La mia vita

di Akira_Kurokawa_Uzumaki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Un compleanno speciale- L'inizio di una nuova amicizia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Rieccomi qui a sistemare e continuare questa storia che in molti avranno creduta morta^^Invece ho deciso di riprenderla in mano e di modificarla e di ripostare i capitoli. Spero la seguirete in molti e che mi diciate cosa ne pensate. Il Prologo che in effetti non è stato molto moficato. Ho deciso di lasciarlo così anche sapendo come è morta in verità Kushina, ma nel resto del racconto cercherò di modificare il meno possibile la storia originaria di Naruto^^ Vi lascio alla vostra piacevole si spera lettura^^



Prologo



Era una bellissima giornata di ottobre e per alcune persone, soprattutto per due novelli sposi, era il giorno più bello della loro vita. Infatti, quel giorno sarebbero nati i
figli di Minato Namikaze, giovane Quarto Hogake di Konoha,e di sua moglie Kushina. Nell'aria dell'ospedale c'era sentore di festa ed eccitazione fin dalle prime luci
dell'alba, quando la donna era stata portata di corsa in ospedale da un marito agitato, visto che gli si erano rotte le acque. Se l'avessero visto in quel momento alcuni avrebbero fatto fatica a credere che fosse davero l'Hogake quell'uomo agitato che correva come un pazzo verso l'ospedale. Nel corridoio davanti la Sala Parto si erano subito radunate tutte le persone più vicine alla coppia. Infatti c'era il migliore amico di Minato, Fugaku Uchiha con la moglie Mikoto, che teneva in braccio il loro secondogenito Sasuke di pochi mesi ed a fianco a loro c'era il loro figlio più grande di ormai cinque anni, Itachi. Poi c'erano naturalmente il Sensei di Minato nonchè padrino dei bambini Jiraya, conosciuto da tutti come Uno dei Tre Ninja Leggendari o come l'Eremita dei Rospi e per i suoi alivevi e pochi altri come Ero Senin, il Terzo Hogake Sarutobi, l'unico allievo rimasto invita di Minato Kakashi Hatake e la sua vecchia compagna di team Fujiko Kurokawa.
Erano, inolte, gli unici a sapere della gravidanza, tenuta nascosta permotivi di sicurezza visto che non molti vedevano di buon occhio la relazione del loro Hogake con un ninja del Villaggio del Vortice, loro nemico durante la Terza Guerra Mondiale dei Ninja.
Erano lì da quando avevano ricevuto il messaggio da parte di Minato alle cinque di mattina e da quando erano arrivati Minato non aveva smesso per un attimo di camminare avanti indietro per il corridoio, nervoso ed erano stati inutili i tentativi di calmarlo.
Finalmente dopo sette ore di attesa uscì dalla Sala un infermiera con un bambino piangente tra le braccia dicendo avvicinandosi all'Hogake
-Complimenti Hokage-sama è un bellissimo bambino. Ora scusate ma devo tornare dentro.-
e, spiegato ad un agitatissimo e emozionato neopapà come tenere il bambino,senza rispondere alle domande sulla salute della gemella o sulla madre sparì di nuovo dentro la Sala. Minato, cullando il bambino che appena era stato messo tra le braccia di suo padre si era calmato, ricomincià a camminare stavolta ancora più preoccupato per la salute di sua moglie e della figlia.
Poco dopo tali preoccupazioni si fecero fondate quando Tsunade, l'unica donna nei Tre Ninja Leggendari,uscì dalla Sala con un aria triste e disse, prendendo il bambino dandolo a un impacciato padrino per abbracciare il neopapà,
-Minato mi dispiace. Abbiamo fatto tutto il possibile per salvarla, ma purtroppo non ci siamo riusciti. Kushina ci ha lasciato.-il giovane non volle credere alle sue orecchie e disse incredulo
-Non è possibile come è potuto accadere...e la bambina come sta?-aggiunse riprendendosi. Tsunade lo lasciò dicendo
-Purtroppo non molto bene, ma si rimetterà presto. Ha bisogno dell'incubatrice per un po' di tempo.-lui annui dirigendosi dentro la Sala. Nessuno tentò di fermarlo, infondo aveva il diritto di salutare per l'ultima volta sua moglie. Rimase la dentro per due ore, sfogando tutto il suo dolore. Quando uscì trovò il suo sensei e Tsunade ad aspettarlo, visto che gli altri erano andati a casa per lasciarli soli,e sorridendo al figlio lo riprese in braccio dicendo
-Ehy Naruto vogliamo andare a conoscere la tua oneechan?-e fu condotto dalla ninja medico senza una parola a parte una stretta alla spalla e un soriso incorangante prima che entrasse nella stanza della figlia e capì subito il perché. Infatti gli si strinse il cuore addolorato nel vedere la sua piccola dentro quel lettino riscaldato attaccata a delle macchine che controllavano le sue funzioni vitali e l'aiutavano a respirare. Facendosi coraggio si avvicinanò e si sedette su una sedia vicino alla sua bimba dicendo al gemello
-Questa è la tua oneechan Naru-chan. Dovrai prenditi cura di lei, infondo sei il più grande dei due. Tranquillo ci sarò anch'io ad aiutarti a proteggerla e a proteggere te. Staremo sempre insieme e la mamma veglierà su di noi dall'alto...-il bambino come a voler dimostrare che aveva capitofece un verso per poi addormentarsi sereno, mentre Minato già pensava alla loro vita insieme...

Non sapevano che quella era una delle poche volte che sarebbero stati tutti insieme. Non sapevano che il destino crudele li avrebbe presto divisi...

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Capitolo 2
*** Un compleanno speciale- L'inizio di una nuova amicizia ***


Non so che dire per scusarmi per il mio enorme ritardo, ma purtroppo ho avuto troppi problemi sia con il pc che si era rotto e ho dovuto aspettare quello nuovo e quindi riscrivere la storia sia problemi personali. Spero che questo capitolo vi piaccia ho cercato di sistemarlo il più possibile senza allungarlo di troppo alla fine sono solo brevi capitoli sulla vita di Akira.

 

 

Capitolo I

Un compleanno speciale

L'inizio di una nuova amicizia

Erano passati alcuni anni da quel giorno d’ottobre. Più precisamente quattro. Infatti, quel giorno era il dieci ottobre di quattro anni dopo..

 

 

Un raggio di sole penetrò attraverso la tenda chiusa per impedire proprio al quel raggio di sole di entrare per evitare che mi svegliasse cosa che avvenne poco dopo che il quel fastidioso fascio di luce mi aveva iniziato a darmi fastidio agli occhi. Infastidita mi alzai stropicciandomi gli occhi per poi ricordarmi che giorno era e saltare fuori dal letto esultante. Vestendomi in fretta non mi potei non sorridere radiosa ed euforica mentre pensavo alla festa, ai magnifici regali che avrei ricevuto e tanto altro. Già quel giorno era il mio compleanno, il mio quarto compleanno per l'esattezza, non sapevo però ancora quanto quel giorno sarebbe stato speciale quindi quando corsi giù verso la cucina ero ancora solo concentrata su di me e sulla mia festa come del resto era giusto che fosse. Alla fine ero una bambina che ancora non sapeva nulla di quanto quel giorno avrebbe segnato la mia vita.

Così corsi fin dentro la cucina dove euforica mi sedetti al mio posto nello stesso momento in cui mia madre metteva in tavola il mio piatto preferito, il ramen. Cosa rara poiché non mi era permesso mangiarlo a colazione, ma si sa il giorno del proprio compleanno si può fare di tutto o quasi. Posata la ciotola mi strinse a se dicendo mentre mi dava un bacio in testa-Buon compleanno piccola mia.-e io sorrisi lasciandomi cullare da quell'abbraccio per poi iniziare a mangiare come un fulmine ignorando i suoi affettuosi rimproveri. Mentre mangiavo mi soffermai a guardarla, accorgendomi ora più che mai di quanto poco o per nulla ci assomigliassimo a parte a volte per il carattere che alla fine era simile anche se lei era più pazza di me e anche più riflessiva. Come facesse a esserlo non lo sapevo come non sapevo cosa significasse bene quelle parole, ma mio zio e gli amici di mamma la descrivevano sempre così e quando cercavo di capire e chiedevo spiegazioni loro dicevano solo che un giorno l'avrei capito con mio grande disappunto. Scuotendo la testa cercai di concentrarmi di nuovo sul pensiero fondamentale e cioè che mia madre non era mia madre. Si mi aveva cresciuto e tutto…ma non mi aveva dato la vita. Questo però non significava nulla cercai di ripetere a me stessa,sempre più convinta,scacciando quel preso opprimente che mi schiacciava il petto dalla sera prima quando mi avevano rivelato la verità e cioè che ero stata adottata. Adottata. Non sapevo neanche il significato di quella parola fino alla sera prima e con santa pazienza sia mia madre che mio zio me l'avevano spiegato. Però molte domande che avevo fatto erano rimaste senza risposta...

-Aki-chan vieni a salutare il tuo zietto?-urlò la voce di mio zio dall’ingresso interrompendo i miei pensieri. Io mi precipitai come un filmine da lui visto che mi era mancato quella notte. Era uscito la sera prima, dopo avermi messo a letto con la mamma visto che non accennavo a voler separarmi da lui e dalla mamma,e non era più rientrato cosa insolita. Quindi quando arrivai all’ingresso mi buttai al suo collo che mi prese in braccio dandomi un bacio sulla fronte dicendo-Buon Compleanno Akira.-per poi rimettere giù cosa che mi fece venire in mente il motivo per cui era uscito. Almeno l'unico motivo logico che mi era venuto in mente e così esclamai abbastanza sicura sorridendo-Ok sono pronta per il regalo.-e lui rise per essere stato scoperto tanto facilmente, ma scompigliandomi i capelli disse-Mi spiace sta sera l’avrai. Ora vai a giocare. Sicuramente troverai i tuoi amici ad aspettarti.-sbuffando cercai di insistere usando anche la mia tecnica di persuasione migliore cioè gli occhi da cucciola, ma senza risultati.

Mezz’ora dopo mi ritrovai mio malgrado fuori, mentre mi dirigevo verso il parco. Sorprendentemente lo trovai vuoto, cosa piuttosto insolita visto che era sempre pieno di bambini la mattina. Guardandomi rabbuiata intorno però notai un bambino che si dondolava sull’altalena. Sembrava così triste e non so perché questo mi faceva male. Eppure non lo conoscevo neanche. Seguendo il mio istinto gli andai vicino e sorridendo dissi-Ciao!Ti va di giocare?-lui mi guardò sorpreso, come se non gli fosse mai stato chiesto di giocare. E in quel momento lo riconobbi. Era il bambino che tutti chiamavano mostro e a cui era proibito ai bambini di avvicinarsi, anche se non sapevo il motivo di tale comportamento. Sorridendo incoraggiante dissi-Io mi chiamo Akira. E tu sei…Naruto giusto?Allora a che giochiamo?-lui parve riprendersi dalla sorpresa facendomi un sorriso radioso. Rispondendo al saluto iniziammo a giocare ai ninja. Rimanemmo a giocare per tutta la mattinata e quando fu ora di pranzo lo invitai a mangiare a casa mia dicendo-Alla mamma farà piacere che ho portato a casa un amico per festeggiare il mio compleanno. E ci sarà il ramen, il mio piatto preferito. Ti piace vero?-lui annuì con gli occhi luminosi dicendo-È anche il mio piatto preferito!!! E pensa è anche il mio compleanno!!!-sorridendo gli presi una mano trascinandolo verso casa dicendo-Una ragione in più per venire a casa mia.-

Arrivata entrai come un tornado in casa, togliendomi di corsa le scarpe come Naruto,gridando-Mamma!!!Mamma!!!Vieni qua voglio presentarti Naruto!!-la mamma venne subito guardando un po’ sorpresa il mio amico, ma poi gentile lo salutò presentandosi, dicendo che se voleva poteva chiamarla zia Fujiko come facevano tutti i miei amici. La giornata passò allegramente e anche lo zio dopo un attimo di sorpresa fu gentilissimo con il mio nuovo amico. L’unica nota dolente fu che agli altri bambini non fu permesso di rimanere alla mia festa per la presenza di Naruto. Non credo di aver mai visto la mamma così arrabbiata come in quell’occasione. Urlò contro le madri che erano sole delle idiote con degli stupidi pregiudizi e che se ne potevano tornare a casa con i loro figli. Io fui più che d’accordo con lei, non mi servivano di certo degli amici, oltre tutto non gli ero neanche molto allegata anzi Naruto era il primo a cui mi sentivo veramente affezionata anche se lo conoscevo da così poco, che evitavano qualcuno solo per delle dicerie sul suo conto oltretutto false, visto che Naruto non era un mostro. Anzi era un bambino dolcissimo e tornai a giocare con lui e lo zio cercando di non fargli pesare l’accaduto. Riuscii nel mio intento e per tutta la serata fino a tardi rimanemmo a giocare insieme allo zio. Alla fine Naruto rimase a dormire da noi. E quella fu la prima di tante altre volte...

 

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