La Nascita dell'Amore

di DeaEris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Epifania ***
Capitolo 2: *** Indecisione dall'Alba al Tramonto ***
Capitolo 3: *** Unione Universale ***



Capitolo 1
*** Epifania ***


Ciao a tutti!
Ho deciso di cimentarmi in una coppia nuova, che mi piace, ma che trovo difficile da descrivere: Mu e Shaka.
Dunque, due parole su questi due personaggi le dirò.
Secondo me, Mu in questa coppia è decisamente attivo e per i seguenti motivi:
-Nonostante la loro altezza si equivalga, Mu pesa due chili in più di Shaka;
-Shaka è troppo innocente dal punto di vista sessuale, per dirla tutta se è un saggio eremita in ogni aspetto, per quanto riguarda il sesso è sicuramente come un bambino, perchè non mi sembra il personaggio che ha già diverse esperienze sulle spalle;
-Mu è più grande di Shaka di alcuni mesi, visto che Mu è nato il 27 marzo e Shaka il 19 settembre;
-Mu è un fabbro, mestiere decisamente poco da uke;
-Shaka è completamente estraneo, quindi possiede una purezza non indifferente, al mondo e l'unico suo amico è Mu, gli altri nutrono fin troppo rispetto verso di lui e non riescono neppure ad avvicinarsi.
Anche se è un pò diversa dalla sua coppia preferita, visto che lei lo vede uke l'Ariete, è una specie di dono per la mia "Arietina" Preferita!
Ci sentiamo nuovamente a fine capitolo.

Era una piacevole mattinata di primavera.
Un giovane dai corti capelli scarmigliati e di color castano scuro entrò di corsa in un Templio sicuramente antico e di origine greca.
Il ragazzo, Aiolia del Leone, giunse nella casa di Aries dopo una lunga corsa dalla sua Casa, la Quinta.
*Mu! Dove sei?*
Disse entrando nel luogo, carico di silenzio.
Raramente dove giungeva il leone vi era silenzio: era decisamente troppo impulsivo e troppo frettoloso.
Un ragazzo dalla chioma di un color biondo paglierino apparve dal nulla esattamente davanti al giovane.
"Continua la meditazione, Kiki."
Disse tra sè.
Un lungo sbuffo giunse in risposta da un ragazzino.
Era evidente che quel fugace pensiero altro non era che un ordine e Kiki lo aveva ricevuto e non era d'accordo nell'obbedire, difatti poco dopo scappò bello felice per andare a trovare Shiryu di Dragon e ShunRei.
Il biondo guerriero dai tratti squisitamente orientali volse il viso e gli occhi di un profondo e bellissimo verde smeraldo verso il viso del suo coetaneo.
*Aiolia di Leo, come mai tutta questa confusione?*
Chiese tranquillo.
Solo allora il giovane Mu di Aries notò uno sguardo stranito negli occhi di Aiolia.
*E' successo qualcosa?*
Chiese con una leggera nota di preoccupazione nella voce, solitamente tranquilla.
Aiolia annuì un paio di volte e poi cominciò a parlare con voce esagitata.
*Mu, Shaka non sta bene! E' caduto dal fiore su cui medita sempre ed ora è a terra, rosso in viso, sudato ed ansimante.*
Spiegò Aiolia.
*Ero andato a trovare Milo e quando sono sceso dall'Ottava Casa, l'ho trovato in queste condizioni. L'ho lasciato con Milo e sono venuto a chiamarti, sapendo che vi lega amicizia e che sicuramente Shaka preferisce la tua vicinanza rispetto a quella nostra.*
Proseguì con tono di voce ansiosa.
Shaka aveva la medesima età di Aiolia, ma quest'ultimo era talmente abituato a vederlo nella sua perfezione, che non si aspettava potesse star male.
Non eran rari i giovani guerrieri che definivano il bel biondino di nazionalità indiana un "santone" o un "autonoma", in particolare erano Aphrodite e Death Mask a chiamarlo così, gli altri si limitavano ad ignorarlo o ad andare a chiedere consiglio ed aiuto.
Mu riflettè che neppure lui aveva mai visto il suo amico stare male, anche se conoscendo Shaka era probabile e verosimile, che ogni volta che stava male, si rinchiudeva nelle sue Stanze Private e non si muoveva più da lì fino a quando non si era ripreso completamente.
Era troppo orgoglioso per ammettere di aver bisogno d'aiuto e troppo timido per chiederne.
Anche se non sembrava, Mu sapeva che Shaka, esattamente come Camus, aveva un animo molto gentile, ma era timido e non amava mostrare le proprie insicurezze a nessuno, neppure all'unico amico che aveva.
Mu era giunto alla conclusione che il giovane della Vergine avesse la febbre, ma decise di seguire Aiolia, anzi preoccupato comunque per il giovane indiano candido, si teletrasportò alla Sesta.
Ivi giunto, trovò Shaka in condizioni ben peggiori rispetto a quanto si era aspettato.
Non era solo Milo ad occuparsi di lui, ma anche Camus era giunto fin lì per raffreddare le tempie bollenti del biondino, mentre Aphrodite preparava una tazza di the.
Mu si avvicinò a Camus e guardò il viso accaldato del biondino.
*E' molto caldo. Milo mi ha chiesto di raffreddarlo.*
Spiegò senza neppure alzare lo sguardo l'algido Camus, spiegando anche il motivo della sua venuta.
Era cosa rara che Camus si recasse in visita da qualcuno, che non fosse Milo.
Evidentemente quello era un giorno ricco di sorprese, perchè giunse addirittura dalla Quarta Casa, scortato da Milo in persona il Gold Saint del Cancro, Death Mask.
*Che cazzo volete tutti quanti? Minchia..il Santone ha la febbre e chi se ne fotte?*
Ed ecco la brillante entrata in scena del possessore del termometro.
Aphrodite uscì dalla cucina e sbuffò nel sentire la lunghissima fila di insulti.
*Insomma non ti hanno insegnato a non dire parolacce i tuoi genitori, brutto cafone?*
Sbottò con voce irritata il bellissimo biondo.
*Li ho accoppati prima che potessero insegnarmelo, Sirenetta!*
Replicò con un ghigno sardonico il giovane dalla chioma argentea.
*Aphro, anche brutto cafone è una parolaccia.*
Disse, invece un giovane dai corti e scarmigliati capelli neri, uscito dalla cucina subito dopo Aphrodite.
Death Mask lanciò il termometro a Mu, che fortunatamente, causa telepatia aveva visto il gesto dell'italiano ed era riuscito a prenderlo al volo.
L'italiano si avvicinò ai suoi due amici d'infanzia.
*Muovetevi, stronzi, vi offro un the.*
Disse allo svedese e allo spagnolo, palesando anche il suo interesse verso il custode della Sesta Casa moribondo.
Lo svedese sorrise, visto che era una novità: Death Mask mai aveva offerto qualcosa a qualcuno, e lo seguì.
Lo spagnolo si guardò un momento attorno: Milo era accanto a Camus e teneva una bottiglia d'acqua sia per bere sia per far bere il francese; Camus stava usando il proprio Cosmo per abbassare l'alta temperatura dell'indiano, che era appoggiato tra le sue braccia ed era ancora privo di sensi; Mu si stava occupando di misurare la temperatura.
Il cervello fondamentalmente misantropo dello spagnolo osservò la scena con la convinzione che in quel luogo lui non dovesse fare niente e si affrettò a seguire i due amici.
"E' circondato da tantissime persone..non avranno bisogno di me."
Pensò solamente, mentre con un paio di balzi raggiungeva i due.
Death Mask circondò con le braccia le spalle di Aphrodite e di Shura, stringendoli a sè e continuò a camminare.

Mu misurò la temperatura al suo amico, carezzando di quando in quando la chioma perfetta anche in quel momento del suo amico e beandosi del suo vago profumo di fior di loto.
Quando vide il termometro, a Mu andò di traverso la saliva.
Guardò meglio e passò il termometro a Milo come per confermare ciò che aveva visto lui.
*Camus! Aumenta il freddo. E' a 42! E' altissima!*
Camus nel sentire quelle parole aumentò il potere del proprio Cosmo.
Milo dovette uscire.
Non era abituato e gli dava fastidio tutto quel freddo.
Mu batteva i denti, ma resisteva a quel gelo.
*Shaka..*
Sussurrò solamente.

Passarono alcune ore e la temperatura di Shaka si abbassò notevolmente, anche se il biondino non accennava a volersi riprendere ancora.
Ormai era sera e Camus, stanco, interruppe il potere del proprio cosmo.
Non riusciva a concentrarsi ulteriormente, era tanto ciò che aveva fatto.
Milo entrò nella Sesta Casa e guardò il suo ragazzo.
Era più pallido del solito.
Si avvicinò e lo sollevò con un braccio solo.
*Cam..andiamo nella tua Casa. Hai bisogno di riposare.*
Disse solamente, caricandosi il braccio di Camus attorno alle spalle.
Mu rimase solo in compagnia del biondo.
Sembrava stesse meglio, anche se ancora non aveva degnato il mondo della sua illuminata presenza.
Gli occhi di smeraldo seguirono la linea del viso teneramente.
Era bellissimo.
Era dolce.
Sembrava un piccolo principino.
Lo sollevò, aiutandosi anche al teletrasporto.
Lo aveva portato nella sua camera.
Lo distese sul letto morbido e si perse ad ammirare ancora il giovane indiano.
I morbidi capelli biondi, gli occhi celati da sottili palpebre e circondati da lunghe ciglia, il viso dolce e delicatissimo era perso nel sonno.
*L'uomo più vicino agli dei.*
Così era definito il giovane sopito, ma non era solo per la vicinanza del Cosmo a quello delle divinità, era anche per il suo aspetto simile ad angelo.
Il corpo di pochi chili più sottile del suo, per nulla avvezzo al lavoro pesante: era evidente che Shaka non era abituato al lavoro, troppo delicato e coi muscoli troppo poco evidenti, poi era troppo pallido per aver anche solo pensato di lavorare, ma del resto lui era già in possesso dell'Ottavo senso quando Mu stesso aveva appena conosciuto il Settimo.
Divino.
Era l'unica parola che il Grande Mu aveva nella mente in quel momento.
"Kiki, Shaka non sta bene e rimango nella sua Casa a vegliare su di lui. Tu fai il bravo, anche se ti è difficile!"
Disse al discepolo, in verità senza neppure aprire la bocca.
Rimase fermo a guardare quel viso dolce e bello addormentato.
Sorrise leggermente, mentre guardava quel volto splendido.

Verso mezzanotte con un sussulto, Shaka si destò, anche se gli occhi rimasero celati dalle palpebre sottili.
*Mu?*
Disse solamente, quando si accorse che il movimento aveva attirato la presenza di Mu al suo capezzale.
Mu rispose.
*Sì, Shaka. Perdona l'intromissione, ma non sei stato bene per tutto il pomeriggio. Hai fatto stare in pena molte persone, amico mio.*
Spiegò il bel guerriero dell'ariete, parlando quasi con rimprovvero al giovane appena sveglio.
*Perdona se ti ho fatto stare in pensiero.*
Replicò solamente il biondo, mentre si metteva seduto, aiutato da Mu.
L'abitante dello Yamir scosse la testa negativamente, come per dire che non contava.
Shaka si alzò in piedi.
Sembrava in buona salute ed andò in cucina, seguito da Mu.
*Non temere...ora sto meglio.*
Disse solamente, come se avesse avvertito la presenza dell'altro.
*Lo vedo, ma sarei più tranquillo se mi dessi il permesso di stare con te stanotte.*
Replicò con un caldo sorriso il giovane.
Shaka si volse ad occhi aperti e sgranati, in verità poteva tenerli aperti, se non sprigionava cosmo, ma per abitudine li teneva chiusi.
Mu notò che le guancie candide si tinsero di rosso, come ogni volta che qualcuno diceva o faceva qualcosa di gentile nei confronti della sua persona.
Avendo sempre scacciato tutti, grazie a quel carattere chiuso e poco propenso all'amicizia, ma ben più facile ad un giudizio, Shaka non era più abituato agli atteggiamenti d'amicizia nei suoi confronti.
Non disse niente, distolse lo sguardo, chiudendo le palpebre, cosa che faceva per sfuggire anche dagli altri ed annuì una sola volta.
Mu sospirò di sollievo.
Era difficile essere amici di Shaka.
Era difficile ferirlo, come era difficile offenderlo e non era proprio disponibile al perdono.
Vide che camminava nella cucina.
Mu si avvicinò appena in tempo per prenderlo al volo: era inciampato.
Shaka quasi provò a staccarsi dal fanciullo dai capelli biondi paglierino, ma questo lo strinse a sè con forza, senza fargli male.
*Shaka...fidati di me. Sono tuo amico.*
Sussurrò solo nelle candide e piccole orecchie.
Non vi era molta differenza fisica tra i due, quindi Shaka annuì per far comprendere che si fidava, ma poi si staccò appena dal ragazzo per non pesare troppo su di lui.
Fu in quel momento che Mu fece una cosa che lo lasciò inebetito: gli posò le labbra sui morbidi capelli e baciò.
Non fece niente, solo sollevò lo sguardo ancora celato negli occhi di Mu.
Solo in quel momento si accorse della vicinanza tra il suo viso e quello di Mu.
Arrossì, ma fu solo un attimo.
Mu posò le labbra su quelle del biondino in un bacio casto e delicato.
Non voleva che Shaka scappasse ancora e quindi aveva baciato piano per non turbarlo.
Shaka si separò da quel contatto con aria preoccupata.
Non gli aveva dato fastdio, anzi, però gli sembrava strano e non era ancora convinto di quello che poteva succedere.
Guardò con viso incerto Mu, il quale semplicemente sorrise candido ed innocente.
*Shaka, non devi fare niente. Tu mi piaci da anni, ma non sei costretto a ricambiare.*
Spiegò tranquillo.
Shaka dovette riflettere un momento prima di dare risposta.
*Credo tu mi piaccia, Mu. Sei il mio più caro amico: l'unico con cui riesco a parlare, ma non so ancora cosa provo nei tuoi confronti.*
Disse aprendo gli occhi azzurri incredibili, purissimi e splendidi, che esprimevano tutta la loro inquietudine momentanea e la verità.
Mu sorrise e lo ribaciò tranquillo.
*Stai tranquillo, Shaka. Non angustiare il tuo animo con pensieri che non ti competono. Hai già detto che credi io ti piaccia e questo mi va bene.*
Disse dolcemente.
Solo in quel momento si ricordò che Shaka era stato male tutto il pomeriggio.
*Torniamo a letto. Devi riposare.*
Riprese con il medesimo tono e sguardo dolce ed affettuoso.
Shaka uscì dalla cucina seguito da vicino da Mu, che voleva assicurarsi di prenderlo con la telecinesi nel caso in cui fosse caduto.

Note Dell'Autrice:
Ho deciso di sviluppare da una One-Shot una storia composta da tre capitoli, ancora non ho idea di quale raiting mettere, visto che gli altri due capitoli non sono ancora stati scritti.
Chiedo venia a chiunque aspetti "Amore Perverso", ma mi è venuta in mente questa storia e soprattutto non avevo ancora scritto niente su di loro.
Spero vi piaccia!
Un bacione!

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Capitolo 2
*** Indecisione dall'Alba al Tramonto ***


Miei cari lettori vi imploro di perdonare questo mio ritardo mostruoso nell'aggiornare, ma ho avuto un calo d'ispirazione e del resto questa coppia è abbastanza complessa da analizzare e su cui scrivere, quindi è normale che io non abbia particolare ispirazione o ci metta un poco a mettere nuove parti della storia, ma son felice di ricominiciare questa storia con il secondo capitolo.
Cosa nonriesce a fare il programma "Nati per Uccidere" ovvero un simpatico programma sugli animali che si nutrono di altri animali ora parla di vegetali che sono in grado di reagire al contatto, chiamato hydra!
Ora passiamo al capitolo!


Al Grande Tempio vi era la pace dopo tante battaglie, distruzione e sofferenza.
Finalmente il Mondo era in pace e per gentile concessione di Zeus i Gold Saint erano tornati.
Le Grandi Case dello Zodiaco erano tornate alla vita ed i loro abitanti avevano scoperto con loro rammarico di dover ricostruire dopo l'ultima battaglia.
Il silenzio fasciava la Terra in un'alba dai colori tenui e delicati, le cui sfumature rosate erano quanto di più intenso e meraviglioso sul mare, ancora neppure gli operai assunti da Lady Saori erano al lavoro.
Tutti riposavano tranquilli chi nei propri letti chi in quello di qualcuno con cui condivideva un destino e un qualche sentimento.
La macabra colonna con le fattezze dei Gold Saint era stata demolita, al suo posto un monolito a perenne monito e per i posteri.
Tutto era pace e tranquillità, fuorchè in una Casa ove la tensione era veramente percebile fin dall'ingresso.
Un cavaliere era desto, ben desto, immobile nel pensare.
Shaka di Virgo, l'uomo più vicino alla Divinità, l'uomo la cui calma era invidiabile ed era oggetto di leggende presso i compagni, la cui impassibilità era frutto di anni d'addestramento e di meditazione, era agitato.
Non più riusciva a meditare, dappoicchè la sua meditazione veniva sovente disturbata da un pensiero fisso, da un viso noto, da occhi di smeraldo che prepotenti si insinuavano sempre nei suoi pensieri, impedendogli la giusta concentrazione e la meditazione di conseguenza falliva miseramente.
Provava e riprovava ancora a meditare, ma il suo pensiero era fisso a qualche tempo prima, a pochi giorni prima, quando Mu lo aveva aiutato e poi baciato.
Non era il primo fatto a stupirlo, visto che era abituato alla presenza di Mu, alle sue richieste di aiutarlo, ma era tanto la seconda a stupirlo e levargli quel poco sonno che si concedeva, visto che solitamente lui era uno tra i primi a destarsi.
Shaka aveva evitato ogni contatto con esseri viventi, dopo quanto era accaduto, non che di solito lui vivesse a stretto contatto con le persone, ma si era ancora isolato in maniera ancora più eccessiva del solito, impedendo anche con il Cosmo le entrate dei colleghi, specie di colui che era al Primo Templio.
Si era rifugiato nei meandri della Sesta, nelle Stanze Private, ove per accedere occorreva il permesso diretto del Custode e sedeva nel suo letto nella posizione del loto frontale.
Il pensiero di Shaka era sentire e tentare di comprendere ciò che doveva fare in quel preciso istante.
Aveva affrontato molti pericoli e nemici, ma quella era la prima volta che doveva compiere una scelta di quel tipo, il pensare che dalla sua risposta dipendesse la felicità di Mu era un peso, ma vi era anche altro.
Mu era speciale, lo era sempre stato, unico tra tutti e che si elevava sopra chiunque fosse al Grande Tempio, anche per spirito affine al suo.
Eppure, temeva quasi di soffrire.
Era angosciato da quei sentimenti, ai quali non era abituato ed ancora di più non amava palesare, fortunatamente però non permetteva a nessuno di entrare nelle sue Stanze.
Un particolare vi era al Grande Tempio, se il Gold Saint non apprezzava la visita di un suo pari o se vi fosse stato un nemico, poteva celare la presenza della porta che conduceva alle Stanze e che quindi impediva di entrare a chiunque.
Come rinunciare alla preziosa amicizia di Mu?
Come poter rinunciare a lui, che era il suo unico amico?
Lui era cresciuto con l'idea o meglio con il fermo pensiero di essere perfetto, di non necessitare di alcun aiuto e di non sentire alcuna voce attorno a lui, ma era mutato leggermente: sopportava qualcuno, pochissime persone, ma si era leggermente aperto nei confronti di qualcuno, il che per lui era strano.
Era sempre stato timido, introverso ed assolutamente poco portato alle interazioni sociali, se da piccolo questo era solo una caratteristica, da adulto si era reso inavvicinabile, causa della sua luce di perfezione, che spingeva le persone a guardarlo da lontano con ammirazione e con curiosità, a volte con irriverenza, ma comunque lo lasciavano in pace.
Shaka aveva da sempre evitato la compagnia di chiunque, ma aveva sempre permesso a Mu di parlare con lui, di ricercarlo e di parlare con lui, senza contare che era l'unico con il quale gli facesse in verità piacere parlare anche di facezie.
Non aveva mai rifiutato la compagnia di Mu e sapeva che il giovane lo cercava da una settimana, spingendosi alla Sesta, ma rimanendo bloccato davanti al loco ove sapeva vi era l'ingresso alle sue Stanze.
Cercava di meditare, ma ogni volta veniva disturbato.
Era in preda all'angoscia, quando percepì un Cosmo familiare.
Non era Mu, altrimenti non avrebbe permesso di entrare e non gli avrebbe neppure mostrato la porta.
Era qualcuno con cui ogni tanto discorreva o meglio era qualcuno con cui aveva molto in comune, a cominciare dal carattere introverso finendo con il tacere quasi sempre.
Camus era sulla soglia della sua Casa, sulla soglia della porta.
Camus era qualcuno con cui Shaka aveva diverse cose in comune e forse poteva aiutarlo, anche se gli dava un discreto fastidio ammettere di necessitare di un qualche aiuto, ma Camus in fondo aveva un carattere simile al suo.
Gli permise, quindi, di accedere alle sue Stanze, palesando l'ingresso che si richiuse ben presto, dietro alle spalle del Gold dalla fulva chioma.
Camus entrò nelle Stanze di Shaka e ne seguì il luminoso Cosmo, fino a trovarsi dinnanzi al biondo Saint.
Non disse nulla, dalle belle labbra sottili non emerse neppure un filo d'aria, gli occhi rimasero impassibili a studiare il giovane Saint davanti a lui.
Solo un millimetrico movimento del capo fu il saluto al giovane Saint biondo.
Fu un movimento impercettibile come battito d'ali di farfalla nella notte, ma il cavaliere della Vergine riuscì a percepirlo e replicò con il medesimo movimento quasi invisibile ad occhio umano.
*Benvenuto alla Sesta Casa, Camus. Qual buon vento?*
Fu la frase di benvenuto al Gold Saint dell'Aquario dagli occhi caldi tanto quanto il suo potere era glaciale.
Il viso inespressivo di Camus rimase scevro da possibili emozioni ed egli si limitò a sedersi nel loco indicatogli dal suo parigrado, mentre lo osservava e si metteva a sorbire lemme il the che il gentile biondo gli offriva.
*In verità, i nostri compagni ritengono che le mie parole possano convincerti ad uscire da codesto momento di solitudine.*
Disse in risposta il giovane dalla pelle candida come un ghiacciaio di sublime e perfetto aspetto.
Era stato particolarmente diretto nell'esporre il motivo di quella sua visita, ma era una sua caratteristica quella di non nascondersi di fronte a nulla, perciò le sue parole espresse da voce inespressiva risuonarono nella vasta Sala ricolma di libri.
*Posso assicurare che non vi è nulla che turba la mia quiete.*
Rispose il biondo, ben sapendo di mentire, ma proprio non riusciva a prender la parola e spiegare il motivo che lo costringeva a rinchiudersi in Casa e rifiutare ancora di più il contatto umano.
Camus inarcò elegantemente un fine sopracciglio, fissando il giovane con palese scetticismo.
Vi era menzogna nella voce del cavaliere della Vergine e nessuno poteva comprenderlo meglio di Camus di Aquarius, causa il suo cervello sopraffino.
Se non vi fosse stato niente che lo costringeva all'interno della Casa, allora come mai impediva l'accesso alle Stanze?
Non che lui non utilizzasse quel trucco per sfuggire ai continui assalti di un certo biondo, fastidioso, rumoroso, impiccione, deciso a fargli perdere la pazienza, con gli appetiti sessuali di un quindicenne in preda agli ormoni, anzichè di un baldo guerriero di vent'anni, con la strana abitudine e propensione a fargli perdere continuamente la pazienza, ma lui lo faceva massimo massimo per un paio di giorni e giusto per sfuggirgli appunto, in modo tale da poter riflettere e stare tranquillo.
Qualcosa gli suggeriva che se solo avesse protatto più a lungo la sua solitudine Milo avrebbe demolito la sua Dimora pur di raggiungerlo e lui non ci teneva a farsi ospitare nè dai suoi vicini, Shura ancora ancora poteva andare, anche se riceveva un po' troppe visite per i suoi gusti, Aphrodite, però, aveva un avanzo di galera, che ancora gli faceva porre il quesito del perchè Athena avesse scelto come suo paladino un essere sì volgare e poco propenso alla giustizia, nè comunque voleva farsi ospitare da Milo.
Tutto ciò passò veloce nella mente del giovane dell'Aquario, che si rivolse subito al biondino seduto come suo solito nella posa del loto frontale.
*Shaka, se fosse veramente così, non avresti avuto il bisogno di isolarti in codesto modo. Hai impedito persino a Mu di raggiungerti e solitamente lasci che le persone vengano a parlarti per poter essere un faro nella notte. Secondo Milo è successo qualcosa il giorno della febbre e devo dire che forse per la prima volta concordo con lui. Parla.*
Disse freddo, fissando il ragazzo davanti a lui con sguardo inespressivo e sorbendo lento l'ultimo rimasuglio di the.
Shaka osservò il giovane seduto dinnanzi a lui.
Era vero che era fuggito, anche se preferiva pensare di essersi rinchiuso in una sorta di nuova meditazione, ma Camus aveva centrato molto bene tutto quello che in quei giorni gli era passato per la testa.
Il viso candido si abbassò di pochissimi millimetri, giusto per mostrare che quelle parole lo avevano toccato.
Rimase impassibile e sospirò solamente, prima di parlare.
*Vero è quello che dici, Aquario. Tuttavia, non credo che esso sia un problema dei miei parigradi, neppure di Mu, che è causa del problema stesso e non sono sicuro che possa essere anche soluzione. Posso domandare da quando ti importa quello che accade attorno a te?*
Disse solamente il cavaliere dai lunghi e lucenti capelli color del Sole.
Camus si limitò a guardare il parigrado come se nulla fosse, come se quelle parole non fossero state pronunziate, in fondo non gli importava molto ciò che pensava il Gold Saint.
Lui aveva anzi provato a convincere chiunque del fatto che se Shaka non voleva vedere qualcuno, era loro preciso dovere non farne un dramma e continuare la loro vita come se nulla fosse, ma purtroppo nè Milo nè alcun Gold Saint gli avevan prestato ascolto ed anzi lo avevano proposto come "sfonda parete".
Era sicuro solo di una cosa: Milo l'avrebbe pagata molto cara per quella situazione.
L'ultima cosa al mondo che Camus voleva era far intuire a qualcuno di essere interessato alle sue problematiche, ma trovarsi davanti ad un guerriero che si rifiutava di parlare e con cui insistere era quanto di più contrario vi fosse alla sua indole.
Si limitò muovere il capo in un movimento elegante e posare la tazza di the sul tavolo al centro esatto, incurante arbitro di quel dialogo imbarazzante sotto molteplici punti di vista.
*In verità, non mi importa niente. Son convinto che prima o poi saresti uscito anche da solo, ma mi hanno chiesto delle persone a cui non è possibile dir di no.*
Disse secco e gelido nel tono e nei modi di porsi, mostrando così tutto il suo disinteresse e la voglia di trovarsi a chilometri di distanza, possibilmente nella sua Casa ad escogitare una qualche vendetta nei confronti di un qualche Scorpione di sua conoscienza.
Shaka a quelle parole comprese non solo che Camus era lì per una forma di costrizione, ma anche che a porgergli il quesito era stato Milo in persona, probabilmente incitato dal Gold Saint di Aries.
Questo poteva essere un punto a suo favore: avrebbe potuto comprendere meglio il rapporto che legava due Gold senza dover per forza parlare di sè, quello poteva essere un ottimo piano ed un ottimo studio.
Era evidente a tutti che Milo e Camus eran Giorno e Notte per quanto erano differenti, ma allora come erano riusciti a trovarsi ed andare così d'accordo?
*Ti riferisci a Milo, non è così? Mi spieghi cosa ci trovi di così indispensabile in Milo? Siete molto diversi.*
Disse Shaka, cambiando non molto delicatamente l'oggetto della conversazione.
Camus studiò il viso di Shaka con tranquillità, benchè ci avesse messo qualche secondo e soprattutto avesse compreso appieno il bisogno di Shaka di parlare di qualcosa e non di sè stesso, cosa che sapeva gli provocasse fastidio.
Si prese qualche secondo per poter rispondere in modo preciso al quesito di Shaka, poi aprì la bocca e spiegò quella che era la risposta più corretta.
*Sai, Shaka, questo è un quesito intelligente, in quanto apparentemente io e Milo abbiamo poco o niente in comune, ma Milo è importante per me. Lui mi rende più socievole, più aperto, sovente è lui che mi aiuta in modo perfetto ad affrontare quello che devo affrontare con la sua allegria e con la sua spensieratezza. Lui è il mio opposto, ma mi completa. Tuttavia, ritengo che non ci sia solo questo tipo di relazione, quasi complementare. Tu avresti una relazione sullo stesso piano con Mu. La pensate entrambi allo stesso modo su molti aspetti.*
Disse Camus alzandosi e stabilendo che aveva finito di compiere la visita di cortesia, per costringere Shaka di Virgo ad uscire dal suo antro.
Shaka ascoltò attentamente quelle parole per poi sobbalzare alla fine, eppure sapeva bene che Camus era indifferente a tutto, ma con questo sentiva e sapeva tutto proprio perchè non prestava attenzione a nessuno, ma memorizzava ogni cosa.
Quasi gli venne da aprire i cerulei occhi, ma si tratenne e si limitò ad osservare il viso perfetto del giovane per poi notare che si era levato in piedi.
*Chi ha detto che riguarda Mu?*
Disse con un tono di voce sul polemico.
Camus si volse leggermente con il capo, in modo che l'occhio sinistro si posasse sul viso del suo interlocutore.
*Non è così?*
Domandò solamente, concludendo la visita, girandosi nuovamente con un fluido movimento elegante e lasciando solo il biondo guerriero.
Shaka ora era nuovamente solo e non sapeva come agire.
Era vero che tra lui e Mu vi era stata complicità, causa della somiglianza di ideali, causa della comune passione per la meditazione che li teneva abbastanza uniti e causa della saggezza e maturità che da loro si diramava in maniera quasi eccelsa.
Shaka non poteva sopportare quella sua nuova indecisione, che lo rendeva debole e fragile, in preda a dubbi tremendi da superare con le sue sole forze.
Non era mai stato bravo il biondo Gold ad affrontare taluni problemi, perchè mai la persona più simile ad una Divinità doveva innamorarsi stupidamente di qualcuno che era incapace ed inferiore rispetto a lui?
Eppure Mu non era per nulla inferiore a lui, anzi, era l'unico che Shaka considerasse come suo pari e non come un qualcuno di inferiore a lui.
Cosa fare quindi?
Come affrontarlo?
Perchè riusciva ad affrontare chiunque con fermezza e con decisione, conscio del suo immenso potere, ma non riusciva ad affrontare una conversazione con qualcuno.
Era giusto che una Divinità concedesse i suoi favori ad uno qualunque?
Erano tremendi quesiti per la sua mente troppo razionale.
In quel momento quasi desiderò di essere un poco di buono, quale Death Mask, lui era molto deciso e sapeva esattamente cosa voleva, anche se come servitore di Athena era penoso ed era assolutamente privo di eleganza, educazione, buona creanza e disponibilità di sacrifizio, ma almeno aveva le idee chiare dal punto di vista sentimentale, anche se era tremendamente inferiore a chiunque fosse un minimo degno di considerazione.
Il viso di Mu tornò a farsi largo tra i suoi pensieri.
Certo.
Mu era un punto fermo per lui fin dalla più tenera età e l'idea di averlo vicino come compagno lo aveva sovente aiutato a comprendere meglio, ma non sapeva come agire comunque.
Mu era una figura per lui importante, ma se lo avesse rifiutato?
Cosa avrebbe fatto?
Sapeva che Mu era fermo come intenzioni e si fidava di lui, ma con questo non era propriamente sicuro.
Passarono le ore e Shaka non si mosse da quel tavolino, mentre le ore del giorno passavano.
La mente del biondino era distratta da quei pensieri, totalmente indecorosi per lui, un Gold Saint di Athena.
Si alzò con un movimento elegante, dopo ore di pensieri e si diresse verso l'uscita.
Il giorno aveva logicamente lasciato il passo alla notte e Shaka decise di scendere attraverso le Sei Case che lo separavano dalla sua meta per poter pensare e nel caso cambiare idea.
Aiolia lo accolse in maniera tranquillo, i corti capelli scarmigliati, in quanto si era appena svegliato e quando Shaka passò tornò all'interno della sua Casa.
Death Mask accolse Shaka con una sequela molto colorita di vari insulti in italiano, greco e già che c'era anche un poco di dialetto siciliano.
Shaka lo osservò per un minuto scarso, beccandosi un'occhiataccia dal giovane dagli scarmigliati capelli grigi, per poi notare che si era infilato un paio di boxer al contrario e di uno strano azzurro chiarissimo, che difficilmente potevano esser suoi.
Poco dopo, difatti, lo raggiunse Aphrodite coi lunghi boccoli arruffati, che guardò Shaka un istante con uno sguardo di superiorità.
Shaka arrossì leggermente ed uscì dalla Quarta intuendo l'occupazione dei due guerrieri.
Kanon lo accolse sulle scale di collegamento tra la Quarta e la Terza con un'occhiata seccata, fulminando l'interno della Casa, dalla quale poco dopo uscì un trafelato Aiolos che scomparve sui gradini del Templio per raggiungere la sua Casa.
Shaka comprese che il baldo eroe tornava alla sua Dimora, prima che fosse giorno.
La camminata del prode Shaka proseguì, mentre il suo cervello era diviso tra desiderio di far finta di nulla e tornare da dov'era venuto ed andare da Mu.
Aldebaran lo lasciò passare senza dire o fare alcunchè, solamente era quasi sicuro di esser stato osservato più a lungo del solito dal Brasiliano.
La Casa del Montone Bianco, infine, comparve agli occhi celati dalle delicate palpebre dell'indiano, che entrò nel silenzio più totale.
Un uomo uscì da dietro una colonna e Shaka si volse verso di lui, riconoscendone il profilo, la camminata e il portamento.
Mu era dinnanzi a lui ed ora che incrociava lo sguardo con quegli occhi di smeraldo non sapeva nè cosa dire nè cosa fare.
*Buonasera, Mu.*
Disse solamente in un sussurro freddo e distaccato.
Mu sorrise delicatamente, mentre osservava il giovane indiano.
*Buonasera, Shaka. Finalmente siamo riusciti a stanarti.*
Disse solamente con calma, guardando il giovane e studiandone la delicata fisionomia.
Annuì il biondo guerriero e non disse nulla.
Si limitò a portare il braccio destro sull'avambraccio sinistro, catturando tra le dita sottili la carne chiara.
*Qual buon vento ti porta, Shaka?*
Domandò Mu all'improvviso, guardando il giovane in preda alla curiosità divorante di ricevere una qualsiasi risposta a quanto era successo tra loro poco tempo prima.
Gli occhi di smeraldo seguirono il movimento di quella mano, ma Mu rimase lontano, sapendo non solo quanto a Shaka desse fastidio il contatto fisico in generale, specie se in seguito ad un gesto intimo, ma anche perchè voleva che Shaka spiegasse senza avere un qualche incitamento da parte sua, conscio della difficoltà del biondo ad esporsi.
Rimase, perciò, in silenzio in attesa che l'altro rispondesse.
Shaka era in dubbio nuovamente.
Avrebbe tanto voluto che Buddha gli avesse consigliato cosa dire per avere un piccolo aiuto, ma comprendeva che quello era un banale sogno ad occhi aperti, perciò raccolse le idee e decise di provare ad esser chiaro.
*Dunque, Mu, ho riflettuto su quanto hai detto e dopo aver analizzato vari nostri compagni son giunto qui per darti una risposta. Ho consultato numerosi manuali della mia enciclopedia per giungere a questa risposta, perchè ritengo sia importante spiegare. L'amore è un sentimento intenso e profondo, di affetto, simpatia ed adesione, rivolto verso una persona, un animale, un oggetto, o verso un concetto, un ideale. L'amore "romantico" ha un significato, o almeno un significato preciso; quando l'amore fra due esseri umani assume caratteristiche riconducibili al romanticismo struggimento, comunione, affetto, passione anche fisica, questo viene definito amore romantico, per distinguerlo dal sentimento d'affetto verso i membri di una famiglia o verso altri esseri umani, o anche tra esseri umani e animali domestici. Il termine amore viene anche utilizzato per definire l'intensa passione per qualcosa, un'attività, un oggetto, o come forma di dedizione totalizzante a un ideale, per es. spirituale o religioso. Il gesto della condivisione disinteressata di qualcosa di proprio con un altro, è solitamente inteso come un gesto d'amore. Ritengo che il nostro possa esser definito come amore platonico. Amore platonico è il modo in cui comunemente si definisce una forma di amore sublimata, che esclude la dimensione sessuale e passionale. Questa formula in realtà scaturisce da un contesto filosofico in cui l'amore, inteso come moto dell'animo e non come forma di relazione, viene interpretato come impulso al trascendimento della realtà sensibile, del mondo delle apparenze, capace di muovere la conoscenza verso l'assoluto, permettendo così all'uomo di ricongiungersi con il divino, attuando cioè un processo di indiamento.*
Tacque Shaka, dopo aver detto tante parole, esattamente quante ne sprecava con i suoi discepoli quando doveva spiegare una qualsiasi nozione.
Mu aveva ascoltato tutto con un mezzo sorriso, come al solito Shaka si era messo nei panni del maestro, che doveva spiegare ad ogni costo, però aveva anche spiegato ciò che intendeva ed in un certo senso lo aveva ricambiato proprio come sperava.
Si avvicinò, quindi, al biondo e gli cinse le spalle con le braccia più robuste rispetto a quello del biondo, spingendoselo contro in un abbraccio.
*Ho compreso perfettamente, Shaka.*
Disse solamente.
Shaka si ritrovò tra le braccia di Mu e sorrise.
Fece per volgersi per allontanarsi dalla Casa e fu colpito da quelle parole e dal gesto.
Si lasciò stringere ed portò i polsi poco avezzi ad un qualsiasi lavoro fisico sulle spalle di Mu in un morbido abbraccio delicato, dolce e cortese.
Quando l'abbraccio finì, Shaka fece per voltarsi e tornare alla sua Casa, ma Mu gli prese il polso e lo strinse leggermente.
Shaka fu costretto ad un mezzo giro e si ritrovò contro il corpo dell'Ariete.
Confuso guardò il guerriero dell'Ariete direttamente negli occhi di smeraldo, essendo alti in maniera identica.
Si perse in quegli occhi, senza mostrare i suoi.
Amava il dover per forza tenere gli occhi chiusi, poichè era un modo per fuggire anche dallo studio psicologico di chiunque, anche se sapeva che Mu era in grado di legger i suoi pensieri.
Fu in quel momento che le labbra di Mu si posarono sulle sue e il cavaliere lo sollevò di peso, trascinandolo poi in camera da letto.

Note dell'Autrice:
Che dire di questo capitolo? Io spero che vi piaccia, visto che ci ho messo un bel po' a scriverlo, quindi mi aguruo che vi piaccia, perchè mi spiacerebbe di non riuscire a farvelo piacere. Motivo che mi ha spinto a sciegliere Camus anzichè qualcun altro è proprio la sua somiglianza caratteriale con Shaka, in fondo si somigliano parecchio. Camus è freddo e silenzioso, mentre Shaka è altrettanto silenzioso ma per il carattere introverso. Credo di aver detto tutto.
Risposta alle Recensioni:
Aoede:
ciao mia cara! Sono proprio contenta che questa storia ti piaccia, visto che so benissimo la passione che hai per questa coppia. Sul fatto che a Shaka sia complesso leggere il cuore, visto che non permette a nessuno di avvicinarsi a lui, se non a pochissimi eletti che già nel manga si vede che sono due: Mu ed Ikki, anche se Ikki è più un discepolo, mentre Mu...beh è Mu...il più caro "amico" di Shaka! Sono meravigliosi e come sai io e te la vediamo sullo stesso piano su questa coppia e su tutte le altre! Spero ti piaccia anche questo capitolo!
Sakura2480: Ciao mia cara! Grazie mille per la tua recensione, che so benissimo che ti è difficile leggere ed apprezzare lo yaoi, perchè so che sei una fan delle etero, personalmente sai bene che è raro che mi piaccia una etero o per meglio dire in Saint Seiya sono più propensa nel pensare ad un paio di coppie etero che sono abbastanza fisse, ma questo è anche per lo yaoi! Le cure di Camus sono drastiche e questo compare anche nel fumetto e nell'anime, cioè congelare il tuo discepolo perchè frigna è un rimedio drastico...non trovi? XD! E difatti, dopo che fa ste belle cose è necessario che Milo spieghi quello che stava facendo. Ecco il continuo! Un bacio!
Camus: Ciao cara! Personalmente credo che i due caratterini siano in realtà uno solo, visto che Shaka è molto introverso e non fa capire a nessuno che è timido ed anzi  è quello che preferisce non farlo vedere, piuttosto che mostrarsi introversissimo e decisamente poco propenso ai rapporti d'amicizia intensa, per questo io Shaka lo vedo molto passivo, questa non è distinzione solo a livello sessuale, ma anche caratteriale. Un bacio e grazie per la recensione!
BlackVirgo: Ciao! Grazie mille per la recensione. Scoprirai che il mio stile è questo e non ho particolare intenzione di cambiarlo. Se ripeto qualcosa è per sottolinearlo e quindi così, ma grazie per aver detto che l'idea di base è carina. Per quanto riguarda i soprannomi...beh che dire...non  è colpa mia se hanno per davvero certe caratteristiche ed anzichè continuare a nominare il nome, preferisco dare "soprannomi", quale "moro" o cose simili. Per quanto riguarda i nomi della nazionalità...Death è Italiano, quindi...lo chiamo così molto spesso, visto che lo è...di fatto non è un errore. Shaka lo chiamo il "biondino" perchè personalmente mi fa tenerezza: è dolce, anche se non sembra, delicato..mi da l'idea di qualcuno di dolce ed, inoltre, è un ragazzo che pesa 68 chili per 79 centimetri, quindi per essere maschio è basso e magrissimo. Mi spiace moltissimo dirlo, ma temo di non poter accontentare i tuoi gusti per farti piacere la mia storia, ma ti ringrazio per i consigli.
MisiaAmaru: Ciao cara! Grazie mille per la recensione! Per quanto riguarda Shaka Seme, io lo vedo terribilmente uke, in quanto secondo me non ha proprio esperienza, gli da fastidio il contatto fisico, ha poca empatia nei confronti degli altri ed è molto introverso, quindi non riesco a vederlo seme, perchè sono tutte caratteristiche di un uke, ma comunque capisco perfettamente anche il tuo punto di vista sisi! Mu invece secondo me non è dolce come sembra, anzi...è un carattere deciso, orgoglioso e testardo, tipico di un ariete. Se non faccio apparire i Gold Secondari, non riesco a proseguire perchè non riesco a scrivere particolarmente di loro due, questa è la mia prima storia che li riguarda in modo più approfondito. Aiolia non penso che abbia il potere di abbassare la temperatura, cosa che serve per far passare la febbre, infatti Aiolia usa un potere tutto suo e anche Degel è stato usato a suo tempo per abbassare la temperatura corporea di Cardia, anche se pure a quel tempo c'era Regolus! Il motivo che mi ha spinto ad ignorare Aldebaran e Dohko era molto semplice: Aldebaran non sapevo come farlo apparire, visto che non aveva senso alla Sesta Casa, mentre Dohko lo ammetto mi sta ampiamente sulle scatole...diciamo che lo odio!  Grazie mille per i complimenti!
Un grazie a: Aoede, cb4ever, Lady Uruha (Preferiti); cb4ever (Ricordata); Aoede, Koln1750, MaryMari, Sakyura2480, Siberian Wolf, Yami Hihara (Seguita)

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Capitolo 3
*** Unione Universale ***


Salve a tutti, miei cari!
Che dire ho deciso questa settimana di cercare di riportare attive tutte le mie storie, concludendo quelle più vicine alla conclusione, quindi ho optato per scrivere l’ultimo capitolo di questa storia speciale. Questo capitolo in particolare è per la tatina, aoede, che mi è sempre stata vicina e che ha un folle amore per questa coppia. Mi spiace per coloro che hanno tanto atteso, ma non è mica semplice avere l’ispirazione e quando avevo l’ispirazione ero stanca per scrivere, quindi questa storia è durata più del previsto. Ora, visto che ho finito di parlarvi dei fatti miei, posso dirvi che ci vedremo in fondo alla pagina ed augurarvi una buona lettura. Kissoni!!


Era una notte piacevole e stellata. In ogni loco vi era silenzio. Non vi era neppure un sussurro di vento, come se Eolo in persona stesse riposando lontano dalle calde strade di Athene. In un loco nascosto ad occhio umano, regnava il silenzio. Tredici uomini riposavano ed alcuni eran impegnati in ben altre attività, concilianti al sonno per la stanchezza che da esse dipanava. Nella prima di codeste Case vi regnava quasi un silenzio surreale. Shaka era nella camera da letto di Mu, ma il suo padrone era assente. Aveva portato via Kiki, in modo tale da poter restare solo con il biondo guerriero. Tornò il ragazzo dai capelli color biondo paglierino nella sua stanza ed ivi trovò Shaka nel medesimo punto ove l’aveva lasciato per portare Kiki da Shiryu. Era fermo, in piedi, bello come solo l’aurora poteva essere, perfetto come una statua, luminoso come la Luna, le Stelle ed il firmamento intero, dolce come l’ambrosia. Non vi era per Mu figura più perfetta di Shaka. Gli occhi dolci, di smeraldo, illuminati da una luce di puro amore per quel Saint percorsero la magra figura. Shaka era bellissimo, benché possedesse un corpo snello, affusolato. Era il più magro tra i Gold Saint e i suoi muscoli erano appena accennati. Mu sapeva il motivo per cui, nonostante anche Shaka si fosse allenato, lui non possedesse sicuramente un fisico robusto. Shaka combatteva con attacchi psichici, con ogni genere di attacco a distanza. Non vi era bisogno che si avvicinasse al nemico, in quanto comunque non era suo intimo desiderio avere un contatto maggiore con un avversario. Shaka non era persona da amare ed apprezzare il contatto fisico. Era, anzi, qualcuno che lo evitava in ogni modo. Cercava sempre di sfuggire a quel bisogno di toccare. Tutta la sua persona era atta ad evitare lo scontro diretto in ogni situazione. Mu lo sapeva bene, ma non poteva resistere. Troppe volte aveva sognato la presenza di Shaka nella sua camera da letto. Troppe volte aveva anelato ad averlo a disposizione per una notte intera. Erano anni che a Mu piaceva Shaka ed ora aveva la giusta occasione di averlo, di amarlo con la passione che contraddistingueva un segno di fuoco, qual’era l’Ariete. Si avvicinò di un passo e Shaka compì il medesimo movimento impercettibile e facendo finta di niente dalla parte opposta. Si era allontanato di un passo. Fu così che Mu sorrise divertito. Compì un altro passo e la medesima cosa fece nuovamente Shaka, suscitando nuovamente l’ilarità nello sguardo dolce dell’Ariete. Non poteva scappare. Solo l’Ariete poteva far comparire la porta che conduceva all’esterno ed in quel mentre non ne aveva punto bisogno, senza contare che in caso di scontro prettamente fisico Shaka gli era inferiore. Lui era più robusto, più veloce, in quanto lui era semplicemente più allenato dal punto di vista fisico. Shaka aveva allenato perfettamente la propria mente, rendendo essa il suo “muscolo” per eccellenza, ma Mu era colui che era più forte. Nuovamente un passo da parte dell’Ariete spinse Shaka ad arretrare. Non comprendeva il biondo guerriero, perché Mu gli fosse tanto vicino. Tuttavia, ben presto non ebbe occasione di muoversi. Era attaccato al muro. Aveva indietreggiato fino al muro e Mu lo aveva infine raggiunto. Ironicamente Mu ebbe il fugace pensiero che Shaka poteva fuggire, poteva tentare di scappare da lui, ma prima o poi lui lo avrebbe sempre raggiunto, come aveva fatto in quel mentre. Vi era sempre stato un muro ad impedire che Shaka si allontanasse da lui in modo eccessivo, anche nell’Inferno un muro aveva impedito che Shaka proseguisse oltre e scappasse a lui. Mu ora era davanti a Shaka che lo guardava come un coniglio candido dinnanzi al lupo feroce. Era tenero in quel momento. Allungò una mano e la posò sulla guancia candida del ragazzo. Finalmente avvertiva la consistenza della pelle di Shaka. Quella pelle morbidissima al tatto, che si sentiva mai una volta era stata colpita, mai una volta era stata messa sotto al Sole cocente per allenarsi ed effettivamente mai una volta vi era stato il bisogno di allenare il fisico di Shaka. Il suo potere era nella mente, indi per cui il corpo era stato palesemente ignorato e continuava ad essere poco considerato, vista l’eccessiva magrezza del giovane. Mu poté distintamente sentire Shaka trattenere il fiato per quella carezza. La sua mano carezzava la guancia candida, beandosi ogni secondo che passava di quel contatto. La sua mano tanto grande rispetto al viso dolce del ragazzo che era dinnanzi a lui. Un nuovo passo avanti e Shaka provò ad attraversare il muro con il corpo, tanto si era attaccato al duro e freddo muro. Mu compì due passi e si strinse quel corpo caldo addosso. Non era più il momento dei giuochi infantili, che facevano di quando in quando. Un ricordo felice passò per la mente di entrambi.

Shaka era appena arrivato al Grande Tempio. Si isolò facilmente. Bastava non considerare tutti coloro che andavano a salutarlo o dirgli cose del tutto futili. Lui non aveva bisogno di nessuno. Lui era già forte all’epoca. Un giorno, era sul letto a meditare e sentì una presenza vicino a lui. Aprì gli occhi azzurri, tanto insoliti per un piccolo indiano e si trovò davanti un viso sorridente di bambino. Capelli lisci, lunghi fino alle spalle, di un delicato color paglierino incorniciavano un viso dolce e delicato, che era reso ancora più dolce dalla presenza di un tenero sorriso. Gli occhi di smeraldo del bambino lo fissavano. Shaka arrossì un momento e si girò, dandogli le spalle. Non voleva stare con qualcuno. A lui non serviva. L’altro bambino fece una faccia un pochino delusa, ma si spostò di nuovo davanti all’altro bambino.
*Non essere antipatico, Shaka.*
Il bambino biondo non si chiese come l’altro sapesse il suo nome, anche lui sapeva come si chiamava l’altro: era Mu. Era normale sapessero i reciproci nomi, visto che vivevano assieme. Shaka non disse una parola. Mu sbuffò leggermente e gli mise le mani sulle guancie, facendolo sussultare e facendogli spalancare gli occhi. Non si fermò lì Mu. Poco dopo, Shaka era sul letto con il corpo di Mu sopra. Lo aveva atterrato. Shaka lo guardò mortalmente offeso per quel trattamento a cui non era abituato.
*Perché?*
Domandò solamente. L’altro lo guardò con una semplicità disarmante e lo strinse in un tenero abbraccio. Shaka non era abituato a simili contatti. Si mosse, provò ad allontanare l’altro, cominciò a tremare, ma niente servì a staccargli di dosso il bambino biondo. Rimase allora fermo e Mu lo guardò un momento.
*Perché siamo bambini e dobbiamo stare insieme. Perché tu ti isoli sempre ed impedisci a chiunque di raggiungerti. Io ti raggiungo, Shaka. Io e te siamo amici e lo siamo da ora.*
Disse il bambino in risposta alla domanda di poco prima.

Era da allora che Mu non obbligava Shaka ad un contatto diretto. Piano piano il ragazzo indiano aveva iniziato a chiedergli favori, ad aiutarlo quando poteva o a toccarlo, come aveva fatto quando aveva ripreso il suo Rosario, la Corona dei 108 Specter. Ora Shaka era bloccato tra il corpo robusto, dall’odore dolce e virile nell’insieme di Mu. Era abbracciato al ragazzo e tremava, come quando era piccolo. Gli veniva spontaneo irrigidirsi per un contatto troppo diretto. Era qualcosa che non faceva neppure di proposito. Era qualcosa che oramai compiva appena veniva sfiorato da un qualsiasi essere umano. Mu sorrise e lo strinse nuovamente a sé con ancora più forza. Lo afferrò per un braccio in una  presa forte e salda e con un rapido volteggio Shaka finì sopra al suo letto. I lunghi capelli color del Sole eran sparsi sul suo materasso, come i raggi dell’Astro, come una delicata aureola che rendevano Shaka ancora più Santo di quanto non fosse. Era giunto il momento di rendere Shaka meno puro e meno innocente. Era quello il pensiero di Mu. Si mise su di lui, come quel giorno in quel lontano passato. La prima volta che i due si erano parlati. Mu, però, non lo abbracciò come aveva fatto quel giorno. Chinò il viso e carezzò con le proprie labbra quelle di Shaka. I denti mordicchiarono quella carne tenera, la lingua la stuzzicò fino al momento in cui Shaka non dovette per forza gemere. Solo allora la sua lingua entrò di straforo e di prepotenza in quella bocca ancora vergine, come tutto il resto di quel corpo. Era normale per lui. Vergine era la sua Costellazione, Vergine era lui. Tutto il suo corpo era inesplorato ed era il simbolo della purezza. Mu assaggiò per la prima volta la lingua di Shaka, succhiando le labbra, giocando con la dolce lingua di Shaka, la cui saliva aveva il medesimo sapore di dolce ambrosia. Fu veloce come movimento. Shaka si ritrovò denudato nella sua interezza, senza potersi opporre. Le mani eran bloccate con quelle di Mu, mentre gli occhi di quest’ultimo osservavano ogni sottile fascio di muscoli di quel giovane corpo candido come una nuvola ed altrettanto fugace. Non vi era alcun segno di imperfezione. Poteva vedere i segni del costato ed avvicinò le labbra alle costole, percorrendole nella loro interezza e scuotendo il loro proprietario. Arrivò ai candidi capezzoli. Ogni cosa in Shaka era bianca e pura, come un giglio e del giglio emanava il delicato profumo o forse era loto. La lingua di Mu si posò su di essi, scatenando una reazione in Shaka, che si inarcò. Non poté spostarsi Shaka. Le mani di Mu ancora lo bloccavano. Solo poté gemere nel sentire quel contatto così intimo e così piacevole. I denti di Mu tormentarono con delicatezza quella pelle candida. Continuò la discesa, esplorando ogni singola zona, arrivando a quello che cercava. Il membro turgido di Shaka svettava sull’intero corpo, richiamando Mu, come se esso fosse stata una candida sirena. Non lasciò tempo materiale a Shaka per dire o fare alcunché. Semplicemente lo prese in bocca nella sua interezza, succhiandone la punta, sorbendo e leccando. Sentiva le contrazioni dei muscoli di Shaka, lo vedeva tremare e lo sentiva gemere. Shaka era eccitante nella sua dolcezza ed inesperienza. Nessuno, neppure lui stesso in verità, gli aveva mai fatto provare simili sensazioni. Chi mai poteva dire di aver compiuto simili gesti nei confronti di Shaka di Virgo, l’uomo più lontano del Grande Tempio? Alcuna persona lo aveva mai visto nudo, figurarsi se qualcuno aveva mai osato toccarlo in modo tanto intimo. Non aveva mai provato nulla di quello che Mu gli faceva provare e fu così che si svuotò inesorabile nella bocca del suo amico, riempiendolo di seme caldo. Mu non poté che deglutire quella meravigliosa sostanza, quella rara sostanza, simbolo inequivocabile del piacere che aveva scosso Shaka. Mu lo guardò. Le gote erano arrossate, gli occhi socchiusi, le labbra dischiuse. Era l’immagine più dolce ed innocente ed al contempo provocante che avesse mai visto. Si chinò su quelle labbra dal sapore di fragola e le baciò. Shaka guardò Mu con occhi lucidi, forse di qualche lacrima inespressa o del timore di non poter piangere e mostrarsi umano.
*Perché?*
Domandò solamente Shaka, guardando Mu. Non capiva. Il suo amore era un amore di tipo platonico, quello era amore di tipo carnale. Mu lo guardò un momento gli sorrise. *Perché ogni definizione di quanto provo per te è inadeguata. Lo stesso vale per te. Non può esservi una definizione che descriva al meglio i nostri sentimenti. Solo noi possiamo sapere quanto essi siano intensi, ma non per questo è necessario rinunciare ai nostri corpi, Shaka. Tu hai sempre vissuto con la consapevolezza che il corpo fosse solo un addobbo dell’anima, ma io, Shaka, ho la certezza che possiamo unire le nostre anime, oltre ai nostri corpi. Essere un’unica entità. Noi possiamo fonderci nella nostra interezza, divenire una sola anima ed un solo corpo. Non devi temere questa unione, Shaka. Noi siamo sacri e quanto proviamo è ancor più sacro. Non vi è nulla di sbagliato. Questo è molto più che banale amore, è sacro. Shaka, permettimi di insegnarti ad essere completamente mio.*
Disse in risposta Mu. Lo carezzò a lungo ed infine sorrise. Lo strinse al suo corpo. Sentì Shaka, le sue ultime riserve abbandonarlo e perdersi in quell’abbraccio. Portò solo allora due dita alla sottile e stretta fessura del corpo di Shaka. Mai nella vita avrebbe potuto fargli del male, data la sacralità di tale atto. Sentì il corpo di Shaka irrigidirsi. Parlò nel suo orecchio Mu, parlò per farlo rilassare. Doveva rilassarsi, altrimenti il dolore sarebbe stato ancora peggiore. Doveva stare tranquillo. Doveva abbandonare sé stesso e fidarsi di lui. Queste cose disse Mu nell’orecchio di Shaka, lambendolo piano con la lingua, facendolo sentire ricolmo di fiato caldo. Era dolcissimo il suo Shaka. Lo sentì stringersi, aggrapparsi a lui. Continuò a prepararlo per evitare di fargli sentire eccessivo il dolore di quello che stava per compiere. Entrò lento in lui, facendogli sentire tutta la sua dolcezza. I lunghi capelli biondo paglierino solleticarono Shaka in ogni angolo del suo corpo. Mu era ovunque, fuori e dentro di lui, nel dolore e nel piacere, nell’aria e nella terra. Era dappertutto. Regnava in quella stanza e lui era parte di quel tutto. Si disperdevano in quel Nirvana dei sensi. Era sì incredibile. Sembrava che tutto il Mondo fosse immerso in ovatta morbida e candida. Lo sentì iniziare a muoversi nel suo corpo, delicato e dolce come un fiocco di neve che inesorabile cade al suolo. Gemeva Shaka ed i suoi gemiti erano le soglie del Paradiso Terrestre. Mu poteva avvertire attorno a sé la devastante unione con tutto. Lui e Shaka erano tutto e finalmente erano assieme, uniti da quello che era un atto carnale. Era qualcosa che le loro sole anime non avrebbero mai potuto donare. Quella era completezza. Si muoveva Mu e vedeva negli occhi cerulei di Shaka ora umidi il cielo di primavera. Vedeva nei suoi capelli sparsi il Sole, l’Alba. Vedeva nel corpo arrossato di piacere il Tramonto. Shaka era il quadro più bello che avesse mai visto. Shaka era semplicemente l’arte della Natura che per la prima volta si era unita per creare qualcosa di perfetto. Era Shaka stesso il Paradiso, almeno secondo Mu. Mu lo avvertiva nella sua interezza. Continuò a muoversi con dolcezza e delicatezza. Era fantastico. Continuò a muoversi in lui con sempre più forza ed ogni spinta era un movimento in Shaka, era un gemito di Shaka, che alto si infrangeva nel silenzio della camera da letto, come le onde si infrangono sulla battigia. Era morbida spuma Shaka e finalmente Mu lo aveva preso e poteva avvertirne tutto il potere completante. Si mossero assieme fino a venire nel medesimo istante. Eppure, benché Mu fosse ora fuori da Shaka, entrambi potevano avvertire ancora ogni singola parte dell’Universo. Era sufficiente lo stare l’uno accanto dell’altro. Shaka non poteva vivere senza Mu e viceversa. Mu lo strinse a sé. Senza, poi, dire una parola, si addormentarono. Che senso poteva mai avere rimarcare il semplice concetto di amore, quando loro due sapevano il vero. Il loro non era amore, era qualcosa di più forte e duraturo. L’amore era per altri, loro avevano ben altro sentimento più profondo anche del banale amore tra loro. Entrambi chiusero gli occhi, continuando a tenersi stretti. L’alba gli svegliò ore dopo e ripresero il loro ritmo di vita. Nulla poteva, però, più separarli e dividerli, in quanto l’uno era parte dell’altro in modo indissolubile.

Note dell’Autrice:
È finita qui. Questa storia termina qui. Spero che vi sia piaciuta. Personalmente a me è piaciuto scriverla, mostrando quanto questi due personaggi possano essere perfetti. Perché alla fine sembra che nella loro unione ci sia l’unione con qualunque cosa? Perché loro son tutto e niente. Ecco tutto. Spero che vi piaccia e spero di ricevere qualche commento. Vi ringrazio per la vostra pazienza e la vostra fedeltà, se siete arrivati fin qui. Fatemi sapere se secondo voi ho reso bene i due personaggi, se avete dubbi o perplessità ditemelo senza problemi. Io risponderò alle vostre recensioni il prima possibile. Vi ringrazio ancora.
Ringrazio coloro che hanno messo la storia tra le Preferite, le Ricordate o le Seguite: aoede, cb4ever, Lady Koishan, Lady Uruha; aiolia91, aoede, JackoSaint, koln1750, MaryMary, Siberian Wolf, Tifawow, Yami Hihara. Vi ringrazio ragazze e scusate per l’attesa^^!
Risposte alle recensioni:
JackoSaint:
Ciao cara-e! Dunque..beh che dire del dialogo tra Shaka e Camus…io ho semplicemente pensato come rendere i due personaggi nel modo migliore possibile, perché alla fine son proprio Shaka e Camus coloro che hanno un modo di esprimersi complesso, specie Shaka. Spero sempre di rendere al meglio quella sua favella particolarmente edulcorata, come direbbe lui XD! Sisi loro due si somigliano proprio molto e non solo per ruoli che ricoprono, ma anche per il modo di fare che hanno: entrambi timidi, entrambi introversi, entrambi che hanno bisogno del loro Seme per spiegare i loro comportamenti, perché non tutti ci arriverebbero. Son contenta che i due ti siano piaciuti, perché lo ammetto ci ho impiegato un pochino a scrivere, perché dovevano dire cose importanti e comunque era sempre un farsi gli affari non suoi, nel caso di Camus.
Beh fortunatamente la sua è solo la Sesta Casa…sisi Death aveva dei boxer osceni..o meglio che su “qualcun altro” non starebbero male, ma su di lui…ehm stendiamo un pietoso velo. Shaka poteva muoversi anche in altro modo: ricordiamo che durante la battaglia è stato teletrasportato da Mu nella sua Dimora, ma volevo dargli la possibilità di tornare indietro e poi sinceramente non era molto educato piombare in Casa di Mu in quel modo! Mai disturbare Kanon che attende di poter entrare nel suo letto, quando il fratello ha visite importanti sisi!!!
*Si inchina all’applauso* Spero che anche questo discorso sull’amore, la versione che ne da Mu sia di tuo gradimento. Son d’accordo, ma una nota di merito va a Shakino che si è impegnato per dare una risposta. Mu stava anche pensando…sisi aspetta che entriamo e ti faccio capire cos’è l’amore non platonico sisi XDXD! Infatti, Mu ha l’espressione da “Quanto mi fa tenerezza” *_*! Grazie Grazie Grazie! Spero ti piaccia anche questo capitolo, che è l’ultimo e che conclude la trillogia.
È passato un pochino di tempo e quindi ti rispondo anche alla prima, perché non ricordo se ti ho risposto oppure no.
Anche io mi chiamo Federica, comunque e va tranquilla..anche nel mio caso le presentazioni non sono il mio forte. Teoricamente Mu può usare il teletrasporto, lo mostra quando riporta Shaka e Ikki tra le mura della Sesta Casa e dice anche che Shaka è in grado di tornare da solo, segno evidente che almeno loro due possono usare il teletrasporto all’interno delle Case. Son contenta che le ripetizione, volte a dare enfasi ad un concetto non ti siano state di peso. Milo è mio u.u! *Veramente Milo è solo mio! NdCamus* e non ha tutti i torti sisi u.u! XDXD! Temo che tutte noi fan abbiamo idea che siano nostri*_*! Ma son contenta di averli resi nel miglior modo possibile. Lo so e neppure a me piacciono le parolacce o non mi piace scriverle, ma insomma Death senza parolacce è come Aph senza vanità..non esiste u.u! XD!
Arrivederci alla prossima storia! Un bacio a tutti! 

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