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Prologo
Quando si deve prendere una decisione importante , è giusto avere dei tentennamenti? O proprio perché è importante è necessario non avere nessun dubbio così da essere certi della propria decisione???
Questi erano i pensieri che mi vorticavano in testa ormai da… non so neanche io da quando ci stavo pensando..... forse dagli ultimi mesi passati.. mesi in cui avevo capito molte cose.. o forse addirittura dal mio arrivo a Forks..
Ero seduta in macchina e il paesaggio autunnale scorreva veloce fuori dal finestrino. Alberi enormi ricoperti da foglie ormai ingiallite che facevano capire che l’autunno era arrivato.. grandi palazzi e ville immersi nella nube mattutina tipica dei paesi freddi. A Forks ero abituata a vedere la nebbia e le foglie gialle. Ma non qui..
qui sarebbe cominciata una nuova avventura per Isabella Swan e non sarebbe stato di certo il paesaggio – che richiamava alla mente la mia vera casa- a farmi perdere la voglia di cominciare una nuova vita..
L’autunno si sa, porta con se anche il primo freddo.. tremavo tutta dalla testa ai piedi.. e il riscaldamento era mal funzionante tanto che avevo deciso di spegnerlo del tutto per evitare la nauseante puzza che porta con se l’aria calda di una macchina nuova .. che poi tanto nuova non era.. avevo trovato su internet quello che sembrava essere un’ affare e che poi invece si è rivelato essere l’ennesimo buco nell’acqua. Se non si contavano la tappezzeria e la disgustosa puzza poteva essere considerata una buona macchina. Era una Volkswagen New Beetle del 1998, in altre parole un Maggiolino nero della Volkswagen.
-non mi abituerò mai!- sbottai all’improvviso all’ennesimo spostamento. I sedili troppo scomodi mi impedivano anche di trovare la giusta posizione ..
Una risata giunse in risposta alla mia irritazione..così continuai imperterrita
- e poi ho freddo! Tanto freddo! E non possiamo aprire il riscaldamento fino che non la porterò a lavare e a far cambiare i filtri dell’aria! E non riesco nemmeno a trovare la giusta posizione per fare un sonno tranquillo.. rimpiangerò per sempre il mio adorato pick-up!-
il mio adorato pick-up era definitivamente morto una sera di agosto e da allora tutti i tentativi per riuscire a ripararlo si erano verificati nulli..
-rilassati Bella! Siamo quasi arrivati.. e poi lo sai che il rimedio contro il freddo ce l’ hai a portata di mano..-
Subito mi girai stordita e pian piano mi avvicinai.
-che c’è? Hai preso gusto? Ogni volta che ho freddo mi offri sempre la tua spalla.. grazie Jake..- dissi mentre affondavo il viso tra le sue braccia. Che caldo!
Un’altra risata giunse soffocata
-si! Hai ragione! Non farmelo ricordare.. meno male però che questa volta la causa del tuo freddo non sia un bagno in mare in pieno inverno.. –
Mi intristii all’istante a ripensare a quella volta che mi buttai dalla scogliera di la push.. anche in quel caso c’era Jake a offrirmi il suo aiuto.
-e poi- disse interrompendo i miei pensieri -non è così male come macchina.. forse l’ho considerata peggio di quanto immaginassi se pensi che l’hai pagata una miseria. Per quello che ti servirà qui è più che adatta alle tue esigenze..-
ripensai subito al giorno in cui avevo concluso l’affare…
Dal momento in cui il pick-up non aveva dato più segni di vita, avevo cercato da subito un degno sostituto, mi ero messa a cercare pure su internet buone offerte su macchine usate che potessero fare al caso mio. E poi un giorno ecco l’annuncio della macchina in questione.. non mi feci scappare l’occasione.. e considerando la riluttanza di mio padre ad acquistare una macchina già usata - lui si ostinava a propinarmi volantini di concessionarie ultra fornite di macchine modernissime - e quella di Jacob - che si era offerto personalmente di cercare una macchina per me - quella volta avevo deciso di fare di testa mia.. e adesso mi ritrovavo seduta in quella stessa auto che tanto ostinatamente avevo insistito di comprare..
-già non è male dopotutto..- per quello che mi sarebbe servita.. Avere una macchina mi avrebbe permesso di spostarmi quando e dove volevo senza sottostare ai rigidi orari dei mezzi pubblici..in fondo era solo un modo per essere più indipendente.
-non finirò mai di ringraziarti Jake..- dissi in un sospiro
-dovere piccola.. e poi se non ci fossi venuto io con te a chi altro avresti potuto chiederlo?-
Spiritoso..
-pensi che non riesca a fare a meno di te? O sei talmente presuntuoso da credere che nessun altro lo avrebbe fatto meglio?-
Mi guardò ridendo
-ma che domande.. è ovvio che tu non riesca a fare a meno di me! Chiunque sarebbe stato capace di fare quello che ho fatto io.. in fondo ti ho solo accompagnata nel viaggio in aereo, ti ho aiutato a ritirare la macchina e adesso ti sto portando al campus.. –
Gli diedi uno scappellotto e cominciammo a ridere come due cretini..
Il viaggio non sarebbe durato ancora per molto, ma ne avrei conservato il ricordo per molto tempo. Avevamo preso l’aereo da Seattle diretto in Massachusetts, lì avevamo dovuto ritirare la macchina e continuare il viaggio in auto.
Secondo la cartina che tenevamo in mano e che controllavamo ogni volta che giungevamo in una nuova città, mancava poco più di un ora.
La tensione era alle stelle. Non ero riuscita a rilassarmi per niente! Ogni volta che pensavo dove stavamo andando mi venivano le palpitazioni al cuore come se stessi per affrontare una prova difficilissima che avevo paura di sbagliare..
-allora cosa dobbiamo fare appena arrivati???- mi chiese Jacob pieno di vitalità. Quel viaggio per lui era così eccitante quanto deprimente. Da un lato era esaltato all’idea di lasciare-anche se per poco tempo- la riserva e intraprendere quell’esperienza insieme a me.. ma dall’altro era dispiaciuto perché me ne sarei andata da Forks e non ci saremmo potuti vedere per un bel pò.. e questo, a dire il vero, metteva tristezza anche a me.
Salutare mio padre era stata l’impresa più difficile. Era felicissimo per me, ogni padre lo sarebbe stato, ma andare al college ci avrebbe separato e questo lo rendeva triste. Quando mi salutò non era riuscito a mascherare le lacrime che traditrici avevano cominciato a scendere lungo il suo viso. Mi sarebbe mancato terribilmente.
-prima vediamo di arrivarci al campus..- dissi acida mentre faceva una manovra azzardata per sorpassare una macchina troppo lenta. Mi guardò in modo strano e poi cominciò a moderare la sua andatura.
- e poi.. – proseguii - non so, ho qui con me la mappa dell’intera struttura e la cartina degli alloggi dedicati agli studenti, potremmo cominciare da li così iniziamo a mettere a posto un po’ di cose nella mia “futura dimora”- dissi con tono fintamente ironico.
- dai non lamentarti.. pensi che con tutti i soldi che gli passerai ti faranno dormire in una topaia? Sicuramente il tuo alloggio sarà più grande di camera tua.. anzi no, sicuramente sarà più grande di casa mia!!!- a quel punto scoppiai a ridergli in faccia. Ma si può essere più stupidi di così!
- sei uno spasso Jacob! Mi mancherai da morire..- dissi con tutta la sincerità del momento, quasi mi pizzicavano gli occhi.
A quel punto l’atmosfera di ilarità era sparita. Mi rivolse uno sguardo intenso quasi volesse marchiare a fuoco quello che stava per dirmi.
-lo sai che se avessi bisogno di me ti basterà alzare la cornetta e mi troverai subito disponibile.. partirei subito se me lo chiedessi!-
-lo so Jake, non finirò mai di ringraziarti abbastanza per tutto quello che hai fatto per me, soprattutto in questi ultimi mesi.. non lo scorderò mai!- e come avrei potuto scordare quella parte della mia vita che mi aveva dato tanto.. ma a cui io stessa avevo deciso di rinunciare.. ogni volta che ci pensavo mi venivano delle fitte al cuore.
-adesso basta pensare a queste cose! Abbiamo faccende più importanti da sbrigare! Per esempio.. non è che mi indicheresti da che parte andare? Credo di essermi perso.. Scusa!-
Cominciai a ridere come una bambina di cinque anni fino a che, recuperata un po’ di serietà, mi misi a cercare sulla cartina da che parte andare.
*********
Il cartello stradale parlava chiaro.. eravamo arrivati a destinazione! Ero allo stesso tempo esaltata quanto terrorizzata, non sapevo cosa mi avrebbe riservato il futuro ma confidavo nella mia testardaggine di aver fatto la scelta giusta. Ormai non potevo più tornare indietro.. proseguimmo ancora per cinque minuti fino a che l’auto arrestò la sua corsa.
Scesi dalla macchina e quasi impedita mi lisciai i pantaloni sulle cosce, ero in iperventilazione. In quel momento non vedevo le persone che mi passavano a fianco, non sentivo se qualcuno mi stesse parlando.. in quel momento avevo occhi solo per una cosa! Il cancello all’ingresso del campus mi metteva di fronte ad una realtà che avrei dovuto sostenere da li a breve. Era come se ci fosse scritto BENVENUTA ISABELLA SWAN!
Era il cancello della “DARTMOUTH UNIVERSITY”.
Sapevo che varcato quello sarebbe cominciata la mia nuova vita. Mi sarei dovuta lasciare tutto alle spalle per il mio bene perché continuare a soffrire non mi avrebbe certo riportato lui.
Scossi la testa cercando di rimanere con la mente al presente ma irrimediabilmente ecco passarmi davanti tutti i mesi appena strascorsi..
RAGAZZE SPERO VI PIACCIA QUELLO CHE LA MIA MENTE BACATA PRODUCE E CHE VI PORTI A LASCIARE ALMENO UNA RECENSIONE.. VI RINGRAZIO INFINITAMENTE ANCHE PERCHE' SE SIETE ARRIVATE FINO ALLA FINE E NON AVETE CHIUSO IL CAPITOLO PRIMA VUOL DIRE CHE QUALCOSA DI BUONO L'HO SCRITTA!HIHIHIIII ALLA PROSSIMAAAA ♥
Eccoci qua ragazze.. non so come ringraziarvi per aver accolto così bene questa ff! sono soddisfazioni.. ringrazio vivamente di cuore quelle che hanno recensito lo scorso capitolo e quelle che si sono limitate a leggere. Ringrazio chi ha inserito la ff tra le seguite e spero tanto di non deludervi e che la storia vi piaccia sempre di più.
Piccola nota.. in questo capitolo troverete dei riferimenti presi da Eclipse. Spero non vi dispiaccia leggerli nel mio capitolo. Non ho nessuna intenzione di infrangere la sacralità dell’opera della Meyer.. ma senza non sarei riuscita a spiegare per bene quello che volevo dire.. adesso vi lascio al capitolo! Ci vediamo sottooooooo bacii♥
Capitolo 1. 6 mesi prima..
Ero seduta nel bagno di Alice… era stata incaricata di prendersi cura di me, cercava di parlarmi e di farmi concentrare sulla costosissima crema che aveva appena messo sulle mie gambe, o sulla qualità dello shampoo che aveva usato per farmi lavare i capelli… ma con la mente ero altrove…. Ripensavo a tutto quello che era successo in quella giornata assurda e piena di emozioni.
Victoria era morta definitivamente, i vampiri neonati erano stati annientati, i licantropi erano tutti sani e salvi, o quasi tutti, Jacob era rimasto ferito nel combattimento, ma mi avevano assicurato che si stesse già riprendendo, i Volturi dopo la loro breve visita stavano già facendo ritorno in Italia, i Cullen erano tutti incolumi. Ma perché tutte queste notizie positive non riuscivano a farmi tornare il buon umore, e a farmi vedere le cose nel modo giusto???
- Bella! Ma hai sentito cosa ti ho chiesto???-
Oddio ero talmente assorta nei miei pensieri che mi ero completamente dimenticata di Alice.
-Scusami Alice, non so proprio dove ho la testa… -
-lo avevo notato sai… è tre ore che ti sto chiedendo se preferisci la maglietta blu o quella verde! Allora??-
-facciamo.. quella blu???-
- Bella ma cos’hai??? Ti vedo strana oggi, non sei contenta che tutto si sia risolto per il meglio e che stiamo tutti bene?-
- si! Certo che sono contenta! Ma come ti vengono in mente certe cose?-
- non lo so dimmelo tu! È da quando siamo tornate dalla battaglia che sei strana… e non riesco a “vedere” perché.-
Meno male che non riesci a vedere Alice… pensai.
-ecco, lo hai fatto di nuovo!-
-cosa? Cosa ho fatto di nuovo.-
- ti sei assentata… a cosa pensi di tanto importante???-
Ecco lo sapevo che a Alice non sarebbe sfuggito questo mio comportamento.
-niente, non penso a niente…-
-come odio avere il potere sbagliato. A volte - e questa è una di quelle- vorrei saper leggere nel pensiero… o se solo Edward potesse leggerti la mente me lo direbbe lui cosa ti passa per la testa….-
Al solo sentire nominare il nome di Edward, inavvertitamente sussultai.
Alice mi rivolse uno sguardo indagatore….
-Bella? C’è qualcosa che io non so??? A me puoi dirlo… so mantenere un segreto soprattutto a chi legge nel pensiero, se capisci quello che intendo.-
Lo sapevo benissimo dove voleva andare a parare. Ma come facevo a dirgli che nel caso Edward le avesse letto la mente, non avrebbe trovato nulla di nuovo o che non sapesse già…. Inizio flashback
Ero sdraiata a testa in giù dentro il sacco a pelo e pensavo , ma soprattutto aspettavo l’inevitabile … tra poco sarebbe arrivato Edward e avrei dovuto spiegargli ogni cosa… Già, ogni cosa! Mi ero appena resa conto dei sentimenti che provavo per JECOB, e non sapevo come uscirne, come riuscire a dirgli una cosa del genere! Mentre aspettavo il ritorno di Edward, ripensavo alla conversazione “rivelatrice”che avevo appena avuto con Jake … - ti amo, Bella- -ti voglio bene, Jacob- Sorrise. –lo so meglio di te- Si voltò e fece per andarsene. –qualsiasi cosa!!!- urlai alle sue spalle. -tutto ciò che vuoi, Jacob ma non farlo!- -Secondo me non dici sul serio- -resta-, lo implorai. -no vado! Se riuscissi a convincermi che desideri davvero il mio ritorno… e che non è soltanto per egoismo- -come faccio?- domandai. -potresti chiedermelo-. -torna- sussurrai. -non è questo che intendevo-. Mi bastò un secondo per capire… -vuoi baciarmi,Jacob?- Spalancò gli occhi,-stai bluffando- -baciami, Jacob. Baciami, e ritorna- Il ricordo di quel bacio … le sue labbra si adattarono alle mie provocandomi reazioni mai sospettate. Ero estasiata , e la sua gioia improvvisa sbriciolò la mia determinazione, la mise completamente fuori uso. Il bacio che ci scambiammo, era stato così intenso e privo di ogni paura. Con lui non correvo nessun rischio, nessun impedimento si frapponeva tra di noi … Aveva ragione Jacob. L’aveva sempre avuta. Era più di un semplice amico. Ero innamorata di lui. Si.
Nessun rumore mi mise in guardia. Di punto in bianco la mano fredda di Edward accarezzò i miei capelli annodati. Scattai di vergogna non appena mi sfiorò. -stai bene?- mormorò con voce ansiosa. -no. voglio morire!- dissi con tutto il disprezzo che provavo per me stessa. -cos’avrai mai combinato per desiderare la morte?- D’improvviso un silenzio surreale invase lo spazio ridotto della tenda. Non un rumore all’interno, ne uno all’esterno. Eravamo soli. Io e lui. Nessuno a cui leggere nel pensiero … Alzai la testa, e direzionai il mio sguardo dritto nei suoi occhi d’ambra. -Edward, devo parlarti- dissi con voce atona. -dimmi, amore- rispose lui. -prima quando sei andato via ho parlato con Jacob…e ecco, vedi ….- mi tremava la voce, non riuscivo neanche a parlare. -si. e allora?- la sua mascella era completamente tesa. -vedi, non ci sono altre parole per dirlo, quindi te lo dirò e basta!- istintivamente spostai lo sguardo dal suo viso. -HO BACIATO JACOB!- dissi tutto d’un fiato. Silenzio. Silenzio. Silenzio. Improvvisamente la sua voce assunse un tono irriconoscibile. - C’è qualcos’altro che dovrei sapere???- Presa da chissà quale impeto di coraggio mi rimisi a parlare.. -…mi ….m-mi sono resa conto di provare qualcosa di più per lui…- avevo il cuore che rischiava di uscirmi dal petto. Non so con precisione quanto tempo passò dopo aver sganciato la bomba ma mi sembrò un’eternità. Titubante rialzai lo sguardo verso Edward, e quello che vidi mi diede i brividi. Edward più bianco del solito, con le braccia a penzoloni lungo i fianchi, gli occhi spenti e pieni di delusione. In quel momento sentii una fitta nel petto. Una stilettata dritta al cuore!!!! -E-Edward ti prego di qualcosa!- Lo vidi alzarsi e uscire fuori dalla tenda… lo seguii a ruota facendomi invadere dall’aria fresca del mattino. Così fermi uno di fronte all’altro, aspettavo che mi dicesse qual’cosa. Era fermo, immobile, una statua. Passò diverso tempo, fino a che non lo vidi muoversi, girò la testa di lato posizionando il suo sguardo verso un albero… il suo respiro era accelerato, lo potevo notare anche da lontano, le sue spalle si alzavano e si abbassavano troppo velocemente perché stesse respirando in modo regolare… e poi fu un attimo. Un secondo prima era li fiero e rigoglioso con la chioma tutta imbiancata, e il secondo dopo era completamente spezzato in due e il rumore che provocò mi fece tappare le orecchie. Lo aveva sradicato completamente e lo aveva lanciato nello spiazzale dove ci trovavamo entrambi. Ero senza parole!! Sapevo che sarebbe stato difficile da credere ma in quel momento avevo paura… avevo paura di Edward per la prima volta nella mia vita!!! Non sapevo come comportarmi, come avrei dovuto avvicinarmi senza correre pericolo, senza farlo arrabbiare ancora di più… Improvvisamente la sua voce mi ridestò da quei pensieri e mi fece spaventare. -Bella… non ho nessuna voglia di sentirtelo dire, ma ti chiedo di rispondere a quello che sto per chiederti… io devo saperlo…- Il suo tono di voce era talmente diverso da quello che ero abituata a sentire che mi impaurì. Era freddo… tanto freddo! Prese un profondo respiro, e poi parlò. - Tu… lo ami???- Di tutte le domande possibili che potesse farmi, l’unica che non volevo sentire era quella … Volevo rimandare il più a lungo possibile il momento in cui Edward mi avesse chiesto una cosa del genere.. ma evidentemente era impaziente di sapere i miei reali sentimenti… -BELLA !!! TI HO CHIESTO DI RISPONDERMI!!!- Adesso quasi urlava Timorosa mi azzardai a rispondere.. -Edward è difficile da spiegare..- Cercai di dire -BELLA NON È COMPLICATO!!! VOGLIO SAPERE I TUOI REALI SENTIMENTI! COSA PROVI PER QUEL CANE! Mi fece venire i brividi. Quanto a lungo sarei riuscita a evitare la sua domanda? Mi feci coraggio e iniziai a parlare. -s-si.. si lo amo...- Bene lo avevo detto! E ora cosa sarebbe successo? -Edward cerca di capire.. io non…- Ma mi interruppe -Bella evita di trovare scuse.. almeno questo me lo devi.- Non sapevo come comportarmi, ne cosa dire.. Improvvisamente ricordai la conversazione che Jacob e Edward ebbero quella notte.. Le parole mi uscirono di bocca senza che riuscissi a controllarle, e quasi in un sussurro dissi.. -quello che hai detto stanotte ..- Ma non mi lasciò il tempo di finire la frase. E prontamente replicò -quello che ho detto stanotte non deve riguardarti,ho mentito a Jacob nella convinzione che avrebbe trovato il modo di farti cedere.. e così è stato non mi sbagliavo- Non sapevo cosa dire.. -penso che quello che dovevamo dirci ce lo siamo detto.. aspetterò fino a dopo la battaglia e poi me ne andrò, non ha più senso per me stare qui..- -Edward aspetta, possiamo trovare una soluzione..io ti amo..- Ma prima che potesse rispondermi un boato fece smuovere la foresta e mi fece spaventare. La battaglia era iniziata!!!
Sospirai.
-Alice non ho nulla da dirti sono solo un po’ stanca..- dissi cercando di celare l’umore nero che si era impossessato di me. Sembrò essersela bevuta..
- d’accordo, come vuoi tu.. tanto lo sai che se c’è qualcosa sotto prima o poi riuscirò a scoprirlo..-
Bene ci mancava solo lei, maledetto folletto ficcanaso!
Io cercavo di non tornare con la mente a quei momenti e lei mi portava irrimediabilmente a pensarci..
Non volevo rimuginarci sopra.. soprattutto non volevo pensare alla conversazione avuta con Edward al nostro ritorno dalla battaglia..
Ricordo esattamente quello che ci siamo detti.. la conversazione più fredda che avessimo mai avuto... Dopo la visita dei Volturi eravamo pronti per tornare a casa ma sentivo qualcosa dentro me che mi faceva stare male e Edward se ne era accorto.. non so cosa lesse nei miei occhi o nel mio viso, sta di fatto che fece in tempo a portarmi via prima che gli altri si accorgessero che stessi per crollare.. Ci muovemmo a velocità sovrumana per seminarli. Intanto le lacrime avevano cominciato a scendere silenziose dai miei occhi. Ci fermammo in prossimità di un albero sradicato sul quale ci si poteva comodamente sedere.. e fu li che mi accovacciai prima di mostrare a Edward quanto fossi turbata. Non parlammo per un bel po’.. ma le lacrime non accennavano a smettere. Spostai la testa dalle ginocchia per potermi asciugare il viso, e fu in quel momento che sentii un sonoro sospiro da parte di Edward che mi fece alzare la testa.. -è inutile che piangi..non preoccuparti per lui, starà bene.. sicuramente saprai rendergli la convalescenza più sopportabile..- -cosa?- mormorai con la voce arrochita dal pianto. -ti ho detto di non preoccuparti.. Jacob se la caverà, non serve a niente disperarsi..- Era incredibile pensava che stessi piangendo per Jacob.. anche se un po’ preoccupata lo ero, soprattutto a pensare alle condizioni in cui era quando lo avevano portato via.. -Edward non sto piangendo perché sono preoccupata per Jake.. – -e allora perché ti stai disperando? A volte non ti capisco proprio..sei ridicola Bella!- Ecco era questa sua freddezza a rendermi ancora più avvilita.. Di fronte a me non c’era l’Edward umano, c’era Edward il vampiro.. Non facevo altro che pensare alla sua natura che non mi aveva mai turbato o destabilizzato fino a quel punto.. Ero talmente scossa dal ricordo di tutti quei vampiri neonati ammucchiati in un ammasso di cenere, o della ragazza che si era arresa davanti alla battaglia che la stava per uccidere. Non mi ero mai trovata di fronte ad un essere così spregevole.. Bree, questo era il suo nome, bramava il mio sangue più di ogni altra cosa e sapere che probabilmente, se non fossi stata affiancata da altri vampiri, sarebbe riuscita ad uccidermi mi metteva i brividi. E pensare che un giorno anche io sarei diventata in quel modo. Avrei avuto le stesse esigenze e non mi sarei fermata di fronte a nessun umano..avrei sentito la sete ardere nella mia gola e non avrei più percepito quale fosse la cosa giusta o la cosa sbagliata.. avrei agito d’istinto.. I Volturi erano stati chiari. Sarei dovuta diventare una vampira da li a qualche mese e la cosa mi terrorizzava. Speravo che Edward, una volta scoperte le mie paure, riuscisse a tranquillizzarmi. Ma l’Edward che mi trovavo di fronte non era la persona di cui avevo bisogno in quel momento. Così freddo e schivo. Probabilmente era ancora scosso dal mio piccolo “tradimento” per capire quello che mi passava per la testa.. dove era finito l’Edward sensibile che cercava sempre di aiutarmi quando c’era un problema, che mi confortava quando non facevo altro che piangere? Proprio adesso che avevo bisogno di lui.. della sua parte più sensibile e umana.. Fino all’inizio della battaglia ero convinta di quello che volevo.. io volevo Edward e anche dopo aver confessato i sentimenti per Jacob, nessuno sarebbe riuscito a portarmi via da lui. Adesso invece era tutto diverso.. Mai come in quel momento sentivo che il mio posto non era accanto a lui.. Eppure ero stata io stessa più di una volta ad insistere perché mi trasformasse.. la visione futura di come sarei diventata aveva avuto il potere di oscurare tutte le mie convinzioni. -io non so cosa fare..- riuscii solo a dire mentre una nuova ondata di disperazione mi invase. - non preoccuparti.. ti renderò le cose più semplici andandomene via da qui.- Mi vennero i brividi al sol sentire nominare quelle parole.. ma stranamente non riuscivo a replicare. Solitamente l’avrei supplicato di non lasciarmi, ma in quel momento e con quei pensieri in testa non ero proprio in grado di decidere. -i Volturi mi verranno a cercare e non vogl..- ma mi interruppe -non ti devi preoccupare dei Volturi, me la vedrò io con loro. Troverò un modo di convincerli a lasciarti vivere in pace senza nessuna interferenza da parte loro..- - Edward ti prego parliamone.. non so cosa mi sia preso ma non voglio che tu vada via..- -Bella è inutile per me rimanere qui.. – Mai parole furono più vere, pensai per una frazione di secondo.. Forse avevo bisogno di un po’ di tempo per riflettere.. si, avrei detto a Edward che mi serviva tempo per decidere cosa fare.. d’altronde lui si era offerto spontaneamente di intercedere con i Volturi.. magari così avrei recuperato quell’ umanità che stando a contatto con esseri immortali mi era sfuggita di mano.. anche se pensare di stare senza Edward faceva male.. tanto male.. Come se avesse intuito i miei pensieri, Edward mi precedette dicendomi.. -ti lascerò un po’ di tempo per riflettere e per riprenderti dalla stancante giornata.. ma sappi che comunque vada, sento che tra noi si è inevitabilmente rotto qualcosa.. non so quanto ci convenga strare insieme sapendo che c’è di mezzo qualcun altro..- Si riferiva a Jacob.. già Jecob. Poverino, stava sicuramente soffrendo le pene dell’inferno e io non ero con lui. Avrei voluto stringergli la mano e stargli accanto fino a che non si fosse ripreso. Mi tranquillizzava l’idea che appena fossi tornata a casa sarei andata da lui..
Mi ridestai dai ricordi sapendo che pensarci mi avrebbe solo fatto del male.. ormai era deciso.. Edward mi aveva concesso tempo per riflettere e io non lo avrei sprecato ripensando al nostro rapporto freddo e distaccato…
Improvvisamente mi venne in mente una domanda..
-Alice posso chiederti una cosa?
-certo.. tutto quello che vuoi..
Esitai un attimo per prendere coraggio
-tu.. mi vedi ancora come una di voi? Mi vedi diventare una vampira?
Aspettò un attimo prima di rispondermi..
-Non sei sicura delle tue decisioni, Bella?
Avrei voluto risponderle che mai come in quel momento mi sentivo incerta.
Ero convinta della mia scelta?
-Io posso essere sicura solo quando lo sei tu, Bella. Lo sai. Se cambiassi idea, ciò che vedo cambierebbe … o, nel tuo caso scomparirebbe -
Sospirai . - Hai ragione, domanda idiota..-
Spostai lo sguardo da Alice per non farmi vedere, non avrei voluto farla preoccupare inutilmente, ma quando tornai a fissarla nel suo sguardo vidi qualcosa che non mi piacque, per un attimo un espressione di puro terrore fece accendere i suoi occhi.
-se sei pronta possiamo andare -, mi chiese inespressiva.
-si, andiamo-.
Sarei tornata a casa e successivamente sarei andata da Jacob..
Vi è piaciuto??? E adesso che succederà ??? Hihihiihihi io lo so.. ma mi interessano le vostre supposizioni!! Recensiteeeeeeeee mi raccomando! ♥
BUON NATALE MIE DOLCI LETTRICI!!!!! SPERO CHE ABBIATE TRASCORSO UN NATALE FANTASTICO!!! ECCO QUA IL SECONDO CAPITOLO! RINGRAZIO CHI HA LETTO IL CAPITOLO PRECEDENTE E ANCHE CHI L’HA COMMENTATO!! GRAZIE PER IL VOSTROSUPPORTO!! COME AL SOLITO MI AUGURO CHE IL NUOVO CAPITOLO VI PIACCIA E CHE VI FACCIA VENIRE VOGLIA DI RECENSIRE! MI RACCOMANDO DITEMI COSA NE PENSATE!!! CI VEDIAMO SOTTOOOOO!
Capitolo 2.
Con la tachicardia a mille mi accingevo a salire sul mio pick-up per correre da Jacob. Per fortuna mio padre non era ancora rientrato dalla battuta di pesca.. sicuramente era già a conoscenza che Jacob stesse male, dopotutto era con Billy.. se mi avesse visto mi avrebbe tartassato di discorsi sull’ irresponsabilità di guidare una moto e sugli incidenti che essa può portare, poiché era questa la scusa che ci eravamo inventati da dire per giustificare le condizioni di Jake, e non era certamente la cosa più allettante da aspettarsi da un padre, per giunta sceriffo.. come minimo mi avrebbe trattenuta per un ora fino a che non avesse deciso che poteva bastare..
Ma in quel momento un’altra cosa mi metteva in agitazione..
Il viaggio di ritorno con Alice era stato molto strano.. non era da lei limitarsi a dire poche parole invece di tartassarmi di domande come suo solito.. appena scesa dalla macchina fuggì via come se avesse qualcosa di importante da fare.. lo sguardo spento che avevo visto a casa sua non l’aveva abbandonata neanche durante il tragitto fino a casa di Charlie. Presto le avrei chiesto delle spiegazioni..
********
-Billy! Oh Billy! Mi dispiace così tanto.. – dissi buttandomi su di lui per poterlo abbracciare. Non appena scesi dalla macchina mi trovai di fronte tutto il branco che stava immobile e inerte a fissarmi.. c’era chi come Sam, si sentiva in colpa per non essere intervenuto in tempo, c’era Leah che si sentiva emarginata per aver combinato il danno, e poi c’era Billy che era visibilmente preoccupato, e allora l’unica cosa che mi sentii di fare fu proprio quella di abbracciarlo per portargli un po’ di conforto. Non osavo immaginare quanto fossero gravi le ferite di Jacob e per un padre non è mai facile sopportare il dolore che prova un figlio.. anche se il figlio in questione è in qualche modo indistruttibile..
-grazie Bella, grazie ..- mi disse con la voce tremante.
Ma improvvisamente tutti raggelammo sul posto a sentire le urla atroci e disperate di Jacob..
-continua così da ore ormai..- mi disse Paul
-il dottore gli spezza le ossa perché a causa della guarigione accelerata si saldano in modo sbagliato.- proseguì Quil.
Povero Jacob..
Carlisle si era gentilmente offerto di curare Jacob poiché nessun’ altro avrebbe potuto farlo al posto suo.. e per fortuna il branco non si era opposto..
Aspettammo per più di un’ora fermi e immobili e quando la porta si aprì liberammo tutti quanti un profondo sospiro di sollievo. Mi alzai di scatto dai gradini dove ero seduta e subito corsi verso la porta.
-Carlisle! Come sta?- dissi preoccupata.
prima di parlare fissò Billy.. –ora sta meglio.. è un po’ frastornato, gli ho dovuto dare tanta morfina perché il suo corpo la brucia troppo in fretta. Grazie alla veloce guarigione si riprenderà presto, ma mi raccomando almeno per una settimana deve assolutamente stare a riposo.- disse concludendo la frase con lo sguardo rivolto verso Sam.
-non si preoccupi, ci penseremo noi a tenerlo a bada.. e Grazie.. – disse tendendo la mano verso Carlasle che la accettò
–dovere..- rispose. Si scambiarono il gesto in maniera molto spontanea.
-Vuole vederti- mi disse poi, -è da quando ha ripreso conoscenza che chiede di te..-
-grazie.. vado subito- dissi correndo verso la stanza di Jake.
Mi fermai un attimo prima di afferrare la maniglia.. come se tutto il coraggio e la voglia di vederlo fossero spariti in un secondo. Ma poi sentii i suoi lamenti e allora mi feci forza ed entrai..
Steso sul suo letto e con la fronte umida di sudore, Jacob era immobile come una statua, solo il movimento velocizzato del suo petto era visibile anche dalla piccola porta.. stava soffrendo e i lamenti che uscivano dalla sua bocca ne arano la prova evidente.
Feci per andarmene, volevo lasciarlo riposare, ma la sua voce mi giunse leggera alle orecchie e mi fece voltare.
-Bella..- mormorò piano
-shh, stavo andando via..non devi affaticarti, devi riposare..-
-non voglio chiudere gli occhi sapendo che probabilmente questa è l’ultima volta che ci vediamo..- mi disse sicuro ed io istintivamente abbassai lo sguardo. Mi avvicinai al suo letto inginocchiandomi di fronte a lui..
-hai scelto lui non è vero?- mi chiese dolcemente.
Non sapevo cosa rispondergli ma soprattutto non volevo dargli false speranze..
-Jacob.. è più complicato di così..-
-si è arrabbiato molto non è vero? Scusa se sono andato via in quel modo e hai dovuto affrontarlo da sola.. – si stava agitando.
- Jacob rilassati, non potevi venire insieme a me.. la battaglia stava per cominciare e gli altri avevano bisogno di te.. anche se a vedere come ti sei conciato forse era meglio che stessimo insieme..- dissi nel tentativo di strappargli un sorriso, e infatti ci riuscii..
- e comunque, si! Si è arrabbiato..-
-capisco..- disse abbassando il capo - ti chiedo scusa..-
-Jacob tu non hai fatto niente, non sei stato solo tu a baciarmi,l’ho voluto anche io, lo abbiamo fatto in due.. era inevitabile una sua reazione.. ma non me l’aspettavo così però..- ormai eravamo in ballo.. allora avremmo ballato. Tanto valeva che Jacob sapesse quello che io e Edward ci eravamo detti..
-cosa vuol dire che non te l’aspettavi così?- mi chiese
- Jacob, Edward si è arrabbiato quello si.. chiunque lo avrebbe fatto al posto suo.. lui dice di volersene andare e mi ha lasciato del tempo per poter scegliere con calma quello che voglio, ma la cosa che più di tutte non riesco a capire è perché non riesca a farlo.. ho talmente tanti di quei dubbi..-
Il suo viso parve illuminarsi..
-non ci credo..- iniziò a dire –sono riuscito a farti capire che forse non è lui la persona giusta per te!!! Ti prego Bella dammi una possibilità, permettimi di dimostrarti quanto saresti felice se noi due stessimo insieme.. non dovrai cambiare per me, rimarrai la Bella di sempre, potrai crescere e avere figli.. avrai sempre accanto i tuoi genitori.. e soprattutto avrai me che Ti Amo e questo non cambierà mai te lo prometto..- concluse guardandomi negli occhi..
Dal canto mio non sapevo cosa rispondergli.. sapevo che stare con Jake sarebbe stata una scelta più sana.. non avrei dovuto affrontare la trasformazione e tutto quello che essa portava... ma d’altra parte avrei perso Edward e non potevo accettarlo.
Con il cuore a pezzi lo guardai –non so cosa fare Jake.. mi sento troppo confusa in questo momento per decidere.. Edward mi ha dato del tempo, e ti prego concedimelo pure tu..-
Mi accarezzò una guancia e incatenando i miei occhi ai suoi disse – va bene Bella, va bene.. Sono consapevole che non è per niente facile la scelta che devi fare, quindi se per averti mi chiedi di avere ancora un po’ di pazienza.. allora aspetterò.. – e mi sorrise dolcemente.
-e poi..- proseguì, -godrò lo stesso della tua compagnia, visto che per proteggere te mi sono conciato in questo maniera, dovrai pur ripagarmi in qualche modo..-
-questo è un ricatto signor Black!- dissi fintamente arrabbiata
fece per alzarsi con il busto ma una fitta di dolore lo fece tremare- no per niente, è solo che.. questo me lo devi..ahhh!! che dolore!! ah!!- lo spinsi giù nel letto a fin che la sua schiena stesse sdraiata e dritta sul materasso.
-si, si sta tranquillo sarò sempre qui al tuo fianco, ma ora sta giù!!!
-va bene, va bene.. ho capito.. mamma!!-
Lo guardai di sottecchi ma non potei fare a meno di ridere.. ecco questo era il rapporto tra me e Jake, sapevamo capirci anche solo con uno sguardo ed eravamo in grado di risollevare la situazione come se niente fosse. Si, adesso capivo che se la mia scelta fosse stata Jake sarebbe stata ugualmente una scelta felice, insieme saremmo stati felici.. perché stare con Jacob era facile come respirare. Proiettai la mia vita in un futuro insieme a lui e subito mi vidi ad avere una vita piena di gioia e amore, con bambini che corrono per casa e una vecchiaia serena..
Ma inevitabilmente mi ritrovai a pensare ad Edward.. non averlo più al mio fianco avrebbe cambiato i sentimenti che provavo per lui?? D'altronde si sa, il primo amore non si scorda mai.. Potevo vivere una vita accanto ad un uomo e sapere che l’altra metà del mio cuore apparteneva ad un altro?
Con questi pensieri in testa mi allontanai dalla casa di Jacob, con la promessa che ci saremmo rivisti presto.
************
L’acqua calda che scendeva sul viso e sulla pelle aveva un effetto rilassante, tuttavia non potevo fare a meno di pensare alla conversazione avuta con Charlie..appena tornata a casa mi aveva raccontato di aver visto Jake ferito e dolorante, e sapevo che questa cosa lo aveva scombussolato non poco.. riempiendomi la testa con discorsi sulla responsabilità e sul fatto che guidare una moto fosse una cosa stupida, mi fece promettere che non avrei mai, e dico mai più toccato una motocicletta..
Chiusi il rubinetto dell’acqua e uscii dalla doccia coprendomi con un accappatoio, mi asciugai per bene e dopo aver indossato il pigiama mi asciugai i capelli mantenendoli un po’ umidi. Uscii dal bagno, e con il rumore in sottofondo del televisore al piano di sotto, mi diressi in camera mia non senza aver prima salutato Charlie con un “buona notte papà” urlato dal pianerottolo...
Trovarmi triste e sola nel mio letto non contribuiva a farmi vedere le cose nel modo giusto.. era come se il buio avesse il potere di lasciare che la mia mente vagasse in modo incontrollato senza trovare pace..
Sentivo il cuore battere all’impazzata nel mio petto.. non riuscivo a rilassarmi e quindi a dormire, ripensavo a tutto quello che era successo in quella giornata senza fine, il più lungo dei giorni sembrava non finisse mai. Rivedevo la battaglia, la fine di Victoria, le parole di Edward e quelle di Jake.. il mal di testa imperversava e allora mi ritrovai a fare quello che normalmente consideravo un gesto stupido.. mi alzai di corsa e andai diretta in bagno, aprii il cassetto che conteneva i medicinali e con un sorso d’acqua aiutai a mandare giù un sonnifero.
Tornata a letto mi sistemai per bene sotto le coperte, 15 minuti e il torpore iniziò a invadermi pian piano e lentamente mi abbandonai ad esso..
Poco dopo sentii l’aria fresca solleticarmi le braccia e le gambe, e allora aprii gli occhi..Era una situazione strana.. sapevo di star sognando ma ciò nonostante non riuscivo a trovare il modo di svegliarmi..
Mi trovavo nello spiazzale di fronte casa mia, ero ferma e immobile nel buio che imperversava la notte. Non un rumore si librava nell’aria. Non riuscivo a distogliere gli occhi dalla macchina di Edward che si trovava parcheggiata di fronte a me e dalla moto di Jacob che invece era buttata a terra, come se avesse avuto troppa fretta per poterla posteggiare come si deve.. cercavo di capire dove fossero andati ma ad un tratto un rumore come di qualcosa di molto pesante che si infrange addosso a un albero mi fece ritrovare la lucidità per capire cosa stesse succedendo. Mi misi a correre lungo l’intero perimetro della casa senza riuscire a trovarli, mi fermai dopo un po’ che avevo il fiatone, di fronte a me il bosco. Mi resi conto che l’unico posto dove non avevo cercato era proprio il bosco oscuro che si estendeva alle spalle della casa di Charlie. Lo stesso bosco che quasi un anno fa mi aveva accolta quando Edward aveva deciso di abbandonarmi. Sentii subito come una fitta nel petto, come se avessi paura di inoltrarmi tra quegli alberi e vedere qualcosa che non avrei mai voluto vedere.. Edward e Jacob combattere. Inconsciamente mi beavo del fatto che fosse tutto un sogno e non stesse succedendo nella realtà.
Allora mi misi a correre, trovando non poche difficoltà a superare le radici degli alberi, come se il mio essere impacciata mi avesse seguito anche nel sogno, ma alla fine arrivai nel luogo dello scontro. Era come se la luna avesse il potere di illuminare come un faro piantato proprio su di noi tutta l’intera scena. C’era Edward accucciato e pronto a scattare alla mia destra,e Jacob trasformato in lupo alla mia sinistra. Tutti e due preparati a combattere. Notai che Edward aveva tutti gli indumenti logori e strappati mentre Jacob faceva quasi fatica a mantenersi in piedi. Chissà da quanto tempo stavano combattendo.. mi frapposi tra loro due come il giudice durante una gara di pugilato, e mi sentivo un po’ impacciata a dover dividere due esseri che solo con una mano avrebbero potuto schiacciarmi.
-Bella, spostati. È una questione tra me e il cane..- mi disse Edward pacato
-non ho nessuna intenzione di lasciare che vi uccidiate a vicenda! Mi dispiace ma non me ne vado- dissi con assoluta fermezza.
Sentii un guaito alle mie spalle, Jacob non era d’accordo con me..
-allora assisterai mentre finisco il tuo amichetto..-
-NO!- urlai allarmata
-se proprio dobbiamo risolvere questa situazione perché non ne parliamo? Tutti e tre insieme..- cercai di essere il più diplomatica possibile. Un altro guaito si disperse nell’aria. Jacob cercava di dirmi qualcosa, e allora guardai Edward nella speranza che mi aiutasse a capire..
-dice che non serve a niente parlare.. che tanto la situazione rimane la stessa, se tu avrai entrambi a disposizione non riuscirai mai a capire quello che vuoi veramente..-
-questo lascialo decidere a me..- dissi rivolgendomi al diretto interessato
-si ma lui, non ce la fa ad aspettare una tua scelta.. e francamente la cosa vale anche per me-
-e chi ti dice che io non abbia già scelto?- dissi in maniera provocatoria a Jacob ma era chiaro che mi riferissi ad entrambi..
-è una balla!- disse Edward alle mie spalle..
E ad un tratto vidi entrambi corrersi incontro e iniziare una lotta senza tregua.. non sapevo cosa fare, urlavo i loro nomi in maniera spasmodica, speravo che si fermassero, che avessimo potuto risolvere la cosa parlandone , ma era tutto inutile..
Poi un guaito ti dolore mi fece raggelare sul posto sentendo improvvisamente la testa vuota..
Corsi subito verso Jacob che giaceva dolorante a terra lo presi tra le mie braccia mentre il suo corpo ritornava umano.. lo strinsi forte al petto.
-Jacob… Jacob ti prego..- e i miei occhi erano pieni di lacrime
-Bella.. Bella- diceva tra i lamenti di dolore
Con un sospiro flebile mi chiese –allora.. qual è la tua scelta?-
Lo guardai sperando che capisse.. non poteva chiedermelo. Quella sera nella gravitaà della situazione mi ero accorta che non poteva esserci scelta tra loro due, perché se avessi perso Edward avrei sofferto e lo stesso valeva per Jacob.
-Jacob..- dissi solamente muovendo il capo
E lui esalò il suo ultimo respiro in quel preciso istante.
-NOOOOOOO!!!- urlai con tutto il fiato che avevo in gola
-Jacob! Non puoi farmi questo!! Io.. io Ti Amo!!!-
Sentii sfiorami la pelle da qualcosa di freddo e subito mi ritrassi..
Non volevo il conforto di Edward..
Ma pur avendolo allontanato quella sensazione di essere toccata non mi abbandonava.
Era strano.. era come se mi stessero accarezzando li in quel momento, ma nello stesso tempo sentivo come se qualcuno mi stesse toccando nel mio letto mentre sognavo quella scena orribile e devastante!!!
Non resistetti più, e allora mi svegliai dal quell’incubo così reale per ritrovarmi sudata e con le lacrime agli occhi distesa sul letto in camera mia.. e intorno a me, nessuno..
ALLORA… CHE NE PENSATE??? SE FOSTE NEI PANNI DI BELLA, CHE SI VEDE IMPROVVISAMENTE PIENA DI DUBBI.. QUALE DECISIONE PRENDERESTE??? PS: DATO CHE IL PROSSIMO CAPITOLO ARRIVERA’ CON L’ANNO NUOVO.. VI FACCIO ANTICIPATAMENTE GLI AUGURI DI BUON ANNO!!! BUON 2011 A TUTTEEEEEEEEEEEEE♥
BUON ANNO MIE ADORATE!!!! COME AVETE PASSATO LA FINE DEL 2010??? IO SENTO DI STARE PER SCOPPIARE.. SE MI PUNGESSERO CON UNO SPILLO FAREI IL BOTTO!! HIHIHIHI HO MANGIATO TROPPO!!!!!
ECCO A VOI IL TERZO CAPITOLO.. SPERO VI PIACCIA E COME SEMPRE VI CHIEDO UNA RECENSIONE, FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE!!!
Capitolo 3
La notte passò senza che nemmeno me ne accorgessi. Dopo l’incubo non riuscii più a riaddormentarmi e l’unica cosa che potei fare fu quella di fissare le crepe del soffitto di camera mia. Non volevo svegliare Charlie, che si godeva il suo meritato riposo mattutino, e quindi me ne stavo chiusa nella mia stanza nell’attesa che si svegliasse. Quella notte avevo avuto il tempo per riflettere.. ma soprattutto di pensare al sogno orribile che avevo fatto... Non sapevo cosa fosse stato. Forse un sogno premonitore, o forse era il mio subconscio che mi spronava a prendere una decisione, sta di fatto che non volevo si arrivasse veramente ad uno scontro, quindi per il bene di tutti sarebbe stato meglio affrettarsi a prendere una posizione.. Si ma quale?
Rinfrancata dai rumori della porta del bagno che si chiudeva, evidentemente Charlie non riusciva più a dormire, decisi di alzarmi e scendere giù a preparare la colazione.
Cucinare aveva sempre avuto il potere di rilassarmi, perciò preparai a Charlie una sana e abbondante colazione e nell’attesa del suo arrivo mi misi in pari con le faccende domestiche che ultimamente avevo un po’ trascurato.. cominciai subito dal salotto, ma non feci in tempo nemmeno a sistemare i cuscini del divano che Charlie fece il suo ingresso in cucina.
-caspita Bells! Cos’ho fatto per meritarmi una colazione del genere?- alzai gli occhi al cielo
-esagerato! Papà è solo la colazione di sempre.. solo un po’ abbondante- dissi mentre lo raggiungevo in cucina..
-Bells non è la colazione di sempre, questa basterebbe a sfamare l’intero quartiere- forse aveva ragione, sul tavolo imbandito c’era di tutto, dai pancake con lo sciroppo alle uova fritte con contorno di pancetta, dal caffè alla spremuta d’arancia, dal latte caldo a un cestino pieno di frutta.. forse mi ero lasciata un po’ prendere la mano..
-e allora che vogliamo fare? Darla ai vicini invece di mangiarla noi?- lo stuzzicai
-non se ne parla nemmeno.. forse dopo mi sentirò male ma questo ben di dio è tutto per me!- disse mentre agguantava un pezzo di pancetta..
-per noi vorrai dire.. io non ho ancora fatto colazione..- e riempii subito il mio bicchiere di spremuta.
-come mai mi hai aspettato? Di solito vai sempre di fretta. Che c’è.. Edward oggi ha di meglio da fare?- concluse con il sorriso sulle labbra
Quella che voleva essere una battuta si rivelò avere la potenza di un pugno in pieno stomaco. Stavo quasi per affogarmi con il succo d’arancia se papà non fosse venuto a battermi due colpi sulla schiena.
-ei Bella calmati.. stavo solo scherzando, non ho detto niente di male..-
-no..- dissi mentre continuavo a tossire – lo so che stavi scherzando..- e continuai a schiarirmi la voce..
-ok.. scusa..giuro che non parlo più.- si risedette al suo posto e fece il gesto plateale di chiudersi la bocca con una chiave.
-papà è tutto ok, non serve che ti scusi..-
Continuammo la colazione in silenzio, visto che parlare di Edward mi aveva catapultata di nuovo nell’angoscia e il mio umore era decisamente cambiato.
-come siamo taciturni ..- disse improvvisamente Charlie
-già.. è che non mi va di parlare.. -
-si si.. come no! Bella so che c’è qualcosa che non va.. ormai ti conosco, se inizi a cucinare così tanto vuol dire che sei agitata, o devo ricordarti il giorno prima del diploma quando hai cucinato talmente tanta lasagna e arrosto con patate che stavo quasi per sentirmi male.. non vorrei arrivare a prendere 5 chili in una settimana solo perché tu non vuoi parlarmene..-
Non sapevo cosa dire.. una cosa del genere me la sarei aspettata da Reneè, che conosceva alla perfezione tutti i miei gesti, ma non da Charlie! Incredibile..
-avanti parla..-disse incitandomi con la mano.
-papà non ho niente da dirti.. sono solo un po’ irrequieta, tutto qui..- speravo tanto potesse bastare
-Bella, lo so che non è da tanto che viviamo insieme, ma da quel poco che ho imparato a conoscerti ho capito che hai più o meno il mio stesso carattere.. quando c’è qualcosa che non va difficilmente ci apriamo a confidarci con qualcuno, e siamo disposti a tenere tutto dentro per non far preoccupare inutilmente chi ci vuole bene.. ma in questo caso sono io a chiedertelo.. quindi dimmi.. cosa c’è che non va’???- era il discorso più lungo e paterno che avessi mai sentito uscire dalla bocca di Charlie..
Istintivamente abbassai lo sguardo, mi vergognavo a parlarne con lui, anche se aprirmi con qualcuno forse avrebbe contribuito a farmi vedere le cose in modo chiaro.. Alice era da escludere, mamma era troppo lontana e non avrei voluto farla preoccupare inutilmente, Angela si godeva la fine del liceo in compagnia di Ben, l’unico era papà.. certo avrei dovuto omettere un sacco di cose ma dopotutto non era male come idea..
-centra per caso Edward?- disse improvvisamente interrompendo i miei pensieri e io sussultai.
-prima quando sono entrato in cucina e ho visto tutta la tavola imbandita ho capito subito che c’era qualcosa dietro, poi quando ho fatto quella battuta infelice su Edward a momenti ti strozzavi.. non è stato difficile, ho fatto due più due e..- complimenti sceriffo dissi tra me e me
-si ok..- dissi in un sospiro – c’entra lui..-
- la cosa ha a che vedere anche con Jacob?-
Lo guardai sbalordita, ma non potei fare altro che annuire
-capisco.. e che cosa è successo esattamente?- sembrava stesse facendo un interrogatorio con tutte queste domande spezzate..
Aspettai un attimo ero ancora indecisa se dirglielo o meno.. ma poi presi coraggio e iniziai a parlare..
-bè..ecco.. è successo tutto in questi giorni, è stata una cosa talmente improvvisa che neanche io me l’aspettavo..-
Lui annuiva e stava zitto nell’attesa che ricominciassi a parlare.
-Edward è sempre stato geloso dell’amicizia che ho con Jacob, ma non ha mai impedito che lo frequentassi perché sa quanto ci tengo a lui.. ma in questi giorni ho capito che.. ho capito che non è solo amicizia quello che mi lega a Jecob..- a quel punto mi fermai, non c’è la facevo più a continuare..ero più rossa di un peperone e cercavo di nascondere il mio imbarazzo guardando fisso a terra e lasciando che i capelli mi ricadessero sul viso.. Charlie non parlava e io ero troppo codarda per alzare la testa e vedere quale espressione avesse assunto il suo viso.
Ma poi si schiarì la voce e disse.. – t-tu lo, si bè insomma, tu l-lo ami??-
Aspettai qualche secondo e poi annuii
-e Edward lo sa?- Annuii
-immagino che abbiate litigato..- annuii ancora
-ti ha lasciato?-
-no! No questo no.. o.. quasi..- dissi affranta
-spiegati meglio..-
-bè lui mi ha detto che vuole andarsene visto che c’è un altro di mezzo, e che non ha senso per lui rimanere qui, ma io gli ho chiesto del tempo.. si perché pur avendo capito i sentimenti che provo per Jake, io lo amo ancora..il fatto è che non so neanche io cosa provo, il cuore mi spinge verso Edward, ma la testa.. la testa mi dice che Jacob è la scelta più giusta.. a volte sono tentata di lasciar perdere tutti e due e di rimanere sola, ma poi sto male se penso di non poter più vedere il viso di Edward o il sorriso di Jake.. e questa cosa è terribilmente frustrante!!!- avevo quasi le lacrime agli occhi e mi stupivo del fatto che mi fossi aperta così con Charlie..forse avevo proprio bisogno di un confronto con qualcun altro che non fossero vampiri e licantropi.
-oh Bella! Bambina mia ti sei proprio cacciata in un bel casino..- disse mentre prendeva le mie mani
-papà cosa devo fare?- sapevo che non era giusto chiederlo a lui, ma speravo che potesse aiutarmi..
- Bella, non posso dirti quello che devi fare o quello che non devi fare, perché i sentimenti che provi li conosci solo tu, devi decidere se ascoltare il tuo cuore o quello che ti dice la testa. Certo non posso dire che il ragionamento di Edward sia sbagliato, forse anche io avrei agito così.. vedere la persona che ami con un altro è sicuramente la cosa più difficile che un uomo innamorato possa sopportare..-
Ecco, adesso mi sentivo pure peggio. Ma forse era questa la giusta punizione per il mio comportamento.. sentirmi uno schifo perché facevo stare male una persona che non se lo meritava.
-hai ragione papà, sono solo io quella che deve decidere.. –
- e allora decidi Bella.. lo so che non è una scelta facile.. ma non lasciarli troppo nel dubbio, farai solo stare male entrambi.. ma sappi che qualunque decisione prenderai io starò sempre dalla tua parte..-
Di slancio mi alzai e lo abbracciai forte affondando il viso nel suo collo
-grazie papà, grazie davvero..-
- su, su bambina mia vedrai che si sistemerà tutto.. –
Mi lasciò andare e continuò a consumare la sua mega colazione mentre io iniziavo a sparecchiare il mio lato del tavolo
-spero solo prenda una decisione in fretta altrimenti se continui a cucinare così tanto non entrerò più nella divisa della polizia-
Un sorriso rilassato apparve sul mio viso, avevo fatto proprio bene a confidarmi con lui.
-ecco, vedi è questo quello che voglio vedere sul tuo viso, hai un sorriso bellissimo..-
E io ero più imbarazzata che mai..
-bene, adesso vado in centro devo acquistare delle cose, anche se dopo questa scorpacciata sarebbe meglio una bella corsa ma.. è o non è il mio giorno di riposo?-
Lo salutai, ma prima che me dimenticassi lo avvertii che sarei andata a trovare Jacob e non volevo si preoccupasse se al suo rientro non mi avesse trovata a casa. Lui mi disse di non preoccuparmi, in caso ci saremmo visti direttamente quella sera.
Iniziai a ripulire la cucina, dopodiché continuai con il salotto e poi passai al bagno e alle camere da letto, la mia la lasciai per ultima sapevo che entrarci mi avrebbe scombussolato di nuovo..
Una volta entrata dentro mi lasciai andare contro la porta fino a sedermi completamente a terra, mi guardai intorno e potei notare come ogni cosa mi ricordava sia Edward che Jacob.. vedevo Edward disteso sul letto mentre aspettava che lo raggiungessi, vedevo Jecob arrampicarsi ed entrare dalla finestra, vedevo le foto che conservavo di entrambi attaccate alle pareti, l’acchiappasogni legato alla testiera del letto, il braccialetto di fiori del ballo del diploma sulla scrivania...
Era da masochisti rimanere li dentro. Le lacrime cominciavano a farsi sentire ai bordi degli occhi.. dopo un po’ non resistetti più e andai via. Presi la biancheria intima e mi chiusi in bagno, dovevo preparami per andare da Jacob..
Dopo nemmeno mezzora ero già sulla strada verso La Push, fuori il tempo aveva cominciato a piovere..
Poco dopo dovetti fermarmi sul ciglio della strada a causa del violento temporale che si abbatté su Forks e sul mio pick-up, a stento riuscivo a vedere le macchine che mi venivano incontro.
In attesa che la pioggia diminuisse d’intensità mi persi in pensieri che fino a quel momento avevo del tutto ignorato.. era quasi un giorno che non sentivo nessun membro della famiglia Cullen, ma soprattutto che non sentivo Edward. Lui che mi ero abituata ad avere sempre accanto in ogni momento della mia vita, lui che accompagnava le mie giornate e le rendeva più dolci quando prima di andare a dormire mi dava il bacio della buona notte, lui che in questo momento stavo facendo soffrire e che potevo ben capire volesse evitarmi, ma Alice? Da quando ci eravamo salutate ieri di fronte casa mia era sparita e non si era più fatta viva. Sentii subito un nodo in gola..
Che cosa stavo facendo?? Ero una persona orribile! Stavo allontanando da me le persone più importanti della mia vita, a cui tra l’altro stavo facendo del male.. gli occhi iniziarono a pizzicarmi e mi sentii una stupida a non aver trovato il coraggio di dire a entrambi che forse il motivo della mia ritrosia a scegliere di stare con Edward era il fatto di aver paura di diventare come tutti quei vampiri neonati assetati di sangue e senza nessuna morale.
E a questo si aggiungeva il fatto che da qualunque parte la vedessi, Jacob era, e sarebbe rimasto sempre una seconda scelta.. sia se pensassi che stare con lui sarebbe stato più facile, sia che pensassi che con lui non avrei dovuto cambiare niente di quello che sono, sia se pensassi che con lui avrei potuto costruire una famiglia, sta di fatto che Jacob era una seconda scelta per me..
Mia madre mi diceva sempre “se ti trovi nel bel mezzo di un bivio e devi prendere una decisione importante, chiudi gli occhi e vai dove ti porta il cuore.. perché il cuore non sbaglia mai!”
Presa dai miei pensieri sussultai quando sentii dei colpi al finestrino.. spaventata mi girai a guardare e feci un sospiro di sollievo quando notai la divisa della polizia.
Potei riconoscere Joe anche sotto l’ombrello che teneva per ripararsi dalla pioggia.. abbassai il finestrino quel tanto che bastava per poter parlare con lui senza che l’acqua entrasse anche nel mio pick-up
-ciao Joe..- dissi mentre cercavo di ripulire le lacrime che mi bagnavano il viso
-ciao Bella! Tutto ok?-
-si, grazie è successo qualcosa?- chiesi subito in apprensione
-no, no sta tranquilla.. è che io e il mio collega stavamo facendo un giro per la città, sai com’è con questo temporale.. ho visto il pick-up parcheggiato e ti ho riconosciuto subito e allora sono venuto a controllare che fosse tutto a posto.- che gentile che era stato
-oh grazie Joe, ma non è successo niente.. mi sono solo fermata perché non riuscivo più a guidare con tutta quella pioggia..- e istintivamente alzai gli occhi verso il cielo e potei notare come la situazione fosse migliorata, ora pioveva in modo regolare niente a che vedere con il temporale di prima..
-bene.. mi ero preoccupato.. comunque hai fatto bene a fermarti era quasi impossibile guidare in quelle condizioni..- mi disse sollevato
-niente che comunque non abbiamo già visto.. vero Joe?-
Sorrise
-come darti torto! Allora io vado, ci vediamo Bella..- e si allontanò verso l’auto di servizio che lo aspettava poco più avanti.
Mi ricomposi e subito ripartii per la riserva..
Arrivai di fronte casa di Jacob che era quasi mezzogiorno, avevo fatto bene ad avvertire Charlie di un mio probabile ritardo..
Quando parcheggiai l’auto sentii subito delle voci provenire dall’interno di casa Black, non mi meravigliai più di tanto, sapevo che i ragazzi sarebbero rimasti a vegliare su Jacob, o meglio a tenerlo a bada..
Quando chiusi lo sportello della macchina, qualcuno mi si era già affiancato... Sam.
-grazie..non dovevi disturbarti..- e feci cenno all’enorme ombrello che copriva entrambi
-figurati.. ti abbiamo sentito arrivare..- alludeva al mio pick-up, in effetti era quasi impossibile viaggiare in incognito..
-lui come sta??- chiesi subito sperando che non mi desse spiacevoli notizie
-e chi lo butta giù!!! È un ragazzo con una testardaggine unica.. si è voluto spostare sul divano della cucina, dice che rimanere a letto lo fa sentire un ammalato..- lo guardai divertita, d’altronde c’era da aspettarselo...
-ma perché scusa cos’è?? Lui è un ammalato che ha bisogno di cure per riprendersi e soprattutto ha bisogno di riposo..- mi guardò come se stessi dicendo la cosa più ovvia del pianeta
-prova a dirlo a lui.. prima quando glielo abbiamo fatto notare ci ha lanciato un occhiata che lasciava ben poco all’immaginazione..-
-della serie “se gli sguardi potessero uccidere”.. ho capito.. quindi niente allusioni al fatto che sta male e che deve riposare..-
-brava, hai capito il concetto..-
Sorrisi.
Arrivati sul pianerottolo di casa mi fermai un attimo per sbattere i piedi a terra, i miei scarponcini erano completamene ricoperti di fango, Sam tenne la porta aperta in attesa che entrassi.
Appena dentro potei notare che c’erano tutti.. i ragazzi formavano un semicerchio di fronte a un Jacob tutto fasciato e debilitato seduto sul divano, sorrise appena incontrò il mio sguardo, Emily e Sue erano intente a cucinare e Leah era poggiata alla parete opposta con affianco un Billy radioso.. quella stanza non mi sembrò mai essere tanto piccola..
-ei Bella!!- urlarono tutti i ragazzi non appena mi videro..
-ciao!- li salutai tutti con un gesto timido della mano
-Bella che fai li impalata vieni a sederti..- mi incoraggiò Jacob, che potevo notare avesse una voce più vivace rispetto alla sera precedente. I ragazzi fecero spazio e lasciarono che mi accomodassi sul divano di fianco a lui.
- allora come stai?- chiesi subito al diretto interessato
-mmmh fa male, ma non mi lamento..- poi avvicinò il viso al mio e pian piano sussurrò al mio orecchio – adesso che ci sei tu va ancora meglio..- io arrossii di getto non sapevo cosa dire, speravo solo che i ragazzi non avessero sentito nulla.. mi ritrassi un po’ con la scusa di togliere il golfino..uff iniziava a fare caldo, o forse ero solo io a sentirlo..
-b-bene mi fa piacere.. e il braccio? Riesci a muoverlo un po’?- gli chiesi distaccata nel tentativo di sbollire la situazione
-per il momento riesco a fare solo piccoli movimenti, ma non mi stupirei se entro stasera guarisse del tutto..-
-cerca di non sforzarti, lo sai che devi riposare..-
Mi guardai intorno e potei notare come tutti gli altri si fossero divisi in gruppetti e si fossero appartati, come a volerci lasciare un po’ di privacy..
-si lo so, ma con tutti i ragazzi qui è quasi impossibile affaticarsi, non mi lasciano fare niente.. e comunque.. sono felice che tu sia venuta, non pensavo di rivederti..-
-te lo avevo promesso...- risposi imbarazzata
-già ma dopo le ultime vicende non sapevo se volessi rimanere sola, o se.. Edward te lo avesse impedito o peggio ancora che avessi già fatto la tua scelta..- no! ti prego.. non mi andava di parlare di quello..
- non preoccuparti.. penso che sarai il primo a saperlo in quel caso.. per il momento sono solo Bella che va a trovare il suo migliore amico in seguito ad un brutto incidente, niente Edward di mezzo e nessuna decisione da prendere.. quindi non pensiamoci..ti va?- sperai tanto potesse accontentarsi..
Mi fissò per un istante e poi annui silenzioso..
-ei Bella, ti fermi a mangiare con noi vero?- mi chiese improvvisamente Billy
Mi girai in direzione di Jacob che mi guardava quasi implorante e non potei dire di no..
-c-certo molto volentieri..- risposi
Dopo circa mezzora eravamo tutti seduti al tavolo e stavamo mangiando le prelibatezze che Emily e Sue avevano cucinato.. i ragazzi sembravano non saziarsi mai, e anche Jacob che sedeva al mio fianco sembrava gradire molto.. ero contenta che si stesse riprendendo così in fretta.. durante il pranzo sembrava aleggiasse intorno a noi un atmosfera tranquilla e rilassata.. nessun accenno al giorno precedente, e benché sapessi ne fossero a conoscenza, non fecero nessuna allusione alla situazione in cui eravamo io, Jacob e Edward... ci divertimmo, ridemmo e scherzammo, tutti erano sereni nei miei confronti.. l’unica che mostrava durezza, forse anche dovuta al fatto che si sentisse ancora in colpa per l’ incidente di Jake, era Leah.. non sarei mai andata a genio a quella ragazza..
Dopo mangiato aiutai a sistemare la cucina, mentre i ragazzi accompagnarono Jacob nella sua stanza, aveva bisogno di riposo e volente o nolente doveva ubbidire.. approfittai un attimo della distrazione di tutti per chiamare papà che era del tutto ignaro fossi ancora a casa di Jake.. uscii nel portico che si affacciava sul cortile, l’aria fresca mi invase e rabbrividii un po’. Composi velocemente il numero e dopo tre squilli ricevetti risposta..
-pronto Bells!-
-ciao papà, dove sei?-
-sono ancora in centro a Port Angeles, quella cosa che dovevo fare mi ha impegnato un sacco di tempo.. tu? Sei ancora da Jacob?-
-si mi sono fermata a mangiare qui.. ci sono tutti sai?Sue, Sam e i ragazzi.. mi hanno convinto a restare.. immaginavo facessi tardi e allora ho accettato..-
-Bella non preoccuparti… anzi sono contento che ti sia fermata li, se fossi tornata a casa avresti dovuto mangiare da sola e mi sarei sentito più in colpa per non essere riuscito a tornare in tempo..- ecco lo sapevo che avrebbe trovato il modo per sentirsi in difetto..
-no papà tranquillo.. quando torni?- chiesi sapendo che di li a poco sarei dovuta tornare a casa anche io..
-guarda.. sperando che non sia troppo affollato vorrei mangiare qualcosa in quel ristorante italiano che ci piace tanto e poi riparto subito..- un groppo in gola mi fece congelare all’istante pensando a quello che aveva appena detto Charlie.. il ristorante italiano.. quello dove avevo mangiato con Edward.. ricordo ancora, Ravioli ai funghi avevo ordinato.. la nostra prima uscita insieme se così si può dire.. sentivo papà chiamare incessantemente dall’altro lato della cornetta , mi ricomposi un attimo prima di rispondere non volevo si preoccupasse oltre..
-si papà sono qui.. allora ci vediamo dopo a casa..ok a dopo..ciao..- lo salutai e richiusi il telefonino, ma non rientrai subito..
Sentivo come una forza che mi spingeva a usare quel cellulare per chiamare qualcuno che forse non voleva sentirmi.. mi feci prendere dal panico qualche minuto ma poi composi subito il suo numero che ormai conoscevo a memoria.. ad ogni squillo il mio cuore aumentava sempre di più la sua corsa.. sentivo che sarebbe esploso nel momento in cui avessi sentito dall’altra parte la sua voce così melodiosa e vellutata.. cosa mi avrebbe detto?? E cosa gli avrei detto io?? Mi sentivo una stupida.. chiamarlo senza sapere neppure cosa dirgli.. ma volevo sentire la sua voce.. sentire la sua presenza e sapere che c’era..
Mi demoralizzai un attimo nel sentire la segreteria telefonica.. forse non poteva rispondere, magari era a caccia e aveva lasciato il cellulare a casa.. o... o niente Bella non prendiamoci in giro.. non ha risposto di proposito ecco quello che ha fatto.. “non ti vuole sentire” continuava a ripetere la vocina interiore che avevo scoperto venire fuori ogni qual volta provavo a mentire e me stessa..
Riprovai a telefonare.. e anche questa volta l’attesa fu più snervante nel sentire la segreteria telefonica dall’altra parte.. mi rassegnai, rimisi il cellulare in tasca e rientrai dentro..
-ah eccoti! Dov’eri finita?- mi chiese bonariamente Emily appena misi piede in casa
-ero uscita a telefonare a Charlie.. mi ha detto che sta rientrando.. vado a salutare Jacob e poi lo raggiungo a casa..- mi giustificai..ormai il mio umore era peggiorato non sarei stata di certo di compagnia..
-va bene..- disse solamente sfiorandomi un spalla.. la guardai e trovai comprensione nel suo sguardo.. ne fui felice. Mi diressi subito verso la porta della stanza di Jacob, volevo salutarlo e speravo tanto non si fosse già addormentato.. appena pochi metri mi dividevano dalla sua stanza ma bastarono per sentire che era sveglio e stava parlando con Sam.. mi fermai non volevo disturbarli e così feci per andarmene ma mi bloccai di colpo quando sentii il nome di Edward pronunciato dalle labbra di quest’ultimo.. sapevo che origliare era una brutta cosa ma sentivo come qualcosa che mi spingeva ad ascoltare..
-si Jacob è come ti dico io..- disse Sam
-non ci posso credere..-rispose Jacob al quanto stupito
-si.. è successo poco prima che venissi da te stamattina.. ci siamo incontrati ai confini della riserva e me lo hanno detto..-
-ma perché? Voglio dire.. non gli è bastato andarsene via già una volta? E Bella? Non pensa a Bella?- rispose Jacob agitato
In quel momento sentii il mondo crollarmi a dosso.. dovetti appoggiarmi al muro per non cadere a terra.. la verità delle sue parole mi colpì in pieno come un macigno.. non poteva essere successo.. no! Mi rifiutavo di pensarlo! Lui era a casa con il resto della sua famiglia.. magari in questo momento stava suonando il piano o era intento a leggere un libro..ma allora perché non mi aveva risposto al telefono? Sentii gli occhi annebbiarsi e fu quasi impossibile riuscire a vedere.. nella mia mente sentivo solo il vuoto e una voce che ripeteva incessantemente “se ne è andato..se ne è andato..se ne è andato..”
Non aspettai un minuto di più.. dovevo avere subito la conferma di quello che avevo sentito.. non so come feci ad alzarmi da terra e ne quale forza mi spinse a ricompormi.. sta di fatto che feci dietrofront e corsi all’impazzata verso il mio pick-up.
Percorrevo le strade di Forks come se fossi ad una gara di Rally, incurante dell’asfalto bagnato le lacrime ormai mi annebbiavano la vista ma non mi fermai.. dovevo arrivare alla villa il più presto possibile.. imboccai il sentiero che portava a casa di Edward ad una velocità tale che mancava poco uscissi fuori strada.. raggiunsi la villa con il cuore che galoppava nel petto.. mentre salivo le scale che conducevano alla porta principale dentro di me ripetevo “ti prego fa che non sia vero..ti prego fa che non sia vero..” ma la porta chiusa e la serratura sbarrata non fecero altro che confermare il contrario..se ne era andato.. di nuovo!!!
Mi accasciai a terra in preda al dolore e mi lasciai andare ad un pianto disperato, ripetevo il suo nome incessantemente... battevo le mani alla porta di casa e gridavo, gridavo..
-EDWARD!! EDWARD DOVE SEI!!!!! RISPONDIIII.. TI PREGO RISPONDIMIII!!- ma a quel punto i singhiozzi mi impedivano quasi di respirare..
Presi il cellulare sperando di riuscire a contattarlo.. ma il cuore mi si fermò quando dall’altra parte trovai solo il nulla..era spento!!
NON UCCIDETEMI PEASE!!!! ALLORA??? CHE VE NE PARE???? COSA FARA’ BELLA ADESSO???
Si lo che non mi aspettavate così subito! Ma che ci posso fare??? Spero che siate contente di leggere l’ aggiornamento!! Ringrazio infinitamente chi commenta, chi ha inserito la stria tra le preferite, le seguite, da ricordare e chi si limita solanto a leggere! GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!
ADESSO VI LASCIO AL CAPITOLOOOOOO, CI VEDIAMO SOTTO!!!!
CAPITOLO 4
Mi sentivo come annebbiata e priva di ogni emozione.. distesa a terra ad aspettare una risposta che non sarebbe mai arrivata.. con la consapevolezza di aver perso per l’ennesima volta ciò che di buono la vita mi aveva dato.. in questi momenti frasi come “Non piangere perché l'amore è finito, sorridi perché c'è stato” evidenziavano ancora di più la loro futilità.. io non volevo sorridere perché c’era stato qualcuno in grado di farmi capire cos’è l’amore, di farmi capire cos’è la completezza e la complicità più assoluta in un rapporto.. io volevo averlo qui il mio amore, volevo che mi stringesse e che mi dicesse che era solo un sogno, un bruttissimo sogno dal quale ci saremmo risvegliati insieme per riprendere la nostra vita da dove l’avevamo interrotta..
ma non andrà così.. perché lui se ne era andato.. di nuovo.. e perciò per questo amore finito volevo versare tutte le lacrime che il mio corpo era in grado di sopportare, consapevole del fatto di aver contribuito in prima persona al suo allontanamento.. Dovevo prendermela solo con me stessa.. ero stata una stupida a non dirgli niente.. dovevo rivelare le mie paure, ero certa che Edward mi avrebbe capita e aspettata.. mi meritavo di soffrire in questo modo più di quanto lui non meritasse di tormentarsi a causa mia.. ma perché non dirmelo? Perché andare via così, come una ladro, senza nessuna spiegazione?? Queste domande mi tormentarono no so per quanto tempo prima di riacquistare un po’ di lucidità.. e allora riuscii a sentire chiaramente i rumori della foresta e il freddo che mi imperversava nelle ossa. Come una bolla protettiva che all’improvviso scoppia e ti fa fare i conti con la realtà..e l’unica cosa che mi mostrò la realtà fu che aprendo gli occhi la consapevolezza che ormai non sarebbe più tornato era assoluta..
il cielo era ormai scuro sopra la mia testa e fuori il tempo aveva ripreso a piovere e distesa sui gradini di casa Cullen le lacrime, che abbondanti scendevano sul mio viso ormai non so più da quanto tempo, si confondevano con la pioggia.. ero distrutta, avevo come la sensazione che mi avessero fatta a pezzi e ricomposta nel modo sbagliato. In quel momento capii che dovevo reagire.. mancavo da casa chissà da quante ore e Charlie sicuramente aveva già chiamato Billy per avere mie notizie. L’unica cosa buona che capii la prima volta che Edward andò via fu che non volevo più vedere mio padre preoccupato e disperato per me.. non avrei sopportato di ferirlo ancora..
Come un automa mi alzai da terra e mi trascinai a sedere in macchina.. non avevo le forze per guidare ma ciononostante misi in moto il motore e partii.. l’unica energia che mi spingeva a non mollare me la dava Charlie, saperlo preoccupato era la giusta leva che mi faceva guidare tra le strade buie di Forks per tornare a casa e trovare conforto tra le sue braccia..
Arrivai davanti casa e parcheggiai al solito posto, l’auto di Charlie era proprio accanto alla mia.. scesi dal furgone e mi diressi verso casa, non feci in tempo a salire i gradini che la porta si aprì rivelandomi un Charlie visibilmente preoccupato..
-tesoro! Tesoro come stai! Dov’eri finita?- disse mentre mi raggiungeva all’aria aperta.. io non sapevo cosa dire, avevo ripreso a singhiozzare e fu un sollievo sentire le sue braccia attorno alla mia vita, stavo per crollare di nuovo.
Mi prese in braccio e mi portò in casa facendomi sedere sul divano e tenendomi stretta a se.. avevo bisogno di quel contatto come non mai in vita mia, sentivo che se mi avesse lasciata sarei sprofondata di nuovo nell’oblio che già conoscevo bene.
-Bella? Ei Bella calmati, mi stai facendo spaventare, ti prego dimmi cos’è successo!- mi accarezzava la schiena mentre tremavo ancora.. alzai la testa e lo fissai dritto negli occhi.. mi guardò con un apprensione tale da farmi male.
-tesoro.. parla.. ho paura di quello che vedo, hai lo stesso sguardo perso nel dolore di quando Edward ti ha lasc..- non concluse la frase.. probabilmente le lacrime che vide intensificarsi al sol pronunciare quelle parole gli fecero capire che era sulla strada giusta..
-non ci posso credere!- aveva alzato la voce..
-.. mi stai dicendo che lo ha fatto di nuovo?? Quel grandissimo figlio di..-
-papà..- lo interruppi, non era giusto prendersela solo con lui, per quanto mi stesse facendo soffrire era anche colpa mia
-no Bella! Non provare a giustificarlo anche questa volta!-
-ma papà.. solo stamattina mi hai detto che capivi come si sentiva e che anche tu forse avresti agito nello stesso modo...-
-si ma non approvo se questo fa soffrire la mia bambina!- e i singhiozzi mi colpirono di nuovo..
-shh Bella...shh calmati ci sono io qui con te…- rimasi fra le sue braccia non so per quanto tempo. Charlie stava zitto e asciugava con parole dolci e protettive tutte le lacrime che versavo.. non ritenevo giusto che mi vedesse in quelle condizioni e per quanto fossi grata a mio padre volevo rimanere sola per sfogare liberamente il mio dolore..
-papà.. voglio andare in camera mia.. voglio stare sola..- dissi sperando che capisse le mie esigenze
Mi guardò e fece per parlare, ma si bloccò, forse qualcosa nel mio sguardo lo fece desistere nel continuare. Mi fece alzare e mi aiutò a salire al piano superiore, mi salutò con un bacio in fronte e un “ti voglio bene” sussurrato all’ orecchio.
Mi fermai davanti alla porta d'entrata sapevo già che oltre quella soglia ci sarebbe stato solo il silenzio. Nessuno mi stava aspettando,nessuno sarebbe venuto ad abbracciarmi, nessuno mi avrebbe baciata.
Rimasi per un infinito istante a fissare la maniglia senza avere il coraggio di abbassarla.
Una volta dentro mi richiusi velocemente la porta alle spalle e lentamente mi girai ad osservare quella stanza che un tempo non molto lontano era stato il nostro rifugio felice...mi sembrava quasi di riuscire a percepire ancora il suo odore impresso in quelle pareti. Adesso si presentava vuota, il lettone era vuoto, e guardandolo "vedevo" momenti felici, tranquilli, la stanza piena di gioia. E ricordi, che svaniscono appena la solitudine mi ricorda che... sono sola.
Mi lasciai andare contro la porta e mi richiusi a riccio.. non volevo pensare a niente e a nessuno, volevo solo sdraiarmi sul letto e cancellare tutto dalla mia mente.. svegliarmi il giorno dopo senza questo peso opprimente all’altezza del cuore.. sarebbe stato cosi facile??? Esserci passata già una volta mi avrebbe aiutato a vedere le cose in maniera diversa?? A reagire di fronte al suo immotivato abbandono??
Mi strinsi forte e pian piano avanzai con fatica a sdraiarmi sul letto.
Fissavo il soffitto senza fare alcun rumore e intanto le lacrime scendevano silenziose dal bordo dei miei occhi. Ascoltavo le conversazioni telefoniche di mio padre, era Billy, gli diceva di non preoccuparsi, che ero arrivata da sola a casa e che tutto sommato era sollevato di non avermi trovato nelle stesse condizioni della volta precedente.. non sapeva che lo facevo soprattutto per lui,per Jacob e per le persone che in quel momento erano preoccupate per me.. se solo avessi potuto urlare il mio dolore senza fargli credere che stessi per impazzire lo avrei fatto.. avrei trovato un modo per sfogarmi e per sentirmi più “leggera”...
Un sorta di annebbiamento mi colpì poco dopo.. come se inconsciamente il mio corpo mi richiedesse un po’ di pace, non passò molto e trovai conforto nel sonno...
A svegliarmi il mattino seguente fu un raggio di sole che timido entrava dalla finestra.. mi fermai a guardare come i granelli di polvere risplendevano al riflesso della luce, ma come una sveglia puntualmente il dolore si rimpossessò del mio cuore e mi riportò alla realtà.
Voltai lentamente il viso verso la direzione opposta al sole e trovai ad aspettarmi una sorpresa.
Mentre fissavo il suo volto calde lacrime si rimpossessarono dei miei occhi e non riuscii a trattenerle.
Era seduto su una sedia posizionata proprio accanto al mio letto, lentamente avvicinò la sua mano fino a toccare la mia.
-mi dispiace..- disse solamente
Sapevo quanto gli costasse vedermi in quello stato..ma non riuscii a fingere e a trattenermi. Almeno non con lui.. prese la mia mano nella sua e la strinse forte come a volermi infondere coraggio.
-shh..shh non piangere.. ci sono io ora..- disse dolcemente
-se ne è andato.. - conclusi io non senza difficoltà, dirlo ad alta voce era anche peggio
-non preoccuparti, supereremo anche questa.. vedrai che insieme ce la faremo-
-no.. Jake no.. non penso di farcela questa volta..- ma lui negò con la testa e allora si alzò e mi raggiunse sul letto coricandosi vicino a me, mi prese tra le sue braccia e potei inspirare il suo odore caldo e accogliente.
-non dire così.. tu sei forte.. sei la ragazza più forte che io conosca e ti sottovaluti se pensi di non riuscire ad andare avanti. Hai un’arma segreta che ti aiuterà a farlo...ma dovrai essere tu la prima a volerlo.- mi spostai quel tanto che bastava per poterlo guardare negli occhi
-quale arma segreta?- dissi, benché fossi già consapevole che si riferisse a lui.
- hai la tua famiglia, hai i ragazzi della riserva che sono tanto preoccupati per te, e soprattutto hai me.. non ti lascerò mai sola te lo prometto.- mi lasciai andare ad un pianto liberatorio, dopo le sue parole sapevo di poter contare sempre su qualcuno che non mi avrebbe mai abbandonato.
Quella giornata fu devastante.. non riuscivo a trovare la forza per fare niente, davanti a Charlie cercavo di mascherare la sofferenza con un “va tutto bene, non preoccuparti, passerà” solo con Jacob ero libera di farmi vedere per quella che ero.
Andai avanti così per un bel po’. Tutti i ragazzi della riserva vennero a trovarmi per vedere come stavo, con la loro spensieratezza erano in grado di farmi sentire un po’ meglio e Jacob,che per fortuna aveva recuperato del tutto la sua forma perfetta, non mi lasciava mai, passavamo tanto tempo insieme e con lui mi sentivo libera di parlare apertamente.
Nei giorni successivi provai tante di quelle emozioni insieme che non riuscivo a distinguerle... tristezza, rabbia, delusione... e trovavo conforto nel nuovo metodo di Jacob contro il dolore. Diceva che se in sua assenza mi fossi trovata ad affrontare una “crisi di tristezza” così la chiamava lui, avrei dovuto scrivere quello che mi passava per la testa riferendomi direttamente a colui che era la causa di tutto ciò, in altre parole dovevo scrivere riferendomi a Edward.. perché dopotutto era a lui che volevo dire quello che pensavo e quindi avrei dovuto scriverglielo, “prendi il toro per le corna”mi diceva Jacob..
Così eccomi, di fronte al computer, con la pagina bianca di Word aperta, in attesa di trovare le parole giuste..
“ sono passate esattamente 3 settimane da quando sei andato via... non so dove sei e ne cosa fai.. non so nemmeno se tu sia minimamente preoccupato per la sottoscritta, ma visto il modo in cui sei andato via non mi stupirei del contrario. Mi hai lasciata, senza una spiegazione, senza un qualcosa a cui attaccarmi per odiarti, senza parlarmi. Ho un vuoto dentro... non riesco a pensare ad altro, ogni minuto libero penso alla tristezza che c'è in me, e mi si accumula nel cuore, riempiendolo sempre di più di solitudine.
Finirà mai questo? Fino a che punto riuscirà il mio cuore a non scoppiare?
Ti vedo per l'ultima volta come un ombra che si allontana lentamente senza mai girarsi indietro.
Non mi rimane neanche il ricordo di un tuo sorriso per me, tutto svanisce senza di te.
Cerco di farmi coraggio, dicendomi 'presto passerà, dimenticherò tutto, ma è solo una speranza che questo succeda prima possibile.
La realtà è che sto malissimo! Non è un male fisico, ma lo avrei preferito a questo.”
Finii di scrivere e non mi resi neanche conto di star piangendo. Ma stranamente provavo come un senso di sollievo, forse aveva ragione Jacob.. mi avrebbe fatto bene scrivere quello che tenevo dentro.. dovevo smetterla di rotolarmi nel dolore, quindi potevo farcela..dovevo farcela!
Chiusi rapidamente il PC e mi sdraiai sopra il letto, era estate e la temperatura più alta del solito mi permetteva di poter dormire senza coprirmi... si dormire! Che parolona.. non sarebbe stato semplice prendere sonno, come tutte le sere del resto, neanche quella sera avrei trovato facilmente un po’ di pace.. mi ero rassegnata già da un po’ al fatto di dormire sempre poche ore a notte.
ok lo so.. voi direte è ancora qui a rompere le scatole con questa storia?? non si è ancora stufata di scriverla? ebbene NO!!! hihhihiiiiiih quindi ecco a voi il quinto capitolo!! spero vi piaccia e come sempre ringrazio chi recensisce, chi legge, chi ha inserito la storia tra le preferite, chi tra le seguite e in quelle da ricordare! ci vediamo sottooooooooo ♥
Capitolo 5
“Ok.. 4 settimane da quando sei andato via.. Vorrei raccontarti una cosa che è successa stanotte. Mi sono svegliata e all'improvviso ti ho visto vicino a me.
Mi hai coperto con il lenzuolo e mi hai sorriso con amore.
Dopo qualche minuto sei scomparso...Era solo un sogno, purtroppo era solo un sogno.
Il calore che ho sentito quando ti ho visto è andato via con te.
Eri così reale, che quasi ti stavo per chiedere "cosa ci fai qui?"
Ero contenta che tu ci fossi,non mi fraintendere, ma non capivo come tu potessi essere li.
Il tuo sorriso, i tuoi occhi, il tuo profumo, tutto di te era così bello.
Ma purtroppo a quanto sembra tu ed io non saremo mai un "noi", e il tuo desiderio verso di me finisce qui come questo sogno.
Sei stato il mio sogno più bello, la realtà più amara.”
Mi ostinavo ormai da giorni a scrivere, su quel diario diventato un po’ il mio sfogo, delle lettere che nessuno avrebbe mai letto. Non so perché lo facevo, forse per sentirmi meglio, ma il risultato era davvero pessimo, perché per quanto potesse essermi d’ aiuto sfogare quello che tenevo dentro non potevo dimenticare che stavo scrivendo ad una persona che era sparita e che non sarebbe più tornata. E la consapevolezza di ciò mi faceva sprofondare nuovamente in quel baratro di tristezza pieno di troppi ricordi, troppi pensieri. Meglio non pensare a nulla, in quel momento il "niente" era l'unico argomento che riuscivo ad intraprendere.
Mi alzai di corsa non appena sentii il telefono squillare, con mio sommo dispiacere Charlie si rifiutava ancora di mettere il telefono al piano superiore, così dovetti correre in fretta e furia per raggiungere l’apparecchio in cucina..
-pronto? - ansimai alla cornetta, speravo tanto che non pensassero di aver sbagliato numero o che mi prendessero per una pervertita delle linee erotiche, al sol pensiero un accenno di sorriso si impossessò delle mie labbra, ma andò via velocemente, allora mi apprestai ad aggiungere..-casa Swan..-
Ma dall’altra parte il silenzio.. forse le linee telefoniche erano ancora disturbate, due giorni fa era dovuto venire il tecnico per ripristinarle in tutta la città, e allora ripetei..
-pronto? Chi è??- ma nessuno mi rispondeva, le mie orecchie non udirono ne un suono, ne un respiro in tutto il tempo che restai in ascolto, solo il silenzio più cupo che era in grado di mantenere solo una persona pensai..un vampiro..
Presa da chissà quale pazzia mi sentii quasi leggera all’idea che potesse essere lui.
-Edward? – chiesi come una deficiente –Edward sei tu?- ma non ricevetti risposta e poi all’improvviso il tu tu tu della telefonata interrotta.
Mi tremavano le gambe, quella scarica di adrenalina improvvisa mi devastò, dovetti sedermi per poter riprendere fiato, mi sentivo il cuore in gola tanto batteva forte.
Che potesse essere lui?? Veramente mi illudevo che avesse chiamato solo per sentire la mia voce?? Mi diedi subito della stupida, non era da Edward fare questi giochetti.
Trasalii quando sentii bussare alla porta.. mi alzai e andai subito ad aprire. Mi trovai davanti Jacob bello sorridente, che poi era il modo in cui mi accoglieva sempre, e con in mano un mazzetto di fiorellini da campo raccolti chissà dove mentre raggiungeva di corsa casa mia, non era solito regalarmi fiori..anzi, a pensarci bene non lo aveva mai fatto. Subito lo guardai stupita.
-a cosa devo questo pensiero?- chiesi assottigliando gli occhi
Lui entrò e andò ad accomodarsi sul divano –ci deve essere per forza un motivo se ho voglia di regalarti dei fiori?- mi chiese con nonchalance
-si..se non lo hai mai fatto e inizi a farlo adesso- mi sedetti accanto a lui
-sciocchezze..-disse e poi abbassò lo sguardo –come ti senti oggi??- mi chiese come al solito
non sapevo perché volesse saperlo, forse aveva sviluppato una strana forma di masochismo, sapevo quello che provava per me e non capivo come potesse sopportare di sentirmi parlare di Edward. Ma risposi..
-mmh così..ho continuato a scrivere il diario.. mi fa sentire meglio lo sai, ma è come se ogni volta aprissi una ferita che devo solo pensare a richiudere.- si drizzò con la schiena e si avvicinò a me il più possibile, mi prese le mani e mi guardò fissa negli occhi.
-la chiuderemo vedrai.. ci vuole pazienza, non sarà facile te lo concedo, ma ce la faremo.- c’era tanta determinazione nei suoi occhi che per un momento pensai veramente di riuscire a superare tutto in un istante.
-ok..- dissi in un sospiro.
-e comunque..- continuò riappoggiandosi al divano- hai ragione, c’è un motivo per cui ti ho portato i fiori, e spero tanto che tu non mi dica di no..- mi guardò speranzoso. Sapeva che non mi andava di fare e di vedere nessuno nelle condizioni in cui ero, avrei dovuto fingere davanti alla gente che andasse tutto bene quando in realtà avrei solo voluto rinchiudermi in camera mia con una vaschetta di gelato.. lo guardai torva in attesa che parlasse, volevo concedergli almeno il beneficio del dubbio.
- e allora?- lo incitai
-allora.. ci sarebbe una festa giù alla riserva.. oggi ci riuniamo per festeggiare “la festa per la Madre Terra” è una nostra ricorrenza estiva, ci saranno tutte le famiglie del villaggio, e allora mi chiedevo se volessi venirci, non ti ho detto niente prima perché sapevo avresti trovato il modo per declinare il mio invito, ma mi farebbe piacere se tu venissi, tutto qui..- concluse imbarazzato, non sapevo minimamente dell’esistenza di questa festa.
-e i fiori cosa centrano??-lo sfidai per capire quale contorto ragionamento avesse partorito la sua mente.
-bè pensavo che facendoti un pensierino ti avrei convinto a venire..avrei fatto leva sul tuo altruismo e quindi ti saresti sentita in dovere di ricambiare- alla faccia della sincerità!! Che imbroglione.
-cos’è un ricatto??-
-no.. ho semplicemente pensato che una buona azione richiama una buona azione..- e mi sorrise indicando con gli occhi i fiori che ancora tenevo in mano.
Non sapevo cosa dire, era tipico di Jacob lasciarmi a bocca aperta.. mi stupivo di quanto riuscisse a dimostrare il bene che provava per me, anche con un piccolo gesto riusciva a farmi sentire speciale.. e invece io ero solo in grado di lamentarmi e di raccontargli quanto la mia vita fosse uno schifo.. mi stavo seriamente rendendo conto di quanto fossi diventata noiosa e lagnosa verso le persone che mi volevano bene ma soprattutto con me stessa. Fu in quel momento che capii che dovevo fare qualcosa per lui, ma non perché mi avesse portato i fiori o perché mi avesse invitato alla festa no, dovevo farlo perché dovevo dimostrargli quanto anche lui contasse per me e se per farlo avrei dovuto accettare il suo invito allora non mi restava altro da fare che dirgli..
-va bene!! Mi hai convinto, non sarò certo di grande compagnia ma dopotutto non baderanno mica tutti a me! - e mi sorrise felice.
Le ultime parole famose..
-ma perché tutti mi fissano??- dissi rannicchiata sul braccio di Jacob nel tentativo di nascondermi.. e dovevo passare inosservata! Mi annotai mentalmente di non dire mai più una cosa del genere.
Eravamo arrivati alla festa poco più di un’ora fa, l’atmosfera che si respirava era magnifica. Il sole splendeva alto e il caldo si sentiva parecchio, c’erano festoni lunghissimi che facevano capo da un albero all’altro, come a formare un enorme cerchio sopra le nostre teste, fiori bianchi ornavano quasi tutti gli angoli, e un mega tavolo sul quale c’era adagiato un’immensità di cibo, di frutta e di dolci era posizionato al centro dello spiazzo. Era uno spettacolo per gli occhi vedere la riserva abbellita in quella maniera. I ragazzi erano intenti a giocare ad un gioco che se anche avessi voluto capire in cosa consistesse mi sarei solo arrovellata il cervello.. Jacob era radioso, ero veramente felice di vederlo sereno e sorridente in compagnia dei suoi amici, Billy era altrettanto contento in qualche modo era l’anima della festa.. tutti i bambini, e non solo quelli, formavano un cerchio intorno a lui per sentire con piacere le storie della tribù e le leggende Quileutes che per loro dovevano rimanere tali. Non sapevo di preciso quando mi accorsi che mi stessero fissando.. forse dopo che una signora sulla cinquantina diede di gomito alla sua vicina indicandomi con gli occhi, o forse dopo essermi avvicinata al banco per prendere un po’ di limonata e tutti tacquero all’istante, mi osservarono chi di sottecchi chi proprio apertamente, per poi ricominciare a ciarlare subito dopo il mio allontanamento.. da allora mi guardavo attentamente in giro con la speranza di pizzicare in flagrante qualcuno nel momento esatto in cui avesse puntato lo sguardo su di me.
questo mio atteggiamento non sfuggì a Jacob che mi propose un giro tra gli alberi della riserva per svagarmi un po’ e mentre ci allontanavamo non persi l’occasione di renderlo partecipe di quello che avevo visto.
-non è vero che tutti ti osservano!- mi disse quasi risentito, ma io insistetti
-ti dico di si invece, me lo hanno fatto notare apertamente..-
-sei ridicola Bella! E poi perché mai dovrebbero fissarti? Non è mica la prima volta che vieni alla riserva..- questo era vero, ma che potevo farci se questa volta tutte le persone avevano deciso di mettermi al centro dei loro pettegolezzi.
-va bene non mi credi, ma io insisto nel dirti che è così!- e mi rabbuiai un pochino vedendo l’ostilità di Jacob e forse se ne accorse anche lui perché lo sentii sbuffare.
-sei pentita di essere venuta allora?- mi chiese fermandosi all’improvviso
-ma che sciocchezze dici? Certo che no!- ecco ci mancava solo questa..
All’improvviso sentii un suono fortissimo.. come di tuono, ma assomigliava di più a al suono che produce uno di quei tamburi enormi. Mi spaventai un po’ ma Jacob mi strinse forte visto che mi ero buttata praticamente tra le sue braccia.
-Bella calmati, non è niente..- mi stupii di trovarlo così calmo
- è solo il richiamo che preannuncia l’inizio del rito sacro..- lo guardai come una stupida, rito sacro?? Ok non sapevo nulla sull’appartenere a una tribù, ma addirittura parlare di rito sacro.. mi stupii di scoprire che certe cose erano ancora radicate nel profondo. Mi prese la mano e mi trascinò di nuovo verso la festa
-vieni andiamo!!!-disse entusiasta
Tornammo velocemente indietro e mi stupii di quanto ci fossimo allontanati.. avevo quasi il fiatone Jacob correva e mi trascinava con se. Arrivammo nello spiazzale di prima e potei notare come l’enorme tavolo era stato tolto per fare posto a delle ragazze vestite con abiti bianchi graziosissimi e coroncine dello stesso colore in testa. Le contai velocemente, erano in 10. Pian piano iniziò a riecheggiare il suono dei tamburi dando vita a un ritmo dolce. Rimasi a bocca aperta quando vidi tutti inginocchiarsi e congiungere le mani come in segno di preghiera, anche Jacob al mio fianco si inginocchiò e mi passò qualcosa nelle mani. Le ragazze che si disposero in un cerchio iniziarono a danzare a ritmo. Guardai stupita Jacob, non sapevo come comportarmi, mi tolse dall’imbarazzo facendomi segno di inginocchiarmi a mia volta.
Si muovevano in sincrono mettendo in atto una coreografia armoniosa e ordinata. Posavano ti tanto in tanto le mani sul terreno e potei notare un particolare che alla prima osservazione mi era sfuggito.. avevano legato in vita una specie di foulard che faceva da tasca dalla quale estraevano petali di fiori bianchi e li lanciavano per aria mentre continuavano a danzare. Io guardavo stupita tutto questo, mi trovavo partecipe di un qualcosa che per loro era importante se non addirittura sacro, e non sapevo cosa fare, mi limitai a stare inginocchiata e ad osservare la scena. Il tutto si concluse poco dopo con le ragazze che si inginocchiarono assumendo la posizione tipica della preghiera.. fu tutto silenzio prima che il nonno di Quil iniziasse ad intonare con il suo vocione un canto in lingua indiana alla quale parteciparono tutti. Mi beai di quella canzone più di quanto non mi aspettassi..era meraviglioso stare li e in quel momento e per la prima volta in un mese mi sentii felice..
Quando anche la canzone finì tutti si alzarono velocemente da terra lanciando in aria quello che tenevano tra le mani.. una nuvola di petali bianchi si disperse sopra le nostre teste e tutti urlarono di gioia..
-adesso puoi lanciarli anche tu..- mi disse Jacob indicando la mano che tenevo stretta in un pugno, e allora capii. E piena di entusiasmo lanciai per aria i miei petali con la consapevolezza di aver fatto parte a qualcosa di magico.
*********
Il sole era veramente cocente quel giorno, dovetti spostarmi all’ombra di un albero per trovare un po’ di refrigerio. Vedevo tutti divertirsi e ridere spensierati e potei dire con certezza che quella sarebbe stata una giornata che non avrei dimenticato tanto facilmente.
Poco dopo mi raggiunse Emily radiosa come non mai, con in mano due bicchieri. Appena mi fu di fronte me ne porse uno.
-per te.. immaginavo avessi sete, oggi fa proprio caldo.- mi disse raggiante e io mi limitai ad annuire
-si hai ragione.. pensavo che giornate come questa non esistessero da queste parti.- conclusi stupita mentre appoggiavo le labbra al bicchiere
-già non si vede tutti i giorni il sole fare capolino tra le nuvole, ma è estate anche qui e ogni tanto il tempo ci regala delle belle giornate.. anzi sai che ti dico?? Sono felice che ci sia il sole altrimenti la pioggia avrebbe rovinato la festa. –
-si, è stato bellissimo partecipare.. devo ricordare di ringraziare Jacob per avermi invitato. -
-ti è piaciuta?- mi chiese subito
-certamente! È stato..come dire.. è stato meraviglioso..- conclusi imbarazzata..era la prima volta che assistevo ad un rito sacro e per me era stato veramente vivere qualcosa di magico, ma Emily era abituata a tutto questo e forse la mia affermazione poteva risultargli esagerata.
-hai ragione sai?capisco quello che vuoi dire.. Ogni anno è come se fosse il primo per me e ogni volta mi lascia dentro tante emozioni..- disse fiera
Restammo a parlare del più e del meno, mi raccontò che quella a cui avevo assistito non era l’unica festa che si teneva nella riserva, altre si svolgevano nel periodo autunnale e in quello primaverile..
Dopo un po’ e con visibile imbarazzo mi confessò che Sam le aveva chiesto di sposarlo e che lei aveva subito accettato. Ero felice per lei e poi il modo in cui parlava faceva trapelare tutta la gioia che provava in quel periodo.. ma poi mi rabbuiai quando mi chiese come mi sentissi e se avessi superato l’abbandono di Edward. Non risposi.. si scusò e ricominciammo a parlare d’altro.
Fummo interrotte da delle urla provenienti dal bancone delle bibite.. c’erano dei ragazzi che festeggiavano bevendo e brindando, tanto che mi stupii di vedere una scena del genere svolgersi di fronte a tutti.
-chi sono?- chiesi curiosa ad Emily
-sono i ragazzi che si sono diplomati quest’anno, festeggiano l’ammissione di John alla Georgetown , lui è felicissimo non capita tutti i giorni di vedere un ragazzo della riserva partire per un università tanto prestigiosa..- e mi indicò con la mano un ragazzo un po’ bassino, leggermente in carne, con la tipica carnagione scura e i capelli neri.
- e tu?? In quale collage hai intenzione di andare??- mi chiese gentilmente e io subito sbiancai.. e adesso cosa le avrei risposto??
Fino a quel momento il capitolo “college” era passato sempre in secondo piano nella mia testa.. non ci avevo più pensato visto che fino a poco tempo fa era solo una “copertura”, dovevo subire la trasformazione e quindi sarebbe stato solo un modo per giustificare la mia scomparsa.. mi sentii subito morire a ripensare a quella che doveva essere la mia vita se le cose non fossero cambiate.. sentii subito gli occhi pizzicarmi, Emily non sembrò accorgersi che quella domanda in realtà mi aveva turbato abbastanza, dopotutto era più che lecito chiedere in quale collage avessi intenzione di andare.
E allora misi sul volto il più bel finto sorriso di circostanza e le risposi
-ancora non ho deciso.. sai è difficile scegliere.-
Lei annui – certo è più che naturale avere dei dubbi.. mi raccomando fai la scelta più giusta..- e mi salutò. Da lontano la vidi avvicinarsi al gruppo di ragazzi e abbracciare John, sicuramente si stava complimentando con lui.
Mi sentii invadere da uno strano senso di tristezza... non lo avevo mai provato prima, forse era dato dalla consapevolezza di dover scegliere al più presto quale strada prendere.
Quale sarebbe stato il mio futuro??
Non sapevo rispondere a questa domanda.. e chissà se ci sarei mai riuscita, mi venne da dire inconsciamente.
**************
Il lieve vento oceanico che si infrangeva sugli alberi della costa mi scompigliava i capelli, ma tutto sommato era una sensazione piacevole.
Ero seduta di fronte al mare di la Push ormai non so più da quanto tempo, ma a giudicare la posizione del sole nel cielo non doveva essere troppo tardi.. dopo aver parlato con Emily mi allontanai dalla festa e sentii di dover cercare un posto per poter stare sola, e allora quale luogo migliore delle spiagge accoglienti del mare della riserva?? Già altre volte mi avevano ospitato quando con Jacob venivamo qui e iniziavamo a parlare.
Mi sentii distrarre da un rumore proveniente alle mie spalle, ma non ci feci caso continuavo a disegnare cose improbabili sulla sabbia con un ramo secco e appuntito quando sentii una mano rovente poggiarsi sul mio braccio.. trasalii di paura ma non mi stupii più di tanto di trovare Jacob al mio fianco.
-finalmente ti ho trovato..- e subito mi fu affianco
-volevo stare sola- dissi tutto d’un fiato, d'altronde era la verità perché mentire.
-cos’è successo di tanto spiacevole da farti cambiare umore e trovare rifugio nella solitudine??- mi chiese con un sorriso beffardo
-smettila cretino.. avevo bisogno di un posto dove riflettere e volevo stare sola, tutto qui-
-si si come dici tu.. ma dimmi cos’altro affligge questa bella testolina.- e sfregò il pugno sulla mia testa
-a me puoi dirlo..-
Non sapevo se parlargliene o meno, anche perché avevo paura che si arrabbiasse, ma vedendo il suo sguardo sicuro non potei fare a meno che essere sincera..
-ok...prima ho parlato con Emily.-
-si ti ho visto.. cosa vi siete dette?-
- mi ha chiesto in quale collage avessi intenzione di andare... e credimi se ti dico che è stata un’impresa aggirare questa domanda, le ho detto che ancora non ho deciso e che è sempre difficile prendere la decisione giusta.. sembra essersela bevuta.-
Mi guardò strano.. come se stessi dicendo un’eresia o la cosa più stupida al mondo.
-ma.. spiegami.. come mai questo tentennamento? Proprio non riesco a capire perché è tanto difficile rispondere a questa domanda, ormai le domande le hai spedite da tempo e i college ti avranno risposto. Perché non lo hai detto a Emily??- lo guardai stupita.. evidentemente non aveva capito.
-bè.. mmhh, forse perché ancora non ho deciso se andarci?- di colpo sbiancò
-cosa?- disse alzando il tono della voce –che vuol dire “non ho deciso se andarci”, Bella sei forse impazzita?-
-no! Non sono impazzita – a quel punto urlavo anche io – forse ho avuto altro a cui pensare ultimamente! Diciamo pure che il collage non rientrava nelle mie priorità! E poi fino a poco tempo fa credevo che non ci sarei mai andata..- conclusi la frase in un sussurro e con il volto in fiamme
Jacob al mio fianco iniziò a tremare e impercettibilmente arretrai di qualche centimetro.
Poi silenziosamente si alzò e cominciò a camminare su e giù sul posto..
-Bella! Dimmi che non è come penso! Dimmi che non ci hai ancora pensato solo perché è difficile scegliere! Dimmi che ho capito male.. ti prego..- e si fermò puntandomi il dito contro
-t-tu.. mi stai dicendo che visto che ti saresti trasformata in una sanguisuga non avresti dovuto pensare ad iscriverti ad un collage? mi stai dicendo che in tutto questo tempo passato a rimpiangere il “verme”… non hai pensato minimamente a quale sarebbe stato il tuo futuro?-
Mi guardò quasi schifato, ma era tutto giusto quello che aveva detto.. non avevo più pensato al mio futuro perché senza Edward il futuro che avevo programmato non sarebbe più esistito.. e nel dolore della sua assenza non riuscivo a pensare concretamente di andare avanti con la mia vita..
-stò aspettando..- disse impaziente facendomi sussultare
-si.. è così- ammisi -ma puoi biasimarmi di averci pensato?? Eh Jacob? Io sapevo già quale sarebbe stato il mio futuro e non immaginavo minimamente che avrei dovuto riprogrammarlo per intero. E adesso non riesco a spiegarmi perché mi è tanto difficile pensare che devo ricominciare la mia vita .. a decidere in quale collage andare.. non lo so, non so perché non ci riesco...- a quel punto avevo gli occhi lucidi e un magone all’altezza della gola mi impediva quasi di respirare..
Poco dopo tornò a sedersi al mio fianco sbuffando e aspettò che mi calmassi un pochino..
-Charlie sa di questa cosa??- chiese di punto in bianco..
-oddio no! Certo che no! Ancora non me ne ha parlato ma penso che si stia facendo anche lui qualche domanda.. Evidentemente le condizioni in cui mi ha visto in quest’ultimo periodo lo avranno fatto desistere nel chiedermelo. –
-sai che presto dovrai parlarne anche con lui.. vero?- mi chiese pacato, a quel punto il nervosismo di prima era del tutto scemato
- si.. e non so proprio da dove cominciare..-
Prese ad accarezzarmi il braccio come ad infondermi coraggio
-non preoccuparti vedrai che si sistemerà tutto.. devi solo fare chiarezza su quello che vuoi veramente e quale futuro pensi sia meglio per te.. lui è tuo padre e ha il diritto di sapere, vedrai che dopo avergliene parlato prenderete una decisione insieme.. ma devi promettermi che gliene parlerai il più preso possibile..stasera anche.. siamo intesi?- mi guardò e mi sorrise lievemente
-ok.. te lo prometto- adesso ero più rilassata
-posso farti una domanda Jacob?- dissi con il sorriso sulle labbra
-certo, spara!-
-da quando sei diventato così Saggio??- a quel punto cominciò a ridermi in faccia e riuscì a coinvolgere anche me in quella risata spontanea e contagiosa..
-da quando hai perso la testa e hai bisogno di qualcuno che ti indichi la giusta via..- aggiunse mentre ancora se la rideva. E io per punizione gli conficcai le dita nello sterno nel tentativo di fargli male, ma ottenni l’effetto contrario perché iniziò a ridere più forte del fatto che mi fossi fatta male solo io.
- e comunque..- disse – c’è un motivo per il quale sono venuto a cercarti..avevi ragione prima sai? Quando mi hai detto che tutti ti fissavano.. avevi ragione perché adesso ne so il motivo.-
Restai di stucco.. cosa voleva dire “adesso ne so il motivo”?
-grazie per la fiducia che mi hai dato allora, quando te ne ho parlato io a momenti mi credevi pazza.. e adesso? Cosa ti hanno detto per farti cambiare idea??-
- beh è stato tutto un malinteso che in parte ho contribuito io a crearlo.. adesso ti spiego..i ragazzi mi hanno raccontato che secondo la tradizione è vietato invitare a questo genere di feste gente che non sia un indiano, e in questo caso un Quileutes, un parente stretto o un parente prossimo.. è una cosa di cui non ero a conoscenza te l’assicuro e mi dispiace di averti messo in imbarazzo.. scusami io volevo solo farti svagare un po’.. Bella? Bella? Ma che ti prende.-
ero senza parole..
-mi stai dicendo che io non dovevo venirci a questa festa??- dissi più rossa di un peperone.. che figuraccia avevo fatto!
- in teoria no... – mi rispose subito accigliato
-che vuol dire in teoria no, spiegami..-
-ecco.. adesso arriviamo al punto della storia più imbarazzante, e ti prego..ti prego cerca di non arrabbiarti ti scongiuro..- disse sentendosi colpevole fino all’inverosimile
Non riuscivo a spiegarmi quale motivo ci fosse dietro tanto da far sentire Jacob così responsabile..
-allora.. prima ti ho spiegato che se non sei un indiano appartenente alla tribù o se non sei un parente o un parente prossimo non puoi partecipare.. Giusto? Ecco tutti ti guardavano, non perché pensassero che tu non dovessi partecipare alla festa per i motivi che ti ho appena detto..no! tutti ti fissavano perché pensavano che fossi pronta ad entrare a far parte della tribù e di conseguenza che tu fossi venuta con me in quanto mia fidanzata.. pensavano che fossi un parente prossimo.. capisci??-
Oh! Adesso si spiegava tutto!! Non ci potevo credere!!! Era assurdo.. assurdo!! Immaginavo quelle vecchiette parlare di me immaginandomi come la futura signora Black, o tutto il resto della tribù spettegolare su me e Jacob, era imbarazzante ma allo stesso tempo.. divertente!
-Bella.. ti chiedo scusa, mi dispiace non so come sia potuto succedere..- continuava a dire Jacob che poverino si sentiva in colpa.. ma io avevo preso il volto tra le mani per coprirlo a Jacob e non fargli vedere che in realtà stavo.. ridendo!
Dopo poco non resistetti più, anche perché non mi sembrava giusto farlo sentire tanto in colpa.. e allora iniziai a ridergli in faccia senza ritegno, e l’espressione che vidi sul suo viso era qualcosa di indescrivibile..
-hahahhahah!! Jacob.. hahahahah- continuavo a ridere
-Bella.. potresti spiegarmi cosa ci trovi di tanto divertente viso che sono qui a chiederti scusa da un ora??
-ahahha ma non lo capisci?? Immagina tutte quelle signore a spettegolare su di noi.. magari adesso staranno pensando che ci siamo appartati per fare chissà cosa! Impossibile.. hahah è troppo divertente, scusami..-
E dopo un po’ cominciò a ridere anche lui molto probabilmente pensando a quello che gli avevo detto io..
-ma senti un po’..- mi disse poco dopo riacquistando lucidità mentre io ancora me la ridevo sotto i baffi – perché trovi divertente il fatto che sia impossibile che io e te ci appartassimo per fare qualcosa??- mi chiese visibilmente curioso..
-beh perché, non mi ci vedo proprio a fare qualcosa con te.. qui sulla spiaggia.. dove tutti potrebbero vederci.. hahahaha-
-a si eh! Allora è così.. ora te la faccio vedere io, e vediamo se non arrivi al punto di chiedermi scusa! –
Non feci nemmeno in tempo a capire le sue parole che fu subito su di me e iniziò a farmi il solletico.. iniziai a contorcermi ma era impossibile liberarsi dalla sua presa. Le sue mani correvano veloci lungo i miei fianchi e vicino al collo. Poco dopo finii sdraiata a terra e Jacob sopra di me che continuava imperterrito la sua opera.. speravo di riuscire a liberarmi ma fu tutto inutile, perché il mio tentativo di fuga fece intensificare di più la presa.. a quel punto non resistetti più..
-va bene, va bene.. scusa!- dissi tra le risate
-come hai detto?? Temo di non aver sentito..-
-Scusa ! haahhahh ti chiedo scusa! Adesso lasciami ti prego..- sperai che mi liberasse in fretta non ce la facevo più
-non ho sentito.. per favore devi dire...-
-ok.. ahaha ti chiedo scusa! Per favore hahah puoi liberarmi?- e pian piano iniziò a lasciarmi andare.. mi apprestai subito a riprendere fiato ma la pesantezza del corpo di Jacob che gravava sul mio torace non mi permetteva di farlo..
ben presto la mia ilarità si trasformò in imbarazzo.. quando mi resi conto della posizione in cui eravamo.. io sdraiata a terra e Jacob sopra di me.. eravamo troppo vicini... troppo vicino il suo corpo, troppo vicine le sue mani, troppo vicino il suo.. viso!
Sembrò accorgersene anche lui perché diventò subito serio e iniziò a fissarmi in modo strano.. vedevo nel suo sguardo qualcosa che avevo già visto tempo prima, ed esattamente quando gli avevo chiesto di baciarmi..
Non sapevo quali intenzioni avesse adesso ma sentivo i suoi occhi percorrere tutto il mio viso soffermandosi principalmente sulle labbra..
Iniziai a provare una strana sensazione, alla quale non sapevo dare una spiegazione, ma sapevo che se non lo avessi fermato avrebbe sicuramente agito e in quel momento pur sentendo qualcosa non era giusto lasciarlo fare..
-Jacob.. non riesco a respirare..- dissi come scusa per farlo allontanare
Subito si alzò chiedendomi scusa e porgendomi la mano per aiutarmi a rimettermi in piedi..
C’era imbarazzo.. questo lo sentivo bene, sia da parte mia che da parte sua.. sapevo dei sentimenti che provava per me..
-il sole sta per tramontare, penso sia ora di riportarti a casa.- disse senza nemmeno fissarmi..si! era decisamente in imbarazzo..
-hai ragione.. si è fatto tardi, Charlie si chiederà che fine abbia fatto.-
E ci incamminammo verso la riserva..
Volevo dire qualcosa.. ma avevo paura di ferire Jacob. E allora lasciai perdere certa del fatto che se solo avesse voluto non avrebbe perso tempo nel dormelo.. evidentemente non era pronto..
Accompagnata dall’imbarazzo mi apprestai a salire sul mio pick-up, salutai Jacob tranquillamente senza lasciar trasparire il mio turbamento e lo stesso fece lui.
Dopo quasi mezzora giunsi di fronte casa e per tutto il tempo del viaggio non feci altro che pensare e ripensare a quello che era successo.. ma mi ridestai subito certa che nel momento in cui avessi parlato a Charlie del fattore “college” i miei problemi presto sarebbero diventati altri..
OK! DITEMI COSA NE PENSATE!! COSA SUCCEDERA' ADESSO??? E SOPRATTUTTO COSA PENSATE DEI DUBBI DI BELLA DI ANDARE O NO AL COLLEGE??? *siate buone mi raccomando* ♥
Buona domenica mie adorate!!! Come va? Che ne dite dell’immagine che ho creato per la storia??Comunque.. eccomi qui con il nuovo capitolo! Spero vi piaccia e che decidiate di lasciare una recensione per farmi sapere cosa ne pensate!! Ringrazio sempre e comunque chi legge senza recensire e chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e quelle da ricordare!!! Ci vediamo sottooooo ♥
Capitolo 6
“Non pensavo che nella mia vita sarei mai arrivata a dirti una cosa del genere.. ma in questo momento l’unica cosa che desidero dirti è che.. ti Odio!! Ecco l’ho detto!! Hahahah.. non riesco a crederci di esserci riuscita.. si lo so potrei sembrarti impazzita, solo stamattina ti ho scritto quanto mi manchi e quanto ti vorrei di nuovo qui con me, ma adesso ho un buon motivo per odiarti.. e penso sia arrivato il momento di dirti prima tutto quello che penso e che mi sono portata dentro. Vuoi sapere perché sono arrivata a questo punto?? Eh? Punto numero:
Perché sei andato via senza dirmi niente..come il più codardo dei codardi.. avresti potuto comportanti in maniera diversa. Si, non siamo più dei bambini e già una volta questo non dirsi niente ci ha portato ad affrontare conseguenze disastrose. Potevi dirmelo! Certo non ti avrei lasciato andare tanto facilmente se questo può consolarti, ma se fossi arrivata al punto di capire che tra me e te non poteva esserci nessun futuro, sarei stata il più obbiettiva possibile e ti avrei detto che anche secondo me era meglio lasciarci.. ma tu no!! Hai voluto decidere di nuovo per entrambi e quindi ti odio anche per questo!
Perché hai distrutto la mia sicurezza, la mia integrità, mi sento come se mi mancasse qualcosa.
Sono distrutta, ero la tua principessa, tu mi hai sconvolto l'esistenza, credo di non essere mai stata così felice; sto scrivendo e sto tremando, tutto pur di non far scendere una lacrima... Mi manchi, mi mancano i tuoi baci; lo voglio, voglio l'ultimo bacio; voglio prenderti la mano; voglio toccarti i capelli, il tuo viso, le tue labbra; voglio sentire ancora il tuo profumo; voglio che mi chiami ancora principessa; voglio che mi dica ancora che mi adori e che sei pazzo di me!
Ho voglia di piangere, ma cerco di evitarlo, ogni volta che sento le lacrime che lottano per uscire penso ad altro, ma non è per niente facile! E quindi ti odio perché andandotene via hai portato con te la mia felicità!
E qui arriviamo al punto che mi ha spinto a scriverti questa lettera di “rimprovero” se così si può dire, anche se avrei dovuto scrivertela molto tempo prima, perché queste parole e questo risentimento sono sempre albergate in me ..solo che non avevo il coraggio, troppo occupata a scrivere quanto ti amavo per capire veramente che ti sei comportato malissimo nei miei confronti. E quindi.. 3: perché adesso che sei andato via dovrò ricostruire il mio futuro.. un futuro che avevo già deciso, un futuro che mi spaventava certo, ma che in tua compagnia avrei affrontato coraggiosamente. Non ho avuto neanche il tempo di dirti che il mio improvviso tentennamento nei tuoi confronti non era dovuto solo al fatto che iniziassi a provare qualcosa per Jacob, no.. era dettato dalla paura di diventare come quei vampiri neonati creati da Victoria.. ma tu non ti sei fermato un attimo a chiedermi il perché, no! Tu hai subito dubitato dei miei sentimenti, perché so che è così, e hai distrutto tutto. Stasera ho litigato con mio padre per colpa tua lo sai?? Si perché mi ha rimproverato di essere troppo indulgente nei tuoi confronti e di piangermi troppo addosso! Il motivo della discussione? Il mio rifiuto ad iscrivermi al collage e quindi di ri-progettare il mio futuro. Il collage era una scusa che avevamo deciso di inventarci per giustificare la mia trasformazione, anche se tu insistevi parecchio nel dirmi di intraprendere la carriera universitaria perché era un’esperienza umana che avrei dovuto fare prima di abbandonare per sempre la mia vita.. e l’ avrei fatto se solo fossi stato al mio fianco. Ma adesso pensare di inscrivermi ad un collage dove tu non ci sarai, mentre avrei voluto affrontarla insieme a te questa esperienza mi fa perdere ogni stimolo nell’ andare avanti..
Bene.. vorrei dirti che mi sento più libera adesso che ti ho detto tutto, ma ti direi soltanto una bugia. Ah!! Un’ultima cosa prima di lasciarti.. ti odio si.. ma soprattutto Odio di più me stessa! E vuoi sapere perché? Perché Odio il fatto di non riuscire ad Odiarti.. ”
Con mano tremante mi apprestavo a chiudere quella pagina che tanto mi era costata da scrivere. In mente avevo ancora la vivida conversazione che avevo avuto con mio padre proprio quella sera e di cui avevo accennato ad Edward nella lettera..
Ero appena tornata dalla riserva con ancora in mente quello che era successo con Jacob. Dopo essere rientrata e aver raccontato a mio padre della festa e di quanto mi fossi divertita , naturalmente omettendo la parte in cui mi trovai distesa sotto il corpo bollente di Jacob, mi misi a preparare la cena con un lieve nervosismo dovuto al fatto che di li a poco avrei dovuto rendere partecipe Charlie della mia ritrosia ad iscrivermi al college..
Aspettai che finisse di mangiare prima che qualche boccone gli finisse di traverso, e allora iniziai a parlare..
-papà, ho bisogno di dirti una cosa.. però devi promettermi di non arrabbiarti.- complimenti Bella! Pensai, se volevi iniziare il discorso senza farlo agitare, con questa frase ci sei proprio riuscita! E di fatti mi guardò accigliato prima di rispondere.
-certo Bells, te lo prometto.. basta che tu non faccia in modo che me debba pentire.-
-ok..- dissi in un sospiro, e dentro di me pregavo.
-allora, oggi mi sono trovata ad affrontare un argomento molto importante al quale non sono riuscita a dare una risposta..-
-e l’argomento in questione sarebbe?- disse mentre mi aiutava a sparecchiare
-ho parlato con Emily del college, e lei mi ha chiesto in quale avessi intenzione di iscrivermi..- mi fermai per dargli il tempo di inquadrare per bene l’argomento.
-bene!- disse entusiasta – non ne abbiamo più parlato nemmeno noi. Dopo le risposte positive che hai ricevuto non mi hai più detto in quale avessi intenzione di iscriverti.. va bene che siamo ancora in tempo per sistemare tutto, ma dobbiamo organizzarci, dobbiamo organizzare il viaggio, il trasporto delle tue cose, dovrò chiamare una ditta di traslochi.. si, dovrei avere il numero da qualche parte adesso lo cerco subito..- ecco lo sapevo, era partito in quarta e non mi aveva lasciato neanche il tempo di spiegare. Subito lo seguii in salotto visto che era intento a cercare il numero della ditta di traslochi che era scritto sull’agenda.
-papà..- lo fermai
-papà aspetta.. Ti ho detto che dovevo parlarti ma tu non mi ha lasciato il tempo.-
- si scusami Bella, è che sembra facile organizzare tutte queste cose ma in realtà c’è un sacco da fare prima della partenza..-
-ecco appunto.. dovevo parlarti proprio di questo. Papà.. non so se voglio partire..- dissi tutto d’un fiato, anche se a quel punto il fiato mi mancava quasi del tutto.. ero talmente agitata che sentivo le gambe tremare. Lui che era voltato di spalle richiuse subito l’agenda con un rumore secco e si voltò nella mia direzione.
Sembrava volesse fulminarmi con gli occhi, e ne aveva tutte le ragioni dopotutto..
-cosa, cosa, COSA?- disse con un tono di voce più alto del normale, di solito non alzava quasi mai la voce con me..
- papà te l’ho detto.. è una cosa che non riesco a spiegarmi nemmeno io. Infatti oggi ad Emily ho risposto con una balla e per questo volevo parlarne con te..-
- si, mi fa piacere che tu abbia deciso di mettermi al corrente di questa tua “fantasia”.. ma tu andrai la collage! Punto! Fine della discussione!-
-ma papà.. perché non cerchi di capire che forse non è quello che voglio!- dissi mentre mi alzavo dal divano per scaricare un po’ la tensione. Mio padre invece restava immobile di fronte a me..
-e cosa vorresti? Eh Bella?? Stare a casa a rimpiangere qualcuno che ti ha abbandonato per la seconda volta?? Startene tutto il giorno chiusa in camera tua ad aspettare che ritorni? Eh Bella? Dimmelo cosa vuoi..perche ha quanto pare a me sembra che tu voglia solo rimanere attaccata al passato, al ricordo di una persona che ti ha fatto solo del male! Bella devi guardare avanti! Devi pensare al futuro, al TUO futuro! E non andrai avanti se ti ostini a pensare ancora ad Edward!- pronunciò il suo nome con una smorfia di disgusto, molto comprensibile da parte sua.. ma quello che mi fece più male furono le sue parole, che ebbero il peso di mille lame e mi sbatterono in faccia la realtà più amara..
Gli occhi iniziarono a pizzicarmi, ma provai a trattenere le lacrime per non far vedere a Charlie che in realtà mi aveva ferito di più la delusione che gli avevo fatto provare..
-si hai ragione.. forse è per questo che non voglio andare al collage.. non voglio pensare ad un futuro in cui non ci sia anche Edward.. e per quanto possa essere dura da accettare la verità è questa, che ti piaccia o no. – dissi determinata guardandolo fisso negli occhi
-Bella mi deludi se pensi così.. non ti ho mandato a scuola, speso soldi nella tua istruzione solo per vedere la tua vita buttata al vento. E per chi poi? Per una codardo che ti ha abbandonato senza nemmeno dirti addio.. sei talmente cieca da non renderti conto di tutto il male che ti ha fatto e che ti sta ancora facendo, e che ti farà se non ti decidi a guardare nel tuo futuro e a vedere che puoi andare avanti anche senza di lui.. va bene! Sei indecisa se andare o no al collage? Ok! Ma io non lo sono.. tu ci andrai che lo voglia o no! Prenditi tutto il tempo che vuoi.. non abbiamo fretta, ma tu ci andrai! SONO STATO CHIARO!!- urlò quelle parole come non lo avevo mai visto fare in vita mia, mi fece paura scoprire questo suo lato autoritario che non mi aveva mai mostrato..
-Bene!- urlai a mia volta prima di salire di corsa le scale e rifugiarmi in camera mia.
Mentre ripercorrevo tutto quello che ci eravamo detti io e Charlie, il computer ormai era del tutto spento. Mi alzai dalla sedia e andai verso la finestra quasi socchiusa, la spalancai e mi immersi nella notte estiva di Forks. Mi persi a rimirare le stelle e a pensare alle parole di mio padre che ancora sentivo rimbombare in testa.
Io sapevo che aveva ragione, lo sapevo. Non ero tanto sprovveduta da credere di riuscire ad andare avanti, di trovarmi un buon lavoro e costruirmi un avvenire senza la giusta formazione, e per questo il collage era essenziale.. forse aveva ragione lui ero talmente cieca che lasciavo ad Edward anche la possibilità di rovinarmi la vita nonostante mi avesse lasciato..
Forse lui c’era riuscito ad andare avanti.. a pensare al suo futuro senza me al suo fianco.. magari mi aveva già rimpiazzato, chi lo sa. Desideravo tanto sapere cosa stesse facendo in quel momento, in quale parte del mondo si trovasse..
Stavamo vivendo due vite parallele, lui andava avanti con la sua e io dovevo andare avanti con la mia..
Si, ma perché faceva tanto male pensare che dovevamo viverla separati questa vita invece di affrontarla insieme??
Mi scoprii il volto pieno di lacrime quando mi ricordai le parole che mi diceva sempre mia nonna Marie.. “Abbandonare il passato aiuta a stare nel presente, è necessario per il futuro ma è soprattutto indispensabile, a volte, per continuare a vivere!”
Andai a letto con la consapevolezza di dover dare una svolta alla mia vita.. e con la stessa consapevolezza mi svegliai precisamente il mattino dopo.
Di solito si dice che la notte porti consiglio, bè a me quella notte era servita a capire tante cose.
Non era giusto rimanere a terra solo perché un treno era andato via. Potevo riprendere il mio cammino anche senza Edward a tenermi per mano. E ci sarei riuscita. Avrei solo dovuto vivere il presente, senza pensare a quello che era stato. Solo il presente contava adesso per me. E c’era una persona che prima di tutte doveva saperlo..
Mi alzai dal letto e andai subito in bagno a sciacquarmi la faccia, non volevo aspettare un minuto di più e così scesi giù in cucina ancora con il pigiama addosso. Arrivai in fretta e furia e vidi papà intento a fare colazione. Alzò di poco gli occhi dal giornale che teneva in mano e mi fissò per un momento. Era ancora arrabbiato questo era sicuro.. avanzai verso di lui e mi appoggiai al tavolo imbandito.
-c’è del caffè caldo se lo vuoi..- disse freddo
-veramente papà.. volevo parlare con te. – lasciò cadere il giornale sul tavolo e iniziò a fissarmi
-be.. ecco, volevo dirti che ho pensato molto a quello che mi hai detto ieri sera, e per quanto possa essere impossibile da credere, mi hai fatto capire che sto sbagliando tutto.. – rimase in silenzio ma sul suo volto iniziò a spuntare pian piano un leggero sorriso e ne fui subito felice.
- e sentiamo a quale conclusione sei arrivata??-
-ho capito che posso andare avanti anche senza Edward al mio fianco. Anche se ne porterò per sempre il ricordo non posso negare che tu abbia ragione.. mi ha lasciato e questo vuol dire che evidentemente non mi voleva più. Non è giusto sprecare la mia vita aspettando che ritorni.. se mai dovesse farlo saprà sicuramente dove trovarmi e non è detto che mi trovi qui a Forks, magari sarò in qualche collage a studiare..-
Mi fu subito di fronte e mi abbracciò stretta.
-oh Bella!! Sono così felice che tu abbia cambiato idea.. mi dispiace tanto per quello che ti ho detto ieri sera. Ti ho trattato malissimo non dovevo urlare e mi dispiace se ti ho fatto soffrire.. ma se è servito a farti capire che devi andare avanti allora sono più che felice..grazie grazie grazie!!- continuava a dire e io non potevo non ricambiare il suo abbraccio. Mi lasciò andare e mi sorrise teneramente.
-aspetterò ancora un po’ prima di scegliere il collage.. se non ti dispiace vorrei pensarci bene. Ma ti prometto che sceglierò con giudizio e ti renderò fiera di me. –
-Bella ma tu mi hai sempre reso il papà più orgoglioso del mondo.. chiunque vorrebbe una figlia come te, e io mi sento molto fortunato. Certo, com’è giusto che sia, i figli hanno bisogno delle parole di un genitore per andare avanti quando incontrano un ostacolo sul loro cammino, e io sono felice di esserti stato d’aiuto. Potrai aspettare tutto il tempo che vuoi prima di prendere una decisione e quando lo farai mi troverai sempre al tuo fianco – ero commossa dalle sue parole
-Grazie papà! Adesso vado a cambiarmi, devo comunicare questo nuovo “cambiamento” anche ad un’ altra persona..-
Mi guardò incuriosito e una piccola ruga andò a formarsi sulla sua fronte.. ma non ci mise molto a capire a chi mi stessi riferendo.
-ohhhh!! Ok ho capito.. vai vai, sarà impaziente quanto lo sono stato io fino a poco fa..-
Corsi subito in camera mia e presi tutto il necessario per prepararmi. Andai in bagno feci una doccia veloce, mi vestii, asciugai i capelli, e corsi via sulla strada che con il mio pick-up mi portava alla riserva..
Arrivai a destinazione e parcheggiai velocemente, scesi dalla macchina e mi diressi subito verso casa di Jacob.
Venne ad aprirmi Billy
-ciao Bella! Come mai qui di prima mattina?-
-devo vedere Jacob, devo dirgli una cosa.. è in casa?-
- no, è uscito poco fa, è andato al negozio di ferramenta a comprare non so cosa..-
Rimasi delusa di non trovarlo li, volevo dirgli subito della decisione che avevo preso..
-senti Billy.. è tanto lontano il negozio da qui? Magari lo raggiungo a piedi..-
-no.. guarda è poco più distante della casa di Quil, dovresti arrivarci tranquillamente a piedi in meno di 10 minuti..-
-grazie, allora lascio la macchina qui..-
Lo salutai e mi incamminai velocemente. Arrivata di fronte casa di Quil stavo quasi per chiedere indicazioni per trovare il negozio ma da lontano notai Jacob venire verso di me
-ei Bella! Che ci fai qui?-
-ho chiesto a tuo padre e mi ha detto che ti avrei trovato da queste parti..-
-non intendevo che ci fai qui qui.. immaginavo fosse stato papà a dirti dove trovarmi, intendevo dire come mai sei venuta alla riserva, qualcosa non va??-
E riprendemmo a camminare verso casa sua
-no, tutto bene.. ieri sera ho parlato con Charlie sai, e non è andata gran che bene. L’ha presa male..-
-mi dispiace. Cosa ti ha detto?-
Gli raccontai per filo e per segno la discussione che ebbi con mio padre la sera precedente e rimase parecchio turbato, non si aspettava una reazione del genere da parte di Charlie..
-e adesso?? Avete chiarito in qualche modo...-
-si, stamattina sono scesa in cucina e gli ho subito chiesto scusa.. ma gli ho anche detto grazie.-
-non capisco, spiegati meglio..-
-ecco vedi, quello che mi ha detto ieri sera Charlie mi ha fatto aprire gli occhi su tante cose, all’improvviso mi sono accorta che ha ragione. Non posso andare avanti con la speranza che Edward torni da me, devo pensare al mio futuro. Il cuor mio non lo dimenticherò mai questo è certo, ma devo credere che in qualsiasi parte del modo si trovi anche lui stia andando avanti con la sua vita ed è quello che devo fare anche io..-
All’improvviso un enorme sorriso apparve sul suo volto e illuminò anche i suoi occhi di una luce che riusciva quasi ad abbagliarmi..
-non ci posso credere!- disse e mi abbracciò – sono così felice che tu abbia finalmente aperto gli occhi!-
Ormai eravamo di fronte casa sua da un bel po’ e decisi che era ora di tornare a casa..
Feci per salire in macchina ma mi bloccò
-senti.. adesso che hai deciso di viverti il presente..- lasciò la frase in sospeso come ad aumentare la mia curiosità. Non aspettai due secondi di più..
-si! È così..-
-che ne diresti.. di viverti il presente, diciamo.. domani dopo pranzo?-
-che intenzioni hai?-
-mhh.. niente di speciale, devo fare delle commissioni giù a Port Angeles. Se ti va potresti venire con me.. ci mangiamo un gelato e torniamo a casa, che ne dici??-
Non sapevo cosa dire.. era una bella proposta.
Ci pensai su un attimo e subito decisi di accettare
-dico..che ci sto! Basta che il gelato lo fai pagare a me però.. te lo devo!-
-ok affare fatto!- e ci stringemmo la mano destra come a suggellare il patto
-bene, è ora che vada..- mi salutò con un abbraccio e prima di andare mi disse
-è bello riaverti Bella! Sono felice che sei tornata ad essere quella di prima..-
Eccomi qua.. prima di lasciarvi al capitolo ho delle precisazioni da farvi. Altrimenti Romina chi la sente! Hahha no scherzo, è d’obbligo chiarire delle cose dopo le recensioni che mi avete lasciato nello scorso capitolo. Allora alcune di voi si sono stupide dell’atteggiamento di Bella, del fatto che si sia lasciata andare con Jacob nonostante si dichiari ancora innamorata di Edward. C’è chi l’ha criticata dicendo che è incoerente, e che se ha fatto così vuol dire che le motivazioni che l’hanno spinta a lasciare Edward(che poi alla fine non l’ha lasciato lei, se ne è andato lui! E poi vedremo anche il perché..) non fossero reali e che in realtà fossero solo delle scuse. Altre invece hanno detto che è stato giusto che si lasciasse andare al bacio perché lui la aiuta a sentirsi meglio e in quel momento credeva di aver perso Edward per sempre e allora perché non lasciarle vivere un momento felice?Avete perfettamente ragione quando dite che Bella sfrutta(che brutta parola..)Jacob perchè la fa sentire bene, è la realtà. Bella ha sempre fatto così con Jacob, anche in New Moon, ricordate? In questo capitolo sembra che Bella voglia stare con due piedi in una scarpa, ma è confusa la ragazza.. ma presto capirà quello che vuole! Ed essendo una Edward/Bella non dovete arrivare lontano per capire quale sarà la sua scelta! Quindi non disperate! Edward ritornerà.. dovrete aspettare un po’ però! Devo far capire a Bella qual è la strada giusta da prendere e accompagnarla in questo cammino..
Spero che il capitolo vi piaccia! Ci vediamo giù ….
Capitolo 8
“sono quasi 2 mesi che sei andato via, e nonostante abbia ripreso a vivere la mia vita, non riesco a fare a meno di pensare a te. Non riesco a spiegarmi il motivo per il quale senta ancora il bisogno di scriverti e di confidarmi con te. Come se in qualche modo volessi espiare le mie colpe.. forse ho la sensazione che tu debba sapere quello che mi succede per sentirmi bene, ma queste lettere non le leggerai mai e quindi mi accorgo che è tutto tempo sprecato. Ma so anche che il mio tempo non è mai uno spreco se riguarda te, se mi riporta a pensare a te, se così facendo ti sento vicino! Ma adesso ho da farti una confessione.. Sai a volte mi capita di guardare fuori dalla finestra in quei giorni uggiosi, e sentirmi grigia, senza colore.
Il mondo passa e io resto ferma, immobile, senza forze.
Vedo gli altri passarmi davanti e rimango lì a guardare fuori, nella speranza di vedere quella luce che irradiano i tuoi occhi, e non so mai quando arriverà. Il “freddo” mi avvolge, e le lacrime sono l'unica fonte di calore che sembra essermi rimasta.
Chi credevo sarebbe rimasto per sempre mi ha abbandonato, e mi maledico quando quel giorno ho deciso di crederci in quel "per sempre", perché alla fine non mi ha portato a nulla.
Ma nel momento più inaspettato ecco tornare la luce, torna il caldo e i colori. E sai chi è in grado di far questo oltre a te? Jacob. Lo so, forse non ti stupisci più di tanto per questa mia ammissione, ma fino ad ora e soprattutto nelle lettere che ti ho scritto in questi giorni, non ho mai avuto il coraggio di dirti che.. adesso STO CON LUI! Lui mi fa stare bene, non mi chiede di più di quello che per il momento posso dargli ed è paziente, rispetta i miei silenzi quando sa che in quel momento sto pensando a te, e non me ne fa una colpa. Anzi, cerca di farmi parlare e di dirgli quello che sento, ma non posso infliggergli anche questa pena, e allora mi ritrovo qui a scriverti perché non ho nessun altro a cui poter dire quello che ancora mi porto dentro.. dopo la tua partenza, è la prima volta che sento veramente di potercela fare, di andare avanti! Ma come ti ho già scritto, ti penso spesso e penso non smetterò mai di farlo! perché dopotutto, quando mi affaccio alla finestra, rimango sempre li in balia ad aspettare un tuo ritorno, e nonostante il calore che mi fa sentire Jacob, inevitabilmente il “freddo”ritorna.”
Rimasi fissa a guardare le parole che avevo appena scritto, e un moto improvviso mi spinse a cancellarle.. sarà il senso di colpa nei confronti di Jacob a farmi sentire così “sporca”? Mi bloccai un istante prima di premere “Canc”. Riflettei un minuto e ritrassi la mano. Non lo avrei fatto, dopotutto era quello che sentivo ed era quello che vivevo in sua assenza. La vibrazione del telefonino mi fece sobbalzare dallo spavento. Non avevo bisogno di guardare il display per sapere chi fosse a chiamare. Jacob! Subito accettai la chiamata.
-pronto?-
-ciao amore mio, che combini di bello?- ogni volta che lo sentivo chiamarmi così non potevo evitare allo stomaco di contrarsi
-mh, niente ero al computer, ma l’ho appena spento.-
-senti, che ne diresti se venissi da te? Tuo padre non c’è vero?- Charlie non era propriamente a conoscenza di quello che c’era tra me e lui, ma indubbiamente aveva capito qualcosa, e non rinunciava mai a fare delle battute o allusioni.
-no sono sola, ti aspetto..-
-allora ci vediamo tra un po’, ciao-
-ciao- dissi, ma probabilmente non riuscì a sentirmi visto che aveva già interrotto la chiamata.
Ecco, adesso si che mi sentivo una merda. Anche se con Jacob avevamo messo subito in chiaro il rapporto che ci legava, non potevo evitare di sentirmi in colpa ogni volta che gli mentivo, dicendogli che ormai non scrivevo più le lettere a Edward, ogni volta che lo sentivo chiamarmi “amore mio” e non ricambiavo mai.. Inevitabilmente mi ritrovai a pensare a quello che ci eravamo detti non più di due settimane fa.
Mi ero appena svegliata dopo aver passato una nottataccia a pensare a quello che era successo tra me e Jacob al ritorno dal Luna Park. Mi giravo e mi rigiravo nel letto ma non riuscivo a trovare pace. Perché in realtà non c’era una spiegazione al fatto che lo avessi baciato. Mi facevo anche delle domande dirette, ma niente. Lo amavo? No, o almeno non più di come ricordavo di averlo amato due mesi fa. Mi rendeva felice? Si, ma non la felicità che avrei voluto io. Lo pensavo sempre? No, ma quando mi capitava di pensarci automaticamente sul mio volto appariva il sorriso. Era solo un amico per me? Forse... Ecco era quel “forse” a destabilizzarmi. La mia poteva essere semplice richiesta di manifestazione d’affetto, o il bisogno di un contatto umano e fisico. Si ma se per lui provavo solo un sentimento d’amicizia, allora perché sentivo il bisogno di quel contatto? Con un semplice amico non ci si comporta così. Non si ha voglia di avere qualcosa di più rispetto ad un abbraccio, ad una carezza, ad un sorriso. No, con lui era diverso. Basta! Non potevo passare l’intera mattinata a letto a pensare quelle cose. Mio padre era andato al lavoro, ed io ero sola in casa. Mi alzai e scesi giù in cucina a fare colazione. Anche se visto l’orario poteva considerarsi di più uno spuntino pre-pasto. Non feci in tempo a bere la seconda sorsata di succo d’arancia che subito bussarono alla porta. Andai ad aprire di controvoglia, visto che avevo ancora il pigiama addosso e non era certamente cortese accogliere qualcuno in casa ancora in quelle condizioni. Ma quando abbassai la maniglia e mi trovai di fronte Jacob, mi resi conto che non sarebbero bastati tutti i vestiti di questo mondo a nascondere il rossore che maledetto mi aveva imporporato le guance. -ei Bella!- mi salutò con evidente imbarazzo -ciao..- lo salutai con flebile voce Restammo a fissarci per un momento che parve interminabile -che fai? Non mi inviti a entrare?- O che sbadata -ma si certo, perdonami, entra..- e lo feci accomodare il casa -vado a mettermi qualcosa addosso che non sia un pigiama e torno- Ma subito la sua mano ardente mi fermò per il polso. -non c’è bisogno che ti vada a cambiare, sei perfetta così... e poi non mi sembra sia la prima volta che ti vedo con il pigiama addosso.- Ingoiai a fatica visto che avevo la salivazione a zero. -e poi- continuò lasciandomi andare – devo dirti una cosa veloce e non mi tratterrò molto. Andiamo in salotto?- Annuii e mi trascinò con se. -allora... prima di tutto ho intenzione di chiederti scusa.- disse sedendosi sul divano, continuando a tenermi per mano e fissandomi intensamente negli occhi.. -scusa perché ieri ti ho baciato con prepotenza senza neanche chiederti il permesso, o quantomeno senza aver prima appurato che fosse quello che desideravi anche tu. Ma mi è sembrato giusto, il momento perfetto, e credimi se ti dico che non ho fatto altro che desiderarlo per tutta la giornata di ieri, e anche adesso.. ma questo è un altro discorso..non so come spiegarlo, o forse lo so. È solo che ho paura che tu possa scappare appena ti avrò detto quello che provo..- -Jake non c’è bisogno che ti scusi.. mi sembra di aver ricambiato il bacio o no?- ero talmente emozionata a dire quelle parole che il cuore prese a battermi furiosamente. -si.. ed è anche quello di cui voglio parlare.. ma prima, devo dirti una cosa io. Perché ho come l’impressione che se lasciassi parlare te, poi non riuscirei più a dirtelo. Bella, per quanto possa sembrare ridicolo e scontato, perché immagino che tu ormai l’abbia già capito, io.. ti amo! Sono stato al tuo fianco sempre in quest’ultimo periodo, e neanche il fatto che stessi male per un altro, mi ha impedito di coltivare questo sentimento già forte dentro di me. Ho deciso di dirtelo perché non posso più fare finta di niente con te.. se ogni volta che ti sto accanto vorrei solo toccarti e baciarti. Ma so anche che non devo aspettarmi niente. E non ti chiedo niente, solo.. non allontanarmi, non pensare subito che non potrà mai esserci nulla tra noi solo per principio, solo perché pensi sia presto..- Le sue parole mi spiazzarono come la sua determinazione. -Jacob io, non so cosa dirti.. il bacio di ieri l’ho ricambiato certo. Ma pensare già da subito a instaurare un rapporto con te mi spaventa. E tanto! Non voglio ferirti dicendoti che per me non è lo stesso, che non provo lo stesso sentimento che tu invece provi per me, ma mentirei se ti dicessi il contrario. Non ti voglio bene come ad un amico, perché gli amici normali non si baciano.. ma non so come definire il nostro rapporto, almeno non per il momento!- Mi stupii della sincerità delle mie stesse parole -Bella non pretendo di fidanzarci subito. No! Non te lo chiederei mai. Ma almeno dacci una possibilità! Concediti una possibilità! Lo so che è troppo presto.. ma lo sento che anche tu provi qualcosa. Che anche a te fa piacere ricevere i miei baci e le mie attenzioni. Ti chiedo solo di condividere insieme a me questo trasporto che al momento sentiamo entrambi l’uno nei confronti dell’altro, senza aspettarci troppo ma soprattutto senza farci troppe promesse..- -cioè.. cosa mi stai chiedendo? Di stare insieme senza nessun impegno?- -no, ti sto chiedendo di stare insieme come due persone che ci tengono l’uno all’altra, a cui piace scambiarsi coccole, carezze e baci.. Credimi, se potessi lo direi al mondo intero quanto ti amo e quanto vorrei che noi due fossimo una coppia. Ma so che per te non è la stessa cosa. E per il momento a me va bene così, saprò essere paziente e aspettare che tu sia assolutamente convinta di quello che vuoi.. come lo sono io dei sentimenti che provo per te!-
Non sapevo cosa dire e ne cosa pensare. Questa era la soluzione a tutti i nostri problemi. Stare insieme e comportarci come si comportano i fidanzati, ma allo stesso tempo sapere di non esserlo. Non me la sarei mai aspettata una proposta del genere,e la sua era da considerarsi una Mossa furba! Lui certamente sperava che cedessi, che averlo tutti i giorni al mio fianco mi portasse ad attaccarmi a lui maggiormente e quindi a dichiarare i miei sentimenti.. Certo era una cosa che normalmente non avrei considerato affatto. Con lui fu tutto diverso, lo sentii subito che era la persona giusta e non mi feci tanti problemi a decidere che lo avrei voluto, per sempre! Ma non potevo negare che c’èra qualcosa tra me e Jacob. Sentirlo vicino mi faceva stare bene, sentivo di essere importante per qualcuno e questo mi lusingava. Ma certamente non potevo definirlo amore, quello con la A maiuscola, almeno non da parte mia.. Non mi accorsi che durante tutto il mio monologo mentale si fosse avvicinato così tanto al mio viso. All’improvviso me lo ritrovai a pochi centimetri dalla mia bocca, sentivo il suo respiro caldo e avvolgente e questo stranamente non mi dispiaceva.. -allora? Non sei ancora convinta che tra noi ci sia qualcosa che vale la pena di essere vissuta?- alitò piano sulla mia bocca
In meno di due secondi si appropriò delle mie labbra e iniziò a baciarle con assoluta lentezza, quasi a volermi dare la possibilità di tirarmi indietro. Ma quella volta non lo feci.. misi una mano sulle sue spalle larghe come ad attiralo di più verso di me e lui non indugiò un attimo ad assecondare i miei movimenti. Si muoveva dolce sulle mie labbra accarezzandole piano e inebriandomi con il suo sapore. Non ricordo esattamente quale fu il momento in cui capii e desiderai di volere di più, ma all’improvviso, forse spinto dalle mie mosse, Jacob iniziò a baciarmi con più convinzione, con più trasporto. Riuscivo a sentire la sua lingua premere sulle labbra e cercare di entrare in contatto con la mia, che arretrava ma che dopo poco si sciolse in un bacio che non avevo mai provato in vita mia. Senza nessuna traccia di imbarazzo, e di questo me ne stupii abbastanza, ci trovammo quasi automaticamente a baciarci in maniera molto passionale. Quella passione che non credevo di avere.. quella passione che con lui dovevo tenere a freno, quella passione che me lo faceva desiderare senza poterlo toccare.. Il mio cuore batteva all’impazzata quasi volesse uscirmi dal petto. Pian piano ci ricomponemmo e ci staccammo fino a che con dei piccoli e delicati baci a fior di labbra, sul divano del salotto di casa mia e con il fiato corto, terminammo il nostro vero e proprio primo bacio... Lo guardai imbarazzata, certa che il rossore alle guance fosse più esplicito di qualsiasi parola. Lui mi rispose con un altrettanto dolcissimo sorriso imbarazzato -allora.. lo prendo come un si?- -si..- risposi semplicemente.
Da quel giorno, ogni giorno lo passammo insieme, tra risate, passeggiate nei boschi, bagni e tuffi nel mare, e baci tanti baci. Quelle due settimane assunsero le sembianze di mesi, tanta era l’intensità con la quale avevo iniziato a vivere la vita. Mi sentivo spensierata, libera, felice.. ma quel senso di oppressione non mi lasciava mai. Inconsciamente sapevo che tutte quelle cose volevo farle e viverle insieme ad un’altra persona. Volevo correre e volevo che fosse lui a tenermi la mano, ogni volta che dopo un bacio mi ritrovavo ad aprire gli occhi volevo guardare isuoi ambra e perdermi in quel lago di emozioni, volevo sentire la sua bocca premere famelica in cerca della mia lingua e poi sentirmi in paradiso dopo aver assaggiato il suo sapore.. per tutte queste ragioni mi sentivo terribilmente in colpa nei confronti di Jacob che per quanto mi facesse stare bene e mi rendesse felice ad oggi i miei sentimenti nei suoi confronti non erano cambiati, o forse dovrei dire “aumentati”.
E allora iniziai a dirgli bugie. Bugie sul fatto che continuassi a scrivere a Edward, non volevo che sapesse che ancora lo pensavo, e bugie su quello che provavo per lui. Non mi aveva mai costretto a dirgli qualcosa che non mi sentivo di provare pienamente. E così da quando iniziò a chiamarmi “amore mio” io non ricambiavo mai e mi limitavo a sorridergli semplicemente certa che gli facesse piacere.
Il nostro rapporto divenuto più intimo non sfuggì a Charlie, attentissimo osservatore. Noi cercavamo comunque di fare le cose più di nascosto possibile, ma un giorno mi prese alla sprovvista dicendomi – non voglio una conferma ufficiale di quello che sta succedendo, ma sappi che mi si riempie il cuore di gioia a vederti così felice.. era ora che ricominciassi a vivere- e da allora non si stupì più se facevo tardi la sera o se uscivo ad orari improbabili senza nemmeno giustificare la mia assenza.
Il campanello alla porta mi ridestò dai miei pensieri. Era arrivato..
Scesi subito le scale di corsa e non appena aprii la porta Jacob mi si buttò addosso abbracciandomi e baciandomi con l’entusiasmo di sempre.
-mi sei mancata..- mi diceva tra un bacio e l’altro
-ma se sono più o meno 12 ore che non ci vediamo..-
-si ma sono pur sempre 12 ore passate senza di te. Ti amo!- ed ecco che il solito sorriso compariva sul mio volto.
- andiamo in camera tua?- annuii prendendolo per mano
Entrammo così in quel luogo che ci aveva visto insieme la notte scorsa e praticamente quasi tutte le notti da 2 settimane a quella parte.
Avevamo preso l’abitudine di stare insieme in camera mia la sera. Certo non potevo negare che la prima volta che si arrampicò sul cornicione ed atterrò sul pavimento vicino al mio letto, mi aveva riportato alla mente quando era Edward a farlo. infatti all’inizio ero un po’ restia a continuare a vederci così, ma per non ferire i sentimenti di Jacob non dissi nulla. Parlavamo per ore distesi sopra il letto fino a che non decidevo che fosse troppo tardi e quindi lo rimandavo a casa. Non avrei mai permesso che restasse a dormire e occupare così anche quella parte del letto che era solo ed esclusivamente di Edward. Un’altra cosa che ci piaceva fare insieme era.. baciarci. E per quanto potesse sembrare una cosa frivola, forse era l’unica cosa che mi spingeva e che mi legava a Jacob. Non ci eravamo mai spinti oltre al bacio, anche se sentivo e immaginavo quanto questo gli costasse. Io non ero pronta per qualcosa di più, ma non glielo avevo mai detto. Quando la situazione iniziava ad infuocarsi un po’ troppo, o quando sentivo le sue mani accarezzarmi in parti un pochino più intime, come le cosce o i glutei, subito trovavo una scusa per interrompere il bacio. Lui sembrava capire che qualcosa non andava e allora si comportava meglio.
Si avvicinò abbracciandomi da dietro e lentamente iniziò a baciarmi sul collo e a salire lambendo il lobo dell’orecchio, fino a che i brividi che sentii lungo tutta la schiena mi imposero di voltarmi e di approfondire il bacio.
-mi sono mancate le tue labbra..- sussurrò a pochissimi millimetri da quest’ultime –mi è mancato il tuo profumo..- disse dopo aver inalato la pelle del mio collo – e sentirti tra le mie braccia- e così prese ad accarezzarmi la schiena, le braccia i fianchi. Fino a che mi ritrovai completamente sdraiata sul letto con Jacob sopra di me che imperterrito continuava la sua opera. Quando però sentii che ci stavamo spingendo oltre, delicatamente lo allontanai.
-Jake, fammi respirare.- dissi la prima scusa che mi venne in mente. E lui si staccò sdraiandosi di fianco a me. Restammo qualche secondo in silenzio fino a che non fu lui a parlare..
-stasera hai da fare?-
-no. Perché?-
-avevo intenzione di portarti in un posto.. ti va?-
-certo che mi va! E dove mi porti di bello?-
-shh non te lo dico.. è una sorpresa.-
-come una sorpresa! Almeno dammi un indizio..-
-non se ne parla nemmeno! Sei troppo curiosa Isabella Swan! Ti fidi di me?-
-certo che mi fido..-
-e allora non farmi più domande, perché sarò muto come una tomba!-
Si alzò da letto e fece per andarsene.
-Jake! Dove vai??-
-ho una serata da organizzare.. ti passo a prendere alle 8.00- tornò indietro e mi stampò un bacio sulle labbra, poi andò via lasciandomi nella curiosità più assoluta. “Chissà che avrà in mente!” dissi tra me e me..
****************
-sarà successo qualcosa.. si me lo sento! È sicuramente successo qualcosa!- sbottai all’improvviso
-Bella? Tutto bene?- urlò Charlie dalle scale.
O cavoli avevo parlato troppo ad alta voce!
-si papà è tutto a posto non ti preoccupare..-
-no.. è che mi è sembrato di sentirti parlare da sola!-
-stavo solo cantando una canzone ad alta voce papà, sta tranquillo..-
Mi dovevo sempre far beccare!
Ero seduta sul letto di camera mia ad aspettare che Jacob venisse a prendermi, ma erano passati già trenta minuti e di lui ancora nessuna traccia! Era strano.. molto starno che facesse tardi e che neanche mi avvisasse. Il telefonino era staccato, avrei potuto telefonare a casa sua ma non volevo far preoccupare Billy.. bè, ma potevo sempre telefonare a Sam! Mi diedi della stupida per non averci pensato prima!
Ero con il telefono in mano pronta a digitare il numero di Sam quando all’improvviso suonarono alla porta. Mi affacciai velocemente dalla finestra di camera mia e tirai un sospiro di sollievo quando vidi la golf di Jacob parcheggiata di fronte casa. Subito scesi al piano di sotto.
-papà è Jacob, lascia faccio io..-
Aprii subito la porta e lo trovai appoggiato al muro di sostegno con un sorriso appena accennato. Era strano.. c’era qualcosa che non mi convinceva nei suoi occhi.
-scusa per il ritardo..- disse avvicinandosi e schioccandomi un bacio sulla guancia
- ma cos’è successo? Mi hai fatto preoccupare, stai bene?-
-benissimo!vedi? - e aprì le braccia come a farsi ammirare per mostrarmi che fisicamente era tutto intero. Sospirai di sollievo.
-bene, allora possiamo andare. Ciao papà!- lo salutai alzando la voce visto che era seduto sul divano del salotto a guardare una partita di baseball con la sua solita pizza preferita..
-buona serata ragazzi!- ci salutò e mi richiusi la porta di casa alle spalle
-allora dove mi porti?- chiesi appena entrammo in macchina -oh ma sei una curiosona.. ti ho detto che è una sorpresa, e allora aspetta di vederla no?-
-almeno dimmi come mai hai fatto ritardo!-
-non ti dirò nulla, lo vedrai dopo perché..-
Gli credetti, ma questo non mi tranquillizzò più di tanto.. c’era ancora qualcosa che non andava, glielo si leggeva negli occhi. Optai di stare zitta e di non farglielo presente, gliene avrei parlato più tardi se la cosa fosse andata avanti.
Conoscevo la strada che aveva intrapreso. Era la stessa che ci portava verso il mare di La Push. O meglio, era proprio il mare la nostra meta visto che dopo poco lo divi parcheggiare vicino alla spiaggia.
-mi hai portato al mare? – chiesi in maniera sfottente solo per provocarlo un po’ e per farlo ridere. Visto che non era la prima volta che ci andavamo non capivo quale fosse la sorpresa.
-donna di poca fede, aspetta e vedrai..-
Mi prese per mano e mi condusse sulla sabbia che morbida si accasciava al nostro passaggio. La serata era anche molto quieta, non c’era traccia di vento e la luna brillava nel cielo pieno di stelle. Raggirammo uno scoglio che forte si ergeva sulla sabbia e subito notai quale fosse la sorpresa..
Restai a fissare quella piccola tenda illuminata da una lanterna e il fuoco acceso a pochi metri di distanza.. un falò! Ecco la sorpresa...
-allora, ti piace?- mi chiese abbracciandomi da dietro
-Jacob è bellissimo, grazie! Un falò, chi se lo sarebbe mai aspettato...-
-sono felice che ti piaccia..-
-allora è per questo che hai fatto tardi? Stavi sistemando ogni cosa..-
Lo sentii irrigidirsi e staccarsi lievemente dalla mia schiena. Non mi sfuggi questa sua reazione, ormai ero brava a capire quando qualcuno mi nascondeva le cose.. lo avevo imparato dal maestro delle menzogne!
- andiamo avrai sicuramente fame, c’è un sacco di roba da mangiare e spero che ti piaccia quello che ho preparato, o dovrei dire quello che ha cucinato Emily..-
Entrammo in quello spazio piccolissimo e subito ci accomodammo sopra a dei cuscini sistemanti per terra. La roba da mangiare era tantissima ed anche molto buona, dovevo ricordarmi di ringraziarla per il disturbo.. fu una serata molto tranquilla e la trascorremmo a parlare e a scherzare. Ma quella sensazione di disagio non svaniva dagli occhi di Jacob che ogni tanto sembrava scattare come una molla al sol sentire un rumore troppo forte. Quando finimmo di mangiare mettemmo tutto a posto in una sacca e ci sdraiammo completamente sui cuscini.
-è stata una serata bellissima- dissi poggiata con la testa sul suo torace mentre guardavo fuori il fuoco acceso che scoppiettava.
Prese ad accarezzarmi i capelli e lo sentii sospirare.
-che c’è Jacob?- gli chiesi con dolcezza senza far trapelare troppa curiosità
Mi sorrise –niente..- disse semplicemente
Si avvicinò al mio volto e piano iniziò a baciarmi. Un bacio lento ma che subito si trasformò in uno di quei baci passionali a cui mi aveva abituata fin da subito. Mi lasciai andare mentre con una mano gli accarezzavo i capelli. In men che non si dica ribaltò le posizioni e me lo ritrovai addosso. Era una sensazione bellissima baciarlo e sentire i nostri corpi aderire perfettamente ma subito mi resi conto che ci stavamo spingendo troppo oltre.. aveva preso ad accarezzarmi i fianchi e ad insinuare un dito sotto la mia maglietta. No. Era decisamente troppo.
-Jacob- ansimai con il fiato corto allontanando delicatamente la sua mano.
Ma subito riprese a baciarmi in maniera molto esplicita. Jacob era un amante perfetto, sapeva cosa fare e anche come farlo! dopo neanche un secondo tentò di intrufolare di nuovo la mano sotto la maglietta.
-allora lo fai apposta..- gli dissi tra un bacio e l’altro
-cosa faccio apposta?- mi rispose lui affannato
-stai cercando in tutti i modi di intrufolarti con la mano sotto la mia maglietta..-
- è forse un reato?-
- no ma non sono pronta per quello che vuoi tu..-
-andiamo.. lasciati andare Bella.- disse baciandomi intensamente
-no.. Jacob ti prego.. ti ho detto di no!-
Si fermò completamente visto che non aveva smesso un attimo di baciarmi il collo mentre parlavo.
Improvvisamente si staccò come scottato e si rimise a sedere.. leggevo rabbia nei suoi occhi e sapevo che da li a poco sarebbe esploso.
-forse non lo vuoi fare con me, ecco perché non sei pronta! Forse se lo avesse fatto qualcun altro non avesti fatto tanto la preziosa, ti avrebbe fatto piacere sentire le luride mani di una sanguisuga toccarti al posto mio!- aveva alzato leggermente la voce e il suo tono era glaciale
-Jacob aspetta cosa intendi dire..-
-che tu non lo hai mai dimenticato nemmeno per un secondo da quando stai con me, ecco cosa voglio dire! Che tu pensi ancora a lui! Pensi che non me ne sia accorto che quando provo a toccarti o a volere di più tu mi allontani? Pensi che non sappia che ancora gli scrivi? Che ti sento sussurrare il suo nome nel sonno? Non volevo essere amato con ogni fibra del tuo essere, almeno non per ora, ma un minimo di rispetto nei confronti di quello che provo per te potevi averlo! Non mi stupirei se ogni volta che ti bacio pensi a quando era lui a baciarti e a toccarti.. ops, scusa no! Lui non poteva toccarti, almeno non senza rischiare di ucciderti! E nonostante tutto tu lo vuoi ancora!- era come impazzito, sembrava una furia.
Dal canto mio non potevo certo negare che avesse ragione, non a me stessa almeno. Aveva centrato in pieno quello che provavo! Mi sarei mai tirata indietro se fosse stato Edward a toccarmi? A baciarmi in modo più esplicito? A voler fare l’amore con me? La risposta la sapevo, e a quanto pare la sapeva anche Jacob. No, non lo avrei mai fatto! Mi ero comportata uno schifo nei suoi confronti, non se lo meritava affatto. Lui era una persona eccezionale, capace di farmi sentire bene, protetta e al sicuro. E io come lo avevo ripagato? Mentendogli, ecco come! Meritava di meglio, meritava di più di una che si buttava in una storia solo per dimenticare l’uomo che amava. Si, l’uomo che amava e che tuttora amava alla follia! E Jacob lo sapeva, lo aveva sempre saputo! La verità mi piombò addosso e mi fece male, tanto male. Immediatamente sentii gli occhi pizzicarmi e le lacrime iniziarono a scendere senza controllo. Mi vergognavo anche a mostrarmi in quel modo davanti a lui, non si meritava di soffrire ulteriormente.
-scusa..- dissi semplicemente
-non mi servono le tue scuse! Voglio solo che tu sia sincera!-
Stavo per rispondergli e per raccontarli tutto quello che provavo, ma un rumore ci interruppe facendoci sobbalzare.
Sentimmo qualcuno avvicinarsi alla tenda..
-Jacob sono Sam.. esci ti devo parlare.- subito mi ricomposi non volevo che mi vedesse in quelle condizioni, avrebbe pensato chissà cosa..
-stai qui, torno subito..- mi disse Jacob senza neanche guardarmi
E così uscì dalla tenda e si inoltrò nella notte buia per raggiungere Sam. Li sentivo borbottare ma comunque non riuscivo a capire molto. Fino a che uno dei due alzò la voce e potei sentire con chiarezza a chi si stessero riferendo. Udii un solo nome, ma bastò a farmi vacillare .
-Alice! - mi precipitai subito fuori dalla tenda.
Alloooooraaaaaaaa!! Che ve ne pare? Visto che Bellina ha già cominciato a capire come comportarsi? Spero vi sia piaciuto e che decidiate di lasciarmi un commento.. anche negativo! Lo accetto comunque..
Vi ringrazio come al solito per aver letto il capitolo e ringrazio chi lascia i commenti ma anche i lettori silenziosi...♥
Contente di trovarmi di nuovo qua dopo così poco tempo?? Io spero di si.. e spero anche che non vi annoiate a leggere la mia storia.. ma dovevo una piccola promessa ad un amica e allora eccomi qua.. Romiiiiii spero ti piaccia! Anche se sono sicura che alla fine del capitolo mi odierai, come buona parte di tutte voi che leggete!! Ma non lo faccio apposta, è che mi escono proprio così i capitoli... bando alle ciance vi lascio alla lettura!! Ci vediamo sotto ♥
Capitolo 7
Per quanto potessi sentirmi elettrizzata all’idea di passare un’ intero pomeriggio in compagnia di Jacob, sentivo qualcosa dentro che non mi dava pace. Era come se sentissi di star tradendo qualcuno.. e questo qualcuno aveva anche un nome, cioè Edward. O più precisamente, sentivo di star tradendo il mio cuore e i sentimenti che ancora così forti mi legavano a lui. Sapevo di non dover considerare importante quest’uscita, infondo non era la prima volta che io e Jacob passavamo ore e ore insieme , ma avevo paura che lui la vivesse in maniera diversa da come la vivevo io.
Eppure all’epoca avevo deciso di confessare i sentimenti che mi legavano a Jacob. Soprattutto il primo che doveva venirlo a sapere era Edward, ma ad oggi ero pronta a giurare che nessun sentimento avrebbe mai eguagliato quello che provavo per quest’ultimo..
Cercai di non permettere a questi pensieri di innervosirmi maggiormente. Era solo un’uscita tra amici. Punto!
Avevo appena finito di ripulire la cucina e subito corsi di sopra per prepararmi. Mi diressi in bagno, mi feci una doccia e mi vestii in maniera molto semplice. Jeans, camicetta e scarpette da ginnastica. Raccolsi i capelli in una coda e presa la borsa mi diressi al piano di sotto ad aspettare Jacob.
Quando il giorno precedente avevo informato Charlie che sarei andata con il mio amico a Port Angeles si era subito mostrato molto felice. E oggi a pranzo guardava ogni secondo l’orologio per sapere a che ora sarebbe passato a prendermi. Erano le 3 del pomeriggio e i colpi alla porta d’ingresso mi comunicarono il suo arrivo..
-ei Bella!- disse appena gli fui di fronte - sei pronta?-
-si prontissima.- e insieme uscimmo di casa
Mi misi comoda sul sedile della sua macchina e aspettai che partisse..
-sai credevo di dover aspettare un’eternità.. voi donne ci mettete sempre un sacco di tempo a prepararvi quando dovete uscire – mi fece ridere quell’osservazione
-si hai ragione. Ma io non ci metto mai tanto tempo per prepararmi, sono fatta così. – dissi quasi in imbarazzo
-si, tu sei diversa dalle altre..- lo disse con tale intensità che dovetti abbassare la testa per nascondere l’imbarazzo.
Guidava tranquillante lungo le strade che ci portavano a Port Angeles. Niente a che vedere con la guida spericolata a cui ero stata abituata quando viaggiavo con Edward o con chiunque altro della famiglia Cullen. Mi venne quasi da sorridere a ripensare a quando in Italia Alice rubò quella macchina super veloce e correvamo spedite per le strade della Toscana.. sembra passato un secolo.
Durante il viaggio parlammo di tutto e di più, gli chiesi che cosa dovesse comprare e lui mi disse che stava aggiustando una moto ad un suo amico e gli servivano dei pezzi di ricambio che avevano solo in città. Arrivammo a destinazione che erano quasi le 4..
Jacob perse parecchio tempo in quel negozio e io gli stavo dietro. Lo sentivo parlare di cilindri, pistoni,freni, telaio... e mi divertivo a vederlo destreggiarsi con quei paroloni che per me non avevano nessun significato.
-mi dispiace che abbia dovuto aspettare così tanto.. ti sarai annoiata, pensavo che ci volesse di meno, scusa.- disse appena uscimmo dal locale
-ma no figurati, non mi sono affatto annoiata.. sei bravo, mi è piaciuto vedere come rispondevi ad ogni domanda del commesso, ti piace proprio fare il meccanico eh?-
-si, è una cosa che ho sempre voluto fare..- disse quasi in imbarazzo
-allora, ti va questo gelato??-
-certo! Siamo qui per questo..- risposi
-Si, ma prima vorrei portarti a vedere una cosa, se non ti dispiace..-
Lo guardai sorpresa, non era certo nei piani fare un’altra sosta.
-dove dobbiamo andare??- chiesi incuriosita
-in un posto che sono sicuro ti piacerà, è una sorpresa, quindi non riempirmi di domande..-
Ero affascinata dalla sua risposta. Aveva fatto aumentare la mia curiosità alle stelle.
-ok, sarò muta come un pesce.-
-no, dai qualcosa puoi dirla..- e gli scoppiai a ridere in faccia
Salimmo sull’auto e iniziammo a girare per le vie della città. Mi spiegò che per arrivare alla sorpresa dovevamo spostarci per forza in macchina perché si trovava quasi vicino al mare.. praticamente dall’altra parte della città.
-è un posto a cui sono molto affezionato- mi spiegò – purtroppo lo mettono in funzione solo nel periodo estivo e quando ero piccolo ci venivo sempre...-
Non sapevo cosa pensare.. vicino al mare c’era solo una cosa che riprendeva vita d’estate, me lo ricordavo bene perché anche io ci andavo quando ero bambina. Ma non poteva essere.. Jacob sapeva del mio stato d’animo e più di una volta parlando era uscito fuori che non avessi nessuna intenzione di dedicarmi a qualunque attività ludica, come uscire con gli amici,riprendere a frequentare ragazzi e quant’altro.. ma soprattutto ero stata chiara, niente Luna Park! E il fatto che gli avessi detto di aver intenzione di guardare avanti non significava riprendere a vivere così dall’oggi al domani.. Ricordo ancora quando un paio di settimane fa mio padre aveva intenzione di portarmici, ed ebbe la brillante idea di dirlo ad alta voce, diceva “Bella sarà fantastico vedrai, almeno ti riprenderai un po’..” in quell’occasione c’era anche Jacob e poté vedere personalmente la mia reazione.
Preferii aspettare prima di dirgli che avevo già intuito dove volesse portarmi. Magari mi sbagliavo, e avrei solamente rovinato il suo umore se gli avessi fatto capire che la sua sorpresa non saprebbe stata più un sorpresa.
Ma purtroppo non mi sbagliavo. Iniziò ad agitarsi sul sedile appena arrivammo nei pressi del parcheggio auto. Era come se avesse paura di una mia reazione..
-ok.. non arrabbiarti.. lo so come la pensi..-
-che hai intenzione di fare Jake? - mi stavo alterando, visto che sapeva come la pensavo non capivo perché mi ci avesse portato lo stesso.
-non voglio portarti tra le giostre a divertirti.. e non guardarmi così, come per dire “e allora che ci facciamo qui” perché voglio farti vedere una cosa e tu verrai con me..-
Era esattamente quello a cui pensavo..
-non ho nessuna intenzione di muovermi da qua dentro!- e istintivamente arpionai le mani al sedile..si lo sapevo, stavo facendo la bambina.
- non fare la bambina adesso!- ecco appunto, come volevasi dimostrare.
-non sto facendo la bambina! Semplicemente non voglio venirci..-
-così mi ferisci Bella! Ti fidi talmente poco di me da non credermi quando ti dico che ti piacerà, e che il posto dove voglio portarti non ha niente a che vedere con i giochi, le giostre spericolate, i tiri al bersaglio e lo zucchero filato?-
Adesso ero veramente in difficoltà.. mi fidavo di lui?? Ma si, certo! E allora perché non dovevo credergli. Male che vada potevo sempre tornarmene indietro.
Mi rassegnai e mollai la presa dal sedile, aprii di scatto la portiera della macchina e scesi giù.
Mi raggiunse subito e iniziò a condurmi all’ingresso del Luna Park. Pagò i biglietti per tutti e due, e si beccò un’occhiataccia dalla sottoscritta..
-non preoccuparti, tu pagherai il gelato..- mi disse trionfante
Dopo poco arrivammo al chioschetto dei gelati, c’era un po’ di fila e dovemmo aspettare il nostro turno. Il Luna Park non era affollatissimo, ma non era neanche deserto. Tra un po’ ci sarebbe stato il tramonto e poi via tutti a casa..
Mi potei guardare in giro e notai con gioia che non era cambiato quasi niente. Ricordavo indistintamente il suono di mille Carillon vibrare nell’aria, il profumo inconfondibile di mandorle tostate e caramellate, lo zucchero filato..in quel momento vidi un bambino mangiare il suo con difficoltà, e ricordavo quando da bambina capitava anche a me. Era difficile mangiarlo, non senza imbrattarsi tutte le mani di zucchero e sentirle appiccicose fino all’inverosimile, e mio padre che cercava di ripulirmi mani e viso. Mi scappò un sorriso nel ricordare la mia infanzia e a quanto mio padre si sforzasse di essere un papà modello.
-a cosa devo questo sorriso?- mi chiese defilato Jacob
-mmh niente, ricordavo che da bambina ci venivo spesso anche io. Era una delle cose che mi piaceva fare di più in compagnia di mio padre..-
-già, lo ricordo con gioia anche io..-
-prego signorina!- disse il gelataio con un vocione che mi fece quasi spaventare, non mi ero accorta che fosse arrivato il nostro turno.
-si.. si ecco un cono pistacchio e cioccolato, grazie.. e per lui..- mi interruppi non sapendo quali fossero i suoi gusti preferiti, stavo quasi per dire i suoi gusti preferiti.. lui amava la fragola accompagnata alla vaniglia.. aveva pochi ricordi di quando era umano ma diceva che quello lo ricordava bene perché era anche il sapore della mia pelle e allora ogni volta che gli ero accanto non poteva fare a meno di pensarci, così un giorno me lo disse e allora non lo dimenticai più.
-per me vaniglia e cioccolato grazie..- disse Jacob al posto mio
-ei Bella ci sei?? Tutto bene?-
-si.. si scusa è che mi sono resa conto di non averti nemmeno chiesto quali fossero i tuoi gusti preferiti..-
-non preoccuparti.. e così abbiamo la stessa passione per il cioccolato, ma non sapevo ti piacesse il pistacchio!-
-si, e accompagnato al cioccolato è ancora più buono!- dissi con più naturalezza possibile senza fargli scorgere nessun turbamento.
Come d’accordo pagai io e piano ci allontanammo verso le giostre..
-vieni, è di qua..- e mi condusse nella zona laterale del parco dove faceva bella mostra di se un enorme ruota panoramica...
-è questa la sorpresa?- dissi mentre si avvicinava al banco per prenotare un giro
-si! E non immagini che spettacolo sarà vedere la costa tutta illuminata dalla luce del tramonto, è bellissimo ti piacerà!-
Non sapevo se dirgli o meno della mia piccola avversione all’altezza.. ma sapevo che con Jacob non correvo alcun rischio, e poi non volevo rovinargli la festa. Mi ritrovai ad annuire al suo invito, e lo raggiunsi. Era più raggiante di un bambino che vince un peluche gigante al tiro al bersaglio.
Mi prese la mano e piano mi condusse nella cabina. Il ragazzo addetto alla manutenzione chiuse per bene la porta e in meno di un minuto mi ritrovai sola con Jacob, in uno spazio chiuso e per di più lontano da occhi indiscreti..
Per un attimo potei notare come apparisse quella situazione vista dall’esterno.. e speravo tanto che Jacob non avesse fatto lo stesso ragionamento!
Dopo poco venne avviato il motore e la ruota partì..
Io mi sedetti su una delle panchine e continuai imperterrita a mangiare il mio gelato. Non volevo pensare alla situazione in cui mi ero cacciata. Jacob dal canto suo era più che rilassato e attendeva con ansia che prendessimo quota..
-Bella vieni a vedere.. è uno spettacolo!-
Mi alzai di malavoglia, non volevo lasciare il mio arpiglio sicuro. E di fatti come mi alzai venni quasi scaraventata a terra dalle oscillazioni della cabina.
-attenta, che fai? Così rischi di farti male..- e allora venne in mio aiuto
Mi accompagnò piano al vetro della cabina e mi trovai davanti uno spettacolo unico.. senza eguali!
Il sole stava per tramontare e faceva capolino in mezzo alle nuvole che gli stavano davanti e che venivano illuminate a loro volta dai raggi arancioni.. i gabbiani volavano sul mare, illuminato anch’esso dalla luce del tramonto..
Mi si fermò il cuore. Era un’immagine bellissima che pensavo di non poter mai vedere vicino la piovosa Fork, sicuramente era tutto attribuibile all’inspiegabile flusso di aria calda che ci investì durante quella settimana e che aveva contribuito a spazzare via anche l’ultimo banco di nuvole cariche di pioggia.
-Jacob è.. è semplicemente bellissimo!-
-lo sapevo che ti sarebbe piaciuto. Quando ero piccolo non volevo scendere mai da quassù, mi perdevo ad ammirare questo spettacolo per minuti interi e quando una corsa finiva subito ne ricompravo un’altra.- disse emozionato
-e adesso com’è? è cambiato a distanza di anni?- chiesi nel tentativo di prenderlo in giro
Mi prese per un braccio e mi fece girare
-veramente.. adesso è ancora più bello! Perché i miei occhi non arrivino subito alla luce del tramonto, si fermano prima.. ad osservare la creatura più bella di questo mondo..- e piano mi accarezzò una guancia
Caspitaaaaa!! E quella cos’era?? Una dichiarazione d’amore in piena regola? O era l’altezza che non gli faceva arrivare l’ossigeno al cervello e di conseguenza sparava cavolate? Optai per la prima ipotesi certa che ad un licantropo l’altezza non avrebbe procurato nessun sintomo strano..
Arrossii di botto non sapendo cosa dire e ritrovando il suo viso a pochi centimetri dal mio..
-Jake..- sussurrai a malapena. Ma era come se le mie forze fossero state annientate. Piano piano lo vidi avvicinarsi sempre di più, mettendo quasi fine alla distanza che ricopriva le nostre bocche.
Invocai un aiuto divino affinché mi venisse in soccorso, ma ero sicura di quello che sarebbe successo di li a poco.. ormai mi teneva ferma per le braccia con entrambe le mani e sentivo il suo calore vicinissimo sfiorami il petto.
All’improvviso una scossa alla cabina ci fece sobbalzare. Mi ritrovai ansimante alla ricerca di equilibrio che per fortuna non tardò ad arrivare proprio da una mano cocente che mi afferrò prima che potessi cadere a terra.
-stai bene?- mi chiese tutto preoccupato
-si, sto bene. Ma cos’è successo?-
-forse un blocco improvviso del motore, ma visto che la ruota non si è fermata sarà stato sicuramente una sciocchezza..-
-bene.. menomale, pensavo che la cabina stesse per staccarsi. Già mi vedevo schiacciata al suolo..- dissi con una risata isterica
-ah Bella.. credi davvero che lo avrei permesso?-
-mmh no! Ma il mio punteggio sul tabellone della sfortuna è aumentato sicuramente!-
Mi guardò e scoppiò a ridermi in faccia, e allora anche io mi unii a lui.
-mi dispiace per il gelato.. ti è caduto a terra..- abbassai il viso e notai il mio gelato tutto impiastricciato al suolo
-non preoccuparti.. non ne avevo più voglia.-
-senti.. quello che è successo prima..-
Lo interruppi prima che potesse aggiungere altro
-no Jake! Sta tranquillo, non è stato niente.-
-ho capito..- disse mestamente e si girò di spalle, ma potei giurare di aver sentito uscire dalla sua bocca un frase tipo “solo per te non è stato niente”
A quel punto eravamo arrivati al capolinea. La ruota aveva quasi compiuto il giro completo. Lo sentii sospirare
-ahhh come mi mancherà questo paradiso!-
-si anche a me.. ma ricordati, la prossima volta che decidi di farmi vedere il paradiso cerca di farlo con i piedi ben piantati per terra. Soffro di vertigini!-
***********
-grazie per la bellissima giornata..- dissi appena fummo giunti di fronte casa mia, vidi la macchina di mio padre parcheggiata al solito posto e visto l’orario non mi stupivo che mi stesse aspettando per la cena.
-figurati, è stato un piacere!-
-allora ci vediamo in questi giorni ok?-
-si va bene..-
Mi avvicinai a scoccargli un bacio sulla guancia ma improvvisamente mi ritrovai a baciare le labbra ardenti di Jacob. Si era girato nel momento esatto in cui mi ero avvicinata e adesso mi teneva il viso saldamente ancorato al suo.
Ero arrabbiata e cercavo di allontanarmi, ma più cercavo di farlo più lui aumentava la stretta.
Inaspettatamente mi ritrovai a ricambiare il bacio. Non fu urgente come l’ultimo che ci scambiammo.. ma era speciale lo stesso. Sapeva di casa e di sicurezza. Ero totalmente incapace di decifrare quello che mi stava succedendo.. ero partita con l’idea che stessi tradendo i sentimenti che mi legavano a lui, e adesso mi ritrovavo a baciare un altro uomo. Non sapevo se sentirmi in colpa o no, se sentirmi incoerente o no. Ma non volevo rinunciare ad un momento che mi rendeva felice. Non dopo che la mia nuova filosofia di vita portava il titolo di “vivi il presente”. Decisi di pormi quelle domande in un secondo tempo. Per il momento l’unico problema me lo ponevo nei confronti di Charlie. Non volevo che mio padre aprisse la porta e mi scoprisse a sbaciucchiarmi con Jacob di fronte casa sua.. e allora cercai di interrompere il bacio.
Lui mi lasciò andare ma non smise di tenermi il viso tra le mani.
-grazie..- disse solamente
-e di cosa?- chiesi al massimo dell’imbarazzo con le guance arrossate
-per avermi fatto vedere il paradiso mantenendo i piedi ben piantati per terra!-
Al quel punto sentii solo un rumore sordo.. era il mio cuore. Aveva ricominciato a battere!
METTETE GIU’ IL FORCONEEEE!! Mi ritiro in un angolino in attesa del vostro giudizio.. siate buone mi raccomando!!! Ringrazio sempre chi legge e recensisce e chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e quelle da ricordare..
Alla prossima ragazze!! ♥
Bene ragazze eccomi qui, spero che il capitolo vi piaccia, soprattutto perché Bella prenderà un’importante decisione.. la decisione che tutti stavate aspettando!! Fatemi sapere cosa ne pensate mi raccomando!
Capitolo 9
Alice! mi precipitai subito fuori dalla tenda..
-Jacob devi dirglielo!- continuava a dire Sam
-a che scopo? Tanto se ne è andata!-
-ma non è giusto, lei deve sapere che..-
-COSA DOVREI SAPERE IO?- chiesi agitata, speravo tanto che non mi dicessero quello che sospettavo. Si girarono entrambi nella mia direzione quasi spaventati.
-Jacob..- lo incitò Sam
-non c’è niente da dire! Chiuso il discorso- disse voltandogli le spalle per tornare alla tenda. Ma io lo inseguii.
-dove credi di andare? Tu pretendi da me la verità e poi il primo a non dirmela sei tu! Guardami in faccia quando ti parlo Jake!- gli urlai contro
Si girò con uno sguardo arrabbiato ma allo stesso tempo arrendevole. Sapeva che avrebbe dovuto raccontarmi tutto!
-allora? Perché parlavate di Alice?- dissi avvicinandomi sempre di più
-cosa vuoi sapere Bella? Se insieme a lei è tornato anche quel verme senza spina dorsale? Eh? Ammettilo che è questo che ti interessa..- disse sprezzante
Mi avvicinai per dargli uno schiaffo. Era il momento di finirla con i giochetti, dovevo sapere la verità e lui me l’avrebbe detta subito. Ma non feci neanche in tempo a completare la mossa che mi arpionò il braccio bloccandomi .
Era tornata! Alice era tornata.. e più ci pensavo e più prendevo consapevolezza del fatto che fosse veramente qui, che fosse tornata a Forks.
-Jacob ti prego.. ho il diritto di sapere.- dissi in tono pacato
Mi fissò per qualche istante e poi parlò
-si, è tornata.. l’ho incontrata esattamene prima di venire da te, per questo ho fatto tardi.- disse abbassando il viso
-dove? Dove l’hai incontrata?-
-al confine naturalmente..-
-e cosa voleva?-
-questo non so dirtelo..- mentiva
-Jacob lo so che lo sai, altrimenti perché sarebbe venuta? Avanti dimmelo.-
-non lo so Bella.. voleva sapere come stavi. Mi ha chiesto soprattutto di te-
Non potevo credere che ancora a qualcuno della famiglia Cullen importasse di me!
La cosa mi rendeva felice? Assolutamente si. E sapere che Alice fosse tornata a cercarmi mi riempiva il cuore di gioia. Alice, la mia dolce Alice, quel folletto ficcanaso a cui volevo un bene dell’anima era tornato.
-e tu cosa gli hai detto?- chiesi subito
-niente, che stavi bene e che..- ma si fermò senza continuare, lasciando la frase in sospeso. E che? O mio dio non poteva avergli detto che adesso io e lui..
-Jacob, non le avrai detto di noi due, vero?-
-e sentiamo di grazia, cosa avrei dovuto dirle? Mi ha chiesto la verità e io gliel’ho detta. Sospettava qualcosa, mi ha confessato che non riusciva più a vederti nelle sue visioni, e allora a voluto semplicemente una conferma. Cosa avrei dovuto fare? Mentirle? Io ti amo Bella, e non mi vergogno di confessare quello che mi lega a te.. e poi..-
-e poi? avanti Jacob parla!- dissi impaziente di sapere la verità
-e poi le ho detto che avrebbe dovuto lasciarti in pace che ormai avevi dimenticato del tutto Edward e il resto della famiglia Cullen e che poteva tornarsene da dove era venuta..- sbiancai di colpo.. non poteva avergli detto veramente quelle cose.. sentii la rabbia crescere dentro.
-come hai potuto??? Lo sai che non è vero! Ma non te n’è fregato niente..- dissi mentre altre lacrime scendevano sul mio volto. Non ci voleva.. chissà cosa avrà pensato Alice. Decisi di non perdere ulteriore tempo a domandarmelo e mi diressi subito verso la macchina di Jacob.
-dove vai?- mi chiese venendomi dietro
-secondo te? Mi hai tenuta nascosta una cosa importante Jacob, vado a cercare di rimediare il disastro che hai combinato! Vado da Alice!-
-ah, e così per te sarei un disastro? Grazie tante Bella, grazie per avermi fatto capire quanto ci tieni a me e alla nostra storia..- sentii come una morsa allo stomaco quando pronunciò quelle parole..
-ne riparleremo te lo prometto, ma adesso devo andare. Prendo la tua macchina, tanto per te non è un problema trovare un altro mezzo di trasporto.-
Non ascoltai nemmeno se volesse dirmi dell’altro che subito mi richiusi lo sportello e partii a grande velocità.
Percorrevo le strade di Fork come non avevo mai fatto in vita mia, ma in quel momento rispettare il limite di velocità non era tra le mie priorità. Dovevo arrivare in tempo da Alice prima che sparisse di nuovo.
Appena imboccai la stradina che conduceva alla grande villa il mio cuore prese a battere all’impazzata. Cosa le avrei detto? Cosa pensava adesso di me? Come avrei potuto rimediare? Ma quando girai l’ultima curva mi sentii subito prendere dallo sconforto. La casa era buia e sembrava disabitata. Scesi velocemente e iniziai a chiamare a gran voce il suo nome.
-Alice!!!!! Alice ti prego esci fuori!!!!- ma niente
Mi avvicinai alla casa, tutto sembrava esattamente uguale all’ultima volta che l’avevo vista. Tutto tranne.. “aspetta un attimo”, dissi tra me e me, l’ultima volta il catenaccio era chiuso adesso invece era aperto..
Abbassai con foga la maniglia e la porta si spalancò sotto la mia spinta. Vuota, la casa dei Cullen era completamente vuota e deserta.
-Alice!- chiamai e il rimbombo che ci fu mi fece tremare.
All’improvviso venni catapultata in un vortice di ricordi.. c’era la famiglia Cullen al completo in salotto che mi aspettava, Carlisle era intento a leggere un libro, Esme metteva a posto dei fiori, mi regalò un bellissimo sorriso appena incontrò il mio sguardo.. Emmett e Rosalie bellissimi si coccolavano a vicenda scambiandosi carezze delicate sul divano del salotto, Alice e Jasper erano persi l’uno nello sguardo dell’altra intenti a giocare una partita di scacchi. Mancava solo lui, il mio amore, il mio angelo. Subito lo cercai con gli occhi per tutta la sala, ma non riuscii a trovarlo..quando all’improvviso apparve sulle scale del piano superiore il mio cuore perse un battito. Iniziò a scendere con quell’innata eleganza che solo lui possedeva. Era bellissimo, sembrava un principe..il suo sguardo ebbe il potere di infuocarmi e il sorriso che mi regalò mi fece tremare le gambe. Vieni, vieni da me.. mi ripetevo, ma non appena mi fu accanto mi superò di lato senza neanche sfiorarmi andando via da me. L’illusione sbiadì come tutto il resto e mi ritrovai a fissare quel luogo vuoto, che senza la bellezza e il calore dei suoi abitanti, era soltanto un involucro inutile.
Con il volto bagnato dalle lacrime e il cuore pieno di rimpianti mi richiusi la porta alle spalle e me ne andai. Quella casa che mi aveva regalato tanto, e che conservava dei ricordi bellissimi, aveva avuto il potere di farmi aprire gli occhi e di farmi capire cosa volevo veramente dalla vita. Adesso lo sapevo o forse lo avevo sempre saputo, ma ora non avevo nessun dubbio. La mia vita poteva definirsi completa e piena solo se al mio fianco ci fosse stato Edward! Dovevo riprendermelo, dovevo lottare per riaverlo. Dovevo spiegargli che quello che probabilmente avrebbe letto nella mente di Alice era solo una bugia.. non lo avevo mai dimenticato e cosa più importante non avevo mai smesso di amarlo! Speravo solo che non fosse troppo tardi e che non lo avessi perso per sempre..
*************
-Bella? Ho sentito dei rumori stanotte, che hai fatto? non hai chiuso occhio di la verità?-
Neanche con il buongiorno si salutava più! Ero appena entrata in cucina e papà stava consumando la sua colazione.. Si comunque era vero non avevo chiuso occhio quella notte e Charlie evidentemente se ne era accorto..
Dopo essere tornata dalla mia visita a casa Cullen ero andata dritta in camera mia e mi ero buttata sul letto, non mi ero mossa da li per tutta la notte, non avevo trovato di meglio da fare che prendere una marea di libri e portarli sul letto, solo per impedire ai pensieri di farmi scoppiare il cervello.. tentativo inutile, visto che alla fine avevo fatto solo caos nella stanza a senza riuscire a distrarmi perché il tempo per pensare ce l’avevo avuto comunque! E poi diciamo anche che il motivo principale per il quale non chiusi occhio era che speravo in una visita da parte di Alice... mi illudevo che avesse preso lo stesso vizio del fratello e mi venisse a trovare, ma niente. Nessuno entrò nella mia stanza quella notte. E così ebbi il tempo di perdermi nei pensieri più strani.. cosa dovevo fare? Come dovevo comportarmi nei confronti di Jacob? Dovevo confessargli quello che era successo, cioè che desideravo Edward al mio fianco? Che avessi intenzione di andarlo a cercare? Si ma da dove cominciare? Come ritrovare qualcuno che molto probabilmente non voleva essere trovato? Come rintracciarlo e dirgli quello che ancora sentivo per lui? Sarebbe stato così facile? Potevo presentarmi da lui e dirgli “ciao Edward, ti chiedo scusa per come mi sono comportata ma ho capito di volere te e ti amo?”. E se a quel punto non mi avesse voluto più? O magari si era già ricostruito una vita, con un’altra persona al suo fianco.. pensarlo insieme ad un’altra mi faceva salire il sangue al cervello. Pensare che qualcun’altra avrebbe potuto toccargli i capelli e sentirne la morbidezza, ascoltare la sua voce dolce e vellutata, perdersi in quei due pozzi color ambra, sentire il suo profumo, assaporare le sue labbra, toccarlo e abbracciarlo, sentirsi mancare il respiro per quel suo sorriso mozzafiato, ridere delle sue battute, sciogliersi per una sua frase troppo romantica che sa di antico e di duraturo, sentirsi orgogliose delle sue lusinghe e delle sue attenzioni, arrabbiarsi con lui per la sua tremenda gelosia e sentirsi vive ogni volta che ti fa capire che non esiste gioiello più bello di te sulla faccia della terra! Ecco solo a pensarci i brividi invasero tutto il mio corpo. Come una scarica elettrica li sentivo attraversarmi tutta la spina dorsale e scendere fino ai piedi.
-ma che cos’hai Bella?- Charlie evidentemente si era accorto che qualcosa mi turbava.
-niente, sta tranquillo papà..- preferii stare zitta e non rivelargli niente
-Bella. Quante volte devo dirtelo che tenersi tutto dentro non fa mai bene?avanti parla, c’è qualcosa che non va tra te e Jacob? E a proposito, cosa ci fa la sua macchina parcheggiata di fronte casa nostra?- odiavo tutte quelle allusioni!
-uff.. si papà centra lui ma non mi va di parlarne!- dissi in tono alto, e subito me ne pentii. In fondo lui cercava solo di aiutarmi, voleva che mi confidassi con qualcuno e sapeva che oltre a lui non potevo contare su nessuno.
-va bene Bella, scusa se te l’ho domandato- disse triste. No, adesso si che mi sentivo in colpa.
-no papà ti chiedo scusa io, non avrei dovuto alzare la voce con te. È che.. ecco non so come dirtelo, ma.. mi sono rimessa nei casini.- sputai sentendomi una stupida
-cioè? Non sarà successo qualcosa di irreparabile?- disse agitato e lo vidi accompagnare la frase con il gesto della mano diretto verso la mia pancia. Oddio, pensava che..
-no! No , papà non è successo niente sta tranquillo- ma perché ogni volta doveva pensare a quello.. sembrava che se avessi un ragazzo avrei dovuto farci sesso per forza! E per quanto potesse avvilirmi essere ancora vergine a 18, quasi 19 anni, era una cosa che proprio non consideravo.. ma se al tuo fianco avessi avuto la persona giusta, ti saresti fatta tutti questi problemi?bentornata vocina interiore!!! E comunque era inutile nasconderlo.. no, decisamente non mi sarei fatta tanti problemi. Lo sentii sospirare di sollievo.
-e allora cos’è successo? Bella a me puoi dirlo.. hai detto che c’entra Jacob, perché?-
-be abbiamo litigato. Ieri sera siamo usciti insieme e io mi sono arrabbiata con lui perché non mi ha detto la verità su una cosa molto importante per me. Volevo stare sola e ho preso la sua macchina per tornare a casa. E poi..- optai di rivelargli mezza verità non volevo rendere partecipe Charlie del ritorno di Alice, per quello che sapevo io era molto arrabbiato con la famiglia Cullen e Alice pur essendo la sua preferita forse per le ultime cose successe aveva perso questo primato. E poi, per quanto volesse bene a Jacob, ero sicura che non gli avrebbe fatto piacere sapere che avevamo litigato proprio perché io non volevo farci sesso.
-e poi? Su continua..-
-e poi, ho capito una cosa papà. Ho capito che Jacob non è la persona giusta per me, e mi dispiace ferirti lo so quanto ci tieni a lui, ma non sento quel trasporto che invece dovrei sentire.- dissi con il volto il fiamme. Rimase in silenzio per un intero minuto, immaginavo le rotelline del suo cervello azionarsi e cercare di capire.
-ma Bella cosa stai dicendo? Ti dispiace di ferirmi? Ma tesoro quando penserai un pò di più a te stessa? Io lo adoro Jacob, ma non è con me che deve stare. E se tu non lo ami, non devi certo venire a giustificarti con me. -
Quanto mi sentii sollevata di sentire quelle parole uscire dalla sua bocca??? Tanto, tantissimo.. temevo che potesse giudicarmi male, e invece mi capiva.
-grazie papà- dissi abbracciandolo
-senti, ma lui come l’ha presa? Ci è rimasto tanto male?-
-o bè, a dire la verità non gliel’ho ancora detto.. abbiamo litigato e sinceramente ero troppo arrabbiata con lui per fermarmi a ragionare e parlarne. E poi stanotte ho riflettuto molto e ho capito quello che voglio veramente.. io gli voglio un bene dell’anima papà, dio solo sa quante parole di gratitudine ho nei suoi confronti, ma ho capito che non è la persona adatta a me. –
- e sentiamo chi sarebbe la persona adatta a te?- chiese assottigliando lo sguardo.
-ma..c-cosa centra questo papà. – non volevo rispondere alla sua domanda
-centra se la persona che vedi al tuo fianco ha il nome che inizia con Edward e finisce con Cullen.. di la verità, ancora non lo hai dimenticato eh?- disse con un tono mezzo arrabbiato e per una attimo mi sentii vacillare a quella domanda. Cosa avrei dovuto dirgli? Come l’avrebbe presa se avesse saputo che ancora l’amavo?
-è così evidente la cosa?- chiesi in imbarazzo
-si, è così evidente la cosa. Ma sai che ti dico? Se lo porti ancora così tanto nel cuore vuol dire che ci tieni davvero molto, e se neanche una persona splendida come Jacob ti ha fatto cambiare idea, allora non ci riuscirà nessuno. Solo tu saprai decidere qual è la persona giusta per te e se per il momento Edward Cullen- disse il suo nome con visibile difficoltà- è ancora nei tuoi pensieri penso ci rimarrà per molto tempo, vero?-
annuii -vero..-
-Bella, non nego che saperti ancora legata ad una persona che ti ha fatto soffrire non mi renda felice, sai cosa penso di lui.. ma solo tu sai qual è la cosa giusta per te.. tuttavia sai benissimo che la cosa giusta da fare in questo momento è dirlo a Jacob.-
-si papà hai ragione. Oggi gli parlerò e gli dirò tutto!- infatti avevo intenzione di chiamarlo tra un po’ .
Annuì e si allontanò dalla cucina, prese il cinturone con la pistola d’ordinanza e poi mi salutò con un abbraccio.
-ci vediamo dopo..ok?-
-si papà, e..grazie.-
-non dirlo nemmeno per sogno, sennò cosa ci starei a fare io qui?-
-già hai ragione.- dissi con un sorriso. Mi voltò le spalla e si diresse verso l’ingresso di casa, ma si bloccò subito come se si fosse dimenticato di dirmi qualcosa d’importante.
-ahh! Bella? Quando torno stasera dobbiamo parlare del College.. ti ho lasciato parecchio tempo per decidere, ma penso che adesso sia proprio arrivato il momento giusto di parlarne.- ecco lo sapevo che prima o poi avremmo dovuto affrontare l’argomento..
-ok papà, ne riparliamo stasera..- annuì e si richiuse la porta alle spalle.
***********
Stupida, stupida, stupida.. mi ripetevo senza sosta!! Ma possibile che dovessi piangere sempre come una bambina di 5 anni ogni volta che ripensavo a lui o ogni volta che vedevo una sua foto? Dopo aver salutato papà salii in camera mia e cominciai a rassettare la stanza, era tutto in disordine visto il casino che avevo lasciato quella notte... Stavo risistemando i libri quando per sbaglio urtai una foto di Edward che avevo sfilato dal portafotografie e avevo nascosto dietro la fila di tomi del liceo, solo per non trovarmelo sempre di fronte. Ed ora ero persa a contemplare quella foto da almeno mezzora con il viso rigato di lacrime! Ero irrecuperabile.. com’era bello il mio angelo! E quanto mi mancava sentirlo al mio fianco. Fui riportata alla realtà dal campanello di casa. Scesi subito ad aprire e dopo aver guardato nell’occhiello della porta, improvvisamente sentii le gambe tremare e il cuore battere all’impazzata. Mi riasciugai per bene il viso bagnato e velocemente mi ricomposi. “forza e coraggio Bella” dissi tra me e me, “questo momento doveva arrivare prima o poi..”
-Jacob..- dissi appena me lo trovai di fronte
-Bella..- mi salutò entrando in casa
-stavo per chiamarti.. emhh…la tua macchina è parcheggiata fuori, come vedi è sana e salva.- dissi al massimo dell’imbarazzo.
-si l’ho vista. Ma non sono venuto qui per la macchina, almeno non solo per quella!-
-ti va di bere qualcosa prima?- ma perché cercavo di sviare il discorso?
-non sono venuto per fare comunella, e non cercare di sviare il discorso..- appunto!
-va bene, come vuoi.. dobbiamo parlare!-
-sono venuto apposta per questo. Allora? L’hai trovata?- non c’era bisogno che chiedessi a chi si stesse riferendo..
-no. Era già andata via quando sono arrivata alla villa, o almeno non si è fatta vedere. Per quello che ne so è più probabile che non volesse parlarmi ed è rimasta nascosta.-
-già è probabile. Senti Bella, io..sono venuto per chiederti scusa.- “il minimo che puoi fare è questo” pensai, ma subito me ne pentii. Non era solo lui a dover chiedere scusa quel giorno..
Mi spostai dall’ingresso e salii le scale per raggiungere la mia camera.
-anche io Jacob!- dissi sedendomi sul letto
-ok.. allora comincio io. Bella io ti chiedo scusa per come mi sono comportato ieri sera, soprattutto per la faccenda di Alice. Non avevo il diritto di scegliere anche per te. Ma in quel momento mi sono sentito minacciato dalla sua presenza, pensavo che insieme a lei fosse tornato anche Edward, e ho avuto paura di perderti.
Anche se il tuo sguardo mi fa capire che forse non devo avere paura in un suo ritorno per perderti.. non è cosi?-
Presi un respiro profondo prima di cominciare a parlare
-vedi Jacob.. è complicato. Mi sono sentita ferita da quello che hai fatto ieri sera, non mi hai detto di Alice e sai quanto il suo ritorno fosse importante per me. Ma non è per questo che le cose tra noi non vanno bene. A questo punto ti devo chiedere scusa anche io. Mi sono accorta di essermi buttata in questa storia solo per dimenticare Edward, e per quanto tu mi abbia reso felice io non sono riuscita a dimenticarlo. Ieri sera ti sei arrabbiato perché non ho voluto, come dire, “approfondire” di più il nostro rapporto, e come ieri sera anche le altre sere. E hai avuto ragione.. hai avuto ragione su tutto quello che mi hai detto e sulle colpe che mi hai attribuito. Mi sento uno schifo ad averti trattato così, come se ti avessi preso in giro, ma tu mi facevi stare bene. Con te la disperazione che provavo per averlo perso era più facile da gestire. E ho lasciato che tu ti innamorassi di me ancora di più, senza neanche pensare che infondo per te avrei provato solo amicizia, certo non un amicizia normale, perché tra noi c’era dell’attrazione, ma pur sempre amicizia. Niente di più.- avevo il fiato corto e la salivazione a zero. Non sapevo neanche come fossi riuscita a finire tutto il discorso senza svenire per l’agitazione. Chissà come avrebbe reagito di fronte a questa mia confessione. Alzai lo sguardo e mi maledii doppiamente. Mi maledii per la mia sbadataggine e per quello che gli stavo facendo passare. Jacob era intento ad osservare la foto di Edward che poco prima tenevo in mano. La fissava senza dire niente, anche se a quel punto avrebbe potuto urlarmi in faccia tutto il suo disprezzo, ma non lo fece. Si limitò a distogliere lo sguardo e a puntare i suoi occhi nei miei regalandomi un sorriso. Cosa avevo fatto nella vita per meritarmi una persona così straordinaria come amico??? Jacob era senza dubbio una delle persone più buone e altruiste di questo mondo. Lui era.. lui era unico. E non meritavo di averlo a fianco. Sapeva affrontare le situazioni nella maniera più obbiettiva possibile e non era difficile immaginare cosa mi avrebbe detto di li a poco.
-ti ho perso..- disse scrollando le spalle, e il mio cuore ebbe una fitta.
-no, Jacob..tu non mi hai perso! Io sono qui, ti voglio un mondo di bene..e, e tu non mi hai perso.- mi scoprii singhiozzante con il volto pieno di lacrime. Mi sentivo così in colpa nei suoi confronti!
-shh Bella, shh calmati.- mi venne a fianco e si sedette sul letto insieme a me cingendomi le spalle con il suo braccio. Abbassò lo sguardo prima di parlare..
-hai ragione.. io non ti ho perso, perché fondamentalmente non ti ho mai avuta. Il tuo cuore è sempre stato legato a quello di un altro. Stavi con me con la mente, con il fisico, ma non con il cuore. Ho pensato di riuscire a fartelo dimenticare, a farti guardare avanti, a renderti felice. Ma adesso e seppur con riluttanza- a quel punto alzò il viso e iniziò a fissarmi- ho capito che è lui la tua felicità. Lui è pur sempre il mio nemico Bella, ma tu sai cos’è giusto per la tua vita.. lo sapevo che saremmo arrivati a questo punto prima o poi, e sono felice che sia successo adesso, se avessimo continuato a stare insieme ci saremmo fatti solo del male. Diciamo semplicemente che HO perso e che, per questa volta.. ha vinto lui..- disse rassegnato. Subito gli presi il volto tra le mani. Tremavano come una foglia.
-no Jacob, non si tratta di chi ha vinto e di chi ha perso.. qui si tratta di cosa è giusto e di cosa è sbagliato. È sbagliato stare insieme, se ha legarci è la voglia di non cadere giù e di non sprofondare nel buio, se è la voglia di aggrapparci ad una persona solo perché ti fa sentire di meno il dolore.. tu sei il mio salvagente personale Jacob, ormai ho perso il conto di quante volte mi hai salvata, di quante volte con un tuo sorriso mi hai fatto capire che a tutto c’è un rimedio, che tutto si può aggiustare, e che si può essere felici se solo la si insegue questa felicità. Io ho provato ad inseguirla insieme a te ma.. m-ma ho capito che ti stavo facendo solo del male. Non è per te, non sei tu ad essere il problema. Qui il problema sono io.. non andrò mai bene, non funzionerò mai bene. E mi dispiace Jacob, mi dispiace tantissimo se in questo momento ti sto facendo soffrire, non te lo meriti, tu hai solo cercato di farmi guarire, e non smetterò mai di dirti grazie! Ma sono sicura che neanche tu avresti voluto stare insieme a me se avessi saputo tutte queste cose. Ed è giusto che io mi prenda le mie responsabilità, è giusto che sia io a dirti che non può funzionare tra noi, non se in mezzo a noi c’è il fantasma di Edward. Lo so che lo odi, lo so che non puoi sopportarlo dopo quello che mi ha fatto, perché prima di essere innamorato di me tu sei il mio migliore amico! Tu mi conosci alla perfezione, tu sai tutto di me! E cerchi di proteggermi sempre, ma non farlo adesso.. non farlo perché adesso quello che voglio è ritrovarlo – pronunciai quelle parole con cautela, avevo paura di una sua reazione – di confessargli perché l’ho allontanato, di dirgli perché ho avuto paura, di dirgli soprattutto che io..che io- non ero sicura di poter confessare quelle parole di fronte a lui, era giusto ammettere i sentimenti che mi legavano ad un altro come se gli stessi parlando di cosa avessi mangiato a colazione? Di farlo soffrire maggiormente?
-che tu... lo ami!- disse lui al posto mio
A quel punto le lacrime che non avevano smesso una attimo di rigarmi il viso durante tutto il mio discorso, si intensificarono e la vista mi divenne appannata. Vedevo la sagoma di Jacob avvicinarsi e abbracciarmi e sussurrarmi che non dovevo preoccuparmi, che si sarebbe aggiustato tutto, che fra me e lui non sarebbe cambiato niente, che mi voleva bene e che accettava la mia scelta, che mi sarebbe stato sempre a fianco e che mi avrebbe aiutata a cercare Edward! “aspetta un attimo” pensai, come sarebbe a dire che mi avrebbe aiutato a cercare Edward???
Lo guardai sbigottita! No, non gli averi permesso di infierire ancora di più su se stesso. Per quanto fosse altruista, sapevo che dentro stava soffrendo per avermi persa! No! Non glielo avrei permesso!
-no Jacob! Non posso chiederti anche questo! Non posso permettere che tu mi aiuti a cercare Edward, non posso..non posso.- ma mi zittì subito, mettendomi una mano sulla bocca.
-shh Bella! Lascia che sia io a decidere cosa devo o non devo fare!-
- Jacob,ma tu..tu mi ami. Come puoi sopportare di starmi a fianco e aiutarmi a cercare Edward?-
-Bella, non nego assolutamente il fatto che ti ami. Ma ti ho sempre detto che ti voglio bene! Che ti starò sempre vicino! Che ti aiuterò ad affrontare ogni problema che la vita ti porrà davanti! Sono o non sono il tuo migliore amico? E allora lasciami svolgere questo incarico al meglio! Ti ho perso come compagna, ma non come amica!!! Per fortuna siamo tanto intelligenti da mettere da parte i problemi amorosi che ci legano, anzi che ci legavano, e d’ora in avanti non voglio essere più Jacob che è innamorato di Bella. D’ora in avanti voglio essere Jacob il migliore amico di Bella!! Ok ?- disse con un sorriso..
Ma da dove lo prendeva tutto quell’ottimismo? Da dove trovava la forza per dirmi quelle cose? Non ne avevo idea, ma sperai vivamente che me ne infondesse un po’! Lo abbracciai stretto stretto come non avevo mai fatto prima, così forte da farmi male alle mani, ripetendogli all’orecchio e all’infinito quanto gli volessi bene!
-allora? Da dove iniziamo???- lo guardai scioccata, quindi era davvero deciso ad aiutarmi.
-dici davvero?- gli chiesi di nuovo nella speranza che cambiasse idea
-ancora? Bella ti ho detto di si. Voglio aiutarti e non mi farai cambiare idea! Io sono felice se lo sei anche tu! E se il succhia.. e se Edward è la tua felicità, ti aiuterò a trovarlo. E se poi non dovesse andare bene, almeno saprai di aver fatto tutto il possibile per inseguire la tua felicità!
-grazie, davvero.. grazie!- scrollò le spalle come a sminuire il gesto che stava facendo per me!
-allora? Hai qualche idea? Da dove iniziamo a rintracciarlo?-
-bè, non saprei..- dissi grattandomi la testa
-possiamo iniziare dall’ospedale di Forks, magari loro sanno qualcosa!- disse contento per la brillante idea.
-dubito che Carlisle abbia lasciato il suo reale recapito.. non dimenticarti che la discrezione è la prima cosa per un vampiro. Ma è pur sempre un punto d’inizio no? O altrimenti.. non so.. Alice! Ti ha detto qualcosa ieri? Magari un accenno seppure velato?- lo vidi riflettere e passarsi una mano sul mento
-no..- disse infine –non mi ha detto niente,mi dispiace..-
-non preoccuparti.. proveremo subito dall’ospedale ok? Se non dovesse andarci bene, ci faremo venire in mente qualcos’altro.-
-ok..- disse sospirando per poi guardarsi in giro. Puntò lo sguardo sulla sveglia sopra il mio comodino –dio com’è tardi! Devo scappare a casa, ci vediamo domani mattina allora ok?- disse alzandosi dal letto – le chiavi della macchina sono attaccate al cruscotto vero? La prendo e vado.- si abbassò a salutarmi e a schioccarmi un bacio sulla guancia. Fece tutto talmente in fretta che sembrò quasi avesse preso la scossa. Lo guardai allontanarsi e aprire la porta. Ma prima che se la richiudesse alle spalle mi regalò un altro sorriso, che di autentico aveva ben poco, perché non raggiunse gli occhi si spense subito quando al suo posto si fece largo sul suo viso un velo di tristezza e malinconia celati fino ad ora, ma impazienti di venire a galla.
Quanto mi dispiace Jacob! Dissi a bassa voce, quando invece avrei solo voluto urlarle quelle parole!
PICCOLA PARENTESI PERSONALE.. POSSO AVERE ANCHE IO UN AMICO COME JACOB????? Pleaseeeeeeeeeeeee!! Non so, lo vedo come un amico sempre presente e pronto ad aiutarti. Tipo l’amico gay di turno.. anche se Jacob non lo è affatto! ☺
RINGRAZIO COME SEMPRE CHI HA INSERITO LA MIA STORIA TRA LE PREFERITE, LE SEGUITE E QUELLE DA RICORDARE!!
LASCIATE UN COMMENTOOOO!!!♥
Eccomi qua.. dopo lo scorso capitolo avrei dovuto rifugiarmi in Antartide, lo so.. ma non mollo! Nello scorso capitolo ho ricevuto recensioni negative che non riguardano me come scrittrice (che parolona!!), ma per quello che è successo. O meglio che non ho fatto succedere! Jacob ha subito perdonato Bella e non vi è piaciuto. Avreste preferito vederli litigare o che almeno non si abbassasse a “zerbino” come avete detto voi. Ma ai fini della storia dovevo fare per forza così.. altrimenti sarebbe stato troppo pesante e avremmo rinviato ulteriormente il ritorno di Edduccio nostro♥! Come per lo scorso capitolo mi aspetto di ricevere delle critiche anche per questo, perché so che sarà così.. mettiamo subito le cose in chiaro: non voglio innalzare una statua a San Jacob!!
Bene detto questo vi lascio alla lettura... ci vediamo sotto!!
Capitolo 10
I veri amici si guadagnano un posto nel cuore...Da li non potrà levarli nessuno! Era questa la farse che mi ripetevo in continuazione dopo aver salutato Jacob. Anche se non come desiderava lui, il posto nel mio cuore lo possedeva eccome! Ero in debito con lui di parecchie cose e non avrei mai smesso di dirgli grazie.. anche se avremmo litigato, anche se per qualche strano motivo non ci saremmo più visti, anche se lo avrei perso.. il posto che nel mio cuore portava il suo nome, non l’avrebbe mai cancellato nessuno!! Sarebbe rimasto li indelebile, senza poterlo cancellare o sbiadire.. la gratitudine e l’affetto che nutrivo nei suoi confronti, non l’avrebbero permesso! Adesso lo sapevo, e ne ero più consapevole che mai! Ci sarei sempre stata per lui, avrei sempre lottato per tenere salda la nostra amicizia. Ma sapere che probabilmente in quel momento stesse soffrendo a causa mia, mi faceva sentire un mostro! Jacob avrebbe superato tutto, di questo ne ero certa. Lui, forte e dall’animo buono e combattivo, non si sarebbe buttato giù. Avrebbe affrontato la cosa in modo oggettivo e avrebbe capito che le cose tra di noi non sarebbero potute andare diversamente se mi ostinavo a costruire il nostro rapporto su una bugia. Lui mi ha perdonato.. ma io saprò fare altrettanto con me stessa? mi chiedevo in continuazione..Sarei riuscita a guadarlo in faccia come se niente fosse dopo quello che gli stavo facendo passare? Le delusioni d’amore sono difficili da gestire, soprattutto se il sentimento è tanto forte da farci del male quando finisce.. ma lui sembrava averla presa bene..almeno era quello che mi aveva dimostrato pomeriggio prima di andare via. Mi aveva detto che tra noi non sarebbe cambiato niente, e apparentemente sembrava non stesse soffrendo. Ma sono sicura che anche il più duro dei cuori vacilla se a calpestarlo è la persona che ami.. lui dice di stare bene..ma è davvero cosi? Lo troverò diverso nei miei confronti d’ora in poi? Lui dice di no.. Bloccai i miei pensieri prima che diventassero troppo dolorosi. Lo avrei rivisto il giorno dopo e allora me ne sarei sicuramente accorta se qualcosa non andava..
-Bella ci sei?? Sono tornato!- l’arrivo improvviso di Charlie alle mie spalle mi fece sobbalzare dalla paura. Aveva urlato talmente forte da farmi spaventare, ci mancava solo la fanfara! E per poco non mi tagliai un dito visto il coltello che tenevo in mano..O forse ero semplicemente io a essere troppo distratta e talmente assorta nei miei pensieri da non aver sentito la sua auto e quindi prevedere il suo ingresso in casa...
-si papà sono in cucina, ti sto preparando la cena..- urlai anche io.
Mi raggiunse e mi accarezzò la spalle depositando un bacio sulla mia guancia. Nell’ultimo periodo, questo confidarmi con lui, stava facendo davvero bene al nostro rapporto. Adesso eravamo un pochino più affiatati, non ci vergognavamo più di dimostrare il nostro affetto reciproco, e di questo ne ero veramente felice.
-ben tornato..-
-grazie- disse sedendosi sulla sedia – questa giornata di lavoro sembrava non finisse mai! Ci sono stati un paio di problemi che mi hanno solamente stressato e non vedevo l’ora di tornarmene a casa.. a proposito cosa cucini di buono? Ho una fame! Si sente il profumo fin dall’ingresso.-
-niente di speciale papà, solo salsiccia al forno con patate.. spero ti piaccia-
-ma certo Bells, sarà buonissimo! Ormai sei diventata una cuoca bravissima- disse facendomi imbarazzare. Mi stupii un po’ che non mi chiedesse subito come fosse andato l’incontro con Jacob. Sapeva che dovevo vederlo e parlarci. Era stato addirittura lui ad insistere tanto perché lo chiamassi subito! Mi aspettavo il terzo grado non appena avesse messo piede in casa! Invece si mise comodo a leggere il giornale nell’attesa che finissi di sistemare la tavola. Quando girò l’ultima pagina del quotidiano andò a cambiarsi per la cena mantenendo sempre un rigoroso silenzio. Questa cosa era snervante. Possibile che non gli interessasse nulla di quello che era successo? Quando fu pronta la cena lo chiamai e insieme iniziammo a mangiare. Non faceva altro che complimentarsi con me per la bontà del cibo. Dopo un po’ dei finti colpi di tosse mi fecero capire che qualcosa non andava, come se fosse in imbarazzo. Forse aveva intenzione di dirmi qualcosa e da timidone qual’era si faceva problemi a parlarmene.
-che c’è papà? È da quando sei entrato in casa che sei strano. Ormai ti conosco alla perfezione. C’è forse qualcosa che vuoi dirmi?- lo fissai e potei notare l’espressione imbarazzata sul suo volto.
-bè..si, ecco.. oggi ho visto Jacob in città.. mi è parso un po’ abbattuto. Non è che tu ne sai qualcosa? L’ho chiamato, ma forse non deve avermi sentito perché è corso via senza neanche girarsi. Bella, gli hai raccontato tutto. Non è così?- sentire quelle parole mi fece provare come un peso allo stomaco che non faceva altro che intensificarsi ogni secondo di più in cui prendevo consapevolezza di quello che Charlie mi aveva appena detto. Jacob.. Jacob, stava soffrendo a causa mia. Improvvisamente sentii gli occhi pizzicare. Tutto mi fu subito chiaro.. allora era per questo che aveva fatto il misterioso per tutta la serata. Era preoccupato per Jacob..
-Bella? Vuoi dirmi cosa vi siete detti? L’ha presa male? Avete litigato? Non vuole più vederti? Avanti Bella dimmelo.- lo fissai senza sapere bene cosa dirgli.
-papà.. nessuna delle tue ipotesi è corretta. Jacob si è dimostrato molto più maturo di quanto mi aspettassi. Lui è una persona straordinaria, mi ha fatto capire che l’amicizia che ci lega è molto importante e che non vuole buttarla al vento solo perché la nostra storia è finita. Lui mi ha.. mi ha detto che capisce la situazione e che non è affatto arrabbiato con me. Anzi.. dovevi vederlo papà, non ha fatto una piega su nulla. Gli ho detto che lui non è la persona giusta per me e non si è arrabbiato neanche dopo che ha capito che ancora c’è Edward nei miei pensieri. Ma dopo quello che mi hai detto.. allora mi ha solo mostrato una faccia di quello che provava veramente. Dio! Quanto mi dispiace.. sono stata una stupida a credere alle sue parole..-
-Bella.. se quello che mi dici è vero, allora penso che abbia solo voluto non mostrarti la sua parte più fragile, perché sapeva come avresti reagito. Lui si preoccupa sempre per te, e anche in questo caso non ha voluto farti sentire peggio di quanto già non ti sentissi. Sei fortunata Bella ad avere un amico così. Non tutti si comporterebbero in questo modo. Non tutti sarebbero disposti a mettere da parte i propri sentimenti per fare posto a un’altrettanto nobile sentimento come l’ amicizia. Non vuole perderti.. è un ragazzo d’oro..- vide sicuramente i miei occhi bagnarsi ancora di più per quelle parole e allora si affrettò a dire – con questo non voglio insinuare che tu abbia sbagliato a lasciarlo o che ti sia comportata male nei suoi confronti. Ti saresti comportata male se non gli avessi detto niente e avessi lasciato che credesse di poter stare insieme a te ancora per molto tempo. Tu hai fatto benissimo a rivelargli i tuoi reali sentimenti e Jacob è tanto intelligente da aver capito che se non ti può avere come compagna, allora ti vorrà sempre come amica..- un leggero sorriso apparve sul mio viso al sol sentir pronunciare quelle parole.
-perché ridi..- chiese Charlie più confuso che mai
-perché hai usato le stesse parole che ha usato lui..Ti ho perso come compagna, ma non come amica, mi ha detto, ma penso di aver sbagliato a concedergli di rimanermi accanto. Si farà solo del male.. soffrirà e basta.– dissi più sconsolata che mai
Charlie mi si avvicinò e inginocchiandosi di fronte a me, prese le mie mani tra le sue.
-Bella, se Jacob ha deciso che può starti accanto significa che può farcela. Lo sai, quel ragazzo ha una forza fuori dal comune. Sin da ragazzino ha dovuto prendersi cura del padre e badare a tutto lui. E poi ha una qualità che apprezzo molto nelle persone.. è sincero! E credo che se avesse trovato solo per un momento una buona ragione per starti lontano, te l’avrebbe detto. Ne sono sicuro. Anche se capisco bene quello che prova e so che non sarà affatto facile starti vicino sapendo quello che lo lega a te, credo che insieme potrete farcela. La vostra amicizia non subirà cambiamenti rispetto a prima, non adesso che siete stati così sinceri l’uno con l’altro.-
-tu dici?- chiesi in apprensione. Le parole di Charlie erano vere ma avevo paura di aver rovinato tutto lo stesso..
-dico, dico. Lui ti vuole bene.-
-ma se tu stesso hai detto di averlo visto diverso. Triste e abbattuto!-
-si è vero l’ho detto. Ma penso sia anche normale, no? Dopotutto ne avete parlato solo oggi. Lasciagli il tempo per elaborare la cosa. È forte si, ed è anche coraggioso ma è pur sempre un uomo. Un essere umano a cui hai dato una enorme dispiacere. E non penso che la prima persona con cui volesse parlare fossi proprio io. -
-si hai ragione.. devo lasciargli del tempo per riprendersi.-
-brava la mia bambina.- disse accarezzandomi una guancia
-grazie papà, mi aiuti sempre e soprattutto non mi giudichi..-
-Bella, io voglio solo il tuo bene. Se posso aiutarti lo faccio con piacere..e ..- ma si interruppe
- e? papà cosa c’è?-
-niente.. è che ha proposito del tuo bene.. mi sembra sia giunto il momento di parlare di College! Bella siamo in un ritardo pazzesco e dobbiamo metterci sotto!-
Sospirai. Sapevo che dovevamo parlarne. Mi aveva anche avvisato quella mattina stessa.
-ok papà. Da dove cominciamo?-chiesi mostrandogli entusiasmo certa che gli avrebbe fatto piacere. Si alzò dalla posizione in cui stava e iniziò a camminare per la stanza.
-allora.. prima di tutto ti rendo partecipe degli ultimi avvenimenti accaduti mentre tu eri ridotta praticamente ad un vegetale che si rifiutava anche di guardarsi intorno e capire cosa la circondasse.. che c’è? Non guardarmi così.. è la verità Bella! Non ti sei minimamente accorta che la vita andava avanti mentre tu decidevi di stare ferma. E chi ha dovuto occuparsi di tutto? Io, naturalmente!!- dire che ero allibita era dire poco! Ma.. ma.. niente ma Bella. Ha ragione. Ti sei persa un sacco di cose mentre soffrivi per amore. Ma sentirlo dire così ad alta voce, specialmente dalla sua voce, faceva male. Molto male. Anche perché mi dispiaceva infinitamente averlo fatto preoccupare.
-e di cosa ti saresti occupato tu?- chiesi con un tono fintamente divertito, mentre ancora mi logoravo dentro.
-ma che domande.. ho ritirato per te le lettere di ammissione ai vari College in cui hai fatto richiesta e che sono arrivate in questi ultimi mesi..- improvvisamente mi sentii catapultata in una realtà che avevo del tutto accantonato. Le molteplici domande di iscrizione che Edward mi fece fare hai tempi del diploma. E adesso erano arrivate le risposte. Quell’episodio ritornò a galla all’improvviso, come se avessi deciso di prendere quella parte della mia vita e rinchiuderla in un cassetto.
-qua-quali risposte?- adesso più che logorata ero agitata
-sono tutte di la, vieni te le faccio vedere..-
Si avvicinò alla scrivania del salotto e aprì l’anta del mobile che custodiva gelosamente dove teneva tutte le sue scartoffie e alcuni fascicoli che a volte si portava a casa dal lavoro. Sapevo dell’esistenza di quel suo “posticino privato” ma mai ero andata a curiosare per vedere cosa ci fosse dentro.
-sono arrivate in questi mesi e le ho conservate per te, per quando ti saresti sentita meglio e avessi trovato lo spirito giusto per affrontare l’argomento. Non le ho aperte te lo giuro! Tranne la risposta positiva dell’università dell’ Alaska, non so cosa abbiano scritto gli alti college. Ecco guarda..- e mi porse le buste impilate una sull’altra, mentre io restavo inerme a fissare tutto quel plico. Ma quante erano? Sembravano almeno 7 e come mi aveva detto erano tutte sigillate.
-avanti Bella aprile. Non sono mai stato così curioso in vita mia come adesso. Sono tutte molto voluminose e questo vuol dire solo una cosa..- disse sedendosi al mio fianco e mostrandomi un entusiasmo che poche volte gli avevo visto ostentare.
-ok.- dissi in un sospiro mentre mi accingevo ad aprire la prima busta. Girai la linguetta e notai il sigillo Università di Washington. L’aprii e iniziai a leggere subito il contenuto. Sorvolai sulle note che riguardavano me e arrivai al punto in cui c’era scritto.. – ammessa..- dissi in un sospiro
-oh congratulazioni Bells!- disse Charlie cingendomi le spalle – su vai avanti..-
Continuai così per tutte le altre buste.. Syracuse, Trinity College, Stanford, Springfield, Fresno, Cornell.. e tutte avevano risposta positiva! O. mio. Dio. cosa potevo chiedere di più?
-hai visto Bella? Sei stata accettata in tutte le università!!! Ma aspetta.. doveva essercene un’altra..- disse pensieroso ricontrollando tutte le buste che avevo appena aperto.
-cosa? Un’altra? E tu come lo sai..-
-bè il fatto che non le abbia aperte non vuol dire che non abbia letto il mittente. E dovrebbe essercene un’altra. Aspetta forse deve essermi sfuggita in mezzo alle altre buste.- si alzò e andò a cercare quella fantomatica busta.
-eccola!- urlò dopo aver infilato la testa in mezzo ai suoi incartamenti
-questa è davvero forte! Se ti avessero ammesso, sarebbe veramente.. sarebbe wow Bella!- me la passò e io l’afferrai come se prendessi qualcosa di scottante in mano. La girai e piano il mio cuore iniziò la sua corsa sempre più accelerata. DARTMOUTH UNIVERSITY subito l’aprii e mi sentii morire quando lessi la parola “Ammessa”. Nella mia testa si susseguirono velocemente le immagini di me e di Edward affrontare una discussione in cucina...
-Bella?- -sii serio, Edward. Dartmouth ?- -credo che il New Hampshire ti piacerà.. per me c’è un programma completo di corsi serali, e per gli appassionati di trekking non mancano le foreste. Ricche di animali selvatici-. -sai una cosa? Penso che non lo farò-. -Sono capace di fare la tua firma persino meglio di te. E il resto l’hai già scritto di tuo pugno-
La spedì veramente allora.. non credevo che dicesse sul serio quando mi disse che l’avrebbe firmata e spedita al posto mio.
-allora?- incalzò mio padre – sei stata ammessa?-
Non sapevo cosa dire. Restai immobile mentre Charlie prendeva i fogli dalle mie mani e iniziava a leggere.
-è incredibile Bella!!- disse più felice che mai, mentre la sua voce mi giungeva alle orecchie con un suono ovattato. Era come se mi fossi esclusa dal mondo a ripensare alla discussione che ebbi con Edward. Ricordo come fosse oggi la sua insistenza nell’iscrivermi a quell’università e a quanti soldi doveva aver speso per farmici entrare. E adesso che ero stata ammessa mi rendevo conto di quanto ci saremmo potuti divertire se l’avessimo frequentata insieme. Di quanto sarebbe stato bello vivere questa nuova esperienza uno accanto all’altro. E invece? Cosa mi era rimasto di tutti i sogni e di tutte le speranze che riponevo nel mio futuro con lui? Niente.. solo un pezzo di carta che mi diceva che avrei dovuto affrontare tutto quanto da sola.
-Bella.. perché piangi?- chiese Charlie mentre mi accarezzava una guancia bagnata.
-non sei felice che ti abbiano ammesso in tutte queste università prestigiose? L’ultima poi non me l’aspettavo proprio. Mi congratulo con lei signorina Swan.- disse dolcemente
-ma si papà..- subito mi asciugai le lacrime e provai a fargli vedere quanto fossi felice mascherando la tristezza che attanagliava il mio cuore – certo che sono contenta.. è che non me l’aspettavo tutto qui..- e in parte era vero. Essere ammessa da tutte le università dove si fa domanda d’ammissione non è una cosa da poco..
-bene.. adesso dobbiamo valutare tutti gli aspetti che comporta trasferirsi dall’altra parte del Paese. Dortmouth è senza dubbio tra le più care di queste università ma vedrai che con i miei risparmi ce la faremo, allora..-
-aspetta, frena, frena, frena! Chi ti ha detto che voglio andare alla Dortmouth? È talmente cara che non riuscirei ad andarci neanche se vincessimo alla lotteria! Papà non voglio che tu metta fondo a tutti i tuoi soldi. Vedrai sarà altrettanto bello andare in qualsiasi altra università..-
-Bella non ammetto intromissioni! Solo perché non abbiamo tanto denaro disponibile non vuol dire che tu debba rinunciare ad un privilegio simile!- era più testardo di me alle volte!
-papà non preoccuparti. Davvero, a me va benissimo anche l’università di Washington. Sarò vicino casa e non dovremmo spendere una marea di soldi. La decisione spetta a me, quindi ti chiedo di appoggiare la mia volontà-
-ma Bella!-
-niente ma Bella...- dissi interrompendolo subito – ho deciso così. Punto! La discussione per quanto mi riguarda è conclusa.- mi alzai dal divano e tornai in cucina dove mi attendevano i piatti e le stoviglie da lavare. Che assurdità! Non gli avrei mai permesso di toccare tutti i suoi risparmi per mandarmi in un’università tanto prestigiosa e per giunta dall’altro lato del Paese. Se avessi mantenuto il mio lavoro avrei potuto contribuire anche io alle spese. Ma visto che ero ufficialmente disoccupata e che gravavo sulle sue spalle anche economicamente stando sotto lo stesso tetto, non volevo che si accollasse maggiori spese quando sarebbe stata perfetta anche la Washington. E poi li ci sarebbero stati Angela e Ben, non sarei stata sola..
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Il campanello di casa Swan suonò presto quella mattina.. mio padre uscì di casa in fretta e furia senza neanche avvisarmi. Forse era successo qualcosa in città..
Non parlammo più dopo la nostra discussione sul College e ieri sera, dopo aver finito di rassettare la cucina, salii al piano di sopra e mi rinchiusi in camera mia. Non volevo continuare a parlare con lui sapendo che forse questo ci avrebbe portato a litigare. Contattai mia madre però. Volevo farle sapere che la sua bambina era stata accettata in tante università prestigiose, rivelandogli anche la mia sorpresa al riguardo. Naturalmente fu felicissima per me. E mi dimostrò ancora una volta la sua fiducia nei miei confronti dicendomi che qualunque fosse stata la mia scelta sarebbe stata felicissima e mi avrebbe appoggiato incondizionatamente. Dal canto mio sapevo che avere a disposizione così tante università importanti e scartarle a prescindere solo per non affibbiare a mio padre una spesa eccessiva era da stupidi. Anche perché lui era ben disposto a pagare qualsiasi cifra purché non mi accontentassi.. ma ormai avevo deciso..
Scesi in cucina e mi preparai una bella tazza di caffè fumante nell’attesa di ricevere notizie di Jacob. Dovevamo vederci quel giorno per andare insieme all’ospedale di Forks. Avevo paura che si tirasse indietro, com’era giusto che fosse.. ma mi aveva dato la sua parola ed ero in ansia ad aspettare una sua telefonata. Certo avrei potuto chiamarlo io ma non volevo mostrargli l’impazienza che avevo nell’ottenere al più presto informazioni riguardanti Carlisle.
Stavo per infilare i Jeans, quando sentii suonare il campanello di casa. Mi affacciai un attimo dalla finestra e vidi la sua macchina, scesi subito ad aprire con l’urgenza di vedere di nuovo il suo volto illuminato dal sorriso. Ma allo stesso tempo avevo una paura fottuta ad aprire e trovarlo diverso.. e sapere che la causa ero io non contribuiva a farmi sentire meglio.
Girai la maniglia ed aprii decisa. Appena incontrai il suo viso mi sorrise e io feci lo stesso sentendo il cuore libero d’un peso.
-Bella? Ancora così stai?- disse guardandomi dai piedi fino alla testa
-bè.. veramente io aspettavo una tua telefonata.-
-credevo non servisse, ero sicuro di trovarti pronta.-
-non lo sono, devi aspettare 10 minuti.. ti scoccia?- gli dissi vedendolo entrare in casa e dirigersi verso il divano del salotto e accomodarcisi sopra.
-no, affatto fai con comodo..-
-ok.- dissi semplicemente ma prima di andare gli lanciai un’occhiata fugace per vedere se qualcosa sul suo volto fosse cambiato. Mi tranquillizzai a vederlo sereno e tranquillo, così girai i tacchi e tornai in camera mia per finire di prepararmi. Non ci misi molto..in 5 minuti ero già pronta.
Scesi giù di corsa e insieme uscimmo di casa. Direzione: ospedale di Forks. Non sapevo quanto sarebbe stato utile andarci. Visto che qualunque informazione Carlise avesse lasciato sicuramente era da prendere con le pinze. In macchina il silenzio regnava sovrano. Non sapevo cosa dire e non sapevo come comportarmi. Jacob guidava sereno e io non potevo che esserne felice. Volevo raccontargli tutto quello che era successo nelle ultime 24 ore in cui non ci eravamo visti. Ma non volevo deprimerlo di più raccontandogli della mia felicità..
-a cosa stai pensando Bella? Ormai ho imparato a conoscerti e la piccola ruga sulla fronte mi dice che pensi a qualcosa di importante.. vuoi rendere partecipe anche me? o ti mette in imbarazzo parlarne?-
-no.. ma quale imbarazzo! È che non so esattamente come comportarmi.. mi sento impacciata ed egoista nei tuoi confronti. Forse non è stata una buona idea vederci così presto dopo la discussione di ieri.- era meglio essere sinceri da subito
-stai scherzando vero Bella? Pensi che se per me fosse stato tanto doloroso ti avrei detto di vederci?-
-no, ma..-
-niente ma! Credimi Bella, non ci sono problemi. Tu devi comportarti esattamente come facevi prima. Così sarà più facile per entrambi ristabilire quel rapporto di amicizia che ci legava un tempo.- gli sorrisi. Non potei fare altro. Non volevo continuare a parlare di quell’argomento. E forse era anche meglio cosi, ci saremmo levati presto dall’imbarazzo.
-allora? Che mi racconti? Charlie sa della nostra piccola gita all’ospedale di Forks?-
-ma sei impazzito? Se solo lo sapesse farebbe il diavolo a quattro! Lo sai come la pensa. Se glielo dicessi.. non oso immaginare come reagirebbe..-
-sta tranquilla, da me non lo verrà a sapere di certo! Non voglio che se la prenda anche con me. Anche se l’idea dopotutto è stata mia..-
- e poi al momento non voglio farlo arrabbiare.. già ieri sera abbiamo avuto un piccolo diverbio.-
-vuoi parlarne?- ci pensai un attimo su. Ma sapevo che non avevo altro modo per sentirmi meglio che raccontare tutto a Jacob. E poi avrebbe contribuito a farci sentire più vicini come amici.
-in verità volevo raccontarti prima una cosa. È da questo che è nata la discussione tra me e Charlie.-
-spara. Sono tutto orecchie – gli raccontai per filo e per segno tutto quello che successe ieri sera. Con mio sommo piacere, Jacob non riuscì a trattenere un gridolino di gioia quando seppe dell’ammissione alle università ed era veramente felice per me. fu molto meno contento quando gli raccontai che Charlie voleva che mi iscrivessi alla Dortmouth e io(causa soldi) no. Mi guardò truce e non riuscì a trattenersi nel dirmi che stavo sbagliando. Avrei dovuto accettare la proposta di Charlie invece di fare di testa mia.
Arrivammo all’ospedale praticamente in un batti baleno. Ero talmente assorta nella conversazione che non mi resi neanche conto del tempo che passava.. Jacob parcheggiò e insieme ci dirigemmo verso lo sportello delle informazioni. Sentivo il cuore prendere a correre all’impazzata. Ma avere Jacob al mio fianco mi aiutava ad affrontare la cosa.
-Buongiorno..- disse l’infermiera appena le fummo davanti –posso esservi utile?- mi fermai ad osservala per un attimo e notai prima di tutto la sua giovinezza. Se non fosse stato per l’abbigliamento l’avrei scambiata sicuramente per una nostra coetanea. Avrà avuto si e no 25 anni. Carina all’apparenza e molto snella. Lanciò subito un’occhiata eloquente in direzione di Jacob e sperai con tutto il cuore che l’avvenenza del mio amico sorbisse effetti positivi sulla ragazza. Mi sporsi leggermente verso di lei imbarazzata per paura che potesse sentirmi qualcuno.
-noi volevamo avere delle informazioni riguardanti un dottore che lavorava qui da voi..- lasciai la frase in sospeso di proposito. Volevo vedere prima la sua reazione. Mi imbarazzava da morire andare in giro a chiedere informazioni sulla gente.
-a quale dottore vi riferite?- chiese un po’ sorpresa.
-al dottor Cullen!- disse Jacob al posto mio. Evidentemente il mio tentativo di nascondere l’imbarazzo era andato miseramente a farsi fottere.
-oh.. bè ecco. Si il dottor Cullen ha lavorato da noi. Ma non capisco cosa volete sapere sul suo conto. Anche perché noi non siamo autorizzati a fornire certe informazioni.- disse adesso sulla difensiva. Lo sapevo che avremmo fatto solo un buco nell’acqua.
-ecco vede noi.. vorremmo sapere solo dove lavora in questo momento. Sicuramente avrà lasciato un recapito nel caso in cui doveste contattarlo.- disse Jacob con tono languido. E la cosa mi stupii abbastanza a dire la verità. Per un momento concentrai la mia attenzione sul suo volto. Aveva stampato in faccia l’aria di chi intendeva fare colpo su una ragazza. Mi girai ad osservare l’infermiera anch’essa rimasta imbambolata ad osservarlo. Capii subito la tattica che voleva utilizzare Jacob. Non doveva essere sfuggito nemmeno a lui lo sguardo che l’infermiera gli lanciò appena entrato.
-bè..non so se posso..- ecco bene, stava cedendo!! La parte meno nobile di me esultava all’idea che a certe donne bastasse ricevere uno sguardo seducente per cadere in trappola.
-avanti.. lo sa che può! Le basterà solo guardare il nome della città e noi andremo via come se niente fosse. Nessuno, a parte noi tre, saprà che lei ci avrà dato quest’informazione. Saremo muti come una tomba glielo prometto - la vidi fissare Jacob intensamente e poi me. Annuii alla sua richiesta muta di complicità e subito si girò a cercare il fascicolo. Dentro di me esultai come una pazza.
-allora..- disse furtivamente
-qui c’è scritto che ha lasciato l’ospedale di Forks per trasferirsi a Los Angeles. Non c’è scritto altro purtroppo.-
-neanche un numero di telefono?- mi intromisi io a quel punto. Scosse la testa. -no mi dispiace è tutto qui quello che sappiamo del dottor Cullen. Bravissimo medico, soprattutto molto gentile con i pazienti. Ma senza dubbio la persona più riservata dell’ospedale.-
Los Angeles. La bella e soleggiata Los Angeles non avrebbe mai potuto ospitare un clan di vampiri. Tantomeno quello dei Cullen. Sapevo che non ci avrebbe portato a niente chiedere delle informazioni qui. La riservatezza dei Cullen doveva rimanere tale. Mi demoralizzai all’istante. E adesso? Cosa avrei fatto? Dove altro avrei potuto andare a cercarlo?
-è stata preziosa signorina! Grazie infinte per la sua disponibilità- si rivolse Jacob prendendole la mano e baciandone il dorso. La ragazza sembrò avvampare. E non solo per la temperatura corporea di Jacob. Ero sicura che se non ci fosse stato il bancone per sorreggersi sarebbe stramazzata a terra. La ringraziai anche io e insoddisfatti ci dirigemmo verso l’uscita.
Sbuffai appena mettemmo piede fuori. E Jacob si avvicinò a cingermi le spalle.
-vedrai che li troveremo.-
-non penso proprio Jacob. Non so da dove cominciare. E anche se ottenessi delle informazioni non è detto che siano quelle giuste. Hai sentito prima? Los Angeles!! Come se fosse possibile .. forse stiamo solo perdendo tempo.-
-ehi, ehi..- disse scuotendomi per le spalle – non dire così. Vedrai, che ce la faremo. È vero Los Angeles non sarà la pista giusta, ma troveremo qualcos’altro. Non ti buttare giù. Focalizza quello che vuoi, quello che più desideri..- mi persi subito nel contemplare il viso perfetto di Edward e subito spuntò un sorriso sul mio volto – ecco hai visto? Dai andiamo forza.-
-grazie Jacob!- dissi abbracciandolo
-ahhhhhhh come faresti senza di me!-
-si hai ragione. Non so proprio come farei senza di te. E secondo me anche quella povera infermiera da oggi in poi non saprà più cosa fare senza di te!-
-ah ah, spiritosa.. intanto se non fosse stato per me non avresti neanche saputo il nome della città che il dottor canino ha lasciato come recapito..-
-si Jacob.. sei stato prezioso!- dissi imitando il tono della sua voce e alludendo alla performance di prima.
-ma sta zitta!sono stato fenomenale. La tua è tutta invidia! - disse superandomi e dirigendosi verso la macchina.
Una volta dentro non badai più alla strada, ne ad intavolare una conversazione con Jacob. Per quasi tutto il tragitto mi arrovellai il cervello nel vano tentativo di immaginare dove si potessero essersi trasferiti i Cullen. Sicuramente non in un posto caldo e con il sole perenne di Los Angeles! di case sparse per il mondo non ne sapevo neanche una. A meno che..
-Denali!- dissi improvvisamente e Jacob al mio fianco scattò spaventato
-dio Bella! Mi hai fatto prendere un colpo! Che cosa c’è a Denali?-
-Si. Come ho fatto a non pensarci prima. Sicuramente saranno andati dai loro amici a Denali!-
-Bella vorresti cortesemente spiegare anche a me quello che ti passa per la testa?-
-Jacob. Tu non capisci! Sono andati dai loro parenti a Denali! Sono altri vampiri vegetariani come i Cullen, solo che io non li ho mai conosciuti. Edward.. lui si è trasferito li per un po’ quando sono arrivata a Forks!-
Vidi Jacob concentrato ad assorbire le parole che gli avevo appena detto.
-Denali eh?-
-si Denali..- risposi io
- Alaska!!!-
-si Denali è in Alaska! La conosci?-
-no non la conosco e francamente non ci sono mai stato.. ma non ci vuole un genio per capire che il viaggio per raggiungerla costa troppo!-
Sentii subito il rumore del castello che mi ero costruita per la gioia sgretolarsi nel nulla! E insieme a lui la consapevolezza che forse non avrei più rivisto Edward.
-non disperare Bella! Possiamo fare qualche ricerca e chiedere in agenzia il costo dei biglietti. Vedrai troveremo una soluzione!-
-aspetta, aspetta cosa? I biglietti? Jacob non se ne parla, non posso costringerti a venire con me-
-Bella non sei tu a costringermi. Sono io che voglio venire! Non penserai che ti lasci viaggiare tutta sola, alla ricerca di una famiglia di vampiri che neanche conosci? Vegetariani o no, tu non ci andrai da sola!-
-si ok.. ma non posso pretendere che spenda dei soldi per seguirmi in questo viaggio che forse non ci porterà a nulla!-
-non ti preoccupare per i soldi. Certo se potessi portarti con me raggiungeremmo l’Alaska correndo. Ti porterei in sella alla mia schiena di lupo se solo potessi. Ma siccome non voglio che tu diventa un cubetto di ghiaccio. Ci toccherà prendere un aereo..- gli risi in faccia e lo ringraziai per essermi accanto. Giungemmo casa mia che era quasi mezzogiorno. Lo salutai e gli promisi che avrei controllato su internet il costo dei voli per l’Alaska e che lo avrei chiamato subito appena avessi saputo qualcosa. Ma appena aprii la porta di casa trovai ad attendermi una sorpresa che mai mi sarei immaginata di ricevere. Mio padre con in mano una busta con scritto sopra il mio nome.
-chi me la manda?- chiesi trafelata
- è per te.. da parte di Alice Cullen!-
Forse non era tutto perduto.. forse c’era ancora qualche speranza!
Che vi sembra? Spero che non mi pigliate a pomodori in faccia..come ho già detto non voglio santificare Jacob, ma che ci posso fare se nella mia testa lo vedo così? Cosa vorrà la nostra Alice? Che ne pensate della discussione con Charlie? Bene, io mi ritiro in un angolino ad aspettate le vostre recensioni. Guardate che i tasti del computer non mordono mica eh?? Hihiii scherzo ovviamente.
Alla prossima ragazze! E grazie ancora a chi legge questa storia..♥
Buon inizio settimana a tutte!!! Come va? Spero bene! Ecco qua il nuovo capitolo.. Vorrei ringraziarvi singolarmente per l’affetto che mi mostrate! Non potete capire quanto sia importante per me ricevere delle recensioni e che mi facciate capire che vi piace quello che scrivo! Quindi grazie, grazie, grazie!
Ok, la smetto! Vi lascio alla lettura..
Capitolo 11
Appena arrivata davanti la porta di casa, sospirai nel vedere la macchina di Charlie parcheggiata nel vialetto. Non volevo litigare con lui, ma se solo avesse detto un’altra parola sul College, non sarei riuscita a trattenermi dall’urlargli addosso. La vita era la mia e doveva lasciare che le decisioni le prendessi da sola.
Entrai in casa e subito lo vidi venirmi in contro. -papà.. come mai sei a casa? Stamattina sei uscito presto.. è successo qualcosa?- decisi di rompere il ghiaccio che si era creato tra noi dalla sera precedente, interpretando il ruolo della brava figlia.
-niente di terribilmente grave. Ti avrei avvisato lo sai. Hanno rubato nel negozio degli Smith stanotte e stamane sono subito venuti a chiamarmi appena hanno visto il negozio devastato dai ladri.- oh! rimasi interdetta dalle sue parole. Di solito a Forks non succedeva mai niente.. e pensare che così, dall’oggi al domani, avessero deciso di rubare in un negozio di articoli sportivi, era incredibile.
-è successo stanotte?-
-si stanotte. Stiamo lavorando sulle registrazioni delle telecamere per scoprire l’identità dei ladri. Per fortuna non si è fatto male nessuno..-
-si.. per fortuna-
Feci per voltarmi e andare in cucina quando la sua voce mi bloccò e mi fece girare
-è arrivata questa..- disse sulla difensiva prendendo dalla tasca posteriore dei pantaloni una busta
-chi la manda?- chiesi trafelata
- è per te.. da parte di Alice Cullen!-
Sentii le gambe iniziare a tremare a sol sentire pronunciare quel nome. Alice! Forse non era tutto perduto.. forse c’era ancora qualche speranza! La presi nelle mani come se avessi paura di scottarmi le dita, felice ma allo stesso tempo impaurita da cosa potesse esserci scritto dentro. La aprii senza neanche pensare che di fronte a me ci fosse ancora papà, tanta era la curiosità di leggere il suo contenuto.
Appena l’aprii, fui sorpresa di trovarne un’altra, dentro, un pochino più piccola della busta che la custodiva. Sopra c’era scritto “leggi dopo”. Presi il foglio tra le mani e mi sentii emozionata a leggere quelle parole scritte con una grafia impeccabile..
“Carissima Bella,
Immagino già la tua faccia stupita a sol vedere questa lettera. Non preoccuparti sorellina, nessuno di noi si è dimenticato di te. Come avremmo mai potuto farlo! lo sai quanto ti vogliamo bene.. e soprattutto quanto te ne voglio io! Mi dispiace infinitamente non esserci viste quando sono venuta a Forks. Mi ero preoccupata sai? Non riuscivo più a vederti e allora sono venuta a controllare di persona che stessi bene. E non sai quanto sono felice per te, se adesso hai trovato la tua strada.. e per quanto mi costa ammetterlo, vedrai sarai felice e vivrai una vita magnifica con Jacob. Beh, questo non posso dire di averlo visto ovviamente, ma se la tua scelta è caduta su di lui, deve ritenersi fortunato a prescindere solo perché ha trovato te!
Per ringraziarti di tutto l’amore che ci hai regalato. Vorremmo ringraziarti a modo nostro. Apri l’altra busta adesso..
Ps. Piccolo consiglio.. ti conviene sederti o appoggiarti a qualcosa se non vuoi stramazzare a terra per la sorpresa!”
Subito afferri la busta piccola e l’aprii ignorando le avvertenze di Alice. Dentro c’era una biglietto ripiegato e un altro foglio, anch’esso piegato in due. Lo stirai per bene nelle mani e subito iniziai a leggere.
“ non avercela con noi ti prego.. lo so che ti sembrerà un regalo eccessivo. Ma siamo sicuri che serviranno di più a te che a noi..
Non continuai a leggere la lettera nonostante ci fosse scritto dell’altro. Afferrai subito il biglietto ripiegato e lo girai per vedere cosa ci fosse al suo interno.
Appena ne lessi il contenuto non riuscii a trattenere un grido di sorpresa e di paura. Gli occhi mi si appannarono subito e sentii le gambe cedere. Non potevo credere a quello che avevo nelle mani. Era troppo! “regalo eccessivo” aveva scritto.. Alice non aveva il peso della misura. Perché quello era un regalo spropositato! Nelle mani tenevo un assegno da 200 mila dollari! E ne sentivo tutto il peso poiché le gambe mi si piegarono e per poco non caddi a terra. Per fortuna Charlie, che aveva assistito sicuramente a tutta la scena, mi afferrò in tempo prima che cadessi e mi facessi un bel livido sul fondoschiena..
-Bella! Che c’è? Ti senti male? Sei sbiancata di botto!- disse conducendomi in cucina e facendomi sedere su una sedia.. io boccheggiavo alla ricerca d’aria. Mi sentivo scossa dagli spasmi.
-avanti Bella, respira..- e andò ad aprire la finestra per farci entrare un po’ d’aria. Lo vidi fare gesti in aria come se mandasse segnali di fumo. La cosa mi avrebbe fatto ridere se non fossi stata tanto impegnata a capire come respirare.
-cosa diavolo ci sarà scritto li sopra per farti prendere un attacco di panico?- chiese preoccupatissimo
Non lo ascoltai e ripresi la lettera nelle mani continuando a leggere “ti preghiamo di accettare questi soldi senza farti troppi scrupoli.. meriti questo e altro. Spero che ti possano servire a costruirti un futuro..e perché no, anche a toglierti qualche sfizio ogni tanto. Così ogni volta che lo farai penserai alla tua amica un po’ pazza fanatica dello shopping, che ti ha voluto un bene dell’anima. Qui sono tutti impazienti che ti scriva quanto gli manchi e che ti pensano sempre. Non ci dimenticheremo mai di te Bella! Questa è una promessa! E speriamo tanto che neanche tu lo faccia. Ti vogliamo bene sorellina..Baci.
Famiglia Cullen “
Improvvisamente scoppiai in singhiozzi. Non potevo credere a quello che i miei occhi avevano appena letto: Non ci dimenticheremo mai di te Bella! Questa è una promessa! Non credevo che quelle semplici parole avessero il potere di destabilizzarmi fino a quel punto. Ormai avevo perso ogni speranza di ritrovarli, e sapere che in qualsiasi parte del mondo si trovassero, mi portassero con loro e che lo avrebbero sempre fatto, mi riempiva il cuore di gioia. Non mi avevano dimenticato. Non avevano preso i ricordi più belli che ci legavano e li avevano buttati nella spazzatura. No. Loro mi volevano bene. Vidi papà inginocchiarsi di fronte a me e appoggiare entrambe le mani sulle mie ginocchia.
-Bella.. non fare così. Ti prego dimmi cos’è successo! Cosa ti ha scritto Alice?-
Non sapevo se dirgli o meno la verità..ma sapevo che non potevo nascondere a lungo un assegno che avrebbe incrementato notevolmente il mio conto in banca.
-papà.. non so cosa dire! I Cullen mi hanno fatto un regalo stupendo.. e io non so cosa fare.. vorrei ringraziarli. Dirgli che non li ho dimenticati e che li porterò sempre nel cuore e..e..e..e non mi sarei mai aspettata un regalo simile! – dissi non riuscendo a trovare neanche le parole giuste da dire.
-cosa stai dicendo? Di quale regalo parli?- mi chiese nella più totale confusione
-guarda..- gli dissi semplicemente porgendogli l’assegno
Lo vidi prendere quel piccolo pezzo di carta con titubanza e girarlo nella sua direzione. Lo vidi sbarrare gli occhi e aprire la bocca per lo stupore..
- O. Mio. Dio! Ma cosa.. Bella!! È un assegno da 200 mila dollari!!!-
Adesso era lui ad annaspare alla ricerca di aria..
-ma perché? Voglio dire.. come mai? Prima se ne vanno senza neanche salutarti e poi si fanno vivi regalandoti tutti questi soldi? Non ci posso credere!!-
-neanche io ci credo papà... ma è comunque un regalo! enorme..e.. eccessivo.. e... e non so cosa fare! Dimmelo tu papà! Cosa devo fare? Forse dovrei strapparlo.. ma è un regalo fatto da delle persone che mi vogliono bene! Lo hanno scritto nella lettera.. papà, loro mi pensano e continueranno a farlo per sempre! Edward mi ha lasciato.. ma la sua famiglia non mi ha dimenticato tanto in fretta come invece sembra averlo fatto lui.. dimmelo papà! Dimmi cosa devo fare!!- iniziai a parlare ininterrottamente senza sapere bene cosa stessi dicendo. Avevo ancora problemi a riprendere a respirare normalmente e anche la testa sembrava andare per conto suo. Non riuscivo a credere a quello che i Cullen avevano fatto per me! e non sapevo cosa fare con quell’assegno...
-bè, non so.. buttarlo sicuramente no! È un regalo enorme e senza dubbio può aiutarti a risolvere tanti problemi e a stare tranquilla per un bel po’ a livello economico. Se te lo hanno mandato vuol dire che non hanno nessun problema a privarsi di tanti soldi e vogliono che sia tu a beneficiarne. Io credo sia meglio parlarne direttamente con loro. Chiamali fatti spiegare come mai di questo regalo..-
-papà. In realtà non serve farmi spiegare da loro il motivo di questo regalo.. nella lettera non c’è scritto, ma io so perché lo hanno fatto. Li ha spinti il senso di colpa nei miei confronti a fare una gesto simile. Loro sanno quanto deve essere stata dura per me affrontare il secondo abbandono di Edward e si sentono in colpa per non aver potuto fare niente! Alice.. lei sapeva della mia recente storia con Jacob e sicuramente hanno voluto rimediare mandandomi un assegno che può rendermi la vita felice..o meglio, che può renderla felice a me e Jacob -
Si. Adesso capivo il motivo di questo loro regalo. Adesso mentre lo dicevo a mio padre prendevo chiara consapevolezza del loro gesto! Ad una persona esterna poteva sembrare anche un gesto di comodo. Ripulirsi la coscienza mandandomi dei soldi per costruirmi una vita felice senza di loro.. ma io sapevo che in fin dei conti non l’avevano fatto per questo. La benevolenza e il cuore puro che contraddistingueva ogni membro della famiglia Cullen, non li avrebbe mai portati a comportarsi così. L’augurio che trascorressi una vita felice con Jacob li aveva portati a farmi questo regalo. E io volevo ringraziarli oltre ogni modo, se solo avessi avuto un loro recapito.
-e poi non ho nessun numero a disposizione per chiamarli.. non so più niente di loro.- dissi affranta. Ma purtroppo era la verità!
-possibile che non ti abbiano lasciato nemmeno un indirizzo? Sulla busta non c’è scritto l’indirizzo del mittente, solo il nome di Alice. Non so.. magari potresti chiedere a un loro parente? Quando eri insieme a loro non ti hanno mai parlato di parenti, amici, cugini? Ci dovrà pur esserci un modo per contattarli!-
Bè.. forse un modo per trovarli c’era.. gli unici che potevano sapere dove fossero finiti i Cullen erano i cugini dell’Alaska. Ma non ero in possesso del loro reale indirizzo, sapevo solo che risiedevano a Denali. E andarci di persona, come aveva constatato Jacob poco prima in macchina, era un po’ troppo dispendioso.. se solo avessi avuto la possibilità di affrontare un viaggio!
E come il sole che improvvisamente riappare dalle nuvole e rende tutto più nitido e pieno di vita, tutto mi fu chiaro e un sorriso apparve all’istante sul mio volto... Sii! Come avevo fatto a non pensarci prima!! Alice! O Alice.. era un genio! Inviarmi i soldi proprio adesso per condurmi in modo indiretto al posto dove avrei potuto trovarli! Forse doveva aver visto in qualche sua visione il mio desiderio di partire per Denali e che non avessi abbastanza soldi per andarci!
-cos’è quel sorrisino Bella? Fino a poco fa piangevi.. -
-grazie papà! Mi hai fatto capire come trovarli! Sono in Alaska! Dai loro cugini a Denali! E adesso che ho tutti questi soldi non dovrò più farmi problemi per andare da loro! Chiamo subito Jacob. Dobbiamo organizzare tutto per la partenza e..- ma mio padre mi afferrò per un braccio e mi fece fermare. Avevo cominciato a girare per la stanza dall’euforia.
-aspetta signorina! Cosa vuol dire “Chiamo subito Jacob. Dobbiamo organizzare tutto per la partenza” tu non vai da nessun parte! Non senza il mio permesso!- ecco lo sapevo..
-ma papà.. ma se sei stato tu a dirmi di doverli ringraziare per i soldi? Ho deciso.. li raggiungo a Denali così ne parleremo faccia a faccia. Ti prego papà non dirmi di no! Sai quanto sono importanti per me. E comunque non ci andrò da sola, Jacob verrà con me! so già che mi dirà di si. –
-ma.. come puoi volergli ancora così bene dopo tutto quello che ti hanno fatto? Voglio solo che non ti faccia del male bambina mia. E ho pura che rivederli e soprattutto rivedere Edward ti possa far toccare il fondo ancora una volta.. e non voglio che questo accada di nuovo.-
Sentii subito gli occhi pizzicarmi e non potei fare a meno di sentire stringermi il cuore al sol pensiero di vedere di nuovo Charlie preoccupato per me! ma questa volta non l’avrei permesso.. avrei voluto dirgli che adesso ero più forte! Che avevo acquisito sicurezza.. dopotutto ciò che non ci distrugge ci fortifica.
-papà non preoccuparti. Starò bene! Te lo prometto.. ma io devo andare! Non provare a fermarmi. Lo sai che lo farei comunque.. ma sono più tranquilla a sapere che non sei all’oscuro di tutto-
-ok. - disse in un sospiro – ma mi devi un favore.. e ti prego sta attenta!-
-te lo prometto- gli dissi scoccandogli un bacio sulla guancia e andando in camera mia alla ricerca del cellulare per telefonare a Jacob.
Ero in attesa di una sua risposta dall’altra parte della cornetta quando sentii la sua voce sorpresa.
-pronto Bella?-
-Jacob.. devo parlarti.. è successa una cosa inaspettata quanto provvidenziale! Prepara le valige.. andiamo in ALASKA!- Gli raccontai tutto e come me, non poté negare il fatto che quei soldi, arrivati in maniera tanto improvvisa, dovevano essere frutto dell’ingegno di Alice. E come mi aspettavo fu entusiasta di partire. Volevo andare subito a prenotare i biglietti per entrambi e al primo volo disponibile saremmo partiti.
Dopo averne parlato con mio padre, decisi che non avrei incassato immediatamente l’assegno. Volevo prima trovare Alice e parlare con lei. Intanto avrei comprato i biglietti per entrambi con quel poco di soldi che tenevo da parte. Non avrei permesso che Jake spendesse nemmeno un soldo.
La signorina dell’agenzia si stupì abbastanza della mia irruenza nel voler partire immediatamente. Mi guardò sbigottita per tutto il tempo della prenotazione. Il primo volo disponibile era per le 7 della mattina seguente, il che voleva dire svegliarsi almeno per le 5 e andare a Port Angeles, e in un primo momento fui tentata di prendere quello successivo delle 12. Ma poi decisi che non volevo perdere altro tempo prezioso e feci prenotare i posti su quello delle 7. Alla fine quando mi diede in mano i due biglietti mi sentii come su una nuvola e tanto felice. Presto avrei rivisto il mio Edward e il resto della famiglia Cullen. E allora non avrei avuto più nessun tentennamento. Gli avrei confessato tutte le mie paure e sarei stata pronta ad affrontare qualsiasi loro reazione.
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Quella notte la trascorsi completamente insonne. Tra l’agitazione della partenza, l’ignoranza di cosa mi aspettasse una volta arrivati a Denali e l’ansia di mio padre per nulla contento di questo viaggio improvviso, mi rigirai nel letto per tutta la notte. Speravo almeno che l’agitazione andasse via non appena avessi messo piede sull’aereo. Una volta li sopra sarei stata solo impaziente di arrivare a destinazione.
La sveglia mi trovò pronta a scattare non appena si mise a suonare e in fretta e furia andai in bagno a prepararmi. Cercai di fare meno rumore possibile, dopotutto erano le 5 del mattino e Charlie riposava nella sua stanza. Aveva insistito perché lo chiamassi e lo avvertissi della mia partenza ma non volevo svegliarlo e soprattutto non volevo vedere ancora una volta il suo viso che mi implorava di non partire. In meno di 10 minuti fui pronta e scattai a prendere il cellulare per telefonare a Jacob. Mi rispose dopo il terzo squillo dicendomi che stava guidando e che era quasi arrivato sotto casa mia. Iniziai a scendere le scale con in mano il misero borsone che avevo preparato per il viaggio. Dopotutto non saremmo rimasti via per molto tempo, giusto la possibilità di ritrovare i Cullen e parlare con Edward. E poi.. poi.. non sapevo quello che mi aspettava... ci avrei pensato dopo! Una mano mi bloccò prima di uscire fuori di casa, Charlie. Mi voltai e lo vidi ancora assonnato e con il pigiama addosso.
-state attenti mi raccomando..- mi disse abbracciandomi
-non preoccuparti papà. Torno presto!- Aspettò insieme a me l’arrivo di Jacob nonostante gli dicessi di tornarsene a letto, ma non mi lasciò per un secondo e andò via solo quando mi vide seduta in macchina mentre lo salutavo dal finestrino.
-allora.. sei agitata?- già lo ero per conto mio non serviva che me lo ricordasse
-si vede tanto?-
-giusto un po’! rilassati Bella, vedrai andrà tutto bene.-
-come fai a dirlo? Non sappiamo neanche dove cercarli. Uff.. adesso l’unica cosa che voglio è salire su quel maledetto aereo e arrivare a destinazione!-
-non dimenticarti che di fianco a te hai un licantropo. Il mio naso è fatto apposta per fiutare l’odore dei vampiri, vedrai sarà un gioco da ragazzi trovarli. Ci sposteremo verso la periferia della città e da li seguiremo l’odore, sicuramente abitano in una casa sperduta nel bosco, come i Cullen! Non preoccuparti li troveremo..- menomale che c’era Jacob con me! lui mi rinfrancava sempre e se per caso mi demoralizzavo trovava sempre un modo per tirami su. Speravo solo che fosse veramente facile come sosteneva lui.
L’aereo stranamente fu puntualissimo e partimmo lasciandoci alle spalle la nostra amata Forks. Com’era strano pensare a Forks come al mio posto preferito, fino a due anni fa non ci avrei messo piede neanche sotto tortura, e invece adesso era l’unico posto dove mi sentissi a casa. In quel posto avevo trovato l’affetto di un padre che troppe volte avevo considerato un estraneo. Avevo trovato l’affetto di un amico meraviglioso che era sempre pronto a sostenermi e a tenermi per mano. Ma soprattutto avevo trovato l’amore. Se me l’avessero detto non ci avrei mai creduto! Per me non era mai stato facile parlare d’amore o anche solo avvicinarmi ad un ragazzo senza che prima diventassi una torcia umana dall’imbarazzo. Ma con Edward fu tutto diverso. Sarà stata la sua natura a farmi pensare che fin da subito non poteva essere considerata una cotta quello che ci legava. No. Con lui fu subito amore e neanche la morte è stata in grado di separarci, neanche dei vampiri assetati di sangue ci sono riusciti, solo noi due siamo stati in grado di dividerci. Solo la nostra stupidità ci è riuscita. E per questo amore immenso, che oggi come esattamente due anni fa è vivo e smisurato dentro il mio cuore, ero disposta a lottare per riavere l’unica persona in grado di farmi sentire completa, viva, amata. Il mio Edward! In tre ore e mezza l’avrei raggiunto e speravo solo che mi desse la possibilità di spiegargli le insulse motivazioni che mi avevano allontanato da lui.
-Bella? Ei Bella? Svegliati stiamo per arrivare..- una voce mi stuzzicava l’orecchio facendomi rabbrividire e in quel momento capii di essermi addormentata e di aver trascorso l’intero viaggio appoggiata alla spalla di Jacob che galantemente mi sorreggeva. Non potevo credere di aver dormito per tutto il tempo!
-di la verità, non hai chiuso occhio stanotte eh? Hai fatto bene a riposare..-
-scusa, non sono stata per niente di compagnia.- dissi provando a sistemare alla meglio i capelli e tornando sul mio lato del sedile.
-figurati.. lo sai che con me non devi farti problemi, sentiti libera di fare quello che vuoi.-
-ti ho già detto grazie oggi?-
-mhh a pensarci bene.. no! Ancora non me l’hai detto.- disse mettendosi a ridere
-allora Grazie. Non so proprio come farei senza di te. Guardati, sei seduto su un aereo in viaggio per l’Alaska e nemmeno ti lamenti. Sei il migliore amico che potessi desiderare.- mi sorrise e scherzosamente mi passò una mano tra i capelli come per distogliere l’attenzione da se stesso. L’avevo messo in imbarazzo.
L’aereo non tardò ad atterrare e come le ruote stridettero a contatto con la pista d’atterraggio il mio cuore al contrario prese il volo. Ero agitata più che mai e volevo avere solo la conferma che quel viaggio non fosse stato inutile. Volevo rivedere Edward e anche se non mi avesse più voluta almeno avrei portato per sempre con me la sua immagine, consapevole questa volta che fosse davvero l’ultima. Non appena scendemmo all’esterno fummo subito investiti dall’aria più fresca che si respirava da quelle parti e Jacob mi fu subito accatto prendendomi la mano.
-allora sei pronta?-
-prontissima!- dissi risoluta.
E così ci incamminammo verso l’uscita dell’aereo porto.
Riusciranno i nostri eroi a trovare quello che cercano??? Non dovete attendere tanto.. il prossimo cap. arriverà esattamente tra 5 giorni!
Cosa ne pensate della lettera di Alice? Era veramente questo il suo intento? Farli partire alla volta di Denali? Forse Bella si è immaginata tutto chi lo sa.. ma è probabile che trovi comunque qualcosa.. ok basta!
Aspetto con ansia di leggere le vostre recensioni!! Mi raccomando scrivete, scrivete, scrivete, scrivete, scrivete, scrivete, scrivete, scrivete, scrivete, scrivete…
Ecco qua il nuovo capitolo… vi ringrazio per le recensioni che mi avete lasciato la settimana scorsa e vi invito anche questa volta a dirmi cosa ne pensate!!!
Scappo non posso trattenermi oltre! Vi lascio alla letturaaaaaaaaaaa…
Capitolo 12
Dire che era come trovarsi nella situazione dell’ago nel pagliaio era dire poco! Non appena mettemmo piede fuori dall’aereo porto ci trovammo in una situazione un po’ complicata. Da dove avremmo cominciato a cercare?? Jacob insisteva perché ci spostassimo nella periferia della città o verso le case che confinavano con il bosco. Si, ma da quale parte andare? Se avessimo dovuto setacciare la città da cima a fondo non ci sarebbe bastato un intero giorno. Quindi a conti fatti, ci trovavamo in una città sconosciuta, alla ricerca di un clan di vampiri vegetariani, senza la minima idea di dove cominciare e con l’entusiasmo sotto le suole delle scarpe! AIUTOOO!!
-la pianti di fare così Bella? È snervante!- non la smettevo di sbuffare e ormai mi trascinavo come un bradipo invece di camminare.
-si lo so.. scusa, è che ho perso le speranze tutto qui!- era dura ammetterlo, soprattutto di fronte a Jacob e dopo averlo trascinato in quel viaggio.
-mamma mia come ti demoralizzi! Bella, lo so che non sarà facile e che è più di mezza giornata che non facciamo altro che girare da nord a sud questa città, ma non ti abbattere.. credo che siamo sulla buona strada!- si come no.. seguire le indicazioni di un anziano signore che sembrava essere uscito da un bar dopo essersi scolato mezzo bancone degli alcolici e averci detto che conosceva personalmente la famiglia di Tanya , era molto affidabile! Ma Jacob pensava il contrario e allora mi sono detta : perché no! E così eccoci a camminare nel deserto assoluto dopo aver lasciato la pensione che avevamo trovato per trascorrere la notte, il taxi che ci aveva condotto fino a li e dietro di noi 10 minuti di cammino dalla città!
-se lo dici tu! Ma senti un po’ , possibile che non abbia ancora fiutato niente?-
-no, niente.. che ne dici se provo a trasformarmi e a vedere se più in la ci sono delle tracce?-
-o-ok..- non mi allettava l’idea di rimanere sola ma se fosse stato utile per una svolta..
Si allontanò di poco e andò verso un albero, capii subito che stava per spogliarsi e lasciare la sua roba a terra. Mi voltai con le guance arrossate... mi sentivo ancora un po’ in imbarazzo nei confronti di Jacob, dopotutto ci eravamo lasciati neanche da tre giorni. E non potevo sapere cosa pensasse o come si sentisse a stare con me comportandosi da semplice amico. A volte mi capitava di vederlo assente e un po’ triste. Ma non facevo mai in tempo a chiedergli a cosa pensasse che subito mi guardava e mi sorrideva, e a me dispiaceva infinitamente sapere che la causa della sua tristezza ero io.
-Jacob?- lo chiamai per sapere se avesse finito
Ma in cambio di una sua risposta ricevetti un latrato e una carezza sulla spalla. Di fianco a me ora c’era l’enorme lupo rossiccio. Sembrerà starno ma mi faceva una tenerezza incredibile, avrei tanto voluto coccolarlo come se fosse un peluche! Non mi aveva mai fatto paura, fin dalla prima volta in cui lo vidi mi sentii subito a mio agio a stare con lui in quella forma.
Mi fece cenno con la testa e capii che stava per allontanarsi.
-va bene vai.. ma sta attento mi raccomando!- come al solito sbuffò e andò via correndo.
Rimasi sola a fissare il punto in cui non lo vidi più e piano mi avvicinai all’albero dove aveva depositato la sua roba. Mi sedetti a terra e il contato con l’erba fredda mi fece rabbrividire. Dopo un po’ decisi di chiamare Charlie per interrompere il silenzio che c’era intorno a me.
Rispose al terzo squillo.
-Pronto, casa Swan..-
-ciao papà!- dissi mostrandogli entusiasmo, non volevo dargli la soddisfazione di pensare che quel viaggio si fosse dimostrato inutile.
-Bella! Come va? Tutto bene?-
-si tutto bene.. scusa se non ti ho chiamato prima ma siamo stati un po’ …indaffarati-
-siete riusciti a trovarli?- mi chiese con tono quasi allarmato. Sapevo che non voleva che rivedessi Edward.
- ci siamo quasi! Abbiamo trovato una pista e.. e la stiamo seguendo, non preoccuparti papà ti chiamerò non appena li troveremo, promesso..-
-ok.. ma state attenti! E Jacob?-
O mamma! E adesso?
-è qui.. ti..ti saluta- non potevo dirgli che adesso era chissà dove a correre nelle sembianze di un lupo! Come minimo gli sarebbe preso un infarto!
-va bene.. siate prudenti e chiamami quando hai novità, va bene?-
-ok, ci sentiamo dopo..-
-ciao Bells..-
-ciao - Interruppi la telefonata e mi guardai intorno, quel posto era un incanto! Completamente verde e pieno di fiorellini colorati, gli alberi ricoperti di foglie e il sole, che timido faceva qualche sporadica apparizione da dietro le nuvole, rendeva tutto di un verde chiarissimo. Ripensai subito alla nostra radura e non potei evitare allo stomaco di contrarsi. Non ci ero più stata da.. da.. non ricordavo nemmeno io da quanto tempo non ci andavo. Senza Edward non riuscivo più a fare le cose che un tempo mi rendevano felice. Alzai di scatto la testa al cielo e mi guardai intorno, un rumore aveva colto la mia attenzione e si avvicinava sempre di più! Mi allarmai subito non riuscendo a capire cosa fosse. Il rumore si intensificò e fui costretta a tapparmi le orecchie. Per la paura mi ero quasi rannicchiata in posizione fetale, con le braccia mi cingevo le gambe. Dov’era finito Jacob! Jacob.. Jacob..Jacob.. stavo iniziando a preoccuparmi per lui..
-JACOBBBB!!!- Urlai come un pazza appena mi fu davanti! Era lui a fare tutto quel casino!!!!
-ma sei forse impazzito? Vuoi farmi morire di crepacuore?- non mi ascoltò nemmeno e andò dietro l’albero dov’ero appoggiata. Sentii subito la sua risata
-hahahha sei uno spasso Bella! Avresti dovuto vedere la tua faccia!!-
-smettila!- subito lo spintonai quando sbucò fuori
-ma fai sempre questo baccano quando corri per la foresta? Sembrava che da un momento all’altro dovesse spuntare fuori un carro armato.. non sto scherzando Jake mi hai fatto venire paura.. e smettila di ridere di me!-
-non corro sempre così, è che mi stavo divertendo un po’, era da molto che non mi trasformavo, almeno da quando ho avuto l’incidente e tornare a correre e sentire tutta la forza nei tessuti mi ha rinvigorito all’istante! Mi stavo solo divertendo un po’.. scusa tanto Bella, no volevo spaventarti!-
-dimmi almeno che hai trovato qualcosa ti prego!!-
-ebbene.. si! Li ho trovati!-
Non potei evitare di urlare di gioia. Finalmente li avrei rivisti!! Il mio cuore prese a battere più veloce delle ali di un colibrì
-e dove.. dove sono? Andiamo forza!- dissi incamminandomi verso la foresta
-ehmmm Bella? È un pochino troppo distante da raggiungere a piedi, ci metteremmo un intera giornata.. conosco un altro modo per arrivarci alla svelta..-
-eh? No, no, no, no, no, no! Io non con te non ci vengo! Non dopo che mi hai mostrato quanto riesci a correre e quanto sei veloce! No Jake, scordatelo!-
-ma perché? Ti prometto che andremo piano, manterrò un’andatura moderata, ma non costringermi ad affrontare tutto quel viaggio a piedi.. ti supplico..- lo guardai risoluta non avrei ceduto. Mi aveva messo davvero una paura folle!
-se fosse stato qualcun altro a chiedertelo non avresti detto di no..- e mi sentii morire per il tono in cui l’aveva detto. Però non potevo di certo dargli torto, con Edward non mi facevo di questi problemi. Come potevo anche solo resistergli se ogni volta mi implorava si salire sulla sua schiena con quel sorriso mozzafiato che mi faceva ogni volta che voleva ottenere qualcosa da me? aveva ragione mi stavo comportando da stupida..
-ok! Ma promettimi che non andremo troppo veloci! Promettimelo! – un sorriso apparve sul suo volto
-va bene te lo prometto! Aspettami qui.. torno tra un attimo!- e sparì per tornare poco dopo in forma di lupo con in bocca i suoi vestiti. Li afferrai e li misi sottobraccio. Lo guardai dubbiosa e confusa. Non sapevo ne da dove salire e ne dove aggrapparmi senza fargli del male. Per fortuna si abbassò quel tanto che bastava da permettermi di salirgli in groppa e attaccarmi al suo collo. Il suo pelo era di una morbidezza assurda e mi faceva anche un po’ il solletico alla faccia. A dire il vero era tutta la situazione a farmi ridere. Se solo mi avessero detto un giorno che mi sarei ritrovata aggrovigliata sulla schiena di un licantropo avrei chiamato subito il manicomio. Ma non era finzione.. era la realtà! Jacob tornò completamente eretto e mi stupii di quanta fosse l’altezza che mi separava dal suolo. Mi fece cenno con la testa ed io mi aggrappai sempre più forte attorno al suo collo. Fece anche il verso di soffocare e non potei evitare di ridere. Partimmo spediti nel bosco e per quanto potesse apparire incredibile mi stupii di trovare la schiena di Jacob molto comoda. Certo sentire tutti i muscoli contrarsi dalla corsa non era tanto piacevole, ma tutto sommato non potevo lamentarmi. Un’altra cosa da aggiungere alla lista delle stramberie. Stare aggrappati alla schiena di un licantropo mentre corre? Fatto!
Dopo aver percorso parecchio cammino, Jacob iniziò a rallentare. Non ci eravamo fermati neanche un attimo, troppo impegnati a raggiungere la nostra meta. Io dal canto mio non potevo di certo dire di aver goduto del paesaggio o di quello che ci circondava, avevo mantenuto gli occhi chiusi fin dalla partenza.
Sentii un lamento provenire dalla gola di Jacob e riaprii gli occhi imbarazzata capendo di essere rimasta attaccata senza muovermi anche dopo che ci eravamo fermati.
-oh.. si scusa..- si abbassò e mi fece scendere. Traballai un po’ prima di acquisire di nuovo l’equilibrio e per fortuna che non mi girava la testa.
Jacob reclamò i suoi indumenti e dopo averli afferrati in bocca si allontanò verso una zona più appartata. Lo aspettai impaziente di correre da Edward !
-allora? Com’è andata? – mi chiese non appena riapparve vestito dei suoi abiti da umano.
-mhhh è andata..- dissi provocandolo
-avanti Bella! Non dirmi che non ti sei divertita neanche un po’!-
-si, ok è stato strano.. ma... mi sono divertita un mondo Jacob!!!- e mi misi a ridere
-te lo avevo detto che ne sarebbe valsa la pena, e poi mi sono comportato bene non sono andato troppo veloce..-
-si è vero! Ti sei comportato bene.. e grazie ancora di essere venuto con me! dopo questo viaggio non so proprio come avrei fatto senza di te.. a proposito, come va la schiena? Ti ho fatto male?-
-scherzi? A parte qualche piccolo episodio in cui mi stavi quasi per strangolare la schiena è a posto, non temere!-
-da che parte dobbiamo andare adesso?- gli chiesi visto che ci eravamo fermati ma eravamo ancora nella foresta
-di la seguimi.. ho preferito cambiarmi adesso e proseguire a piedi.. dopotutto, siamo quasi…arrivati..- e nel dirlo scostò degli arbusti che formavano una parete di rami e la casa ci si parò davanti in tutta la sua magnificenza!
Era una casa stupenda! Poteva sembrare una baita di montagna.. solo.. 10 volte più grande! Era costruita in pietra e le vetrate della casa spiccavano nella loro grandezza. Aveva dettagli in legno che ricoprivano gli interni della casa ma ben visibili anche dall’esterno. Le luci erano accese segno che, per fortuna, ci faceva ben sperare ti trovare qualcuno.
Ci avvicinammo con cautela, erano pur sempre dei vampiri dotati di ottimo udito e di ottimo fiuto. Non sarebbe di certo sfuggito l’odore di sangue umano e l’odore di licantropo.
Stavamo per raggiungere l’ingresso quando qualcuno si parò davanti alla porta di casa guardandoci e io mi spaventai. Mi attaccai al braccio di Jacob che mi strinse per la vita infondendomi sicurezza.
-vogliamo solo parlarvi! Veniamo in pace..- disse Jacob per tranquillizzare l’uomo che non aveva smesso un attimo di guardarci.
Dopo un po’ aprì la porta e uscì all’esterno.
-chi siete? Che cosa volete?-
-veniamo da Forks..-mi azzardai a dire io – stiamo cercando la famiglia Cullen! Siamo loro amici, pensiamo che vivano qui insieme a voi..-
-voi conoscete Carlisle?-
-si, e tutto il resto della famiglia..- gli rispose Jacob
-e.. come mai li cercate? E come mai proprio qui?-
Mi staccai dal braccio di Jacob e avanzai un po’ verso quell’uomo
– io e il mio amico stiamo cercando i Cullen e spero proprio che voi possiate aiutarci. So che vi considerate come dei parenti e in più di un occasione ci siamo ritrovati a parlare di voi, solo che non ho mai avuto il piacere di conoscervi.. io sono Bella..- dissi allungandogli la mano. A sentire pronunciare il mio nome mi parve quasi di vederlo sussultare. Allungò la mano verso la mia e me la strinse.
-piacere Bella, io sono Eleazar.. e il tuo amico licantropo l’addietro è?-
-io sono Jacob!-
-è un piacere conoscerti Jacob.. non avrai brutte intenzioni spero..- lo guardai sbalordita e mi intromisi fra i due
-o no! Lui è mio amico e amico dei Cullen, mi ha accompagnato fino a qui ma le assicuro che non ha brutte intenzioni.. vero Jacob?- dissi rivolgendomi al diretto interessato
Mi guardò assottigliando gli occhi e poi guardò Eleazar
-solo se non me ne darete modo.. ovviamente!-
-ovviamente!- replicò quest’ultimo
-ma prego.. accomodatevi in casa..- disse tornando indietro e tenendoci la porta
aperta. Io iniziai subito a boccheggiare non appena misi piede dentro.
Quella casa era una favola!
Il salotto era enorme e bellissimo con i divani bianchi posizionati in mezzo alla sala e le vetrate si affacciavano sulle montagne imbiancate. Lateralmente si accedeva alla cucina che si intravedeva appena.
-accomodatevi, chiamo gli altri..- ci diede la spalle e io e Jacob ci guardammo in attesa che tornasse. Mi accomodai stremata sul divano e Jacob invece si spostò verso le finestre.
-Bella!- mi chiamò Eleazar – ti presento la mia compagna.. lei è Carmen!- e una signora bellissima dai tratti delicati mi si parò davanti reclamando la mia mano.
-è un piacere conoscerti Bella! Abbiamo sentito tanto parlare di te!- e il suo accento spagnolo mi catturò all’istante. Ma la cosa che mi lasciò senza parole era il fatto che già mi conoscessero!
-piacere..- dissi stringendogli la mano. Il quello stesso istante comparvero sulla porta tre ragazze, naturalmente bellissime che non potei fare a meno di ammirare.
-lei è Kate..-
-piacere di conoscerti Bella!- mi sorrise e mi strinse la mano che gentilmente avevo allungato verso la sua direzione.
-lei è Irina..- continuò Eleazar presentandomi la seconda ragazza un po’ più distaccata della precedente ma senza dubbio molto affascinante. Feci lo stesso gesto con la mano e lei ricambiò mantenendo lo sguardo basso.
-e lei è .. Tanya..- Tanya! La famosa Tanya! Il mio incubo peggiore.. pensare che anche lei fosse innamorata di Edward mi faceva ribollire il sangue nel cervello! Una volta mi ero addirittura paragonata a lei. Ma ora vederla di persona e vedere la sua bellezza mozzafiato mi faceva sprofondare sotto un metro di terra! Come avrei mai potuto competere ?
-Tanya..- dissi allungando la mano e stringendogliela. Lei nell’afferrare la mia la strinse un pochino troppo forte. Infatti sentii le dita scrocchiare.
-e così tu saresti la famosa Bella!!-
La guardai sbigottita non capendo il suo tono acido e privo di gentilezza. Dopotutto ci conoscevamo da quanto? 30 secondi?
-che vuoi dire con questo?-
-voglio dire che tu non sei affatto una sconosciuta per noi.. qui sei famosa per la tua.. come dire.. influenza nei confronti di.. Edward!-
-allora è qui..- mi lasciai sfuggire involontariamente. Sentii il cuore accelerare la sua corsa. Finalmente lo avrei rivisto..
-come prego?- mi chiese guardandomi confusa e incuriosita
E allora capii –lui..lui non è qui?-
-ti riferisci ad Edward cara?- mi chiese a quel punto Carmen
-si, e a tutto il resto della famiglia Cullen.. loro non sono qui?- li guardai uno per uno e l’unica cosa che vidi fu il loro dissentire con la testa. Allora era stato tutto inutile! Quel viaggio era stato inutile... ma allora perché Alice mi aveva inviato quei soldi?
Mi girai a guardare Jacob che non aveva proferito parola fino a quel momento e lo vidi intristirsi per me. Mi guardò con occhi di comprensione misti a dispiacere. Io mi sedetti sul divano e mi lasciai cingere le spalle dal suo abbraccio consolante.
-ma perché credevate di trovarli qui?- mi chiese all’improvviso Eleazar –voglio dire tra tanti posti, perché proprio qui..-
- perché non so in quale altro posto cercarli.. perché mi hanno detto che siete parenti e che vengono spesso a trovarvi.. perché.. perché Edward è venuto qui la prima volta..- non potei evitare di farmi prendere dallo sconforto e lasciai alle lacrime di scendere libere sul mio viso
-posso farvi una domanda se non sono indiscreto? Perché li cercate? –
E allora gli raccontai tutto quello che era successo fino ad allora. Ovviamente evitai di parlargli delle mie paure e del ruolo di Jacob. Mi limitai a dirgli solo che Edward mi aveva lasciato portando con se tutto il resto della famiglia perché io mi ero mostrata incerta sui sentimenti che provavo per lui e che lo avevo deluso. Ma che avevo capito anche di aver sbagliato, che volevo rimediare hai miei errori e che se mi avesse ancora voluto io volevo riprendermelo...
Mi guardarono tutti stupiti e io mi sentii doppiamente male nel raccontargli tutta la storia. Era come rivivere tutti quei momenti per una seconda volta.
-mi spiace Bella.. hai fatto tutta questa strada per niente, ma purtroppo noi non sappiamo come rintracciarli. Vedi, quando ci spostiamo alle volte è anche perché non vogliamo essere trovati e in genere se vogliamo stabilire un contatto è sempre chi va via a chiamare per primo. Ormai sono mesi che non sentiamo più Carlisle e la sua famiglia..- mi sentii un po’ rinfrancata da quelle parole, almeno non ero l’unica a non sapere dove fossero finiti. Un sospiro di irritazione ci fece voltare tutti nella direzione di Tanya. Ma che problema aveva quella ragazza?
-cosa c’è Tanya?- chiesi nella confusione più totale
-mi fai solo ridere Bella!! Adesso capisci cosa vuol dire perdere Edward? Quando l’hai avuto non hai esitato un attimo ad avere dubbi sul tuo amore per lui e ora mi vieni a dire che hai sbagliato? Che vuoi rivederlo per dirgli che lo ami ancora? Per riprendertelo? Cresci mia cara Bella! Pensi che Edward ti vorrà ancora? Sei tanto ingenua da pensare che ti abbia aspettato? Lui è cosi bello, dolce e affascinante che dubito non ti abbia già rimpiazzato con una ragazza 100 volte migliore di te!
Le sue parole mi colpirono nel vivo e a stento riuscii a trattenere le lacrime. E tutti in realtà la guardavano un po’ sorpresi..Ma nonostante tutto sentii la rabbia montarmi dentro come un fuoco
-senti sciacquetta!- Sciacquetta? Ma da dove mi era uscito??- Io non so quale sia il tuo problema!! Non so se mi abbia rimpiazzata o meno, se mi abbia già dimenticata o no! Ma non mi fermerò di certo solo perché sei tu a dirmelo! Ho sbagliato e sono pronta ad affrontare ogni conseguenza delle mie azioni, ma deve essere lui a dirmi tutte queste cose! Sono venuta con lo scopo di cercarlo proprio perché non posso vivere nel dubbio per sempre! Io lo amo! E voglio tentare qualsiasi strada per riprendermelo! La tua è solo cattiveria gratuita, non riesci ad accettare il fatto che non ti abbia voluto e adesso vuoi vendicarti su di me!-
Sentii un fischio di apprezzamento da parte delle persone che si gustavano il nostro show
-che caratterino la ragazza!-
-taci Kate!- le gridò Tanya
-è vero non mi ha voluto. Ma non è per questo che ti dico queste cose! Io non voglio vederlo soffrire a causa tua. Edward è una persona meravigliosa e merita di più che avere al suo fianco un’umana che non è certa dei suoi sentimenti per lui. Come pensi che si senta adesso? Immagino che non ti sia passato per la testa che forse adesso è deluso. Lui ti amava Bella! E tu come l’hai ripagato? Non mi stupirei che sia diventato di nuovo freddo e cinico come una volta. Dovrà pur proteggersi in qualche modo no?-
-Edward non lo farebbe mai! E per la cronaca.. me lo sono chiesto milioni di volte come si possa sentire. Non pensi che anche io abbia paura di averlo deluso? Di avergli mostrato che non può più fidarsi di me? ma come vedi sono qui lo stesso. Io voglio rivederlo, voglio rimediare ai miei errori. Perché non sopporterei di saperlo adirato nei miei confronti. E poi spero che una parte di lui non mi abbia dimenticato e che mi ami ancora. Perché mi auguro di poterlo riavere, voglio dimostrargli che adesso è tutto diverso. Voglio raccontargli tutto quello che è successo e il reale motivo per il quale mi sono allontanata da lui. Io la amo Tanya, lo so che dirlo adesso può sembrare stupido ed è più che plausibile che voi pensiate: poteva pensarci prima no? Lo so. Ed è vero, ma gli errori nella vita si fanno anche per non commetterli più. E adesso che so che l’unica cosa che voglio è stare insieme a lui, farò di tutto per riprendermelo. Almeno fino a che non sarà lui a dirmi di andarmene e di non cercarlo. Ma fino ad allora lo cercherò sempre. Perché lui è la mia felicità, e ogni persona merita di essere felice..- conclusi con la salivazione a zero e gli occhi lucidi. Non pensavo di riuscire a confessare i miei sentimenti davanti a tutte quelle persone che infondo per me erano degli estranei. Forse era la forza dell’amore che nutrivo per Edward a farmi sentire così forte,così combattiva e desiderosa di ritrovarlo a farmi affrontare come mai avrei immaginato, una vampira come Tanya.
-e noi ti auguriamo di ritrovarlo con tutto il cuore mi querida ..-mi disse Carmen con tono pacato come a voler stemperare gli animi. Mi posò una mano sulla spalla e io la guardai rilassandomi a mia volta e ritrovando, se pur per un breve istante, la comprensione e l’amore che vedevo sempre negli occhi di Esme..
-grazie..-
Tanya andò via adirata senza neanche salutare e io preferii di gran lunga che fosse andata via così. Non sarei riuscita a salutarla con gentilezza.
-Bella, dovremmo andare adesso..- sentire la voce di Jacob al mio orecchio fu come essere catapultati nella realtà. Lo guardai per un attimo e annuii a mia volta.
-dove alloggiate?- ci chiese Kate
-alla pensione “Louisiana” giù in città..-
-lo so che probabilmente non accetterete, ma se vi va potete dormire qui stanotte e domattina tornare ai vostri alloggi..-
-no grazie , abbiamo tutte le nostre cose li.. e poi visto che i Cullen non sono qui ripartiremo domani stesso.. grazie comunque-
-permettete almeno che vi accompagni in macchina! È buoi fuori e non vorrete tornarvene a piedi per tutto il tragitto..- ci propose Eleazar gentilmente
-ma.. non abbiamo visto strade percorribili in auto quando siamo venuti..-
-questo perché avete preso il sentiero del bosco, ma in realtà c’è una strada che ci collega alla città! Saremo alla pensione in un battibaleno..-
Guardai Jacob che stranamente era diventato più silenzioso del solito, forse era la presenza di tutti quei vampiri a renderlo inquieto.. mi guardò e annuì con la testa
-ok..- disse –ormai è tardi e non va bene andarsene in giro a quest’ora specialmente in un posto che non conosciamo..-
-vado a prendere la macchina- disse Eleazar
Nel frattempo noi salutammo le ragazze e Carmen mi fece promettere che ci saremmo riviste presto. Kate fu molto gentile e anche Irina alla fine si dimostrò un pochino più aperta.
Salimmo nella macchina di Eleazar, una Range Rover sport molto accessoriata e dagli interni super lussuosi, io mi sedetti sul sedile anteriore e Jacob in quello dietro al mio.
Non parlammo molto nel tragitto verso la pensione , io avevo perso l’entusiasmo, Jacob continuava a mantenere il silenzio, e Eleazar per quanto potesse essere gentile non ci conosceva abbastanza da intavolare una conversazione dal nulla.
Così arrivammo di fronte alla pensione in men che non si dica e dopo averlo salutato e averlo ringraziato per la sua ultima gentilezza se ne andò via facendomi promettere che non mi sarei arresa e che la mia tenacia e la mia caparbietà, ma soprattutto l’amore verso Edward mi avrebbero permesso di ritrovarlo.
Speravo tanto che avesse ragione!
Entrai nella stanza sbuffando gettandomi di peso sul letto mentre Jacob andò a sedersi sul suo. Dunque era stato tutto un viaggio inutile. I Cullen non erano a Denali, e nessuno sapeva come trovarli. Stavo cominciando a credere che forse non li avrei più rivisti. Il clan di Denali era la mia ultima speranza, e speravo tanto che potessero aiutarmi, ma forse era il destino che si accaniva contro di me a rendere le cose più difficili di quanto mi aspettassi. Ripensai alla conversazione che ebbi con Tanya e alle parole d’odio che aveva usato nei miei confronti. Quando li udii per la prima volta mi fecero quasi male, ma adesso ripensandoci non potevo che darle ragione. Pretendevo di riprendermi Edward ma cosa avrei fatto se non mi avesse più voluto? E soprattutto se non sarei riuscita a trovarlo in tempo mi avrebbe rimpiazzata? Qualche altra ragazza avrebbe preso il suo cuore prima che avessi la possibilità di parlargli? Una cosa era certa.. avrei lottato contro chiunque per riaverlo. E questa era una promessa che stavo facendo a me stessa ma soprattutto al nostro amore. E adesso non mi restava altro che tornarmene a casa con l’angoscia nel cuore perché tutti i miei buoni propositi andavano a farsi benedire se non sarei riuscita a trovarlo.. purtroppo dovevo anche mettere in conto la possibilità di non rivederlo più..
-sei diversa..- la voce con cui lo disse fu quasi un sussurro ma avevo sentito benissimo. Mi girai a guardarlo. Era sdraiato sul suo letto e guardava il soffitto. Non capivo cosa volesse dire con quelle parole..
-cosa.. in cosa sono diversa?-
-con loro.. è come se fossi fatta per appartenere al loro mondo. È così genuino il modo in cui ti poni nei loro confronti che se fossi un pochino più pallida e avessi gli occhi gialli ti prenderei per una di loro..-
Lo fissai immobile senza riuscire a spiccicare parola. Mi aveva stupito con quelle parole perché in fin dei conti era la.. realtà. Era vero con loro mi sentivo a mio agio perché non li avevo mai considerati fino in fondo per quello che erano veramente. Solo una volta mi sentii incerta e inadeguata ad appartenere al loro mondo, e infatti ne stavo pagando le conseguenze..
-si.. hai ragione, mi prenderai per pazza ma non li ho mai considerati pericolosi o qualcosa da cui dover scappare. Io le considero semplicemente...persone. Certo, non tutti sono da apprezzare.. ma dopotutto anche il genere umano ha la sua fetta marcia di società, non credi?-
-già..- e il silenzio tornò sovrano intorno a noi
-perché sei diventato silenzioso? Anche prima quando eravamo a casa di Eleazar non hai detto niente.. che ti è preso?-
Lo vidi accennare un piccolo sorriso ma continuò a fissare il soffitto.
-non ti sfugge niente eh? Diciamo che ho ascoltato una verità che non mi ha fatto piacere.. e adesso sto cercando di accettarla..-
-quale verità?-
-non ci arrivi da sola? Mi ha fatto male sentirti parlare del tuo amore per Edward..-
Trasalii. Non riuscii ad evitare di sentirmi uno schifo. Gli stavo facendo del male.. non ero riuscita a proteggerlo..
-mi-mi dispiace Jacob- dissi con le lacrime agli occhi
-oh.. non dispiacerti per amare così tanto una persona. Sappi solo che avrei voluto essere io quella persona, avrei voluto possedere io il tuo cuore ed essere fiero perché avevi scelto me.. pensavo che sarei riuscito ad affrontare tutto questo, e lo faccio.. lo faccio per te.. ma oggi ho capito di averti perso per sempre. Hai mostrato un coraggio e una determinazione unica che non pensavo possedessi. Mi hai stupito.. hai saputo difendere il tuo amore per lui quando Tanya ti ha attaccato e avresti dovuto vedere lo sguardo che avevi.. i tuoi occhi brillavano! Ma non perché fossi emozionata o intimidita da lei, no. I tuoi occhi brillavano perché stavi aprendo il tuo cuore e mentre lo facevi pensavi ad Edward. Solo con lui ti ho visto quello sguardo.. e oggi. Quando eri con me non l’hai mai avuto. E adesso capisco che lasciarci è stata la cosa migliore per entrambi. Tu non meritavi di soffocare i tuoi sentimenti stando con me e io, pur amandoti, non meritavo di stare con una persona che non sarebbe mai riuscita a donarmi tutto il suo amore... adesso l’ho capito e sono consapevole che va bene così. Va bene così perché anche se non ti ho mai visto quello sguardo quando stavi con me te lo vedo invece adesso che siamo semplici amici. E non posso che esserne felice. Perché capisco che il tuo bene per me è immenso e sincero.. e che anche io possiedo una parte del cuore..-
Restai in silenzio ad ascoltare le sue parole e mi stupii di apprendere che fossero lo specchio dei miei pensieri. Era tutto vero quello che aveva detto. Oggi avevo affrontato Tanya solo perché sapevo che l’unica cosa più forte di lei era il mio amore per Edward. E mentre le urlavo in faccia quanto fosse cattiva lo sentivo più forte che mai. E poi aveva ragione soprattutto su noi.. era vero che possedeva una parte del mio cuore , certo non quella che avrebbe desiderato lui, ma pur sempre importante. Quella dell’amicizia vera e sincera. Mi ritrovai a singhiozzare e avrei voluto dirgli tante cose ma non ci riuscivo. La giornata stancante e le ultime rivelazioni non mi permettevano di essere completamente lucida. Però una cosa volevo dirgliela.. mi alzai e andai a sdraiarmi vicino a lui. Mi abbracciò stretto, ma non con uno di quegli abbracci che ci si scambia con la persona che ami, no. Quello era un abbraccio fraterno e sincero.
-grazie Jacob! Grazie perché mi capisci e mi stai accanto. Sappi che.. è vero! Tu possiedi una parte del mio cuore. E ti faccio una promessa.. io ti prometto che ti apparterrà sempre! Qualsiasi cosa accada nessuno mi porterà via il bene che ti voglio e l’affetto che provo per te.. nessuno!-
-anche io ti voglio bene Bella! E anche per me vale la stessa cosa.. mai nessuno riuscirà a staccarmi da te. Sei la mia migliore amica e anche una parte del mio cuore ti appartiene e ti apparterrà sempre..-
Restammo in quella posizione, abbracciati e senza fiatare, per non so quanto tempo, fino a che stremata mi lasciai andare al sonno non prima di aver sentito la guancia umida.. solo che io avevo smesso di piangere già da un bel po’...
ECCOCI QUA!!! Scusate il delirio ma in questi giorni sto considerando davvero la possibilità di essere pazza! Cooomunque.. il capitolo che andrete a leggere è l’ultimo di Isabella a Forks. Spero vi piaccia il modo in cui ho descritto le sue sensazioni! Dal prossimo comincerà la svolta!
Vi lascio alla lettura! Ci vediamo sottoooo...
Capitolo 13
Nel dormiveglia in cui mi trovavo la prima cosa di cui mi resi conto era il dolore che sentivo nelle ossa. Ripensai subito al cammino che avevo fatto ieri e a quanto fossi stremata non appena misi piede in stanza. Mi mossi sotto le coperte e mi accorsi di trovarmi nel letto di Jacob. Dunque avevamo dormito tutta la notte insieme. Dopo esserci confessati entrambi tutto il bene che ci legava non ci eravamo mossi di un millimetro dalle nostre posizioni e infatti mi stupii abbastanza di trovarmi sotto le coperte senza di lui al mio fianco. Decisi di oziare ancora un po’ nel letto e di bearmi dei raggi del sole che filtravano dalla finestra. Solo che.. stavo iniziando a chiedermi dove fosse finito lui. Non mi erano sfuggite le sue lacrime che silenziose avevano continuato a bagnarmi il viso, fino a che troppo stremata mi lasciai andare al torpore. Ma era come se mi avessero seguito anche nel sonno e insieme a loro la consapevolezza di fargli del male.
-buongiorno dormigliona!- disse a piena voce entrando nella stanza ed io trasalii di paura
-perché non mi hai svegliato?- gli chiesi continuando a stare sdraiata
-ho preferito lasciarti dormire, eri così stanca che non ti sei accorta neanche quando ti ho infilato sotto le coperte..- disse sedendosi sul letto al mio fianco
-ciambelle per te!- e mi allungò un sacchetto bianco dal quale proveniva un odore delizioso. D’improvviso mi resi conto di essere a digiuno da quasi un giorno e anche il mio stomaco parve accorgersene visto che cominciò a brontolare.
-grazie.. ho una fame!-
-lo so, è da ieri che non mangi..- ne agguantai subito una e la portai alla bocca. Dire che ero affamata era dire poco. In meno di un minuto era già dentro il mio stomaco. Subito ne presi un’altra.
-dove sei andato?-
-sono uscito a comprare le ciambelle e ... a prenotare il volo del ritorno.. mi sono fatto dire dalla receptionist dove potevo trovare un agenzia di viaggi e ho prenotato i biglietti. Partiamo fra due ore. -
-ma perché non me l’hai detto? Ti avrei accompagnato..-
-non serviva che mi accompagnassi.. e poi così hai potuto riposare un po’. Ah! Ho chiamo Charlie stamattina. Era in pensiero per te visto che non vi siete più sentiti, ma gli ho raccontato tutto e ha capito.. –
Lo guardai sbigottita
-cosa ti ha detto? Immagino avrà gioito del fatto che non sono riuscita a trovarli..- dissi sprezzante ma subito me ne pentii
-non dire così Bella! Lo sai che Charlie vuole solo il tuo bene.. si è dispiaciuto invece sai? Sapeva quanto questo viaggio fosse importante per te e mi ha pregato di starti vicino poiché immaginava la tua reazione.. non essere dura con lui. Dopotutto vuole solo che tu sia felice..-
-..ma non crede che la mia felicità sia Edward. Ormai lo so e lo accetto. Non vuole vedermi soffrire di nuovo ed è comprensibile che mi faccia desistere nel cercarlo. Hai ragione non devo essere così dura nei suoi confronti...-
-ecco vedi che hai capito? Su alzati, abbiamo un aereo da prendere..si torna a casa!-
Sentire quelle parole mi fece invadere da un senso di tristezza mai provato. Saremmo tornati a casa si, e dopo? Cosa avrei fatto dopo? Dove altro avrei potuto cercarlo? Mi si spezzava il cuore a doverlo ammettere ma.. non lo avrei più rivisto. Ormai dovevo farmene una ragione e pensare a vivere la mia vita senza di lui. Avrei portato sempre il suo ricordo con me. Ovunque andassi sapevo che pensandolo lo avrei sentito vicino. Ma non avrei più potuto toccarlo o anche solo abbracciarlo. E cosa più importante, non avrebbe mai saputo che lo amavo alla follia e che era l’unico per me! Speravo tanto che tornasse da me. Così, all’improvviso. Un giorno avrei voluto aprire gli occhi e trovarlo nella mia stanza, disteso nel mio letto, con un braccio a cingere la mia vita e sentirgli dire quanto anche lui mi amasse e che non sarebbe più andato via. Ma purtroppo questo sarebbe rimasto solo un sogno. Un bellissimo sogno che speravo si avverasse il più presto possibile. Sarei andata avanti ad aspettare questo suo gesto all’infinito, come la moglie che aspetta che il marito ritorni dalla battaglia, come Penelope che aspettava il suo Ulisse. Anche se inconsciamente sapevo che non sarebbe tornato, io lo avrei aspettato comunque.. il mio cuore lo avrebbe aspettato comunque.
Dovevo sperare solo in un suo gesto e speravo ardentemente che prima o poi si decidesse a farlo..
Mi alzai dal letto e andai in bagno a rinfrescarmi un po’. Non vedevo l’ora di tornare a casa e infilarmi sotto la doccia e starci almeno mezzora. Adesso andavamo troppo di fretta per permettermi questo lusso..
Uscimmo dalla stanza con in mano i nostri miseri borsoni e ci avvicinammo alla reception. Saldai il conto e salimmo sul primo taxi che ci avrebbe portato all’aereo porto.
Mentre viaggiavamo guardavo fuori dal finestrino e ripensavo al folle viaggio in cui ci eravamo cacciati solo per inseguire un indizio che poi tanto “indizio” non era. Ancora mi era ignoto il motivo per il quale Alice mi aveva inviato tutti quei soldi.. se non era un giochetto inventato per farmi volare a Denali, non capivo proprio perché me li avesse inviati. Che fosse veramente un modo per dirmi: vivi la tua vita con Jacob serenamente? Troppe domande, nessuna risposta.. Almeno mi sarebbe rimasto il ricordo di questa gita folle, del clan di Denali, della promessa di eterna amicizia che ci eravamo scambiati io e Jacob la sera prima. Insomma tutte le cose belle, lasciando volentieri a terra i ricordi più spiacevoli.. ad esempio l’incontro con Tanya..
Salimmo sull’aereo e aspettai che decollasse e prendesse quota dopodiché mi accoccolai al finestrino poggiando la testa sul mio zaino. Nonostante avessi dormito abbastanza quella notte sentivo come se il mio corpo mi richiedesse un po’ di pace e reclamasse ancora il diritto di dormire.
-non ti dispiace vero se schiaccio un pisolino..- mi rivolsi a Jacob che aveva assunto la mia stessa posizione e che non sembrava porsi tanti problemi quanto me.
-figurati.. anzi ne approfitto un po’ anche io-
Con uno sbadiglio tornai esattamente alla posizione in cui ero e mi lasciai andare al sonno..
Generalmente il viaggio di ritorno sembra sempre più breve di quello dell’andata. Ma stranamente questo sembrò addirittura più veloce. Sentivo di aver chiuso a malapena gli occhi che subito mi ritrovai a scendere la scaletta dell’aereo a Port Angeles. Il bel tempo delle settimane precedenti era solo un ricordo. Ad attenderci c’era la pioggia..
Con il morale a pezzi ci spostammo verso l’area del parcheggio, dove Jacob aveva lasciato la macchina. Dopo aver ritirato le chiavi, ci mettemmo in viaggio verso Forks.
-come ti senti?- mi chiese mentre guidava
-così.. un po’ intontita per il troppo sonno..- e in parte era vero.
Mi diede uno spintone al braccio che mi fece gridare. Lo guardai senza capire..
-non intendevo come stai fisicamente Bella! Intendevo dire come stai a livello emotivo..-
-e non potevi dirmelo senza picchiarmi? Sai.. non hai piume al posto delle mani.. sono sicura che mi uscirà il livido, me lo sento!- iniziai a blaterare cose senza senso per cercare di sviare la sua domanda..
- ma se ti ho a malapena sfiorato! E comunque.. se non vuoi parlarne ti capisco..- era tutto inutile con Jacob. Più cercavo di tenere qualcosa per me, più aveva la capacità di capire che in realtà stavo mentendo. Era così con lui.
-diciamo che sto cercando di farmene un ragione.. e sto anche mettendo in conto il fatto che forse non lo rivedrò mai più. Ma tutto sommato sto bene.. devo stare bene. Ho promesso a Charlie che da adesso in avanti sarò forte, e lo sarò. Non voglio che pensi ancora a me come una bambina bisognosa di essere curata. Devo imparare a leccarmi da sola le ferite e a non gravare sugli altri come un peso..-
Ma ero io a parlare? Quasi non mi riconoscevo.. forse era vero che quello che non ci distrugge ha il potere di fortificarci.
-o-ok..- anche Jacob sembrò stupito dalle mie parole infatti non aprì bocca per tutto il resto del viaggio. Lo avevo ammutolito. Ma era la verità. Troppe volte avevo lasciato che mi stesse intorno curasse ciò che mi faceva stare male. Adesso, invece avrei dovuto farcela con le mie sole forze. E non chiedere aiuto a nessuno. Non era per senso di ingratitudine, dopotutto sia lui che Charlie mi erano stati accanto senza mai lamentarsi e dio solo sa quante parole di riconoscenza avevo nei loro confronti, ma sentivo che non potevo più comportarmi come prima. Non adesso che di fronte a me si affacciava un intero mondo. Sarei andata via di casa, avrei frequentato l’università, avrei conosciuto nuove persone, avrei affrontato nuovi ostacoli e avrei dovuto farcela da sola. Mi sarei rimboccata le maniche e avrei lasciato che fosse il coraggio a guidarmi d’ora in avanti. Si, avrei fatto così.. mia madre mi diceva sempre che ero più matura delle ragazze della mia età, ma adesso con il senno di poi, capivo che sbagliava. Semplicemente affrontavo la vita in maniera diversa, dando importanza ad altre cose e mettendo da parte le frivolezze. Adesso avrei dovuto mostrare veramente la mia maturità.
Arrivammo di fronte casa di Charlie che era pomeriggio inoltrato. Mi voltai a salutare Jacob, che silenzioso se ne stava buono buono nel suo lato guida, e gli lasciai un bacio sulla guancia. Insistette affinché portasse dentro casa l’unico bagaglio che avevo, ma lo ringraziai più e più volte dicendogli che non era necessario e andò via.
Charlie doveva ancora rientrare e io ne approfittai per buttarmi sotto la doccia. Come avevo preventivato restai sotto l’acqua talmente tanto da sentire la pelle delle dita arricciarsi. Quando uscii dal bagno mi diressi in camera mia e velocemente infilai la tuta per stare in casa. Portai la roba sporca in lavanderia e misi tutto in lavatrice. Tornai a distendermi sul letto e lasciai che i pensieri vagassero senza sosta nella mia testa. Decisi che non dovevo permettere allo sconforto di farsi strada dentro di me e allora mi alzai, accessi il computer e aprii un’altra pagina di quel diario che custodivo gelosamente. Edward non era al mio fianco? Allora avrei trovato il modo per parlargli lo stesso..
“ciao Amore mio.. come vedi neanche tutto questo tempo lontano da te è riuscito a cancellare l’amore che mi porto dentro. Dove sei amore mio? Perché non riesco a trovarti?” Mi fermai un attimo. Ero in condizioni pessime, non riuscivo nemmeno a vedere lo schermo tante erano le lacrime. Ma strinsi le labbra tra i denti e mi imposi di continuare... “ tu non puoi saperlo ma.. sono partita per cercarti. Sono arrivata fino a Denali ma di te nessuna traccia. Jacob è venuto con me, ormai dopo che l’ho lasciato abbiamo ripreso a frequentarci come semplici amici, e forse il fatto che non siamo riusciti a stare insieme ha fortificato ancora di più il nostro legame.. mi manchi e non so come fare per colmare questo vuoto che sento dentro. Questo vuoto che solo tu riesci a riempire. Mi maledico per averti permesso di andare via un’altra volta e adesso l’unica cosa che vorrei è spiegarti tutto quello che mi è passato per la testa. Con molta probabilità penserai che io sia innamorata di Jacob e che stia con lui, lo avrai letto nella mente di Alice. Ma avrai letto anche dei soldi? Lei mi ha scritto che tutta la tua famiglia era d’accordo e tu? Tu ne sapevi qualcosa? Anche tu hai voluto mandarmeli per permettere a me e a Jacob di vivere serenamente? Dioooo! Come odio non sapere le cose. Non sapere cosa pensi di me! Comunque ho preso la decisione di aspettarti. Aspetterò un tuo gesto, aspetterò che torni.. e intanto vivrò la mia vita con una cosa in meno al mio fianco,la felicità che solo tu sapevi darmi!”
Salvai il file e velocemente spensi il computer. In contemporanea con il mio gesto sentii la porta di casa aprirsi.. Charlie era arrivato. Scesi di sotto per accoglierlo e fargli vedere che ero arrivata e che stavo bene. Non appena gli fui davanti mi guardò e venne ad abbracciarmi.
-ben tornata..- disse, ma il tono in cui pronunciò quelle parole mi faceva pensare di più ad una frase tipo “mi dispiace”. Ricambiai volentieri il suo abbraccio e subito dopo ci staccammo.
-allora.. com’è andato il viaggio? Tutto bene?-
-si tutto bene.. il viaggio è stato piuttosto faticoso ma non mi pento assolutamente di averlo fatto.-
-quindi anche se non sei riuscita a trovarli ti sei divertita lo stesso..- lo guardai torva
-non userei il termine “divertita” papà.. ma tutto sommato non è andato poi così male. Ho conosciuto i cugini dei Cullen e questo mi basta per dire che non è stato un viaggio inutile.- infatti conoscere la famiglia di Denali era l’unica cosa positiva che avevo trovato in quel viaggio.
-e adesso.. cosa farai?- mi chiese mentre si toglieva la giacca della polizia e andava a sedersi in salotto. Lo seguii e mi accomodai al suo fianco.
-non lo so.. penso che aspetterò che siano loro a farsi avanti. E poi adesso ho l’università a cui pensare..- dissi in un sospiro, ed era vero adesso avrei solo dovuto pensare ai miei studi.
-e per quanto riguarda i soldi? Hai detto che volevi parlarne prima con Alice..-
-ecco.. quella è una cosa che non so minimamente come affrontare! Tu.. cosa mi consigli?- forse questa era la cosa, che insieme al pensiero di Edward, mi tormentava più di tutto.
-mi stai dicendo che non sai ancora cosa farci?- mi chiese e stranamente mi parve sollevato
Lo guardai aggrottando le sopracciglia -..No!-
-o bene.. perché ho trovato il modo per usarli!- lo guardai sbalordita e ci mancava poco che gli occhi mi uscissero fuori dalle orbite!
-che vuol dire “ho trovato un modo per usarli”, papà ancora non so se tenerli o meno e tu già pensi a come usarli?- era forse impazzito? Eppure sapeva che non avevo intenzione di tenerli.
-bè, ricordi cosa ti ho detto quando ho accettato che partissi per Denali? Ti dissi che mi dovevi un favore..-
-si certo che me lo ricordo.. ma questo cosa c’entra?- stavo seriamente iniziando a preoccuparmi
- c’entra se ho bisogno che mi giuri che non ti arrabbierai e che sei disponibile a farmi questo favore..- iniziai ad agitarmi. Cosa diavolo stava blaterando?
-spiegati meglio papà! Non ci sto capendo più niente!-
-ok.. e se ti dicessi che ho già depositato quei soldi sul tuo conto in banca?- iniziai a respirare faticosamente non appena il mio cervello elaborò cosa mi avesse appena detto. E la rabbia mi fece alzare dal divano e guardarlo negli occhi minacciosamente.
-COSA HAI FATTO TU???-
-ecco lo sapevo che ti saresti arrabbiata..-
-e mi sembra il minimo! Come..perché lo hai fatto papà? E poi senza neanche chiedermi il permesso!-
-calmati, lascia che ti spieghi!- ed era meglio che riuscisse a trovare una giustificazione valida! Mi indicò il posto vicino al suo e con una mano mi invitò a sedermi.
-ecco, la mattina stessa che sei partita mi è venuta in mente una cosa importante. Ricordavo esattamente le parole che avevi usato per spiegarmi il reale motivo che aveva spinto i Cullen a farti questo regalo, il fatto che stavi con Jacob e che volevano che vivessi serenamente con lui e bla bla bla! E allora mi sono detto, perché non approfittarne lo stesso anche se adesso tu e Jacob non state più insieme? In fin dei conti se te li hanno mandati vuol dire che vogliono solo il tuo bene..- si fermò e si voltò a guardarmi
-arriva al dunque papà!- l’attesa mi logorava
-ci arrivo, ci arrivo.. mi sono detto, perché non usarli in qualcosa che ti renderebbe felice e che farebbe solo il tuo bene? E allora sono andato in banca e ho depositato l’assegno sul tuo conto..-
-si questo l’ho capito! Ma non mi hai ancora spiegato in che modo vuoi che li usi! Qual è questa cosa che mi renderebbe felice?- stavo iniziando a spazientirmi
-ti ho iscritto alla Dartmouth!- disse semplicemente e io sentii come una fitta allo stomaco
-COSA????- urlai alzandomi dal divano
-si Bella! Tu hai insistito tanto sul fatto che non avessimo tanti soldi per poterci permettere una simile università e allora ho subito colto l’occasione non appena ho capito che tutti quei soldi potevano veramente servire a costruirti un futuro!-
-ma dovevi chiederlo a me! dovevi dirmelo prima di agire!-
-tesoro, converrai con me che non abbiamo più tanto tempo a disposizione.. e poi mi dovevi un favore! E ho ritenuto opportuno che questo fosse lo scambio più equo!-
-andiamo papà.. non è esattamente lo scambio più equo! E poi cosa ti dice che voglia andare alla Dartmouth? Cosa ne sai tu se avevo deciso di andare in un’altra università? Non ti sei fermato un attimo a pensare che forse non è quello che voglio veramente?- lottavo con tutta me stessa a finché le lacrime non uscissero dai miei occhi. Era vero! Andare alla Darmouth significava andarci senza Edward! Come avrei potuto vivere serenamente ogni giorno in quel campus senza di lui? Di tutte le università che poteva scegliere, perché proprio quella?
-non riprendiamo questo discorso ti prego! Non sei in grado di decidere cos’è meglio per te se pensi ancora a Edward! Perché lo sappiamo entrambi che è così, ammettilo! Forza, ammetti che non vuoi andarci perché lui non sarà al tuo fianco? Io guardo solo il bene di mia figlia! Non mi pongo questi problemi esistenziali come invece fai tu! Andare alla Dartmouth è un privilegio e tu lo accetterai che lo voglia o no! Se prima non potevi andarci per via dei soldi ora ci andrai perché i soldi ci sono! E non accetto defezioni da parte tua!- mi urlò quelle parole in faccia come se niente fosse.
-e chi ti dice che non sia troppo tardi?- chiesi sperando di prenderlo in contropiede
-li ho chiamati prima di andare in banca.. gli ho chiesto se fossimo ancora in tempo con la retta e gli ho spiegato che per motivi personali non avevamo ancora potuto spedire i soldi..e hanno capito! Mi hanno detto che non c’era assolutamente nessun problema e che mi avrebbero inviato subito la ricevuta del pagamento e tutte le carte da compilare e rispedire.. ah si.. e anche il foglio di inizio corsi e l’assegnazione della tua stanza nel campus- mi spiegò tutto in maniera talmente naturale che mi stupii ancora di più che fosse riuscito a fare tutto alle mie spalle.
-non ci posso credere.- dissi sconsolata sedendomi sul divano. Charlie mi venne vicino e mi prese le mani nelle sue.
-credici bambina mia! Sei ufficialmente una nuova studentessa della Dartmouth! Non essere arrabbiata con me ti prego.. voglio solo che tu ti costruisca un magnifico futuro per quando io non ci sarò più.. spero tanto che possa perdonarmi per averlo fatto senza dirti niente, ma non mi avresti appoggiato ne sono certo.. perciò perdonami se puoi.. – non serviva che me lo chiedesse, lo avevo già perdonato. Le sue ragioni erano più che valide. Dopotutto era un’opportunità da non perdere. Ma la vita era la mia e volevo solo che prima di decidere ne parlasse con me visto che ero io a dover partire..
Gli sorrisi facendogli vedere che non ce l’avevo con lui e parve rilassarsi un po’.
-q-quando arriveranno le carte?-
-penso entro domani.. se hanno spedito tutto ieri dovrebbero arrivare domani.-
-bene..- dissi alzandomi dal divano – vado a preparare la cena!- mi stampai sulla faccia un sorriso e mi avviai verso la cucina. Ormai il mio spirito era di rassegnazione.
-Bella? Sei sicura che sia tutto a posto?-
-certo papà, non preoccuparti. Avrei preferito che me lo dicessi, ma in fin dei conti hai fatto la cosa migliore..- lo vidi sospirare di sollievo e ne fui felice. Almeno c’era qualcuno contento per la mia partenza! Andò a cambiarsi per la cena e io mi affrettai a cucinare qualcosa con quello che era rimasto in credenza, cioè quasi nulla. Il giorno dopo sarei andata a fare la spesa..
Mangiammo tranquilli e parlammo molto di quello che mi aspettava nei mesi successivi. Certo non sarebbe stato facile vivere dall’altro lato del Paese e così lontano da papà, ma ce l’avrei fatta. Anzi in un certo senso la cosa era eccitante! Vivere una nuova esperienza, conoscere nuove persone, abitare in un posto nuovo, frequentare i corsi e rendere orgogliosi Charlie e Renée erano le uniche cose che mi facevano affrontare l’imminente partenza con lo spirito giusto!
*************
Trascorsi i successivi giorni in un clima di euforia. Charlie non la smetteva di sorridere e di dirmi quanto fosse felice. Mi riempiva la testa con discorsi sui lati positivi dell’andare al college e su quanto mi sarei divertita a conoscere nuove persone, senza tralasciare però le dovute raccomandazioni riguardanti le feste, i ragazzi e soprattutto lo studio. Io mi limitavo ad annuire senza aggiungere altro, già bastava il suo ottimismo .
Jacob fu entusiasta. E al contrario di me fu molto felice di sapere che fosse stato Charlie ad iscrivermi alla Dartmouth e che usassi i soldi dei Cullen per un buono scopo. Renée fu molto sorpresa di apprendere dell’assegno e in primo momento mi domandò se non fosse stato meglio strapparlo. Ma quando le raccontai di cosa aveva fatto Charlie non obiettò più e anzi, mi dimostrò tutta la sua felicità e non la smetteva di dire quanto fosse orgogliosa di me.
Io ero molto positiva. Certo non andavo in giro per casa fischiettando tutto il giorno, come invece faceva Charlie, ma se in un primo momento fui colta dalla rabbia e dallo sconforto di iscrivermi alla Dartmouth, oggi ero più che felice. Almeno avrei frequentato l’università che Edward aveva scelto per entrambi e questo contribuiva solo a farmelo sentire più vicino.
Quando arrivò la busta della Dartmouth sentii come se tutti i dubbi e le paure che avevo provato fino a quel momento scomparissero nel preciso istante in cui alzai la linguetta. Dentro, come aveva detto Charlie, trovai la ricevuta dell’avvenuto versamento e tutti i relativi dati di iscrizione e le carte burocratiche da riempire e da rispedire. La reazione che ebbi però, quando trovai la cartina della struttura, l’alloggio assegnatomi e il relativo foglio di inizio corsi, non me l’aspettavo proprio, e neanche mio padre visto che mi rivolse uno sguardo strano. Mi misi ad urlare come una pazza e in quel momento mi accorsi di quanto in realtà fossi felice di partire.
Fui meno felice di apprendere che dovevo dire addio al mio adorato pickup. Ma non per via della partenza.. no, questa volta fu lui ad abbandonarmi. E quando la diagnosi di Jacob fu : non c’è più niente da fare, mi rinchiusi in camera mia a piangere come una stupida. Lo sapevo che la mia era un reazione esagerata, ma adoravo quell’auto. Da quando arrivai a Forks non mi aveva abbandonato un giorno e sentii come se dovessi dire addio ad una parte importante di me.
Tuttavia necessitavo di un auto per spostarmi dove mi sarei trasferita e allora non mi restò che acquistarne una nuova..
Il giorno del mio compleanno arrivò in un battibaleno! Erano talmente tante le cose che mi ritrovai a fare in quel periodo che non mi accorsi minimamente che il mio 19° compleanno stava arrivando. Come ogni anno pretesi che non mi facessero nessun regalo, in compenso però organizzai una cena prelibata che ci gustammo io, mio padre e Jacob. E come arrivò andò via altrettanto velocemente!
E così eccomi qui.. ad un giorno dalla partenza verso la mia nuova vita! C’è da dire che in tutto il tempo passato dal mio viaggio a Denali non avevo smesso un attimo di pensare ad Edward e al relativo senso di oppressione che sentivo quando mi accorgevo che lasciare Forks equivaleva a lasciare qui anche tutti i ricordi legati a lui e alla sua famiglia. E così da brava masochista quale sono, mi ritrovai a percorrere tutte le tappe e i posti che più me lo facevano ricordare.
Nei pochi giorni che mi rimanevano andai al ristorante italiano di Port Angeles. Mi sedetti al nostro tavolo, ordinai Ravioli ai funghi e ripercorsi mentalmente tutto quello che ci dicemmo e che in qualche modo segnò l’inizio della nostra storia. Mi aspettavo di scoppiare a piangere da un momento all’altro e invece non fu così. Certo mi sentivo morire dentro, ma era un dolore sopportabile. Fu meno facile affrontare i ricordi legati alla scuola. Quando riuscii ad entrare nell’edificio scolastico, dopo aver pregato, supplicato e in qualche modo anche corrotto il custode, sentii come se fosse passato un secolo dall’ultima volta che ci misi piede. Passare di fronte al mio e al suo armadietto, rivederci seduti in mensa ed entrare nell’aula di biologia fu dura e mi ritrovai il volto in lacrime, ma sapevo che il peggio doveva ancora arrivare..
Andare a casa sua mi richiese una forza d’animo notevole e quando entrai dentro e ricostruii l’immagine della casa arredata e con all’interno i suoi abitanti pensavo di morire. Entrai in camera sua e li mi vidi quando per la prima volta, impaurita e allo stesso tempo incuriosita, prendevo coscienza di ciò che Edward era veramente e del suo mondo fatto di storie secolari e leggi da rispettare. Ma c’era un posto che più di tutti me lo faceva ricordare.. la nostra radura!
Un giorno chiesi in prestito la macchina di Jacob e ci andai.. non fu facile riuscire a trovarla. Come al solito quando non c’era Edward mi perdevo sempre nel raggiungerla, ma ce la feci. Arrivai li che era primo pomeriggio e i raggi del sole ancora alti nel cielo la illuminavano tutta. Mi sedetti a terra e osservai quel prato bellissimo incontaminato e pieno di fiori. Quel giorno guardai quelle margherite, le guardai mentre mi scendeva una lacrima, scorreva sul mio viso per poi finire a terra. In quel momento lo volevo al mio fianco, mi sentivo così sola da non riuscire nemmeno a descriverlo. Avevo solo voglia di pronunciare il suo nome, volevo urlarlo così forte da sentire le corde vocali spegnersi piano, volevo solo urlarlo al cielo...ma a cosa sarebbe servito? Non me lo avrebbe di certo riportato e mi sarei solo fatta del male. Ma stringere tra le mani quelle margherite che sapevano di lui, della nostra vita insieme e urlare il suo nome mi sembrava la cosa più giusta da fare... e allora lo feci! Urlai e urlai più forte di quanto potevo. Urlai al cielo, al vento e alle nuvole. Urlai ai fiori, agli alberi e agli animali. Urlai tutto il dolore che sentivo dentro! Quell’urlo mi fece salire l’adrenalina a mille e mi scaricò di tutto. Piansi anche. Senza riuscire a fermarmi. Ma andava bene così. In qualche modo sapevo che ripensando a questo momento mi sarei sentita meglio.
E infatti il sorriso che spuntò sul mio viso rivivendo quell’istante me ne diede la conferma. Ero distesa nel letto impaziente di prendere sonno. Il giorno dopo sarei partita e insieme a me sarebbe venuto Jacob. Aveva talmente insistito nell’accompagnarmi che non ce la feci proprio a dirgli di no. Speravo tanto di prendere sonno in fretta e non lasciare hai pensieri di invadermi la mente. Ma più lo pensavo e più sorbivo l’effetto contrario.
Osservai la mia stanza e ne impressi nella mente ogni minimo particolare. Quanto mi sarebbe mancata! E quanto mi sarebbe mancata Forks! Ma non dovevo pensarci. Dovevo munirmi di coraggio ed affrontare la mia nuova vita! Da domani sarei stata una nuova studentessa della Dartmouth University!
Allora.. che ne dite??? Colgo l’occasione per ringraziare come sempre chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e quelle da ricordare! VORREI RINGRAZIARVI DAL PROFONDO DEL CUORE PER L’AFFETTO CHE MI DIMOSTRATE NELLE RECENSIONI.. ve ne sarò grata in eterno!
Ps. Vi rubo ancora 5 secondi della vostra attenzione! Non è da me fare queste cose anche perché mi imbarazza molto e l’autrice non sa nulla.. quindi sono sicura che mi fucilerà appena leggerà queste righe! Ma vorrei pubblicizzare una ff di una persona speciale, che mi ha aiutato molto in questo periodo, che ha ascoltato le mie crisi e ha sempre saputo usare le parole giuste! Questa storia è stata pubblicata ieri ed è un originale! FATECI UN SALTO NON VE NE PENTIRETE!! Vi lascio il link diretto della storia... BACIIIIIIIIII
Grazie infinite per le recensioni della scorsa volta! Eccoci qua.. il giorno tanto atteso da Bella è arrivato!! Finalmente siamo all’università.. questo è un capitolo introduttivo a tutto quello che avverrà dal prossimo in poi! Quindi non disperate.. il ritorno di Edward è proprio dietro l’angolo.. o meglio, dietro al prossimo capitolo! Vi lascio alla lettura, spero che vi piaccia!! ci vediamo sotto!!!
Capitolo 14
Il cancello all’ingresso del campus mi metteva di fronte ad una realtà che avrei dovuto sostenere da li a breve. Era come se ci fosse scritto BENVENUTA ISABELLA SWAN! Era il cancello della “DARTMOUTH UNIVERSITY”. Sapevo che varcato quello sarebbe cominciata la mia nuova vita. Mi sarei dovuta lasciare tutto alle spalle per il mio bene perché continuare a soffrire non mi avrebbe certo riportato lui.
Scossi la testa cercando di rimanere con la mente al presente ma irrimediabilmente ecco passarmi davanti tutti i mesi appena strascorsi..
Oggi..
Ero ferma e imbambolata mentre vedevo passare nella mente tutti quei mesi trascorsi senza di lui.. in pochi secondi ricordai tutto quello che avevo passato e vissuto in sua assenza. Ma non dovevo pensarci adesso. Non dovevo lasciare ai ricordi di devastarmi come succedeva ogni volta che gli permettevo di tornare a galla..
-Bella? Bella mi senti?-
Mi sentivo strattonata con forza , era Jake a chiamarmi.. non avevo prestato attenzione a niente di quello che avevo intorno, ero talmente presa dai miei pensieri. Mi capitava spesso quando pensavo a lui..
-Bella ci sei? Ma cosa ti prende...-
Distolsi lo sguardo, che sembrava essere come incatenato, e mi girai per guardare Jacob..
-ricordi- dissi solamente.
Mi fissò per un momento
–capisco..- e non potei fare altro che annuire.
Restò in silenzio per un po’ forse per darmi la possibilità di tornare al presente..
-su forza! Cosa facciamo adesso?-
-bè.. non so, sicuramente devo passare in segreteria e poi.. poi potremmo andare al mio alloggio così mi aiuti a trasportare le valigie e il resto delle cose!-
-ok, allora cosa stiamo aspettando? Non sei impaziente di cominciare la tua nuova vita? – disse mentre chiudeva la macchina e si incamminava a varcare il cancello d’ingresso. Lo guardai passare dall’altra parte mentre rimanevo ferma. Mi fissò di rimando dubbioso..
-cosa ti prende Bella? Andiamo su..-
-Jacob.. ho paura!- dissi in un moto di puro terrore. E rimasi immobile con i piedi ben piantati al suolo. Avevo come la sensazione che passando dall’altra parte sarei entrata in un nuovo mondo. E questo per quanto eccitante mi risultava anche un po’ difficile da metabolizzare. Tornò indietro e mi venne di fronte prendendomi le mani.
-Bella, non devi avere paura. Hai dimostrato a tutti quanto sei forte e quanto questi mesi abbiano temprato il tuo carattere. Sei una donna ormai, una donna con la D maiuscola. Devi essere orgogliosa di te come lo sono io di ciò che sei diventata e non devi avere paura di niente e nessuno. Affronterai tutto questo con coraggio e decisione, camminando a testa alta in questi corridoi e dimostrando a tutti quanto vali e quanto sono gretti questi ricconi.. ok?- mi fissò mentre diceva tutto questo ed ebbe come il potere di rilassarmi e farmi spuntare anche un sorriso. Ma soprattutto era ciò che volevo sentirmi dire e ringraziai mentalmente per essermi lasciata convincere da Jacob a farlo venire.
-ok..- dissi in un sospiro e prendendomi per mano mi condusse oltre il cancello.
***********************
L’edifico scolastico era immenso e avevo paura che con la mia sbadataggine un giorno mi ci sarei persa. Era ricoperto di mattoni rossi e marmo bianco e tutt’intorno c’era il verde. Gli alberi si ergevano maestosi e i prati erano pieni di studenti accucciati a leggere o a parlare tra di loro. Ci trovammo a salire degli scalini e a varcare l’ingresso di un antico portone. Una volta dentro venni accecata dalla bellezza di quegli androni. Gli studenti camminavano tranquilli in mezzo a quei corridoi per me ancora sconosciuti e mi passavano di fianco stordendomi.
-ma vanno sempre tutti di fretta qui?- mi chiese Jacob che non aveva lasciato un attimo il mio fianco
Mi venne da ridere a quella sua domanda.
-spero proprio di no! Per il mio bene e per il loro, sai com’è non vorrei rischiare di inciampare con il rischio di cadergli addosso..-
-per il momento ci sono io con te.. per i prossimi giorni non so, vuoi che ti vada a comprare delle ginocchiere?-
-non sei affatto divertente Jacob! E smettila di prendere in giro la mia poca stabilità..- si mise a ridere contagiando anche me, e imperterriti continuammo il nostro cammino.
Arrivai in segreteria e lì una gentilissima segretaria dal nome impossibile da pronunciare, mi sembrò Russo ma aveva un accento americano perfetto, mi fece compilare un modulo riservato alle matricole e mi consegnò il numero della mia stanza. Avevo timore che essendomi inscritta con ritardo mi assegnassero l’ultimo alloggio proprio alla fine del campus, ma per fortuna non andò così. E dentro di me esultai quando mi disse che si trovava poco prima della metà. Mi diede anche il nome della responsabile dell’area e si raccomandò di rintracciarla per farmi consegnare le chiavi.
Percorrevamo quei corridoi guardandoci intorno e facendo apprezzamenti su quanto fossero belli i soffitti, le aule e da quel poco che stavamo cominciando a intravedere, anche gli alloggi non erano per niente male!
Raggiungemmo il mio settore che aveva la lettera I come riferimento e subito ci mettemmo a cercare la responsabile, una certa signorina Alissa Wallas. Preferii chiedere ad una ragazza che stava per entrare nella sua stanza se sapesse dirmi dove trovarla invece di girare in tondo senza risultato. Jacob intanto tornò indietro a prendere le valigie.
Bussai alla porta che la ragazza mi indicò come l’alloggio di Alissa ma non ricevetti risposta. In compenso sentivo una musica rimbombante riempire l’aria circostante. Mi spaventai quando sentii dei rumori provenire dall’interno ma nessuna risposta da parte sua, pensai che si fosse sentita male e adesso cercava aiuto da qualcuno.. Ma che vai a pensare Bella? Mi ammonii mentalmente. Così riprovai di nuovo ma anche questa volta nessuno venne ad aprirmi. Quando un altro rumore mi fece drizzare le orecchie preferii abbassare la maniglia della porta invece di stare li impalata ad aspettare. E con mia grande sorpresa la trovai aperta.
Venni accolta da una pazza urlante che cantava a squarciagola saltando sul letto. Indossava una semplice canottiera bianca e dei pantaloncini neri, aveva i capelli molto lunghi anche se li teneva raccolti in una coda alta.. La musica all’esterno era più sopportabile dentro era quasi assordante, tanto che dovetti mettere le mani a coprire le orecchie se non volevo subire danni permanenti. Restai ad osservarla cantare Mr. Brightsidedei Killers senza interromperla. Cantava e saltava sul letto senza nessun problema. Così, solo per divertirsi .. e in quel momento, anche solo per un istante per quanto potessi considerarla instabile, la invidiai. Si girò a catturare il mio sguardo con il suo e rimase a fissarmi qualche istante prima di urlare..
-vieni!! Salta su e vieni a cantare con me! avanti non farti pregare!!!-
Riuscii a sentirla a malapena in tutto quel casino. Scese dal letto con il fiatone, andò a spegnere la musica e a raccogliere l’asciugamano che era a terra..
-ciao.. scusa.. ho il fiatone..ma stavo cantando.. piacere io sono Ally, Allissa a dire la verità, ma tutti mi chiamano Ally!- disse tutto in maniera talmente affannosa che temevo avesse bisogno della bombola d’ossigeno. Mi porse la mano e subito l’accettai.
-piacere Ally, io sono Isabella Swan, ma tutti mi chiamano Bella..- appena sentì il mio nome parve illuminarsi
-ah tu sei quella nuova! Scusa.. non mi aspettavo di incontrarti proprio adesso.. sei venuta per le chiavi della stanza non è vero? Le prendo subito..-
Si girò a cercare le chiavi in quel casino che non poteva di certo essere considerata una stanza! Il letto era sfatto e il suo saltarci sopra lo aveva ridotto anche peggio, c’erano vestiti sparsi ovunque e libri messi in ogni angolo della stanza..
Girata di spalle continuò a parlarmi
-scusa per il disordine ma come ti ho già detto non aspettavo ospiti.. ma dove sono? Le avevo lasciate qui.. ah eccole!- e tirò fuori un mazzo di chiavi in cui probabilmente ci dovevano essere anche le mie.
-hai l’alloggio numero 10 se non mi sbaglio no?-
-non sbagli..- dissi accennando un sorriso
-ok, andiamo allora!-
Uscimmo dalla stanza e con le chiavi in mano aprì proprio la porta accanto alla sua..
-siamo vicine di stanza..- mi lasciai sfuggire timidamente
-già! Sarà uno spasso qui vedrai, non succede quasi mai niente a parte le feste che organizzano i ragazzi più grandi delle confraternite ma sul mio piano c’è sempre qualcuno pronto a fare baldoria. Guarda me! io sono la prima che fa casino.. certo mi do una regolata nelle ore di studio non temere..- fui sollevata di sapere che almeno avrei potuto studiare in santa pace!
-allora.. eccoci qui!- disse aprendo la porta per lasciarmi entrare
La stanza era poco più grande di quella che avevo a Forks, le pareti erano rosa antico e in mezzo alla grande parete orizzontale c’era una bellissima finestra ad arco con le rifiniture in legno bianco, il letto era posto alla destra della finestra e appoggiato al muro, di fianco c’era un comodino e dalla parte opposta la scrivania per studiare. Vicino al letto c’era una porta che conduceva al bagno personale. L’armadio era a muro ed era enorme per contenere oltre che i vestiti anche altra roba, una specie di ripostiglio in pratica. C’era una libreria e varie mensole. Il frigo e anche la tv! Potevo chiedere di meglio??
-è bella eh? Ti chiedo scusa per la libreria da montare ma Ron il nostro tutto fare è stato impegnato parecchio questa settimana... i tubi della mensa hanno fatto i capricci. Comunque provvederò a fartela aggiustare il prima possibile, promesso. Per il resto.. lì c’è il bagno munito di acqua calda ovviamente, l’armadio.. il frigo è vuoto dovrai metterci dentro tu qualcosa.. il letto è già fatto, muniscono la stanza di un paio di lenzuola nuove ogni volta che arriva un nuovo studente, ma penso che ne avrai portate anche tu da casa, se non li hai ti porto a comprarle così ti faccio vedere la zona.. hai una macchina? Spero di sì perché la mia è rotta e non posso spostarmi fino a che Steve , l’unico meccanico vicino la scuola non si decide ad aggiustarmela..sto parlando troppo non è vero? Mi capita spesso scusa è che non riesco mai a controllarmi..- mi aveva stordito con tutte quelle parole dette in meno di un minuto! Ma era adorabile. Aveva non so cosa che me la rendeva simpatica a pelle, saremmo diventate subito amiche me lo sentivo! Era come rivivere i momenti con Alice.. sì lei era esuberante come Alice!
-ti ho messo già KO eh? Scusa non volevo stordirti subito con tutte queste parole.. sarai stanca e vorrai mettere a posto la tua roba.. a proposito..- disse guardandosi in giro – dov’è la tua roba?-
- in macchina, ho mandato un mio amico a recuperare tutto.. spero solo che non si perda nel ritorno!-
-ma no figurati! È facile arrivare agli alloggi.. allora? Non ti toglie il fiato tutto quello che hai visto fino ad ora?-
-si! È bellissimo qui.. immagino che a te non faccia più lo stesso effetto..-
- sono altre le cose che mi tolgono in fiato cara! Ad esempio.. quel ragazzo immobile davanti alla tua porta! Santa madre divina e tu chi saresti?- mi girai a guardare a chi si riferisse e quasi mi misi a ridere quando capii che parlava di Jacob!
-piacere io sono Jacob, un amico di Bella..- si salutarono stringendosi la mano
Ally si girò a guardarmi e assottigliando gli occhi con sguardo malizioso mi disse
-un amico eh?-
A quel punto non potei evitare di ridergli in faccia!
-si un amico te lo giuro.. è lui il ragazzo di cui ti parlavo prima..- e si spostò per permettere a Jacob di entrare con le valige.
Rimase a fissarlo intensamente e a seguire ogni suo movimento con la bava alla bocca. La guardavo senza riuscire a smettere di ridere. Dopo un momento in cui mi parve essere caduta in trans si ricompose
-bene vi lascio soli.. ci vediamo dopo..- uscì chiudendosi la porta alle spalle
-quella era Alissa?- presa dal momento non era neanche riuscita a presentarsi
-si era lei.. a quanto pare hai fatto colpo eh?-
-e ti stupisci? Nessuno può resistere al mio fascino..-
-si, come no! Piuttosto non ti sembra di riconoscere qualcuno guardandola?-
Mi fissò pensandoci un momento e poi insieme dicemmo –Alice!- e scoppiammo a ridere beandoci di quel momento di ilarità che la mia nuova vicina aveva contribuito a creare.
**************
Approfittai della presenza di Jacob per mettere a posto qualche cosa. Sarebbe partito nel pomeriggio e Dio solo sa quanto mi sarebbe mancato! Fui felice di trascorrere quel poco tempo a nostra disposizione a ridere e a scherzare su Ally e su quanto fossi sbadata.. nel mettere in cima all’armadio delle scatole non riuscii a tenere l’equilibrio e caddi a terra come una stupida gridando di dolore! Il commento ironico di Jacob non tardò ad arrivare, come la sua risata contagiosa. Mi aiutò a sistemare i vestiti e a togliere i libri dalla valigia prima che si stropicciassero troppo, all’ora di pranzo lo mandai a comprare un sandwich che consumammo in stanza, troppo impegnati per uscire. Come aveva detto Ally le lenzuola del letto erano pulite, ma preferii metterle a lavare prima di infilarmici dentro. Misi il cambio che mi ero portata da casa. Il resto lo avrei comprato lì, Ally si era offerta di accompagnarmi e io non potevo che esserne felice. Quando arrivò l’ora di andare in aereo porto per accompagnare Jacob non riuscii a trattenere la tristezza e le lacrime, che avevo trattenuto fino a quel momento, uscirono dagli occhi.
L
o accompagnai con la mia auto così da conoscere un po’ meglio la zona. Restai con lui fino a che non chiamarono il volo.
-mi mancherai!- dissi stringendolo in un abbraccio
-anche tu mi mancherai.. ma ci sentiremo presto te lo giuro!-
-non presto! Tutti giorni, promettimelo! Prometti che ci sentiremo tutti i giorni..-
-ok te lo prometto.. adesso vado.-
-ok..- dissi più sconsolata che mai
-tu sta attenta mi raccomando. Sei sicura di riuscire a tornare indietro?-
-si non preoccuparti.. mi chiami quando arrivi?-
-Bella ma sarà tardi qui quando arriverò a casa!-
-non mi interessa, voglio che mi chiami lo stesso ok?-
-va bene! Tanto è inutile parlare con te! Dammi un bacio..-
Lo abbracciai stretto e gli lasciai un bacio sulla guancia. Chiamarono di nuovo il volo e allora fu proprio costretto ad andare. Rimasi a salutarlo con la mano fino a che non sparì dietro il gate. A quel punto avevo il viso inondato di lacrime.
Mi incamminai verso la macchina e ripresi il viaggio verso il campus. Non fu difficile ritrovare la strada, anche grazie ai cartelli stradali che indicavano come arrivare all’università.
Parcheggiai e mi diressi verso la mia stanza. Ally aveva ragione, gli alloggi per gli studenti erano facili da raggiungere. Nei corridoi vedevo tutti i ragazzi passeggiare e chiacchierare tra di loro e sarà per il fatto che avevo appena detto addio a Jacob, o di trovarmi in un posto di cui in pratica non conoscevo quasi niente, ma mi sentii sola come non mai! Arrivai alla mia porta ed ebbi come l’impulso di bussare a quella di Ally, ma capii che per quanto mi piacesse, era troppo presto per ritrovarci a parlare come due amiche che si conoscono da tempo. Così infilai le chiavi nella toppa ed entrai nella mia stanza chiudendomi dentro.
Intorno a me c’era solo il silenzio. Rimasi a guardare quella camera che sarebbe stata il mio rifugio per molto tempo. Dopo un po’ chiamai Charlie, ormai aspettava una mia telefonata da ore. Quando mi rispose sentii la sua voce incrinata dal pianto e la fitta al cuore che sentii mi fece male. Parlammo per molto tempo, gli raccontai tutto quello che avevo fatto e visto in quella giornata. Gli parlai di Ally e di quanto Jacob mi avesse aiutato finché non lo accompagnai in aereo porto. Ci salutammo promettendoci di risentirci presto. Mangiai un insalata che mi ero fermata a comprare al mio ritorno e mi preparai per la notte.
Ormai stanca mi misi a letto e aspettai che mi prendesse il sonno. Non avevo voglia di accendere la tv e ne di leggere qualche libro. E così mi persi nei pensieri..il giorno dopo sarebbe stato emozionante come questo? O si sarebbe dimostrato tutto il contrario? Speravo tanto nella prima opzione.. fra due giorni sarebbero cominciati i corsi e volevo solo riuscire ad ambientarmi il prima possibile. Ripensai alle parole di Jacob di quella mattina e a quanto avesse ragione nel dirmi che ormai ero diventata forte e coraggiosa. E allora capii..la lontananza da Edward aveva contribuito a fortificare il mio carattere, a rendermi più audace e non dovevo pensare ad avere paura per quello che sarebbe successo il giorno successivo o quello dopo ancora. Dovevo lasciare che la mia vita andasse avanti senza aspettarmi troppo in cambio. Il futuro fa paura, ma incuriosisce tanto e chissà cosa c’era scritto nel mio..
Speravo di riuscire a rimanere sveglia per la telefonata di Jacob ma irrimediabilmente mi addormentai. Risposi lo stesso però quando sentii squillare il telefono e mi sentii più serena a parlare con lui. Mi disse che il volo era andato bene e che come al solito pioveva.. mi lasciai cullare dalla sua voce famigliare riuscendo a trovare tranquillità anche nel sonno..
Bene, bene, bene!! Che ve ne pare??? Sarete felici che Jacob si sia levato dalle scatole! In questo cap. avete conosciuto una persona che sarà molto importante da qui in poi, quindi fatemi sapere cosa ne pensate di ALLY!! Io personalmente l’adoro!!! Mi piace un sacco scrivere di lei..
Volevo farvi una domanda.. questa storia come ben sapete è a reating arancione. Quindi per leggerla non c’è bisogno di essere maggiorenni.. ma se io decidessi di passarla a reating ROSSO, quante di voi avrebbero problemi in quel caso???
Il passaggio, se avverrà, non sarà adesso però volevo avere una vostra opinione!
Fatemi sapere mi raccomando! Ringrazio come sempre chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e quelle da ricordare! SIETE MITICHE!!
ALLA PROSSIMAAAA!! BACI! ♥
Bene mie care eccoci
quà!! il tanto atteso giorno è arrivato! GRAZIE A
TUTTE PER LA RISPOSTA ALLA DOMANDA SUL REATING! deciderò
cosa fare in seguito visto che ancora non sono arrivata a scrivere
scene come dire "piccanti". Buona Lettura!!
Capitolo
15
Non
potevo credere a quello che stavo
vivendo.. era un sogno! Si, doveva essere per forza un sogno.. ma
allora perché
sembrava così reale? Io e Edward aggrovigliati nel letto.. i
suoi baci
passionali ed irruenti avevano il potere di stordirmi così
come il suo odore,
ricambiai il suo bacio come se avessi paura che me lo strappassero di
dosso,
che andasse via.. era così bello tornare a baciarsi e a
sentire di nuovo tutto
quello che avevo agognato sentire fino a quel momento. Il suo profumo
dolce, le
sue mani delicate, il suo corpo sopra il mio.. Le nostre lingue si
intrecciarono e io mi sentii in paradiso. Le sue mani mi toccavano
dappertutto
e lo stesso facevo io col suo corpo. Iniziò a sfilarmi la
maglietta e io
rabbrividii, ma non mi importava. Tolsi la sua con ardore, impaziente
di
toccare quel marmo levigato da Dio. Arrivò ai miei pantaloni
e li slacciò con
facilità, mentre io andavo a fuoco i brividi erano ormai un
ricordo. C’era
qualcuno che bussava alla porta ma non me ne curai. In quel momento non
mi
importava di niente e di nessuno.. In quel momento esistevamo solo noi
due. Noi
due ..che stavamo per compiere il gesto più naturale del
mondo. Noi due.. che
finalmente ci saremmo ritrovati. Noi due.. impazienti di appartenerci.
Noi
due.. e una voce ronzante nel mio orecchio..
-BELLAAAA!
Svegliati dormigliona!! È ora di
alzarsi..Bella ma mi senti!- ecco lo sapevo che era solo un sogno!!
Venni
catapultata nella realtà da una specie di uragano che aveva
fatto irruzione in
camera mia. Ormai non mi stupivo più di tanto. Avevo
imparato a conoscere Ally
e dovevo aspettarmelo che sarebbe venuta a svegliarmi di buon ora. Ma
non la
domenica mattina!
-Ally..
ma sei impazzita? È domenica..
lasciami dormire un altro po’..- biascicai con la testa
ancora nel mondo dei
sogni e più precisamente al corpo di Edward.
-cosa
stavi sognando maialina, hai la bava
alla bocca!- diventai rossa come un pomodoro e subito mi asciugai.
Dannazione!
Aveva ragione..
-stavo
cercando di dormire Ally! Vattene via!
- dissi girandomi dall’altra parte coprendomi la testa col
cuscino e cercando
di regolarizzare i battiti cardiaci. Ma non si lasciò
convincere e venne a
sedersi sul letto e a scuotermi fino a che non mi voltai a guardarla.
-avanti
Bella! È domenica.. non puoi lasciare
che mi deprima da sola nella mia stanza! Facciamo qualcosa.. usciamo!
Ma non
dirmi che vuoi stare tutto il giorno chiusa qui dentro!-era impossibile!
-Ally
oggi devo andare in biblioteca a fare
una ricerca. Il professor Barton pretende di averla pronta per
mercoledì e devo
sbrigarmi se non voglio che mi prenda sott’occhio
già dall’inizio.. e poi cosa
vorresti fare di domenica mattina? – quella ragazza era un
vero e proprio
vulcano in eruzione. Altro che Alice! Lei la batteva di qualche punto
sul
tabellone della pazzia! Me ne accorsi subito che non mi avrebbe
lasciato vita
tranquilla. Il giorno dopo il mio arrivo si era presentata nella mia
stanza
senza neanche bussare prendendo come scusa il fatto che avesse il
doppione e
che si era preoccupata di non avermi sentito per nulla la sera prima. E
da quel
giorno non la smettè un attimo di assillarmi. Me la ritrovo
in stanza a
qualsiasi ora pronta a distrarmi da ciò che stavo facendo. E
per quanto possa
risultare strano, non mi dava per nulla fastidio. Anzi, mi piace da
matti il
rapporto che abbiamo instaurato. Con lei mi sento libera di parlare di
qualunque cosa e anche lei è molto estroversa nei miei
confronti.
-uff,
Bella sei una noia mortale!- disse
stendendosi nel letto insieme a me.
-non
è colpa mia se non ho una vita sociale
movimentata..-
-questo
lo avevo capito..-
-ma
cosa
impedisce a te di farlo? esci.. io
starò bene qui da sola. Non preoccuparti per me..- dissi
sperando di
convincerla
-non
se
ne parla nemmeno! Figurati se ti
lascio a marcire in questa stanza..-
-bene, allora che vuoi fare?- le si formava sempre
una piccola ruga tra le labbra e il mento quando pensava a qualcosa. E
anche in
quel frngente mi fermai ad
osservarla. Ally era molto bella. Non aveva un
fisico statuario. Ma al contrario di me aveva tutte le forme al posto
giusto,
anche se lei insisteva nel dirmi che anche io ero uno schianto!
La
cosa
che mi
piaceva di più di lei erano i suoi occhi. Aveva gli occhi di
un verde
brillantissimo che risaltavano sulla sua carnagione olivastra come due
smeraldi.
I capelli erano lunghi quasi come i miei, castani e mossi alle punte.
Era una
ragazza molto bella e la sua esuberanza permetteva alla gente di
ingraziarsela
ancora di più. Frequentava il secondo anno e più
volte le domandai come mai non
uscisse con i compagni del suo corso, ma lei faceva spallucce e diceva
che era
più divertente stare con me.. io restavo basita ogni volta
che me lo diceva.
Secondo lei era divertente stare con me? con Isabella Swan? La noia
fatta
persona? Non era un segreto che non avessi tanta voglia di uscire e
divertirmi.
In pratica avevo trascorso la mia adolescenza interpretando il ruolo
della
suora. E se non fosse stato per vampiri e licantropi, gli ultimi due
anni della
mia vita sarebbero stati anche peggio!
-parlami
di te..- buttò li quella frase come
se niente fosse e io non sapevo cosa risponderle. -abbiamo legato da
subito io
e te, ma in pratica non conosco quasi nulla sul tuo conto..-
-è
che mi imbarazza parlare della mia vita,
ho paura di annoiare la gente..- dissi questo per mascherare la
realtà.
-allora
facciamo una cosa.. botta e risposta
ti va? Io ti faccio delle domande e tu mi rispondi..-
-ci
sto..- dissi eccitata all’idea
-dunque
vediamo.. nome completo?-
-Isabella
Marie Swan..-
-nata
a?-
-Forks..
il 13 settembre 1987..-
-Forks?
Dov’è Forks? Non ne ho mai sentito
parlare..- mi venne da ridere a sentire quella domanda
-si
trova
nello stato di Washington, nella
penisola di Olympia, è una cittadina molto piccola e con
pochi abitanti. Mio
padre abita lì, mentre mia madre si è trasferita
a Jacksonville con il suo
nuovo compagno, anche se prima abbiamo vissuto per molto tempo a
Phoenix..-
-quindi
i
tuoi genitori sono separati? Mi
dispiace..-
-non
dispiacerti.. si sono lasciati quando io
ero molto piccola. Sono andata a vivere con mia madre e le estati le
trascorrevo con mio padre a Forks..fino a che due anni fa mia madre non
si
risposò e io andai a vivere con mio padre..-
-e
com’è questa Forks? Da come ne pronunci il
nome si sente che sei molto attaccata..- ho dimenticato di dire che
Ally è
anche un’ottima osservatrice?
-Forks
è.. molto piovosa! È come vivere
perennemente su una nuvola. Ma dopo un po’ ci fai
l’abitudine.. è vero sono
molto attaccata a quella città! Ormai la considero come la
mia vera casa!-
-come
si
chiama tuo Padre?-
-Charlie..
è il capo della polizia di Forks.-
-e
con
lui che rapporto hai?- mi stupì molto
quella domanda. Ma non perché non sapessi cosa rispondere,
no. Forse qualche
tempo fa avrei avuto difficoltà, adesso invece ero
più che sicura di cosa mi
legasse a mio padre..
-sai
all’inizio non è stato per niente facile
vivere insieme. Non ci conoscevamo nemmeno, c’era molto
imbarazzo. Abbiamo
dovuto recuperare un rapporto in pratica inesistente. Ma adesso..
adesso lo
adoro. È diventato indispensabile per me. Il mio punto
d’appoggio. E non posso
che esserne felice..- era vero. Ormai consideravo mio padre come una
delle
persone più importanti della mia vita.
-come
ti
capisco.. anche io avevo un rapporto
meraviglioso con il mio..-
-avevi?
Perché parli al passato? Avete
litigato?-
-no
Bella.. mio padre è morto tre anni fa in
un incidente stradale.- mi sentii il cuore in gola rendendomi conto di
quelle
parole. E quando la guardai e mi accorsi che stava piangendo non
riuscii a
trattenermi dall’abbracciarla.
-mi
dispiace Ally.. scusa non dovevo parlare
di quanto fossi attaccata a mio padre..-
-ma
no
figurati! È che mi emoziono ogni volta
che sento qualcuno parlare del proprio padre come facevo io... ma non
per
questo devi fermarti o scusarti.- volevo chiederle qualcosa in
più sulla sua
vita, ma non sapevo se fosse il momento giusto per farlo. Restammo per
un po’
in silenzio mentre continuavo a cingerla con un braccio.
-cambiamo
argomento..parliamo di cose più
leggere adesso! Ti sei mai innamorata?-
-assolutamente!-
dissi con fermezza
-e
il
fortunato si chiama?-
-
Edward,
Edward Cullen..- pronunciare il suo
nome mi fece sentire le farfalle nello stomaco
-quanti
anni ha? Parlami di lui..- e adesso
cosa avrei dovuto dirle?
-bè,
lui ha la mia età. Ci siamo conosciuti a
Forks due anni fa. Non posso dire che sia stato amore a prima vista,
anche se
lui è talmente bello da frati innamorare subito. Abbiamo
avuto un po’ di
divergenze all’inizio, in pratica c’era qualcosa di
me che lo costringeva a
starmi lontano..-
-addirittura!
E poi cos’è successo?- disse
aggrottando le sopracciglia
-ci
siamo
accorti che non potevamo fare a
meno l’uno dell’altro. E così abbiamo
cominciato a frequentarci e ci siamo
messi insieme. Gli anni più belli della mia vita. Mi sono
innamorata talmente
tanto di lui che non riuscivo a stargli lontano. Il nostro rapporto non
è
sempre stato rose e fiori, come si dice. Abbiamo vissuto dei momenti
brutti..
una volta ci siamo anche lasciati. Ma per fortuna il nostro amore era
talmente
forte da permetterci di ritornare insieme..-
-e
com’è lui?-
-lui
è.. bè lui, è perfetto! Non esiste
altra
parola per descriverlo. È alto, non troppo muscoloso ma ha
le spalle larghe e il
corpo robusto. Ha i capelli ramati e gli occhi di uno stupendo colore
ambrato.
Molto rari da incontrare, ma non nella sua famiglia. Ha il
più bel sorriso che
abbia mai visto e possiede il profumo più buono di questa
terra. Èmolto
talentuoso. Suona e compone musica al
pianoforte. Ha la capacita di farti sentire in paradiso quando lo senti
suonare..è molto geloso, ma non una gelosia malata, no.
È molto dolce,
intelligente e anche simpatico.. non dimenticherò mai tutte
le volte che
abbiamo riso insieme.. e soprattutto è sexy da morire e
molto, molto
affascinante– conclusi il mio discorso con le guance in
fiamme e con l’orgoglio
nel cuore per aver potuto anche solo sfiorare un angelo del genere.
-Caspita!
Devi farmelo conoscere
assolutamente... un uomo così prezioso è da
tenerselo caro!- ecco adesso però
arrivava la parte più difficile..
-te
lo
presenterei molto volentieri, ma..
ecco noi non stiamo più insieme- e non potei evitare alla
voce di incrinarsi.
-cosa?
Ma
se ne parli come se ne fossi ancora
innamorata alla follia!-
Mi
fissò e probabilmente le lacrime che vide
accumulasi agli angoli dei miei occhi le fecero capire tutto.
-oddio
non dirmelo, no! Ne sei ancora
innamorata?- annuii
-con
tutta l’anima..-
-mi
dispiace Bella.. ma perche? Voglio dire
come mai non state più insieme?-
-è
stata tutta colpa mia! Abbiamo passato un
periodo molto difficile... tra noi due si era insidiata
un’altra persona e pur
non smettendo un attimo di amarlo alla follia gli avevo chiesto di
darmi del
tempo per decidere cosa volessi veramente dalla vita e dal rapporto con
lui..
inizialmente parve capire. Ma evidentemente non poteva sopportare di
vivere nel
dubbio e allora se ne è andato..- sentivo il cuore in gola e
il dispiacere a
rinchiudere così in due parole tutta la nostra storia. Ma
Ally non poteva
sapere altro che questo..
-è
tu cos’hai fatto? Chi era quell’altra
persona?-
-
l’altra persona era Jacob.. – vidi i suoi
occhi spalancarsi dalla sorpresa
-ma
tu lo
amavi? Voglio dire adesso non state
insieme, mi hai detto che siete solo amici!-
-ed
è vero! Siamo solo amici.. credevo fosse
amore con Jacob, ma era di più un’infatuazione.
Non potevo considerala alla
pari dell’amore che mi legava ad Edward.. ma l’ho
capito troppo tardi. Negli
ultimi mesi abbiamo provato a stare insieme, ma io non facevo altro che
pensare
a Edward e allora abbiamo rotto. Lui l’ha accettato e adesso
siamo amici. Amici
con la A maiuscola. Jacob è il mio migliore amico. Non so
cosa farei senza di
lui!-
-ma
nonostante questo non sei riuscita a
dimenticarti di Edward..-
-come
potrei? Quando io e Jacob abbiamo rotto
ho provato a rintracciarlo per dirgli che ero stata una stupida e che
avevo
capito cosa volevo veramente.. ma lui è come sparito nel
nulla! Non so che fine
abbia fatto.. lo chiamo al telefono e mi da sempre staccato,
probabilmente ha
cambiato numero. Neanche i suoi cugini sanno dove sia finito.. non
faccio altro
che aspettare un suo ritorno da quando mi ha lasciato. E lo
aspetterò ancora
per molto, molto tempo!-
-
che
casino Bella! E poi vieni a dirmi che
la tua vita non è abbastanza movimentata?- risi a
quell’affermazione e anche
Ally si unì a me.
-e
tu?-
chiesi – sei innamorata di qualcuno?-
si divincolò dal piumone e saltò giù
dal letto.
-non
chiedermelo per favore! Ho una vita
talmente incasinata che ti farei solo scoppiare il cervello se te la
raccontassi! Adesso scappo.. ci vediamo dopo!!-
-ma
Ally!
Hai voluto che ti raccontassi la
mia storia adesso è il tuo turno!- ma si era già
richiusa la porta alle spalle.
E quando pensai che non mi avesse neanche sentita rientrò in
stanza dicendomi..
-non
preoccuparti ti racconterò tutto prima o
poi!- e se ne andò via questa volta per davvero.
*******************
Passai
il
resto della mattinata ad oziare nel
letto e a prepararmi per andare in biblioteca. Così dopo che
Ally se ne andò
andai a fare una doccia. Mi vestii e misi un po’ a posto la
stanza e mi
preparai qualcosa da mangiare con quel poco che avevo in frigo. Erano
le due e
mezza del pomeriggio e stavo per uscire per dedicarmi allo studio
quando
improvvisamente Ally fece irruzione nella stanza.
-Bella,
dove stai andando?-
-in
biblioteca ricordi? Ti ho detto che devo
fare una ricerca su Shakespeare per il professor Barton e studiare per
la verifica!-
-oddio
Bella! Hai davvero intenzione di
chiuderti tutto il pomeriggio in un aula a studiare? Il programma di
Barton è
una noia mortale!-
-si
Ally,
lo so che il programma è una noia
mortale, ma lo devo seguire comunque. Altrimenti il mio progetto di
laurearmi
in Letteratura andrà a farsi fottere miseramente! Tu sei al
secondo anno e ci
sei già passata, adesso tocca a me..- era vero.. sapevo che
i corsi erano
cominciati da solo una settimana e che potevo concedermi di partire con
calma.
Ma ero fatta così non ci potevo fare niente. Volevo che mio
padre fosse fiero
di me e non solo perche fossi alla Dartmouth, ma anche
perché riuscivo a
frequentarla e a raggiungere buoni voti.
-allora
aggiungici anche un corso nuovo.. il
professor Gilmore terrà delle lezioni serali specifico sugli
autori del
millenovecento. Me lo hanno comunicato oggi.. e così dato
che io dovrò seguirlo
tu verrai con me! sarà un approfondimento per me e una buona
cosa per te che
sei al primo anno. Le lezioni cominciano domani. Vedrai ci
divertiremo!- avevo
sentito parlare di quel corso e avevo già in mente di
seguirlo.
-ma
dai!
Grazie Ally volevo iscrivermi a quel
corso! Però la prossima avvisami prima. Non vorrei che il
cervello mi andasse
in fumo perché ho troppe cose da seguire..-
-ok,
ok!
Basta non parliamo più di scuola..ti
ho già detto che ho visto dei ragazzi che sono la fine del
mondo?-
-Ally
ti
prego non cominciare! Non è il
momento..- sbuffai rumorosamente e tornai a sedermi sul letto. Non
poteva
mettersi a parlare di ragazzi proprio adesso.
-già,
già scusami tanto se penso a queste cose! Tu hai il tuo
Edward! Ma credimi, se
li vedessi cambieresti opinione.. sono veramente dei bocconcini!-
-non
credo che cambierei idea!- dissi sicura
di me stessa. Nessuno avrebbe eguagliato la bellezza di Edward.
-ne
sei
così sicura? Ma non ce l’hai una foto
del tuo Edward per farmela vedere? Così ti dico se hai
ragione o no..lascia che
sia una persona esterna a giudicare! - mi sentii stizzita da quella
provocazione. Voleva una prova? E allora gliela avrei data.
-ok,
ci
sto.. ma dopo lasciami in pace. Devo
andare in biblioteca e non posso fare tardi!-
Andai
alla valigia che faceva da libreria
visto che Ron non era ancora riuscito ad aggiustare quella vera, e da
un libro
ne astrassi una foto di Edward..gliela porsi con un ghigno sulle
labbra. Questa
volta l’avrei lasciata senza parole ne ero certa!
La
afferrò con il sorriso sulle labbra pronta
a replicare ma non appena la guardò vidi la sua espressione
cambiare. Non era
più spavalda e ne tantomeno ammaliata
nell’ammirare la perfezione del volto di
Edward. No, era sorpresa.. esaminòquella foto come se volesse accertarsi di qualcosa.
-allora?
Ti ho lasciato senza parole non è
vero? Lo so Edward fa questo effetto a molte donne..- rialzò
lo sguardo come
imbarazzata
-si..
hai
ragione è perfetto! Ma.. ma come
mai non sei riuscita a trovarlo? Non sai proprio che fine abbia fatto?-
mi
demoralizzai un po’ a sentire quella domanda e andai a
sedermi sul letto vicino
a lei.
-no,
purtroppo non so proprio dove possa
essere. Come ti ho già detto l’ho cercato ma
neanche i suoi parenti hanno
saputo dirmi dove siano finiti i Cullen. Ma lo aspetterò. Ho
fatto una promessa
a me stessa che se solo fossi riuscita a rintracciarlo gli avrei aperto
il mio
cuore e naturalmente gli avrei chiesto scusa per come l’ho
trattato. Per questo
ho deciso di aspettarlo, di aspettare un suo gesto. L’unica
cosa che voglio è
rivederlo anche solo per un secondo..- non dovevo lasciare allo
sconforto di
impadronirsi di me, e così mi alzai infilandomi il cappotto
pronta per andare
in biblioteca..
-vedrai
lo ritroverai ne sono certa!-
-grazie
Ally è quello che voglio anche io..
chiudi tu la porta quando esci?-
-si
non
preoccuparti.. ah Bella?-
Mi
voltai
di nuovo verso la sua direzione
-
secondo
me lo ritroverai presto,
forse prima di quanto immagini…-aggrottai le sopracciglia incuriosita da quelle parole, ma
ero in
ritardo pazzesco e dovevo sbrigarmi se non volevo rallentare la tabella
di
marcia.. così la salutai con la mano e mi incamminai verso
il mio pomeriggio di
studio.
*********************
Le parole di Ally
non mi diedero pace
neanche per un
secondo. Le sentivo rimbombarmi in testa anche mentre rileggevo il
saggio su
Macbeth che avevo appena scritto al pc. Cosa avrà voluto
dire con“secondo
me lo ritroverai presto, forse prima
di quanto immagini…?”. Fui portata alla
realtà da una folata di vento che fece
sbattere la finestra e mi fece trasalire di paura. Basta dovevo
smetterla di
pensare, ora era il momento di studiare! Ma il quel momento
qualcos’altro
catturò la mia attenzione. Una ragazzo biondo che camminava
nel corridoio
laterale al mio. Aveva le movenze eleganti e sinuose, e i capelli e il
suo
pallore mi fecero incuriosire a tal punto che rabbrividii
all’idea di chi
potesse essere.. Ormai era come se possedessi un radar o qualcosa del
genere
nel riconoscere le creature sovrannaturali.
Mi alzai e gli andai
dietro, volevo
sapere di più. Volevo
osservarlo meglio per capire se avessi ragione o se la mia
immaginazione si
stesse inventando tutto. Quando gli fui abbastanza vicina da poter
quasi vedere
la sua figura in modo completo un ramo sbattè contro la
finestra e mi fece
distogliere lo sguardo per lo spavento. Riportai la mia attenzione su
quel
ragazzo ma quello che vidi, o meglio, quello che non vidi mi
lasciò l’amaro in
bocca. Era andato via. C’era qualcosa in lui che mi attirava
più del lecito,
eppure sapevo che se si fosse trattato di un vampiro mi sarei cacciata
di nuovo
nei guai. Ma più che incuriosita dalla sua natura lo ero di
più dal suo
aspetto.. da quello che ero riuscita a vedere somigliava in modo
incredibile a
Jasper, o almeno ci speravo. E se fosse stato veramente lui? Mi diedi
della
stupida scuotendo il capo. No, non poteva essere lui. Mi avrebbe di
certo
riconosciuto. Magari stavo sbagliando tutto, magari non era neanche
quello che
credevo che fosse. Ma allora perché quando mi avvicinai nel
punto in cui era
sparito sentii di non sbagliare, almeno sull’ultima opzione.
Un aroma dolce
nell’aria mi riportò alla mente il profumo
inconfondibile di..Vampiro.
Tornai
alla mia stanza ancora scossa
dall’incontro appena avuto. Sentivo qualcosa dentro di me che
mi diceva di
arrivare fino in fondo a questa storia. Quando aprii la porta della mia
camera
non mi stupii di trovarvi Ally distesa sul mio letto. Probabilmente si
era
addormentata nell’attesa del mio ritorno.. ed era quello che
avrei fatto anche
io da li a poco. Quel pomeriggio di studio mi aveva distrutto.
Così mi
accasciai sul cuscino accanto alla testa di Ally e chiusi gli occhi
solo per un
istante. Dovevo alzarmi e togliermi i vestiti, mettere il pigiama e
svegliare
la mia amica.. ma non riuscii a fare niente di tutto questo. Sentivo
gli
occhi pesanti, avevo passato troppo tempo davanti al computer. Con
quella
fastidiosa sensazione, chiusi per un attimo le palpebre e
senza averne
coscienza mi addormentai
****************
La
sveglia che puntualmente suonava ogni mattina alle 7.30 mi
svegliò dal sonno
tranquillo che stavo facendo. Mi mossi un po’ per cambiare
posizione e per poco
non finii a terra. Ally dormiva ancora nel mio letto. La scostai
affinché si
svegliasse e quasi mi beccai un ceffone.
-mmhh,
lascia stare il gatto!- biascicò
ancora nel sonno sembrava posseduta! E io non potei evitare di ridere
-Ally
ti
sei addormentata nel mio letto
svegliati..- parve funzionare perché apri gli occhi
alzandosi di scatto.
-oddio..
che sbadata.. scusami ti ho rubato
il letto!-
-figurati,ho
dormito vicino a te..-
-che
ore
sono?-
-le
7.30
è ora di prepararsi..-
-si
hai
ragione, vado nella mia stanza a fare
una doccia e a vestirmi ci vediamo tra un po’..-disse alzandosi
-Ally?-
la fermai prima che potesse uscire –
ma tu hai un gatto?- dissi ridendo sotto i baffi
-no
perché?- mi guardò interrogativa
-no
niente lascia stare.. ci vediamo dopo- si
richiuse la porta alle spalle e io scoppiai a ridere senza riuscire a
fermarmi.
************
Correvamo
nei corridoi quasi deserti per
dirigerci alla lezione del professor Gilmore. –faremo tardi
me lo sento!- dissi
ad Ally che correva insieme a me
-ma
no..
vedrai che arriviamo in tempo!-
-se
qualcuno non si fosse decisa a fare le
cose all’ultimo minuto a quest’ora saremmo
già in classe- dissi con tono di
rimprovero
-ahhhhhhh
finiscila Bella.. sei sempre così
fiscale nelle cose? Vedrai che arriveremo in tempo e allora ti
costringerò a
rimangiarti tutto!-
-lo
spero
per te..-
Rallentammo
nei pressi dell’aulaper
riprendere fiato.
-aspetta
qui torno subito..- disse Ally
infilandosi in aula. Ma che stava combinando?
Tornò
dopo neanche un minuto con il respiro
affannato.
-allora?
Mi spieghi che succede?-
-Bella
sentimi.. ho una cosa da dirti. Ma tu
devi promettermi che non ti arrabbieraicon me per non avertelo detto subito. Mi servivano delle
conferme e
adesso che ce le ho devi sapere! È una cosa
incredibile...Bella non puoi
nemmeno immaginare chi c’è in quella stanza.-
-calmati
Ally così mi spaventi. Dimmi tutto
con calma..- aveva il fiatone e io non avevo la minima idea di cosa
stesse
parlando.
-ok..
senti, è arrivato il momento che
hai atteso tanto a lungo. Il destino si è messo in mezzo
Bella e non ti ha
abbandonato! In qualche modo dovevi ritrovarlo.. e il fatto che sia
successo
qui, in questa università, vuol dire che vuole che vi
ritroviate. Vuole darti
una seconda possibilità. Ed io non posso essere che felice
per te. Ieri mi hai
confidato che era questo l’unico desiderio che avevi e adesso
si sta avverando!
Bella in quella stanza c’è il tuo sogno, in quella
stanza c’è Edward! Bella..
Bella mi senti? Bella..- mi
teneva
strette le mani nelle sue e sentivo come se il cuore avesse cambiato
posto
spostandosi nelle orecchie. Il mio sguardo divenne vitreo capendo
finalmente
quello che le parole di Ally mi stavano dicendo.
-Edward..-
pronunciai flebile
sentendo le gambe cedere
-si Bella, si!
È in quella
stanza. Ieri quando mi hai fatto
vedere la foto l’ho riconosciuto subito. L’ho
incontrato quando sono andata ad
iscrivermi per seguire questo corso. Sono così felice per te
Bella!- disse al
settimo cielo
Sentivo gli occhi
pungermi e le mani
sudare. Un improvviso
moto di terrore si impossessò di me. Cosa dovevo fare? Cosa
mi avrebbe detto?
Cosa gli avrei detto? Quasi inconsciamente arretrai nel corridoio ed
ero pronta
a fuggire via se Ally non mi avesse bloccato la strada.
-Bella che ti
prende? Non sei felice
di sapere che
finalmente l’hai ritrovato?-
-Ally non so cosa
fare.. e se non mi
volesse, e se mi avesse
già dimenticato? Non posso rischiare che il mio cuore si
rompa di nuovo in
mille pezzi.. non lo sopporterei.-
-ma che stai dicendo
Bella? Se la tua
felicità è Edward
vattelo a prendere! Non pensare subito al peggio. Non vorrai
rimpiangere questo
momento per tutta la vita? Insegui la tua felicità Bella, te
lo meriti.. và da
lui..- mi urlò in faccia.
Forse era il mio
cuore a comandare in
quel momento. Perché
mi ritrovai ad annuire e a proseguire nel corridoio verso
l’aula. Abbassai la
maniglia ed entrai. I posti erano quasi tutti occupati ma lo cercai tra
i
banchi come se sentissi una specie di richiamo. Ally stava al mio
fianco
tenendomi per mano e quando finalmente scorsi la sua figura la lasciai
andare e
mi diressi verso di lui. Salivo i gradini della stanza come se sentissi
i piedi
pesanti. Il cuore iniziò a battere più del
dovuto, sentivo le mani sudate e le
gambe tremanti. La testa aveva cominciato a girare reclamando un
po’
d’ossigeno. Avevo praticamente smesso di respirare.
Ancora non potevo
credere che stesse
succedendo per davvero.
Lui era li, vedevo la sua chioma bronzea muoversi mentre era intento a
leggere
qualcosa sul suo banco. Il suo colorito pallido spiccava in mezzo agli
altri
studenti. Ma era pur sempre la creatura più bella che avessi
mai visto. Tutto
il tempo passato senza di lui non aveva scalfito per niente
l’immagine che ne
conservavo nel cuore.
Ad appena un metro
di distanza mi
feci coraggio e lo
chiamai..
-Edward..- dissi con
voce talmente
flebile da essere quasi
in udita. Ma lui mi sentì lo stesso perché si
immobilizzò all’istante ed alzò
la testa per incontrare i miei occhi. Sentivo come se il cuore volesse
uscirmi
dal petto. I suoi occhi.. Dio quanto mi erano mancati i sui occhi..
rimase a
fissarmi per un istante che parve interminabile mentre io costringevo
all’ossigeno di rimpossessarsi dei miei polmoni. La sorpresa
iniziale lasciò
ben presto il posto alla delusione però. Il volto di Edward
era una maschera di
durezza e indifferenza.
- che diavolo ci fai
tu qui!- si
lasciò scappare con voce
intrisa di rabbia. E io sentii vacillare il pavimento sotto i piedi. Ma
trovai
lo stesso il coraggio di rispondergli.
-q-quello che ci fai
tu immagino..-
la voce mi usci fuori
come un rumore gracchiante.
-come stai?- provai
a dirgli
-bene.. ma non ti
riguarda. E adesso
lasciami in pace, sta
per entrare il professor Gilmore..- ogni sua parola era una pugnalata
al cuore.
Non feci nemmeno in tempo a voltarmi e guardare verso la porta che il
professore fece il suo ingresso in aula.
-buona sera signori,
vi invito ad
accomodarvi nei vostri
posti non vorrei fare ulteriore ritardo- lo guardai cercando di
scorgere un
qualcosa che mi facesse ben sperare che fosse felice di vedermi e
invece.. e
invece era come se davanti a me avessi un muro. Un muro che non mi
permetteva
di vedere il vero Edward.
Ally mi si
avvicinò e mi
sussurrò nell’orecchio che dovevamo
prendere posto e lentamente senza mai distogliere lo sguardo dalla
figura di
Edward mi lasciai trascinare fino alla fine della classe.
Prese a parlare
speranzosa di sapere
cosa mi avesse detto.
Ma io non l’ascoltavo nemmeno. Era come se fossi caduta in un
limbo. Sentivo
gli occhi pizzicare e un peso terribile all’altezza del
cuore. Mi ridestai
consapevole che benché Edward fosse seduto 5 posti
più avanti di me riuscisse a
leggere nella mente della mia amica. Non volevo mostrargli quanto la
sua
indifferenza mi avesse ferito..
-allora? Bella? Cosa
vi siete detti?-
-niente, ci siamo
solo salutati..-
risposi quasi per inerzia
-vedrai che quando
sarete fuori
avrete la possibilità di
parlarvi e di chiarire tutto me lo sento!-
-mhh mhh..- ormai
parlare era
diventato più dura che
respirare.
Rimasi in classe a
seguire la
lezione, ma era come se fossi
lì solo con il corpo. La mente viaggiava per conto suo.
Quando terminò e tutti
gli studenti si alzarono dai propri posti, non potei evitare di
cercarlo. Avevo
mantenuto lo sguardo costantemente puntato su di lui per
l’intera lezione, ma
non riuscii a seguirlo quando con la sua solita eleganza
sgusciò via senza
difficoltà.
Mi trascinavo nei
corridoi rimanendo
in silenzio, in
compagnia di Ally. Non era da lei starsene zitta in quelle occasioni.
Ma
evidentemente aveva capito che c’era qualcosa che non andava.
Quando fummo
davanti alla porta dei nostri appartamenti mi prese per mano e mi
abbracciò.
Non aveva detto niente per l’intera serata, ma quel gesto
valse più di mille
parole per me. Era riuscita a rispettare i miei silenzi e a comprendere
che
forse avevo più bisogno di un contato fisico che di
ascoltare delle parole che sarebbero
volate via nel vento. Non volevo crollare davanti a lei, non volevo
farmi
vedere fragile e vulnerabile. Per quanto avessi imparato a volergli
bene non
volevo farmi vedere triste e soffrente, non era giusto. Me
l’ero ripromesso,
nessuno avrebbe più avuto la possibilità di
dispiacersi per me. Perché in
questo caso ero io la sola responsabile del comportamento di Edward nei
miei
confronti. Volevo gioire, volevo gridare dalla felicità per
averlo ritrovato,
ma in quel momento l’immagine della sua durezza aveva il
potere di annientare
la mia gioia alla stessa velocità di un battito
d’ali.
Era questo che mi
aspettavo una volta
che l’avrei ritrovato?
No. Ma inconsciamente sapevo di sbagliare. Sapevo che avrei rischiato
di
trovarlo diverso, cambiato. E questo mi faceva più male
della rabbia che aveva
nei miei confronti. Nessuno avrebbe mai dovuto far soffrire una
così bella
creatura. E dalla sofferenza Edward si era costruito quella maschera
che mi
aveva mostrato non più di un ora fa. Edward non doveva
cambiare, non doveva
diventare diverso da quello che era, per colpa mia. Agli occhi della
gente
dovevano spiccare la sua dolcezza e la sua bontà invece che
la sua durezza e la
sua delusione.
Restammo chiuse in
quell’abbraccio per un tempo
interminabile. Quando mi staccai da lei mi diede la buona notte e
aspettò che
chiudessi la mia porta prima di entrare nella sua stanza. Mi abbandonai
sul
letto pronta a versare tutte le lacrime che avevo in corpo. Avevo
sbagliato,
l’avevo deluso. E questa era la giusta punizione per il mio
comportamento. La
sua indifferenza. Perché era come dimostrare che non ci
fossimo mai amati. Era
come dimostrare di non aver
mai vissuto insieme... e
in quel momento, in cui tutti i ricordi tornavano prepotenti nella mia
mente,
sperai tanto che potesse essere vero...almeno il mio cuore ora sarebbe
intero!
Scoppiai in
singhiozzi quasi
improvvisamente senza riuscire
a fermarmi. Mi sentivo travolta dalla sofferenza come un onda che non
da
possibilità di salvarsi,che ti porta alla deriva e ti
fa morire
lentamente...
Fuori il tempo aveva
cominciato a
piovere e contribuiva a
farmi sentire ancora peggio. Mi strinsi nel piumone pensando a quanto
volessi
sentire Edward vicino. Fui distratta dalla suoneria del cellulare che
prese a
suonare. Non volevo parlare con nessuno, chiunque fosse doveva
attendere.. non
avevo la forza per parlare con qualcuno. Si interruppe dopo un
po’
ricominciando a suonare subito dopo. Lo presi dalla tasca e guardai chi
fosse,
e appena ne lessi il nome mi sentii anche peggio. Era Jacob,non potevo
rispondergli in quello stato, si sarebbe preoccupato. Approfittai del
momento
in cui chiuse la chiamata per mandargli un messaggio veloce inventando
una
giustificazione..
“Scusa
Jacob non posso
risponderti, sono in aula a seguire una lezione serale che
durerà ancora per un
po’, ci sentiamo domani ok? Ti voglio bene..”
Mi rispose dopo
neanche un minuto
confermando il mio
messaggio. Mi stesi sul letto fissando il soffitto mentre le lacrime mi
bagnavano il viso scendendo fino al collo. Rimasi in quella posizione a
pensare
per non so quanto tempo, fino a che dei colpi alla porta mi fecero
trasalire.
Non risposi. Pensai che chiunque fosse se ne sarebbe andato non
ricevendo
risposta. Ma bussarono di nuovo e più volte rispetto a
prima. Mi alzai
controvoglia asciugando gli occhi e sperando di risultare presentabile.
Aprii
la porta e quello che mi trovai davanti fece intensificare di
più le lacrime
che a stento riuscivo a trattenere.
Era Alice...
Ve l'aspettavate
così il loro incontro?????
*mi ritiro in attesa del vostro
giudizio!*
a Domenica
prossimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
fate un salto qui.. mi
raccomando!!!! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=664372