After Inuyasha - Il Signore delle Terre dell'Ovest

di Valery_Ivanov
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Chapter one: Il villaggio di Yoto ***
Capitolo 3: *** Chapter two: Sacerdotesse ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

«Nobile Sesshomaru; entrate, prego»

Il demone chiuse la porta dietro di sé con un colpo secco e silenzioso. La stanza era piccola, arredata elegantemente con mobili pregiati e delicati soprammobili intarsiati, come una grossa anfora decorata dal disegno di un enorme dragone posta su un tavolino dietro le spalle del demone che lo stava aspettando. La luce filtrava appena dai sottili spiragli di luce lasciati dalle ampie tende scure, tirate a nascondere le poche finestre del luogo. Il Principe avanzò regalmente, sedendosi di fronte al vecchio. Era un demone, ma il corpo era ormai decrepito e secco, nonostante i muscoli guizzanti sotto la pelle, tesa e macchiata di scuro in alcuni punti. Il suo corpo aveva vissuto troppo a lungo anche per un demone, ma la luce bramosa di vita negli occhi del vecchio ardeva più brillante che mai.

«Saggio Kitoku»

«Nobile Sesshomaru…» il vecchio ridacchiò, puntando i suoi occhi penetranti sulla figura candida del Principe dei Demoni. «Immagino non conosciate il motivo della vostra convocazione…»

«Immaginate bene» ribatté gelido Sesshomaru. Era stato costretto ad interrompere il suo viaggio per un richiamo urgente dal palazzo, e la cosa lo aveva infastidito non poco. Dopo la morte di Naraku era tornato a riprendere le redini del suo impero, scoprendo che non era la vita adatta a lui: un mucchio di demoni dei più disparati casati che cercavano in tutti i modi di accaparrarsi i suoi favori o proporgli le loro figlie, problemi sempre nuovi che spuntavano come funghi e che richiedevano sempre una sua soluzione immediata, i tre saggi che cercavano di convincerlo ogni giorno a prendere moglie per avere un erede e iniziare nuove guerre contro i territori adiacenti per espandere il proprio, servitori incapaci di assolvere i loro compiti, pettegolezzi e calunnie su Rin. Rin, che ormai stava crescendo ed era vista sempre meno di buon occhio al palazzo.

Se n’era andato dopo pochi mesi.

Si sentiva prigioniero, soffocato; quasi nessuno gli mostrava veramente il rispetto che meritava, e lui doveva sempre più spesso trattenersi dal compiere una strage. Aveva condotto una piccola battaglia, ma combattere assieme al suo esercito non gli dava più la stessa soddisfazione; preferiva lo scontro singolo con un avversario, il clangore delle lame che lo vedeva protagonista indiscusso e il godimento interminabile della vittoria strappata con le sue ineguagliabili forze. Non ce l’aveva fatta a restare in quel mondo di legno, soldati, consiglieri e cortigiane. Aveva preso Rin e Jacken e, affidate tutte le decisioni e le direttive per eventuali guerre al consiglio dei saggi, era tornato al suo vagabondare solitario.

Ed ora era nuovamente costretto fra quelle mura che odiava. Non capiva come avesse fatto un tempo a desiderare di esserne il padrone; negli ultimi anni gli avevano portato solo noie. Sperava fosse una faccenda veloce, anche perché era stato costretto a lasciare Rin, Jacken e Ah-un fuori dai confini, in una casupola abbandonata.

«Lasciate che vi illustri la situazione, Nobile Sesshomaru» proseguì il vecchio, gli occhi sempre fissi sulla figura imperscrutabile davanti a lui. «Forse non vi è giunta voce dell’andamento della guerra contro il Signore di Amagi… abbiamo perso numerosi uomini negli ultimi attacchi e per poco non abbiamo rischiato di perdere l’avamposto ad Est. Molti valorosi generali sono morti per difendere strenuamente quel luogo»

Sesshomaru rimase impassibile. Non ricordava nemmeno il nome dei suoi generali, figurarsi il loro volto. La loro morte era per lui una faccenda di nessun interesse.

«Il Signore di Amagi, però, non è soddisfatto di spingerci sempre di più, lentamente, verso la sconfitta; vuole umiliarci definitivamente. Ci è giunto qualche giorno fa un messaggio in cui ha proposto una soluzione per concludere questa guerra che dura ormai da due anni e che, fino a qualche mese fa, stavamo vincendo noi»

L’espressione del Principe non si incrinò di un millimetro. Probabilmente era una sfida diretta a lui, uno scontro fra i Signori dei territori in guerra. Non era una cosa inusuale, dopotutto.

«Propone di far combattere, invece che i nostri due eserciti, un gruppo di guerrieri che non superi i venti uomini da ambo le parti. Possono essere mercenari, soldati, generali, è indifferente; umani, demoni o mezzodemoni. L’unica limitazione è che non siano più di venti, e non è necessario che siano in numero uguale da entrambe le parti; questi due piccoli schieramenti saranno guidati dai rispettivi Signori»

Cadde il silenzio. Sesshomaru non sapeva cosa rispondere. Era la proposta più assurda che avesse mai sentito, e doveva nascondere qualche trucco. Ma non riusciva a capire quale.

Un mese. Perché tutto quel tempo? Era solo un bluff per prendere tempo, perché avevano subito perdite più numerose di quanto avessero dimostrato? In ogni caso, era una proposta assolutamente da rifiutare.

«Il consiglio degli anziani ha accettato»

Sesshomaru assottigliò gli occhi. Idioti. Visto che avevano accettato, che se ne cavassero loro, allora. Che diavolo volevano da lui?

«Immagino vi starete chiedendo quale sia il vostro ruolo in tutto ciò, visto che l’incontro è fissato tra un mese…» lo sguardo del Principe rimase impassibile. «Vedete, Nobile Sesshomaru, continuando la guerra in questo modo non abbiamo speranze di vittoria. Il Signore di Amagi è entrato in possesso di qualcosa, una forza che non riusciamo a definire ma che lo ha reso immensamente più potente»

«Non mi risulta che nel nostro esercito vi siano venti guerrieri così valorosi da poterci portare alla vittoria, in questo caso» commentò gelido il demone, spazientito. «Avreste dovuto rifiutare»

Il vecchio ridacchiò, e una strana luce gli illuminò gli occhi.

«Oh, no, Nobile Sesshomaru; non siamo così sciocchi da non sapere che nel nostro esercito non c’è nessuno con la potenza necessaria per battere i guerrieri di Amagi, ma forse avete dimenticato che possiamo ricercare la forza che ci serve all’esterno:» e le sue labbra si incurvarono in un sadico sorriso. «Mercenari…»

Mercenari. Il solo suono di quella parola lo disgustava. Assottigliò gli occhi. Odiava far combattere le sue guerre a pomposi guerrieri che si credevano tanto forti da poter combattere per chiunque avesse sufficiente denaro per pagarli. Non avrebbe mai chiesto l’aiuto di gente simile. Ma da come parlava il saggio aveva già in mente qualcuno di preciso.

«A chi vi state riferendo?» domandò secco, e il demone esplose in una breve risata roca.

«La vostra intelligenza è pari solo alla vostra forza, Nobile Sesshomaru… un nostro esploratore ha trovato qualcosa di molto interessante nel villaggio di Yoto, situato a sud, non troppo lontano da qui; un demone può tranquillamente coprire quella distanza in una settimana. A piedi immagino si impiegherebbe molto di più» scrollò le spalle. «E’ stata rilevata un’aura fuori dal comune, laggiù. Qualcosa di mai sentito: l’esploratore ha detto che era come se un’immensa potenza fosse racchiusa in un piccolo vaso, controllata perfettamente. Si è avvicinato e ha scoperto la fonte di tale potere: una giovane ragazza proveniente dal villaggio»

«Un’umana?» ribatté Sesshomaru con tono sprezzante.

«Così sembra… di certo deve nascondere qualcosa… che potrebbe rivelarsi la nostra arma vincente»

Il Principe iniziò a sospettare il motivo della sua convocazione.

«Nobile Sesshomaru…» il vecchio lo fissò dritto negli occhi d’ambra con le pupille bramose. «Portateci questa ragazza. Scoprite il suo segreto, e il modo per usarlo a nostro vantaggio»

«E’ solo una» ribatté Sesshomaru, annoiato. «Mi sembrava di aver capito di dover schierare venti guerrieri»

Il consigliere ridacchiò. «Suvvia, Principe, portateci la ragazza. Provvederemo noi a renderla utile per la nostra guerra»

Le avrebbero estratto la potenza per poi riversala in specifici talismani da consegnare ai guerrieri migliori dell’esercito. In più, probabilmente contavano sulla sua presenza in campo. Sapevano bene che nessun demone era in grado di sconfiggerlo. Ciononostante, c’era qualcosa che non riusciva a spiegarsi nella proposta del Signore di Amagi; era troppo vantaggiosa per loro, e poi lui stava vincendo la guerra: perché rischiare?

Comunque sarebbe andato a prendere quella ragazzina, in modo da porre fine a quella storia e non dover più vedere il volto marcio del vecchio Kitoku. Si alzò in un fruscio di seta, e il demone lo guardò soddisfatto.

«Sono lieto di vedere che tenete ancora ai vostri possedimenti, Nobile Sesshomaru»

Il Principe non rispose, avviandosi verso la porta scorrevole.

«Ah, Nobile Sesshomaru… la ragazza si chiama Shizuki. Confido che la porterete qui illesa e nel minor tempo possibile… accondiscendente o contro la sua volontà»

Il demone sparì con guizzo oltre le leggere porte di legno.

 

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Eccoci qui!! Vi avviso fin da subito che per tutti i personaggi che compariranno nel corso della ficcy metterò un’immagine, così potrete osservarli in tutto il loro splendore! Commentate numerosi!!!! *-^

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Capitolo 2
*** Chapter one: Il villaggio di Yoto ***


«Ehi, Ryuji, guarda

Eccomi tornata!!! Allora, come avevo avvisato per ogni personaggio che comparirà troverete affianco il link con la sua “foto”; ho voluto fare questo piccolo esperimento perché questa storia è nata dalle immagini dei personaggi e non viceversa. Spero che gradirete!^^ Mi scuso in anticipo se le immagini prese appartengono a qualche altro manga/anime che non conosco!

 

Dioni: ecco il primo capitolo, spero ti sia piaciuto! Per ora le cose sono tranquille, ma presto la trama si complicherà parecchio! Fammi sapere che ne pensi di questi nuovi personaggi, anche se qui sono appena accennati! 1 bacio!

 

visbs88: innanzitutto, grazie per la recensione! Non ti anticipo niente, ma puoi stare tranquilla per quanto riguarda l’allungare le mani su Sesshomaru… se ti piacciono i mercenari allora questa è la storia che fa per te, e più avanti capirai perché!!! ;-) un bacio e fammi sapere se questo primo capitolo ti è piaciuto!

 

serin88: ciao! Certo che non ho cambiato caratterialmente Sesshomaru, ci mancava! Anzi, mi sforzerò mi mantenerlo il più IC possibile per tutta la storia, nonostante si ritroverà in una situazione un po’… inusuale!! Ma, come hai detto tu giustamente, a tempo debito saprai tutto!!! Continua a seguirmi, baci!!

 

Mendori: ahah, hai perfettamente ragione!!! Dunque, il perché venga mandato Sesshomaru in prima persona e lui non si stupisce di questo verrà spiegato nei prossimi capitoli… ho voluto posticiparlo, poi capirai perché! E per quanto riguarda il potere di Shizuki Sesshomaru deve scoprire qual è e poi portarla al castello, dove ci penseranno i suoi sottoposti a “convincerla” a collaborare… era intesa così, la cosa, ma comunque quando si scoprirà il “potere” di Shizuki si capirà anche perché il vecchio ha detto questa cosa che può sembrare una contraddizione… un po’ contorto, lo so, ma tranquilla, nulla è lasciato al caso!! ;-) grazie della recensione, un bacio!!!

 

 

 

 

Chapter one: Il villaggio di Yoto

 

 

«Miyoshi!!! Miyoshi, aspettami!!» (http://i55.tinypic.com/ogxpty.jpg)

«Aaaah, Fumiyo (http://i54.tinypic.com/14d2ey9.jpg), sei insopportabile!! Perché non ti sbrighi, invece di far ritardare anche me??»

La ragazza raggiunse l’amica di corsa, piegandosi sulle ginocchia per riprendere fiato.

«Uffa, sei tu che sei troppo veloce, Miyo!»

L’altra sbuffò e riprese a camminare a passo svelto, seguita dall’amica che arrancava sulla sua scia.

«Se solo passassi meno tempo ad acconciarti e più ad esercitarti, Fumiyo, non avresti questi problemi!» esclamò Miyoshi, esasperata. L’altra mise il broncio.

«Ma una sacerdotessa deve essere sempre bella, lo sai!»

«Una sacerdotessa deve…»

«Fumi, Miyo!!»

La conversazione delle due ragazze fu interrotta da una voce fin troppo squillante, che le fece voltare.

«Oharu! (http://i55.tinypic.com/30lpj0j.jpg) Da dove vieni?»

La nuova arrivata le raggiunse con un sorriso smagliante, guardandosi intorno. «Cercavo Izuki! Sapete dov’è?»

«Sul al tempio, credo» rispose Miyoshi, riprendendo speditamente il cammino. Le altre due la seguirono. Presto scorsero la figura semplice ed elegante del tempio in legno chiaro e, avvicinandosi, incrociarono una giovane ragazza dai capelli rossi, intenta a spazzare il cortile; quando le vide alzò una mano in segno di saluto, con un dolce sorriso sul volto.

«Ehi, Atsuko! (http://i53.tinypic.com/23jodc6.jpg) C’è Izuki?»

La ragazza aspettò che si avvicinassero; solo Oharu era in grado di farsi sentire a quasi un chilometro di distanza.

«Bentornate, ragazze… mi spiace, Oharu, ma Izuki non c’è; è andata a fare una passeggiata nel bosco da sola, probabilmente per allenarsi un po’»

«Aaaaah, accidenti!!! Mi ha preceduta, quella scema!!» Oharu sbuffò platealmente, piantandosi le mani sui fianchi. Fumiyo le ignorò e si trascinò a passo stanco dentro, scomparendo oltre la porta del tempio.

«Che pappamolla» commentò Miyoshi con una punta di disprezzo e Atsuko le lanciò uno sguardo di rimprovero.

«Beh, ma e me non va di allenarmi da sola come fa Izuki!!» esclamò Oharu, imbronciata. «Miyo!»

«Sì?»

«Vieni tu con me, dai!!!» l’apprendista sacerdotessa esitò un attimo, lanciando uno sguardo incerto ad Atsuko, che ridacchiò. Sapeva benissimo che non desiderava altro che andare con l’amica. La rossa sorrise.

«Vai, vai, briccona; ti copro io!»

Miyoshi si illuminò e mandò un bacio con la mano all’amica, mentre già si voltava per correre via. «Ti adoro, Atsuko, lo sai?»

«Lo so, lo so… non fatevi male!!» le ammonì la rossa, ma le due erano già lontane.

 

«Signor Sesshomaru, guardate!! Non è bellissima?»

«Rin, piantala!! Sei troppo grande per correre dietro alle farfalle!!»

«Uffa, Jaken!! Sei un vecchio noioso!!»

«Cosa?!?!? Come ti permetti, io ti…»

«Basta così»

I due litiganti si zittirono immediatamente, gettando uno sguardo intimorito alla maestosa figura bianca che incedeva verso di loro.

«Padron Sesshomaru, io…»

«Silenzio, Jaken»

Il demone rospo si prostrò davanti al suo signore e tacque. Più si avvicinavano alla loro meta e più il suo padrone diventava nervoso. Ovviamente lui non aveva idea di dove stessero andando e perché, ma non si sarebbe mai sognato di chiederlo. Dopo la morte di Naraku Rin aveva iniziato a crescere e lui aveva pensato che presto avrebbe smesso di farle da balia e il suo Signore lo avrebbe preso ub naggior considerazione; ma quella maledetta ragazzina era cresicuta solo d’aspetto! (http://i55.tinypic.com/i210y0.jpg) Non era cambiata di una virgola da quando l’avevano conosciuta e anche ora che aveva – quanto? 16 anni? – continuava ad esaltarsi per ogni stupidaggine che incontravano nei loro viaggi!

«Guardate, signor Sesshomaru, siamo arrivati ad un villaggio!!»

Era vero. Sotto di loro si stendeva un agglomerato di case ben tenute, circondate da ampi e rigogliosi campi coltivati; la gente camminava tranquilla per le strade, ridendo e scherzando. Il villaggio terminava alle pendici di un piccolo colle, in cima al quale si intravedeva il tetto di un tempio.

«Signor Sesshomaru, ci fermeremo qui a mangiare?» chiese Rin, eccitata.

«No» fu la secca risposta. Il demone iniziò a scendere verso il villaggio, subito seguito dai suoi fedeli servitori.

«Ehm, Padrone, scusate se mi permetto, ma… ecco… stiamo cercando qualcosa in questo piccolo villaggio?» chiese titubante il demone rospo, affiancandosi al suo signore.

«No»

Non cerchiamo qualcosa.

 

«Ah, Izuki, sei tornata» (http://i56.tinypic.com/3322lqu.jpg)

«Già! Ho una fame… dov’è Miyo?»

«E’ uscita ad allenarsi con Oharu; era venuta a cercare te, per la verità, ma visto che non c’eri…»

«Capito! Quelle due torneranno praticamente stasera!» esclamò la ragazza, stiracchiandosi. «Dopo pranzo andrò a cercarle»

Atsuko annuì, finendo di apparecchiare la tavola.

«Che abbiamo di buono, oggi?»

L’apprendista sacerdotessa sorrise, controllando il cibo sul fuoco. «Vedrai»

Izuki si sedette con un sospiro, sfilandosi i copribraccia e le fasce attorno alle mani.

«Com’è andato l’allenamento?» chiese Atsuko, porgendole un bicchiere d’acqua.

«Ah, grazie! Bene, mi sono divertita a giocare con gli scoiattoli! Anche se erano spaventati da qualcosa, ma non ho ben capito…»

«Atsu, dove lo devo mettere questo?» Fumiyo entrò con una ciotola fra le mani, bene attenta a non inciampare nel gradino.

«Ciao, Fumi»

«Oh, Izuki, sei tornata!»

«Grazie, Fumiyo, mettila qui» la richiamò Atsuko, indicandole un ripiano vuoto.

«La Maestra mangia con noi?» chiese la ragazza dai capelli blu, posando la ciotola e sedendosi di fronte ad Izuki. Atsuko annuì, concentrata sul suo lavoro. «Aaaah, Atsu, tu sì che sarai una perfetta sacerdotessa!!» esclamò l’ultima arrivata con un sospiro, posandosi il mento sul palmo della mano.

«Anche tu sei qui per imparare, Fumi» ribattè la rossa con tranquillità. Izuki ridacchiò, ben felice di non dover seguire il rigido apprendistato delle amiche.

«Ehi, Atsu, non hai sentito qualcuno suonare?» chiese all’improvviso la ragazza, tendendo l’orecchio. Pochi secondi dopo tutte udirono il familiare scampanellio.

«Già» rispose Atsuko, facendo cenno a Fumiyo di andare ad aprire. La brunetta si alzò con uno sbuffo. «Chi può essere?»

Attesero pochi secondi per ottenere risposta; era il piccolo Shiko, accaldato dalla corsa che aveva appena fatto.

«A-apprendista Atsuko, giù al villaggio c’è un demone che cerca una ragazza di nome Shizuki… io le ho detto che non ne conosco nessuna, ma…»

«Hai fatto benissimo» rispose subito la rossa, sfilandosi il grembiule da cuoca. «Izuki, tu resta qui. Fumiyo, controlla che il pranzo non si bruci. Shiko, andiamo, portami da questo demone» il bambino annuì e l’apprendista lasciò la stanza, su cui era calato il silenzio.

 

Sesshomaru, nel frattempo, si stava – incredibile ma vero – trovando in difficoltà con gli abitanti del villaggio. Sembravano non temerlo affatto e la cosa lo faceva infuriare.

«Tu, sporco umano» appellò freddamente un uomo di mezza età, calvo, con le guance eccessivamente rosse. «Sto cercando una ragazza»

«Eh, amico mio, e chi non la cerca?» rispose quello facendogli l’occhiolino e prendendo un grande sorso da una fiaschetta di sakè che teneva alla cintola.

«Si chiama Shizuki» continuò il demone, ignorandolo.

«Oh, hai già deciso che nome vuoi che abbia? Ma questo non si fa con i figli, di solito?»

Gli occhi ambrati di Sesshomaru si assottigliarono freddamente, cosa che ovviamente l’uomo non notò. Puzzava da far schifo. L’avrebbe ucciso, sì, non c’era bisogno di chiedere informazioni; avrebbe ucciso qualsiasi persona presente in quel rivoltante villaggio fino a trovare la ragazza che stava cercando.

«Mi scusi, Signor Demone, posso aiutarla?»

Il Principe si voltò, incrociando uno sguardo limpido di un blu intenso; apparteneva ad una ragazzina minuta con una coda di capelli rossi e la veste da sacerdotessa bianca e rossa.

«Sto cercando una ragazza» ripetè lui freddamente, lasciando andare l’uomo ubriaco. Quello si allontanò barcollando e canticchiando una canzone sconcia.

«Shizuki» completò per lui la piccola sacerdotessa, inchinandosi. «Se vorrete seguirmi, vi condurrò da lei. Posso chiedervi prima però perché la cercate?» la voce della ragazza era estremamente tranquilla, come se stessero chiacchierando amabilmente del tempo. Evidentemente le potenzialità della ragazza chiamata Shizuki erano sconosciute nel villaggio; questo gli avrebbe risparmiato molto tempo. Invece di nasconderla, lo stavano portando dritto da lei.

«Devo parlarle»

Per ordinarle di seguirmi al mio palazzo.

La piccola sacerdotessa gli fece cenno di seguirla e, senza un’altra parola, si incamminò verso il tempio in cima alla collina. Sesshomaru la seguì, impassibile.

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Capitolo 3
*** Chapter two: Sacerdotesse ***


Eccomi tornata!!! Non veloce come l’altra volta, ma purtroppo sono strapiena di impegni!! All’inizio di ogni capitolo vi lascerò i link con le immagini, così chi vorrà potrà fare un po’ di “ripasso”! xD

 

Miyoshi --> http://i55.tinypic.com/ogxpty.jpg

Fumiyo --> http://i54.tinypic.com/14d2ey9.jpg

Oharu --> http://i55.tinypic.com/30lpj0j.jpg

Atsuko --> http://i53.tinypic.com/23jodc6.jpg

Izuki --> http://i56.tinypic.com/3322lqu.jpg

Rin --> http://i55.tinypic.com/i210y0.jpg

 

E adesso le risposte alle recensioni!!!!

 

visbs88: ciao!! Grazie per il commento e il consiglio, starò più attenta!! :P tranquilla se non riuscirai a memorizzare subito le immagini, io le ho messe soprattutto perché ci sono una quantità infinita di personaggi in questa fanfiction, e ricordarsi solo i nomi è impossibile XD le avventure inizieranno presto, questi primi capitoli sono leggermente introduttivi perché, avendo appunto un sacco di personaggi da inserire, questi iniziali vanno presentati bene, visto che sono tra i più importanti! Presto ne succederanno delle belle, vedrai!!! Un bacio!!

 

serin88: ciao!!! Hai ragione, Izuki non è il tipo da seguire Sesshomaru solo perché lui glielo ordina, ma… vedrai!! La tua curiosità sarà appagata in questo capitolo, quindi preparati a leggere! :P e sì, Rin è cresciuta parecchio! Sono contenta che ti piaccia l’idea delle immagini, io mi sono divertita troppo a cercarle!! Baci!!

 

Dioni: ciao!! Eh già, il compito di Sesshomaru si rivelerà più difficile del previsto, e non solo a causa di Izuki!! Ci saranno numerose miko nella mia storia, ma non solo quelle! Ma in questo capitolo comparirà la sacerdotesse superiore, che per me è stata una vera angoscia, non riuscivo a trovare un’immagine che mi piacesse da associarvi! Dimmi il tuo parere!! :P kiss!!

 

 

 

Chapter two: Sacerdotesse

 

«Penso che troverete Shizuki piuttosto sconcertante» commentò Atsuko a metà strada, rompendo il silenzio fra loro. Sesshomaru non rispose. Non c’era motivo per cui qualcosa dovesse sconcertarlo particolarmente.

«Siete la sacerdotessa del villaggio?» chiese con la sua voce fredda, rimanendo un paio di passi indietro rispetto alla ragazza. Aveva un’aura strana, qualcosa che spingeva a mantenere un certo rispetto nei suoi confronti. Lei sorrise, facendo illuminare gli occhi di quel blu splendente. Ecco, quel colore sì che era sconcertante.

«Sono un’apprendista; la sacerdotessa di questo villaggio si chiama Kayoko e ha, oltre me, altre cinque allieve»

«E cosa se ne fa un villaggio di sei sacerdotesse?» osservò il demone con tono indifferente.

«Non ci occupiamo solo di questo villaggio, ma di tutta la regione; qui intorno ci sono una dozzina di villaggi molto piccoli, che non hanno un tempio proprio» spiegò morbidamente Atsuko, avvicinandosi senza fretta alla cima del colle. Sesshomaru tacque. Arrivati davanti al portone del tempio la ragazzina si voltò verso di lui, piantando quei suoi zaffiri negli occhi ambrati del principe, che la guardò impassibile.

«Non sono tutte come me, le sacerdotesse. Io comunque mi chiamo Atsuko»

Entrando nel tempio, Sesshomaru si chiese cosa volesse dire.

 

«Restate a pranzo, vero?? Oh, vi prego, ditemi di sì!!!»

«Fumi, smettila di infastidire il nostro ospite» la rimproverò fermamente Atsuko, aggiungendo un posto alla lunga tavola. Fumiyo per tutta risposta si aggrappò ad un braccio del demone, guardandolo con occhi adoranti. Sesshomaru le lanciò un’occhiata gelida che avrebbe congelato anche un vulcano, ma che sembrò non sortire alcun effetto su quella petulante ragazzina. Da quando lui e Atsuko erano arrivati al tempio quella sottospecie di inviata dell’inferno si era attaccata a lui come una sanguisuga, mangiandoselo con gli occhi e chiedendogli continuamente di restare a pranzo con loro. Sentiva che presto il suo sangue avrebbe imbrattato le pareti della stanza.

A parte le due apprendiste non c’era nessun altro nella stanza, anche se quella Fumiyo aveva detto qualcosa come “le altre stanno arrivando”, facendogli temere il peggio. Iniziava a capire cosa volesse dire Atsuko con quella frase, e non ne era affatto contento. In quel momento entrò una terza ragazzina che lo squadrò con ostilità, avvicinandosi ad Atsuko. Aveva un abbigliamento che Sesshomaru avrebbe definito “sconclusionato”; era come se avesse sommato vari pezzi di abiti e armature trovati in giro. Il risultato non era certo dei migliori, e il demone dubitava anche della sua funzionalità. Appena la vide l’esagitata chiamata Fumiyo le saltò letteralmente su un braccio, arpionandoglielo come una piovra. Sesshomaru si sentì improvvisamente in pericolo e notò perfettamente la risatina nascosta di Atsuko a quella scena.

«Izuuu, guarda chi c’è!! Lui è il Nobile Sesshomaru, è un principe!!!» esclamò esaltata la ragazzina dai capelli bluastri, tirando energicamente l’altra che, strano ma vero, riuscì a resistere e rimanere al proprio posto. «Diglielo anche tu che ci farebbe molto piacere averlo a pranzo!!! Ti pregoooo…»

Sesshomaru pensò che mai come in quel momento aveva desiderato uccidere una femmina umana.

La nuova arrivata – Izu, o quello che era – emise un verso sprezzante, scrollandosi di dosso Fumiyo con un gesto secco. «No, non ci farebbe affatto piacere averlo a pranzo» sbottò, incrociando le braccia. «Cosa sei venuto a cercare qui, demone?»

Il principe assottigliò appena gli occhi, infastidito dal tono della ragazza.

«Una persona» rispose freddamente. «Una che si chiama Shizuki»

L’altra sbuffò. «Io sono Shizuki. Ma qui tutti mi chiamano Izuki, o Izu»

Sesshomaru la squadrò in silenzio. E quegli idioti al castello gli avevano fatto percorrere chilometri e chilometri di strada per quella… quella… squallida umana??

«Deve esserci un errore» osservò senza scomporsi. L’altra sbuffò maggiormente.

«Senti un po’, signor principe, cosa ti aspettavi? Uno spirito? Una demone? Un mostro

Sesshomaru non rispose. In effetti, cosa si aspettava? Di sicuro non una gracile ragazzina umana.

«Mi è stato riferito di un’aura anomala proveniente da una femmina di nome Shizuki» disse infine, impassibile.

«Beh, ti è stato riferito male!» esclamò Izuki esasperata, alzando gli occhi al cielo.

Ma si tradì.

Sesshomaru avvertì per un istante infinitesimale un cambiamento nell’aura della ragazza, qualcosa come un’increspatura… fece un passo verso di lei, senza mostrare alcuna espressione sul volto.

«Sai combattere?» le chiese a bruciapelo, fissandola. Izuki sembrò scocciata. Forse credeva di aver vinto, pensò Sesshomaru con soddisfazione, tendendo i sensi al massimo per sentire ancora quella lieve incertezza.

«Certo, sono una guerriera» ribattè lei con voce tagliente.

Eccola.

Come un piccolo sassolino tirato nell’acqua che la increspa appena per qualche istante, ma abbastanza a lungo da poter essere visto da un occhio umano. L’aura di Shizuki faceva la stessa cosa: quando i sentimenti della sua padrona erano troppo intensi o troppo improvvisi si creava una piccola frattura, che subito veniva richiusa, ma non abbastanza in fretta per i suoi sviluppati sensi da demone. Aveva davvero pensato di poterlo ingannare?

La guardò sprezzante. «E che tipo di guerriera potrebbe mai essere una ragazzina umana?»

«Una guerriera e basta» intervenne una voce alle sue spalle. Sesshomaru non si voltò; era talmente concentrato a percepire le variazioni nell’aura di Shizuki che non si era accorto dell’arrivo di qualcun altro? Impossibile. Tese i sensi.

Nulla.

«Io sono Kayoko, la Sacerdotessa di questo villaggio» continuò la voce misteriosa, permettendo alla sua padrona di entrare infine nel suo campo visivo. (http://i52.tinypic.com/xqdws5.jpg)

La Sacerdotessa era una donna dalla bellezza mozzafiato e appariva effimera e delicata come un soprammobile di porcellana, con una sfumatura nostalgica nello sguardo e nella voce; dai suoi movimenti sembrava fatta d’aria e dava in generale la sensazione di qualcosa di molto fragile, che poteva rompersi al minimo tocco. La voce era fin troppo dolce e triste, cosa che dava un fastidio indescrivibile al demone. Tutto in lei gridava debolezza.

La donna si avvicinò al tavolo e posò l’elaborato copricapo ornato di gioielli che portava in testa, facendo svolazzare le ampie maniche. La sua veste era diversa da quelle delle altre ragazze, molto più sontuosa e di colori diversi; il simbolo di una Sacerdotessa della Luce, una donna che aveva salvato più di mille vite. Com’era possibile? Era troppo giovane per poter ricoprire quella carica…

«Io sono Sesshomaru, Signore delle Terre dell’Ovest» rispose impassibile. La Sacerdotessa lo osservò a lungo e infine decise di parlare.

«So perché siete qui» esordì con un sospiro, sedendosi. «Le vostre terre sono minacciate e voi avete bisogno di un potere in grado di salvarle» fece una pausa, durante la quale nessuno osò fiatare. «Non vi dirò che qui non lo potreste trovare» proseguì infine. «Perché sarebbe una menzogna»

«Sacerdotessa!» esclamò Izuki sconvolta, interrompendola. La crepa nella sua aura si fece più profonda e Sesshomaru quasi sussultò per la sensazione di pericolo che percepì.

«Izu, stai calma» rispose Kayoko con voce dolce. «So quello che faccio. Sono andata a parlare con Maeko non appena ho saputo dell’arrivo di un demone nel villaggio e lei è d’accordo con me»

La ragazza tacque, chinando il capo, ma a Sesshomaru non sfuggì il modo in cui strinse rabbiosamente i pugni.

«Nobile Sesshomaru, io non posso fornirvi informazioni dettagliate riguardo al potere che state cercando, ma conosco chi potrebbe farlo; per oggi sarete nostro ospite qui nel tempio. Domani potrete incontrare questa persona e ascoltare la sua proposta»

Il demone valutò silenziosamente ciò che la sacerdotessa aveva detto; in fondo lui non aveva alcuna fretta di partire e, più il tempo passava, più la voglia di sapere cosa si nascondeva in quel villaggio cresceva. Annuì.

Fumiyo, che era stata incredibilmente in silenzio per tutto il tempo, evidentemente messa in soggezione dalla presenza della Sacerdotessa, al suo cenno gli si aggrappò nuovamente al braccio con un gridolino terribilmente fastidioso.

«Sììììì, il Signor Sesshomaru rimane qui con noi!!!!!»

Il demone, scostando lo sguardo, incontrò quello di ghiaccio di Shizuki, che si voltò con stizza e lasciò la stanza. Un tocco leggero gli raggiunse la veste.

«Venite, vi mostro la vostra stanza» lo invitò allegramente Atsuko, facendogli cenno di seguirla. Forse avrebbe dovuto dirgli che era solito dormire nel bosco, ma per qualche ragione che non volle cercare la seguì silenziosamente, con Fumiyo ancora attaccata al braccio. Rin e Jaken erano abituati ad aspettarlo anche per giorni, concluse, osservando il sorriso della ragazza dagli occhi blu.

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