Girls From Mars

di GirlsFroMars
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


GIRLS FROM MARS

* * *
Today I sleep in the chair by the window,
It felt as if you'd returned.
I thought that you were standing over me,
When I woke there was no-one there.
I still love you, Girl From Mars.

[ Girl from Mars, Ash ]


* * *

 

"E’ pazzesco!", ansimò Noriko tenendosi l’addome con una mano.

"Oh no! E’ normale", esultò Aiko alzando le braccia in aria in segno di vittoria.

Le due ragazze avevano corso come forsennate tornando da scuola ed ora erano entrambe accasciate a terra sulla soglia dell’entrata, sfinite e ansimanti. Noriko guardò la sorella che l’aveva battuta per l’ennesima volta. Nonostante lei desse tutta se stessa in ogni sfida, non riusciva a superarla nella corsa: era davvero troppo veloce!

Noriko Yukimura e Aiko Summerville avevano la stessa età, frequentavano la stessa classe e vivevano nella stessa famiglia, ma non erano sorelle. Anche se loro si definivano tali, di fatto nessuna parentela le legava.

La prima aveva perduto la madre quando era ancora piccola e da allora aveva vissuto sola con il padre, finché questi non aveva incontrato la madre di Aiko. La donna, di origini statunitensi, era stata abbandonata incinta da un uomo senza scrupoli e aveva allevato la figlia dandole anche il proprio cognome. Con la bambina di appena undici anni si era trasferita in Giappone e lì aveva conosciuto Yukimura, il padre di Noriko. I genitori dell’una e dell’altra ragazza si erano poi innamorati e avevano deciso di trasferirsi a Kanagawa per incominciare insieme una nuova vita, intrecciando inevitabilmente le vite delle due figlie appena undicenni.

Sei anni erano trascorsi da quella decisione, anni che avevano legato le due ragazze in un'amicizia profonda e indissolubile, a dispetto dei loro caratteri opposti e contrastanti.

Aiko si alzò in piedi togliendosi le scarpe, che letteralmente volarono sopra alla sua testa e precipitarono da una parte e dall’altra dell’ingresso. Noriko fece lo stesso, ma ordinò le sue una accanto all’altra e poi, mossa da una sorta di compassione, radunò anche quelle della sorella. Infine si alzò e si diresse in camera.

Aiko l’aveva preceduta solo di pochi secondi, sufficienti però a fare della stanza un macello: la sua cartella e l’uniforme scolastica erano ammassate sul pavimento mentre la ragazza rovistava nell’armadio con tale foga, che diversi abiti erano caduti in terra e qualcuno era persino volato sui due letti occidentali che arredavano la stanza. Noriko si sedette sconcertata sul proprio. Attese con calma che la sorella si cambiasse indossando una tenuta più sportiva e casalinga, poi, incapace di trattenere ancora quella domanda, chiese ansiosa:"allora hai avuto qualche idea?"

Aiko si sedette a gambe incrociate sul letto di fronte e annuì soddisfatta:"la mamma ha detto che le servono ulteriori fondi per aprire il nuovo centro di accoglienza, così ho pensato che il modo migliore per aiutarla sia organizzare uno spettacolo e devolvere l’incasso in beneficenza al progetto!", disse tutto d’un fiato. Nell’esporre la sua idea Aiko aveva lasciato che il proprio tono di voce salisse incontrollato e le sue ultime parole vennero quasi urlate.

Noriko cercò di mantenere la calma di fronte a quella esuberanza, ben sapendo che l’entusiasmo della sorella era direttamente proporzionale all’assurdità dei suoi progetti: "a che genere di spettacolo pensavi? ", domandò.

Aiko attese qualche istante prima di rispondere poiché, a suo parere, la curiosità della sorella non era ancora giunta al massimo.

"Oh dai!!! Smettila di tenermi sulle spine e dimmi cosa hai pensato!!", sbottò Noriko quando non poté più sopportare il silenzio.

"Ad una partita di basket femminile!", esplose Aiko compiacendosi dell’espressione sbigottita sul volto della sorella.

Noriko prese qualche istante per valutare la proposta, poi scosse la testa. Le dispiaceva smontare quell’idea, ma di fatto quella volta Aiko aveva esagerato!

"Tu sei fuori di testa!", esordì scettica, "Come facciamo ad organizzare una cosa simile!? Non abbiamo un posto dove farlo , ma soprattutto … non abbiamo nessuna squadra!!"

"Ho già pensato a tutto", la interruppe Aiko, "non ti preoccupare!"

Noriko rabbrividì. E si preoccupò. Quelle parole erano quasi un intercalare abitudinario nelle frasi della sorella e ogni volta anticipavano guai!

"La partita si terrà nella palestra del liceo", continuò Aiko, e la sorella non poté fare a meno di notare i suoi incantevoli occhi azzurri che brillavano eccitati:"la nostra squadra sarà composta da…"

Noriko sbarrò gli occhi: "la… ‘nostra’ squadra?! ", chiese terrorizzata, "n-non vorrai farmi giocare?!"

La sorella la guardò ingenuamente: "mi sembra ovvio Nori, io punto tutto su di te. Sei il nostro asso nella manica!"

"Tu sei pazza! Tra poco ci saranno gli esami di fine trimestre, io devo studiare!!", protestò l’altra.

Aiko balzò in piedi e parlò con un tono che non ammetteva alcuna replica: "Noriko è per una giusta causa!! Lo facciamo per la mamma! Tu ‘devi’ giocare! Sarai in attacco e io sarò playmaker… e ovviamente il capitano! Noi due insieme saremo imbattibili!", gridò scoppiando in una sonora risata.

"Ti rammento che si gioca in cinque…", disse ironica Noriko smorzando l’ilarità della sorella.

"Lo so Nori-chan, ho già pensato anche alle altre!", la sorprese Aiko, "Come guardia avremo Momoko Hanakomachi! Ho già parlato con lei e…"

"M-momo!?", chiese Noriko allibita.

Momoko era una loro amica d’infanzia. Frequentava il liceo Shohoku ed era più giovane di un anno. Non c’erano dubbi che avesse accettato: la loro amicizia era salda e collaudata… ma quello non era sufficiente! Momoko sapeva giocare a basket, nel senso che ne conosceva le regole, ma di fatto era una specie di catastrofe naturale. La sua sola presenza era un pericolo per l’incolumità stessa dei giocatori. E poi era terribilmente aggressiva!

Quel progetto stava assumendo una piega che non le piaceva affatto, constatò Noriko.

Aiko riportò l’attenzione su di sé:"Momoko chiamerà anche la sua compagna di classe, la Akagi hai presente?"

"La sorella del capitano della squadra maschile?", chiese Noriko cercando di ricordare il viso della ragazza. Quando riuscì finalmente a ricordarla una grossa goccia di sudore le scese lungo la tempia:"M-ma Momoko odia la Akagi!! E poi… sa giocare?", balbettò preoccupata.

"Credo di sì, suo fratello le avrà ben insegnato no? E comunque non importa…", constatò Aiko, "così siamo in quattro, manca la quinta giocatrice, che però non ho ancora trovato…", ammise.

"Avevi detto che non c’erano problemi!! Come facciamo a mettere su una squadra senza una giocatrice!? E poi… dovremo anche allenarci qualche volta!! -__-! ", la rimproverò Noriko emettendo un lungo sospiro. Sua sorella era come un fiume in piena, sempre con idee nuove in testa, ma era dannatamente approssimativa in tutto quello che faceva!

"Non sarà un problema", cercò di tranquillizzarla Aiko, "vedrai che troveremo qualcuno!^__^ A proposito… ho già il permesso del preside!", disse allungando alla sorella un foglio appena estratto dalla cartella.

"Permesso ... per cosa?", chiese Noriko in uno stato di completa rassegnazione. Poi prese il foglio e lo lesse passandosi una mano sul volto, disperata.

Guai… prevedeva soltanto guai!

* * *

"Dai Sakuragi, passa!"

"Levati di mezzo Mitsui!"

"No! Merda!"

"Akagi è tua!"

"Rukawaaa!!"

Canestro.

Inevitabile, prevedibile. Facile.

"Hanamichi sei un deficiente! Cosa credevi di fare!? Ero libero e abbastanza vicino da poter tirare a canestro! Se ti dico di passare, devi passare!!"

"Mitsui ha ragione.", commentò il capitano avvicinandosi al numero 14 che si agitava feroce contro il rossino.

"Ma Gori!!", tentò di protestare la matricola, ma in effetti non aveva argomenti per sostenere la propria causa. Aveva agito impulsivamente ed egoisticamente nella speranza di poter segnare il canestro della vittoria. Invece si era fatto rubare la palla come un bambino da Ryota, che aveva saputo cogliere al volo l’occasione. Inutile dire che la vittoria di quella partita d’allenamento era stata letteralmente regalata al volpino.

Hanamichi era furioso con se stesso per essersi fatto gabbare in quel modo stupido, ma soprattutto per la pessima figura fatta davanti ad Haruko. La quale ora non aveva che occhi per Rukawa, ammirata e in estasi per il suo ultimo canestro. Tutt’altro che eclatante, pensò Hanamichi nervoso.

"Ragazzi che ne dite di una pausa?", chiese Kogure ai compagni di squadra, sudati e stanchi, che apprezzarono ampiamente la proposta.

"Tieni", disse Ayako allungando a Ryota un asciugamano pulito.

"Grazie Aya", rispose il playmaker arrossendo inevitabilmente.

Si asciugò il sudore sul viso e si passò l’asciugamano fra i capelli; poi guardò i compagni ancora intenti a discutere sulla partita appena terminata.

"Allenatore Anzai!!!! DOV’E’ L’ALLENATORE ANZAAAAIIIIII!?? DOVE AVETE NASCOSTO L’ALL….", una voce sconosciuta spezzò la tranquillità di quel momento di pausa.

Tutti i giocatori dello Shohoku si voltarono ammutoliti verso l’entrata della palestra.

"Noriko lasciami parlareee!!!", gridava una ragazza dai capelli corvini, tagliati poco più corti delle spalle, che avanzava a grandi passi sul parquet lucido agitando in aria un foglio. Un’altra, dai capelli ancora più neri, le era praticamente saltata addosso per tapparle la bocca. Mentre quest’ultima aveva lasciato le scarpe presso l’entrata e si chinava il capo in segno di scuse, l’altra le indossava ancora e si divincolava agitata dalle mani dell’amica. Dietro di loro una terza ragazzina, dai capelli biondi legati in due buffe treccine, le seguiva guardandosi intorno curiosa come se quella fosse stata la prima volta che entrava in palestra. Qualche risatina trattenuta si sollevò fra i componenti dello Shohoku non appena lei inciampò nei propri passi, barcollando un poco e rischiando di cadere.

Akagi si fece largo tra i propri compagni di squadra:"devi toglierti le scarpe quando entri in palestra." disse severo bloccando il passo alla portavoce del trio.

Lei sostenne lo sguardo truce del capitano e poi lo spiazzò tendendogli la mano:"Piacere, io sono Aiko Summerville, tu chi sei? Sei forse l’allenatore Anzai?", chiese e le piacque molto l’espressione imbarazzata che aveva assunto il volto del ragazzo, che forse non aveva capito l’ironia delle sue parole.

"No… non sono l’all.."

"Ha detto di toglierti le scarpe.", sottolineò Rukawa, interrompendo il capitano e squadrando dall’alto la ragazza.

Aiko alzò un sopracciglio assumendo una espressione compassionevole e si puntò entrambe le mani sui fianchi. Il gesto le raddrizzò le spalle e le sollevò un poco la maglietta dell’uniforme scolastica, abbastanza perché tutti potessero notare il piccolo anellino che le adornava l’ombelico. Poi portò gli occhi azzurri ad incrociare quelli del ragazzo e trasse un profondo respiro:"Non parlarmi con quel tono! Datti meno arie e chiamami Senpai! Mocciosetto!", esordì esibendo un sorriso arrogante tutto per il volpino.

Mocciosetto!?

Rukawa strinse i pugni in preda ad un istinto omicida, amplificato da qualche sghignazzata trattenuta a stento dai compagni.

La ragazzina con le trecce bionde si fece avanti e prese la parola, consapevole che continuando in quel modo Aiko non sarebbe giunta a nulla. "Noi cerchiamo Anzai, per dargli questo…" disse sfilando dalle mani di Aiko il foglio irrimediabilmente stropicciato.

"Oh, oh, oh!" una sonora risata costrinse i giocatori a voltarsi verso il loro allenatore, "sono io Anzai. Fatemi vedere" disse allegramente il professore tendendo una mano verso la biondina.

Quando l’insegnante ebbe esaminato il documento lo passò alla manager della squadra mantenendo il più assoluto silenzio. Una espressione accigliata si dipinse sul volto di Aiko, che cominciò a battere un piede in terra e a passarsi più volte una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro, in preda ad un crescente nervosismo.

"Hei nonnetto! Ti serve ancora molto per decidere cosa rispondere!?", sbottò quando non riuscì più a controllarsi.

"AIKO!!", gridò inorridita Noriko. La sua voce carica di rimprovero stupì buona parte dei presenti: la morettina era passata quasi inosservata e nessuno si aspettava che prendesse la parola.

Anzai parlò facendo cenno alle ragazze di calmarsi:"Non c’è nulla cui io debba rispondere. Se questo è il permesso del preside, io non posso fare altro che adeguarmi."

Noriko e la biondina si lasciarono sfuggire un profondo sospiro di sollievo a quelle parole, e sul volto di Aiko si dipinse un sorriso orgoglioso e soddisfatto: ancora una volta era riuscita ad ottenere quello che voleva!

La sua soddisfazione divenne ancora maggiore quando Rukawa si impossessò del foglio scoprendo ciò che vi era scritto.

"Che cosa!?", ringhiò furioso mentre gli alti compagni lo attorniavano sbirciando curiosi il documento.

"Rukawa calmati", lo ammonì Ayako, "se hanno il permesso del preside non possiamo fare altro che adeguarci alla richiesta…"

"Ma siamo impazziti!?", sbraitò Mitsui al suo fianco, "e dove ci alleneremo noi se lasciamo la palestra a queste tre!?"

"Lasceremo loro la palestra soltanto per la partita di beneficenza.", lo riprese Anzai, "durante gli altri giorni abbiamo tutti bisogno di allenarci, perciò la condivideremo."

Continua…

Salve lettorini!!! Sì, sì! ^^ Siamo proprio noi: Shizuka e Sihaya10!
Siamo qui sotto il nick di Girlsfromars perché abbiamo deciso di unire le nostre menti malate e forgiare per voi la nostra prima -ma non ultima- creazione!!! (…Che culo! NdRukawa-molto-sarcastico)
Se volete farci sapere cosa ne pensate, potete lasciare un commento,
oppure scriverci all’indirizzo: girlsfromars@hotmail.it

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


GIRLS FROM MARS


Capitolo 2


<< Cosa??? Ma signor Anzai è impazzito??? Come facciamo a condividere una palestra che per noi è già stretta? >> chiese sbigottito Mitsui.


<< Ehi nonnetto scherzi vero? >> sbraitò Hanamichi mettendo un braccio intorno al collo dell’allenatore


<< non scherza affatto!!! >> ribadì Aiko con gli occhi pieni di soddisfazione e di orgoglio per aver ottenuto per l’ennesima volta quello che voleva << noi abbiamo bisogno di allenarci, e questa è l’unica palestra attrezzata!! >>


<< oh oh oh >> concluse Anzai << ci divertiremo!! >>


<< penso che al nonnino sia dato di volta il cervello >> bisbigliò Sakuragi a Ryota. L’amico ancora stupito annuì meccanicamente. Dividere la palestra? con delle ragazze? Per una partita di beneficenza? Il tutto era veramente strano.


Per nulla rassegnato Rukawa si parò davanti ad Aiko in tutta la sua altezza << si può sapere chi diavolo dovrebbe allenarsi con noi? >> chiese gelandola con uno sguardo che avrebbe fatto rabbrividire una tigre famelica. Ma la ragazza sostenne il suo sguardo e glielo restituì con gli interessi.

<< Io, mia sorella Noriko Yukimura >> rispose indicando la ragazza mora al suo fianco << Momoko Hanakomachi >> la bionda ragazzina fece qualche passo avanti e si inciampò nei suoi calzini finendo con il naso per terra. Una risatina soffocata si levò da tutta la palestra. Momoko fulminò i presenti, rialzandosi.

<< Piacere sono Momoko Hanakomachi >> si presentò, facendo un piccolo inchino

<< e infine…>> continuò Aiko << Haruko Akagi >>


Per poco il capitano Takenori Akagi non svenne dalla sorpresa.

<< mia sorella?! >>


<< esattamente >> continuò la ragazza, << ed è stata molto felice di accettare >>


<< la mia Harukina??? >> l’espressione di Hanamichi si raddolcì ed andò subito a stringere le mani di Aiko << sarò ben felice di dividere la palestra con voi! >>



<< idiota >> bofonchiò Rukawa


<< cretino >> si aggiunse Mitsui


Aiko e Noriko si guardarono negli occhi, quel ragazzo non doveva essere molto a posto!


Akagi si rivolse alla sorella in piedi sulla soglia della palestra per chiederle conferma


<< Ma…ma è vero? >> chiese sperando in una risposta negativa. Haruko annuì un po’ imbarazzata.


<< Sì, bè sai fratellone il mio sogno è di giocare a basket… >>


<< Cominceremo ad allenarci da domani >> concluse Momoko allontanandosi, non senza prima essersi inciampata di nuovo nello scalino della palestra. Anche Noriko e Aiko la seguirono dopo che, la più pacata tra le due amiche, molto gentilmente aveva ringraziato il signor Anzai.


<< Forza ragazzi si torna ad allenarsi!! > Ayako da brava manager richiamò tutti al dovere. I ragazzi ancora sbigottiti, tornarono a giocare, non troppo convinti di quello che era successo.


* * *


<< Ma dico! Chi si crede di essere quello lì???! >> urlò Aiko, non appena lei e le sue due amiche si erano sedute in un bar per bere qualcosa.


<< Ma avete visto???! Sono una sua senpai!!!! >> tutta la rabbia della ragazza per il comportamento di Rukawa era esplosa, e probabilmente non si sarebbe arginata tanto facilmente.


Noriko prese la parola, nel tentativo di calmare la sorella. Quando era in quello stato (e ciò succedeva molto spesso) toccava sempre a lei farle ritrovare la calma.


<< Comunque è davvero un bel ragazzo, non trovi? >>


L’affermazione spiazzò la morettina che si calmò un attimo per rifletterci su .


<< Hai ragione, ma è davvero odioso >> concluse, rabbonita. La rabbia di Aiko se n’era andata così come era venuta. Noriko si complimentò con se stessa per la velocità con cui aveva calmato la sorella, stavolta le era bastato davvero poco!


<< Secondo me fareste davvero una bella coppia >> sghignazzò Momoko, poi non si trattenne e scoppiò a ridere convulsamente << ti immagini? Il ghiaccio e il fuoco insieme??? E poi magari invece di baciarsi si scambiano sguardi di ghiaccio!!!! >>

Noriko si immaginò la scena e non riuscì a trattenersi, scoppiando in una risata cristallina

<< starebbero da dio insieme…>>


<< ehi voi due! >> si spazientì l’interessata << non osate nemmeno pensarlo! Io con quello? Neanche morta!! >>


<< Certo, ma se lui si chiamasse Fujima…>> ammiccò Noriko, maliziosa.

<< Eh?? Ti piace Fujima? Eh Summy? >>


Aiko arrossì lievemente e tirò un calcio sotto il tavolo alla sorella, che lei prontamente evitò.


<< Ma non è vero!! E poi quante volte te l’ho detto di non chiamarmi Summy??! >>


<< sì certo, come no, Summy!! >>


In quel momento il telefonino di Momoko squillò. Lei velocemente aprì il suo marsupio e rispose.


<< Hallo!!! Ciao…cosa?! Ma dico hanno proprio voglia di morire!! Non ti preoccupare, arrivo subito! >> e con una faccia accigliata chiuse la telefonata, mentre due paia di occhi curiosi la fissavano.


<< Non si può proprio stare in pace! Pensate che quelle oche delle medie Takeishi hanno deciso di sfidarmi di nuovo…stavolta le faccio secche…>>


Noriko inconsciamente pensò “speriamo che non facciano secca te”, ma sapeva che in qualche modo Momo se la sarebbe cavata…


Così la ragazza bionda le salutò e uscì dal locale.


<< Certo che abbiamo amiche strane >> concluse un po’ sconsolata la ragazza.


Già. Momoko Hanakomachi, una ragazza piuttosto “particolare”. Benestante, abitava con il padre perché i suoi erano separati. Era goffa e violenta, e se queste due qualità potevano coesistere di certo lei ne era un esempio vivente!


<< Piuttosto, per quando hai organizzato la partita? >> chiese Noriko


Aiko si distolse dai suoi pensieri e la guardò, stupita.


<< Organizzata? Veramente io non ho ancora fatto niente! >> rispose con voce angelica << oltretutto ci manca il quinto componente e la squadra avversaria >>


Noriko per poco non cadde dalla sedia << ma dico, passi per la quinta giocatrice che sapevamo già che era un problema, ma non hai fissato una data per la partita e nemmeno sai contro chi giocheremo??! >>


La sorella scosse la testa per nulla preoccupata << non ti preoccupare, si risolverà tutto! >>


<< sì dici sempre così, ma alla fine le cose si complicano!!! >>


<< bè e invece come dici sempre tu??! Momentai…ragazza, momentai!! >>


Noriko sospirò, finiva sempre coinvolta da Aiko nelle situazioni più assurde…e alla fine doveva sempre toglierla dai guai, che la seguivano come se fosse una calamita…


<< e poi >> aggiunse << non mi sembra che i giocatori fossero molto contenti della nostra intrusione >>


Aiko alzò le spalle, come se fosse una cosa che non la riguardasse:<< vedrai li stenderemo con il nostro fascino! >>


L’amica scosse la testa sconsolata, quando c’era qualcosa da prendere sul serio, Aiko scherzava sempre. E poi fra un po’ ci sarebbero stati gli esami di fine trimestre…


Mio dio. Noriko si mise una mano tra i capelli. Guai. Prevedeva solo guai.


Continua…



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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


GIRLS FROM MARS

GIRLS FROM MARS

Di Shizuka & Sihaya10

Capitolo 3

 

«Buongiorno!»

 

Noriko entrò in palestra sorridente e pronta a salutare con un inchino Ayako e il signor Anzai, ma non vide nessuno sulla panca accanto al campo. Guardò l’orologio e si accorse di essere un po’ in anticipo. Momo era di certo in arrivo e probabilmente anche i ragazzi dello Shohoku. Sua sorella invece era stata trattenuta in presidenza dove l’aveva spedita il professore dell’ultima ora, spossato dalla sua irriverenza.

 

Così mentre Aiko si batteva a faccia a faccia con il preside, lei era andata in avanscoperta.

 

Entrò in palestra e, in un certo senso, fu contenta di non trovare nessuno. Tutta quella situazione creata dalla diabolica mente di Aiko, infatti, la metteva piuttosto in imbarazzo.

Sistemandosi sulle spalle la borsa da ginnastica, si diresse verso lo spogliatoio femminile per cambiarsi. Mise la mano sulla maniglia della porta e la spinse un poco, ma non si aprì. Provò di nuovo finché capì che la porta era chiusa a chiave (e lei non ne aveva nessuna per aprire). Quella situazione le mise una certa amarezza. Il fatto che lo spogliatoio femminile fosse chiuso diceva molto su quanto fosse sgradita la loro presenza. 

 

Si appoggiò al muro sconsolata in attesa dell’arrivo del signor Anzai o della manager per farsi aprire la porta.

 

«Che fai? Non ti alleni?», chiese una voce al suo fianco dal tono vagamente ironico.

 

Noriko si voltò sorpresa poiché aveva fissato per tutto il tempo l’entrata della palestra e nessuno era entrato. Quello significava che qualcuno era già in palestra.

 

«La porta dello spogliatoio è chiusa.», disse voltandosi verso il ragazzo che la sovrastava di una ventina di centimetri. Lui le fece un sorriso malizioso appoggiandosi con un gomito alla parete e mettendosi l’altra mano in tasca:«puoi usare il nostro…», le disse sempre più divertito nel vederla arrossire. Noriko abbassò lo sguardo furiosa sia per non essere riuscita a trattenere quella reazione, sia per l’arroganza del giocatore.

 

«Senti Mitsui.», disse facendo appello a tutta la propria fermezza,« non credo che potremmo andare avanti per molto in questo modo, lo so che la nostra presenza non è gradita qui, ma …»

 

«Esatto», esordì Rukawa arrivando alle spalle di Mitsui, e Noriko capì che entrambi i ragazzi erano usciti dallo spogliatoio, dove probabilmente erano già prima del suo arrivo.

 

«La vostra presenza è un ostacolo alla nostra preparazione», disse il volpino con estrema presunzione.

 

Noriko abbassò lo sguardo mortificata. Non voleva litigare, lei detestava chiunque attaccasse briga senza motivo. Ma i due ragazzi se la stavano prendendo con lei che, per quanto, non era nemmeno la reale responsabile di quell’intrusione nella loro vita.

 

«Si tratterà solo di poco tempo», cercò di mitigare, ma gli sguardi dei due non sembravano certo disposti a capire:«non avete per caso le chiavi dello spogliatoio», tentò Noriko di nuovo con tutta la sua gentilezza, «vi do la mia parola che non interferiremo in alcun modo con i vostri allenamenti», disse chinando la testa supplichevole.

 

Rukawa emise un sospiro scocciato e Mitsui rise maliziosamente. «Le chiavi non le abbiamo, se vuoi cambiarti devi farlo nel nostro spogliatoio», ribadì.

 

Noriko arrossì di nuovo, ma questa volta la grinta assopita dentro di lei cominciò a risvegliarsi:«non avete alcun diritto di trattarci in questo modo!», disse fra i denti guardando Mitsui dritto negli occhi, «Quando lo saprà il Signor Anzai voi…»

 

«Noi cosa?», incalzò Mitsui che, più che arrabbiato, sembrava divertito dalla ragazza; percepiva la rabbia che la sua indole, chiaramente pacifica, cercava di contenere.

 

«Guarda che non ti stiamo facendo niente, che c’è ti vergogni ad usare il nostro spogliatoio?», chiese sostenendo il suo sguardo.

 

«Che sta succedendoooo?», urlò all’improvviso Aiko entrando in palestra a grandi passi. Era euforica per la loro prima giornata di allenamento.

 

Noriko si voltò verso di lei con le guance paonazze. Il sorriso dell’amica si oscurò.

 

«Che sta succedendo?», scandì di nuovo, questa volta in tono cupo, poi appoggiò in terra la borsa e si mise le mani sui fianchi squadrando minacciosa i due ragazzi.

 

Noriko fu profondamente sollevata per l’arrivo di Aiko: lei, con quel suo carattere impetuoso, sapeva affrontare i problemi con una faccia tosta senza pari. Le spiegò che lo spogliatoio delle ragazze era chiuso e che, quei due, dicevano di usare quello dei ragazzi.

 

«Embè? Dov’è il problema?», esordì Aiko scuotendo la testa, poi afferrò la sorella per un braccio e, prendendo anche la sua borsa, la trascinò nello spogliatoio dei ragazzi.

 

Noriko cacciò un grido e si oppose con tutte le sue forze fermandosi sulla soglia della porta. Sia Mitsui che Rukawa si affiancarono a lei.

 

Aiko lanciò la borsa su una delle panche nello spogliatoio e fece per togliersi la maglietta, ma si accorse del pubblico che la fissava divertito e sconvolto (nel caso di Noriko) presso l’entrata.

Gli occhi della ragazza passarono da quelli di Rukawa a quelli di Mitsui e viceversa:«Non avrete intenzione di stare a guardare?», chiese fulminandoli.

 

«Questo è il nostro spogliatoio», disse Rukawa entrando diretto al proprio armadietto dal quale estrasse un asciugamano, poi in tutta tranquillità si diresse verso il rubinetto e si lavò le mani.

 

Aiko strinse i pugni con una rabbia crescente che stava per esplodere. Quel maledetto e insolente moccioso-volpe credeva di aver in mano la situazione! Pensava che rimanendo lì dentro lei non avrebbe potuto cambiarsi!!

Oh, non sapeva proprio con chi aveva a che fare! Pensò la ragazza.

 

Lei -Aiko Summerville- non era certo il tipo che si faceva mettere i piedi in testa da un ragazzino arrogante e presuntuoso il cui unico talento consisteva nel riuscire a centrare un canestro!

All’improvviso, con un gesto secco e rabbioso, afferrò la maglietta e se la tolse gettandola sulla panca sotto gli occhi attoniti dei presenti. Noriko si portò le mani alla bocca per non gridare e l’espressione del suo viso passò da sconvolta ad inorridita. La sorella, infatti, si stava cambiando completamente. Si era infilata una T-shirt bianca e i calzoncini sotto alla gonna dell’uniforme, mentre blaterava fra i denti una valanga di offese d’ogni genere, che nessuno riuscì a percepire chiaramente, ma che, come Noriko intuiva osservando i gesti nevrotici della sorella, era meglio non sentire.

 

Noriko alzò lo sguardo verso Mitsui che tratteneva allibito il respiro. Si lasciò sfuggire un risolino compiaciuto: sua sorella non conosceva le mezze misure, ma quella volta, oh, avrebbe voluto avere lei il coraggio di fare una cosa simile! Notò che anche Rukwa, pur continuando a mantenere la sua fredda compostezza, era arrossito in viso come un bambino. 

 

All’improvviso un frastuono indescrivibile echeggiò nella palestra costringendo tutti, tranne Aiko che si stava ancora cambiando, ad affacciarsi sul campo da basket. Il cesto dei palloni era completamente rovesciato e tutto il suo contenuto rotolava spargendosi sul campo, mentre fra quella valanga arancione, sporgeva una testa bionda spettinata e dolente.

 

«Momo!!», gridò Noriko, «ma… che hai fatto!?», chiese passandosi una mano sul volto disperata.

 

«Nulla», sorrise la biondina massaggiandosi il fondoschiena e ricomponendosi, «sono scivolata», spiegò.

 

Momoko Hanakomachi era entrata in palestra da pochi istanti, ma non aveva visto nessuna delle sue amiche, distratta com’era. Si era diretta allo spogliatoio femminile e trovandolo chiuso aveva pensato di attendere l’arrivo di qualcuno, così aveva deciso di fare qualche tiro a canestro, ma com’era logico prevedere, aveva agito con la sua solita delicatezza.

 

Noriko si chiese come poteva quella catastrofe vivente essere cintura nera di karate.

 

«Ti sei fatta male?», chiese Miyagi che entrava in palestra proprio in quel momento correndo ad aiutarla.

 

Momoko alzò lo sguardo verso il playmaker: la sua cortesia era inaspettata ma gradita. Decise di accettare il suo aiuto afferrando la mano che lui gli porgeva:«grazie!», disse sfoderando un ampio sorriso.

Ayako che era arrivata insieme a lui si limitò a fare finta di nulla e si diresse verso lo spogliatoio femminile. La porta era chiusa e così estrasse la sua copia di chiavi e lo aprì.

Trovò strano quell’evento. Si ricordava di averlo lasciato aperto il giorno prima pensando che le ragazze non avevano le chiavi per aprirlo.

 

* * *

 

SCIAFF!

 

Una violenta pallonata colpì in pieno la faccia di Hanamichi

 

«Ahio!! Ma sei scemo deficiente!?», cominciò a gridare il rossino con una guancia rovente afferrando Rukawa per il collo della divisa.

 

Subito Akagi corse a separarli come fosse una prassi normale.

 

«Il cretino sei tu! Dove cavolo avevi la testa!?», gridò al rosso che si fece piccolo piccolo davanti al capitano.

 

Hanamichi strinse i denti nervoso, non poteva certo rivelare al gorilla che si era incantato ad ammirare Haruko in calzoncini corti…

 

La ragazza adesso però stava ridacchiando vedendo come il fratello lo strigliava e di questo Hanamichi non fu affatto contento. Tutte e quattro le ragazze avevano fermato il loro gioco e avevano assistito alla sua figuraccia.

 

«Sapevo che quelle quattro avrebbero solo portato problemi», disse fra i denti Rukawa passandogli accanto e facendosi sentire appositamente solo da lui. Hanamichi si trattenne dal piombargli addosso come un pazzo infuriato con tutto il suo peso, solo perché Haruko continuava a guardarlo.

 

Le ragazze a bordo campo, colsero quel momento per fare una pausa.

 

Com’era da aspettarsi, il gruppo dei ragazzi aveva deciso di fare una partita di allenamento e quindi a loro non era rimasto che allenarsi in qualche passaggio e nei fondamentali a bordo campo, lasciando lo spazio agli altri per giocare.

 

Aiko era ancora furiosa per quello: non le andava certo di restare in disparte tutto il tempo! E Noriko, pur avendo previsto quella situazione, sapeva che Aiko non avrebbe accettato quella posizione anche il giorno successivo.

 

«Momoko», chiamò Haruko avvicinandosi alla compagna di classe, quella si voltò un po’ infastidita: tra lei e la Akagi non correva buon sangue.

 

«Momoko, vorrei darti un consiglio», esordì la ragazza con fare un po’ da maestrina, «quando palleggi dovresti…»

 

La rabbia cominciò ad inondare la mente di Momoko soltanto a sentire la voce dell’ochetta. Ma come si permetteva di insegnarle a giocare!?

 

«Sì si, va bene…», sbottò per farla tacere senza aver ascoltato una parola di quello che aveva detto.

 

Poi alzò lo sguardo sui ragazzi in campo che avevano ripreso a giocare.

La palla passo di mano in mano, e il playmaker la lanciò ad Hanamichi sotto canestro, più che determinato a riscattarsi.

 

«Che dite riprendiamo?», chiese la voce di Noriko in sottofondo a quell’azione.

Il rosso prese in quell’istante la palla e si elevò per diversi centimetri da terra infilandola nel canestro.

 

«Hei Momo…!!», disse qualcuno, ma la biondina non riuscì bene a realizzare che stava chiamando lei, era rimasta incantata a guardare quel passaggio.

 

«Momo…Momo…!!», ripeté la voce, poi una mano le passò più volte davanti agli occhi:«Prontoooo!!! Terra-chiama-Momo!!! Svegliaaaa!!!»

 

La biondina si scosse accorgendosi che era Aiko che la stava chiamando da un po’.

 

«Hai intenzione di riprendere gli allenamenti o no!? Che stavi guardando, eh!??», le chiese l’amica ironica.

 

Momoko si voltò verso di lei arrossendo vistosamente:«oh, niente… scusa… continuiamo pure.»

 

* * *

 

«Che ne dite della presenza delle ragazze?», chiese Ryota ai compagni di squadra una volta ritirati nello spogliatoio a fine allenamento.

 

«A cosa ti riferisci?», chiese Akagi.

 

«Beh, in generale», disse Ryota, «io trovo che la loro presenza non ci abbia dato fastidio più di tanto».

 

«Sono d’accordo con te!», esultò Hanamichi mentre nella sua fantasia prendeva forma un film dal contenuto improponibile in cui Haruko era straordinaria protagonista.

 

«Beh, se continuano ad usare il nostro spogliatoio, a me non dispiace…», disse Mitsui a bassa voce in modo che solo Rukawa potesse sentirlo.

 

Il volpino gli fece una smorfia di disapprovazione. «Sono solo un impiccio», disse con l’immagine di Aiko che si spogliava davanti a lui fissa nella mente, «non possiamo allenarci con loro» ribadì, ma le sue parole risuonarono meno convincenti di quanto avesse in mente.

 

Continua…

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