Titolo da definire (accetto consigli ^^)

di Cassy_Rouge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap.2 ***
Capitolo 3: *** Cap.3 ***
Capitolo 4: *** Cap.4 ***
Capitolo 5: *** Aria di cambiamenti. ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


Nella nave di cappello di paglia tutto era tornato normale. Le uniche tracce visibili rimaste della battaglia combattuta pochi minuti era la confusione che regnava sul ponte (confusione che c’era anche gli altri giorni comunque -.-) e uno squarcio abbastanza grande nella parete che portava alle cabine. L’atmosfera era in generale rilassata e allegra: la battaglia era stata vinta senza sforzo e feriti e i danni della nave sarebbero stati riparati senza problemi da Franky. Tutto sembrava apparentemente apposto. Apparentemente era la parola giusta perché nonostante sul viso della navigatrice non ci fosse ombra di delusione e risentimento la sua testa era un vortice di cattivi pensieri e rimproveri verso se stessa.
“Franky, pensi di riuscire a sistemare tutto entro cena?” chiese Nami inclinando la testa verso il buco.
“Certamente sorella! Ci puoi scommettere!”
“Wooow Franky tu si che sei supeeeerrrr!!” disse Chopper con espressione di ammirazione
“Ceeenaaa?? Sanjiii ho fameeee” esclamò Rufy prima di prendersi un calcio e vari insulti dal biondo.
“Mmmm ok. Il mare è calmo e il vento è favorevole. Credo che userò queste ore per dedicarmi alle mie cartine. Ci vediamo dopo!” salutò Nami
Si avviò verso il bagno. Aveva assolutamente bisogno di una doccia bollente. Doveva lavare via i brutti pensieri e di solito questo era sufficiente ma sapeva benissimo che questa volta non sarebbe bastato. Dopo essersi spogliata e aver buttato i vestiti per terra si fece avvolgere dal tepore e dall’acqua scrosciante.
“Perché? Perché si sentiva così? Lo sapeva di essere la più debole del gruppo (fisicamente parlando) ma non si era mai sentita inutile visto che, con la sua astuzia e le sue doti da navigatrice, aveva salvato la ciurma più volte. Ma era abbastanza? L’attacco che avevano affrontato prima era stato vinto senza problemi ma probabilmente, se non ci fossero stati Zoro e Rufy a salvarla per ben 2 volte, lei si sarebbe ritrovata ferita o addirittura morta. Ma la cosa che più la disturbava era che LORO potevano ferirsi o morire per colpa sua. Non se lo sarebbe mai perdonato. Aveva perdonato a se stessa tante cose, come l’aver rubato, l’aver tradito ma essere la causa della morte di un suo compagno, no quello non avrebbe potuto perdonarselo mai.
Chiuse il rubinetto e uscì dalla doccia scorgendo la sua immagine nello specchio appannato. Una goccia le scivolò percorrendole il viso fino al mento dove la navigatrice la raccolse con un dito. Non è dato sapere se fosse una lacrima solitaria o i capelli bagnati che gocciolavano.
 
Uscì dal bagno con un asciugamano addosso ancora immersa nei suoi pensieri e non si accorse che stava per sbattere contro qualcosa.. o meglio qualcuno. L’impatto fu abbastanza violento da farle scivolare l’asciugamano di dosso.
“Ma dove diavolo hai la testa mocciosa??” urlò Zoro prima di rendersi conto che lei era nuda in mezzo al corridoio imbambolata. “N..nami m..maledizione copriti!” esclamò scandalizzato e paonazzo.
Ma vedendo che la rossa non reagiva prese l’asciugamano e glielo porse girando la testa dall’altra parte.
“S..scusami io.. Ero assorta nei miei pensieri” disse lei imbarazzata, prendendo l’asciugamano e coprendosi alla bell’e meglio.
“Stai più attenta la prossima volta strega. Potrebbe esserci Sanji al posto mio” disse lui con un ghigno. “E fatti medicare quella ferita. Per una deboluccia come te anche un graffio del genere può essere pericoloso.” Concluse allontanandosi.
“Una ferita?” balbettò Nami accorgendosi di avere un taglio rosso sul suo ventre piatto. Non se n’era nemmeno accorta. E quello stupido spadaccino come osava?!
“Io mi farò medicare ma tu fatti gli affari tuoi” disse di rimando “E soprattutto non offendere Sanji quando tu sei stato il primo a sbirciare”
Si richiuse la porta della sua camera alle spalle non prima di aver lanciato un sorrisetto beffardo in direzione del compagno che imbarazzato non tentava nemmeno di giustificarsi come al solito.
Appena fu sola dentro la stanza il sorriso scomparve e lasciò spazio ad una smorfia di rabbia e dolore.
“Ferita..” sussurrò sfiorando il taglio che ora bruciava ma mai come il suo orgoglio. “Sono proprio debole. E maldestra. Devo fare qualcosa per questa situazione.” Un lampo le attraversò gli occhi. Ora sapeva cosa doveva fare. E quando avrebbe agito! “E tu mi aiuterai spadaccino squattrinato..” pensò con un ghigno divertito.
 
L’ora della cena era arrivata in fretta. Un profumino delizioso si spargeva per tutta la nave accompagnato dagli schiamazzi incontenibili del capitano e company.
“Navigatrice, qual è la prossima isola che incontreremo?” chiese Robin
“Mmmm.. Secondo i miei calcoli è un’isoletta tranquilla senza particolari pericoli. Sarà ottima per riposarci un po’ e fare rifornimento.”
“Oh Nami-swaaan  tu si che sai sempre tutto! E come si chiama quest’isola?” esclamò Sanji roteando e sprizzando cuorici dapperttutto.
“Non ne sono sicura ma dovrebbe chiamarsi Sincerity Island.”
“Mi sembra di averne già sentito parlare” si intromise Nico Robin
“Oooohhhh mieee deeeeee come faremmo senza di voi?! Come farei ioooo?? Vi ador..” non finì la frase che fu scaraventato dall’altra parte della stanza da un pugno della navigatrice.
“Cosa sai di quest’isola?”
“Non ricordo bene ma ho un libro che ne parla. Lo trovo e ti dirò tutto” disse Robin alzandosi da tavola e dirigendosi in camera.
“Vado anch’io” la imitò poco dopo Zoro uscendo dalla cucina.
“Perfetto! Il suo solito riposino dopo cena e poi si allenerà di sicuro! È la mia occasione!” pensò Nami con uno sguardo furbetto. “Saaanji-kuuun questa sera potresti sostituirmi di vedetta?” gli chiese con varie moine del tutto inutili visto che il cuoco si era già sciolto al suono del suo nome pronunciato dalla rossa.
 
Rimase sul ponte per una mezz’ora buona fingendo di essere occupata con le sue cartine e rigirandole tra le mani distrattamente. Finchè non senti dei passi e vide l’ombra dello spadaccino dirigersi verso la sala pesi.
“Ci siamo” sospirò. Aspettò qualche minuto e quando sentì l’inconfondibile click clack dei pesi si alzò e si diresse verso la sala. “Coraggio” si rincuorò prima di girare il pomello della porta ed entrare.
 
 
 
 
Spazio dell’autrice!
 
Ciaooo a tuttiiii!! Intanto se state leggendo questa parte vuol dire che (a rigor di logica) avete letto anche la storia quindi voglio ringraziarvi di cuore per aver dedicato un po’ del vostro tempo prezioso a me J
 
Volevo fare alcune precisazioni:
  1. è la mia prima ff quindi siate clementi! T.T
  2. Ho scelto One Piece perché ultimamente mi sono appassionata moltissimo a questo manga e mi sentivo abbastanza sicura e “aggiornata” sui personaggi da poter scrivere qualcosina di mio J
  3. Nonostante all’inizio sembri una ff zonami non so se continuerà ad esserlo fino alla fine (anche se probabilmente si visto che li adoro insieme). E non escludo il coinvolgimento di altre coppie. Come ho detto nell’introduzione io scrivo d’istinto, non ho una trama precisa in testa quindi chi vivrà vedrà ^^
  4. IL TITOLO. Aaaahhhh maledizione è il mio tallone d’achille T.T (uno dei tanti). Il problema è che sono abituata a metterlo alla fine delle mie storie in modo da non fare gaffe o non andare fuori tema quindi ho optato per questa (poco elegante) soluzione di non metterlo (per ora)
 
Se avete suggerimenti/critiche/qualsiasi cosa che vi passa per la testa (sul titolo o su qualsiasi altra cosa) scrivetemi o recensite! Saranno mooolto apprezzati ^^
 
Un bacio dalla vostra Cassy-chan

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Capitolo 2
*** Cap.2 ***


“Ci siamo” sospirò. Aspettò qualche minuto e quando sentì l’inconfondibile click clack dei pesi si alzò e si diresse verso la sala. “Coraggio” si rincuorò prima di girare il pomello della porta ed entrare.
 
Quando entrò si trovo davanti la scena che si aspettava effettivamente di trovare: lui a torso nudo, sudato, che sollevava pesi umanamente impossibili come se fossero piume. Ciò che non si aspettava assolutamente fu la sua reazione nel vederlo: imbarazzo.
‘È davvero un bel ragazzo non c’è che dire’ si ritrovò a pensare sorpresa di se stessa. La realtà era che non l’aveva mai guardato in quell’ottica primo perché era un suo nakama e secondo perché Zoro non dava importanza alla sua bellezza fisica e ciò che emergeva di lui era il suo caratteraccio burbero e solitario.
‘Però se pensasse un po’ meno alle katane e si vestisse meglio farebbe stragi di cuori’ e l’immagine che le venne in mente fu una fusione tra Sanji e Zoro davvero esilarante. In fondo lo spadaccino era affascinante soprattutto per quel suo lato scontroso. E poi sapeva essere anche dolce e premuroso. In tutti questi anni aveva imparato a conoscerlo meglio e aveva scoperto sfaccettature del suo carattere che non emergevano immediatamente. Tutte le volte che l’aveva salvata o che, con i suoi silenzi, l’aveva fatta sentire al sicuro. Non riusciva nemmeno più a contarle.
“Hai intenzione di rimanere imbambolata a fissarmi con un sorrisino ebete per tutta la sera?”
“Io che fisso te?! Ahahahah oggi pomeriggio mi è sembrato vero il contrario” sorrise Nami e contemporaneamente pensò ‘per fortuna ho sempre la risposta pronta’
“Che vuoi?!” rispose malamente Zoro, arrossito fino alle punte dei capelli per quel ricordo. Quel corpo.. Quella ragazza lo metteva decisamente a disagio. Quasi quasi preferiva quando era furiosa e lo picchiava.
“Devo parlarti.” Disse lei tornando improvvisamente seria.
“Non vedi che mi sto allenando? Per me gli allenamenti…”
“Sono sacri, si lo so” lo interruppe paziente Nami. “Ma è davvero importante.”
“Oh e d’accordo, tanto quando ti fissi su una cosa è impossibile farti cambiare idea” Zoro appoggiò i pesi rassegnato, prese l’asciugamano e se lo passò intorno al collo e poi sul torace ben scolpito.
Nami era praticamente ipnotizzata dal movimento di quell’asciugamano che lento tergeva il sudore dai muscoli tesi dello spadaccino. Quel collo e quegli addominali.. Da dove saltavano fuori? Come mai non li aveva mai notati prima?
“Ohi Nami? Allora?!”
“Oh, eh, si, dunque..” cercava di riprendere il controllo la navigatrice. “Ho una proposta da farti.”
“Ti dico già che non ci sto” rispose malamente Zoro. “Ogni volta che hai una proposta io finisco con un bernoccolo e il mio debito assurdo verso di te raddoppia.”
Detto questo si stava avviando verso l’uscita quando qualcosa lo trattenne. Nami si era aggrappata al suo braccio nascondendo il suo viso con i capelli e la testa rivolta verso il basso.
“Se tu accetterai questa proposta annullerò il tuo debito.”
Lo spadaccino si voltò sorpreso e comprese che quella non era una delle solite proposte della strozzina Nami ma era una proposta della sua nakama. Tra loro d’altronde funzionava così. Si beccavano e litigavano sempre, anche quando le faccende erano serie. Era il loro modo di relazionarsi e di starsi vicini. Si capivano al volo ed erano sempre pronti ad aiutarsi, minimizzando poi il tutto e ringraziandosi silenziosamente. Nessuna parola oltre agli insulti. Nessun contatto di affetto.
Decise dunque di rimanere al gioco come al solito e con un sorrisetto la esortò a continuare. “E poi?”
“E poi… Non ti picchierò più.” Rispose lei con il broncio.
“Mmmm…”
“E va bene. Annullerò il tuo debito, non ti picchierò più e non ti tratterò più come il mio schiavo. Ok?!”
“Ora hai la mia attenzione mocciosa. Spiega!” la esortò lui con un gesto della mano.
 
Intanto nella sua stanza Nico Robin aveva trovato il famoso libro che spiegava la storia dell’isola che avrebbero raggiunto. Dopo aver letto velocemente si incamminò verso la stanza della navigatrice a passi svelti.
Toc toc. Nessuna risposta.
‘Ma certo, Nami ha il turno di guarda questa notte’ pensò avviandosi verso il punto di vedetta. Salì le scalette e con sua sorpresa si ritrovò davanti Sanji.
“Cuoco, scusa pensavo ci fosse Nami.”
“Ohh Robi-chan non ti devi giustificare. Se vuoi passare una serata romantica con me non hai bisogno di inventare queste scuseee!” prese lo slancio per saltarle addosso quando delle mani apparvero dal nulla e lo bloccarono a terra.
“Stavo cercando la navigatrice perché ho scoperto delle cose interessanti sulla prossima isola” spiegò Robin con il suo solito tono impassibile.
“Isolaaaa?” una mano gommosa si aggrappò al parapetto del posto di vedetta scaraventando Rufy in aria. Robin riuscì ad evitarlo elegantemente ma Sanji non ebbe la stessa prontezza e cadde insieme al capitano sul ponte.
“Razza di idiotaaa vuoi forse ammazzarmi?! Guarda che cos’hai combinato!” disse il cuoco alzandosi in piedi e indicando il cratere sul pavimento causato dalla caduta.
“Ahahahahah è stato divertente! Lo rifacciamo?!” esclamò Rufy evitando un calcio del biondo
“Ehi capitano, cuoco state bene?” chiese Robin affacciandosi al parapetto distrutto.
“Oooohhh mia deaaa solo il sentire la tua voce ha fatto sparire ogni dolore!”urlò un vortice umano che sprizzava cuoricini a destra e a manca.
Nel frattempo Usopp, Franky, Chopper e Brook, che stavano giocando a carte in cucina, corsero sul ponte per vedere cos’era tutto quel fracasso.
“Aaaahhh ma che sta succedendo qui?! Siamo attaccati di nuovo?! Ehm io ho da fare, ci vediamo quando il combattimento è finito!” Usopp se la stava già dando a gambe levate ma venne subito fermato dal potere di Nico Robin che lo trattenne sul posto.
“Nessun attacco cecchino. Ho trovato informazioni su Sincerity Island e voglio parlarvene.”
“Beh parla sorella, siamo tutti qui.”
“In verità mancano Zoro e Nami.” fece notare la piccola alce.
“Yohoho ho visto la signorina Nami avviarsi nella stanza dei pesi, penso siano tutti e due li” canticchiò Brook.
“Quel MARIMOOOO! Io lo cucino se solo prova a toccare la mia Nami-swaaan!” ora il vortice di cuoricini si era trasformato in un vortice di fiamme e si avvicinava minaccioso alla stanza degli allenamenti.
 
Intanto nella stanza dei pesi Nami cercava il coraggio per sputare fuori tutto. Ma perché era sempre così difficile per lei mostrare i suoi sentimenti? Tranne la rabbia, quella era fin troppo brava ad esprimerla.
“Voglio… Voglio che tu mi alleni!” urlò con tutto il fiato che aveva.
“C..cosa?!”
“Sei sordo oltre che squattrinato?! Voglio diventare forte, voglio saper difendermi e tu” disse indicando lo spadaccino “mi aiuterai.”
Si aspettava una risata fragorosa e una presa in giro da parte di Zoro e aveva già preparato parole di fuoco con cui rispondere ma ciò che sentì la spiazzò completamente. Dopo un minuto di silenzio in cui lo spadaccino rimase ad occhi chiusi e braccia conserte a pensare disse:
“D’accordo, ma ti avverto. Farò sul serio con te ragazzina, non mi importa se sei una donna. Quindi, se vuoi davvero essere allenata da me, dovrai aspettarti il peggio. E voglio impegno e dedizione. Niente piagnistei.”
Una vena pulsò sulla fronte di Nami. Come si permetteva quello stupido di parlarle in quel modo?! Ora gli avrebbe risposto per le rime, gli avrebbe mollato un bel pugno in faccia e…Ma poi si rese conto che era proprio quello che lo spadaccino intendeva. Respirò profondamente, si controllò e sicura rispose:
“D’accordo, se sono queste le tue condizioni, accetto.”
Si avvicinarono l’uno all’altra guardandosi negli occhi e si strinsero la mano suggellando quel patto.
‘La sua mano è così ruvida e potente. Ma calda e rassicurante allo stesso tempo. Con lui diventerò forte, lo so.’
‘La sua mano è così delicata e fragile. Ma forte e determinata allo stesso tempo. Ci sarà da divertirsi, lo so.’
 
Proprio in quel momento sentirono una voce familiare che si avvicinava invocando il nome Nami-swaaaaan e un vortice di fuoco, chiamato anche Sanji, irruppe nella stanza e si trovò di fronte questa scena.
“Tu, baka! Come osi toccare la mia dea. Togli subito le tue manacce da li” disse apparentemente calmo con lo sguardo nascosto dai capelli.
“Non ti scaldare sopracciglio arricciato. Non ho intenzione di farle niente che lei non voglia.” Rispose Zoro per farlo arrabbiare.
“Marimo dei miei stivali, come osi parlare così! Sei morto!”
“Vieni qui, cuoco di serie b, che ti affetto!”
“Adesso basta voi due.” Una voce alle loro spalle, proveniente da una figura vagamente umana circondata da un alone di energia nera, li fece tremare di paura.
“O..ora c..che ricordo s..sono venuto a chiamarvi p..perché Robin vuole parlarci dell’isola.” Spiegò Sanji ancora tremante
“Ah si? Che brava la mia sorellona, lo sapevo che ce l’avrebbe fatta. Andiamo!” Nami in un secondo era tornata la dolce (mica tanto) fanciulla di sempre e si avviò tranquillamente verso il ponte lasciandosi i due alle spalle con due goccioloni enormi sulla testa.
 
“Eccoci sorellonaaa! Ma che diavolo è successo qui?!” disse isterica indicando il cratere in mezzo al ponte
Rufy iniziò a fischiettare guardandosi in giro. Nami si avvicinò minacciosa sventolando un pugno per aria: “Tu, razza di babbeooo! Un giorno farai affondare la nave, lo so! E mi farai diventare pazza!”
“Andiamo sorella, calmati. Lo sistemerò in men che non si dica insieme ai miei fidi aiutanti” cercò di tranquillizzarla Franky indicando Chopper e Usopp.
“Oh Franky, non dire così, altrimenti mi fai arrossire.”
“Io un tuo aiutante?! Io sono il grande capitano Usopp e ho più di 10mila aiutanti che aspettano solo un mio segnale!”
“Oh Usopp quanto vorrei essere come te!”
“Yohoho ora che ci siamo tutti perché non ascoltiamo la signorina Robin? Ma prima di farti parlare avrei una cosa da chiederti: mi fai vedere le mutandine? Yohohoho”
Una mano si materializzò vicino allo scheletro che finì con uno schianto direttamente dentro al buco fatto da Rufy.
“Ci siamo tutti” disse Robin vedendo arrivare Sanji e Zoro che ancora si guardavano in cagnesco. “Posso iniziare a spiegare.”
 
 
 
Spazio dell’autrice!
 
Eccoci qui con li secondo capitolo! Sono stata superveloce lo so U.U
Ma non abituatevi perchè non so quanto durerà eheheh!
Devo dire che sono molto contenta di come sta procedendo questa storia e piano piano sto iniziando a vedere chiaramente la direzione che voglio farle prendere!
Sono anche molto colpita delle vostre recensioni! Ieri sera guardandole continuavo ad arrossire e a sorridere come un’ebete davanti al monitor ^^
E visto che ora ho un pò di tempo voglio ringraziarvi come si deve:
 
TRE 88: come vedi eccoti subito accontentata! Grazie per aver letto il capitolo, sono contenta che ti sia sembrato credibile e che ti sia piaciuto come ho descritto i personaggi. Era il mio principale obbiettivo!
 
SHIKAMARUxINO: non hai dovuto aspettare molto visto? Se ti va fammi sapere cosa ne pensi anche del secondo ^^
 
ACHAMO: Ahahahah quando ho letto la tua recensione mi sono esaltata da morire *-* (tipo Chopper per intenderci). Per il titolo hai ragione ma sono davvero senza idee e degli “spunti amichevoli” non mi farebbero di certo male, anche se la decisione finale spetta a me, è ovvio! Ho seguito il tuo consiglio sui dialoghi, spero che così risulti tutto più scorrevole! Grazie mille per i consigli e i complimenti, spero che continuerai a seguirmi!
 
KODOMO: eccoti il secondo capitolo! Spero che continuerà a piacerti ^^
 
SPITFIRESCAR: ho aggiornato abbastanza in fretta? :) Buona lettura!
 
STELLA94: Grazie per i consigli preziosi, appena ho letto la tua recensione ho subito rimediato con la punteggiatura, spero che ora vada bene ^^ Per il titolo cercherò di fare come hai detto tu ma per ora buio completo.. Speriamo che andando avanti mi si schiariranno un po’ le idee!
 
FMR18_ONEPIECE: grazie grazie grazie! Spero che questo capitolo non ti deluda!
 
Insomma un GRAZIE gigante a tutti voi e anche a quelli che mi seguono silenziosamente! I vostri consigli e complimenti sono molto importanti per me e sono uno stimolo a continuare e a migliorarmi!
Spero che anche questo capitolo piaccia e di ricevere tanti bei commentini *-*
 
Un bacio dalla vostra Cassy_chan

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Capitolo 3
*** Cap.3 ***


“Sincerity Island è un’isola estiva tranquilla ma a suo modo molto pericolosa. Infatti, secondo il libro, il nome dell’isola deriva proprio dal tipo di vegetazione che si trova li. Sembra che queste piante emettano delle spore che, se inalate, hanno il potere di indurre chiunque alla sincerità più assoluta.”
 “Beh non vedo dove stia il pericolo” disse ingenuamente Rufy
“Capitano, i pericoli non sono solo la marina o gli avversari forti. Ho sentito parlare di ciurme affiatatissime che una volta arrivate su quest’isola si sono sciolte e di pirati che erano come fratelli e si sono uccisi tra di loro. Queste spore hanno il potere di far logorare un rapporto di fiducia, stima e amicizia in pochi minuti. Inoltre c’è dell’altro.”
“La tua espressione mi dice che non è niente di buono, sorella.”
“Già. Sembra che questa piante si nutrano dell’energia di coloro che cercano di tenere nascosti i segreti più sgradevoli e scomodi.”
“Yohoho, in poche parole più una persona tenta di tenere nascosto il suo segreto e più le piante risucchiano la sua energia”
“Esatto”
“Insomma, o viene distrutto il rapporto con i tuoi nakama o vieni distrutto tu.” Concluse la navigatrice seria.  
“M..ma insomma r..ragazzi. S..se tutti siamo stati completamente sinceri tra di noi, n..non ci sono pericoli g..giusto?” disse Usopp tremante.
“Giusto cecchino. In caso contrario...” rispose Robin con la sua solita calma.
Ma Usopp non era l’unico agitato. Anche Nami non si sentiva affatto sicura. Infondo ognuno aveva i proprio segreti no? Chi diavolo poteva essere un libro aperto? E in quel momento sentì la risata fragorosa di Rufy. ‘Come non detto’ pensò guardando il suo capitano allibita.
“Sentite ragazzi possiamo sempre saltare quest’isola. Di provviste ne abbiamo in abbondanza e poi chi vuole scocciature che si possono evitare?” ridacchiò Nami nervosa.
“La mocciosa che vuole saltare un’isola senza magnetizzarla e visitarla? Che c’è, hai paura di rivelarci qualche oscuro segreto? Tipo che sei una strega?” lo spadaccino aveva un ghigno malefico dipinto in viso.
“Certo che no. Io non ho segreti e anche se fosse sono abbastanza forte per tenere a bada questi stupidi alberi e le loro spore. Tu piuttosto… Tutti abbiamo degli scheletri nell’armadio Roronoa, non sei preoccupato?”
“Affatto strozzina. Io ho la coscienza pulita al contrario di qualcuno.” Rispose tranquillamente Zoro appoggiandosi all’albero maestro.
“Comunque sarebbe abbastanza inutile scappare via ora navigatrice. Secondo il libro queste spore hanno una portata di chilometri quindi, probabilmente, le abbiamo già inalate e dovremmo sentirne gli effetti a breve.” Spiegò Robin sfogliando il libro noncurante.
“Allora è deciso. Pronti per l’avventuraaa!” esclamò Rufy tutto eccitato.
Chi felice, chi rassegnato, chi impaurito e chi indifferente risposero in coro “Si capitanooo!”
 
A poco a poco tutti si ritirarono nelle loro cabine. Tutti tranne Nami che andò a sedersi sotto gli alberi di mandarini a riflettere. Quello che aveva fatto poco prima… Chiedere a Zoro di allenarla… E sentirsi così debole… Era colpa dell’effetto delle spore? E il fatto che lui avesse accettato così facilmente? Per non parlare dei pensieri che le erano venuti su di lui… Che confusione! Quest’isola avrebbe portato soltanto guai, ne era certa.
“Allora mocciosa, sei davvero preoccupata. Qual è il segreto che hai paura di rivelarci?” una voce alle sue spalle l’aveva colta di sorpresa. Una vena di irritazione si sollevò nel viso della rossa.
“Non sono affari che ti riguardano stupido spadaccino squattrinato. E poi, chi ti dice che io abbia dei segreti?” risposte in tono più acido del solito.
“Allora come mai sei così preoccupata?” lo spadaccino si sistemò accanto a lei con le braccia dietro la testa.
“Non hai sentito quello che ha detto Robin? Ciurme affiatatissime che per colpa di queste maledette spore si sono ammazzate tra di loro. Ho un brutto presentimento.”
“Andiamo Nami” rispose serio Zoro “Non crederai davvero che la ciurma di cappello di paglia si possa dividere per così poco. Il rapporto tra di noi è forte e si basa sulla fiducia e sulla sincerità. Noi non abbiamo segreti giusto? Conosciamo la storia l’uno dell’altro e ci sosteniamo a vicenda in qualsiasi battaglia. Abbiamo un obiettivo e lo raggiungeremo tutti insieme. Non c’è assolutamente niente da temere.”
“E se ci fossero cose non dette?” davanti ai suoi occhi si vide scivolare Arlong e quei terribili anni che aveva passato sotto il suo controllo. Ma la cosa che la preoccupava maggiormente in quel momento era ciò che sentiva per quello spadaccino idiota. Aveva sempre provato dei sentimenti contrastanti verso di lui e più di una volta si era sentiva attratta da quel fisico mozzafiato. Ma il suo orgoglio unito ad una dose di fortuna e buon senso avevano sempre permesso di reprimere quei pensieri senza conseguenze. Cosa sarebbe successo se quelle spore l’avessero costretta a parlare? O peggio ancora a guardarsi dentro veramente? E cosa sarebbe accaduto se non fosse riuscita a trattenersi dal toccare quei pettorali scolpiti, quelle braccia possenti, quel… Accidenti a lei, cosa andava a pensare! No, non poteva permetterlo!
La risposta di Zoro la ridestò dai suoi pensieri.
 “Se ci fossero cose non dette è meglio dirle ora prima che sia troppo tardi.”
La guardò di sottecchi. Quella piccola strega stava nascondendo qualcosa, qualcosa di grosso. Non l’aveva mai vista tanto preoccupata e questo lo metteva in agitazione. Di solito se ne fregava di queste cose. Trovava stupido obbligare qualcuno a sfogarsi con lui. Anche perché non era esattamente quello che si dice una buona spalla su cui piangere. Se si trattava di difendere qualcuno con le spade era il migliore ma in quanto a sentimenti e parole di conforto era altrettanto carente. Ma questa era un’eccezione. Non poteva rischiare di mettere a repentaglio l’armonia della ciurma per la testardaggine di quella stupida. Le avrebbe fatto sputare il rospo volente o nolente.
Nami dal canto suo riusciva a fatica a sostenere lo sguardo dello spadaccino. Era troppo pericoloso rimanere li, doveva andarsene. E subito. Si alzò di colpo issandosi sulla mani e si avviò spedita verso le cabine. Quando si sentì abbastanza lontana dal luogo dove si trovava Zoro si voltò verso di lui per augurargli la buonanotte ma qualcosa la bloccò.
“Vuoi spiegarmi che diavolo ti prende?!”
La sua voce profonda la fece sussultare. Maledizione a lui e ai suoi movimenti impercettibili. Lo spadaccino la teneva da dietro per un braccio. I loro corpi si sfioravano appena in un incastro perfetto. Come due pezzi di un puzzle. Con un movimento assolutamente involontario Nami appoggiò il suo capo al petto del ragazzo e sospirò. A quel contatto tutto prese il via. C’era una strana atmosfera nell’aria, quasi irreale. Intorno profumi contrastanti si scontravano e lottavano tra loro. Il profumo di mandarini e quello di salsedine si erano fusi dando vita ad un’essenza carica di attrazione e sensualità. Tutte le parole taciute, gli sguardi evitati e i gesti sfuggiti in quegli anni erano racchiusi dentro quel profumo e bramavano la loro libertà. Intanto la luna, complice, aveva fatto capolino da dietro le nuvole, illuminando con la sua luce fioca il ponte della nave. La mano calda e forte di Zoro scivolò dal braccio della rossa fino ad arrivare alla sua mano. La strinse e le dita si intrecciarono alle sue sicure.
Rimasero così in quella posizione sicura per un tempo che sembrò infinito. Posizione sicura perché nessuno poteva vedere l’espressione dell’altro, nessuno poteva leggere i dubbi e le paure che attraversavano gli occhi di entrambi. Poi la domanda. Quella che lo spadaccino non avrebbe mai pensato di riuscire a fare.
“Perché?”
Nami sussultò di nuovo. Quella voce la faceva impazzire.
“Perché cosa?”
“Voglio dire perché scappi da me? Che senso ha tenermi nascosto qualcosa?”
“Io.. Io non voglio parlarne con te.” Dicendo questo aveva scosso la testa appoggiata al suo torace scolpito.
Zoro la face girare di scatto. Si sentì un tonfo nell’aria che squarciò il silenzio irreale che si era creato e riecheggiò per quelle che sembrarono ore. Nami si portò la mano alla guancia incredula. Lo spadaccino le aveva mollato uno schiaffo. Sentiva la pelle della guancia bruciare e lo guardò spiazzata. Quello schiaffo non era una provocazione. Era pieno di rabbia e di risentimento. Faceva male.
“Smettila immediatamente stupida. Prima dici di essere preoccupata del fatto che a noi possa succedere quello che è capitato alle altre ciurme ma tu non fai niente per evitarlo. Ti sto tendendo una mano, sto cercando di aiutarti. Anche se a modo mio ci sono sempre stato per te e ora tu scappi da me e mi escludi dicendo di non volermi parlare. Cosa ti sta succedendo Nami? Smettila di mentire a me e a te stessa.” Stava quasi urlando. Era ferito da quel comportamento. Mai si sarebbe aspettato una chiusura del genere nei suoi confronti. Infondo loro due avevano sempre avuto un rapporto speciale che andava al di la di futili parole. Il loro era un rapporto fisico e, bisognava ammetterlo, si attraevano come calamite. Non parlavano spesso, le parole erano superficiali. Però si capivano al volo. Bastava uno sguardo.
“Tu non ti rendi conto.” disse lei sconvolta dalle sue ultime parole.
“Di cosa? Aiutami a capire! Noi siamo nakama!” l’aveva presa per le braccia e la stava praticamente strattonando. Scrollando come si fa con qualcuno quando lo si vuole svegliare.
“Ah davvero, siamo SOLO nakama Zoro, ne sei sicuro?” disse quelle parole con un filo di voce ma quasi con arroganza mentre una lacrima le rigava il viso. La sentiva solcare il punto dove il compagno le aveva tirato lo schiaffo.
Zoro in quel momento capì qual’era il problema che tormentava la sua compagna. Non centrava niente il suo passato. Non centrava niente Arlong. Il problema era lui o meglio LORO. Nami se ne accorse dal lampo che illuminò i suoi occhi dopo aver sentito quella frase. Perché non l’aveva lasciata semplicemente andare senza fare altre domande? Un’altra lacrima scese solitaria lasciando una scia bagnata sulla sua pelle. Si sentiva debole e si accorse solo in seguito di essere crollata tra le braccia dello spadaccino. Quella vicinanza, quel calore danneggiava entrambi. Eppure, forse, sarebbero stati più danneggiati nel rimanere lontani. Avrebbero voluto approfondire quel contatto, attraversare quel confine che si erano tracciati tacitamente da tempo per quieto vivere ma la paura di cosa sarebbe successo dopo e l’orgoglio lo impediva ad entrambi.
Si guardarono e notarono l’uno nell’altra delle profonde occhiaie e un pallore cadaverico ed entrambi pensarono la stessa cosa: “Le spore hanno iniziato a fare effetto”.
Caddero improvvisamente a terra, con i corpi rivolti in direzione opposta e i volti vicini, privi di forza.
“Questa cosa mi ucciderà” sussurrò lo spadaccino
“Quale cosa?”
“La tua vicinanza.”
E poi persero entrambi i sensi.
 
 
Angolo di Cassy-chan!
 
Ciao a tutti! Chiedo umilmente perdono per il ritardo ma ho avuto un sacco di impegni tra esami e la corsa ai regali di natale *-*
Inoltre l’ispirazione scarseggiava visto che ora mi sto appassionando tantissimo al manga “Vampire Knight”. Infatti penso di essere stata molto influenzata in questo capitolo dalle figure di Zero e Yuuki e di essermi allontanata un po’ dai personaggi principali di One Piece T.T   Voi che ne pensate?
Spero comunque che il lavoro sia apprezzato e prometto di rimettermi in riga dal prossimo capitolo! Eheheh..
 
Che altro dire di questo terzo capitolo.. Un capitolo sofferto a dire la verità perché mi è uscito un po’ troppo sdolcinato ma ho deciso di pubblicarlo lo stesso con la scusante che è Natale e si è tutti più buoni e dolci no? Ahahahah voi che dite? Aspetto tanti commentini e soprattutto tanti consigli e pareri! Lo sapete che per me sono importantissimi!
 
Voglio cogliere l’occasione per augurare a tutti, ma proprio tutti, un bellissimo Natale e un felice anno nuovo (nel caso non ci sentissimo prima del 2011)
 
SHIKAMARUxINU
Voglio scusarmi personalmente per il ritardo! Spero che l’attesa abbia accresciuto la tua curiosità! Un bacio
 
STELLA94
Sono proprio curiosa di sapere che ne pensi di questo capitolo! *-*
 
KOMODO
Questa volta non sono stati interrotti da nessuno, hai visto? Spero che questo capitolo sia di tuo gradimento! ^^
 
SPITFIRESCAR
Le mie scuse per il ritardo vanno anche a te. Sono mortificata, spero che mi perdonerai dopo aver letto il capitolo :D eheheh
 
TRE88
Come vedi con questo capitolo ho esaurito IN PARTE la tua curiosità sull’isola. Dico in parte perché ci saranno altre scoperte in merito! Continua a seguirmi mi raccomando!
 
 

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Capitolo 4
*** Cap.4 ***


Nami si risvegliò lentamente stiracchiandosi un pochino. Si accorse di essere nel suo letto caldo e morbido. Probabilmente Zoro era rinvenuto e l’aveva portata in camera sua. Le sembrava di aver dormito un’eternità eppure si sentiva stanca e debole come se non dormisse da giorni. Si alzò sbadigliando e si trascinò verso il bagno con passo pesante. Guardandosi allo specchio notò che le due profonde occhiaie della sera precedente non erano scomparse ma erano vistosamente diminuite e il suo colorito risultava sicuramente più sano. Si sciacquò la faccia più volte cercando la lucidità per ricordare i particolari che erano successi la sera prima. Dei flash le passarono davanti agli occhi.
Lei e Zoro avevano parlato.
Lui che faceva domande insistenti su quello che stava nascondendo.
Lei che aveva tentato di andarsene ma lui non aveva voluto sentire ragioni.
Al suo ennesimo rifiuto a dare spiegazioni era arrivato quello schiaffo. Uno schiaffo inaspettato, che aveva ferito più il suo orgoglio che il suo viso. Si guardò allo specchio toccandosi la guancia offesa. Non c’era più un solo segno rosso eppure le sembrava di sentirne ancora il bruciore e il calore. Ma la domanda che le ronzava per la testa come un’ossessione era: cosa sarebbe successo adesso? Come si sarebbero comportati? Se fossero stati in una situazione normale potevano benissimo fare finta che non fosse successo niente, infondo l’avevano già fatto un sacco di volte. Ma stavano per sbarcare su quella maledetta isola e i suoi effetti collaterali non potevano certo essere ignorati. Decise che era inutile preoccuparsi e che si sarebbe comportata di conseguenza all’atteggiamento dello spadaccino. Gettò un’ultima occhiata al suo riflesso nello specchio, si sistemò la solita ciocca ribelle ed uscì dal bagno un po’ più serena.
 
Sul ponte Robin si stava godendo il clima mite e la brezza frizzante pensierosa. Quell’isola la incuriosiva parecchio ma allo stesso tempo le metteva un po’ d’ansia. Le informazioni che era riuscita a ricavare e le voci che era riusciva a ricordare erano confuse ed era impossibile capire dove iniziasse la realtà e dove finissero la fantasia e le leggende. Non appena sarebbero approdati sarebbe scesa e avrebbe investigato al riguardo. La rendeva nervosa non sapere. Lei era un’archeologa e decifrare tutto e svelare i misteri era indispensabile, quasi vitale.
Delle urla disperate la ridestarono dai suoi pensieri. Sembravano Chopper e Usopp. Cosa stavano combinando quei due? Si alzo e si diresse verso prua, da dove proveniva il baccano. Si trovò davanti una scena a dir poco esilarante: Usopp inginocchiato a terra che batteva i pugni sul pavimento disperato e Chopper accanto a lui con un’espressione fiera dipinta in volto e gli occhi luccicanti.
“La verità è che sono un’incapace. Non ho mai combinato niente in vita mia. Ma quale ciurma di 80000 uomini, gli unici che abbiano mai creduto in me erano tre ragazzini simili a delle verdure! Sono proprio un fallito, non raggiungerò mai il mio sogno.”
“Ahahahah Usopp non dire così. Guarda me, sono una piccola e dolce renna all’apparenza ma in realtà sono il miglior dottore di tutto il mondo. Non l’ho mai ammesso ma credo fermamente che sia così. E poi, per soccorrere persone come Rufy o Zoro bisogna per forza essere i migliori”
Le spore avevano decisamente iniziato a fare effetto. Il povero  Usopp era scontato che ne avrebbe fatto le spese ma infondo tutti sapevano delle sue bugie inverosimili. La cosa che stupiva era il piccolo Chopper. Chi l’avrebbe mai detto che sotto quell’aria timida e dolce si nascondesse un narciso del genere?
‘Che bizzarro, chissà cos’altro accadrà’ pensò Robin sorridendo sotto i baffi. Se erano solo questi gli effetti dell’isola c’era da stare tranquilli. Ma una vocina nella sua testa le diceva di non abbassare la guardia.
 
Zoro aprì gli occhi infastidito dalla strana sensazione che qualcuno lo stesse fissando. Gli bastò un secondo per ricordare tutto quello che era successo la sera prima e rovinargli il risveglio. Stranamente si ritrovò nella sua stanza, i conti non tornavano. Gli ci vollero dei secondo in più per rendersi conto di non essere da solo. Percepì l’inconfondibile odore di fumo e il suo nervosismo crebbe esponenzialmente.
“Che cosa ci fai nella mia stanza stupido cuoco?”
“E’ questo il modo di ringraziarmi per averti evitato un raffreddore da paura? Di notte tira una bella arietta sotto i SUOI mandarini.” gli rispose il biondino con una punta di irritazione.
“Non sono affari che ti riguardano, quindi non vedo perché dovrei ringraziarti.” La tensione era ormai evidente.
“Te lo chiederò solo una volta: che sta succedendo?”
“Te lo ripeto cuoco di serie b: non sono affari che ti rig…”
Lo spadaccino non fece in tempo a finire la frase che un calcio potente lo colpì in pieno viso bloccandolo contro la spalliera del letto. Non era il solito calcio sferrato durante una delle loro innumerevoli liti. Questo era stato dato per centrare il bersaglio e soprattutto fare male. Un colpo pieno di risentimento e odio. Un rivolo di sangue colò dalla bocca di Zoro preso alla sprovvista.
Con due occhi glaciali e la voce tremante Sanji si limitò a dire: “Toccala un’altra volta e sei morto. Tu devi starle lontano.” Ritirò il suo piede dalla gola dello spadaccino e si avviò verso l’uscita. Non fece in tempo a mettere la mano sul pomello che la porta si aprì di scatto e di fronte a lui si stagliò un’ombra dalle curve inconfondibili.
“Che diavolo state combinando qui?” Nami cercava di nascondere il panico della sua voce con scarsi risultati. Appena vide lo spadaccino seduto sul letto, con lo sguardo basso e la bocca insanguinata si portò la mani tremanti alla bocca per soffocare l’urlo che le stava premendo in gola. I suoi occhi sbarrati si posarono sul cuoco che le stava di fianco con lo stesso sguardo basso di Zoro.
“S..sanji-kun… C..che cosa…”
“Stanne fuori Nami-san. Per favore.” E se ne andò richiudendosi la porta alle spalle.
 
“Oi Sanji.” Un rimprovero quasi ringhiato. Rufy era appoggiato al muro con il cappello calato sugli occhi.
“Mi dispiace capitano. Era inevitabile. Sarà inevitabile” Fece qualche passo. “La colazione sarà pronta tra poco.”
E la cosa che rese tutto ancora più eloquente fu la mancata esultanza del capitano per l’imminente cibo in arrivo.
 
Il silenzio nella camera dello spadaccino si era fatto talmente pesante che nemmeno il baccano e l’allegria delle feste che organizzavano sulla nave sarebbe riuscito a riscaldare l’atmosfera. Nami non osava muovere un muscolo e rimaneva bloccata sulla porta.
“S..stai bene?”
Nessuna risposta. Nemmeno un cenno.
“Sei ferito?” la voce le uscì più stridula di quello che avrebbe desiderato.
Zoro continuò ad ignorarla, si alzò del letto avviandosi verso l’armadio per prendere dei vestiti puliti.
“Rispondimi idiota!” con un balzo la navigatrice gli si parò davanti e cominciò a scagliarsi contro il suo petto con pugni e schiaffi. “Non ignorarmi, ti prego.”
Fu questione di un attimo. Zoro le bloccò i polsi e la spinse contro l’anta dell’armadio. Era immobilizzata, senza via di fuga. Sentiva il suo fiato caldo sul collo. Una sensazione indescrivibile si impossessò di lei. Talmente potente e travolgente da farle provare dei capogiri e impedirle di muovere anche solo un dito. In quel momento si accorse di essere tremendamente stanca. Sia mentalmente che fisicamente. Stanca di trattenersi, stanca di rinchiudere emozioni e sentimenti in un angolo nascosto del suo cuore, stanca di fingere e stanca di non poter essere se stessa. Era la prima volta, da quando era entrata a pieno titolo nella ciurma, che si sentiva così. Precedentemente aveva vissuto per otto anni con quella sensazione di repressione e prigionia. Con Arlong.
Sentì improvvisamente la testa dello spadaccino alzarsi dalla sua spalla e avvicinarsi pericolosamente al suo viso. Le loro bocche erano praticamente a pochi centimetri l’una dall’altra e nella sua testa regnava il caos più totale tanto che, se qualcuno le avesse chiesto in quel momento come si chiamava, probabilmente non avrebbe saputo rispondere. Lo vedeva sempre più vicino, percepiva ormai il calore del suo fiato contro le sue labbra. Ogni centimetro che li separava sembrava potesse essere colmato dopo un’eternità e quella dolce tortura la stava letteralmente uccidendo.
“Noi non siamo NIENTE, Nami.” Zoro si era improvvisamente allontanato ma stringeva ancora la presa contro i suoi polsi.
“C...cosa?”
“Rispondendo alla tua domanda di ieri sera, noi non siamo niente. Siamo solo nakama, due persone che il destino ha voluto unire per permetterci di raggiungere il nostro sogno. Non possiamo ignorare che c’è attrazione tra di noi. Ma è pura attrazione fisica e dobbiamo superarla.” Detto questo la liberò dalla potente presa e la navigatrice riuscì per non si sa per quale miracolo a rimanere in equilibrio.
Dopo un momento di smarrimento la rossa trovò la lucidità per rispondere.
“Sono d’accordo con te. È normale credo, per la nostra età, per il fatto che stiamo a contatto molto tempo, per un sacco di motivi... La carne è debole e questa dannata isola amplifica il tutto e ci rende più vulnerabili. Ma si limita tutto a questo. E poi, tu non sei l’uomo che vorrei al mio fianco.” Parole dette senza pensare ma con un tono che risultava estremamente sincero.
Zoro si limitò a starsene in silenzio mentre si infilava la maglietta appena presa dall’armadio. Non trovava le parole per replicare o forse non voleva trovarle. Era meglio chiudere l’argomento, avevano già corso abbastanza rischi. L’unica cosa che riuscì a dire fu:
“E’ pronta la colazione. Faremo meglio ad andare prima che Rufy si mangi tutto.”
“Non ho fame ora. Vado in camera mia.”
Uscirono contemporaneamente dalla porta della camera e si diressero nelle direzioni opposte in un silenzio irreale e senza guardarsi indietro.
 
 
ANGOLO DI CASSY-CHAN.
 
E anche il quarto capitolo è andato. Se speravate che i nostri cari protagonisti cedessero alle tentazioni della carne trasformando questa FF in un racconto da censura immagino che sarete rimasti delusi. Eheheh lo so, sono proprio cattiva. Ma voglio farvi penare un altro po’ ^^ E poi l’attesa aumenta il desiderio no? XD
 
A parte il delirio da “Capodanno imminente” che ho appena dimostrato spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento. Come sempre, se avete un paio di minutini per recensire e dirmi cosa ne pensate mi fate molto contenta!
 
Una buona fine e un buon inizio dell’anno a tutti voi. Vi auguro che il 2011 sia pieno di soddisfazioni e sorprese!
 
- Stella94
  Grazie perché continui a seguirmi! Mi fa molto piacere. Un bacio
- Tre 88
   Spero che la tua curiosità venga (almeno in parte) saziata. Anche se questo mi sembra più un capitolo di “passaggio”. Prometto che nei prossimi la storia si farà più interessante e con delle novità! Baci
- SpiteFireScar
   Ho cercato di aggiornare il prima possibile! Buona lettura ^^

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Capitolo 5
*** Aria di cambiamenti. ***


 Nami arrivò in camera e, dopo essersi assicurata di aver chiuso la porta, si lasciò cadere con un tonfo sul letto. Appena il suo corpo ebbe toccato le soffici coperte la sua mente cominciò a produrre pensieri sicuramente poco positivi.
‘Lo sapevo che quest’isola avrebbe portato solo guai. Ma non immaginavo fino a questo punto.’
Ed erano solo nelle vicinanze. Cosa sarebbe successo quando l’avrebbero raggiunta?
‘Non avevo mai visto Sanji e Zoro litigare in quella maniera. Per la prima volta mi hanno fatto… PAURA’
Probabilmente se non fosse arrivata al momento giusto si sarebbero fatti male sul serio.
‘Anche Rufy sembrava arrabbiato. Non l’avevo mai visto intromettersi in una delle loro liti.’
Aveva fatto finta di niente ma si era accorta benissimo della sua presenza. E quando aveva sentito il modo in cui il capitano aveva richiamato il cuoco un brivido le aveva attraversato l’intera spina dorsale. Di nuovo PAURA.
Come un lampo un pensiero le attraversò gli occhi. Il volto si contorse in una smorfia di rabbia e disgusto e gli occhi cominciarono ad inumidirsi. Il comune denominatore di tutte queste liti era LEI. LEI era la causa di tutto e solo adesso se ne era resa conto.
Scoppiò in un pianto che sembrava irrefrenabile. Pianse finché non si addormentò sfinita.
 
La colazione si stava svolgendo in un silenzio religioso.
Rufy mangiava tutto composto la sua porzione e non rubava da nessun piatto ulteriore cibo.
Usopp mangiava a testa bassa, lentamente, esitando ad ogni boccone e guardando ogni forchettata con quegli occhi bagnati di pianto piagnucolando: “Me lo merito? No che non me lo merito. Dovrei morire di fame, ecco quello che dovrei fare.”
Chopper, tutto borioso, guardava di tanto in tanto gli altri con fare superiore e ogni volta che masticava un pezzo di cibo lanciava un’occhiata scocciata al cuoco borbottando: “Tzè, stiamo perdendo colpi eh, Sanji? Questa non è una colazione degna del miglior dottore del mondo.”
Zoro se ne stava in disparte e tentava di mangiare qualcosa ma le ferite riportate dal calcio a tradimento di quel cuoco bastardo glielo impedivano. Non aveva controllato ma probabilmente aveva un labbro rotto perché lo sentiva gonfiarsi pian piano e doveva esserci un taglio anche all’interno della bocca perché avvertiva dolore e calore ogni volta che tentava di masticare.
Sanji si era rifiutato di mangiare insieme a Zoro e si era portato il piatto nella stanza accanto.
Robin guardava stupefatta tutta questa scena. Le sembrava di essersi svegliata in un altro mondo. Giurava a se stessa che se da un momento all’altro fossero scoppiati tutti a ridere gridandole “Ci sei cascataaaa, era una scherzo! Avresti dovuto vedere la tua faccia!” non si sarebbe sorpresa affatto. Tutto questo però sembrava tremendamente reale e il fatto di essere riuscita a leggere in pace un intero capitolo del suo libro senza venire mai interrotta la infastidiva parecchio.
“Signorina Robin, sai dirmi cosa sta succedendo? È uno scherzo forse? Tutto questo è quasi peggio dei miei Skull Joke. Yohohoho”
“Già, sorella. Gli unici di normali sembriamo noi tre.”
“Le spore hanno iniziato a fare effetto come avevamo previsto e questi sono i risultati. Effettivamente è strano che voi due non ne abbiate subito le conseguenze ma forse è la vostra ‘particolare condizione’ che vi rende immuni”
“Che cosa vorresti dire sorella?!”
“Beh Franky, tu sei per metà un robot mentre tu Brook sei uno scheletro. Non siete proprio umani al 100%”
I due si guardarono e subito dopo scoppiarono in un pianto a dirotto con tanto di candela al naso.
“Sorella, così mi ferisci. Io soffro e rido come tutti gli altri.”
“Esatto signorina Robin, come puoi dire una cosa del genere? Anch’io ho un cuore! Ah no, aspetta. Io un cuore non ce l’ho! Yohohoho.”
“Non volevo dire che non provate sentimenti. Intendevo dire che forse le spore non riescono a riconoscere e a cibarsi delle vostre sensazioni. È una cosa positiva comunque. Ci servono persone lucide in questo momento.”
“E tu sorella? Come ti senti?”
“Mi sentirò meglio quando sarò scesa a chiedere maggiori informazioni su tutto questo.” Risposte Robin con un sorriso nervoso.
 
“Ahahahahah Nami, mi sei mancata!”
“Arlong?! No! Tu… Non può essere!”
“Ho aspettato così tanto questo momento piccola sgualdrina traditrice. Finalmente avrò la mia vendetta! Guarda che bella sorpresina ti ho preparato. Ahahahahah” L’uomo pesce indicò un punto alle sue spalle e Nami rimase senza fiato. Letteralmente.
Davanti a lei tre uomini inginocchiati con le mani ammanettate dietro la schiena.
“N..nami-san scappa”
“Sanji-kun?! Oh mio dio, sei tu?!”
“Naaami devi andare via!”
“Rufy, cosa vi hanno fatto?!”
“Strega, non ti preoccupare per noi, ce la caveremo!”
“Zoro, hanno preso anche te?!”
“Basta con le chiacchiere!” li zittì Arlong. “Nami, voglio giocare con te. Questi sono i tuoi nakama, forse quelli a cui sei più legata per un motivo o l’altro. Tu sei consapevole che loro stanno per morire per colpa tua vero? Si, stanno per morire. Li ucciderò io stesso. Ma voglio essere generoso con te, infondo sei stata una mia nakama per ben 8 anni. Puoi salvarne uno. Uno solo. Dimmi il suo nome e io lo lascerò libero.”
“Perché, Arlong?! Non mi hai già rovinato la vita abbastanza?!”
“Te la sei rovinata da sola decidendo di ribellarti piccola traditrice. E poi, scegliendo di seguirli, hai rovinato la vita anche a loro. Tu sei la causa di tutto questo. Il tempo dei giochi è finito. Dimmi il nome del prescelto.”
“I...io. i…o non posso scegliere chi far morire! Non posso!”
“Ahahahahah sei diventata più debole di quanto pensassi. Vorrà dire che li ucciderò tutti e tre.”
“No aspetta! È me che vuoi giusto?! Prendi me! La mia vita in cambio della loro.”
Arlong estrasse una pistola e la puntò contro la navigatrice.
“Non potevi fare scelta migliore. Addio Nami.”
Un colpo partì dalla pistola dell’uomo pesce. La rossa sentiva i suoni ovattati e vedeva sfuocato. Come se stesse guardando la scena al rallentatore. Vedeva la pallottola avvicinarsi, sentiva Arlong ridere e suoi compagni urlare il suo nome disperati. Appena il proiettile la raggiunse si svegliò di soprassalto sul letto. Era sudata, aveva il fiatone e il cuore che le batteva all’impazzata.
‘Solo un incubo. Molto reale ma era solo un maledetto incubo.’
In quel momento qualcuno bussò alla porta facendola sobbalzare e urlare dal terrore.
“Nami va tutto bene?! Ti ho sentita urlare!”
Zoro entrò in fretta e furia nella stanza e la scena che vide gli dilaniò il cuore. Nami abbracciata alle sue ginocchia, con la testa incastrata tra esse, tremava e singhiozzava come se fosse in preda ad un attacco di ansia. D’istinto le si avvicinò e l’abbracciò forte. Vederla in quello stato gli faceva male quasi quanto la ferita che gli aveva procurato Mihawk durante il loro scontro passato.
Piano piano il tremore passò e il battito cardiaco di Nami ritornò regolare. Zoro stava per chiederle spiegazioni ma con lo sguardo la rossa gli fece capire che non voleva parlarne.
“Era solo un incubo. Ma che ci fai tu qui?”
Lo spadaccino indicò il vassoio con la sua colazione appoggiato sulla porta.
“Il capitano ha minacciato il cuoco di minacciare me di portarti la colazione. Erano preoccupati.”
“…Erano?” voleva fare una battuta sarcastica ma le uscì in un tono piuttosto sensuale che mise in imbarazzo Zoro. Preoccupato di non farsi vedere rosso in viso lo spadaccino non si accorse della cuscinata a tradimento di Nami.
“Ma che diavolo…?” si tirò via il cuscino dalla faccia guardandolo con sguardo interrogativo.
Nami gli fece la linguaccia e lo guardò con sguardo di sfida. Voleva solo alleggerire l’atmosfera e c’era decisamente riuscita. Con un ghigno divertito lo spadaccino si lanciò in direzione della navigatrice che lo placcò senza difficoltà e con un’agile mossa lo bloccò mettendosi a cavalcioni sopra di lui e rubandogli il cuscino.
“Il soprannome la gatta ladra ti sta proprio a pennello.” disse lui in un soffio.
Lei sorrise divertita e si accasciò sopra di lui appoggiando l’orecchio al suo petto. In quella posizione poteva sentire il suo cuore battere. Il cuore del grande Roronoa. Quello che non gli sarebbe potuto appartenere mai.
Con sua grande sorpresa sentì una mano possente passarle tra i capelli e un’altra chiudere delicata la sua in una stretta dolce.
“Zoro”
“Mmmh”
“Tu cosa faresti se fossi costretto a decidere tra il tuo bene e quello dei tuoi compagni?”
Le strinse la mano più forte.
“Non avrei dubbi su dove ricadrebbe la mia scelta.”
“Nemmeno io ne ho più. Ora so esattamente cosa devo fare.”
 
 
 
ANGOLO DI CASSY-CHAN
 
Yeeeaaahhhh eccoci di nuovo qua con il quinto capitolo!! Forse è il capitolo che ho scritto più velocemente, il più istintivo di tutti. L’ho buttato giù così, in un momento di ispirazione improvvisa *-*
Vi annuncio già che il prossimo capitolo sarà quello dell’approdo all’isola (salvo ripensamenti) e probabilmente ci saranno delle rivelazioni e dei colpi di scena (la mia mente malata ha già iniziato a lavorarci su eheheheh)
Forse ci saranno dei rallentamenti nell’aggiornamento perché nelle prossime settimane avrò molto da studiare ma spero comunque di rimanere regolare e di non deludervi. Infondo per me, scrivere questa storia è diventata un po’ una valvola di sfogo dalle fatiche e dai doveri della vita reale!
Come al solito fatemi sapere cosa ne pensate e se avete consigli o critiche costruttive non esitate a farmele sapere!
Buona lettura a tutti ^^
 
SPITFIRESCAR
Ecco il quinto capitoloooo! Fresco fresco, appena scritto! Spero che ti piaccia
GIUSY91
Ma graaazie sono contenta che ti piaccia! In questo capitolo c’è un po’ di zonami in più, spero apprezzerai! Per quanto riguarda le spore e il loro veri effetti… Dovrai aspettare un altro po’ XD
NAMI_86
Grazie grazie! Sei davvero gentile e il tuo commento mi ha fatto davvero molto piacere! Baci
TRE88
Auguroni anche a teeee ^^  Come vedi in questo capitolo le cose non vanno molto meglio per i nostri eroi. Però ho cercato di finire il capitolo in dolcezza altrimenti divento troppo cattiva! Eheheheh. Grazie ancora delle tue recensioni, sono uno dei motivi che mi spingono ad aggiornare prima che posso! Baci baci

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