ ci sarebbe stato il tramonto e poi via tutti a casa..
Mi potei guardare in giro e notai con gioia che non era cambiato quasi niente. Ricordavo indistintamente il suono di mille Carillon vibrare nell’aria, il profumo inconfondibile di mandorle tostate e caramellate, lo zucchero filato..in quel momento vidi un bambino mangiare il suo con difficoltà, e ricordavo quando da bambina capitava anche a me. Era difficile mangiarlo, non senza imbrattarsi tutte le mani di zucchero e sentirle appiccicose fino all’inverosimile, e mio padre che cercava di ripulirmi mani e viso. Mi scappò un sorriso nel ricordare la mia infanzia e a quanto mio padre si sforzasse di essere un papà modello. 
-a cosa devo questo sorriso?- mi chiese defilato Jacob
-mmh niente, ricordavo che da bambina ci venivo spesso anche io. Era una delle cose che mi piaceva fare di più in compagnia di mio padre..-
-già, lo ricordo con gioia anche io..-
-prego signorina!- disse il gelataio con un vocione che mi fece quasi spaventare, non mi ero accorta che fosse arrivato il nostro turno.
-si.. si ecco un cono pistacchio e cioccolato, grazie.. e per lui..- mi interruppi non sapendo quali fossero i suoi gusti preferiti, stavo quasi per dire i suoi gusti preferiti.. lui  amava la fragola accompagnata alla vaniglia.. aveva pochi ricordi di quando era umano ma diceva che quello lo ricordava bene perché era anche il sapore della mia pelle e allora ogni volta che gli ero accanto non poteva fare a meno di pensarci, così un giorno me lo disse e allora non lo dimenticai più.
-per me vaniglia e cioccolato grazie..- disse Jacob al posto mio
-ei Bella ci sei?? Tutto bene?-
-si.. si scusa è che mi sono resa conto di non averti nemmeno chiesto quali fossero i tuoi gusti preferiti..-
-non preoccuparti.. e così abbiamo la stessa passione per il cioccolato, ma non sapevo ti piacesse il pistacchio!-
-si, e accompagnato al cioccolato è ancora più buono!- dissi con più naturalezza possibile senza fargli scorgere nessun turbamento.
Come d’accordo pagai io e piano ci allontanammo verso le giostre..
-vieni, è di qua..- e mi condusse nella zona laterale del parco dove faceva bella mostra di se un enorme ruota panoramica...
-è questa la sorpresa?- dissi mentre si avvicinava al banco per prenotare un giro
-si! E non immagini che spettacolo sarà vedere la costa tutta illuminata dalla luce del tramonto, è bellissimo ti piacerà!-
Non sapevo se dirgli o meno della mia piccola avversione all’altezza.. ma sapevo che con Jacob non correvo alcun rischio, e poi non volevo rovinargli la festa. Mi ritrovai ad annuire al suo invito, e lo raggiunsi. Era più raggiante di un bambino che vince un peluche gigante al tiro al bersaglio.

Mi prese la mano e piano mi condusse nella cabina. Il ragazzo addetto alla manutenzione chiuse per bene la porta e in meno di un minuto mi ritrovai sola con Jacob, in uno spazio chiuso e per di più lontano da occhi indiscreti..
Per un attimo potei notare come apparisse quella situazione vista dall’esterno.. e speravo tanto che Jacob non avesse fatto lo stesso ragionamento!
Dopo poco venne avviato il motore e la ruota partì..
Io mi sedetti su una delle panchine e continuai imperterrita a mangiare il mio gelato. Non volevo pensare alla situazione in cui mi ero cacciata. Jacob dal canto suo era più che rilassato e attendeva con ansia che prendessimo quota..
-Bella vieni a vedere.. è uno spettacolo!-
Mi alzai di malavoglia, non volevo lasciare il mio arpiglio sicuro. E di fatti come mi alzai venni quasi scaraventata a terra dalle oscillazioni della cabina.
-attenta, che fai? Così rischi di farti male..- e allora venne in mio aiuto
Mi accompagnò piano al vetro della cabina e mi trovai davanti uno spettacolo unico.. senza eguali!
Il sole stava per tramontare e faceva capolino in mezzo alle nuvole che gli stavano davanti e che venivano illuminate a loro volta dai raggi arancioni.. i gabbiani volavano sul mare, illuminato anch’esso dalla luce del tramonto..
Mi si fermò il cuore. Era un’immagine bellissima che pensavo di non poter mai vedere vicino la piovosa Fork, sicuramente era tutto attribuibile all’inspiegabile flusso di aria calda che ci investì durante quella settimana e che aveva contribuito a spazzare via anche l’ultimo banco di nuvole cariche di pioggia.
-Jacob è.. è semplicemente bellissimo!-
-lo sapevo che ti sarebbe piaciuto. Quando ero piccolo non volevo scendere mai da quassù, mi perdevo ad ammirare questo spettacolo per minuti interi e quando una corsa finiva subito ne ricompravo un’altra.- disse emozionato
-e adesso com’è? è cambiato a distanza di anni?- chiesi nel tentativo di prenderlo in giro
Mi prese per un braccio e mi fece girare
-veramente.. adesso è ancora più bello! Perché i miei occhi non arrivino subito alla luce del tramonto, si fermano prima.. ad osservare la creatura più bella di questo mondo..- e piano mi accarezzò una guancia
Caspitaaaaa!! E quella cos’era?? Una dichiarazione d’amore in piena regola? O era l’altezza che non gli faceva arrivare l’ossigeno al cervello e di conseguenza sparava cavolate? Optai per la prima ipotesi certa che ad un licantropo l’altezza non avrebbe procurato nessun sintomo strano..
Arrossii di botto non sapendo cosa dire e ritrovando il suo viso a pochi centimetri dal mio..
-Jake..- sussurrai a malapena. Ma era come se le mie forze fossero state annientate. Piano piano lo vidi avvicinarsi sempre di più, mettendo quasi fine alla distanza che ricopriva le nostre bocche.
Invocai un aiuto divino affinché mi venisse in soccorso, ma ero sicura di quello che sarebbe successo di li a poco.. ormai mi teneva ferma per le braccia con entrambe le mani e sentivo il suo calore vicinissimo sfiorami il petto.
All’improvviso una scossa alla cabina ci fece sobbalzare. Mi ritrovai ansimante alla ricerca di equilibrio che per fortuna non tardò ad arrivare proprio da una mano cocente che mi afferrò prima che potessi cadere a terra.
-stai bene?- mi chiese tutto preoccupato
-si, sto bene. Ma cos’è successo?-
-forse un blocco improvviso del motore, ma visto che la ruota non si è fermata sarà stato sicuramente una sciocchezza..-
-bene.. menomale, pensavo che la cabina stesse per staccarsi. Già mi vedevo schiacciata al suolo..- dissi con una risata isterica
-ah Bella.. credi davvero che lo avrei permesso?-
-mmh no! Ma il mio punteggio sul tabellone della sfortuna è aumentato sicuramente!-
Mi guardò e scoppiò a ridermi in faccia, e allora anche io mi unii a lui.
-mi dispiace per il gelato.. ti è caduto a terra..- abbassai il viso e notai il mio gelato tutto impiastricciato al suolo
-non preoccuparti.. non ne avevo più voglia.-
-senti.. quello che è successo prima..-
Lo interruppi prima che potesse aggiungere altro
-no Jake! Sta tranquillo, non è stato niente.-
-ho capito..- disse mestamente e si girò di spalle, ma potei giurare di aver sentito uscire dalla sua bocca un frase tipo “solo per te non è stato niente”
A quel punto eravamo arrivati al capolinea. La ruota aveva quasi compiuto il giro completo. Lo sentii sospirare
-ahhh come mi mancherà questo paradiso!-
-si anche a me.. ma ricordati, la prossima volta che decidi di farmi vedere il paradiso cerca di farlo con i piedi ben piantati per terra. Soffro di vertigini!-

***********

-grazie per la bellissima giornata..- dissi appena fummo giunti di fronte casa mia, vidi la macchina di mio padre parcheggiata al solito posto e visto l’orario non mi stupivo che mi stesse aspettando per la cena.
-figurati, è stato un piacere!-
-allora ci vediamo in questi giorni ok?-
-si va bene..-
Mi avvicinai a scoccargli un bacio sulla guancia ma improvvisamente mi ritrovai a baciare le labbra ardenti di Jacob. Si era girato nel momento esatto in cui mi ero avvicinata e adesso mi teneva il viso saldamente ancorato al suo.
Ero arrabbiata e cercavo di allontanarmi, ma più cercavo di farlo più lui aumentava la stretta.
Inaspettatamente mi ritrovai a ricambiare il bacio. Non fu urgente come l’ultimo che ci scambiammo.. ma era speciale lo stesso. Sapeva di casa e di sicurezza. Ero totalmente incapace di decifrare quello che mi stava succedendo.. ero partita con l’idea che stessi tradendo i sentimenti che mi legavano a lui, e adesso mi ritrovavo a baciare un altro uomo. Non sapevo se sentirmi in colpa o no, se sentirmi incoerente o no. Ma non volevo rinunciare ad un momento che mi rendeva felice. Non dopo che la mia nuova filosofia di vita portava il titolo di “vivi il presente”. Decisi di pormi quelle domande in un secondo tempo. Per il momento l’unico problema me lo ponevo nei confronti di Charlie. Non volevo che mio padre aprisse la porta e mi scoprisse a sbaciucchiarmi con Jacob di fronte casa sua..   e allora cercai di interrompere il bacio.
Lui mi lasciò andare ma non smise di tenermi il viso tra le mani.
-grazie..- disse solamente
-e di cosa?- chiesi al massimo dell’imbarazzo con le guance arrossate
-per avermi fatto vedere il paradiso mantenendo i piedi ben piantati per terra!-
Al quel punto sentii solo un rumore sordo.. era il mio cuore. Aveva ricominciato a battere!

METTETE GIU’ IL FORCONEEEE!! Mi ritiro in un angolino in attesa del vostro giudizio.. siate buone mi raccomando!!! Ringrazio sempre chi legge e recensisce e chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e quelle da ricordare..
Alla prossima ragazze!! ♥

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Capitolo 10
*** capitolo 9 ***


                                                                          

Bene ragazze eccomi qui, spero che il capitolo vi piaccia, soprattutto perché Bella prenderà un’importante decisione.. la decisione che tutti stavate aspettando!! Fatemi sapere cosa ne pensate mi raccomando!

Capitolo 9
 
Alice! mi precipitai subito fuori dalla tenda..
-Jacob devi dirglielo!- continuava a dire Sam
-a che scopo? Tanto se ne è andata!-
-ma non è giusto, lei deve sapere che..-
-COSA DOVREI SAPERE IO?- chiesi agitata, speravo tanto che non mi dicessero quello che sospettavo. Si girarono entrambi nella mia direzione quasi spaventati.
-Jacob..- lo incitò Sam
-non c’è niente da dire! Chiuso il discorso-  disse voltandogli le spalle per tornare alla tenda. Ma io lo inseguii.
-dove credi di andare? Tu pretendi da me la verità e poi il primo a non dirmela sei tu! Guardami in faccia quando ti parlo Jake!- gli urlai contro
Si girò con uno sguardo arrabbiato ma allo stesso tempo arrendevole. Sapeva che avrebbe dovuto raccontarmi tutto!
-allora? Perché parlavate di Alice?- dissi avvicinandomi sempre di più
-cosa vuoi sapere Bella? Se insieme a lei è tornato anche quel verme senza spina dorsale? Eh? Ammettilo che è questo che ti interessa..- disse sprezzante
Mi avvicinai per dargli uno schiaffo. Era il momento di finirla con i giochetti, dovevo sapere la verità e lui me l’avrebbe detta subito. Ma non feci neanche in tempo a completare la mossa che mi arpionò il braccio bloccandomi .

Era tornata! Alice era tornata.. e più ci pensavo e più prendevo consapevolezza del fatto che fosse veramente qui, che fosse tornata a Forks.
-Jacob ti prego.. ho il diritto di sapere.- dissi in tono pacato
Mi fissò per qualche istante e poi parlò
-si, è tornata.. l’ho incontrata esattamene prima di venire da te, per questo ho fatto tardi.- disse abbassando il viso
-dove? Dove l’hai incontrata?-
-al confine naturalmente..-
-e cosa voleva?-
-questo non so dirtelo..- mentiva
-Jacob lo so che lo sai, altrimenti perché sarebbe venuta? Avanti dimmelo.-
-non lo so Bella.. voleva sapere come stavi. Mi ha chiesto soprattutto di te-

Non potevo credere che ancora a qualcuno della famiglia Cullen importasse di me!
La cosa mi rendeva felice? Assolutamente si. E sapere che Alice fosse tornata a cercarmi mi riempiva il cuore di gioia. Alice, la mia dolce Alice, quel folletto ficcanaso a cui volevo un bene dell’anima era tornato.
-e tu cosa gli hai detto?- chiesi subito
-niente, che stavi bene e che..- ma si fermò senza continuare, lasciando la frase in sospeso. E che? O mio dio non poteva avergli detto che adesso io e lui..
-Jacob, non le avrai detto di noi due, vero?-
-e sentiamo di grazia, cosa avrei dovuto dirle? Mi ha chiesto la verità e io gliel’ho detta. Sospettava qualcosa, mi ha confessato che non riusciva più a vederti nelle sue visioni, e allora a voluto semplicemente una conferma. Cosa avrei dovuto fare? Mentirle? Io ti amo Bella, e non mi vergogno di confessare quello che mi lega a te.. e poi..-
-e poi? avanti Jacob parla!- dissi impaziente di sapere la verità
-e poi  le ho detto che avrebbe dovuto lasciarti in pace che ormai avevi dimenticato del tutto Edward e il resto della famiglia Cullen e che poteva tornarsene da dove era venuta..- sbiancai di colpo.. non poteva avergli detto veramente quelle cose.. sentii la rabbia crescere dentro.
-come hai potuto??? Lo sai che non è vero! Ma non te n’è fregato niente..- dissi mentre altre lacrime scendevano sul mio volto. Non ci voleva.. chissà cosa avrà pensato Alice. Decisi di non perdere ulteriore tempo a domandarmelo e mi diressi subito verso la macchina di Jacob.
-dove vai?- mi chiese venendomi dietro
-secondo te? Mi hai tenuta nascosta una cosa importante Jacob, vado a cercare di rimediare il disastro che hai combinato! Vado da Alice!-
-ah, e così per te sarei un disastro? Grazie tante Bella, grazie per avermi fatto capire quanto ci tieni a me e alla nostra storia..- sentii come una morsa allo stomaco quando pronunciò quelle parole..
 
 -ne riparleremo te lo prometto, ma adesso devo andare. Prendo la tua macchina, tanto per te non è un problema trovare un altro mezzo di trasporto.-
Non ascoltai nemmeno se volesse dirmi dell’altro che subito mi richiusi lo sportello e partii a grande velocità.

Percorrevo le strade di Fork come non avevo mai fatto in vita mia, ma in quel momento rispettare il limite di velocità non era tra le mie priorità. Dovevo arrivare in tempo da Alice prima che sparisse di nuovo.

Appena imboccai la stradina che conduceva alla grande villa il mio cuore prese a battere all’impazzata. Cosa le avrei detto? Cosa pensava adesso di me? Come avrei potuto rimediare? Ma quando girai l’ultima curva mi sentii subito prendere dallo sconforto. La casa era buia e sembrava disabitata. Scesi velocemente e iniziai a chiamare a gran voce il suo nome.
-Alice!!!!! Alice ti prego esci fuori!!!!- ma niente
Mi avvicinai alla casa, tutto sembrava esattamente uguale all’ultima volta che l’avevo vista. Tutto tranne.. “aspetta un attimo”, dissi tra me e me, l’ultima volta il catenaccio era chiuso adesso invece era aperto..
Abbassai con foga la maniglia e la porta si spalancò sotto la mia spinta. Vuota, la casa dei Cullen era completamente vuota e deserta.
-Alice!- chiamai e il rimbombo che ci fu mi fece tremare.

All’improvviso venni catapultata in un vortice di ricordi.. c’era la famiglia Cullen al completo in salotto che mi aspettava, Carlisle era intento a leggere un libro, Esme metteva a posto dei fiori, mi regalò un bellissimo sorriso appena incontrò il mio sguardo.. Emmett e Rosalie bellissimi si coccolavano a vicenda scambiandosi carezze delicate sul divano del salotto, Alice e Jasper erano persi l’uno nello sguardo dell’altra intenti a giocare una partita di scacchi. Mancava solo lui, il mio amore, il mio angelo. Subito lo cercai con gli occhi per tutta la sala, ma non riuscii a trovarlo..quando all’improvviso apparve sulle scale del piano superiore il mio cuore perse un battito. Iniziò a scendere con quell’innata eleganza che solo lui possedeva. Era bellissimo, sembrava un principe..il suo sguardo ebbe il potere di infuocarmi e il sorriso che mi regalò mi fece tremare le gambe. Vieni, vieni da me.. mi ripetevo, ma non appena mi fu accanto mi superò di lato senza neanche sfiorarmi andando via da me. L’illusione sbiadì come tutto il resto e mi ritrovai a fissare quel luogo vuoto, che senza la bellezza e il calore dei suoi abitanti, era soltanto un involucro inutile.

Con il volto bagnato dalle  lacrime e il cuore pieno di rimpianti mi richiusi la porta alle spalle e me ne andai. Quella casa che mi aveva regalato tanto, e che conservava dei ricordi bellissimi, aveva avuto il potere di farmi aprire gli occhi e di farmi capire cosa volevo veramente dalla vita. Adesso lo sapevo o forse lo avevo sempre saputo, ma ora non avevo nessun dubbio. La mia vita poteva definirsi completa e piena solo se al mio fianco ci fosse stato Edward! Dovevo riprendermelo, dovevo lottare per riaverlo. Dovevo spiegargli che quello che probabilmente avrebbe letto nella mente di Alice era solo una bugia.. non lo avevo mai dimenticato e cosa più importante non avevo mai smesso di amarlo! Speravo solo che non fosse troppo tardi e che non lo avessi perso per sempre.. 

*************
 
-Bella? Ho sentito dei rumori stanotte, che hai fatto? non hai chiuso occhio di la verità?-
Neanche con il buongiorno si salutava più! Ero appena entrata in cucina e papà stava consumando la sua colazione.. Si comunque era vero non avevo chiuso occhio quella notte e Charlie evidentemente se ne era accorto..

Dopo essere tornata dalla mia visita a casa Cullen ero andata dritta in camera mia e mi ero buttata sul letto, non mi ero mossa da li per tutta la notte, non avevo trovato di meglio da fare che prendere una marea di libri e portarli sul letto, solo per impedire ai pensieri di farmi scoppiare il cervello.. tentativo inutile, visto che alla fine avevo fatto solo caos nella stanza a senza riuscire a distrarmi perché il tempo per pensare ce l’avevo avuto comunque! E poi diciamo anche che il motivo principale per il quale non chiusi occhio era che speravo in una visita da parte di Alice... mi illudevo che avesse preso lo stesso vizio del fratello e mi venisse a trovare, ma niente. Nessuno entrò nella mia stanza quella notte. E così ebbi il tempo di perdermi nei pensieri più strani.. cosa dovevo fare? Come dovevo comportarmi nei confronti di Jacob? Dovevo confessargli quello che era successo, cioè che desideravo Edward al mio fianco? Che avessi intenzione di andarlo a cercare? Si ma da dove cominciare? Come ritrovare qualcuno che molto probabilmente non voleva essere trovato? Come rintracciarlo e dirgli quello che ancora sentivo per lui? Sarebbe stato così facile? Potevo presentarmi da lui e dirgli “ciao Edward, ti chiedo scusa per come mi sono comportata ma ho capito di volere te e ti amo?”. E se a quel punto non mi avesse voluto più? O magari si era già ricostruito una vita, con un’altra persona al suo fianco.. pensarlo insieme ad un’altra mi faceva salire il sangue al cervello. Pensare che qualcun’altra avrebbe potuto toccargli i capelli e sentirne la morbidezza, ascoltare la sua voce dolce e vellutata, perdersi in quei due pozzi color ambra, sentire il suo profumo, assaporare le sue labbra, toccarlo e abbracciarlo, sentirsi mancare il respiro per quel suo sorriso mozzafiato, ridere delle sue battute, sciogliersi per una sua frase troppo romantica che sa di antico e di duraturo, sentirsi orgogliose delle sue lusinghe e delle sue attenzioni, arrabbiarsi con lui per la sua tremenda gelosia e sentirsi vive ogni volta che ti fa capire che non esiste gioiello più bello di te sulla faccia della terra! Ecco solo a pensarci i brividi invasero tutto il mio corpo. Come una scarica elettrica li sentivo attraversarmi tutta la spina dorsale e scendere fino ai piedi.

-ma che cos’hai Bella?- Charlie evidentemente si era accorto che qualcosa mi turbava.
-niente, sta tranquillo papà..- preferii stare zitta e non rivelargli niente
-Bella. Quante volte devo dirtelo che tenersi tutto dentro non fa mai bene?avanti parla, c’è qualcosa che non va tra te e Jacob? E a proposito, cosa ci fa la sua macchina parcheggiata di fronte casa nostra?- odiavo tutte quelle allusioni!
-uff.. si papà centra lui ma non mi va di parlarne!- dissi in tono alto, e subito me ne pentii. In fondo lui cercava solo di aiutarmi, voleva che mi confidassi con qualcuno e sapeva che oltre a lui non potevo contare su nessuno.
-va bene Bella, scusa se te l’ho domandato- disse triste. No, adesso si che mi sentivo in colpa.
-no papà ti chiedo scusa io, non avrei dovuto alzare la voce con te. È che.. ecco non so come dirtelo, ma.. mi sono rimessa nei casini.- sputai sentendomi una stupida
-cioè? Non sarà successo qualcosa di irreparabile?- disse agitato e lo vidi accompagnare la frase con il gesto della mano diretto verso la mia pancia. Oddio, pensava che..
-no! No , papà non è successo niente sta tranquillo- ma perché ogni volta doveva pensare a quello.. sembrava che se avessi un ragazzo avrei dovuto farci sesso per forza! E per quanto potesse avvilirmi essere ancora vergine a 18, quasi 19 anni, era una cosa che proprio non consideravo.. ma se al tuo fianco avessi avuto la persona giusta, ti saresti fatta tutti questi problemi?bentornata vocina interiore!!! E comunque era inutile nasconderlo.. no, decisamente non mi sarei fatta tanti problemi. Lo sentii sospirare di sollievo.
-e allora cos’è successo? Bella a me puoi dirlo.. hai detto che c’entra Jacob, perché?-
-be abbiamo litigato. Ieri sera siamo usciti insieme e io mi sono arrabbiata con lui perché non mi ha detto la verità su una cosa molto importante per me. Volevo stare sola e ho preso la sua macchina per tornare a casa. E poi..- optai di rivelargli mezza verità non volevo rendere partecipe Charlie del ritorno di Alice, per quello che sapevo io era molto arrabbiato con la famiglia Cullen e Alice pur essendo la sua preferita forse per le ultime cose successe aveva perso questo primato. E poi, per quanto volesse bene a Jacob, ero sicura che non gli avrebbe fatto piacere sapere che avevamo litigato proprio perché io non volevo farci sesso.
-e poi? Su continua..-
-e poi, ho capito una cosa papà. Ho capito che Jacob non è la persona giusta per me, e mi dispiace ferirti lo so quanto ci tieni a lui, ma non sento quel trasporto che invece dovrei sentire.- dissi con il volto il fiamme. Rimase in silenzio per un intero minuto, immaginavo le rotelline del suo cervello azionarsi e cercare di capire.
-ma Bella cosa stai dicendo? Ti dispiace di ferirmi? Ma tesoro quando penserai un pò di più a te stessa? Io lo adoro Jacob, ma non è con me che deve stare. E se tu non lo ami, non devi certo venire a giustificarti con me. -

Quanto mi sentii sollevata di sentire quelle parole uscire dalla sua bocca??? Tanto, tantissimo.. temevo che potesse giudicarmi male, e invece mi capiva.
-grazie papà- dissi abbracciandolo
-senti, ma lui come l’ha presa? Ci è rimasto tanto male?-
-o bè, a dire la verità non gliel’ho ancora detto.. abbiamo litigato e sinceramente ero troppo arrabbiata con lui per fermarmi a ragionare e parlarne. E poi stanotte ho riflettuto molto e ho capito quello che voglio veramente.. io gli voglio un bene dell’anima papà, dio solo sa quante parole di gratitudine ho nei suoi confronti, ma ho capito che non è la persona adatta a me. –
- e sentiamo chi sarebbe la persona adatta a te?- chiese assottigliando lo sguardo.
-ma..c-cosa centra questo papà. – non volevo rispondere alla sua domanda
-centra se la persona che vedi al tuo fianco ha il nome che inizia con Edward e finisce con Cullen.. di la verità, ancora non lo hai dimenticato eh?- disse con un tono mezzo arrabbiato e per una attimo mi sentii vacillare a quella domanda. Cosa avrei dovuto dirgli? Come l’avrebbe presa se avesse saputo che ancora l’amavo?
-è così evidente la cosa?- chiesi in imbarazzo
-si, è così evidente la cosa. Ma sai che ti dico? Se lo porti ancora così tanto nel cuore vuol dire che ci tieni davvero molto, e se neanche una persona splendida come Jacob ti ha fatto cambiare idea, allora non ci riuscirà nessuno. Solo tu saprai decidere qual è la persona giusta per te e se per il momento Edward Cullen- disse il suo nome con visibile difficoltà- è ancora nei tuoi pensieri penso ci rimarrà per molto tempo, vero?-
annuii -vero..-
-Bella, non nego che saperti ancora legata ad una persona che ti ha fatto soffrire non mi renda felice, sai cosa penso di lui.. ma solo tu sai qual è la cosa giusta per te.. tuttavia sai benissimo che la cosa giusta da fare in questo momento è dirlo a Jacob.-
-si papà hai ragione. Oggi gli parlerò e gli dirò tutto!-  infatti avevo intenzione di chiamarlo tra un po’ .
Annuì e si allontanò dalla cucina, prese il cinturone con la pistola d’ordinanza e poi mi salutò con un abbraccio.
-ci vediamo dopo..ok?-
-si papà, e..grazie.-
-non dirlo nemmeno per sogno, sennò cosa ci starei a fare io qui?-
-già hai ragione.- dissi con un sorriso. Mi voltò le spalla e si diresse verso l’ingresso di casa, ma si bloccò subito come se si fosse dimenticato di dirmi qualcosa d’importante.
-ahh! Bella? Quando torno stasera dobbiamo parlare del College.. ti ho lasciato parecchio tempo per decidere, ma penso che adesso sia proprio arrivato il momento giusto di parlarne.- ecco lo sapevo che prima o poi avremmo dovuto affrontare l’argomento..
-ok papà, ne riparliamo stasera..- annuì e si richiuse la porta alle spalle.

***********

Stupida, stupida, stupida.. mi ripetevo senza sosta!!  Ma possibile che dovessi piangere sempre come una bambina di 5 anni ogni volta che ripensavo a lui o ogni volta che vedevo una sua foto? Dopo aver salutato papà salii in camera mia e cominciai a rassettare la stanza, era tutto in disordine visto il casino che avevo lasciato quella notte... Stavo risistemando i libri quando per sbaglio urtai una foto di Edward che avevo sfilato dal portafotografie e avevo nascosto dietro la fila di tomi del liceo, solo per non trovarmelo sempre di fronte. Ed ora ero persa a contemplare quella foto da almeno mezzora con il viso rigato di lacrime! Ero irrecuperabile.. com’era bello il mio angelo! E quanto mi mancava sentirlo al mio fianco. Fui riportata alla realtà dal campanello di casa. Scesi subito ad aprire e dopo aver guardato nell’occhiello della porta, improvvisamente sentii le gambe tremare e il cuore battere all’impazzata. Mi riasciugai per bene il viso bagnato e velocemente mi ricomposi. “forza e coraggio Bella” dissi tra me e me, “questo momento doveva arrivare prima o poi..”
-Jacob..- dissi appena me lo trovai di fronte
-Bella..- mi salutò entrando in casa
-stavo per chiamarti.. emhh…la tua macchina è parcheggiata fuori, come vedi è sana e salva.-  dissi al massimo dell’imbarazzo.
-si l’ho vista. Ma non sono venuto qui per la macchina, almeno non solo per quella!-
-ti va di bere qualcosa prima?- ma perché cercavo di sviare il discorso?
-non sono venuto per fare comunella, e non cercare di sviare il discorso..- appunto!
-va bene, come vuoi.. dobbiamo parlare!-
-sono venuto apposta per questo. Allora? L’hai trovata?- non c’era bisogno che chiedessi a chi si stesse riferendo..
-no. Era già andata via quando sono arrivata alla villa, o almeno non si è fatta vedere. Per quello che ne so è più probabile che non volesse parlarmi ed è rimasta nascosta.-
-già è probabile. Senti Bella, io..sono venuto per chiederti scusa.- “il minimo che puoi fare è questo” pensai, ma subito me ne pentii. Non era solo lui a dover chiedere scusa quel giorno..
Mi spostai dall’ingresso e salii le scale per raggiungere la mia camera.
-anche io Jacob!- dissi sedendomi sul letto
-ok.. allora comincio io. Bella io ti chiedo scusa per come mi sono comportato ieri sera, soprattutto per la faccenda di Alice. Non avevo il diritto di scegliere anche per te. Ma in quel momento mi sono sentito minacciato dalla sua presenza, pensavo che insieme a lei fosse tornato anche Edward, e ho avuto paura di perderti.

Anche se il tuo sguardo mi fa capire che forse non devo avere paura in un suo ritorno per perderti.. non è cosi?-
Presi un respiro profondo prima di cominciare a parlare
-vedi Jacob.. è complicato. Mi sono sentita ferita da quello che hai fatto ieri sera, non mi hai detto di Alice e sai quanto il suo ritorno fosse importante per me. Ma non è per questo che le cose tra noi non vanno bene. A questo punto ti devo chiedere scusa anche io. Mi sono accorta di essermi buttata in questa storia solo per dimenticare Edward, e per quanto tu mi abbia reso felice io non sono riuscita a dimenticarlo. Ieri sera ti sei arrabbiato perché non ho voluto, come dire, “approfondire” di più il nostro rapporto, e come ieri sera anche le altre sere. E hai avuto ragione.. hai avuto ragione su tutto quello che mi hai detto e sulle colpe che mi hai attribuito. Mi sento uno schifo ad averti trattato così, come se ti avessi preso in giro, ma tu mi facevi stare bene. Con te la disperazione che provavo per averlo perso era più facile da gestire. E ho lasciato che tu ti innamorassi di me ancora di più, senza neanche pensare che infondo per te avrei provato solo amicizia, certo non un amicizia normale, perché tra noi c’era dell’attrazione, ma pur sempre amicizia. Niente di più.- avevo il fiato corto e la salivazione a zero. Non sapevo neanche come fossi riuscita a finire tutto il discorso senza svenire per l’agitazione. Chissà come avrebbe reagito di fronte a questa mia confessione. Alzai lo sguardo e mi maledii doppiamente. Mi maledii per la mia sbadataggine e per quello che gli stavo facendo passare. Jacob era intento ad osservare la foto di Edward che poco prima tenevo in mano. La fissava senza dire niente, anche se a quel punto avrebbe potuto urlarmi in faccia tutto il suo disprezzo, ma non lo fece. Si limitò a distogliere lo sguardo e a puntare i suoi occhi nei miei regalandomi un sorriso. Cosa avevo fatto nella vita per meritarmi una persona così straordinaria come amico??? Jacob era senza dubbio una delle persone più buone e altruiste di questo mondo. Lui era.. lui era unico. E non meritavo di averlo a fianco. Sapeva affrontare le situazioni nella maniera più obbiettiva possibile e non era difficile immaginare cosa mi avrebbe detto di li a poco.
-ti ho perso..- disse scrollando le spalle, e il mio cuore ebbe una fitta.
-no, Jacob..tu non mi hai perso! Io sono qui, ti voglio un mondo di bene..e, e tu non mi hai perso.- mi scoprii singhiozzante con il volto pieno di lacrime. Mi sentivo così in colpa nei suoi confronti!
-shh Bella, shh calmati.- mi venne a fianco e si sedette sul letto insieme a me cingendomi le spalle con il suo braccio. Abbassò lo sguardo prima di parlare..
-hai ragione.. io non ti ho perso, perché fondamentalmente non ti ho mai avuta. Il tuo cuore è sempre stato legato a quello di un altro. Stavi con me con la mente, con il fisico, ma non con il cuore. Ho pensato di riuscire a fartelo dimenticare, a farti guardare avanti, a renderti felice. Ma adesso e seppur con riluttanza- a quel punto alzò il viso e iniziò a fissarmi- ho capito che è lui la tua felicità. Lui è pur sempre il mio nemico Bella, ma tu sai cos’è giusto per la tua vita.. lo sapevo che saremmo arrivati a questo punto prima o poi, e sono felice che sia successo adesso, se avessimo continuato a stare insieme ci saremmo fatti solo del male. Diciamo semplicemente che HO perso e che, per questa volta.. ha vinto lui..- disse rassegnato. Subito gli presi il volto tra le mani. Tremavano come una foglia.
-no Jacob,  non si tratta di chi ha vinto e di chi ha perso.. qui si tratta di cosa è giusto e di cosa è sbagliato. È sbagliato stare insieme, se ha legarci è la voglia di non cadere giù e di non sprofondare nel buio, se è la voglia di aggrapparci ad una persona solo perché ti fa sentire di meno il dolore.. tu sei il mio salvagente personale Jacob, ormai ho perso il conto di quante volte mi hai salvata, di quante volte con un tuo sorriso mi hai fatto capire che a tutto c’è un rimedio, che tutto si può aggiustare, e che si può essere felici se solo la si insegue questa felicità. Io ho provato ad inseguirla insieme a te ma.. m-ma  ho capito che ti stavo facendo solo del male. Non è per te, non sei tu ad essere il problema. Qui il problema sono io.. non andrò mai bene, non funzionerò mai bene. E mi dispiace Jacob, mi dispiace tantissimo se in questo momento ti sto facendo soffrire, non te lo meriti, tu hai solo cercato di farmi guarire, e non smetterò mai di dirti grazie! Ma sono sicura che neanche tu avresti voluto stare insieme a me se avessi saputo tutte queste cose. Ed è giusto che io mi prenda le mie responsabilità, è giusto che sia io a dirti che non può funzionare tra noi, non se in mezzo a noi c’è il fantasma di Edward. Lo so che lo odi, lo so che non puoi sopportarlo dopo quello che mi ha fatto, perché prima di essere innamorato di me tu sei il mio migliore amico! Tu mi conosci alla perfezione, tu sai tutto di me! E cerchi di proteggermi sempre, ma non farlo adesso.. non farlo perché adesso quello che voglio è ritrovarlo – pronunciai quelle parole con cautela, avevo paura di una sua reazione – di confessargli perché l’ho allontanato, di dirgli perché ho avuto paura, di dirgli soprattutto che io..che io- non ero sicura di poter confessare quelle parole di fronte a lui, era giusto ammettere i sentimenti che mi legavano ad un altro come se gli stessi parlando di cosa avessi mangiato a colazione? Di farlo soffrire maggiormente?
-che tu... lo ami!- disse lui al posto mio

A quel punto le lacrime che non avevano smesso una attimo di rigarmi il viso durante tutto il mio discorso, si intensificarono e la vista mi divenne appannata. Vedevo la sagoma di Jacob avvicinarsi e abbracciarmi e sussurrarmi che non dovevo preoccuparmi, che si sarebbe aggiustato tutto, che fra me e lui non sarebbe cambiato niente, che mi voleva bene e che accettava la mia scelta, che mi sarebbe stato sempre a fianco e che mi avrebbe aiutata a cercare Edward! “aspetta un attimo” pensai, come sarebbe a dire che mi avrebbe aiutato a cercare Edward???

Lo guardai sbigottita! No, non gli averi permesso di infierire ancora di più su se stesso. Per quanto fosse altruista, sapevo che dentro stava soffrendo per avermi persa! No! Non glielo avrei permesso!
-no Jacob! Non posso chiederti anche questo! Non posso permettere che tu mi aiuti a cercare Edward, non posso..non posso.- ma mi zittì subito, mettendomi una mano sulla bocca.
-shh Bella! Lascia che sia io a decidere cosa devo o non devo fare!-
- Jacob,ma tu..tu mi ami. Come puoi sopportare di starmi a fianco e aiutarmi a cercare Edward?-
-Bella, non nego assolutamente il fatto che ti ami. Ma ti ho sempre detto che ti voglio bene! Che ti starò sempre vicino! Che ti aiuterò ad affrontare ogni problema che la vita ti porrà davanti! Sono o non sono il tuo migliore amico? E allora lasciami svolgere questo incarico al meglio! Ti ho perso come compagna, ma non come amica!!! Per fortuna siamo tanto intelligenti da mettere da parte i problemi amorosi che ci legano, anzi che ci legavano, e d’ora in avanti non voglio essere più Jacob che è innamorato di Bella. D’ora in avanti voglio essere Jacob il migliore amico di Bella!! Ok ?- disse con un sorriso..

Ma da dove lo prendeva tutto quell’ottimismo? Da dove trovava la forza per dirmi quelle cose? Non ne avevo idea, ma sperai vivamente che me ne infondesse un po’! Lo abbracciai stretto stretto come non avevo mai fatto prima, così forte da farmi male alle mani, ripetendogli all’orecchio e all’infinito quanto gli volessi bene!
-allora? Da dove iniziamo???- lo guardai scioccata, quindi era davvero deciso ad aiutarmi.
-dici davvero?- gli chiesi di nuovo nella speranza che cambiasse idea
-ancora? Bella ti ho detto di si. Voglio aiutarti e non mi farai cambiare idea! Io sono felice se lo sei anche tu! E se il succhia.. e se Edward è la tua felicità, ti aiuterò a trovarlo. E se poi non dovesse andare bene, almeno saprai di aver fatto tutto il possibile per inseguire la tua felicità!
-grazie, davvero.. grazie!- scrollò le spalle come a sminuire il gesto che stava facendo per me!
-allora? Hai qualche idea? Da dove iniziamo a rintracciarlo?-
-bè, non saprei..- dissi grattandomi la testa
-possiamo iniziare dall’ospedale di Forks, magari loro sanno qualcosa!- disse contento per la brillante idea.
-dubito che Carlisle abbia lasciato il suo reale recapito.. non dimenticarti che la discrezione è la prima cosa per un vampiro. Ma è pur sempre un punto d’inizio no? O altrimenti.. non so.. Alice! Ti ha detto qualcosa ieri? Magari un accenno seppure velato?- lo vidi riflettere e passarsi una mano sul mento
-no..- disse infine –non mi ha detto niente,mi dispiace..-
-non preoccuparti.. proveremo subito dall’ospedale ok? Se non dovesse andarci bene, ci faremo venire in mente qualcos’altro.-
-ok..- disse sospirando per poi guardarsi in giro. Puntò lo sguardo sulla sveglia sopra il mio comodino –dio com’è tardi! Devo scappare a casa, ci vediamo domani mattina allora ok?- disse alzandosi dal letto – le chiavi della macchina sono attaccate al cruscotto vero? La prendo e vado.- si abbassò a salutarmi e a schioccarmi un bacio sulla guancia. Fece tutto talmente in fretta che sembrò quasi avesse preso la scossa. Lo guardai allontanarsi e aprire la porta. Ma prima che se la richiudesse alle spalle mi regalò un altro sorriso, che di autentico aveva ben poco, perché non raggiunse gli occhi si spense subito quando al suo posto si fece largo sul suo viso un velo di tristezza e malinconia celati fino ad ora, ma impazienti di venire a galla. 
Quanto mi dispiace Jacob! Dissi a bassa voce, quando invece avrei solo voluto urlarle quelle parole!

 
 
PICCOLA PARENTESI PERSONALE.. POSSO AVERE ANCHE IO UN AMICO COME JACOB????? Pleaseeeeeeeeeeeee!! Non so, lo vedo come un amico sempre presente e pronto ad aiutarti. Tipo l’amico gay di turno.. anche se Jacob non lo è affatto! ☺
RINGRAZIO COME SEMPRE CHI HA INSERITO LA MIA STORIA TRA LE PREFERITE, LE SEGUITE E QUELLE DA RICORDARE!!
LASCIATE UN COMMENTOOOO!!!♥

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Capitolo 11
*** capitolo 10 ***


                                                             

Eccomi qua.. dopo lo scorso capitolo avrei dovuto rifugiarmi in Antartide, lo so.. ma non mollo! Nello scorso capitolo ho ricevuto recensioni negative che non riguardano me come scrittrice (che parolona!!), ma per quello che è successo. O meglio che non ho fatto succedere! Jacob ha subito perdonato Bella e non vi è piaciuto. Avreste preferito vederli litigare o che almeno non si abbassasse a “zerbino” come avete detto voi. Ma ai fini della storia dovevo fare per forza così.. altrimenti sarebbe stato troppo pesante e avremmo rinviato ulteriormente il ritorno di Edduccio nostro♥! Come per lo scorso capitolo mi aspetto di ricevere delle critiche anche per questo, perché so che sarà così.. mettiamo subito le cose in chiaro: non voglio innalzare una statua a San Jacob!!

Bene detto questo vi lascio alla lettura... ci vediamo sotto!!
 

Capitolo 10
 

I veri amici si guadagnano un posto nel cuore...Da li non potrà levarli nessuno! Era questa la farse che mi ripetevo in continuazione dopo aver salutato Jacob. Anche se non come desiderava lui, il posto nel mio cuore lo possedeva eccome! Ero in debito con lui di parecchie cose e non avrei mai smesso di dirgli grazie.. anche se avremmo litigato, anche se per qualche strano motivo non ci saremmo più visti, anche se lo avrei perso.. il posto che nel mio cuore portava il suo nome, non l’avrebbe mai cancellato nessuno!! Sarebbe rimasto li indelebile, senza poterlo cancellare o sbiadire.. la gratitudine e l’affetto che nutrivo nei suoi confronti, non l’avrebbero permesso! Adesso lo sapevo, e ne ero più consapevole che mai! Ci sarei sempre stata per lui, avrei sempre lottato per tenere salda la nostra amicizia. Ma sapere che probabilmente in quel momento stesse soffrendo a causa mia, mi faceva sentire un mostro! Jacob avrebbe superato tutto, di questo ne ero certa. Lui, forte e dall’animo buono e combattivo, non si sarebbe buttato giù. Avrebbe affrontato la cosa in modo oggettivo e avrebbe capito che le cose tra di noi non sarebbero potute andare diversamente se mi ostinavo a costruire il nostro rapporto su una bugia. Lui mi ha perdonato.. ma io saprò fare altrettanto con me stessa? mi chiedevo in continuazione..Sarei riuscita a guadarlo in faccia come se niente fosse dopo quello che gli stavo facendo passare? Le delusioni d’amore sono difficili da gestire, soprattutto se il sentimento è tanto forte da farci del male quando finisce.. ma lui sembrava averla presa bene..almeno era quello che mi aveva dimostrato pomeriggio prima di andare via. Mi aveva detto che tra noi non sarebbe cambiato niente, e apparentemente sembrava non stesse soffrendo. Ma sono sicura che anche il più duro dei cuori vacilla se a calpestarlo è la persona che ami.. lui dice di stare bene..ma è davvero cosi? Lo troverò diverso nei miei confronti d’ora in poi? Lui dice di no.. Bloccai i miei pensieri prima che diventassero  troppo dolorosi. Lo avrei rivisto il giorno dopo e allora me ne sarei sicuramente accorta se qualcosa non andava..  

-Bella ci sei?? Sono tornato!-  l’arrivo improvviso di Charlie alle mie spalle mi fece sobbalzare dalla paura. Aveva urlato talmente forte da farmi spaventare, ci mancava solo la fanfara! E per poco non mi tagliai un dito visto il coltello che tenevo in mano..O forse ero semplicemente io a essere troppo distratta e talmente assorta nei miei pensieri da non aver sentito la sua auto e quindi prevedere il suo ingresso in casa...
-si papà sono in cucina, ti sto preparando la cena..- urlai anche io.
 Mi raggiunse e mi accarezzò la spalle depositando un bacio sulla mia guancia. Nell’ultimo periodo, questo confidarmi con lui, stava facendo davvero bene al nostro rapporto. Adesso eravamo un pochino più affiatati, non ci vergognavamo più di dimostrare il nostro affetto reciproco, e di questo ne ero veramente felice.
-ben tornato..-
-grazie- disse sedendosi sulla sedia – questa giornata di lavoro sembrava non finisse mai! Ci sono stati un paio di problemi che mi hanno solamente stressato e non vedevo l’ora di tornarmene a casa.. a proposito cosa cucini di buono? Ho una fame! Si sente il profumo fin dall’ingresso.-
-niente di speciale papà, solo salsiccia al forno con patate.. spero ti piaccia-
-ma certo Bells, sarà buonissimo! Ormai sei diventata una cuoca bravissima- disse facendomi imbarazzare. Mi stupii un po’ che non mi chiedesse subito come fosse andato l’incontro con Jacob. Sapeva che dovevo vederlo e parlarci. Era stato addirittura lui ad insistere tanto perché lo chiamassi subito! Mi aspettavo il terzo grado non appena avesse messo piede in casa! Invece si mise comodo a leggere il giornale nell’attesa che finissi di sistemare la tavola. Quando girò l’ultima pagina del quotidiano andò a cambiarsi per la cena mantenendo sempre un rigoroso silenzio. Questa cosa era snervante. Possibile che non gli interessasse nulla di quello che era successo?  Quando fu pronta la cena lo chiamai e insieme iniziammo a mangiare. Non faceva altro che complimentarsi con me per la bontà del cibo. Dopo un po’ dei finti colpi di tosse mi fecero capire che qualcosa non andava, come se fosse in imbarazzo. Forse aveva intenzione di dirmi qualcosa e da timidone qual’era si faceva problemi a parlarmene.
-che c’è papà? È da quando sei entrato in casa che sei strano. Ormai ti conosco alla perfezione. C’è forse qualcosa che vuoi dirmi?- lo fissai e potei notare l’espressione imbarazzata sul suo volto.
-bè..si, ecco.. oggi ho visto Jacob in città.. mi è parso un po’ abbattuto. Non è che tu ne sai qualcosa? L’ho chiamato, ma forse non deve avermi sentito perché è corso via senza neanche girarsi. Bella, gli hai raccontato tutto. Non è così?- sentire quelle parole mi fece provare come un peso allo stomaco che non faceva altro che intensificarsi ogni secondo di più in cui prendevo consapevolezza di quello che Charlie mi aveva appena detto. Jacob.. Jacob, stava soffrendo a causa mia. Improvvisamente sentii gli occhi pizzicare. Tutto mi fu subito chiaro.. allora era per questo che aveva fatto il misterioso per tutta la serata. Era preoccupato per Jacob..
-Bella? Vuoi dirmi cosa vi siete detti? L’ha presa male? Avete litigato? Non vuole più vederti? Avanti Bella dimmelo.- lo fissai senza sapere bene cosa dirgli.
-papà.. nessuna delle tue ipotesi è corretta. Jacob si è dimostrato molto più maturo di quanto mi aspettassi. Lui è una persona straordinaria, mi ha fatto capire che l’amicizia che ci lega è molto importante e che non vuole buttarla al vento solo perché la nostra storia è finita. Lui mi ha.. mi ha detto che capisce la situazione e che non è affatto arrabbiato con me. Anzi.. dovevi vederlo papà, non ha fatto una piega su nulla. Gli ho detto che lui non è la persona giusta per me e non si è arrabbiato neanche dopo che ha capito che ancora c’è Edward nei miei pensieri. Ma dopo quello che mi hai detto.. allora mi ha solo mostrato una faccia di quello che provava veramente. Dio! Quanto mi dispiace.. sono stata una stupida a credere alle sue parole..-
-Bella.. se quello che mi dici è vero, allora penso che abbia solo voluto non mostrarti la sua parte più fragile, perché sapeva come avresti reagito. Lui si preoccupa sempre per te, e anche in questo caso non ha voluto farti sentire peggio di quanto già non ti sentissi. Sei fortunata Bella ad avere un amico così. Non tutti si comporterebbero in questo modo. Non tutti sarebbero disposti a mettere da parte i propri sentimenti per fare posto a un’altrettanto nobile sentimento come l’ amicizia. Non vuole perderti.. è un ragazzo d’oro..- vide sicuramente i miei occhi bagnarsi ancora di più per quelle parole e allora si affrettò a dire – con questo non voglio insinuare che tu abbia sbagliato a lasciarlo o che ti sia comportata male nei suoi confronti. Ti saresti comportata male se non gli avessi detto niente e avessi lasciato che credesse di poter stare insieme a te ancora per molto tempo. Tu hai fatto benissimo a rivelargli i tuoi reali sentimenti e Jacob è tanto intelligente da aver capito che se non ti può avere come compagna, allora ti vorrà sempre come amica..- un leggero sorriso apparve sul mio viso al sol sentir pronunciare quelle parole.
-perché ridi..- chiese Charlie più confuso che mai
-perché hai usato le stesse parole che ha usato lui..Ti ho perso come compagna, ma non come amica, mi ha detto, ma penso di aver sbagliato a concedergli di rimanermi accanto. Si farà solo del male.. soffrirà e basta.– dissi più sconsolata che mai

Charlie mi si avvicinò e inginocchiandosi di fronte a me, prese le mie mani tra le sue.
-Bella, se Jacob ha deciso che può starti accanto significa che può farcela. Lo sai, quel ragazzo ha una forza fuori dal comune. Sin da ragazzino ha dovuto prendersi cura del padre e badare a tutto lui. E poi ha una qualità che apprezzo molto nelle persone.. è sincero! E credo che se avesse trovato solo per un momento una buona ragione per starti lontano, te l’avrebbe detto. Ne sono sicuro. Anche se capisco bene quello che prova e so che non sarà affatto facile starti vicino sapendo quello che lo lega a te, credo che insieme potrete farcela. La vostra amicizia non subirà cambiamenti rispetto a prima, non adesso che siete stati così sinceri l’uno con l’altro.-
-tu dici?- chiesi in apprensione. Le parole di Charlie erano vere ma  avevo paura di aver rovinato tutto lo stesso..
-dico, dico. Lui ti vuole bene.-
-ma se tu stesso hai detto di averlo visto diverso. Triste e abbattuto!-
-si è vero l’ho detto. Ma penso sia anche normale, no? Dopotutto ne avete parlato solo oggi. Lasciagli il tempo per elaborare la cosa. È  forte si, ed è anche coraggioso ma è pur sempre un uomo. Un essere umano a cui hai dato una enorme dispiacere. E non penso che la prima persona con cui volesse parlare fossi proprio io. -
-si hai ragione.. devo lasciargli del tempo per riprendersi.-
-brava la mia bambina.- disse accarezzandomi una guancia
-grazie papà, mi aiuti sempre e soprattutto non mi giudichi..-
-Bella, io voglio solo il tuo bene. Se posso aiutarti lo faccio con piacere..e ..- ma si interruppe    
- e? papà cosa c’è?-
-niente.. è che ha proposito del tuo bene.. mi sembra sia giunto il momento di parlare di College! Bella siamo in un ritardo pazzesco e dobbiamo metterci sotto!-
Sospirai. Sapevo che dovevamo parlarne. Mi aveva anche avvisato quella mattina stessa.
-ok papà. Da dove cominciamo?-chiesi mostrandogli entusiasmo certa che gli avrebbe fatto piacere. Si alzò dalla posizione in cui stava e iniziò a camminare per la stanza.
-allora.. prima di tutto ti rendo partecipe degli ultimi avvenimenti accaduti mentre tu eri ridotta praticamente ad un vegetale che si rifiutava anche di guardarsi intorno e capire cosa la circondasse.. che c’è? Non guardarmi così.. è la verità Bella! Non ti sei minimamente accorta che la vita andava avanti mentre tu decidevi di stare ferma. E chi ha dovuto occuparsi di tutto? Io, naturalmente!!-  dire che ero allibita era dire poco! Ma.. ma.. niente ma Bella. Ha ragione. Ti sei persa un sacco di cose mentre soffrivi per amore. Ma sentirlo dire così ad alta voce, specialmente dalla sua voce, faceva male. Molto male. Anche perché mi dispiaceva infinitamente averlo fatto preoccupare.
-e di cosa ti saresti occupato tu?- chiesi con un tono fintamente divertito, mentre ancora mi logoravo dentro.
-ma che domande.. ho ritirato per te le lettere di ammissione ai vari College in cui hai fatto richiesta e che sono arrivate in questi ultimi mesi..- improvvisamente mi sentii catapultata in una realtà che avevo del tutto accantonato. Le molteplici domande di iscrizione che Edward mi fece fare hai tempi del diploma. E adesso erano arrivate le  risposte. Quell’episodio ritornò a galla all’improvviso, come se avessi deciso di prendere quella parte della mia vita e rinchiuderla in un cassetto.
-qua-quali risposte?- adesso più che logorata ero agitata
-sono tutte di la, vieni te le faccio vedere..-

Si avvicinò alla scrivania del salotto e aprì l’anta del mobile che custodiva gelosamente dove teneva tutte le sue scartoffie e alcuni fascicoli che a volte si portava a casa dal lavoro. Sapevo dell’esistenza di quel suo “posticino privato” ma mai ero andata a curiosare per vedere cosa ci fosse dentro.
-sono arrivate in questi mesi e le ho conservate per te, per quando ti saresti sentita meglio e avessi trovato lo spirito giusto per affrontare l’argomento. Non le ho aperte te lo giuro! Tranne la risposta positiva dell’università dell’ Alaska, non so cosa abbiano scritto gli alti college. Ecco guarda..- e mi porse le buste impilate una sull’altra, mentre io restavo inerme a fissare tutto quel plico. Ma quante erano? Sembravano almeno 7 e come mi aveva detto erano tutte sigillate.
-avanti Bella aprile. Non sono mai stato così curioso in vita mia come adesso. Sono tutte molto voluminose e questo vuol dire solo una cosa..-  disse sedendosi al mio fianco e mostrandomi un entusiasmo che poche volte gli avevo visto ostentare.
-ok.- dissi in un sospiro mentre mi accingevo ad aprire la prima busta. Girai la linguetta e notai il sigillo Università di Washington. L’aprii e iniziai a leggere subito il contenuto. Sorvolai sulle note che riguardavano me e arrivai al punto in cui c’era scritto.. – ammessa..- dissi in un sospiro
-oh congratulazioni Bells!- disse Charlie cingendomi le spalle – su vai avanti..-

Continuai così per tutte le altre buste.. Syracuse, Trinity College, Stanford, Springfield, Fresno, Cornell.. e tutte avevano risposta positiva! O. mio. Dio. cosa potevo chiedere di più?
-hai visto Bella? Sei stata accettata in tutte le università!!! Ma aspetta.. doveva essercene un’altra..- disse pensieroso ricontrollando tutte le buste che avevo appena aperto.
-cosa? Un’altra? E tu come lo sai..-
-bè il fatto che non le abbia aperte non vuol dire che non abbia letto il mittente. E dovrebbe essercene un’altra. Aspetta forse deve essermi sfuggita in mezzo alle altre buste.- si alzò e andò a cercare quella fantomatica busta.
-eccola!- urlò dopo aver infilato la testa in mezzo ai suoi incartamenti
-questa è davvero forte! Se ti avessero ammesso, sarebbe veramente.. sarebbe wow Bella!- me la passò e io l’afferrai come se prendessi qualcosa di scottante in mano. La girai e piano il mio cuore iniziò la sua corsa sempre più accelerata. DARTMOUTH UNIVERSITY  subito l’aprii e mi sentii morire quando lessi la parola “Ammessa”. Nella mia testa si susseguirono velocemente le immagini di me e di Edward affrontare una discussione in cucina...

-Bella?-
-sii serio, Edward. Dartmouth ?-
-credo che il New Hampshire ti piacerà.. per me c’è un programma completo di corsi serali, e per gli appassionati di trekking non mancano le foreste. Ricche di animali selvatici-.
-sai una cosa? Penso che non lo farò-.
-Sono capace di fare la tua firma persino meglio di te. E il resto l’hai già scritto di tuo pugno-

La spedì veramente allora.. non credevo che dicesse sul serio quando mi disse che l’avrebbe firmata e spedita al posto mio. 
-allora?- incalzò mio padre – sei stata ammessa?-
Non sapevo cosa dire. Restai immobile mentre Charlie prendeva i fogli dalle mie mani e iniziava a leggere.
-è incredibile Bella!!- disse più felice che mai, mentre la sua voce mi giungeva alle orecchie con un suono ovattato. Era come se mi fossi esclusa dal mondo a ripensare alla discussione che ebbi con Edward. Ricordo come fosse oggi la sua insistenza nell’iscrivermi a quell’università e a quanti soldi doveva aver speso per farmici entrare. E adesso che ero stata ammessa mi rendevo conto di quanto ci saremmo potuti divertire se l’avessimo frequentata insieme. Di quanto sarebbe stato bello vivere questa nuova esperienza uno accanto all’altro. E invece? Cosa mi era rimasto di tutti i sogni e di tutte le speranze che riponevo nel mio futuro con lui? Niente.. solo un pezzo di carta che mi diceva che avrei dovuto affrontare tutto quanto da sola.

-Bella.. perché piangi?- chiese Charlie mentre mi accarezzava una guancia bagnata.
-non sei felice che ti abbiano ammesso in tutte queste università prestigiose? L’ultima poi non me l’aspettavo proprio. Mi congratulo con lei signorina Swan.- disse dolcemente
-ma si papà..- subito mi asciugai le lacrime e provai a fargli vedere quanto fossi felice mascherando la tristezza che attanagliava il mio cuore – certo che sono contenta.. è che non me l’aspettavo tutto qui..- e in parte era vero. Essere ammessa da tutte le università dove si fa domanda d’ammissione non è una cosa da poco..
-bene.. adesso dobbiamo valutare tutti gli aspetti che comporta trasferirsi dall’altra parte del Paese. Dortmouth è senza dubbio tra le più care di queste università ma vedrai che con i miei risparmi ce la faremo, allora..- 
-aspetta, frena, frena, frena! Chi ti ha detto che voglio andare alla Dortmouth? È talmente cara che non riuscirei ad andarci neanche se vincessimo alla lotteria! Papà non voglio che tu metta fondo a tutti i tuoi soldi. Vedrai sarà altrettanto bello andare in qualsiasi altra università..-
-Bella non ammetto intromissioni! Solo perché non abbiamo tanto denaro disponibile non vuol dire che tu debba rinunciare ad un privilegio simile!- era più testardo di me alle volte!
-papà non preoccuparti. Davvero, a me va benissimo anche l’università di Washington. Sarò vicino casa e non dovremmo spendere una marea di soldi. La decisione spetta a me, quindi ti chiedo di appoggiare la mia volontà-
-ma Bella!-
-niente ma Bella...- dissi interrompendolo subito – ho deciso così. Punto! La discussione per quanto mi riguarda è conclusa.- mi alzai dal divano e tornai in cucina dove mi attendevano i piatti e le stoviglie da lavare. Che assurdità! Non gli avrei mai permesso di toccare tutti i suoi risparmi per mandarmi in un’università tanto prestigiosa e per giunta dall’altro lato del Paese. Se avessi mantenuto il mio lavoro avrei potuto contribuire anche io alle spese. Ma visto che ero ufficialmente disoccupata e che gravavo sulle sue spalle anche economicamente stando sotto lo stesso tetto, non volevo che si accollasse maggiori spese quando sarebbe stata perfetta anche la Washington. E poi li ci sarebbero stati Angela e Ben, non sarei stata sola..

********

Il campanello di casa Swan suonò presto quella mattina.. mio padre uscì di casa in fretta e furia senza neanche avvisarmi. Forse era successo qualcosa in città..
Non parlammo più dopo la nostra discussione sul College e ieri sera, dopo aver finito di rassettare la cucina, salii al piano di sopra e mi rinchiusi in camera mia. Non volevo continuare a parlare con lui sapendo che forse questo ci avrebbe portato a litigare. Contattai mia madre però. Volevo farle sapere che la sua bambina era stata accettata in tante università prestigiose, rivelandogli anche la mia sorpresa al riguardo. Naturalmente fu felicissima per me. E mi dimostrò ancora una volta la sua fiducia nei miei confronti dicendomi che qualunque fosse stata la mia scelta sarebbe stata felicissima e mi avrebbe appoggiato incondizionatamente. Dal canto mio sapevo che avere a disposizione così tante università importanti e scartarle a prescindere solo per non affibbiare a mio padre una spesa eccessiva era da stupidi. Anche perché lui era ben disposto a pagare qualsiasi cifra purché non mi accontentassi.. ma ormai avevo deciso..
Scesi in cucina e mi preparai una bella tazza di caffè fumante nell’attesa  di ricevere notizie di Jacob. Dovevamo vederci quel giorno per andare insieme all’ospedale di Forks. Avevo paura che si tirasse indietro, com’era giusto che fosse.. ma mi aveva dato la sua parola ed ero in ansia ad aspettare una sua telefonata. Certo avrei potuto chiamarlo io ma non volevo mostrargli l’impazienza che avevo nell’ottenere al più presto informazioni riguardanti Carlisle.

Stavo per infilare i Jeans, quando sentii suonare il campanello di casa. Mi affacciai un attimo dalla finestra e vidi la sua macchina, scesi subito ad aprire con l’urgenza di vedere di nuovo il suo volto illuminato dal sorriso. Ma allo stesso tempo avevo una paura fottuta ad aprire e trovarlo diverso.. e sapere che la causa ero io non contribuiva a farmi sentire meglio.
Girai la maniglia ed aprii decisa. Appena incontrai il suo viso mi sorrise e io feci lo stesso sentendo il cuore libero d’un peso.

-Bella? Ancora così stai?- disse guardandomi dai piedi fino alla testa
-bè.. veramente io aspettavo una tua telefonata.-
-credevo non servisse, ero sicuro di trovarti pronta.-
-non lo sono, devi aspettare 10 minuti.. ti scoccia?- gli dissi  vedendolo entrare in casa e dirigersi verso il divano del salotto e accomodarcisi sopra.
-no, affatto fai con comodo..-
-ok.- dissi semplicemente ma prima di andare gli lanciai un’occhiata fugace per vedere se qualcosa sul suo volto fosse cambiato. Mi tranquillizzai a vederlo sereno e tranquillo, così girai i tacchi e tornai in camera mia per finire di prepararmi. Non ci misi molto..in 5 minuti ero già pronta.

Scesi giù di corsa e insieme uscimmo di casa. Direzione: ospedale di Forks. Non sapevo quanto sarebbe stato utile andarci. Visto che qualunque informazione Carlise avesse lasciato sicuramente era da prendere con le pinze.  In macchina il silenzio regnava sovrano. Non sapevo cosa dire e non sapevo come comportarmi. Jacob guidava sereno e io non potevo che esserne felice. Volevo raccontargli tutto quello che era successo nelle ultime 24 ore in cui non ci eravamo visti. Ma non volevo deprimerlo di più raccontandogli della mia felicità..
-a cosa stai pensando Bella? Ormai ho imparato a conoscerti e la piccola ruga sulla fronte mi dice che pensi a qualcosa di importante.. vuoi rendere partecipe anche me? o ti mette in imbarazzo parlarne?-
-no.. ma quale imbarazzo! È che non so esattamente come comportarmi.. mi sento impacciata ed egoista nei tuoi confronti. Forse non è stata una buona idea vederci così presto dopo la discussione di ieri.- era meglio essere sinceri da subito
 
-stai scherzando vero Bella? Pensi che se per me fosse stato tanto doloroso ti avrei detto di vederci?-
-no, ma..-
-niente ma! Credimi Bella, non ci sono problemi. Tu devi comportarti esattamente come facevi prima. Così sarà più facile per entrambi ristabilire quel rapporto di amicizia che ci legava un tempo.- gli sorrisi. Non potei fare altro. Non volevo continuare a parlare di quell’argomento. E forse era anche meglio cosi, ci saremmo levati presto dall’imbarazzo.
-allora? Che mi racconti? Charlie sa della nostra piccola gita all’ospedale di Forks?-
-ma sei impazzito? Se solo lo sapesse farebbe il diavolo a quattro! Lo sai come la pensa.  Se glielo dicessi.. non oso immaginare come reagirebbe..-
-sta tranquilla, da me non lo verrà a sapere di certo! Non voglio che se la prenda anche con me. Anche se l’idea dopotutto è stata mia..-
- e poi al momento non voglio farlo arrabbiare.. già ieri sera abbiamo avuto un piccolo diverbio.-
-vuoi parlarne?- ci pensai un attimo su. Ma sapevo che non avevo altro modo per sentirmi meglio che raccontare tutto a  Jacob. E poi avrebbe contribuito a farci sentire più vicini come amici.
-in verità volevo raccontarti prima una cosa. È da questo che è nata la discussione tra me e Charlie.-
-spara. Sono tutto orecchie – gli raccontai per filo e per segno tutto quello che successe ieri sera. Con mio sommo piacere, Jacob non riuscì a trattenere un gridolino di gioia quando seppe dell’ammissione alle università ed era veramente felice per me. fu molto meno contento quando gli raccontai che Charlie voleva che mi iscrivessi alla Dortmouth e io(causa soldi) no. Mi guardò truce e non riuscì a trattenersi nel dirmi che stavo sbagliando. Avrei dovuto accettare la proposta di Charlie invece di fare di testa mia.

Arrivammo all’ospedale praticamente in un batti baleno. Ero talmente assorta nella conversazione che non mi resi neanche conto del tempo che passava.. Jacob parcheggiò e insieme ci dirigemmo verso lo sportello delle informazioni. Sentivo il cuore prendere a correre all’impazzata. Ma avere Jacob al mio fianco mi aiutava ad affrontare la cosa.
-Buongiorno..- disse l’infermiera appena le fummo davanti –posso esservi utile?- mi fermai ad osservala per un attimo e notai prima di tutto la sua giovinezza. Se non fosse stato per l’abbigliamento l’avrei scambiata sicuramente per una nostra coetanea.  Avrà avuto si e no 25 anni. Carina all’apparenza e molto snella. Lanciò subito un’occhiata eloquente in direzione di Jacob e sperai con tutto il cuore che l’avvenenza del mio amico sorbisse effetti positivi sulla ragazza. Mi sporsi leggermente verso di lei imbarazzata per paura che potesse sentirmi qualcuno.
-noi volevamo avere delle informazioni riguardanti un dottore che lavorava qui da voi..- lasciai la frase in sospeso di proposito. Volevo vedere prima la sua reazione. Mi imbarazzava da morire andare in giro a chiedere informazioni sulla gente.
-a quale dottore vi riferite?- chiese un po’ sorpresa.
-al dottor Cullen!- disse Jacob al posto mio. Evidentemente il mio tentativo di nascondere l’imbarazzo era andato miseramente a farsi fottere.
-oh.. bè ecco. Si il dottor Cullen ha lavorato da noi. Ma non capisco cosa volete sapere sul suo conto. Anche perché noi non siamo autorizzati a fornire certe informazioni.- disse adesso sulla difensiva. Lo sapevo che avremmo fatto solo un buco nell’acqua.
-ecco vede noi.. vorremmo sapere solo dove lavora in questo momento. Sicuramente avrà lasciato un recapito nel caso in cui doveste contattarlo.- disse Jacob con tono languido. E la cosa mi stupii abbastanza a dire la verità. Per un momento concentrai la mia attenzione sul suo volto. Aveva stampato in faccia l’aria di chi intendeva fare colpo su una ragazza. Mi girai ad osservare l’infermiera anch’essa rimasta imbambolata ad osservarlo. Capii subito la tattica che voleva utilizzare Jacob. Non doveva essere sfuggito nemmeno a lui lo sguardo che l’infermiera gli lanciò appena entrato.
-bè..non so se posso..- ecco bene, stava cedendo!! La parte meno nobile di me esultava all’idea che a certe donne bastasse ricevere uno sguardo seducente per cadere in trappola.
-avanti.. lo sa che può! Le basterà solo guardare il nome della città e noi andremo via come se niente fosse. Nessuno, a parte noi tre, saprà che lei ci avrà dato quest’informazione. Saremo muti come una tomba glielo prometto - la vidi fissare Jacob intensamente e poi me. Annuii alla sua richiesta muta di complicità e subito si girò a cercare il fascicolo. Dentro di me esultai come una pazza.
-allora..- disse furtivamente
-qui c’è scritto che ha lasciato l’ospedale di Forks per trasferirsi a Los Angeles. Non c’è scritto altro purtroppo.-
-neanche un numero di telefono?- mi intromisi io a quel punto. Scosse la testa.  -no mi dispiace è tutto qui quello che sappiamo del dottor Cullen. Bravissimo medico, soprattutto molto gentile con i pazienti. Ma senza dubbio la persona più riservata dell’ospedale.-
Los Angeles. La bella e soleggiata Los Angeles non avrebbe mai potuto ospitare un clan di vampiri. Tantomeno quello dei Cullen. Sapevo che non ci avrebbe portato a niente chiedere delle informazioni qui. La riservatezza dei Cullen doveva rimanere tale. Mi demoralizzai all’istante. E adesso? Cosa avrei fatto? Dove altro avrei potuto andare a cercarlo?
-è stata preziosa signorina! Grazie infinte per la sua disponibilità- si rivolse Jacob prendendole la mano e baciandone il dorso. La ragazza sembrò avvampare. E non solo per la temperatura corporea di Jacob. Ero sicura che se non ci fosse stato il bancone per sorreggersi sarebbe stramazzata a terra. La ringraziai anche io e insoddisfatti ci dirigemmo verso l’uscita.

Sbuffai appena mettemmo piede fuori. E Jacob si avvicinò a cingermi le spalle.
-vedrai che li troveremo.-
-non penso proprio Jacob. Non so da dove cominciare. E anche se ottenessi delle informazioni non è detto che siano quelle giuste. Hai sentito prima? Los Angeles!! Come se fosse possibile .. forse stiamo solo perdendo tempo.-
-ehi, ehi..- disse scuotendomi per le spalle – non dire così. Vedrai, che ce la faremo. È vero Los Angeles non sarà la pista giusta, ma troveremo qualcos’altro. Non ti buttare giù. Focalizza quello che vuoi, quello che più desideri..- mi persi subito nel contemplare il viso perfetto di Edward e subito spuntò un sorriso sul mio volto – ecco hai visto? Dai andiamo forza.-
-grazie Jacob!- dissi abbracciandolo
-ahhhhhhh come faresti senza di me!-
-si hai ragione. Non so proprio come farei senza di te. E secondo me anche quella povera infermiera da oggi in poi non saprà più cosa fare senza di te!-
-ah ah, spiritosa.. intanto se non fosse stato per me non avresti neanche saputo il nome della città che il dottor canino ha lasciato come recapito..-
-si Jacob.. sei stato prezioso!- dissi imitando il tono della sua voce e alludendo alla performance di prima.
-ma sta zitta!sono stato fenomenale. La tua è tutta invidia! - disse superandomi e dirigendosi verso la macchina.
 
   
Una volta dentro non badai più alla strada, ne ad intavolare una conversazione con Jacob. Per quasi tutto il tragitto mi arrovellai il cervello nel vano tentativo di immaginare dove si potessero essersi trasferiti i Cullen. Sicuramente non in un posto caldo e con il sole perenne di Los Angeles! di case sparse per il mondo non ne sapevo neanche una. A meno che..
-Denali!- dissi improvvisamente e Jacob al mio fianco scattò spaventato
-dio Bella! Mi hai fatto prendere un colpo! Che cosa c’è a Denali?-
-Si. Come ho fatto a non pensarci prima. Sicuramente saranno andati dai loro amici a Denali!-
-Bella vorresti cortesemente spiegare anche a me quello che ti passa per la testa?-
-Jacob. Tu non capisci! Sono andati dai loro parenti a Denali! Sono altri vampiri vegetariani come i Cullen, solo che io non li ho mai conosciuti. Edward.. lui si è trasferito li per un po’ quando sono arrivata a Forks!-
Vidi Jacob concentrato ad assorbire le parole che gli avevo appena detto.
-Denali eh?-
-si Denali..- risposi io   
- Alaska!!!-
-si Denali è in Alaska! La conosci?-
-no non la conosco e francamente non ci sono mai stato.. ma non ci vuole un genio per capire che il viaggio per raggiungerla costa troppo!-
Sentii subito il rumore del castello che mi ero costruita per la gioia sgretolarsi nel nulla! E insieme a lui la consapevolezza che forse non avrei più rivisto Edward.
-non disperare Bella! Possiamo fare qualche ricerca e chiedere in agenzia il costo dei biglietti. Vedrai troveremo una soluzione!-
-aspetta, aspetta cosa? I biglietti? Jacob non se ne parla, non posso costringerti a venire con me-
-Bella non sei tu a costringermi. Sono io che voglio venire! Non penserai che ti lasci viaggiare tutta sola, alla ricerca di una famiglia di vampiri che neanche conosci? Vegetariani o no, tu non ci andrai da sola!-
-si ok.. ma non posso pretendere che spenda dei soldi per seguirmi in questo viaggio che forse non ci porterà a nulla!-
-non ti preoccupare per i soldi. Certo se potessi portarti con me raggiungeremmo l’Alaska correndo. Ti porterei in sella alla mia schiena di lupo se solo potessi. Ma siccome non voglio che tu diventa un cubetto di ghiaccio. Ci toccherà prendere un aereo..- gli risi in faccia e lo ringraziai per essermi accanto. Giungemmo casa mia che era quasi mezzogiorno. Lo salutai e gli promisi che avrei controllato su internet il costo dei voli per l’Alaska e che lo avrei chiamato subito appena avessi saputo qualcosa. Ma appena aprii la porta di casa trovai ad attendermi una sorpresa che mai mi sarei immaginata di ricevere. Mio padre con in mano una busta con scritto sopra il mio nome.
-chi me la manda?- chiesi trafelata
- è per te.. da parte di Alice Cullen!-
Forse non era tutto perduto.. forse c’era ancora qualche speranza!


 

Che vi sembra? Spero che non mi pigliate a pomodori in faccia..come ho già detto non voglio santificare Jacob, ma che ci posso fare se nella mia testa lo vedo così? Cosa vorrà la nostra Alice? Che ne pensate della discussione con Charlie? Bene, io mi ritiro in un angolino ad aspettate le vostre recensioni. Guardate che i tasti del computer non mordono mica eh?? Hihiii scherzo ovviamente.
Alla prossima ragazze! E grazie ancora a chi legge questa storia..♥

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Capitolo 12
*** capitolo 11 ***


                                          

Buon inizio settimana a tutte!!! Come va? Spero bene! Ecco qua il nuovo capitolo.. Vorrei ringraziarvi singolarmente per l’affetto che mi mostrate! Non potete capire quanto sia importante per me ricevere delle recensioni e che mi facciate capire che vi piace quello che scrivo! Quindi grazie, grazie, grazie!

Ok, la smetto! Vi lascio alla lettura..
 

 
Capitolo 11

 
Appena arrivata davanti la porta di casa, sospirai nel vedere la macchina di Charlie parcheggiata nel vialetto. Non volevo litigare con lui, ma se solo avesse detto un’altra parola sul College, non sarei riuscita a trattenermi dall’urlargli addosso. La vita era la mia e doveva lasciare che le decisioni le prendessi da sola.

Entrai in casa e subito lo vidi venirmi in contro. -papà.. come mai sei a casa? Stamattina sei uscito presto.. è successo qualcosa?- decisi di rompere il ghiaccio che si era creato tra noi dalla sera precedente, interpretando il ruolo della brava figlia.
-niente di terribilmente grave. Ti avrei avvisato lo sai. Hanno rubato nel negozio degli Smith stanotte e stamane sono subito venuti a chiamarmi appena hanno visto il negozio devastato dai ladri.- oh! rimasi interdetta dalle sue parole. Di solito a Forks non succedeva mai niente.. e pensare che così, dall’oggi al domani, avessero deciso di rubare in un negozio di articoli sportivi, era incredibile.
-è successo stanotte?-
-si stanotte. Stiamo lavorando sulle registrazioni delle telecamere per scoprire l’identità dei ladri. Per fortuna non si è fatto male nessuno..-
-si.. per fortuna-
Feci per voltarmi e andare in cucina quando la sua voce mi bloccò e mi fece girare
-è arrivata questa..- disse sulla difensiva prendendo dalla tasca posteriore dei pantaloni una busta
-chi la manda?- chiesi trafelata
- è per te.. da parte di Alice Cullen!-

Sentii le gambe iniziare a tremare a sol sentire pronunciare quel nome. Alice!  Forse non era tutto perduto.. forse c’era ancora qualche speranza! La presi nelle mani come se avessi paura di scottarmi le dita, felice ma allo stesso tempo impaurita da cosa potesse esserci scritto dentro. La aprii senza neanche pensare che di fronte a me ci fosse ancora papà, tanta era la curiosità di leggere il suo contenuto.

Appena l’aprii, fui sorpresa di trovarne un’altra, dentro, un pochino più piccola della busta che la custodiva. Sopra c’era scritto “leggi dopo”. Presi il foglio tra le mani e mi sentii emozionata a leggere quelle parole scritte con una grafia impeccabile..

“Carissima Bella,
Immagino già la tua faccia stupita a sol vedere questa lettera. Non preoccuparti sorellina, nessuno di noi si è dimenticato di te. Come avremmo mai potuto farlo! lo sai quanto ti vogliamo bene.. e soprattutto quanto te ne voglio io! Mi dispiace infinitamente non esserci viste  quando sono venuta a Forks. Mi ero preoccupata sai? Non riuscivo più a vederti e allora sono venuta a controllare di persona che stessi bene. E non sai quanto sono felice per te, se adesso hai trovato la tua strada.. e per quanto mi costa ammetterlo, vedrai sarai felice e vivrai una vita magnifica con Jacob. Beh, questo non posso dire di averlo visto ovviamente, ma se la tua scelta è caduta su di lui, deve ritenersi fortunato a prescindere solo perché ha trovato te!
Per ringraziarti di tutto l’amore che ci hai regalato. Vorremmo ringraziarti a modo nostro. Apri l’altra busta adesso..
Ps. Piccolo consiglio.. ti conviene sederti o appoggiarti a qualcosa se non vuoi stramazzare a terra per la sorpresa!”


Subito afferri la busta piccola e l’aprii ignorando le avvertenze di Alice. Dentro c’era una biglietto ripiegato e un altro foglio, anch’esso piegato in due. Lo stirai per bene nelle mani e subito iniziai a leggere.

“ non avercela con noi ti prego.. lo so che ti sembrerà un regalo eccessivo. Ma siamo sicuri che serviranno di più a te che a noi..

Non continuai a leggere la lettera nonostante ci fosse scritto dell’altro. Afferrai subito il biglietto ripiegato e lo girai per vedere cosa ci fosse al suo interno.
Appena ne lessi il contenuto non riuscii a trattenere un grido di sorpresa e di paura. Gli occhi mi si appannarono subito e sentii le gambe cedere. Non potevo credere a quello che avevo nelle mani. Era troppo! “regalo eccessivo”  aveva scritto.. Alice non aveva il peso della misura. Perché quello era un regalo spropositato! Nelle mani tenevo un assegno da 200 mila dollari! E ne sentivo tutto il peso poiché le gambe mi si piegarono e per poco non caddi a terra. Per fortuna Charlie, che aveva assistito sicuramente a tutta la scena, mi afferrò in tempo prima che cadessi e mi facessi un bel livido sul fondoschiena..

-Bella! Che c’è? Ti senti male? Sei sbiancata di botto!- disse conducendomi in cucina e facendomi sedere su una sedia.. io boccheggiavo alla ricerca d’aria. Mi sentivo scossa dagli spasmi.
-avanti Bella, respira..- e andò ad aprire la finestra per farci entrare un po’ d’aria. Lo vidi fare gesti in aria come se mandasse segnali di fumo. La cosa mi avrebbe fatto ridere se non fossi stata tanto impegnata a capire come respirare.
-cosa diavolo ci sarà scritto li sopra per farti prendere un attacco di panico?- chiese preoccupatissimo

Non lo ascoltai e ripresi la lettera nelle mani continuando a leggere
“ti preghiamo di accettare questi soldi senza farti troppi scrupoli.. meriti questo e altro. Spero che ti possano servire a costruirti un futuro..e perché no, anche a toglierti qualche sfizio ogni tanto. Così ogni volta che lo farai penserai alla tua amica un po’ pazza fanatica dello shopping, che ti ha voluto un bene dell’anima. Qui sono tutti impazienti che ti scriva quanto gli manchi e che ti pensano sempre. Non ci dimenticheremo mai di te Bella! Questa è una promessa! E speriamo tanto che neanche tu lo faccia. Ti vogliamo bene sorellina..Baci.

 
Famiglia Cullen “

 
Improvvisamente scoppiai in singhiozzi. Non potevo credere a quello che i miei occhi avevano appena letto:  Non ci dimenticheremo mai di te Bella! Questa è una promessa! Non credevo che quelle semplici parole avessero il potere di destabilizzarmi fino a quel punto. Ormai avevo perso ogni speranza di ritrovarli, e sapere che in qualsiasi parte del mondo si trovassero, mi portassero con loro e che lo avrebbero sempre fatto, mi riempiva il cuore di gioia. Non mi avevano dimenticato. Non avevano preso i ricordi più belli che ci legavano e li avevano buttati nella spazzatura. No. Loro mi volevano bene. Vidi papà inginocchiarsi di fronte a me e appoggiare entrambe le mani sulle mie ginocchia.

-Bella.. non fare così. Ti prego dimmi cos’è successo! Cosa ti ha scritto Alice?-
Non sapevo se dirgli o meno la verità..ma sapevo che non potevo nascondere a lungo un assegno che avrebbe incrementato notevolmente il mio conto in banca.
-papà.. non so cosa dire! I Cullen mi hanno fatto un regalo stupendo.. e io non so cosa fare.. vorrei ringraziarli. Dirgli che non li ho dimenticati e che li porterò sempre nel cuore e..e..e..e non mi sarei mai aspettata un regalo simile! – dissi non riuscendo a trovare neanche le parole giuste da dire.
-cosa stai dicendo? Di quale regalo parli?- mi chiese nella più totale confusione
-guarda..- gli dissi semplicemente porgendogli l’assegno

Lo vidi prendere quel piccolo pezzo di carta con titubanza e girarlo nella sua direzione. Lo vidi sbarrare gli occhi e aprire la bocca per lo stupore..
- O. Mio. Dio! Ma cosa.. Bella!! È un assegno da 200 mila dollari!!!-
Adesso era lui ad annaspare alla ricerca di aria..
-ma perché? Voglio dire.. come mai? Prima se ne vanno senza neanche salutarti e poi si fanno vivi regalandoti tutti questi soldi? Non ci posso credere!!-
-neanche io ci credo papà... ma è comunque un regalo! enorme..e.. eccessivo.. e... e non so cosa fare! Dimmelo tu papà! Cosa devo fare? Forse dovrei strapparlo.. ma è un regalo fatto da delle persone che mi vogliono bene! Lo hanno scritto nella lettera.. papà, loro mi pensano e continueranno a farlo per sempre! Edward mi ha lasciato.. ma la sua famiglia non mi ha dimenticato tanto in fretta come invece sembra averlo fatto lui.. dimmelo papà! Dimmi cosa devo fare!!- iniziai a parlare ininterrottamente senza sapere bene cosa stessi dicendo. Avevo ancora problemi a riprendere a respirare normalmente e anche la testa sembrava andare per conto suo. Non riuscivo a credere a quello che i Cullen avevano fatto per me! e non sapevo cosa fare con quell’assegno...
-bè, non so.. buttarlo sicuramente no! È un regalo enorme e senza dubbio può aiutarti a risolvere tanti problemi e a stare tranquilla per un bel po’ a livello economico. Se te lo hanno mandato vuol dire che non hanno nessun problema a privarsi di tanti soldi e vogliono che sia tu a beneficiarne. Io credo sia meglio parlarne direttamente con loro. Chiamali fatti spiegare come mai di questo regalo..-
-papà. In realtà non serve farmi spiegare da loro il motivo di questo regalo.. nella lettera non c’è scritto, ma io so perché lo hanno fatto. Li ha spinti il senso di colpa nei miei confronti a fare una gesto simile. Loro sanno quanto deve essere stata dura per me affrontare il secondo abbandono di Edward e si sentono in colpa per non aver potuto fare niente! Alice.. lei sapeva della mia recente storia con Jacob e sicuramente hanno voluto rimediare mandandomi un assegno che può rendermi la vita felice..o meglio, che può renderla felice a me e Jacob -

Si. Adesso capivo il motivo di questo loro regalo. Adesso mentre lo dicevo a mio padre prendevo chiara consapevolezza del loro gesto! Ad una persona esterna poteva sembrare anche un gesto di comodo. Ripulirsi la coscienza mandandomi dei soldi per costruirmi una vita felice senza di loro.. ma io sapevo che in fin dei conti non l’avevano fatto per questo. La benevolenza e il cuore puro che contraddistingueva ogni membro della famiglia Cullen, non li avrebbe mai portati a comportarsi così. L’augurio che trascorressi una vita felice con Jacob li aveva portati a farmi questo regalo. E io volevo ringraziarli oltre ogni modo, se solo avessi avuto un loro recapito.
-e poi non ho nessun numero a disposizione per chiamarli.. non so più niente di loro.- dissi affranta. Ma purtroppo era la verità!
-possibile che non ti abbiano lasciato nemmeno un indirizzo? Sulla busta non c’è scritto l’indirizzo del mittente, solo il nome di Alice. Non so.. magari potresti chiedere a un loro parente? Quando eri insieme a loro non ti hanno mai parlato di parenti, amici, cugini? Ci dovrà pur esserci un modo per contattarli!-
Bè.. forse un modo per trovarli c’era.. gli unici che potevano sapere dove fossero finiti i Cullen erano i cugini dell’Alaska. Ma non ero in possesso del loro reale indirizzo, sapevo solo che risiedevano a Denali. E andarci di persona, come aveva constatato Jacob poco prima in macchina, era un po’ troppo dispendioso.. se solo avessi avuto la possibilità di affrontare un viaggio!

E come il sole che improvvisamente riappare dalle nuvole e rende tutto più nitido e pieno di vita, tutto mi fu chiaro e un sorriso apparve all’istante sul mio volto... Sii! Come avevo fatto a non pensarci prima!! Alice! O Alice.. era un genio! Inviarmi i soldi proprio adesso per condurmi in modo indiretto al posto dove avrei potuto trovarli! Forse doveva aver visto in qualche sua visione il mio desiderio di partire per Denali e che non avessi abbastanza soldi per andarci!
-cos’è quel sorrisino Bella? Fino a poco fa piangevi.. -
-grazie papà! Mi hai fatto capire come trovarli! Sono in Alaska! Dai loro cugini a Denali! E adesso che ho tutti questi soldi non dovrò più farmi problemi per andare da loro! Chiamo subito Jacob. Dobbiamo organizzare tutto per la partenza e..- ma mio padre mi afferrò per un braccio e mi fece fermare. Avevo cominciato a girare per la stanza dall’euforia.
-aspetta signorina! Cosa vuol dire “Chiamo subito Jacob. Dobbiamo organizzare tutto per la partenza” tu non vai da nessun parte! Non senza il mio permesso!- ecco lo sapevo..
-ma papà.. ma se sei stato tu a dirmi di doverli ringraziare per i soldi? Ho deciso.. li raggiungo a Denali così ne parleremo faccia a faccia. Ti prego papà non dirmi di no! Sai quanto sono importanti per me. E comunque non ci andrò da sola, Jacob verrà con me! so già che mi dirà di si. –
-ma.. come puoi volergli ancora così bene dopo tutto quello che ti hanno fatto? Voglio solo che non ti faccia del male bambina mia. E ho pura che rivederli e soprattutto rivedere Edward ti possa far toccare il fondo ancora una volta.. e non voglio che questo accada di nuovo.-

Sentii subito gli occhi pizzicarmi e non potei fare a meno di sentire stringermi il cuore al sol pensiero di vedere di nuovo Charlie preoccupato per me! ma questa volta non l’avrei permesso.. avrei voluto dirgli che adesso ero più forte! Che avevo acquisito sicurezza.. dopotutto ciò che non ci distrugge ci fortifica.
-papà non preoccuparti. Starò bene! Te lo prometto.. ma io devo andare! Non provare a fermarmi. Lo sai che lo farei comunque.. ma sono più tranquilla a sapere che non sei all’oscuro di tutto-
-ok. - disse in un sospiro – ma mi devi un favore.. e ti prego sta attenta!-
-te lo prometto- gli dissi scoccandogli un bacio sulla guancia e andando in camera mia alla ricerca del cellulare per telefonare a Jacob. 
Ero in attesa di una sua risposta dall’altra parte della cornetta quando sentii la sua voce sorpresa.
-pronto Bella?-
-Jacob.. devo parlarti.. è successa una cosa inaspettata quanto provvidenziale! Prepara le valige.. andiamo in ALASKA!-  Gli raccontai tutto e come me, non poté negare il fatto che quei soldi, arrivati in maniera tanto improvvisa, dovevano essere frutto dell’ingegno di Alice. E come mi aspettavo fu entusiasta di partire. Volevo andare subito a prenotare i biglietti per entrambi e al primo volo disponibile saremmo partiti.

Dopo averne parlato con mio padre, decisi che non avrei incassato immediatamente l’assegno. Volevo prima trovare Alice e parlare con lei. Intanto avrei comprato i biglietti per entrambi con quel poco di soldi che tenevo da parte. Non avrei permesso che Jake spendesse nemmeno un soldo.

La signorina dell’agenzia si stupì abbastanza della mia irruenza nel voler partire immediatamente. Mi guardò sbigottita per tutto il tempo della prenotazione. Il primo volo disponibile era per le 7 della mattina seguente, il che voleva dire svegliarsi almeno per le 5 e andare a Port Angeles, e in un primo momento fui tentata di prendere quello successivo delle 12. Ma poi decisi che non volevo perdere altro tempo prezioso e feci prenotare i posti su quello delle 7. Alla fine quando mi diede in mano i due biglietti mi sentii come su una nuvola e tanto felice. Presto avrei rivisto il mio Edward e il resto della famiglia Cullen. E allora non avrei avuto più nessun tentennamento. Gli avrei confessato tutte le mie paure e sarei stata pronta ad affrontare qualsiasi loro reazione.

******************

Quella notte la trascorsi completamente insonne. Tra l’agitazione della partenza, l’ignoranza di cosa mi aspettasse una volta arrivati a Denali e l’ansia di mio padre per nulla contento di questo viaggio improvviso, mi rigirai nel letto per tutta la notte. Speravo almeno che l’agitazione andasse via non appena avessi messo piede sull’aereo. Una volta li sopra sarei stata solo impaziente di arrivare a destinazione.
La sveglia mi trovò pronta a scattare non appena si mise a suonare e in fretta  e furia andai in bagno a prepararmi. Cercai di fare meno rumore possibile, dopotutto erano le 5 del mattino e Charlie riposava nella sua stanza. Aveva insistito perché lo chiamassi e lo avvertissi della mia partenza ma non volevo svegliarlo e soprattutto non volevo vedere ancora una volta il suo viso che mi implorava di non partire. In meno di 10 minuti fui pronta e scattai a prendere il cellulare per telefonare a Jacob. Mi rispose dopo il terzo squillo dicendomi che stava guidando e che era quasi arrivato sotto casa mia. Iniziai a scendere le scale con in mano il misero borsone che avevo preparato per il viaggio. Dopotutto non saremmo rimasti via per molto tempo, giusto la possibilità di ritrovare i Cullen e parlare con Edward. E poi.. poi.. non sapevo quello che mi aspettava... ci avrei pensato dopo! Una mano mi bloccò prima di uscire fuori di casa, Charlie. Mi voltai e lo vidi ancora assonnato e con il pigiama addosso.
-state attenti mi raccomando..- mi disse abbracciandomi
-non preoccuparti papà. Torno presto!- Aspettò insieme a me l’arrivo di Jacob nonostante gli dicessi di tornarsene a letto, ma non mi lasciò per un secondo e andò via solo quando mi vide seduta in macchina mentre lo salutavo dal finestrino.
-allora.. sei agitata?- già lo ero per conto mio non serviva che me lo ricordasse
-si vede tanto?-
-giusto un po’! rilassati Bella, vedrai andrà tutto bene.-
-come fai a dirlo? Non sappiamo neanche dove cercarli. Uff.. adesso l’unica cosa che voglio è salire su quel maledetto aereo e arrivare a destinazione!-
-non dimenticarti che di fianco a te hai un licantropo. Il mio naso è fatto apposta per fiutare l’odore dei vampiri, vedrai sarà un gioco da ragazzi trovarli. Ci sposteremo verso la periferia della città e da li seguiremo l’odore, sicuramente abitano in una casa sperduta nel bosco, come i Cullen! Non preoccuparti li troveremo..- menomale che c’era Jacob con me! lui mi rinfrancava sempre e se per caso mi demoralizzavo trovava sempre un modo per tirami su. Speravo solo che fosse veramente facile come sosteneva lui.

L’aereo stranamente fu puntualissimo e partimmo lasciandoci alle spalle la nostra amata Forks. Com’era strano pensare a Forks come al mio posto preferito, fino a due anni fa non ci avrei messo piede neanche sotto tortura, e invece adesso era l’unico posto dove mi sentissi a casa. In quel posto avevo trovato l’affetto di un padre che troppe volte avevo considerato un estraneo. Avevo trovato l’affetto di un amico meraviglioso che era sempre pronto a sostenermi e a tenermi per mano. Ma soprattutto avevo trovato l’amore. Se me l’avessero detto non ci avrei mai creduto! Per me non era mai stato facile parlare d’amore o anche solo avvicinarmi ad un ragazzo senza che prima diventassi una torcia umana dall’imbarazzo. Ma con Edward fu tutto diverso. Sarà stata la sua natura a farmi pensare che fin da subito non poteva essere considerata una cotta quello che ci legava. No. Con lui fu subito amore e neanche la morte è stata in grado di separarci, neanche dei vampiri assetati di sangue ci sono riusciti, solo noi due siamo stati in grado di dividerci. Solo la nostra stupidità ci è riuscita. E per questo amore immenso, che oggi come esattamente due anni fa è vivo e smisurato dentro il mio cuore, ero disposta a lottare per riavere l’unica persona in grado di farmi sentire completa, viva, amata. Il mio Edward! In tre ore e mezza l’avrei raggiunto e speravo solo che mi desse la possibilità di spiegargli le insulse motivazioni che mi avevano allontanato da lui.
-Bella? Ei Bella? Svegliati stiamo per arrivare..- una voce mi stuzzicava l’orecchio facendomi rabbrividire e in quel momento capii di essermi addormentata e di aver trascorso l’intero viaggio appoggiata alla spalla di Jacob che galantemente mi sorreggeva. Non potevo credere di aver dormito per tutto il tempo!
-di la verità, non hai chiuso occhio stanotte eh? Hai fatto bene a riposare..-
-scusa, non sono stata per niente di compagnia.- dissi provando a sistemare alla meglio i capelli e tornando sul mio lato del sedile.
-figurati.. lo sai che con me non devi farti problemi, sentiti libera di fare quello che vuoi.-
-ti ho già detto grazie oggi?-
-mhh a pensarci bene.. no! Ancora non me l’hai detto.- disse mettendosi a ridere
-allora Grazie. Non so proprio come farei senza di te. Guardati, sei seduto su un aereo in viaggio per l’Alaska e nemmeno ti lamenti. Sei il migliore amico che potessi desiderare.- mi sorrise e scherzosamente mi passò una mano tra i capelli come per distogliere l’attenzione da se stesso. L’avevo messo in imbarazzo.

L’aereo non tardò ad atterrare e come le ruote stridettero a contatto con la pista d’atterraggio il mio cuore al contrario prese il volo. Ero agitata più che mai e volevo avere solo la conferma che quel viaggio non fosse stato inutile. Volevo rivedere Edward e anche se non mi avesse più voluta almeno avrei portato per sempre con me la sua immagine, consapevole questa volta che fosse davvero l’ultima. Non appena scendemmo all’esterno fummo subito investiti dall’aria più fresca che si respirava da quelle parti e Jacob mi fu subito accatto prendendomi la mano.
-allora sei pronta?-
-prontissima!- dissi risoluta.
E così ci incamminammo verso l’uscita dell’aereo porto.

 
 

Riusciranno i nostri eroi a trovare quello che cercano??? Non dovete attendere tanto.. il prossimo cap. arriverà esattamente tra 5 giorni!
Cosa ne pensate della lettera di Alice? Era veramente questo il suo intento? Farli partire alla volta di Denali? Forse Bella si è immaginata tutto chi lo sa.. ma è probabile che trovi comunque qualcosa.. ok basta!
Aspetto con ansia di leggere le vostre recensioni!! Mi raccomando scrivete,  scrivete,  scrivete,  scrivete,  scrivete,  scrivete,  scrivete,  scrivete,  scrivete,  
scrivete…

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Capitolo 13
*** capitolo 12 ***


                                                       

Ecco  qua il nuovo capitolo… vi ringrazio per le recensioni che mi avete lasciato la settimana scorsa e vi invito anche questa volta a dirmi cosa ne pensate!!!
Scappo non posso trattenermi oltre! Vi lascio alla letturaaaaaaaaaaa…

Capitolo 12
 

Dire che era come trovarsi nella situazione dell’ago nel pagliaio era dire poco! Non appena mettemmo piede fuori dall’aereo porto ci trovammo in una situazione un po’  complicata. Da dove avremmo cominciato a cercare?? Jacob insisteva perché ci spostassimo nella periferia della città o verso le case che confinavano con il bosco. Si, ma da quale parte andare? Se avessimo dovuto setacciare la città da cima a fondo non ci sarebbe bastato un intero giorno. Quindi a conti fatti, ci trovavamo in una città sconosciuta, alla ricerca di un clan di vampiri vegetariani, senza la minima idea di dove cominciare e con l’entusiasmo sotto le suole delle scarpe! AIUTOOO!!

-la pianti di fare così Bella? È snervante!- non la smettevo di sbuffare e ormai mi trascinavo come un bradipo invece di camminare.
-si lo so.. scusa, è che ho perso le speranze tutto qui!- era dura ammetterlo, soprattutto di fronte a Jacob e dopo averlo trascinato in quel viaggio.
-mamma mia come ti demoralizzi! Bella, lo so che non sarà facile e che è più di mezza giornata che non facciamo altro che girare da nord a sud questa città, ma non ti abbattere.. credo che siamo sulla buona strada!- si come no.. seguire le indicazioni di un anziano signore che sembrava essere uscito da un bar dopo essersi scolato mezzo bancone degli alcolici e averci detto che conosceva personalmente la famiglia di Tanya , era molto affidabile! Ma Jacob pensava il contrario e allora mi sono detta : perché no! E così eccoci a camminare nel deserto assoluto dopo aver lasciato la pensione che avevamo trovato per trascorrere la notte, il taxi che ci aveva condotto fino a li e dietro di noi 10 minuti di cammino dalla città! 
-se lo dici tu! Ma senti un po’ ,  possibile che non abbia ancora fiutato niente?-
-no, niente.. che ne dici se provo a trasformarmi e a vedere se più in la ci sono delle tracce?-
-o-ok..- non mi allettava l’idea di rimanere sola ma se fosse stato utile per una svolta..
Si allontanò di poco e andò verso un albero, capii subito che stava per spogliarsi e lasciare la sua roba a terra. Mi voltai con le guance arrossate... mi sentivo ancora un po’ in imbarazzo nei confronti di Jacob, dopotutto ci eravamo lasciati neanche da tre giorni. E non potevo sapere cosa pensasse o come si sentisse a stare con me comportandosi da semplice amico. A volte mi capitava di vederlo assente e un po’  triste. Ma non facevo mai in tempo a chiedergli a cosa pensasse che subito mi guardava e mi sorrideva, e a me dispiaceva infinitamente sapere che la causa della sua tristezza ero io.
-Jacob?- lo chiamai per sapere se avesse finito
Ma in cambio di una sua risposta ricevetti un latrato e una carezza sulla spalla. Di fianco a me ora c’era l’enorme lupo rossiccio. Sembrerà starno ma mi faceva una tenerezza incredibile, avrei tanto voluto coccolarlo come se fosse un peluche! Non mi aveva mai fatto paura, fin dalla prima volta in cui lo vidi mi sentii subito a mio agio a stare con lui in quella forma.
Mi fece cenno con la testa e capii che stava per allontanarsi.
-va bene vai.. ma sta attento mi raccomando!- come al solito sbuffò e andò via correndo.

Rimasi sola a fissare il punto in cui non lo vidi più e piano mi avvicinai all’albero dove aveva depositato la sua roba. Mi sedetti a terra e il contato con l’erba fredda mi fece rabbrividire. Dopo un po’ decisi di chiamare Charlie per interrompere il silenzio che c’era intorno a me.
Rispose al terzo squillo.
-Pronto, casa Swan..-
-ciao papà!- dissi mostrandogli entusiasmo, non volevo dargli la soddisfazione di pensare che quel viaggio si fosse dimostrato inutile.
-Bella! Come va? Tutto bene?-
-si tutto bene.. scusa se non ti ho chiamato prima ma siamo stati un po’ …indaffarati-
-siete riusciti a trovarli?- mi chiese con tono quasi allarmato. Sapevo che non voleva che rivedessi Edward.
- ci siamo quasi! Abbiamo trovato una pista e.. e la stiamo seguendo, non preoccuparti papà ti chiamerò non appena li troveremo, promesso..-
-ok.. ma state attenti! E Jacob?-
O mamma! E adesso?
-è qui.. ti..ti saluta- non potevo dirgli che adesso era chissà dove a correre nelle sembianze di un lupo! Come minimo gli sarebbe preso un infarto!
-va bene.. siate prudenti e chiamami quando hai novità, va bene?-
-ok, ci sentiamo dopo..-
-ciao Bells..-
-ciao - Interruppi la telefonata e mi guardai intorno, quel posto era un incanto! Completamente verde e pieno di fiorellini colorati, gli alberi ricoperti di foglie e il sole, che timido faceva qualche sporadica apparizione da dietro le nuvole, rendeva tutto di un verde chiarissimo.  Ripensai subito alla nostra radura e non potei evitare allo stomaco di contrarsi. Non ci ero più stata da.. da.. non ricordavo nemmeno io da quanto tempo non ci andavo. Senza Edward non riuscivo più a fare le cose che un tempo mi rendevano felice. Alzai di scatto la testa al cielo e mi guardai intorno, un rumore aveva colto la mia attenzione e si avvicinava sempre di più! Mi allarmai subito non riuscendo a capire cosa fosse. Il rumore si intensificò e fui costretta a tapparmi le orecchie. Per la paura mi ero quasi rannicchiata in posizione fetale, con le braccia mi cingevo le gambe. Dov’era finito Jacob! Jacob.. Jacob..Jacob.. stavo iniziando a preoccuparmi per lui..
-JACOBBBB!!!- Urlai come un pazza appena mi fu davanti! Era lui a fare tutto quel casino!!!!
-ma sei forse impazzito? Vuoi farmi morire di crepacuore?- non mi ascoltò nemmeno e andò dietro l’albero dov’ero appoggiata. Sentii subito la sua risata
-hahahha sei uno spasso Bella! Avresti dovuto vedere la tua faccia!!-
-smettila!- subito lo spintonai quando sbucò fuori
-ma fai sempre questo baccano quando corri per la foresta? Sembrava che da un momento all’altro dovesse spuntare fuori un carro armato.. non sto scherzando Jake mi hai fatto venire paura.. e smettila di ridere di me!-
-non corro sempre così, è che mi stavo divertendo un po’, era da molto che non mi trasformavo, almeno da quando ho avuto l’incidente e tornare a correre e sentire tutta la forza nei tessuti mi ha rinvigorito all’istante! Mi stavo solo divertendo un po’.. scusa tanto Bella, no volevo spaventarti!- 
-dimmi almeno che hai trovato qualcosa ti prego!!-
-ebbene.. si! Li ho trovati!-
Non potei evitare di urlare di gioia. Finalmente li avrei rivisti!! Il mio cuore prese a battere più veloce delle ali di un colibrì
-e dove.. dove sono? Andiamo forza!- dissi incamminandomi verso la foresta
-ehmmm Bella? È un pochino troppo distante da raggiungere a piedi, ci metteremmo un intera giornata.. conosco un altro modo per arrivarci alla svelta..-
-eh? No, no, no, no, no, no! Io non con te non ci vengo! Non dopo che mi hai mostrato quanto riesci a correre e quanto sei veloce! No Jake, scordatelo!-
-ma perché? Ti prometto che andremo piano, manterrò un’andatura moderata, ma non costringermi ad affrontare tutto quel viaggio a piedi.. ti supplico..- lo guardai risoluta non avrei ceduto. Mi aveva messo davvero una paura folle!
-se fosse stato qualcun altro a chiedertelo non avresti detto di  no..- e mi sentii morire per il tono in cui l’aveva detto. Però non potevo di certo dargli torto, con Edward non mi facevo di questi problemi. Come potevo anche solo resistergli se ogni volta mi implorava si salire sulla sua schiena con quel sorriso mozzafiato che  mi faceva ogni volta che voleva ottenere qualcosa da me? aveva ragione mi stavo comportando da stupida..
-ok! Ma promettimi che non andremo troppo veloci! Promettimelo! – un sorriso apparve sul suo volto
-va bene te lo prometto! Aspettami qui.. torno tra un attimo!- e sparì per tornare poco dopo in forma di lupo con in bocca i suoi vestiti. Li afferrai e li misi sottobraccio. Lo guardai dubbiosa e confusa. Non sapevo ne da dove salire e ne dove aggrapparmi senza fargli del male. Per fortuna si abbassò quel tanto che bastava da permettermi di salirgli in groppa e attaccarmi al suo collo. Il suo pelo era di una morbidezza assurda e mi faceva anche un po’ il solletico alla faccia. A dire il vero era tutta la situazione a farmi ridere. Se solo mi avessero detto un giorno che mi sarei ritrovata aggrovigliata sulla schiena di un licantropo avrei chiamato subito il manicomio. Ma non era finzione.. era la realtà! Jacob tornò completamente eretto e mi stupii di quanta fosse l’altezza che mi separava dal suolo. Mi fece cenno con la testa ed io mi aggrappai sempre più forte attorno al suo collo. Fece anche il verso di soffocare e non potei evitare di ridere. Partimmo spediti nel bosco e per quanto potesse apparire incredibile mi stupii di trovare la schiena di Jacob molto comoda. Certo sentire tutti i muscoli contrarsi dalla corsa non era tanto piacevole, ma tutto sommato non potevo lamentarmi. Un’altra cosa da aggiungere alla lista delle stramberie. Stare aggrappati alla schiena di un licantropo mentre corre? Fatto!
 
Dopo aver percorso parecchio cammino, Jacob iniziò a rallentare. Non ci eravamo fermati neanche un attimo, troppo impegnati a raggiungere la nostra meta. Io dal canto mio non potevo di certo dire di aver goduto del paesaggio o di quello che ci circondava, avevo mantenuto gli occhi chiusi fin dalla partenza.
Sentii un lamento provenire dalla gola di Jacob e riaprii gli occhi imbarazzata capendo di essere rimasta attaccata senza muovermi anche dopo che ci eravamo fermati.
-oh.. si scusa..-  si abbassò e mi fece scendere. Traballai un po’ prima di acquisire di nuovo l’equilibrio e per fortuna che non mi girava la testa.
Jacob reclamò i suoi indumenti e dopo averli afferrati in bocca si allontanò verso una zona più appartata. Lo aspettai impaziente di correre da Edward !
-allora? Com’è andata? – mi chiese non appena riapparve vestito dei suoi abiti da umano.
-mhhh è andata..- dissi provocandolo
-avanti Bella! Non dirmi che non ti sei divertita neanche un po’!-
-si, ok è stato strano.. ma... mi sono divertita un mondo Jacob!!!-  e mi misi a ridere
-te lo avevo detto che ne sarebbe valsa la pena, e poi mi sono comportato bene non sono andato troppo veloce..-
-si è vero! Ti sei comportato bene.. e grazie ancora di essere venuto con me! dopo questo viaggio non so proprio come avrei fatto senza di te.. a proposito, come va la schiena? Ti ho fatto male?-
-scherzi? A parte qualche piccolo episodio in cui mi stavi quasi per strangolare la schiena è a posto, non temere!-
-da che parte dobbiamo andare adesso?- gli chiesi visto che ci eravamo fermati ma eravamo ancora nella foresta
-di la seguimi.. ho preferito cambiarmi adesso e proseguire a piedi.. dopotutto, siamo quasi…arrivati..- e nel dirlo scostò degli arbusti che formavano una parete di rami e la casa ci si parò davanti in tutta la sua magnificenza!

Era una casa stupenda! Poteva sembrare una baita di montagna.. solo.. 10 volte più grande! Era costruita in pietra e le vetrate della casa spiccavano nella loro grandezza. Aveva dettagli in legno che ricoprivano gli interni della casa ma ben visibili anche dall’esterno. Le luci erano accese segno che, per fortuna, ci faceva ben sperare ti trovare qualcuno.
Ci avvicinammo con cautela, erano pur sempre dei vampiri dotati di ottimo udito e di ottimo fiuto. Non sarebbe di certo sfuggito l’odore di sangue umano e l’odore di licantropo.
Stavamo per raggiungere l’ingresso quando qualcuno si parò davanti alla porta di casa guardandoci e io mi spaventai. Mi attaccai al braccio di Jacob che mi strinse per la vita infondendomi sicurezza.
-vogliamo solo parlarvi! Veniamo in pace..- disse Jacob per tranquillizzare l’uomo che non aveva smesso un attimo di guardarci.
Dopo un po’ aprì la porta e uscì all’esterno.
-chi siete? Che cosa volete?-
-veniamo da Forks..-mi azzardai a dire io – stiamo cercando la famiglia Cullen! Siamo loro amici, pensiamo che vivano qui insieme a voi..-
-voi conoscete Carlisle?-
-si, e tutto il resto della famiglia..- gli rispose Jacob
-e.. come mai li cercate? E come mai proprio qui?-

Mi staccai dal braccio di Jacob e avanzai un po’ verso quell’uomo
– io e il mio amico stiamo cercando i Cullen e spero proprio che voi possiate aiutarci. So che vi considerate come dei parenti e in più di un occasione ci siamo ritrovati a parlare di voi, solo che non ho mai avuto il piacere di conoscervi.. io sono Bella..- dissi allungandogli la mano. A sentire pronunciare il mio nome mi parve quasi di vederlo sussultare. Allungò la mano verso la mia e me la strinse.
-piacere Bella, io sono Eleazar.. e il tuo amico licantropo l’addietro è?-
-io sono Jacob!-
-è un piacere conoscerti Jacob.. non avrai brutte intenzioni spero..- lo guardai sbalordita e mi intromisi fra i due
-o no! Lui è mio amico e amico dei Cullen, mi ha accompagnato fino a qui ma le assicuro che non ha brutte intenzioni.. vero Jacob?- dissi rivolgendomi al diretto interessato 
Mi guardò assottigliando gli occhi e poi guardò Eleazar
-solo se non me ne darete modo.. ovviamente!-
-ovviamente!- replicò quest’ultimo
-ma prego.. accomodatevi in casa..- disse tornando indietro e tenendoci la porta
aperta. Io iniziai subito a boccheggiare non appena misi piede dentro.
Quella casa era una favola!

Il salotto era enorme e bellissimo con i divani bianchi posizionati in mezzo alla sala e le vetrate si affacciavano sulle montagne imbiancate. Lateralmente si accedeva alla cucina che  si intravedeva appena.

-accomodatevi, chiamo gli altri..- ci diede la spalle e io e Jacob ci guardammo in attesa che tornasse. Mi accomodai stremata sul divano e Jacob invece si spostò verso le finestre.
-Bella!- mi chiamò Eleazar – ti presento la mia compagna.. lei è Carmen!- e una signora bellissima dai tratti delicati mi si parò davanti reclamando la mia mano.
-è un piacere conoscerti Bella! Abbiamo sentito tanto parlare di te!- e il suo accento spagnolo  mi catturò all’istante. Ma la cosa che mi lasciò senza parole era il fatto che già mi conoscessero!
-piacere..- dissi stringendogli la mano. Il quello stesso istante comparvero sulla porta tre ragazze, naturalmente bellissime che non potei fare a meno di ammirare.
-lei è Kate..-
-piacere di conoscerti Bella!- mi sorrise e mi strinse la mano che gentilmente avevo allungato verso la sua direzione.
-lei è Irina..- continuò Eleazar presentandomi la seconda ragazza un po’ più distaccata della precedente ma senza dubbio molto affascinante. Feci lo stesso gesto con la mano e lei ricambiò mantenendo lo sguardo basso.
-e lei è .. Tanya..- Tanya! La famosa Tanya! Il mio incubo peggiore.. pensare che anche lei fosse innamorata di Edward mi faceva ribollire il sangue nel cervello! Una volta mi ero addirittura paragonata a lei. Ma ora vederla di persona e vedere la sua bellezza mozzafiato mi faceva sprofondare sotto un metro di terra! Come avrei mai potuto competere ?
-Tanya..- dissi allungando la mano e stringendogliela.  Lei nell’afferrare la mia la strinse un pochino troppo forte. Infatti sentii le dita scrocchiare.
-e così tu saresti la famosa Bella!!-
La guardai sbigottita non capendo il suo tono acido e privo di gentilezza. Dopotutto ci conoscevamo da quanto? 30 secondi?
-che vuoi dire con questo?-
-voglio dire che tu non sei affatto una sconosciuta per noi.. qui sei famosa per la tua.. come dire.. influenza nei confronti di.. Edward!-
-allora è qui..- mi lasciai sfuggire involontariamente. Sentii il cuore accelerare la sua corsa. Finalmente lo avrei rivisto..
-come prego?- mi chiese guardandomi confusa e incuriosita
E allora capii –lui..lui non è qui?-
-ti riferisci ad Edward cara?- mi chiese a quel punto Carmen
-si, e a tutto il resto della famiglia Cullen.. loro non sono qui?- li guardai uno per uno e l’unica cosa che vidi fu il loro dissentire con la testa. Allora era stato tutto inutile! Quel viaggio era stato inutile... ma allora perché Alice mi aveva inviato quei soldi?

Mi girai a guardare Jacob che non aveva proferito parola fino a quel momento e lo vidi intristirsi per me. Mi guardò con occhi di comprensione misti a dispiacere. Io mi sedetti sul divano e mi lasciai cingere le spalle dal suo abbraccio consolante.
-ma perché credevate di trovarli qui?- mi chiese all’improvviso Eleazar –voglio dire tra tanti posti, perché proprio qui..-
- perché non so in quale altro posto cercarli.. perché mi hanno detto che siete parenti e che vengono spesso a trovarvi.. perché.. perché Edward è venuto qui la prima volta..- non potei evitare di farmi prendere dallo sconforto e lasciai alle lacrime di scendere libere sul mio viso
-posso farvi una domanda se non sono indiscreto? Perché li cercate? –
E allora gli raccontai tutto quello che era successo fino ad allora. Ovviamente evitai di parlargli delle mie paure e del ruolo di Jacob. Mi limitai a dirgli solo che Edward mi aveva lasciato portando con se tutto il resto della famiglia perché io mi ero mostrata incerta sui sentimenti che provavo per lui e che lo avevo deluso. Ma che avevo capito anche di aver sbagliato, che volevo rimediare hai miei errori e che se mi avesse ancora voluto io volevo riprendermelo... 

Mi guardarono tutti stupiti e io mi sentii doppiamente male nel raccontargli tutta la storia. Era come rivivere tutti quei momenti per una seconda volta.
-mi spiace Bella.. hai fatto tutta questa strada per niente, ma purtroppo noi non sappiamo come rintracciarli. Vedi, quando ci spostiamo alle volte è anche perché non vogliamo essere trovati e in genere se vogliamo stabilire un contatto è sempre chi va via a chiamare per primo. Ormai sono mesi che non sentiamo più Carlisle e la sua famiglia..-  mi sentii un po’ rinfrancata da quelle parole, almeno non ero l’unica a non sapere dove fossero finiti. Un sospiro di irritazione ci fece voltare tutti nella direzione di Tanya. Ma che problema aveva quella ragazza?
-cosa c’è Tanya?- chiesi nella confusione più totale
-mi fai solo ridere Bella!! Adesso capisci cosa vuol dire perdere Edward? Quando l’hai avuto non hai esitato un attimo ad avere dubbi sul tuo amore per lui e ora mi vieni a dire che hai sbagliato? Che vuoi rivederlo per dirgli che lo ami ancora? Per riprendertelo? Cresci mia cara Bella! Pensi che Edward ti vorrà ancora? Sei tanto ingenua da pensare che ti abbia aspettato? Lui è cosi bello, dolce e affascinante che dubito non ti abbia già rimpiazzato con una ragazza 100 volte migliore di te!
Le sue parole mi colpirono nel vivo e a stento riuscii a trattenere le lacrime. E tutti in realtà la guardavano un po’ sorpresi..Ma nonostante tutto sentii la rabbia montarmi dentro come un fuoco
 -senti sciacquetta!- Sciacquetta? Ma da dove mi era uscito??-  Io non so quale sia il tuo problema!! Non so se mi abbia rimpiazzata o meno, se mi abbia già dimenticata o no! Ma non mi fermerò di certo solo perché sei tu a dirmelo! Ho sbagliato e sono pronta ad affrontare ogni conseguenza delle mie azioni, ma deve essere lui a dirmi tutte queste cose! Sono venuta con lo scopo di cercarlo proprio perché non posso vivere nel dubbio per sempre! Io lo amo! E voglio tentare qualsiasi strada per riprendermelo! La tua è solo cattiveria gratuita, non riesci ad accettare il fatto che non ti abbia voluto e adesso vuoi vendicarti su di me!-

Sentii un fischio di apprezzamento da parte delle persone che si gustavano il nostro show
-che caratterino la ragazza!-
-taci Kate!- le gridò Tanya
-è vero non mi ha voluto. Ma non è per questo che ti dico queste cose! Io non voglio vederlo soffrire a causa tua. Edward è una persona meravigliosa e merita di più che avere al suo fianco un’umana che non è certa dei suoi sentimenti per lui. Come pensi che si senta adesso? Immagino che non ti sia passato per la testa che forse adesso è deluso. Lui ti amava Bella! E tu come l’hai ripagato? Non mi stupirei che sia diventato di nuovo freddo e cinico come una volta. Dovrà pur proteggersi in qualche modo no?-
-Edward  non lo farebbe mai! E per la cronaca.. me lo sono chiesto milioni di volte come si possa sentire. Non pensi che anche io abbia paura di averlo deluso? Di avergli mostrato che non può più fidarsi di me? ma come vedi sono qui lo stesso. Io voglio rivederlo, voglio rimediare ai miei errori. Perché non sopporterei di saperlo adirato nei miei confronti. E poi spero che una parte di lui non mi abbia dimenticato e  che mi ami ancora. Perché mi auguro di poterlo riavere, voglio dimostrargli che adesso è tutto diverso. Voglio raccontargli tutto quello che è successo e il reale motivo per il quale mi sono allontanata da lui. Io la amo Tanya, lo so che dirlo adesso può sembrare stupido ed è più che plausibile che voi pensiate: poteva pensarci prima no? Lo so. Ed è vero, ma gli errori nella vita si fanno anche per non commetterli più. E adesso che so che l’unica cosa che voglio è stare insieme a lui, farò di tutto per riprendermelo. Almeno fino a che non sarà lui a dirmi di andarmene e di non cercarlo. Ma fino ad allora lo cercherò sempre. Perché lui è la mia felicità, e ogni persona merita di essere felice..- conclusi con la salivazione  a zero e gli occhi lucidi. Non pensavo di riuscire a confessare i  miei sentimenti davanti a tutte quelle persone che infondo per me erano degli estranei. Forse era la forza dell’amore che nutrivo per Edward a farmi sentire così forte,così combattiva e desiderosa di ritrovarlo a farmi affrontare come mai avrei immaginato, una vampira come Tanya. 
-e noi ti auguriamo di ritrovarlo con tutto il cuore mi querida ..-mi disse Carmen con tono pacato come a voler stemperare gli animi. Mi posò una mano sulla spalla e io la guardai rilassandomi a mia volta e ritrovando, se pur per un breve istante, la comprensione e l’amore che vedevo sempre negli occhi di Esme..
-grazie..-
Tanya andò via adirata senza neanche salutare e io preferii di gran lunga che fosse andata via così. Non sarei riuscita a salutarla con gentilezza.
-Bella, dovremmo andare adesso..- sentire la voce di Jacob al mio orecchio fu come essere catapultati nella realtà. Lo guardai per un attimo e annuii a mia volta.
-dove alloggiate?- ci chiese Kate
-alla pensione “Louisiana”  giù in città..-
-lo so che probabilmente non accetterete, ma se vi va potete dormire qui stanotte e domattina tornare ai vostri alloggi..-
-no grazie , abbiamo tutte le nostre cose li.. e poi visto che i Cullen non sono qui ripartiremo domani stesso.. grazie comunque-
-permettete almeno che vi accompagni in macchina! È buoi fuori e non vorrete tornarvene a piedi per tutto il tragitto..- ci propose Eleazar gentilmente
-ma.. non abbiamo visto strade percorribili in auto quando siamo venuti..-
-questo perché avete preso il sentiero del bosco, ma in  realtà c’è una strada che ci collega alla città! Saremo alla pensione in un battibaleno..-
Guardai Jacob che stranamente era diventato più silenzioso del solito, forse era la presenza di tutti quei vampiri a renderlo inquieto.. mi guardò e annuì con la testa
-ok..- disse –ormai è tardi e non va bene andarsene in giro a quest’ora specialmente in un posto che non conosciamo..-
-vado a prendere la macchina- disse Eleazar

Nel frattempo noi salutammo le ragazze e Carmen mi fece promettere che ci saremmo riviste presto. Kate fu molto gentile e anche Irina alla fine si dimostrò un pochino più aperta.
Salimmo nella macchina di Eleazar, una Range Rover sport molto accessoriata e dagli interni super lussuosi, io mi sedetti sul sedile anteriore e Jacob in quello dietro al mio.
Non parlammo molto nel tragitto verso la pensione , io avevo perso l’entusiasmo, Jacob continuava a mantenere il silenzio, e Eleazar per quanto potesse essere gentile non ci conosceva abbastanza da intavolare una conversazione dal nulla.
Così arrivammo di fronte alla pensione in men che non si dica e dopo averlo salutato e averlo ringraziato per la sua ultima gentilezza se ne andò via facendomi promettere che non mi sarei arresa e che la mia tenacia e la mia caparbietà, ma soprattutto l’amore verso Edward mi avrebbero permesso di ritrovarlo.
Speravo tanto che avesse ragione!

Entrai nella stanza sbuffando gettandomi di peso sul letto mentre Jacob andò a sedersi sul suo. Dunque era stato tutto un viaggio inutile. I Cullen non erano a Denali, e nessuno sapeva come trovarli. Stavo cominciando a credere che forse non li avrei più rivisti. Il clan di Denali era la mia ultima speranza, e speravo tanto che potessero aiutarmi, ma forse era il destino che si accaniva contro di me a rendere le cose più difficili di quanto mi aspettassi. Ripensai alla conversazione che ebbi con Tanya e alle parole d’odio che aveva usato nei miei confronti. Quando li udii per la prima volta mi fecero quasi male, ma adesso ripensandoci non potevo che darle ragione. Pretendevo di riprendermi Edward ma cosa avrei fatto se non mi avesse più voluto? E soprattutto se non sarei riuscita a trovarlo in tempo mi avrebbe rimpiazzata? Qualche altra ragazza avrebbe preso il suo cuore prima che avessi la possibilità di parlargli? Una cosa era certa.. avrei lottato contro chiunque per riaverlo. E questa era una promessa che stavo facendo a me stessa ma soprattutto al nostro amore. E adesso non mi restava altro che tornarmene a casa con l’angoscia nel cuore perché tutti i miei buoni propositi andavano a farsi benedire se non sarei riuscita a trovarlo.. purtroppo dovevo anche mettere in conto la possibilità di non rivederlo più..
-sei diversa..- la voce con cui lo disse fu quasi un sussurro ma avevo sentito benissimo. Mi girai a guardarlo. Era sdraiato sul suo letto e guardava il soffitto. Non capivo cosa volesse dire con quelle parole..
-cosa.. in cosa sono diversa?-
-con loro.. è come se fossi fatta per appartenere al loro mondo. È così genuino il modo in cui ti poni nei loro confronti che se fossi un pochino più pallida e avessi gli occhi gialli ti prenderei per una di loro..-

Lo fissai immobile senza riuscire a spiccicare parola. Mi aveva stupito con quelle parole perché in fin dei conti era la.. realtà. Era vero con loro mi sentivo a mio agio perché non li avevo mai considerati fino in fondo per quello che erano veramente. Solo una volta mi sentii incerta e inadeguata ad appartenere al loro mondo, e infatti ne stavo pagando le conseguenze..
-si.. hai ragione, mi prenderai per pazza ma non li ho mai considerati pericolosi o qualcosa da cui dover scappare. Io le considero semplicemente...persone. Certo, non tutti sono da apprezzare.. ma dopotutto anche il genere umano ha la sua fetta marcia di società, non credi?-
-già..- e il silenzio tornò sovrano intorno a noi
-perché sei diventato silenzioso? Anche prima quando eravamo a casa di Eleazar non hai detto niente.. che ti è preso?-
Lo vidi accennare un piccolo sorriso ma continuò a fissare il soffitto.
-non ti sfugge niente eh? Diciamo che ho ascoltato una verità che non mi ha fatto piacere.. e adesso sto cercando di accettarla..-
-quale verità?-
-non ci arrivi da sola? Mi ha fatto male sentirti parlare del tuo amore per Edward..-
Trasalii. Non riuscii ad evitare di sentirmi uno schifo. Gli stavo facendo del male.. non ero riuscita a proteggerlo..
-mi-mi dispiace Jacob- dissi con le lacrime agli occhi
-oh.. non dispiacerti per amare così tanto una persona. Sappi solo che avrei voluto essere io quella persona, avrei voluto possedere io il tuo cuore ed essere fiero perché avevi scelto me.. pensavo che sarei riuscito ad affrontare tutto questo, e lo faccio.. lo faccio per te.. ma oggi ho capito di averti perso per sempre. Hai mostrato un coraggio e una determinazione unica che non pensavo possedessi. Mi hai stupito.. hai saputo difendere il tuo amore per lui quando Tanya ti ha attaccato e avresti dovuto vedere lo sguardo che avevi.. i tuoi occhi brillavano! Ma non perché fossi emozionata o intimidita da lei, no. I tuoi occhi brillavano perché stavi aprendo il tuo cuore e mentre lo facevi pensavi ad Edward. Solo con lui ti ho visto quello sguardo.. e oggi. Quando eri con me non l’hai mai avuto. E adesso capisco che lasciarci è stata la cosa migliore per entrambi. Tu non meritavi di soffocare i tuoi sentimenti stando con me e io, pur amandoti, non meritavo di stare con una persona che non sarebbe mai riuscita a donarmi tutto il suo amore... adesso l’ho capito e sono consapevole che va bene così. Va bene così perché anche se non ti ho mai visto quello sguardo quando stavi con me te lo vedo invece adesso che siamo semplici amici. E non posso che esserne felice. Perché capisco che il tuo bene per me è immenso e sincero.. e che anche io possiedo una parte del cuore..-

Restai in silenzio ad ascoltare le sue parole e mi stupii di apprendere che fossero lo specchio dei miei pensieri. Era tutto vero quello che aveva detto. Oggi avevo affrontato Tanya solo perché sapevo che l’unica cosa più forte di lei era il mio amore per Edward. E mentre le urlavo in faccia quanto fosse cattiva lo sentivo più forte che mai. E poi aveva ragione soprattutto su noi.. era vero che possedeva una parte del mio cuore , certo non quella che avrebbe desiderato lui, ma pur sempre importante. Quella dell’amicizia vera e sincera. Mi ritrovai a singhiozzare e avrei voluto dirgli tante cose ma non ci riuscivo. La giornata stancante e le ultime rivelazioni non mi permettevano di essere completamente lucida. Però una cosa volevo dirgliela.. mi alzai e andai a sdraiarmi vicino a lui. Mi abbracciò stretto, ma non con uno di quegli abbracci che ci si scambia con la persona che ami, no. Quello era un abbraccio fraterno e sincero.
-grazie Jacob! Grazie perché mi capisci e mi stai accanto. Sappi che.. è vero! Tu possiedi una parte del mio cuore. E ti faccio una promessa.. io ti prometto che ti apparterrà sempre! Qualsiasi cosa accada nessuno mi porterà via il bene che ti voglio e l’affetto che provo per te.. nessuno!-
-anche io ti voglio bene Bella! E anche per me vale la stessa cosa.. mai nessuno riuscirà a staccarmi da te. Sei la mia migliore amica e anche una parte del mio cuore ti appartiene e ti apparterrà sempre..-
Restammo in quella posizione, abbracciati e senza fiatare, per non so quanto tempo, fino a che stremata mi lasciai andare al sonno non prima di aver sentito la guancia umida.. solo che io avevo smesso di piangere già da un bel po’...

 
 

Che ne pensate??

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Capitolo 14
*** capitolo 13 ***


 

                                                

ECCOCI QUA!!! Scusate il delirio ma in questi giorni sto considerando davvero la possibilità di essere pazza! Cooomunque.. il capitolo che andrete a leggere è l’ultimo di Isabella a Forks. Spero vi piaccia il modo in cui ho descritto le sue sensazioni! Dal prossimo comincerà la svolta!

Vi lascio alla lettura! Ci vediamo sottoooo...
 

 
Capitolo 13

Nel dormiveglia in cui mi trovavo la prima cosa di cui mi resi conto era il dolore che sentivo nelle ossa. Ripensai subito al cammino che avevo fatto ieri e a quanto fossi stremata non appena misi piede in stanza. Mi mossi sotto le coperte e mi accorsi di trovarmi nel letto di Jacob. Dunque avevamo dormito tutta la notte insieme. Dopo esserci confessati entrambi tutto il bene che ci legava non ci eravamo mossi di un millimetro dalle nostre posizioni e infatti mi stupii abbastanza di trovarmi sotto le coperte senza di lui al mio fianco. Decisi di oziare ancora un po’ nel letto e di bearmi dei raggi del sole che filtravano dalla finestra. Solo che.. stavo iniziando a chiedermi dove fosse finito lui. Non mi erano sfuggite le sue lacrime che silenziose avevano continuato a bagnarmi il viso, fino a che troppo stremata mi lasciai andare al torpore. Ma era come se mi avessero seguito anche nel sonno e insieme a loro la consapevolezza di fargli del male.

-buongiorno dormigliona!- disse a piena voce entrando nella stanza ed io trasalii di paura
-perché non mi hai svegliato?- gli chiesi continuando a stare sdraiata
-ho preferito lasciarti dormire, eri così stanca che non ti sei accorta neanche quando ti ho infilato sotto le coperte..- disse sedendosi sul letto al mio fianco
-ciambelle per te!- e mi allungò un sacchetto bianco dal quale proveniva un odore delizioso. D’improvviso mi resi conto di essere a digiuno da quasi un giorno e anche il mio stomaco parve accorgersene visto che cominciò a brontolare. 
-grazie.. ho una fame!-
-lo so, è da ieri che non mangi..- ne agguantai subito una e la portai alla bocca. Dire che ero affamata era dire poco. In meno di un minuto era già dentro il mio stomaco. Subito ne presi un’altra.
-dove sei andato?-
-sono uscito a comprare le ciambelle e ... a prenotare il volo del ritorno.. mi sono fatto dire dalla receptionist dove potevo trovare un agenzia di viaggi e ho prenotato i biglietti. Partiamo fra due ore. -
-ma perché non me l’hai detto? Ti avrei accompagnato..-
-non serviva che mi accompagnassi.. e poi così hai potuto riposare un po’. Ah! Ho chiamo Charlie stamattina. Era in pensiero per te visto che non vi siete più sentiti, ma gli ho raccontato tutto e ha capito.. –
Lo guardai sbigottita
-cosa ti ha detto? Immagino avrà gioito del fatto che non sono riuscita a trovarli..- dissi sprezzante ma subito me ne pentii
-non dire così Bella! Lo sai che Charlie vuole solo il tuo bene.. si è dispiaciuto invece sai? Sapeva quanto questo viaggio fosse importante per te e mi ha pregato di starti vicino poiché immaginava la tua reazione.. non essere dura con lui. Dopotutto vuole solo che tu sia felice..-
-..ma non crede che la mia felicità sia Edward. Ormai lo so e lo accetto. Non vuole vedermi soffrire di nuovo ed è comprensibile che mi faccia desistere nel cercarlo. Hai ragione non devo essere così dura nei suoi confronti...-
-ecco vedi che hai capito? Su alzati, abbiamo un aereo da prendere..si torna a casa!-

Sentire quelle parole mi fece invadere da un senso di tristezza mai provato. Saremmo tornati a casa si, e dopo? Cosa avrei fatto dopo? Dove altro avrei potuto cercarlo? Mi si spezzava il cuore a doverlo ammettere ma.. non lo avrei più rivisto. Ormai dovevo farmene una ragione e pensare a vivere la mia vita senza di lui. Avrei portato sempre il suo ricordo con me. Ovunque andassi sapevo che pensandolo lo avrei sentito vicino. Ma non avrei più potuto toccarlo o anche solo abbracciarlo. E cosa più importante, non avrebbe mai saputo che lo amavo alla follia e che era l’unico per me! Speravo tanto che tornasse da me. Così, all’improvviso. Un giorno avrei voluto aprire gli occhi e trovarlo nella mia stanza, disteso nel mio letto, con un braccio a cingere la mia vita e sentirgli dire quanto anche lui mi amasse e che non sarebbe più andato via. Ma purtroppo questo sarebbe rimasto solo un sogno. Un bellissimo sogno che  speravo si avverasse il più presto possibile. Sarei andata avanti ad aspettare questo suo gesto all’infinito, come la moglie che aspetta che il marito ritorni dalla battaglia, come Penelope che aspettava il suo Ulisse. Anche se inconsciamente sapevo che non sarebbe tornato, io lo avrei aspettato comunque.. il mio cuore lo avrebbe aspettato comunque.
Dovevo sperare solo in un suo gesto e speravo ardentemente che prima o poi si decidesse a farlo.. 

Mi alzai dal letto e andai in bagno a rinfrescarmi un po’. Non vedevo l’ora di tornare a casa e infilarmi sotto la doccia e starci almeno mezzora. Adesso andavamo troppo di fretta per permettermi questo lusso..
Uscimmo dalla stanza con in mano i nostri miseri borsoni e ci avvicinammo alla reception. Saldai il conto e salimmo sul primo taxi che ci avrebbe portato all’aereo porto.

Mentre viaggiavamo guardavo fuori dal finestrino e ripensavo al folle viaggio in cui ci eravamo cacciati solo per inseguire un indizio che poi tanto “indizio” non era. Ancora mi era ignoto il motivo per il quale Alice mi aveva inviato tutti quei soldi.. se non era un giochetto inventato per farmi volare a Denali, non capivo proprio perché me li avesse inviati. Che fosse veramente un modo per dirmi: vivi la tua vita con Jacob serenamente? Troppe domande, nessuna risposta.. Almeno mi sarebbe rimasto il ricordo di questa gita folle, del clan di Denali, della promessa di eterna amicizia che ci eravamo scambiati io e Jacob la sera prima. Insomma tutte le cose belle, lasciando volentieri a terra i ricordi più spiacevoli.. ad esempio l’incontro con Tanya..
Salimmo sull’aereo e aspettai che decollasse e prendesse quota dopodiché mi accoccolai al finestrino poggiando la testa sul mio zaino. Nonostante avessi dormito abbastanza quella notte sentivo come se il mio corpo mi richiedesse un po’ di pace e reclamasse ancora il diritto di dormire.
-non ti dispiace vero se schiaccio un pisolino..- mi rivolsi a Jacob che aveva assunto la mia stessa posizione e che non sembrava porsi tanti problemi quanto me.
-figurati.. anzi ne approfitto un po’ anche io-
Con uno sbadiglio tornai esattamente alla posizione in cui ero e mi lasciai andare al sonno..

Generalmente il viaggio di ritorno sembra sempre più breve di quello dell’andata. Ma  stranamente questo sembrò addirittura più veloce. Sentivo di aver chiuso a malapena gli occhi che subito mi ritrovai a scendere la scaletta dell’aereo a Port Angeles. Il bel tempo delle settimane precedenti era solo un ricordo. Ad attenderci c’era la pioggia..
Con il morale a pezzi ci spostammo verso l’area del parcheggio, dove Jacob aveva lasciato la macchina. Dopo aver ritirato le chiavi, ci mettemmo in viaggio verso Forks. 
-come ti senti?- mi chiese mentre guidava
-così.. un po’ intontita per il troppo sonno..- e in parte era vero.
Mi diede uno spintone al braccio che mi fece gridare. Lo guardai senza capire..
-non intendevo come stai fisicamente Bella! Intendevo dire come stai a livello emotivo..-
-e non potevi dirmelo senza picchiarmi? Sai.. non hai piume al posto delle mani.. sono sicura che mi uscirà il livido, me lo sento!- iniziai a blaterare cose senza senso per cercare di sviare la sua domanda..
- ma se ti ho a malapena sfiorato! E comunque.. se non vuoi parlarne ti capisco..- era tutto inutile con Jacob. Più cercavo di tenere qualcosa per me, più aveva la capacità di capire che in realtà stavo mentendo. Era così con lui.
-diciamo che sto cercando di farmene un ragione.. e sto anche mettendo in conto il fatto che forse non lo rivedrò mai più. Ma tutto sommato sto bene.. devo stare bene. Ho promesso a Charlie che da adesso in avanti sarò forte, e lo sarò. Non voglio che pensi ancora a me come una bambina bisognosa di essere curata. Devo imparare a leccarmi da sola le ferite e a non gravare sugli altri come un peso..-
Ma ero io a parlare? Quasi non mi riconoscevo.. forse era vero che quello che non ci distrugge ha il potere di fortificarci.
-o-ok..- anche Jacob sembrò stupito dalle mie parole infatti non aprì bocca per tutto il resto del viaggio. Lo avevo ammutolito. Ma era la verità. Troppe volte avevo lasciato che mi stesse intorno curasse ciò che mi faceva stare male. Adesso, invece avrei dovuto farcela con le mie sole forze. E non chiedere aiuto a nessuno. Non era per senso di ingratitudine, dopotutto sia lui che Charlie mi erano stati accanto senza mai lamentarsi e dio solo sa quante parole di riconoscenza avevo nei loro confronti, ma sentivo che non potevo più comportarmi come prima. Non adesso che di fronte a me si affacciava un intero mondo. Sarei andata via di casa, avrei frequentato l’università, avrei conosciuto nuove persone, avrei affrontato nuovi ostacoli e avrei dovuto farcela da sola. Mi sarei rimboccata le maniche e avrei lasciato che fosse il coraggio a guidarmi d’ora in avanti. Si, avrei fatto così.. mia madre mi diceva sempre che ero più matura delle ragazze della mia età, ma adesso con il senno di poi, capivo che sbagliava. Semplicemente affrontavo la vita in maniera diversa, dando importanza ad altre cose e mettendo da parte le frivolezze. Adesso avrei dovuto mostrare veramente la mia maturità.

Arrivammo di fronte casa di Charlie che era pomeriggio inoltrato. Mi voltai a salutare Jacob, che silenzioso se ne stava buono buono nel suo lato guida, e gli lasciai un bacio sulla guancia. Insistette affinché portasse dentro casa l’unico bagaglio che avevo, ma lo ringraziai più e più volte dicendogli che non era necessario e andò via.
Charlie doveva ancora rientrare e io ne approfittai per buttarmi sotto la doccia. Come avevo preventivato restai sotto l’acqua talmente tanto da sentire la pelle delle dita arricciarsi. Quando uscii dal bagno mi diressi in camera mia e velocemente infilai la tuta per stare in casa. Portai la roba sporca in lavanderia e misi tutto in lavatrice. Tornai a distendermi sul letto e lasciai che i pensieri vagassero senza sosta nella mia testa. Decisi che non dovevo permettere allo sconforto di farsi strada dentro di me e allora mi alzai, accessi il computer e aprii un’altra pagina di quel diario che custodivo gelosamente. Edward non era al mio fianco? Allora avrei trovato il modo per parlargli lo stesso..

“ciao Amore mio.. come vedi neanche tutto questo tempo lontano da te è riuscito a cancellare l’amore che mi porto dentro. Dove sei amore mio? Perché non riesco a trovarti?” Mi fermai un attimo. Ero in condizioni pessime, non riuscivo nemmeno a vedere lo schermo tante erano le lacrime. Ma strinsi le labbra tra i denti e mi imposi di continuare...
“ tu non puoi saperlo ma.. sono partita per cercarti. Sono arrivata fino a Denali ma di te nessuna traccia. Jacob è venuto con me, ormai dopo che l’ho lasciato abbiamo ripreso a frequentarci come semplici amici, e forse il fatto che non siamo riusciti a stare insieme ha fortificato ancora di più il nostro legame.. mi manchi e non so come fare per colmare questo vuoto che sento dentro. Questo vuoto che solo tu riesci a riempire. Mi maledico per averti permesso di andare via un’altra volta e adesso l’unica cosa che vorrei è spiegarti tutto quello che mi è passato per la testa. Con molta probabilità penserai che io sia innamorata di Jacob e che stia con lui, lo avrai letto nella mente di Alice. Ma avrai letto anche dei soldi? Lei mi ha scritto che tutta la tua famiglia era d’accordo e tu? Tu ne sapevi qualcosa? Anche tu hai voluto mandarmeli per permettere a me e a Jacob di vivere serenamente? Dioooo! Come odio non sapere le cose. Non sapere cosa pensi di me!
Comunque ho preso la decisione di aspettarti. Aspetterò un tuo gesto, aspetterò che torni.. e intanto vivrò la mia vita con una cosa in meno al mio fianco,la felicità che solo tu sapevi darmi!” 
 
Salvai il file e velocemente spensi il computer.  In contemporanea con il mio gesto sentii la porta di casa aprirsi.. Charlie era arrivato. Scesi di sotto per accoglierlo e fargli vedere che ero arrivata e che stavo bene. Non appena gli fui davanti mi guardò e venne ad abbracciarmi.
-ben tornata..- disse, ma il tono in cui pronunciò quelle parole mi faceva pensare di più ad una frase tipo “mi dispiace”. Ricambiai volentieri il suo abbraccio e subito dopo ci staccammo.
-allora.. com’è andato il viaggio? Tutto bene?-
-si tutto bene.. il viaggio è stato piuttosto faticoso ma non mi pento assolutamente di averlo fatto.-
-quindi anche se non sei riuscita a trovarli ti sei divertita lo stesso..- lo guardai torva
-non userei il termine “divertita” papà.. ma tutto sommato non è andato poi così male. Ho conosciuto i cugini dei Cullen e questo mi basta per dire che non è stato un viaggio inutile.- infatti conoscere la famiglia di Denali era l’unica cosa positiva che avevo trovato in quel viaggio.
-e adesso.. cosa farai?- mi chiese mentre si toglieva la giacca della polizia e andava a sedersi in salotto. Lo seguii e mi accomodai al suo fianco. 
-non lo so.. penso che aspetterò che siano loro a farsi avanti. E poi adesso ho l’università a cui pensare..- dissi in un sospiro, ed era vero adesso avrei solo dovuto  pensare ai miei studi.
-e per quanto riguarda i soldi? Hai detto che volevi parlarne prima con Alice..-
-ecco.. quella è una cosa che non so minimamente come affrontare! Tu.. cosa mi consigli?- forse questa era la cosa, che insieme al pensiero di Edward, mi tormentava più di tutto.
-mi stai dicendo che non sai ancora cosa farci?- mi chiese e stranamente mi parve sollevato
Lo guardai aggrottando le sopracciglia -..No!-
-o bene.. perché ho trovato il modo per usarli!- lo guardai sbalordita e ci mancava poco che gli occhi mi uscissero fuori dalle orbite!
-che vuol dire “ho trovato un modo per usarli”, papà ancora non so se tenerli o meno e tu già pensi a come usarli?- era forse impazzito? Eppure sapeva che non avevo intenzione di tenerli.
-bè, ricordi cosa ti ho detto quando ho accettato che partissi per Denali? Ti dissi che mi dovevi un favore..-
-si certo che me lo ricordo.. ma questo cosa c’entra?- stavo seriamente iniziando a preoccuparmi
- c’entra se ho bisogno che mi giuri che non ti arrabbierai e che sei disponibile a farmi questo favore..- iniziai ad agitarmi. Cosa diavolo stava blaterando?
-spiegati meglio papà! Non ci sto capendo più niente!-
-ok.. e se ti dicessi che ho già depositato quei soldi sul tuo conto in banca?- iniziai a respirare faticosamente non appena il mio cervello elaborò cosa mi avesse appena detto. E la rabbia mi fece alzare dal divano e guardarlo negli occhi minacciosamente.
-COSA HAI FATTO TU???-
-ecco lo sapevo che ti saresti arrabbiata..-
-e mi sembra il minimo! Come..perché lo hai fatto papà? E poi senza neanche chiedermi il permesso!-
-calmati, lascia che ti spieghi!- ed era meglio che riuscisse a trovare una giustificazione valida! Mi indicò il posto vicino al suo e con una mano mi invitò a sedermi.
-ecco, la mattina stessa che sei partita mi è venuta in mente una cosa importante. Ricordavo esattamente le parole che avevi usato per spiegarmi il reale motivo che aveva spinto i Cullen a farti questo regalo, il fatto che stavi con Jacob e che volevano che vivessi serenamente con lui e bla bla bla! E allora mi sono detto, perché non approfittarne lo stesso anche se adesso tu e Jacob non state più insieme? In fin dei conti se te li hanno mandati vuol dire che vogliono solo il tuo bene..-  si fermò e si voltò a guardarmi
-arriva al dunque papà!- l’attesa mi logorava
-ci arrivo, ci arrivo..  mi sono detto, perché non usarli in qualcosa che ti renderebbe felice e che farebbe solo il tuo bene? E allora sono andato in banca e ho depositato l’assegno sul tuo conto..-
-si questo l’ho capito! Ma non mi hai ancora spiegato in che modo vuoi che li usi! Qual è questa cosa che mi renderebbe felice?- stavo iniziando a spazientirmi
-ti ho iscritto alla Dartmouth!- disse semplicemente e io sentii come una fitta allo stomaco
-COSA????- urlai alzandomi dal divano
-si Bella! Tu hai insistito tanto sul fatto che non avessimo tanti soldi per poterci permettere una simile università e allora ho subito colto l’occasione non appena ho capito che tutti quei soldi potevano veramente servire a costruirti un futuro!-
-ma dovevi chiederlo a me! dovevi dirmelo prima di agire!-
-tesoro, converrai con me che non abbiamo più tanto tempo a disposizione.. e poi mi dovevi un favore! E ho ritenuto opportuno che questo fosse lo scambio più equo!-
-andiamo papà.. non è esattamente lo scambio più equo! E poi cosa ti dice che voglia andare alla Dartmouth? Cosa ne sai tu se avevo deciso di andare in un’altra università? Non ti sei fermato un attimo a pensare che forse non è quello che voglio veramente?- lottavo con tutta me stessa a finché le lacrime non uscissero dai miei occhi. Era vero! Andare alla Darmouth significava andarci senza Edward! Come avrei potuto vivere serenamente ogni giorno in quel campus senza di lui? Di tutte le università che poteva scegliere, perché proprio quella?
-non riprendiamo questo discorso ti prego! Non sei in grado di decidere cos’è meglio per te se pensi ancora a Edward! Perché lo sappiamo entrambi che è così, ammettilo! Forza, ammetti che non vuoi andarci perché lui non sarà al tuo fianco? Io guardo solo il bene di mia figlia! Non mi pongo questi problemi esistenziali come invece fai tu! Andare alla Dartmouth è un privilegio e tu lo accetterai che lo voglia o no! Se prima non potevi andarci per via dei soldi ora ci andrai perché i soldi ci sono! E non accetto defezioni da parte tua!- mi  urlò quelle parole in faccia come se niente fosse.
-e chi ti dice che non sia troppo tardi?- chiesi sperando di prenderlo in contropiede
-li ho chiamati prima di andare in banca.. gli ho chiesto se fossimo ancora in tempo con la retta e gli ho spiegato che per motivi personali non avevamo ancora potuto spedire i soldi..e hanno capito! Mi hanno detto che non c’era assolutamente nessun problema e che mi avrebbero inviato subito la ricevuta del pagamento e tutte le carte da compilare e rispedire.. ah si.. e anche il foglio di inizio corsi e l’assegnazione della tua stanza nel campus- mi spiegò tutto in maniera talmente naturale che mi stupii ancora di più che fosse riuscito a fare tutto alle mie spalle.
-non ci posso credere.- dissi sconsolata sedendomi sul divano. Charlie mi venne vicino e mi prese le mani nelle sue.
-credici bambina mia! Sei ufficialmente una nuova studentessa della Dartmouth! Non essere arrabbiata con me ti prego.. voglio solo che tu ti costruisca un magnifico futuro per quando io non ci sarò più.. spero tanto che possa perdonarmi per averlo fatto senza dirti niente, ma non mi avresti appoggiato ne sono certo.. perciò perdonami se puoi.. – non serviva che me lo chiedesse, lo avevo già perdonato. Le sue ragioni erano più che valide. Dopotutto era un’opportunità da non perdere. Ma la vita era la mia e volevo solo che prima di decidere ne parlasse con me visto che ero io a dover partire..
Gli sorrisi facendogli vedere che non ce l’avevo con lui e parve rilassarsi un po’.
-q-quando arriveranno le carte?-
-penso entro domani.. se hanno spedito tutto ieri dovrebbero arrivare domani.-
-bene..- dissi alzandomi dal divano – vado a preparare la cena!- mi stampai sulla faccia un sorriso e mi avviai verso la cucina. Ormai il mio spirito era di rassegnazione.
-Bella? Sei sicura che sia tutto a posto?-
-certo papà, non preoccuparti. Avrei preferito che me lo dicessi, ma in fin dei conti hai fatto la cosa migliore..- lo vidi sospirare di sollievo e ne fui felice. Almeno c’era qualcuno contento per la mia partenza! Andò a cambiarsi per la cena e io mi affrettai a cucinare qualcosa con quello che era rimasto in credenza, cioè quasi nulla. Il giorno dopo sarei andata a fare la spesa..
Mangiammo tranquilli e parlammo molto di quello che mi aspettava nei mesi successivi. Certo non sarebbe stato facile vivere dall’altro lato del Paese e così lontano da papà, ma ce l’avrei fatta. Anzi in un certo senso la cosa era eccitante! Vivere una nuova esperienza, conoscere nuove persone, abitare in un posto nuovo, frequentare i corsi e rendere orgogliosi Charlie e Renée erano le uniche cose che mi facevano affrontare l’imminente partenza con lo spirito giusto!

*************

Trascorsi i successivi giorni in un clima di euforia. Charlie non la smetteva di sorridere e di dirmi quanto fosse felice. Mi riempiva la testa con discorsi sui lati positivi dell’andare al college e su quanto mi sarei divertita a conoscere nuove persone, senza tralasciare però le dovute raccomandazioni riguardanti le feste, i ragazzi e soprattutto lo studio. Io mi limitavo ad annuire senza aggiungere altro, già bastava il suo ottimismo .
 
Jacob fu entusiasta. E al contrario di me fu molto felice di sapere che fosse stato Charlie ad iscrivermi alla Dartmouth e che usassi i soldi dei Cullen per un buono scopo. Renée fu molto sorpresa di apprendere dell’assegno e in primo momento mi domandò se non fosse stato meglio strapparlo. Ma quando le raccontai di cosa aveva fatto Charlie non obiettò più e anzi, mi dimostrò tutta la sua felicità e non la smetteva di dire quanto fosse orgogliosa di me.
Io ero molto positiva. Certo non andavo in giro per casa fischiettando tutto il giorno, come invece faceva Charlie, ma se in un primo momento fui colta dalla rabbia e dallo sconforto di iscrivermi alla Dartmouth, oggi ero più che felice. Almeno avrei frequentato l’università che Edward aveva scelto per entrambi e questo contribuiva solo a farmelo sentire più vicino. 

Quando arrivò la busta della Dartmouth sentii come se tutti i dubbi e le paure che avevo provato fino a quel momento scomparissero nel preciso istante in cui alzai la linguetta. Dentro, come aveva detto Charlie, trovai la ricevuta dell’avvenuto versamento e tutti i relativi dati di iscrizione e le carte burocratiche da riempire e da rispedire. La reazione che ebbi però, quando trovai la cartina della struttura, l’alloggio assegnatomi e il relativo foglio di inizio corsi, non me l’aspettavo proprio, e neanche mio padre visto che mi rivolse uno sguardo strano. Mi misi ad urlare come una pazza e in quel momento mi accorsi di quanto in realtà fossi felice di partire.

Fui meno felice di apprendere che dovevo dire addio al mio adorato pickup. Ma non per via della partenza.. no, questa volta fu lui ad abbandonarmi. E quando la diagnosi di Jacob fu : non c’è più niente da fare, mi rinchiusi in camera mia a piangere come una stupida. Lo sapevo che la mia era un reazione esagerata, ma adoravo quell’auto. Da quando arrivai a Forks non mi aveva abbandonato un giorno e sentii come se dovessi dire addio ad una parte importante di me.
Tuttavia necessitavo di un auto per spostarmi dove mi sarei trasferita e allora non mi restò che acquistarne una nuova..

Il giorno del mio compleanno arrivò in un battibaleno! Erano talmente tante le cose che mi ritrovai a fare in quel periodo che non mi accorsi minimamente che il mio 19° compleanno stava arrivando. Come ogni anno pretesi che non mi facessero nessun regalo, in compenso però organizzai una cena prelibata che ci gustammo io, mio padre e Jacob. E come arrivò andò via altrettanto velocemente!

E così eccomi qui.. ad un giorno dalla partenza verso la mia nuova vita!  C’è da dire che in tutto il tempo passato dal mio viaggio a Denali non avevo smesso un attimo di pensare ad Edward e al relativo senso di oppressione che sentivo quando mi accorgevo che lasciare Forks equivaleva a lasciare qui anche tutti i ricordi legati a lui e alla sua famiglia. E così da brava masochista quale sono, mi ritrovai a percorrere tutte le tappe e i posti che più me lo facevano ricordare.

Nei pochi giorni che mi rimanevano andai al ristorante italiano di Port Angeles. Mi sedetti al nostro tavolo, ordinai Ravioli ai funghi e ripercorsi mentalmente tutto quello che ci dicemmo e che in qualche modo segnò l’inizio della nostra storia. Mi aspettavo di scoppiare a piangere da un momento all’altro e invece non fu così. Certo mi sentivo morire dentro, ma era un dolore sopportabile. Fu meno facile affrontare i ricordi legati alla scuola. Quando riuscii ad entrare nell’edificio scolastico, dopo aver pregato, supplicato e in qualche modo anche corrotto il custode, sentii come se fosse passato un secolo dall’ultima volta che ci misi piede. Passare di fronte al mio e al suo armadietto, rivederci seduti in mensa ed entrare nell’aula di biologia fu dura e mi ritrovai il volto in lacrime, ma sapevo che il peggio doveva ancora arrivare..

Andare a casa sua mi richiese una forza d’animo notevole e quando entrai dentro e ricostruii l’immagine della casa arredata e con all’interno i suoi abitanti pensavo di morire. Entrai in camera sua e li mi vidi quando per la prima volta, impaurita e allo stesso tempo incuriosita, prendevo coscienza di ciò che Edward era veramente e del suo mondo fatto di storie secolari e leggi da rispettare. Ma c’era un posto che più di tutti me lo faceva ricordare.. la nostra radura!

Un giorno chiesi in prestito la macchina di Jacob e ci andai.. non fu facile riuscire a trovarla. Come al solito quando non c’era Edward mi perdevo sempre nel raggiungerla, ma ce la feci. Arrivai li che era primo pomeriggio e i raggi del sole ancora alti nel cielo la illuminavano tutta. Mi sedetti a terra e osservai quel prato bellissimo incontaminato e pieno di fiori. Quel giorno guardai quelle margherite, le guardai mentre mi scendeva una lacrima, scorreva sul mio viso per poi finire a terra. In quel momento lo volevo al mio fianco, mi sentivo così sola da non riuscire nemmeno a descriverlo. Avevo solo voglia di pronunciare il suo nome, volevo urlarlo così forte da sentire le corde vocali spegnersi piano, volevo solo urlarlo al cielo...ma a cosa sarebbe servito? Non me lo avrebbe di certo riportato e mi sarei solo fatta del male. Ma stringere tra le mani quelle margherite che sapevano di lui, della nostra vita insieme e urlare il suo nome mi sembrava la cosa più giusta da fare... e allora lo feci! Urlai e urlai più forte di quanto potevo. Urlai al cielo, al vento e alle nuvole. Urlai ai fiori, agli alberi e agli animali. Urlai tutto il dolore che sentivo dentro! Quell’urlo mi fece salire l’adrenalina a mille e mi scaricò di tutto. Piansi anche. Senza riuscire a fermarmi. Ma andava bene così. In qualche modo sapevo che ripensando a questo momento mi sarei sentita meglio.

E infatti il sorriso che spuntò sul mio viso rivivendo quell’istante me ne diede la conferma. Ero distesa nel letto impaziente di prendere sonno. Il giorno dopo sarei partita e insieme a me sarebbe venuto Jacob. Aveva talmente insistito nell’accompagnarmi che non ce la feci proprio a dirgli di no. Speravo tanto di prendere sonno in fretta e non lasciare hai pensieri di invadermi la mente. Ma più lo pensavo e più sorbivo l’effetto contrario.
Osservai la mia stanza e ne impressi nella mente ogni minimo particolare. Quanto mi sarebbe mancata! E quanto mi sarebbe mancata Forks! Ma non dovevo pensarci. Dovevo munirmi di coraggio ed affrontare la mia nuova vita! Da domani sarei stata una nuova studentessa della Dartmouth University!

 
 
 
Allora.. che ne dite??? Colgo l’occasione per ringraziare come sempre chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e quelle da ricordare! VORREI RINGRAZIARVI DAL PROFONDO DEL CUORE PER L’AFFETTO CHE MI DIMOSTRATE NELLE RECENSIONI.. ve ne sarò grata in eterno!

Ps. Vi rubo ancora 5 secondi della vostra attenzione! Non è da me fare queste cose anche perché mi imbarazza molto e l’autrice non sa nulla.. quindi sono sicura che mi fucilerà appena leggerà queste righe! Ma vorrei pubblicizzare una ff di una persona speciale, che mi ha aiutato molto in questo periodo, che ha ascoltato le mie crisi e ha sempre saputo usare le parole giuste! Questa storia è stata pubblicata ieri ed è un originale! FATECI UN SALTO NON VE NE PENTIRETE!! Vi lascio il link diretto della storia... BACIIIIIIIIII
 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=658967
 
NOI CI RIVEDIAMO MARTEDI 22!!!

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Capitolo 15
*** capitolo 14 ***


                                                    

Grazie infinite per le recensioni della scorsa volta! Eccoci qua.. il giorno tanto atteso da Bella è arrivato!! Finalmente siamo all’università.. questo è un capitolo introduttivo a tutto quello che avverrà dal prossimo in poi! Quindi non disperate.. il ritorno di Edward è proprio dietro l’angolo.. o meglio, dietro al prossimo capitolo! Vi lascio alla lettura, spero che vi piaccia!! ci vediamo sotto!!!

  
Capitolo 14
Il cancello all’ingresso del campus mi metteva di fronte ad una realtà che avrei dovuto sostenere da li a breve. Era come se ci fosse scritto BENVENUTA ISABELLA SWAN!
Era il cancello della  “DARTMOUTH  UNIVERSITY”.
Sapevo che varcato quello sarebbe cominciata la mia nuova vita. Mi sarei dovuta lasciare tutto alle spalle per il mio bene perché continuare a soffrire non mi avrebbe certo riportato lui.
Scossi la testa cercando di rimanere con la mente al presente ma irrimediabilmente ecco passarmi davanti tutti i mesi appena strascorsi..


Oggi..

Ero ferma e imbambolata mentre vedevo passare nella mente tutti quei mesi trascorsi senza di lui.. in pochi secondi ricordai tutto quello che avevo passato e vissuto in sua assenza. Ma non dovevo pensarci adesso. Non dovevo lasciare ai ricordi di devastarmi come succedeva ogni volta che gli permettevo di tornare a galla..
-Bella? Bella mi senti?-
Mi sentivo strattonata con forza , era Jake a chiamarmi.. non avevo prestato attenzione a niente di quello che avevo intorno, ero talmente presa dai miei pensieri. Mi capitava spesso quando pensavo a lui..
-Bella ci sei? Ma cosa ti prende...-
Distolsi lo sguardo, che sembrava essere come incatenato, e mi girai per guardare Jacob..
-ricordi- dissi solamente.
Mi fissò per un momento
–capisco..- e non potei fare altro che annuire.
Restò in silenzio per un po’ forse per darmi la possibilità di tornare al presente..
-su forza! Cosa facciamo adesso?-
-bè.. non so, sicuramente devo passare in segreteria e poi.. poi potremmo andare al mio alloggio così mi aiuti a trasportare le valigie e il resto delle cose!-
-ok, allora cosa stiamo aspettando? Non sei impaziente di cominciare la tua nuova vita? – disse mentre chiudeva la macchina e si incamminava a varcare il cancello d’ingresso. Lo guardai passare dall’altra parte mentre rimanevo ferma. Mi fissò di rimando dubbioso..
-cosa ti prende Bella? Andiamo su..-
-Jacob.. ho paura!- dissi in un moto di puro terrore. E rimasi immobile con i piedi ben piantati al suolo. Avevo come la sensazione che passando dall’altra parte sarei entrata in un nuovo mondo. E  questo per quanto eccitante mi risultava anche un po’ difficile da metabolizzare. Tornò indietro e mi venne di fronte prendendomi le mani.
-Bella, non devi avere paura. Hai dimostrato a tutti quanto sei forte e quanto questi mesi abbiano temprato il tuo carattere. Sei una donna ormai, una donna con la D maiuscola. Devi essere orgogliosa di te come lo sono io di ciò che sei diventata e non devi avere paura di niente e nessuno. Affronterai tutto questo con coraggio e decisione, camminando a testa alta in questi corridoi e dimostrando a tutti quanto vali e quanto sono gretti questi ricconi.. ok?- mi fissò mentre diceva tutto questo ed ebbe come il potere di rilassarmi e farmi spuntare anche un sorriso. Ma soprattutto era ciò che volevo sentirmi dire e ringraziai mentalmente per essermi lasciata convincere da Jacob a farlo venire.
-ok..- dissi in un sospiro e prendendomi per mano mi condusse oltre il cancello.

***********************

L’edifico scolastico era immenso e avevo paura che con la mia sbadataggine un giorno mi ci sarei persa. Era ricoperto di mattoni rossi e marmo bianco e tutt’intorno c’era il verde. Gli alberi si ergevano maestosi e i prati erano pieni di studenti accucciati a leggere o a parlare tra di loro. Ci trovammo a salire degli scalini e a varcare l’ingresso di un antico portone. Una volta dentro venni accecata dalla bellezza di quegli androni. Gli studenti camminavano tranquilli in mezzo a quei corridoi per me ancora sconosciuti e mi passavano di fianco stordendomi.
-ma vanno sempre tutti di fretta qui?- mi chiese Jacob che non aveva lasciato un attimo il mio fianco
Mi venne da ridere a quella sua domanda.
-spero proprio di no! Per il mio bene e per il loro, sai com’è non vorrei rischiare di inciampare con il rischio di cadergli addosso..-
-per il momento ci sono io con te.. per i prossimi giorni non so, vuoi che ti vada a comprare delle ginocchiere?-
-non sei affatto divertente Jacob! E smettila di prendere in giro la mia poca stabilità..- si mise a ridere contagiando anche me, e imperterriti continuammo il nostro cammino.

Arrivai in segreteria e lì una gentilissima segretaria dal nome impossibile da pronunciare, mi sembrò Russo ma aveva un accento americano perfetto, mi fece compilare un modulo riservato alle matricole e mi consegnò il numero della mia stanza. Avevo timore che essendomi inscritta con ritardo mi assegnassero l’ultimo alloggio proprio alla fine del campus, ma per fortuna non andò così. E dentro di me esultai quando mi disse che si trovava poco prima della metà. Mi diede anche il nome della responsabile dell’area e si raccomandò di rintracciarla per farmi consegnare le chiavi.

Percorrevamo quei corridoi guardandoci intorno e facendo apprezzamenti su quanto fossero belli i soffitti, le aule e da quel poco che stavamo cominciando a intravedere, anche gli alloggi non erano per niente male!

Raggiungemmo il mio settore che aveva la lettera I come riferimento e subito ci mettemmo a cercare la responsabile, una certa signorina Alissa Wallas. Preferii chiedere ad una ragazza che stava per entrare nella sua stanza se sapesse dirmi dove trovarla invece di girare in tondo senza risultato. Jacob intanto tornò indietro a prendere le valigie.

http://www.youtube.com/watch?v=gGdGFtwCNBE

Bussai alla porta che la ragazza mi indicò come l’alloggio di Alissa ma non ricevetti risposta. In compenso sentivo una musica rimbombante riempire l’aria circostante. Mi spaventai quando sentii dei rumori provenire dall’interno ma nessuna risposta da parte sua, pensai che si fosse sentita male e adesso cercava aiuto da qualcuno.. Ma che vai a pensare Bella? Mi ammonii mentalmente. Così riprovai di nuovo ma anche questa volta nessuno venne ad aprirmi. Quando un altro rumore mi fece drizzare le orecchie preferii abbassare la maniglia della porta invece di stare li impalata ad aspettare. E con mia grande sorpresa la trovai aperta.

Venni accolta da una pazza urlante che cantava a squarciagola saltando sul letto. Indossava una semplice canottiera bianca e dei pantaloncini neri, aveva i capelli molto lunghi anche se li teneva raccolti in una coda alta.. La musica all’esterno era più sopportabile dentro era quasi assordante, tanto che dovetti mettere le mani a coprire le orecchie se non volevo subire danni permanenti. Restai ad osservarla cantare  Mr. Brightsidedei Killers senza interromperla. Cantava e saltava sul letto senza nessun problema. Così, solo per divertirsi .. e in quel momento, anche solo per un istante per quanto potessi considerarla instabile, la invidiai. Si girò a catturare il mio sguardo con il suo e rimase a fissarmi qualche istante prima di urlare..

-vieni!! Salta su e vieni a cantare con me! avanti non farti pregare!!!-
Riuscii a sentirla a malapena in tutto quel casino. Scese dal letto con il fiatone, andò  a spegnere la musica e a raccogliere l’asciugamano che era a terra..
-ciao.. scusa.. ho il fiatone..ma stavo cantando.. piacere io sono Ally, Allissa a dire la verità, ma tutti mi chiamano Ally!- disse tutto in maniera talmente affannosa che temevo avesse bisogno della bombola d’ossigeno. Mi porse la mano e subito l’accettai.
-piacere Ally, io sono Isabella Swan, ma tutti mi chiamano Bella..- appena sentì il mio nome parve illuminarsi
-ah tu sei quella nuova! Scusa.. non mi aspettavo di incontrarti proprio adesso.. sei venuta per le chiavi della stanza non è vero? Le prendo subito..-

Si girò a cercare le chiavi in quel casino che non poteva di certo essere considerata una stanza! Il letto era sfatto e il suo saltarci sopra lo aveva ridotto anche peggio, c’erano vestiti sparsi ovunque e libri messi in ogni angolo della stanza..
Girata di spalle continuò a parlarmi
-scusa per il disordine ma come ti ho già detto non aspettavo ospiti.. ma dove sono? Le avevo lasciate qui.. ah eccole!- e tirò fuori un mazzo di chiavi in cui probabilmente ci dovevano essere anche le mie.
-hai l’alloggio numero 10 se non mi sbaglio no?-
-non sbagli..- dissi accennando un sorriso
-ok, andiamo allora!-
Uscimmo dalla stanza e con le chiavi in mano aprì proprio la porta accanto alla sua..
-siamo vicine di stanza..- mi lasciai sfuggire timidamente
-già! Sarà uno spasso qui vedrai, non succede quasi mai niente a parte le feste che organizzano i ragazzi più grandi delle confraternite ma sul mio piano c’è sempre qualcuno pronto a fare baldoria. Guarda me! io sono la prima che fa casino.. certo mi do una regolata nelle ore di studio non temere..- fui sollevata di sapere che almeno avrei potuto studiare in santa pace!
-allora.. eccoci qui!- disse aprendo la porta per lasciarmi entrare

La stanza era poco più grande di quella che avevo a Forks, le pareti erano rosa antico e in mezzo alla grande parete orizzontale c’era una bellissima finestra ad arco con le rifiniture in legno bianco, il letto era posto alla destra della finestra e appoggiato al muro, di fianco c’era un comodino e dalla parte opposta la scrivania per studiare. Vicino al letto c’era una porta che conduceva al bagno personale. L’armadio era a muro ed era enorme per contenere oltre che i vestiti anche altra roba, una specie di ripostiglio in pratica. C’era una libreria e varie mensole. Il frigo e anche la tv! Potevo chiedere di meglio??
-è bella eh? Ti chiedo scusa per la libreria da montare ma Ron il nostro tutto fare è stato impegnato parecchio questa settimana... i tubi della mensa hanno fatto i capricci. Comunque provvederò a fartela aggiustare il prima possibile, promesso. Per il resto.. lì c’è il bagno munito di acqua calda ovviamente, l’armadio.. il frigo è vuoto dovrai metterci dentro tu qualcosa.. il letto è già fatto, muniscono la stanza di un paio di lenzuola nuove ogni volta che arriva un nuovo studente, ma penso che ne avrai portate anche tu da casa, se non li hai ti porto a comprarle così ti faccio vedere la zona.. hai una macchina? Spero di sì perché la mia è rotta e non posso spostarmi fino a che Steve , l’unico meccanico vicino la scuola non si decide ad aggiustarmela..sto parlando troppo non è vero? Mi capita spesso scusa è che non riesco mai a controllarmi..- mi aveva stordito con tutte quelle parole dette in meno di un minuto! Ma era adorabile. Aveva non so cosa che me la rendeva simpatica a pelle, saremmo diventate subito amiche me lo sentivo! Era come rivivere i momenti con Alice.. sì lei era esuberante come Alice!

-ti ho messo già KO eh? Scusa non volevo stordirti subito con tutte queste parole.. sarai stanca e vorrai mettere a posto la tua roba.. a proposito..- disse guardandosi in giro – dov’è la tua roba?-
- in macchina, ho mandato un mio amico a recuperare tutto.. spero solo che non si perda nel ritorno!-
-ma no figurati! È facile arrivare agli alloggi.. allora? Non ti toglie il fiato tutto quello che hai visto fino ad ora?-
-si! È bellissimo qui.. immagino che a te non faccia più lo stesso effetto..-
- sono altre le cose che mi tolgono in fiato cara! Ad esempio.. quel ragazzo immobile davanti alla tua porta! Santa madre divina e tu chi saresti?- mi girai a guardare a chi si riferisse e quasi mi misi a ridere quando capii che parlava di Jacob!
-piacere io sono Jacob, un amico di Bella..- si salutarono stringendosi la mano
Ally si girò a guardarmi e assottigliando gli occhi con sguardo malizioso mi disse
-un amico eh?-
A quel punto non potei evitare di  ridergli in faccia!
-si un amico te lo giuro.. è lui il ragazzo di cui ti parlavo prima..- e si spostò per permettere a Jacob di entrare con le valige.
Rimase a fissarlo intensamente e a seguire ogni suo movimento con la bava alla bocca. La guardavo senza riuscire a smettere di ridere. Dopo un momento in cui mi parve essere caduta in trans si ricompose
-bene vi lascio soli.. ci vediamo dopo..- uscì chiudendosi la porta alle spalle
-quella era Alissa?- presa dal momento non era neanche riuscita a presentarsi
-si era lei.. a quanto pare hai fatto colpo eh?-
-e ti stupisci? Nessuno può resistere al mio fascino..-
-si, come no! Piuttosto non ti sembra di riconoscere qualcuno guardandola?-
Mi fissò pensandoci un momento e poi insieme dicemmo –Alice!- e scoppiammo a ridere beandoci di quel momento di ilarità che la mia nuova vicina aveva contribuito a creare.
 
**************

Approfittai della presenza di Jacob per mettere a posto qualche cosa. Sarebbe partito nel pomeriggio e Dio solo sa quanto mi sarebbe mancato! Fui felice di trascorrere quel poco tempo a nostra disposizione a ridere e a scherzare su Ally e su quanto fossi sbadata.. nel mettere in cima all’armadio delle scatole non riuscii a tenere l’equilibrio e caddi a terra come una stupida gridando di dolore! Il commento ironico di Jacob non tardò ad arrivare, come la sua risata contagiosa. Mi aiutò a sistemare i vestiti e a togliere i libri dalla valigia prima che si stropicciassero troppo, all’ora di pranzo lo mandai a comprare un sandwich che consumammo in stanza, troppo impegnati per uscire. Come aveva detto Ally le lenzuola del letto erano pulite, ma preferii metterle a lavare prima di infilarmici dentro. Misi il cambio che mi ero portata da casa. Il resto lo avrei comprato lì, Ally si era offerta di accompagnarmi e io non potevo che esserne felice. Quando arrivò l’ora di andare in aereo porto per accompagnare Jacob non riuscii a trattenere la tristezza e le lacrime, che avevo trattenuto fino a quel momento, uscirono dagli occhi.
L
o accompagnai con la mia auto così da conoscere un po’ meglio la zona. Restai con lui fino a che non chiamarono il volo.
-mi mancherai!- dissi stringendolo in un abbraccio
-anche tu mi mancherai.. ma ci sentiremo presto te lo giuro!-
-non presto! Tutti giorni, promettimelo! Prometti che ci sentiremo tutti i giorni..-
-ok te lo prometto.. adesso vado.-
-ok..- dissi più sconsolata che mai
-tu sta attenta mi raccomando. Sei sicura di riuscire a tornare indietro?-
-si non preoccuparti.. mi chiami quando arrivi?-
-Bella ma sarà tardi qui quando arriverò a casa!-
-non mi interessa, voglio che mi chiami lo stesso ok?-
-va bene! Tanto è inutile parlare con te! Dammi un bacio..-
Lo abbracciai stretto e gli lasciai un bacio sulla guancia. Chiamarono di nuovo il volo e allora fu proprio costretto ad andare. Rimasi a salutarlo con la mano fino a che non sparì dietro il gate. A quel punto avevo il viso inondato di lacrime.

Mi incamminai verso la macchina e ripresi il viaggio verso il campus. Non fu difficile ritrovare la strada, anche grazie ai cartelli stradali che indicavano come arrivare all’università.
Parcheggiai e mi diressi verso la mia stanza. Ally aveva ragione, gli alloggi per gli studenti erano facili da raggiungere. Nei corridoi vedevo tutti i ragazzi passeggiare e chiacchierare tra di loro e sarà per il fatto che avevo appena detto addio a Jacob, o di trovarmi in un posto di cui in pratica non conoscevo quasi niente, ma mi sentii sola come non mai! Arrivai alla mia porta ed ebbi come l’impulso di bussare a quella di Ally, ma capii che per quanto mi piacesse, era troppo presto per ritrovarci a parlare come due amiche che si conoscono da tempo. Così infilai le chiavi nella toppa ed entrai nella mia stanza chiudendomi dentro.
Intorno a me c’era solo il silenzio. Rimasi a guardare quella camera che sarebbe stata il mio rifugio per molto tempo. Dopo un po’ chiamai Charlie, ormai aspettava una mia telefonata da ore. Quando mi rispose sentii la sua voce incrinata dal pianto e la fitta al cuore che sentii mi fece male. Parlammo per molto tempo, gli raccontai tutto quello che avevo fatto e visto in quella giornata. Gli parlai di Ally e di quanto Jacob mi avesse aiutato finché non lo accompagnai in aereo porto. Ci salutammo promettendoci di risentirci presto. Mangiai un insalata che mi ero fermata a comprare al mio ritorno e mi preparai per la notte.

Ormai stanca mi misi a letto e aspettai che mi prendesse il sonno. Non avevo voglia di accendere la tv e ne di leggere qualche libro. E così mi persi nei pensieri..il giorno dopo sarebbe stato emozionante come questo? O si sarebbe dimostrato tutto il contrario? Speravo tanto nella prima opzione.. fra due giorni sarebbero cominciati i corsi e volevo solo riuscire ad ambientarmi il prima possibile. Ripensai alle parole di Jacob di quella mattina e a quanto avesse ragione nel dirmi che ormai ero diventata forte e coraggiosa. E allora capii..la lontananza da Edward aveva contribuito a fortificare il mio carattere, a rendermi più audace e non dovevo pensare ad avere paura per quello che sarebbe successo il giorno successivo o quello dopo ancora. Dovevo lasciare che la mia vita andasse avanti senza aspettarmi troppo in cambio. Il futuro fa paura, ma incuriosisce tanto e chissà cosa c’era scritto nel mio..
Speravo di riuscire a rimanere sveglia per la telefonata di Jacob ma irrimediabilmente mi addormentai. Risposi lo stesso però quando sentii squillare il telefono e mi sentii più serena a parlare con lui. Mi disse che il volo era andato bene e che come al solito pioveva.. mi lasciai cullare dalla sua voce famigliare riuscendo a trovare tranquillità anche nel sonno..  

 

Bene, bene, bene!! Che ve ne pare??? Sarete felici che Jacob si sia levato dalle scatole! In questo cap. avete conosciuto una persona che sarà molto importante da qui in poi, quindi fatemi sapere cosa ne pensate di ALLY!! Io personalmente l’adoro!!! Mi piace un sacco scrivere di lei..

Volevo farvi una domanda.. questa storia come ben sapete è a reating arancione. Quindi per leggerla non c’è bisogno di essere maggiorenni.. ma se io decidessi di passarla a reating ROSSO, quante di voi avrebbero problemi in quel caso???
Il passaggio, se avverrà, non sarà adesso però volevo avere una vostra opinione!
Fatemi sapere mi raccomando! Ringrazio come sempre chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e quelle da ricordare! SIETE MITICHE!!
ALLA PROSSIMAAAA!! BACI! ♥

 

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Capitolo 16
*** capitolo 15 ***


cap15

                                     

Bene mie care eccoci quà!! il tanto atteso giorno è arrivato! GRAZIE A TUTTE PER LA RISPOSTA ALLA DOMANDA SUL REATING! deciderò cosa fare in seguito visto che ancora non sono arrivata a scrivere scene come dire "piccanti". Buona Lettura!!

Capitolo 15

 

Non potevo credere a quello che stavo vivendo.. era un sogno! Si, doveva essere per forza un sogno.. ma allora perché sembrava così reale? Io e Edward aggrovigliati nel letto.. i suoi baci passionali ed irruenti avevano il potere di stordirmi così come il suo odore, ricambiai il suo bacio come se avessi paura che me lo strappassero di dosso, che andasse via.. era così bello tornare a baciarsi e a sentire di nuovo tutto quello che avevo agognato sentire fino a quel momento. Il suo profumo dolce, le sue mani delicate, il suo corpo sopra il mio.. Le nostre lingue si intrecciarono e io mi sentii in paradiso. Le sue mani mi toccavano dappertutto e lo stesso facevo io col suo corpo. Iniziò a sfilarmi la maglietta e io rabbrividii, ma non mi importava. Tolsi la sua con ardore, impaziente di toccare quel marmo levigato da Dio. Arrivò ai miei pantaloni e li slacciò con facilità, mentre io andavo a fuoco i brividi erano ormai un ricordo. C’era qualcuno che bussava alla porta ma non me ne curai. In quel momento non mi importava di niente e di nessuno.. In quel momento esistevamo solo noi due. Noi due ..che stavamo per compiere il gesto più naturale del mondo. Noi due.. che finalmente ci saremmo ritrovati. Noi due.. impazienti di appartenerci. Noi due.. e una voce ronzante nel mio orecchio..

-BELLAAAA! Svegliati dormigliona!! È ora di alzarsi..Bella ma mi senti!- ecco lo sapevo che era solo un sogno!! Venni catapultata nella realtà da una specie di uragano che aveva fatto irruzione in camera mia. Ormai non mi stupivo più di tanto. Avevo imparato a conoscere Ally e dovevo aspettarmelo che sarebbe venuta a svegliarmi di buon ora. Ma non la domenica mattina!

-Ally.. ma sei impazzita? È domenica.. lasciami dormire un altro po’..- biascicai con la testa ancora nel mondo dei sogni e più precisamente al corpo di Edward.

-cosa stavi sognando maialina, hai la bava alla bocca!- diventai rossa come un pomodoro e subito mi asciugai. Dannazione! Aveva ragione..

-stavo cercando di dormire Ally! Vattene via! - dissi girandomi dall’altra parte coprendomi la testa col cuscino e cercando di regolarizzare i battiti cardiaci. Ma non si lasciò convincere e venne a sedersi sul letto e a scuotermi fino a che non mi voltai a guardarla.

-avanti Bella! È domenica.. non puoi lasciare che mi deprima da sola nella mia stanza! Facciamo qualcosa.. usciamo! Ma non dirmi che vuoi stare tutto il giorno chiusa qui dentro!-  era impossibile!

-Ally oggi devo andare in biblioteca a fare una ricerca. Il professor Barton pretende di averla pronta per mercoledì e devo sbrigarmi se non voglio che mi prenda sott’occhio già dall’inizio.. e poi cosa vorresti fare di domenica mattina? – quella ragazza era un vero e proprio vulcano in eruzione. Altro che Alice! Lei la batteva di qualche punto sul tabellone della pazzia! Me ne accorsi subito che non mi avrebbe lasciato vita tranquilla. Il giorno dopo il mio arrivo si era presentata nella mia stanza senza neanche bussare prendendo come scusa il fatto che avesse il doppione e che si era preoccupata di non avermi sentito per nulla la sera prima. E da quel giorno non la smettè un attimo di assillarmi. Me la ritrovo in stanza a qualsiasi ora pronta a distrarmi da ciò che stavo facendo. E per quanto possa risultare strano, non mi dava per nulla fastidio. Anzi, mi piace da matti il rapporto che abbiamo instaurato. Con lei mi sento libera di parlare di qualunque cosa e anche lei è molto estroversa nei miei confronti.

-uff, Bella sei una noia mortale!- disse stendendosi nel letto insieme a me.

-non è colpa mia se non ho una vita sociale movimentata..-

-questo lo avevo capito..-

-ma cosa impedisce a te di farlo? esci.. io starò bene qui da sola. Non preoccuparti per me..- dissi sperando di convincerla

-non se ne parla nemmeno! Figurati se ti lascio a marcire in questa stanza..-

-bene, allora che vuoi fare?- le si formava sempre una piccola ruga tra le labbra e il mento quando pensava a qualcosa. E anche in quel frngente mi fermai ad osservarla. Ally era molto bella. Non aveva un fisico statuario. Ma al contrario di me aveva tutte le forme al posto giusto, anche se lei insisteva nel dirmi che anche io ero uno schianto!

La cosa che mi piaceva di più di lei erano i suoi occhi. Aveva gli occhi di un verde brillantissimo che risaltavano sulla sua carnagione olivastra come due smeraldi. I capelli erano lunghi quasi come i miei, castani e mossi alle punte. Era una ragazza molto bella e la sua esuberanza permetteva alla gente di ingraziarsela ancora di più. Frequentava il secondo anno e più volte le domandai come mai non uscisse con i compagni del suo corso, ma lei faceva spallucce e diceva che era più divertente stare con me.. io restavo basita ogni volta che me lo diceva. Secondo lei era divertente stare con me? con Isabella Swan? La noia fatta persona? Non era un segreto che non avessi tanta voglia di uscire e divertirmi. In pratica avevo trascorso la mia adolescenza interpretando il ruolo della suora. E se non fosse stato per vampiri e licantropi, gli ultimi due anni della mia vita sarebbero stati anche peggio!

-parlami di te..- buttò li quella frase come se niente fosse e io non sapevo cosa risponderle. -abbiamo legato da subito io e te, ma in pratica non conosco quasi nulla sul tuo conto..-

-è che mi imbarazza parlare della mia vita, ho paura di annoiare la gente..- dissi questo per mascherare la realtà.

-allora facciamo una cosa.. botta e risposta ti va? Io ti faccio delle domande e tu mi rispondi..-

-ci sto..- dissi eccitata all’idea

-dunque vediamo.. nome completo?-

-Isabella Marie Swan..-

-nata a?-

-Forks.. il 13 settembre 1987..-

-Forks? Dov’è Forks? Non ne ho mai sentito parlare..- mi venne da ridere a sentire quella domanda

-si trova nello stato di Washington, nella penisola di Olympia, è una cittadina molto piccola e con pochi abitanti. Mio padre abita lì, mentre mia madre si è trasferita a Jacksonville con il suo nuovo compagno, anche se prima abbiamo vissuto per molto tempo a Phoenix..-

-quindi i tuoi genitori sono separati? Mi dispiace..-

-non dispiacerti.. si sono lasciati quando io ero molto piccola. Sono andata a vivere con mia madre e le estati le trascorrevo con mio padre a Forks..fino a che due anni fa mia madre non si risposò e io andai a vivere con mio padre..-

-e com’è questa Forks? Da come ne pronunci il nome si sente che sei molto attaccata..- ho dimenticato di dire che Ally è anche un’ottima osservatrice?

-Forks è.. molto piovosa! È come vivere perennemente su una nuvola. Ma dopo un po’ ci fai l’abitudine.. è vero sono molto attaccata a quella città! Ormai la considero come la mia vera casa!-    

-come si chiama tuo Padre?-

-Charlie.. è il capo della polizia di Forks.-

-e con lui che rapporto hai?- mi stupì molto quella domanda. Ma non perché non sapessi cosa rispondere, no. Forse qualche tempo fa avrei avuto difficoltà, adesso invece ero più che sicura di cosa mi legasse a mio padre..

-sai all’inizio non è stato per niente facile vivere insieme. Non ci conoscevamo nemmeno, c’era molto imbarazzo. Abbiamo dovuto recuperare un rapporto in pratica inesistente. Ma adesso.. adesso lo adoro. È diventato indispensabile per me. Il mio punto d’appoggio. E non posso che esserne felice..- era vero. Ormai consideravo mio padre come una delle persone più importanti della mia vita.

-come ti capisco.. anche io avevo un rapporto meraviglioso con il mio..-

-avevi? Perché parli al passato? Avete litigato?-

-no Bella.. mio padre è morto tre anni fa in un incidente stradale.- mi sentii il cuore in gola rendendomi conto di quelle parole. E quando la guardai e mi accorsi che stava piangendo non riuscii a trattenermi dall’abbracciarla.

-mi dispiace Ally.. scusa non dovevo parlare di quanto fossi attaccata a mio padre..-

-ma no figurati! È che mi emoziono ogni volta che sento qualcuno parlare del proprio padre come facevo io... ma non per questo devi fermarti o scusarti.- volevo chiederle qualcosa in più sulla sua vita, ma non sapevo se fosse il momento giusto per farlo. Restammo per un po’ in silenzio mentre continuavo a cingerla con un braccio.

-cambiamo argomento..parliamo di cose più leggere adesso! Ti sei mai innamorata?-

-assolutamente!- dissi con fermezza

-e il fortunato si chiama?-

- Edward, Edward Cullen..- pronunciare il suo nome mi fece sentire le farfalle nello stomaco

-quanti anni ha? Parlami di lui..- e adesso cosa avrei dovuto dirle?

-bè, lui ha la mia età. Ci siamo conosciuti a Forks due anni fa. Non posso dire che sia stato amore a prima vista, anche se lui è talmente bello da frati innamorare subito. Abbiamo avuto un po’ di divergenze all’inizio, in pratica c’era qualcosa di me che lo costringeva a starmi lontano..-

-addirittura! E poi cos’è successo?- disse aggrottando le sopracciglia

-ci siamo accorti che non potevamo fare a meno l’uno dell’altro. E così abbiamo cominciato a frequentarci e ci siamo messi insieme. Gli anni più belli della mia vita. Mi sono innamorata talmente tanto di lui che non riuscivo a stargli lontano. Il nostro rapporto non è sempre stato rose e fiori, come si dice. Abbiamo vissuto dei momenti brutti.. una volta ci siamo anche lasciati. Ma per fortuna il nostro amore era talmente forte da permetterci di ritornare insieme..-

-e com’è lui?-

-lui è.. bè lui, è perfetto! Non esiste altra parola per descriverlo. È alto, non troppo muscoloso ma ha le spalle larghe e il corpo robusto. Ha i capelli ramati e gli occhi di uno stupendo colore ambrato. Molto rari da incontrare, ma non nella sua famiglia. Ha il più bel sorriso che abbia mai visto e possiede il profumo più buono di questa terra. È  molto talentuoso. Suona e compone musica al pianoforte. Ha la capacita di farti sentire in paradiso quando lo senti suonare..è molto geloso, ma non una gelosia malata, no. È molto dolce, intelligente e anche simpatico.. non dimenticherò mai tutte le volte che abbiamo riso insieme.. e soprattutto è sexy da morire e molto, molto affascinante– conclusi il mio discorso con le guance in fiamme e con l’orgoglio nel cuore per aver potuto anche solo sfiorare un angelo del genere.

-Caspita! Devi farmelo conoscere assolutamente... un uomo così prezioso è da tenerselo caro!- ecco adesso però arrivava la parte più difficile..

-te lo presenterei molto volentieri, ma.. ecco noi non stiamo più insieme- e non potei evitare alla voce di incrinarsi.

-cosa? Ma se ne parli come se ne fossi ancora innamorata alla follia!-

Mi fissò e probabilmente le lacrime che vide accumulasi agli angoli dei miei occhi le fecero capire tutto.

-oddio non dirmelo, no! Ne sei ancora innamorata?- annuii

-con tutta l’anima..-

-mi dispiace Bella.. ma perche? Voglio dire come mai non state più insieme?-

-è stata tutta colpa mia! Abbiamo passato un periodo molto difficile... tra noi due si era insidiata un’altra persona e pur non smettendo un attimo di amarlo alla follia gli avevo chiesto di darmi del tempo per decidere cosa volessi veramente dalla vita e dal rapporto con lui.. inizialmente parve capire. Ma evidentemente non poteva sopportare di vivere nel dubbio e allora se ne è andato..- sentivo il cuore in gola e il dispiacere a rinchiudere così in due parole tutta la nostra storia. Ma Ally non poteva sapere altro che questo..

-è tu cos’hai fatto? Chi era quell’altra persona?-

- l’altra persona era Jacob.. – vidi i suoi occhi spalancarsi dalla sorpresa

-ma tu lo amavi? Voglio dire adesso non state insieme, mi hai detto che siete solo amici!-

-ed è vero! Siamo solo amici.. credevo fosse amore con Jacob, ma era di più un’infatuazione. Non potevo considerala alla pari dell’amore che mi legava ad Edward.. ma l’ho capito troppo tardi. Negli ultimi mesi abbiamo provato a stare insieme, ma io non facevo altro che pensare a Edward e allora abbiamo rotto. Lui l’ha accettato e adesso siamo amici. Amici con la A maiuscola. Jacob è il mio migliore amico. Non so cosa farei senza di lui!-

-ma nonostante questo non sei riuscita a dimenticarti di Edward..-

-come potrei? Quando io e Jacob abbiamo rotto ho provato a rintracciarlo per dirgli che ero stata una stupida e che avevo capito cosa volevo veramente.. ma lui è come sparito nel nulla! Non so che fine abbia fatto.. lo chiamo al telefono e mi da sempre staccato, probabilmente ha cambiato numero. Neanche i suoi cugini sanno dove sia finito.. non faccio altro che aspettare un suo ritorno da quando mi ha lasciato. E lo aspetterò ancora per molto, molto tempo!-

- che casino Bella! E poi vieni a dirmi che la tua vita non è abbastanza movimentata?- risi a quell’affermazione e anche Ally si unì a me.

-e tu?- chiesi – sei innamorata di qualcuno?- si divincolò dal piumone e saltò giù dal letto.

-non chiedermelo per favore! Ho una vita talmente incasinata che ti farei solo scoppiare il cervello se te la raccontassi! Adesso scappo.. ci vediamo dopo!!-

-ma Ally! Hai voluto che ti raccontassi la mia storia adesso è il tuo turno!- ma si era già richiusa la porta alle spalle. E quando pensai che non mi avesse neanche sentita rientrò in stanza dicendomi..

-non preoccuparti ti racconterò tutto prima o poi!- e se ne andò via questa volta per davvero.

*******************

Passai il resto della mattinata ad oziare nel letto e a prepararmi per andare in biblioteca. Così dopo che Ally se ne andò andai a fare una doccia. Mi vestii e misi un po’ a posto la stanza e mi preparai qualcosa da mangiare con quel poco che avevo in frigo. Erano le due e mezza del pomeriggio e stavo per uscire per dedicarmi allo studio quando improvvisamente Ally fece irruzione nella stanza.

-Bella, dove stai andando?-

-in biblioteca ricordi? Ti ho detto che devo fare una ricerca su Shakespeare per il professor Barton e studiare per la verifica!-

-oddio Bella! Hai davvero intenzione di chiuderti tutto il pomeriggio in un aula a studiare? Il programma di Barton è una noia mortale!-

-si Ally, lo so che il programma è una noia mortale, ma lo devo seguire comunque. Altrimenti il mio progetto di laurearmi in Letteratura andrà a farsi fottere miseramente! Tu sei al secondo anno e ci sei già passata, adesso tocca a me..- era vero.. sapevo che i corsi erano cominciati da solo una settimana e che potevo concedermi di partire con calma. Ma ero fatta così non ci potevo fare niente. Volevo che mio padre fosse fiero di me e non solo perche fossi alla Dartmouth, ma anche perché riuscivo a frequentarla e a raggiungere buoni voti. 

-allora aggiungici anche un corso nuovo.. il professor Gilmore terrà delle lezioni serali specifico sugli autori del millenovecento. Me lo hanno comunicato oggi.. e così dato che io dovrò seguirlo tu verrai con me! sarà un approfondimento per me e una buona cosa per te che sei al primo anno. Le lezioni cominciano domani. Vedrai ci divertiremo!- avevo sentito parlare di quel corso e avevo già in mente di seguirlo.

-ma dai! Grazie Ally volevo iscrivermi a quel corso! Però la prossima avvisami prima. Non vorrei che il cervello mi andasse in fumo perché ho troppe cose da seguire..-

-ok, ok! Basta non parliamo più di scuola..ti ho già detto che ho visto dei ragazzi che sono la fine del mondo?-

-Ally ti prego non cominciare! Non è il momento..- sbuffai rumorosamente e tornai a sedermi sul letto. Non poteva mettersi a parlare di ragazzi proprio adesso.

 -già, già scusami tanto se penso a queste cose! Tu hai il tuo Edward! Ma credimi, se li vedessi cambieresti opinione.. sono veramente dei bocconcini!-

-non credo che cambierei idea!- dissi sicura di me stessa. Nessuno avrebbe eguagliato la bellezza di Edward.

-ne sei così sicura? Ma non ce l’hai una foto del tuo Edward per farmela vedere? Così ti dico se hai ragione o no..lascia che sia una persona esterna a giudicare! - mi sentii stizzita da quella provocazione. Voleva una prova? E allora gliela avrei data.

-ok, ci sto.. ma dopo lasciami in pace. Devo andare in biblioteca e non posso fare tardi!-

Andai alla valigia che faceva da libreria visto che Ron non era ancora riuscito ad aggiustare quella vera, e da un libro ne astrassi una foto di Edward..gliela porsi con un ghigno sulle labbra. Questa volta l’avrei lasciata senza parole ne ero certa!

La afferrò con il sorriso sulle labbra pronta a replicare ma non appena la guardò vidi la sua espressione cambiare. Non era più spavalda e ne tantomeno ammaliata nell’ammirare la perfezione del volto di Edward. No, era sorpresa.. esaminò  quella foto come se volesse accertarsi di qualcosa.

-allora? Ti ho lasciato senza parole non è vero? Lo so Edward fa questo effetto a molte donne..- rialzò lo sguardo come imbarazzata

-si.. hai ragione è perfetto! Ma.. ma come mai non sei riuscita a trovarlo? Non sai proprio che fine abbia fatto?- mi demoralizzai un po’ a sentire quella domanda e andai a sedermi sul letto vicino a lei.

-no, purtroppo non so proprio dove possa essere. Come ti ho già detto l’ho cercato ma neanche i suoi parenti hanno saputo dirmi dove siano finiti i Cullen. Ma lo aspetterò. Ho fatto una promessa a me stessa che se solo fossi riuscita a rintracciarlo gli avrei aperto il mio cuore e naturalmente gli avrei chiesto scusa per come l’ho trattato. Per questo ho deciso di aspettarlo, di aspettare un suo gesto. L’unica cosa che voglio è rivederlo anche solo per un secondo..- non dovevo lasciare allo sconforto di impadronirsi di me, e così mi alzai infilandomi il cappotto pronta per andare in biblioteca..  

-vedrai lo ritroverai ne sono certa!-

-grazie Ally è quello che voglio anche io.. chiudi tu la porta quando esci?-

-si non preoccuparti.. ah Bella?-

Mi voltai di nuovo verso la sua direzione

- secondo me lo ritroverai presto, forse prima di quanto immagini…-  aggrottai le sopracciglia incuriosita da quelle parole, ma ero in ritardo pazzesco e dovevo sbrigarmi se non volevo rallentare la tabella di marcia.. così la salutai con la mano e mi incamminai verso il mio pomeriggio di studio.

*********************

Le parole di Ally non mi diedero pace neanche per un secondo. Le sentivo rimbombarmi in testa anche mentre rileggevo il saggio su Macbeth che avevo appena scritto al pc. Cosa avrà voluto dire con  “secondo me lo ritroverai presto, forse prima di quanto immagini…?”. Fui portata alla realtà da una folata di vento che fece sbattere la finestra e mi fece trasalire di paura. Basta dovevo smetterla di pensare, ora era il momento di studiare! Ma il quel momento qualcos’altro catturò la mia attenzione. Una ragazzo biondo che camminava nel corridoio laterale al mio. Aveva le movenze eleganti e sinuose, e i capelli e il suo pallore mi fecero incuriosire a tal punto che rabbrividii all’idea di chi potesse essere.. Ormai era come se possedessi un radar o qualcosa del genere nel riconoscere le creature sovrannaturali.

Mi alzai e gli andai dietro, volevo sapere di più. Volevo osservarlo meglio per capire se avessi ragione o se la mia immaginazione si stesse inventando tutto. Quando gli fui abbastanza vicina da poter quasi vedere la sua figura in modo completo un ramo sbattè contro la finestra e mi fece distogliere lo sguardo per lo spavento. Riportai la mia attenzione su quel ragazzo ma quello che vidi, o meglio, quello che non vidi mi lasciò l’amaro in bocca. Era andato via. C’era qualcosa in lui che mi attirava più del lecito, eppure sapevo che se si fosse trattato di un vampiro mi sarei cacciata di nuovo nei guai. Ma più che incuriosita dalla sua natura lo ero di più dal suo aspetto.. da quello che ero riuscita a vedere somigliava in modo incredibile a Jasper, o almeno ci speravo. E se fosse stato veramente lui? Mi diedi della stupida scuotendo il capo. No, non poteva essere lui. Mi avrebbe di certo riconosciuto. Magari stavo sbagliando tutto, magari non era neanche quello che credevo che fosse. Ma allora perché quando mi avvicinai nel punto in cui era sparito sentii di non sbagliare, almeno sull’ultima opzione. Un aroma dolce nell’aria mi riportò alla mente il profumo inconfondibile di..  Vampiro.

Tornai alla mia stanza ancora scossa dall’incontro appena avuto. Sentivo qualcosa dentro di me che mi diceva di arrivare fino in fondo a questa storia. Quando aprii la porta della mia camera non mi stupii di trovarvi Ally distesa sul mio letto. Probabilmente si era addormentata nell’attesa del mio ritorno.. ed era quello che avrei fatto anche io da li a poco. Quel pomeriggio di studio mi aveva distrutto. Così mi accasciai sul cuscino accanto alla testa di Ally e chiusi gli occhi solo per un istante. Dovevo alzarmi e togliermi i vestiti, mettere il pigiama e svegliare la mia amica.. ma non riuscii a fare niente di tutto questo. Sentivo gli occhi pesanti, avevo passato troppo tempo davanti al computer. Con quella fastidiosa sensazione, chiusi per un attimo le palpebre e senza averne coscienza mi addormentai

****************

 La sveglia che puntualmente suonava ogni mattina alle 7.30 mi svegliò dal sonno tranquillo che stavo facendo. Mi mossi un po’ per cambiare posizione e per poco non finii a terra. Ally dormiva ancora nel mio letto. La scostai affinché si svegliasse e quasi mi beccai un ceffone.

-mmhh, lascia stare il gatto!- biascicò ancora nel sonno sembrava posseduta! E io non potei evitare di ridere

-Ally ti sei addormentata nel mio letto svegliati..- parve funzionare perché apri gli occhi alzandosi di scatto.

-oddio.. che sbadata.. scusami ti ho rubato il letto!-

-figurati,ho dormito vicino a te..-

-che ore sono?-

-le 7.30 è ora di prepararsi..-

-si hai ragione, vado nella mia stanza a fare una doccia e a vestirmi ci vediamo tra un po’..-  disse alzandosi

-Ally?- la fermai prima che potesse uscire – ma tu hai un gatto?- dissi ridendo sotto i baffi

-no perché?- mi guardò interrogativa

-no niente lascia stare.. ci vediamo dopo- si richiuse la porta alle spalle e io scoppiai a ridere senza riuscire a fermarmi.

 

************

Correvamo nei corridoi quasi deserti per dirigerci alla lezione del professor Gilmore. –faremo tardi me lo sento!- dissi ad Ally che correva insieme a me

-ma no.. vedrai che arriviamo in tempo!-

-se qualcuno non si fosse decisa a fare le cose all’ultimo minuto a quest’ora saremmo già in classe- dissi con tono di rimprovero

-ahhhhhhh finiscila Bella.. sei sempre così fiscale nelle cose? Vedrai che arriveremo in tempo e allora ti costringerò a rimangiarti tutto!-

-lo spero per te..-

Rallentammo nei pressi dell’aula  per riprendere fiato.

-aspetta qui torno subito..- disse Ally infilandosi in aula. Ma che stava combinando?

Tornò dopo neanche un minuto con il respiro affannato.

-allora? Mi spieghi che succede?-

-Bella sentimi.. ho una cosa da dirti. Ma tu devi promettermi che non ti arrabbierai  con me per non avertelo detto subito. Mi servivano delle conferme e adesso che ce le ho devi sapere! È una cosa incredibile...Bella non puoi nemmeno immaginare chi c’è in quella stanza.-

-calmati Ally così mi spaventi. Dimmi tutto con calma..- aveva il fiatone e io non avevo la minima idea di cosa stesse parlando.

-ok.. senti, è arrivato il momento che hai atteso tanto a lungo. Il destino si è messo in mezzo Bella e non ti ha abbandonato! In qualche modo dovevi ritrovarlo.. e il fatto che sia successo qui, in questa università, vuol dire che vuole che vi ritroviate. Vuole darti una seconda possibilità. Ed io non posso essere che felice per te. Ieri mi hai confidato che era questo l’unico desiderio che avevi e adesso si sta avverando! Bella in quella stanza c’è il tuo sogno, in quella stanza c’è Edward! Bella.. Bella mi senti? Bella..-  mi teneva strette le mani nelle sue e sentivo come se il cuore avesse cambiato posto spostandosi nelle orecchie. Il mio sguardo divenne vitreo capendo finalmente quello che le parole di Ally mi stavano dicendo.

-Edward..- pronunciai flebile sentendo le gambe cedere

-si Bella, si! È in quella stanza. Ieri quando mi hai fatto vedere la foto l’ho riconosciuto subito. L’ho incontrato quando sono andata ad iscrivermi per seguire questo corso. Sono così felice per te Bella!- disse al settimo cielo

Sentivo gli occhi pungermi e le mani sudare. Un improvviso moto di terrore si impossessò di me. Cosa dovevo fare? Cosa mi avrebbe detto? Cosa gli avrei detto? Quasi inconsciamente arretrai nel corridoio ed ero pronta a fuggire via se Ally non mi avesse bloccato la strada.

-Bella che ti prende? Non sei felice di sapere che finalmente l’hai ritrovato?-

-Ally non so cosa fare.. e se non mi volesse, e se mi avesse già dimenticato? Non posso rischiare che il mio cuore si rompa di nuovo in mille pezzi.. non lo sopporterei.-

-ma che stai dicendo Bella? Se la tua felicità è Edward vattelo a prendere! Non pensare subito al peggio. Non vorrai rimpiangere questo momento per tutta la vita? Insegui la tua felicità Bella, te lo meriti.. và da lui..- mi urlò in faccia.

Forse era il mio cuore a comandare in quel momento. Perché mi ritrovai ad annuire e a proseguire nel corridoio verso l’aula. Abbassai la maniglia ed entrai. I posti erano quasi tutti occupati ma lo cercai tra i banchi come se sentissi una specie di richiamo. Ally stava al mio fianco tenendomi per mano e quando finalmente scorsi la sua figura la lasciai andare e mi diressi verso di lui. Salivo i gradini della stanza come se sentissi i piedi pesanti. Il cuore iniziò a battere più del dovuto, sentivo le mani sudate e le gambe tremanti. La testa aveva cominciato a girare reclamando un po’ d’ossigeno. Avevo praticamente smesso di respirare.

Ancora non potevo credere che stesse succedendo per davvero. Lui era li, vedevo la sua chioma bronzea muoversi mentre era intento a leggere qualcosa sul suo banco. Il suo colorito pallido spiccava in mezzo agli altri studenti. Ma era pur sempre la creatura più bella che avessi mai visto. Tutto il tempo passato senza di lui non aveva scalfito per niente l’immagine che ne conservavo nel cuore.

Ad appena un metro di distanza mi feci coraggio e lo chiamai..

-Edward..- dissi con voce talmente flebile da essere quasi in udita. Ma lui mi sentì lo stesso perché si immobilizzò all’istante ed alzò la testa per incontrare i miei occhi. Sentivo come se il cuore volesse uscirmi dal petto. I suoi occhi.. Dio quanto mi erano mancati i sui occhi.. rimase a fissarmi per un istante che parve interminabile mentre io costringevo all’ossigeno di rimpossessarsi dei miei polmoni. La sorpresa iniziale lasciò ben presto il posto alla delusione però. Il volto di Edward era una maschera di durezza e indifferenza.

- che diavolo ci fai tu qui!- si lasciò scappare con voce intrisa di rabbia. E io sentii vacillare il pavimento sotto i piedi. Ma trovai lo stesso il coraggio di rispondergli.

-q-quello che ci fai tu immagino..- la voce mi usci fuori come un rumore gracchiante.

-come stai?- provai a dirgli

-bene.. ma non ti riguarda. E adesso lasciami in pace, sta per entrare il professor Gilmore..- ogni sua parola era una pugnalata al cuore. Non feci nemmeno in tempo a voltarmi e guardare verso la porta che il professore fece il suo ingresso in aula.

-buona sera signori, vi invito ad accomodarvi nei vostri posti non vorrei fare ulteriore ritardo- lo guardai cercando di scorgere un qualcosa che mi facesse ben sperare che fosse felice di vedermi e invece.. e invece era come se davanti a me avessi un muro. Un muro che non mi permetteva di vedere il vero Edward.

Ally mi si avvicinò e mi sussurrò nell’orecchio che dovevamo prendere posto e lentamente senza mai distogliere lo sguardo dalla figura di Edward mi lasciai trascinare fino alla fine della classe.

Prese a parlare speranzosa di sapere cosa mi avesse detto. Ma io non l’ascoltavo nemmeno. Era come se fossi caduta in un limbo. Sentivo gli occhi pizzicare e un peso terribile all’altezza del cuore. Mi ridestai consapevole che benché Edward fosse seduto 5 posti più avanti di me riuscisse a leggere nella mente della mia amica. Non volevo mostrargli quanto la sua indifferenza mi avesse ferito..

-allora? Bella? Cosa vi siete detti?-

-niente, ci siamo solo salutati..- risposi quasi per inerzia

-vedrai che quando sarete fuori avrete la possibilità di parlarvi e di chiarire tutto me lo sento!-

-mhh mhh..- ormai parlare era diventato più dura che respirare.

Rimasi in classe a seguire la lezione, ma era come se fossi lì solo con il corpo. La mente viaggiava per conto suo. Quando terminò e tutti gli studenti si alzarono dai propri posti, non potei evitare di cercarlo. Avevo mantenuto lo sguardo costantemente puntato su di lui per l’intera lezione, ma non riuscii a seguirlo quando con la sua solita eleganza sgusciò via senza difficoltà.

Mi trascinavo nei corridoi rimanendo in silenzio, in compagnia di Ally. Non era da lei starsene zitta in quelle occasioni. Ma evidentemente aveva capito che c’era qualcosa che non andava. Quando fummo davanti alla porta dei nostri appartamenti mi prese per mano e mi abbracciò. Non aveva detto niente per l’intera serata, ma quel gesto valse più di mille parole per me. Era riuscita a rispettare i miei silenzi e a comprendere che forse avevo più bisogno di un contato fisico che di ascoltare delle parole che sarebbero volate via nel vento. Non volevo crollare davanti a lei, non volevo farmi vedere fragile e vulnerabile. Per quanto avessi imparato a volergli bene non volevo farmi vedere triste e soffrente, non era giusto. Me l’ero ripromesso, nessuno avrebbe più avuto la possibilità di dispiacersi per me. Perché in questo caso ero io la sola responsabile del comportamento di Edward nei miei confronti. Volevo gioire, volevo gridare dalla felicità per averlo ritrovato, ma in quel momento l’immagine della sua durezza aveva il potere di annientare la mia gioia alla stessa velocità di un battito d’ali.

Era questo che mi aspettavo una volta che l’avrei ritrovato? No. Ma inconsciamente sapevo di sbagliare. Sapevo che avrei rischiato di trovarlo diverso, cambiato. E questo mi faceva più male della rabbia che aveva nei miei confronti. Nessuno avrebbe mai dovuto far soffrire una così bella creatura. E dalla sofferenza Edward si era costruito quella maschera che mi aveva mostrato non più di un ora fa. Edward non doveva cambiare, non doveva diventare diverso da quello che era, per colpa mia. Agli occhi della gente dovevano spiccare la sua dolcezza e la sua bontà invece che la sua durezza e la sua delusione.

Restammo chiuse in quell’abbraccio per un tempo interminabile. Quando mi staccai da lei mi diede la buona notte e aspettò che chiudessi la mia porta prima di entrare nella sua stanza. Mi abbandonai sul letto pronta a versare tutte le lacrime che avevo in corpo. Avevo sbagliato, l’avevo deluso. E questa era la giusta punizione per il mio comportamento. La sua indifferenza. Perché era come dimostrare che non ci fossimo mai amati. Era come dimostrare di non aver mai vissuto insieme... e in quel momento, in cui tutti i ricordi tornavano prepotenti nella mia mente, sperai tanto che potesse essere vero...almeno il mio cuore ora sarebbe intero!

Scoppiai in singhiozzi quasi improvvisamente senza riuscire a fermarmi. Mi sentivo travolta dalla sofferenza come un onda che non da possibilità di salvarsi, che ti porta alla deriva e ti fa morire lentamente...

Fuori il tempo aveva cominciato a piovere e contribuiva a farmi sentire ancora peggio. Mi strinsi nel piumone pensando a quanto volessi sentire Edward vicino. Fui distratta dalla suoneria del cellulare che prese a suonare. Non volevo parlare con nessuno, chiunque fosse doveva attendere.. non avevo la forza per parlare con qualcuno. Si interruppe dopo un po’ ricominciando a suonare subito dopo. Lo presi dalla tasca e guardai chi fosse, e appena ne lessi il nome mi sentii anche peggio. Era Jacob,non potevo rispondergli in quello stato, si sarebbe preoccupato. Approfittai del momento in cui chiuse la chiamata per mandargli un messaggio veloce inventando una giustificazione..

“Scusa Jacob non posso risponderti, sono in aula a seguire una lezione serale che durerà ancora per un po’, ci sentiamo domani ok? Ti voglio bene..” 

Mi rispose dopo neanche un minuto confermando il mio messaggio. Mi stesi sul letto fissando il soffitto mentre le lacrime mi bagnavano il viso scendendo fino al collo. Rimasi in quella posizione a pensare per non so quanto tempo, fino a che dei colpi alla porta mi fecero trasalire. Non risposi. Pensai che chiunque fosse se ne sarebbe andato non ricevendo risposta. Ma bussarono di nuovo e più volte rispetto a prima. Mi alzai controvoglia asciugando gli occhi e sperando di risultare presentabile. Aprii la porta e quello che mi trovai davanti fece intensificare di più le lacrime che a stento riuscivo a trattenere.

Era Alice...

 

 Ve l'aspettavate così il loro incontro????? 

*mi ritiro in attesa del vostro giudizio!*

a Domenica prossimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

 



 fate un salto qui.. mi raccomando!!!! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=664372



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Capitolo 17
*** capitolo 16 ***



 

                                                        

Buona domenica ragazze!!! Come va? Io sono ancora in estasi per il nuovo trailer di WFE!! È STUPENDO..
BANDO ALLE CIANCE.. VI LASCIO AL CAPITOLO. Spero vi piaccia!
Buona lettura..*___*


Capitolo 16

 
Mi si buttò addosso stringendomi forte e io mi sentii come a casa. Ricambiai l’abbraccio con le poche forze che avevo e mi condusse a sederci sul letto. Mi lasciai andare ad uno sfogo dettato dalla delusione di aver trovato Edward adirato nei miei confronti e dalla gioia di riaverla e stringerla tra le braccia.
-shh Bella, calmati.. – diceva cullandomi per tranquillizzarmi
Quando i singhiozzi furono più facili da gestire alzai il volto impaziente di riappropriarmi di nuovo del suo bellissimo viso.
-oh Alice! Mi sei mancata da morire..-
-anche tu Bella.. anche tu. Ci sono io qui adesso, calmati, fai un bel respiro profondo. Vedrai che passa..-
-no Alice.. questa volta non passerà.- dissi riferendomi ad Edward. Lei parve capire e annuì triste con il capo.
-mio fratello.. quello zuccone! Non capisce niente, ora, e non ha capito niente all’epoca, quando hai deciso di lasciarlo..- disse stizzita

La guardai aggrottando le sopracciglia. No, non era vero..
-Alice ma io non l’ho lasciato. Io lo amavo tantissimo, è stato lui ad abbandonarmi, di nuovo..- dissi sentendo una fitta al cuore
Mi guardò interrogativa non capendo. 
-come.. non sei stata tu a lasciarlo? Ma allora.. cos’è successo?-
-io gli avevo solo chiesto del tempo per decidere cosa volessi veramente della mia vita e dal nostro rapporto. Non avevo intenzione di lasciarlo! Lo amavo troppo per perderlo un’altra volta.- dissi con ancora la voce impastata dal pianto
-Bella non ti capisco.. se eri così convinta di amarlo allora perché gli hai chiesto del tempo?- era difficile da spiegare
-per via di Jacob. Mi ero resa conto che c’era qualcosa tra me e lui e non potevo fare finta di niente. Lo dissi ad Edward, non volevo che ci fossero segreti tra di noi, lui voleva lasciarmi ma io gli chiesi del tempo, certa che i sentimenti che provavo per lui fossero talmente forti da farmi capire quale fosse la via giusta da prendere. Dovevo fare chiarezza nella mia testa. In quel periodo successero talmente tante cose che non ero più sicura di nulla ormai. Ma lui se ne è andato senza dirmi niente. Lasciandomi con il mio amore per lui e un pugno di mosce in mano- il suo sguardo divenne sempre più furibondo.
-e cosa pretendevi Bella? Alla fine hai scelto di stare con Jacob comunque, vedi che ha fatto bene ad andarsene? Lo avresti solo fatto soffrire se fosse rimasto a Forks!-

Oddio, Alice pensava veramente che..
-no! Alice no! Stai sbagliando tutto! Io non ho scelto Jacob. Quando sei venuta a trovarmi e hai parlato con lui, ti ha detto una cosa non vera! Come avrei potuto dimenticarmi di voi, dimenticarmi di Edward, Alice! Jacob ti disse quelle cose perché aveva paura di perdermi. Stavamo provando a stare insieme da neanche 2 settimane. Prima di provarci con lui ho solo sofferto per Edward! Era come se fossi tornata indietro nel tempo a quando mi lasciò la prima volta. Non ero più me stessa! Jacob mi è stato vicino come amico inizialmente, niente di più.. poi mi sono lasciata andare. Quando la sua presenza era riuscita ad attutire l’abbandono di Edward! Ma ben presto capii che non lo amavo davvero, che era solo un infatuazione, un modo per attaccarmi a qualcuno per paura di ricadere troppo in basso per poter farcela a risalire! Alice io amo Edward con tutta me stessa!- rimase basita a sentire quelle parole. Strabuzzò gli occhi dalla sorpresa.
-quindi non lo amavi sul serio quando sono venuta a Forks?-
-no! Quando mi ha detto che ti aveva visto e che ti aveva parlato, mi sono arrabbiata con lui per non avermelo detto. Provai a raggiungerti a casa ma tu eri già andata via. Ed è stato in quel momento che capii che non era Jacob quello che volevo veramente. Quando misi piede in casa tua sentii un senso di tristezza mai provato prima. Mi mancavate terribilmente e l’unica cosa che volevo era ritrovarvi! E allora ci siamo lasciati, e da quel momento siamo amici più di prima!- spiegai agitata che potesse travisare la realtà.
-ce ne hai messo di tempo per capire che dovevi venire qua per ritrovarci! Non ho più avuto visioni su di te, tranne una! Una discussione che avesti con tuo padre per via dell’università, in quel momento capii che dovevo fare qualcosa per te e inviarti quei soldi mi è sembrata la cosa più giusta da fare, e anche la via più comoda per ritrovarci! -  quelle parole mi lasciarono incredula, forse avevo sentito male..
-che vuoi dire? Mi hai inviato i soldi per permettermi di frequentare quest’università? E non per aiutarmi a ritrovarvi? E soprattutto.. Edward sa dei soldi?-
-ovviamente l’ho fatto anche per ritrovarci.. ma in primis era per aiutarti economicamente a venire alla Dartmouth, sapendo che anche noi saremmo venuti qui! E capirai che Edward non doveva sapere niente, abbiamo mantenuto il segreto fino a questo momento - concluse il suo discorso con una mossa trionfale come se il suo pensiero non facesse una piega. Ed in effetti era vero! Allora andare a Denali era stato veramente un viaggio inutile..
-Bella che ti prende?-
-Alice quando ti ho detto che “l’unica cosa che volevo era ritrovarvi” non stavo scherzando. Mi misi a cercarvi veramente!-
-dici davvero? Ma io non potevo saperlo! Con Jacob che ti stava accanto praticamente in ogni momento della giornata non ho potuto vedere niente di quello che hai combinato in nostra assenza! Raccontami tutto!- mi disse più curiosa che mai

E così le raccontai tutto quello che avevo fatto per ritrovarli. Le raccontai di quando andammo in ospedale per avere informazioni su Carlisle, della malsana idea di andare a Denali ma che scartammo sin dal principio per mancanza di soldi.. Ma nel momento in cui le raccontai che quando ricevetti i suoi soldi pensai che fosse un modo per aiutarmi a partire per l’Alaska e che ci andai davvero in compagnia di Jacob, avevo paura di dover raccoglierle la mascella da terra! Era più sorpresa che mai! Ed io con lei.. mi sentivo bene a stare in sua compagnia e a raccontarle come avevo vissuto gli ultimi mesi.  In qualche modo la sua presenza era riuscita a stemperare la situazione in cui ero poco prima che venisse.
-e cosa avete fatto a Denali?-
-niente.. abbiamo conosciuto tutti i componenti della famiglia e quando ci hanno detto che non sapevano nulla su di voi e ne come trovarvi, ce ne siamo andati!-
-mi dispiace Bella.. non immaginavo che saresti arrivata a fare un viaggio che non ti ha portato a niente!- bè proprio a niente non era vero..
-in realtà qualcosa di buono c’è stato..-
-stupiscimi!-
-ho litigato con Tanya per via di Edward..-
-non ci credo!!!!- disse urlando per lo stupore
-è vero.. è vero! Lei mi ha rinfacciato di aver capito troppo tardi che Edward era la persona giusta e che dovevo lasciarlo in pace perché aveva tutto il diritto di trovarsi una ragazza migliore di me..-
-la odio!- disse interrompendomi e facendomi ridere
-ma le ho risposto a tono! Le ho detto che non doveva permettersi di giudicarmi e che si stava comportando in quel modo con me solo per scaricare la sua frustrazione per il fatto che Edward non l’avesse voluta!-
Scoppiò a ridere in una grossa risata e il suono che produsse era simile a mille campanelli. E per quel poco che mi permetteva lo stato d’animo in cui ero, anche io mi unii a lei.

-Dio! Quanto mi sei mancata Bella! – disse abbracciandomi forte
-anche  tu!- le dissi ricambiando l’abbraccio
Aspettai un attimo prima di porle una domanda che ero sicura mi avrebbe fatto male..
-Alice.. stasera ho viso Edward.. e mi a trattato come se neanche mi conoscesse. Sa che stavo insieme a Jacob non è vero? L’ha letto nella tua mente? È tanto grave la situazione? Cosa devo fare Alice? Dimmelo ti prego..-
Mi guardò per qualche secondo e poi prese ad accarezzarmi i capelli sulla fronte..
-so che ti ha trattato male.. ho visto tutto per questo sono corsa subito qui! E purtroppo per quanto mi sia sforzata di tenerlo lontano dalla mia mente ha scoperto che tu e Jacob stavate insieme.. e non l’ha presa bene! Ma tu lo ami sul serio non è vero?-
-più di qualunque cosa al mondo!-
-e allora fatti bastare questo.. dovrai combattere per riaverlo Bella. Non ti nego che quando quella sera è venuto da noi a dirci che dovevamo andare via perché lo avevi lasciato.. sono rimasta ferita io.. figurati lui! È deluso Bella! Da tutta questa situazione.. è diventato diverso! Più scontroso, meno affabile rispetto a un tempo..-
-oddio, è tutta colpa mia Alice! Non dovevo trattarlo così. Quanto mi dispiace!-dissi portandomi le mani a coprirmi il volto.
-ma tu lo rivuoi giusto?- mi chiese con tono serio
-si..- dissi annuendo
-e allora provaci! Riprenditelo Bella! Se è Edward quello che vuoi dimostraglielo.. cosa hai da perdere?-
-ho paura che mi dica cose che sono sicura non reggerò.. l’ho deluso troppo Alice..-
-ma se invece andasse diversamente? Anche se dovessi patire un po’ per riaverlo almeno ne sarebbe valsa la pena! Se invece non ti butti non saprai mai se hai fatto la cosa giusta! Provaci Bella, non hai nulla da perdere.. - mi lasciai convincere dalle sue parole. Era inutile starsene a piangere perché mi aveva mostrato freddezza. Cosa mi aspettavo.. che mi buttasse le braccia al collo non appena mi avesse visto? Sapeva che mi era messa con Jacob e questo doveva averlo fatto infuriare fino all’inverosimile! Ma se volevo riprendermi Edward dovevo provarle tutte.. e Alice aveva ragione!
-si è fatto tardi Bella.. ti lascio riposare, ci vediamo domani mattina! Ok?-
-certo..- prima che andasse via volevo sapere un’altra cosa però- ..Alice?-
-dimmi Bella..-
-anche.. anche tu, anche gli altri ce l’hanno con me? potrete mai perdonarmi?- chiesi con gli occhi di nuovo lucidi.

Lei mi venne davanti e mi sorrise.
-Bella? Credi veramente che possiamo avere dei risentimenti nei tuoi confronti? Noi ti vogliamo bene, e capiamo la situazione.. capiamo che non è per nulla facile essere innamorata di un vampiro, e sappiamo quanto questo possa essere pesante alle volte. Se hai agito in questo modo vuol dire che hai avuto le tue buone ragioni.. e noi non ti giudichiamo! Ti vogliamo bene, è questo quello che conta no?- 

Annuii e l’abbracciai prima di lasciarla andare.. si richiuse la porta alle spalle e io rimasi di nuovo sola. Sola con i miei pensieri che non mi davano pace. Ma stranamente non erano tutti negativi. Dopo aver parlato con Alice, sentivo una nuova speranza nascere in me. Parlare con quella piccola ficcanaso mi aveva fatto capire che se non gli avessi svelato i miei sentimenti, probabilmente lo avrei perso per sempre. “Che hai da perdere?” mi aveva detto. Ed era così. Non avevo niente da perdere,  ma in compenso tanto da guadagnare se fossi riuscita a riprendermelo. Dovevo solo trovare il coraggio per farlo.
 

**************

La mattina seguente mi svegliai di buon ora senza nemmeno aspettare il suono della sveglia, nonostante non fossi riuscita a chiudere occhio per quasi tutta la notte.
Poco dopo Ally entrò nella mia stanza già vestita e pronta per un nuovo giorno di università.
-come stai?- mi chiese rimanendo in disparte come se avesse paura della mia risposta.
-come una che ha visto l’uomo della sua vita ed è stata respinta al primo saluto!-
-mi dispiace tanto Bella.. forse ho sbagliato a dirti di Edward con così poco preavviso. Se te l’avessi detto prima avresti saputo come comportarti..o magari vi sareste incontrati in un altro modo, e tutto.. tutto si sarebbe svolto diversamente.- ma cosa stava dicendo? Si sentiva in colpa per avermi fatto incontrare l’uomo che amavo? Forse non se ne rendeva conto ma mi aveva fatto un regalo stupendo iscrivendomi a quel corso. – sono stata frettolosa come al solito, ti ho iscritto al corso insieme a me senza pensare alle conseguenze.. adesso sarai costretta a vederlo ogni volta, e ogni volta puntualmente starai male! Sono una pessima amica..- era partita in quarta come al solito. Dovevo fermarla prime che le uscisse del fumo dal cervello.
-Ally..Ally ascoltami. Tu non devi recriminarti nulla! Mi hai fatto un regalo bellissimo iscrivendomi a quel corso.. mi hai dato la possibilità di rivedere Edward, e anche se non è andata come volevo io, non vuol dire che non sia contenta di averlo visto di nuovo! Erano più di 6 mesi che aspettavo questo momento e d’ora in avanti potrò vederlo ogni giorno.. – mi guardò intensamente sperando di trovare, forse, qualche tentennamento nel mio sguardo. E quando capì che dicevo sul serio parve rilassarsi all’istante. 
-dici sul serio?-
-dico sul serio!-
-è che mi sono preoccupata un casino ieri sera quando ti ho visto in quello stato. Volevo fare, o dire di più. Ma non sapevo se volessi essere lasciata in pace..-
Le sorrisi comprensiva
-non ti preoccupare, ti sei comportata benissimo ieri sera. Hai capito che non volevo parlare con nessuno, e mi sei stata accanto fisicamente senza dirmi niente. Grazie davvero.. Ally.- mi abbracciò di slancio come se me le mie parole le avessero tolto un peso dalla stomaco. Poco dopo fummo disturbate da qualcuno che bussava alla porta..
-ehi Bella? Come stai oggi?- era Alice! Era venuta davvero..

Mi fiondai a prenderle la mano e a stringerla forte. Ero così felice che non fosse arrabbiata con me, e che in qualche modo fosse tornato tutto come un tempo.
-Bella? Non mi presenti la tua amica?- disse entrando in stanza
-oh..si scusa..-
-Alice lei è Ally. La responsabile della mia area, nonché vicina di stanza e mia amica- guardai Ally, che sembrava imbambolata a fissare Alice come se avesse visto un alieno trattenendo a stento il sorriso sulle labbra. 
-Ally lei è Alice. La sorella di Edward, e una delle mie più care amiche!- si strinsero la mano ed ebbi timore che Ally potesse accorgersi della differenza di temperatura tra il suo corpo e quello di Alice. Ma non fece una piega e si strinsero la mano sorridendo.
-ma siete tutti così.. come dire? Bella aiutami..- avevo capito subito dove voleva arrivare
-belli? Perfetti?- annuì con il capo
-esattamente!- Alice rise a quelle parole e il suono della sua risata fece accentuare ancora di più il sorriso sul volto di Ally.
-oddio.. hai una risata da fare invidia alle principesse Disney!!- a quel punto non potei non scoppiare a ridere. E insieme a me si unirono anche le altre.

Uscimmo dalla stanza incamminandoci verso il corridoio principale. Ogni area era come distaccata dalle altre da un androne privato e per raggiungere le aule bisognava attraversare il corridoio principale. Più precisamente dove ci trovavamo noi adesso. E poi ognuna di noi avrebbe preso una via diversa. Alice mi stupì non poco quando mi disse che era iscritta alla facoltà di economia insieme a Jasper. Quindi non mi sbagliavo.. quel giorno in biblioteca doveva essere per forza lui.
-Alice?- la interruppe Ally prima che potesse andare via
-dimmi Ally..-
-in quale area alloggiate voi?-
-oh.. noi in realtà non alloggiamo nel campus.. abbiamo una casa nostra proprio vicino all’università! Nostro padre lavora all’ospedale di Hanover, è siccome tutta la famiglia è qui, abbiamo deciso di prenderci una casa tutta per noi..-
-mhh capisco- io non mi stupii più di tanto della risposta di Alice. Era normale che loro dovessero vivere in maniera più riservata rispetto agli altri..

Ci salutammo dandoci appuntamento per l’ora di pranzo in mensa.
Prima di entrare in classe chiamai Jacob e gli raccontai tutto! Rimase sbalordito nell’apprendere che dopo tanto cercare avevo ritrovato Edward così, dall’oggi al domani! E per quanto potesse risultare strano, mi disse che gli dispiaceva un sacco per come mi aveva trattata, e di non demordere, che prima o poi avrebbe ceduto. Mi fece promettere di chiamarlo tutti i giorni e di aggiornarlo su ogni cosa. Ormai non avevo nessun dubbio! Jacob era l’amico più fantastico che potessi desiderare!

Quella mattina seguii le lezioni stando ben attenta a scorgere Edward da qualche parte. Ma non lo vidi per niente e il mio umore cambiava ad ogni lezione. Evidentemente seguiva il corso di letteratura parallelo al mio.
Quel giorno però oltre che testare il mio umore, per la delusione di non riuscire a vedere Edward da nessuna parte, lo testai anche per la gelosia.

Delle ragazze, Julie e Amanda, che seguivano i corsi insieme a me mi fecero notare apertamente quanto fossero interessate ad un ragazzo, dicendomi quanto fosse dannatamente sexy e provocante. Mi tartassarono il cervello per ore, dicendomi quanto fossero interessate nei suoi confronti e che avrebbero provato ad avvicinarlo per chiedergli un appuntamento. Fino a lì tutto normale, non era la prima volta che capitavo in una conversazione del genere.. fino a che entrando in mensa mi indicarono con il dito il tavolo e il ragazzo in questione, e per poco non caddi a terra. Il ragazzo in questione era Edward! E dio solo sa quanto avrei voluto tirare i capelli a quelle due e dirgli che era mio e che non dovevano neanche avvicinarsi per chiedere il suo nome! Ma non feci nulla di tutto questo.. non ne avevo il diritto, e poi per quello che ne sapevo io Edward poteva essere veramente interessato ad uscire con altre donne. Sarei riuscita a reggere la vista di lui insieme ad un’altra?

Il tuono che scoppiò all’improvviso mi ridestò da quei pensieri. Non dovevo pensarci! Però quei discorsi una cosa me la fecero capire.. dovevo agire in fretta!
Mi sedetti al tavolo in attesa di Ally e Alice, e intanto mi persi a contemplare la figura di Edward seduta al tavolo in fondo alla sala. Era bellissimo! La maglietta nera che portava gli fasciava in modo provocante l’addome e i Jeans consunti gli stavano una favola! Non prestò molta attenzione a quello che lo circondava, alzava di tanto in tanto la testa dai fogli sul tavolo solo quando i tuoni rimbombavano nel cielo. Non aveva smesso di piovere per tutta la notte e tutta la mattinata. Su un vassoio appoggiato al lato del gomito destro, c’era una mela e una bottiglietta d’acqua che nemmeno aveva aperto. Potevo alzarmi e avvicinarmi al suo tavolo, almeno per chiedergli come stava, cosa leggesse di tanto importante da essere così assorto.. oppure..
-non ci provare!- mi sussurrò una voce all’orecchio ed io sussultai riconoscendone la voce.
-dio! Alice, mi hai messo paura..-
-eri talmente assorta ad osservare mio fratello che non ti saresti accorta di me nemmeno se fossi entrata suonando la fanfara!- mi fece ridere quell’osservazione e riportai subito gli occhi su Edward.
-Bella? La vuoi finire? Te lo stai mangiando con gli occhi!- questa invece era Ally.
-ma volete smetterla tutte e due di prendermi in giro? È così bello che anche se volessi non riuscirei a distogliere lo sguardo da lui!- dissi arrossendo un po’.
-ti capisco.. in effetti è uno spettacolo niente male!- disse Ally con nonchalance
La guardai strabuzzando gli occhi –Ally! Ma la vuoi piantare?-
-si scusa.. stavo scherzando!  Mamma mia come te la prendi! Alice secondo me la ragazza è gelosa..- disse dando di gomito ad Alice
-non è vero!- mi affrettai a dire io
-non dire cavolate Bella, lo sappiamo entrambe che è così- disse Alice guardandomi e io non potei fare altro che annuire vergognandomi un po’.
Edward sembrava vivere in un mondo tutto suo, non fece caso a nessuno in tutto quel tempo. Ma mi sentii il cuore in gola quando distogliendo lo sguardo lo puntò su di me e sul tavolo che occupavo insieme alla sorella, raggelandomi con gli occhi. Dopo di che si alzò e andò via. Lo seguii lasciare la mensa con un groppo in gola. Era talmente disgustato da me da non riuscire a stare in una stanza dove c’ero anche io?  Non sapevo cosa pensare.
E quel pensiero mi seguì per tutto il resto del pomeriggio.
 

*************
 
Stavo cercando di seguire la lezione del professor Gilmore in tutti i modi, ma la mia attenzione era focalizzata su Edward, 5 banchi più avanti. Volevo parlare con lui, volevo risentire quella sua voce così sensuale capace di rapirmi, volevo rivedere i suoi occhi ambra posarsi su di me. Ma soprattutto dovevo confessarmi a lui. Dovevo agire.
 
Ero così indaffarata a fantasticare che mi accorsi a malapena che era ora di andare a casa. Tutti gli studenti avevano lasciato il proprio banco e si accingevano ad uscire, accalcandosi alla porta. Feci in tempo a vedere una chioma bronzea lasciare l’aula. Volevo uscire il più in fretta possibile, davo gomitate a destra e a sinistra per riuscire a sorpassare gli altri.
Appena fuori mi resi conto che non sapevo dove andare, che direzione avesse preso, sarebbe andato via dall’uscita principale? O avrebbe raggiunto il parcheggio laterale dalla porta finestra alla mia destra?
Optai per  quest’ultima. Mi precipitai fuori in cerca della sua Volvo. Non riuscivo a trovarlo.. e se fosse venuto a piedi?
D’un tratto sentii una risata sovrastare il silenzio serale del campus. Svoltai l’angolo e vidi una scena che non mi sarei mai aspettata di vedere! Edward stava parlando con una ragazza, o meglio stava ridendo di gusto con una ragazza che se non mi sbaglio frequentava il nostro stesso corso. Nn lo avevo mai visto così allegro e solare. Di rado si concedeva a questi atteggiamenti con qualcuno che non conosceva. O meglio con qualcuno che non fossi io. Rimasi ad osservarli da lontano fino a che dopo un po’ la ragazza lo salutò.
Ne approfittai per raggiungerlo. Non appena mi vide il suo sorriso si ricompose in una maschera gelida. Ma perché doveva comportarsi così? Ogni volta che mi vedeva cambiava subito d’umore.
 
-ehi ciao..- dissi con un filo di voce
 
-ciao.- mi salutò con tono freddo - devo andare Bella…-
 
-no aspetta.. emh.. devo parlarti.- mi azzardai a dire
 
-non mi va di ascoltarti..- disse voltandomi le spalle. Mi sentii irritata da quelle parole..
 
-non mi sembra che prima avessi fretta, ti ho visto parlare con una ragazza poco fa.. cos’è quello che aveva da dirti lei era più interessante? – ero accecata dalla gelosia
 
- forse sapevo che quello che doveva dirmi lei non erano bugie..-  colpita e affondata.
 
-Perché mi tratti così? Perché ti comporti come se non mi avessi mai amato?-
 
Fece per andarsene, ma io lo chiamai- Edward!- Si arrestò di colpo girandosi verso di me con un’espressione indecifrabile.
 
-Bella tu amavi un altro e sentivo che prima o poi mi avresti lasciato!-
 
-Anche tu lo hai fatto una volta..- replicai prontamente.
 
- è diverso.. io ti ho lasciato per permetterti una vita normale e priva di pericolo.. ti avrei sempre amata, saresti stata nei miei pensieri ogni istante della mia vita.
Tu invece mi hai.. tu mi hai.. SOSTITUITO!!! E lo dimostra il fatto che ti sia messa con Jacob.. -Disse le ultime parole con un tono che non gli avevo mai sentito usare. Stava urlando. E il mio cuore prese a battere velocemente.
 
Si dice che nella vita è possibile innamorasi diverse volte, ma che un amore non è mai uguale all’altro … e il mio amore per Jacob non era assolutamente paragonabile a quello che provato per Edward, molto più forte e potente. Perché non si può competere con l’amore vero, quello puro, quello che ti fa battere il cuore solo a pensarci, quello che ti trafigge di mille lame quando lo perdi. Io con Edward mi ero sentita esattamente così. Avevo lasciato andare via la persona che più di tutte amavo solo per una sbandata, una sbandata!! Jacob era il mio più grande amico. Non mi aveva mai abbandonato e in quel periodo sentivo di provare realmente qualcosa di più di un amicizia nei suoi confronti, ma i sentimenti non sono a comando, non avrei mai dovuto comandare il mio cuore verso Jake, perché il mio cuore apparteneva ad un altro.
 
-come puoi solo pensare una cosa del genere?-
 
- no, Bella non cercare di negarlo, perché è così. Non avevo mai dubitato del tuo amore, me lo avevi sempre dimostrato, quando ti ho lasciato sei stata male, e una ragazza non innamorata non poteva reagire come hai fatto tu. Ma 6 mesi fa non è stato così. Sai qual è la cosa che più di tutte mi fa stare male? E? Bella lo sai??? Rispondi!-
 
Non sapevo cosa dire.. le cose di cui mi sentivo in colpa erano tantissime. Soprattutto mi sentivo in colpa per l’Edward che mi trovavo davanti. Si stava aprendo e questo era un bene. Ma le sue parole erano come lame affilate che si conficcavano nel mio petto.
 
- non lo so.. Edward io.. forse ..-Ma mi interruppe .
 
-visto che sei così smemorata, te lo ricordo io.. TU AVEVI ACCONSENTITO A SPOSARMI!!!! Capito? Bella tu avevi detto che volevi diventare mia moglie!!!!- Rimasi imbambolata come una stupida nel sentire quelle parole. -Adesso non so come giudicate voi ragazzi del XXI secolo questo passo così importante, ma per una persona come me, nata e cresciuta nella convinzione che quando si dice di SI alla persona amata è per sempre.. mi hai fatto capire ancora di più che non avessi nessuna intenzione di fare le cose sul serio con me!!!-
 
Adesso capivo ancora di più la sua delusione. Quando gli avevo detto di si era stato felicissimo. Quel si avrebbe suggellato il nostro amore, ma sarebbe stato ancora più importante. Avevamo fatto un accordo, eravamo giunti ad un compromesso: acconsentendo a sposarlo finalmente avremmo fatto l’amore per la prima volta e in seguito sarei diventata come lui. Adesso capivo tutto il suo odio e il suo rancore. Avevo ferito i suoi sentimenti irreparabilmente. Era come se avessi detto di NO a tutto. Si sarà sentito preso in giro. E lui non se lo meritava. Ma non mi sarei mai aspettata che reagisse così, e che il suo cuore diventasse di ghiaccio.
Sapevo di aver sbagliato ma non mi aspettavo che cambiasse così tanto. Come potevo sposarlo con tutti i dubbi che avevo in testa? Avevo sbagliato a tacere tutto quello che mi tenevo dentro. Forse a quest’ora sarebbe stato tutto diverso.
 
-ma adesso che vuoi? Eh!! Che vuoi Bella?- la sua indifferenza mi provocò un vuoto dentro.
 
-ma chi sei tu??? Che fine ha fatto il mio Edward???- Non ero riuscita a tapparmi la bocca,le parole uscirono senza controllo. Scoppiò in una fragorosa risata che però di divertente non aveva nulla.
 
-Bella sei assurda. Ma ti ascolti quando parli? Che fine ha fatto il tuo Edward??-
 
-si il mio Edward!-
 
- Bella io sono sempre lo stesso- disse tranquillamente.
 
-no! Non è vero!!! Il mio Edward era dolce, meraviglioso e sensibile,  il mio Edward era sempre pronto a proteggermi e a dirmi che ero la persona più importante della sua vita, il mio Edward non si sarebbe mai comportato così, non mi avrebbe mai rinfacciato tutto il suo odio. -
 Mi veniva da piangere, infatti la mia voce si incrinò alla fine della frase.
 
- cosa vuoi che ti dica Bella, si vede che sono cambiato..o qualcuno mi ha fatto cambiare!- Mi disse con tono acido. Fece per andarsene, ma io lo fermai in tempo.
 
-e no mio caro, dove credi di andare? Adesso voglio chiarire con te, non puoi andartene di nuovo, proprio adesso che ti ho ritrovato..- l’ultima frase quasi la sussurrai, ma chi volevo prendere in giro stavo parlando con un vampiro.
 
-che significa proprio adesso che mi hai ritrovato???-
 
Come potevo confessare il mio amore ad una persona così diversa da quella che avevo perso? Mi sentivo vulnerabile come non mai. E se dopo avergli confessato di averlo cercato in lungo e in largo solo perché mi ero resa conto di quanto fossi stata  stupida e idiota, se ne sarebbe infischiato??? Cosa avrei fatto se non mi avesse voluto più veramente? Prima dovevo accertarmi che il mio Edward esistesse ancora … che sotto quella facciata così dura e priva di emozioni esistesse quella persona che mi aveva rubato il cuore.
- Edward io lo so di aver sbagliato. E di questo ti chiedo scusa infinitamente, credo che non smetterò mai di farlo. Ho rovinato tutto. Ho avuto dei dubbi proprio nel momento in cui la nostra vita insieme stava per cominciare e sento di aver ferito il tuo cuore in maniera irreparabile.-
-che cosa vuoi saperne tu del mio cuore? Il mio cuore è morto più di 100 anni fa e solo una persona è stata in grado di riportarlo alla vita. Ma adesso è di nuovo duro come la pietra, come il ghiaccio che c’è tra di noi - solo a sentire quelle parole mi vennero i brividi. 
-adesso devo andare.- non riuscivo a pronunciare neanche una parola.
Era già lontano un paio di metri quando si girò verso di me dicendomi quello che non avrei mai voluto sentire uscire dalla sua bocca.
-non posso evitare di vederti perché frequentiamo la stessa scuola e lo stesso corso, ma ti prego Bella non cercarmi. Mi renderesti le cose molto più semplici-
E così dicendo andò via, lasciandomi con il cuore in frantumi a rimpiangere tutti gli errori che avevo fatto.
                                                


****************

Rientrai al dormitorio inzuppata d’acqua fino al midollo. Non mi ero neanche accorta che fosse scoppiato un temporale, e neanche del freddo micidiale che mi faceva tremare come una foglia, perché in quel momento oltre che esternamente, faceva freddo anche nel mio cuore. Non so per quanto tempo rimasi a fissare il pavimento, finche la pozzanghera d’acqua formatasi sotto di me mi ridestò dai miei pensieri. Ci voleva una bella doccia calda se non volevo beccarmi una polmonite. 
Sotto il getto caldo dell’acqua mi ritrovai irrimediabilmente con la mente alla conversazione appena avuta con Edward. L’avevo inseguito con l’intento di recuperare il nostro rapporto, di confessargli i miei sentimenti, e invece mi ritrovavo con poco o niente. Mi aveva detto di stargli lontano, di non cercarlo più. Ma come poteva solo pensare che ci sarei riuscita! E come potevo solo pensare di riuscirci..  lui era la mia essenza, la mia anima.

Era per lui che quella mattina mi svegliai con il sorriso sulle labbra pensando al momento in cui lo avrei rivisto, che mi ero conciata in maniera carina per farmi notare, ogni istante con lui valeva tutto il tempo dell’universo.
 Andai a letto a digiuno ormai mi si era chiuso lo stomaco. Davanti a me vedevo Edward andare via senza mai voltarsi indietro. Pensai a cosa stesse facendo in quel momento a cosa gli passasse per la testa, a cosa pensasse veramente di me e della nostra, ormai lontana, storia d’amore. Sperai che stesse facendo esattamente quello che stavo facendo io, speravo che mi stesse pensando. Il nostro avvicinarci così non faceva di certo bene al nostro amore, ma era l’unico modo per interagire, per parlarci in qualche maniera. E se avrei dovuto sopportare la sua ira e la sua rabbia ogni volta che gli rivolgevo la parola, lo avrei fatto. Perché sapevo che ne sarebbe valsa la pena. Un giorno tutte le mie speranze e i miei propositi mi avrebbero portato qualcosa di buono. E speravo tanto che fosse Edward il mio regalo..

 
 

Che ne pensate??? Edward è stato troppo duro con Bella? O forse aveva anche lui il diritto di togliersi qualche sassolino dalla scarpa??
Vi dico già da adesso che non sarà l’ultimo litigio fra questi due..
Ditemi cosa ne pensate mi raccomando!!!! E COME AL SOLITO RINGRAZIO SEMPRE CHI LEGGE, CHI COMMENTA E ANCHE CHI PREFERISCE STARE IN SILENZIO!!!
UN BACIOOOOOO ♥

A DOMENICA PROSSIMAAAAA!!!

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Capitolo 18
*** capitolo 17 ***




Bene eccoci qua.. non ho molto da dirvi se non GRAZIE per la risposta allo scorso capitolo!! Grazie a chi recensisce e a chi preferisce leggere rimanendo in silenzio!!
BUONA LETTURA!

Capitolo 17


-un trancio di pizza per i tuoi pensieri..- mi chiese Ally facendomi ridere.
Eravamo sedute fuori in giardino nell’attesa che finisse la pausa pranzo e ci dirigessimo di nuovo alle nostre lezioni. Sedute sull’erba un po’ umida per via del temporale notturno, ci stavamo beando del sole che quella mattina spuntò splendente sulle nostre teste lasciandoci sorprese. Aveva insistito affinché mangiassimo fuori e io non potei dirgli di no. Alice quel giorno non si unì a noi. Andò a rifugiarsi in libreria con la scusa di una ricerca. Naturalmente io conoscevo il vero motivo. Non poteva uscire al sole e questo Ally non lo sapeva. Così fui molto felice di uscire un po’ dalle mura opprimenti della scuola e di prendere un po’ d’ aria. Ma ben presto i miei pensieri mi rapirono dalla compagnia di Ally, che in quel momento parve accorgersene.
-non ho mangiato il mio pezzo.. pensi che prenderei il tuo?- alzò gli occhi al cielo
-infatti era un modo velato per scoprire cosa ti passa per la testa. Cosa c’è Bella? Vuoi parlarmene? – chiese avvicinandosi di più al mio fianco
-non è niente che tu non sappia già..-
-è per via di Edward? Ieri sera sei sparita dall’aula senza dire niente, ti avrei seguito ma immaginavo fossi andata da lui..- annuii
-già.. e forse era meglio se non ci andavo. Abbiamo parlato un po’, o meglio abbiamo litigato! Mi ha rinfacciato delle cose.. in primis il fatto che l’ho lasciato per un altro e poi.. vuole che non lo cerchi più..- conclusi con un groppo in gola. Ally mi venne ancora più vicina cingendomi con un braccio.
-mi dispiace Bella. Immagino quanto possa essere stata dura.. ma da una parte lo capisco- la guardai sorpresa aggrottando le sopracciglia.
-che vuoi dire?-
- beh lui pensava che fossi sua, che appartenessi a lui. E invece così dall’oggi al domani gli hai detto che amavi un altro uomo. È deluso Bella, amareggiato dal comportamento della persona che amava. È normale che ti tratti male.. è un modo per proteggersi. Secondo me ha paura.. paura di soffrire di nuovo se si lasciasse andare.-
-infatti mi ha chiesto di non cercarlo più..- mi scuotè le spalle in senso di disappunto.
-non starlo a sentire! Non è vero che non vuole che lo cerchi! Un amore come il vostro non può essere messo da parte dalla paura! Dimostragli quanto ci tieni davvero, dimostragli ciò che provi, non bloccarti, esternagli tutto ciò che hai dentro. Prima che sia troppo tardi..- mi sentii rinfrancata dalle sue parole. Ma la verità era che se solo provavo ad avvicinarmi, lui cambiava strada..
-Ma perché gli uomini non li danno con le istruzioni per l'uso?- dissi sbuffando
-sarebbero meno interessanti dammi retta!- disse ridendo - Bella combatti per questo amore. Non lasciarti sopraffare anche tu dal terrore.-
-quindi secondo te non è come vuole farmi credere?-
-potrebbe essere vero ma.. non lo sapremo mai se tu ti ostini a decantare il tuo amore per lui, senza confessarlo al diretto interessato!- annuii, aveva ragione.
-questa sera, dato che non c’è lezione, ce ne usciamo un pochino. Solo noi donne! Così ti riprendi un po’ eh?-
-non lo so.. non mi va di uscire Ally-
-non ammetto defezioni! Noi questa sera usciamo! Ti porto in un locale molto carino, vedrai ci divertiremo! Lo dici tu ad Alice?- ormai non potevo più scappare.
-ok, l’avviso io..-
-bene, adesso vado! Devo passare dall’ufficio del professor Collins prima di tornare a lezione, ci vediamo dopo!- disse lasciandomi un bacio sulla guancia. La vidi allontanarsi di corsa e decisi di alzarmi anche io per andare alla ricerca di Alice.

Mi incamminai verso la biblioteca sperando di trovarla ancora la. Mi misi a cercarla nei corridoi pieni di libri, ma di lei nessuna traccia. Forse era tornata già in classe. Feci per andarmene ma non appena vidi la figura snella e longilinea di Edward il mio cuore prese a battere come un tamburo. Era in mezzo agli scaffali, concentrato a leggere un libro.

Mi nascosi per paura che mi vedesse, e provai a prendere un po’ di coraggio per affrontarlo. Le sue parola mi rimbombavano in testa “non cercarmi Bella”mi aveva detto, ma in quel momento facevano a botte con le parole di Ally di poco fa. La mia amica aveva ragione dovevo provare almeno ad avvicinarmi. Dovevo rientrare nella sua vita. Solo così potevo capire se esistesse ancora un noi. Presi dei bei respiri profondi e mi voltai incamminandomi verso di lui ma mi bloccai quando un ragazza gli si avvicinò abbracciandolo da dietro. Ed io mi sentii morire.
In quel momento mi resi conto di quanto fosse stupido quello che stavo per fare. Lui non voleva che lo cercassi. Perché invece mi ostinavo a farlo? Evidentemente era quella ragazza il motivo del suo disinteresse. Ma io lo amavo! Volevo dirglielo, volevo che lo sapesse. Volevo essere io a stringerlo forte fino a sentire male alle braccia. Volevo essere io a ridere con lui e a bearmi del suo sorriso sghembo. Volevo essere io a baciarlo fino allo sfinimento. Volevo essere io..
Scherzarono insieme ed io fui gelosa della loro affinità. Era la prima volta da giorni che lo vedevo cosi solare e sorridente. La ragazza che gli stava di fronte era la stessa che avevo visto ieri sera. Bionda con i capelli lunghi, alta quasi quanto lui e magra. Aveva un fisico da paura e in quel momento invidiai anche una singola ciocca dei suoi capelli. Mi lasciai cadere sulla parete di libri nascondendomi ai loro occhi, speravo tanto che non mi sentisse, che non riuscisse a sentire le lacrime che, da stupida ragazzina quale ero, avevo cominciato a versare..

**************

Iniziai a vestirmi dopo aver fatto una bella doccia rilassante. Alice ed Ally sarebbero venute tra poco. Non mi andava ne di uscire ne di vedere nessuno, portavo con me il ricordo di quello che avevo visto oggi, e questo bastava a farmi sentire uno schifo. Ma ero sicura che non avrebbero accettato un rifiuto da parte mia e allora, anche se di controvoglia, mi toccava andare con loro.
Alle 9.00 precise Alice bussò alla mia porta e non appena gli fui davanti mi guardò disgustata.
-che c’è? Non va bene come sono vestita? Un paio di jeans, una maglietta e degli stivali non vanno bene per un uscita serale?- dissi mentre fissavo lei vestita di tutto punto. Indossava un pantalone nero strettissimo, stivali dello stesso colore altissimi e soprabito rosso.
-certo che vanno bene, bisogna vedere però quale Jeans, maglietta e stivali indossi-
-perché? Cosa c’è che non va nei miei vestiti?-
-Bella sembra che sia pronta per andare in Chiesa!-
-Alice non avevo molta voglia di curarmi questa sera..- dissi sul vago.
-lo so, lo so.. ti ho visto oggi sai? Ma perché non ti sei avvicinata Bella?- allora lei sapeva tutto.
-perché c’era quella..- dissi non riuscendo a trattenere una smorfia rivolgendomi alla ragazza che era con Edward.
-andiamo Bella! Davvero ti preoccupi di quella lì? Quattro coccole non la trasformano di certo in una relazione seria! Non conta niente quello che c’è tra di loro.. almeno non per Edward!-
Cosa voleva dire? Insinuava forse che.. che loro due.. il loro rapporto era solo fondato sul.. sul.. sesso!
Sentii subito le gambe tremare e il cuore stringersi in una morsa dolorosa. Allora non c’era più nulla da fare.. l’ avevo perso per sempre! Un conto è frequentarsi con una ragazza ed uscirci ogni tanto, un conto è uscirci e farci sesso pur non essendone innamorato. No, non potevo credere che Edward andasse a letto con quella li, non potevo immaginarlo toccare la pelle di un’altra donna. O che fosse un’altra a toccare la sua pelle, sentisse il profumo del suo corpo e il sapore dei suoi baci.
Improvvisamente mi sentii adagiata su qualcosa di morbido e delle voci intorno a me. Il mio cuore pompava sangue alla velocità della luce e lo sentivo distintamente in gola.
-o mio Dio Bella! Sembra ti sia presa una sincope! – urlò Ally entrando in stanza e avvicinandosi al letto.
-Alice! Che cosa le prende?-
-non lo so.. non ne ho idea! Stavamo parlando e ad un tratto è sbiancata di colpo e stava per finire a terra se non l’avessi stesa sul letto.-
-prendo un bicchiere d’acqua- disse Ally andando al frigo.
Io le guardavo ma non riuscivo a dire niente. Ero come immobile.
-Bella? Cosa ti è preso?- mi chiese Alice delicatamente all’orecchio.
Ally tornò con il bicchiere d’acqua e me lo porse. Lo accettai con mano tremante.
-Alice.. non posso immaginarlo con un’altra donna. Non posso credere di averlo perso anche in quel senso..- dissi vergognandomi un po’.
Lei mi guardò prima seria, poi assunse un’espressione tra il comico e lo stupito.
-Bella.. non penserai che loro due..facciano..-
-è quello che mi hai fatto credere tu poco fa!-
-ma no sciocca! Tranquillizzati.. è ancora tutto come prima..- disse ammiccando, ed io la guardai sollevata. Allora non era una cosa seria con quella ragazza. Sentii subito il cuore più leggero.
-volete cortesemente spiegarmi che diavolo sta succedendo qui? Fino a poco fa eri quasi...defunta! E adesso ridi! Bella? Parla! – disse urlando visibilmente preoccupata. La guardai e non potei fare a meno di sentirmi felice per aver trovato un’amica come Ally. Le spiegai tutto, e rise del piccolo malinteso che si era creato. O forse era il mio subconscio ad avermi spinto a trarre quella conclusione. Si, perché da quando li vidi insieme per la prima volta la paura che andassero a letto insieme mi si insinuò subito nel cervello. E adesso che avevo la conferma da parte di Alice che non era successo niente, mi sentii libera d’un peso.
Purtroppo per me però, la discussione deviò in modo automatico sul fatto che fossi ancora vergine. Ally mi guardò stupita ed Alice a stento riuscì a trattenere le risate.
-non ci credo!- urlò Ally
-va bene, possiamo andare adesso!- feci per alzarmi dal letto, ma Alice mi riacciuffò riportandomi a sedere.
-Bella dove vai? Si Ally è vero..-
-non lo avrei mai pensato..-
-ma volete smetterla di parlare di me come se non esistessi? Sono qui davanti a voi e vi sento! Volete affiggere i manifesti con su scritto “Isabella Swan è ancora illibata”?- dissi urlando alzandomi dal letto. Si misero a ridere entrambe facendo aumentare ancora di più la mia irritazione.
-rilassati Bella..- disse Ally per prima – non ti stiamo prendendo in giro, anzi! Se sei come sei vuol dire che ti stai “conservando” per una persona speciale.. o sbaglio?-
-non sbagli..- dissi distogliendo lo sguardo
-e questo qualcuno immagino sia Edward.. è un uomo fortunato a possedere il tuo cuore, vero Alice?-
-naturalmente! –disse venendomi incontro.
-ok, adesso che abbiamo finito con la campagna “prendiamo in giro Bella” possiamo anche andare..- vennero ad abbracciarmi e io mi sentii meno adirata. Poco dopo uscimmo dalla stanza per inoltrarci nella notte buia di Hanover.

****************

Una volta fuori proposi di prendere la mia macchina, ma non appena vidi la Porche giallo canarino di Alice parcheggiata fuori al cancello del campus, capii di non avere alcuna chance. Mi bastò guardare Ally e la sua espressione adorante nei confronti della macchina in questione..
Una volta dentro e allacciate le cinture, Alice partì a razzo, facendomi rimpiangere di essere uscita. Guidava spedita per le strade della città come se la frequentasse da sempre. In meno di 15 minuti eravamo già di fronte al locale.

L’esterno era molto bello e quando mi avvicinai capii che non si trattava di un locale alla moda o di quelli che ti martellano le orecchie con della musica altissima, ma era una specie di pub, con le rifiniture in legno e le luci soft. Mi era sempre piaciuto quel genere di posto. Accogliente, riservato e niente affatto caotico.
Prima di entrare Alice mi si avvicinò
-c’è una sorpresa per te dentro..- la guardai confusa. Volevo chiederle di più ma non me ne diede il tempo che subito si infilò nel locale.
Entrai dentro preceduta da Ally e ci incamminammo verso i tavoli posti alla fine della stanza. L’interno era ancora più bello. Le sedute erano in legno con sgabelli e tavoli alti. Mentre poggiati al muro c’erano delle panche a semicerchio con un tavolo rotondo al centro.
Fu su una di quelle panche che vidi la sorpresa che mi attendeva. Era seduta ma non appena mi vide si alzò e aspettò che la raggiungessi. Era bellissima come sempre. Una dea.
-Rosalie.. – dissi semplicemente non appena le fui di fronte. E lei di contro mi abbracciò lasciandomi stupita quanto felice di quel gesto.
-oh Bella! Come stai? Ti trovo bene..- la guardai interrogativa non riconoscendo affatto la persona che mi trovavo davanti. Dov’era finita la Rosalie fredda e spietata che avevo conosciuto a Forks? Nell’ultimo periodo in cui ci frequentavamo si era aperta nei miei confronti, confessandomi il vero motivo del suo astio. Ma non si era mai spinta oltre il debole “ciao” nei miei riguardi. E adesso trovarla così affabile mi riempiva la testa di domande.
-io sto bene Rosalie grazie.. ma tu piuttosto, sei sicura che sia tutto ok?- mi guardò divertita mettendosi a ridere. Dio quant’era bella.
-capisco i tuoi dubbi, ma credimi se ti dico che sono felice di vederti. Ho bisogno del tuo aiuto Bella!- che cosa mai poteva volere da me una persona come Rosalie? Stavo per chiederglielo ma fummo interrotte.
-emh emh..- tossì Ally portando l’attenzione su se stessa. Mi ero persa nella conversazione con Rosalie dimenticandomi di fare le presentazioni.
-ciao io sono Ally, un amica di Bella e Alice, tu saresti?-
-io sono Rosalie, cugina di Alice e sua sorella adottiva. Piacere di conoscerti Ally- si strinsero la mano e Ally rimase a fissare Rosalie adorante.
-allora non è solo una prerogativa dei Cullen essere così perfetti. A quanto pare il gene ha contagiato anche il resto della famiglia!- scoppiammo a ridere tutte alla genuinità dei pensieri di Ally.

Ci accomodammo al tavolo e ordinammo da bere. Le due vampire, per salvare le apparenze, presero anche loro una birra ciascuno e si unirono a me e Ally.
-dimmi tutto Rosalie..- dissi impaziente di sentire quale fosse la sua richiesta d’aiuto.
-io rivoglio indietro mio fratello Bella! E solo tu puoi aiutarmi.- la guardai aggrottando le sopracciglia.
-cosa.. che vuoi dire?!-
-rivoglio l’Edward di prima. Quello che ho imparato ad amare..adesso non lo riconosco più- quelle parole mi lasciarono basita. Alice mi aveva accennato al fatto che Edward fosse diverso ma non mi immaginavo che fosse cambiato così tanto..
-Alice è così?-
-si Bella..purtroppo è così-
-e io cosa posso fare per aiutarvi?- chiesi e dentro di me si fece strada il senso di colpa.
-solo tu puoi ridarci l’Edward che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi due anni. Quando era con te era diverso. Adesso è come se fosse tornato al periodo prima del tuo arrivo..-
-io direi che è anche peggio..- disse Alice con tranquillità.
-si è vero..- continuò Rosalie appoggiando Alice – è anche peggio.. vive con noi, ma è come se si fosse estraniato da tutti. Esme non sa come prenderlo. Carlisle prova a parlargli ma è come se rispondesse per inerzia. Noi neanche ci avviciniamo più. Sta sempre in camera sua a leggere. Ah! E cosa ancora peggiore, ormai non suona più il pianoforte da quando siamo andati via da Forks. Esme è distrutta, i ragazzi cercano di animarlo un po’, ma lui gli risponde sempre male. Bella solo tu puoi aiutarci!- per quanto potesse farmi piacere sapere qualcosa in più della vita di Edward non mi sarei mai aspettata che reagisse così. Che si riducesse anche a trattare male la sua famiglia. Cosa avevo fatto! Non sarei mai riuscita a perdonarmi!
-Rosalie.. quello che mi dici è molto grave. Ma io cosa posso fare? Non vuole parlare con me. Mi ha chiesto espressamente di stargli lontano, ormai mi ha dimenticato..-
-non dire idiozie Bella!- sbottò infastidita come se gli avessi detto la cosa più stupida di questo mondo.
-anche io gliel’ho detto!- disse Ally che mi ero quasi dimenticata fosse li con noi. Chissà come dovevano sembrargli tutte quelle parole. Se anche lei fosse turbata dopo aver sentito la descrizione del comportamento di Edward. Le sorrisi per farle capire che era tutto a posto, che in qualche modo quella situazione fosse naturale.
-si è vero, me l’ha detto anche lei. Ma lui mi dimostra tutto il contrario..- dissi sconsolata
-e come la metteresti se ti dicessi che l’unica cosa che non ha mai smesso di fare da quando siamo andati via da Forks è stata ascoltare giorno e notte Claire de Lune? A quanto pare sembra che non ti abbia dimenticato. Bella è solo arrabbiato! Stagli vicino, dimostragli che ancora ci tieni a lui.. perché ancora ci tieni a lui, vero? – mi chiese Rosalie sorridendomi
-ma certo che ci tengo! Io lo amo.. forse anche più di prima! Oh Rosalie non sai quanto mi dispiace avergli fatto del male. E averlo fatto anche a voi! Io rivoglio Edward, lo rivoglio più di qualsiasi cosa, ma.. mi ha fatto capire che adesso c’è spazio per qualcun’altra nella sua vita!- dissi abbassando lo sguardo
-ma per favore!- sbottarono tutte e tre insieme neanche si fossero messe d’accordo. Le guardai e poco dopo fummo travolte dalle risate. La prima a tornare seria fui io..
-ok..-dissi semplicemente- farò del mio meglio per riconquistare Edward! Io lo amo, e non ho mai smesso di farlo..l’ho cercato tutto questo tempo solo per avere un’altra possibilità! Ma non ti prometto niente.. mi ha fatto capire apertamente che non mi vuole fra i piedi, ma da quello che mi hai detto tu è possibile che sia solo arrabbiato no?- chiesi nella speranza che mi infondessero coraggio. Sapere che ascoltasse Claire de Lune mi rendeva felice, ma mi rendeva le cose più difficili sotto l’aspetto “riconquista”. Lui mi pensava, ma era talmente accecato dalla rabbia da preferire stare solo in una stanza piuttosto che avere un rapporto con me.
- ma certo che è solo arrabbiato.. e deluso...ma sono certa, assolutamente convinta che ancora ti ami alla follia!!! Non è vero Alice?-
-ma certo! Sotto la corazza che si è costruito il suo cuore batte per te Bella!-
Chissà come mai avevo l’impressione che quelle parole fossero più un opera di convincimento nei miei confronti anziché la verità.

Trascorremmo il resto della serata a chiacchierare come delle amiche che si conoscono da sempre. Ally era la mattatrice della situazione, ma non appena vide avvicinarsi al tavolo due figure che per me non erano affatto sconosciute, ammutolì all’istante! Emmett avanzava verso di noi con la sua figura imponente e Jasper gli era accanto. Io gli andai incontro e non appena gli fui davanti l’Orso mi prese in braccio facendomi girare. Ero superfelice di rivederli! Anche Jasper mi riservò un abbraccio e io non potei che sentirmi al settimo cielo, mi erano mancati tutti terribilmente!
-la nostra Bella! Come stai? Vedo che la lontananza da Edward ti ha fatto bene..- disse con il suo solito vocione e io non capii a cosa si stesse riferendo.
-è vero Bella sei diventata uno splendore..- proseguì Jasper.
Volevo sprofondare sotto un metro di terra! Ma cosa gli saltava in mente? Io uno splendore? Mi imbarazzai e ovviamente le guance mi si tinsero di rosso. Era vero che nell’ultimo periodo stavo concedendo qualche attenzione in più verso il mio corpo o nell’abbigliamento. Ma io ero sempre la solita Bella. La solita goffa e sgraziata ragazza..
-su smettetela di metterla in imbarazzo..- disse Rosalie bonariamente ammonendo i due –comunque hanno ragione..- sussurrò al mio orecchio facendomi avvampare ancora di più.
Come avevo previsto Ally fu ancora più felice di conoscere Emmett e Jasper di quanto non lo fosse stato conoscere Alice e Rosalie.
Restammo in loro compagnia ancora per un po’ e poi ci salutammo. Gli promisi che sarei andata a trovare Esme e Carlisle al più presto e subito dopo Alice ci riaccompagnò al dormitorio.

******************

“ok, Bella! Forza e coraggio.. è quello che vuoi e allora riprenditelo, dimostragli quanto ci tieni”mi ripetevo quelle parole da quando aprii gli occhi quella mattina. E continuai a ripetermele non appena misi piede in mensa e lo vidi seduto al solito tavolo e dal momento in cui la biondina si sedette vicino a lui.. dovevo agire! Dovevo capire quanto quella ragazza fosse importante per lui. Così presi un respiro profondo torturando il labbro inferiore con gli incisivi e iniziai ad incamminarmi verso di loro.
-ciao Edward..- dissi andandogli vicino
-ciao..- disse sbuffando senza neanche guardarmi in faccia
-devo parlarti..- la voce mi usci quasi un sussurro
-come vedi sono impegnato- accennò con la mano alla ragazza di fronte a lui. La guardai per un secondo e sentii la gelosia impossessarsi di me.
-ciao, io sono Sara.. tu chi sei?- mi chiese con tono molto gentile. No! Bella e anche gentile! Ma non poteva mettersi con una stronza? Avrei fatto meno fatica ad odiarla..
-oh te lo dico io chi è lei.. –disse Edward sorprendendomi – lei è la mia ex ragazza, mi ha lasciato per spassarsela con quell’ammasso di pulci del suo migliore amico..- sentire quelle parole mi provocò una fitta al cuore.
-o bene.. allora vi lascio soli, è stato un piacere Bella..- disse alzandosi dalla sedia. Si avvicinò a Edward e gli scoccò un bacio in bocca. Volevo morire! -noi ci vediamo dopo.. ciao..- aggiunse languidamente. Seguii la sua figura lasciare la mensa e mi accomodai di fronte a lui.
-allora che vuoi? Non ho tempo devo andare anche io- disse freddo e io sentii la fitta al cuore fare sempre più male.
-ti prego Edward concedimi la possibilità di parlarti! Devo spiegarti come sono andate veramente le cose..-
-non voglio sentirti, so che mi racconteresti delle bugie.. che senso ha?- iniziai ad agitarmi sulla sedia provando ad allungare una mano per toccarlo, ma non appena se ne accorse si tirò indietro facendo stridere la sedia sul pavimento e si alzò.
-ti avevo chiesto di non cercarmi.. ma preferisci fare sempre di testa tua!- si voltò di spalle e andò via.
In quel momento però sentivo di dover fare comunque qualcosa..
-non mi sfuggirai, in un modo o nell’altro riuscirò a parlarti! Riuscirò a spiegarti ogni cosa.. non voglio perderti- sussurrai certa che mi avesse sentito. Ma non si voltò, proseguì per la sua strada senza girarsi mai.

Quel giorno lo seguii ovunque. Sembravo un cane da caccia alla ricerca del suo osso da addentare. Una lezione terminava e io prendevo subito l’occasione di seguirlo nei suoi spostamenti. Speravo in qualche modo di riuscire a trovare l’occasione di parlargli, di braccarlo in qualche angolo isolato.. ma niente. Alle volte mi perdevo a contemplare la sua figura come un idiota. Vedevo quei capelli così morbidi e volevo solo avere la possibilità di infilarci le dita. Volevo vedere i suoi occhi da una distanza minima di 5 centimetri, toccare le sue spalle larghe e infilare una mano sotto la maglietta per toccare la sua pelle di marmo. Dio! Bella, contieniti! Sembri una ragazzina arrapata al primo appuntamento! Mi ammonivo in continuazione, ma era la verità. Sentivo un desiderio nei suoi confronti mai provato prima. Forse sarà da attribuire al fatto che adesso non mi apparteneva più. Dopotutto si sa che le cose proibite sono sempre quelle più ambite!
A fine giornata non ce la facevo più! Mi trascinavo invece di camminare.. sentivo un male tremendo ai piedi e la schiena a pezzi. Ormai avevo perso le speranze di riuscire a parlargli e così mi rifugiai in libreria alla ricerca di un libro per una ricerca. Mi accomodai su una delle poltrone di pelle sprofondandoci dentro. Iniziai a sfogliare la biografia di colui che poteva essere tranquillamente considerato il padre della Letteratura Inglese, Geoffrey Chaucer. Ma ben presto la mia concentrazione prese il largo così come la mia attenzione nella lettura. Vidi entrare Edward dalla porta principale e addentrarsi nei corridoi pieni di libri alla sua sinistra. Subito mi alzai, raccolsi la mia roba e gli andai dietro. L’osservavo da lontano, ma ero sicura che potesse sentire il mio profumo anche da 10 metri di distanza. Lo vidi cercare intensamente un libro nel reparto Letteratura Inglese e subito mi venne in mente che forse stesse cercando lo stesso libro che adesso tenevo in mano e che poco fa ero intenzionata a leggere. In fin dei conti avevamo entrambi lo stesso programma di corsi.
-cercavi questo?- voltò la testa nella mia direzione fulminandomi. Guardò con attenzione il libro che gli stavo porgendo e lo afferrò in mano.
-si.. cercavo proprio questo.. cos’è hai deciso di seguirmi ovunque?- beccata! Allora se ne era accorto..
-si, beh te l’avevo detto che avevo intenzione di parlarti- dissi avvicinandomi maggiormente. – lo sai quanto sono testarda ..-
-si me lo ricordo bene- le mie labbra si incurvarono in un sorriso appena accennato.
Ero di fronte a lui, a separarci adesso c’erano poco più di 30 centimetri. Stranamente non si tirò indietro.
-mi sei mancato..- mi lasciai sfuggire diventando rossa come un peperone, ma questo non era il momento dell’imbarazzo, dovevo riuscire a catturare di nuovo il suo interesse in qualche modo – da- da quanto tempo state insieme tu e.. Sara?- chiesi in tono lascivo senza riuscire a mascherare il fastidio.
-da quasi due settimane..-
-mm mm.. e ne sei innamorato- chiesi con la paura nel cuore per quello che avrebbe potuto rispondermi, ma dovevo saperlo..
-e a te cosa importa?-


Non gli risposi. Appoggiai lentamente le mie mani sul suo petto e mi avvicinai maggiormente mentre speravo che non mi respingesse. E non lo fece.. mi prese per la vita mentre potevo sentire il cuore prendere il volo, vedevo il suo volto sempre più vicino e mi sembrava una lenta agonia arrivare finalmente alla mia meta. Sentire di nuovo le sue mani sul mio corpo mi provocò un piacere inaspettato. Ma proprio mentre i nostri respiri avevano preso a fondersi insieme lo sentii sospirare e spostarmi di peso da un lato.
-sei patetica! Usare questi mezzucci per avvicinarti di nuovo a me..- disse irato allontanandosi dalla stanza. Mimasi qualche minuto con le mani al petto cercando di regolarizzare il respiro affannato. Cosa avevo fatto? Mi ero comportata da stupida.. cercare di sedurlo per avvicinarlo di nuovo. Aveva ragione.. ero patetica! Ma per quanto mi sforzassi di trovare una sola ragione per aver sbagliato ad avvicinarmi, per averlo desiderato ancora una volta, per aver sperato di riprendermelo, non riuscivo a trovarla. Io lo amavo, dannazione! Lo amavo! E volevo che fossero le mie braccia a stringerlo non quelle di una sconosciuta!

Rientrai nella mia stanza con mille domande in testa. L’avevo deluso ancora una volta? Era davvero innamorato di quella ragazza? Mi amava ancora o la sua era solo rabbia nei miei confronti?
Sentivo la testa scoppiare. Presi un aspirina e mi distesi sul letto, sentendo ancora di più il dolore alle gambe. Non avrei lasciato che la mia stupidità mi allontanasse ancora da lui, dovevo trovare un altro modo per avvicinarmi..

Come potete vedere anche gli altri Cullen sono tornati alla ribalta!! Cosa ne pensate di quest’incontro???
Baciiiiiii!! A domenica prossima!!

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Capitolo 19
*** capitolo 18 ***


                                           
Eccoci qua!!! Non ho molto da dirvi se non GRAZIE!!! SIETE FANTASTICHEEE!!!

BUONA LETTURA.. ci vediamo sotto!


Capitolo 18


Ho mai detto che adoro stare sotto le coperte quando fuori fa freddo? Sentire il dolce torpore che il piumone è in grado di produrre è uno degli aspetti che amo di più dell’inverno. Quando fuori piove e tu sei nel tuo letto al calduccio tutto appare in maniera diversa. Le goccioline sul vetro della finestra non ti sembrano tanto minacciose, e neanche i tuoni hanno il potere di spaventarti. Perché sotto le coperte ti senti al sicuro, perché sai che il momento in cui dovrai affrontare il freddo e la pioggia, in grado di infilarsi anche dentro le scarpe, saranno un problema da affrontare in seguito. In quel momento pensi solo che non vorresti alzarti mai e lasciare dietro una porta chiusa tutte le preoccupazioni. E quel giorno potevo completamente bearmi di quella sensazione! Era domenica! E la domenica è giorno di pulizie ma anche del riposo! E così cercavo di prolungare sempre di più il momento del completo risveglio..
-avanti! Svegliaaaaaaaaaaaaa!!- urlò Ally entrando in camera mia. Ma perché non perdevo mai il vizio di parlare troppo in fretta? Dovevo aspettarmelo che Ally sarebbe venuta a disturbarmi. Feci finta di non sentirla e continuai a stare girata con la faccia verso la parete. Si avvicinò e si sedette sul letto. Sentivo diffondersi nella stanza l’aroma inconfondibile di caffè, ma non mi girai. Almeno fino a quando quella vipera di Ally non mise la tazza di caffè sotto il mio naso svegliandomi completamente.
-sei un mostro lo sai?- le dissi afferrando la tazza che mi stava porgendo.
-si lo so! Ma ti ho fatto il caffè, quindi sono perdonata..- aaaah cosa dovevo fare con lei? Quella mattina poi non volevo parlare con nessuno. Mi sentivo ancora in imbarazzo per come mi ero comportata con Edward la sera prima. Il mio tentativo di seduzione passerà alla storia come il momento più imbarazzante della vita di Isabella Swan! Ero di pessimo umore e il perfetto tempismo di Ally mi aveva fatto incupire ancora di più.
-Bella cos’hai?-
-niente..- dissi sapendo di non dargliela a bere.
-ooooh avanti sputa il rospo.. non è da te tenermi il muso, almeno non oltre i due minuti consentiti-
-e chi l’avrebbe fatta questa legge?- chiesi sapendo già la risposta.
-ma che domande.. io naturalmente! Sai c’è un limite oltre il quale le persone non riescono a rimanere adirate nei miei confronti. Un giorno mi sono messa a contare e mi sono accorta che il limite massimo è di due minuti..- alzai gli occhi al cielo scuotendo la testa. Solo lei era in grado di dire una cosa del genere..   
-quindi parla!-
-ieri sera ho parlato con Edward.. e.. non è andata come speravo.-
-pff sai che novità! Per te non va mai come speravi, e invece chi te lo dice che Edward non abbia ripensato a quello che vi siete detti? Ogni piccolo passo conta, anche se non da immediati risultati.- si come no! Adesso Edward starà pensando sicuramente a quanto sono stata stupida..
-ok.. va bene, come dici tu- preferii assecondarla, non mi andava di parlare.
-no, no, no, no!! Così non và proprio. Hai bisogno di qualcosa che ti tiri su e che ti faccia capire che ho ragione. Aspettami qui!- disse uscendo dalla stanza. E adesso cosa aveva in mente?
Rientrò subito dopo con un cd in mano alla ricerca dello stereo.
-allora.. c’è un altro metodo che ho testato e che sono sicura ti toglierà dalla testa tutti i brutti pensieri! Avanti alzati..- disse venendomi incontro, feci come indicato.
-adesso sali sul letto-
-cosa?-
-ho detto sali e basta. Senza fare domande- sbuffai e anche stavolta feci come mi disse lei. Subito mi fu accanto prendendomi le mani.
-scatenati Bella!!!- e con il telecomando della radio fece partire una musica che sparò immediatamente a palla!

Ally iniziò a muoversi a ritmo della musica saltando sul letto e poco dopo trascinò anche me. Saltavamo sul letto e cantavamo a squarciagola quella canzone. Non era da me fare una cosa del genere, ma mi stava aiutando a scaricare tutta la tensione che avevo accumulato. Non provavo imbarazzo a farlo di fronte ad Ally, ci stavamo divertendo e mi sentivo libera in qualche modo. Quando la canzone finì ci accasciammo sul letto con il fiatone.
-allora.. va meglio?- mi chiese Ally ansimante. Cercai di riprendere fiato prima di rispondere
-si..grazie.. va meglio..-
Partì subito un’altra canzone ma Ally la bloccò riportandoci nel silenzio.
-te l’avevo detto che funzionava! Allora, adesso che hai scaricato un po’ di tensione, riesci a capire che ho ragione quando ti dico che non devi abbatterti se non va subito come vuoi tu?- annuii.
Era vero, Edward poteva essersi ritrovato a pensare al nostro incontro di eri sera. E magari, invece di pensare a quanto possa essergli sembrata stupida, aveva pensato alla voglia che avevo di riavvicinarmi a lui e alle parole che gli avevo detto. Si, non dovevo pretendere che le cose cambiassero subito. La mia doveva essere una lenta missione. Dovevo dimostrare quello che provavo per lui andando per gradi. Solo così potevo fargli capire che ero cambiata, che non avevo più dubbi su noi due e che lo amavo!
-grazie Ally, mi ha fatto proprio bene ballare un po’, quasi quasi mi verrebbe voglia di riprovarci-
-ci hai preso gusto eh! Comunque se vuoi scatenarti potrai farlo alla festa di stasera..tu verrai con me senza che dici di no perché ti carico in spalla e ti ci porto di peso!- mi misi a ridere, sapevo che era perfettamente in grado di fare una cosa del genere! Ma non sapevo a quale festa si stesse riferendo.
-e cosa si festeggia?-
-ma in che mondo vivi Bella? Ricordi che giorno è oggi?-
Scossi la testa –no..-
-aaaah sei irrecuperabile! Oggi è Halloween! Te ne sei dimenticata? I ragazzi della confraternita organizzano una festa. E noi ci andiamo! Non è obbligatorio vestirsi a tema, non ti chiederei mai di vestirti da strega o da zombie e ne tantomeno da vampira!- a quel punto non riuscii a trattenere le risate. Sarebbe stato figo però trasformarsi da vampiro. Potevo chiedere a Alice di prestarmi qualche vestito.. pensai senza riuscire a smettere di ridere.
-mi spieghi cosa ti è preso adesso?- mi chiese Ally con la fronte aggrottata.
-ahahahah niente.. è solo che conosco una persona che avrebbe trovato tutto questo molto divertente!- dissi riferendomi proprio al mio folletto preferito. Ally sembrò non capire e io ne fui felice, almeno non dovevo darle delle spiegazioni.
-ok.. ci vengo. E come hai detto tu non ho intenzione di travestirmi-
-o bene, neanche io! Allora corro a chiamare Alice.. adesso ti lascio, so che la domenica la dedichi alle pulizie. Ci vediamo dopo!- mi lasciò un bacio e andò via.
Appena chiuse la porta mi arrivò un messaggio sul cellulare, era Alice..
“non pensarci nemmeno!! Strega.. :P”
E mi ributtai sul letto piagata in due dalle risate!

*******************

-Bella sei pronta?- disse Ally entrando nella mia stanza.
-si, ho quasi fatto.. – urlai da dentro il bagno - Alice dov’è?- chiesi tornando in stanza non vedendola insieme a lei
-ha detto che ci raggiunge alla festa..e mi ha detto di anticiparti che ci sarà anche Edward – disse con sguardo malizioso. Sul mio volto apparve un sorriso di compiacimento, finalmente l’avrei rivisto!
-ok, allora andiamo!- dissi più entusiasta che mai.
Ally rise al mio cambiamento d’umore sapendo a cosa era dovuto.
Erano le 7 e 30 quando arrivammo alla festa. La musica assordante si sentiva già da fuori e incamminandoci verso l’ingresso notammo che era molto affollata. C’era chi come noi aveva optato per un abbigliamento formale e chi invece aveva preferito vestirsi a tema. Ally mi trascinò subito a conoscere i ragazzi che avevano organizzato tutto complimentandosi con loro.
-piacere io sono Duncan, e loro sono Steve, James, Peter e Drew -
-piacere io sono Bella, è stupendo qui siete stati bravissimi- dissi riferendomi all’atmosfera che avevano saputo creare.
-hai visto le ragnatele? Quelle sono venute proprio bene..-
-va bene ragazzi adesso lasciatemela stare- disse Ally prendendomi per un braccio e trascinandomi via.
-ciao ragazzi è stato un piacere conoscervi- urlai mentre mi portava al bancone delle bibite.
-ma perché mi hai portato via? Stavamo parlando..-
-si, e loro ci stavano provando! Sei così ingenua alle volte Bella..-
-dici? A me sono sembrati così simpatici..-
-si, si come no, ti stavano mangiando con gli occhi!-
-parli come se ci avessero provato anche con te.. aspetta un attimo! Ci hanno provato anche con te?- dissi stupita
-si.. ma per fortuna sono riuscita a levarmeli di torno. Sono delle piattole!-
-ok, se lo dici tu.-preferii non approfondire, mi bastava sapere che ci avessero provato con Ally e che lei non aveva gradito, per non desiderare più la loro compagnia. Mi concentrai sul banco che avevamo davanti. C’erano una marea di bottiglie, piene di alcool. Ero sicura che non sarei riuscita a trovare un succo di frutta neanche a pagarlo.
Ally versò un po’ di Punch in un bicchiere e me lo porse.
-sta attenta, a giudicare dall’odore chissà quanto Rum ci hanno messo dentro- ne provai un sorso e per poco non mi affogai. Era fortissimo.
- figaccione a ore 6- disse improvvisamente indicandomi la porta d’entrata.
Mi girai e vidi Edward fare il suo ingresso alla festa con la fotomodella che si portava dietro.. Sara. Improvvisamente trovai molto attraente il bicchiere di Rum che tenevo in mano. Ne bevvi un altro sorso e mi misi ad osservare ogni suo movimento.
-certo che per essere bella è bella!- disse Ally riportandomi sulla terra
-a chi ti riferisci?-
-ma alla ragazza che sta con Edward -
- Ally ti prego non ti ci mettere anche tu, già la sua avvenenza mi avvilisce abbastanza, non c’è bisogno di rimarcarlo- dissi irritata più che mai.
-va bene, non la nomino più.. però sai che ho ragione-
-si, lo so- e in quel momento pensai che Edward sarebbe stato solo uno stupido a lasciarla per stare con me. Portai alla bocca il bicchiere trovando consolazione.
Quella sera seguii ogni suo passo, lui come al solito era di una bellezza sconvolgente. Indossava un paio di Jeans scuri, una maglietta grigia, il tutto accompagnato da un giubbotto di pelle nero. Faceva male al cuore solo a guardarlo. Ogni carezza, ogni bacio e ogni risata che si scambiavano era accompagnato da un altro bicchiere di Punch. Arrivai a metà serata con la testa che mi girava vorticosamente e la sensazione di poter vomitare da un momento all’altro.  Stavo esagerando con l’alcool, lo sapevo bene, ma non riuscivo a sopportare la vista di loro due insieme. Ally mi stava vicino ma nessuna delle sue parole era in grado di farmi ritrovare il controllo. Alice non accennava a vedersi e stavo per dire a Ally di riaccompagnarmi a casa, fino a quando non vidi una scena che mi fece perdere ogni stabilità. Sentii il sangue salire al cervello e il cuore iniziare a battermi come un tamburo. Edward e Sara si stavano baciando, ma non un bacio semplice o a stampo, come quello che avevo visto per l’intera serata, no. Quel bacio era una pugnalata al cuore. Erano talmente appiccicati l’uno all’altra che ero sicura che lei potesse sentirne la temperatura. Lui le toccava in maniera spasmodica la schiena e piano a piano arrivò a cingerle il fondoschiena. Lei infilò la mano nei suoi capelli e a quel punto vidi tutto rosso.
Mi fiondai coma una furia su di loro come un uragano che si abbatte con tutta la sua potenza distruttiva.
Presi il braccio di lei e la strattonai con forza allontanandola da lui. Appena incontrò il mio volto fece una faccia stupita quanto gongolante. Edward mi guardò come se volesse fulminarmi.
-prendetevi una stanza se non volete farmi venire il vomito!-
-se ti da tanto fastidio non guardarci!- mi disse lei e per poco non le saltai addosso.
-Bella andiamo via..-Ally provava a trascinarmi in un altra direzione ma io non volevo muovermi di un millimetro.
-Bella qual è il problema? Non stiamo facendo niente di male..- mi disse Edward innocentemente. E per quanto potesse essere assurdo, in quel momento volevo prenderlo a sprangate in testa! Tanto ero sicura che non gli avrei fatto male..
-a no? Non state facendo niente? Non penso che i ragazzi che vi stanno intorno la pensino in questo modo.. non me lo sarei mai aspettato da te! cos’è il suo sangue non è tanto appetibile quanto il mio!!- gli sputai sprezzante in faccia e vidi la sua espressione cambiare.
-ok basta, sei ubriaca.. ti riporto a casa- disse caricandomi in spalla e trascinandomi via dalla festa.
- Edward lasciami, ho detto l-a-s-c-i-a-m-i-i-i-i!!!- continuavo a gridare senza sosta e battevo furentemente i pugni sulla sua schiena. Ad un tratto si fermò.
Non ero sicura che siano state le mie urla a farlo fermare o se invece fossimo arrivati a destinazione, sta di fatto che non appena mi mise giù un fortissimo capogiro mi fece cadere a terra come una bambina che muove appena i primi passi.. e lui prontamente mi riacchiappò.

-Bella, smettila di urlare o tutti penseranno che ti stia facendo chissà cosa..- mi disse mentre provavo a sfuggire alla sua presa ferrea

-allora lasciami andare- sbiascicai, stentavo anche a parlare, ero sicura che il mal di testa che mi sarebbe scoppiato il mattino seguente sarebbe stata la giusta punizione per la mia stupidità.. io, che non bevevo mai, ero arrivata al punto di ubriacarmi per dimenticare, per levarmi dagli occhi l’immagine di Edward insieme ad un’altra donna.. ma nonostante la sbronza colossale, atta proprio a dimenticare quella scena, non riuscivo a spiegarmi come mai quel ricordo facesse ancora così tanto male.. all’altezza del cuore sentivo un peso che mi impediva anche di respirare e gli occhi ben presto iniziarono a pizzicare.
Mi guardai intorno e vidi solo il buio e una fitta macchia scura, forse erano alberi e noi ci trovavamo in mezzo alla foresta, quel poco che riuscivo a vedere lo dovevo alla luna, che quella sera era più splendente che mai.
-va bene, ti lascio ma tu cerca di mantenerti in piedi, o se proprio non ci riesci prova a sdraiarti..-
Pian piano sentii le sue salde braccia allontanarsi quando invece avrei solo voluto che mi stringessero più forte.
Mi allontanai non appena mi lasciò andare.. avevo cominciato a piangere e non riuscivo a spiegarmi il perché. Non sapevo cosa pensare, forse stavo impazzendo, provavo un mix di emozioni contrastanti tra loro che mi destabilizzavano.

Ero incazzata nera con lui e nel frattempo non volevo fare altro che dirgli quanto fossi gelosa di quello che avevo appena visto, volevo essere abbracciata e amata da lui e nel frattempo volevo urlargli contro quanto fosse stronzo..

Una mano gelida si posizionò sul mio braccio destro e allora alzai il viso per poterlo guardare negli occhi.

– Bella , perché stai piangendo?- mi chiese dolcemente, come se tra noi le litigate degli ultimi giorni non ci fossero mai state e all’improvviso mi accarezzò un braccio.

Il cuore prese a battermi all’impazzata, mi girava la testa e avevo voglia di vomitare. Allora chiusi gli occhi per trovare un momento di pace interiore. Mi sentivo doppiamente presa in giro da quel gesto che non aveva nulla di autentico se consideravo la ragazza di prima.. cosa aveva intenzione di fare??

Sentii nascere in me una sensazione di rabbia mai provata prima, come un fuoco che si impossessa di te e ti infiamma fino al punto di farti esplodere..

-come osi chiedermi una cosa del genere!- dissi alzando il tono di voce -vuoi sapere perché sto piangendo? Perché invece di chiederlo a me, non ti fai un esame di coscienza??? Avevi detto che non ti importava più nulla di me, e allora perché mi hai portato via dalla festa? Io e te non abbiamo più nulla da dirci!!-  feci per andarmene ma lui mi bloccò il passaggio.

- che domanda è “perché ti ho portato via dalla festa”? Avevi cominciato a dire cose senza senso, stavi delirando, e cosa peggiore stavi quasi per rivelare a tutti cosa sono in realtà.. se non ti avessi allontanato non immagino cosa sarebbe successo. E adesso mi vieni a chiedere perché ti ho portato via? Oh scusa tanto se andandocene ho evitato che facessi una figura peggiore di quella che stavi già facendo..Piuttosto dovresti chiederti perché ti sei comportata in modo così stupido-

- senti, non c’è bisogno che me lo dica tu.. so benissimo perché l’ho fatto-

- e allora dillo anche a me Bella perché non ci sto capendo niente..- disse agitando le braccia per aria.

-non serve che tu capisca, ormai non mi capisci più da tempo ormai- affermai con la delusione nel cuore.

- no!- si impuntò – voglio saperlo, staremo qui finche non mi spiegherai quello che è successo..-

Sicuramente era l’effetto dell’alcol a farmi parlare, perché la Bella di sempre non avrebbe mai trovato il coraggio di dirgli una cosa del genere.

-vuoi sapere quello che è successo? Eh? Edward vuoi davvero saperlo?-

-SI!- mi rispose.

- allora sappi che sei solo uno stronzo!- gli urlai in faccia mentre ancora piangevo -come hai potuto fare una cosa del genere? Te la fai con la prima che capita sotto i miei occhi, e sai qual è la cosa che mi fa più male? Che non mi hai mai toccato come hai toccato lei questa sera, non c’è che dire una bella botta per la mia autostima.. mi hai fatto capire che io per te non sono mai stata una ragazza attraente sotto quel punto di vista-Mi voltai non riuscendo più a reggere il suo sguardo e rendendomi conto di quanto fossi ipocrita, non molto tempo fa avevo fatto lo stesso nei suoi confronti. Ma quelle parole mi uscirono di bocca senza riuscire a controllarle.

-c-cosa mi stai dicendo Bella? Che hai fatto tutto questo, la scenata, la sbornia, solo perché sei.. sei gelosa?- concluse con apparente sorpresa.

Mi sentivo male, sicuramente da li a poco avrei vomitato. Mi misi una mano sul cuore che batteva in maniera accelerata, e pensavo a quella famosa frase che si dice quando ascolti le parole di un ubriaco “in vino veritas”, era vero quella sera ero stata sincera con lui più di quanto non lo fossi stata negli ultimi giorni. E per quanto mi fossi accorta di aver fatto male a bere, finalmente si sarebbe reso conto dei miei sentimenti. Ma ad un tratto l’immagine di quella ragazza apparve davanti ai miei occhi rendendo la verità ancora più amara di quanto non lo fosse già prima. Avrei solo sofferto, punto. Non ci sarebbe stato un futuro per noi, e pensare che mi ero resa pure ridicola davanti ai suoi occhi.
Ad un tratto sentii la sua mano sulla spalla e mi ritrassi come scottata, non avevo intenzione di sopportare anche la sua pena.

-Bella, guardami.. è questo che mi stai dicendo? mi stai dicendo di essere gelosa.. O c’è qualcos’altro che dovrei sapere..- lasciò la frase in sospeso, come se toccasse a me concluderla. E avevo intenzione di farlo.. ora o mai più, questa era diventata la mia filosofia di vita negli ultimi tempi. Mia madre mi diceva sempre “perché rimandare a domani quello che potresti fare oggi?” Ma allora perché era così difficile voltarmi e guardarlo negli occhi e dirgli quello che avrei voluto dirgli il primo giorno che ci eravamo incontrati all’università? Forse si erano dimenticati di dire che la sbronza non porta con se anche il coraggio..

-Bella..- mi incoraggiò

E allora mi voltai.

-Bella parla.. se c’è qualcosa che devi dirmi, dilla!-

-non ho niente da dirti..- dissi asciugandomi gli occhi.

-non ci credo..-

- e invece di dico di si.. possiamo tornare a casa adesso? Non mi sento tanto bene..- dissi sperando di far leva sul suo altruismo.

-noi non andiamo da nessuna parte.. voglio sapere perché ti sei comportata in quel modo prima, e perché ti stai comportando così adesso.. voglio sapere perché stai piangendo e perché sento che vuoi dirmi qualcosa ma non so cosa..non so più niente ormai..- disse tutto questo guardandomi negli occhi e tenendo il mio viso tra le sue gelide mani. E allora mi feci coraggio..   

- Edward tu dici di non sapere più niente.. ma se solo sapessi quanto.. quanto TI AMO.. ti amo di un amore che non mi fa dormire la notte, che mi fa battere il cuore a mille ogni volta che ti vedo, che mi toglie il respiro al sol pensiero di non averti.- abbassò lo sguardo, e allora fui io a prendergli il volto tra le mani e lo feci rincontrare con il mio.

- Sento perennemente un peso all’altezza del cuore ogni volta che ti penso, il che succede sempre, perche tu sei al centro dei miei pensieri da  quando mi sveglio fino a quando vado a dormire. E quando non sono cosciente ci pensano i miei sogni su di te a tenere la mia mente occupata. Ti amo Edward, non ho mai smesso di farlo e francamente non penso lo faro mai! Non ho smesso neanche quando stavo con Jacob, l’ho lasciato proprio perché non riuscivo a dimenticarti! Tu sei troppo importante.. ti amo ti amo ti amo..- sussurrai e allora le lacrime mi inondarono gli occhi senza riuscire a controllarle. Se non ci fosse stato Edward a sorreggermi sicuramente  sarei cascata a terra. Non avevo mentito sul fatto che mi sentissi male e il giramento di testa che mi colpì fu così forte da farmi chiudere gli occhi.

Edward non aveva ancora proferito parola. Ma quando sentii le sue braccia allontanarsi da me provai quasi un dolore fisico.

-Bella.. io non so cosa dirti.. non pensavo che..-

-lo sai quello che voglio sentirti dire.. di che mi ami anche tu, e che non hai mai smesso di farlo.. dillo!-

- Bella non chiedermi questo.. io non..io non posso..- disse solamente mentre il mio cuore perse un battito,  d’improvviso sentii un groppo in gola che mi fece quasi soffocare.
Mi sentii morire e mi accasciai a terra.

L’unica cosa che ricordo fu il rigurgito che lasciai cadere, le forze venirmi meno e due braccia gelide sollevarmi da terra.. poi il buio.

****************

Vedevo una luce accecante oltrepassare le mie palpebre e avevo paura ad aprire gli occhi e scoprire di essere morta. Almeno sarei andata nell’altro mondo con la consapevolezza di aver confessato a Edward i miei sentimenti. Non mi pentivo assolutamente di averlo fatto e forse dovevo ringraziare tutto l’alcool che avevo ingerito quella sera. Improvvisamente sentii un dolore lancinante alla testa e la sensazione di essere stata girata e strapazzata come un calzino. Sentii dei rumori intorno a me e allora aprii gli occhi per trovarmi di fronte un angelo. Si, doveva essere per forza un angelo! Aveva gli occhi più azzurri che avessi mai visto e i capelli biondi color del grano. Un viso perfetto e le labbra grandi ma ben proporzionate. Allora ero morta veramente! Ero morta e adesso ero in paradiso..

Ma ben presto capii di sbagliare. Lo capii non appena la fastidiosa lucina che i dottori ti proiettano negli occhi per vedere la reazione delle pupille mi colpì. Ero in ospedale!

-non sono un angelo signorina.. è inutile che continui a ripeterlo- allora stavo parlando ad alta voce.

-dove sono?- chiesi con la gola riarsa e dolorante, benché sapessi dove mi trovassi.

-sei in ospedale, hai preso una sbronza colossale che ti ha fatto svenire! Per fortuna ti hanno portato qui, ti abbiamo fatto una lavanda gastrica.. lo so è un po’ fastidiosa, ma è stato necessario- disse tutto questo senza staccarmi gli occhi di dosso e continuando a fare la sua visita. Toccò qualcosa sulla mia fronte e mi accorsi di essere bendata, provai ad avvicinarmi con la mano ma lui me lo vietò.
-non toccare li, hai dei punti. Quando sei svenuta hai sbattuto con la fronte su una pietra e ti sei procurata un piccolo taglio. I tuoi amici erano veramente preoccupati, per fortuna non è nulla di grave-
Aveva detto che mi avevano portato.. chi? Chi mi aveva accompagnato in ospedale? Edward? Ally? Non vedevo nessuno nella stanza. Provai ad alzarmi e a muovermi un po’, ma venni subito colpita dalle vertigini.

-ei, ei stai buona, rimettiti giù.. devi riposare un po’. Eri a stomaco vuoto e tutto quell’alcool e il successivo rigurgito ti hanno fatto abbassare la pressione. Cerca di stare ferma e di non agitarti, vado a vedere se riesco a trovare un budino da mettere sotto i denti- mi sorrise e si avviò verso il corridoio.

Dunque ero viva. Per un secondo l’ipotesi di trovarmi in paradiso non mi dispiaceva affatto, perché sapevo cosa mi attendeva adesso. Avrei dovuto affrontare le conseguenze di quello che avevo detto a Edward, dovevo sopportare la vista di lui insieme a Sara per tutta la stagione e cosa peggiore dovevo accettare il fatto che non mi amasse. Me l’aveva detto. Almeno prima di svenire avevo chiaramente sentito uscire queste parole dalla sua bocca “Bella non chiedermi questo.. io non..io non posso”  era stato chiaro, ormai l’avevo perso. Questo pensiero faceva male, sentii una morsa intorno al cuore che mi toglieva il respiro. Gli occhi mi si inumidirono, portai una mano al petto a stringere il ciondolo di cristallo che non avevo tolto per un solo secondo da quando me l’aveva messo al polso.

-Edward..- dissi non riuscendo a trattenermi.

-chi è Edward? Non fai altro che ripeterlo da quando ti hanno portato qui..- disse il dottore ricomparendo in stanza e facendomi sobbalzare.

-o bè.. lui è, bè lui è l’uomo che amo..- dissi imbarazzata

-ok, ho capito.. tieni ti ho portato l’ultimo budino rimasto! In realtà l’ho rubato ad una vecchietta, ma non dirlo in giro..- mi misi a ridere accettando di buongrado il dolce – sai che pensavo di conoscerti? Come ti ho già detto ripetevi questo nome in continuazione e allora mi sono detto “vuoi vedere che la conosco questa bella signorina?”, ma mi sbagliavo- aggrottai le sopracciglia non capendo.

-che vuole dire non capisco..-

-innanzi tutto non darmi del Lei, mi fai sentire vecchio, e non lo sono. Seconda cosa dammi del tu, non sarà difficile per te chiamarmi con il mio nome visto che anche io mi chiamo Edward, EJ per l’esattezza- questa si che era una coincidenza.
-va bene, come vuoi tu. Piacere EJ, io sono Bella-

-piacere di conoscerti Bella- disse stringendomi la mano

-dottore mi scusi le analisi della sua paziente sono pronte..- disse un’infermiera entrando in stanza. Il dottore prese i fogli e subito iniziò a leggere.

-bene.. è tutto a posto, i valori del sangue sono tornati nella norma. Sta tranquilla, con un po’ di riposo tornerai come nuova. Ti prescrivo delle medicine da prendere in caso di mal di testa o bruciore di stomaco. Noi ci vediamo tra 5 giorni per togliere i punti, ok? Per precauzione ti chiederei di rimanere per la notte ma se ci tieni ad andare a casa posso firmarti il foglio delle dimissioni.- annuii

-si grazie, preferirei tornare al campus..-

-va bene..- prese un foglio e me lo diede – ecco a te, faccio venire la tua amica. È da quando sei arrivata che attende di avere notizie-

-si grazie..- stava per andarsene ma preferii chiedergli una cosa. Il suo cognome. Non me l’aveva detto e volevo essere sicura che tra una settimana mi rivolgessi al medico giusto.

-EJ scusa, non ho chiesto il tuo cognome..- dissi imbarazzandomi un po’ .

-ma certo! Che sbadato, tu non l’hai chiesto e io non te l’ho detto.. io sono il dottor Masen, EJ Masen!- sbiancai di colpo!

    
O____O questa immagino sia la vostra faccia adesso!!!
Chi è questo dottore??  Cosa pensate di quello che è successo alla festa?? Bella ha fatto bene a rivelare i suoi sentimenti ad Edward??
Grazie come sempre a chi legge e a chi recensisce, e anche a chi preferisce rimanere in silenzio!
*consiglio di lettura*  fate un salto qui.. non ve ne pentirete!!! 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=676185

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Capitolo 20
*** capitolo 19 ***


                                                                                 

Buona lettura!

Capitolo 19
 
-ti senti bene?- chiese subito EJ tornando al mio fianco. Cercai di riprendermi alla svelta per non farlo insospettire e per evitare che si riprendesse il foglio delle dimissioni e mi costringesse a rimanere in ospedale.
-si..si, sto bene..- squadrò per bene il mio viso e accennai un sorriso per fargli vedere che era tutto a posto.
-per un attimo ti ho visto bianca come un lenzuolo. Sei sicura che sia tutto a posto?-
-si, si sto bene. Scusa se te lo chiedo di nuovo ma.. come hai detto che fai di cognome? Penso di non aver capito bene..- forse le mie orecchie avevano fatto cilecca.
-io sono il dottor Masen- strizzai gli occhi non appena udii di nuovo quella parola. Allora non avevo sentito male. Si chiamava veramente Masen! Aveva lo stesso cognome di Edward! Possibile che fosse solo una coincidenza? Quanti Masen c’erano in giro per il mondo? Così tanti da trovarne due nello stesso posto? Non sapevo cosa pensare.
-ok, grazie sei stato gentilissimo..- mi guardò assottigliando gli occhi cercando di capire se stessi mentendo. Sembrò tranquillizzarsi e dopo avermi fatto ripetere ancora una volta che stavo bene e che non c’era nulla di cui preoccuparsi uscì dalla stanza. Restai un attimo attonita a pensare a quello che avevo appena sentito, fino a che una raggiante Ally entrò nella stanza felice di vedermi.
-oh Bella! Come stai? Mi hai fatto preoccupare tantissimo!- disse mentre mi abbracciava stretta a se.
-sto meglio adesso grazie.. piuttosto mi dispiace di averti fatto preoccupare- si sedette sul letto vicino alle mie gambe.
-puoi dirlo forte! Mi hai fatto prendere un colpo quando ti ho visto a terra con la faccia piena di sangue, ho pensato subito che per vendicarsi della tua scenata, Edward ti avesse tramortito con una pietra! Ma per fortuna mi ha spiegato come sono andate le cose..-
-e cosa ti ha detto?- dissi con la voce leggermente incrinata
-che stavate parlando e che all’improvviso ti sei accasciata a terra e hai vomitato tutto l’alcool che avevi bevuto, solo che sei svenuta e hai sbattuto la testa su una pietra . Quando sono arrivata lui era accasciato su di te e stava per prenderti in braccio per portarti in ospedale..- cercai di fare dei bei respiri profondi visto che il ricordo della nostra chiacchierata mi stava facendo agitare.
-quindi è..è stato lui a portarmi qui?-
-si, ti abbiamo caricato nella sua macchina e insieme siamo venuti qui..ti ha lasciato nel pronto soccorso e poi è andato subito via-
-bene- dissi annuendo con la testa
-Bella vuoi dirmi cosa è successo? Lui sembrava sconvolto e non penso sia solo dovuto al fatto che stessi male- cosa dovevo fare adesso? Ero sicura che dirlo ad alta voce avrebbe fatto ancora più male. Ma confidarmi con Ally mi aveva sempre fatto sentire meglio e forse era giusto che sapesse anche questo. Dopotutto non sarei riuscita a mascherare il dispiacere che provavo dentro.
-finalmente sono riuscita a confessargli quello che provo.  Sarà stato tutto il Punch che avevo bevuto, o forse la scena di Edward e Sara che si baciavano in quel modo a farmi morire di gelosia e a farmi trovare il coraggio.. così gliel’ho detto!-
-brava Bella! Sono fiera di te! Dovevi vedere che scena! Per poco non la prendevi a pugni quella strega.. e lui cosa ti ha detto? Come l’ha presa?-
-lui mi ha respinto..- dissi in un sospiro sentendo il labbro inferiore tremare. Ally mi guardò e il sorriso che aveva sulle labbra si spense nel sentire le mie parole.
-Dio Bella! Quanto mi dispiace!- mi venne di nuovo a fianco e mi abbracciò. Non mi ero accorta di essermi messa a piangere e la mia amica mi cullò mentre i singhiozzi mi scuotevano il petto. Restammo abbracciate per un po’ fino a che non l’allontanai.
-grazie Ally- le dissi prendendole una mano.
-e per cosa?-
-perché mi sei vicina, e perché mi sopporti quando non faccio altro che lamentarmi di quanto la mia vita faccia schifo.. sei una vera amica.. grazie- non disse niente ma si avvicinò a prendermi il viso tra le mani e ad asciugare le ultime lacrime.
-non devi ringraziarmi. Lo faccio con il cuore! Ti voglio bene Bella, e mi dispiace vederti soffrire, sapevo quanto fosse importante per te riprenderti l’uomo che ami. Ed essere respinte non è mai una bella sensazione, anche se l’uomo in questione andrebbe preso a calci nel sedere per averti respinto! Ma lo sa cosa si sta perdendo?-
Risi senza entusiasmo alle sue parole – una piagnucolona senza spina dorsale?-
-no.. si sta perdendo una ragazza fantastica! Una ragazza che ha imparato dai suoi errori ed che è cresciuta grazie a questi. Una ragazza che insegue la sua felicità e che non vuole altro dalla vita che essere ricambiata dall’uomo che ama!-
Mi sentii lusingata nel sentire quelle parole. Dunque era questo quello che Ally pensava di me?  l’abbracciai di slancio non sapendo cosa dire. La parola “grazie” a quel punto mi sembrava superflua.

Mi aiutò a rivestirmi e una volta recuperate le mie cose ci dirigemmo all’ingresso dell’ospedale. Erano le 3 e mezza del mattino e speravamo di trovare un taxi libero che ci accompagnasse di nuovo al campus. Ma non appena mettemmo piede fuori la prima cosa che notammo fu la macchina gialla di Alice!
-finalmente! Ce ne avete messo di tempo! Bella come ti senti?- venne ad abbracciarmi mentre Ally si avvicinò alla macchina.
-sto bene Alice grazie..- sussurrai al suo orecchio
-mi dispiace per quello che è successo. Non sono riuscita ad arrivare in tempo dalla caccia..- la scostai per guardarla negli occhi
-non preoccuparti, tanto non avresti potuto fare niente lo stesso. Ormai mi ha detto che non mi vuole più, non è servito a niente combattere per questo amore..- dissi intristendomi all’istante.
-una soluzione si trova sempre! E tu hai fatto bene a dirglielo, l’ho visto abbastanza scosso quando è tornato a casa. Non disperare, vedrai che prima o poi capirà che sei tu quella che vuole..- scossi il capo alle sue parole.
-no Alice, no! Non posso illudermi ancora una volta. Fa troppo male..fa troppo male!-
-ei voi due? Vi decidete ad entrare in macchina? Sto congelando!- ci urlò Ally per richiamare la nostra attenzione. In effetti stavo battendo i denti anche io.

Alice non aggiunse altro e io mi limitai a salire in macchina. Ci scambiammo poche parole  giusto quel poco per tranquillizzare Ally.
Una volta al campus salutammo Alice e ci dirigemmo alle nostre stanze. Il custode non gradì essere disturbato a quell’ora della notte, ma capì la situazione e ci fece entrare senza dire niente. Davanti alle nostre stanze, Ally mi chiese se mi servisse qualcosa e dopo averla tranquillizzata che con una sbornia e uno svenimento non si rischia la vita, entrai in camera mia e mi distesi nel letto.

Avevo un po’ male alla testa e i punti in fronte mi tiravano la pelle provocandomi fastidio. Andai in bagno a sciacquarmi la faccia e a lavarmi i denti. Quando mi guardai allo specchio la grande benda bianca faceva bella mostra di se sopra l’occhio destro. In viso ero pallida ma sfido chiunque ad avere le gote rosse dopo una lavanda gastrica! Nonostante l’ora decisi di fare una doccia per levare di dosso l’odore nauseante dell’alcool e del vomito. Feci attenzione a non bagnare la garza e dopo 10 minuti ero già stesa al caldo nel letto. Non volevo pensare a niente. Volevo chiudere tutti i problemi dietro la porta della mia stanza. Non dovevo preoccuparmi di quello che sarebbe successo domani e neanche il giorno dopo ancora. Dovevo andare avanti con la mia vita. E nella mia vita non c’era più posto per Edward. Ormai non mi rimaneva altro che accettare di averlo perso e la prima cosa che dovevo fare era smetterla di pensarlo. Facile a dirlo ma complicatissimo da mettere in pratica! Ogni volta che chiudevo gli occhi vedevo il suo viso e la sua espressione di sorpresa quando gli dissi che ancora l’amavo.

Un’altra cosa che non riuscivo a smettere di pensare era l’incontro di questa sera con EJ! Non potevo credere che ci fosse qualche connessione con Edward. Era impossibile che in qualche modo fossero parenti. Da quel poco che mi aveva raccontato Edward sapevo solo che la sua famiglia abitava a Chicago e che l’influenza spagnola se li portò via tutti. Ma a pensarci bene non avevamo mai parlato di parenti, cugini, zii, nonni.. non mi aveva detto niente! E se fosse stato veramente un suo parente? C’era davvero la possibilità per Edward di ritrovare un membro della sua famiglia dopo così tanti anni? Non sapevo cosa pensare e la testa mi faceva un male cane. Provai a rilassarmi e a chiudere gli occhi. Ma prima di riuscire a prendere sonno mi feci una promessa. L’avrei scoperto. Avrei scoperto la verità..
 
********************

“più cerchi di evitare una persona e più quella persona ti si presenta davanti” Sapevo dell’esistenza di quella frase ma non mi ero mai trovata ad affrontare una situazione del genere. Questo fino a che la persona in questione non diventò Edward!
Nei giorni successivi  “all’incidente” evitai accuratamente di vederlo e di incrociarlo in corridoio. Anche la mensa era diventata un posto offlimits per me.
 
Ma puntualmente me lo ritrovavo sempre davanti! Era buffa come situazione.. fino a una settimana fa avrei fatto qualsiasi cosa perché mi capitasse di vederlo sempre. E invece ora facevo di tutto per non incontrarlo. Ma la stessa scuola,  gli stessi insegnanti, lo stesso corso serale e il fatto che frequentassi sua sorella non mi rendevano di certo le cose facili.
E così dalla nostra ultima conversazione cominciai ad uscire sempre di meno e nelle ore universitarie provavo a mimetizzarmi il più possibile con la tappezzeria della scuola per passare inosservata! Le ragazze sembravano averlo capito che era lui il vero motivo per il quale mi escludevo dal mondo e non me lo facevano pesare. I miei propositi di non pensarlo più si verificarono tutti nulli! Praticamente l’unica cosa che facevo era pensarlo!

E come ogni volta che c’era cambio d’aula tra una lezione e l’altra, anche questa volta riuscii a scorgerlo nel corridoio..
Cercai di sfuggire al suo sguardo mentre con la solita goffaggine e i libri in mano mi spostavo verso la direzione opposta alla sua. Percorsi qualche metro con la testa bassa ma la sensazione di essere osservata da lui non mi abbandonava.
Speravo tanto che quella tortura finisse al più presto e che lui fosse più veloce di me a percorrere il corridoio. Rimasi con la testa bassa talmente a lungo che non mi accorsi della colonna in pietra posta proprio davanti al mio cammino! Chi l’aveva messa lì? C’era sempre stata? O era forse una punizione divina per la mia stupidità?
Tutti i libri che tenevo in mano caddero inevitabilmente a terra e anche io li seguii affondando con il mio fondoschiena sulle mattonelle lisce.
Mi sentivo osservata, tuttavia nessuno mi si avvicinò. Ringraziai il cielo per questo. Le guance rosse che mi coloravano il viso sarebbero state troppo imbarazzanti da trattenere. Cercai di raccogliere il più velocemente possibile tutto il materiale che si era sparso a terra quando un mano afferrò un libro e me lo porse. Non c’era bisogno che alzassi la testa per capire a chi appartenesse quella mano bianca e delicata. E la sua voce poco dopo non fece altro che confermare quello che più temevo.
-tieni.. ti aiuto a raccogliere il resto- sentire la sua voce mi fece oltrepassare il corpo da mille brividi. Accettai il libro che mi stava porgendo con mano tremante.
-non serve che mi aiuti, ce la faccio da sola.. grazie..-dissi in un sussurro.
Non mi ascoltò e raccolse la mia roba in silenzio e lo stesso feci io.
Mi alzai da terra e lo seguii con lo sguardo mentre con la mano sistemava la ciocca ribelle dei capelli che gli era scivolata in avanti per via della posizione inclinata. Ed io avvampai! Poteva evitare di essere così tremendamente sexy anche adesso che avevamo litigato! Abbassai gli occhi per evitare il suo sguardo.
-pensi di farcela ad arrivare in classe se stai sempre con gli occhi piantati al suolo?- disse con tono quasi scherzoso. Punta nel vivo da quelle parole rialzai subito la testa per fronteggiarlo.
-si grazie.. riesco perfettamente a raggiungere l’aula! Anzi ci vado subito così evito di trattenerti oltre..- dissi un po’ risentita mentre prendevo dalle sue mani i libri che gentilmente aveva raccolto.
- Bella aspetta.. volevo dirti una cosa- mi bloccò prima che potessi scappare. Non volevo parlare con lui. Non volevo sentire altre parole di rifiutato uscire dalla sua bocca. Non l’avrei sopportato! Già trovarmi di fronte a lui non rendeva le cose semplici.
-sono in ritardo devo andare..-
-Bella io..- lo bloccai prima che potesse concludere la frase. Avevo una paura tremenda di quello che poteva dirmi.
-non preoccuparti Edward va bene così.. non mi vuoi! L’ho accettato sai? Ormai ti sei rifatto una vita con Sara e meriti di stare con una persona che reputi alla tua altezza. Io ormai faccio parte del passato.- non sapevo da dove mi erano uscite quelle parole! Da dove veniva fuori tutta quella forza? Forse la paura di essere respinta ancora una volta e di conseguenza soffrire mi avevano reso più combattiva. Forse il mio subconscio non voleva più soffrire ed era come se si fosse costruito una fortezza per respingere tutti gli attacchi del nemico. Tuttavia non riuscii a trattenere la fitta allo stomaco che mi provocava dire quelle parole. Lui non sarebbe mai appartenuto al mio passato.
-in questi giorni volevo avvicinarmi per chiederti come stavi.. porti ancora la benda sull’occhio- disse ora quasi triste.
-già.. dovrò togliere i punti questo pomeriggio. Comunque sto bene, non serve che ti preoccupi- mi guardai intorno e vidi che ormai non c’era più nessuno in giro. Fantastico! Adesso avrei dovuto beccarmi anche un’occhiataccia da parte del professor Klint!
-vado adesso..- dissi voltandomi. Vidi con la coda dell’occhio Edward provare ad afferrare il mio braccio, ma non mi fermai. Continuai a camminare spedita verso la prossima lezione. Sospirai forte non appena fui fuori dal suo raggio visivo. L’agitazione che prima sembrava sparita tornò prepotente facendomi sentire il cuore in gola. Mi aveva parlato! Si era avvicinato! Ma non capiva che così facendo mi faceva solo del male? Non volevo la sua amicizia o la sua compassione.. io volevo il suo amore cavolo! E dovevo comportarmi come poco fa se non volevo soffrire ancora. Avrei dovuto giocare d’anticipo! Prevedere le sue mosse per non permettergli di farmi ancora del male. Adesso lui era felice con Sara.. perché non mi lasciava in pace? Anche se quando lo vedevo una parte di me era felice, l’altra si logorava solamente! 

Trascorsi il resto delle lezioni a pensare al suo comportamento, e al fatto che si fosse avvicinato per parlare con me. Non mi erano sfuggite le sue occhiate in quei 5 giorni, ma io provavo sempre a nascondermi quando lo vedevo. Che volesse dirmi qualcosa sulla nostra storia? Che anche lui avesse capito di amarmi ancora?
No! Non poteva essere.. scossi la testa in contemporanea con i miei pensieri. Stava con Sara, perché continuava a stare con lei se si fosse accorto di amare me? In quei giorni l’avevo visto tante volte in sua compagnia, se fosse stato vero l’avrebbe lasciata no? Invece continuava a starci insieme!
Era meglio smetterla di pensare a quelle cose! Mi facevano venire solo dei forti mal di testa!

La pausa pranzo arrivò in un battibaleno e come al solito c’era Ally ad aspettarmi all’uscita dell’ultima lezione.
-come va? Che hai fatto di bello oggi?- l’affiancai e insieme ci dirigemmo verso la mensa
-pff le solite cose.. ho seguito una lezione sugli scrittori Italiani molto interessante, ho fatto una buona impressione al professor Brown parlando delle opere di Emily Bronte, ho parlato con Edward, ho fatto tardi ad una lezione e non so dove prendere delle informazioni su un certo William Butler Yats! Tu lo conosci?-
-aspetta, aspetta frena!!! Hai detto di aver parlato con Edward? Ma se è tutta la settimana che cerchi di evitarlo?- disse guardandomi alzando un sopracciglio
-di tutte le cose che ti ho raccontato hai colto solo la parte in cui ti ho detto di aver parlato con Edward?- lei mi guardò con uno sguardo strano come per dire “certo miss ovvietà”
- e poi non è una settimana che cerco di evitarlo.. sono 5 giorni! Comunque mi si è avvicinato lui. Io come al solito ho provato a schivarlo ma grazie ad una mia memorabile performance me lo sono ritrovato davanti!-
- cosa hai fatto questa volta sentiamo!- disse trattenendo le risate
-mi sono schiantata su una colonna cadendo a terra e cospargendo il pavimento dei miei libri! Lui ha visto tutta la scena ed ovviamente è venuto in mio soccorso!-
-Bella sei una sagoma! Solo tu puoi andare a sbattere contro una colonna!- si mise a ridere contagiando anche me. Entrammo in sala mensa e andammo a prendere da mangiare riempiendo i nostri vassoi. Subito dopo ci spostammo verso il solito tavolo. Non mi guardai in giro, non volevo vedere se ci fosse anche lui. Volevo godermi il pranzo con la mia amica e mi sarei alzata di li solo a stomaco pieno!
-allora vuoi dirmi cosa ti ha detto?- chiese Ally impaziente di sapere ogni cosa.
-niente, non mi ha detto niente! Non gli ho dato modo di parlare.. abbiamo raccolto i libri e ci siamo salutati.-
-che vuol dire che non gli hai dato modo di parlare? Fammi capire aspetta.. ti si è avvicinato, ti ha aiutato a raccogliere la tua roba, e stato lui il primo a parlarti e adesso vieni a dirmi che non gli hai dato modo di dirti quello che voleva???-
-si.. è così!-
-andiamo Bella!! Dici sul serio? Non ci posso credere..- disse sbuffando irritata
-beh credici, perché è così!-
-e se si fosse avvicinato per dirti quello che aspetti da mesi? Se avesse voluto recuperare il vostro rapporto? Se avesse voluto avvicinarsi per esserti amico? e se..-
-e se, se se se!!! Basta con i se Ally! Se avesse veramente voluto recuperare il nostro rapporto perché quando gli ho confessato i miei sentimenti non mi ha detto che anche lui provava la stessa cosa per me? Se avesse voluto dirmi che ancora ci tiene perché sta ancora con Sara? Li hai visti anche tu in questa settimana o sbaglio? Stanno ancora insieme.. e.. e io non voglio sentirmi dire che vuole essermi amico! Noi non potremmo mai essere amici! Non voglio avvicinarmi di nuovo a lui sapendo che non può esserci niente tra di noi...-
Mi guardò intensamente negli occhi e annuì.
-si, ma potevi pure lasciarlo parlare, a quest’ora non saremmo qui a farci mille domande e a porci tutti questi interrogativi! Perché non hai voluto sentire le sue parole?-
-non lo capisci? Perché ho paura Ally! Paura di quello che poteva dirmi. Paura di sentirmi dire ancora una volta che non mi ama più. Non riuscirei a sopportarlo.. sono una codarda lo so-
-si lo sei!- disse stupendomi. -lo sei perché parli sempre di quanto lo ami e adesso vieni a dirmi che hai paura?-
-non capisci.. lui mi ha respinto!-
-cosa pretendevi che ti dicesse? In due secondi gli hai detto che lo amavi ancora, come volevi che si comportasse? Non sto dicendo che hai sbagliato a dirglielo ma ..questi mesi non sono stati facili ne per te e ne per lui.. dovevi dargli il tempo di riflettere, di capire cosa vuole!-
-ah adesso sono io che sbaglio? Io gli confesso di amarlo ancora e lui mi dice che non può.. non può cosa? Non può amarmi? Non può accettare quello che gli ho fatto? Non può lasciare Sara?- dissi urlando
-se l’avessi lasciato parlare adesso lo sapremmo!- mi rispose lei altrettanto risoluta.
Stavo per risponderle ma sapevo di non aver null’altro da argomentare e le parole mi morirono in bocca! In qualche modo stavo trovando delle scuse per non parlare con lui.
-scusami Bella.. hai ragione, non avrei dovuto impicciarmi..-
-no..scusami tu per aver alzato la voce. E comunque non devi scusarti di niente! Hai ragione avrei dovuto lasciarlo parlare ma sono troppo fifona!-
-devi cominciare ad affrontarle queste paure Bella!- disse allungando il braccio sul tavolo e prendendomi la mano nella sua – la vita non è eterna! Non puoi aspettare che l’amore della tua vita si presenti davanti a te e ti dica “eccomi, anche io ti amo” dovete avvicinarvi. Dovete instaurare di nuovo un rapporto. Perché ti potresti svegliare una mattina e dire sto buttando la mia vita, accorgerti che avevi una cosa bellissima e la stai perdendo... e allora non puoi, non puoi permetterlo. Non puoi più soffrire in silenzio e vivere una vita vuota e inutile. Perché quando incontri la persona giusta, quella speciale, quella unica, quella che sai che oltre lei nessuna, allora devi fare di tutto per riconquistarla! E tu dovresti cominciare a dare la possibilità alle persone di parlare! Se dovesse ricapitare Bella, lascialo parlare. Nel caso in cui dovesse dirti ancora una volta che non ti ama più almeno saprai con certezza che non sei tu quella che vuole, ti metteresti il cuore in pace e potresti ricominciare a vivere!-
Annuii alle sue parole anche se mi facevano male, ma aveva ragione! Basta scappare! Avrei dovuto avvicinarmi e lasciare che mi dicesse quello che voleva dirmi. Solo così sarei riuscita a capire cosa eravamo noi due e se ci fosse ancora qualcosa a legarci.  

Dopo neanche un minuto arrivò Alice che si accomodò insieme a noi, e dalla porta laterale vidi entrare Edward in compagnia di Sara. Distolsi subito lo sguardo e ringraziai il cielo che fosse arrivato proprio in quel momento e che non avesse ascoltato la nostra conversazione.
-di cosa parlavate?- chiese Alice con l’entusiasmo di sempre riportando la mia attenzione al nostro tavolo
-di quanto Bella sia stupida!- disse Ally con noncuranza
Subito strabuzzai gli occhi e le lanciai una briciola del tramezzino che tenevo in mano – ma la vuoi finire?- le dissi con tono fintamente irritato
-cosa ha combinato questa volta?- disse Alice facendomi l’occhiolino, segno che sapeva già di cosa avessimo parlato.
Non volevo aumentare ancora di più le chiacchiere specialmente ora che Edward era a pochi tavoli di distanza e allora fui io a rispondere.
-niente! Non ho combinato niente.. è Ally che si diverte a prendermi in giro, ne riparliamo dopo!-
-dopo?- chiese Alice –ma non devi andare in ospedale per i punti?-
Si. Quel pomeriggio sarei dovuta andare a togliermi i punti e finalmente speravo di avere qualche risposta su un'altra incognita che in quei giorni non mi aveva lasciato in pace, EJ! Dovevo scoprire il più possibile sul suo passato e sulla sua famiglia per vedere se era tutto riconducibile a Edward! Per questo quando Alice mi propose che fosse suo padre a togliermi i punti io insistii affinché tornassi in ospedale così da poter parlare con lui.  EJ e Carlise lavoravano in due ospedali diversi e non avrei potuto rivederlo.
-si – le risposi annuendo
-sei sicura che non vuoi che ti accompagniamo?- mi chiese Ally
-si Ally ne sono sicura.. e poi ti porterei via troppo tempo, non mi sembra giusto..- in realtà anche se non mi dispiaceva avere compagnia, volevo solo avere la possibilità di parlare tranquillamente con EJ. Finimmo il nostro pranzo chiacchierando del più e del meno. Ad un certo punto vidi Edward alzarsi e dirigersi verso l’uscita. Lo seguii con lo sguardo nonostante mi fossi ripromessa di non farlo più. E ad un tratto si voltò come se sapesse quello che stavo facendo e mi regalò un sorriso. Subito sentii le guance tingersi di rosso ed gli sorrisi a mia volta abbassando lo sguardo dall’imbarazzo.

Dopo poco ci alzammo anche noi e andammo alle rispettive lezioni pomeridiane. Quel giorno non ci stavo con la testa.. continuavo a pensare a Edward e a cosa volesse dirmi stamattina, pensavo alle parole di Ally e al sorriso di Edward in mensa e non potevo fare a meno di constatare che forse aveva ragione lei.
L’ora di andare in ospedale arrivò presto per fortuna e per quanto non mi allettasse sentire i punti strappare avevo una voglia matta di parlare con EJ. Così corsi in camera mia a posare i libri e a prendere la borsa per uscire. E con le chiavi della macchina in mano partii spedita verso l’ospedale.
Arrivai dopo 10 minuti, parcheggiai l’auto e scesi dirigendomi verso l’accettazione. Presi subito il foglio che mi diede EJ e lo consegnai all’infermiera alla scrivania. Mi indicò l’ufficio del dottor Masen e mi disse di attendere il mio turno.
Mi diressi verso la porta del suo ufficio e mi sedetti su una delle sedie messe apposta per i pazienti in attesa. Vicino a me c’era una signora sulla quarantina con un braccio ingessato, immaginai fosse li per togliere il tutore.. così aspettai il mio turno. La donna che era prima di me entrò dopo 10 minuti d’attesa e dall’interno della stanza sentii chiaramente la voce di EJ salutarla. Aspettai che finisse la visita della donna con il respiro affannato. Era vero che non vedevo l’ora di scoprire qualcosa su di lui ma era anche vero che non sapevo da dove cominciare. Non avrei potuto chiedergli subito a bruciapelo “la tua famiglia viene da Chicago per caso?”dovevo trovare un modo per tirare fuori l’argomento senza risultare inopportuna.

Sentii dei rumori provenire da dentro e mi irrigidii quando vidi la porta aprirsi. EJ congedò la donna con parole professionali, raccomandandosi di non sforzare troppo il braccio prima del recupero totale, infatti potei vedere il suo braccio libero dal gesso.
Seguì con gli occhi la donna allontanarsi fino a che non puntò lo sguardo su di me. Gli sorrisi alzandomi dalla sedia andandogli incontro.
-salve.. si ricorda di me?-
-certo che mi ricordo.. Bella.. ma non ti avevo detto di darmi del tu?-
Annuii sorridendo alle sue parole e insieme ci accomodammo all’interno dello studio.
Mi sedetti nella sedia di fronte alla scrivania e dopo averlo lasciato un attimo organizzare tutte le scartoffie che teneva sul tavolo si rivolse di nuovo a me.
-allora? Vogliamo vedere come va la ferita in fronte?-
-si - dissi alzandomi e accomodandomi sul lettino sterile.
-i punti ti hanno dato fastidio? Hai avuto mal di testa in questi giorni?-
Annuii –si ho avuto un po’ di mal di testa e fortunatamente i punti non mi hanno dato tanto fastidio..-
-bene- disse infilandosi i guanti in lattice e iniziando a sfilare la garza che avevo in fronte.
Quel contatto così ravvicinato mi permise di guardarlo per bene in volto e di accorgermi di quanto in realtà fosse carino! La sera della sbronza non mi ero affatto curata di fare un analisi dettagliata del suo aspetto. Ma adesso potevo vedere come gli occhi azzurri risaltassero in maniera impressionante sulla sua carnagione chiara e i capelli biondi gli conferivano veramente un aria angelica.  Non era eccessivamente alto ma era comunque molto slanciato. Aveva un fisico asciutto e ben piazzato, almeno da quello che il camice bianco che indossava mi permetteva di vedere.
Decisi di abbassare lo sguardo prima che si accorgesse che lo stavo fissando. Lui intanto aveva preso a tamponare la soluzione disinfettante sui punti con della garza, prese pinza e forbici e piano si avvicinò sempre di più e in quel momento sussultai.
-tranquilla Bella non ti faccio male..-
Mi sentivo come una bambina di 5 anni di fronte a quegli strumenti di tortura!
-ok.. ma fa piano ti prego!-
Mi guardò mettendosi a ridere
-prometto che non ti farò male! E alla fine se sarai stata brava ti darò un leccalecca e ti metterò anche il cerottino di Winnie the Pooh!-
Risi alle sue parole. Se era un modo per stemperare la situazione c’era riuscito benissimo! decisi di cogliere comunque al volo la possibilità di estorcergli qualche informazione.
-ti.. ti dispiace se parliamo mentre togli i punti? Sai se non mi distraggo rischio di sussultare ad ogni tocco..-
-ma certo Bella, avanti dimmi.. di cosa vuoi palare?-
-ma non lo so.. dove sei nato?-
Mi guardò aggrottando le sopracciglia non capendo probabilmente perché volessi sapere una cosa del genere, ma sembrò comunque cadere in trappola. Riprese gli strumenti in mano e iniziò a parlare avvicinandosi alla ferita.
-io sono nato a  Cleveland il 27 gennaio del 1979, sono cresciuto insieme a mia madre, mio padre e mio nonno..-
-niente fratelli?- chiesi sentendo sfilare il primo punto
-no nessun fratello purtroppo. I miei hanno provato ad avere altri figli ma senza riuscirci. Così hanno concentrato tutte le loro speranze e i loro propositi in me. Mi sono laureato in medicina alla Dartmouth e ora lavoro qui..-
-anche tu sei stato alla Dartmouth?- chiesi sorpresa mentre sentivo sfilare un’altro punto
-si.. e so che anche tu la frequenti. Quando ti abbiamo ricoverato quella sera la tua amica me l’ha detto.-
-si- dissi – seguo Letteratura-
-è un bellissimo corso..- restammo in silenzio per un momento mentre lui continuava a lavorare sulla ferita. Stavo per chiedergli qualcos’altro ma si allontanò.
-ecco fatto.. –
-hai tolto i punti?-
-si e ora lascia che ti pulisca e poi abbiamo finito..- sentii subito l’amarezza nel cuore. Non ero riuscita a prendere nessuna informazione utile.
Dopo pochi istanti sentimmo bussare alla porta ed EJ andò ad aprire. Era l’infermiera dell’accettazione. Gli consegnò delle cartelle e si raccomandò, rimproverandolo bonariamente, che andasse subito a casa dopo aver finito con me visto che erano più di 12 ore che era in piedi.  Approfittai immediatamente di quella possibilità, dopotutto era l’ultima volta che ci saremmo visti e volevo poter parlare con lui. Così quando si avvicinò di nuovo a me e avermi messo come promesso il cerottino con Winnie the Pooh decisi di fare la mia mossa. Il suo turno era finito, potevo chiedergli se volesse farmi compagnia per un caffè così da sdebitarmi della sua gentilezza. Sembrò desistere per qualche istante ma subito dopo accettò la mia proposta. E così dopo avergli dato il tempo di recuperare la sua roba uscimmo insieme dall’ospedale.
EJ mi spiegò che li vicino c’era il lungofiume con tutti i negozietti più carini della città e con tanti bar e caffetterie dove potersi sedere all’aperto e godersi una pausa in santa pace.

Non avevo mai visto quella parte della città, e non avevo mai visto nemmeno il fiumeConnecticut. Quel fiume nasce in Canada e scorre in direzione sud segnando tutto il confine tra il New Hampshire ed il Vermont. Ally non faceva altro che dirmi di voler organizzare una gita per farmi vedere le meraviglie di quel posto e questa sera grazie a Ej potevo goderne un pezzettino.
Ci dirigemmo verso un bar, che ha detta di EJ, faceva uno dei caffè più buoni di tutta la città. Il tempo, che per essere nei primi di Novembre sembrava molto mite, ci permise di accomodarci fuori e di goderci gli ultimi raggi di sole del tramonto. Quella città per molti versi era molto simile a Forks. Certo non pioveva sempre e il sole ogni tanto faceva la sua sporadica apparizione, ma erano di più le volte che il cielo rimaneva coperto.
 -allora.. c’è qualcos’altro che vuoi sapere su di me?- mi chiese EJ assaporando il suo caffè. Mi imbarazzava molto quella domanda perché era come se si fosse accorto che stavo indagando su di lui. Ma il tono in cui lo disse mi fece capire che in realtà stava solo scherzando, prendendomi in giro per le domande che gli avevo fatto in ospedale. Decisi di stare al gioco e cercare comunque di farlo parlare.
-in realtà si.. c’è qualcos’altro che vorrei sapere-
-spara!- disse accomodandosi meglio sulla sedia
-da dove viene il nome EJ? In realtà è Edward Junior giusto? Da chi hai preso il nome?- chiesi più semplicemente possibile come se quella domanda la stesse ponendo in realtà una persona senza doppi fini.
-è complicato da spiegare.. vedi, la mia famiglia in realtà non ha sempre vissuto a Cleveland. Mio nonno come ti ho già detto ha vissuto con noi, ma in realtà lui è di Chicago!- quasi mi affogai con il caffè che stavo bevendo nel sentire quelle parole.
-tutto bene Bella?- disse EJ preoccupandosi un po’
-si scusa.. era troppo caldo..- continuai a tossire fino a che non gli chiesi di continuare.
-mio nonno era molto giovane quando andò via da Chicago con tutta la sua famiglia. A quell’epoca l’influenza spagnola dilaniava la città e non appena ebbero la possibilità scapparono via il più lontano possibile. Lasciarono lì però tante persone a cui volevano bene e fino a qualche tempo fa mio nonno non faceva altro che rimpiangere di essersene andato senza aiutare i suoi parenti.. sai lui è morto 10 anni fa e ha sempre portato nel cuore tutta la sua famiglia d’origine- restai turbata nel sentire quelle parole,quando parlava della famiglia d’origine si riferiva a Edward.
-è molto triste quello che mi stai raccontando..-
-e infatti non capisco come mai lo sto facendo!- disse sorridendo delle sue stesse parole –non è che vada in giro tutti i giorni a raccontare a una bellissima ragazza la storia della mia famiglia.. ma sento che mi posso fidare di te..-
-allora continua ti prego.. mi interessa davvero quello che hai da dirmi!-  speravo che non interpretasse in maniera sbagliata il mio interessamento. Ma ormai avevo capito che c’era veramente un filo che legava EJ a Edward e volevo sapere di più.
-ok.. allora, come ti ho già detto mio nonno era molto attaccato alla sua famiglia, ma lo era molto di più a suo cugino Edward. In pratica erano cresciuti insieme anche se mio nonno era più piccolo di 5 anni. Quando scoppiò l’influenza il padre di mio nonno, cioè lo zio di Edward, pensò subito di scappare e abbandonare la città. Avevano visto troppa gente morire e così decisero di non aspettare un giorno di più. In seguito appresero che tutta la famiglia del fratello era morta per colpa della malattia e mio nonno si maledì ogni giorno della sua vita per non aver costretto Edward a seguirlo-
-e da questo legame così forte è nato il tuo nome!- dissi precedendolo
-già.. mia nonna non vedeva di buon grado questo nome e per questo non lo diedero a mio padre. Ma quando sono nato io mio padre volle fare questo regalo a nonno Joseph chiamandomi come suo cugino-
Rimasi impietrita nel sentire quelle parole. Sentire in un’altra versione della morte di Edward mi spaventava un po’. Per fortuna che adesso non dovevo preoccuparmi della sua incolumità. Dunque erano veramente parenti! Chissà se fosse stato felice di sapere dell’esistenza di EJ e di suo cugino che non l’aveva dimenticato un solo istante. Non dovevo aspettare molto per saperlo visto che avevo assolutamente intenzione di fargli sapere ogni cosa. Provai a riprendermi il prima possibile per non fargli vedere quanto in realtà le sue parole mi avessero turbato.

Spostammo la conversazione ad argomenti più “leggeri” e il tempo passò in un baleno. Si stava veramente bene in compagnia di EJ. Dopo il secondo caffè gli dissi che il mio corpo non era più in grado di reggere ulteriore caffeina e da bravo medico quale era acconsentì a spostarci dalla caffetteria per fare quattro passi e raggiungere le nostre auto. Doveva andare assolutamente a casa a riposare, il suo viso era la maschera della stanchezza.
Continuammo a ridere e a scherzare fino a che non arrivò il momento di salutarci.
-grazie per avermi tenuto compagnia..- dissi prendendo le chiavi della macchina dalla borsa
-è stato un piacere Bella! Puoi chiamarmi se .. vuoi.. cioè se ti va di uscire di nuovo con me..- disse quasi in imbarazzo. Io non sapevo che dirgli. Era stato molto gentile nei miei confronti, soprattutto si era aperto con me nel modo in cui volevo si aprisse. Mi aveva raccontato tutto quello che volevo sapere, e non mi erano sfuggite le occhiatine che ogni tanto mi lanciava durante la serata. Optai per una mezza verità. Non volevo essere del tutto scortese.
-certo.. se troverò un po’ di tempo libero tra una lezione e un’altra ti chiamerò sicuramente! Grazie ancora..-  lo vidi rilassarsi alle mie parole e si avvicinò per scoccarmi un bacio sulla guancia. Non mi ero accorta però che qualcuno ci stesse osservando.. qualcuno che non mi sarei mai aspettata di ritrovare li, in quel parcheggio d’ospedale. Sbiancai di colpo non appena misi a fuoco la sua figura. Dall’altra parte della strada c’era Edward! Il sorriso che aveva in volto andò piano piano affievolendosi lasciando il posto ad uno sguardo d’ira. Chissà come doveva apparire ai suoi occhi quella scena.. sentii subito una morsa allo stomaco.
EJ, che per fortuna non si era accorto di niente, si allontanò dirigendosi verso la sua auto poco più avanti. Seguii i suoi movimenti pronta ad andare verso Edward una volta che ne fosse andato, ma non appena voltai lo sguardo verso la strada non c’era più nessuno..

E adesso? Speravo solo di non aver combinato ulteriori danni..

 
 

Ehm.. si lo so.. quanto mi odiate in questo momento??
Spero che la vostra curiosità sia stata ben ricompensata. Bella si è improvvisata un detective.. e a quanto pare è stata molto brava, no? Abbiamo scoperto chi è EJ e in che modo è imparentato con Edward. E a proposito di quest’ultimo.. cosa ne pensate della sua reazione alla vista di EJ e Bella insieme???

Vi dico già da adesso che nel prossimo capitolo ci sarà una litigata molto accesa tra i due e scopriremo anche perché lui ha reagito così! Quindi sono aperte le scommesse!! Ditemi cosa ne pensate!
Vi ringrazio sempre infinitamente per tutte le belle parole che usate ogni volta in ogni capitolo! GRAZIE a chi ha inserito la storia nelle preferite. GRAZIE a chi l’ha inserita nelle seguite e in quelle da ricordare.

A DOMENICA PROSSIMAAAAAAA!!! ♥
 

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Capitolo 21
*** capitolo 20 ***


                                                                           

Buona lettura *_*
Capitolo 20


Sentivo il cuore recalcitrante battermi nel petto da almeno 20 minuti. Era una sensazione che non riuscivo a controllare.
Guidavo per le strade di Hanover alla ricerca di Edward già da un bel po’..
Dopo aver salutato EJ volevo andare da lui per spiegargli come stavano veramente le cose. Vedermi in compagnia di un uomo e probabilmente sentire i pensieri di quest’ultimo nei miei confronti in qualche modo lo avevano fatto infuriare, visto il modo in cui era andato via!
Provai ad inseguirlo verso il lungo fiume ma di lui nessuna traccia, e anche adesso che guidavo alla sua ricerca non sapevo cosa pensare..
Perché era venuto in ospedale? Cosa voleva dirmi? O forse non era venuto per me.. semplicemente si era trovato a passare di li..
Dovevo trovarlo.. dovevo dirgli che EJ non era ciò chi credeva che fosse, che era lui l’unica persona importante per me!

Tornai in fretta e furia al campus sperando di trovarlo ancora li. Lo cercai dovunque, vidi anche Sara ad un certo punto, e per quanto fossi tentata di andarle incontro e chiederle dove fosse finito Edward, non lo feci.

E così con l’umore a pezzi, mi diressi verso la mia stanza. Bussai ad Ally per farle sapere che ero tornata. Mi aprì subito con un sorriso smagliante..
-allora? Racconta che ti ha detto?- increspai la fronte non sapendo minimamente a cosa si stesse riferendo. Se avesse saputo che dovevo incontrare EJ per parlare con lui ed estorcergli delle informazioni, potevo anche capire. Ma siccome non sapeva nulla non riuscivo a spiegarmi il perché di quella domanda..
-a cosa ti riferisci Ally?- chiesi più confusa che mai
-cos’è? Adesso fai la preziosa con me? Racconta su..-
-Ally davvero non so a cosa ti stai riferendo!- probabilmente vide sincerità nel mio volto perché il suo sorriso, che non aveva smesso un attimo di dipingergli il viso, sparì all’istante. Scosse la testa continuando a stare muta.
-allora.. vuoi dirmelo Ally?- chiesi impaziente di sapere ogni cosa.
Si voltò a guardarmi prendendo un bel respiro – prima è venuto Edward a cercarti..-
-cosaaaa?- dissi sentendo subito il cuore partire in quarta
-si, è passato non più di un ora fa. Voleva sapere dove fossi.. così gli ho detto che eri andata in ospedale per togliere i punti. Mi sembrava molto agitato. È andato via senza dirmi niente correndo come il vento. Ho pensato subito che fosse venuto da te.. ma forse mi sbagliavo-
Ero senza parole. Allora  era venuto davvero per cercare me! Francamente la possibilità che si fosse trovato a passare di li per caso mi sembrò da subito una stupidaggine.
-Ally è venuto davvero.. ma.. è successo tutto così in fretta.. è andato via senza dirmi niente, cosa voleva Ally? O dio ho rovinato tutto..- dissi in preda al panico.
-shh Bella, calmati, così mi spaventi! Spiegami..-
-mi ha visto insieme ad un altro uomo ed è scappato via prima che potessi parlargli..-
-aspetta, cosa?-  
-si.. dopo aver tolto i punti EJ ed io siamo andati a prenderci un caffè, aveva finito il suo turno e mi è sembrato un buon modo per sdebitarmi della sua gentilezza.. abbiamo passeggiato un po’ e poi mi ha riaccompagnato alla macchina. Ci siamo salutati.. ma prima che potessi accorgermene mi ha dato un bacio sulla guancia. Ed Edward era lì, capisci? Ha visto tutto! Chissà cosa avrà pensato..- ormai parlavo a tratti. Sentivo il cuore battere troppo forte per l’agitazione.
-bè ma.. non c’è niente tra voi due. Perché Edward avrebbe dovuto scappare?-
-sinceramente non so perché sia venuto a cercarmi, ma se fosse venuto per dirmi che anche lui mi ama ancora, non credi che vedermi in compagnia di un altro ragazzo l’abbia ferito ancora una volta?- rimase in silenzio come se stesse ripercorrendo nella sua testa la scena vista dalla parte di Edward e dopo poco annuì.
-si, se fosse venuto veramente per quel motivo.. è più che comprensibile il suo atteggiamento!-
Dannazione! Dovevo fare qualcosa, dovevo vederlo e spiegargli chi era in realtà EJ!
Mi alzai di scatto dal letto come se avessi preso la scossa.
-dove vai?- mi chiese Ally vedendomi visibilmente preoccupata.
-vado da lui! Non posso perderlo ancora una volta!-
-ma aspetta non sai neanche se è in casa? E non sai dove abitano!-
-hai ragione, chiamo Alice!- dissi prendendo il cellulare dalla borsa. Composi immediatamente il suo numero ma il telefono squillava a vuoto.
-maledizione Alice, rispondi!- non feci neanche in tempo a ricomporre di nuovo il  numero che subito mi arrivò un suo sms.
“non posso risponderti in questo momento, lui è di sopra e sentirebbe tutto. Prendi la strada parallela all’università. Ad un certo punto vedrai dei villini. La nostra è quella con il cancello verde e il sentiero alberato! Ti aspetto..”
Non sarebbe bastata una statua d’oro in suo onore per sdebitarmi con lei!
Presi subito la borsa in mano e aprii la porta della stanza.
-aspetta Bella! Dove vai?-
-Alice mi ha mandato un messaggio dicendomi che è a casa! Lo raggiungo!- dissi urlando affinché potesse sentirmi, visto che avevo cominciato a correre.
 Percorrevo a più non posso la strada indicatami da Alice infischiandomi del codice stradale. Dovevo arrivare prima che andasse via, prima che riuscisse a leggere nella mente di sua sorella che stavo arrivando.

Non appena vidi le prime ville rallentai per trovare quella dei Cullen, che non fu affatto difficile da distinguere..

Il cancello verde era già aperto così mi ci infilai dentro. Percorsi i sentiero che dal cancello portava alla casa con il cuore in gola. Parcheggiai alla bene e meglio di fronte a quella villa bianca bellissima e subito salii i gradini che mi portavano alla porta principale. Si aprì immediatamente senza neanche il bisogno di bussare rivelandomi una Alice chiaramente preoccupata.
-allora dov’è?- chiesi a bassa voce per non farmi sentire. Lei non disse nulla si limitò ad indicarmi le scale che cond¬ucevano al piano superiore con un cenno della testa. Non appena entrai in salotto rividi per la prima volta il volto di Esme e mai come in quel momento mi sembrò più bello. Venne subito ad abbracciarmi ed io mi sentii di nuovo a casa. Il suo profumo dolce mi entrò subito nelle narici..
-come stai tesoro?- mi chiese staccandosi leggermente
-vorrei risponderti bene.. ma in questo momento mentirei- mi accarezzò i capelli come solo lei sapeva fare. Con quei gesti semplici ma allo stesso tempo pieni d’attenzione.
-vado..- dissi dirigendomi verso le scale
- l’ultima porta a sinistra..- la voce di Alice fu quasi un sussurro ma riuscii a sentirla lo stesso.
Ad ogni gradino che salivo e ad ogni passo che facevo verso la stanza di Edward sentivo il cuore battere sempre più furioso nel petto.
Arrivai davanti alla sua stanza e piano abbassai la maniglia della porta. Lui era sdraiato sopra il letto con le mani giunte dietro la testa. Una posizione strana la sua visto che non gli era permesso dormire. Ma era talmente immobile che in quel momento mi parve possibile.
Era di una bellezza senza eguali. E mentre mi avvicinavo verso di lui non potevo fare altro che ammirarlo sempre più attentamente, imprimendo nella testa ogni suo piccolo particolare. Aveva i muscoli del viso talmente rilassati che i suoi 17 anni spiccavano in maniera impressionante per la prima volta in due anni! Non riuscivo a capire come mai non si voltasse a guardarmi, possibile che non mi avesse sentito entrare? Possibile che non sentisse l’odore di sangue umano arrivare alla sue narici?
Presa da chissà quale pazzia avvicinai la mia mano ai suoi capelli. Volevo sentirne la consistenza. Volevo vedere se fossero ancora morbidi e setosi come ricordavo. Toccai le punte e neanche 2 secondi dopo la presa ferrea delle dita di Edward mi bloccò, mi rivolse uno sguardo assassino. Mi allontanai subito ritraendo la mano.
-cosa ci fai tu qui?- mi chiese con tono adirato
-sono venuta per parlarti, voglio spiegarti ogni cosa Edward, questa volta per davvero!-
-esci subito dalla mia stanza! Non voglio stare a sentire tutte le menzogne che hai da dirmi! Credi che io sia il tuo giocattolino? La tua marionetta da controllare come vuoi?- disse alzandosi dal letto.
Le sue parole mi ferirono. Pensava veramente questo di me?
-no! Non penso minimamente che tu sia una marionetta! Edward non l’ho mai pensato!- dissi sorpresa.
-a me non sembra visto che non hai fatto altro che giocare con me!- era furioso.
-come puoi pensare che i miei sentimenti per te siano un passatempo?-
-è quello che mi dimostri! Vanno e vengono a loro piacimento e ogni volta pensi che io sia qui pronto a riaccoglierti a braccia aperte come se nulla fosse!-
-no, non è vero!-
-si invece! L’hai fatto prima con Jacob e adesso lo stai facendo un’altra volta!-
-se ti riferisci a quello che hai visto stasera posso spiegarti.. non è come credi!-
-e cosa dovrei pensare allora eh? Meno di una settimana fa hai detto mi amarmi ancora e adesso ti trovo insieme a questo ragazzo. Non mi sembrava tanto disinteressato visto il modo in qui ti ha salutato! E credimi.. i suoi pensieri erano lo specchio delle sue azioni!-
- ma EJ non conta nulla! È te che amo! Vuoi capirlo si o no?- dissi con voce tremante.
-no! Non ti credo più Bella!-disse voltandomi le spalle.
- ti prego Edward, dimmi perché eri venuto a cercarmi.. voglio saperlo!-
Rimase zitto per un po’ facendo dei grandi sospiri.
- C'è stato un tempo in cui ti ho amato, in cui ero disposto a fare tutto per te, in cui ogni tuo gesto mi donava sicurezza,in cui la fine non aveva significato, un tempo in cui la fedeltà, l'amore e la fiducia erano tre regole fondamentali della mia vita.
Poi tutto è cambiato.. stavo per commettere uno sbaglio prima. Uno sbaglio enorme! Non so come abbia potuto pensare che fossi veramente cambiata! E adesso, adesso mi chiedo se credo ancora nel tuo amore. Mi hai deluso Bella.. -
Sentire quelle parole mi fece avvertire una fitta allo stomaco che non avevo mai provato prima! Pensava veramente che lo stessi prendendo in giro? Che non l’amassi davvero? Considerava davvero il nostro rapporto uno sbaglio?
E allora lui come si stava comportando? Stava con Sara ma voleva rivelarmi i suoi sentimenti.. si stava comportando meglio di me???
-e tu credi di comportati meglio??? Cosa mi dici di Sara? Stai con lei pur sapendo di amare me!!!-
-taci! Non permetterti di paragonarti minimamente a me e a quello che faccio con lei! Non la conosci, merita tutto il mio rispetto! - a sì? Adesso era lei la santa! Come faceva a dirmi quelle cose?
-scusa tanto se ho ferito la tua.. come dire.. “distrazione”! Ma non sei credibile Edward!- dissi urlando
-ok, adesso basta! Vattene! No ho intenzione di sopportare la tua presenza un minuto di più! Vattela a spassare con il tuo nuovo amichetto! O con la tua nuova “distrazione”!-  disse l’ultima parola in riferimento a quello che avevo detto io, ma mi ferì lo stesso! Era arrabbiato ed era più che comprensibile, ma non gli avrei permesso di trattarmi in quel modo! Anche io ero arrabbiata e molto probabilmente domani mi sarei pentita delle parole che avevo usato con lui, ma non me ne importava niente! Stava facendo tutto questo per ferirmi, e se pensava che me ne sarei rimasta in disparte a sentirlo parlare in quel modo che non credevo possibile, si sbagliava di grosso!
-ti rendi conto di quello che hai detto??? Mi stai paragonando ad una.. ad una.. DIO NON RIESCO NEANCHE A DIRLO!!! Be sappi che ci sei stato anche tu con questa persona!!!- dissi con rabbia trattenendo a stento le lacrime agli occhi. Mi stava paragonando ad una sgualdrina! Non l’aveva detto esplicitamente ma le sue parole volevano dire esattamente questo.
A quel punto mi chiedevo se volevo stare veramente con una persona che mi considerava in quel modo!
-e menomale che ho capito in tempo quello che sei veramente!-
A quel punto non ci vidi più e gli diedi uno schiaffo talmente forte da risuonare in tutta la stanza. Anche se ero convinta di non avergli fatto niente, e che solo la mia mano ne avrebbe pagato le conseguenze, mi sentii ferita come non mai! Rimasi lì impotente, mentre il mio cuore continuava a battere impazzito, e sentii qualcosa nel mio petto sgretolarsi piano piano. Trattenere le lacrime a quel punto era quasi impossibile.. feci per andarmene, ma mi bloccò la strada..
-aspetta, aspetta fermati non volevo dire quello!-
-ma l’hai detto! Adesso sono io ad essere delusa da te, Edward!- riuscii a divincolarmi dalla sua presa e uscii dalla stanza sbattendogli la porta in faccia.

Scesi le scale correndo senza neanche fermarmi a salutare Alice ed Esme, tanto ero sicura che avessero assistito in silenzio al nostro litigio e quindi sapevano già tutto. Subito sfrecciai via verso la mia macchina.

Volevo andarmene da li, allontanarmi il più possibile da lui. Dalla persona che più di tutte amavo al mando e che in quel momento mi stava facendo passare le pene dell’inferno! Non riuscivo a concepire le parole che mi aveva detto..
Poteva essere arrabbiato, deluso e sorpreso dal mio comportamento ma non aveva nessun diritto di parlarmi in quel modo! Si dice che chi ama ha il potere di distruggere.. ed Edward ci era riuscito benissimo, in quel momento stavo soffrendo come non mai.
Non era come le altre volte.. non era come quando lui se ne andò via, non era la stessa sofferenza. Perché in quei momenti, per quanto stessi male, sentivo dentro di me un amore immenso per lui. Ma il dolore che sentivo adesso era di tutt’altro genere. Sentirmi dire quelle parole era stato orribile! Perché era come se mi trovassi davanti una persona diversa..
Per una frazione di secondo pensai che forse non eravamo più fatti per stare insieme!

**************************


Guidavo senza una meta precisa già da un bel po’ ormai. Non sapevo dove andare.. tornare al dormitorio era fuori discussione. Non potevo presentarmi davanti ad Ally in quella maniera. E anche se sentivo il bisogno di confidarmi con qualcuno non volevo fargli vedere quanto fossi sconvolta e  in più volevo stare sola..Così tornai in quel posto che solo poche ore prima mi aveva fatto stare bene. Parcheggiai l’auto e scesi dirigendomi verso la balaustra in legno che divideva il marciapiede dall’acqua. Il lungofiume era quasi deserto ma c’era chi come me era affacciato a guardare l’immensa distesa d’acqua scura, chi se ne stava seduto a mangiare all’aperto, chi portava a spasso il cane e chi si scambiava il proprio amore con gesti semplici e delicati.

Una lacrima sfuggi al mio controllo senza che riuscissi a fermarla quando vidi due ragazzi abbracciarsi e stringersi l’uno all’altro talmente forte da diventare una cosa sola. Si diedero un bacio molto dolce e subito dopo si incamminarono continuando a tenersi per mano.
Perché non poteva essere anche per me così? Perché non potevo vivere il mio amore alla luce del sole? Bè, nel mio caso, non al sole nel vero senso della parola, ma perché non potevo avere quello che più desideravo???
Forse non erano i nostri sentimenti.. forse eravamo noi a non andare più bene.  La delusione, la rabbia, la gelosia e gli errori ci avevano cambiato a tal punto da non riuscire a stare più insieme, anche se conservavamo intatto il nostro amore.. almeno per me era così! Anche adesso che mi stava facendo stare male non avevo smesso un attimo di pensare a quanto l’amassi..
Ma l’amore può bastare?
Non sapevo più darmi una risposta a questa domanda..
Edward aveva perso la fiducia che riponeva in me ed io, questa sera, avevo fatto altrettanto. E quando si perde fiducia l’uno nell’altro cosa si deve fare?? Si fa di tutto per riconquistarla, ma ci sono alcune ferite che sono così profonde, così dolorose... che non c'è modo di recuperare ciò che hai perso. Se non aspettare.. ed è quello che avrei fatto anche io.
Avrei aspettato che fosse il tempo a guarirci..
E nel frattempo sarei riuscita a starmene in disparte? Non sapevo quali intenzioni avesse Edward con Sara ma.. sarei riuscita a stare in una stanza insieme a loro due senza sentirmi morire? Come avrei reagito a vederlo passare per il corridoio, che facevamo ogni mattina, senza sentire l’esigenza di incrociare i suoi occhi..
Mi accasciai sul legno nascondendo il volto tra le braccia reprimendo le lacrime. In quel momento pregavo Dio che mi desse la forza per andare avanti. Avevo sofferto così tanto che volevo solo il mio pezzo di felicità..
Sentii squillare il telefono in tasca e scattai come una molla. Lo presi e guardai il display.
Alice..
Non mi andava di rispondere, e benché sapessi che fosse preoccupata per me, non accettai la chiamata. Era tardi lo sapevo.. erano quasi le nove e mezza di sera, e anche Ally sicuramente si stava chiedendo che fine avessi fatto.
Rimasi per almeno un’altra mezzora abbondante all’aperto fino a che il gelo che sentivo alle mani fu troppo forte da sopportare e così ne approfittai per andare a prendere una cioccolata calda.  
Quando uscii dal bar andai a sedermi su una panchina e mi gustai in santa pace quel liquido caldo che, scendendo lungo la mia gola, riusciva a scaldarmi..
-hai intenzione di stare li tutta la notte?-
Sentii dire chiaramente dalla voce alle mie spalle. Mi spaventai per un momento, ma non c’era bisogno che mi girassi, sapevo già chi fosse.
-volevo stare sola..- dissi affinché andasse via. Non volevo parlare con nessuno , tantomeno con lei. Edward avrebbe potuto leggere nei suoi pensieri questa chiacchierata  e non volevo che scoprisse quanto stessi male. Anche se poteva immaginarlo benissimo.
-Bella non puoi stare qui in eterno.. hai una vita da vivere. Fatta da persone che ti vogliono bene e che si preoccupano per te. E non rispondere al telefono non è una grande mossa..- disse avvicinandosi a me.
-te l’ho detto volevo stare sola. E poi tu sei l’ultima persona con cui ne posso parlare!- dissi quasi adirata, ma era semplicemente un dato di fatto!
Rimase in silenzio per una attimo e pensai di averla ferita con le mie parole. Dopotutto era venuta per vedere come stavo. Si era preoccupata..
-bene, come vuoi tu- si voltò e fece per andarsene.
Subito la bloccai per un braccio – no, ti prego rimani.. ti chiedo scusa Alice-
-Bella non devi chiedermi scusa, so benissimo come ti senti in questo momento. E credimi se ti dico che mi dispiace da morire! Non avrebbe dovuto dirti quelle parole.. e.. è solo che è arrabbiato. Ti ha visto con un altro uomo e ha subito pensato che l’avessi rimpiazzato un’altra volta -
-questo fa capire quant’è alta la considerazione che ha di me!-
-puoi biasimarlo per averci pensato?- si accomodò al mio fianco.
-ah, adesso lo difendi pure? Non avrebbe dovuto scappare.. che bisogno c’era di farlo? poteva avvicinarsi tranquillamente e chiedere con chi stessi parlando invece di.. di reagire come ha fatto!-
-lo so, su questo hai ragione. Avrebbe potuto comportarsi in un altro modo.. e comunque, non lo sto difendendo. Edward è abbastanza grande da rimediare da solo ai suoi errori, non ha certo bisogno di me! Sono qui perché ho visto il modo in cui sei andata via, e ho visto quanto fossi sconvolta, prima.. quando ho provato a chiamarti. Mi sono preoccupata anche se sapevo che stavi bene, ma ho pensato che avessi bisogno di parlare con qualcuno, un amica con cui sfogarti.. ed eccomi qui!- disse sorridendomi.
Le sorrisi a mia volta grata per la sua presenza –grazie per essere venuta.. davvero non so cosa dire-
-non devi dire niente! Le amiche si comportano così o sbaglio? – trattenne il respiro per un attimo come se volesse prendere coraggio, poi continuò..
- Quando siamo tornati a Forks, dopo essercene andati via la prima volta, ti avevo promesso che niente avrebbe più potuto allontanarmi da te.. ma non sono riuscita a mantenere questa promessa. E adesso voglio rimediare. Ho imparato a volerti bene come a una sorella Bella, e non posso saperti così sofferente. Hai bisogno di parlarne con qualcuno e so che con Ally ci riusciresti benissimo, ma non puoi raccontarle tutto senza omettere delle cose importanti, e non avrebbe senso allora parlargliene anche se sono convinta che lo farai lo stesso quando tornerai al campus..- aveva cominciato a parlare come una macchinetta, tipico di Alice! Non la lasciai continuare, e prima che potesse mandare in fumo in cervello l’abbracciai di slancio.

Riuscii a zittirla ma quel contatto mi fece capire di averne bisogno con non mai. In meno di 2 secondi mi ritrovai a singhiozzare sulla spalla di Alice, che senza dire niente, mi strinse forte a se.

Rimanemmo in quella posizione per un po’, fino che nonostante i cappotti che portavamo entrambe, iniziai a sentire freddo per la vicinanza prolungata al suo corpo. Così mi allontanai se non volevo cominciare a battere i denti.
-secondo te ho fatto male a venire a casa tua prima per parlargli? Avrei potuto lasciargli un po’ di tempo prima di affrontarlo..- ed ecco che ritornava come sempre la solita sensazione di aver sbagliato!
-no affatto! Bella hai fatto bene invece.. hai fatto vedere quanto ci tieni a lui e quanto volessi sistemare le cose. Non potevi immaginare che avrebbe reagito così. Non fartene una colpa e soprattutto niente rimpianti! -  
- e invece una cosa la rimpiango.. se solo fossi stata più attenta questa sera, quando EJ mi ha baciato, forse adesso sarei tra le sue braccia! Era venuto per dirmi qualcosa, e io voglio saperlo! Ne ho bisogno capisci? Perché se lo sapessi, avrei la risposta ad una domanda che mi faccio da prima e alla quale in questo momento non so rispondere..-
-quale domanda?-
-se l’amore può bastare a superare tutto! Solo con il mio amore non posso fare niente..ho bisogno di capire se anche lui prova lo stesso per me. –
- Bella voglio dirti una cosa che ho imparato in tutti questi anni..- si bloccò prendendo le mie mani tra le sue  prima di continuare - Ci sono cose che non è necessario dire ed alcune cose delle quali è meglio non parlare.. ci sono cose che non andrebbero mai espresse ad alta voce e cose che vanno sentite per crederci.. ma quelle che ci teniamo dentro.. sono quelle che vorremmo dire, ma non diciamo..-
-che vuoi dire.. che Edward mi ama ma non vuole dirmelo?-
Improvvisamente si mise a ridere, e molto probabilmente era dovuto al modo in cui l’avevo detto che non alla frase in se.
 -ecco hai capito..- ed io sbuffai
-si ma, non voglio più costruirmi castelli in aria perché “penso” che ancora mi ami o perché “spero” che i suoi atteggiamenti siano in realtà un modo per avvicinarsi. Io voglio sapere con certezza quello che prova, capisci? Voglio che me lo dica guardandomi negli occhi.. per questo non posso accontentarmi delle tue parole, non più!- mi guardò intensamente prima di rispondere.
-si.. hai ragione! Hai tutto il diritto di sapere con franchezza e sincerità quello che lo lega a te, e spero che si decida a farlo prima o poi..-
-già, lo spero anche io..anche se non so quanto possa valere visto il modo in cui ci siamo parlati prima. È stata la prima litigata seria che ho avuto con lui. E forse, come ti ho già detto, l’amore non basta per risolvere tutto.. un rapporto si basa anche su tante altre cose, e il modo in cui mi ha parlato e quello che mi ha detto.. sia stasera che prima, in altre occasioni, mi fa capire che non ha più fiducia in me. E non so come faremo a recuperarla.-
-oh vedrai, basta che vi riavviciniate e tutto il resto verrà da se! È sempre stato così tra di voi, vi capivate solo con uno sguardo. Il vostro rapporto era talmente intenso che vi appartenevate a vicenda in modo viscerale..-
Quasi mi commossi a sentire quelle parole, a ripensare a quel tempo.
-grazie per essere venuta Alice, davvero-
-non dirlo nemmeno per scherzo! Mi fa piacere aiutarti.. tu hai portato così tante novità nella nostra famiglia.. sei riuscita a cambiare Edward e a renderlo migliore, più di quanto non lo fosse già, Esme stravede per te e i ragazzi ti adorano, sei riuscita addirittura ad ammorbidire Rosalie, il che è un bel traguardo fidati! Sei stata una ventata d’ aria fresca e lo sai quanto ti vogliamo bene!!! Quindi non ringraziarmi. Era mio dovere essere qua..-
-ok, come vuoi tu- dissi lusingata dalle sue parole. Alice era davvero speciale.. Personalmente non penso che le amicizie più belle siano quelle con grandi abbracci e frasi sdolcinate da quattro soldi. Essere amico vuol dire essere sincero. Dire chiaramente quando si sta sbagliando, quando non si è d'accordo. Voler bene, e dimostrarlo. Ma con i fatti e non con le parole. Dimostrare che quando il tuo amico è in difficoltà tu sei pronto a dire ''Io Sono Con Te ''. Ed Alice quella sera l’aveva fatto!  
Stavamo per alzarci per andare via ma prima che me ne dimenticassi volevo che rispondesse ad un’altra domanda che in quel momento mi incuriosiva tanto.
-Alice? Volevo chiederti un’altra cosa-
-dimmi!-
-stasera quando sono entrata nella stanza di Edward l’ho trovato disteso sul letto e quasi mi sembrava che stesse dormendo.. ora, lo so che voi non potete farlo, a meno che le regole non siano cambiate i questi mesi, e ne dubito.. ma non capisco come sia possibile!-  
-immaginavo me lo chiedessi! Ecco vedi, tecnicamente non stava dormendo ma era come se fosse in dormiveglia. Carlisle ci ha spiegato che il fatto di assumere sangue animale invece di quello umano, ci permette di essere meno “euforici” se così si può  dire.. e più passa il tempo e più è facile isolarsi da tutto quello che ci circonda. Quindi se chiudo gli occhi e mi concentro a tal punto da non pensare più a niente è come se dormissi, anche se in realtà non è così. Non so se hai capito, forse ho sbagliato ad esprimermi..-
- ci sei riuscita benissimo invece! È come se raggiungessi il tuo Nirvana in qualche modo.. la cosi detta “pace dei sensi”!-
-esatto!! Vedo che hai capito!- disse mettendosi a ridere.
-in genere lo facciamo quando vogliamo rilassarci.. quindi non devi stupirti se hai trovato Edward quasi incosciente prima!-
-ho capito.. e perché vengo a saperlo solo ora? Cioè, prima non vi succedeva?-
-prima non sapevamo di poterlo fare! Quando siamo andati via da Forks ci siamo divisi per un po’. Rosalie ed Emmett sono andati in Europa, io e Jasper abbiamo viaggiato senza trattenerci troppo in un posto specifico. Carlisle ed Esme invece sono partiti per la Cina, in particolare hanno visitato il Tibet. E così un giorno facendo yoga hanno scoperto questa cosa! Quando ce l’hanno raccontato per poco non scoppiammo a ridergli in faccia! Voglio dire..l’immagine di Carlisle mentre fa yoga è esilarante!-
-già- dissi provando a proiettare Esme e Carlisle inginocchiati a fare esercizi per trovare la pace interiore!
Ma un’altra cosa che aveva detto si era insidiata nella mia testa come un martello pneumatico e non voleva smetterla di perforarmi il cervello! Dov’era stato Edward nel tempo in cui ci eravamo lasciati? Se gli altri erano partiti separatamente.. lui che fine aveva fatto??? Non aspettai un minuto di più prima di chiederglielo.
 
-oh bè.. se vorrà te lo dirà lui, non è compito mio farlo. Capisci?- disse quasi in imbarazzo. Aveva ragione. Dopotutto, anche se Alice ne era a conoscenza non spettava a lei dirmelo.
Ci alzammo dalla panchina che erano quasi le undici e mezza, in giro non c’era più nessuno e anche i negozietti stavano per chiudere.
-è bello qui- disse Alice guardandosi intorno. Era vero. Con la notte le luci arancioni dei lampioni e la luna nel cielo creavano un atmosfera molto romantica. A quel punto pensare di trovarmi un giorno a passeggiare li mano nella mano con Edward fu inevitabile. Stare con Alice era servito ad allontanare solo per un attimo la sensazione di vuoto che sentivo nel petto, e infatti tornò prepotente a impossessarsi del mio cuore con la forza di un uragano. Tremai a quella sensazione ed Alice parve accorgersene. Mi strinse per le spalle e insieme ci dirigemmo verso la mia macchina. Nel breve tragitto mi aveva spiegato che era venuta a piedi/correndo e che quindi gli serviva un passaggio per tornare a casa. Le chiesi gentilmente di evitare di pensare alla conversazione che avevamo avuto, lei mi tranquillizzò dicendomi che alla fine Edward non avrebbe scoperto nulla di più di quello che sapeva già, ma comunque mi promise di farlo.
In auto fiatammo poco e niente. Lei sembrava aver capito che non mi andava di parlare e se ne stava buona nel suo sedile. Quando arrivai davanti casa sua sentii la fitta al cuore intensificarsi sempre di più, e l’ immagine di me e Edward litigare tornò violenta davanti ai miei occhi. Ci salutammo davanti al cancello dandoci appuntamento per domani.
Rientrai al dormitorio giusto in tempo per non beccarmi l’acquazzone che era scoppiato all’improvviso. Certe volte mi sembrava di stare a Forks! Il tempo era talmente instabile che un momento era bello e il momento dopo pioveva!
Cercai di fare meno rumore possibile per non svegliare Ally a quell’ora tarda. E in silenzio mi infilai nella mia stanza. Rimasi ferma appoggiata alla porta a vedere le goccioline d’acqua sbattere sulla finestra e il dolore tornò senza darmi scampo. Mi spogliai velocemente e altrettanto velocemente infilai il pigiama di pile e mi misi sotto le coperte. Avevo preso tanto freddo all’aperto e non la smettevo un attimo di tremare, anche se quella sera faceva più freddo nel mio cuore..avevo come la sensazione di potermi rompere in mille pezzi.

***************


Certe volte mi stupivo della mia sbadataggine e della mia poca coordinazione. Cioè, ne ero a conoscenza ma non immaginavo raggiungessero un livello così alto.
Tornai a distendermi nel letto dopo il pasticcio che avevo combinato e subito sentii la porta aprirsi. Non c’era da stupirsi che Ally piombasse subito in stanza dopo tutto il casino che avevo fatto.
Andò dritta in bagno senza neanche chiedermi se stessi bene e poco dopo tornò da me.
-si può sapere cos’è successo??? Lo specchio del bagno è ha pezzi!-
-lo so.. è come mi ci sento!!- risposi atona.
-vuoi spiegarmi per favore che ti è preso? Adesso ti metti a rompere anche gli specchi?-
-so già  cosa stai pensando.. e non sono diventata pazza , se questo può farti stare tranquilla-
-e allora cos’è successo?-
-niente.. non è successo niente! Sono andata in bagno e ho visto uno scarafaggio camminare sopra il muro, volevo ucciderlo e ho preso un scarpa per allontanarlo, ma quando gliel’ho tirata addosso ho sbagliato mira e ho preso lo specchio!-
La vidi gonfiare le guance nel vano tentativo di trattenere le risate, ma le riusciva malissimo.
-e cosa gli hai tirato.. un tacco 12?? – a quel punto non ce la fece più e cominciò a ridere a crepapelle.
-non gli ho tirato un tacc.. aaaaah, ed io che ti do pure retta! Finiscila Ally..-
Venne a sedersi sul letto senza smetterla di deridermi.
-ok, la vuoi piantare? Io e il tiro al bersaglio siamo due cose distintamente separate!-
-se è per questo non hai dei buoni rapporti neanche con l’equilibrio, la coordinazione e la stabilità.. se vuoi posso continuare all’infinito!-
Ok, aveva ragione. Ma questa non era una novità, giusto?
-basta, smettila di prendermi in giro!-
Riuscii ad ammutolirla ma sapevo che il peggio doveva ancora arrivare..
-com’è andata con Edward ieri sera??- ecco appunto.
Non mi andava di tergiversare troppo sull’argomento, anche perché avevo intenzione di dirle tutto, così le risposi senza esitare.
-abbiamo litigato. Mi sono sentita così male a sentire le sue parole che mi sembrava di avere davanti un’altra persona! Ha pensato che EJ fosse la mia nuova fiamma e che l’avessi subito rimpiazzato, visto che la settimana scorsa gli avevo rivelato i miei sentimenti e lui non aveva ricambiato. Ho cercato di spiegargli come stavano veramente le cose ma ha detto di non credermi più e abbiamo iniziato ad insultarci..-
-mi dispiace Bella non deve essere stato facile per te..-
-no, per niente! E scusa se ieri sera ti ho fatto preoccupare ma volevo stare sola.-
-non devi scusarti l’avevo capito..e la telefonata di Alice mi ha dato la conferma. Ma la prossima volta avvisami però, ero agitatissima!- sentivo che ci fosse di mezzo il mio folletto..Alice era l’amica migliore che potessi desiderare.
-dunque hai intenzione di stare rinchiusa qua dentro tutto il giorno?-
-non mi va di uscire Ally.. non fare proposte che sai che non accetterò, non mi va di fare niente- dissi con il tono più scocciato possibile e immergendo la testa sotto le coperte nel vano tentativo di nascondermi. Ally rimase in silenzio per un attimo e sapevo che non era affatto un buon segno.
-senti questa Bella: Ci sono solo due giorni all'anno in cui non puoi fare niente... ...uno si chiama ieri, l'altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e principalmente, vivere-
-ma come siamo diventate sagge!! L’hai scritta tu?-
-no.. il Dalai Lama, ma questo non cambia il concetto! Devi alzarti dal letto Bella!-
-no, non mi va..- dissi ancorandomi meglio alle coperte. Ally sospirò frustrata.  
-lo so io cosa ti serve a te! Qui c’è urgente bisogno di un uomo!-
La guardai sbigottita senza capire..
-cosa? Io non ho bisogno di un uomo!-
-si che ti serve..-
-no, non è vero- si ok, forse aveva ragione. Ma l’uomo che volevo io non ne voleva sapere niente di me.
-si che è vero! E possibilmente che abbia un lettino e un ampia conoscenza di Freud!-
Mi misi a ridere a quell’osservazione tirandogli in faccia un cuscino! Era sempre la solita!
-ma la vuoi piantare?-
-scusa Bella ma vederti così depressa a 19 anni, mi convince sempre di più che non sei stabile mentalmente- disse con tono serio. Ma capii che continuava a scherzare..
-finiscila!!! Non sei divertente-
-invece si, avresti dovuto vedere la tua faccia quando ti ho detto che hai bisogno di un uomo!!-
-e che faccia avevo sentiamo!- sapevo che era controproducente per me continuare a darle corda ma volevo vedere fino a dove si spingeva la sua folle mente.
-quella a qui serve una bella e sana dose di appagante sesso!- spalancai la bocca diventato più rossa di un peperone.
-Ally non mi va di parlare di quest’argomento con te adesso..- dissi completamente in imbarazzo.
-aaaahhh- disse in un sospiro – imparerai anche tu ad apprezzare le gioie del sesso, e poi mi dirai se non ho ragione-
-ma io non ti sto dando contro. È solo che sai qual è l’uomo con cui vorrei provare le gioie del sesso, e parlarne adesso dopo che abbiamo litigato, non mi aiuta a stare meglio!-
-che vuoi dire? Che starai ad aspettarlo in eterno?-
-è così difficile da credere per te??-
Mi guardò aggrottando la fronte.
-non difficile.. più che altro non pensavo fosse così forte quello che ti lega a lui. Voglio dire, chiunque altro avrebbe cercato di rifarsi una vita, e invece tu sei addirittura andata a cercarlo e non ti sei abbattuta neanche quando ti ha detto di non volerti più vedere.. e adesso mi dici di volerlo a tal punto da essere disposta ad aspettarlo in eterno, è davvero speciale quello che provi per lui!-
-è amore!- dissi semplicemente.
-già..- annuì con il capo – e se per ipotesi non doveste più tornare insieme? Che farai allora?- sentire quelle parole mi fece male, ma era una cosa che dovevo mettere in conto purtroppo.
-sinceramente? Non lo so.. in cuor mio l’aspetterò per sempre anche se non mi volesse più volere- dissi scuotendo la testa provando ad allontanare quella possibilità.
-oddio! La situazione è più grave di quanto mi aspettavo..-
-lo so, ma vedi lui è stato il mio primo amore. È con lui che mi vedo ad affrontare tutto quello che il futuro mi darà. E se non dovesse andare come mi aspetto.. allora.. allora diventerò una vecchia zitella inacidita! Ma io so quello che voglio e qual è l’uomo che voglio! E se non posso avere tutto questo da lui, non avrebbe senso cercarlo da un’altra parte, perché non sarebbe reale!-
-questo lo dici adesso, perché stai soffrendo per amore. Ma se dovessi un giorno trovarti veramente ad affrontare la vita senza Edward vedrai che cambierai idea. Troverai l’uomo giusto, altrimenti.. altrimenti diventerai una vecchia zitella inacidita!- disse ridendo.
-si, già mi vedo a 60 anni seduta in veranda a sorseggiare te e a spettegolare sugli scandali della città!-
-oddio che immagine orribile!!!- risi del suo tono inorridito contagiando anche lei.
 -naturalmente tu sarai li con me!- dissi provando a prenderla in giro, ma lei s’irrigidì diventando seria e per un attimo pensai di aver detto qualcosa di sbagliato.
-dici davvero?-
-cosa Ally?-
-ci vedi ancora insieme a 60 anni? Continueremo ad essere amiche anche uscite da qui?-
Avrei voluto dirle tante cose. Una su tutte il fatto che se fosse andata come speravo, a 60 anni ne avrei ancora dimostrati 20, che avrei vissuto in eterno e che avremmo dovuto dividerci ad un certo punto. Ma non lo feci. Non sapevo se sarebbe successo davvero e lei non doveva venire a conoscenza di tutto questo, perciò le sorrisi e andai ad abbracciarla.
-ma certo che saremo amiche anche dopo Ally! Ti voglio bene, non ti libererai di me tanto facilmente!- sentivo gli occhi pizzicare. Lei ricambiò il mio abbraccio e la sentii vicina come non mai.
-anche io ti voglio bene Bella!-
Dopo quella confessione restammo abbracciate per un po’. Io non fiatavo e lei si limitava ad accarezzarmi la schiena, come se volesse dirmi con i gesti che tutto si sarebbe sistemato.
Quel momento idilliaco fu interrotto però dalla sua voce che mi riportava alla realtà dicendomi una cosa che solo a sentirne parlare mi uscivano le bolle in tutto il corpo!
-vestiti, andiamo a fare shopping!- la guardai di traverso lanciandogli un occhiataccia. Sapeva che non ero propriamente una patita della moda. Per me i grandi magazzini andavano più che bene!
-oh non guardarmi così signorina! Noi oggi andiamo a divertirci. Ho chiamato Alice per unirsi a noi e naturalmente mi ha detto di si- oh immaginavo la sua felicità per averla invitata a fare shopping! Era come invitare un golosone in un negozio di dolci! In maniera quasi automatica mi voltai a guardare fuori dalla finestra, anche il tempo era dalla sua parte! Il cielo era plumbeo e piovigginava.. quale occasione migliore per Alice di uscire?
Volevo oppormi con tutta me stessa a quella proposta, immaginando subito quanto sarebbe stato stancante stare dietro ad Ally e ad Alice, i miei poveri piedi avrebbero gridato pietà a fine giornata! Ma non potevo dirgli di no. In qualche modo sentivo di dovermi sdebitare con loro due. Alice mi era stata vicina ieri sera e lo stesso aveva fatto Ally pochi minuti fa. E se il prezzo da pagare per sdebitarmi con loro sarebbe stato inseguirle (perché loro non fanno shopping, corrono!) per tutti i negozi della città, allora l’avrei fatto!
-ok, come volete voi!- dissi quasi sbuffando. Ally mi sorrise raggiante dicendomi che avevo solo 15 minuti di tempo per prepararmi prima dell’arrivo di Alice. Così andai in bagno a raccogliere i vetri sparsi sul pavimento, Ally mi aiutò dicendomi che se ne sarebbe fatto consegnare subito un altro per non farmi rimanere senza. Feci una doccia veloce e mi vestii.

Quando Alice arrivò ero già pronta e dopo avermi abbracciato e avermi chiesto come stavo mi rassicurò che la giornata non sarebbe stata terribile e che ci saremmo divertite. Speravo tanto di non dovermene pentire!

E con mia somma sorpresa le diedi ragione. Anche se mancava ancora un po’ prima di dichiarare il momento shopping concluso, ci stavamo veramente divertendo! Non ci fu posto per la noia, e questo era dovuto anche la fatto che entravamo solo nei negozi che piacevano a me! Ogni tanto dovevo nascondermi per non scoppiare a ridere come una cretina per le facce disgustate che faceva Alice quando vedeva qualcosa che proprio non le piaceva. Ma per il resto fu molto piacevole passare quella mattinata in loro compagnia. Ma il momento che mi fece rimpiangere di essermi fatta convincere a partecipare a questa specie di maratona senza sosta arrivò subito!!
E così dopo aver comprato un paio di Jeans, 2 camicette e un maglione mi trascinarono in un negozio di intimo!! Ally insisté tanto per entrarci che non potei dirle di no. Ed anche Alice fu più che felice di appoggiarla.
Giravo in quei corridoi pieni di completini intimi di varie forme, colore e tessuti e non capivo come potessero concepire che una mutanda con un filo interdentale al posto della stoffa potesse essere considerato meraviglioso!! Solo a pensare di indossarlo sentivo fastidio. E così tra reggiseni a balconcino, push up,tanga, body e completi intimi mi trascinarono nei camerini prova.
Sentivo di essere in imbarazzo come poche volte in vita mia.
-avanti Bella provalo- disse Alice porgendomi un completino di pizzo nero.
-Alice, non credo sia il mio genere-
-ma che ti costa provarlo? E poi non fa mai male avere un buon completo intimo nel cassetto.. non so se mi spiego!- mi rimbeccò Ally ammiccando.
-ok, parlare con voi due è come parlare con un muro! Dammi..- dissi prendendo la crocetta dalle mani di Alice. Cominciai a spogliarmi sentendomi sempre più in difficoltà. Ma non volevo darla vinta a quelle due..
Il reggiseno era un push up e strizzava e alzava la mia seconda abbondante rendendola molto più piena. Le mutandine erano molto comode, ne troppo sottili e ne troppo larghe. E da quello che potevo vedere dal riflesso nello specchio davanti a me il risultato non era niente male! Mi scocciava dover dare ragione a quelle due ma.. quel completino era veramente carino!
-avanti Bella facci vedere come ti sta!-
Sospirai all’interno del camerino mormorando “questa me la paghi” rivolto ad Alice e scostai la tenda per farmi vedere.
Ally spalancò la bocca ed Alice, con un sorriso sornione sulle labbra disse – sei un incanto Bella!-
Diventai ancora più rossa se possibile e sorrisi ad entrambe.
-ma dove lo tenevi nascosto questo fisichino niente male? Pagherei oro per avere il tuo sedere!-
-Ally ti prego.. non è vero-
-si che è vero!- disse Alice appoggiandola – se solo ti vedesse mio fratello non riuscirebbe più a resisterti!!- ecco la cazzata del secolo!
-Alice non dire stupidaggini, è solo un completo intimo!-
-si, ma che ti rende tremendamente sexy..- ok, adesso ero sicura che le mie guance avessero il colore più rosso che fosse mai esistito!
 -se stavate provando a convincermi a comprarlo.. ci siete riuscite! –
Sul loro volto comparve un sorriso talmente compiaciuto da andare da orecchio a orecchio.  
-non te ne pentirai Bella, sei veramente uno schianto con quella roba addosso! Farò in modo che Edward lo scopra presto!- disse Alice facendomi l’occhiolino. E per poco la mascella non mi cadde a terra. Sapevo cosa avesse intenzione di fare.. voleva pensare a questo momento in sua presenza. Spalancai gli occhi come ad intimarla di non fare nulla del genere ma prima che potesse rispondermi mi richiuse la tenda con un colpo secco. “non ti azzardare a fare una cosa del genere Alice!”le mormorai, ma ero sicura che nessuna delle mie minacce sarebbe stata utile!
Mi costrinsero a comprare altri completini come quello che avevo indossato di colori diversi e anche qualche camicia da notte. Per fortuna riuscii a trascinarle via da la dentro prima che mi rifacessero l’intero guardaroba intimo!
Tornammo a casa che era pomeriggio inoltrato.

Dopo quella giornata passata insieme mi sentii terribilmente sola quando rientrai nella mia stanza visto che le mie amiche mi lasciarono sola. Ally doveva correre in biblioteca per fare un ricerca ed Alice si congedò da noi dicendoci che doveva andare assolutamente a casa, ma io sapevo il vero motivo.. il sole stava tornando a splendere dietro le nuvole, anche se di li a poco ci sarebbe stato il tramonto.    

Ringraziai le ragazze per la giornata splendida che mi avevano fatto passare, in qualche modo erano riuscite a farmi riprendere un po’ dopo la discussione che avevo avuto con Edward la sera prima. Ma si sa.. i bei momenti non cancellano quelli brutti, e la nostra litigata riaffiorò ben presto nella mia mente.
Per oggi mi era andata bene. Non l’avevo visto per niente e in quel momento starci lontano non era poi una brutta cosa. Almeno avrei evitato di sentirmi morire ogni volta. Dovevo prepararmi al momento in cui il giorno dopo l’avrei rivisto..
E quello che successe il giorno dopo non me lo sarei mai aspettato!
Avevo appena attraversato il corridoio principale per dirigermi in segreteria quando ad attendermi dietro l’angolo trovai EJ con un bicchiere di caffè in mano.
-e tu che ci fai qui?- chiesi quasi con timore e spaventata dalla sorpresa. In realtà non mi interessava saperlo, mi bastò leggere nelle sue intenzioni quell’interesse nei miei confronti per nulla corrisposto.
-sono venuto a trovarti.. ehh a portati il caffè, spero di non averti disturbato-
-no..- dissi mentre scuotevo la testa – non mi hai disturbato.. è solo che non mi aspettavo di vederti, tutto qui..-
-ok, ho capito! Non ti piacciono le sorprese..-
-non è questo, te l’ho detto, non mi aspettavo di vederti-
Lo vidi concentrare il suo sguardo in lontananza aggrottando le sopracciglia – a quanto pare non sei la sola..- disse indicando con la testa alle mie spalle.
Quando mi girai vidi Edward impietrito nel mezzo del corridoio mentre ci fissava.
Ma i miei guai potevano avere fine?????  

O______O I KNOW! In questo momento mi odiate dite la verità?
Cosa ne pensate della litigata con Edward? E della conversazione con Alice? E dell’uscita tra sole donne? Hahaha mi sono divertita un sacco a scrivere questa parte! E della sorpresa che EJ fa a Bella?
Vi ringrazio come sempre per l’affetto che mi dimostrate! Davvero, GRAZIE!
A Domenica prossimaaaaaaaaaaaaaaaa!!!♥

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Capitolo 22
*** capitolo 21 ***


                                                                                         

Buona Domenica! Eccoci qua con un nuovo aggiornamento. È molto importante per me questo cap. ho paura di aver scritto delle vere e proprie castronerie ^_^

BUONA LETTURA

Capitolo 21
 

-emh chi è quel ragazzo che ci sta fissando?- mi chiese EJ mentre io me ne stavo ferma e immobile ad osservare Edward. Sentivo come se il sangue mi si fosse gelato nelle vene. Solo il cuore batteva impazzito.
-Bella? Mi rispondi..- sentii strattonarmi il braccio e non potei evitare di voltarmi.
-chi è quel ragazzo?- mi chiese con tono più insistente EJ visto che non avevo ancora risposto.
-è..è Edward -  dissi guardandolo negli occhi. In un primo momento aggrottò la fronte per poi distenderla per la sorpresa. Sicuramente si stava ricordando dell’episodio in ospedale, quando mi lamentavo nel sonno chiamando il suo nome.
Mi girai per guardarlo, ero pronta per raggiungerlo e raccontargli tutto, anche se ero ancora arrabbiata con lui per la litigata di due giorni fa. Ma doveva sapere chi era in realtà EJ. Per quanto potesse esserci dell’astio tra di noi non potevo nascondergli una cosa così importante. Doveva sapere che era suo cugino di terzo grado.. ma lui era sparito. Provai a cercarlo con gli occhi nella folla degli alunni che popolavano il corridoio ma non lo vidi. EJ mi accarezzò il braccio e in quel momento mi ricordai di essere ancora li insieme a lui invece di inseguirlo.
-m-mi dispiace EJ ma devo andare.. scusami.. scusami tanto ma devo andare..- dissi salutandolo accarezzandogli una mano. Non disse niente forse troppo sorpreso dalla mia reazione e lo lasciai li senza aggiungere altro.

Mi diressi subito verso le aule sperando di riuscire a raggiungerlo in qualche modo e sentivo il mio cuore battere fortissimo.
Era incredibile quello che stava succedendo! Due giorni fa gli avevo detto che non doveva preoccuparsi di EJ e adesso se lo ritrovava all’università. Sapevo di dover chiarire anche con lui la situazione. Dirgli che non poteva aspettarsi nulla da me se non una semplice amicizia. Sicuramente il fatto di averlo invitato a prendere un caffè e avergli fatto tutte quelle domande lo avevano spinto a pensare che ci fosse qualche interesse da parte mia. “brava Bella, sei riuscita a cacciarti in un altro pasticcio”mi ammonii da sola mentalmente.
Mi fermai sgommando con le scarpe non appena vidi la chioma bronzea di Edward nel corridoio alla mia destra. Provai a raggiungerlo ma lui fu più veloce di me e si infilò nell’aula chiudendosi la porta alle spalle, e per poco non andai a sbatterci contro con il muso, ci mancava solo quella!

Sbuffai sonoramente esasperata da tutta quella situazione. Ma perché doveva essere tutto così maledettamente difficile!! Forse qualche strana forza nel cosmo si stava accanendo contro di me o semplicemente in un’altra vita avevo fatto delle cose talmente spregevoli da meritare di pagarne le conseguenze anche adesso. “ma chi vuoi prendere in giro Bella! È tua, solo ed esclusivamente tua la colpa di tutto questo”pensai trovando questa possibilità più convincente delle altre!
Mi diressi controvoglia verso la mia lezione sapendo esattamente che la mia attenzione verso lo studio quel giorno era andata a farsi benedire! E infatti non mi sbagliai.

A pranzo trascorsi la maggior parte del tempo sola, Alice non era venuta per niente quel giorno a lezione ed Ally era impegnata in biblioteca, mi aveva mandato un messaggio dicendomi che mi avrebbe raggiunta al più presto.
E così ero in attesa che arrivasse. Mi guardavo intorno con la speranza di scorgere Edward da qualche parte, ma di lui nessuna traccia. Fino a che sentii il mio cuore sgretolarsi in migliaia di piccolissimi pezzi quando lo vidi entrare in mensa abbracciato a Sara. Spalancai gli occhi sentendoli subito inumidirsi. Sapevo che sarebbe successo. Lo sapevo che li avrei rivisti insieme e che mi avrebbero fatto quell’effetto!
Dovevo immaginarlo che avrebbe scelto di continuare a stare insieme a lei. E a quel punto tutte le parole che mi aveva detto quella sera assunsero un significato diverso. Mi stava prendendo in giro o cosa? Aveva intenzione di dirmi che ancora mia amava e adesso li vedevo insieme! Sentii nascere una sensazione di rabbia mai provata prima, che riuscì a spazzare via quel dolore che sentivo nel petto guardandoli. Stavano seduti insieme tenendosi per mano. Ridendo e scherzando. Facendosi brevi carezze per poi scambiarsi baci a fior di labbra.
Era uno spettacolo che mi face venire la nausea e che mi costrinse a fuggire via prima che vomitassi.
Cos’era successo? Com’eravamo arrivati fino a quel punto?
Io lo amavo con tutta me stessa ma mi sentivo tradita in qualche modo. Mi sentivo tradita dalle sue parole e dal suo comportamento. Che bisogno c’era di arrabbiarsi così tanto per EJ se alla fine continuava a stare con Sara?
Sentii due braccia stringermi forte e il viso di Ally guardami spaventato. Mi lasciai andare nel suo abbraccio sperando, con tutta me stessa, di riuscire a rimanere intera.
Mi accompagnò fuori da quelle mura diventate così opprimenti da farmi mancare l’aria. Ci sedemmo su una delle panchine del prato che circondava il campus.
-Bella respira, respira- mi diceva incessantemente
 -come siamo arrivati a questo punto Ally? Come?- le chiesi sentendo ancora la rabbia crescermi dentro.
-spiegami tutto Bella!-

Le raccontai ogni cosa, di EJ e del fatto che era venuto a trovarmi, di Edward che ci aveva visto e dell’espressione che aveva sul viso, del fatto che provai a raggiungerlo per spiegargli ogni cosa senza riuscirci e dello spettacolo che avevo appena visto in mensa.
Si stupì anche lei del suo comportamento visto che si comportava da geloso e poi se la spassava con Sara.  
Ma ormai non mi importava più niente! Volevo solo andare avanti. Senza sentirmi il suo sguardo accusatorio puntato addosso. Se d’ora in avanti il nostro rapporto sarebbe diventato freddo e scostante non me ne fregava più niente! Anche io avevo una mia dignità e non volevo correre dietro ad una persona che mi faceva stare male, anche se questa persona era incredibilmente compatibile a me, dolce e sensibile e migliore di qualsiasi altro uomo.
Basta! Lui aveva scelto Sara e io non potevo farci più niente. Il nostro rapporto non poteva essere solo a senso unico, non potevo essere solo io a lottare per tornare insieme. Io ero stata più che sincera con lui, gli avevo confessato i miei sentimenti e tante volte avevo provato ad avvicinarlo per parlare, per chiarirci. Avevamo tante cose di cui discutere e anche lui doveva fare la sua parte. Ma evidentemente non era della mia stessa idea. Lui non voleva chiarire un bel niente, a lui non importava più niente di me. E lo dimostrava il fatto che invece di venirmi a chiedere chi fosse EJ e che tipo di rapporto avessi con lui, preferiva trattarmi male e continuare a divertirsi con Sara. Non avevo forse anche io il diritto di sapere cosa lo legasse a me?
Non tornai in mensa anche se ero a digiuno visto che avevo preferito aspettare Ally prima di mangiare. E così me ne tornai in stanza. Quel pomeriggio ero libera dalle lezioni e l’unica che mi aspettava era quella serale del professor Gilmore, cioè quella che seguivo insieme ad Edward.
 
***********************
 
Chiusa dentro la mia stanza aspettavo impaziente il momento di andare a lezione, ma allo stesso tempo speravo con ansia che non arrivasse mai.
Ma purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, quel momento arrivò. Andai a sedermi al solito banco con Ally, lui non era ancora arrivato. Entrò esattamente 2 minuti dopo andando a sedersi nel suo banco con la solita grazia. Non si voltò a guardarmi anche se sapeva che fossi li e gliene fui grata. Ally mi strinse la mano facendomi un leggero sorriso ed io ricambiai scrollando la testa.
Il professore entrò poco dopo prendendo dalla borsa i propri libri e invitandoci a prendere i nostri. Quel giorno si sarebbe parlato di un autore che a me personalmente piaceva molto. Pablo Neruda.
Ci parlò delle sue opere e poco dopo lesse una sua poesia bellissima.
Un passaggio mi colpì molto:

“Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti."

-allora.. – riprese il professore ridestandomi dai miei pensieri -  dobbiamo ammettere che almeno una delle cose descritte nel testo le ripetiamo quotidianamente: c’è chi non prende mai una posizione, chi passa tutto il tempo ad auto commiserarsi , chi come dice il poeta non perde occasione per mettere i puntini sulle “i”, e chi, pensando solo a se stesso, non si cura di nient’altro. Avere interessi è una delle cose fondamentali per vivere bene, magari sarà banale, ma essere felici è possibile soltanto quando si riesce a vivere la vita fino in fondo. Bisogna imparare a conoscere se stessi prima di pretendere di conoscere gli altri, bisogna imparare ad accettarsi, bisogna costruirsi un proprio io e strutturarsi una coscienza interiore attraverso le esperienze e gli ostacoli che ci si presentano davanti. Vivere potrebbe essere fantastico se tutti imparassero a farlo nel modo giusto..- concluse il professor Gilmore. E mai parole furono più vere!
- si ma ci sono delle cose che non puoi semplicemente accettare. I puntini sulle “i” a volte sono necessarie!- replicò una voce che avrei riconosciuto tra mille.
Il professore alzò la testa per nulla sorpreso dell’intervento visto che ci aveva espressamente richiesto di farlo ogni qual volta volessimo esprimere la nostra opinione. Ed Edward l’aveva appena fatto.
-quello che dice lei è anche giusto, signor.. – si avvicinò alla cattedra per prendere il foglio degli iscritti per scoprire chi fosse il suo interlocutore. Io intanto non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla figura di Edward. Troppo affascinata da lui e da quello che aveva detto per pensare ad altro.
-Cullen – gli disse Edward vedendolo in difficoltà.
-bene signor Cullen, come le stavo dicendo quello che dice lei è anche vero. Perché vivere nel dubbio e accettare una cosa senza prima accertarsi che per noi sia la scelta più giusta? C’è qualcun altro che vuole replicare all’osservazione appena fatta?-
Come spinta da una forza superiore mi ritrovai senza rendermene conto a rispondere.
-si, può essere vero.. ma certe volte non si può essere troppo razionali, una cosa non deve essere per forza o bianca o nera, perché non può essere grigia se ci fa stare bene???- dissi non capendo minimamente da dove avessi trovato il coraggio per farlo.
Aspettavo che il professore mi rispondesse ma non fu da parte sua che ricevetti una risposta.
-quindi secondo te dobbiamo accettare le cose che ci fanno stare bene indipendentemente dal fatto che siano giuste o sbagliate?- disse con tono incredulo voltandosi a guardarmi e assumendo un espressione che gli faceva distorcere le labbra ma che continuavano a rimanere perfette e sensuali nonostante tutto. Ed in effetti quello che diceva lui era anche vero.. lui più di tutti lo sapeva. Era un vampiro e la cosa che lo faceva stare bene era bere sangue e cacciare. Quindi era giusto uccidere una persona solo perché soddisfaceva un suo bisogno e in quel momento lo appagava? No, naturalmente no. Ma io non mi stavo riferendo a quell’aspetto della sua vita. Piuttosto mi riferivo al fatto che si imponeva dei limiti che avrebbero potuto renderlo felice, proprio per via della sua natura. Mi rivolse uno sguardo infuocato. Edward arrabbiato era decisamente sexy. Ok Bella basta non mi sembra il caso di pensare a queste cose!
 -non sto dicendo questo.. sto solo dicendo che alle volte per paura di soffrire o di sbagliare evitiamo di fare tante cose che potrebbero renderci felici!- risposi io altrettanto risentita.
In quel momento stavamo facendo tutto tranne che commentare la poesia.
-bene.. vedo che questo argomento vi mette in disaccordo! Sono felice che abbiamo trovato una cosa su cui discutere - disse il professore visibilmente compiaciuto – che ne dite se per la prossima volta voi due mi portate una relazione su questo argomento?-

No. No. No. No! Non poteva dire sul serio. Io e Edward chiusi nella stessa stanza a fare una relazione? Ci saremmo scannati a vicenda, specialmente adesso che avevo capito in che modo la pensava. E dopo gli ultimi avvenimenti e dopo quello che mi ero ripromessa quella stessa mattina, sarebbe stato più complicato del previsto.
Vedevo Edward agitarsi sulla sedia, evidentemente anche lui pensava che l’idea del professore non fosse fattibile. Ma non potevamo dire di no..
Ally, al mio fianco, mi diede una gomitata che mi fece girare verso di lei.
-avanti Bella dì di si. Avrete la possibilità di stare insieme.. e magari chiarire-
-si, o magari scannarci!-
-allora?- ci rimbeccò il professore.
Stavo per dirgli che era una pessima idea la sua, quando Edward mi anticipò.
-ok.. va bene!- disse mandandomi letteralmente in confusione!
Cosa credeva di fare?
-bene, allora me la presenterete domani sera, ok?-
Oddio, non ce l’avremmo mai fatta!
-c’è qualche problema forse?- ci chiese nuovamente il professore. Io non risposi e mi limitai a scuotere la testa, e lo stesso fece Edward che però aggiunse –no, va bene. Domani sera avrà la sua relazione-
Trascorsi il resto della lezione con la testa tra le nuvole. Come avremmo mai potuto preparare una relazione per domani sera? Era troppo poco il tempo a nostra disposizione, senza contare che il giorno dopo avevo delle lezioni molto importanti a cui non potevo assolutamente mancare. Dovevo parlare con Edward e mettermi d’accordo sul da farsi.
Quando la lezione terminò lo vidi allontanarsi subito verso la porta.
-ma dove stai andando?-mormorai senza rendermene conto.
-stai parlando con me Bella?- mi chiese Ally non capendo.
-no..no, è che devo correre a parlare con Edward per metterci d’accordo sulla relazione- dissi sbuffando.
-Bella non prenderla nel verso sbagliato. Vedila come un modo per ricucire i rapporti-
-dopo quello che è successo stamattina? Sono ancora arrabbiata con lui Ally e non sarà di certo uno stupido compito a cambiare le cose-
-ok, ma.. almeno provaci-la guardai annuendo senza troppa convinzione.
-vado a cercarlo. È un problema se ti lascio sola?-
-ancora qui stai?-
Le diedi un bacio veloce e subito corsi fuori dall’aula. Il corridoio era ancora pieno di gente e non fu per niente facile trovarlo.
Ma riuscii a notare la sua inconfondibile chioma bronzea e il suo pallore, che quella sera grazie al maglioncino nero che indossava risaltava ancora di più. Era appoggiato ad una colonna e parlava con altri due ragazzi. Gli andai subito incontro.
-ei.. ciao, dobbiamo parlare della relazione- dissi subito a bruciapelo dando ai ragazzi una ragione per andarsene e lasciarci un po’ di privacy.
-oh, la relazione si.. non preoccuparti la farò stanotte e te ne darò una copia domattina- il suo tono di voce era talmente scocciato che mi veniva voglia di prenderlo a sberle. E poi cos’aveva detto?
-cosa? Non ho nessuna intenzione di lasciartela fare da solo. È un compito che ci è stato assegnato ad entrambi- dissi arrabbiata.
-ed io non ho nessuna intenzione di farla insieme a te!- mi rispose lui altrettanto alterato.
-e allora perché hai accettato?- il mio tono di voce era decisamente aumentato.
-e perché ti sei messa in mezzo? Avresti potuto startene zitta invece di replicare. Sei stata tu a metterci in questo casino. Io ho risposto di si solo per non fare brutta figura- mi rispose rincarando la dose.
-questo non cambia il fatto che non te la lascerò fare da solo! Ci sono anche io in mezzo e che ti piaccia o no lavoreremo insieme!- lo guardavo con occhi spiritati e lo stesso faceva lui. Restammo in silenzio per un attimo.
-allora, genio.. quando vuoi iniziare?- se pensava che gliel’avrei data vinta si sbagliava di grosso!
-domani ho tutto il giorno impegnato, quindi.. nella mia stanza, ora!- lo vidi immobilizzarsi per una frazione di secondo ma non replicò. Stavamo facendo lo stesso gioco..

Mi incamminai senza neanche chiedergli se gli andasse bene e lo lasciai li. Dopo quasi 20 secondi che mi sembrarono interminabili lo sentii al mio fianco. Una scarica di brividi mi pervase tutto il corpo. 
Camminavamo in silenzio senza rivolgerci la parola, e se questo era l’inizio allora non avremmo cavato un ragno dal buco quella sera!
Arrivammo davanti alla mia porta e subito infilai le chiavi per entrare. Gli tenni la porta aperta in attesa che entrasse, cosa che però non era per niente intenzionato a fare.
-allora? Mi sembrava di aver capito che tu non fossi quel genere di vampiro a qui serve l’invito per entrare dentro casa! In tal caso.. accomodati.. - non si mosse e per non farlo imbarazzare ancora di più decisi di cambiare tattica.
-bene, fai come vuoi.. Io devo andare in bagno, ti lascio la porta aperta.. se non ti va di entrare, chiudila!- adesso toccava a lui prendere una decisone.
Andai in bagno e per quanto mi vergognassi a fargli sentire  i miei bisogni fisiologici no me ne curai. Mi scappava veramente la pipì! E poi non sarebbe stata la prima volta per lui..
Uscii dal bagno pronta a ritrovarmi sola e invece lo trovai seduto su letto in attesa che lo raggiungessi.
-ti sei deciso finalmente! Non ti chiederò se ti piace la mia dimora, so che non ti interessa.. quindi, cominciamo.-
-si, è meglio cominciare!- mi rispose atono.
Presi subito il portatile e lo accesi accomodandomi sul letto poco distante da lui. Incrociai le gambe e portai il computer sulle ginocchia. Mi appoggiai con la schiena al muro per rilassare tutti i muscoli. Lui non fiatava, non si era mosso neanche di un millimetro da quando ero entrata in stanza. Mi faceva male vederlo in quel modo.
-hai intenzione di non rivolgermi la parola per tutto il tempo?- dissi con un tono di voce più morbido affinché si decidesse a dirmi qualcosa.
-si, se non hai intenzione di parlare della relazione che dobbiamo fare- ok, afferrato il concetto. Lo guardai sistemarsi per bene sul letto. Dio! Avevo una voglia matta di saltargli addosso. Nonostante fossi arrabbiata con lui non potevo nascondere a lungo il languore che sentivo allo stomaco ogni volta che gli stavo accanto. Era come se avessi bisogno di sentirlo vicino e appartenergli per sentirmi completa. E il mio cuore inevitabilmente cominciò a fare le capriole. Lui se ne accorse e si stampò sul viso quel sorriso sghembo capace di farmi morire all’istante.. triplo salto mortale. Non contento rincarò la dose facendomi arrossire..  salto carpiato all’indietro. Oh! basta.. dovevo smetterla di guardarlo se non volevo morire per autocombustione!
Ci dedicammo per un bel po’ a quello che dovevamo scrivere senza fiatare. Niente domande personali, niente interruzioni, nessuna allusione alla nostra situazione. Ci comportavamo come se neanche ci conoscessimo e questo mi feriva più della sua freddezza. Ma una cosa dovevo chiedergliela però..
-davvero credi di non poter accettare una determinata situazione se questa ti renderebbe felice?- la mia domanda era riferita allo scambio di battute che avevamo avuto in classe.
Mi guardò per un attimo interminabile senza rispondere alla mia domanda. Forse non sapeva cosa dirmi, o forse, come mi aveva espressamente chiesto prima, non voleva parlare con me. Distolsi lo sguardo dal suo sbuffando.
-ok.. non preoccuparti, lascia stare- tornai a guardare di nuovo al mio computer. Un altro minuto passò senza che nessuno dei due dicesse una parola.
-in realtà.. prima, non la pensavo così. Ma adesso non riesco più ad accettare determinate cose- disse sorprendendomi. Il suo tono di voce era duro, come se dire quelle cose lo facesse stare male. Non volevo rovinare tutto continuando a parlare di quell’argomento, ma fu più forte di me.. non riuscii a fermarmi.
-quali, quali sono queste cose che non riesci ad accettare?- alzò la testa di scatto guardandomi arrabbiato.
- e me lo chiedi anche?-
-se ti riferisci all’episodio di stamattina.. n-non devi accettare un bel niente, perché io ed EJ siamo solo amici- sentivo il cuore corrermi veloce nel petto.
-ma chi vuoi prendere in giro? Ohhhh lascia perdere..- disse facendo per alzarsi dal letto .
-no- lo bloccai tenendolo dal braccio. Quel contatto mi fece improvvisamente sentire bene – non andartene.. se vuoi non ne parliamo più ma non andartene..-
-non è non parlandone che riusciremo a stare in questa stanza senza litigare-
-e allora parliamone se vuoi, ma quello che ti ho detto è la verità-
Sbuffò facendo una smorfia.
-ecco perché adesso non riesco ad accettare determinate cose.. perché ora non ti credo più! Prima ero disposto ad accettare qualsiasi cosa ti rendesse felice, e guarda dove mi ha portato..tu te la spassavi con Jacob e io soffrivo come un cane.. per questo non credo più a quello che mi dici! Anche lui era un amico per te, o sbaglio???- mi chiese adirato. Non potei evitare allo stomaco di contrarsi nel sentire quelle parole.
 -non posso di certo rimediare a quello che è successo in passato.. e ti chiedo scusa. Mi dispiace da morire per quello che ho fatto.. ma credimi se ti dico che EJ non è quello che pensi! E capiresti molte altre cose se mi lasciassi parlare-
-sai che ti dico? Non mi interessa.. la vita è tua e puoi fare quello che più ti aggrada. Non c’è bisogno di dirmi o di spiegarmi con chi esci o con chi stai. Ormai il nostro rapporto appartiene al passato e puoi fare quello che vuoi, quando vuoi, senza rendere conto a me. E adesso riprendiamo a lavorare se non ti dispiace..- rimasi a fissarlo incredula e sorpresa da quelle parole. Sentirgli dire che la nostra storia apparteneva al passato credo sia la cosa più brutta che potessi sentirmi dire.
Cercai di deglutire a vuoto tutta l’agitazione che mi aveva colpito improvvisamente e non dissi nulla. Niente, nothing,rien, nada,nichts.Ero talmente annientata dalle sue parole che ancheseavessi volutononavrei saputo cosa dirgli.
La mia mente era una lavagna bianca. Dallesue parole venivano fuorisolotanta rabbiaedelusione. Perquello che gli avevo fattoinpassatoequello chesecondoluistavofacendo adesso.
Ma io volevo spiegargli ogni cosa. Tutto. Sia del passato che del presente.
-è per questo che te ne sei andato allora? Perché non riuscivi più a sopportare quella situazione?- buttai li quelle domande sapendo di starmi per cacciare in un guaio. Lui mi guardò intensamente prima di rispondermi e ad ogni secondo che passava potevo notare la sua mascella indurirsi come nel trattenersi dallo scoppiare.
-come sarei potuto rimanere sapendo quello che provavi per lui? Avevo accettato tutto. Il fatto che vi vedeste e che vi frequentaste pur sapendo che lui ti amava. Ma ti rendeva felice stare con lui, e allora perché impedirtelo? Ma quando ho capito che anche tu eri legata a lui dallo stesso sentimento non ho più potuto accettarlo- si alzò dal letto mettendosi a camminare davanti a me – come hai potuto farmi questo? Sapevi quanto ti amassi e te ne sei infischiata! E non ho fatto bene forse ad andarmene? Alla fine vi siete messi insieme..- disse tra i denti stringendo forte i pugni nelle mani – meritavo di soffrire così? Eh? Dimmelo.. meritavo tutto questo?- adesso stava letteralmente urlando.
Deglutii a fatica prima di rispondergli- no, non lo meritavi.. ma perché sei andato via senza dirmi niente? Non meritavo forse anche io una qualunque spiegazione da parte tua? Tu sei così.. quando la situazione si fa difficile scappi. Lo hai fatto quando hai deciso di andartene la prima volta e l’hai fatto anche adesso. Saresti potuto rimanere, avresti potuto dirmelo in faccia che volevi lasciarmi. Così ti avrei spiegato ogni cosa. Tutto quello che improvvisamente mi aveva spinto ad allontanarmi da te!- gli dissi fronteggiandolo a pochi centimetri dal viso
-come puoi solo pensare che sarei riuscito a rimanere insieme a te pur sapendo quello che provavi per lui?? Cos’è.. volevi forse fare un menage a trois? È troppo chiedere che la MIA donna ami solo ME??-
-e chi ti dice che non sia così?  E chi ti dice che non sia vero? Io non ho mai amato Jacob nel modo in cui ho amato te! Mai! Nemmeno per un secondo! E vuoi sapere cos’ho fatto quando sei andato via? Non mi sono buttata tra le sue braccia il giorno successivo e neanche quello dopo o quello dopo ancora! In quei giorni io ho sofferto per il tuo abbandono! Non riuscivo a spiegarmi come mai fossi andato via senza neanche dirmi ciao.. d'altronde è tipico di te mettermi davanti al fatto compiuto! Con Jacob ci sono stata neanche due settimane nel mese di Agosto! Lui è riuscito a guarirmi anche questa volta, mi è stato accanto quando non facevo che piangere per te.. e ho deciso di dargli una possibilità! Ma ho sbagliato.. perché il mio cuore e la mia testa non  ricambiavano per niente i suoi sentimenti. Il mio cuore batteva solo per te.. e così ci siamo lasciati- conclusi il mio discorso con la salivazione azzerata. Non avevo smesso un attimo di guardarlo negli occhi mentre parlavo.
-credi che questo basti a farmi capire che ho sbagliato ad andarmene?-
-no.. eri libero di fare quello che volevi.. ma perché non dirmi niente? Perché sei andato via così, dall’oggi al domani?-
-perché, perché, perché! Perché non riuscivo più a stare con te senza pensare ogni secondo che tu amavi anche quel cane! Perché sentivo che ti avrei persa e perché non smettevi un attimo di pensare a lui.. anche nel sonno dicevi di amarlo!-
-cosa? Co-come? Che vuoi dire?-
-voglio dire che la sera prima che me ne andassi sono venuto da te. Tu eri agitata , stavi facendo un incubo e nel sonno ti ho sentito urlare il suo nome mentre gli dicevi quanto lo amavi! Sapevo che mi avresti lasciato, sentivo che mi avresti fatto del male e allora sono corso via il più lontano possibile da te!-
Ripensai all’incubo che avevo fatto quella sera e alla sensazione di essere toccata non solo nel sogno ma anche nella realtà. Quando aprii gli occhi nella mia stanza non c’era nessuno però. Ma da quello che mi stava dicendo Edward lui aveva sentito tutto.
In quel momento potevo solo immaginare quanto potesse essere stata dura per lui sentirmi esclamare il nome di Jake nel sonno...
Dio! Adesso mi sentivo ancora più in colpa per aver permesso che sentisse tutto e per averlo fatto soffrire così tanto! Lui era andato via per proteggersi. Perché aveva paura che lo lasciassi. Ma io volevo chiarire con lui. A quel tempo, anche se avevo scoperto i sentimenti che mi legavano a Jacob, non ero disposta a perderlo. Volevo solo chiedergli un po’ di tempo per riprendermi da tutta la situazione che si era creata con Victoria, i vampiri neonati e i Volturi che mi volevano al più presto trasformata. Era come se avessi bisogno di una pausa. Ma non da lui, ma piuttosto da tutto quello che mi circondava.. volevo parlare con lui, spiegargli cosa mi era venuto in testa in quel periodo.
-mi dispiace..- fu l’unica cosa che riuscii a dirgli.. visto che altre parole non sarebbero servite a niente. Sentii gli occhi pizzicarmi ma mi imposi di non piangere.
-avresti dovuto pensarci prima. Di la verità, quando hai capito che avresti buttato all’aria tutta la nostra storia? Te lo dico io.. non l’hai mai pensato! Perché tu non sei in grado di pensare prima di agire. Non ti sei minimamente chiesta se il tuo comportamento mi avrebbe ferito, se mi avrebbe portato ad allontanarmi. Perché tu pensi solo a te stessa. Pensavi solo a quello che ti faceva stare bene.. e chi se ne importava se io ne avrei sofferto! L’importante era dimostrare a Jacob quanto tenessi a lui! Sei un egoista Bella! Sei soltanto un egoista!-
Volevo parlare e dirgli qualcosa ma dalla mia bocca uscivano solo dei suoni spezzati. Boccheggiavo alla richiesta d’ aria senza sapere cosa dire. Tornai a sedermi sul letto sconfitta da quella conversazione. Lui rimase immobile davanti a me a fissarmi mentre mi torturavo il labbro inferiore tra i denti.
-non so cosa dirti se non.. che hai ragione! Mi sono comportata da egoista nei tuoi confronti senza accorgermi di quello che ti stavo facendo. E non posso che chiederti scusa..-
Lo sentii sospirare e avvicinarsi al mio fianco..
-a questo punto credo che non ci sia più nulla da dire.. Tieni, salva tutto quello che hai scritto al computer su questa pendrive ed io penserò ad aggiungerci la mia parte..- disse mentre mi porgeva la penna. Non riuscii ad oppormi anche se volevo farlo con tutta me stessa. Così feci quello che mi disse e gliela restituii.

Si alzò dal letto per mettere a posto la sua roba e ne seguii tutti i movimenti. La cosa che mi faceva più stare male era che tra poco meno di due minuti avrebbe aperto la porta della mia stanza e se ne sarebbe andato. Non volevo che andasse via. Parlare con lui riusciva a scaldarmi il cuore, anche se il più delle volte le sue parole erano fredde come il ghiaccio. Ma non m’importava. Averlo vicino era la sensazione più bella di questo mondo. Cos’ì provai a trattenerlo intavolando un’altra conversazione.
-cosa c’è tra te e Sara?..la ami?- chiesi a fatica deglutendo per la tensione.
Mi guardò senza rispondere forse chiedendosi come mai volessi saperlo e così farmi del male, ma volevo che me lo dicesse! Ne avevo bisogno, forse più di quanto immaginassi.
-non è amore quello mi lega a lei.. ma mi fa stare bene..forse chissà, magari un giorno mi renderò conto che sto sbagliando, o forse quello che provo per lei si trasformerà in amore. In questo momento so solo che mi piace starci insieme.. anche senza impegno-
Le sue parole mi trafissero il petto e dovetti trattenermi dallo scoppiare a piangere. Sentirlo proiettare il suo futuro senza me accanto era insopportabile!
-sei proprio cambiato! Una volta non ti saresti mai buttato in una storia che non fosse importante. Ma soprattutto non ti saresti mai messo con un umana.. adesso invece trovi giusto divertirti ed essere felice. Mi pare un ragionamento più che logico..- dissi atona annuendo con la testa. Forse per convincermi delle mie stesse parole.
-sarebbe potuta andare diversamente e tu lo sai.. ma adesso c’è ancora troppo risentimento in me.. nei tuoi confronti..-

Lo vidi avviarsi verso la porta e aprirla. Se la richiuse alle spalle senza nemmeno voltarsi indietro a salutarmi. Sapevo che d’ora in avanti il nostro rapporto non sarebbe cambiato solo perché avevamo parlato. C’erano talmente tante altre cose da dire che non sarebbe bastato tutto il tempo di questo mondo per farlo. Sentirlo parlare di Sara e del fatto che ci stesse insieme mi fece capire che tra noi non avrebbe  potuto esserci un futuro. Perché altrimenti avrebbe trovato il modo di farmelo capire..

Una lacrima sfuggì al mio controllo senza rendermene conto e sentii qualcosa dentro di me incrinarsi. Dovevo trovare la forza per accettare quelle parole.. ma perché era così maledettamente difficile????

 
 

BENE.. CHE VE NE PARE?? Abbassate i pomodori. Per quelli ci sarà tempo.. hhihi no, scherzo. Lo sapete quanto sono buona ;P
Finalmente Edward e Bella hanno avuto la possibilità di parlare..
Grazie infinite come sempre a tutte coloro che hanno recensito il capitolo scorso.. siete fantastiche!!
A domenica prossima!!!

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Capitolo 23
*** capitolo 22 ***


 

                                              

Buona Lettura.. ^__^

 Capitolo 22

-pronto?-
-ciao papà!- sentire la sua voce dopo una settimana mi fece stare improvvisamente bene. In questo momento non ricordavo nemmeno io perché non ci sentivamo da così tanto tempo.
-oh, ciao Bella! Come stai? Come procedono i corsi? Tutto bene?- sorrisi di fronte a  tutte quelle domande fatte insieme.
-io sto bene papà non preoccuparti, i corsi vanno una meraviglia.. tu piuttosto come stai? Cosa mi racconti?-
-mi manchi Bells.. –
-anche tu- sussurrai e nel dirlo la voce mi s’incrinò. Era vero mi mancava così tanto sentirlo accanto. Subito sentii dei sospiri dall’altra parte che mi fecero preoccupare.
-ehi sceriffo tutto bene?-
-si, si sto bene- sapevo che anche lui stava cercando di trattenere le lacrime.
-allora cosa succede da quelle parti?- gli chiesi per cambiare subito argomento e per  fargli sentire quanto fossi felice di parlare con lui. Non ci concedevamo mai lunghe telefonate. Per quanto il nostro rapporto fosse migliorato eravamo sempre noi. Noi che non riuscivamo a sopportare i silenzi imbarazzanti nei quali il più delle volte ci imbattevamo. 
-il solito. Piove sempre e tra un po’ secondo me arriverà la neve. Perfetta per Natale.. a proposito, torni a casa per le vacanze vero?-
-si papà, dove altro potrei andare? E poi te l’avevo già detto..-
-si ma avere la conferma non è mai abbastanza. Non vedo l’ora che arrivi!-
- inizi a contare già da adesso? Manca ancora un mese!-
-si ma passerà in fretta, sia per te che per me!-
-lo spero tanto!-
-hai sentito tua madre?-
-si ci siamo sentite due giorni fa per e-mail mi ha detto che non si sentiva tanto bene, forse ha preso l’influenza.. per il resto è tutto a posto-
-bene sono contento..-
-Come vanno le cose al lavoro?-
-umh..si al lavoro, bè ecco..- prendeva tempo e questo voleva dire solo che c’era qualcosa sotto che non voleva dirmi. Lo odiavo quando temporeggiava!
-papà non tergiversare, sai che puoi dirmi tutto quanto!-
-si lo so.. è che non voglio farti preoccupare..-
-ecco adesso ci sei riuscito benissimo!-
-scusa è che è già da un po’ che volevo parlartene, ma non ho mai trovato il momento giusto per farlo.. ecco vedi sembra che una banda di delinquenti abbia deciso che Forks sia diventata la loro gallina dalle uova d’oro. Ci sono stati parecchi furti ultimamente. Ce ne fu uno anche prima che partissi, ricordi?-
Si, certo che lo ricordavo. Quella mattina Charlie uscì presto da casa proprio perché aveva ricevuto la notizia di un furto in un negozio. Ma fu un episodio isolato, per tutto il tempo che rimasi a Forks prima di partire non si verificò più nulla.
-è così grave la situazione?- chiesi subito in apprensione. Sapere che in qualche modo fosse in pericolo mi faceva sentire il cuore in gola.
-si, in effetti si.. non riusciamo a prenderli e questo mi fa imbestialire. Siamo sempre un passo dietro di loro e quando stiamo per acciuffarli riescono a fare il colpo prima del nostro intervento. Sono più di tre settimane che non dormo bene la notte. Mi preoccupa parecchio questa situazione. Svaligiare 3 negozi in un mese e mezzo in questa piccola cittadina attirerà un interessamento mediatico non indifferente e già mi sento sottopressione..-
-ma perché non me l’hai detto prima? Papà lo sai che voglio sapere quando sei coinvolto in operazioni difficili..-
-si lo so ma non volevo farti preoccupare proprio adesso che sei lontana-
-non mi interessa! Sono tua figlia e ho il diritto di sapere se mio padre è in pericolo-
-ma è il mio lavoro Bella. Il pericolo purtroppo è parte del mio mestiere-
-mi stupisco come mai Jacob non mi abbia detto niente..- e inconsciamente sapevo già la risposta..
-non avercela con lui, sono stato io a chiedergli di non farlo, volevo spiegarti personalmente la situazione-

Ok, forse aveva ragione. Visto la mia reazione credo sia stato meglio che a dirmelo fosse stato Charlie. Ma questo non cambiava le cose. Aveva detto che c’erano stati tre furti e aveva aspettato fino ad adesso per dirmelo. E se gli fosse successo qualcosa? In quel caso sarei stata l’ultima a saperlo..
-e adesso? Come vi muoverete? –
- stiamo all’erta.. ho intensificato tutti i controlli , c’è sempre più di una pattuglia che gira per le strade della città ad ogni ora del giorno e della notte, immaginiamo quale sarà il loro prossimo obbiettivo e forse questa volta riusciremo a prenderli!  -
-mi raccomando stai attento. Non posso pensare che ti succeda qualcosa-
-non preoccuparti tesoro starò attento te lo prometto-
-tu non hai nulla da raccontarmi???- mi chiese non riuscendo a trattenere la curiosità.

In realtà volevo parlagli di Edward e del fatto che l’avevo ritrovato proprio in quell’università. Non avevo mai trovato il coraggio per farlo prima, forse per paura di una sua reazione. E adesso mi sembrava il momento sbagliato! Già aveva le sue preoccupazioni in testa, non volevo aggiungere altri pensieri.
Ma in realtà volevo dirglielo.
Non ero stata forse io ad insistere perché fosse sincero con me???
-bè vedi papà, in realtà ho una cosa da dirti.. solo che non ho mai trovato il coraggio per farlo!-
- Gesù Bella così mi spaventi! Cosa ti è successo?-
Cercai di farmi coraggio e prendendo dei bei respiri e glielo dissi.
-hoincontratoEdwardallaDartmouth!-
-cosa? Non ho capito, hai parlato troppo velocemente!-
Un altro respiro profondo – ho incontrato Ed..waaaaa..rd.. alla Dartmouth-
-chi hai incontrato? Avanti Bella non può essere una cosa tanto terribile.. è successo qualcosa ad Ally? Avete litigato? Avanti parla!-
Dovevo smetterla di comportarmi come una bambina, meritava di sapere la verità.
-non ho litigato con Ally, lei sta bene non preoccuparti.. è che.. ho incontrato Edward!-
Dall’altra parte della cornetta ci fu solo silenzio. Aspettai un attimo per farlo riprendere e poi lo chiamai –papà? Tutto bene? Hai capito cosa ti ho detto?-
-si..si ho capito!- disse con tono incredulo- ma ne sei sicura?-
Sbuffai –papà credi davvero che non riuscirei a riconoscere Edward? E comunque si, è lui ne sono certa. C’è anche tutto il resto della sua famiglia qui-
-o mio dio..- gli sentii sussurrare
-avanti papà sputa il rospo!-
-da quanto tempo lo sai e non me l’hai detto?-
-più o meno un mese..-
-e perché non me l’hai detto prima?-
-perché avevo paura che la prendessi nel modo sbagliato!-
-ah, perché invece adesso l’ho persa nel modo giusto, vero?-
-a quanto pare no!-
-allora? Cosa c’è tra voi due? Siete tornati insieme?- il mio cuore prese a battere furiosamente.
-no.. papà.. non stiamo insieme. E a dire la verità riusciamo solo a litigare quando siamo nella stessa stanza.- forse fu una mia impressione ma ero sicura di averlo sentito sospirare.
 -Bella, non so cosa dirti.. lo sai come la penso su di lui. Ti ha fatto soffrire e non mi piace che ti sia di nuovo vicino..-
-ma? Perché c’è un “ma” ne sono sicura!-
-ma..saputella!!! ormai sei grande e puoi scegliere da sola chi frequentare e con chi uscire. Non mi hai mai dato retta, almeno non sotto quest’aspetto, e sono sicuro che non saranno di certo le mie parole dette a miglia e miglia di distanza che ti impediranno di vederlo se questo ti rende felice.. o sbaglio?-
-non sbagli..- dissi arrossendo. Per fortuna che Charlie non poteva vedermi.
-solo.. sta attenta Bella!-
-lo sono sempre!-
Ecco, il momento del silenzio imbarazzante era arrivato! Per fortuna ci pensò qualcuno dietro alla mia porta a toglierci da quella situazione.
-papà devo andare, bussano alla porta, ci sentiamo presto ok? Tu sta attento mi raccomando! Niente gesti da eroe.. –
Lo sentii ridacchiare alla cornetta e mi sentii sollevata – ok, ok.. vai e sta tranquilla ci risentiamo presto.. ti voglio bene Bella..-
-anche io ti voglio bene papà..ciao-
-ciao-

Chiusi la conversazione e subito mi diressi verso la porta
-chiunque tu sia grazie infinite per il tempismo che hai avuto!- dissi urlando ma non appena vidi chi era, le parole mi morirono in bocca.
-di nulla signorina.. c’è una consegna per lei-
Davanti a me.. o meglio dietro all’immenso fascio di fiori che teneva in mano e che gli ricopriva tutta la faccia, c’era un ragazzo con un berretto blu e una cartellina in mano.
-Isabella Swan, giusto?
-si sono io- mi porse quel bellissimo mazzo di gigli bianchi e mi fece firmare la ricevuta dell’avvenuta consegna.
-arrivederci signorina..-
-arrivederci..-
Richiusi la porta alle mie spalle con un calcio della gamba e andai a sedermi sul letto.

Chi diavolo me li mandava???

Improvvisamente ebbi paura di scoprire chi potesse essere il mittente. Scostai i fiori con un gesto secco e li poggiai su una sedia davanti a me. Iniziai ad osservarli minacciosamente senza avere il coraggio di leggere il bigliettino che era incastrato in mezzo ai petali.
Subito mi alzai e andai a chiamare Ally. La prelevai dalla sua stanza costringendola a seguirmi senza dirle niente.
Appena entrò in stanza i suoi occhi si posarono sui fiori.
-wow.. ma sono meravigliosi!-
-già..-
-chi te li manda?-
-non lo so-
-ma se c’è il biglietto?-
-si.. ma non l’ho letto..-
-e perché mai?- chiese raggiungendomi sul letto. Aspettai un attimo prima di risponderle facendo dei grandi respiri e sperando che quello che stavo per dirle non mi avrebbe assegnato ancora una volta il titolo di “pazza del villaggio”!
-ho paura di scoprire chi è che me li manda-
Ally aggrottò le sopracciglia in senso di smarrimento. Certe volte ero più enigmatica di un rebus!
-non..capisco..- disse spaesata.
-ecco, vedi ho paura di scoprire chi è il mittente, perché in quel caso non saprei come comportarmi-
-ma se non leggi “chi” ti scrive “cosa” non saprai mai come comportarti.. avanti dimmi chi pensi che sia e perché hai tanta paura di scoprire chi te li manda!-
-in realtà le possibilità sono due.. penso sia stato uno tra Edward ed EJ. Se fosse stato Edward, ho paura di leggere cosa ci sia scritto dentro. Perché non mandi un mazzo di fiori ad una ragazza se non vuoi dirle qualcosa di importante come ad esempio chiederle scusa o confessare il tuo amore. In questo caso spero fortemente che sia la seconda ipotesi. Ma se dovesse essere così non saprei proprio cosa fare. Abbiamo parlato in questi giorni e mai come ieri sera è uscito fuori il fatto che lui sia deluso da me. E allora come potrei credere a quello che c’è scritto li dentro senza sentire la costante paura che non sia veramente quello che vuole? E che si sia lasciato andare solo perché gli ho fatto pressione?-
-e se invece a mandarteli fosse EJ?-
-in quel caso penso di sapere già cosa ci sia scritto.. forse vuole chiedermi scusa per essere venuto qui senza avvisare e il modo in cui sono andata via gli avrà fatto capire che non ho apprezzato a pieno il suo gesto. E in realtà è così.. voglio dire.. per me lui è solo un amico, ma penso che si sia fatto l’impressione sbagliata, cioè che voglia qualcosa di più da me che io non posso dargli..-
-ok, allora restiamo qui a fissare questi fiori per tutto il giorno? Devi vedere chi è che te li manda..-
-si.. hai ragione- dissi in un sospiro alzandomi e recuperando il biglietto.
-leggilo tu ti prego!- dissi improvvisamente senza nemmeno rendermene conto. Lei non fece una piega e prese il foglietto dalle mie mani portandolo davanti agli occhi.

La vidi leggere con attenzione mentre io aspettavo in disparte l’esito della lettura. Quando finì si lasciò scappare un sospiro..
-allora?-
-be senza dubbio è qualcuno che vuole chiederti scusa per come si è comportato, è qualcuno che non nega affatto l’interesse che prova nei tuoi confronti ma riconosce di dover aspettare un po’ prima di trovare quello che cerca in te..-
Nel sentire quelle parole il mio cuore prese a battere all’impazzata. Non potevo crederci!
 -lo sapevo! Lo sapevo! Doveva essere lui.. doveva essere Edward!- dissi urlando dalla gioia. Ma ben preso il mio sorriso si spense vedendo l’espressione ermetica sul volto di Ally. Scosse il capo e contemporaneamente mi porse il biglietto..
-non è Edward mi dispiace..-

“cara Bella, mi dispiace infinitamente per quello che è successo ieri. Non sarei dovuto venire senza preavviso. Ma pensavo di fare cosa gradita. Evidentemente mi sbagliavo. E vista la tua reazione ho capito che non hai apprezzato per niente. Voglio chiederti scusa e ho pensato di mandarti questi gigli bellissimi che per me ti rappresentano in tutto..
Spero che tu abbia ancora voglia di vedermi e parlare con me. Solo come amici, niente di più. Ho visto come sei corsa dietro a quel ragazzo ed evidentemente nel tuo cuore non c’è posto per un’altra persona al momento. Sai dove trovarmi se ti va di vederci..
Con affetto, EJ. ”

Rimasi imbambolata a fissare quelle parole e nel mio cervello sentii scattare qualcosa..
-Dio che stupida!!! Come ho potuto pensare che fosse stato Edward a mandarmeli? Come?stupida..stupida..stupida..-
-non sei una stupida, hai solamente ragionato col cuore..-
-si, e ho sbagliato! Cosa mi diceva la testa?-
-il cuore ha ragioni che la ragione non conosce! Lo sai.. è una frase famosa-
-si ma per una volta avrei dovuto ragionare con la testa e capire quello che passava nella mente di EJ! Adesso dovrò trovare il modo per uscirne.. – dissi frustrata.
Ally mi rivolse uno sguardo quasi imbarazzato che non capii a cosa fosse dovuto.. almeno fino a che non sentii le sue parole.
-posso..posso aiutarti io con EJ se vuoi-
Aggottai subito le sopracciglia mentre nella testa si susseguirono mille domande.
-che vuoi dire?-
-voglio dire che.. se non sai come toglierti EJ dalle scatole posso darti un mano..-
-e come?-
-potrei vederlo io al posto tuo e spiegarli come stanno le cose.. che non sei interessata ad uscire con altri ragazzi..-
-e tu cosa ci guadagneresti?- chiesi assottigliando gli occhi capendo già cosa ci fosse dietro ma volevo che fosse lei a dirmelo. La vidi irrigidirsi e in quel momento non poteva esserci cosa più tenera al mondo di Ally con le guance tutte rosse.
Sul mio viso comparve un sorriso sornione e compiaciuto –ti piace!- dissi all’improvviso ed Ally quasi sussultò. Si porto le mani a coprirsi il viso ed io corsi subito ad abbracciarla.
-avanti, raccontami tutto signorina..- le chiesi felice
-non c’è niente da raccontare.. io ed EJ ci conosciamo già da un bel po’ e il mio interesse nei suoi confronti risale a 6 mesi fa. Ci siamo conosciuti ad una festa, entrambi eravamo li per accompagnare degli amici –
-e cosa c’è stato tra di voi?-
Mi guardò ancora più imbarazzata se possibile –niente, non c’è stato niente..ma non so come spiegartelo, ho sentito subito qualcosa alla bocca dello stomaco quando ci siamo stretti la mano. Da allora non l’ho più rivisto..fino a che non l’ho incontrato in ospedale quella sera che ti accompagnai insieme ad Edward...-
-e vi siete parlati?-
-in realtà non mi ha neanche riconosciuto..-disse. E potei chiaramente sentire quanto fosse dispiaciuta.
-oddio Ally quanto mi dispiace! Com’è possibile che non si ricordi di te? Nessuno può scordarti.. una volta che entri nella vita delle persone tu ci rimani dentro!-
Sorrise felice per quelle parole ma potevo vedere quanto fosse ancora imbarazzata.
-grazie ma..non è questo il punto. Il fatto è che pur essendo passato così tanto tempo rivederlo mi ha fatto lo stesso effetto nello stomaco. E quando ieri è venuto a trovarti vi ho visto da lontano ma non mi sono avvicinata..-
-cosa? E perché non me l’hai detto?-
-perché ho notato il suo interesse per te e non mi sembrava giusto intromettermi..-
-e adesso cos’è cambiato? Voglio dire.. perché ieri non ti sei avvicinata e oggi sei disposta addirittura a incontrarlo al mio posto ?-
-perché quando tu sei corsa dietro a Edward mi sono fatta coraggio e sono andata da lui. Mi ha guardato e mi ha riconosciuto come tua amica, si è ricordato di avermi visto in ospedale quella sera. Io gli ho detto che in realtà ci siamo già conosciuti in un’altra occasione e quando ha collegato tutto mi ha fatto mille scuse per non essersene ricordato-
-e menomale! Almeno quello!- dissi ridendo
-già.. comunque ho capito che provo qualcosa per questo ragazzo, non è normale sentire le farfalle nello stomaco ogni volta che gli sono vicina e dopo così tanto tempo che non ci vedevamo-
-oh Ally come sono felice per te!-
-allora ho il permesso di vederlo al posto tuo?-
-e me lo chiedi anche? Assolutamente si! Vai.. dimostragli quanto sei speciale –
-sei sicura?-
-si..l’unica cosa che mi dispiace è che penserà che sia una codarda per non aver avuto il coraggio di dirglielo personalmente, ma se questo servirà per farvi avvicinare allora glielo lascerò pensare molto volentieri!-  
-grazie- mi disse abbracciandomi e in quel momento un’altra domanda mi sorse spontanea, avevo già provato a chiederle quale fossero state le sue esperienze passate con gli uomini e aveva sempre sviato l’argomento.
-Ally.. non pensi sia arrivato il momento di raccontarmi le tue esperienze amorose?-

Mi guardò incerta per qualche minuto indecisa se parlarmene o meno.
-ho avuto solo due ragazzi importanti nella mia vita- cominciò sistemandosi meglio sul letto - Uno si chiamava Jeremy, in pratica siamo cresciuti insieme anche se lui era più grande di me di un anno, siamo diventati amici quando da piccola mi difese dall’attacco di alcuni bambini che cercavano di rubarmi la cioccolata!- disse ridendo ed io insieme a lei – ci siamo messi insieme più o meno alle superiori, quando abbiamo capito entrambi che dormire insieme la notte tenendoci per mano stava diventato qualcosa di diverso che un semplice gesto di due amici che si conoscono da sempre. Con lui ho vissuto le mie prime esperienze in tutto.. abbiamo fatto l’amore per la prima volta il giorno del mio diciassettesimo compleanno ed è stato fantastico, ne ero molto innamorata-
-wow sembra l’uomo perfetto!- dissi io con gli occhi a cuoricino.
-già.. fino a che l’uomo perfetto partì per il collage ed io rimasi sola nella mia città. Inizialmente non cambiò niente, ogni volta che tornava per le vacanze era come se non ci fossimo mai separati. Ma.. un giorno andai a trovarlo, volevo fargli una sorpresa. Così senza dirgli niente mi presentai nella sua stanza al campus e lo scoprii a letto con un’altra..- concluse con la voce incrinata torturandosi le mani.
-oddio..- dissi coprendomi la bocca. Immaginai solo per un attimo la situazione in cui doveva essersi trovata Ally e mi sentii male per lei.
-comunque.. l’ho lasciato seduta stante e non ho più pensato a lui-
-mi dispiace davvero tanto. E poi? L’altro uomo importante?-
-l’altro uomo importante arriva l’anno scorso. Mi ero appena trasferita al campus e un giorno in segreteria incontrai un uomo che dire “affascinante” era dire poco! Ben presto scoprii che si trattava di un mio professore, il professor Andrew White. Ero molto incline ad accettare le sue occhiate, che mio malgrado, mi lanciava durante la lezione e in altre circostanze cosi..-
-no, non dirmelo! Vi siete messi insieme?-
-te l’avevo detto che la mia vita era piena di casini! Comunque si abbiamo cominciato a frequentarci fino a che anche lui non si dimostrò essere un bugiardo peggiore di Jeremy!-
-cos’ha fatto?- chiesi più curiosa che mai.
-era sposato!- rispose con un ruggito.
-oddio no-
-oddio si!-
-e tu che hai fatto?-
-a parte arrabbiarmi per non avermelo detto prima facendomi passare per la sua amante? L’ho lasciato naturalmente! Ma ben presto si venne a sapere in giro e allora fu costretto ad andarsene. Lui voleva salvare il suo matrimonio e non voleva che la voce si spargesse troppo.. così se ne andò!-
-che storia Ally.. non me l’aspettavo proprio credimi!- mi rivolse un sorriso tirato e capii che parlare del suo passato non doveva essere per niente facile. Decisi di spostare la conversazione ad argomenti un po’ più felici, o meglio all’argomento che sapevo le avrebbe riportato il sorriso sulle labbra.
-vedrai che con EJ sarà diverso! Non me ne intendo molto di queste cose ma.. penso che sia l’uomo giusto! E poi se vi siete ritrovati dopo tutto questo tempo e ancora ti piace vuol dire che era destino!-
-lo spero tanto..-
-vedrai che sicuramente è così!- e per una frazione di secondo pensai che se EJ avesse ereditato anche un minima parte di suo cugino Edward, sarebbe riuscito a rendere felice Ally ne ero sicura!   

Mi sorrise felicissima e al settimo cielo si alzò per andare nella sua stanza a prepararsi. Dentro di me sentii una sensazione bellissima. Essere felici perché lo è qualcun altro era una cosa che non mi capitava da tempo. E in questo caso ero così contenta che fosse Ally a vivere questo momento. Ma inevitabilmente insieme alla felicità che provavo per lei, non potei trattenere il briciolo d’invidia per quello che stava vivendo. Volevo provare anche io la stessa allegria nel cuore..
Mi rabbuiai improvvisamente sentendomi anche peggio per aver solo provato quel sentimento così orribile nei confronti di Ally.
Mi distesi sul letto provando a cancellare quei pensieri ma invece di andarsene si intensificavano ad ogni secondo.
Perché non potevo sentire di nuovo quella sensazione allo stomaco? Perché non  potevo vivere il mio amore liberamente? Perché?

Venni subito interrotta da qualcuno che bussava alla porta. 
-chiunque tu sia, vai via!- biascicai con la testa sul cuscino.
Volevo essere lasciata in pace. Ma non mi ascoltarono.
Così riprovai-almeno che non si stia per abbattere un asteroide sulla terra che ci distruggerà tutti, ti conviene andartene!- urlai.
Ma con insistenza riprovarono ancora. Così fui costretta ad alzarmi.
-ok, cosa non ti è chiaro della parola “vattene”?- dissi mentre contemporaneamente aprii la porta.
-sai di non essere molto gentile vero?- e improvvisamente trovai la risposta a tutti i miei pensieri. Il cuore fece una capriola e nello stomaco sentii un milione di farfalle. Eccolo.. era lui ciò che cercavo. Era lui l’unico capace di farmi sentire così..era Edward!
-Edward!- dissi quasi in un sospiro.
-tieni, ti ho portato la relazione- disse con tono neutro mentre io lo fissavo imbambolata soffermandomi a lungo sulle sue labbra. Era meraviglioso come sempre! E il suo profumo dolce arrivò subito alle mie narici.
-grazie- allungai la mano per prendere la cartelletta e nel farlo ci sfiorammo. Sentii una scia di brividi percorrermi tutta la schiena e arrivare dritta come un missile all’altezza del cuore.
Lui ritirò la mano velocemente mentre io rimasi con il braccio a mezz’aria. Mi accorsi della mia posizione alcuni secondi dopo e subito mi ricomposi.
-vuoi entrare?-gli chiesi sperando ardentemente che mi dicesse di si. Mi spostai per accompagnare la mia richiesta con un movimento del braccio ma lui non si mosse di un millimetro. In compenso si mise a fissare qualcosa alle mie spalle intensamente. Fu troppo tardi quando realizzai che il mio movimento gli avrebbe permesso di scorgere il mazzo di fiori sulla sedia.
-che bei gigli..- disse quasi adirato. Ed io non trovai la forza per rispondergli.
-chi te li manda? Uh aspetta, non dirmelo.. penso di sapere già la risposta-
- Edward ti prego, non è come pensi-
Non mi rispose ma lo vidi concentrarsi su qualcosa. Inclinò la testa di lato e assottigliò lo sguardo. Ma cosa stava facendo?
-pensavi che te li avessi mandati io?- mi chiese quasi divertito. Non seppi cosa fare e in quel momento mentii.
-no..no, cosa dici?-
-allora perché Ally non è dello stesso avviso?-
Fregata! Maledizione non avevo pensato ad Ally. Probabilmente stava ripercorrendo mentalmente tutto quello che ci eravamo dette ignara di avere uno spettatore diretto con i suoi pensieri.

Tanto valeva essere sincere.
-si ok, l’ho pensato va bene?-
- e perché mai avrei dovuto fare una cosa del genere?-
Mi colpirono quelle parole. Come se non meritassi di ricevere dei fiori da sua Maestà qui presente.
-hai ragione! Che stupida che sono stata a pensare che potessi essere tu! Ormai non sei più quello di una volta, adesso ti nascondi dietro a questa maschera da duro che ti sei costruito. Non preoccuparti se ti fa sentire bene tienila pure.. ma sappi che io so chi sei veramente! Questo giochino può funzionare con chi non ti conosce.. ma non puoi mentirmi! Non puoi farlo. La tua arroganza è solo lo schermo protettivo di un animo sensibile, buono e incredibilmente altruista. Io so chi sei!!- dissi guardandolo intensamente negli occhi. Vidi qualcosa cambiare nel suo sguardo. Forse era la consapevolezza di non potermi più mentire. Abbassai la testa e iniziai a fissarmi le scarpe. Forse avevo esagerato,“boccaccia mia statte zitta!” Ma era quello che pensavo e sentivo di aver fatto bene a dirglielo.

Lui rimase immobile davanti a me senza muoversi o dire una parola e volevo dirgli  qualcosa ma non sapevo come avrebbe reagito. Così da fifona rimasi in silenzio in attesa di una sua mossa. Alzai lo sguardo per vedere se almeno avesse ripreso a respirare ma capii che in realtà la sua mossa l’aveva fatta.. era fuggito.
 
*************

-Ally te l’ho detto.. secondo me ho esagerato-
-e invece ti dico che hai fatto bene.. magari sei riuscita a scalfire questa sua durezza-
-e se invece avessi contribuito ad allontanarlo di più da me?-
-smettila di logorarti il cervello e non pensare al peggio. Hai fatto bene a dirgli quello che pensi, e poi ho una sensazione positiva-
-secondo me è dovuta all’incontro con EJ di poco fa..guardati hai un sorriso che va da orecchio a orecchio, dubito che in questo momento tu non abbia “sensazioni positive”-
-si potresti avere ragione ma..- si fermò e mi afferrò le mani nelle sue – presto si risolverà tutto me lo sento!-

Le sorrisi senza troppo entusiasmo e insieme riprendemmo a camminare verso la lezione del professor Gilmore.
Ally era felicissima. Mi aveva raccontato tutto quello che si erano detti lei ed EJ e non potevo che essere felice anche io. Si erano promessi a vicenda di risentirsi presto e lei era super eccitata all’idea di rivederlo di nuovo. 
Io invece ero terrorizzata per quello che mi aspettava.

Quando rientrai in stanza quel pomeriggio mi fiondai a leggere subito la relazione che Edward aveva stilato con tanta cura. Era inutile dire che fosse perfetta. Aveva saputo argomentare egregiamente il materiale che aveva a disposizione e ne aveva creato un piccolo capolavoro. In quel momento mi sentii fiera di lui. E lo sarebbe stato anche il professore..
Entrai in aula nella speranza di trovarlo già seduto nel suo banco. E difatti fu così.
Appena misi piede sul primo gradino, come se l’avessi chiamato, alzò lo sguardo e lo intrappolò al mio. Mi sentii vacillare per la forza con la quale lo sosteneva senza spostarlo in nessun’ altra direzione. Come chiamata dal canto della sirena mi fiondai davanti a lui senza neanche rendermene conto. I nostri occhi non avevano smesso un attimo di cercarsi e di studiarsi a vicenda. Come due calamite rimasero per minuti interminabili fissi sul volto dell’altro senza lasciarsi mai. Mi abbassai quel tanto che bastava per trovarmelo di fronte e mi scoprii a fare una cosa che non credevo possibile. Gli stampai un bacio sulla guancia mentre con la mano sinistra gli carezzavo l’altra. Prima di dirigermi verso il mio banco gli sussurrai..
-grazie.. sei stato bravissimo..- e mi allontanai.
Sentivo il fuoco ardermi sulle labbra e sulle guance  e il cuore battere all’impazzata nel petto.
Cos’avevo fatto? E soprattutto, perché l’avevo fatto??  
 
****************
 
Trascorsi il resto della lezione a fissare la sua figura di spalle che immobile ascoltava il professore. La relazione l’avremmo consegnata a fine ora e non vedevo l’ora di ritrovarmelo di nuovo di fronte.
Ally al mio fianco era talmente stupita dal mio gesto che pensò fossi impazzita. Ma il sorriso che mi rivolse aveva tutta l’aria di un “te l’avevo detto”, e non potei non ripensare alle sue parole di prima  “ho una sensazione positiva”. Se avessi saputo che fosse questa la sensazione positiva di cui parlava avrei evitato di arrovellarmi il cervello con delle pippe mentali inutili.
Portai una mano a toccare le labbra che avevo evitato accuratamente di umettare per non levare di dosso il suo sapore. Toccare di nuovo, dopo così tanto tempo, la sua pelle liscia e granitica fu una sensazione bellissima. E per quanto potessi considerare questo gesto troppo avventato, dopotutto avrebbe potuto scostare la testa e urlarmi contro quanto non avessi nessun diritto di fare una cosa del genere, non mi pentivo affatto di averlo fatto.

Quando la lezione terminò mi alzai e andai dietro ad Edward che aveva preso a scendere le scale per avvicinarsi alla cattedra.
-oh bene, eccovi qua.. avete fatto un ottimo lavoro..- disse appena gli fummo davanti lasciandomi spiazzata.
-cosa?- chiesi non riuscendo a capire.
-il suo collega mi ha portato la relazione nel pomeriggio e ho avuto modo di dargli un occhiata e devo dire che avete fatto veramente un ottimo lavoro.. complimenti-
Rivolsi un’occhiata interrogativa a Edward che però non colse. O più semplicemente non volle cogliere. E tornai a guardare il professore.
-vi meritate un buon voto entrambi per il lavoro che avete svolto..dovrei affidarvi spesso dei compiti del genere..-
-no- dissi improvvisamente senza neanche accorgermene. Era stato un riflesso involontario che però adesso aveva portato l’attenzione di entrambi su di me.
-voglio dire..- mi fermai per deglutire - ..non lo meritiamo entrambi, almeno non io..-
-Bella ma che stai..- si intromise Edward.
-volete spiegarmi cortesemente cosa sta succedendo qui?- ci chiese il professore visibilmente contrariato.
-ecco vede.. io ho contribuito alla relazione ma la maggior parte del lavoro l’ha fatto..lui- dissi indicando Edward.
-signor Cullen lei questo non me l’ha detto oggi pomeriggio..-
-non l’ho fatto semplicemente perché non è vero. La signorina Swan ha partecipato attivamente alla relazione professor Gilmore, solo che a causa di impegni scolastici non ha potuto contribuire alla completa stesura..-
-è così?- mi chiese immediatamente il professore.
-si..è così!- dissi annuendo.
Prese qualche minuto di pausa e subito afferrò le nostre schede di valutazione.
-vorrà dire che il signor Cullen prenderà un volto più alto del suo.. che comunque rimane lo stesso molto positivo..- gli sorrisi grata per la sua comprensione.

Sia io che Edward ci congedammo con una stretta di mano e insieme uscimmo dall’aula ormai vuota.
Ero pronta al completo mutismo che Edward mi riservava ogni volta che eravamo vicini, quando mi sentii afferrare per il braccio e trascinare verso il muro. Mi fermai solo quando la mia schiena sbatté contro il freddo marmo del corridoio.
-cosa credevi di fare eh?- mi chiese furibondo.
-cosa..che stai dicendo?-
-perché ti sei messa in mezzo? Perché non gli hai lasciato credere che l’avessimo fatto insieme il lavoro?- era a quasi 20 centimetri di distanza dal mio volto e potevo sentire distintamente il suo profumo solleticarmi le narici.
-perché non era giusto nei tuoi confronti..-
-nessuno te l’ha chiesto-
-per fortuna ho un cervello e una lingua e capisco da sola quando devono essere usati entrambi!- riuscii a zittirlo ma lo sguardo carico d’ira non l’abbandonò neanche per un secondo come le sue mani su di me.
-dimmi perché ..-
-perché cosa?-
-perché mi hai baciato prima? Perché ti sei avvicinata e mi hai dato quel bacio?-
Sentii subito il cuore martellarmi nel petto mentre lo fissavo e sentivo quelle parole.
-non lo so..- dissi semplicemente non riuscendo neanche io a capire il vero motivo che mi aveva spinto a farlo. Era stato più forte di me..
-dimmi perché?- disse intensificando la presa sul mio braccio.
- è stata una cosa improvvisa. Ti ho visto e non ci ho capito più niente..-
Si allontanò sbuffando portandosi entrambe le mani dietro al collo.
-perché ti permetto di farmi questo! Perché ti permetto ancora una volta di entrare nella mia vita e scombussolarla! Perché! Alice..  quella piccola ficcanaso, me la pagherà molto cara.. cos’aveva in testa quando ti ha mandato tutti quei soldi!-
Era assurda la capacità che aveva di farmi arrabbiare in meno di un minuto..
-grazie tante per avermi fatto capire quanto abbia sbagliato ad aver accettato i suoi soldi.. ed i tuoi soldi, perché sono anche tuoi! Sai una cosa? Forse era meglio se l’avessi bruciato quell’assegno..almeno mi sarei risparmiata quest’umiliazione.. questa tua rabbia.. questo tuo cambiamento.. la persona che sei diventato!-
-che vuoi dire.. che non ti piaccio lo stesso così?- disse tornando davanti a me e sbattendomi di nuovo con la schiena al muro. Mi guardò in maniera talmente intensa che non riuscii ad impedire al cuore di salirmi in gola. Mi rivolse il suo solito sorriso sghembo che si accentuava ogni secondo di più seguendo il ritmo del mio battito cardiaco.
-lo vedi.. vedi che ormai riesci solo a mentire? Il tuo cuore non lo fa però.. dice la verità al posto tuo..- disse con arroganza e ostentata presunzione.
Non riuscii a stare un secondo di più davanti a quell’Edward così diverso dall’immagine che ne custodivo nel cuore e nella mente, così lo allontanai e mi misi a correre il più lontano possibile da lui. Le lacrime avevano cominciato a scendere sul mio viso e non riuscii a fermarle neanche se avessi voluto. Mi accompagnarono fino in stanza bagnandomi persino il collo e quando raggiunsero le labbra, il sapore di acqua salata si mischiò a quello di Edward lavandolo via. E in quel momento mi sentii proprio come quella lacrima. Possibile che anche io fossi scivolata dal suo cuore con così tanta facilità?
 

 

Cosa ne pensate??
Avete visto la nostra Bella tirare fuori le unghie quando parla con Edward davanti la porta del suo appartamento e anche fare un gesto che non si sarebbe mai aspettata visti i rapporti.. ha fatto bene a baciarlo secondo voi??
E quello che ha detto Edward? Lo so che lo trovate troppo duro nei confronti di Bella e lo capisco.. ma vi prometto che tutto si sistemerà!  
In questo capitolo trovate un indizio per quello che succederà nel successivo! Fatevi avanti piccole investigatrici!
A domenica prossimaaaaaaaa!!!!
E grazie come sempre per tutto l’affetto che mi dimostrate! Siete fantastiche!!! ps. scusate infinitamente per la mia prolissità! lo so che dopo 22 capitoli vi aspettavate di vederli di nuovo insieme. ma riassumere tutto in poche pagine non è mai stato il mio forte.. spero che comunque la storia non vi annoi e che anzi vi porti ad essere sempre più cuoriose..

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Capitolo 24
*** capitolo 23 ***



                                                                                                   
 

Buona domenica fanciulle e TANTI AUGURI DI BUONA PASQUA! Spero che abbiate avuto pietà per quei poveri agnellini..:(
Vi lascio al capitolo.

Buona lettura!^__^

Capitolo 23

 
-Bella? Ehi Bella mi stai ascoltando?-
La voce di Ally mi giungeva alle orecchie come un suono ovattato. Ero così presa dai miei pensieri da non accorgermi nemmeno che Ally mi stesse chiamando..

La bolla che in quel momento si era creata intorno a me era talmente fitta che mi faceva dimenticare tutto quello che mi circondava. Era una settimana che andava avanti così e ogni volta che succedeva mi ci perdevo dentro con una tale intensità da lasciarmi stordita ogni volta che ritornavo alla realtà. Erano tanti i pensieri che mi affollavano la testa.. in primis il rapporto con Edward. Il nostro ultimo incontro risaliva appunto ad una settimana fa e da quel giorno non ci parlammo più. Anche se vedevo qualcosa di diverso nei suoi occhi quelle poche volte che i nostri sguardi si incontravano, e da quel poco che mi aveva raccontato Alice anche lei e tutti gli altri si erano resi conto che qualcosa era cambiato. Ormai lo vedevo di rado e quando succedeva era sempre solo. Questo voleva dire solo una cosa.. o almeno speravo che fosse così. Aveva smesso di uscire con Sara e un giorno anche Alice me ne diede la conferma anche se non poteva dirlo con assoluta certezza. Le nostre ultime litigate erano così vivide nella mia mente che ne ricordavo perfettamente ogni singola parola, gesto ed espressione. Specialmente l’ultima che avevamo affrontato fuori dall’aula del professor Gilmore mi aveva scosso parecchio. Non vedevo più un briciolo d’interesse nei miei confronti da parte sua e questo mi faceva capire quanto poco efficaci fossero stati i miei tentativi di riavvicinamento. In alcuni casi mi ero umiliata ed ero arrivata a fare cose che non credevo possibili ma tutto.. tutto.. valeva la pena di essere affrontato se questo mi avrebbe riportato Edward. Ad oggi non mi pentivo assolutamente di niente. Sentivo che quello che avevo fatto fino a quel momento in qualche modo avesse sortito l’effetto desiderato.  E anche se non ne avevo le prove sentivo che era così. E il suo pensiero mi accompagnava in ogni momento della giornata..

Un altro argomento che non mi lasciava in pace era una discussione che ebbi con Alice qualche giorno fa. Aveva scoperto che Ally ed EJ avevano cominciato ad uscire insieme e non poteva essere più felice per lei. Le dimostrò in parecchie occasioni tutto l’entusiasmo che sentiva nel saperla così solare e innamorata. Si, perché anche se Ally lo negava con tutta se stessa, era lampante che quello che sentiva per EJ fosse amore! Un giorno, dopo che Ally andò via per un appuntamento con lui, Alice mi rivolse uno sguardo abbastanza contrariato che avevo visto pochissime volte dipingerle il viso. “non ti sembra sia arrivata l’ora di raccontarmi tutto?”  mi disse improvvisamente ed io non capii a cosa si stesse riferendo. Quando poi però mi spiegò che sapeva chi fosse EJ e che si sentiva tradita per non averglielo detto personalmente, volevo sprofondare sotto un metro di terra! Ne era a conoscenza praticamente da quando lo avevo scoperto anche io. Ma non mi disse niente perché sperava che mi confidassi con lei, sperava che appena saputa la verità corressi dalla mia migliore amica e le dicessi una cosa così importante. Era furibonda! E ne aveva tutte le ragioni dopotutto..
Quella sera in cui mi raggiunse sul lungo fiume sapeva già tutto perché aveva avuto la visione dell’incontro tra me ed EJ. Mi rassicurò che da quel momento evitò accuratamente di pensare a tutta questa storia quando nei paraggi c’era Edward. Quindi, a conti fatti, lui rimaneva ancora all’oscuro di tutto. Lui che avrebbe dovuto sapere subito la verità in realtà non sapeva niente. Non avrei potuto di certo biasimarlo se quando l’avesse scoperto si sarebbe infuriato con entrambe..

Ma quel giorno c’era anche un’altra cosa che mi tormentava. Non sapevo spiegarlo a parole, più che altro era una sensazione..
Appena sveglia quella mattina fui attraversata da una scarica di brividi che mi fecero fremere di paura. Non capivo a cosa fosse dovuto, di rado avevo di queste sensazioni ma sentivo come se qualcosa non andasse nel verso giusto.. come un avvertimento.

Fui riscossa dai miei pensieri da un bambino che correva urlando a squarciagola fuori dal negozio del centro commerciale in cui io ed Ally eravamo entrate per trovare il “vestito giusto per il terzo appuntamento” così lo chiamava lei. Ero stata praticamente costretta a seguirla e così eccomi seduta su un pouf del negozio che aveva scelto per fare acquisti.
-Bella.. ma mi stai ascoltando? Preferisci quello rosso o quello blu?-
Scossi la testa come per tornare nel presente e finalmente riportai la mia attenzione sulla mia amica che teneva in mano due crocette con appesi lo stesso abito però di due colori diversi.
-se non te lo vedo addosso è difficile scegliere..-
-bè se fossi stata connessa col pianeta terra tutte le volte che ti ho chiamato negli ultimi 10 minuti, me li avresti visti sicuramente addosso- disse con tono comprensivo ma questo non sminuì di certo il fatto che mi fossi assentata nei miei pensieri per ben 10 minuti.  
-oddio..- mormorai più a me stessa che ad Ally – mi dispiace così tanto, davvero credimi sono imperdonabile-
-non ti preoccupare.. so come ti senti in quest’ultimo periodo. Non avrei dovuto chiederti di venire..-disse affranta scuotendo le spalle.
-no, no! Non azzardarti a dire una cosa del genere. Sono io ad essere imperdonabile, faccio schifo come amica!-
-su adesso non c’è bisogno di autoflagellarsi perché non sei stata attenta sulla scelta di un vestito.. è solo che avrei voluto avere un tuo parere..-
-rimediamo subito!- le dissi andandole di fronte e prendendo entrambe le crocette.
-vieni davanti lo specchio..- si posizionò per bene e le poggiai i vestiti sotto il mento per avere una versione approssimativa dell’insieme. Non l’avrei di certo costretta a provarseli di nuovo..
Se fosse toccato scegliere a me sicuramente avrei preferito il blu..qualcuno una volta aveva detto che si sposava bene con la mia carnagione e poi adoravo il blu.
Ma per Ally il rosso era perfetto! Si abbinava esattamente con i riflessi rossicci dei suoi capelli e il verde dei suoi occhi risaltava ancora di più.
-Rosso!- dissi sicura – si, decisamente quello rosso! Sarai stupenda Ally, EJ cadrà ai tuoi piedi quando ti vedrà..-
-su.. adesso non esagerare..- disse abbassando il viso che le si era tinto di un pudico rossore.
-ecco adesso sei perfetta!- dissi accennando al colore delle sue guance e al vestito.
-sembro un peperone!- sbottò ridendo.
-si..un peperone, ma pur sempre bellissimo!! Chissà che EJ non si decida a darti un morso..-
-speriamo..- mi rispose mettendosi a ridere contagiando anche me.

Uscimmo dal negozio contente per l’acquisto appena fatto e ci dirigemmo a comprare dell’intimo da abbinarci sotto.
Ecco quella era la vera tortura per me.. non ero assolutamente adatta a scegliere completini intimi! Avrei voluto defilarmi.. ma Ally non volle sentire ragioni.
-dai Ally riuscirai a scegliere il completino giusto anche senza di me..-
-no, voglio che entri insieme a me non si discute! E poi devi farti perdonare per la distrazione che hai avuto con il vestito..-
Stavo per accettare, in fin dei conti aveva ragione, quando fui salvata in calcio d’angolo dal suono del cellulare.
-che peccato.. adesso dovrò rispondere al telefono!- dissi prendendola in giro.
-ok, ma se non entri fra 5 minuti vengo a prenderti con la forza! Chiaro?-
-cristallina!-
Sbuffò alzando gli occhi al cielo ed entrò in negozio.

Presi il cellulare e risposi subito senza neanche vedere chi fosse.
-pronto?- dissi ancora con tono divertito pensando alla discussione con Ally.
-ciao Bella sono Jacob..- il tono della sua voce era strano.. sembrava incolore.
-Jake! Come sono felice di sentirti! Come stai?-
-bene.. io sto bene.. B-Bella devo dirti una cosa..-
-dimmi- dissi mentre la sensazione di paura che avevo sentito quella stessa mattina si faceva di nuovo largo in me..
E quando aprì bocca sentii crollarmi il mondo addosso. Era come se improvvisamente tutte le mie barriere mancassero di stabilità. Fui immediatamente colta da una scarica di brividi che mi gelò all’istante. Sentii cedere il pavimento sotto di me e una sensazione di claustrofobia mi faceva quasi soffocare. Ma questo era niente in confronto al dolore che sentii al cuore. Era insopportabile. Le mani mi tremavano e la fitta nello stomaco cresceva ogni secondo di più. Annaspavo alla ricerca di aria, era come se mi avessero tappato sia il naso che la bocca e non trovassi il modo per liberarmene. Sentii le forze venire meno e una mano strattonarmi per il braccio e sorreggermi contemporaneamente. Vidi il volto preoccupato di Ally quasi come un miraggio prima di cadere a terra priva di sensi.
Nella mia testa solo le parole di Jacob.. “Charlie è in Ospedale in pericolo di vita, è stato coinvolto in una sparatoria, è molto grave Bella devi venire subito!”

*****************

Sentivo voci intorno a me e bisbigli incomprensibili. La schiena, così come la testa e le gambe, era poggiata su qualcosa di morbido. Capii immediatamente di non essere più al centro commerciale, ma di trovarmi adagiata su un letto.  Sentivo susseguirsi nelle orecchie sempre le stesse parole “Charlie è in Ospedale in pericolo di vita”, inevitabilmente la fitta al cuore tornò subito e mi decisi ad aprire gli occhi. Dovevo affrontare la realtà.. e la realtà era che mio padre aveva bisogno di me!
-Bella.. finalmente ti sei ripresa!- sentii sussurrare al mio orecchio- Carlisle, Esme venite subito!- chiamò Alice che seduta vicino a me teneva stretta la mia mano con la sua.
-papà..- dissi senza riuscire a trattenere le lacrime.
Alice mi fu subito accanto e mi abbracciò. Con la coda dell’occhio vidi entrare in stanza Esme e Carlisle con un’espressione indecifrabile sul volto. Mi fece quasi paura vederli così preoccupati. Che fosse successo l’irreparabile? No. Non poteva essere, Charlie non poteva farmi questo..
-Bella tesoro ci dispiace così tanto per quello che è successo!- mi disse Esme raggiungendomi sull’altro lato del letto.
-vi prego.. ditemi che sta bene.. che non è successo niente..vi prego..- dissi singhiozzando per l’agitazione.
-Bella, ho chiamato l’ospedale di Forks e ho chiesto informazioni, tuo padre sta subendo un delicatissimo intervento chirurgico in questo momento. Il proiettile sfortunatamente non è uscito dalla spalla ed è rimasto incastrato vicino al cuore..- mi spiegò Carlisle.

Subito mi portai le mani a coprirmi il volto..
-oddio.. adesso è sotto i ferri ed io non sono con lui, devo andare.. devo andare da lui!- fui colta da una strana frenesia e subito feci per scendere dal letto ma Alice mi fermò intrappolandomi con la sua mano forte.
-shh calmati Bella, non è il momento di agitarsi. Ci andrai a Froks sta tranquilla, ti ho prenotato un posto sull’aereo per Seattle delle 15.30- dopo quelle parole sentii il bisogno di sapere che ore fossero, ma non feci in tempo a fare la domanda che subito Alice mi rispose.
-sono le due Bella tra un po’Jasper ti accompagna all’aereoporto- mancava ancora così tanto?
-ok..devo andare all’università.. prendere un po’ di cose.. non posso partire senza dire niente a nessuno, Ally si preoccuperà.. Ally! Dov’è Ally? Si sarà spaventata tantissimo..-
-calmati Bella fai un bel respiro profondo! Non vorrai che ti prenda un altro malore? Non preoccuparti per Ally, in questo momento è nella tua stanza al dormitorio a preparare la tua roba in valigia e ci penseremo noi a comunicare l’accaduto in segreteria-

Feci un respiro profondo provando a calmarmi un po’ e ringraziai mentalmente Ally per quello che stava facendo. Vidi Esme alzarsi in silenzio ed uscire dalla stanza.
-m-ma come sono finita qui? Chi mi ci ha portato?- chiesi rendendomi conto solo in quel momento che mi trovavo a casa Cullen.
-ti ci abbiamo portato io e Jasper. Ecco vedi.. oggi pomeriggio ho avuto la visione della sparatoria in cui è stato coinvolto tuo padre e volevo venire subito da te per dirtelo. Sapevo dove ti trovassi e così siamo corsi al centro commerciale, ma quando siamo arrivati eri già stesa a terra priva di sensi. Jacob mi ha preceduto ed io questo non potevo saperlo..-
-oddio Alice! Sono così preoccupata.. e se succedesse davvero l’irreparabile? Non posso perdere Charlie.. non posso..-e altre lacrime si aggiunsero alle precedenti.
-shh calmati..calmati..-disse cullandomi nel suo abbraccio.
-Bella vedrai che si sistemerà tutto.. adesso ti sembra una situazione insormontabile, e lo capisco. Sei qui, lontana da casa e da tuo padre che in questo momento ha bisogno di te, ma vedrai che appena metterai piede sull’aereo ti sentirai meglio- disse Carlisle avvicinandosi al letto.
Era vero..non vedevo l’ora di essere su quell’aereo diretta a casa. Diretta da mio padre. Diretta verso una delle persone che amavo di più al mondo e che adesso era in un letto d’ospedale a lottare tra la vita e la morte. Al sol pensiero gli occhi tornarono ad inumidirsi.
-Carlisle ed Alice hanno ragione devi calmarti, ecco tieni prendi questa- disse Esme tornando in stanza con una tazza fumante in mano.
La presi ringraziandola e bevendo quel liquido caldo sentii i brividi di paura abbandonarmi per un attimo.
Ally tornò dopo mezzora portando con se la mia valigia.
-ho cercato di prendere più cose possibili. Comunque ci ho messo dentro tutto il necessario..mi dispiace da morire Bella, vedrai che se la caverà. Non succederà nulla me lo sento..- disse abbracciandomi con gli occhi lucidi. Probabilmente tutta quella faccenda gli ricordava suo padre e la sua prematura scomparsa.
-grazie Ally..grazie davvero!-
-mi dispiace solo di non poterti stare vicino..però ci sentiremo sempre te lo prometto-
-non preoccuparti sarai vicina nel mio cuore!-
Ci abbracciammo a lungo ed in quel momento sentii che Ally mi sarebbe mancata terribilmente. Ero così abituata ad averla fra i piedi che separarmi da lei era quasi impensabile. Andò via poco dopo a causa delle lezioni pomeridiane da seguire e anche se non lo diede a vedere i suoi occhi erano pieni di lacrime al momento dell’arrivederci.

-è giunto il tempo di salutarci..- dissi in un sospiro appena fuori il portone di casa Cullen. Prima di andare però c’era un’altra cosa che volevo facessero per me.
-vi prego.. non dite niente ad Edward..- mi guardarono tutti come stupiti probabilmente non capendo la richiesta assurda che gli stavo facendo.
-ma perché cara? Mi sembra giusto che anche lui sappia cosa sia successo..-
-e lo scoprirà ne sono certa, non riuscirete a mantenere il segreto a lungo, prima o poi penserete a questa storia anche solo per un secondo e lui lo verrà a sapere, ma fino a quel momento non voglio che lo sappia.. vi prego..- forse era folle il pensiero che se Edward avesse saputo di mio padre si sarebbe riavvicinato a me solo per pietà ma per come stavano le cose tra di noi in quel momento mi sembrava la cosa più giusta e sensata. Annuirono tutti quanti alla mia richiesta e mi promisero che avrebbero provato a mantenere la parola data fino a che la necessita di sapere le condizioni di Charlie non li avesse fatti impazzire. E poi ci tenevano a dirlo anche a Rosalie e ad Emmett che in quel momento erano fuori a caccia.
-abbracciami forte Bella! Mi raccomando non ti agitare e pensa solo a Charlie – mi disse Esme accarezzandomi la schiena con dei gesti delicati.
-ho tanta paura Esme.. e se la situazione fosse grave? Ho paura di perderlo, come farò senza di lui se dovesse..-
-shh shh!! Bella andrà tutto bene, Charlie è forte e non devi pensare subito al peggio.. adesso ha bisogno di te e con te vicino supererà anche questa vedrai-
-lo spero tanto..-
-no andrà sicuramente così Bella!- mi disse Alice cingendomi il fianco.
- Alice... Alice??tu dici così perche hai visto che si riprenderà?-
-purtroppo no..- disse frenando la mia improvvisa euforia - mi dispiace.. adesso non riesco a vedere ancora niente, ma ti dico una cosa.. non bisogna sempre avere il dono della veggenza per sapere che le cose andranno bene.. Charlie è in gamba, vedrai che se la caverà,  me lo sento!-
- ok! Ci credo! Charlie non può farmi questo, ne ha superate tante e sono sicura che anche questa volta se la caverà..-
-brava la mia Bella!! Adesso vai.. presto-
- mi mancherete! Voi non andate via vero? Quando torno vi trovo qui?-
-ma certo Bella dove vuoi che andiamo? Anzi ti dico una cosa.. ti verrò a trovare al più presto.. sono sicura che te la saprai cavare benissimo da sola ma una mano in più non dovrebbe guastare!- mi disse Alice e non le diedi nemmeno il tempo di finire la frase che subito mi gettai su di lei.
-adesso vai, altrimenti perdi l’aereo!- annuii con il capo ma non feci in tempo a girarmi e ad andare che subito fece capolino dietro di me una macchina.
Era Edward che si apprestava a scendere dalla sua auto. Lanciai a tutti un’occhiata in segno d’avvertimento per quello che ci eravamo detti poco prima.
-bene adesso vado.. - dissi rivolgendomi a tutti.
-per fortuna! Se avessi saputo che ti avrei trovato qui sarei rimasto volentieri a scuola- disse Edward senza neanche guardarmi mentre saliva i gradini di casa. Con le sue parole non fece altro che confermare i miei dubbi.
- Edward!- lo ammonì subito Esme.
-no Esme lascia stare.. ormai ci sono abituata..- mi voltai di nuovo verso di lui e lo fulminai con lo sguardo -spero che la tua arroganza ti renda felice.. perché a me fa schifo! –
-questo non è un problema mio! è un po’ ormai che non mi preoccupo più di cosa ti rende felice!-
-bene!-
-bene!-
-bene!-gli risposi con le guance gonfie di rabbia.

Aspettai un attimo per provare a riprendere in mano la situazione, ma le lacrime stavano già pizzicando ai bordi degli occhi e sapevo che se non fossi andata via subito sarei inevitabilmente crollata. Mi voltai in direzione di Alice e la salutai con la mano..
-a dopo Alice, ti chiamo quando arrivo..-
Corsi in macchina e Jasper mise subito in moto. A quel punto non riuscii a trattenermi e scoppiai in singhiozzi.
-stronzo di un vampiro!- mi lasciai scappare tra le lacrime.
-ei così offendi..- mi disse Jasper ridacchiando. Poco dopo riuscii a calmarmi un po’ e a ritrovare la lucidità. Sicuramente stava usando il suo potere su di me e in quel momento non potevo che essergliene grata!
-credi che riusciranno a trattenere i loro pensieri almeno fino a che non sarò salita sull’aereo?-
-oh io credo che ci riusciranno benissimo..-
-perché dici così??- chiesi curiosa.
-perché ormai siamo abbastanza allenati a nascondere le cose ad Edward!-
-che vuoi dire? Spiegami- dissi accomodandomi meglio sul sedile.
-ecco vedi.. da quando siamo andati via da Forks Edward non è stato più lo stesso. Era diventato scontroso con tutti e non voleva parlare più con nessuno, e ne tantomeno voleva sentire i nostri pensieri preoccupati su di lui. Un giorno minacciò di andarsene se non avessimo cambiato atteggiamento nei suoi confronti. Era stanco di sentirsi compatito attraverso i nostri pensieri e allora abbiamo iniziato ad adattarci a questa nuova condizione. Sono mesi che ci alleniamo per non assillarlo più  e devo dire che siamo diventati proprio bravi..-
-oh non ne dubito..-
-si.. però in questo caso non so per quanto tempo riusciremo a trattenere la preoccupazione per Charlie. Come hai detto tu stessa, prima o poi penseremo a te o a lui solo per un secondo e allora Edward saprà tutta la verità..-
Annuii tornando a guardare la strada davanti a noi. Eravamo quasi arrivati per fortuna, non vedevo l’ora di salire su quel maledetto aereo.

-ma perché non vuoi che sappia la verità?- quasi mi spaventai nel sentire la voce di Jasper giungermi così improvvisamente alle orecchie. Presi un bel respiro profondo prima di rispondergli.
-perché non voglio che si riavvicini a me solo per pietà. Sappiamo entrambi quanto Edward abbia il complesso dell’eroe e non ci metterebbe molto a lasciare tutto e seguirmi a Forks solo per non lasciarmi sola..-
-si forse è vero..- lo guardai con un sopracciglio alzato e subito si corresse – si, ok è sicuramente così-
-almeno non sono l’unica a pensarla in questo modo-
-però non capisco perché non vuoi che ti stia vicino.. voglio dire, sono mesi che non fai altro che provare a riconquistarlo e adesso che avresti la possibilità di saperlo vicino a te, gli nascondi la verità e scappi?-
-non sto scappando.. vorrei solo che se decidesse di starmi vicino non fosse solo per pietà. Voglio che lui ritorni da me perché ha capito che è veramente questo quello che vuole e non perché si sente in dovere di farlo!-
Ormai eravamo arrivati in aereoporto e non ebbe il tempo di rispondermi, ma ero convinta in tutto e per tutto di quello che avevo detto e non sarebbero servite altre parole per farmi cambiare idea.
Mi accompagnò al check-in e rimase insieme a me fino a che non chiamarono il volo. Ci salutammo con un abbraccio e  subito mi sentii invadere dall’agitazione non appena mi staccai da lui per dirigermi al gate.

Prima dell’imbarco chiamai Jacob per avvisarlo che stavo per prendere l’aereo e che non c’era bisogno che venisse a prendermi all’arrivo, avrei preso un taxi per tornare a casa. Non sapeva dirmi nulla delle condizioni di Charlie visto che lo stavano operando e non essendo un parente ogni notizia gli era preclusa. “dobbiamo solo aspettare e sperare che tutto vada bene” mi disse prima di chiudere la telefonata e quelle parole mi accompagnarono per tutto il viaggio. Cinque ore passate a pensare e a crogiolarmi nell’agitazione. Neanche il libro che avevo portato per passare il tempo riusciva a distrarmi.
Speravo con tutta me stessa che Charlie si riprendesse e che non subisse danni gravi in seguito all’incidente. Era quasi impensabile per me immaginarlo sopra un letto d’ospedale indifeso e ferito. Il suo carattere forte mi aveva sempre fatto credere che fosse invincibile. Anche da bambina quando lo vedevo con la divisa della polizia e la pistola d’ordinanza credevo che nessuno avrebbe mai potuto fargli del male. E invece adesso qualcuno gliene aveva fatto. Mi accorsi solo in quel momento che ancora non sapessi nemmeno le dinamiche dell’incidente e cosa fosse successo. Naturalmente collegai il tutto alla banda di balordi che stava razziando Forks in quegli ultimi mesi. Dovevo immaginarlo che sarebbe successo qualcosa.. già dalla telefonata che mi aveva fatto la settimana prima, in cui mi raccontò delle ultime novità, sentii di non poter stare tranquilla.
Una lacrima scese a rigarmi il volto e sperai tanto di riuscire a parlargli almeno per un istante. Di dirgli quanto gli volessi bene e quanto mi era mancato in tutti i mesi passati lontana da casa, lontana da lui.
-signorina tutto bene?-chiese la signora che occupava il posto accanto al mio sfiorandomi un braccio. Poteva avere si e no una cinquantina d’anni, portava gli occhiali da vista e aveva un sorriso molto gentile.
-oh si grazie..- dissi cercando di ripulire il viso ancora bagnato.
-è che l’ho vista molto turbata.. per tutto il viaggio non ha fatto altro che sospirare e muoversi in maniera agitata sul sedile-
Per quanto potesse darmi fastidio che qualcuno mi fissasse e studiasse i miei movimenti, non potevo di certo esserlo con questa signora così premurosa da porgermi un tovagliolino di carta per asciugarmi il viso.
 -grazie- le dissi prendendo il clinex- sono solo preoccupata e un po’ agitata per mio padre..-
-capisco.. non pianga però, sono sicura che suo padre non vorrebbe vederla così-
Le sorrisi ringraziandola e subito mi rigirai verso il finestrino. Poco dopo fui riscossa dai miei pensieri dall’hostess che ci pregava di allacciare le cinture di sicurezza. Stavamo per atterrare e a causa di un violento temporale l’atterraggio sarebbe stato parecchio movimentato.
Per fortuna la tortura finì in fretta e subito mi alzai per recuperare il bagaglio a mano e scendere il prima possibile dall’aereo. Salutai la signora che sedeva accanto a me e mi dileguai in fretta verso l’uscita.

Appena fuori andai al recupero bagagli e aspettai in fila la mia valigia. Una volta in mano mi diressi verso l’uscita dell’aeroporto in cerca di un taxi. Avrei potuto aspettare la coincidenza per Forks, ma ci sarebbe voluto troppo tempo. E anche se il viaggio in macchina da Seattle a casa mi sarebbe costato un botto di soldi almeno sarei arrivata prima.
Salii sul primo taxi libero e diedi le indicazioni al taxista che mi guardò abbastanza sorpreso e naturalmente anche contento per tutti i soldi che avrebbe guadagnato alla fine della corsa.
Guardavo fuori dal finestrino e mi sembrava un eternità arrivare a destinazione. Ma l’importante era che fossi a casa e che presto avrei rivisto mio padre.
Aprii il cellulare che avevo chiuso in aereo e subito mi arrivò l’avviso che nella segreteria telefonica c’erano dei messaggi da ascoltare.
Il primo era di mia madre: “Bella tesoro.. ho appena saputo di tuo padre. Billy mi ha avvisato. Non ti chiederò come mai non sia stata tu a farlo ma immagino la tua preoccupazione in questo momento quindi non me la sento di rimproverarti!  Mi hanno detto che stai tornando a Forks e non sai quanto vorrei raggiungerti ma devo dirti una cosa e.. chiamai quando arrivi o quando ti sarai sistemata a casa o appena trovi un momento libero.. però chiamami devo assolutamente parlarti. Da quando ho saputo dell’incidente non ho fatto altro che pregare per Charlie. Stagli vicino mi raccomando tu sei la cosa più preziosa che ha al mondo. Vedrai che tutto si risolverà presto. Ti voglio bene bambina mia.. a dopo”
Sentii subito gli occhi farsi umidi. L’avrei chiamata appena arrivata a casa.

Il secondo invece era di Jacob: “Bella l’intervento è finito poco fa. Ti aspetto in ospedale per parlare con i medici che ancora non si decidono a dirci niente! A dopo”
Bene. L’intervento era finito dunque. In qualche modo mi sentii sollevata nel saperlo. E forse il fatto che Jacob non mi sembrasse troppo preoccupato al telefono mi faceva sperare in bene.
Guardai l’orologio che segnava le 21:15 quando superammo Port Angels e improvvisamente il mio cuore prese a battere all’impazzata. Il mio labbro inferiore poverino non ce la faceva più a sopportarmi visto il modo in cui lo stavo torturando tra i denti, così come il mio piede destro che non avevo smesso un attimo di agitare.
Quando lessi il cartello con la scritta Forks sentii una fitta allo stomaco. Quant’era bello tornare a casa anche se per un evento così spiacevole!?
-siamo a Forks signorina- mi disse il taxista.
-vedo.. prenda la strada per l’ospedale presto!- lo incitai con impazienza.
Gli ultimi metri  prima del traguardo sembrano sempre i più lunghi e anche in questo caso sembravano una tortura. Mi stavo seriamente chiedendo se avessero spostato l’ospedale durante la mia assenza!
L’Acca luminosa però che si vedeva in lontananza mi fece tranquillizzare. Mancava veramente poco..
E infatti quando il taxi parcheggiò davanti l’ingresso pagai la corsa e come una furia mi precipitai fuori dalla macchina mentre l’autista scaricava i bagagli.
Trasportai il trolley con me all’interno dei corridoi puzzolenti dell’ospedale e quando arrivai nel reparto di terapia intensiva trovai ad attendermi un paio di braccia bollenti che subito mi strinsero al petto. Pensavo di crollare e invece mi stupii io stessa della forza che sentivo di avere in quel momento. Ricambiai l’abbraccio di Jacob che subito si staccò guardandomi preoccupato.
-come stai?- mi disse con la voce agitata.
-non bene.. lui come sta? Cosa dicono i medici? L’intervento è andato bene?-
- non sappiamo niente purtroppo.. quando hanno saputo che stavi per arrivare hanno deciso di aspettare te prima di dirci qualcosa-
Feci un respiro profondo e andai a sedermi su una sedia in attesa che il medico uscisse e si decidesse a dirci qualcosa.  
-Jacob ma cosa è successo? Spiegami ti prego..-
Lui si sedette al mio fianco prendendomi le mani tra le sue – è accaduto tutto così in fretta Bella.. non so cosa ti abbia spiegato Charlie a proposito di quello che è successo a Forks negli ultimi mesi..-
-si mi ha detto tutto. So che era molto agitato per via di questa banda che stava razziando il paese.. e che stavano cercando di prenderli. E questo che è successo? L’hanno ferito mentre cercava di catturare quei bastardi?-
-si Bella è così, noi volevamo fare qualcosa.. intervenire in qualche modo. Ma tuo padre ha intensificato la sicurezza in tutta la città e non potevamo andarcene in giro per la città indisturbati.. dei lupi giganti capisci bene che avrebbero creato solo problemi. E così stamattina presto quei balordi hanno agito di nuovo. Tuo padre e i suoi uomini sono arrivati in tempo per fermarli. Ma loro si sono nascosti all’interno del negozio e hanno preso in ostaggio il proprietario. Dovevi esserci Bella.. sembrava la scena di un film. Charlie è stato molto bravo a gestire la situazione e a negoziare le condizioni di quei bastardi. E ci era riuscito, mancava veramente poco che li prendessero quando si sono ribellati e hanno cominciato a sparare. Tuo padre era in seconda linea ed era quasi impossibile raggiungerlo ma in quel momento ha visto uno dei suoi ragazzi sotto tiro e si è messo davanti per proteggerlo. Si è comportato da eroe Bella..-
Sentii calde lacrime rigarmi il viso e una sensazione di orgoglio nel cuore. Orgoglio si, ma anche rabbia. Come aveva potuto fare una cosa del genere! Sapeva che così facendo avrebbe rischiato la vita e nonostante questo l’aveva fatto comunque. Non aveva pensato minimamente a quello che il suo gesto avrebbe portato? E pensare che mi aveva promesso che non si sarebbe comportato da eroe!
Non aveva pensato che la sua bambina, sapendolo in un letto d’ospedale tra la vita e la morte, avrebbe pianto perché aveva una paura fottuta di perderlo?
-almeno..- dissi tra i singhiozzi – sono riusciti a prenderli?-
-non tutti.. uno è scappato! Non capisco come sia riuscito a fuggire vista la sicurezza che c’è in tutta Forks e gli agenti che erano sul posto. Ma immagino che in quel momento vedere il capo della polizia a terra colpito da un proiettile li abbia annientati tutti-
-spero proprio che riescano a prenderlo quel bastar.. – ma non feci in tempo a finire la frase che un rumore alle mie spalle mi fece voltare.
-è il dottore che ha operato tuo padre Bella- mi disse Jacob bisbigliando.
Mi alzai di scatto andandogli incontro.
-bene è arrivata! Sono il dottor Evans-
-dottore mi dica come sta la prego!-
-suo padre ha subito un delicato intervento chirurgico. Il proiettile si era fermato proprio vicino al cuore e abbiamo dovuto estrarlo con estrema cautela. L’intervento è riuscito ma ha perso molto sangue al momento dello sparo e adesso dipende tutto da come reagirà nel decorso post operatorio. Soprattutto queste 24 ore saranno importanti per delineare le condizioni vitali e assicurarci che sia stabile-
-quindi non dobbiamo fare altro che aspettare fino a domani?-
-si signorina per il momento possiamo fare solo questo.. naturalmente noi lo monitoreremo tutta la notte. Non si preoccupi-
-posso vederlo?- dissi benché sapessi fosse presso che impossibile.
-mi dispiace ma non posso farla entrare. Non adesso almeno. Torni domani e vedrò cosa posso fare-
-la prego non posso vederlo neanche da lontano?-
-potrei portarla nel corridoio e lasciarglielo vedere un momento dalla finestra se vuole..-
-si! Certo, va più che bene..-
Mi voltai verso Jacob e lo guardai negli occhi prima di andare.
-vai ti aspetto qui-
Annuii e andai con il dottore che gentilmente mi indicò la strada.

Arrivammo in un corridoio molto silenzioso che mi fece venire i brividi. L’odore nauseante di disinfettante qui era ancora più accentuato. Il dottore si fermò proprio davanti ad una finestra che dava su una stanza completamente sterile e mi incitò con una mano di avvicinarmi. Appena guardai dentro quello che vidi mi fece male al cuore. Istantaneamente sentii le lacrime addensarsi agli angoli degli occhi e mi portai entrambi le mani davanti la bocca per soffocare un gemito di dolore. Charlie era steso nel letto intubato e completamente ricoperto da fili che collegavano le sue funzioni vitali alle macchine che con il loro incessante bip avevano il potere di martellarmi il cervello. Rimasi a fissarlo per non so quanto tempo fino a che il dottore mise una mano sulla mia spalla e mi fece voltare.
-dobbiamo andare-
Annuii e contemporaneamente portai una mano al vetro della finestra come a salutare mio padre. Ma il mio era più un gesto di disperazione. Non volevo lasciarlo li. Non volevo andarmene sapendo che forse non avrebbe superato la notte e quella era l’ultima volta che lo vedevo. Mi lasciai guidare impotente dal dottor Evans e raggiungemmo di nuovo Jacob che attendeva in sala d’aspetto.
-signorina le consiglio di andare a casa a riposare. So che è appena arrivata da un lungo viaggio..-
- no. Io non vado da nessuna parte!-
-Bella..- disse Jacob al mio fianco interrompendomi.
- la prego vada a casa. Le assicuro che se rimane qui non avrà di certo il potere di far guarire suo padre. La chiameremo se succede qualcosa stia tranquilla..-
Sapevo che rimanere li non avrebbe di certo aiutato mio padre ma non riuscivo a pensare di tornare a casa e trovarla vuota e magari vedere il suo giornale appoggiato sul tavolo della cucina letto solo per metà. Le scarpe lasciate alla rinfusa sul pavimento del bagno e una delle sue camice in salotto.
-Bella il dottore ha ragione.. ti porto a casa e domani mattina ti vengo a prendere e ti riaccompagno di nuovo qui, promesso-
Volevo oppormi ma sapevo di combattere una battaglia già persa in partenza. E poi se fossi rimasta li Jacob sicuramente non mi avrebbe lasciata sola e non potevo pretendere che dopo una giornata passata su una sedia rimanesse con me anche tutta la notte. 
Annuii inerme e insieme ci dirigemmo verso l’uscita mentre in quella sala lasciavo un pezzo del mio cuore.

*****************

-sei sicura di voler rimanere sola? Potrei dormire sul divano o magari potresti venire da noi..- eravamo appena arrivati davanti casa mia e Jacob come sospettavo si fece mille problemi a lasciare che trascorressi la notte tutta sola.
-no Jacob grazie dell’offerta ma preferisco stare qui. In qualche modo è come se sentissi Charlie ancora più vicino-
- d’accordo. Come vuoi. Però?- disse prendendomi la mano e stingendola nella sua- voglio che mi chiami se cambi idea, ok? Non farti problemi.. promesso?-
Annuii sorridendo debolmente – promesso!-
Scesi dalla macchina e Jacob aspettò che entrassi in casa prima di ripartire. Mi richiusi la porta alle spalle e feci un grande respiro prima di accendere le luci.
In qualche modo era emozionante ritrovarsi in quelle mura e scoprire quanto mi fossero mancate. Il profumo che sentii subito era quello di casa e come sospettai ritrovarmi in quel posto senza mio padre non fece altro che farmi deprimere ancora di più. 

Decisi di non lasciare il tempo alla tristezza di impossessarsi di me e andai a chiamare mia madre che sicuramente attendeva una mia telefonata da ore.
Rispose al terzo squillo.
-Bella! Ciao amore come stai? Tuo padre come sta?-
Deglutii a fatica e subito le risposi.
-il dottor Evans dice che dobbiamo aspettare le prossime 24 ore per sapere se è fuori pericolo. Fino ad allora non possono fare altro.. comunque  dice che l’intervento è riuscito- dissi con un filo di voce ed ebbi quasi il dubbio che non mi avesse sentito. Per fortuna non fui costretta a ripetermi.
-non sai quanto mi dispiace Bella. Non ho fatto altro che pensare a voi per tutto il giorno. Il fatto che non viviamo più insieme non vuol dire che non siamo una famiglia..-
-già- aspettai un secondo prima di chiederle cosa avesse di così importante da dirmi – ma tu.. cosa volevi dirmi? Sembravi così agitata..-
-o si.. avrei voluto farlo in un momento diverso, ma visto che vorrei tanto raggiungerti a Forks e il motivo per il quale non posso è proprio quello che vedo dirti.. beh allora penso che il momento giusto sia questo.. – stava iniziando a farmi venire il mal di testa!
-mamma parla! Dimmi cosa devi dirmi e dilla!-
-sono incinta Bella..-
Cosa?
-cosa?- le chiesi pensando di non aver capito.
-sono incinta Bella. Appena l’ho saputo non ci credevo neanche io ma è così..-
-e da-da quanto lo sai? Perché non me l’hai detto prima?-
-lo so da una settimana. Non ti ho detto nulla perché avevo paura di come potessi reagire..-
-mamma! Non devi neanche dirla una cosa del genere.. insomma avrò un fratellino o una sorellina a cui voler bene! Penso sia la cosa più bella che potessi dirmi- dissi con le lacrime. Ma questa volta erano lacrime di gioia, che per un solo secondo mi fecero dimenticare tutta la preoccupazione per papà.
-oh Bella..- disse mia madre con la voce incrinata dal pianto- non sai quanto mi manchi! Volevo venire a Forks anche per vederti e starti vicino ma il dottore mi ha sconsigliato di prendere l’aereo, soprattutto adesso che la gravidanza è ancora all’inizio, capirai che non sono più giovane come un tempo!-
Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano e presi un bel respiro profondo prima di parlare.
-non preoccuparti.. davvero posso cavarmela anche da sola. Non voglio che ti succeda niente. Ti terrò informata io!-
-va bene..Bella?-
-si?-
-ti voglio bene tesoro mio. Vedrai che tuo padre si riprenderà ne sono sicura. Vi penso in ogni momento.. mi mancate davvero tanto-
-anche tu mamma..-
-ok, adesso smettiamola altrimenti comincio a piangere e non la finisco più! Ci sentiamo domani ok? Voglio sapere ogni cosa..-
-certo. Ci risentiamo domani allora..-
Chiusi la chiamata con un mix di sensazioni in corpo. Mi sentivo felice e allo stesso tempo preoccupata e triste. Andai in cucina a scaldare una tazza di latte nel microonde pronta per andare a letto quando improvvisamente il campanello di casa suonò.

Andai ad aprire con il timore di chi potesse presentarsi a casa a quell’ora e soprattutto con quel tempaccio visto che aveva cominciato a piovere.
E quando abbassai la maniglia della porta e vidi chi ci stava dall’altra parte sentii un tonfo al cuore. Non ero preparata a ricevere quella visita..

Non ero preparata a rivedere.. Edward!

 

Bene, bene, bene.. cosa ne ve pare? QUANTE DI VOI SI ASPETTAVANO UNA COSA DEL GENERE? Nello scorso capitolo vi avevo detto di stare attente ad un particolare che vi avrebbe portate dritte a questo capitolo! Poche di voi hanno colto che l’indizio stava proprio nella telefonata con Charlie! Cmq quello che è successo sarà fondamentale per i capitoli futuri..

 Anyway! Ho apprezzato tantissimo il vostro impegno davvero! E vi ringrazio infinitamente per la risposta allo scorso aggiornamento! Mi avete fatto arrossire per tutti i vostri complimenti!
Passiamo al capitolo.. Renée è incinta!! *__*
Siete state d’accordo con Bella nella scelta di non dire niente ad Edward?e del suo ritorno a Forks che mi dite? Pensavate che li avrei fatti stare di nuovo lontani eh? E invece Edward l’ha seguita! O___O oh mamma e adesso?
Staremo a vedere.. va bene la smetto di rompervi con i miei monologhi senza senso! I troppi dolci che ho mangiato devono avermi fatto male..^_^

UN BACIO CALOROSO A TUTTE VOI :********

A DOMENICA PROSSIMA! E ancora Buona Pasqua!  

 

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Capitolo 25
*** capitolo 24 ***


                                                                                                            

^___^ ciao Girls!!!

Contente di vedermi con un giorno d’anticipo??

Lo so.. sono troppo brava! Hahhah no. A parte gli scherzi, mi è proprio impossibile postare domani perché parto e ritorno lunedì sera. Quindi o postavo oggi o avreste dovuto aspettare fino a martedì! E siccome sono taaanto buona, eccomi qui!

Buona lettura!

Capitolo 24
 

Mi aspettavo di vedere chiunque ma non lui! Non dopo quello che ci eravamo detti poco prima che partissi.. e poi come faceva ad essere arrivato a Forks in così poco tempo? Anche lui doveva avere i suoi limiti..
Lo guardai attentamente e subito notai la preoccupazione che aveva stampata in viso. I capelli erano fradici e gocciolanti, resi più scuri dalla pioggia.
-cosa ci fai qui?- chiesi con tono sorpreso e adirato. Non avevo dimenticato quello che ci eravamo detti solo 6 ore prima.
-perché non mi hai detto niente? Perché?- disse entrando in casa sbattendo la porta e seguendomi in cucina. Il timer del microonde era scattato e il latte era caldo.
-perché sapevo come avresti reagito e vederti qui significa che non mi sbagliavo dopotutto!-
-oh per favore Bella finiscila! Hai chiesto ai miei genitori e ai miei fratelli di mentire! Hai voluto tenermi nascosta un cosa così importante! Conto così poco per te?-
-non cercare di rigirare la frittata! Non te l’ho detto perché tu conti poco! Non ti ho detto niente perché non voglio la tua pietà!-
-e questo che vuol dire? Ah si giusto.. com’è che hai detto a Jasper? “Sappiamo entrambi quanto Edward abbia il complesso dell’eroe”- disse cercando di scimmiottare la mia voce – quindi credi che io sia qui perché provo pena per te? Dillo! Avanti dillo!-
Mi girai di scatto per guardarlo visto che per tutto il tempo ero rimasta girata di schiena e il mio cuore prese a battere all’impazzata.
-si! È così! Per tutti questi mesi non hai fatto altro che rinfacciarmi il tuo odio e adesso vieni qui.. ti presenti a casa mia dopo aver scoperto che mio padre è in ospedale in fin di vita e pretendi che un pensiero del genere non mi sfiori la mente? Ci ho pensato si!-
-mi deludi Bella.. se dici così, mi deludi-
Abbassai la testa e gli diedi nuovamente le spalle – penso che ormai sia diventa un abitudine per me.. deluderti intendo. Non ho bisogno di te. Non vedo il motivo della tua presenza qui. Perché se mi dici che non è per pietà.. allora non capisco proprio perché sei venuto. Tu corri sempre ad aiutare la damigella in difficoltà. Questa volta sono io a chiederti di andartene. Non voglio il tuo aiuto..- 
Dillo! Dimmi che sei qui perché anche tu provi qualcosa per me. dillo! Erano queste le parole che mi ripetevo in testa da quando l’avevo visto davanti la porta di casa. Non m’interessava sapere altro. Volevo solo che mi dicesse che fosse venuto per me e non per compassione e la prima cosa che avrei fatto sarebbe stata gettargli le braccia al collo dimenticando tutto.

Lo sentii avvicinarsi alle mie spalle. Lo capii dal brivido che mi percorse tutta la schiena. Sentii un movimento a destra e con la coda dell’occhio vidi una sua mano avvicinarsi al mio braccio, ma la scansò via con un sospiro.
-hai visto Jacob.. sento il suo odore sui tuoi vestiti- mi irrigidii all’istante nel sentire quelle parole. Non avevo pensato minimamente che potesse sentire l’odore di Jacob addosso a me e sinceramente non mi ero posta questo problema quando in ospedale avevo lasciato che mi abbracciasse.
-si, era in ospedale da mio padre..-
-capisco- ed io non potei fare altro che annuire senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi. Mi stavo comportando da codarda? Può darsi.. ma sapevo che se mi fossi girata l’unica cosa che avrei desiderato fare sarebbe stata piangere sul suo petto confortata dal suo tocco.
-ok vado via, come vuoi tu..- disse semplicemente facendo crollare tutte le mie speranze.

A quel punto non riuscii più a resistere e alcune lacrime ,che si erano accumulate ai bordi dei miei occhi, scivolarono con facilità lungo il mio viso. Non un suono emisero le mie labbra. Ero come impietrita dalla sua risposta. Mi girai per poterlo guardare un ultima volta ma alle mie spalle non c’era nessuno.

L’aveva fatto.. era andato via veramente!

*****************

La notte la trascorsi pressoché insonne. Le uniche volte in cui i miei occhi trovarono un po’ di riposo sognai il volto di Edward che non mi diede pace neanche da sveglia. Il suo pensiero insieme a quello di mio padre non mi abbandonarono neanche per un minuto. E in tutto il tempo trascorso a fissare il soffitto di camera mia mi persi a riflettere su varie possibilità e su come fosse arrivato a Forks in così poco tempo. Se non fossi stata sicura che non avessimo preso lo stesso volo avrei giurato il contrario! Perché era impossibile anche per lui arrivare così in fretta. Ad ogni modo, non l’avrei scoperto comunque, quindi era meglio pensare ad altro.. Ma ecco che irrimediabilmente le immagini della nostra conversazione tornavano più vivide che mai davanti ai miei occhi. Come aveva fatto a scoprirlo così in fretta? Jasper mi aveva detto che avrebbero cercato di pensare il meno possibile a tutta questa faccenda..E infatti furono le parole che aveva usato Edward a farmi capire che era stato proprio quest’ultimo a raccontargli tutto : “Ah si giusto.. com’è che hai detto a Jasper? “Sappiamo entrambi quanto Edward abbia il complesso dell’eroe”furono queste le parole esatte che lo fecero uscire allo scoperto. Non me la sentii neanche di biasimarlo. Alla fine sapevo che prima o poi sarebbe successo.

Quando la sveglia suonò mi trovò già in piedi, scattante e pronta per affrontare una nuova giornata. Andai a prepararmi visto che Jacob sarebbe arrivato tra poco e quando mi specchiai in bagno, vidi delle profonde occhiaie solcarmi il viso segno della notte passata senza dormire. “pazienza..”dissi tra me e me riprendendo da dove avevo finito per non perdere ulteriore tempo.
In15 minuti fui pronta e scesi in cucina per mettere qualcosa sotto i denti. Il mio stomaco brontolava visto che ero a digiuno dalla sera prima. Dopo la visita di Edward non riuscii neanche a bere il latte che avevo messo a scaldare..
Mi sedetti al tavolo della cucina e osservai la sedia davanti a me che solitamente era occupata da mio padre.
Era strano ritrovarsi a casa dopo così tanto tempo. Alle volte mi fermavo a fissare le camere come se le vedessi per la prima volta e a volte invece mi perdevo a guardare delle foto di me e mio padre che mi facevano solo intristire.
Per fortuna ci pensò il suono del campanello a non permettermi che mi rabbuiassi.

Corsi ad aprire certa di chi avrei trovato dietro la porta.
-Jacob..- dissi facendolo entrare in casa stringendomi nel suo abbraccio. Quanto mi era mancato il mio amico..
-allora sei pronta?-
-si stavo solo cercando di mangiare qualcosa.. ma possiamo andare lo stesso, non vedo l’ora di essere in ospedale- dissi prendendo la giacca che avevo poggiato sulla sedia lasciando la tavola imbandita.
-alt-alt, fermati.. abbiamo tutto il tempo per andare in ospedale. adesso ti siedi e mangi qualcosa.. sei magra come un chiodo!- mi disse bloccandomi per le spalle.
Provai a ribattere ma mi sfilò la giacca di mano e mi fece sedere con forza sulla sedia tornando alla mia tazza di latte e cereali.
Spinta dal suo sguardo autoritario non me la sentii di ribattere e ingoiai subito una cucchiaiata di latte ancora tiepido.
-mi sei mancata lo sai?- mi disse all’improvviso mentre ingoiavo un sorso di succo d’arancia.
-anche tu Jake.. anche tu- dissi allungando una mano sul tavolo a prendere la sua che la strinse forte.
-quindi.. vorrei dire che mi dispiace che tu sia tornata a casa per una così brutta occasione.. ma non lo farò. È sempre bello vederti-
Gli sorrisi grata senza aggiungere altro.
-allora? Sei riuscita a dormire un po’?-
Lo guardai strabuzzando gli occhi e indicandogli le occhiaie che infide li circondavano – ti pare che sia riuscita a dormire?-
-no..- disse ridacchiando – evidentemente no!-
-un momento!- disse subito dopo stampandosi in faccia un’espressione seria – sento puzza qui dentro..- assottigliò gli occhi e mi guardò come se volesse prendermi in castagna.
-mi stupisco di te Jake ! Te ne sei accorto solo ora? Pensavo che avresti fatto il diavolo a quattro appena fossi entrato in casa..- cercai di sdrammatizzare la situazione e di camuffare il batticuore che subito mi colpì nel sentire quella domanda.
-che fai sfotti?-
-no..no..- dissi allargando le mani in segno di resa.
-per tua fortuna riconosco a chi appartiene questo odore.. ed è forse per questo non mi vedi su tutte le furie. Però.. non sapevo che fosse venuto anche lui con te-
-infatti non è venuto con me!- abbassai lo sguardo cercando di risultare il più disinvolta possibile ma sapevo che a Jacob non l’avrei data a bere sicuramente.
-cioè? Spiegami!-
-me lo sono trovata davanti la porta di casa ieri sera..-
-che? Davvero?-
-si. È venuto per dimostrare tutta la sua compassione nei miei confronti! Facendomi capire quanto gli faccio pena!- dissi in tono acido alzandomi dalla sedia. Avevo bisogno di muovermi per scaricare la rabbia. Andai verso il lavandino e vi depositai la tazza sporca.
-non capisco.. ma se quando ci siamo sentiti 3 giorni fa mi hai detto che avevate litigato e che non vi rivolgevate più la parola!? Perché è venuto qui allora?-

E la fascia di Mister Ovvietà va ah…

-credi che non me lo sia chiesto anche io? Sono andata via da Hanover senza digli niente proprio perché non volevo si avvicinasse di nuovo a me solo per pietà. E tutto a un tratto me lo ritrovo qui arrabbiato che mi rinfaccia quanto poco conti per me da non avergli detto niente! Quando invece sa quanto sia importante per me! Andiamo..lo sa, io lo amo- conclusi il mio discorso agitato sentendo le palpitazioni al cuore crescere ad ogni secondo di più.
-ehi, calmati – disse venendomi di fronte poggiando entrambi le mani sulle mie spalle.
-si..si ..-dissi sospirando chiudendo gli occhi.
-forse lo sapeva..-
-cosa?-
-voglio dire che forse lo sapeva prima quanto contasse per te.. ma adesso che non fate altro che litigare è possibile che questa certezza non ce l’abbia più. E una prova a suo favore è che sei andata via senza dirgli nulla.. quando invece si aspettava che condividessi con lui una cosa così importante-

Lo fissai boccheggiante senza riuscire a dire niente. La consapevolezza che mi colpì in quel momento nel sentire quelle parole fu più forte di tutto!
E se fosse veramente così? Se Edward dubitasse dei miei sentimenti per lui.. forse la sua presenza qui e la relativa arrabbiatura non mi sembrerebbero tanto assurdi..
Sbuffai senza riuscire a trovare pace in quella marea di domande. Una cosa però era certa. Se fosse stato veramente così ed io avessi fatto l’errore di allontanarlo, sentivo nel profondo che non sarebbe più tornato! Questa volta l’avrei perso per sempre..
Speravo solo che non fosse andato via. Che le mie parole di ieri sera non l’avessero ferito a tal punto da prendere questa decisione così drastica. Immaginavo di vederlo di nuovo alla mia porta quella sera stessa..

-che ne dici se andiamo da tuo padre adesso?- Jacob mi scosse per le spalle riportandomi alla realtà.
-si andiamo!- dissi riacquistando un po’ di lucidità. Avrei chiuso nel cassetto il capitolo Edward per il momento. Ora c’era qualcun altro che avevo bisogno di vedere. Tanto ero sicura che appena avrei permesso alla mia mente di ripensarci mi sarebbe rimbalzato tutto addosso come un bumerang di proporzioni gigantesche!
 
****************

Arrivammo in ospedale che erano le 9:00. Sapevo che avrei affrontato ore interminabili seduta su una sedia prima di riuscire a vedere mio padre o quantomeno parlare con il dottor Evans, ma non mi importava.
Per fortuna non dovetti aspettare molto. Così quando lo vidi uscire dalla stessa sala in cui mi aveva portato la sera prima gli andai subito incontro.
-dottore..- dissi mentre lui mi rivolse un sorriso di circostanza. Mi prese per la spalla facendomi accomodare di nuovo sulla sedia. Stranamente quel gesto non mi fece presagire nulla di buono. E me ne diede la conferma quando cominciò a parlare e sentii subito i miei occhi farsi sempre più umidi.
-suo padre non sta reagendo come ci aspettavamo. Purtroppo nella notte ha avuto un insufficienza respiratoria e abbiamo dovuto attaccarlo alla macchina per aiutarlo a respirare. Come le ho già detto queste ore sono fondamentali per stabilire le condizioni del paziente. E se non dovesse migliorare mi dispiace dirglielo ma.. forse dovrebbe prepararsi al peggio..-
Sentii una fitta forte, indistinta e atroce tranciarmi il cuore a metà. Potevano delle parole fare così male? Non potevo credere a quello che aveva appena detto.. non potevo pensare al peggio perché una situazione peggiore di questa era insopportabile anche da immaginare! Mio padre doveva vivere e non morire in un letto d’ospedale. Aveva tutta una vita ancora davanti a se. Sarebbe morto nel suo letto al caldo quando la vecchiaia l’avrebbe logorato a tal punto da non riuscire più a contrastarla.
Sentii delle mani calde e forti cingermi per le spalle e accarezzarmi. Ma io ero come imbambolata a fissare il vuoto. L’unica cosa che mi sentii di dire in quel momento fu: -posso vederlo?-
Il dottore dapprima si dimostrò contrario e forse ne aveva tutte le ragioni. Ma come poteva negarmi questo desiderio proprio adesso che le sue condizioni stavano peggiorando?
Acconsentì e poco dopo mi fece segno di seguirlo. Mi sembrava di rivivere un dejà-vu. Come la sera prima arrivai davanti la finestra della stanza occupata da mio padre e mi fermai a guardarlo, e come la sera prima tutto mi apparì fermo come se stessi guardando l’istantanea di una foto. Ancora quei fili che lo collegavano alle macchine.. ancora quel bip che non faceva che accrescere i brividi che sentivo lungo la schiena.

Mi accompagnò in una stanza adiacente e mi fece infilare la tuta sterile, le protezioni ai piedi, i guanti alle mani, la cuffietta in testa e la mascherina e quando fui pronta mi fece entrare.
Appena dentro ebbi quasi..paura. Si, paura.. e in qualche modo mi sentii inadeguata. Avevo il terrore di avvicinarmi e di far qualcosa che non dovevo. Ma dopo lo spavento iniziale tutto divenne più facile. Andai a sedermi su una sedia posta ai piedi del letto e iniziai a fissarlo. Allungai una mano per toccare la sua e subito mi sentii meglio.
-ciao..- dissi sospirando deglutendo a fatica.
-non sai quanto sia strano per me vederti in questo letto.. vederti così inerme. Avevi promesso.. mi avevi promesso che non avresti fatto nessun gesto da eroe! E se non fossi tanto preoccupata per te l’unica cosa che ti rinfaccerei sarebbe proprio questa.
Ma questo è quello che sei.. ed io non posso essere più orgogliosa di te come in questo momento- mi fermai un attimo provando a calmarmi un pochino visto che facevo fatica a respirare.
-mi manchi. Quando ci siamo sentiti una settimana fa e abbiamo parlato del Natale non vedevo l’ora di tornare a casa. Questi mesi passati lontani mi hanno fatto capire ancora di più quanto tu sia importante per me- a quel punto non riuscii a trattenere le lacrime che si posizionarono come un velo davanti ai miei occhi impedendomi di vedere bene.
-ti prego papà.. ti scongiuro torna da me. Tu devi vivere hai capito? Ho ancora bisogno di te.. devo raccontarti un sacco di cose.. di me, di Edward della mamma.. –  presi a singhiozzare sulla sua mano per un tempo che mi parve infinito fino a che sentii il dottore entrare in stanza. Si avvicinò posandomi una mano sulla spalla in un gesto che avevo imparato bene a conoscere e rimase in silenzio al mio fianco.
-è meglio andare- disse poco dopo. Annuii alzandomi dalla sedia mentre nella mano stringevo ancora quella di mio padre. Con molta attenzione mi avvicinai al suo viso e per quello che mi era possibile gli diedi un bacio in fronte.
-ti voglio bene papà, ti prego non lasciarmi- sussurrai al suo orecchio prima di allontanarmi da lui e dalla stanza. Mi spogliai degli indumenti sterili e tornai in sala d’attesa da Jacob. Mi aspettavo di trovarlo solo e invece era in compagnia. Con lui c’erano Sue e Seth che appena mi videro mi vennero incontro.
-ciao Bella..- disse Seth abbracciandomi e come avevo potuto notare stava crescendo sempre di più.
- Seth.. Sue..- dissi prendendole la mano che mi stava porgendo dietro il figlio.
-come sta? Il dottore cosa dice?-
-non gli hai detto niente?- chiesi a Jacob.
Scosse il capo – no, aspettavo che tornassi-
Andai a sedermi su una delle sedie cominciando a sentire il peso della notte passata insonne. Mi sentivo stanca e provata.
-dobbiamo aspettare che reagisca alla cura che gli stanno facendo. Non sanno con certezza se si riprenderà..-
Sue si portò istintivamente una mano alla bocca soffocando le lacrime. E mi chiesi come mai quella reazione da parte sua. Seth l’abbracciò stretta girandola dall’altra parte ed io rivolsi uno sguardo disorientato e stupito a Jacob il quale pensò subito di mettermi al corrente di una cosa a me sconosciuta.
-tuo padre e Sue si frequentano da un po’ ormai..- mi bisbigliò all’orecchio e a quel punto la reazione della donna acquisì significato.
Sul mio volto si dipinse un mezzo sorriso. Non mi aspettavo di certo un cosa del genere ma saperlo stranamente mi rendeva felice. Mio padre meritava di avere accanto un donna come Sue e viceversa naturalmente.

Trascorremmo tutta la giornata in ospedale tra sospiri e preoccupazioni. Ogni volta che vedevo uscire il dottore dalla sala il mio volto cambiava colore.
Sentii mamma, che come aveva promesso mi chiamò per sapere di Charlie e parlai anche con Alice.
Quando le risposi al telefono ero incerta su cosa dirle. Sicuramente sapeva della presenza di Edward a Forks e per quanto ne sapevo io forse era già tornato a casa.
-Bella.. finalmente riesco a parlarti. Immagino ci sia Jacob nei paraggi non riesco a vedere niente!-
-si è qui con me..-
-come sta Charlie?- le raccontai tutto quel poco che sapevo e bastò ad ammutolirla per qualche istante.
-Alice.. ieri sera è venuto a trovarmi Edward – sussurrai flebile al telefono.
-lo so, lo so. Ti chiedo scusa se non siamo riusciti a mantenere il segreto ma in realtà non siamo stati noi a dirglielo per primi..-
-cosa? E chi gliel’ha detto?-
-non lo immagini? È stata Ally..- strizzai gli occhi come se quel piccolo particolare mi fosse sfuggito quando avevo chiesto ai Cullen di mantenere il segreto.
-ha sentito i suoi pensieri preoccupati e subito le si è avvicinato per chiederle di te. Quando è tornato a casa ha preteso che gli raccontassimo tutta la verità e a quel punto non siamo riusciti a trattenerlo dal venire li-
-capisco..- dissi solamente senza aggiungere nient’altro.
Mi raccontò che l’università era venuta a conoscenza del motivo del mio allontanamento dalle lezioni e che mi avevano concesso un permesso speciale fino alle vacanze natalizie. Tirai un sospiro di sollievo, per fortuna non avrei dovuto preoccuparmi anche della scuola..
Ci salutammo poco dopo con la promessa di risentirci presto.
Quando chiusi la conversazione mi ritrovai automaticamente a pensare ad Edward. Ancora non capivo il motivo della sua presenza qui. Non dopo tutte le litigate degli ultimi tempi. Più ci pensavo e più mi mettevo in testa che il motivo non poteva che essere uno solo. Ma non sapevo se crederci o meno..

***************

La giornata stava per finire e ancora dai medici non si era saputo niente. Ero fermamente convinta di voler rimanere li anche la notte per essere pronta a qualsiasi notizia, ma il mio corpo non era dello stesso avviso. Mi sentivo distrutta e infreddolita. Agognavo una bella doccia calda che mi sarebbe servita senza dubbio anche a lavare via l’orribile puzza dei corridoi pieni di disinfettante.
Alle nove di sera fui costretta a seguire Jacob con la forza.
Mi riportò a casa contro la mia volontà ma sapevo quanto in realtà ne avevo bisogno. Sarei crollata sotto lo sguardo di tutti se non avessi messo qualcosa sotto i denti e non mi fossi riposata un po’.
Il pensiero di mio padre non mi abbandonava nemmeno per un secondo e non riuscivo a spiegare il senso di impotenza che provavo dentro.

Sotto il getto caldo dell’acqua ripensai a quando ero nella sua stanza. Alle cose che gli avevo detto. Sentivo come non mai l’attaccamento verso di lui e il dolore che patii nell’allontanarmi dalla sua mano ritornò prepotente a impossessarsi di me.
Mi ritrovai a piangere seduta nella vasca senza riuscire a fermarmi. Le lacrime si confondevano con l’acqua che mi scorreva addosso smorzando un po’ i brividi di paura che sentivo in tutto il corpo.
Quando uscii dal bagno mi diressi verso la mia camera e dopo aver indossato il pigiama mi coricai nel letto. Le lacrime non volevano saperne di abbandonarmi. Continuavo a singhiozzare sotto le coperte fino a che non sentii un rumore flebile alle mie spalle che mi fece sussultare. In un primo momento non me ne curai, immaginavo qualche ramo dell’albero sbattere contro la finestra. Ma ben presto fui costretta a ricredermi.

Sentii avvolgermi le spalle da qualcosa di freddo. Mi girai di scatto impaurita ma quando vidi gli occhi di Edward guardarmi sconfitti non riuscii ad aggiungere altro.
Stremata dai singhiozzi mi lasciai andare a quell’abbraccio.
-shh, Bella calmati..-
Non so per quanto tempo continuai a piangere senza riuscire a dire una parola, ma l’improvvisa consapevolezza di avere Edward al mio fianco riuscì solo a farmi dire..
-..resta con me stanotte..-
Dopo un attimo di silenzio sentii la sua risposta mentre la sua presenza riuscì a calmarmi a tal punto da farmi piombare nel sonno.
-d’accordo..- mormorò.

 
 

O__O quanto mi amate in questo momento???
Lo so.. ho già ricevuto un rimprovero per aver scelto di finire il capitolo così ma.. così aumenta la voglia di leggere il prossimo capitolo!
Allora.. povero Charlie ç__ç quante di voi hanno pianto quando Bella è entrata nella sua stanza? È stato molto dura scrivere quel momento ç__ç a tal proposito chiedo scusa se trovate qualche strafalcione a livello medico! Non sono un medico e quel poco che so é dovuto alla mia passione nel guardare i telefilm ospedalieri! Il che è tutto dire tante volte sbagliano anche loro.. quindi sorvoliamo!
Ma su con il morale gente!!! Edward è tornato!  è stata Ally a raccontargli tutto!
Quante di voi pensavano che se ne fosse andato davvero quando all’inizio del capitolo ha litigato con Bella??
Comunque, è tornato proprio nel momento più propizio non trovate? Bella ha bisogno di qualcuno che la conforti e lui subito arriva!
Magnificoo! Edward ti adoro!!(sono pazza lo so.. mi elogio da sola! Hihihihi ^_^)
GRAZIE INFINITE PER LE BELLISSIME RECENSIONI CHE MI LASCIATE OGNI VOLTA! Vi adorooooooo!!!
A domenica prossimaaaaaa, un bacio♥
 

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Capitolo 26
*** capitolo 25 ***


                                                                                                                 

Buona domenica ragazze!!!!

Vi lascio al capitolo..

BUONA LETTURA!!!

Capitolo 25

 
Forse era un sogno quello che stavo vivendo. Sentivo ancora addosso due braccia fredde stringermi forte, come se quel gesto fosse stato marchiato a fuoco. Ma il movimento che feci nel letto era praticamente impossibile da fare se ci fosse stato qualcun altro insieme a me. Forse avevo immaginato tutto. Il mio bisogno di avere qualcuno accanto mi aveva portato addirittura a vedere Edward accanto a me, nel mio letto?
L’unica cosa certa era che almeno riuscii a dormire.
Stavo per dichiarare del tutto un illusione il ricordo legato a quella notte quando sentii entrare dallo spiffero della porta lasciata semiaperta l’aroma inconfondibile del caffè appena fatto.

Mi alzai di scatto senza neanche preoccuparmi di fare un pit-stop nel bagno per verificare le mie condizioni e subito mi precipitai al piano di sotto. Entrai in cucina che ancora mi strofinavo gli occhi e quello che vidi mi lasciò senza parole.
Si, era decisamente un sogno quello che stavo vivendo.
Edward stava apparecchiando la tavola con caffè caldo e brioche. Mi rivolse un sorriso facendomi segno di accomodarmi a tavola. Non riuscivo a spiegarmi il motivo della sua presenza li accanto a me. Ma sentivo di non volerlo sapere.. perché averlo li era tutto ciò che mi interessava.
Anche lui si sedette a tavola senza dire una parola e rimase fermo a guardarmi per tutto il tempo. Io dal canto mio non avevo idea di dove cominciare. Sembravamo due stupidi. Stavo per aprire bocca per troncare quella situazione irreale, quando mi interruppe.
-come ti senti stamane?-
Questa affermazione mi riportò con la testa a Charlie e a quello che era successo ieri sera, a come mi ero lasciata andare alle lacrime che lui lentamente aveva saputo scacciare via e alla sensazione di benessere provata dall’essere di nuovo toccata e abbracciata dalle sue mani, quelle stesse mani che non sentivo da tanto, troppo tempo, e che al mio risveglio mi avevano preparato la colazione.
La voce si ruppe in gola prima di riuscire a rispondere.
-meglio..- ma poco dopo continuai aggiungendo- grazie!-
- mi sembra normale chiederti come stai, dopo stanott..-
-oh non intendevo solo per stanotte- dissi interrompendolo -  grazie di essere qui.. voglio dire mi hai preparato anche la colazione! Non dovevi disturbarti, me la sarei cavata anche da sola..-
-questo lo so benissimo! Non so dove trovi la forza però.. di affrontare tutto da sola intendo.. magari potrei..-
-non ce ne bisogno grazie! Non voglio che tu abbandoni l’università per stare accanto a me, ce la faccio non preoccuparti- dissi alzandomi dalla sedia e avvicinandomi al lavandino per lavare la tazza sporca.
Ma stavolta fu lui a non lasciarmi finire.
-di nuovo con questa storia Bella? Non sento pena per te e non sono una supereroe che corre in aiuto di chiunque. Non sarebbe un disturbo, e poi ti ricordo che i corsi dell’università riesco a gestirli molto bene. Mi farebbe piacere aiutarti..- concluse quasi intimorito.

Non sapevo se credergli o meno ma di fronte alla sua offerta d’aiuto non riuscii a rispondere di no. Perché egoisticamente lo volevo proprio li accanto a me, e se pensavo che dopo tanto penare eravamo  in grado di gestire una conversazione senza litigare, allora non mi sarei opposta.
Ancora  rivolta verso il lavandino sussurrai..
-scusami per stanotte.. non volevo costringerti a restare. Ma posso sapere perché sei rimasto? e soprattutto.. perché sei venuto?-
-non è meglio evitare.. evitiamo di parlare di questo, non sei felice che sia qui con te?- mi chiese con tono di sfida facendomi il suo sorriso sghembo.
-certo che sono felice è solo che non te la caverai con un “evitiamo di parlarne” voglio sapere un sacco di cose! Non capisco il perché tu sia venuto dopo tutto quello che è successo tra noi e come sei potuto rimanere dopo la pessima figura che ho fatto l’altra sera arrabbiandomi con te - mi affrettai subito a rispondere tornando a lavare le stoviglie sporche.
-Bella non ti devo certo ricordare quello che c’è stato tra di noi.. tu sei stata molto importante per me e non è perché ci siamo lasciati che non possiamo avere un rapporto decente, come due amici che si conoscono da tempo, che si aiutano quando sono in difficoltà e quando hanno bisogno l’uno dell’altro-
All’improvviso sentii una mano sfiorarmi la spalla destra prima di ricadere assente, e allora mi girai per guardarlo in volto,  in quegli occhi così magnetici che riuscivano a farmi battere il cuore anche dopo tanto tempo.
-.. lo so.. in quest’ ultimo periodo siamo stati tutto tranne che due amici che parlano e chiariscono quando c’è qualcosa che non va, ma mi piacerebbe rimediare.. e se questo vuol dire starti accano mentre tuo padre è in ospedale, allora rimarrò qui fino a che insieme , e per insieme intendo io e te, e non tu che mi dici ogni singolo giorno che riesci a cavartela da sola e che quindi devo andarmene, decideremo che è arrivato il momento per me di levare le tende..ok?-
Un sorriso spuntò sulle mie labbra, non riuscii a trattenermi, Edward mi conosceva più di chiunque altro e sapeva come mi sarei comportata con una persona che sacrificava il suo tempo per stare con me. Alzai lo sguardo verso di lui con ancora il sorriso stampato sulla faccia.
-come mai sei così sicuro che ti direi ogni giorno di andartene? In questo caso magari riuscirei a stare zitta solo per stare in tua compagnia..-dichiarai con convinzione.
- può darsi che abbia ragione io, come può darsi che ce l’abbia tu.. ma non lo sapremo mai se insisti con il credere che sei invincibile e che quindi non hai bisogno d’aiuto.. permettimi di stare al tuo fianco, permettimi di essere tuo amico!-
Amico! L’unica parola che non vedevo bene affiancata al nome di Edward.. lui non era mai stato un amico per me, neanche quando ci eravamo conosciuti, il nostro rapporto era cominciato subito con qualcosa di serio che non avevo mai associato all’amicizia che ci poteva essere tra due persone che si vedevano tutti i giorni a scuola. Era stato subito qualcosa di speciale che ben presto diventò  amore. Amore vero. Quello che ancora sentivo per lui mentre mi guardava fisso in attesa  di una mia risposta.
-ok.. ok va bene! ti permetterò di aiutarmi e di starmi accanto. Ma sarà un lungo periodo ne sei consapevole? Charlie è ancora in rianimazione e non si è svegliato, aggiungici poi la convalescenza in ospedale e quella a casa.. senza contare tutte le persone che verranno a chiedermi come sta..  quando sarò troppo nervosa, sarai la mia valvola di sfogo sei avvisato! E poi ci sarà Jacob e tutto il branco che sicuramente non perderanno occasione come te di offrirmi il loro aiuto.. insomma sarà un casino! Poi non venire a dirmi che non te lo avevo detto!-
Lui mi fissò con un’espressione divertita in volto.
-è esattamente questo che volevo sentirti dire! Magari lasciamo da parte Jacob e il branco ti va?- disse il tutto accompagnato da un sorriso sghembo da favola.

Annuii, ma all’improvviso una domanda mi sorse spontanea, e la dissi.. la dissi senza nemmeno pensare alle conseguenze.
-ma tu dove abiterai per tutto questo tempo?-
Edward mi guardò con un espressione strana, come se fossi stata proprio io a ricordargli di quel particolare che sicuramente non aveva considerato.
- non lo avevo considerato.. – appunto!
-quando ho scoperto che tuo padre era in ospedale mi sono subito precipitato qui, l’altra notte sono andato a caccia e poi ho passato gran parte del tempo nei boschi e a Port Angeles per noleggiare una macchina, mentre stanotte sono rimasto qui.. non ho avuto il tempo di andare alla villa- disse con un filo di voce come se fosse soprapensiero - ma.. a dirla tutta non ho bisogno di una vera e propria casa dove abitare, se tieni conto che  non dormo mai e mangio sempre “fuori” , avrei solo bisogno di un bagno e di una lavatrice..-
–allora puoi stare qui se vuoi!-  dissi forse con troppa enfasi. Infatti il sorriso che vidi spuntargli in viso fu la conferma che avevo appena fatto una figura di merda!

Bella ma non potresti stare zitta! Avevo sempre avuto il vizio di interrompere le persone quando parlavano.. magari se avessi aspettato che finisse  sarebbe stato proprio lui a rendersi conto che quella era l’unica soluzione possibile.. io e la mia linguaccia! Del resto come avrei mai potuto lasciare che vivesse da solo in quella casa sperduta nel bosco e che provvedesse pure a lavarsi i vestiti.. non lo avrei permesso!
Senza tergiversare ancora mi affrettai a spiegare la mia reazione.
-scusa non volevo dirlo così! È solo che mi dispiace saperti tutto solo in quella casa, tu mi hai offerto il tuo aiuto, adesso vorrei offrirti il mio. Dai sarà divertente abitare insieme.. – dissi con un  malcelato entusiasmo. In realtà speravo proprio che mi dicesse di si.
Rimasi ferma e immobile mentre lui ponderava per bene quale decisione prendere.

Non mi ero scordata di tutte le cattiverie che ci eravamo detti a vicenda in tutti i mesi passati e neanche tutti i pianti e il fatto che lui stesse con un'altra. Ma in quel momento non me ne importava.. era come se stare a Forks ci avesse isolato da tutto il resto del mondo e fossimo solo noi. Edward e Bella. Senza i problemi e i rancori che ci portavamo alle spalle. Per quelli ci sarebbe stato tempo.. avevamo da chiarire un sacco di cose.
Ero certa che la conversazione che avevamo avuto poco fa potesse sembrare un illusione. Tante volte mi ero immaginata una nostra conversazione, ma mai me la sarei aspettata così. Sembrava come se avessimo dimenticato entrambi tutto quello che ci trascinavamo dietro da quasi tre mesi e avessimo ripreso esattamente dal punto in cui la nostra storia era finita.
Vidi una mano sventolare davanti la mia faccia e capii di essermi incantata persa nei miei pensieri.
-allora? Hai deciso?-
-si ho deciso..-
-e dopo aver valutato tutte le possibili alternative e tutti i modi per dirmi di no..qual è il responso?- gli chiesi con un mezzo sorriso imbarazzata. Oddio stare di fronte a lui aveva ancora il potere di destabilizzarmi.
-be si.. ho pensato anche a un modo carino per disdire il tuo invito. Ma non lo farò-
-cosa?-
-hai capito bene. Accetto la tua proposta!-
Avrei voluto tanto saltargli addosso e abbracciarlo ma sapevo che forse non era la mossa più giusta. Mi limitai a sorridergli compiaciuta.

Distrattamente alzai la testa per controllare l’ora sull’orologio appeso alla parte e subito mi accorsi di quanto fosse tardi. La sera prima quando ero andata via dall’ospedale avevo promesso al dottore di tornare il mattino seguente intorno alle 9:00 per poter parlare con lui, e adesso l’orologio segnava già le 8:30.
Corsi subito come una furia a prepararmi lasciando Edward in cucina.
-vado ha vestirmi, è tradissimo! Devo andare da mio padre!- gli urlai dalle scale.
-tranquilla fai con comodo.. ti accompagno io!- mi rispose facendomi gelare per un istante. In ospedale ci sarebbe stato anche Jacob e non volevo rischiare che succedesse qualcosa.. anche se ero sicura che nessuno dei due mi avrebbe mai messo in una spiacevole situazione. Iniziai a prepararmi sentendo nel cuore l’agitazione per quello che mi aspettava. Oggi era importante sapere quali fossero le condizioni di mio padre e se, per usare le stesse parole del dottore , fosse il caso di prepararsi al peggio.

Quando fui pronta scesi di sotto e trovai Edward ad attendermi davanti la porta di casa, dovevo ancora abituarmi all’idea di saperlo al mio fianco.
Qualche secondo dopo però lo vidi irrigidirsi improvvisamene e non ebbi neanche il tempo di chiedergli cos’avesse che suonarono alla porta.
Gli passai davanti e andai ad aprire senza pensare minimamente a chi potesse essere. Fu troppo tardi quando mi accorsi che la reazione di Edward era legata proprio a chi ci fosse dietro. E quando aprii e mi trovai davanti Jacob volevo morire!
Avevo paura di un loro possibile incontro in ospedale e non pensai al fatto che come ogni mattina Jacob sarebbe venuto a prendermi.
Sentii il calore del mio corpo abbandonarmi facendomi raggelare all’istante. 
-Bella..- disse Jacob in imbarazzo almeno quanto me per la situazione in cui ci trovavamo.
-ero venuto a prenderti, non pensavo avessi visite!- si rivolse proprio a Edward che restava immobile con gli occhi spiritati. Notai le nocche delle sue mani farsi sempre più bianche e deglutii spaventata.
Non volevo rovinare tutto proprio ora che ci eravamo ritrovati.
-vattene!- sibilò Edward a denti stretti– vattene!- disse un po’ più forte avvicinandosi ad entrambi. Fu un attimo e gli posai le mani sul torace per trattenerlo anche se sarebbe bastato un semplicissimo gesto per spazzarmi via.
- Edward, Edward calmati..-
-lascialo sfogare Bella.. immagino ne abbia a profusione per entrambi-
-Jacob!- gli urlai senza neanche girarmi.
Dio che situazione! Sentivo il cuore battere all’impazzata nel petto come se potesse uscire fuori da un momento all’altro. Edward si infiammò ancora di più e a quel punto non sapevo cosa fare pensavo veramente che la situazione sarebbe degenerata da un momento all’altro.
-shh calmati.. Edward guardami! Ti prego.. ti scongiuro non roviniamo tutto ancora una volta, non adesso.. non così!- mi guardò come non faceva da tempo e piano vidi il suo volto rilassarsi.
-già Edward non c’è bisogno di reagire così..- alzai gli occhi al cielo sentendomi ancora più frustrata.
-Jacob..- lo ammonii rivolgendogli un occhiataccia lui sbuffò sentendosi in difetto.
-ok, ok me ne vado.. ci vediamo in ospedale!-
-non finisce qui!- disse Edward adirato alle mie spalle.
Non appena Jake si allontanò con la sua auto tirai un sospiro di sollievo.
-mi dispiace.. mi ero completamente dimenticata che sarebbe passato..-
Lui non mi rispose. Si limitò a girarmi le spalle e a camminare avanti e indietro dalle scale fino a me. Fino a che si bloccò.
-Edward..-
-lo so, lo so.. avrei dovuto aspettarmelo! Solo che non immaginavo di rivederlo così.. adesso..-
-purtroppo dovevi aspettartelo. Abitiamo nella stessa città e poi lo avresti visto sicuramente in ospedale, anche lui viene a trovare mio padre tutti i giorni..-
- beh, sappi che è proprio per tuo padre che ho evitato di spaccargli la faccia! Non mi sembrava il momento adatto con Charlie in ospedale..- sbottò agitando le mani in aria per poi tornare a darmi le spalle posizionando le braccia sui fianchi. Sbuffò sonoramente cercando di riprendere la calma.
Mi avvicinai ad accarezzargli un braccio e poggiai il mento sulla sua clavicola destra. Rimasi in quella posizione fino a che non lo sentii del tutto rilassato.
-vogliamo andare?- mi disse con tono monocorde.
Annuii seguendolo senza aggiungere una parola. Appena fummo fuori vidi una macchina parcheggiata nel vialetto di casa. Era una Mercedes nera di un modello a me sconosciuto.
Salimmo al suo interno e partimmo continuando a rimanere in silenzio.

Sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare la questione “Jacob” con lui, ma non mi aspettavo di farlo così presto.. e non subito dopo la nostra riappacificazione. Avremmo avuto modo di parlare di lui e di tante altre cose. Speravo solo che non mi riservasse questo mutismo per ogni genere di argomento che avremmo trattato!
Decisi di non poter sopportare oltre quella situazione. Già ero agitata per mio padre, non avevo la forza per preoccuparmi anche di quello che gli passava per la testa.
Avrei dovuto posizionare dei paletti se volevo che il nostro rapporto funzionasse di nuovo, ed essere sinceri l’uno con l’altro era uno di questi! Perciò decisi di mettere subito in chiaro quella situazione.
-Edward ti prego parlami! Non mi hai appena detto che dobbiamo comportarci come due persone che si confidano l’uno con l’altro se hanno qualche problema?-
-si. So di averlo detto! Ma..-
-ma cosa?- dissi girandomi meglio sul sedile per poterlo guardare bene in faccia.
-ma.. con lui è diverso!-
-oh ti prego! Non è affatto diverso! Non posso certo negare quello che c’è stato tra me e lui, non davanti a te.. so che sai tutto! Ma adesso siamo solo amici.. amici! Mentre con te è diverso, lo sai..-
Staccò per un attimo lo sguardo dalla strada e mi guardò di sbieco.
No disse nulla e si limitò a guidare fino a che non fummo arrivati nel parcheggio dell’ospedale. Prima di scendere però mi bloccò per un braccio e mi costrinse a girarmi.
-cerca di capire.. non è un argomento facile per me! So che dobbiamo parlarne.. e lo faremo!- disse sospirando - Quindi adesso andiamo da tuo padre e ci comportiamo come se nulla fosse successo, ok? Ne riparleremo stasera..-
Annuii di fronte a quelle parole. Era esattamente quello che volevo sentirmi dire!
-ok.. ne riparleremo..-
 
********************

Era più di mezzora che ce ne stavamo seduti in attesa che il dottor Evans uscisse e si decidesse a dirci qualcosa.
Io ed Edward eravamo seduti vicini e di fronte a noi Jacob se ne stava buono buono a tenere la mano di Sue che come me non la smetteva un attimo di sospirare. Ogni tanto sentivo Edward al mio fianco irrigidirsi e fissare truce Jacob che mi rivolgeva occhiate innocenti.
Il rapporto con Edward sembrava non aver risentito per nulla della piccola discussione avuta quella mattina. Sin da quando mettemmo piede in ospedale non mi lasciò neanche per un secondo. Anche di fronte Jacob non fece una piega benché sapessi gli costasse molto.
Lo sentii scattare al mio fianco e per poco non sobbalzai. Ma quando mi accorsi che si era alzato per accogliere il dottore, subito gli fui accanto.
-dottore.. mi dica come sta- dissi più preoccupata che mai per le sorti di Charlie. Lui mi rivolse un mezzo sorriso e sentii Edward al mio fianco rilassarsi un pochino.
- dobbiamo ancora tenerlo in terapia intensiva e dovrà passare ancora del tempo prima che si riprenda del tutto ma..è fuori pericolo!- disse in un sospiro ed io non potei evitare di sussultare di gioia. Il cuore nel petto aveva cominciato una corsa inarrestabile. La mia felicità era lo specchio di quella di tutti i presenti. Jacob e Sue si abbracciarono e anche Edward non nascose il suo sollievo stampandosi in faccia un sorriso accecante. Mi prese per le braccia e mi fece voltare verso di lui.
-hai visto? Vedrai che presto si riprenderà!- disse abbracciandomi.
A quel punto non riuscii a trattenere le lacrime. Mi scostai subito per chiedere al dottore quali fossero le sue precise condizioni e cosa intendesse con “è fuori pericolo”.
-ecco.. ha ripreso a respirare da solo senza il bisogno delle macchine. I suoi valori stanno rientrando nella norma quindi non escludo che possa svegliarsi presto-
-dice davvero?-
-si, dico davvero!-
-oh grazie! Grazie.. – dissi più felice che mai.
Lasciai che il dottore parlasse anche con Sue per tranquillizzarla sulle condizioni di mio padre e nel frattempo tornai a guardare Edward e piano mi avvicinai di nuovo al suo petto.
-è davvero così? C’è la possibilità che si svegli? Non è che ci sta nascondendo qualcosa..- gli sussurrai all’orecchio. Lui prese ad accarezzarmi la schiena e a sorridere debolmente.
-tranquilla Bella.. è la verità. Non ti nasconde nulla! Anche perché ha appena ripercorso mentalmente tutti gli esami di tuo padre e ho potuto appurare io stesso che non è più in pericolo di vita. Si risveglierà presto! Vedrai..-
-ti ho già detto grazie per essere qui?- gli chiesi con le guance tutte rosse.
-umh.. anche se l’hai fatto, non fa mai male sentirselo ripetere-
Lo guardai intensamente negli occhi e subito lo accontentai –grazie..- dissi nel modo più sincero possibile. Mi regalò un sorriso splendido  che non fece altro che aumentare il mio battito cardiaco.
-signorina Swan.. vuole vedere suo padre?-
Mi girai di scatto e subito annuii – si.. si naturalmente!-
-bene allora, mi segua-
-vai, ci vediamo tra un po’- mi disse Edward mettendosi seduto.
Subito raggiunsi il dottore e dopo aver indossato come al solito tutte le precauzioni, andai da lui.
Vederlo senza quel tubo che gli usciva dalla bocca era un sollievo inimmaginabile. Gli fui accanto e gli strinsi la mano.
-papà.. non sai che gioia sapere che ti stai riprendendo, che stai lottando con tutto te stesso per guarire-dissi con le lacrime agli occhi- Tutti ti sono vicini e non vedono l’ora di poterti riabbracciare. Jacob mi ha detto di Sue.. sono così felice per te. Davvero, te lo meriti. Quindi vedi di svegliarti presto. È così in pena per te- mi fermai un attimo accarezzandogli la fronte – non sono tanto sicura che sarai ugualmente felice di sapere che Edward è tornato a Forks. Ma ti prego di credermi quando ti dico che saperlo qui rende felice me, averlo al mio fianco e poter contare su di lui mi fa sperare nel suo perdono e a dirla tutta mi fa sentire anche meno sola. Avrò modo di spiegarti ogni cosa quando ti sveglierai te lo prometto-

Trascorsi minuti interminabili seduta sulla sedia a tenergli la mano e a sperare che si svegliasse così da poter rivedere i suoi occhi. Mi sarei accontentata anche di un movimento involontario ma rimase immobile per tutto il tempo.
Poco dopo il dottore mi comunicò che dovevo lasciarlo riposare e così dopo averlo salutato con un bacio in fronte ritornai dagli altri in sala d’attesa.
Appena gli fui di fronte, Edward mi comunicò che aveva chiamato Alice per avvisare i suoi famigliari della bella notizia. Sospirai di sollievo.. una persona in meno da chiamare.
Non potei sottrarmi però dal telefonare a mia madre e a raccontarle ogni cosa.
Fu felicissima di sapere che Charlie pian piano si stava riprendendo.“tuo padre è molto forte e testardo , ero sicura che presto si sarebbe ristabilito” mi disse facendomi ridere. Le chiesi della gravidanza e delle sue condizioni. Mi tranquillizzò dicendomi che procedeva tutto per il meglio e che in pratica faceva la vita del Pascià, visto che con la scusa di rimanere a riposo Phil faceva ogni cosa al posto suo.
Tipico di lei! Glissai in modo sublime la domanda su chi mi stesse aiutando a gestire la situazione, evitando così di dirle della presenza di Edward. Ero sicura che se l’avesse saputo mi avrebbe riempito la testa di domande.
Volevo chiamare anche Ally per avvisarla e per sentirla visto che erano quasi due giorni che non le parlavo. Mi aveva detto che avrebbe aspettato una mia chiamata per paura di disturbarmi.

Gettai una rapida occhiata alla sala dove c’erano gli altri e non vedendo Edward ne approfittai per sentirla immediatamente. Mi affacciai alla finestra che dava sul cortile dell’ospedale e subito composi il suo numero.
-Bella! Finalmente stavo per uscire fuori di testa..come stai, come sta tuo padre? Si è ripreso? I medici cosa dicono?- risi alla valanga di domande che era in grado di fare in meno di 10 secondi.
-Ally respira. Tranquilla mio padre si sta riprendendo per fortuna..-
La sentii sospirare dall’altro lato della cornetta – oh sia ringraziato il cielo, ero così in pena per lui-
-lo so Ally.. grazie-
-dimmi di te piuttosto, come stai? Stai mangiando? Dormi almeno 7 ore a notte? Lo so come sei.. ti conosco signorinella. Se potessi vederti mi arrabbierei un casino per le occhiaie che porti sotto gli occhi.. perché sono sicura che è così? Non è vero?-
Risi senza riuscire a trattenermi -oh Ally quanto mi sei mancata!- dissi tra una risata e l’altra- e comunque si hai ragione. Ma non ti arrabbiare però ti prego..-
-va bene. Non lo farò solo perché so quanto sei preoccupata. Ma vedrai che adesso andrà sempre meglio-
-lo spero tanto. Mi manca in modo indescrivibile poterlo abbracciare e vederlo sorridere..-
-adesso non fare così però.. altrimenti mi fai piangere!-
-si, hai ragione scusa. Niente lacrime!-
-oh brava! E per il resto cosa mi racconti? Ho sentito che da quelle parti sono arrivati i rinforzi eh?- disse in tono ammiccante.
-che vuoi dire?- le chiesi stando al gioco.
-un uccellino mi ha raccontato che il bel fustacchione è arrivato in soccorso della damigella tutta sola.. allora? Vuoi dirmi cos’è successo o passiamo il resto della telefonata a sparare cazzate?-
-non c’è niente da dire Ally. Solo che.. non mi aspettavo di trovarmelo qui. È stata una sorpresa credimi. Con questo non voglio dire che non sia felice di saperlo qui. Anche se all’inizio ho seriamente pensato che fosse venuto per mostrarmi quanto in realtà gli faccio pena-
-dici sul serio? Io non lo conosco molto bene ma da quello che mi avete raccontato sia tu che Alice non penso farebbe mai una cosa del genere-
-si, questo lo so anche io ma.. immagina di trovarti nella mia situazione. Non abbiamo fatto atro che litigare da quando ci siamo rincontrati e adesso dopo l’incidente di mio padre me lo ritrovo davanti che vuole offrirmi il suo aiuto. Puoi biasimarmi per averlo pensato?- 
-in effetti no..ma io dico che riesci a sopportare di sapere che ha agito per compassione se ti rende felice saperlo al tuo fianco. O sbaglio?-
-no, non sbagli, però non riesco a levarmelo dalla testa- ed era vero. Anche se quella mattina avevamo chiarito non riuscivo a non pensare che fosse stato mosso dal compatimento nei miei confronti.
-basta con i dubbi Bella. Vedrai che stare di nuovo insieme e frequentarvi non può fare che bene al vostro rapporto! Fidati..-
-in effetti è quello che spero anche io-
-oh, bene sono felice di sentirti ottimista! Mi manchi tanto lo sai?-
-anche tu mi manchi tanto.. come va con EJ? Il terzo appuntamento com’è andato?-
-oh non siamo più usciti poi-
-e perché?-
-beh perché non ero più dell’umore adatto per uscire dopo la tua partenza-
-oddio, mi dispiace che sia riuscita a rovinarti la serata-
-non dire sciocchezze! Se fossi stata al mio posto ti saresti comportata esattamente allo stesso modo- come darle torto- e comunque, non hai rovinato un bel niente. Alla fine ci siamo visti lo stesso-
-a si? E dove? Cos’avete fatto?-
-abbiamo, o meglio, ha organizzato una cena romantica nel mio appartamento al campus!- mi disse non riuscendo a trattenere un gridolino.
-wow! Davvero? E come ha fatto?-
-semplice. Ha chiamato un servizio di catering e ha fatto portare un tavolo addobbato come quelli dei ristoranti di lusso. Mi ha chiesto di indossare qualcosa di carino e naturalmente ho messo quello che avevamo comprato insieme quella mattina. E dopo neanche un ora si è presentato davanti la porta della mia stanza con il carrellino delle vivande pieno zeppo di cibo buonissimo. È stata una serata magnifica. Abbiamo mangiato a lume di candela e alla fine..beh.. ecco-
-cosa?- dissi agitata –cos’è successo?-
-ci siamo baciati!- a quel punto fui io a non riuscire a trattenere un gridolino di gioia.
Wow che serata romantica. Gli uomini Masen sanno proprio come conquistare un donna! EJ si è dimostrato un perfetto erede di Edward.
-come sono felice per te Ally! Davvero, te lo meriti..-
-grazie Bella. Sono al settimo cielo. È stato tutto così romantico che pensavo di vivere in un film-
-ma non è un film. È la realtà! E.. o mio dio! Vi siete baciati. In questo momento sono così invidiosa!- dissi scherzando.
-vedrai che anche tu tornerai ad essere felice con Edward. Non subito magari, ma sono sicura che tornerete insieme Bella- non risposi a quell’affermazione, rimasi zitta a fissare le nuvole nel cielo farsi sempre più scure fino a che preferii riportare l’attenzione su di lei.
-vi siete rivisti dopo il bacio?-
-questa sera abbiamo un altro appuntamento. Non vedo l’ora di rivederlo! Anche se dopo il bacio ho paura dell’imbarazzo che può essersi creato tra di noi..-
-vedrai che andrà tutto bene- dissi provando a rinfrancarla.
-lo spero. E poi chissà magari potrei invitarlo in camera mia dopo..-
-Ally! Ma non sei stata tu a dirmi che il sesso deve avvenire sempre dopo il quinto appuntamento?-
-si lo so.. ma non ci posso fare niente! Ogni volta che gli sono vicina sento l’eccitazione attraversarmi tutto il corpo!-
-Ally!-
-che c’è? Non dirmi che se il tuo bel principe allungasse le mani tu lo rifiuteresti anche se lo reputi ancora presto! Anche se nel vostro caso non sarebbe presto.. o sbaglio? dopo due anni guai a te se non ti azzardi a cogliere l’attimo! E sappi che se succederà voglio essere la prima a saperlo-
-penso che allora dovremo aspettare entrambe! Edward non mi ha mai considerato una ragazza sexy sotto quel punto di vista. So che il sesso non è importante per stabilire se due persone si amano e noi non abbiamo mai avuto il bisogno di farlo-
-cazzate! Il sesso stabilisce eccome se due persone si amano e se sono fatte per stare insieme! Prova a farlo per la prima volta e poi dimmi se non ho ragione. E comunque,  non è vero che lui non ti reputa sexy. Secondo me non avete mai trovato il momento giusto. Anche se i segnali per capire se c’è attrazione fisica dovresti imparare a coglierli!-
-ad esempio?-
-beh cosa senti quando gli stai vicino? Senti quell’eccitazione che sale dal basso ventre e che ti percorre il corpo come una scarica di brividi? E l’unica cosa che vorresti fare è mangiartelo di baci ed essere sua?- subito mi si imporporarono le guance. Mi sentivo un po’ in imbarazzo a rispondere a quelle domande ma sentivo che se non ne avessi parlato con Ally sarei impazzita.
-si.. si è così. Ogni parola che hai detto tu è giusta!-
-allora lasciati dire che hai un urgente bisogno di fare sesso!-
-Ally! Ti sembra il modo?-
-o andiamo non fare tanto la puritana. Adesso so cosa pensi quando gli stai vicina quindi.. trova il modo per portartelo a letto!-
-non penso sia tanto facile come dici tu..-
-nulla è impossibile se si è mossi dall’amore. E quello che provi tu per Edward è senza dubbio una delle forme più forti! Adesso devi solo capire se anche lui prova questo per te e il gioco è fatto. Credimi, il sesso riavvicina molte persone –
-si va bene, va bene, ma non parliamo più di queste cose. Specialmente al telefono! Sembriamo delle pervertite!-
-ok come vuoi tu.. mi terrai informata vero?-

Oddio Edward era tornato neanche da un giorno e già pensavo al modo di saltargli addosso! Ma era più forte di me.. stare vicino a lui mi faceva sentire come non mai. Forse tutta la lontananza che avevamo vissuto non aveva fatto altro che accentuare ancora di più il bisogno fisico che sentivo per lui.  
Ci salutammo subito dopo promettendoci di risentirci il giorno dopo. Quando chiusi la chiamata rimasi ferma a fissare il cortile e il rincorrersi delle foglie trascinate dal vento.
-ah!- urlai quando girandomi per tornare dagli altri mi trovai Edward davanti.
Da quanto tempo era li? Aveva sentito tutta la conversazione che avevo avuto con Ally? Alla sola idea sentii le guance farsi sempre più rosse.
-scusa non volevo spaventarti. Ti ho preso un caffè al bar dell’ospedale, tieni- disse porgendomi il bicchiere
-grazie, ne avevo proprio bisogno- lo portai alla bocca provando a prenderne un sorso mentre il dubbio che avesse sentito la telefonata si insinuava sempre più subdolamente nella mia testa. Volevo chiederlo direttamente a lui ma quando buttai giù la prima sorsata mi accorsi che non ce n’era bisogno.

Il caffè era freddo!

 


O__O E ADESSO???

Vi dico già da subito di non riporre troppe speranze nell’ultima parte del capitolo(che tra l’altro mi sono divertita un mondo a scrivere. ADORO ALLY! Siete d’accordo con lei??) Quello zuccone di Edward è ancora troppo prevenuto, anche se come avete potuto vedere, hanno comunque istaurato un rapporto abbastanza decente!
SIETE CONTENTE  DI COME E’ ANDATA LA LORO RIAPPACIFICAZIONE????
Vi confesso che avevo un po’ di dubbi.. quindi vi chiedo di essere sincere al massimo d’accordo???
C’è stato anche l’incontro con il cane! Come vi è parso? Edward naturalmente si è arrabbiato(come dargli torto!) ma anche Jacob non è stato poi così male dai..
Ah! Quasi dimenticavo! Charlie è fuori pericolo! Poraccio guarda cosa ho dovuto fargli passare per far ritrovare sti due!
Ok, la smetto di importunarvi! E vi do appuntamento alla prossima settimana!!!
GRAZIE INFINITE DAVVERO DI CUORE PER TUTTE LE RECENSIONI CHE MI LASCIATE E PER ESSERE COME SIETE.. come dire, fantastiche??? SIIIIIIIIIIIIIIIII!!

UN BACIONE GIRLS!(perché penso che siate tutte donne. Se così non fosse.. fatti avanti uomo meraviglioso!)

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Capitolo 27
*** capitolo 26 ***


                                                                                
 

Buona domenica a tutte!

Vi lascio al capitolo..
 Buona Lettura!

  Capitolo 26
 

Chi mi conosce lo sa quanto odi stare al centro dell’attenzione e quanto non sopporti sentirmi gli occhi puntati addosso. Una di queste persone è senza dubbio Edward.
Ma forse doveva essersene dimenticato visto che ha passato l’intero pomeriggio a fissarmi senza dire una parola, senza muoversi di un millimetro dalla sedia dov’era seduto.
E a vederlo così la possibilità che forse abbia sentito veramente la conversazione mia e di Ally diventa sempre più reale.
Non mi ha rivolto la parola per ore intere e non l’ha fatto neanche quando mi sono alzata per andare in bagno.. non l’ha fatto quando abbiamo deciso che fosse arrivata l’ora di tornare a casa.. non l’ha fatto quando siamo saliti in macchia..  e  non l’ha fatto nemmeno quando entrando in casa abbandonai le chiavi sul mobile all’entrata lasciando che facessero più rumore possibile visto che il silenzio che si era creato tra di noi mi metteva i brividi.
Lo guardai dirigersi in salotto e sedersi sul divano continuando a rimanere zitto. Mentre dentro sbuffavo impaziente. Se avesse tenuto questo comportamento per tutta la serata sarei impazzita.
-ok basta così!- sbottai chiudendo con forza la porta di casa – dimmi cos’hai e facciamola finita-
-io non ho niente- disse con aria innocente quando gli fui davanti mentre mi toglievo il giubbotto e lo lasciavo sulla poltrona.
-ah è così.. allora perché sei diventato così silenzioso?-
-è una tua impressione non è vero-
-non mentirmi me ne accorgo quando hai qualcosa che non va..-
-ho solo dei pensieri in testa tutto qui..- disse provando a difendersi. Ma lo sapevo che era un modo per chiudere il discorso.
-ti ho mai detto che alcune bugie non sai proprio raccontarle?-
-ok.. mi arrendo se vuoi che ti dia ragione te la do. Ma non insistere perché io non ho niente!-
-non è vero.. io lo so cos’hai!- dissi puntandogli un dito contro.
- e sentiamo cos’ho?- sbottò arrabbiato irrigidendo la schiena.
-tu hai sentito la telefonata con Ally!- dissi esasperata e la faccia che fece fu più eloquente di qualsiasi parola.
Schioccò la lingua in senso di disappunto e si accomodò meglio sul divano.
-dai ammetti che non è così e giuro che ti lascio in pace- dissi addolcendo il tono della voce.
-è così. Non ho sentito niente- disse guardandomi intensamente negli occhi. E per quanto non gli credessi, perché sapevo che mi stava mentendo, decisi di farmelo bastare.
Inconsciamente lo ringraziai anche per non aver tirato fuori l’argomento. Perché se me ne avesse parlato non avrei saputo minimamente cosa dirgli. Quali parole avrei usato per giustificarmi senza arrossire fino alla radice dei capelli?
Sbuffai distogliendo lo sguardo dal suo e mi allontanai dal salotto per andare in cucina. Iniziai ad aprire le ante degli stipetti e il frigo per cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Avevo una fame da lupi e il mio stomaco brontolava da diversi minuti chiedendomi di essere sfamato visto che a pranzo avevo mangiato un tramezzino striminzito del distributore.
-cosa fai?- disse Edward piombandomi alle spalle senza preavviso facendomi sobbalzare.
-dio Edward.. non farlo mai più. Mi hai fatto morire di paura- dissi respirando affannosamente cercando di riprendermi dallo spavento.
-scusa.. non volevo spaventarti- disse sorridendomi sghembo.
-non c’è bisogno che ti scusi. Sono io che qualche volta dimentico con chi divido la casa.. e comunque stavo cercando di prepararmi qualcosa da mangiare-
-fai bene.. sei dimagrita da quando hai lasciato Forks- disse con nonchalance sedendosi su una delle sedie della cucina.
-non è vero, non sono dimagrita- dissi provando a dissentire.
Lui di risposta inarcò un sopracciglio e questo gesto lo rese ancora più sexy ai miei occhi. E subito il languore al basso ventre mi fece arrossire e fui costretta a distogliere lo sguardo dal suo. E comunque non ero dimagrita.. poi molto. Ok si, forse era vero. Ma avrò perso al massimo un paio di chili. Il che sommato alla magrezza che avevo già non poteva non notarsi.
-anche se non abbiamo fatto altro che litigare non implica minimamente che io non ti abbia osservato in tutti questi mesi. E che non abbia notato quanto in realtà tu mangiassi poco ogni volta che eravamo in mensa- disse lasciandomi sorpresa. Lo guardai senza riuscire a dire una parola cercando di immagazzinare il più possibile quello che aveva detto.
In pratica mi aveva appena confessato che non ero mai uscita dai suoi pensieri e che si interessava a quello che facevo. La cosa mi rendeva felice?
La risposta era Si, ovviamente.
Decisi di farmi più audace e di continuare sulla via della sincerità. Dopotutto era stato lui a cominciare..
-emh.. e oltre al fatto che non mangiassi tanto che cosa hai notato di diverso?- gli chiesi mentre gli davo le spalle intenta a tagliare dei pomodori sul tagliere del lavello.
Sentii il mio cuore iniziare a batter forte e questo era dovuto senza dubbio all’emozione che sentivo di parlare con lui.
-beh..- cominciò – ho notato quanto sia diventata bella in quest’ultimo periodo- disse facendomi mancare il respiro. Mimai un “wow” con le labbra senza far uscire alcun suono. Strizzai gli occhi per la difficoltà che sentivo nel respirare.
-mmh- feci tossendo per allentare la tensione.
- e poi?- continuai subito dopo.
-e poi.. ho notato quanto sia stata gelosa di Sara- concluse in un sospiro facendomi spalancare gli occhi.
-e questo ti ha dato fastidio- dissi con fatica.
-no. In realtà mi ha fatto molto piacere- altro “wow” e altri battiti cardiaci accelerati. 
Inevitabilmente mi ritrovai a pensare a loro due insieme e a quanto mi avesse fatto male vederli in atteggiamenti intimi. Il che mi fece subito arrivare ad una domanda che sapevo di volergli fare ma che in realtà mi incuteva timore. Dopo due grossi respiri decisi di chiederglielo lo sesso.
-come mai vi siete lasciati?- chiesi con il cuore in gola.
Non rispose subito e infatti non seppi cosa pensare di quel silenzio. Mi voltai a guardarlo e lo vidi torturarsi le mani quasi intimorito. Cercava di prendere coraggio per quello che doveva dirmi, o cosa? Gli lasciai del tempo mentre tiravo fuori dal frigo della carne che avrei arrostito sulla piastra.
-che c’è? Ti sei morso la lingua per caso? Se non vuoi parlarne non fa niente..- dissi racimolando un po’ di coraggio.
-non è che non voglia parlartene.. è che.. volevo spiegarti tutto quanto in un altro momento. Non avrebbe senso se te lo dicessi adesso- aggrottai la fronte per il ragionamento contorto che aveva prodotto, e anche se la mia mente correva a briglia sciolta cercando di capire quale sarebbe stato il momento giusto per parlarmene, non volli insistere.
-ti dispiace se vado a farmi una doccia nel frattempo che tu cucini?- mi chiese facendomi irrigidire. Non so perché ma l’immagine di Edward nudo mentre si passava il bagno schiuma sul petto si proiettò davanti ai miei occhi con una forza inaudita.
-n-no no- balbettai imbarazzata.
-allora vado a prendere la mia valigia in macchina..- disse allontanandosi verso l’ingresso.
Lo aspettai ai piedi della scala per accompagnarlo in bagno e fargli vedere dove poter trovare gli asciugamani puliti.
Rientrò subito con la sua valigia in mano e ancora una volta mi domandai come avesse fatto ad arrivare a Forks così in fretta. Glielo avrei chiesto dopo con calma..
-quella puoi metterla nella mia stanza- dissi riferendomi alla valigia.
Salimmo al piano di sopra e lo feci entrare in bagno. Sapevo benissimo che non avesse alcun bisogno che gli spiegassi dove trovare le cose visto che non era la prima volta che entrava in casa mia. Ma mi sentii in dovere di farlo.. come una buona padrona di casa che cerca di curare al massimo il proprio ospite.
-allora, qui trovi gli asciugamani puliti- dissi aprendo il mobile vicino la finestra – e qui trovi tutto l’occorrente per farti la doccia- accompagnai le mie parole scostando la tenda della vasca.
-se hai bisogno di qualcosa..shampoo, bagno doccia.. usa tranquillamente tutto quello che trovi in giro-
-ok.. grazie-
-se dovesse servirti qualcosa chiamami, corro subito da te..cioè.. non che entro in bagno.. non lo farei mai con te dentro.. nudo. Voglio dire, mi fermo dietro la porta.. si, mi fermo dietro la..- conclusi con il volto in fiamme davanti ad un Edward sempre più divertito. Corsi fuori chiudendomi la “dannata porta” alle spalle provando a respirare regolarmente.
-Bella?- disse apparendo dietro di me facendomi spaventare.
-si?-
-grazie.. di tutto, davvero-
Mi rilassai un pochino – non devi ringraziarmi, è un piacere –
Si rinchiuse dentro e subito sentii il rumore dell’acqua scorrere. Sospirai passandomi le mani tra i capelli e scesi al piano di sotto.
Apparecchiai un lembo del tavolo solo per me e dopo aver messo a scaldare la piastra ci adagiai sopra una fettina di carne. Aprii la finestra per far arieggiare un po’ la stanza e aspettai che si cuocesse.
Mi persi nei miei pensieri come sempre mentre cucinavo e pensai a quanto fosse irreale la situazione che stavo vivendo. Avere Edward in giro per casa, saperlo di nuovo vicino, fare le cose insieme, parlare, discutere.. immaginarlo sotto la doccia. Erano aspetti che potevano essere tranquillamente paragonati alla vita di coppia di due sposini.
E invece mi scoprii ad ammettere amaramente che noi due eravamo solo due amici..
Impiattai il tutto e lo sistemai sul tavolo proprio mentre Edward faceva la sua comparsa in cucina. Mi fermai a fissarlo senza avere la forza di distogliere lo sguardo. Vederlo entrare con addosso dei pantaloni grigi che appartenevano sicuramente ad una tuta, una maglietta blu a mezze maniche, i piedi scalzi e i capelli leggermente umidi, faceva male al cuore.
Fui costretta a sorreggermi al tavolo della cucina per non stramazzare a terra visto che le ginocchia avevano cominciato a tremare facendomi mancare di stabilità.
-tutto bene?- gli chiesi con un filo di voce mentre mi accomodavo sulla sedia.
-umh umh.. grazie, ancora non hai mangiato?-
-stavo per cominciare in effetti.. se pensi che non sia uno bello spettacolo puoi sempre spostarti nel salotto a vedere un po’ di tv-
-no, preferirei stare qui se non ti dispiace-
-certo. Puoi fare quello che vuoi. Comportati come se fossi a casa tua-
-ok- disse accomodandosi sulla sedia di fronte a me.
Tagliai la carne in tanti ritagli e ne accompagnai uno alla bocca insieme a un pezzo di pomodoro. Notai con la coda dell’occhio Edward fissarmi in ogni movimento e la cosa mi fece ridere. Tanto che dovetti mettermi una mano davanti la bocca.
-perché ridi?- mi chiese divertito.
-perché mi fissi- dissi continuando a ridere.
-l’ho fatto non è vero?-
-si..-
-scusa, è che non riesco a trattenermi-
-cioè? Non riesci a non guardarmi mentre mangio o.. è una cosa che fai con tutti?-
-certe volte mi capita di farlo anche con altri. Ma quando mangi tu è diverso-
-e perché?- gli chiesi aggrottando le sopracciglia.
-perché quando fisso gli altri, non è per maleducazione, ma per sentire attraverso i loro pensieri ciò che provano mentre mangiano del cibo vero. Mentre con te è diverso.. non posso sentire quello che provi mentre mangi. Cosa percepiscono le tue papille gustative e quale messaggio mandano al cervello. Così provo a capire quello che senti attraverso le tue espressioni, che lasciatelo dire, sono molto.. molto.. “sincere”!- disse visibilmente contento di aver trovato la parola giusta.
-e cosa ti dicono le mie espressioni in questo momento?-
-che ti ho messo in imbarazzo!-
-vero..-
-e che.. ti piace quello che mangi..-
Scoppiai a ridere di nuovo – si, è vero mi piace molto.. quindi se non ti dispiace vorrei finirlo prima che si freddi tutto-
-s-si scusa hai ragione. Mangia pure, non ti interrompo più- disse con l’aria da cagnolino bastonato. A quel punto non riuscii a trattenermi e ricominciai a ridere.
-Edward sto scherzando.. possiamo parlare quanto vuoi-
-facciamo una cosa- disse alzandosi dalla sedia- visto che ti ho promesso che questa sera avremmo parlato ti lascio mangiare in pace e quando hai finito mi raggiungi di la sul divano, ok?-
-ok..- dissi un po’ dispiaciuta che si allontanasse. Ma aveva ragione, era meglio che mi sbrigassi a mangiare così avremmo avuto più tempo dopo per parlare.
Subito sentii il rumore del televisore accendersi in salotto e mi affrettai a spazzolare tutto quello che avevo nel piatto.
10 minuti dopo stavo già lavando le stoviglie sporche.
Approfittai del fatto che non fosse tanto tardi per fare una doccia e cambiarmi.
Salii al piano superiore dopo aver promesso a Edward che non ci avrei messo molto e mi richiusi in bagno che stranamente era pulitissimo e perfettamente in ordine, non sembrava neanche che poco meno di mezzora prima qualcuno avesse fatto una doccia.
Feci in fretta e una volta finito indossai la solita tuta. Mi asciugai i capelli e lavai i denti.
Mi stupii io stessa di quanto avessi fatto tutto quanto a tempo di record, infatti erano le 22:00 quando discesi l’ultimo gradino della scala.
Presi una coperta e mi avvicinai ad Edward che non si era mosso di un millimetro dalla posizione in cui l’avevo lasciato. Mi sorrise appena gli fui accanto e mi sedetti vicino a lui.
-cosa guardi?-
-niente di interessante..- disse abbassando il volume della tv al minimo lasciando un debole suono di sottofondo.
Si girò verso di me e si mise a fissarmi facendo galoppare il mio cuore.
-ho qualcosa che non va? Sono sporca di dentifricio per caso?- dissi pulendomi la bocca con una mano.
-Bella finiscila, non sei sporca- disse sospirando.
-e allora che c’è?-
-niente.. non ti posso guardare?- Dio quant’era bello!
-s-si. Certo che puoi farlo- cosa? l’avevo detto davvero?- cioè.. –
-cioè?-
-niente lascia stare..- sospirai arrossendo.
-no, voglio saperlo-
-ma niente. Davvero. Possiamo parlare adesso?- dissi sperando che non mi chiedesse più nulla.
-ok, come vuoi- mi coprii con la coperta e portai le ginocchia al petto rannicchiandomi. Mi girai verso di lui e mi persi in quegli occhi così belli, così profondi, così sensuali, così..
-Bella? Non avevi detto che volevi parlare?-
-si. Scusa- “mi ero incantata a guardarti” avrei voluto aggiungere – da dove vuoi cominciare?-  chiesi lasciandogli campo libero su qualsiasi domanda avesse in testa.
-mmh vediamo..- alzò gli occhi al soffitto come per concentrarsi anche se sapevo non ne avesse bisogno ma era un gesto curioso da vedergli fare – perché hai deciso di lasciarmi a giugno?- buttò li con tranquillità.
Sbiancai di colpo nel sentire quelle parole. Bene, sei nella merda fino al collo Isabella Sawn! mi dissi mentalmente.
Deglutii a fatica mentre sentii il cuore cominciare a battere forte nel petto.
-allora.. punto numero 1: non sono stata io a lasciarti, ma sei stato tu ad andartene via dall’oggi al domani- provò a replicare ma lo zittii subito posandogli una mano davanti la bocca- lasciami finire.. punto numero 2- dissi guardandolo fisso negli occhi- anche se pensi il contrario, io non ti avrei lasciato, avevo solo bisogno di un po’ di tempo per riflettere..-
-per riflettere su cosa?- mi chiese non riuscendo a capire.
-su tutto quello che era successo in quell’ultimo periodo-
-su quello che provavi per Jacob vorrai dire..- mi disse con una smorfia.
-non c’entra niente lui. È vero, avevo capito di provare qualcosa nei suoi confronti ma non è solo colpa sua..-
-e allora spiegami di chi è la colpa! Perché io non ci capisco più niente!- disse visibilmente sconvolto.
Mi rannicchiai ancora di più se possibile nel mio angolino e sospirai prima di rispondergli.
-mia, è stata mia la colpa. Ho sbagliato a non dirti tutto prima ma.. un po’ la colpa è stata anche tua-
-cosa? Mia? È perché?- rispose incredulo strabuzzando gli occhi.
-perché non sei riuscito a capire da solo quanto tutta la faccenda di Victoria e dei vampiri neonati mi avesse scosso. Quanto i Volturi mi avessero messo paura. Ma soprattutto quanto avessi timore di diventare come Bree!- dissi alzando leggermente il tono di voce.
-e perché non me l’hai detto subito?-
-perché speravo non ce ne fosse bisogno. Perché tra di noi non c’era mai stata la necessità di parlare, ci capivamo a vicenda senza dire una parola. E invece tu hai attribuito tutto al bacio che avevo dato a Jacob e non ti sei chiesto minimamente se fosse stato qualcos’altro ad allontanarmi-
-ma perché non dirmelo?- chiese ancora più stupito.
-non ne avevo il coraggio. Ti avevo promesso che sarei diventata una vampira. Come avrei mai potuto venire da te e dirti che improvvisamente avevo cambiato idea? Ma non perché non ti amassi più, no. Ma perché il timore di diventare come quella ragazzina assetata di sangue e senza scrupoli mi aveva fatto venire dei dubbi. Improvvisamente ebbi paura. Paura per quello che mi aspettava e paura per quello che avrei potuto fare a persone indifese come mio padre o come i miei amici. Io volevo vivere la mia vita con te non ti avrei mai lasciato avevo solo bisogno di una pausa da tutto. Ti avevo chiesto un po’ di tempo solo per riprendermi da tutta quella faccenda. Ma non ti avrei mai lasciato.. mai, io ti amavo- dissi con le palpitazioni al cuore e la voce incrinata.
Lui rimase a fissarmi con la bocca semiaperta senza dire o aggiungere una parola. Mi accorsi di star piangendo solo quando una lacrima scese a bagnarmi il collo.
-e come pretendevi di passare la vita insieme a me se avevi timore di diventare un mostro alla pari di quello che sono?- mi chiese con tono sconcertato.
-tu non sei un mostro. E soprattutto non sei come Bree e come tutti quei neonati. Tu non avresti mai permesso che diventassi come lei. Non mi avresti mai trasformato per poi abbandonarmi. Non avresti mai lasciato che uccidessi qualcuno. Ed io l’ho capito troppo tardi- dissi amareggiata.
-e il legame che sentivi per Jacob ha fatto tutto il resto-
-no. Non è vero!
-andiamo Bella.. sapevi che lo amavi e sapevi anche che io ne ero a conoscenza-
-si, ma.. ok, non posso negare il bacio che ci siamo scambiati prima della battaglia perché lo hai visto nei suoi pensieri e lo hai sentito dalla mia bocca. Ma non c’entra niente lui. Sono due cose differenti, il mio distacco da te e i sentimenti che mi ero accorta di provare per lui, erano due cose separate. Per quanto potessi tenerci il mio affetto per lui non avrebbe mai offuscato il nostro legame. Mai.-
-e quindi io sarei dovuto stare insieme a te pur sapendo che dentro provavi dell’affetto per lui?- mi chiese ora arrabbiato.
Non risposi a quella domanda perché inconsciamente sapevo cos’avrei fatto io se mi fossi trovata al posto suo.
-rispondi!- disse facendomi sobbalzare – credi che per me sia facile stare qui a sentirti dire che abbiamo buttato all’aria la nostra storia perché non sono stato attento a quello che provavi nel diventare come me?? Invece di passare tutti questi mesi a crogiolarmi nel fatto che non mi amassi più perché preferivi stare con Jacob? Quando invece non è così?-
 -ho sbagliato ha non dirti tutto subito.. mi dispiace-
-ti dispiace.- disse alzandosi dal divano- Questa è l’unica giustificazione che riesci a trovare? Ti dispiace?-
-si. Da morire!- gli urlai- Perché so che se sei andato via, è solo ed esclusivamente colpa mia-
-e adesso cos’è cambiato? Hai detto che mi amavi poche settimane fa. Adesso non hai più paura di diventare come me?-
Lo guardai bene negli occhi prima di dirgli una cosa così importante
-No. Non ho più paura. Perché per quanto possa sembrarti assurdo. Ho più paura di soffrire di nuovo se dovessi perderti.. che affrontare tutto quello che comporta diventare come te-
 Rimase a fissarmi passandosi una mano davanti la bocca come per calmarsi mentre io lo guardavo sempre più agitata.
Poco dopo si lasciò cadere di nuovo sul divano sospirando.
- ti rendi conto di quello che mi hai detto?-
-si- sussurrai abbassando il capo- me ne rendo conto-
-se solo mi avessi detto tutto sin dall’inizio forse..-
-forse?- lo rimbeccai curiosa.
-non lo so..- disse scuotendo il capo- non lo so se si fosse risolto tutto. Perché se anche mi avessi detto la verità e avessimo trovato il modo di risolvere il problema.. non so se avrei accettato il fatto che tu amassi anche Jacob- disse voltandosi a guardarmi.
-no. Non dire così. Io non lo amavo quanto amavo te. E lasciati dire che se avessi avuto il coraggio di dirti tutto sin da subito a quest’ora non saremmo in questa situazione-
-come fai a dirlo?- mi chiese abbattuto.
-perché io so quanto ti amavo- e quanto ti amo.
-però alla fine vi siete messi insieme lo stesso- disse senza riuscire a mascherare il fastidio.
-si. Beh come ti ho già detto quello è successo ad Agosto.. e se può renderti felice sappi che non è stata una bella esperienza per lui- dissi con una risatina isterica.
-perché?- mi chiese tornando a sistemarsi nella posizione iniziale con le ginocchia al petto e la faccia rivolta verso di me.
-perché un ghiacciolo era molto più romantico di me-
Aggrottò le sopracciglia facendo un mezzo sorriso con le labbra.
-quando mi diceva di amarmi, io non ricambiavo mai. Quando provava ad avvicinarsi di più oltre il semplice bacio, io lo scostavo sempre trovando una scusa per allontanarlo- gli raccontai e lo vidi irrigidirsi.
-e allora perché avete provato a stare insieme?- disse serrando la mascella.
-perché lui mi è rimasto vicino quando ho sofferto per la tua lontananza- con la coda dell’occhio potei notare un certo nervosismo nei suoi movimenti nel sentire quelle parole - e questa non è una giustificazione ma.. quando mi ha fatto capire che provava qualcosa per me che andava oltre l’amicizia, mi ha chiesto di provare a stare insieme. Inizialmente non volevo arrivare a quel punto ma.. non so come spiegartelo. Avevo perso ogni speranza in un tuo ritorno e stare con lui mi faceva stare bene. In qualche modo era riuscito a guarirmi. Così ci abbiamo provato. Ma non è andata come sperava. Lui mi dimostrava sempre quanto mi amasse ed io invece non.. non lo so, non riuscivo a dimostrarglielo. Era più forte  di me. Sono sicura che il più delle volte gli abbia fatto capire apertamente che non provassi i suoi stessi sentimenti-
-e come avete rotto? Qual è stata la causa che ti ha fatto capire di non volerlo veramente?-
-beh c’è stata una discussione che ha portato a monte il problema..-
-e cioè?- mi chiese curioso. Ecco adesso come sarei riuscita a dirgli che avevamo litigato perché io non volevo fare sesso con Jacob dato che ogni volta che mi toccava sognavo che fosse lui a farlo?
Mi feci rossa in viso non riuscendo a nascondere l’imbarazzo. Non sapevo come l’avrebbe presa ma volevo essere sincera con lui..
-io non.. non ho voluto fare l’amore con lui- dissi in un suono appena udibile.
Lo guardai di sottecchi e lo vidi irrigidirsi e serrare la mascella in una morsa strettissima. Avevo quasi paura di come avrebbe reagito.
Non disse una parola per diverso tempo e poco dopo timorosa mi azzardai a sfiorargli una mano con la mia.
-Edward..- sussurrai facendolo tornare al presente.
Si voltò a guardarmi e iniziò a fissarmi in modo quasi famelico. Lo vidi percorrere con gli occhi ogni centimetro del mio viso e inevitabilmente arrossii.
-è successo? È riuscito a toccarti?- mi chiese quasi con dolore facendomi sussultare il cuore.
-no. Non ci è riuscito- dissi abbassando lo sguardo. Ma subito dopo gli presi il volto tra le mani e anche se ne avevo timore decisi di dirgli quello che mi tenevo dentro da tanto tempo – non riuscivo a lasciarmi andare con lui perché ogni volta che provava a toccarmi sentivo addosso le tue mani fredde e se chiudevo gli occhi vedevo solo il tuo viso- dissi sentendo gli occhi inumidirsi.
Raccolse in un gesto dolce l’unica lacrima scivolata al mio controllo e mi abbracciò di slancio lasciandomi senza fiato.
Pensai a come fosse bello sentirlo di nuovo così vicino e non ci misi più di 5 secondi a stringerlo forte tra le braccia mentre prendevo a piangere come una fontana.
-shh.. Bella-
-oh Edward. Non sai quanto mi sei mancato. Non riuscivo a respirare senza di te al mio fianco..-
-adesso sono qui. Non vado più da nessuna parte!-
-me lo prometti?- gli chiesi quasi intimorita che potesse dirmi il contrario.
-te lo prometto!- disse abbracciandomi ancora più forte e facendomi mancare il respiro. Ma non mi interessava . Stare tra le sue braccia era la cosa più importante per me.
Mi trascinò sopra di lui e mi fece stendere al suo fianco. Mi coprì per bene con la coperta e iniziò ad accarezzarmi il braccio mentre piano riprendevo il controllo di me stessa. I singhiozzi andarono scemando e mi rilassai del tutto cullata dalle sue carezze.
Alzò il volume della tv e per un momento quel gesto mi infastidì.
Volevo bearmi di quel momento il più a lungo possibile senza nessuna interruzione.
Stavo per dirgli di spegnerla del tutto quando mi accorsi cosa stavano trasmettendo.
-guarda- mi disse posizionandosi meglio così da permettermi una visuale maggiore.
Era il notiziario locale di mezzanotte. E in quel momento mi stupii di quanto tempo fosse passato senza che nemmeno me ne accorgessi ma era un’altra la cosa che aveva catturato la mia attenzione.
Stavano trasmettendo la notizia della sparatoria in cui era stato coinvolto mio padre aggiungendo altri dettagli alla vicenda.
I giornalisti avevano saputo che il capo della polizia non era più in condizioni critiche e che dai vari sviluppi e dalle indagini che stavano conducendo nel frattempo si era scoperto che la banda era responsabile di altri furti avvenuti nelle zone limitrofe a Forks e che l’episodio accaduto a mio padre aveva permesso finalmente di catturarli.
Parlarono anche del fuggiasco e di quanto la polizia si fosse mobilitata per rintracciarlo, ma che ancora non erano venuti a capo di niente.
Ebbi paura di constatare che l’uomo che aveva sparato a mio padre fosse ancora a piede libero. Meritava di marcire in galera per il resto dei suoi giorni per aver messo in pericolo la vita di chi amavo e di tutti quelli che gli stavano attorno.
Mi irrigidii e Edward mi accarezzò più solertemente il braccio.
-tranquilla.. lo troveranno- disse capendo immediatamente quale fossero i pensieri che mi vorticavano in testa.
-lo odio. Lo odio per quello che ha fatto a mio padre e per quello che mi ha fatto passare-
-lo so Bella. Ma vedrai che lo prenderanno e presto tutta questa storia sarà finita-
-lo spero tanto..- dissi in un sospiro posizionandomi di nuovo con la testa sul suo petto.
-a proposito di tuo padre. C’è una cosa che vorrei chiederti- disse guardandomi e per una frazione di secondo i nostri volti si sfiorarono facendomi rabbrividire di piacere.
-dimmi..-
-volevo sapere come intendi spiegargli la mia presenza quando ritornerà a casa-
Arrossii di botto senza riuscire ad evitarlo. Già, come avrei spiegato tutto quello che stava succedendo a Charlie?
-be, in realtà non ne ho idea- dissi sorridendo.
-oddio! Siamo messi bene allora-  mi rispose facendomi ridere.
-no. In realtà lui sa di te e del fatto che ci siamo ritrovati alla Dartmouth. Ma di certo non si aspetta di trovarti qui-
-e cos’hai intenzione di fare a tal proposito?-
-innanzitutto vorrei che si svegliasse prima di fasciarci la testa con questi problemi..-
-giusto..- disse annuendo
- e poi..- dissi alzandomi con la schiena portandomi quasi a sedere – lui sa cos’è successo a giugno e mi è stato accanto per tutto quel periodo. E quando gli ho raccontato di averti rivisto all’università mi ha semplicemente detto che vuole la mia felicità e che non si sarebbe intromesso. Quindi..-
-quindi?- mi chiese avvicinandosi.
-quindi , come ti ho già detto non voglio preoccuparmi di una sua reazione. Prima gliene parlerò e poi vedrò cosa fare-
-sono d’accordo.. anche se..-
-anche se?-
-niente, è che gli ho già dato così tanti pretesti per avercela con me che non penso impazzirà quando mi vedrà-
Alzai una mano per accarezzargli una guancia – Edward, non devi preoccuparti di questo! Tutti stravedono per te e non penso che Charlie troverà difficile fare altrettanto dopo che gli avrò raccontato quanto tu mi sia stato vicino in questo periodo permettendomi così di non affrontare tutto quanto da sola..- dissi portandomi una mano alla bocca a coprire uno sbadiglio.
-sei troppo buona. Hai una concezione verso il prossimo talmente positiva che ti stupiresti di sapere cosa pensano in realtà. Comunque.. come hai detto tu è meglio non pensarci adesso. Abbiamo ancora un sacco di tempo per farlo e..- disse alzandosi dal divano - mi sembra sia arrivata l’ora di andare a nanna signorina! Sei distrutta...- e mi porse la mano.
Sospirai appena udii quelle parole. Non volevo lasciarlo. In quel momento ritenevo che passare 7 ore a dormire invece che parlare con lui fossero uno spreco enorme! Ma aimè aveva ragione almeno su una cosa.. mi sentivo a pezzi e avevo anche parecchio sonno. Così accettai la sua mano dopo avergli lanciato un’occhiataccia e mi alzai dal divano.
Subito però pensai a come avremmo fatto per la notte. La sera prima era rimasto nel mio letto perché gliel’avevo chiesto.. quella sera potevo fare lo stesso? Due “amici” come noi potevano dormire insieme come nulla fosse?
Avrebbe accettato? O..?
-allora io mi sistemo qui sul divano- disse annullando tutte le mie aspettative e non potei evitare di corrucciarmi per la delusione. Ma in fin dei conti aveva ragione, era troppo presto.
 
-ok- dissi triste dirigendomi verso le scale. Ma prima che potessi allontanarmi troppo mi chiamò facendomi arrestare.
-metti una coperta in più al letto stanotte..-
-perché?- gli domandai aggrottando la fronte.
-stanotte nevica ne sono sicuro!-
Distesi la fronte e mi stampai un sorriso sulle labbra. Mi piaceva la neve e in quel momento ricordai le parole di Charlie della nostra telefonata “ piove sempre e tra un po’ secondo me arriverà la neve. Perfetta per Natale..”
Natale? Oddio era vero, si stava avvicinando!
In quel momento constatai che sarebbe stato un Natale davvero speciale. Charlie si sarebbe risvegliato e non vedevo l’ora che tornasse a casa e vedesse la tanto adorata neve. E poi c’era Edward che avrebbe contribuito a renderlo perfetto! Avrei passato dei giorni bellissimi in compagnia dei due uomini più importanti della mia vita!
Presa da un’improvvisa euforia scesi di nuovo tutti i gradini e mi fiondai tra le sue braccia. Gli saltai letteralmente addosso ed ero sicura che se ci fosse stato qualcun altro lo avrei buttato sicuramente a terra!
-grazie!- gli dissi scoccandogli un sonoro bacio sulla guancia.
- e di cosa?- disse divertito – per averti detto che stanotte nevica?-
-non è solo per questo idiota! Sono felice che tu sia qui.. quindi grazie!-
-di nulla- disse mettendomi giù.
-sarà un Natale magnifico questo me lo sento!- mormorai tra me e me.
-cosa?- mi domandò lui.
-niente, niente. Vado a dormire. A domani-
-Buona notte Bella e sogni d’oro-
-con te al mio fianco lo saranno sicuramente!- dissi senza riuscire a trattenermi e inevitabilmente arrossii. Salii le scale in fretta e furia senza nemmeno vedere la sua reazione cercando di celare la mia felicità mentre nel mio cuore sentivo riaccendersi la speranza. Certo avremmo dovuto parlare ancora di tante cose ma ormai avevo capito che se dopo tutto quello che era successo eravamo ancora qui, eravamo ancora noi, il nostro rapporto si basava su basi solide. Avremmo dovuto ricostruirne una parte importante ma sapevo che ce l’avremmo fatta!  Insieme noi due eravamo invincibili!  Ed io sentivo di amarlo ogni secondo di più..

 
 

Che ve ne pare???
Avete visto che hanno chiarito qualche aspetto del loro rapporto??
Vi dico già da adesso che anche il prossimo cap. si svolgerà più o meno in questo modo. Nel senso che chiariranno su altre cose..
Vi avevo detto che Edward avrebbe mentito! Ma non preoccupatevi! L’argomento sesso verrà fuori al momento giusto!  altrimenti, come mi ha fatto notare qualcuno, Bella sarà costretta a rinchiuderlo nel sottoscala e violentarlo! poveretta non ce la fa più!
ha lottato con tutta se stessa per non salire in bagno mentre si faceva la doccia^_^
Grazie infinite come sempre per le meravigliose recensioni che mi lasciate ogni volta! Vi adoro!!!!! Un saluto va anche alle nuove lettrici che non hanno perso tempo di esprimermi il loro giudizio sulla storia!
Ps. In questo capitolo c’è un indizio per i prossimi cap. Vediamo quanto siete perspicaci!
A domenica prossimaaaaaaaa!! Un bacio :*******

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Capitolo 28
*** capitolo 27 ***


                                                 

Buongiorno a tutte ragazze!!!! E buona domenica..

Vi lascio al capitolo..

Buona lettura! ^_^

Capitolo 27

 

Come aveva detto Edward quella notte nevicò. E quella mattina mi svegliai più felice che mai. Sembravo a tutti gli effetti una bambina che aspetta la neve con il naso perennemente puntato al cielo. Il che, detto da una che appena arrivata a Forks odiava il suo clima freddo e perennemente umido, è un bel traguardo.

 Ma era anche un altro il motivo della mia gioia. Sapevo che al piano di sotto c’era ad aspettarmi l’uomo che quella notte aveva popolato i miei sogni e sapere che non fosse solo frutto della mia immaginazione, ma che fosse reale e tangibile, mi fece sorridere di felicità ancor prima di aprire definitivamente gli occhi.

Avevamo parlato tanto la sera prima e avevo capito che se volevo recuperare il rapporto con lui dovevo procedere a piccoli passi. Solo così gli avrei dato il tempo per capire che stare insieme era inevitabile.

Mi alzai come una furia e scesi correndo le scale pronta a trovarmelo davanti seduto sul divano dove l’avevo lasciato la sera prima o a vederlo trafficare in cucina intento a prepararmi la colazione, ma non fu così.

Il sorriso d’entusiasmo che avevo stampato in faccia scomparve con la stessa facilità che il mio cervello ci mise ad elaborare il fatto che fossi sola.

Dov’era andato? Mi domandavo fissando il divano che solo poche ore prima avevamo occupato insieme.

Forse stavo esagerando.. magari era andato a caccia o era uscito per sbrigare qualche commissione. Ma perché non dirmelo??

Stavo reagendo come una fidanzata gelosa che voleva sapere tutti gli spostamenti del suo super sexy ragazzo.

Sentii la delusione impossessarsi di me e anche l’esagerazione stessa della mia reazione. Ma cosa potevo farci se mi aspettavo di trovarlo ad accogliermi a braccia aperte una volta sveglia?

Cercai di scacciare quei pensieri che avevano fatto sparire anche la gioia per la neve, prima di abbrutirmi del tutto e andai in cucina per prendere un po’ di latte dal frigo.

Presi la bottiglia e l’aprii. Ne bevvi una sorso direttamente da essa ricordandomi i rimproveri di mio padre ogni volta che lo facevo. Richiusi il frigo mentre ancora bevevo e trovai ad attendermi una sorpresa.

Tenuto saldo da una calamita a forma di cuore, c’era attaccato al frigo un foglietto con scritto “Leggimi”

Lo staccai e prima ancora di accorgermi a chi appartenesse la scrittura, non dovetti impegnarmi poi molto prima di capire che l’avesse scritto Edward vista l’eleganza e la raffinatezza ma anche perché dividevo la casa solo con lui, mi domandai perché avesse scelto proprio il cuore. C’erano un’infinità di calamite attaccate al frigo, frutto della mia malsana malattia di collezionarle. E tra tutte, aveva scelto proprio quella!

Mi sarei accontentata anche della margherita, ne sarei stata felicissima. Avrei anche accettato quella a forma di pentola, la palla da basket, il ciocco di legno, la bottiglia di vino, la mela, la fetta d’anguria. Sarei stata anche contenta per quella a forma di cesso, almeno mi sarei fatta due risate! Ma il cuore.. il cuore era inaspettato. Cos’era? Un messaggio subliminale per farmi capire che ancora ci teneva a me?

Ah! Era meglio smetterla di pensare che dovesse esserci per forza un motivo dietro!

Magari l’aveva scelta a caso! O magari non aveva neanche guardato prima di afferrarne una e metterla a reggere il biglietto.

Il biglietto!       

Non l’avevo neanche aperto persa nel contemplare il piccolo cuore rosso decorato da tanti brillantini.

“lo so cosa stai pensando adesso.. ”

Lessi e quasi involontariamente mi guardai attorno pronta a trovarmelo alle spalle intento a farmi qualche scherzo.

“no. Non è vero non lo so! Ricordi non posso leggere nella tua mente sciocchina!”

Istintivamente tirai un sospiro di sollievo “comunque.. ti starai chiedendo che fine abbia fatto. Pazienta ancora un po’ e capirai dove sono! Hai visto che ha nevicato? Cosa aspetti a raggiungermi? Vai in bagno e indossa quello che ho appoggiato sulla sedia vicino alla vasca.. ti aspetto!”

-ma per andare dove?- dissi frustrata senza capire.

Subito mi fiondai in bagno e sulla sedia, come c’era scritto, vi trovai una tuta da neve, coordinata al giubbotto pesante e agli scarponi, il tutto rigorosamente blu!

Sorrisi scuotendo la testa – ma cos’hai in mente?- dissi tra me e me cominciandomi a vestire. Trattenni per un secondo il fiato quando mi accorsi che sotto la tuta c’era anche poggiata una mia maglia. Doveva per forza essere entrato nella mia stanza per prenderla. E il solo pensiero di Edward fermo a guardarmi dormire mi fece imporporare subito le guance!

Una volta pronta scesi di sotto e potei constatare quanto camminare con tutta quell’imbottitura addosso non fosse propriamente comodo.

-e adesso?- urlai senza sapere cosa fare.


Un rumore mi fece giare e subito mi accorsi della palla di neve che lenta scivolava sul vetro della finestra del salotto.

Mi avvicinai curiosa e subito ne arrivò un’altra che mi fece sobbalzare.

Guardai fuori e potei vedere Edward ridersela di gusto.

Ma cosa stava facendo li fuori?

Non feci in tempo a domandarmelo che subito lo vidi darsi da fare con un pupazzo di neve.

Sorrisi a quell’immagine e subito raggiunsi la porta di casa per andare da lui.

Dal cielo cadevano ancora tanti, piccoli, delicati fiocchi di neve che andavano ad aggiungersi al manto bianco che ricopriva tutto il vialetto di casa mia e che a giudicare dalla quantità, ricopriva per intero anche tutta la città!

-finalmente!- disse con tono eclatante.

-come scusa?- chiesi senza capire mentre mi avvicinavo a lui.

- ci hai messo un’eternità!-

-scusa se non sono dotata della tua supervelocità!- dissi quasi stizzita voltandogli le spalle.

Mi aspettavo di ricevere una risposta ma in cambio ottenni solo silenzio.

Mi girai per vedere cosa stesse facendo e subito mi arrivò in piena faccia una palla di neve! Maledizione! E pensare che avevo visto anche il movimento del braccio ma con la solita lentezza da bradipo che mi ritrovavo non ero riuscita a scostarmi in tempo.

E adesso se la rideva di gusto il signorino!

Volevo prendermela con lui ma il suono della sua risata era in grado di sciogliere anche il più duro dei cuori e in quel momento il mio era ridotto ad una marmellata!

-ma cos..Edward!- gli urlai facendo la finta offesa- cosa ti salta in mente?-

-dai Bella. È soltanto una palla di neve! Della soffice e innocua neve!-

-si come no! Della soffice ,“bagnata” e “fredda” neve vorrai dire!-

-cosa sentono le mie orecchie! Ma se fino a ieri sera eri contentissima per l’arrivo della neve e adesso ti lamenti anche?-

-non mi sto lamentando! È che la neve mi piace vederla dalla finestra della mia camera e tenerla almeno a qualche metro di distanza da me!-

-uff.. come sei melodrammatica! È soltanto un po’ di neve! Non può di certo ucciderti un po’ di neve! E poi.. mi era parso di capire che le cose “fredde” non ti dessero più tanto fastidio- disse quasi offeso ed io avvampai.

-no.. cioè si. Voglio dire, non mi danno fastidio ma..-

-lascia perdere. Davvero non ha importanza!- fece per voltarsi ma lo bloccai per un braccio.

-aspetta ti prego. Non era questo quello che volevo dire e tu lo sai. Sei ingiusto se arrivi a rinfacciarmi una cosa del genere! Lo sai che la temperatura della tua pelle non mi ha mai dato fastidio- conclusi quasi emozionata.

-lo so..- mi sussurrò girandosi a guardarmi e a poggiare una mano sulla mia guancia.

A quel contatto chiusi gli occhi per qualche secondo prima di riaprirli e perdermi nelle sue pietre dorate!

Era bellissimo come sempre e quel contatto visivo mi fece mancare quasi il respiro.

Portai la mia mano a coprire la sua che ancora teneva salda al mio viso e gli sorrisi.

-hai visto? Anche se fa freddo non riesco a provare fastidio..-

-si, ho visto. Ma prima che ti si congeli la parte destra del viso è meglio se la tolgo- disse quasi con ritrosia. Avrei voluto dirgli “no, resta così” ma invece annuii e piano piano si allontanò. “piccoli passi Bella. Piccoli passi”mi ripetei come un mantra.

Tornò a dedicarsi al pupazzo di neve che ancora era sprovvisto della parte superiore del corpo e mi avvicinai anche io per aiutarlo.

In quel momento mi accorsi come anche lui avesse la mia stessa tenuta anche se sapevo bene che non ne avesse affatto bisogno.

-come hai fatto a trovare queste due tute in così poco tempo?- gli chiesi mentre sentii il naso cominciare a gocciolare.

-il negozio dei Newton era già aperto quando sono uscito stamattina e allora mi sono fermato a comprarle-

-ma perché due? Tu non ne hai bisogno- dissi mentre terminavo di modellare la palla di neve che avevo fatto.

-lo so che non ne ho bisogno. Ma cosa gli dici ai vicini quando mi vedranno a maniche corte in piena tempesta di neve?-

Mi morsi la lingua per la mia stupidità. E mi maledii mentalmente per non averci pensato prima.

-scusa, hai ragione- dissi  dispiaciuta.

-non fa niente. Lo sai che devo mantenere il più possibile le apparenze-

-è questo il problema. Lo so! E non ci ho minimamente pensato. Scusa-

-ancora? Bella va bene..non è successo niente-

-no. Non è vero. Alcune volte non capisco davvero di cosa hai bisogno. Do alcune cose troppo per scontato senza pensare a quello che provi veramente..-

-qualcosa mi dice che non stiamo più parlando della tuta da neve-

-infatti..- dissi cercando di risultare il più disinvolta possibile e di celare in verità quanto fossi agitata a parlare dei miei errori.

-beh ne abbiamo parlato ieri sera e se non sbaglio anche tu hai detto lo stesso di me. non sono stato attento ad un piccolo particolare e guarda cos’è successo. E tutto questo perché ho pensato solo a me stesso. Ho pensato che per una volta non volevo più soffrire. Che non dovevo essere sempre io quello pronto a porgere l’altra guancia. Per una volta volevo essere io il centro dei pensieri altrui- disse con nonchalance mentre si dedicava alla palla di neve facendomi trasalire. E in quel momento mi venne l’impulso di correre ad abbracciarlo così forte da farmi male alle braccia e dirgli che in verità lui non aveva sbagliato niente.

-non hai sbagliato tu Edward – dissi quasi in un sussurro- quello che è successo è stata tutta colpa mia. Se solo avessi avuto il coraggio di parlarti..-

- lo so. Ma il passato è passato adesso siamo qui insieme..- mi girai di scatto per guardarlo mentre mi diceva quelle parole che mi fecero battere il cuore così forte da sentirlo chiaramente in gola. E non so cosa sia stato o cosa abbia visto nei miei occhi ma distolse lo sguardo e continuò dicendo- sarà meglio finire questo pupazzo di neve prima che ricominci a nevicare forte-

Ma io non volevo chiudere quel discorso. Avevo capito la paura che sentiva nel parlare di noi due. Ma non volevo smettere di parlare con lui. E infatti decisi di chiedergli una cosa che avevo in testa da tanto tempo e che, ne ero sicura, non avrebbe di certo diminuito il suo imbarazzo.

-visto che non abbiamo ancora avuto modo di parlare di alcune cose.. vorrei farlo adesso. Posso?- gli chiesi mentre sistemava la palla che avevamo appena finito di modellare sul resto del corpo del pupazzo.

-certo, dimmi-

Deglutii prima di incominciare– come mai ti sei messo con Sara?- gli chiesi a bruciapelo facendogli assumere una colorazione ancora più bianca del normale.

-me l’aspettavo questa domanda sai? Anzi in realtà mi stupisco come mai non me  l’abbia fatta prima-

-a si?-

-si-

-e come mai pensi che io abbia tutto questo interesse nel sapere della tua meravigliosa storia con quella.. quella..- dissi stizzita.

-non dirlo Bella! Non dire “sciacquetta” perché non lo è affatto..-

-stavo per dire “bellissima ragazza” – “ma sciacquetta va bene lo stesso” mi dissi mentalmente. Mi sentii quasi avvilita che la difendesse ancora.

-si, si come no! Vallo a raccontare a qualcun’altro, non a me!-

-che vuoi dire?-

-che ho visto quanto sei stata gelosa di lei-

-io gelosa? Tzhh figurati..- dissi assumendo un tono scandalizzato- e comunque non mi hai risposto. Sto aspettando!- conclusi incrociando le braccia al petto.

-allora vediamo.. da dove comincio? Ti potrei raccontare del nostro magnifico primo incontro, oppure potrei dirti quanto sono stato bene con lei in questi mesi..o potr..-

-aaaaah! La vuoi piantare??? Comincia da dove vuoi, basta che parli!- dissi con il volto in fiamme corroso dalla gelosia.

-hahahhahha sto scherzando Bella! Ti sto prendendo in giro.. era un modo per tastare quanto avresti resistito prima di scoppiare!-

-molto gentile da parte tua, grazie!-

-di nulla! E comunque.. io e Sara ci siamo conosciuti prima che io sapessi del tuo arrivo alla Dartmouth. È stata fin da subito una buona amica..-

-e com’è stato possibile tutto questo? Edward Cullen il solitario che trova un’amica!- dissi prendendolo in giro.

-lo so. È sembrato strano anche a me.. non so cosa sia stato. Forse come ti ho già detto prima ho imparato a pensare prima a me stesso che agli altri e allora mi sono lasciato andare con lei-

-vuoi dire che vi siete messi insieme?- gli chiesi non senza difficoltà.

-già. Mi faceva stare bene. I suoi pensieri erano tutti positivi, non mi ha mai deluso a livello mentale. Stava con me perché voleva starci ed era veramente una brava ragazza- quanto odiavo da uno a dieci sentirlo parlare in quel modo?

- ho avuto la possibilità di vedere il modo in cui lei, e anche tu, volevate stare insieme.. alla festa di Halloween ricordi?- gli dissi mentre mi avvicinavo a prendere dei rami secchi che sarebbero serviti per fare le braccia del pupazzo.

-oh si me lo ricordo bene! Come dimenticare la tua magnifica scenata di gelosia!-

Mi girai di scatto per fulminarlo con gli occhi -ne avevo tutti i torti per caso?- gli chiesi adesso quasi arrabbiata – e quello che ti ho detto quella sera lo penso ancora adesso! Non mi hai mai baciato come hai baciato lei! Cos’è oltre a pensare di più a te stesso avevi forse deciso di darti alla pazza gioia dopo.. quanto? Un secolo di castità?- gli dissi più agitata e arrabbiata che mai.

Posò la sua mano sulla mia spalla e subito la scansai.

Se pensava di cavarsela come sempre si sbagliava di grosso! Avevo bisogno di risposte!

-calmati Bella!-

-no. Non mi calmo affatto!- dissi mettendomi a camminare su e giù per provare a smorzare la tensione.

-vedere come stavi con lei e paragonarlo a quello che abbiamo avuto noi due mi ha fatto molto male! –

-io però non farei un confronto tra quello che c’è stato tra noi e quello che è successo con Sara-

-ah e perché no?-

-bhe perché innanzitutto lei non sapeva niente di me. e anche se trovava strano il fatto che fossi sempre freddo come un ghiacciolo non mi ha mai fatto domande. Mentre tu.. tu hai capito sin da subito che c’era qualcosa di diverso in me. e testarda come sei non hai perso tempo a cercare di capire cosa ci fosse dietro..-

-continua- dissi calmandomi un po’ .

-poi c’è il fattore “sangue”! con lei non ho mai avuto problemi. Anche se sentivo battere il suo cuore e il flusso del suo sangue pompare nelle vene.. non ho mai avuto l’istinto di volere di più. Forse la frase che hai detto quella sera riassume tutto! Hai detto “il suo sangue non è tanto appetibile quanto il mio?”ed era vero. Con te non riuscivo a resistere dieci secondi di più. Questo prima che ti credessi morta e che la paura di averti persa per sempre mi avesse reso “immune”dal tuo irresistibile odore..-

-questo che vuol dire? Che ti lasceresti andare anche con me adesso?- gli chiesi con le guance tutte rosse.

-mhh.. diciamo che da quando ho iniziato a pensare di più a me stesso ho capito che precludersi una cosa che ti rende felice e che ti fa stare bene, solo per principio, la reputo una grande stronzata! Solo perché sono nato nei primi anni del ‘900, non vuol dire che non possa cambiare idea! Alla fine ho cominciato a vivere davvero la mia vita adesso. E mi associo di più hai pensieri dei ragazzi di oggi che a quelli di allora..- sussultai alle sue parole. Questo voleva dire che se solo fossimo tornati insieme non mi avrebbe più trattato come un oggetto da tenere a distanza per paura di cadere in tentazione, ma che si sarebbe lasciato andare?

Quanto mi piaceva questo nuovo Edward? Quanto?

Cercai di nascondere un piccolo sorriso che prepotente aveva raggiunto le mie labbra. Era una notizia sensazionale!

Se solo avessi avuto la certezza che non mi avesse respinto avrei provato subito quel nuovo aspetto del suo carattere. “piccoli passi Bella. Piccoli passi”ecco, ci pensò la mia vocina interiore a bloccare qualsiasi attacco da parte mia verso le labbra più belle che avessi mai visto.

Ma subito una domanda mi sorse spontanea.

-e perché, nonostante questo nuovo cambiamento, non ti sei lasciato andare completamente con Sara?-

Mi guardò sorpreso. Forse non si aspettava di ricevere quel genere di domanda da parte mia e a dire la verità anche io ne ero sorpresa.

-cosa ti dice che non sia successo?- mi chiese sorridendo.

-mhh ho le mie fonti..- dissi rimanendo sul vago.

-Alice! Quella piccola ficcanaso.. ma è mai possibile che non riesca a farsi gli affari suoi nemmeno per una volta!-

-non avercela con lei. Diciamo che l’ho quasi costretta a dirmelo- preferii omettere il fatto che mi fossi sentita male solo a pensarlo a letto con un’altra e che Alice non poté evitare di dirmelo.

-oh beh, che ti vedo dire? Non è successo!-

-è forse per questo che vi siete lasciati?- gli chiesi tirando su con il naso. Iniziavo a sentire decisamente freddo.

-in parte si.. ma non perché me l’abbia chiesto lei ed io mi sia rifiutato. Diciamo che sotto quest’aspetto lei la pensa come me. Non vuole lasciarsi andare con un uomo se non dopo aver raggiunto un certo livello nel rapporto. In sostanza, era troppo presto per entrambi!-

Si spostò a prendere una sciarpa di lana e una carota che aveva poggiato vicino l’albero e che avrebbero fatto da “vestiario” per il pupazzo.

-ma scusa non capisco.. se dici che aspettare non era un problema per nessuno dei due allora perché il fatto che non abbiate fatto sesso c’entra con la vostra rottura?-

-pff..- sospirò frustrato. Lo stavo mettendo in difficoltà lo sapevo bene.. ma volevo sapere. Dopotutto ieri sera ero stata più che sincera con lui e adesso doveva fare altrettanto con me. Anche se sentirlo parlare di fare sesso, anche se ipotetico, con un’altra ragazza, mi faceva vedere i sorci verdi!

-non ero attratto da lei sotto quell’aspetto, va bene?- sputò all’improvviso imbarazzato.

-oh..- fui in grado di dire solamente.

-non se penso a.. beh, è successa una cosa che mi ha fatto capire che stavo sbagliando tutto, ok? Che non era la persona giusta con cui dovevo e volevo condividere questo passo così importante..-

-quale cosa?- gli chiesi più curiosa che mai.

-ti dico solo che c’entra Alice e la sua capacità di pensare a determinate situazioni- e in quel momento si girò a guardarmi per poi voltarsi subito dopo -che manderebbero in pappa il cervello di chiunque. Ti prego non farmi dire altro.. ti prego-

Che voleva dire? Cosa c’entrava Alice? Cosa aveva pensato di tanto sconvolgente da fargli cambiare idea sul fare sesso con Sara? E poi perché non poteva parlarmene?

La mia bocca assunse subito la forma di una O quando capii cosa ci fosse dietro.

E come se fossi stata centrata da una doccia fredda in pieno inverno, pietrificai.

Alice aveva pensato a me in Lingerie! Quella pazza mi aveva promesso che l’avrebbe fatto. E l’aveva fatto sul serio!

Questo voleva dire solo una cosa.

Che Edward aveva cambiato idea solo perché aveva avuto la possibilità di vedermi conciata in quel modo e capire cosa si stava “perdendo”? per non parlare poi di tutte le parole che quella vipera della mia migliore amica doveva aver aggiunto alle immagini mentali.

Dio! Che vergogna!

Mi tappai la bocca come a soffocare un gemito d’imbarazzo e arrossii violentemente.

-ti prego. Dimmi che non l’ha fatto davvero!- dissi coprendomi la faccia.

-ecco.. l’hai capito.. bene, sono ufficialmente un idiota!- disse torturandosi i capelli al limite dell’imbarazzo.

- No. No. Non sei tu l’idiota. Sono io che le ho permesso di farmi indossare quel “coso” infernale. E poi ero orribile.. davvero Edward mi dispiace – e nel dirlo non potei evitare di mentire un pochino. Era vero che mi imbarazzava da morire sapere che mi avesse visto con quel completino, ma sapere che avesse lasciato Sara perché non riusciva a stare più con lei una volta avermi vista in quel modo, mi lusingava. E non poco!

-non preoccuparti.. davvero.. e poi, poi non eri orribile- disse sussurrando ma riuscii a sentirlo lo stesso. Ed ero quasi sicura che se solo fosse stato possibile adesso ci sarebbe stato un pudico rossore a colorargli le guance.

Sentii il cuore correre veloce nel petto alla velocità della luce facendomi toccare il cielo con un dito.

Ok, calma e respira Bella! Calma e respira. In fondo ti ha detto solo che non eri orribile.. ed il contrario di orribile è.. qual è il contrario di orribile? Ah si, incantevole! Oddio dio dio dio.. oddio dio dio dio. Manda aria in questi cazzo di polmoni BELLA!

Cosa avrei dovuto dirgli adesso? Grazie? No, non è vero ma è bello sentirtelo dire lo stesso? Vuoi che ti mostri dal vivo quello hai visto solo nei pensieri di Alice? Al sol pensiero arrossii maggiormente.

E allora dissi la prima cosa che mi venne in mente – ma lo sai che sono proprio felice che tu e Sara non abbiate fatto sesso?- cosa??? ero stata davvero io a dirlo? Mi tappai la bocca con tutta la forza che possedevo provando talmente tanto vergogna che avrei voluto sotterrarmi sotto un metro di neve!

Lo vidi sorridere e scuotere la testa nel suo solito sorriso sghembo. Era così bello da togliere il fiato.

-lo sai che sei adorabile quando fai la gelosa?- mi disse quasi divertito.

-prova a starci tu da questo lato e poi vediamo se ti diverti!- dissi e subito me ne pentii. Vidi il suo volto cambiare. Passare dal divertito al ferito in meno di un secondo. Accidenti a me e alla mia linguaccia!

-scu-scusa non volevo..-

-non fa niente-

-no davvero. Ho completamente rimosso quanto ti abbia dato fastidio la mia amicizia con Jacob -

-si bhe..- disse sospirando- ci sono abituato. Ma comunque, non è successo solo con lui –

-che vuoi dire?- gli chiesi avvicinandomi un po’.

-proprio non ti viene in mente a chi mi stia riferendo?-

Scossi la testa ma sapevo che in fondo una persona c’era. Avevo visto quanto gli avesse dato fastidio la mia amicizia con..

-EJ- dissi solamente mentre lui annuiva.

-ma non c’è stato niente tra di noi..- dissi sapendo chiaramente che fosse arrivato il momento di raccontargli la verità sulla sua vera identità. Ed ebbi paura. Paura di perderlo di nuovo a causa della mia inettitudine e della mia mancanza di coraggio per non avergliene parlato prima.

-ecco fatto, ho finito!- disse trionfante facendomi sussultare.

Guardai la nostra opera e subito un sorriso apparve sulle mie labbra.

-ti piace?-

-è bellissimo!- ed era vero. Quel pupazzo di neve era stupendo (per quanto possano esserlo i pupazzi di neve). Assomigliava a quelli perfetti dei film che più ti impegni a riprodurre più ne viene fuori un disastro! E invece lui ci era riuscito.

Lo vidi sorridere di soddisfazione e saperlo finalmente felice e sereno valeva più di qualsiasi altra cosa. Avrei rovinato tutto me lo sentivo! Se gli avessi rivelato la verità su EJ l’avrei perso. Si sarebbe arrabbiato tantissimo e nessuna parola di scuse da parte mia sarebbe servita a migliorare la mia posizione.

-cosa stavi dicendo prima? Scusa ti ho interrotto..- disse riportandomi con la testa al presente. Si avvicinò, guardandomi intensamente negli occhi, e rimise al suo posto una ciocca di capelli sfuggita da dietro l’orecchio.

E in quel momento capii. Non volevo perderlo. Gliene avrei parlato, ma non volevo rovinare quel momento. Sapevo di star commettendo un errore ma il desiderio di stare insieme a lui era più forte della verità.

Scossi la testa - nulla.. non stavo dicendo nulla.. ne riparleremo-

-ok..- disse abbracciandomi.

Mi sentii mancare il respiro. Cosa stavo facendo? Lui meritava di sapere. Meritava di conoscere EJ per quello che era. Poco importava se così facendo si sarebbe arrabbiato ancora una volta con me. Avevamo promesso di dirci sempre la verità. Soprattutto dopo quello che era successo proprio a causa di una menzogna.

Stavo per prendere la parola e lasciare che la verità venisse fuori quando mi schiacciò un palla di neve sulla testa!

Per fortuna avevo il cappuccio e non riuscì a bagnarmi del tutto ma un po’ di fiocchi andarono a finire all’interno del collo provocandomi dei brividi.

-ohhhhhhhh! Ma dai..- dissi cercando di ripulirmi alla svelta.

-ahah sei così rintronata che non ti sei nemmeno accorta che l’avevo in mano mentre ti abbracciavo!-

-stupido!-

-ehi non offendere!- disse tornando serio solo per un secondo per poi ricominciare a ridere contagiando anche me.

-vuoi la guerra eh?- dissi prendendo della neve in mano facendone una palla veloce. Gliela lanciai addosso colpendolo in pieno petto. Sapevo che se solo avesse voluto sarebbe riuscito a scansarla e che mi stava dando la possibilità di vendicarmi.

-e quella cos’era? La tua forza non sarebbe in grado di fare del male nemmeno ad un moscerino! Sei una schiappa Bella..-

-ma la vuoi piantare? Sei tu ad essere troppo forte-

-ma io non sto facendo niente. Mi sto comportando normalmente. Niente forza e velocità soprannaturale. Te l’ho detto, devo salvare le apparenze-

-allora se combattiamo ad armi pari vediamo se riesci a difenderti!- dissi il più velocemente possibile mentre gli lanciavo un’altra palla addosso.

Lui, per tutta risposta, me ne lanciò una ancora più grande riempiendomi completamente di neve.

A quel punto provai a difendermi con l’unica arma che avevo a disposizione. Cioè, battere in ritirata! Così andai a nascondermi dietro ad un albero.

-oh andiamo! Non è valido così!-

-si che lo e!- gli urlai in risposta.

Nel frattempo cercai di fabbricare la palla di neve più grande che le mie mani potessero contenere.

Ma proprio mentre stavo lasciando il mio rifugio per lanciargliela addosso me lo trovai davanti a meno di 10 centimetri di distanza.

Inutile dire che con la solita grazia ed equilibrio che mi contraddistingueva gli finii addosso come un sacco di patate.

Fu talmente forte la botta che presi che oltre a sentirne le conseguenze fisicamente ero riuscita a sbilanciare anche lui e a farlo cadere a terra finendogli irrimediabilmente sopra!

-ai! Che male..- bofonchiai con la faccia immersa nel suo collo.

-non è colpa mia, sei stata tu..-

-a si? Adesso è anche colpa mia! Sei tu che ti sei presentato davanti a me facendomi spaventare!- sbottai irritata.

Lui non si mosse di un millimetro mentre cercavo di assumere una posizione più consona. Quando riuscii a liberami di tutti i capelli che mi erano caduti davanti al viso trovai ad attendermi lo spettacolo più bello che avessi mai visto ammutolendo   all’istante.

Con il contrasto della neve bianca i suoi capelli risultavano di un ramato ancora più acceso. Sul viso aveva stampato un sorriso talmente bello e sereno da lasciarmi senza fiato. E i suoi occhi.. dio, i suoi occhi erano come una calamita per me.

Non sarei riuscita a distogliere la sguardo da quella meraviglia nemmeno se fosse arrivato un terremoto.

Poi improvvisamente il sorriso scomparve. E quello che lessi nei suoi occhi mi fece rabbrividire. Mi stava studiando esattamente come avevo fatto io pochi istanti prima con lui. Solo che sentire i suoi occhi puntati addosso era come fuoco. E ad ogni centimetro di pelle analizzato sentivo come una scia incandescente tracciarmi il viso.

Mi avvicinai pericolosamente alla fonte della mia felicità e lui si irrigidì ritraendosi. Vidi nei suoi occhi un lampo di paura che mi fece arrestare a mia volta

Non sapevo cosa pensare visto che solo pochi minuti prima mi aveva confessato che era disposto a lasciarsi andare di più.

Allora forse ero io a non andare bene? Quello che provava per me era solo un ricordo sbiadito di quello che ci legava un tempo?

-mhh..- feci a mo di tosse distogliendo a fatica l’attenzione dal suo viso- credo sia meglio che vada a cambiarmi- dissi alzandomi da terra- Ho decisamente freddo adesso. E poi dobbiamo andare da mio padre quindi..-

-non c’è bisogno che andiamo adesso- mi fu subito accanto.

-come? E perché no?-

-stamattina ho chiamato in ospedale e ho parlato con il dottor Evans. Sapevo di trovarlo lì, visto che il suo turno finiva alle 7:00. Mi ha assicurato che durante la notte Charlie è stato bene e che per tutta la mattinata lo terranno ancora in stato di incoscienza. Questo..-

-cosa? ma se aveva detto che voleva svegliarlo?-

-ci arrivo! Stavo per dirti infatti che questo pomeriggio, sul tardi, proveranno a svegliarlo e che quindi possiamo andare li direttamente per le 19:00-

-così tardi?- dissi non riuscendo a mascherare la delusione di dover attendere ancora così tanto prima di poterlo riabbracciare.

-si. Mi ha detto che è meglio così. E in fin dei conti ha ragione. Quando lo sveglieranno tuo padre non si metterà a ballare subito il tip tap. Avrà bisogno di tanto riposo. Così questa notte potrà dormire in santa pace senza l’assunzione dei medicinali. E da domani andrà sempre meglio vedrai-

-se lo dici tu!-

-ehi? Ma adesso che ti è preso?- mi chiese bloccandomi per un braccio prima che potessi allontanarmi troppo.

-nulla. Perché?- bugiarda fino al midollo!pensai. Ma come facevo a dirgli che la delusione per essere stata rifiutata in quel momento non mi faceva neanche respirare? Sapevo che fosse troppo presto ma sentivo qualcosa nell’aria quando nessuno dei due era in grado di distogliere lo sguardo dall’altro. Pensavo che lo volesse anche lui ed invece..

-sei sicura?- no. Ma va bene lo stesso.

-si, certo-

-ok..-

Mi girai di spalle pronta per rientrare in casa quando mi richiamò di nuovo.

-stavo pensando.. visto che il tempo oggi non ci manca, che ne dici se abbelliamo la casa in vista del Natale?- disse sorridendomi.

Oh! Non ci avevo affatto pensato. Ed in effetti aveva ragione. Il tempo non ci sarebbe mancato di sicuro e poi era una cosa che andava fatta perciò..

-così tuo padre si sentirà a tutti gli effetti sereno una volta tornato a casa-

Stavo per dirgli che mi aveva convinto al primo tentativo e che non c’era bisogno di tirare in ballo la scusa di mio padre ma non lo feci.

Annuii sorridendo al suo tentativo di farmi riprendere dall’improvvisa aria tetra che sembrava essersi impossessata di me e gli dissi – va bene. Charlie ne sarà felice-

Rientrai in casa senza aggiungere nulla lasciandolo solo.

 

***************************

 

Edward è una persona magnifica. Su questo non ci sono dubbi. Lo è sempre stato e sempre lo sarà. Anche quando mi trattava da schifo, anche quando la rabbia prendeva il sopravvento sul suo animo dolce e sensibile, non avevo mai avuto alcun tipo di dubbio sulla sua persona e sul fatto che sotto quella durezza che si era costruito risiedesse in realtà l’animo di un uomo tormentato.

Eppure non aveva contato fino a dieci prima di prendere un aereo( mi aveva spiegato, che aveva preso l’aereo successivo al mio diretto a Vancouver e che alla fine si era messo a correre) e raggiungermi nel momento in cui io ne avevo più bisogno, no. Non aveva esitato un attimo a dimostrami ancora una volta che uomo straordinario fosse.

E dopo tre giorni dal suo arrivo a Forks, continuava a dimostrarmelo ancora e ancora. Anche se non avevo bisogno di nessuna conferma per sapere quanto lui tenesse a me, trovava sempre un modo per stupirmi!

Lo aveva fatto, quando scendendo le scale dopo una bella doccia calda mi accolse sorridente con una tazza di cioccolata fumante in mano, lo aveva fatto, quando intenti a sbrogliare le lucette di Natale ero stata colta da un brivido di freddo per il prolungato contatto del mio corpo inginocchiato con il pavimento gelido correndo a prendermi subito un maglioncino in più da indossare o quando il mio stomaco aveva cominciato a brontolare chiedendomi di essere sfamato e lui galantemente si era offerto di preparami il pranzo.

E forse per tutte queste cose e per molto altro che mi sentivo ancora di più una “cacca” nel nascondergli la verità.

Lui meritava di sapere e non sarebbe stata di certo la mia codardia a lasciarlo all’oscuro di tutto.

Avevo deciso. Gli avrei raccontato ogni cosa. E speravo ardentemente che questo suo essere straordinario lo portasse a capire perché gli avevo mentito e mi concedesse il suo perdono.

E così dopo aver quasi finito di addobbare il salotto con luci e ghirlande Natalizie, e i mille tentativi di prendere la parola mi decisi a dirglielo.

-emh Edward? Posso farti una domanda?- gli chiesi mentre attaccavo altre decorazioni.

-si, dimmi tutto!- mi rispose ancora indaffarato a sistemare le luci.

-non hai mai saputo che fine hanno fatto i tuoi parenti di Chicago quando sei andato via?- gli chiesi subito visto che non volevo tergiversare oltre sull’argomento.

Lo vidi irrigidirsi di colpo e subito mi pentii di aver cominciato a parlare prendendo spunto da un così brutto ricordo.

-come mai me lo chiedi.. adesso?-

-perché devo dirti una cosa-

-cosa?- disse raggiungendomi in un lampo.

Gli presi le mani e lo portai a sedere con me sul divano. Sentivo dentro un agitazione ed un ansia che mi impedivano quasi di respirare.

-Bella? Perché il tuo cuore batte così forte?- mi chiese incredulo.

-rispondi alla mia domanda ti prego- gli chiesi con timore.

Si prese un attimo prima di rispondere ma alla fine mi disse quello che volevo sentire – mia madre e mio padre sono morti quasi subito quando è scoppiata la febbre questo lo sai. Ma non ti ho mai parlato dei miei zii che abitavano anche loro li nel periodo dell’epidemia-

Chiusi gli occhi istintivamente ripensando a quando EJ mi raccontò quella parte della storia che probabilmente Edward non conosceva.

-e che fine hanno fatto loro? Lo sai?-

Scosse il capo - no. Non lo so. Quando Carlise mi trasformò non perse tempo ad allontanarmi prima che qualcuno si accorgesse di me. Ma perché vuoi saperlo?- mi chiese ora sulla difensiva.

Sospirai prima di rispondere ed intensificai la stretta delle mani nelle sue.

-quindi non sai che fine ha fatto tuo cugino Joseph?-

- no. Non lo so ma.. aspetta un attimo! Come fai a sapere di lui? Io non te ne ho mai parlato! Ne sono sicuro..-

Lasciai la presa delle sue mani e mi alzai di scatto. Cominciai a camminare su e giù per la stanza mentre sentivo il suo sguardo fisso su di me.

-allora? Come fai a sapere di lui?- mi chiese alzando il tono di voce. Mi arrestai immediatamente sentendo il sudore freddo imperlarmi la fronte. Oddio pensai, non ero così agitata neanche la prima volta che ci siamo baciati! 

- ti prego Edward cerca di capire io non sono riuscita a dirtelo prima ma t..-

-dimmelo!- disse a due centimetri dal mio viso stringendomi per le braccia.

-lo so perché.. perché qualcuno me ne ha parlato-

-chi?- disse lasciandomi andare.

-suo nipote..- dissi in un balbettio incoerente.

-cosa?- mi chiese strabuzzando gli occhi.

-che ti ha detto? Cosa ti ha raccontato? Come fai a conoscerlo? Ma soprattutto.. chi è?- disse agitato tornando a prendermi per le braccia. Cominciò a stringere forte  sicuramente senza rendersene conto e mi misi a gemere dal dolore.

-ai Edward.. mi fai male..- dissi contraendomi sotto le sue mani.

Subito si accorse cosa stesse facendo e abbandonò il contatto visivo con i miei occhi. Si allontanò sedendosi sul divano portandosi le mani ai capelli.

-dio.. scusa Bella io, non volevo-

-no. No. Edward non agitarti va tutto bene, tranquillo- dissi inginocchiandomi davanti a lui.

-parla. Dimmi tutto quello che sai! Chi è suo nipote? Lo conosco?-

Annuii alla sua domanda e subito gli risposi – lo conosci, è EJ!-

-cosa?- disse in un grido di stupore facendomi spaventare.

-si. EJ è il nipote di tuo cugino Joseph –

-non ci posso credere..- disse passandosi una mano sulla bocca.

-credici perché è così!-

-e tu come fai a saperlo? Chi te l’ha detto?-

-me l’ha detto EJ- dissi alzandomi da terra per sedermi vicino a lui sul divano. Si voltò a guardarmi sempre più sconvolto.

-me l’ha raccontato lui stesso. Ecco vedi.. quando sono finita in ospedale la sera di Halloween c’era EJ di turno quella sera. È stato in quel momento che ho scoperto che c’era qualcosa che vi accomunava..-

-cosa?-

-il vostro cognome Edward. Anche lui si chiama Masen-

-oddio..-

-si. Ho detto esattamente la stessa cosa quando l’ho conosciuto. Ho capito subito che non poteva trattarsi di una coincidenza, soprattutto perché porta anche il tuo nome!-

-EJ..- sussurrò distogliendo lo sguardo.

-esatto. Edward Junior Masen –

-e cosa hai fatto a quel punto?-

-ho cercato di scoprire se quello che mi si era insinuato nel cervello come un sospetto fosse la realtà. E cioè se foste parenti. Così sono uscita con lui per fargli quante più domande possibili -

-allora quella sera..-

-si. Quella sera che mi hai vista con lui ho scoperto tutto. Mi ha raccontato che tuo zio aveva paura di rimanere a Chicago e che quindi aveva costretto tutta la famiglia a partire. Joseph non ti ha mai dimenticato. Ti ha sempre elogiato e ti voleva talmente bene da trasmetterlo a suo figlio che ha deciso di chiamare EJ come te-

-e adesso dov’è? Come sta ?- mi chiese con una nuova luce negli occhi che però si spense subito non appena si accorse della mia espressione abbattuta.  

-purtroppo è morto. Edward mi dispiace..-

Si bloccò in quell’esatto istante e potei immaginare facilmente quanto gli facesse male sapere tutto quanto.

Si alzò dal divano come un automa mantenendo una rigidità che non gli apparteneva affatto e, dopo un tempo che mi parve interminabile, si voltò lanciandomi uno sguardo accusatorio che lasciava poco all’immaginazione.

-perché non me l’hai detto subito? Perché?-

Ecco. Ci siamo, la fatidica domanda è arrivata!

-beh perché.. l’ho scoperto in un periodo in cui io e te non andavamo d’accordo- dissi torturandomi le mani - Se ricordi bene quella sera mi hai anche accusato di mentire. Non credevi che io ti amassi ancora proprio perché mi avevi vista con EJ e subito avevi pensato che mi frequentassi con lui-

-ma hai avuto tante altre occasioni per dirmelo maledizione!- disse urlando facendomi sussultare.

-lo so. Lo so che avrei potuto dirtelo in altre mille circostanze ma.. tu non volevi saperne di parlare con me in modo civile. Ogni volta dovevamo sempre litigare e capisci bene che una cosa del genere non andava detta così, come se niente fosse!-

-bugiarda! Che bugiarda che sei!- sbottò a pochi centimetri dal mio viso.

-cosa?- gli chiesi con il cuore in gola.

-si. Stai mentendo! Perché se solo avessi voluto avresti trovato il modo per dirmelo! E invece no! Hai preferito tenere tutto per te pensando che io non meritassi di sapere una simile notizia! Ma cosa ti passa per la testa? Cosa? Dici che io sono importante per te e guarda cosa fai per dimostrarmelo.. mi tieni nascosta una cosa del genere?-

Le parole mi morirono in gola prima di riuscire a rispondere.

-Edward no.. ti prego non pensare queste cose. Io non ti terrei mai nascosta una cosa così solo per farti un dispetto. Tu non sai quanto avrei voluto dirtelo prima ma.. ma c’era sempre qualcosa che me lo impediva. Che sia stata la mia vigliaccheria o la tua arroganza adesso non so dirtelo. Ma io ho sempre voluto che tu sapessi. Sempre! Perché meriti di sapere che qualcuno della tua famiglia d’origine è ancora in vita-

-non ti credo!- disse scuotendo il capo – non ti credo.. perché devi fare sempre così? Perché quando sembra che tutto vada per il meglio deve sempre succedere qualcosa che ci fa litigare? Perché? Ma dopotutto non riesco ad avercela con te..-

-cosa?- dissi tirando un sospiro di sollievo.

-hai capito. Non riesco ad avercela con te ma.. non riesco a passarci sopra come se nulla fosse-

Mi alzai per andargli incontro – Edward.. Edward lo so. Lo so che non è facile ma cerca di sforzarti ti prego. Non posso pensare di aver rovinato tutto ancora una volta.. te lo chiedo per favore!- dissi con le lacrime agli occhi.

Lui sospirò guardandomi.

-ho bisogno di un po’ ti tempo-  disse mentre afferrava il giubbotto.

-cosa? dove  vai?-

-ho bisogno di un po’ d’aria.. e voglio stare da solo-

Mi portai le mani tra i capelli come a frenare la disperazione che improvvisamente stava attanagliando il mio cuore.

No. Non poteva andarsene di nuovo. Come avrei fatto senza di lui? non potevo perderlo di nuovo.

-Edward ti prego. Non andare via! Ho sbagliato a non dirti tutto subito e non sai quanto sia pentita- dissi mentre calde lacrime scendevano sul mio viso.

-è troppo tardi dovevi pensarci prima!- disse sbattendo dietro di se la porta di casa. Fu un attimo e sentii gli pneumatici sfrecciare sull’asfalto.

Mi gettai sul divano in un pianto disperato sapendo che ancora una volta avevo contribuito ad allontanarlo da me!

*******************

Stupida. Stupida. Stupida.

Mi ripetevo incessantemente nella testa. Non avevo smesso un attimo di piangere da quando Edward era andato via senza dirmi nulla. Non sapevo neanche se sarebbe tornato quella sera.

Cos’avevo fatto? Perché non gli avevo detto tutto subito?

Forse per lo stesso motivo per il quale non volevi che venisse a Forks?

Si. Probabilmente era così. E anche perché avevo paura che dicendogli quello che avevo scoperto mi avrebbe allontanato da lui con l’accusa di intromettermi ancora una volta nella sua vita, quando mi aveva chiesto espressamente di lascarlo in pace.

Non sapevo neanche quanto tempo fosse passato da quando gettandomi sul divano avevo preso a piangere tutte le lacrime che avevo in corpo,e sentii un tuffo al cuore quando mi accorsi di alcuni rumori provenire dall’esterno.

Era tornato! Allora non era andato via per sempre. Subito balzai in piedi correndo verso la porta per accoglierlo con un sorriso enorme stampato in faccia.

-finalmente sei tornat..- le parole si fermarono in bocca quando mi accorsi che quello che mi trovavo davanti non era affatto  Edward!

Fu un attimo e me lo trovai addosso. Mi mise una mano davanti la bocca senza darmi la possibilità di urlare e in quel momento pensai che sarebbe veramente finita.

 

Oh oh.. O___O immagino che la vostra faccia al momento sia questa..

Calme.. state calme!!! MA CHI E’ QUESTO MO????????

Spremete le meningi su.. tanto non è difficile!

Nelle scorse recensioni quasi tutte mi avete domandato quando Edward aveva intenzione di parlare di Sara a Bella e quando quest’ultima si sarebbe decisa a raccontare tutta la faccenda di EJ!

O__o ma siete delle streghe o cosa??? in pratica avete anticipato quello che succedeva in questo cap.

E SIETE CONTENTE DI COME SONO ANDATE LE COSE????

Edward ha parlato a Bella di Sara e le ha detto una cosa molto importante.. e anche che se casomai dovesse trovare la persona giusta non si tirerebbe indietro dal fare sesso!*__* ma io lo adoroooooooo!!!

E di Bella invece cosa mi dite??? Avete visto che ha avuto finalmente il coraggio di dire la verità su EJ??

Vi è sembrata giusta la reazione di Edward??

Va bene dai.. la smetto di rompervi con le mie infinite domande! ^__^  ma voi mi volete bene anche per questo, dite la verità???

GRAZIE INFINITE COME SEMPRE PER TUTTE LE RECENSIONI CHE MI LASCIATE! SIETE F A N T A S T  I C H E!!

A domenica prossimaaaaaaaaaaaa un bacio :******************

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Capitolo 29
*** capitolo 28 ***


                                                                                                 

Buona lettura!

Capitolo 28

 
Avevo affrontato vari mostri nella mia vita. Avevo sconfitto paure con un coraggio che non sapevo di avere. Avevo affrontato la morte guardandola bene in faccia, e avevo vinto. Avevo deciso io stessa di diventare un “mostro” per amore. Ne avevo passate così tante che ormai sentivo di esser pronta ad affrontare qualsiasi cosa.
Qualsiasi cosa. Ma non questa.
Non ero pronta ad affrontare tutta la rabbia che comportava trovarmi faccia a faccia con la persona che aveva fatto del male a mio padre. Che mi aveva fatto soffrire le pene dell’inferno in quegli ultimi giorni.
E con la pistola perennemente puntata alla testa, mi ritrovavo ad ammettere, se pur con riluttanza, che di fronte ai vari mostri che avevo visto ed affrontato questo era forse il più temuto.
Perché ero sola.
Perché non si sarebbe fermato prima di premere il grilletto.
Perché non ci sarebbe stato nessun Edward a salvarmi.
C’ero solo io. Io e il mio aguzzino che non la smetteva di guardarmi come se volesse mangiarmi. E i brividi, che non cessavano un attimo di invadere il mio corpo, erano la prova evidente del terrore che sentivo.
Ma oltre a questo pativo una strana forma di irritazione nei suoi confronti.
Un irritazione che non mi faceva abbassare la testa mentre lui mi squadrava da capo a piedi. Che non mi faceva sentire totalmente sottomessa al suo volere.
-bambolina.. forse è meglio se la smetti di guardarmi in questo modo. Non sei nella posizione giusta per farlo..-
-e perché mai? Ti odio. E quello che hai fatto a mio padre mi mette nella “posizione” giusta per farlo-
Fu un secondo e me lo ritrovai a pochi centimetri dal viso. Sussultai per quel movimento così rapido, ma non distolsi lo sguardo dal suo.
-cosa vuoi da me!- gli dissi con risolutezza.
-vendetta!- sputò tra i denti facendomi storcere la bocca. Avevo disgusto del suo alito impregnato di birra.
Eppure a vederlo non sembrava un malvivente. Era alto, ben piazzato e per nulla trasandato. Assomigliava di più ad un bodyguard o ad un buttafuori che ad un lurido e ripugnante criminale. O meglio.. ad un fuggitivo! Ancora mi era ignoto come avesse fatto a sfuggire a tutti i poliziotti che lo stavano cercando.
 I suoi occhi azzurri incatenarono ancora una volta i miei e i brividi tornarono a farsi sentire.
-perché ce l’hai tanto con lui?- gli chiesi non appena si rimise dritto mentre io rimanevo sorvegliata a vista sulla sedia alla quale mi aveva legata.
-perché mi ha reso orfano..- disse e contemporaneamente strabuzzi gli occhi.
-cos- che vuoi dire?- subito pensai a qualche operazione di polizia che avesse coinvolto Charlie in un omicidio ma non trovando risposta glielo chiesi di nuovo.
- Charlie non ha mai ucciso nessuno. Cosa vuol dire che ti ha reso orfano?-
-mi ha strappato all’unica persona che mi era rimasta.. la mia famiglia. Mio fratello!- disse guardandomi infuriato.
-chi è tuo fratello?-
-mio fratello era un altro componente della banda. Lui lo ha arrestato. Ed insieme a lui ha messo dietro le sbarre il nostro futuro-
-cosa?- gli chiesi basita– stai scherzando? tu hai deciso di punirlo facendo del male a me solo perché.. perché è riuscito a fermarvi? Tutto questo è ridicolo! Meritate di marcire in galera per il resto della vostra vita!-
-basta! Non stiamo prendendo il te con i pasticcini! Ti è forse sfuggito il significato della parole che ti ho detto prima? Te le ripeto di nuovo se vuoi! Stai zitta e non farmi arrabbiare. Altrimenti ti riempirò la testa con così tanti proiettili che perderanno una settimana solo a contrarli! È chiaro!- disse posizionando la pistola sopra il mio orecchio. Sussultai così tanto a quel contatto che fui costretta a chiudere gli occhi.
-s-si. Si è chiaro- balbettai.
-brava bambolina- disse strusciando la canna della pistola per tutta la lunghezza della mia guancia.
-ora..- si interruppe per prendere una sedia e sedersi davanti a me – cosa vogliamo fare?-  disse con uno sguardo malizioso negli occhi e nella voce.
Cercò di avvicinare una mano a toccare la mia coscia destra e subito mi misi ad urlare.
-ZITTA!- mi mise subito una mano a coprirmi la bocca e quasi senza rendermene conto iniziai a piangere.
Si allontanò di nuovo verso la finestra per controllare la via mentre io cercavo di riprendere fiato.
-è inutile che ti affanni, non ti ha sentito nessuno. E con tutte le luci spente penseranno che non ci sia nessuno in casa- era vero. Aveva spento le luci per evitare che qualcuno si avvicinasse. E infatti era più di mezzora che mi teneva prigioniera senza che nessuno se ne accorgesse.
Provò ad avvicinarsi di nuovo ma in qualche modo riuscii a tirarmi indietro.
-non ti azzardare a toccarmi!- dissi dimenandomi sulla sedia cercando di sciogliere il nodo ai polsi.
Edward dove sei? Edward ti prego torna da me! pensai disperata.
-quanta forza sprecata! Potresti risparmiarti per farmi divertire! Sei così bella..- disse toccandomi per le spalle.
Io intanto avevo preso a respirare con affanno.
-hai dei capelli bellissimi- se ne portò una ciocca al naso per annusarla- Ti ho osservato in questi giorni sai? E la tua innocenza non ha fatto altro che farmi desiderare ancora di più di averti-
Con tutta la forza che avevo ignorai per un attimo le sue intenzioni e mi concentrai su quello che aveva detto. Sul fatto che fosse riuscito ad osservarmi. Con Edward in casa era praticamente impossibile per chiunque avvicinarsi senza essere visto e sentito.
-co..come hai fatto ad osservarmi?- gli chiesi timorosa.
-oh.. diciamo che ho avuto un’ottima visuale su tutta la casa!-
Lo guardai non capendo e subito si affrettò a spiegare.
-la casa di fronte la tua è disabitata. Mi sono appostato li per tutto questo tempo nella speranza di trovare il momento giusto per venire da te. Ma c’era sempre quel damerino..- disse quasi stizzito.
- Edward..- sussurrai.
-per fortuna oggi ti ha lasciata sola..- ed io sospirai. Lo sapevo che in un modo o in un altro la colpa doveva essere sempre la mia! Se solo avessi avuto il coraggio di dire prima ad Edward di EJ forse adesso saremmo insieme.
Mentre parlavamo ero riuscita a sciogliere il nodo alle mani e senza essere vista cercai di prendere il telefonino che avevo in tasca.
L’avevo quasi raggiunto quando sentii la sua mano fermarmi.
-a.a.a.a. Non si fa!  Cosa credi di fare eh?- disse prendendomi il polso e stringendolo con forza.
Chiusi gli occhi per paura che potesse colpirmi e cercai di liberarmi.
-wow. Con questo riuscirei a risolvere un bel po’ di problemi..- disse e subito lo guardai. Guardai la direzione che avevano preso i suoi occhi e mi accorsi con quanta avidità guardavano quello che c’era attaccato al mio polso. Quello che nessuno era mai stato in grado di portarmi via.
-non ti azzardare a toccarlo!- dissi risoluta riuscendo a ritirare il braccio. Strinsi forte il mio braccialetto con l’altra mano per cercare di salvarlo.
-tu sei matta! Quel diamante vale un sacco di soldi! Dammelo!- subito mi prese per le braccia e con forza cercò di strattonarmi.
Lottai con tutta me stessa ma non ce la feci. E un secondo dopo il braccialetto di Edward non era più al suo posto. Sapevo quanto fosse prezioso. Anche senza bisogno di sentirmelo dire avevo capito che quello fosse un diamante. Ma non mi era mai importato saperlo. Qualcun altro forse l’avrebbe tenuto in cassaforte per paura di perderlo. Io invece non me ne separavo mai. Per me il significato affettivo era quello più importante.
Cominciai a piangere di rabbia e di frustrazione mentre con tutta la forza che avevo mi avventai su di lui per riuscire a riprendermelo. In realtà pensai che fossi uscita di senno. Comportarmi in quel modo con un uomo che voleva solo farmi del male e per giunta con un pistola in mano, era da folli. Ma vedere il braccialetto nelle mani di quel lurido verme mi fece arrabbiare come non mai.
-no!- urlai- ridammelo subito!-
-bambolina. Forse non capisci. Adesso è mio! Chiaro?-
Mi spinse a terra posizionandosi sopra di me e in quel momento cancellai tutto. Anche il mio nome. Perché in quel momento l’unica cosa che vedevo erano le sue braccia, che mi tenevano ancorata a terra. Il suo sguardo, che ripercorreva centimetro dopo centimetro il mio corpo. Le sue gambe che si facevano spazio in mezzo alle mie. La sua mano sopra il mio seno.
-no.. no- dissi tra le lacrime dimenandomi più forte e in compenso mi strappò la maglietta aprendola di netto sul davanti.
Edward. Torna ti prego!
Riuscì a insinuare una mano tra la mia pelle e la stoffa del reggiseno e questo gesto mi fece desiderare di morire veramente. In quel momento desiderai ardentemente che premesse il grilletto e che mi risparmiasse una simile punizione.
Cercai di sottrarmi al peso del suo corpo con tutta me stessa. Mi dibattevo sul pavimento nella speranza che mi lasciasse andare senza ottenere alcun risultato se non quello di ricevere più pressione dalle sue braccia.
Piangevo e non pensavo ad altro che a Edward. A quanto lo amassi e a quanto gli errori che avevamo commesso ci avevano allontanato pur amandoci ancora alla follia e a quanto fossimo stati stupidi a portare avanti un rapporto di tira e molla per diversi mesi con l’unico risultato di farci del male.
Stavo per perdere la speranza quando un improvviso tonfo mi fece raggelare il sangue e vidi il corpo del mio aguzzino sbattere contro il muro.
Davanti a me il mio angelo.
Edward se ne stava accucciato davanti alle mie gambe molli in attesa di attaccare di nuovo.
Sapevo quanto fosse difficile per lui controllarsi ma in quel momento, per quanto volessi che lo punisse, sperai che riuscisse a farlo.
Come avremmo fatto ad insabbiare tutta questa faccenda se mai fosse successo l’irreparabile?
Certo eravamo solo noi due ad esserne a conoscenza e coprire tutto quanto non sarebbe stato poi così difficile. Ma con noi stessi? Saremmo riusciti a coprire tutto quanto alle nostre coscienze?
La risposta era ovviamente NO!
Perciò decisi di agire. Non potevo lasciarglielo fare.
-Edward.. Edward ti prego non farlo..- dissi flebile ma non ricevetti nessuna risposta.
Guardai il mio aggressore che giaceva inerme sul pavimento e sperai non fosse troppo tardi.  
Mi alzai e gli portai una mano alla spalla e finalmente riuscii a catturare la sua attenzione.
-è m..morto?- chi chiesi con il cuore in gola.
- no. Ma non sai quanto vorrei fosse vero- mi disse con uno sguardo che gli avevo visto assumere pochissime volte. Era odio. Odio allo stato puro.
Tirai un sospiro di sollievo nel sapere che non l’avesse ucciso e subito scoppiai in singhiozzi senza riuscire a fermarmi.
Mi gettai tra le sue braccia in cerca di quel qualcosa che poco prima mi era mancato. La certezza di essere al sicuro.
-oh Edward ho avuto tanta paura- dissi mentre lasciavo che la sua mano scorresse dolce sulla mia schiena.
Cercai di coprirmi la pancia e il petto lasciati scoperti dal tentativo di molestia e vidi i segni che la sua forza avevano lasciato sulla mia pelle.
Ci pensarono due mani fredde a bloccarmi però.
Due mani fredde, le cui dita, presero il posto delle mie sui lividi. Due mani fredde che vennero ben presto sostituite da due petali di rosa.
Sussultai all’istante nel vedere quella scena e nel sentire ciò che le sue labbra provocavano al mio corpo.
Stava baciando ogni piccolo livido presente sulla mia pelle ed immediatamente cominciai ad annaspare. Sembravo un pesce fuor d’acqua.
-non permetterò mai più a nessuno di toccarti- diceva tra un bacio e un altro e dentro scoppiai di felicità.
Era riuscito a cancellare l’orribile avvenimento di pochi minuti prima con delle semplici parole che ebbero il potere di mandarmi in paradiso.
Quando arrivò al collo si fermo per guardarmi negli occhi.
-mi dispiace. Scusami non sarei dovuto andare via in quel modo. È tutta colpa mia quello che è successo. Potrai mai perdonarmi?- mi chiese con il tono più contrito che gli avessi mai sentito usare. I suoi occhi imploravano perdono ed ero sicura che se avesse potuto avrebbe pianto.
Deglutii a fatica prima di rispondere.
-Edward non è colpa tua. Mi spiava da tempo.. sarebbe successo comunque!- dissi mentre gli occhi tornarono ad inumidirsi.
-shh, non piangere. Adesso ci sono io e non ti lascerò mai più. Promesso-
Le sue parole tuttavia ebbero l’effetto di farmi piangere ancora di più. Questa volta però erano lacrime di felicità.
Si avvicinò a raccoglierne una tra le labbra e ci ritrovammo irrimediabilmente ad un centimetro dal viso dell’altro.
In lontananza cominciai a sentire il suono delle sirene della polizia ma mi giungevano alle orecchie come un suono ovattato. Le mie orecchie erano piene del mio cuore. Batteva talmente forte da farmi male.
Le sue labbra si avvicinarono pericolosamente alle mie e già pregustavo il momento del contatto.
Si ritrasse improvvisamente però come scottato interrotti dall’arrivo dei poliziotti.
- Alice mi ha avvisato di quello che stava succedendo.. li ho chiamati io prima di entrare in casa- disse mentre mi posava una coperta sulle spalle per permettermi di coprirmi.
Sbattei le palpebre un paio di volte prima di capire quello che stava succedendo. Se solo fossero arrivati 5 minuti più tardi a quest’ora io e Edward..
Scossi la testa per la delusione. E non era neanche un bene pensare a quello che sarebbe potuto succedere. Mi facevo solo del male.
Fui riscossa dai miei pensieri da un qualcosa di luccicante che riluceva davanti ai miei occhi.
-questo è tuo- disse prendendo il mio polso e rimettendo a posto il suo cuore.
 
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-Edward sto bene!- sbottai esasperata per l’ennesima volta mentre entravo in casa.
Eravamo appena tornati dopo aver passato gli ultimi 45 minuti alla stazione di polizia. Ci avevano interrogato entrambi chiedendo i particolari dell’aggressione a me e spiegazioni a Edward per il modo in cui era riuscito a mettere fuori gioco Todd(dall’interrogatorio avevamo scoperto si chiamasse così). E lui per tutto il tempo non aveva fatto altro che riempirmi di attenzioni.
Non che la cosa mi dispiacesse, tutt’altro!
Ma non voleva che facessi il minimo sforzo. Come se mi avessero appena dimesso dall’ospedale. 
-voglio solo prepararmi per andare da mio padre, per il resto è tutto a posto. Davvero!-
-cosa? credo di non aver capito bene.. hai forse detto che hai intenzione di cambiarti per andare da tuo padre?- mi chiese retorico mentre mi raggiungeva in cucina.
-si. Perché?-
-è fuori discussione che tu vada in giro in queste condizioni!-
-ancora Edward? io sto benissimo!- gli dissi quasi irritata del fatto che non mi credesse.
-sei incorreggibile! Non meno di un ora fa sei stata aggredita da un delinquente! Per fortuna che adesso è rinchiuso dietro le sbarre di una prigione! Se non fossi arrivato in tempo dio solo sa cosa ti avrebbe fatto..- disse scuotendo la testa e incolpandosi ancora una volta di tutto l’accaduto.
 -si. Ma non è successo niente, quindi è meglio non pensarci più- dissi avvicinandomi a prendergli le mani. Ma dentro sapevo che non era così. Non era tutto a posto come volevo fargli vedere. Se chiudevo gli occhi sentivo ancora la sua voce nelle orecchie, le sue mani sul mio corpo e la forza con la quale mi teneva ancorata al pavimento. Gettai di sfuggita uno sguardo nel punto in cui mi aveva aggredita e sentii i brividi gelarmi il sangue.
-perché fai così?- nei suoi occhi leggevo tanta frustrazione.
-così come?-
-perché ti comporti come se nulla fosse successo?-
Sospirai prima di rispondere – beh perché ne ho affrontate di peggiori nella vita. E in questo momento l’unica cosa che mi preme di più è pensare a mio padre-
Scosse la testa in un gesto di disperazione e subito mi prese il volto nelle mani.
Sussultai a quel contatto.
-me lo faresti un regalo?-
-tutto quello che vuoi- risposi e subito me ne pentii. Sapevo cosa volesse..
-allora pensa un po’ di più a te stessa. Per favore, rimani a casa stasera- mi disse accarezzandomi una guancia e inevitabilmente ripensai al contatto che avevamo avuto quel pomeriggio e al fatto che se non fossero arrivati i poliziotti ci saremmo baciati sicuramente.
Cosa dovevo pensare? Voleva veramente baciarmi o il suo avvicinamento era solo senso di colpa per avermi lasciata sola e in balia di quel pazzo criminale?
Eppure le scintille che avevo visto brillargli negli occhi quel pomeriggio erano le stesse che riempivano i suoi occhi quando stavamo ancora insieme. Quando amarci era la cosa più semplice del mondo. Quando nessuno dei due avrebbe mai permesso che l’altro dubitasse del proprio affetto.
Le farfalle che mi invadevano lo stomaco non mi avevano abbandonato un attimo  e le sentivo ancora più forti adesso che i nostri occhi erano nuovamente incatenati l’uno nello sguardo dell’altro.
E fu per questo e per quello che mi aspettavo succedesse che maledii maggiormente chiunque si trovasse dietro la porta di casa a bussare incessantemente nell’attesa che qualcuno andasse ad aprirgli.
Edward si mosse ma io lo bloccai – non andare- gli dissi flebile con il cuore che cercava nuovamente di uscirmi dal petto.
-Bella.. – sussurrò intensificando ancora di più la presa alle mie guance.
Bussarono ancora una volta e la voce che sentii dall’altro lato della porta mi fece rinsavire.
-Jacob – dissi guardandolo negli occhi.
-ho cercato con tutto me stesso di non pensare alla sua voce che grida da cinque minuti nella mia testa. Ma come vedo non si arrende. Vai, è molto preoccupato per te..-
-grazie- gli dissi accarezzandogli un  guancia prima di andare ad aprire.
Dio solo sa quanto avrei voluto tornare tra le sue braccia ed approfondire quello che ormai avevo capito, essere un desiderio di entrambi.  Ma non potevo voltare le spalle al mio amico. Sicuramente era venuto a conoscenza di quello che era successo e non potevo semplicemente ignorarlo.
Perciò non mi stupii più di tanto quando aprendo la porta mi si buttò letteralmente addosso stringendomi forte.
-Jecob.. Jacob non respiro- dissi e provai ad allontanarlo il più in fretta possibile prima che Edward si arrabbiasse.
-oddio. Ero così preoccupato! Perché non mi hai chiamato subito? Perché?-
-Jake rilassati non è successo niente!- e alle spalle sentii Edward fare un grugnito di disappunto.
-Edward ti prego..-
-cosa? Bella stai minimizzando! Odio quando lo fai!-
-giusto! Bella non minimizzare!- disse Jacob dandogli ragione.
-ei non ti azzardare a dirle quello che deve fare..- disse Edward tra i denti.
-ok vi siete messi d’accordo tutti e due?- subito incrociai le braccia al petto.
-no!- mi risposero all’unisono.
-ma non sarebbe la prima volta che lo fai, ti conosciamo! Quindi non farlo!- chiarì Jacob.
Ancora mi era ignoto come facessero a stare nella stessa stanza senza scannarsi e appoggiandosi a vicenda per giunta. 
Guardai male entrambi e sbuffai ancora di più.
-ok. Come volete voi. Non minimizzo più- dissi mentre mi dirigevo in salotto.
Mi accomodai sul divano e Jacob mi fu subito accanto.
-come stai?- mi chiese apprensivo.
-tutto sommato sto bene. L’unica cosa che mi da conforto è sapere che poteva andare peggio. Per fortuna c’era Edward..- dissi voltandomi a guardarlo.
-già. Non sai quanto mi dispiace quello che è successo. Non sono stato tanto presente ultimamente.. scusami- mi disse mentre abbassava la testa.
-ehi? Jake? Non  dire così. Non è vero che non sei stato presente. Semplicemente siamo stati presi da altro. So quanto ti sia preoccupato, ma non è successo nulla. Davvero!-
-lo stai facendo di nuovo. Stai minimizzando!- disse dandomi un pugno scherzoso sul braccio.
-ai!-
-vieni qui- disse tirandomi in un abbraccio – mi dispiace lo sai vero?- bisbigliò tra i miei capelli.
-si lo so-
Sciolsi l’abbraccio e lo guardai commossa.
Ti voglio bene mimai con le labbra. Anche io mi rispose altrettanto lui.
-bene. È ora di andare! Tanto ti lascio in buone mani- disse guardando Edward.
E ancora una volta mi stupii dell’atteggiamento di quest’ultimo. Lo guardò facendo un mezzo sorriso e poi si fermò a guardare me.
Accompagnai Jacob alla porta e sospirai quando me la richiusi alle spalle.
-ok. Devo essermi persa qualcosa! Forse il mondo ha smesso di girare o sta per colpirci un asteroide che ci ucciderà tutti. Perché mai credevo di vedere quello che ho visto stasera. Mai!-
-oddio. Come sei melodrammatica!- mi voltò le spalle e tornò in cucina.
-non credere di cavartela così! adesso mi spieghi!- dissi esasperata seguendolo a mia volta.
-cosa vuoi sapere?-
-cos’era quello che ho visto poco fa? Dov’è finito il vostro astio reciproco?-
-non preoccuparti, c’è ancora se vuoi saperlo..-
-e allora cos’è cambiato?-
-ma perché dovrebbe essere cambiato qualcosa?-
-mi prendi in giro vero?-
-no. Non sto scherzando Bella- disse con nonchalance.
-è assurdo. Ma se fino a pochi giorni fa  gli saresti saltato addosso?-
-è vero ma..-
-no niente ma! Voglio sapere!-
-ok, ok te lo dico..-
-sto aspettando- dissi sedendomi portando le braccia al petto.
-oggi ci siamo visti..-
-cosa?- risposi subito basita.
-hai intenzione di farmi parlare o vuoi interrompermi ad ogni parola?-
-si, scusa.. parla-
-bene.. quando sono andato via oggi mi sono rifugiato nel bosco. Volevo stare solo a pensare e smaltire la rabbia. E ad un tratto me lo sono ritrovato davanti-
-mi stupisco come mai non siate arrivati alle mani..- buttai li.
-chi ti dice che non l’abbiamo fatto?-
-cosa?-
-si appena l’ho visto gli sono saltato addosso, come hai detto tu. E abbiamo cominciato a combattere-
Mi allarmai subito e mi avvicinai a lui – come stai? Ti sei fatto male?-
-cos.. NO! E poi perché avrei dovuto avere io la peggio?-
Lo guardai senza sapere cosa rispondergli e lui alzò gli occhi al cielo.
-e poi cos’avete fatto?- dissi lasciando che la conversazione tornasse di nuovo al racconto precedente.
-mi ha parlato. Mi ha raccontato la “sua” versione dei fatti e devo dire che combacia alla perfezione con la tua..-
-oh grazie per la fiducia- dissi stizzita.
-non ho finito..- disse assottigliando gli occhi.
Subito mi ritrassi come se avessi sbagliato in qualcosa.
-dovrei sentirmi offeso per  il fatto che non sia stata tu a raccontarmi quello che hai fatto?-
-perché cos’ho fatto?- dissi arrossendo di botto.
-perché non mi hai detto cos’hai fatto per cercarmi?-
Subito maledissi mentalmente il mio amico.
-perché non ne ho avuto l’occasione?- dissi in una risata isterica.
-Bella sei andata a Denali!-
-si. Lo so-
-e perché non me l’hai detto?-
-beh.. è che non ho mai avuto modo di parlartene. Tutto qui. Davvero non ho voluto nascondertelo di proposito-
Sospirò prima di rispondermi- ok, ma prima o poi mi racconterai tutto-
-davvero? Pensavo che a questo punto il tuo nuovo “amico” ti avesse detto tutto-
-ei! Non chiamarlo così. Lo odio ancora con tutto me stesso, in fondo non è cambiato niente!-
-e allora quella di prima cos’era? Una tregua temporanea?-
-si. Mooolto temporanea direi!-
-ah..- dissi solamente. All’improvviso mi trovai a corto di parole.
- e comunque.. ho capito che stavo sbagliando tutto. E allora sono tornato subito qui-
-ti riferisci alla storia di EJ?- gli chiesi intimorita.
-si. Mi riferisco a lui. Ho capito che tenermi nascosta la sua vera identità non è stato un gesto fatto in mala fede. Dopotutto hai ragione quando dici che non hai avuto occasione di parlarmene. Non abbiamo fatto altro che litigare. E la mia insofferenza nei suoi confronti ha fatto tutto il resto. Quando sono andato via oggi non ero arrabbiato solo con te ma anche con me stesso. Ho capito quanto in questi mesi ti ho dato contro trattandoti male. E di questo mi dispiace-
-già. Sono stata molto male. E non te lo dico perché voglio infierire ma perché è giusto che tu lo sappia. Credimi se ti dico che mi sono sentita a pezzi in quei momenti-
-mi dispiace..- disse venendomi ad abbracciare.
Sarei potuta rimanere in quella posizione per sempre se solo me ne avesse dato la possibilità.
Ma subito mi venne in mente una domanda..
-posso chiederti una cosa?-
-certo..-
-come mai non è venuto anche Jacob con te oggi? Se non sbaglio hai detto che Alice ti ha chiamato per dirti quello che stava succedendo. Lui era già andato via?-
-oh beh si.. aveva di meglio da fare..- mi disse rimanendo sul vago.
-cioè?-
-Bella non sono il suo confidente! Saranno pure fatti suoi dove decide di andare?-
-stai bluffando! C’è di mezzo una donna vero? Lo sai e non vuoi dirmelo!-
 -si lo so. Ma non tocca a me dirtelo!-
-andiamo ti prego!- sapevo di comportarmi come una ragazzina dispettosa ma volevo provocarlo e anche sapere la verità naturalmente.
-ho detto di no!- disse riuscendo ad allontanarsi.
Salì le scale di corsa ed io lo inseguii.
-oh ti prego!-
-no!- disse ridendo chiudendosi la porta del bagno alle spalle.
Risi al suo tentativo di scampare alle mie domande e dalle scale gli urlai – non mi sfuggirai! Riuscirò a farti parlare sadico di un vampiro!-
Me ne tornai in cucina in attesa che scendesse e subito mi misi a pensare a quanto mi piacesse il rapporto che si era istaurato tra noi due. Finalmente Edward era sereno. E non sapevo quantificare quanto saperlo così mi rendesse felice e quanto, allo stesso tempo, mi sembrasse impossibile riuscire a scherzare su un argomento che includeva Jacob. Certo, sapevo quanto fosse difficile per Edward stare nella stessa stanza con lui ma almeno erano riusciti a parlare. A sfogarsi a vicenda in qualche modo. E già il fatto che mi avesse permesso di farlo entrare in casa mi faceva ben sperare che almeno avrebbero mantenuto un comportamento civile ogni qual volta si sarebbero visti.
Un’altra cosa che mi rendeva serena era il fatto che avevamo preso ad essere sinceri l’uno con l’altro. Gli avevo raccontato di EJ e nessuno può capire quanto mi facesse paura la sua reazione. Ma dopo l’arrabbiatura iniziale aveva capito. E non riuscivo a togliermi dalla testa che in qualche modo c’entrasse anche Jacob. Infondo nel pomeriggio avevano parlato, se così si può dire di due che si chiariscono combattendo. E forse era riuscito a calmarsi anche grazie a questo.
Ma come un campanello d’allarme pronto a farti tornare con la testa alle cose che invece vorresti dimenticare, ci pensarono le immagini della mia aggressione a farmi tornare alla realtà. Mi si presentarono davanti agli occhi con una tale forza che mi fecero storcere la bocca. Con gli altri cercavo di fare la dura, cercavo di dimostrare che quello che era accaduto non mi avesse toccato per niente. Ma non era così. La verità era che rabbrividivo solo al ricordo del rumore della maglietta strappata, dei gemiti di dolore e dei lividi che con forza aveva lasciato sulla mia pelle.
Sussultai quando sentii il rumore della porta del bagno chiudersi con forza.
Erano passati almeno 10 minuti.
Subito mi domandai come mai ci avesse messo tanto.
Fu lui stesso a rispondere alla mia domanda interrompendo quello che stavo facendo.
-adesso sali su e ti vai a fare un bel bagno!- disse con il sorriso sulle labbra.
-cosa?-
-ti ho preparato un bel bagno caldo che sta aspettando solo che tu ti ci tuffi dentro!-
-ma io voglio andare da mio padre! Se ci sbrighiamo facciamo ancora in tempo..-
-aspetta. Pensavo che mi avessi detto di si prima quando ti ho chiesto di rimanere a casa- lessi dispiacere nel tono che aveva usato.
-non ti ho detto di si. Stavo valutando la tua richiesta-
Sbuffò esasperato – sei incorreggibile Bella! Allora facciamo così.. visto che ancora non sono nemmeno le 18:00, che ne dici se prima accontenti me e poi io accontento te?-
-lo sai vero quant’è equivoca questa domanda?- dissi ridendo.
-perché scusa.. in quale modo vorresti essere accontentata?- mi chiese con tono lascivo avvicinandosi sempre di più. Subito mi pentii di aver aperto bocca.
In men che non si dica la mia faccia assunse la colorazione tipica del pomodoro e questo non fece altro che accentuare ancora di più il sorriso sghembo che gli tracciava le labbra.
Mi divincolai dalle sue braccia che appoggiate al muro formavano una specie di gabbia intorno alle mie spalle.
-corro a fare il bagno!- urlai dalle scale mentre lo sentii ridere di gusto.
Mi richiusi la porta alle spalle e subito lasciai andare un sospiro di sollievo.
Dio che vergogna! Era troppo imbarazzate parlare di queste cose con lui. Come pensavo di potermi lasciare andare se solo a parlarne diventavo tutta un libido? Un conto era pensare di trovarsi in una determinata situazione, dopotutto con la fantasia potevo immaginare quello che volevo e con un Dio come Edward al mio fianco questo non era di certo un problema. Ma un conto era trovarsi nella situazione di doverlo fare. Solo a pensarci mi salì il cuore in gola.
Si. ci voleva proprio un bel bagno per dare una calmata ai miei ormoni.
Ancora imbarazzata cominciai a spogliarmi mentre il profumo dolce del bagnoschiuma si insinuava tra le mie narici facendomi trovare un po’ di pace.
L’acqua era perfetta. Né troppo calda e ne troppo fredda.
Mi sdraiai nella vasca sentendo subito i muscoli rilassarsi e immediatamente chiusi gli occhi.
Cercai di non pensare che al piano di sotto ci fosse l’uomo che riusciva a sconvolgermi l’esistenza. Lo amavo così tanto da non riuscire a stare neppure un secondo lontana da lui. E oggi, quando pensavo che sarei morta sotto le mani del mio aggressore e che quindi non l’avrei più rivisto, l’unica cosa che mi tormentava era che non ero riuscita a dirgli quanto lo amavo un’ultima volta.
 Mi passai lo shampoo rapidamente come a voler lavare via quel pensiero ma subito nella mia mente si susseguirono immagini di noi due insieme mentre gli confessavo il mio amore, mentre tornavamo ad appartenerci, mentre ci amavamo..
Ok. STOP! Urlai silenziosamente nella mia testa stringendo un po’ più forte i capelli tra le dita.Se continuo così divento pazza!
Ragion per cui decisi di dedicarmi ad altro..
Mi bastò passare una mano sulle gambe e accorgermi che necessitavo di un urgente depilazione per alzare un braccio e prendere uno dei rasoi usa e getta dalla mensola sopra la vasca. Li conservavo appositamente per quelle occasioni e una volta in mano mi diedi subito da fare.
Qualunque cosa pur di non pensare a lui. Mi ripetevo senza sosta.
10 minuti dopo, soddisfatta del risultato, mi alzai per sciacquare via il sapone dai capelli e dal mio corpo.
Mi avvolsi in un grande asciugamano bianco e subito presi a frizionare i capelli con un altro.
Mi abbassai per asciugare le gambe e quello che vidi mi fece girare la testa. Dovetti reggermi al bordo della vasca per non cadere a terra.
-Non di nuovo ti prego- dissi ripensando alle innumerevoli volte che era successo. E come ogni volta l’effetto che aveva sul mio stomaco era sempre lo sesso.
Subito sentii la voce di Edward fuori dalla porta.
-Bella? Tutto bene? Ho sentito odore di sangue..- mi disse allarmato.
Volevo mentire. Lo volevo con tutta me stessa. Speravo che un fulmine dal cielo cadesse sopra la mia casa e mi desse il ben servito. Perché se gli avessi detto la verità allora si che sarei morta all’istante davanti a lui..ma di vergogna. Non potevo dirgli “mi sono tagliata al ginocchio con il rasoio”.Maledizione a me e alla mia fobia del sangue!
Guardai inerme il rivolo rosso che tracciava una scia netta dalla rotula a metà del polpaccio. Non avevo neanche la forza di andare a prendere un batuffolo di cotone e pulire la ferita. Mi accasciai a terra presa da un improvvisa nausea e portai le mani a coprirmi subito la bocca.
Sentii la porta aprirsi e un Edward preoccupato fare il suo ingresso in bagno.
Lo guardai mentre si accasciava a terra pronto a vedere il danno della ferita.
-è superficiale, tranquilla. Con un po’ d’ acqua ossigenata passa tutto. Bella stai bene?- mi chiese dopo aver visto sicuramente il mio viso pallido.
-si..- deglutii a fatica- st-sto bene-
-ma perché non mi hai risposto? Mi hai fatto preoccupare..-
-scusa, mi è venuta la nausea e stavo cercando di regolarizzare il respiro-
-ah già.. la tua avversione per il sangue ti perseguita ancora?-
-veramente non mi ha mai abbandonato- dissi facendogli incurvare le labbra in un sorriso.
-allora dobbiamo ripulire in fretta prima che ti senta male davvero..-
-si- dissi solamente sperando che si sbrigasse. Non era propriamente il massimo stare sedute con il culo per terra sulle mattonelle fredde del bagno, con solo un asciugamano a coprirmi e con un vampiro che era attirato dal mio sangue più del miele per gli orsi!
Si alzò a prendere un po’ di cotone e il disinfettante.
-brutte notizie..- disse girato di spalle.
-cosa?-
-si è finita l’acqua ossigenata..-
-oh no..-
-oh si..-
-va bene dai ripuliscila con un po’ d’acqua. Basta che ti sbrighi- dissi distogliendo gli occhi dalla ferita.
-io avrei un’altra soluzione- disse posizionandosi di nuovo davanti al mio ginocchio.
-e quale sarebbe?-
-questa..- soffiò solamente dalle labbra prima di avvicinarsi con la bocca alla ferita.
E in quel momento la stanza che continuava a girare intorno a me si bloccò immediatamente. Avevo occhi solo che per il viso di Edward.
Si abbassò al limite della scia e con la lingua ripercorse tutto il tragitto al contrario fino ad arrivare al taglio in un gesto talmente sexy che mi fece sentire il cuore in gola e uno strano formicolio all’altezza del ventre. Il mio petto si alzava e si abbassava tanto velocemente che da un momento all’altro l’asciugamano si sarebbe aperto.
Rischiavo di morire per autocombustione!
Edward alzò la testa per intrappolare i miei occhi nei suoi. E non so cosa successe  ma in meno di un secondo mi alzai portandomi in ginocchio davanti a lui.
I nostri visi erano a pochi centimetri di distanza e potevo sentire la dolcezza del suo respiro infuocarmi ancora di più.
Ci guardavamo negli occhi come a volerci mangiare a vicenda senza avere il coraggio di avvicinarci l’uno all’altro.
Le gambe mi tremarono e sarei scivolata a terra se due mani forti non mi avessero sorretto.
Due mani che adesso poggiavano all’altezza esatta del mio fondoschiena.
Mi attirò a se facendomi sbattere il petto contro il suo torace e a quel punto non riuscii a trattenermi dal baciargli il collo.
Con le mani iniziai ad accarezzarlo dappertutto e lo stesso cominciò a fare lui.
Ci guardammo negli occhi solo per un secondo prima di fare incontrare le nostre labbra.
E li mi persi nella dolcezza del suo sapore e nella passione che mi trasmetteva ad ogni bacio. La mia testa era piena del suo odore e della voglia che avevo di lui.
-Edward ..- sospirai tra un bacio e un altro.
-forse.. forse dovremmo fermarci- rispose lui senza troppa convinzione.
-io credo proprio di no. Ti amo. Ti voglio. Adesso- dissi mentre il languore al basso ventre mi faceva impazzire.
Mi guardò come a chiedermi il permesso e dopo aver annuito fece scivolare l’asciugamano lungo i miei fianchi.
Sapevo che sarei morta. Me lo sentivo. Era talmente tanta l’agitazione che provavo che non sarei sopravvissuta. E in quel momento pregai di riuscire ad arrivare almeno alla camera da letto.
Mi prese in braccio facendo in modo che gli circondassi i fianchi con le cosce e si diresse verso la mia camera.
Mi adagiò su letto e subito si sfilò la maglia per poi tornare a baciarmi.
Mi diede un bacio che mi fece mancare il respiro e quando si staccò mi rivolse un sorriso sghembo talmente bello da farmi desiderare di averlo immediatamente.
Portai una mano all’apertura dei suoi jeans e subito li feci scivolare lungo i suoi fianchi. Mi aiutò ad abbassarli completamente e nella risalita si spostò sulle mie gambe tracciando con una mano il percorso dalla caviglia fino all’ombelico.
Si abbassò a baciarmi il collo e poi si spostò a torturare i miei seni. E proprio mentre sentivo la sua mano avvicinarsi al mio inguine successe qualcosa che mi fece aprire gli occhi.
-aaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhh!- ingoiai l’acqua che mi era entrata in bocca e subito mi misi a tossire. Provai a calmarmi per riprendere a respirare e mi guardai attorno. Non era la mia stanza da letto. No.
Mi portai la mano a ripulire gli occhi pieni d’acqua.
-ti prego no.. no,no,no,no,no,no!!!-
Era solo un sogno????
Fui immediatamente colta da una delusione così grande che mi face sentire l’impulso di piangere.
Sicuramente dovevo essermi addormentata nella vasca.
Subito portai le mani alle gambe. Lisce!
Ma perché il mio subconscio mi faceva questi orribili scherzi, perché????
Sentii bussare da dietro la porta e sussultai.
-Bella? Tutto bene?  Ti ho sentito urlare-
-SI!- gli riposi un po’ troppo forte –si, sto bene- sto bene.. maledizione!
Fui subito percorsa da una scarica di brividi e mi accorsi di quanto la temperatura dell’acqua fosse cambiata, ormai era diventata gelida.
-hai bisogno di qualcosa?- si, vieni qui e dimostrami che non era tutto un sogno, pensai.
-no, sto bene Edward davvero.. non preoccuparti. Adesso esco!-
-ok, ti aspetto di sotto allora..-
Mi alzai e mi risciacquai molto velocemente. Non volevo rimanere in quella stanza un minuto di più perciò feci tutto in fretta e andai subito a vestirmi.
Misi degli indumenti pesanti visto che la neve era ricominciata a cadere e fuori faceva un freddo cane. Volevo andare da mio padre il prima possibile. Volevo avere un miliardo di cose da fare per non pensare continuamente al sogno che avevo fatto.
Ma il realtà non riuscivo a fare altro.. era ancora così vivido nella mia mente da  sembrare reale. Ma purtroppo era solo il frutto della mia mente malata. Della mia mente che si divertiva a farmi impazzire facendomi rasentare la follia.
Come avevo previsto il mio umore cambiò istantaneamente e non risparmiai neppure  Edward quando scendendo le scale mi chiese se fosse tutto a posto ed io gli risposi in modo sgarbato.
Lo sapevo che lui non c’entrava niente ma in quel momento me la sarei presa con chiunque. Poverino mi stava accanto sopportando i miei sbalzi d’umore senza dire niente e per tutta la durata del viaggio in macchina fino all’ospedale non pretese nulla di più se non essere rassicurato del fatto che stessi bene.
A causa del mio lungo bagno arrivammo con mezzora di ritardo all’appuntamento con il dottor Evans e appena ci vide mi fece tutto il resoconto completo della procedura adottata per il risveglio di Charlie.
Ormai erano questioni di minuti e finalmente avrebbe riaperto gli occhi.
Sapere che quel momento tanto atteso stava per arrivare mi fece dimenticare improvvisamente il perché fossi così arrabbiata e mi permise di impartire alla circostanza la giusta felicità.
Mi diede la possibilità di entrare nella camera di Charlie e di aspettare con lui il momento del risveglio.
Così, seduta al capezzale di mio padre, aspettavo trepidante un qualsiasi cenno di ripresa.
Il mio cuore correva veloce come un treno mentre gli tenevo la mano stretta nella mia più per calmarmi che per il gesto in se, visto che ero sicura che lui neanche sentisse il contatto.
Dopo mezz’ora di interminabili monologhi mentali in cui pensavo a cosa gli avrei detto appena si fosse svegliato, sentii il monitor del battito cardiaco accelerare la sua corsa.
Non sapevo cosa fare, volevo chiamare il dottore visto che  mi aveva lasciata sola nella stanza, ma abbandonare la sua mano proprio in quel momento era fuori discussione. Cercai di raggiungere con la mano libera il pulsante sopra la testiera del letto e in un attimo sentii stringermi la mano.
Mi fermai con il braccio a mezz’aria come paralizzata e subito tornai a sedermi.
-papà..- sussurrai stringendo forte la sua mano.
Vedevo il movimento che le pupille producevano sotto le palpebre e aspettavo con il batticuore l’ istante in cui si sarebbero sollevate. E quando avvenne non ero preparata a ricevere tutta l’emozione che quel momento fu in grado di darmi.
E così mi misi a piangere. Di gioia, di sollievo, di tristezza..
-papà- lo chiamai e subito puntò i suoi occhi nei miei.
-Bella..- sussurrò flebile.
-papà- dissi un po’ più forte continuando a piangere.
-Bella!- disse con il sorriso sulle labbra.
-si!- annuii mettendomi a ridere e nello stesso tempo a piangere dalla felicità.
Finalmente si era risvegliato. E quello era decisamente uno dei momenti più belli di tutta la mia vita!
 

 

O__O  non uccidetemi vi prego!!!!!

Lo so che pensavate che fosse la realtà.. ma in verità era solo un sogno!!!
Un premio (simbolico ovviamente) a chi ha capito già dallo scorso capitolo chi era alla porta!
Che vi è parso il rapimento?? Per fortuna che è arrivato Edward!
GRAZIE INFINITE COME SEMPRE A TUTTE QUANTE PER LE BELLISSIME PAROLE CHE MI LASCIATE AD OGNI CAPITOLO!
A domenica prossimaaaaaaa!!! Un bacio :********
 

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Capitolo 30
*** capitolo 29 ***


 

                                               

Emh.. BUONGIORNO! Comincio questo capitolo col chiedervi scusa per non aver risposto alle vostre magnifiche, appaganti e strabilianti recensioni! Il tempo a mia disposizione in questa settimana è stato poco e non ce l’ho proprio fatta! Quindi vi chiedo scusa! Vi lascio al capitolo ci vediamo sotto!

Capitolo 29

 
-Edward sbrigati o faremo tardi!!!!- urlai mentre me ne stavo spaparanzata sulla poltrona del salotto.
Non pensavo sarei mai arrivata a dire una cosa del genere. In fondo il vampiro dotato di super velocità era lui mica io! Ma in quel momento ero io a doverlo aspettare..
Mi persi con la testa a pensare a tutti i giorni passati dal suo arrivo a Forks, a quanto mi avesse aiutato con mio padre e soprattutto a quanto anche lui avesse lavorato per  ricucire il nostro rapporto.
E così eccoci qui, pronti ad andare in ospedale. Oggi avrebbero dimesso Charlie e sarebbe tornato a casa dopo due settimane di convalescenza.
Subito risi nel ricordare quello che ci eravamo detti il giorno in cui gli raccontai che Edward si era ufficialmente stabilito a casa nostra.
 Erano passati esattamente 5 giorni dal suo risveglio. Non era stato facile riprendersi dal coma farmacologico e ogni giorno sembrava fare qualche passo in avanti verso la completa guarigione. Io andavo a trovarlo tutti i giorni e ogni volta mi riservava un abbraccio lungo 2 minuti. Era quasi impossibile staccarsi prima. E, strano a dirsi,  ero io la prima a volere che non lo facesse.
Nei primi giorni ci eravamo limitati a parlare delle sue condizioni di salute, su cosa fosse successo e su quanto dovesse aspettare ancora prima di riprendersi completamente.
Mi aveva fatto mille scuse sul fatto che ero stata costretta ad abbandonare l’università per prendermi cura di lui e ogni volta puntualmente si beccava una bella occhiataccia da parte mia.
Mi diceva sempre – tesoro mi dispiace che sia dovuta tornare a casa per prenderti cura del tuo vecchio-
Ed io ogni volta gli rispondevo – papà se ti azzardi a dirlo una’altra volta giuro che me ne vado sul serio! Non c’è altro posto al mondo dove vorrei stare- e come sempre vedevo i suoi occhi inumidirsi.
Dopo l’intervento era diventato molto più sensibile. Piangeva per un non nulla. Pianse quando rivide Sue per la prima volta, pianse quando gli dissi quello che Alice ed Ally avevano fatto il giorno in cui avevo scoperto del suo incidente, pianse quando rivide Jacob e pianse addirittura quando gli raccontai il vero motivo per il quale Reneè non poté partire dalla Florida per raggiungerci. 
Mi chiedeva sempre come facessi ad occuparmi di tutto quanto sola e ogni volta glissavo in modo magistrale la domanda.
E così quando fu trasferito dal reparto di terapia intensiva alla camera che gli era stata assegnata  per la degenza non potei più nascondermi.
Un giorno decisa più che mai a confessargli tutto andai a trovarlo sola senza la presenza di Edward e dopo averlo aiutato a bere un succo di frutta cominciai a parlare..
Partii subito dalla strada più lunga facendogli una domanda.

-papà ti ricordi cosa ti dissi l’ultimo giorno che ci siamo sentiti al telefono?-
Ci pensò un po’ su prima di rispondermi e quando vidi la sua espressione cambiare capii che aveva ricordato esattamente quello che volevo ricordasse.
-si..- disse assottigliando gli occhi mentre sentivo le mani sudare.
-beh ecco.. come posso dirtelo senza farti venire un infarto ma..-
-Bella se non me lo dici subito me lo fai venire sicuramente l’infarto!-
-ok, non c’è molto da dire se non che Edward ed io..-
-non dirmi che siete tornati insieme?- disse all’improvviso facendomi sobbalzare.
-no.no.no.no.no! NO! Però siamo tornati amici-
Rimase in silenzio a fissarmi per qualche istante che mi parve interminabile e poi all’improvviso scoppiò a ridere.
A ridere davvero. Come quando inizi a ridere tenendoti la pancia o a ridere così tanto da sentire le lacrime agli occhi. E se devo essere sincera in quel momento mi spaventai.
-papà calmati o ti farai saltare i punti-
-hhahhah Bella.. questa è la cosa più divertente che abbia mai sentito! Tu e lui, amici! Ahahaa-
-mi spieghi cosa c’è di così divertente da farti ridere?- chiesi incrociando le braccia al petto.
-oddio, non ridevo così da.. beh non ricordo di aver mai riso così tanto in vita mia! Ahahaha comunque.. adesso torno serio.. ma è così difficile!!! Ahahahahah-
-papà!- sbottai innervosita.
Si prese qualche secondo di tempo e poi tornò a parlare.
-tesoro voi due non sarete mai due semplici amici. Siete stati innamorati, proverete sempre qualcosa l’uno per l’altro. La vostra non può essere amicizia-
Grazie per avermelo detto pensai sarcastica.
-ti sbagli, perché noi due siamo amici. Semplici amici, ottimi amici, amicissimi!-
-oh si ne sono convinto.. se lo dici tu! L’importante è crederci- disse più per accontentarmi.
-pff.. ok hai ragione tu, mi arrendo!- dissi esasperata.
-tesoro non devi dirlo per appoggiare me. Devi riconoscerlo con te stessa-
-arrivi tardi.. lo so da sempre che quello che provo per lui non è sicuramente amicizia-
-oh bene! Sono felice che ne sia consapevole.. e poi?-
-e poi cosa?-
-non dirmi che mi ha parlato di lui solo per farmi fare una grassa risata!-
-no..- dissi acida- ti ho parlato di lui perché devi sapere una cosa..-
-quale cosa?- mi chiese sistemandosi meglio sul letto.
-da buoni amici quale siamo abbiamo ripreso a frequentarci-
-scusa non capisco- disse aggrottando le sopracciglia- ma se quando stavi all’università non vi parlavate.. quando avete trovato il tempo di diventare “amici”?-
-miharaggiuntoquiaForks- dissi velocemente.
-scusa non ho capito, cos’hai detto?-
Feci un sospiro prima di parlare – mi ha raggiunto qui. A Forks!-
Rimase a fissarmi con la bocca semiaperta senza dire una parola.
-papà dì qualcosa..-
-cosa dovrei dirti? Non lo so..-
-per esempio che sei felice che non sia sola ad affrontare tutto questo?-
-Bella tesoro.. sono felice che non sia sola ad affrontare tutto questo.. ma è un bene secondo te coinvolgerlo in questa situazione se non state nemmeno insieme?-
-io non ho coinvolto nessuno! È stato lui a venire da me quando ha saputo perché sono andata via dall’università-
-capisco..- disse facendo spallucce. E la cosa mi fece irritare ancora di più.
-cosa c’è papà? Lo so che vuoi dirmi qualcosa..-
-no, non è niente davvero. È solo che sono preoccupato per te. Sto pensando al modo in cui lascerai che ti affezioni di nuovo a lui-
-papà non c’è bisogno che ti preoccupi. Lascia decidere me su come sono disposta ad affezionarmi di nuovo a Edward -
-ok. Quindi immagino di doverlo ringraziare..-
-in realtà c’è un’altra cosa che dovrei dirti prima..- dissi mentre mi torturavo le mani.
-e cioè?-
-beh ecco. Io.. ho lasciato..no, non ho lasciato, io ho voluto, perché sono stata io a chiederglielo, che si trasferisse a casa nostra-
-cosa?- sbottò improvvisamente infuriato.
-quello che hai capito, io gli ho chiesto di venire a stare da me in queste settimane. Papà cos’avrei dovuto fare? Lasciare che vivesse in quella casa sperduta nel bosco tutto solo? Quando avevo a disposizione un posto letto in casa?-
-mi auguro per te che non gli abbia dato la mia camera!- disse guardandomi di sbieco.
- no. Gli ho dato il divano!-
-o santa madre divina, quasi quasi preferivo che mi venisse un infarto quando non volevi augurarmelo! Così mi sarei risparmiato di venire a conoscenza che abiti con quel.. con quel.. con quello spilungone! Dio solo sa cosa fate di notte! In casa mia!-
-papà? Ma che dici? Noi non.. noi non facciamo nulla la notte!- Mi portai le mani a coprire il viso visto che ero arrossita in modo vergognoso. Ma cosa gli saltava in mente?-
-si, si come dici tu! Guarda che sono stato giovane anche io sai? E so quanto sia difficile tenere a bada gli ormoni quando sai che ad un piano di differenza dorme la persona che ami e che desideri più di qualsiasi altra cosa la mondo!-
-ti prego! Dimmi che non l’hai detto! Dimmi che non mi stai facendo la paternale su questo argomento!- dissi coprendomi entrambe le orecchie
-signorina! Guarda che non sono così vecchio da prendermi in giro.. credi di darmela a bere quando dici che siete solo amici?-
-ma è così! Papà davvero siamo solo amici.. per adesso-
-Ah! lo vedi? Lo vedi che allora c’è qualcosa sotto?-
-non ti nascondo nulla papà! Te lo direi se fosse il contrario..-
-non ne sono così sicuro! Hai visto tua madre? Hai visto in che condizioni si ritrova? Non vorrai farmi diventare nonno prima del tempo?-
Oddio la situazione peggiora ogni secondo di più!
-ok. Senti. Non nego, che quello che sento per lui sia molto di più che amicizia, non nego, che spero di riavvicinarci molto presto.. ma non puoi venirmi a dire che temi che io rimanga incinta quando ancora non so nemmeno se mi ami oppure no! Te l’ho detto, per il momento siamo solo amici, punto!- conclusi spazientita.
-va bene..Va bene! Mi arrendo! Allora.. vedi di farmelo vedere questo giovanotto, voglio ringraziarlo personalmente per quello che sta facendo per te-
E in quel momento pensai che se solo avesse saputo della mia aggressione(cosa che naturalmente avevo deciso di tenergli nascosta almeno per il momento)e di quello che Edward aveva fatto salvandomi, gli sarebbe stato grato in eterno.

-cos’è quel sorrisino che ti attraversa la faccia?-
Venni riportata alla realtà da un Edward divertito che mi osservava incantato.
-ooh ce l’hai fatta finalmente! Pensavo che sarei morta di vecchiaia nell’attesa!- dissi facendogli uno sguardo sconvolto. Mi alzai dalla poltrona e gli andai incontro.
-spiritosa.. davvero molto spiritosa! Allora io cosa dovrei dire quando sei tu a metterci un eternità? E non devo neanche azzardarmi a fiatare!-
-cosa? io non ti faccio mai aspettare troppo.. e poi in quel caso il mio ritardo sarebbe giustificato! Almeno sono una donna! Vorrei tanto sapere cosa combini nel bagno.. tanto sei sempre perfetto..- sussurrai alla fine.
-pensi che questo..- e con una mano indicò la sua testa– sia in grado di sistemarsi da solo?- beh in effetti quei capelli spettinati erano il suo marchio di fabbrica, erano la sua arma segreta, erano i capelli dove qualsiasi donna avrebbe voluto infilarci le dita. Ed era naturale pensare che fossero sempre così. Invece il tocco di Edward contribuiva parecchio al risultato finale. Ok, avevo deciso.. se per vederlo in tutto il suo splendore avrei dovuto aspettare per ore allora ero pronta già da adesso a fare volentieri la muffa!  Arrossii a quel pensiero sciocco che mi aveva attraversato la mente. Anche se non mi sarei mai stancata di ammiralo. Era di una perfezione disarmante e ogni volta mi lasciava senza fiato.
-ah ok, allora sei perdonato..- dissi con tranquillità.
-ma come siamo magnanime!- scherzò lui ed io in risposta gli feci la linguaccia.
-comunque non mi hai risposto.. perché ridevi?-
- ma niente. Ripensavo solo ad una conversazione che ho avuto con mio padre tutto qui-
-sei felice che torni a casa eh?- disse prendendomi le mani.
-si. Insomma gli sono stata vicina in ospedale e tutto il resto.. ma non è come trovarsi a casa propria. Qui si riprenderà del tutto e lo farà sentire più sereno. E poi guardati intorno- dissi indicandogli il salotto, che come tutte le altre stanze della casa era addobbato in vista del Natale- non potrà sentirsi più felice in un ambiente del genere. E questo anche grazie a te..- la mia voce si incrinò nel ripensare al modo in cui Edward mi aveva aiutato a sistemare tutto quanto. Bastava che mi guardassi in giro per ricordare tutti i momenti che mi avevano fatto capire sempre di più quanto lui fosse la persona giusta per me. Avevo amato il modo in cui discutevamo per la disposizione delle palline sull’albero di Natale o per la mia poca fantasia di abbellire il resto della casa. Avevo amato i vari scherzi che ci facevamo a vicenda e le risate liberatorie dopo le litigate senza senso. O il giorno in cui mi ero messa a preparare una torta e alla fine eravamo stati in grado di cominciare una lotta senza fine ricoprendoci interamente di farina. Si, stare al suo fianco e viverlo per quello che era, senza pensare alla sua natura o al fatto che fosse congelato per sempre nei suoi diciassette anni, ma viverlo davvero, con i suoi pregi e i suoi difetti, con le sue pallose lamentele e la sua infinita dolcezza, con le sue risate sexy e con le sue urla spaventose, mi aveva fatto capire quanto lo amassi in modo viscerale e quanto questo sentimento crescesse sempre di più. E a come ormai la mia felicità fosse legata inesorabilmente al sentimento che lui provava per me. Una sola parola e mi avrebbe annientato. Mi avrebbe rispedito nel baratro di sofferenza che comportava perderlo per sempre.
Inconsciamente strinsi più forte la presa che avevo delle sue mani. Si, ormai era chiaro.. non potevo immaginare una vita senza Edward, una vita oltre Edward! Io mi sentivo completa solo se c’era lui al mio fianco per il resto, per le litigate e le varie incomprensioni, avremmo trovato sempre il modo per chiarire e stare bene.
Lo guardai negli occhi e finalmente gli regalai il sorriso che tanto aspettava. Il sorriso che aspettava da giorni e più precisamente dal giorno in cui avevamo litigato per quello che aveva fatto...
 
Avevo finito di lavare a rassettare la cucina già  da un bel po’. Era sera ormai. E come ogni sera aspettavo che Edward scendesse per stare insieme sul divano. Per accoccolarmi a lui avvolta nella mia coperta. Di tanto in tanto mi avvicinavo a sfioragli il braccio o la gamba con la mia giusto per sentire il contatto con lui. Come se avessi bisogno di sentirlo per sapere che fosse al mio fianco. Quella sera poi in modo particolare..
Erano giorni che sentivo qualcosa nell’aria. Mi turbava il suo atteggiamento sempre sulla difensiva come se avesse paura di dirmi qualcosa. Io me ne stavo zitta senza fargli pressione, certa che se solo avesse voluto avrebbe trovato il modo per raccontarmi tutto. In verità non sapevo nemmeno se lui se ne fosse accorto. Ovviamente cercava di mostrarsi sempre il più naturale possibile ma una donna le sente certe cose. Lo avverte quando qualcuno cerca di nasconderle qualcosa. Così come il migliore degli investigatori, provai ad estorcergli qualche informazione..
-Edward va tutto bene?- gli chiesi di punto in bianco mentre guardavamo un film in tv. Distolse lo sguardo dallo schermo e si girò verso di me.
-mhh, tutto bene.. perché?-
-no. Nulla. È che mi sembra di avvertire un po’ di indecisione mentre lo dici.. ma forse sono solo io che mi faccio dei film mentali senza senso. Perché alla fine lo so che se ci fosse qualcosa sotto me la diresti. Ormai abbiamo deciso di essere sinceri l’uno con l’altro e se non mi hai detto niente vuol dire che è davvero tutto a posto. Te l’ho detto.. sono io che mi faccio dei problemi immaginando chissà che cosa..-
Gli feci quel discorso certa che se davvero ci fosse stato un motivo a giustificare il suo atteggiamento,  con le mie parole lo avrei fatto capitolare.
E infatti.. 5-4-3-2-1..
-Bella.. in realtà c’è qualcosa che vorrei dirti!- disse e dentro di me esultai pensando: come volevasi dimostrare!
-dimmi tutto ti ascolto!-
-beh ho fatto una cosa che forse non ti renderà orgogliosa di me..-
Subito cominciai ad agitarmi- cos’hai fatto?-
- avrei voluto parlartene molto tempo prima ma.. non ho mai trovato il coraggio per farlo-
-Edward così mi spaventi.. ti prego parla!- dissi sentendo improvvisamente caldo e spogliandomi della coperta mi girai verso di lui. Gli presi le mani nelle mie mentre aspettavo che cominciasse a parlare.
-è successo tutto 5 mesi fa.. quando noi due non stavamo più insieme. Quando l’odio che sentivo dentro era più forte di qualsiasi altra cosa. Quando la speranza di diventare una persona migliore andò via lo stesso giorno che lasciai Forks..-
Me ne stavo zitta e immobile ad ascoltarlo parlare mentre dentro morivo dall’agitazione.
-per un periodo sono stato in Italia. Sono andato dai Volturi. Dovevo vederli e dirgli quello che era successo. Dopo la visita che avevamo ricevuto durante lo scontro con i neonati di Victoria sapevo che non avrebbero perso tempo a venire a controllare se.. beh, se tu.. fossi ancora un umana..-
Solo al sentire quelle parole rabbrividii ma non dissi nulla, volevo che parlasse e che mettesse fine all’ansia che si era impossessata di me.
Ripensai alle parole che mi aveva detto Alice quando gli avevo chiesto dove fosse andato Edward nel periodo in cui non stavamo più insieme..
“ se vorrà te lo dirà lui, non è compito mio farlo..”
E adesso lo stava facendo..
-devo ammettere che dopo tutto quello che era successo tra di noi potevo anche evitare di andare da loro. Voglio dire.. se solo avessi voluto fartela pagare per quello che mi avevi fatto avrei potuto lasciar perdere e invece non ce l’ho fatta. Ho sentito il bisogno di proteggerti anche se non stavamo più insieme..-
Subito aggrottai le sopracciglia. Ma se aveva agito per proteggermi perché mai avrei dovuto avercela con lui?
-Edward non capisco.. perché dovrei essere arrabbiata con te se hai fatto qualcosa per proteggermi?-
Sospirò prima di parlare. Come se avesse bisogno di una boccata di coraggio prima di confessarmi ogni cosa..
-beh perché gli ho raccontato una bugia..gli ho detto che noi ci eravamo lasciati e che tu ti eri messa con un licantropo!-
-cosa?- sbottai sconvolta. All’epoca avevamo fatto di tutto per proteggere Jacob e il resto del branco dai Volturi, loro non dovevano venire a sapere che si erano insidiati nella riserva di La Push. E lui, cos’aveva fatto? Era andato a dirglielo? 
-non capisci questo era l’unico modo per proteggerti..-
-mettendo in pericolo loro?- dissi alzandomi dal divano e parandomi davanti a lui.
-si.. cioè.. voglio dire, no. Non li ho messi in pericolo. I Volturi vogliono preservare la specie e non attaccherebbero mai dei lupi rischiando così di rimanere sconfitti-
-e sentiamo.. in che modo raccontargli questa bugia mi avrebbe potuto salvare? Sono un umana che non doveva venire a conoscenza del segreto dei vampiri.. figuriamoci di quello dei licantropi! Sono da eliminare comunque..-
-non se uno di loro avesse avuto l’imprinting con te!-
A quelle parole la mia mascella rischiò veramente di staccarsi dal resto della faccia.
-cos.. che hai fatto???-
-ho dovuto farlo. Non c’era altro modo.  Pensaci bene per un attimo.. se un qualsiasi licantropo avesse avuto l’imprinting con te saresti per forza venuta a conoscenza della sua vera natura e del fatto che noi esistiamo. Che i vampiri esistono!-
Mi portai le mani ai capelli in un gesto disperato. Quando gli avevo chiesto di parlare non immaginavo di certo che mi avrebbe raccontato tutta questa storia.
Era incredibile quello che si era inventato. Aveva trovato il modo per proteggermi senza farmi rischiare di perdere la vita perché sapevo.
In tutta sincerità avrei dovuto ringraziarlo. Se non fosse andato da loro e non gli avesse raccontato questa bugia forse a quest’ora sarei morta.
Come promesso, i Volturi sarebbero venuti a controllare e vedendomi ancora umana mi avrebbero ucciso.
Sarei stata molto felice di dirgli grazie. Ma questo non giustificava il fatto che avesse messo di mezzo Jacob. Mettendo in pericolo lui e tutta la sua tribù.
E questa era una cosa che non potevo accettare. Lui era convinto che non sarebbero mai venuti a cercarli.. e se invece all’improvviso avessero cambiato idea? Se avessero deciso di attaccarli proprio per preservare la specie e togliere di mezzo chi questa specie avrebbe potuta annientarla in un batter d’occhio?
-sei stato stupido e avventato! Chi ti dice che si fermeranno per paura di perdere qualche elemento? Potrebbero venire da un momento all’altro e Jake e i suoi si troverebbero ad affrontarli senza preavviso..-
-era l’unico modo per proteggere te..-
-e chi ti dice che volevo essere protetta sotto queste condizioni? Non permetterò mai a nessuno di morire per salvare me..- gli dissi con le lacrime agli occhi – adesso capisco perché ti comporti così con Jacob.. come se non fosse mai successo nulla.. tu  ti senti in colpa! Ti senti in colpa per aver messo in pericolo lui e tutte quelle persone che non c’entrano niente con le vostre incomprensioni!-
Abbassò la testa prima di rispondere anche se non avevo bisogno di sentirmi dire quello che già sapevo. Mi bastò quel gesto pieno di contrizione a farmi capire quanto sentisse di aver sbagliato – si. Si è vero-
Tornai a sedermi sul divano triste e abbattuta.
-dio.. e adesso che devo fare? Dovrò dirglielo.. –
-no. No, perché?-
-come perché? Devono tenersi pronti a fronteggiare una battaglia contro un nemico che neanche sanno di avere! E tutto questo per colpa mia..-
-no. Ei Bella no.. non dire così, guardami negli occhi ti prego..- feci come mi disse e subito mi sentii mancare il respiro.
-io ho sbagliato lo so. Ma lo rifarei altre 100 volte. Lo rifarei perché mi ha permesso di stare qui con te, ora. Lo rifarei perché non potevo sopportare l’idea che ti succedesse qualcosa quando non stavamo insieme e la stessa cosa vale anche adesso..-
-ciò non toglie che dovrò dirglielo ugualmente. E dovremo anche pensare a cosa fare se decidessero di farmi visita e scoprissero che questa storia in realtà è tutta una montatura-
-ci penseremo a momento debito sta tranquilla. Alice vedrà la loro decisione di farci visita e solo allora penseremo a cosa fare..-
Avrei tanto voluto essere ottimista come lui. Ma in quel momento non riuscivo a vedere il lato positivo di quella tragedia! Vedevo solo il mio amico combattere per proteggermi e la sua faccia sconvolta quando gli avrei raccontato tutto.
-vado a letto..- gli dissi senza neanche guardarlo in faccia. Mi sentivo così abbattuta per quello che mi aveva detto che volevo stare sola con me stessa.
Da quella sera mi dimostrai un pochino più fredda ne suoi confronti anche se la cosa mi costava veramente un fatica immane.. ma non riuscivo a sorvolare su quello che mi aveva detto. Non subito almeno..

Mi ripromisi che nel momento in cui avessi capito di averlo perdonato glielo avrei fatto capire e regalandogli quel sorriso sapevo di aver fatto la cosa giusta.
Anche Jacob alla fine non ne aveva fatto un dramma. Quando glielo dissi, dopo lo stupore iniziale, fu felice di appoggiare Edward nella folle idea che almeno quella bugia mi avrebbe permesso di stare al sicuro.
Edward si avvicinò ad accarezzarmi la guancia ed io chiusi subito gli occhi beandomi completamente di quel contatto.
-grazie..- disse solamente e mi lasciai stringere nel suo dolce abbraccio.
Ispirai il suo profumo e mi beai più di quanto avrei dovuto dell’emozione che riusciva a trasmettermi ogni volta diventando praticamente di gelatina.
Dovevo calmarmi. L’effetto che Edward aveva sui miei ormoni era da considerarsi illegale. In queste settimane ero stata messa a dura prova dalla voglia che avevo di lui. E seppur con controvoglia dovevo placare qualsiasi desiderio nei suoi confronti.
Ormai avevo deciso..
Avrei aspettato il momento in cui saremmo stati liberi di stare soli. Non che in quelle settimane non lo fossimo stati ma.. era difficile pensare a lasciarsi andare in casa di mio padre. Non dopo quello che mi aveva detto in ospedale..
Ormai avevo capito che se solo mi fossi fatta avanti avevo una buona percentuale che Edward non mi allontanasse. E lo avrei fatto! Ma non adesso..
Perciò mi imposi con tutta me stessa di rompere quell’abbraccio e di ritrovare la lucidità.
-dobbiamo andare.. Charlie sarà impaziente di tornare a casa..-
 -oh ci puoi scommettere!- disse divertito.
Ci scappò un risolino ad entrambi e dopo un ultimo incrocio di sguardi ci incamminammo verso la porta di casa.
Ancora il manto nevoso che ricopriva Forks non accennava a diminuire. Se durante il giorno si placava durante la notte cominciava a nevicare trasformandosi alle volte in una vera e propria tempesta!
Durante il tragitto fino in ospedale ripensai a quando Edward aveva avuto il suo incontro con mio padre.
Charlie era impaziente di rivederlo e quando Edward entrò nella sua stanza ricordo di aver avuto le mani più sudate di sempre.
Aspettai la fine del loro incontro in assoluto silenzio seduta in sala d’attesa, e nel momento in cui Edward tornò da me mi sentii come libera da un nodo che non faceva altro che stringersi intorno alla mia gola ogni minuto di più. Cercai di estorcergli qualche informazione ma niente. Era fermamente deciso a non raccontarmi nulla e a farmi morire nella più completa curiosità!
Quando arrivammo in ospedale mi fiondai subito in stanza da mio padre.
Lo trovai pronto ad aspettarmi seduto sul letto.
-oh finalmente! Pensavo non arrivaste più!-
-che c’è papà? Ti sei stufato di stare qui dentro?-
-puoi ben dirlo! Il cibo fa schifo.. la compagnia- disse voltandosi a guardare un uomo anziano che divideva la stanza con lui e che faceva un gran baccano con il suo russare – non è delle migliori.. e poi ne ho abbastanza di tutti questi medici che mi dicono cosa fare! Sono io ad aver rischiato la vita e d’ora in avanti decido io cos’è bene per me!-
-papà..- lo ammonii bonariamente.
- Bella ha ragione Capo Swan, adesso deve cercare di riguardarsi il più possibile. Una volta fuori dall’ospedale lei non sarà più sotto cura dei medici e delle infermiere e dovrà badare a se stesso da solo! Non vorrà farci prendere un altro spavento?- disse Edward che se ne stava alle mie spalle.
-no. Certo che no. Ho già fatto preoccupare abbastanza la mia bambina..-
Subito corsi ad abbracciarlo- ti voglio bene papà..- gli sussurrai all’orecchio.
-anche io te ne voglio.. tanto!-
-bene.. allora che si fa? Andiamo?- ci chiese Edward con il borsone di mio padre in mano.
-andiamo!- Charlie mi prese la mano nella sua e insieme ci dirigemmo verso l’uscita.
Quando avevo saputo del suo incidente l’unica cosa che speravo era che uscisse da quel dannato ingresso sulle sue gambe e adesso che finalmente lo vedevo sano e salvo non potei evitare di commuovermi.
Mi voltai un attimo in direzione dell’ospedale prima di salire in macchina e in quel momento pensai a quanta tristezza, preoccupazione e angoscia ci lasciavamo alle spalle.
Tirai un sospiro di sollievo nel constatare che d’ora in poi avremmo guardato in avanti ad un futuro, che speravo, ci avrebbe portato solo tanta felicità!
 
 ***************************

Edward guidava spedito per le strade innevate di Forks. Con le catene montate alle ruote era come se per lui non avesse nevicato affatto.
Stranamente mio padre , che era seduto nel sedile anteriore, non diceva nulla.
Forse era anche la sua impazienza di arrivare a casa a far premere a Edward il piede sull’acceleratore.
Io me ne stavo seduta sul sedile posteriore e ogni tanto ci scambiavamo delle occhiatine dallo specchietto retrovisore e il mio cuore prendeva subito a galoppare.
Quando arrivammo davanti casa non potei non notare lo sguardo accorato di mio padre. Sapevo che aveva avuto una tremenda paura di non farcela e alcune volte si faceva prendere dallo sconforto.
Scendemmo dall’auto e subito lo presi sottobraccio per paura che scivolasse. Lui strinse la presa intorno alla mia e capii quanto in realtà avesse bisogno di quel contatto.
Edward ci raggiunse neanche 2 secondi dopo aiutandomi a sorreggerlo dall’altro lato.
Mi lanciò un’ occhiata strana che non compresi subito. Ma capii che mio padre non doveva sapere niente. Gli avrei chiesto spiegazioni una volta in casa.
Arrivati alla porta feci girare la chiave nella toppa e quasi sobbalzai dallo spavento quando tutti i nostri amici spuntarono da dietro il divano del salotto gridando “bentornato Charlie!”
Mio padre che come me era sempre stato molto sensibile si portò una mano al petto ed ebbi quasi paura che si stesse sentendo male.
Guardai tutti i ragazzi che se ne stavano imbambolati a fissarlo preoccupati e iniziai ad agitarmi.
Stavo per perdere la testa quando mio padre scoppiò subito a ridere facendoci capire che era tutta una farsa!
Anche gli altri si misero a ridere ma potei giurare di aver visto sui loro volti il sollievo per non aver combinato un guaio.
-papà? Ma ti sembra il momento di scherzare? Mi hai fatto prendere un colpo!- dissi guardandolo con fermezza.
-dai Bella.. non fare la guastafeste! Lo sguardo che c’era sui vostri volti era impagabile! Ahhahaha- disse ridendo tenendosi la pancia.
Lo guardai ancora più sconvolta ma tuttavia ero felice. Vederlo ridere era la cosa più importante per me.
Fu accolto da innumerevoli braccia che lo strinsero forte. C’erano tutti.. i ragazzi della riserva, Sue, Billy, Emily..
Si spostarono nel salotto trascinando Charlie con loro.
Io invece me ne stavo ancora immobile davanti l’ingresso di casa e vicino a me Edward.
Lo guardai e potei notare un sorrisino attraversargli la faccia.
-tu lo sapevi vero?- gli chiesi assottigliando gli occhi.
-naturalmente! Ho sentito i loro pensieri appena sceso dalla macchina..-
-mi hanno fatto morire di paura! Almeno potevano dirmelo..-
-e che sorpresa sarebbe stata?- mi rispose Jacob avvicinandosi a noi.
-grazie per quello che avete fatto..- nel dirlo spostai lo sguardo su Charlie che seduto sul divano rideva sereno.
-oh non preoccuparti! Non è stato poi così difficile organizzare tutto.. vero Cullen?-
Edward che se ne stava al mio fianco lanciò uno sguardo omicida a Jacob che in tutta risposta alzò le mani come in segno di resa.
-Edward sei stato tu?-
Tentennò un po’ prima di rispondere ma alla fine sospirando mi disse -si..- e guardò di sbieco il mio amico – ma doveva rimanere un segreto!- urlò un po’ più forte per farsi sentire da quest’ultimo che nel frattempo era sgusciato via.
 -ma perché non volevi che lo sapessi?- gli chiesi spostandoci in cucina.
-beh perché.. non volevo che.. si insomma, in questi ultimi giorni ti ho vista un po’ diversa nei miei confronti e non volevo che una volta scoperto quello che avevo fatto mi perdonassi solo perché ti sentissi in dovere di farlo.. tutto qui-
-Edward? davvero credevi che ti avrei perdonato solo perché avevi organizzato questa festa?-
-non è così?- mi chiese quasi spaventato.
-ma certo che no! Io ti ho perdonato esattamente la sera stessa che mi hai raccontato tutto quello che hai fatto! Solo che.. non so come dirtelo.. mi sono lasciata prendere un po’ troppo dal nervosismo tanto che ne ho risentito anche in questi giorni-
-ok..- disse solamente facendomi rimanere quasi male. 
-vieni qui sciocchina!- mi attirò a se in un abbraccio stritolatore e tirai un sospiro di sollievo- sei una credulona! Finalmente ho trovato il modo per prenderti in giro..-
-non ti azzardare a farlo!- dissi con il naso nel suo collo. Lo sentii sussultare scosso dalle risate per poi fermarsi del tutto.
Rimanemmo in quella posizione non so per quanto tempo fino a che qualcuno alle nostre spalle si schiarì la voce tossendo.
Subito divenni una torcia umana quando mi accorsi che c’era mio padre davanti la soglia della cucina a guardarci esterrefatto.
-papà- esclamai dalla sorpresa-noi stavamo.. beh noi stavamo.. noi stavamo solo parlando!-
-si lo so cosa stavate facendo! Anche io ai miei tempi mi divertivo a parlare con la bocca sul collo di tua madre..- disse con nonchalance.
Arrossii ancora di più se possibile e per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva.
Lo guardai attraversare la stanza e avvicinarsi al frigo per prendere un po’ di bevande da portare in salotto. Una volta in mano si voltò di spalle e continuò a camminare spedito senza aggiungere una parola.
-oddio..che vergogna- mormorai con la schiena appoggiata al braccio di Edward.
-sta tranquilla Bella. Infondo non ha pensato a nulla di grave..-
-la fai facile tu! Intanto è me che ha guardato come se volesse fulminarmi!-
-Bella sta tranquilla.. davvero. Penso che ormai non si stupisca più di niente!
-sarà meglio andare di la per non fargli destare altri sospetti!- dissi circospetta.
Mi diressi verso il salotto ma prima di aver raggiunto gli altri sentii chiaramente Edward ridere da dietro il muro della cucina.

*************************

-buonanotte Seth.. buonanotte Sue- dissi abbracciandola davanti la porta di casa.
-mi raccomando Bella, chiamami per qualsiasi cosa va bene?-
-certo non preoccuparti! E grazie ancora per tutto quello che avete fatto.. –
-è stato un piacere tesoro credimi.. a domani-
-certo, a domani-
La guardai allontanarsi e raggiungere la golf di Jacob che li attendeva in macchina con il motore già acceso. Li salutai un’ultima volta con la mano prima di rientrare dentro e richiudermi la porta alle spalle. Era stato un pomeriggio fantastico. Tutti i ragazzi avevano contribuito a rendere a Charlie un bentornato coi fiocchi. Ridemmo e scherzammo a lungo fino a che verso le sette di sera papà cominciò a fare delle smorfie. Aveva bisogno di riposare e tutto quel ridere non gli faceva di certo bene! Così tutti decisero di andare via e lasciarlo riposare.
Lo raggiunsi sul divano del salotto sedendomi al suo fianco.
-papà va tutto bene?-
-Bella.. non diventerai una di quelle figlie così apprensive da togliermi il respiro!-
-no. Lo sai come sono fatta.. ma penso sia lecito domandarti come ti senti visto che fino a 10 minuti fa ti contorcevi con le mani al petto- dissi un po’ più dura per fargli capire quanto mi avesse spaventato.
-sto bene! Sono stanco di doverlo ripetere ogni mezzora!- disse alzando un po’ il tono della voce. Capivo quanto potesse essere stressante dover stare sempre al centro dell’attenzione altrui. Mio padre era esattamente come me, anche io avrei reagito così. Ma dopo tutto quello che mi aveva fatto passare sinceramente non accettavo di essere trattata in quel modo.
-papà.. tu non ti immagini nemmeno quanta paura ho avuto.. quando ogni giorno pensavo che sarebbe stato l’ultimo. E adesso non puoi venirmi a dire che ti scoccia se ti chiedo come stai!- gli risposi anche io alzando la voce.
Per fortuna che Edward non c’era (era uscito con una scusa qualsiasi per poter andare a caccia) altrimenti mi sarei beccata un’occhiataccia da parte sua. Mi aveva detto espressamente che mio padre non doveva subire altri stress e di mantenere sempre la calma davanti a lui per non farlo agitare.
-scusa.. non volevo alzare la voce..- subito addolcii il tono - ma non puoi capire quanto mi abbia fatto male vederti in quel letto d’ospedale. Perciò..- dissi sospirando e prendendogli una mano nella mia – ti sorbirai le mie continue attenzioni!-
-hai ragione Bella scusa.. sono io che.. lo sai come sono fatto no? Odio ricevere troppe attenzioni. Ma tu hai ragione.. anche io probabilmente avrei reagito come hai fatto tu se mi fossi trovato al tuo posto. Non ci voglio nemmeno pensare!- disse scuotendo il capo.
-papà- lo abbracciai stretto al mio petto e lo sentii sussultare – non voglio più pensare a quello che poteva succedere. Adesso sei qui, sano e salvo, sei a casa e passeremo insieme questo Natale.. e anche quello dopo e quello dopo ancora-
-grazie Bella, davvero.  Non so come avrei fatto senza di te.. e senza quello spilungone di Cullen – risi alla sua battuta e lo guardai imbarazzata. Subito mi ricordai a quando quel pomeriggio ci aveva visto abbracciati in cucina e non potei non arrossire.
-stai pensando ad oggi vero?- disse dandomi un colpetto alla mano.
Subito sentii il cuore cominciare a correre veloce nel petto, ero così facile da leggere?
-no..- dissi aggrottando le sopracciglia – perché mai dovrei? In fondo non stavamo facendo nulla..-
-ma dai? E allora quel rossore improvviso alle guance a cosa è dovuto?-
-a nulla. Davvero a nulla..- risposi velocemente.
-Bella realmente credi di potermi prendere in giro?-
Sospirai abbattuta prima di rispondergli – no..-
-appunto-
-si ma.. oddio come posso dirtelo senza farti rimanere male? Non voglio parlarne per il momento. Non ancora almeno. Quando ci capirò qualcosa anche io ti racconterò tutto ma fino ad allora.. penso che navigherò in un mare d’incertezza!- conclusi con un sorriso sarcastico inarcando le sopracciglia.
-ok.. – disse ridendo – ok, ti lascerò in pace. Promesso!- si portò una mano sul cuore questa volta per sancire la sua promessa.
-grazie- feci per alzarmi e andare in cucina a preparare qualcosa da mangiare ma si rimise a parlare dicendo una cosa che mi bloccò sul posto. Come avevo fatto a non pensare ancora ad una cosa così importante?
-hai già deciso cosa gli regalerai per Natale?- buttò li con aria innocente mentre dentro mi maledicevo per non averci pensato prima.
-non avevamo appena stabilito che non ti saresti più intromesso?-
-si. Ma questa cosa puoi dirmela..-
-veramente ancora non ho deciso. Ho un altro giorno per pensarci..- dissi facendo mentalmente il conto di quanti giorni mancassero a Natale.
-Bella! Ma se tra un  giorno è la vigilia!-
-lo so, lo so.. che ti devo dire. Si vede che sono stata impegnata a fare altro!-
-ok. Non mi impiccio più!- disse alzando entrambi i palmi delle mani – e comunque, grazie per il modo in cui avete abbellito la casa.. è splendida!-
Annuii al suo complimento e me ne andai in cucina.
Stupida. Idiota, Bella!!!! Mi ripetevo prendendomi a schiaffi mentalmente mentre preparavo la cena, un semplice piatto di pasta al sugo..
Come avevo potuto non pensare al fatto che se il Natale si avvicinava avrei dovuto fare anche dei regali???
Mi era totalmente passato di mente! E adesso avevo solo un giorno per rimediare!
L’indomani sarei andata a Port Angeles e avrei cercato di aggiustare la falla che aveva colpito il mio cervello comprando sicuramente le ultime rimanenze e finendo per regalare sempre le solite cose.
D'altronde cosa potevo regalare ad una persona che aveva già tutto?
Se non potevo buttarmi su qualcosa di costoso per ovvi motivi, allora avrei cercato di prendergli qualcosa di semplice ma allo stesso tempo speciale.
Si, ma cosa? Dalla bocca mi lasciai sfuggire un piccolo urlo di disperazione. Sarei impazzita nel cercare il regalo giusto me lo sentivo.  
Fui riscossa dai miei pensieri dal rumore della porta di casa che si chiudeva rivelandomi Edward in tutto il suo splendore.
Lo guardai adorante mentre si toglieva la giacca e si ravviava i capelli con una mano. Si girò di spalle per appendere il giaccone e potei godere della vista del suo eccitante fondoschiena! Sodo e ben tornito mi chiamava a toccarlo peggio del canto delle sirene. Edward con il suo fisico perfetto era capace di farmi cadere in tentazione a qualsiasi ora, minuto, secondo del giorno e della notte! E quello era decisamente il momento sbagliato!
Mi portai una mano alla bocca giusto per scongiurare qualche perdita di liquido salivare e tornai a dedicarmi alla cena ignorando l’improvviso afflusso di sangue che aveva imporporato le mie guance.
Sentii i passi di Edward farsi sempre più vicini fino ad averlo al mio fianco. Poggiò la sua mano sulla mia spalla regalandomi un sorriso bellissimo.
-come va? Charlie sta bene?- mi chiese iniziando a prendere i piatti e le posate da mettere in tavola.
-penso si stia rilassando un po’ sul divano-
Edward rimase in silenzio per un attimo e poi aggiunse – si. E pensa anche a quanto gli siano mancati i tuoi manicaretti- disse facendomi ridere. Sapevo quanto potesse essere disgustoso il cibo dell’ospedale. La minestra non era una vera minestra.. era acqua colorata insipida. La carne era più solida di un pezzo di marmo, se l’avessimo lanciata al muro avrebbe sicuramente fatto un buco. E il sale.. non riuscivi a trovare un bustina di sale in tutto l’ospedale neanche a pagarlo.
Mi girai per mettere sul tavolo il recipiente con una semplice insalata e mi accorsi delle posate che Edward aveva messo in tavola.
-mi dispiace..- dissi riferendomi al fatto che ci fossero 3 piatti con rispettive posate e bicchieri – ti costringerò anche a mangiare cibo solido.. mi dispiace- ripetei di nuovo sapendo quanto gli costasse mandare giù del cibo vero.
-non preoccuparti. Dobbiamo salvare le apparenze e un po’ di pasta non può certo uccidermi. Mi dispiace solo che dovrò rimettere quello che hai cucinato con tanta cura..- mi fece imbarazzare sentire quelle parole. Aveva paura di ferirmi e non di dover vomitare anche l’anima una volta in bagno.
-tranquillo..- dissi spostandomi subito a scolare la pasta dall’acqua di cottura.
La condii con il sugo e la portai in tavola nel piatto di portata. Avvertii mio padre che la cena era pronta e un volta in cucina ci mettemmo a mangiare.
Mi sentii in imbarazzo per Edward quando infilò la prima forchettata di spaghetti in bocca. Osservai il movimento che le sue labbra producevano per accompagnare il cibo in bocca e quando le leccò dal sugo in eccesso sentii uno strano formicolio allo stomaco. Era talmente strano vederlo mangiare che quasi mi dimenticai che in realtà fosse un vampiro. Un vampiro molto bravo a fingere visto che neanche una smorfia di disgusto gli dipinse la faccia e quando si voltò a guardarmi e mi disse  - complimenti Bella è davvero molto buona – avrei voluto saltargli addosso e riempirlo di baci. Per tutto, per quello che stava facendo per me e per quello che stava sopportando di fare per non destare alcun sospetto in Charlie.
 La cena proseguì abbastanza tranquillamente. Edward e papà non smettevano un minuto di parlare tra di loro mentre io assistevo alla scena estasiata. Avere i due uomini più importanti della mia vita con me mi rendeva raggiante. Ridemmo e scherzammo a lungo, papà riuscì anche a strapparmi la promessa di fargli una torta che avrebbe divorato la mattina dopo. Così dopo essersi congedato per andare a prendere le medicine dal suo borsone e Edward correva in bagno non prima di avermi sussurrato – scusa..- nell’orecchio, mi misi al lavoro. Sparecchiai velocemente e altrettanto velocemente mi misi a lavare le stoviglie.
Presi tutti gli ingredienti per fare un bel ciambellone e li adagiai sul piano della cucina. Mi raccolsi i capelli in una crocchia disordinata e cominciai a miscelare le uova con lo zucchero. Intorno a me il silenzio più assoluto. Tanto che mi domandai che fine avessero fatto tutti e due. Non dovetti aspettare poi molto per scoprirlo visto che un attimo dopo aver partorito quel pensiero sentii il leggero russare di papà provenire dal salotto. Si era addormentato molto presto abituato ancora agli orari dell’ospedale e la stanchezza dovuta a quella giornata piena di avvenimenti dovevano averlo fatto crollare in un battibaleno. 
Mi dedicai a sbattere le uova con solerzia e subito dopo ad aggiungere il burro sciolto che avevo lasciato intiepidire in un pentolino.
-sei una visione lo sai?- sentii dire alle mie spalle e una scarica di brividi mi pervase tutta la schiena.
-Edward..- sussurrai prima di voltarmi, cercai di pulire le mani un po’ impiastricciate strofinandole tra di loro.
-ho le mani piene di zucchero..- dissi imbarazzata nel trovarmelo a 10 centimetri dal mio petto. Abbassai la testa mascherando l’agitazione con una finta tosse.
-posso aiutarti?- disse prendendo le mie mani nelle sue facendomi sussultare. Aveva una stana luce negli occhi che mi fece subito agitare.
-non ne hai abbastanza del cibo stasera?- chiesi inarcando un lato della bocca in un sorriso appena accennato.
-non penso proprio.. non mi stancherò mai di guardarti cucinare. Non sai quanto mi è dispiaciuto rigettare tutto nel water-
Risi sommessamente – non preoccuparti davvero.. ero io ad essere preoccupata per te. pensavo che da un momento all’altro ti saresti alzato da tavola per scappare in bagno..anzi mi hai stupito. Hai retto fino alla fine. E poi non devi farti problemi per il cibo.. mio padre esagera nei complimenti. Non sono poi così brava- dissi continuando con la ricetta. Una volta aggiunti anche gli altri ingredienti misi tutto nello stampo e infornai nel forno già caldo.
-saresti un’ottima donna di casa.. ti ci vedo sai?- mi interruppe Edward che se ne era stato zitto tutto il tempo ad osservarmi. Ogni tanto mi dava una mano ma vederlo armeggiare con il cibo lo rendeva talmente sexy che dovetti strappargli gli utensili dalla mano con la scusa che non sapeva come usarli per non saltargli addosso.
-La casa piena di bambini che corrono da una stanza all’altra facendoti impazzire – mi bloccai con le mani nel lavello- Tu che cucini e l’odore sublime dei dolci che si diffonde per tutta la casa- il cuore era arrivato all’altezza della gola tanto batteva forte. Non sapevo cosa pensare delle cose che mi stava dicendo ma dette in quel momento non ne lessi nulla di buono- Tuo marito che rientra e che ti abbraccia da dietro circondandoti il busto con le sue braccia..- nel dirlo si avvicinò alla mia schiena e mi strinse le mani in vita. Trasalii nel sentire quel contatto e sicuramente sarei caduta a terra se non ci fossero state le  sue salde braccia a sorreggermi – ecco tu meriti tutto questo, ma soprattutto meriti un futuro con qualcuno che sappia darti queste cose.. un futuro in cui..- si interruppe. Un futuro in cui io non sono compreso.. conclusi mentalmente per lui. Sapevo che fosse questo quello che gli ronzava in testa e mi faceva male, tanto che i miei occhi si inumidirono e andai subito a stringere una delle sue mani con la mia.
Stavo per dirgli Io non lo voglio questo futuro se non sei al mio fianco, solo con te mi sento completa ma il tossire di mio padre ci fece trasalire. Ci staccammo entrambi e prendemmo subito la distanza. L’imbarazzo che lessi nei suoi occhi era lo specchio del mio. Ci aveva beccato per la seconda volta in quella giornata in atteggiamenti affettuosi.
-emhh scusate ragazzi io vado a letto..notte Bella.. Edward..- disse impacciato e subito mi avvicinai per dargli un bacio e augurargli a mia volta la buonanotte.
Salì le scale e si richiuse la porta della sua stanza alle spalle. Subito mi rilassai cacciando fuori un sospiro di sollievo.
-Bella io..-
-zitto. Stai zitto!- dissi interrompendolo.
-dobbiamo parlare di quello che ti ho detto..-
-non c’è nulla di cui parlare. Quello che stavi per dire non è la verità.. e non aggiungere una parola al riguardo. È così, punto-
-ma Bella invece è così che stanno le cose! Io non potrò mai darti quello che meriti per cui..-
-aspetta, aspetta, aspetta.. – dissi agitando una mano in aria – di cosa stiamo parlando? Fino a 5 minuti fa eravamo solo amici e adesso cosa stai facendo? Mi stai.. lasciando? Ma se non stiamo neanche insieme!- dissi sconcertata strabuzzando gli occhi.
- e a quanto pare non lo saremo mai..-
Sospirai sentendo i brividi pervadermi dalla testa ai piedi. Faceva così male sentirlo parlare in quel modo che fu inevitabile cominciare a piangere.
-perché dici così? Tu non capisci.. io non voglio perderti di nuovo..- gli dissi con il cuore in mano.
-e non mi perderai. Ma siamo destinati a rimanere solo amici..- abbassò lo sguardo e in quel momento mi venne voglia di prenderlo a schiaffi. Per come si stava comportando neanche se gli avessi detto quanto l’amavo avrebbe cambiato idea.
Testardo fino al midollo non avrebbe desistito a convincermi che avesse ragione. Mi avrebbe esposto così tanti “come” e “perché" a giustificare la sua teoria da andare avanti per tutta la notte.
In quel momento di disperazione ci pensò il timer del forno a salvarmi.
Gli diedi le spalle e andai a togliere la torta dal forno. L’adagiai sul marmo della cucina e la sciai lì. Subito mi tolsi con foga il grembiule e lo gettai sul tavolo della cucina e senza dirgli niente mi diressi verso le scale.
-Bella dove vai?- mi prese per un braccio impedendomi di andare via.
-non voglio sentire più nulla Edward. Adesso la pensi così.. ma potrebbe essere solo un momento. Riposati.. e se.. e se domani la penserai ancora in questo modo ne riparleremo- dissi con voce tremante. Non sapeva quanto mi costava dire quelle cose ma volevo andargli incontro dopotutto. Anche se così mi laceravo dentro solo a pensare alla possibilità che il giorno dopo mi avrebbe detto nuovamente che non potevamo stare insieme. Sapevo di star reagendo nel modo sbagliato, avrei dovuto confessargli quello che provavo e parlare insieme di quello che gli passava per la testa, ma quello che leggevo nei suoi occhi era solo paura. Paura per.. in verità non sapevo neanche io perché dovesse avere paura ma non avrei permesso che prendesse il sopravvento sui suoi sentimenti.
-va bene..- disse inghiottendo a vuoto.
Gli diedi le spalle e corsi subito in stanza. Mi lasciai andare ad un pianto liberatorio accovacciata alla parete e pensai a quanto non capisse che in realtà il futuro che aveva disegnato in cucina non era quello le volevo se non potevo condividerlo con lui. Era così impossibile capire che mi bastava avere accanto l’amore della mia vita, in questo caso lui, per sentirmi felice?
Lo amavo così tanto che sentivo una fitta costante allo stomaco quando gli stavo vicino. Il bisogno di appartenergli era diventato il mio chiodo fisso da giorni e non potevo pensare che per lui non fosse altrettanto.
In quel momento capii che se solo fosse esistito avrei trovato il regalo giusto da fargli..
Un manuale d’istruzione sulle donne.


 

Ok. Eccoci qua! Non so cosa pensate di questo finale e posso dirvi che i dubbi che in questo momento vagano nel vostro cervellino sono anche i miei. Ma non ho potuto fare altrimenti visto che si è imposto nella mia mente come un insetto fastidioso che non riesci a togliere di mezzo! In verità l’ho sognato! E quindi alla fine ho deciso di scriverlo così..
Come avete  capito non ne sono contentissima ma il giudizio che conta di più in questo caso è il vostro quindi ditemi in modo spassionato cosa ne pensate!

Per chi non vedeva l’ora di leggere la reazione di Charlie alla scoperta di Edward spero di non avervi deluso! Mentre per chi si era chiesto come mai della reazione di Edward alla presenza di Jacob nello scorso capitolo eccovi spiegato l’arcano! ^_^
Di solito finisco ogni capitolo con “a domenica prossima” ma oggi non posso scriverlo. Non picchiatemi vi prego ma non sono sicura di riuscire a postare tra una settimana esatta e quindi piuttosto che scriverlo per poi non aggiornare preferisco avvisarvi! Questo non preclude però che potrei essere puntuale come al solito!
Mi impegnerò ve lo giuro! Ma a volte l’ispirazione manca e anche il tempo limite mi bloccano troppo! Ma ci proverò.. Ve lo devo! Soprattutto per l’affetto che mi dimostrate ogni volta! Siete magnifiche e vi ringrazio di questo!

Quindi.. ALLA PROSSIMAAAAAA!!!!

 
   
 

ps. vorrei segnalarvi una storia nuova, è appena al primo capitolo, ma vi assicuro che ne vale davvero la pena! Chi ama Edward e Bella non potrà non amare questo nuovo esperimento della mia amorosa!
vi lascio il link di "Lividi" http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=726659

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Capitolo 31
*** capitolo 30 ***


                                                                                  

Emh..emh entro in punta di piedi chiedendo umilmente il vostro perdono! Sono esattamente due settimane e mezzo che non mi faccio sentire! Infatti ringrazio infinitamente chi mi ha mandato un messaggio per chiedermi che fine avessi fatto! Troppo..troppo lavoro ecco la risposta alla vostra domanda! Inizialmente ho trovato un po’ di difficoltà a scrivere il capitolo, ma mi sono detta: pazienza sarà un momento passerà. A tutti capita di avere un calo di ispirazione. Poi quando la voglia di scrivere è tornata si è aggiunto l’impegno lavorativo che mi ha praticamente assorbito! Per non contare poi che ho dovuto pulire casa per via dell’imbianchino! -_-“ e dulcis in fundo cosa si aggiunge alla già mia precaria possibilità di scrivere? La comunione di mia nipote! Non so se vi ho mai detto che lavoro che in una pasticceria e nella scorsa settimana siamo stati davvero impegnatissimi appunto perché c’erano le comunioni! Ma ieri sera ho potuto finalmente esultare di gioia! Avevo finito il capitolo capite? dopo un intero pomeriggio di scrittura!^_^ quindi bando alle ciance vi lascio alla lettura! Un ultima cosa e poi concludo l’introduzione più lunga della storia.. vi chiedo scusa se non ho risposto alle vostre recensioni, davvero mi dispiace un casino! Siete voi che mi date la forza per andare avanti e non sono riuscita a dedicarvi neanche un minuto di tempo per rispondere alle vostre meravigliose parole. Lsono proprio un ingrata! Dovreste odiarmi! Ma per tutti i motivi sovra citati non ci sono proprio riuscita! Avrei potuto farlo oggi ma avrei rimandato ancora di più la pubblicazione.. quindi vi lascio al capitolo sperando che abbiate ancora voglia di farmi sapere cosa ne pensate, anche se sono ormai due capitoli che non vi rispondo!  Una cosa posso dirvela però. Manca  davvero, davvero poco alla loro riunione! Spero che questo vi renda felici!  

 

Capitolo 30

Se si cerca sul dizionario la parola “insistere” vengono fuori centinaia di definizioni e sinonimi! Persistere, perseverare con ostinazione nel fare qualcosa, intestardirsi, ostinarsi, impuntarsi.. o nel mio caso insisterein una ricerca..
Avevo girovagavo ore per le strade di Port Angeles alla ricerca del regalo perfetto da fare a Edward. Si perché ancora non ero riuscita a trovare niente che facesse al caso suo. A mio padre avevo comprato un libro che ero sicura avrebbe gradito, a Jacob avevo preso un marsupio con l’elastico in vita per infilarci i vestiti dopo essersi trasformato in modo da portarseli sempre dietro. Avevo addirittura comprato un pensierino anche per Alice ed Ally che gli avrei consegnato una volta tornata all’università.. dei pigiamini molto simpatici con su scritto sopra “I'm sexy but my best friend it is so much more!– io sono sexy ma la mia migliore amica lo è molto di più”. Le avrei prese in giro per il resto della loro vita!
Ma l’unica cosa che il dizionario non dice è che se non si raggiunge il proprio obbiettivo la nevrosi che ti assale è capace di far perdere la pazienza anche alla persona più serafica!
Sbuffai per l’ennesima volta seduta al tavolino del bar del centro commerciale nel quale  mi ero rinchiusa dopo ore di cammino, per fare della mia spedizione “regalo perfetto” una conquista tangibile. Ma anche qui il risultato non cambiava! Mi sentivo come una formula matematica. Potevo variare posto e negozio ma il risultato sarebbe rimasto sempre lo sesso! Perché alla base della mia indecisione  c’era soprattutto la paura di sbagliare, di non riuscire a dargli quello che veramente meritava. Avrei potuto chiamare Alice e chiederle un consiglio ma sapevo che se Edward avesse avuto un desiderio sarebbe stato al di fuori delle mie possibilità economiche. Anche se per lui sarei stata disposta a comprare qualsiasi cosa.
Sapevo bene che si sarebbe accontentato anche di un pensierino, l’importante era il gesto non il regalo in se ma.. quando si ha una persona speciale al proprio fianco non si può evitare di pensare che merita  sempre il meglio, che vuoi donarle qualcosa in grado di lasciarla senza parole.
A quel pensiero fu inevitabile trovarmi con la mente alla conversazione che avevamo avuto quella mattina..
Erano le 8 e 30 quando la sveglia posata sul mio comodino iniziò a squillare. Inutile dire che non gli avevo dato nemmeno il tempo di suonare che in 2 secondi l’avevo già spenta. Avevo visto il sole nascere dietro le nuvole ed ero rimasta in silenzio per tutto il tempo mentre la casa si colorava dei toni tenui del mattino. Sapevo che in realtà non ero l’unica persona ad aver passato quasi l’intera notte a pensare e che, come me, anche Edward si stava arrovellando il cervello in cerca di risposte.
Ripensavo alle sue parole e non potevo credere che ancora si impuntasse nell’assurda convinzione che lui non fosse la persona giusta per me.
Io lo avevo scelto. Avevo saputo quanta sofferenza portava non averlo più al mio fianco e avevo deciso che senza di lui non potevo vivere. Ogni emozione, ogni sensazione, ogni colore, ogni sorriso perdeva di importanza o assumeva un significato diverso se non potevo condividerlo con lui. Era come se improvvisamente davanti ai miei occhi fosse calato un velo di tristezza che mi faceva apparire tutto sbiadito. Questo fino a che Edward non rientrò nella mia vita. A quel punto ero rimasta accecata dalla lucentezza con cui mi apparivano le cose, anche i colori in sua presenza erano più accesi e vivaci. Vivere il mondo insieme a Edward era come vivere per davvero ogni sensazione in modo amplificato. E non potevo immaginare di riuscire a privarmene.
Tutti se ne erano accorti. Tutti tranne lui.
Anche se ripensando al discorso che mi aveva fatto la sera prima , per quanto deprimente, da una parte mi faceva un enorme piacere, perché mi aveva fatto capire che provava qualcosa per me e che sapeva che io non gli ero affatto indifferente. L’unica cosa che non riuscivo a capire però era perché non avesse il coraggio di dirmelo e lasciasse che i suoi sentimenti aleggiassero nell’area senza farmi avere la certezza che anche lui mi amasse.
Mi alzai dal letto quasi controvoglia e non perché non avessi l’irrefrenabile bisogno di specchiarmi nelle pozze dorate di Edward come ogni mattina, ma perché era principalmente il timore per quello che avrebbe potuto dirmi a farmi sperare che il tempo si fermasse e bloccasse la sua corsa.
Iniziai a scendere le scale con il cuore che sembrava volesse uscirmi dal petto. Mi imposi di mantenere la calma e non fargli vedere quanto la notte insonne mi avesse turbato, anche se in realtà sapevo benissimo che le mie lacrime non gli erano sfuggite fino a che stremata dai singhiozzi, sprofondai in un sonno irrequieto.
Ben presto riacquistai un po’ di calma quando mi accorsi che il tavolo della cucina era tutto apparecchiato e che mio padre e Edward sedevano rispettivamente l’uno di fronte all’altro chiacchierando amichevolmente e mangiucchiando la loro colazione.
Bene..pensai, fino a che non siamo soli posso anche concedermi di respirare.
-oh Bella! Buongiorno cara..vieni siediti con noi- disse mio padre accogliendomi in cucina con un sorrisone.
Feci finta di stropicciarmi gli occhi per non fargli vedere che in realtà ero sveglia da un pezzo e quando mi accomodai sulla sedia lanciai un’occhiata di sfuggita a Edward.
Sentii subito le farfalle nello stomaco e quando mi guardò e mi rivolse il suo solito sorriso perfetto pensai veramente che non fosse successo nulla e che il mio era stato solo un brutto sogno.
Ma poi guardai il tavolo e notai cosa vi fosse poggiato sopra.
La mia torta faceva bella mostra di se sul piatto di portata. Era stata cosparsa da una spolverata leggera di zucchero a velo.
Allora capii che non era stato tutto frutto della mia immaginazione perché solo a guardarla risentivo le braccia di Edward intorno alla mia vita e le sue parole rimbombare di nuovo nelle mie orecchie. Deglutii a vuoto e per poco non mi strozzai.
-complimenti Bella.. è davvero buonissima - disse guardandomi accompagnando una piccola briciola alla bocca. Osservai tutto il movimento prodotto dalle sue dita, nel raccoglierla ad avvicinarla alle labbra, e quando mi soffermai un po’ troppo su quest’ultime non potei evitare di arrossire.
-già, Edward ha ragione! Ma tu non mangi?- frastornata ancora dalla sensazione di potermi rompere in mille pezzi da un momento all’altro, non mi ero neanche accorta  di starmene imbambolata a guardare la tazza di fronte a me senza dire e fare niente.
Tossii come a scacciare un po’ di tensione e sorrisi a Charlie che mi guardava con la fronte corrucciata.
-naturalmente..- dissi mentre riempivo la mia tazza di caffè. Afferrai un pezzo di torta e piano lasciai che si inzuppasse di quel nettare nero che era diventata la mia droga giornaliera. Ormai non riuscivo neanche a concepire di cominciare la giornata senza del buon caffè caldo. Portai la torta alla bocca e chiusi gli occhi per il piacere che mi dava assaporarla intrisa di quel sapore.
-ma tu la mangi così?- mi chiese Edward facendomi tornare con la mente in cucina. Subito aprii gli occhi e lo guardai quasi sorpresa cercando di ignorare l’agitazione che mi dava anche solo intrecciare i suoi occhi con i miei.
-si.. perché scusa?-
-o non farci caso Edward. Bella è fatta così. Quando pensi che non possa stupirti oltre fa sempre qualcosa che ti convince del contrario. Vero tesoro?-
-ma di cosa state parlando?- chiesi senza riuscire a capire.
-ma nulla.. prima con Edward stavamo elogiando le tue qualità culinarie e abbiamo constatato quanto questa torta sia buona insieme a del latte tiepido-
-si immagino, ma andiamo.. sapete entrambi quanto sia diventata dipendente dal caffè ormai- in effetti quando stavamo insieme non amavo il caffè in modo particolare ma con il passare dei giorni e soprattutto con lo stress dovuto allo studio universitario berlo mi ha aiutato a non crollare sui libri per la troppa stanchezza.
-si ma non immaginavo che addirittura la inzuppassi dentro!-
-ognuno fa quello che vuole del suo pezzo di torta o sbaglio?- dissi assottigliando gli occhi.
-si,si certo ma.. una persona può anche accettare un consiglio no? Può anche capire quando sbaglia nel fare una cosa-
-e perché dovrei fare quello mi dici tu? Io sono libera di scegliere cosa è meglio per me e in questo caso adoro la torta inzuppata al caffè. Sono consapevole che non bisogna mai essere troppo sicuri di una cosa nella vita ma io lo sono. Sono sicurissima di quello che voglio!- non ero più certa che stessimo parando della colazione..
-si ma come fai a dire che la torta dentro al caffè sia la cosa migliore per te? non l’hai mai provata diversamente! Potresti stancartene prima o poi e dire che forse avevo ragione io! Che forse avresti potuto cambiare idea quando eri ancora in tempo!- ecco appunto. Non stavamo più parlando della colazione e questa conversazione era un puro riferimento a noi due.
-io lo so che sarebbe buona anche con il latte tiepido, con il cappuccino, con il succo di frutta e anche semplicemente da sola! Ma se decido che per me è squisita, ottima, eccezionale con il caffè non vedo perché dovrei cambiare idea! Te l’ho detto.. quando decido una cosa, difficilmente torno indietro-
-sei così testarda..- disse scuotendo il capo.
-lo so!- aggiunsi subito riuscendo a strappargli anche un sorriso.
Rimasi a fissarlo e a vedere i suoi lineamenti cambiare e addolcirsi pian piano.
-oooooook!- disse mio padre che mi ero quasi dimenticata fosse seduto al tavolo insieme a noi e che aveva assistito a tutta la scena senza neanche fiatare – non ho più appetito. Vado di la.. vi lascio soli a parlare di come avete intenzione di consumare questa “torta”..-
E senza darci neanche il tempo di replicare si allontanò in salotto.
Tornai a rilassarmi e a poggiare completamente la schiena alla sedia mentre guardavo Edward imbarazzata.
A quel punto decisi che dovevo fare qualcosa per fargli capire che non avrei cambiato idea su noi due. Che io lo volevo e che neanche le sue paranoie del cavolo su quanto fosse  giusto proteggermi, mi avrebbero fatto cambiare idea.
Allungai una mano per toccare la sua, poggiata sul tavolo, e la strinsi forte nella mia.
-Edward..- lo chiamai facendo intrappolare i nostri sguardi e subito mi sentii leggera– non c’è niente..niente che possa farmi cambiare idea!- dissi e sul suo viso comparve una smorfia di disappunto. Subito strinsi più forte la sua mano- non fare così, ascoltami ti prego..non mi importa del futuro che mi precludo in questo modo..  io so quello che voglio- conclusi con il cuore che batteva a mille.
Inizialmente sembrò che le mie parole non l’avessero neanche scalfito ma poi mi guardò come se volesse trafiggermi l’anima. Così profondamente da farmi tremare. Il momento è arrivato, pensai.  Avevo paura. Una tremenda e fottuta paura per quello che stava per dirmi.
Si piegò in avanti in modo da avvicinarsi maggiormente a me e sussurrò..
-anche io so quello che voglio..- si alzò e senza aggiungere altro corse in bagno portandosi una mano alla bocca.
Se ne era andato lasciandomi basita ad assorbire il significato di una frase che voleva dire tutto e niente. Cosa avrei dovuto pensare? Che anche lui mi volesse? Che quella notte anche lui era arrivato alla conclusione di voler stare con me? O forse intendeva dire che non c’era modo di fargli cambiare idea? Che era fermamente convinto delle sue idee?
Mi portai una mano ai capelli frustrata senza sapere cosa fare. Stavo per mettermi addirittura a piangere. Avrei potuto affrontarlo e dirgli in faccia quello che provavo ma avevo il timore di affrettare troppo le cose, o meglio, di mandare a puttane tutto il lavoro certosino che avevo fatto per ricostruire il nostro rapporto. E viste le sue parole della sera prima non era poi così difficile immaginare che si sarebbe chiuso a riccio nelle sue convinzioni. Oppure avrei potuto lasciargli del tempo per capire che in realtà non sarebbe potuta esistere una realtà diversa da noi due insieme, innamorati e felici. Ma quanto avrei saputo aspettare? Già ero arrivata ad un livello di saturazione altissimo.. avrei avuto la pazienza di aspettare ancora?
Era inutile chiederselo.. la risposta la sapevo già. E naturalmente era SI.
Mi lasciai sfuggire un gemito di disperazione e feci ricadere la testa sul tavolo.
-non so cosa hai fatto a quel ragazzo ma.. si vede che non riesce più a fingere..-
-papà- dissi sorpresa alzando la testa- papà no..- scossi la testa come a fargli capire che non doveva aggiungere altro, che se solo avesse continuato Edward avrebbe sentito anche dal piano di sopra. Ma naturalmente non essendo a conoscenza delle doti extra di quest’ultimo Charlie continuò imperterrito ignorando le mie occhiate infuocate.
- c’è qualcosa che lo blocca ma si vede lontano un miglio quanto ti ama-
-shh, non continuare ti prego!- dissi stringendo i denti.
-ma cosa c’è che non va? Tanto è di sopra non può sentirci.. io lo so cosa hai passato quando vi siete lasciati e so benissimo quello che provi per lui. Perciò non nascondetevi dietro al falso cavillo di essere amici perché non lo siete.. dovete trovare la forza per uscire allo scoperto entrambi- mi dimenavo sulla sedia cercando di farlo stare zitto ma lui non voleva saperne di chiudere quella boccaccia.
-vi amate. Vi amate, vi amate! E allora? Cosa c’è di così difficile da capire? L’amore è il sentimento più semplice del mondo e non è parlando con metafore culinarie.. su quanto la “torta” sta bene con il “caffè” o su quanto forse sia meglio il “latte” che capirete come comportarvi l’uno con l’altro.. cos’è credi che io sia così rimbambito da non aver capito che stavate parlando di voi due? Che strani linguaggi che usate però i ragazzi della vostra generazione..-
-si, si papà lo so. Stai zitto adesso però.. non aggiungere altro ti prego..- dissi disperata che potesse rovinare tutto con le sue parole. Se c’era una cosa che avevo capito era che a Edward Cullen non andava messa fretta.
-va bene.. promettimi però che troverete il modo di risolvere questa faccenda-
-si, te lo prometto- dissi sospirando.
-oggi andrai a comprargli in regalo di Natale?-
-si..- gli rivolsi uno sguardo sbieco che aveva tutta l’aria di: ma la vuoi piantare? Che molto probabilmente non aveva colto visto che continuò dicendo..
-bene. Sono sciuro che riuscirai a trovare il regalo giusto!-
-lo spero tanto anche io..-
Le ultime parole famose!
E così eccomi qui dopo un intera giornata di shopping, seduta ad un bar a mangiucchiarmi le unghie senza la benché minima idea di cosa comprare a Edward.
Dopo la conversazione mattutina il nostro rapporto era tornato lo stesso identico di due giorni prima. Si limitava a rispondere alla mie domande come se non fosse successo nulla e questo mi mandava ancora di più in confusione. Era come se l’argomento aleggiasse intorno a noi come una spada di Damocle perennemente puntata sulle nostre teste senza avere il coraggio di affrontare la cosa. Da una parte ero felice che il nostro rapporto non fosse cambiato.. ma dall’altra non potevo negare invece che volevo di più. Che non sarei riuscita a resistere se ogni volta che gli ero accanto non facevo altro che pensare a quanto volessi stringerlo a me e baciarlo fino a sentire male alle labbra.
Doveva capire quanto fossi convinta di quello che volevo e non sapevo come fare senza mettergli pressione.
Poi come una lampadina che si accende in testa quando ti vengono delle idee geniali che non avresti mai creduto possibile, capii cosa avrei dovuto regalargli!
Raccolsi tutte le buste che avevo poggiato ai lati della sedia e corsi via.
Mi diressi al parcheggio del centro commerciale dove avevo posteggiato la sua macchina, che gentilmente mi aveva prestato e in fretta e furia tornai a casa!
Gli avrei regalato qualcosa di semplice nella forma, ma speciale nel contenuto. Qualcosa di così prezioso e allo stesso tempo misero che gli avrebbe fatto capire quanto tenessi a lui e quanto le mie convinzioni fossero il frutto di mesi e mesi di ponderata decisione.  Anche se difficile da credere, perché ormai gli avevo donato tutto quello che potevo.. gli avrei regalato un’altra parte di me. Una parte segreta o per meglio dire sconosciuta ai suoi occhi che gli avrebbe permesso di capire un sacco di cose..
 Gli avrei regalato il mio Diario.
 
********************

Tornai a casa di corsa mentre il sole spariva completamente a ovest. Non badai nemmeno a quanto ci avessi messo a percorrere il tratto di strada da Port Angeles a Forks, comunque non mi era mai parso così corto..
Una volta in casa annunciai il mio ritorno urlando dall’ingresso un sonoro “sono tornata!”. Non aspettai nemmeno la risposta che ero già in camera mia ad accendere il computer. Aprii la cartella che conteneva tutti i fogli di Word che avevo scritto e li mandai in stampa. Mentre aspettavo di averli in mano ne rilessi qualche punto e non potei evitare di sentirmi morire ogni volta che il dolore trasmesso sulle pagine tornava ad impossessarsi di me.
Quando alche l’ultimo foglio andò ad aggiungersi agli altri già stampati tirai un sospiro di sollievo.
Sapevo che non erano pensieri recentissimi e che l’ultima volta che avevo aperto quella cartella era il giorno in cui avevo messo piede alla Dartmouth ma speravo che riuscisse a capire lo stesso. Perché in fin dei conti erano i giorni che avevo passato senza averlo accanto a farmi capire quanto lo amassi.
Spillai ogni giorno singolarmente e una volta pronto ripiegai il plico su se stesso e lo infilai in una scatolina natalizia piatta e rettangolare. La sigillai con il nastro dorato arricciandone le estremità. Avrei potuto fare di meglio lo sapevo.. ma il tempo a mia disposizione purtroppo era pochissimo e non volevo pensarci troppo altrimenti avrei cambiato idea.
Felice dell’opera appena terminata tornai di sotto con in mano le altre buste che contenevano i regali di mio padre e Jacob.
Come avevo previsto trovai Charlie seduto sul divano ed Edward accanto gli faceva compagnia mentre guardavano una partita in tv.
-ei ma che ti è preso prima? Non sei neanche passata a salutare! –
-chiedo scusa ma dovevo fare una cosa..-
-e adesso che stai facendo?- mi chiese Edward mentre mi dirigevo verso l’abete natalizio.
-metto a posto i regali che ho comprato oggi, cosa sennò? - 
Sistemai tutto per bene e dopodiché tornai da loro.
-bene, vado a preparare la cena! – dissi trionfante.
Mi seguirono entrambi con lo sguardo aggrottando le sopracciglia per l’improvviso entusiasmo con cui l’avevo detto e mi fecero scoppiare in una risata ilare quanto liberatoria.
La serata trascorse tranquilla. Ridemmo e scherzammo a lungo fino a che l’orologio puntato sulle nostre teste non segnò le 22.00.
Subito mi alzai e mi misi a rassettare la cucina e con l’aiuto di Edward feci tutto molto più velocemente.
Prima di andare a letto ci scambiammo un occhiata che mi fece mancare il respiro. Era così bello vederlo sereno e tranquillo che pensai veramente che le parole che mi aveva detto quella mattina, quel “anche io so quello che voglio”, fossero la conferma che aspettavo.
Mi avvicinai ad accarezzargli una guancia e piano depositai un bacio proprio all’angolo sinistro della bocca e contemporaneamente sentii dentro lo stomaco un vortice di farfalle impazzite . Avevo timore che potesse allontanarmi ma non lo fece ed il mio cuore prese a battere furiosamente.
Assaporai ancora per qualche istante l’odore dolce del suo respiro mentre con una mano gli carezzavo l’attaccatura dei capelli dietro la nuca e poi mi allontanai verso le scale senza mai staccare gli occhi dai suoi.
Quando, 10 minuti dopo, mi ritrovai sola nel mio letto non potei evitare di pensare a quel contatto così ravvicinato e mi resi conto che se solo avessi trovato il coraggio di farmi avanti avrei potuto rendere quel Natale il più speciale di tutta la mia vita.

***************

Girare la pagina del calendario e rendermi conto che fosse il 24 dicembre fece spuntare sul mio volto un sorriso da ebete. Sarà che quel Natale avrei dovuto ringraziare per molte cose.. per la guarigione di mio padre, per la futura nascita del mio fratellino, per aver trovato un amica vera e leale in Ally che dio solo sa quanto mi mancava, ma soprattutto per aver riportato Edward nella mia vita.
Pensare a lui mi fece subito intristire però, visto che quando mi ero svegliata non l’avevo trovato ad aspettarmi. Mio padre mi disse che era uscito di buon ora e che non sapeva quando sarebbe rientrato. Volevo chiamarlo al cellulare ma poi mi imposi di non muovere nemmeno un muscolo. Chiusi le falangi a pugno e imprigionai le mani nelle tasche dei pantaloni. Come mi era capitato di pensare altre volte, non volevo apparire come la fidanzata gelosa che vuole sapere ogni suo spostamento. E poi era arrivata l’ora di farsi desiderare un pochino..
Anche se era dura riuscire a trattenersi.
La mattina mi dedicai alla pulizia della casa e a sistemare tutto per la cena di quella sera e ad ogni piccolo rumore sobbalzavo e correvo davanti la porta per vedere se fosse rientrato. Ma appena mi rendevo conto che non c’era nessuno me ne tornavo dritta in cucina con un musone lunghissimo.
Sapevo di esagerare. Lo sapevo bene. Ma cosa potevo farci se lo volevo sempre al mio fianco?
In fondo l’amore vero è questo no? Aspettare con trepidazione il momento del suo arrivo, volerlo baciare e stringere fino a sentire male alle braccia, voler parlare e anche discutere con chi si ha accanto solo per sentire che ci è vicino.
Ed io con Edward mi sentivo esattamente a questo modo.
Quel giorno assistii anche al via vai di Jacob che non faceva altro che entrare ed uscire da casa solo per parlare con mio padre. La cosa mi insospettì e non poco. Cosa diamine stavano confabulando quei due rimase un mistero per l’intero giorno, fino a che ad un certo punto Charlie venne a dirmi che anche il mio amico avrebbe partecipato alla cena di quella sera.
Naturalmente lo guardai malissimo. Ma non perché non volessi Jacob a festeggiare con noi, ma semplicemente perché avrebbe dovuto spartire la tavola con Edward e questo mi metteva decisamente paura. Aver instaurato un rapporto civile dopo la rivelazione di quest’ultimo non precludeva il fatto che ancora si odiassero e che stare per l’intera serata nella stessa stanza avrebbe messo a dura prova entrambi. Stavamo parlando sempre di Edward e Jacob. Il vampiro e il licantropo. Un tempo rivali in amore e sapere che l’oggetto del contendere sarebbe stato insieme a loro non aiutava di certo.
Avrei voluto parlarne con Edward, chiedergli cosa ne pensasse, ma essendo sparito da più di mezza giornata, mi trovai ad acconsentire all’invito.
E poi si trattava di Jacob. Del mio migliore amico. Come avrei anche solo potuto immaginare di dirgli di no dopo tutto quello che aveva fatto per me. Chiedere il “permesso” a Edward sarebbe stato solo un gesto di correttezza verso un ospite, visto che per il momento dividevamo solo lo stesso tetto.
Erano quasi le otto di sera quando sentii il lieve rumore del motore della sua macchina parcheggiare nel vialetto di casa. Inconsciamente sospirai di sollievo anche se non volevo mostrargli quanto saperlo a casa mi rendesse felice, perciò mi imposi di mantenere la calma e di accoglierlo normalmente.
Quando la porta di casa si aprì lo sentii trafficare con delle buste e lo vidi con la coda dell’occhio avviarsi verso il salotto.
Parlò con mio padre e li sentii ridere per un momento. Poi il silenzio tornò a regnare sovrano in tutta la casa, in sottofondo si sentivano solamente il ticchettio dell’orologio in cucina e il lieve ronzio del televisore nel salotto.
Pensai che si fosse seduto a fare compagnia a mio padre ma quando sentii un brivido pervadermi tutta la schiena e il profumo inconfondibile della sua pelle vicino.. così vicino da farmi girare la testa, subito mi irrigidii.
-allora.. abbiamo ospiti questa sera?- disse con tono acido. Rimasi immobile con la faccia rivolta alla scodella di patate che stavo pelando senza voltarmi. Sentivo la sua presenza così vicina che mi fece rabbrividire. Ero sicura che a dividerci ci fossero solo 2 centimetri e i nostri indumenti.
-si. È un problema per te?-
Aspettò un attimo prima di rispondermi- no. Affatto- disse infine con nonchalance anche se dal tono si capiva perfettamente quanto tutto questo gli desse fastidio.
-ti avrei chiamato per avvisarti.. ma non sapevo dove fossi e non volevo disturbarti- buttai li come se la cosa neanche mi importasse. Naturalmente non era vero ma questo lui non doveva saperlo!
-davvero mi avresti chiamato?- chiese sorpreso.
-certo!- sospirò appoggiandosi al ripiano della cucina con la schiena, in questo modo riuscivo a guardarlo in faccia.
-e sentiamo.. dove sei andato?- gli chiesi timidamente cercando di mascherare la curiosità che infame cercava di venire fuori con la forza.
Ovviamente non ci riuscii e sul suo volto comparve un sorriso sghembo in grado di mandarmi all’altro mondo.
-sono andato in giro..-
-e..? Avanti devo cavarti le parole di bocca?- cercai di concentrarmi il più possibile sulla patata che avevo in mano ma mi accorsi di star pelando lo stesso punto almeno da 5 minuti, cioè da quando era rientrato in casa.
La adagiai insieme alle altre solo per non stringerla in mano e ridurla in poltiglia.
Sospirai e proprio mentre stavo per voltarmi mi posizionò davanti agli occhi un pacco con un fiocco enorme che mi fece quasi spaventare.
-per te..- disse solamente mentre me lo porgeva.
Subito sentii il cuore riprendere a galoppare dentro il petto e quando lo afferrai vidi le mie mani tremare.
-grazie..- dissi flebile in un suono appena udibile-non avresti dovuto, lo sai..-
-certo che dovevo. È Natale! Se non ti faccio un regalo oggi quando dovrei fartelo?-
Stavo per rispondergli che il regalo più bello fosse la possibilità di averlo tutti i giorni accanto, ma non lo feci. Mi limitai ad arrossire.
 Poggiai la scatola sul tavolo e provai ad aprirla ma le sue mani mi bloccarono.
-non aprirla adesso. Aspetta di essere nella tua stanza- e poi avvicinandosi pericolosamente al mio orecchio, così pericolosamente da farmi venire i brividi disse – voglio vederti con questo addosso stasera- e poi sgusciò via raggiungendo mio padre.
Io ero diventata praticamente una torcia umana. Sentivo ancora il suo soffio freddo solleticarmi il collo e la sorpresa per quello che aveva detto mi lasciava stordita.
Mi aveva comprato un regalo. Un regalo che voleva che indossassi quella sera. Un regalo che aveva comprato pensando a me.
Non contai fino a 5 prima di salire di corsa le scale e rinchiudermi nella mia stanza.
Lo scartai con foga buttando in aria i resti della carta costosissima con cui era impacchettato e quando aprii il coperchio la prima cosa che feci fu toccare con i polpastrelli la morbidissima stoffa nera che ricopriva il vestito.
Lo presi in mano e lo alzai dalla scatola per poterlo vedere meglio. Era lungo fino al ginocchio stretto in vita da una cinta. Presentava delle maniche accennate e la scollatura era quadrata con delle pieghe. Dire che era meraviglioso era dire poco.
Subito pensai a quali scarpe avrei dovuto abbinarci sotto e non mi stupii di constatare che si sposava benissimo con il paio di decolté che Alice mi aveva spedito una settimana prima insieme ad altri vestiti e cose che non le avevo neppure chiesto.
Guardai distratta l’orologio e dopo essermi fatta due conti mentali su quello che dovevo fare in vista della cena serale decisi che potevo anche cominciare a prepararmi.
La tavola l’avevo apparecchiata una mezzoretta fa, la pasta fresca che avevo comprato personalmente il giorno prima nel ristorante italiano di Port Angeles dovevo cuocerla alla fine e amalgamarla per bene con il sugo che mi ero fatta consigliare dallo chef. L’arrosto che avevo preparato nel pomeriggio e che avevo già affettato era adagiato in forno pronto per essere riscaldato al momento, l’insalata di patate era quasi pronta e comunque avrei anche potuto ultimarla dopo e il dessert(mouse di cioccolato con panna) era in frigo.
Perciò andai subito in bagno a infilarmi sotto la doccia.
Uscii neanche 10 minuti dopo correndo con l’accappatoio addosso pronta per andare in stanza. Mi portai dietro il phon e l’arricciatore per acconciare anche i capelli.
Per la prima volta quella sera indossai il completino intimo nero che avevo comprato in compagnia di Alice ed Ally. Asciugai i capelli lisciandoli in alto e arricciandoli in punta accentuando un po’ di più i già presenti boccoli. Mi truccai in modo abbastanza leggero ma comunque evidente e solo quando ebbi finito indossai il vestito.
Per fortuna la cerniera era posizionata lateralmente altrimenti avrei avuto bisogno d’aiuto per chiuderla. Misi ai piedi quelle trappole infernali e diedi un’occhiata allo specchio. Quello che vidi mi lasciò senza parole. Chi mi conosce sa bene quanto io non sia incline ad elogiare la mia bellezza ed il mio fisico ma davanti al mio riflesso quella sera non potei sottrarmi.
Stavo decisamente bene. La cinta conferiva un taglio all’abito così perfetto che per la prima volta nella mia vita mi vidi.. sexy. Si perché stringeva sotto il seno e i fianchi, che fino a quel momento credevo fossero inesistenti, facevano la sua comparsa in una curva sinuosa. I tacchi poi completavano il tutto slanciando la mia siluette. I capelli ricadevano morbidi ai lati delle braccia e i boccoli erano così delicati da darmi un aria elegante.
Dalle scale sentii mio padre chiamarmi dicendomi che erano quasi le nove e che Jacob sarebbe arrivato a momenti.
Feci un bel respiro prima di aprire la porta e scendere di sotto. Mi sentivo emozionata e lusingata che Edward mi avesse regalato quel vestito stupendo e non sapevo che effetto gli avrebbe fatto vedermelo addosso.
Quando arrivai a metà della mia discesa sentii un fischio di apprezzamento. Alzai gli occhi dal pavimento, visto che non avevo smesso un attimo di fissarmi i piedi per il terrore di cadere, e incontrai quelli lucidi di mio padre.
-sei.. sei meravigliosa- disse con la voce leggermente incrinata. Sapevo che il suo emozionarsi non era dettato dal mio abbigliamento, ma che in quel momento stava ripensando al suo incidente e al fatto che forse non avremmo mai potuto festeggiare quel Natale assieme. Solo a pensarci anche io sentii gli occhi inumidirsi e un groppo enorme in gola.
Lo osservai e vidi che anche lui si era cambiato preferendo alle solite camicie a quadri, una camicia grigia scura e dei pantaloni un po’ più seri di un semplice paio di jeans. Stavo per rispondergli quando sentii tossicchiare ed i miei occhi andarono subito a scontrarsi con le pozze dorate di Edward. Il mio cuore prese il volo e non potei evitare di distogliere lo sguardo per il modo in cui mi fissava. Percorse tutta la mia figura dalla punta dei piedi fino all’attaccatura dei capelli e mi fece arrossire quando lo vidi soffermarsi un po’ di più all’altezza del mio seno. Anche io potei osservarlo e vidi che indossava un paio di pantaloni eleganti neri e una camicia azzurra. Inutile dire che nella sua semplicità era decisamente perfetto.
Mio padre si allontanò per andare ad aprire alla porta, anche se non avevo neppure sentito suonare il campanello visto che il mio cuore aveva deciso di spostarsi e soggiornare nel mio apparato uditivo.
-sei così bella da togliere il fiato!- disse allungando una mano per aiutarmi a scendere.
-ma visto che tecnicamente tu non hai bisogno di respirare..- sussurrai.
Ridacchiò -touché! Ma sappi che se solo potessi farlo.. a quest’ora avrei bisogno di una bombola d’ossigeno, credimi- disse serio toccando una ciocca dei miei capelli.
Io dal canto mio sentii cedermi le ginocchia. Ero così emozionata da tremare.
-wow Bells! Sembri una dea questa sera! Sei semplicemente stupenda- disse Jacob con il suo vocione sovrastando la bolla che si era creata intorno a noi due.
Gli sorrisi e gli andai incontro – grazie Jake.. anche tu stai molto bene!- dissi indicando con la mano il suo abbigliamento.
-il che detto ad uno che se ne va in giro nudo fa quasi ridere..- mi disse Edward in modo da sentirlo solo io.. e a quanto pare anche Jacob.
-spiritoso Cullen. Molto spiritoso!-
-ei non vorrete cominciare a discutere voi due?- si mise in mezzo Charlie.
-ovviamente no. Stavamo solo scherzando vero Jacob?-disse Edward prendendo la parola.
-ok, potete cominciare ad accomodarvi di la mentre io finisco di sistemare in cucina-
-sicura che non ti serva una mano?- mi chiese Jacob sempre apprensivo.
-sicurissima..-
-e per tua informazione se proprio dovesse servirgli un aiuto non saresti di certo tu a darglielo!- aggiunse Edward trattenendo a stento le parole tra i denti.
-ricominciate? Bella li porto di là così vedo se riesco a calmarli un pochino..- disse Charlie alzando gli occhi al cielo.
Prima di lasciarsi trascinare però Edward mi rivolse uno sguardo come per dire “posso restare se vuoi” ma io scossi il capo e lo incitai ad unirsi agli altri.
Già mi sentivo in colpa per l’innumerevole cibo che avrebbe dovuto ingurgitare quella sera, anche se ero sicura che il mio amico si sarebbe mangiato volentieri anche la sua razione, chiedergli di aiutarmi sarebbe stato davvero troppo. Come stabilito misi l’acqua della pasta a scaldare e nel frattempo continuai a pelare le patate.
Raggiunsi un momento gli altri in salotto e notai la rigidità di Edward spiccare in mezzo alla solarità di mio padre e all’allegria di Jacob. Non ci fu neanche bisogno di chiedermi cosa avesse che subito andai verso di lui e lo presi per mano.
-scusate ma devo rubarvelo un attimo. Non vi dispiace vero? Ho un disperato bisogno di qualcuno che non sia alto un metro e sessantacinque! – detto questo lo trascinai nell’altra stanza.
-oh grazie al cielo! Stavo per impazzire Bella! Comunque.. cosa ti serve?- disse facendomi alzare gli occhi al cielo.
-tontolone.. non devo prendere niente! Ho visto in che condizioni stavi e ti ho portato via con una scusa..-
Sul suo volto comparve subito un sorriso sincero quanto compiaciuto-ti ho già detto quanto sei bella questa sera?- disse facendomi arrossire nuovamente. Se questo era il suo modo per dirmi grazie allora avrei dovuto farlo più spesso.
-si.. ma esageri- sussurrai.
-se pensi questo vuol dire che non l’ho fatto come si deve - disse avvicinandosi con il passo di un felino, sinuoso ed elegante. Tanto che mi fece arretrare verso il ripiano della cucina. Quando sentii la mia schiena poggiare completamente al marmo sobbalzai– perché non potresti dire il contrario se vedessi la lucentezza della tua pelle.. la morbidezza dei tuoi capelli.. il tuo fisico più maturo.. il tuo profumo così sublime come lo sento e lo vedo io-
Ok. Stavo decisamente per svenire.
-m-ma..- cominciai a balbettare.
-niente ma. È la verità-
-è solo merito del vestito.. a proposito, grazie- dissi avvampando per la sua vicinanza. Eravamo praticamente faccia a faccia e a dividerci c’erano si e no 20 centimetri. Poggiò le mani sul marmo ai lati delle mie braccia rinchiudendomi in una gabbia.
-il vestito non centra nulla. Io ti vedo così sempre!-
Bene. Gli sarei svenuta addosso da un momento all’altro me lo sentivo, e avrei rovinato questo momento che attendevo da sempre come una sciocca bambinetta. 
-vedo sempre la tua bellezza anche appena sveglia. Anche quando indossi una tuta più larga di almeno una taglia. Anche quando mi fai arrabbiare.. anche quando ti faccio arrabbiare..-
-il che succede spesso..- sussurrai imbarazzata facendolo sorridere.
-già..- si avvicinò con il volto appoggiando il naso alla base del mio collo, mentre il mio cuore batteva a più non posso. Dovetti aggrapparmi alle sue braccia tanta era forte l’intensità di quella sensazione.
-Bella..- disse languido carezzando i miei capelli.
Bene, pensai, il momento che tanto aspettavo è arrivato.
Poggiai le mani al suo petto e mi lasciai sfuggire un gemito involontario.
-Edward..-
-Bella?-
-si, Edward?- chiesi a fatica.
-l’acqua bolle-
-ma chi se ne.. oh cazzo hai ragione!- dissi mentre mi voltavo a togliere il coperchio della pentola prima che tutta la schiuma fuoriuscisse e spegnesse la fiamma. Buttai la pasta mentre imprecavo.
-oddio sono un disastro.. sono le nove e mazza e ancora dobbiamo metterci a tavola- piano piano cercai di riacquistare il controllo ma stare con Edward nella stessa stanza non aiutava di certo.
Cosa stava succedendo? Sembrava che entrambi ci stessimo lasciando andare...
Lo guardai mentre accendevo il sugo della pasta e lo vidi sorridere quasi imbarazzato.
Per una piccolissima frazione di secondo mi concessi il lusso di spostare lo sguardo altrove e quello che vidi mi lasciò senza fiato. Subito girai la testa arrossendo fino all’inverosimile.
Stupida. Stupida. Stupida. Fa che non se ne sia accorto.. fa che non se ne sia accorto. Pregavo incessantemente. Fa che non si sia accorto che mi sono messa a fissare la sua.. erezione.
-mmh bene.. si, è meglio che vada di la. Ti lascio finire con calma di preparare..- disse balbettando. Cosa praticamente impossibile per uno come Edward.
Ok, se ne era accorto! Un secondo dopo aver partorito questo pensiero sprofondai ancora di più nel baratro di vergogna in cui già mi trovavo.
-si, si ok.. vai. Vi chiamo a-appena è pronto- dissi senza neanche guardarlo.
-ssi..-
Subito presi un respiro profondo, molto profondo. Ma come diavolo mi era venuto in mente di mettermi a fissarlo! Però! Era messo decisamente bene.. aaahh smettila! Mi ammonii mentalmente. Sembrava che la mia mente fosse posseduta dallo spirito di Ally!
Pensare che fossi stata io a conciarlo in quello stato però mi lusingava, e non poco.
Subito ricordai le parole del giorno prima, e improvvisamente quel “anche io so quello che voglio”assunse il significato che tanto desideravo.
Avevo deciso! Avrei trovato il modo di farmi avanti. Mi sarei munita di coraggio e quella notte quando papà dormiva sarei scesa in salotto e gli avrei confessato i miei sentimenti. Si. dovevo farlo.. altrimenti sarei impazzita. Ormai stare al suo fianco senza poterlo nemmeno toccare era diventata una tortura.  E a giudicare dalla sua erez.. reazione, non doveva essere facile nemmeno per lui.
Quando la pasta fu pronta invitai tutti a sedersi a tavola. Speravo tanto di non aver sbagliato in nulla e che la cena fosse di loro gradimento,e  a giudicare dal fatto che dopo nemmeno un ora avevamo spazzolato tutto non mi fece convincere del contrario! Avevo timore che tra me e Edward ci sarebbe stato dell’imbarazzo e nonostante il rossore che mi colorò le guance non appena mi sedetti e me lo trovai di fronte, la serata trascorse relativamente bene. A parte qualche occhiata che lanciai sia a Edward che a Jacob per le battutine stupide che si facevano a vicenda, del tipo “Cullen? Non è troppo cotta per te la carne? Se non sbaglio la preferisci al sangue no?” oppure “sta attento a non ubriacarti bambino” o anche “c’è aria viziata, si può aprire la finestra? ” cosa che naturalmente non feci visto che fuori c’erano si e non 8 gradi.
Dopo il dessert ci spostammo in salotto. Fu in quel momento che mio padre disse una cosa che mi lasciò con un enorme punto interrogativo in testa.
-apriamo i regali. Non posso più aspettare..-
Non aveva mai nascosto il fatto che il Natale fosse la sua festa preferita ma addirittura vederlo impaziente di aprire i regali al pari di un bambino di 5 anni mi fece uno strano effetto.
Piano ci avvicinammo a turno all’albero per prendere i rispettivi doni.
Jacob fu molto felice del mio regalo, anche se mi beccai un occhiata inquisitoria da parte di Charlie che ovviamente non poteva sapere l’utilità di quel marsupio.
Anche io fui molto contenta del regalo di Jake che preferì donarmi qualcosa di simpatico invece delle solite cose. Un cappello di lana con le orecchie da lupo in testa. Risi forte appena lo tirai fuori dalla busta e dopo averlo indossato andai subito ad abbracciarlo. Ovviamente Edward non ne fu felice visto che lo vidi sbuffare.
Dopo di noi fu la volta di Charlie che ricevette una nuova attrezzatura per la pesca da parte di Edward, il libro che gli avevo comprato io e un fucile nuovo da parte di Jacob.
Ma sotto l’albero rimaneva ancora una busta con su scritto il mio nome. La presi pensando fosse di papà ma fu Edward a prendere la parola dicendo che era da parte sua. Naturalmente lo guardai malissimo visto che già aveva speso dei soldi per il vestito. Aprii la busta curiosa di vedere cosa ci fosse dentro e non appena l’ebbi in mano increspai le sopracciglia.
Mi aveva regalato un baschetto alla francese nero con rispettiva sciarpa, il tutto rigorosamente di cachemire! Era un regalo stupendo per carità, ma non avevo mai espresso il desiderio di possederne uno.
-g-grazie- balbettai – è bellissimo. Ma non dovevi fare nulla-
-o si che dovevo- disse mentre con gli occhi indicò mio padre. Mi girai a guardarlo e lo vidi imbambolato a fissare quello che tenevo in mano. Non capii cosa avesse fino a che ripresosi si alzò per prendere una busta dal cassetto del mobile del salotto.
-bè, non so cosa dire.. se non fossi sicuro di essere l’unica persona a conoscenza di questa cosa giurerei che mi hai letto nel pensiero!- disse basito rivolgendosi a Edward.
Subito spalancai la bocca – cosa? no.. papà che succede?-
-già che succede?- si intromise Edward facendo finta di non sapere nulla. Subito gli diedi una gomitata alle costole.
-avanti Charlie penso sia arrivato il momento di dargliela- lo incitò Jacob.
-questa è per voi due ragazzi- disse allungandoci la busta.
La presi increspando ancora di più la fronte. Sul davanti c’era scritto “per Edward e Bella senza i quali non ce l’avrei fatta”
Ok, stavo decisamente per agitarmi.
La girai e l’aprii tirando fuori due.. due..
Quando lessi cosa c’era scritto sopra per poco mi prese un infarto.
-oddio..- dissi guardando Edward il quale mi restituì un sorriso abbagliante.
Subito mi gettai nella braccia di mio padre – papà! Non avresti dovuto.. ma come.. perché?-
-perché te lo meriti.. ve lo meritate- disse guardando anche Edward – e perché so che avresti sempre voluto andarci. Fin da piccola non hai mai nascosto la tua passione per questa città e non potevo non ricordarmene-
-Charlie grazie, grazie davvero. È un regalo stupendo- si intromise Edward.
-ti faccio andare con la mia bambina solo per proteggerla. Non farti venire strane idee in testa!- disse riuscendo a strapparci un sorriso sia a me che a lui. Gli si era molto affezionato nel tempo che avevano trascorso insieme dal suo rientro a casa dall’ospedale.
-ma come hai fatto?- gli chiesi subito sapendo la sua impossibilità a muoversi.
-qualcuno mi ha aiutato..- e indicò con la testa Jacob.
-allora era per questo che oggi entravi ed uscivi di casa senza neanche degnarmi di uno sguardo? Ed io che pensavo chissà che cosa!-
-Siamo stati bravi eh?-
-bravissimi!-
-allora non sei contenta?-
-di più. Sono al settimo cielo. Papà grazie. Grazie davvero! Ma è troppo-
- non è niente in confronto a quello che hai fatto per me!-
Subito mi si inumidirono gli occhi e lo abbracciai di nuovo stringendolo ancora più forte.
Quando ci staccammo presi finalmente coscienza di quello che mi stava succedendo e come un bambina che riceve il più bel regalo di natale mi misi ad urlare.
-oddio.. oddio! – mi alzai e andai incontro ad Edward saltandogli addosso –andiamo a Parigi! Ci pensi??-
Subito fui avvolta dalla sua risata cristallina – si.. si! e sarà bellissimo vedrai!-
-insieme a te lo sarà sicuramente- sussurrai al suo orecchio.
-e indosserai il mio regalo ?-
-mais bien sûr, mon cher !-
-sarai bellissima vedrai..-
-ma per te non lo sono sempre ?- gli chiesi riferendomi alle sue parole di prima.
Non mi rispose, si limitò a regalarmi il sorriso più bello che potessi desiderare.
-allora pronta a fare le valigie?-
-cosa?- gli chiesi senza capire.
Mi prese il biglietto dalle mani e me lo mise davanti agli occhi.
Orario di partenza: 06.00
Giorno di partenza: 25 dicembre
-cosa?- chiesi ora più forte- ma è domani!- mi rivolsi a mio padre.
-certo. Pensavo che volessi partire al più presto. E poi non avrai tanti giorni di vacanza ed è meglio approfittarne subito!-
-si, ma è Natale domani! Dovrei lasciarti solo per partire?-
-non sarei solo Isabella! Ho.. ho altre persone che mi terranno compagnia- disse abbassando lo sguardo.
Ma certo che stupida! Sue! Sarebbe andato da lei.. o lei sarebbe venuta qui.
Ok. Adesso mi sentivo più tranquilla.
Ancora non potevo crederci! Sarei partita per Parigi! Sognavo di andarci da una vita e finalmente il mio sogno si sarebbe avverato, e cosa più importante con me ci sarebbe stato Edward e questo insieme al viaggio era il regalo più bello che potessi ricevere.
Il regalo! Oddio! Avevo ancora il mio regalo da dare ad Edward! ma.. non volevo farlo davanti agli altri per cui decisi che lo avrei fatto quando saremmo stati da soli.
Quella notte avrei avuto un motivo in più per scendere quelle scale, che ero sicura, mi avrebbero portato dritta dritta alla mia felicità!

 
 

Allora???? Sono riuscita a farmi perdonare???
Secondo voi Bella le scenderà quelle scale?? E cosa dirà Edward appena avrà in mano il suo diario? Ma soprattutto, troveranno la forza entrambi di dirsi quello che provano?
*__* aaaaaaaaahh spero di avervi incuriosito! Come avete potuto vedere la storia cambierà ambientazione per un po’ di tempo. Ci sposteremo a Paris! La citè plus belle du monde! Io l’adoroooooo!  
ALLA PROSSIMAAAAAAA!!
Mi rincresce salutarvi in questo modo ma purtroppo devo farlo. spero comunque che i tempi di pubblicazione del prossimo capitolo saranno più corti. Ma se non dovesse essere così vi autorizzo ad uccidermi!
Ma giuro che ci proverò! Promesso! :**********************  
 

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Capitolo 32
*** capitolo 31 ***



                                                       

Bene. Eccomi qui!!!

Vi lascio alla lettura! Ci vediamo sotto!!
Mi raccomando.. non fatevi prendere un attacco di cuore! ^_^
Ps. Ad un certo punto troverete una canzone! Non so se vi ho mai detto che amo i Coldplay in modo assoluto! Mi raccomando ascoltatela!

Capitolo 31


Il cuore ha le dimensioni di un pugno chiuso e una forma simile ad una pera con la punta rivolta verso il basso. Il cuore è l'organo simbolo dell'amore, segue il ritmo delle emozioni. Normalmente in una persona adulta si contrae 60-70 volte al minuto, in una persona innamorata molte di più... a volte si arriva a 100 senza rendersene conto. Il cuore è l' ultimo ad andarsene, lui continua a battere anche quando viene sottratto all'organismo, anche quando la persona amata ti abbandona...
Anche quando non si vuole più soffrire, non sei più tu che comandi. Quando sei innamorato... quando il tuo cuore batte forte per un' altra persona, non sei più tu che comandi... è lui!
Ed in quel momento mi sentivo totalmente e incondizionatamente sottomessa al suo volere.
Avevo perso il conto dei secondi e dei minuti che erano passati nell’attesa di scendere da Edward al piano di sotto. Una volta esserci messi a letto dovevo aspettare che mio padre cadesse in un sonno profondo prima di andare da lui.
E così aspettavo con impazienza il momento in cui l’avrei sentito russare e intanto stringevo forte al petto il pacchetto regalo per Edward. Cosa avrebbe detto una volta aperto?
Aaaaahh! Era inutile crogiolarsi in questi pensieri. Tanto da li a poco l’avrei scoperto. Ma da brava masochista quale sono non potevo evitare di immaginare una sua eventuale reazione. E naturalmente pensare che non l’avrebbe apprezzato era il mio chiodo fisso.
Un leggero quanto udibile rumore mi informò che papà era ormai nel mondo dei sogni e inevitabilmente il mio cuore iniziò a battere all’impazzata. Mi alzai dal letto impacciata sistemando con una mano i capelli che non avevano perso neppure un boccolo dell’acconciatura della sera prima, indossai la mia vestaglia e con il pacchetto stretto sempre al petto mi incamminai verso la porta. Cercai di fare il meno rumore possibile per non svegliare Charlie, ma un improvviso rantolo, molto più forte dei precedenti, mi fece quasi sobbalzare per la tensione con la quale mi muovevo, e mi diede la conferma che neanche le cannonate l’avrebbero svegliato!
A quel punto però era qualcun altro a sapere cosa stessi facendo. E così senza pensarci troppo scesi le scale e ben presto mi ritrovai davanti al divano del salotto. Edward era disteso con la testa poggiata sopra il cuscino e sembrava stesse realmente dormendo, ma io sapevo dello stato di dormiveglia in cui cadeva e perciò non mi feci tanti scrupoli ad avvicinare la mano e toccare una ciocca dei sui morbidissimi capelli. Quasi urlai quando nel buio della stanza sentii chiara ed indistinta la sua voce.
-cosa ci fai qui Bella?- disse aprendo gli occhi.
-diooo. Non farlo mai più! Mi hai fatto prendere un infarto!- sussurrai portandomi la mano libera alla gola.
-perché non stai dormendo? Lo sai che dobbiamo alzarci presto domani?-
Già il viaggio. Quando quella sera salii in camera mi misi a fare subito la valigia cercando di mettere tutto il necessario in un unico trolley. Non sapevo cosa avrei dovuto portare, in che condizioni sarebbe stato il tempo una volta atterrati in Francia, ma sapevo che per la posizione geografica e la stagione invernale, avrei dovuto munirmi anche li di giaccone e maglione pesante. Pensando al tempo mi venne subito in mente una domanda da fare ad Edward.
-a proposito del viaggio..- dissi aggirando il divano e andando a sedermi vicino a lui – tu sarai sicuro a Parigi? Voglio dire.. non c’è il rischio che un raggio di sole ti colpisca?-
-stai perdendo colpi Isabella! Pensavo che questa domanda sarebbe stata la prima a frullarti nel cervello!- disse scompigliandomi i capelli con una mano “addio aria seducente e figa” pensai tra me e me. Ma quel gesto non mi diede fastidio, adoravo il modo in cui mi toccava ed il fatto che apparisse dolce e delicato nei miei confronti pur avendo una forza fuori dal comune.
La mia risposta fu una linguaccia e poi continuò dicendo – appena ho saputo quello che tuo padre aveva in mente di fare ho chiamato Alice e mi ha confermato che non ci saranno problemi. Il cielo sarà sempre coperto e nel caso in cui dovesse cambiare improvvisamente mi avviserà. In tal caso.. beh credo che anche a Parigi esistano bar o vie buie in cui posso nascondermi-
-già. Lo credo anche io..- dissi e inaspettatamente un silenzio opprimente quanto imbarazzante calò nell’aria. Subito cercai di riprendere la situazione cominciando a parlare del viaggio – ci pensi? Andiamo a Parigi! Tu..tu ci sei mai stato?- gli chiesi rendendomi conto solo in quell’istante che forse per lui non era la prima volta come lo era per me.  
-in effetti si. Ci sono stato!-
-davvero? Quando?-
-è passato così tanto tempo che quasi non me lo ricordo più. Credo fossero gi anni 30’ o giù di lì..-
Subito mi sentii impazzire all’idea- wow! Davvero? Sei stato a Parigi nel periodo degli intellettuali impegnati politicamente che si incontravano di nascosto nei caffè. Che lottavano in nome della giustizia contro tutti portando avanti le loro convinzioni?- dissi euforica.
-si. ero lì in quel periodo!-
-ok. Non sai quanto ti invidio in questo momento! Cioè.. non ti è mai capitato di pensare che “essere come sei” alle volte è proprio incredibile? Tu hai vissuto gli anni dei cambiamenti. E non è solo un modo di dire, tu li hai vissuti davvero questi cambiamenti! Sei passato dal viaggiare in carrozza alla costruzione dell’automobile. Dal viaggiare su un treno a vapore a volare sugli aerei. Hai vissuto il cambiamento della musica, del cinema.. di tutto! È..è.. stupefacente!-
Aggrottò le sopracciglia prima di rispondermi- si. In effetti lo è ma.. forse mi prenderesti a schiaffi se sapessi il modo in cui ho vissuto quegli anni-
-in che senso?-
-nel senso che.. non li ho vissuti! Vedevo il mondo cambiare sotto i miei occhi anno dopo anno e dentro mi sentivo fuori posto. Io non la volevo quella vita eppure mi ritrovavo a viverla contro la mia volontà. Questo fino a che..-
-fino a che?- chiesi con il cuore in gola.
-fino a che non sei entrata nella mia vita.. e l’hai sconvolta come la più potente delle tempeste- soffiò leggero quelle parole tra le labbra facendomi rabbrividire. Mi toccò una ciocca dei capelli e quando lo guardai negli occhi mi sentii morire dalla gioia.
Forse non sapeva che lo stesso valeva per me. Anche io mi limitavo a sopravvivere prima di incontralo.
-anche per me è lo stesso- dissi spinta quasi da una forza sovrumana.
-comunque..- disse portandomi di nuovo alla realtà- non mi hai ancora detto cosa ci fai qui all’una e mezza di notte!-
Inconsciamente strinsi la mano attorno alla scatola che tenevo poggiata sul divano e che non avevo liberato un attimo da quando mi ero seduta.
-beh.. mmh ecco.. ti sarai accorto che non ti ho dato il mio regalo di Natale..-
-e non potevi aspettare fino a domani?-
- no. Ho bisogno di dartelo adesso- gli risposi risoluta.
-o-ok!-
Feci un respiro profondo, presi la scatola con entrambe le mani e agitata fino all’inverosimile gliela diedi.
La guardò con circospezione e la prese dalle mie mani tremanti facendomi sentire immediatamente più leggera.
Dal momento in cui l’ebbe nelle mani seguii ogni suo movimento. Osservai le sue dita sciogliere il nastro dorato e quando aprì il coperchio potei giurare di vedere nei suoi occhi un lampo di turbamento, anche se la totale visibilità del suo volto mi era preclusa.
-cos’è?- chiese prendendo i fogli in mano senza girarli.
A quel punto strinsi le mie dita con le sue e deglutendo a fatica glielo dissi.
-è..è il mio diario.. è il diario che ho scritto in tutti i mesi passati senza averti accanto-
-ma perché vuoi darlo a me?- mi chiese visibilmente sorpreso.
-perché qui sopra ho scritto la mia sofferenza e la mia rassegnazione quando credevo di averti perso per sempre.. perché forse leggendolo capirai quanto la mia decisione di fare parte della tua vita sia la cosa che desidero di più al mondo..- dissi infine con il fiato corto.
Edward spalancò la bocca e mi abbracciò di slancio facendomi quasi male, ma in quel momento non mi importava. Avrei sofferto in silenzio per ore se questo voleva dire stare abbracciata a lui. Ricambiai anche io ancorandomi saldamente ai suoi capelli.
-dio Bella.. è il regalo più bello che potessi farmi. Grazie!-
-speravo tanto che ti facesse piacere..-
-si. si e ancora si. Certo che mi fa piacere!- disse emozionato facendomi quasi venire le lacrime agli occhi. Ed io che pensavo che non l’avrebbe apprezzato!
-solo che..- disse staccandosi da me- ho paura di infrangere la tua privacy. Non hai mai fatto mistero di quanto sia contenta che io non riesca a leggerti nella mente!-
-credimi. In questo caso lo vorrei con tutta l’anima. Vorrei che potessi leggere nella mia mente e capissi quanto in realtà desidero che tu lo legga. Non devi farti problemi ad accettare questo regalo. Sono io che ho voluto donarti una parte di me importante e non potrebbe mai darmi fastidio-
-allora lo sai cosa facciamo?- disse prendendo il plico di fogli e richiudendolo di nuovo dentro la scatola- lo leggeremo insieme!-
Oddio no. COSA?
-com..scusa, perché?- dissi rossa come un peperone. Anche se era a conoscenza del fatto che l’amassi non volevo che ne divenisse ancora più consapevole leggendo il diario davanti a me! A meno che.. pensai, ed improvvisamente la considerazione più ovvia di tutte mi apparve nella mente.
Non doveva avere la conferma dei miei sentimenti per lui leggendo quel diario. Dovevo essere io a dirgli quanto ancora l’amassi.
Al diavolo tutte le paure per un suo eventuale rifiuto. Io lo amavo più della mia stessa vita cosa guadagnavo a tenermi tutto dentro quando una volta messe le cose in chiaro c’era la possibilità che lui mi ricambiasse?
-beh perché.. voglio che ci sia anche tu. Ma se per te è un problema poss..-
-no. No. Nessun problema- dissi interrompendolo- lo leggeremo insieme-
-ok, allora domani sull’aereo avremo un sacco di tempo da dedicare alla lettura-
-si..- gli risposi cercando di mascherare il più possibile uno sbadiglio.
-credo sia meglio che tu vada a dormire altrimenti domani sarai uno straccio-
Stavo per dirgli : si hai ragione, vado. Quando decisi di tentare il tutto e per tutto.
-ti va di farmi compagnia stanotte?- gli dissi imbarazzatissima e con un rossore tale sulle guance che minacciava di mandarmi a fuoco.
Ci pensò su per un po’, e dentro di me già immaginavo tutte le rotelline del suo cervello impegnarsi a trovare una scusa per dirmi di no. Ma mi sorprese annuendo con vigore.
Si alzò dal divano e mi tese la mano. Chiusi la mia nella sua e insieme ci dirigemmo al piano di sopra. Lo lasciai davanti la mia stanza invitandolo ad entrare dicendogli che l’avrei raggiunto subito. Avevo bisogno di andare un attimo in bagno. Annuì aprendo la porta della mia stanza e una volta dentro se la richiuse alle spalle.
Mi rifugiai nel bagno non solo perché avevo un importante bisogno fisiologico, forse dettato da tutta la tensione che mi scorreva in corpo, ma anche perché avevo bisogno di fare chiarezza nella mia testa. L’unica cosa che riuscivo a pensare era che Edward fosse in camera mia e che mi stesse aspettando. Dovevo approfittare di quell’occasione per rivelargli quello che provavo altrimenti il giorno dopo sull’aereo non avrebbe avuto senso essere presente durante la lettura di quel diario. Mi guardai allo specchio e mi diedi una sistemata ai capelli. Presi un respiro profondo e uscii.
Una volta davanti alla mia stanza esitai prima di abbassare la maniglia, ma dopo un grosso respiro mi feci coraggio ed entrai. Richiusi la porta alle spalle mentre sentivo Charlie russare a più non posso e avvertii il cuore minacciare di uscirmi dal petto quando mi voltai verso di lui. Dovetti sorreggermi al cassettone vicino per non cadere.
Pensavo che non sarei mai più riuscita a vederlo nel mio letto. Quella sera poi era una visione troppo invitante. Se ne stava sdraiato con gli occhi chiusi e le sue braccia, poggiate dietro la testa, erano come un invito personale ad affondare nella protezione che solo loro sapevano darmi.
Mi tolsi la vestaglia e piano mi avvicinai sdraiandomi accanto a lui.  
Era immobile e vedevo solo il torace alzarsi e abbassarsi, se non fossi stata sicura del contrario avrei giurato che stesse dormendo. Era di una bellezza sconvolgente, i capelli sempre arruffati con il lenzuolo che lo copriva fino alla vita. Guardarlo così  quasi indifeso disteso sul mio letto metteva a dura prova i miei poveri ormoni!
Solo in quel momento mi accorsi di cosa indossasse. Portava una canottiera nera che gli fasciava il petto scolpito e che metteva ancora di più in  risalto la sua pallida carnagione, e che aggiungerei lasciava poco all’immaginazione.. dio quanto avrei voluto allungare la mano e toccare la perfezione del suo petto! Impercettibilmente iniziai ad avanzare nella sua direzione e non avrei dovuto fare tanta strada prima di riuscire a toccarlo, a dividerci c’erano in pratica solo 20 centimetri..  
-Bella?- scattai indietro spaventata.
-si?- risposi con nonchalance cercando di mascherare la mia improvvisa tachicardia.
-che stai facendo?- mi chiese quasi divertito mantenendo sempre gli occhi chiusi.
-io? Niente! Perché?-
-no, e che.. ho come l’impressione che mi stessi osservando..-
Beccata!! Menti, mi ripetevo, menti spudoratamente!
-non è vero! Cosa te lo fa pensare?-
-forse..il fatto che mi stessi osservando?-
-ma no.. non è vero..-
-è meglio se ti metti a dormire Bella! È tardi-
-ok.. buona notte- e sbuffando mi girai verso il mio lato del letto.
Cosa pretendevo? Che una volta avergli detto “ti va di farmi compagnia stanotte” sarebbe ritornato tutto come prima? Che una volta insieme mi avrebbe stretta a se e avrebbe aspettato che mi addormentassi cantandomi all’orecchio la mia ninna nanna?
D'altronde però come faceva a pretendere che riuscissi a dormire con lui al mio fianco! Infatti non riuscii a resistere più di due minuti che mi rigirai di nuovo verso di lui. Alzai la testa dal cuscino quel tanto che bastava per poterlo guardare.
-BELLA!-
-ok, scusa non lo faccio più..-
Avevo il cuore a mille e traditore gli raccontava tutto ! Com’è che avevo detto? Il cuore segue il ritmo delle emozioni? In quel momento batteva così forte da farmi male. Però ne ero felice. Mi mancava come l’aria che respiravo l’emozione assurda che solo Edward era in grado di darmi. Perciò munita di coraggio decisi che non potevo rimandare oltre. Avevo deciso. Gli avrei aperto il mio cuore.
-è che.. è difficile riuscire a dormire con te al mio fianco!- dissi sincera fino al midollo con le guance imporporate.
-allora perché mi hai chiesto di venire?-  fece per alzarsi dal letto ma subito lo bloccai.
-no! Aspetta!- l’afferrai per un braccio prima che potesse alzarsi del tutto. A quel contato sentii come una scossa elettrica pervadermi tutto il corpo.
-ma come faccio a restare se così non riesci a dormire?-
-non preoccuparti.. vedrai che prima o poi mi prenderà il sonno-
-no Bella! Forse è meglio che me ne vada.. non è facile nemmeno per me stare qui!- disse quasi in imbarazzo.
Subito miliardi di domande affollarono la mia mente -aspetta.. che vuoi dire?- chiesi con un groppo in gola che mi impediva quasi di respirare.
Si girò verso di me, visto che era ancora di spalle -quello che hai capito..- e strizzò gli occhi quasi avesse difficoltà a trovare le parole giuste  – non ce la faccio a restare qui, sapendoti così vicina-
Ok stavo ufficialmente per svenire! Volevo essere io a confessargli i miei sentimenti e adesso era lui a farsi avanti? La cosa mi dava fastidio? Assolutamente NO!
-ma.. che vuoi dire con questo? Spiegami..-
Sospirò di rassegnazione e fece per sdraiarsi di nuovo nel letto ma lo bloccai.
-niente, lascia perdere.. mi hai chiesto di dormire con te e così faremo. Domani ci aspetta un viaggio molto lungo. Non voglio tediarti oltre-
-no! Non lascio perdere per niente!- quasi urlai e subito mi portai una mano davanti alla bocca. Pregavo in tutte le lingue del mondo che mio padre non avesse sentito. Anche lui si agitò e guardò verso la porta facendomi segno di rimanere in silenzio. Ma quando entrambi sentimmo Charlie riprendere a russare ci rilassammo all’istante –Edward dimmi la verità, ti prego..- aggiunsi bisbigliando.
Poggiai una mano sul suo braccio e ci guardammo intensamente prima che cominciasse a parlare.
-cosa vuoi che ti dica Bella! Eh? Vuoi la verità? La verità è che non desidero altro che toccarti da quando ti sei infilata nel letto.. la verità è che non faccio altro che respirare il tuo profumo e vorrei solo sentirti più vicina..la verità.. la verità è che se non me ne vado subito non riuscirò mai più a trovare la forza per andarmene da qui..-



Gli occhi mi si inumidirono, non riuscii a trattenermi dal piangere. Erano le parole che avevo sempre desiderato sentirgli dire.
Boccheggiavo come un pesce fuor d’acqua e dalla mia bocca uscivano solo rumori sconnessi. Avevo il cuore in gola tanto batteva forte, non potevo credere a quelle parole.. mi stava dicendo che..
-mi stai dicendo che..-
-si Bella, quello che hai capito-
-no Edward.. non mi accontenterò di sentirti dire che ho ragione.. no, adesso voglio sapere esattamente quello che provi per me, e voglio sentirlo dalla tua bocca! Perché altrimenti vivrò per sempre nell’illusione che questo sia un sogno e che non stia succedendo davvero..-
Si avvicinò e prese ad accarezzarmi la guancia con la mano sinistra.
-Bella.. non sai quanto tempo ho lottato per dimenticarti, ma non ci riesco! Eppure mi sono imposto di ricominciare, di voltare pagina, ma sapevo che senza di te la mia vita non avrebbe mai più avuto lo stesso significato. Quando ti ho rivisto al campus mi sono sentito morire.. perché ho capito che quello che provavo per te non era cambiato di una virgola e vederti tutti i giorni non mi faceva sentire meglio. Tu mi completi Bella, solo con te posso essere me stesso! E in quest’ultimo periodo che abbiamo passato insieme ho capito che dovevo dirtelo.. ma non ho mai trovato il coraggio per farlo. Perciò adesso che mi hai fatto capire quant’è bello vivere il mondo insieme a te ti dico finalmente che.. io ti amo, ti ho sempre amata, anche quando ti respingevo, e penso proprio che questo non cambierà mai!-
Non sapevo cosa dire.. ero ipnotizzata da quelle parole e  dalla sua voce. Era come se avessi premuto il tasto reset al mio cervello. Ero emozionata, e tanto! Avevo il cuore che pompava forsennatamente e i brividi lungo la schiena. Non potevo credere che dopo tanto penare e soffrire avessi di nuovo Edward al mio fianco, e che mi stesse confessando il suo amore. Quante volte nell’ultimo paio di mesi avevo sperato di sentirglielo dire! Quante? Troppe forse.. ma in nessuna delle mie fantasie mi sarei aspettata una dichiarazione d’amore così. Ci aveva messo dentro tutta la passione e il dolore che provava e adesso che mi fissava in attesa di una risposta, l’unica cosa che ero in grado di fare era, piangere.. di felicità, di gioia, di rabbia per non avermelo detto prima! Ma questo momento era perfetto.. come se lo avessimo stabilito, come se tutto quello che avevamo passato fosse servito a portarci dritti a questo punto.
-Bella ti prego di qualcosa...- mi pregava, lui che pregava me di dirgli qualcosa! Dopo le sue parole mi sentivo quasi indegna a pronunciarne altre.
Mi asciugò una lacrima e rimase in attesa.
Subito capii cosa dovevo fare. Mi avvicinai lentamente al suo viso e con le lacrime agli occhi lo fissai mentre prepotentemente appoggiavo le mie labbra alle sue. Ci  fissammo, ci studiammo, ci capimmo. E insieme ci lasciammo andare a quel bacio carico d’amore che aspettavamo entrambi da mesi.
Mi sentii subito in Paradiso! Poter sentire di nuovo, dopo cosi tanto tempo, la consistenza delle sue labbra e il suo sapore era inspiegabile..
Pian piano lo attirai verso di me e ben presto mi ritrovai schiacciata con la schiena sul materasso e il mio angelo sopra di me. Cominciai a toccargli le braccia che possenti mi tenevano stretta a se, mentre lui prese ad accarezzarmi i fianchi e quando un piccolissimo lembo di pelle entrò in contato con il freddo della sua mano, i brividi mi colpirono tutto il corpo. Volevo di più. Azzardai con la lingua dei movimenti sulle sue labbra, ma sapevo che ben presto mi avrebbe fermata.. e infatti
-Bella.. no..- disse ansimante
-shhhh, non dirmi di no..non sai quanto lo desidero-
E allora ripresi la mia tortura fino a quando cedette e mi permise di assaporare la sua bocca. Dire che era qualcosa di meraviglioso era dire poco! Puro zucchero mischiato a miele, dio che sapore! E sentire la sua lingua intrecciata alla mia, era qualcosa di magico! Cominciammo a baciarci intensamente fino a quando ansimanti ci staccammo entrambi mantenendo sempre le nostre posizioni. Aprii lentamente gli occhi e quando trovai il giallo miracolo dei suoi occhi fissarmi, potei dire finalmente di sentirmi a casa.
-hai un sapore meraviglioso..- dissi in imbarazzo.
-non è vero, TU hai un sapore meraviglioso- disse baciandomi la punta del naso.
- oddio Edward non immaginavo minimamente che fosse così intenso e dolce baciarti in questo modo- gli rivelai arrossendo fino alla radice dei capelli.
-anche per me è così Bella..- sussurrò roco poggiando la sua fronte sulla mia.
Io continuavo ad accarezzargli le spalle larghe e i nostri respiri che non avevano smesso un attimo di mischiarsi l’uno con l’altro fecero nascere dentro di me qualcosa mai provata prima, ma alla quale adesso sapevo dare un nome. Era eccitazione allo stato puro! Sentire il corpo di Edward premuto al mio mi faceva sentire come un fuoco dentro che cresceva sempre di più ad ogni suo tocco, ad ogni suo bacio, ad ogni sua occhiata maliziosa.
Mi imposi con forza titanica di non pensarci. Non era ancora il momento di lasciarsi andare fisicamente. Per quello ci sarebbe stato tempo.. anche se fino ad allora sarei letteralmente impazzita, lo sapevo. Adesso avrei dovuto essere io a dirgli quello che provavo.
Gli presi il volto tra le mani e legai i suoi occhi con i miei che subito si inumidirono.
-shh.. perché piangi adesso?- mi chiese ad un centimetro dalla mia bocca.
-perché sono felice. Sono cosi felice che potrei urlare dalla gioia. Non.. ormai non ci speravo più. Tu non sai quanto sia stato difficile per me strati accanto senza poterti avere. E quando l’altra sera mi hai detto che non eri la persona adatta e me mi hai inflitto un altro tremendo dolore. Perché per me esisti solo tu amore mio. Solo tu. La mia non è vita se non ci sei tu al mio fianco. Ti amo così tanto.. che non.. sono felice Edward. Felice di sapere che anche per te non è mai cambiato niente. E quello che hai detto poco fa, le parole che hai usato mi sono entrate dritte nell’anima! Ti amo così tanto! Dio, è incredibile quante volte lo sto dicendo ma non posso fermarmi. Non posso smettere di dimostrarti quello che provo per te.. non posso..- dissi scuotendo il capo mentre dentro sentivo un subbuglio di emozioni contrastanti che mi facevano piangere e ridere allo stesso tempo.
-e non lo farai – disse forte - guai a te se lo farai! Io non pretendo altro dalla vita che essere amato da te e non potrei mai stancarmi di sentirtelo dire!-
-non dubitarne mai. Ti ripeterò così tante volte quanto ti amo che avrai la nausea e sarai costretto a dirmi tu di smetterla.. ma anche il quel caso non penso che avrò mai la forza per farlo-
-Bella..- sospirò il mio nome abbassandosi sul mio collo. Lo strinsi forte e lui si accoccolò in quella posizione come se fosse un bambino da cullare ma ero certa che avesse poggiato di proposito la testa sul mio petto solo per sentire meglio il battito del mio cuore che non aveva smesso un attimo di martellare la mia cassa toracica.
Rimanemmo in quella posizione per un po’ fino a che si puntellò su un gomito poggiando la testa sopra la mano aperta. Mi rivolse uno sguardo e un sorriso talmente dolce che ebbi quasi paura che potessi sciogliermi da un momento all’altro come un gelato al sole.
-perché abbiamo aspettato così tanto.. me lo spieghi?- disse mentre io avevo preso ad accarezzargli i capelli vicino all’orecchio.
-oh beh..mhh.. francamente non lo so!- dissi ridendo.
-o grazie mi sei di grande aiuto! La prossima volta in cui avrò bisogno di un illuminazione verrò da te, senz’altro!-
-ma no.. è che siamo stati così stupidi da mettere davanti al nostro amore tanti di quei pretesti che non ci siamo accorti del tempo che stavamo sprecando-
-ma io non ho sprecato mai il mio tempo. Quando sono con te, anche se litighiamo, lo considero sempre del tempo prezioso-
-se è per questo anche io la penso come te-
-e allora?-
-e allora cosa?-
-perché abbiamo aspettato cosi tanto?-
-io posso rispondere solo per me.. e ti dico che avevo paura. Avevo una tremenda e folle paura che potessi respingermi. Che non mi volessi più..-
-cosa?- disse sconvolto.
-si è così-
-ma se sono venuto fin qui per stare con te. E non dirmi che non ti sei mai accorta del motivo per il quale mi avvicinavo! Credimi, non era perché volessi toglierti una ciglia dalla guancia.. io volevo baciarti! –
-e perché non l’hai fatto? Non sai quante volte ho sperato che ti avvicinassi e mi baciassi..-
Aspettò un attimo prima di rispondere e quando lo fece sospirò e distolse lo sguardo.
-anche io fondamentalmente avevo paura..-
-e di cosa?-
-paura di lasciarmi andare di nuovo, paura di poter soffrire ancora.. non lo so è che.. avevo paura che se ti avessi aperto il mio cuore ci avresti camminato sopra senza nessuna esitazione. Lo so..lo so che non è così- disse subito agitato forse intimorito dalla mia espressione scioccata – adesso so che non l’avresti mai fatto, e francamente non ne ero convinto neanche prima ma.. dopo quello che ho passato quando ci siamo lasciati avevo un po’ di timore ad aprirmi di nuovo con te. E nonostante il mio cuore mi dicesse di buttarmi, di provarci.. la ragione ha prevalso sempre. Questo fino a questa sera. E fidati se ti dico che mi sto infliggendo mentalmente qualsiasi tipo di punizione per non averlo fatto prima-
-io non.. io non avrei mai potuto farti soffrire di nuovo. Se avessi avuto quest’intenzione  non mi sarei neanche avvicinata al campus, e la notte di Halloween non ti avrei detto di amarti ancora, e per lo stesso motivo non avrei mai accettato il tuo aiuto. Ti avrei detto chiaramente di andartene-
-shh lo so. Non ti agitare, lo so. E infatti non riesco a spiegarmi come abbia potuto avere così tanti dubbi quando le risposte alle mie domande ce le avevo sotto gli occhi. Perdonami amore mio, sono stato uno sciocco. L’altra sera poi ho superato me stesso!-
-perché mi hai detto quelle cose?- subito ripensai a due sere prima e a quello che mi aveva detto e non potei evitare alla malinconia e al dolore di impossessarsi del mio volto.
-perché non cambierò mai, ecco perché! Ho sempre creduto che la cosa migliore per te fosse vivere una vita normale accanto ad una persona normale anche se questo avrebbe impedito la mia felicità. E quando quel pomeriggio sono stato a tanto così dal baciarti mi sono chiesto se ne avessi il diritto. Mi sono chiesto se fosse giusto strapparti ancora una volta alla vita che avresti cercato e vissuto sicuramente se non fossi mai esistito. Non dire di no, perché è cosi. Ma ieri mattina mi hai fatto capire quanto sei determinata e quando ho capito che tu avevi scelto la tua vita non ho più potuto oppormi. Anche perché non sarei riuscito a stare più di due giorni lontano da te-
-sei incredibile. Non cambierai mai.. cosa devo fare per farti capire quanto ti appartengo? Devi deciderti a ficcarti in testa che sono grande ormai e che il tempo di dirmi cosa fare è passato da un pezzo. Decido io cosa voglio della mia vita e non saranno di certo le tue parole a farmi convincere del contrario...-
-infatti non l’hai fatto-
-certo che no! Come avrei potuto? Dopo tutto quello che ho fatto per riacquistare la tua fiducia non mi sarei di certo arresa davanti alle tue stupide convinzioni..-
-ci sei rimasta male però.. ti ho sentito. E non sai quanto ho dovuto trattenermi per non salire in camera tua e stringerti forte e dirti che era tutto a posto-
-davvero?-
-cosa?-
-è tutto a posto?-
-certo che si- disse con un mezzo sorriso e a quelle parole tirai un sospiro di sollievo.
Prendemmo a fissarci negli occhi come se non ci vedessimo da anni. Rivedevo nel suo viso tutto quello che avevo cercato in tanti mesi e scoprire che non fosse cambiato nulla, che le emozioni che mi trasmetteva anche solo con una carezza non fossero mutate affatto mi infuse una serenità che non provavo da tempo.
Non so quanto passò prima che mi addormentassi, ricordo solo che improvvisamente Edward non era più di fronte a me e mi agitai molto. Ma quando sentii le sue braccia stringermi forte permettendomi così di appoggiare la testa sul suo petto mi rilassai completamente. Nel dormiveglia gli strappai un bacio e in un sospiro gli sussurrai –ti amo così tanto amore mio..- e poi fu il buio.

************************

-dammi la tua valigia Bella..- mi disse Edward con un sorriso.
Stavamo facendo il check in ed io ero dietro di lui al banco d’imbarco. Gli passai la valigia come mi aveva chiesto e una volta inseriti tutti i sigilli l’operatore la spedì sul nastro trasportatore. Ci riconsegnò i documenti d’identità e dopo averci augurato buon viaggio lo salutammo con un sorriso. Mi spostai velocemente per permettere alla signora anziana dietro di me di passare avanti. Edward mi fu subito accanto e mi prese la mano mentre ci dirigevamo al gate.
Osservai le nostre dita intrecciate e non potei evitare di arrossire, come già era successo quella mattina. Al sol pensiero mi venne voglia di riavvolgere il nastro del tempo per trovarmi ancora nel mio letto..insieme.
A svegliarmi non fu il suono della sveglia ma due mani dolci e delicate che mi accarezzavano il viso. Non so perché lo feci ma d’improvviso mi girai dall’altra parte sotterrando la testa sotto il cuscino.
-vattene.. voglio dormire..- biascicai con la testa ancora nel mondo dei sogni.
-ti avevo detto che dovevi andare a letto presto ieri sera..-
-si. Ma non puoi svegliarmi all’alba! Avrò dormito si e no 2 ore!-
-non è colpa mia se abbiamo il volo così presto..-
Bastarono quelle parole a farmi saltare in aria. Volo..volo! Dovevamo partire ed io ero ancora in quelle condizioni.
-perché non mi hai svegliato prima?- gli dissi mentre mi mettevo a sedere in mezzo al letto. Mi guardò come per dirmi “ma tu sentila!” e poi scosse la testa.
-punto numero uno: fino a due secondi fa credevi fosse troppo presto per alzarti e adesso mi vieni a dire che è tardi? Punto numero due: siccome avevo la certezza che appena ti fossi svegliata mi avresti risposto in questo modo ti dico che abbiamo ancora un po’ di tempo per prepararci e fare le cose con calma-
Mi lasciò a bocca aperta, mi conosceva meglio di chiunque altro– davvero?-
-davvero..- subito mi rilassai e mi ributtai con la testa sul cuscino. Edward se ne stava al mio fianco e mi guardava dall’alto. Ripensai a tutto quello che ci eravamo detti la sera prima e subito arrossii cominciando ad avvertire una fitta al cuore .
-ciao..- gli dissi con tono languido.
-ciao a te- mi rispose stampandosi in faccia un sorriso sghembo da infarto – pensavo ci avresti messo di meno a renderti conto che fossi al tuo fianco. Sembravi posseduta. Stavo per chiederti : chi sei tu? Che fine ha fatto la mia Bella? La donna che amo da impazzire.. la donna della mia vita-
Ok. A quelle parole avrei dovuto quantomeno sorridergli, dirgli grazie, ricambiare a mia volta i miei sentimenti. E invece non feci niente di tutto questo. Semplicemente perché non ne ebbi il tempo, troppo presa a saltargli addosso.
O meglio.. a spingermelo addosso. Con un colpo secco afferrai la sua canottiera e lo spinsi verso di me. Se avessi avuto davanti un soggetto ostile ero certa che l’avrei strappata, ma Edward assecondò il mio gesto facendomi capire quanto anche lui lo volesse rendendomi tutto più semplice. Mi impossessai delle sue labbra con tale trasporto e desiderio che non credevo mi mancassero già così tanto. Mi dedicai con devozione a lambirle millimetro dopo millimetro e potei sentire chiaramente ciò che questo provocava al suo corpo, completamente a contatto con il mio. Ci staccammo dopo un po’ entrambi ansimanti per la prova di apnea mattutina e mi specchiai dentro ai suoi occhi.
-sono qui..- sussurrai ad un centimetro dal suo mento – sono sempre stata qui-
-adesso lo so- mi disse accarezzandomi i capelli – e forse l’ho sempre saputo-
-quanto tempo abbiamo prima alzarci dal letto?-
-non molto in realtà.. anche tuo padre si sta per svegliare-
Già, aveva così insistito ad alzarsi per venirci a salutare che non potemmo dirgli di no.
-allora mi sa che è meglio se ci prepariamo-
-ok, vado di sotto..- fece per alzarsi ma subito lo bloccai per l’improvviso senso di vuoto che mi provocava anche solo immaginarlo lontano.
-aspetta, non andare-
-Bella lo sai cosa succede se tuo padre si alza e ci trova insieme nello stesso letto! Come minimo mi spara!-
-per fortuna che sei a prova di proiettile allora!-
-molto divertente! Ma non penso sia una buona idea testarlo ora!-
-ok.. guastafeste! Prima dammi un bacio però e poi ti lascerò andare..-
-come siamo insaziabili questa mattina..-
-veramente di te non sarò mai sazia!-
-è una promessa?-disse ad un centimetro dal mio naso.
-contaci!- gli risposi a mia volta perdendomi immediatamente in quel mare di dolcezza che erano le sue labbra.   
Come promesso però quella sensazione durò il tempo di un bacio che subito scese di sotto.
Ci preparammo entrambi facendo finta di niente davanti a mio padre che ancora assonnato lottava con tutte le sue forze per non crollare davanti a noi. In un gesto quasi involontario gli presi la mano e fu troppo tardi quando mi accorsi che anche Charlie l’avrebbe visto. Subito arrossii come un pomodoro e mi tirai indietro. Il mio improvviso blocco dipendeva dal fatto che non volevo farlo preoccupare. Non volevo che pensasse al modo in cui ci saremmo “divertiti” una volta a Parigi. Anche se a pensarci bene era stato proprio lui ad incoraggiare il nostro riavvicinamento.
Ancora in imbarazzo mi avvicinai ad abbracciarlo per salutarlo – non so come ringraziarti per questo splendido regalo papà..-
-non c’è bisogno che dici nulla. Voglio solo che tu ti diverta e che torni a casa sana e salva. Solo questo conta-
-non si preoccupi Charlie, baderò io a Bella-
-oh ne sono sicuro..- disse assottigliando gli occhi assumendo un’espressione improvvisamente seria.
Edward si irrigidì come del resto feci anche io ma quella sensazione di essere studiati al microscopio svanì non appena papà diede ad entrambi una pacca sulla spalla mettendosi a ridere.
- rilassatevi ragazzi! Stavo scherzando.. divertitevi mi raccomando e fatevi sentire ogni tanto, ok?-
Sospirai – ok..-
Un ultimo bacio e fummo fuori.

-dormi Bella, sei molto stanca. Stanotte non hai chiuso occhio..-
Quelle parole mi fecero tornare al presente e mi vidi seduta sull’aereo. Accanto a me Edward.
Gli sorrisi e mi sporsi in avanti per poterlo baciare.
-scusa, dicevi?-
-dicevo.. che ti ho vista un po’ persa nei tuoi pensieri. Non è meglio se provi a dormire?-
Avevo voglia di dormire? Si, in realtà mi sentivo uno straccio. Ero disposta a sprecare anche un solo minuto che avrei potuto passare con Edward per fare spazio all’incoscienza? No. Decisamente No.
-non voglio dormire. Voglio tenerti compagnia in queste ore di volo. Voglio essere presente qualunque cosa tu faccia..-
Rise –ma se siamo intrappolati su questi sedili per almeno altre 6 ore? Vuoi che ti prenda in braccio una volta che atterreremo a New York per fare scalo solo perché tu non hai voluto riposare un po’? Sarò qui accanto a te Bella te lo prometto..-
-non voglio dormire- risposi decisa –non avevamo qualcosa da leggere noi due..- buttai lì ricordando improvvisamente il diario.
-e va bene! D’accordo!- disse esasperato arrendendosi alla mia volontà.
-sei più testarda di un mulo..- sussurrò alzandosi per prendere il pacchetto che gli avevo regalato dalla borsa sopra le nostre teste.
Soffocai una risata ma se ne accorse comunque e mi rivolse uno sguardo sconfitto talmente adorabile che se fossimo stati soli su quell’aereo non avrei saputo rispondere delle mie azioni. Ma possibile che la gente viaggiasse anche il giorno di Natale?
Imbarazzata anche solo di aver pensato una cosa simile mi portai le mani al viso per l’incredulità.
-allora, da dove cominciamo?- disse tornando a sedersi al mio fianco.
-secondo me è meglio cominciare dall’inizio!- dissi con aria saccente facendolo ridere.
-ok..- scosse il capo mentre il più bel sorriso gli attraversava la faccia.
-“ sono passate esattamente 3 settimane da quando sei andato via...-
Edward prese a leggere le prime parole ed improvvisamente mi resi conto che dopotutto avrei fatto meglio a dirgli di no. Perché non sarebbe stato facile per niente rileggere i pensieri che mi avevano fatto soffrire così tanto. Deglutii a fatica il groppo che mi si era posizionato in gola cercando di apparire più disinvolta possibile. Non  potevo tirarmi indietro. Ormai gliel’avevo promesso. Sapevo quanto fosse importante per lui e non me la sentivo di cambiare idea all’ultimo minuto.
Riacquistai subito la mia serenità, che solo il pensiero di fare qualcosa per Edward  sapeva infondermi, e mi strinsi al suo braccio.
Lo ascoltai leggere sottovoce i pensieri che un tempo mi avevano devastata, distrutta, annientata e mi scoprii a rabbrividire in più di un’occasione. Ogni volta che lo facevo però ci pensava lui a tranquillizzarmi stringendo la mia mano nella sua.
Fui molto sorpresa di apprendere che alcuni miei pensieri non proprio gentili nei suoi confronti, come ad esempio il momento in cui gli dicevo di odiarlo, non lo disturbassero affatto.
Quando stupidamente gli chiesi scusa per averlo trattato male anche se solo mentalmente mi guardò di sbieco dicendomi che non dovevo neanche pensare di scusarmi. Che era normale per me pensare quelle cose di lui visto che se ne era andato via senza dirmi niente.
Si irrigidì un po’ quando lesse il punto in cui gli raccontavo di me e Jacob e allora fui io a tranquillizzarlo baciandolo e dicendogli a mia volta che mi era servito per capire ancora di più quanto mi mancasse e quanto fosse lui l’uomo della mia vita.
Fu molto sorpreso di leggere il racconto di quando andai a cercarlo a Denali. Mi aveva sempre detto quanto fosse curioso di sapere ogni cosa riguardo quella faccenda ma non avevo mai trovato l’occasione per farlo.
-Come odio non sapere le cose. Non sapere cosa pensi di me!
Comunque ho preso la decisione di aspettarti. Aspetterò un tuo gesto, aspetterò che torni.. e intanto vivrò la mia vita con una cosa in meno al mio fianco,la felicità che solo tu sapevi darmi!” ..-
Concluse la lettura e rimase in silenzio per qualche istante. Tanto che mi chiesi se fosse rimasto deluso da qualcosa. Quando parlò lo fece con una tale tristezza negli occhi che mi fece cadere nell’angoscia.
-Bella.. non sai quanto mi dispiace. Mi dispiace di essermene andato senza dirti niente. Mi dispiace di averti rinfacciato tutto il mio rancore quando ci siamo incontrati al campus. Leggendo questo diario ho finalmente capito quanto mi amassi all’epoca e quanto hai continuato a farlo anche dopo che sono andato via. Non avevo nessun diritto di trattarti in quel modo..-
-shh,shh,shh.. non dire così. Tu non potevi sapere quello che ho passato in tua assenza e giustamente hai pensato al tuo dolore. Non pretendevo che rimanessi con me se non mi volevi al tuo fianco.. ma rimpiango almeno una spiegazione da parte tua. Una frase..un gesto d’addio. Non sai quanto ho agognato vedere almeno un’ultima volta i tuoi occhi..- dissi sull’orlo delle lacrime.
-oh amore mio, sono stato un perfetto idiota. Potrai mai perdonarmi?- mi chiese portando una mano sulla mia guancia. Subito chiusi gli occhi e vi poggiai la testa sopra.
-è una richiesta impossibile la tua..- sussurrai riaprendo gli occhi e vidi il terrore impossessarsi dei suoi. Ma subito mi affrettai a spiegare – non posso farlo perché l’ho già fatto e non posso amarti di meno solo perché sei stato un idiota. Ti amo ogni secondo di più-
Si avvicinò e non mi diede nemmeno il tempo di prendere una boccata d’aria che subito mi baciò. Un bacio dolce e lento carico di tutto il suo amore.  
Mi accoccolai sul suo petto chiudendo gli occhi per bearmi al meglio di quel contatto. Sentire il freddo della sua pelle contro la mia guancia, la sua mano che faceva su e giù sul mio braccio, l’aria gelida del suo respiro sui miei capelli mi tranquillizzò a tal punto che gli occhi si abbassarono nonostante combattessi con tutte le mie forze per tenerli aperti.

**************************
L’aereo porto internazionale di New York mi accolse assonnata e rimbambita. Avevo dormito per tutte le restati ore sul petto di Edward e quando mi chiamò per avvisarmi che dovevamo scendere non bastarono neanche quei 10 minuti di tempo a farmi riprendere.
Scendemmo mano nella mano mentre ci dirigevamo all’uscita del volo per Parigi, ero così stanca che mi lasciai condurre per tutto il tempo da lui.  Quando papà ci diede i biglietti fui felice di apprendere che non dovevamo aspettare tanto durante lo scalo prima di prendere il volo successivo, ma adesso che mi ritrovavo in quelle condizioni dopo solo 6 ore di viaggio avrei gradito una bella passeggiata per sgranchire le gambe, una bella tazza di caffè per riprendermi e una.. una..
Eravamo quasi arrivati all’uscita quando fermai Edward tirandolo per un braccio.
-quanto tempo abbiamo prima di salire sull’aereo?-
-non molto, 10 minuti al massimo..-
-dici che faccio in tempo a fare una.. telefonata?- gli chiesi speranzosa.
-certo che ce la fai! Ti aspetto alle sedie laggiù, ok?-
-va bene non ci metterò molto- lo salutai con un bacio e presi subito il cellulare. Lo accesi e immediatamente digitai il numero che tanto volevo fare.
Mi rispose dopo neanche 2 squilli.
-dovrei essere arrabbiata con te signorina. È un eternità che non ti fai sentire!-
-buon Natale anche a te Ally..- risi. La mia amica non sarebbe mai cambiata.
-se, se. Come dici tu!-
-dai Ally non fare così-
-ti perdono solo perché so quanto deve essere stata dura con Charlie in quest’ultimo periodo. A proposito come sta?-
-sta bene Ally grazie- stavo per aggiungere dell’altro quando l’interfono annunciò un volo.
-ma dove sei? Si sente un casino pazzesco!-
-beh ecco, in effetti devo dirti una cosa..-
-quale cosa?- chiese subito mettendosi sull’attenti.
-ho approfittato per chiamarti adesso visto che sono ancora in America solo per non pagare un botto di soldi una volta atterrata a..Parigi..-
-COSA?-
-sto andando a Parigi Ally!-
-non ci credo..-
-si è così! A pensarci bene non ci credo nemmeno io ancora..-
-wow. E cioè fammi capire.. quando l’avresti deciso? Ci vai da sola? Quanto tempo starai?- subito risi per il vizio che aveva di farmi 10 domande in 10 secondi.
-non l’ho deciso io. È un regalo di mio padre e..-
-e???-
-e non ci vado sola. Parto con Edward – a quelle parole fui costretta a spostare il telefono dall’orecchio. Gettò un urlo talmente forte che per poco non mi perforò il timpano.
-Bella! Davvero?-
-si. Si Ally-
- come sono felice! Ma cosa è successo? Siete tornati insieme?-
-è troppo lungo da spiegare per telefono ma... si, siamo tornati insieme da neanche 24 ore e non posso essere più felice di così- mi scoprii a piangere come una stupida e ringraziai il cielo che non potesse vedermi.
-lo sapevo! Lo sapevo! Te l’avevo detto che prima o poi sareste tornati insieme! Non te l’avevo detto che o poi sareste tornati insieme? Eh?-
-si Ally me l’avevi detto. E non sono mai stata più felice di darti ragione-
- Bella.. oddio muoio dalla curiosità di sapere tutti i dettagli e me li racconterai prima o poi, ma per adesso ti auguro solo tanta felicità. Godetevi questo viaggio e approfittatene per ricostruire tutto quello che avete perso senza dimenticare di.. ecco come dire.. “divertirvi”!-
-Ally! Sempre li vai a parare tu eh? Ma lo sai cosa ti dico?-
- no. Cosa?-
-che questa volta ti do ragione al 100%!
Ci salutammo mentre chiamavano il nostro volo promettendogli che l’avrei chiamata presto.
Andai da Edward che mi aspettava con un sorriso sulle labbra e subito capii il motivo.
-hai sentito tutto vero?- dissi richiudendo il cellulare e mettendolo in tasca.
-si. ho sentito tutto.. scusa ero troppo curioso-
-non fa niente. Ally è così esuberante che non riesco mai a frenarla..- dissi arrossendo.
Presi il biglietto dallo zainetto e mi diressi verso l’uscita.
-ah Bella?- mi chiamo Edward alle mie spalle facendomi bloccare sul posto. Mi voltai per guardarlo e si avvicinò stampandomi un bacio in fronte.
-anche io ti do ragione al 100%..-


ALLORA???? MI SONO FATTA PERDONARE DEL RITARDO???
Spero che il capitolo vi piaccia! non so se ve l’aspettavate adesso questa riconciliazione! Nelle scorse recensioni eravate convinte che si sarebbero riappacificati in quel di Parigi!
Mi sono emozionata tantissimo a scrivere questo capitolo e adesso tremo all’idea di leggere quello che pensate! *_*
vi ringrazio infinitamente per l’affetto che mi state dimostrando! GRAZIE DAVVERO!
Mi ritiro in un angolino in attesa del vostro giudizio!
Alla prossimaaaaaaaaaaaaa!!!

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Capitolo 33
*** capitolo 32 ***


                                               

E buongiorno!!! Eccomi qui dopo.. non so neanche io quanto tempo è passato e vi chiedo infinitamente scusa! Vi chiedo anche scusa per non aver risposto alle vostre magnifiche e splendide recensioni! Ma se l’avessi fatto avrei rimandato il momento della pubblicazione e il tempo a mia disposizione già è quello che è! Non volevo farvi attendere oltre e spero che mi perdonerete!

Ringrazio chi mi ha cercato in privato chiedendomi che fine avessi fatto!^_^ vi adoro!

Bene.. non voglio tediarvi oltre. Vi lascio al capitolo. Anzi “IL” capitolo! Chi vuole intendere intenda!* sguardo ammiccante *

Ci vediamo sottooooooo

Ps. CiùCiù questo capitolo è per te!♥

Capitolo 32


-Merci beaucoup..- dissi nel mio stentato francese.
-pas du tout, au revoir Mademoiselle..-  mi rispose gentilmente il signore di fronte a me.
Mi allontanai salutandolo con la mano mentre sorridevo incamminandomi lungo la via di Chateau Landon, via che avevo imparato a conoscere molto bene in soli due giorni di permanenza. Ero felice.
-ma la vuoi smettere di mangiare!- ecco adesso non sorridevo più.
-ma la vuoi smettere di ripetermelo? Che c’è non ti piaccio più se metto su un paio di chili?- dissi guardandolo di sbieco mentre addentavo la mia crêpe al cioccolato. Era una delle cose più buone che avessi mai assaggiato in vita mia.
-ma cosa centra questo? Lo sai che ti amerei comunque. Non è la bellezza esteriore che conta per me..- lo guardai ancora più male - cioè non che tu non sia bellissima, voglio dire lo sei, eccome se lo sei..ma non è quello l’importante per me..aaaaaaaaaaah quando mi sono infilato in questo circolo vizioso di preciso?- disse sbuffando ed io risi. Quanto lo amavo!
-tranquillo amore sei riuscito a spiegarti benissimo!- dissi prendendolo in giro.
-ma come siamo simpatiche oggi eh?-
-si è vero. Oggi mi sono svegliata con il sorriso sulle labbra..-
-che vuoi dire scusa? Non è perché ti svegli tutte le mattine con me al tuo fianco che di vedo sorridere? Non ti faccio sempre lo stesso effetto?-mi bloccai di colpo avvicinandomi a lui tirandolo verso di me.
-ogni secondo che passa ti amo sempre di più..di più.. di più..-  dissi suadente al suo orecchio. Lo vidi deglutire a fatica e non potei evitare ad un misto di eccitazione e stupore di attraversarmi il corpo per quello che ero in grado di trasmettergli.
Da quando eravamo atterrati sul suolo di Parigi il nostro rapporto non aveva fatto altro che saldarsi sempre di più, rendendoci felici come e di più del periodo che stavamo insieme. Sarà stata l’aria o l’atmosfera magica che si respirava, sta di fatto che non mi ero mai sentita così euforica e su di giri.
-anche io ti amo lo sai. E non voglio assolutamente dire che stai ingrassando o qualsiasi altro termine che ti provocherebbe una crisi di panico in piena regola! Voglio solo dire che non ti ho mai visto mangiare così tanto! Da quando siamo qui non fai altro che accompagnare ogni boccone con l’espressione “mhhh buono!”-
-cosa posso farci se ho capito di amare la cucina francese?- gli dissi continuando a rimanere abbracciati.
-si penso se ne siano accorti tutti! Anche quel povero cameriere che ieri sera non faceva altro che servirti la raclette!-
Solo a sentire il nome mi venne l’acquolina in bocca! – mhh quanto mi è piaciuta!-
-lo so! È questo che voglio dire.. tu sei fatta così, quando ami qualcosa dai tutta te stessa e non mi riferisco solo a me..- disse con un sorriso sghembo che mi fece tremare le ginocchia – ma a tutto!-
-e non ti piace questo aspetto di me?-
-lo adoro!-
Ci staccammo da quell’abbraccio così intimo e riprendemmo a camminare mano nella mano senza riuscire ad abbandonare l’espressione da pesce lesso che mi accompagnava da giorni ormai.  
Un merito particolare ce l’aveva senza dubbio Edward ma non potevo negare che centrasse anche Parigi!
Mi ero innamorata a distanza di questa città guardando i vari documentari, studiando i periodi storici che l’avevano segnata e gli innumerevoli artisti e letterati che avevano contribuito a renderla ciò che era. Cioè una città dai mille aspetti e piena, piena di cose da scoprire!
Inutile dire che non mi lasciai sfuggire per nulla quest’occasione.
Il giorno stesso del nostro arrivo, lungo la strada che ci avrebbe condotti in albergo, proprio nella via di Chateau Landon, mi persi ad ammirare dal finestrino del taxi tutto quello che appariva davanti ai miei occhi rimanendo per minuti interi con la bocca spalancata. Parigi era un museo a cielo aperto. Ovunque decidevi di guardare c’era sempre qualcosa pronta a rubarti il respiro. Quando giungemmo in albergo però ci fu un’altra cosa con cui dovemmo fare i conti. La sistemazione che mio padre aveva deciso per entrambi non comprendeva la possibilità di dormire assieme.
-non prendertela Bella. In fin dei conti ha organizzato tutto questo quando credeva che fossimo semplici amici..- mi aveva detto Edward e dopo la delusione iniziale non potei non dargli ragione. E poi mi aspettavo davvero che Charlie scegliesse una camera matrimoniale per far dormire la sua unica figlia in compagnia del suo ex fidanzato adesso diventato amico? Naturalmente no.
Avremmo voluto disdire le prenotazioni e prendere un'unica camera ma scoprimmo che l’importo del soggiorno sarebbe stato addebitato tutto quanto sul conto di mio padre e alla fine come avrei giustificato il fatto che invece di pagare due stanze ne avrebbe pagato una sola?
Dovemmo accettare per forza quella sistemazione che a primo impatto ebbe l’effetto di una pugnalata in pieno petto ma che alla fine non apparì poi così tragica.
Avremmo potuto passare la notte insieme anche se risultavamo registrati separatamente. Edward sarebbe venuto in stanza da me e tutto si sarebbe risolto. L’unica cosa della quale mi dispiaceva era che mio padre sarebbe stato costretto a pagare le spese di una camera a vuoto. Anche se tecnicamente lo avrebbe fatto comunque. Edward era pur sempre un vampiro. A cosa gli sarebbe servito il letto?
Distrutta per via del viaggio quella notte dormii così bene che il mattino dopo mi sentii scattante e piena di energie. Trovai ad attendermi il sorriso di Edward e capii che con quell’accoglienza la giornata sarebbe cominciata bene ugualmente. Ci coccolammo un po’ nel letto giocando e sfiorando per la prima volta il nostri corpi in maniera diversa dal solito.
Lo desideravo da impazzire e qualunque momento sarebbe stato buono per sentirlo vicino.
A metà mattinata cominciò finalmente il nostro tour della città. Edward come avevo immaginato parlava correttamente il francese e non fu difficile per noi spostarci da un luogo all’ altro. E poi eravamo proprio vicini alla metropolitana! Spostarci sarebbe stato un gioco da ragazzi.
Visitammo la basilica del Sacro Cuore o  Sacré-Cœur che dir si voglia che era proprio vicino al nostro albergo posizionata sulla collina di Montmartre, il punto più alto di Parigi. Rimasi incantata dalla sua maestosità e dai suoi marmi bianchi. Era bellissima. La visitammo per intero e volli anche salire su fino in cima. Quello che non avevo calcolato però era che per farlo dovemmo salire la bellezza di 300 scalini stretti e ripidi. Ma una volta in cima alla cupola lo spettacolo mozzava il fiato. Un panorama a 360° di tutta Parigi. Meraviglioso!
Ci spostammo poi verso uno dei quartieri più famosi della città. Il quartiere di Montmartre. Il luogo di ritrovo per gli artisti di strada che effettuano giochi di prestigio e d'intrattenimento e pittori che cercano di carpire la magica atmosfera parigina su carta con colori suggestivi.
Nel pomeriggio ci spostammo verso l’Arc de Triomphe e percorremmo a piedi tutti gli Champs Elysee decorati a festa per via del periodo natalizio.
La sera quando tornammo in albergo ero così stanca che andai a letto senza neanche mangiare. Avevamo camminato così tanto che l’unica cosa che desideravo fare era dormire!
Il giorno dopo riprendemmo la nostra gita turistica visitando il Louvre e dire che fosse magnifico era dire poco! Diviso in tre sezioni era incredibilmente enorme e visitarlo tutto si dimostrò abbastanza stancante. Ma ne valse la pena! Le opere che erano contenute al suo interno erano così preziose che non avrei rinunciato ad ammirarle neanche per tutto l’oro del mondo. Amai in modo particolare la sezione degli artisti italiani, Leonardo, Caravaggio, Raffaello, Giotto...
Era pomeriggio tardi quando tornammo in albergo e come era accaduto la sera prima crollai esattamente 5 minuti dopo esserci messi a letto. Il giorno dopo avrei voluto visitare il museo d'Orsay ma a quanto pare Edward aveva un idea diversa dalla mia.
Mi resi conto troppo tardi che avevamo oltrepassato l’uscita della metropolitana e mi bloccai di colpo. Una cosa del genere poteva capitare a tutti, a me specialmente ma non a lui.
-Edward..  dove stiamo andando?- gli chiesi sospettosa sapendo già che ci fosse qualcosa dietro.
-oggi ti porto in un posto-
-e quando avevi intenzione di dirmelo?- chiesi un po’ scocciata che avesse deciso tutto da solo.
-quando avresti visto questa..-
Mi condusse verso una macchina parcheggiata a pochi metri di distanza da noi e quando fece scattare le chiusure capii subito che la nostra meta non sarebbe stata dietro l’angolo. L’assecondai sedendomi a mia volta sul sedile del passeggero e un po’ incuriosita sul dove mi stesse portando cercai di godermi il viaggio il più tranquillamente possibile.

**************


-posso sapere esattamente dove mi stai portando?- dissi spazientita dal fatto che non si decidesse a dirmi neanche una parola.

Erano ore che cercavo di estorcergli qualche informazione ma lui si rifiutava anche di guardarmi.  Lo vidi cambiare marcia e spostarsi sul sedile di pelle nero con la sua solita grazia.
-non ti basta che ti abbia detto che è una sorpresa? Da quando in qua sei così curiosa?-
-da quando mi hai fatto mettere in questa macchina e non ti sei degnato neanche di dirmi se torneremo in albergo stasera!-
-ahh adesso è questo il tuo problema?- disse soffocando a stento una risata.
-certo!- dissi ovvia- ci stiamo allontanando da Parigi e il fatto che mi stai portando da qualche parte implica che faremo tardi proprio perché saremo impegnati in questa fantomatica “sorpresa”..-
-stai scherzando spero!- disse allibito rivolgendomi uno sguardo stupito.
- no. Non sto scherzando!-
-bene.. comunque non ti dirò niente lo stesso, quindi è inutile che spremi le meningi per riuscire a trovare un modo di farmi parlare. Non attacca..-
Mi voltai a trucidarlo con gli occhi- sei.. sei un.. sei così..sei, ahhh!-
-cosa? cosa sono?- disse divertito stando al gioco.
Provai ad avvicinarmi un po’ verso di lui e languida gli sussurrai all’orecchio- sei così sexy quando mi guardi così che è difficile resisterti..- naturalmente non potei evitare di arrossire a mia volta ma era la verità, perché avrei dovuto nascondermi?
-Bella..-
-si?-
-neanche così attacca..-
Subito sbuffai e mi misi a sedere buona buona sul mio sedile mentre guardavo la metropoli diradarsi e lasciare spazio alla campagna più isolata.
-ma mi spieghi perché proprio oggi? Volevo andare al museo d'Orsay lo sai..-
-perché è oggi che dobbiamo andare! Abbiamo tempo per visitare quel museo tranquilla..-
-ok, se lo dici tu..-
-si, lo dico io! Dammi un bacio..- disse prendendomi per un braccio e costringendomi con la forza  a buttarmi su di lui per poter raggiungere il suo viso. Ci scambiammo un bacio veloce a fior di labbra e quando lui cercò di approfondirlo lo scansai ridendo pur rimanendo avvinghiata a lui.
-dai.. Edward stai guidando! Non vorrai andare a sbattere da qualche parte- dissi anche se sapevo già che non sarebbe mai stato possibile.
Infatti per tutta risposta mi guardò male come a volermi rimproverare per la poca fiducia che dimostravo di avere nelle sue capacità di pilota.
Si rilassò del tutto quando gli diedi un bacio sotto l’orecchio e mi accoccolai di più sul suo braccio destro posando la testa nella piega del suo collo.
-Bella congelerai così..- mi ammonì dolcemente.
-shh lo sai che non mi da fastidio. Starei ore appoggiata con il naso nel tuo collo. Hai un odore così buono- mi lasciai sfuggire beandomi sempre di più di quel profumo soave di miele e vaniglia.
Girò la testa per quel poco che riusciva e mi lasciò un bacio dolcissimo sui capelli.
Non ricordo molto bene quello che successe dopo. Ma ricordo però che mi addormentai e nell’incoscienza avvertii una mano gelida accarezzarmi il viso e una sensazione di tepore invadermi le braccia e il busto, sicuramente Edward mi aveva coperto con qualcosa.
 Per tutto il tempo sognai quei tre giorni che avevamo trascorso a Parigi e anche nella fase rem non potei evitare di sentirmi felice. C’era Edward al mio fianco.. come poteva essere altrimenti!?
Mi svegliai solo quando la macchina si arrestò ed Edward si avvicinò a me cominciando a torturarmi i fianchi con le dita baciandomi dappertutto. Come sarebbe stato giusto avrei dovuto solo arrabbiarmi per il modo in cui aveva deciso di svegliarmi, ma non ero assolutamente in grado di farlo. Non c’era spazio per la rabbia in quel momento perché sentivo solo il desiderio che mi provocavano i suoi baci infuocati sul collo, dietro l’orecchio, sulla mandibola, sul mio naso..sulle mie labbra. E le sue mani le sentivo accarezzarmi e non infastidirmi. Le volevo sul mio corpo, volevo che mi toccassero, che mi facessero venire i brividi, che mi dessero il piacere che tanto anelavo.
-tesoro..- disse pronunciando quella parola con una specie di motivetto musicale – lo so che sei sveglia è ora di alzarsi, siamo arrivati-
Non risposi. Mi limitai ad attirarlo verso di me e a baciarlo appassionatamente.
Si lasciò sfuggire un gemito di piacere che ebbe l’effetto di coinvolgermi sempre si più e mi spinse ad intrecciare le nostre lingue con ancora più desiderio.
Quando non fu più possibile stringersi oltre si staccò guardandomi adorante -è incredibile l’effetto che mi fai..Bella..- disse ansimante provocandomi dei brividi in tutto il corpo.
-lo stesso vale per me..- gli risposi emozionata – .. ti voglio, è normale che mi senta così-
-si, ma non penso sia il luogo giusto per lasciarsi andare -disse guardandomi negli occhi – e sarà meglio se ci sbrighiamo. Non vorrai perderti la sorpresa?-
Sbuffai scontenta alzando gli occhi al cielo. Era così impossibile da credere che in quel momento qualsiasi cosa perdeva d’importanza se al mio fianco c’era lui? se non volevo fare altro che stringerlo forte e dirgli quanto lo amassi?
Ma sapevo quanto fare qualcosa per me fosse importante per lui e perciò armata della più santa delle pazienze lo assecondai.
Scesi dalla macchina e quello che mi colpì subito fu il paesaggio circostante (immense distese d’erba e alberi enormi), il cielo che sembrava si stesse preparando ad una tempesta coi fiocchi e.. e le innumerevoli macchine parcheggiate accanto alla nostra.
Non capivo esattamente dove mi avesse portato tanto che lo guardai accigliata. Sembravamo sostare nel nulla.
-non guardarmi così.. la tua sorpresa è proprio dietro l’angolo-
Lo raggiunsi prendendolo per una mano e mi lasciai condurre da lui.
-ormai puoi anche dirmelo no?-
-dirti cosa?-
-dove mi stai portando..-
-oddio Bella sei impossibile!-
-dai dimmelo.. ti giuro che anche se me lo dirai manterrò la faccia stupita, più sorpresa che tu abbia mai visto!-
 



Scosse la testa trattenendo a stento una risata e non feci in tempo a dire nient’altro che il cartello davanti a me mi ammutolì.



-eccoci qui- disse andando a posizionarsi proprio dietro ad esso. 

-cosa? mi hai portato a Camembert?-
-beh ricordi il discorso che ti ho fatto stamattina? Ricordi che ti ho detto che nessuno è in grado di adorare qualcosa che ti piace quanto te?-
-certo che lo ricordo..-
-allora non ti sarà così difficile accettare di assaggiare la più grande varietà di formaggi di tutto il nord della Francia! Oggi, qui, in questo posto, si svolge la fiera gastronomica più grande e rinomata di tutta la Normandia..-
-non ci credo!- dissi entusiasta mentre dentro cominciavo a comprendere quello che aveva fatto.
-credici perché è così-
-hai fatto tutto questo per me? Mi hai portato qui perché sai quanto adoro il formaggio..-
-esattamente-
Subito gli saltai addosso intrecciando le gambe dietro la sua schiena emettendo un urlo di gioia.
-dio Edward.. grazie! Grazie davvero..-
-tutto per la mia principessa..- dichiarò felice stringendomi forte dondolandosi appena. E in quel momento non potei amarlo di più. Erano mesi che non desideravo altro che sentirgli dire di nuovo quella parola. Principessa.. mi faceva sentire così preziosa ai suoi occhi.
Non riuscii a trattenere le lacrime che subito andarono ad inumidirmi gli occhi.
-ei? Cosa c’è adesso?- disse subito allarmato e dentro sapevo quanto il mio comportamento potesse risultargli incoerente.
-ti amo- dissi semplicemente e lo baciai -senti ma.. secondo me dovresti fare un po’ pace col cervello! Stamattina mi hai detto che mangio troppo! E adesso mi porti ad una fiera gastronomica..-
Rise -chiariamo subito una cosa.. non ti ho detto che mangi troppo! Sei perfetta così..sei semplicemente meravigliosa! E poi.. la fiera è un modo di farti un regalo. So quanto adori il formaggio e non mi sarei lasciato sfuggire una simile occasione per nulla al mondo-
-beh allora grazie mio prode cavaliere..-
-di nulla gentil donzella!-
Contro le mie lamentele mi mise giù e mi aiutò a stringere il giaccone e a coprirmi da una folata di vento.
-sarà meglio andare non credi?- mi disse mentre lo vidi tornare indietro.
Corrucciai le sopracciglia -dove stai andando?-
-a prendere la macchina. Non vorrai congelare..-
-ma no, sto bene- protestai- facciamo una passeggiata. Voglio ricordarmi di questa giornata anche per il mal di piedi che sentirò questa sera quando toglierò le scarpe-
-sei sicura? Io mi preoccupo per te.. lo sai che io non ho nessun problema-
-appunto! Mi sembra sia arrivata l’ora di comportarsi come gli umani non credi? Quando si tratta di camminare noi camminiamo!-
-ok, ok Forrest Gump! Camminiamo..-
Risi alla sua battuta e subito ci incamminammo mano nella mano verso il centro del paese.
Raggiungere la fiera non fu per nulla difficile visto che la sua ubicazione era segnalata ovunque da cartelli e quando arrivammo a destinazione rimasi a bocca aperta per un bel po’alla vista di quanta gente era presente.
Gli stand erano stracolmi di bon gustai intenti ad assaggiare ogni cosa e nell’aria si diffondeva un profumo così sublime che mi fece venire l’acquolina in bocca solo al pensiero di poter assaggiare tanta bontà.
Edward al mio fianco mi seguiva in ogni dove, mi aiutava ad esprimermi in francese quando la mia conoscenza raggiungeva i limiti parlando al posto mio, aspettava paziente che assaggiassi tutto quello che volevo e non mancava di portarmi qualcosa da bere quando il mio bicchiere si svuotava.
La mia passione per la cucina mi aveva portato parecchie volte ad imbattermi nella convinzione che i formaggi francesi fossero tutti accomunati dalla stessa caratteristica.. cioè dal fatto che fossero tutti puzzolenti. Il che, per la maggior parte di essi era vero, ma nessuno poteva mettere in dubbio quanto in realtà fossero buoni accompagnati con del pane, con della frutta, con il miele, con la marmellata, con le noci, con le varie gelatine e mostarde, con le mandorle e lo zenzero o semplicemente al naturale!
Il pomeriggio fu allietato da un gruppo musicale molto interessante e non ci sottraemmo dall’ascoltarlo con piacere. Ad un certo punto un vecchietto arzillo mi invitò anche a ballare e strano a dirsi non rifiutai. Gli concessi due balli sotto lo sguardo divertito di Edward che non la smetteva di sorridermi.
Feci i conti anche con gli sguardi attenti delle ragazze che non facevano altro che mangiarselo con gli occhi ma lui non le degnava neanche di uno sguardo. Quando, corrosa dalla gelosia, glielo feci notare mi disse semplicemente: sono con la più bella ragazza del villaggio perché dovrei voler guardare altre donne?
Il tutto però fu rovinato dall’arrivo della pioggia.
Per tutto il giorno il cielo fu dominato da nuvoloni neri ma non era risultato tanto minaccioso come in quel momento in cui tutti scappavano per trovare riparo.
Io e Edward ci eravamo un po’ allontanati per fare una passeggiata e ci trovammo sommersi d’acqua in un battibaleno.
-non ci credo!- sbuffai esasperata quando sentii le prime goccioline cadermi sul viso.
-avanti Bella non ci siamo allontanati troppo torniamo indietro..-
-a che serve? Tanto ci bagneremo comunque.. la macchina è troppo lontana-
-questo è perché hai insistito a voler camminare! Se mi avessi dato ascolto a quest’ora saremmo al sicuro!-
-ahh adesso è tutta colpa mia certo! Non potevo immaginare che si sarebbe messo a piovere in questo modo!-
-è inutile parlarne adesso.. sta di fatto che rimani sempre la solita testarda!-
-aggrr! Non ti sopporto quando fai così!- dissi infuriata mettendomi a camminare spedita.
-e adesso dove vai?- urlò mentre un altro tuono rimbombava nell’aria.
-torno indietro!- dissi rimanendo girata di spalle.
-Bella?-
-che c’è?- risposi esasperata.
-la via giusta è da quella parte..- e a stento lo vidi trattenersi dal ridere.
Colpita anche da quell’aspetto avvilente che era il mio poco senso dell’orientamento gli passai davanti rimanendo impassibile ma la mia determinazione vacillò quando scoppiò a ridere trascinando anche me.
La sua risata aveva sempre avuto il potere di scaldarmi il cuore e in quel momento anche con il freddo pungente mi sentivo riscaldata dall’interno. Era come una coperta che con il suo calore era in grado di sciogliere ogni più piccolo pezzo di ghiaccio.
Mi avvicinai e lo intrappolai nelle mie labbra baciandolo sotto la pioggia sentendo l’amore per lui scoppiare ancora e ancora e ancora potente dentro di me.
-riesci a sentirmi?- gli chiesi stringendomi ai suoi capelli mentre dalla mia bocca usciva il vapore per via del contrasto freddo con l’esterno – riesci a sentire quello che provo per te?-
-lo sento Bella. È lo specchio del bisogno che ho di te -
Ci baciammo ancora fino a che non cominciai a tremare e a quel punto ci staccammo mettendoci a correre.
Trovammo riparo sotto una tettoia che conduceva all’entrata di quello che aveva tutta l’aria di essere un albergo.
-entra, stai congelando..- disse Edward tenendomi la porta aperta.
Una volta all’interno fui subito colta dal calore di un camino acceso proprio li di fianco alla reception.
- oddio bagnerò tutto!- esclamai senza però avere la forza di allontanarmi da quell’angolo di paradiso.
-non si preoccupi signorina! Lei e il suo amico sembrate due pulcini bagnati..- disse l’uomo che era dietro al bancone. Parlò in inglese senza però abbandonare il suo accento francese.
Si avvicinò ad una cameriera che passava di li e poi ci raggiunse. Lessi il nome “Pier” sul cartellino identificativo.
-ho dato l’ordine di portarvi due asciugamani.. prego sedetevi- ci indicò due poltrone li vicino e insistette affinché ci accomodassimo.
-spero che non duri troppo..- disse Edward scoraggiato dalla quantità d’acqua che cadeva dal cielo e che in meno di 10 minuti si era trasformata in un vero e proprio temporale.
-oh qui è così. Quando inizia a piovere non c’è modo di spostarsi. E poi era prevista una tempesta, e a quanto pare è arrivata!-
-non ci voleva..- sussurrai. In pratica eravamo bloccati in quell’albergo senza la possibilità di raggiungere la macchina e tornarcene a Parigi.
La cameriera arrivò con degli asciugamani e cominciai subito a tamponare i capelli che grondavano acqua. Edward mi fu vicino e mi aiutò con le punte.
-cosa facciamo?- gli chiesi preoccupata.
-non puoi stare a lungo in queste condizioni. Sei bagnata fradicia e stai congelando.. temo che purtroppo dovremmo rimanere qui stanotte..-
Non era allettante come idea ma non potei replicare. Aveva ragione a dirmi che dovevo fare subito una doccia calda se non volevo rischiare di prendere un malanno. Avevo cominciato a tremare quando lo vidi alzarsi e dirigersi al bancone.
-senta.. ha visto anche lei che in queste condizioni non possiamo andare da nessuna parte. Perciò mi chiedevo se avete una stanza libera per noi due stanotte..-
-beh l’albergo è pieno per via della fiera. Molti turisti preferiscono soggiornare qui piuttosto che viaggiare.. solo un momento..- disse spostando lo sguardo sul pc.
Controllò la disponibilità della camera e non mi piacque per niente l’espressione di dispiacere che gli dipinse il volto.
-purtroppo abbiamo finito tutte le camere disponibili ma.. abbiamo la Suite, però non so se per voi..-
-va benissimo grazie!- disse Edward interrompendolo prima che dicesse un eresia e cioè che forse non potevamo permettercela. Mi scappò un risolino.. Edward Cullen che non può permettersi una Suite? Una bestemmia bella e buona! Mi avrebbe comprato anche una stanza nella reggia di Versailles se fosse stato necessario!
-ok.. come desidera Signor?-
-Cullen. Edward Cullen-
-va bene signor Cullen provvederò subito a farla sistemare in Suite. Lei e la signoria..-
-Isabella Swan- dissi raggiungendoli.
-lei e la signorina Swan siete i benvenuti all’hotel Madelene!-   
Lasciammo i nostri documenti e non ci attardammo oltre visto che i brividi di freddo avevano cominciato ad essere insopportabili.
Ci portò al terzo piano e ci condusse, attraverso i corridoi bellissimi in pietra, alla porta della nostra stanza. Mi persi a contemplare quell’ambiente così romantico e suggestivo e improvvisamente l’idea di trascorrere la notte lì non fu poi così malvagia.
-prego, accomodatevi- Pier ci aprì la porta e si congedò subito per lasciarci la nostra privacy e non potei che essergli grata visto che la prima cosa che desideravo fare era infilarmi sotto la doccia.
-Bella sbrigati vai in bagno..-
Edward mi superò ed andò ad aprire l’acqua lasciandomi sola in modo che potessi spogliarmi.
Dopo aver dato un’occhiata veloce all’ambiente poggiai i vestiti bagnati nel bidet e mi infilai in doccia.
L’acqua calda fu un vero toccasana per i miei denti tremanti e un brivido mi percorse la schiena quando la sentii bagnata.
Rimasi li dentro per almeno 10 minuti e quando uscii mi lasciai avvolgere dall’accappatoio tiepido che avevo precedentemente poggiato sul termosifone.
Raccolsi i capelli in un asciugamano e lavai la biancheria con una boccettina di bagnoschiuma. L’appesi al termosifone e sconsolata decisi che non potevo impartire  lo stesso trattamento al resto dei vestiti. Avrei aspettato che finissero di gocciolare.
Un tuono spaventoso mi fece sobbalzare per lo spavento e subito corsi da Edward.
Lo trovai in piedi su un tappeto con i vestiti tutti appiccicati addosso e solo in quel momento mi accorsi che anche lui necessitava di una doccia.
-oddio scusami mi sono attardata troppo..-
-ma no Bella. Lo sai che io non ho le tue stesse esigenze. Mi dispiace solo di aver bagnato questo splendido tappeto-
-non dire stupidaggini! Corri subito in bagno a lavarti!-
-ok “mamma” agli ordini!-
Lo spinsi dentro e gli richiusi la porta alle spalle.
-fai con calma!-
Urlai prima di sedermi sul letto matrimoniale.
Solo dopo aver realizzato che mi trovavo seduta su un letto magnifico con tanto di baldacchino mi accorsi che non avevo neanche dato un occhiata alla stanza.
Percorsi con gli occhi metro dopo metro le pareti in pietra, il tetto spiovente, la tappezzeria elegante, le finestre chiuse con delle vetrate coloratissime, il letto in legno, le poltrone sontuose e i mobili raffinati.
Sembrava di stare in  un castello delle favole.
Era meravigliosa. Non eccessivamente grande come mi immaginavo ma.. perfetta.
L’ambiente era caldissimo e stare in accappatoio non mi pesava poi molto, anche perché avendo tutti i vestiti bagnati non avevo idea di cosa avessi potuto indossare altrimenti.
Chissà cosa indosserà Edward invece.. pensai arrossendo. E subito la visione di lui in accappatoio fece impazzire i miei ormoni.
Non ero pronta però alla visione che mi si sarebbe presentata davanti agli occhi di li a 5 minuti.
Quando la maniglia della porta del bagno si abbassò istintivamente fui colta dalla strana esigenza di trattenere il fiato e vedere Edward con solo un asciugamano in vita ed i capelli bagnati mi fece quasi prendere una sincope.
Mi costrinsi a respirare per non rischiare di svenire ai suoi piedi e anche per evitare di sembrargli una stupida, e a fatica mi imposi di distogliere lo sguardo.
-emmh tutto bene?-  gli chiesi portando una mano a chiudere meglio la scollatura dell’accappatoio sul petto. Ma di cosa mi vergognavo?
-si grazie tutto a posto.. non si può dire certo la stessa cosa dei nostri vestiti!-
-già.. infatti ho dovuto lava..- cazzo! Ho appeso la biancheria intima al termosifone del bagno in bella vista! Ma si può essere più stupide di così?
Arrossii e non riuscii a nascondere l’imbarazzo. Ero proprio una frana!
-che ore sono?- gli chiesi subito per cambiare argomento.
Prese il cellulare da sopra il comodino, che stranamente era riuscito a scampare alla pioggia, e lo guardò.
-quasi le 20.00.. vuoi mangiare qualcosa?-
-no ti prego! È da oggi che non faccio altro che mangiare!-
-e allora che vuoi fare?- disse venendo a sedersi al mio fianco.
Giocare al kamasutra? Avrei voluto dirgli e dovetti mordermi la lingua per non andare oltre.
Improvvisamente la prospettiva di impegnare la bocca con del cibo per non rischiare di dire cavolate non fu poi così cattiva.
-mhh non lo so.. un po’ di tv?-
-lo sai che non riesco a capire il francese se parlato troppo in fretta-
-giusto. Mmm.. un dvd?-
-dici che ci saranno dei film in questa stanza?-
-non lo so, do un occhiata-
Lo seguii dirigersi verso la tv ed aprire uno dei mobili li vicino. La visione della sua schiena muscolosa mi fece sentire uno strano formicolio allo stomaco.
-abbiamo Moulin Rouge, Chocolat, la Maschera di Ferro, Ultimo tango a Parigi.. tutti film ambientati in Francia! Dio, si può essere più patriottici di così?-
-ma sono in inglese?-
-no, ci sono i sottotitoli se vuoi..-
-ok, allora facciamo Ultimo tango a Parigi!-
Lo vidi deglutire -ne sei sicura? L’hai mai visto?-
-a dire la verità no..-
-ok, come vuoi tu, vediamo questo-
Ci posizionammo sul letto e al contrario di quello che avevo detto prima feci portare qualcosa da mangiare in stanza.
Sgranocchiavo un toast francese mentre guardavo Marlon Brando camminare per le strade di Parigi, quelle stesse strade che solo quella mattina anche io avevo visto.
E poi l’incontro con Jeanne e la relativa visita all’appartamento e poi.. poi..
Ecco quello era uno dei momenti in cui avrei preferito che una voragine si aprisse nel pavimento e mi inghiottisse piuttosto che trovarmi in quella stanza con Edward a guardare i due protagonisti fare sesso.
E non solo per una volta! Per tante e tante altre volte!
Edward al mio fianco sul letto non faceva altro che deglutire e tossicchiare e capii quanto potesse risultare imbarazzante quella scena. Avrei voluto dirgli di toglierlo ma non lo feci. Ero sicura che mi sarei sentita ancora più in imbarazzo!
Quando arrivò la scena del burro per poco non mi coprii gli occhi. Trattenni il fiato e beh.. mi sentii morire.
Quando anche l’ultimo fotogramma scomparve lasciando scorrere i titoli di coda tirai immediatamente un sospiro di sollievo.
Edward si alzò a togliere il dvd e a posizionarlo di nuovo nel suo alloggio.
Nessuno dei due aveva parlato per tutto il film e nessuno dei due sembrava intenzionato a farlo in quel momento.
E la verità era che se solo avessi potuto gli sarei saltata addosso in meno di un secondo. Non sapevo dire quanto questo fosse colpa del film, del fatto che ci avesse smosso gli ormoni o se la voglia che avevo di lui doveva essere per forza saziata. Sta di fatto che preferii stare in silenzio per darmi una calmata. Avevo sentito che coppie con problemi a livello sessuale usassero il metodo di vedere film erotici per far salire l’eccitazione, ma mai avrei immaginato che avesse così tanto successo.
In pratica ero una torcia umana che bruciava da dentro pronta a scoppiare da un momento all’altro! E avere Edward a petto nudo a 2 metri di distanza non aiutava affatto!
-vado in bagno, torno subito- disse lasciandomi sola sul letto. E in quel momento lo ringraziai. Tornai a respirare solo quando vidi la porta chiudersi alle sue spalle.
Rimasi immobile a fissare un punto non ben definito della stanza e quasi sobbalzai quando tornò da me. Aveva addosso solo i boxer e la canottiera.
-penso sia ora di mettersi a letto non credi?-
-cosa?- gli chiesi sentendo il battito del mio cuore accelerare.
-dicevo che è tardi e che dovresti dormire-
-o si, vado in bagno a cambiarmi e a sciogliere i capelli. Solo che..- dissi interrompendomi.
-solo che?-
-beh non ho nulla da mettere per la notte..- a parte la biancheria intima che ero certa ormai fosse asciutta.
Si allungò sulla sedia li vicino e prese la sua camicia – questa era solo un po’ umida adesso mi sembra asciutta. Puoi metterla se vuoi..-
-si grazie- la presi e mi avvicinai al suo viso per poterlo baciare. Avrei voluto approfondire ma non potei evitare di pensare che forse mi sarei lasciata andare un po’ troppo. Perciò di malavoglia mi staccai e andai in bagno.
Sciolsi i capelli dal turbante che avevo in testa lasciandoli ricadere sulle spalle e gli asciugai un po’ con il phon.
Indossai la biancheria che come avevo preventivato era asciutta e intiepidita e poi infilai le braccia nella camicia azzurra di Edward.
Mi arrivava alle cosce lasciandomi scoperte le gambe e a piedi nudi tornai da lui.
Sembravo la protagonista di una di quelle commedie sexy che si vestono in quel modo per provocare il proprio partner.
Quando gli fui davanti non riuscì a nascondere lo sguardo stupito e compiaciuto per quello che stava guardando, ed io non potei evitare di arrossire.
-non posso certo dire che non ti stia bene.. sei una visione-
-grazie ma non ho nulla di particolare addosso, è solo una semplice camicia..la tua-
-allora ricordami di prestarti più spesso i miei vestiti perché ti rendono incredibilmente sexy..-
Deglutii mentre sentivo il cuore iniziare a pompare forte. Mi avvicinai al letto e lo raggiunsi infilandomi sotto le coperte.
Fuori il tempo non aveva smesso un attimo di piovere e i tuoni, per quanto potesse suonare assurdo, riuscivano a creare un atmosfera magica.
Ci guardammo negli occhi sotto la luce soffusa della lampada e mi persi, come sempre mi capitava, a contemplare la sua perfezione.
Sei bello da farmi stare male. I tuoi occhi parlano da soli, sono grandi e profondi, mi ci perdo dentro per quanto sono immensi. Hai uno sguardo freddo ma nello stesso tempo dolcissimo. Vorrei sapere quando mi guardi in che modo lo fai, davvero. Chissà cosa si nasconde nei tuoi silenzi quando mi osservi e io con la coda dell'occhio me ne accorgo..pensai.
Ad un certo punto sentii la sua mano accarezzarmi il fianco e non potei non rabbrividire. Allora mi strinsi maggiormente a lui per sentire meglio in contatto.
-Bella tra un po’ batterai i denti..-
-finiscila di rimproverarmi ogni volta che mi avvicino.. tu non sai quanto ne ho bisogno! -
Alzai una mano e la portai al suo viso -non sai per quanto tempo ho agognato le tue labbra, sentire il tuo profumo, stare tra le tue braccia, viverti.. e adesso che lo sto facendo sento come se..- mi fermai non riuscendo a trovare le parole giuste a quel pensiero che mi faceva talmente male da non sopportarlo-  ho paura che possa finire tutto da un momento all’altro, e non voglio, non voglio perdere di nuovo tutto questo..non dopo che ti ho ritrovato. Troppe volte abbiamo messo alla prova il nostro amore, e non sono sicura di riuscire a superare un’altra volta tutto il dolore che comporta perderti. Tu non sai cosa vuol dire per me starti lontano, sentire la tua mancanza fino a stringere i pugni talmente forte da farmi male, è un dolore fisico che si amplifica maggiormente ad ogni passo, ad ogni giorno che ti sono lontana. E la tua temperatura non ha nessuna importanza per me..- sentivo gli occhi già lucidi riempirsi di lacrime
Si portò sopra di me stringendomi forte -shhh Bella, basta non..- ma lo zittii subito mettendogli una mano davanti alla bocca
-no Edward, no.. è giusto che tu sappia, e forse è un bene anche per me parlartene. Ho il cuore che batte talmente forte per la felicità! Sei qui.. non è un sogno, non sei un’illusione. Posso toccarti..- e gli accarezzai una guancia dove subito vi depositai un dolcissimo bacio – posso di nuovo vedere i tuoi bellissimi occhi che hanno sempre avuto il potere di incantarmi..- dissi avvicinandomi per lasciare un bacio appena accennato su quelle perle piene d’amore. – posso sentire il tuo profumo dolcissimo e trovarmi in paradiso ogni volta che mi baci, ogni volta che mi sfiori, ogni volta che mi sorridi, ogni volta che sento di essere al centro dei tuoi pensieri.. ti amo Edward, è banale provare a racchiudere in queste due parole quello che provo per te, perché il sentimento che mi lega a te è immenso e non basterebbero tutti i ti amo di questo mondo per contenere il mio.. tu sei tutto per me, sei tutto per me-
-amore..- disse fermandosi per raccogliere con le sue morbide labbra le lacrime che ormai mi rigavano il viso. Non volevo rovinare quel momento mettendomi a piangere ma era inevitabile non farlo.
- Ti invidio sai?- disse fissandomi - Anche io piangerei in questo momento se potessi.. mi aiuterebbe a sfogare tutta la tensione che mi porto dentro dal momento in cui ti ho rivista e ho capito di amarti senza potertelo dire.. o per tutto il tempo passato a rimpiangere i giorni che abbiamo perso.. o per dimostrarti quanto sono felice. Non sai quanto vorrei piangere per la felicità che provo ad averti di nuovo tra le mie braccia e poterti stringere e farti capire quanto anche io ti amo.. però adesso non piangere più Bella, non sopporto di vederti piangere. Non sopporto di vedere il tuo bellissimo volto rigato dalle lacrime. Non guardiamo più al passato, non pensiamo più a quello che ci siamo lasciati alle spalle. Adesso è tempo di essere felici, di ricominciare ad esserlo insieme, di amarci incondizionatamente, di gioire e scherzare, di crescere insieme, di trovarci a ridere felici senza saperne il motivo, adesso è il tempo di stare insieme, dei baci e delle carezze tanto agognate.. è il tempo di dirti quanto ti amo e che non voglio perderti mai più, di giurarci a vicenda che non affronteremo mai più un litigio o un incomprensione voltandoci le spalle.. Amore mio d’ora in avanti saremo felici te lo prometto! Non dovrai più preoccuparti di perdermi, perché il primo a non volersene andare sono io! Mi hai reso l’uomo più felice e orgoglioso di questa terra donandomi il tuo amore. E non potrei chiedere di più dalla vita che concedermi di starti a fianco per tutto il resto dei miei giorni. Concedimelo Bella, dammi la possibilità di renderti felice e di dimostrarti ogni giorno quanto ti amo e quanto ti appartengo. Perché io sono solo tuo, mi hai rubato l’anima e il cuore e io ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo..- mi ripeteva incessantemente mentre io elaboravo tutto quello che avevo appena sentito uscire dalle sue labbra. Si, adesso lo sapevo. Ci saremmo appartenuti, sempre.
-non chiedo altro dalla vita se non questo!- mi guardò adorante e mi sorrise con uno di quei sorrisi che lo capisci se sono veri o no, uno di quei sorrisi che ti illumina la giornata, che ti fa battere il cuore perché sai inconsciamente che sei tu la causa di quel sorriso tanto bello da fare invidia a chiunque. Gli bastò curvare leggermente la testa in avanti, vista la posizione in cui stavamo, per trovare facilmente le mie labbra che non attendevano altro che essere sfiorate a loro volta dalle sue, morbide e meravigliose. Ero in Paradiso!
Portai subito una mano sulla sua schiena e lo strinsi forte.
Improvvisamente ci ritrovammo a scambiarci un bacio diverso da tutti quelli che ci eravamo scambiati fino ad allora.
Era un bacio carico di desiderio e di voglia di appartenersi e all’improvviso tutte le preoccupazioni che mi avevano colpito poco prima sparirono come cancellate da un colpo di spugna.
Perché stare con Edward era semplice come respirare e lo volevo. Lo desideravo più dell’aria che mi serviva per sopravvivere.
Alzai con entrambe le mani la sua canottiera con l’intento di sfilargliela e per un attimo si bloccò. Mi guardo da sotto le lunghe ciglia come a studiarmi. In quel momento, attraverso gli occhi, gli comunicai tutto quello che provavo ed ad un certo punto fu lui stesso a sfilarsela.
Cominciai ad accarezzarlo con le punte delle dita e lo stesso fece lui prendendomi alla sprovvista ed infilando la mano sotto la camicia.
-dio.. sei così bella- disse mentre riprendevamo a baciarci.
Sbottonò la camicia con estrema lentezza tanto che pensai che il tempo me lo facesse apposta a ritardare l’attimo in cui l’avrei avvertito pelle contro pelle. E quando avvenne sentii di poter prendere fuoco da un momento all’altro. La sua pelle era fredda ma al tempo stesso mi eccitava. Lo stesso dovette succedere ad Edward perché avvertii chiara e indistinta la sua erezione sfiorarmi la coscia.
Scostò una bretella del reggiseno facendola ricadere sul braccio riuscendo a trasmettermi dei brividi che arrivarono fino in fondo al mio ventre. Mi baciò il collo, la mandibola, il mento e poi scese giù.
Non potevo credere a quello che stavo vivendo.
Stava succedendo! Stava accadendo davvero! Io ed Edward ci stavamo unendo in un modo così totale e coinvolgente che solo il pensiero era capace di mandarmi in estasi.
Quando arrivò sui miei seni si fermò un attimo a guardarli ed io mi imbarazzai un po’, ma volevo anche che continuasse.
-non posso credere che stia accadendo davvero..- disse ansimante.
-neanche io..-
-allora voglio farlo come si deve- tornò all’altezza del mio viso e mi guardò scostandomi una ciocca di capelli dalla fronte.
-Isabella Swan.. mi concederesti lo straordinario onore di poter ammirare il tuo corpo nudo, di poterlo baciare, di renderlo finalmente, e sottolineo finalmente, mio?-
Deglutii sentendo gli occhi farsi lucidi – non sai da quanto tempo aspettavo che me lo chiedessi. Si.. si te lo concedo. Sei e sarai per sempre l’unico uomo a poterlo fare-
Si abbassò a baciarmi e poi mi guardò con una luce tutta nuova negli occhi. Cos’era? Orgoglio?
-e tu non sai quanto ho desiderato sentire uscire queste parole dalla tua bocca-
Tornò giù e fece scontare le mie punte turgide con il suo naso in un movimento circolare, poi abbassò la leggera stoffa del reggiseno di pizzo che mi aveva regalato Alice, e vi poggiò le labbra.
Fu una sensazione talmente forte sentire quel contatto che non fui sicura di saper distinguere quello che provai in quel momento. Turbamento, eccitazione, un po’ di bruciore ma sicuramente tanta, ma tanta, ma tanta felicità.
Quello che successe dopo non riesco a spiegarmelo nemmeno io.
Non so come ci riuscii, non so come trovai la forza ma sta di fatto che mi ritrovai a cavalcioni sul corpo di Edward.   
Facevo scivolare lentamente le mie labbra su ogni centimetro quadrato della sua pelle che aveva il potere di inebriare ogni mio senso, e in quel momento non trovavo le risposte al perché di tutto il nostro vissuto o del perché avessimo aspettato così tanto prima di ritrovarci a fare l’amore.. ma non mi importava più. Volevo avere a disposizione solo infinito tempo per continuare ad amarlo.
-Voglio fare l'amore con te. Quello vero. Quello che non abbiamo fatto mai. Quello  dove alla fine si piange..quello che adesso so di poter fare solo con te- gli dissi guardandolo negli occhi ed i suoi improvvisamente si scurirono.
Mi prese per la nuca attirandomi a se per baciarmi e ribaltò le posizioni.
Mi trovai distesa con la testa sul cuscino e istintivamente chiusi gli occhi per bearmi totalmente della sensazione che sentivo nel sapere Edward sopra di me.. Edward toccarmi.. Edward baciarmi.. Edward abbassare le mie mutandine.. Edward sganciare il mio reggiseno.  
Tante volte avevo pensato che il quel momento mi sarei sentita a disagio ad essere nuda davanti a lui. Ma adesso che lo vivevo davvero, adesso che anche lui era ad un attimo dal togliersi i suoi boxer mi sentivo assolutamente in pace con me stessa.
Stavamo facendo la cosa più naturale del mondo, in cui non sei più tu che comandi ma lasci che siano i tuoi sensi a guidarti dritta dritta lungo la strada del piacere, e con Edward questa impresa si rivelò più facile di quanto mi aspettassi.
Si fermò a contemplare il mio corpo sotto di lui ed istintivamente portai le mie mani sulla sua pancia. Sfiorai l’ombelico ed il mio cuore prese a battere come un tamburo quando portai le mani sull’ultimo ostacolo che ci divideva.
Capì quello che avevo intenzione di fare e delicatamente allontanò le mie mani ributtandosi sopra di me. Preferì fare tutto da solo e gliene fui grata perché se ero certa che non mi sentissi in imbarazzo nuda davanti a lui non potevo avere di certo la stessa sicurezza a ritrovarmi lui, più bello che mai e con il volto trasfigurato dal desiderio, nudo davanti ai miei occhi. Sarei diventata una torcia umana me lo sentivo.
Riprendemmo a baciarci e il mio ventre iniziò a pulsare come non mai mandandomi in visibilio.



-ti voglio..- gli sussurrai all’orecchio. Mi guardò in un modo così intenso che mi fece capire quanto anche lui non vedesse l’ora di unirsi a me.

-anche io ti voglio, non sai quanto..-
-e allora amami Edward.. –
-ho paura di farti del male, ho paura di non riuscire a controllarmi.. ho paura che..-
-shh, io ti amo e so quanto anche tu mi ami. Non mi faresti mai del male, almeno non intenzionalmente, non ne saresti capace. Io ti voglio e sono pronta. Sono pronta a condividere tutto questo con te.. tu sei pronto? Sei pronto a condividerlo con me?- dissi non sapendo neanche dove avevo trovato la forza per farlo, per fermarmi e parlare.
-si, lo sono. Sono pronto a condividere con te tutto questo e anche tutto quello che la vita ci riserverà in futuro. Solo.. dimmelo se ti faccio male e procederemo con calma, ok?- mi rispose più agitato che mai.
-ok.. – lo riportai all’altezza del mio viso e riprendemmo a baciarci. Sentii che non potevo aspettare oltre visto che la situazione in mezzo alle mie gambe si era fatta decisamente critica.   
Proprio un attimo prima di spingersi contro di me incrociò le sue mani alle mie stringendole leggermente. Strizzai gli occhi nel momento in cui sentii una leggera pressione provocarmi un sussulto e Edward si fermò. Si tirò indietro e dopo poco si avvicinò di nuovo affondando un po’ di più. Strinsi le sue mani grata di quel contatto e del fatto che non avrei potuto fargli del male se avessi stretto troppo forte.
Altra spinta leggera altra pressione all’interno del mio ventre. Fece molto piano, pianissimo in verità, ma non potei evitare ad una lacrima di scivolarmi sulla guancia quando affondò più energicamente rompendo ogni mia barriera. Gemetti e conficcai le unghia nelle sue mani. Aspettò un attimo prima di riprendere il movimento proprio per concedermi di respirare. Mi baciò le lacrime e mi sorrise.
Solo allora scacciai via il fastidio e il bruciore e mi lasciai andare veramente. Gli sorrisi a mia volta e non potei sentirmi più felice in quel momento. Eravamo uniti. I nostri corpi erano legati e stavamo facendo davvero l’amore. Altre lacrime scivolarono via, ma questa volta erano lacrime di gioia. Mi spinsi un po’ in avanti per poterlo baciare e subito sentii un’altra sensazione farsi largo in me. Strinsi forte le mie cosce attorno ai suoi fianchi nel chiaro segnale di incitarlo a muoversi. Non fu necessario che gli dicessi nulla. Riprese a dondolarsi in modo assolutamente delicato facendomi abituare a quella nuova situazione. Quando i suoi movimenti si fecero più forti e veloci anche i miei sensi si acuirono facendomi sentire tutto tranne che il dolore, tutto tranne che fastidio e feci l’unica cosa che potei fare in quel momento. Mi lasciai andare. Accolsi tutto il piacere che stava cominciando a farsi sempre più forte. Edward si muoveva sinuoso dentro di me, sopra di me e a quel punto lo strinsi energicamente baciandolo con foga.
Dio.. e chi se l’aspettava potesse essere così! Pensai non abbandonando però il contatto con la realtà.
-anche per me è meraviglioso..- disse staccandosi leggermente da me.
Lo guardai accigliata per una frazione di secondo e lo stesso fece lui. Rallentò le spinte e ad un tratto parve illuminarsi.
-che c’è?- gli chiesi timorosa che potessi aver sbagliato in qualcosa. Alla fine ero anche una giovane e inesperta, quanto novellina ragazza che si accingeva a scoprire le gioie del sesso.
-fallo ancora- disse ansimante.
-cosa?-
-pensa a qualcosa..-
-ma..cosa-
-tu fallo e basta!-
Lo feci e pensai a quanto il suo viso fosse bello e a quanto il mio invece dovesse sembrargli sconvolto. Una visione non certo stimolante!
-che succede?- gli chiesi impaziente di tornare a dove eravamo rimasti.
-niente non funziona. Ma allora chi era.. a meno che!-
-ti prego Edward dimmi che cosa sta succedendo- non mi rispose troppo impegnato ad affondare di nuovo in me facendomi trattenere il respiro per un nanosecondo.
-fallo adesso..- disse mentre si muoveva.
-cosa?-
-pensa a qualcosa in questo momento-
Oddio, è un po’ difficile farlo con te che ti muovi così!
-fallo ancora!-
Gemetti e pensai esattamente quello che avevo pensato prima quando mi ero persa ad ammirare il suo volto. Cioè a quanto fosse bello e a quanto io invece dovevo sembrargli disordinata e poco eccitante.
-non sai quanto ti sbagli Isabella Swan! Tu sei la creatura più eccitante che esista sulla faccia della terra! E.. mi fai impazzire..-
Ci misi due secondi a capire che aveva risposto esattamente alle mie elucubrazioni mentali! Ma come? Come aveva fatto ha..
-riesci a sentirmi!- gli chiesi più sconvolta che mai.
-non so come sia possibile ma.. si, riesco a sentire quello che pensi. E credimi, sono tutte idiozie!-
-ma non capisci? Tu.. tu riesci a sentirmi?- ero eccitata e spaventata allo stesso tempo.
Era una cosa temporanea o permanente? Era dettata dal fatto che ci fossimo uniti anche fisicamente o.. o cosa?
Lo sentii sfregare il suo bacino contro il mio e allora ogni pensiero perse d’importanza.
Ma chi se ne frega! Mhh che sensazione meravigliosa.. continua ti prego non ti fermare!
-e chi ha intenzione di farlo!- rispose tornando a baciarmi.
E così fece. Non si fermò. Mi regalò dei momenti così pieni ed intensi che pensai che il mio cuore potesse scoppiarmi nel petto. E quando non riuscii più a resistere e il piacere stava quasi per esplodermi dentro come una bomba piazzata proprio al centro del mio ventre pronta ad scoppiare in tutto il mio corpo, sentii di poter toccare il cielo con un dito. Quando tutto questo avvenne mi ritrovai a gemere e ad aggrapparmi alle sue spalle larghe che mai come in quel momento rappresentavano il giusto appiglio al quale stringersi. Pochi secondi dopo anche lui mi raggiunse e fece una cosa che non mi aspettavo affatto. Mi guardò. Mi guardò mentre le sue spinte lo facevano tremare, mi guardò mentre piano riacquistavo il controllo di me stessa, mi guardò mentre mi diceva – ti amo..-
Gli risposi con un altrettanto ti amo e come avevo preventivato prima scoppiai a piangere. Mi stinse forte con un braccio mentre con l’altra mano mi accarezzò il volto e poggiò la fronte sulla mia.
-shh..shh- mi ripeteva incitandomi a calmarmi – spero che queste lacrime siano di gioia e non perché non ti sia piaciuto!- disse facendomi ridere.
-ma no! Come puoi pensare una cosa del genere? È che.. sono felice!-
-anche io lo sono. Non puoi sapere quanto-
-oh io penso di si invece!- mi baciò le lacrime che non accennavano a fermarsi.
Ci staccammo molto lentamente dal groviglio che erano i nostri corpi e mi accoccolai al suo petto. Mi strinse forte e non volevo altro che ispirare il suo profumo.
-ti amo..- mi disse accarezzandomi il braccio destro.
-anche io. Da morire-
-come ti senti? Stai bene?-
-mai stata meglio! Edward è stato.. è stato incredibile, non pensavo minimamente che ci si potesse sentire così. Sono così felice!-
-anche io amore mio. Mi sembra di poter toccare il cielo con un dito-
-e questo è solo l’inizio!- dissi facendo un sorrisetto malizioso.
Mi rispose sorridendo e stringendomi ancora di più.
-ma?- dissi ripensando a quell’attimo di stupore che ci aveva colpito solo pochi minuti prima – Edward? mi hai sentito? Hai letto nella mia mente! Lo stai facendo anche adesso o..-
- no. Adesso non sento niente. Ma prima è stata una cosa così inaspettata che.. non riesco ancora a crederci e non so quale spiegazione darmi!- mi lasciai sfuggire uno sbadiglio e subito Edward mi fece stendere meglio per lasciarmi dormire.
Stavo quasi per cadere nel sonno e mettere da parte tutte le domande alle quali in quel momento non riuscivo a dare una risposta. Cioè cosa fosse successo e per quale motivo riuscisse a sentire i miei pensieri che mi alzai e lo baciai, lo stinsi forte e ispirando il suo dolce profumo gli dissi quello che trattenevo sulla punta della lingua da quando i nostri corpi si erano staccati.
-E' stato bellissimo. Il sapore di te che mi porto addosso non andrà più via, perché è anche dentro me, fino infondo alla mia anima-

O___O non potete capire come sto in questo momento!

Immaginate una pazza scatenata che si mangia le unghie e che arrossisce al sol pensiero di avere scritto castronerie! ECCO AVETE IMMAGINATO ME!

Spero che il cap vi sia piaciuto!

Chi l’ha letto prima di voi ha detto che è perfetto.. io mi limito a dire che ho adorato scriverlo e spero che anche a voi sia piaciuto!

Da quando ho iniziato questa storia ho immaginato la loro prima volta in questo modo e con questa canzone in sottofondo(spero vi sia piaciuta!). E in tutti i capitoli che si sono succeduti fino ad arrivare a questo non ho mai cambiato idea, l’immagine mentale nella mia testa è rimasta sempre tale!

VI RINGRAZIO INFINITAMENTE   PER L’AFFETTO CHE MI DIMOSTRATE! VI ADOROOOOO!

ALLA PROSSIMAAAA!! UN BACIONE! 


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Capitolo 34
*** capitolo 33 ***



                       

O_O FERMI TUTTI! Sono tornata! No. Non è uno scherzo, sono davvero io! Sono pessima lo so, mi faccio viva dopo un mese! Ma come vi avevo già anticipato, il lavoro mi ha assorbito completamente, poi quando sono andata in ferie ci ha pensato la mia scarsa ispirazione ad allungare i tempi! Ma adesso eccomi qui! Io vorrei solo dirvi un immenso, enorme, gigantesco GRAZIE per tutte le parole che usate nei miei confronti! Quando ho iniziato a scrivere questa storia non immaginavo minimamente che mi sarei imbattuta in voi! Quindi Grazie di cuore, davvero!

Vi lascio al capitolo, non vorrei farvi attendere oltre!

Ci leggiamo giù! ^_^

 

CAPITOLO 33

Dicono che il risveglio rappresenti la sofferenza più acuta. Perché nel momento in cui apri gli occhi tutto ciò che hai sognato nell’incoscienza svanisce. Tutto ciò che ti ha reso felice sparisce come lavato da un colpo di spugna e pensi a quanto sia stato orribile sognare qualcosa che altrimenti non esisterebbe.

Per una piccola frazione di secondo anche il mio cervello elaborò questo pensiero ma ben presto mi resi conto che io non dovevo avere paura di riaprire gli occhi. No. Perché il mio sogno non era altro che la realtà e quando, aprendo le palpebre mi trovai di fronte al più bel sorriso del mondo il mio cuore perse un battito.

Io non stavo sognando. Io ero realmente in quel letto insieme ad Edward.

L’immensa gioia che avevo provato solo poche ore prima tornò ad impossessarsi di me e le mie labbra si arcuarono dipingendo sul mio viso un sorriso beato.

-buongiorno amore mio..- sussurrò a soli pochi centimetri dal mio naso.

Lo guardai esterrefatta mente schiarendomi la voce provai a rispondergli -ciao- maledicendo ancora una volta la capacità che aveva di farmi diventare di gelatina.

-dormito bene?-

-divinamente!- risposi questa volta con un po’ più di coraggio. Mi sporsi verso di lui per poterlo baciare quando sentii un leggero quanto fastidioso dolore ai muscoli delle gambe. Com’era quel detto? Se hai fatto del buon sesso lo capisci solo dal dolore che avrai alle cosce il giorno dopo? Non lo ricordavo alla perfezione ma più o meno il concetto era questo! Risi sorniona tra me e me provando a mascherare le fitte di dolore con una smorfia.

-che c’è?- mi domandò Edward divertito dalle mie scarse capacità interpretative.

-nulla..-

-dai dimmelo!- insistette facendomi ridere maggiormente.

-ma nulla te l’ho detto! È che.. sono felice..- dissi constatando l’ovvio. Ero davvero, davvero felice e quello era senza dubbio il più bel risveglio che avessi mai avuto.

-anche io- disse prendendomi per i fianchi ed avvicinandomi al suo bacino.

Eravamo nudi, ovviamente. Nessuno dei due aveva avuto intenzione di vestirsi durante la notte e in quel momento non potevo che esserne contenta.

-oh, buongiorno- dissi stringendogli i capelli nelle dita.

-mi hai già dato il buongiorno- disse ansimante mentre strofinava il naso nell’incavo del mio collo.

-non sto salutando te.. ma qualcun altro- dissi maliziosa.

-puoi biasimarlo? Sei così.. così.. perfetta che non ho la forza di resisterti-

-e allora non farlo- dissi diventando tutta rossa in viso.

L’esperienza della scorsa notte era stata qualcosa di assolutamente.. sconvolgente. Si, sconvolgente era la parola esatta. Perché mi aveva sconvolta in tutti i sensi, sia dentro che fuori, mi aveva fatto provare un emozione così grande che l’unica cosa che desideravo al momento era ripeterla il più presto possibile.

-sai alcune volte mi domando come sia stato possibile entrare nella tua vita e impossessarmi di te e del tuo cuore così facilmente..- disse mentre mi accarezzava la schiena nuda facendomi venire i brividi.

Era tanta l’emozione in quel momento che l’unica cosa che avrei voluto fare non era di certo mettermi a parlare. Ma cercai lo stesso di rispondergli con un grammo di lucidità quello che Edward meritava di sentirsi dire..

-Mi sei scoppiato dentro il cuore all'improvviso e sinceramente non so spiegarmi come mai così in maniera repentina ... sarà che mi hai guardata come nessuno mi ha guardata mai. Ad un tratto mi sono sentita viva per la prima volta. E a quel punto mi sono detta: è normale provare questi sentimenti così forti per una persona? E allora ho capito che se mi avresti fatto provare ogni singolo giorno quelle emozioni non avrei più dovuto pormi quella domanda, perché non volevo più rinunciare a te, per nessuna ragione al mondo-

Quando finii di parlare mi guardò con  l’espressione più bella di sempre ed io mi sentii sciogliere il cuore.

-ti amo, lo sai questo?-

Annuii stringendolo forte – si, lo so..-

-starei per ore con te.. a guardarti, ascoltarti. O semplicemente starti vicino, senza sentire il bisogno di dire qualcosa. Solo con la tua mano che stringe la mia- a quel punto prese la mia mano e se la portò davanti la bocca. La baciò forte prima di stringerla nella sua, poi continuò – o semplicemente seduti, sdraiati, o anche in piedi. Solo con te vicino. Te, e nient'altro-

-lo sai vero che non c’era bisogno di dirmi queste cose se volevi convincermi a fare l’amore con te?-  dissi ridendo e lui con me.

-lo so.. ma non si sa mai. E poi avrei anche potuto pensare che stanotte non ti sia piaciuta- lo guardai malissimo.

-scherzi vero? Stanotte è stata la notte più bella della mia vita..- dissi sentendo il cuore cominciare a battere all’impazzata.

-si lo so.. anche per me è lo stesso. Con l’unica differenza che questa per me è stata la notte migliore della mia esistenza- l’emozione con la quale lo disse era palpabile tant’è che immaginai di poterlo vedere con gli occhi lucidi da un momento all’altro.

-più della prima volta che abbiamo dormito insieme?- lo sapevo che era diverso, lo sapevo bene, ma volevo sentirlo parlare, volevo che mi dicesse quello che provava.

-100 volte meglio. Sento che questa notte mi ha cambiato in modo irreversibile. Questa notte mi hai visto umano, perché sei stata tu, a rendermi umano di nuovo...- questa volta erano i miei occhi a rischiare di diventare lucidi.

-..e poi ogni tanto fa bene sentirsi dire queste cose- disse assumendo una voce roca tanto profonda quanto eccitante.

-ok, ma tu promettimi un cosa-

-cosa?- disse avvicinando le sue labbra alle mie e portando una mia gamba a cingergli il bacino.

-che non ti stancherai mai di dirmi quello che provi.. quello che senti.. va bene?-

-te lo prometto amore mio, ma adesso permettimi di dimostrartelo, quello che provo, quello che sento.. e quanto ti voglio!-

Non mi diede il tempo di rispondere che si avventò subito sulla mia bocca. Il bacio divenne subito umido e in pochi secondi si trasformò in qualcosa di molto più coinvolgente.

Aiutato dal fatto che la mia gamba fosse già posizionata sul suo fianco mi spinse ad alzarmi e a portarmi sopra di lui. Da quel momento non sentii neanche il fastidio alle cosce troppo presa a perdermi in lui con ogni fibra del mio essere.

 

UNA SETTIMANA E QUALCHE ORA DOPO..

 -oddio.. non fermarti ti prego- dissi ad alta voce anche se non ne avevo affatto bisogno. Edward sapeva quello che provavo ogni volta che facevamo l’amore, lo sentiva. E non solo fisicamente ma anche mentalmente.

Avevamo capito ormai il modo ambiguo che il mio cervello aveva di comunicare con lui. E questo non perché ci eravamo messi seduti a pensare e ripensare e a studiare una plausibile motivazione. La nostra teoria era tutta dovuta alla pratica, e in quella settimana ne avevamo fatta parecchio.. di pratica.

Comunque, tornando al nocciolo della questione, Edward riusciva a sentire i miei pensieri perché lo scudo di protezione che avevo in testa abbassava le difese ogni qual volta mi lasciavo andare. Le inibizioni che sigillavano il mio cervello in determinati momenti non avevano più alcuna utilità, si abbattevano completamente, per poi tornare al loro posto subito dopo.

Era stata una scoperta sconvolgente perché pensavamo che la prima volta fosse stata una falla del mio cervello, un difetto momentaneo. Non c’era altra spiegazione visto che quando non facevamo nulla i miei pensieri rimanevano un tabù per Edward. Ma quando il giorno dopo successe di nuovo, capimmo subito che c’era qualcosa che lo provocava. Così non ci mettemmo molto ad arrivare all’unica conclusione possibile.

I giorni che passammo a Parigi furono i più belli della mia vita. Non solo perché questi mi segnarono in qualche modo. Avevano dato inizio alla mia nuova condizione di “donna” ma soprattutto non avevano fatto altro che unire me e Edward in modo molto profondo. Non ci staccavamo mai l’uno dall’altra e, questo posso dirlo, equivaleva a passare giornate intere sotto le lenzuola.

Se mi avessero detto che avrei affrontato il sesso in questo modo avrei riso sicuramente. Perché io non ero affatto così. La mia pudicizia mi aveva procurato non pochi problemi in passato, e il fatto che adesso riuscivo a lasciarmi andare non voleva dire che la cosa fosse del tutto scomparsa, arrossivo ancora come un pomodoro quando mi scoprivo pronta ad affrontare cose che mai avrei creduto possibili, solo era diventato.. diverso. O forse dovrei dire che era diverso con Edward.  

 Tutto con lui diventava facile.

Ricordo ancora quando la mattina che dovevamo prendere il volo di ritorno in America ci lasciammo andare sotto la doccia dell’albergo. Fu una così impulsiva che non potemmo non assecondarla. Arrivammo in aereo porto giusto in tempo. Ci mettemmo a correre come due forsennati in direzione del check in e per poco non finii addosso ad una signora. Non riuscii neppure a fermami quando un uomo robusto mi passò accanto strattonandomi con forza. Il braccio aveva cominciato a farmi un male cane, neanche avessi sbattuto conto un muro, volevo dirgliene quattro ma Edward, che era tornato indietro a riprendermi, mi costrinse a seguirlo. Una volta sull’aereo ci lasciammo andare ad una risata liberatoria ripensando entrambi a quanto fossimo stati incoscienti. Avremmo ricordato il viaggio a Parigi non solo per la bellezza della città e dei suoi monumenti ma soprattutto per la spensieratezza con cui avevamo imparato ad affrontare la vita.

Ritornai con la mente al presente e subito mi persi a contemplare in viso di Edward travolto dal piacere. Era così bello che faceva quasi male a guardarlo. I suoi tratti assumevano un aria così rilassata e beata che non potevo non fissarlo. Ci buttammo entrambi sul letto esausti per l’amplesso appena consumato e mi strinsi a lui.

-Bella hai visto per cas..o cazzo!-

-dio Ally! O cazzo dovrei dirlo io, ma si può?- dissi coprendomi il più possibile con il piumone.

-scu-scusa non volevo..- disse girandosi di spalle ma continuando a rimanere in stanza. Ally, mi era mancata da morire durante tutto il tempo della mia assenza ed ero stata più che felice di tornare a riabbracciarla e trascorrere tutto il mio tempo libero con lei, ma non intendevo di certo condividere anche una cosa simile!

-voglio sperarlo!-

-oddio Bella come sei melodrammatica! Non è successo nulla.. vedila così per fortuna non sono entrata 5 minuti fa!- sentii Edward vicino a me soffocare a stento una risata. 

-ah ah, dovrei ridere? Molto divertente! Comunque.. che vuoi?- le chiesi bonariamente. 

-non trovo più le mie ballerine beige, non è che per caso sono qui?-

Ci pensai su per un attimo – si, sono vicino la scrivania le hai lasciate qui l’altra sera quando EJ è venuto a prelevarti con la forza caricandoti in spalla..- ormai loro due facevano coppia fissa.

-oh si, è vero! Ok le prendo è vado via..- si diresse verso la scrivania rimanendo sempre girata di spalle, sembrava un aragosta! Le raccolse da terra e poi tornò davanti la porta – bene, vi lascio.. ci vediamo dopo Bella..-

-.. addio Ally-

-sssi, beh buona giornata anche a te Edward..e beh complimenti Edward!-

-fuori!- le urlai ridendo. Corse via chiudendosi la porta alle spalle.

-oddio c’è mancato poco!- dissi ributtandomi con la testa sul cuscino. Di fianco a me Edward non riusciva a smettere di ridere.

- ma la vuoi piantare?-

-non ci riesco è stato troppo divertente!-

-godi nel vedermi in imbarazzo non è così?-

-Bella tesoro era Ally, cosa vuoi che ci sia di male?-

-n-nulla ma.. non mi va che pensi a me e a te in questo modo- si perché una cosa era parlarne, visto che da quando ero arrivata non aveva fatto altro che interrogarmi sulla storia con Edward pretendendo di sapere tutti i particolari, e una cosa era beccarmi in flagrante!

-beh se il tuo problema è questo non c’è bisogno che ti affliggi.. ci hanno pensato le tue urla, quelle di questa notte e quelle di stamattina, a fugare ogni suo dubbio!-

Diò avrei voluto sprofondare in un burrone! Mi rannicchiai su me stessa portando le mani a coprirmi la faccia. Sarei mai riuscita a guardala in viso senza arrossire per la vergogna?

-dai su adesso non fare così-

-ma perché non mi impedisci di fare figure del genere? Di compromettere ancora di più la mia posizione?-

Mi guardò quasi scioccato- che avrei dovuto fare? Tapparti la bocca con una mano?-

-.. per esempio..- scosse la testa divertito roteando gli occhi al cielo.

E poi mi ricordai di una cosa- che accidenti voleva dire con “complimenti Edward”!- non lo dissi perché ne ero veramente infastidita, sapevo che anche Ally lo aveva detto in maniera del tutto spassionata, diciamo che il mio era più che altro un modo per provocare il dio greco che avevo accanto.

-evidentemente le è piaciuto quello che ha visto!-

-a si eh?-

-si.. almeno lei ha dato fiato hai suoi pensieri..-

E con questo che voleva dire? Non avevo affatto bisogno di sentirmi ancora di più in ansia per quello che avrei dovuto affrontare di li a poco. La tremenda e assurda  gelosia nei suoi confronti.

-lo sai vero che dicendo così non mi aiuti affatto?-

-e tu invece lo sai che non devi preoccuparti? Io sono solo tuo.. tuo e basta-

-si, lo so- ma per quanto sapessi che Edward mi apparteneva in maniera assoluta non potevo evitare ad una morsa dolorosa di impossessarsi di me al sol pensiero di tutti gli occhi famelici che lo avrebbero puntato. D’altra parte però c’era la mia soddisfazione personale nel farle schiattare tutte d’invidia perché tra tante lui aveva scelto me.

-un bacio per i tuoi pensieri...-

-ei, ma non era un penny?-

-ah! Non vuoi i miei baci? Non vuoi i miei baci! Ok, ho capito me ne vado.. – tentò di alzarsi dal letto ma io lo bloccai subito. Gli saltai addosso mettendomi a ridere e lui fece altrettanto stringendomi forte al suo petto. Mi accarezzò la guancia e poi, come succedeva sempre, mi persi nei suoi occhi.

-non devi temere nulla principessa-

Ok, avrei dovuto quantomeno rispondergli. Ma come facevo a rimanere buona e tranquilla ogni volta che mi guardava in quel modo e mi diceva quelle cose?

Perciò non mi presi neanche la briga di pensare ad una risposta che subito mi impossessai delle sue labbra e lo travolsi di nuovo in quel turbinio di passioni che erano diventati i nostri giorni da una settimana a quella parte.

 

******************

-Bella non è possibile però..-

-si, lo so, lo so..-

-evidentemente non abbastanza visto che è la terza volta che arrivi in ritardo alle lezioni. Il professore la prossima volta non si limiterà a lanciarti un occhiataccia!-

Chinai il capo e senza poter ribattere, visto che non ero di certo nella posizione per farlo, accettai la ramanzina di Ally.

 Quel giorno ero arrivata in ritardo alla prima lezione.. di nuovo! E questo non era di certo dovuto al fatto che non riuscissi a trovare qualcosa da indossare..

 Io e Edward avremmo dovuto imparare a darci una regolata.

Seguii Ally a poca distanza mentre entravamo in sala mensa ed i miei occhi vagavano tra la moltitudine di studenti pronti ad intercettarlo. Lo trovai seduto ad aspettarmi al solito banco che occupavo con Ally.

Gli fui subito accanto buttandogli le braccia al collo.

-ciao- sussurrai a pochi centimetri dal suo viso.

-ciao a te.. com’è andata oggi?-

-bene- dissi, mentre contemporaneamente alla sottoscritta Ally rispondeva -male!-

-Ally non cominciare ti prego!-

-cos’è successo?- chiese Edward ingenuamente anche se sapevo stesse recitando. La mente di Ally non gli era mica preclusa come la mia!

-la signoria è arrivata di nuovo in ritardo..-

-suvvia Ally non è una tragedia- le rispose lui.

-lo so, lo so.. ma non è affatto producente  arrivare a lezione 10 minuti dopo aver finito di fare sesso! Sei stata tutto il tempo con la testa tra le nuvole.. a cosa stavi pensando quando ti ho richiamato? Avevi quasi la bava alla bocca- disse ridendo ed io invece arrossii. Capii subito che mi stava prendendo in giro e per questo la guardai malissimo.

-piantala!- le dissi a denti stretti.

-oh Bella non sai quant’è divertente invece!-

-ed io che, sapendo di essere nel torto, di do anche ragione quando mi rimproveri!-

-ti giuro che stavo per scoppiare a ridere quando ti ho visto quel faccino così mortificato! Hhahahha-

Anche Edward rise al mio fianco e a quel punto non potei fare altro che lasciar perdere.

Mi strinse un braccio intorno alla spalle avvicinandosi al mio orecchio.

-ti devo dire una cosa..- disse con tranquillità mentre dentro sentii come una scossa elettrica.

-certo, dimmi- risposi guardandolo negli occhi.

-non qui- e con la testa fece un cenno verso Ally che era intenta a scrivere un messaggio sul telefonino.

-o-ok..- balbettai a fatica. Mi prese per mano e mi condusse fuori non prima di avere salutato Ally con un “arriviamo subito”.

Uscimmo all’aperto dalla porta finestra laterale e subito Edward mi fu davanti prendendomi entrambe le mani.

-Bella.. devo partire-

-cosa?- dissi agitata mentre il mio cervello elaborava quello che aveva appena detto facendomi sprofondare nell’angoscia.

-si, ecco vedi.. dobbiamo, o meglio siamo stati chiamati a risolvere una situazione..-

-quale situazione?- gli chiesi mentre ci spostavamo a sedere su una delle panchine di pietra del giardino non ero sicura che le ginocchia mi reggessero a lungo.

-..vampiri..- disse solamente e non potei evitare di rabbrividire.

-dove? Quando? Perché non me l’hai detto prima?- stavo già andando fuori di testa.

-l’ho saputo soltanto stamattina quando sono tornato a casa. Ci ha chiamato Eleazar per chiederci aiuto. Ultimamente hanno avuto problemi con dei vampiri un po’ troppo.. vivaci, non so se capisci- capivo perfettamente a cosa si riferisse con quel “troppo vivaci”.

-neonati?- gli chiesi sapendo già la risposta.

-si- disse annuendo con il capo – non sa quanti ce ne sono in giro ma di certo non stanno passando inosservati..-

-ma perché dovete andare voi? Perché? Quando eravamo noi ad aver bisogno di loro non è venuto nessuno in nostro aiuto- dissi ricordando la battaglia con i neonati di Victoria e la nostra richiesta d’aiuto al clan di Eleazar. Richiesta che rimase inesaudita.

-beh perché adesso è diverso..-

-come diverso? Cosa cambia?- stavo per perdere la lucidità ma immaginare Edward combattere e in pericolo non mi aiutava di certo a mantenere la calma!

-perché adesso ci sei tu di mezzo!-

Sbiancai di colpo – cosa? che vuoi dire?- dissi mentre il mio cuore accelerava la sua corsa. C’era un altro vampiro in agguato pronto a farmi fuori? Cos’ero diventata? Una calamita per i succhia sangue?

-voglio dire che non possiamo permetterci che i Volturi vengano da queste parti. Se noi non andassimo a combattere sarebbero loro a doverne rispondere! E hai pensato cosa succederebbe se decidessero di venire a farci visita? Dopotutto il Canada non è poi così lontano..-

Per un attimo mi rilassai, almeno non ce l’avevano con me! -mi vedrebbero..- dissi però con un filo di voce. Come se me l’avessero strappata con la forza.

-non è solo per questo. Quando sono andato in Italia li ho convinti a lasciarti vivere anche se non stavamo più insieme. Ma se adesso ti vedrebbero con me, qui, capirebbero subito che la realtà non coincide con il mio racconto. Penserebbero che gli ho presi in giro e.. non oso immaginare quale punizione ci sia per tale oltraggio. Per non parlare de fatto che ti vedrebbero umana..- 

Ok, si. Adesso diventava tutto più chiaro. Dovevano agire in fretta prima che i galoppini di Aro partissero alla volta di Denali. Ma perché mi era così difficile accettare che dovesse andare anche Edward? Quando pensavamo che tutto andasse in modo tranquillo, che potevamo vivere le nostre vite in santa pace ecco che succedeva qualcosa che ci divideva. E la causa di tutto questo ero sempre io! Inevitabilmente sentii gli occhi farsi lucidi.

-mi..mi dispiace- dissi con la voce che mi tremava come una corda di violino.

-e per cosa? amore ti dirò una cosa che forse non ti piacerà ma credimi se ti dico che quasi sicuramente saremmo partiti lo stesso, anche se tu non ci fossi stata. Quando si sono rifiutati di aiutarci noi non li abbiamo di certo rinnegati.. in fin dei conti sono sempre la nostra famiglia. E anche se alcune volte non corriamo in soccorso l’uno dell’altro non potremmo mai tirarci indietro- beh dovevo ammettere che il suo ragionamento non faceva una piega. Tra i vampiri erano in pochi quelli che si potevano considerare una famiglia e rinnegare una richiesta d’aiuto non era poi così semplice. Senza parlare del fatto che Carlisle non avrebbe mai saputo dire di no. Lui con il suo animo buono e gentile non si sarebbe mai tirato indietro, e come lui neanche i suoi figli.

-quando partirete?- gli chiesi sprofondando sempre di più nell’inquietudine.

-stasera stessa- disse facendomi sussultare mentre sul mio viso si dipingeva una O di stupore – così presto?-

-prima andiamo e meglio è-

-si, ho capito. Quindi andrete via tutti..-

-No! Non tutti.. Alice, Esme e Rosalie rimarranno qui- disse e io mi sentii sollevata. Era come se in questo modo tutti avessero una scusa per tornare sani e salvi. E poi non mi sarei sentita sola.

-magari potresti chiedere aiuto a Jacob! L’ultima volta è stato facile sconfiggere i neonati con l’aiuto dei licantropi..-

-ci abbiamo pensato anche noi ma.. se ben ti ricordi Tanya e gli altri non sono venuti ad aiutarci proprio perché c’erano di mezzo loro, non vogliamo rendere tutto più difficile creando astio nei ranghi - 

-ma non sarebbe meglio portare Alice con voi? Le sue visioni..-

-Jasper è più sereno nel saperla qui e comunque ci sono io- disse picchiettandosi un dito sulla fronte – sapremo cosa fare non preoccuparti, ma soprattutto non correremo rischi inutili te lo prometto!-

-guai a te se torni con un capello fuori posto! Voglio che rimani tutto intero, non voglio che.. non voglio che..- ma a quel punto non riuscii a trattenermi e scoppiai in lacrime. Edward mi fu subito addosso stringendomi nelle sue braccia.

-cosa farò se dovesse succederti qualcosa?- dissi con la morte nel cuore al sol pensiero che lui non tornasse più. Perché volente o nolente c’era anche questa possibilità, dopotutto i neonati erano molto più forti proprio per la loro natura di vampiri giovani.

-shh non pensare a questo, Bella? Bella..- disse prendendomi il viso nelle mani a coppa – non succederà nulla te lo prometto. Ho fatto così tanto per riaverti che non potrei pensare di perderti un’altra volta. Ci sentiremo tutti i giorni, sempre. Non passerà ora o minuto che non penserò a quello che abbiamo vissuto in questi giorni a quanto sia diventata indispensabile per me, a quanto ti desidero e a quanto ti amo, ok?-

Annuii e non potei trattenere un sorriso – perché ridi?-

-povero Jasper ti rispedirà a casa a calci nel sedere prima del previsto! Lo farai impazzire..- dissi tirando su col naso. Riuscii a far ridere anche Edward ma sapevo che quello era solo un modo per scaricare la tensione.

Restammo stretti in quell’abbraccio fino a che non ci rendemmo conto che le lezioni stavano per ricominciare. Non volevo lasciarlo, non volevo allontanarmi da lui se da quella sera avrei agognato le sue braccia, il suo profumo e i suoi baci fino a sentirmi male. Fu un attimo e sentii una scarica elettrica partire dalla punta dei capelli, attraversarmi la schiena, passare lungo le gambe, arrivare ai piedi e risalire prepotente a colpirmi il cuore. Sapevo benissimo cos’era, avevo imparato a conoscere bene quella sensazione durante quella settimana. Era desiderio, era la volontà di fondermi con l’anima di Edward e diventare un tutt’uno. Forse lo percepì anche lui perché mi guardò fisso e mi disse – vuoi tornare a lezione?-

-in questo momento non ti lascerei andare per nessuna ragione al mondo-

-bene, andiamo..- ci alzammo contemporaneamente e ci dirigemmo verso il mio alloggio. Non mi diede neanche il tempo di chiudere la porta che mi fu subito sulle labbra, sul viso, sul torace, sulle gambe, su tutto. Edward era dappertutto. Lo lasciai fare conscia di quanto ne avesse bisogno e quanto anche io avessi bisogno di sentirmi amata da lui. Ben presto finimmo sotto le coperte e ci amammo in un modo che non potevo descrivere. Era passionale e dolce al tempo stesso, era brutale e delicato, era come se facessimo di tutto per non staccarci mai, come se il dolore si amplificasse di più quando ci allontanavamo e per questo dovevamo stringerci più forte. Lo amavo in modo così viscerale da sentirmi in debito d’ossigeno.

Avrei voluto dirgli di non partire, di non lasciarmi sola, ma non potevo. Troppe volte aveva scelto me invece che la sua famiglia ed io ero così riconoscente ai Cullen che non potevo privarli dell’aiuto prezioso di Edward, anche se questo voleva dire stare tutti i giorni in agonia per la paura di non rivederlo mai più.

Lo fissavo mentre teneva gli occhi chiusi ed io con le dita giocavo a sfiorare il suo petto. Fuori aveva cominciato e piovere e mai come in quel momento avrei desiderato uscire all’aperto. Almeno nessuno avrebbe notato le lacrime che avrei tanto voluto versare.

Alzava e abbassava il torace facendomi dondolare a mia volta visto che gli ero completamente spalmata sopra.

-a cosa pensi?- mi chiese di punto in bianco.

-a quanto ti amo- dissi di getto come se mi avessero chiesto quale fosse il mio colore preferito -e..-

 -e?- disse aprendo solo un occhio.

-..e a quanto mi mancherai- dissi mentre sentii forte e indistinta una fitta al cuore.

-a questo proposito volevo dirti che.. non so quanto tempo passerà prima di rivederci- ecco adesso si che mi era impossibile respirare. Questa era la batosta decisiva, quella che avrebbe segnato in modo definitivo il mio stato d’animo catalogandolo di diritto a “stato distruttivo/depressivo”.

Deglutii a fatica sospirando. 

-appena saprò qualcosa ti avviserò tranquilla..-

-bene- dissi tossicchiando cercando di mandare giù il magone.

-come farai con la scuola? Hai già perso parecchi giorni quando a dicembre sei venuto via con me..-

-oh non preoccuparti, ho già parlato con loro. È tutto a posto-

-ne sei sicuro? Che c’è? D’ora in avanti ci sarà una nuova ala della biblioteca con il tuo cognome scritto sopra?-

-spiritosa, molto spiritosa! E comunque no, non ci sarà nessuna ala Cullen in biblioteca. Diciamo che ho dato fondo alle mie doti persuasive-

-povera me cosa mi tocca sentire! Vai sperperando quel sorriso sghembo da favola che ti ritrovi come se distribuissi caramelle, senza sapere che così fai rischiare l’infarto ad almeno metà popolazione femminile dell’intero corpo studentesco! La povera signora Cope si sta riprendendo appena adesso! Per non parlare della nostra attuale segretaria! La signora Stone non è poi così attempata come la Cope, secondo me ci ha fatto un pensierino sai? – me ne stavo li a dire cavolate solo per poterlo vedere ridere spensierato. In quel modo mi sembrava meno difficile il distacco.

-oddio Bella.. non sai quanto mi mancherai! – disse tornando serio fissandomi intensamente negli occhi – vieni qui- mi attirò verso di lui facendomi posizionare su un fianco per potermi abbracciare meglio. Io affondai il viso nel suo collo ed inspirai così a lungo il suo profumo che mi sembrava di avere Edward anche dentro di me.

-cosa farai mentre sarò via?-

-a parte preoccuparmi per te? pensare a te? e chiamarti ogni giorno? Nulla, la solita vita universitaria, sai libri, lezioni.. cose così. Certo una noia mortale se paragonato a quanto invece ti divertirai tu- dissi sarcastica.

-lo sai che se solo potessi rimarrei qui vero? Non sto partendo volontario. Qui lascio una fetta del mio cuore e non mi riferisco solo a te ma anche ad Esme, Alice e Rosalie. Parto perché è la cosa più giusta da fare per proteggere te-

-sai a volte mi chiedo come faccio ad incasinarti la vita così facilmente-

-ma guarda che non me la stai incasinando. Me la rendi solo meno noiosa!-

Rimanemmo in quel letto abbracciati senza fare o dire nient’altro, ci scambiavamo giusto qualche carezza ogni tanto e un bacio a fior di labbra e inevitabilmente mi addormentai. Non mi accorsi quanto tempo passò da quando chiusi gli occhi ma, quando capii di essermi addormentata come una babbea invece di approfittare di ogni singolo minuto per poter stare con Edward, volevo farmi del male fisicamente. Aprii gli occhi di scatto e non trovandolo al mio fianco mi venne quasi una sincope.

-Edward?- chiamai allarmata. Non poteva essersene andato così senza dirmi niente.

-eccomi, sono qui!- disse comparendo da dietro la porta del bagno. Era già vestito e pronto per andare via, a quel pensiero non potei evitare di rabbrividire. Mi venne vicino e si accomodò nel letto accanto a me.

-devi andare?-

-mhh mhh..-  disse facendomi capire quanto gli costasse parlare. Mi strinse forte e non riuscii a nascondere le lacrime, non se lui si dimostrava vulnerabile quanto me.

-io ti aspetterò qui buona buona senza combinare guai te lo prometto-

-oh Bella.. lo so amore mio, lo so. Ma non piangere adesso, ei? Ascoltami ei?- mi fece alzare il viso e perdermi in quelle pozze dorate che sembravano quasi liquide- devi stare tranquilla, non devi pensare al peggio. Tornerò te lo prometto. Fosse anche l’ultima cosa che faccio tornerò da te-

Annuii alle sue parole che avrebbero dovuto aiutarmi ad acquistare un po’ di coraggio ma invece mi fecero quasi sprofondare. –ti amo.. tu sei tutta la mia vita, non posso immaginare che ti succeda qualcosa che ti porti via da me. Ma.. ma se solo dovesse succedere..- dissi singhiozzando.

-Bella no..-

-aspetta fammi finire..- dissi mettendogli una mano davanti la bocca – se dovesse  succedere sappi che ti ho amato dal primo giorno che ti ho visto, da quando incontrandoti a scuola non sono più riuscita a fare a meno di te. So di aver sbagliato nell’ultimo anno e so anche di averti fatto soffrire in modo indescrivibile. Ma sappi che mi è anche servito a capire quello che voglio veramente dalla mia vita, ed io voglio te.. sempre. Perciò quando tornerai, perché tornerai me l’hai promesso, voglio.. voglio che tu mi trasformi, ok? Voglio diventare come te!-

Lo vidi irrigidirsi e guardarmi sconvolto.

– Bella no.. non devi farlo adesso, po-possiamo aspettare ancora un po’, non serve che.. io so quanto mi ami e non mi serve che tu diventi come me per dimostrarmelo, non c’è frett..- decisi di concludere quel fiume sconclusionato di parole mettendolo a tacere con un bacio e poi continuai decisa.

 quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile. Perciò ho deciso, non mi farai cambiare idea- mi baciò con tanta passione e fu subito un intreccio di lingue e labbra che si fondevano per non lasciarsi più. Piansi durante quel bacio perché in qualche modo era il nostro bacio dell’arrivederci, non d’addio perché lui sarebbe tornato da me, me lo aveva promesso, e in cuor mio speravo che non finisse mai, che quell’arrivederci non arrivasse mai. Quando ci staccammo ci guardammo negli occhi un’ultima volta e senza aggiungere altro si alzò dal letto. Mi prese la mano e ne baciò il dorso per poi scomparire lasciandomi con il braccio alzato a mezz’aria. Di lui più nessuna traccia, sentivo soltanto il suo profumo aleggiare dentro la stanza e sulla mia pelle.

Mi ributtai nel letto con un vuoto nel petto. Sapevo che sarebbe peggiorato di ora in ora e questo mi rendeva impossibile anche respirare. Chiusi gli occhi per qualche istante cercando di concentrarmi solo sulle sue parole, su quel “Tornerò te lo prometto”. Quelle parole erano la mia unica ancora di salvezza, se non volevo sprofondare dovevo attaccarmici con tutta la forza che avevo.

-domani..- sussurrai a me stessa.

Avrei cominciato da domani. Si, per quella sera non volevo fare altro che crogiolarmi nell’immenso dolore che comportava stare senza di lui. Avrei voluto stare più tranquilla, avrei voluto obbligarmi a darmi più coraggio ma sentivo un oppressione allo stomaco che mi fece correre in bagno a vomitare.

Quelli sarebbero stati giorni molto lunghi me lo sentivo.

 

O__O ok, mettete giù i forconi e rilassatevi! Lo so che potrebbe sembrare un gesto assolutamente riprovevole far partire Edward, farli dividere ecc ecc. MA ABBIATE FIDUCIA IN ME! EDWARD TORNERA’A CASA SANO E SALVO, VE LO PROMETTO!

Cosa mi dite di questo capitolo? Quando ho finito di scriverlo ero emozionata, avevo le lacrime agli occhi! Quindi spero che abbia fatto lo stesso effetto a voi!

ALLA PROSSIMA RAGAZZE! Mi auguro di aggiornare un po’ prima rispetto ad oggi.

Spero solo che mi aspettiate  e che non decidiate di mandarmi a quel paese!

Vi adoro!

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Capitolo 35
*** capitolo 34 ***



                                       

Ok, ho imparato una cosa… mai comunicare i propri buoni propositi. Vi avevo detto che forse non avrei tardato tanto con l’aggiornamento e invece non sono riuscita a mantenere la promessa! Mi dispiace tanto..

Grazie infinite a tutti, come sempre. Non trovo altre parole e infatti risulterò ripetitiva, ma non so come altro ringraziarvi.

Vi lascio al Capitolo! Buona lettura!


CAPITOLO 34

-Bella? Bella avanti esci dal bagno! È tutta la mattina che stai rinchiusa lì dentro!- la voce di Ally mi arrivava alle orecchie come un suono ovattato e attraverso la porta chiusa non avevo neanche la forza di risponderle. Ormai mi ero ridotta ad un vegetale. Ogni giorno si ripeteva sempre la stessa storia. Mi alzavo, andavo in bagno a vomitare, mi preparavo per andare a lezione e così via..
Ogni giorno si ripeteva sempre uguale. Sempre con la stessa monotonia. Sempre senza di lui.

Mi alzai da terra mentre tiravo lo sciacquone e mi diressi subito al lavandino per rinfrescarmi la faccia e lavarmi i denti. Mi guardai allo specchio e per poco non sussultai. Ero uno straccio, metaforicamente, letteralmente e quelle sedute mattutine non facevano altro che peggiorare la situazione. Mi rendevano debole fino all’inverosimile ma se provavo a mettere in bocca qualcosa per tirarmi su ecco che dovevo correre di nuovo ad infilare la testa nel water!
Inizialmente avevo pensato si trattasse di influenza. Il giorno dopo la partenza di Edward mi ero svegliata ed ero subito corsa in bagno. Ally, che era venuta a dormire con me per non lasciarmi sola, mi aveva guardata preoccupata quando uscendo gli rivelai che avevo appena rigurgitato.
-sarà influenza Ally, non preoccuparti- le dissi atona tanto per farla calmare.
Ma l’influenza non arrivò mai. Stavo malissimo questo si, ero completamente a pezzi, sempre troppo debole, ma per il resto stavo bene.
Certo se non si contava il dolore che avevo al cuore!
Sentire Edward solo per telefono era una tortura! La sua voce, così melodiosa e dolce, mi sembrava non gli appartenesse più tanto appariva distorta dall’apparecchio. E poi mi mancava. Mi mancava in modo terribile. Era ormai passata una settimana dalla sua partenza ma per me era come se se ne fosse andato via da mesi. Stavamo per ore intere al telefono e ci raccontavamo tutto quello che ci succedeva durante il giorno. Io, come avevo preventivato, non avevo poi chissà che cosa da raccontargli. La mia vita non era altro che la stessa giornata ripetuta sempre allo stesso modo. Evitai accuratamente di dirgli del mio stato di salute, non sarebbe stato affatto tranquillo nel sapermi così malandata. Lui invece mi raccontava un sacco di cose.
Mi spiegò che i neonati si erano divisi e che stavano agendo in più punti della regione. Era come se stessero cercando di sottomettere più città proprio per poter agire meglio e indisturbati. Ma loro non gli davano tregua e per questo motivo i tempi si erano allungati. Io cercavo di fare la dura, di non fargli vedere quanto queste notizie mi mandassero KO, non volevo farlo stare ancora più male facendogli capire quanto in realtà mi mancasse. Perciò mi nascondevo dietro battute stupide solo per farlo ridere, mentre dentro mi logoravo angosciata.
Alcune volte mi chiedevo se non fosse una reazione un po’ troppo esagerata. Voglio dire, c’erano persone che mandavano avanti negli anni storie a distanza, ed io non riuscivo a stare lontana da lui per più di una settimana? Ma non potevo farci niente! Sentivo perennemente la mancanza di qualcosa al mio fianco e un buco nello stomaco che difficilmente riuscivo a colmare con il cibo. Soprattutto perché rigettavo tutto ogni qual volta provavo a mangiare.
L’unico modo che avevo per sentirlo più vicino era andare a casa sua. Stare con Alice, Esme e Rosalie mi faceva apparire tutto meno difficile. Sarà forse per il loro aspetto, così simile al suo, o invece perché con loro non dovevo fingere di non sapere cosa stesse facendo, come invece dovevo fare con Ally. Anzi! Alcune volte era meglio venire a parlare con loro che con Edward stesso! Loro non si risparmiavano nei dettagli come invece faceva lui.
Le uniche volte delle quali mi pentivo di andare a trovarle era quando mi domandavano in continuazione come mi sentissi. Come se avessi scritto in fronte che avevo appena vomitato. Riuscivano a capirlo sempre! Non so perché..
-Bella tesoro non hai una bella cera. Sei sicura di star mangiando come si deve?- mi chiedeva Esme sempre troppo preoccupata.
-Bella? Allora ti decidi ad aprirmi?- il bussare di Ally mi riportò alla realtà e dopo una breve occhiata allo specchio mi decisi ad uscire dal bagno.
-oh! Finalmente.. pensavo fossi caduta nel water- disse inseguendomi per la stanza mentre mi ributtavo a letto. Per un attimo ebbi un mancamento e dovetti sorreggermi al muro per non rischiare di sbatterci contro.
-Ally è domenica mattina, cosa ci fai qui? Non dovevi partire con EJ per la vostra gita romantica?- dissi quasi stizzita. Sarà forse che l’invidiavo perché lei ce l’ aveva a disposizione il fidanzato e, invece di venire a rompere le scatole a me, poteva starsene con lui?
Mi guardò assottigliando gli occhi – so cosa stai facendo signorina e con me non attacca. Ti stai auto commiserando e mi rispondi male solo perché io ho EJ e invece di starmene con lui, vengo a romperti le scatole!- la guardai sbigottita e provai a dire qualcosa ma sembravo solo un pesce fuor d’acqua. Boccheggiavo e basta.
-mmh!- fece Ally compiaciuta dopo aver visto la mia espressione che la diceva lunga su quello che stavo pensando.
-e comunque.. non me ne andrei lasciandoti sola qui. Non in queste condizioni-
-quali condizioni Ally? Sto bene- dissi mettendo sul viso la migliore faccia da poker che possedevo.
-non mentirmi! Io lo so che non stai bene. E non mi interessa se per stare con te dovrò rinunciare alla mia “gita romantica”, come l’hai chiamata tu-
-ma Ally non ho nien..-
-basta!- disse mettendomi due dita davanti la bocca.
-non c’è bisogno che fai la dura con me. Forse puoi infinocchiare Edward ma con me non funziona! So che stai male.. sia fisicamente che qui- disse indicando il mio cuore.
Istantaneamente gli occhi mi divennero lucidi. Come facevo a nascondere ad Ally quanto in realtà il mio stato d’animo fosse fragile? Alla persona che aveva imparato a capirmi anche solo con uno sguardo?
-guardati! Sei bianca come un cencio, ogni volta che provi a mandare giù qualcosa corri in bagno a vomitare e sono sicura, anzi ci metterei la mano sul fuoco, che hai avuto un giramento di testa pochi secondi fa!-
-Ally..non..- provai a ribattere ma mi zittì nuovamente.
-la notte piangi, lo so. Ti stai consumando poco a poco e questo non è normale Bella. Edward non è andato in guerra. È andato a trovare i suoi cugini! E presto tornerà da te..- quanto avrei voluto che le sue parole fossero vere. Edward non era andato in guerra ma rischiava lo stesso di non tornare a casa. Io, rischiavo di non vederlo mai più. Per un istante mi maledissi per non averlo fermato. Per non averlo costretto a rimane qui con me. Io e la mia solita gratitudine verso gli altri! Per non recare un torto ai Cullen, ora mi ritrovavo a passare le pene dell’inferno. Avevo fiducia in lui, sapevo che mai avrebbe compiuto un gesto troppo azzardato e rischiare di mettersi nei guai, ma lo conoscevo anche molto bene. Se solo uno dei suoi fratelli si fosse trovato in difficoltà e in pericolo di vita, lui non si sarebbe certo tirato indietro. Al sol pensiero rabbrividii.
Guardai Ally negli occhi e cercai di farmi coraggio dalla sua forza. Alcune volte avrei voluto essere come lei. Avrei voluto essere più forte e reagire alle situazioni invece di compiangermi. Ma quando c’era Edward di mezzo diventavo un vegetale. Non potevo immaginare di stare una vita senza di lui. Di poter andare avanti senza di lui.
Ricordi delle nostre risate spensierate tornarono alla mia mente e sentii quasi una stilettata al cuore. Provai a respirare a fondo e a ritrovare un po’ di lucidità. Edward stava bene e sarebbe tornato da me. Punto.
-lo so che non vuoi andare in ospedale ma almeno permettimi di dirlo ad EJ!-
-no, no.. Ally davvero, no..-
-sei più testarda di un mulo! E va bene!-  sbottò alzandosi dal letto e andando a prendere qualcosa nella sua borsa.
-ho una teoria, la vuoi sentire?-
-sono tutta orecchi-
-beh potrà sembrarti assurdo, ma.. ecco, penso che tu.. che tu..- si bloccò rigirandosi tra le mani una scatolina rettangolare. Sembrava in imbarazzo.
-che io? Avanti Ally-
Prese un lungo respiro e poi si decise a sganciare la bomba- Bella.. penso che tu sia incinta!- disse tutto d’un fiato. Le sue parole mi colpirono come uno schiaffo in piena faccia. Fui immediatamente colta da uno strano senso di irritazione. Ma cosa le saltava in mente? L’unica persona con cui avevo fatto sesso nelle ultime settimane era un vampiro! Certo lei questo non poteva saperlo.
-ecco, te l’ho detto! Potrà sembrarti impossibile..-
-lo è!- l’incalzai subito.
-o avventato da parte mia..-
-certo che è avventato!- dissi senza lasciargli neanche il tempo di fine la frase.
-..ma ti ho comprato questo-
Mi porse la scatolina che si rigirava tra le mani e la scartai dall’involucro bianco.
Appena mi accorsi di cosa tenessi tra le dita la lasciai cadere come se mi avesse messo in mano un detonatore.
-Ally? Ma cosa ti salta in mente?- le chiesi quasi furiosa, il petto che si alzava e abbassava frenetico e il cuore palpitante. Non era possibile. No. No. No!
-non ti costa nulla farlo! E poi così ne avremo la certezza, no?-
-non voglio essere certa di un bel niente! Io non sono incinta hai capito?-
-fare un test di gravidanza non ha mai fatto male a nessuno!-
Mi portai le mani a coprirmi la faccia e provai a respirare in maniera più regolare.
-Bella anche a me sembra assurdo ma.. pensaci! Hai tutti i sintomi giusti. Nausea, giramenti di testa, debolezza? Cos’altro potrebbero significare?-
-sicuramente che non sono incinta!-
-e se invece lo fossi?- cosa?

Già Bella, e se invece lo fossi?
Chiese la vocina relegata in un angolo della mia testa.

No. Non poteva essere. Era impossibile! Era troppo presto per avere già i sintomi di una gravidanza avanzata! E poi i vampiri non potevano procreare! O sbaglio?
Frustrata guardai Ally cercando una risposta nei suoi occhi. Una risposta che però non poteva darmi.  
Abbassai la testa e lanciai un’occhiata furtiva al test di gravidanza. Lo guardai con attenzione cercando di capire cosa avrei dovuto fare. Ripetei mentalmente le parole di Ally almeno un migliaio di volte..un test di gravidanza non ha mai fatto male a nessuno! E poi alla fine decisi.
-ok- dissi annuendo.
-ok?- chiese speranzosa la mia amica.
-OK!-
Mi alzai dal letto e dopo aver preso la scatola mi richiusi la porta del bagno alle spalle. Mi guardai allo specchio qualche istante prima di aprire le linguette che sigillavano il bastoncino sul quale avrei dovuto fare pipì.
Il mio cuore batteva così forte che pensavo volesse uscirmi dal petto. Aveva cominciato a farmi male. In quel momento avevo davanti agli occhi solo il viso di Edward che mi incoraggiava ad andare avanti. Quando finii fui colta da una specie di crisi di panico. E se fosse risultato positivo? Cos’avrei fatto? Cosa avrei dovuto aspettarmi? Ally lo avrebbe saputo.. come avrei fatto a nascondergli una cosa del genere? L’avrei messa in pericolo? E Edward? Cos’avrebbe detto lui?
Le domande nella mia testa mi stavano facendo impazzire e l’unica cosa che avrei voluto fare in quel momento era buttarmi tra le braccia del mio amore. Non era giusto che affrontassi una cosa del genere da sola. Pensai disperata.
E poi mi accorsi di star sbagliando. Io non ero affatto sola. Di la, seduta sul letto della mia stanza c’era Ally. Mi stava aspettando e sicuramente era agitata quanto me.
Mi alzai da terra e presi il bastoncino in mano, aprii la porta del bagno e tornai in stanza. Andai diretta verso la scrivania e lo appoggiai sopra.
Tornai a sedermi sul letto. Ally mi fu subito accanto prendendomi una mano nella sua.
-aspettiamo..- dissi con un filo di voce.
-si, aspettiamo-
Non ci misi molto a capire che quei minuti sarebbero stati i più lunghi della mia vita.
-hai pensato a cosa..-
-no..- dissi interrompendola subito. Non avevo bisogno di mettermi a pensare a cosa avrei fatto nel caso in cui il test fosse risultato positivo.
-ok- tornò in silenzio.
Dopo un po’ non mi sembrò neanche di essere più in quella stanza. La mia mente stava viaggiando alla velocità della luce su pensieri che mai mi avevano sfiorato la mente. Diventare madre! Era.. era assurdo pensare che fossi incinta. Ma la mia mente invece mi prospettò direttamente all’ipotesi contraria. E fu allora che mi vidi. Io con il pancione, io che mettevo al mondo mio figlio, io con un bambino in braccio.
Sentii stringermi forte la mano e tornai con la mente in quella stanza, a quel bastoncino, alla mia vita.
-è ora- disse Ally portandosi una mano al petto. Stavamo vivendo insieme quell’esperienza ed ero sicura che anche lei stesse vivendo i miei stessi tormenti.
-vuoi che? Guardo io per prima?- mi chiese visto che non accennavo a muovermi neanche di un millimetro.
Non risposi mi limitai ad annuire. Si alzò, prese il bastoncino e tornò a sedersi.
-lo facciamo insieme- disse risoluta prendendomi di nuovo per mano.
-allora.. una striscia rossa negativo. Due strisce rosse ..positivo- continuò.
Deglutii a fatica mentre assistevo alla scena ed ebbi come la sensazione che si svolgesse tutto a rallentatore. Vidi Ally alzare il bastoncino, spostarlo verso la mia direzione e metterlo fra noi due. Tutto ciò mentre in testa mi ripetevo incessantemente la parola negativo. negativo. negativo. negativo!
-positivo..- un'unica parola che ebbe il peso di schiacciarmi, di immobilizzarmi, di raggelarmi. Sentii gli occhi farsi lucidi e appannarmi la vista. Una lacrima scese silenziosa a rigarmi la guancia mentre prendevo consapevolezza di quello che mi stava succedendo.
Ero incinta. Incinta. Incinta!
Com’era possibile tutto questo? Come?
Ally mi mise una mano dietro la spalla e mi attirò verso di lei abbracciandomi. Fu un attimo e mi lasciai andare anche io. Piansi, piansi fino a sentire i singhiozzi poi un rumore sordo irruppe nella stanza. La porta si era spalancata e adesso, oltre alle braccia di Ally, a stringermi ce ne erano altre 2.. fredde come il ghiaccio.
Non so quanto tempo passò, ne persi la cognizione. Sentii solo Ally raccontare tutto quanto ad Alice e spiegarle la situazione, come mai stessi piangendo. Alice fece finta di cadere dalle nuvole. Mi voltai solamente quando sentii la sua voce chiamarmi.
-Bella...-
-Alice- dissi mentre mi stringeva al suo petto.
-ho visto tutto, ero con te in questa stanza- mi sussurrò pianissimo all’orecchio, tanto che feci fatica a sentirla. Quindi lei sapeva tutto, aveva visto ogni mia azione.
-cosa faremo Alice? Non è normale.. io non, Edward..- le risposi cercando di calmarmi. Ma serviva a ben poco. Io ero incinta e dovevamo affrontare questa faccenda e soprattutto capire come mai fossi già così incinta!  
-che vuoi fare Bella? Hai intenzione di tenerlo?- mi chiese timorosa Ally. Forse la mia reazione doveva averla portata dritta a quest’ipotesi.
La guardai senza sapere bene cosa risponderle.   
Io non avevo mai pensato di volere un bambino e diventare madre. E adesso che “lo ero” non sapevo cosa fare. Avevo paura. Una tremenda paura che non sapessi come fare a crescere un figlio. Ero giovane cavolo, avevo 19 anni! E anche se per tutta la vita non avevo fatto altro che essere La persona responsabile, quella che invece di dipendere dalla propria madre doveva insegnare a lei come comportarsi, adesso mi sentivo inadeguata. Cos’avrebbero pensato gli altri? Mio padre, Jake, MIA MADRE! Mia madre che aspettava il mio fratellino, mi madre che pur essendoci passata era sempre pronta a criticare, con le sue frecciatine al vetriolo, chiunque avesse aspettato un figlio così giovane. E poi non sapevo cos’aspettarmi. Cos’era che portavo dentro di me? Era il frutto dell’unione tra un umana e un vampiro, un vampiro! Un vampiro che non era neanche qui. In quel momento un pensiero sfiorò la mia mente e mi fece rabbrividire. E se non fosse tornato? Avrei dovuto affrontare tutto quanto da sola? Avrei dovuto crescere il nostro bambino senza Edward?Nostro. Già, nostro. Io e Edward avevamo dato vita ad una nuova creatura, ed era nostra!
 Solo dopo aver formulato quel pensiero mi accorsi di quanto tutto questo fosse anche un evento meraviglioso. Immaginai un bambino paffutello con i capelli rossicci e gli occhi verdi, un piccolo Edward in miniatura, e non potei evitare di sorridere e sentirmi leggera. Immaginai come sarebbe stato stupendo sentirlo muoversi dentro di me.. vedere la sua immagine nell'ecografia..sentire il suo cuore. Il frutto del nostro amore non avrebbe fatto altro che legarci di più, come una catena avrebbe stretto le nostre vite per sempre.  Sarebbe stato il centro dei nostri pensieri e non avremmo fatto altro che prenderci cura di lui. Avremmo cullato il nostro principino riempiendolo di coccole. Ci saremmo comportati come tutti i genitori.
Lo avremmo fatto ridere impiastricciandoci la faccia con del rossetto. Lo avremmo portato a quattro zampe sulla schiena. Avremmo fatto il bagno insieme e avremmo litigato per chi avrebbe dovuto insaponarlo per bene. Gli avremmo fatto giochi impossibili con pezzi di cartone solo per alimentare la sua fantasia. Saremmo stati i suoi cuscini quando con i pugni vicini si sarebbe addormentato tra di noi scalciando a più non posso. Gli avremmo insegnato a parlare e a crescere.  
E allora capii. Capii che non contava quanti anni avessi o quanto mi sentissi inadeguata. Non si è mai troppo giovani per provare questo genere d’amore, capace di stravolgerti l’anima. L’amore immenso che solo un figlio può donarti. Sentii un calore enorme al petto ed ebbi come la sensazione che il mio cuore fosse raddoppiato di volume per contenere amore a sufficienza per Edward e per il nostro bambino.
Mi voltai per guardare Ally negli occhi- perché dici questo?-
-non lo so.. è che ti ho visto così disperata che ho preso in considerazione l’ipotesi che tu non lo volessi!- disse quasi timorosa.
-non lo volevo infatti..-
-forse è anche una questione d’età? Ti vedi troppo giovane non è così?- continuò senza lasciarmi finire di parlare.
-è stata la prima cosa che ho pensato in effetti. Io ho solo 19 anni e non ho la più pallida idea di come fare a crescere un bambino ma..- mi interruppi alzandomi e portandomi al centro della stanza. Mi voltai a guardare entrambe in faccia - ..ma io penso di farcela! Devo farcela per lui- istintivamente mi portai una mano al ventre arrossendo all’istante- e poi non sono sola, ci siete voi che siete la mia famiglia – dissi guardando Alice – e ci sei tu.. non ti ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che hai fatto per me, sono sicura che sarai un ottima zia- dissi con gli occhi ancora lucidi.
Entrambe mi guardarono sbalordite e anche loro faticavano a trattenere l’emozione. Solo allora mi accorsi di non aver pensato affatto alla reazione dell’unica persona che contava veramente per me. L’unica reazione che avrebbe potuto annientarmi in un battito di ciglia o farmi sentire così felice da poter toccare il cielo con un dito. La mia faccia dovette assumere un colorito ancora più bianco.
-che hai Bella? Cosa c’è?-
-Edward..- mormorai quasi senza voce – lui non sa niente. Cosa dirà quando lo scoprirà? E se non lo volesse?- mi feci prendere dalla paura e quasi mi tremarono le gambe. Già cos’avrebbe detto? Lo avrebbe voluto? Io sapevo quello che provava per me, sapevo quanto amore ci legava. Ma un bambino sarebbe stato un passo troppo importante. Lo avrebbe condiviso insieme a me questo passo? Non sapevo cosa pensare! E poi mi ostinavo a parlare come se tutto quanto si sarebbe svolto seguendo i ritmi e gli avvenimenti di una normale gravidanza! Quando in realtà non sapevo proprio cos’aspettarmi. Ma una cosa ormai era certa.. avrei affrontato l’ignoto e  tutto quello che esso comportava dando fondo a tutto il mio coraggio. Persa com’ero nelle mie elucubrazioni mentali non mi accorsi neanche che Alice ed Ally stavano ridendo a crepapelle neanche avessi raccontato una barzelletta!
-che c’è?-
-oddio Bella! Di tutte le cose che potevi dire questa è senza dubbio la più stupida!- mi disse Ally lasciandomi basita.
-perché? È normale che io pensi anche alla sua reazione-
-si ma non sarà questa la sua reazione fidati-  
-tu e lui siete fatti per stare insieme!- disse Alice - Penso che tutto quello che hai fatto per riprendertelo lo dimostra alla grande! Non potete stare separati per più di una settimana che mi entri in depressione! E un figlio non farà altro che unirvi di più. Lui lo amerà all’istante questo bambino proprio come hai fatto tu! E vuoi sapere perché dico questo?-
Un sorriso apparve sulle mie labbra mentre parlavo – perché?-
-beh perché voi due siete come il pane per la nutella, come il latte per i biscotti, come la marmellata per il burro d’arachidi, come il sugo per la pasta, come lo Yin e lo yang: vi completate a vicenda e rendete un solo corpo prefetto. E questo corpo e qui dentro..- disse sfiorando la mia pancia. Risi insieme a lei ma contemporaneamente non potei evitare ai miei occhi di diventare lucidi. Sembravo impazzita, ridevo e piangevo allo stesso tempo! La verità delle parole di Alice si fece sempre più spazio in me e non potei non essere d’accordo con lei. Noi due eravamo così! Di quante prove e di quante dimostrazioni avevo ancora bisogno per capire che il nostro amore avrebbe superato ogni cosa?
Andai a sedermi in mezzo a loro due -quindi.. secondo voi la prenderà bene?- non sapevo neanche io come mai mi sentissi così insicura.
-certo! Più che bene-
-e dovrei.. cosa dovrei fare? Dovrei chiamarlo? Dovrei dirglielo per telefono?-prima che sia troppo tardi pensai.
Ally mi guardò come a volermi uccidere. Alice invece mi guardò comprensiva e avvicinandosi al mio orecchio mi sussurrò – tornerà vedrai.. non temere. Non gli succederà nulla- aveva capito quello che mi passava per la testa. Le sorrisi più rilassata.
-stai scherzando vero?- questa volta fu il turno di Ally di parlare – queste non sono cose da dire per telefono! Non lo so.. organizza qualcosa di carino.. di romantico. Solo tu e lui. Ma non azzardarti a dirglielo attraverso un freddo ed insignificante aggeggio metallico, soprattutto se si trova a migliaia di chilometri di distanza!- si infervorò così tanto che ebbi quasi timore a rassicurarla che mai e poi mai avrei fatto una cosa del genere.
Alice mi aveva rassicurato..ma la preoccupazione purtroppo rimaneva. Solo che adesso era un po’ diverso. Adesso avevo una scusa in più per aspettarlo a braccia aperte. E a pensare al momento in cui l’avrei riabbracciato vedendolo sano e salvo la mia mente si rilassò da tutti i timori che avevo.
Il suono di un cellulare di diffuse nell’aria e quasi sussultai pensando fosse il mio. Ally si alzò per prenderlo dalla sua borsa.
Era EJ. Non avevo dimenticato che avevano un appuntamento e che era già troppo tempo che la trattenevo. La pregai di andare da lui e di godersi la loro gita romantica. Dovetti insistere parecchio visto che non aveva nessuna intenzione di lasciarmi, ma la rassicurai che ci sarebbe stata Alice come me. Avremmo dovuto parlare di molti altri aspetti di questa gravidanza che purtroppo Ally  non doveva sapere. Quando la mia amica si richiuse la porta della mia stanza alla spalle istintivamente rilasciai un sospiro di sollievo.
-Alice! Come diavolo è successo tutto questo?- le dissi voltandomi di scatto a guardarla.
-emh.. devo proprio dirtelo? Sbaglio o c’eri tu insieme a mio fratello mentre facevate sess..- non la lasciai finire.
-non intendevo questo Alice! Lo so come si fanno i bambini.- dissi arrossendo – lo sai cosa voglio dire-
-si lo so-
-e allora?-
Aprì la bocca come a parlare ma non uscì nessun suono dalle sue labbra. Era incredibile. Per una volta Alice Cullen era a corto di parole! Non sapeva cosa dire!
-ah, ma quando arriva Carlisle!- dissi frustrata.
Mi guardò in modo strano aggrottando la fronte.
-che c’è?-
-mi era parso di capire che fossi felice per questo bambino-
-certo che lo sono- mi sentivo già così attaccata a quella piccola creatura che cresceva dentro di me.
-e allora perché ti preoccupi?- disse scrollando le spalle.
La sua calma mi faceva imbestialire. Come poteva non pensare al fatto che dentro di me portavo un bimbo per metà vampiro?
-forse ti sfugge il piccolo particolare che io sono umana e che tuo fratello è un vampiro! Adesso.. non vorrei dire una cosa ovvia e scontata ma.. cos’è che porto nella mia pancia? Io lo amerei anche se dovesse avere tre teste e sputare fuoco ma vorrei tanto capire come cavolo è potuto succedere tutto questo!- dissi agitandomi.
-shh non ti innervosire, potrebbe fare male al bambino!- giusto, il bambino! Mi calmai prendendo a respirare più normalmente.
-io non so cosa sia Bella, e non posso neanche rispondere alle domande che ti frullano nel cervello. Ma so che questo è un miracolo! Mai è poi mai si sarei immaginata che potesse succedere una cosa del genere. Ma è capitata! Ed è capitata a voi.. a due delle persone che amo di più al mondo..- portò una mano al mio viso e cominciò ad asciugare le lacrime che mi rigavano le guance. Stava dicendo delle cose bellissime – sarò zia capisci? Diventerò importante per qualcuno, diventerò un modello da seguire. Avrò modo di coccolare e venerare una piccola creatura che è arrivata sulle ali di un miracolo e credimi se ti dico che sono felice – disse ridendo emozionata mostrandomi così la sua dentatura perfetta- Oddio non sai quanto sono felice in questo momento!- continuò trasmettendomi la sua gioia. L’abbraccia di slancio affondando il mio naso nel suo collo. Mi strinse forte e in quel momento non sapevo come ringraziarla per essere al mio fianco.
-ti voglio bene Alice..- dissi non riuscendo a trovare altre parole se non quelle.
-anche io te ne voglio sorellina- mi baciò una guancia e mi strinse ancora per un po’ a se.
-Alice..- la chiamai dopo poco.
-si?-
-ti spiacerebbe evitare di dirglielo ad Esme e a Rosalie? Vorrei che il primo a saperlo fosse Edward. E beh, sai com’è..-
-si ho capito. Non dirò niente a nessuno, promesso. Anche se siamo diventati bravi a nascondergli i nostri pensieri penso che debba venire a saperlo da te, e non da una Esme troppo felice da non riuscire a pensare ad altro! Questo..- disse accarezzando il mio ventre- è un dono magnifico, il vostro dono, ed è giusto che lo condivida solo ed esclusivamente con te-  
-grazie..-
Mi lasciò solo dopo, si fa per dire, altre 2 ore di chiacchiere. Ero diventata troppo apprensiva e volevo essere rassicurata su ogni cosa. Mi disse che ci saremmo sentite quella sera. La salutai con un abbraccio infinito.
Verso mezzogiorno e trenta provai a mandare giù qualcosa, avevo una fame da lupi.
-da bravo piccolino, lascia che pensi un pochino a nutrirmi. Se non mangio io, non mangi neanche tu!- dissi portandomi una mano alla pancia parlando da sola. Risi di quella situazione. Era così strano sapere di averlo dentro di me e sentire l’amore che mi legava a lui, già in maniera così forte e indissolubile.
Addentai il mio panino al prosciutto e formaggio come se attingessi ad un bicchierone d’acqua ghiacciata nel deserto più desolante. Erano giorni che tutto ciò che mangiavo risaliva inesorabilmente lungo la mia gola e mi sentivo così debole da non riuscire a stare neanche in piedi. Per fortuna quella volta riuscii a trattenere tutto quanto all’interno del mio stomaco e dentro di me esultai.
-bravo piccolino..- ripetei a voce alta come se avesse sentito le parole che avevo detto prima. Mi diedi della stupida solo per aver potuto pensare una cosa del genere.
Mi stesi sul letto e presi ad accarezzare la mia pancia. Ormai mi stupivo di come riuscissi a compiere quel gesto in maniera così semplice e istintiva. Stavo per cadere tra le braccia di Morfeo quando sentii il mio cellulare vibrare sul comodino accanto al letto. Sapevo già chi fosse prima di prenderlo in mano. Quando lessi il suo nome sul display il mio cuore cominciò a battere all’impazzata. Calmati, non può vederti e non può sapere quello che è successo! Non comportarti come una ladra che è stata pizzicata con le mani nel vasetto della marmellata!  Mi dissi mentalmente prima di rispondere.
-amore ciao..- mi disse esultante dall’altra parte del telefono.
-amore, come stai? Va tutto bene?- queste erano le parole che gli ripetevo ad ogni telefonata. L’importante era che fosse tutto integro e che non gli fosse successo nulla di grave.  E lui mi rispondeva sempre allo stesso modo “Sto bene, stiamo tutti bene e purtroppo ancora non so quando tornerò” e il mio cuore puntualmente piangeva per la delusione.
-sempre la solita eh?-
-lo sai che mi preoccupo-
-e tu lo sai che non devi..- che stupidaggine! Come poteva solo pensare che non mi preoccupassi per lui?
-non mi hai ancora risposto però-
-perché ogni volta la risposta è sempre uguale. Sto bene, stiamo tutti bene e..-
-cosa?- dissi agitandomi subito per quel suo improvviso silenzio.
-ma lo sai che questa volta non posso proprio risponderti come al solito?- subito sbiancai.
-perché cos’è successo?- comincia ad agitarmi ma pensai subito al bambino.
-non è successo nulla, rilassati Bella! È solo che questa volta non posso dirti che non so quando tornerò..-
Subito mi sentii il cuore in gola e sobbalzai sul letto leggera.
-aaaaahh! Davvero? Quando torni?- gli chiesi ridendo felice.
Lui rise dall’altra parte prima di rispondermi- partiamo domani-
Partiamo domani. Eccole le parole che mi ridiedero improvvisamente la gioia di esistere. In poco più di 24 ore l’avrei riabbracciato finalmente!
-Bella.. mi manchi- sentii i brividi lungo la schiena e la voglia di stringerlo forte crebbe in maniera vertiginosa.
-anche tu – ci manchi, avrei voluto dirgli – mi manchi. Mi manchi da morire-
-non preoccuparti tra poco sarò di nuovo da te-
-avete risolto tutto?-
-si. Per fortuna Eleazar ha reclutato una squadra che si è data da fare ininterrottamente. Li abbiamo presi tutti- sospirai di sollievo nel sapere che i Volturi non sarebbero stati coinvolti.
-tu come stai?-
-io? Sto bene- dissi portandomi una mano a coccolare il nostro piccolo miracolo. Stiamo bene, pensai- meravigliosamente-
-si ti sento! Hai qualcosa di diverso nella voce, non lo so..-
- è la felicità di riaverti presto a casa-
-ti amo lo sai?- chiusi gli occhi nell’istante esatto in cui le sue parole toccarono le corde del mio cuore facendolo sussultare.
-anche io ti amo..-
-adesso devo andare Bella, voglio salutare i ragazzi che ci hanno aiutato in quest’impresa, stanno per partire-
-si certo. Vai!-
-noi ci vediamo domani..- disse facendomi fremere per l’attesa che ero sicura mi avrebbe mandato in pappa il cervello.
-a domani..- gli ripetei finalmente felice.
Mi stesi di nuovo nel letto pensando a quanto, tutto quanto, stesse andando nel verso giusto.
Edward sarebbe tornato, ci saremmo persi l’uno nell’altro fino a sentirci di nuovo una cosa sola, avremmo parlato di tante cose e finalmente gli avrei rivelato il mio “piccolo” segreto. Speravo solo che la prendesse nel modo giusto, solo questo.
Poi però pensai a un aspetto che non avevo minimamente considerato. Lui era legato in maniera molto forte ai principi della sua epoca. Quando mi aveva chiesto di sposarlo lo aveva fatto perché per lui era fondamentale dichiarare il nostro amore davanti a Dio. La pensava allo stesso modo per i figli? Non dovetti pensarci più di due secondi prima di trovare da sola la risposta. Certo che la pensava allo stesso modo! Ai suoi tempi avere figli prima del matrimonio era uno scandalo perché sarebbero stati concepiti nel peccato. Ma noi due ci eravamo già uniti sotto quell’aspetto.. tuttavia nessuno mi toglieva dalla testa che per Edward era stato come infrangere una regola di vita. Avrei potuto chiedergli di accettare un figlio senza essere sposati? Al giorno d’oggi era anche normale crearsi una famiglia pur non essendolo ed io non avevo mai criticato chi prendeva questa decisione. Anche per me non era fondamentale legarmi per sempre ad una persona prima di farci un figlio. Questo prima però.
Prima di capire quanto fosse grande il bisogno che avevo di legarmi per l’eternità al padre di mio figlio.
Senza dubbio l’avrebbe fatto lui. Dopo che gli avrei rivelato del bambino mi avrebbe proposto di sposarlo, ci avrei messo la mano sul fuoco. Ma questa volta non potevo permettere che fosse lui a farlo. Questa volta dovevo farlo io. Si perché se la scorsa volta ero stata quasi timorosa a dirgli Si, questa volta ero io a voler sentire il suo Si.
“..organizza qualcosa di carino.. di romantico. Solo tu e lui..” le parole di Ally tornarono alla mia mente con la potenza di un uragano. Si. avrei fatto così.
Avrei organizzato qualcosa di speciale solo per noi due e gli avrei chiesto di sposarmi. E dopo.. solo dopo gli avrei rivelato che presto sarebbe diventato papà.

Ok. Allora che ve ne pare? Alcune di voi sospettavano che Bella fosse incinta già dallo scorso capitolo. E spero che questo non vi abbia deluso!

I capitoli senza Edward sono finiti. Perciò non vi resta altro che aspettare il suo ritorno!

Alla prossima ragazze! Un bacione immenso a tutte voi e un abbraccio speciale alla mia Ciù! ^___^


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Capitolo 36
*** capitolo 35 ***



                                       

*Entra in punta di piedi cercando di schivare il lancio di pomodori* SONO VIVA! (leggetelo alla Mike Newton) e non posso credere di essere in ritardo di un mese esatto! Sono imperdonabile lo so! Non basterebbero tutte le scuse di questo mondo per giustificarmi!  Scrivere questo capitolo è stato molto, come dire.. estenuante! Ad un certo punto mi sono ritrovata con la parte centrale pronta e tutto il resto da finire! Ieri mi sono messa d’impegno, anche perché ero in modalità “ispirazione”, e l’ho concluso! Ma credetemi, non ne voleva sapere di uscire fuori! La mia dolce amorosa (AnImoR_7), ha cercato di spronarmi in tutti i modi, e forse il fatto che sono andata a trovarla mi ha aiutato. Con i suoi superpoteri mi ha trasmesso la voglia di finirlo.. ^_^  ti voglio bene Ciù!

Mi scuso anche per non aver risposto alle vostre recensioni! Avrei voluto scrivervi singolarmente la parola GRAZIE. Che, in tutta sincerità, meritate tutte, dalla prima all’ultima!

Che dire vi ADORO!

Ok, concludo questa sviolinata -che non ha nessuna intensione di abbonarmi una vostra eventuale tirata d’orecchie (anche perché ci ha già pensato qualcun altro a farlo)-e vi lascio al capitolo! BUONA LETTURA!

Ps. Ad un certo punto troverete una canzone. ASCOLTATELA!  Breaking Dawn mi ha letteralmente conquistato, almeno io l’ho trovato magnifico!   


Capitolo 35


Quella notte non chiusi occhio. Continuai a pensare e a ripensare a quello che mi stava succedendo, e mi stupii ancora una volta di quanto il mondo e la natura di Edward mi lasciassero sempre di più senza parole. Credevo che non sarei mai stata più stupita dell’apprendere che l’uomo che amavo fosse un vampiro, che il mio migliore amico fosse un licantropo, che esistevano dei vampiri eletti a “famiglia reale”. E invece fui costretta a ricredermi.
I vampiri potevano anche riprodursi.
Chi più di me poteva testimoniarlo? Sicuramente il bambino che portavo in grembo contribuiva a fugare ogni dubbio. E come se ancora non mi fossi abituata al mondo di stranezze del quale facevo parte, ci pensò un colpetto al mio basso ventre a rinfrescarmi la memoria. Era impossibile che riuscissi a sentirlo, eppure era una presenza già così forte nella mia vita che non mi stupii neanche di riuscire a percepire quella piccola pressione. Portai una mano alla pancia e sentii chiara e indistinta la differenza con il giorno prima. Adesso era fredda e dura. Proprio come la pelle di Edward.
Quel particolare mi fece fremere subito dal desiderio. Solo l’idea che tra poche ore lo avrei stetto di nuovo tra le mie braccia mi faceva toccare il cielo con un dito. Lo avrei baciato fino a sentire male alle labbra, pronta a riprendermi la linfa vitale che mi aveva abbandonato il giorno stesso che era andato via. Il mio cuore prese a battere  all’impazzata pregustandone il momento. O forse, non era solo quello il motivo. Mi sentivo tutta agitata, come scossa da una scarica elettrica, che già di per se era la causa della mia insonnia. E la ragione principale era che quella sera stessa avrei dovuto raccontargli la verità. Ma ormai avevo deciso. Nelle ore trascorse a sbuffare e a rigirami a destra e a sinistra nel letto avevo stabilito tutto. Il dove, il come e il quando. E solo dopo avergli confessato ancora una volta il mio amore, con relativa proposta di matrimonio, alla quale speravo ardentemente di ottenere una risposta positiva, avrei tirato in ballo il “bambino”.
Mi alzai dal letto, troppo stanca di rimanere sotto le coperte (quella notte le avevo sentite eccessivamente calde) e andai a farmi una doccia. Il mio piano doveva cominciare il più presto possibile.
Mentre massaggiavo i miei capelli con lo shampoo sentii il cellulare cominciare a suonare. Nell’ultimo periodo, o meglio.. nelle ultime settimane, mi ostinavo a portarmelo sempre dietro per non rischiare di perdere neanche una telefonata di Edward. Infatti bastò che mi affacciassi dal box e allungassi una mano sulla mensola del bagno per prenderlo. Inutile dire che il sorriso da ebete che avevo stampato in faccia faceva capire perfettamente chi fosse a chiamare.  
-eilà straniero..- dissi mentre cercavo alla bene e meglio di non bagnare il telefono tenendolo il più distante possibile dal mio orecchio.
-sei sotto la doccia?-
-beh penso che lo scrosciare dell’acqua ti abbia risposto al posto mio-
-mhh.. non sai quanto vorrei essere li sotto con te in questo momento- disse suadente.
-Edward! voglio sperare che tu mi stia dicendo queste cose senza nessun’altro intorno!- al sol pensiero le mie guance si imporporarono. Subito dall’altra parte si diffuse il suono della sua risata.
-sono solo, tranquilla- disse ricomponendosi subito-  ma avrei preferito essere li con te..- di nuovo quella voce suadente. Mi portai l’altra mano alla pancia e pensai “ma tu sei qui con me, o almeno una parte di te lo è sicuramente”.
-Bella stai bene?-
Sbattei le palpebre un paio di volte prima di rispondergli –si.. si è tutto ok. Perché?-
-beh non lo so..mi aspettavo di ricevere una risposta diversa anziché il totale silenzio da parte tua. Io ti dico che non vedo l’ora di poterti toccare e fare l’amore con te e tu..-
-beh.. è che..- lo interruppi subito, prima di peggiorare la situazione -..è che stavo immaginando esattamente la stessa scena. E la delusione di non averti qui è stata talmente tanta che mi ha lasciato senza parole!- dissi tirando mentalmente un sospiro di sollievo. Fiuff! Se l’era bevuta?
-ahahah la tua incapacità di mentire è evidente anche per telefono! Comunque, non voglio lasciarti troppo tempo con la testa bagnata a prendere freddo, e per questo non ti chiederò altro.. ma sappi che questa sera voglio sapere tutto, ok? Sto per partire..-
Il mio cuore prese a battere all’impazzata mandandomi in brodo di giuggiole e facendomi cadere contemporaneamente nel panico più totale. L’ora X si avvicinava.
Cercai di mettere da parte questo aspetto e mi concentrai sul fatto che stava per partire e che tra poche ore lo avrei rivisto.
-oh, non vedo l’ora di riabbracciarti. Mi manchi così tanto-
-anche tu, amore mio-
-ci vediamo.. quando? Stasera?- gli chiesi mentre mentalmente mi facevo il calcolo delle ore di volo che ci dividevano. 1..2..3..
-tra 7 ore sono li..- disse anticipandomi.
-conterò anche i secondi-
-ti chiamo quando atterro all’aereo porto-
-va bene. A dopo-
Richiusi la telefonata e continuai esattamente da dove mi ero interrotta. Mi sciacquai per bene e infilai l’accappatoio.
-di.. ma ce l’hai con me per caso??- quelle parole arrivarono alle mie orecchie proprio mentre aprivo la porta del bagno. La voce del mio folletto impertinente mi fece quasi urlare dallo spavento.
-oddio Alice! Non farlo mai più. Mi hai fatto morire di paura!-
-esagerata.. e che sarà mai?-
Non le risposi e alzai gli occhi al cielo. Parlare con lei era come parlare ad un muro!
-cosa c’è Alice? Perché dovrei avercela con te?- le chiesi portando la conversazione proprio sulle parole che aveva usato lei pochi secondi prima.
-beh perché.. ho visto quello che hai intenzione di fare-
Aggrottai la fronte pronta a chiederle a cosa di riferisse, ma quando mi fu tutto chiaro la guardai male e cominciai a sbuffare. Le diedi le spalle e andai a prendere la biancheria da indossare.-Alice non cominciare ti prego!-
- lo sai che posso aiutarti ad organizzare tutto! Non voglio che ti affatichi nelle tue condizioni-
-Alice non sono malata. Sono incinta!- mi diressi di nuovo in bagno e cominciai a vestirmi.
-si ma.. lo sai anche tu che non è una gravidanza normale. Ti prego, non dirmi di no- continuò a parlare nonostante mi fossi rinchiusa la porta alle spalle. Per mia sfortuna la sentii ugualmente. Lo sapevo benissimo che non era una gravidanza normale! Se fosse stata come quella di qualsiasi altra donna sulla faccia della terra, di certo non avrei potuto sentire il mio bambino muoversi dentro di me a sole due settimane dal concepimento! E forse era proprio per questo che avrei fatto bene ad accettare la sua richiesta d’aiuto. Sbuffai esasperata e tornai da lei.
-non mi lascerai in pace fino a che non ti avrò detto di si, eh?- le dissi mentre cercavo qualcosa da mettere addosso invece di rimanere in mutandine e reggiseno.
-vedo che ti è tutto chiaro!-
-cristallino..- bofonchiai mentre tiravo fuori dall’armadio la mia adorata tuta.
-ei! Aspetta un attimo!- disse in un tono strano. Aveva talmente tante sfumature che non riuscii a capire se fosse agitata, nervosa o felice!
-che succede?- le chiesi e in meno di un nanosecondo me la ritrovai inginocchiata per terra intenta a fissarmi la pancia.
-oddio..- mormorò- è cresciuta-
-cosa?- le chiesi con un filo di voce.
-la tua pancia è leggermente cresciuta. Adesso si vede una piccola collinetta- disse mentre la toccava con una mano. Accidenti se era una gravidanza anormale quella! Alice aggrottò le sopracciglia continuando a tastare il lembo di pelle sopra l’elastico degli slip. Dovette accorgersene anche lei della differenza, perché sobbalzò per un momento.
-ma è..-
-si Alice, è uguale alla tua - le risposi rendendomi conto che la sua mano poggiata sul mio ventre non mi provocava alcun brivido o fastidio. Quel punto preciso era praticamente insensibile al freddo.
Le sue labbra si allargarono in un sorriso talmente grande che, se non fossi stata sicura del contrario, avrei giurato che le sarebbe presa una paresi fulminante!
-ok, Alice.. d’accordo, mi darai una mano- dissi infine sospirando. Dopotutto era o no la futura zia del mio piccolo brontolone? Riuscire ad accontentarla e renderla felice non era nulla paragonato a quello che aveva fatto, stava facendo ed ero sicura, avrebbe fatto per me in futuro.
-allora non perdiamo tempo forza!- disse scattando in piedi cominciando a saltellare sul posto dalla gioia. Anche io mi lasciai contagiare dal suo entusiasmo e l’imitai prendendola per le mani.
-ok. Adesso tu vai in centro, compra qualcosa di carino, fai quello che devi fare..al resto ci penso io!-
-ne sei sicura? Sai dove..?-
-shh Bella, lo so.. lo so dove vuoi organizzare tutto. Tu non dovrai fare altro che portarcelo. A tal proposito, per non rovinare l’effetto sorpresa, penso che sia meglio che vada tu a prenderlo all’aereo porto-
-e perché?-
-beh così evitiamo il più possibile di farci scoprire! Se malauguratamente dovessi lasciarmi scappare qualcosa rischieremo di rovinare tutto. E poi sono sicura che sei impaziente di riabbracciarlo, no?-
Ci pensai su qualche secondo, dopodiché annuii – si hai ragione..forse è meglio se facciamo così-
-vedrai, sarà tutto prefetto!-

“Lo spero proprio”
pensai per l’ennesima volta, mentre me ne stavo seduta nella sala d’attesa degli sbarchi internazionali. Ripensavo alle parole di Alice e non potei fare a meno di agitarmi. Chissà a che punto era con i preparativi?
Sbuffai agitata e mi ammonii mentalmente. Ormai era troppo tardi per tornare indietro. Anche se ero sicura che non mi avrebbe deluso. Quella mattina infatti lasciai ad Alice campo libero su tutto ed io mi dedicai solo a me stessa. Pensai e ripensai al giusto modo per raccontare ad Edward del bambino, perché se quella notte avevo stabilito come gli avrei chiesto di sposarmi, purtroppo dovevo ancora capire come avrei fatto a dirgli la verità senza sembrargli una pazza. Perciò quel pomeriggio mi diressi al centro commerciale per comprare qualcosa di carino da mettere, come mi aveva consigliato Alice e fu proprio quando mi trovai davanti ad un negozio per bambini che trovai la soluzione, o almeno qualcosa che secondo me avrebbe contribuito.
Mi lisciai la camicetta che avevo acquistato e presi a fissare il linoleum sbiadito del pavimento mentre sgranocchiavo una barretta di cioccolato comprato al distributore. Il bambino era incontenibile ed io avevo una fame da lupi, così prima di svenire a terra per un malore, pensai bene di correre ai ripari. Ma il mio cuore sembrava un altalena impazzita, galoppava a più non posso per poi rilassarsi subito dopo. Questo era l’effetto che mi faceva sapere che di li a poco avrei rivisto il mio angelo. Poiché tutta l’agitazione per quello che mi attendeva, non aveva per nulla diminuito la voglia che avevo di riabbracciarlo e stringerlo forte al mio petto. Chiusi gli occhi immaginando la scena, ma li spalancai immediatamente non appena l’altoparlante annunciò il suo volo. Era arrivato finalmente!
Mi alzai con uno scatto e mi diressi verso la porta, pronta a vederlo uscire con le valige in mano, passarono 10 minuti ma di lui non vi era ancora nessuna traccia. Quando i passeggeri iniziarono ad affollare la sala, mi allungai sulle punte per poterlo scorgere. Vidi un anziano che veniva aiutato dal personale dell’aereo porto a salire su una sedia a rotelle, troppo stanco per riuscire a camminare, una bambina che correva gettandosi tra le braccia del padre, due ragazzi che si stringevano forte proprio di fianco a me..
Abbassai i talloni sconsolata e sospirai – ma dove sei..- sussurrai. A quel punto pensai addirittura di aver sbagliato uscita! Ma prima di spostarmi e chiedere informazioni vidi una chioma bronzea varcare la soglia. Mi allungai di nuovo per poterlo vedere, ed eccolo li, il mio angelo, il mio unico amore. Il mio cuore cominciò ad accelerare la sua corsa. Mi dimenai per poter passare in mezzo alla gente che mi impediva di godere della vista del suo bellissimo volto. Lo vidi armeggiare con il telefonino e non mi stupii neppure di sentire la tasca dei miei jeans cominciare a vibrare. “ti chiamo quando atterro all’aereo porto”aveva detto, ma non sapeva che io ero proprio li, a 10 metri di distanza. Vidi Emmett dargli una gomitata e non appena riuscì a catturare la sua attenzione mi indicò con un gesto della testa. I nostri occhi si incontrarono in meno di 2 secondi. Gli sorrisi completamente beata della sua espressione stupita. Liberò le valige a terra e mi venne incontro con passo umano, nonostante sapessi che si stava trattenendo dal correre. Non appena mi fu davanti passò un braccio intorno alla vita alzandomi da terra e fece scontare subito le nostre labbra. Mi baciò con un tale impeto da farmi girare la testa. Strinsi le mie braccia introno al suo collo e ricambiai. In quel momento eravamo solo noi due, noi due e basta. Non contava che ci fossero altre 50 persone intorno a noi, c’eravamo io e lui e la voglia di ritrovarci.
Si staccò non appena si accorse che faticavo a respirare e poggiò la fronte sulla mia.
-dio.. non hai la minima idea di quanto mi sei mancata-
-anche tu mi sei mancato, tanto..-
Si riappropriò delle mie labbra mentre venivamo interrotti da Emmett che ci urlava – prendetevi una stanza per la miseria!- ridemmo alla sua battuta e Edward mi mise giù, continuando a stringermi il fianco.
-Bella..- mi salutò Carlise accarezzandomi una spalla.
-ben tornati, sono così felice di rivedervi-
- abbiamo appena visto quanto sei felice del nostro rientro, tranquilla- continuò Emmett facendomi imporporare le guance. Jasper mi fece l’occhiolino.
Dopo quel siparietto proposi a tutti un passaggio a casa ma rifiutarono l’invito dicendomi che avrebbero preso tranquillamente un taxi. Volevano lasciare me ed Edward soli, e di questo gliene fui grata.
Non appena fummo in macchina, la mia macchina, cominciai a tremare come una foglia. “dio Bella, non è il momento di farsi prendere dal panico!” mi dissi mentalmente provando a riacquistare un po’ di serenità giusto per non far insospettire Edward. Gli feci le solite domande di rito: com’è andato il volo? È stato difficile stare in una scatola chiusa per più di 7 ore con tutti quegli umani vicino? L’hostess è svenuta ai tuoi piedi non appena ti ha visto? L’hai abbagliata con il tuo sorriso mozzafiato, di la verità?
Cose così, giusto per intrattenerlo e non rischiare di cadere nel silenzio più angosciante. Quando fummo nei pressi del campus rallentai per poter prendere la stradina che conduceva alla nostra destinazione.
-ma dove stiamo andando?- mi chiese subito accorgendosi della mia deviazione. Anche se fosse stato sotto l’effetto delle torture di Jane, non sarei riuscita ad infinocchiarlo!
-emh.. è una sorpresa- dissi alla fine, arrendendomi all’evidenza. Tanto di li a poco avrebbe scoperto tutto.
Non ero pronta però a quello che vidi di fronte a noi non appena svoltai per il bosco. La sorpresa doveva essere per Edward ma Alice era riuscita a stupire anche me!
Il luogo dove avevo pensato di organizzare tutto era diventato un piccolo angolo di paradiso. C’erano lanterne ovunque. Erano attaccate a delle corde che univano un albero all’altro e davano una luce incredibilmente dolce e soffusa. A terra c’era un plaid contornato da tantissimi cuscini. In un angolo vi era un cestino da pic-nic e proprio quando pensavo di non riuscire a stupirmi oltre, vidi un piccolo stereo con accanto un’altra coperta.
-ma è meraviglioso!- mi lasciai sfuggire non riuscendo a trattenere l’entusiasmo.
-come.. perché tutto questo?- mi chiese Edward, che mi ero quasi dimenticata fosse accanto a me.
-è una sorpresa per te, te l’ho detto- mi venne accanto e mi cinse da dietro poggiando le sue mani proprio sulla mia pancia. Quanto avrei resistito ancora?
-immagino debba ringraziare Alice?- disse al mio orecchio,capendo all’istante chi era stato ad organizzare tutto.    
-immagini bene..- mi voltai verso di lui e questa volta fui io a baciarlo con urgenza.
La serata trascorse tranquillamente. Ci adagiammo sul plaid ed io presi a mangiare quello che Alice aveva preparato per me. Chissà come mai sapeva del mio bisogno di rifocillarmi! Risi del mio pensiero sarcastico e addentai il mio tramezzino.
Edward però era sempre più confuso e in più di un’occasione lo vidi aggrottare le sopracciglia. Urgeva una spiegazione, e anche subito!
Presi una grande respiro e mi avvicinai a lui. Lo baciai stringendolo forte, ricadendogli addosso. Cominciò ad accarezzarmi ovunque e dovetti dare fondo a tutta la mia forza di volontà per bloccarlo, prima che quel bacio ci portasse ad amarci al chiaro di luna. Non ché fosse una cosa tanto brutta, ma dovevo parlare con lui.  
-ti amo- gli sussurrai dunque sulle labbra.
-mi sa che devo andarmene  via più spesso se è questo quello che mi aspetta al ritorno!-
Lo guardai male e subito scoppiò a ridere – mi prendi in giro vero? Tu non vai più da nessuna parte, almeno non senza di me!-
-non preoccuparti Bella, non ho intenzione di lasciarti più.. diciamo.. per i prossimi 1000 anni!- Gesù! Era così difficile riuscire a resistergli. Non dopo che mi faceva sciogliere il cuore con frasi del genere!
-allora? Vuoi dirmi perché siamo qui?-  mi disse guardandomi intensamente negli occhi.
-perché deve esserci un motivo?-
-non è da te organizzare una cosa del genere solo per dirmi quanto ti sono mancato. Avanti parla!-
Sbuffai alzando gli occhi al cielo – non è divertente giocare con te..sei un guastafeste-
-a si?- disse arpionandomi i fianchi con le sue lunghe dita. Cominciò a farmi il solletico e a quel punto riuscire a resistergli fu d’avvero un impresa titanica.
-lasciami.. la-lasciami ti prego..-
-allora parla. Avanti, dimmelo-
-ok..ok.. pa-parlerò, parlerò! Ma lasciami andare!-  urlai continuando a ridere.
Mi lasciò andare ed io ripresi a respirare normalmente. Gli ero ancora spalmata addosso e non mi sfuggì lo sguardo che mi lanciò. Lui mi conosceva meglio di chiunque altro e non sarei mai riuscita a nascondergli alcunché. Almeno, non per più di 10 minuti.
-devo..devo dirti una cosa. Ecco perché siamo qui- mi alzai dal suo petto e mi sedetti a gambe incrociate. Smanettai un po’ con lo stereo, che ero sicura Alice avesse messo apposta li per il “momento della proposta”.



Nell’aria si diffuse subito un suono così dolce che in un certo senso mi diede la forza per andare avanti.
-perché hai scelto questo posto?-
-non sarà la nostra radura.. ma questo è un luogo molto importante per me..- gli dissi con il cuore in gola.
-perché?-
-beh perché qui ti ho detto per la prima volta quanto ancora ti amavo. Ricordi? La sera di halloween..-
Si guardò intorno quasi spaesato prima di rivolgermi uno occhiata sorpresa.
-qui? È qui dove..-
-si- gli dissi interrompendolo – è qui dove quella sera ti ho rivelato i miei sentimenti. Ero ubriaca questo è vero.. ma lo ricordo benissimo- dissi affievolendo un po’ il tono della voce, ricordando quello che avrei tanto voluto sentimi dire. E invece ciò che ottenni fu solo un rifiuto. Speravo che quella sera non ne ricevessi un altro.
-credimi se ti dico che quella sera avrei tanto voluto poterti dire quanto anche io ti amavo ancora, ma.. era troppo presto, capisci?-
-si. Lo capisco-
-questo non toglie però che ti ho fatto lo stesso del male-
-in effetti è stato molto faticoso riuscire a.. non pensarci- dissi sospirando mentre mi alzavo da terra.
-perché mi hai portato qui?- mi chiese raggiungendomi - se non ne hai un bel ricordo.. perché mi hai portato qui?-
Aveva colto nel segno, e la verità era che in qualche modo volevo esorcizzare quel posto, volevo chiedergli di sposarmi e volevo farlo li perché volevo dare un'altra occasione a quel bosco. Perché sapevo che se mi avesse detto di si sarebbe diventato uno dei posti che avrei amato di più nella mia vita.
-perché ho bisogno di chiederti un cosa.. una cosa molto importante- dissi riuscendo a stento a parlare tanta era forte l’emozione.
-ok. Ma ti prego Bella rilassati hai il cuore che rischia di scoppiarti nel petto, che c’è?- mi chiese subito agitandosi.
Mi allontanai da lui iniziando a camminare su e giù in quel piccolo fazzoletto di terra. Mi torturavo le mani consapevole che il momento tanto atteso era arrivato finalmente. Ma perché diavolo la mia mente era diventata una lavagna  bianca e le parole adatte, che quella mattina avevo cercato di mettere una dietro l’altra, si erano volatilizzate nell’aria? Presa dal panico mi portai le mani nei capelli.
-Bella mi stai spaventando-
Eh, anche io mi sto spaventando! Pensai. Per essere stata così stupida da farti questa sorpresa, portarti a questo punto della serata e non riuscire a dirti quanto voglia legarmi a te per l’eternità!
Sentii due mani forti immobilizzarmi e la tensione schizzare alle stelle.
-Bella cosa devi dirmi? Mi devo preoccupare?-
-no..no, certo che no-
- e allora che ti è preso? Ti comporti come se stessi andando al patibolo. Respira e cerca di rilassarti.. non sarà una cosa tanto brutta?-
-no, no che non lo è!-
-e allora?-
Chiusi gli occhi per un istante e fu in quel momento che magicamente le parole tornarono vivide nella mia mente. Le sentii forti e risolute animarmi da dentro. Mi fecero trovare il coraggio e parlare a quel punto divenne quasi facile..
Mi inginocchiai davanti a lui e dopo neanche due secondi me lo ritrovai di fianco.
-oddio, ti senti male?-
-no..- risi guardandolo negli occhi –tu..tu devi stare in piedi..tu devi alzarti, io sto così- gli dissi emozionata mentre lo costringevo ad alzarsi. Mi guardò aggrottando le sopracciglia non riuscendo a capire cosa stessi facendo. Ma nel momento esatto in cui gli fu tutto chiaro la sua fronte si distese magicamente ed ebbi quasi paura che potesse svenire davanti a me da un momento all’altro.
Mi schiarii la voce prima di parlare .
-E-Edward Anthony.. Masen Cullen vuoi sposarmi?- gli dissi diretta e concisa. La mia mano, stretta nella sua, cominciò a tremare. Lo vidi sgranare gli occhi per la sorpresa e per un attimo lo vidi quasi in difficoltà. Non so se ciò mi rese felice o meno. Felice, perché così avrei potuto passare al resto della proposta. Infelice, perché non era del tutto escluso che potesse dirmi anche di no.
-bè, ecco non.. cosa?- disse agitato. Io dal canto mio mi alzai e mi misi di fronte a lui.
-speravo me lo dicessi!- gli dissi lasciandolo sbigottito.
-ma che bugiarda.. non è vero!- era logico che avrei desiderato sentirmi dire subito di si, ma era pur vero che volevo continuare facendogli la proposta vera e propria.
-si invece è vero.. è vero! Perché se mi avessi detto subito di si non avrei potuto passare alla prossima parte che ho preparato!-
Mi guardò facendomi il sorriso sghembo che tanto amavo e in quel momento una nuvola, che ricopriva la luna si diradò, permettendo così di illuminargli il volto. Era talmente bello da fare male. La lucentezza della luna gli faceva brillare il viso e dovetti trattenermi con la forza per non saltargli addosso e baciarlo. Gli presi entrambe le mani nelle mie e guardandolo negli occhi, così belli e brillanti da riuscire quasi a leggervi dentro, iniziai a parlare.  
-Edward, tu sei tutta la mia vita ed io ti amo da impazzire. Ho capito che senza di te non posso vivere perché.. beh perché è come se mi chiedessero di vivere senza una parte di me, senza il mio cuore. Stare lontana da te è un dolore fisico e in questi giorni ho creduto veramente di impazzire per la lontananza. E capisco anche che non è una cosa normale, lo capisco ma.. te l’ho già detto, senza di te non vivo. Io voglio passare il resto della mia vita con te, voglio amarti, voglio starti vicino sempre, anche quando litigheremo, perché succederà.. stanne certo. Ma insieme supereremo tutto, il nostro amore ci aiuterà a farlo. Ti ho perso una volta e non voglio che questo accada di nuovo, perciò so con certezza che se non ti chiedo di essere mio lo rimpiangerò per il resto della mia vita, perché sento nel mio cuore che sei l'unico per me..- gli dissi con le lacrime agli occhi. Si abbassò a raccogliere in un delicato bacio quelle che non riuscii a trattenere e respirando profondamente mi rispose.
-da sempre ho creduto che ti avrei trovato e il tempo mi ha portato il tuo cuore. Io  voglio stare con te per sempre e tu vuoi stare con me per sempre. Ci ameremo anche quando non ci sopporteremo. Non si scappa! Mai! Nessuno lascia l'altro qualunque cosa accada! Questo è per sempre. Ti ho amato senza saperlo per 100 anni fino a che non sei arrivata. Ti amerò per altri mille anni sapendoti al mio fianco. -
-è un.. SI?- gli chiesi a fatica troppo emozionata dalle sue parole.
-SI, Bella. È un SI-
-SI?-
-SI!- mi confermò lui mentre gli gettavo le braccia al collo per poterlo baciare.
Mi liberò troppo presto però e infatti si beccò un occhiataccia da parte mia.
-non guardarmi così.. devo fare una cosa-
-cosa c’è di più importante che baciare la tua..fidanzata?- dissi arrossendo fino alla radice dei capelli.
-questo..- disse semplicemente mettendo una mano nella tasca dei jeans. Ne estrasse fuori un anello. No, un momento. Quello non era un anello qualsiasi. Quello era l’anello che mi aveva dato tempo fa. Lo guardai commossa prenderlo e infilarlo al mio dito.
-spero che questa volta ci rimanga per sempre..- mi disse emozionato.
-fidati. Questa volta non lo toglierò per nessuna ragione al mondo-
-lo spero tanto. L’ho sempre portato dietro nella speranza di poterlo rimettere al suo posto..- mi disse rispondendo inconsciamente alla domanda che volevo porgli. E cioè come mai lo avesse dietro. Non fui più in grado di parlare troppo presa a baciarlo e a piangere come una cretina. Fu un bacio umido, bagnato dalle mie lacrime. Fu uno dei baci più belli che ci scambiammo, da che ne ho memoria. Non mi resi neanche conto della sua durata, mi staccai da lui solo quando mi accorsi di dovergli confessare ancora una cosa. La parte più difficile della serata era dunque arrivata.
-sei felice?- mi chiese poggiando la sua fronte alla mia.
-si. Non puoi immaginare quanto!- gli confessai aggrappandomi ai suoi capelli, respirando il suo alito dolce e fresco.
-e allora perché sono sicuro che ci sia dell’altro? Il tuo volto.. per una frazione di secondo ho visto del terrore nei tuoi occhi- oddio, chi volevo prendere in giro? Era un vampiro per la miseria, come faceva a non accorgersene?
-beh ecco.. io.. si, è vero- dissi in un sospiro – devo confessarti una cosa..-
-cosa? lo sai che puoi dirmi tutto-
Si. Sapevo che potevo dirgli tutto. Ma in quel caso preferii agire.
Mi ero sempre chiesta come un uomo volesse sentirsi dire che sarebbe diventato padre, e nel nostro caso non sarebbe stato semplice trovare la parole giuste. Perciò mi allontanai per poter prendere dalla mia borsa il pacchettino che avevo comprato quella mattina e glielo misi davanti agli occhi.
-cos’è?-
-aprilo- dissi solamente con un nodo in gola.
Lo afferrò e cominciò a scartarlo fino a che non si ritrovò davanti la sorpresa. Era un ciuccio. Un piccolo e delicato ciuccio bianco.


-e questo che significa?- mi chiese aggrottando la fronte e continuando a guardare quell’oggetto minuscolo. Quando quella mattina mi ritrovai davanti al negozio premaman mi sentii quasi sopraffatta dal desiderio di entrarci. E una volta dentro non potei esimermi dal comprarlo. Non sapevo neanche se nel nostro caso sarebbe servito.. ma pensai che sarebbe stato il giusto modo per metterlo al corrente di tutto.
-secondo te cosa significa? Cosa ti sembra?- gli chiesi cominciando torturarmi il labbro inferiore.
-lo so cos’è! Ma non capisco cosa debba farci..-
-beh, io un idea ce l’avrei-
-e sarebbe?- chiese più confuso che mai o semplicemente stava cercando di non impazzire visto che la risposta più ovvia la sapeva già.
Abbassai lo sguardo imbarazzata dai suoi occhi troppo fiammeggianti per sembrare tranquilli -io ti direi di aspettare che..- ma m’interruppi. Volevo guardarlo negli occhi. Avevo bisogno di vederlo e di capire quale sarebbe stata la sua reazione.
-di aspettare cosa?- m’incalzò subito.
-di aspettare che.. il nostro bambino venga alla luce..- gli confessai finalmente con il battito del cuore impazzito. Lo vidi pietrificarsi e assumere un colorito quasi più bianco del solito.
-cosa?-
-quello che hai capito. Edward, sono incinta..- gli dissi mentre vedevo i suoi occhi sgranarsi ancora di più.
Non accennava a dire nulla perciò continuai a parlare io raccontandogli come avevo fatto a scoprirlo.
-il giorno dopo che sei andato via ho cominciato ad avere la nausea. All’inizio pensavo si trattasse di influenza, ma la febbre non è mai arrivata. A questa si sono aggiunti i giramenti di testa e la debolezza. Ieri Ally è venuta in camera mia ed ha preteso che mi facessi vedere da un dottore, anche da EJ se non volevo andare in ospedale, ma non ho voluto sentire ragioni. Così mi ha presentato sotto il naso un test di gravidanza. All’inizio non volevo farlo però poi..poi ho capito che aveva ragione. I sintomi c’erano tutti, capisci? E il test mi ha dato conferma..due linee nette e precise hanno confermato tutto-
-ma non è possibile! Noi due.. noi due abbiamo cominciato a fare sesso solo 2 settimane fa! E poi sono un vampiro! Un vampiro cavolo.. - sussurrò alla fine dopo essere partito in quarta. Lo sapevo cosa stava facendo. Stava cercando di capire come medico, prima che come uomo e padre, come fosse possibile tutto questo. Stava razionalizzando tutto. Quando, in questo caso, non c’era nulla da razionalizzare. Perché non c’era una spiegazione logica a quello che stava succedendo. Io, come lui, non avevo mai creduto possibile che un vampiro potesse concepire.. eppure era capitato. Non avrei mai pensato che fosse possibile stabilire di essere incinta solo dopo due settimane.. eppure era capitato. Come mi ero convinta a credere ormai, il nostro era un miracolo. E lui non la stava vedendo dalla giusta prospettiva.
-non è vero, Bella è impossibile- disse di nuovo, deciso – è  impossibile…- sussurrò ancora ripetendo sempre la stessa frase ma, questa volta il suo tono di voce era meno deciso di prima, meno sicuro.
-Edward..-
-no, amore..- mi interruppe -anche se..se fosse così..lo avremmo concepito due settimane fa. E’..non puoi avere la nausea o qualunque altro sintomo. Non te ne saresti nemmeno dovuta accorgere , non..- si interruppe iniziando a camminare avanti e indietro.
Rimasi immobile, scioccata dal suo comportamento. Probabilmente lo eravamo entrambi. Io ero stata la prima ad essere preoccupata, a non capire come fosse possibile, però..
Avevo immaginato quel momento totalmente diverso per noi. Avrei voluto solo che mi credesse, che si avvicinasse e che mi stringesse. Era così difficile per lui capire che era tutto quello di cui avevo bisogno?
-no…no…impossibile…- Impossibile. L’aveva detto di nuovo. In quasi cinque minuti era praticamente l’unica parola di senso compiuto che non aveva mai smesso di ripetere.
-è possibile Edward - Il mio tono era al limite della supplica.
-ti prego..credimi.  So che è assurdo, so che è incredibile, so che non riesci a concepirlo ma..vieni qui, per favore vieni qui-
Allungai la mano tremante verso di lui e la strinsi nella sua.
-non sai cosa aspettarti, forse sei sotto shock. Ma lui è vero- dissi mentre cercavo disperatamente di non scoppiare a piangere.
-è così Edward. Per quanto sembri impossibile come hai detto tu, è la verità. Sentilo..- mi avvicinai  a lui di qualche passo, le gambe mi tremavano, gli occhi erano diventati lucidi e il respiro era affrettato. Giocherellai con le sue dita, portandole sino al bordo della mia camicetta. Quando si ritrovò a sfiorare la pelle nuda col pollice lo sentii tremare per un attimo. E nel momento in cui entrò in contatto col piccolo punto gelido, che io stessa avevo sentito solo poche ore prima, trattenne il respiro.
-sentilo anche tu. È il nostro bambino- scandii piano le parole -e dimmi se pensi ancora che sia impossibile..-
Piano, senza staccare gli occhi dalla mia pancia lo vidi cadere in ginocchio davanti a me. Aveva lasciato la mia mano e, ora con entrambe, accarezzava piano quel punto. Lo sfiorava, lo tastava, come a convincersi che era tutto vero.
Che non era impossibile. Non riuscii a trattenere una lacrima quando avvertii il suo respiro freddo scontrarsi contro la pelle del mio ventre.
-oddio..mio figlio- farfugliò, emozionato, per poi baciarmi la porzione di pancia che dall’ombelico scendeva giù.
-ma com’è stato possibile? Io..io non me lo sarei mai aspettato. Ho così tante domande in testa!-
-anche io ho un sacco di domande Edward, e molto probabilmente sono le stesse delle tue. Ma ho capito che non mi interessa avere una risposta. Non m’ interessa sapere come mai per un vampiro è stato possibile concepire e come io, sia stata in grado di accogliere questo bambino. E lo sai perché non voglio sapere nulla di tutto ciò?- gli chiesi emozionata.
-no, perché?- mi domandò alzandosi da terra.
-perché questo..- dissi abbassando una mano per portarla sulla sua che non aveva lasciato un attimo il mio ventre-..è un miracolo. Ed è il nostro miracolo Edward -
-non sappiamo neanche cosa sia..- mi chiese giustamente cercando di trovare una spiegazione all’inspiegabile.
-non m’importa cos’è. Edward io lo amo già in modo assoluto-
- e non pensi che forse potrebbe mettere a rischio la tua vita?- mi chiese assumendo un tono cupo.
Lo guardai senza capire..- cosa? Che vuoi dire che potrebbe mettere a rischio la mia vita?-
-pensaci Bella, è una creatura diversa da tutti gli altri feti. Si è generato in fretta e a quanto pare cresce anche in fretta. Tu dici che è il nostro bambino ma in realtà non sappiamo nessuno dei due cosa sia-
-questo lo so. So che può essere un incrocio delle nostri nature e so anche che non sarà una passeggiata ma.. insieme ce la faremo, Edward. Accetteremo la sua natura e impareremo a conviverci. Lo ameremo incondizionatamente e niente ci renderà più felici del giorno in cui lo stringeremo tra le braccia. È il frutto del nostro amore e non potrebbe essere altrimenti. Insieme supereremo ogni cosa. Dopotutto..sono o non sono la futura signora.. Cullen?- le sue labbra si arcuarono in un sorriso accennato, quel sorriso che aveva il potere di mandarmi ko, di farmi sentire le gambe tremare, di farmi sentire il cuore volare raggiungendo vette altissime; e mai come in quel momento lo fece apparire tanto bello.  
-futura signora Cullen.. però, suona molto, molto bene- disse stringendomi le braccia intorno alla vita. Subito assecondai il suo gesto incrociando le dita dietro al suo collo.
-suona benissimo.. non bene- dissi suadente avvicinandomi con il viso alle sue labbra.
-mmh- assentì lui con un mormorio prima di appoggiarsi sulle mie labbra facendomi subito infuocare.
-comunque- disse poco dopo bloccandosi - non cercare di distrarmi e di sminuire la situazione. So che affronteremo tutto quanto insieme, ma ciò non toglie che potrebbe essere lo stesso rischioso. Mi sentirei più tranquillo a parlarne con Carlisle-
Sbuffai beccandomi subito un occhiata di rimprovero. Ma dopotutto aveva ragione. La prima cosa da fare era mettere al corrente tutto il resto della famiglia e parlare con Carlisle di tutti gli aspetti della mia strana gravidanza era in cima alla lista.
-si, hai ragione. Dobbiamo dirlo anche agli altri e parlarne prima di tutti con lui-
-ok. Andiamo allora..-
-andiamo-  gli dissi mentre prendendo la sua mano andammo a raccogliere le nostre cose. Pretese di guidare lui e una volta in macchina lasciai che un’altro stato di agitazione s’impadronisse del mio animo. Raccontare tutto anche agli altri membri della famiglia, sarebbe stato altrettanto difficile come con Edward? Forse, il fatto che lui ne fosse già al corrente, mi avrebbe aiutato. Sospirai chiudendo gli occhi provando a non pensare. Il mio cuore si riempì di gioia quando sentii la mano di Edward appoggiarsi delicatamente sulla mia pancia. Finché ci fosse stato lui con me non avrei dovuto temere niente e nessuno, perché lui era la mia forza, l’unica ragione per la quale non permettevo al panico di impossessarsi di me. E pensare che presto sarei diventata.. sua moglie. Passare tutto il resto della mia vita con lui era assolutamente la più dolce delle prospettive. Abbassai lo sguardo e subito fui catturata dal luccichio del mio anello. Lo toccai e rigirai mentre dentro di me mi convincevo sempre di più di aver fatto la scelta giusta. Quella sarebbe diventata la mia vita, e non vedevo l’ora di cominciarla. Insieme ad Edward.. insieme al nostro piccolo brontolone.

Piccola nota dell’autore: per la proposta di matrimonio mi sono ispirata al film “Se scappi ti sposo” . Ho adorato quella scena e beh, mi ha fatto enormemente piacere inserirla nella mia storia. Così come le parole di Edward: “ da sempre ho creduto che ti avrei trovato e il tempo mi ha portato il tuo cuore” , “ ti ho amato senza saperlo per 100 anni fino a che non sei arrivata. Ti amerò per altri mille anni..” sono prese dalla canzone “A Thousand Years  di Christina Perri” che vi ho inserito come sottofondo musicale. Naturalmente è presente nella colonna sonora di Breaking Dawn, e l’adoro. Non potevo non inserirla! La parte immediatamente dopo la foto del ciuccio è presa dal capitolo 46 di "Una vita, un amore" la ff di Cloe Cullen che mi ha ispirato molto il momento della confessione della gravidanza. Qui l'indirizzo per leggere questa storia meravigliosa http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=507224

Ok che ve ne pare? Mi sono emozionata tantissimo a scrivere questo capitolo. Non so, ho sentito in modo veramente amplificato tutte le emozioni che lo hanno caratterizzato.  Spero di leggere le vostre impressioni!
Alla prossima!!!!

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Capitolo 37
*** capitolo 36 ***


                                             

Bene, eccoci qui. Non preoccupatevi, non sono un miraggio, una fata morgana o un illusione! Sono veramente io! Non ho parole per scusarmi di questo ritardo abissale, per cui non ci provo nemmeno a trovare delle giustificazioni! Sappiate però che mi dispiace immensamente! Vi ringrazio veramente di cuore per tutte le belle parole che mi lasciate ogni volta! Ci tengo a ringraziare personalmente le 5 anime pie che hanno lasciato una recensione allo scorso capitolo:

 

angy0780 Grazie, perché sei sempre presente! Mi hai cercato per ben due volte per sapere che fine avessi fatto, e non puoi capire quanto mi abbia fatto piacere!

Aleswan  Grazie, perché non ti risparmi mai in complimenti, sia a me che alla storia. Non sai quanto sia felice di leggere che questa versione alternativa di Breaking Dawn ti piaccia così tanto! Sei dolcissima!

 francytwilighter80  Grazie, perché sei arrivata da poco e non lasci mai un capitolo senza recensirlo. Non sai quanto sia felice di sapere che segui la storia con così tanto piacere! Le tue recensioni sono sempre piene di complimenti e parole bellissime!

Laura the vampire slayer un grazie e un abbraccio speciale va a te piccoletta! Penso che tu sia la più giovane tra le mie lettrici, mi segui sin dall’inizio e non ti sei mai persa un aggiornamento. Non so come ringraziarti!

 AnImoR_7  a te cosa dovrei dire eh? Grazie perché mi sei sempre vicina ciù! Mi sostieni continuamente con parole bellissime, e a volte mi chiedo cosa abbia fatto di tanto buono per meritare che una persona speciale come te sia entrata nella mia vita! Ti voglio bene!

 

Capitolo 36

La villa dei Cullen appariva immensa ai miei occhi, molto più grande di quanto ricordassi..

Mi strinsi nel mio giaccone e mi lasciai andare all’abbraccio di Edward mentre salivamo insieme i gradini del grande porticato. Eravamo di nuovo a casa..

Eravamo di nuovo a Forks, finalmente.

 

Il giorno prima..

Quando varcai la soglia di villa Cullen con le dita di Edward saldamente incrociate alle mie, sentii quasi di poter svenire. Era il mio cuore, quello che batteva come un forsennato nel mio petto? Perché dovevo sentirmi così agitata?

Domanda stupida la mia, visto che il motivo lo conoscevo già. Ero terrorizzata all’idea di dover raccontare tutta la verità a qualcuno che non fosse Edward! Avevo paura che chiunque, con le proprie parole, avesse potuto cambiare quello che avevo conquistato con tanta fatica. E cioè, far accettare a Edward il nostro bambino.  Davanti a me avrebbero potuto dire qualsiasi cosa, ma nei loro pensieri..

Chi poteva assicurami che i loro pensieri non avrebbero scavato affondo nell’animo di Edward, tanto da indurlo ad odiare il nostro bambino?

Subito mi portai automaticamente una mano alla pancia come a volerlo proteggere. Edward se ne accorse e mi strinse maggiormente a se.

-stai tranquilla.. andrà tutto bene- mi sussurrò all’orecchio prima di entrare in salotto.

Ma prima che potesse allontanarsi troppo gli afferrai il braccio con l’altra mano, arpionandomi saldamente alla manica della sua camicia- dici che dovremmo dirgli anche del matrimonio?- sussurrai quanto più vicino al suo orecchio.

Ci pensò per un attimo -una cosa alla volta, che ne dici?-

Si, in effetti era meglio fare le cose per gradi. Annuii alle sue parole e riprendemmo a camminare. Il mio labbro inferiore chiedeva pietà, e ancora non avevo nemmeno iniziato a parlare! Alla fine della serata sembravo uscita da un incontro di box tanto era rosso e martoriato!

I Cullen.. beh i Cullen mi stupirono ancora una volta.

Appena Edward disse le tre paroline magiche “Bella è incinta” tutti si congelarono sul posto. Sembrava di stare in un museo delle cere. Incoraggiato da Alice, che sapeva tutto, Carlisle parlò per primo.

-Bella, cara.. siamo molto felici per te..-

-certo non ce l’aspettavamo..- Esme.

-questo è sicuro!- proseguì Jasper.

-è un po’ strano però..- fu la volta di Rosalie.

-insomma quello che intendiamo dire è..- disse Carlisle quasi intimorito, mentre accanto a me Edward cominciò ad agitarsi. Aggrottai le sopracciglia.

Fu Emmett ha chiarire ogni mio dubbio – insomma Bella.. chi è il padre del bambino?-  

Tutti lo guardarono come se volessero ucciderlo. Edward al mio fianco tremò come una foglia, riuscendo a stento a trattenersi. Alice invece si stava quasi sentendo male.. dal ridere!

-Emmett! C’era bisogno di dirlo così?- lo rimproverò Rosalie.

-beh voi non vi decidevate a chiederlo!-

-si ma.. un po’ di tatto figliolo- lo riprese Esme  per poi rivolgersi a Edward – tesoro non sappiamo cosa dire..-

-mamma? Ma che stai dicendo? CHE STATE DICENDO?-  a quel punto Edward scoppiò. Io guardavo tutto come se fossi una spettatrice invece che parte integrante, nonché personaggio principale, della storia. E mi sembrò quasi una scenetta comica. Avrei anche potuto mettermi a ridere, se non avessero messo in dubbio la mia moralità. Anche se ad essere sincera, gli angoli delle mie labbra si curvarono leggermente all’insù.

-beh non capiamo come sia potuto succedere..- si giustificò Esme.

-mamma, Bella è incinta. E da che mondo è mondo i bambini si fanno solo in un modo! Ed è quello che abbiamo fatto io e lei!- rispose Edward tutto piccato.

-ohoooh! Così si fa fratellino!- urlò Emmett incrementando il suo nervosismo.

-aspetta.. – si intromise Carlisle – questo vuol dire che..?-

-si, vuol dire che è incinta, e che il bambino è mio!-

Vidi tutti quanti immobilizzarsi.. di nuovo! -ma come? È impossibile..- mormorò Esme.

-non ci credo..- disse Emmett riacquistando serietà.

-noi non siamo in grado di farlo, vero Carlisle?- chiese subito Jasper. Il diretto interessato stava per parlare ma Edward lo interruppe subito.

-anche io l’ho creduto impossibile, e a dire la verità non me ne capacito ancora-

-ma perché non l’hai detto subito? Ci saremmo risparmiati la figuraccia con Bella..-

-lo stavo per fare. Ma voi avete preferito darle della poco di buono!-

-Edward calmati..- gli sussurrai per farlo rinsavire.

-è una cosa che ha dell’incredibile!- sussurrò Carlisle – sei..-

-sicuro? Si papà, sono sicuro al cento per cento!-

-oddio Bella! Ci dispiace così tanto!- mi disse Esme tutta mortificata – siamo stati degli stupidi- dissero tutti avvicinandosi a me, e per quanto avessi avuto voglia di urlare : Ei? Ma che vi è saltato in mente? Io sono Bella! La ragazza che ama Edward da sempre! Che morirebbe per lui, piuttosto che tradirlo! Avete così poca fiducia in me? Non lo feci. Non lo feci perché neanche io avevo creduto possibile che accadesse una cosa del genere.

-non vi preoccupate, è normale pensare che.. cioè, neanche io lo credevo possibile..  non ero a conoscenza che i vampiri potessero concepire!-

-e nemmeno noi!- disse Carlisle.

-Alice!- la chiamò Edward – se hai finito di ridere avremmo bisogno del tuo aiuto..-

-Gesù, non potete credere quanto mi sia divertita! È stata una scena esilarante. Ma insomma.. davvero credevate che Bella potesse fare una cosa del genere?- grazie Alice pensai.

-ti prego non infierire- la riprese Jasper.

-ok, ok. Comunque è tutto vero. Bella è incinta di due settimane, anche se il bambino..-

-cosa?- gli chiese Carlisle.

-beh ecco, la crescita del bambino non è normale. Non sembra sia incinta di due settimane.. direi di due mesi piuttosto! C’è già una prominenza sul ventre di Bella e posso assicurarvi che ieri non c’era..-

-la stessa cosa vale per i calcetti. Ieri non sentivo niente mente oggi ha cominciato a muoversi. La mia pancia è fredda e dura come il ghiaccio.. proprio come la vostra pelle- proseguii io.

-come lo hai scoperto?- mi chiese Rosalie di punto in bianco, e improvvisamente sentii una scarica di brividi pervadermi tutto il corpo. Rosalie, lei.. che più di tutti doveva sentirsi sconvolta da quella notizia.

L’unica cosa che desiderava dalla vita era la stessa che non avrebbe mai potuto avere, un figlio. Il suo corpo da immortale non era programmato per farlo. Lei sarebbe stata per sempre congelata nella sua rigidità e niente avrebbe potuto mutare il suo ventre, in modo tale da renderlo florido. Pensai alla mia condizione e.. non potei che sentirmi in colpa per un istante, ma anche tanto felice. Perché io ero incinta. Io sentivo il mio bambino crescere dentro di me. E solo il pensiero di perderlo mi trapassava il cuore come un scheggia ghiacciata da parte a parte, facendomi sentire un dolore lancinante dentro al petto.  La guardai quasi timorosa di pronunciare quelle parole..

-ho avuto nausea, crampi e giramenti di testa nell’ultima settimana. Solo due giorni fa,  Ally mi ha costretto a fare il test e.. beh è risultato positivo. Alice lo ha saputo da subito- i suoi occhi si intristirono per un attimo, ed io non potei evitare ai miei di diventare lucidi. In quell’istante capii che anche lei, a modo suo, sarebbe diventata madre. Il mio bambino avrebbe contribuito a colmare, in parte, quel vuoto che sentiva dentro. E a dire il vero non sarebbe stata la sola. Anche Alice ed Esme si sarebbero prese cura di lui come un figlio, ne ero certa. Lo avrebbero amato e mi avrebbero aiutato a crescerlo con le cure amorevoli che solo una madre può dare. Questa sarebbe stata la loro occasione di diventarlo.

-tu lo sapevi da due giorni e non ci hai detto niente?- chiese Esme a Alice ridestandomi dai miei pensieri.

-sono stata io ad insistere, lei non c’entra. Ho preferito tenerlo per me perché volevo che fosse Edward a saperlo per primo- dissi mentre lo guardavo negli occhi. Mi restituì un sorriso dolcissimo.

-dovremmo fare altri test, scoprire qualcosa di più. Com’è stato possibile..come? Se la gravidanza è già a questo punto vuol dire che non seguirà i ritmi di una gravidanza normale. Dobbiamo scoprire la natura del feto e non vorrei aggiungere altro prima. Ma.. non è normale che cresca così velocemente- mi aggrappai al braccio di Edward con tutta la forza che possedevo dopo le parole di Carlisle.

-Carlisle ti prego, così la spaventi-

-figliolo.. penso che inconsciamente Bella sappia tutto quello che le sto dicendo..-

Annuii alle sue parole – e credo che debba prepararsi. Io non.. io non ho mai assistito ad una cosa del genere. Non so cosa dobbiamo aspettarci e ne tantomeno CHI aspettarci. Questo feto è l’unione tra la natura di un vampiro e di un umana! Chi può dirlo cosa ne verrà fuori?-

-Carlisle io sono intenzionata a portare avanti la gravidanza, con o senza il tuo aiuto. Solo che.. con te al mio fianco mi sentirei molto più tranquilla. Non serve una laurea in medicina per capire che questo bambino sta crescendo troppo in fretta e che.. non so tra quanto, ma.. suppongo molto presto, avrà intenzione di venire fuori. Ed io lo farò. Io lo crescerò fino alla fine. Qualunque cosa esso sia.. io gli voglio già un bene dell’anima. Lo amo immensamente- dissi con le lacrime agli occhi. La mano di Edward si strinse forte alla mia e sospirai di sollievo. Era come se mi stesse dicendo “io sono con te, insieme ce la faremo”

-e allora noi saremo con te, Bella. Accanto a te e a Edward – disse Rosalie risoluta facendosi avanti.

-anche io ci sto- disse Alice raggiungendomi.

Carlisle fece un passo avanti e cominciò a parlare stringendo un braccio intorno alla vita di sua moglie -non ho mai compreso appieno la tua forza Bella. Hai dimostrato un incredibile sangue freddo quando hai scoperto cosa eravamo veramente e non ti sei tirata indietro. Hai sopportato tanto dolore, ma tuttavia non sei mai fuggita. Non lo hai mai fatto perché la tua forza è l’immenso amore che ti lega a mio figlio. Sei una donna straordinaria Bella, e ancora una volta mi hai dimostrato quanto non bisogna mai aspettarsi un gesto ovvio da parte tua. Quando tutti avrebbero preso quella porta e sarebbero scappati via a gambe levate, tu sei rimasta! La tua forza può mettere in ginocchio anche l’ostacolo più grande e insormontabile. Ed io mi fido di te, perciò.. si starò al tuo fianco e ti aiuterò a portare avanti questa gravidanza- disse infine. Anche Esme al suo fianco annui alle sue parole. Non so dove trovai la forza di stare ancora in piedi e non crollare a terra per la tensione, ma ci riuscii. E non solo. Sentii un grande moto di gratitudine verso quell’uomo ultracentenario che mi stava di fronte, che non riuscii a trattenermi e mi staccai da Edward per poter correre ad abbracciarlo.

-grazie..- gli sussurrai con la voce rotta dal pianto. Le parole che aveva usato avrebbero fatto commuovere chiunque. Fu un debole suono quello che giunse sino alle mie orecchie, ma potevo giurare si trattasse sicuramente dei singhiozzi di Esme. Anche lei si era emozionata alle parole del marito.

Sentii Edward avvicinarsi e lo vidi poggiare una mano sulla spalla di Carlisle. Non disse niente, ma sapevo che quel gesto nascondeva mille significati, che valevano molto di più di un semplice “grazie”.

-è proprio necessario?- disse Edward ad un certo punto.

Aggrottai le sopracciglia capendo all’istante che era la risposta ad una domanda silenziosa.

-si Edward. Se non vogliamo attirare troppo l’attenzione su di noi dobbiamo farlo. Perciò è necessario-

-cosa?- gli chiesi non comprendendo quella conversazione.

-Carlisle pensa che sia meglio andarcene da qui. Il bambino cresce in fretta e presto tutti si accorgeranno di questa gravidanza che prima era praticamente inesistente! Non dobbiamo attirare troppo l’attenzione capisci? Non vogliamo che altre persone vengano a sapere quello che sta succedendo..-

Fu un attimo e dentro la mia testa prese a ripetersi una sola parola. D’un tratto sentii i brividi lungo tutta la colonna vertebrale. La mia pelle si accapponava con la stessa velocità con cui costringevo alla mia mente di non pensare a quel nome. Volturi.

Valutai ogni singolo aspetto di quell’eventuale partenza, e mi proiettai, in quella che sarebbe diventata la mia vita di lì a breve. La pancia sarebbe cresciuta, fino a diventare troppo visibile, e ,a giudicare dai ritmi serrati con i quali cresceva, molto presto non sarei più riuscita a fare finta di niente. Però andarmene da Hanover significava lasciare l’università.. abbandonare i corsi per riprenderli chissà quando.. dire addio ad Ally. Di tutti, era certamente questo l’aspetto che più mi metteva in ansia. Ci eravamo trovate da poco, ma ormai era diventata come una sorella per me. Inconsciamente però, sapevo che l’eventualità di dirle addio sarebbe arrivata prima o poi. Solo.. non immaginavo accadesse così presto. Io avevo scelto la mia vita, avevo scelto a chi appartenere e cosa diventare. E il fatto di dire addio alle persone che amavo era una conseguenza di questa scelta, purtroppo. Magari se non ci fosse stato il bambino di mezzo avrei anche potuto posticipare tutto quanto.. ma a che pro? Tanto, un giorno, me ne sarei dovuta andare via comunque. Allungare quest’attesta sarebbe stato solo più doloroso. E poi non avrebbe avuto la stessa importanza di adesso. Adesso che c’era qualcun altro ad aver bisogno di me. Qualcuno che ancora non era nato ma che tuttavia, contribuiva a destabilizzare già in maniera così forte la mia vita. Il mio bambino.

Perciò ci misi solo due secondi a rispondere – Carlisle ha ragione. Dobbiamo andarcene immediatamente-

**********

-dove andremo?- chiesi ad Edward quando ci sedemmo in macchina dopo aver lasciato gli altri a sbrigare le faccende del caso.

-torniamo a Forks..- mi disse senza staccare gli occhi dai miei. Un tonfo sordo si diffuse nel mio petto, quando realizzai che saremmo tornati a casa.

Mezzora dopo ero nella mia stanza del campus a raccattare tutto quanto. Ci avrebbero pensato Edward ed Alice ad impacchettare le mie cose senza perdere tempo, ma non potevo lasciare che rovistassero ovunque senza aiutarli in qualche modo. E poi ero agitata all’idea di vedere Ally, e stare ferma con le mani in mano non contribuiva di certo a farmi calmare! Più volte ricevetti occhiatacce da parte di entrambi, che mi obbligavano invece a starmene seduta. Li vedevo muoversi a una velocità pazzesca, tanto che sentii un senso di nausea impadronirsi del mio stomaco e pensai di poter vomitare da un secondo all’altro. Mi facevano girare la testa in modo impressionante!

Sbuffai alzandomi dal letto, capendo all’istante che starmene seduta li, a fissarli, non mi avrebbe di certo aiutato; e rimandare avrebbe solo fatto accrescere di più la mia angoscia. E così mi diressi verso la porta d’uscita.  Dovevo fare una cosa importante, più importante che mettere i miei vestiti dentro una valigia! Dovevo salutare Ally.

Appena prima di entrare nella mia stanza, avevo notato la luce della sua camera accesa, perciò ero sicura di trovarla lì, magari intenta a studiare.

Pochi secondi prima di bussare alla sua porta però,mi feci prendere dal panico. Cosa le avrei detto? In che modo avrei potuto giustificare la mia partenza improvvisa? E a metà corso per giunta!

Sperai che il mio cervello abbandonasse in fretta la modalità standby e che producesse al più presto qualcosa.

Sospirai pesantemente e mi decisi a bussare. Quando sentii la sua voce il mio cuore prese a battere ancora più velocemente. Sentivo verso quella ragazza un trasporto così forte e intenso.. eppure ci conoscevamo da così poco! Avevamo legato sin da subito, e questo andava contro ogni mia abitudine. Non mi era mai capitato di lasciarmi andare così facilmente con una persona. Forse.. solo con Edward avevo sentito lo stesso trasporto! Quando ci conoscemmo, non passava minuto o secondo, che non cercassi i suoi occhi o che provassi la necessità di stargli accanto. Più lui si allontanava, più io lo cercavo. Con Ally non era andata esattamente allo stesso modo, ma non vederla o sentirla per più di un giorno mi metteva tanta tristezza. Questo insieme ad altre cose, era un chiaro sintomo del fatto che non potevo più fare a meno di lei.

-sono io Ally..- sussurrai contro il legno freddo.

Aprì la porta con un gran sorriso e non appena mi vide mi gettò le braccia al collo stringendomi forte. Sentii subito le lacrime salire agli occhi e questo non era un bene. Non era un bene per niente! Sarei riuscita a dirle almeno due parole, prima di scoppiare in un pianto disperato? Trattenni a stento il magone che sentivo bloccato in mezzo alla gola e la strinsi a mia volta.

-come stai? Quando sono tornata pomeriggio sono passata da te ma non c’eri..-

-emh.. sto bene Ally, grazie-

-ohoh- disse subito allontanandosi da me.

-ohoh cosa?-

-è successo qualcosa? Il tuo tono di voce non mi piace per niente!-

Lo sapevo che se ne sarebbe accorta subito, maledizione! A quel punto tanto valeva dirglielo chiaramente. Come si dice? Via il dente, via il dolore no?

-si..- dissi sospirando spingendola a sedersi sul letto- è successo qualcosa-

 

 

Erano minuti ormai che me ne stavo seduta in attesa che Ally mi rispondesse. La fissavo incantata torturarsi le mani e ancora non si decideva a spiccicare parola. Se il mio cuore non avesse fatto tutto quel baccano, probabilmente sarei riuscita a sentire anche gli ingranaggi nella sua testa.

Le avevo detto che dovevo andare via, celandogli di proposito il luogo della mia destinazione, che non potevo continuare a frequentare l’università e che molto probabilmente non ci saremmo riviste mai più. Decisi di essere il più diretta possibile senza lasciarle alcun margine di speranza. Sapevo con certezza che non ci sarebbe stato un futuro per noi due, e illuderla del contrario non l’avrebbe aiutata ad accettare il distacco. E poi perché avrei dovuto mentirle? Se fossi tornata, cosa molto improbabile, avrebbe notato subito che c’era qualcosa di diverso in me e non potevo darle un altro dolore, lasciandola ancora una volta, solo perché la mia vita sarebbe diventata una realtà troppo scomoda da gestire!

Lei ce l’avrebbe fatta. Era un donna forte e coraggiosa. Al suo fianco ci sarebbe stato EJ e presto sarei finita nel dimenticatoio. Non si sarebbe lasciata abbattere dalla mia partenza; cosa della quale non ero del tutto sicura di riuscire a fare io! Perché era così difficile dirle addio? Perché? Forse perché avrei voluto dirle semplicemente “arrivederci”, l’avrei voluta accanto durante la gravidanza, l’avrei voluta al mio fianco dopo, e non certo per sfruttarla come fonte di sostentamento!

Come una lieve carezza, sentii il mio bambino muoversi nel mio ventre e tutto a un tratto quello che stavo facendo riacquistò la dovuta importanza.

-Ally.. per favore! Dì qualcosa!- le chiesi con tono di supplica. Non ce la facevo più a sopportare il suo silenzio. –ti sto dicendo addio, ti sto dicendo che non ci rivedremo più.. non vorresti sfruttare in maniera diversa il nostro tempo? Non vorresti semplicemente abbracciarmi e dirmi quanto ti mancherò?- il suo petto a quel punto fu sconvolto dai singhiozzi. Come potevo sostenere oltre tutto questo dolore?

Allungai una mano per poterla toccare e subito si scostò alzandosi in piedi e guardandomi furiosa – no! Tu non te ne puoi andare!-

-si Ally, è quello che devo fare. Io.. Dio è così difficile! Ti voglio un bene immenso Ally, ti prego non rendere tutto quanto più faticoso-

-dimmi dove andrai!-

-non posso dirtelo Ally.. mi dispiace!-

-dici di volermi bene, ma non ti credo! Se mi volessi bene solo la metà di quanto te ne voglio io, non te ne andresti così, nel cuore della notte, come una ladra! Non te ne andresti spezzandomi il cuore! Non te ne andresti lasciando che creda alle tue patetiche scuse! Dì Bella? Mi credi così stupida?- sentii il mio cuore cominciare a galoppare a più non posso mentre nella mia testa si faceva largo una strana consapevolezza. Possibile che..?

-cosa intendi dire Ally? Non capisco..-

-capisci bene, eccome se capisci! Io non sono una stupida Bella! Pensi che non mi sia accorta che c’è qualcosa di strano in tutto questo? In tutta la tua vita? Nelle persone che frequenti? In.. Edward?-

Ero sul punto di sentirmi male. Avevo le mani sudate, la salivazione azzerata e il respiro così accelerato da sentire male al petto.

-continua..- le dissi guardandola negli occhi. Volevo sapere fino a dove si fosse spinta la sua mente, cosa avesse partorito, in che modo tutto questo avrebbe contribuito ad allontanarla maggiormente da me.

-adesso mi è tutto chiaro.. il modo in cui hai reagito quando hai scoperto di essere incinta! Non era solo paura di avere un figlio alla tua età, no. È stato il bambino in se ad essere la vera sorpresa! Sono passate due settimane da quando mi hai detto di aver passato la notte con Edward, due! Non è possibile che tu sia già così incinta! Ho sempre sentito che c’era qualcosa che non andava, ma non ho mai fatto domande.. loro.. loro sono diversi da noi, non è vero? Mi è capitato di sfiorare la pelle di Alice più volte, e non l’ho mai trovata più calda del ghiaccio. I loro occhi cambiano colore.. e.. a volte parlano in modo strano!  In tutte le volte che ci siamo sedute a mensa insieme non l’ho mia vista toccare cibo. E poi.. andiamo, li hai visti? Sono troppo belli per essere veri! La loro bellezza è inumana!-

Ok, mi bastava quello che aveva detto per capire che dovevamo andarcene via al più presto, e alla svelta anche! Dovevo saperlo che non sarebbe stato saggio far incontrare Ally e il mondo di Edward. Era stata una scelta egoista la mia, non avevo saputo rinunciare all’affetto di nessuno dei due, preferendo mantenere i rapporti con entrambi e adesso ne dovevo pagare le conseguenze! E la caparbietà di Ally aveva avuto la meglio, le era bastato fare due più due per trovare la risposta a tante piccole cose. Davvero credevo di poter infinocchiare la mia amica? Non potevo certo confermare la sua teoria, ma ero convinta che neppure una risposta negativa l’avrebbe fatta desistere dal pensare quello che voleva! I Cullen erano in pericolo? Qui non eravamo a Forks, il piccolo paesino di provincia pieno di segreti e leggende tramandate da generazione in generazione! Una stranezza del genere qui avrebbe fatto gola a chiunque.

-e comunque.. se anche fosse vero, non lo direi a nessuno..- sussurrò ancora, forse stupita dalla mia improvvisa rigidità- voglio solo sapere che starai bene, che non mi allontanerai da te. Avrei anche potuto farmi avanti in queste settimane, ma non l’ho fatto. Perché fondamentalmente non ho bisogno di sapere se quello che penso sia la verità o meno. A me basta sapere che Edward ti rende felice per evitare di fare domande. Perciò, ti prego! Ti scongiuro.. non allontanarmi da te! sono pronta ad accettare qualsiasi verità, anche sapere che vengono da Marte! Ma non mi allontanare..-

Sentii le sue dita toccare le mie guance e solo in quel momento mi resi conto di star piangendo. Lei mi voleva così bene da accettare qualunque cosa per evitare di perdermi! Dovevo stupirmi? Certo che no, visto che io ero stata la prima ad accettare la natura di Edward pur di non perderlo. Il mio amore era andato contro le apparenze così come avrebbe fatto l’amicizia di Ally se solo gli avessi detto la verità. Ma non potevo! Perché sapere quella verità avrebbe messo in pericolo lei, ed io non potevo permetterlo!

Stavo per risponderle quando sentimmo bussare alla porta. Era Edward, che mi esortava ad andare. Sapevo che aveva sentito ogni cosa, lo leggevo dal suo sguardo teso. Dopo un mio cenno di assenso mi concesse un paio di minuti per salutare la mia amica.

La strinsi forte accogliendo i suoi singhiozzi eco dei miei.

-davo a Forks Ally, torno a casa..non posso prometterti nulla in questo momento, ma qualunque cosa accada ricordati sempre che ti voglio un mondo di bene ok? Se posso.. mi farò sentire io- le sussurrai mentre con gli occhi cercavo di farle capire che le avevo concesso molto di più di quanto potessi fare in realtà. Sperai se lo facesse bastare e non mi chiedesse altro. Annui consapevole che per il momento aveva ottenuto un appiglio al quale aggrapparsi- va bene..- mi disse lasciandomi andare.

*******

Il viaggio di ritorno a casa fu tranquillo, nonostante il mio umore sotto la suola delle scarpe. Edward mi aveva rassicurato di aver fatto la scelta giusta, di essermi comportata più che egregiamente con Ally, ma nessuna parola poteva farmi dimenticare il volto della mia amica mentre mi chiedeva di non allontanarla da me.

-hai agito pensando al suo bene Bella. Non angosciarti oltre. Ally è molto intelligente, ha capito che c’è qualcosa di diverso in noi, ma per questo non ci giudica. Anzi.. l’averci frequentato l’ha messa ancora più in crisi, perché non capisce il motivo per il quale non possiamo dirle semplicemente la verità. Non ci giudica e di questo gliene sono molto grato. Ti vuole bene ed è felice se tu sei felice- sussurrò mentre mi stringeva la mano- sei felice Bella?-

Non dovevo permettere all’angoscia e alla tristezza di impossessarsi del mio animo. Edward non se lo meritava e neppure il nostro bambino. Dopotutto se ci trovavamo in quella situazione era perché dovevo proteggere lui prima di pensare agli altri. Stavo per ottenere tutto quello che desideravo dalla vita. Stavo per sposare l’uomo al quale avevo donato tutta me stessa, tutto il mio amore e questo ci stava regalando un figlio. Molto presto sarei diventata una mamma. Avere un figlio non era certo all’apice delle mie priorità, ma dentro di me sapevo che quelle erano solo delle scuse. Io avrei desiderato un figlio da Edward più dell’aria che respiravo, se solo fossimo stati entrambi “normali”. E ancora non mi capacitavo che, nonostante tutto, nonostante la nostra diversità, fosse capitato ugualmente! Perciò chi più di me poteva essere felice in quel momento? Certo la mia sarebbe stata una gravidanza non convenzionale, ma avevo accanto a me i tesori più preziosi di tutta la mia vita,e questo bastava a farmi trovare la forza per affrontare l’ignoto.

Alzai la testa dall’incavo del suo collo, ormai era diventato il mio posto preferito oltre alle sue braccia, e lo guardai con tutto l’amore che giorno dopo giorno rafforzava il nostro legame.

-certo che sono felice Edward. Accanto a te lo sono sempre. Ovunque vada basta che ci sia tu, basta che io senta la tua pelle fredda a contatto con la mia, basta che mi guardi come stai facendo adesso ed io mi sento completa ..tutto il resto non conta- mi strinse forte a se facendomi capire quanto avesse bisogno di sentirsi dire quelle cose.

-però a dire la verità ci sarebbe un’altra cosa che mi renderebbe davvero, davvero felice!-

-a si? e cosa sarebbe?- mi chiese sornione stando al gioco.

-ho dimenticato di elencare questo, insieme a tutte le altre cose che mi rendono felice..- sussurrai senza dargli il tempo di rispondere visto che mi impossessai delle sue labbra come fossero delle fragole mature cominciando a succhiarle con avidità. Fu un bacio dolce e passionale allo stesso tempo. Saranno stati gli ormoni in subbuglio ma mi era particolarmente difficile riuscire a resistergli.

-ti amo..- gli dissi non appena ci staccammo.

-vi amo..- mi rispose mettendo una mano sulla mia pancia facendomi emozionare ancora di più.

-ehi piccioncini! Devo ricordarvi che non siete soli prima di vedervi fare le peggio cose sul sedile posteriore della macchina?- chi aveva parlato? Ma certo.. in tutto quel trambusto di ormoni mi ero dimenticata di Alice! Diventai paonazza per la vergogna.

-Alice dacci un taglio per favore! Non siamo una coppia di fidanzatini.. presto ci sposeremo e avremo anche un bambino-

-bambina!- rispose subito lei.

-cosa? Alice, hai visto che sarà una bambina?- le chiesi visibilmente eccitata.

-no, non l’ho visto. Non riesco ad avere visioni su di lei..o lui. Però sento che è una bambina, me lo sento- pensare al sesso del bambino rendeva tutto ancora più reale. Me lo immaginavo già.. un piccolo Edward scorrazzare per casa, un bimbo così bello da toglierti il respiro. Con gli stessi capelli e gli stessi occhi..

Naturalmente lo stesso valeva se fosse stata una bambina! Non c’era nulla di buono che potesse prendere da me! Nulla. Era lui il modello in famiglia, mica io! Poi però accantonai subito quel pensiero, quando un’altra consapevolezza si insinuò infima tra i miei pensieri.

E se non gli fossi sopravvissuta? Se non avessi avuto abbastanza forza da riuscire a vederlo? Una fitta al cuore mi fece portare la mano al petto, e in quel momento sperai che di qualunque sesso fosse, qualunque natura lui/lei fosse, avesse avuto anche qualcosa di mio. Qualcosa che, guardandosi allo specchio gli avrebbe fatto capire che anche io ero esistita. Magari.. avrebbe avuto le mie lentiggini o il labbro inferiore un po’ più grosso rispetto a quello superiore.. gli occhi color cioccolato o i miei capelli castani. Prima di tutto però, speravo che avesse la mia tenacia. Speravo fosse un sognatore, che non si arrendesse mai, ma anche che facesse i suoi errori, che sbagliasse.. Sbagliare gli avrebbe dato la possibilità di imparare. Ma soprattutto mi auguravo che amasse.. in modo incondizionato, senza riserve né limitazioni.

-Bella tutto ok?-

-si..si tutto ok- risposi senza dare a vedere la mia preoccupazione.

Dopo un po’ sentii Edward sbuffare e aggrottai le sopracciglia non capendo affatto il suo gesto.

-Alice non ci pensare..- tipico, ce l’aveva con lei! Non potei impedire alle mie labbra di curvarsi all’insù.

-che cosa vuole adesso?- gli chiesi non riuscendo a stare zitta.

-Alice.. no!-

-Bella, questo zuccone vuole impedirmi di chiederti di organizzare il vostro matrimonio!- portai gli occhi al cielo non appena sentii quelle parole. Ma come prima con il bambino, il pensiero che forse non ci sarei stata più, mi fece desistere dal darle una rispostaccia. Volevo che Edward fosse mio marito, volevo legarmi a lui, volevo che sapesse quanto lo amassi.. prima che fosse troppo tardi, anche se questo voleva dire indossare il vestito da sposa con tanto di pancione in bella vista!

-Alice, non mi sembra il momento di parlare di questo.. non vorr..-

-no, Edward, Alice ha ragione. Dobbiamo organizzare il matrimonio il prima possibile!- dissi interrompendolo. Mi guardò sconvolto, e non so se lo preoccupasse di più il fatto che avessi lasciato libero sfogo alla fantasia di Alice o il fatto che volevo sposarmi il prima possibile, anche domani se fosse stato necessario.

-oh.. beh.. in questo caso.. ok.. ok! Puoi organizzare il matrimonio..- disse facendo trapelare tutta la sua perplessità vedendomi così convinta. E a dire la verità anche io ero stupita di aver ceduto così facilmente.

**********

Un leggero soffio freddo mi fece aggrottare la fronte e rannicchiare ancora di più sotto le coperte. Il tepore del piumone era un giaciglio davvero troppo difficile da abbandonare. Anche se inconsciamente capivo che era ora di svegliarsi. Sentivo la testa pesante, come se avessi dormito un giorno intero. Stavo per aprire gli occhi quando un altro soffio gelido mi solleticò la guancia. E in quel momento capii che non era un soffio, ma un bacio di Edward. Avrei riconosciuto tra mille quelle labbra così soffici e delicate.  Continuò a lasciare scie umide su tutto il resto del mio volto per un tempo che mi parve infinito, fino a che non lo sentii ridacchiare.

-le piacciono le coccole di prima mattina, eh signorina Swan?-

Risi a mia volta continuando a tenere gli occhi chiusi- potrei svegliarmi ogni mattina così e non averne mai abbastanza!-

-ti prendo in parola..-

-fallo, per favore..- gli dissi esortandolo a credermi. Rise ancora riappoggiando le sue labbra sulla mia fronte. Davvero non mi sarei mai stancata di riceve un tale risveglio, era il modo più dolce di tornare alla realtà dal mondo dei sogni. Oltre al fatto che contribuiva a risvegliare anche qualcos’altro. La mia voglia di lui in primis, seguita da tutte le fantasie sessuali più perverse!

Aprii gli occhi e ciò che mi trovai di fronte mi lasciò senza fiato..

Edward aveva la testa poggiata sul cuscino, precisamente all’altezza della mia. Ciò vuol dire che non appena aprii chi occhi, le mie iridi si scontrarono con forza contro le sue. E a dividerci c’erano si e no, due centimetri circa.

-ciao..- mi sussurrò languido facendomi battere forte il cuore.

-ciao- lo salutai a mia volta, portando una mano sulla sua guancia.

-ben svegliata!-

-ho dormito tanto?- gli chiesi mentre mi rendevo conto di avere tutte le gambe intorpidite.

-sono le 9.30. Hai dormito dodici ore..-

-sul serio?-

-si..-

-ero stanchissima ieri sera!-

-oh lo so! Non mi hai dato neanche il tempo di toglierti le scarpe che sei crollata in due secondi..-

E a questo c’era una spiegazione! La mia stanchezza era da attribuire al fatto che il giorno prima non avevo riposato per niente! Quando tornammo a casa, dopo aver preso tutte le mie cose all’università, avevo tentato di dormire. Già, tentato! Perché mi giravo e mi rigiravo nel letto tormentata dai pensieri e dal volto della mia amica. Tant’è che verso le 4.00 ci avevo rinunciato del tutto e mi ero alzata, dirigendomi al piano di sotto. Trascorsi tutta la mattinata a guardare i Cullen impacchettare una montagna di scatoloni, fino a che mi ritrovai in macchina pronta a partire per l’aereo porto. Una volta sull’aereo, pensavo di riuscire a chiudere gli occhi, ma non fu così. A quel punto ci pensò il bambino a farmi passare la voglia di dormire! Sarà stata l’alta pressione o chissà che cosa, ma non riusciva a stare fermo in nessun modo. I calci e la conseguente nausea mi avevano costretto per tutto il viaggio a tenere la testa infilata in un catino! Furono le 5 ore più brutte della mia vita! Perciò non c’era di che stupirsi, se una volta a casa ero crollata letteralmente tra le braccia di Edward! Ricordo che mi avevano svegliato per farmi mangiare qualcosa, visto che per colpa della nausea ero a digiuno dal giorno prima, ma poi più niente. Mi ero svegliata nel letto e non sapevo neppure come ci ero arrivata!

-per fortuna che c’erano le tue braccia a sorreggermi allora..- gli dissi lasciva avvicinandomi al suo corpo.

-io sarò sempre pronto a sorreggerti, sempre!- mi ripose mentre sentii qualcosa incrinarsi dentro al petto. Avrei dovuto quanto meno rispondergli qualcosa, che ne dite? E invece l’unica cosa che riuscii a fare fu mettermi a piangere. Perché nella mia testa, le sue parole suonavano come una promessa di vita che non sapevo se sarei riuscita a mantenere! Pregavo Dio ogni giorno perché non mi allontanasse da lui, perché facesse andare tutto bene .. ma purtroppo la paura rimaneva lo stesso. Era sempre lì, ignobile, pronta ad attanagliarmi il cuore. Amavo Edward con ogni fibra del mio essere e pensare che forse ci saremmo separati, era un dolore troppo grande da sopportare. Un pensiero troppo brutto che non mi faceva respirare. Eppure mi ero ripromessa di non pensarci più, di non farmi vedere debole ai suoi occhi.. ma ogni volta che mi diceva quelle cose, promesse o progetti che avrebbe voluto realizzare, non riuscivo a rispondergli con un sorriso, perché non avevo la certezza che sarei stata ancora al suo fianco tra un mese.

-Bella non lo fare. Io lo so cosa stai facendo, e ti prego.. non lo fare! Non pensare che non ci sarà un futuro per noi. Non pensare che succederà qualcosa che ti porterà lontana da me..- mi disse lasciandomi sgomenta. Era riuscito a leggere quello che mi passava per la testa con la stessa facilità con cui leggeva i pensieri altrui. Mi avvicinai ancora di più al suo petto, sentendo di avere bisogno di quel contatto come non mai, e serrai le mie braccia intorno ai suoi fianchi.

-sono così facile da decifrare..- sussurrai mentre ancora calde lacrime mi rigavano il viso.

-non so se sei facile da decifrare, ma a me non puoi nascondere nulla. Ti conosco troppo bene perché non sappia quello che stai pensando in questo momento.. o meglio, quello che hai pensato negli ultimi giorni. Come con Alice, hai acconsentito a farle organizzare il matrimonio perché hai paura che aspettare si riveli un errore. Ma ti prometto una cosa- si fermò per prendermi il volto tra le mani e costringermi a guardarlo - non piangere.. non permetterò a niente e a nessuno di portarti via da me. Hai capito?-

Annuii a quelle parole intrise di risolutezza. Dovevo fidarmi di lui. Dovevo riuscire a non pensare alle cose orribili che mi vorticavano nella mente. E se malauguratamente avessi dovuto affrontare la morte, allora lo avrei fatto a testa alta e con coraggio. Perché lo facevo per il mio bambino e a quel punto morire, sapendolo al sicuro tra le braccia del padre, sarebbe stato veramente così orribile?

Lo sentii irrigidirsi al mio fianco e pensai che forse le mie ansie avevano fatto centro anche nella sua testa, che gli avessi trasmesso la stessa angoscia e paura. Lo guardai terrorizzata mentre fissava il vuoto davanti a se.

Stupida, stupida Bella! Hai visto che hai combinato?

Mi ammonii mentalmente anche se avrei decisamente meritato le peggiori torture!

-Edward, che hai? Ti chiedo scusa se mi lascio trascinare da questi pensieri ma.. Edward mi stai ascoltando?- gli chiesi quando vidi che le parole mi rimbalzavano addosso senza che lui le recepisse. A quel punto capii che non era con me nella stanza. Ma che la sua mente era proiettata altrove. Si , ma dove? Ci misi due secondi a collegare che c’era qualcosa che non andava.

Poggiai una mano sulla sua guancia e lo costrinsi a guardarmi.

-che succede?-

-qualcuno vuole vederti..-

-chi?- chi voleva vedermi? Avevamo stabilito che la nostra presenza qui dovesse passare inosservata, proprio per evitare di coinvolgere persone esterne. Chi mi stava cercando allora?

-Jacob..- disse in un sussurro ed io chiusi gli occhi e sospirai non appena sentii il nome del mio amico. Sospirai di sollievo si.. perché tra tutti, lui era quello che avrebbe potuto gestire la situazione. Ma nel momento stesso in cui mi resi conto che non eravamo in pericolo, perché dirlo a Jacob non avrebbe dovuto spaventarci poi molto, mi accorsi che la parte più difficile doveva ancora arrivare..

Come diavolo avrei fatto a dirgli che aspettavo un bambino da Edward e che proprio per questo avevo abbandonato l’università, per trasferirmi in un posto sicuro, in questo caso Forks? Avrebbe dato sicuramente in escandescenza!

 -che hai intenzione di fare?- mi chiese sedendosi in mezzo al letto.

-io penso che.. non so, dici che dovremmo dirgli la verità? In fondo non posso mica ignorarlo. E se non sarò io a dirglielo tra un paio di giorni lo scoprirà da solo. La pancia comincia a vedersi sempre di più- dissi portando una mano al ventre per sollevare la maglia del pigiama. Era vero, la pancia era esponenzialmente cresciuta da un giorno all’altro. Adesso se avessi messo una magliettina attillata si sarebbe vista chiaramente la sporgenza sul mio ventre.

Annuì con la testa e poi si girò a guardarmi.

-si. Hai ragione. Dobbiamo dirglielo..-

Edward chiese ad Esme di aprire la porta a Jecob e di farlo accomodare in salotto, mentre io mi preparavo per scendere. 

Mi vestii molto velocemente e raggiunsi Edward nella tromba della scale, che mi strinse a se non appena gli fui abbastanza vicina.

-rilassati Bella, hai il cuore che rischia di scoppiarti nel petto. Andrà tutto bene vedrai- sospirai provando ad acquisire coraggio dalle parole di Edward, e stranamente riuscii a calmarmi un pochino.

Non appena gli fui davanti, non vidi più la persona alla quale avrei dovuto raccontare la verità di li a breve. Ma il mio migliore amico, che non vedevo da quasi un mese. Perciò non fu affatto difficile sorridergli e stringerlo in un abbraccio. Cosa che mi fece capire quanto ancora grosso fosse diventato. 

-Bells come mai da queste parti?- mi chiese con un sorriso.

-e tu, come mai da queste parti?- chiese Edward venendomi vicino.

-ero a scorrazzare nei boschi qui vicino quando ho sentito odore di vampiro. Avrei dovuto allarmarmi, ma ho capito subito che eravate voi-

-Jake ti fai sempre più enorme! Sono felice di vederti comunque-

-anche io, ma non ho capito cosa ci fai qui!- disse mentre girava la testa ad osservare tutti gli altri vampiri presenti in casa- mi correggo.. cosa ci fate tutti qui. E perché la casa è arredata come se non ve ne foste mai andati?- aggrottò le sopracciglia alla fine della frase guardandomi di sbieco- c’è qualcosa che dovrei sapere?-

Dire che sarebbe andata come con Ally era una previsione troppo ottimistica! Non appena gli rivelai che ero tornata a Forks con l’intenzione di restare, aveva dato di matto non capendo perché avessi dovuto lasciare l’università. Quando poi aggiunsi che Charlie non sapeva niente e che era all’oscuro di tutto, saltò in aria allarmato. Finalmente aveva capito che c’era qualcosa che non andava. Fu Edward al mio fianco a chiarirgli ogni dubbio.

-Jacob.. Bella è incinta- gli disse come se fosse la cosa più semplice del mondo. E in quel momento avrei voluto strozzarlo! Non poteva usare altre parole per indoragli la pillola? Chiusi gli occhi, pronta a ricevere le sue urla ma tutto quello che fece fu starsene in silenzio, per poi scoppiare in una fragorosa risata.

-questa è  bella! Sul serio.. per un momento ci avevo creduto davvero! Ma voi non potete procreare per cui è impossibile!- quando vide sui nostri volti un’espressione imperturbabile però si ricompose subito- ..vero?- chiese questa volta più deciso- voi non potete procreare!-

-è quello che pensavamo anche noi Jacob, ma siamo stati costretti a ricrederci- gli disse Carlisle.

-cosa?- questa volta si rivolse a me – Bella non è possibile! Ti prego, dimmi che non è vero! Dimmelo!-

-non posso farlo Jake. È tutto vero- gli dissi mentre mi portavo una mano sulla pancia. Alla vista di quel gesto scattò allarmato verso Edward.

-tu! Hai fatto questo!-

-no, Jake ti prego!-

-ti prego cosa Bella? Solo Dio sa cosa ti sta crescendo dentro! Ed è tutta colpa sua!-

-Jacob eravamo in due quando abbiamo deciso di fare l’amore. Ed eravamo entrambi ignari che potesse succedere una cosa del genere! Per cui smetti di prendertela con Edward e parla in modo razionale! È vero, non sappiamo nemmeno noi di che natura sia il bambino, Carlisle non ha ancora avuto tempo per farmi gli esami. Ma non appena sapremo qualcosa te lo dirò! Questo non toglie il fatto però che lui resta il mio bambino, e che ti piaccia o no dovrai accettarlo! Come ho fatto io, come abbiamo fatto tutti in questa sala! Sono andata via per proteggerlo, perché ci serve un posto sicuro dove portare avanti la gravidanza. Per questo siamo tornati a Forks. Io sto bene, nonostante la sua crescita accelerata, sto bene..-

-no. Non stai bene Bella! E se qualcosa dovesse andare storto? Se dovessi morire per far nascere il bambino del succhiasangue? Ci hai pensato eh?-

-certo che ci ho pensato e vuoi sapere a quale conclusione sono arrivata? Non me ne frega niente se per far nascere il mio bambino dovrò pagare con la vita! Io lo amo più di qualsiasi cosa al mondo e non c’è niente che può farmi cambiare idea! Proprio perché è il bambino di Edward non potrei volerlo di più!-

-non puoi dire sul serio.. non puoi buttare la tua vita in modo così scellerato!-

-Jacob ho deciso. Non torno indietro..- lo vidi abbassare gli occhi e guardare intensamente la punta dei suoi piedi scalzi. In automatico gli si abbassarono anche le spalle in un moto di sconforto.  Come se su quelle spalle reggesse il peso della mia decisione. Sapevo quanto mi voleva bene, lo sapevo. Ma niente avrebbe potuto farmi cambiare idea.

-e così dovrò vederti morire.. senza fare nulla-

Stavo per rispondergli quando Edward al mio fianco si fece avanti. Mi ero stupita del fatto che non avesse parlato ancora.

-non lo permetterò Jacob. Carlisle e io.. non permetteremo che accada nulla di tutto questo-

- e come farai dì un po’! lo sai anche tu qual è il modo per riuscire a salvarla, e non sto parlando di sbarazzarsi del bambino. È così ostinata che neanche tu riusciresti a farle cambiare idea..-

-lo so a cosa ti riferisci. Ne riparleremo se la situazione dovesse peggiorare-

Sapevo di cosa stavano parlando, perché inconsciamente anche io avevo pensato che la trasformazione fosse l’unica soluzione possibile. E in qualche modo questo mi rincuorava. Significava rimanere accanto al mio bambino, a mio marito, alla mia famiglia, solo.. in modo diverso.

-Jacob..lo sappiamo entrambi che sarebbe successo prima o poi..- sussurrai mesta.

-ed io dovrei starmene qui. Ad aspettare che tu muoia e venire trasformata in una di loro? Come puoi chiedermi questo Bella?-

-ti prego Jacob cerca di capire. È quello che voglio. Non puoi lasciare che scelga da sola della mia vita?-

-si, certo che puoi farlo. Lo hai sempre fatto e non sarò di certo io a farti desistere! Solo..non starò a guardare.. non questa volta!- così dicendo mi voltò le spalle e se ne andò via correndo come un forsennato. Terrorizzata guardai subito Edward.

-non ho voluto aggiungere altro per non farlo arrabbiare più di quanto non lo fosse già. Ma è sconvolto. Spero solo che anche il resto del branco capisca la situazione-

Già. Il branco. Ben presto avrebbero saputo tutto anche loro. E a quel punto che avremmo fatto? Impaurita mi strinsi ad Edward che mi imprigionò immediatamente tra le sue braccia forti. Possibile che il quel dolce giaciglio ogni cosa, anche la più brutta, mi apparisse come un miraggio lontano?

*******

Nei giorni seguenti, Carlisle, mi sottopose ad ogni genere di esame possibile. Grazie alle sue conoscenze, si era fatto recapitare a casa tutte le apparecchiature necessarie per tenere sottocontrollo la mia gravidanza. Purtroppo però, ogni speranza di vedere il bambino nell’ecografo si rivelò vana. Era protetto da una membrana molto spessa  e fredda, una copia identica della pelle di vampiro. Però riuscimmo ad ascoltare il cuore! Quel suono era tra i più dolci che avessi mai ascoltato. Era un battito veloce e delicato; sicuramente non riuscivamo a sentirlo in modo amplificato per via del rivestimento che lo proteggeva. Ma riuscire a sentirlo fu un emozione troppo grande da descrivere. Inutile dire che il mio cuore cominciò a battere impazzito e le guance si inondarono di lacrime. Edward al mio fianco era il riflesso della mia felicità. Mi asciugò pazientemente gli occhi mentre mi sussurrava “ti amo”.

Le analisi del sangue si erano rivelate buone; c’era solo una piccola carenza di ferro ma fisicamente stavo benissimo. La nausea era sparita e l’appetito era aumentato! Ogni giorno, per la gioia di Esme che era felicissima di cucinare per me, ingurgitavo porzioni di cibo così abbondanti ed esagerate, che anche un uomo adulto e robusto avrebbe fatto fatica a mandare giù! Nonostante questo però ero dimagrita un po’, ma a giudicare dalla velocità con il quale cresceva, non potevo di certo pretendere il contrario! La pancia ora era visibile a tutti. Erano passate tre settimane dal concepimento ed era cresciuta in modo esponenziale! Dalle misurazioni del ventre, Carlisle mi disse che avevo le sembianze di una donna nel quinto mese di gravidanza. E disse anche che se avessi mantenuto questo ritmo, avrei partorito nel giro di due settimane e mezzo, forse tre.

Nella mente di tutti era il bambino la priorità assoluta, ma anche il matrimonio occupava gran spazio della giornata! Anche se saremmo stati solo noi a presenziare alla cerimonia, Alice insisteva che sarebbe dovuto essere tutto quanto perfetto! Entrambe le mie future cognate erano diventate una presenza asfissiante nella mia vita come in quella del bambino.. e ancora non era nato! Non facevano altro che comprare tutine e roba varia rigorosamente di un colore neutro. Io cercavo di farle desistere ma loro non volevano sentire ragioni. Non sapevamo con quale ritmo sarebbe cresciuto e comprare tutine a più non posso era una pazzia! Esme , si prodigava ad arredare una stanza della villa adibita a cameretta e i ragazzi invece, aiutavano Carlisle nelle ricerche più disparate. Speravano di trovare qualcosa di analogo alla mia situazione, nei vecchi volumi che il mio futuro suocero custodiva gelosamente. Mentre io mi districavo egregiamente nelle telefonate con mio padre. Con lui facevo finta di nulla, per ovvie ragioni, e ogni volta al mio cuore veniva estirpato un piccolo pezzettino.

La discussione con Jacob era ormai un ricordo. Non sapevo però che presto avrei dovuto fare i conti con un'altra persona. Qualcuno che temevo molto di più di Jacob!

Era pomeriggio inoltrato, di una fredda domenica, quando Alice s’immobilizzò in mezzo alla stanza in preda ad una visione. Tutti ci pietrificammo sul posto e Edward al mio fianco mi sembrò ancora più bianco del solito. Al mio cuore sembrò di raggiungere le vette più alte mai toccate prima quando pronunciò le uniche parole che non avrei mai voluto sentire.

-preparati Bella.. sta arrivando Charlie!-

 

 

@__@ bene, a voi la parola! aggiungo solo una cosa prima.. come avrete capito, la gravidanza della mia Bella è differente da quella che ha descritto la Meyer. Ciò non toglie però, che sarà tutto così facile! 

Come ho già detto ad  angy0780 tutto questo tempo in cui sono sparita, mi è servito a delineare bene la storia e a capire, più o meno, quanti capitoli manchino alla fine! Ci saranno altri due, massimo tre capitoli + un epilogo.

Spero davvero di non metterci tanto questa volta..

Alla prossima ragazze! Un bacione! Vi adorooooooooooooooooooo

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Capitolo 38
*** capitolo 37 ***


                                   

Emmhh.. si, prova.. uno, due, tre.. prova. Scusate ho un po’ di raucedine! E comunque si, sono tornata. No, non sono un ologramma, per quanto le mie lunghe sparizioni lo facciano pensare. Volevo ringraziarvi per tutte le belle parole che avete usato nelle recensioni dello scorso capitolo. Ne manca esattamente una sola per raggiungere quota 400! E chi se l’aspettava che sarei arrivata fino a questo punto quando ho pubblicato il primo capitolo! Se sono andata avanti è stato esclusivamente grazie a voi. Ok, basta altrimenti mi metto a piangere :’)

Bene, beccatevi questa “roba”(si capisce che mi piace, vero?). E’ stato molto difficile scriverlo soprattutto perché ne succedono veramente tante! E per la sua lunghezza penso che sarete invecchiate quando arriverete alla fine ^_^

Sorry, sono prolissa. Enjoy!

Capitolo 37

Era pomeriggio inoltrato, di una fredda domenica, quando Alice s’immobilizzò in mezzo alla stanza in preda ad una visione. Tutti ci pietrificammo sul posto e Edward al mio fianco mi sembrò ancora più bianco del solito. Al mio cuore sembrò di raggiungere le vette più alte mai toccate prima quando pronunciò le uniche parole che non avrei mai voluto sentire.

-preparati Bella.. sta arrivando Charlie!-

Sentii gli occhi di tutti quanti puntati addosso, ed ero sicura che se non fossi stata seduta sul divano, sarei crollata a terra in men che non si dica. Questo però non impedì lo stesso alle mie gambe di tremare. Cosa diavolo ci faceva Charlie qui? Durante tutte le nostre telefonate non avevo mai fatto trapelare niente, e nessuno sapeva della nostra presenza qui! Nello stesso momento in cui formulai quel pensiero però, capii di non essere del tutto sincera, Jacob.. lui era l’unico a sapere che ero a Forks.

-oddio..-mormorai mentre automaticamente mi portavo una mano al ventre. Avrebbe capito tutto in meno di due secondi, la pancia era troppo visibile perché potessi nasconderla in qualche modo.

-Edward!- lo chiamai con forza strattonandolo. Aveva lo sguardo perso davanti a se e vederlo in quello stato non mi aiutava di certo.

-Bella.. siamo nei guai! – ecco appunto- Ha scoperto tutto! Glielo leggo nella mente!-  il suo tono di voce era aumentato di due ottave.

-che facciamo Carlisle?- chiesi apprensiva al capo famiglia.

-sta per svoltare l’ultima curva è tardi per inventarci qualcosa!- disse subito Edward senza dargli il tempo di rispondere.

-facciamolo entrare e vediamo che dice. Ci comporteremo di conseguenza..-

Stavo per alzarmi dal divano quando ebbi un’ idea. Mi portai le gambe sotto il sedere e mi coprii con una coperta il pancione – così non vedrà subito che sono incinta e parlare forse sarà più facile-

-Bella.. lo sa già che aspetti un bambino..-

-no, ha ragione. Facciamo in modo di metterlo a proprio agio prima, e poi glielo faremo vedere..- disse Alice.

O Gesù, ero in uno stato pietoso. Torturavo le dita di Edward con forza neanche fossero i bastoncini dello Shangai, e nonostante questo non riuscivo a calmarmi! La prospettiva di morire sotto le più atroci torture era più allettante di starmene seduta li, ad aspettare la furia di mio padre. All’improvviso sentii una strana calma pervadermi lo spirito, e ringraziai il cielo che Jasper fosse lì con noi. Mi girai nella sua direzione e gli rivolsi un occhiata di gratitudine.

L’auto di mio padre fece il suo ingresso nello spiazzo davanti casa e si fermò a pochi passi dal portico. Aprì la portiera e scese dalla macchina, mentre io lo guardavo esterrefatta muoversi quasi a rallentatore. Sembrava volesse prolungare il più a lungo possibile il suo ingresso in casa. Scrutai il suo volto e lo trovai impassibile. Non un’ emozione traspariva dai suoi occhi. Ed io sentii veramente di poter cedere di fronte a tutta quella pressione!

Edward mi afferrò per le spalle e mi strinse forte- vedrai andrà tutto bene ..-

Vidi Carlisle avvicinarsi alla porta e aprirla per consentire a mio padre di entrare.

-benvenuto Charlie..-

-Carlisle..- disse lui tutto titubante. Vederlo a pochi metri da me mi fece capire quanto mi fosse mancato. Quanto, tutte le telefonate che ci eravamo scambiati, non erano bastate a colmare il bisogno di stringerlo forte tra le mie braccia.

Con passo incerto varcò la soglia di casa e si avvicinò al salotto.

-ciao papà- gli dissi quando me lo trovai davanti.

-..Bella..- sussurrò quasi incredulo. Come se vedermi, gli avesse dato la conferma che fosse tutto vero.

Mi guardò in viso, molto attentamente, per poi spostare il suo sguardo verso tutti gli altri vampiri presenti in casa. Li esaminò uno a uno senza dire una parola.

-come ho fatto a non accorgermene prima..- disse quasi in un lamento – sono un pessimo poliziotto-

-no Charlie. Forse siamo noi ad essere diventati troppo bravi a nasconderci- gli disse Edward al mio fianco. Mio padre lo guardò dapprima stupito per poi rivolgergli uno sguardo truce- voi sapete?- chiese, ottenendo un assenso generale.

Fu un attimo e lo vidi inginocchiarsi davanti a me e portare le mani sulle mie braccia.

-oddio Bella, come stai? Dimmi che va tutto bene ti prego, dimmi che non è vero quello che.. quello che ho scoperto!- mi disse quasi disperato mentre spostava una mano per tirare giù il bordo della coperta. La fece scivolare lentamente come se avesse paura di vedere la rotondità sporgere dal mio ventre. Sospirai immobile, troppo presa dalla paura per poter muovere anche solo un muscolo.

Appena vide il pancione si portò l’altra mano alla bocca e i suoi occhi divennero lucidi. –Oddio..- sussurrò. Chissà cosa gli passava per la testa in quel momento, chissà cosa pensava di me in quel momento! Edward mi diede una piccola gomitata che mi fece girare verso di lui. Con gli occhi mi incoraggiò a dire qualcosa.

-papà.. sto bene- dissi con voce gracchiante la prima cosa che mi venne in mente.

-no.. non stai bene Bella. Com’è potuta succedere una cosa del genere? Come?- disse ancora incredulo.

-non sapevamo che potesse succedere Charlie. Ma è successo. Bella è incinta e molto presto diventerà madre. La gravidanza procede bene anche se non rispecchia completamente i canoni di una normale gestazione. Ma sta bene, è questo l’importante- gli disse Carlisle alle sue spalle, sollevandomi anche dal fardello di confessare apertamente a mio padre che stavo per renderlo nonno! Anche se a quel punto l’enorme pancione doveva aver già fugato ogni dubbio. Mi guardò allibito e per un attimo mi vergognai.

Avevo sempre saputo che i genitori possedevano un potere. Il potere di incenerirti con un occhiata. Personalmente non avevo mai provato come ci si sentisse in una situazione del genere; sia Charlie che Renée non erano i tipi da esercitare la loro autorità in questo modo. Avevo visto il terrore nel volto dei miei amici però, quando da ragazzini facevano qualcosa e venivano subito ripresi dai loro genitori solo con uno sguardo. E adesso, per la prima volta, anche io stavo provando cosa significasse sentirsi i loro occhi delusi addosso. Quegli occhi che implicitamente ti facevano capire quanto nei guai fossi.

Charlie spostò la testa verso la mia sinistra e i suoi occhi divennero ancora più amareggiati.

-come hai potuto?- sputò arrabbiato verso Edward.

-no papà..-

-taci Bella! È tutta colpa sua! Se solo si fosse tirato indietro quando vi siete conosciuti non saremmo arrivati a questo punto!-

-no, hai ragione papà, non sarebbero successe molte cose! Ma vuoi sapere la verità? io non ne rimpiango neanche una! Innamorarmi di Edward è stata la cosa più bella che potesse capitarmi!- dissi oltremodo irritata per come si stava rivolgendo ad Edward. In quel momento dimenticai che ero io la prima a dovermi difendere dal suo sguardo e dalla sua ira. Ma non avrei permesso che se la prendesse con lui. Eravamo entrambi sulla stessa barca, ed entrambi eravamo responsabili delle scelte che avevamo fatto; nonché delle relative conseguenze.

 -signore.. lei ha ragione a dire che avrei dovuto lasciarla in pace. E ci ho provato, mi creda. Ma l’amore che sentiamo l’uno per l’altro ci ha impedito di stare lontani. Troppo a lungo mi sono sentito in colpa per questo sentimento, ma ora basta. Io amo Bella.. e lei, per qualche strana ragione, mi ricambia in tutto; non permetterò a nessuno di dividerci. Non più- disse Edward facendomi riempire il petto d’orgoglio.

- voi non siete umani! Come potete amare? E tu signorina.. come hai fatto a non avere paura? Come hai fatto a non tirarti indietro? Io non capisco..- disse portandosi le mani nei capelli, per poi sedersi sul divano di fronte al mio.

-Charlie, è vero. Noi non siamo umani. Ma delle volte in noi c’è molta più umanità che in alcuni uomini. È un pensiero spaventoso conoscere quello che siamo.. ma noi vogliamo che siano le nostre azioni a stabilire se siamo meritevoli del rispetto altrui- disse Carlisle e a quel punto non riuscii a starmene zitta.

-papà, lo sai anche tu che lavoro fa Carlisle. Lui salva le persone! Come puoi pensare che sia inumano? E Edward mi ha salvato la vita così tante volte che quasi ho perso il conto! È anche grazie alla sua anima, così bella e pura, che mi sono innamorata di lui.  Esme è una madre meravigliosa, oltre ad essere dolce e amorevole con tutti; non penseresti mai che in realtà sia un vampiro. Alice è fantastica, lo sai, non c’è bisogno che stia qui ad elencarti le sue qualità. Rose può sembrare spaventosa, senza offesa Rose.. ma la sua è soltanto una maschera, sotto quella corazza dura si nasconde un cuore grandissimo! Emmett è lo spirito di questa famiglia, non potrai mai sentirti triste vicino a lui.. perché lui è la spensieratezza fatta persona. Jasper è il braccio e la mente, tante cose senza di lui sarebbero andate nel modo sbagliato. Tutti quanti sono quello che sono è inutile girarci intorno. Ma sono anche molto di più. Sono persone prima di tutto papà. Persone che hanno deciso di vivere la loro condizione senza recare danni agli altri. Persone che hanno deciso di amare! Noi siamo in grado di decidere se questo sia giusto oppure no?- conclusi la mia arringa che avevo il fiatone. Non avevo mai detto quello che pensavo di ognuno di loro e adesso che lo avevo fatto, sentivo di essergli legata ancora di più. Edward mi strinse maggiormente a se e mi sussurrò - grazie..- mentre aspettavamo la reazione di mio padre.

-e immagino che viviate d’aria!- sbottò scorbutico mentre io alzai gli occhi al cielo. Per fortuna l’atmosfera si era stemperata un pochino e potei tornare a respirare normalmente. Già il fatto che non fosse scappato via a gambe levate era un traguardo non indifferente.

-sarebbe bello, ma no- disse Carlisle soffocando una risata - Sono gli animali la nostra fonte di sostentamento. Tanto tempo fa abbiamo deciso.. HO DECISO di scegliere questa dieta.. e non me ne pento assolutamente- 

-e come fate con il sole e tutto il resto?- chiese sempre più allibito.

Tutti, compresa la sottoscritta, non riuscimmo a non sorridere per quella domanda.

-oh, sono soltanto fesserie. Non bruciamo al sole. L’aglio e l’acqua santa non ci fanno niente. Non dormiamo in bare e le croci per noi sono innocue; sono soltanto oggetti d’arredamento! Ah.. e non moriamo se ci conficcano un paletto di legno nel cuore. Ci vuole ben altro per uccidere un vampiro..- disse Carlisle divertito, snocciolando tutte quelle frasi come se stesse leggendo la lista della spesa. Vidi la curva in mezzo alle sopracciglia di mio padre farsi sempre più marcata. 

-e cosa può uccidervi allora?- chiese innocentemente quanto spaventato.

-il morso di un licantropo o semplicemente.. farci a pezzi e bruciare i resti-

A quella risposta vidi Charlie trattenere il respiro, ed io con lui. Per fortuna si riprese subito, e continuò a fare domande su domande. La sua indole di poliziotto non lo aveva di certo abbandonato, non in quel momento.

-e avete vissuto accanto agli umani per tutto questo tempo? Insomma.. non so quanti anni avete..-

-io non credo che tu voglia realmente saperlo papà..-

-perché?-

-forse ti sembrerà tutto ancora più strano..-

-più strano di così?- chiese alzando entrambe le sopracciglia.

-avanti Bella, non vorrai toglierci questo divertimento! Non vedo l’ora di vedere la faccia dello sceriffo quando saprà tutte le altre stranezze!- disse il vocione di Emmett.

-stranezze? Perché c’è altro da sapere?- chiese mio padre stralunato.

-..si..- dissi a mezza bocca maledicendo lo scimmione.

-avanti! Parlate! Tanto oggi ho capito che ho sempre vissuto su una nuvoletta. Qualunque cosa uscirà dalle vostre bocche non mi stupirà affatto- non esserne così sicuro papà! Avrei voluto dirgli.

Vidi Carlisle sedersi accanto a lui e allungare una mano. Mio padre lo fissò accigliato, in effetti neanche io avevo idea di cosa volesse fare. Sentii Edward al mio fianco rilassarsi completamente e trattenersi dal ridere.

-piacere, sono Carlisle Cullen, vengo dall’Inghilterra e ho 364 anni- a quel punto mio padre strabuzzò gli occhi ed io trattenni il respiro. Boccheggiava come un pesce fuor d’acqua e guardava Carlisle come se provenisse da un altro pianeta. Guardò gli altri e li indicò uno ad uno..

-Esme Anne Platt Evenson in Cullen, 112 anni-

-Jasper Whitlock Hale signore,163 anni-

-Alice Brandon Cullen, 106 anni-

-Rosalie Lillian Hale, 92 anni-

-Emmett McCarty Cullen, 92 anni-

Ad ogni numero che ascoltava gli occhi gli si strabuzzavano maggiormente per lo stupore. Quando arrivò ad Edward lo vidi quasi timoroso nel fargli la stessa domanda.

-se non vuole, non glielo dico Charlie..- disse Edward che sicuramente aveva ascoltato nei suoi pensieri lo stesso timore che invece gli leggevo negli occhi.

-no! No.. voglio saperlo-

-bene, come vuole. Io sono Edward Anthony Masen Cullen, sono nato a Chicago il 20 Giugno del 1901, ho 106 anni- quando ascoltò anche le parole di Edward si lasciò andare contro lo schienale del divano respirando profondamente.

Adesso gli prende un infarto, pensai.

-e come..-riprese poco dopo vedendolo acquistare un po’ di colore- ..come avete fatto a creare questa “famiglia”? da quello che ho capito siete nati in epoche diverse-

Fu Carlisle a rispondergli mentre io mi domandavo ancora se stessimo facendo la scelta più giusta. Insomma.. dire tutto quanto a mio padre non era certamente nei nostri piani. Ma non potevamo negare davanti all’evidenza, davanti al fatto che sapesse. A quel proposito, il pensiero che Jacob gli avesse raccontato tutto mi fece contorcere le budella. Come aveva potuto farmi una cosa del genere?

-sono stato io a riunire tutti quanti in una famiglia, Charlie. Erano troppi secoli ormai che la solitudine era diventata la mia unica amica, e così decisi di crearmi una famiglia. Quando trovai Edward era il 1918 e stava morendo a causa dell’influenza  spagnola. Mi dissi che se fossi riuscito a trasformarlo avrei finalmente trovato qualcuno con cui poter trascorrere la mia immortalità, e così fu. Dopo di lui, nel 1921, trovai Esme in fin di vita e come con Edward, decisi di trasformarla per salvarla da morte certa. Nell’aprile del ‘33, la stessa sorte toccò a Rosalie, che esattamente due anni dopo mi chiese di salvare Emmett.  Alice e Jasper invece, si sono uniti a noi nel 1950, sono stati loro a trovarci e ad adattarsi al nostro stile di vita-

Charlie parlò dopo qualche istante, come se gli servisse del tempo per riprendersi da tutte quelle informazioni – quindi.. sei stato tu a renderli immortali?-

-si. Ma solo perché sapevo che se non l’avessi fatto, sarebbero morti sicuramente-

-è vero Charlie- disse Esme cordiale come sempre -  a tutti noi non era rimasto più nulla. Solo la speranza di morire il prima possibile, a causa del troppo dolore patito. Carlisle ci ha dato la possibilità di vivere una vita tranquilla, tutti insieme. E come ha già detto Bella, senza recare danni a nessuno. Se non alla fauna che vive nei boschi della penisola Olimpica-

-quindi voi vi cibate del sangue degli animali, ho capito!- disse con fermezza più per convincere se stesso che noi.

-già..- rispose Carlisle.

-e.. quali sono le altre stranezze che dovrei sapere?- chiese rivolgendosi ad Emmett. Oddio, di tutti non proprio a lui.

-emhh, papà? Lascia perdere. Puoi vivere tranquillamente anche senza saperlo-

-come ho fatto per tutto questo tempo Bella?- mi chiese acido. Touchè.

-allora ditemi tutto!-

Charlie rimase seduto ad ascoltare il racconto sulle possibili doti extra dei vampiri. Non disse nulla, per quanto pensassi che davvero a quel punto sarebbe fuggito via urlando. Insomma, vederlo seduto di fronte a me, a parlare di vampiri, sangue ecc, era una cosa che aveva dell’incredibile. Specialmente se tenevo conto della sua reazione. Non sembrava né impaurito né pronto a fare una scenata. Ed io che lo avevo sempre tenuto lontano da tutto questo..

Il bello arrivò quando Jasper gli diede mostra dei suoi poteri. Papà non capiva come poteva sentirsi euforico un momento prima e triste l’attimo dopo.

-è questo quello che fa Jasper papà. Controlla le emozioni delle persone. Riesce a sentire quello che provi e allo stesso tempo può manipolare il tuo umore-

-ahhh mi sento calmo, quasi in paradiso in questo momento!- disse con aria sognante stampandosi in faccia un sorriso da ebete.

Tutti scoppiarono a ridere fino a che Jasper tornò serio e al suo posto.

-tu.. sei stato tu a farmi sentire così?- gli chiese.

-si signore-

-oddio, ti porterei in centrale con me se solo potessi. Giusto per usarti come calmante,  quando quegli incompetenti dei miei collaboratori mi fanno perdere la testa! Oppure per sedare gli animi dei delinquenti che arrestiamo-

Ridemmo tutti di nuovo- sono a sua completa disposizione signore- disse Jasper stando al gioco- ma se permette, se è un aiuto sul lavoro quello che le serve, allora Alice e Edward sarebbero molto più efficienti di me-

-e per quale motivo?-

-beh Alice potrebbe dirle dove trovare i delinquenti ed Edward sapere se dicono la verità oppure no-

Charlie aggrottò ancora di più le sopracciglia e guardò Alice interrogativo.

-io prevedo il futuro Charlie - disse lei candidamente mentre mio padre spalancò la bocca in modo così plateale da farci ridere di nuovo tutti.

-non è vero. Non ci credo!-

-è così papà. Lei prevede le azioni future. Può rispondere alle tue domande senza che tu apra bocca solo perché vede in anticipo quello che le chiederai-

-no, non sono pazza. Anche se in manicomio ci sono già stata- disse Alice all’improvviso come a confermare quello che gli avevo appena detto.

-no.. cioè..io.. scusa. Non volevo offenderti-

-nessun problema Charlie - rispose Alice sorridendogli.

-e tu?- chiese a Edward aguzzando lo sguardo.

-non.. oddio, non è una battuta la mia, ma penso che possa vivere davvero molto più tranquillamente se non viene a saperlo- disse Edward visibilmente in imbarazzo.

-avanti, non sarà una cosa così brutta!- disse mio padre insistendo, mal celando un tono di sfida.

-avanti Edward, non fare lo scontroso! Fammi fare un’altra risata- continuò Emmett.

-avanti Edward.. fagli fare un’altra risata – lo incoraggiò ancora mio padre senza togliersi dalla faccia quell’aria strafottente. Ormai avevo capito che ce l’aveva con lui.

-e va bene!- sbottò spazientito il mio amore, mettendosi più comodo sul divano – ma non dica che non l’ho avvertita. Io.. leggo nel pensiero. So esattamente quello che sta pensando in questo momento senza avere bisogno che me lo dica. Ho sentito tutto quello che ha pensato da quando ha messo piede in questa casa e ho sempre saputo quello che pensava in tutti questi anni-

Ecco, se prima pensavo che con Alice avessimo raggiunto il massimo livello di stupore nel viso di Charlie, mi sbagliavo di grosso! Era questa l’espressione più interdetta, sbalordita, shoccata e allibita che avessi mai visto sulla faccia della terra. Beh, il potere di Edward era smisuratamente fastidioso, lo avevo capito ormai. Io per prima avevo tirato un sospiro di sollievo quando avevo scoperto che la mia mente gli era preclusa. Ma, anche se per un secondo, avevo sentito anche io quel senso di inadeguatezza e di imbarazzo.

-non..wow..cosa?- disse mio padre non appena si fu ripreso- non ci credo!-

-è la verità papà- gli dissi nel tono più dolce possibile. Perché cercavo di addolcirli la pillola? Come se quella realtà potesse apparire più accettabile.

-se non ci credi, mettilo alla prova Charlie- gli disse Emmett avvicinandosi al divano. Si beccò un’occhiataccia da parte mia.

Pochi secondi dopo Edward cominciò a parlare e a dire numeri senza senso.

- 22..158..365..98745..115547..17789630..ho spento la luce del bagno stamattina? Devo ricordarmi di chiamare Sue! Oddio questo mi legge veramente nel pensiero ed è andato a letto con mi figlia!-

Ah! Tutti si contorcevano dalle risate, mentre io ero morta dall’imbarazzo e mio padre era lo specchio delle mie emozioni.

-allora Charlie, mi crede adesso?- gli chiese Edward tornando ad assumere un aria più composta. Evidentemente quel giochino aveva divertito anche lui.

-si, ci credo- disse papà ancora allibito. Poi però continuò dicendo-Quindi tu.. sai come sono riuscito a scoprire tutto?-

-si Charlie - disse semplicemente Edward mentre a quel punto ero io ad avere la curiosità alle stelle e senza accorgermene sussurrai il nome di Jecob.

-no Bella.. non è stato lui a dirlo a tuo padre. O meglio, non l’ha fatto in modo intenzionale. Vero Charlie? – lui annuì con la testa e mi guardò dritta negli occhi prima di parlare.

-oggi è domenica Bella, e come tutte le domeniche, sai che vado a pesca la mattina. In genere mangio anche fuori casa ma a l’ora di pranzo mi sono trovato a guidare verso la riserva. Volevo andare da Sue, visto che in questi giorni è tornata a casa dai suoi figli per motivi a me sconosciuti..- ero io il motivo sconosciuto, lo sapevo – e così mi sono presentato a casa sua senza avvisarla. Prima di entrare però, mi sono accorto che c’era troppo chiasso provenire dall’interno e mi sono incuriosito. Ho fatto il giro della casa e mi sono messo vicino la finestra della cucina, quella che so che non chiude mai. All’inizio non avevo riconosciuto tutte quelle voci, ma poi ho sentito quello che dicevano e associare la voce ai loro volti non è stato poi così difficile. C’erano Jacob, Sam, Billy, Paul, Quil, Embry, Seth, Leah e Sue. Parlavano del ritorno dei Cullen in città. Sono rimasto sbalordito da questa notizia in un primo momento, ma quando poi ho sentito pronunciare il tuo nome sono letteralmente impazzito. Parlavano di come Jacob fosse venuto a sapere che anche tu eri con loro e di come ti avesse vista difendere con tanto ardore il beh..il bambino e puoi capire quanto sia rimasto shoccato. Poi, tutto ha preso una piega diversa quando hanno cominciato a parlare di succhiasangue, demone e abominio. Sono rimasto sotto quella finestra per non so quanto tempo, fino a che tutto non mi è apparso più chiaro. I ragazzi della riserva sono dei licantropi.. una specie di lupi vero? E voi.. voi siete dei vampiri. E il bambino che porti in grembo è.. beh non so cosa sia, ma sicuramente è una cosa che non doveva succedere-

Prima che potessi dire qualcosa per difendere il mio bambino, Carlisle mi precedette e chiese a mio padre se anche Jacob e gli altri erano al corrente che li aveva sentiti discutere di questo.

-no, quando ho ritenuto di aver sentito abbastanza sono corso subito qui. Non vedevo l’ora di scoprire se fosse tutto vero..-

-beh, dovrebbero imparare a chiudere meglio la finestra quando parlano di certi argomenti! Sarebbe potuto passare chiunque da là sotto e sentire questa storia. Senza offesa Charlie, ma tu non saresti dovuto venire a conoscenza di cosa siamo in realtà. Nessun umano deve sapere che noi esistiamo! E loro si mettono a parlare di questo argomento come se niente fosse! È la nostra sicurezza che mettono in pericolo in questo modo- disse Rosalie risentita. Era il discorso più lungo che le avevo sentivo fare da quando Charlie era arrivato.

-cosa facciamo Carlisle?- chiese a quel punto Emmett.

-non possiamo fare nulla. Dobbiamo solo sperare che non infrangano il patto e che ci lascino in pace nel nostro territorio. Fino a che il bambino è da questa parte, fino a che noi stiamo da questa parte, non penso che faranno qualcosa di stupido e avventato-

-non se pensano che il bambino potrebbe mettere a rischio la loro tribù- disse Edward portando una mano sul mio pancione e accarezzandone la superficie.

-perché dovrebbero credere che possa mettere in pericolo le loro vite?- chiesi a quel punto, portando la mia mano su quella di Edward.

-come ha detto tuo padre, si sono riferiti al bambino con l’appellativo di abominio, e hai visto anche tu come ha reagito Jacob alla vista del pancione. Non vorrei trovarmi ad affrontare una guerra anche con loro. Abbiamo già altri problemi di cui preoccuparci- disse inquieto.

-figliolo, vedrai che sapranno scegliere con giudizio. Sam è un buon capo e poi ci sono Jacob e Sue che fanno parte del consiglio. Non penso che faranno qualcosa che possa mettere in pericolo la vita di Bella, visto l’affetto che li lega a lei e anche a  Charlie -

Si, questo era vero. C’erano anche il mio migliore amico(?) e la compagna di mio padre a dover decidere come comportarsi nei nostri confronti. Ma questo non mi impedì di provare una tremenda e attanagliante paura. Ci eravamo trasferiti a Forks perché sapevamo che ad Hanover eravamo in pericolo e adesso, anche qui, dovevamo fare i conti con questa realtà.

E poi, chi mi garantiva che Jacob non fosse dalla loro parte? Possibile che avesse mandato all’aria la nostra amicizia per quello che era successo? Io continuavo a volergli un bene dell’anima. Dovevo credere che per lui invece fosse tutto finito?

-concedete a me a Bella di parlare soli per un momento?- chiese mio padre. La sua voce mi giunse alle orecchie come un suono lontano persa com’ero nei miei pensieri.

Prima che Edward si allontanasse del tutto strinsi forte la sua mano nella mia. Guardai nei suoi occhi così belli e profondi e riuscii a perdermi. Come accadeva sempre.

Adoravo i suoi occhi. Quegli stessi occhi che mi avevano fatto innamorare di lui e che ogni giorno mi ricordavano quanto fossi sempre più convinta della scelta di vivergli accanto per sempre. Non credevo possibile che il mio sentimento per lui potesse crescere sempre di più. I nostri cuori ormai erano legati indissolubilmente da un sentimento bellissimo così come le nostre vite. La mia vita e la sua erano due fili intrecciati. Tagliane uno e li recidi entrambi. (cit.Twilght)

Lo guardai intensamente, e come se avesse recepito quello a cui stavo pensando mi rivolse il suo solito sorriso. Quello in grado di mozzarmi il fiato anche dopo tanti anni insieme.

-sono di là tranquilla.. vi lascio soli-

Annuii alle sue parole prima di lasciare la presa salda della sua mano.

Charlie venne subito a sedersi vicino a me e fece un gesto che non mi sarei mai aspettata. Mi prese la mano, la strinse forte nella sua e se la portò sul petto, né baciò le nocche e poi sospirò. Quel gesto mi fece spalancare la bocca oltre ogni dire. Ormai ero arrivata al punto di credere che non mi volesse più vedere. Che non mi considerasse nemmeno più sua figlia dopo tutto quello che aveva scoperto e che io gli avevo taciuto.  Così ,presa in contropiede dal suo gesto, non potei non sentirmi ancora più in colpa e dissi l’unica cosa che avrei voluto dirgli non appena lo avevo visto mettere piede in casa.

-mi dispiace papà. Mi dispiace per averti tenuta segreta questa parte della mia vita. Ma penso tu abbia capito che non potevo comportarmi altrimenti-

-si l’ho capito- disse e il mio cuore che non aveva smesso un attimo di battere furiosamente nel mio petto, parve liberarsi di un piccolo peso. Un granello di sabbia se paragonato a tutto il resto. Quelle parole erano ben lontane dal mio proposito di essere perdonata del tutto, lo sapevo.

- e sai cosa ho capito anche?- mi chiese retorico, come se sapessi quello che gli passava per la testa!

Scossi la mia, di testa, e lo guardai abbattuta invitandolo a proseguire – ho capito che tra me e lui.. avresti scelto lui- lui equivaleva a Edward.

Cosa dovevo dirgli adesso? Non potevo di certo mentire. Dopotutto, esisteva  qualcos’altro a cui tenessi così tanto, che amassi così tanto, che mi trasportasse così tanto come Edward? La risposta la sapevo bene, ed era No. Ero una figlia ingrata. Si perché non mi ero fatta poi tanti problemi a scegliere l’amore della mia vita, piuttosto che la mia famiglia. Ed ero più che sicura, che se non fosse stato lui a scoprire la verità, non ci saremmo visti mai più. Perché dopo la nascita del bambino sarei partita con i Cullen, sarei andata via da Forks e dalla vita delle persone che mi volevano bene per non farvi più ritorno. Mi sarei portata per sempre dietro l’amore che mi legava a Charlie, a Reneé, a Ally e a Jacob questo era fuori discussione, ma non sarei tornata mai più. Avevo deciso cosa fare della mia vita e soprattutto avevo scelto con chi condividerla, e in questo quadretto non era incluso nessun’altro che non fosse la mia nuova famiglia immortale. Amavo mio padre, lo amavo immensamente, così come amavo mia madre e i miei migliori amici, ma non potevo fare altrimenti. Stare senza Edward equivaleva a non vivere per me e non riuscivo a scegliere qualcun altro che non fosse lui.

Così affranta non potei fare altro che annuire.

-si, papà è così-

Fece un grosso respiro prima di tornare a parlare – sei sempre stata così ostinata. Fin da bambina dovevi fare solo quello che volevi tu e a poco servivano le mie raccomandazioni e quelle di tua madre. Eri sempre pronta a scegliere da sola quale fosse la cosa migliore per te e noi non abbiamo mai obbiettato. Anche quando ti sei voluta buttare dallo scivolo più alto senza sentire storie, perché “ se lo fanno tutti perché non posso farlo anche io?”. Quella volta sei caduta e ti sei fatta male al ginocchio. Avremmo potuto sgridarti e lo avremmo fatto, se solo tu non ti fossi rimessa in piedi e più cocciuta di prima, non ci avessi riprovato di nuovo. Con il risultato di sbucciarti l’altro ginocchio. Hai trattenuto le lacrime come non ti avevo mai visto fare, solo per non darci la soddisfazione di dirti “te lo avevamo detto”. Per cui adesso mi chiedo.. è veramente la decisione più giusta secondo te? Fare parte di questo mondo e accettarne tutte le conseguenze? -

Ricordare quella parte del mio passato di bambina non fece altro che farmi riempire gli occhi di lacrime. Lui era il mio papà forte e coraggioso, e allora come adesso mi stava lasciando la possibilità di scegliere da sola. Lui voleva solo che fossi felice. Perché al terzo tentativo di scivolare giù da quella giostra, ci riuscii senza farmi male e allora fui io a dire ad entrambi “cosa vi avevo detto? Se lo fanno gli altri posso riuscirci anche io!”. Ero felicissima in quel momento e lui era il ritratto della mia felicità. Perché sapeva che se si fosse messo in mezzo non mi avrebbe mai vista ridere con quella spensieratezza e questo non se lo sarebbe mai perdonato. Ma la vita che stavo vivendo non era una giostra. Non potevo buttarmi con la consapevolezza di poter tornare sui miei passi. Perciò, ero pronta ad accettare la mia nuova vita e le conseguenze a essa legate? Mi bastò chiudere gli occhi, portare una mano sul mio pancione e vedere il volto del mio futuro marito nell’oscurità delle mie palpebre per sapere la risposta.

Strinsi forte la mia mano nella sua e gli risposi – si, papà. Sono pronta a tutto pur di rimanere accanto ad Edward e al nostro bambino. Accetterò le conseguenze e tutto quello che comporterà questa gravidanza. E con questo mi riferisco anche a quello a cui dovrò rinunciare. Ma lo sai cosa ti dico anche?- si, solo allora mi accorsi di quello che avremmo avuto da quel momento in poi. La libertà di vederci e di frequentarci anche dopo.

-cosa Bella?- chiese quasi con un filo di voce.

-che non dovrò rinunciare a te papà. Adesso che anche tu sai tutto, non sarò più costretta a nascondermi. Lo capisci?-

Improvvisamente vidi il suo volto cambiare e le sue labbra alzarsi un pochino all’insù. Ma non mi parve del tutto convinto, perciò continuai – senti, lo so che pensare di fare parte di questo mondo può spaventarti, sono cose che credevamo non esistessero neppure e invece è tutto vero.  Loro esisto sul serio e so quanto possa sembrare incedibile! Ma non ti sei visto prima quando hai parlato come se niente fosse davanti a tutti loro? Reggi molto bene il sovrannaturale papà..- dissi dandogli una gomitata sul fianco con il risultato di farlo ridere.

-si, potremmo stare insieme questo è vero. Ma sta di fatto che non sarai più tu-

-no, non è vero. Io sarò sempre la stessa papà.. sarò sempre la tua Bells. Solo un pochino più resistente, e veloce, e più bella.. –

-sei sempre stata la più bella di tutte per me, amore mio..-

-oh papà!- gli dissi lanciandomi verso di lui per stringerlo forte – ti voglio un bene dell’anima. Sono così felice che tu abbia scoperto tutto. Non voglio perderti, non ho mai voluto perderti-

-nemmeno io lo voglio Bella- lasciai scorrere le lacrime liberamente sul mio viso dopo quelle brevi confessioni accorate. Era un sollievo sapere che da quel momento in poi c’era almeno una persona con cui non dovevo mentire. Rimanemmo in quella posizione per diversi minuti fino a che non fu lui a staccarsi.

-è incredibile.. mi trovavo a La Push per puro caso oggi pomeriggio e sono venuto a conoscenza di tutto questo. Come hai fatto a mantenere questo segreto per così tanto tempo?-

-non è stato facile papà, soprattutto con te. Noi vivevamo insieme e avevo paura che prima o poi avresti capito che c’era qualcosa di strano in me o in Edward. Ma è stato proprio per lui che ho trovato la forza di mentire. Se solo si fosse saputo in giro.. non oso immaginare le conseguenze. Come ti ha detto Rose, nessun umano dovrebbe sapere della loro esistenza. Sarebbero in pericolo loro come lo saremmo anche noi-

-e tu come hai fatto a scoprirlo allora?-

-sono tua figlia papà, qualcosa da te dovevo pur averla ereditata o sbaglio? Ho fatto le mie indagini da sola e con un po’ d’aiuto ho scoperto tutto nel giro di pochi giorni- 

-e nonostante tutto te ne sei innamorata lo stesso!- disse incredulo.

-si. Non ho mai avuto paura della natura di Edward. Dei due lui è quello che si è fatto sempre più problemi-  e i flash della nostra conversazione nel bosco dopo l’incidente con Jasper e il suo conseguente abbandono si fecero vivi nella mia mente.

-si, ricordo benissimo quanto sei stata male quando ti ha lasciato. Se all’epoca ce l’avevo con lui per il modo in cui ti aveva ridotto ora sono costretto a ricredermi, adesso ne comprendo il motivo- sentire parlare di quell’episodio dalla sua bocca mi fece rabbrividire – per quanto mi verrebbe voglia di prenderlo a calci nel sedere per essere tornato e averti trascinato in tutto questo, non posso negare che lui ti rende felice. Dopotutto, nonostante quello che è, mi ha dimostrato di meritare il mio rispetto in molte occasioni. Non lo ringrazierò mai abbastanza per esserti ed essermi stato vicino quando sono stato male a Natale. Ma è diverso adesso lo capisci? È come se mi trovassi a consegnare la mia bambina nelle mani di un serial killer! È impensabile per me che lui sia la scelta più giusta per te. Ma a quanto pare hai già deciso e adesso non si torna indietro vero?- con un gesto della mano indicò la mia pancia e non potei che annuire.

-no papà, non si torna più indietro. Per quanto mi risulti incredibilmente imbarazzante dover parlare con te di queste cose, non posso non farlo. Capisci bene che adesso io e Edward, beh noi due.. adesso ci apparteniamo a vicenda. In tutto!- le mie guance rischiarono di esplodere per il calore ma continuai lo stesso – questo bambino, per quanto inaspettato, ci ha uniti ancora di più. Io ero pronta a rinunciare a diventare madre pur di star con lui e adesso invece posso avere entrambi! Puoi biasimare la mia felicità?-

-no..- disse in un sussurro.

-appunto! Vorrei poter usare delle parole migliori per riuscire a spiegarti quanto sia felice in questo momento, ma non ce ne sono. Perciò ti chiedo di credermi papà. Non ho mai desiderato tanto qualcosa in vita mia come far nascere questo bambino e stare con Edward per sempre. Sii felice per me anche se non ne comprendi il motivo. Ti prego.. fallo per me- lo vidi prendere un respiro così profondo che credetti che il tempo si fosse fermato.

In quel momento sentivo il bisogno di avere l’appoggio di mio padre, soprattutto ora che sapeva tutto.  Ma nonostante questo la mia paura più grande era che si tirasse indietro comunque. Che decidesse di dimenticarmi e lasciasse che vivessi la mia vita senza averlo accanto.

Aspettai con impazienza di sentire le sue parole e nel frattempo cercai di calmarmi un pochino, visto che il mio cuore non voleva saperne di rallentare la sua corsa continuando imperterrito a fare capriole e salti mortali nel mio petto. Se ci fosse stato Edward qui mi avrebbe incenerito con uno sguardo. Riposo e calma assoluta erano diventati il mio mantra quotidiano!

-e va bene- disse infine facendomi rilasciare un sospiro di sollievo – ti starò vicino. Ci vorrà un po’ di tempo prima che mi abitui pienamente a questa nuova “condizione” ma ti giuro che starò al tuo fianco. Se non altro questo e meglio che saperti dispersa da qualche parte senza sapere se sei viva e se stai bene..- prima che aggiungesse qualcos’altro lo strinsi forte reprimendo i singhiozzi che facevo fatica a trattenere. Ma alla fine vinsi io e gli sorrisi totalmente felice ed entusiasta per la sua decisione.

-grazie papà. Grazie, grazie, grazie!- non sapevo che altro dirgli in verità perciò continuai quell’ovazione fino a che non tirò fuori mia madre e mi fece fare i conti con l’ineluttabile e inevitabile senso di colpa che mi attanagliava ogni volta che pensavo a lei, incinta dall’altra parte del paese, totalmente ignara e all’oscuro di tutto. Era scontato infatti che mi sentissi una merda ogni volta che ci pensavo. Ed era certo anche che questo stato d’animo s’ingigantisse, acquistando dimensioni talmente spropositate da farmi soffocare, ogni volta che mi rendevo conto che l’unica soluzione era quella ti tenerla il più lontano possibile da questo mondo, da questa realtà e soprattutto da me. Con lei sarebbe stata più dura che con Charlie. Spiegarle ogni cosa.. no. Non era pensabile che lei venisse a conoscenza di questa parte della mia vita. Non sapevo come l’avrebbe presa, certamente non in modo pacato e riflessivo come Charlie. La mia mente era più propensa a credere che si sarebbe messa a urlare disgustata o a saltellare dalla felicità troppo contenta di prendere parte a qualcosa più grande di lei. L’unica certezza che avevo era che dovevo tenerla al sicuro, soprattutto adesso che stava per avere un bambino. Espressi ad alta voce i miei timori e stranamente non trovai un muro dall’altra parte. Anzi, Charlie era pienamente d’accordo con me!

-capisci che non posso metterla in pericolo papà? Non hai idea di quanto mi mancherà e quanto sarà straziante non poterla vedere ogni volta che vorrò. Magari un giorno dirò la verità anche a lei, chi lo sa! Ma per il momento non posso rischiare anche la sua vita. È già tanto che tu lo sappia quando invece saresti dovuto rimanere all’oscuro di tutto..-

-ma che vuol dire Bella?- disse senza lasciarmi nemmeno il tempo di finire la frase – anche prima, quando parlavamo con gli altri, mi avete detto che sono in pericolo e che anche voi lo siete. Rose per poco non dava di matto!-

Ok, quella conversazione stava degenerando. Stava toccando tasti veramente troppo pericolosi. I Volturi erano un argomento che papà doveva assolutamente, e ripeto, assolutamente evitare di conoscere. Lo avrei costretto a vivere perennemente nella paura, obbligandolo a portare sulla testa una spada di Damocle decisamente troppo pesante e troppo difficile da gestire. Per fortuna venne in mio soccorso il mio salvatore, il mio eroe. Mi raggiunse sedendosi sul bracciolo del divano e mi strinse la spalla con una mano.

-discuteremo di questo in un altro momento Charlie, se non le dispiace. Bella deve riposare, questa notte non ha chiuso occhio. Vero tesoro?- mi chiese sperando che stessi al gioco. Quella notte avevo anche dormito troppo!

-s-si.. si. In effetti sono molto stanca. Stavo quasi per appisolarmi quando sei arrivato-

-oh, beh ok. Allora ti lascio riposare. Tornerò..?-

-domani papà. Domani andrà più che bene- gli dissi andandogli incontro vedendolo in difficoltà.

- se non è troppo disturbo Charlie, vorremmo chiederle un altro favore - disse subito Edward - Vorremmo che evitasse di dire a Sue che sa tutta la verità. Preferiamo capire che intenzioni hanno prima di mettere altra carne sul fuoco. Ovviamente sempre se lei è d’accordo- disse tutto d’un fiato senza lasciargli il tempo di rispondere. Dapprima papà aggrottò la fronte ma poi la distese e con un movimento affermativo della testa disse – certo. Qualunque cosa pur di tenere al sicuro la mia bambina- ed il mio cuore ricominciò a galoppare di nuovo.

Si alzò dal divano e prima di uscire di casa mi strinse forte in un ultimo abbraccio.

-chi pensava che sarei arrivato così presto a stringerti sentendo questo ostacolo tra di noi- disse riferendosi alla mia pancia.

-beh, spero che nel bene e nel male ti faccia piacere che stia per renderti nonno- dissi imbarazzata.

-è strano, forse non ci crederai fino in fondo, ma non sono del tutto scontento che tu sia in questa condizione. Certo ho una marea di domande in testa, la prima di tutte è come diavolo sia stato possibile, ma vedo quanto questo pancione ti rende radiosa e semplicemente sto provando a farmene un ragione. Chiedi a Edward se non mi credi. Avrà sentito tutto quello che ho pensato fino ad ora e anche se sono stato sincero in questo momento. Dio! L’ho detto davvero? Dovrò abituarmi al più presto anche a questa cosa..-

Sia io che Edward ridemmo senza riuscire a trattenerci difronte al viso sconcertato di Charlie – si, è vero Bella, ogni cosa che hai sentito è la verità. Tuo padre si sta impegnando veramente molto-

-ed io non posso che ringraziarti- dissi con la voce incrinata.

-a domani bambina mia- disse accompagnando le parole con una carezza sulla mia guancia.

-a domani papà-

 

****************

Il giorno nuovo cominciò con una piega inaspettata e assolutamente gradita.

Eravamo in bagno, Edward mi stava aiutando, o meglio, mi stava sorreggendo affinché non cadessi e finissi a sbattere con il mio regale sul marmo freddo della vasca, quando il bambino cominciò a muoversi facendomi un male terribile; a stento riuscii a trattenere le lacrime. Edward mi disse di stare immobile e di non agitarmi, che non appena avesse trovato la posizione più comoda avrebbe smesso all’istante. Ma fu istintivo chiedergli di calmarsi, gli dissi semplicemente “calmati piccolino, così mi fai male”, non volevo di certo che il mio utero venisse scambiato per un sacco da box! E non fu la stravagante teoria del mio futuro marito, teoria per la quale secondo lui, avrei dovuto starmene buona e tranquilla quando dentro mi sentivo dilaniare a lasciarmi sconcertata, no. Fu il fatto che il bambino si bloccò nel momento esatto in cui avevo pronunciato quelle parole. Io e Edward ci scambiammo un occhiata stupita, e un secondo dopo il suo viso assunse un espressione così sbalordita che per un momento mi fece paura. Non avevo la minima idea di cosa stesse succedendo e infatti cominciai ad agitarmi. Stavo per andare nel panico più totale quando si decise a parlare.

-Bella, riesco a sentirlo. Sento i suoi pensieri!- disse con un sorriso accecante e l’acqua che mi scorreva addosso sembrò diventare gelata. Ci misi molti secondi per elaborare le sue parole.

Edward sentiva il bambino!?

-cosa?- gli chiesi dando vita ai miei pensieri sconnessi.

-cosa? Bella ti ho appena detto che riesco a sentirlo!- mi ripeté senza smettere di sorridere. Ti prego.. abbi pietà di una povera donna incinta! Avrei voluto urlargli. Anche se nelle mie condizioni, i miei ormoni ballavano la samba di fronte a tanta perfezione.. e bellezza.. e sensualità. Perciò, ancora più stupita del fatto che riuscissi a pensare a queste cose.. sconce? Si, sconce, davanti alla rivelazione delle rivelazioni, dissi semplicemente -davvero?-

-si, davvero-

-o mio Dio.. – sussurrai non appena realizzai pienamente quello che aveva detto – o mio Dio!- esclamai questa volta più convinta – cosa senti Edward? Cosa? Dimmelo ti prego- cioè, davvero sentiva il bambino? Questa era una scoperta sensazionale!

-non sono veri e propri pensieri, sono più che altro sensazioni. Sento quello che prova e senza dubbio capisce quello che gli diciamo, altrimenti prima non si sarebbe fermato quando gliel’hai chiesto- disse interrompendosi regalandomi un’altra dose massiccia del suo sorriso- ti ama Bella, sente un attaccamento nei tuoi confronti incredibilmente forte e sa quanto lo ami. Adora sentirti parlare e..- si interruppe gongolando – a quanto pare adora anche la mia voce- ma certo che l’adorava. C’era qualcosa di più dolce del suono della voce di Edward? Le sue parole mi fecero commuovere. Sentire il bambino dentro di me muoversi e scalciare era una sensazione meravigliosa, per quanto delle volte terribilmente dolorosa. Ma sapere che pur non essendo ancora nato, sentiva e provava dei sentimenti nei nostri confronti, era fuori dalla portata dei miei desideri.

-ma certo che ti amo piccolino! Come posso non amarti? Sei la cosa più bella che potesse capitarmi.. e noi ti amiamo così tanto- dissi piegandomi sul pancione. Pronunciai quelle parole con il cuore in gola e Edward non fece nulla per nascondermi la sua visibile commozione. Si inginocchiò davanti a me, lasciandomi sola a sorreggermi(pazzo!) e bagnandosi completamente anche lui (che visione celestiale!), prese ad accarezzarmi il ventre e a lasciarci sopra piccolissimi baci che mi provocarono la pelle d’oca.

-sei il bambino più fortunato del mondo lo sai? Perché avrai la mamma più bella, più dolce e più testarda che il genere umano abbia mai conosciuto. Lei ti darà tutto il suo cuore, tutta se stessa. Non ti farà mai mancare niente. Perché lei ha un cuore immenso e puro, ed io ringrazio ogni giorno per averla al mio fianco e per avermi regalato una delle gioie umani più belle che possa esistere; farmi diventare papà. Perciò senti quanto ti amiamo, perché bambino mio.. non vediamo l’ora di averti qui tra noi – disse lasciandomi completamente in balia delle lacrime. Perché, come avrei potuto non piangere ascoltando quelle parole? Edward era l’uomo della mi vita, punto. Ogni giorno che passava ne ero sempre più convinta.

Cominciai a fremere sotto al suo tocco delicato e presi ad accarezzargli i capelli ormai completamente inzuppati. La cosa era incredibilmente eccitante. Si alzò da terra per sorreggermi, visto che le mie ginocchia stavano cominciando a cedere e mi strinse forte a se.

-sei stupendo e assurdamente dolce quando dici queste cose..- sussurrai sulle sue labbra prima di appropriarmene con forza – il nostro bambino avrà un papà meraviglioso – e il bacio che ne seguì fu come lava incandescente. Mi accese un fuoco dentro che difficilmente sarei riuscita a placare sotto il getto dell’acqua.

**************

Raccontare tutto anche agli altri fu una cosa piuttosto imbarazzante visto che avevano “sentito” la nostra conversazione. Delle volte abitare in una casa piena zeppa di vampiri era piuttosto avvilente. Comunque furono tutti felicissimi della scoperta appena fatta. Carlisle ci disse che sentire il bambino ed essere anche in grado di comunicare con lui, ci sarebbe tornato utile nel momento del parto. Io invece mi limitavo a gioire di poter parlare con lui già da adesso. Perché chissà se ci sarei stata ancora.. dopo il parto.

Erano rare le volte in cui mi concedevo di pensare alla possibilità che forse non ce l’avrei fatta, la gioia per tutto quello che stavo vivendo metteva in secondo piano il resto, e si anche l’eventualità di morire era insignificante difronte all’opportunità di mettere al mondo il mio bambino.

Perciò da quella mattina cominciai a parlare con la mia pancia. Era strano parlare a qualcuno che ancora era protetto e racchiuso nel mio ventre, e lo era ancora di più ricevere un qualche segno di risposta. Gli parlai di me e di come aver conosciuto l’amore della mia vita avesse portato a lui. Gli raccontai tutti i ricordi più belli che condividevo con Edward e tutti quelli che condividevo con il resto della nostra stramba famiglia. Gli parlai di mia madre. Gli confidai quanto sentissi la mancanza di Ally e di Jacob. Gli feci conoscere papà. Ancora non riuscivo a togliermi dalla testa l’immagine di lui, piegato sulla mia pancia con la faccia a meno di due centimetri dal mio ombelico, che cercava di parlargli, non sapendo con quale appellativo chiamarlo. Si, perché non sapevamo ancora se fosse un maschio o una femmina. Nella mia testa lo immaginavo maschio, ma Alice insisteva nel dire che fosse femmina; e il mio cuore sperava solo che di qualsiasi sesso fosse, nascesse sano e stesse bene. Perciò nell’eventualità che io sbagliassi e che Alice avesse ragione, o viceversa, avremmo dovuto tenerci pronti due nomi. Fino a quel momento non avevamo mai pensato che nome dargli. Per quanto lo avessi amato fin da subito, era stato difficile abituarmi all’idea di essere incinta e che un piccolo esserino, nato dall’amore immenso che legava me e Edward, stesse crescendo dentro di me. Perciò l’idea di dargli un nome non mi aveva sfiorato per niente, e per quanto ne sapevo neanche Edward ci aveva pensato più di tanto. Certo, sapevo che non avrei potuto chiamarlo per sempre “piccolino” “brontolone” “principino”.  Risi all’idea di chiamarlo Principino Cullen, Alice mi avrebbe ucciso solo per principio. Pertanto una sera, stesa nel letto con Edward che mi accarezzava il braccio e sussurrava la mia ninna nanna, dissi – stavo pensando che ormai manca veramente poco al parto. Tra due giorni ci sposiamo e ancora non abbiamo deciso che nome dargli-

Si, perché c’era anche il matrimonio di mezzo. Alice mi aveva fatto misurare così tante volte il mio abito da sposa che ero arrivata ad odiarlo! Si può dire che ogni giorno apportava delle modifiche e il giorno seguente doveva ricominciare tutto da capo per via della pancia che crescendo mandava in fumo il suo lavoro. Dirlo a papà fu molto imbarazzante per me. Avevo pensato alle parole giuste da dirgli per non so quanto tempo, ma alla fine mi ero arresa cedendo alla richiesta di Edward che insisteva affinché fosse lui a farlo –signore, so che non è nella tradizione organizzare tutto senza aver avuto prima il suo consenso, ma ormai penso che abbia capito che la nostra non è di certo una situazione “tradizionale”..-

-diamine Edward, parla chiaro e tondo mi stai facendo preoccupare. Che cosa dovrei sapere?-

-io e Bella ci sposiamo. Lo so che avremmo dovuto dirglielo e che avrei dovuto chiedere la mano di sua figlia prima di prendere una decisone del genere, ma non c’è stato ne il tempo ne il modo per farlo. Anche perché a dirla tutta, è stata Bella a chiedermi di sposarla..-

Ecco più o meno è questa la conversazione che si svolse qualche giorno fa. Tralascerò di raccontarvi la parte in cui mio padre, allibito nel sapere che ero stata io ad inginocchiarmi davanti a Edward, si mise a ridere chiedendomi di fargli il replay. Ma aggiunse anche che in un certo senso se l’aspettava. Indipendentemente dal fatto che fossi incinta, sapeva che prima o poi sarei arrivata a casa per dirgli che io e Edward ci saremmo sposati, certo questo prima di sapere che lui fosse un vampiro – l’ho sempre saputo che sareste tornati insieme voi due e che prima o poi avrei dovuto fare i conti con il vostro matrimonio. Sarò felicissimo di accompagnarti all’altare bambina mia- ed io non potei non avvampare, perché per quanto fossi convinta del passo che stavo per fare, non potevo non pensare a quanto sarebbe stato imbarazzante percorrere i metri che mi dividevano da Edward con 8 paia di occhi puntati addosso. Solo a pensarci il mio stomaco si contraeva in una morsa pesante, provocandomi fitte e dolori nauseanti. Ma sapevo che almeno questo glielo dovevo. Concedere a mio padre di essermi accanto nel giorno più bello della mia vita, sarebbe stato come una sorta di regalo. 

-e allora? A quali nomi hai pensato?- mi chiese Edward ridestandomi dai miei pensieri.

-beh, se fosse maschio vorrei chiamarlo.. come te. Edward Junior. Sapere che porterà il nome di suo padre, del suo dolce, amorevole e tanto sexy padre- e qui si mise a ridere- sarebbe un vero onore per me- dissi questa volta più seria.

- e lo sarebbe anche per me- disse chinandosi a darmi un bacio – e se fosse femmina invece?-

-stavo giocando non il nome delle nostri madri, Renee e Esme. Perciò.. Renesmee? Si lo so che è strano e che non esiste ma..- mi interruppe prima che potessi aggiungere altro.

-mi piace- disse semplicemente – è bellissimo è unico, senz’altro adatto alla situazione-   

-perciò è deciso? Sarà EJ o Renesmee?- gli chiesi emozionata.

-si, Bella. Penso che non avresti potuto scegliere meglio-

-promettimi una cosa- dissi a quel punto sull’orlo delle lacrime – promettimi che se non dovessi farcela, gli ricorderai ogni giorno quanto l’ho amato e quanto ti ho amato- improvvisamente le sua mano si bloccò e invece di accarezzarmi mi strinse forte il braccio.

-Bella, non azzardarti mai più a dire una cosa del genere, hai capito! Sarai tu stessa a dirgli quanto lo ami, va bene? Tu ce la farai, e lo sai perché ?- mi chiese agitandosi.

-no, perché?- a quel punto trattenere le lacrime fu praticamente impossibile.

-perché tu non mi lasci da solo, ok? Tu non vai da nessuna parte senza di me. Ho aspettato un tempo tremendamente lungo per averti al mio fianco e giuro su Dio che non ti lascerò andare via. D'accordo?-  disse baciandomi con impeto ed io risposi senza alcuna esitazione.

-arriverai al punto di dovermi trasformare, lo sai vero?- gli chiesi staccandomi lievemente dalle sue dolci labbra.

-è questo che vuoi, mhh? Rispondi, è questo?- disse con voce seria ma altrettanto vellutata. Il suo viso mi sovrastava ed io lo guardai negli occhi talmente a lungo che non riuscii più a vedere altro, se non l’Ambra bellissima in cui erano completamente avvolti.

-lo desidero più di ogni altra cosa Edward. Ma non l’hai ancora capito che senza di te non posso vivere? Voglio starti accanto per il resto dei miei giorni..- mi guardò, mentre calde lacrime bagnavano il mio viso, come se volesse leggermi dentro in cerca forse, della verità. Come se tutto quello che stavo facendo per lui non fosse abbastanza, o solo finzione. Gli avevo dimostrato in tutti i modi possibili che non aspettavo altro che diventare come lui.  

-allora giurami che non ti arrenderai. Perché io farò qualsiasi cosa per poterti salvare. Ma tu devi darmene il tempo, hai capito? Qualunque cosa accada, continua a far battere il tuo cuore il più a lungo possibile. Ed io ti prometto che staremo insieme per il resto dei nostri giorni-

-te lo giuro Edward. Non mi arrenderò. Nessuno potrà mai portarmi via da te e dalla nostra famiglia. Nessuno-

-bene. Perché sarò io a non lasciarti andare-

*************

Il giorno dopo tremai di paura quando ricevetti la visita inaspettata di Jacob. Tutti i vampiri di casa Cullen scattarono in piedi non appena sentirono il suo odore provenire dalla foresta, ed io mi richiusi su me stessa in preda al panico. Che fosse venuto a fare del male al mio bambino? Sarebbe dovuto passare prima sul mio cadavere! In quel momento non mi importava di dover affrontare il mio migliore amico, adesso ero una madre, e come ogni madre che si rispetti avrei difeso mio figlio fino all’ultimo respiro. Non potei negare però che vederlo mi fece provare una sensazione che non mi aspettavo. Mi era mancato così tanto che quando lo avevo rivisto la volta scorsa non avevo avuto il tempo di dirglielo, che subito mi si era scagliato contro. E adesso ero sollevata ad averlo di nuovo a pochi passi da me.

–tranquilla, è venuto solo per parlare. Non vuole fare del male al bambino. Ha delle novità da raccontarci- mi disse Edward come se avesse sentito i miei pensieri, ed io mi concessi di tirare un sospiro di sollievo; non ci tenevo per nulla a fare a cazzotti con Jacob. Risi all’idea di me che lo prendevo a pugni. Probabilmente mi sarei rotta una mano dandogli un semplice schiaffo.

Appena entrò in casa, notai la sua rigidità ma quello che mi colpì di più fu la sua faccia. Aveva stampata sul viso un espressione strana. Ansia forse? Non lo seppi mai, sta di fatto che non appena mi vide seduta sul divano viva e vegeta cambiò radicalmente. Gli occhi gli si addolcirono appena e mi sorrise come al solito. Che ne era stato delle parole “non starò a guardare.. non questa volta” che mi aveva detto durante la sua visita passata? Non persi tempo a chiederglielo..

-l’ultima volta mi hai fatto capire chiaramente che non volevi avere nulla a che fare con noi, con me. Cosa ci fai qui Jacob?-

Edward mi rivolse un occhiataccia – Bella? devo chiedere a Alice di accompagnarti di sopra?-

-no, Edward. Lascia che resti qui, ho bisogno di parlare anche con lei-

Bene. Non aspettavo altro.

-ti ascolto-

-Ok. So che forse vi aspettavate una mia visita qualche giorno fa, ma tutto questo tempo ci è servito per decidere meglio cosa fare- e avvicinandosi a me disse- posso?-  non riuscii a dirgli di no, perciò mi si sedette accanto -gli altri non l’hanno presa benissimo. Quando sono andato via di qua, sconvolto e in preda al panico, non sono riuscito a nascondere il mio stato d’animo e allora gli ho raccontato tutto. Abbiamo passato giorni e giorni a parlare e a discutere. C’era chi voleva che lasciassimo perdere e chi invece voleva che attaccassimo – a quelle parole mi irrigidii e mi tirai indietro, ma la sua mano mi bloccò e prontamente mi disse – ma non io. Bella, non io. Sta tranquilla-  e chissà per quale ragione mi fidai. Forse vedere la calma di Edward mentre ascoltava le parole di Jacob mi fece capire che non aveva nessuna intenzione di farmi del male, e poi era Jacob. Lui.. non mi avrebbe mai fatto del male ne ero sicura. O almeno lo speravo.

-perciò che avete deciso?- chiesi con voce gracchiante.

-nulla. Semplicemente non faremo nulla. Perché dovremmo? Voi siete nel vostro territorio e fino a che non varcate il limite, noi dobbiamo lasciarvi in pace, è il patto. E poi non vogliamo ergerci a giudici di nessuno. Sei tu ad aver deciso di portare avanti questa.. gravidanza- disse con difficoltà- e noi non possiamo impedirtelo. E poi se devo essere sincero, non avrei mai lasciato che ti facessero del male Bella. Mi sarei addirittura schierato contro i miei fratelli, ma difficilmente si sarebbero avvicinati a te. Sue e Seth la pensano come me. Tu sarai l’unica a dover pagare per la scelta che hai fatto, e se è questo quello che vuoi, allora nessuno deve permettersi di dire il contrario. Anche se è difficile accettarlo..- disse con la voce incrinata.

-oh Jake! Non dire così. La mia vita non sarà un “pegno” da pagare per la mia presunzione. Lo sappiamo entrambi che prima o poi sarei diventata una di loro, e allora perché non farlo dopo che avrò messo al mondo il mio bambino? Non morirò Jake-

-oh, questo lo so. E sono venuto qui anche per questo- disse guardando Edward in faccia. Non ebbi il tempo di chiedergli a cosa si riferisse che sentii Edward dire

– grazie!-

-cosa..?- gli chiesi a quel punto.

Fu Jacob a rispondermi -Bella, per quanto io possa arrabbiarmi con te per la tua testardaggine e si, anche per la presunzione che hai dimostrato e che dimostri , per voler stare al passo con il sovrannaturale, non posso negare quanto ti voglia bene e quanto tenga a te. Perciò sono venuto qui per chiedervi, o meglio per darvi il permesso di.. salvarla; per quanto diventare un vampiro possa essere dichiarato una salvezza-

A quelle parole i miei occhi si inumidirono all’istante e capii quanto fosse importante quello che aveva appena detto. Jacob stava disobbedendo ad una delle regole fondamentali del patto che legava i Cullen e i Quileute, solo per permettermi di “vivere” ancora. Stava dando il permesso a Edward di mordermi per potermi salvare. Non che non l’avremmo fatto lo stesso; anche senza il suo assenso avremmo ricorso alla trasformazione nel caso in cui la situazione si fosse aggravata. Ma il suo gesto era qualcosa che non mi sarei mai aspettata, voleva dire che era disposto a vedermi vampira piuttosto che morta.

Ci misi poco più di due secondi a fargli vedere la mia felicità. Lo abbracciai con foga mescolando col pianto le mie parole di gratitudine.

-grazie Jake. Grazie! Non sai quanto sia importante per me tutto questo..-

-ti sbagli, lo so eccome-

-ma perché l’hai fatto..?-

-per lo stesso motivo che mi ha spinto ad aiutarti a cercarlo qualche mese fa. Voglio vederti felice Bella -

-oh Jake, grazie. Ancora mille volte grazie-

Stringere di nuovo il mio migliore amico tra le braccia era qualcosa di cui fino a quel momento non avevo sentito il bisogno, ma solo ora mi rendevo conto di quanto in realtà mi fosse mancato. Perché dopotutto era questo il talento di Jacob. Era capace di trasmettermi anche solo con un abbraccio tutto l’affetto che provava per me.

Mi strofinai gli occhi e lasciai che parlasse con Carlisle di tutto il resto. Io, sfiancata dalla troppa tensione, ero sicura di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo della nostra chiacchierata, mi lasciai andare sul divano e un lamento involontario mi uscì dalla bocca. Improvvisamente 7 paia di occhi mi guardarono allarmati.

Edward mi fu subito accanto, Jacob mi guardò impietrito, Carlisle da buon medico mi prese subito il polso nelle mani per misurare la frequenza cardiaca.

-sto bene- dissi sospirando – non preoccuparti- guardai Edward tremendamente ansioso e mi diedi della cretina.

-Bella non stai bene, ti sei affaticata troppo. Vieni ti porto a letto- fece per prendermi in braccio, ma subito lo bloccai.

-no, ti prego Edward sto bene. Non preoccuparti, mi è solo sfuggito un mugolio ma non è nulla di grave, davvero Edward credimi. Carlisle diglielo anche tu che va tutto bene..-

Lo guardai in viso e lo vidi adombrarsi. Che diavolo stava succedendo?

-Bella, il tuo cuore sta cominciando ad affaticarsi troppo. Sento il modo in cui inizia a zoppicare..-

- ma io sto bene, davvero- diamine era stato solo un attimo di stanchezza, tutto qui. Non volevo che cominciassero ad agitarsi.

-forse è meglio se li ascolti Bella. Vai a letto- si intromise Jacob ed io sbuffai. Bene, ci mancava solo lui.

-non sto dicendo che hai torto Carlisle, anche io delle volte sento il respiro più affaticato. Ma non voglio che mi trattiate come se stessi per morire, va bene? Vi ho detto che sto bene qui sul divano, quando sentirò la necessità di sdraiarmi mi farò portare in stanza. Fino a quel momento non mi schiodo da qui- dissi tutto d’un fiato. Odiavo stare al centro dell’attenzione, e sempre per il solito principio odiavo anche che mi si dicesse quello che dovevo fare.

-Bella, non voglio sentire ragioni. Adesso ti porto in camera e non ti muoverai di li fino a che non avrai dormito un pochino- mi disse Edward irremovibile. Ancora non eravamo sposati e già pretendeva di comandare! Sbuffai di nuovo ma subito me ne pentii. Mi bastò guardare il suo viso segnato dalla paura per capire di dover stare zitta; non era il momento di fare la bambina capricciosa. Perciò mi lasciai prendere tra le sue braccia e ci saremmo anche spostati dal salotto se Alice non ci avesse fatti bloccare con un gemito di terrore.

Cosa c’era ancora?

-cosa c’è che non va Alice?- le chiese Carlisle. Edward si irrigidì all’istante e poiché gli ero completamente appiccicata al petto non potei non sentirlo.

-Alice?- la chiamai anche io sperando che mi rispondesse. Passò un minuto prima che si decidesse a parlare.

-Bella preparati- ohoh questa l’ho già sentita, pensai. Erano esattamente le stesse parole che aveva usato quando il mio caro papà aveva deciso di farmi visita. E al diavolo l’affaticamento, il mio cuore prese a pompare frenetico solo all’idea di chi potesse essere adesso..

-cosa.. chi?- sussurrai stravolta.

E non so chi parlò. Mi bastò sentire quel nome per sprofondare in uno stato di catatonia. Perché mai avrei immaginato di sentirlo pronunciare..

..Ally.

ALLY?

 

 

O__O emmh si. Ally is back!

Siete invecchiate eh? Spero che non sia stato troppo “pesante” leggerlo.

Fatemi sapere quello che pensate, ok?

Vi adoro!

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Capitolo 39
*** capitolo 38 ***


capitolo 38

                     

Bene, eccoci qui. Non voglio dilungarmi troppo, anche perché questo è l’ULTIMO CAPITOLO, perciò ci sarà spazio nell’ epilogo per tutti i ringraziamenti del caso. Scrivere questo cap. è stato al tempo stesso bello quanto estenuante. Ho pianto con i protagonisti, ho gioito con i protagonisti, ho sofferto con i protagonisti. Spero che anche a voi faccia lo stesso effetto che ha fatto a me. Ad un certo punto della storia troverete una foto(l’ho fatta io) ed una canzone, vi pregherei di ascoltarla, è con questa in sottofondo che ho scritto quel pezzo in particolare, perciò fatelo! Inizialmente sarebbe dovuto essere molto più lungo, più di quanto non lo sia già, ma oggi pomeriggio ho stravolto tutto e beh.. il risultato è questo!
Ps. Chiedo scusa se ho scritto castronerie a livello medico, non sono un medico e ne una mamma. Mi sono basata soprattutto sull’istinto e poi è un racconto di fantasia. Abbonatemi qualsivoglia corbelleria!  


Capitolo 38

Il dolore alle reni diventò insopportabile, sentivo tipo delle spade conficcarsi dentro fino ad espandersi al basso ventre, un dolore ad intermittenza di circa un minuto che partiva piano per poi crescere, crescere, crescere e poi svanire nuovamente. La tregua giusta per farmi riprendere fiato e poi ricominciare da capo.

E tu sei li, lo devi subire, lo devi accettare, perché solo cosi potrai abbracciare il tuo piccolino. È questo il pensiero che ti da la forza di sopportare..

24 ore prima..

Vedere Ally di fronte a me, imbambolata, a fissare la mia pancia, era come guardarsi allo specchio. Solo che lei non aveva un pancione a riempirle il ventre, no. Era la faccia, con quella piccola O a disegnarle le labbra, e l’espressione di stupore ad essere uguale alla mia. Era come se mi trovassi a vivere un esperienza extracorporea.

-Bella..- fu l’unica cosa in grado di dire quando finalmente si decise a parlare. Sentire la sua voce dopo tanto tempo mi fece sentire le farfalle nello stomaco.

-Ally..- ripetei io entrando in “modalità pappagallo”.

-ok, vogliamo stare qui per tutta la sera a guardare voi due che non fate altro che ripetervi i vostri nomi?- sbottò EJ.

Si EJ, perché c’era anche lui. O meglio, per il poco che avevo capito, ascoltando le voci intorno a me, era lui ad avere tutte le ragioni per trovarsi in quella stanza.

-EJ ha ragione ragazze, penso che quello shoccato dovrebbe essere lui, non voi due- disse Edward cercando di farmi riprendere un po’e facendo leva sul mio buon senso . Ok, erano venuti a Forks per un motivo preciso e non potevo/potevamo, e qui ci misi in mezzo anche Ally visto che lei era nelle mie stesse condizioni, monopolizzare la situazione. E negare di essere curiosa marcia sarebbe stato assolutamente patetico. Morivo dalla voglia di sapere perché fossero venuti qui.

-già!- lo rimbeccò subito EJ. Così, scossa da quel pensiero mi girai e distolsi lo sguardo da quello della mia migliore amica. Migliore amica tra l’altro, che non avevo ancora abbracciato e baciato, nonostante avessi sentito la sua mancanza in modo viscerale. Sentivo però che c’era qualcosa da chiarire prima di dare spazio alle effusioni affettuose che ero sicura, si sarebbero levate di lì a poco.

-s-si- dissi tossicchiando- Sono tutta orecchi- e mi accomodai vicino a Edward sul divano.

-dunque..- cominciò col dire EJ – non so da che parte cominciare, ma penso che la prima cosa da chiarire sia: devo chiamarti cugino?- disse rivolto a Edward e a quel punto trattenni il fiato portandomi una mano alla bocca. Nella stanza quasi tutti ebbero la mia stessa reazione, poiché anche gli altri vampiri erano a conoscenza del legame di sangue che c’era tra i due. L’unico a rimanere impassibile fu Edward naturalmente, che sapeva già il motivo della loro visita.

-ma di che diavolo stai parlando?- sbottò una voce incredula. Voce che riconobbi appartenere a Jacob. A quanto pare aveva deciso di fermarsi e in quel trambusto non mi ero neanche accorta che fosse rimasto.

-sto parlando del fatto che ho trovato una foto ingiallita e logorata dal tempo, di un ragazzo in compagnia di mio nonno Joseph, che è la copia uguale, sputata e identica del qui presente Edward Cullen! Ora, io so dell’esistenza di un Edward nella mia famiglia, un Edward al quale mio nonno era talmente legato, che è la ragione per la quale porto il suo nome. Perciò mi chiedo, esiste una spiegazione razionale e logica, al fatto che questo Edward sarebbe dovuto trovarsi sotto terra da quasi un secolo, invece di trovarsi davanti a me, in carne e ossa, vivo e vegeto?-

-se posso aggiungere la mia, io direi più ossa che carne, e non  lo definirei nemmeno “vivo”, piuttosto “non morto”!- rispose Jacob con una battuta che non fece ridere nessuno, bensì aggiungere turbamento in animi già turbati. Infatti Ally ed EJ lo guardarono aggrottando le sopracciglia, mentre si beccò un occhiataccia dalla sottoscritta e un ringhio da parte di Edward.

-c-che.. che vuole dire?- ci chiese a quel punto EJ.

-posso vederla? La foto intendo. Posso vederla? L’hai portata con te?- gli chiese Edward.

-si, ce l’ho con me- rispose quasi in un sussurro. Frugò nella borsa di Ally, che non aveva mosso un muscolo fin dall’inizio della conversazione, e ne tirò fuori una busta che porse a Edward. Dentro vi c’era una foto ingiallita, in cui erano ritratti due ragazzi. Il più alto e robusto stringeva il braccio intorno al collo di quello più magrolino, alto anche lui ma meno prestante nel fisico. Quello alto aveva i capelli scuri e una carnagione più olivastra rispetto a quella bianca dell’altro ragazzo, che portava i capelli più lunghi e tutti disordinati in testa. Sorridevano entrambi all’obbiettivo della macchina fotografica facendo assumere agli occhi un espressione così felice e spensierata da sembrare quasi irreale, in mano stringevano un piccolo trofeo. Sentii qualcosa incrinarsi nel petto e trattenni a stento le lacrime alla visione di quell’Edward, così bello nella sua umana giovinezza. Anche lui al mio fianco si irrigidì di fronte a quel ricordo sbiadito dal tempo.

-dove l’hai trovata?-chiese subito Edward.

-due giorni fa, io e Ally, siamo partiti per Chicago. Volevo portarla a vedere la casa della famiglia Masen. La sua particolarità è dovuta al fatto che è rimasta tale e quale a quando è stata abbandonata nel 1918. Hanno fatto dei restauri, ovviamente, ma mio nonno ha insistito parecchio affinché  nulla venisse toccato o spostato, perciò l’arredamento è rimasto pressoché immutato. Ricordo che tempo fa gli offrirono una quantità spropositata di soldi per demolirla e costruirci sopra un parcheggio, ma lui rifiutò in maniera categorica dicendo “il parcheggio possono costruirselo sui ricordi di qualcun’altro. I miei non li toccheranno di certo”; l’abbiamo preso per pazzo! La foto era incorniciata tra le miriadi di altre foto appese alle pareti. Non l’avevo mai notata prima..-

-ho..- si intromise gracchiate Ally- abbiamo subito notato la somiglianza e non capendo come fosse possibile, siamo corsi subito qui a chiedere spiegazioni. Sul retro c’è scritto “Io e il mio migliore amico, nonché cugino adorato e affezionato Edward”-

-“Chicago, agosto1918”- continuò Edward per lei – un mese prima che cominciasse tutto..-

-perciò è vero?- dedusse EJ vedendo la sua reazione e assumendo anch’esso un espressione incredula davanti alle parole di Edward– com’è possibile?- disse poi più a se stesso che a qualcuno in particolare.

Cominciai ad agitarmi. A quanto avevo capito, Edward aveva tutte le intenzioni di raccontargli la verità. Chissà come avrebbero reagito Ally ed EJ? Potevo sperare ancora nella buona sorte e augurami che la prendessero più o meno come l’aveva presa Charlie?

-Edward, non ti azzardare a farlo- lo ammonì Rosalie capendo subito le sue intenzioni.

-Rose, penso che a questo punto starcene zitti porterebbe solo maggiore confusione e tante altre domande. È meglio se glielo diciamo fidati, prima che qualcuno venga a sapere che stanno cercando informazioni su di noi- le rispose Alice.

-Rose, Alice ha ragione. E poi è una decisione che spetta a Edward. Solo lui può decidere se raccontargli la verità o meno, e noi lo appoggeremo. Qualunque sarà la sua decisione noi gli staremo accanto, vero ragazzi?- si intromise Carlisle.

Annuirono tutti, pure Rose anche se di malavoglia.

-grazie Carlisle- gli disse Edward dopo aver ricevuto il tacito permesso di proseguire. Prima di parlare si girò verso di me e mi strinse la mano. Gli sorrisi a mo’ d’incoraggiamento e con un cenno della testa lo invitai a continuare.

-questa foto- disse guardandola- è stata scattata un mese prima che scoppiasse l’epidemia. Ricordo che iniziò a colpire la popolazione delle basi militari di ritorno dall' Europa dopo la guerra. A Chicago, in particolar modo, i primi casi risalgono alla fine del settembre 1918. Qui, io e tuo nonno siamo stati immortalati dopo aver vinto il torneo di football estivo. Ricordo ancora quanto fosse felice; quel giorno avevamo vinto grazie alla maggior parte dei punti che aveva conquistato lui. Sebbene fosse più piccolo di me, la sua bravura e la sua stazza l’avevano fatto entrare di diritto nella squadra. Gli volevo un bene dell’anima, ma non potemmo fare niente di fronte all’ostinazione di mio padre che non volle lasciare la città. Joseph invece andò via in tempo, prima che l’influenza colpisse anche lui. L’ho pensato tanto nel momento della malattia; come ha scritto lui dietro questa foto, noi due eravamo migliori amici prima di essere cugini-

Fissai i volti sconvolti di Ally ed EJ senza riuscire a mascherare l’emozione che mi diedero le parole di Edward. Per lui doveva essere stato davvero un inferno vivere i giorni della malattia. Soffrire perché sai che non c’è più nulla da fare se non aspettare con trepidazione che la morte arrivi il più presto possibile, per alleviare le tue pene, ed essere circondati da altre centinaia di persone che soffrono proprio come te, che come te non vedono l’ora di farla finita. Vedere i propri genitori morire e sentirsi impotente per non poter dare loro una degna sepoltura. Sentire dentro di te che il distacco non sarà poi così netto e definitivo, perché è quello che succederà anche a te di lì a qualche giorno, ora.. o minuto.  E allora proverai sollievo, perché le emozioni si spegneranno. Finirai di provare dolore, paura e dispiacere.

Ma Edward non si spense mai. In qualche modo lui era riuscito a sopravvivere, a vedere la vita dei suoi cari scivolare via con la stessa facilità con cui una goccia di rugiada scivola giù dal petalo di un fiore. Carlisle gli diede la possibilità di continuare a esistere, e sapere di averlo qui al mio fianco, sentirlo parlare della sua epoca e di ricordi così lontani, era un sollievo per me. La foto e il racconto erano il segno tangibile dell’immortalità di Edward. Nonostante la sua vita fosse continuata da quel lontano 1918, lui in realtà era rimasto congelato in quegli anni. Tutto quello che era adesso era dovuto alla trasformazione, ma in lui viveva anche il ragazzo di 17 anni che giocava a football con il cugino e che all’improvviso vide la sua vita cambiare in modo radicale. Sarebbe potuto morire in quell’anno e invece era seduto accanto a me. Avrebbe potuto perdere la retta via se solo avesse seguito la parte disumana del suo essere e invece mi ritrovavo ad amare un uomo meraviglioso, capace di darmi tutto se stesso. Ed ero così orgogliosa di lui e di quello che era diventato, che le differenze che ci accumunavano, sebbene in quel momento spiccassero in modo evidente, non mi erano mai sembrate più insignificanti.

-ma com’ è possibile che tu sia qui! Come?- disse a quel punto EJ sconvolto –che cosa sei?-

Guardai Ally che al contrario di EJ era relativamente più tranquilla (in fondo lei sospettava qualcosa già da tempo) e con gli occhi le chiesi di aiutarci.

-tesoro, calmati. Qualunque cosa ci stiano per dire ricordati che sono delle brave persone e che non ci hanno mai fatto del male, ok?- gli disse e riuscì a sedarlo un po’,  anche se in minima parte.

E così tra sospiri, imprecazioni, strabuzzamento di occhi e tanti minuti dopo, avevamo finalmente confessato la verità. Inutile dire che trattenni il respiro per la maggior parte del tempo; ad un certo punto ero più che sicura che EJ si stesse preparando a scappare in sud Africa! Ally al contrario fu quella più razionale; le sue domande erano tutte mirate e con un unico obiettivo: infondere al fidanzato una certa tranquillità. Non ci fece sentire un fenomeno da baraccone e ne tanto mento dei mostri. Come successe con Charlie, anche lei ci dimostrò di avere una “mente aperta”. Cercò di mediare tra le incomprensioni di EJ e i Cullen, e fu lei quella a mettergli una mano sulla spalla ed ad incoraggiarlo, quando proponemmo ad entrambi di spostarsi nella stanza degli ospiti e di dormirci su. 

-credi che abbiamo fatto bene a raccontargli la verità? Insomma.. avrei anche potuto mentire- mi chiese Edward mentre ce ne stavamo a letto. Si lo so, stavamo contravvenendo ad una delle regole fondamentali del matrimonio, “la sposa non può vedere lo sposo il giorno prima delle nozze e viceversa” ma non potevamo stare lontani in quel momento. Sapevo quanto Edward avesse bisogno di parlare. Così dopo tutte le nostre suppliche, Alice ci concesse di stare insieme fino a mezzanotte. Scansai subito quel pensiero quando le parole di Edward si fecero chiare nella mia mente e non potei che guardarlo con un sopracciglio alzato.

-ma sei serio? Credi davvero che avrebbero creduto ad una menzogna dopo che ti hanno portato quella foto? Edward, nemmeno la scusa migliore di questo mondo li avrebbe fatti desistere dal credere che sei tu quel ragazzo in compagnia di Joseph-

-ah.. hai ragione- disse frustrato portandosi una mano tra i capelli e tirandoli un po’.

-amore che c’è? Cosa ti turba? Sei stato fantastico questo pomeriggio. Hai saputo gestire benissimo la situazione-

-si lo so, ma..-

-ma, cosa?-

-è che ripensare al mio passato, raccontare tutto a Ally e a EJ, aver messo al corrente altre due persone di quello che siamo in realtà non mi fa stare tranquillo per niente. Avrei voluto che le cose andassero in modo diverso-

-tesoro non dire così. In fondo se ci pensi poteva andare anche peggio-

-ed è questo quello che mi spaventa. Sarebbe potuta andare davvero molto peggio, sarebbero potuti scappare entrambi e raccontare la verità a qualcuno e questo non posso permetterlo. Sento che mi sta sfuggendo tutto di mano. Prima Charlie ora loro due.. non posso mettere in pericolo la mia famiglia. Non con te in queste condizioni. -

-si, lo so. Ma non è successo, per fortuna hanno capito. Sento che possiamo fidarci davvero di loro-

-già, Ally è stata fantastica-

-si, è stata bravissima a gestire la situazione con lui. Sicuramente il fatto che sospettasse già qualcosa l’ha aiutata a prenderla meglio-

-sei felice che sia qui, di la verità?-a quelle parole non potei nascondere un sorriso.

-ti direi una bugia se ti dicessi che non mi importa che sia qui. Lo sai anche tu quanto ci tengo a lei. Ma non avrei mai voluto che ci andaste di mezzo voi. So che non è facile per niente raccontare tutta la verità ad un umano e vivere con la costante paura di essere in pericolo-

-ohhh lascia perdere. Ormai quel che è fatto è fatto-

-già, e infondo lo sai cosa ti dico?-

-no, cosa?-

-che sono felice che EJ sappia tutto-

-cosa?- adesso fu il suo turno di guardarmi con un sopracciglio alzato, e questo lo rese ancora più irresistibile ai miei occhi.

-guarda il lato positivo Edward! Voi due siete parenti. Non sei contento di aver trovato il nipote di una persona che credevi di aver perso da tempo? In qualche modo è come rinstaurare un rapporto con Joseph-

-si, questo è vero. Rivedere quella foto mi ha fatto ricordare tutti gli anni passati insieme a lui e alla malattia che ci ha diviso..-

-mi ha fatto molto male sentirti parlare di quando eri malato e che hai rischiato di morire- dissi interrompendolo- non voglio più sentire uscire queste parole dalla tua bocca- aggiunsi intristendomi un po’.

-amore purtroppo è la verità. Se Carlisle non mi avesse trovato in quelle condizioni adesso non sarei qui con te-

-si, ma non voglio pensare che invece sarebbe potuto accadere il contrario. Sono un egoista lo so, perché so quanto in passato hai odiato quello che sei e quanto avresti voluto morire quel giorno in ospedale. Ma non sai quanto sia felice che lui ti abbia trasformato. Non saresti qui altrimenti-

-oh tesoro- disse prendendomi il viso tra le mani – tutto quello che ho passato in questi anni, tutto l’odio che ho provato per me stesso sono spariti esattamente il giorno in cui ho capito di amarti. E oggi sono ancora più felice di quello che sono, perché sto per diventare padre e domani sposerò la donna che mi rimarrà accanto per il resto della vita. Penso che non sia stato poi così brutto vivere nella negazione per tanti anni se tutto questo mi ha portato a te-

Le nostre labbra si incontrarono fameliche, felici di ritrovarsi e di sancire con quel bacio le parole che ci eravamo appena detti.

-ti amo così tanto..- gli dissi guardandolo negli occhi – non vedo l’ora che sia domani-

-ah, cosa sentono le mie orecchie. Isabella Swan che non vede l’ora di indossare il suo abito bianco e di sfilare davanti a tante persone fino all’altare. Avrei dovuto registrarti e farlo sentire ad Alice!- disse ridendo mente io lo pendevo a pugni su un braccio.

-idiota, lo sai cosa voglio dire! Affronterei ogni giorno quel corridoio fino all’altare felice come mai, se ciò significasse diventare tua.. moglie - dissi arrossendo un po’.

-ti ho già detto quanto ami sentirti dire questa parola?-

-giusto un migliaio di volte-

-non sarà mai abbastanza. E comunque, anche io non vedo l’ora che sia domani-

Stavo per tirarlo su di me e baciarlo, per quanto il pancione me lo permettesse, ma fummo interrotti dall’arrivo di Alice. Sbuffai alzando gli occhi al cielo.

-su piccioncini, è arrivato il momento della buonanotte-

-Alice come puoi essere così dannatamente irritante?- la prese in giro Edward facendomi ridere.

-fratellone, ti conviene alzare il tuo bel di dietro da quel letto e portarlo fuori da questa stanza, prima che ti ci cacci a furia di calci nel sedere. Sono stata chiara?- aggiunse lei piccata e con un tono di voce che era tutto fuorché minaccioso. E questo fece incrementare di più la mia ristata.

-e va bene ho capito, me ne vado!- disse sbuffando e trucidandola con lo sguardo – in quanto a te – questa volta parlava con la mia pancia – cerca di fare il bravo piccoletto, domani la mamma ha un appuntamento molto importante, lasciala dormire stanotte. E tu..- adesso parlava con me – vedi di non fare tardi domani, ci vediamo all’altare- e dopo aver depositato prima un bacio sulla mia pancia e poi un bacio sulle mie labbra, balzò giù dal letto.

-io sarò quella in bianco..- gli dissi disincantata mentre lo guardavo dirigersi alla porta.

Rise dicendomi -molto convincete- prima di richiudersela alle spalle.

***************

 

Cominciai a sentire il cinguettio degli uccelli prima ancora di aver deciso di essere sveglia e nello stesso momento mi stupii di come fossi riuscita a dormire così tanto. L’ansia che avevo per quel giorno era andata via via aumentando nell’ultima settimana, eppure quella mattina sentivo di trovarmi nel posto giusto al momento giusto. Non mi sentivo fuori luogo, cosa che invece era avvenuta per la maggior parte della mia vita. Perciò non riuscii a trattenere quel sorriso spontaneo che mi spuntò sulle labbra.

Ero felice, punto.

-ma come siamo contente stamattina, “miss aspirante vampira”- disse una voce che mi fece sobbalzare. L’avrei riconosciuta tra mille perciò non mi stupii di trovare Ally, stesa sul mio letto e con la faccia a meno di due centimetri dal mio viso, sorridere sorniona. 

-Ally, cosa ci fai qui?-

-secondo te cosa ci faccio, sentiamo?- disse assottigliando gli occhi.

-sei venuta per dirmi quanto sei arrabbiata. Ci ho azzeccato?-

-fuochino. Sono venuta per parlare con te ma non sono arrabbiata. Come potrei esserlo? Mi hai nascosto una cosa che solo a pensarci mi vengono i brividi, e adesso che ne sono a conoscenza non posso biasimarti per avermelo tenuto nascosto. Anche se come sai, avevo intuito da tempo qualcosa..-

-già. Allora non sei arrabbiata con me per non averti detto tutto prima?-

-scherzi? No! Non ci vuole un genio per capire che questo argomento è e deve rimare top secret. So quanto ami Edward e quanto sei legata al resto della famiglia Cullen. Non li avresti mai traditi. Neanche con me-

-invece non sai quante volte sono stata sul punto di dirti tutto. Se tu ed EJ non aveste trovato quella foto, io e te non ci saremmo riviste mai più. E questo è un pensiero che mi ha logorato il cuore per giorni e giorni. Io non volevo perderti-

-e non mi perderai Bella. Non più. Adesso che so come andranno le cose e conosco il mondo del quale fai parte, non dovrai più raccontarmi bugie. Potremmo vederci ogni volta che vorremo, ok?- disse facendomi emozionare.

-non sai quanto sono felice di averti qui, Ally. Proprio in questo giorno.. adesso è tutto perfetto- dissi abbracciandola. Mi restituì la stretta e la sentii tirare su con il naso.

-non ci posso credere che tra poco più di 3 ore ti vedrò camminare con un vestito bianco addosso. Sarai splendida-

-mi si vedrà solo la pancia..- dissi ridendo al pensiero di scomparire dietro a quella rotondità che non faceva altro che crescere e crescere.

-non dire stupidaggini, sarai bellissima. Ed io sarò al tuo fianco-

-non mi dire che..-

-si- disse interrompendomi – Alice mi ha convinto a farti da damigella. Chissà com’ è riuscita a trovare un vestito adatto a me in così poco tempo..- disse pensierosa.

-oh Ally, non ci posso credere. Grazie!- in quel momento il bambino decise di farsi sentire e mi fece desistere dal mio proposito di gettarle nuovamente le braccia al collo –oh,ai.. piano piccolo-

-è veramente enorme!- disse poggiando una mano sulla mia pancia – è incredibile quanto sia cresciuta dall’ultima volta che ti ho vista-

-beh è normale. La crescita accelerata è uno dei tanti aspetti con cui ho dovuto fare i conti durante questa strana gravidanza-

-adesso capisco la tua faccia sconvolta quando abbiamo scoperto insieme che aspettavi un bambino. Non sapevi come spiegartelo.. e sinceramente nemmeno io lo capisco ancora. Neanche il super dottore è riuscito a farmene capacitare-

-io mi limito a dire che è un miracolo. Il mio miracolo. Non cerco spiegazioni scientifiche a tutto questo, so solo che l’amore che mi lega a Edward è stato in grado di portarmi il mio piccolino- e poggiai la mia mano proprio vicino alla sua – mi basta sapere questo per essere felice-

-e io lo sono con te. Si vede quanto sei raggiante. Ma ora su, alzati! Dobbiamo preparaci e farti diventare la sposa più bella che questi occhi e tutti quelli dei vampiri lì sotto abbiano mai visto prima d’ora-

Subito mi si colorarono le guance e non potei non sorridere. Fummo interrotte da Esme che mi portò la colazione e subito dopo un tornado di nome Alice fece il suo ingresso nella mia camera con in mano un migliaio di prodotti per la pelle, cosmetici, sacco del vestito e l’occorrente per i capelli. Ecco di tutte, forse era questa la parte che meno mi piaceva.

Lasciai che mi trattassero come una bambola. Mi feci fare tutto quello che sua maestà Alice ordinava loro di fare e ogni tanto si interrompevano per lasciarsi sfuggire qualche “oh”, “aw”, “wow” il tutto accompagnato da piccoli urletti che mi facevano rabbrividire. Tutte, si proprio tutte, anche Rose, sprizzavano felicità da tutti i pori congelati che si ritrovavano.

Un momento molto emozionate fu quando papà entrò in stanza; potei giurare di vederlo trattenersi dal piangere. Lui stava benissimo nel suo smoking scuro ed elegante e vederlo vestito in quel modo mi fece venire la tremarella alle gambe. Mi strinse forte dicendomi quanto fossi bella e poi mi stupì, regalandomi un fermaglio bellissimo appartenuto a nonna Swan –ho fatto mettere degli zaffiri sopra. Sai.. per la tradizione.. adesso hai qualcosa di vecchio e qualcosa di blu- lo baciai e lo abbracciai stretto e poi andò via, lasciandomi ancora in balia di quelle pazze scatenate. Quando arrivò il momento di indossare il vestito, Alice trattenne il fiato per paura che non mi entrasse. Si tranquillizzò quando vide che i bottoncini posti sulla schiena combaciavano perfettamente con le asole sottili e perfette.

Quando mi guardai allo specchio ciò che vidi mi lasciò senza fiato. Non era la prima volta che mi vedevo con quel vestito addosso, Alice me l’aveva fatto misurare così tante volte che ormai conoscevo tutti i più piccoli particolari a memoria. Forse erano i capelli, raccolti dietro la nuca da un gioco di trecce a farmelo sembrare ancora più bello. O forse era il trucco a rendermi diversa. Sta di fatto che tutte le volte che lo avevo indossato non l’avevo mai visto tanto incantevole. La pancia, com’era prevedibile, spuntava da sotto il tessuto plissettato della gonna, e il seno invece era racchiuso in un fascia liscia con piccoli ricami e applicazioni di Swarovski. A coprirmi le spalle un bolerino di tulle bianco con ricami in pizzo e in testa il velo, fermato dal fermaglio che mi aveva regalato papà.

La cerimonia sarebbe stata celebrata nel giardino della villa, e da quello che mi aveva detto Alice, non avrei dovuto camminare poi molto prima di raggiungere il piccolo arco di fiori dove Edward mi attendeva accanto al pastore,  per fortuna ero riuscita a convincerla a farmi indossare delle semplici ballerine bianche. Gli invitati sarebbero stati relativamente pochi, oltre ai Cullen e a papà sarebbero stati presenti Sue, Seth, Ally ed EJ. Ma soprattutto, e di questo non riuscivo a capacitarmene ancora, sarebbe stato presente Jacob in compagnia di , che Dio ce ne scampi, Leah! Ero rimasta a bocca aperta per più di 5 minuti quando Jacob  me l’aveva detto. Il loro era sempre stato un rapporto di odio-amore, ma a quanto pare mi ero persa un sacco di cose negli ultimi mesi. Non mi ero accorta di niente neanche quando a Natale avevo capito che Jake si frequentava con qualcuno; forse la mia mente si rifiutava a priori di pensare che potesse essere lei. Cioè, non che la odiassi ma ero sicura che lei non mi volesse poi molto bene. Comunque ero felice per lui. Finalmente aveva trovato qualcuno con cui condividere il proprio essere e con cui sentirsi libero di ciò che era. Leah non era la dolcezza fatta persona, ma non potei che trovarla bellissima quando la intravidi accanto al mio migliore amico dalla finestra della mia camera da letto.

-ei! Che fai, sbirci?- mi ammonì dolcemente Ally materializzandosi di soppiatto dietro le mie spalle.

-non sto affatto sbirciando, Ally- dissi mentre mi giravo a guardarla. Era bellissima nel suo vestito champagne – sei meravigliosa-

-questo vestito è bellissimo, ma non potrei mai essere meravigliosa quanto te. Sei un incanto Bella- disse facendomi arrossire.

-sfigurerò sicuramente accanto a Edward. Lui sarà stupendo oltre ogni dire, non vedo l’ora di vederlo-

-Dio! Si può essere più innamorate di così?- disse con una smorfia facendomi ridere.

Mi girai nuovamente verso la finestra e lei mi fu subito accanto –guarda- le dissi indicandole le persone di sotto – questo matrimonio ha reso possibile l’inimmaginabile, eppure è quello che ho sempre desiderato. È incredibile come umani, vampiri e licantropi riescano a stare nella stessa stanza insieme, senza ammazzarsi l’uno con l’altro. Questo giorno è speciale-

-non è il giorno ad essere speciale, Bella. Sei tu ad esserlo. Sono tutti di sotto perché chi per un motivo, chi per un altro ti vuole bene. Sei stata tu a rendere tutto questo possibile, tu li hai uniti-

Sentire quella verità uscire dalla bocca di Ally la rese ancora più reale. Perché era vero. Ero riuscita a far convivere in modo pacifico dei mondi che per tradizione erano destinati a farsi la guerra a vicenda. E vederli chiacchierare e ridere insieme aveva dell’incredibile. Ed era ancora più incredibile sapere che fossero tutti li per me e per Edward. Che avrebbero presenziato al nostro matrimonio senza battere ciglio, anzi.. sarebbero stati felici per me, per noi. Il piccolo Seth stravedeva per Edward, Sue era diventata a tutti gli effetti la compagna di mio padre e dopo che lui le rivelò di sapere tutta la verità il loro legame non poté che rafforzarsi maggiormente. E poi c’era Jacob, che mi aveva dimostrato in tutti i modi possibili quanto mi volesse bene, e che, ancora stentavo a crederci, aveva dato il proprio benestare alla mia decisione di diventare un vampiro. Leah.. beh mi sarei abituata al più presto anche alla sua presenza.

Eravamo diventati una grande “famiglia” allargata. Stramba, questo è certo, ma pur sempre una famiglia. E con la loro presenza in questo giorno così speciale, non avrebbero fatto altro che rendere il mio matrimonio perfetto. Una fitta al cuore, però mi fece ricordare che ci sarebbe dovuta essere anche un’altra persona perché fosse tutto davvero perfetto. Volai con il pensiero a migliaia di chilometri da Forks e vi trovai mia madre. Chissà cosa stava facendo mentre la sua bambina si apprestava a compiere il passo più importante della sua vita? Mi sentivo terribilmente in colpa a tenerla all’oscuro di tutto, ma era per il suo bene. E se un giorno molto lontano, avessi deciso di raccontargli la verità mi sarei sorbita volentieri anche i suoi rimproveri, ma in questo momento e nelle sue condizioni dovevo tenerla il più lontano possibile da me. A quel pensiero non riuscii a reprimere un singhiozzo perché non potevo negare di aver bisogno anche di lei per essere del tutto felice. Di averla accanto a me mentre le chiedo di sistemarmi il velo. Di dirle quanto fossi felice e vederla asciugarsi le lacrime. Ogni genitore dovrebbe avere di diritto un posto durante il matrimonio del proprio figlio, ed io glielo stavo negando. Ero una figlia orribile.

-ei Bella, che c’è? Pensavo fossi al settimo cielo- mi disse Ally sentendomi singhiozzare.

- e lo sono, davvero. Ma non posso non rivolgere un pensiero a mia madre. Sarebbe dovuta esserci anche lei-

-oh Bella non angosciarti con questi pensieri. Lo so che è inevitabile pensare a tua madre ma non potrai mai accontentare tutti. Hai fatto delle scelte e queste scelte comportano delle conseguenze, e tenere nascosta la verità a Renée è una di queste. Però non devi nemmeno sentirti in colpa. Sei felice e determinata a far parte della vita di Edward e allora pensa solo a questo, non lasciare che i brutti pensieri e i sensi di colpa bussino alla tua porta proprio adesso- disse prendendo entrambe le mie mani nelle sue- Stai per sposarti e francamente se fossi al tuo posto l’unica cosa della quale mi preoccuperei è come diavolo farà Edward a toglierti questo vestito di dosso senza dovertelo strappare!- risi della sua battuta e ringraziai il cielo che fosse li con me. Era riuscita a tirami su di morale.

-ma la vuoi smettere? Per come parli sembra che debba partorire a minuti-

-perché, non è così?-

Sbuffai portando gli occhi in gloria e richiudendo il cassetto Renée nella mia testa.

-no! Manca ancora qualche giorno..-

-peccato non poter essere qui quando nascerà il piccolo..- disse abbattuta. Purtroppo Ally ed EJ avevano l’aereo per tornare ad Hanover quella sera stessa. Ma considerando che forse, la nascita del bambino sarebbe combaciata con la mia morte, non volevo che Ally rimanesse a Fork per sentirmi contorcere dal dolore causato dalla trasformazione.

- e comunque, tieni- disse porgendomi un sacchettino di velluto rosso. Le rivolsi un occhiata sorpresa prima che ne rovesciassi il contenuto sulla mano; all’interno vi trovai un braccialetto bellissimo. Era una striscia sottilissima di oro bianco con dei brillanti applicati sopra.

-il tuo vestito è nuovo e hai già qualcosa di vecchio e di blu.. perciò ti serviva qualcosa di prestato. Questo me l’ha regalato mio padre, non me ne separo mai, ma per questa volta posso fare un eccezione. È l’ultimo ricordo che ho di lui, ed è veramente molto speciale per me. Spero che tu voglia indossarlo..-

-ma certo Ally!- dissi senza darle neanche il tempo di finire la frase – certo che voglio indossarlo, ne sarei molto felice – detto questo me lo prese dalle mani e me l’infilò al polso. Lo rimirai incantata –è meraviglioso, grazie- dissi abbracciandola.

Fummo interrotte da Alice che entrò in camera per dirmi che era arrivato il momento di scendere, e quando mi mise in mano un piccolo bouquet di ranuncoli bianchi cominciai ad andare in iperventilazione. Per la prima volta da quando avevo aperto gli occhi quella mattina, mi sentii sull’orlo di un precipizio. Non sapevo se piangere dal nervosismo o essere felice perché di li a breve avrei raggiunto Edward di sotto. Solo a pensarlo mi tremarono le gambe.

Cominciai a scendere i gradini che dalla mia camera mi separavano al pian terreno stringendo in modo spasmodico il braccio di mio padre. Nell’aria una musica bellissima scandiva i miei passi incerti. Quando fummo in procinto di uscire nel giardino potei vedere come Alice ed Esme avessero abbellito l’area circostante. C’erano delle ghirlande bellissime che pendevano dagli alberi e ogni cosa era stata disposta come a plasmare tutto in una perfezione cosmica. Il profumo ne troppo dolce e ne troppo forte delle fresie mischiato alle rose conferiva armonia all’intero ambiente. Respirai profondamente prima di farmi coraggio e scendere quei due semplici gradini che mi separavano dall’amore della mia vita. Entrai nello spiazzo del giardino con Ally che ci precedeva e come ogni brava damigella d’onore che si rispetti, camminò davanti a me fino a raggiungere l’altare e posizionarsi accanto alla destra del pastore. Mi concessi ancora qualche istante prima di avanzare – ci siamo piccolino, andiamo da papà- sussurrai portandomi una mano a fiorare il mio ventre e quasi come a volermi rispondere ricevetti in cambio una piccola carezza. Mio padre mi fece camminare lentamente e quando arrivai davanti al piccolo corridoio creato dalle panchine poste rispettivamente alla mia destra e alla mia sinistra, alzai la testa e posizionai i miei occhi su di lui. 

Bellissimo e sorridente mi aspettava impeccabile nel suo completo scuro. Mi rivolse uno sguardo che non gli avevo mai visto prima. Era come se mi stesse vedendo per la prima volta nella sua lunga vita; mi fece battere il cuore sapere che quell’uomo meraviglioso stava aspettando me. Perciò l’unica cosa che riuscii a fare fu incatenare i miei occhi a quelli splendenti di lui e non li lasciai andare fino a che non gli fui davanti, a pochi centimetri di distanza. Mio padre mise la mia mano sulla sua e quando sentii il freddo della sua pelle mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo. Era incredibile in modo in cui ero dipendente da lui, il modo in cui ormai quella creatura incantevole mi era entrata dentro a tal punto da sentire ogni secondo l’esigenza di toccarlo, di sfiorarlo, di baciarlo.

-sei bellissima..- mi sussurrò senza avvicinarsi troppo e i miei occhi cominciarono a pizzicare. Ok, Bella, calma e sangue freddo. È quello che hai sempre sognato, desiderato, aspettato.. fai in modo di renderlo indimenticabile mi dissi mentre il pastore cominciava a parlare.

E fu strano il fatto che non badai minimamente alle persone che erano li vicino a noi. Sentii a malapena i singhiozzi di Ally. Eravamo in una bolla, la nostra bolla d’amore che mi aveva accompagnato sempre in questi anni. Ma mai come in quel momento l’avevo sentita tanto forte e potente.

Quando arrivò il momento delle promesse sentii un tumulto di emozioni all’interno del mio petto che come una cascata non aspettavano altro che uscire fuori, e in primis mi fecero commuovere. Alzai gli occhi al cielo quando Edward mi rivolse un sorriso divertito come per dire “lo sapevo che sarebbe successo”.

-prego Bella, esprimi le tue promesse a Edward- mi disse il pastore incitandomi con un gesto della mano. In quel momento avevo anche difficoltà a respirare figuriamoci ad articolare una dietro l’altra delle parole di senso compito. Ma mi diedi coraggio e stringendo forte la presa delle sue mani cominciai a parlare..

-amore mio.. è incredibile quanto ti ami, quanto tu sia indispensabile per me, più dell’aria che respiro. Il nostro amore ci ha portato ad affrontare momenti difficili e momenti in cui mi sono trovata a sfiorare il cielo con un dito, ma abbiamo superato tutto perché ognuno è la forza reciproca dell’altro. Ti amo di un amore immenso e se siamo qui è per legare le nostre vite per l’eternità. Ti amerò fin quando il mio cuore batterà e continuerò a farlo anche dopo. Ti ho scelto e ogni giorno che passa sono sempre più convinta della mia decisione, perché credo in "noi", nella buona e nella cattiva sorte, non perché promesso davanti a Dio o agli uomini, ma perché tu sei parte di me e io sono parte di te. Diventare marito e moglie è semplice, basta un sì. Più complicato, ma sicuramente meraviglioso e appagante è riuscire a diventare amici, complici e compagni di viaggio. Ed io non potevo scegliere compagno migliore per starmi accanto nella vita e padre migliore di te per il nostro bambino.  Perciò..- mi interruppi sospirando e cercando di reprimere al meglio le lacrime che avevano cominciato ad appannarmi la vista - ..scegliamo te- gli dissi con un sorriso che fu subito ricambiato – noi scegliamo te, per amarti, onorarti e rispettarti ogni giorno.. fino a quando entrambi vivremo-  per tutto il tempo avevo trattenuto il fiato e parlato come una macchinetta, pertanto conclusi il mio discorso che avevo il fiatone. Ma l’immagine del viso di Edward, dolcemente sorpreso e incredibilmente innamorato, valse tutte le parole che avevo detto. E le avrei ripetute all’infinito se solo avessi potuto.

-grazie..- mi sussurrò prima che fosse lui a prendere la parola. E quando lo fece, mi lasciò davvero senza fiato.

-quando ti ho conosciuta per la prima volta ho visto in te una luce che sapevo mi avrebbe accompagnato per sempre, e non mi sbagliavo. Dopo tanti anni posso dire che la vedo ancora chiara e indistinta; questa luce mi ha salvato da ciò che ero. Stavo percorrendo il rettilineo della mia vita, ma tu, con la tua bellezza e la tua femminilità, mi hai fatto sbandare e strano a dirsi, mi hai fatto trovare la via giusta da seguire. Ho bisogno di te per sentirmi vivo e felice; e il nostro amore non si spezzerà mai, il nostro amore durerà per sempre, perché è l’essenziale di cui non posso fare a meno neanche per un istante. Ogni giorno che passa penso che il domani non potrà essere più duro di oggi, quello di cui sono sicuro è che da quando ci sei tu ogni “oggi” è più felice di qualsiasi “ieri” abbia mai vissuto. Mi hai fatto provare le gioie più belle, quelle gioie che non avevo mai conosciuto e provato prima . Una tra queste è la felicità di diventare padre, ma anche il marito della donna più bella e coraggiosa che abbia mai conosciuto. Perciò anche io scelgo voi, per amarvi e onorarvi per tutto il resto della mia vita-

Trattenere le lacrime a quel punto fu praticamente impossibile. Le sue parole risuonarono così forti e risolute che mi fecero tremare il cuore. Lo sconquassarono, lo attraversarono da parte a parte con ogni singola emozione che mi avevano trasmesso e poi lo riempirono d’ amore, tanto amore.. immenso amore. Lo sentivo pesante nel petto, come se non riuscissi a reggere così tanto carico. Il bambino dentro di me scalciò lievemente e mi fece rinsavire da quei pensieri, ero sicura che anche lui fosse stato felice di sentire Edward parlare con così tanta devozione. Lo guardai, mentre osservava le conseguenze del tumulto che mi aveva provocato e lo vidi quasi fiero. Sapeva che ogni singola parola che aveva detto non era una novità per me, perché era la pura e semplice verità e forse anche per questo la mia reazione dovette sorprenderlo, ma non per questo appagarlo di meno. Sembrava schizzasse felicità da ogni muscolo del viso e il sorriso che gli disegnava le labbra e che non lo aveva abbandonato per un solo istante, ne era la prova tangibile.

-grazie..- gli sussurrai a mia volta quando mi fui ripresa.

Il pastore a quel punto pronunciò le parole che tanto avevo aspettato di sentire.

-per il potere concessomi da Dio e dalla Chiesa, Edward e Isabella io vi dichiaro marito e moglie. L’uomo non osi separare ciò che Dio ha unito. Puoi baciare la sposa..- disse rivolgendosi a Edward ed io sentii miliardi di brividi pervadermi tutto il corpo. Edward si abbassò quel tanto che bastava per attirami a se e guardandomi negli occhi, dopo avermi accarezzato il ventre, poggiò finalmente le sue labbra sulle mie, e sarei senza ombra di dubbio stramazzata al suolo se non mi avesse retto tra le sue braccia forti. Tutt’intorno partì un applauso e capii che ce l’avevamo fatta. Eravamo davvero marito e moglie.

Io, Isabella Swan, goffa e timida ragazzina cresciuta nella convinzione di non essere mai abbastanza, avevo sposato Edward Cullen. L’uomo che mi aveva rubato il cuore dal primo instante in cui avevo poggiato gli occhi sul suo viso perfetto il primo giorno di scuola. L’uomo che aveva conquistato metà della popolazione femminile del liceo di Forks, e chissà quante altre donne prima che lo incontrassi. Ma lui.. aveva scelto me, tra tante aveva scelto me. Mi sentivo la donna più fortunata della terra a stare tra le sue braccia, a dichiarami sua moglie ad avere il suo amore. Le nostre labbra danzarono insieme e mi dimenticai del tutto di dove fossimo. Non pensai più a niente, mi concessi solamente a lui.

Edward aveva cominciato quel bacio e spettava a lui interromperlo; per quanto mi riguardava avrei continuato a baciarlo all’infinito. Il tossicchiare di qualcuno mi riportò momentaneamente alla realtà, ma non tanto da riuscire a farmi staccare. Fu Edward a quel punto a tirarsi indietro e continuando a sorreggermi mi rivolse un sorriso bellissimo, in grado di accecarmi.

-ti amo..- mi disse solamente prima di girarsi verso le nostre famiglie. La stessa cosa feci io e non mi stupii di trovare qualcuno in lacrime. Ally era un fontana e anche mio padre era commosso, lo vidi asciugarsi gli occhi mentre mi sorrideva felice. Ed ero sicura che solo avesse potuto anche la mia nuova famiglia si sarebbe ritrovata con gli occhi lucidi.

-congratulazioni Bella, è stata una cerimonia bellissima- mi disse Ally abbracciandomi stretta per poi avvicinarsi a Edward e congratularsi anche con lui. Lo stesso fece EJ, prima con il mio sposo(e non mi sfuggì il loro impaccio) e poi con me. Poi fu la volta di mio padre- eri bellissima lassù, e quello che hai detto.. mi avete fatto emozionare troppo, entrambi. Sono felice per te bambina mia- e mi diete un bacio. Poi mi lasciai stringere da un’infinità di altre braccia, quelle di Alice e di Jacob furono le più calorose – ti voglio bene sorellina mia- mi disse la prima, - wow Bells, sei riuscita a far commuovere anche me, e chi se l’aspettava! Sei bellissima e.. beh sono felice se tu sei felice, perciò tanti auguri, ti voglio bene-

Subito dopo ci spostammo nella villa. Il tempo era stato clemente non noi  risparmiandoci la pioggia, ma faceva davvero un freddo cane a stare fuori. All’interno era stato allestito un piccolo ricevimento, naturalmente tutto quel ben di Dio se lo sarebbero mangiato i miei amici della riserva, Ally, papà ed EJ. Io avevo lo stomaco chiuso per la tensione che avevo accumulato durante la cerimonia; ero sicura che se solo avessi mangiato qualcosa avrei rigettato tutto all’istante.

-sei bellissima.. signora Cullen- mi sussurrò Edward all’orecchio quando mi prese per mano e mi trascinò a ballare un lento sulla pista improvvista nel salone.

-anche tu lo sei, signor Cullen-

-grazie per tutte le parole che hai detto, non credo di meritarmele..-

-oh, io credo di si invece. Ti amo davvero da morire Edward, non avrei potuto esprimerti diversamente tutto quello che provo per te- dissi e il mio cuore prese a battere più velocemente.

-ecco vedi, è proprio per questo che certe volte non credo di meritarti affatto. Mi fai sentire una persona straordinaria. E non credo proprio di esserlo. Tu invece.. tu invece lo sei eccome. Sei davvero eccezionale Bella. Sei la creatura più coraggiosa, più avventata, più dolce che abbia mai avuto l’onore di conoscere. Ti amo da morire anche io..- disse prima di poggiare un delicato bacio sulle mie labbra.

-mi fai davvero troppo perfetta Edward. Ho commesso tanti errori in passato che non giudicherei affatto positivi. Ci hanno diviso, ci hanno allontanato e per un po’ ho rischiato di perderti per davvero-

-si, ma anche io ne ho fatti. Tutti fanno errori nella propria vita, il bello sta nel riconoscerli e cercare di porvi rimedio. E tu lo hai fatto, o cielo se l’hai fatto! Mi hai fatto conoscere una persona diversa da quella che conoscevo prima, più testarda, più tenace, senza paura e pronta a dimostrarmi ogni secondo quanto ogni sua decisione sia ponderata e presa con giudizio..-

-e con amore, non dimenticarlo-

-e con amore, giusto. Sei diversa, sei una persona migliore Bella, ed è questo che certe volte mi fa pensare di non meritare a pieno il tuo amore-

-e invece te lo meriti eccome! Se ho fatto tutto questo, se sono cambiata, migliorata come dici tu, è stato unicamente per te. Perché io sono niente senza di te, sono solo un umana, un umana e basta. Ma con te.. io sento di valere veramente qualcosa. Sono i sentimenti che provo a farmi sentire così e naturalmente è anche merito tuo-

-perciò mi stai davvero dicendo che hai bisogno di me per essere felice?- mi chiese con un sorrisetto stampato in viso prendendomi deliberatamente in giro.

-penso che tutto questo, il matrimonio, lui..- dissi poggiandogli una mano sulla mia pancia – valgano più di mille parole. Che c’è? Stai cercando di tirati indietro? Ormai è troppo tardi. Adesso sono tua moglie, dovevi pensarci prima signor Cullen..-

-e chi si tira indietro! Ho aspettato una vita per averti, non rinuncerò mai a te. Non ti lascerò mai. Non.. mi arrenderò mai- disse solenne facendomi fermare per un attimo il cuore. Quella dichiarazione velata era senza dubbio riferita ad un mia possibile disfatta. Non gli risposi, mi limitai a stringerlo forte.

Dopo di lui ballai con mio padre, e tra un sorso di succo di mela e l’altro mi feci trasportare dolcemente anche dalle braccia di Carlisle, di Jacob, di EJ..

-sono felice che tu sia qui. Per quanto possa sembrare incredibile, la tua presenza è importante per Edward-

-è ancora un po’ difficile riuscire ad abituarmi all’idea che tutto questo esista realmente e di essere imparentato con un vampiro, ma ce la sto mettendo tutta. Davvero..-

-lo so. E ti ringrazio per questo-

Danzammo un altro po’ fino a che non mi sentii stanca e decisi di mettermi a sedere, ma il bambino cominciò a muoversi nella mia pancia facendomi un male terribile. Cercai con tutte le mie forze di non lanciare un urlo terrificante, ma non ce la feci. Tutti i presenti infatti si girarono a guardarmi terrorizzati. Il primo fra tutti gli sguardi che incrociai fu quello di Edward e lo vidi subito precipitarsi nella mia direzione.

-oddio, Bella! Che hai? Che ti succede?-

-aaaahhh, non..riesco.. a farlo.. calmare. Mi fa troppo.. male- riuscii a dire a stento tra un calcio e l’altro prima di rimettermi a urlare. I miei occhi si riempirono subito di lacrime per via del dolore.

-Carlisle.. forse ci siamo!- urlò anche se non ne aveva bisogno, sapeva che lo avrebbe sentito ugualmente. Ma ero sicura che in quel momento fosse il terrore a guidare le emozioni di mio marito.

-si Edward, guarda- disse indicando qualcosa per terra. Abbassai i miei occhi e vidi una chiazza d’acqua per terra e solo allora mi accorsi di avere le gambe bagnate.

-gli si sono rotte le acque?- chiese Ally altrettanto spaventata.

-portiamola nel mio studio, di corsa- disse Carlisle ed io mi sentii subito afferrare per la schiena e per le gambe.

Edward mi depositò sul lettino continuando a ripetermi –andrà tutto bene Bella, sta tranquilla-

Ma come facevo a stare tranquilla se ogni movimento o contrazione mi portava via un pezzo di vita. Mi toglieva il respiro e mi dilaniava dal dolore.

-aaaaaahhh- urlai un’altra volta sentendomi la gola bruciare. E in tutto ciò, Alice mi tolse il vestito da sposa e mi fece indossare una semplice camicia da notte.

-Alice vai fuori e mandami EJ dentro- le disse Carlisle agitato – e.. di a Jasper di sedare gli animi di tutti i presenti, ne avranno sicuramente bisogno-

Quando Alice fu uscita si rivolse a Edward – ok, la situazione è questa. Gli si sono rotte le acque, questo vuol dire che il bambino è pronto per nascere. Ma..-

-ma.. cosa?- chiesi io riacquistando un po’ di lucidità.

-non vedo nessuna dilatazione Bella. Il collo dell’utero è troppo in alto e per nulla dilatato. In pratica senti i dolori del travaglio ma non è un vero e proprio travaglio-

-se il liquido amniotico è uscito vuol dire che ci siamo! Ma se la dilatazione non comincia come caspita verrà fuori di li?- chiese Edward in preda al panico.

Carlisle ci guardò intensamente negli occhi prima di dirci- ..non lo so..-

Per un breve istante sentii raggelarmi il sangue nelle vene.

Il dolore alle reni diventò insopportabile, sentivo tipo delle spade conficcarsi dentro fino ad espandersi al basso ventre, un dolore ad intermittenza di circa un minuto che partiva piano per poi crescere, crescere, crescere e poi svanire nuovamente. La tregua giusta per farmi riprendere fiato e poi ricominciare da capo.

-so per certo che la membrana che protegge il bambino non ha alcuna intenzione di aprirsi. È in trappola, il bambino lo sente, perciò si dimena a più non posso. Ed io non so come farlo uscire -

-e se facessimo un cesareo?- chiese EJ che aveva ascoltato tutto rimanendo in silenzio.

-è troppo dura e troppo simile alla nostra pelle perché possa sfalsarsi con un qualsiasi bisturi-

-e cosa può romperla allora?- chiese ancora non riuscendo a capire.

-i.. i denti di un vampiro- rispose secco Edward realizzando solo in quel momento quello che stava per succedere, e le mie urla gliene diedero la conferma. Lasciò la mia mano gridando un –NO!- disperato, precipitandosi verso la mia pancia.

Fu un attimo e sentii qualcosa dilaniarmi il ventre e lo stridere di denti provocare un suono agghiacciante. Urlai, urlai a più non posso non riuscendo a farne a meno. Era come se mi stessero infilzando con centinaia di baionette.

-Bella.. Bella non mollare. Bella non ti arrendere ti prego!- urlò Edward nel mio orecchio mentre mi dimenavo in preda alle convulsioni. In tutto ciò sentii delle voci concitate parlare freneticamente, urlare perfino, facendomi agitare ancora di più. Il mio cuore era lì lì per esplodere dal dolore. Ma fu il pianto di un bambino a farmi rinsavire mentre il buio non aspettava altro che prendermi. E mi sarei arresa volentieri ad esso, se solo la voglia di vedere mio figlio almeno una volta non fosse stata più potente di tutto il resto, anche della morte.

Perciò aprii gli occhi, stanchi, bagnati e deboli e li poggiai sulla creaturina più perfetta che avessi mai visto. Ancora sporca di sangue ma con gli occhietti aperti si dimenava tra le braccia del nonno.

-è una femminuccia- disse quasi in un sussurro.

-è Renesmee- mi disse Edward al mio fianco e il mio cuore non poté che riempirsi di gioia fino a che non sentii tutte le forze svanire nel nulla. Anche quel piccolo soffio vitale che mi era rimasto si sgretolò come il vetro più puro e delicato nelle mani di un uomo.

-Bella! Me l’hai promesso, non ti arrendere, non mi lasciare! BELLA FAI.BATTERE.IL.TUO.CUORE!- urlò Edward prima di avventarsi su di me. E poi fu il buio.

***********************

Nelle orecchie il suono di un cuore impazzito e senza controllo mi fece capire che ero ancora viva. Ma era il fuoco, che sentivo bruciarmi dentro come se mi fossi immersa nella lava incandescente di un vulcano, a farmi credere che sarei morta di li a breve. Come potevo vincere contro questo dolore?

Avevo fatto una promessa a Edward e alla nostra bambina, è vero. Ma ero troppo debole per riuscire a sopportare ancora tutto quanto. Lo avrei deluso, lo avrei lasciato solo a crescere nostra figlia portandomi addosso tutto il peso delle sue accuse per non aver lottato abbastanza. Per aver rinunciato così facilmente a stare con loro. Ma era così difficile riuscire a rimanere aggrappata a quel piccolo spiraglio che era il mio contatto con la realtà. Il buio era più allettante di tutto quel fuoco. Vedevo il volto di Edward e della mia famiglia alternarsi in una danza opposta all’oscurità , e per quanto in quel momento l’unica cosa che volessi fare era smettere di soffrire, non potevo che ravvedermi difronte al ricordo dell’amore della mia vita, al ricordo di mia figlia.

E fu proprio nel momento in cui stavo per perdere definitivamente la speranza che successe qualcosa di incredibile. Cominciai a sentire le voci intorno a me. O forse mi resi conto di averle sempre sentite, ma ero troppo presa a combattere il fuoco per accorgermene o dargli importanza. La voce di Edward mi diede speranza. Quella speranza di cui necessitavo per non arrendermi. Mi parlò nell’orecchio, mi raccontò di nostra figlia, di quanto fosse bella e di quanto avesse bisogno di me. Mi implorò di tenere duro, che presto tutto sarebbe finito e ci saremmo ritrovati.  

Non so quanto tempo passò, ma tutto a un tratto il mio cuore cominciò a battere più veloce delle ali di un colibrì. Il fuoco finalmente si era spento in tutto il resto del corpo, ma in quel momento sembrava essersi concentrato esclusivamente in quell’ultimo muscolo che ancora mi teneva in vita, e davanti ai miei occhi si rincorsero i ricordi della mia esistenza: la prima volta che vidi Edward, la nostra radura, io ed Ally al Campus, mio padre fiero il giorno del mio diploma, mia madre con me a Jacksonville, la lotta con James nella scuola di danza, i Volturi in Italia, Jacob e la battaglia con Victoria, la mia partenza per Forks, io piccola e capricciosa, io tra le braccia dei miei genitori.

Il mio cuore arrancò così tanto che sentii indistintamente l’ultimo, secco e definitivo battito, per poi concludere la sua corsa all’interno della mia cassa toracica.

Era finita dunque, la mia vita da umana si era definitivamente conclusa. Pensai che mi sarei sentita più dispiaciuta a dire la verità.

Ma come potevo essere triste se tutto quello che avevo sempre desiderato e amato mi stava aspettando, pronto affinché io lo vivessi?

Feci un respiro profondo, ma mi accorsi di non averne affatto bisogno, aprii gli occhi e vidi due gemme dorate guardarmi adoranti.

Finalmente ero tornata a casa.

 


:’( emh.. si, è finita! Come vi ho già detto ci sarà un epilogo. Non posso lasciare tutto così. Allora? Cosa ne pensate?
Lo so che vi ho trattato malissimo con i miei aggiornamenti per nulla costanti, ma vi sarei davvero, DAVVERO, grata se voleste dirmi la vostra opinione almeno sull’ultimo capitolo. Vi ringrazio immensamente tutte, una per una, siete fantastiche!  
Vi lascio l’indirizzo efp della nuova storia della mia mogliettina. Si intitola “Il risveglio del cuore” e l’autrice è AnImoR_7. E’ strabellissima! FATECI UN SALTO!

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1037756

NOI CI RIBECCHIAMO ALLA PROSSIMA! Già piango…
  

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Capitolo 40
*** Epilogo ***


epilogo                                            


Emmh si, il momento tanto atteso è arrivato (almeno tanto atteso per me!) e non voglio dilungarmi oltre. Vi dico solo una cosa.. questo capitolo si differenzia da tutti gli altri capitoli della storia poiché è stato scritto completamente al presente. Già immagino che vi starete chiedendo “perché?”, beh la motivazione è semplicissima: ho voluto mettermi alla prova. Ho intenzione di scrivere un’altra ff sempre su Edward e Bella, e volevo provare a scriverla in questo modo. Siate libere di esprimere il vostro parere come più vi aggrada, in altre parole: secondo voi sono capace o non sono capace? ^___^

Buona lettura! Vi spetto giù..

 

Epilogo

Chiudo gli occhi assaporando la potenza del vento e piano mi lascio cullare come se fosse una morbida carezza sul mio viso. Lo sento dappertutto, tra i capelli scompigliati e attraverso le fibre dei miei vestiti. Guardo Edward accanto a me e mi perdo, come mi capita sempre, a fissare il suo sorriso, quel sorriso sornione che vuol dire molte cose. Al suo interno cela un significato e non mi occorre saper leggere nel pensiero per sapere esattamente cosa gli passa per la testa. Ormai lo conosco bene.. quello è il sorriso dell’amore, della felicità, ma anche della saccenza. Ciò che vorrebbe dirmi a voce è racchiuso in quel sorriso che suona molto come un “te l’avevo detto/lo sapevo”. Si perché lui sa che ho sempre avuto paura della velocità, che fosse in auto, in treno, in moto o in sella alla schiena di un vampiro. Ma oggi, oggi che riesco a sentire ogni singola cellula del mio corpo venire sferzata dalla potenza del vento, una sensazione che riesce a darmi solo un senso di pace e allo stesso tempo di energia corroborante, penso che se non fossi stata per la maggior parte della mia vita una semplice umana, giurerei di essere nata per diventare quello che sono adesso, una vampira. Torno a guardarlo, dopo aver fatto una piccola acrobazia per scansare un albero abbattuto, un lavoro di Emmett ci scommetto, e lo fisso assottigliando gli occhi.

-sei così presuntuoso delle volte!- gli dico in tono esasperato. Lui scoppia nella sua risata meravigliosa e con una mossa che riesco a vedere a malapena, mi atterra facendomi sbattere con la schiena sul terreno umido. Il rumore che ne consegue fa scappare degli uccelli appollaiati su di un albero.

- non fare la scontrosa, lo sai che con me non hai via di scampo. E poi non ho detto nulla-

-ma lo hai pensato- dico con la faccia a meno di un centimetro dal suo viso. Ciò che mi provoca il suo respiro dolce non riuscirò mai a spiegarmelo.

-si, e allora? Mi piace vederti felice. E sapere che io, o meglio.. la nostra natura ne è il motivo, rende felice me- non perdo tempo a rispondergli. Perché dovrei? Tanto lo so che ha ragione. Perciò lo afferro dal colletto della camicia che indossa e comincio a baciarlo. Ciò che ha detto però mi porta alla mente quel giorno di tanti anni fa. Sono passati esattamente tre anni dalla mia trasformazione. Tre anni in cui non ho fatto altro che amare ed essere felice della mia nuova condizione. Quando ho aperto gli occhi, quel giorno che il mio cuore ha cessato di battere ho capito finalmente di aver trovato un posto nel mondo, il Mio posto nel mondo. Il posto in cui brillare. Non ero più un anonima e insignificante ragazza innamorata di un vampiro bellissimo, no. Ero diventata anche io bellissima e speciale, come lo era lui.

I colori, la natura e tutti gli oggetti intorno a me mi apparvero sotto una prospettiva così nuova che era come se li vedessi davvero per la prima volta. Come un neonato che apre gli occhi e si trova davanti un intero mondo da esplorare e da conoscere; anche per me è stato lo stesso. Riuscire a vedere la polvere leggera spostarsi nell’aria e concludere il proprio viaggio sul pavimento, distinguere dei colori di cui ignoravo l’esistenza e sentire suoni che mai avrei pensato esistessero mi ha fatto paura in un primo momento. Ma poi mi sono accorta di non essere affatto spaventata,  perché per quanto tutto fosse nuovo per me, era allo stesso tempo molto famigliare, poiché in realtà io avevo vissuto tutto quello attraverso gli occhi di Edward.

Quando ho rivisto il suo volto per la prima volta ho sentito la strana e assurda sensazione che il mio cuore potesse ricominciare a battere. Il suo viso,  che già con i miei occhi da umana mi appariva perfetto, era di una bellezza senza eguali. Ancora oggi delle volte mi fa quasi male guardarlo.  Ed ero preparata a tutto, davvero. Tutte le chiacchierate che avevo sostenuto con Edward riguardo la stranezza con cui avrei guardato il mondo dopo la mia trasformazione, non mi avevano messo in guardia da quello che avrei potuto provare una volta che me lo sarei trovato davanti.

Il nostro primo incontro si è svolto in maniera molto strana, quando il mio sguardo si è posato per la prima volta su di lui l’ho visto appoggiato alla parete opposta alla mia e subito la mia prima reazione è stata quella di gettarmi tra le sue braccia. Vederlo lontano e distante da me mi ha fatto sentire quasi rifiutata però. Non capivo il perché di quel suo atteggiamento, volevo aprire bocca per parlare e dirgli quanto quella situazione mi stesse turbando, che all’improvviso il mio amore si è fatto avanti, noncurante delle lamentele degli altri, e avvicinandosi cautamente mi ha abbracciato stretta tra le sue braccia. A quel contatto ho sentito come una scossa che mi obbligava a ritrami. Come se il mio corpo avvertisse che stretta in quella morsa, in quelle braccia, mi trovassi in pericolo. L’impulso di allontanarmi il più lontano possibile da lui è stato quasi impossibile da gestire. Inconsciamente sapevo che se mi fossi solo azzardata a spingerlo via gli avrei fatto male, e questo non potevo permetterlo. È stato proprio questo pensiero, il pensiero di Edward in preda al dolore che mi ha fatto rinsavire e tutti i miei propositi di difendermi mi abbandonarono, stretta com’ero tra le braccia della mia vita. Ancora ricordo quello che mi disse.

-Bella..- mi aveva sussurrato all’orecchio facendomi sussultare. La sua voce era un suono angelico che mai avevo sentito prima di allora.

-amore mio.. ti amo. Grazie per non avermi abbandonato, grazie per non avermi lasciato. Grazie. Grazie. Grazie- sussurrava in continuazione mentre io sembravo preda di chissà quale intorpidimento. Flash improvvisi nella mia mente mi ridestarono facendomi ricordare (non capivo perché tutto mi appariva come un sogno sfocato) le parole che aveva usato prima di mordermi, prima che mi arrendessi dopo aver messo al mondo mia figlia.

Già, mia figlia! A quel punto pensavo solo: dov’è  mia figlia? Dov’è  quella bellissima creaturina che avevo visto tra le braccia del padre e che mi aveva reso la donna più felice sulla faccia della terra?

Non potevo aspettare che me lo dicesse, la voglia di sapere dove fosse fu così opprimente che non potei evitare di chiederglielo. La mia voce uscì dalle mie labbra con un suono così delicato da sembrare quasi un canto e mi bloccai spaventata.

-tranquilla amore, è normale che la tua voce abbia questo tono, ti abituerai molto presto..- chissà se mi sarei abituata molto presto anche al suono della sua di voce, pensai all’epoca, e oggi posso dire con certezza di non esserci ancora riuscita. Oggi come all’ora rimane senza dubbio una delle cose più eccitanti del mio bellissimo marito. Ma non glielo dissi, ovviamente. Già mi stupiva il fatto che riuscissi a controllare la voglia di saltargli addosso e contemporaneamente l’impulso di allontanarlo dal mio corpo che lo riconosceva come una minaccia.

-nostra.. figlia. Dov’è?- avevo trovato la forza di dire e al suono di quelle parole il suo volto parve illuminarsi.

Capii la sua reazione solo quando dopo due giorni in cui non avevo fatto altro che cacciare, due giorni in cui non avevo fatto altro che prendere sempre più coscienza di quello che ero diventata, due giorni in cui l’unica cosa che desideravo fare era amare il mio uomo fino allo sfinimento, non mi misero tra le braccia un fagottino rosa, con i capelli dello stesso colore di suo padre, del suo bellissimo padre, e gli occhi nocciola come i miei, del colore che avevo prima della trasformazione; detto tra noi quel rosso rubino acceso proprio non lo sopportavo.

A quella visione il mio volto era la replica esatta del viso di Edward. Mi persi a guardarla e a studiarla mentre cercavo di capire a chi somigliasse di più.

 

-a cosa stai pensando?- mi chiede Edward staccandosi un po’ e facendomi tornare con la mente alla realtà –stai sorridendo, a che pensi?- siamo ancora stesi per terra e il suo stuzzicante corpo è ancora premuto contro il mio.

-stavo pensando a nostra figlia. Al giorno in cui l’ho vista per la prima volta-

-la tua faccia è stata esilarante quando ti sei accorta di quello che è in grado di fare- mi dice riprendendo a ridere.

- non ero esilarante- mi blocco pizzicandogli un fianco- ero sola sorpresa. Sapere che tua figlia è in grado di comunicare solo con un semplice tocco non è facile da accettare- si perché nostra figlia, la nostra bellissima Renesmee riesce a comunicare con noi, attraverso i suoi pensieri, solo con un semplice contatto. Quel giorno di tre anni fa mi stupì non poco quest’aspetto del suo essere metà umano e metà vampiro.

-beh doveva pur ereditare qualcosa dal suo bellissimo padre, non trovi? Invece da sua madre non ha preso proprio nulla- dice strusciandomisi addosso. È difficile rimanere concentrati quando si mette a fare così, lo fa sempre quando vuole vincere contro di me. Purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, il suo ascendente nei miei confronti non è per nulla diminuito in questi anni, anzi.. forse è cresciuto sempre di più

-Edward..-

-mmmh?-

-ci stanno aspettando- gli dico cominciando a perdere ogni contatto con quello che ci circonda.

-che aspettino pure, io e la mia dolce mogliettina abbiamo un discorso d’affrontare-

-e sarebbe?- lo accarezzo dietro la schiena spingendo i nostri corpi a toccarsi ancora di più.

-il tuo regalo..- mi blocco immediatamente quando realizzo di cosa sta parlando. È assurdo che stia provando a comprarmi in un momento del genere. Sa quanto la mia mente sia vulnerabile quando mi concedo a lui.

-stai scherzando vero? Non mi serve un regalo Edward- dico sbuffando alzando gli occhi al cielo.

-si che ti serve!-

-no, te l’ho già detto. No- sono due giorni che glielo ripeto.

-ma è il nostro anniversario, dobbiamo festeggiarlo-

-solo perché siamo immortali non vuol dire che tu mi debba comprare un regalo ogni volta che c’è qualche data da ricordare. Mi hai già fatto il regalo per il mio compleanno- anche la sua testardaggine è andata sempre più ad aumentare.

-ma che c’entra? Quello è stato a Settembre-

-e la collana a Natale? Il viaggio a San Valentino? Quelli non sono regali?-

-ma domani sarà sempre un giorno speciale. La mia vita è cambiata da quando ti ho conosciuto. Per la prima volta ho ringraziato di essere un vampiro e non smetterò mai di farlo, perché tutto questo mi ha portato a te. Quel giorno di tanti anni fa in cui mi hai rivelato per la prima volta i tuoi sentimenti è e rimarrà sempre uno dei momenti più belli della mia vita. Non puoi non chiedermi di farti un regalo..- il mio viso è un misto tra il sorpreso e l’imbarazzato. Riesce sempre a farmi passare per la guastafeste della situazione.

 -anche per me il giorno dell’anniversario in cui ci siamo messi insieme è al pari del giorno in cui ti ho sposato. Ma non serve che tu mi faccia dei regali.. davvero. Il più bel regalo è stare insieme a te. Avremo questo per l’eternità. Non ti basta sapere che mi avrai per sempre al tuo fianco? Davvero credi che qualcosa di materiale possa ricordarmi quanto sono felice di averti conosciuto amore mio?-

-no, non è questo..-

-e invece si. Tu mi dimostri ogni santo giorno quanto mi ami e non voglio che qualche stupido oggetto lo faccia al posto tuo. Mi sono spiegata?-

-mmmh..- non posso credere alle mie orecchie, ho appena sentito un mormorio! Internamente esulto come un ossessa.

-per fortuna ci sei arrivato-

-non esattamente- al suono di quelle parole il sorriso che ho sulle labbra scompare all’istante. Relego in un angolino del mio cervello la trombetta da stadio e mi dico che la conserverò per momenti migliori.

-che vuoi dire?-

-beh, per questa volta forse, e dico forse, mi hai convinto. Può darsi che tu abbia vinto la battaglia ma non credere di aver vinto la guerra. Proprio perché staremo insieme per l’eternità, e l’occasione di creare nuovi anniversari, nuove ricorrenze non mancherà di certo, e beh avrò un mucchio di tempo per farti tutti i regali che voglio- mi guarda con quel sorriso diabolico, quello che usa per farmi capire di avermi messa KO. Come caspita faccia ad averla sempre vinta lui è un mistero per me. Assottiglio gli occhi e decido che per adesso può bastare, non ho intenzione di passare un giorno così importante e speciale in mezzo al bosco. Anche se vuol dire passarlo schiacciata contro l’uomo più eccitante che conosco.

Lo spingo ad alzarsi e mi tiro su guardandolo dall’alto verso il basso- forza andiamo, certe volte mi domando perché sprechi il mio tempo a parlare-

-dai Bella, non arrabbiarti- mi dice raggiungendomi visto che mi sto già dirigendo verso villa Cullen. Vorrei rispondergli ma una risata mi fa desistere dal farlo. A pochi metri dal giardino di casa c’è Renesmee intenta a impiastricciarsi tutta con il fango, di fianco Ally la imita facendola ridere ancora di più.

Quelle due hanno stretto un rapporto davvero molto forte in tutti questi anni. La mia piccina non può di certo lamentarsi per tutte le attenzioni che le hanno rivolto e che le rivolgono ancora oggi le donne della famiglia Cullen. Alice non fa altro che viziarla, le regala bambole a non finire e fa a gara con Rose per chi delle due riesce a strapparle più consensi. Esme è la nonna perfetta che tutte le bambine vorrebbero avere. Le fa dolci e le insegna un mucchio di cose, lasciandola giocare spesso con tutti i suoi pennelli e matite colorate. Ally è diventata la sua amichetta dei giochi, tra di loro si comprendono e si intendono in un modo che non riuscirò mai a capire. Il loro affetto nei suoi confronti è così forte che non posso che esserne felice, e lei le ricambia sempre con splendidi sorrisi e risatine che sarebbero in grado di sciogliere il cuore di chiunque, anche quello congelato di un vampiro. Ma quando ci sono io nei paraggi sembra che abbia occhi solo per me. La mia dolcissima bambina ha dimostrato sin da subito l’attaccamento che ha nei confronti, basti pensare che quando era appena nata pianse per tre giorni perché con ero con lei. È incredibile il modo in cui un figlio è in grado di ripagare tutti i dolori della vita e la mia Nessie è senza dubbio l’antidoto migliore a tutti i brutti pensieri. Per fortuna la vita mi ha ripagato di tutto l’amore e ti tutta la testardaggine che ho dimostrato per metterla al mondo donandomi la possibilità di vederla crescere in modo naturale. Si perché se la gravidanza è durata poco più di due mesi, la sua crescita una volta nata si è arrestata. Carlisle dice che questo cambiamento è sicuramente dovuto al fatto che d’ora in poi dovrà imparare a sostenersi da sola, invece che assimilare energie e cibo attraverso un altro corpo, in questo caso il mio. Ed io sono al settimo cielo, perché avrò tutto il tempo di vederla crescere e maturare come qualsiasi bambina di questo modo(anche se a 3 anni dimostra già il cervello di una bambina di 6) e concludere la sua crescita acquistando tutte le sembianze di un immortale al raggiungimento dei 18 anni d’età. Questo è stato un altro dato che appena saputo ci ha reso incredibilmente euforici.  A dircelo sono state le nostre ricerche, nel periodo in cui ero incinta Carlisle e Jasper si erano imbattuti in un indizio appurandone la veridicità solo due anni dopo. Ricordo ancora la mia faccia stupita quando si presentarono alla porta di casa con Nahuel. Nahuel è un ragazzo ibrido di 150 anni che vive in Cile e che come Renesmee è nato dall’unione di un vampiro e di un umana. È venuto nel nostro paese con l’intento di raccontarci tutto quello che c’era da sapere sulla loro natura e quello che dovevamo aspettarci dalla crescita di Nessie.

-Mamma! Mamma !- mi chiama la mia bambina buttandomisi tra le braccia. La stringo forte inalando il suo profumo dolce e le lascio un bacio tra i capelli.

-oddio Bella, ti sporcherà tutta- mi dice Ally avvicinandosi.

-vi stavate divertendo eh? Un modo come un altro per scaricare la tensione?- chiedo sorridendo alla diretta interessata.

-mmhh.. già-

-papi, papiiii sei arrivato!- urla nell’incavo del mio collo divincolandosi dalla stretta delle mie braccia per correre da Edward. Ah si, mi ero dimenticata di dirvi che se ha occhi solo per me, in realtà lei vive in funzione di Edward. Lo ama in modo incredibile quasi ossessivo. È sempre nei suoi pensieri, giorno e notte, lo sogna persino! E lui.. beh lui è il padre migliore di questo mondo. Per lei è disposto a fare tutto, per lei è tutto. Basta un sorriso o una carezza è si scioglie come una gelato al sole, per lei diventa mister tovagliolo, per lei fa le corse portandola a cavalluccio, per lei fa collane di fiori, per lei canta ogni volta che ne ha voglia, per lei fa le torte di fango, per lei scrive canzoni al pianoforte. Ogni sera non si addormenta se prima il suo bellissimo papà non suona la sua altrettanto bellissima ninna nanna.

Li guardo sorridere e abbracciarsi scambiandosi baci a non finire, e penso che non esiste niente di più bello al mondo che vedere le persone per cui saresti disposta a dare la vita felici e innamorati come non mai.

-chi è l’amore di papà, chi è l’amore di papà?-

-io!- risponde Nessie tutta entusiasta di ricevere ogni attenzione da parte del padre.

-brava!- le risponde lui dandole un bacio e issandola in aria- sei la mia vita..- sussurra poi tra i suoi capelli quando la riprende tra le braccia ed io non posso che sussultare, se fossi ancora umana so che piangerei.

-oi-oi così farai ingelosire la tua bella mogliettina- dice sarcastica Ally al mio fianco.

-non preoccuparti Ally, nel mio cuore c’è abbastanza posto da contenere amore per entrambe- Edward che nel frattempo si è avvicinato mettendomi un braccio attorno alle spalle. Per un momento dimentico perché  sono arrabbiata con lui –pronta per il grande giorno?- chiede poi alla mia migliore amica che sembra sia sull’orlo di una crisi di nervi.

-si, quasi. Bella mi accompagni di sopra?- mi chiede quest’ultima e senza aspettare la mia risposta mi tira per un braccio-non mi lasciare sola con Alice, ti prego..- questo me lo sussurra all’orecchio ma non basta per sopperire alle urla della diretta interessata che chiaramente ha sentito tutto. Scoppiamo a ridere entrambe volando letteralmente al piano di sopra.

Oggi Ally si sposa. Non me ne voglia ma.. non l’avrei mai creduto possibile. Non perché non creda nell’amore che la lega a EJ, ma perché beh.. due anni fa è diventata come me. Già, sembra assurdo pensarlo, immaginatevi a viverlo. Ricorderò quel giorno come uno dei giorni in cui ho provato più paura in tutta la mia vita. Stava per morire schiacciata dalle ruote di un tir. Era un giorno di inizio Settembre, lei era venuta a Forks per il mio compleanno, e infatti non potei evitare di sentirmi in colpa per tutto quello che successe. Aveva appena imboccato la statale che collega Forks a Port Angeles che un cervo le si piazzò in mezzo alla strada facendola sterzare e sbattere contro un tir che veniva dalla direzione opposta. Inutile dire che la sua macchina si ridusse a un toast e la mia amica aveva fatto la fine della sottiletta. Per fortuna, impaziente com’ero del suo arrivo, m’insospettii parecchio del suo ritardo e decidemmo di cercarla. La trovammo ancora in quelle condizioni e beh quello che successe dopo non è più un mistero. Mi implorò di salvarla, mi chiese di morderla e di renderla una vampira. Non voleva morire perché per quanto sembrasse assurdo non voleva lasciarmi, non dopo che mi aveva ritrovata. Perciò bastò lo sguardo afflitto che rivolsi a Edward per farlo piegare in direzione del suo collo e iniettarle il veleno. Subito la portammo a casa da Carlisle che ne verificò le condizioni e insieme aspettammo per tre interminabili giorni. Quando si risvegliò era come se avesse aspettato quel momento da tutta la vita. Era così euforica e felice che non poté non contagiare anche noi, poi ci fece entrare in ansia per la paura e il timore di dirlo a EJ. Fu in quel momento che scoprimmo il suo potere. Ally era sempre stata una “trascinatrice”, qualunque cosa provasse inevitabilmente la provavi anche tu. Evidentemente era un aspetto così marcato della sua vita da portarselo dietro anche nel nostro mondo. Inizialmente furono due settimane infernali, qualunque emozione provasse la faceva provare anche a noi e questo ci destabilizzava parecchio . Per fortuna Jasper, che era l’unico in grado di sedare le sue emozioni, l’ha aiutata a gestire al meglio i suoi poteri e a tirarli fuori solo se necessario. Per il resto è la cara, vecchia e insostituibile Ally.

Il momento più duro è stato quando dovemmo dirlo a EJ che in un primo momento restò in stato di shock per un bel po’ di giorni. Devastato non riusciva a darsi pace, ma Ally è stata bravissima a convincerlo delle sue azioni. Inizialmente ci sono andati con i piedi di piombo ma alla fine, dopo un tira e molla durato mesi in cui EJ non ha fatto altro che venire a trovarla qui a Forks, si sono dichiarati nuovamente l’un l’altro, riscoprendosi più innamorati di prima.

E adesso eccoci qui, a villa Cullen a poche ore dal matrimonio della mia migliore amica. A quanto pare EJ non ce la fa più ad aspettare e vuole diventare suo marito il prima possibile. Naturalmente questo lo porterà ad affrontare la trasformazione un giorno, ma lui è convinto di fare la cosa giusta, perché sotto la guida di un mentore come Carlisle e un cugino fidato come Edward riuscirà a trovare la strada per diventare anche lui un buon dottore senza avere timore del sangue umano. Per questo ci vorrà davvero molto tempo, ma cosa sono dei secoli quando hai l’eternità davanti?

Appena entriamo in stanza Alice ci guarda in cagnesco e noi senza darle il tempo di dire nulla ci buttiamo tra le sue braccia –oh, Alice non arrabbiarti- le dico in un orecchio prima di staccarmi – lo sai che senza di te non riusciremmo a fare niente- mi siedo sulla poltrona di camera sua e la guardo mentre si accorge delle condizioni di Ally.

-signorinella, fila subito in bagno a fare una doccia! Dio, delle volte mi domando chi sia la bambina tra te e Nessie- Ally sbuffa sonoramente e corre in bagno ad infilarsi sotto il getto dell’acqua.

-come va giù?- chiedo una volta che siamo sole.

-oh, va tutto a meraviglia. Emmett e Jasper stanno finendo proprio ora di sistemare le panche e Esme si è assicurata che ogni ghirlanda e fiore sia al proprio posto-

-a che ora arriva il pastore?-

-tuo padre andrà a prenderlo verso le 16.00 e poi andrà da EJ alla riserva e insieme agli altri verranno qui- non oso immaginare le condizioni in cui si trova EJ visto che ieri sera Jacob, i ragazzi della tribù e i nostri mariti lo hanno portato a festeggiare il suo addio al celibato.

Quando Ally rientra in stanza cominciamo a prepararla per il grande momento e il risultato finale è da togliere il fiato.

Ha i capelli raccolti tutti da un lato fermati da un fermaglio che le ho regalato io, e le  ricadono sulla spalla in onde morbide. Il vestito è di un colore tendente al perla e le scende addosso in modo meraviglioso. Lo scollo a forma di cuore valorizza il suo decolté e la seta liscia della quale è composto il vestito è impreziosito da un velo sottile di pizzo che dalle spalline larghe scende giù fino ai suoi piedi. Sotto al seno una fascia liscia sottolinea le sue forme perfette. È una visione.

-Ally sei la sposa più bella che ho mai visto in vita mia- dico emozionandomi e trattenendo a stento qualche singhiozzo.

- non esagerare. Così mi fai andare ancora di più nel pallone-

Ridiamo insieme e la lascio un attimo giusto il tempo di indossare il mio vestito e riacciuffare Nessie e costringerla a fare altrettanto. La trovo al piano di sotto in braccio ad una visione paradisiaca: Edward si è cambiato indossando il suo vestito elegante e inutile dirlo è perfetto.

-amore mi aiuti a preparare Nessie? Tu la lavi mentre io mi cambio e poi la porti da tua madre, mmh?-

-ah mi piace quando ti comporti da Generale e mi dai degli ordini- ribadisce soave seguendomi al piano di sopra.

-ricordami di farlo anche quando siamo a casa, in altri.. “momenti”- lo vedo bloccarsi e deglutire una saliva inesistente e dentro di me esulto spudoratamente.

-agli ordini mio Generale!- esulta rifilandomi una pacca sul sedere. Dio me lo mangerei di baci. La nostra intesa sessuale è diventata così forte da quando anche io sono come lui che è difficile riuscire a staccarci quando ci abbandoniamo l’uno all’altra. Solo a pensarci mi viene già l’acquolina in bocca.

Ci precipitiamo nella camera di Edward, che da quando ci siamo traferiti nella nostra villetta nel bosco è ormai diventata la sua ex cameretta e corro subito verso l’armadio dove c’è appeso il vestito che Alice ha scelto per me. Nel frattempo sento Edward trafficare in bagno con quella peste di nostra figlia. Spero tanto che non lo bagni e non lo costringa ad andarsi a cambiare.

Il mio vestito consiste in una cascata di stoffa acqua marina con una cintura in vita con dei brillanti dello stesso colore applicati sopra ed è coperto sulle spalle e sulla schiena da un velo di pizzo. Tiro i capelli indietro in uno chignon morbido e applico alle orecchie dei pendenti dello stesso colore del vestito. Alice ha scelto bene questa volta, questo vestito mi piace da impazzire.

 E a quanto pare anche Edward è del mio stesso avviso visto che lo vedo fissarmi dall’altro lato della stanza con la bocca spalancata.

-ricordami perché non ti posso prendere ora, in questo istante, buttarti sul letto e farti mia fino a domani- mi scappa un sorriso e lo guardo di sbieco quando mi accorgo che ha detto quelle parole davanti a Nessie.

-Edward, non davanti alla piccola- gli dico raggiungendo la mia peste sul letto sul quale sta saltando come una scimmietta.

- non posso farci niente, sei irresistibile amore mio-

-grazie, anche tu- deposito un bacio leggero sulle sue labbra prima di acchiappare Nessie e costringerla ad indossare il suo vestitino da damigella. Edward mi aiuta con le scarpine mentre io le applico dei fiorellini in testa. I suoi capelli sono dello stesso colore del padre, lisci ma pieni di boccoli alle punte. Quando abbiamo finito mi guarda con gli occhioni nocciola tanto simili ai miei e mi sorride facendomi toccare il cielo con un dito.

-ok, abbiamo finito. Sei bellissima, una vera principessa- dico mentre la aiuto a scendere dal letto. La osservo orgogliosa guardarsi allo specchio enorme della stanza mentre sento le mani di Edward cingermi il ventre e guardare insieme a me il nostro gioiello più prezioso. E pensare che una volta siamo stati sul punto di perderla..

Non parlo mai volentieri dell’episodio che ha coinvolto Irina e la nostra famiglia, ma ogni tanto mi capita di ripensarci e come in questo momento non posso fare a meno di sentire la paura attanagliarmi lo stomaco. Per fortuna che tutto si è risolto nel migliore dei modi, non ringrazierò mai abbastanza Jacob per esserle corso dietro ed averla fermata prima che potesse correre in Italia e confessare ogni cosa ad Aro. Si perché era questo che stava per fare quando ha visto Nessie per la prima volta. Per fortuna  l’abbiamo convinta a restare con noi per un po’ di tempo e le abbiamo dimostrato che Nessie non è affatto una bambina immortale, ma il frutto dell’amore che lega me e Edward. Scoperta la verità ci ha giurato e spergiurato che non si sarebbe mai messa in contatto con  i Volturi e che avrebbe mantenuto il segreto a costo della vita. Solo che da quando siamo stati scoperti ci sentiamo più vulnerabili, stiamo sempre con il timore di essere visti o nel peggiore dei casi che siano proprio i Volturi a venire da noi. È per questo motivo che molto presto ci trasferiremo da qualche altra parte, anche se lasciare Forks sarà durissima per tutti. Specialmente per mio padre che non riesce più a fare a meno di Nessie. Lui la adora come lei adora lui. Sento una morsa allo stomaco solo a pensarci.

Stringo forte le mani di Edward nelle mie e ringrazio il cielo di averlo al mio fianco, a sostenermi e per aiutarmi a superare insieme le avversità della vita.

-ti amo da morire- gli dico sporgendomi verso il suo orecchio.

-oh, lo so. Anche io ti amo da impazzire- mi risponde appoggiandosi con maggior pressione contro le mie spalle. Le sue braccia sono sempre state il miglior rifugio per me, riescono a calmarmi e a farmi vedere ogni cosa nel verso giusto.

-vado giù a vedere se hanno bisogno del mio aiuto- e detto questo ci lascia sole allontanandosi dalla stanza.

Prendo Nessie per mano e insieme ci dirigiamo nella camera della la sposa. Peccato che troviamo quest’ultima con la faccia immersa in un sacchetto ad ispirare aria. La mia bambina mi si stringe al mio fianco impaurita.

-Ally, che diavolo stai facendo? Così spaventi la piccola..- le intimo con lo sguardo di far sparire immediatamente quel sacchetto di carta.

- scusami tesoro mio, ma la zia ha una crisi d’ansia e avrebbe solo voglia di urlare-

Nessie si stacca finalmente dalla mia gamba e la guarda divertita – oh, non fa niente. Sei arrabbiata con lo zio? Anche papà fa urlare parecchio la mamma, specialmente di notte quando credono che io dormo -

-ehmm..cosa?- urlo io in imbarazzo totale, mentre Ally scoppia a ridere divertita. Almeno il piccolo siparietto comico di mia figlia l’ha aiutata a rilassarsi.

Nessie mi guarda non capendo il motivo della mia reazione e sinceramente non me la sento nemmeno di dare spiegazioni, sagace com’è ci metterebbe tre secondi a fare due più due.

-Edward!- urlo e in meno di un secondo me lo trovo accanto.

-che c’è? Cos’è successo?- mi chiede apprensivo come al solito.

-ti dispiacerebbe portare nostra figlia al piano di sotto?- dietro di me sento Ally ridere di gusto e quando Edward capisce a cosa sia dovuto questo momento di ilarità rimane anche lui di sasso –oooh, ssi.. Nessie è meglio se vieni con papà, la mamma ci raggiunge dopo- li vedo scomparire dietro la porta e subito fulmino Ally con lo sguardo.

-o Dio, non riesco a smettere di ridere, è stato troppo divertente-

-lieta di aver contribuito a farti passare l’ansia- dico cupa, ma appena le parole mi escono dalla bocca la vedo di nuovo intenta a soffiare aria dentro quel maledetto sacchetto.

-dai Ally, cosa c’è che non va? Sai benissimo che non ti serve a nulla fare così- prendo le sue mani nelle mie a la guardo negli occhi e subito mi accorgo della paura che alberga nei suoi.

So quello che le passa per la testa non ho bisogno di chiederle niente- stai facendo la cosa giusta Ally, EJ ti ama e non avrebbe mai fatto un passo così grande se non fosse sicuro al cento per cento che vuole stare al tuo fianco per tutta la vita-

-e se un giorno si accorgesse di aver fatto la scelta sbagliata? E se mi lasciasse? E se decidesse di non trasformarsi dopo avermi sposato? E ..-

-e se se se se-  interrompo subito il flusso incontrollato delle due domande – Ally non devi pensare a questo. Lui ti ama! È stato lui a chiederti di sposarlo, è stato lui ha dirti che vuole stare con te per sempre e che non vede l’ora di diventare come te. Perché adesso ti fai prendere dalla paura? Proprio il giorno del tuo matrimonio. Avresti potuto pensarci prima, adesso è tardi per rimandare-

-si hai ragione. Adesso avviso tutti che il matrimonio è saltato-

-no!- strillo spaventata quando la vedo dirigersi verso la porta – ma cosa stai facendo?-

-non capisci Bella? Io non posso costringerlo a questa vita-

-tu non costringi proprio nessuno, è lui che vuole vivere questa vita. Lascia che prenda le sue decisioni da solo- le dico con un tono pacato che non credevo nemmeno di possedere – troppe volte ho lasciato che Edward decidesse per me e guarda cos’è successo? Abbiamo rimandato solo la nostra felicità. Non permetterò che tu faccia lo stesso soprattutto dopo che EJ ti ha ripetuto all’infinito quanto sia convinto di quello che sta facendo. Segui il tuo cuore Ally.. stai facendo la cosa giusta, fidati-

Improvvisamente mi getta le braccia al collo stringendomi forte – grazie per essere qui, grazie per essere l’amica che sei. Ti voglio bene Bella- mi sussurra all’orecchio senza staccarsi da me.

-oh, Ally anche io ti voglio bene. Non sai quanto sono felice di vederti con indosso questo vestito a un passo dal dire “Sì” all’uomo che ami-

Ci stacchiamo e guardandoci negli occhi sorridiamo a vicenda e nonostante tutte le paranoie di Ally il momento tanto atteso arriva in un baleno.

Corro al piano di sotto per prendere mio padre e trascinarlo su; sarà lui ad accompagnare Ally all’altare. Quando gliel’ha chiesto ho pensato seriamente che potesse svenire, ma poi ha accettato subito, Ally è diventata davvero una seconda figlia per lui.

Quando la vede gli si blocca il respiro e mi trovo costretta a ricordagli di immettere aria nei polmoni se non vuole trovarsi disteso per terra proprio in un momento del genere.

-sei bellissima Ally-  dice prima di baciarle una guancia per poi prenderla sotto braccio.

Come per il mio matrimonio anche questa volta una musica bellissima invade tutta la casa nel momento in cui ci avviamo al piano di sotto. Gli invitati sono tutti ai loro posti ed io corro a sedermi accanto a Edward mentre lascio Nessie sola a percorrere il corridoio che separa Ally da EJ. Guardo quest’ultimo e lo trovo emozionatissimo. Sento l’odore del suo sangue e il ritmo del suo cuore battere così veloce che rischia di scoppiargli nel petto. È felice e si vede, stanno facendo entrambi la scelta più giusta, lo so.

-tesoro.. potresti prendere un attimo Robert in braccio? Non vorrei che si mettesse a correre proprio in questo momento- guardo la donna accanto a me e non posso fare altro che annuire. La donna in questione non è altro che mia madre e il bambino che ho in braccio è il mio fratellino. Già, vi starete chiedendo come diavolo sia possibile averla al mio fianco? Semplice, stiamo parlando di Renée-non-mi-arrendo-tanto-facilmente-Dwyer che appena ha capito che c’era qualcosa che non andava nel mio comportamento scostante, nonostante avesse partorito da pochissimi giorni, ha preso un aereo e si è precipitata qui non appena ha capito che Charlie le nascondeva qualcosa. A quel punto negare di farmi vedere l’avrebbe solo fatta agitare e basta, e sotto esplicita richiesta di Charlie, ricordo ancora le sue parole “ti prego Bella, non l’ho mai vista in questo stato. Sembra che stia per uscire fuori di testa. Fai qualcosa” non ho potuto fare altro che accontentarlo. Appena mi ha visto per poco non mi è svenuta tra le braccia ma.. stiamo sempre parlando della mia mamma, della mia solita, tenera, eccentrica svampita mamma. Diciamo che l’ha presa molto bene, anche se rendere partecipe pure lei di quello che sono diventata non ha fatto altro che aggiungere turbamento in tutto il resto della famiglia, in  Charlie, in Jacob e nei ragazzi della tribù, ma soprattutto in me. Adesso capisco perché i Cullen hanno sempre cercato di mantenere il riserbo su ogni cosa li riguardasse. Non è facile mantenere un segreto del genere ma lei ci ha promesso il completo riservo sull’intera faccenda ed io non posso che essere felice se questo mi permette di averla accanto.

Nessie fa il suo ingresso nel suo abitino delizioso e percorre fiera la navata venendo a posizionarsi accanto al papà. Quando è il turno di Ally di camminare lungo il corridoio principale completamente cosparso di petali di fiori bianchi è come rimanere incantati a guardare una dea. Bellissima e con affianco mio padre percorre i pochi metri che la separano da EJ trattenendo il respiro. Quest’ultimo è bianco come un cencio, ho paura che gli possa prendere una sincope da un momento all’altro. Emozionata come non mai mi stringo al braccio di Edward e lui fa altrettanto prendendomi per mano ed è inevitabile cominciare a volare con la mente. Penso a quanto sia incredibile come ogni attimo, ogni litigio, ogni sorriso ci abbia portati fino a dove siamo adesso. Gli sussurro ancora una volta quanto lo amo nell’orecchio e lui ricambia come sempre. Durante lo scorrere della cerimonia volgo lo sguardo verso tutti i presenti e non posso fare a meno di pensare che mi mancheranno quando andremo via. I ragazzi della riserva sono davvero incredibili, dopo aver superato l’ostacolo delle nostre rispettive nature adesso ci consideriamo esclusivamente amici. Accorgendosi del mio sguardo Jacob mi rivolge un sorriso bellissimo che io ricambio subito. Il mio migliore amico mi mancherà davvero molto, ne abbiamo affrontate tante insieme e nonostante questo il nostro affetto reciproco non è diminuito affatto. In parte sono tranquilla di lasciarlo qui, soprattutto nel saperlo felice e innamorato di Leah. La loro storia prosegue senza intoppi e questo mi ha dimostrato quanto sia stata sciocca tre anni fa nel pensare che non sarebbero andati d’accordo.

Ally ed EJ si scambiano le promesse reciproche facendomi emozionare e invidio mia madre che accanto a me si è messa a piangere come una fontana (non posso non pensare che ancora non mi ha perdonato per averla lasciata fuori il giorno del mio matrimonio). Quando il pastore li dichiara marito e moglie le nostre mani scoppiano in un applauso fragoroso e subito dopo mi precipito verso Ally e la stringo in un abbraccio fortissimo.

-oh, Ally sono così felice per te- borbotto commossa riuscendo a stento a mantenere i singhiozzi.

-grazie Bella, grazie immensamente per tutto- ed è con queste parole che la lascio in balia di tutte le altre braccia pronte a stringerla e a congratularsi con lei. Non posso negare di essermi sentita in colpa quando in seguito all’incidente si è trovata a dover affrontare la trasformazione così all’improvviso, ma dopo le sue parole di ringraziamento è come se tutti i miei timori e le mie preoccupazioni fossero svaniti nel nulla, cancellati magicamente da un colpo di spugna.

 

**************

Un coro di applausi si alza quando Ally ed EJ aprono le danze durante il rinfresco organizzato per il loro matrimonio, ma io ho occhi solo per Edward che tiene sulle punte dei piedi Nessie e cerca di farla ballare. Sono una visione così dolce che non ho parole per descrivere quello che mi suscita dentro. Li amo più della mia stessa vita, morirei per loro e ogni volta che li guardo non posso fare altro che innamorarmi sempre di più.

La canzone volge al termine e subito prima che ne cominci un'altra Edward corre da me e mi invita a ballare.

Noto Nessie tra le braccia di Jacob e sorrido nel vederla ridere felice, quella bambina ha stravolto completamente il mondo di tutti noi.

-è la seconda volta in un giorno che mi trovo costretto a chiederti a cosa stai pensando. Certe volte non sai cosa darei per poterti leggere nel pensiero- oh, amore mio non c’è bisogno che tu faccia niente per costringermi a dartene il permesso penso tra me e me. Ancora Edward non lo sa ma questa sera ho una sorpresa in serbo per lui..

-non stavo pensando a niente, davvero. È che sono felice per tutto quello che è successo oggi-

-anche io sono felice, sai? Voglio molto bene ad entrambi-

-lo so- gli dico e senza darmi il tempo di prepararmi mi fa volteggiare in una piroetta facendomi scoppiare a ridere divertita – Edward, sai che non so ballare..- lo rimprovero bonariamente una volta che sono tornata tra le sue braccia.

-ma io non ti lascerei mai cadere signora Cullen- il suo tono lascivo mi fa accendere di desiderio, poi lo vedo abbassarsi e depositare un bacio nell’incavo del mio collo premendo sempre di più la mano sulla base della mia schiena.

-mhh come mai questo tono?- chiedo sapendo già la risposta.

Ci guardiamo negli occhi e subito sento accendersi in me la sensazione fantastica di poter prendere fuoco da un momento all’altro. È l’effetto che mi fa Edward e questa sensazione può essere appagata solo in un modo. I suoi occhi diventato sempre più scuri mentre mi trascina a bordo pista e senza darmene il tempo mi bacia con impeto e possessione.

-Dio quanto ti voglio- mi dice staccandosi appena dalle mie labbra. Io, che ho imparato da poco a trattenermi dal non fargli male, non so quale Divinità pregare per non sbatterlo contro il muro e farlo mio all’istante. Perciò lo trascino con me nel bosco, certa che nessuno noterà la nostra assenza presi come sono dai festeggiamenti. In un attimo di lucidità in questa notte di follia mi ci vuole un secondo per ricordarmi che anche noi abbiamo qualcosa da festeggiare, ed è per questo che mi metto a correre verso il posto più bello e importante a cui siamo legati.

Quando i miei passi si fermano intorno a noi la nostra radura ci accoglie con un tripudio di fiori e un profumo bellissimo.

-perché siamo qui?- mi chiede Edward stupito dalla mia deviazione.

-pensavi ti stessi portando a casa?-

-in effetti si- dice mentre prende a baciarmi la mandibola per poi scendere giù verso il collo. Le sue labbra mi fanno perdere il lume della ragione, sapere di averle addosso è un pensiero troppo appetitoso.

-shh, basta così mi deconcentri- trovo la forza di dirgli mentre mi trascina a terra.

-che vuoi dire?- finalmente si stacca da me. 

-Ed lo sai perché siamo qui?- vedo la sua fronte aggrottarsi e non gli do nemmeno il tempo di rispondere che subito ricomincio a parlare – è qui che tanti anni fa ti ho detto di amarti, è qui che è cominciata la nostra vita insieme- dico tirandomi su, la sua ruga in mezzo agli occhi è sparita.

-ti amo Bella, ti amo da morire. Non puoi capire quanto sia felice di essere qui, dove tutto è cominciato-

-anche io ti amo più di qualsiasi altra cosa. Ed è per questo che ho deciso di farti un regalo molto importante..-

-ma come? A me non hai permesso di..- lo blocco prima che possa continuare a parlare – il mio non è un regalo materiale. Io voglio che tu abbia tutto di me, tutto-

E senza aggiungere altro chiudo gli occhi e lo rendo partecipe di tutti i miei pensieri lasciando andare il mio scudo. Durante questi anni da vampira abbiamo scoperto che grazie ad esso sono in grado di bloccare qualsiasi attacco mentale nei miei confronti, ma che posso anche estenderlo ad un numero discredo di persone. Mi sono allenata duramente i primi anni, ma ogni volta che provavo ad abbassarlo mi sono sempre ritrovata allo stremo delle forte, ed è per questo che tutti mi hanno vietato di ritentare. Ma io ho continuato ad allenarmi lo stesso, tenendo gli altri all’oscuro di tutti. Ed oggi, visto che non ho più nessun timore e nessuna difficoltà ho deciso di regalarlo a Edward. Si, gli regalerò il mio scudo, in senso metaforico ovviamente, in modo da permettergli libero accesso ai miei pensieri.

Lo guardo stupito mentre lo rendo partecipe di ogni cosa e non mi sorprendo più di tanto nel vedere la sua reazione. Abituato com’è a sentire i miei pensieri ogni volta che facciamo l’amore, adesso deve sembrargli veramente tutto molto diverso.

-Bella.. non posso accettare, è troppo. Questo scudo ti protegge e lo devi tenere, non importa se devo chiederti ogni volta cosa ti passa per la testa-

-no, è questo che non capisci. Ci sei tu a proteggermi ed è per questo che non ne ho bisogno. Io voglio donarti tutto di me, davvero. Beh in parte penso di averlo già fatto e questa era l’ultima cosa che mi teneva un po’ distante da te. Adesso sono completamente tua, sono totalmente tua-

Non mi da il tempo di aggiungere altro che lo vedo avventarsi di nuovo sulle mie labbra ed io come capita sempre mi concedo a lui senza nessun indugio.

-per sempre..- mormora staccandosi appena.

“per sempre” gli rispondo col pensiero e mi trovo a considerare che questo sarà uno dei giorni più indimenticabili di tutta la mia vita. Già, perché esistono davvero dei giorni che rimangono indimenticabili. Non potremo mai scordarli. Non ce la fai tu, non ce la fa la tua mente. Ma soprattutto non ce la fa il tuo cuore. Giorni che vorresti rivivere ancora, tornare indietro nel tempo e provare di nuovo le stesse forti emozioni che li hanno resi unici.. diversi dagli altri.. impossibili da scordare.

FINE

Ringraziamenti..

In primis desidero ringraziare zia Steph, che non la sua meravigliosa storia  e i suoi dolcissimi personaggi mi ha fatto conoscere il mondo di Twilight e mi ha ispirato nello scrivere All Yours. Poi vorrei dire un grazie gigantesco a chi mi è stato accanto in tutto questo periodo, sostenendomi anche solo con una parola perciò grazie Giò. Ma soprattutto grazie a Renzo il mio fidanzato, che mi ha sopportato e supportato in questi anni.

 IL GRAZIE PIÙ GRANDE NATURALMENTE VA A VOI. Questa storia è stata pubblicata il 12.12.2010 e so quanto può essere stata dura stare dietro ai miei tempi di stesura, ma come avevo promesso avrebbe avuto una fine. Perciò eccomi qua quasi due anni dopo a pubblicare l’Epilogo. Non vi nascondo quanto sia stata dura per me scrivere quest’ultimo capitolo, soprattutto perché so che dopo queste ultime parole non ci sarà più un seguito. Spero solo che vi piaccia la mia visione della storia e il modo in cui è stato scritto. Perciò GRAZIE a voi che avete letto la mia storia, a voi che l’avete recensita e amata, a voi che siete stati in silenzio e mi avete fatto raggiungere quote assurde nelle visite dei capitoli. Con le vostre parole siete state in grado di darmi forza e mi avete incoraggiato a non arrendermi mai. Grazie a tutti coloro che si sono aggiunti alla fine, ma anche a chi si è perso per strada o chi mi ha sostenuto solo all’inizio. Per quelle che mi hanno seguito sempre invece va il mio GRAZIE più grande, ognuna di voi mi ha lasciato delle emozioni bellissime!

Non me ne vogliate ma avrei dei ringraziamenti speciali da fare..

Grazie ad Angy0780 che mi ha sostenuto e cercato ogni volta che sparivo dalla circolazione! Grazie a Aleswan che non si è mai risparmiata in complimenti. Grazie alla dolcissima Laura the vampire slayer che mi ha seguito sin dall’inizio senza mai perdersi un aggiornamento! E infine GRAZIE alla mia dolce e cara mogliettina AnImoR_7, ciù mi hai sostenuto sempre, mi hai spronato sempre, mi sei stata vicino sempre, anche quando meritavo solo di ricevere un bel calcio nel sedere, ancora non so chi ringraziare per averti al mio fianco. Quando ci siamo conosciute avevo già pubblicato qualche capitolo della mia storia e mi ricordo che ti sei anche incacchiata parecchio perché non ti avevo detto che anche io scrivevo. In due anni ne sono successe davvero tante e me ne hai detto davvero tante! Ma la cosa che più di tutte non riesco a togliermi dalla mente è che secondo te sono cresciuta. Grazie Rò questo è il complimento più bello che potessi farmi! Ti voglio un bene dell’anima e spero di averti ancora al mio fianco nelle prossime avventure.. ♥

Ok, mi ritiro in un angolino a lagnare per bene..

Mi raccomando fatemi sapere anche questa volta cosa ne pensate!

GRAZIE DI CUORE A TUTTE!!!!! ♥ :’(

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