the last enemy that shall be defeated is death

di Alexiel Mihawk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Daphne Greengrass ***
Capitolo 2: *** Petunia Dursley ***
Capitolo 3: *** Teddy Lupin ***
Capitolo 4: *** Aragog ***
Capitolo 5: *** Augusta Paciock ***



Capitolo 1
*** Daphne Greengrass ***


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Characters & Themes Challenge 

 Quante, quante tombe stanno sulla collina, quanti che sono morti dormono sulla collina. E quant’è bello adesso, adesso ch’è finita, tornare col pensiero a quella strana vita. E quant’è strano, ora, ripensare alla speranza di un altro giorno ancora in quell’assurda danza. E quant’è dolce ormai sapere che è passato l’orrore di quei giorni, e il tempo se n’è andato.
Totentanz.

 

 

Tema: Morte
Personaggio:
Daphne Greengrass

1/100

  

Era strano, era strano pensare che lui sarebbe diventato il marito di sua sorella.
Astoria era così piccola, così ingenua, così diversa. Daphne aveva pensato almeno un migliaio di volte a perché quel matrimonio non fosse adatto, al perché Astoria non fosse adatta. Ma la realtà era molto semplice: non era lei.
Quello che stava corrodendo Daphne silenziosamente, dall’interno, quello che aveva iniziato a ucciderla lentamente anni prima, era la consapevolezza che lui non sarebbe mai stato suo, non importa quanto tempo avessero trascorso insieme o quante notti avessero passato, dopo essersi rotolati tra le lenzuola, a sussurrarsi promesse in quel letto troppo grande per una persona sola.
Ora sarebbe finito tutto.
E lei, dopo essersi lasciata avvelenare il cuore per tutti quegli anni,  non aveva più la forza per ricominciare ancora, per ricostruirsi una nuova vita in quel mondo di morte.
Senza di lui tutto sarebbe finito.

 

 

Note:
Ecco qua la prima fic della raccolta per la challenge Characters & Themes. So che non avrei dovuto aprire un'ennesima raccolta, ma è il periodo creativo questo e quindi sono molto felice di inaugurarla. Il tema di questa raccolta è la morte, la morte che bene o male pervade come un cancro tutti i libri di Harry Potter, soprattutto il settimo.
Apro con Daphne perché tra tutti i personaggi è quella a cui ultimamente ho pensato di più. Ho provato a renderla umana, non la solita Slytherin algida e bellissima, ma una ragazza spaventata e innamorata che non ha la forza di opporsi a un matrimonio che la distruggerebbe perché ama troppo sua sorella per privarla della felicità.
Ho deciso che in ogni capitolo della raccolta, che conterrà miste drabble, flashfic e one shot,
sarà presente una citazione sulla morte, inizierò con Totentanz e la ballata della morte e quando saranno complete vedremo cosa sapremo trovare che abbia come tema quello della raccolta stessa.

 

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Capitolo 2
*** Petunia Dursley ***


Nuova pagina 1

Characters & Themes Challenge

E quanto è folle qui, quella che fu avventura di un giorno che finì, di un’ora di paura. E ora non tremate se il vento in mezzo ai rami porta le nostre voci a voi gente di domani. Ognuno qui ha una storia che vuole raccontare per chi e quando e come starà ad ascoltare. Per chi volgerà il viso sentendo tra le fronde come un lamento lieve che il vento già confonde.
Totentanz.

Tema: Morte
Personaggio:
Petunia Dursley

2/100

Ho avuto paura ancora una volta e sono fuggita senza voltarmi. Ho provato invidia ancora una volta e a quel funerale non ci sono andata, come non ero andata al matrimonio. Ho sentito un brivido ancora una volta e ho rinchiuso suo figlio nel sottoscala. Lei aveva tutto, io non avevo niente; tra le due era lei la figlia speciale, ma io? Cos’ero io? Chi si ricordava della piccola Petunia? Così dozzinale, così mediocre, così normale.
«Oh sì, Petunia, peccato, sua sorella è così bella e invece lei…»
Forse sarei stata meno meschina se fossi stata come lei, forse non l’avrei invidiata o forse saremmo state più vicine, io non lo so. Riesco solo a pensare che lei ha avuto tutto e io niente; la cosa che desideravo di più al mondo era essere lei, ma non potevo. Ho ignorato la sua morte come ho ignorato la sua vita, credo che in parte fossi felice, che pensassi che se lo era meritato: aveva un marito strano e degli amici bizzarri, i nostri poveri genitori non l’avrebbero mai approvata. Come avrei voluto che lo sapessero: Lily Evans aveva fallito.
La prova è che lei è morta, mentre io sono ancora viva.

[200 parole ; doubledrabble]














Note:
Questa è Petunia Dursley, personalmente non penso che sia una persona cattiva, né che odiasse davvero sua sorella, è solo una donna il cui sogno più grande è stato distrutto e questo l'ha resa morta dentro. Ho evidenziato un lato sicuramente negativo però vorrei solo che teneste presente che non è Petunia ad essere cattiva è solo che la vita l'ha resa meschina, la vita non le ha dato niente, nemmeno la possibilità di provare. Vorrei vedere chi sarebbe davvero felice con un marito ciccione e zotico, un figlio grasso e imbecille e una sorella strega che può usare la magia, mentre voi non siete altro una ragazzina uguale a diecimila altre. Petunia è un personaggio triste, mi sarebbe piaciuto vedere un po' più di umanità durante i libri, ma in fondo capisco che sia difficile ritrovare una fantasia e una voglia di vivere il mondo a colori - secondo me lei lo vede in bianco e nero - una volta che ti annientano quando sei solo una bambina. So che nei libri è descritta come una madre iperprotettiva, che vizia all'eccesso suo figlio e credo che lo faccia proprio perché non vuole che Dudley si senta come si è sentita lei tutta la vita. Invisibile.

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Capitolo 3
*** Teddy Lupin ***


Nuova pagina 1

Characters & Themes Challenge

Venite nel tramonto quando l’aria si fa scura, venite tra i fantasmi di un mondo di paura. Stateci a sentire e se il terrore è forte sappiate che avrà fine comunque con la morte. E che sulla collina ci farete compagnia, che la Consolatrice anche voi porterà via. Bisogna avere l’animo pieno di tristezza per sentir le voci portate dalla brezza.
Totentanz.

Tema: Morte
Personaggio:
Teddy Lupin

3/100

E’ il due maggio e come ogni anno loro sono lì. Di solito c’è molta più gente, ma questa volta hanno deciso di evitare la solita riunione annuale al cimitero, li incontreranno dopo, gli altri, alla Tana o magari a Diagon Alley, dopotutto è pur sempre festa nazionale. Il giorno della liberazione. Sua nonna dice sempre che non c’è niente da festeggiare, che non ha senso festeggiare uno sterminio, ma lui non ci ha mai creduto. Festeggia il giorno degli eroi, tutto qui, non il giorno della liberazione, né il giorno della fine della guerra. Per lui contano solo i morti, quelle persone cadute da eroi che non ha mai avuto la fortuna di conoscere. Gli ci sono voluti anni per capirlo, per accettarlo, però ci è arrivato anche lui adesso che ha qualcosa – qualcuno – da proteggere. E se il suo affetto per quelle persone vive solo nel suo cuore prima era grande ora lo è anche la sua riconoscenza. Teddy Lupin ha capito che a volte la morte è un dono, un dono – che mai viene accettato e difficilmente viene compreso – che garantisce a chi sopravvive una vita migliore.

«Teddy, sei sicuro che possa restare?» chiede la ragazzina tutta lentiggini; le tremano un po’ le mani e ha paura, non è mai stata in un cimitero prima, però non vuole andarsene, non vuole assolutamente lasciarlo solo con loro. E se non tornasse? «Sì, Lils, ne sono sicuro.» risponde piano il ragazzo attirandola a sé. I suoi capelli si sono afflosciati tutti e sono diventati di un color grigio topo che alla bambina non piace per niente. Ha solo nove anni e certe cose non riesce a farsele piacere anche se le dicono che dovrebbe, e poi proprio non ce la fa a vedere il suo Teddy così. Lui sempre felice con i suoi capelli colorati sparsi per aria. Vorrebbe andare via, ma non osa dire niente. Ha sempre pensato che i cimiteri fossero posti magici dove i morti e vivi hanno la possibilità di incontrarsi, per questo ha insistito per accompagnarlo, lui che per lei è come un terzo fratello, ma ora che si trova lì ha paura che l’incanto si spezzi. Teddy si china sulla tomba e con un elegante gesto di bacchetta crea una ghirlanda di fiori – rose rosse e rose bianche intrecciate insieme, a loro sarebbero piaciute, loro sarebbero stati fieri – che si deposita con delicatezza sul marmo bianco. «Grazie.»


[404 parole: diciamo flashfic]


Note:
Intanto vorrei dire che è in assoluto la prima volta che scrivo su personaggi della new generation, quindi sper che questa flash non sia OOC o eccessivamente banale, però mi piace l'idea di Teddy che va al cimitero con Lily, non si porta Vic, né ci va con un amico, ma ci va con Lils. I tema fondamentale di questo capitolo è capire che anche la morte a volte può essere un dono. Non una cosa voluta, ma un evento che va accettato, perché sia Remus che Ninfadora sono morti per garantire a Teddy un futuro, un futuro di qualsiasi tipo che altrimenti non avrebbe mai avuto. Detto ciò spero di non avere scritto una boiata allucinante, su questo argomento non riesco proprio ad essere autocritica perché non ho punti di riferimento.

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Capitolo 4
*** Aragog ***


Nuova pagina 1

Characters & Themes Challenge

Voci senza corpo nel buio, dentro di te, dove forse è sogno, ma sonno non è. E il vento passa ancora, ritorna e se ne va, e la luna è la stessa che passò tanti anni fa, che passò sopra la gioia e passò sopra il dolore che illumina chi vive e illumina chi muore. Saprai, sulla collina, quanto dura una strada, quanto lungo è il sole e larga la rugiada.
Totentanz.

Tema: Morte
Personaggio:
Aragog

4/100

Aragog era vecchio e stanco.
Sentiva le zampe intorpidirsi e diventare sempre più pensati ogni giorno che passava.
Non ci vedeva, ma sapeva che la sottile peluria sul suo corpo andava via via imbiancandosi, sapeva che si stava diradando e che ben presto sarebbe sparita del tutto.
Che pietoso spettacolo avrebbe offerto allora, niente più che un vecchio. Un vecchio ragno stanco del cui corpo i figli si sarebbero cibati senza alcun riguardo. Ben misera fine per uno come lui, per l’acromantula che aveva regnato sovrana su una delle foreste più dense di potere magico della Britannia intera. Lui che, unico tra gli innumerevoli esemplari della sua specie, era riuscito a stringere un rapporto profondo e duraturo con un essere umano, con un essere che non fosse un suo simile.

Strana è a volte la sorte, ma con lui era di certo stata benigna, anche nella morte. E se Aragog avesse potuto vedere quel buffo gigante dalla barba troppo lunga trascinare il suo corpo lontano dai suoi figli affamati, sventolando loro davanti un bastone infuocato, di certo lo avrebbe compreso.


[180 parole: quasi doubledrabble]


Note:
Abbiate pietà. Non ho mai scritto di ragni giganti e sono aracnofobica! Vorrei inoltre scusarmi perché le note autore del capitolo precedente sono incomprensibili. Ero evidentemente ubriaca. Le correggerò al più presto, voi fingete di non vedere :P
Ringrazio moltissimo chi ha commentato per i commenti lasciati.


Mi trovate su Formspring, se avete domande; e su Facebook. E sopratutto sul Collection of Starlght <3

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Capitolo 5
*** Augusta Paciock ***


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Characters & Themes Challenge

Quanto pesa il tempo, quanto è vasta la sera, quanto misura un’ora e sottile è una frontiera. E qui sulla collina quanto tempo manca ancora? A che punto è la notte? Quando verrà l’aurora? Domanda senza senso, risposta non avrai, ma tu continua a farla, è l’unica che hai.
Totentanz.

Tema: Morte
Personaggio:
Augusta Paciock

5/100

Augusta era una strega di una certa età, ma nonostante questo era stimata e rispettata da tutti per il suo coraggio e la sua determinazione. Dopo che suo figlia e sua nuora erano stati internati nel reparto psichiatrico del San Mungo si era rimboccata le maniche e aveva cresciuto il nipote da sola. Nessuno avrebbe creduto che potesse farcela, ma ogni volta che qualcuno, amico di famiglia o meno, si azzardava a farle notare che era troppo vecchia per certe cose, lei non esitava a rimetterlo al suo posto con una bella bastonata, dicendo:
- Solo perché sono vecchia non significa che sia rimbambita! Ricordati che ti ho visto quando ancora indossavi i pannolini, se li ho cambiati a te posso cambiarli anche a mio nipote. -
Quindi arrivava a casa raccontava a Neville dei vecchi tempi, cucinava per lui, gli preparava la merenda, i biscotti, le torte. Gli metteva una mano sulla spalla e gli diceva che non era importante se non riusciva in qualcosa o se a volte era goffo e impacciato, lei gli voleva bene lo stesso. Poi gli faceva vedere le fotografie dei suoi genitori, foto che danzavano, che salutavano, correvano e camminavano, foto che li facevano sembrare così vivi da rendere tutto quello che stava facendo molto meno gravoso. Augusta Paciock era una gran donna, faceva la madre per la seconda volta e si prendeva la responsabilità di un ragazzo che doveva crescere tutto da sola, un ragazzo che era tutta la sua vita e a cui voleva un bene immenso.
A volte però si chiudeva a chiave nella sua stanza e piangeva, piangeva per la fatica, per il dolore, per la consapevolezza di quanto quel bambino così solo al mondo e così impacciato avrebbe sofferto in futuro, piangeva vedendo le carte di caramella che ogni volta che tornavano dall'ospedale andava a nascondere nel cassetto dela sua stanza come se fossero un tesoro magnifico.
A volte Augusta Paciock desiderava che suo figlio e sua nuora fossero morti, in questo modo forse avrebbero sofferto tutti un po' meno.

[342 parole ; shortfic]














Note:
Augusta Paciock è la nonna di Neville, ho sempre immaginato che abbia sofferto molto per quello che è successo a suo figlio e alla nuora, non solo perché si trattava di suo figlio e quindi era normale star male, ma anche perché entrambi erano ancora vivi pur comportandosi come estranei. Forse alla fine sarebbe stato meglio se fossero morti, il dolore in qualche modo si riesce a placare, uno se ne fa una ragione, ma vederli in quel modo completamente privi di senno dopo essere stati sottoposti a tortura, beh, penso che per alcuni sia peggio della morte. Neville li vedeva e non poteva fare niente, i suoi genitori erano ancora vivi e lui non poteva stare con loro, per qualcuno che ama un bambino come fosse fosse figlio invece che un nipote, vederlo soffrire a quel modo deve essere straziante. Augusta non lo pensa per cattiveria, è solo che dopo un po' vorresti che il dolore sparisse e non rimanesse costantemente sbandierato sotto i tuoi occhi.

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