L'odio di una ragazza, l'amore di un pirata

di Noisy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La missione ***
Capitolo 2: *** Mi fido ***
Capitolo 3: *** Moby Dick ***
Capitolo 4: *** Un bacio rubato ***
Capitolo 5: *** Fuga ***
Capitolo 6: *** Salvataggio ***
Capitolo 7: *** Chiarimenti ***
Capitolo 8: *** Cambiare è difficile ***
Capitolo 9: *** Il passato di Michiko ***
Capitolo 10: *** Madinice ***
Capitolo 11: *** La scogliera ***
Capitolo 12: *** Freddo ***
Capitolo 13: *** Il libro ***
Capitolo 14: *** La spiaggia in riva al mare ***
Capitolo 15: *** Mistero svelato ***
Capitolo 16: *** Il segreto della grotta ***
Capitolo 17: *** Una di noi ***
Capitolo 18: *** La cacciatrice di taglie ***
Capitolo 19: *** Incontro ***
Capitolo 20: *** Decisione ***
Capitolo 21: *** La fine di tutto il dolore ***
Capitolo 22: *** Verso nuove avventure ***



Capitolo 1
*** La missione ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Eiichiro Oda; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

NOTE DELL'AUTRICE:

Salve a tutti! Questa è la prima Fanfiction che decido di pubblicare su questo sito, mi sono convinta vedendo che durante la stesura stava venendo abbastanza bene e quindi ho pensato che a qualcuno avrebbe fatto piacere leggerla (se mai qualcuno la leggerà XD).

Non sono brava con le presentazioni quindi vi lascio al primo capitolo, spero che lo apprezziate! ^_^

 

LA MISSIONE

Una locanda in riva al mare, era qua che doveva dirigersi il comandante della seconda flotta di Barbabianca: Portgas D. Ace.

Era ormai sera, il sole era calato, la luna era già alta nel cielo, di un bianco pallido che schiariva tutto il paesaggio che si mostrava agli occhi di Ace.

Questa locanda si trovava in periferia, vicino al porto, pronta per accogliere sempre tutti i viaggiatori del mare, soprattutto pirati che passavano lungo la rotta maggiore. Ace vi era arrivato dopo due giorni di viaggio, doveva compiere una missione che gli era stata ordinata dal suo capitano: rapire una ragazza.

Una fanciulla che all’apparenza poteva sembrare come tutte le altre normali ragazze, ma che in realtà nascondeva un segreto che non doveva mai essere celato a nessuno, purtroppo però questo segreto nell’ultimo tempo era stato scoperto e bisognava subito portarla in salvo.

Ace entrò e subito si trovò di fronte la tipica scena che si ripeteva in ogni locanda in cui entrava: ogni pirata che vi era lì dentro stava urlando e facendo un caos terribile, i camerieri, poveracci per lo più, dovevano subire tutti gli ordini che, sia il loro capo, sia i pirati, gli impartivano, compivano il loro da fare timorosi di ogni persona, correvano di qua e di là cercando di dare il meglio di loro stessi e senza creare disturbo, una di queste era la ragazza che stava cercando Ace, la riconobbe subito per i lunghi capelli azzurri.

Ma non poteva rapirla in mezzo a tutti.

Si sedette quindi ad uno dei tavoli, e fu così fortunato che venne proprio lei a chiedere come poteva servirla, sentì la sua voce, fredda, quasi scontrosa, forse tra i pirati non si sentiva tanto a suo agio e voleva subito mettere le cose in chiaro.

Ace in questo modo poté anche vederla da più vicino, capelli azzurri, lunghi per tutta la schiena e mossi, con una leggera frangetta che le arrivava quasi agli occhi, quest’ultimi color grigio che risaltavano alle luci interne del posto, fisico slanciato e dalle curve delicate, indossava una leggera gonna bianca a pallini blu, portava calze a rete e stivaletti blu, e la maglia bianca era leggera e corta che lasciava intravedere sotto un reggiseno nero, sulle braccia vi erano braccialetti di ogni tipo.

Decise di farsi portare un bicchiere di birra, voleva restare lucido per compiere al meglio la sua missione.

Restò seduto a quel tavolo per tutta la sera, continuando a guardare la ragazza e studiando un piano per poterla rapire, ormai la locanda stava quasi per chiudere, uno dei camerieri quindi incitò il ragazzo ad andarsene.

Lui si alzò, appoggiò i soldi sul tavolo e uscì dalla locanda, fece qualche passo e andò dall’altra parte della strada, si appoggiò contro il muro e poi restò a guardare chi usciva da quella locanda.

Dopo un bel po’ di tempo cominciarono a uscire i camerieri, si salutarono e la ragazza andò per la sua strada, per tornare a casa sua, mentre intorno alla locanda si aggiravano ancora vari pirati che urlavano e cantavano ubriachi, Ace cominciò a seguirla senza farsi notare.

Lei camminava tutta sola - “che schifo i pirati… ” -, pensava nel frattempo, però fu proprio uno di questi che girovaga per le vie a fermarla.

-Ehi tu ragazza, dove stai andando sola a quest’ora?- domandò con fare scortese avvicinandola, era basso ma comunque robusto, sulla quarantina, era ubriaco, si sentiva dall’odore che emanavano il suo alito e i suoi vestiti sporchi.

-Stammi lontano brutto pirata!- rispose lei continuando per la sua strada.

-Ehi calmina, non ti voglio fare del male, tu sei quella che lavora alla locanda, dammi tutti i soldi che hai preso stasera!-

-Te lo puoi scordare!- urlò lei decisa, per poi voltarsi e cominciare a correre.

Il pirata quindi cominciò anch’esso a correrle dietro, ma fu subito fermato da Ace che si parò davanti a questi dandogli un forte pugno nello stomaco, il pirata sputò vistosamente sangue e poi cadde a terra.

La ragazza, dopo aver sentito un leggero urlo, si guardò indietro e vide che l’uomo che la stava attaccando prima era coricato a terra dolorante, e un altro in piedi, accanto a questi, che la stava guardando.

Lei si fermò.

Ace quindi cominciò ad andarle incontro, lei cominciò ad indietreggiare.

-Aspetta… - disse Ace allungando un braccio.

-Che vuoi da me? Hai ucciso un tuo rivale perché vuoi te i miei soldi?!-

-Io non voglio i tuoi soldi.-

-Allora cosa vuoi da me??-

-Beh, prima di tutto mi piacerebbe sentire un “grazie”, in fondo ti ho salvata da quell’individuo.-

-Ce l’avrei fatta benissimo da sola, e poi non ringrazierò mai un pirata come te, mi fanno schifo i pirati!-

-Calmati e ascoltami per favore.-

-No che non ti ascolto.- disse lei cominciando a scappare.

Ace la raggiunse subito e le prese un braccio per farla voltare verso di sé.

-Lasciami! Cosa vuoi da me?!- urlò lei cercando di liberarsi.

-Io voglio te.- rispose Ace tranquillissimo.

-Non scherzare e lasciami, per favore!- la ragazza ora si stava veramente preoccupando, aveva paura di ciò che poteva farle quel pirata che non la lasciava andare, aveva paura e temeva il peggio e dai suoi occhi cominciarono a cadere lente lacrime mentre urlava e si dimenava ancora per riuscire a scappare.

-Non piangere, sono qui per salvarti.- disse Ace con tutta tranquillità.

-Tu non sei qua per salvarmi, qualcuno dovrebbe salvare me da te!- rispose lei.

-Ti prego lasciami parlare!-

-No! Tu lasciami andare!!-

-Mi dispiace... ma mi costringi a farlo- disse Ace che con un leggero colpo fece svenire la ragazza, senza che lei se ne accorgesse, poi la prese in braccio e la portò nella locanda in cui alloggiava.

Poco dopo si svegliò, si trovava adagiata su un letto che non conosceva, in una stanza che non aveva mai visto, con seduto da parte il ragazzo che aveva incontrato prima, la luce ora illuminava meglio il volto di questi in modo tale che lei poté subito riconoscerlo per la sua grande fama.

-Tu sei Portgas D. Ace, perché mi hai portato qui ora?- chiese spaventata mettendosi seduta.

-Te l’ho detto prima, sei in pericolo, devo portarti via-

-In pericolo da cosa?- domandò lei scocciata.

-La marina ti sta dando la caccia e ti vuole uccidere-

-Tu stai scherzando, perché la marina dovrebbe uccidermi?- rise lei.

Ace non rispose, ma con un gesto veloce fece coricare la ragazza a pancia in giù e le alzò la maglietta.

-Ehi lasciami!- urlò lei cercando di liberarsi.

-Questo tatuaggio, sai cosa vuol dire?- domandò Ace guardando il tatuaggio che la ragazza portava in alto sulla schiena, un tatuaggio strano che raffigurava un simbolo.

-Non ti interessa.- rispose acida lei.

-Ti prego, cerca di collaborare, ne va della tua vita.- disse Ace esasperato.

-Piantala e lasciami andare subito.-

-Va bene, visto che non vuoi collaborare, comincerò io a parlare. Io sono un pirata, mi hai riconosciuto, quel tatuaggio è il simbolo dell’antico popolo, me ne parlò anni fa tuo padre che navigava nella mia flotta, nessuno sapeva di questo tuo tatuaggio, ma purtroppo la marina ha cominciato a fare qualche indagine ed è risalita a te, ora ti sta cercando e vuole ucciderti- disse lasciando andare la ragazza che si rimise seduta abbassando ancora la maglietta.

-Ahahahah, e vuoi che creda a questa storia?- si mise a ridere lei.

-Leggi qua allora, è il giornale di oggi, in questa isola sperduta non arrivano i giornali, ma tu sei in prima pagina!- disse Ace mostrandole il giornale.

Lei lo prese in mano e lesse, vi era scritto che stavano cercando una ragazza, dalla descrizione era esattamente lei, c’era scritto anche il nome dell’isola e della locanda in cui lavorava, era lei e la marina la stava cercando.

Posò il giornale e guardò in faccia Ace, nei suoi occhi si vedeva preoccupazione e paura.

-Ora ti è più chiaro?- domandò Ace guardandola.

-Tu conosci mio padre?- domandò la ragazza.

-Si, lo conoscevo, era un brav’uomo…-

-No che non lo era!- urlò lei.

-Come fai a saperlo?- domandò.

-Mio padre ha abbandonato me e mia madre quando io ero ancora piccola per andare ad unirsi a una banda di pirati, io odio i pirati e soprattutto lui!-

-Odi i pirati perché tuo padre era un pirata?-

-Sì…-

-Non tutti i pirati sono cattivi, per esempio io non sono un pirata cattivo, e nemmeno tuo padre era un pirata cattivo, era sotto il mio comando nella seconda flotta, compiva sempre il suo dovere, difendeva gli altri ed era un bravo pirata-

-Perché era?-

-Perché purtroppo è morto…-

-Un pirata in meno! Non che me ne importi, visto che non l’ho quasi conosciuto.- mise il muso lei.

-Proprio perché non lo hai conosciuto che dici questo, tuo padre parlava a me e agli altri di avere una figlia e che un giorno gli sarebbe piaciuto tornare da lei per rivederla-

-Non ci credo..-

-Devi crederci invece, lui ti ha sempre voluto bene!- affermò Ace convinto di ciò che stava dicendo.

-Allora perché ha abbandonato me e mia madre? Sai dirmelo questo?-

-Come tutti noi aveva un sogno, il suo sogno era quello di far parte di una delle ciurme più importanti, non intendeva restare con noi per tutta la vita, sarebbe ritornato da te e da tua madre, ma purtroppo morì in una battaglia due anni fa, stava difendendo un suo compagno-

Lei non disse più niente.

-Michiko…-

-Come fai a sapere il mio nome?- domandò stupita la ragazza.

-Me lo disse tuo padre-

-Ah..-

-Allora, ora credi che sei in pericolo e che sono venuto qui per salvarti?- domandò lui.

-Sì…-

-So che sono un pirata e che tu odi i pirati, però cerca di collaborare, il tuo tatuaggio è importante e tu non devi assolutamente finire nelle mani della marina, quindi cerca di starmi a seguire capito?-

-Posso cavarmela benissimo da sola contro la marina.-

-Non penso proprio, io sono stato incaricato di proteggerti e di portarti sulla nave di Barbabianca dove sarai ancora di più al sicuro, mi hai riconosciuto, sai che sono forte, non devi avere paura, capito?-

-Non mi interessa se sei forte o no, posso fare benissimo da me-

-Dai Michiko, se viene un ammiraglio a cercarti pensi ancora di riuscire a cavartela?-

Lei non rispose.

-Perché non rispondi? Forse perché ho ragione?-

-Tu non hai ragione!- ribadì lei.

-Michiko, cerca di ragionare, ok? Prova a capire, tu potresti farcela contro un ammiraglio o anche un semplice soldato?-

Lei abbassò lo sguardo, poi pensò, nella sua mente tanti pensieri comparvero nella sua testa, su quell’isola non voleva più stare, questa era la sua occasione per scappare, non avrebbe più lavorato per quel brutto locale, non avrebbe più trovato pirati che la trattavano male, su quella nave sarebbe stata trattata bene da tutti, quindi decise, ma cercò di non dare a vedere cosa stava pensando e al suo entusiasmo.

-Ok, ho capito.-

-Bene.- rispose felice Ace.

-Quindi che si fa?-

-Domani mattina all’alba andremo a casa tua e prenderemo le tue cose per poi scappare, non dovremo farci vedere da nessuno e tu non potrai salutare nessuno di questo posto, capito?-

-Si ho capito, grazie-

-Ora riposati, dormi pure su questo letto, io sto per terra- disse Ace andandosi a coricare.

-Ma dovrai dormire nella mia stessa stanza?- domandò preoccupata la ragazza.

-Hai capito o no che sei in pericolo e che devo tenerti d’occhio in ogni minuto?-

-Si, però…-

-Non ti preoccupare, non sono come certi pirati che trattano male le ragazze, anch’io odio quel tipo di pirati, mettono in cattiva luce persone come me o come tuo padre, odio chi generalizza sempre-

-Scusa se ho dubitato di te..-

-Non ti preoccupare, l’importante è che ora sei al sicuro.-

-Grazie.-

Ace non rispose ma si coricò per terra a dormire, la ragazza si alzò per spegnere la luce e poi si coricò anch’essa per cercare di prendere sonno, forse tutto ciò che aveva in testa necessitava di una buona dormita  per mettersi in ordine. E forse poteva pensare anche ad altri piani che potevano girarsi a suo favore.

 

CONTINUA...

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Capitolo 2
*** Mi fido ***


Ed eccoci qui con il secondo capitolo!
Ma prima voglio dire un paio di cosette u.u
Come tutti avrete notato ho scelto il venerdì come giorno di pubblicazione, un capitolo a settimana, così ho tempo di andare avanti a scrivere la storia in tutta tranquillità e senza fretta.
Come seconda cosa devo ringraziare un pò di persone e rispondere alle recensioni xD


Ringrazio chi l'ha messa tra i preferiti:
1 - akagami95
2 - Kamikaze
3 - Oni_Sei


Ringrazio chi l'ha messa tra le seguite:
1 - fior di loto
2 - MBP
3 - sashi


E ora passiamo alle recensioni:

akagami95: Grazie mille dei complimenti, se l'inizio promette bene spero leggerai anche il seguito! Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo^^ Grazie ancora =)

MBP: Grazie della recensione, hai ragione, Michiko ha proprio un bel caratterino che andando avanti con la storia scopriremo con tutti i dettagli! Grazie anche per il consiglio, ho subito seguito le tue parole andando a correggere questo capitolo che avevo già pronto, dopo quello che mi hai consigliato tu penso sia di gran lunga migliore rispetto a quello che avevo in programma di pubblicare. In ogni caso poi leggerai di persona se il tuo consiglio è stato seguito nel migliore dei modi ^^ Grazie ancora. Baci!

Kamikaze: Ciao Kami! Grazie mille della tua recensione, mi fa sempre piacere =) Prima di tutto grazie dei vari complimenti, sei sempre troppo gentile ^^, poi ovvio che avrei scelto Ace XD in fondo è il mio personaggio preferito u.u Già, a Michiko non importa molto delle altre persone e per la storia d'amore non anticipo niente XD scoprirai tutto leggendo XP Spero che il secondo capitolo sia di tuo gradimento come il primo^^ Un bacione!

Connie91: Grazie della recensione! Anche sei hai letto quelli dopo non fare spoiler, grazie XD Michiko non ringrazia mai u.u Grazie ancora per i complimenti! Ciao Ciao^^

Oni_Sei: Grazie della recensione^^ E' bello il fatto che immaginavi tutto! Grazie anche ai vari complimenti al capitolo, sono contenta che ti abbia fatto piacere leggerlo e che non ti abbia portato noia ^^ Grazie anche per il consiglio, è il secondo che ricevo di questo genere e spero di averlo seguito, poi lo vedrai tu nel secondo capitolo, anzi lo hai già visto XDD Recensisci anche questo Baka xD Bacino :*


Un ringraziamento speciale lo faccio ad Oni_Sei che oltre ad essere il mio fidanzato è anche quello che mi aiuta sempre a correggere il capitolo prima della pubblicazione <3

E ringrazio anche quelle persone che leggono ma non recensiscono, fatevi sentire anche voi!

Ed ora passiamo al secondo capitolo u.u

 

MI FIDO

 

Il giorno dopo Michiko fu svegliata da Ace che la stava chiamando, era da poco sorto il sole sull’isola, ancora non era alto nel cielo, ma il paesaggio era già illuminato con una leggera luce mattutina.

I due ragazzi si dovevano preparare per andare a casa della fanciulla e prendere le cose che le potevano servire per il suo viaggio e per la lunga fuga che doveva intraprendere dalla marina.

Nel giro di un quarto d’ora furono fuori dall’hotel, diretti appunto a casa di Michiko.

-Fra poco ci siamo, è quella dietro l’angolo- affermò la ragazza indicando la strada con il braccio alzato.

-Ok, facciamo il più presto possibile che poi dobbiamo subito andare via- disse Ace aumentando il passo della sua andatura, seguito subito da Michiko colta alla sprovvista da questo cambio.

I due svoltarono l’angolo, ma appena furono davanti alla casa dovettero subito fare retromarcia e tornare indietro, nascondendosi dietro ad una casa, sulla strada in cui erano prima.

-Diamine! La marina ha già trovato casa tua- imprecò Ace che aveva appena visto cinque marine fuori dalla casa che la ragazza le aveva indicato prima, probabilmente dentro ce n’erano anche altri che la stavano perlustrando, attenti a trovare qualunque traccia che poteva ricondurli al luogo in cui ora poteva trovarsi Michiko.

-Ma a me servono i vestiti, e ora come faccio?- domandò lei irritata guardando Ace con il broncio.

-Non li prenderai- concluse Ace guardandola in modo da farle capire che non poteva fare altrimenti.

-Ma come no?! Non posso andare via così per chissà quanto senza vestiti- frignò Michiko sbattendo più volte un piede per terra.

-Starai per tutta la vita con quei vestiti- rise Ace che la guardava irritarsi ancora di più.

-Non penso proprio!- riprese contegno la ragazza.

-Non ti preoccupare, te ne comprerai qualcuno durante il viaggio, ora dobbiamo subito andare via prima che la marina ci scopra- concluse Ace tornando a guardare verso casa della ragazza.

-Troppo tardi- disse Michiko indicando i tre marines dietro Ace.

Lui si voltò e li vide con pistole e spade, pronti ad attaccare.

-Scappa Michiko, corri al porto!- urlò Ace spingendola lontana da lui per non coinvolgerla nello scontro.

Lei guardò per un secondo il ragazzo che gli fece ancora cenno di scappare e poi si mise a correre verso il porto.

Un marine però comparve davanti a lei, fermando la sua corsa, prendendola e stringendola in modo tale che non potesse più fuggire.

Lei urlò e subito dopo Ace si girò vedendo la scena: Michiko cercava di liberarsi, ma il marine la teneva stretta a sé, dalla loro sinistra poi stavano arrivando altri due marines.

“*Devo fare in fretta e uccidere questi tre, così poi andrò a salvarla*” pensò Ace che con qualche attacco di fuoco proveniente dal frutto del diavolo che aveva mangiato, riuscì a mettere fuori combattimento in pochi secondi i marines che avevano cercato di attaccarli qualche attimo prima.

Subito dopo Ace si voltò dove aveva visto l’ultima volta i marines e Michiko, ma vide che non c’erano più.

Corse nello stesso punto e si guardò intorno, li vide, in fondo ad una via, a circa una cinquantina di metri, cominciò a correre per raggiungerli in fretta e salvare la ragazza.

Correva veloce, non poteva lasciarli scappare con Michiko, era la sua missione portarla sulla Moby Dick sana e salva, non poteva fallire, e soprattutto non poteva lasciare che una povera ragazza venisse giustiziata dalla marina per una colpa che non era nemmeno sua. Quel tatuaggio non lo aveva fatto di sua spontanea volontà, non ne sapeva nemmeno il significato fino a ieri sera, doveva assolutamente salvarla.

I marines correvano più lenti rispetto ad Ace, che in poco tempo li raggiunse piazzandosi davanti a loro.

I tre si fermarono, Michiko era sulle spalle di uno, svenuta, probabilmente l’avevano colpita per farla rimanere ferma e scappare più velocemente.

-Lasciatela andare!- esclamò Ace.

I marines ovviamente non lo ascoltarono, i due liberi si misero davanti a quello che teneva Michiko e cominciarono a sparare contro Ace, ma fu tutto inutile, lui era un rogia e quindi il suo corpo si scomponeva in fuoco, i proiettili non potevano fargli niente.

Ora toccava a lui attaccare, con due colpi ben assestati allo stomaco, colpì tutti e due i marines senza bisogno di usare il suo fuoco, i due caddero a terra lasciando il passaggio per l’ultimo marine che teneva Michiko.

Lui lasciò cadere a terra Michiko, senza curare di posarla delicatamente, per terra era tutto pieno di terra asciutta, probabilmente non pioveva da settimane, una leggera polvere si alzò ma fu subito portata via dal vento che si era alzato.

Il marine andò subito all’attacco e con un colpo di spada tagliò un braccio ad Ace, ma fu tutto inutile, perché come i proiettili, la spada non sortiva il minimo danno Lasciò così cadere a terra la spada notando che non aveva alcun effetto contro il suo avversario e attaccò allora puntando tutto sulla sua forza fisica, ma Ace, essendo molto più forte lo fermò subito e con un destro in volto lo mise fuori combattimento e poi lo lasciò cadere a terra vicino agli altri suoi compagni.

Si guardò intorno per controllare se c’erano altri marines nelle vicinanze, non vide nessuno, quindi si diresse subito da Michiko che era distesa a terra, la prese in braccio, era svenuta a causa del colpo ricevuto e non voleva svegliarla, e corse velocemente sulla sua nave per non rischiare di incontrare altri marines sull’isola.

Appena arrivò al porto, notò la nave della marina, con sopra altri marines che stavano facendo la guardia e scrutavano il paesaggio alla ricerca di qualsiasi movimento sospetto, senza farsi vedere e molto furtivamente Ace raggiunse la sua nave che si trovava attraccata ad un angolo del porto, lontano dalla nave della marina e anche nascosto dalle navi che si trovavano attraccate al porto, appena fu sopra portò Michiko a coricarsi e levò subito l’ancora per partire e tornare sulla nave del suo capitano Barbabianca.

Dopo circa due ore Michiko si svegliò, le faceva male la testa, pian piano si ricordò del colpo che aveva ricevuto da uno dei marine e capì subito dove si trovava.

“Oh cavolo, la marina mi ha catturato, devo essere su una loro nave, so nuotare, devo assolutamente scappare e lasciare questa nave al più presto possibile prima di venire uccisa” pensò lei.

Uscì dalla stanza, trovò strano che fosse aperta, e trovò strano che non ci fosse nessun marine a fare da guardia alla sua camera, si guardò intorno, la nave era molto piccola, c’erano solo tre porte, compresa quella da dove era uscita in quel corridoio, vide delle scale, dovevano portare sul ponte.

Le salì e si ritrovò sul ponte, si guardò intorno, non c’era nessuno.

“Ma dove diavolo sono finita allora?!” si domandò ancora.

-Michiko!- esclamò Ace che spuntò da un angolo della nave, sempre sorridente.

Lei lo guardò sbigottita.

-Non ti preoccupare, ti ho salvato dai marines, ora sei sulla mia nave, fra due giorni arriveremo sulla Moby Dick- spiegò Ace avvicinandosi a lei.

Lei mise il broncio e si voltò dall’altra parte a guardare il mare.

-Ehi potresti almeno ringraziarmi- disse lui facendosi sempre più vicino.

-Non ringrazio i pirati come te!- rispose lei in tono irritato continuando a guardare il mare.

-Allora, ieri sera e stamattina mi hai ascoltato, più o meno, hai accettato di venire qua, e ora non mi ascolti nemmeno, cos’è questa storia? Per caso il colpo che hai ricevuto dal marine ti ha fatto cambiare idea?- spiegò Ace cercando di trovare una soluzione, anche senza senso, a ciò che era successo, voleva essere solo ascoltato.

-No- rispose con lo stesso tono di prima lei.

-Mi dici cosa hai?- domandò Ace mettendosi da parte a lei e cominciando a guardare il mare.

-Stammi lontano!- urlò lei spostandosi e guardandolo con disprezzo.

-Ehi! Sto solo cercando di instaurare un dialogo, non voglio farti del male, io son venuto qui per salvarti, perché ieri sei stata disposta ad accettare di venire e ora che sei qui ti atteggi in questo modo?- domandò ancora deciso più che mai a farsi dare una risposta coerente.

-Perché io ODIO i pirati- rispose lei con molta calma, dando però un forte accento alla parola odio.

-Cosa c’entra questo?- domandò senza capire.

-Ieri e stamattina ero in pericolo, ti ho ascoltato, ho capito la situazione e per paura di perdere la vita ho seguito i tuoi consigli, anche se odiavo seguire un pirata, ma ora che sono al sicuro sulla tua nave posso permettermi di non ascoltarti e di fare quello che voglio- spiegò lei che finalmente si era girata a guardarlo negli occhi.

Ace rimase senza parole, non poteva essere veramente così egoista, suo padre era una delle persone più gentili che aveva conosciuto, come poteva essere che sua figlia fosse così? Suo padre aveva dato la vita per salvare un suo compagno, lei invece piuttosto di morire potrebbe usare anche il suo più stretto amico come scudo umano. Non ci credeva. Poi però pensò ancora, doveva essere dovuto al fatto che era cresciuta da sola, cercando fin da piccola di sopravvivere con solo le sue forze, forse era per quello che ora gli aveva risposto così. Doveva essere per quello, cercò di autoconvicersi Ace.

-Che c’è? Ti ho lasciato senza parole eh? Sai, tutti mi dicono che ho una doppia personalità terribile, posso essere dolcissima, ma anche senza cuore- rise lei mettendosi una mano davanti alla bocca, l’altra era appoggiata al parapetto della nave.

-Potrai avere tutte le personalità che vuoi, ma non potrai fare di testa tua anche sulla nave del capitano- rispose cercando di porre fine a tutte le cose che stava dicendo quella ragazza.

-Perché? Voi dovete proteggermi, non buttarmi a mare- continuò con il suo discorso lei, pronta ad arrivare ad una conclusione che l’avrebbe favorita molto.

-Ti do’ un consiglio, dovresti cercare di comportarti bene quando sarai sulla Moby Dick, ora se vuoi, puoi fare quello che più desideri, ma quando sarai là, dovrai metterti un po’ in riga- la minacciò Ace, cercando di farla smettere con l’atteggiamento che aveva assunto da qualche minuto.

-Non penso proprio, ti ho detto che voi dovete salvarmi, e poi scusa una cosa, uccidereste veramente la figlia di un vostro vecchio compagno? Un vostro compagno che ha dato la vita per salvare un altro vostro compagno? Non penso proprio, chissà poi cosa penserebbe mio padre nella tomba- spiegò lei mettendosi le mani sui fianchi e assumendo la posizione di una che aveva appena vinto qualcosa.

Ace la guardò, sapeva che aveva ragione lei.

-Ammetti che ho ragione- continuò la ragazza avvicinandosi a lui, staccando la mano destra dal suo fianco e posando l’indice sul petto di Ace, in modo tale da indicare il ragazzo, poi alzò la testa e lo guardò dritto negli occhi.

Ace continuava a guardarla.

-Sai, non mi sono mai fidata dei pirati, ma per te farò un’eccezione, e ovviamente per tutta la tua ciurma, mi fido che non mi ucciderete mai, anche se farò ciò che voglio- disse staccandosi e allontanandosi di circa un metro, staccò lo sguardo per un attimo da lui e lo riprese a guardare normalmente alzando le braccia fino a far arrivare le mani all’altezza delle spalle per spiegare la situazione.

-Piantala di dire questo!- urlò Ace battendo un piede per terra e stringendo i pugni, le braccia era dritte lungo il suo corpo.

-No, e sai benissimo che non puoi vietarmelo, farò sempre ciò che voglio- affermò lei guardando Ace dritto negli occhi come non aveva mai fatto prima, riponendo ancora le mani sui fianchi.

Ace perse un battito, quella ragazza aveva occhi troppo profondi e il suo sguardo era così serio e cattivo, ma così provocante allo stesso tempo.

-Ora vado in cabina, quando ho voglia di mangiare ti vengo a chiamare, e mi prepari la cena, ok?- affermò Michiko tranquillamente come se prima non fosse successo nulla, allontanandosi di poco da lui.

-Ok..- rispose Ace mordendosi il labbro, era l’unica cosa che poteva dirgli, non poteva dirle di no.

Lei sorrise e mentre si voltava di spalle salutò il ragazzo e si diresse sottocoperta pronta ad aspettare di avere fame e che Ace le servisse qualcosa.

Dopo qualche ora Michiko risalì sul ponte in cerca di Ace.

-Pirata! Pirata dei miei stivali, dove sei?- urlava la ragazza cercandolo di qua e di là.

-Senti io avrei anche un nome!- affermò Ace comparendo alle sue spalle con le braccia conserte, guardandola storto.

-Non mi interessa del tuo nome, quando ti chiamo vieni- ribadì lei guardandolo negli occhi.

-A me invece mi interessa, lo sai come mi chiamo, chiamami così e non come vuoi te perché la prossima volta non rispondo, capito?- disse Ace avvicinandosi a lei e guardandola dritta negli occhi, lei abbassò lo sguardo e si girò, Ace sorrise per questa mini vittoria che aveva ottenuto attraverso il gioco di sguardi.

-Allora che volevi da me?- domandò poi Ace tranquillamente, contento di aver vinto.

-Ho fame- rispose indifferente lei senza voltarsi per guardarlo in faccia.

-Vieni in cucina, stavo preparando qualcosa- disse Ace incamminandosi per tornare sottocoperta e dirigersi in cucina.

Michiko lo seguì e appena entrata si sedette al tavolo, fu subito servita da Ace che aveva appena preparato un po’ di carne con delle uova fritte, al tavolo vi erano anche due bicchieri con un recipiente pieno d’acqua.

Michiko guardava il suo piatto, la carne che aveva davanti, aveva fame, il piatto era presentabile, le piaceva, ma non aveva digerito il fatto che lui prima le avesse risposto così, provocandole una strana sensazione che l’aveva portata a cambiare traiettoria dello sguardo del ragazzo, doveva trovare qualcosa per controbattere, qualcosa per far scoppiare ancora una lite.

Michiko alzò lo sguardo verso il ragazzo, pronta per parlare, lui la guardava, appena lei però imbronciò lo sguardo, lui fece dei suoi occhi solo una piccola fessura che la fissavano, cercando di farle capire che doveva stare zitta.

Michiko restò paralizzata da quello sguardo e ancora una volta non riuscì a controbattere Ace.

Tornò a guardare il suo piatto, mangiò silenziosamente, alzando delle volte lo sguardo per guardare il ragazzo che mangiava, delle volte i loro sguardi si incrociavano, ma Michiko in un millisecondo lo toglieva spostandolo da un’altra parte, tornando sempre sul suo piatto.

Appena finì di mangiare si alzò senza dire niente e tornò nella sua camera, si coricò sul letto guardando il soffitto, pensava a ciò che era capitato, gliel’avrebbe fatta pagare, eccome se gliel’avrebbe fatta pagare, doveva solo aspettare di arrivare sulla Moby Dick, sicuramente su quella nave ci sarebbero stati altri pirati che l’avrebbero servita e trattata con maggiore riguardo.

Il giorno seguente non si scambiarono molte parole, Michiko passava tutto il giorno in camera e usciva solo per cercare Ace, per dirgli che doveva mangiare e preparare, non si scambiavano molte parole, Ace provava ad instaurare un discorso, ma non riceveva mai nessuna risposta a parte qualche monosillabo fatto uscire controvoglia.

“Quella prima mi attacca e poi il giorno dopo non mi rivolge la parola, è strana forte…” pensava Ace.

Poi il giorno dopo ancora avvistarono, finalmente, la Moby Dick.

 

CONTINUA...

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Capitolo 3
*** Moby Dick ***


Ed ecco che un'altra settimana è passata ed è arrivato di nuovo Venerdì.

Prima del capitolo ovviamente ci sono i ringraziamenti u.u


Ringrazio chi ha messo la mia storia tra le preferite:
1 - akagami95
2 - Kamikaze
3 - Mail Keehl
4 - Oni_Sei


Chi l'ha messa tra le seguite:
1 - Connie91
2 - fior di loto
3 - MBP
4 - sashi


Grazie anche a chi legge senza recensire e ovviamente a quelli che recensiscono a cui rispondo qua sotto:

akagami95: Grazie della recensione! Guarda, tutto ciò che la ragazza può combinare su quella nave lo leggerai in questo capitolo e non solo! Puoi immaginarti veramente di tutto XDD
Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo! Grazie ^^ Un bacio =)

Connie91: Già, povero Ace! Michiko lo chiama in tutti i modi tranne che con il suo nome. Per quanto riguarda la parola "grazie" io dico che la imparerà sese, al prossimo capitolo! Ciao Ciao!

Kamikaze: Grazie della recensione ^^ Sono contenta che ti piaccia anche questo capitolo! Michiko si comporta così perchè odia i pirati e quindi anche Ace XD Hai ragione però, sulla nave del capitano non saranno tutti così e lo scoprirai leggendo questo capitolo, poi però dovrai aspettare un'altra settimana per sapere come va avanti la storia xD Vabbè se vuoi ti spoilero su msn, ma poi non sarebbe più bello, decidi tu!
Ancora grazie della recensione! Baci ^^

MBP: Grazie per aver recensito di nuovo! Un pò di riconoscimento come dici tu lo dovrebbe avere, ma prima o poi ti assicuro che lo avrà. "Infiammabile" XDD ci manca poco per farlo infiammare veramente, molto poco..., però non dico altro XD Più che una corazza, Michiko si comporta così perchè odia i pirati e non vuole avere niente a che fare con loro, anche se come hai detto tu per ora non si conoscono molto bene, ma pian piano lo faranno sisi.
Spero che il terzo capitolo ambientato sulla Moby ti piaccia! Baci ^^ Ciao Ciao =)

Oni_Sei: Grazie della recensioni! E grazie anche che mi correggi sempre i capitoli prima della pubblicazione ^^ Sono contenta che hai visto che hanno più vita, l'ho notato anch'io e sono contenta di aver seguito i consigli che mi sono stati dati. Ace è bravo e quindi non strozza le belle ragazze u.u XDDDDD Recensisci anche questo! :***

Mail Keehl: Grazie per aver recensito tutti e due i capitoli, anche se ne bastava uno XDD Sono contenta che ti sei aggiunta anche tu, mi fa davvero piacere sapere anche un tuo parere ^^ Ace è severo, però di fronte ad una ragazza non può fare chissà che cosa XDD Le donne powano :riot: Basta! .___. Michiko si è lasciata un pò andare a fine capitolo  perchè Ace ha capito il modo per farla stare zitta XD
Attendo un tuo parere anche per il terzo! Baci ^^


Ed ora passiamo al terzo capitolo!


MOBY DICK

Era l’alba, il sole stava sorgendo e il mare era tutto illuminato da una forte luce arancione, Ace era sul ponte che stava guardando verso l’orizzonte in cerca di qualcosa, doveva già riuscire a vederla, ne era sicuro, finalmente poi il suo sguardo fu catturato da un punto nero, non molto lontano, capì subito cosa poteva essere: la Moby Dick.

“Finalmente, siamo arrivati” pensò Ace.

Un largo sorriso spuntò sul suo viso, ma subito scomparve: si era ricordato di Michiko, chissà quante storie avrebbe fatto quando Ace l’avrebbe svegliata così presto, sicuramente non poteva uscirne indenne.

Si prese coraggio e andò sottocoperta, nella sua camera, a svegliarla.

Bussò, e come al solito non ricevette nessuna risposta, così decise di entrare, non poteva aspettare altro tempo.

Aprì la porta senza fare troppo rumore, voleva cercare di svegliarla delicatamente, forse in questo modo sarebbe stata meno lunatica del solito, la vedeva di schiena, era girata sul fianco destro che dormiva, coperta con il leggero lenzuolo bianco fino al collo, i capelli azzurri erano tenuti insieme da una lunga treccia distesa sul cuscino.

Si avvicinò lentamente a lei, arrivò ai bordi del letto, prese coraggio con un respiro profondo e decise di svegliarla.

Pian piano cominciò a scoprirla, forse sentendo un po’ di fresco si sarebbe svegliata lentamente, arrivò fino sotto alla spalla, poi si accorse di una cosa e si fermò: non aveva la maglietta, e nemmeno il reggiseno, stava dormendo nuda!

Tolse subito la mano dal lenzuolo.

“Oh diamine! Devo andarmene via subito, sennò se si sveglia chissà cosa potrebbe pensare, però magari… potrei dare un’occhiata…” pensò cominciandosi a guardare intorno agitato, come quando si sta per fare qualcosa che non si deve fare.

Ace, preso più dall’istinto maschile che da quello di sopravvivenza, riprese il lenzuolo e cominciò ancora a tirarlo giù piano piano, la ragazza, presa da una strana sensazione, come se ci fosse qualcosa che non andava, cominciò a muoversi e a mugolare qualcosa. Si stava svegliando.

Portò la sua mano destra sul bordo del lenzuolo e lo tirò ancora tutto su, poi si girò sull’altro fianco, verso Ace che nel frattempo aveva tolto la mano dal lenzuolo e la stava guardando.

Michiko era girata verso di lui, gli occhi ancora chiusi, in quel momento Ace ringraziò molto il cielo di questo piccolo particolare che lo stava tenendo in vita e decise che era meglio andarsene, e velocemente anche.

Ma fu tutto inutile, stava arrivando la fine.

Michiko aprì gli occhi lentamente e lo vide, li sbattè più volte, erano ancora impastati dal sonno e sperava che ciò che aveva davanti era solo un incubo, purtroppo però era tutto vero.

I loro sguardi si stavano incrociando, lei sempre più arrabbiata e pronta a sferrare un attacco, lui sempre più impaurito pronto a scappare in qualsiasi momento.

Nella mente di Michiko si fecero largo varie ipotesi sul perché lui fosse nella sua stanza.

-… Brutto pervertito! Come hai osato entrare nella mia stanza senza il mio permesso?!- urlò Michiko scattando a sedere sul letto, tenendosi su il lenzuolo per coprirsi con una mano, mentre con l’altra aveva preso uno dei suoi stivali che venne subito lanciato contro Ace, lui lo schivò prontamente.

Stessa cosa anche per l’altro.

-Calmati, ti devo parlare- cercò di calmarla Ace scuotendo le mani davanti a lui.

-Ti ho detto di andartene brutto maniaco!- urlò ancora guardandosi intorno alla ricerca di qualcos’altro da poter lanciare contro il ragazzo.

-Ti volevo solo dire di prepararti che ho avvistato la nave del capitano e fra un’oretta saremo arrivati- concluse velocemente Ace, uscendo di corsa dalla stanza dimenticandosi di chiuderla e scappando via.

La ragazza lo vide andare di corsia via, poco dopo si alzò dal letto furiosa, non vedeva l’ora di fargliela pagare, prese le sue cose e si andò a fare una doccia per calmarsi.

Restò sotto l’acqua per molto tempo, l’acqua calda, quasi bollente come preferiva lei, le batteva su tutto il corpo, sperando che portasse via tutti i pensieri che le stavano vagando nella mente, ma fu tutto inutile.

Uscì dalla doccia con i chiari segni sul corpo che l’acqua era troppo calda, era ancora arrabbiata nera, si rivestì schifata, era da due giorni che indossava sempre i soliti vestiti, non vedeva l’ora di arrivare su questa nave e averne di nuovi e lavare questi, poi si diresse sul ponte.

“Eccolo il maledetto!” pensò Michiko che aveva visto Ace.

Ace era seduto sul parapetto della nave che la stava aspettando e più che altro stava aspettando la vendetta della ragazza, la vide arrivare e dirigersi verso di lui con passo deciso.

Era la fine.

Ace scese dal parapetto, era capace di buttarlo anche in mare quella ragazza, allora sì che sarebbe morto veramente, poi fece qualche passo avanti.

Lei arrivò proprio davanti a lui, lo guardò dritto negli occhi arrabbiata, poi alzò il braccio e gli mollò un sonoro ceffone in faccia.

Ace spostò di poco il viso, se lo era meritato in fondo, avrebbe potuto benissimo andare via quando l’occasione lo richiedeva, ma sopraffatto dal suo istinto era rimasto per poter vedere di più.

-La Moby Dick è quella… - disse indicando una nave ormai a poca distanza da loro, guardando verso di essa.

-Bene, almeno non dovrò più stare qua da sola con te, là sicuramente ci sarà della gente che mi tratterà molto meglio- disse sorridendo lei, incrociando le braccia al petto.

-Non penso proprio, io sono il più gentile su quella nave- spiegò Ace seriamente.

-E chi ti crede?- scoppiò a ridere lei mettendosi una mano davanti alla bocca.

Ace la guardò male, non riusciva più a sopportare quella ragazza, avrebbe voluto sbatterla sulla prima isola che avessero incontrato, ma non poteva, non poteva proprio e chissà per quanto tempo avrebbe dovuto proteggerla.

Michiko si mise a guardare il mare, poco lontano da lei la stessa cosa la stava facendo Ace, solo che lui, ogni tanto, voltava il suo sguardo verso la ragazza, per vedere se era tutto a posto.

Passò ancora una mezz’oretta, quando finalmente arrivarono ai bordi della Moby Dick, la loro piccola nave era niente in confronto alla nave del capitano.

Furono issati a bordo da due cime che stavano tirando su la piccola nave di Ace,  il ragazzo scavalcò il parapetto della nave e davanti a lui vide Marco, Jaws e il capitano che li stavano aspettando, più dietro, vi erano altri pirati che stavano guardando la scena, poi si girò verso Michiko per aiutarla, le allungò un braccio.

-Faccio da sola- rispose togliendo il braccio di Ace e scavalcando il parapetto con un’elegante agilità degna di una ragazza.

“Iniziamo bene” pensò Ace pronto ad un nuovo scontro con la ragazza.

-Tu devi essere Michiko, la figlia di Ross, tuo padre è stato veramente un grande pirata- affermò Barbabianca salutando la ragazza.

Michiko non rispose, anzi, cominciò a guardarsi intorno come se non avesse sentito le parole del capitano.

Ace la guardò stupefatto, come poteva essere così?

Anche Marco e Jaws la guardarono stupefatti.

Ma come poteva essere così calma?

-Si, è proprio lei- rispose Ace al posto di Michiko, sorridendo e mettendo una mano dietro la sua testa.

-Guarda che ho la lingua- disse irritata la ragazza girandosi di scatto verso Ace e guardandolo dritto negli occhi.

-Allora potevi rispondere tu- rispose a tono Ace puntandole il dito contro.

-Ovviamente no, mi fa già schifo parlare con un pirata, ovvero te, con altri io non parlo, tu sarai il mio portavoce- spiegò la ragazza agitando le mani e cominciando a camminare lungo il bordo della nave per guardarla al meglio.

Tutto l’equipaggio, compreso il capitano, la guardava stupefatto con gli occhi sbarrati e la bocca che non si chiudeva più.

-Ace che le hai fatto?- domandò Jaws grattandosi la testa.

-Io niente- si difese lui.

-Una ragazza come quella non può rivolgersi così al nostro capitano- affermò Marco arrabbiato più che mai, a passi lunghi si diresse verso la ragazza e si mise davanti a lei.

-Chiedi subito scusa al capitano- disse Marco con aria di sfida, indicando il suo superiore.

Lei fece finta di niente, passò da parte a lui e continuò la sua strada.

Marco, più arrabbiato di prima, la prese per un braccio tenendola ferma.

Michiko lo guardò malissimo, cercando di liberarsi, ma fu tutto inutile, la presa era forte, nel frattempo Ace stava spiegando al suo capitano che Michiko odiava i pirati per colpa di suo padre.

-Dovrà solo ambientarsi un po’- concluse Barbabianca, non facendo nessuna colpa alla ragazza.

-Penso proprio di si- rispose Ace cercando un motivo plausibile.

-Marco, lasciala andare- ordinò il capitano.

-Ma capitano…- rispose Marco dispiaciuto da quell’ordine che aveva ricevuto.

-È un ordine- ribadì il capitano.

Marco lasciò andare la ragazza che si girò verso Ace.

-Vieni subito qui- urlò.

Il ragazzo si voltò verso il capitano, e lui gli fece cenno di andare.

Marco nel frattempo era tornato da Barbabianca e Jaws.

-Suo padre non era così- disse Marco irritato guardando Michiko ed Ace.

-Che ci vuoi fare? Odia i pirati- rispose il capitano ridendo.

-Allora perché l’abbiamo salvata dalla marina?- domandò lui senza capire.

-Perché è la figlia di Ross, non potevamo lasciarla al suo destino- spiegò il capitano tornando serio e guardando anche lui Ace e Michiko.

-Speriamo almeno che prima o poi capisca ciò che abbiamo fatto e ci ringrazi- concluse il discorso Jaws.

 Intanto Ace stava seguendo Michiko che stava girando vicino al parapetto della nave.

-Basta comportarti in questo modo!- urlò Ace prendendola per un braccio e facendola fermare.

-Lasciami!- ringhiò lei guardandolo negli occhi.

-No che non ti lascio- ribadì Ace stringendo ancora di più la presa.

Michiko alzò ancora una volta il braccio per dargli un ceffone, ma questa volta Ace era preparato, e non aveva fatto nemmeno nulla di male, quindi lo fermò prendendole il polso.

-Tieni giù le mani ragazza- la guardò Ace, che ora teneva tutte e due i polsi della ragazza.

Lei spostò il suo sguardo per terra, calmandosi, Ace lo capì e lasciò andare Michiko.

-Vieni che ti mostro la tua stanza- disse poi, incamminandosi sottocoperta, voltandosi per vedere se lei lo stava seguendo.

-Si…- rispose lei con lo sguardo abbassato seguendo il ragazzo pian piano.

Ace stava cominciando a capire un po’ il carattere di quella ragazza, era già la terza volta che la calmava, forse doveva essere solo duro con lei per farla ragionare, era difficile, però se doveva farlo, lo avrebbe fatto, le avrebbe fatto imparare a comportarsi decentemente con lui e con tutti gli altri membri dell’equipaggio.

-Questa è la tua stanza- disse Ace entrando in una piccola cabina, la porta era tutta spostata a destra, in fondo vi era un letto contro il muro con da parte un comodino, un tavolino ed una sedia poco distanti dalla parete in cui vi era la porta, e un armadietto lungo metà parete e basso davanti al letto, da parte a questo armadietto vi era una porta socchiusa, si poteva intravedere un piccolo bagno.

Michiko entrò e la scrutò un po’, poi si girò verso Ace.

-Voglio una stanza più grossa-

Ace scoppiò a ridere.

-Non ci sono stanze più grosse, a parte le camerate dei pirati di più basso livello, vuoi andare a dormire con loro?- domandò divertito.

La ragazza lo guardò male.

-Ho scelto questa stanza perché da parte a questa, quando esci, alla tua destra, la prima stanza che trovi è la mia, sono proprio qui da parte, così se hai bisogno mi chiami- spiegò Ace indicandogli la strada anche con il dito della mano.

-Non ho bisogno di te- rispose lei che continuava a guardare la sua piccola cabina.

-Lo vedremo, ora vado a prenderti dei vestiti da donna, aspettami qua- disse lui incamminandosi verso la porta per uscire.

-Ci sono donne su questa nave?- domandò curiosa, voltandosi di scatto verso di lui appena sentì questa frase.

-Sono le infermiere del capitano, potresti parlare almeno con loro- rispose Ace che si era fermato di scatto voltandosi verso la ragazza appena fu chiamato.

-No!- fu la risposta secca della ragazza.

-Come non detto- rise Ace uscendo dalla stanza e richiudendola dietro di sé.

Michiko si sedette sul letto aspettando l’arrivo del ragazzo, la stanza, anche se piccola, non era così malvagia, si sarebbe abituata facilmente. Dopo circa dieci minuti, Ace tornò con dei vestiti che ripose nell’armadio della ragazza.

-Ti vengo a prendere all’ora di pranzo, tu fai la buona qua- disse Ace appena richiuse l’armadio.

-Non ti preoccupare, non vado in giro su una nave piena di pirati, una come me non può stare a contatto con certa gente- rispose coricandosi sul letto e guardando il soffitto.

Ace la guardò disperato, poi uscì dalla stanza.

Il ragazzo tornò all’ora di pranzo, bussò e Michiko rispose dicendogli di entrare, per fortuna era andato tutto bene e non era successo il casino della mattina.

-Andiamo a pranzare- disse Ace contento all’idea di mettere qualcosa sotto i denti.

-No- rispose secca lei che era seduta sul letto.

-Come no? Non hai fame?- domandò Ace guardandola stupefatto, lui aveva lo stomaco vuoto come al solito e non vedeva l’ora di mangiare per almeno dieci persone.

-Si che ho fame- rispose lei con tutta tranquillità.

-E allora perché non vieni a mangiare?- domandò curioso Ace senza capire perché non voleva venire a mangiare anche se aveva fame.

-Non mangio in una sala piena di pirati, dovrai portarmi il cibo qua in camera- spiegò lei.

-Ah no, questa poi! Scordatelo!- rispose Ace pronto per uscire dalla sua camera, questa cosa lo aveva molto irritato.

-Va bene, vorrà dire che salterò il pranzo- disse Michiko con tutta tranquillità.

-Fai come vuoi!- rispose Ace uscendo e sbattendo la porta dietro di sé.

“Ma come poteva essere così quella ragazza?” lo stava facendo disperare.

Fu così anche per la sera e il giorno dopo, Ace aveva deciso che non le avrebbe né portato da mangiare, né da bere, prima o poi si sarebbe decisa ad uscire dalla stanza, di questo ne aveva parlato anche con il capitano e con gli altri comandanti, che accolsero tutti bene questa proposta di Ace, ovviamente lui le faceva visita molto spesso per vedere come stava e se aveva bisogno di qualcosa, non voleva rischiare di farla morire di fame e sete.

Il giorno dopo saltò colazione e pranzo, Ace stava andando a chiamarla ancora una volta per la cena, entrò nella stanza e la trovò seduta davanti alla scrivania che leggeva un libro che Ace le aveva portato quel pomeriggio, parlava delle varie rotte che si potevano prendere per navigare nel mondo.

-Dai Michiko, non fare la testarda, ti prego, vieni a mangiare- disse Ace disperato, vedeva la ragazza che si faceva sempre più debole di ora in ora e non voleva che stesse male solo per un suo capriccio.

-Ti ho detto di no!- rispose lei alzandosi dalla sedia e andando verso di lui, ma era da due giorni che non mangiava e le forze le stavano venendo meno, sentì la testa girarle e cominciò a ciondolare vistosamente, Ace la prese prontamente e la portò sul letto a sedersi.

-Ehi stai bene?- domandò Ace preoccupato guardandola.

-Si, mi è solo girata un po’ la testa, sto già meglio- rispose lei divincolandosi da Ace e rialzandosi in piedi, ma fu costretta a tornare a sedersi.

-Vedi cosa succede a non mangiare niente?- sbuffò Ace guardando la ragazza che non riusciva nemmeno a stare in piedi.

Michiko non rispose.

-Ho qualcosa nella mia stanza, mi faccio sempre le scorte, te lo vado a prendere e per stasera mangi qui, ma da domani vieni con me in sala mensa, non ti preoccupare, mi faccio fare un tavolo con me e te e basta, ok?- spiegò Ace cercando di fare capire alla ragazza che lui voleva aiutarla e che poteva andare tranquillamente anche in sala mensa.

-Ok- rispose lei un po’ contraria, ma in fondo sapeva che il ragazzo la voleva solo aiutare.

-Aspettami qua e non alzarti- disse Ace uscendo dalla stanza e dirigendosi verso la sua per prendere cibo, poco dopo entrò con della carne e una bottiglia d’acqua.

-Bevi un po’ di questa prima- disse Ace porgendole la bottiglia dell’acqua, Michiko la prese e cominciò a bere come se non stesse bevendo da mesi, poi in pochi minuti finì anche il piatto di carne.

-Come ti senti?- domandò Ace sorridendo, vedendo che la ragazza si era ripresa abbastanza.

-Sto bene- rispose sempre con il suo solito tono la ragazza.

-È la terza volta che ti salvo la vita, e nemmeno…-

-Grazie Ace- disse lei senza lasciare finire la frase al ragazzo.

Ace la guardò sorridendo, lei però lo guardò arrabbiata come al solito e il sorriso di Ace pian piano scomparve per lasciare spazio ad un’aria disperata come al solito.

Le era costato molto a Michiko dire quelle due parole, ma alla fine Ace aveva ragione, era la terza volta che le salvava la vita, doveva ringraziarlo.

Lei da qualche giorno sentiva qualcosa dentro di sé, come un calore che si propagava sempre di più, quel ragazzo le faceva un effetto strano, quando era vicino a lui sentiva qualcosa bruciare, e non era il fuoco che lui emanava, era qualcosa dentro di sé.

Ma non capiva ancora cosa.

Ace capì che forse era meglio lasciar sola la ragazza e si diresse verso la porta.

-A domani Michiko, buonanotte!- salutò Ace uscendo dalla stanza, contento di aver fatto qualcosa per lei e soprattutto di aver ricevuto un ringraziamento.

Lei come al solito non rispose, ma sia Ace che Michiko, dentro di loro si sentivano felici, e forse era questo ciò che contava di più.

 

CONTINUA...

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Capitolo 4
*** Un bacio rubato ***


Eccoci al quarto capitolo! Mi sembra ieri di aver iniziato a pubblicare e ora sono arrivata al quarto e la mia storia è seguita da tante persone! Grazie veramente a tutti!

Come sempre ringrazio chi l'ha messo tra le preferite:
1 - akagami95
2 - Kamikaze
3 - Mail Keehl
4 - Oni_Sei
5 - Pupattolina
6 - stella_blu
7 - tre 88


Chi tra le ricordate:
1 - tre 88


E infine chi l'ha messa tra le seguite:
1 - Connie91
2 - fior di loto
3 - MBP
4 - sashi
5 - tre 88


Ringrazio chi legge senza recensire e un grazie molto più grande va a tutti quelli che recensiscono che qui di seguito potranno trovare la risposta ai vari commenti che hanno lasciato:

akagami95: Grazie ancora! Come sempre sei la prima a recensire, sono molto contenta che la storia ti stia piacendo^^ Michiko davanti a dei pirati, che poi devono anche proteggerla, non si metterà mai in riga, e questa cosa è anche a suo favore, solo la marina potrebbe farla stare buona, ma è meglio che non venga catturata per il suo bene. Ace è anche il mio personaggio preferito, però certe volte anche i tipi come lui sbagliano, e ha pagato il suo sbaglio con un ceffone. Eccoti ora il quarto capitolo! Spero ti piacca ^^ Un abbraccio =) Ciao!

Akemichan: Una nuova recensitrice! Che bello *-* Prima di tutto grazie per aver letto la mia storia e inserito il tuo commento, ora passiamo alla risposta. Prima di tutto grazie ai complimenti fatti al mio personaggio, è vero, ho voluto farla così per renderla diversa dalle altre, molte volte leggo personaggi di quel tipo e dopo un'attenta riflessione ho pensato di rendere il mio personaggio in questo modo. Per l'altra cosa ho capito cosa vuoi dire, si comporta così perchè è appunto la figlia di un loro compagno ed è per questo che non ha nessun timore, anche se delle volte come hai sicuramente letto si calma e capisce anche lei il suo errore, io non la trovo molto eccessiva come reazione, però ti posso anche dire che non sarà sempre così XD Sono contenta poi che gli altri personaggio ti sembrino IC ero un pò preoccupata dal fatto che forse non li avrei resi al meglio.
Grazie ancora per la recensione! Spero che il quarto capitolo sia di tuo gradimento! Un abbraccio =)

tre 88: Ciao! Grazie della recensione e dei complimenti! Michiko stava antipatica a tutti ma pian piano sta conquistando la nostra simpatia e anche quella di Ace, soprattutto nel capitolo che leggerai dopo le varie risposte alle recensioni. Spero ti piaccia anche questo! Grazie ancora, ciao^^

Mail Keehl: Ciao *-* E' vero, questo capitolo inizia già a parlare dei vari sentimenti che i due stanno provando, ma bisogna aspettare il capitolo che starai per leggere e altri per farsi un'idea ben precisa dei sentimenti dei due ragazzi. Se non conosci bene i vari personaggi non ti preoccupare, se hai qualche dubbio basta chiedere su msn XD Per il carattere di Ace ho cercato di dargli il suo originale, sperando ci sia riuscita a tutti gli effetti XD
Grazie ancora dei complimenti, spero apprezzerai anche il seguente! Ciao Ciao! Baci <3

Inoltre come sempre ringrazio Oni_Sei che corregge sempre il capitolo prima che venga pubblicato <3

E ora eccolo a voi!


UN BACIO RUBATO

 

Il giorno dopo, Ace andò a svegliare la ragazza, bussò alla porta e per fortuna lei rispose dicendogli di entrare, strano che fosse sveglia a quell’ora, per Ace era andata bene, il ragazzo entrò.

-Come stai?- domandò Ace avvicinandosi a lei che si stava mettendo a sedere sul letto, questa volta vestita con una larga camicia da notte arancione che il giorno prima Ace aveva portato insieme ai vestiti, i capelli sempre raccolti in una treccia e gli occhi ancora assonnati.

-Sto bene- rispose freddamente lei, mettendosi a posto l’orlo dell’abito.

-Non potresti essere un po’ meno fredda?- domandò Ace.

-No!- rispose lei guardandolo dritto negli occhi.

-Come non detto, andiamo a fare colazione?- domandò allegramente Ace cercando di riportare il discorso ad un tono sereno.

-Esci che mi preparo- rispose lei alzandosi dal letto e guardandosi intorno per cercare i vestiti.

Il ragazzo le lanciò un’occhiata maligna per poi uscire dalla stanza, Michiko andò a lavarsi e a cambiarsi e poi uscì dalla camera, dove vi era Ace che la stava aspettando.

-Seguimi- disse Ace cominciando a camminare per i vari corridoi della nave, dopo qualche minuto arrivarono in sala mensa, questa era già piena di parte dell’equipaggio che stava consumando la colazione, Ace, seguito da Michiko, si diresse verso il suo solito posto, cioè il tavolo con Barbabianca, Marco e Jaws.

-Buongiorno!- salutò Ace alzando la mano.

-Buongiorno Ace! Buongiorno Michiko!- salutò Barbabianca ridendo.

Ovviamente Michiko non diede segno di risposta, ma si voltò dall’altra parte a guardare un punto imprecisato della parete.

Ace la guardò male, poi spostò il suo sguardo verso il tavolo dei compagni.

-Scusate, ma d’ora in poi non mangerò più con voi- spiegò Ace sorridendo.

-Come?- domandò Marco incuriosito.

-Sono riuscito a portarla in sala mensa, però non vuole stare al tavolo con altri, quindi le faccio compagnia- spiegò Ace guardando la ragazza girata da un’altra parte.

-Non ti preoccupare figliolo- disse Barbabianca che stava mangiando un pezzo di pollo, su quella nave la colazione era come un pasto normale.

-Grazie padre- sorrise Ace.

-Michiko, vieni- la chiamò Ace, si andarono a sedere in un tavolino non molto lontano che Ace aveva fatto preparare appositamente per loro.

Pian piano la sala si stava riempiendo sempre di più, tutti i pirati ormai si erano svegliati e si erano riuniti in sala mensa, affamati più che mai per fare colazione.

Michiko, che non era affamata come questi, bevve solo un po’ di latte con due biscotti, mentre Ace mangiò come se stesse pranzando.

-Fai schifo!- gli disse la ragazza guardando lui e poi il suo piatto.

Ace alzò lo sguardo dal piatto verso di lei.

-Perché?- domandò con la faccia di uno che non riusciva a capire.

-Hai mangiato per tre persone come se fosse pranzo- spiegò lei.

-Allora? Non è colpa mia se ho fame- rispose Ace ridendo e continuando a mangiare.

Michiko si mise le braccia conserte appoggiando la schiena contro lo schienale della sedia e cominciò a guardarsi intorno aspettando che il ragazzo finisse la colazione per poi farsi riportare in camera.

I giorni seguenti furono sempre così, Michiko usciva dalla sua stanza solo per la colazione, il pranzo e la cena, stava sempre dentro a leggere i libri che Ace le portava, solo un pomeriggio Ace era riuscita a farla uscire per portarla a fare un giro sul ponte, non poteva sempre restare chiusa in camera, aveva bisogno un po’ d’aria fresca, delle volte lui si fermava anche a farle compagnia per non farla stare sempre da sola, però, finché lei non avesse iniziato a parlare anche con gli altri membri dell’equipaggio, sarebbe stato difficile farle avere un po’ di compagnia.

Una sera i due erano seduti a tavola a mangiare, Ace le stava dicendo che il giorno dopo sarebbero arrivati su un’isola e si sarebbero fermati per circa due o tre giorni.

-Ti va di scendere per farti un giro? Potresti comprarti dei vestiti- domandò Ace cercando di convincere la ragazza.

-E come faccio? Non ho di soldi- rispose con il suo solito tono da arrabbiata mentre stava tagliando una fetta di carne.

-Non ti preoccupare, quelli li ho io- rispose Ace sorridendole addentando ciò che aveva in mano.

-Comprameli te- rispose lei, che intanto aveva messo in bocca il pezzetto di carne che aveva tagliato.

-Perché non vuoi scendere?- domandò Ace guardandola negli occhi.

-Come posso scendere su un’isola, sono una ricercata, se la gente mi vede chiamerebbe subito la marina- spiegò lei posando le posate arrabbiata.

-Guarda che anch’ io sono un ricercato, e poi ci sono io che ti proteggo, basta che mi stai vicino e sei al sicuro- spiegò Ace.

-Non lo so, ci devo pensare- rispose lei cercando di chiudere il discorso.

Ace non andò avanti a parlare, ma continuò a mangiare.

Poco dopo Michiko alzò lo sguardo verso Ace.

-Mi fa schifo!- gli disse facendo cadere il pezzo di pane che aveva in mano per terra.

Ace alzò gli occhi verso di lei.

-Ma che fai?- domandò lui con gli occhi sbarrati.

-È vecchio, non mi piace!- urlò lei richiamando l’attenzione dei tavoli a fianco, tra cui quello dove erano seduti il capitano e gli altri due comandanti.

Tutti si girarono per vedere che stava succedendo.

Michiko, poi, si alzò dal tavolo, con il piede, che indossava uno stivaletto basso, calpestò il pane che precedentemente aveva buttato per terra, posizionò le mani sui fianchi, scrollò indietro la testa per mettersi a posto i capelli e con aria di sfida guardò Ace.

Marco vedendo quel gesto si alzò dal tavolo.

-Risiediti figliolo- lo calmò Barbabianca mettendogli una mano davanti.

-Ma padre, guardi cosa ha fatto quella… quella… - non riusciva a trovare un termine esatto, e di certo non voleva chiamarla ragazza, restò in piedi con le mani appoggiate al tavolo a guardare la scena.

-Bisognerebbe darle una lezione- intervenì Jaws.

I due comandanti non sopportavano proprio Michiko, per il suo comportamento, per i suoi modi di fare, cercavano di farsela andare a genio solo perché era la figlia di un loro vecchio compagno.

-È compito di Ace questo, ci penserà lui, l’ho affidata al suo controllo- rispose Barbabianca, per poi rigirarsi a guardare cosa stavano combinando i due interessati.

-Michiko…- Ace non aveva parole, restava a bocca aperta a guardarla.

-Cosa vuoi?- domandò lei.

Ace continuava a guardarla, poi si alzò dal tavolo cambiando la sua espressione, da stupito divenne arrabbiato, questo era veramente troppo.

-Ti sembra il modo?- domandò guardandola dritta negli occhi, indicando il pane per terra.

-Certo, io non mangio cibo vecchio- rispose lei con aria superiore.

-Allora lo lasciavi lì, senza comportati in questo modo- disse poi indicando il tavolo.

Michiko alzò le spalle fregandosene, poi cominciò a camminare, dirigendosi verso l’uscita della sala mensa, diretta in camera sua, per questa sera ne aveva abbastanza.

-Michiko!- la chiamò Ace, ma lei anche se sentiva il richiamo del ragazzo non si voltò, ma proseguì per la sua strada.

Ace si voltò per un attimo verso il suo capitano, che fece cenno di seguirla con la testa, quindi anche lui uscì dalla sala mensa.

Gli altri pirati assistenti alla scena che si era appena svolta erano ancora pietrificati e si guardavano tra di loro senza pronunciare parola, poi Barbabianca li fece tornare alla realtà esortandoli a continuare a mangiare.

E tutti tornarono a mangiare la loro cena come se non fosse successo niente.

Ace nel frattempo stava seguendo la ragazza, camminava più lentamente di lei, sapeva dove era diretta, ma voleva prendere un po’ di tempo per raccogliere tutte le idee e tutto ciò che doveva dirle, poi vide la porta della sua camera chiudersi, poco dopo arrivò davanti a questa, si fermò prima di bussare, pensò ancora a tutto, doveva dirle tante cose, doveva far finire questo suo comportamento, doveva farle capire che doveva cambiare il suo atteggiamento.

Bussò.

Nessuna risposta.

Bussò ancora.

-Che vuoi?- domandò più scontrosa che mai.

-Fammi entrare! Ti devo parlare- urlò Ace.

-La porta è aperta, entra pure…- rispose lei.

Ace aprì la porta, vide la ragazza seduta sul letto, con la schiena appoggiata al muro, lo stava guardando, lui  chiuse la porta dietro di sé e poi si avvicinò lentamente, fermandosi a metà stanza.

-Allora che vuoi?- lo esortò a parlare.

-Michiko… devi piantarla di comportati in questo modo, questa è l’ultima volta che te lo dico, non ne posso più io e soprattutto gli altri pirati... -

-Non m’interessa- intervenne la ragazza facendogli interrompere il discorso, si alzò in piedi e si avvicinò a lui, un metro li separava.

-Come fai a dire che non t’interessa?- urlò Ace guardandola dritta negli occhi.

-Lo dico e basta- rispose sostenendo lo sguardo del ragazzo, le mani erano appoggiate ai fianchi, mentre Ace teneva le braccia rigide lungo il corpo.

Si guardarono negli occhi, nessuno voleva cambiare traiettoria, tutti e due volevano vincere ed erano pronti a tutto, convinti delle loro idee.

Ace si avvicinò a lei e lei accorciò ancora la distanza, ora solo pochi centimetri li separavano, potevano guardarsi molto meglio ora negli occhi, c’era sempre uno sguardo serio arrabbiato, ma con un filo di qualche altra emozione, si stavano avvicinando ancora di più, pian piano contemporaneamente chiusero gli occhi, qualcosa li stava spingendo a compiere questo gesto, qualcosa li stava spingendo a baciarsi.

Ma Ace li riaprì e si allontanò, Michiko non sentendo niente riaprì anche i suoi e lo guardò, vide che la stava guardando.

-Pensavi veramente che ti stessi per baciare?- rise Ace.

Lei lo guardò arrossendo leggermente, era arrabbiata, era stata presa in giro, continuava a guardarlo senza parlare.

-Oh, allora lo hai un cuore se volevi baciarmi- rise ancora Ace.

-No che non ti volevo baciare… - spiegò subito lei muovendo le mani davanti a sè, anche queste dicevano di no.

-Ovvio… - proseguì Ace.

Lei non rispose, continuava a guardare Ace e basta, poco dopo lui si avvicinò ancora a lei, però Michiko, per paura che si ripetesse la scena di prima, si spostò indietro.

-Guarda che ora ti bacio veramente- disse Ace con un tono più serio che mai, mettendo la sua mano dietro la testa della ragazza portandola vicino alla sua.

Michiko lo guardava senza parlare, non aveva parole, non riusciva più a pensare, non riusciva a capire cosa stava succedendo, ma quando le labbra di Ace furono a contatto con le sue si lasciò andare al bacio che il ragazzo le stava dando, chiuse gli occhi e mettendo le sue braccia attorno al collo di lui si lasciò andare.

Si baciarono per qualche istante, quando si staccarono si guardarono negli occhi, poi Michiko si divincolò subito dalla presa del ragazzo e fece qualche passo indietro.

-Come hai potuto baciarmi? Vai fuori da questa stanza! Non ti voglio più vedere!- cominciò ad urlare Michiko alzando un braccio e facendo cenno ad Ace di uscire.

-Veramente anche tu mi hai baciato- rispose Ace non riuscendo a capire il comportamento della ragazza.

-Esciiiiiiiiiiiiiii!!!- urlò ancora Michiko.

Questa volta Ace non disse niente e uscì dalla stanza, come poteva cambiare idea in così poco tempo quella ragazza? Ma ora non gli importava più di tanto, con la lingua si sfiorò le labbra, c’era ancora il suo sapore, era contento e basta, non sapeva ancora bene cosa lo aveva spinto a baciare Michiko, ma fin dall’inizio l’aveva incuriosito e non si pentiva di questo gesto.

Michiko era andata subito a sedersi sul suo letto, era arrabbiata, non avrebbe mai dovuto baciare quel ragazzo, non che la cosa le dispiacesse, anzi, invece di tirarsi indietro, aveva ricambiato il bacio del ragazzo, ma non avrebbe mai voluto che le cose si evolvessero in questo modo, però era successo, lo aveva baciato e aveva anche capito che i sospetti che da qualche giorno vagavano nella sua mente erano esatti: si era invaghita di Ace.

Ovviamente si ripromise di non far capire nulla al ragazzo, lui non doveva saperlo.

Poco dopo si alzò dal letto per andarsi a fare una doccia, andò a dormire e decise che per qualche giorno era meglio non avere contatti con lui, anche perché prima di provare a parlare con lui doveva spiegarle perché le aveva dato quel bacio.


CONTINUA...

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Capitolo 5
*** Fuga ***


Eccoci al quinto capitolo, pubblicato in via eccezionale il giovedì sera, perchè domani non ci sarò e quindi mi sarebbe stato impossibile pubblicarlo domani.
Su questo capitolo non voglio dire niente, quindi leggete!


Però prima di tutto mi prendo lo spazio per ringraziare un pò di persone come sempre:

Chi ha messo la storia tra i preferiti:
1 - akagami95  
2 - Kamikaze
3 - Mail Keehl
4 - Oni_Sei
5 - Pupattolina
6 - sharry
7 - stella_blu
8 - tre 88
9 - _AZRAEL_

Chi ha messo la storia tra le ricordate:
1 - tre 88  
2 - _AZRAEL_

Chi ha messo la storia tra le seguite:
1 - Connie91  
2 - fior di loto
3 - MBP
4 - sashi
5 - tre 88
6 - _AZRAEL_

E infine chi mi ha messo tra gli autori preferiti:
1 - tre 88

Ed ora passiamo alle risposte alle recensioni:


Akemichan: Ciao! Grazie della recensione =) e ancora grazie ai complimenti al personaggio oltre alle critiche, se così si possono chiamare xD Ti posso ancora dire che non sarà per sempre così, dallo scorso capitolo le cose hanno un pò cominciato a cambiare, cosa che faranno sempre pian piano, in fondo mica potevo fare una fic solo su Michiko che urla di qua e di là senza arrivare a nessuno scopo XD La scena del bacio mi è piaciuta molto scriverla, me la sono proprio vista davanti ai miei occhi e ci ho riso molto su, da ricordate è il fatto che mi era venuta l'ispirazione quando ero ancora a scuola per questa scena XD Il consiglio che mi hai dato lo trovo molto utile, cercherò di applicarlo subito al capitolo che ti appresti a leggere. Grazie ancora! Ciao Ciao!

akagami95: Ciao^^ Grazie mille! Già loro sono l'esempio XD Litigano per tre capitoli e mezzo e poi si baciano *festeggia* c'è poco però da festeggiare sese. Barbabianca è il capitano e quindi era anche un suo dovere essere paziente con la ragazza, però Marco non ce la fa più xD Sul fatto che Michiko potrebbe parlare con altri non apro bocca, leggerai tutto in questo capitolo. Grazie ancora =) Ciao Ciao!

Mail Keehl: Non ti preoccupare, quando hai tempo leggi ^^ Comunque grazie di aver lasciato come sempre la recensione =) Come dici tu gli scatti di Michiko sono molto fastidiosi, se avesse fatto una cosa del genere davanti a Marco sarebbe già stata buttata a mare da lui XD Per fortuna lo ha fatto davanti ad Ace, che sta mantenendo la calma, ma non so ancora per quanto la manterrà xD Bella quella che Ace sembra un principe azzurro, quasi quasi però io dire un principe rosso fuoco sese, la scena del bacio è stata veramente stupenda e ti ho anche detto dove mi è venuta l'ispirazione XD Sono contenta che ti sia piaciuto molto, a mio avviso per ora è il capitolo migliore, però ne sto sfornando altri che lo eguaglieranno o lo supereranno addiruttura sisi. Grazie ancora, alla prossima! Baci ^^ Ciao Ciao!


Ringrazio come sempre Oni_Sei che si occupa di riguardare il mio capitolo prima della pubblicazione <3

E ora passiamo ad esso!


FUGA

Il giorno dopo Michiko si svegliò presto, non era quasi riuscita a dormire, e per quelle poche ore di sonno aveva dormito male e agitata, pensava a ciò che era accaduto la sera prima.
Era felice ma allo stesso tempo triste, ogni tanto qualche lacrima scendeva dai suoi occhi, aveva paura di ciò che poteva succedere, non voleva che le cose finissero male, però se l’aveva baciata ci doveva pur essere un motivo.
Doveva chiederglielo, doveva farsi dare assolutamente delle spiegazioni.
Si alzò dal letto ancora assonnata, voleva prepararsi per farsi trovare pronta all’arrivo del ragazzo.
Passò un arco di tempo che per Michiko sembrava interminabile, poi come ogni mattina Ace bussò alla porta, e datogli il permesso dalla ragazza, entrò nella stanza come nulla fosse.
-Come stai?- domandò felice Ace guardandola e sorridendole.
-Non ti interessa- rispose secca lei che era seduta sul letto con le gambe accavallate.
-Iniziamo bene la giornata…- sbuffò Ace avvicinandosi a lei per capire cosa c’era già che non andava di mattina.
-Perché mi hai baciato?- domandò Michiko all’improvviso, buttando fuori quelle parole come un vulcano che scoppia per la troppa lava, le sue mani stringevano il lenzuolo per la paura. I suo occhi, paurosi della risposta che poteva essere data, guardavano Ace con esitazione, sperando ora che quella risposta non arrivasse mai.
Ace si fermò a metà stanza, restò a guardarla per un po’, spostò lo sguardo verso il pavimento e poi lo rialzò pronto a rispondere.
-Perché mi andava-
“Bene, perfetto, lo aveva fatto solo perché si annoiava… ”  pensò Michiko tristemente spostando lo sguardo e mordendosi il labbro inferiore.
Non vedendo nessuna risposta dalla ragazza, Ace cambiò argomento.
-Andiamo a fare colazione e poi andiamo a fare un giro? Siamo arrivati da un’ora all’isola- domandò cercando di riportare un po’ di serenità in quella stanza.
-No! Vattene via, non ti voglio più vedere! Fuori dalla mia stanza!- ordinò la ragazza mettendosi in piedi davanti a lui, indicando con il dito puntato e la mano alzata la porta.
-Ehi Michiko, ma che ti prende?- domandò Ace non capendo, mettendosi più vicino.
-Ti ho detto di uscire, non ti voglio vedere, hai approfittato di me, esci subito da questa stanza!- urlava ancora sempre indicando la porta.
-Potevi benissimo tirati indietro- rispose lui con tutta tranquillità alzando le spalle.
-Ti ho detto di uscire!- urlò isterica lei.
-Ok, me ne vado, ma non venirmi a cercare se hai bisogno- disse Ace uscendo dalla stanza, ora si era irritato anche lui.
Michiko si sedette sulla sedia che era da parte a lei, cominciò a piangere, la sua durezza era svanita tutta ad un tratto pensando che Ace l’aveva baciata solo perché gli andava, non lo voleva più vedere, non voleva più stare su quella nave, doveva andare via. Poco dopo le venne in mente che Ace le aveva detto che erano arrivati su un’isola e all’improvviso le venne un’idea: poteva scendere dalla nave e scappare su quest’isola, non l’avrebbero più trovata e non avrebbe più rivisto Ace.
Però prima di scappare doveva aspettare un po’, doveva aspettare mattino inoltrato, quando gran parte dell’equipaggio sarebbe sbarcato, sulla nave sarebbero rimasti in pochi e lei sarebbe riuscita a fuggire con facilità.

Le ore nella sua stanza passavano interminabili, poi quando ormai erano le undici decise che quello era il momento adatto, raccolse i capelli in due trecce che le ricadevano ai lati, mise un capello nero in testa, glielo aveva portato Ace, non le era mai piaciuto ma ora faceva al caso suo, serviva per nascondersi dalla vista degli altri, indossava pantaloni stretti bianchi che le arrivano sotto il ginocchio, scarpe nere con un mini-tacco e un cinturino, sopra aveva una canottiera nera e sopra di questa una giacca blu, leggera, ma lunga fino a metà coscia, con le maniche tirate su fino al gomito.
Pian piano, e senza fare troppo rumore, tirò giù la maniglia e aprì la porta, imprecando mentalmente per quel cigolio sinistro che emetteva, tutt’ intorno vi era silenzio, mise soltanto la testa fuori e si guardò attorno, non c’era nessuno: quello era il momento adatto.
Chiuse la porta dietro di sé e cominciò ad andare verso il ponte, ormai sapeva dov’ era, Ace delle volte la portava fuori, e la strada l’aveva imparata anche lei, si trovò davanti la porta che portava all’aria aperta, respirò profondamente prima di aprire e poi pian piano l’aprì, sul ponte vi erano dei pirati che stavano passando, alcuni stavano guardando il mare, altri invece stavano dormendo vicino al parapetto.
Ora scappare sarebbe stato molto più difficile.
Uscì e richiuse piano la porta, poi nascondendosi dietro casse e barili che si trovavano lì intorno riuscì a trovare una scaletta di corda che portava direttamente a terra. Si calò giù dalla nave con quella e si ritrovò in un posto deserto, davanti a lei vi era una grande foresta, mentre più in là vi era una stradina, forse era quella che portava alla città.
“Ovviamente avranno attraccato in un posto deserto per non far vedere la nave dalla gente della città” pensò lei.
Guardò sopra la nave per vedere se qualche pirata era affacciato al parapetto, vedendo che non c’era nessuno cominciò a correre lungo quella via, ogni tanto vedeva qualche pirata che stava tornando alla nave, in quei momenti correva dietro i cespugli che crescevano da parte alla strada per nascondersi e non farsi vedere, poi proseguiva verso la città.
Dopo circa una mezz’oretta arrivò a destinazione, la città sembrava grande, era arrivata al porto e vide che c’erano tantissime navi attraccate, davanti alle case c’erano anche tante bancarelle che vendevano qualsiasi tipo di prodotto, dal pesce fresco a souvenir di quella città. Tutto intorno la gente urlava e si poteva sentire un clima di spensieratezza e tranquillità, cosa che a Michiko fece molto piacere, era da tanto che non respirava un clima del genere.
La gente portava abiti colorati e fatti di un tessuto leggero, così guardò i suoi, doveva assolutamente comprarsi dei vestiti più decenti, quelli che aveva indosso non le piacevano per niente, si avvicinò ad una delle bancarelle dove erano esposti vari tipi di indumenti e cominciò a guardarli.
Le piacevano molto ma purtroppo non aveva soldi.
La signora proprietaria di quel banco si avvicinò a lei, era un tantino bassa e di corporatura robusta, i capelli erano neri raccolti dietro la testa, indossava un vestito bianco sbracciato che le arrivava fino ai piedi, la pelle era molto scura sicuramente doveva essere data dall’abbronzatura che ogni giorno prendeva stando sotto al sole.
-Secondo me quel vestito ti starebbe proprio bene- le disse indicando un vestito arancione corto e molto scollato.
“Ci mancava anche questa” pensò Michiko irritata.
-Sì è veramente carino- sorrise lei -però non ho soldi per comprarlo-
-Oh cara, una ragazza bella come te penso non abbia problemi a cercare un lavoro- rise la donna mettendosi le mani sui fianchi.
-Infatti sto pensando di cercarne uno- a Michiko le venne in mente che lavorando e facendosi ospitare da qualcuno avrebbe potuto guadagnare dei soldi per comprarsi dei vestiti e ricominciare una vita decente in questa città.
-Ti dico una cosa allora, ragazza- disse la donna tirando fuori dalla tasca un volantino.
Michiko lo guardò senza capire.
-Tieni questo, stasera su una nave ci sarà una festa per persone di alto grado, cercano belle cameriere, pagano tanto, saresti perfetta- le disse dandole in mano il volantino.
-Grazie- rispose lei sorridendo.
-E torna quando avrai abbastanza soldi, quel vestito di starebbe proprio bene- disse la donna tornando dietro al banco.
-Certamente- rispose lei salutando, mentre la donna aveva già cominciato ad urlare per raccogliere clientela intorno al suo banco.
Michiko si andò a sedere su una panchina in penombra, la luce del sole le dava fastidio, lei era molto chiara di pelle e le piaceva restare così, poi prese in mano il volantino e gli diede un’occhiata, odiava le persone che si mettevano a parlare con lei senza avere un motivo preciso, ma alla fine quella donna le era stata d’aiuto, le aveva trovato un modo semplice per guadagnare un bel po’ di soldi.
Cominciò a leggerlo.
“Stasera all’ormeggio numero 1 del porto ci sarà una festa per persone di alto livello, si cercano belle cameriere per tutta la serata, queste verranno pagate un milione di Berry”
-Un milione di Berry?- disse ad alta voce Michiko che per poco non svenne, poi si guardò intorno, qualcuno si era girato a guardarla.
“Oh cavolo, ma è tantissimo, è troppo, io devo assolutamente andare” ricominciò a leggere il volantino, diceva di presentarsi alle 18 davanti alla nave, la festa sarebbe cominciata alle 21. Non poteva assolutamente lasciarsi scappare quell’occasione, decise quindi di aspettare e di andare a farsi un giro per la città nel frattempo, stando sempre attenta a non incontrare qualcuno che navigava sulla stessa nave.

Era ormai passato mezzogiorno, il sole era alto nel cielo, in giro per le strade non vi era quasi nessuno, tutte le persone si erano rifugiate in casa per sottrarsi al caldo torrido che vi era nelle prime ore del pomeriggio, Michiko vagava senza meta nelle vie della città, aveva fame e soprattutto sete, ma non avendo soldi non poteva comprarsi niente, mentre camminava arrivò ad una piazzetta, al centro di questa vi era un piccola fontana con intorno dei giardinetti, dei bambini stavano ridendo e urlando mentre si schizzavano l’acqua, la ragazza sorrise lievemente, poi andò verso questa fontana per dissetarsi un po’.
Si sedette sul bordo, i bambini al suo arrivo smisero di schizzarsi l’acqua per evitare di bagnare la ragazza e cominciarono a giocare con un pallone, Michiko prima di bere si specchiò nell’acqua, vide il suo volto riflesso, un volto triste, pensò per un’ ultima volta a cosa era successo la sera prima e decise di farsi forza, doveva superare quel momento e chiudere con il passato.
La sua immagine riflessa si ruppe quando mise le mani dentro per rinfrescarsi la faccia e raccogliere un po’ d’acqua con le mani a forma di ciotola per portarla alla bocca e berla. L’acqua fresca le andava giù e lei si sentì come rinascere, si girò e si guardò intorno, i bambini stavano ancora giocando a pallone, intorno si vedeva solo qualche passante diretto alle proprie case.
Stette ancora  un po’ di tempo lì, poi decise che forse era meglio andare via e trovare un posto sicuro dove poter aspettare la sera per andarsi a presentare a quel lavoro, non doveva essere vista da nessuno ed era stata fortunata che per ora nessuno l’aveva riconosciuta, forse era riuscita a mascherare un po’ il suo volto o forse le notizie su quest’isola non erano ancora arrivate.
Si immerse di nuovo per le vie strette di quella città tornando al porto, per fortuna aveva un buon senso dell’orientamento e per questo aveva evitato di perdersi in questo paese sconosciuto .
Tornata al porto andò subito all’ormeggio numero 1 dove vide una grande nave bianca tutta adibita a festa, era veramente favolosa, aveva visto solo una nave più grande di quella, la stessa nave da dove era arrivata.
Si guardò intorno e vide una piccola via in ombra, decise di sedersi lì per terra, nascosta da tutto e da tutti a riposare e ad aspettare l’ora esatta.

Ace invece si trovava dall’altra parte della città insieme a Marco, Jaws e altri pirati. Erano in una locanda dove si erano fermati per pranzare, davanti a loro c’erano montagne e montagne di piatti, Ace si era praticamente mangiato tutte le scorte di quella locanda, e ora la cosa divertente sarebbe stata che avrebbe dovuto pagare tutto Marco come al solito.
Dopo mangiato decisero di restare ancora un po’ a riposare in quella locanda, poi avrebbero fatto un altro giro in città e infine sarebbero tornati alla nave entro sera.
Marco si azzardò a fare la domanda.
-Ma Michiko quando si deciderà a rivolgere la parola agli altri?- domandò.
-Non saprei, pensa che ha deciso di non parlare più nemmeno a me- rise Ace.
-Ah bene, e tu ridi anche- disse seccato Marco, odiava quando Ace si comportava così, rideva sempre nei momenti sbagliati.
-Certo che rido, tanto prima o poi smetterà di comportarsi in questo modo- affermò convinto Ace.
Marco lo guardò non tanto convinto.
Poi cadde sul tavolo, si era addormentato di colpo, a causa della sua narcolessia.

Le campane suonarono sei tocchi, finalmente erano arrivate le 18, Michiko guardò verso la nave e vide un uomo che stava scendendo, questo poi si mise davanti, attaccò lo stesso volantino che aveva lei alla nave, poi con le braccia conserte si mise lì ad aspettare. Non era molto alto, ma era abbastanza robusto di costituzione, portava una camicia rossa un po’ sgualcita messa dentro a dei pantaloni marroni, indossava stivali alti fino al ginocchio neri e un paio di guanti anch’essi neri. Gli occhi erano marrone scuro, e i capelli corti e grigi.
Michiko decise di aspettare ancora qualche minuto, per vedere se altre ragazze si facevano avanti, poi non vedendo nessuno decise di andare. Si avvicinò pian piano, l’uomo la vide e le sorrise, lei lo guardò male, quando poi fu davanti a lui si fermò.
-Son venuta per quel lavoro- indicò il volantino appeso.
-Seguimi- rispose salendo sulla nave.
Lei lo seguì, il ponte era spoglio, pensò che la festa doveva svolgersi all’interno, o magari che dovevano ancora preparare.
Quando furono sottocoperta l’uomo la condusse davanti ad una grande stanza, entrarono e a quel punto Michiko tentò subito di scappare ma prontamente lui la prese e la riportò dentro facendola cadere, poi le puntò contro una pistola.
-Ne ho portata un’altra- urlò l’uomo.
A destra di questa grande stanza vi era una grande porta aperta da dove comparve un altro uomo, tutt’intorno invece vi erano delle celle con dentro delle ragazze: era finita in una nave di schiavi e il volantino era stato usato solo per attirare delle ragazze.
-Molto bene- disse l’uomo che era appena comparso, era alto quasi più di due metri, capelli mori raccolti in un piccolo codino, occhi scuri con uno sguardo cattivo e oscuro accentuato anche dalle folte sopracciglia, la camicia che indossava era blu scura a quadri mentre i pantaloni neri erano dentro stivali anch’essi di quel colore.
-Alzati!- urlò l’uomo che l’aveva portata lì dentro.
Lei avendo una pistola puntata addosso si alzò subito e cominciò a guardarsi attorno, in tutto vi erano tre celle con dentro una decina di ragazze ciascuna, tutte che urlavano e cercavano di liberarsi, erano tutte ragazze molto belle, sicuramente erano venute tutte su questa nave per lo stesso motivo, ma purtroppo poi erano state catturate come era successo a lei.
-State zitte- le intimorì il secondo uomo tirando fuori una pistola anch’esso e puntandola contro di loro.
Le ragazze prima urlarono spaventate e poi si zittirono.
-Guarda un po’ questa ragazza che ti ho portato, la riconosci?-
Michiko si girò verso di lui. “Perché quell’altro doveva conoscermi?”
-Ora che ci penso l’ho vista su un giornale- rispose guardando bene Michiko.
-Già, è la ragazza che la marina sta cercando, ha cento milioni come taglia, ma noi riusciremo a farcene dare il doppio dalla marina- spiegò l’altro ridendo.
-Ben fatto, questa la portiamo di là, sarà il nostro bottino- decise il secondo.
I due portarono Michiko nella stanza da dove era comparso l’uomo che era sulla nave, lì dentro vi era solo una cella, la stanza era più piccola dell’altra e in mezzo a questa vi era un grande tavolo con sopra dei soldi, probabilmente prima stava contando il suo guadagno.
“Che gente spregevole” pensò Michiko schifata.
-Vattene qua dentro e fai la brava!- l’uomo che l’aveva portata sulla nave la spinse anche dentro la cella, poi la richiuse, Michiko andò a sedersi in un angolo spaventata.
-Torno fuori a vedere se arrivano altre prede- disse congedandosi dal suo collega.
L’altro invece tornò a sedersi davanti al tavolo continuando a contare i soldi.
-Devi essere proprio ingenua eh ragazza, andare in giro a cercare lavoro con un taglia di cento milioni sopra la testa- si rivolse l’uomo alla ragazza mentre continuava a contare i suo soldi.
Lei non rispose.
-Non rispondi eh, ci penserà la marina a farti tornare la voce con tutto quello che ti farà- l’uomo scoppiò in una fragorosa risata, poi voltò lo sguardo da un’altra parte.
Michiko si fece più stretta, piegò le gambe e le circondò con le sue braccia stringendole forte, cercando di farsi sempre più piccola, pensando che magari potessero non vederla. Poi le venne in mente Ace, aveva deciso di non pensarci, ma ora il suo pensiero era arrivato fino a lui, avrebbe voluto tanto che la venisse a salvare, ma lui sarebbe tornato sulla nave e non l’avrebbe trovata, l’avrebbe cercata ma non sarebbe mai riuscito a trovarla qua dentro, magari lui sarebbe stato anche contento di non vederla mai più. Lente lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi, cominciò ad avere freddo e a tremare, tutt’intorno era freddo, le sbarre di ferro, le pareti della cella e anche il suo cuore dal qualche tempo era diventato freddo. Ma Ace le aveva causato qualcosa e ora l’unica cosa che sperava era che lui la andasse a salvare.

Nel frattempo Ace e gli altri erano tornati sulla nave, il moro aveva deciso di provare a far visita a Michiko, per vedere se si era un po’ calmata, bussò alla porta ma non ricevette nessuna risposta.
Ace quindi decise di entrare comunque, aprì la porta, pronto a sentirsi urlare dietro ma guardandosi intorno non vide nessuno, guardò meglio, la porta del bagno era aperta, ma anche lì non vi era nessuno.
“Ma dove può essere finita?” si domandò.
Corse sul ponte e cominciò a chiedere in giro, nessuno l’aveva vista, girò tuta la nave ma non trovò nessuna traccia, e nemmeno i suoi compagni erano stati molto d’aiuto. Arrivò quindi ad un’unica soluzione: era scappata dalla nave.
“Maledizione a lei!” pensò mentre saltava giù dalla nave diretto alla città per cominciare da cercarla da lì.
-Ace! Dove stai andando?- domandò Marco vedendo che era saltato giù dalla nave.
-Michiko è scappata!- rispose voltandosi per un secondo.
-Dannazione a quella ragazza- imprecò sottovoce Marco che non riusciva proprio a sopportarla.

Michiko sentì di nuovo urlare nell’altra stanza, poi una voce, la stessa che l’aveva portata lì dentro, diceva che ne aveva portata un’altra. L’uomo nella stanza con lei si diresse fuori per vederla senza neanche degnare di uno sguardo Michiko. Lei si cominciò a guardare attorno, quando per terra vide un pezzetto di ferro lungo circa cinque centimetri, subito si precipitò ad afferrarlo e poi alzandosi in piedi tentò di aprire la porta della cella usando quel ferretto, dopo vari tentativi ci riuscì e andò dall’altra parte della stanza per controllare se c’era un’altra porta, ma purtroppo era tutto chiuso.
“Oh no, è tutto chiuso, ora mi prenderanno di nuovo” pensò impaurita, i suoi occhi continuavano a piangere, aveva tanta paura, poi decise di tentare la fuga dall’altra parte, si nascose dietro al muro da parte alla porta, in questo modo appena l’altro uomo sarebbe rientrato lei sarebbe scappata e ne avrebbe dovuto affrontare solo uno.
Aveva il cuore che le batteva all’impazzata, sentì i due che si stavano salutando di nuovo e poi un rumore di passi che venivano verso di lei. Appena lo vide entrare fuggì di corsa, ma lui se ne accorse subito e prese a seguirla chiamando indietro l’altro suo amico che era appena uscito e quindi rientrò in fretta. Michiko se lo ritrovò davanti che cercava di fermarla, lei per difendersi usò il ferretto precedentemente trovato e lo affondò nel braccio dell’uomo, ferendolo. Lui urlò e tentò subito di fermare la ragazza che si stava facendo indietro, ma alle sue spalle stava arrivando l’altro uomo che la colpì buttandola a terra, poi tirò fuori una pistola puntandogliela addosso, lei che stava tornando all’attacco si fermò subito stando per terra.
-Ora ti ammazzo!- urlò l’uomo che era stato ferito tirando fuori la pistola e pronto a sparare.
-No!- urlò l’altro che spostò il braccio del suo compagno facendogli cambiare mira. Il colpo andò a vuoto colpendo il pavimento.
L’uomo che voleva ucciderla si girò verso l’altro senza capire.
-Se la uccidiamo la marina ci darà molto meno!- spiegò.
L’altro quindi si girò arrabbiato, avrebbe voluto ucciderla, si stava dirigendo verso l’uscita coprendosi la ferita con una mano poi però voltò la testa verso Michiko.
-La prossima volta ti uccido, fregandomene dei soldi- poi uscì dalla porta.
-Su alzati!- disse l’altro che la ricondusse davanti alla cella, dietro la schiena aveva puntata la pistola.
-Bevi questo prima di entrare- disse l’uomo prendendola e sbattendola contro il muro, lei cercò di liberarsi urlando ma l’uomo era più forte e le fece bere un liquido che si trovava dentro una boccettina che aveva tirato fuori dalla tasca. Michiko si cominciò a sentire molto debole, probabilmente quello che le aveva dato era un calmante, l’uomo poi la ribatté in cella e lei pian piano si sedette a terra cominciando a sentire le palpebre pesanti, poi vide tutto nero e si addormentò.

Ace nel frattempo era arrivato al porto della città, pronto per cercarla ovunque fosse andata.


CONTINUA...

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Capitolo 6
*** Salvataggio ***


Buongiorno a tutti! Questa settimana torno a postare di venerdì!
Prima del capitolo mi prendo come sempre il mio spazio per ringraziare:

Chi ha messo la mia storia tra i preferiti:
1 - akagami95
2 - Kamikaze
3 - Mail Keehl
4 - Oni_Sei
5 - Pupattolina
6 - sharry
7 - stella_blu
8 - tre 88
9 - _AZRAEL_


Chi ha messo la mia storia tra le ricordate:
1 - tre 88
2 - _AZRAEL_


Chi ha messo la mia storia tra le seguite:
1 - fior di loto
2 - MBCharcoal
3 - sashi
4 - tre 88
5 - _AZRAEL_


Chi mi ha messo tra i suoi autori preferiti:
1 - tre 88


E infine ringrazio sempre chi legge senza recensire, ringraziando doppiamente però quelli che lasciano un piccolo commento alla mia storia che mi fa sempre piacere! Ed ecco le vostre risposte alle recensioni:

akagami95: Grazie della recensione! Mi fa sempre piacere leggere la tua, ormai sei di casa xD Michiko l'ha presa molto male, però oltre a scappare per quello che era successo, lo ha anche fatto perchè non voleva assolutamente stare tutta la sua vita su una nave pirata. Per scoprire se riprenderà a parlargli ti consiglio di leggere questo capitolo, ci saranno tutte le risposte che cerchi XD Grazie ancora per aver lasciato la recensione, al prossimo capitolo! Ciao Ciao ^^

Akemichan: Ciao! Grazie di aver lasciato la recensione e dei complimenti ^^ Sono contenta che ti piaccia la mia Fic. Si sarebbero arrabbiate tutte per una cosa del genere, in fondo Michiko è una donna e in quanto tale vorrebbe aver baciato qualcuno che ricambia il suo sentimento. La trovata del volantino non so nemmeno io come ho fatto a pensarla, mi serviva qualcosa del genere per fare andare avanti la storia e allora l'avrò pensata così xD Come hai detto tu, Ace non paga mai, quindi se anche Marco e gli altri non vogliono essere rincorsi da un cuoco infuriato che lancia padelle è meglio che qualcuno paghi anche per lui XD Sono contenta di vedere che secondo te lo stile è migliorato, ce la sto mettendo tutta per fare in modo che questa Fic venga decentemente. Grazie mille! Alla prossima ^^ Baci!

SWeet BeLLa: Grazie della recensione! Rispondo qua anche se l'hai lasciata per il primo capitolo. Sono contenta che ti piaccia l'inizio e soprattutto che hai provato a disegnare Michiko, mi rende felice ^^ Mi piacerebbe anche vedere questo disegno se hai la possibilità di metterlo sul pc e passarmelo. Grazie ancora! Fammi sapere la tua opinione anche sugli altri, un abbraccio! Ciao Ciao ^^

tre 88: Ciao! Sono contenta che il pc ora funzioni e che hai letto entrambi ^^ Probabilmente tutto il cibo che Ace mangia diventa fuoco, magari i rogia per questo non ingrassano mai XD Ok la pianto di dire cavolate ._. Marco sicuramente avrà speso tutti i risparmi messi da parte per anni e anni XDD La scena del bacio è stata veramente fantastica *_* la adorerò per sempre sisi. Non ti preoccupare, non hai scritto nulla di offensivo, sono tutti complimenti quelli che mi hai fatto! Al prossimo capitolo, grazie ancora! Ciao Ciao^^

Dopo aver risposto alle recensioni ringrazio Oni_Sei che riguarda sempre il capitolo prima di essere postato <3


Ed ora eccoci al capitolo 6:

 

SALVATAGGIO

Ace cominciò a guardarsi attorno, se al mattino era stato pieno di gente, ora il porto si mostrava completamente deserto e silenzioso, si potevano solo sentire le onde del mare che sbattevano contro la banchina.

Era arrivato in città ma ora non sapeva da dove cominciare per andarla a cercare, poi vide un uomo, un signore, che aveva passato la sessantina, urlare disperato brandendo un bastone, Ace si avvicinò a lui per sentire cosa stava dicendo così disperatamente, questo poi si girò verso il ragazzo e cominciò ad andare verso Ace.

-Ragazzo ti prego aiutami- disse l’uomo verso Ace con le lacrime agli occhi.

Ace non riusciva a capire e continuò a guardare l’uomo.

-Mia figlia… la mia bambina è stata rapita… lei cercava un lavoro, ma è finita su una nave di schiavi- continuò poi mostrando un volantino ad Ace, lo stesso che aveva letto Michiko quella mattina.

Ace lo prese in mano e gli diede un’occhiata.

-Io sono troppo vecchio, tu sei sicuramente più forte di me, ti prego liberala, le avevo detto di non andare ma non mi ha voluto ascoltare, salva mia figlia ti prego!- ora l’uomo si era completamente inginocchiato davanti ad Ace ad implorare l’aiuto del ragazzo.

Ace, che non aveva detto ancora una parola, cominciò a riflettere, quest’ uomo andava sicuramente aiutato, ma lui era venuto in città per trovare Michiko.

Rilesse di nuovo il volantino.

Il lavoro che veniva descritto prometteva tanti soldi, e se anche Michiko fosse andata a guadagnare quei soldi e poi è stata catturata? Forse non era del tutto sbagliato aiutare quest’uomo a liberare sua figlia, e poi Ace aveva una strana sensazione, sentiva che probabilmente in quella nave avrebbe trovato anche Michiko, che pur di guadagnare qualche soldo sarebbe stata disposta anche ad un lavoro uguale a quello che faceva in precedenza.

-Tua figlia tornerà sana e salva- disse Ace all’uomo accartocciando il volantino e buttandolo per terra.

L’uomo che era ancora per terra con la testa rivolta verso il basso alzò lo sguardo e incontrò quello di Ace che gli sorrideva, poi quest’ultimo cominciò a correre verso l’ormeggio numero 1, l’uomo si alzò in piedi e guardò il ragazzo che stava correndo.

-Grazie… - sussurrò lui.

 

Ace arrivò alla nave e vide il solito uomo che stava aspettando che arrivassero altre ragazze, cominciò ad avvicinarsi lentamente a lui.

L’uomo lo vide arrivare, notò subito lo sguardo poco amichevole di Ace, quindi si preparò subito allo scontro.

-Che fate su questa nave?- domandò Ace con strana calma, posando lo sguardo sulla grande nave e guardandola da vicino.

-Non è affar tuo!- rispose lui pronto a tirare fuori la sua pistola.

-Invece è affar mio, si dice in giro che questa sia una nave di schiavi, vorrei dare una controllata- sorrise ironicamente Ace, ora spostando il suo sguardo verso l’uomo.

-Vattene da qui, ragazzo, se non vuoi passare dei grossi guai- disse l’uomo cominciando ad estrarre lentamente la sua pistola senza farsi vedere.

-Io consiglio a te di lasciarmi passare se i guai non li cerchi tu- rispose Ace facendosi serio.

L’uomo a quel punto tirò fuori la pistola del tutto e cominciò a sparare verso di Ace.

Ovviamente i colpi attraversarono Ace, scomponendo il suo corpo in piccole voragini di fuoco, solo a quel punto l’uomo capì chi si trovava di fronte.

-Tu… Tu sei Portgas D. Ace!- pronunciò impaurito quell’uomo indietreggiando pian piano.

-Esattamente…- rispose Ace pronto a rispondere con la stessa moneta.

L’uomo continuava a farsi indietro, ma non servì, Ace caricò un terribile destro che finì in pieno volto al truffatore, facendolo finire rovinosamente in mare.

Ace, poi, salì sulla nave e cominciò a perlustrare tutte le stanze sottocoperta, finché sentì del rumore provenire da non molto lontano dal punto dove si trovava, tese le sue orecchie e cominciò ad andare verso il suono che si sentiva, ad ogni passo in più capiva che tutto quel baccano era causato dalle urla di ragazze che erano imprigionate dentro questa nave.

Ace poi si fermò davanti ad una porta, tutte le urla sembravano provenire dietro a questa, appoggiò la sua mano alla maniglia di ferro e la tirò giù, notando che la porta era aperta. Entrò nella stanza e si ritrovò davanti la stessa scena che si era mostrata davanti agli occhi di Michiko.

Le ragazze notando la comparsa di Ace avevano cominciato ad urlare ancora di più, tutte urlavano di essere aiutate e liberate, Ace però non ci fece caso e cominciò a guardarle tutte, una ad una, ma di Michiko nemmeno l’ombra.

Gli era un po’ dispiaciuto non vederla, perché la sua sensazione sembrava dirgli esattamente che si trovava lì, ma dall’altra parte era contento che non si era cacciata in questo brutto guaio.

L’uomo che era nell’altra stanza, attirato da tutto il trambusto che le ragazze stavano facendo, si alzò dal tavolo e si diresse dove vi erano tutte le celle, cercando di capire a cosa era dovuto tutto quel rumore, quando entrò vide in mezzo alla stanza Ace.

Tirò fuori subito la sua pistola puntandogliela contro.

-Chi sei tu? Che vuoi?!- domandò ad Ace tenendo la pistola ben puntata.

-Lascia andare subito queste ragazze!- urlò Ace pronto al combattimento.

-Tu sei Portgas D. Ace, la tua fama è molto grande, se sei arrivato fin qui devi aver sicuramente sconfitto il mio socio, non era mai stato bravo nel combattimento, ti va di unirti a me al suo posto?- domandò l’uomo cercando di non rischiare la vita contro di Ace. Sapeva chi aveva di fronte, sapeva che non sarebbe mai riuscito a battere uno come Ace e per questo gli aveva fatto un’offerta, per lui, molto ragionevole.

-Non starò mai dalla parte di un essere spregevole come te- ribadì Ace guardandolo dritto negli occhi.

A quel punto l’uomo cominciò a sparare ma senza ottenere nessun risultato, Ace quindi corse verso di lui e con un paio di cazzotti diretti nello stomaco, lo mise al tappeto.

Le ragazze, nel frattempo, continuavano ad urlare la loro salvezza, a quel punto Ace si ricordò che doveva liberarle, ma gli servivano le chiavi, si guardò intorno poi pensò che potevano essere addosso all’uomo che aveva buttato a terra qualche attimo prima, e così era: le chiavi si trovavano nella tasca della sua camicia, le prese, erano quattro e cominciò ad aprire una ad una tutte le celle, provando ogni volta qualche chiave prima di arrivare a quella giusta.

Le ragazze, una volta liberate, correvano fuori dalla stanza per andare via da quella nave e ritornare alla libertà che gli era stata portata via, quando poi tutte e tre le celle furono aperte a Ace rimase in mano solo una chiave.

“Perché quattro chiavi se le celle sono tre?” si domandò guardandosi intorno.

Poi si ricordò la porta da cui era comparso l’uomo, corse subito in quella stanza e di fianco alla porta vide la quarta cella, con dentro la persona che meno si aspettava di trovare.

Michiko era davanti a lui coricata per terra, sembrava senza vita, il suo viso e la sua pelle erano più chiari del solito, Ace si affrettò ad aprire la cella e corse verso di lei per cercare di capire come stava.

Si inginocchiò davanti a lei e prese il volto della ragazza tra le sua mani per accertarsi che fosse ancora viva, poi sentì il battito del suo cuore, che però era molto debole.

- Michiko… Michiko svegliati!- la chiamava Ace, ma senza alcuna risposta.

Ace la prese in braccio, doveva portarla il più presto possibile sulla nave per farla curare.

-Ace…- un filo di voce uscì dalla bocca di Michiko per sussurrare il nome del ragazzo, poi pian piano dischiuse gli occhi che s’ incrociarono con quelli del moro, sorrise lievemente, poi tese la sua mano verso il volto di lui, ma era troppo debole e cadde quando era arrivata a metà collo, richiuse gli occhi e perse di nuovo i sensi.

Ace sentiva la pelle della ragazza fredda, decise quindi di emanare un leggero calore grazie al suo potere per riscaldarla lievemente, nel frattempo aveva cominciato a correre fuori dalla nave per raggiungere il più presto possibile la Moby Dick.

Quando fu fuori, notò l’uomo che prima lo aveva supplicato di aiutarlo abbracciare una ragazza che sembrava essere poco più grande di Michiko, aveva fatto bene ad ascoltare le implorazioni di quel vecchio, lo avevano aiutato a trovare Michiko, non si fermò più di tanto a contemplare la scena, ora aveva una cosa più importante da fare: doveva salvare la vita di quella ragazza per la quarta volta.

Arrivarono dopo dieci minuti di corsa senza sosta da parte di Ace, al parapetto vi era ancora Marco che stava osservando Ace tornare con Michiko tra le braccia.

-Che è successo?- domandò il biondo cercando di capire perché ora Ace si era ridotto a portare Michiko tra le braccia.

-Era stata rapita da commercianti di schiavi, devono averla drogata o qualcosa di simile, è molto debole- rispose Ace salendo sulla nave e dirigendosi di fretta in infermeria.

“Potevi anche lasciarla dov’era” pensò Marco che detestava Michiko.

Ace spalancò la porta dell’infermeria e adagiò la ragazza su uno dei letti che vi erano dentro, subito dopo arrivarono anche parte delle infermiere che si prendevano cura di Barbabianca, ora dovevano prendersi cura di Michiko.

Si fecero spiegare da Ace cosa era successo, poi intimarono il ragazzo di lasciare la stanza perché ora loro dovevano lavorare per rimetterla in sesto, Ace quindi diede un ultimo sguardo a Michiko e poi uscì dalla porta chiudendola dietro di sé, andando a fare rapporto al capitano su quello che era successo.

Lo trovò in sala mensa che stava cenando insieme agli altri comandanti, Ace quindi si sedette al tavolo con loro visto che Michiko era in infermeria, cominciando a mangiare, il suo pensiero più volte era portato verso la ragazza, era preoccupato per lei, ma sapeva anche che ora era in buone mani.

-Allora, raccontaci un po’ Ace- esordì il capitano addentando un pezzo di carne.

Ace si girò a guardarlo.

-Che è successo? Marco mi ha detto che era scappata- continuò il capitano.

-Si padre, Michiko era scappata, il motivo non lo so ancora, e sono riuscita a trovarla per fortuna, era salita su una nave in cerca di lavoro, purtroppo però questa nave si era rivelata appartenente a commercianti di schiavi che non ci hanno pensato due volte a metterla in gabbia per poi rivenderla- spiegò Ace con poche parole, era troppo preoccupato per Michiko ora.

-Quella ragazza sembra attirare i guai a sé- disse Jaws.

-Io mi chiedo se prima o poi riuscirò ad avere un po’ di rispetto da parte sua, mi sta veramente stancando questa cosa- sbuffò Marco appoggiando la schiena alla sedia per farsi più comodo.

-Che ci vuoi fare figliolo, sembra dare ascolto solo ad Ace- rise Barbabianca dando una pacca sulla spalla del ragazzo.

-Darmi ascolto è una parola grossa, se mi avrebbe dato ascolto ora non sarebbe in infermeria, comunque questa cosa dovrebbe averle fatto capire che per lei è pericoloso andare in giro da sola-

-Lo spero, perché questa situazione è diventata esasperante, cioè, quasi non ascolta nemmeno te ed invece noi dovremmo girare a vita con una persona del genere a bordo? Io non ci sto, dovremmo affidarla a qualcuno sulla terra ferma- propose Marco facendosi più serio.

-Sarebbe troppo pericoloso per lei stare sulla terra ferma, dobbiamo tenerla qua sulla nave- disse Barbabianca.

-Allora speriamo che cambi atteggiamento il più presto possibile- disse Jaws continuando a mangiare il cinghiale davanti a lui.

-Ragazzi io vado a vedere come sta, ci si vede- Ace si alzò dal tavolo congedandosi e poi si diresse verso l’infermeria.

Bussò leggermente ed aprì la porta, all’interno c’era era un’infermiera che stava coprendo Michiko con un lenzuolo leggero.

-Come sta… ?- domandò Ace, timoroso di conoscere la risposta.

-Non è in pericolo di vita, però le è stato somministrato un calmante molto forte, si riprenderà entro qualche giorno- rispose la donna sorridendo, per poi andare in un’altra stanzetta.

Ace fece alcuni passi verso il letto dove si trovava la ragazza, poi prese una sedia e l’avvicinò al suo letto, si sedette accanto a lei guardandola, respirava lentamente, però dal suo volto sembrava essere tranquilla, era molto più serena di quando l’aveva trovata rinchiusa in quella cella fredda.

Appoggiò la sua mano sopra quella della ragazza, per infonderle un po’ di calore, lei la mosse leggermente e socchiuse le labbra pronunciando leggermente il nome del ragazzo, Ace lo sentì e sorrise, era felice di questo gesto, aveva sempre saputo che un po’ di bontà nel cuore di quella ragazza c’era ancora, poi si appoggiò comodamente alla sedia e si addormentò.

Svegliato dai raggi del sole mattutini che stavano entrando nell’oblò della stanza, si rese conto di aver dormito per tutta la notte seduto e ora aveva un mal di schiena terribile, guardò Michiko che stava ancora dormendo poi si alzò e cominciò a stirarsi, diede un’ultima occhiata alla ragazza per poi uscire per sgranchirsi le gambe ed andare a fare colazione.

Passò tutto il resto della giornata a vegliare su Michiko, saltò anche il pranzo pur di non muoversi dal fianco della ragazza e questo non era da lui, avrebbe fatto di tutto per mangiare anche fuori pasto e ora ne saltava anche uno, uscì dalla stanza solo per fare un salto a cena, dove gli altri lo accolsero con aria stupefatta.

-Ehi Ace, non ti sei fatto vedere per tutta la giornata, non dirmi che sei stato tutto il tempo rinchiuso in infermeria- disse Marco guardando Ace che si stava sedendo.

-E anche se fosse?- domandò Ace guardandolo.

-Che? Ti sei innamorato per caso?- rise Jaws mentre stava masticando.

-Ma che state dicendo! No che non mi sono innamorato!- urlò Ace arrossendo leggermente mettendosi davanti al piatto un pezzo di carne e cercando di nascondere il suo viso agli altri.

-Si invece che lo sei, il nostro comandante si è innamorato- lo canzonò Marco.

-Finiscila, idiota!- continuava ad urlare Ace che si sentiva un po’ più bollente del solito.

Andarono avanti per un po’ a discutere sul fatto che Ace fosse innamorato o meno, il tutto condito dalla fragorosa risata del loro capitano.

Finita la cena Ace si alzò quasi subito, pronto per ritornare da Michiko.

-A domani compagni!- salutò Ace.

-Ecco vai dalla tua bella- rise ancora Marco.

Ace non rispose ma uscì dalla sala dirigendosi verso l’infermeria, cominciò a pensare: e se veramente Marco e Jaws avevano ragione? Se veramente lui si era innamorato di Michiko? Non era possibile, però perché stava facendo tutto questo? Perché stava sempre al suo fianco e non vedeva l’ora che lei si risvegliasse? Ace decise di scacciare questi pensieri dalla sua testa, pensare a queste cose non era da lui e non lo avrebbe portato a nessuna conclusione, decise quindi di aspettare il destino e di vedere a tempo debito se gli altri due comandanti avevano ragione oppure si sbagliavano.

Entrò come al solito nella stanza e si andò a sedere sulla sedia che era sempre posta vicino al suo letto, le prese la mano come era solito fare e cominciò ancora a guardarla.

Mentre guardava la leggera frangia che le copriva a tratti la fronte gli vennero ancora in mente le frasi che erano state dette quando stava cenando, non voleva pensarci, però rimbombavano nella sua testa e non riusciva a scacciarle via, poi vi era di mezzo anche il bacio che si erano dati qualche sera prima e quello come poteva scordarlo? Lui no di certo, ma perché lo aveva fatto? Forse era arrivato il momento di pensarci seriamente al perché aveva compiuto quel gesto, lo aveva fatto perché era innamorato? Era innamorato di Michiko? Era veramente innamorato di quella ragazza che lo trattava male? La risposta era abbastanza chiara… Sì.

 Si, fu l’unica cosa che riuscì a dire a se stesso, si era innamorato e basta. E la cosa non gli dispiaceva nemmeno, non se ne vergognava, gli faceva solo piacere e basta, lo rendeva veramente contento. Quella ragazza anche se aveva un carattere scontroso le piaceva, ma lei cosa pensava di lui? Ecco, forse la sua contentezza era finita quando si pose quella domanda, e se a lei non gli fosse fregato niente di lui? Ace pensò ancora per un attimo, poi decise di smetterla di porsi tutte queste domande, c’erano cose che venivano prima di questa, come il risveglio di Michiko e la spiegazione al perché era scappata.

Ace quindi si lasciò andare e si addormentò come al solito.

Il giorno dopo Ace condusse la giornata come quella precedente, però fu diversa, a pomeriggio inoltrato Michiko cominciò ad aprire pian piano gli occhi, Ace che la stava guardando se ne accorse subito e decise di non dire niente per non farla subito arrabbiare.

Michiko poi riuscì ad aprire del tutto le palpebre e si guardò intorno, vide il ragazzo che la stava guardando sorridendole, lei sorrise lievemente poi si guardò ancora intorno e vide la mano di Ace sopra la sua.

Il suo sguardo cambiò improvvisamente e si fece scuro.

-Cosa ci fa la tua mano sopra la mia?- cominciò ad urlare Michiko togliendo subito la sua.

Ace si spaventò all’urlo della ragazza e si alzò di scatto.

-Perché mi stavi toccando? Vattene via! Vattene!- continuava ad urlare Michiko che si era messa a sedere faticosamente.

-Ehi stai calma, ti sei appena svegliata- cercava di tranquillizzarla Ace ma senza ottenere successo.

-Ti ho detto di andartene!- ribadì ancora Michiko furiosa.

A sentire tutte quelle urla le infermiere accorsero nella stanza e chiesero ad Ace se poteva gentilmente allontanarsi, dovevano occuparsi della ragazza.

Lui lasciò quindi l’infermeria controvoglia, per poi andarsi a sedere nel corridoio fuori, aspettando il permesso per poter rientrare a parlare con Michiko.

Nel frattempo due infermiere stavano facendo delle analisi per controllare se Michiko si era ripresa del tutto.

 

CONTINUA...

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Capitolo 7
*** Chiarimenti ***


Buonasera a tutti! Ancora una volta mi trovo ad aggiornare il giovedì sera. Sono arrivata alla pubblicazione del settimo capitolo e voglio veramente ringraziare con tutto il cuore le persone che seguono la mia Fic, sono veramente contenta di aver ricevuto tutte queste recensioni con relativi complimenti. Grazie veramente di cuore. Per questo a fine capitolo avrete una sorpresa che ora non vi sto qua a dire ^^

Comincio con il ringraziare chi ha messo la mia Fic tra i preferiti:
1 - akagami95
2 - Fransis94
3 - Kamikaze
4 - Mail Keehl
5 - milla96
6 - Oni_Sei
7 - Pupattolina
8 - sharry
9 - stella_blu
10 - tre 88
11 - _AZRAEL_


Chi tra le ricordate:
1 - mau07
2 - tre 88
3 - _AZRAEL_


Chi tra le seguite:
1 - fior di loto
2 - kissgabri
3 - MBCharcoal
4 - sashi
5 - tre 88
6 - _AZRAEL_


E chi mi ha messo tra i suoi autori preferiti:
1 - tre 88


Grazie a tutti quelli che leggono e soprattutto che mi lasciano un loro parere, qui di seguito le risposte:

akagami95: Grazie della recesione^^ Anch'io mi sono divertita nella scena con Marco e Jaws, è stato spassoso scriverla xD Considerando che poi Ace non salterebbe il pranzo nemmeno se cade il mondo hanno capito che c'è veramente sotto qualcosa. Michiko ha sorriso perchè era felice di vederlo e soprattutto perchè era salva da quel posto, ma alla fine quando tornava al sicuro ha pensato bene di rimettersi a fare la capricciosa e rispondere male a tutti. Per le battutine non dico niente, ti lascio leggere questo e i prossimi capitoli, grazie ancora! Un abbraccio, alla prossima^^ Ciao Ciao!

SWeet BeLLa: Ciao! Grazie della tua recensione^^ Già poverò Ace xD Michiko lo sta facendo veramente disperare, chissà cosa fare il nostro pirata preferito ora. Un lato buono lo hanno tutte le persone e sicuramente prima o poi lo mostrerà anche lei. Anche io adoro Ace, infatti ho scritto proprio una Fic su di lui! Grazie ancora, al prossimo capitolo^^ Ciao Ciao!

marrion: Che bello vedere una nuova recensitrice! I tuoi complimenti mi rendono veramente felice! Spero ti piaccia anche questo capitolo, un abbraccio ^^ Ciao Ciao!

tre 88: Ciao! Hai ragione, Ace si è posto tante domande in questo capitolo ma la risposta l'ha anche trovato da solo. Parlando di Marco poi, in questo capitolo non la getterà in mare ma ti lascio leggere cosa succederà xD Anch'io ho rischiato di perdere il conto di tutte le volte che Ace ha salvato Michiko, infatti ho dovuto farmi un documenti per segnarle tutte xD Grazie della recensione, al prossimo capitolo! Un saluto^^ Ciao!

eve_law: Ciao! Un'altra nuova recensitrice^^ Grazie dei tuoi complimenti, fa sempre piacere riceverne di nuovi, sono contenta che ti piaccia la storia, spero anche questo capitolo! Un bacione^^ Ciao!

Un ringraziamento speciale va a Oni_Sei <3

Ed ora eccoci al settimo capitolo!

 

CHIARIMENTI

Le infermiere rimasero a controllare Michiko per circa venti minuti, poi uscirono dalla stanza, Ace le stava aspettando per farsi dare notizie riguardanti la ragazza.

-Come sta?- domandò preoccupato.

-Sta bene, deve solo riposare ancora per qualche giorno- rispose una delle infermiere, si chiamava Daisy, era alta, mora con i capelli corti e molto bella, il suo capitano se le era scelte molto bene le sue assistenti.

-Posso vederla?- domandò ancora, impaurito da quella domanda.

-Fai pure, però cerca di non farla agitare troppo- rispose con tono quasi intimidatorio.

Ace sorrise ed entrò nella stanza di Michiko, poi richiuse dietro di sé la porta, ora erano solo loro due nell’infermeria.

Il ragazzo si avvicinò a Michiko e si sedette sulla solita sedia accanto al letto, il volto della ragazza era girato dall’altra parte a guardare fuori dall’oblò, aveva sentito entrare il ragazzo così girò gli occhi e incontrò quelli di Ace che la stavano guardando, subito dopo li portò altrove.

-Come stai?- domandò Ace cercando di essere gentile.

-Non t’ interessa- rispose fredda lei.

-Dai Michiko, hai dormito per quasi due giorni, certo che m’ interessa sapere come stai- continuò Ace cercando di avere un dialogo con la ragazza.

-A me non interessa dirtelo- rispose la ragazza voltandosi verso di lui e guardandolo negli occhi.

Ace sostenne lo sguardo.

-Mi chiedo quando ricambierai tutti questi favori, è la quarta volta che ti salvo la vita, potresti almeno ringraziare- sbuffò Ace.

-Era un tuo dovere salvarmela- ribatté lei.

Ora sì che Ace si stava scaldando più del dovuto, poi gli venne in mente una cosa.

-Io penso che tu volessi che fossi proprio io a salvarti, hai sussurrato il mio nome quando sono venuto a salvarti- spiegò Ace sorridendo.

La ragazza arrossì leggermente.

-L’ho detto perché eri tu che dovevi venirmi a salvare- si difese lei.

-Appunto, perché una come te l’avrebbe salvata solo un idiota come me- rispose Ace a tono per cercare di vincere questa mini-battaglia, e ci riuscì, Michiko non disse più nulla ma si girò dall’altra parte a guardare un punto imprecisato della parete.

Nella stanza era calato il silenzio, durò per qualche minuto perché fu subito interrotto dal bussare della porta che poi si aprì lentamente.

-Ace, ero sicuro di trovarti qui, potresti venire un attimo che dobbiamo parlare riguardo la prossima isola?- domandò Marco che era andato a cercare il suo compagno anche se immaginava esattamente dove poteva trovarsi.

-Certamente- rispose Ace alzandosi dalla sedia e uscendo dalla porta senza nemmeno salutare Michiko e per questa cosa la ragazza ci rimase molto male.

-Allora Ace, ti sei veramente innamorato se stai tutto il giorno con lei- rise Marco dando delle pacche sulla spalla al moro, tutto questo veniva sentito anche da Michiko che era rimasta chiusa nell’infermeria poiché i due stavano parlando appena fuori da quella stanza.

-Piantala con questa storia! Non potrei mai innamorarmi di una che fa fatica anche a rivolgermi la parola e quando lo fa mi risponde anche male- rispose Ace cercando di mascherare il più possibile i suoi sentimenti, gli aveva fatto male dire questo, ma di certo non poteva dire ancora a Marco di essersi innamorato di Michiko.

-Io non ti credo- rispose Marco che nel frattempo aveva cominciato a camminare per andarsi a riunire con gli altri, seguito a sua volta da Ace.

Purtroppo le parole che erano state pronunciate da Ace non avevano fatto male solo a lui stesso, ma avevano fatto male anche a Michiko che li stava ascoltando, si era rattristata e aveva capito la verità, cosa importava ad Ace di lei, e una lenta lacrima rigò il suo viso chiaro.

Ace, dopo quello che era successo, non si fece più vivo quel pomeriggio nella stanza della ragazza e nemmeno la stessa sera, Michiko fu solo visitata dalle solite infermiere che le portavano da mangiare e le facevano le varie analisi, le avevano detto che il mattino seguente poteva tornare tranquillamente nella sua cabina.

E così fece: la mattina seguente verso le dieci circa Michiko lasciò l’infermiera, però ci fu un grosso problema per lei, non sapeva dove andare per ritornare alla sua stanza, decise quindi di cominciare ad andare in giro per la nave, magari in questo modo poteva riuscire a trovarla, ma la Moby Dick era molto grande e non sarebbe stato facile.

Intanto che girava per i vari corridoi si imbatté in tre comandanti compreso Ace che si stavano dirigendo da loro padre in una cabina della nave.

-Michiko cosa ci fai qui?- domandò Ace vedendo la ragazza andare verso di loro.

-Non sono affari tuoi e lasciatemi passare- rispose la ragazza con il suo solito tono.

Marco dopo quella risposta andò davanti ad Ace e Jaws per non lasciare passare la ragazza.

-Tu da qui non passi se prima non chiedi scusa- ordinò Marco con voce tagliente.

Michiko anche se si era ripromessa di non parlare con nessun pirata a parte Ace decise che era ora di farsi rispettare anche dagli altri e soprattutto da questo che chiamavano Marco, era una testa calda, ma sarebbe riuscita a farsi rispettare anche da lui.

-Lasciami passare schifoso pirata- rispose Michiko guardandolo dritto negli occhi.

A quelle parole Michiko si ritrovò con la schiena contro il muro e con la mano di Marco poco più sotto il collo che la teneva stretta ma senza farle troppo male, il volto del biondo la guardava minacciosa.

-Prova a ripetere una cosa del genere e io ti butto giù da questa nave- le urlò in faccia.

-Ehi smettetela, per favore Marco lasciala andare- intervenne Ace cercando di separare i due.

Marco lasciò subito la presa.

-Dai andiamo, non stiamo qui a perdere tempo- disse Jaws cercando di portare via il comandante della prima flotta, Marco guardò per un’ ultima volta Michiko con aria di sfida e poi si girò portato via da Jaws.

-Michiko ma che ti salta in mente? Non dovresti affrontare così uno dei comandanti- la rimproverò Ace.

-E allora? Anche tu sei un comandante ma non mi hai mai fatto niente e nemmeno quello mi ha fatto male, voleva solo minacciarmi ma io non ho paura- rispose lei.

-Senti, devi cambiare atteggiamento, ora ti riporto nella tua cabina così almeno potrai riflettere sui tuoi comportamenti da bambina viziata- disse Ace prendendola per un braccio e cominciando a trascinare la ragazza.

-Lasciami andare!- urlò lei dando uno strattone in modo tale che Ace le lasciasse andare il braccio, lui si girò a guardarla male e lei ricambiò lo sguardo, poi la riportò nella sua cabina e si congedò subito da lei per andare dagli altri comandanti.

Poco dopo Ace entrò nella sala dove si stavano riunendo i due comandanti e il loro capitano per decidere la sorte di Michiko.

-Eccoti figliolo, siediti pure- lo accolse il capitano.

Ace entrò e si sedette su una sedia vicino a Marco, davanti a loro vi era un tavolo con intorno anche il loro capitano e Jaws.

-Allora arriviamo al dunque, oggi quella ragazzina mi ha ancora aggredito, ma penso di averle dato una bella lezione- sorrise Marco.

-Io non sarei così contento, dopo che te e Jaws siete andati via mi ha detto che non ha paura di te- spiegò Ace.

Marco divenne ancora più furioso di quanto non lo era stato oggi.

-Io dico di abbandonarla da qualche parte!- si alzò in piedi sbattendo le mani sul tavolo.

-Calma figliolo- lo richiamò Barbabianca.

-Si, scusa padre- Marco si risedette abbassando lo sguardo.

-C’è da dire che ci sta creando non pochi problemi, però è pur sempre la figlia di un nostro vecchio fratello- intervenne nel discorso Jaws.

-E poi è anche una ragazza, sarebbe in difficoltà a trovarsi da sola in un posto sconosciuto- spiegò Ace.

-Tu la difendi solo perché ti piace- lo ammonì il comandante della prima flotta.

Barba bianca si mise a ridere.

-Non è vero, ricordi cosa ti ho detto ieri? Non mi innamorerò mai di una persona del genere- rispose Ace cercando di difendersi.

Marco lo guardò non contento e decise di riprendere il discorso in altra sede.

-Fratelli, padre, la questione è seria, dobbiamo decidere come portare avanti la situazione- li richiamò alla realtà il comandante della terza flotta.

-Me ne occuperò io come ho sempre fatto fino ad ora, lasciatela sotto il mio controllo ancora per un po’, riuscirò sicuramente a farla diventare una ragazza cortese con tutti, ne sono sicuro- disse Ace cercando di convincere se stesso più che gli altri.

-Lo hai già detto questo- andò contro di lui Marco.

-Nel giro di qualche giorno ci riuscirò, ho in mente un piano- mentì Ace, lui, in mente, di piani non ne aveva assolutamente, però avrebbe fatto di tutto pur di tenerla sulla nave.

-E va bene, mi affido ancora a te- rispose Barbabianca.

-Non deluderci eh- disse Marco dandogli una pacca sulla spalla.

-Non lo farò- rispose Ace sorridendogli.

Dopo di che i quattro lasciarono la sala per andare a dirigere i propri compiti sulla nave.

 

All’ora di pranzo Ace andò a chiamare Michiko per portarla a mangiare qualcosa, lei però ancora arrabbiata da ciò che era successo circa due ore prima lo sbatté fuori dalla stanza come al solito e ad Ace non restò che andare in sala mensa da solo come ormai faceva da quando lei era stata riportata alla nave sana e salva.

Lui però non si dava per vinto, doveva a tutti i costi fare in modo che diventasse più calma e cominciasse a provare a parlare con gli altri membri dell’equipaggio, portando rispetto a tutti, e poi non poteva deludere il suo capitano al quale aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per far cambiare la ragazza.

Quella stessa sera Ace andò dalla ragazza per riuscire a convincerla ad andare almeno a cena.

Bussò alla porta, nessuna risposta.

Bussò ancora.

-Che vuoi?- domandò Michiko da dentro.

Ace aprì pian piano la porta ed entrò nella stanza chiudendola dietro di sé.

-Allora che vuoi?- domandò Michiko che era seduta sul letto a leggere un libro di tesori.

-Vieni a cenare dai- disse Ace con tutta tranquillità, cercando di convincere la ragazza ad uscire dalla sua stanza.

-No- rispose lei continuando a leggere.

Ace a quel punto si avvicinò a lei, solo pochi passi li separavano, lui era in piedi che la guardava, lei invece stava continuando a leggere restando indifferente al ragazzo che aveva davanti.

-Michiko basta! Ora esci da questa stanza e vieni a cenare- affermò Ace che si stava veramente irritando.

La ragazza con molta calma chiuse il libro lasciando un segno alla pagina in cui era arrivata e lo posò sul letto alla sua sinistra, poi si alzò in piedi e cominciò a fissare dritto negli occhi Ace.

-Ti ho detto che non vengo!- ringhiò lei.

-Ma perché? Vuoi che finisca come l’altra volta? Che stavi per morire di fame?- urlò Ace sostenendo lo sguardo.

-E allora? Che te ne importa?- urlò ancora Michiko alzando i pugni sopra la testa per poi darli contro Ace per farlo andare via.

Ace le prese i polsi e le fermò le braccia a mezz’aria.

I due si guardarono negli occhi per un imprecisato periodo, poi la ragazza cominciò ad abbassare lo sguardo e il pavimento cominciò a bagnarsi, Ace se ne accorse subito.

-Ed ora mi dici cosa ti prende?- domandò Ace che guardava la ragazza piangere senza un apparente motivo, la fece subito sedere sul letto dove lei si mise le mani davanti agli occhi e il ragazzo si sedette accanto a lei cercando di capire cosa era successo in quegli attimi.

-Allora, che cos’hai?- domandò ancora Ace cercando di capire.

-Vattene via! Lasciami sola, ti prego…- disse Michiko con la voce rotta dal pianto.

-Ma ti ho stretto troppo i polsi? Io non volevo farti male- spiegò Ace cercando di scusarsi con lei.

-Non c’entra niente quello- rispose lei.

-Allora che è successo? Michiko rispondimi- continuava a parlare Ace cercando di convincere la ragazza a parlare. Ma lei invece di calmarsi continuava a piangere e non aveva dato più risposta al ragazzo.

Ace non sapendo cosa fare decise quindi di far appoggiare la ragazza al suo petto e poi la strinse tra le sue braccia, forse almeno questo gesto l’avrebbe calmata un po’.

 Michiko spalancò gli occhi, sconvolta da quel gesto che non si sarebbe mai aspettata, ma fu un gesto che le fece molto piacere, a contatto con lui sentiva uno strano calore, non era il calore che lui emanava, era un calore che cresceva dentro di lei e che le stava facendo arrossire tutte le guance.

Michiko si accorse subito di questa cosa, sentiva il viso andarle in fiamme sotto le sue mani che cercavano ancora di tenere le lacrime che ora si stavano lentamente fermando a causa di quel contatto inaspettato.

-Allora Michiko, come va ora?- domandò Ace cercando di guardare il volto della ragazza che era ancora coperto dalle sue mani.

Lei non rispose.

-Ehi Michiko- disse ancora Ace, mentre stava togliendo le mani della ragazza dal suo viso, vide i suoi occhi tutti arrossati a causa del pianto che aveva appena concluso.

Michiko si fece togliere le mani dal viso e continuò a guardare il pavimento, non sapeva più cosa dire o cosa fare, era sconvolta, si era messa a piangere davanti ad Ace, lui l’aveva abbracciata ed ora era arrivata ad un punto dove non sapeva più come comportarsi per mandare avanti questa situazione che si era creata.

-Dai Michiko, dimmi perché ti sei messa a piangere in quel modo- cercò di convincerla Ace, cercando di essere dolce nel tono in cui le stava parlando.

-No- rispose solamente lei.

-Ma perché? Ci sarà un motivo se ti sei messa a piangere in quel modo-

-Non sono affari tuoi- rispose secca lei.

Ace restò a guardarle il volto ancora per un po’, non sapeva più cosa dirle per farla parlare un po’ con lui, i minuti stavano passando inesorabili, ma il tempo in quella stanza sembrava quasi essersi fermato.

-Pensi di restare così ancora per molto?- domandò Ace tempo dopo.

-Ti da fastidio?- rispose Michiko che era ancora appoggiata al ragazzo come Ace l’aveva fatta mettere prima.

-N… no…- rispose Ace sconvolto da quella domanda arrossendo leggermente sulle guance, gli faceva piacere che la ragazza era appoggiata a lui.

Passarono ancora lenti minuti.

-Forse ho capito- affermò Ace tutto d’un tratto.

-Cosa?- domandò Michiko curiosa.

-Ti sei messa a piangere perché ti ho baciato sere fa, scusami io non volevo provocarti questo…- spiegò Ace.

A quel punto a Michiko cominciarono ancora a bruciare gli occhi, ora le chiedeva anche scusa? Questo era veramente troppo.

La ragazza si alzò in piedi di scatto e lo guardò dritto negli occhi.

-Vattene! Vattene fuori!- cominciò ad urlare alzando la mano per indicare la porta della sua stanza.

-Allora è così? Sei ancora arrabbiata perché ti ho baciato?- domandò ancora Ace.

-Si! Si che sono arrabbiata con te perché mi hai baciata, perché lo hai fatto senza sentimento, perché di me non ti importa, ma mi sorvegli soltanto perché sono la figlia di un tuo compagno, sono arrabbiata perché tu mi piaci e perché quel bacio per me significava molto, ecco perché sono arrabbiata e perché mi sono messa a piangere, ti è chiara ora la questione?!- urlò Michiko tutto d’un fiato, sapeva che quelle parole avrebbero portato ad un punto di non ritorno, però erano le uniche parole che in quel momento era riuscita a dire, poco dopo, alcune lacrime cominciarono a fuoriuscire ancora dai suoi occhi.

Ace la stava guardando sconvolto, non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte di quella ragazza, ma in quel momento la stava anche ammirando per il coraggio che aveva avuto a buttare fuori tutto davanti a lui, cosa che lui forse non avrebbe mai fatto con lei, poi lentamente si alzò ed andò davanti a lei.

-Non so cosa succederà ora, ma ti prego di uscire da questa stanza- chiese Michiko cercando di mantenere la calma.

Ace sorrise, Michiko lo guardò senza capire.

Poi tutto d’un tratto abbracciò ancora la ragazza, Michiko spalancò gli occhi di scatto, ora capiva ancora di meno.

-Anche tu mi piaci, ma non potevo dirti la verità perché pensavo che io non fossi ricambiato da te- sussurrò Ace all’orecchio della ragazza.

Lei rimase sconvolta.

-Ma ieri, a Marco, gli hai detto che… - azzardò la ragazza.

-L’ho detto perché non volevo che gli altri si facessero gli affari miei- spiegò Ace, mise le sue mani sulle spalle della ragazza e cominciò a guardarla negli occhi, poi continuò -Io mi sono innamorato di te-

Michiko lo guardò con gli occhi lucidi, poi pian piano nelle sue labbra si fece largo uno splendente sorriso che fu ricambiato subito da Ace.

-Ora basta piangere- la rassicurò Ace.

Michiko si strinse di più al ragazzo per farsi abbracciare e lui strinse la ragazza a sé per farla sentire più tranquilla e che ora non c’era più bisogno di preoccuparsi.

-Vuoi andare a riposare?- domandò Ace.

-Si, sono stanca- rispose lei con molta calma, non aveva mai risposto con quel tono ad Ace, tutte le volte che aveva rivolto la parola al ragazzo lo faceva in modo freddo e distaccato.

Ace fece coricare la ragazza sul letto e poi lui si mise da parte a lei abbracciandola, in due in un letto non ci stavano molto, però Ace fece in modo di tenere la ragazza un po’ su di sé per non farla stare troppo stretta tra lui e il muro.

-Ma non vai a cenare?- domandò Michiko.

-Preferisco stare con te stasera, ora che sai la verità, la prima cosa che devi fare è tranquillizzarti, quindi io starò qua con te per fare in modo che tu ci riesca al meglio- rispose Ace abbracciandola.

-Grazie- sorrise Michiko, chiudendo gli occhi e cercando di preoccuparsi il meno possibile di tutti i problemi che erano stati appena risolti.

Ace le diede un bacio sulla fronte e poi continuò per un po’ a guardarle il viso, ora rilassato che cercava di addormentarsi.

I due poi si addormentarono passando la notte insieme.

 

CONTINUA...

Ecco qui la sorpresa a fine capitolo: CLICCA

Disegnata a mano e colorata con Photoshop, penso che tutti abbiano capito di chi si tratta xD

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Capitolo 8
*** Cambiare è difficile ***


Ed eccoci qua all'ottavo capitolo!
Prima di questo ringrazio chi ha messo la mia storia tra i preferiti:
1 - akagami95
2 - Fransis94
3 - Kamikaze
4 - Mail Keehl
5 - mau07
6 - milla96
7 - Namine23
8 - Oni_Sei
9 - Pupattolina
10 - sharry
11 - stella_blu
12 - tre 88
13 - _AZRAEL_


Chi tra le ricordate:
1 - tre 88
2 - _AZRAEL_


Chi tra le seguite:
1 - fior di loto
2 - kissgabri
3 - MBCharcoal
4 - sashi
5 - tre 88
6 - _AZRAEL_


E chi mi ha aggiunto tra i suoi autori preferiti:
1 - tre 88

Ringrazio chi recensisce e anche tutti coloro che leggono e basta.
Ecco a voi le risposte ai vari commenti:

marrion: Grazie per i complimenti! Sono contenta che ti piaccia così tanto la mia storia, se sei curiosa di sapere come vanno le cose tra Michiko ed Ace continua a leggere xD Grazie ancora della recensione, alla prossima! Un bacione^^

Fransis94: Grazie della tua recensione! Sono contenta di avere una nuova fan! Il capitolo 7 è stato fantastico proprio perchè si sono finalmente dichiarati, ora vediamo come andranno le cose xD Per quanto riguarda il fatto dell'immagine a fine capitolo ti ho scritto una mail la sera stessa che hai lasciato la recensione, spero ti sia arrivata! Grazie ancora! Alla prossima^^ Un abbraccio!

Kamikaze: Ciao Cara^^ Ti sei fatta un bel pieno di capitoli xD La lunghezza della recensione va benissimo, in confronto a ciò che ti feci vedere la tua è cortissima xD Penso che il mio modo di scrivere debba ancora migliorare un bel pò, però sono contenta che ti piaccia! Marco prima o poi la butta a mare xD Invece Ace è sempre molto paziente con lei, è un bravo ragazzo^0^ xD Spero ti piaccia anche questo capitolo! Ci sentiamo ovunque xD Baci^^ Ciao Ciao!

akagami95: Grazie della recensione! Già finalmente la confessione tra i due è arrivata, vedremo però come si comporteranno più avanti. Marco mi diverte per le cose che dice ad Ace e lui continua a fingere xD Vedrai in questo capitolo cosa succederà la mattina dopo xD Buona lettura! Un abbraccio! Ciao ^^

tre 88: Ciao! Grazie della recensione! Questo capitolo è uno dei migliori soprattutto per la confessione tra i due, andando avanti però cercherò di dare sempre il meglio per sfornare ottimi capitoli! Marco minaccia ma non farà sicuramente certe cose, perchè sa già di venire bruciato da Ace xD Grazie ai complimenti per il disegno, spero ti piaccia anche questo capitolo! Ciao^^

eve_law: Ciao^^ Addirittura commossa? xD Sono contenta allora di aver dato veramente un bell'effetto al finale del capitolo! Speriamo veramente che Michiko si dia una calmata, intanto spero ti piaccia anche l'ottavo capitolo! Grazie ancora! Alla prossima, ciao ciao^^

Oni_Sei: Ciao^^ Finalmente dopo le mie suppliche sei tornato a recensire xD Giusto ciò che hai detto, Michiko il limite lo ha u.u e speriamo appunto che almeno con Ace non ci siano più problemi! Purtroppo so cosa pensi su Marco =_= e non dire che Michiko è sclerata ç_ç tu lo sei di più mwuahahah *addita* xD Grazie tante Tato <3 e anche che mi correggi sempre i capitoli xD Ciao ciao^^ :***


Ed ecco a voi l'ottavo capitolo!


 CAMBIARE E' DIFFICILE

 

Era mattino inoltrato, l’orologio che era appoggiato sul tavolo della stanza di Michiko segnava che erano ormai le undici, la ragazza era ancora coricata nel letto e insieme a lei c’era Ace che era rimasto tutta la notte con lei. Michiko aprì pian piano gli occhi, li stropicciò più volte e si rese conto che nel suo letto c’era una persona che non doveva esserci, stava già per mettersi ad urlare quando poi, pian piano, i ricordi riaffiorarono e sorrise lievemente, Ace era ancora nel suo letto.

Lei era appoggiata con la testa al petto del ragazzo che le aveva fatto da cuscino tutta la notte, alzò un po’ lo sguardo e notò che Ace stava ancora dormendo, decise di svegliarlo.

-Ehi svegliati!- disse Michiko, con il tono meno brusco del solito. Lo cominciò a scrollare mettendosi seduta.

Ace pian piano aprì gli occhi e notò la ragazza seduta di fianco a lui che cercava di svegliarlo.

-Ehi piano, sono sveglio- rispose Ace mentre sbadigliava, poi portò le braccia dietro la sua testa per stirarsi.

-Fuori dal mio letto ora!- decise Michiko guardandolo.

-Allora, stai calma!- ordinò Ace sedendosi anche lui sul letto, vicino a Michiko.

Lei lo guardò.

-Ieri sera hai fatto la ragazza dolce, mi sei piaciuta molto, che ne dici se continui a farlo?- domandò Ace sorridendo.

-E va bene!- sbuffò dopo essersi voltata dall’altra parte -ma lo farò solo con te... -

-No che non va bene- rise Ace prendendo il volto della ragazza con la sua mano per poi girarlo ancora verso di lui. Lei si lasciò trasportare.

-Devi cominciare a parlare anche con gli altri ed essere gentile con tutti- spiegò Ace.

-Questo non lo farò!- ringhiò lei spostando di poco il viso in modo che Ace togliesse la mano.

-Ma Michiko, cosa c’è che ora non va?- sbuffò Ace con le braccia penzolanti non riuscendo già più a capire quella ragazza.

-Non pensare che visto che ieri sera noi due ci siamo chiariti ora sia tutto a posto anche con il resto dell’equipaggio- decretò lei guardandolo dritto negli occhi.

-Aspetta, andiamo con ordine, chiariamo prima di tutto la nostra situazione- disse Ace cercando di mettere un po’ di ordine al discorso.

-Io con te mi comporterò bene, farò finta che tu non sia un pirata e ti tratterò da normale cittadino onesto- spiegò lei.

-E con gli altri? Cosa farai con gli altri?- domandò Ace speranzoso.

-Ovviamente mi comporterò come ho sempre fatto- rispose lei senza nemmeno pensarci un attimo mettendosi ora a gambe incrociate.

-Michiko, per favore… almeno provaci, ne va del bene di tutti- spiegò Ace, ormai la sua voce si era fatta supplichevole, -non c’è bisogno che tu diventi grande amica con tutti, basta una parola ogni tanto con qualcuno, soprattutto con il nostro capitano, una chiacchierata con Marco e…-

-Io quel Marco lo odio, non parlerò mai con lui- urlò Michiko appena ebbe sentito il nome del comandante della prima flotta.

-Vabbè niente Marco, ma almeno con Jaws e con qualcun altro che fa parte di questa grande famiglia, e se non vuoi proprio parlare, almeno comportati decentemente- spiegò Ace cercando di far capire alla ragazza come era giusto che lei si dovesse comportare.

-Ci proverò, ma non ti assicuro niente- rispose Michiko riflettendo su quello che le aveva detto Ace, in fondo il ragazzo aveva ragione, forse un po’ doveva cambiare, se avrebbe passato tutto il resto della sua vita o gran parte su questa nave, allora qualcosa per convivere bene avrebbe dovuto farla.

-Evvai!- urlò Ace scattando su in piedi.

-Ti ho detto che non ti assicuro niente- ribadì lei guardandolo male e portando le braccia al petto incrociandole.

-L’importante è che ci provi- sorrise Ace avvicinandosi a lei e dandole un bacio sulla guancia. Lei arrossì lievemente.

-Come hai osato? Vai fuori da questa stanza!- urlò Michiko indicando con il braccio teso la porta.

-Ehi stai calma! ... E poi so che ti è piaciuto- rispose Ace allontanandosi da lei.

-Ti ho detto di uscire e intanto che ci sei portami la colazione! È un ordine!- urlò ancora la ragazza.

-Veramente sono le undici, fra poco è ora di pranzo, io andrei già in sala mensa quasi quasi - spiegò Ace cercando di far stare tranquilla Michiko.

-Esci comunque, mi devo cambiare, ti raggiungo poi- disse poi sentendo le parole del ragazzo.

-Ok, a dopo Michiko- salutò Ace uscendo dalla stanza pronto per dirigersi in sala mensa.

Michiko si buttò sul letto a pancia in su completamente distesa. Era contenta. Lo era per davvero, come non lo era mai stata prima d’ora, la sera precedente Ace sembrava aver trasformato la sua permanenza su quella nave, quella stessa notte l’aveva passata con lui e ora si sentiva più tranquilla, soprattutto con se stessa, sorrise ancora e poi si alzò di scatto pronta per prepararsi ad andare in sala mensa.

 

Ace nel frattempo stava percorrendo vari corridoi della nave per dirigersi in sala mensa, sicuramente a quell’ora non avrebbe trovato nessuno però voleva vedere se magari era rimasto qualcosina da mangiare perché ora la fame si stava facendo sentire.

Intanto che camminava stava pensando a ciò che era successo la sera prima, grazie a Michiko, che aveva espresso tutti i suoi sentimenti verso il ragazzo, ora le cose tra i due sembravano andare meglio e forse sarebbero andati anche per il verso giusto i rapporti tra Michiko e gli altri membri della ciurma.

Poco dopo pensò a cosa avrebbe potuto dire a Marco, Jaws e al capitano che sicuramente gli avrebbero fatto mille domande sul perché non lo avevano visto né a cena né a colazione, non poteva dirgli la verità, non per ora, non se la sentiva veramente.

Intanto che stava pensando a tutte queste cose si ritrovò in sala mensa, ovviamente a quell’ora non c’era nessuno, così si diresse dritto in cucina a controllare se era rimasto qualcosa, lì i cuochi stavano già cucinando per il pranzo ed Ace sapeva benissimo che se lo avessero visto prendere qualcosa si sarebbero arrabbiati molto, quindi decise di nascondersi dietro qualche tavolo e di rubare qualche panino alla svelta per poi correre via, così fece e subito dopo si ritrovò fuori la sala.

Dato che non era ancora ora di pranzare decise di dirigersi sul ponte della nave, però prima doveva andare ad avvertire Michiko che era ancora in cabina a prepararsi, era quasi arrivato quando per il corridoio trovò Marco che lo stava guardando con aria alquanto curiosa.

“Ci mancava proprio lui ora, e adesso cosa gli dico?” pensò Ace sorridendogli.

-Ehi buongiorno Marco- salutò Ace sorridendo più che poteva, forse un saluto cordiale gli poteva bastare in modo tale che lui potesse tornare da Michiko.

-Ciao Ace!- salutò Marco squadrandolo e fermandosi davanti a lui, Ace cercò di oltrepassarlo ma Marco lo fermò.

-Come mai ieri sera non ti sei fatto vedere a cena? E stamattina hai anche saltato la colazione- disse il comandante della prima flotta girandosi verso il ragazzo, Ace si fermò a quella domanda e si girò verso di lui.

-Eh sai, non avevo molta fame-  rise Ace portandosi una mano dietro la testa.

-Vedo che ora ne hai però- disse Marco accennando ai panini che Ace aveva in mano.

-Eh già- rispose Ace continuando a ridere.

-Dai, sputa il rospo Ace, sai che puoi dirle certe cose con me, hai passato la notte con la ragazza, vero?- domandò Marco facendosi più vicino ad Ace e delineando un’espressione seria nel suo sguardo.

-Io? Che stai dicendo?- rise Ace arrossendo leggermente.

-Alcuni mi hanno detto che ti hanno visto entrare nella sua stanza e poi non ne sei più uscito, sai la porta della tua cabina poi è rimasta aperta e non c'era nessuno che dormiva- spiegò Marco.

-Non dovevate entrare nella mia stanza- si irritò Ace.

-Non ti preoccupare, la porta era aperta e si vedeva benissimo anche da fuori che non c'era nessuno all’interno e sapendo che alcuni nostri fratelli ti hanno visto entrare nella stanza di Michiko sono giunto alla conclusione che tu hai passato la notte con lei- spiegò Marco sorridendo leggermente.

Ace non sapeva più che dire.

-Dai confessa! Che avete fatto?- domandò Marco diventando sempre più curioso.

-Niente di che, abbiamo dormito- rispose Ace tranquillamente dopo essersi arreso a tutte le cose che Marco gli aveva detto.

-Solo dormito?- domandò Marco con aria sempre più curiosa e sorridendo.

-Si, abbiamo solo dormito, lei era stanca e io sono stato lì a farle compagnia- spiegò Ace -ora questo discorso mi sta un po’ annoiando, devo andare- disse salutando Marco con la mano e girandosi per tornare nella stanza di Michiko.

-Ace!- il ragazzo non fece in tempo a girarsi che una voce femminile lo stava chiamando da dietro di lui.

“Che ci fa quell’altro idiota vicino ad Ace?” pensò vicino vedendo Marco che la stava guardando con aria alquanto seria.

-Michiko, stavo giusto tornando da te per dirti che in sala mensa non c’è ancora nessuno- spiegò Ace intanto che la ragazza si era avvicinata a lui.

-Capisco- sospirò lei, aveva tanta fame.

-Tieni sono riuscito comunque a prenderti questo- disse Ace porgendole davanti un panino, lei lo prese in mano e cominciò a guardarlo.

Marco cominciò a fissarla, se rifaceva la storia di qualche sera fa l’avrebbe uccisa in quello stesso momento. Ace invece sperava con tutto il cuore che lei non ripetesse quella scena, almeno non davanti a Marco.

A sorpresa di entrambi Michiko cominciò a mangiare il panino e sorrise contenta, ora il suo stomaco si stava finalmente riempiendo. I due comandanti trassero un sospiro di sollievo.

-Io vi lascio soli, come questa notte- disse Marco allontanandosi dai due.

Ace lo guardò sorridendo mentre Michiko per poco non svenne.

-Come fa a sapere che sei stato con me questa notte? Gli hai già raccontato tutto? E io che mi fidavo di avere almeno un po’ di privacy da parte tua, sei solo un idiota!- urlò Michiko verso di Ace cominciando ad allontanarsi dal ragazzo.

Marco che aveva sentito tutto rise lievemente, mentre Ace cominciò a correre dietro la ragazza.

-Ehi aspetta, non è come pensi- disse fermandola per un braccio.

-E allora come diavolo fa a sapere già tutto?- domandò più arrabbiata che mai.

-Qualcuno ieri sera mi ha visto entrare nella tua stanza e dato che io avevo lasciato la porta aperta della mia hanno visto che non c’era nessuno, quindi sono giunti tutti a questa conclusione- spiegò Ace cercando di calmare Michiko e di farle capire che non era colpa del ragazzo.

-Dici sul serio?- domandò la ragazza squadrando completamente Ace.

-Si- rispose lui mettendosi serio e guardandola dritto negli occhi.

Lei sorrise e tornò a mangiare il suo panino dirigendosi nella sua cabina seguita da Ace.

 

-Continueremo a mangiare da soli?- domandò Ace quando i due erano rientrati nella cabina di Michiko.

-Certo!- rispose lei girandosi verso di lui e guardandolo come se lo stesse per fulminare, poi si andò a sedere sul letto, mentre Ace decise di prendere la sedia e sedersi su di essa ma con le gambe dalla parte dello schienale, tenendo questo in mezzo ad esse.

Il ragazzo sbuffò.

-Non sarà sempre così- parlò Michiko con voce bassa e guardando per terra, Ace la guardò e gli occhi della ragazza poco dopo incontrarono quelli di lui. Ace riuscì a vedere nei suoi occhi la voglia che aveva di cambiare, decise che forse era meglio non sforzarla troppo, pian piano le cose si sarebbero messe a posto da sole.

-Ok- sorrise Ace cercando di far tornare il sorriso a Michiko, lei sorrise a sua volta, ma il suo sorriso era diverso rispetto a quello del ragazzo, lei aveva un sorriso tirato, stava pensando che sarebbe stata dura accettare anche gli altri pirati, però ci doveva pian piano riuscire, era questo il suo obbiettivo ora.

-Ti va di fare un giro sul ponte?- domandò Ace, il silenzio che era calato non gli piaceva.

Stava ancora per dire no, quando cominciò a pensare che forse sarebbe stato meglio andare sul ponte, non solo a prendere un po’ d’aria fresca che in quei giorni le mancava, ma anche per cercare di ambientarsi a vivere in mezzo ad altri pirati, a farsi un’idea su di loro per capire come era giusto comportarsi nei loro confronti, doveva assolutamente rispondere affermativamente a quella domanda, sarebbe stato un buon inizio.

-Allora?- ridomandò Ace, non ricevendo alcuna risposta ma vedendo la ragazza che guardava per terra assorta nei suoi pensieri.

-Si- rispose debolmente alzando lo sguardo verso di lui.

Ace la guardò con gli occhi sbarrati, si aspettava il solito "no" secco, invece quella ragazza era riuscita ad essere imprevedibile come sempre.

Michiko sorrise vedendo la faccia di Ace che la stava ancora guardando, poi si alzò e andò di fianco a lui aspettando che il comandante della seconda flotta si riprendesse dallo shock e si alzasse per andare sul ponte insieme a lei.

Dopo circa tre minuti i due erano all’aria aperta, il sole batteva in alto nel cielo e non c'era traccia di nuvole ad oscurarlo, tirava una leggera brezza che rendeva l’aria un po’ più fresca del solito caldo torrido che in quei giorni aveva colpito il tratto di mare dove stava navigando la Moby Dick, il ponte era pieno di pirati che stavano lavorando o che si godevano il bel tempo stando affacciati al parapetto e guardando il mare, nell’aria si sentiva un sapore di gioia e tranquillità.

Michiko fece qualche respiro profondo assaporando l’aria che da tempo le mancava di sentire, Ace la guardò e fu felice di vederla rilassata e sorridere, i capelli azzurro cielo della ragazza si scompigliavano andandole a ricoprire la faccia delle volte, una ciocca di questi le era rimasta davanti al viso e non accennava ad andarsene nemmeno con il leggero venticello, Ace la vide subito, si avvicinò ancora di più alla ragazza prendendo la ciocca e portandogliela dietro l’orecchio sinistro, Michiko presa alla sprovvista da quel gesto alzò subito la sua mano per andare a prendere quel piccolo ciuffetto di capelli, ma incontrò quella di Ace, le due mani si toccarono lievemente, poiché Michiko appena aveva sentito il contatto con la mano del ragazzo la spostò subito portandola via, Ace invece era rimasto con la mano sempre in quel punto, però ora non teneva più i capelli, ma aveva disteso la sua mano andando ad appoggiarla sul viso della ragazza.

Michiko fissò Ace negli occhi con un leggero sorriso mentre le sue guance pian piano si stavano colorando di rosso, lui invece la stava guardando con sguardo serio ed intenso, i suoi occhi si stavano perdendo in quelli di lei mentre i loro cuori avevano preso a battere velocemente ed i visi dei due si stavamo sempre di più avvicinando, quando Michiko notò che qualcosa intorno a loro non andava.

Tutt’intorno prima vi era un gran trambusto fatto dagli altri pirati che stavano parlando mentre lavoravano o si riposavano, mentre ora era calato il silenzio intorno a loro.

La ragazza spostò la testa verso la sua sinistra per cercare di guardarsi attorno e capire cosa stava succedendo, Ace seguiva con gli occhi la ragazza e non riusciva a capire cosa l’aveva portata a guardare altrove, poi quando la vide cambiare espressione si cominciò a guardare intorno anche lui.

Tutti i pirati stavano in silenzio con gli occhi rivolti verso di loro, i due ragazzi erano diventati centro di spettacolo per l’intera ciurma di Barbabianca.

Michiko un po’ spaventata si allontanò da Ace e lui tolse la sua mano dal volto della ragazza, lei cominciò a guardarsi attorno, tutti gli uomini che erano sul ponte stavano veramente guardando loro due che si scambiavano effusioni… a Michiko le venne in mente cosa stavano per fare e non poteva crederci, era spaventata da quello che stava succedendo, stava per baciare di nuovo Ace, non che la cosa le dispiacesse così tanto, ma lo stava per fare davanti a tante persone, troppe.

Il ragazzo capì subito lo stato spaventato di Michiko, imprecò mentalmente, se fossero stati al chiuso sicuramente Ace sarebbe riuscito a baciare ancora una volta Michiko, ma quei dannati dei suoi fratelli si erano messi tutti a guardare la scena come se fosse uno spettacolo teatrale.

-Allora cosa avete da guardare?- urlò Ace rivolto verso i suo compagni.

-Vi stavate per baciare, è uno spettacolo che non si vede tutti i giorni!-

-Peccato, la ragazza si è spaventata-

-Uffa, io ci tenevo a vedere qualcosa di diverso-

Vari commenti si stavano alzando tra la folla dei pirati che erano sul ponte, Ace quindi decise che era meglio andarsene, soprattutto per il bene di Michiko che ora molto probabilmente aveva già deciso di non uscire più dalla sua cabina dopo questo avvenimento, la prese per un braccio e cominciò a trascinarla sottocoperta portandola di nuovo  dentro la sua stanza.

-Come stai?- domandò Ace che si era seduto sul letto vicino a lei.

-Bene- rispose lei tenendo lo sguardo basso.

-Scusa, non dovevo far capitare una cosa del genere- disse Ace tutto d’un tratto vedendo lo sguardo triste della ragazza.

Lei rimase a riflettere sulle parole del ragazzo per qualche secondo.

-Ace, non è colpa tua, tutti quei pirati invece di fare gli affari loro si sono messi a guardarci- rispose lei tranquillamente, al contrario di ciò che pensava Ace, si era subito preparato ad uno scontro aperto con quella ragazza ed invece era tranquilla, che stesse provando a cambiare veramente?

Questo Ace non lo sapeva ancora, lo avrebbe scoperto andando avanti nel tempo, però lui ci sperava.

-Già, dovrebbero ricevere una bella lezione- rise Ace, lei lo guardò e sorrise leggermente anche lei.

-Andiamo a pranzare?- domandò il ragazzo.

-Si- rispose lei alzandosi in piedi.

 

Nella sala da pranzo si erano riuniti ormai tutti i membri della ciurma di Barbabianca, tra cui lo stesso capitano e i comandanti, i tavoli erano già tutti imbanditi con le pietanze che i cuochi avevano appena cucinato, e i pirati avevano già iniziato a mangiare.

Quando i due ragazzi entrarono nella sala qualche pirata cominciò a fare qualche commento provocatorio sulla scena che si era verificata poco prima sul ponte della nave, e con lo scambiare di voci ormai gran parte dell’equipaggio sapeva cosa era successo.

Ace e Michiko andarono verso il tavolo del capitano, ma i commenti non si stavano placando per niente, il ragazzo era abbastanza irritato, soprattutto perché vedeva Michiko con lo sguardo rivolto verso terra colpita da tutte quelle parole che le davano fastidio.

-Finitela all'istante! Attenti, non lo ripeterò una seconda volta... " urlò Ace trasformando il suo braccio in fuoco.

I pirati spaventati si zittirono di colpo, sapevano benissimo che quando Ace si arrabbiava, era opportuno stargli parecchio lontano, quindi pensarono per il loro bene di fare silenzio e continuare a mangiare.

Michiko lo guardò felice, finalmente tutti quei pirati avevano smesso di parlare, ora si sentiva più serena.

-Buongiorno capitano! Marco, Jaws- salutò Ace sorridendo.

-Buongiorno figliolo! E buongiorno anche a te Michiko- salutò Barbabianca.

Michiko avrebbe voluto rispondere al saluto, lo voleva fare, in questo modo sarebbe riuscita ad accettare più facilmente la presenza di pirati intorno a lei se avesse provato a parlare con qualcuno, ci pensò un po’, stava per aprire bocca, quando Jaws e Marco salutarono Ace.

Si rese conto che forse il suo momento per poter parlare si era concluso da un bel pezzo, decise quindi di provare un’altra volta, stamattina aveva già fatto tanti sforzi, andava bene così, si rassicurò da sola.

Ace portò Michiko a sedere al proprio tavolo e cominciarono a mangiare in silenzio.

-Ace, io volevo…- disse la ragazza a metà pranzo posando le posate sul tavolo e guardando il suo piatto con aria avvilita.

-Ho visto, non ti preoccupare, per stamattina hai fatto già tanto- rispose Ace cercando di tranquillizzarla.

Lei alzò lo sguardo verso il comandante.

-Nessuno ha detto che devi cambiare in una mattina, hai già fatto tanto secondo me, ora non è che devi tornare come prima visto che hai fatto tanto, però devi continuare su questa strada in modo che pian piano riuscirai ad ambientarti al meglio- spiegò Ace sorridendole, in modo da infondere serenità alla ragazza e farle capire cosa era giusto che lei facesse.

-Grazie- rispose la ragazza continuando a mangiare.

Ace sorrise quando vide che lei si voltò ancora verso di lui.

-Un’altra cosa-

-Dimmi pure-

-Tu sai qualcosa di mio padre e del mio passato?- domandò.

Ace rimase sconvolto a quella domanda non se l’aspettava.

Michiko aveva pensato che se voleva cambiare, avrebbe dovuto prima di tutto sapere qualcosa di suo padre che aveva navigato per anni in quella ciurma e anche del suo passato, del significato del tatuaggio che l’aveva portata a navigare in questa ciurma di pirati.

-Io non so molto, ma penso che il capitano ci possa aiutare in questa cosa- rispose Ace.

-Dovrei parlare con il capitano?- domandò Michiko un po’ spaventata.

-Non ti preoccupare, se vorrai parlare con lui di questa cosa ci sarò anch’io con te- rispose il ragazzo.

-Si può oggi?- domandò la ragazza speranzosa.

-Certamente, oggi pomeriggio ci recheremo da lui per chiarire tutti i dubbi che hai- sorrise Ace.

La ragazza sorrise a sua volta e tornò a mangiare, contenta del fatto che stava cambiando, che Ace era disposto ad aiutarla e soprattutto che finalmente in quel pomeriggio avrebbe trovato molte risposte alle domande che da quando era salita a bordo della nave la stavano tormentando.

 

CONTINUA...

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Capitolo 9
*** Il passato di Michiko ***


Ciao a tutti! Eccomi qua con il nono capitolo della mia Fic!
Come preannunciato nello scorso capitolo, in questo si scoprirà tutto il passato di Michiko, vediamo cosa vi è alle spalle di questa scontrosa ragazza che a poco a poco si sta sciogliendo.
Ma prima di tutto ringraziamo un pò di persone u.u

Chi ha messo la mia Fic tra i preferiti:
1 - akagami95  
2 - Fransis94
3 - Kamikaze
4 - Mail Keehl
5 - mau07
6 - milla96
7 - Namine23
8 - Oni_Sei
9 - Pupattolina
10 - Ron von Bokky
11 - sharry
12 - stella_blu
13 - tre 88
14 - VelenPortuguese
15 - _AZRAEL_


Chi l'ha messa tra le ricordate:
1 - tre 88  
2 - _AZRAEL_


Chi l'ha messa tra le seguite:
1 - fior di loto  
2 - Ifera Black
3 - kissgabri
4 - LuMiK
5 - MBCharcoal
6 - sashi
7 - tre 88
8 - _AZRAEL_


E infine chi mi ha messo tra i suoi autori preferiti:
1 - tre 88


Ringrazio vivamente anche chi recensisce e chi legge e basta.

Ron von Bokky: Grazie della recensione, sono contenta che ti piaccia la mia storia! Già la ciurma è veramente impicciona, ma fanno così perchè sono curiosi di sapere cosa succede a bordo xD Grazie ancora, alla prossima! Ciao^^

Oni_Sei: Ciau^^ Grazie di aver lasciato ancora il tuo commento! L'amore cambia tanto le persone, e oltre a te, penso che Michiko piacerà un po' di più a tutti xD Grazie, sono contenta che hai notato che mi dilungo di più, sinceramente non lo avevo notato nemmeno io, però se lo dici tu mi fido xD Gli altri pirati sono curiosi e basta, Ace e Michiko devono solo trovare un posto isolato tutto per loro xDDD Grazie ancora, sia di aver recensito e anche di correggere sempre i miei capitoli xD Ciau :***

tre 88: Ciao! Grazie mille per la recensione, come hai detto tu Michiko riuscirà anche a parlare con gli altri pian piano e si spera anche con Marco xD anche se sembra abbastanza difficile per ora. Leggendo questo capitolo il tuo dubbio se parlerò o no con il capitano verrà risolto! Alla prossima e grazie ancora per i complimenti! Ciao Ciao!

eve_law: Ciao^^ grazie per i complimenti! Mi fai sentire onorata se dici che vuoi diventare come me xD sono sicura che con impegno risucirai certamente a scrivere storie interessanti, basta fare molta pratica e prendersi tutto il tempo necessario. Grazie ancora, un bacione^^ Ciao!

akagami95: Ciao e grazie della recensione^^ Tutte le ragazze dormendo con Ace si scioglierebbero xD Notare che lui è fuoco e ho detto che si sciolgono xDD I pirati della Moby Dick sono molto curiosi, soprattutto se si tratta di uno dei loro fratelli xD Vediamo ora cosa succederà in questo capitolo, spero ti piaccia! Alla prossima, baci! ^^

Akira_Laura87: Grazie mille della recensione! Mi hai fatto notare che delle volte non sono molto chiara, cercherò di rimediare da questo capitolo, sono contenta che ti piacciano le scene intime e soprattutto che hai detto che sto migliorando pian piano, spero veramente di continuare su questa strada, grazie ancora! Ciao^^

Kamikaze: Ciao! Già finalmente Michiko ha deciso di cambiare e subito si è messa all'opera facendo un bel pò di progressi, l'importante è che continui così, come hai detto tu certe cose non capitano tutti i giorni sulla Moby Dick e quindi vedere due persone baciarsi ha scaturito la curiosità di tutti xD C'avrei scommesso che anche tu pensassi male xD Grazie della recensione, ci sentiamo ovunque xDD Baci^^ Ciao Ciao!


Ed ora passiamo al capitolo!

 

IL PASSATO DI MICHIKO

 

Michiko era ansiosa di sapere il suo passato.

Quel poco tempo che aveva trascorso sulla nave e quel poco di cui era venuta a conoscenza l’avevano portata ancora di più ad incuriosirsi, soprattutto perché dei suoi genitori non sapeva quasi nulla e forse in quella nave avrebbe trovato le risposte che fin da piccola stava cercando.

Parlare con il capitano in persona le faceva paura, era molto più grande dei normali uomini e questo la terrorizzava ancora di più, pensava che forse anche Ace sapesse darle le risposte che stava cercando, però nemmeno lui sapeva tutto e quindi si dovevano recare da colui che tutti chiamavano padre. L’unica cosa che la faceva stare tranquilla è che il comandante della seconda flotta sarebbe stato con lei.

Ace prima dell’incontro era già andato a parlare con suo padre di questa faccenda, per farsi dire anche dove il capitano li avrebbe aspettati, così poco dopo le quattro, Michiko ed Ace si diressero in una piccola cabina che veniva usata per le riunioni dei comandanti, questa era circa il doppio la cabina di Michiko, con un tavolo rotondo e delle sedie sparse qua e là. Sulle pareti vi erano appese diverse mensole con sopra libri che parlavano un po’ di tutto, da semplici racconti a libri di storia o di navigazione, Michiko pensò che forse era quello il posto dove Ace prendeva i libri che le portava, accanto alle mensole poi vi erano alcuni quadri che raffiguravano la Moby Dick in mare, erano fatti veramente bene, la ragazza si chiese chi fosse il pittore, qualche ragnatela poi adornava il tutto, ma nel compenso era una stanza che a Michiko piacque subito.

Il capitano era già seduto in una di quelle sedie che li stava aspettando, li accolse salutandoli, Ace rispose subito al saluto del suo capitano, mentre Michiko dopo averci pensato su qualche secondo inchinò di poco la testa e poi si sedette in una delle sedie con da parte Ace.

-Come state ragazzi?-

-Stiamo tutti e due bene- rispose Ace.

-Michiko, ho saputo da Ace che ora voi due siete qui perché ti interessa il tuo passato, giusto?- domandò Barbabianca direttamente alla ragazza.

Era venuto il momento di parlare per Michiko.

La ragazza pensò che forse dopo la prima parola le altre sarebbero venute fuori più facilmente, non stette a pensare ancora molto a questo, perché sapeva benissimo la cosa giusta da fare in quel momento, e poi aveva anche detto ad Ace che ce l’avrebbe messa tutta per cambiare, sia per lei, e anche per lui, perché Michiko si era ripromessa anche di cambiare per il ragazzo, in modo che lui la potesse ammirare e non odiare per il suo comportamento.

-Giusto- rispose seria Michiko guardando dritto negli occhi l’imperatore.

Ace si girò verso di lei e le sorrise, Michiko questo non poté vederlo perché stava ancora fissando Barbabianca attendendo una sua mossa, vedeva in lei una forza di volontà mai vista prima, ce la stava mettendo tutta a cambiare e a volerlo fare. Il ragazzo allungò la mano verso quella di lei, stringendola, voleva farle capire che era dalla sua parte e che poteva contare su di lui, Michiko a quel contatto venne colta alla sprovvista, si girò verso Ace che le stava sorridendo, lei ricambiò il sorriso, era contenta che Ace aveva capito che ce la stava mettendo tutta.

-Benissimo, io ti posso dire tutto quello che mi ha raccontato tuo padre, Ross, che come saprai faceva parte della divisione di Ace- cominciò a raccontare il capitano.

Michiko a sentire il nome di suo padre strinse i denti, odiava ancora quell’uomo, ma sperava anche che l’odio se ne andasse dopo questo racconto.

-Tuo padre ci teneva molto a te, venne più volte da me per chiedermi di prendere in custodia sua figlia se lui fosse venuto a mancare in qualche modo, mi disse anche che prima o poi saresti stata in pericolo a causa di quel tatuaggio che porti sulla schiena, e così mi feci anch’io raccontare qualcosa in più su tutta questa storia se prima o poi avrei dovuto prendere sulla nave una ragazza che portava un peso enorme-

I due ragazzi ascoltavano attenti la storia, Michiko non voleva perdersi nessun particolare, quello era il momento in cui avrebbe scoperto tutta la verità.

-Mi disse che quel tatuaggio è un simbolo dell’antico popolo, solo i discendenti diretti possono averlo, coloro che un giorno imparando a leggere l’antica scrittura potrebbero distruggere il mondo, tua madre era anche lei discendente, aveva anche lei il tatuaggio e sapeva leggere l’antica scrittura, hai mai sentito parlare di tutte queste cose?-

Michiko era un po’ confusa, qualcosa sapeva, però le sembrava così strano che anche lei fosse coinvolta in tutti questi fatti.

-Si, ho sentito qualcosa, so di cosa si tratta, il governo ha vietato la conoscenza dell’antica scrittura- rispose la ragazza.

-Esattamente, e chi porta quel tatuaggio è un potenziale pericolo per il governo, perché essendo discendenti diretti hanno molte possibilità di imparare questa lingua antica- spiegò Barbabianca cercando di essere il più chiaro possibile con la ragazza.

Poco dopo il capitano tornò a parlare.

-Quello che so è che il tatuaggio ti è stato fatto a due anni di età, da un vecchio signore, anche lui discendente diretto, lui e la sua famiglia ponevano questi tatuaggi alle persone per ricordare la loro discendenza, anche se è pericoloso, per tutte questo persone è un onore portare questi segni-

-Dovrei essere onorata di qualcosa che mi può portare alla morte?- domandò Michiko non capendo.

-Si, perché non tutte le persone di questo mondo possono sapere cosa si cela negli anni bui e rivelarlo al mondo, se tu impari a leggere l’antica scrittura potresti anche cambiare il mondo e non distruggerlo come pensa il governo- spiegò Barbabianca.

-Capisco-

-Ora vorrei chiederti una cosa, potrei vedere il tatuaggio?- domandò Barbabianca prendendosi una pausa dal discorso.

-Certamente- rispose lei alzandosi dalla sedia e girandosi di schiena, si alzò la maglietta lasciando scoperta tutta la schiena, il tatuaggio era posto sotto il collo poco più sotto le spalle, perfettamente al centro, Barbabianca restò affascinato da quel disegno ed Ace poté ammirarlo una seconda volta con più calma.

Era formato per lo più da cerchi e triangoli, al centro vi era un cerchio, il più piccolo che sovrastava tutti con dentro due lineette che sembravano onde del mare, in alto, sotto e ai lati vi erano quattro triangoli come per formare una stella a quattro punte, al di sotto di questi vi era un altro cerchio con altri triangoli che erano grandi come quelli precedenti e sotto ancora ad essi vi era un ultimo cerchio.

Poco dopo Michiko si rimise a posto la maglietta che indossava e tornò a sedersi pronta per ascoltare il resto della storia.

-Un disegno veramente interessante, non c’è che dire- esclamò Ace.

-Non so cosa dire, veramente, sapete sicuramente più voi che io- disse Michiko rattristandosi.

-Allora riprenda il racconto padre- disse Ace curioso anche lui di sapere come andava avanti quella storia.

-Tuo padre mi disse che partì quando tu avevi tre anni, lasciò te e tua madre da sole- proseguì Edward Newgate.

-Io ricordo che mia madre morì quando avevo cinque anni e da allora fui affidata ad una famiglia di anziani, furono loro a dirmi quando mia madre è morta, chiesi anche il perché di quel tatuaggio, ma non sapevano rispondermi, mi dissero solo che il significato lo sapevano i miei genitori, però in quel momento non avevo modo di rivedere nessuno dei due - disse Michiko prendendo in mano il discorso.

-Fu tuo padre a spiegarmi tutto il significato e a che età ti venne fatto, mi disse anche una cosa molto importante- continuò il capitano.

-Cosa?- domandò Ace anche lui curioso.

-Tutte le persone che ricevevano questo tatuaggio dovevano essere scritte su un antico foglio che era stato tramandato da questa famiglia che poneva i tatuaggi sulle persone, dovevano segnarle perché solo grazie ai nomi un giorno si sarebbero potute incontrare ancora per riformare l’antico popolo- spiegò Barbabianca.

-Allora è per il mio nome che mi hanno trovato?- domandò la ragazza.

-Si, prima che iniziassero le tue ricerche da parte della marina, ho saputo che è stata uccisa una famiglia discendente dell’antico popolo e che era stato rinvenuto un foglio con tutti i nomi che possedevano il tatuaggio e quindi discendenti, probabilmente la marina ha ucciso la famiglia del signore che ti ha posto il segno e grazie a quel foglio sono risaliti a te- spiegò il capitano.

-Capisco tutto ora, ma ci sono solo io con quel tatuaggio?- domandò Michiko.

-Temo proprio di si, tuo padre mi disse che alcune persone che dovevano avere quel tatuaggio si rifiutavano perché avevano paura che un giorno la marina li trovasse, i tuoi genitori sono stati molto coraggiosi a porti un tale peso fin da piccola, ma se lo hanno fatto avevano grandi speranze in te-

-Non so proprio cosa dire, sono rimasta sconvolta e impaurita da tutto questo, non pensavo che in una ragazza come me si celasse un segreto simile- disse Michiko spaventata.

-Qua con noi sei al sicuro, non ti devi preoccupare della marina- disse Ace.

-Ho ancora una domanda da farvi, come mai non mi siete venuti a prendere due anni fa quando è morto mio padre?- domandò la ragazza.

-Abbiamo pensato che finchè fosse stato possibile lasciarti vivere tranquillamente la tua vita non ti saremmo venuti a prendere, ma nell’ultimo periodo è successo tutto questo e quindi era inevitabile portarti via- spiegò Ace.

-Sapevamo già su che isola ti trovavi e dove lavoravi, di tanto in tanto qualche nostro pirata andava a controllare la tua isola se tutto andava bene e pian piano abbiamo anche raccolto informazioni su di te per saperti trovare subito se mai fosse successa una cosa del genere- continuò Barbabianca.

-Capisco- rispose Michiko.

-Spero di aver colmato tutti i tuoi dubbi- disse il capitano.

-Si penso proprio di sì- rise lei.

-Ora se volete scusarmi ho altro da fare- si congedò Barbabianca alzandosi dalla sua sedia e dirigendosi alla porta.

-Grazie padre- salutò Ace.

-Grazie mille signore- rispose Michiko.

Alla parola signore Barbabianca si mise a ridere, Michiko lo guardò un po’ storta e poi lui uscì dalla stanza.

-Ma perché si è messo a ridere?- domandò Michiko arrabbiata mettendo le braccia conserte.

-Perché lo hai chiamato signore- rispose ridendo Ace.

-Ma che c’è di strano?- domandò ancora la ragazza non capendo e sempre più irritata.

-Qua nessuno lo chiama signore, lo chiamiamo tutti padre, dovresti farlo anche tu- spiegò Ace.

-Cosa?- urlò Michiko -Io non chiamerò mai padre quell’uomo, non diventerò mai un pirata come te e gli altri- decretò la ragazza.

-Stai calma, nessuno ti ha chiesto di diventare un pirata, anche se sinceramente a me piacerebbe se lo diventassi- rise Ace.

-Tu sei completamente matto- disse Michiko.

-Non sono matto, è che mi piacerebbe averti nella mia flotta, come tuo padre, tutto qui- spiegò Ace.

-Ma se non sono nemmeno capace di combattere- rise Michiko.

-Impari- sorrise Ace.

-No! Non diventerò mai un pirata- ritornò seria la ragazza guardandolo dritto negli occhi.

-Ok, come non detto- disse Ace alzandosi dalla sedia e cominciando a girare per la stanza con le braccia dietro la testa guardandosi intorno.

-È qua che di solito vieni a prendere i libri che mi porti?- domandò Michiko.

-Anche, però abbiamo anche una stanza che ci fa da biblioteca, lì abbiamo tantissimi altri libri e la maggior parte li prendo da lì, poi magari è capitato che qualcuno l’ho preso da qua- spiegò il ragazzo.

 Ace fece il giro del tavolo e poi tornò davanti a lei appoggiandosi al mobile rotondo.

-Come ti senti ora?- domandò il ragazzo guardandola dritta negli occhi.

-Sto bene- rispose lei non capendo tutta quella serietà che si era fatta di un tratto.

-Sono felice che ora sei a conoscenza del tuo passato, penso ti sarai tolta molte domande- disse Ace sorridendo guardando il soffitto.

-Si- rispose lei continuandolo a guardare, lui girò lo sguardo verso di lei e le sorrise, poco dopo il ragazzo si risedette su una sedia lì di fianco e con la testa appoggiata al tavolo si addormentò di colpo.

-Ace?- domandò Michiko guardandolo dormire.

“Ma è possibile che questo qua si sia messo a dormire così?” pensò la ragazza irritata.

-Ace! Svegliati, dai!- urlò la ragazza alzandosi in piedi e cominciando a scrollare il ragazzo, questo non si decideva a svegliarsi, anzi sembrava quasi essere senza vita.

-Oddio!- urlò la ragazza pensando fosse morto, era spaventata e non sapeva cosa fare, forse doveva cercare aiuto, forse doveva stare lì e vedere se era ancora vivo, era stata presa dal panico, quando la porta della stanza si aprì.

-Ehi Ace, il capitano ci ha detto che eri qui, siamo venuti a trovar…- salutò Jaws seguito da Marco, ma fermò la frase a metà notando che Ace era coricato sul tavolo che non si muoveva e Michiko era davanti a lui spaventata non sapendo cosa fare.

-Cosa gli hai fatto?- urlò Marco pensando subito che Michiko avesse fatto qualcosa ad Ace, la prese per le spalle e cominciò a urlarle in faccia di parlare.

Nel frattempo Jaws era andato a controllare le condizioni di Ace.

-Io non gli ho fatto niente- urlò Michiko arrabbiata cercando di liberarsi.

-Eravate solo voi due in questa stanza, se si trova in quello stato devi aver per forza fatto qualcosa- urlò ancora Marco guardandola dritta negli occhi.

-Lasciami andare! Io non gli ho fatto un bel niente- continuava ad urlare Michiko, ora qualche lacrima scorreva lungo il suo viso, Marco le stava facendo male.

-Marco lasciala andare, Ace sta solo dormendo- spiegò Jaws cercando di separare i due.

Marco lasciò andare la ragazza e si diresse verso Ace guardandolo, poi si girò verso Jaws.

-Ha avuto un attacco di narcolessia come al solito, questo Michiko non lo sa e si è spaventata- spiegò Jaws girandosi verso la ragazza.

Lei era spaventata e stava indietreggiando sempre di più dai due, le faceva male dove Marco l’aveva tenuta stretta.

Jaws cominciò ad avvicinarsi alla ragazza, voleva tranquillizzarla e spiegarle che Ace stava bene e che si era addormentato di colpo come al solito.

-Stai lontano da me!- urlò la ragazza andando sempre di più verso la porta.

Jaws però fu più veloce di lei e si posizionò davanti alla porta per evitare di farla uscire, voleva assolutamente spiegarle che era tutto a posto e che non si doveva spaventare.

Michiko a quel punto corse dall’altra parte della stanza, aveva paura che quei due pirati le potessero fare qualcosa di male, guardava Ace e non vedeva l’ora che si risvegliasse ora che sapeva che si era solo addormentato.

-Michiko, stai tranquilla, non ti vogliamo fare del male- disse Jaws guardando la ragazza impaurita.

“Se fosse per me la butterei a mare” pensò Marco che avrebbe preferito che la ragazza se ne fosse andata come stava facendo, prese una sedia e la mise vicino ad Ace, dopodiché si sedette su essa dando le spalle agli altri due ed aspettando che il moro si risvegliasse.

-Voglio andare via! Statemi lontani!- urlò ancora la ragazza.

-Marco non ti voleva fare del male, ha pensato che tu avessi fatto qualcosa a nostro fratello, ma invece il suo pensiero era sbagliato, ho appurato che Ace sta solo dormendo, non so se te lo ha mai detto ma lui soffre di narcolessia- spiegò il comandante della terza flotta.

Michiko non rispose ma rimase ad ascoltare, Ace non le aveva mai detto una cosa del genere ed era la prima volta che capitava davanti a lei.

Nella sala calò il silenzio, qualche minuto dopo Ace si cominciò a riprendere dal suo sonno.

-Finalmente ti sei svegliato- disse Marco che era da parte a lui.

-Ace! Aiutami per favore, questi due mi vogliono fare del male- urlò Michiko cercando di ricevere l’attenzione di Ace.

-Ma che sta succedendo?- domandò Ace che ora si era ripreso del tutto, si guardò intorno e vide che oltre a Michiko che era in piedi dall’altra parte della stanza con l’aria spaventata, vi erano Jaws davanti alla porta e Marco seduto vicino a lui.

-Ace, aiutami!- continuava ad urlare Michiko.

-Michiko che hai?- domandò Ace guardandola.

-Loro mi vogliono fare del male- spiegò la ragazza.

Ace si girò verso i due comandanti.

-Ti eravamo venuti a cercare per dirti alcune cose, solo che quando siamo entrati ti abbiamo trovato coricato sul tavolo che stavi dormendo e subito Marco ha pensato che Michiko ti avesse fatto qualcosa e l’ha aggredita, quando…-

-Cosa hai fatto?- urlò Ace alzandosi in piedi rivolto verso Marco dopo aver sentito le parole di Jaws che non riuscì a finire la frase.

-Calmati, le ho solo chiesto cosa ti avesse fatto, tenendola un po’ sulle spalle- rispose Marco tranquillo.

-Ti ha fatto male?- domandò Ace verso Michiko.

-Si- rispose lei.

Ace guardò dritto negli occhi Marco con aria minacciosa, non avrebbe dovuto aggredire ancora Michiko come aveva già fatto in precedenza.

-E poi cosa è successo?- domandò il moro rivolto verso Jaws.

-Quando ho capito che ti eri solo addormentato ho separato i due e ho spiegato a Michiko che tu soffrivi di narcolessia, cosa che non le avevi detto e che non c’era niente di cui preoccuparsi, voleva scappare ma ho pensato bene di tenerla qua con noi- spiegò Jaws.

-Grazie- rispose Ace andando verso Michiko.

Ace guardò i segni rossi sulle spalle della ragazza, Marco questa volta aveva esagerato ed Ace non gliel’avrebbe perdonato facilmente.

-Vieni Michiko, andiamo- disse Ace trascinando via la ragazza e uscendo dalla porta senza salutare i suoi fratelli.

-Questa volta hai esagerato Marco- disse Jaws sedendosi vicino al comandante della prima flotta.

Marco non rispose ma non era nemmeno pentito di ciò che aveva fatto.

 

Nel frattempo Ace e Michiko erano tornati nella cabina della ragazza.

-Ti fa ancora molto male?- domandò Ace preoccupato portandola a sedere sul letto.

-Ora molto meno- rispose lei.

-Fra un po’ non sentirai più niente, mi dispiace non averti detto che soffrivo di narcolessia, solo che non ho mai avuto l’occasione- si scusò Ace per aver provocato tutto questo.

-Non importa- rispose Michiko.

-Michiko, sono contenta di come ti stai comportando oggi, stai cercando di cambiare, hai parlato con il capitano, sei riuscita a calmare il tuo carattere, sei migliorata tanto- spiegò Ace sorridendole e prendendole la mano.

Michiko alzò gli occhi e lo guardò con aria cattiva. Ace si spaventò.

-Chi ti ha detto di toccarmi?- urlò la ragazza riprendendosi la mano.

Ace la guardò sconvolto, le aveva appena fatto i complimenti perché aveva provato a cambiare e lei era tornata di colpo come prima.

Michiko poco dopo scoppiò a ridere. Ace la guardava ancora più sconvolto.

-Stavo scherzando- rise la ragazza.

Ace la guardò stupefatto e poi si mise a ridere anche lui.


CONTINUA...

 

Qua ho fatto un piccolo disegno raffigurante il tatuaggio di Michiko: Tatuaggio

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Capitolo 10
*** Madinice ***


Buongiorno a tutti! Oggi è venerdì, giorno di pubblicazione! :riot:
Siamo giunti al decimo capitolo, chissà cosa succederà xD

Prima di passare ad esso ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite:
1 - akagami95
2 - eve_law
3 - Fransis94
4 - Kamikaze
5 - Mail Keehl
6 - mau07
7 - milla96
8 - Namine23
9 - Pupattolina
10 - Ron von Bokky
11 - sharry
12 - stella_blu
13 - tre 88
14 - VelenPortuguese
15 - _AZRAEL_

Chi tra le ricordate:
1 - tre 88
2 - _AZRAEL_

Chi tra le seguite:
1 - fior di loto
2 - Ifera Black
3 - kissgabri
4 - LuMiK
5 - MBCharcoal
6 - sashi
7 - tre 88
8 - _AZRAEL_

E chi mi ha aggiunto tra i suoi autori preferiti:
1 - eve_law
2 - tre 88


Grazie veramente a tutti, anche a chi recensisce e a chi legge e basta! Ora le risposte ai vari commenti:

eve_law: Ciao! Grazie mille, andando avanti spero si faccia più interessante, in ogni caso chi lo sa se Marco è geloso o no xD E' un mistero che non resterà sicuramente in sospeso! Non ti preoccupare, sono felice di averti dato un piccolo aiuto anche con qualche frase scritta, l'importante è impegnarsi e seguire il proprio obbiettivo, se hai bisogno non esitare nemmeno a contattarmi! Spero comunque che tu riesco a finirla^^ Alla prossima, baci! Ciao ^^

akagami95: Grazie della recensione! Come hai detto tu Ace doveva per forza addormentarsi qualche volta xD Allora ho ritenuto opportuno metterlo qua per fare la scena seguente con gli altri. Marco e Michiko hanno sempre qualcosa che li fa litigare xD e come hai detto tu l'antico popolo è quello dei Poignee Griffe. Lo scherzo di Michiko xD E' stato divertente, immaginiamoci la faccia di Ace xD Grazie ancora della recensione! Un bacione^^ Ciao Ciao!

Ron von Bokky: Ciao e grazie! I due stanno proprio bene insieme, però tra di loro ci sono comunque tante cose ancora da chiarire. Chi lo sa se Marco è geloso o no xD sarà un dettaglio che si scoprirà più avanti! La scena della narcolessia ci doveva stare in qualche modo nella storia e non sarà sicuramente l'unica! Sono contenta che la storia ti piaccia tanto^^ Alla prossima e grazie ancora! Ciao!

tre 88: Ciao! Come hai detto tu Michiko non deve aver paura del capitano perchè con i suoi figli è sempre gentile e tutto mentre con chi se lo merita può scatenare intere guerre. Michiko odia suo padre perchè se ne era andato via quando lei era ancora piccola per diventare un pirata e quindi per questo motivo odia tutti i pirati che era ciò che era diventato suo padre. Speriamo in ogni caso che Michiko e Marco comincino ad andare d'accordo, sennò sarà un bell'affare vederli litigare di continuo xD Grazie ancora della recensione, alla prossima! Ciao^^

Akira_Laura87: Ciao e grazie di aver espresso ancora una volta il tuo parere! Ti sono veramente grata se mostrando il tuo lavoro in rete metterai una piccola citazione per me e poi mi piacerebbe anche tanto vederlo. Per quanto riguarda il tuo consiglio ho capito perfettamente di cosa si tratta, ma come hai detto tu c'è chi è bravo e chi non lo è xD Io già di mio sò esattamente che ci sono queste cose nella mia storia, però mi è anche molto difficile metterle a posto e delle volte le lascio passare, in ogni caso il tuo consiglio sarà una spinta in più per provare una volta in più a mettere in pratica questa cosa. Non ti preoccupare, non sei stata ripetitiva, grazie ancora del consiglio e della recensione, alla prossima! Ciao Ciao^^

Detto questo ringrazio Oni_Sei per le varie correzioni al capitolo <3

 

MADINICE

 

Passarono alcuni giorni da quando Michiko si fece raccontare il suo passato dal capitano della nave, giorni in cui la ragazza aveva dato il meglio di sé per cercare di cambiare.

Un paio di volte aveva scambiato qualche parola con Jaws, aveva capito che di lui si poteva fidare e che era una persona con cui poter parlare tranquillamente, al contrario invece di un altro comandante con cui non andava proprio d’accordo.

Era riuscita anche a parlare qualche volta con il capitano, più che altro erano solo stati scambi di saluti.

Ace l’aveva anche quasi convinta a mangiare con i comandanti, ma lei ancora non aveva accettato per gli ultimi avvenimenti che erano successi con Marco e nemmeno Ace parlava più tanto con il suo compagno.

I due comandanti però sapevano benissimo che dovevano smettere di comportarsi in questo modo, soprattutto perché non potevano farsi riprendere dal loro capitano, si sarebbe arrabbiato veramente tanto se scopriva che tra i due c’era qualcosa che non andava.

La Moby Dick nel frattempo si stava avvicinando sempre di più alla prossima isola in cui sarebbero attraccati.

-Domani in tarda mattina arriveremo alla prossima isola, noi comandanti con alcuni pirati scendiamo, ti va di venire con noi?- domandò Ace che stava accompagnando Michiko in camera dopo che i due avevano finito di cenare. I due stavano passeggiando tranquillamente per i corridoi parlando.

-Ma non potremmo esserci solo noi due? O tutti tranne che quel coso?- si lamentò la ragazza riferendosi a Marco.

Ace rise per il soprannome che la ragazza aveva dato al comandante in prima.

-Michiko mi dispiace, ma vedi, anche se io e Marco non ci parliamo più tanto, questo non deve venire a saperlo nessuno, perché se il capitano scopre una cosa del genere si arrabbierà molto, non vuole liti tra i suoi figli- spiegò Ace abbassando di un po’ la voce e guardandosi intorno, non voleva che qualcuno sentisse la loro conversazione.

-Capisco, tanto su di me puoi fare affidamento, non lo andrò a dire di certo a nessuno!- rise Michiko.

Anche Ace si mise a ridere dopo ciò che aveva detto la ragazza.

Poco dopo i due si ritrovarono davanti alla stanza di Michiko.

-Vai a dormire ora, domani ci aspetta una giornata faticosa se dobbiamo girare per quest’isola- spiegò Ace aprendo la porta della stanza.

-Andrai a dormire subito anche te?- domandò Michiko.

-Io ho ancora alcune questioni da sbrigare, andrò dal capitano e dagli altri per sapere qualcosa in più riguardo a quest’isola, ma tu stai qua a dormire, non farò tardare di molto il mio sonno- rispose Ace sorridendole.

-Ok Ace, a domani!- salutò la ragazza facendo qualche piccolo passo per entrare nella sua stanza.

-Buonanotte!- rispose Ace avvicinando il suo viso a quello della ragazza dandole un piccolo bacio sull’angolo delle labbra.

Michiko sbarrò gli occhi e arrossì subito, Ace intanto si era allontanato salutando ancora la ragazza e sorridendole. Lei ancora leggermente rossa in viso, sventolò la mano in segno di saluto dopo di che chiuse la porta dietro di sé e vi si appoggiò contro, facendo un respiro profondo.

 

Ace nel frattempo si era riunito con il suo capitano e i comandanti per decidere cosa avrebbero dovuto fare il giorno seguente quando sarebbero approdati sull’isola.

-Staremo un paio di giorni, non di più, il tempo per prendere un po’ di provviste e riposarci un po’- spiegò Barbabianca.

-Dobbiamo prendere qualcosa in particolare?- domandò Marco.

-Il cibo penso sia la cosa più importante, ma a quello ci penseranno i nostri cuochi, voi con altri preoccupatevi di controllare se in città ci sarà qualcosa di strano, se c’è in giro la marina o se vi è qualcosa di pericolo- spiegò il capitano.

-Come si chiama l’isola?- domandò Marco.

-Madinice- rispose il capitano.

-Domani mi porto dietro anche Michiko-  disse Ace per mettere a conoscenza di tutti la sua decisione.

Marco si girò verso di lui guardandolo male.

-Fai attenzione figliolo, anche lei ha una taglia sulla testa-

-Non preoccuparti padre, sarà sempre sotto il mio controllo- rispose Ace convinto.

-C’è qualcos’altro da aggiungere?- domandò il comandante della terza flotta.

-Per ora no, se ci sarà qualcos’altro ve lo proferirò domattina, ora andate pure a riposare- salutò il capitano.

I comandanti si congedarono e andarono ognuno nelle proprie cabine.

 

Il giorno dopo la Moby Dick attraccò lontano dal porto, alle nove circa e subito dopo i pirati scesero dalla loro nave pronti per fare rifornimenti e camminare un po’ sulla terra ferma.

Michiko e i comandanti, con un gruppetto di loro compagni, si diressero in città per comprare alcune cose, mentre un altro gruppo formato da cuochi stava ancora discutendo per fare la lista di ciò che bisognava comprare. Barbabianca invece era rimasto sulla nave, pregando che i suoi figli non si mettessero nei guai come al solito e che i cuochi si dessero una mossa per fare una lista per poi scendere a comprare le provviste.

Dopo circa un quarto d’ora di cammino su rocce coperte da sabbia, il gruppetto arrivò in città. La cosa che si poteva notare principalmente era il verde che vi era lungo le vie, alberi e giardini spuntavano in ogni angolo della città, davano anche parecchia ombra e ciò rendeva piacevole passeggiare lungo quelle vie troppo calde a causa del sole.

I pirati si erano vestiti in modo leggero, sapevano benissimo che quella  era un isola abbastanza calda, ma sicuramente non si sarebbero mai aspettati di trovare così tanta ombra in una città, era veramente un posto fantastico che a Michiko piacque subito, difatti appena entrata nel centro abitato si era già messa a guardarsi attorno con aria curiosa.

-Ti piace questo posto?- domandò Ace alla ragazza, era felice di poter passeggiare con lei per una città insieme a delle altre persone e sapeva benissimo che faceva piacere anche a lei perché non aveva smesso di sorridere da quando era scesa dalla nave. Le era piaciuto tanto anche come si era vestita, portava una leggera maglietta bianca con maniche arricciate che ricadevano da parte alle spalle, dietro la maglia era aperta, tenuta insieme da un laccetto, portava dei jeans corti che le arrivavano poco più sotto alla coscia e stranamente non indossava degli stivali ma delle scarpe nere con un leggero tacco e un cinturino.

-Tantissimo- rispose lei girandosi verso di Ace e sorridendo, i capelli le ricadevano lungo la schiena, mossi solo da qualche folata d’aria che ogni tanto arrivava per rendere il luogo un po’ meno torrido.

Dopo aver passeggiato per due o tre vie arrivarono ad una grande piazza con al centro un grande giardino e delle piccole fontanelle qua e là, in questo grande giardino vi erano anche delle panchine dove la gente si sedeva per riposare, al centro di questo giardino era posto anche un gigantesco albero secolare che faceva ombra in tutta la piazza, dove ai lati di questo erano state esposte tante bancarelle che vendevano qualsiasi tipo di cosa.

Michiko restò a bocca aperta vedendo quel luogo, non aveva mai visto niente del genere, avrebbe voluto subito fare un giro per vedere cosa vendevano in quel mercato e poi avrebbe voluto riposarsi su una di quella panchine all’ombra, circondata da acqua ed erba.

-Facciamoci un giro qua intorno e vediamo cosa vendono- disse Jaws parlando per tutti i suoi compagni.

Cominciarono tutti a camminare tra la folla per vedere cosa si vendeva sopra quelle bancarelle, era esposto un po’ di tutto, ma molta delle merce non interessava ai pirati. C’erano esposti vestiti di ogni genere, souvenir ricordanti quest’isola, braccialetti e collane, frutta e verdura, c'era una vasta scelta.

-Come si chiama quest’isola?- domandò Michiko curiosa fermandosi a guardare alcuni braccialetti esposti.

-Madinice- rispose Ace seguendola, non doveva perderla assolutamente di vista.

-E’ un bel nome- affermò lei girandosi a guardarlo.

-Ti piacciono?- domandò il ragazzo riferendosi a ciò che stava guardando Michiko.

-Non sono male- rispose lei tornando a guardare i braccialetti. Erano dei cerchietti di metallo tutti colorati, quando ne venivano portati tanti procuravano anche un leggero tintinnio scontrandosi l’uno con l’altro.

-Scegli cinque colori, dai- la esortò Ace.

-Ma io…- disse Michiko cercando di far capire al ragazzo che non era importante che lei li avesse.

-Dai, è un mio regalo- continuò Ace.

-Ok- rispose la ragazza prendendo in mano cinque braccialetti di colori diversi.

Ace porse i berry al commerciante per pagare il regalo fatto a Michiko e la ragazza quindi indossò i suoi nuovi braccialetti.

-Grazie mille signore!- rispose il commerciante facendo un piccolo inchino.

Ace e Michiko salutarono con un gesto di mano e sorridendo.

 

Marco nel frattempo si era girato indietro per vedere se erano ancora tutti insieme o se già qualcuno era andato per gli affari suoi, e fu proprio come pensava.

Jaws, vedendo Marco fermarsi, si girò indietro anche lui e vide Ace e Michiko che stavano comprando dei braccialetti.

-Ecco come esplora un’isola, comprando braccialetti- sentenziò Marco.

-Marco dai, tu faresti la stessa cosa nei panni di Ace- disse Jaws.

Marco si girò verso Jaws guardandolo con gli occhi sbarrati.

-Io non potrei mai diventare come sta diventando Ace, pensa solo a Michiko e non parla nemmeno più con noi- disse Marco ripensando ai momenti in cui i comandanti si riunivano sempre per ridere e scherzare, gli mancavano quei momenti, ma dall’arrivo di quella ragazza tutto era cambiato, ora Ace passava tutto il tempo con lei e gli altri per lui non esistevano più.

-Forse dovresti parlargli- consigliò Jaws.

-Perché io? Scommetto che anche a te mancano quei momenti- rispose il comandante della prima flotta.

-Si, mi mancano, ma non ho tutti questi problemi che ti stai facendo tu, sei tu quello che si è fatto i problemi con Michiko ed Ace, non io- spiegò l’altro comandante.

-Già, hai ragione, pensò che dovrò parlargli al più presto possibile- disse rendendosi conto che era l’unica cosa che poteva fare.

-Ehi ci avete aspettato! Grazie- disse Ace che con Michiko erano giunti a dove Marco e Jaws si erano fermati a parlare, i due immersi nei loro discorsi non si erano nemmeno accorti che gli altri li avevano raggiunti.

-Già, vi abbiamo proprio aspettato- rispose Marco con un sorriso tirato, poi ripresero tutti a camminare.

Michiko aveva messo tutti i braccialetti sul polso sinistro e alzando il braccio aveva cominciato a farli tintinnare, si mise a ridere insieme ad Ace.

-Ho fatto bene a comprarteli, così se provi di nuovo a scappare sentirò i tuoi braccialetti e ti verrò a prendere subito- disse Ace ridendo.

-Non ti preoccupare, non scapperò più- rise Michiko.

Marco davanti a loro sentiva tutti i discorsi che stavano facendo, avrebbe voluto girarsi e urlare di smetterla con questi discorsi, ma non poteva farlo.

-Stai calmo- disse Jaws vedendo suo fratello un po’ irritato, lui sbuffò.

Continuavano a camminare lungo quella piazzetta e, fatto tutto il giro, decisero di andare verso il porto a vedere quali navi vi erano attraccate. Da quando Ace aveva messo piede sull’isola e camminava di fianco a Michiko, aveva avuto più volte l’impulso di prenderle la mano e passeggiare come faceva una coppia normale, anche se questo concetto non lo avevano ancora chiarito, si domandò quindi cosa pensasse Michiko, se riteneva che loro due erano fidanzati o che erano ancora amici che si stavano avvicinando.

Avrebbe dovuto parlarle al più presto per chiarire questa cosa, ma intanto decise di farsi coraggio e di far scivolare la sua mano destra vicino a quella sinistra della ragazza, prima toccandola leggermente e poi prendendola e intrecciando le dita con quelle di Michiko, appena riuscì nell’impresa si girò a guardare da tutt’altra parte nascondendo il leggero rossore che aveva fatto largo sulle sue guance.

Michiko fu colta alla sprovvista da qual gesto, subito il suo cuore diede un battito più forte e poi istintivamente si girò a guardare il viso del ragazzo che anche se girato da tutt’altra parte la guardava con la cosa dell’occhio e appena vide Michiko girarsi si girò anche lui sorridendo, la ragazza invece aveva ancora un’espressione esterrefatta.

-Se non vuoi…- disse Ace allentando un po’ la presa della sua mano con quella della ragazza.

Michiko però fu più veloce di lui, strinse la sua mano a quella del ragazzo per fargli capire che a lei andava benissimo e gli sorrise, Ace fece lo stesso.

Poco dopo arrivarono al porto, non era molto grande, vi erano attraccate una decina di navi, più che altro mercantili, per fortuna non vi era nessuna nave della marina, e non sembravano esserci segni di altri pirati sull’isola.

-Guardate là!- disse Jaws indicando un punto alla loro sinistra.

-È fantastico!- disse Ace seguendo il dito di suo fratello per vedere cosa indicava, tutti gli altri rimasero a bocca aperta.

Il punto che il comandante della terza flotta stava indicando era una piccola scogliera che dava a picco sul mare, ci saranno stati circa venti minuti di cammino da dove si trovavano loro, tutta in salita, ma ne valeva la pena, il mare da lassù doveva essere uno spettacolo, in lontananza si poteva capire che anche quel posto era circondato dal verde, con alberi alti che dava ombra, si vedeva anche qualche casetta, probabilmente poteva essere un posto utilizzato da vedetta.

-Ci andiamo?- domandò Michiko ad Ace.

-Io direi di sì, però non adesso che è ora di pranzo- rise il ragazzo sentendo il suo stomaco vuoto.

Michiko sbuffò.

-Io direi di farci un salto domani mattina, così poi possiamo ripartire nel pomeriggio, oggi dobbiamo tornare alla nave per aiutare a mettere a posto le provviste che porteranno i cuochi- spiegò Jaws.

-Ok, allora andiamo a cercare una locanda dove mangiare- disse Marco incamminandosi ancora dentro la città.

-Contenta Michiko? Domani ci andremo- disse Ace sorridendole.

-Si- rispose lei cominciando a camminare per seguire gli altri.

 

-Comandante! Là c’è un posto dove possiamo fermarci a pranzare- disse uno dei pirati che erano con loro.

-Perfetto- rispose Marco andando avanti e notando che il posto non era male, vi era qualche tavolo anche fuori alla locanda, ma loro preferirono farsi dare una sala privata dentro, in modo tale da non essere visti da molte persone.

-Michiko, qua dovremmo stare al tavolo tutti insieme- disse Ace.

-Va bene, lo immaginavo- sbuffò la ragazza.

-Non ti preoccupare, starò io di fianco a te e dall’altra parte farò in modo che non ci sia nessuno- disse Ace.

I pirati entrarono nella sala che gli era stata assegnata, Ace notò subito che il tavolo era stato messo proprio al caso suo, era un tavolo rettangolare e un lato di esso era contro il muro.

-Michiko vieni!- disse Ace portando la ragazza a sedersi vicino al muro, mentre lui si sedette vicino a lei, davanti a Michiko andò a sedersi Jaws e questo tranquillizzò la ragazza, solo che davanti ad Ace era andato a sedersi Marco, lei avrebbe preferito che stesse nell’altro angolo del tavolo o semplicemente si fosse andato a scegliere un’altra locanda per pranzare.

Dopo qualche minuto di attesa i camerieri cominciarono ad imbandire il tavolo con vari tipi di carne e da bere, subito i pirati cominciarono a darci dentro per abbuffarsi più che potevano, tranne Michiko che rimase in disparte cercando di prendere una piccola fettina di carne e di mangiarla in tranquillità senza farsela rubare dagli altri pirati che erano disposti a tutto pur di riempirsi il piatto e mangiare tutto.

-Ne vuoi ancora un po’?- domandò Ace a Michiko vedendo il suo piatto vuoto in confronto a ciò che avevano davanti gli altri.

-No, non ti preoccupare, sono a posto così- rispose lei.

-Mangi veramente poco tu- rise Ace.

-Mangio normale e non tanto come voi- rispose la ragazza.

I camerieri continuavano a portare cibarie sul tavolo per far felici i pirati che stavano continuando a mangiare, solo dopo una mezz’oretta finirono i loro viaggi notando che tutti aveva la pancia piena.

A quel punto tutti cominciarono a parlare del più e del meno, quando Marco chiese una cosa ad Ace.

-Ti posso parlare in privato?-

-Si, certamente- rispose il moro.

-Andiamo fuori dal locale- disse Marco alzandosi dalla sua sedia, seguito da Ace.

-Torno subito, tu stai qua con Jaws- disse Ace a Michiko.

-Ok- sorrise la ragazza.

Michiko era un po’ spaventata a rimanere da sola in mezzo a tutti quei pirati di cui non conosceva nemmeno il nome, per fortuna c'era Jaws, di cui si era cominciata a fidare, poi cominciò a pensare a cosa doveva dire a Ace di tanto privato.

-Non ti preoccupare e stai tranquilla, non ci metteranno molto- disse Jaws vedendo la ragazza un po’ agitata.

-Si- rispose lei accennando un piccolo sorriso.

 

Nel frattempo Marco ed Ace erano andati fuori dalla locanda per parlare.

-Allora? Come mai mi hai portato qua fuori?- domandò il moro sedendosi comodamente su una panchina che vi era davanti a dove avevano appena finito di mangiare, si mise le mani dietro la testa.

-Dovrei parlarti di una cosa- rispose Marco sedendosi accanto a lui con aria meno rilassata.

-Dimmi- lo esortò il moro a parlare.

-Riguarda Michiko- disse Marco.

-Lo sapevo, cosa hai da dire ancora? Vuoi per caso scusarti per cosa le hai fatto?- domandò Ace diventando serio e cominciando a guardare dritto negli occhi Marco.

-So di aver sbagliato in quelle occasioni, lo ammetto, ma il suo comportamento mi dava troppo fastidio- spiegò Marco.

-Dava fastidio anche a me, ma me ne sono preso cura per come era, e ora l’ho fatta cambiare- rispose Ace a tono.

-Ho visto, e per badare a lei ti sei allontanato da me, da Jaws e dagli altri, tu non te ne accorgi ma passi gran parte della giornata solo con lei- spiegò il comandante della prima flotta.

-È perché devo farla cambiare e dovevo prendermi cura di lei- spiegò il moro.

-Ace, noi sentiamo la tua mancanza, delle volte ripenso ai momenti in cui stavamo sempre insieme agli altri e passavamo le giornate a ridere, mancano a tutti quei momenti, non sono solo miei pensieri- continuò il discorso Marco.

Ace rimase un po’ a pensare prima di riprendere il discorso, Marco alla fine aveva ragione, passava tutto il giorno con Michiko e non badava più agli altri, per lui ormai c’era solo quella ragazza e Marco ha avuto ragione a richiamarlo, non poteva stare sempre con Michiko, aveva anche dei fratelli sulla nave, fratelli che volevano la sua presenza e che anche a lui mancavano. Michiko pian piano stava cambiando e sicuramente avrebbe passato le giornate anche con loro senza lamentarsi.

-Hai ragione Marco, riprenderò i contatti con voi, è giusto così- rispose Ace.

-E cosa farai con Michiko?- domandò il biondo.

-Sta cambiando pian piano, sicuramente accetterà anche di stare con gli altri a patto che ci sia sempre io- rispose Ace.

-Capisco- rispose il ragazzo alzandosi.

-Lei ti odia- rise Ace alzandosi anche lui.

-E a me non è ancora andata del tutto a genio, mi dispiace Ace, so che sei molto legato a lei, ma è così- spiegò Marco.

-Spero che un giorno possiate parlare tranquillamente anche voi due- disse Ace.

Marco non rispose e cominciò a camminare per rientrare alla locanda facendo cenno al moro di seguirlo, i due ritornarono al tavolo e poco dopo tutti si alzarono per ritornare alla nave.


CONTINUA...

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Capitolo 11
*** La scogliera ***


Eccomi qua con il capitolo successivo!

Ringrazio prima di tutto quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti:
1 - akagami95  
2 - eve_law
3 - Fransis94
4 - Kamikaze
5 - Mail Keehl
6 - mau07
7 - milla96
8 - Namine23
9 - Pupattolina
10 - Ron von Bokky
11 - sharry
12 - stella_blu
13 - tre 88
14 - VelenPortuguese
15 - _AZRAEL_


Quelli che l'hanno messa tra le seguite:
1 - tre 88  
2 - _AZRAEL_


E quelli che l'hanno aggiunta tra le ricordate:
1 - Allen_Anne_Black  
2 - fior di loto
3 - Ifera Black
4 - kissgabri
5 - LuMiK
6 - MBCharcoal
7 - sashi
8 - tre 88
9 - _AZRAEL_


Ringrazio inoltre chi mi ha aggiunto tra i suoi autori preferiti:
1 - eve_law
2 - tre 88


Un grazie infinito a tutti coloro che recensiscono o che leggeno e basta!

akagami95: Ciao *_* Hai preferttamente ragione, Ace deve anche passare del tempo con gli altri, in fondo sono la sua ciurma. Ahah xD Immagino proprio se Marco si fosse girato xD sarebbero partiti certi fulmini xD meglio che è andata così xD Michiko magari riuscirà anche a parlare con Marco, boh! Speriamo almeno in bene per il resto xD Grazie ancora per la recensione! Un abbraccio^^ Ciao Ciao!

tre 88: Ciao e grazie mille! Sono contenta che il soprannome ti ha fatto ridere xD quei due si odiano tanto xD Menomale che qualcuno riesce a far star calmo Marco, sennò chissà cosa potrebbe dire se nessuno gli dice qualcosa. Non ti preoccupare, non offendi xD ti spiego anche: Michiko non si fida di Marco perchè con lei si è comportato male e quindi ha paura di lui, mentre con Jaws, ma anche con il capitano, che possono avere tutti e due un aspetto più inquietante di Marco, riesce bene a comunicare perchè loro non le hanno mai fatto niente di male. Vista non c'è perchè mi sarebbe stato difficile caratterizzarlo e se avessi messo anche lui ci sarebbero stati anche altri comandanti che potevano essere citati, quindi ho preferito mettere quelli che si sono visti da molto prima della guerra di Marine Ford.

Akira_Laura87: Ciao e grazie come sempre! Sono contenta che questa parte ti abbia rilassato^^ Per quanto riguarda le illustrazioni ci stiamo già sentendo! Al prossimo capitolo! Ciao e grazie ancora! ^^

eve_law: Ciao e grazie *-* Sono sempre contenta di ricevere i tuoi complimenti, mi fanno veramente piacere! Il nickname di Marco xD chissà se continuerà a chiamarlo così xD Ace sta diventando dolce con Michiko, però è sempre un pirata forte e valoroso! L'importante è che tu finisca la tua storia, anche se ci vorrà molto, prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno, però poi la dovrai postare anche perchè io sono curiosa xD Alla prossima! Un bacione! Ciao ciao!

Ringrazio infinitamente Oni_Sei che ha appena ricontrollato il mio capitolo, giusto qualche minuto fa xD Grazie <3

 

 

LA SCOGLIERA

 

Come era stato deciso, il giorno seguente, a pomeriggio inoltrato, il gruppetto di pirati e Michiko scesero ancora sulle terre dell’isola Madinice per andare a vedere la scogliera che dava a picco sul mare, vista il giorno prima.

Dopo svariati minuti di cammino, appesantiti dalla salita dal porto in poi, il gruppo arriva finalmente nel luogo tanto atteso, come avevano visto da lontano il posto era pieno di giardini come la città, vi erano stradine di ghiaia e alberi altissimi, alcune panchine erano disposte qua e là, e tutto questo dava a picco sul mare con un altezza di circa 100 metri. In giro qua e là erano sparse anche alcune casette che a prima vista sembravano disabitate.

Anche se erano molto alti si sentiva il suono delle onde che sbattevano contro le rocce che venivano fuori dal mare.

Michiko, curiosa di vedere come si vedeva il mare, andò subito verso il bordo per affacciarsi.

-Ehi, stai attenta!- la richiamò Ace andando verso di lei e portandola un po’ indietro, era andata quasi sul bordo.

-Ehi, mica mi butto- disse la ragazza lasciandosi trasportare indietro, le era piaciuto molto il fatto che Ace si era preoccupato subito per lei.

Ace e Michiko si spostarono più indietro e continuarono a guardare il mare, lassù si poteva ammirare veramente un bel paesaggio, sarebbe stato molto carino anche ammirare il tramonto da quel posto, però purtroppo sarebbero dovuti andare via prima.

-Riposatevi un po’, non troveremo tanti posti del genere in giro per la Rotta Maggiore- disse Jaws rivolgendosi a tutti i pirati, questi cominciarono ad esplorare la zona o a sedersi sotto gli alberi per stare al fresco e in tranquillità.

-È veramente un magnifico posto- disse Michiko andandosi a sedere su una delle panchine rimaste ancora libere.

-Già- rispose Ace sedendosi alla sua sinistra e mettendole il braccio destro dietro la testa.

Pensò subito che quello era il momento per chiarire la loro situazione e anche per parlarle di cosa le aveva detto Marco.

Vedeva la ragazza continuarsi a guardare attorno per ammirare quel posto, non si lasciava sfuggire nemmeno un particolare, stava a fissare cose per tanto tempo e poi si girava per mettersi ad osservare altro, era contento di vederla felice e tranquilla per una volta.

Poi si decise a parlare.

-Michiko, ti vorrei parlare di una cosa- disse Ace richiamando l’attenzione della ragazza, lei si voltò subito a guardarlo sorridente, ma quel sorriso andò via subito vedendo lo sguardo serio del ragazzo.

-Dimmi- disse lei un po’ impaurita dal suo sguardo.

-Ieri ti ricordi che Marco mi ha chiamato fuori per parlarmi in privato giusto?- domandò Ace.

-Si, mi ricordo, quando avevamo finito di mangiare- rispose lei continuando a guardarlo.

-Ecco, praticamente prima che arrivassi tu io stavo sempre con loro, invece ora sto sempre con te- spiegò Ace.

-Quindi?- domandò la ragazza senza capire, avendo paura però che Ace la abbandonasse.

-Mi ha detto che a lui e agli altri mancano i momenti di divertimento in cui c’ero anch’io, passavamo tutto il giorno a scherzare, ovviamente i nostri doveri sulla nave li facevamo, però ci divertivamo e da una parte mancano anche a me quei momenti, quindi ti volevo chiedere se per te andava bene passare un po’ di tempo anche con loro. Io ora non ti sto chiedendo di stare tutto il giorno con gli altri, ma potremmo passare qualche oretta con loro e poi io starei sempre con te il resto della giornata- spiegò il moro.

La ragazza rimase a riflette un po’ sulle parole di Ace, lei voleva il ragazzo tutto per sé, non le piaceva tanto stare anche con gli altri pirati, però dall’altra parte non poteva nemmeno privarlo delle sue amicizie che aveva già prima di incontrare lei. La cosa giusta era stare anche con gli altri, alla fine avrebbe allacciato qualche rapporto anche con qualcun altro e questo l’avrebbe resa meno sola in momenti in cui Ace non poteva esserci. Le dispiaceva solo il fatto che tra quelli ci fosse stato sicuramente Marco, ma bastava ignorarlo come stava facendo in questi due giorni, facendo nuovi incontri con tanta gente che nemmeno conosceva o che non aveva voluto conoscere.

-Ho capito Ace, è giusto che tu voglia passare del tempo anche con i tuoi fratelli, se me lo avessi chiesto tempo fa te lo avrei sicuramente vietato, ma ora ho deciso di cambiare, per te e per me, e quindi accetto ciò che tu mi hai detto. Passerò del tempo anche con gli altri, però tu ci dovrai essere sempre- rispose la ragazza guardandosi le mani che si stringevano a vicenda appoggiate alle gambe, poco dopo si girò verso Ace sorridendo.

-Stai tranquilla, ci sarò sempre- rispose Ace sorridendole.

Michiko finito quel discorso tornò a guardarsi intorno curiosa, però Ace non aveva ancora finito tutte le cose che doveva dirle.

-Ehm... Michiko, ci sarebbe un’altra cosa che ti dovrei dire- disse Ace richiamando ancora una volta l’attenzione della ragazza dai capelli azzurri.

Lei si voltò dando uno sguardo ad Ace per fargli capire che poteva cominciare a parlare.

-Vorrei chiarire la situazione che c’è tra noi due- disse Ace vergognandosi un po’, la ragazza arrossì leggermente e pose il suo sguardo per terra facendosi stretta nelle spalle.

-Tu cosa stai pensando?- domandò sottovoce Michiko.

-Penso che i nostri sentimenti ce li siamo già detti quella volta, solo che non avevano ancora chiarito la situazione, quindi mi farebbe piacere chiarirla- rispose il ragazzo.

-Già- sussurrò la ragazza.

E ora Ace non sapeva veramente più che dire, pensava che come l’altra volta la ragazza prendesse in mano il discorso e dicesse tutto lei senza far dire una parola a lui, ma invece ora Michiko si era chiusa dentro di sé e parlava a monosillabi. Questa volta toccava a lui.

-Saresti contenta se… io e… te, insomma se io e te… stessimo insieme?- domandò il ragazzo vergognandosi da morire e cominciando anche lui a guardare un punto imprecisato del terreno.

-Ne sarei veramente felice- rispose Michiko tornando a guardare il ragazzo sorridendole, lui si voltò posando il suo sguardo negli occhi grigi della ragazza sorridendo.

I due volti pian piano si stavano avvicinando, gli occhi si stavano pian piano chiudendo, ora non gli interessava veramente se gli altri li guardavano o no, ora era il loro momento.

Le labbra si stavano ormai per incrociare… uno sparo.

L’urlo di Michiko spaventata, che aprì gli occhi di scatto facendosi indietro, Ace la prese subito tra le braccia stringendola a sé e cominciò a guardarsi intorno come stavano facendo gli altri pirati.

Si sentivano passi pesanti, qualcuno stava correndo, urla di uomini.

I pirati erano stati circondati da dei Marines.

Michiko aprì gli occhi che aveva chiuso spaventata e si cominciò a guardare intorno.

-Oh no, la Marina!- disse spaventata la ragazza facendosi stretta tra le braccia di Ace.

-Presto uomini, prendeteli!- urlò uno dei Marines, a quell’ordine tutti i soldati cominciarono ad attaccare i pirati. Prontamente i pirati risposero all’attacco sguainando le spade, cominciarono a sentirsi i rumori dei fendenti che andavano uno contro l’altro.

-Michiko, io devo combattere, cerca di metterti al sicuro- disse Ace lasciando la ragazza sulla panchina e buttandosi dentro lo scontro cominciando a prendere a pugni un po’ di soldati senza nemmeno usare il potere del frutto del diavolo ingerito.

Jaws si era trasformato in diamante e ora stava tenendo testa alle taglienti spade che possedevano i marine, per lui era un giochetto batterli, il suo corpo di diamante era indistruttibile anche per la potete spada nera di Mihawk.

Marco si era trasformato solo in parte in fenice, in modo da poter volare e planare facilmente sugli avversari tirando qualche calcio ben assestato e mettendo al tappeto un bel po’ di Marines, ma questi non volevano demordere e continuavano ad attaccare.

Michiko si era alzata dalla panchina cercando di farsi vedere il meno possibile, anche se probabilmente sapevano benissimo che lei si trovava lì ed andò a nascondersi dietro un albero per non dare nell’occhio, seguiva lo scontro da lontano, non aveva ancora visto i pirati nel combattimento. Non si era mai immaginata che Marco poteva trasformarsi in fenice, poco dopo vide anche Ace che finalmente si era deciso a cominciare ad usare il fuoco. Le sue braccia erano completamente infiammate, in questo modo stava atterrando il doppio dei soldati che poteva sconfiggere senza usare quel potere.

Era rimasta affascinata da tutto il combattimento, ma mentre guardava e tifava per i pirati non si accorse del Marine che si stava avvicinando verso di lei.

Poco dopo sentì alcuni passi accanto a lei, si girò di scatto vedendo un Marine che stava cercando di prenderla, lei si spostò subito e il soldato cadde a terra. Michiko fece qualche passo dietro di sé spaventata e poi cominciò ad andare lontano, l’uomo però si rialzò subito e cominciò ad inseguirla.

Michiko purtroppo però era scappata troppo vicino al bordo della scogliera e ora poteva solo indietreggiare pian piano ancora di qualche passo perché sennò sarebbe caduta in fondo al mare.

Il marine stava andando verso di lei lentamente, convinto di aver messo in trappola ragazza e quindi di riuscire a prenderla facilmente.

-Aiuto!- urlò Michiko spaventata.

Ace e gli altri si girarono subito sentendo le urla della ragazza, Ace vedeva la scena, Michiko ormai era nelle mani di quel soldato e più indietro non poteva andare perché sennò sarebbe precipitata nel burrone. Doveva assolutamente fare qualcosa, soltanto che i soldati non smettevano di arrivare e di attaccarlo, era anche lontano dalla ragazza, si guardò subito intorno e vide che il più vicino era Marco.

Il marine non aspettò ancora un momento di più e si lanciò sulla ragazza per prenderla.

Lei urlò e si abbassò subito per terra per non farsi prendere, tutta l’attenzione fu di nuovo richiamata a loro.

Il marine non era riuscito a prendere Michiko, ma anzi l’aveva nettamente mancata poiché lei si era abbassata, quest’ultimo quindi precipitò giù dalla scogliera e si schiantò in mare. Michiko, che si era abbassata di scatto, scivolò dal bordo e rimase attaccata solo con le braccia, stava per cadere anche lei.

Michiko si teneva con le braccia e chiamava aiuto, non riuscita a risalire da sola ma la cosa peggiore è che non aveva più forza nelle mani e sarebbe potuta cadere da un momento all’altro.

Ace alla vista di quella scena si sbarazzò in fretta dei soldati intorno a lui e cominciò a correre verso la ragazza bruciando quelli che si trovava davanti, purtroppo però a metà strada si fermò di colpo vedendo Michiko scivolare giù, subito dopo si riprese cominciando correre sul bordo quando vide Marco trasformato completamente in Fenice planare giù dalla scogliera per andare a salvare la ragazza. Ace, arrivato al bordo, cominciò a guardare giù e vide la Fenice che stava facendo ritorno portando con sé Michiko, ritornò a terra e si trasformò in umano portando tra le braccia la ragazza spaventata, lei vedendo a chi si trovava in braccio cominciò a dimenarsi per fuggire.

-Lasciami!- urlò lei saltando giù e correndo verso Ace.

“Se questo è il ringraziamento la prossima volta la lascio cadere” pensò il comandante della prima flotta.

Michiko si buttò tra le braccia di Ace cominciando a piangere, aveva avuto tanta paura, Ace l’abbracciò a sua volta guardando Marco che stava camminando per ritornare alla battaglia.

-Marco! Grazie!- urlò il moro verso suo fratello.

-Stai con lei, qua ce ne occupiamo noi- disse voltandosi verso di lui per poi tornare alla battaglia.

Nel giro di una decina di minuti i pirati riuscirono a sconfiggere i Marines, che dovettero battere in ritirata per la dura lezione ricevuta. I pirati si coricarono a terra a riposare, lo scontro era stato duro, ma per fortuna ce l’avevano fatta.

Michiko era ancora tra le braccia di Ace, pian piano si era calmata, si guardò intorno, la battaglia era finita.

-Scusami un attimo- disse al ragazzo cominciando a camminare verso Marco che era coricato per terra sull’erba a riposarsi.

Michiko aveva trattato male ancora una volta Marco, nonostante lui le avesse salvato la vita anche se la odiava, nonostante lui le avesse fatto del male più volte sulla nave, ora le aveva salvato la vita e lei era scappata via urlando, aveva capito che doveva chiedergli prima di tutto scusa e poi ringraziarlo.

La ragazza arrivò vicino a lui e si inginocchiò per terra guardandolo, lui vedendola arrivare si alzò e si mise a gambe incrociate, aveva ancora il fiatone dalla battaglia appena conclusa.

Non era la prima volta che Michiko aveva contatti con Marco, era già successo sulla nave quando gli aveva urlato dietro più volte, ma questa era una situazione totalmente diversa.

Ace invece era rimasto in disparte a guardare la scena da lontano, questa volta lui non doveva interferire e la situazione non richiedeva nemmeno la sua presenza.

-Scusa se prima ti ho urlato di lasciarmi andare, ero ancora molto spaventata- disse Michiko guardando per terra, non voleva incontrare lo sguardo del biondo.

-Non ti preoccupare, l’importante è che stai bene- rispose Marco.

Michiko non riusciva a credere alle parole che le aveva detto colui che si era trasformato in Fenice, le stava dicendo che l’importante era che lei fosse salva, quando l’aveva anche aggredita, il mondo doveva essersi ribaltato.

-Grazie di avermi salvato la vita- disse lei alzando lo sguardo e guardandolo dritto negli occhi.

-L’ho fatto per Ace, ero il più vicino a te, lui non me lo avrebbe mai perdonato se ti avessi lasciato cadere- rispose il ragazzo.

-Quindi tu mi avresti lasciato cadere se non fosse stato per Ace?- domandò la ragazza un po’ irritata.

-No- rispose seriamente alzandosi e andando a vedere come stavano gli altri.

Michiko restò a guardarlo, non aveva capito molto, però era contenta che le cose si erano messe abbastanza a posto e che aveva accettato le sue scuse e ringraziamenti.

Ace vedendo che Marco se ne stava andando, corse subito da Michiko che si stava rialzando in piedi.

-Allora?- domandò il moro.

-Tutto a posto- rispose la ragazza sorridendo.

Ace era felice che per almeno una volta Marco e Michiko si erano parlati senza litigare, questo rendeva le cose facili per tutti.

-Torniamo alla nave, ci sono alcuni feriti- urlò Jaws richiamando l’attenzione.

I pirati si radunarono e presero a camminare per tornare sulla Moby Dick e fare rapporto al capitano.

 

Alcuni colpi sulla porta, qualcuno stava bussando.

-Entra pure!- urlò Ace da dentro mentre stava mettendo a posto un po’ la sua cabina.

Dalla porta entrò Michiko con un leggero vestito bianco che le arrivava poco più sopra delle ginocchia, con spalline strette e abbastanza scoperto sulla schiena. Ace la guardò dalla testa ai piedi complimentandosi con lei mentalmente.

 

I pirati dopo essere tornati sulla nave andarono tutti ognuno nella loro cabina, tranne i comandanti che andarono a far rapporto al capitano, Ace era appena entrato nella sua stanza quando poco dopo qualcuno aveva bussato alla sua porta.

 

Michiko, vedendo il ragazzo che la stava guardando, arrossì leggermente.

-Come mai qui?- domandò Ace guardandola in faccia.

Michiko si guardò un po’ intorno, non era mai stata nella cabina di Ace.

-Fa schifo questo posto!- disse storcendo il naso.

-Sai, non ci sono donne che fanno anche le pulizie, ma io penso di averne trovata una- sorrise il ragazzo avvicinandosi a lei e mettendo le sue mani sui fianchi di lei.

-Solo se mi aiuti anche tu- sorrise a sua volta la ragazza stando al gioco di lui.

-Allora perché sei venuta qua da me?- domandò il ragazzo sperando che Michiko fosse venuta con quel bel vestitino solo per lui.

-Perché mi sono fatta male oggi pomeriggio, guarda- disse la ragazza tirandosi su un po’ il vestito e scoprendo un lungo taglio sulla gamba sinistra.

-Michiko, devi andarti a far subito curare!- urlò Ace vedendo la gravità di quel taglio, purtroppo le sue speranza di una serata carina erano svanite alla vista del segno sulla gamba della sua ragazza.

-Ma si è già rimarginato e non mi fa nemmeno male- rispose la ragazza non capendo nemmeno lei come potesse essere accaduto.

-Sicura?- domandò Ace preoccupato.

-Sicurissima- rispose lei stupefatta del fatto che non le facesse male.

-Hai fame?- domandò il ragazzo.

-Un po’, tu?-

-E me lo chiedi anche?- rise il ragazzo -vado a farmi una doccia e poi andiamo a cena, tu resta pure qui- disse andando verso il bagno.

-Agli ordini- rise andandosi a sedere sul letto e guardandosi intorno, quella camera aveva proprio bisogno di una sistemata.

Ace uscì poco dopo dal bagno.

-Comodo potersi asciugare con il tuo potere?- domandò ridendo mentre si stava facendo una treccia ai capelli.

-Comodissimo- rispose ridendo.

Michiko poi si girò dando la schiena ad Ace per cercare doveva aveva posato l’elastico per fermare i capelli, quando Ace notò qualcosa di strano in lei.

-Michiko, hai dei strani segni intorno al tuo tatuaggio- disse il ragazzo che li aveva visti grazie all’apertura del vestito di Michiko.

-Che tipo di segni?- domandò la ragazza girando spaventata facendo il nodo ai capelli ora che aveva trovato l’elastico.

-Puntini rossi, intorno al tatuaggio, sembra che ti si sia arrossato- spiegò il ragazzo.

-Non mi sembra che mi fosse mai successa una cosa simile e poi non ho fatto nemmeno niente- rispose la ragazza non riuscendo a capire come era possibile una cosa del genere.

-Quando sei caduta, sei andata per caso a sbattere?- domandò il moro.

-Mi sono fatta male solo alla gamba che ricordo aver sfregato, ma con la schiena non ho veramente colpito niente- spiegò.

-È molto strano, vediamo se anche domani hai questi segni- consigliò Ace.

-Ok, però prima di cenare devo cambiarmi- spiegò la ragazza.

-Va bene, andiamo intanto- disse Ace andando verso la porta seguito da Michiko, lei entrò un attimo nella sua cabina per cambiare d’abito e subito si diressero a cena.

 

CONTINUA...

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Capitolo 12
*** Freddo ***


Buongiorno a tutti!
Chiedo scusa a tutti se ho saltato l'aggiornamento di venerdì scorso, ma giovedì scorso mi è saltata la linea telefonica quindi anche Internet e ci hanno messo più di cinque giorni a ripararla, così ho deciso di postare direttamente oggi. Chiedo perdono ç_ç
Andando oltre, ci eravamo lasciati con Marco che aveva salvato Michiko e con la speranza che i rapporti tra i due potevano diventare meno bruschi, vediamo cosa succede in questo capitolo!

Ho modificato il Font di questo capitolo visti i problemi riscontrati! Spero ora possiate leggerlo tutti^^

Ringrazio come sempre chi l'ha messa tra i preferiti:
1 - akagami95  
2 - eve_law
3 - Fransis94
4 - Kamikaze
5 - Mail Keehl
6 - mau07
7 - milla96
8 - Namine23
9 - Pupattolina
10 - Ron von Bokky
11 - sharry
12 - stella_blu
13 - tre 88
14 - VelenPortuguese
15 - _AZRAEL_


Chi tra le seguite:
1 - tre 88  
2 - _AZRAEL_


Chi tra le ricordate:
1 - Allen_Anne_Black  
2 - astrea89
3 - fior di loto
4 - Ifera Black
5 - kissgabri
6 - LuMiK
7 - MBCharcoal
8 - sashi
9 - tre 88
10 - _AZRAEL_
11 - _Tigre_

E chi mi ha aggiunto tra i suoi autori preferiti:
1 - eve_law
2 - tre 88


Ringrazio inoltre tutti quelli che leggono la mia storia e chi la recensisce.

akagami95: Ciao e grazie di lasciare sempre una recensione! ^^ Dopo questo salvataggio Michiko e Marco potrebbero avvicinarsi un po' e cercare di non uccidersi sempre xD Mi sono divertita molto a scrivere la scena con Ace e Michiko, erano imbarazzati tutti e due, soprattutto Ace xD Per quanto riguarda i puntini chissà cosa sono, ovviamente la risposta non tarderà ad arrivare! Al prossimo capitolo! Un abbraccio^^ Ciao!


tre 88: Ciao! Come hai detto tu ci voleva qualcosa di forte per fare in modo che Michiko e Marco cominciassero a parlare tra di loro in modo civile xD Grazie ancora della recensione, al prossimo capitolo! Ciao Ciao! ^^


eve_law: Ehi ciao! Con questo capitolo molte cose si sono chiarite tra i vari protagonisti, la relazione non si è diciamo chiusa, è solo che Ace sta passando molto tempo con Michiko e non sta più con i suoi compagni a meno che lui non sia chiamato da loro per fare qualcosa di importante o discutere su una questione di rilievo. Scusa se ti ho fatto aspettare una settimana in più per questo capitolo >_< al prossimo e granzie ancora! Un abbraccio! ^__^


MBCharcoal: Ciao! Eccoti di nuovo qui xD Si sono tanto contenta di avere una tua recensione perchè ti reputo una scrittrice veramente brava! I due si sono finalmente chiariti ma non si riescono a dare nemmeno un bacio xD Li sto facendo disperare hahaha, la cosa importante è che Marco e Michiko non si uccidano ogni volta che si vedono e con questo salvataggio le cose dovrebbero andare meglio. Per i segni strani la risposta non tarderà ad arrivare! Grazie ancora per la recensione! Un bacione^^ Ciao!


Ovviamente ringrazio Oni_Sei per la revisione del capitolo! <3

 

FREDDO


-Michiko! Michiko! Posso entrare?- domandò Ace che stava chiamando la ragazza da fuori la sua cabina.

Il ragazzo continuava a bussare e a chiamare la ragazza, ma lei non dava segno di essere sveglia, ciò era strano perché alle otto del mattino lei era già in piedi pronta per andare a fare colazione, mentre ora erano già le nove e non si era ancora fatta viva.

Ace pensò subito che probabilmente era stanca per il giorno prima, quindi decise di entrare senza essersi fatto dare il permesso da lei stessa, ormai non ci doveva essere più nessun problema.

La vide dormire tranquillamente nel suo letto coperta dal leggero lenzuolo, si sedette vicino a lei e cominciò a guardarla, nel sonno accennava un leggero sorriso, Ace pensò a cosa potesse sognare in quel momento, le accarezzò la guancia dolcemente, lei si mosse leggermente mentre lui sorrise.

Michiko si sentì toccare la guancia, aveva già sentito quel tocco, era sicuramente il tocco di Ace che era venuta a svegliarla, pian piano aprì gli occhi, li stropicciò più volte e mise a fuoco la figura che aveva davanti a lei, come aveva pensato Ace era venuto a svegliarla.

-Ciao- disse lei sorridendo al ragazzo.

-Ben svegliata- sorrise Ace.

-Come mai sei venuto a svegliarmi?- domandò la ragazza mettendosi lentamente a sedere aiutata da Ace che la vedeva ancora mezza addormentata.

-Sono già le nove mi stavo un po’ preoccupando, di solito sei in piedi già da un’ora- spiegò il ragazzo mettendosi in piedi.

-Di già? Vuol dire che ero proprio stanca- disse la ragazza guardandosi attorno, stava cercando qualcosa da indossare.

-Ti ho aspettato per la colazione, andiamo insieme come sempre?- domandò il moro.

-Certo, aspettami solo un attimo, vado a cambiarmi in bagno- rispose la ragazza alzandosi dal letto faticosamente, avrebbe voluto dormire per almeno un altro paio di ore, ma era abbastanza tardi, decise quindi di recuperare il sonno perso un’altra volta. Prese alcuni vestiti che aveva in un cassetto del piccolo armadio e si chiuse in bagno. Uscì dopo una decina di minuti.

-Allora, andiamo?- domandò la ragazza sorridendo inclinando leggermente la testa verso destra con le mani che si tenevano dietro la schiena.

-Certo, però aspetta un secondo, siediti un attimo vicino a me- disse Ace facendole segno di andare a mettersi vicino a lui sul letto.

La ragazza andò a sedersi vicino a lui, poi lui le girò le spalle in modo che stesse di schiena al ragazzo e le alzò la maglietta per controllare se il tatuaggio era ancora arrossato.

Michiko divenne tutta rossa in un colpo e spalancò gli occhi, sentì il contatto caldo del ragazzo e stava per perdere la testa, ma poi si riprese subito.

“Oddio! Ma che sta facendo? Non è un po’ troppo presto per queste cose?” pensò la ragazza spaventandosi, poi prese in mano la situazione, certe cose non doveva ancora farle.

Si alzò di scatto e diede uno schiaffo ad Ace.

-Non permetterti mai più di fare una cosa del genere!- urlò la ragazza guardandolo dritto negli occhi con il volto arrabbiato, rimettendosi a posto la maglietta.

Ace la guardò con gli occhi sbarrati.

-Ma che stai dicendo?- domandò il ragazzo guardandola senza capire.

-Volevi approfittare di me- urlò la ragazza con i pugni serrati ai suoi fianchi.

-Ma sei matta?!- urlò Ace.

-No, sei tu quello fuori di testa!- ribattè a tono Michiko.

-Volevo controllare solo se il tuo tatuaggio era ancora arrossato- rispose Ace mettendosi in piedi e guardandola dritta negli occhi.

Michiko aveva subito intuito male le intenzioni del ragazzo e cominciò a guardare per terra con testa bassa e dispiaciuta, doveva scusarsi con il ragazzo per la reazione che aveva appena avuto, lei che aveva deciso di cambiare ora si era ritrovata ad aggredire il moro ancora una volta, e per lo più senza un motivo.

Ace invece guardava la ragazza con gli occhi arrabbiati, la reazione di Michiko l'aveva fatto rimanere molto male, ci avrebbe messo un po' a perdonare questa cosa, non se lo aspettava proprio ora che lei aveva deciso di cambiare e aveva cominciato a fare dei progressi.

-Ace... mi dispiace...- disse Michiko con aria triste alzando lo sguardo e fissandolo negli occhi.

-Non importa- rispose il ragazzo guardandola negli occhi con volto arrabbiato.

Restò a guardarla ancora per pochi secondi quando cominciò ad andare verso la porta per uscire dalla stanza e andarsene da Michiko, si era veramente arrabbiato.

-Ehi! Che fai?- domandò la ragazza vedendolo uscire. Il moro aveva già aperto la porta.

-Me ne vado!- rispose il ragazzo con aria di sfida, uscì dalla porta e la richiuse violentemente dietro di sè.

La ragazza corse subito verso la porta riaprendola, uscì e vide il ragazzo che si stava allontanando.

-Aspetta Ace!- urlò la ragazza chiamando l'attenzione del comandante.

-Che vuoi ancora?- domandò Ace girandosi con sguardo serio e guardandola dritto negli occhi.

-Perchè mi parli in questo modo?- urlò Michiko sentendo che lui le stava parlando con tono arrabbiato e ferito.

-Mi chiedi anche perchè? Ti sei accorta di avermi dato uno schiaffo per qualcosa che non ho nemmeno fatto?- rispose urlando il ragazzo.

-Non pensavo che volessi controllarmi il tatuaggio, mi scuso per aver pensato subito male- disse la ragazza cercando di calmarsi anche se era difficile.

-E secondo te io mi permetterei di farti una cosa come quella che hai pensato tu?- urlò il ragazzo avvicinandosi a lei.

Michiko rimase un po' zitta a pensare, Ace non era sicuramente il ragazzo che poteva fare certe cose, però come poteva fidarsi ciecamente di lui? L'aveva aiutata tante volte, ma era pur sempre un pirata.

-Tu sei un pirata- rispose Michiko senza aggiungere altro.

-Anche se sono un pirata ti ho sempre trattato benissimo, anche quando gli altri non ti volevano a bordo- prese una pausa e continuò -Ti ho sempre difeso da Marco e tu sei riuscita lo stesso a trattarmi in quel modo- spiegò il moro guardandola dritta negli occhi con aria di sfida.

-E allora? Queste sono tutte scuse! Anche se puoi trattarmi bene tu sei e rimarrai per sempre un pirata!- urlò ancora la ragazza anche se sapeva che Ace aveva ragione, aveva sbagliato a pensare male, ma lei gli aveva chiesto scusa ed era stato lui a cominciare tutto questo discorso arrabbiandosi in quel modo.

-E tu sei e rimarrai sempre una stupida ragazzina!- urlò Ace posando l'indice sulla fronte della ragazza.

I due si guardarono dritti negli occhi con volti arrabbiati.

-Non sono una ragazzina- sibilò tra i denti.

-Si che lo sei- disse Ace per poi girare le spalle e andarsene lasciando Michiko in mezzo al corridoio.

Lei lo guardò andarsene e poi tornò nella sua camera chiudendosi la porta alle spalle.

 

Ace infuriato andò con passi veloci verso la sala dove già gli altri stavano consumando la colazione, gli altri pirati lo salutavano, ma lui non dava nessun segno di voler parlare con qualcuno. Entrato nella grande stanza si andò a sedere al tavolo dei comandanti, accennando solo un saluto per il suo capitano.

-Deve essere successo qualcosa con Michiko- si rivolse sottovoce Jaws a Marco, lo aveva potuto intuire dal fatto che Ace era arrivato senza di lei e con volto arrabbiato.

-Io l’ho sempre detto che quella ragazza porta solo problemi- rispose il comandante in prima.

-Ace, come mai non sei allegro come al solito?- domandò il capitano vedendo uno dei suoi figli arrabbiato e con l’umore a terra.

-Niente di cui preoccuparsi- rispose Ace guardando il suo capitano accennando ad un sorriso.

Barbabianca, comunque, aveva subito avuto anche lui un’intuizione come quella di Jaws.

-Come mai sei senza la tua ragazza?- azzardò la domanda Marco, poteva immaginare cosa poteva essere successo, ma preferiva chiederlo ad Ace di persona, anche per stuzzicarlo.

-È rimasta in camera- rispose il moro tentando di non dar sfogo alla sua rabbia ma cercando di tranquillizzarsi e di fare la colazione senza spaccare sedie e tavolo.

Ace prese quindi a mangiare mentre gli altri comandanti, compreso il capitano, lo stavano seguendo mangiando tutto ciò che avevano davanti.

Ace era molto scosso per ciò che era avvenuto una decina di minuti prima, non si aspettava una reazione del genere dalla ragazza, forse anche lui aveva esagerato arrabbiandosi in quel modo, però era giusto che Michiko capisse che aveva sbagliato. Gli aveva già chiesto scusa, aveva capito l’errore, però Ace aveva reagito così per fare in modo che certe situazioni non si ripetessero più.

 

Michiko era nella sua stanza, seduta sul letto e appoggiata al muro con le gambe piegate tra le sue braccia, la testa era bassa e stava riflettendo anche lei sull’accaduto.

Aveva fatto male a reagire in quel modo, soprattutto con Ace che non le aveva mai fatto nulla di male come aveva detto lui. Ace era sempre stato un ragazzo gentile fin da subito, che l’aveva salvata dai marine che erano giunti fino alla sua isola, un ragazzo però che lei aveva trattato male fin da subito. Solo nell’ultimo periodo decidendo di cambiare si era avvicinata di più al ragazzo, ora era anche diventata la sua fidanzata, però era riuscita a trattarlo male come se fosse il primo giorno in cui si erano incontrati. Un pirata era pur sempre un pirata alla fine e lei si era anche fidanzata con un pirata, il mondo doveva girare veramente al contrario.

Rimase a riflettere ancora un po’ quando si ricordò che lui si stava solo preoccupando di quei segni rossi intorno al tatuaggio, ecco, ora le erano venuti in mente quei puntini rossi di cui le aveva parlato il ragazzo, si alzò e andò a prendere lo specchio che aveva nella sua stanza, tentò quindi di vedersi dietro la schiena ma senza successo. Sbuffò e comincio a pensare camminando verso il letto.

“Chissà cosa potevano significare quei puntini... ” si chiedeva, in fondo non era andata a sbattere da nessuna parte con la schiena quando erano stati attaccati dalla marina, non le aveva mai fatto male durante quei giorni in cui era stata a Madinice, o forse sì? Cominciò a ricordare che per qualche minuto le aveva bruciato un po’ la schiena, non ci aveva fatto molto caso, aveva pensato subito al sole e che le stava bruciando la pelle e poi si era riempita la mente di altre cose, non ricordava nemmeno dove si trovava quando aveva notato quella cosa.

Si stava per rimettere seduta quando la nave fu colta da un forte scossone e lei cadde a terra.

-Ma che diavolo... !?- imprecò massaggiandosi la gamba.

 

In sala mensa i pirati furono accolti alla sprovvista, si guardarono negli occhi per un attimo e poi tutti si precipitarono sul ponte per vedere cosa potesse essere accaduto per far muovere la nave in quel modo.

Quando Ace e gli altri arrivarono sul ponte poterono finalmente capire a cosa era stato dovuto lo scossone di prima: il mare davanti a loro e sui lati della nave era completamente ghiacciato.

-Chi ha potuto fare una simile cosa?- domandò Ace guardando tutta l’acqua ghiacciata.

-Penso ci sia solo una persona in grado di fare tutto questo- rispose Marco guardando fisso in un punto il mare ghiacciato.

Ace si voltò a guardare nella stessa direzione del comandante in prima e lo vide, l’unica persona come aveva detto Marco in grado di fare una cosa del genere: Aokiji, uno dei tre ammiragli.

-Che cosa può volere da noi quel tipo?- domandò quindi il moro.

-Ace, siamo pirati, sicuramente vorrà la nostra taglia- rispose Jaws sorridendo, certe volte il suo fratellino veniva fuori con certe domande.

-Non penso si riferisse a quello Ace- disse Marco.

Jaws si girò a guadarlo.

-La marina non ci attacca mai senza un motivo preciso, sa che siamo forti e sa benissimo che è meglio lasciarci in pace, anche perché teniamo l’ordine nel Nuovo Mondo, penso che il nostro ospite non sia venuto per le nostre taglie, ma per una persona precisa- spiegò il capitano guardando l’ammiraglio pedalare con la sua bicicletta verso di loro.

-Michiko… - disse sottovoce il comandante della seconda flotta.

-Esatto figliolo-

-Devo andare a proteggerla- disse Ace facendo qualche passo indietro.

-Fermati!- urlò Marco verso di lui.

Ace si voltò a guardarlo.

-Non andare, la metteresti solo in pericolo- spiegò Marco.

-Marco ha ragione, serve soprattutto il tuo aiuto per sconfiggere Aokiji, devi stare qua a combattere per proteggerla, lei sarà più al sicuro da sola- spiegò il capitano.

-Capisco- rispose Ace ritornando alla sua posizione e guardando il nemico avvicinarsi.

Ora l’ammiraglio era davanti alla grande nave, con un balzo, aiutato dal suo ghiaccio, salì a bordo posandosi sulla grande polena.

-Che cosa vuoi da noi?- cominciò ad urlare Ace facendosi più vicino a lui.

-Non sono venuto per voi pirati, anche se potrei riscuotere un bel po’ di taglie, per oggi siete fortunati, ma ad una sola condizione, dovete consegnarmi la ragazza che avete a bordo-

-Quale ragazza? Noi abbiamo tante infermiere, si prendono solo cura di un vecchio, non hanno mai fatto niente di male- rise Barbabianca cercando di prendere in giro l’ammiraglio.

-Non sto parlando di loro, sto parlando della ragazza dai capelli azzurri chiamata Michiko- rispose Aokiji con aria stanca e annoiata, il compito che gli era stato affidato non gli piaceva proprio.

-Cosa ti fa pensare che si nasconde qui da noi?- domandò Marco continuando -Non ci sono prove-

-Le prove invece ci sono, i marine che avete sconfitto a Madinice hanno fatto rapporto e i superiori mi hanno mandato a prendere questa ragazzina- rispose l’ammiraglio saltando giù dalla polena e facendosi strada sul ponte cominciando ad andare verso i pirati.

-Tu non la toccherai nemmeno con un dito- urlò Ace cominciando a correre verso di lui trasformando il suo braccio in fuoco e pronto a dargli un pugno. Sapeva benissimo che lui poteva avere la meglio, Aokiji non poteva congelarlo perché lui avrebbe sempre fatto sciogliere il ghiaccio.

-Onda di fuoco!- urlò il moro e dal palmo della mano uscì una grande onda fiammeggiante che stava andando proprio sul suo nemico.

Aokiji a quel punto si difese costruendo davanti a sé un muro di ghiaccio che però cominciò subito a sciogliersi con il fuoco.

Vedendo l’ammiraglio concentrarsi per formare la lastra di ghiaccio fatta comparire, alcuni dei pirati si mossero per attaccarlo.

-Ice Time Capsule- all’ammiraglio bastò dire questo e tutti quelli che gli stavano andando addosso furono fermati di colpo, il ghiaccio che aveva mandato Aokiji andò a bloccargli le gambe e li fermò a metà attacco.

-Partisan- a questo punto l’ammiraglio creò un tridente di ghiaccio davanti a sé che scagliò verso Barbabianca.

Jaws si mise subito davanti per proteggere il suo capitano e trasformato per metà in diamante bloccò l’attacco frantumando il ghiaccio.

-Non siete male nel combattimento- affermò Aokiji.

-Noi siamo più forti, siamo in maggioranza e la tua sconfitta è prossima- disse Ace sorridendo.

 

Michiko, curiosa di sapere cosa aveva dato quella scossa alla nave, cominciò a dirigersi sul ponte e pian piano che si stava avvicinando, sentiva delle urla e dei forti rumori, stava sicuramente accadendo qualcosa.

Aprì leggermente la porta che dava all’aria aperta e, stando nascosta, poté vedere cosa stava succedendo.

La prima cosa che vide furono alcuni pirati che avevano le gambe ghiacciate, Ace trasformato metà in fuoco e Jaws in diamante. Spostando lo sguardo notò il mare ghiacciato e poi vide anche la persona che stava provocando tutto questo, lo riconobbe subito, aveva sentito parlare di lui, Aokiji era sul ponte della Moby Dick che stava combattendo contro i pirati. Cominciò a chiedersi cosa potesse volere un ammiraglio da questi pirati, in fondo sapeva anche lei che gente del calibro di Barbabianca non venivano attaccati solo per un po’ di taglie, sotto c’era un motivo preciso.

 

-Facciamola finita con gli scontri! Datemi subito la ragazza- urlò l’ammiraglio.

“Oh no, allora sta cercando me” pensò Michiko spaventata, indietreggiando di poco e facendosi più nascosta.

-Non te la consegneremo mai! MAI!- urlò Ace, fiondandosi verso di lui con un altro pesante attacco di fuoco, l’ammiraglio fu colpito in pieno, ma riuscì comunque a difendersi parzialmente grazie al suo ghiaccio. Ace era costituito interamente di fuoco ed era difficile batterlo per uno dell'elemento opposto, doveva stare molto attento.

-Fermatevi tutti!- urlò Michiko uscendo allo scoperto e mettendosi al centro del ponte. Se l’ammiraglio era venuto per lei l’unica cosa da fare era consegnarsi, tanto non faceva nulla su quella nave, ciò che era successo stamattina le bruciava ancora, era arrabbiata, non voleva più stare su una nave di pirati. Era giunta alla conclusione che preferiva essere presa dalla marina e portata chissà dove o essere giustiziata, piuttosto che stare in una nave di pirati che odiava.

-Ottima scelta!- esclamò Aokiji camminando verso di lei.

-Michiko! Ma che stai dicendo?- urlò Ace guardandola non capendo perché aveva detto quello, anche gli altri pirati la stavano guardando con curiosità. Perché si voleva consegnare?

Anche Barbabianca non riusciva a comprendere il comportamento della ragazza.

Michiko aveva già avuto comportamenti strani, ma questo era il più strano di tutti.

Michiko si girò verso Ace e gli altri e li guardò uno ad uno.

-Non voglio più stare con voi pirati, nessuno qua mi vuole, preferisco stare in cella piuttosto che su questa nave!- urlò Michiko con aria arrabbiata.

-Michiko…- sussurrò Ace poi prese fiato -Michiko mi dispiace per oggi, non fare una cosa del genere- urlò Ace andando verso la ragazza.

-È troppo tardi per le scuse- rispose lei guardandolo gelida negli occhi.

-Concordo, è troppo tardi- disse Aokiji andando verso la ragazza e poi abbracciandola.

-Cos..!?- disse Michiko vedendosi piombare l’ammiraglio addosso.

-Ice Time-

-Nooo!- urlò Ace correndo verso di lei.

Michiko era diventata una statua di ghiaccio.


CONTINUA...

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Capitolo 13
*** Il libro ***


Buongiorno a tutti! Ci eravamo lasciati con Michiko che era una statua di ghiaccio e con Aokiji sulla Moby Dick.
Cosa succederà ora?

Ringrazio come sempre tutti coloro che hanno messo la Fic tra i preferiti:
1 - akagami95  
2 - eve_law
3 - Fransis94
4 - Kamikaze
5 - Mail Keehl
6 - mau07
7 - milla96
8 - Namine23
9 - Pupattolina
10 - Ron von Bokky
11 - sharry
12 - stella_blu
13 - tre 88
14 - VelenPortuguese
15 - _AZRAEL_


Coloro che l'hanno messa tra le ricordate:
1 - tre 88  
2 - _AZRAEL_

Quelli che l'hanno aggiunta tra le seguite:
1 - Allen_Anne_Black  
2 - astrea89
3 - eve_law
4 - fior di loto
5 - Ifera Black
6 - kissgabri
7 - LuMiK
8 - MBCharcoal
9 - sashi
10 - tre 88
11 - _AZRAEL_
12 - _Tigre_


E chi mi ha messo tra i suoi autori preferiti:
1 - eve_law
2 - tre 88

Ringrazio tutti coloro che leggono e che recensiscono!

kissgabri: Scusa per il piccolo incoveniente, ho usato io un tipo di Font che poteva creare problemi, ho rimediato subito, spero che sarai riuscita a leggerlo! Mi scuso ancora e non userò più quel tipo di carattere, ma andrò sul sicuro con qualcosa che ho già usato xD Sono contenta che la storia ti piaccia^^ Spero che questo capitolo sia di tuo gusto! Ciao ^__^

akagami95: Eh già xD Vi ho fatto penare per una settimana, ma ora saprai come continuerà la storia! Penso che un po' tutte le ragazze trovandosi in una situazione del genere possano fraintendere fino a quel punto, io sinceramente l'avrei pensata come Michiko o quasi, Ace doveva dirglielo subito che non aveva cattive intenzioni. Ace che ne approfitta xD Non è il tipo secondo me xD Grazie ancora della recensione, spero sarai sopravvissuta per leggere questo xD Un bacione! Ciao ^__^

tre 88: Ciao! Scusa per l'inconveniente del Font e grazie per la recensione! Ace è entrato perchè si è preoccupato, pensando che non capitasse come la prima volta di prendere in testa stivali e quant'altro. Ace non approfitterebbe mai di Michiko, non è la persona, però in certe situazioni, senza prima dare una spiegazione è difficile capire le intenzioni dell'altra persona. Si, è veramente un disastro ma pian piano le cose si metteranno sicuramente a posto. Si ho preso proprio spunto quando Aokiji aveva congelato Robin! Grazie ancora della recensione! Un bacione ^__^ Ci sentiamo! Ciao ^^


E infine ringrazio Oni_Sei per la correzione del capitolo! <3<3<3

 

IL LIBRO

 

 

Tutti i pirati che erano sul ponte guardavano la statua di ghiaccio di Michiko, l’ammiraglio era riuscito a congelare tutta la ragazza e ora la guardava contento della sua opera.

-Che le hai fatto? Presto scongelala!- urlò Ace andando verso di lui.

-Stai attento, ora è molto fragile- rise l’ammiraglio.

-Ace!- lo chiamò Barbabianca -se Michiko cade per lei sarà la fine, si frantumerà!- lo informò.

-Dannazione!- imprecò il moro.

-Continua lo scontro! Mi occupo io di lei!- urlò Marco che trasformato in Fenice spiccò il volo per andare a prendere la statua di Michiko e portarla lontano dal combattimento. La Fenice stava planando per afferrare Michiko quando Aokiji si pose davanti.

-Tu non vai da nessuna parte! Ice block: Partisan!- l’ammiraglio creò delle lance di ghiaccio e le lanciò contro Marco. Il comandante le schivò facilmente e continuò a planare per prendere Michiko.

-Onda di Fuoco!- Ace ripetè l’attacco precedente mentre l’ammiraglio era impegnato a creare il suo contro Marco, il moro colpì in pieno l’ammiraglio e quest’ultimo cadde a terra in pezzi di ghiaccio in parte diventati acqua.

A quel punto Marco riuscì a prendere Michiko con molta cautela e la portò in un angolo del ponte, lontano dalla battaglia.

-Stai con lei!- ordinò il capitano al biondo, lui fece cenno di assenso con la testa. Qualcuno doveva pur stare con Michiko, lasciarla da sola in quello stato era rischioso, la nave poteva prendere altri scossoni e lei poteva cadere e frantumarsi o semplicemente poteva essere coinvolta nello scontro e l’ammiraglio avrebbe potuto lanciarle le sue lance di ghiaccio per ucciderla.

Dopo qualche minuto Aokiji si riprese e si guardò intorno per vedere dove era stata portata la ragazza: era troppo lontano da lui e doveva anche affrontare Ace.

-Dai, fatti sotto!- urlò il comandante in seconda contro il suo avversario, Ace era pronto per scagliare un altro attacco.

Aokiji guardò il suo avversario per un attimo e poi diresse la sua attenzione verso Barbabianca.

-Questa volta avete vinto, ma arriverà qualcun altro oltre a me, qualcuno che avrà un potere che sovrasterà il vostro- urlò l’ammiraglio saltando sulla polena. Diede un ultimo sguardo ai suoi avversari per poi scendere sul ghiaccio che aveva creato in precedenza e tornare da dove era venuto.

I pirati lo guardarono andare via e poi, quando videro di essere fuori pericolo, si diressero ad aiutare quelli che erano rimasti per metà congelati, portando acqua calda per scongelare il ghiaccio. Sapevano che potevano fare affidamento su Ace in quelle occasioni, però lui era occupato in un’altra faccenda.

Appena l’ammiraglio era saltato giù dalla polena della nave, era corso da Michiko, si era messo davanti a lei cominciando a scrutarla in ogni minimo particolare, questa volta si era cacciata in un bel guaio. Sarebbe stato difficile anche per Ace scongelarla, soprattutto perché non voleva farla bruciare e recarle quindi dolore, dolore che lui le aveva già dato e che l’aveva portata a decidere di andarsene e successivamente ad una statuetta di ghiaccio.

Gli occhi di Michiko erano sbarrati, le braccia erano per metà alzate con le mani aperte davanti a lei per respingere l’ammiraglio, le gambe sembravano indietreggiare, era veramente terribile vederla in quello stato.

-Che vuoi fare, Ace?- domandò Jaws che si era riunito con lui e Marco davanti a Michiko.

-Non lo so…- il ragazzo si sentiva terribilmente in colpa per ciò che era accaduto a Michiko, se lui non si fosse arrabbiato così tanto lei non sarebbe in quello stato ora.

-Ace, non preoccuparti, faccio portare dell’acqua calda, ok?- propose Marco.

-No, me la vedo io con il mio fuoco- rispose il ragazzo.

Gli altri non dissero niente, sapevano benissimo cosa poteva provare Ace in quel momento.

Il ragazzo si avvicinò a Michiko facendo attenzione a non recarle danno, poi pian piano cominciò ad aumentare la temperatura del suo corpo cominciando a prendere un colore quasi rosso, Marco e Jaws furono costretti ad allontanarsi perché la temperatura di Ace stava salendo paurosamente.

Il legno sotto i suoi piedi cominciò a fumare, stava per prendere fuoco anche la nave.

-Ace, fai attenzione!- gli fece notare Marco indicando il ponte.

Il ragazzo ascoltò le parole di Marco ma non fece molta attenzione, doveva preoccuparsi di altro. Nel frattempo i pirati, anche quelli che erano stati liberati dal ghiaccio, si erano radunati ad una certa distanza intorno ad Ace che stava tentando di scongelare Michiko. Anche il capitano guardava suo figlio con ammirazione.

Ace facendo molto piano, dopo essere arrivato alla temperatura che riteneva giusta, abbracciò delicatamente la ragazza per farle avere tutto il calore necessario, poco dopo il ghiaccio cominciò a sciogliersi, soprattutto nei punti dove era a contatto con il corpo di Ace, le voleva almeno scongelare gran parte del corpo, poi l’avrebbe portata a farsi un bel bagno caldo.

Dopo qualche minuto la ragazza fu scongelata quasi del tutto, così Ace la prese in braccio priva di sensi e cominciò a dirigersi verso la stanza della ragazza. Gli altri pirati lo seguivano silenziosamente con lo sguardo, Ace aveva dato tutto per Michiko in quel momento.

Durante il tragitto la ragazza cominciò a riprendersi e aprì pian piano gli occhi, la prima cosa che vide fu il volto di Ace serio che guardava dritto con aria concentrata, non si era accorto di essere osservato.

-Ace…- lo chiamò debolmente.

Il ragazzo si voltò a guardarla.

-Non dire niente ora- rispose il ragazzo serio e diretto. Michiko ci rimase un po’ male per quella risposta ma alla fine se lo meritava, era stata congelata da Aokiji e ora si era ritrovata tra le braccia di Ace tutta infreddolita.

Poco dopo si trovarono nella stanza della ragazza ed Ace la poggiò delicatamente sul letto.

-Ho tanto freddo- disse la ragazza prendendo il leggero lenzuolo e coprendosi.

-Stai qua e riscaldati almeno con questo, io ti preparo la vasca con dell'acqua bella calda- disse il ragazzo dirigendosi in bagno.

Poco dopo Michiko sentì l’acqua cominciare a scorrere, Ace si stava prendendo cura di lei, nonostante quella mattina era successo un bel caos, dopo che lei si era voluta consegnare alla marina, dicendo tutte quelle cose. A quel punto Michiko capì che Ace teneva veramente tanto a lei se era stato disposto a fare tutte quelle cose per salvarla.

L’acqua smise di scorrere ad Ace ricomparve nella stanza.

-Dai, vai in bagno, spogliati ed entra in vasca- disse Ace guardandola dritta negli occhi per farle capire che doveva seguire le sue parole.

-S-si... - rispose lei mettendosi in piedi, si reggeva a malapena, quindi Ace la accompagnò fino in bagno e la fece sedere su uno sgabellino.

-Ce la fai da sola?- domandò il ragazzo.

-Si, grazie- rispose la ragazza, aveva un po’ paura di lui ora, si era mostrato serio fin da quando lei aveva ripreso conoscenza, sicuramente appena si sarebbe rimessa in sesto, avrebbero dovuto parlare di tutto quello che era successo.

-Mettici il tempo che devi, alcune parti del tuo corpo sono ancora leggermente congelate, si devono riprendere del tutto e la tua temperatura corporea si deve alzare, nel frattempo io vado a prendere un termometro, tu mettiti pure in vasca e rilassati- disse Ace sorridendole leggermente per farla sentire sicura.

-Si- rispose debolmente lei.  Ace fece per uscire dal bagno quando la ragazza richiamò l’attenzione a sé.

-Posso sapere solo una cosa?- domandò guardando per terra.

-Dimmi- disse Ace girandosi verso di lei.

-Chi mi ha scongelato totalmente?- fece questa domanda, anche se poteva immaginare benissimo la risposta.

-Io- rispose il ragazzo senza ulteriori parole, dopodiché si girò di nuovo ed uscì dalla stanza, Michiko quindi si tolse i vestiti ed entrò nella vasca.

L’acqua calda le lambiva tutto il corpo, ora si sentiva veramente bene, si distese e cominciò a passare la mano nelle parti dove aveva ancora del ghiaccio per scongelarle del tutto.

Come sempre, doveva ringraziare ancora Ace per averle salvato la vita.

 

Dopo parecchi minuti Ace tornò in camera, Michiko aveva sentito la porta aprirsi e poi richiudersi subito.

-Sono io, non ti preoccupare- disse Ace appena entrato per rassicurare la ragazza.

Michiko tirò un sospiro di sollievo anche se sapeva perfettamente che era lui, stette ancora per una decina di minuti nella vasca senza dire una parola ad Ace. Nemmeno il ragazzo aprì bocca. La ragazza poi si alzò e prese un accappatoio che era vicino a lei per asciugarsi e infine si rivestì subito con qualcosa di pesante.

Uscita dal bagno andò a prendersi una felpa pesante da indossare e dei pantaloni lunghi, dopo di ché si sedette vicino ad Ace sul letto.

-Tieni- disse il ragazzo porgendo il termometro a Michiko e subito lei cominciò a misurare la temperatura del suo corpo. Tolse il termometro dopo circa cinque minuti.

-34.6- disse la ragazza porgendo il termometro al comandante.

Lui controllò ancora e poi lo ripose.

-Devi cercare di riscaldarti ancora un po’- consigliò Ace alzandosi e cercando una coperta pesante nell’armadio della ragazza, ne trovò una abbastanza pesante e molto grande, a righe rosa e gialle.

-Grazie- disse Michiko, non appena Ace gli mise la coperta intorno al corpo per farla scaldare.

Ace si mise di nuovo da parte a lei e dopo un po’ di silenzio girò il suo sguardo verso la ragazza e cominciò a parlare.

-Allora, perché hai fatto tutto questo? Perché hai cercato di farti ammazzare?- domandò con un filo di rabbia nella sua voce.

Michiko stette un attimo senza rispondere, per poi prendere la parola.

-Penso di aver detto tutto prima di essere congelata- rispose lei cercando di far finire il discorso il più in fretta possibile senza guardare negli occhi il ragazzo.

-Quello che è successo stamattina tra di noi si poteva chiarire, non dovevi fare quello che hai fatto- ribatté Ace continuando a guardarla.

-E allora? La scelta è stata mia!- disse Michiko ora girandosi verso di lui e guardandolo dritto negli occhi.

-Volevi veramente andartene e lasciarmi qua da solo?- domandò ora Ace portando la cosa sul personale.

Michiko si girò di nuovo a guardare in basso, Ace era giunto dove voleva arrivare, aveva portato la cosa su loro due, avrebbe veramente voluto sapere la risposta della ragazza. Non poteva accadere che il giorno dopo che si erano finalmente dichiarati, lui avrebbe perso lei per sempre. Michiko aveva fatto un gesto avventato, dettato soprattutto dalla rabbia che aveva in corpo, sicuramente se il mattino non avessero litigato, lei non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Ace ora la guardava attendendo una risposta dalla ragazza, una risposta che aveva quasi paura a sentire, paura di sapere cosa pensasse la ragazza in quel momento, paura di vederla ancora rischiare la vita per un loro litigio, paura di perderla per sempre.

-No- sospirò la ragazza facendosi più stretta nella coperta che aveva attorno senza però girarsi per guardare negli occhi il ragazzo.

Ace rimase per un po’ a guardarla, sorrise lievemente contento e sollevato dopo quella risposta, poi si fece più vicino a lei abbracciandola, lei si lasciò andare tra le braccia del ragazzo appoggiando la testa al suo petto, sentiva tutto il calore che lui stava emanando.

Stettero un po’ abbracciati in quel modo quando Ace si accorse che la ragazza si era addormentata a causa di tutto ciò che aveva subito, delicatamente la fece coricare sul letto e la coprì anche con il lenzuolo per darle maggiore calore. Decise di rimanere nella stanza con lei per vegliare il sonno della ragazza e nel frattempo andò a vedere i libri che aveva portato a Michiko o quelli che era andata a prendere di persona avendo imparato la strada.

Ace cominciò a guardare cosa stava leggendo la ragazza, davanti vi era un libro di correnti marine, era aperto poco dopo l’inizio, la ragazza doveva averlo cominciato a leggere da non molto tempo, da parte a questo, poco più in là, dovevano esserci i libri già letti che doveva ancora mettere a posto perché fra questi spiccava un libro che Ace ricordava stava leggendo la settimana scorsa, mentre in un angolino lontano c’erano tre libri che probabilmente dovevano essere ancora letti dalla ragazza.

Cominciò a guardarli uno per uno quando si accorse che uno di quelli parlava del popolo antico e della sua lingua, Michiko doveva averlo sicuramente preso curiosa di sapere qualcosa in più del suo passato, l’unica cosa che sembrava strana a lui è il fatto che doveva ancora leggerlo, se fosse stata così curiosa lo avrebbe sicuramente letto per primo, invece era ancora tra quelli che doveva leggere, o forse lui aveva sbagliato a classificare le varie pile di libri.

Se lui fosse stato interessato alla lettura come lei avrebbe già cominciato a sfogliare il libro curioso del passato della ragazza, ma decise di farsi raccontare tutto da Michiko non appena avrebbe letto quel libro e in ogni caso, se avesse trovato qualcosa di interessante, glielo avrebbe sicuramente detto.

Ace si sedette sulla sedia aspettando che la ragazza si svegliasse, poteva svegliarsi anche tra due ore, ma decise di restare con lei in caso avrebbe avuto bisogno o la sua temperatura non salisse abbastanza.

Dopo circa un’oretta Michiko si svegliò e si mise a sedere di scatto sul letto lottando contro il cumulo di coperte che erano sopra di lei, non riusciva a capire cosa ci faceva addormentata, si ricordava di aver fatto il bagno, di aver parlato con Ace e poi più niente, probabilmente si era addormentata a causa della stanchezza, si guardò intorno per vedere se il ragazzo era ancora lì con lei, quando si accorse che era seduto sulla sedia che stava dormendo con la testa appoggiata al tavolo.

“Strano che non si addormentava anche lui” pensò la ragazza sbuffando, poi prese a chiamarlo per svegliarlo.

Ace si svegliò di scatto e guardò la ragazza sveglia anche lei.

-Michiko, ti sei svegliata!- affermò lui contento andandosi a sedere di fianco a lei.

-Veramente mi sono svegliata anche prima di te- sbuffò lei spiegando la situazione.

-Come ti senti?- domandò Ace cercando di cambiare discorso, per una volta che voleva tenere gli occhi sulla ragazza la sua narcolessia lo aveva preso.

-Molto meglio rispetto a prima, ora mi sento anche riposata- sorrise lei.

-Hai ancora freddo?- domandò il moro toccandole la fronte e il viso sentendo che il suo corpo aveva ripreso il calore di un tempo.

-No- rispose lievemente essendo imbarazzata dal tocco del ragazzo.

-Sono contento che ti sia ripresa del tutto però non fare più gesti così avventati, potevi veramente rischiare la vita- disse Ace ripensando a ciò che era successo.

-No, non li farò più- rispose lei guardando in basso.

-Dai, ora non pensiamoci oltre, volevo chiederti una cosa- disse Ace cercando di distrarre la ragazza.

-Cosa?- domandò incuriosita.

-I libri che tieni a sinistra sono quelli che devi ancora leggere vero?- domandò Ace.

-Si, perché?-

-Ho notato il libro che hai preso sul popolo antico e relativa lingua, pensavo fossi un po’ più curiosa di sapere il tuo passato e ti chiedevo come mai non hai ancora iniziato a leggerlo- disse Ace guardando la ragazza che stava assumendo un’espressione strana.

-Ma di che libro stai parlando?- domandò.

-Il libro sul popolo antico, l’ho visto tra i tuoi- disse Ace alzandosi e andandolo a prendere, poi lo porse alla ragazza.

Lei lo girò un po’ tra le sue mani guardandolo nei minimi dettagli.

-Io non ho mai preso un libro del genere- disse guardando il ragazzo con aria sconvolta, lui la guardò con stessa espressione e poi si mise a ridere.

-Magari ti sei dimenticata di averlo preso o intanto che li prendevi, c’è finito in mezzo- disse provando a trovare una spiegazione.

-No, prima di fare sbarco a Madinice ho cominciato a leggere il libro che vedi aperto, e ho controllato quanti me ne restavano ed erano due, ora là ne vedo ancora due, e poi c’è questo terzo qua- spiegò la ragazza.

-Allora come ha fatto a finire trai i tuoi libri?- domandò Ace.

-Non lo so, l’unica cosa plausibile è che qualcuno lo abbia messo lì apposta per farmelo leggere- rispose Michiko pensando a cosa poteva essere successo.

-Ma chi poteva averlo messo? E perché?- domandò Ace curioso.

-Non lo so, ma soprattutto perché non me lo ha dato di persona?- domanda la ragazza.

-Forse perché aveva paura che tu glielo sbattessi in faccia- rise Ace.

-Sì ridi pure, ma qua c’è qualcosa di veramente strano- rispose lei cominciando a riflettere su una spiegazione logica, Ace quindi tornò serio.

-Hai mai preso i libri nella biblioteca?- domandò Ace.

-No, e quelli che ci sono nella sala delle riunioni li ho fatti passare tutti e non ce ne era uno che riportava quell’argomento, sicuramente è stato preso dalla biblioteca- rispose la ragazza.

-È tutto così strano, non sono mai successe queste cose sulla Moby Dick- pensò Ace.

-Non sono mai successe perché io non c’ero- rispose la ragazza ridendo. Ace la guardò male.

-Domani, nel tardo pomeriggio, dovremmo attraccare alla prossima isola, quando ci saremo cerchiamo di stare il più possibile a terra, vediamo se succede ancora qualcosa di strano, per ora questo libro penso sia giusto rimetterlo al suo posto e noi nel frattempo faremo finta di non averlo ancora visto, ok?- domandò Ace guardando la ragazza.

-Ok- rispose Michiko porgendo il libro al ragazzo che li riportò dove era collocato.

-È già ora di pranzo, tu resta qua e stai coperta bene, intanto io vado a prendere qualcosa e mangiamo qua in camera tua, ok?- domanda il moro.

-Ok e grazie per tutto quello che fai!- sorrise Michiko.

Ace sorride ed esce dalla sua stanza dirigendosi in sala mensa per portare il pranzo alla ragazza.

 

Nella grande stanza trova tutti i pirati e i comandanti che stanno già mangiando.

-Figliolo, come sta Michiko?- domanda il capitano vedendo arrivare Ace.

-Si è ripresa del tutto, ora le porto qualcosa da mangiare- rispose il comandante in seconda.

Ace prese qualche piatto con un bel po’ di cibo, soprattutto per lui e poi si dirige un attimo verso il comandante in prima.

-Marco, grazie ancora per aver portato in salvo Michiko stamattina e averla protetta- dice Ace guardandolo dritto negli occhi con sguardo serio.

-È stato papà che mi ha ordinato di farlo, sennò l’avrei lasciata lì da sola- rispose la Fenice.

-Non ci credo, se non sbaglio è stata un’idea tua quella di andarla a prendere e portarla da parte- affermò Ace ridendo.

-L’ho fatto solo per dovere- rispose il biondo continuando a mangiare.

Ace quindi si allontana contento che ora anche Marco riusciva a sopportare un po’ di più Michiko se l’aiutava invece di buttarla in mare.


CONTINUA...

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Capitolo 14
*** La spiaggia in riva al mare ***


Buongiorno a tutti!
Nello scorso capitolo Ace aveva scongelato Michiko e si erano chiariti e poi c'era stato il ritrovamento di un libro.
Che succederà ora in questo capitolo? Non vi lascio nessuna anteprima, l'unica cosa che posso dirvi è che ci sarà un momento che è stato atteso anche da troppo tempo! Buona lettura! ^^

Passiamo ora ai ringraziamenti!

Come di consueto ringrazio chi ha messo la mia storia tra le preferite:
1 - akagami95
2 - eve_law
3 - Fransis94
4 - Kamikaze
5 - Mail Keehl
6 - mau07
7 - milla96
8 - Namine23
9 - Pupattolina
10 - Ron von Bokky
11 - sharry
12 - stella_blu
13 - tre 88
14 - VelenPortuguese
15 - _AZRAEL_


Chi tra le ricordate:
1 - Aki_Black_Fire_
2 - tre 88
3 - _AZRAEL_


Chi tra le seguite:
1 - Allen_Anne_Black
2 - ashar
3 - astrea89
4 - Bliss_93
5 - eve_law
6 - fior di loto
7 - Ifera Black
8 - kissgabri
9 - LuMiK
10 - MBCharcoal
11 - Moonglow
12 - sashi
13 - tre 88
14 - _AZRAEL_
15 - _Tigre_


E chi mi ha aggiunto tra i suoi autori preferiti:
1 - eve_law
2 - tre 88


Ringrazio tutti coloro che leggono senza farsi sentire e coloro che recensiscono! Fatevi sentire tutti! Sono ben accetti sia consigli che critiche ^^

akagami95: Ciao e grazie della recensione! Ace tutto attento per Michiko *ç* Hai già un opinione a riguardo per chi ha lasciato il libro, non posso dirti niente per ora, lo scoprirai leggendo! Garp xD, Aokiji ha detto quella frase per spaventare i pirati, poi chissà chi incontreranno ancora di loro nemico! Grazie ancora, alla prossima ^^ Un bacione!

kissgabri: Ciao e grazie di aver lasciato un tuo commento! Sono contenta che la storia ti piaccia e soprattutto che hai detto che Michiko sta cambiando gradualmente, io ero terribilmente spaventata di aver fatto un cambiamento improvviso che come hai detto tu non sarebbe stato giusto. Per il bacio non dovrai attendere molto ;) Alla prossima! Grazie ancora ^_^

tre 88: Ciao ^__^ Grazie della recensione e dei complimenti! Marco salva Michiko, vediamo se ci sarà un cambio di rapporto tra i due! Ace dà fuoco alla nave xD speriamo di no .__. Ace è adorabile perchè anche se litigano lui si prende sempre cura della ragazza, vuol dire che ci tiene veramente tanto. Il libro... non dico niente a riguardo! Spero ti piaccia anche il prossimo capitolo! Alla prossima, ciao ^__^

eve_law: Ciao! Sono contenta che sei tornata a recensire! ^_^ No ti preoccupare, so cosa significa andare a scuola, per fortuna non ci vado più *saltella* Grazie per i complimenti! Eh già, Marco sta cambiando! Grazie ancora, alla prossima! Un bacione! Ciao ^__^

Fransis94: Ciao! Non ti preoccupare se hai avuto impegni con la scuola ;) quando hai tempo leggi e commenti pure! Sono contenta che la storia ti piaccia! Speriamo che diventino amici, dai! In fondo cominciando ad odiarsi un po' di meno xD La tua storia è molto interessante e mi piace, la continuerò a seguire sicuramente! Alla prossima, un bacione! Ciao! ^^

 


LA SPIAGGIA IN RIVA AL MARE


-Quest’isola assomiglia un po’ a Madinice!- affermò Michiko guardandosi intorno appena era giunta al paese che era situato vicino al porto.

-Già, le case non sono molto colorate, però le persone sembrano molto allegre, l’unica cosa è che questa è un’isola autunnale e tu dovresti sentirlo- spiegò Ace.

-Già, ho un po’ freddino- rise la ragazza.

-Io ti avevo detto di metterti qualcosa di pesante- sospirò Ace guardando la ragazza che indossava una maglietta a maniche lunghe ma leggera e dei pantaloni corti.

Michiko alzò le spalle e continuò a camminare guardandosi continuamente intorno.

I due stavano passeggiando tranquillamente per le vie della città accompagnati sempre da Marco e Jaws e da altri pirati.

Erano sbarcati sull’isola chiamata Roshuka nel tardo pomeriggio e i pirati vollero subito fare un giro anche per fare due passi a terra, l’isola era autunnale e quindi c’era una leggera arietta fredda che aleggiava tutt’intorno. Nella città in cui erano arrivati il porto era quasi inesistente perché davanti ad essa vi era una grande spiaggia di sabbia bianchissima e il mare era cristallino. La spiaggia finiva anch’essa poi, per dare lo spazio a degli scogli e, poco più avanti, ad una scogliera molto più alta di quella che i pirati avevano visto a Madinice.

La città non era colorata come la precedente e non vi erano nemmeno molte piante, gli unici alberi erano spogli o con pochissime foglie che ad ogni colpo di vento cadevano lungo la strada, le case erano tutti di color bianco o giallino chiaro, vi erano poche case di colore diverso e se c’erano erano molto distanti l’una dall’altra.

La piazza era molto piccola ma c’erano anche delle panchine dove erano sedute delle persone a chiacchierare, anche per la strada avevano incontrato molti abitanti che giravano e che parlavano tra di loro, anche se i colori lasciavano un po’ a desiderare le persone erano solari e ridevano e scherzavano tranquillamente.

-Non è male come posto!- affermò Marco quando furono arrivati alla piazza della città.

-Qua vicino c’è anche la spiaggia- disse Jaws girandosi verso una delle vie che potevano condurre al mare.

-Ace ci andiamo?- domandò Michiko guardandolo supplichevole, lui si girò verso i suoi compagni chiedendo il permesso con lo sguardo.

-Andate pure, ce la sbrighiamo noi qua in città- disse Jaws dando il permesso ai due di andare.

-Grazie!- dissero all’unisono i due andando verso la spiaggia.

-Perché li hai lasciati andare?- domandò poi Marco quando il comandante in seconda e la sua ragazza furono abbastanza lontani per non sentire.

-Non servono anche loro per quello che dobbiamo comprare noi- rispose tranquillo Jaws.

Jaws aveva ragione, però a Marco non andava giù il fatto che suo fratello si fosse andato a divertire mentre lui era rimasto a sbrigare cose che dovevano fare insieme.

“Affari suoi, io questo discorso glielo avevo fatto, ho sempre detto che deve ancora crescere” pensò seguendo Jaws e gli altri che si erano rimessi in marcia.

 

-È bellissimo il mare visto così!- affermò Michiko correndo sulla spiaggia.

-Ehi aspetta!- urlò Ace seguendola, i due si stavano rincorrendo come dei bambini, Ace poté costatare che Michiko correva molto veloce e questo era anche un bene, il ragazzo aumentò la velocità per raggiungerla, c’era quasi quando lei si fermò di colpo e si girò verso il ragazzo per dirgli una cosa. Solo che lui andava veloce e ci finì letteralmente addosso e caddero tutti e due per terra. Michiko era sotto di lui.

-Non sei capace di stare più attento?- urlò Michiko coricata sulla sabbia con il ragazzo sopra di lei, il suo viso era accanto a quello di Ace ancora girato dall’altra parte.

Lui alzò il suo volto e si ritrovò subito davanti a quello della ragazza con gli occhi arrabbiati. I nasi si sfioravano quasi.

-Alzati!- ordinò guardandolo dritto negli occhi.

-Non potresti cogliere di più i momenti?- domandò lui guardandola dritta negli occhi.

-Ti ho detto di alzarti!- urlò ora la ragazza spingendolo via con le mani fino a quando lei fu seduta a terra e lui di fianco a lei.

-E se io non volessi?- domandò Ace prendendo i polsi della ragazza e buttandola a terra nella stessa posizione di prima, solo che questa volta lei aveva le mani immobilizzate.

-Se tu non vuoi…- disse senza trovare una fine per la frase iniziata, stava imprecando mentalmente contro di sé perché sicuramente le sue guance erano rosse come la collana di perle che indossava il ragazzo e lui ora si stava avvicinando sempre di più al suo volto.

Pian piano le loro labbra si dischiusero in un dolce bacio, un bacio diverso da quello che si erano dati in precedenza, questo era un bacio vero, questo era il loro primo bacio.

I due si staccarono e si guardarono profondamente negli occhi, tutti e due stavano sorridendo.

-Certo che quando non sei scontrosa sei molto più carina- si complimentò Ace provocando il continuo rossore delle guance di Michiko.

-È qualcosa che nessuno sa di me, preferisco farmi vedere forte e scontrosa piuttosto che debole- rispose lei.

-Allora facciamo che questo lato di te lo farai vedere solo a me?- domandò Ace divertito.

-Ok- rise la ragazza per poi concedere al moro un secondo bacio molto più lungo del primo.

Quando i due si staccarono si misero seduti sulla sabbia, l’uno di fianco all’altra con Michiko che era appoggiata al ragazzo mentre lui con un braccio la teneva stretta a sé.

Stavano guardando il mare.

-Ti va di fare un bagno?- domandò poi, ad un tratto, Michiko.

-Lo sai che l’acqua di mare mi fa male- rispose Ace dispiaciuto, non sarebbe stato male schizzarsi un po’ d’acqua e divertirsi.

-Nemmeno se stai a riva? Ti bagni poco- supplicò ancora Michiko.

-Ok- rispose lui alzandosi, non riusciva veramente a dire di no a quella ragazza, prima le aveva concesso di venire alla spiaggia e ora anche il bagno in mare.

Michiko corse subito verso il mare, si tolse gli stivali e poi entrò, seguita da Ace che si era fermato anche lui a togliersi le scarpe. Si misero dove l’acqua arrivava circa al ginocchio.

-Ah che fredda- disse Michiko gelandosi i piedi.

-Sei stata te che sei voluta entrare, io non ho freddo- disse Ace con tutta tranquillità.

-Uffa, non è giusto!- replicò la ragazza, poco dopo si chinò e cominciò a schizzare l’acqua ad Ace.

-Ehi che fai?- domandò lui cominciando ad andare verso la ragazza prendendola per le braccia e facendola smettere.

-Lasciami- rise lei cercando di liberarsi.

-No, ora mi vendico dei tuoi schizzi!- disse Ace cominciando a spingere delicatamente la ragazza, voleva farla cadere in acqua.

-No, dai, in acqua no!- urlò lei ma era troppo tardi, Ace era riuscito nel suo intento e lei si ritrovò in acqua.

-Sto gelando!- affermò lei dopo che si fu rialzata cominciando a far passare velocemente le sue mani sulle sue braccia.

-Dai esci che sennò ti prendi qualcosa- disse Ace portandola a riva. Quando furono sulla spiaggia l’abbracciò per darle un po’ di calore e asciugarla anche se era difficile, finché doveva scioglierle del ghiaccio di dosso era una cosa facile, ma asciugarla poteva essere difficile soprattutto perché non doveva rischiare di bruciarle i vestiti o i capelli e soprattutto non doveva bruciare lei stessa.

-Più di così non posso sennò poi ti potrei far male- disse Ace vedendo che comunque un po’ Michiko era asciutta.

-Grazie comunque- rispose per poi starnutire poco dopo.

Ace si mise a ridere piano.

-Che c’è da ridere?- domandò la ragazza.

-Sei buffa quando starnutisci- spiegò Ace ridendo.

Lei si girò dall’altra parte facendo finta di essere offesa e poi cominciò ad incamminarsi verso la città seguita da Ace, poco dopo starnutì ancora ed Ace sorrise di nuovo.

 

Nel frattempo Marco, Jaws e gli altri avevano finito di compiere le loro faccende e si stavano dirigendo verso la spiaggia per andare a richiamare i due che si erano allontanati.

-Jaws, scusami un attimo, ho dimenticato di fare una cosa- disse Marco fermandosi.

Il comandante in terza si fermò a guardarlo.

-Cosa devi fare?- domandò incuriosito.

-Niente di che, ci vediamo alla spiaggia!- salutò tornando sui suoi passi. Dopo un po’ di strada si fermò davanti al negozio che aveva visto in precedenza ed entrò.

 

Dopo qualche minuto Jaws e gli altri incontrarono Ace e Michiko che stavano venendo incontro a loro.

-Vi stavamo giusto per venire a chiamare!- disse il comandante alla vista dei due.

-Noi invece stavamo giusto tornando- rise Ace.

-Ma che è successo?- domandò Jaws vedendo Michiko ancora umida che starnutiva.

-Si è fatta un bagno fuori programma- scoppiò a ridere Ace cercando di abbracciare la ragazza.

-Idiota!- strillò lei respingendo il suo abbraccio e dandogli una gomitata sullo stomaco per poi girandosi e guardare da un’altra parte.

Ace si lamentò e Jaws scoppiò a ridere.

-Ma dov’è Marco?- domandò il moro vedendo che suo fratello non era con loro.

-Si era dimenticato di fare una cosa, dovrebbe raggiungerci fra poco- spiegò Jaws guardandosi indietro per vedere se stava tornando.

Ace seguì l’altro e cominciò a guardare la strada per vedere se stava arrivando, poco dopo lo videro, ma in mano non aveva niente.

-Ehi che cosa hai comprato?- domandò Ace incuriosito girando intorno al biondo.

-Niente, e poi non sono affari che ti riguardano!- affermò il comandante in prima guardando l’altro.

-Jaws mi aveva detto che dovevi comprare qualcosa- spiegò il moro.

-Non ho trovato ciò di cui avevo bisogno- rispose chiudendo il discorso.

I pirati cominciarono quindi a discutere un po’ sul fatto se avevano già fatto tutto e potevano tornare alla nave o se dovevano sbrigare altre faccende, quando l’ennesimo starnuto di Michiko richiamò la loro attenzione.

-Si ammalerà sicuramente, dobbiamo riportarla subito alla nave al caldo!- disse Jaws guardando la ragazza infreddolita e debole, sicuramente le stava salendo la febbre.

Ace guardò la ragazza, si sentiva in colpa per averla buttata in mare in quel modo, ora lei si sarebbe sicuramente ammalata non abituata a dell’acqua così fredda.

-Michiko, sali sulle mie spalle, così ti terrò anche al caldo- disse Ace chinandosi leggermente e prendendo la ragazza dietro di sé. Lei si lasciò andare sulla schiena del moro.

-Strano che non ti cacciavi in qualche guaio- disse Marco guardando la ragazza sulle spalle del fratello.

Michiko sentì le parole del comandante in prima ma non aveva nemmeno la forza di controbattere, però non ebbe nemmeno il tempo di pensare a questo perché Ace aveva già preso la parola.

-Piantala di accusarla ingiustamente! Sono stato io che l’ho fatta cadere in acqua per gioco, quindi se ora sta così è per colpa mia, non perché lo ha voluto lei!- affermò il comandante guardando dritto negli occhi l’altro. Marco a quel punto non disse più niente.

 

Dopo un po’ di cammino, a passo svelto per portare Michiko il più presto possibile alla nave, tornarono tutti a bordo ed Ace si diresse subito in infermeria per portare la ragazza che aveva sulle spalle.

La poggiò delicatamente sul lettino stando seduta nell’aspettare l’arrivo delle infermiere che accorsero subito da lei.

-Si deve essere un po’ raffreddata- spiegò Ace alle tre ragazze che erano arrivate.

Oltre a Daisy c'erano anche Lucy e Tomoko. Queste erano le tre ragazze che si prendevano cura di suo padre; Daisy era la più vecchia tra loro, aveva sui ventisei anni, Tomoko era la più giovane, ne aveva diciassette, era ancora più giovane di Michiko che ne aveva diciannove, ed era la sorella di Daisy. Anche Tomoko aveva i capelli neri, erano lunghi ma raccolti dietro la testa con una coda di cavallo, gli occhi erano scuri e sembrava ancora una bambina. Lucy tra le tre poteva essere considerata la più bella, aveva gli occhi verdi e lunghi capelli biondi abbastanza mossi, era una ragazza molto delicata ed aveva un paio di anni in più di Ace. Tutti i pirati di quella nave ci avevano provato almeno una volta con lei, ma la ragazza aveva risposto a tutti dicendo che il suo vero uomo doveva ancora arrivare. Anche Ace una volta l’aveva invitata a passare un po’ di tempo con lui, ma lei aveva capito subito le sue intenzioni e lo congedò velocemente, ma questo lo teneva nascosto alla maggior parte delle persone. Poi Ace ci aveva ripensato, riflettendo sul fatto che per lui era troppo delicata e troppo bella, anche Daisy e Tomoko erano molto belle, ma non era mai stato attratto da loro più di tanto, non era quello che cercava. Michiko con il suo "fare scontroso" che aveva all’inizio, lo aveva attratto, anche lei era bella e non aveva niente da invidiare alle tre ragazze che si occupavano di suo padre, ma lei aveva qualcosa che non a tutti era concesso di avere; lui aveva scoperto i suoi pregi, era stato lui a prendersene cura da quando stava su questa nave e solo lui ora poteva ritenersi fortunato per avere al suo fianco una ragazza del genere.

-Che le è successo?- domandò Tomoko al moro.

-È finita in mare per sbaglio- rispose Ace.

-Mi ci hai buttato tu!- sospirò Michiko con un filo di voce.

Tomoko si mise a ridere, tra le tre era la più scherzosa.

-Tomoko per favore non fare la bambina- la rimproverò sua sorella, sentendo la fronte e le guance di Michiko, erano leggermente calde.

-Lucy, per favore, mi potresti andare a prendere la tisana che ho preparato la scorsa settimana?- domandò la più grande.

-Certamente- rispose allontanandosi scomparendo nell’altra stanza per poi tornare con in mano un bottiglietta contenente una sostanza sul verdognolo.

-Ha qualche linea di febbre, in qualche giorno dovrebbe passare, ora la porti in camera e le fai fare un bagno caldo, e poi deve prendere due dita di questa tisana mattina e sera per cinque giorni, sono stata chiara?- spiegò Daisy mentre Lucy porgeva la piccola bottiglia ad Ace.

-Tutto perfettamente chiaro!- rispose il ragazzo prendendo la bottiglietta e aiutando Michiko a camminare per riportarla nella sua stanza.

Poco dopo i due entrarono nella stanza della ragazza, quando Ace notò subito che c’era qualcosa di strano, prima portò la ragazza a sedersi sul letto e poi andò davanti alla scrivania.

-Dove vai Ace?- domandò Michiko pensando che stesse andando via.

-Sono qua, voglio solo controllare una cosa- rispose lui guardando tra i libri sulla scrivania.

-Cosa?- domandò Michiko incuriosita cercando di vedere cosa stesse guardando il ragazzo.

-Questo!- affermò Ace girandosi verso Michiko e facendole vedere un libro che aveva in mano.

-Fammi vedere- disse lei, Ace portò il libro che aveva in mano alla ragazza e si sedette vicino a lei.

Michiko guardò il libro e poi si voltò verso Ace con aria sconvolta: era successo un’altra volta.

-Io non l’ho mai visto!- affermò Michiko.

-Parla sempre del popolo antico, qualcuno l’ha messo intanto che noi non c’eravamo- disse Ace.

-Ma chi è che metti questi libri?- domandò Michiko tenendosi la testa, tutti quei pensieri la stavano facendo star male e aveva anche la febbre.

-Michiko non pensarci, ora devi guarire- disse Ace mettendo da parte il libro e facendo appoggiare a sé la ragazza per farla stare tranquilla.

Michiko si strinse al ragazzo e poi cominciò a starnutire richiamando alla realtà il moro.

-Devi farti un bel bagno caldo, aspettami qui che ti preparo tutto!- disse alzandosi e andando in bagno e come il giorno prima preparò l’acqua calda per Michiko.

-Michiko vieni pure- la chiamò Ace, la ragazza pian piano entrò in bagno.

-Io sono qua come sempre, per qualsiasi cosa chiamami!- sorrise Ace uscendo dal bagno e lasciando la porta leggermente socchiusa.

Ace, intanto che aspettava che Michiko avesse finito, cominciò a guardare il libro che era comparso, perché c’era qualcuno che portava questi libri a Michiko? Sicuramente li portava per farli leggere a lei, allora perché non glieli dava di persona? Troppe domande si affollavano nella mente di Ace, quando la porta del bagno si aprì e ne uscì Michiko con un asciugamano bianco intorno al corpo e i capelli tutti bagnati che le ricadevano addosso.

Ace rimase un attimo a guardarla per poi riprendersi, quell’asciugamano indossato dalla ragazza era troppo corto, veramente troppo corto.

-Guarda che così peggiorerai di sicuro, copriti di più per favore- disse Ace un po’ imbarazzato cercando qualche vestito da dare alla ragazza.

-Non ti preoccupare, ora mi metto subito qualcosa- andando da parte ad Ace e prendendo dei vestiti, per poi tornare in bagno e cambiarsi.

Uscì poco dopo con una spazzola in mano per pettinare i capelli lavati anche loro, e si mise sul letto.

-Stasera dopo mangiato devi prendere questa tisana, ti va di venire a cenare in sala mensa o preferisci che ti porti qualcosa qua?- domandò il moro.

-Penso di venire con te, so che gli altri sicuramente staranno mangiando, ma ti va di aspettare ancora una mezz’oretta così mi riposo?- domandò la ragazza.

-Certamente!- sorrise Ace, dopo di che la ragazza si coricò ed Ace si andò a sedere sulla sedia davanti alla scrivania.

-Ace..- lo chiamò Michiko.

-Dimmi- rispose lui alzando lo sguardo verso la ragazza.

-Chi è che mette questi libri? Io ho paura- si confidò Michiko.

-Michi…- sorrise Ace.

-Perché sorridi?- si irritò la ragazza.

-Sorrido perché sei dolce e non lo sei mai stata, ti stai esponendo tanto con me e di questo sono contento- rispose andandosi a sedere vicino a lei.

Michiko sorrise imbarazzata.

-Di cosa hai paura?- continuò il moro.

-Paura di questa persona che porta i libri, ho paura che venga quando ci sono solo io in camera, ho paura- rispose lei un po’ inquietata.

Ace le prese la mano.

-Stai a dormire nella mia stanza, con me, ti va?- domandò il ragazzo prima guardandole la mano che teneva per poi girare il suo sguardo negli occhi di lei.

-Si…- sussurrò lei arrossendo.

 

Poco più tardi tutti e due si diressero a cena e per la prima volta si sedettero tutti e due nel tavolo dei comandanti, Ace aveva finalmente convinto la ragazza a sedere insieme agli altri a patto che da parte avesse il moro e dall’altra nessuno.

-Buonasera figli miei!- salutò Barbabianca contento di vedere i due finalmente seduti al suo tavolo da quando Michiko era arrivata. Ace salutò il padre e Michiko sorrise lievemente.

-Papà, sai se qualcuno oltre a noi è sceso dalla nave o lo hai visto girovagare vicino alla biblioteca?- domandò Ace addentando un pezzo di pollo.

Michiko si girò a guardare il capitano per sperare di ricevere una risposta, mentre Jaws e Marco alzarono la testa dal piatto per guardare Ace, erano straniti dalla domanda che aveva posto.

-Oltre a voi non è sceso nessuno oggi, i cuochi scenderanno domani così nel pomeriggio potremo già ripartire, in quest’isola il Log Pose impiega solo poche ore per registrarsi- rispose Barbabianca.

-E qualcuno che si aggirava per la biblioteca?- domandò ancora il comandante in seconda.

-No, non ho visto nessuno, ma come mai questa domanda?- si incuriosì Barbabianca.

-Niente, semplice curiosità- rise Ace, non poteva dire cosa era successo, voleva tenerlo ancora per lui e per Michiko.

Michiko si girò verso di lui con la faccia che domanda il perché non gli avesse risposto.

-Dobbiamo tenerlo ancora per noi- sussurrò il moro all’orecchio di Michiko.

-Sospetti qualcuno?- domandò Michiko incuriosita.

-Non ancora, però non voglio rendere pubblico niente- rispose Ace.

Barbabianca e Jaws finite le domande di Ace si rimisero a mangiare, mentre Marco guardava i due confabulare tra di loro.

 

CONTINUA...

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Capitolo 15
*** Mistero svelato ***


Buongiorno a tutti! Eccoci qui come ogni venerdì!
Finalmente, nello scorso capitolo, il bacio tanto atteso è arrivato *balla* i due protagonisti hanno dovuto aspettare tanto ma alla fine il gesto c'è  stato. Diciamo che era un capitolo un po' di passaggio, a parte quello non è successo nulla di eclatante, a parte la comparsa di un altro libro. Poi c'è stata la comparsa delle tre infermiere, di cui posterò un disegno alla fine di questo capitolo! Le ritroveremo presto, non preoccupatevi!
E alla fine Michiko si è seduta al tavolo con tutti i comandanti!

Ora passiamo ai ringraziamenti!

Chi ha messo la mia storia tra le preferite:
1 - akagami95
2 - eve_law
3 - Fransis94
4 - Kamikaze
5 - Mail Keehl
6 - mau07
7 - milla96
8 - Namine23
9 - Ron von Bokky
10 - sharry
11 - tre 88
12 - VelenPortuguese
13 - _AZRAEL_


Chi tra le ricordate:
1 - jesuisstupide
2 - stella_blu
3 - tre 88
4 - _AZRAEL_


Chi tra le seguite:
1 - Aki_Black_Fire_
2 - Allen_Anne_Black
3 - ashar
4 - astrea89
5 - Bliss_93
6 - eve_law
7 - fior di loto
8 - Ifera Black
9 - kissgabri
10 - LuMiK
11 - MBCharcoal
12 - Miki Michaelis
13 - Moonglow
14 - Ramona37
15 - sashi
16 - tre 88
17 - _AZRAEL_
18 - _Tigre_


E chi mi ha aggiunto tra i suoi autori preferiti:
1 - eve_law
2 - tre 88


Ringrazio inoltre chi recensisce o chi legge e basta^^

akagami95: Ciao e grazie per la recensione! ^_^ Ovvio, qualcuno ci finiva sicuramente dentro xD però la scena prima, quella del bacio, è stata ancora più bella secondo me. Tutte vorrebbero dormire con Ace *ç* xD Per quanto riguardo i libri, come ti ho detto rispondendo alla tua scorsa recensione non posso dirti niente! Segui la storia e lo scoprirai! Grazie ancora del tuo parere, un bacione! Ciao^^

tre 88: Ciao^^ Grazie dei complimenti! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Per quanto riguarda l'ambientazione io la metto prima della saga di Marine Ford, però Barbanera non c'è più sulla nave, Ace non lo ha seguito perchè gli era stato assegnato il compito di andare a prendere Michiko che si trova in Paradiso, quindi lui e tutta la Moby Dick si sono dovuti allontanare dal Nuovo Mondo. Quindi non ci sarà nessuna saga di Marine Ford nella mia storia xD Ma ad essere sincera quando ho iniziato non avevo nemmeno scelto un'ambientazione precisa, ho cominciato a scrivere e basta sapendo però già che non ci sarebbe stato Satch perchè era già morto. Ace adora vederla arrossire, poverina xD Sono morta dal ridere pensando ad un arrosto di Michiko xD Poverina, Ace le vuole bene, se il moro vuole arrostire qualcuno va in una base della marina. Ti posso dire che scoprirai presto cosa ha acquistato Marco. Per quanto riguardo il mistero dei libri non ti posso dire niente, leggi e scoprirai! Un abbraccio, alla prossima ^^ Ciao!

MISTERO SVELATO

 

Erano passati tre giorni e Michiko pian piano si stava riprendendo, la febbre le era passata, però passava gran parte della giornata a starnutire e a soffiarsi il naso.

-Michiko, non riesci proprio a guarire?- domandò Ace che vedeva la sua povera ragazza a pezzi che continuava a soffiare il naso, sul letto e sulla scrivania c’erano una montagna di fazzoletti usati.

-Li potresti portare tutti a lavare di là?- domandò la ragazza.

-O-ok- rispose Ace un po’ disgustato, però doveva anche aiutare la ragazza.

-Ho iniziato a leggere il primo libro che è comparso misteriosamente- disse Michiko, le era venuto in mente che non aveva detto ancora nulla a riguardo ad Ace.

-E hai trovato qualcosa di interessante?- domandò il moro dal bagno mentre metteva tutti i fazzoletti dentro ad una bacinella.

-A parte un po’ di storia, in generale non ho trovato niente riguardo al mio tatuaggio- rispose la ragazza cercando di vedere cosa stesse facendo Ace.

-Ora metti dell’acqua e poi lascia tutto a mollo- disse ancora al ragazzo.

-Ai tuoi ordini- rise Ace facendo ciò che le aveva detto la ragazza.

-Potresti uscire ora? Sai, dovrei mettere questa per dormire- sorrise la ragazza mentre spingeva Ace fuori dal bagno.

-Potresti farlo anche davanti a me- urlò il ragazzo quando fu fuori dal bagno.

-No, non lo farò mai!- strillò lei uscendo già pronta.

-Ora se mi vuoi scusare, faccio una doccia e poi ci buttiamo a letto- disse il ragazzo spingendo fuori Michiko e chiudendo la porta dietro di sé.

-Però se vuoi entrare e buttarti con me sei la benvenuta!- rise aprendo la porta e poi richiudendola.

-Idiota!- sussurrò Michiko con volto arrabbiato e le guance arrossate.

La ragazza si sedette sul letto e cominciò a farsi la sua treccia per dormire, quando poi si coricò per riposare cercando di non addormentarsi sapendo che poi sarebbero dovuti andare a dormire nella stanza di Ace.

Riprese a leggere il libro ma non aveva molta voglia, quindi lo ripose subito e si buttò sul letto, si girò un po’ di volte e poi si addormentò senza volerlo.

Ace uscì dal bagno e vide la ragazza che si era addormentata, così decise di farla dormire in questa stanza insieme a lui, la mise sotto le coperte delicatamente, senza farla svegliare e lui si coricò da parte a lei restando sul bordo del letto, poco dopo si addormentò anche lui.

 

Era notte inoltrata, Michiko aprì di scatto gli occhi come se qualcosa non andava, era girata sul fianco sinistro, dietro di sé aveva il muro mentre davanti c’era Ace girato verso di lei che stava dormendo con il braccio posato sul suo corpo. La ragazza si era svegliata perché aveva sentito qualcosa di strano, rimase immobile nella posizione in cui era, la stanza era tutta buia a parte uno squarcio di luce che entrava dalla porta, come se questa fosse aperta quando invece doveva essere chiusa.

Michiko capì subito che la porta era leggermente aperta, infatti si era svegliata sentendo una temperatura diversa, aveva sentito la camera inondarsi di una leggera aria fresca che proveniva sicuramente dal corridoio della nave.

Ma come mai la porta era aperta?

La ragazza aveva paura, non riusciva a muoversi, il fatto che Ace fosse accanto a lei la consolava ma allo stesso tempo aveva paura di chi fosse stato ad aprire la porta e soprattutto cosa volesse da lei. Probabilmente questa persona non sapeva che Ace dormiva nella sua stanza e quindi pensava di agire indisturbata contro una ragazza.

Alzò lo sguardo per vedere chi fosse, ma Ace davanti a lei le copriva la visuale, alzò di poco la testa senza farsi vedere, notò solo una sagoma nera sull’uscio della porta, era più fuori che dentro e stava cercando qualcosa sulla scrivania che era di fianco alla porta.

Che sia questa persona che portava a Michiko i libri?

Michiko doveva agire, ma soprattutto doveva svegliare Ace, pian piano mise una mano davanti alla bocca del ragazzo per non farlo parlare appena si fosse svegliato, e con l’altra cominciò a svegliarlo puntellandolo sulla pancia.

“Dai Ace svegliati!” urlava lei nella sua testa.

Ace cominciò ad aprire gli occhi quando si trovò la mano della ragazza davanti alla bocca.

-Ehi ma così non mi fai respirare!- esclamò togliendo la mano della ragazza.

La persona che era sull’uscio sentendo che qualcuno si era svegliato, ma soprattutto che non c’era solo la ragazza nella stanza cominciò a scappare.

-Dannazione Ace, alzati! C’era qualcuno nella stanza!- urlò Michiko scavalcando il ragazzo e scendendo dal letto cominciando a correre dietro questa persona.

-Ma che stai dicendo Michiko? E dove vai?- domandò Ace vedendo la ragazza scomparire nell’oscurità, poi fece un attimo mente locale. Qualcuno era appena entrato in questa stanza!

-Aspettami Michiko!- urlò lui uscendo di corsa.

Di notte i corridoi della nave erano bui, vi erano solo poche luci accese e alcune erano anche molto deboli, Michiko stava correndo avvolta nell’oscurità, sentiva i passi della persona che aveva davanti, lei invece era solo con un paio di calze e quindi non faceva nemmeno tanto rumore, si poteva celare meglio nell’oscurità.

Ace aveva sentito i passi e cominciò a correre subito anche lui, il suo braccio destro era in fiamme per fare un po’ di luce, davanti a lui vedeva Michiko correre.

Tutti si stavano dirigendo sul ponte della nave.

La porta che dava sul ponte si aprì e con la luce della luna Michiko riuscì a vedere parzialmente chi si trovava davanti, appena vide chi era prese a correre più forte e finì anche lei sul ponte della nave, si guardò intorno ma non vide nessuno.

-Michiko aspettami!- urlò Ace dietro di lei, lei si girò a vedere dove si trovava il moro, ma un rumore richiamò l’attenzione della ragazza che cominciò a correre di nuovo verso il luogo del suono che aveva sentito.

La ragazza cominciò a correre forte verso la sua destra per arrivare fino al parapetto, stava di nuovo per girare a destra quando si trovò davanti la persona che stava inseguendo, andò a sbattere contro ad essa e caddero tutti e due per terra.

-Vedo che corri veloce- si complimentò con Michiko e alzandosi le porse la mano per aiutarla.

-Sono capace di alzarmi da sola!- ringhiò lei rimettendosi in piedi e guardando dritto negli occhi la persona che si trovava davanti.

-Michiko eccoti finalmente..- disse Ace appena arrivò, ma le parole cominciarono a fermarsi notando la persona che si trovava con loro.

-Non pensavo di disturbare qualcosa- accennò l’altro notando Ace in biancheria e ripensando al fatto che stavano dormendo insieme. Michiko invece indossava maglietta e pantaloni del pigiama.

-Che facevi dentro la mia stanza?- urlò la ragazza indicando colui che aveva davanti.

-Sei tu che hai portato i libri a Michiko, vero?- domandò Ace facendosi più avanti.

-Piano con le domande, risponderò a tutti e due, ma prima rechiamoci nella tua stanza Michiko- rispose.

-Perché?- urlò la ragazza battendo un piede per terra.

-Michiko, facciamo come dice, e poi qua fuori rischi di riprenderti la febbre- disse Ace mettendo un suo braccio attorno alla ragazza per portarla dentro, l’altro li seguiva.

Ace e Michiko non riuscivano a credere che fosse stato lui a mettere i libri sulla scrivania di Michiko, ma soprattutto non riusciva a capire il perché. Perché non li ha dati direttamente alla ragazza? Sarebbe una domanda che avrebbero sicuramente fatto.

Appena entrati nella stanza, ora luminosa dopo aver acceso la luce, Michiko si andò subito a rannicchiare sul letto, Ace si appoggiò al muro non prima di mettersi su i pantaloni, mentre l’altro si sedette sulla sedia davanti alla scrivania.

-Su, dai, comincia a raccontare- lo spronò Ace facendogli segno con la mano. Michiko cominciò a guardare l’uomo seduto in attesa che aprisse bocca, stessa cosa che fece Ace.

-È vero, sono stato io a portare questi libri a Michiko- confessò prendendo uno di questi libri tra le mani, poi continuò -il primo l’ho trovato nella nostra biblioteca, mentre il secondo l’ho comprato qualche giorno fa- spiegò, posando poi il libro nel posto dove lo aveva trovato.

-Perché non glieli hai dati di persona e soprattutto perché hai portato questi libri?- domandò Ace curioso di sentire una risposta a questa domanda.

Michiko si fece più attenta.

-Tempo fa, sentii da alcune persone che il tatuaggio di Michiko poteva provocare molto danno a chi lo possedeva, ma se avessi detto di persona questa cosa, sicuramente lei non mi avrebbe creduto e nemmeno tu, Ace- spiegò.

-È per questo quindi che hai portato i libri?- domandò Michiko cominciando a capire tutta la faccenda.

-Si, sapevo da Ace che tu leggevi molto e quindi, portandoti dei libri, magari avresti trovato quello che avevo sentito dire io, sinceramente non so nemmeno se su questi ci possa essere scritta una cosa del genere, però tentare non costava nulla- continuò a spiegare.

-Se hai fatto tutto questo ora ti crediamo- disse Ace guardando suo fratello seduto, poi riprese la parola -non sai altro su questa cosa che può portare il tatuaggio?-

-No, ci eravamo fermati su un’isola per poco tempo, un’isola molto antica, poi un giorno mentre camminavo sentii alcuni vecchi parlare, forse anche uno di quelli portava il tuo stesso tatuaggio, questo non lo so, ho afferrato poco del discorso, ma l’unica cosa che ho capito bene è che il tatuaggio che viene posto alle persone discendenti può portare tanto dolore, avevano detto che poteva essere qualche ordine della marina- rispose.

-Ordine della marina?- domandò Ace senza capire.

-Si, come se la marina volesse marchiare queste persone- disse.

-Ma allora se voleva marchiarle e sapeva chi erano, perché non ci ha ucciso subito invece di aspettare per chissà quanto tempo? E la storia che erano tutte scritte? E della vecchia famiglia che li faceva? Io non riesco a capire più niente- sospirò Michiko.

-Michiko stai calma, prima o poi riusciremo a capire tutto- la consolò Ace andandosi a sedere da parte a lei e abbracciandola -tu sai altro?- domandò poi.

-No, quello che so ve l’ho detto ora, per il resto dovremmo proseguire per il nostro viaggio e capire cosa si nasconde veramente- rispose con calma.

-Cosa eri venuto a fare prima?- domandò quindi Ace.

-A portare un altro libro che ho trovato stasera in biblioteca, l’ho lasciato qua sopra- rispose indicandolo per poi alzarsi e andare ad aprire la porta per uscire.

-Aspetta ti accompagno fuori- disse Ace alzandosi e uscendo dalla stanza insieme all’altro, poi socchiuse leggermente la porta.

-Scusa se ti abbiamo costretto ad arrivare a questo punto- disse Ace chinando leggermente la testa.

-Se non tenessi a lei non vi avrei mai detto niente, però, Ace, io tengo a te e sono contento che tu sei felice con lei e pian piano terrò anche a lei, in fondo ora è una di noi- rise indietreggiando, tornando per la sua strada.

-Già, è una di noi- sorrise Ace girandosi verso la porta leggermente socchiusa, vedendo Michiko che si stava di nuovo coricando, arrossì leggermente, poi tornò a guardare davanti a lui.

-A domani!- salutò il comandate cominciando ad andarsene.

-A domani, e grazie fratellino!- disse Ace.

Marco sorrise e cominciò ad andare verso la sua cabina. In fondo anche lui cominciava a tenere a Michiko.

 

-E chi si aspettava che fosse Marco!- esclamò Ace sedendosi a letto, Michiko era già coricata.

-Quell’idiota si è permesso di entrare nella mia stanza- sbuffò Michiko coprendosi fino alla bocca.

-Eddai non fare così, in fondo dovete solo imparare ad andare d’accordo e poi se non ti volesse non ci avrebbe mai dato informazioni così importanti- spiegò Ace alzandosi e spegnendo la luce.

-Fai piano che non vedi dove vai- disse Michiko per paura che Ace si coricasse addosso a lei.

-Non ti preoccupare- sorrise Ace coricandosi da parte a lei senza farle male, poi si girò verso di lei e la avvolse con il suo braccio.

-Scusa Ace, perché ora che abbiamo scoperto chi è il colpevole dormiamo ancora insieme?- domandò Michiko guardando l’oscurità.

-Ehm..- rispose Ace, -beh se vuoi me ne vado- disse lui mettendosi seduto.

-Resta qua..- sussurrò Michiko, il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e tornò a coricarsi da parte a lei abbracciandola, poco dopo tutti e due presero sonno e si addormentarono.

 

Quando Michiko si svegliò Ace non era più nel letto, si guardò intorno ma non lo vide nemmeno in stanza, pensò subito che fosse andato in bagno, quindi cominciò a chiamarlo. Nessuna risposta. Si era già svegliato e se ne era andato.

Ma dove poteva essersi cacciato?

Michiko si cambiò velocemente mettendosi qualcosa di pesante, sapeva che nel mattino sarebbero arrivati su un’isola invernale e poi si diresse subito sul ponte per cominciare a cercare Ace da lì.

Appena aprì la porta venne investita da un’aria gelida, fece qualche passo più avanti e si ritrovò davanti una distesa immensa di neve, erano arrivati già all’isola e avevano attraccato.

Michiko fece un largo sorriso, lei non aveva mai visto la neve, era cresciuta su un’isola primaverile, quindi corse subito al parapetto per cercare una scaletta a pioli dove scendere e poter finalmente toccarla con le sue mani.

-Buongiorno! Tu devi essere la nuova arrivata- un uomo alto e molto grosso si fece da parte a Michiko, aveva lunghi baffi e portava un cappello a cilindro di colore blu, dietro di sé aveva anche un lungo mantello. Sorrise alla ragazza.

Michiko si girò e lo guardò spaventata.

-Vista! Vedo che stai facendo conoscenza di Michiko, attento perché può urlarti addosso- rise Ace facendosi avanti tra i due.

-Ace..- sospirò Michiko.

-Non scherzare, come può una ragazza così carina essere cattiva- rise Vista cercando di poggiare una mano sulla spalla di Michiko.

-Stammi lontano!- ringhiò lei andando da parte ad Ace.

-Io ti avevo avvertito- scoppiò a ridere Ace mettendo un braccio intorno a Michiko per farla avvicinare a sé.

Vista li guardava senza capire.

-Non ti preoccupare Michiko, lui è il comandante della quinta flotta, si chiama Vista e ti puoi fidare di lui, è una persona veramente brava è arrivato stamattina perché si era fermato su quest’isola per tornare sulla Moby Dick- spiegò Ace cercando di far capire alla ragazza che di lui ci si poteva fidare.

-Piacere- salutò Vista togliendosi il cappello dalla testa in segno di saluto per poi rimetterselo.

-Io sono Michiko- rispose la ragazza che ora era meno spaventata da quell’uomo che si era presentato davanti a lei senza preavviso.

-Michi non è che hai freddo? Hai visto quanta neve c’è?- domandò Ace.

-Non ti preoccupare, e poi da quand’è che mi chiami Michi?- lo guardò la ragazza con gli occhi a fessura.

Ace si mise a ridere.

-Beh io vi lascio da soli!- salutò Vista per poi andarsene dal capitano.

I due lo salutarono per poi continuare il loro discorso.

-Allora?- lo spronò la ragazza continuando a guardarlo.

-Perché? Non ti piace?- domandò Ace girando il discorso.

-Mmm.. si- rise lei.

-Comunque voglio andare sulla neve!- affermò lei.

-Invece non ci vai!- disse Ace.

-Perché?- la ragazza lo guardò con occhi spalancati.

-Non ti sei ancora ripresa bene e continui a starnutire, rischi di prenderti di nuovo la febbre e basta- spiegò Ace con aria seria.

-Dai, per favore!- supplicò la ragazza.

-No Michiko, mi dispiace- rispose Ace, la ragazza si rattristò e cominciò a camminare lentamente per andare ancora nella sua stanza.

-Ehi, ma dove vai?- domandò Ace.

-In camera- rispose la ragazza senza girarsi a guardarlo.

-Aspetta, devo dirti ancora una cosa, oggi pomeriggio io, Marco, Jaws e Vista scenderemo sull’isola, si dice che ci sia un grande tesoro, ma noi andremo solo a vedere se c’è qualche forma di vita, tu stai in camera al caldo, ok?- spiegò il ragazzo.

-Si- sospirò Michiko.

-Ti vengo a chiamare per pranzo e non essere triste, lo sai che lo sto facendo per il tuo bene- la rimproverò il moro.

-Ok- rispose di nuovo la ragazza, non aveva più voglia di parlare.

Mentre tornava in stanza le venne in mente un’idea, oggi pomeriggio Ace le aveva detto che sarebbe sceso con altri per fare un giro sull’isola, quindi non ci sarebbe stato nessuno a sorvegliarla. Nemmeno il tempo di pensarci un secondo di più che Michiko aveva già deciso di scendere insieme a loro per poter finalmente toccare la neve, ovviamente lei non si sarebbe fatta vedere, li avrebbe seguiti e basta anche per farsi un giro. Dopo poco tempo ritornò il sorriso sul suo viso.

Ace la andò a prendere per pranzare, il ragazzo capii che c’era qualcosa di strano, Michiko non era più arrabbiata, anzi era felice, e la cosa gli sembrava un po’ strana, di solito se si arrabbiata teneva il muso per un bel po’ di tempo, che fosse cambiata così tanto? Ace non restò a pensarci più di tanto, davanti aveva un bel piatto di carne e voleva gustarselo senza avere molti pensieri per la testa.

Dopo aver finito si ritirarono tutti nelle loro stanze per preparare delle cose per il pomeriggio, e poi dopo qualche ora i comandanti si riunirono tutti sul ponte per scendere sull’isola.

-Ace non è che avrai freddo?- domandò Michiko guardando il ragazzo che era vestito come il suo solito anche se la temperatura andava sotto zero, lei aveva voluto andare fino sul ponte per salutare il ragazzo.

-Non ti preoccupare!- rise Ace.

Michiko lo guardò invidiosa e non solo lei, anche gli altri per scendere si erano dovuti coprire più del solito, ma per Ace era come andare su una spiaggia con quaranta gradi solo all’ombra.

-Dai Ace, andiamo!- lo chiamò Jaws per affrettarlo.

-Si arrivo!- rispose vedendo gli altri comandanti cominciare a scendere, -ciao Michiko- la salutò dandole un bacio sulla guancia.

-Ciao Ace- salutò la ragazza con la mano e sorridendo.

Il ragazzo scomparve giù dalla nave, lei si affacciò al parapetto e vide tutti e quattro cominciare ad addentrarsi in un bosco pieno di neve e pini, poi abbassò lo sguardo e cominciò a ridere con aria alquanto sinistra, pronta per mettere in pratica la sua fuga, si guardò intorno per vedere se nessuno la stava guardando e si calò giù dalla nave.

Cadde sulla neve, la prese in mano, per fortuna si era ricordata di mettersi i guanti di lana, ma anche con essi sentiva che era veramente fredda, c’è ne era così tanta che faticava a camminare, le arrivava fino al ginocchio, però non aveva tempo di giocare, doveva subito mettersi in marcia o li avrebbe persi, per fortuna si poteva vedere la loro scia lasciata nella neve.

Raccolse tutti i capelli e si mise in testa il cappuccio, cominciò a camminare per addentrarsi nel bosco dove aveva visto scomparire i comandanti, intorno a lei c’era solo neve, dietro vi era il mare che non si ghiacciava soltanto perché le onde continuavano a muoversi. Michiko cominciò a camminare nascondendosi dietro i pini che si trovavano qua e là dentro quel grande bosco, non sapeva dove andava, voleva solo seguire i comandanti, più si addentrava più faceva freddo, voleva tanto farsi riscaldare dal fuoco di Ace ma non poteva, se lui la scopriva sarebbero stati guai, continuava a camminare con fatica nascondendosi dietro a qualche albero, non poteva nemmeno camminare dove erano passati gli altri perché sennò l’avrebbero scoperta. Ce li aveva davanti e li vedeva che stavano camminando senza accorgersi di lei.

 

-Avete sentito? Qualcuno ci segue- disse Marco cercando di guardare indietro con gli occhi.

-Si, si è fatto più vicino negli ultimi metri- rispose Jaws.

-Forse è un abitante di quest’isola- ipotizzò Ace.

-Lasciate che me ne occupi io, vedremo se vedendo la mia spada ci dirà perché ci sta seguendo- disse Jaws fermandosi e cominciando a tornare indietro, gli altri si voltarono a guardarlo.

“Oddio sta tornando indietro!” pensò Michiko indietreggiando ma cadde sulla neve.

Vista sentì il piccolo tonfo e tirò fuori una delle sue spade, poi si precipitò di corsa dove aveva sentito il rumore, saltò per aria facendo finta di attaccare solo per spaventare chiunque fosse che li stava seguendo.

Michiko vide il comandante piombarle addosso ed urlò.

Tutti e quattro strabuzzarono gli occhi perché riconobbero subito quell’urlo.

-Michiko...- sospirò Ace.


CONTINUA...


Ho creato un Fan Club di Ace su di un forum a questo link, se ci volete fare un salto fate pure! Siete tutti ben accetti.

Questo invece è il disegno delle tre infermiere, spero le riconosciate: http://i384.photobucket.com/albums/oo284/Killy-chan/DaisyLucyeTomoko.jpg

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Capitolo 16
*** Il segreto della grotta ***


Buongiorno a tutti lettori!
Nel capitolo precedente si è scoperto chi portava i libri a Michiko e poi vi è stata l'entrata in scena di Vista!
Ora sono tutti arrivati sull'isola invernale e Michiko, come al solito, non ha seguito gli ordini di Ace ma è scesa dalla nave e per di più l'anno scoperta!
Prima di passare al capitolo ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite:
1 - akagami95
2 - eve_law
3 - Fransis94
4 - Kamikaze_HidanKun
5 - Mail Keehl
6 - mau07
7 - milla96
8 - Namine23
9 - Ron von Bokky
10 - sharry
11 - tre 88
12 - VelenPortuguese
13 - _AZRAEL_

Tra le ricordate:
1 - jesuisstupide
2 - stella_blu
3 - tre 88
4 - _AZRAEL_


E tra le seguite:
1 - Aki_Black_Fire_
2 - Allen_Anne_Black
3 - ashar
4 - astrea89
5 - Bliss_93
6 - eve_law
7 - fior di loto
8 - Ifera Black
9 - kissgabri
10 - LuMiK
11 - MBCharcoal
12 - Miki Michaelis
13 - Moonglow
14 - Ramona37
15 - sashi
16 - tre 88
17 - _AZRAEL_
18 - _Tigre_


Ringrazio inoltre chi mi ha messo tra i suoi autori preferiti:
1 - eve_law
2 - tre 88


E tutti i miei lettori! Qui di seguito trovate le risposte alle recensioni:

akagami95: Brava! Hai indovinato subito che è stato Marco! Complimenti! Vorrei averlo io il potere di Ace, a me che appena la temperatura scende di qualche grado muoio già di freddo ç_ç lo invidio tantissimo, come del resto hanno fatto gli altri xD Pian piano Michiko è riuscita ad ambientarsi abbastanza bene, infatti non sarebbe stato molto sensato continuare a provare odio sapendo di dover trascorrere tanto tempo su quella nave. Grazie ancora per la recensione! Un abbraccio, alla prossima! Ciao ^_^

tre 88: Ciao, scusami per l'inconveniente, pensare anche che non ho usato nemmeno lo stesso carattere della prima volta che era capitato, comunque d'ora in poi userò sempre questo in modo che non ci siano più problemi! Tutti vorrebbero essere al posto di Michiko solo per stare da parte ad Ace, Michiko sa che Ace le farà sempre tutto o quasi, quindi ha un punto a suo favore xD Hai indovinato! Era proprio Marco che come hai detto sta cominciando ad odiare meno Michiko e anche lei odia di meno lui. Si sono alzate altre domande intorno al tatuaggio e se ne alzeranno ancora, ma ti posso assicurare che pian piano la risposta verrà a tutto. Sono contenta che la presenza di Vista sia di tuo gradimento, in fondo ci voleva uno spazio anche per lui! Sono contenta che il disegno ti sia piaciuto. Buona lettura! Ci sentiamo^^ Ciao!

Buona lettura a tutti!


IL SEGRETO DELLA GROTTA


Vista saltò da parte a lei e poi ripose la spada guardando la ragazza seduta in mezzo alla neve terrorizzata che teneva le braccia alzate per la paura che aveva avuto di essere colpita.

Michiko era stata scoperta e ora erano veramente guai, chissà come l’avrebbe presa Ace, sicuramente si sarebbe molto arrabbiato.

-Michiko! Perché sei qua?- urlò Ace andando incontro alla ragazza, lei si fece ancora più piccola rannicchiata in mezzo alla neve portando le mani vicino a sé e davanti alla faccia coprendosi il volto e tenendo i palmi davanti.

-Allora, ti ho fatto una domanda!- urlò ancora chinandosi fino ad arrivare alla sua altezza.

-Volevo uscire e quindi ho deciso di seguirvi- rispose con una nota di paura spostando lentamente le braccia per vedere il volto di Ace. Aveva paura di vedere la faccia del ragazzo arrabbiata e quando il suo sguardo si posò sugli occhi del moro, dovette subirsi il suo sguardo pieno di rabbia.

-Sei la solita, non ascolti mai niente! Ed io che mi ero anche illuso che vedendoti felice ti era già passato tutto! Invece avevi già architettato questa fuga!- affermò Ace rialzandosi e guardando la ragazza dall’alto, poco dopo anche Michiko si alzò e cominciò a guardare per terra per paura di incontrare gli occhi del ragazzo.

-Avevi già pensato a tutto vero?- domandò ancora Ace riprendendo un po’ di calma.

Michiko rimase un po’ in silenzio a pensare poi si decise a confessare tutto.

-Si, da quando mi avevi detto che dovevi uscire, ho deciso subito di seguirti- rispose senza alzare lo sguardo.

-Se poi ti prendi ancora la febbre sono affari tuoi e ora andiamo!- affermò irritato Ace girandosi e cominciando di nuovo a camminare per riprendere la strada.

-Non ti permetto di parlarmi in questo modo!- urlò la ragazza alzando gli occhi verso di lui e guardandolo, dentro di lei cominciava a salire un po’ di irritazione soprattutto per come il ragazzo l’aveva trattata.

-E io non ti permetto di fare sempre di testa tua!- urlò Ace di rimando girandosi solo per guardarla negli occhi arrabbiato.

-Basta ragazzi, riprendiamo il cammino- intervenì Jaws cercando di mettere fine a quello che stava succedendo, stavano già perdendo abbastanza tempo, non ci voleva che si fermassero anche a litigare.

Vista, che era rimasto indietro, raggiunse subito gli altri e ripresero a camminare, mentre Michiko li seguiva ad un metro dietro per camminare dove erano già passati, in questo modo faceva meno fatica.

-Sei veramente coraggiosa, Ace è fortunato ad averti come ragazza!- intervenne Vista poco dopo aver ripreso il cammino, c’era troppo silenzio e quindi voleva mettere su un po’ di discorso.

-Lui sarà pur fortunato ma noi siamo sfortunati ad avere una come lei a bordo- s’intromise Marco, con certe frasi era difficile per lui stare zitto.

-Taci tu che entri nelle stanze degli altri senza permesso!- lo guardò male Michiko intervenendo anche lei nel dialogo.

-E tu sei una stupida ragazzina che ha paura a dormire da sola- la prese in giro Marco ricordando che l’aveva trovata a dormire con Ace.

-Tu sei uno stupido pirata senza cervello- rispose Michiko alle provocazioni del comandante in prima.

-Basta, basta!- urlò Ace fermandosi di colpo, si era veramente stufato di tutta quella discussione, Vista aveva cercato di fare un discorso per migliorare la situazione, non per peggiorarla di quanto non lo fosse già.

I due si zittirono subito, Ace si stava veramente arrabbiando.

-Stava andando tutto bene, poi sei arrivata tu e sta andando tutto male, mi vuoi spiegare perché?- domandò Ace che si fermò a guardare la ragazza e di conseguenza si fermarono tutti gli altri.

-Guarda, me ne vado!- gli urlò in faccia Michiko girandosi e cominciando a tornare indietro.

-Che disastro!- sospirò Vista mettendosi una mano in faccia in segno di disperazione.

Michiko stava tornando indietro, gli altri la stavano guardando andare, dovevano fermarla per non farla andare da sola, ma tutti speravano che questo lo facesse Ace, in fondo era compito suo visto che era stato lui a farla arrabbiare. La ragazza in cuor suo sperava che Ace la fermasse invece non si sentii chiamare.

Dentro di lei sentiva un dolore profondo, un dolore che era stato causato da Ace e da come l’aveva trattava, camminava guardando in basso cercando di reprimere il dolore che si era instaurato dentro di lei in quei pochi minuti che stava lì con gli altri.

Poi uno sparo davanti a lei e il suo urlo, cadde a terra per lo spavento.

Ace, che stava guardando Michiko andare via, sentendo lo sparo e vedendo la ragazza cadere a terra pensò subito che fosse stata colpita.

-Michiko!- urlò lui correndo subito dalla ragazza. S’inginocchiò da parte a lei nella neve e guardò il suo viso spaventato, poi vide che non le era successo niente e che era solo caduta per lo spavento, tirò quindi un sospiro di sollievo. La ragazza era molto spaventata, ma vedendo Ace vicino a lei si rassicurò, sapeva che anche se era arrabbiato, non le avrebbe fatto accadere niente.

Un altro sparo, anche questo non colpì nessuno, però davanti a loro comparvero una decina di uomini con grandi fucili.

-Andatevene via da qui!- urlò uno di questi puntando il fucile contro Ace e Michiko.

-Aspetta, perché dovremmo andarcene?- domandò Ace rimettendosi in piedi e sussurrando a Michiko di andare dagli altri, se quelli avessero sparato lui non poteva mettersi davanti a lei e proteggerla perché era un rogia e il proiettile sarebbe passato in mezzo al suo corpo rischiando quindi di colpire la ragazza.

Michiko si fece indietro e andò dagli altri, cercando un po’ di protezione.

-Non ti preoccupare signorina- la consolò Vista, quell’uomo era stato subito gentile con lei appena era arrivato sulla nave.

-Questo è un luogo dove gente come voi non può stare!- rispose un altro di questi puntando anche lui il fucile, così fecero anche gli altri.

-Voglio sapere perché è importante!- urlò di rimando Ace, era strano tutto questo e voleva vederci chiaro.

-Ace, non ti diranno nulla, dai andiamocene!- urlò Marco, aveva un piano, era strano che gente del posto si metteva contro dei pirati, sicuramente avevano visto la nave e ci avevano seguiti, loro almeno avevano fatto meno rumore di Michiko nell’inseguimento. Probabilmente volevano proteggere qualcosa, qualche segreto dell’isola, o il tesoro come si diceva che custodisse. Marco aveva un piano, si consultò poi con Jaws e Vista che gli diedero il consenso.

-Niente ma!- rispose Marco camminando verso Ace, il ragazzo si girò verso di lui, aveva paura per Michiko con tutti quei fucili puntati verso di loro, ma sapeva anche che si trovava in buone mani e che non le sarebbe successo niente.

Ace vide Marco avvicinarsi a lui ma gli altri tre stavano fermi al loro posto, che stava succedendo? Avevano forse un piano?

-Ace, corri!- urlò Marco ritornando per la sua strada e cominciando a correre verso la direzione in cui erano diretti, non si sarebbero lasciati fermare da un po’ di persone di quell’isola, Ace, capita subito la situazione, cominciò a correre anche lui seguendo Vista, Jaws e Michiko che anche loro si erano messi a correre davanti a loro.

-Sparate!- urlò uno degli uomini.

-Ci penso io!- disse Vista fermandosi ed estraendo le sue due spade, con una mossa veloce delle sue spade cariche d’haki tagliò l’aria e con questi anche i proiettili e i fucili degli uomini per poi far cadere quest’ultimi a terra a causa dell’onda d’urto provocata.

-Presto, continuate a scappare! Tra poco ci saranno ancora dietro, non posso fare del male a dei civili- urlò lo spadaccino riprendendo a correre.

Michiko a quelle parole cominciò a riflettere: allora esistevano veramente i pirati buoni, i pirati che non avrebbero mai messo in mezzo ai loro scontri delle povere persone che non c’entravano niente, esistevano veramente e lei non ci aveva mai creduto, doveva delle scuse ad Ace e non solo a lui, scuse per tutto quello che diceva sui pirati e soprattutto su di loro.

-Michiko non distrarti!- le disse Ace vedendo che la ragazza stava rallentando il passo, era già difficile camminare con tutta quella neve, se poi doveva anche correre non ce l’avrebbe fatta ancora per molto e poi sembrava che più andavano avanti più stava aumentando, infatti ora le arrivava più sopra il ginocchio.

-Guarda che è difficile correre nella neve così alta!- rispose lei ancora un po’ arrabbiata per prima.

Ace quindi si fermò ad aspettarla e la prese in braccio cogliendo la ragazza alla sprovvista.

-Non dire niente- le disse quando la prese, Michiko si strinse di più a lui mentre il ragazzo aveva di nuovo ripreso la sua corsa.

Andando avanti il bosco si cominciava a diradare e poco più avanti si trovarono davanti una parete rocciosa abbastanza difficile da scalare e molto alta. A quel punto si fermarono ed Ace fece scendere Michiko.

-E ora che si fa?- domandò Ace guardando la montagna davanti a sé.

-Guardate là! C’è qualcosa dentro la parete!- affermò Jaws indicando un punto non lontano da loro e nemmeno tanto alto.

-Sembra una grotta- disse Marco cominciando a camminare per cercare di andare sotto a quel punto, era veramente una grotta dentro la montagna e si trovava a circa dieci metri da terra.

-Io direi di andare a vedere cosa può esserci dentro, forse è questo che non vogliono farci vedere gli abitanti del villaggio- ipotizzò Vista guardandosi attorno per vedere se ci poteva essere un accesso più facile alla grotta invece di dover scalare la parete.

-Il problema è che non ci sono passaggi, dovremmo scalarla tutta- disse Ace cominciando ad arrampicarsi, così fecero anche Jaws e Vista, Marco invece fece spuntare le sue ali di Fenice e cominciò a volare portandosi alla stessa altezza degli altri comandanti.

-Non è giusto!- sospirò Ace vedendo suo fratello volare.

-Tu ora scali mentre io volo, io ho freddo mentre tu sei a posto in questo ambiente, è giusto- rispose Marco di rimando.

“Ma si sono dimenticati di me?” pensò Michiko vedendo che tutti si erano messi a scalare mentre lei era rimasta a terra, lei non sarebbe mai riuscita ad arrampicarsi.

-Marco, sai già cosa fare vero?- domandò Ace guardando il biondo.

-Già- sospirò lui tornando a terra e avvicinandosi a Michiko.

-Attaccati, dai- disse Marco, controvoglia, alla ragazza, lei si appese al suo collo e poi lui, quando la ragazza fu ben salda, fece spuntare due ali azzurre dalle sue braccia e cominciò a volare e in pochi secondi furono sul ciglio della grotta.

-Grazie- disse Michiko guardando da un’altra parte, Marco non rispose ma la guardò, in fondo le cose tra loro due pian piano si stavano mettendo a posto.

Poco dopo arrivarono anche gli altri.

-Che buio che c’è là dentro!- disse Ace guardando dentro la grotta -qua ci vuole un po’ di luce!- affermò trasformando la sua mano in fuoco.

-Ottimo lavoro!- disse Vista dando una pacca sulla spalla al moro.

-Ora andiamo avanti- decise Jaws.

I cinque cominciarono a camminare dentro la grotta, era veramente tutto buio se non fosse per il fuoco di Ace che illuminava la zona e che la riscaldava anche, Michiko stava dietro di lui, era un po’ spaventata da quel luogo spettrale, se avesse saputo che le cose si sarebbero messe in questo modo sarebbe stata sicuramente al caldo nella sua cabina, gli altri seguivano Ace che faceva luce, stando attenti che non ci fosse qualche pericolo.

Erano andati avanti di un bel po’ e Michiko cominciò a sentire un po’ di bruciore sulla sua schiena, in prossimità del tatuaggio, la stessa sensazione che aveva avvertito quando era a Madinice, solo che questa era più forte e più andavano avanti più aumentava, decise comunque di non dire niente, sennò Ace le avrebbe risposto sicuramente che si lamentava di tutto.

Erano andati avanti di un bel po’, quando arrivarono ad un punto dove la grotta si ingrandiva e finiva in un ampio spazio vuoto.

-Non c’è uscita!- sbuffò Jaws guardandosi intorno.

-Ace, alza un po’ la luce- chiese Vista ed Ace acconsentì facendo diventare fuoco tutte e due le sue braccia, la visuale era aumentata di molto.

-Ti sbagli Jaws, guardate tutti là, ci sono delle scale!- affermò Marco che aveva notato un buco sul pavimento abbastanza grande, vi erano dei gradini che erano stati intagliati nella roccia e sembrava si potesse continuare la permanenza dentro la montagna.

-Riposiamo un attimo e poi continuiamo- disse Vista mettendosi seduto ma non appena si chinò a terra si sentirono ancora degli spari e delle urla, poi tutto si illuminò grazie alle lanterne che vi erano appese alle pareti, gli uomini li avevano ormai raggiunti.

-Dannazione, ancora loro!- affermò il comandante in quinta tornando in piedi e pronto al combattimento.

-Michiko, scendi quelle scale e vai via da qui- ordinò Ace alla ragazza, lei non se lo fece ripetere due volte e cominciò a scenderle, erano dei gradini perfettamente intagliati nella roccia, da parte vi erano due pareti che distanziavano di circa due metri per lasciare spazio alle persone per passare. Anche in questa parte di montagna erano appese lanterne che illuminavano tutto il percorso. La ragazza, più scendeva, più non sopportava il dolore che il tatuaggio le infliggeva. Si fermò per poi sedersi a terra avvolta dal dolore, non riusciva più a sopportare tutto questo.

Poco più sopra di lei si stava avendo lo scontro tra i quattro comandanti e gli uomini del posto.

-Andatevene via o saremo costretti ad uccidervi!- urlò uno di questi, ora, privati dei loro fucili si preparavano ad uno scontro corpo a corpo.

-Non ci muoveremo da qua!- ribatté Ace.

A quelle parole tutti cominciarono a correre verso di loro per attaccare con alcuni coltelli che avevano tirato fuori dalla tasche, ma Jaws, trasformato completamente in diamante, si mise davanti ai suoi compagni fermando gli uomini, anche più di uno contemporaneamente e buttandoli a terra, i coltelli non riuscivano nemmeno a scalfire il suo corpo fatto interamente di diamante.

-Questo li terrà calmi per un po’, ora dobbiamo andare avanti!- affermò il comandante in terza.

Ace, quindi, cominciò a correre giù per le scale seguito dagli altri, doveva subito raggiungere Michiko.

-Michiko!- la chiamò il ragazzo vedendola seduta su uno degli scalini, non era nemmeno scesa di molto, vedendo che non si girava, corse subito da parte a lei abbassandosi.

La ragazza era seduta e appoggiata alla parete destra, si teneva le spalle con le braccia incrociate, cercava di raggiungere un punto più basso che però non riusciva a raggiungere, il suo volto era contratto dal dolore, era un male che non smetteva per niente.

-Michiko che hai?- domandò Ace sconvolto vedendo la ragazza in quello stato, le prese le spalle con le mani mettendole sopra quelle della ragazza e cominciò a guardarla in attesa della risposta. Gli altri si fermarono intorno per vedere cosa stava succedendo.

-Il tatuaggio.. brucia, fa malissimo!- rispose Michiko cercando di aprire gli occhi e di calmarsi.

-Come ti fa male?- domandò Ace non capendo ciò che stava succedendo.

-Mi fa tanto male, è da quando sono entrata in questa grotta che fa male e più vado avanti e più aumenta il dolore, non so cosa sia- rispose la ragazza guardando negli occhi di Ace.

-Probabilmente in questa grotta c’è qualcosa che entra in contatto con il tatuaggio- affermò Marco guardandosi intorno.

- Forse è quello che avevi sentito dire e che ci hai raccontato, il male che poteva portare questo tatuaggio- affermò Ace guardando suo fratello.

-Di cosa state parlando?- domandò Vista non riuscendo più a seguire il discorso dei due comandanti.

-Ti spiegheremo poi- rispose Ace di fretta.

-Dobbiamo capire assolutamente cosa sia, però per far questo dovremmo continuare a scendere- disse Marco guardando giù per i gradini, poco più avanti a lui la scala curvava e non si riusciva più a vedere nulla.

-Se andiamo giù lei starà ancora più male, io non voglio- disse Ace guardando i suoi fratelli uno ad uno.

-Ace ha ragione, Michiko sta già male così- disse Jaws guardando la ragazza che si era appoggiata ad Ace.

-Non preoccupatevi per me, ce la posso fare ad andare fino in fondo, e poi il tatuaggio è mio e voglio scoprire anch’io la causa che mi fa stare così- disse Michiko alzando il volto verso gli altri e guardandoli uno ad uno, nei suoi occhi si poteva vedere coraggio e voglia di andare avanti ma anche tutto il dolore che stava provando in quel momento. Sapeva benissimo che andando avanti ne avrebbe provato di più, ma per scoprire da cosa era dato tutto questo doveva andare avanti.

-Michiko ne sei sicura?- domandò Ace guardandola negli occhi.

-Si- rispose la ragazza cercando di alzarsi.

Ace sorrise e la prese in braccio, non voleva che facesse altri sforzi.

-Bene, possiamo andare avanti!- affermò Ace cominciando a scendere lentamente i gradini in modo che l’aumento del dolore fosse graduale e non improvviso, gli altri cominciarono a scendere, Marco davanti ad Ace, mentre Vista e Jaws dietro.

 Poco dopo le scale finirono e si ritrovarono dentro una grande stanza illuminata.

-Penso siamo tornati a livello del mare- disse Jaws.

-Forse anche poco più in basso- rispose Vista.

-Michiko, tu come stai?- domandò Ace.

-Fa ancora più male ora- affermò cominciando a stringere le spalle di Ace con le sue mani, non riusciva più a sopportare tutto questo dolore.

-Fratelli, cerchiamo di scoprire da cosa è provocato e andiamo via in fretta- spiegò Ace che non riusciva più a vedere Michiko ridotta in quello stato.

-Guardate più avanti, cosa c’è là in fondo?- domandò Marco indicando un punto in penombra dove non vi erano lanterne e la luce delle ultime non arrivava fino in quell’angolo. Dalla posizione in cui erano si poteva solo vedere una grande sagoma nera, nient’altro.

Pian piano si avvicinarono e tutti e quattro, tranne Michiko che non riusciva a vedere perché era girata dall’altra parte con gli occhi chiusi dal dolore, capirono subito di cosa si trattava.

-Ace, fai più luce!- affermò Jaws girandosi verso il comandante in seconda.

-Marco, per favore- lo chiamò Ace avvicinandosi a lui facendogli segno di prendere Michiko in braccio mentre lui illuminava la zona con il suo fuoco.

Marco rimase un po’ stranito dalla scelta di Ace, non si aspettava che desse la sua ragazza proprio a lui che la odiava, probabilmente lo aveva fatto per fare in modo che cercassero di odiarsi di meno e che prendessero un po’ a parlare da persone normali quali erano.

Michiko si era accorta subito che Ace l’aveva affidata a qualcun altro, non aveva capito molto bene il motivo e nemmeno il perché si erano fermati tutti, si chiedeva come mai Ace l’avesse data in braccio a Marco sapendo benissimo che i due non andavano d’accordo, lei pensò che probabilmente lo aveva fatto perché lui si fidava del biondo e che doveva cominciare a fidarsi anche lei, non riuscì però a pensarci più di tanto poiché il tatuaggio continuava a bruciarle come non mai. Aveva aumentato di molto da quando erano fermi in quel punto.

Ace, dopo che Michiko fu ben salda a Marco, diede fuoco a tutte le sue due braccia per illuminare la zona e davanti a loro comparve ciò che avevano intravisto già al buio: un enorme blocco di pietra con incisi dei caratteri in una lingua che nessuno di loro sapeva leggere ma che avevano riconosciuto subito.

Il cosiddetto Poignee Griffe.


CONTINUA...

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Capitolo 17
*** Una di noi ***


Buongiorno a tutti!
Nello scorso capitolo ci siamo lasciati indietro la scoperta del Poignee Griffe. Ecco, quindi, cosa stavano nascondendo quegli abitanti del villaggio.
Vediamo ora le varie reazioni! E soprattutto cosa succederà a Michiko e al suo tatuaggio.

Ringrazio tutti quelli che leggono, che recensiscono e che hanno aggiunto la mia Fic tra le preferite:
1 - akagami95
2 - eve_law
3 - Fransis94
4 - Kamikaze_HidanKun
5 - Mail Keehl
6 - mau07
7 - milla96
8 - Namine23
9 - Ron von Bokky
10 - tre 88
11 - VelenPortuguese
12 - _AZRAEL_


Tra le seguite:
1 - Allen_Anne_Black
2 - ashar
3 - astrea89
4 - Bliss_93
5 - eve_law
6 - fior di loto
7 - Ifera Black
8 - kissgabri
9 - LuMiK
10 - MBCharcoal
11 - Miki Michaelis
12 - Ramona37
13 - sashi
14 - tre 88
15 - _AZRAEL_
16 - _Tigre_


E tra le ricordate:
1 - jesuisstupide
2 - stella_blu
3 - tre 88
4 - _AZRAEL_


Ringrazio inoltre tre 88 e eve_law che mi hanno aggiunto tra i loro autori preferiti!

Rispondo ora alle recensioni:

akagami95: Ciao! Grazie della tua recensione, qua ormai sei di casa xD Povera Michiko, ha tanta paura ora che Ace si possa arrabbiare con lei, in fondo sa anche di non aver fatto la cosa giusta. Come hai detto tu la storia si sta infittendo ma la spiegazione è ancora lontana, comunque non è proprio un localizzatore ma diciamo che ora quando Michiko avrà nelle vicinanze un Poignee Griffe lo saprà xD Povera lei ç__ç
Grazie ancora di recensire sempre i capitoli! Un abbraccio ^__^

tre 88: Ciao! ^^ Grazie come sempre dei complimenti, anche tu recensisci sempre e questo mi fa piacere! Sappiamo tutti che Michiko fa sempre di testa sua e Marco che come sempre ha da dire qualcosa xD ormai le loro discussioni sono sempre all'ordine del giorno ma non finiranno sicuramente qua, ho in mente una cosa veramente divertente che mi hanno suggerito e rido solo a pensarci xD Vista io l'ho visto subito come un personaggio molto gentile e simpatico, come Satch *si mette a piangere pensando a lui* Ho idea di fare una festa ora che finalmente ha capito che quelli sono pirati buoni! Se non ci fosse Ace quei due si sarebbero già scannati a vicenda xD
Grazie ancora della recensione! Al prossimo capitolo, ciao ^___^

Buona lettura a tutti!


UNA DI NOI


-Ecco cosa non ci volevano far vedere gli abitanti del posto!- affermò Jaws continuando a guardare il Poignee Griffe che vi era davanti ai loro occhi.

-Chissà cosa c’è scritto- disse Vista guardando tutti quei caratteri di cui non conosceva il significato.

-Michiko è candidata ad imparare questa lingua, però, nelle condizioni in cui è, non riuscirà nemmeno a vederlo- affermò Ace guardando la ragazza che era in braccio a suo fratello.

-E se fosse il Poignee Griffe a provocarle tutto questo?- ipotizzò Marco guardando Ace.

Ace rimase un attimo a riflettere e a pensare come agire, poi rimodellò il fuoco delle sue braccia facendole tornare normali e si diresse sotto una lanterna dicendo agli altri di seguirlo.

-Michiko, stai tranquilla, voglio solo vedere il tuo tatuaggio- disse Ace avvicinandosi alla ragazza che stava ancora in braccio a Marco.

Michiko annuì con la testa ed Ace fece girare un po’ la ragazza in modo che lui poté con facilità slacciarle il giubbotto che teneva e toglierlo di dosso.

-Non ti preoccupare, te lo rimetto subito poi- la rassicurò il comandante in seconda vedendo la ragazza rabbrividire di un po’ dal freddo che faceva in quel posto.

Poi le spostò tutti i capelli in avanti e le tirò su il maglione e le due magliette che indossava fino a riuscire a vedere parte del tatuaggio, Ace rimase sconvolto dalla visione come lo furono gli altri che stavano guardando anche loro.

Il tatuaggio era ancora tutto integro, ma intorno ad esso erano comparse grosse macchie rosse che stavano consumando la pelle della ragazza, in alcuni punti questa era diventata secca e si poteva staccare solo con il leggero tocco della mano mentre in altri dava l’idea che si fosse sfregata contro qualcosa.

Dopo aver visto tutto ciò, Ace coprì subito la ragazza facendole indossare il giubbotto e poi la riprese in braccio lui.

-Dobbiamo andarcene!- affermò il moro guardandosi intorno. Non voleva restare un minuto di più in quel posto se tutto quello provocava tale sofferenza a Michiko.

-L’unica soluzione è tornare di sopra- rispose Jaws girandosi verso le scale.

-Allora andiamo! Non voglio lasciarla un minuto di più qua dentro!- affermò il moro cominciando a correre verso le scale.

-Aspetta Ace! Ci saranno ancora gli uomini di sopra, lascia andare prima noi!- affermò Marco correndo verso le scale, seguito da Jaws e Vista.

“Grazie fratelli..” pensò il moro cominciando a correre anche lui con Michiko per le scale.

Marco fu il primo ad arrivare in cima alle scale, davanti a lui vi erano gli uomini che si stavano rialzando dal precedente colpo di Jaws.

Il biondo si mise davanti a loro trasformato in parte in Fenice e con un colpo di ali carico di Haki li distese ancora a terra.

-Via libera! Andiamo!- urlò cominciando a correre scavalcando gli uomini seguito dagli altri.

Ace correva con in braccio Michiko, non vedeva l’ora di essere fuori per fare in modo che la ragazza si riprendesse del tutto.

Dopo qualche minuto furono sul ciglio della grotta, pronti per saltare giù.

-Ace..- lo chiamò la ragazza.

-Michiko, come stai?- domandò il moro vedendo la ragazza con gli occhi aperti, sembrava anche non provare nessun tipo di dolore.

-Sto.. bene- rispose lei guardando il ragazzo con gli occhi straniti, anche gli altri non riuscivano a capire come lei potesse star meglio in così poco tempo.

-Ma sei sicura di star bene?- domandò Vista avvicinandosi alla ragazza.

-Si, cioè non sento più male o quasi, sento solo un leggero bruciore, ma non più come prima- rispose Michiko guardando gli altri.

-Questo potrebbe anche essere dovuto al fatto che sulla tua schiena oltre a delle macchie rosse ci sono punti in cui la pelle si è proprio seccata e sta venendo via- ipotizzò Jaws.

-Proviamo ad allontanarci ancora, anche prima che arrivino di nuovo gli uomini- disse Marco trasformandosi in Fenice e cominciando a volare fino a ritrovarsi a terra.

-Michiko tieniti forte!- le disse Ace prima di saltare giù insieme a Vista e Jaws, i tre atterrarono contemporaneamente lasciando un grande buco in mezzo alla neve.

-Torniamo sui nostri passi e andiamo alla nave!- decise Marco ricominciando a camminare visto che Michiko si era ripresa e non c’era bisogno di correre ancora.

-Ace, ora posso camminare- disse la ragazza che voleva tornare a camminare.

-No, non ti lascio andare e poi sappi anche che sono ancora arrabbiato con te perché ci hai seguito- rispose il moro con volto serio.

Michiko sbuffò mentre Vista si mise a ridere leggermente vedendo il volto di Ace sorridere, lui non era più arrabbiato, glielo aveva detto solo per giocare un po’.

-Ma cosa c’era in fondo a quelle scale? E perché siete scappati ancora?- domandò Michiko pensando a cosa poteva essere successo, in fondo lei era stata tutto il tempo avvolta dal dolore e non aveva capito molto di tutta quella faccenda.

-Abbiamo trovato un Poignee Griffe- rispose Jaws.

Michiko capì subito di cosa si stesse parlando, erano quei grandi blocchi di pietra in cui erano incise delle cose in una lingua sconosciuta a quasi tutte le persone, tranne a quelle che volevano impararla mettendosi contro il governo mondiale. Lei, poi, era anche una discendente diretta del popolo che aveva scritto su questi blocchi di pietra, quindi si sentì molto tirata in causa.

-E poi?- domandò di nuovo la ragazza.

-A quel punto siamo andati via, perché abbiamo capito che era il Poignee Griffe che ti provocava il male vicino al tatuaggio- rispose Ace.

-Vuoi dire che il mio tatuaggio entra in contatto con il Poignee Griffe?- domandò la ragazza.

-Probabilmente è così, ma penso che sia il materiale di cui è fatto- ipotizzò Marco.

-Hai sentito altri bruciori come questo prima d’ora?- domandò Vista.

-Si, proprio in prossimità del tatuaggio come questi, ma sono scomparsi subito- rispose la ragazza pensandoci un attimo prima di rispondere.

-Certo! Ti ricordi che avevo visto quei puntini rossi?- intervenne Ace.

-Di cosa parlate?- domandò Jaws.

-La stessa sera in cui abbiamo incontrato quei marine a Madinice io ho notato sulla sua schiena dei puntini rossi intorno al suo tatuaggio- spiegò Ace.

-Io poi mi sono ricordata che il giorno prima mi aveva leggermente bruciato, non ricordo bene il posto però, ma sono stati solo pochi secondi- continuò il discorso Michiko.

-Dalle nostre supposizioni vuol dire che anche a Madinice si nasconde un Poignee Griffe- affermò Marco.

-Scusate un attimo, ma se io sono una di quelle persone in cui l’apprendimento di questa lingua è facilitato perché sono una discendente, infatti ho anche questo tatuaggio che lo prova, perché allora proprio il tatuaggio mi tiene lontana da questi?- domandò la ragazza.

Nel gruppo cadde il silenzio, la domanda che aveva posto la ragazza era veramente senza risposta, perché venivano posti questi tatuaggi se poi potevano tenere lontane le persone dalla fonte di apprendimento maggiore? Tutto quello che aveva raccontato il capitano sul passato di Michiko poteva essere falso o forse era ciò che volevano far credere a tutti. Marco, infatti, aveva parlato anche di un volere della marina, qualcosa che sicuramente era nascosto a tutti, forse era questa la chiave di tutto.

Ma come mai la marina c’entrava in tutta questa faccenda a parte il fatto di voler eliminare le persone che avevano questo tatuaggio? La faccenda cominciava ad essere difficile da spiegare e la risposta a tutte queste domande sembrava abbastanza lontana.

-Questa domanda ha una difficile risposta, ne sappiamo quanto te, l’unica cosa è fare rapporto al capitano e chiedere a lui se sa dirci qualcosa- rispose Ace.

 

Dopo un po’ i cinque furono di nuovo sulla Moby Dick.

-Io porto Michiko in infermeria e poi vi raggiungo!- disse Ace ai suoi fratelli che stavano andando nella stanza delle riunioni a fare rapporto al capitano.

-Ok!- risposero mentre stavano andando seguiti dal capitano che li aveva visti tornare.

Ace e Michiko nel frattempo entrarono in infermeria e furono subito accolti da Tomoko.

-Puoi chiamare tua sorella e dirle di prendersi cura di lei?- domandò il moro guardando la ragazza mora.

-Guarda che sono anch’io un’infermiera!- ribatté lei con le mani sui fianchi e guardando il ragazzo con volto arrabbiato.

-Si scusa, ora devo andare!- disse Ace prima di scomparire fuori dalla stanza correndo dagli altri.

-Uffa- sbuffò la ragazza mora chiudendo la stanza in cui si trovava -tutti mi trattano come se non fossi capace di fare niente-

Michiko la guardò.

-Comunque io mi chiamo Tomoko! Tu invece devi essere Michiko, sei già stata qua altre volte- sorrise la ragazza presentandosi.

A Michiko non piaceva tanto dare confidenza al primo che capitava su quella nave, ma visto che era una ragazza come lei e che si era presa già cura essendo un’infermeria decise di provare a dialogare.

-Si, sono io- rispose accennando ad un leggero sorriso.

-Come mai Ace ti ha portato qua? Non ti è passata la febbre?- domandò guardandola.

-No, è per il mio tatuaggio, dovresti controllarlo- rispose la ragazza togliendosi il giubbotto, il maglione e una maglietta con le maniche lunghe, restando quindi solo con indosso una leggera maglietta.

-Capito!- rispose la ragazza avvicinandosi a Michiko facendola girare e alzandole la maglia per vedere in che condizioni era la sua schiena.

Tomoko vide subito come era messa male la pelle e decise prima di tutto di disinfettarla nei punti in cui era seccata e stava venendo via.

-Togli anche questa maglia e coricati sul lettino, io arrivo subito!- ordinò la mora andando a prendere nell’altra stanza il materiale che le serviva per curare Michiko.

Michiko nel frattempo si era coricata a pancia in giù nel lettino attenendo il ritorno della ragazza.

-Eccomi qui!- disse avvicinandosi togliendo ancora dei capelli che erano rimasti sulla schiena e poi le slacciò anche il reggiseno per avere una visuale più completa.

-Sei messa veramente male!- disse Tomoko prendendo del cotone imbevuto di disinfettante e cominciandolo a passare.

-Ahi, fa male!- affermò Michiko guardando la ragazza che la stava curando.

-Scusa, ma se non faccio così non posso farti guarire- rispose lei di rimando.

Michiko sbuffò e si rassegnò al dolore, almeno quello non era niente in confronto a ciò che aveva provato poco tempo prima.

 

Nel frattempo i quattro comandanti e il capitano si erano riuniti per parlare di ciò che era successo.

Raccontarono che si era imbattuti in gente del posto, la fuga di Michiko dalla nave, la grotta nascosta nella montagna, il ritrovamento del Poignee Griffe e il tatuaggio della ragazza.

-Hai qualche opinione a riguardo padre?- domandò Marco.

Barbabianca rimase un po’ a pensare.

-Quello che ho detto ad Ace e a Michiko è tutto vero, poi se vuoi figliolo, puoi anche parlarne con gli altri per chiarire meglio a loro la situazione, altro non so dirvi, e il fatto che potrebbe esserci di mezzo la marina è molto plausibile- rispose Barbabianca.

-Esserci in mezzo come?- domandò Ace curioso di ricevere una risposta che potrebbe soddisfarlo.

-In mezzo nel senso che potrebbe aver ordinato la marina di porre il tatuaggio a queste persone- rispose il capitano con calma.

-Ma se sapevano chi erano visto che hanno ordinato di porgli il tatuaggio, perché non le hanno uccise subito?- domandò Marco rifacendo la stessa domanda che Michiko gli aveva posto quella stessa notte.

-Non ho risposta a questa domanda figliolo, solo la marina, a questa punto, può conoscere il segreto che si cela dietro a questi tatuaggi- rispose loro padre.

-Secondo me nei nostri viaggi per mare riusciremo sicuramente prima o poi a trovare la risposta!- affermò Vista.

-Vista ha ragione, tutto ciò che sappiamo è stato detto, ora non ci resta che indagare quando troveremo qualcosa che possa far riferimento a tutto questo- disse Jaws affermando la sua opinione.

-Figlioli, io più di quello che ho detto non so dirvi, come avete già detto ora, l’unica cosa è continuare il nostro viaggio!- affermò il capitano.

-Grazie ancora padre!- disse Ace alzandosi e uscendo dalla stanza diretto in infermeria per vedere le condizioni di Michiko, gli altri lo seguirono desiderosi anche loro di sapere come stava la ragazza.

 

-Tomoko che stai facendo?!- domandò Daisy con aria arrabbiata entrando in infermeria e vedendo la sua sorellina curare Michiko.

-Sto disinfettando questa ferita- rispose lei con calma e con una nota di leggera paura nella sua voce.

-Ti ho detto tante volte di non prendere decisioni da sola ma di consultare almeno me o Lucy- disse la ragazza avvicinandosi e guardando ciò che stava facendo la sorella.

-Sono anch’io un’infermiera e per una leggera cura con disinfettante posso prendere anche io una decisione!- ribatté la più piccola cominciando a mettere via tutto ciò che aveva usato per curare la schiena di Michiko.

-Michiko, ora puoi rialzarti, stai comunque attenta- sorrise Tomoko.

La ragazza dai capelli azzurri si alzò e si rimise indosso la maglietta.

-Domani ritorna comunque, probabilmente ti avrà curato male- disse Daisy in modo arrogante.

Tomoko la guardò con volto pieno di rabbia.

-Daisy, lascia stare Tomoko, lo sai che sa fare benissimo il suo lavoro- intervenne Lucy che era comparsa da poco nella stanza.

-Lucy non ti ci mettere in mezzo anche tu!- la rimproverò la più grande.

-Daisy!- la chiamò Michiko ora che aveva scoperto il suo nome.

La ragazza mora più grande si girò verso di lei.

-Tomoko è stata bravissima con me e sicuramente non avrò bisogno di ripassare domani!- affermò Michiko guardandola dritta negli occhi, poi prese le altre due maglie e il giubbotto e uscì dall’infermeria.

Tomoko la seguì subito senza ascoltare i richiami della sorella maggiore che le dicevano di restare nella stanza.

-Michiko!- la chiamò, lei si fermò e girò subito il suo sguardo vedendo Tomoko che le andava incontro.

-Si?-

-Grazie per prima, mia sorella pensa che io non sia capace di fare il suo stesso lavoro, mentre io invece mi sto impegnando con tutta me stessa- spiegò la ragazza mora guardando l’altra negli occhi.

Michiko sorrise, forse aveva trovato un’amica con cui poteva parlare.

-Stai tutto il giorno in infermeria?- domandò quindi la ragazza con il tatuaggio.

-Si, leggo tanti libri medici per ampliare la mia conoscenza- rispose l’altra.

-Se ti va, quando non leggi, possiamo stare un po’ tra noi, almeno non devi stare insieme a tua sorella e io non starò sempre in camera- propose.

-Certo! E grazie ancora!- rispose tornando indietro in infermeria.

-Grazie a te!- sorrise Michiko salutandola.

 

-Ecco Michiko che sorride a Tomoko! Quelle due non promettono niente di buono insieme- sbuffò Marco vedendo le due che si stavano salutando sorridendo.

-Tomoko è un’altra combina guai- pensò ad alta voce Jaws.

-Ricordo qualche anno fa quando si era immischiata in un combattimento di pirati rubando una spada- disse Vista cominciando a ridere seguito da Ace.

-Io invece ricordo quando voleva cucinare e aveva dato fuoco alla cucina incolpando poi Ace- rise Jaws seguito da tutti gli altri a parte Ace che in quella situazione se le era vista veramente brutta, menomale che poi la ragazza aveva confessato.

Michiko dopo aver salutato Tomoko si girò di nuovo per andare nella sua stanza quando si ritrovò davanti Ace e gli altri.

-Come stai Michiko?- domandò Ace prendendo le varie maglie e il giubbotto che aveva in mano la ragazza.

-Ora bene, anche se, visto che Tomoko mi ha disinfettato, mi brucia un po’, ma non è più quel male- rispose la ragazza ridendo.

-Hai fatto amicizia con Tomoko?- domandò Vista ricordando le due ragazze sorridersi a vicenda.

-Si, è simpatica però Daisy la sottovaluta- rispose.

-Daisy è sua sorella, è sempre stata così, non si fida molto di Tomoko perché da piccola combinava spesso guai- rispose Vista ridendo.

-Ora però mi sembra in gamba- spiegò Michiko pensando.

-Ora lo è, però forse Daisy non vuole ammetterlo- spiegò Jaws.

-Spero che Daisy capisca che si sta sbagliando- disse Michiko sperando nella sua nuova amica.

-Ti accompagno in stanza ora- disse Ace alla ragazza.

-Aspettate un secondo!- affermò la ragazza.

Gli altri che avevano ripreso a camminare si girarono verso di lei.

-Volevo dire una cosa a tutti quanti- disse la ragazza.

Intanto che era in infermeria, Michiko aveva pensato che doveva chiedere scusa a come aveva trattato i pirati, soprattutto perché ora aveva capito che erano pirati buoni e che in mezzo alla foresta e nella grotta si erano presi cura di lei come fosse una pirata come loro. Lei non era ancora un pirata, per ora non voleva nemmeno diventarlo, però loro si erano messi in gioco per proteggerla e gli doveva molto, almeno le sue scuse per cominciare.

-Parla pure Michiko- sorrise Ace.

-Scusatemi.., scusatemi per tutto quello che ho fatto- disse la ragazza guardando i comandanti uno ad uno con sguardo serio. I pirati la lasciarono parlare.

-Ho detto tante cose cattive su di voi, non mi sono mai fidata! Oggi però ho capito che siete pirati buoni, non avete ucciso quelle persone che al contrario ci volevano uccidere, e mi avete aiutato e protetto come se fossi una di voi, grazie- disse la ragazza abbassando poi il suo sguardo per terra.

Ace si avvicinò a lei e l’abbracciò forte.

-Tu sei una di noi- le disse sorridendo.

Vista e Jaws sorrisero alla scena, erano contenti delle parole di Michiko, anche Marco accennò un leggero sorriso, la ragazza stava cambiando, stava cominciando a riflettere sulle sue azioni e anche sulle loro.

Michiko si strinse forte ad Ace e lui le diede un bacio sulla fronte, era contento del piccolo discorso della ragazza, aveva detto di voler cambiare e lo aveva fatto e di questo lui era felice.


CONTINUA...

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Capitolo 18
*** La cacciatrice di taglie ***


Buongiorno a tutti voi!
Nello scorso capitolo Michiko finalmente si è scusata con i pirati! *facciamo festa* xDD
Questo capitolo invece sarà un po' di passaggio ma le sorprese non finiranno!

Ringrazio chi ha aggiunto la mia storia tra le preferite:
1 - akagami95
2 - eve_law
3 - Fransis94
4 - Kamikaze_HidanKun
5 - Mail Keehl
6 - mau07
7 - milla96
8 - Namine23
9 - Ron von Bokky
10 - tre 88
11 - VelenPortuguese
12 - _AZRAEL_


Chi tra le ricordate:
1 - jesuisstupide
2 - stella_blu
3 - tre 88
4 - _AZRAEL_


Chi tra le seguite:
1 - Allen_Anne_Black
2 - ashar
3 - astrea89
4 - Bliss_93
5 - eve_law
6 - fior di loto
7 - Ifera Black
8 - kissgabri
9 - LuMiK
10 - MBCharcoal
11 - Miki Michaelis
12 - Ramona37
13 - sashi
14 - tre 88
15 - _AZRAEL_
16 - _Tigre_


E chi mi ha messo tra i suoi autori preferiti:

1 - eve_law

2 - tre 88


Qui di seguito le risposte alle recensioni, ma ringrazio anche tutti coloro che leggono e basta, chiedo anche a loro di lasciare un piccolo commentino, mi fa sempre tanto piacere!

akagami95: Ciao! Le spiegazioni, in parte, sono arrivate, me per averne altre bisognerà ancora attendere, se ti dicessi tutto ora non ci sarebbe nemmeno il gusto xP Tomoko è un personaggio che mi piace molto, infatti comparirà ancora in altri capitoli! Bellissima la parte degli scherzi xD non sarebbe male, solo che ci vorrà un miracolo per farla scherzare con Marco xD Ancora grazie per la recensione, alla prossima! Un abbraccio, ciao ^__^

tre 88: Ciao! Grazie per i complimenti^^ Se fosse stata bene Michiko avrebbe ucciso Marco, come minimo xD Tomoko è un po' una combina guai e infatti la vedremo ancora xD mettete insieme Tomoko ed Ace e la nave potrebbe anche affondare, speriamo di no °_° Facciamo festa per Michiko che si è scusata e ha ringraziato non solo Ace ma anche gli altri e qui aggiungerei la frase: compreso Marco. *applaude* Spero che questo capitolo sia di tuo gradimento! Ci sentiamo ^__^ Ciao!


LA CACCIATRICE DI TAGLIE


-Allora, hai fatto amicizia con Tomoko?- domandò Ace ritornando in stanza con la ragazza.

-Si- sorrise lei, sedendosi sul letto e tirando un sospiro di sollievo, era veramente stanca.

-Sono contento che ti sei trovata un’amica!- affermò il moro sorridendo a Michiko.

-Quando ripartiremo da quest’isola?- domandò la ragazza cambiando discorso.

-Tra qualche giorno, stasera poi sposteremo la nave e la attraccheremo da un’altra parte, almeno quegli uomini non ci verranno a cercare- spiegò Ace sedendosi vicino a lei.

-Domani possiamo tornare sulla neve?- domandò la ragazza guardandolo negli occhi supplichevole.

-Sei sicura di star bene tu?- domandò Ace scrutandola.

-Si, voglio solo stare in mezzo alla neve, è la prima volta che la vedo- confessò la ragazza abbassando lo sguardo.

-Davvero?- domandò Ace incredulo.

-Si- rispose la ragazza supplicandolo attraverso i suoi occhi grigi.

-E va bene, però non andremo a fare un giro, ci sarà una guerra e ci tireremo la neve!- affermò Ace alzandosi in piedi.

-Si!- urlò la ragazza alzandosi anche lei in piedi.

I due si guardarono dritti negli occhi e poi Ace abbracciò la ragazza stringendola a sé, oggi aveva temuto di perderla, per fortuna invece tutto si era risolto nel migliore dei modi.

 

Il giorno dopo Michiko andò ad invitare subito Tomoko alla battaglia che si sarebbe tenuta tra poco in mezzo alla neve, la ragazza mora accettò volentieri.

Quel pomeriggio il sole era alto nel cielo e riscaldava quel che poteva l’isola completamente ricoperta di neve, Michiko e Tomoko erano scese dalla nave e stavano aspettando chi sarebbe venuto a giocare, tutte e due le ragazze erano coperte da capo e piedi, anche se il sole era alto c’era veramente freddo in quell’isola e in mezzo a tutta quella neve.

Poco dopo arrivò Ace con indosso una camicia, almeno gli altri non lo avrebbero invidiato più di tanto, da parte a lui vi era Vista che non si voleva perdere quest’occasione per buttare i suoi fratellini nella neve, seguiti da Jaws e da un Marco che non acconsentiva tanto a questa idea ma aveva comunque accettato per far venire freddo una volta tanto ad Ace.

“Sta veramente bene con la camicia” pensò Michiko arrossendo leggermente vedendo Ace con indosso qualcosa, lo aveva sempre visto con i pantaloni e basta.

-Che stai pensando, eh?- domandò Tomoko guardando la sua amica arrossire.

-Io? Niente- si riprese la ragazza guardandola e cercando di negare.

Tomoko la guardò ancora per un po’, si vedeva che nascondeva un leggero imbarazzo, Michiko sentendosi osservata cercava di guardare la neve o altrove.

I comandanti saltarono giù dalla nave.

-Tua sorella e Lucy non vengono?- domandò Vista a Tomoko.

-No, sai com’è fatta mia sorella- borbottò lei facendo il verso alla più grande.

Ace scoppiò a ridere.

Il capitano si era affacciato al parapetto per vedere cosa combinavano i suoi figli e da parte a lui comparve anche Lucy per vedere come se la cavava Tomoko in mezzo a tutta quella neve.

-Lucy è arrivata!- affermò Tomoko sventolando le braccia per salutarla vedendo la ragazza affacciarsi al parapetto vicino al capitano.

-Dai Lucy! Vieni!- la chiamò Jaws.

-Sto qua a guardarvi- rispose la ragazza salutandoli e sorridendo.

-Dai!- supplicò Ace sorridendole. Michiko guardò male il ragazzo.

-Gelosa?- le domandò Tomoko all’orecchio facendola saltare dallo spavento.

-No!- rispose secca la ragazza guardando altrove e incrociando le braccia.

-Ti posso dire la verità, se vuoi..- disse ancora la mora richiamando l’attenzione di Michiko che la guardò in un modo per farle capire di parlare.

-Tutti, o quasi, almeno una volta su questa nave hanno provato ad uscire con lei, e tra questi c’è anche il tuo Ace, ma non ti preoccupare, Lucy lo ha rifiutato come tutti gli altri ed Ace si è messo il cuore in pace- spiegò la mora.

-Sicuro che Ace non voglia più riprovarci con lei?- domandò Michiko un po’ preoccupata.

-Non ti preoccupare! Lucy è una ragazza dolce e se ora gli ha sorriso è perché la ritiene un’amica- spiegò la ragazza.

Michiko tirò un sospiro di sollievo guardando Ace che stava guardando verso di lei e Tomoko.

-E poi Ace è cotto di te!- affermò la ragazza cominciando a ridere, si accorse subito dopo di aver detto quella frase un po’ ad alta voce e si coprì la bocca con le mani guardandosi intorno.

Michiko era diventata rossa e stava sprofondando in mezzo alla neve, Ace guardava Tomoko con aria di chi vuole uccidere qualcuno.

-Brava Tomoko!- si complimentò Vista cominciando a ridere, -anch’io penso una cosa del genere!- continuò poi lo spadaccino.

-Se devo essere sincera, anch’io me ne ero accorta- disse Michiko con aria da chi la sa lunga per prendere in giro Ace.

-Questa me la paghi!- urlò Ace fiondandosi su di lei e buttandola in mezzo alla neve.

Tutti cominciarono a ridere, nel frattempo Marco era volato ancora sopra la nave da Lucy.

-Dai, vieni con noi!- la invitò il biondo.

-Comandante Marco, non mi sembra il caso- rispose la ragazza. Sia Daisy e Lucy chiamavano i comandanti in quel modo, a parte Ace che lo consideravano ancora un bambino, mentre a Tomoko non gli importava di tutte queste cariche e li chiamava semplicemente per nome.

-Dai Lucy, vai anche tu!- questa volta era stato il capitano a esortarla di andare.

-Ok!- sorrise la ragazza che aiutata da Marco scese dalla nave.

-Evvai! C’è anche Lucy!- urlò Tomoko.

-Ragazzi! Facciamo pagare ad Ace il fatto che lui è in maglietta e noi invece abbiamo freddo!- urlò Michiko che si era rialzata.

-Perché? Che ho fatto?- urlò il ragazzo vedendosi piombare addosso montagne su montagne di neve.

Ace diventò di fuoco e sciolse subito la neve che gli era stata buttata addosso.

-Così non vale!- sbuffò Tomoko cominciando a lanciare un po’ di neve a Lucy seguita da Michiko, mentre lei si difendeva. Tutte e tre avevano cominciato a lanciarsi la neve a vicenda, forse era meglio che stavano tra di loro per non essere coinvolte nel gioco pesante che gli altri si apprestavano a fare.

-Non farlo!- urlò Ace vedendo Jaws che aveva preso in mano un pezzo di neve gigantesco, poco dopo lo lanciò agli altri, Vista si difese creando un vortice con le sue spade e rimandando la neve indietro al destinatario, stessa cosa fece Marco con un colpo di ali, mentre Ace creò un tunnel di fuoco facendola sciogliere.

I comandanti stavano continuando ad usare le rispettive tecniche per lanciarsi la neve e le ragazze ormai avevano smesso per guardare cosa stavano facendo con il timore di venire coinvolte anche loro.

Jaws nel frattempo aveva radunato un blocco di neve ancora più grande di quello che aveva preso in precedenza e lo lanciò in aria per colpire gli altri tre.

-Qua ci penso io!- urlò Ace diventando interamente del suo elemento e creando una colonna di fuoco sopra di lui andando a colpire direttamente la neve che si sciolse tutta diventando acqua.

Ora c’era un altro problema: al posto della neve stava cadendo un blocco d’acqua che avrebbe colpito tutti.

Nemmeno il tempo di pensarci, che questa cadde a terra colpendo direttamente Ace, Marco e Vista che erano proprio sotto. L’acqua creò un buco in mezzo alla neve, che poi, trascinata da essa colpì Jaws che era più distante essendo andato a creare il blocco di neve e contemporaneamente anche le tre ragazze, questi ultimi furono sommersi sia dall’onda d’acqua sia dalla neve che essa portava.

Il capitano che guardava lo spettacolo da sopra alla neve scoppiò a ridere, erano stati sconfitti tutti contemporaneamente.

Erano tutti coricati a terra in mezzo alla neve, Vista fu il primo a riprendersi, anche se era stato colpito in pieno, poco dopo anche Marco si rialzò e andò subito a verificare le condizioni di Ace che si rialzò anche lui asciugandosi immediatamente usando il suo fuoco.

I tre girandosi videro Jaws che si stava rialzando, sotterrato per metà dalla neve, poi si girarono per vedere dove erano le ragazze, anche loro erano coricate in mezzo alla neve e coperte in parte da essa.

Tomoko si mise a sedere togliendosi la neve che aveva addosso, i capelli le si erano completamente bagnati e non sono quelli, anche i vestiti erano completamente fradici, si guardò intorno per vedere come stavano gli altri.

Michiko si stava mettendo a sedere, anche se era mezza sotterrata dalla neve, stessa cosa stava facendo Lucy.

-Come stai Michiko?- domandò Ace aiutando la ragazza a liberarsi dalla neve.

-Sto che sei un’idiota!- urlò la ragazza sbattendolo via.

-Ah e così sono un’idiota?- sorrise il ragazzo guardandola con un doppio fine.

Michiko lo guardò preoccupata.

-Ti ricordo che tu sei qua bloccata in mezzo alla neve- disse il ragazzo guardandole la metà del corpo bloccato.

-Ti ricordo che siamo in mezzo a tutti- ribadì la ragazza guardandolo dritto negli occhi alzando le sopracciglia.

-Allora? Ti sto chiedendo solo un bacio- disse il ragazzo avvicinando il suo volto a quello di lei per poi rubarle un bacio. Michiko diventò completamente rossa e si girò subito verso gli altri per vedere cosa stavano facendo.

Tomoko, Vista e Jaws li stavano guardando e nel frattempo stavano anche ridendo, mentre Marco stava aiutando Lucy a liberarsi dalla neve.

Ace poi si coricò sopra la ragazza per abbracciarla, ma si addormentò di colpo colpito dalla sua narcolessia.

-Aiuto! Mi sta soffocando! Si è addormentato!- urlò Michiko cercando di liberarsi di lui, poco dopo arrivò Vista ad aiutarla a togliere Ace e a farla uscire dalla neve.

-Lasciamolo lì al freddo! Quando si sveglierà tornerà sulla nave!- decise la ragazza andando a vedere come stavano Tomoko e Lucy.

-Agli ordini!- rispose Vista guardando suo fratello disteso in mezzo alla neve che dormiva beatamente.

-Come stai Lucy?- domandò Tomoko avvicinandosi alla ragazza che era stata aiutata da Marco a togliersi la neve di dosso.

-Bene, il comandante Marco mi ha aiutato- rispose con la sua solita voce dolce e gentile.

-Ora torniamo sulla nave!- affermò il comandante in prima.

Tutti, a parte Marco che poteva volare, risalirono con la scaletta a pioli, mentre Ace fu lasciato in mezzo alla neve a dormire, quando poi si sarebbe svegliato sarebbe tornato da solo sulla nave.

Michiko si diresse subito nella sua stanza per farsi un bagno caldo, si stava divertendo solo che poi gli altri avevano iniziato a giocare in maniera pesante e alla fine ci era andata di mezzo anche lei insieme alle altre due ragazze.

Entrò in camera sua e si diresse subito in bagno per prepararsi una bella vasca piena di acqua calda e poco dopo si buttò dentro a rilassarsi.

Ace nel frattempo si era svegliato abbastanza infreddolito, non ci volle molto per farsi un po’ di caldo da solo e poi sbuffando tornò sulla nave dove sul ponte incontrò Marco.

-Ti sei svegliato finalmente!- affermò il biondo.

-Perché mi avete lasciato in mezzo alla neve?- si lamentò il moro.

-Ordine di Michiko- rispose l’altro.

-Questa me la paga!- disse a denti stretti il comandante in seconda dirigendosi nella stanza della ragazza.

Entrò senza bussare facendo molto piano, e dal calore che stava uscendo dal bagno con la porta semi aperta, capì che la ragazza si stava facendo un bagno caldo.

Richiuse la porta dietro di sé con molta calma e poi si diresse sul ciglio di quella del bagno a spiare che stava facendo la ragazza, subito a sinistra della porta che dava in bagno vi era uno spazio vuoto dove la ragazza appoggiava le sue cose su uno sgabellino che aveva richiesto, davanti a questo poi vi era la vasca dove Michiko stava facendo il bagno, era girata di schiena e coricata, l’acqua era molto alta e quindi Ace riusciva solo a vederle dal collo in su e le ginocchia che erano piegate, tutta l’acqua poi era coperta da un leggero strato di schiuma. Michiko sembrava non essersi accorta della presenza del ragazzo.

“Maledizione è coperta dall’acqua!” imprecò mentalmente Ace sperando di vedere un po’ di più della sua ragazza.

“Vediamo cosa posso fare per fargliela pagare” pensò ancora guardandosi intorno, poi vide l’asciugamano che usava la ragazza, appeso dietro di lei, decise di rubarglielo.

Si avvicinò lentamente per prenderlo da dove era appeso, quando Michiko, sentendo qualcosa di strano dietro di lei, si girò di scatto e vide il moro che la stava guardando sorridendole in modo gentile e pregando dentro di sé la sua salvezza dall’ira della ragazza.

-Esci subito da questa stanza!- urlò la ragazza con gli occhi pieni di rabbia.

Ace corse subito fuori non prima di aver lasciato l’asciugamano cadere per terra e chiuse la porta dietro di sé, Michiko se lo mise subito indosso e corse fuori dal bagno per urlargli dietro.

-Eri venuto a spiarmi?!- urlò Michiko uscita dal bagno e trovando Ace seduto per terra al centro della stanza.

-Volevo solo farti uno scherzo poiché mi hai lasciato in mezzo alla neve- si difese lui con le mani davanti al volto.

-Era perché mi ero arrabbiata dopo quello che era successo e soprattutto perché ti eri addormentato proprio in un momento come quello- disse la ragazza calmandosi.

-Scusa, abbiamo giocato pesante- si scusò Ace alzandosi in piedi e andando verso di lei.

-Scuse accettate, ma non per questo ora devi venirmi a spiare quando faccio il bagno- replicò la ragazza chiudendosi ancora nella stanza dove si trovava in precedenza.

Ace sbuffò e poi si mise a ridere.

 

Trascorsero ancora il giorno dopo sull’isola invernale e poi ripartirono diretti all’isola successiva.

Ci vollero circa tre giorni di viaggio in mare, quando finalmente la Moby Dick attraccò su un’isola primaverile chiamata Floralia.

I pirati, come al solito, attraccarono lontani dal porto, ma vicino ad un piccolo villaggio fondato da dei contadini.

Michiko ed Ace non erano sbarcati subito insieme agli altri, avevano deciso di andare dopo anche per passare un pomeriggio insieme a passeggiare in assoluta tranquillità senza il disturbo degli altri comandanti.

Stavano camminando verso il paese su una strada fatta tutta di terra dove probabilmente passavano i contadini con i loro carri trainati dai cavalli, intorno vi erano distese e distese di campi e in tutti sembrava esserci coltivato qualcosa, lontano da questi poi si vedevano anche delle colline non molto alte, forse anche queste erano coltivate, ma il loro occhio non riusciva a vedere così lontano.

Il sole splendeva alto nel cielo e con tutto quel caldo quest’isola sembrava anche essere estiva, non vi erano nemmeno di nuvole a offuscare la luce del sole.

Pian piano che si avvicinavano al villaggio, intorno alla strada, c'erano delle panchine di legno, intorno ad esse erano stati piantati piccoli alberelli che creavano una leggera ombra. 

-Mi piace molto quest’isola!- affermò Michiko contenta di vedere tutto ciò che era intorno a lei.

-Sicuramente qua non avrai nemmeno freddo- rise il moro prendendole la mano.

-Già- sorrise lei guardandolo negli occhi neri.

I due stavano andando avanti quando su di una panchina davanti a loro si alzò una ragazza e si pose davanti ad essi.

-Ti stavo aspettando, Pugno di Fuoco- disse questa estraendo una frusta nera e facendola vibrare all’aria, battendola poi sul terreno.

Michiko ed Ace la guardarono spaventati.

-Tu chi saresti?- domandò Ace.

-Mi chiamo Ritsuko! E sono una cacciatrice di taglie e più precisamente, voglio la tua testa, Pugno di Fuoco!- si presentò la ragazza puntando il dito contro Ace. Era alta, più alta di Michiko, ma sembrava anche più grande di qualche anno rispetto a loro. Gli occhi erano neri e attorniati da un pesante trucco dello stesso colore, i capelli erano mori e lisci e le arrivavano poco più sotto il mento, anche tutti i suoi vestiti erano neri: portava un top e alle braccia aveva lunghi bracciali, uno sul polso sinistro, mentre l’altro sotto la spalla destra. Intorno ai pantaloni aveva una cintura che da una parte teneva una piccola sacca da dove aveva tirato fuori la sua frusta, mentre dall’altra parte sembrava avere un coltello. Ai piedi aveva degli stivali alti che le arrivavano fin sopra il ginocchio e ai lati di questi vi erano quattro cinturini l’uno. Al collo portava anche una collana stretta e rigorosamente nera.

-Perché vuoi proprio la mia taglia?- domandò il ragazzo, c’erano tanti pirati con una taglia alta, poteva benissimo andare da loro.

-Ti ho cercato per molto tempo e sei anche un pirata con cui mi piacerebbe battermi e ora che ti ho trovato non voglio lasciarti scappare!- rispose lei mettendosi pronta per il combattimento.

-Michiko stai indietro, qua me la vedo io!- disse Ace alla sua ragazza facendola allontanare dal luogo dove poteva tenersi lo scontro. Ad Ace non piaceva battersi contro delle ragazze, in fondo era un gentiluomo, ma se l’occasione lo richiedeva doveva fare delle piccole eccezioni.

-Non ti preoccupare per lei, tanto dopo di te verrà anche il suo turno!- affermò Ritsuko brandendo la sua frusta e lanciandola contro Ace per intrappolarlo. Il ragazzo sicuro che gli sarebbe passata attraverso, essendo lui fatto di fuoco, non si mosse di un centimetro, ma qualcosa andò storto e fu preso e immobilizzato.

“Quell’idiota non si è spostato!” pensò Michiko avendo visto tutta la scena.

Ace non si riusciva a liberarsi, era come indebolito da ciò che aveva intorno e poi non riusciva a spiegarsi come aveva potuto prenderlo.

-La tua faccia sconvolta si sta chiedendo come ho fatto!- rise la ragazza in modo irritante.

Ace si girò a guardarla pieno di rabbia.

-Sai- cominciò tirando il ragazzo a sé con l’ausilio della frusta che teneva, - questa frusta contiene piccole parti di agalmatolite marina è per questo che sono riuscita ad imprigionarti- spiegò Ritsuko passando la sua mano sul volto di Ace per poi passare a toccargli il collo e andando giù con la sua mano fino al petto senza arrivare a dove cominciava la sua frusta che aveva intrappolato il comandante.

-Ma che stai facendo?- urlò Ace cercando di divincolarsi dalla presa della cacciatrice di taglie.

-Ti lascio libero ad una condizione- propose avvicinandosi di nuovo a lui, -solo se abbandoni la pirateria e mi segui diventando un cacciatore di taglie come me- propose sfregandosi leggermente con il corpo del moro per provocarlo.

-Non accetterò mai e non avvicinarti a me in quel modo!- urlò Ace facendosi ancora indietro.

Michiko guardava la scena senza parole, quella ragazza continuava a toccare Ace in un modo che nemmeno lei aveva mai fatto.

-Eddai, lascia stare quella ragazzina e segui me- disse avvicinandosi ancora con aria maliziosa.

-Ti ho detto di no!- urlò Ace facendosi nuovamente indietro.

-Come vuoi! Ma la pagherai!- s’infuriò Ritsuko prendendo con tutte e due le mani la sua frusta e scaraventando Ace per terra, anche se era una ragazza la forza non le mancava.

Ace cadde a terra in mezzo alla terra alzando un po’ di polvere.

“Devo fare assolutamente qualcosa” pensò Michiko cominciandosi a guardare intorno, poi vide seduto su una panchina, non molto distante da loro, un ragazzo dai capelli verdi dormire beatamente e non si era nemmeno accorto di ciò che stava succedendo, vide che portava tre spade e quindi corse subito da lui per rubargliene una.

Ace e Ritsuko videro tutto ciò che fece Michiko, poi quest’ultima, rubata la katana senza nemmeno che il legittimo proprietario se ne accorgesse si lanciò contro la cacciatrice. La ragazza mora lasciò andare la frusta che teneva prigioniero Ace e tirò fuori un coltello per pararsi dai colpi di quella spada.

-Michiko stai attenta!- urlò Ace cercando di liberarsi.

Michiko non aveva mai usato una spada in vita sua, non era esperta e non sapeva nemmeno tenerla in mano, Ritsuko, anche se aveva un coltello, era nettamente più brava di lei e con un colpo molto forte riuscì a farle cadere la spada di mano e a costringere la ragazza per terra.

-Questa è la tua fine!- urlò la mora fiondandosi sopra Michiko, lei si buttò dall’altra parte per schivare il colpo mentre Ace si era lanciato contro la cacciatrice di taglie per fare in modo che lei non colpisse Michiko, tutti e tre caddero per terra.


CONTINUA...

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Capitolo 19
*** Incontro ***


Buongiorno a tutti!
Nello scorso capitolo ci siamo lasciati con una bella battaglia di neve xD
Poi sbarcano sulla nuova isola e incontrano una cacciatrice di taglie che è fissata con Ace è.é e Michiko per difenderlo ruba la katana ad uno spadaccino che sembra proprio Zoro.
Vedremo in questo capitolo che succederà!

Ringrazio chi ha messo la mia storia tra i preferiti:
1 - akagami95
2 - eve_law
3 - Fransis94
4 - Itacina
5 - Kamikaze_HidanKun
6 - Mail Keehl
7 - mau07
8 - milla96
9 - Namine23
10 - Ron von Bokky
11 - tre 88
12 - VelenPortuguese
13 - _AZRAEL_


Tra le ricordate:
1 - jesuisstupide
2 - stella_blu
3 - tre 88
4 - _AZRAEL_


E tra le seguite:
1 - Allen_Anne_Black
2 - ashar
3 - astrea89
4 - Bliss_93
5 - eve_law
6 - fior di loto
7 - giulia M
8 - Ifera Black
9 - kissgabri
10 - LuMiK
11 - MBCharcoal
12 - Miki Michaelis
13 - Ramona37
14 - sashi
15 - SidRevo
16 - tre 88
17 - _AZRAEL_
18 - _Tigre_


Ringrazio chi mi ha aggiunto tra gli autori preferiti:
1 - eve_law
2 - tre 88


E un mega-grazie a chi ha recensito, ho risposto con la nuova funzione di EFP!

Buona lettura! ^^?


INCONTRO


-Ehi Zoro! Finalmente ti abbiamo trovato!- affermò una ragazza dai capelli rossi e corti dando un pugno sopra la testa dell’uomo a cui era stata rubata precedentemente la spada.

-Mi hai fatto male!- urlò questo svegliandosi di colpo. La ragazza si girò dall’altra parte.

-Nami sei bellissima quando ti arrabbi!- urlò un ragazzo biondo con gli occhi a forma di cuoricino cominciando a roteare intorno alla ragazza rossa.

-Ehi Zoro, ti manca una spada!- disse un ragazzo moro che portava un capello di paglia.

Zoro si girò per guardare le sue spade e vide che ne mancava una.

-Chi è stato?- urlò furioso guardandosi intorno.

 

Nel frattempo Ritsuko si era alzata e ora stava minacciando ancora i due con il coltello.

-Questa è la vostra fine!- urlò alzando in aria la sua arma.

I quattro ragazzi che erano vicino alla panchina si girarono per vedere chi aveva urlato in quel modo e riconobbero subito il moro che si trovava a terra imprigionato.

-Ace!- urlò il ragazzo dal cappello di paglia sconvolto nel vedere cosa stava succedendo.

L’attenzione degli altri tre fu subito richiamata a dove era stato chiamato il comandante.

-Fratellino!- urlò di rimando il moro.

-La mia spada!- urlò Zoro vedendo la sua katana in mano ad una ragazza dai capelli azzurri che si stava difendendo.

Michiko si girò per vedere il ragazzo con i capelli verdi che stava richiamando la sua spada e mentre la ragazza si era distratta, Ritsuko era di nuovo pronta a colpire.

-Aiutatela!- urlò Ace rivolto al suo fratellino e ai suoi compagni.

Rufy non si fece ripetere due volte le parole del fratello e allungò il suo braccio per imprigionare Ritsuko, la cacciatrice di taglie non riusciva più a muoversi.

-Lasciami andare!- urlò ma senza alcun risultato.

Nel frattempo Zoro era andato a riprendersi la sua spada.

-Questa è la mia!- urlò togliendo la sua preziosa katana dalle mani di Michiko.

-L’ho presa solo in prestito per salvare Ace, e ho visto che lo conoscete anche voi!- strillò lei di rimando.

-Non si trattano così le ragazze!- urlò Sanji verso Zoro e con un calcio lo fece allontanare.

-Piacere dolcezza, io sono Sanji- disse il biondo cominciando a roteare intorno alla ragazza con gli occhi a forma di cuoricini.

“Questo sono pazzi!” pensò Michiko senza nemmeno dargli troppe attenzioni, ora voleva vedere come stava Ace.

A prendersi cura del comandante in seconda era andata la ragazza rossa.

-Grazie Nami!- ringraziò il comandante dopo che fu liberato interamente dalla frusta.

-Ace, come stai?- domandò Michiko avvicinandosi a lui.

-Sto bene, tu?- domandò il moro mettendole le mani sulle spalle e guardando se aveva qualche ferita.

-Non ti preoccupare per me, sto bene, solo che ora cosa ne facciamo di lei?- domandò la ragazza riferendosi a Ritsuko che era ancora imprigionata nel braccio di gomma del fratello di Ace.

-A questa ci penso io!- disse Nami estraendo il suo Perfect Clima Sansetsukon, -allontanatevi tutti!- urlò poi la ragazza e gli altri si fecero lontani come ordinato da lei.

-Thunderbolt Tempo- urlò la ragazza scagliando un potente fulmine contro Ritsuko. Rufy, invece, non si fece niente essendo lui fatto di gomma cioè un materiale isolante.

 Michiko restò sbalordita da quel fulmine che era arrivato dal nulla, c’erano persone veramente forti a questo mondo.

Rufy lasciò andare la cacciatrice di taglia che cadde a terra priva di sensi.

-Oh no! Poverina!- la guardò Sanji roteando intorno a lei e piagnucolando.

-Piantala di fare lo scemo!- urlò Nami prendendolo per la camicia e allontanandosi.

-Nami ti adoro quando fai così!- disse poi con gli occhi a forma di cuoricino lasciandosi trascinare.

-Fratellone, come stai?- domandò Rufy avvicinandosi ad Ace.

-Sto bene, e tu? Anche voi su quest’isola?- domandò il moro.

-Noi tra due giorni ripartiremo di già, voi siete arrivati oggi?- si intromise al discorso la ragazza dai capelli rossi.

-Si, e qua dovremmo stare almeno per una settimana- rispose il moro.

-Lei è la ragazza che la marina sta cercando vero?- domandò Nami riferendosi a Michiko.

-Esatto, mi chiamo Michiko- rispose.

-Che bel nome che hai!- urlò Sanji ricominciando a roteare.

-Piantala di fare l’idiota!- disse Zoro guardandolo male.

-Taci spadaccino da quattro soldi!-

I due si rimisero a litigare.

-Lasciateli stare, piuttosto vi va di venire nella locanda dove alloggiamo? Ci sono anche gli altri, così tu e il tuo fratellino potrete parlare un po’, mentre invece a Robin farebbe piacere conoscere questa ragazza- disse Nami prendendo il braccio di Michiko e cominciandola a trascinare.

-Chi è Robin?- domandò Michiko cercando di liberarsi della presa della rossa che però non cessava di tirare.

-È la nostra archeologa, e conosce la lingua antica e sa leggere i Poignee Griffe- rispose Rufy cominciando a camminare verso la locanda anche lui seguito da Ace e da Zoro e Sanji che continuavano a litigare.

Michiko ed Ace non vedevano l’ora di incontrare questa ragazza, forse lei conosceva qualcosa in più riguardo quel tatuaggio e a quello che provocava alla ragazza.

 

Gli altri membri della ciurma dei Mugiwara erano seduti intorno al tavolo di una locanda in periferia del paese.

Usop, riconoscendo subito il fratello del suo capitano, salutò Ace, mentre gli altri furono presentati a lui e a Michiko.

-Potrei vedere le sue mutandine?- domandò uno scheletro vestito per bene rivolgendosi a Michiko.

Michiko dapprima si spaventò vedendo quello scheletro parlare, e poi, rispose a tono prima ancora che Nami facesse in tempo ad intervenire.

-Vai a chiedere queste cose a qualcun’altra!- urlò lei con gli occhi furenti.

Anche Ace rimase sconvolto da quella domanda e si avvicinò a Rufy.

-Scusa fratellino, ma, dove lo sei andato a prendere questo tizio?- domandò all’orecchio del ragazzo con il cappello di paglia.

Rufy scoppiò a ridere e poi rispose.

-È simpatico, non trovi?-

-Se lo dici tu- sbuffò il comandante in seconda.

-Michiko mia! Scacciando quello scheletro hai dato prova del tuo amore per me!- strillò Sanji roteando intorno alla ragazza con gli occhi a cuoricino.

-Stai lontano da lei!- decretò Ace andando a proteggere Michiko da quel biondino, Ace stava già pensando di fare un arrosto di tutti i compagni del suo fratellino se continuavano a comportarsi in quel modo con Michiko.

Sanji si fermò di scatto e si mise davanti ad Ace.

-Perché? Uno splendore come questo non può essere lasciata da sola- rispose Sanji ricominciando a roteare intorno alla ragazza.

-Si da il caso che qualcuno lei lo abbia- rispose a sua volta Ace avvicinandosi alla ragazza e dandole un bacio.

Michiko diventò tutta rossa e rimase senza parole, mentre Sanji si pietrificò vedendo quella scena e andò a piagnucolare in un angolo della locanda. Gli altri, invece, scoppiarono a ridere.

-Michiko, vieni che ti presento Robin!- la prese per un braccio Rufy trascinandola davanti ad una ragazza mora.

-Ho sentito parlare di te, sei una discendente del popolo antico, mentre io so leggere la lingua, mi chiamo Robin- si presentò la ragazza mora.

-Io sono Michiko e come hai detto tu, sono una discendente- rispose la ragazza presentandosi a sua volta.

-I tuoi compagni hanno detto che tu potevi, forse, darci qualche spiegazione riguardo il tatuaggio che ha sulla schiena- si intromise Ace.

-Ho sentito parlare poco di questi tatuaggi e quello che so è relativamente poco- rispose la ragazza mora.

-E cosa sai? Qualsiasi cosa, anche minima ci può aiutare- domandò Ace con una leggera nota di speranza nella sua voce.

-So che venivano fatti ai discendenti del popolo antico e che non sono normali tatuaggi come gli altri- rispose.

-In che senso che non sono come gli altri?- domandò Michiko incuriosita.

-Il tuo è diverso da quello che ha Ace sul braccio e sulla schiena, quelli sono normali tatuaggi fatti con inchiostro, mentre il tuo è fatto di un inchiostro diverso da quello usato- spiegò l’archeologa.

-E da dove viene ricavato questo inchiostro?- domandò Ace.

-Purtroppo non lo so, tutto ciò che sapevo era quello, mi dispiace- rispose la mora accennando ad un leggero sorriso.

I due ragazzi rimasero un attimo a pensare, non avevano scoperto tanto, però il sapere che il tatuaggio di Michiko era fatto di un inchiostro diverso da quello comunemente usato poteva far pensare che il materiale che veniva usato poteva entrare in contatto con la pietra che era stata usata per i Poignee Griffe.

 

Nel frattempo Marco, Jaws e Vista erano corsi al porto a vedere se ciò che si mormorava da poco in giro era vero e purtroppo, con i loro occhi, poterono costatare che tutto ciò aveva fondamento.

La nave del vice-ammiraglio Garp era attraccata.

-Maledizione! Ci mancava anche questa- imprecò Jaws.

-Io vado a cercare Ace che sicuramente sarà in qualche locanda a mangiare, nel frattempo voi andate ad avvertire papà- disse Marco analizzando la situazione.

-Ok- risposero gli altri per poi cominciare a correre verso la nave.

Marco nel frattempo cominciò a perlustrare ogni minima zona del paese per vedere dove si fosse cacciato Ace con Michiko.

 

Ace e Michiko si erano seduti con i Mugiwara e avevano cominciato a parlare delle loro avventure per mare, quando la porta della locanda si spalancò di colpo.

-Aspettatemi qua!- disse un uomo rivolgendosi a due dei suoi ufficiali.

Il gruppo di pirati si voltò a guardare chi aveva provocato tutto quel trambusto, tutti si spaventarono vedendo la divisa della marina con il mantello bianco con scritto Giustizia, ma quelli che erano più spaventati erano quelli più forti: Rufy ed Ace.

-Nonno!- urlarono in contemporanea.

Michiko si girò di scatto verso il comandante, Ace non le aveva mai detto che suo nonno faceva parte della marina, e per di più era un vice-ammiraglio. Anche Brook rimase sorpreso di questa cosa.

-Miei cari nipotini!- disse il vice-ammiraglio avvicinandosi a loro con aria stranamente dolce -Che purtroppo siete diventati pirati!- cambiò subito espressione battendo il suo pugno contro un tavolo di fianco a lui e rompendolo.

Sanji e Zoro si misero subito pronti per il combattimento, mentre Chopper, Brook e Usop cominciarono a nascondersi sotto il tavolo.

-Non sono venuto qui per attaccarvi, anche perché contro tutti di voi forse non avrei nemmeno scampo, ho visto la nave di Rufy attraccata al porto, ma non immaginavo di trovare anche Ace- rispose il vice-ammiraglio avvicinandosi al gruppo.

Sanji e Zoro tornarono in una posizione normale non vedendo ostilità nei confronti dell’ufficiale della marina.

Ad Ace gli venne in mente un’idea, se il tatuaggio di Michiko poteva venire spiegato da quelli della marina, perché non provare a chiedere a suo nonno? Lui sapeva qualcosa, sicuramente!

-Ehi nonno, potresti spiegarci qualcosa sul tatuaggio di Michiko?- domandò il moro alzandosi e avvicinandosi a lui.

-Tu, che sei diventato un pirata, hai anche la faccia tosta di chiedermi queste cose?- urlò l’uomo dando un pugno ad Ace e facendolo volare dall’altra parte della stanza rompendo altri tavoli.

-Ace!- urlò Michiko correndo verso di lui per vedere se stava bene.

-Sto bene, non ti preoccupare!- disse il ragazzo alzandosi.

-Ho sentito dal rapporto di Aokiji che ti eri consegnata per non stare su una nave di pirati- esordì il vice-ammiraglio avvicinandosi a loro.

Michiko rimase a guardarlo aspettando la sua prossima mossa.

-Vorresti ancora consegnarti ora?- domandò Garp.

-Non lo farei mai ora!- rispose la ragazza convinta di ciò che stava dicendo.

-Va bene- rispose l’uomo prendendo una sedia che era ancora intatta e sedendosi davanti a loro -non ho niente contro di te, sulla tua schiena porti un fardello di cui non hai avuto scelta, quindi ti dirò tutto quello che so-

Michiko ed Ace rimasero stupefatti da quella risposta e si misero a sedere vicino a lui.

La porta della locanda si spalancò ancora di scatto e tutti si girarono per vedere cosa fosse successo ora, sul ciglio della porta vi era Marco e dietro di lui, per terra, i due marine che aveva lasciato di guardia il vice-ammiraglio Garp.

-Marco!- urlò Ace alzandosi in piedi.

-Ace, sono arrivato troppo tardi!- rispose lui vedendo il vice-ammiraglio vicino al moro e Michiko, poco dopo vide accanto a loro, intorno ad un altro tavolo, la ciurma del fratellino del comandate in seconda.

-Non ti preoccupare! Mio nonno ha deciso di raccontarci la storia del tatuaggio di Michiko- disse Ace.

Marco a quelle parole spalancò gli occhi restando stupefatto, non aveva parole.

-Vieni anche tu qua ad ascoltare- lo invitò Ace.

Marco si avvicinò con cautela e si mise a sedere poco distante dai tre, non si fidava molto di quell’uomo anche se era il nonno di Ace, era pur sempre un marine in fondo, e i marine erano il peggior nemico dei pirati.

-Non è da tutti i giorni sedermi ad un tavolo con dei pirati- scoppiò a ridere il vice-ammiraglio.

-Tengo a precisare che io non sono una pirata- lo corresse Michiko.

-Sei pur sempre una ricercata, solo in questa locanda avrei a che fare almeno con una decina di pirati e potrei portarvi tutti al quartier generale, ma in fondo non ho ricevuto nessun ordine di cattura, quindi poi potremo fare finta che questo incontro non sia mai avvenuto- sentenziò il vice-ammiraglio.

“Quest’uomo è tutto matto” pensò Michiko squadrando la persona che fra poco avrebbe rivelato il segreto del suo tatuaggio.

-Allora, vecchio, racconta un po’!- lo esordì Ace.

-Quante volte ti ho detto di non chiamarmi in quel modo?!- urlò il vice-ammiraglio dando di nuovo un pugno ad Ace e facendolo andare a sbattere contro il muro della locanda.

-Questi giovani non hanno mai rispetto!- affermò ancora lui.

-Ora potrebbe svelarmi il mistero del tatuaggio che porto?- domandò Michiko cercando di portare il discorso al dunque.

-Ragazza, queste cose sono riservate solo per la marina, ma, come ho detto prima, faremo finta che quest’incontro non ci sia mai stato- rispose l’uomo.

-Cosa c’è da sapere, quindi, riguardo al tatuaggio?- domandò Ace che era tornato a sedersi vicino a loro.

-Secoli fa, la marina decise di marchiare con un segno tutti i discendenti del popolo antico, per questo si rivolse ad una famiglia, discendente anch’essa, di donare questi tatuaggi che però non venivano fatti con inchiostro normale, e per questo il governo pagò profumatamente queste persone- cominciò il racconto Garp.

I tre lo stavano seguendo insieme anche ai Mugiwara che erano rimasti in silenzio ad ascoltare tutto ciò che diceva il vice-ammiraglio.

-Si dice che i discendenti siano i primi candidati ad imparare la lingua antica, anche se tra di noi vi è una ragazza che non è discendente ma la conosce- continuò riferendosi a Robin -per questo i tatuaggi venivano fatti con un inchiostro speciale, estratto da un materiale che non conosco nemmeno  io, l’informazione è riservata solo alle cariche più alte di me-

-E che inchiostro speciale sarebbe?- domandò la Fenice.

-Un inchiostro che viene estratto da una pietra che entra in diretto contatto con il Poignee Griffe, questi due materiali si contrastano a vicenda e l’inchiostro porta dolore alla persona che ha il tatuaggio, tutto questo per fare in modo che le persone stessero lontane da quei blocchi di pietra- rispose.

-Ora si spiega tutto!- affermò Ace ripensando a ciò che era successo quando avevano trovato il Poignee Griffe dentro la grotta.

-Ma perché in passato hanno fatto tutto questo e ora è scattata l’ordinanza di uccidere queste persone?- domandò Michiko con curiosità. Cosa poteva essere cambiato in fondo?

-A causa degli ultimi avvenimenti di Water 7 ed Enies Lobby, il governo ha mandato addirittura il CP9 per catturare Nico Robin- rispose girandosi verso di lei -questo perché voleva fare in modo che non ci fosse più nessuno al mondo che sapeva leggere o poteva imparare l’antica lingua e con nessuno significava anche ucciderti- spiegò il vice-ammiraglio tornando a guardare Michiko.

-Effettivamente ora si spiegano molte cose- affermò Marco cercando di mettere a posto tutto quello che aveva appena detto il vice-ammiraglio.

-C’è un modo per togliere il tatuaggio?- domandò Ace a suo nonno.

-Ti ha appena detto che non conosce nemmeno il materiale da cui viene estratto l’inchiostro, secondo te può conoscere come si può togliere?- lo rimproverò Michiko.

-Già- sbuffò Ace.

-Ti sbagli ragazza!- si mise a ridere Garp.

Lei si girò a guardare l’ufficiale con aria curiosa.

-Si può rimuovere facilmente come fosse un tatuaggio normale, a condizione che dopo, sia passata sopra dell’agalmatolite marina fino a quando non smetterà di far male- spiegò il nonno di Rufy ed Ace.

-Sembra più facile del previsto!- affermò Ace sorridendo.

-Per te sicuramente, ma a me farà male, lo ha già detto- disse Michiko guardando Ace con volto arrabbiato, lui non avrebbe sentito tutto il male che avrebbe sentito lei.

-Non ci resta che trovare dell’agalmatolite marina- disse Marco guardando il vice-ammiraglio.

-Perché lo guardi in quel modo?- domandò Ace vedendo Marco che guardava con occhi strani suo nonno.

-Ecco a voi- sbuffò il vecchio posando sul tavolo delle manette di agalmatolite.

-Evvai! Abbiamo anche l’agalmatolite- disse Ace prendendo in mano le manette ma le posò subito di scatto, si era indebolito subito al contatto con quel materiale.

-Il solito idiota- sbuffò Marco -Michiko quelle prendile tu-

-Ok- rispose la ragazza prendendola in mano, sapeva benissimo che i due non potevano venire a contatto con questo materiale poiché avevano mangiato un frutto del diavolo.

-Mi raccomando, tenete la bocca chiusa!- affermò Garp alzandosi dalla sedia e andando verso la porta -io vi saluto, però ricordate che la prossima volta ci batteremo!- disse aprendo la porta e chiudendola dietro di sé.

Il vice-ammiraglio se ne andò e gli altri rimasero a guardare la porta dove era scomparso, poi stettero ancora un po’ tutti insieme, in fondo Ace e Rufy si erano appena rivisti e avevano tante cose da raccontarsi.

 

Nel frattempo Vista e Jaws erano giunti alla Moby Dick e avevano informato Barbabianca dell’arrivo della nave della marina del vice-ammiraglio Garp.

Non fecero in tempo però a reagire che videro quella stessa nave passare poco più lontano di loro allontanandosi dall’isola.

 

-Diamo un saluto anche a quel vecchio!- disse Garp prendendo una palla di cannone in mano e lanciandola contro la Moby Dick.

 

Vista tirò fuori le sue due spade e tagliò la sfera che cadde in mare senza fare danno alla loro nave.

-Quel vecchio e il suo modo di salutare le persone!- scoppiò a ridere Barbabianca seguito dal resto della ciurma.


CONTINUA...

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Capitolo 20
*** Decisione ***


Buongiorno a tutti lettori!
Ormai ci avviciniamo alla fine di questa mia storia e sono molto contenta per il successo che ha ricevuto, ricordo come se fosse ieri il primo giorno che l'ho pubblicata ç_ç
Ci eravamo lasciati con la spiegazione di Garp riguardo il tatuaggio di Michiko e con l'incontro, nella prima parte del capitolo, di tutti i Mugiwara.
Vediamo ora come va avanti!

Ringrazio chi ha aggiunto la mia storia tra le preferite:
1 - akagami95
2 - eve_law
3 - Fransis94
4 - Itacina
5 - Kamikaze_HidanKun
6 - LullabyDeath
7 - Mail Keehl
8 - mau07
9 - milla96
10 - Namine23
11 - Ron von Bokky
12 - tre 88
13 - VelenPortuguese
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Tra le ricordate:
1 - jesuisstupide
2 - stella_blu
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1 - Allen_Anne_Black
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6 - fior di loto
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9 - kissgabri
10 - LuMiK
11 - MBCharcoal
12 - Miki Michaelis
13 - milan010
14 - Ramona37
15 - sashi
16 - SidRevo
17 - tre 88
18 - _AZRAEL_
19 - _Tigre_


Ringrazio inoltre chi mi ha aggiunto tra i suoi autori preferiti:
1 - eve_law
2 - tre 88

Alle recensioni ho risposto con il messaggio di risposta alla recensione, grazie a tutti quelli che leggono, anche senza lasciare un commentino!
Ora passiamo al capitolo! Buona lettura ^^


DECISIONE


Come avevano già anticipato in precedenza, i Mugiwara ripartirono dopo due giorni, Ace era stato contento di rivedere il fratello, però si erano dovuti salutare quasi subito.

La Moby Dick, invece, avrebbe ripreso il largo dopo cinque giorni la partenza dell’equipaggio di cappello di paglia e per tutta la settimana Michiko ed Ace erano usciti sia di mattina che di pomeriggio per esplorare quell’isola, solo l’ultimo giorno Michiko era uscita con Tomoko perché Ace doveva preparare delle cose per la partenza, quella stessa sera, della nave.

-Finalmente metto i piedi a terra!- esclamò Tomoko cominciando a correre verso la città.

“Perché ho deciso di portarmi dietro sta qua?” si domandò mentalmente Michiko guardando la ragazza che era ormai lontana, mentre lei camminava tranquillamente.

-Eddai! Seguimi!- la mora si era girata verso l’amica facendole segno di aumentare la sua andatura.

-Ok, ok!- sbuffò Michiko raggiungendola.

Le due camminavano tranquillamente per le vie della città, quando Tomoko si girò di scatto verso Michiko.

-Ho avuto un’idea!- sorrise la ragazza alzando il braccio al cielo.

-Che idea?- domando spaventata Michiko per la reazione di Tomoko.

-Facciamo uno scherzo agli altri- sorrise la mora all’idea di far diventare realtà tutto ciò che aveva in mente.

-Non mi sembra una buona idea- rispose Michiko pensando che poi sicuramente sarebbe andata a finire male ed Ace se la sarebbe presa con lei anche se aveva solo partecipato all’idea dell’infermiera.

Pugno di fuoco aveva parlato a Michiko delle strane idee che le venivano in testa a Tomoko, subito l’aveva trovata una ragazza un po’ pazza visto che faceva certe cose su una nave pirata non avendo paura di niente, poi, riflettendo più a fondo, aveva capito che la mora non aveva paura di niente e che le cose che faceva erano anche divertenti.

-Uff…, almeno ascolta la mia idea e poi vedi se accettare o no- rispose Tomoko guardandola supplichevole.

-Ok- si rassegnò Michiko pronta ad ascoltare cosa Tomoko avesse in mente.

-Grazie!- rispose felice la mora cominciando a raccontare cosa aveva in mente.

Michiko restò ad ascoltare fino all’ultima parola, valutando se potevano correre dei rischi o meno, il rischio, anche se minimo esisteva, però trovava che l’idea che aveva avuto la sua amica era veramente divertente e accettò senza ulteriore lamentele.

In tutto quel tempo che la ragazza dai capelli azzurri aveva trascorso sulla Moby Dick era veramente cambiata, non era mai stata così felice o vogliosa di divertirsi a parte quando era bambina, poi crescendo aveva fatto un radicale cambiamento, il cominciare a lavorare in una locanda, sempre a contatto con pirati di qualsiasi specie l’avevano portata a chiudersi in se stessa e ad essere vista dagli altri come una ragazza gelida quale voleva mostrare di essere. Dentro di sé, invece, sapeva di non essere fredda come dimostrava agli altri e l’incontro con Ace aveva portato a cambiarla a poco a poco, facendo trasparire il suo lato buono, quello che era stato nascosto per anni e anni e la cosa non le dispiaceva per niente, aveva sempre sognato di poter avere la mente libera come un tempo e ora era anche giunto il momento di lasciarsi andare perché sapeva che intorno a lei c’erano persone che le volevano bene.

 

La sera era calata sull’isola, il sole era tramontato già da un paio di ore e la Moby Dick si stava preparando a salpare.

-Comandante Marco!- una ragazza bionda aveva fatto capolino sul ponte della nave richiamando l’attenzione del comandante della prima flotta.

-Si?- domandò girandosi per rivolgere l’attenzione alla persona che lo aveva chiamato.

-Tomoko non è ancora tornata da oggi pomeriggio, l’aspetteremo vero?- domandò Lucy un po’ preoccupata per la sua compagna infermiera.

-Non è tornata nemmeno Michiko, se entro un’ora non arrivano, andremo a cercarle- rispose Marco notando che Ace stava venendo verso di loro.

-Dannazione! Io vado a cercarle!- disse il moro visibilmente preoccupato, appena lasciava Michiko da sola sembrava che lei si fiondasse sempre in mezzo ai guai.

-Non è che è ancora scappata portandosi indietro Tomoko?- azzardò Marco rivolgendosi al fratello con un’aria alquanto annoiata, queste ragazze avevano sempre voglia di far preoccupare tutti gli altri.

-Michiko non farà mai più una cosa del genere!- urlò il ragazzo guardando Marco dritto negli occhi.

-Per favore, non litigate- s’intromise Lucy, anche lei visibilmente preoccupata.

-Come ho detto a Lucy, se entro un’ora non saranno ancora tornate, le andremo a cercare, magari hanno preferito cenare in un ristorante sull’isola- azzardò il biondo.

Ace sbuffò e poi si girò per tornare sotto coperta quando un rumore attirò la sua attenzione e non solo la sua, anche Marco e Lucy, insieme a una decina di altri pirati che erano sul ponte, si girarono per vedere cosa aveva recato il rumore che avevano appena sentito.

 

-Oh dannazione! Ci hanno già sentite- imprecò sottovoce Michiko.

-Che t’importa, tanto ci saremmo presentate subito- rispose Tomoko saltando in avanti e correndo sul ponte della nave, la ragazza dai capelli azzurri fece lo stesso.

 

Ace e gli altri si ritrovarono due figure sul ponte della nave che erano rivolte verso di loro.

Tutte e due queste persone indossavano larghi vestiti neri che le ricoprivano in gran parte, portavano guanti, anch’essi neri, sulle mani e ognuna di queste due persone impugnava una spada, in testa avevano un copricapo a cuffia calato fino agli occhi e dal naso in sotto avevano attaccata una bandana. L’unica cosa che i pirati di Barbabianca potevano vedere erano gli occhi.

-Chi siete voi?- domandò Ace scrutandoli dalla testa ai piedi.

-Qui…- cominciò a parlare la persona a sinistra di Ace.

-Schiarisci la voce Tomoko!- la rimproverò sottovoce Michiko.

-Qui siamo noi che facciamo le domande!- urlò la ragazza cercando di assumere più che poteva una voce maschile.

-E che domande dobbiamo fare?- domandò l’altra guardandola.

-Che ne so! È una frase fatta quella- rise sottovoce.

-Niente domande! Siamo venuti a riscuotere le vostre taglie!- urlò Michiko brandendo la spada in modo goffo e dopo qualche secondo le cadde per terra.

Tomoko trattenne una risata.

-Quei due non sono tanto a posto- affermò Marco avvicinandosi ad Ace non prima di aver fatto allontanare Lucy da quello che poteva diventare un campo di battaglia, la ragazza si era fatta indietro più che poteva senza però andarsene, voleva vedere anche lei come poteva finire la situazione, e poi era sempre preoccupata per le due ragazze che non tornavano.

-Per una volta concordo con te- rispose il moro continuando a guardare quei due strani tipi che sembravano non avessero mai tenuto in mano una spada in vita loro.

-Marco la Fenice ed Ace Pugno di Fuoco! Preparatevi a seguirci al quartier generale!- urlò Tomoko preparandosi a fingere un finto combattimento.

-Lo vedremo!- urlò Ace guardando verso di lei e pronto al combattimento.

-Aspetta!- urlò Michiko -tu dovrai vedertela con me!- continuò poi alzando la sua spada.

-Bene, fatti sotto allora!- disse Pugno di Fuoco avanzando verso la ragazza.

“E ora che faccio? Anche se è un rogia non mi va di colpirlo” pensò Michiko ruotando lo sguardo verso Tomoko, lei sembrava non aver problemi ed era già corsa all’attacco contro Marco.

-Allora? Hai forse paura?- domandò ridendo Ace.

Michiko tornò a guardare il moro e sorrise, sperava solo che Ace non le facesse molto male.

La ragazza si buttò all’attacco con la spada alzata e davanti ad Ace si fermò pronta a colpirlo ma il ragazzo fermò il suo attacco con una sola mano prendendo l’elsa della spada.

-Non mi sembri molto forte- affermò Ace guardando il suo avversario che cercava di riprendersi la spada con tutte e due le mani.

-È stata solo fortuna!- ringhiò Michiko cercando di non guardarlo negli occhi, lui avrebbe potuto capire.

-Ti finirò senza nemmeno usare il fuoco e poi vedremo chi andrà al quartier generale!- decise Ace togliendo definitivamente la spada di mano a Michiko e buttandola dietro di lui.

-Dannazione!- imprecò la ragazza per poi voltarsi verso Tomoko che non se la stava cavando molto bene.

Tornò a guardare davanti a sé e vide Ace che la stava guardando pronto ad attaccare.

“Forse è meglio scappare” pensò voltandosi e cominciando a correre “se non mi muovo, questo scherzo finirà con il mio funerale!”

-Non riuscirai a scapparmi!- urlò Ace mettendosi a correre dietro il suo avversario e in pochi secondi lo raggiunse afferrandolo da dietro.

Michiko si fermò di colpo e arrossì completamente, il suo cuore aveva cominciato a battere all’impazzata e non intendeva fermarsi, a meno che Ace non avesse subito tolto la mano da dove la stava tenendo.

“Oh diamine, questa è una ragazza!” pensò il moro abbassando la sua mano sinistra e portandola all’altezza della pancia, senza però lasciare andare la ragazza.

Ace prese la cuffia che aveva in testa Michiko e la tolse lasciando cadere un’infinità di capelli azzurri, senza pensarci due volte il ragazzo tolse anche la bandana e fece girare la ragazza guardandola in volto.

-Mi..chi..ko..- disse cominciando ad arrossire guardando la ragazza anch’essa rossa in volto che guardava per terra.

 

Marco vedendo la scena afferrò il polso del suo avversario e lo smascherò subito trovandosi davanti Tomoko.

-Tomoko!- urlò Lucy correndo verso la ragazza.

-Uff..- sbuffò la mora tristemente, avrebbe voluto giocare ancora per un po’.

-Mi sono tanto preoccupata per te e anche tua sorella lo è- disse la ragazza bionda.

-Capisco- rispose l’amica.

-Lucy, portala dentro, penso che una bella punizione possa bastare- disse Marco rivolgendosi all’infermiera bionda.

-Io in punizione non ci sto!- ribatté la mora.

-In ogni caso l’hai combinata grossa con la tua amichetta, ora vai- disse il comandante della prima flotta guardando cosa stava facendo Ace, a rimproverare Michiko ci avrebbe pensato dopo, ora doveva dire a tutti di prepararsi a salpare e soprattutto andare a raccontare al capitano della nuova trovata delle due ragazze.

 

Ace si guardò la mano sinistra e poi, quella in cui aveva scoperto che l’aggressore non era nient’altro che Michiko, poi si voltò a guardare la ragazza che stava guardando per terra ancora leggermente rossa in volto.

“Mi ammazza sicuramente ora” pensò il moro cercando di guardarle gli occhi.

-Scusa..- sussurrò Ace cercando di colmare tutto il silenzio che si era creato fra di loro.

Michiko alzò pian piano gli occhi e lo guardò in faccia, poi alzò la sua mano destra e gli diede uno schiaffo in pieno viso.

-Me lo sono meritato- disse Ace accennando un leggero sorriso.

-Scusa tu se abbiamo messo in scena tutta questa cosa, ma Tomoko era così decisa a fare questo scherzo- disse tutto d’un fiato Michiko inginocchiandosi per terra per poi sedersi.

Si abbassò anche Ace.

-Potevate rimetterci tutte e due- la guardò il moro prendendole la mano e lei si girò a guardarlo in faccia.

-Lo so, per questo sono scappata da te, avevo paura- rispose la ragazza pensando ancora a quanto aveva rischiato.

-Ora è tutto a posto- disse Ace abbracciandola e carezzandole la testa mentre la Moby Dick stava salpando da quell’isola.

 

Era passata una settimana da quando la Moby Dick era salpata, Tomoko non era stata messa in punizione anche perché tutti sapevano che era inutile visto che non l’avrebbe rispettata, Michiko venne invece rimproverata solo da Marco mentre Ace non le aveva detto niente a causa di ciò che era successo.

Quel giorno il mare era calmo e il sole risplendeva nel cielo dove non vi era nemmeno una nuvola, nell’aria c’era una leggera arietta che portava un po’ di fresco, anche se la temperatura rimaneva sempre molto alta.

Michiko era sul ponte della nave seduta sulla polena a guardare il mare sconfinato che finiva solo all’orizzonte, ogni tanto vedeva volare alcuni gabbiani che andavano a cercarsi da mangiare per il resto era assorta così tanto nei suoi pensieri che non si accorse dell’avvicinarsi di Ace.

-Michi!- la chiamò Ace sedendosi vicino a lei.

La ragazza ebbe un sussulto e si girò a guardarlo spaventata.

-Mi hai spaventato!- urlò la ragazza ancora spaventata.

-Scusa- sorrise Ace.

Michiko si girò di nuovo davanti a sé e riprese a guardare il mare.

-Allora? A cosa stavi pensando?- domandò il moro cercando il suo sguardo.

-Io? Niente- rispose girandosi e sorridendo.

-Non ci credo, eri così assorta che non mi hai sentito nemmeno arrivare, stavi sicuramente pensando a qualcosa d’importante- spiegò il moro allargando il suo sorriso.

Michiko sorrise a sua volta, era stata scoperta.

-Già, stavo pensando a qualcosa, qualcosa d’importante che ti devo dire- rispose la ragazza dai capelli azzurri tirandosi indietro quelli che le erano ricaduti davanti al viso per poi tornare a guardare l’orizzonte.

-Posso saperlo?- domandò Ace ora con sguardo serio mettendosi anche lui a guardare il mare.

Michiko tirò un lungo sospiro poi iniziò a parlare continuando a guardare davanti a sé, mentre Ace aveva cambiato traiettoria al suo sguardo e ora stava osservando Michiko.

-Stavo pensando a cosa ci aveva detto il vice-ammiraglio Garp, da quel giorno non ne abbiamo più parlato però io ci ho riflettuto molto- la ragazza fece una breve pausa posando il suo sguardo sulle sue mani che teneva appoggiate alle gambe, poi continuò -ho deciso di togliermi il tatuaggio se posso, e di imparare la lingua antica se mi sarà concesso su questa nave-

Ace restò ad ascoltare quella semplice frase che le aveva detto la ragazza continuando a guardarla, era cambiata veramente tanto e questo era un’ulteriore cosa che glielo faceva capire.

-Il tatuaggio lo possiamo togliere se seguiamo ciò che ha detto mio nonno- le disse Ace mettendole una mano sulla schiena proprio dove aveva il simbolo.

La ragazza si girò verso di lui sorridendogli, era felice che aveva capito come si sentiva.

-Poi se tu vuoi imparare la lingua antica è una tua scelta, non te lo impedirà nessuno- le disse ancora Ace tranquillizzandola, chissà da quanto stava pensando a questa cosa.

-Grazie- sorrise la ragazza.

-Quando vorrai, noi andremo da Tomoko e le altre e le spiegheremo come togliere il tuo tatuaggio così ti toglierai subito questo peso- le disse Ace con tono sicuro.

Michiko sorrise avvicinandosi ancora di più ad Ace e appoggiandosi al suo petto, poi prese la mano del ragazzo che era rimasta libera.

-C’è un’altra cosa che devo dirti- esordì la ragazza staccandosi di colpo da lui e guardandolo dritto negli occhi.

-Cosa?- domandò il ragazzo leggermente preoccupato dalla reazione della ragazza.

-Se mi è concesso, vorrei diventare come te- le disse tutto d’un fiato.

-Intendi forte come me?- domandò Ace inclinando leggermente il viso mentre la guardava.

-No- rise lei.

-Cosa allora?- domandò Ace curioso.

-Intendo, insomma, lavorare con te- rispose Michiko cercando di far capire al ragazzo cosa non riusciva ancora a dire.

Ace la guardò con mille domande, non aveva capito niente.

-Scusa Michiko, non riesco proprio a capirti- rise il moro mettendosi una mano dietro la testa.

Michiko sbuffò per poi prendere un po’ di coraggio.

-Voglio diventare una pirata come te! Hai capito ora?- urlò la ragazza guardandolo dritto negli occhi.

Ace sgranò gli occhi e la guardò sorpreso.

-Ho capito perfettamente ora- si affrettò a rispondere lui continuando a guardarla con gli occhi spalancati.

Michiko sentendosi osservata in quel modo abbassò gli occhi sentendosi leggermente imbarazzata.

-Non riuscivi ancora a dirlo?- domandò Ace chinandosi per guardarla negli occhi.

-No..- sbuffò la ragazza sollevando il suo viso.

-Come mai questa decisione?- domandò ancora il ragazzo curioso.

-So che resterò per tanto tempo con voi o anche per sempre, quindi ho deciso così e poi essere una pirata non sembra tanto male- rise lei seguita da Ace.

Ad Ace vennero in mente tanti ricordi tutti in quel momento, tutte le litigate che aveva fatto con la ragazza, tutte le volte che aveva detto di odiare i pirati che si era comportata male con tutto l’equipaggio di quella nave fino a quando aveva detto di provare a cambiare, di provare a convivere civilmente con loro, ci aveva provato e pian piano ci era riuscita, aveva fatto amicizia con le infermiere e anche con Jaws e Vista, con Marco c’erano ancora delle incomprensioni ma pian piano sarebbero svanite anche quelle.

-Bene! Da adesso sei ufficialmente una pirata!- disse Ace.

-Ma come? Non lo chiediamo al capitano se posso esserlo?- domandò Michiko con curiosità.

Ace scoppiò a ridere e Michiko lo guardò di traverso.

-Non c’è bisogno di chiedere ad una persona di diventare un pirata, è una scelta libera e per quanto mi riguarda fai già parte della mia flotta- spiegò Ace.

-In che senso già parte?- domandò la ragazza.

-Nel senso che sono stato io a prenderti in custodia, quindi ti consideravo già parte della seconda flotta, pirata o meno- rispose il moro sorridendo.

Michiko sorrise e poi si alzò.

-Dove vai?- domandò Ace.

-Tra poco si pranza, andiamo a dirlo agli altri?- domandò la ragazza facendo segno di andare.

-Certo!- rispose il ragazzo alzandosi.

 

Poco dopo Michiko ed Ace si ritrovarono seduti al tavolo con intorno Barbabianca e gli altri comandanti, avevano preso tutti a mangiare molto velocemente, soprattutto Ace che continuava a buttare nel suo stomaco quintali di cibo rischiando di finire le provviste che i cuochi avevano in cambusa.

A metà del pranzo Michiko lo fermò.

-Senti, forse dovremmo dirlo ora- gli disse la ragazza.

-Ok- rispose Ace mentre masticava un pezzo gigantesco di carne.

-Scusate.. io avrei qualcosa da dirvi..- disse Michiko cercando di richiamare l’attenzione degli altri anche se nessuno si voltò verso di lei dandole attenzione, un po’ perché lei aveva parlato molto piano e un po’ perché gli altri erano più intenti a mangiare.

Ace, quindi, prese la parola.

-Michiko ha qualcosa da dirvi!- disse con tono fermo e alto in modo che tutti si voltassero verso di lui ed ottenne quello che stava cercando.

Tutti si girarono prima verso il moro e poi verso Michiko.

-Dì pure Michiko- disse il capitano.

Michiko fece un respiro profondo guardando negli occhi uno ad uno e poi iniziò a parlare.

-Ecco, ho deciso di togliermi il tatuaggio e di imparare la lingua antica, spero di avere l’appoggio da parte di tutti voi- disse la ragazza abbassando lo sguardo in attesa di una risposta, il cuore le batteva forte, aveva paura delle reazioni degli altri.

Barbabianca scoppiò a ridere e Michiko si girò a guardarlo con aria stupefatta.

-Hai tutto il nostro appoggio!- tuonò il capitano continuando a ridere.

-Noi ti aiuteremo volentieri!- disse Vista sorridendole.

-Grazie..- sorrise lei.

Ci fu un attimo di silenzio poi Ace prese la parola.

-Non devi dire altro?- domandò guardando la ragazza di sottecchi.

-In effetti- rispose lei mordendosi il labbro inferiore, aveva lasciato per ultima la parte più difficile.

-Parla pure!- disse Barbabianca continuando a ridere.

-Ho deciso di diventare una pirata e di far parte della flotta di Ace- disse tutto d’un fiato sperando che gran parte della frase si fosse persa e non fosse stata sentita da nessuno.

-Ottima scelta ragazza! Sono orgoglioso di avere anche te nella mia ciurma!- rispose il capitano ridendo.

-Saggia decisione unirti definitivamente a noi!- rispose Jaws.

-Facciamo un brindisi!- propose Vista alzando il suo boccale.

Tutti lo alzarono a loro volta, mancava solo Marco che guardava Michiko negli occhi, lei aspettava il suo giudizio.

-Ti accetterò come mia sorella- disse accennando ad un sorriso.

Michiko tirò un sospiro di sollievo sorridendo a sua volta, era finalmente felice di stare con tutti loro e si lasciò andare al brindisi che stavano proponendo in suo onore.


CONTINUA...

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Capitolo 21
*** La fine di tutto il dolore ***


Buongiorno a tutti!
Ormai siamo quasi giunti al termine di questa mia storia, questo è il penultimo capitolo e il prossimo sarà l'ultimo ç___ç
Ci eravamo lasciati con la decisione di Michiko di togliersi il tatuaggio e di diventare una pirata, vediamo che succederà in questo capitolo!
Spero sia di vostro gradimento!

Ringrazio chi ha messo la mia storia tra i preferiti:
1 - akagami95
2 - bonney jewerly
3 - Emy96
4 - Fransis94
5 - i4ever
6 - Itacina
7 - Kamikaze_HidanKun
8 - LullabyDeath
9 - Mail Keehl
10 - mau07
11 - milla96
12 - Namine23
13 - Ron von Bokky
14 - tre 88
15 - VelenPortuguese
16 - _AZRAEL_


Chi tra le ricordate:
1 - jesuisstupide
2 - stella_blu
3 - tre 88
4 - _AZRAEL_

Chi tra le seguite:
1 - Allen_Anne_Black
2 - ashar
3 - astrea89
4 - Bliss_93
5 - bonney jewerly
6 - fior di loto
7 - Ifera Black
8 - Kira_chan88
9 - kissgabri
10 - LuMiK
11 - MBCharcoal
12 - Miki Michaelis
13 - milan010
14 - Ramona37
15 - sashi
16 - SidRevo
17 - tre 88
18 - _AZRAEL_
19 - _Tigre_


E chi mi ha aggiunto ai suoi autori preferiti:
1 - bonney jewerly
2 - tre 88


Per le recensioni ho risposto attraverso la funzione del sito, grazie a tutti!
Buona lettura! ^^



LA FINE DI TUTTO IL DOLORE


Il giorno dopo la decisione di Michiko di diventare una pirata, lei, Ace e gli altri tre comandanti si diressero tutti in infermeria per spiegare alle infermiere come togliere il tatuaggio di Michiko.

Era pomeriggio inoltrato quando si erano introdotti tutti nella stanza, sarebbero andati solo Ace e Michiko ma gli altri manifestarono l’intenzione di venire con loro e soprattutto di restare accanto alla loro nuova sorella.

-A cosa dobbiamo tutta questa gente in infermiera?- domandò Daisy accogliendo tutti gli arrivati.

-Dovete togliere il tatuaggio di Michiko- rispose Ace.

-Michiko! Ciao!- salutò Tomoko che era arrivata di corsa nella stanza dove si erano riuniti tutti per poi saltare addosso alla ragazza.

-Ciao Tomoko- salutò Michiko visibilmente nervosa.

-Tomoko, mantieni la calma per favore- la rimproverò sua sorella guardandola male.

-Ok- sbuffò la più piccola.

-Lucy, comincia a preparare tutto il materiale per togliere il tatuaggio a Michiko- ordinò Daisy che aveva cominciato a sua volta a preparare il lettino dove Michiko si sarebbe dovuta coricare.

-Ci sono anche queste manette, il vice-ammiraglio Garp ha detto di far passare l’agalmatolite sopra la pelle appena dopo aver tolto il tatuaggio, fino a quando non avrei sentito più male- spiegò la ragazza posando le manette sopra un tavolino che era di fianco a lei.

-Qua è tutto pronto!- affermò Lucy avendo portato del materiale su un altro tavolino preso dalla stanza adiacente.

-Vieni pure Michiko!- sorrise Tomoko cercando di far stare tranquilla la ragazza.

-Ragazzi, voi non potete stare qua- disse Daisy guardando i comandanti che erano tutti nella stanza.

-Ma io voglio stare vicino a Michiko!- piagnucolò Ace prendendo la mano alla sua ragazza.

-Mi dispiace, ma dovrete aspettare fuori- decretò infine la mora facendo segno di uscire e quando tutti furono fuori, chiuse la porta a chiave per evitare intrusioni.

 

-Uffa!- sbuffò Ace che era stato sbattuto fuori dalla stanza.

-Ace, non ti preoccupare, Michiko è in buone mani- lo consolò Vista poggiandogli una mano sulla spalla.

-Già, speriamo bene- sospirò Pugno di Fuoco guardando la porta dell’infermeria dove era rinchiusa Michiko.

-Tanto vale sederci se dobbiamo aspettare- disse Jaws chinandosi per terra per poi sedersi seguito da Marco che si era messo vicino a lui.

Ace si andò a sedere vicino a Marco.

-Grazie di essere venuto anche tu- disse il moro dopo un po’ di silenzio che si era creato in corridoio.

-Fa parte della famiglia- rispose Marco accennando ad un sorriso, ed Ace si sentì più sollevato.

 

-Michiko spogliati pure e poi coricati sul lettino- le disse Daisy.

-Ok- rispose la ragazza togliendo la canottiera che aveva indosso per poi coricarsi a pancia in giù sul lettino dove era già stata curata da Tomoko quando il tatuaggio le aveva bruciato sull’isola invernale.

Lucy tolse delicatamente i capelli azzurri rimasti sulla schiena della ragazza e poi le slacciò il reggiseno lasciando la schiena della ragazza completamente libera.

-Farà un po’ male, cerca di tenere duro- le disse Tomoko sorridendo cercando di farla stare tranquilla, dopo di che Daisy prese alcuni strumenti e cominciò a togliere il tatuaggio un po’ alla volta.

Michiko sentiva un pizzico che andando avanti si faceva sempre più forte, il dolore stava aumentando con il tempo e lei non resisteva più, aveva voglia di urlare ma cercava di trattenersi.

Si mosse leggermente, le tre ragazze avevano capito che stava soffrendo molto.

-Michiko, stai tranquilla- le disse Lucy carezzandole leggermente la testa.

-Fa male!- sbottò lei con gli occhi lucidi, non ce la faceva veramente più.

-Facciamo un attimo di pausa- piagnucolò Tomoko alla sorella, la piccola non riusciva più a vedere la sua amica in quello stato.

-Tra poco sarò a metà, faremo pausa in quel momento- decise la più grande continuando il suo lavoro e a quel punto a Michiko scappò un mezzo urlo dal dolore.

 

-Michiko!- urlò Ace avendo sentito l’urlo della ragazza, si alzò in piedi di scatto ma venne subito fermato da Marco.

-Ace calmati!- gli disse il biondo.

-Come faccio a calmarmi se sento Michiko che urla?- sbottò il moro guardando dritto negli occhi il comandante in prima.

-Ace, era ovvio che le avrebbe fatto male, ma se bussi alla porta interromperai solo il lavoro che stanno facendo, questo durerà di più a sua volta, e Michiko starà male ancora di più- spiegò Jaws cercando di mantenere calmo il fratello.

Ace si risedette in terra seguito dagli altri assorto nei suoi pensieri, avrebbe voluto irrompere in quella stanza per stare vicino alla sua ragazza, però così facendo avrebbe solo allungato il tutto.

Sarebbe stato accanto a Michiko anche da fuori, soltanto con la mente come stava facendo ora.

Si girò poi verso Marco.

-Scusa..- sussurrò lentamente per scusarsi della reazione che aveva avuto qualche istante prima.

Marco sospirò, poteva capire come si sentiva il fratello in quel momento.

 

Era passata una mezz’oretta da quando Daisy aveva cominciato a togliere il tatuaggio a Michiko e ora si stavano prendendo una pausa di cinque minuti, soprattutto per far riprendere fiato alla ragazza coricata sul lettino che non riusciva più a sopportare tutto quel dolore messo insieme, il pensare che doveva passare ancora un’altra mezz’ora in quel modo per farsi togliere l’altra metà e soprattutto il fatto che poi non sarebbe finita lì ma ci sarebbe stata la parte dell’agalmatolite le faceva venire voglia di alzarsi da quel lettino e di scappare il più velocemente possibile andandosi a nascondere in qualunque posto di quella grande nave se non addirittura buttarsi in mare e raggiungere a nuoto la più vicina isola.

Lucy, nel frattempo, era uscita dall’infermeria per andare a riferire qualche informazione ad Ace e agli altri che erano fuori ad aspettare.

Appena la chiave della porta girò, Ace si alzò in piedi di scatto ma davanti a lui si ritrovò Lucy che chiuse subito la porta dietro di sé, aveva sbirciato dentro l’infermeria, ma non era riuscito a vedere molto a parte Michiko coricata e Tomoko e Daisy intorno a lei.

Gli altri si alzarono a loro volta.

-Come sta?- domandò prontamente Ace guardando Lucy con aria preoccupata.

-Siamo a metà e sta andando tutto bene, a parte il fatto che a Michiko tutto questo fa molto male, infatti ci siamo fermate qualche minuto per farla un attimo riprendere- spiegò la ragazza bionda cercando di infondere sicurezza ad Ace e agli altri.

-Quindi durerà ancora più di mezz’ora?- domandò Ace.

-Si, dobbiamo ancora togliere l’altra metà del tatuaggio, poi ci sarà ancora una breve pausa e poi finiremo usando l’agalmatolite- spiegò la ragazza.

-Posso vederla?- domandò ancora il moro speranzoso.

-No, mi dispiace, dovrai aspettare che sarà tutto finito, non vogliamo interruzioni- rispose la bionda un poco dispiaciuta, a Michiko ed Ace avrebbe fatto piacere vedersi, soltanto che se facevano delle interruzioni troppo lunghe si perdeva del tempo e basta.

Ace sbuffò dispiaciuto.

-Lucy! Si ricomincia!- una voce dentro la stanza la richiamò, era Daisy che l’avvertiva di tornare dentro.

-Mi dispiace, ora devo andare, a dopo- salutò cortesemente la ragazza per poi tornare dentro ricordando di chiudere la porta a chiave.

 

Era passata un’altra mezz’ora di puro dolore per Michiko, ma finalmente il tatuaggio era stato tolto del tutto. Le infermiere avevano preso altri minuti di pausa prima di passare con la parte che sarebbe stata quella più dolorosa, quella dell’agalmatolite marina.

Michiko era sdraiata ancora sul letto senza forze, aveva sofferto così tanto durante quell’ora che forse non le sarebbe rimasta nemmeno la forza per sentire il dolore che l’agalmatolite le poteva arrecare.

Chiuse gli occhi, aveva voglia di dormire e riposarsi, ma anche se si addormentava, sarebbe stata svegliata quando le manette avrebbero sfiorato la sua schiena facendola sicuramente urlare.

 

-Michiko è ora di passare all’agalmatolite- la informò Daisy prendendo le manette che aveva portato la ragazza.

-O-ok- rispose debolmente lei, cercando di prepararsi mentalmente a tutto il dolore.

-Stai tranquilla, se ti farà tanto male, faremo tante pause- la rassicurò Lucy, meno male che c’era lei che era dolce e gentile, sennò Daisy l’avrebbe sicuramente portata nella tomba.

Michiko fece un profondo respiro e poi Daisy cominciò con il trattamento con l’agalmatolite, la prima cosa che Michiko sentì fu il tocco ghiacciato sulla sua schiena provocato dalle manette, poco dopo cominciò a sentire un leggero pizzichio che si faceva sempre più intenso.

-Come stai?- domandò Tomoko preoccupata non vedendo nessuna reazione da parte della ragazza.

-Per ora bene, sento solo un leggero fastidio, forse non farà nemmeno tanto male- spiegò la ragazza, tutti, soprattutto lei, si erano preparati al peggio e invece non sembrava potesse arrecare molto dolore.

-Meno male- sospirò la ragazza mora più piccola.

Daisy intanto continuava a far passare l’agalmatolite lungo tutto il tatuaggio, si sarebbe fermata soltanto quando Michiko non avesse sentito più dolore.

Daisy continuava il suo lavoro con una calma degna di un’infermiera di prim’ordine, mentre le altre due ragazze la aiutavano e facevano stare tranquilla Michiko, però più andava avanti e più il dolore non sembrava diminuire, anzi, Michiko lo sentiva aumentare sempre di più. La ragazza dai capelli azzurri non resisteva, le scappò un altro urlo di dolore, che fu seguito subito da un altro ancora più intenso quando Daisy riappoggiò l’agalmatolite alla sua schiena.

Michiko si tirò su di scatto e si mise seduta con le gambe penzoloni tutta rannicchiata su se stessa nella parte alta del corpo, aveva sentito troppo dolore, aveva freddo essendo del tutto scoperta e per di più non si sarebbe coricata non prima di aver fatto passare una quantità di tempo indeterminata.

-Michiko, stai calma- cercò di rassicurarla Tomoko poggiando le mani sulle spalle di lei.

-Vedrai che il dolore passerà- continuò Lucy cercando di darle un po’ di conforto, sapevano bene che l’amica stava soffrendo molto.

 

Ace, che era fuori con gli altri, aveva di nuovo sentito urlare Michiko e si era ancora alzato di scatto non curante delle voci dei suoi compagni che gli dicevano di stare calmo.

-Che succede lì dentro?- urlò bussando forte alla porta, era troppo preoccupato per Michiko dopo averla sentita urlare per due volte di fila.

La porta si aprì lentamente e fece capolino Daisy.

-Per favore Ace, non disturbare!- lo rimproverò la mora.

-Come faccio a non disturbare sentendo la mia ragazza che urla in quel modo? Che le avete fatto?- domandò lui cercando di mantenere quel filo di calma che gli era rimasto e che lo tratteneva di fare gesti avventati, quali quello di entrare e di prendere Michiko portandosela via.

-Stiamo facendo il trattamento con l’agalmatolite e sapevamo benissimo tutti che avrebbe fatto male- spiegò la mora.

-Posso stare con lei?- domandò Ace supplichevole.

-Mi dispiace, ma non può entrare nessuno- rispose la ragazza scusandosi.

-Daisy…- una voce dall’interno la fece girare e quella stessa voce richiamò l’attenzione di Ace.

-Michiko…- sussurrò lui vedendo la ragazza rannicchiata.

-Per favore… fallo entare..- chiese la ragazza, se ci fosse stato Ace si sarebbe sentita più al sicuro.

-Dai Daisy, che ti costa?- domandò Lucy vedendo Michiko che implorava la mora con il solo sguardo.

-E va bene- si rassegnò lei -ma entrerai solo tu, voi tre starete fuori!-

Ace sorrise e poi entrò nella stanza andando subito da Michiko per verificare le sue condizioni.

-Come stai?- domandò il moro prendendole le spalle e portandola vicino a sé.

-Fa male, tanto male- rispose la ragazza abbracciandolo e appoggiando la testa al suo petto, il moro le accarezzò pian piano la testa, poteva vedere la sua schiena, ora il tatuaggio non vi era più a parte qualche piccolo segno che era stato causato dalla sua rimozione, ma che sarebbe sparito nell’arco di qualche giorno.

-Ace, tienila in questo modo- disse Daisy pensando ad una cosa.

-Ok, ma perché?- domandò il moro.

-Perché ora riprenderemo con l’agalmatolite e penso che stando così tu riuscirai in qualche maniera a darle un po’ di conforto- spiegò la mora.

-Tu te la senti di fare come ha detto lei?- domandò Ace alla ragazza che stava tutta rannicchiata vicino a lui.

Lei fece cenno di si con la testa e a quel punto Daisy riprese con l’agalmatolite.

 

Ci furono altri urli, Michiko si era stretta ad Ace, e ad ogni urlo che faceva affondava sempre le sue unghie nella pelle della schiena del moro, a lui non importava se poi ci sarebbero stati dei segni, quelli andavano via sicuramente in qualche giorno, la priorità ora era far stare bene Michiko.

Il moro la guardava, poteva benissimo capire tutto il dolore che stava provando in quel momento, l’aveva già vista star male in questo modo quando si erano trovati davanti al Poignee Griffe, ma tutto questo lo stavano facendo per fare in modo che lei potesse andare davanti a uno di questi blocchi di pietra come tutti loro e non sentire più nessun dolore, questa sarebbe stata l’ultima volta che Michiko doveva sopportare tutto quel male.

Dopo un po’ le urla cominciarono a cessare e il respiro della ragazza stava ormai diventando regolare come di consueto, ogni tanto affondava ancora le unghie alla pelle di Ace ma con meno forza, pian piano si stava calmando.

-Basta…- sussurrò la ragazza.

Ace si chinò per cercare di guardarle il volto, mentre Daisy si fermò.

-Non senti più dolore?- domandò Tomoko.

-No, pian piano è andato via tutto, non sento più niente- rispose la ragazza.

-Ti va di fare un’ultima prova?- domandò il moro, voleva assicurarsi che Michiko non sentisse veramente più nessun tipo di dolore.

-Ok- rispose lei, mentre Ace fece cenno a Daisy di ripassare l’agalmatolite ancora una volta sulla schiena della ragazza.

-Non sento più niente- disse ancora Michiko, la voce già più viva faceva sentire agli altri che si stava riprendendo e che non sentiva più nessun genere di dolore.

-Bene- sospirò Ace allontanandosi di poco da lei quando si accorse solo in quel momento che la ragazza era quasi nuda.

-Ace, per favore, ora esci!- ordinò Tomoko vedendo il ragazzo che non si stava più preoccupando di Michiko, ma del fatto che lei era seminuda.

-Non posso stare ancora qua?- piagnucolò lui.

-No!- rispose la piccola mora con freddezza accompagnando Ace alla porta per poi sbatterlo fuori.

-Maschi!- imprecò sottovoce lei.

 

Ace uscì dalla stanza un po’ insoddisfatto, avrebbe voluto ancora stare lì con Michiko, appena mise il piede fuori dalla porta per recarsi in corridoio dagli altri questi si alzarono di scatto per sapere come era andata, ma l’unica cosa che videro in faccia al fratello era la sua infelicità.

-Che è successo?- domandò Vista preoccupato.

-Mi hanno sbattuto di nuovo fuori- sospirò lui appoggiandosi alla porta da dove era appena uscito e guardando in alto.

-E Michiko? L’abbiamo sentita tanto urlare- domandò curioso Jaws.

-Ora lei sta bene e non ha più nemmeno l’ombra di un tatuaggio- rispose Ace sorridendo guardando il fratello.

I tre sospirarono.

-Sai che ci hai fatto prendere un bello spavento? Sei uscito con aria triste- lo rimproverò Marco guardandolo dritto negli occhi.

-Scusate, è che volevo restare ancora dentro, si doveva rivestire…- si giustificò Ace sorridendo alle ultime parole che aveva detto.

-Il solito!- sbuffò Vista.

-Ma dimmi una cosa, eri preoccupato anche tu, Marco?- domandò Pugno di Fuoco accennando un leggero sorriso sghembo.

-Beh, sai, ora è diventata mia sorella- rispose lui con molta calma.

-Prima o poi andrete d’accordo, non ti preoccupare- rispose il moro dando una pacca sulla spalla al fratello.

-Ehm Ace, guarda che qualcuno sta cercando di uscire dalla porta- disse Jaws notando la maniglia della porta su cui era appoggiato il ragazzo muoversi rapidamente per cercare di aprire la porta.

-Oh!- esclamò spostandosi subito ed aprendo la porta, notando la sua ragazza con aria alquanto arrabbiata.

-Scusami Michiko- disse prontamente Ace.

Lei lo guardò poi sospirò e tornò a sorridere.

-Non c’è niente da fare con te- rise poco dopo scatenando una leggera ilarità anche negli altri.

-Stai bene signorina?- domandò Vista.

-Si, grazie- rispose lei, in quel momento si sentiva finalmente libera da tutto il peso che fino ad ora aveva portato con sé.

-La Marina ora ti cercherà per essere diventata una pirata e non più per il tuo tatuaggio- disse Jaws mentre tutti avevano ripreso a camminare verso il ponte della nave per andare ad informare il loro capitano.

-Anche se non fossi diventata una di voi e anche senza tatuaggio, penso che mi avrebbe dato la caccia lo stesso- rispose la ragazza non prima di aver riflettuto per qualche secondo su quello che aveva detto Jaws.

-Probabilmente hai ragione- intervenne Marco non mostrando però particolare interesse al discorso.

Michiko lo guardò un attimo, ora che era diventata una pirata sia lei che lui dovevano fare tutto il possibile per andare d’accordo, più di quanto non avevano già fatto fino ad ora.

-Lo sai che si era preoccupato per te?- rise Ace guardando prima Marco e poi Michiko.

-Ricambierò il favore allora- rispose la ragazza sorridente.

-Dovrai ancora fare tanta strada per andarmi a genio- intervenne Marco ora decisamente più interessato a ciò di cui si stava parlando.

-Anche tu- rispose la ragazza sorridendo e tutti si misero a ridere, compreso il biondo che aveva accennato un leggero sorriso.

I cinque ormai erano arrivati alla porta che dava sul ponte della nave, la attraversarono e poi scomparvero dietro di essa andando ad avvertire il capitano della riuscita dell’operazione.


CONTINUA...

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Capitolo 22
*** Verso nuove avventure ***


Buongiorno a tutti! Purtroppo questo è l'ultimo capitolo della mia storia ç__ç spero sia di vostro gradimento come finale!
Voglio dedicare questo capitolo, ma anche tutta la storia, a due persone in particolare: tre 88 e Fransis94 (spero ti piaccia l'ultima parte, è su qualcosa di cui avevamo parlato), con le quali, grazie a questa mio delirio-storia, ho stretto una bella amicizia. La dedico anche a due mie amiche di "vecchia data": Mail Keehl e Kamikaze_HidanKun che spero possano continuare a leggerla fino alla fine ed infine dedico la storia anche al mio fidanzato, al quale gliene ho parlato fino alla nausea (sua) ma che mi ha anche aiutato.

Ringrazio chi ha aggiunto la mia storia tra le preferite:
1 - akagami95
2 - bonney jewerly
3 - Emy96
4 - Fransis94
5 - i4ever
6 - Itacina
7 - Kamikaze_HidanKun
8 - LullabyDeath
9 - Mail Keehl
10 - mau07
11 - milla96
12 - Namine23
13 - Ron von Bokky
14 - Silverwood
15 - tre 88
16 - VelenPortuguese
17 - _AZRAEL_


Chi tra le ricordate:
1 - jesuisstupide
2 - stella_blu
3 - tre 88
4 - _AZRAEL_


E chi tra le seguite:
1 - Allen_Anne_Black
2 - ashar
3 - astrea89
4 - Bliss_93
5 - bonney jewerly
6 - Ellina94
7 - fior di loto
8 - Ifera Black
9 - Kira_chan88
10 - kissgabri
11 - LuMiK
12 - MBCharcoal
13 - Miki Michaelis
14 - milan010
15 - Ramona37
16 - sashi
17 - SidRevo
18 - tre 88
19 - _AZRAEL_
20 - _Tigre_


Ringrazio inoltre chi mi ha aggiunto tra i suoi autori preferiti:
1 - bonney jewerly
2 - Fransis94
3 - tre 88


E tutti quelli che hanno seguito la mia Fic fino alla fine! Chi l'ha letto e anche chi ha lasciato almeno un commentino, per le scorse recensioni ho risposto attraverso al sistema di EFP e farò così anche per quelle di questo capitolo.

Grazie di cuore a tutti! Buona lettura! ^^


VERSO NUOVE AVVENTURE


Il giorno dopo la rimozione del tatuaggio, Michiko ed Ace si diressero verso la biblioteca della nave a cercare qualche libro che potesse interessare alla ragazza, in modo che lei cominciasse ad imparare qualcosa in più sull’antico popolo, più di quanto non avesse già appreso leggendo già alcuni libri sull’argomento.

-Speriamo di trovare qualcosa- sbuffò Michiko che stava andando verso la biblioteca seguita da Ace.

-Se cerchiamo bene qualcosa troveremo sicuramente. Per me è stato facile trovare libri sulla navigazione perché per la maggior parte parlano di quello- rispose il moro mentre camminava con le braccia incrociate dietro la testa.

-Mi viene in mente una cosa- rise Michiko fermandosi e guardando il ragazzo.

-Cosa?- domandò incuriosito fermandosi a sua volta.

-Su questa nave qualcuno esperto ci sarebbe- rispose la ragazza.

-Chi?... Ah- subito, ad Ace, non era venuto in mente chi fosse, però poi capì esattamente a chi si stesse riferendo la ragazza.

Michiko sorrise.

-Possiamo chiedere a lui!- affermò Pugno di Fuoco cominciando a pensare dove si poteva trovare il comandante della prima flotta, Michiko si era riferita a lui perché era quello che portava i libri sull’argomento di nascosto.

Una porta da parte a loro si aprì e ne uscirono Jaws seguito da Marco.

-Parli del diavolo- sussurrò la ragazza mettendosi una mano sul fianco.

-Che ci fate qui?- domandò l’uomo di diamante avvicinandosi ai due seguito da un Marco abbastanza annoiato con le mani in tasca.

-Stavamo cercando Marco!- affermò Ace sorridendo, il biondo tiratosi in causa lo guardò con aria curiosa e allo stesso tempo spaventata, si stava chiedendo per quale assurdo motivo quei due potevano cercarlo.

-Che c’è?- domandò la Fenice con non troppo interesse.

-Stavamo andando in biblioteca a cercare libri sul popolo antico, ma sinceramente non sappiamo bene dove mettere le mani, quindi ci è venuto in mente di chiedere a te- spiegò Ace allargando il più possibile il suo sorriso.

Jaws si mise a ridere mentre Marco sbuffò.

-Eh va bene, tanto non ho niente da fare- si rassegnò il comandante in prima.

-Vengo anch’io con voi, una mano in più non farà sicuramente male!- affermò Jaws.

-Grazie- rispose Michiko.

 

I quattro ricominciarono a camminare e subito dopo si ritrovarono nella grande biblioteca della nave, era una stanza grande rettangolare con tanti scaffali tutti in fila, dove risiedevano centinaia di libri tutti ricoperti da uno strato di polvere.

-Comincia la nostra ricerca!- affermò Ace iniziando a guardarsi intorno per vedere da dove iniziare a cercare, così fecero anche gli altri.

Michiko era andata a controllare un angolo di quella grande stanza dove erano posti dei volumi abbastanza grossi e molto antichi, la maggior parte di essi erano libri di navigazione o libri di geografia, ogni tanto spiccava qualche romanzo con racconti di avventura ma niente che potesse minimamente avvicinarsi a ciò che stava cercando.

Erano già passati una quindicina di minuti e nessuno dei quattro aveva trovato qualcosa.

-Io penso che tutti i libri a riguardo siano stati bruciati al Buster Call di Ohara- sbuffò Michiko appoggiandosi a una scrivania vicino a lei ma subito si rimise dritta notando disgustata l’eccessiva quantità di polvere.

-Qualcuno ci dovrà pur essere! In fondo Marco te li aveva portati!- affermò Ace prendendosi una pausa pure lui.

-Non hai ancora trovato niente Marco?- domandò il comandate in terza rivolgendosi al biondo che stava ancora guardando alcuni scaffali davanti a lui.

-Per ora niente, comunque siete voi che mi avete dato il titolo di esperto, io ci passavo un bel po’ di tempo prima di trovare un libro che ti portavo, non era cosa facile!- spiegò lui fermandosi un attimo per guardare i due ragazzi che lo avevano preso per quello che riusciva a trovare i libri in cinque minuti.

-Uffa, penso che l’unica cosa in cui sei esperto sia entrare nelle stanze degli altri- sbuffò Michiko trattenendo a stento qualche risata, Ace invece sogghignò senza farsi vedere.

Marco, essendosi irritato, prese il libro che aveva sottomano e lo lanciò da parte alla ragazza per farle paura.

-La prossima volta non sbaglierò!- affermò il biondo guardandola in tono minaccioso.

-Tu prova a colpirmi e stasera mangerò piccione arrosto cucinato direttamente da Ace!- scoppiò a ridere la ragazza seguita da Ace che finalmente poteva liberare tutte le risate che stava cercando di trattenere, a quella frase si mise a ridere anche Jaws.

-Eh no! Questo è troppo!- affermò Marco prendendo in mano di nuovo un libro e lanciandolo contro la ragazza, questa volta intento a colpirla in pieno.

Michiko si abbassò di scatto nascondendosi sotto la scrivania, il libro andò a colpire proprio gli scaffali di fronte a lei, se non si fosse abbassata l’avrebbe sicuramente colpita in pieno.

-Marco vacci piano per favore! Michiko ti sei fatta male?- domandò Ace preoccupato.

La ragazza non rispose, era più intenta a leggere la copertina del libro che Marco le aveva lanciato addosso.

-Storia di una lingua da dimenticare- sussurrò la ragazza leggendo il titolo del libro e notando gli strani simboli argentati sulla copertina nera di un grosso tomo il quale sembrava essere anche molto vecchio.

-Michiko stai bene?- domandò Ace ora preoccupato visto che la ragazza non gli rispondeva, cominciò ad andare dalla sua parte quando lei si alzò di scatto con in mano il libro che le aveva precedentemente lanciato.

-L’ha trovato!- urlò contenta, Ace si fermò tirando un sospiro di sollievo e poi si girarono tutti verso Marco che aveva trovato almeno un libro sull’argomento, lui sorrise come per dire “era ovvio che sarei riuscito a trovarne almeno uno”.

-Vediamo se ne troviamo altri!- affermò Jaws riprendendo a cercare.

-Non importa, per ora mi basta questo, verremo un’altra volta- lo fermò Michiko che nel frattempo stava sbattendo il libro per togliergli un po’ di polvere.

-Non è meglio farla passare tutta ora?- domandò a questo punto Marco.

-No, dai, verremo un’altra volta- questa volta fu Ace a parlare.

-Comunque domani arriveremo ad un’isola, potete andare alla biblioteca o alla libreria del paese se ce ne sono- consigliò Jaws avvicinandosi ai due seguito da Marco, tutti e quattro si stavano avvicinando alla porta per uscire.

-Si, penso sia una buona idea!- sorrise Michiko per poi spostare il suo sguardo per vedere se anche Ace era d’accordo.

-Ok!- rispose lui dirigendosi fuori dalla biblioteca seguito dagli altri per poi richiudere la porta dietro di sé.

-Io vado subito in camera a cominciare a leggere!- affermò Michiko sorridente per poi correre via verso la sua stanza desiderosa di conoscere tutto ciò che c’era scritto su quel grosso volume.

Ace non fece nemmeno in tempo a dirle di aspettare un attimo che lei era già scomparsa in mezzo ai corridoi della nave che portavano alla sua stanza.

-Grazie ragazzi- disse Ace togliendo il suo sguardo dal punto in cui era scomparsa Michiko per rivolgerlo ai suoi due fratelli che li avevano aiutati.

-È sempre un piacere aiutare i nostri fratelli!- rispose Jaws incrociando le braccia al petto.

-Ehi, voi laggiù! Che fate?- domandò Vista che era appena apparso nel corridoio dove si trovavano.

-Eravamo andati alla ricerca di alcuni libri per Michiko- rispose Ace facendo segno al fratello di avvicinarsi a loro.

-Avete trovato qualcosa? E come mai lei non è qua?- domandò Vista che si era avvicinato.

-È corsa in camera a leggere l’unico libro che abbiamo trovato- rispose Ace.

-Che io ho trovato, vorrai dire- lo corresse Marco intervenendo nel discorso.

-Capisco- rispose lo spadaccino -su dai, andiamoci a bere qualcosa, vi va?- chiese poi.

-Ok- risposero i tre per poi dirigersi tutti in sala mensa.

 

Il giorno dopo, in tarda mattinata, la Moby Dick attraccò ad un’isola estiva chiamata Kricoru, la nave aveva buttato l’ancora in un posto isolato come di consueto, e i pirati, per arrivare al paese, dovettero farsi circa mezz’ora di cammino sotto il sole cocente.

-Non ce la faccio più! Voglio ombra!- piagnucolò Michiko che ormai si trascinava su quella stradina sterrata che conduceva al paese, intorno a questa c’erano soltanto campi aridi e nemmeno un albero per avere un po’ di ombra.

-A chi lo dici!- sbuffò Ace.

-Ma che ti lamenti te? Sei fatto di fuoco!- urlò la ragazza leggermente irritata.

-Michiko ha ragione, tu non senti freddo come non senti caldo- intervenne Vista.

-Ma ce l’avete tutti con me?- domandò Ace guardando in faccia i propri compagni.

-Si!- rispose Michiko senza farsi troppi problemi.

Ace sbuffò.

-Albero!- urlò Michiko avvistando ad un centinaio di metri da lei un albero che si ergeva in quel posto che sembrava privo di ombra.

Cominciò a correre verso di esso fino a quando non fu arrivata, non era molto alto, però i rami erano molto fitti, ideali per fare un po’ di ombra nelle giornate assolate come quelle. La ragazza si sedette in quel piccolo posticino dove il sole non arrivava, in mezzo a dell’erba ormai tutta secca e morta, e poi si appoggiò a tronco dell’albero facendo qualche respiro profondo per prendere fiato mentre guardava gli altri che pian piano la stavano raggiungendo.

-Facciamo una pausa dai!- affermò quando erano abbastanza vicini da poterla sentire senza urlare.

-Tra poco ci siamo, rimettiti in cammino- le ordinò Marco.

-Non ho chiesto a te!- rispose la ragazza irritata.

-Michiko, rimettiti in cammino- le disse questa volta Ace.

-Uff…- la ragazza sbuffò per poi alzarsi in piedi e ricominciando il cammino, che ormai le sembrava eterno, verso il paese.

Finalmente, dopo altri dieci minuti buoni di cammino, intravidero alcune case e poi poco dopo furono immersi nelle vie del paese, dove trovarono un po’ di ombra grazie alle case, alte, che si ergevano lungo le vie che percorrevano.

-Troviamo una libreria!- affermò la ragazza dai capelli azzurri guardandosi intorno cercando il negozio che le interessava, però purtroppo vedeva solo negozi di alimentari, fiori, qualche negozio di abbigliamento qua e là ma di una libreria nemmeno l’ombra.

-Mi sa che in questo luogo non esistono librerie!- sospirò Ace dopo aver fatto passare qualche via insieme ai suoi compagni.

-È impossibile! In ogni paese ce n’è una!- affermò la ragazza che ancora non era pronta ad arrendersi.

-Michiko ha ragione, sicuramente sarà in un posto dove non abbiamo cercato- intervenne Marco a dare, stranamente, ragione alla ragazza.

-Ecco, quindi continuiamo a cercare!- affermò decisa Michiko guardando negli occhi Ace.

-Non è meglio se chiediamo a qualcuno del posto?- domandò Jaws prendendo parte al discorso.

-Chiedo io a quel signore laggiù- disse Vista avvicinandosi ad un uomo non tanto giovane ma nemmeno tanto anziano, di bassa statura e di corporatura esile, aveva capelli brizzolati e un po’ di barba sul mento.

-Mi scusi signore, potrei chiederle un’informazione?- domandò lo spadaccino avvicinandosi all’uomo.

-Mi dica- rispose gentilmente alzandosi in piedi dalla panchina in cui era comodamente seduto aiutandosi con un bastone.

-Io e i miei amici stiamo cercando una libreria, ce ne può indicare una?- domandò Vista accennando al gruppetto dei suoi fratelli.

-Certamente, proseguite lungo quella via- disse indicando con il bastone una via poco distante da loro -troverete una grossa insegna con disegnato un libro, sulla destra-

-La ringrazio signore- salutò Vista alzandosi di qualche centimetro il cappello in segno di ringraziamento, l’altro uomo tornò a sedersi sulla panchina.

 

Poco dopo i cinque si ritrovarono davanti alla libreria precedentemente indicata.

Entrarono e appena la porta si aprì suonò un campanellino che faceva intendere al proprietario che era entrato qualcuno, questo, però, era già dietro il bancone posto alla sinistra della porta e guardava con sorriso sul volto i nuovi clienti.

La libreria era molto grande e subito i pirati vennero accolti da un forte odore di libri e di carta invecchiata, quasi più di quanto ne avessero sentito sulla biblioteca della propria nave, a sinistra della porta vi era il bancone con qualche libro e dietro di esso vi era un uomo seduto su uno sgabellino, non sembrava tanto alto ma era abbastanza magro, sul volto aveva delle marcate rughe e portava un paio di occhiali da vista molto piccoli ma molto spessi, segno che aveva perso parte della sua vista leggendo quell’immensa quantità di libri che stavano nel suo negozio. I capelli erano corti e castani come i piccoli occhi stanchi che si intravedevano dietro gli occhiali. Dietro di lui poi vi erano scaffali che arrivavano fino al soffitto pieni zeppi di libri e così era composta tutta quell’immensa libreria che sembrava poter racchiudere dentro di sé qualsiasi tipo di tomo.

-Buongiorno signori!- salutò il vecchio proprietario mettendosi in piedi, i pirati salutarono anch’essi cominciando a guardarsi intorno.

-Come posso esservi utile?- domandò questo scrutandoli.

-Cerchiamo libri sulle correnti marine e libri di navigazione, possiamo dare un’occhiata?- rispose Marco domandando a sua volta se gli era consentito girare tranquillamente per la libreria. Poco prima di entrare avevano deciso cosa rispondere al proprietario in caso gli avesse chiesto cosa stessero cercando, non potevano sicuramente dire che stavano facendo ricerche sull’antico popolo, li avrebbe presi e sbattuti fuori dalla porta. Però, non era nemmeno sicuro il fatto che tutti i libri su quell’argomento fossero scomparsi e in una libreria grossa come quella, che non sembrava nemmeno tanto curata, la possibilità di trovare qualcosa a riguardo aumentava, e poi, anche se ci fosse stato, chi mai avrebbe potuto cercare libri di quell’argomento per mettersi nei guai da solo? Nessuno lo avrebbe fatto.

Se poi avessero avuto il via libera dal proprietario, si sarebbero divisi e avrebbero cominciato a cercare qualcosa sull’argomento, tenendo presente di chiamare Michiko e di mettere tutto dentro la sua borsa.

-Prego, ci sono tantissimi libri su quell’argomento, prendete quelli che più vi aggradano!- rispose l’uomo tornando a sedersi sullo sgabello mentre i cinque pirati si disperdevano a cercare ciò che più interessava a loro.

 

Era già da circa un quarto d’ora che i pirati stavano cercando e non potevano di certo dare troppo nell’occhio; libri sulla navigazione ce n'erano a palate, e nell'ipotesi che avessero passato troppo tempo in quella libreria, si sarebbero giustificati dicendo che la ricerca tra tutti quei tomi era molto difficile.

La ricerca andava avanti ma non sembrava esserci traccia di quello che stavano cercando, fino a quando Ace non chiamò Michiko.

La ragazza, sentendosi chiamare, smise la ricerca che stava svolgendo in quello scaffale e si diresse verso il comandante in seconda che stava guardando un piccolo scaffale in un angolo della grande stanza.

-Trovato qualcosa?- domandò la ragazza dai capelli azzurri.

-Guarda- sussurrò il moro mostrandole un libro non molto grande ma con le pagine finissime, ciò voleva dire che era ricco di cose al suo interno, la copertina era nera e non mostrava nessun disegno, risaltava solo la scritta di un colore rosso scuro che diceva “Lingua proibita di un popolo scomparso”.

A Michiko s’illuminarono gli occhi, Ace ce l’aveva fatta. Era riuscito a trovare un libro!

La ragazza, prima di metterlo in borsa, si guardò intorno e notò il proprietario della libreria intento a guardare fuori dalla vetrata per notare le persone che stavano passando nella via, prese velocemente il libro che Ace le stava porgendo e se lo mise in borsa. Poco dopo i due andarono ad avvertire gli altri di interrompere le loro ricerche e di prendere su qualche libro sulla navigazione per non dare sospetti e non uscire a mani vuote.

-Prendiamo questi!- disse Jaws al vecchio che era tornato a guardare i suoi clienti che si erano avvicinati al bancone con quattro tomi sulla navigazione. Il comandante in terza posò i libri sul bancone insieme a dei berry.

-Grazie mille signori!- ringraziò il proprietario donando a loro una borsa dove riporre quei grossi libri e mettendosi via i berry che gli erano stati dati.

-Arrivederci!- salutò poi questo, dopo di che fu ricambiato dal saluto dei pirati che stavano uscendo facendo nuovamente suonare il piccolo campanellino appeso sopra la porta.

 

Dopo qualche giorno la Moby Dick riprese il suo viaggio in mare verso la prossima isola.

Michiko si era data subito alla lettura dei libri che era riuscita a prendere, uno sulla biblioteca della nave e l’altro in una libreria dell’isola appena visitata.

-Michi!- la chiamò Ace aprendo la porta della sua camera senza bussare, per poi guardare subito a sinistra dove c’era la scrivania, sapeva benissimo che si trovava a leggere.

Michiko alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e lo guardò arrabbiata.

-Lo sai che si bussa?- domandò irritata la ragazza.

-Si, scusa, però volevo venirti a chiamare, fuori c’è un sole splendido, potresti stare un po’ sul ponte prima che le giornate comincino a rinfrescarsi- spiegò Ace chiudendo la porta dietro di sé e appoggiandosi ad essa con il fianco sinistro.

-A me va bene stare anche qua a leggere- rispose la ragazza guardandolo e sciogliendo lo sguardo irritato di prima.

-Dai, così prendi un po’ d’aria invece di stare tutto il giorno in questo luogo chiuso- le disse Ace guardandola negli occhi.

-Finisco di leggere il capitolo!- affermò la ragazza sapendo esattamente che mancavano tre pagine alla fine di quel capitolo, subito dopo tornò a leggere mentre Ace vittorioso e sorridente si andò a sedere sul letto ad aspettarla.

Dopo meno di dieci minuti, Michiko chiuse il libro lasciando un segno alla pagina in cui era arrivata e si girò verso di Ace che la stava guardando.

-Finito!- affermò la ragazza con una nota di tristezza nella voce e nello sguardo che poi posò a terra.

Ace se ne accorse subito.

-Cosa c’è Michiko?- domandò il ragazzo preoccupato avvicinandosi a lei e chinandosi alla sua altezza.

La ragazza fece un lungo e sonoro respiro.

-Mi aiuterai vero? Starai sempre vicino a me vero?- domandò la ragazza con un filo di tristezza alzando lo sguardo per guardarlo negli occhi.

-Ma certo Michiko, e lo sai perché starò sempre vicino a te? Perché ti proteggerò sempre? Perché ti aiuterò nella strada che hai deciso di percorrere?- domandò Ace continuandola a guardare negli occhi deciso.

Michiko sospirò, il cuore le batteva forte, non riusciva a rispondere ad Ace, lo guardò negli occhi e il ragazzo rispose per lei.

-Perché io ti amo- le disse Ace continuandola a guardare negli occhi.

A Michiko prese a battere il cuore sempre più forte, tante volte le aveva detto di essersi innamorato di lei, ma queste due paroline non gliele aveva ancora dette, si sentì felice e più leggera allo stesso tempo, e sul suo viso si fece largo un sorriso.

-Anch’io ti amo Ace- rispose poco dopo guardandolo negli occhi e sorridendo sempre di più.

Ace avvicinò la ragazza a sé abbracciandola forte e poi la baciò, Michiko ricambiò subito al bacio stringendosi a sua volta ad Ace.

-Allora, andiamo a prendere un po’ d’aria o no?- rise Ace dopo essersi staccato dalla ragazza.

-Si- sorrise Michiko alzandosi in piedi con un leggero rossore alle guance seguita da Ace.

 

Poco dopo i due si ritrovarono sul ponte della Moby Dick, affacciati al parapetto a guardare il mare.

Ace portò il suo braccio destro dietro la schiena di Michiko, poggiando la mano sul fianco della ragazza e attirandola ancora di più a sé, la ragazza si girò verso di lui e gli sorrise lievemente notando che anche lui la stava guardando sorridente, poco dopo staccarono il loro sguardo per rivolgerlo al mare.

All’orizzonte, il mare e il cielo, diventavano una cosa sola: il primo era limpido e calmo, mentre il secondo era candido e sereno, di un azzurro che ricordava molto i capelli di Michiko che ora danzavano con la leggera arietta di mare.

Michiko si strinse di più ad Ace soffermandosi maggiormente a guardare il cielo, pensando.

 

Non avrei mai immaginato di diventare una pirata, ciò che più odiavo al mondo, ma stando qua, ho trovato la mia più grande felicità.


FINE

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