The happiest day of my life

di Gelidha Oleron
(/viewuser.php?uid=210538)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Joel Madden ***
Capitolo 2: *** Benji Madden ***
Capitolo 3: *** Harlow Madden ***



Capitolo 1
*** Joel Madden ***


Un’altra FF scritta da sola, come al solito =) Stavolta sui Good Charlotte, una delle prime band a cui mi sono appassionata e che nel 2007 ho anche visto dal vivo.

Sento però di dover fare una premessa: la band che io amo sono i Good Charlotte vecchia maniera, di quelli che scrivevano canzoni in cui criticavano il modo di vivere delle star di Hollywood, di quelli spensierati nelle cui canzoni riuscivi a respirare l’aria del Maryland.

La band che sono diventati oggi…bè, non mi dona più le stesse emozioni che mi donava prima. Ma questa ovviamente è solo una percezione personale =)

Che dire…ho scritto questa FF a settembre, l’ho incentrata sulla prole di Joel e sul rapporto fraterno! Spero vi piaccia ^^

Vale

 

 

 

 

 

JOEL MADDEN

 

 

"Non ci posso credere che diventi padre, cazzo!" Benji mi battè una mano sulla spalla.

"Ne siamo in due, fratello" gli sorrisi.

Era sempre un sensibilone Ben, solo che non lo dava a vedere. Si illudeva di poter fare il duro e tutto ma in fondo solo noi che lo conoscevamo bene potevamo veramente dire di che pasta era fatto. La mia stessa pasta, dopotutto...

Non so, forse lo prendeva come una specie di allontanamento...in tutti quegli anni eravamo sempre stati vicini, sia in famiglia che nel lavoro e forse il fatto che mi fossi ormai sposato mentre lui era sempre lì a fare il macho con le ragazze l'aveva fatto sentire un po' solo.

Quando me ne andai di casa non aveva neanche le palle di guardarmi negli occhi perchè sarebbe scoppiato a piangere "Avanti, Ben, non essere sciocco! Siamo appena a 3Km di distanza, puoi venire quando vuoi!"

Ora che mia moglie aspettava un bambino poi era ancora più emozionato di me. Fremeva. Andava avanti e indietro nella sala d'attesa della clinica di Los Angeles, incapace di stare fermo.

"Billy e Josh sono scesi al bar?" mi chiese con impazienza.

Scoppiai a ridere "è la quarta volta che me lo chiedi, cazzo, ti vuoi calmare? Sembra che devi partorirla tu, questa bambina!"

Rise anche lui, sciogliendo l'ansia "Con tutte le innovazioni che circolano oggi potrei anche, sai?"

"Meglio di no, Ben, non vorrei avere un nipotino che corre avanti e indietro per casa e urla con la tua stessa vocetta stridula"

Dei due ero sempre stato quello più responsabile. Ero stato io a spingere Benji ad uscire con Sophie. E non mi meravigliai quando una sera entrò dalla porta e mi disse "Non è andata"

"Non è andata" alzai le spalle.

è difficile stare dietro a Benji. è un vulcano in continua eruzione. A volte neanch'io, che sono unito a lui da un legame di sangue, riesco a comprenderlo. è sempre troppo preso da troppe cose contemporaneamente, poi arriva al limite e trascorre lunghi periodi di pigrizia.

è fatto così. Ce l'ho stampato dentro come un'incisione. Però quando tiene davvero a qualcuno sa essere la persona più straordinaria del mondo.

Ti dà il cuore Benji, si fida di te. Ma ne pretende la stessa misura in cambio.

E se si sente trascurato..., allora sono guai.

"Comprendimi, Joel. è come se fosse anche mia questa bambina in un certo senso" sospirò mentre fumava una sigaretta per rilassare i nervi.

"Ma certo, zio Ben" sorrisi.

Voltai lo sguardo verso le cime innevate degli alberi nello spiazzato 'Hai scelto il periodo peggiore per venire al mondo, Harlow' pensai 'E se nevica in California, è davvero grave'...

"Potresti chiamarla Ghiacciolina" rideva Benji mentre provavamo "O Winterina"

"Winter!" Billy alzò gli occhi dalla chitarra "Chiamala Winter!"

E da lì Harlow Winter Kate Madden.

Non mi era mai andato molto a genio il freddo. I fratelli Madden erano abituati ai fiori del Maryland. E alle passeggiate in bicicletta.

Ci toccava sempre spingere Sarah perchè era troppo piccola per poggiare i piedi sui pedali. Di solito toccava sempre a Josh perchè misteriosamente io e Benji facevamo sì che la conta facesse usicre sempre lui.

Sembrava passata una vita...

"Sai, Joel" riprese "Credo che tu sarai un padre fantastico" si pentì quasi subito di averlo detto. Evidentemente non voleva rovinare quel momento felice evocando brutti ricordi.

"Grazie, Ben" e fu come se in quelle parole fosse racchiuso tutto un discorso.

"Ecco il nostro paparino!" mi piombò Billy alle spalle.

"Allora, riesci a tenerlo calmo, Ben?" sorrise Josh.

"Non fa che ripetere che tra poco diventerà genitore" alzò gli occhi al cielo Benji "Dio, che rottura di palle!"

"Il dottore ha detto che la sala parto è quasi pronta" mi informò Billy "Tra poco ti lasceranno entrare"

"Dentro ci sono mamma, Sarah e tuo suocero" aggiunse Josh.

"Praticamente manca la persona più importante" ammiccò Benji "Farai un'entrata del tipo 'Hey, fatemi passare, mezze seghe! Sono il padre della bambina!'

Risi "Oppure 'Toglietevi di mezzo, fricchettoni! Parto in corso!'

Josh mi abbracciò "Oggi è un giorno felice per i Madden! Avevo sempre pensato che sarebbe stato uno dei gemelli ad avere un figlio per primo!"

"Ora tutte le canzoni dei Good Charlotte diventeranno monotematiche" scherzò Bill.

"Sì" riprese Benji "Mi ha già detto che il prossimo album si chiamerà 'My sweet, beautiful child!'

"My sweet, beautiful child?" rise Billy "Cazzo, Joel, potevi scegliere un nome migliore! Qualcosa tipo 'My baby has done the dookie'!"

Non potei fare a meno di ridere. Gli amici! Non mancano di farti distrarre ad ogni evento importante!

Il giorno del mio matrimonio Paul mi fece arrancare verso l'altare ridendo, perchè non gli si chiudeva più il completo che aveva comprato circa due mesi prima.

"Paul, Cristo Santo, ma sei un lardoso schifoso!" lo prendeva in giro Benji piegandosi in due dalle risate, mentre Billy cercava disperatamente di aiutarlo a far salire la cerniera.

"Niente più Taco Bell, ragazzi" ripeteva lui funereo.

Ora ci trovavamo esattamente nella stessa situazione. Mancava solo Paul. Ma l'atmosfera era la stessa, eravamo tutti tesi perchè sapevamo che di lì a poco sarebbe successo qualcosa di straordinario, eppure ingannavamo la tensione dicendo cazzate e facendo gli scemi.

"Ricordati che se mai avrai bisogno di baby sitter qui ne hai tre che lavorano gratis, eh!"

"Parla per te, Ben!" replicò Josh "Per quanto mi riguarda estorcerò più denaro da Joel che da una banca in deficit!"

"E se mai Nicole avrà bisogno di un'amica con cui spettegolare Linzie è a tua totale disposizione"

"Stai vendendo tua moglie, Bill?" rise Josh.

"No, dico soltanto che..."

"Signor Madden?" ci voltammo a guardare l'uomo vestito di bianco che ci aveva appena chiamati.

"Sì, sono io" dissi tremante.

"Sua moglie è pronta. Può entrare se desidera assistere al parto"

Impallidii. Cazzo, ne stavamo parlando da ore ma detto così faceva un altro effetto.

I ragazzi mi abbracciarono "Stendili tutti!" disse Josh, "Ti aspettiamo qui" replicò Billy, "Portami un pezzo di cordone ombelicale!" ridacchiò Benji.

Stordito, senza dire una parola, mi avviai verso la sala parto. ©

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Benji Madden ***


Wow, ho appena notato che questa sezione è bella che morta O___O

Fa niente, vorrà dire che aggiornerò solo per il piacere di aggiornare! xD

Byeee

Vale

 

 

 

 

BENJI MADDEN

 

 

Avrei dovuto esserci abituato in teoria. Ma quando vidi uscire Joel con quel fagotto tra le mani che frignava come un antifurto, ebbi la stessa reazione di due anni prima. Era il 9 di settembre.

"Benvenuto tra i Good Charlotte, Spar!" lo canzonò Billy.

"Spar?" ripetè Joel confuso.

"Hey, Joel ha ragione!" s'intromise Sarah "Ma che cesso di soprannome è Spar? Meglio Row!"

A momenti le urla del bambino mi facevano sanguinare le orecchie.

"Come sta Nicole?" chiese mamma.

"Si è addormentata, tra poco la trasferiscono in stanza"

"Oh,Joel, sono così fiera di te!" la mamma lo abbracciò così forte che dovette cedere il fagotto a me.

"Ciao Sparrow" lo salutai. Piangeva ed era orrendo. Eppure lo vedevo bellissimo "Io sono lo zio Ben" e tu sei figlio di mio fratello, avrei voluto dirgli "Harlow ti adorerà. è una bambina fantastica" smise lentamente di agitarsi e si rannicchiò contro il mio petto.

"Guardalo, sente il mio calore!" esclamai divertito.

"Ha trovato il suo cuscino ideale" rise Bill.

Cazzarola, Joel con due figli...due bellissimi figli...di mio fratello Joel...due nipotini meravigliosi offertimi da mio fratello gemello Joel...

Era un pensiero che mi faceva sempre tremare le gambe. E io non avevo nemmeno una donna...

"Verrà il tuo momento" Joel mi battè sulla spalla, come a leggermi nel pensiero "Ora pensi di restituirmi mio figlio?"

"Ma certo, papino" mi aprii in un largo sorriso.

Joel capiva sempre quando c'era qualcosa che non andava, quando ero incazzato o semplicemente cosa mi passava per la testa. Era una specie di psicologo personale. Non giudica, Joel. Ti ascolta e basta. Puoi anche startene lì a lagnarti perchè hai otturato il cesso o cose simili, lui sa sempre cosa consigliarti. è sempre lì ad aspettarti quando hai ricevuto una delusione. è pronto a confortarti sempre e comunque.

Ed è soprattutto per questo motivo che credo che sia un padre fantastico. Vorrei che lui fosse stato mio padre! A quest'ora avrei molti traumi infantili in meno!

"Allora, zietto" Sarah mi raggiunse mentre fumavo nel cortile "Come ti senti?"

Sospirai ", almeno non mi ha rigurgitato addosso" sorrise "E tu, zia?"

"é solo il secondo di una lunga serie, Ben"

"Non è mica una vacca Nicole, sai..."

"No!" scoppiò a ridere "Intendevo dire il secondo di una lunga serie di Madden, stupido! Pensi di procreare un giorno o no?"

"Oh, sì. Ma certo" feci un tiro.

"Non vorrai mica andartene a vivere da solo come un eremita e farti buddhista, vero?"

"Fatti vedere il cervello, sorellina"

Mi spinsi avanti nel futuro ed ebbi una visione di tanti piccoli Madden che giocavano insieme e scartavano i regali di Natale. Chissà se sarebbe mai arrivato quel giorno...

Buttai la sigaretta e mi diressi dentro. Pensai al primo compleanno di Harlow...continuava a ripetere "Mamma" e "Papà" e "Tatata" e "Papapa" a chiunque. "Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri ad Harlow! Tanti auguri a te!"

Joel e Nicole la tenevano in braccio mentre mamma tagliava la torta "Una foto ricordo!" sbottò all'improvviso "Benji, va' a prendere la macchina fotografica!"

Ma ero troppo impegnato ad ammirare la mia bellissima nipote per darle ascolto "Benjamin!"

Mamma mi chiamava Benjamin soltanto quando si incazzava con me. Ricordo di una notte di molti anni fa, in cui feci pipì a letto. Joel dormiva e così pensai bene di spostarlo, lasciandolo dormire sulle lenzuola bagnate e prendendo il suo posto.

La mattina dopo fu una tragedia...

Ah, un'altra cosa che non ho detto è che puntualmente mamma credeva sempre a lui. Lui era "l'innocente" contaminato dal gemello subdolo e perverso che ero io.

Sento ancora le sue urla..."Benjamin! BENJAMIN! Ma insomma, non ti ho insegnato niente? NON SI FA! Hai capito, non si fa?"

Al pensiero, sorrisi. Ero arrivato nella stanza e Nicole dormiva ancora.

"Adesso ne hai due di cui occuparti!" ridacchiai con Joel "Congrainculazioni, fratello!"

Rise ma poi tornò serio "Credimi, Ben...è meglio di un premio Oscar" e nell'istante stesso in cui pronunciò quelle parole mi resi conto che erano la cosa più sensata che avessi mai sentito. ©

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Harlow Madden ***


HARLOW MADDEN

 

 

"Harlow, quante volte ti devo dire di piantarla di fare certe cose?"

Feci un ultimo tiro e andai ad aprire la porta della mia stanza nascondendo la sigaretta dietro la schiena.

"Hai fumato di nuovo quella roba" fu la prima cosa che mi disse dopo avermi scoccato un'occhiata torva.

"Non so di cosa parli" mi difesi.

"Harl, puzza di canne qui dentro. Riconosco l'odore, sono stato giovane anch'io e ho fatto anch'io queste cazzate"

Mi sedetti sul letto imbarazzata, senza dire una parola. Piansi.

"Oh, no" alzò gli occhi al cielo "Scusami Harl, non volevo" si sedette accanto a me "Capisco che è difficile avere 15 anni ma ti assicuro che non potrai ricevere nessun tipo di conforto dal fumo e dall'alcool"

"Papà, tu non capisci!" sbottai all'improvviso, nascondendomi il volto nella felpa dei Ramones "Lo fanno tutti, lo fai anche tu. Mamma addirittura ha dovuto disintossicarsi"

"Vuoi finire come lei?" mi rimbeccò "Credi davvero che sia così semplice? Tua madre ha rischiato grosso, sai? E non va per niente fiera di quel periodo della sua vita"

"Non ci posso credere" singhiozzavo "Tutti mi invidiano perchè sono figlia di una rockstar e invece..."

"Preferiresti un padre che ti dicesse 'Tranquilla, Harlow, fai tutto quello che vuoi: fuma erba, tira cocaina e a 16 anni fatti mettere incinta?"

"Papà!" mi alzai dal letto e battei i pugni contro il muro "La tua infanzia problematica ti ha reso ultra-protettivo nei miei confronti! Devi smetterla di starmi sempre addosso! Io non vivo più!"

"Se vuoi ti abbandono il giorno di Natale"

Silenzio.

Mi parve di sentire il vento che batteva contro le finestre...

"Papà, mi dispiace. Non volevo. Scusami" gli strinsi le mani.

"Abbiamo visto cos'ha combinato Sparrow mentre ero via con i ragazzi, no?" disse.

"Sì" abbassai lo sguardo. Il pensiero di mio fratello che si faceva investire da una motocicletta in piena velocità era desabilitante.

"Vedi" continuò "Essere genitore è il mestiere più difficile del mondo. Devo starvi dietro. Devo sorvegliarvi senza farvi pesare la mia presenza. Devo assicurarmi che viviate la vostra vita in modo sicuro e spensierato"

"E stai facendo un ottimo lavoro" gli strinsi le mani ancora più forte e sorrisi. Mi guardò anche lui, sorridendo. Dicevano che avevamo gli stessi occhi. Altri sostenevano che invece assomigliassi più a mia madre.

"Prima non eri così. O almeno non sembravi così quando ti ho visto nei primi video dei Good Charlotte"

"Ero soltanto un ragazzino, Harl"

"Come me?"

Esitò "Sì, esatto. Come te. Con la differenza che tu hai un padre che ti vuole bene e si preoccupa per te. Che ti aspetta alzato fino a tardi quando esci per darti la buonanotte e che cerca di non farti mancare nulla"

Mio padre era un campione a farmi sentire in colpa. Non mi rimproverava, non alzava la voce, non si sognava nemmeno di picchiarmi...ma quando voleva poteva ridurmi uno straccio. Con altri mezzi. Dopotutto era pur sempre un genitore.

"Joel è furbo" mi disse una volta zio Benji "Ma non è cattivo. Sa come farti male, conosce i tuoi punti deboli. Ma se viene a punzecchiarti vuol dire che esiste davvero una buona ragione e lo fa soltanto perchè non vuole ferirti"

Zio Ben era il mio migliore amico...era sempre da lui che andavo quando litigavo con papà, con Sparrow o con la mamma. Lui sapeva sempre come tirarmi su di morale. Ma da qualche anno a quella parte, anche lo zio aveva messo su famiglia e non aveva più tempo per me. Mi sentii sola. Voglio dire, sì, avevo sempre Billy e Paul e i ragazzi ma Ben...cazzo, ragazzi, come lui non c'era nessuno.

E fu da quel momento che presi a sfogarmi sulle sigarette e sulla marjuana. Avevo cominciato a frequentare 'degli amici poco raccomandabili', come si suol dire. Ma chi è che non lo fa? Sfido chiunque, a 15 anni tutti hanno fumato almeno UNA canna. E se non l'hanno fatto non sono cresciuti. Eppure mio padre si incazzava lo stesso, diceva che quella roba non serviva praticamente a nulla. Forse aveva ragione lui...

Mi asciugai gli occhi con la manica della felpa "Grazie, papà. Ti prometto che non farò mai più niente di losco. Dico sul serio. E se mai avrò qualche problema so che ci sarai sempre tu pronto ad aiutarmi. Scusami" sorrise. Gli bagnavo la camicia con le mie lacrime ma lui non diceva nulla "E se mai dovessi comportarmi di nuovo male...tu...tu picchiami!"

Rise "Non lo farei mai, Harlow! A te darei la mia vita"

Mi ricordai del mio primo concerto dei Good Charlotte...disse una cosa simile...

Ero in tribuna assieme a mia madre. Papà ci salutò dal palco e decisi che quella era la mia band preferita. Non perchè ne facessero parte mio padre e mio zio. Ma perchè sono cresciuta con le loro canzoni. Sono stati con me sin dalla nascita.

Papà diceva sempre che ero la sua fan preferita e zio Billy e zio Paul gli davano di gomito. Quando suonavamo le loro canzoni poi, io alla chitarra e Sparrow alla batteria, era sempre uno spettacolo. Ero davvero la ragazza più fortunata del mondo. Forse papà aveva ragione davvero. Non avevo bisogno di ingannare la solitudine nelle droghe.

Lo abbracciai forte "Sei il padre migliore del mondo"

Ne ero convinta davvero. ©

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=606740