Meanwhile, in Hetalia...

di ladygiucchan
(/viewuser.php?uid=107635)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Antoronzolo e l'intreccio della torre. ***
Capitolo 2: *** Arthur Hood e Lady Francis, a l'ov stori ***
Capitolo 3: *** L'emoZZionante fiaBBa di Torisrentola. ***
Capitolo 4: *** Hansel e Gretel, dalla Germania con furore ***
Capitolo 5: *** Capitolo inutile e pieno di fanservice. ***



Capitolo 1
*** Antoronzolo e l'intreccio della torre. ***


Era una notte buia e tempestosa...
No, scherzavo, non era affatto una notte buia e tempestosa.

Proprio no.
Mi dispiace, se volevate la notte buia e tempestosa, perché si sa che è un incipit classico, coinvolge il lettore, crea l’atmosfera giusta...
Ma non è questo il caso.

Anzi, era proprio una bella giornata come tante: il sole splendeva, gli uccellini cantavano, e Romano in calzamaglia scendeva da cavallo imprecando in aramaico antico (perché gli insulti in dialetto stretto li aveva già esauriti)....

Ehm, ok, forse non era proprio aramaico antico.
Si sa, il nostro Romano non è certo una cima in quanto a cultura..fatto sta che biascicava parole inventate di sana pianta che, se avessero avuto un senso, non sarebbero state affatto carine e gentili.
Ma cosa ci fa Romano in calzamaglia? E il cavallo, da dov’è spuntato fuori? E dove ha imparato a cavalcare così bene? vi starete chiedendo.
…Sorvolando l’ultima delle domande, vi dico che questi, miei dolci fanciulli, sono quesiti destinati a rimanere senza risposta.

Fatto sta che adesso il nostro eroe ha una missione ben precisa.

Perché di fronte a lui, nella stanza più remota della torre più alta, era rinchiusa una bellissima principessa...

(Qui sarebbe opportuno far partire un brano orchestrale d’effetto. Musica, maestro!)

Mille pretendenti avevano provato a liberarla dalla sua crudele prigionia, nonostante nessuno fosse mai riuscito in questa coraggiosa impresa. Di regno in regno si raccontava della sua voce soave come quella di un usignolo, del suo sorriso capace di far innamorare anche i sassi, dei suoi fianchi morbidi, della sua pelle candida e delicata come i petali della più bella delle rose...

Beh, a questo punto mi viene il dubbio che avessero sbagliato persona.
Capirete anche voi il motivo della mia perplessità, lo capirete molto presto.
Perché la nostra dolce principessa adesso ha sentito l’arrivo del suo amore e farà la sua prima apparizione.

Si precipitò alla finestra con gli occhi che scintillavano e il cuore che batteva forte dall’emozione, si affacciò e, alla vista del suo bel principe...

- Rrrrromanoooh
~

Urlò felice la ”principessa”, agitando in aria le mani, con un sorriso a 360 gra ehm, denti. 

- Ma che cazz...E’ peggio di quanto pensassi. Com’era la battuta? Ah, si... Antoronzolo, sciogli i tuoi capelli!

Antonio scoppiò a ridere.

- Romanito, ma come faccio? Sono corti!- gli rispose ilare, scompigliandosi con le mani i riccioli castani.

Ci tengo a dirvi che in quel momento, da qualche parte nel mondo e più precisamente nel Sud Italia, un italiano prese fuoco spontaneamente.

Romano prese un bel respiro, strinse i pugni, contò fino a dieci, contò i giorni dell’anno, contò le pecore, ma gli servì a ben poco.

- Stammi bene a sentire, coglione. Se sono venuto fin qui in groppa a questa bestia incapace, con questa calzamaglia da finocchio, mentre potevo starmene tranquillo a guardare la televisione..

E’ perché la sadica sottoscritta ti ha costretto, dato che al momento sei un fantoccio nelle mie mani.
Ma non infieriamo. Lasciamogli credere ciò che vuole, poverino.

…non è certo per vederti conciato come l’idiota che sei, ma per portarti via da questo schifo di posto. Quindi tu adesso alzi il culo, scendi le scale e ce ne torniamo a casa!

- L’avrei fatto molto tempo fa...Se esistesse la chiave della porta.

BOOM.

Sappiamo tutti che corrisponde all’esplosione di una parte ben precisa del corpo di Romano. Vero?  

- Allora buttati!

- Non posso, mi sfracellerei al suolo!

- Sarebbe il momento che aspetto da anni.

- Andiamo, Romano, non vorrai arrenderti proprio ora? Prova a forzare la serratura!

- Ok, ok! Ho capito che non ho altre speranze di sopravvivere.

- Spicciati, mi amor, ¡Tu princesa te espera!

- Dannazione, dammi un minuto! Vengo, cazzo, sto venendo!

- ...Questa l’ho già sentita.

Sono una persona fine ed educata, vi risparmierò la spiegazione della battutina e la caterva di insulti che ne seguì.
Fatto sta che, sfondata la porta con violenza bruta e tratta in salvo la principessa, i nostri eroi se ne tornarono a casa, a fare ciò che fanno tutti i giorni.
Tentare di conquistare il mondo?
Eh no, qualcosa di ben più divertente...
...Raccogliere pomodori, si, proprio quello.
Ma anche la raccolta dei pomodori, in compagnia di uno come Antonio, può avere risvolti interessanti...

- Ciambelle, ciambelle! Chi vuole comprare le mie ciambelle?

- E tu che minchia c’entri? Non è mica la tua storia, pussa via e tornatene dal tuo mangiapatate!

- Ma come? Cattivo, sei cattivo! Mi tratti sempre male, ma non sono mica Canada!

- ...Chi?

E Feliciano se ne andò, offeso e sconcertato, a piagnucolare da Germania.

Proprio non capisce che non è sempre il momento opportuno per vendere ciambelle.



 
 

- Ca-canada da yo...




Adesso, piccole note dell'autrice. Se siete arrivati fin qui vivi e vegeti (me lo auguro) sappiate che questo non è che il primo capitolo e che ne seguiranno altri, se possibile, ancora più stupidi. Chiedo venia se ho compromesso per sempre la vostra salute mentale. Adios. <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Arthur Hood e Lady Francis, a l'ov stori ***


Tanto tempo fa, nella bellissima e verdeggiante foresta di Sherwood, viveva, come tutti sappiamo, un leggendario eroe.

No, fermi tutti. Non quell’eroe a cui state pensando, quello lì sovrappeso, con gli occhiali, quello che non si lava, che si crede il migliore di tutti e invece è un cretino.
No. Non quello.

Stiamo parlando, ovviamente, del celebre Arthur Hood,

(Inserire musichetta scenica figherrima, prego.)

 colui che rubava ai ricchi per dare ai poveri, il mitico paladino della giustizia!

Forse ve lo ricordavate con un altro nome, ma non importa.

In questo capitolo narreremo le appassionanti avventure di Arthur Hood e della sua amata, la bella Lady...

- J'veux ton amour et je veux ton revenge, j'veux ton amour, I don’t wanna be friends! 

…Gaga?!?

Ok gente, mantenete la calma. Calma e sangue freddo. C’è una spiegazione logica anche a questo.
Deve esserci.

Fu allora che Francis arrivò, correndo e cantando nell’inglese più osceno che si sia mai sentito.
- Arthùr! La tua Lady è qui!- esclamò.
- What the fuck!? Frog! Ma non era Lady Marian?! – rispose Arthur, voltando lateralmente la testa inorridito, mentre sentiva progressivamente montare in lui un’impellente voglia di uccidersi.
- Mais Arthùr, non importa! Quando l’amour ci chiama, non possiamo fare caso a certi dettagli! – affermò lui con enfasi,  gettandosi a peso morto tra le braccia del suo amore.
Arthur lo lasciò cadere e si decise a osservarlo meglio: per poco non morì di attacco cardiaco.


Per non uscire fuori tema e rendere poco scorrevole il corso della narrazione, la interromperò per un attimo e provvederò a spiegarvi qui il motivo del mancamento del nostro inglesino.
Beh, come avreste reagito voi nel vedere Francis corrervi incontro con indosso un pantalone leopardato ai limiti della decenza, una giacchetta di pelle viola di dubbio gusto, delle scarpe...discutibili, dal tacco altissimo e traballante, e unoschifosostupendo (altrimenti si offenderà e invaderà le nostre regioni vitali.) fiocco a pois in testa? E vogliamo parlare degli enormi occhiali da sole con le lenti a forma di cuoricino?
...Ok, era una domanda retorica. Non rispondete. NON fatelo.
Ma che diamine gli era saltato in testa?
Ah, l’amour...

Fatto sta che fu Arthur a lasciarsi cadere tra le sue braccia, a causa di un improvviso mancamento.
- Oh, Arthùr! Sapevo che non saresti riuscito a resistermi! Sono bellissimo, n’est pas?
...Arthùr?
Gli rispose soltanto un inquietante silenzio.


Molte ore dopo...


Il nostro eroe si risvegliò semicosciente, leggermente disorientato e leggermente...leggermente, come dire, nudo. Al suo fianco trovò un sorridente e soddisfattissimo Francis ex-Lady Gaga, svestitosi finalmente di quegli obbrobristrani vestiti (a dire la verità, svestitosi e basta), intento ad abbracciarlo e strofinare appassionatamente la guancia contro il suo collo.
- Ti sei svegliato, mon amour...
Arthur ci mise un po’ di tempo a realizzare ciò che era successo.

Molti insulti dopo...


I nostri protagonisti sono di nuovo sulla scena del crimine sul set, e si stanno scambiando tante amorevoli paroline, come sempre.

- E’ tutta colpa tua! Nessuno ti aveva chiesto di intervenire, questa era la mia storia!
- Arthùr, tu e le tue manie di protagonismo! Andiamo, non ho forse dato una svolta più interessante alla storia?
- Ma per favore!
- Però ti è piaciuto...
- N-non...Damn, non ero neanche consenziente!
- Dici così ogni volta...
- ..E poi vestito in quel modo eri ridicolo.
- Senti chi parla, sembri un puffo, però verde!
- Fuck you!
- Sei il solito teppistello, volgare e insolente!
- E tu sei sempre la solita stupida rana che parla sempre a vanvera!
- Però mi ami.
- ...Forse.
- Sei adorabile quando neghi!
- Oh, you...!
- Mmh...


Devo proprio dirvelo? Devo?
Ok.
Arthur se l’è tirato addosso e gli ha infilato la lingua giù per la gola.
C’era da aspettarselo, no?
Insomma.

Molti atti osceni dopo...


Mentre Arthur Hood e Lady Gaga Marian Oscar ...vabbè, erano impegnati a limonare appassionatamente, nel bosco si nascondeva a loro insaputa una minaccia...Una minaccia terribile...!
-  Oh, Arthùr, come siamo passionali oggi...- miagolò Lady GaMarOscBASTA.
- Anche gli eroi abbassano la guardia, ogni tanto..- gli rispose lui, malizioso.
Prima che LadyFRANCIS potesse ribattere qualsiasi cosa, la famosa minaccia di cui parlavamo prima cominciò a solcare i cieli piroettando.


E’ un uccello?
E’ un aereo?
E’ Superman?
...No, ma è convinto di esserlo.
E’ Alfred, piccini cari, è soltanto Alfred.

- AHAHAHAHAH! Qualcuno ha parlato di eroi?
Alfred atterrò di fronte ai due protagonisti attoniti, agitando teatralmente il mantello da supereroe.
- Eccomi qui! Super-Alfred, al vostro servizio!- e fece un sorriso enorme.
- Alfrèd, vai a fare il super-cretino da un’altra parte!
Il nostro amato supereroe ignorò le proteste del francese, fatto sta che si caricò Arthur Hood in spalla e volò via.
Francis imprecò, cominciando a pensare ad un piano per distruggere l’America e tutti i suoi abitanti.


Sapete una cosa?
Tutto questo non ha senso.
E sapete un’altra cosa?
Tutto questo, con la storia di Robin Hood, c’entra quanto i cavoli a merenda, o, se preferite, l’intelligenza con Alfred, la castità con Francis, la serietà con Feliciano. Cioè nulla.
A proposito di Feliciano, quasi dimenticavo...

- CIAAAAMBELLEEE! CIAMBELLEEE!
Ma Francis non aveva proprio voglia di ciambelle. Afferrò il piccolo venditore ambulante per un braccio e lo trascinò via. Sarebbe stato un alleato prezioso.
...Oppure no.

THE END.


Cosa ne fu di Feliciano, Dio solo lo sa.
O forse neanche lui.



Notine mongole dell'autrice, again. Beh, eccovi il secondo capitolo. Come avete potuto constatare, è più stupido ancora del primo...Mi sa che devo cambiare pusher. Chiedo scusa alle UsUkkiste (ESTINGUETEVI*coff* No dai, sto scherzando.), ma la FrUk è la mia religione e non ho potuto fare a meno di scrivere una cosa del genere. E' già tanto che non abbia fatto finire Alfred in rotta di collisione con un aereo. Dopo queste dolci paroline d'amore, mi ritiro a vita privata(?). Continuate a seguirmi! (se vi va,ovviamente .__.) Ciao ciao <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'emoZZionante fiaBBa di Torisrentola. ***


C’era una volta, in un regno lontano, una bellissima fanciulla..
Questa fanciulla, però, non era molto fortunata...Innanzitutto viveva con una matrigna molto cattiva e due sorellastre, che la trattavano male e la costringevano a fare tutti i lavori di casa, poi era molto timida e riservata e non aveva cuore di opporsi alle loro angherie.

Ma il problema più grave, piccini belli, non è questo. Il problema principale della nostra dolce fanciulla sta in mezzo alle sue gambe: difatti, la dolce fanciulla in questione era un ragazzo.
Vi starete chiedendo perché tutte le dolci fanciulle di questa storia si rivelano infine dei virili affascinanti maschioni maschietti.
Bene, se è così, non chiedetevelo. Fateci l’abitudine, c’est la vie.

Insomma, era un giorno come tanti quando la nostra amorevole fanciulla stava, come di consueto, amorevolmente dedicandosi ai lavori di casa, con indosso il suo amorevole grembiulino di pizzo da cameriera amorevolmente donatole dalla sua amorevole matrigna.
- Toris! Torisrentola! – strillò all’improvviso una vocetta lagnosa.
Era Ucraina, la minore delle sorellastre. Non andava particolarmente a genio a Toris –o meglio, Torisrentola- ma a dire la verità non andava particolarmente a genio a nessuno. Forse perché lei e la parola “genio” non erano certo migliori amiche.
Era piagnucolona, non propriamente intelligente e soprattutto aveva grandi, enormi, spropositate te...ndenze a rompere continuamente le scatole a chiunque.
- Torisrentola!-
- Cosa c’è?- rispose lei lui, posando la scopa ed asciugandosi la fronte con aria stanca.
- Non trovo il mio nastro per capelli azzurro! Che fine ha fatto?-
- Ma io non ne so nulla, del tuo nastro per capelli!-

Ovviamente, del nastro per capelli di Ucraina, al caro Toris importava meno di niente...
Avrebbe fatto meglio ad interessarsene, dato che di lì a breve un’inquietante presenza alle sue spalle lo costrinse a cambiare idea. Sappiamo tutti di chi si tratta, vero?

- Toris! Sei proprio sicuro di non sapere dove si trovi il nastro per capelli di Ucraina?- disse Ivan tranquillo, sorridendogli amorevolmente, ma così amorevolmente che Toris per pochissimo non se la fece addosso.
- Oh, Russia-san...! No-non p-pre-preoccuparti, lo tro-tro-troverò s-subito, anzi m-mi me-metto i-immedia-tamente a ce-cercarlo! – si affrettò a rispondere, sbiancando dalla paura.

Altra piccola precisazione.
Non si sa perché Ivan rappresenti la matrigna cattiva...
Ma voi non volete veramente saperlo. Vero?
Ivan potrebbe essere dietro di voi, in questo momento.
Non voltatevi.

- Brava, Giovanna, brava. (?) – convenne benevola la matrigna (!?), facendo pat-pat sulla testolina del fanciullo terrorizzato. – in ogni caso, ho una notizia per voi...- dichiarò, srotolando una pergamena logicamente spuntata dal nulla e leggendone il contenuto, mentre anche l’altra sorellastra, Natalia, (simpatica quanto le unghiate sulla lavagna e amabile quanto un palo di scopa nel deretano)  accorreva ad ascoltare.

..contenuto che non trascriverò per ragioni di spazio.
Ma sapete com’è, non era nulla di importante. Il classico annuncio del ballo indetto dal principe, al quale tutte le ragazze in età da marito eccetera eccetera eccetera...

-Siete liberissime di partecipare – disse Ivan alle sue pargole (?) – ma se qualcuno dovesse darvi fastidio, o se il principe non dovesse scegliere una di voi due come moglie, vi basterà chiamare me...Sono sicuro che cambierà idea immediatamente! - sfoderò da dietro la schiena, insieme al suo sorriso più rassicurante, una carinissima ascia insanguinata.
Il rubinetto arrugginito era ancora conficcato nella schiena della sua ultima vittima.
- Moglie? Io sposerò solo te, fratellone...- sibilò la dolce e cara Natalia, che, al posto di domandarsi perché suo fratello stesse interpretando la sua matrigna, pensava soltanto al momento in cui l’avrebbe finalmente scopsposato. Strisciando alle sue spalle, lo afferrò e lo trascinò via, trascinandosi dietro anche la sua litania di “Sposiamoci, sposiamoci, sposiamoci, sposiamoci……”
Ignorando le urla terrorizzate di Ivan, il nostro protagonista non stava più nella pelle.
- Allora, posso partecipare anche io al ballo?-
- No, Torisrentola, tu no! Resterai a casa a pulire!- puntualizzò l’ucraina con una risatina frivola, saltellando via accompagnata dal boing boing dei suoi..doni della natura.
Cali il sipario su Torisrentola e sulle sue lacrime. *musichetta commovente*

Povero piccino, non avete tanta voglia di coccolarlo?
Non preoccupatevi, ci pensava già Russia-san a fargli tante coccole.
Ma non ditelo troppo in giro, non vorrei che lui venisse a sape-oh cazzo...
Ve l’ho mai detto che Russia-san è veramente ovunque?

Era la sera del gran ballo. Le sorellastre,tutte in ghingheri, erano andate al gran ballo a fare sfoggio della loro bellezza per litigarsi il principe a colpi di sculettate, unghiate, morsi e sprangate in testa. Come tutte le ragazze della loro età, in fondo.
 E Toris, anzi, Torisrentola, era accoccolato davanti al focolare, tutto triste e tutto solo..Non aveva neanche i suoi amici topini a fargli compagnia, difatti Ivan e Natalia li avevano sterminati tutti.
Uno scintillio di polvere rosa turbinò improvvisamente nell’aria, e da questo piccolo miracolo apparve...
- Cioè, tipo, tesoruccio ma perché stai piangendo?-

Indovinate chi. Vi sfido proprio ad indovinare.

- Se-sei la mia coscienza?- balbettò Torisrentola, con gli occhi lucidi.
- Ma tipo ti sei bevuto il cervello? Ti sembro forse la tua coscienza?-
- Allora sei...La fata madrina!-
- Ci sei arrivato finalmente! E sai già cosa fa la fata madrina in questi casi, no? Quindi tipo smettila di piagnucolare e fatti un po’ guardare...No, cioè proprio non ci siamo! E tu vorresti presentarti al ballo in queste condizioni? Cioè tipo faresti veramente ridere i pony!-
- M-ma non erano i polli?-
- Shhh, tipo adesso ci penso io!-
Dopo aver agghindato Torisrentola di tutto punto, con un delizioso completino – stranamente non rosa e non femminile, sebbene azzurro – tutto pizzi e merletti, la fata madrina Polonia sparì in un vortice di Chanel n°5.

Sentendosi bello e felice come non mai, il piccolo Toris si recò alla festa..
Fece il suo ingresso nella sala da ballo con gli occhi di tutti puntati addosso, persino le sue sorellastre stentavano a riconoscerlo, ma del principe neanche l’ombra..
Quando ormai si era rassegnato, ecco improvvisamente arrivare...
Polonia, di nuovo.
Con indosso un vestito tutto rosa e luccicante con la gonna a palloncino e le maniche a sbuffo, i capelli acconciati in tanti boccoli e un’espressione raggiante.
- Eccoti, finalmente! Cioè, ci hai messo un sacco ad arrivare!-
- M-ma..Ma tu non eri la fata madrina?!-
- Tipo, io sarò qualunque cosa tu voglia! –
(Lo dicevo io, che la Fata madrina architettava qualcosa.) Feliks sorrise senza dargli il tempo di farsi troppe domande, lo prese per mano e lo trascinò al centro della pista.
- Lubisz tańczyć?*-
Torisrentola arrossì.
- Tikrai, kaip no-noriu...!**-
Ballando insieme a lei lui, il nostro protagonista si scordò ben presto del principe..
- Sai...- disse Toris imbarazzato, pestando i piedi di Feliks mentre ballavano- Sei così...-
- Così..?-
- Non saprei..-
- Tipo, rosa?- lo incalzò lui, sbattendo le ciglia.
- …S-si, più o meno..-
Le labbra rosa di Feliks si posarono sulle sue, tutto era così perfetto: loro due danzavano abbracciati, Natalia, dopo aver ucciso il principe e occultato il cadavere, stuprava Ivan da qualche parte nel mondo, Feliciano vendeva ciambelle a chiunque incontrasse e un dugongo tirava bombe a mano sulla folla.

E tutti vissero felici e contenti.
No aspettate.

 
Per completare la favola in questione manca qualcosa, giusto?
Beh, c’è da dire che, come da copione, Torisrentola perse qualcosa sulle scale, quella notte......
No, non la scarpetta. Vi lascio indovinare cosa.
Potevano almeno aspettare di avere un letto a disposizione...
Beh, non sono affari nostri.
Ora non ho dimenticato nulla, no?
Dicevo.

E tutti vissero felici e contenti, anche stavolta.

FINE.


Angolino dell'autrice (che anche stavolta ha fumato troppe canne)..°w° Anche questo capitolo è altamente demente. Mi sa che mi sto facendo prendere la mano un po' troppo. DD: Fermatemi, che qualcuno mi fermi! ç___ç Ah, prima che qualcuno se la prenda, mi scuso se state pensando che io ridicolizzi i personaggi: lo so benissimo che Polonia non è mica un finocchio sbrilluccicoso e che sia Ivan che Natalia non sono solamente pazzi assassini con disturbi della personalità ma personaggi molto profondi, ma questa è una fanfiction /comica/, gente. Tenetelo presente prima di linciarmi, avete tanti altri motivi per farlo x'

* Ti va di ballare?

** Certo, co-come vuoi...

Se siete sopravvissuti a questo scempio...alla prossima~! :D

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Hansel e Gretel, dalla Germania con furore ***


Tanto tempo fa, in un paesino lontano (molto lontano da qui, fortunatamente), vivevano due fratellini.

Il maschietto si chiamava Hansel, detto Gilbert: spocchioso, fastidioso, il suo ego era pari a quello di Berlusconi sommato a quello di Light Yagami e soprattutto aveva un grande, enorme, spropositato (cit.) pe.......so sullo stomaco, dato che era costretto a sopportare giorno e notte la sua sorellina.

La suddetta sorellina era una bellissima bimba con gli occhi azzurri, lunghe trecce bionde sotto le ascelle, e preoccupanti tendenze nazifasciste. Ah si, il suo nome era Gretel, ma tutti la chiamavano Ludwig.


Ci speravate, che per una santissima volta in questo schifo di storia ci fosse una fanciulla degna del suo nome, eh? E invece NO! Beccatevi questo.


Un brutto giorno, i due fratellini vennero abbandonati dai genitori in un bosco per motivi che è meglio non conoscere, e i piccoli pseudo-Hansel e Gretel si ritrovarono soli e disperati, senza un posto dove andare.

Che storia tragica, nee? Beh la verità è un’altra.
Hansel e Gretel dovevano essere interpretati da Svizzera e Liechtenstein, ma Prussia pretendeva il suo momento di protagonismo e quindi, dopo averli fatti ubriacare e aver abusato di loro, li ha rinchiusi nello stanzino dei ricordi di America. Nessuno sa cosa ne fu di loro. E quindi al posto di un Hansel armato fino ai denti e una Gretel femminile e delicata e perennemente in lacrime avremo un Hansel iperdotato che si crede il Dio di un nuovo mondo e una Gretel nazista e stitica con la voce di chi ha assunto troppi steroidi.

Peccato.

…Ma questo in teoria voi non dovreste saperlo.

Quindi fate finta di nulla e torniamo alla storia.


Calò la notte, e i nostri protagonisti erano, come ho già detto prima, soli, disperati, (e adesso, specialmente Gretel, particolarmente incazzati) e senza un posto dove andare.

Mentre Gilbert continuava a saltellare in giro minacciando alberi, ramoscelli e balle di fieno e ripetendo che l’innata perfezione e superiorità del suo essere li avrebbe messi in salvo, Ludwig, oltre a dubitarne fortemente, si stringeva nel vestitino con la gonnellina di pizzo rosa
mormorando dolci parole di rassegnazione che suonavano più o meno come: “MA IO APRIREN CULEN UND SPAKKAREN TESTEN JA?!?!1!111!”

Ad un certo punto, un lampo di genio colpì Gilbert facendolo stramazzare al suolo.

<< Ci sono! A questo punto della storia, di solito, i due protagonisti si incamminano nel bosco e trovano una casetta con una strega che li inganna attirandoli dentro offrendogli quintali di cibo! Quindi non ci resta che trovare questa casa! Sono un genio!>>

Gretel Ludwig...


Sentite, chiamiamolo Ludwig e facciamola finita.


…Ludwig scosse la testa amareggiato e incazzato deluso, ma il suo dolce fratellino lo prese per mano e lo trascinò con sé.


Tanto per attenerci ulteriormente alla storia originale, non c’erano neanche le briciole di pane sparse per terra, perché Feliciano era passato prima di loro e le aveva mangiate. Quindi ci misero ottantotto quarti d’ora per arrivare alla casa della strega. Contate voi a quanto tempo equivale. Se ci riuscite, vi regalo un biscotto.
 

Dopo tanto ma tanto ma tanto ma tanto tempo, i nostri Hansel e Gretel giunsero davanti alla casa della strega..Una casa fatta di zucchero, cannella, e ogni cosa bella. Dopo aver allegramente rosicchiato finestre, muri, davanzali e quant’altro, bussarono alla porta. Si aspettavano di vedere una vecchia raggrinzita e inquietante...

Per loro fortuna, videro tutt’altro.

La porta –mezza mangiucchiata- fu aperta da un metro e settanta circa di tipica bellezza ungherese, che li accolse con una violentissima padellata a testa.


Vi lascio immaginare la reazione di Gilbert.
Uhm, avete presente Pinocchio...quello a cui si allungava il naso?


Ecco, più o meno.



Furono giorni difficili per i due fratellini, scanditi dalla fame, dalla paura e dalla solitudine...


No, non è vero.


In realtà la storia finisce qui, perché tanto sappiamo tutti com’è andata.

In caso contrario, eccovi un breve riassunto.

Hansel e la strega padellara si diedero al compimento di atti impuri finché ne ebbero le forze.

E Gretel... Si imbatté nel terribile, famigerato (?) Feliciano il ciambellaro, che pretendeva di barattare le sue ciambelle con una delle sue salsicce.

E poi beh...Le salsicce...Le ciambelle hanno i buchi...Ecco...Come dire...

E’…è una metafora, non ci arrivate da soli?

In poche parole, nacquero tanti piccoli Ita-chan.

O forse no.

Spero di no.


Eccovi, come sempre, il modesto angolino di quest'idiota dell'autrice. Lo so, ci ho messo un sacco ad aggiornare...Chiedo venia, ci sono stati problemi tecnici(?). E dopo quest'attesa magari vi aspettavate un capolavoro...invece no, questo capitolo fa schifo. Pazienza. Alla prossima 8D ..se ci sarete ancora. Passate tutti al lato yaoi della forza! Adieu.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo inutile e pieno di fanservice. ***


C’erano una volta uno spagnolo, un francese e un prussiano...

No, non è una barzelletta di quelle lì orrende che si raccontavano alle scuole elementari. In teoria, è l’inizio della nostra storia. Ma come inizio fa schifo, quindi vediamo di metterla su un altro piano.
Beh, cosa volete, io sono l’Alessandro Manzoni dei nostri giorni: ho ritrovato queste storie su un antico manoscritto, e le sto riportando fedelmente, complete di orrori grammaticali, strafalcioni e cancellature, per arricchire tutti voi di questi tesori della letteratura e della narrativa mondiale! *qualcuno tra la folla chiama gli assistenti sociali per la povera narratrice*

La storia di oggi, bambini cari, narra delle mirabolanti avventure di un trio di coraggiosi, baldi, bellissimi, temerari, imbattibili, eroici giovanotti e delle loro grandi gesta che regalarono all’umanità emozioni indimenticabili...

Detto tra noi, non è vero. Narra soltanto della vita inutile di tre esseri dal quoziente intellettivo di una banana schiacciata da un camion e dei loro preziosi momenti di sanissimo cazzeggio. 
E a noi che ce ne frega di tre extracomunitari fancazzisti, uno dei quali non dovrebbe neanche esistere, vi chiederete voi?
Ve lo dico io! Dovrebbe fregarvene, dato che i suddetti sono gli extracomunitari più arrapanti che vedrete in tutta la vostra vita.
...peccato che nella vita reale non esistano. HA-HA! Vi ho traumatizzato l’infanzia, vero? E ora scusatemi, mentre la storia va avanti io vado a piangere nella mia cameretta baciando l’action figure di Prussia.

Si da il caso che codesti baldi giovani fossero i protagonisti della nostra fiaba.
Uno di loro era *srotola pergamena di tre chilometri* Antonio Esteban Romualdo Juanito Gonzalo Martinez Fernandez Carriedo per gli amici Tonio Cartonio, erede al trono della Tomatolia.

Secondo indiscrezioni, a quel tempo aveva fatto il giro del mondo una foto top-secret del suo...ehm...fondoschiena, volgarmente denominato DAT ASS. Il quale soprannome rimase impresso nella storia fino a giungere persino a noialtri giovani di oggi.

Il principe Antonio era amato da tutti per il suo sorriso contagioso, la sua penuria di neuroni funzionanti, la sua passione per i pomodori e il suo innato ottimismo. In tantissimi aspiravano al suo cuore, ma lui, come tutti sapevano, aveva perso la testa per un pecoraro tamarro un giovane plebeo di nome Romano.

In secondo luogo, vi era l’illustre conte di Finocchiopoli Omosessualandia, Francis Bonnefoy, famoso per i suoi bellissimi occhi blu, la sua grazia femminea e la sua insaziabile voglia di sco...scoprire lati nascosti...
(Certo, crediamoci tutti.)di qualunque uomo, donna, animale, vegetale o soprammobile avesse un bu...un buon cuore. (Si, proprio così. Fi-da-te-vi-di-me.) Anche lui era rimasto vittima di un amore non ricambiato, infatti il suo cuore batteva senza speranza per un inglese teinomane.

Beh insomma, il principe dei finocchi. Traete le vostre conclusioni.

E in ultimo, ma non meno importante, vi era il granduca di Prussionia, il leggendario Gilbert Il Magnifico!

Novanta minuti di applausi dopo.

Il nostro Magnifico, nel profondo del suo cuore, soffriva per un amore impossibile. Egli era infatti perdutamente innamorato di una bellissima sguattera che lavorava a palazzo, che lo aveva soggiogato con... i suoi grandi occhi verdi (Certo, ne dubitate?),che erano perennemente al centro dei suoi pensieri. Tranne quando le violente padellate della suddetta lo mandavano in coma irreversibile per qualche giorno.

Tralasciamo i drammi sentimentali dell’Ore-sama e andiamo avanti.

Siccome questa storia non ha senso, supponiamo che una qualche entità malvagia abbia rinchiuso in una torre i fortunatissimi spasimati dei nostri protagonisti, che devono andare a salvarli. Giusto così, perché un po’ di fanservice non fa male a nessuno. Non c’è un vero motivo. Quindi adesso immaginate Arthur, Romano ed Elizabeta rinchiusi nella famosa stanza più remota della torre più alta. Da soli.
... raccapricciante, vero?
I nostri eroi (?), dopo aver attraversato deserti, scalato montagne, affrontato nemici terribili e superato prove insuperabili, sopportando la fame, il freddo, la sete, la stanchezza, l’astinenza… 
...si svegliarono da quel terribile incubo, si fecero un caffè e si fecero scarrozzare in limousine fino alla torre più stanza della remota più alta...no aspettate...insomma, quella roba lì.

Ottocentotrentaquattro scalini e mezzo dopo.

Con il cuore in gola per l’emozione, i tre avventurieri(?) si fermarono mezzi morti impazienti davanti ad una porta, e si guardarono a vicenda. Antonio guardò Francis, Francis guardò Gilbert, Gilbert guardò Antonio e scorreggiò. Il viaggio era stato duro: c’erano stati lanci di pomodori non identificati, frequenti tentativi di stupro, attacchi da parte di fallomarmocchie assatanate che si strappavano i capelli e altri adorabili eventi poco rassicuranti che avevano privato i nostri eroi della voglia di vivere del coraggio che solitamente li caratterizzava (ma anche no. –il nuovo attesissimo insuccesso di Bruno Liegi Bastonliegi, nei migliori cinema del Burundi-). Antonio fu il primo a farsi animo, ed esclamò:
<< Vamos, al mio tre sfondiamo la porta!>>
<< Ok, uno, due, tr->>
<< Gilbèrt! Aveva detto al suo tre, non al tuo!>>
<< Ma io sono L’AWESOME! Sfondiamo la porta al MIO tre!>>
<< Facciamolo contento, Madre de Diòs, o qui non se ne esce.>>
<< E va bene. Però stanotte stai sotto!>>
<< Ah, di solito sta sopra? Bella battuta, Francis!>>
<< ...vi detesto.>>
Le loro amorevoli discussioni da pervertiti furono interrotte da un fracasso indicibile proveniente dalla stanza.
Fracasso che probabilmente andava avanti da ore, ma per motivi sconosciuti all’umanità nessuno dei tre se n’era reso conto.
<< Basta, il mio amato ha bisogno di me!>>
<< Mon Dieu, l’educazione prima di tutto! Bussiamo, magari ci aprono!>>
<< Ma sei deficiente? Antonio ha ragione, sfondiamola!>>
<< Se non la smetti di contraddirmi sarò io a sfondare te, cherie.>>
<< Io sono Magnifico e contraddico chi mi pare e piace!>>
<< Gilbert,
¡callate!>>
<< Ah si? E perché dovrei?>>
<< Porqué te lo dico yo, Antonio Esteban Romualdo Juanito Gonza->>
<< HO CAPITO, DIAMINE. Francis, sfonda questa cazzo di porta.>>
<< Io sono una signora, fatelo voi!>>
<< Un transessuale, piuttosto.>>
<< Sai, ti preferisco quando stai zitto. O quando usi la bocca per scopi più consoni.>>
<< Va’ al diavolo.>>
<< C’est ne pas ma faute se sei un tale idiota!>>
Antonio si ruppe i coglioni e sfondò la porta. Si fece forza e guardò all’interno.
...poi svenne.
<< Giù le mani, cazzo! Te lo puoi scordare!>>
<< Suvvia Romano, fai il bravo bambino e fammi contenta!>>
<< Oh  my God, voi vi siete bevuti il cervello! Non ne posso più, voglio uscire da questo covo di pazzi!>>
La scena che si presentò ai due superstiti era veramente agghiacciante.

Ve lo spiego in poche parole. I nostri eroi scoprirono che le loro belle addormentate, erano tutt’altro che addormentate...
Arthur, i capelli sconvolti come se avesse fatto sesso con un pachiderma, i vestiti per metà strappati e lo sguardo di chi è totalmente in panico.
Romano che lottava per liberarsi da un ridicolo paio di orecchie da gatto posticce e della relativa coda, tirando giù certe bestemmie da far impallidire anche gli atei più convinti.
Elizabeta, agguerrita, brandiva una padella in una mano e una videocamera in un’altra e incitava i due a saltarsi addosso a vicenda e denudarsi.
Mai sottovalutare il potere di una fangirl. MAI.

<< Francis, razza di stupida rana petulante! Fa’ qualcosa!>>
Francis sorrise come un pervertito, saltò addosso all’inglese e gli strappò brutalmente di dosso tutti i restanti indumenti.
Quando Antonio rinvenne, vide Romano e svenne di nuovo, in un lago di copioso sangue dal naso. Al quale si aggiunse il copioso sangue delle sue numerose ferite da taglio, quando Romano sfogò su di lui la sua ira funesta imprecando.

Molte padellate, orgasmi, bestemmie e lividi dopo...


<< Si può sapere cos’avete combinato qui dentro?>>
I tre colpevoli tacquero. Specialmente una dei tre.
<< Cazzo, Anto’, sei un bastardo! Potevi venire un po’ prima, ‘sta pazza mi ha fatto fare di tutto!>>
<< Portami un po’ di rispetto, sono pur sempre il tuo principe!>>
<< No, sei soltanto un coglione col nome chilometrico.>>
<< Ah, yo también te quiero muchisimo...!>>
Per la gioia di tutte noi fanciulle, il bel principe spagnolo e il pecoraro tamarro si scambiarono un esausto, incazzato, semiconsenziente, affatto romantico primo bacio.
Francis intrecciò le mani e sospirò con aria romantica, poi rivolse al suo Arthùr uno sguardo languido.
<< Mon amour, non sono dolcissimi? Facciamolo anche noi...>>
<< No.>>
<< E perché? Così spezzi il mio fragile cuore!>>
<< Perché sei nudo, puzzi e mi hai appena violentato.>>
<< L’amour non si ferma di fronte a certi insignificanti dettagli, petit Arthùr!>>
Detto questo, il francese seguì l’esempio di Antonio.
Il povero Gilbert, stanco di farsi seghe MENTALI riguardo alla donna amata, nonostante ammaccato e pieno di lividi e contusioni, decise di prendere l’iniziativa.
...Fu rifiutato.

Molti ananas fuxia dopo (?)

<< E ora che finalmente ho scoperto che ricambi il mio amore...>>
<< Non ricambio proprio un accidenti, testa di cazzo.>>
<< Sei così tenero, Romanito! Sposiamoci!>>
Il povero italiano venne trascinato via contro la sua volontà. O almeno così vuole farci credere.
<< Arthùr, vuoi diventare mio marito e regnare insieme a moi nei secoli dei secoli? Ti amerò per sempre, ti metterò le corna solo ogni tanto e ti renderò la persona più felice del mondo!>>
<< ...no.>>
Francis lo prese per un sì.
<< ...Donna, sposami. O in alternativa preparami un toast al formaggio.>>
<< Sai dove puoi mettertelo, il tuo toast al formaggio?>>
<< No, ma so dove potrei metterti qualcos’altro...>>
Anche Gilbert venne trascinato via inerte, dopo una violenta padellata in testa.
La dolce (?) ungherese lo sposò mentre non era cosciente.
E lo costrinse a lavare i piatti per tutti i giorni che seguirono. E a stirare. E a pulire per terra. E a partorire i loro figli. E a spiegargli la storiella delle api e dei fiori.
E tutti vissero sposati, poco consenzienti e assai deficienti per tanto ma tanto ma tanto tempo.


Detto ciò, mi preparo al linciaggio.
Addio bambini, scrivetemi una cartolina! *viene trascinata in manicomio*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=621898